N.4 - AGOSTO 2018
Supplemento al Settimanale Via Vai n.30 del 9 agosto 2018 COPIA OMAGGIO
illustrazione di Maria Gianola
DEDICATO AI GENITORI E AI BAMBINI DA ZERO A TREDICI
f viavaideipiccoli
www.viavaideipiccoli.it
28.9.2018 Maratona di lettura 1
Sommario
n. 4 - 2018 agosto/settembre Direttore:
Flavia Micol Andreasi
PARLIAMONE
micolandreasi@gmail.com
24. Il Veneto Legge 32. La spirale della vita 34. Con lo sguardo verso il cielo a cercare le stelle cadenti 36. Fiori spontanei 08. Rovigo senza un Senso
Caporedattore Carlotta Ravanello Carlotta Ravanello
Elena Montecchio
carlotta.ravanello@gmail.com
Redazione e Grafica redazione@viavaideipiccoli.it
M.Chiara Ghinato
Natascia Pavani
Flavia Micol Andreasi Mariachiara Ghinato Elena Montecchio Natascia Pavani Carlotta Ravanello Progetto grafico Mariachiara Ghinato chiaraghinato@gmail.com
Franco Ravanello
Roberto Samiolo
Stampa Grafiche Nuova Tipografia Corbola (Ro)
Concessionaria pubblicità PROMO STUDIO snc Il Viavai dei Piccoli supplemento al Settimanale Via Vai Reg. Tribunale di Rovigo n.1/94 del 9/2/94 Direttore Responsabile: dr. Flavia Micol Andreasi Promo Studio Editore Rovigo. Via Sacro Cuore 7 tel. 0425.28282 cell. 329 6816510 info@viavainet.it
adv@viavaideipiccoli.it
Franco Ravanello franco.ravanello@gmail.com
Roberto Samiolo samioloroberto@gmail.com
hanno collaborato: Enzo Bellettato, Gloria Birolo, Marco Bonvento, Valentina Borella, Maurizio Fantinato, Emilia Mazzetto, Coi Momok, Natalia Previato, Rossella Rizzi, Emiliano Verza, Gaia Zanzottera, Paola Zerba, Annamaria Zuccolo.
L’INTERVISTA 22. Tiziano Scarpa leggere ad alta voce fa vibrare
ATTIVIAMOCI 05. Da Polesella itinerari tra le sponde del Po in bici 11. Perchè fare Teatro 14. La Boxe come metafora di vita 18 Atletica leggera: una palestra per corpo e mente 28 Torta di noci e pere 29 A caccia di conchiglie per catturare l’estate 37. Allena la tua mente 46 Games
LIFESTYLE 44. Back to school
CENTOSTORIE 40. A tutto libro 41. La Gazza distratta
STAR BENE 26. Scuola in vista, parola di Pediatra 29. Difendiamoli dai raggi solari nocivi 30. Apparecchi ortodontici
Promo Studio Comunicazione grafica e pubblicità
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si ringraziano: le edicole e le farmacie per la collaborazione
www.viavaideipiccoli.it ilviavaideipiccoli@gmail.com FB viavaideipiccoli
APPUNTAMENTI 23. Capriole all’insù
editoriale Micol Andreasi direttore
Può capitare solo in vacanza d’estate…quando il tempo si fa così dilatato da far sembrare le giornate interminabili. E’ capitato così che in una di quelle giornate io mi sia ritrovata a guardare il mare, seduta su un muretto accanto ad un anziano signore mai visto e mai incontrato prima. Il mio sguardo è trascinato verso l’orizzonte dove una fila di barche a vela si muove in un’armonia tanto perfetta da sembrare una danza. Il profumo di salsedine, il vento caldo sulla pelle, la luce quieta del tramonto, il fruscio delle onde… “Arriva irrimandabile il viaggio che spinge tutti gli uomini a salpare. Ed è sempre il mare a chiamare”. E’ l’anziano che mi siede accanto a parlare e ad interrompere la mia quiete. “Come una madre buona – continua - il mare chiama e invita a mollare gli ormeggi e a partire. Non dice per dove, però. Non tocca alla madre. Tocca a noi conoscere la nostra destinazione”. Quasi quasi mi alzo, stavo così bene assorta nella danza delle vele!… e ora mi tocca il racconto assurdo di un mare che invita a partire per dove non si sa, perché nemmeno! Ma questo vecchio parla anche di madri e allora rimango seduta. “Il mare non è come certe madri apprensive che non concedono ai figli di vivere la loro vita. Di quelle che sgombrano ai figli la strada da ogni difficoltà perché non sopportano di vederli soffrire. E allevano ragazzi che diventano adulti sconosciuti a loro stessi, immaturi. Il mare non è così”. Sentito questo, me ne vado! “Perché – insiste l’uomo - il senso di ogni maturità non sta nel superamento di una prova o nel raggiungimento di un obiettivo, non è questione di competenza acquisita, ma è tutto racchiuso nel saper compiere da solo quel percorso che ci porterà ad essere pienamente pronti alla vita che verrà, maturi appunto. E non si finisce mai di esserlo, per questo il mare continua a chiamare e a chiamare. Impossibile resistere”.
Resto “Il mare chiama. E quante volte lo abbiamo sentito e quante abbiamo soppresso il nostro istinto a partire, preferendo la tranquillità del nostro divano, delle nostre piccole certezze. Siamo così impegnati nello sforzo immane di respingere quell’istinto umano di partire che alla sera siamo tutti più stanchi, svuotati. Senza rendercene conto, sopprimiamo noi stessi e lo facciamo con mille alibi: aspettative altrui, ricordi pesanti come catene, bisogni di compiacimento, paure, ambizioni indotte, mode, pregiudizi…” Adesso credo proprio che quel vecchio sia matto “Costa così tanto all’uomo sopprimersi da perdere ogni possibilità di vera felicità. Non sa più cosa vuole, ha smesso di desiderare, ogni sogno gli sembra impossibile. E’ immobile”. No. Il vecchio non è matto. “Il mare, intanto, continua a chiamare. Senza strade, né direzioni, solo con le sue soglie da varcare. Per decidere serve un po’ di silenzio intorno, entrare in noi stessi, cercare la nostra meta, non farci distrarre. Partire. Varcare la soglia. Ripartire. Approdare a noi stessi, superando di volta in volta i limiti. Trovare la nostra misura che scopriremo ‘eroica’ se saremo stati fedeli a ciò che realmente siamo. Scoprirci felici. Non senza problemi o contrattempi da risolvere – quella si chiama quiete - ma pieni di energia di agire, con la voglia di cambiare, con la capacità di accettare il cambiamento, di veder sbocciare i fiori che siamo. A volte basterebbe anche solo un fiammifero. Quello con cui siamo tenuti a incendiare le nostre paure, le nostre esitazioni, i nostri dubbi per lasciare tutto finalmente alle spalle. Comprese le navi che ci inchiodano a riva anziché portarci lontani”. Mentre l’anziano signore parlava, non mi sono mai voltata. Non ho incrociato nemmeno una volta il mio con il suo sguardo. I miei occhi hanno continuato a fissare l’orizzonte. Ho pensato per un attimo che farneticasse. Poi sono rimasta ad ascoltare… 3
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dal film Baciami piccina con Neri Marcorè
DA POLESELLA ITINERARI TRA LE SPONDE DEL PO IN BICI (O IN AUTO) Reportage a cura di Micol Andreasi Prima dell’inizio della scuola, quando le giornate si fanno un po’ meno afose, vale la pena approfittare per un giretto dalle parti del Po. Il fiume in questo periodo offre panorami suggestivi… Per chi vuole, può attrezzare la bicicletta e fare il percorso pedalando. Ma si assicuri di avere portato dell’acqua e dello spray antizanzare. Andremo insieme alla scoperta di alcuni affascinanti luoghi nei pressi del grande fiume Po.
TAPPA N.1 RO FERRARESE - POLESELLA La prima tappa la facciamo a Ro FeRRaRese, sulla sponda destra del fiume. Ci arriviamo tutti con l’auto e le bici caricate, magari al mattino. Qui parcheggiamo all’ombra del lungo viale costeggiato di pioppi e a piedi proseguiamo verso l’area golenale, seguendo le indicazioni per il Museo galleggiante il Mulino sul Po o per il lido Vento di Supa.
Pioppeto
Il Grande Fiume
E’ un’ampia area verde attrezzata di giochi per bambini, bar, ristorante e persino ombrelloni e lettini per chi vuole sostare qualche ora al sole. C’è un ricco punto informazioni gestito dalla Pro loco di Ro, che il sabato e la domenica è sempre aperto con un guida disponibile ad accompagnare i visitatori all’interno del museo. Sì. Proprio uno di quelli usciti dal romanzo del maestro Riccardo Bacchelli “Il mulino del Po” e a cui la sponda ferrarese ha dedicato persino un parco letterario. Entriamoci! Vi si respira ancora l’odore del grano, la fatica della raccolta, l’attesa e la gioia della macina… Le pale ora sono azionate ad elettricità, ma un tempo entravano in funzione grazie alla portata delle acque del grande fiume… Proprio qui, su queste sponde, intorno a questi mulini galleggianti, fino alla fine dell’Ottocento si concentrava la vita di intere famiglie. Dopo la visita, prendiamo un caffè o mangiamo un panino, mentre i bambini giocano all’ombra… e poi si riparte! Per chi non avesse voglia di cavalcare la sua bici per lunghi tratti, questa sponda del fiume offre ricchi e ben segnati percorsi da farsi in tempi diversi per poi tornare nell’area del Vento di Supa e magari fermarsi per una fritturina di pesce al fornitissimo (e pure conveniente) ristorante.
