Supplemento al Settimanale Via Vai n.23 del 13 giugno 2019 COPIA OMAGGIO
DEDICATO AI GENITORI E AI BAMBINI DA ZERO A TREDICI
sempre il mare uomo libero amerai C.Baudelaire
origami di Maurizio Pizzo
f viavaideipiccoli | www.viavaideipiccoli.it
N.3 GIUGNO-LUGLIO 2019
n. 3 - 2019 giugno /luglio Direttore:
Flavia Micol Andreasi micolandreasi@gmail.com
Caporedattore Carlotta Ravanello Carlotta Ravanello
Elena Montecchio
carlotta.ravanello@gmail.com
Redazione e Grafica redazione@viavaideipiccoli.it
M.Chiara Ghinato
Natascia Pavani
Flavia Micol Andreasi Mariachiara Ghinato Elena Montecchio Natascia Pavani Carlotta Ravanello Progetto grafico Mariachiara Ghinato chiaraghinato@gmail.com
Franco Ravanello
Roberto Samiolo
Il Viavai dei Piccoli supplemento al Settimanale Via Vai Reg. Tribunale di Rovigo n.1/94 del 9/2/94 Direttore Responsabile: dr. Flavia Micol Andreasi Promo Studio Editore Rovigo. Via Sacro Cuore 7 tel. 0425.28282 cell. 329 6816510 info@viavainet.it
Promo Studio Comunicazione grafica e pubblicitĂ
Stampa Grafiche Nuova Tipografia Corbola (Ro)
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Roberto Samiolo
12. 18. 26. 28. 30. 32.
Bambini e cani Zaino pesante Conoscenze inerti e profonde Compiti e vacanze Nutrire la mente La guerra delle donne
ATTIVIAMOCI 04. 06. 40. 44. 46.
Aikido Splash Party In vacanza con i Bambini Cre-attiviamoci Oggi Gnocchi
LIFE STYLE 08. I valenti artigiani di 3000 anni fa 10. Un patrimonio da amare 21 I nuovi tagli di capelli 22 Moda Mare Petit
samioloroberto@gmail.com
hanno collaborato: Cristina Amato, Laura Contiero, Chiara Converso, Rosanna Beccari, Chiara Bellè, Fausta Borsetto, Valentina Boscolo Sassariolo, Yarno Celeghin, Maurizio Fantinato, Veronica Ferrarese, Erica Finotti, Cristina MV Marcellino, Emilia Mazzetto, Raffaele Peretto, Rossella Rizzi, Paolo Scorzoni Virginia Zambon, Gaia Zanzottera. In copertina origami di Maurizio Pizzo
si ringraziano: le edicole e le farmacie per la collaborazione
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PARLIAMONE
CENTOSTORIE 34. A tutto libri 36. Il riccetto Golosetto 37. La tartaruga e il riccio
STAR BENE 13. 14. 16. 25. 42.
Liberiamo i piedi dei bambini Stipsi Rimettersi in forma Gengivite e gravidanza Occhio al sole
www.viavaideipiccoli.it ilviavaideipiccoli@gmail.com
L’ULTIMA CAMPANELLA L’ultima campanella ha il gusto energico dell’invito ad una festa. E’ un trillo liberatorio da ogni costrizione. Annuncia la fine di una fatica, ma anche la sua ricompensa. Il premio. La vacanza. Il nuovo. Ma, l’ultima campanella ha anche il gusto amaro della sconfitta. E’ un suono greve e metallico che annuncia l’ineluttabilità del giudizio. Dichiara l’insuccesso, la sconfitta, il fallimento. Non c’è premio. L’ultima campanella ha un suono profondo, mai leggero. Si trascina l’eco di mille altre campanelle squillate nel corso dell’anno. La fatica, la passione, i sacrifici, l’entusiasmo, il rimpianto, le incomprensioni, i desideri…e soprattutto gli sguardi di tutti quelli con cui abbiamo condiviso un pezzetto d’esperienza. Dopo la campanella, il silenzio rimbomba dentro e fuori lo spazio. Non è il vuoto. A volte, è solo il silenzio inebetito di una gloria autoreferenziale. Altre, è il silenzio pieno della soddisfazione per il risultato raggiunto, della gratitudine verso gli aiuti e gli incoraggiamenti, verso chi non ci ha lasciati mai soli. Altre volte ancora è il silenzio dell’autocommiserazione, del senso di inadeguatezza che dopo un fallimento spesso subentra, della rabbia, dell’autocritica per non aver fatto di più o meglio. E’ il silenzio di chi resta incatenato alla sua frustrazione. E’ il silenzio anche di chi ha visto tutto, perché c’era, perché ha avuto un ruolo in quel raggiunto o mancato obiettivo (insegnanti, educatori, genitori, amici, fratelli…) e ora si interroga se è stato fatto il possibile, se doveva andare così, se ci poteva essere un’altra strada, se, per caso, sono andati persi dei pezzi… Può accadere quando il cammino è lungo e soprattutto complesso come lo è un anno scolastico. Dopo il rimbombo, il silenzio si fa vuoto. Si fa luogo nuovo per tutti: vincitori, vinti, astanti, presenti. Il suo perimetro è la consapevolezza. Così dentro a questo spazio nuovo nessuno è il suo successo o il suo fallimento. Ogni identificazione con il risultato è negata. Non c’è vittoria che valga più della persona, o sconfitta che annulli la grandezza dell’individuo. Non c’è sfida persa per sempre. Non c’è fallimento senza una nuova possibilità. E non c’è responsabilità educativa più alta che l’aver fatto proprio e condiviso tutto questo. L’ultima campanella è suonata da un po’, oggi fuori c’è il sole estivo, delle vacanze, delle nuove responsabilità, della ripartenza. L’ultima campanella ha un sapore diverso, ora, sorprendente come lo è sempre la vita. E’ un invito a rialzarsi di nuovo, ad uscire dalla zona d’ombra del rimpianto o della vana gloria, ad indossare lo zaino più o meno pesante e marciare verso ciò per cui siamo nati, la realizzazione di noi. Qui non ci sono battute d’arresto, non ci sono treni persi o ritardi, non ci sono giudizi o confronti da fare. Ci sono tappe, sempre utili alla direzione, come ogni ultima campanella ci insegna.
Micol Andreasi direttore
EDITORIALE
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vieni in palestra (dojo) giugno, luglio e agosto è sempre aperto
l’Aikido è divertente, ma non solo richiede concentrazione, equilibrio, agilità doti che potrai sviluppare assieme all’autostima.
MAESTRO
ALAN PELLEGRINI III DAN CINTURA NERA Per conoscere l’Aikido a fondo Alan Pellegrini ha vissuto e studiato in Giappone per due anni e ci torna ciclicamente per aggiornamenti
alan1983p@gmail.com
questa estate è richiesto un contributo minimo e un solo incontro settimanale (anche i tuoi genitori)
• L’ AIKIDO è un’arte marziale giapponese di difesa fondata sui principi della non violenza e della non competitività . • Insegna il rispetto per gli altri, aiuta a trovare sicurezza in se stessi e ad accrescere la propria autostima. • Non è un esercizio di forza, ma di equilibrio che si ottiene con la disciplina del corpo e della mente. • Attraverso giochi di movimento i bambini imparano a sviluppare la concentrazione e a migliorare l’agilità corporea. 4
per bambini dai 5 anni ROVIGO via del Cervo 6 tel. 345 9229479
Via Vai dei Piccoli: parte il Girotonda 2019
Photo Loris Sla
viero-ADVision
Studio
Girotonda, l’appuntamento estivo con il Viavai dei Piccoli, sta per tornare! Lo annunciano i magnifici bimbi ritratti nella foto, scattata qualche settimana fa a bordo piscina. E’ qui che intendiamo inaugurare l’estate 2019 che si annuncia ricca di colori e di sorprese per i più piccoli, per le loro famiglie, nello spirito di valorizzazione dei luoghi della città e del territorio. Girotonda si apre allora con una festa... una super festa con musica, animazione e tanto divertimento. Restate connessi al ViaVai dei Piccoli e cercate Girotonda!
25 maggio 2019 5
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GIUGNO organizzato da
in collaborazione con
Location: Rovigo Parco acquatico Polo Natatorio Rhodigium Nuoto
orari apertura piscine: 9.00 -19 animazione: ore 9.30 -12.00 15.30 - 18.30 ingresso: Bambini GRATIS accompagnati fino ai 12 anni compiuti
Adulti euro 5.00 esclusi ombrellone e sdraio
Norme e regolamento : segreteria della piscina In caso di maltempo: sabato 6 luglio 2019 6
sabato
Vieni a scoprire il noceto e i nostri prodotti a base di noce Via Maestri del lavoro (dietro CC La Fattoria) 0425 474575 - info@valier.it
animazione
truccabimbi musica balli di gruppo babydance giochi di gruppo giochi a tema giochi d’acqua gare di agilità sculture di palloncini
MEGA PARTY IN PISCINA il primo appuntamento dell’estate con il Via Vai dei Piccoli D I V E R T I M E N T O A S S I C U R AT O E G A D G E T P E R I PA R T E C I PA N T I
area bimbi
spazio con sabbia gonfiabile in acqua toboga, scivolo multipista
sport
Beach tennis e volley
Il Polo Natatorio Rhodigium Nuoto di Rovigo dispone di una piscina olimpionica di 50 metri, fiore all’occhiello dell’impianto, una piscina ‘divertimento’ dove sfociano gli scivoli acquatici, tra i quali il grande “toboga” e una vasca effetto “bagnasciuga” ideale per i più piccini, con fungo idromassaggio. Attrazione gettonata è il nuovo gonfiabile in acqua, dove grandi e piccini possono divertirsi a superare gli ostacoli per arrivare al tuffo finale. Il parco acquatico è immerso in una vasta area verde attrezzata con lettini ed ombrelloni.
Un’estate all’insegna dell’acqua azzurra, dei tuffi e del divertimento. tutti i giorni ore 9-19
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Ricerche archeologiche a Campestrin (ottobre 2018). Lungo le pareti di un fossato agreste sono state individuate le tracce del villaggio protostorico.
LIFE STYLE Storia, Archeologia a cura di
Raffaele Peretto Archeologo
In precedenti edizioni del VIA VAI dei Piccoli (n.7-dicembre 2017, n.2aprile 2018) abbiamo esaminato l’importanza assunta dall’antico territorio polesano intorno a 3000 anni fa per la sua posizione strategica nei collegamenti commerciali tra il nord Europa e il Mediterraneo orientale, fino alla Grecia e al Mare Egeo, lungo la cosiddetta “via dell’ambra”, giungendo anche ad inserire il nostro delta nello scenario dei miti. Si vuole ora esaminare quanto emerso dalle ricerche archeologiche a conferma di questo significativo aspetto.
R.Pere tto
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I VALENTI ARTIGIANI DI 3000 ANNI FA Villaggi protostorici di Frattesina e Campestrin Sono due importanti aree archeologiche ad attestare nell’antico Polesine uno dei maggiori crocevia commerciali della protostoria europea tra XIII e IX sec. a.C., durante le ultime fasi dell’età del Bronzo. Ci si riferisce all’abitato di Frattesina, presso Fratta Polesine, già da oltre cinquant’anni oggetto di fruttuose indagini e a quello di Campestrin di Grignano Polesine, presso Rovigo, scoperto una decina di anni fa. Entrambi erano distribuiti, come altre ridotte testimonianze archeologiche individuate a Gognano e Arquà Polesine, lungo un antico ramo padano, oggi scomparso, denominato Po di Adria.
Presso lo stesso corso d’acqua si sviluppò, all’inizio dell’età del Ferro, anche l’altro insediamento di Villamarzana, esteso per circa 65 ettari. Per Frattesina le ricerche archeologiche presero avvio nel 1967, con una serie di entusiasmanti ritrovamenti che subito delinearono la sorprendente realtà offerta dall’abitato, per gli evidenti riscontri attestanti attività artigianali e scambi commerciali con aree geografiche anche lontane. In più riprese, organizzate campagne di scavo confermarono ed approfondirono l’importanza del sito e gli studi che ne seguirono portarono a stabilire che il villaggio, costituito da capanne rettangolari, si estendeva per oltre dieci ettari, presso le rive del citato ramo del Po. Una altret-
tanto estesa area limitrofa era adibita all’agricoltura e a al pascolo per greggi ed armenti. Le dimensioni del villaggio erano certamente notevoli per l’epoca e l’alta densità di popolamento è provata dalle numerosissime sepolture rinvenute in due estese necropoli a cremazione, in località Fondo Zanotto e Narde. Frattesina si caratterizza, rispetto ad altri coevi villaggi individuati in area padana, per attive produzioni di manufatti artigianali.
