dedicATO Ai GeNiTOri e Ai bAmbiNi dA zerO A Tredici
N.5 - AGOSTO 2017
Supplemento al Settimanale Via Vai n.30 del 4 Agosto 2017 COPIA OMAGGIO
Monti e mari ho attraversato streghe e draghi ho incontrato... In tante storie e avventure ho superato le mie paure..
www.viavaideipiccoli.it FB: viavaideipiccoli
29.9.2017 Maratona di lettura
Natascia Pavani
Supplemento al Settimanale Via Vai n.30 Agosto 2017 Promo Studio Editore Rovigo. Via Sacro Cuore 7 Reg. Tribunale di Rovigo n.1/94 del 9/2/94 Direttore Responsabile: dr. Flavia Micol Andreasi Stampa Grafiche Nuova Tipografia Corbola (Ro) Redazione e pubblicità via Sacro Cuore 7 Rovigo tel. 0425.28282 cell. 329 6816510 cell. 342 1330495 cell. 338 8156880 info@viavainet.it
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Promo Studio Comunicazione
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Rossella Rizzi
M.Chiara Ghinato
Direttore Responsabile: Flavia Micol Andreasi Caporedattore Carlotta Ravanello Redazione Elena Montecchio Micol Andreasi Natascia Pavani Rossella Rizzi Progetto grafico Mariachiara Ghinato Pubblicità Franco Ravanello Rossella Rizzi Roberto Samiolo hanno collaborato Alessandra Tozzi Alessia Targa Baira Corrarati Cecilia Secco Claudia Turolla Elena Lavezzo Erica Cecchi Francesco Casoni Filippo Rosito Gloria Birolo Leila Kilzie M.Antonietta Chiriacò Mara Gazzi Maria Stella Galuppi Maurizio Fantinato Monica Brenner Paola Lucchiari Rita Bimbatti Rossella Rizzi Sara Surico Silvia Marinello Valentina Borella
Carlotta Ravanello
Sommario
Elena Montecchio
Franco Ravanello
Roberto Samiolo
PARLIAMONE primo piano 4. Tanto verde e grandi fontane 6. Parco Langer 24. Il Veneto legge educare e crescere 8. Bullismo: comprendere per arginare 10. Internet: consapevolezza dei rischi scuola e dintorni 20. Il primo giorno di scuola! 30. Disturbi specifici dell'apprendimento
ATTIVAMENTE discipline sportive e artistiche 12. Attiviamoci 23. La Musica - un linguaggio per tutti 34. Un luogo da scoprire: L'osservatorio astronomico facciamo insieme - laboratori 38. Il dentifricio dell'Elefante 40. Piccoli chef: la paella polesana 41. Colazione da Re
SALUTE E BENESSERE il pediatra di famiglia 26. Ad alta voce: leggere per crescere cosa dice lo specialista 18. Non ditemi di stare dritto: la scoliosi 28. Occhio alla vista del bambino 33. Bruxismo infantile
CENTO STORIE favole - letture 36. Le avventure di Fungo Cinello 37. Rovina Vacanza e gli altri 46. L’estate sta finendo
LIFESTYLE 42. Back to school - fashion 45. Irene Lissandrin - Il personaggio
L’editoriale L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI Nelle pagine di un libro una lezione di vita
“Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile.” Sono parole di Jean Giono, contenute nel suo libro “L’uomo che piantava gli alberi”, pubblicato per la prima volta nel 1953. Poco più di 40 pagine dense di speranza nell’umanità. La personalità straordinaria di cui parla l’autore è Elzéard Bouffie. Un uomo di 55 anni, che dopo aver perso la sua unica figlia e la moglie, decide di ritirarsi in una regione delle Alpi francesi che penetra in Provenza. Un luogo un tempo ospitale e popolato, divenuto però arido e deserto, in cui ogni virtù umana sembrava cedere sotto il giogo pesante e triste della fatica quotidiana del sopravvivere. Elzéard Bouffie, però, era un uomo felice. Riservato e taciturno, viveva in una casa
di pietra che aveva sistemato con la stessa cura con cui rammendava i suoi abiti, riuscendo a far sparire ogni laMicol Andreasi direttore
cerazione. Possedeva una trentina di pecore e ogni mattina, all’alba, le portava al pascolo. Ogni mattina, Elzéard lasciava le pecore alla sorveglianza del suo cane e procedeva per qualche chilometro a piedi da solo. Lì, seminava alberi. Aveva iniziato con le querce, poi con i faggi e le betulle…Negli anni furono centinaia di migliaia i semi che con cura e passione aveva selezionato e poi interrato in quella landa arida e deserta. E negli anni quei luoghi si trasformarono in boschi, in villaggi abitati, in
fattorie curate e produttive, in gioia di vivere degli abitanti che aumentavano.
“Quando penso che un uomo solo – scrive Jean Giono - ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c'è voluto di costanza nella grandezza d'animo e d'accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l'anima mi si riempie d'un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio”. Mi è capitato di rileggere questo libro in vacanza e la storia umana e personale di Elzéard Bouffie mi ha fatto riflettere… La sua caparbia generosità non ha salvato solo un luogo dal deserto e dall’abbandono, ma gli ha permesso di riconciliarsi con ogni dolore che la vita gli aveva riservato.
Elzéard Buffiet era un uomo felice. Il suo piantare alberi su una terra non sua, senza tornaconto alcuno, senza che nessuno sapesse e lo elogiasse…è un po’ come prendersi cura dei bambini, o degli anziani, o di un malato, dentro le mura domestiche, lontano dagli applausi, senza farsi troppo notare. E’ occuparsi di loro nella stessa maniera, anche quando si amministra una città… E’ un po’ come dedicarsi a quei luoghi altrimenti abbandonati e renderli fruibili a tutti. Come estirpare le brutte erbacce che crescono a ridosso della strada, appena oltre il cancello di casa, dove splendono i nostri giardini. O semplicemente, smettere di lamentarsi per cominciare a rammendare. I luoghi diventerebbero tutti più accoglienti. E forse noi saremmo più felici, proprio
come l’uomo che piantava gli alberi. Micol Andreasi
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le richieste dei più piccoli PARLIAMONE
CITTA’ A MISURA DI BAMBINO
Primo Piano
La città infatti è la casa di una comunità ed è sempre in evoluzione, essa infatti non è solo l’insieme degli edifici, delle strade, dei servizi, ma è un organismo vivo, che si deve adattare alle esigenze di chi vi abita, per non spegnersi.
Ne “Le città invisibili” di calvino, il viaggiatore e mercante veneziano marco Polo dice al Gran Khan:
“Anche le città credono di essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.
a cura di
Elena Lavezzo architetto
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tanto
Allora per una volta pensiamo ai bambini, cosa chiedono loro? Come vorrebbero che fosse la loro città? Così ho chiesto aiuto a due rappresentanti della categoria, i miei figli, lei di 5 e lui di 8 anni, e loro hanno disegnato; perché i bambini attraverso i segni e i colori raccontano storie libere. I bambini, certo non hanno una visione d’insieme, ma sanno cogliere i dettagli e fare lunghe liste dei desideri.
verde e grandi e n a t n fo
TANTO VERDE E GRANDI FONTANE
PISTE CICLABILI
Come era prevedibile il primo desiderio è di colore verde. Prati e alberi sotto i piedi, nel disegno di lei, ai lati della strada, in quello di lui. Certo per capire i bambini bisogna inginocchiarsi e ricordarsi che quando sei alto un metro e poco più il tuo rapporto con il terreno è ancora predominante e che il tuo sguardo ricerca il bello nel filo d’erba, nel particolare dell’insetto, nella sfumatura del fiore, nella trama della corteccia. I bambini ricercano spontaneamente la condizione primigenia dell’uomo di stare a contatto con la natura.
Il secondo desiderio è silenzioso e profumato o forse solo non puzzolente. Certo per capirlo bisogna immedesimarsi in un bambino in bicicletta che ha le orecchie e la bocca poco sopra la marmitta, in una via di Rovigo, ad esempio via Mazzini. Se potesse il nostro piccolo cittadino eliminerebbe i parcheggi, per sostituirli con una pista ciclabile alberata sempre all’ombra d’estate, e andrebbe in piazza e tornerebbe pedalando in sicurezza e respirando meno smog, con la sua famiglia. Se la nostra fosse un città pensata di più per ciclisti potremmo vedere in centro girare qualche mamma così, come la Principessa Mary di Danimarca, e in generale potremmo vedere molti più bambini andare a scuola al mattino da soli pedalando in sicurezza.
Cosa può fare la città per contribuire ad una crescita più sana dei propri piccoli cittadini?
La risposta è semplice: aumentare il verde in città, ma attenzione: bisogna uscire dallo stereotipo dei “giardinetti”! Se un bambino potesse creare spazi verdi e parchi per sé e per i propri amici, certo metterebbe uno scivolo e le “giostrine” e vorrebbe anche un rettangolo di erba verde per correre e giocare con la palla, ma andrebbe oltre quello che gli adulti solitamente gli propongono.
Vorrebbe sentieri tra terreni erbosi, non prati all’inglese, ma fioriti e anche un po’ incolti; di quelli che non devi tagliare ogni 15 giorni, in cui i fiori sbocciano e possono accogliere api e farfalle. Vorrebbe una fontana, ma non di quelle solo da guardare. Vorrebbe grandi spruzzi come quelli di Parc André-Citroën a Parigi tra cui poter giocare e rinfrescarsi nei giorni estivi, “come quelli di Piazza XX Settembre ma più grandi”. Vorrebbe grandi alberi con appese altalene ai rami grossi, perché in estate fanno ombra e sotto ci si può giocare e sognare. Alberi che in autunno perdono le foglie, rosse e gialle, così quando cammini si sente “fruuush fruuush” e altalene appese ai rami grossi. I bambini non chiedono prati sempre rasati e perfetti né aiuole all’italiana. A nessuno di loro salterebbe in mente di tagliare gli alberi perché “quando le foglie cadono sporcano dappertutto”, perché i bambini hanno innato il rispetto per il verde e convivono in armonia con la natura, accettandone ritmi e difetti.
Desideri di bambini che, se si avverassero, farebbero molto bene ai più grandi e anche ai più vecchietti che potrebbero godere di una città più vivibile. Se Rovigo si distinguesse per ecologia, mobilità sostenibile e servizi di qualità potrebbe essere un'attrattiva per le famiglie e perché no una città in cui essere più felici.
Parc André-Citroën - Parigi
Piazza XX Settembre - Rovigo
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PARLIAMONE Primo Piano
Parco Langer L’UNICO VERO PARCO DELLA CITTÀ E’ un vero e proprio bosco, ricco di natura, che conserva un piccolo pezzo della storia di Rovigo. Parco Langer si trova alle porte del capoluogo, a ridosso del quartiere Commenda: abbandonato per anni, è tornato a vivere di recente grazie all’impegno di comitati e associazioni, che si danno da fare per salvarlo e trasformarlo in un vero e proprio parco per i cittadini.
Il bosco del “parco” Langer è conosciuto soprattutto per la sua sfortuna: si trova sul tracciato del Passante Nord, la bretella stradale che doveva collegare viale Porta Mare con viale Porta Adige, rimasta incompiuta. Il suo destino era di essere raso al suolo, per fare spazio alle macchine. Dopo anni di proteste e iniziative delle associazioni, oggi sembra destinato a salvarsi. 6
Troppo prezioso, il parco, per sparire sotto una colata di asfalto. E’ uno dei polmoni verdi della città, con i suoi alberi fitti e frondosi, cresciuti liberamente nell’area abbandonata dell’ex poligono di tiro. Qui il Wwf ha censito una natura vitale, fatta di molte piante e varie specie di animaletti, tra cui una rarissima specie di rana, che vi ha preso casa. E poi c’è, appunto, l’ex tiro a segno. Inghiottito dalla foresta, oggi si può visitare solo inoltrandosi nel bosco, utilizzando i percorsi che i volontari hanno realizzato, tracciando sentieri e creando ponti sopra i rigagnoli che lo percorrono. Lo si può percorrere tutto, fino a raggiungere suggestivi spiazzi erbosi o le rive del Ceresolo. I ruderi della vecchia struttura, completamente immersi nella natura, ricordano le rovine delle città cambogiane divorate dalla foresta. Sono un bene storico, tanto che la Sovrintendenza di Verona ha chiesto di tutelarli. Oltre a tutelare e rendere visitabile il bosco in alcuni periodi dell’anno, le associazioni hanno utilizzato parte del grande prato vicino per realizzare dei colorati orti sociali. Sono diversi i cittadini che li usano
per coltivare da sé pomodori, zucchine, piselli e ogni sorta di verdura, oltre che per trascorrere qualche benefica ora all’aria aperta. Hanno anche piantato un ciliegio, in ricordo di Marco Zennaro, commerciante del centro e attivista. Ogni anno, una o due volte l’anno, Legambiente, Wwf, Lipu, comitati di quartiere organizzano una festa per trascorrere qualche ora al parco, scoprirne la storia e la natura, discutere sul suo destino, ancora da scrivere. Perché ciò che manca, oggi, è proprio il “parco” vero e proprio, senza virgolette. Uno spazio fruibile tutto l’anno, dove i bambini e i genitori possano giocare ed esplorare la natura. Parco Alessandro Langer Rovigo, Viale Porta Adige facebook: Parco-A-Langer-Rovigo508207389341123/
a cura di
Francesco Casoni giornalista
I P N OS I
La nuova frontiera della Psicologia e della Salute Dott. Paolo Ballaben
Dott. Fabio Varotto
Psicologo e Psicoterapeuta
Psicologo e Psicoterapeuta
Socio Ordinario della Società Italiana di Ipnosi Presidente di SOS Abusi Psicologici
Socio Ordinario della Società Italiana di Ipnosi
........................................................ ........................................................ 328 6641482
335 8400042
Problematiche di coppia e di famiglia Depressione Ipnosi ospedaliera (dolore cronico ed oncologico training ipnotico per parto, ansia pre post operatoria) Abuso psicologico e bullismo
Disturbi da stress e psicosomatici (colon irritabile, acufeni, dermatiti iper-idrosi) Disturbi ossessivo-compulsivi Problemi caratteriali (timidezza, scarsa autostima, dipendenza affettiva, controllo della rabbia)
Problematiche adolescenziali Disturbi d'ansia Disturbi della personalità Gioco d'azzardo patologico Dipendenze emotive
Educazione alla sessualità e all'affettività Sessualità tra (in)fertilità e gravidanza Disfunzioni sessuali maschili e femminili Sessualità nel post menopausa Sessualità ed endometriosi
Dott. Matteo De Tomi
Dott.ssa Emanuela Capucci
........................................................ ........................................................ Psicologo e Psicoterapeuta
Psicologa, Sessuologo clinico
Socio Ordinario della Società Italiana di Ipnosi Consulente SOS Abusi psicologici presso gli istituti scolastici
Socio FISS (Fed. Italiana Sessuologia Scientifica), Socio C.I.R.S (Centro Interdisciplinare per la Ricerca e la Formazione in Sessuologia
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Rovigo, Corso del Popolo 229 - www.modellidicambiamento.com i nostri specialisti sono iscritti alla Società italiana di Ipnosi che garantisce professionalità e competenza attraverso aggiornamenti annuali, nazionali e internazionali
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intervista a cura di Micol Andreasi
PARLIAMONE educare/crescere
Bulli smo COMPRENDERE PER ARGINARE
Paolo Ballaben psicologo e psicoterapeuta di Lendinara. E’ membro della Società Italiana d’Ipnosi (SII) e presidente dell’Associazione SOS Abusi Psicologici. Gli abbiamo rivolto alcune domande per capire meglio il triste ma assai diffuso fenomeno del bullismo e soprattutto per poterlo arginare.
