4 ViaVai dei Piccoli - agosto 2019

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Supplemento al Settimanale Via Vai n.31 del 9 agosto 2019 COPIA OMAGGIO

DEDICATO AI GENITORI E AI BAMBINI DA ZERO A TREDICI

Splash Party

n.2

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N.4 AGOSTO-SETT. 2019


n. 4 - 2019 agosto/settembre Direttore:

Sommario

Flavia Micol Andreasi micolandreasi@gmail.com

Carlotta Ravanello

Elena Montecchio

Caporedattore Carlotta Ravanello carlotta.ravanello@gmail.com

Redazione e Grafica redazione@viavaideipiccoli.it

M.Chiara Ghinato

Natascia Pavani

Flavia Micol Andreasi Mariachiara Ghinato Elena Montecchio Natascia Pavani Carlotta Ravanello Progetto grafico Mariachiara Ghinato chiaraghinato@gmail.com

Franco Ravanello

Roberto Samiolo

Stampa Grafiche Nuova Tipografia Corbola (Ro)

Il Viavai dei Piccoli supplemento al Settimanale Via Vai Reg. Tribunale di Rovigo n.1/94 del 9/2/94 Direttore Responsabile: dr. Flavia Micol Andreasi Promo Studio Editore Rovigo. Via Sacro Cuore 7 tel. 0425.28282 cell. 329 6816510 info@viavainet.it

Promo Studio Comunicazione grafica e pubblicità

Concessionaria pubblicità PROMO STUDIO snc adv@viavaideipiccoli.it

Franco Ravanello franco.ravanello@gmail.com

Roberto Samiolo samioloroberto@gmail.com

hanno collaborato: Vilma Arcuri, Lorenza Baccaro, Francesca Bovo, Lorenzo Chiusaroli, Martina De Michele, Erica Finotti, Maurizio Fantinato, Veronica Ferrarese, Erika Francescon, Gruppo Giovani Smile, Glenda Incao, Flora Marino, Erika Migliorini, Simone Papuzzi, Raffaele Peretto, Anna Pokrovskaya, Rossella Rizzi, Gaia Zanzottera.

12. 14. 26. 28. 29. 30.

Ad inseguire le stelle cadenti Zero plastica La scuola Finlandese Non aver paura dell’altro Yoga a scuola Bau City Camp

ATTIVIAMOCI 04. 07. 16. 24. 25. 32. 46.

Alle Grotte di Oliero Parco di Vallalta Una tartaruga speciale Macedonia di verdure Il gelato biscotto Andrea Loro - Passione nuoto Girotonda Splash Party

LIFE STYLE 10. Nelle fertili terre di Adria Etrusca 40. Tanti look per il Back to School

CENTOSTORIE 42. Una storia mancata 43. Un cuore rosso palla 44. Tutti libri

STAR BENE 18. 20. 22. 45.

Recuperare l’energia si può Occhio alle zecche Mangiar bene O sole mio

In copertina selfie da Girotonda splash party

si ringraziano: le edicole e le farmacie per la collaborazione

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PARLIAMONE

www.viavaideipiccoli.it ilviavaideipiccoli@gmail.com


CERCATORI DI CONCHIGLIE

Micol Andreasi direttore

EDITORIALE

Ho trascorso quasi un’estate intera a cercare e a raccogliere conchiglie sulla battigia. A casa ne ho diverse centinaia: bivalvi di ogni tipo e misura, gasteropodi o chiocciole, scafopodi simili a corni con tante diramazioni…. Ho imparato a classificarle ai tempi della scuola media. Mi ha sempre affascinato la loro origine. E’ un lavoro straordinario quello che esseri piccolissimi ed invertebrati come i molluschi riescono a fare per costruirsi una protezione, semplicemente filtrando il calcio presente nell’acqua del mare. Così, del carbonato di calcio prende la forma di una stupenda architettura, la conchiglia appunto. Forse è merito di questo miracolo della natura se fin dall’antichità alle conchiglie era riservato un posto di primo piano: oggetti preziosi nei corredi di bellezza, usate a volte come monete, più spesso amuleti, sempre simboli propiziatori di fortuna e di fertilità. La mitologia classica vi associava persino la dea dell’amore. Venere, infatti, secondo la leggenda nacque dalla spuma del mare e adagiata su una conchiglia raggiunse Cipro, uno dei luoghi principali del suo culto. Nella tradizione religiosa, la conchiglia è la tomba dell’uomo prima della resurrezione. Simbolo di rinascita o nuova vita. In molte immagini sacre appare tra le mani di Giovanni Battista nelle scene del Battesimo di Gesù. Inoltre, è da sempre l’attributo per eccellenza dei padri pellegrini come Giacomo e Rocco. Siamo in tanti a cercare conchiglie sulla battigia. Così attenti nel recuperare dal mare ciò che un mollusco ci ha lasciato in eredità da farmi credere che le conchiglie, con la loro portata di significato valoriale positivo, appartengano alla memoria collettiva più profonda dell’umanità. Non c’è nemmeno bisogno di conoscerne l’origine o la classificazione o i simboli associati. Tutti, da sempre, cerchiamo conchiglie. Le cercano anche gli altri. Quelli che sono dall’altra parte del mare. Quelli che partono di notte, stipati come sardine sott’olio sui barconi, non fanno altro che cercare conchiglie.. Devono attraversare il mare per trovarle, però, loro. Bivalvi, gasteropodi o scafopodi…non importa, pur che siano rinascita, fortuna… L’insegnante di Scienze delle scuole medie mi disse che accostando una conchiglia all’orecchio si può sentire il rumore del mare di cui portano il ricordo. Ho provato. Funziona. Ma dentro quel ventre di carbonato di calcio non c’è solo il rumore del mare. Ci sono i canti, ora festanti, ora tristi, di milioni di uomini che nei secoli il mare lo hanno navigato, attraversato, affrontato per trovare conchiglie. E c’è persino il suono di quelli che una conchiglia dalla battigia non sono mai riusciti a raccoglierla, perché nel mare si sono fermati. Loro, parte di quel carbonato di calcio dalle forme superlative, sussurrano all’orecchio di chi, come me, come noi…cerca conchiglie ... 3


ATTIVIAMOCI

Alle Grotte di Oliero

Itinerari

con il gruppo

Giovani Smile Grotte di Oliero Valstagna (VI) Le grotte sono un complesso cavernicolo che si trova alle pendici del massiccio dell'altopiano dei Sette Comuni, in prossimità dell'abitato di Oliero (Comune di Valstagna). Dalle grotte hanno origine le sorgenti del fiume Oliero, affluente del Brenta.

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Uno dei progetti più divertenti ma sicuramente il più impegnativo dell’associazione Giovani Smile è l’animazione estiva di giugno. Vi partecipano bambini dai 6 ai 13 anni. Il programma è intenso, vario ed interessante e prevede ben 3 gite sempre nuove. Una gita molto apprezzata quest’anno è stata alle Grotte di Oliero. Ve la proponiamo come un itinerario facile ed affascinante da fare in compagnia del vostro gruppo di amici o di mamma e papà. Pronti? Si parte! La gita alle grotte è sempre affascinante perché scoprire il cuore di una montagna, magari in barca, è..... un'avventura fantastica!!! Se partite da Rovigo - come abbiamo fatto noi del gruppo Smile, ma con 120 bambini al seguito - servono circa 2 orette di viaggio per arrivare in una valle verde nel Comune di Valstagna, attraversata dal fiume Brenta. Le guide ambientali e naturalistiche del IvanTeam sono sempre pronte ad accogliere e ad accompagnare chi arriva. Se siete in tanti come noi, procedete per gruppi e mentre uno si accinge alla grotta, l’altro può visitare l'interessante Museo delle Cartiere adiacente. E’ ciò che rimane dell'antica cartiera Parolini. La produzione della carta ha alimentato per decenni l’industria della valle del Brenta. Visitarla è una bella occasione per conoscere meglio questa bella valle. Prima di entrare in grotta indosserete un giubbotto salvagente ed un elmetto. Poi via in barca dentro la spelonca. L'entrata è bassa e bisogna chinare un po’ la testa per entrare... ma lo spettacolo poi è bellissimo. La grotta ha al suo centro un laghetto profondo fino a 15 metri e con una temperatura costante di 9°C tutto l'anno. Lo si attraversa a bordo di una zattera.


Approdati sull'altra sponda del laghetto, ci si gode lo spettacolo della Sala della Colata con una gigantesca cascata di stalattiti. Forse i bimbi non capiscono subito l'importanza di ciò che guardano e perché queste colonne naturali sono intoccabili ma quando si spiega loro l'età media di ognuna e come l'acqua ne sia l'unica artefice, allora lo stupore prevale. Le stalattiti sono formazioni minerali prodotte dal lento accumularsi del carbonato di calcio depositato dalle acque sotterranee. Queste concrezioni calcaree rappresentano le gemme delle grotte carsiche e si sviluppano in forme strane. Goccia dopo goccia Qui dentro vive Proteo, un animaletto strano. E’ un anfibio, molto simile alle lucertole e vive esclusivamente in queste grotte calcaree. Sembra bianco ma è quasi trasparente e.... cieco. All’uscite della Grotta è necessario scattere delle fotografie, l'acqua crea degli sfondi bellissimi. Sembra di essere lontani dal mondo e immersi in un paesaggio fantastico. Tutt’intorno ci sono piante secolari ed un laghetto dalle acque fresche. Intorno si snodano una serie di percorsi tutti affascinanti ed in contatto con la natura. Dopo una pausa in un prato ampio, dove è possibile fare capriole o ruote, si riparte scortati dalle guide naturalistiche. Si può salire su un gommone e muoversi seguendo il corso del fiume Brenta. Anche da qui, il panorama è bellissimo e non mancano le emozioni! Prima del ritorno, ricordatevi di fare un salto nel negozietto dei gadget, sarà come portare a casa un pezzetto di una giornata indimenticabile!!! Noi del Gruppo Giovani Smile lo abbiamo fatto. Gruppo Giovani Smile. Rovigo S.Pio X 5


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ATTIVIAMOCI itinerari

Parco di Vallalta Un ristoro per tutti nel verde della campagna

Siamo pronti per goderci una domenica pomeriggio immersi nella campagna, in bicicletta o a piedi, in compagnia del canto delle cicale, del profumo dei carpini , dei susini, degli aceri, dei cespugli fioriti o delle rose selvatiche e dello spettacolo di luci e colori tra la fitta vegetazione e gli specchi d’acqua.

Parco di Vallalta sorge su un tratto antico dell’alveo del fiume Tartaro. Quest’ultimo ripercorre il percorso dell’antico Po di Adria, chiamato Filistina, che arrivava ad Adria, passando anche per il territorio comunale di Bagnolo di Po, dopo aver attraversato i gorghi di Trecenta. Questa straordinaria valenza geologica rende l’area di ancor maggiore interesse sia paesaggistico, sia turistico.

Il punto di partenza è l’area Vallalta, sita nel Comune di Bagnolo di Po. Arrivando dal centro del piccolo comune di Canda, basta seguire il corso del Canal Bianco tenendo la sponda destra fino ad arrivare al ponte di Vallalta. Lo si riconosce per l'inconfondibile colore giallo. Oltrepassato, se siamo in automobile, possiamo parcheggiare con facilità e poi metterci in sella della nostra bicicletta, tenendo sempre la destra. L’anello che percorriamo può essere lungo o 6 o 10 chilometri. Imbocchiamo via Vallalta, un lungo sterrato che si apre su un paesaggio di grande fascino: un mare di campagna con tutte le sfumature del verde e del giallo da una parte ed il fitto bosco che argina la Fossa Maestra, di cui, di tanto in tanto, si scorge lo specchio d’acqua, dall’altra. Pedalando per circa 2 chilometri, ci accorgiamo di quanto la campagna sia sorprendente. I filari di viti, il grano, le balle di fieno, gli orti, qualche architettura rurale, per lo più abbandonata ma così poetica da lasciarci immaginare la vita all’interno.