Mulino del Po
La ruota del Mulino 5
TAPPA N.2 POLESELLA - GAROFOLO - RACCANO
Muvig
Ancora per chi non se la sente di pedalare a lungo sotto il sole, ma vuole seguire la proposta di itinerario lungo le strade del Po, ci può raggiungere comodamente in auto a Garofolo presso il Muvig. E’ questa la nostra seconda tappa. Non può sbagliare. Segua le indicazioni. la casa museo del pittore del Rinascimento dista circa 6 chilometri dal lido Vento di Supa. Chi si muove in auto può raggiungere ogni tappa senza problemi. Per chi ha voglia di sgambettare, invece, in marcia! Con l’auto ci portiamo dall’altra parte del fiume sulla sponda sinistra, in Polesine. Parcheggiamo di fronte al Municipio di Polesella. il percorso in bicicletta, che può essere anche accorciato, necessita di gambe allenate, è lungo circa 12 chilometri…
Dal Municipio, prendiamo la direzione per l’argine e proseguiamo lungo la strada alta, che la domenica è chiusa al traffico, in direzione Garofolo. La prossima tappa è infatti la casa museo del pittore Benvenuto Tisi da Garofolo, detto il Garofalo. Dista circa 6 chilometri dal municipio. Tutti panoramici sul grande fiume da una parte e la suggestiva campagna polesana dall’altra.
Dobbiamo seguire le indicazioni per il Muvig. E’ un museo virtuale innovativo allestito dentro la casa natale dell’artista. Le proiezioni, le ricostruzioni su grande scala dei dettagli delle opere del pittore rinascimentale tra i più apprezzati dalla Corte Estense, sanno catapultare il visitatore nell’energia cromatica e nella forza del suo disegno. Pieve di Raccano
Dopo la visita, possiamo proseguire per via Benvenuto Tisi, si tratta di un breve tratto che si unisce a via Raccano. Imboccata la strada per Raccano, procediamo tra la campagna polesana, costeggiando le balle di fieno, un antico essiccatoio ed un canale che un tempo segnava il confine tra la Serenissima e gli Estensi. La strada ci conduce ad una delle più antiche pievi del Polesine: è quella dedicata alla natività di Maria e risale al Xiii secolo, a Raccano, appunto. Se chiamate il parroco di Raccano e Polesella potete concordare una visita (ne vale la pena!)
Muvig, interno Muvig
Aperture del Muvig: sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18 (da novembre a marzo) dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19 (da aprile ad ottobre) www.muvig.it/it Pieve di RaCCano
Per visitare la Pieve di Raccano contattare la Parrocchia: tel. 0425 444137 cell. 391 4121716 polesellaparrocchia@virgilio.it villa MoRosini
si può visitare su prenotazione, ma serve un numero minimo di visitatori cell. 346 0803331
...lungo le sponde 6
Grazie al sindaco di Polesella, prof. Leonardo Raito, per averci accompagnato a conoscere questo pezzo di Polesine
Villa Morosini
Borgo S. Maura
Street Art
...lungo le sponde
TAPPA N.3 RACCANO - POLESELLA Procedendo verso sinistra ritroviamo la pista ciclabile di collegamento al centro di Polesella senza bisogno di attraversare la statale. Il tratto di ciclabile fino al centro è interamente ombreggiato, una goduria per i ciclisti della domenica!!! Risaliamo sull’argine e ci fermiamo ad ammirare uno delle più belle ville venete in territorio Polesano e attribuite all’architetto Vincenzo Scamozzi: è villa Morosini, residenza estiva del Doge Francesco Morosini. Si può anche visitare, sempre su prenotazione. Dall’altra parte, verso il fiume, nascosto tra la fitta vegetazione della golena c’è il Borgo santa Maura. e’ il più
antico borgo golenale sopravvissuto. Risale all’inizio dell’Ottocento.
Un gruppetto di case a due piani che si affacciano direttamente sul Po. Fino a qualche anno fa, qui c’era la Lo-
canda del Doge. Oggi è chiusa. Ma le case sono state quasi tutte ristrutturate e adibite a punti attrezzati per la pescaturismo. Sono gestite da tedeschi. e’ qui che è stato girato il film Baciami piccina con neri Marcorè. Il luogo merita più di qualche foto. E’ quasi sera, dal fiume arriva una luce rossastra e brillante che ci cattura la sguardo e ci trascina lontano, forse verso il mare… dove vanno le navi da turismo che se siamo fortunati, riusciamo anche a vedere passare lungo questa tratta di fiume. Rimaniamo nella parte bassa dell’argine, ci lasciamo il borgo S. Maura alle spalle e con la bici ci dirigiamo verso il porticciolo turistico i 7 Moli. Potete raggiungere il Porticciolo anche a piedi, dopo aver parcheggiato al borgo Santa Maura. Ci accompagna sulla destra una lunga striscia di street art, dipinta da nu-
merosi writers di fama che coinvolti dall’Amministrazione comunale di Polesella hanno dato forma alla loro visione del Po. Quando arriviamo ai 7 Moli, abbiamo fame:possiamo prendere posto sulla struttura galleggiante, aperta tutti i giorni dalle ore 18.00 alle 24.00 e mangiare una pizza squisita in compagnia del fiume e delle sue luci. Dopo la pizza, per tornare al parcheggio del Comune, basta risalire l’argine e scendere verso piazza Matteotti. La attraversiamo tutta e ci ritroviamo proprio di fronte al palazzo del Municipio. Forse un po’ stanchi, ma ricchi di storia e di paesaggi: quelli che il Grande Fiume non smette mai di regalare. 7
PARLIAMONE esplorare
Rovigo V. Bore ll
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Senza un
a cura di
Valentina Borella pedagogista clinico, educatore professionale. Consigliere Delegato Uici Rovigo Ets-Aps e’ una mattina di mezza estate. Rovigo, via X luglio.
L’entrata della Piazzetta Annonaria ha due archi le cui estremità sono indicate da colonne visibilmente erose dal tempo, due di esse sono integre, quelle centrali sono alte circa 70 cm e hanno sulla parte superiore una forma sferica. La colonnina posta all’estremità destra dell’entrata è erosa fino a metà, quella posta all’estremità sinistra ha la parte superiore presumibilmente un tempo sferica, per gran parte erosa, e ora ha una forma quasi appuntita. Due archi segnano l’entrata per accedere a Piazza Annonaria, sono dotati di cancelli di ferro, due grandi strutture a due ante, ognuna delle quali composta di 9 inferriate, per un totale di 18 linee di ferro verticali per ogni arco.
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I cancelli sono aperti, il sole splende, la benda sugli occhi l’ho indossata, mi porto proprio davanti all’arco di destra. Fatelo anche voi, indossate la benda e posizionatevi. Pronti per entrare, andiamo a scoprire la nostra “Rovigo senza un senso”. C’è il sole, lo sento sulla testa e sulla pelle, è un calore che riesci a percepire solo nelle zone che i raggi del sole raggiungono, quelle illuminate. Mi posiziono al centro dell’arco per sentirmi più sicura nel procedere col bastone bianco e la benda sugli occhi. Faccio oscillare il mio bastone a destra e sinistra, la sua rotellina all’estremità scandisce il ritmo dei miei passi e per non disorientarmi devo
QuanTe Cose si Possono PeRCePiRe e ConosCeRe senza vedeRe!
SenSo
utilizzare una gran riserva di concentrazione. La prima cosa che mi investe è l’aria, arriva proprio in direzione opposta alla mia, porta con sé un riconoscibile profumo di stoccafisso. Non sento più il sole, non ho parti del corpo riscaldate, sono tutta all’ombra. Dalla mia sinistra arrivano delle risate. Sono poco lontane da me, probabilmente escono dall’interno di un negozio perché non sono nitide ma leggermente ovattate, è l’impatto del suono con le pareti o le grandi porte di vetro. Sarebbe arrivato diversamente se fossero pareti di mattoni. Procedo a passi lenti ed incerti, cattura la mia narice sinistra e subito dopo la destra un’essenza di spezia, mi sembra sia sandalo, ma ci devo pensare un attimo. Mi fermo, porto il bastone vicino e mi concentro sull’olfatto, mi sembra quasi con certezza che si tratti di sandalo ma odorando con attenzione mi accorgo che quella forte essenza ne copre un’altra, che dopo un po’ riesco a percepire, un profumo di sapone dai toni floreali, un misto di rosa e mughetto. Riprendo il mio bastone e procedo in avanti, percepisco un’apertura alla mia destra, la parte interamente murata è terminata, sento un suono di bicicletta che improvvisamente si ferma per essere parcheggiata, oscillo il mio bastone un po’ più in là, alla
mia destra c’è un portabiciclette di metallo che tocco con il bastone. So che Piazza Annonaria è un rettangolo 8 archi per 7. Sento il suono di un martello che batte su un tavolo, un grosso martello, in direzione delle mie ore 11. L’orologio è fondamentale per dare indicazioni alle persone con deficit visivo, permette l’orientamento in termini di direzione. Al tonfo del martello di legno su un grosso tagliere di materiale plastico, credo, si mescola il profumo di stoccafisso, che mi aveva accolto all’entrata. Non è difficile per la mia mente recuperare l’immagine di un pescivendolo che batte il baccalà essiccato. Sorrido e procedo lentamente, percepisco che la strada si stringe, ai miei lati destra e sinistra il mio bastone mi dice che ci sono delle cose, non sono strutture architettoniche, sono oggetti accatastati, sembrano cassette di plastica dal suono, suono che ancora una volta si mescola al profumo di frutta e verdura e a quell’unico riconoscibile straordinario rumore del sacchetto di carta che scricchiola ogni volta che viene preso in mano. Procedo fino a sentire alla mia sinistra il suono della fontana di Piazza Umberto Merlin, mi giro verso destra, faccio un po’ di passi in avanti fino a raggiungere un tombino, dovrei essere quasi al centro della piazza, sento il sole che mi scalda in ogni parte del corpo. Sono qui al centro di Piazza Annonaria, a ore 12 , il profumo di stoccafisso, a ore 3 il suono della fontana, a ore 5 la campana della chiesa di San Domenico. Sono le ore dieci di una giornata di fine estate. Sento in ogni direzione voci di buongiorno e grazie, di chiavi che cadono, di campanelli di bicicletta
che suonano. Ritorno sotto i portici seguendo il suono della fontana, di nuovo all’ombra, procedo, angolo, volto alla mia sinistra, sento gli archi sulla mia spalla, li sento grazie al sole, ad ogni apertura i raggi filtrano e mi scaldano il lato sinistro del corpo, dalla spalla al piede. Percepisco profumo di merceria, il profumo del filo, recupero dalla memoria le immagini della mia mamma sarta, perché siamo fatti di percezioni e ricordi intrecciati tra di loro che riemergono al riconoscimento di un profumo o di un suono. Procedo, nella mia mente ricostruisco il percorso, la mappa della piazza che prende forma nella mia testa mi dice che al prossimo angolo devo girare a destra, i miei passi in quella direzione trasformeranno l’entrata in uscita di un’esperienza senza un senso: quello della vista.