Il materiale più utilizzato era il corno di cervo (animali che all’epoca
frequentavano numerosi i boschi del nostro territorio) per ottenere manici, zappe, punteruoli ed anche bottoni, teste di spillone, oggetti ornamentali; meno frequente era l’uso dell’osso e del corno di altri animali, quali il capriolo, il bue, la capra o la pecora. Anche la lavorazione metallurgica a Frattesina è ben documentata, sia per i prodotti finiti, sia per le numerose matrici da fusione recuperate. Si producevano manufatti in bronzo che denotano una tecnica complessa, propria di artigiani qualificati. Dalle
officine, collocate in particolare nell’area centrale del villaggio, uscivano coltelli, scalpelli, asce, pugnali, spade, punte per giavellotti e frecce, ami per la pesca ed ancora oggetti ornamentali, piuttosto raffinati: spilloni, fibule, anelli, armille, rotelle, fermatrecce. L’abbondanza dei prodotti artigianali fa pensare che la produzione fosse ben superiore alle esigenze del villaggio e, pertanto, destinata all’esportazione. Significativo, inoltre, è il fatto che Frattesina documenta la più antica testimonianza in area europea di officine attrezzate a fondere il vetro (o meglio una pasta vitrea
opaca dai colori blu, azzurro, rosso) per ottenere, con tecniche e procedimenti sofisticati, perle da collana. È verosimile, a questo proposito, ritenere l’arrivo di maestri vetrai dalla lontana area del Nilo alle foci del Po. Questo testimonia uno scambio non solo di carattere commerciale, ma anche e soprattutto culturale: circolava e si esportava l’idea, non solo la materia. Nel villaggio delle perle di vetro (così è stato denominato in varie occasioni) dall’Africa e forse anche da Cipro giungevano, con le navi greche che risalivano l’Adriatico, pure zanne di elefante. Come confermano fasi e scarti di lavorazione, a Frattesina si ottenevano dall’avorio
Testa di spillone in corno di cervo
particolari pettini, teste di spilloni, impugnature ed else di spade e pugnali. Il nostro villaggio è anche le-
gato all’ambra, quella resina fossile dai contorni mitici, proveniente dal nord d’Europa. Pur non avendo prove certe, già da tempo si ipotizzava che anche questo “magico” prodotto fosse qui lavorato, essendosi recuperati con le ricerche sul campo numerosi pezzi, tra perle, vaghi e pendagli, che trovano riscontri in Greca e in area egea. Il quadro sorprendentemente si è completato, se non arricchito ulteriormente, con le recenti indagini archeologiche condotte a Campestrin di Grignano Polesine. In questa località, circa 7 km più ad est di Frattesina, in occasione di sterri per la costruzione di un’abitazione, si sono individuate tracce di un antico insediamento e gli scavi archeologici, condotti negli anni 2008-2011, hanno portato alla luce eccezionali testimonianze che pienamente confermano la
Ricostruzione dell’abitato di Frattesina lungo lo scomparso ramo padano. Dalle ricerche stratigrafiche e dalla foto aerea è stato possibile accertare la presenza di fossati che suddividevano il nucleo insediativo in isolati. (Disegno di Livia Stefan)
lavorazione dell’ambra. L’importanza, o meglio, l’unicità di questo villaggio è rappresentata dalla straordinaria quantità della resina fossile proveniente dal Mare Baltico che chiaramente documenta l’intero ciclo di lavorazione di diversi tipi di perle ornamentali, tra cui quelle denominate “tipo Tirinto”, essendo state individuate dagli archeologi per la prima volta, un secolo fa, in una casa signorile dell’antica ed importante città greca. Campestrin rappresenta fi-
nora il più antico villaggio in area mediterranea con evidenze certe di officine dell’ambra. Ciò conferma e
rimarca quanto già ipotizzato per il vicino e coevo abitato di Fratttesina, ossia il ruolo centrale dell’area mediopolesana lungo “la via dell’ambra”, una complessa rete di scambi commerciali e culturali che portava quello che era considerato “l’oro del Nord” fino alle corti dei principi della Grecia durante il secondo millennio a.C. Le ultime indagini, tuttora in corso, consentono di stabilire che il villaggio
di Campestrin si estendeva lungo il citato ramo padano per oltre 500 m con una larghezza di circa 50 m. Sembra, inoltre, che si sia sviluppato in un lasso di tempo relativamente breve nel corso del XII secolo a.C. Tra i due villaggi protostorici descritti, merita di essere ricordato anche quello di Villamarzana. Occupa arealmente una vasta zona di poco più a sud fino a Frassinelle, forse in relazione con un’altra diramazione padana e si sviluppa cronologicamente tra l’età del Bronzo finale e le prime fasi dell’età del Ferro (X-VIII sec. a.C.), confermando attività artigianali, in particolare quella della pasta vitrea. Villamarzana rappresentò certamente la continuità insediativa di Frattesina, in un complesso sistema fluviale che vide
qualche secolo più tardi la nascita e lo sviluppo dell’importante scalo portuale di Adria, la città da cui prese il nome il mare Adriatico, a riconferma della centralità commerciale del nostro antico delta.
CAMPESTRIN GRIGNANO P.
FRATTESINA
CAPOBOSCO
Nella cartina in azzurro sono indicati i percorsi di fiumi scomparsi tra Fratta Polesine e Grignano Polesine e le aree di interesse archeologico riportate nel testo. (Elaborazione di Michele Baldo)
ARQUÀ P.
VILLAMARZANA
FRASSINELLE
D'in su la vetta della torre antica, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finchĂŠ non more il giorno; Ed erra l'armonia per questa valle.
LIFE STYLE ambiente
a cura di
Micol Andreasi
%% "# $ $ % " " " !%!% $ ! ! ! Quanti ne mancano all’appello?
Fausta Borsetto volontaria Lipu
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Molti. Soprattutto passeri e rondini. Un tempo presenze preziose per il contenimento degli insetti in campagna, ora, ridotti i primi e quasi scomparse le seconde. La causa è sempre la stessa: l’abbondante uso dei pesticidi nelle campagne e la modificazione del paesaggio. Mancano, infatti, i luoghi dove nidificare, le stalle con le travature in legno o le barchesse. CosĂŹ, per usare una citazione poetica: di quel passero solitario con cui Leopardi si identificava e di quella rondine che tornava al tetto nella notte del X agosto di Pascoli, nella nostra campagna polesana, resta ben poco. A lanciare l’allarme è la Lipu, l’associazione che da anni è impegnata alla tutela della biodiversitĂ con riferimento particolare all’avifauna. Per Fausta Borsetto, una dei volontari della delegazione di Rovigo, la questione è complessa e ha a che fare con una sensibilitĂ nuova che deve crescere. “Se non ci sono gli uccelli – afferma –
è chiaro che l’ambiente in cui viviamo non è piĂš sano. Se la biodiversitĂ si riduce – continua – il territorio intero si impoverisce e prima o poi presenterĂ il contoâ€?. Sulla promozione della sensibilitĂ e della conoscenza dell’avifauna, la Lipu è impegnata con attivitĂ nelle scuole, con progetti di nidificazione, con il centro di recupero per la flora selvatica a Polesella (insieme al WWF) e ancora con attivitĂ di Birdwatching. “Come per tutte le associazioni – racconta Fausta – portare avanti progetti non è facile, ci si scontra con la mancanza di fondi ed a volte con l’insufficienza di forze disponibili. Tuttavia non smetteremo mai di raccontare quanto ricco dal punto di vista dell’avifauna è il nostro Polesineâ€?. Basta un’escursione lungo qualche argine del fiume, o in campagna o sul Delta per rendersene conto. Un patrimonio inestimabile. Attrezziamoci allora di binocolo e curiositĂ e partiamo per un’esperienza di birdwatching.
Lega Italiana Protezione Uccelli
LIPU In località Valle Canelle e la via delle Birdwatching. E’ una pratica oggi in Valli, Fausta Borsetto, ci fa osservare crescita che consiste nell’osservazione garzaie dove nidificano collettivae nello studio degli uccelli in natura. mente aironi rossi e cinerini, ma Ci accompagna proprio Fausta Bor- anche tanti fenicotteri rosa. setto. Data la bella stagione scegliamo “Fino a qualche tempo fa – aggiunge di visitare il Delta del Po, ma vale la – si vedevano solo d’estate, ora si pospena fare un appostamento anche ai sono incontrare per tutto l’anno. Si Gorghi di Trecenta o lungo gli argini sono ambientati infatti alle temperadei fiumi. L’attrezzatura si compone di ture miti di questa laguna”. un binocolo e un po’ pazienza. La parte del Po di Maistra (antica“Non vestitevi con colori troppo sgar- mente ramo principale del fiume) e gianti - ci suggerisce Fausta - gli uccelli ritenuta la più spettacolare del Delta sono esseri attenti e accorgendosi di per la ricchezza e la varietà di avifauna voi, potrebbero scappare. Se saremo che lo popola, ospita anatre e cormobravi, potremo contarne una quantità rani, aironi e limicoli, gabbiani, rainnumerevole”. paci... Il Delta del Po possiede un patrimo- In pratica tutto il variopinto e starnio ornitologico straordinario con nazzante mondo alato delle nostre oltre 370 specie di uccelli acquatici, zone umide, che dopo aver incontrato stanziali, migratori e di passo, come apprezziamo ancora di più. attestano i periodici censimenti effettuati dalla Provincia di Rovigo, da Veneto Agricoltura, dall’Associazione Faunisti Veneti, esperti nel settore della ricerca faunistica. “Il Delta – ci racconta Fausta - è un teatro naturale che offre ambienti diversificati e grandi possibilità di nutrimento. La parte del leone la fanno ovviamente le valli, la cui gestione appositamente indirizzata, attira gli acquatici. Ma grandi quantità di anatidi frequentano anche le golene del Po e il litorale antistante gli scanni. La Volpoca ad esempio è una delle anatidi più grandi presenti in Italia”.
La lipu sorta nel 1965 è la più importante associazione italiana nel campo della protezione degli uccelli. Riunisce olte 40.000 soci, che contribuiscono con le quote di iscrizione a tutti i nostri progetti. • Oasi naturali, gestite per proteggere la natura,dove è anche possibile osservare gli animali senza disturbali • Centri di Recupero Fauna Selvatica (veri ospedali che restituiscono alla vita selvatica migliaia di uccelli ogni anno) • Azioni dirette per salvaguardare importantissime specie rare e minacciate. • Progetti speciali per lo studio e la protezione di animali minacciati di estinzione. • L'educazione ambientale con interventi nelle scuole ,sulla stampa,tra la gente,con Enti Pubblici per il rispetto della natura. • Corsi di birdwatching.
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PARLIAMONE
Discipline cinofile
animali
a cura di
Veronica Ferrarese
V.Ferrarese
educatrice cinofila
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Le attività da fare insieme Il cane è una grande opportunità per bambini e adolescenti, a patto che si faccia una scelta consapevole, condivisa e nel rispetto delle caratteristiche ed esigenze del cane che entra a far parte della famiglia. La cosa piÚ importante per favorire un rapporto corretto tra bambino e cane è coinvolgere un adulto della famiglia almeno nella prima fase educativa del cane e, nello stesso tempo, insegnare al bambino ad interagire correttamente con lui nel rispetto delle sue esigenze. Quando il cane ed il bambino iniziano a rispettarsi e a condividere momenti di gioia e divertimento con la supervisione di un adulto che possa prevenire eventuali malintesi, il loro legame cresce e si fortifica fino a diventare una vera e propria risorsa per il bambino, che cosÏ impara ad interagire nel rispetto delle regole e a sviluppare una maggior empatia e sensibilità verso gli altri. Una delle attività fondamentali che può essere fatta dal binomio canebambino per aumentare fiducia e conoscenza reciproca è quella ludico sportiva. Il gioco rappresenta un elemento importantissimo per la salute fisica e mentale del nostro amico a quattro zampe e nello stesso tempo coinvolge i bambini in un’esperienza indimenticabile di crescita e divertimento. A seconda dell’età del bambino e delle caratteristiche del cane di famiglia è possibile insegnare al bambino che con il cane ci si può divertire, si possono fare diversi sport e attività cinofile fonti di beneficio per entrambi. A lato sono elencate alcune tra le tantissime discipline cinofile praticabili con i bambini e/o adolescenti, personalmente trovo che fare sport con il proprio cane possa essere un validissimo strumento per trascorrere del tempo di qualità con lui ed imparare a gestirlo nella quotidianità . In particolare, insegnare ai bambini ad apprezzare il piÚ possibile il rapporto con il proprio cane, quale compagno di avventure e giochi, praticando con costanza ed impegno attività sportive - guidati da istruttori competenti - diventa un vero e proprio percorso di crescita, responsabilità e valorizzazione della persona. 12
Agility dog Tra le numerose discipline cinofile sportive praticabili con i bambini la piÚ comune e diffusa è l’Agility dog, uno sport spettacolare e molto dinamico che si basa su velocità e precisione con cui il binomio deve affrontare un percorso ad ostacoli da superare secondo un ordine prestabilito e nel minor tempo possibile. Rally-O Un’altra disciplina molto divertente è la Rally Obedience poi abbreviata in Rally-O, adatta anche a cani meno agili o non piÚ giovani, infatti al suo interno è prevista una categoria riservata ai cani anziani, poichÊ non si concentra sullo sforzo fisico del binomio ma sulla loro intesa e collaborazione. In particolare, il cane ed il conduttore, in questo caso Junior Handler, devono essere sempre in sincronia durante un percorso composto da una serie di esercizi statici e dinamici che aumentano di numero e difficoltà a seconda del grado e livello della categoria di appartenenza. Obedience è un altro sport, piÚ adatto agli adolescenti che ai piÚ piccoli, molto impegnativo poichÊ richiede la massima precisione nell’esecuzione di una serie di esercizi di obbedienza all’interno di un percorso in condotta ovvero con il cane al fianco del conduttore. Questa attività oltre ad aumentare il piacere di trascorrere del tempo insieme ha il vantaggio di insegnare al proprietario ad osservare piÚ attentamente il proprio cane e di conseguenza a migliorarne la comunicazione rendendola piÚ chiara ed efficace. Ludico-sportiva Un’altra disciplina cinofila piacevole ed appagante adatta a qualunque cane è la ricerca ludico sportiva, ovvero un’attività che esalta una delle doti naturali piÚ sviluppate del cane: l’olfatto. Questa attività oltre ad essere dinamica richiede molta attenzione di conseguenza sviluppa nel conduttore - bambino una grande capacità di concentrazione.