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Quando arriviamo sul ponte della Fossa maestra, possiamo scegliere se procedere verso Giacciano con Baruchella (quindi allungare il percorso ai 10 chilometri) seguendo sempre l’argine del fiume, oppure completare l’anello continuando su via Scardovara o proseguendo per un tratto sulla strada provinciale fino ad arrivare a Pissatola, una piccola frazione di Trecenta, caratterizzata da una piazza molto ampia e dalla presenza del gorgo Malopera, uno degli otto gorghi di Trecenta. Se fa ancora caldo, ricordiamoci di portare con noi una borraccia con acqua fresca. Lungo il tragitto in bicicletta, a meno che non ci si allunghi fino al centro dei paesi, non ci sono bar o fontanelle. E non dimentichiamo l’antizanzara! Pedalando tranquillamente e facendo qualche sosta per una foto o due, in un’oretta abbiamo completato il percorso più corto e siamo tornati in Vallalta. Ora è tempo di giochi con i nostri bambini nel parco. Delimitato da un’alta siepe, il parco si trova nella parte più alta di terra tra i fiumi Tartaro e Fossa maestra che qui si incontrano per dare forma al Canal Bianco. Una fitta e rigogliosa vegetazione sono la quinta paesaggistica di questo angolo di paradiso di circa 1,5 ettari, riqualificato dal Comune di Bagnolo di Po con un contributo europeo. Un percorso vita per i più atletici, uno per i più piccoli -dove la prova di agilità fa il paio con l’immaginazione - rigorosamente in legno, le casette per i pipistrelli volute dal WWF, così da contenere la diffusione delle zanzare, persino uno spazio per il barbecue, alcuni tavoli, qualche capannina coperta ed una fontanella per l’acqua…è tutto ciò che si può desiderare per trascorrere un pomeriggio in serenità e allegria, dove sentire il respiro della natura e godere della bellezza della campagna altopolesana. Il parco di Vallalta, già accessibile, sarà inaugurato a fine agosto. Per maggiori informazioni sul suo utilizzo, conviene contattare il Comune di Bagnolo di Po

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LIFE STYLE Storia, Archeologia

a cura di

Raffaele Peretto Archeologo

Cratere attico proveniente dalla necropoli etrusca di Balone (V sec.a.C.), Museo dei Grandi Fiumi Rovigo

Nelle fertili terre ADRIA ETRUSCA

Nel VI secolo a.C. il graduale aumento di presenze etrusche nella Pianura Padana portò ad un vivace processo di riorganizzazione territoriale che vide la nascita di numerosi centri urbani e di una fitta rete di insediamenti minori lungo le principali vie di transito fluviali e terrestri. Nella tanto particolare, quanto favorevole, configurazione idrografica dell’antico Delta del Po assunsero un ruolo di particolare rilievo le due importanti città di Adria e Spina, quali attivi porti fluviali verso cui convergevano gli interessi commerciali delle aree padana e appenninica, del mondo d’oltralpe e della Grecia. È certo, infatti, che lo splendore raggiunto da Adria tra VI e V secolo a.C. fu determinato prevalentemente dalla gestione della città da parte degli Etruschi, che nel suo territorio individuarono la più settentrionale espansione colonizzatrice sulla costa adriatica, lungo un indefinito confine di zona franca con la regione dei Veneti, segnato da diramazioni dell’Adige. Furono, inoltre, gli Etruschi (che per fama erano considerati “maestri d’idraulica”) ad intervenire nel territorio con opere di bonifica e di canalizzazione per un consono sfruttamento delle risorse naturali, al fine di ottenere in abbondanza i prodotti richiesti dai Greci per i loro scambi commerciali. Dalle nostre campagne giungevano, infatti, ad Adria i prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, in particolare cereali, legumi, suini, volatili, cavalli; richiesta era anche la carne conservata, come i prosciutti. Non mancavano i prodotti non locali come l’ambra e metalli provenienti dall’Europa settentrionale. Il baratto con i Greci era rappresentato, in particolare, da vino e olio di pregio e da quelle apprezzate ceramiche “a figure nere o rosse”, denominate attiche in quanto prodotte nella regione di Atene. L’antica e felice configurazione territoriale ad est di Adria è paragonabile alla situazione favorevole che in seguito determinò lo splendore di Venezia, quale Repubblica Marinara. Dobbiamo immaginare la città affacciata alla sua laguna, intervallata da lievi dossi sabbiosi, limitata dal mare aperto da un marcato sistema di dune che da Spina-Comacchio, per San Basilio di Ariano Polesine, Porto Viro, Rosolina, Chioggia, proseguiva verso il Lido di Venezia. ..................................... “Adria è una pòlis, una città lungo il suo fiume e presso il suo mare. Il territorio è propizio alle greggi, tanto che gli animali si riproducono due volte all’anno e hanno parti gemellari, spesso partoriscono tre o quattro capretti, a volte perfino cinque e più, e le galline fanno le uova due volte al giorno pur essendo di dimensioni inferiori alle altre.”

le galline fanno le uova due volte al giorno...!

wow! 10

Questo ci tramanda Ecateo di Mileto, negli anni a cavallo tra VI e V secolo a.C. La testimonianza evidenzia il ruolo strategico di Adria che giunse a strappare ad altre importanti città, poste lungo le rotte mercantili, la priorità nel nome da dare a quel mare su cui si affacciava. Viene descritto anche un territorio fertile fino all’inverosimile. Una esaltante, mitica visione di abbondanti risorse, un antico Eldorado, che smentisce, assieme alle conoscenze archeologiche, quella radicata immagine di un Polesine caratterizzato in passato da paludi e ambienti inospitali.


Schema del territorio di Adria etrusca. Sono indicate località archeologiche e, in verde, percorsi di fiumi scomparsi.

Ricerche e scavi archeologici

Risultati

In alcune località, poste lungo questo antico litorale, nel secolo scorso sono stati portati alla luce materiali archeologici, anche di particolare pregio, mentre ricerche di scavo e programmate indagini sono state condotte soprattutto a San Basilio. Qui, nei pressi della foce di un ramo padano, oggi in parte ripreso dal Po di Goro, è stato individuato un importante insediamento attestante stabili presenze di genti etrusche, venete e greche, in relazione ad attività commerciali con la vicina Adria. Questo implicava necessariamente la presenza di un importante porto, le cui tracce per buona parte risultano ancora sepolte. L’importanza di Adria etrusca è ben nota da tempo come attestano le numerose ed eccezionali testimonianze, custodite presso il rinnovato Museo Archeologico Nazionale, provenienti sia da raccolte effettuate a partire dal Settecento, sia da estese campagne di scavo condotte nella città e in aree limitrofe durante tutto il Novecento. Il quadro del popolamento per il resto del territorio si andò configurando circa trent’anni fa a seguito di una serie di fortuiti ritrovamenti che stimolarono attive ricerche in aree di Rovigo, San Cassiano e Gavello. Negli anni 1987-90, a seguito del ritrovamento di materiale archeologico durante la costruzione della Superstrada Rovigo-Verona, le indagini condotte a Balone, presso Grignano Polesine, portarono alla luce parte di una necropoli etrusca e tracce di strutture insediative. Seguirono anche sistematiche ricerche di superficie e ricognizioni dall’alto con deltaplano che consentirono di accertare la presenza di un diffuso popolamento lungo un paleocanale largo 20 m e individuato dalla foto aerea per circa 5 km. Altra area interessata da programmate ricerche è quella di San Cassiano dove dal 1994 per una decina d’anni si sono scoperte e studiate le interessanti testimonianze di una nobile casa etrusca, in seguito trasformata in fattoria. Anche in questo caso sono emersi, dislocati in più aree, diversi affioramenti attestanti una organizzata distribuzione insediativa lungo ridotti corsi d’acqua, controllati e regimati dall’uomo a scopo di bonifica e presumibilmente per consentire una adeguata navigazione interna. Analoga situazione si è registrata anche nelle terre di Gavello, in particolare nell’estesa Tenuta Dossi.

Sulla base delle conoscenze acquisite negli ultimi anni la frequentazione di genti etrusche nell’entroterra di Adria risulta distribuita lungo secondari corsi d’acqua, prediligendo le morfologie leggermente dossive dei loro argini. Inoltre, si può ritenere che, in alternativa ai percorsi terrestri, i collegamenti con Adria, centro di raccolta e smistamento mercantile, fossero per lo più rappresentati dalle stesse ridotte diramazioni fluviali e incanalamenti artificiali. Si è propensi anche a pensare che il territorio a sud del Canalbianco (in antico denominato Tartaro) corrispondesse alla campagna di Adria, gestita sul modello della chora greca, per garantire l’economia commerciale della città, attraverso le risorse del fertile territorio.

La foto da deltaplano evidenzia un corso d’acqua scomparso presso San Cassiano.

Le fondamenta della casa etrusca di San Cassiano.

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ad inSeguire le PARLIAMONE Ambiente

Stelle cadenti...

Se la luce intorno è troppa, potrebbero non vedersi…allora guardiamoci intorno e spegniamo qualche luce. Anche la luce può inquinare. Proviamo a capire come… Il mese di agosto, mese vacanziero per definizione, è anche il mese migliore per osservare le stelle cadenti, soprattutto nella notte di San Lorenzo che cade il giorno 10. Siamo in molti durante quella notte a guardare in alto nel cielo notturno nella speranza di ammirare quante più stelle cadenti possibili. Nei giorni prossimi al 10 agosto, il cielo è infiammato da centinaia di eventi. Purtroppo, però, la maggior parte di noi farà fatica ad ammirare con facilità il fenomeno, e ancora più difficile sarà scorgere la Via Lattea, a meno che non ci si trovi in zone rurali o meglio ancora in aree

a cura di

Simone Papuzzi Tecnico della Prevenzione dell’Ambiente presso Arpav Rovigo

isolate di montagna o al mare. Si valuta che in Italia e quindi anche dalle nostra parti, almeno il 70% della popolazione non è più in grado di ammirare la Via Lattea e gran parte delle altre stelle del firmamento a causa dell’inquinamento luminoso.

Luminosità del cielo notturno in Italia, 2015-2017

Di questo problema se ne parla ormai da almeno un decennio, da quando si è iniziato ad affrontare il problema da un punto di vista tecnico-scientifico e anche legislativo. Ma andiamo con ordine. Cosa intendiamo per inquinamento luminoso e da cosa è provocato?

la pianura padana

illuminazione stradale

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L’inquinamento luminoso è un’alterazione della quantità naturale di luce presente nell’ambiente notturno provocata dall’immissione di luce artificiale. La luce artificiale inquina quando altera la quantità di luce naturale. La notte infatti non è completamente buia a causa di molteplici sorgenti di luce naturale tra cui la ricombinazione atomica negli strati alti dell’atmosfera, la luce delle stelle, la luce del sole riflessa dalle polveri interplanetarie, ecc. Anche se non può essere visto come un problema ambientale equiparabile ad altre forme di inquinamento spesso non reversibili (come l’inquinamento dell’acqua o dell’aria), si tratta pur sempre di inquinamento in quanto “alterazione di un qualsiasi elemento o di una qualsiasi sostanza naturale”, citazione dal vocabolario Devoto – Oli. Ma del resto, non possiamo di certo rinunciare all’illuminazione artificiale notturna, che rappresenta sicuramente un aspetto fondamentale del progresso della società contemporanea. Il progresso è sempre associato all’idea di crescita quantitativa e nell’ultimo secolo l’uomo ha inseguito una crescita esponenziale in ogni settore della società, basti pensare quanto sono cresciute le nostre città in termini di urbanizzazione, di popolazione e anche di illuminazione artificiale.


la via lattea

il cielo è l’altra metà del paesaggio: sotto il nostro pianeta, sopra l'universo con il suo sconfinato scenario di stelle, nebulose, galassie. non cancelliamolo, é la finestra che ci permette di guardare fuori”. Piero Bianucci - La Stampa

Nelle aree densamente urbanizzate come per esempio la nostra Pianura Padana, l’illuminazione artificiale ha raggiunto livelli intollerabili.