Cos’è il bullismo? Partiamo da una premessa: da sempre le persone quando si riuniscono in gruppi inventano modi per definire i propri comportamenti. Alcuni modi si trasformano in regole esplicite ed altri rimangono impliciti. La psicologia definisce questi modi con il termine di “dinamiche di gruppo”. Il fenomeno del bullismo è quindi una particolare dinamica di gruppo con alcune costanti: una situazione di prevaricazione, la presenza di atti intimidatori ma senza che ci sia una violenza eccessiva, un’interazione tra soggetti che si ripete, la presenza di più ruoli, ovvero del bullo, della vittima, degli spettatori che tifano per il bullo e degli spettatori che rimangono passivi. Solo in presenza di queste costanti possiamo parlare di bullismo. Ci sono altri tipi di dinamiche di gruppo? Immaginiamo di visualizzare lungo una linea i comportamenti di gruppo. Al primo estremo ci troviamo i “rituali”. Sono quei comportamenti che segnano un cambiamento previsto dalla società di riferimento di quel gruppo e quindi regolamentato. Pensiamo ad esempio al matrimonio, agli esami di fine ciclo scolastico, i baffi col pennarello per gli studenti nuovi iscritti e cosi via. All’estremo opposto ci sono tutte quelle forme di aggressività e violenza che troviamo ad esempio nei tifosi ultras, oppure nelle bande di ragazzi metropolitani. A partire dagli anni Novanta abbiamo assistito all’emergere di alcuni fenomeni che possiamo posizionare nel mezzo tra i due estremi, come il nonnismo nelle caserme, il mobbing in azienda ed infine il bullismo nelle scuole. Ed il cyberbullismo invece? Con la diffusione dei nuovi media il bullismo assume un aspetto ancora più grave. La prevaricazione fisica si trasforma in “presa in giro” generalizzata. Le immagini e i video una volta messi in rete hanno vita eterna. Con facebook e whatsapp chiunque e da qualunque parte può aggiungersi alla prevaricazione, come pubblico che tifa contro il “bullizzato”. Un altro aspetto nocivo è l’anonimato garantito dalla rete, così che anche il più “ebete” può trasformarsi in un “leone da tastiera”. Da cosa ci si accorge che il proprio figlio è vittima di bullismo? I segnali sono molteplici. I più evidenti nel breve periodo sono: un controllo continuo e nervoso del cellulare, i molteplici tentativi di evitare la scuola, un peggioramento del rendimento scolastico e la richiesta di soldi senza dare motivi credibili. L’umore comincia a cambiare accompagnato da sbalzi d’ansia o di tipo depressivo. Nel medio e lungo periodo, invece, si assiste ad un peggioramento della propria autostima e ad una accresciuta insicurezza nel rapporto con gli altri. E se il bullo è proprio nostro figlio, come ce ne accorgiamo? Non perdendo mai di vista il proprio figlio e soprattutto facendo caso ad alcuni atteggiamenti come: comportamenti fortemente oppositivi, la tendenza ad interagire con gli altri svalutandoli, il ricorso frequente a minacce e la tendenza a rompere oggetti o cose in generale.
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Può succedere a tutti di essere vittime? Il bullismo è un fenomeno circolare. Cosa si intende per circolarità? Che non può esistere un bullo se non esiste anche qualcuno disposto a passare per vittima e viceversa. Intervenire solo su uno dei due non darà grandi risultati in termine di cambiamento efficace. Ecco quindi che è utile offrire un percorso di consulenza psicologica sia alla vittima che al bullo ed eventualmente qualche incontro anche ai familiari. Il bullo e la vittima condividono una difficoltà nel relazionarsi con gli altri, il bullo reagisce aggredendo, mentre il “bullizzato” molto spesso fa propri comportamenti eccessivamente vittimistici. Cosa fare quando emergono fenomeni di bullismo? Prima di tutto è utile capire in quale contesto ci troviamo, se scolastico, sportivo o sociale. L’associazione “SOS abusi psicologici”, di cui faccio parte, in questo ultimo anno si è occupata soprattutto del bullismo all’interno della scuola e le azioni adottate hanno coinvolto i professori, i ragazzi e i loro familiari. Abbiamo lavorato molto sulla consapevolezza degli stili relazionali e quindi sulla possibilità di modificarli aumentando così la stima di sé e la sicurezza personale. In ambito sportivo si può lavorare anche nel promuovere una competizione sana, evitando il rischio di una competizione cattiva che mette tutti contri tutti.
UNA LEGGE CONTRO IL CYBERBULLISMO Il 17 maggio scorso, il Parlamento ha approvato la prima legge contro il Cyberbullismo. La legge porta la firma della deputata Elena Ferrara, l’insegnante dell’alunna di Novara che si suicidò nel 2013, dopo essere stata vittima di ripetuti atti di Cyberbullismo. In sintesi la legge prevede: SEGNALAZIONE Ciascun minore con più di 14 anni, genitore o chi esercita la responsabilità sul minore, può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato del minore vittima di cyberbullismo. RIMOZIONE Qualora entro le ventiquattro ore successive la SEGNALAZIONE non vi sia stata alcuna comunicazione da parte del responsabile ed entro le quarantotto ore non abbia provveduto o non sia possibile individuare il gestore del sito internet o del social, l’interessato può fare istanza al Garante per la protezione dei dati personali, il quale provvede entro quarantotto ore alla rimozione. AMMONIMENTO La procedura dall’ammonimento prevede che fino a quando non sia stata proposta denuncia per diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati, il Questore è chiamato a convocare il minore, colpevole verso altri minori, unitamente a un genitore, ammonendo il medesimo. Un provvedimento studiato nella logica di educare e responsabilizzare i giovani che, anche solo inconsapevolmente, si rendono attori di comportamenti penalmente perseguibili. EDUCAZIONE CONTINUA NELLE SCUOLE L’uso consapevole della rete entra a far parte dell’offerta formativa in ogni ordine di scuola. Il Ministero dell’Istruzione adotta delle linee d’orientamento per la prevenzione e il contrasto del fenomeno. Gli uffici scolastici regionali sono chiamati a promuovere progetti elaborati nelle scuole, nonché azioni integrate sul territorio di contrasto del cyberbullismo e educazione alla legalità. E’ disposto, inoltre, che le istituzioni scolastiche promuovano, nell’ambito della propria autonomia, l’educazione all’uso consapevole della rete internet e ai diritti e doveri ad esso connessi.
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PARLIAMONE educare/crescere
a cura di
Cecilia Secco
chat forum BLog
SociaL network INTERNET: CONSAPEVOLEZZA DEI RISCHI Internet ha aperto nuove possibilità per tutti. Ma ha anche un lato oscuro che è bene conoscere. Per i giovani che stanno crescendo a contatto con le nuove tecnologie, la distinzione tra vita online e vita offline è davvero minima. Le attività che i ragazzi svolgono online o attraverso i media tecnologici hanno quindi spesso conseguenze anche nella loro vita reale. Allo stesso modo, le vite online influenzano anche il modo di comportarsi dei ragazzi offline, e questo elemento ha diverse ricadute che devono essere prese in considerazione per comprendere il cyberbullismo. Ecco perché è necessario educare ad un uso consapevole dello strumento Internet. Ecco perché è necessario che gli adulti, i genitori, pur nell’impossibilità di recuperare il gap di competenza tecnologica che li separa già dai giovanissimi figli, conoscano dello strumento virtù, ma soprattutto vizi e pericoli. Cyberbullismo. Si può definire cy-
berbullismo l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone. Può avvenire utilizzando diverse modalità, tra cui: telefonate, messaggi (con o senza immagini), chat sincrone, social network (per esempio, Facebook), siti di domande e risposte, siti di giochi online, Forum online Le modalità con cui i ragazzi realizzano atti di cyberbullismo sono molte. Alcuni esempi sono: pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, mail, social network; postando o inoltrando informazioni, immagini o video imbarazzanti (incluse quelle false); rubando l’identità e il profilo di altri, o costruendone di falsi, insultando o deridendo la vittima attraverso messaggi sul cellulare, mail, social network, blog o altri media...
Adescamento online: è un fenomeno che consiste nel tentativo, da parte di una persona malintenzionata o di un pedofilo, di avvicinare un bambino o un adolescente per scopi sessuali, conquistandone la fiducia attraverso l’utilizzo della rete Internet, in particolare tramite chat, blog, forum e social networks. Il reato di adescamento di minorenni è stato recentemente introdotto nel nostro codice penale. Si configura anche se l’incontro con il minore non avviene: non è necessario, infatti, che l’adescamento vada a buon fine, ma è sufficiente il tentativo, da parte di un adulto, di conquistare la fiducia di un bambino o di un adolescente per fini sessuali. Sono rischi che possono essere scongiurati basta qualche accortezza e tanta consapevolezza”
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ATTIVAMENTE sport - corsi
attiviamoci! a cura di
Alessia Targa Fisioterapista
Qual è lo sport migliore per mio figlio? La risposta può essere una sola: quello che desidera praticare! Tuttavia, se ci tenete a conoscere gli aspetti che contraddistinguono le diverse attività motorie, eccovi accontentati…
A tutto sport e non solo... crescere è sperimentare e riconoscere le proprie passioni
ATLETICA
ARRAMPICATA
Coinvolge praticamente tutte le attività che il corpo umano può fare. I bambini che la praticano acquisiscono più consapevolezza del proprio corpo e, anche per il fatto che è uno sport individuale, imparano a superare gli ostacoli dettati dalla fatica aumentando resistenza e forza.
Stimola il dinamismo motorio e, al contempo, richiede l'applicazione di diverse tecniche, concentrazione ma anche grande precisione e dimestichezza con i materiali e le tecniche d'assicurazione. I corsi vengono impostati sul gioco-arrampicata, permettendo così ai più piccoli di praticare questo sport divertendosi in sicurezza.
ARTI MARZIALI Aikido, Judo, Jujitsu, Karate fanno parte delle antiche discipline orientali con tutto il loro bagaglio culturale in cui si mescola benessere del corpo e della mente. Non sono soltanto attività che sviluppano coordinazione, forza, rapidità, equilibrio ecc..., sono pure attività che insegnano la spiritualità ai bambini sotto forma di rispetto del maestro, del compagno e di se stessi. Si impara ad avere un approccio diverso verso la propria aggressività che, se canalizzata, può diventare uno strumento di crescita.
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BASEBALL E SOFTBALL sono attività praticate all'aperto e in gruppo, stimolano la rapidità e la precisione oltre che la coordinazione occhio-mano.
BASKET Favorisce lo sviluppo di rapidità, forza e coordinazione del corpo e della precisione occhio-mano. Essendo uno sport collettivo il bambino si arricchisce della presenza del gruppo e della strategia di squadra.
CALCIO E' uno sport completo anche se non prevede un uso massiccio di braccia e mani, stimola la coordinazione e gli schemi motori di base come correre, saltare, usare un oggetto (la palla). Essendo un'attività di gruppo si impara a relazionarsi con i coetanei e a rispettarli.
CANOA E' una divertentissima attività che avvicina il bambino alla natura e alla vita all'aperto, nonché alla propria consapevolezza e responsabilità. La parte alta del corpo, spalle e braccia, è maggiormente utilizzata e rafforzata per cui è un'attività che va completata con esercizi per la parte degli arti inferiori.