“
Ci sono tanti modi per conoscere la realtà. Noi ci affidiamo di solito alla modalità visiva, riconosciamo ciò che abbiamo visto, ci orientiamo guardandoci intorno…e se per un attimo provassimo a non usare gli occhi? Se anche solo per gioco provassimo a conoscere un luogo usando l’olfatto, il tatto, l’udito… Potrebbe sorprendere quante cose pur non vedendo si possono sentire e conoscere!!! 9
attiviamoci! 10
ATTIVIAMOCI oltre la scuola
CResCeRe è sPeRiMenTaRe e RiConosCeRe le PRoPRie Passioni
PeRChè FaRe TeaTRo? I motivi per cui un ragazzo dovrebbe fare esperienza di teatro sono molteplici. Per esempio, perché a salire su un palcoscenico si impara a comunicare meglio, non solo utilizzando il linguaggio verbale, ma anche il corpo e la gestualità ad esso connessa. Perché per entrare nella parte si studia un personaggio e lo si fa nuovo, mettendoci sempre qualcosa di noi. Ci si conosce meglio. E si migliora la relazione con gli altri.
Per tutti questi motivi, Irene Lissandrin e tutto il Comitato di gestione del teatro Ballarin di Lendinara, di cui è presidente, insieme all’associazione culturale La Tartaruga, hanno ideato e dato forma al progetto “Il Teatro siamo Noi” vincitore del bando Culturalmente della Fondazione Cariparo. “Lo abbiamo voluto chiamare ‘Il Teatro siamo Noi’ - spiega la presidente perché speriamo davvero di dare forma a quella magia unica che definisce l’esperienza teatrale fatta da chi sta sul palco e da chi è seduto tra il pubblico. Senza l’uno, né l’altro, il teatro non può essere”. Dopo il successo della primavera scorsa con gli spettacoli messi in scena dai ragazzi delle scuole secondarie del Polesine, Il Teatro siamo Noi è pronto a ripartire con nuovi appuntamenti dedicati alle famiglie ed ai bambini più piccoli e, di nuovo, alle scuole.
Due sono i filoni del progetto. Il primo riguarda proprio il teatro per le famiglie. Sei spettacoli gratuiti, di cui quattro dedicati ai ragazzi ed alle famiglie con compagnie di fama nazionale come il TiB Teatro che porta in scena Ulisse, la Piccionaia con la Girotonda nel Bosco, la compagnia Stivalaccio con la sua Bella e la bestia, Andrea Zanforlin e Beatrice Pizzardo con lo spettacolo Black-out e due spettacoli/fiabe per i piccoli piccoli, ovvero i bimbi da 0 a 5 anni. Una vera rarità. Il secondo filone ha come protagoniste proprio le scuole, che al Ballarin potranno esibirsi, mostrando al pubblico sempre numeroso la forza educativa del fare teatro e del partecipare ad uno spettacolo.
ii Teatro Ballarin di lendinara
“L’obiettivo - precisa la Lissandrin – è contribuire a creare il pubblico teatrale di domani. E’ sperimentato e documentato da numerosi studi internazionali che maggiori sono gli stimoli culturali che si offrono ai ragazzi e maggiori saranno le possibilità che la loro curiosità e la loro domanda di cultura cresca”. E con essa - aggiungiamo noi - anche la possibilità di un mondo più bello, aperto, sensibile all’altro e rispettoso. ............................................................ anteprima venerdi 28 settembre 2018 BlackOut spettacolo degli attori Beatrice Pizzardo e Andrea Zanforlin
il Comitato di gestione 11
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GIOcO-ArrAmPIcAtA
NUOVA PARETE DI ARRAMPICATA
I bambini si avvicinano alla pratica dell’arrampicata attraverso il gioco, con l’ausilio di attrezzi, spalliere e pareti boulder (a basse altezze, senza la necessità di usare corde e imbraghi, grazie all’uso di materassi di sicurezza). Il gioco-arrampicata sviluppa nel bambino sicurezza di sé, autostima, concentrazione, senso di responsabilità e rispetto delle regole, insieme all’agilità, alla coordinazione e all’equilibrio. Dal gioco-arrampicata i bambini più motivati vengono indirizzati al mondo delle gare giovanili in ambito regionale, che costituiscono un importante momento di aggregazione e stimolo.
Palazzetto dello sport Villadose
La parete consente più di 13 percorsi, per l’arrampicata con corda (lead) e l’arrampicata libera senza corda (boulder). Unica in Polesine, realizzata grazie al contributo della Fondazione Cariparo. Inaugurata il 19 luglio 2018 alta
9,5
ArrAmPIcAtA SPOrtIVA
metri
Sviluppa una muscolatura elastica e allungata e giova a tutto l’apparato muscolo-scheletrico, migliorando forza e resis- tenza. Le lezioni in palestra prevedono un riscaldamento a base di corsa, allungamenti e vari esercizi studiati e pensati in base all’età dei partecipanti, seguito dalla parte dedicata alla vera e propria arrampicata.
for baby & young DA 6 A 18 ANNI
Corsi con istruttori riconosciuti dalla FASI. (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) L’associazione mette a disposizione l’attrezzatura (scarpette, imbraghi ecc).
INIZIO: OttObre 2018
rovigo Palestra Uni Sport via C. Parenzo 17 interno cortile Istituto di Ragioneria Villadose Palazzetto dello Sport Lezioni pomeridiane organizzate per fasce di età e livelli raggiunti.
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Info e preiscrizioni: tel.377 4123142 ro002@fisdir.it unisport1987@libero.it f Gruppo Up-pigli www.uni-sport.it
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ATTIVIAMOCI sport e movimento
intervista a
CRISTIANO CASTELLACCI a cura di Micol Andreasi
La boxe come metafora di vita
La società Pugilistica rodigina è nata nel 1935. Da allora ha sfornato 13 campioni italiani. Il 5 luglio del 1995 il Coni le ha conferito una delle più alte onorificenze: la stella al merito sportivo, per aver dato lustro all’Italia. Curiosità: Nel 688 a.C. i Greci introdussero il pugilato ai giochi di Olimpia. Era la seconda disciplina sportiva dopo la lotta libera. La prima medaglia fu vinta da Onomasto di Smirne. La popolarità di questo sport aveva già raggiunto un altissimo livello.
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Ha iniziato a frequentare la palestra di viale Trieste a Rovigo quando aveva solo cinque anni, forse per imitare uno dei suoi 7 fratelli che da tempo si allenava con la Pugilistica rodigina. A 14 anni Cristiano Castellacci indossava la maglia della nazionale. Ha combattuto 186 incontri di cui 36 da professionista. Con la maglia azzurra ha viaggiato molto, disputando i campionati europei, quelli del mondo ed i giochi del Mediterraneo. Oggi ha 46 anni, due figli, una moglie e la stessa passione per la boxe di sempre, che con Enrico Pizzardo e Carlo Brancalion, è impegnato a trasmettere agli atleti, professionisti e amatori, iscritti alla società “Pugilistica Rodigina”. Si muove con attenzione e cura tra gli attrezzi della palestra di viale Trieste, i sacchi, il ring, le corde, le bilance e tra gli arredi mi indica la sedia che fu del suo maestro: Silvano Modena. Ne parla ancora con commozione. “Perché – mi spiega – fu molto di più di un allenatore, un amico, un confidente, un maestro di vita. Fu il mio Maestro e così l ‘ho sempre chiamato. Mi ha insegnato la tecnica, la disciplina, il sacrificio, il rispetto per l’avversario e per le regole, la solidarietà. Non si tratta solo di una questione sportiva, ma della vita”. Quando obietto che la boxe è violenta, Cristiano Castellacci mi mostra alcune foto. Raccontano di quando, durante l’anno, l’associazione Uguali diversamente porta i suoi ragazzi ad allenarsi con gli atleti del suo gruppo. Mostrano l’impegno profuso insieme ad un’altra associazione del territorio, UnitinRete, per promuovere la cultura contro ogni forma di Bullismo. E poi ci sono le foto di quegli atleti di colore che si allenano in palestra insieme ai ragazzi di Rovigo. Sono alcuni dei rifugiati politici accolti nelle strutture nei dintorni della città, fantasmi per lo più, gente che nessuno vede, che qui, invece, trovano una possibilità per sentirsi ancora vivi, partecipi di una comunità, impegnati al raggiungimento di un obiettivo… “Tutte le volte - precisa Castellacci - che uno di questi ragazzi torna ad allenarsi con il sorriso, perché è riuscito a stringere amicizie o sentirsi parte di una comunità, mi sento come se avessi vinto una medaglia d’oro. Non c’è nulla di politico o ideologico in quello che facciamo. Semplicemente accogliamo chi entra qui dentro con il desiderio di mettersi in gioco e la volontà di rispettare regole e persone. La boxe che pratichiamo alla Rodigina è soprattutto un esercizio utile alla vita.”
Così chiedo al maestro Castellacci di spiegarmi cosa ha la boxe da insegnare alla vita. E lui usa una metafora. “Siamo tutti chiusi dentro alle 16 corde di un ring. Di fronte abbiamo la nostra paura, e siamo soli ad affrontarla. All’angolo c’è qualcuno che può darci dei suggerimenti, esserci di incoraggiamento, ma non può sostituirsi a noi. Di fronte alla nostra paura restiamo solo noi. E possiamo fare due cose: o ritirarci senza combattere o affrontare e magari scoprire che ce la possiamo fare. E non si tratta di sconfiggere l’avversario, ma di affrontare e superare il nostro limite, dopo averlo guardato negli occhi. Inoltre il match è sempre fatto di regole, guai a disattenderle. E’ tradire noi stessi, equivale alla peggiore delle sconfitte”.