La luce è simbolo di ricchezza e sviluppo, un bene da usare per scopi pubblicitari, per spettacoli, per illuminare monumenti, palazzi, aree sportive e ricreative oltre che strade, parcheggi e svincoli stradali. Non possiamo farne a meno questo è vero. Negli ultimi anni è necessario tener conto degli aspetti di sostenibilità che devono riguardare tutte le tematiche, dalle emissioni di gas nell’aria, al cibo che mangiamo, al consumo di suolo, ai rifiuti che produciamo fino ad arrivare alla luce artificiale che generiamo. La causa primaria dell’inquinamento luminoso è l’immissione in atmosfera di luce artificiale e alla sua successiva diffusione verso l’alto da parte dei corpi luce installati all’esterno delle nostre abitazioni, nelle piazze, nelle zone industriali e lungo le strade urbane ed extraurbane. Esiste anche un effetto moltiplicatore dovuto all’illuminamento diretto di superfici e oggetti inutilmente illuminati. Si spreca sostanzialmente energia per illuminare anche zone per le quali non è necessario. Tra i primi ad accorgersene sono stati proprio gli astrofili e astrofisici intenti ad osservare il cielo notturno per le ricerche scientifiche e per le divulgazioni verso la popolazione. Sono stati loro i primi a stimolare un dibattito interno alla comunità scientifica arrivando poi al legislatore che ha deciso di regolamentare la materia. Perché se è vero che la luce ha un importante funzione sociale, di comfort urbano e garantisce una maggior percezione di sicurezza, è anche vero che l’eccessiva illuminazione ha conseguenze negative non solo sull’osservazione delle stelle, ma anche sulla salute dell’uomo, sull’equilibrio dell’ambiente, sulla cultura e sui consumi energetici e quindi sulle casse comunali.

Danni provocati da eccesso di luce

Oltre all’uomo, anche per la flora e la fauna, recenti studi scientifici descrivono possibili danni provocati da un eccesso di luce in quanto le forme viventi sulla

Terra sono influenzate dall’alternanza del giorno e della notte.

Per esempio l’esposizione ad elevata luce blu inibisce la produzione naturale di melatonina nell’uomo. Gli uccelli migratori invece vengono disorientati dalle fonti notturne di luce molto forti. Anche il mondo vegetale pare venga disturbato dalla luce artificiale notturna in grado di interferire sul processo di fotosintesi con conseguente riduzione della loro capacità di produrre ossigeno.

Cosa si può fare?

E’ quindi necessario un miglioramento qualitativo ed una diminuzione quantitativa della luce notturna artificiale prodotta dall’uomo. Servono poche e semplici regole intuitive e già testate sul campo: • Schermare completamente gli apparecchi di illuminazione esterna oppure orientarli verso il basso (90°); • Limitare l’illuminazione alle sole aree che necessitanodi essere illuminate; • Limitare al minimo indispensabile i livelli di illuminazione (e di conseguenza i livelli di potenza); • Spegnere le luci quando non servono (o limitarne il flusso nelle ore notturne); • Evitare se possibile l’utilizzo di lampade con elevato contenuto di luce blu (Led bianchi o ioduri metallici) • Limitare la crescita del flusso installato sul territorio, per un contenimento complessivo.

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PARLIAMONE Ambiente

a cura di

EriKa Francescon Politologa, consulente di educazione ambientale e sostenibilità

Lo sapevate che luglio è stato il mese “plasticfree”? Sapete cosa significa? Proviamo a capirlo insieme…

zero plaStica per salvare l’ambiente

Spesso ci sembra impossibile trovare l’equilibrio tra essere genitori e fare scelte che beneficiano l’ambiente; ma con alcune semplici tattiche, si può essere educatori ambientali anche se non siamo esperti. Ce n’è così tanta di plastica in tutto ciò che ci circonda, che ormai il nostro occhio non ci fa più caso. È presente in 9 prodotti su 10, ed è il terzo elemento umano più diffuso della terra, dopo l’acciaio e il cemento; tanto che si parla del nostro tempo come della nuova era del “plasticocene”. La cosa più preoccupante è che la plastica si trova attualmente in tutte le aree terrestri, perfino nella Fossa delle Marianne e nei ghiacci perenni.

La maggior parte delle specie animali ingerisce regolarmente le microplastiche e quindi, per la catena alimentare, queste arrivano dritte anche nel nostro stomaco.

Ma ci sono molti altri prodotti alimentari in cui sono presenti. Uno studio australiano stima infatti che mangiamo ogni settimana circa 5 grammi di microplastiche… come una carta di credito! E non solo, ma anche le inaliamo: l’aria che ci circonda ha residui di fibre e polveri plastiche. Quindi è chiaramente necessario cominciare a prendere serie misure in merito. E noi come individui e genitori, cosa possiamo fare? Come prima cosa è indispensabile capire che l’educazione ambientale ce la costruiamo. Siamo tutti autodidatti e all’inizio dilettanti, quindi non è necessario essere degli esperti per cominciare a praticare alcune azioni o parlarne in famiglia.

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Regola delle 4 R Possiamo iniziare mettendo in pratica la cosiddetta “regola delle 4 R”, applicabili anche e soprattutto all’educazione

RICICLO

Insegniamo i tipi di rifiuti e come differenziarli, e se non siamo sicuri di dove vadano, cerchiamolo insieme ai nostri bambini. Trasformiamo gli imballaggi o i prodotti usati in nuovi giochi, un’altra attività famigliare divertente!

RECUPERO

Cerchiamo di ottenere dal prodotto non più utilizzabile, altri materiali o energia. Gli imballaggi in questo caso la fanno da padrone: gli scatoloni diventano per esempio case o costumi. In cucina riscopriamo le ricette di recupero degli avanzi, e così via. O possiamo compostare gli alimenti (materia organica) per farli diventare fertilizzante per le nostre piante, che ringrazieranno! E di passo, i bambini rimarranno affascinati con questo ciclo meraviglioso. Ma soprattutto, dobbiamo cominciare a capire che se manteniamo questo stile di vita, lasceremo ai nostri figli un mondo sull’orlo del disastro, un pianeta ben peggiore di quello che abbiamo ricevuto, e loro dovranno pagare (e ben caro) gli effetti della nostra incoscienza.

RIDUCO

Non è necessario avere 10 prodotti per l’igiene dei nostri bambini, o mille giochi con luci e batterie, o 20 paia di pantaloncini. Cominciamo acquistando per i nostri figli (e per noi) solo il necessario, stimolando più la fantasia e meno l’occhio, preferendo giochi di legno e generici (che aiutano il gioco simbolico) a quelli definiti e luccicanti. Scegliamo prodotti senza tanti imballaggi (che sono addirittura il 40% di tutta la plastica prodotta nel mondo!) o con imballaggi biodegradabili e compostabili, o meglio ancora prodotti sfusi.

RIUSO

Scegliamo oggetti che non siano monouso (pile ricaricabili, vuoti a rendere). Insegniamo ai nostri figli a riparare gli oggetti, un’attività che sicuramente apprezzeranno (anche per il tempo che passerete insieme per farlo). Senza vergogna, offriamo ai nostri parenti o amici i vestiti che non vanno più, sicuramente farete un favore anche alle tasche dei genitori che li riceveranno!

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ATTIVIAMOCI facciamo insieme

una tartaruga Prendiamo una bottiglia di plastica, preferibilmente verde e con la forbice ritagliamo il fondo della bottiglia tenendo un’altezza di circa 6 cm. a cura di

mamma Carlotta Più di 33 mila bottigliette di plastica, secocondo le stime del WWF, finiscono nel Mediterraneo ogni minuto! Ogni anno la plastica soffoca i nostri oceani e provoca la morte di migliaia di specie animali. Per sensibilizzare i nostri bambini ad un uso più attento e responsabile, vi proponiamo un facile lavoretto da fare insieme per trasformare le vecchie bottiglie di plastiche in giocose tartarughine. Vediamo come fare!

• Una volta ritagliato, poniamo il fondo della bottiglia al centro della spugna da cucina e con l’aiuto di un pennarello a punta fine tracciamone la sagoma. Sempre con il pennarello disegniamo sulla spugna quattro zampette più la coda e la testina della nostra tartaruga. (come da immagine). • Con l’aiuto di un ago incomincio a forare la spugna da sotto a sopra facendo passare il filo al di sopra del guscio della tartaruga per poi continuare la procedura nelle successive 4 scanalature. • Aggiungiamo al centro della bottiglia un bel bottone colorato e per finire, con il pennarello disegniamo la faccina della tartaruga. La nostra tartaruga è pronta e può essere usata in due modi: in acqua perché sta a galla come le tartarughe marine oppure, facendo un taglietto alla base della spugna e inserendo all’interno dei fagioli o delle monetine, la nostra tartaruga si trasformerà in un simpatico gioco-musicale.x

L’inquinamento da plastica sta continuando a crescere e se i Paesi non adotteranno soluzioni concrete ed efficaci entro il 2050 l’inquinamento nell’area del Mediterraneo quadruplicherà. 16

occorrente: • Spugna • Bottiglia di plastica • forbici • ago e filo di lana • Bottone colorato • colla • Pennarello punta fine indelebile

speciale


da ottobre 2019

progetti extra-curriculari per bambini/ragazzi dai 18 mesi ai 13 anni aperti anche ai non iscritti alla scuola:

IL CORPO RACCONTA - Danzaterapia con la Dott.ssa Nadia Zampollo un approccio al movimento che favorisce l'espressione individuale, allargando la gamma motoria ed espressiva e supportando le caratteristiche motorie e creative di ogni bimbo. • Corsi aperti ai bambini/ragazzi dai 3 ai 13 anni. • Corso genitori-figli per bimbi/e dai 18 ai 36 mesi.

GIOCO SPORT (Danza, Motricità, Laboratori) il progetto ha lo scopo di avvicinare i bambini alla lingua inglese attraverso giochi, laboratori e danza. Il progetto sarà curato da un'educatrice qualificata dell’Istituto Babylon di Rovigo

SCUOLA DELL’INFANZIA bambini dai 3 ai 5 anni SEZIONE PRIMAVERA bambini dai 24 ai 36 mesi

FIT-RUGBY per i bambini della scuola dell'infanzia

orario 7.30/16.00 possibilità di post-orario fino alle 18.00

BASEBALL per ragazzi dai 6 ai 13 anni

in collaborazione con ASD Monti Rugby Rovigo

PUGILATO per i ragazzi dai 6 ai 13 anni Attività ludico sportiva di apprendimento delle basi del pugilato con Pugilistica Rodigina.

ProgettI DellA SCUolA Dell’InfAnzIA

Uno sport completo, con principi sani per la crescita dei giovani, in collaborazione con Baseball Softball Club Rovigo

Progetto Orto Laboratorio Inglese con Babylon

Info e costi sulle attività contattare la segreteria della scuola. Posti limitati

(educatrici qualificate)

in collaborazione con:

Psicomotricità (con Specialista esterno)

Progetto Teatro, Progetto Musica Coding, Riciclaggio, Cittadinanza Attiva Sportello D'ascolto Psicologico Consulenza e sostegno alla genitorialità con la Dott.ssa Consuelo Dolcetto

Scuola dell’Infanzia Mamma Margherita

da ottobre a giugno 2019 ogni primo venerdì del mese ore 19.00-22.30

una fiaba sotto la tenda una serata per bambini/ragazzi con momenti magici, storie e racconti in compagnia di un’educatrice.

ROVIGO via Domenico Piva, 29

Cena (pizza + bibita) inclusa nella quota di partecipazione.

tel. 0425.30791 • scmarghe.rovigo@tiscali.it

Posti limitati

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STAR BENE psicologia

La vacanza, soprattutto quella estiva, è il periodo dell’anno cui affidiamo desideri, sogni, idee e soprattutto il bisogno di riposo, ristoro, rigenerazione da un anno di corse e fatiche… Talvolta, però, anche la vacanza si trasforma in una corsa…

recuperare l’energia Si puo’ Matteo Spagnolo psicologo e psicoterapeuta

intervista a cura di

Micol Andreasi

E importante prendersi una pausa e godersi il tempo presente senza aspettative.