Con il bel tempo non perdiamo tempo
LIBERIAMO I PIEDI DEI NOSTRI BAMBINI
STAR BENE fisioterapia
a cura di
Valentina Boscolo Sassariolo fisioterapista. Iscritta all’Ordine TSRM-PSTRP di Rovigo
V.Bosco
lo Sass
ariolo
Camminare a piedi nudi favorisce lo sviluppo cerebrale e sensoriale nei bambini.
Il piede riveste un ruolo primario nel mantenimento della postura, dell’equilibrio e dell’organizzazione di attività motorie. È una struttura molto complessa, composta da 26 ossa, 33 articolazioni, più di un centinaio di muscoli, tendini e legamenti, e migliaia di terminazioni nervose
Il piede è un organo propriocettivo, vale a dire che grazie al contatto con la superficie di appoggio riceve e invia informazioni al cervello, dove avviene un processo di integrazione ed elaborazione dei dati, insomma una sorta di grande computer centrale. Il cervello poi invia ciò che ha elaborato a organi esecutori, cioè i muscoli del piede, che così apprendono e sviluppano la capacità di adattarsi, riconoscere e mantenere la propria posizione ed infine, eseguire movimenti. Tutti i bambini, quando iniziano a camminare sotto il peso del corpo hanno i piedi piatti, o meglio si appiattiscono e aderiscono completamente al suolo, in particolare, se ben osserviamo, i talloni si inclinano verso l’interno, questo perché le ossa e le articolazioni sono molto flessibili e i muscoli sono ancora poco sviluppati. Il piede piatto è dunque fisiologico nei primi anni di vita del bambino: da zero a due anni nel 97% e si riduce progressivamente con l’aumentare dell’età, fino a circa il 50% a tre anni, il 25% a sei anni, e a dieci anni solo pochi bambini ce l’hanno ancora. Quindi sono inutili gli allarmismi e le visite specialistiche allo scopo di correggere con plantari o scarpe rigide un piede che è semplicemente in fase di evoluzione e crescita. Da fisioterapista e mamma posso dire che possiamo stimolare lo sviluppo della crescita dei nostri bimbi senza armi artificiose. Il ruolo di noi genitori: dare stimoli attraverso l’attività motoria Possiamo favorire il rafforzamento della muscolatura del piede con semplici e utili accorgimenti (assomigliano in realtà a dei “giochetti”) che favoriscano continue stimolazioni propriocettive :
IFar camminare il più possibile a piedi nudi il bambino anche su terreni irregolari e instabili come la terra, l’ erba, la sabbia, così la pianta del piede, al contatto con il suolo, incontra qualcosa di instabile, di diverso dal solito, su cui deve far presa attraverso un lavoro costante dei muscoli per dare in ogni istante equilibrio al corpo. Non abbiate timore di farli camminare come funamboli, mettendo cioè un piede davanti l ‘altro con il tallone di quello che sta davanti a contatto con le dita di quello che sta dietro. Provatelo sia in avanti che all’ indietro. O ancora alternando una camminata sulle punte a una sui talloni, a simulare un andatura “al trotto” o giocando ancora a camminare sul bordo esterno dei piedi. Vi suggerisco di provare assieme ai vostri figli..scoprirete quanto più bravi di voi possono essere e quanto un piede adulto può invece dimostrarsi impacciato e rigido. Una delle domande più frequenti che mi viene posta è se in casa è meglio tenere delle scarpine o i piedi scalzi. Su questo ci sono vari pareri medici contrastanti. L’ opinione che condivido e suggerisco è di tenere comunque il piede nudo o con una calza antiscivolo perché il processo di allenamento di differenti gruppi muscolari e quindi il corretto sviluppo del piede non ha bisogno di ostacoli o impedimenti. Ricordiamoci che i pavimenti delle nostre case sono lisci, una superficie liscia stimola solo in parte la formazione dell’arcata plantare perciò rimarco di nuovo l’ importanza di far camminare i nostri bambini su terreni sconnessi e di liberarli non appena le condizioni metereologi che lo consentono! 13
STIPSI
STAR BENE il pediatra
a cura dell Dott.ssa
Cristina MV Marcellino Gastroenterologa Pediatra Ospedali di Rovigo, Adria e Trecenta ULSS 5 Polesana.
La stipsi è un disordine comunemente riscontrato nei bambini, a volte difficile da riconoscere da parte delle famiglie, ma che influisce in senso negativo sulla qualità di vita dei bambini. Può interessare oltre il 5% dei bambini sotto i 2 anni di età, e il 2% di quelli di età superiore a 2 anni. La stipsi può presentarsi in forma di evacuazioni poco frequenti e dure, talvolta dolorose, oppure dare segni indiretti, con dolore addominale, gonfiore addominale, tendenza a ridurre l' alimentazione.. qualche volta addirittura provoca una apparente diarrea, con perdite che sporcano gli indumenti... In ogni caso, rappresenta un vero disagio per i nostri piccoli, che li accompagna per tutta la giornata! Le cause possono essere tantissime. Solo in pochi casi, ci sono delle patologie sottostanti, che il gastroenterologo pediatra ricercherà attentamente. Nella maggior parte dei casi, qualche evento fortuito causa una prima esperienza di evacuazione dolorosa, cui il piccolo reagisce modificando le proprie abitudini, fino ad un vero e proprio evitamento dell'evacuazione.
C.M.V.M
arcellin
o
I cambiamenti nel ritmo di vita possono influenzare la regolarità intestinale: ad esempio il periodo di rinuncia al pannolino, o l' inizio della scuola elementare, dove bimbi ancora piccoli e non perfettamente autonomi si trovano a gestire le proprie necessità da soli, in un ambiente affollato e con poco tempo tempo a disposizione...
La stipsi è un disordine comunemente riscontrato nei bambini e rappresenta un vero disagio per i piccoli. Le cause possono essere tantissime, solo in pochi casi ci sono delle patologie.
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I cambiamenti nel ritmo di vita possono influenzare la regolarità intestinale Come accorgerci che il nostro piccolo soffre di stipsi? Se evacua regolarmente (almeno 3 giorni alla settimana), feci soffici e abbondanti, senza dolore e senza fatica, possiamo stare tranquilli. Quando devo fare un esempio di regolarità “spensierata” facilmente comprensibile a tutti, paragono la funzione intestinale al pieno di benzina: l' indicatore del cruscotto dice che è ora di fare rifornimento, si va al distributore, si fanno in poco tempo tutte le procedure necessarie, e si riparte. Le funzioni intestinali non dovrebbero occupare molto spazio nei pensieri di una persona! E' meglio sospettare la stipsi, invece, se il nostro bimbo o bimba presenta evacuazioni rare (meno di 3 alla settimana), dure, o molto grandi o molto piccole (palline come caprette), o dolorose; se presenta comportamenti associati allo stimolo evacuativo (ansia, preoccupazione, pianto, fuga, ricerca di modalità peculiari per svolgere la funzione); se presenta dolore addominale frequente, magari peggiorato dall' assunzione di cibo; se sporca involontariamente gli indumenti. E cosa possiamo fare, da subito, per aiutare i nostri piccoli? Il vostro Pediatra saprà certo consigliarvi al meglio, ed eventualmente inviarvi a visita specialistica gastroenterologica pediatrica. Gran parte delle soluzioni, però, è già presente a casa vostra: Naturalmente un' alimentazione ricca di fibre, di alimenti genuini e di acqua naturale è di grande aiuto. Qualche volta è difficile, però, garantire un apporto di verdure sufficiente, in bambini molto piccoli... Un altro aiuto grande viene dall' insegnare ai nostri piccoli la regolarità, dando loro la possibilità ogni giorno, dopo mangiato, di sedere sul vasino o sul wc in posizione comoda, con attività gradite (giocattoli, libriccini, tablet): in questo modo, lo stimolo evacuativo troverà i bimbi già pronti ad assecondarlo al meglio. Premiando e festeggiando il buon risultato, creeremo i presupposti perché i piccoli imparino che le funzioni intestinali possono essere gestibili in modo spontaneo e non spiacevole
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RIMETTERSI IN FORMA PER SENTIRSI MEGLIO
STAR BENE Il Nutrizionista
E.Finott
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dottoressa
Erica Finotti Biologa Nutrizionista Segretario dell’Associazione Italiana Nutrizionisti
Dopo la gravidanza Alcune donne incontrano grandi difficoltà a tornare in forma dopo una gravidanza; generalmente i primi chili si perdono dopo qualche settimana dal parto ma ritrovare la perfetta forma fisica può essere difficile perché man mano che passano i mesi dopo la nascita del bambino aumentano gli impegni, si ritorna al lavoro e il tempo non è mai abbastanza. Il risultato è che spesso si tende a trascurarsi e questo è grave per la salute e crea gravi frustrazioni che minano l’equilibrio psico fisico della mamma. La sensazione di disagio e di impotenza è la stessa sia nelle donne che devono perdere solo 3-5 kg sia in quelle che hanno accumulato molto più peso durante e/o dopo la gravidanza. Quanto tempo? Va precisato che non esiste un tempo standard per rimettersi in forma visto che può variare anche dal tipo di parto avuto: con il parto naturale è più veloce il ripristino dei tessuti soprattutto addominali mentre con il cesareo è più lento. Nel percorso bisogna anche considerare se la mamma è in allattamento o meno, visto che questo fattore influenza il dimagrimento ma in entrambi i casi consiglio di farsi seguire da uno specialista per non creare deficit nutrizionali al bambino e alla mamma. Diffidate di chi promette miracoli (tipo 7 kg in 7 giorni o cose simili). Una dieta seria dopo una gravidanza prevede 34 kg al mese perché chi perde peso troppo velocemente per arrivare prima al traguardo brucia il muscolo e non il grasso che è quello che succede, in particolare, con i regimi proteici che eliminano, del tutto o quasi, i carboidrati (pane, pasta, patate e frutta) con il risultato che dopo qualche tempo ci si ritroverà non solo con tutti i chili che si erano persi ma anche con una bella percentuale di grasso in più! Gli ostacoli: dopo una prima fase in cui si è perso peso abbastanza facilmente ci si potrebbe ritrovare a non perdere nulla o molto lentamente e il metabolismo “si blocca” (o almeno questo è quello che si pensa). In realtà ci possono essere una o più fasi in cui l’organismo perde con più difficoltà ed è facile dopo l’euforia iniziale farsi prendere dallo sconforto. In pratica l’organismo, a lungo andare, cerca di “difendersi risparmiando” energia perché si deve abituare al cambiamento e ad un nuovo stile di vita; quindi niente paura è necessaria solo un po’ di pazienza. L’importante è non chiedere l’impossibile al corpo perché non va dimenticato che sono serviti nove mesi per far crescere il bambino ed è quindi corretto darsi obiettivi realistici. Dimagrire e ritornare in forma è possibile ma serve un vero e proprio “piano d’azione” dove non può mancare la determinazione e la costanza!