Mi parla anche delle lunghe ore di allenamento, dei sacrifici, dell’impegno che lo sport richiede… “E anche questa è una palestra di vita, no?” Mentre lascio la struttura di viale Trieste osservo i “ragazzi” che si allenano in cerchio. Hanno 12, 14, 30, 24, 56…anni. Sono tanti, per la maggior parte amatori, seguono le indicazioni del maestro. Concentrati, hanno la maglia sudata e lo sguardo carico ed entusiasta. 15
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Corsi di AIKIDO per bambini dai 5 anni
7 L’ AIKIDO è un’arte marziale giapponese di difesa fondata sui principi della non violenza e della non competitività. Insegna il rispetto per gli altri, aiuta a trovare sicurezza in se stessi e ad accrescere la propria autostima. 7 Non è un esercizio di forza, ma di equilibrio che si ottiene con la disciplina del corpo e della mente. 7 Attraverso giochi di movimento i bambini imparano a sviluppare la concentrazione e a migliorare l’agilità corporea. 7 L’aikido è divertente e nel Dojo (la palestra) si fanno tante amicizie. Durante l’anno stage con insegnanti provenienti direttamente dal Giappone
MAESTRO
ALAN PELLEGRINI
III DAN CINTURA NERA Per conoscere l’Aikido a fondo Alan Pellegrini ha vissuto e studiato in Giappone per due anni e ci torna ciclicamente per aggiornamenti.
alan1983p@gmail.com
ROVIGO via del Cervo 6 tel. 345 9229479
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE Orari
Lunedi-giovedi ore 18.00-19.00 AIKIDO: LA VIA DELL’ ARMONIA E DELLA PACE
www.aikidoaishinkan.it f aikido rovigo aishinkan italia
Quando i vostri occhi entrano in contatto con quelli di un’altra persona, salutatela con un sorriso e lei ricambierà il vostro saluto con um altro sorriso
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ATTIVIAMOCI sport e movimento
M.Bon vento
a cura di
Marco Bonvento dottore in Psicologia Cognitiva Applicata e specialista in Psicologia dello Sport dirigente di Confindustria Atletica Rovigo e Presidente provinciale Federazione Italiana Atletica Leggera
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atLetic a LeggeRa una palestra per corpo e mente Ricordo ancora con disappunto quando, nei lontani anni ’80, noi cestisti in erba ma con sogni grandiosi (l’NBA, inutile negarlo), ricominciavamo ad allenarci dopo la pausa estiva. Le prime settimane erano destinate alla preparazione atletica, momento accolto con la stessa gioia con cui veniva accolta qualche anno prima l’ora di ginnastica correttiva, prescritta da uno scrupoloso medico di base che invariabilmente diagnosticava ‘il dorso curvo’ a metà della tua generazione. E’ vero, c’era qualche raro esempio di tuo compagno di squadra che faceva anche Atletica Leggera, che puntualmente in quelle settimane dimostrava il suo strapotere fisico, ma generalmente liquidavi la cosa considerandolo un superdotato o ipertalentuoso, dando una scrollata di spalle, e attendendo solamente che passasse il tempo per poter tornare a riprendere in mano una palla. Ovviamente la stessa sofferenza veniva inflitta a tutti i ragazzi che facevano sport di squadra o individuali. Servivano 2-3 settimane e passava la paura. Ancora oggi purtroppo, l’atletica leggera è nell’immaginario collettivo, qualcosa del genere. E’ solo sofferenza fine a se stessa e chi la pratica è un personaggio ‘strambo’, con grandi abilità fisiche ma scarse competenze sociali e tendenza ad isolarsi. Insomma, una cosa per lupi solitari, uno sport che se proprio ti piace allora ok, fallo! Ma non è proprio così... Dal punto di vista sportivo mi piace paragonare l’Atletica Leggera alla scrittura. Per fare un tema bisogna imparare a scrivere fin da piccoli. Ed imparare a scrivere poi ci servirà per sempre, per tutta la vita, sia che si decida di fare i giornalisti o gli scrittori, oppure che si opti per professioni meno letterarie. Fuori di metafora: l’atletica va fatta subito, come il nuoto.
Poi se diventerà un grande campione o se quello che impara lì lo userà per altri sport si vedrà. l’educazione al
movimento ed alla coordinazione va fatta subito. ed ovviamente va fatta come gioco, perché bambini di
5/6 anche 8 anni hanno bisogno di divertirsi, di gratificazione immediata, di regole. Se gliela fai passare come ‘allenamento’ e alla fine gli concedi 5 minuti per giocare e divertirsi, che idea potranno farsi dello sport? Diciamocelo: un’altra rottura, dopo le 5 ore del mattino (estremizzo, buone mamme, estremizzo). Quindi: a che età iniziare? 6 anni. a che età smettere? domanda sbagliata.
Prendi un bambino che ha fatto 5 ore seduto a scuola. Fallo mangiare e poi risiedilo davanti ad un quaderno. Fatto? Poi ad un certo punto dovrà sfogarsi, no? E allora perché non fargli fare 2 sport? Di cui uno l’atletica? Arriverà alle medie, il periodo delle scelte, con un bagaglio motorio da far invidia a ragazzini di Nazioni più avanzate dal punto di vista dell’Educazione Fisica (su tutti i paesi del Nord e l’Inghilterra) potrà fare tutto, anche iniziare a competere seriamente (prima competizione sì, ma medaglietta a tutti!!!). Prendiamo ora la persona, l’individuo, il bambino o la bambina che diventeranno un uomo e una donna inseriti in un contesto sociale. Ci sono alcuni parametri chiave su cui ci piace lavorare e che sono sicuramente interessanti per lo sviluppo psichico, per i quali l’atletica leggera si presta come un terreno elettivo. Seguimi. liMiTi
L’atletica leggera è in primis uno sport individuale. Inutile nasconderci dietro ad un dito: per ogni gara, vince un solo atleta. C’è chi arriva secondo, terzo,.. e chi arriva ultimo. Questo permette, fin dalla giovane età, di prendere consapevolezza del proprio limite. Di gestire la frustrazione che 19
deriva da una prestazione dove, pur avendo dato il massimo, non si è vinto. oBieTTivi
Questo è forse il punto chiave. Il proprio limite è superabile. Non importa se sei arrivato primo secondo terzo ultimo, comunque ora tu hai un limite. Sei irrimediabilmente in contatto con la tua natura umana che di per sé è limitata. Ma hai altre occasioni davanti. Devi gestire. Cosa fai? iMPegno
Come puoi superare il limite? Con l’impegno. Ogni volta che mi impegno per uno, due, tre allenamenti poi mi rimetto alla prova e, se va bene, il limite lo supero. E qui cosa succede? Boom! L’autostima schizza ed imparo che io sono parte attiva nella costruzione dei miei risultati. Inizio a formare ciò che gli psicologi chiamano un mindset incrementale. Questo vale a tutti i livelli: che io sia stato dotato da madre natura oppure no, non conta. Ciò che conta sono io con il mio impegno che mi permetterà di superare i miei limiti. sQuadRa
Dagli 11 anni l’atletica diventa anche sport ‘di squadra’. Ormai anche prima. Si gareggia tutti assieme per portare punti ed i punti favoriscono la mia squadra e le permettono di battere altre squadre. Qui si connettono tutti i meccanismi tipici dello sport di squadra: sacrificio per gli altri, accettazione del compagno più debole, riconoscimento del compagno più forte, rispetto dell’avversario incondizionato. Tuttavia voglio far notare che, a differenza di altri ambiti sportivi, si vince se la squadra è più forte, si perde se la squadra è più debole. Non ci sono trucchetti, astuzie, furbizie. L’atletica non perdona. Non si può simulare. in definitiva un messaggio: lo sport giusto non esiste. Tra il divano ed una qualsiasi attività sportiva non esitare. scegli la seconda opzione. 20
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L’INTERVISTA il personaggio
Tiziano Scarpa Leggere ad alta voce fa vibrare Intervista di Micol
Andreasi
Tiziano Scarpa, classe 1963, veneziano, è, senza troppi forse, uno dei più talentuosi scrittori italiani. Premio Strega nel 2009 con il romanzo Stabat Mater, è autore di decine di libri tra cui: Venezia è un pesce, Le cose fondamentali, Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto, Groppi d’amore nella scuraglia, Il Cipiglio del gufo, Il brevetto del geco… La sua fervida fantasia partorisce personaggi sempre nuovi, mai scontati di cui con acuta intelligenza indaga i segreti dell’anima. Lo fa con leggerezza ed una sana dose di ironia. I punti di vista si moltiplicano, l’eroe è solo un’ipotesi tra vizi e virtù, elementi di forza e fragilità, tutte umane, tutte possibili, di fronte alle quali meglio sospendere il giudizio! Ma prima di essere un affermato scrittore, Tiziano Scarpa è un accanito lettore. Ad averlo iniziato ai libri è stata la sua nonna, lettrice instancabile benché avesse solo la quinta elementare. “E’ lei – mi dice – la mia prima radice”. Per lui, leggere e soprattutto farlo ad alta voce è riannodare i fili con il passato, impedire ai morti di morire davvero. Quali sono i libri della tua infanzia che hanno lasciato il segno?
Alle elementari senza dubbio quelli di Jules Verne: Viaggio al centro della terra, Il giro del mondo in 80 giorni, Ventimila leghe sotto il mare... Poi alle medie ho letto molto Agatha Christie e ho riletto Zanna Bianca di Jack London molte volte… Che cosa aveva di speciale Jack london?
“La capacità di rovesciare la prospettiva del racconto, di avvicinarci al punto di vista degli uomini e al tempo stesso del branco di lupi, di farci comprendere le ragioni di entrambi. Dico persino del nostro nemico: il branco di lupi. Nei primi 4 capitoli di Zanna bianca noi parteggiamo per gli uomini, di cui seguiamo con trepidazione le vicende. Poi la narrazione si concentra sulla vita del branco. La osserviamo, ne comprendiamo le ragioni, stabiliamo con il branco un rapporto di empatia… La trovo un’operazione straordinaria anche dal punto di vista educativo. Ci insegna a metterci al posto dell’altro e a comprenderlo, perché forse è vero che la verità non è sempre e solo da una parte”. Tiziano Scarpa
Cambiare punti di vista, invertire la prospettiva è quello che accade anche nel tuo racconto per ragazzi “laguna l’invidiosa” illustrato da Maria gianola
“Quando si arriva a Venezia si resta ammirati dalla maestosità dei palazzi, dal fascino delle calli. La realtà è che tanta bellezza non esisterebbe se non ci fosse la laguna. Il racconto inverte un rapporto: personaggio- sfondo. E porta in primo piano, rende protagonista, proprio lo sfondo: la laguna, la sua fragilità, la sua potenza. Il messaggio è che il paesaggio, la natura, il mondo, non sono luoghi da abitare, magari a scopi egoistici o da sfruttare, ma da considerare con rispetto e partecipazione. Noi veneziani, alle prese più volte all’anno con una laguna capricciosa, lo sappiamo bene cosa vuol dire sentirsi tirati per la giacchetta da una natura che ti obbliga a fare i conti con la sua realtà”. 22
di cosa si nutre la tua fantasia?