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Esiste davvero un modo per recuperare le energie senza delegare troppe responsabilità alla vacanza? Lo abbiamo chiesto al dottor Matteo Spagnolo, psicologo e psicoterapeuta, specializzato in psicosomatica. Soffriamo tutti di un vizio: credere che ci sia solo un momento dell’anno, del mese o della settimana in cui è possibile riposarci. Quel momento arriva quando abbiamo finito tutto, sistemato ogni cosa, chiuso il lavoro. E’ il tempo della vacanza, che così si fa sempre più agognata e carica di aspettativa. Un vizio appunto. Soprattutto nella vita di un adulto non esiste mai un momento in cui tutte le cose sono apposto o concluse. Chi va in vacanza con i bambini lo sa bene. Ma anche chi lascia a casa i propri anziani, o chi ha un lavoro autonomo. L’unico modo per rigenerarci davvero è provare ad uscire dal ruolo anche solo per un at-

timo, cambiare la prospettiva. Per farlo non è necessario andare lontano. Serve riappropriarsi della leggerezza del respiro. Rientrare a contatto con le sensazioni e le emozioni che vivono dentro di noi e che tacitiamo sempre perché convinti che sia nostro dovere fare altro, occuparci di tutto ciò che serve a raggiungere obiettivi. Uscire dal ruolo di brava mamma, impiegata, avvocato, moglie, insegnante è riscoprire il ritmo del respiro, il battito del cuore, una sensazione di appesantimento allo stomaco o di piacere, un ricordo che riaffiora bello o brutto, che si accoglie e si lascia andare. E’ non trattenere. Bastano pochi minuti al giorno. All’inizio forse sembra un esercizio difficile, ma la pratica ci rende ogni volta più capaci di vero e rigenerante relax. Possiamo farlo comodamente sulla poltrona di casa. Due, però, sono le condizioni: il buio ed il silenzio


Perché siamo così tanto stressati? Lo stress è uno squilibrio psico-fisico. Noi chiediamo al nostro fisico di correre sempre più velocemente, oltre le sue possibilità. Esso, allora, per riuscire a ristabilire l’equilibrio naturale ci manda dei segnali, come la stanchezza, il mal di stomaco o di testa o l’insonnia… Ci invita a rallentare. Ma quasi mai lo ascoltiamo. Prendiamo invece degli integratori per riuscire a fare ancora di più e meglio ed a maggiore velocità. Restiamo così sordi ad ogni segnale fino ad assuefarci agli stessi. E’ così che ci esponiamo a zone di pericolo sempre più alte, quando invece dovremmo imparare ad ascoltare di più, a fermarci, a ritirarci un po’ per poi riprendere. La nostra vita è come una pulsazione fatta di un momento di espansione e di uno di contenimento o riduzione.

Nella fase di espansione ci allarghiamo all’attività, alla relazione con gli altri, ai mille impegni. Nella fase di contenimento ci ritiriamo per un po’, ci prendiamo una pausa.

Spegniamo finalmente il cellulare, ci sconnettiamo per recuperare le energie e ristabilire l’equilibrio. Siamo tanto stressati perché abbiamo ridotto la pulsazione ad una continua ed estenuante espansione. Perché è utile uscire dal ruolo per rigenerarsi? Perché è prestazione. Uscirne significa riappropriarsi della dimensione affettiva e godersi il tempo presente senza aspettativa. Sempre più spesso noi genitori siamo in ansia perché viviamo proprio di aspettative che, anche involontariamente carichiamo sui nostri ragazzi. Ci ripetiamo che per essere dei bravi genitori dobbiamo offrire loro opportunità, contribuire a migliorare le loro performace in ambito sportivo e culturale e relazionale. Ci sottoponiamo a grandi fatiche per riuscire ad essere quei bravi genitori che abbiamo in mente. Se poi le cose non vanno come avremmo voluto, e la performace non corrisponde alle nostre attese, si ingenerano una serie di situazioni che mettono

grandemente a rischio il nostro rapporto con i figli e causano infelicità. Anche se molto giovani sentono che siamo delusi e non pensano che volevamo facessero un’altra cosa, ma più spesso che fossero persone diverse. Che cosa c’è di più doloroso del non sentirsi accolti o apprezzati? So bene che è quasi impossibile non avere aspettative, ma è utile saperle riconoscere e prendervi le distanze. A colpi di dover essere in un certo modo, dover fare cose, dover cercare opportunità, rischiamo di perderci il piacere di un’esperienza unica e straordinaria che è l’esperienza genitoriale! Uscire dal ruolo del bravo genitore, accantonare il senso del dovere, abbandonare i modelli di riferimento, è concedersi la possibilità di essere unici e speciali, magari anche di sbagliare, senza troppi traumi. Significa anche accogliere nostro figlio come altro da noi e dalle nostre aspettative. Infondo, nessun bambino ha mai chiesto di avere un genitore perfetto, ma di sentirsi pienamente amato.

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STAR BENE pediatria

OCCHIO ALLE ZECCHE: PREVENZIONE E PERICOLI

Le zecche sono parassiti ematofagi di diverse specie animali e anche dell'uomo e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive. Le più rilevanti da un punto di vista sanitario in Italia sono la zecca dei boschi (Ixodes ricinus) e la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus). L’habitat preferito è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con microclima fresco e umido. La loro attività si a cura di concentra in primavera/estate quando è Flora Marino quindi più frequente essere "morsi da una ematologa e infettivologa zecca" condizione che di per sé non è pericopediatra Ospedale di Rolosa per l’uomo. I rischi sanitari dipendono vigo ULSS 5 Polesana invece dalla possibilità di contrarre infezioni Lorenzo Chiusaroli trasmesse da questi animali in qualità di vetmedico specializzando tori.

pediatria Università degli Studi di Padova

Tutte le zecche sono portatrici di malatti

Non tutte le zecche sono portatrici di malattie, e non tutte le punture delle zecche portatrici di una malattia causano la malattia stessa. Le patologie infettive trasmesse da zecche con maggior rilevanza in Italia sono: la malattia di Lyme (o Borreliosi), causata dal batterio borrelia e la meningoencefalite da zecca (o TBE) causata da un virus. La malattia di Lyme

E’ la più rilevante patologia trasmessa da vettore in Italia. Clinicamente il primo sintomo è la comparsa di una macchia rossa (eritema migrante) che si propaga dalla zona della puntura, con un anello chiaro al centro. Entro qualche settimana/mesi, si possono

puntura di zecca

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sviluppare disturbi neurologici precoci, artralgie, mialgie, meningiti, miocardite. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare. Se la malattia non viene trattata con adeguata terapia antibiotica possono comparire danni a lungo termine, lesioni a carico del sistema nervoso centrale (SNC), dell’apparato cardiovascolare e della cute. La meningoencefalite da zecca (o TBE) è una malattia virale del SNC, causata da un virus, identificato in Italia nel 1994 in provincia di Belluno. Dal punto di vista epidemiologico, oggi la Tbe è presente in focolai endemici in Friuli, Veneto e Trentino. La puntura di una zecca infetta, generalmente non dà luogo ad alcun sintomo. In una minoranza di casi, sintomi similinfluenzali (febbre, dolori agli arti, cefalea) possono apparire 2-28 giorni dopo e scomparire dopo qualche giorno. Nel 515% delle persone infettate, dopo un intervallo senza sintomi di 8-20 giorni, l’infezione può estendersi al SNC causando meningite o meningoencefalite, nell’1% dei casi ad esito fatale. Per la TBE non esiste alcun trattamento specifico. Esiste un vaccino per la meningoencefalite da zecca?

L'unica protezione efficace è la vaccinazione che può essere praticata a partire dai 5 mesi di età ed è raccomandata a coloro che risiedono stabilmente o temporaneamente in zone boschive e rurali endemiche per la TBE. È disponibile in Veneto. Non protegge contro le altre patologie trasmesse da zecche.

eritema migrante


Quali precauzioni possiamo avere?

Esistono alcune precauzioni per ridurre la possibilità di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia. Quando il bambino gioca nell'erba, far indossare abiti chiari (più facile individuare le zecche) che coprano le parti più esposte (calzettoni, pantaloni e camicie a maniche lunghe) e controllare a fine giornata i vestiti e la superficie corporea, con attenzione alle pieghe cutanee e al capo, dove più facilmente si annidano. Importante inoltre trattare gli animali domestici con sostanze acaro repellenti prima dell’escursione e spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni Nelle zone più infestate dalle zecche è consigliato applicare sulla cute un insettifugo contenente DEET (dietiltoluamide) e spruzzare gli abiti con un repellente per insetti contenente permetrina. Il morso è indolore perché emettono una sostanza contenente anestetico. Per questo motivo è difficile accorgersi del parassita quando si attacca al corpo. Spesso ce ne si accorge a distanza di tempo, quando le aree attorno al morso causano prurito. Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite. Come rimuovere la zecca?

Il metodo migliore per rimuovere la zecca, è quello di afferrarla alla base, il più vicino possibile al rostro (piccolo uncino con il quale la zecca rimane attaccata alla pelle) attraverso una pinzetta. Una volta afferrata verrà estratta facendola roteare in senso antiorario. Lasciare parti del rostro nella cute non influenza la trasmissione di malattie e, al limite, prolunga l'irritazione. Cosa non si deve fare?

Controindicati: aghi arroventati, calore, petrolio, smalto per unghie, alcol o altro. È necessario l'antibiotico?

Dopo l'estrazione è indispensabile disinfettare la zona colpita e tenerla sotto controllo per una decina di giorni. In questa fase NON è necessaria alcuna profilassi antibiotica. Quando è necessaria la visita pediatrica?

È opportuno consultare un medico in caso di: - arrossamento con un anello chiaro al centro nella zona della puntura - sintomi quali malessere generale, febbre, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi, cefalea nelle settimane successive alla puntura Nel caso non compaia alcun sintomo o eruzione cutanea per un mese, è probabile che non sia presente alcuna infezione. 21


STAR BENE nutrizione

a cura di

Erica Finotti Biologa Nutrizionista Segretario dell’Associazione Italiana Nutrizionisti

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Mangiar Alimentarsi correttamente è il principale fattore per il mantenimento della salute ed è necessario quindi assumere giuste abitudini alimentari ed uno stile di vita sano già prima di iniziare la gravidanza. L'alimentazione influenza direttamente sia la salute della futura mamma e il percorso della gravidanza sia la nutrizione del neonato. Un corretto stile di vita può contribuire a favorire il concepimento, un corretto sviluppo del feto durante la gravidanza e un ridotto rischio di mortalità fetale e neonatale, influenzando anche, secondo le ultime ricerche, lo stato di salute del futuro bambino-adolescente e dell’adulto.

Le principali indicazioni a cui si deve attenere una donna durante il periodo della gravidanza.

Una corretta alimentazione deve soddisfare le aumentate richieste dell’organismo soprattutto per quanto riguarda alcuni nutrienti come proteine, ferro, iodio, acido folico, vitamina C e quelle del gruppo B (B1, B2, B12), ed acqua; è necessario avere quindi un’alimentazione quanto più varia per essere sicuri di introdurre tutti questi alimenti perché, va ricordato, che non esiste un alimento di per sé completo o migliore ma ogni alimento contiene alcuni, e non tutti, i nutrienti in quantità differenti. La Dieta Mediterranea ci fornisce indicazioni precise sulla frequenza con cui si devono consumare i diversi alimenti per garantire un apporto adeguato ed equilibrato di tutti i nutrienti: • 2-3 spuntini tra i pasti principali, soprattutto nel terzo trimestre, preferendo la frutta per gestire meglio la sensazione di fame, per evitare pasti abbondanti a pranzo e a cena che rallentano la digestione e soprattutto per fornire preziose vitamine • Consumo almeno 5 porzioni tra frutta fresca e verdura (insalate a foglia, ortaggi crudi o cotti) scelta tra quella di stagione e possibilmente a km 0, nell’arco della giornata • Consumare a pranzo o cena, almeno due-tre volte a settimana, un piatto con legumi e cereali (pasta e fagioli, pasta o riso e piselli, orzo o farro e fagioli, zuppe di legumi o semplicemente legumi con l’aggiunta del pane) accompagnati della verdura • Cereali e derivati, tuberi devono venir assunti ad ogni pasto: pane, fette biscottate, pasta, riso, mais, farro, orzo, couscous, polenta, cereali da prima colazione, patate • Privilegiare come condimento l’olio extravergine di oliva preferibilmente da aggiungere crudo alle pietanze • Scegliere cotture semplici come quella al vapore o al forno • Per un adeguato introito di proteine alternare carne (massimo 2-3 volte alla settimana), pesce di mare (minimo 3-4 volte alla settimana e comunque sempre da preferire alla carne), uova ( 1-2 volte a settimana) e latte e derivati come yogurt, formaggi (2-3 volte durante la settimana) freschi e stagionati • Consumare il sale in modo moderato e scegliere quello iodato


IL SEGRETO DEL BENESSERE PER LE NEO MAMME Cosa eliminare in gravidanza

Gli integratori di vitamine vanno presi sempre?