EQUITAZIONE E VOLTEGGIO EQUESTRE Sport divertenti che responsabilizzano il bambino alla cura degli animali e alla natura. L'uno favorisce l'equilibrio e il secondo, mescolando l'equitazione e la ginnastica artistica, stimola la coordinazione e l'armonia del gesto.
PATTINAGGIO Piace molto, anche per il fatto di essere visto più spesso come un gioco. Gli arti inferiori diventano forti e resistenti, l'equilibrio e la coordinazione motoria vengono incrementate. Nel 13
pattinaggio artistico si associano pure armonia ed eleganza del movimento.
NUOTO: o “Acquaticità” insegna al bambino a non temere l'acqua e a trovarsi a proprio agio nell'ambiente acquatico. Come attività sportiva vera e propria rinforza praticamente tutto il corpo. PALLAVOLO E' uno sport di squadra in cui il bambino impara la reciprocità e la fiducia nel compagno. Gli arti superiori si rafforzano e si coordinano per aumentare la precisione, gli arti inferiori acquisiscono forza per saltare e rapidità per prendere la palla.
RUGBY I bimbi si divertono a manipolare la palla ovale e a correre dietro alle sue imprevedibili traiettorie. Nonostante sia uno sport di contatto, il bimbo impara a gestirlo. Aiuta ad uno sviluppo omogeneo di tutto il corpo e lo rafforza in toto.
SCHERMA E' un'antica disciplina che viene consigliata per bambini un po' più grandi. Sviluppa forza e destrezza, autocontrollo e concentrazione.
TENNIS Anche i più piccoli possono iniziare a fare questo sport che coinvolge soprattutto gli arti superiori sia nella coordinazione che nell'utilizzo della racchetta. Si sviluppano inoltre rapidità, forza e resistenza.
GINNASTICA ARTISTICA E RITMICA La ginnastica artistica e ritmica sono discipline della ginnastica. Allenano il corpo e favoriscono: controllo, mobilità ed esplosività, equilibrio, coordinazione e flessibilità. Entrambe le discipline prevedono esercizi a corpo libero, e l'uso di grandi (ritmica) e piccoli (artistica) attrezzi. La propedeutica inizia a partire dai 3 anni. 14
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DANZA I primi passi possono avvenire verso i 3/4 anni attraverso l'uso della fantasia, del gioco e della musica come strumenti di apprendimento: gestione dello spazio, giochi di conoscenza ma anche esercizi di improvvisazione libera e guidata. La propedeutica inizia a 6 anni con esercizi specifici per il corpo in preparazione alla tecnica classica o moderna, per una scelta futura. In seguito si passa alla danza classica con esercizi alla sbarra, al centro e con le punte, alla danza modern o all'hip-hop dove, alla tecnica si affianca la sperimentazione sul corpo con l’obiettivo di ricercare un movimento piÚ istintivo e naturale.
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Oltre lo sport. A tutta creatività... TEATRO L’età giusta per iniziare un corso di teatro è sei anni, periodo in cui iniziano a confrontarsi con le regole ed i ritmi della scuola. E’allora che iniziano a capire che non tutto ciò che li circonda vuol dire gioco. Il teatro li aiuta a capire che ci sono momenti per inventare, fantasticare, creare (quando si è sul palcoscenico) e momenti per gestire la realtà che li circonda. Insegna a relazionarsi con altre persone, gestire gli spazi ed il proprio corpo nella fase di preparazione dello spettacolo; aumentare le capacità di linguaggio ed imparare l’uso corretto della dizione quando si lavora sul copione; capire e controllare le emozioni, acquisire fiducia in sè stessi, quando si sale sul palco per recitare di fronte al pubblico.
TEATRO S.BORTOLO, VIALE OROBONI 17 ROVIGO
CORSO DI TEATRO PER RAGAZZI 12-17 anni, senza esperienze teatrali
Inizio 18 settembre 2017 incontro informativo lun.11 ore 17 tel. 0425.200255 334.3286382
Dir. Artistica: E.Zenato
MUSICA Conoscere fin da piccoli la musica è una grande opportunità per ogni bambino, sia per la sua crescita intellettuale che come persona. L’importante è coinvolgerli tramite l’ascolto, il canto, la partecipazione attiva nell’apprendere gli elementi fondamentali del linguaggio musicale e anche di uno strumento.
SCUOLA SUZUKI Crescere con la Musica
VESCOVANA via Adige Superiore 1
ROVIGO via dei Cappuccini 18
music lullaby children's da 0 a 3 anni music laboratory solfeggio da 6 anni
da 3 a 5 anni
pianoforte violino dai 3 anni in su
LA SCUOLA RIAPRE I CORSI DAL 1 OTTOBRE 2017 preiscrizioni: scuolasuzukivescovana@gmail.com a settembre sarete contattati per organizzare gli orari di lezione seguici su
scuola suzuki vescovana
info: 338 6580164 / 338 2282531 - www.scuolasuzukivescovana.it
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a cura di
Silvia Marinello
Fisioterapista di Equipe
SALUTE e BENESSERE lo Specialista
non ditemi di Stare dritto! LA SCOLIOSI La scoliosi è una deformità del rachide che avviene nella crescita, non se ne conoscono le cause, se non per alcune forme e la cosa migliore è accorgersene e agire il prima possibile. Il percorso riabilitativo sarà lungo e faticoso, servono visite costanti e interventi diversi in base alla fase di crescita. Il trattamento infatti potrebbe prevedere l’uso del corsetto e quasi sempre degli esercizi. Coloro che hanno scoliosi si sentono e si vedono diritti: è perciò importante la presa di coscienza della propria schiena e far vedere e sentire loro dove sono curvi, in modo da apprendere la correzione, che è cucita ad hoc per ogni ragazzo in base alla sua schiena e alle sua abilità. Non è possibile una ginnastica di gruppo perché non esiste una scoliosi uguale ad un’altra. Gli esercizi che si danno da eseguire quotidianamente a casa prevedono il
mantenimento della correzione mentre si esegue un compito con palla, pesi, bastone, seduto, in piedi o di equilibrio. La costanza è essenziale e le sedute mensili per impostare i nuovi allenamenti hanno lo scopo di trovare sempre il grado massimo di difficoltà dell’esercizio e di monitorare la crescita. E quale sport? Qualsiasi, basta farlo! Non esiste NESSUNO sport che peggiori o migliori la curva, ma studi scientifici dimostrano solo che non praticarne la peggiori. Si lavora tutti insieme, si prendono le decisioni confrontandosi con tutte le persone coinvolte e si costruisce un programma specifico, si trova il vestito perfetto per quel ragazzo, con il suo nome, il suo vissuto, le sue passioni, le sue abilità e i suoi tempi.
Silvia Marinello è specializzata nel trattamento delle scoliosi con metodo Isico. 18
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il primo giorno
... di scuola !
PARLIAMONE educare/crescere
Al Nido e alla Scuola dell’infanzia
a cura di
e
Alessandra Tozzi Psicologa
Valentina Borella Pedagogista
EMOZIONI DA PRIMA VOLTA come riconoscerle e gestirle Crescere un figlio è un po’ come far volare un aquilone… Le prime esperienze dei nostri bambini diventano inevitabilmente le nostre prime volte. Ogni passaggio di autonomia ci lascia col fiato sospeso, mentre ci chiediamo: “Ce la farà? Si parla spesso di emozioni, ma definirle risulta complesso a volte, soprattutto quando a scatenarle sono “i primi giorni”. Ciò che conta è esserci: magari preoccupati dentro ma sorridenti fuori perché, gli aquiloni si guardano volare col naso all’insù, il sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di meraviglia.
Buon inizio a tutti!
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Il Bambino. L’età del bimbo che viene inserito al nido coincide spesso con la fase di ansia da separazione; durante questa fase il bimbo ha bisogno di sperimentare attraverso l’esperienza per capire cosa aspettarsi. Dovrà lasciare le braccia della mamma per affidarsi a una “tata” che non conosce, ma di cui proverà a fidarsi. Probabilmente piangerà, durante il giorno potrebbe essere più nervoso anche a casa, ma con l’esperienza, giorno dopo giorno, diventerà sempre più familiare e si trasformerà in routine che gli darà sicurezza. La mamma e il papà Affidare il proprio bambino a una figura estranea, per la prima volta, non è affatto semplice. Spesso compaiono sentimenti come il senso di colpa, l’ansia e la preoccupazione che ci fanno mettere in dubbio l’opportunità della nostra scelta di inserimento. Sarà importante far sentire vostro figlio sereno. Quando lo accompagnerete nello spazio di accoglienza del nido, fate un bel respiro! un sorriso dolce e gentile ai vostri cuccioli li aiuterà a sentirsi più tranquilli, salutateli con serenità e se vi scende la lacrima, stringete i denti e sollevate il naso al cielo, è tutto naturale! Ciò che conta è non trasferire ai bimbi sentimenti negativi che non sarebbero in grado di interpretare e che potrebbero generare in loro uno stato d’animo disfunzionale. Mantenete aperta la comunicazione con le educatrici del nido: rappresentano per voi una grande risorsa, così come voi lo siete per loro. Collaborando e comunicando costruirete insieme il miglior percorso di crescita e autonomia per i vostri bambini. Per l’inserimento alla Scuola dell’Infanzia vale tutto quel turbinio di emozioni che abbiamo appena citato. Qualche timore continuerà ad essere presente anche per quei genitori con figli che hanno già frequentato il nido. Ma i nostri bimbi ci sapranno stupire per la facilità di adattamento poichè al nido è già quasi completato “il processo” di scolarizzazione che prevede norme e regole.
Alla Scuola Primaria Il Bambino. Al bambino dai 6 ai 10 anni è richiesto un grande impegno a livello cognitivo ed emotivo. E’ chiamato, infatti, a rispettare le regole in modo più incisivo di quanto non sia accaduto in precedenza, limiti e insegnamenti sono sempre più strutturati e la valutazione del profitto e del comportamento mette le radici nell’autovalutazione del bambino e nello sviluppo della sua autostima. I bambini in questo importante passaggio hanno bisogno di rassicurazioni. La presenza dei genitori e la condivisione delle proprie emozioni, nonché una comunicazione aperta e un grande disponibilità empatica permetteranno di vivere al meglio i primi giorni di scuola, i cambiamenti e gli adattamenti, le preoccupazioni e i pensieri, assaporandone le più piccole sfumature. La mamma e il papà Dal punto di vista pratico la routine come preparare il necessario per la scuola (lo zaino, i vestiti, ecc.), la sera prima, è un elemento rassicurante. E’ importante però, affiancare il bambino nel suo compito e non sostituirsi a lui. Solo così favoriamo l’autonomia e la sua crescita. Le routine di questo tipo danno sicurezza e fanno sentire il bambino accompagnato e accudito, ed è proprio in questi momenti, che si può approfittare per condividere il reciproco vissuto emotivo.
a cura della Maestra
Paola Lucchiari
E’ una delle giornate più effervescenti dell’anno, ricca di emozioni: entusiasmo, voglia di rivedere i compagni e, a volte, un po’ di timore. Lasciatelo a casa il timore, cari bimbi. E soprattutto abbandonatelo voi genitori, il timore per gli insuccessi dei vostri figli. Non siate apprensivi.
La scuola è una palestra straordinaria di vita, dove i vostri bambini imparano tante verità, scoprono mondi nuovi, addirittura infiniti. Dove imparano a viaggiare nello spazio e nel tempo attraverso i libri ed i racconti. Se i ragazzi hanno emozioni negative legate al primo giorno di scuola, è perché, come uno specchio, riflettono le emozioni degli adulti, assorbono le ansie di mamma e papà e le trasformano in un disagio. Accompagnateli allora con il sorriso ogni giorno. E se qualcosa andrà storto durante l’anno scolastico, dite loro che gli errori o gli insuccessi non sono una catastrofe. Sono l’inizio di un miglioramento e di una crescita.
Così, anche le fastidiose verifiche altro non sono che un’occasione per fare il punto sul nostro stato, per vedere a che punto siamo e se è opportuno fermarsi un po’ e ripetere. Non credo ci sia un luogo più bello dove crescere della scuola. E per me non esiste un giorno più elettrizzante del primo giorno di scuola. Non ho mai smesso di viverlo così in 25 anni di insegnamento e negli anni in cui sono stata studente. Quest’anno entrerò in classe con un astuccio nuovo. Me lo hanno regalato i miei alunni a giugno scorso. Insieme a loro, da subito, inizierò a progettare l’attività e allestire l’aula.