PIANO D’AZIONE 1 ) Modificare la spesa si comincia facendo una lista degli alimenti che si consumeranno durante la settimana per evitare di esporsi troppe volte alle “tentazioni” nei supermercati. Basta comperare solo i cibi che avete segnato sulla lista e che siano semplici, sani e freschi. 2 ) Non saltare i pasti bisogna saltare i pasti perché si obbliga l’intestino ad un digiuno prolungato che non gli permetterà di lavorare correttamente il cibo nei pasti principali. Quindi servono spuntini sani e veloci come frutta fresca, pane o cereali che saranno un aiuto anche per non arrivare affamate al pranzo o alla cena.
5 ) Eliminare le calorie inutili Ci si deve sforzare di ridurre il fabbisogno calorico una volta terminato l’allattamento riducendo le porzioni dei cibi ed eliminando le “calorie inutili” come l’utilizzo di troppo olio o delle bevande gassate e zuccherate. 6 ) La sera non mangiare dolci Attenzione va posta alla sera, quando spesso “ci si coccola” con qualche cosa di dolce come biscotti, gelati o torte. Questi alimenti, oltre ad avere tantissime calorie, andranno totalmente in accumulo e non verranno eliminati tanto facilmente dall’organismo. Perciò è meglio assumerli tra la mattina ed il primo pomeriggio.
3 ) Attività fisica Un aiuto fondamentale è dato dall’attività fisica che permette di perdere peso ma soprattutto preserva e tonifica la massa magra con conseguente modellamento del corpo. Le migliori attività fisiche per ritornare in forma e “bruciare” grasso sono le camminate, il nuoto, il ciclismo all’aria aperta o su una cyclette. Ovviamente va “calibrata” in base alle capacità della mamma: si inizierà con mezz’ora di passeggiata più volte alla settimana per poi diminuire il numero di uscite ma aumentandone il tempo; l’ideale è praticare almeno un’ora e venti minuti di attività. 4 ) Bere molto Dopo il parto è un problema comune ritrovarsi con dei problemi di circolazione e accumuli adiposi che aumentano la ritenzione idrica sui glutei, fianchi e gambe; per combatterla assicurarsi di bere almeno 1,5-2 L di acqua così si eliminano le tossine e il corpo consuma più calorie favorendo così il dimagrimento.
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Zaino di scuola pesante.. In agguato la scoliosi, vero o falso?
PARLIAMONE attualità
collo
spalle
schiena braccia
ginocchia
Y Celeg
hin
a cura di
Yarno Celeghin fisioterapista, codirettore di Equipe e fisioterapista della Rugby Rovigo Delta
È davvero colpa della scuola se ai piccoli alunni fa male la schiena?
E ancora, che postura é meglio far adottare ai bambini sui banchi? Nelle ore scolastiche è abbastanza inutile invitare il bambino a “stare dritto” con la schiena. Perchè non esiste un concetto vero e proprio di postura corretta. Esiste però la postura che aiuta l’attenzione e facilita la capacità di concentrazione e che consiste nella modifica continua della posizione sulla sedia. E’ quindi preferibile non mantenere una sola postura per ore, ma piuttosto modificarla spesso. Postura sbagliata non significa maggiore rischio di scoliosi. La scoliosi è una deformità vertebrale strutturata, caratterizzata da una curvatura e da una rotazione della colonna vertebrale. 18
Nella scoliosi sono le singole vertebre incluse nella curva scoliotica ad essere deformate. La postura sbagliata può invece determinare modificazioni di tipo posturale, il cosiddetto atteggiamento scoliotico, un’alterazione della colonna vertebrale senza segni di strutturazione, ossia senza segni di malattia della colonna vertebrale. L’alterazione si manifesta spesso con la tendenza a portare le spalle in avanti curvando il dorso - ipercifosi posturale- anch’essa riducibile, ossia correggibile, col movimento dallo stesso bambino e senza segni di malattia della colonna vertebrale.
postura corretta
postura sbilanciata punti dolenti
lità tra zaino pesante, anche se portato su una sola spalla, e deformità o deviazione della colonna vertebrale. L’uso abituale dello zaino 20-30 minuti al giorno non crea alcun problema. Però c’è da considerare che più tempo si porta un carico, più facile è che insorga una contrattura dolorosa sulla schiena o si assumano posture
È giusto, quindi, che un genitore riprenda il bambino sulla postura, ma
è importante distinguere le posture sbagliate dalla comparsa della scoliosi.
Il primo è un problema di muscolatura, il secondo di colonna vertebrale. In generale, si consiglia di tenere le seguenti posizioni: in piedi, con le spalle dritte, poggiandosi correttamente sul bacino, distribuendo bene il peso, senza sbilanciarsi su un lato piuttosto che su un altro; seduti con il peso su entrambe le spalle, senza poggiare la testa su un braccio, di lato. E il peso eccessivo dei libri? Gli zaini sono spesso davvero molto pesanti. Ma non esiste nessun nesso di causa-
sbagliate Tuttavia è buona norma prendere accordi con gli insegnanti, di solito disponibili, così che nell’organizzazione del lavoro scolastico si tenga conto anche di un’equa distribuzione del carico del materiale scolastico da trasportare.
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Come scegliere e preparare lo zaino Zaino in spalla o trolley? L’importante è che non vi sia un sovraccarico di libri. Non è tanto determinante il mezzo con cui si trascinano, quanto il peso dei libri stessi, che non deve mai essere eccessivo. Viviamo l’epoca digitale, quella in cui con un tablet ed una connessione al web si può avere letteralmente in mondo in mano, eppure i chili sulle spalle degli studenti sembrano non diminuire…In Italia le Scuole digitalizzate sono 38… su 8519 Istituti. Secondo una ricerca condotta da Medici italiani il 34% degli studenti italiani in età di scuola primaria indossava (1999) uno zaino pari al 30% del proprio peso corporeo. La consapevolezza che fare prevenzione è la cosa migliore ha portato i genitori a prestare più attenzione nella scelta degli zaini, cercando un compromesso tra il “bello” e l’utile. Purtroppo però non esistono regole fisse, non esiste la dieta perfetta che si possa adattare ad ogni bambino… perciò è bene avere ben chiaro rischi ed eventuali soluzioni. Che parti del corpo degli studenti possono soffrire
a causa di uno zaino troppo pensante, o mal organizzato o mal indossato? Molte! In particolare sottolineiamo: il collo: lo spostamento in avanti della testa a causa dell’eccessivo peso dello zaino può essere causa di dolori cervicali; le spalle: indossare correttamente lo zaino impedisce
la curvatura e rotazione innaturale delle spalle; la schiena: non è nota la correlazione diretta fra so-
vraccarico e scoliosi, ma numerosi sono i disturbi muscolari derivanti da un carico pesante; le braccia; sollevare e spostare zaini pesanti è poten-
zialmente pericoloso per le articolazioni ed i muscoli degli arti superiori; le ginocchia; affaticamenti e dolori anteriori alle gi-
Quali sono le caratteristiche consigliate per uno zaino? 1. tasche extra: è bene che lo zaino abbia tasche esterne, in
modo da poter distribuire meglio il carico complessivo; 2. manico: utile per i brevi spostamenti, in classe e a casa; 3. carrello: utilissimo a mio avviso, specialmente per i più piccoli, trasforma lo zaino in un trolley; 4. cinture: le cinture per fissare lo zaino all’addome sono uno strumento molto utile, specialmente nell’età delle scuole secondarie, quando spesso gli spostamenti e la durata degli stessi sono notevoli 5. zip: chiudere lo zaino impedisce spesso che i libri contenuti si sposti durante il cammino; 6. bretelle: le bretelle imbottite distribuiscono meglio il peso sulle spalle ed impediscono l’attrito che può arrossare la pelle. E una volta scelto lo zaino più adatto, cosa possono fare gli studenti per metterci del loro ed evitare problematiche dolorose? Innanzitutto FARE SPORT! Fare del movimento costante rinforza la muscolatura, compresa quella della schiena.. ricordandoci sempre che abbiamo bisogno di muscoli tonici ed elastici per sollevare carichi, sopportare fatiche.. e soprattutto per fare tutto senza sovraccaricare o rovinare le articolazioni, ginocchio in primis! Ricordiamo ai nostri bambini e ragazzi l’importanza di una buona postura, sia in piedi sia quando sono seduti e studiano. L’atteggiamento di una schiena dipende dalle sue abitudini… che quasi sempre dipendono dalla volontà/pigrizia. Se li vedete e vi sembra di vedere il Gobbo di Notre Dam.. cercate di correggerli! Quando si riempie uno zaino è bene prestare attenzione e farlo con ordine: meno i libri al suo interno avranno libertà di muoversi durante gli spostamenti e più il peso sulle spalle sarà stabile e quindi gestibile! Meglio abituarsi ad alzare i pesi piegandosi sulle gambe e non piegando eccessivamente la schiena… consigli della nonna, ma alla fine sono sempre i più utili! Infine…andare in giro con lo zaino su di una sola spalla o con le scarpe slacciate, stare seduti sempre curvi… non è una moda, è un modo per facilitare l’insorgere di dolori cronici… siete fighi lo stesso!
nocchia sono spesso il risultato di carico eccessivo per tempo prolungato. 19
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a cura di
Chiara Bellè parrucchiera
Quest’ anno la moda si ispira agli anni 80, però parlando di bimbi e
bimbe ovviamente la comodità e la semplicità è d'ordine. I più fashionisti seguono i loro miti
spesso i calciatori per i maschietti o le femminucce le fashion blogger
PER I MASCHIETTI Selvaggio con stile
per bimbi che hanno boccoli e ricci morbidi e naturali, cioè un caschetto corto e sbarazzino dove i ricci si muovono sfiorando appena gli occhi A spazzola
I capelli a spazzola passano ogni generazione, spettinati in alto e più corti sulla nuca per essere sempre in ordine Taglio elegante
Adatto ai piccoli lord, dove lo stile e l'eleganza è innata. Si addice sia per capelli mossi, sia per capelli dritti, per "signorini” un po' più grandicelli Sfumati con crestina
Questo taglio è adatto per sembrare più "duri" e ci si può sbizzarrire con " Tattoo" temporanei dalle forme più disparate. Dureranno giusto qualche settimana il tempo per i capelli di crescere
PER LE BAMBINE Il caschetto
è sempre di gran moda non tramonta, ma si reinventa in tutte le sue misure ma il must del 2019 sono le frange che devono essere molto corte, consigliate a chi ha la fronte bassa e non troppo ampia Ci si ispira a Audrey Hepburn. Per le bimbe ci sono molti accessori per arricchire le pettinature. Un vezzo ė il foulard annodato come un cerchietto Il bob lungo è un taglio adatto alle teenager, per chi ha capelli lisci è comodo e facile da pettinare facendo attenzione ad usare dei prodotti districanti e ammollenti Comunque il caschetto resta il taglio tendenza di " eccellenza"per tutte le età 21
LIFE STYLE Moda Fashion
" " ! Cara mamma, arriva finalmente l'estate e cresce la voglia di mare? Beh, come darti torto, l'aria di mare è perfetta sia per te che per i bambini quindi perchè rinunciarvi?
a cura di
Rossella Rizzi consulente d’immagine ed event planner
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Muoversi da casa con dei piccolini non è mai troppo semplice perchè le cose da portare sono sempre numerose ma almeno per l'abbigliamento puoi stare tranquilla e portare con te solo le cose necessarie. Vediamo insieme quali.
Se sei una neo mamma con un bimbo entro il primo anno di vita ricorda di proteggerlo dal sole prediligendo cappellini, bandane o fasce. Il cotone, così pure il lino, sono tessuti perfetti da utilizzare in spiaggia perchè traspiranti. Prediligi i colori chiari come il bianco, il crema, il giallo. La mise ideale per loro è il romper (il pagliaccetto) oppure una magliettina o un body. Se si alzasse la brezza ricorda di avere nella borsa mare anche un piccolo cardigan per proteggerlo da eventuali raffreddamenti. Per i piedini porta con te dei calzini in cotone ideali con la sabbia rovente o all'imbrunire. Per i più grandi il look da spiaggia si semplifica: • Bermuda o pantaloncini abbinati ad una bella tshirt coloratissima, saranno ideali per i maschietti
!#$# • slipdress, ovvero l'abito a spalline sottili, in morbido cotone o in pizzo sangallo, saranno perfetti per le femminucce che sotto potranno indossare un costumino intero per i primi giorni di esposizione al sole, lo spezzato o solo lo slip per i giorni successivi. Naturalmente anche i costumi seguono i trend di stagione quindi
largo ai colori fluo e allo stile "surfer" con palme e barchette. Intra-
montabili per le femminucce anche i pois e i fiori, purchè iper colorati e di ispirazione seventy. Tra i tessuti più cool non potrete rinunciare a paillettes, texture cangianti e metallizzate. Tra gli accessori, immancabile il berretto con frontino per i maschietti, in vero stile sporty purchè in tono con il costume e fasce per
capelli e bandane colorate per le femminucce, chiuse magari da fermagli in abbondanza, con perline e crystal. Molto cool anche le borse da spiaggia in plastica traforata, per contenere tutti i giochi.