La prima sostanza da eliminare in gravidanza è l’alcol, presente oltre che nelle bevande (vino, birra, liquori e aperitivi) anche in alcune preparazioni (es. dolci imbevuti di liquori o altre pietanze). Si sente spesso dire che un bicchiere di vino a pasto si può tranquillamente prendere ma si tratta di una convinzione del tutto sbagliata! Non è un cibo ma va totalmente eliminato anche il fumo sia in gravidanza che dopo. Si consiglia durante i nove mesi di limitare il consumo di pesci di grandi dimensioni ad una volta a settimana (pesce spada, squalo, tonno) a causa dei diversi contaminanti ambientali (mercurio, diossine, ecc.) che possono accumularsi nei loro tessuti.

Se la futura mamma si nutre con un’alimentazione in cui sono presenti tutti i gruppi alimentari e non salta i pasti la sua dieta le consente di introdurre tutti i nutrienti di cui ha bisogno, per cui gli integratori multivitaminici non sono indispensabili. L’eccezione è rappresentata dall’introduzione di acido folico che deve iniziare già prima (almeno un mese) della gravidanza e poi continuare fino alla fine del terzo mese di gestazione. Ci possono essere condizioni fisiologiche particolari per cui è consigliabile assumere integratori di specifici nutrienti e per più tempo: in tutti i casi, sarà il ginecologo o il nutrizionista a stabilirne le tipologie e i dosaggi.

Visto che siamo in due si mangia per due!

Ridurre la nausea con l’alimentazione

Sicuramente no. E’ un’idea sbagliata quella per cui la donna debba mangiare molto più del normale. Nel primo trimestre l’incremento calorico giornaliero medio di una donna, che inizia la gravidanza normopeso e che abbia una progressione corretta del peso, è minimo, circa 70 kcal, diventa di circa 260 kcal nel secondo e circa 500 kcal nel terzo trimestre. Le "voglie" esistono?

Su queste “voglie” improvvise ci sono teorie popolari che però non hanno un riscontro scientifico. In realtà, sembra che l’aumento degli estrogeni, in gravidanza, comporti un’alterazione del senso del gusto e dell’olfatto, per cui può accadere che la donna si senta “attratta” da un alimento che prima non era gradito e, viceversa, di disprezzarne un altro che invece in precedenza era molto apprezzato.

La nausea durante la gravidanza è più frequente nel primo trimestre ma in alcune donne continua anche oltre presentandosi in qualsiasi momento del giorno o della notte, anche se quella mattutina è più comune e in questo caso scegliere alimenti ricchi di carboidrati, poveri di grassi e facili da digerire. Evitare gli alimenti oleosi, speziati e grassi. L’uso dello zenzero viene spesso consigliato come rimedio naturale: diversi studi sembrerebbero confermare l’effetto positivo nelle forme più lievi di nausea ma è corretto, prima di ricorrere al suo utilizzo, chiedere informazioni al proprio ginecologo. Per contrastare la nausea fare piccoli spuntini anziché fare i classici tre pasti principali: la nausea, infatti, può peggiorare a stomaco vuoto.

Cosa cambia durante l’allattamento

Per permettere la produzione di latte la mamma ha bisogno di un maggiore apporto di energia, fornita sia dalla dieta sia dalle riserve energetiche (tessuto adiposo) accumulate durante la gravidanza. Nei primi mesi se l’allattamento è di tipo esclusivo serve un incremento energetico giornaliero di 500 kcal. Da un punto di vista qualitativo, invece, il consumo dei diversi alimenti deve rimanere quanto più vario possibile. Bere birra aumenta la produzione di latte

Si tratta di una vecchia credenza: tra l’altro la birra contiene alcool! Questa sostanza, se ingerita dalla donna che allatta, passa nel latte materno e viene assunta dal neonato che rischia gravi danni visto che non è in grado di metabolizzarla. “Il latte fa latte”

Falso, è una frase popolare usata per dire che favorirebbe la produzione di latte materno ma non esistono studi scientifici che sono riusciti a dimostrarlo. Non tutte le verdure possono essere usate durante l’allattamento

Per tradizione, alcune verdure (cavoli, broccoli, asparagi, carciofi, aglio, cipolla, ecc.) dal sapore amaro e molto intenso sono sconsigliate nella dieta della mamma che allatta perché ritenute in grado di rendere sgradevole il sapore del latte. In realtà, gli ultimi studi in proposito sembrano indicare che il neonato possa non gradire il latte materno solo nel caso in cui la mamma consumi alimenti diversi rispetto a quelli che facevano parte della sua dieta nella fase della gravidanza. 23


ATTIVIAMOCI in cucina

a cura dello chef

Maurizio Fantinato docente di Enogastronomia presso l’Istituto Alberghiero “G.Cipriani” Adria (Ro)

Le verdure sono l’elisir per una vita lunga e sana. Fin che l’orto è ancora ricco, facciamone indigestione! La ricetta che vi propongo è gustosa e raffinata. Di solito conquista le mamme che d’estate ci tengono alla linea…

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350 g di patate sbucciate 200 g di carote 150 g di zucchine 100 g di fagiolini 200 g di borlotti freschi (cotti bolliti) 200 g di pomodori maturi 1 cipolla rossa 1 costa di sedano 4 cucchiai di olio extravergine di oliva 10 foglie di basilico 1 spicchio d’aglio sale e pepe 4 fogli pasta filo insalatina mista 1 vasetto di yogurt naturale 1 limone

Sbollentate i pomodori in acqua bollente per 30 secondi e poi estraeteli con un mestolo forato. Sbucciateli e fateli a pezzettoni. Tagliate le verdure a cubi e cuocete tutto a vapore, o bollite, se preferite. Tritate finemente il prezzemolo, l'aglio e il basilico, condite il tritato con olio e fate una salsina. Se avete un mortaio lasciate fare al vostro bambino, si divertirà moltissimo. Versate in un contenitore lo yogurt e conditelo con olio, sale e succo di limone. Stendete la pasta filo, conditela con dell’olio e poi, con l’aiuto di un bicchiere, datele una forma circolare, tipo un disco con al centro un buco. Cuocetela in forno a 140° per 5 minuti. Prendete un piatto fondo e versatevi due cucchiai di yogurt condito. In un contenitore a parte condite le verdure con la salsa di basilico e prezzemolo, poi ponetele sopra la salsa yogurt, copritele con la pasta filo mettendo al centro le insalatine. Ora potete servire e godervi il Vostro meritato elisir di vita sana!


ATTIVIAMOCI in cucina

a cura di

Vilma Arcuri cuoca Scuola dell’Infanzia

Il gelato è un ottimo alimento per i nostri bambini, nutriente, dissetante, rinfrescante, perfetto soprattutto quando fa più caldo! Adorato dai bambini che lo richiedono a metà mattina, come merenda del pomeriggio oppure come dopocena, il gelato è una delle gioie dei bambini (e anche dei grandi) ed è un alimento completo a livello nutrizionale. ll gelato biscotto senza gelatiera rappresenta una semplicissima e golosa merenda perfetta in estate per i bambini.

Ingredienti per 12 gelati: 24 biscotti tipo “Rigoli” 50 gr di biscotti amaretti 250 ml di panna per dolci 1 cucchiaio di zucchero a velo 2/3 cucchiai di Nutella o gocce di cioccolato q.b.

Il Gelato Biscotto è veloce da realizzare e richiede pochi ingredienti.

Procedimento: Prendete una terrina e con l’aiuto di un frullatore, montate la panna aggiungendo lo zucchero a velo. Aggiungete poi 2/3 cucchiai di Nutella oppure le gocce di cioccolato. Per dare più gusto aggiungere anche gli amaretti sbriciolati. Mescolate il tutto. Rivestite una pirofila con carta trasparente o da forno. Adagiate un primo strato di biscotti fino a coprire il fondo della pirofila e farcite con uno strato abbondante di panna badando bene, con un coltello, di livellarlo. Ricoprite con un altro strato di biscotti e chiudete il tutto con la pellicola trasparente. Lasciate riposare in freezer per almeno 3 ore. Prima di servire, togliete la pellicola e con un coltello separate i biscotti. Il gelato biscotto potrà poi essere conservato in freezer.

il Gelato Biscott

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PARLIAMONE istruzione

Anna Pokrovskaya Insegnante

Manca un po’ all’inizio del nuovo anno scolastico e allora ne approfittiamo per fare un salto in Finlandia a conoscere

meglio come funzione il sistema educativo più all’avanguardia d’Europa. Lo facciamo con l’aiuto di Anna Pokrov-

la Scuola FinlandeSe un modello educativo internazionale

anna Pokrovskaya, 33 anni, è nata e cresciuta a Petrozavodsk in Russia, una delle città più popolate della carelia.

Il sistema educativo scolastico finlandese è considerato il numero uno al mondo secondo le statistiche dell’ONU e di altri organismi internazionali. Il percorso della scuola elementare è diventato un modello internazionale. Partiamo da un dato: la Finlandia è uno Stato piuttosto giovane, indipendente dal 1917. Il in finlandia, suo sistema educativo esiste dagli anni '60 del nella cittadina di Jyväskylä, si è trasferita secolo scorso e comprende quattro fasi: educazione della prima infanzia (Varhaiskasva12 anni fa per intratus), scuola elementare (Ala-aste), scuola prendere un corso secondaria superiore (Yläaste), istituti di istrudi finlandese e poi, zione superiore (Instituutti). dopo la laurea, ha Ogni fase di formazione si svolge in due lingue scelto di viverci. nazionali: il finlandese e lo svedese. ha trascorso in vacanza qualche settimana a Gaiba. l’abbiamo incontrata lì.

Jyväskylä 26

skaya, insegnante presso la Kindergarten Purje di Helsinki, Department of early childhood education

L'anno scolastico inizia a metà agosto e si conclude solitamente alla fine di maggio. Durante questo periodo, gli studenti vanno in vacanza ben quattro volte: vacanze autunnali (Syysloma), vacanze natalizie (Joululoma), vacanze sciistiche (Hiihtoloma), vacanze pasquali (Pääsiäisloma). Tutte le scuole del Paese sono in funzione cinque giorni a settimana. Il venerdì l’orario scolastico è ridotto. In generale, l'istruzione scolastica in Finlandia dura 9-10 anni e si compone di due livelli. Il primo livello è la scuola elementare. I bambini iniziano la scuola elementare a 7 anni e la fre-

quentano per sei. Le classi junior (7 e 8 anni) della scuola primaria lavorano in un'unica aula con un insegnante permanente. I primi due anni i bambini imparano quattro argomenti principali: matematica, lettura, lingue e storia naturale. Altre materie di studio sono l'educazione fisica e lo sviluppo creativo dei bambini. E’ proprio lo sviluppo creativo ad essere oggetto di particolare attenzione: i bambini sono educati a suonare strumenti musicali, cantare, disegnare, scolpire. Ogni anno si aggiungono nuovi elementi, e al termine della scuola primaria gli alunni hanno una conoscenza di base su tutti i principali ambiti di formazione in lingua finlandese, svedese oltre ad aver posto le basi per la conoscenza di altre due lingue straniere. Interessante è il metodo di valutazione degli alunni. Nei primi tre anni della scuola elementare non esiste la valutazione. Nei tre anni successivi, gli studenti ricevono valutazioni orali con questa scala: soddisfacente, buono, eccellente. Solo dalla scuola secondaria superiore, si inizia ad utilizzare una scala di valutazione numerica su base dieci. Non esistono i registri cartacei o i diari. Ed i progressi del bambino vengono monitorati dai genitori attraverso la rivista elettronica WILMA. Qui dentro si trovano le annotazioni


aule senza banchi e senza libri attività all’aria aperta

relative ai i progressi degli studenti, i commenti dello psicologo, del medico, degli insegnanti. Particolare attenzione è rivolta all'educazione inclusiva fin dall'età prescolare. Per tutti i finlandesi in tenera età con difficoltà di linguaggio, ritardo dello sviluppo, esiste la possibilità di un piano educativo paritario. I bambini con bisogni speciali ricevono tutto ciò di cui hanno bisogno per un processo di apprendimento di successo: attrezzature, assistente personale, traduttore e così via. Un’altra caratteristica della gestione del tempo scuola è che gran parte della giornata è trascorso con attività all’aria aperta, anche quando il termometro scende sotto zero.

ambienti rilassanti per un apprendimento efficace neve e freddo ma gli studenti vanno a scuola in bicicletta a -17 gradi

I principi guida del sistema educativo scolastico finlandese sono diversi.