Asilo Nido Aziendale ULSS 5
APERTO A TUTTI • bambini/e dai 3 mesi ai 3 anni • aperto tutto l’anno, lun-ven. ore 6.30-18.30 o fascie orarie personalizzate. Diete specifiche • ambienti attrezzati, spaziosi e ampio giardino • progetti educativo-didattici innovativi e calibrati per ogni bambino. E’ previsto il coinvolgimento dei genitori Iscrizioni aperte tutto l’anno Rovigo, Viale Tre Martiri 140 c/o Ospedale Civile tel.0425 394527 Il Nido è accreditato presso l’INPS per l’accesso al bonus nido
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La muSica
ATTIVAMENTE corsi
UN LINGUAGGIO PER TUTTI Qual è l’età giusta per iniziare lo studio di uno strumento musicale? Nel nostro paese l’idea preponderante è che lo studio della musica sia riservato a pochi eletti e soprattutto dotati. La grande maggioranza delle persone non si sente incline all’apprendimento musicale. Questa percezione però è errata. Studi precisi chiariscono che la maggior parte della popolazione possiede le competenze per apprendere la musica e le possibilità che i nostri bambini siano in qualche misura portati per la musica sono medio alte (un totale che ci porta all’84% della popolazione mondiale)
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Non è mai troppo presto per iniziare con la musica. Alcuni si fanno scoraggiare dal fatto che i bambini molto piccoli (mi riferisco qui al primo anno di vita) non sono in grado di rispondere allo stimolo in maniera consapevole (non canteranno o batteranno le mani), ma provate a pensare se privassimo un bambino degli stimoli linguistici perché dopo il primo mese ancora non parla, l’idea in sé ci sembra assurda. Definito che la musica è un linguaggio dobbiamo accettare che le risposte agli stimoli musicali non siano quelle che noi abbiamo in mente, ma dobbiamo imparare a leggerle, e lasciare che gli stimoli si sedimentino nel loro cervello azionando quel meccanismo deduttivo che gli permetterà di imparare a parlare non appena anche il loro sistema fonatorio sarà pronto. Esiste inoltre una soglia limite oltre la quale il bambino sviluppa in maniera minima quelle attitudini musicali con sui è nato, e si assesta intorno ai 9 anni. La pratica dello strumento: abilità e requisiti. Sicuramente bisognerà aver acquisito quel linguaggio di base che è formato da ritmo e intonazione, essere cioè in grado di seguire un ritmo prestabilito, e riuscire ad elaborare nella propria mente l’accuratezza dell’intonazione. Un primo requisito: è un buon livello nelle competenze musicali di base. Poi c’è una parte anche fisica che riguarda la postura e quella certa quantità di forza fisica che serve a suonare uno strumento. E’ necessario che il bambino gestisca il proprio corpo per iniziare uno studio della strumento, che sappia mantenere una posizione determinata nel corso del tempo (possono essere una manciata di minuti nella fase iniziale). Anche questa fase è molto delicata e coinvolge lo sviluppo muscolare del bambino. Ecco il perché in alcune scuole di musica ci sono dei limiti di età oltre i quali non si accettano allievi per alcuni strumenti, perché non è più possibile che la loro muscolatura si sviluppi in modo adeguato per conferire quella elasticità che è necessaria per l’esecuzione musicale. (Stiamo parlando di limiti d’età che si aggirano sui 16/17 anni quando lo sviluppo si inizia ad assestare.) E’ chiaro allora che i fattori che indicano un’età sono molti, e definire un’età o una fascia d’età precisa non è semplice, ma se ragioniamo per requisiti ogni genitore può capire quale può essere il momento migliore per il proprio figlio cercando anche di promuovere la gioia di condividere il gioco della musica. leggi di più su: www.ilviavaideipiccoli.it a cura di Claudia Turolla Insegnante di Musica Insegnante certificata per il metodo Music Together®
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Maratona regionale Venerdì 29 settembre 2017 A TUTTO LIBRO!
IL VENETO LEGGE Il Veneto legge è l’iniziativa della Regione per diffondere la passione per la lettura.
Cristiano Corazzari Assessore alla Cultura della Regione del Veneto
In un panorama nazionale dove si legge sempre meno, il Veneto desidera non solo continuare ad essere tra le Regioni che leggono di più, ma anche sensibilizzare sull’importanza del leggere. Quello veneto è un popolo di lettori. Lo dicono i numeri: il 56 per cento dei nostri corregionali nell’ultimo anno ha letto almeno un libro. La media nazionale si ferma al 46 per cento, collocando il nostro Paese agli ultimi posti delle classifiche internazionali per i consumi culturali. Ma per la Regione del Veneto molto ancora si può e si deve fare. Perché leggere non è solo accrescere la cultura personale, ma incontrare tante storie, arricchirsi di esperienze, diventare donne, uomini e soprattutto cittadini migliori. Forte di questa consapevolezza, l’Assessore alla Cultura della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, in collaborazione con la sezione regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche e l’Ufficio Scolastico Regionale, ha dato vita alla prima edizione di “Il Veneto legge”
Per saperne di più? Tutte le informazioni che riguardano la Maratona, come partecipare, dove e come si svolgono, come organizzare un evento, vi invito a visitare il sito
www.ilvenetolegge.it 24
Assessore, cos’è il progetto “Il Veneto legge”? Si tratta di una maratona di lettura nella quale sono coinvolte scuole e biblioteche, ma anche tutte le cittadine ed i cittadini che amano i libri e la lettura, o che non hanno ancora imparato ad amarli ma sono incuriositi… e ovviamente i bambini e le loro famiglie. Si leggerà nelle scuole, nelle biblioteche, nelle librerie o a casa o in qualsiasi luogo dove qualcuno deciderà di incontrarsi e condividere un libro a voce alta. Il giorno clou di questa maratona sarà il 29 settembre, con una lettura diffusa su tutto il territorio regionale, ma anche incontri con gli autori e molte altre attività. Mutuando il linguaggio dello sport, abbiamo scelto i termini “maratona a staffetta” , il nostro testimone, però, sarà il libro. La maratona in Veneto è già iniziata. Molti sono, infatti, gli incontri di letture ad alta voce che si stanno già svolgendo e che sempre sono curati da professionisti della lettura, che chiamiamo “librofori”, mutuando il nome dai "tedofori”, i portatori della luce olimpica. Come loro, portano una luce, quella della cultura, della conoscenza che solo la lettura può dare. Sono davvero felice che questo progetto si realizzi per la prima volta in Veneto, una terra straordinaria che ha generato grandi autori, scrittori, poeti.
di lettura #ilvenetolegge Perché è importante leggere?
Leggere significa favorire la crescita intellettuale, la conoscenza… Quando, come in questo caso, si creano le condizioni per una lettura corale, ad alta voce, appunto, si favoriscono valori come la capacità di condivisione, l’aggregazione, il confronto. Sono valori fondamentali per una collettività nel suo insieme migliore, più coesa, più solidale, più giusta, più consapevole. Perché i libri hanno cittadinanza ovunque, dove si studia, dove si lavora, dove si educa e ci si diverte, dove, semplicemente, si vive. La lettura è, inoltre, centrale nel percorso di crescita di ogni bambina e bambino: favorisce l’attenzione, stimola la curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare i racconti e le storie di ogni civiltà e tempo, avvicina all’altro e al diverso da sé. Sono esperienze imprescindibili per il raggiungimento di competenza e per lo sviluppo di ogni generazione.
Come si sviluppa la maratona fino al 29 settembre?
Per preparare “Il Veneto legge” si sono già tenuti e si terranno nelle prossime settimane degli incontri di presentazione nelle biblioteche di tutte le sette provincie venete. Protagonisti di questi incontri sono i libròfori, che promuoveranno e prepareranno l’evento, fornendo consigli e suggerimenti sulle letture che sono state già selezionate scegliendo tra le opere di autori veneti o di ambientazione veneta, rafforzando così il forte legame dell’iniziativa con il territorio. In queste settimane ci si potrà allenare alla maratona, partecipando a diversi momenti preparatori e ogni realtà avrà la possibilità di organizzare in ambito locale l’appuntamento finale nelle sedi e nei modi ritenuti più opportuni. A oggi hanno aderito 200 biblioteche e sono stati programmati 50 appuntamenti, coinvolgendo più di 1.500 persone.
All’iniziativa hanno aderito anche
l’Unicef, l’Associazione “Il Granello di Senape”, i licei “Duca degli Abruzzi” di Treviso e “Marco Foscarini” di Venezia, il Centro di Alta Formazione dello spettacolo di Castelfranco Veneto “Art Voice Academy”, la Biblioteca Comunale del Comune di Casier (Tv), il progetto culturale “Centorizzonti”, il festival “Rovigoracconta”, i premi letterari Giovanni Comisso, Gambrinus "Giuseppe Mazzotti”, Segafredo Zanetti - Un libro per il cinema. Chi sono i testimoni dell’evento?
I testimoni dell’evento sono scrittrici e scrittori come Isabella Panfido, Andrea Molesini, Mattia Signorini, Giovanna Zucca. Qual è l’obiettivo della Regione?
L’obiettivo è quello di creare una comunità allargata di lettori, una rete che, crescendo e maturando nel tempo, possa ancora una volta, e con più forza, riaffermare la centralità della lettura come mezzo per la crescita individuale e sociale dei cittadini e, in particolare, dei giovani. Leggere significa pianificare il nostro futuro, intravvedere nuovi orizzonti e nuove energie e conoscenze. L’augurio è che tutti possano, leggendo un libro, entrare in contatto con idee e mondi nuovi e vivere un’esperienza emozionant, abbandonando finalmente i telefonini per qukche ora.
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SALUTE e BENESSERE Il Pediatra
a cura di
M.Antonietta Chiriacò
Se i libri fossero... Se i libri fossero di torrone, ne leggerei uno a colazione. Se un libro fosse fatto di prosciutto,a mezzogiorno lo leggerei tutto. Se i libri fossero di marmellata, a merenda darei una ripassata. Se i libri fossero frutta candita, li sfoglierei leccandomi le dita. Se un libro fosse di burro e panna, lo leggerei prima della nanna. Roberto Piumini
ad alta voce
LEGGERE PER CRESCERE TRA PAROLE E IMMAGINI
Pediatra di famiglia
Raccontare e leggere storie ai bambini è una pratica antichissima. Oggi la letteratura scientifica ha dimostrato come la lettura condivisa proposta con continuità, e fin dal primo anno di vita rientra tra le buone pratiche che i genitori possono mettere in atto per favorire un migliore sviluppo del loro bambino. Gli studi nazionali ed internazionali hanno dimostrato che lo sviluppo del cervello non dipende solo dall’eredità genetica, dal buon andamento della gravidanza e del parto, ma molto dall’ambiente in cui i bambini vivono e dalle possibilità che vengono date loro di imparare, sentendo e guardando gli altri. I primi due-tre anni di vita sono un periodo fondamentale, rappresentando una finestra di opportunità per lo sviluppo del cervello del bambino, particolarmente plastico, in grado di produrre connessioni neuronali essenziali per diverse funzioni, tra cui il linguaggio. Il bambino da subito inizia a riconoscere i suoni, le espressioni dei volti e ad associarli a oggetti e sensazioni. Per fare questo ha bisogno di un ambiente affettivo ricco di relazioni: parole, sguardi, coccole. Con tutti i sensi noi conosciamo ed esploriamo il mondo, ma con la “parola” riusciamo a comprenderlo, a rappresentarlo e a relazionarci con il nostro prossimo. Parola che non esisterebbe se non ci fosse non solo chi la pronuncia, ma chi la ascolta. 26
Che cosa c’entra il pediatra e perché dovrebbe attivamente proporre la lettura? Il pediatra di famiglia svolge attività medicospecialistica di assistenza, garantisce attività di prevenzione, educazione sanitaria e promozione della salute con attenzione allo sviluppo fisico, psichico, relazionale, cognitivo del bambino e dell’adolescente nel contesto ambientale e sociale in cui è inserito (ACN 2005). Al di là degli obblighi di legge e delle autorevoli raccomandazioni, l’impegno del pediatra è di inserire la lettura ad alta voce nei consigli anticipatori che fornisce ai genitori durante i Bilanci di Salute. In tutte queste occasioni dovrà chiedere come sta andando l’esperienza della lettura condivisa con il bambino, con lo stesso interesse con cui chiede se il bambino dorme o mangia, indagarlo con la stessa accuratezza con cui esamina un orecchio o una gola. In conclusione, con un semplice gesto che i genitori possono compiere, ovvero leggere un libro con il bambino in braccio, si può aumentare lo stimolo cognitivo del bambino, che è tanto più efficace quanto più è collegato a esperienze emotive. Se queste sono piacevoli fanno sviluppare al bambino amore per i libri e la lettura perché il momento viene ricondotto a un’esperienza positiva con un genitore o altre figure con cui vi è un forte legame affettivo, e quindi il bambino desidera ripetere l’esperienza. Anche l’adulto ne trae beneficio , in quanto non solo scopre che le competenze del bambino esistono ben prima di quanto potesse immaginare, ma anche perché può disporre di un’occasione e di uno strumento in più di vicinanza fisica e affettiva con il suo bimbo.
Perché leggere ad alta voce?
Perché è“l’attività più efficace che il pediatra di famiglia può svolgere per promuovere lo sviluppo del bambino”. Lo dimostrano diversi studi europei ed americani e numerose evidenze: I bambini che vivono in contesti ricchi dal punto di vista delle letture in casa (libri, riviste, giornali) hanno uno sviluppo maggiore del linguaggio e imparano a leggere prima e con minori difficoltà. I bambini a cui viene letto fin dal primo anno di vita con una certa continuità, hanno uno sviluppo del linguaggio maggiore e in seguito incontrano meno difficoltà nell’apprendimento della lettura (emergent literacy). La lettura promuove il contatto fisico e visivo, fondamentale per il processo di attaccamento. Leggere rafforza la relazione e il legame coi genitori: la presenza dell’adulto è rassicurante e aiuta l’apprendimento, e nella forma dialogica anche la costruzione della sua identità e la discussione sulle emozioni. I bambini ai quali viene letto sono più sicuri e hanno una relazione più equilibrata con se stessi e gli adulti accanto a loro. Particolarmente per i baby books nella fascia di età 0-12 mesi si migliora il senso di competenza delle madri e il loro senso di autoefficacia. Quando cominciare a leggere? Da subito, leggendo o raccontando filastrocche e storie fin dai primi mesi di vita, parlando con il bambino durante la giornata. Un libro lo si può leggere ad alta voce a partire dai 6 mesi di età quando il bambino sta seduto in braccio: adulto e bambino leggono così insieme. Già nella pancia i bimbi ascoltano la voce: alla nascita sia il battito del cuore che il riflesso della suzione, cioè quel movimento delle labbra e della bocca che fanno tutti i neonati, aumentano quando la mamma parla al bimbo. Studi recentissimi hanno dimostrato che quando una mamma parla al bimbo, anche appena nato, come fanno tutte le mamme del mondo, cioè usando quel modo di parlare particolare fatto di toni diversi, con voce alta e bassa, pause lunghe e buffe espressioni del viso, alcune zone del cervello del proprio bambino vengono stimolate, e sono proprio le zone che sviluppano le emozioni e le sensazioni. Questo modo di parlare si chiama baby-talk o “mammese”: un alternarsi di sguardi, suoni, espressioni e vocalizzazioni che lo renderà sensibile ai suoni, alle parole e ai discorsi, sensibile dunque alla comunicazione con il mondo.