Le infradito sono scomode per i bimbi che, inevitabilmente, arrivano in spiaggia e corrono subito sulla sabbia: meglio preferire quelle con il cinturino sul retro del piede perchè lo tiene fissato ed evita rovinose cadute.
Da non sottovalutare anche le scarpine adatte: un paio di sandali comodi e con la suola in gomma con il cinturino oppure un paio di sandali in plastica, ideali anche per entrare in acqua e non farsi male tra scogli e conchiglie.
Per voi care mamme largo a caftani
lunghi e morbidissimi corredati da un cappello a falda larga, da una borsa da spiaggia in rattan grande e capiente e da un paio di infradito gioiello. Sarete le mamme più fashion di tutta la riviera
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© John French 1979
come fare la barchetta di carta proposta da Maurizio G.Pizzo, maestro d’origami, scenografo, disegnatore luci 23
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La Gengivite è un’infiammazione piÚ o meno intensa delle gengive, che se non curata in tempo utile può creare veri e propri danni parodontali. Studi epidemiologici hanno dimostrato che i principali pazienti che vengono colpiti da essa sono le donne in gravidanza (60-75%) ed alcune evidenziano segni clinici di malattia parodontale conclamata (30%).
CAUSE
Cause per le quali la gravidanza incide in ambito parodontale: • Aumenta il sangue in circolo • Si alzano i livelli ormonali • La placca batterica è piÚ aggressiva a cura della Dottoressa
Virginia Zambon
Studio Dentistico Zambon
• l sistema immunitario è piÚ debole.
SINTOMI • Dolore alle gengive
• Gengive gonďŹ e o tese
• Gengive sanguinanti durante l’igiene domiciliare • Gengive facilmente traumatizzabili
Questi sintomi spesso vengono sottovalutati dalle gestanti, mentre, invece, dovrebbero essere considerati come dei campanelli di allarme. All’inizio della gravidanza sarebbe consigliata una visita odontoiatrica; in modo tale da prevenire o intervenire repentinamente, in caso di sintomi iniziali patologici, per spegnere il focolaio di una possibile paradontite gravidica
COSA FARE: PREVENIRE SEMPRE!
Importantissimo è praticare una corretta igiene domiciliare giornaliera, la placca batterica se non rimossa adeguatamente sui denti produce tossine che infiammano le gengive. Non saltare i controlli periodici dal proprio dentista di fiducia. Avere un regime alimentare sano Aumentare il consumo di:
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-Vitamina D in quanto non solo contribuisce al mantenimento di ossa e denti sani, ma rafforza il sistema immunitario. -Vitamina C la quale oltre a partecipare al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario ed alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo, favorisce la formazione di collagene per la normale funzione di gengive, pelle, cartilagini e ossa. Queste vitamine si possono assumere direttamente arricchendo la propria dieta alimentare quotidiana, o attraverso l’assunzione di integratori alimentari. 25
CONOSCENZE INERTI O PROFONDE PARLIAMONE apprendimento
a cura di
Paolo Scorzoni docente di scuola superiore
I teorici dell’apprendimento dicono che voi studenti nel corso di un anno scolastico vi formate due tipi di conoscenze: le conoscenze inerti e le conoscenze profonde e significative. Come è possibile riconoscerle? Le conoscenze inerti
Le conoscenze profonde
Sono quelle conoscenze che tendete a dimenticare a pochi giorni dal loro apprendimento, o perché non le utilizzate nella vita di tutti i giorni o perché non le riutilizzate nemmeno a scuola. Facciamo un esempio: avete studiato la data dell'Editto di Milano di Costantino e nel capitolo successivo si parla della caduta dell'impero romano di Occidente. La data di quell’evento non la utilizzate a casa, perché è difficile che parliate di Costantino con i vostri amici o famigliari e non la utilizzate più nemmeno a scuola perché successivamente approfondirete altri periodi storici. Quella del 313 perciò diventa una conoscenza inerte, una conoscenza utile fino al momento della verifica, che poi la vostra testa si prende il permesso di dimenticare.
La riflessione che invece il vostro prof. può sollecitare a proposito del rapporto tra religione e potere politico in Costantino è destinata invece ad entrare nella vostra memoria a lungo termine e a diventare una comprensione profonda perché potrebbe essere ripresa sia a scuola, ciclicamente, proseguendo nello studio del programma di storia (Enrico IV, Napoleone, Mussolini…) sia nella vita di tutti i giorni. Questa può perciò davvero diventare una vostra conoscenza profonda e anche significativa perché vi può essere utile per leggere con occhi più consapevoli e critici il vostro presente. Ci sono, se vogliamo proseguire con gli esempi, conoscenze di algebra indispensabili per affrontare l’argomento successivo e che assolutamente non possono essere dimenticate.
la strategia
Tutto questo per dirvi che studiando una strategia per sopravvivere in classe bisogna essere in grado di rispondere a questa domanda: ciò che mi viene spiegato e che sto studiando
merita di essere appreso in modo profondo o posso impacchettarlo momentaneamente nella memoria a breve termine? Quante e quali energie devo dedicare a questa tematica o a questa porzione di argomento?
Per chiarirci le idee in merito possiamo fare delle buone domande e, con l’aiuto delle risposte dei nostri insegnanti, possiamo organizzare una strategia che ci dia soddisfazione, non ci faccia disperdere le nostre preziose energie e ci permetta di puntare la nostra attenzione su obiettivi realmente importanti. Come possiamo infatti essere soddisfatti se a fine anno non ci ricordiamo nulla di ciò che abbiamo cercato di immagazzinare con grande fatica? Oppure, come possiamo es26
sere soddisfatti se ciò che abbiamo cercato di introdurre nelle nostre teste non sembra avere nessuna ricaduta sulla nostra vita di tutti i giorni? È su questo che dobbiamo interpellare i nostri insegnanti, sul senso di ciò che studiamo. Non dobbiamo accontentarci, nasconderci dietro ad un atteggiamento meno attento e meno propositivo. Alla lunga, anche se sembra più semplice diventa difficile da gestire e più avaro di soddisfazioni.
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Compiti per le vacanze: solo se il bimbo è protagonista Eccoci arrivati all’estate. E’ tempo di vacanze. Ma anche di compiti? Nei miei quindici anni di carriera scolastica ho sempre sostenuto l’importanza di mantenere vivo nei bambini l’interesse per la scuola anche nei periodi di pausa dalle lezioni; questo finché non mi sono trovata anch’io alla prese con i compiti del mio primo figlio e sono iniziati i capricci, le lamentele e le proteste. Ho avuto così modo di riflettere non tanto sull’utilità del lavoro assegnato a casa che per me (per molti altri docenti e diversi psicologi cognitivi) è indubbio, ma sulle modalità con le quali questi compiti possono essere assegnati. Il mio lavoro quotidiano si basa sempre oltre che sullo studio e la preparazione sistematica delle attività anche sul confronto con i genitori che hanno il compito, non sempre facile, di seguire il lavoro dei figli a casa. è importante che i bambini a casa possano lavorare autonomamente e che l’esercizio dei compiti non diventi un vincolo per il genitore a trascorrere molto tempo seduto con il proprio figlio a controllare che il lavoro venga svolto, a correggere, ad incalzare.
PARLIAMONE educare/crescere
C.Ama to
I compiti per le vacanze devono essere diversi
a cura di Docente di Scuola Primaria
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compiti e ? va
Amato Cristina
I compiti per le vacanze, proprio per il fatto che si svolgono in un periodo di interruzione delle lezioni molto lungo, devono essere totalmente diversi da quelli assegnati durante l’anno. Molti genitori mi chiedono suggerimenti su alcuni libri di testo che le case editrici propongono per questo periodo dell’anno, altri di poter lasciare il figlio libero di scegliere quali attività svolgere e quali libri di narrativa leggere, altri ancora sostengono che trattandosi di un periodo di vacanza dopo un lungo anno di studio, i figli abbiamo diritto di riposare e, perché no, oziare. Personalmente, cercando di soddisfare le richieste di tutti, in occasione della consegna delle schede di valutazione, suggerisco sempre ai genitori un libro di testo specifico per le vacanze insieme a qualche altra indicazione. Il libro-diario
L’acquisto del libro non deve mai essere vincolante per la famiglia, anzi invito i genitori a recarsi in cartolibreria insieme al figlio per sfogliare anche le altre proposte e valutare insieme l’eventuale scelta di un testo che trova più accattivante. Cerco di scegliere libri che abbiano un filo conduttore, un personaggio simpatico che guidi il bambino in un viaggio attraverso le diverse materie e gli argomenti studiati durante l’anno, ma anche i diversi paesaggi che tutti gli alunni possono incontrare e visitare con le loro famiglie durante le vacanze. La grafica deve essere accattivante ma non esageratamente colorata, è importante che ci siano spazi bianchi dove il bambino possa aggiungere pensieri e riflessioni personali o che i disegni siano incompleti e in bianco e nero da riempire di colore nei momenti di relax. E poi filastrocche, indovinelli, rebus, giochi enigmistici. Il libro deve diventare uno strumento nelle mani del bambino col quale osservare il mondo intorno a sé, deve essere leggero, maneggevole e resistente per affrontare gli schizzi d’acqua in spiaggia, per stare in valigia, per essere letto a pancia in giù su un bel prato. Può essere tagliato, piegato, personalizzato con l’aggiunta di piccoli oggetti ricordo dei vari posti visitati.
E a settembre può essere riportato a scuola per condividere con i compagni le esperienze vissute e raccontarsi il lungo periodo trascorso lontani e senza vedersi. Le maestre possono raccogliere il materiale e avviare attività di ascolto reciproco in cerchio e poi in piccoli gruppi. Si può realizzare un piccolo museo dei ricordi delle vacanze da esporre in classe o costruire un grande Lapbook che raccolga le esperienze di tutti. Protagonista del proprio tempo
Certo, i compiti per le vacanze non prevedono solo attività ludiche o compiti di realtà da realizzare all’aria aperta, ci saranno anche momenti in cui il bambino dovrà sedersi e concentrarsi ed eseguire esercizi di ripasso utili a rinforzare quanto appreso durante l’anno e a tener fresca la memoria e in questo caso entra in gioco il ruolo del genitore. E’ importante che il bambino capisca che i compiti non vanno fatti per ac-
contentare la maestra o per ammortizzare il costo del libro; servono per ricordare quanto si è stati bravi durante l’anno ad imparare tutte quelle cose e quindi a rivederle per non dimenticarle, servono a farci arrivare a scuola con la mente sveglia e pronta ad imparare sempre più, servono anche a non farci annoiare nei momenti di pausa tra un gioco e l’altro. Saranno i genitori ad aiutare i bambini a non spaventarsi di fronte alle tante pagine proposte dal libro. Non è indispensabile fare tutto e seguire l’ordine delle pagine. Si può concordare insieme al figlio una scaletta delle attività da svolgere giorno per giorno, magari scegliendo un paio di pagine per ogni materia. Oppure si può decidere di dedicare un giorno alla settimana solo per una disciplina e quello dopo per un’altra. Le attività grafiche possono essere alternate agli esercizi di calcolo e scrittura. Le materie di studio potrebbero essere studiate solo con la costruzione di schemi e mappe, magari su un
grande cartellone colorato da portare a scuola a settembre. Credo che la cosa importante sia che il bambino capisca che è lui il protagonista del suo tempo ora, che può gestirlo come preferisce. I genitori possono consegnare al bambino un calendario con i tre mesi estivi e lasciare che sia lui a stabilire i tempi di lavoro, quelli di gioco e quelli di riposo. Non è necessario nessun controllo da parte degli adulti sul lavoro svolto, alla correzione eventualmente penseranno le maestre in una fase di ripasso. Piuttosto si possono scegliere dei momenti di tranquillità in cui sedersi vicini in un posto comodo e sfogliare insieme al proprio figlio le pagine del libro per farsi raccontare le esperienze vissute o per leggere insieme a lui qualche testo. Ognuno di questi libri letti, sfogliati, colorati, portati in giro diventerà un prezioso ricordo da conservare nel tempo e che parlerà di noi, dei nostri affetti e delle nostre tanto attese vacanze.