Il primo è la gratuità del servizio. Le scuole vietano qualsiasi movimento di denaro da parte dei genitori. Inoltre, oltre alla formazione stessa, agli studenti vengono forniti gratuitamente pasti, escursioni, attività extracurricolari, libri di testo e gli strumenti necessari, tra cui tablet e ebook, trasporti. Il secondo è l'uguaglianza. Tutte le istituzioni educative sono ugualmente finanziate e hanno le stesse capacità. Altri due principi importanti sono l'individualità e la praticità. Per ogni bambino, gli insegnanti sviluppano

un curriculum ad hoc. Il programma scolastico include solo gli elementi che saranno davvero utili nella vita. I bambini sono preparati per la vita, non per gli esami. È importante non ricordare le formule, ma imparare a utilizzare gli input ricevuti e applicare correttamente le informazioni ricevute. C’è un altro segreto alla base del successo del processo educativo finlandese: il principio della concentrazione rilassata. Come ci ricorda un’insegnante della scuola Matinlahden koulu di Helsinki: "Per avere un apprendimento efficace devi essere rilassato, di contro lo stress impedisce ai bambini di svilupparsi appieno.” 27


PARLIAMONE educazione

NON AVERE PAURA DELL’ALTRO

Ero a casa da sola. Uno di quei momenti di rara tranquillità in cui giri per casa in pigiama facendo mille cose e nessuna veramente. Suona il campanello. Suonano tutti campanelli del palazzo. Non sarà per me, quindi non apro. Dopo poco sento bussare alla porta. Mi affaccio allo spioncino: un faccione tondo, scuro, cupo… Ho paura e non apro. Questo pensiero mi accompagna tutto il giorno. Un episodio come tanti, per la verità nulla di grave, ma c’è qualcosa che mi logora a cura di dentro. Non mi piace aver paura. Non mi piace Martina chiudermi in casa per paura di qualcosa che De Michele non conosco. Ma piano piano dentro di me si Capo Scout Agesci faceva spazio la delusione per ciò che avevo deciso di pensare: avevo dato per scontato le “Non bisogna mai avere paura dell'altro. intenzioni di qualcuno senza concedergli la Perchè tu, rispetto al- minima possibilità. Di storie se ne sentono tante, ho pensato, meglio non mettersi nei l'altro, sei l'altro..." guai… Eppure, qualcosa dentro di me non mi A.Camilleri lasciava in pace. “Dietro le porte Siamo profondamente convinti, più o meno chiuse l'unica visione tutti, che la vita umana abbia pari dignità in che si può avere del qualunque parte del mondo. Conosciamo mondo é dal buco bene le storie dei nostri nonni che cercarono della serrarura." fortuna oltre oceano e sopravvissero grazie M.Bucchi all’ospitalità di altre famiglie. Ma nella vita di tutti i giorni sembra profondamente diverso. Accogliere è fare spazio dentro di se. L'accoglienza è un'apertura: ciò che viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare in una casa, in un gruppo ma soprattutto in se stessi. Accogliere vuol dire mettersi in gioco e in questo esprime una sfumatura ulteriore rispetto all’antico buon costume dell'ospitalità. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l'altro diventando un tutt'uno con lui. E quindi è una gran fatica, un rischio a volte, un azzardo in piena regola. Arriva natale. E si sa che a Natale si è tutti più buoni. Con il gruppo scout decidiamo di partecipare ad una tombola all’ostello di Canal Bianco per gli ospiti. Operativi e protetti (o

nascosti) dalle nostre uniformi prepariamo premi e organizziamo tabelloni. In fondo è facile sorridere per una sera sola, stringere mani, intonare due canti natalizi, risollevarsi un po’ la coscienza. Quello che non è facile per niente è lasciar entrare la storia degli altri nella nostra, cercare di capire, a volte di giustificare, più spesso di sentire. C’è inevitabilmente un po’ di imbarazzo e diffidenza, i ragazzi sono difficili da coinvolgere, forse se avessimo portato dei tamburi invece che delle chitarre si sarebbero sentiti più a loro agio. Ma poi penso che se fossi in un paese straniero senza famiglia né amici, senza capire bene la lingua e la mentalità l’ultima cosa che vorrei è una festa organizzata per me da un gruppo di sconosciuti saltimbanchi che cercano di farmi divertire. Se fossi lontano da casa, con nessuna certezza sul mio futuro, senza nessuna notizia di chi è partito con me, forse l’unica cosa che vorrei è trovare degli amici! E mentre siamo intenti e indaffarati per la buona riuscita della serata, i miei figli ancora piccolissimi sgattaiolano fuori dal gruppo e, senza la minima titubanza, intraprendono una partita di calcetto mista: Italia-Africa. Per un attimo mi si è fermato il cuore. Saranno al sicuro lì da soli? Non sanno nulla del mondo e non possono capire. Meglio tenerli d’occhio. Ma poi li ho visti sorridere e divertirsi, non servivano parole né interpreti, non servivano sovrastrutture né attività organizzate, stavano semplicemente giocando con altri ragazzi che avevano voglia di giocare con loro. Tutto qui. Tornando a casa mi hanno solo chiesto: “Mamma li ha dipinti Dio di quel colore?“ “Sì amore, credo proprio di si!“ “Mi sono tanto divertito questa sera!“ E io torno a casa con insegnamento più grande della vita: io l’accoglienza me la faccio spiegare dei bambini!


YOGA

PARLIAMONE educazione

a cura di

Glenda Incao pedagogista clinico operatore shiatsu istruttore yoga educativo

Sempre più insegnanti segnalano che i bambini arrivano a scuola già “carichi” alle otto del mattino e ciò rende più difficile il loro coinvolgimento nei processi di apprendimento. Oltremodo difficile è anche contenerli. I bambini di “oggi” hanno un maggior bisogno di rassicurazione, spesso sono sfuggenti, nello sguardo e nell’ascolto, e talvolta difficilmente raggiungibili, immersi in un mondo di frastuono, esposti ad immagini veloci, sovra stimolati da dispositivi digitali. In continuo aumento sono le difficoltà di concentrazione, i tic nervosi e l’iper-agitazione motoria. La scuola è un contesto in cui i ragazzi sono maggiormente sotto pressione, quasi inevitabilmente si innesca in loro uno spirito competitivo che sposta l’attenzione al “fare” anziché al “sentire” ed all’ “essere”, alla prestazione anziché alla collaborazione.

YOGA A SCUOLA

“Yoga significa legare insieme e il proposito del suo allenamento non è finalizzato all’ottenimento di un effetto fisico, ma a creare nel corpo la condizione migliore perché esso possa coadiuvare lo sviluppo del cuore in una prospettiva di evoluzione umana globale” Maestro Masahiro Oki

E’ proprio in questo contesto che lo Yoga si può inserire, perché risponde ad un bisogno del bambino/ragazzo di riconoscersi in una pratica di ascolto e consapevolezza del corpo e della mente. In particolare, lo Yoga educativo, che trae spunto dalla filosofia dell’oki do yoga del mae-

stro Masahiro Oki, si fa disciplina pedagogica che educa la persona, fin da piccolissima a prendere contatto con se stessa attraverso la pratica del respiro ed il movimento che si fa via via più consapevole e presente. Così può diventare un aiuto importante negli apprendimenti scolastici, proposta in forma ludica, alterna fasi di attivazione ad altre di rilassamento. Può diventare anche una bella pratica da fare insieme attraverso il contatto o massaggio che aiuta i bambini a relazionarsi in modo diverso a sé stessi ed agli altri, aiutandoli ad accorciare le distanze prossemiche tra coetanei in un linguaggio diverso dal gioco. Può essere d’aiuto nella prevenzione al bullismo e ad altre forme di discriminazione rispetto a bambini disabili o provenienti da altre culture. In classe funzionano molto bene le “pause educative”, brevi ma efficaci momenti di pratica in cui educare la mente ed il corpo a stare meglio ed a mettersi in una frequenza emotiva differente. Bastano davvero pochi minuti per predisporre la mente in una condizione maggiormente ricettiva. La strutturazione dello yoga educativo avvicina il bambino/ragazzo ad una nuova modalità comunicativa, educandolo a sperimentarsi con i propri limiti, prenderne consapevolezza. Il rilassamento è la fase in cui incontrano maggiormente difficoltà, perché significa per loro abbandonarsi, affidarsi, lasciare andare le tensioni muscolari e liberare la mente, chiudere gli occhi, rimanere in silenzio. Talvolta fa paura, perché significa mettersi in ascolto di ciò che avviene dentro e fuori da me e si scatenano le emozioni, che vanno accolte e rielaborate insieme ai bambini, senza giudizio né correzioni. L’approccio dello yoga educativo ribalta il concetto di competizione nelle regole del gioco; non si gioca per vincere ma per collaborare, affinché ognuno sia partecipe e soddisfatto del risultato di tutti. Non vi è correzione né valutazione né giudizio. Per tutti questi motivi lo yoga a scuola può essere una risorsa, un valido strumento per lo sviluppo delle “life skills” e per tutta la vita. 29


PARLIAMONE Animali

a cura di

Veronica Ferrarese Educatrice cinofila

AVVICINARE I BAMBINI AL MONDO DEL VOLONTARIATO A FAVORE DEGLI ANIMALI

bau citycamp Sono educatrice cinofila ed il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone ed i cani a vivere un rapporto gratificante, in piena sintonia, fatto di reciproca conoscenza e serena convivenza. Nel mio percorso formativo ci sono stati due elementi che ritengo fondamentali per la crescita di ogni persona, che andrebbero coltivati sin da bambini e che tutt’oggi sono presenti nella mia quotidianità: il rispetto per gli animali ed il lavoro di squadra. il rispetto per gli animali

Adoro gli animali in particolare i cani, vivo con loro da quando sono nata e tutti i cani con cui sono entrata in contatto mi hanno insegnato moltissimo, soprattutto il rispetto. Mi ricordo quando saltavo e correvo nel giardino dei nonni e con mia grande delusione i cani si allontanavano…poi mi fermavo, mi coricavo sul prato e arrivava Tabù, un meticcio dai mille colori, che infilava il musetto tra le mie braccia e riceveva tutte le coccole che non vedevo l’ora di fargli; oppure quando lasciavo cadere le briciole del panino e si avvicinava Checco che mi seguiva per tutta la casa con la coda scodinzolante. In fondo questo è quello che insegno oggi a chi mi chiede come farsi ascoltare dal proprio cane, i cani non si conquistano con le sgridate o le alzate di voce ma con la gentilezza e la condivisione. il lavoro di squadra

I cani mi hanno dato anche un’altra grande opportunità, quella di apprezzare il lavoro di squadra, la voglia di condividere ed il valore di rendersi utili per gli altri. Nel periodo post universitario ho avuto la possibilità di condividere nuove passioni e ampliare le mie esperienze anche a contatto con il mondo associativo partecipando attivamente a numerose attività di gruppo dal mondo dello sport al mondo del lavoro, fino ad arrivare a quello del volontariato. Quando sono arrivata ad iscrivermi ad una associazione di protezione 30

animali sicuramente ho trovato le risposte a molte mie passioni: i cani, le persone unite da uno scopo comune e la voglia di cambiare il mondo. Ho sempre creduto che anche attraverso singole azioni è possibile cambiare il mondo perché il cambiamento parte dalla piccole cose e credo non ci sia cosa più bella che provarci insieme a chi ci crede come te. Alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane ho trovato questo spirito e questa voglia di aiutare cani reclusi per una colpa che non era loro, abbandonati da persone irresponsabili, incompresi da persone superficiali. Oggi seguire e vedere famiglie felici di condividere con il proprio cane nuove esperienze ed avventure è molto gratificante perché alla base di questa felicità c’è un percorso fatto di comprensione reciproca, un cammino dove il cane ha saputo valorizzare il piacere di stare insieme, l’importanza dei gesti e dei sentimenti rispetto alle parole. Tutti questi valori non sono così scontati nella nostra società per questo credo sia davvero una grande occasione dare ai bambini, cittadini di domani, la possibilità di vivere esperienze di volontariato a favore degli animali. A tale proposito, segnalo come una bella opportunità il Bau City Camp, un progetto promosso e curato dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sezione di Rovigo della durata di tre giorni che si svolge a fine agosto presso il Rifugio Canile Intercomunale di Protezione Animali di Rovigo. Il progetto è aperto a tutti i bambini dai 4 ai 12 anni e ha l’obiettivo di avvicinarli al mondo del volontariato attraverso numerose attività per imparare ad interagire correttamente con i cani, a prendersene cura e a rispettarli. L’evento è a numero chiuso per ragioni organizzative per cui non perdete l’occasione di iscrivere i vostri bambini!