“Leggere una storia è portare le parole di colui che l’ha scritta, dare tutto il suo spessore al testo, ai dialoghi, alle voci. Il libro passa dalla penna alla bocca, si espande, si stende, prende tutte le sue dimensioni…” Genevieve Patte Con quali libri cominciare? A 6 mesi i bimbi possono cominciare con libri piccoli, da tenere in mano o addirittura mordicchiare con la bocca, di stoffa, o di plastica, o di schiuma, cartonati da poter essere “mangiati” e conservati, con immagini colorate familiari e ben definite come i volti di altri bambini o di oggetti che fanno parte della vita di tutti i giorni. A 9-12 mesi il bimbo comincia a indicare le immagini, a sfogliare la pagine nel verso giusto. È attratto dai suoni, specie se in rima, dai versi degli animali conosciuti, dai colori e dalle immagini. Con il bambino in braccio si legge e si risponde ai suoi tentativi di comunicazione, si fa diventare il libro parte del suo quotidiano, anche se per pochi minuti al giorno, tutti i giorni. A 12-18 mesi il libro con poche parole potrà essere un po’ più grande, non troppo, in modo che il bambino lo possa tenere in mano e portarselo dietro, con immagini legate alla vita di tutti i giorni: il pasto, il dormire, il gioco. Dopo i 18 mesi, quando il bambino comincia a usare più paroline, il libro può raccontare storie semplici e brevi, familiari, divertenti da agganciare alla vita di tutti i giorni. A 24 mesi imparerà a memoria frasi del libro preferito, vorrà ascoltare sempre la stessa storia: la rilettura è importante e va assecondata. I 2-3 anni possono essere il momento giusto per ascoltare e guardare una storia illustrata, di avventura, di fantasia e magia, o con agganci al quotidiano. Dopo i 3 anni la lettura ad alta voce sarà anche un modo per rispondere alle sue domande, per allenarlo all’ascolto e per aiutarlo a esprimere i suoi sentimenti. • Tieni il tuo bimbo in braccio mentre leggi e indica con il dito le figure. • Lasciati coinvolgere dalla storia che leggi e trasmetterai il piacere della lettura. • Non bisogna essere degli esperti per leggere ad alta voce, ma solo essere interessati e avere il piacere di farlo. Per saperne di più: www.natiperleggere.it 27
OCCHIO ALLA VISTA DEL BAMBINO SALUTE e BENESSERE lo Specialista
a cura di
dott.ssa Leila Kilzie oculista
I DIFETTI DELLA VISTA tra i più importanti ci sono: - Il daltonismo consiste in una percezione falsata dei colori - L’ ipermetropia consiste in una scarsa visione da vicino. Il bambino che soffre d’ipermetropia ha un occhio troppo corto. - La miopia è una scarsa visione a distanza. Al contrario dell’ipermetropia, il bambino miope ha un occhio troppo lungo. - La miopia evolutiva è dovuta a una lunghezza assiale eccessiva dell’occhio. Questo problema può insorgere nella prima infanzia e svilupparsi fino all’età adulta. - L’astigmatismo è una visione deformata, il bambino può confondere delle lettere somiglianti come le D e le O oppure le H e le M. Ogni difetto della vista del bambino trova la sua soluzione. La cosa importante è che al minimo accenno di scarsa acuità visiva, il bambino venga fatto visitare. Più precocemente è diagnosticato il disturbo e maggiori sono le probabilità di guarire.
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Non appena viene al mondo, il bambino incomincia a percepire ciò che lo circonda. Ma è con il passare dei giorni e dei mesi che la sua vista si rafforza sempre più e diventa nitida. Mentre l’occhio di un bambino assorbe la luce dell’ambiente circostante, il processo di ricezione dello stimolo avviene nel cervello, dove si creano le immagini e la vista si sviluppa. Il tutto avviene fino ai 6-8 anni di età Per assicurarsi che l’occhio di un bambino si sviluppi normalmente, il suo cervello ha bisogno di impulsi sicuri. Se qualcosa non funziona correttamente nel processo visivo, questi impulsi possono non arrivare correttamente. Da qui l’importanza di riconoscere i difetti della vista nel bambino. Qual è l'età giusta per il primo controllo oculistico? alle fonti luminose, se si nota una difAnche in assenza di segnali che facciano pensare a problematiche oculi- ficoltà a fissare lo sguardo su qualcosa stiche, sarebbe ideale sottoporre il di specifico o se il bambino perde gli bimbo ad un controllo già entro il oggetti che tenta di afferrare. primo anno di età. Quando i bimbi sono più grandicelli In assenza di problemi congeniti, la è importante controllare: se il bamsuccessiva visita oculistica vera e pro- bino dopo un po’ che usa la vista da pria, va effettuata intorno ai tre anni vicino si stanca, se quando legge o didi età quando è anche importante ef- segna copre o strizza un occhio, se fettuare una valutazione ortottica e lo perde facilmente il segno quando stereotest, un esame volto a verificare sposta lo sguardo, se tiene il libro o il che entrambi gli occhi funzionino e quaderno troppo vicino agli occhi, se che abbiano sviluppato il senso pro- il bimbo avvicina molto le cose al viso fondità. per vederle. I bambini molto piccoli che non Altra tappa fondamentale per l’osserhanno cominciato la carriera scola- vazione oculistica pediatrica è la visita stica, possono avere un difetto visivo precedente l’inizio della scuola priad uno o entrambi gli occhi ma senza maria, intorno ai 5/6 anni d'età. manifestare segnali se non in maniera Tra i 10 e gli 11 anni bisogna prestare indiretta. è importante fare attenzione: se il molta attenzione a lievi variazioni bambino si strofina con una certa fre- della vista. quenza uno o entrambi gli occhi, se la pupilla del bambino è diversa nei due Curiosità: occhi, se il bambino ha un occhio I bambini che vivono molto tempo all’aria strabico (lo strabismo non è solo un aperta e al sole tendono a sviluppare più problema estetico, è sempre correlato difficilmente la miopia. ad un problema visivo e relativa am- Secondo uno studio pubblicato nel 2011 dall’Università di Cambridge (Regno bliopia ossia occhio pigro), se il Unito) per i bambini il rischio di avere la bimbo tiene una posizione viziata del miopia si riduce del 2% per ogni ora in più capo o soffre di torcicollo, se gli occhi trascorsa all’aperto ogni settimana. del bimbo hanno movimenti strani Che la vita “artificiale” o “digitale”sia asod oscillatori, se chiudendo prima un sociata a una maggiore probabilità di essere occhio e poi l’altro si nota un com- miopi è stato confermato anche da una riportamento diverso fra un occhio e cerca pubblicata a maggio 2012: nelle l’altro, se gli occhi sono sorprenden- grandi città del Sud-Est asiatico i bambini temente grandi, se vi è un rifiuto della sono affetti dal vizio refrattivo in misura luce o una incapacità di rispondere compresa tra l’80 e il 90%
Scegliere l’occhiale migliore per il tuo bambino
a cura di
dr.ssa Gloria Birolo ortottista Ottica Toffoli, Rovigo
Non è mai facile scegliere un occhiale per il proprio figlio. Per fare la scelta giusta è importante capire prima come si sviluppa il sistema visivo nel bambino. il senso della vista fornisce al cervello il 90% circa delle informazioni sul mondo esterno e rappresenta il canale primario di comunicazione. Gioca, infatti, un ruolo fondamentale nella relazione tra il bambino e il mondo esterno, diventando così il principale veicolo dei rapporti sociali. Lo sviluppo della funzione visiva nel bambino è un processo lungo che ha inizio fin dai primi giorni di vita per terminare poi tra i 6 e gli 8 anni di età. in questo periodo è estremamente importante, attraverso screening mirati, valutare ed intervenire qualora siano presenti anomalie che possano compromettere il suo corretto sviluppo. Cosa fare quando il medico oculista prescrive un occhiale? La scelta dell’occhiale deve essere mirata ed è impegno dei tecnici di Ottica Toffoli non trascurare alcun aspetto. La vita di un bambino è in continuo movimento, per questo è importante che l’occhiale non sia un impedimento, ma un ausilio confortevole che migliori la sua qualità visiva. Per fare ciò dobbiamo selezionare, in base alle caratteristiche del nostro piccolo cliente, l’occhiale giusto.
Gli elementi chiave sono i seguenti: • MATERIALE: confortevole e anallergico, flessibile e resistente agli urti. • STRUTTURA: la forma deve adattarsi correttamente alle caratteristiche del viso del bambino per impedire di guardare in una zona non ottica. Per fare ciò il ponte di appoggio sul naso deve calzare correttamente, mentre la forma del frontale deve essere proporzionata al viso. • LENTE OFTALMICA: rappresenta la scelta più importante per cui, con la nostra esperienza, consigliamo la lente più adatta al difetto rifrattivo, scegliendo un materiale resistente e, al contempo, leggero. dopo la giusta scelta di montatura e lenti, con relativi controlli di qualità sull’assemblaggio, è importante che l’occhiale si adatti al viso del bambino. L’assistenza post-vendita per questo ausilio è molto importante, noi di Ottica Toffoli, infatti, sappiamo bene che un bambino necessita di essere seguito con professionalità anche dopo l’acquisto, perché solo un occhiale utilizzato in maniera corretta svolge appieno la propria funzione.
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COSA SONO I DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO
PARLIAMONE scuola e dintorni
dSa DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO Saperne di più, per poter intervenire precocemente
a cura di
Mara Gazzi
Psicologa Età Evolutiva e Psicopatologia dell’apprendimento
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I DSA
La Prevenzione
I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) possono essere definiti come: “disturbi che interessano specifici domini di abilità (lettura, ortografia, grafia e calcolo), in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il “funzionamento intellettivo generale”. I DSA sono un problema molto rilevante in quanto: • è dimostrata un’alta incidenza dei DSA nella popolazione scolastica; • i DSA comportano generalmente storie di insuccesso scolastico nella scuola dell’obbligo che costituiscono un serio handicap anche per lo sviluppo di una personalità ed un adattamento sociale equilibrato; • circa l’80% dei bambini con problemi di apprendimento presentano anche disturbi sociali: presentano minore adattamento sociale ed emotivo, maggiore ansia, ritiro in se stessi, depressione e bassa autostima. Le prime manifestazioni si riscontrano alla scuola primaria, perché è qui che il bambino per la prima volta si confronta con i processi di lettura, scrittura e calcolo.
La prevenzione costituisce uno degli interventi più efficaci rispetto alle difficoltà di apprendimento, perché: • la tempestività dell’intervento è una delle condizioni più rilevanti per il successo e l’economicità dell’intervento stesso; • un adeguato intervento con i bambini in difficoltà, a livello di prerequisiti, porrebbe i soggetti ad “alto rischio” su un piano maggiormente paritario nei confronti dei coetanei nel momento in cui verranno affrontati gli apprendimenti delle prime classi di scuola; • le differenze si accentuano con il passaggio del tempo (si è infatti dimostrato che se ad esempio lo svantaggio a 5 anni è lieve, a 8 anni tale differenza aumenta se non si sono attuati interventi compensativi). Lo scopo della rilevazione precoce non è segnalare dei bambini o attribuire etichette diagnostiche, ma piuttosto iniziare un programma educativo di recupero per tentare di eliminare o ridurre i futuri effetti negativi.
QUALI SONO I DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO?
LA DISLESSIA
LA DISGRAFIA
È il più conosciuto e più diffuso (si stima infatti che in Italia circa il 3-5% dei bambini e ragazzi in età scolare presentino tale disturbo) Può essere diagnosticata solo nei casi in cui il bambino abbia un livello intellettivo nella norma o ai limiti della norma ma in condizioni di buon adattamento all’ambiente; sia stato esposto in maniera adeguata agli apprendimenti scolastici e non presenti problemi emotivi complessi. Si manifesta come una “ridotta capacità di lettura”: il bambino legge male, più lentamente, con più errori o senza comprendere quello che legge con risultati assolutamente più scarsi rispetto a quelli dei bambini di pari età.
Rappresenta, insieme alla Disortografia, un disturbo relativo al processo di scrittura. Le regole ortografiche e sintattiche risultano rispettate anche se la comprensione delle stesse può essere influenzata da una scrittura difficile da leggere. Secondo il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali), la Disgrafia non è più considerata come un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma come un disturbo di coordinazione motoria. La Consensus Conference invece, lo considera ancora come un DSA.
difficoltà nella decodifica di lettura.