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PARLIAMONE educare/crescere
ďŹ n da piccoli, fa bene alla salute.
a cura di
Laura Contiero Educatrice
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leggere, leggere, leggere Da educatrice ho sempre saputo che per favorire uno sviluppo armonico del bambino sono necessarie delle stimolazioni appropriate all’età , da mamma mi sono chiesta quale fosse l’attività piÚ indicata per il mio bambino che io potessi condividere con lui, e cosÏ ho scoperto che è proprio la lettura e sono semplicemente i libri per bambini con le loro stimolanti evocative meravigliose illustrazioni, con o senza storie da scoprire. CosÏ è nata la passione Nati per leggere, che mi ha fatto crescere come mamma e come educatrice, che sta accompagnando nella crescita i miei bambini e che, visti i benefici che apporta, mi suggerisce di promuovere tramite specifiche iniziative, come volontaria NPL (Nati per leggere), i benefici della lettura in famiglia. Essa, infatti, è una di quelle buone pratiche che vanno promosse fin da piccoli. Le ricerche dimostrano che gli interventi attuati dal concepimento e nei primi 1000 giorni sono fondamentali ai fini della salute e del benessere del bambino, con effetti che durano tutta la vita. Il piacere della lettura coinvolge tutti i sensi. Noi umani possiamo leggere con la vista, ma apprezzare la lettura con tutti gli altri sensi di cui siamo dotati, che nel neonato, sono super ricettivi. Leggere un libro o cantare è un dono d’amore. Anche se piccolo, il bambino apprezzerà per primo la voce della mamma, a lui nota come il ritmo del suo cuore, già dalla seconda parte della gravidanza, poi imparerà anche a riconoscere la voce di papà . Tatto e gusto: la pelle del bebè e la sua bocca sono cosÏ ricche di ricettori che
Nati per Leggere
è un progetto a diffusione nazionale che ha l’obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce per i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni.
Il rituale della lettura crea un legame profondo nei primi mesi di vita sostituiscono la vista nella percezione del mondo circostante fino al suo affinamento. Il bambino deve essere libero di esplorare le prime volte il libro anche con la bocca: esistono i libri da mordere come quelli per il bagnetto e di stoffa e poi quelli pensati per l’evenienza non lontana che il bimbo, anche se invitato a non mangiare il libro, lo morda con gusto, per questo è consigliabile acquistare quelli in materiali atossici, resistenti, stondati, con marchio Ce. E poi l’olfatto… odore di mamma o di papà che leggono un libro al bambino, tenendolo in braccio, mescolato all’odore di carta stampata… arriva dritto al cervello e lo bombarda di mille informazioni da elaborare e registrare! Nel rituale della lettura di un libro i corpi sono vicini, le emozioni sono
condivise: voglia di instaurare un rapporto con il proprio bambino da parte del genitore, voglia di coccole e di scoprire cose nuove da parte del bambino. L’adulto si mette in gioco e offre il suo tempo, sempre più prezioso, e se stesso, non un surrogato, come un video sul cellulare o della tv, per stare, condividere un emozione con il suo cucciolo. Gli stimoli sonori offerti dalla lettura in famiglia sollecitano delle risposte fisiche e vocali nel bambino, sorrisi, battimani dondolamento, poi arrivano le vocalizzazioni, poi le prime sillabe e infine le parole. Il genitore ha modo di apprezzare il frutto del suo “lavoro”, del suo investimento. Niente arricchisce più della lettura condivisa il bagaglio lessicale del bambino che sarà tanto più ricco in base alla frequenza, alla varietà e alla ricchezza del linguaggio ascoltato. Quando leggere diventa una routine
quotidiana che crea benessere i genitori e il loro bambino possono sintonizzarsi creando un circolo virtuoso che porta benefici a un livello emozionale profondo. Per fare questo si dovrà fare attenzione a eliminare distrazioni, rumori di sottofondo, come tv, radio, cellulare. Dobbiamo esserci, solo noi: genitori e bambini. La quotidianità di rituali o azioni di attenzione condivisa con la mamma, o con l’adulto di riferimento, porterà il bambino a godere di quello che si chiama attaccamento sicuro e al suo sviluppo armonico. Se abbiamo lavorato bene nei primi mesi, il bambino avrà familiarizzato con l’oggetto libro, grazie al rituale condiviso si predisporrà con piacere a questa attività, vorrà tenere il libro, imparerà a girare le pagine cartonate, amerà stare vicino a noi, leggere le immagini, ascoltare la nostra voce, raccontarci la storia. Creeremo un legame profondo con lui.
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PARLIAMONE pagine di storia
R.Becc
ari
La guerra delle donne
a cura di
Rosanna Beccari Docente di lettere e latino Scuola Secondaria Superiore
Oggi in Italia la donna gode di molti diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione a partire da quel primo voto del 2 giugno 1946, che è stato ricordato nei giorni scorsi come ogni anno. Ma vi siete mai chiesti quando è incominciato il lungo cammino della sua emancipazione?
La risposta ci riporta indietro esattamente di cento anni alla Prima Guerra mondiale (1914-’18), quando cambiò radicalmente il ruolo delle donne, che presero il posto dei loro uomini impegnati al fronte.
Le condizioni delle donne nella famiglia e nella società, prima del processo di emancipazione avviato nel XX secolo, ci mostrano madri e figlie sottomesse senza diritti all’interno delle proprie famiglie, economicamente impossibilitate a gestire il proprio stipendio ed escluse dai pubblici uffici. Il capo famiglia o pater familias (padre prima e marito poi) decideva per loro, preferendo, di solito, tenerle in casa a badare alle faccende domestiche e ai figli come “angeli del focolare” e, se riuscivano a lavorare, erano sfruttate: costrette a lavorare più ore, sottopagate, col rischio di essere licenziate se si sposavano o quando restavano incinte. Questo status quo fu improvvisamente interrotto dall’avvento della Grande Guerra, quando le donne furono chiamate dallo Stato a ricoprire i posti rimasti vacanti e a mandare avanti un’intera nazione. Senza di loro, infatti, chi avrebbe continuato il lavoro nei campi e nelle fabbriche per sfamare la popolazione e rifornire la guerra? Come sarebbe potuta andare avanti la vita del Paese garantendo i servizi necessari?
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Fu dunque grazie alle donne, se la vita civile dell’Italia continuò senza fratture permettendo così anche la vittoria bellica. E proprio durante la
Prima Guerra Mondiale le donne si trovarono a gestire la propria famiglia in modo attivo e dinamico, ma non solo: presero in mano anche
le aziende, impararono ad usare macchinari, a lavorare nelle fabbriche, a fare munizioni; ma anche a studiare e laurearsi per diventare infermiere e medici; si posero alla guida di treni e tram, diventarono portalettere, spazzacamini, vigili del fuoco. La nuova presa di coscienza delle proprie forze e capacità le spinse a scendere in campo attivamente come supporto alle truppe impiegate sul fronte e nelle retrovie. A parte qualcuna, che cercò di fare il soldato ma ai tempi non era permesso, molte di loro si ritrovarono nelle trincee a fianco dei soldati per soccorrerli e curarli come crocerossine o portare loro i rifornimenti, come le portatrici carniche; alcune fecero addirittura le spie, come la nota Mata Hari. Molte furono protagoniste di gesta di coraggio, sfociate in atti di eroismo. La Grande Guerra le vide più volte protagoniste anche di movimenti di protesta, nati dalla sofferenza e dalla povertà.
Tutto intanto cambiava, compresa l’immagine esteriore della donna con la moda che si adattò alle nuove esigenze, tanto che gli abiti e il taglio dei capelli si accorciarono, sparirono bustini e voluminose sottogonne, mentre le donne iniziarono ad indossare pantaloni e camice. Sono gli anni in cui Coco Chanel iniziò la sua rivoluzione che porterà al moderno abbigliamento femminile, più libero e comodo, talora anche di taglio maschile, senza però perdere la propria femminilità. Al termine della guerra, tutto ritornò come prima, perché gli uomini, tornati dal fronte, reclamarono il proprio posto nella famiglia, al lavoro e in società, ma l’universo femminile aveva ormai acquisito una nuova consapevolezza, che con un lungo inarrestabile cammino l’avrebbe portato a costruirsi un’identità ridisegnandosi un nuovo ruolo in una società finalmente in grado di comprendere ed accettarne il valore.
Coco Chanel
GLOSSARIO: pater familias: espressione latina che indica il capofamiglia. angeli del focolare: Prima dell’emancipazione femminile del secolo scorso, la donna era il simbolo del focolare domestico, rappresentava la mamma chioccia e la moglie devota. status quo: espressione latina per indicare una situazione precedente. bellico: dal termine latino bellum (=guerra), aggettivo che indica qualcosa relativo alla guerra portatrici carniche: donne che nel corso della prima guerra mondiale operarono, lungo il fronte della
Portatrici Carniche e Crocerossine
Mata Hari
Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane. Mata Hari: pseudonimo di Margaretha Geertruida Zelle (18761917), è stata una danzatrice e agente segreto olandese, condannata alla pena capitale per la sua attività di spionaggio durante la prima guerra mondiale Coco Chanel: pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel (18831971), celebre stilista francese, che ha rivoluzionato il concetto di femminilità, influenzando tutta la moda del XX secolo. 33
a cura della libraia
Gaia Zanzottera Libreria La Magnolia-Rovigo
G.Zanzottera
libri per bambini
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CENTOSTORIE in libreria
LA CURA DEL GHIRO (a. Capetti, S. Molteni), Ed. Corsare. dai 3 anni
Il ghiro sta raccogliendo provviste per l’inverno: erba, sassi, una piuma di allodola! Strano bottino… quello che i suoi vicini non immaginano è il motivo di queste scelte. L’estate precedente Ghiro e Allodola erano inseparabili, anche se lui dormiva di giorno e lei di notte! Ora Ghiro teme che non rivedrà mai più Allodola.. ma torna la primavera e… Una storia dolcissima sull’amore, quello universale che non conosce diversità e ostacoli! LE PIù BELLE STORIE DI BOSCODIROVO (J. Barklem), Ed. EL dai 5 anni
Nei tronchi degli alberi, tra i cespugli fioriti e in mezzo ai prati si nasconde un romantico universo. È Boscodirovo, il regno brulicante di topini baffuti e sempre affaccendati in minuscole, indimenticabili avventure! Dai ricordi d’infanzia di una libraia ancora un po’ bimba un consiglio di cuore, per trovare un libro che i vostri piccoli ricorderanno per sempre! MOMO (M. Ende), Longanesi dai 7/8 anni a 99 anni
Momo, una bimba misteriosa arrivata da chissà dove e che nemmeno ricorda la sua età, vive in un anfiteatro
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e ha un dono speciale: chiunque abbia un problema va da Momo, che non dà consigli e non esprime opinioni, si limita ad ascoltare con un'intensità tale che l'interlocutore trova da solo la risposta ai suoi quesiti. Ma i “signori grigi”, galoppini della Cassa di risparmio del tempo, fanno cadere tutti nella loro trappola e Momo dovrà affrontarli da sola… SULLA SOGLIA DEL BOSCO (a. Ferrara), Einaudi Ragazzi. dagli 11 anni
Fermo è un ragazzino viziato, anche se suo padre gli proibisce sempre di addentrarsi nel bosco vicino casa. Una domenica mattina, stanco del divieto, si inoltra lungo il ruscello fino a una catapecchia dove due strani individui fanno cose ancora più strane. E poi si accorgono di lui… Per ragazzi con la voglia di vivere un’avventura estiva che richiederà curiosità e coraggio.. una storia che lascia il fiato sospeso e affascina così come affascina il bosco.
libri per le mamme IL BAMBINO E LA MONTAGNA (T. Ekelund), Ponte alle grazie
«Ho imparato che la natura può essere bella e ho imparato che può essere pericolosa». Queste le parole di Ekelund, che suggestionato dalla storia di un bambino di sei anni, Hans Torske, che scomparve nei boschi del sud della Norvegia, parte con suo figlio August, sette anni, per quella stessa catena montuosa. Un libro che in un’era ipertecnologica e umanamente fredda ci riporta al senso di piccolezza dell’uomo di fronte alla natura e alla sua grandiosità.