“Non saprei di cosa si nutre, ma so che piega prende. La mia è una fantasia figurale. Il mio fantasticare avviene per immagini, scene, figure. Certo, non è l’unica fantasia possibile. C’è una fantasia concettuale, una musicale… A me però viene immediato incarnare l’idea in figure. Qual è il compito dello scrittore?
“Se ti riferisci allo scrittore di romanzi, io credo che la sua funzione sia indissolubile dalla cooperazione dei lettori. Insieme scrittore e lettore mantengono viva la prestazione immaginale delle parole. Mi spiego. Le parole fanno tante cose: definiscono, costruiscono giudizi, commentano, stringono promesse… Una delle loro funzioni più belle è proprio fare sognare ad occhi aperti. Innescare la capacità della mente di raffigurarsi qualcosa che non è presente, di immaginare storie, mondi diversi. Credo che in tutto questo ci sia una valenza civile. Dare forma ad un mondo diverso in cui, ad esempio, il paesaggio o lo sfondo o le periferie si riprendono il loro ruolo da protagonisti, riconquistano attenzione, diventano meritevoli di cura, allora, è un pò come renderlo possibile davvero”. leggi mai ad alta voce?
“Quasi sempre, in realtà. Leggere ad alta voce mi costringe ad andare alla velocità della mia voce e non degli occhi. Più lentamente. Mi fa partecipare con il corpo alla storia, producendo al tempo stesso un effetto fisico ed emotivo. Un testo, che apparentemente è solo una sequenza alfabetica, prende vita e mi emoziona, mi commuove, mi fa ridere, sobbalzare, sussurrare, spaventare... Non è più una questione di concetti o di comprensione degli stessi, ma un’esperienza concreta. E’ così che un testo scritto decine, a volte, centinaia di anni fa ed il suo autore ci insegnano a prenderci cura del passato e di ciò che solo all’apparenza è morto, in realtà vive e continuerà a farlo tutte le volte in cui sapremo vibrare rileggendolo”.
BEATRICE PIZZ
ARDO E AND
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un cuore co un’avventura raggioso affronterà che nasce pe cando e arra mpicandosi, r caso gioannusandosi e allontanan do profumo de si per poi ritrovarsi nel ll’amicizia. d ue attori in scena, uno su piedi, che g i trampoli e uno sui u l’insù e il mo ardano il mondo delndo dell’ing iù un ponte ma gico dove in trovando contrarsi
Che cosa sono per te le biblioteche o le librerie?
“Sono centri di relazioni umane. E credo l’unico posto al mondo in cui si può viaggiare nel tempo e nello spazio, si possono stringere amicizie sincere sia con i vivi che con i morti”.
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laguna l’invidiosa
Tiziano Scarpa, illustrazioni di Maria Gianola, Gallucci Editore 2017
Una favola animata per bambini e adulti in cui ogni personaggio racconta l’avventura da un diverso punto di vista, perché diversa è l'esperienza vissuta. Una storia di empatia, amicizia e incontro con l'altro. Rovigo, capriole di sguardi tra il campanile della Rotonda e le Due Torri dei giardini. La magia di un racconto fatto di luci che si guardano dall’alto in basso e dal basso in alto, trasformando i nostri protagonisti in un viaggio di crescita. 23
Venerdì 28 settembre 2018
Maratona regionale #ilvenetolegge
IL VENETO LEGGE II EDIZIONE
C’è un Veneto da scoprire leggendo Veneto patria di grandi scrittori e scrittrici, come Dino Buzzati, Carlo Goldoni, Antonia Arslan, Andrea Zanzotto, Emilio Salgari, Mario Rigoni Stern, Gian Antonio Cibotto... e di storie affascinanti come quelle scritte da William Shakespeare e ambientate a Verona o a Venezia C’è un Veneto da scoprire leggendo che insegna l’amore per la terra, che apre al mondo intero, che sa indagare profondamente l’animo degli uomini, che ci educa ad un mondo migliore.
Cristiano Corazzari Assessore alla Cultura della Regione Veneto Intervista di
Il 28 settembre prossimo la Regione del Veneto celebra i libri e la lettura ad alta voce. Lo fa con la seconda edizione della Maratona di lettura, ideata e realizzata dall’assessorato alla Cultura. a pochi giorni dalla nuova Maratona cosa si porta nel cuore l’assessore Cristiano Corazzari della prima edizione? Mi porto nel cuore la grande partecipazione, il coinvolgimento spontaneo e la rete di relazioni che si sono create semplicemente per il piacere di leggere insieme. Le persone, i libri, le storie narrate sono stati i veri protagonisti di un’esperienza per me indimenticabile. Un risultato straordinario se pensiamo che nella sola giornata della Maratona, il 29 settembre 2017 appunto, si sono svolti mille eventi e che 200 mila sono state le persone coinvolte, alle quali si sono aggiunte altre 30 mila persone attive sui social. Alla prima edizione hanno aderito 332 biblioteche, 378 scuole, 117 tra case di riposo, gruppi di lettura, case private, sedi di associazioni, esercizi commerciali.
Micol Andreasi
Come partecipare Per tutte le informazioni che riguardano la Maratona, come partecipare, dove e come si svolgono gli appuntamenti, come organizzare un evento, visita il sito:
www.ilvenetolegge.it 24
di lettura Quali sono le collaborazioni al progetto? Nell’edizione 2018 si riconfermano le importanti collaborazioni con il Miur e l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto e l’ Associazione italiana biblioteche del Veneto. A queste si aggiungono nuove partnership come: l’Associazione librai italiani, Confcommercio Veneto, il Sindacato italiano librai e cartolibrai, Confeser- centi Veneto e l’Istituto Regionale Ville Venete. L’Unione europea ha inoltre concesso al progetto il logo “2018 anno europeo del patrimonio culturale”, in virtù del fatto che abbiamo voluto puntare soprattutto sulla tradizione, suggerendo ai nostri “maratoneti” la lettura di autori veneti o di libri che raccontano il Veneto o che semplicemente sono ambientati in questa terra meravigliosa. Altre importanti collaborazioni sono quelle dei “portavoce ufficiali”, veri “testimonial“ dell’importanza della lettura e della conoscenza, proprio per la loro esperienza e competenza. Per Rovigo c’è lo scrittore Mattia Signorini. Alla Maratona hanno inoltre aderito scrittori e scrittrici, sportivi, scuole ed enti di formazione, istituzioni e varie forme di reti tra cui quella delle biblioteche, delle scuole, dei premi letterari e di molte associazioni.
Cos’è esattamente “il veneto legge” ?
Perché è importante leggere insieme e ad alta voce?
Un progetto culturale straordinario e semplice insieme, nato con l’obiettivo di promuovere il valore del libro e rendere sempre più contagiosa la passione per la lettura. Ideato anche per favorire la crescita intellettuale e di conoscenza della nostra Comunità. Per valorizzare la lettura corale ad «alta voce», per sviluppare i valori dell’aggregazione e del confronto. Per “leggere insieme” ovunque: nelle biblioteche, nelle scuole, nelle librerie, negli ospedali, nei luoghi più inusuali: dove si studia, dove si lavora, dove si educa e ci si diverte, dove, semplicemente, si vive. E per far crescere il settore legato al libro e all’editoria. Lo considero soprattutto un progetto che ha il merito di farci sentire parte viva della tradizione letteraria e culturale della nostra terra.
Credo sia soprattutto un’occasione di confronto con cui ribadiamo la nostra volontà di esistere come lettori e anche come realtà editoriale e culturale. Se il Veneto è cresciuto davvero tanto nel corso dei tempi, lo deve al dinamismo della sua economia, ma anche e soprattutto a persone di cultura, a università prestigiose, a case editrici, a istituzioni, a centri di ricerca che hanno profuso sapienza, qualità e bellezza. Leggere è allora pianificare il nostro futuro, intravvedere nuovi orizzonti e recuperare nuove energie per affrontare meglio le complesse problematiche del nostro tempo.
Abbiamo mutuato dal mondo dello sport la metafora della “maratona a staffetta” in cui il “testimone” è il libro. A passarselo di mano in mano sono donne e uomini, giovani, anziani, persino bambini, a cui, per altro, sono dedicati molti eventi. Così proviamo a rinsaldare un legame tra generazioni che diventa vincolo affettivo prima di ogni cosa.
STAR BENE Il Pediatra
ScuoLa inviSta Cosa possiamo fare per aiutare i nostri figli prima dell’inizio della scuola?
A .Zucc olo
dottoressa
Annamaria Zuccolo Pediatra di Famiglia
PREPARIAMO LE VALIGIE PER LA NUOVA AVVENTURA! Un nuovo anno scolastico è alle porte e bambini e genitori vivono con ansia e trepidazione l’attesa di questo momento…
• Se gli orari estivi sono stati un pò liberi, ripristinate un corretto ciclo “sonnoveglia”. Già nei giorni precedenti la ripresa scolastica, mettete a letto i bambini mezz’ora prima, svegliandoli, allo stesso modo, mezz’ora prima.. • Incoraggiate i bambini ad essere autonomi, sia nel vestirsi che nel nutrirsi. • Andate a visitare la scuola e i suoi dintorni per rendere familiare l’ ambiente al bambino, soprattutto se è la prima volta che inizia la frequenza. • Favorite la socializzazione organizzando degli incontri con i compagni se il bambino frequentava già la scuola, oppure cercando di inserire il bambino nel gruppo, facendogli frequentare i luoghi di aggregazione (ad esempio oratori, pre-scuola, centri estivi…). • Per ridurre lo stress e l’ansia, è giusto organizzarsi la sera prima (anche durante l’anno), preparando, insieme al bambino, lo zaino e gli abiti; per il primo giorno è importante anche svegliarsi presto per non rischiare di fare tutto frettolosamente e quindi arrivare a scuola con l’ emozione del primo giorno e l’ ansia di non “essere pronti”. • Sempre per il primo giorno cercate di accompagnare personalmente i figli a scuola, per vivere insieme a loro questo momento carico di emozione. Naturalmente chiedete ai più grandicelli se questo è di loro gradimento, perché potrebbero aver voglia di dimostrarsi autonomi di fronte ai compagni.