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ATTIVIAMOCI sport

a cura di Micol Andreasi

paSSione nuoto ANDREA LORO giovane promessa del nuoto polesano un po' per rimettersi in forma dopo la gravidanza, un po' per avvicinare il bebè al piacere dell'acqua e soprattutto per fare insieme qualcosa di divertente. Poi, a 8 anni, ha iniziato a gareggiare. Andrea Loro di anni ne ha 16, ha terminato la classe seconda del Liceo delle Scienze economiche e sociali ed è una delle promesse più belle del nuoto polesano.

La prima volta che ha messo un piede in una piscina aveva poco più di 3 mesi. Ci è entrato con la mamma. Era uno di quei corsi di acquaticità che molte neomamme fanno con i loro bimbi, 32

cessario spingersi sempre un po' oltre, per fare meglio. E forse, quel meglio, che arriva mettendoci tanto impegno, non è una vittoria o un titolo ma un passo in avanti per noi. Il nuoto – continua – mi insegna ad amare la fatica, ad apprezzare i tanti sacrifici che ogni giorno faccio per allenarmi e che sono di volta in volta i miei alleati più sinceri in ogni gara”.

E’ cresciuto nel vivaio della Rovigo Nuoto e da un anno, da quando è entrato nella categoria degli Assoluti, ha affrontato centinaia di gare, raggiungrendo classificazioni importanti e molti riconoscimenti. Non sono mancati qualche insuccesso e delusione, ma la vita sportiva di Andrea è soprattutto impegno e determinazione.

Andrea non sognava un futuro da nuotatore ma si immaginava calciatore. “La passione del pallone – racconta – ce l’ho nel Dna. L’ho ereditata da mio nonno, da mio papà, la condivido con tutti i miei zii ed anche con i miei amici più cari. Quando ero un bambino lo ripetevo continuamente che sarei diventato un calciatore!

“Credo che l’insegnamento più importante che il nuoto agonistico mi ha dato – racconta Andrea – è che non bisogna arrendersi mai, che è ne-

Poi è arrivata l’esperienza della prima gara di nuoto, la seconda, la terza... Nell’acqua mi sentivo pienamente a mio agio. Quando per la prima volta


mi sono infilato nella vasca del tempio del nuoto a Riccione e prima dello start mi sono accorto che a guardare la mia gara c’erano quei campioni che ho sempre ammirato, fantasticato di incontrare e sognato di conoscere, per la prima volta in vita mia ho avuto la sensazione di un appagamento totale. Ero dove desideravo essere�.

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Emozione “C'ero arrivato con la fatica del mio lavoro quotidiano. Mi aspettava una gara dura, come a tutti quelli che erano lì con me. Ciò che stava accadendo mi apparteneva così tanto che nemmeno l’ansia per il risultato avrebbe potuto scalfire la gioia di quel momento. Il pensiero di quell’emozione mi tiene compagnia sempre. E soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, mi permette di guardare oltre, di non arrendermi”. Allenamento Andrea si allena tutti i giorni dell'anno, anche nei periodi di vacanza. Tre volte alla settimana gli allenamenti arrivano ad essere addirittura tre, di cui il primo all'alba, dalle 5,55 alle 7,15. “Capita con regolarità – spiega Andrea – che durante l'anno scolastico io punti la sveglia alle 5 del mattino per riuscire ad essere in vasca alle 5,55 ed allenarmi. Poi alle 8,00 entro in classe. E capita anche che, terminata la scuola, io torni in piscina per un altro allenamento dalle 14 alle 16. Non è semplice riuscire a fare tutto, soprattutto studiare. Ma è un prezzo che vale la pena pagare cento volte”. Passione e organizzazione “Per riuscire - puntualizza - servono passione, una buona capacità organizzativa e magari anche l’aiuto di qualcuno. Quello di una famiglia il più della volte disponibile ad adattare i propri tempi a quelli delle gare e degli allenamenti; soprattutto quello di un allenatore capace di incoraggiare e di non lasciarci mai soli. Aggiungerei che è importante anche il supporto della squadra con cui spalleggiarsi. La gara, quando non è una staffetta, è un momento individuale, ma chi vi arriva non lo fa da solo. Con lui ci sono tutti quelli con cui ha condiviso la fatica della preparazione”. 35


lo sapevi che... MONDIALI DI NUOTO L’Italia ha conquistato 15 medaglie a Gwangiu, Corea del Sud Quello appena concluso a Gwangju, in Corea del Sud, è stato il mondiale di nuoto più vincente nella storia dell’Italia. Infatti è arrivata sesta nel medagliere con 15 medaglie di cui 4 d’oro, 6 d’argento e 5 di bronzo. Le 4 medaglie d’oro appartengono a Federica Pellegrini 200 stile libero, Gregorio Paltrinieri 800 stile libero, Simona Quadarella 1500 stile libero Nazionale maschile di pallanuoto. Il record precedente era stato registrato nei Mondiali del 2017, quando l’Italia ottenne 4 ori, 3 argenti e 9 bronzi. La qualità del medagliere si misura a partire dal numero di medaglie d’oro, poi d’argento e in ultima analisi di bronzo e non dal numero complessivo di medaglie. Il medagliere generale è stato vinto dalla Cina, che ha ottenuto 30 medaglie di cui 16 d’oro. Gli Stati Uniti, che avevano vinto il medagliere del 2017, sono arrivati secondi con 36 medaglie di cui 15 d’oro. Il podio è stato completato dalla Russia. I prossimi Mondiali si terranno a Fukuoka, in Giappone, nel 2021.

ROVIGO NUOTO "A.S.D. Rovigonuoto" é la società sportiva addetta allo sviluppo del settore agonistico natatorio rodigino. Fondata nel lontano 1970 é stata premiata con la Stella di Bronzo al merito sportivo nel 1995. Scuola Nazionale di Nuoto riconosciuta dalla F.I.N., la Rovigonuoto accomuna cinque settori quali l'Agonismo, i Master , la Pallanuoto , il Nuoto Sincronizzato e, appunto, la Scuola Nuoto. 36


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La società da Aprile 2009 ha sede nel Nuovo Polo Natatorio di Rovigo; un nuovissimo impianto gestito dalla RhodigiumNuoto2006 e composto da due vasche da 25 m. regolamentari coperte (rispettivamente da 8 e 6 corsie), una vaschetta "prime bolle", una vasca (4m x 4m x 5m di profondità) per attività subacquee, una olimpionica esterna scoperta ed una struttura a scivoli per divertimenti acquatici.

YOGA EDUCATIVO®: Aiuta a conoscere il proprio corpo e a prenderne consapevolezza, con attività ludiche (dai 3 ai 18 anni); MOVIMENTO CREATIVO: Approccio non coreografico al movimento attraverso lo stimolo e l'ascolto di musica e materiali creativi (4-7 anni) STORIE IN MOVIMENTO: Percorso di lettura ad alta voce e movimento creativo. Cadenza mensile, rivolto a bambini dai 6 mesi ai 10 anni; SHIATSU MINIMANI®: Per famiglie e bimbi utile al superamento di barriere, attraverso metodiche relazionali: dal gioco ai primi rudimenti di shiatsu. dott.ssa Glenda

Incao pedagogista clinico, operatore shiatsu, istruttore Yoga educativo® dott.ssa Nadia Zampollo psicologa, danzaterapeuta, istruttore Yoga educativo® info@nossolar.it www.nossolar.it Rovigo via Amendola 2

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ISCRIZIONI SEMPRE APERTE inizio corsi da settembre posti limitati • • • •

L’ AIKIDO è un’arte marziale giapponese di difesa fondata sui principi della non violenza e della non competitività. Insegna il rispetto per gli altri, aiuta a trovare sicurezza in se stessi e ad accrescere la propria autostima. Non è un esercizio di forza, ma di equilibrio che si ottiene con la disciplina del corpo e della mente. Attraverso giochi di movimento i bambini imparano a sviluppare la concentrazione e a migliorare l’agilità corporea.

Orari

Lunedi-giovedi ore 18.00-19.00 ROVIGO via del Cervo 6 tel. 345 9229479

per bambini dai 5 anni

CORSI AIKIDO

www.aikidoaishinkan.it f aikido rovigo aishinkan italia

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MAESTRO

ALAN PELLEGRINI III DAN CINTURA NERA Per conoscere l’Aikido a fondo Alan Pellegrini ha vissuto e studiato in Giappone per due anni e ci torna ciclicamente per aggiornamenti

alan1983p@gmail.com


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Se l'inglese è un gioco da piccoli non sarà uno sforzo da grandi!

LABORATORI IN INGLESE Marianna Cacciatori

Insegnante certificata EIF! e TEFL cell. 347 6660074 mariannacacciatori@gmail.com mariannacacciatoriEIF

www.englishisfun.it

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per bambini 1 -14 anni

Tanti Look per il back to school Care mamme Anche se l’estate non è ancora infinita, da ora in avanti l'evento più emozionante che vi si presenterà sarà sicuramente il BACK TO SCHOOL, il ritorno a scuola dei vostri piccoli. E dopo aver acquistato zainetto, astuccio e diario per i compiti, ecco che arriva il momento di pensare ai look più comodi e ideali per cominciare la scuola al meglio. Ecco perché vi ho creato 3 look che sostituiscono la tanto sfruttata TUTA e renderanno i vostri bimbi liberi di giocare e di scatenarsi con gli amichetti mantenendo una dose di fashion che non guasta mai!


Per Lei:

Per Lei:

Per Lei:

i Jeggins sono una via di mezzo tra il leggins e il jeans e diventano un alleato importante per essere femminili e alla moda senza rinunciare alla libertà dei movimenti. Negli store ne trovate davvero tantissimi, tinta unita o colorati, quindi c'è solo l'imbarazzo della scelta. Se il jeggins è multicolor abbinate una blusa in tinta unita. Al contrario se il jeggins è monocromatico, sbizzarritevi con le bluse a fantasia!

i primi giorni di scuola sono ancora caldi e la tua bimba vuole una gonnellina per andare a scuola? un valido compromesso sono gli shorts o i bermuda, da indossare poi anche in pieno inverno con una calza pensante. Abbinate una tshirt colorata o con inserti crochet (di super tendenza), un paio di sneakers e il gioco è fatto!

il pantalone jogger è un pantalone simile alla tuta ma più fashion. Esiste sia in cotone che in acetato e in altri tessuti tecnici facenti parte del mondo sporty. Abbinato ad una camicia diventa davvero stiloso. Ovviamente esistono vari tipi di camicie, non necessariamente quelle in cotone super rigide e formali, ma quelle più easy magari in pizzo sangallo, femminili e ricercate.