Gli errori più comuni:
• confonde le lettere che appaiono simili graficamente, ad esempio m-n, b-d, p-q, e/o che presentano un suono simile come t-d, f-v, p-b; • inverte le lettere all’interno delle parole, esempio “introno” per “intorno”, e omissione e/o aggiunta di lettere; • legge una parola correttamente all’inizio della pagina, ma in modo errato quando si ripresenta nel testo; • anticipa la prima o le prime lettere di una parola e poi “tira ad indovinare” le restanti, spesso sbagliando; • omette parole o righe di testo; • ha difficoltà nella prosodia, nell’intonazione e nella gestione delle pause. Inoltre spesso la lettura di bambini e ragazzi dislessici risulta eccessivamente lenta; a volte la lettura avviene lettera per lettera o sillaba per sillaba, senza che queste vengano poi unite per pronunciare la parola intera. Per avere una diagnosi di Dislessia è necessario aspettare che il bambino abbia terminato la seconda classe della scuola primaria. Solo in quel momento si completa la fase di insegnamento formale della lettura. Inoltre è fondamentale che ad ogni bambino sia data la possibilità di avvicinarsi ed apprendere le regole alla base della lettoscrittura secondo i propri tempi.
difficoltà nella riproduzione di segni alfabetici e numerici.
Come riconoscerla. Uno dei segni più evidenti riguarda una difficoltà eccessiva del bambino ad automatizzare un corsivo fluente e comprensibile. Inoltre il bambino potrebbe: • scrivere in maniera irregolare (scrivere lettere di forma e dimensione diversa o saltare le righe del foglio); • presentare spesso un’impugnatura della penna scorretta e non utilizzare la mano non scrivente in maniera funzionale per tenere fermo il foglio; • non rispettare i margini e le righe del foglio (utilizzare lo spazio del foglio in maniera irregolare, scrivendo ad esempio, nella parte centrale del foglio o limitando la scrittura in uno dei margini); • presentare una pressione sul foglio irregolare (utilizzare un tratto più leggero in alcune parti e in altre più calcato) • scrivere, all’interno di alcune parole, lettere in modo speculare; • non legare in modo corretto le lettere usando il corsivo • avere molte difficoltà nel copiare i testi; • scrivere in maniera troppo veloce o troppo lenta, utilizzando un tratto non armonico e ricco di interruzioni; • avere difficoltà nella scrittura dei numeri, che vengono scritti non rispettando la loro direzione; • presentare difficoltà nel disegno; • non riuscire a posizionare i numeri in modo corretto nelle operazioni in colonna, avendo poi delle difficoltà nello svolgimento delle operazioni stesse.
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LA DISCALCULIA Viene definita come un disturbo del calcolo in cui la capacità di calcolo, misurata con test standardizzati, si situa al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e al livello di istruzione. In altre parole si può parlare di Discalculia quando il bambino presenta delle difficoltà nel calcolo matematico, nonostante presenti un’intelligenza nella norma e abbia frequentato la scuola in modo adeguato. L’ICD-10 (Classificazione Internazionale delle Malattie e dei Problemi di Salute Correlati) evidenzia come le caratteristiche fondamentali della Discalculia siano un’incapacità di comprendere concetti alla base di particolari operazioni aritmetiche, una mancanza di comprensione di termini e segni matematici, il mancato riconoscimento di simboli numerici, la difficoltà di attuare le manipolazioni aritmetiche standard. Come riconoscerla. Tra i segni della difficoltà: • confondere numeri e simboli matematici sia nella scrittura che nella lettura (6/9, 1/7, +/x) • avere difficoltà a svolgere calcoli a mente • trovare difficile svolgere operazioni scritte in colonna, o operazioni scritte complesse, come per esempio le espressioni • utilizzare in modo scorretto lo spazio del foglio: nello svolgimento delle operazioni in colonna, ad esempio, non è in grado di posizionare in modo corretto gli elementi dell’operazione compiendo poi errori nel calcolo, i riporti ecc… • avere difficoltà nella risoluzione di problemi matematici Il bambino infatti potrebbe presentare difficoltà nel capire qual è il concetto che spiega una moltiplicazione, piuttosto che un’addizione, e spesso non comprende né memorizza segni numerici e simboli. 32
I disturbi specifici dell’apprendimento non sono una problematica invalidante: il bambino, dotato dei giusti supporti può svolgere una vita , non solo scolastica, assolutamente nella norma, esattamente come succede ai bambini miopi che, nel momento in cui mettono gli occhiali, iniziano a vedere come tutti gli altri. Agire tempestivamente significa fornire al bambino tutte le strategie per poter gestire in modo funzionale le sue difficoltà, causate da un disturbo che sarà sempre presente, ma che può essere gestito con grande successo.
Lo studio fornisce un Servizio di consulenza, diagnosi, riabilitazione nel vasto campo della neuropsicologia/psicologia, neuropsicomotricità e logopedia attraverso l’applicazione di una specifica metodologia, basata sulla ricerca scientifica più avanzata dell’assessment, prevenzione, potenziamento e riabilitazione delle disarmonie dello sviluppo, dei disturbi di apprendimento e ritardi di linguaggio. Il Centro Polo Apprendimento di Rovigo opera con la diretta supervisione della prof.ssa Daniela Lucangeli e della prof.ssa Elisabetta Genovese
BRUXISMO INFANTILE SALUTEeBENESSERE
Parliamone
lo specialista
a cura di
dott.ssa Maria Stella Galuppi dentista
Arriva per tutti noi il momento in cui per vari motivi, quali ad esempio uno sforzo intenso, una situazione difficile o di massima concentrazione, si reagisce contraendo i muscoli del nostro corpo ed anche quelli della masticazione che sono fra i più potenti; il motto “stringi i denti” è un esempio lampante di questa situazione. Quando questo movimento avviene troppo frequentemente, di notte e più volte per notte, diventa un meccanismo parafisiologico, un fenomeno al limite della normalità che si chiama bruxismo. Esistono vari tipi di bruxismo. • Lo statico è movimento diurno e consapevole, che assomiglia al serramento delle due arcate dentali ed interessa determinati muscoli. • Il dinamico è movimento notturno e inconsapevole, che coinvolge una muscolatura diversa dal primo caso e corrisponde al digrignamento tra le due arcate. • L’adulto e l’infantile. Il bruxismo infantile statisticamente è un fenomeno frequente nei bimbi, al di sotto degli undici anni arriva al 20%, per poi calare dagli 11 ai 29 anni al 13%. Molti genitori si preoccupano sentendo il loro bambino digrignare anche sonoramente i denti durante la notte e corrono dal dentista, che è la figura di riferimento sulla problematica, sulle possibili conseguenze e sulle soluzioni terapeutiche. Il dentista noterà se vi sono segni di usura sui denti, malocclusioni su cui poter intervenire precocemente, irritabilità, tensione muscolare, cefalee e la frequenza del bruxismo stesso.
STUDIO MULTIPROFESSIONALE PER L'ETÀ EVOLUTIVA
Studio Psycare ‐ Rovigo, Viale delle Industrie 3/A www.psycarerovigo.it • studiopsycare@gmail.com
Tra le sue cause: • Predisposizione naturale. • Frequenti microrisvegli dovute a situazioni di stress legati ad esempio ad un carico eccessivo di impegni quotidiani, compiti, attività sportive, musica, etc. Non tutti i bimbi reggono in egual maniera gli stessi compiti. • Cambiamenti in ambito familiare, come la nascita di un fratellino può creare disagio. Una maggiore attenzione nei confronti del bambino, anche solo rimanendo con lui al momento della nanna possono essere sufficienti ad eliminare il bruxismo, che è da considerare a tutti gli effetti un campanello di allarme per disagi e stress. • Episodi di tonsillite, adenoidi ingrossate, otiti, parassitosi. Si pensa che nella fase della dentatura mista il bruxare sia quasi fisiologico e legato ad un fenomeno nervoso (irritabilità neuronale) dovuto all’eruzione dei denti permanenti ed alla grande emotività dei bambini. Il fenomeno generalmente tende a diminuire con la permuta dei denti da latte e, una volta escluse le altre possibili cause, non va trattato.
Servizio di consulenza, diagnosi e presa in carico per:
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Disabilità
Disturbi Specifici dell'Apprendimento Do .ssa Anna Segato Disturbi di A enzione e Ipera vità Psicologa dell'età evolu va Disturbi del comportamento cell. 348.6416177 Difficoltà scolas che e potenziamen Dott.ssa Arianna Ferlin (Metodo Crispiani) Pedagogista ‐ Terapista Itard • Sostegno alla genitorialità • Consulenza alle scuole cell. 347.0149873
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Cefeo
UNA FAVOLA PER SCOPRIRE LE STELLE CADENTI
ATTIVAMENTE
Cassiopea
un luogo da scoprire
PERSEIDI Perseo Andromeda Pegaso
a cura di
Sara Surico
Animatrice culturale e didattica Turismo&Cultura
San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla… Giovanni Pascoli, X Agosto
10-11-12 agosto
da non perdere
Osserviamo le stelle cadenti
dalle ore 21.00 presso l’Osservatorio Astronomico “Vanni bazzan” Sant’Apolllinare
Visite guidate tematiche
tra stelle luna e sole miti e pianeti presso
il Planetario civico c.Tolomeo di roverdicrè; animazioni estive, gruppi,
scuole, associazioni: Info: cedi@turismocultura.it
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L Povere di
SteLLe
Erano le 5 del pomeriggio e Camilla era seduta fuori in giardino a giocare: amava riempire i suoi stampini a forma di tartaruga, pesce e sole con la terra bagnata. Il tempo scorreva veloce in quel caldo pomeriggio estivo, quando un profumo delizioso di burro e vaniglia attirò la sua attenzione: Camilla non ci pensò due volte, posò subito le formine e cominciò a correre verso la cucina. “Dove pensi di andare signorina! Fila a lavarti le mani!” disse la nonna con tono mite. In un secondo era già di ritorno. Camilla si sedette davanti al forno osservando con attenzione: la torta al suo interno lievitava lentamente; sembrava morbida e soffice ed era decorata da una miriade di zuccherini colorati. “A che ora torna il nonno?” chiese. “Spero per ora di cena”. Il nonno di Camilla faceva il marinaio e spesso stava fuori per lunghi periodi: giorni, settimane a volte mesi, ed era sempre una grande gioia quando tornava. “Nonna, nonna, corri, lo vedo, sta arrivando” urlò improvvisamente, cominciando a saltare come una matta. Nonno Carlo varcò la soglia della piccola casa e non fece nemmeno in tempo a posare la valigia che la piccola Camilla lo abbracciò, mentre la nonna, rimasta qualche passa più indietro, sorrideva. Durante la cena il nonno raccontò tutte le avventure che aveva vissuto in nave: il mare in tempesta, la pesca notturna e anche la sera in cui vide un fantasma. “Un fantasmaaaaa? E non hai avuto paura?”. “Moltissima” rispose il nonno “ma dovevo essere solo molto stanco visto che i fantasmi non esistono!”.
Agosto
2017 a Rovigo
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LE ANIMAZIONI D’ECCELLENZA - SUMMER ATEL I E R 3-5 ANNI posti limitati
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dal 4 all’8 settembre 2017: Pre Scuola
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“Nonno, ma è vero che di notte, quando è tutto buio, cadono le stelle?”. Il nonno e la
UN LUOGO PER SCRUTAR LE STELLE CON IL TELESCOPIO
E’ LA NOTTE DI SAN LORENZO
A pochi chilometri dal centro cittadino di Rovigo, nella frazione di Sant’Apollinare c’è un luogo straordinario da cui è possibile osservare e scrutare meglio le stelle: è l'Osservatorio astronomico. E’ lì che ogni storia, quella di Cassiopea, Andromeda, Perseo…, si trasforma in un angolo di cielo illuminato. E’ lì che si impara a leggere quell’angolino di cielo.
nonna si guardarono in silenzio e sorrisero...
“vieni con me”, disse lui “ti voglio raccontare una storia”. Passeggiando lungo le strade deserte Camilla e il nonno arrivarono in un luogo particolarmente buio. “Lo vedi quel gruppetto di stelle che sembrano una W? Quella è Cassiopea la regina etiope più vanitosa di tutta la storia, mentre quello a fianco, che ha la forma di una casetta è Cefeo, suo marito”.
“E questo con le stelle cadenti cosa c’entra?” chiese Camilla. Il nonno si zittì e poi riprese. “Devi sapere che per colpa della sua vanità il dio del mare Poseidone punì Cassiopea e volle sacrificare la figlia bellissima Andromeda, legandola ad una rupe e facendola divorare da un mostro marino”. “Da un mostro? Uno di quelli grandi e brutti? E come finisce la storia?” chiese incuriosita. “Finisce come tutte le belle storie: che arriva un bel giovanotto in groppa al suo cavallo e la salva”. “Ma Andromeda e il suo fidanzato, come li riconosco nel cielo?”. “Dalla W di Cassiopea scendi verso il basso. Le vedi le tre stelline in fila? Quella è Andromeda. Alla sua destra quattro stelle formano la costellazione del magnifico cavallo Pegaso e alla sua sinistra… c’è Perseo il fidanzato!”.
“Perseo…PERSEOO? Vuoi dire quello delle Perseidi? Quello che la maestra dice essere
il punto da cui partono tutte le stelle cadenti la notte di San Lorenzo?”. “Proprio lui! Se
riesci a riconoscere i personaggi di questa storia, saprai come orientarti e saprai dove cercare le stelle cadenti”. Camilla alzò gli occhi e scrutò il cielo; immaginò Perseo a cavallo di Pegaso mentre galoppava per salvare la sua amata e proprio in quel momento una stella cadente illuminò il buio. Camilla chiuse gli occhi, ci pensò un attimo ed espresse il suo desiderio. Poi li aprì e sorrise felice al nonno.