E se non vuole andare a scuola? Se i genitori sono sereni, di solito anche i bambini lo sono. Di fondamentale importanza è la fiducia verso scuola e insegnanti ma non si può certo pretendere che questa sia immediata perché i buoni rapporti si costruiscono nel tempo. E’ possibile comunque fin da subito esprimere messaggi positivi ad alta voce come, per esempio: “Ti porto in un posto sicuro dove puoi giocare con altri bambini, la mamma e il papà sanno che qui tu starai bene”. Dare voce a questo tipo di pensieri serve a rassicurare il bimbo ma anche i genitori che esprimono così il loro desiderio più profondo. Ricordate al piccolo quanto bene gli si vuole, pur andando via per un pò di tempo mentre lui sarà al nido o a scuola. Potete costruire un rituale quotidiano, per esempio permettergli di portare con sé per qualche giorno il suo giochino preferito o un oggetto che appartiene alla mamma o al papà “ da conservare finché mamma o papà tornano”. Il richiamo al ritorno è sempre importante e contribuisce a rassicurare il piccolo. E non è mai esagerato ripeterlo durante l’anno anche se tutto sembra andare alla perfezione! Nei bambini più grandi trovate un momento tranquillo per parlare con loro e capire se il rifiuto della scuola riguarda qualche episodio sgradevole accaduto (bullismo, fallimento, rimprovero, litigio con i compagni…), qualche difficoltà di apprendimento (i bambini dislessici, disgrafici ecc. possono impegnarsi molto senza ottenere i risultati sperati e sentirsi quindi frustrati e demotivati!), qualche paura inespressa (paura di perdere i genitori, paura che accada qualche disgrazia…). Spesso il solo parlarne permette a molti timori di dissolversi!
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E se lo zaino è troppo pesante? I nostri bambini delle primarie ma ancora di più delle medie, devono fare i conti con zaini talvolta pieni all’inverosimile! Il peso della cartella non dovrebbe mai superare il 10-15 % del peso corporeo. Oltre questo limite, sarebbe meglio la-
sciare a casa qualche libro o convincere i nostri bambini ad andare a scuola con il trolley. Lo sforzo di trasportare uno zaino troppo carico costringe ad un atteggiamento con il busto e la testa incurvati in avanti che può causare dolori alle spalle, al collo, ai fianchi e alle ginocchia e problemi di postura a molti scolari. • Controllate sempre il contenuto dello zaino, disponete le cose più pesanti in basso e togliete ciò che non serve per quel giorno. • Lo zaino dovrebbe essere sempre bene aderente alla schiena, con il carico di materiale ben distribuito, costruito di materiale leggero, con bretelle larghe e robuste da indossare sempre su entrambe le spalle. • Non fate mai indossare lo zaino su una sola spalla! E’ sempre necessaria una ripartizione simmetrica dei carichi che vengono a gravare sulla schiena. L’ unica consolazione è sapere che l’ uso di una cartella troppo pesante non può causare la scoliosi, come temono molti genitori, perché questa è una malattia le cui origini vanno ricercate in ambito genetico.
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E se i compiti per casa sono una fatica? I compiti per casa diventano spesso un terreno di scontro tra genitori e bambini. Ricordate che fare le lezioni per casa rappresenta un momento importante per insegnare al bambino il senso del dovere e per permettergli di testare le proprie capacità. Non potete costringerlo ad amare i compiti per casa ma potete aiutarlo a trovare la giusta concentrazione e motivazione con qualche piccolo espediente. • Decidete con il bambino un orario da dedicare ai compiti ( e cercate di farlo rispettare!) evitando di scegliere il momento successivo al pranzo che deve essere dedicato al riposo e alla digestione. • Cercate un luogo tranquillo e ben areato della casa privo di distrazioni (giochi, TV, cellulare, cibo…). • Mostrate interesse per i compiti assegnati e incoraggiate il bambino, dimostrando fiducia nelle sue capacità. Non sgridatelo se sbaglia, non farete che alimentare la sua av-
versione per la scuola! • Lasciate che diventi indipendente un po’ per volta ma dimostratevi disponibili a dargli un aiuto quando serve davvero e spronatelo a correggersi negli errori senza sostituirvi a lui. I genitori non devono fare i compiti al posto dei figli: questo non li educa ad impegnarsi, non li aiuta ad imparare e può confondere gli insegnanti sulle capacità reali del bambino! • Lasciate spazio a piccoli momenti di pausa: l’affaticamento eccessivo crea distrazione ed errori. Un piccolo break ogni tanto aiuterà a restare più concentrati! • Se il rifiuto verso i compiti per casa è ostinato e il bambino ha grandi difficoltà nel memorizzare le nozioni o a capire concetti anche semplici, parlatene con le maestre ed il pediatra per escludere un reale disturbo dell’apprendimento che potrebbe avere bisogno di un sostegno particolare.
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Cosa deve mangiare per affrontare gli impegni scolastici? Prima di partire da casa è molto importante trovare il tempo per una buona prima colazione. Meglio alzarsi 10 minuti prima e fare la colazione con tranquillità piuttosto che affrontare la scuola digiuni! Tra gli alimenti indicati ci sono il latte con i cereali, le torte e i biscotti fatti in casa, il pane con marmellata, i succhi di frutta preparati in casa con frullatore o centrifuga, quelli confezionati hanno poca frutta e tanto zucchero!), lo yogurt con la frutta fresca.
A metà mattina è buona norma reintegrare le energie con uno spuntino leggero. Vanno bene tutti i tipi di frutta a patto che sia già tagliata e sbucciata e inserita in un contenitore adatto o frutta facile da sbucciare come le banane. Si può proporre una fetta di torta fatta in casa, o uno yogurt da bere, un piccolo panino con marmellata o miele. Fornire sempre ai bambini acqua da bere, ma evitare i succhi di frutta industriali e le bevande dolci! 27
“Scuola in vista”, continua .............................................................................................................................
E se si ammala spesso a scuola?
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Effettivamente dall’autunno alla primavera il percorso scolastico è disseminato di ostacoli fra raffreddori, mal di gola, influenza, tosse, diarree. Lo sappiamo, un bimbo di due anni che sta a casa coi nonni può avere 3-4 infezioni respiratorie in un inverno, ma un bambino della stessa età che va al nido ne avrà facilmente 6 o 7 e talvolta anche di più! La "condanna" è certa per i più piccoli, quelli che si affacciano per la prima volta al nido o alla scuola dell'infanzia, ma brutti incontri, anche se meno frequenti, saranno possibili anche per i più grandicelli delle elementari. La scuola sembra proprio il posto ideale per scambiarsi i germi! Infatti è un ambiente chiuso, dove i bambini vivono a stretto contatto tra loro per lunghi periodi: le condizioni ideali per il propagarsi di qualsiasi infezione! Il bimbo piccolo ha un sistema immune ancora "vergine", che cioè non ha ancora incontrato i germi. Venendo man mano in contatto con i microrganismi il bambino costruisce una memoria immunitaria persistente e duratura che gli servirà in futuro per ammalarsi molto meno. Nella maggior parte dei casi si tratterà di infezioni virali e quindi basteranno pochi farmaci per alleviare i sintomi e un po' di pazienza perché tutto si risolva presto e bene. Per ridurre la frequenza degli episodi infettivi, conviene: • Scegliete strutture che offrano la possibilità di utilizzare spazi aperti nella bella stagione, che abbiano locali ampi e un numero non eccessivo di bambini per classe. • Se il bambino si ammala davvero con grande frequenza evitate il riposino a scuola, perché la permanenza di tanti bambini nella stessa stanza aumenta i rischi di contagio. • Limitate gli scambi di giochi e l'utilizzo del ciuccio ( e soprattutto limitate gli scambi di ciuccio!). • Insegnate il lavaggio corretto e frequente delle mani che consiste nel bagnarle, distribuire bene il sapone su dorso, palmo e spazi tra le dita, strofinarle e sciacquarle. E attenzione: non servono detergenti antibatterici, i saponi comuni vanno benissimo! • Insegnate ad utilizzare in modo strettamente individuale le salviette, gli spazzolini da denti, i pettini, la biancheria, le scarpe e i cappelli.. • Vaccinate il vostro bambino secondo il protocollo previsto dal Ministero della Sanità. • Dopo una malattia rimandate il bambino a scuola solo quando mostra di avere recuperato energie e vivacità. Se l’episodio è banale basteranno 1-2 giorni di convalescenza senza febbre, ma se i sintomi (tosse, diarrea, congiuntivite, rinite…) sono ancora molto disturbanti non è bene tornare in comunità: si rischia di ricadere velocemente in un nuovo episodio infettivo e di contagiare gli altri. • Ricordate comunque che non esiste un farmaco che non faccia mai ammalare e che l’azione immunostimolante più sicura sta in un corretto stile di vita: mangiare bene e privilegiare carne bianca, pesce e tanta verdura e frutta (5 porzioni al giorno), riposare bene (andare a letto presto), fare attività fisica senza esagerazioni.
dobbiamo fare attenzione quando i bambini sono esposti al sole. La luce solare è una parte fondamentale della nostra vita, con gli aspetti positivi e negativi del caso. Si informano spesso i genitori sugli effetti nocivi dei raggi solari sulla pelle del bambino, il nostro obiettivo è porre attenzione anche agli occhi.
difendiamoli dai
raggi solari nocivi a cura della dottoressa
gloria Birolo
ortottista Ottica Toffoli, Rovigo
Gli occhi del bambino, infatti, sono formati da strutture anatomiche in continuo accrescimento, caratterizzate da notevole trasparenza. Per questo motivo, film lacrimale, cornea e cristallino, non sono in grado di filtrare i raggi solari dannosi, rendendo le strutture interne, sensibili e vulnerabili. Nello spettro della luce, gli ultravioletti, sono i più dannosi per la retina. E' necessario ricordare che il danno attuato dai raggi UVA e UVB è cumulativo, si stima che più del 50% delle radiazioni UV a cui siamo esposti entro i 60 anni, sono state assorbite entro i 20 anni di età.
la protezione deve essere presente sempre quando c'è un esposizione ai raggi solari. Nelle giornate soleggiate, si stima infatti, una concentrazione del 95% di raggi UV tra le 11 del mattino e le 16 del pomeriggio. Le radiazioni UV, però, sono sempre presenti anche nelle giornate nuvolose. Esistono molte soluzioni per la protezione degli occhi del bambino.
oggi parleremo, nello specifico, delle soluzioni indirizzate ai bambini che utilizzano già l'occhiale da vista. Le lenti oftalmiche che noi selezioniamo e consigliamo al bambino, proteggono dai raggi UV pur essendo trasparenti. Sono in grado di schermare non solo le radiazioni dirette dall'esterno ma anche la luce indiretta riflessa dalla superficie posteriore della lente, eliminando i fastidiosi riflessi laterali. Oltre a proteggere gli occhi del bambino, dobbiamo far fronte anche al fenomeno dell’abbagliamento dato dalla luce solare.