LA FINE DEL MONDO E IL PAESE DELLE MERAVIGLIE (H. Murakami), Einaudi
Ai limiti tra sogno e realtà questa storia di alterna tra due mondi in cui il protagonista compirà un viaggio non solo fisico, ma anche metaforico, dentro e fuori di sé, per arrivare forse all’essenza dell’essere, dell’io interiore. Un libro per alcuni un po’ lento da affrontare, ma che superate le prime 80 pagine, necessarie per capire l’autore e la sua scrittura, vi travolgerà come l’occhio del ciclone in un mondo fantastico e inquietante, dove di certo troverete qualcosa di voi stessi che non vi aspettavate. STORIE DI ANIMALI E ALTRE PERSONE DI FAMIGLIA (g. Durrell), Neri Pozza
Torna un compendio di storie ed episodi bizzarri e cosparsi di ironia, ciò per cui Durrell è diventato celebre, a partire da “La mia famiglia e altri animali”. Bizzarre avventure, che non riguardano soltanto gli animali prediletti. Una lettura divertente e rinfrescante per i momenti di evasione dalla famiglia, ma perfetto anche per le vacanze con parenti al seguito!
LE COSE DI PRIMA (E. Savarese), Minimum Fax
“Come ha scritto Julian Barnes, soltanto il melodramma riesce ad andare dritto alla meta, e a rammentarci l'essenziale.” Non aspettatevi un libro allegro e scanzonato. Simeone, adolescente costretto in sedia a rotelle da una malattia neurodegenerativa, conosce il suo destino e vive tutta la drammaticità della sua condizione, tra lotte per l’amore, l’indipendenza, e gli enormi contrasti interiori. Ma per tutte queste intense pagine, non ho potuto fare a meno di sentire un fortissimo senso di speranza, di coraggio e perché no, di testardaggine. Il finale è struggente ma allo stesso tempo, chiuso il libro, sarà difficile non sorridere.
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$ % $ !## % !## % filastrocca di Chiara Converso Nella notte fredda e buia, che a qualcuno fa un po’ paura, tutto sembra fermo e inerme a parte il respiro delle stelle. Sognano i bimbi, dormono i cagnolini, riposano i fiori, le api e gli uccellini. Dentro a questo silenzio, nella notte oscura un gatto si aggira sui tetti, senza alcuna premura. Ma a vivere la notte, non sono solo i gatti, ci sono anche altri animali e non pensiate siano solo i ratti. All’improvviso ecco spuntare un musetto tutto da amare… due vispi neri occhietti, in un corpo di aculei a mucchietti… quattro leste zampette per stare lontano dalle civette. E’ proprio un riccio, un riccio piccolino quello che gira sta notte intorno al mio giardino. Vuoi vedere... rovista anche nel cestino per riempire un po’ il suo pancino! A forza di cercare con fare circospetto, riesce ad infilare il suo muso in un barattolo perfetto. Basta un assaggio per perdere ogni accortezza, niente era all’altezza di quella prelibatezza. Passa la notte così, il riccio golosetto: a mangiar cioccolata dentro ad un vasetto. Poi, a pancia piena, con un bel sorrisetto torna verso casa in un silenzio perfetto. 36
CENTOSTORIE favole
C. Converso
favola di
Chiara Converso maestro scuola primaria illustrazioni di
Emilia Mazzetto studentessa Liceo Artistico “Roccati” Rovigo
Sole era una tartaruga che si era da poco svegliata dal letargo. Ogni mattina prendeva un po’ di sole e scaldava il carapace, poi iniziava la sua passeggiata verso un campo di tarassaco. Come tutte le tartarughe, adorava le foglie di tarassaco; a dire il vero, le piacevano anche i fiori, di un colore così intenso, gialli come il sole (come il suo nome), ma le foglie, mmmmhhhh, le foglie erano il suo cibo preferito. Aveva scoperto quel campo per caso, dopo essersi svegliata dall’ultimo letargo: stava camminando distrattamente quando apprese che, non troppo lontano dalla sua casa, un enorme campo giallo si estendeva a perdita d’occhio. Si era fermata ad assaggiare le piantine ai bordi del campo, ma dopo essersi accorta che il campo non apparteneva a nessuno, un giorno dopo l’altro si era addentrata sempre più, scoprendo presto un’altra prelibatezza: nascosti tra i fiori, nascevano degli enormi trifogli, gustosissimi!! Così, da quel momento, la passeggiata quotidiana la conduceva fino a lì, dove si saziava del suo cibo preferito per poi tornare a casa senza fretta, a riposare. Un giorno Sole, poco dopo aver intrapeso la sua passeggiata quotidiana verso il grande campo giallo, al lato del sentiero notò qualcosa che si muoveva… le serviva un pochino di tempo per avvicinarsi, ma appena la distanza si ridusse, quella cosa che inizialmente sembrava indistinta assunse la forma d i una palla. !
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Era una palla strana, piena di cosine appuntite che ricordavano le spine di una rosa, tutte vicine le une alle altre. E, cosa ancora più strana, adesso la palla non si muoveva più! Se ne stava al riparo in una piccola tana ai piedi di un albero, ma la tartaruga era sicura di averla vista muoversi! Sole le girò intorno, andò da una parte, poi dall’altra, senza entrare nella tana e senza toccare niente con la zampetta, perchè si sarebbe fatta male; poi, visto che la pallina non si muoveva, proseguì il cammino verso il suo adorato campo. Il giorno dopo, accadde la stessa cosa: la tartaruga da lontano vide la pallina muoversi impercettibilmente sempre nello stesso punto, ma appena le si avvicinò, la strana palla semSpinotto il riccio brò chiudersi maggiormente in sé stessa, mentre le spine apparivano più appuntite. Dopo qualche giorno, però, la pallina non si accorse dell’arrivo della tartaruga e non fece in tempo a chiudersi come sempre, e Sole vide anche un musino tra le spine, così capì che quello era un animaletto. Invece di salutarlo, però, pensò che con tutte quelle cosine appuntite sul corpo avrebbe potuto farle del male, così, per paura, si ritrasse nel suo guscio. Per giorni e giorni, successe sempre la stessa cosa; appena i due animaletti si incontravano, si chiudevano, il riccio Sole la tartaruga formando una pallina, la tartaruga ritraendosi dentro al carapace: non si conoscevano e avevano paura l’uno dell’altra. Non capivano però che, in quel modo, non avrebbero mai potuto conoscersi e che senza sapere niente della loro diversità, la paura non se ne sarebbe mai andata. Inoltre, quando Sole ritraeva le zampe e la testina, stava ferma in quel posto, davanti alla tana del piccolo riccio, e rimanendo ferma non poteva arrivare al campo di tarassaco. Anche il riccio, che nel dormiveglia delle sue giornate ormai aveva capito che sarebbe arrivata la tartaruga, non dormiva sonni tranquilli, perchè era sempre all’erta, pronto per chiudersi a palla. Erano un pò buffi, quei due animaletti, fermi immobili uno di fronte all’altra: eppure la tartaruga non aveva mai scelto un’altra strada per evitare la tana del riccio, e il riccio in quei giorni, non si era mai addormentato profondamente nell’attesa dell’arrivo della tartaruga. Fino a che, un mattino pieno di nuvole in cielo, proprio mentre Sole stava passando davanti alla casetta del riccio, improvvisamente scese un acquazzone fortissimo, accompagnato da lampi e tuoni. 38
Fu in quel momento che la testina del riccio, piano piano, sbucò fuori dalla pallina di aculei; contemporaneamente, la tartaruga mise fuori la testina. E si parlarono. _”Vieni nella mia tana per non bagnarti tutta!” disse lui. _”Mi farai male con le tue spine!” rispose lei. _”Si chiamano aculei, ma non ti faranno male se io non mi chiuderò a palla e tu non li urterai troppo forte con le tue zampe. Anche tu, con il tuo guscio così duro, devi stare attenta a non fare male a me” “Stai tranquillo, farò attenzione al mio carapace!” esclamò lei. Ed entrò nella casetta del riccio. Fu così che iniziarono a parlare. E si conobbero. Parlarono delle differenze tra loro e capirono che la paura che avevano avuto fino a quel momento era infondata. Era soltanto paura di ciò che non conoscevano. Quando il temporale finì, Sole e Spinotto (era questo il nome del riccio) stavano ancora chiacchierando, e continuarono a farlo ogni giorno, anche se la pancina della tartaruga brontolava dalla fame, anche se gli occhietti del riccio avevano sonno, perchè i ricci sono animali notturni e di giorno dormicchiano. Ma ormai erano diventati amici, e ogni volta che la tartaruga passava davanti alla casetta del riccio, scambiare qualche parola tra loro faceva diventare la giornata più bella, il sole più splendente, il cuore più sorridente.
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2 ATTIVIAMOCI viaggiare
IN VACANZA CON I BAMBINI E’ arrivata l’estate ed il tempo delle vacanze…Partire per qualche giorno è un buon modo per staccare la spina e ricaricare le batterie. Ma dove possiamo andare con i bambini al seguito? Quanto costa? Su che servizi possiamo contare? Leonardo e Ilaria dell’Agenzia Giramondo di Rovigo ci suggeriscono alcune mete…
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Proposta numero 1, per chi può concedersi un giorno solo o poche ore lontano da casa, magari al fresco. A circa 40 chilometri da Rovigo, c’è il Bosco della Mesola. Un vero e proprio tuffo nella natura che sa entusiasmare grandi e piccini… Con 15 euro si può noleggiare la bicicletta e ed entrare nel grande bosco. La visita al bosco può essere fatta anche con il pulmino elettrico. La partenza è sempre dall’ingresso della riserva naturale nel Comune di Mesola. 40
25 km da Ragusa 110 km da Catania 14 km da Comiso
KAMARINA SICILIA
La proposta numero 2 necessita di qualche giorno. Vi proponiamo la vacanza a Kamarina in Sicilia. Athena Resort a 1940 euro per due persone, volo compreso con bambino gratis per una settimana. Il Resort è immerso nel verde con giardini, ampie zone curate e innumerevoli attività ricreative e sportive. 15.000 mq di spiaggia privata con sabbia finissima e palmeto africano, a 5 Km raggiungibile in 10 minuti con un servizio di navette dalle h.9 alle h.19. La spiaggia è attrezzata con ombrelloni e lettini gratuiti in area riservata; teli mare con cauzione. Nel villaggio ci sono 3 piscine di cui una olimpionica, una presso il corpo centrale e una presso il miniclub. Il Resort dispone di 388 camere di cui 108 camere Hotel ubicate nel corpo centrale e suddivise in doppie, triple e quadruple, quest’ultime con quarto letto aggiunto pieghevole 80x190 cm (max 3 adulti + 1 bambino). Sono inoltre disponibili family room (min 3/ max 6 adulti), di ampie dimensioni e adatte per le famiglie, al primo piano con terrazza o a piano terra con veranda, con soggiorno, divano letto, camera matrimoniale, camera con due letti, angolo cottura e frigo. Tutte le camere sono dotate di servizi con asciugacapelli, aria condizionata/riscaldamento, TV, frigobar, cassetta di sicurezza. Tre ristoranti con menu diversificati ed una pizzeria, 3 bar. Campi da gioco
per calcio, tennis, bocce, palestra, basket, volley, minigolf e sport di spiaggia e acquatici.
Servizi specifici a pagamento per bambini da 0 a 3 anni. I bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni potranno partecipare alle divertenti attività a tema Angry Birds organizzate dagli animatori. Disponibile dal 9/6 al 7/9. Baby space 0-3 anni in area attrezzata e dedicata 24h/24, disponibile dal 19/5 al 21/9, con prodotti specifici per la prima infanzia forniti durante l’orario di assistenza (11.30-14.30 e 18.30-21.30). A pagamento e su richiesta: servizio di baby-sitter e noleggio passeggini. Kids Club 3-12 anni con piscina all’aperto e spaziosi locali, propone per fasce d’età giochi, attività ricreative e didattiche, tornei, laboratori artistici e baby dance serale. Young Club 12-17 anni con giochi, attività di animazione, tornei sportivi, feste a tema e discoteca in anfiteatro dopo lo spettacolo serale.
riormente arricchita dalla serata greca con barbecue e dalla cena di gala una volta a settimana. Durante i pasti le bevande sono servite alla spina (acqua minerale naturale e frizzante, soft drink, birra e vino locali; tè, caffè e cappuccino da dispenser). A disposizione degli ospiti Bravi un campo polivalente e un campo da calcetto, e poi beach-volley, beach-soccer e bocce. A pagamento si può anche usufruire della palestra e del centro benessere. Oltre alle attività per adulti, impossibile non lasciarsi travolgere dalle atti-
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vità degli animatori pensate appositamente per i più piccoli ospiti del villaggio, garantendo sere-
NAXOS GRECIA
La terza proposta è oltre i confini nazionale, a Naxos in Grecia. 1940 euro la settimana tutto compreso per tre persone (800 euro in più per la quarta persona). Il Bravo Naxos Imperial, a due passi dal litorale di Agios Prokopios, uno dei più belli di tutta la Grecia. Il complesso sorge sul promontorio di Stelida, sul mar Egeo a 4 km da Naxos città. L’isola è raggiungibile grazie ad un collegamento marittimo charterizzato da Mykonos a orari prestabiliti. Il mare limpido e cristallino è la vera meraviglia del luogo, da godere nella caletta privata vicina al villaggio. Nel complesso sono presenti tre piscine d’acqua dolce: una più ampia e una per bambini situate in zona centrale, mentre la terza si trova nei pressi della caletta privata. L’utilizzo di lettini e ombrelloni è gratuito presso la piscina e nella caletta privata; teli mare su cauzione. Le stanze smart, superior e maisonette sono 111. Sono inoltre disponibili delle camere familiari più ampie (in zona adiacente al villaggio) che possono ospitare min/max 4 persone, situate al piano terra, con piccolo angolo cottura. Tutte le tipologie sono dotate di balcone o terrazza, aria condizionata, TV satellitare, minifrigo rifornito con acqua all’arrivo, telefono (non presente nelle camere del blocco adiacente il villaggio), connessione internet via cavo su cauzione, cassetta di sicurezza. La presenza del cuoco italiano rende la formula Tutto Incluso, con pensione completa a buffet presso il ristorante principale, ancora più esclusiva e ulte-
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nità ai genitori. I bambini saranno sempre in movimento con avventure, giochi e sport, senza mai dimenticare la parte creativa ed educativa che stimolerà la loro fantasia. Il servizio sarà arricchito dall’esperienza Labsitters, un laboratorio finalizzato all’apprendimento della lingua inglese in maniera pratica e diretta. A coronare la giornata l’appuntamento quotidiano serale con la Stellina che aprirà una baby dance.