OSSERVATORIO ASTRONOMICO “VANNI BAZZAN” si trova in via Cappello Sinesio 12, località “Cà Rangon a Sant’Apollinare Dispone di: • Telescopio in postazione fissa, composto da un riflettore newtroniano del diametro di 410 mm, focale 1900 mm, utilizzato per la fotografia astronomica e l'osservazione degli oggetti del cielo profondo (nebulose, galassie, ammassi ecc) e da un telescopio rifrattore del diametro di 205 mm, focale 2050 mm, utilizzato per l'osservazione di pianeti e Luna. • Montatura equatoriale con sistema di puntamento informatizzato FS2 ed inseguimento automatico degli oggetti celesti • Telescopio per l'osservazione del Sole, di diametro 60 mm, dotato di filtro per l'osservazione nella banda h-α ed etalon regolabile; • Radiotelescopio "Rovigo 1", gestito in collaborazione con il 45° GRU; • Gravimetro di Kater, per il monitoraggio costante della forza di gravità; • Un Radiotelescopio per lo studio e l'analisi di oggetti della nostra Galassia nella finestra delle Onde Radio • Altri telescopi portatili. L'Osservatorio apre al pubblico: tutti i venerdì sera, dalle 21.00, con visita guidata senza bisogno di prenotazione; per gruppi e scuole, anche in orario diurno, per l'osservazione del Sole su prenotazione,
PLANETARIO CIVICO “CLAUDIO TOLOMEO” è situato sempre a Rovigo in frazione Roverdicrè, via Pozzato all’interno delle vecchie scuole elementari. È un edificio didattico - museale all' interno del quale vengono proiettate più di mille Stelle, Pianeti e Luna su una cupola di 6 metri di diametro. La struttura svolge un'intensa attività divulgativa e didattica riguardante l'astronomia e le scienze ad essa collegate. Nella sala di geologia si tova materiale interessante: rocce, fossili, cristalli e un particolare tipo di roccia meteoritica, unico ritrovato in tutta Italia, studiato dall' Università di Padova nel 2014.
L’ Osservatorio e il Planetario sono gestiti dal Gruppo Astrofili Polesani. Comitato scientifico:
Planetario
Dr. Mattia Negrello e Dr. Ruben Farinelli
Informazioni: 340 7149909 (Osservatorio) tel. 391 4762163 - 348 0921002 (Planetario) info@astrofilipolesani.net www.astrofilipolesani.net 35
giocarci insieme. Nel frattempo, fa un girotondo con le margherite e le violette.
CENTOSTORIE favole e racconti favola di
Rita Bimbatti pedagogista
Le avventure di
fungo cineLLo illustrazioni di Emilia Mazzetto
Cinello è un piccolo funghetto prataiolo che vive insieme alla sua famiglia in un enorme giardino. Ogni giorno si diverte a rincorrere i piccoli scoiattoli fulvi che saltano da un ramo all’altro di grandi alberi verdi. Quando piove si ripara sotto il suo cappellino bianco, aspettando che esca il sole per scaldarsi tra l’erba.
Tra qualche giorno, il giardino verrà aperto anche alle tante persone che vogliono rilassarsi e godere del meraviglioso paesaggio. Cinello è felice, finalmente potrà conoscere da vicino qualche bimbo e 36
«Che bello, amiche! Tra non molto arriverà tanta gente a farci compagnia!» esclama cinello.
«Già, ma io non sono tranquilla, chissà come si comporteranno. La mamma mi ha raccontato certe storie tristi sul loro conto» dice una margherita. «Anch’io sono tanto curiosa, vedremo!» urla una violetta. Finalmente il grande momento: il bel giardino viene ufficialmente inaugurato e per l’occasione ci sarà una festa con bancarelle e tanti chioschi dove le persone potranno mangiare e dissetarsi. La giornata promette bene, il cielo è limpido e il sole splende. «ciao ragazzi, io sono Cinello!» dice il funghetto al passaggio di un’allegra famigliola con panini e bibite in mano, ma distratti dai colori di una bancarella di stoffe, per poco non calpestano il malcapitato. «Salve, come va?» riprova cinello rivolgendosi ad una signora dai capelli raccolti, intenta a divorare la sua ciambella con la crema. Per poco il fungo non rimane soffocato dal sacchettino della merendina che la donna ha gettato indisturbata a terra. Alla fine della festa, al calar della sera, il parco viene chiuso. Cinello e i suoi amici si guardano intorno: erba calpestata, fiori strappati dal suolo, rifiuti di ogni tipo sparsi ovunque, un vero disastro! «Non posso crederci, in un solo pomeriggio hanno distrutto il nostro giardino!» si lamenta un piccolo stelo. «Guardate che paesaggio, quanta immondizia abbandonata a terra e non dentro i cestini!» mormora una farfalla colorata.»
«Ragazzi, non possiamo lasciare il parco in queste condizioni! Domani dobbiamo sistemare!» dice il piccolo fungo rivolgendosi ai
compagni. il mattino seguente, cinello, la sua famigliola, le margherite, le violette, gli amici scoiattoli, sono già al lavoro. cominciano a sollevare le cartacce gettate a terra dai visitatori per riporle nei cestini. Arriva in aiuto anche qualche uccellino e gli insetti del giardino.
Nel mentre, passa un gruppo di alunni accompagnati dalle loro maestre. Un piccolo nota la scena, indicando il funghetto e i suoi compagni al lavoro. » - urla. «GUA dopo un primo momento di stupore, tutti comprendono ciò che è successo nel giardino. «Non possiamo lasciarli soli, anche noi dobbiamo contribuire alla salvaguardia dell’ambiente» dice un bambino con in testa un ciuffetto sbarazzino.
RDATE LA’
«Dobbiamo imparare a rispettare la natura » esclama convinta una
bimbetta con gli occhi azzurri. in un attimo, le maestre e i bimbi sono all’interno del parco, ed insieme a cinello, iniziano a ripulire il prato dalle tante cartacce. Vengono poi sistemati un paio di cartelli sui quali i piccoli hanno scritto: “SI PREGA DI TENERE PULITO E RISPETTARE L’ AMBIENTE”. «Grazie amici, siete stati fantastici» esclama il funghetto. Ora il giardino è finalmente in ordine. cinello sorride, è felice. Ah! Per fortuna gli adulti possono contare sull’aiuto dei bambini.
rovina vacanza favola di
Filippo Rosito 9 anni
i e gli altr
www.raccontidiunbambino.com Tanto tanto tempo fa la vacanza era un piacere, ma adesso non più grazie ai rovinavacanza i
Rovinavacanza sono piccoli
mostri draghi,
che assomigliano a dei piccoli hanno grossi denti ma si nutrono di cose non possono mangiare, infatti si chiamano così perchè si nutrono del relax delle altre persone.
Vengono ogni giorno a mezzanotte a nutrirsi della felicità e rilassamento delle altre persone. Hanno gli occhi scuri come la notte, le zanne aguzze ed affilate come le forbici che usa la mamma per tagliare il pollo. Per nutrirsi del relax sputano delle meteore nere che fanno passare a tutti la vo glia di andare in vacanza, questa cosa l’hanno chiamata fotosintesi di sbarramento.
JONNY è stato sempre convinto
che i rovinavacanza esistessero ed è così che Jonny finì per raccontarlo ai
suoi compagni di classe. “Quella tua polpetta volante non esiste!” disse CARL ridacchiando. JONNY insistette senza mollare, ma CARL riuscì ad umiliarlo ancora di più, così tornò al suo posto.
Scorreva tutto liscio come l’olio, tranne quel litigio, finchè un uovo misterioso sbucò da sotto il suo stesso banco e Jonny se lo mise nello zaino. Suonata la campanella Jonny osservò curioso l’uovo, c’era vicina una lettera. c’era scritto:
Uovo di Rovinavacanza.
Questo lo lasciò sempre più perplesso. Perchè i rovinavacanza avrebbero dovuto cacciarlo dalla tribù? e perchè lasciarlo incustodito sotto il banco di scuola di un bambino umano ? e poi…ma non gli importava, l’uovo stava per schiudersi. Non fece in tempo a trovare un rimedio che l’uovo si era già schiuso e nacque un piccolo rovinavacanze. “Libero!” disse il cucciolo di rovina-
vacanza. col tempo Jonny capì che il cucciolo l’avevano cacciato dal gruppo perchè era diverso e il suo potere era quello di chiamare tutti gli animali di una specie in un unico posto, era l’unico Rovinavacanza che non si nutriva di relax.
JONNY prese il libro leggendario
che per caso gli aveva regalato un suo amico per il compleanno e cercò un capitolo che l’aiutasse a sconfiggere i rovinavancanze e trovò quello sul Triangolo delle Bermuda.
“Ma certo!” aggiunse Jonny “possiamo usarlo per tendere una trappola ai Rovinavacanza cattivi“.
così il cucciolo attirò tutti i rovincavanza nel Triangolo delle bermuda e questi sparirono tutti.
i Rovinavacanza
e così vennero sconfitti , Jonny e il cucciolo divennero amiconi, la gente ricominciò ad andare in vacanza e...
CARL rimase senza parole.
I NOSTRI SERVIZI
• Pre-scuola • Doposcuola • Pre-animazione • Animazioni: Natalizia, Pasquale di Carnevale ed Estiva • Animazioni feste di compleanno • Laboratorio teatrale e scenografico • Corsi di danza Hip Hop • Corso di Zumba, Hatha Yoga • Tonificazione • Ginnastica Posturale • Totalbody per adulti • Spazio bimbi con Zumba, Yoga e ginnastica posturale • Ludoteca 37
iL dentifricio
ATTIVAMENTE
eLefante
laboratori a cura di
Erica Cecchi
deLL'
Lavitediarchimede
un gioco esperimento! materiali
Che cosa è?
Per la creazione del dentifricio dell’elefante sono necessari i seguenti materiali: • lievito di birra essiccato (una bustina)
Il dentifricio dell'elefante in realtà è il prodotto di un esperimento scientifico divertente. Si tratta del risultato di una reazione chimica che genera una grande quantità di schiuma. Il movimento della schiuma è simile a quello del dentifricio quando viene spremuto dal tubetto e la quantità è tanto abbondante da poter lavare i denti di un elefante. E' un gioco-esperimento adatto ai bambini curiosi che hanno compiuto almeno 5 anni, e con la passione della chimica. E’ consigliato farsi affiancare da un adulto perché, nonostante non sia pericoloso, prevede l'utilizzo di prodotti chimici (acqua ossigenata 24 volumi) con cui bisogna avere sempre un occhio di riguardo!
• un po' di zucchero • un bicchiere di acqua tiepida • dell’acqua ossigenata da 24 volumi
(si compra in farmacia)
• detergente per mani
ed inoltre: • un bicchiere di plastica o vetro • una vaschetta in stagnola o un piatto di raccolta del dentifricio • una bottiglietta, anche di plastica
lievito zucchero acqua
composto 1
acqua ossigenata detergente
composto 2
Mettiamoci all’opera Ora che avete tutto a portata di mano, fatevi assistere da un adulto per svolgere le singole operazioni. 1. In un bicchiere mescolare 1 bustina di lievito, 2 cucchiaini di zucchero, e 2/3 cucchiai di acqua tiepida. Mettete il contenuto da parte. 2. In una bottiglietta versate mezza tazza di acqua ossigenata ed un cucchiaio di detergente da mani, mescolando un po'. 3. Unite i due composti Conviene sempre versare il contenuto del primo bicchiere nella bottiglietta! Per osservare meglio il risultato e non sporcare, è consigliato mettere la bottiglietta sopra una vaschetta di stagnola. 4. Il risultato immediato sarà sorprendente! E’ il frutto di una reazione chimica: un composto spumoso e compatto di colore chiaro…simile al dentifricio che strizziamo dal tubetto. Eccolo il nostro 'dentifricio dell’elefante' si potrà toccare con le mani, meglio se utilizzate i guanti.
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per informazioni e prenotazioni: tel. 0425 404323 349 6120636 lafiondina@portoalegrerovigo.it
segui le nostre iniziative sulla pagina Facebook La Fiondina
servizio educativo 1-3 anni
Viale della Tecnica 13, Rovigo
tutto agosto animazione 1-6 anni
dal lunedi al venerdi dalle 8.30 alle 12.30 (anche dalle 7.30)
venerdi sera tana libera... genitori
ogni venerdi ore 18.30 - 22.00 La Fiondina è aperta per far divertire i vostri bambini, da 1 anno in poi,mentre voi vi godete in libertà l’aperitivo o la pizza in città
noleggio sala per compleanni con animazione e gonfiabili
doposcuola
da settembre2017
per bambini delle elementari Iscrizioni entro il 25 agosto posti limitati Progetto promosso e sostenuto da
con la consulenza scientifica di
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ATTIVAMENTE facciamo insieme in cucina
ingredienti per 4 persone: 350 g di riso del Delta (il roma è ideale) zafferano quanto basta 200 g di peperone rosso e giallo 200 g di pomodoro ramato 100 g di fagiolini 100 g di piselli 1 cipolla 1 pollo 100 g di salsiccia 400 g costina di maiale una padella bassa e larga 28 cm.
a cura di
Maurizio Fantinato
docente di Enogastronomia Istituto Alberghiero “G.Cipriani” Adria (Ro)
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paella polesana...che bonta’ Una serata in compagnia per salutare l’estate e perché no…per condividere un piatto saporito e allegro: la paella. La nostra però, non è quella tipica della spagna, ma la riadattiamo ai prodotti tipici della nostra bella terra: il Polesine. Per farla, cari ragazzi, avrete bisogno dell’aiuto di un adulto. Bisogna, infatti, usare il coltello per tagliare carni e verdure ed è meglio lasciarlo fare a mamma o papà. Voi però potete recuperare gli ingredienti e misurarne per bene le quantità; riso del Delta, zafferano, verdure di Lusia e carni varie.