Parliamo di occhiali da sole graduati, con filtri scuri, clip aggiuntive applicabili all'occhiale e lenti fotocromatiche. Le clip da sole possono essere adattate ad alcune tipologie di occhiali, attraverso un gancio o mediante l’utilizzo di montature realizzate in abbinamento a clip magnetiche. Le lenti fotocromatiche, con una reazione fotoattiva, invece, si scuriscono con la luce del sole. la colorazione da prediligere è quella sui toni del grigio scuro, poichè non crea alcuna alterazione dei colori. Queste soluzioni sono indirizzate a tutti i bambini che amano fare attività all’ aria aperta. Il nostro staff vi aspetta per proporvi le soluzioni migliori.
vi consegneremo, gratuitamente, un innovativo braccialetto, in grado di indicare l’esposizione ai raggi solari.
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La nostra missione è il tuo sorriso
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apparecchi ortodontici Apparecchi ortodontici mobili per bambini
È il sistema odontoiatrico maggiormente utilizzato per problemi di allineamento errato dei denti nell’età infantile o adolescenziale e uno dei motivi è la facilità di utilizzo di questi strutture in quanto possono essere manipolati autonomamente dai bambini con semplicità. Apparecchi ortodontici fissi per bambini
Vengono applicati soltanto nei casi di bambini che presentano malformazioni o malocclusioni gravi dei denti e dei mascellari. Questi sistemi consistono nella fissazione di attacchi di metallo o ceramica sopra i denti che, collegati con fili metallici elastici, fanno pressioni sui denti per spostarli fino alla corretta posizione della dentatura.
Espansore del palato
L’espansione del mascellare è uno dei principali interventi ortodontici che viene effettuato sui bambini. Si stima come circa il 6% della popolazione sotto gli 11 anni presenti una contrazione del mascellare superiore.
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PARLIAMONE scienze della terra
a cura di
Paola Zerba geologa e paleontologa
P. Zerb a
uno strumento ludico didattico per spiegare ai bambini l’evoluzione e la diversificazione delle specie animali e vegetali.
La spirale vuota, come l’album delle figurine, dovrà essere riempita con tante immagini raffiguranti le tappe principali di evoluzione.
La SpiRaLe deLLa
su www.viavaideipiccoli.it approfondimenti sulle ere geologiche
era archeozoica o Precambriana: le prime forme di vita nascono circa 4 miliardi di anni fa nel brodo primordiale: gli archeobatteri. Inizia uno sviluppo semplice della vita nell’ acqua con alghe (azzurre le prime) e batteri, quindi con la comparsa di organismi procarioti. Finalmente compare l’ossigeno nella nostra atmosfera!!! le stromatoliti fossili sono i resti dei primi esseri viventi vissuti sulla Terra! Il nome non è semplice da pronunciare 32
vita
ma sarà facile da ricordare perché potrà essere associato ad antichissimi microrganismi che per primi compirono uno dei processi biologici più importanti della storia evolutiva della Terra: la fotosintesi. Non sono giunti fino a noi i resti organici di questi organismi primitivi, bensì le loro tracce. E sono proprio queste minuscole gallerie nei sedimenti che sono giunte fino a noi, le stromatoliti appunto, prova che la fotosintesi iniziò prima di quanto si sospettasse.
La Terra di allora non era certo quella di oggi. Il suolo era scuro, completamente privo di vegetali, e il cielo, a causa della mancanza di ossigeno, era arancione. Sarebbe stata dura la vita qui per noi uomini! Successivamente si svilupparono le forme eucarioti quali alghe verdi e funghi; prima troviamo le forme unicellulari, ma verso il termine dell’Era sono ormai presenti molti organismi pluricellulari invertebrati tra cui meduse, anellidi, molluschi ed artropodi.
era Paleozoica o Primaria:
In questa era la crosta terrestre si era già formata e si erano già formati sia i mari che i continenti, però questi ultimi erano uniti in un’unica grande
terra circondata dagli oceani, chiamata Pangea. si dà il via ad un grande sviluppo della vita animale e vegetale: i mari si popolano di co-
ralli, spugne, molluschi, scorpioni marini, trilobiti (primi invertebrati marini), compaiono i primi cordati da cui derivano i pesci, da questi si evolvono gli anfibi (primi vertebrati terrestri) e da questi ultimi i primi rettili. Il clima caldo-umido favorisce la vita sulla terraferma, si formano lussureggianti foreste con piante d’ alto fusto, si sviluppano felci, conifere ed equiseti e compaiono gli insetti.
(es.pterosauri) dominavano i cieli, rettili marini (es.ittiosauri, plesiosauri, ecc.) i mari e quelli terrestri (tirannosauri, triceratopi, ecc..) le terre; con loro convivevano anche i primi piccoli mammiferi e, verso la fine di questa era, comparvero anche i primi uccelli. Fondamentale è inoltre la comparsa delle piante con fiori. arriva infine un’altra importante estinzione di massa (si estinsero circa il 75% di specie viventi!), circa
65 milioni di anni fa, forse l’unica ad essere ricordata da tutti a causa delle innumerevoli discussioni relative alle differenti ipotesi di estinzione, tra le quali le più accreditate rimangono quelle collegate all’impatto di un meteorite ed alle manifestazioni vulcaniche.
Questa era termina con una grande estinzione che fece morire molte specie terresti e ancor più specie marine (circa il 95% delle specie vi-
venti!). Una vera catastrofe, forse provocata da un enorme meteorite o forse da un incremento dell’attività vulcanica che avrebbe aumentato esponenzialmente l’anidride carbonica nell’atmosfera. Tra le due cause l’attività vulcanica è la più probabile perché spiegherebbe la grande estinzione marina: l’anidride carbonica avrebbe diminuito l’ossigeno nei mari e favorito l’immissione di gas velenosi dai fondali. era Mesozoica o secondaria:
E’ considerata l’era della vita di mezzo, viene suddivisa in tre periodi (Triassico, Giurassico, Cretaceo) molto conosciuti ed è quella che si contraddistingue dalle altre per la presenza di animali che affascinano molto i bambini e gli adulti: i dinosauRi! Si diversificano quindi molte specie di grandi rettili: rettili volanti
era Cenozoica o Terziaria:
E’ “l’era della vita recente” e presenta organismi che si fanno progressivamente sempre più simili a quelli attuali. In quest’ era si sono formati i continenti attuali con catene montuose europee, asiatiche, americane e africane. Il clima cambia gradualmente da tropicale a temperato, con punte temperato-fredde alla fine dell'era. Con la scomparsa dei dinosauri si verifica una grande diffusione dei mammiferi (prima piccoli e successivamente di grandi dimensioni), in grado di conquistare tutti gli ambienti, e degli uccelli. Verso la fine di quest’era compaiono le prime forme di primati, da cui deriveranno le scimmie antropomorfe e gli antenati dell’ uomo; tra le piante si affermano le latifoglie e la vegetazione tipica di quel clima.
era neozoica o Quaternaria:
E’ quella attuale, detta “della vita nuova”, poiché flora e fauna sono costituite da piante ed animali tuttora viventi. Nell'era quaternaria continuano, anche se attenuati, i movimenti delle fasi finali dell'orogenesi alpino-himalayana. Ma ciò che soprattutto caratterizza quest'era è l'alternarsi di periodi freddi e di periodi caldi, che causarono l'avvicendarsi di grandi glaciazioni e di periodi interglaciali (periodi in cui si riduce
l'estensione dei ghiacciai e quindi c’è più caldo). L'alternarsi delle glaciazioni e dei periodi interglaciali ha avuto grande influenza anche sulla distribuzione degli esseri viventi sul pianeta: in particolare, alle nostre latitudini si sono succedute specie proprie di climi tropicali a specie tipiche di zone a clima più freddo. l’ italia era abitata da una tipica fauna adattata al freddo con i pinguini, alci, renne e mammut. La flora e la fauna si modificarono più volte fino ad assumere l’ aspetto e la distribuzione attuali con la fine delle glaciazioni. Tra gli eventi biologici che hanno caratterizzato l'era quaternaria si deve segnalare soprattutto la "rapida" evoluzione e diffusione sul pianeta del genere Homo. Infatti in questa Era ci troviamo noi tutti: la storia dell’ uomo ha inizio con la comparsa del genere homo ed il primo periodo della storia dell’ uomo viene chiamato Preistoria.
Evoluzione e classificazione dell’Homo s.sapiens
Tipo Sottotipo Classe Ordine Famiglia Genere Specie Sottospecie
Cordati Vertebrati Mammiferi Primati Ominidi Homo Homo sapiens Homo sapiens sapiens
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PARLIAMONE Osservazioni Astronomiche
E.Belle ttato
a cura del prof.