Per Lui:

Per Lui:

Per Lui:

sicuramente avrete negli armadi varie tute da far indossare ai vostri bimbi. Per renderli più stilosi abbinate il pantalone ad una camicia in denim o a quadri, a seconda dei gusti!

abbinare ad una t-shirt stampata portata con una camicia sopra aperta. Si tratta di un ideale abbigliamento "a strati" per le giornate col tempo più ballerino ma anche un look super ori-

il jeans è ideale per la scuola purchè sia elasticizzato e permetta al bimbo di muoversi in tutta libertà. Abbinato ad una tshirt diventa subito un look divertente e creativo

1. JEGGINS + BLUSA

LIFE STYLE Moda Fashion

a cura di

Rossella Rizzi

2. SHORTS IN DENIM + TSHIRT

3 PANTALONE JOGGER + CAMICIA

Per Lei:

GIUBBOTTINI

Per quanto riguarda i giubbottini, visto che al mattino le temperature non saranno altissime, potete optare per uno spencer di jeans colorato oppure un kway silver o gold, in tessuto cangiante e metallizzato, o ancora il chiodo super trend di stagione!

consulente d’immagine ed event planner

Divertitevi a creare nuovi look con queste combinazioni di capi, magari cambiando le fantasie e i colori. Sarà più rilassante anche per voi care mamme preparare i bimbi per la scuola! Photo da Zara Collection

1. PANTALONI JOGGER + CAMICIA

2. BERMUDA + TSHIRT + CAMICIA

3. JEANS ELASTICIZZATO + TSHIRT

Per Lui:

GIUBBOTTINI

Anche per i maschietti tante possibilità per i giubbottini da indossare al mattino: uno spencer di jeans colorato, il chiodo per i veri duri e la varsity jacket che ricorda i college inglesi.

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CENTOSTORIE favole

una

Storia mancata a cura di

Coi Momok

C’era una volta … un RE. No! Disse Lei, c’era prima una REGINA. Mettetevi d’accordo!- gridavano quelli che stavano a sentire - Prima un Re o una Regina, per noi è lo stesso, basta che si inizi. Dunque... Ricominciamo C’era una volta …una REGINA NO! Disse Lui. C’è sempre prima un Re.

oH fulmini e saette del mondo intero! -

dissero di nuovo quelli seduti che ascoltavano- Smettetela bene di litigare e andiamo avanti con questa storia che è già troppo tempo che aspettiamo!!! Dunque, riproviamo. Siete pronti? C’era una volta … Chi? Molto tempo fa… Cosa? Un CASTELLO tutto grigio e polveroso.

oHHHH... Il sole si rifiutava di illuminarlo, l’erba ed i fiori di crescervi intorno, gli uccellini di farvi il nido sul tetto… Nessun suddito vi rendeva omaggio…Nessuna guardia, nemmeno un cavallo… DAVVERO? Un castello vuoto? Che senso ha? Ascoltate! 42

Dalle finestre del castello sembravano uscire voci, quasi di gridi, urli feroci…di gente arrabbiata... Ma allora non era vuoto??? No. Ci stava qualcuno. CHI? Secondo voi? Chiese la voce narrante a quelli che ascoltavano. Il Re e la Regina! Risposero in coro.

Siiii

E che facevano? - chiese ancora la voce narrante? LITIGAVANO SU CHI DOVEVA ESSERE IL PRIMO DELLA STORIA!!! Proprio così. Erano passati anni, ma continuavano a non trovare un accordo! E quando discutevano volava di tutto: piatti, bicchieri, tazze, cosce di pollo, aste, mattarelli… I cortigiani stufi di sentir gridare… se ne andarono. Persino gli animali se ne andarono… L’erba smise di crescere. Ed il sole, stufo orbo di sentir brontolare, smise di sorgere su quel castello. E poi che accadde??? Chiesero curiosi quelli che stavano ad ascoltare. Non lo so - rispose la voce narrante. Mi stufai anch’io di sentirli litigare e decisi di non procedere oltre.

oHHHH... E pensare che bastava una moneta con cui fare testa o croce, un pari o dispari, un dado…tirare a sorte ed andare avanti. - Commentarono ancora. Ma si sa che le soluzioni facili, a volte sono le più difficili da trovare.


UN CUOR E ROSS testo di

Lorenza Baccaro illustrazioni di

Erika Migliorini

Ho visto una palla rossa che correva sul ciottolato del centro… Che cosa strana! Correva spedita, sembrava sapere esattamente dove andare … Ho guardato bene: non era una palla. Era un cuore! Un piccolo cuore rosso, correva, quasi veleggiava per le vie del centro. Aveva un’aria serena, estatica, quasi altezzosa… un piccolo cuore rosso con la chiara idea della sua importanza!. Si guardava in giro, osservava attentamente i passanti. Li seguiva per alcuni passi e poi riprendeva la sua pazza corsa. Si avvicinava ai piedi delle persone, arrivava vicino, vicino… ma non troppo per farsi prendere! Le radio e le televisioni locali diedero la notizia a caratteri cubitali: PICCOLO CUORE ROSSO SI AGGIRA PER LA CITTA’. Tutti iniziarono a mormorare… Molti si domandavano: “Che cosa sarà mai quella specie di cuore?” Perché è qui? Di chi è? Cosa vuole? Tante altre cose e pensieri riempirono la testa e le bocche delle persone e degli abitanti del centro. Molti avanzavano delle ipotesi azzardate… “Che sia una bomba?” “Che si tratti di un Ufo…?” “Sarà sicuramente la trovata di qualche burlone…” “O forse un’idea pubblicitaria…” Solo un bambino ebbe l’ardore di proclamare parole diverse:” Non è nulla di ciò che è stato detto!!!” “Finalmente “, esclamò il piccolo Cuore. E poi aggiunse: “Io sono qui per ricordare a tutti che l’amore e la solidarietà sono vivi più che mai!!! Passano tra di noi… tra i nostri piedi e si donano…Sono lì. Aspettano solo di essere riconosciuti e accolti! 43


CENTOSTORIE in libreria L’ORCHESTRINA CALMACUCCIOLI S. taplin, usborne publishing 0-3 anni

a cura di

Gaia Zanzottera Libraia

tutti libri

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Mi piace consigliare libri per la primissima infanzia, perché è fondamentale leggere e abituare ai libri i bambini in fasce o molto piccoli. Basta proporgli libri adatti alla loro età e manualità - cartonati molto colorati, sonori o stimolanti per il tatto - per vedere quanto ne restino affascinati! Questo libretto sonoro della Usborne contiene 5 estratti di brani di musica classica, da Satie a Bach, per cullare i vostri cuccioli nel mondo dei sogni. Le illustrazioni dolcissime sono accompagnate da alcune frasi che potrete leggere anche ai neonati per abituarli alla vostra voce e alla lettura.

IL MOSTRO DEI COLORI VA A SCUOLA a. llenas, Gribaudo 3-6 anni

Per i nostri piccoli la fine dell’estate è l’inizio di un nuovo viaggio.. la scuola! Ma questo nuovo mondo pieno di cose da scoprire e amici da incontrare può fare un po’ paura. Anche il mostro dei colori è timoroso del suo primo giorno, lui che ormai era un esperto di emozioni! Ma scoprirà che ad attenderlo non c’è altro che divertimento e tanti personaggi con cui non si sentirà mai solo. Con il suo tratto caratteristico Anna Llenas ci accompagna in una fase di passaggio delicata e importantissima per i bambini... e anche per i genitori!

Per i 200 anni dalla composizione de “L’infinito”

L’INFINITO - G. LEOPARDI illustrato da M. Somà, einaudi Ragazzi 6-8 anni

Einaudi ragazzi ci regala un albo celebrativo pieno di poesia e bellezza in ogni centimetro delle sue pagine, per far conoscere ai lettori in erba i versi immortali di Leopardi.

Chi ha detto che la poesia sia troppo difficile per i bambini? Esistono autori e illustratori, come Marco Somà, capaci di rendere concetti difficili in un linguaggio di immagini e parole che oltre ad incantare, sanno farsi capire anche dai più piccoli. Ricordate, con i bambini non dobbiamo mai avere timore di presentare un libro anche se a noi sembra “troppo da grandi”.. basta stimolarli nel modo giusto e accompagnarli nella lettura per vedere quanto sanno sorprenderci!

LA CASA CHE MI PORTA VIA S. anderson, Rizzoli 9-12 anni

Che si creda o no nel destino, a volte la vita che conduciamo può starci stretta e di arrenderci a quello che altri hanno scelto per noi proprio non ne abbiamo voglia. Soprattutto se vogliamo andare nel mondo là fuori e trovare un amico vero. Ma cosa succede se tua nonna si chiama Baba Yaga e vivi con lei in una casa con zampe da gallina che vi sposta in continuazione da un posto all’altro? Marinka non può scegliere, dovrà seguire le orme della nonna e diventare anche lei una Guardiana dei cancelli... o forse no? A volte rompere le regole porta a conseguenze imprevedibili... e ci fa crescere.


STAR BENE ottica

a cura della dottoressa

Francesca Bovo Optometrista

il nostro staff vi aspetta per proporvi le soluzioni migliori.

Vi consegneremo, gratuitamente, un innovativo braccialetto, in grado di indicare l’esposizione ai raggi solari.

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o Sole mio... Dobbiamo fare attenzione quando i bambini sono esposti al sole. la luce solare è una parte fondamentale della nostra vita, con gli aspetti positivi e negativi del caso. Si informano spesso i genitori sugli effetti nocivi dei raggi solari sulla pelle del bambino, il nostro obiettivo è porre attenzione anche agli occhi. Gli occhi del bambino, infatti, sono formati da strutture anatomiche in continuo accrescimento, caratterizzate da notevole trasparenza. Per questo motivo, film lacrimale, cornea e cristallino, non sono in grado di filtrare i raggi solari dannosi, rendendo le strutture interne, sensibili e vulnerabili. nello spettro della luce, gli ultravioletti, sono i più dannosi per la retina. e' necessario ricordare che il danno attuato dai raggi uVa e uVB è cumulativo, si stima che più del 50% delle radiazioni uV a cui siamo esposti entro i 60 anni, sono state assorbite entro i 20 anni di età. la protezione deve essere presente sempre quando c'è un esposizione ai raggi solari. nelle giornate soleggiate, si stima infatti, una concentrazione del 95% di raggi uV tra le 11 del mattino e le 16 del pomeriggio. le radiazioni uV, però, sono sempre presenti anche nelle giornate nuvolose.

Esistono molte soluzioni per la protezione degli occhi del bambino. oggi parleremo, nello specifico, delle soluzioni indirizzate ai bambini che utilizzano già l'occhiale da vista. le lenti oftalmiche che noi selezioniamo e consigliamo al bambino, proteggono dai raggi uV pur essendo tras- parenti. Sono in grado di schermare non solo le radiazioni dirette dall'esterno ma anche la luce indiretta riflessa dalla superficie posteriore della lente, eliminando i fastidiosi riflessi laterali. oltre a proteggere gli occhi del bambino, dobbiamo far fronte anche al fenomeno dell’abbagliamento dato dalla luce solare. Parliamo di occhiali da sole graduati, con filtri scuri, clip aggiuntive applicabili all'occhiale e lenti fotocromatiche. le clip da sole possono essere adattate ad alcune tipologie di occhiali, attraverso un gancio o mediante l’utilizzo di montature realizzate in abbinamento a clip magnetiche. le lenti fotocromatiche, con una reazione fotoattiva, invece, si scuriscono con la luce del sole. la colorazione da prediligere è quella sui toni del grigio scuro, poichè non crea alcuna alterazione dei colori. Queste soluzioni sono indirizzate a tutti i bambini che amano fare attività all’aria aperta.

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organizzato da

in collaborazione con

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AGOSTO sabato

con la partecipazione di

ATELIER•DANZA ROVIGO

Location: Rovigo Polo Natatorio Rhodigium Nuoto

orari apertura piscine: 9.00 -19 animazione: ore 9.30 -12.00 15.30 - 18.30 ingresso: Bambini GRATIS accompagnati fino ai 12 anni compiuti

Adulti euro 5.00 esclusi ombrellone e sdraio

Norme e regolamento : segreteria della piscina In caso di maltempo: sabato 7 settembre 46

SCHIUMA PARTY EDITION


D I V E RT I M E N TO A S S I C U R ATO GADG ET PE R I PA RT E C I PA N T I

animazione

truccabimbi musica balli di gruppo babydance giochi di gruppo giochi a tema giochi d’acqua gare di agilità sculture di palloncini selfie

area bimbi

spazio con sabbia gonfiabile in acqua toboga, scivolo multipista

sport

Beach tennis e volley

Schiuma party

UNA FESTA NELLA FESTA!

Potrete danzare e divertirvi immersi nella schiuma, un modo davvero speciale per dare l’ultimo saluto all’estate 47



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