Il mondo Bravo Club, studiato per far aggregare i teenager grazie ad attività di tendenza, non solo tornei sportivi e laboratori teatrali, ma anche sfide a colpi di scatti di cam, momenti social e tanti appuntamenti innovativi incentrati sulla musica, sulle app e sul mondo del videomaking. Il tutto condito dalla spensieratezza e dall’energia dell’animazione Bravo Club. Fino al 3 ottobre corsi di ginnastica, gare di aquiloni. Se i figli sono adolescenti allora la quarta proposta è l’ideale: Tour dell’Andalusia a 815 euro per persona (11 giorni) con volo, autonoleggio, hotel e assicurazione. Il mese è agosto. Le tappe prevedono una sosta a a Siviglia, Cadice, Marbella, Malaga, Granada e ritorno a Siviglia. 41
OCCHIO
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Sappiamo che stare all’aria aperta fa benissimo a grandi e bambini. Dobbiamo, però, essere molto prudenti durante l’esposizione al sole dei nostri figli. Non è la pelle del bimbo l’unica a dover essere protetta. Negli occhi, infatti, ci sono alcuni tessuti interni che possono essere raggiunti dalle radiazioni UV. a cura della dottoressa
Francesca Bovo optometrista ottica Toffoli, Rovigo
il nostro staff vi aspetta per proporvi le soluzioni migliori.
Vi consegneremo, gratuitamente, un innovativo braccialetto, in grado di indicare l’esposizione ai raggi solari.
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Nei primi anni di vita il sistema visuopercettivo è in evoluzione. insieme ad esso, anche le strutture anatomiche che vanno a costituirlo. i danni causati dagli agenti esterni, in questo momento molto delicato, compromettono lo sviluppo visivo del bambino. inoltre, l’elevata trasparenza del cristallino e delle strutture circostanti, permette ai raggi solari di arrivare direttamente alla retina senza alcun tipo di ostacolo.
Quando parliamo di raggi solari ci riferiamo, non solo all’ultravioletto e ai comuni raggi UV, ma anche ad una frequenza di luce chiamata luce blu. Essa è compresa tra l’ultravioletto e lo spettro della luce visibile.Ci sono molti studi, in campo oftalmologico, che confermano le tesi riguardanti i danni a lungo termine, provocati dall’esposizione prolungata ai raggi solari e alle diverse lunghezze d’onda in essi presenti.
Per difendere allora gli occhi del vostro bambino, il primo consiglio è di fargli indossare un cappellino con una visiera ampia, che, però, non risulta essere un filtro protettivo diretto. Per questo dobbiamo indirizzarci verso l’occhialino da sole. Come molti genitori ben sanno, far indossare gli occhiali da sole ai più piccoli può rivelarsi un’impresa davvero ardua. in questi casi è bene trasfor-
mare l’esperienza in un gioco, scegliendo gli occhiali con i propri figli, invitandoli ad imitare mamma e papà, puntando magari sui modelli più diver tenti e colorati.
La scelta dell’occhiale da sole deve essere strettamente legata alla qualità dei materiali della montatura e delle lenti. Le lenti devono essere di qualità, resistenti, in grado di schermare i raggi ultravioletti e la luce blu. E’ opportuno ricordare che un occhiale da sole, con filtri selettivi non adeguati, può risultare molto dannoso. Le lenti oscuranti di scarsa qualità, sprovviste di filtri bloccanti, oscurano dalla luce procurando la midriasi, ovvero la dilatazione della pupilla in condizioni di poca luce permettendo, quindi, un ulteriore passaggio dei raggi dannosi.
Per permettere ai bambini più piccoli di giocare in libertà la montatura deve essere avvolgente e della dimensione corretta. i materiali devono, quindi, essere anallergici e resistenti. Dobbiamo tener presente che gli occhiali vanno indossati anche quando il cielo è coperto, perché gran parte dei raggi solari penetra attraverso le nuvole. Seguendo questi piccoli accorgimenti i vostri bambini potranno divertirsi in totale sicurezza!
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ATTIVIAMOCI facciamo insieme
a cura di
mamma Carlotta
LA COLLANA
Occorrente: (reperibile anche in merceria) - Gomma crepla in uno o più colori - Perle e perline di diverse dimensioni - Forbici / Filo di Nylon / Un ago /Pinze per bijotteria - Catenina da allungo o filo similpelle - Eventualmente colla a caldo Procedimento: Iniziate con il tagliare una serie di cerchi prendendo un foglio di gomma crepla, anche di dimensioni e di colori diversi. Successivamente combinateli insieme alla perle per avere una sorta di "progetto" della vostra collana. 2 ) Prendete e tagliate il filo di nylon trasparente (lungo circa 1 metro) e praticate un primo nodo da una delle due estremità. All'altra estremità, invece iniziate a montare, pezzo dopo pezzo, 2 cerchi e dopo una perlina, continuate così fino a quando la vostra collana, avrà assunto lo schema che avevate ideato. 3) Ora fate il secondo nodo nell’altra estremità. Prendete il filo di similpelle e annodatelo da entrambe le estremità, coprendo i nodini con una decorazione in gomma crepla (vedi fiorellino). La collana è pronta!
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"##$ $ ! " $ Care mamme Estate, per un bambino, significa, soprattutto, libertà. Libertà dalla scuola, dagli impegni del pomeriggio, libertà di correre e giocare all'aria aperta. Probabilmente l’estate è la stagione che i bambini più adorano: è il momento delle vacanze, dei tuffi in acqua, in piscina o al mare, di scoprire il mondo della natura, di avventurarsi insieme agli amici su e giù per i campi, di fare esperienze di vita! Ma estate vuol dire anche concedersi il lusso di godersi dei momenti familiari e dedicarsi a far qualcosa insieme alla mamma o al papà potrebbe risultare interessante… Per i bambini abbiamo pensato di realizzare un oggetto alla “moda” per la stagione estiva utilizzando la gomma crepla: una collana glamour per le bambine e un portachiavi coloratissimo per i maschietti Per chi desidera sperimentare le proprie doti da piccolo CHIMICO… vi lascio la ricetta per realizzare la famosa sabbia cinetica così tanto amata dai bambini che potrà essere usata soprattutto in quei giorni di pioggia anche in casa!
Occorrente: - Ritagli di gomma crepla - bucatrice con varie forme - cordoncino di cuoio - un anello da portachiavi
IL PORTACHIAVI
Procedimento: Lo stesso procedimento di taglio della gomma crepla può essere utilizzato per realizzare dei coloratissimi portachiavi. Per ogni portachiavi ci vogliono 2122 cm. circa di cordoncino e delle forme di gomma di due misure, quelle più grandi si infilano nel cordoncino, poi le due estremità si accoppiano infilando in entrambe le forme più piccoline in modo da fermare le altre. Sopra alle forme piccole si infila l’anello di metallo e poi si chiude il tutto con un nodo semplice.
Occorrente - 100 g di farina di polenta/mais semolino -100 g amido di mais/maizena - 60 ml di olio di oliva - 2 cucchiaini di colorante alimentare in polvere
LA SABBIA CINETICA
1. In una coppa ben capiente unire il semolino, l’amido di mais e infine l’olio. E’ consigliabile utilizzare olio vegetale, in modo tale che, anche se i bambini dovessero portare le mani alla bocca, gli ingredienti son tutti naturali. 2. Impastare quindi con le mani per qualche minuto, fin quando il composto risulterà compattabile e sgretolabile facilmente. La riuscita perfetta prevede un impasto modellabile non troppo bagnato. In base alla consistenza che desiderate, è possibile modificare le dosi. 3. Trasferire la sabbia cinetica fatta in casa su spianatoia o piano lavoro e finalmente lasciar giocare i bimbi 45
ATTIVIAMOCI facciamo insieme
gnocchi di patate a cura dello chef
Maurizio Fantinato docente di Enogastronomia presso l’Istituto Alberghiero “G.Cipriani” di Adria (Ro)
Per 4 persone 1kg di polpa di patate ( circa 1,4 kg con la buccia) 100g farina 1 uovo 30 g grana grattugiato Sale e noce moscata
Fate bollire le patate con la buccia. Dopo circa 40 minuti le patate saranno cotte, sbucciatele e schiacciatele con lo schiaccia patate. Non usate passaverdure e blender farebbero uscire troppo amido e il risultato sarebbero gnocchi collosi. Versate in una spianatoia tutti gli ingredienti e lavorate velocemente, meno lavorate l’impasto degli gnocchi migliore sarà il risultato. Formate dei vermicelli e tagliate dei piccoli cilindri. Con una forchetta diamo un aspetto elegante al nostro gnocco. Appoggiateli in una spianatoia e copriteli così da non farli seccare. Cuocete gli gnocchi in abbondante acqua salata. In una terrina versate un poco di burro, quando gli gnocchi verranno a galla, scolateli bene, versateli nella terrina e conditeli con lo zucchero e la cannella, oppure con una salsa che esalti l’estate come un sugo di passata di pomodoro fresco, aglio e basilico, o ancora con zucchine, gamberi e porro…e qualche pomodorino fresco di staglione saltato in padella. Aggiungete il grana quando saranno tiepidi .
gnocchi di ricotta Per chi rimanendo nella tradizione dello gnocco, preferisce invece un piatto più leggero… la variante si chiama gnocco di ricotta.
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Per 4 persone Ricotta vaccina 500 g Uova bio 2 Farina 00 200 g Parmigiano reggiano grattugiato 120 g Sale fino q.b. Pepe bianco q.b. Semola per spolverizzare il piano di lavoro q.b.
Come prima cosa assicuratevi che la ricotta abbia perso tutto il liquido in abbondanza. Un buon metodo è porla all’interno di uno scolino e lasciarla in frigorifero per un paio d’ore. Poi, versatela in una terrina, aggiungetevi, le uova sbattute, il parmiggiano, il sale ed il pepe e per ultima la farina. Lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo. In una spianatoia, spruzzate della semola e poi iniziate a lavorare l’impasto per ottenere dei filoncini, che taglierete a tronchetti. Cuocete in acqua salata, finchè non saliranno a galla. Facendo attenzione a non ammassarli, li adagerete nella pentola dove avete preparato il sugo con il pomodoro fresco, il basilico e l’aglio… Squisiti, delicati, irrinunciabili! Piacciono ai bambini ed agli adulti!
Un piatto della tradizione, adatto a tutte le stagioni. Facile da fare insieme ai nostri bambini: gli gnocchi di patate‌
Sugo di cozze per gli gnocchi di patate 1 kg cozze di Scardovari DOP 3 spicchi aglio bianco DOP 100 g cipolla bianca 20 g vino bianco 100 g olio oliva extra vergine 10 g prezzemolo
Pulite le cozze e apritele in un tegame con olio e aglio, sgusciatele, filtrate il liquido ottenuto. In un altro tegame rosolate la cipolla tritata con l’ olio e l’aglio, versate le cozze sgusciate, bagnatele con del vino bianco che lasce-
rete evaporare. Quando gli gnocchi saranno cotti, versateli nel sugo, amalgamate con un filo di olio oliva extra vergine ed il prezzemolo.
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Bellelli s.r.l. - Via Meucci 232, 45021 Badia Polesine (RO) www.bellelli.com