. ....
Dopo aver fatto tagliare a pezzettoni
la carne e le verdure, mettete un filo d’olio nella padella e aggiungetevi le carni tagliate. Lasciate rosolare bene e poi aggiungete le verdure. Salate. Ora aggiungete l’acqua per cuocere il riso (per 4 persone bastano 700 g ) Mettete ora anche lo zafferano (potete farlo anche voi ragazzi, ma badate di non scottarvi)… sentite se l’acqua è salata bene e spargete il riso dall’alto… Non c’è bisogno di mescolare, il riso si cucinerà per ebollizione. Se necessario, potete aggiungere un pò d’acqua. Quando sarà cotto (meglio al dente), mescolate e servite. Buon appetito!
COLAZIONE DA RE
IL RISTORANTE PENSATO PER LE FAMIGLIE DOVE I BAMBINI SI DIVERTONO E I GENITORI SI RILASSANO
PER INIZIARE LA GIORNATA a cura di
Baira Corrarati nutrizionista
Una ricca colazione costituita da carboidrati, proteine, fibra e grassi è la miglior partenza giornaliera per adulti e piccini.Permette di fornire al corpo i nutritivi indispensabili per il turn over dei tessuti che ciclicamente, durante la notte, vengono degradati e ricostruiti con lo scopo di rigenerare la struttura corporea. Un vero e proprio lavoro notturno che necessita al risveglio di essere sostenuto da un ricco pasto, completo e salutare. La scelta degli alimenti deve cadere su alimenti biologici e stagionali e a Km 0. La colazione dovrebbe essere anche un momento conviviale per tutta la famiglia, l’augurio di buongiorno, e quindi da non sprecare nella fretta e nell’agitazione. E’ importante svegliarsi con le coccole. Recenti e numerosi studi hanno dimostrato come esista una correlazione tra la mancanza della colazione e l’obesità, le malattie a carico del sistema cardio circolatorio, la perdita di energia, l’aumento di pressione sanguigna, l’insulina e la colesterolemia. Yogurt naturale, cereali, frutta secca e fresca o uova, pane integrale e frullato di frutta fresca di stagione sono il miglior modo per ripristinare le energie. Colazione da Re, Pranzo da principe e Cena da povero.
CRESCERE CON GLI ALTRI I laboratori sono rivolti ai bambini dai 3 ai 10 anni, e inizieranno a metà settembre. Le diverse attività hanno lo scopo di accompagnare i bambini nella crescita attraverso la valorizzazione e lo sviluppo dei loro talenti, rendendoli manifesti nella condivisione con gli altri.
Attività proposte Psicomotricità; Propedeutica musicale; Artistico espressive; Musica/ritmo e movimento; Yoga; Playing in English, per imparare l'inglese giocando; Piccoli cuochi: attività per mamme e bambini per cucinare divertendosi e scoprire nuovi cibi.
A TAVOLA INSIEME Radici ha scelto di distinguersi da un ristorante come tanti, per essere un Risto Famiglia che oltre ad offrire un’ampia scelta di sapori e piatti prelibati, desidera essere uno spazio di incontro e condivisione familiare.
Il lavoro e la quotidianità spesso non permettono alla famiglia di prendersi il giusto tempo per ritrovarsi, Radici ha voluto riportare l’attenzione al piacere di condividere momenti assieme, in famiglia, gustando squisite pietanze e soprattutto godendo della compagnia gli uni degli altri, senza fretta e senza preoccupazioni.
EVENTI
FESTE DI COMPLEANNO
L’ambiente ideale per riunire tutta la famiglia e gli amici in occasione di feste di compleanno e cerimonie. Un locale spazioso ed accogliente, informale ed allegro, con una fantastica area giochi per i bambini ed uno spazio esterno perfetto per godere dei pomeriggi all’ombra degli alberi o sotto il sole. Addio ai pranzi eterni in cui i bambini sbuffano e si annoiano senza la possibilità di muoversi: al Risto Famiglia Radici i più piccoli potranno divertirsi in libertà mentre i grandi potranno mangiare al loro fianco, in totale serenità e tranquillità.
PROVATE A FERMARE IL TEMPO E A RITROVARE IL PIACERE DI STARE A TAVOLA TUTTI INSIEME: DA RADICI QUESTO È POSSIBILE Via Atheste, 54 - 35042 ESTE (PD) - Tel. +39 346 1155811 info@radiciristorante.it - www.radiciristorante.it È GRADITA LA PRENOTAZIONE
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fashion
a cura di
Rossella Rizzi consulente d’immagine
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Back to school
LIFE STYLE
Funzionalità, la parola chiave per l’outfit perfetto a scuola Terminato agosto, le giornate al mare, i tuffi in piscina e le giornate all’aria aperta, arriva Settembre, il mese del BACK TO SCHOOL. E con l’inizio delle lezioni arriva anche il momento di pensare a come vestire i bambini a scuola. Niente panico care mamme! Scopriamo insieme qualche piccolo trucco per affrontare questo bellissimo momento con lo spirito giusto: Funzionalità: questa è la prima parola da tenere bene a mente, parlando di un contesto come la scuola. La tentazione è di far indossare ai nostri bambini abiti colorati, magari i più carini pieni di pizzi e merletti, rischiando di vestirli più in base all’estetica che alla praticità. Come dico sempre per noi adulti, c’è un outfit giusto per ogni occasione: per il lavoro, per la palestra, per una cena elegante, per un pranzo in agriturismo… e per i bimbi funziona allo stesso modo! Il loro abbigliamento deve permettere la libertà di movimento quindi da evitare gonnelline troppo strette per le bimbe o pantaloni troppo succinti per i bimbi. Meglio prediligere tessuti naturali e traspiranti come il cotone e il lino. Via libera a colori vivaci, ma più saturi e di tonalità più scure che non ci facciano preoccupare troppo di sporcarsi o sgualcirsi. Ricordatevi poi delle indicazioni delle maestre per eventi particolari come le giornate di sport o le gite. Questo vale ovviamente anche per le scarpe, che devono permettere tutti i movimenti ed essere sicure e stabili. Per il primo giorno di scuola? Jeans: un evergreen che si addice sia per i maschietti che per le femminucce. T-shirt, magliette a maniche lunghe, maglioncini, felpine, giacchine: il gioco degli strati per i bimbi vale sempre! Vestitini e gonnelline per le bambine: l’importante è che non siano troppo corti o scomodi. L’ideale sarebbe indossarli con i leggings. Camicia: sia per lei che per lui, la camicia ci riporta al mondo british della scuola. Per il maschietto è concessa la tuta ma solo se spezzata: il pantalone abbinato ad una camicia in denim o in cotone e la felpa abbinata ad un jeans! Per la femminuccia via libera ai leggings abbinati ad una blusa o camicia in cotone. Scarpe basse e comode, meglio con gli strappi e fatte con materiali naturali come la pelle o il cotone, con una suola leggera e flessibile che ne agevoli i movimenti, come le stilose sneackers o le slip on senza lacci. Comodità, funzionalità ma sempre con un tocco fashion che non guasta mai!
abbigliamento 0-16
LENDINARA (RO) PIAZZA RISORGIMENTO, 28 tel. 0425 606946 ilgirasole014@libero.it 43
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si intervista a cura di Micol Andrea
LIFE STYLE il personaggio
una
mamma direttore IRENE LISSANDRIN Una laurea in architettura, un diploma in canto lirico, giornalista e direttore del
quotidiano on line Rovigooggi.it Irene Lissandrin, oltre ad essere moglie, è anche mamma di tre splendidi ragazzi, Gabriele, Petra e Orlando. E non si è voluta far mancare nemmeno un cane ed un giardino enorme da curare….
Come si fa a conciliare tutto, i figli, un lavoro impegnativo, passioni? Non è possibile conciliare tutto, o almeno, io non ci riesco. Ogni mattina faccio la lista delle mie priorità e procedo. Arrivare a sera raggiungendo tutti gli obiettivi prefissati è una fatica immane. Resta sempre fuori qualcosa, che a volte si può recuperare il giorno dopo, altre volte molto più tardi. La vita è complicata, le variabili non previste, non controllabili, anche in un banale giorno di lavoro sono infinite e…addio piani. Parliamo del nostro Polesine e della città di Rovigo. Sono davvero a misura di famiglia? Cosa manca perché possano dirsi luoghi ideali dove crescere i bambini? Il Polesine e soprattutto Rovigo hanno tutte le potenzialità per essere a misura di famiglia e di bambino: poco caotici, non troppo industrializzati, immersi nel verde della campagna, ricchi di attraversamenti d’acqua. Non mi pare, però, che le scelte adoperate fino ad ora vadano nella direzione della vivibilità migliore per famiglie e bambini. Nonostante la campagna lussureggiante, i parchi in città o nelle realtà periferiche scarseggiano e soprattutto non sono attrezzati: i giochi sono pochi e a volte malconci, le aree d’ombra risicate, e mancano i bagni. Ha mai provato ad uscire con un bambino? Arrivati a destinazione, dopo pochi minuti dice di avere la pipì e poco dopo la cacca… Anche la mobilità non è pensata per i bimbi o le famiglie. Basterebbe terminare tutte le piste ciclabili iniziate e progettare i collegamenti tra singoli comuni, che magari condividono servizi come la scuola, gli asili, la biblioteca, l’edicola…Non è poi troppo difficile. Sono pochi ancora i locali attrezzati con l’angolo per bambini, che sembrano il più delle volte elemento di disturbo. In città l’altro grave deterrente alla gioia dei bimbi sono i marciapiedi killer: impraticabili per qualunque mamma con la carrozzina o il passeggino. Social, internet in genere, sono davvero una minaccia per i bambini? La mia posizione a riguardo è davvero rigida. Niente cellullare fino a 14 anni. Quindi, niente giochetti elettronici, o social o youtube o internet. Faccio eccezione se si tratta di eseguire un compito per casa assegnato dalle maestre che richiede una ricerca on line. Ma in quel caso sorveglio con attenzione. I bambini non hanno la capacità di capire quello che fanno, né l’obiettivo per cui fanno certe cose. Ci vuole un attimo perché una foto scattata per gioco finisca in rete per sempre e possa nel tempo diventare lesiva della dignità di una persona o elemento di pericolo. Inoltre certi strumenti creano dipendenza. Io non voglio figli dipendenti. Ho capito che è più facile gestire il no, che un “ni”…che diventa si. Per i miei ragazzi preferisco i giochi all’aperto, lo sport, l’educazione musicale…
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CENTOSTORIE in libreria
Se l'inglese è un gioco da piccoli non sarà uno sforzo da grandi!
Laboratori in inglese per bambini da 1 a 13 anni Marianna Cacciatori
Insegnante Certificata EIF! e TEFL tel. 347 6660074 mariannacacciatori@gmail.com mariannacacciatoriEIF
www.englishisfun.it
a cura di Monica Brenner No, non è così… ma passa tutto tanto velocemente che è già ora di pensare a come organizzare i primi giorni di scuola del nostro bambino. Ci sarà chi comincia l’inserimento all’asilo nido, chi invece semplicemente ci ritorna; chi deve iniziare la scuola dell’infanzia o chi sta per fare il grande salto alla scuola primaria! Ecco alcuni titoli che possono aiutare i vostri bambini a vivere più serenamente questi passaggi. Consigliamo innanzitutto Clavis, la casa editrice belga da sempre cura con estrema attenzione gli albi illustrati dedicati alla fascia d’età dai due ai cinque anni e ha pubblicato già da qualche anno diversi titoli a riguardo: “Mattia va all’asilo” di Liesbet Slegers, “Sara va alla scuola materna” di Pauline Oud, “Anna va alla scuola materna”, “Il mio primo giorno di asilo” e “Anna va a scuola” di Kathleen Amant. Di recentissima pubblicazione “L’asilo nido” di Nathalie Choux, edito da Gallucci Editore. Questo piccolo libro fa parte della collana Scorri e Gioca, che ha avuto un ottimo successo fin dalle prime uscite e che ormai conta più di quaranta titoli. I libri sono cartonati, molto resistenti e adatti alle manine più piccole anche dai 12 mesi e grazie alle animazioni presenti in ogni pagina, il bambino può interagire, giocare e divertirsi anche in autonomia.
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“L’asilo” di Chiara Edizioni è un libro gioco della collana L’enciclopedia dei piccoli con adesivi attacca e stacca, giochi e puzzle, adatto a partire dai tre anni. “A più tardi!” di J. Ashbé, invece, è un albo illustrato edito da Babalibri qualche anno fa, ma sempre attuale: il formato è grande, le pagine sono sottili e le immagini molto dolci; sa trasmettere ai bambini, già dai due anni, un messaggio positivo e soprattutto rassicurante. E per finire e soprattutto per ridere un po’, vi consigliamo il grande e famoso Michaël Escoffier con l’albo illustrato “La maestra è una marziana” edito da La Margherita Edizioni; un albo illustrato di grande suspense e umorismo sulla “nuova” maestra: chi e come sarà???
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Poliambulatorio Sant’Anna - Lendinara (RO) Via G. B. Conti, 10