Enzo Bellettato direttore del Planetario Civico
con lo sguardo verso il cielo a cercare le
SteLLe c ad e n t i
Tutti abbiamo assistito al pirotecnico succedersi in cielo delle stelle cadenti. Apparentemente imprevedibili e disordinate nei tempi e luoghi e direzioni delle loro corse, agli astronomi quelle scie luminose possono raccontare molte cose. esse possono essere causate da frammenti prodotti da scontri fra asteroidi: piccole o meno piccole briciole di roccia mista a metalli che, precipitando
a terra, cedono l’energia cinetica della loro grande velocità (dell’ordine delle decine di chilometri al secondo) al gas atmosferico che ne resta surriscaldato, ionizzato, infiammato. E arrivano in modo disordinato e anarchico, raccontando ciascuna una storia individuale e diversa da tutte le altre. Sono le meteore più imprevedibili. oppure possono provenire da comete passate anni o decenni o secoli prima: petali che si staccano progressivamente dal corpo gelido del nucleo co-
cometa Swift-Tuttle
polveri della cometa 34
metario e si precipitano nell’atmosfera come in processione, raccontando questa volta una storia di gruppo, in cui la comune origine dalla stessa madre è rivelata dall’apparente provenienza di tutte le scie da un punto comune nel cielo (a ricordare l’antico passaggio della cometa) che gli astronomi chiamano radiante: nel caso delle famose lacrime di S. Lorenzo questo punto si trova all’interno della costellazione di Perseo e quei frammenti derivano dalla cometa swift-Tuttle che passa ogni 133 anni. L'ultimo suo passaggio vicino a noi è avvenuto nel 1992. Avvicinandosi al Sole il nucleo di ghiaccio della cometa comincia a evaporare in superficie liberando così enormi quantità di frammenti rocciosi che vi erano contenuti fin dall'inizio della vita del sistema solare. I frammenti perduti continuano ad orbitare intorno al sole ripercorrendo la traccia dell'orbita della cometa-madre. Ogni anno la Terra, nel suo moto intorno al Sole, incrocerà quella scia circa alla stessa data che per noi segnerà il ben noto tradizionale appuntamento.
CURIOSITÀ Determinare il punto radiante di uno sciame di stelle cadenti e come la sua posizione possa lentamente variare anno dopo anno, insieme con l’intensità luminosa, il colore, la forma della scia, eccetera, vuol dire anche individuare la cometa di origine, e quindi l’epoca del passaggio e altre sue proprietà che giustificano, o giustificavano in passato, l’impegno osservativo di questo fenomeno. Anche se le meteore del 10 agosto solo le più famose, ci sono molti altri sciami derivati dalle molte comete che periodicamente transitano all'interno del sistema solare. gli altri sciami più notevoli sono le Geminidi (dalla costellazione dei Gemelli, intorno al 13 dicembre), le Leonidi (costellazione del Leone, il 17 novembre), le Quadrantidi (costellazione obsoleta del Quadrante, il 3 gennaio), le Aquaridi (costellazione dell'Aquario, il 4 maggio). la scoperta dell'origine cometaria degli sciami meteorici è dovuta ad un astronomo italiano, giovanni schiaparelli, che per primo nel 1866 ha intuito e dimostrato questa importante parentela.
Cosa C'enTRa san loRenzo Con le PeRseidi? PeRChé si esPRiMono i desideRi?
L'evento celeste, osservato per la prima volta nel 36 d.C., cade a ridosso della data in cui si celebra il martirio di San Lorenzo, bruciato vivo su una graticola il 10 agosto del 258 d.C. Per questa coincidenza temporale, le stelle che cadono nella notte di san lorenzo rappresenterebbero le lacrime versate dal Santo durante il suo supplizio Da qui la credenza popolare secondo cui tutti coloro che ricordano il dolore del Santo guardando le sue “lacrime” potranno veder realizzato un loro desiderio.
guida PeR osseRvaRe le sTelle CadenTi e godeRsi lo sPeTTaColo 1. Cercare un luogo buio
Appostarsi in un luogo lontano da fonti di luce e possibilmente in uno spazio più aperto possibile da ogni lato, perché le meteore possono arrivare da qualunque direzione. 2. Mettersi comodi
L’osservazione è più comoda e piacevole mettendosi sdraiati Il picco è previsto nelle prime ore del mattino, ma già da dopo mezzanotte si dovrebbero vedere numerose stelle cadenti. 3. non avere fretta
Gli occhi hanno bisogno di un po' di tempo, fino a mezz'ora, per adattarsi al buio e vedere meglio ciò che accade nell'oscurità del cielo (la cosa migliore, quindi, è essere anche in buona compagnia). Non cedete alla tentazione dello smartphone perché i vostri occhi poi si dovranno riabituare al buio. 4. guardare in tutte le direzioni
Lasciate correre gli occhi, senza fissarvi su alcuna zona specifica della volta celeste. E’sempre meglio orientarsi verso nord est, dalla cui direzione arrivano le meteore. 5. e se volete fotografare?
Utilizzate un cavalletto e una macchina fotografica Reflex con un ISO molto alto, con apertura massima e breve esposizione. Giovanni Schiaparelli, (Savigliano 1835 Milano 1910) uno dei più grandi astronomi italiani 35
natura
E. Verz
a
a cura di
Emiliano Verza Faunista, esperto ed appassionato del territorio del Delta del Po. Guida Escursionistica Ambientale Certificata
FioRi Spontanei
PARLIAMONE
Estate, fiori, erbe spontanee! Nei nostri giardini, parchi e nella campagna che circonda la città, crescono molte piante spontanee dalle proprietà sorprendenti. Ci sono fiori curativi, erbe buone da mangiare e piante semplicemente molto belle! Parleremo di tre fiori, facili da individuare e da raccogliere, e che crescono facilmente un po' ovunque. Una regola resta sempre di grande importanza: raccogliete fiori e piante spontanee solo nei posti puliti, e accertatevi che si tratti della pianta giusta!
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Malva La Malva (Malva sylvestris) è nota per il fiore dal tipico colore rosato e dall'odore caratteristico. Anche la foglia ci aiuta ad individuarla; cresce sui margini, anche delle aiuole di città e, se non tagliata, raggiunge i 30 cm di altezza. Fin dall'antichità i suoi fiori venivano usati in infusione per “calmare”. L'infuso che se ne ricava, difatti, placa la tosse e i dolori intestinali. I fiori vanno raccolti entro metà agosto e fatti seccare. Per preparare l'infuso è sufficiente metterli in acqua fredda e farla poi bollire. Dopo averli lasciati in infusione per 10 minuti si possono filtrare.
TaRassaCo
Un'altra pianta dalla proprietà sorprendenti è il Tarassaco (Taraxacum officinale), detto anche “soffione”, “brusaoci” o “piscialetto”! Cresce abbondantemente nei prati sin dalla primavera, esponendo la sua caratteristica infiorescenza gialla che genera poi il “soffione”, caro ai bimbi. Se i prati vengono tagliati spesso, anche in piena estate sarà possibile trovarlo, anche se le sue proprietà raggiungono il massimo in primavera. Le foglie, allungate ma con margine seghettato, sono buone da mangiare e con i fiori in bocciolo si ottengono dei piatti gustosi! Persino le api sono ghiotte di questo fiore, producendo con esso un miele pregiato. Con foglie e radici si ottengono delle tisane ottime per depurare il fegato. Ma attenzione: il Tarassaco è da sempre considerato un potente diuretico! Ed è sconsigliato in gravidanza e allattamento. Come sempre ogni pianta spontanea va raccolta e consumata con attenzione.
zinnie
E non dimentichiamoci dei nostri amici animali! In questa stagione fioriscono le splendide Zinnie, “margheritone” colorate che sono state piantate in aprile. Esse attirano in particolare le farfalle, animali delicati e variopinti che aiutano con l'impollinazione dei fiori e allietano i nostri giardini. Molte farfalle sono in diminuzione, quindi la prossima primavera ricordatevi di piantarle nel vostro giardino!
ATTIVIAMOCI apprendere
N.Prev
iato
a cura di
ALLENA LA TUA MENTE
Natalia Previato docente di lettere Scuola Secondaria di II Grado
Per godersi l’estate si deve lasciare il cervello in stand-by? L'estate è senz'altro la stagione preferita dalla maggior parte delle persone ma soprattutto dagli studenti di ogni età. Infatti il suo arrivo coincide proprio con il meritato riposo e la voglia di divertirsi. Via le verifiche e le interrogazioni, chiusi i libri di testo e il diario di scuola, gli studenti si muovono “leggeri” con la testa sgombra da ogni pensiero, specie quello relativo alla scuola. A pensarci bene, però, la mente non è totalmente libera perché ci sono i compiti per le vacanze da svolgere. Ma un po’ di ripasso, ben organizzato e non fatto solo nell'ultima settimana più che altro per accontentare i genitori, non guasta. In fondo i famigerati “compiti per le vacanze” hanno lo scopo di far ripartire lo studente con la mente un pò allenata. Vi sono, però, anche una miriade di cose interessanti da fare oltre che quelle, diciamo così, consigliate dai docenti. Non è assolutamente vero che per godersi l’estate si debba lasciare il cervello in stand-by in attesa che arrivi la riaper-
tura delle scuole. Anzi ! Questo è il periodo migliore per mettersi alla prova e per cercare di “nutrire” la nostra intelligenza con giochi e sfide divertenti e senz'altro arricchenti sotto tutti i punti di vista. Cosa si può fare per divertirsi e sviluppare le nostre capacità? Si può, per esempio, imparare a giocare a scacchi o a dama sfidando amici o adulti. Si possono fare cruciverba o il sudoku. Si può imparare a dipingere o a fare foto professionali anche con il cellulare (perché no?). Ci si può dedicare allo studio delle Scienze Naturali grazie a un semplice microscopio o a lenti di ingrandimento che ci permettono di scoprire quello che “Madre natura” ha saputo darci. Possiamo imparare a guardare le stelle e a riconoscere le costellazioni. L'estate è anche il periodo perfetto per imparare a fare qualche torta insieme a qualcuno che in famiglia le sappia fare. Di sicuro non mancheranno gli amici per l’assaggio. Oppure si possono improvvisare dei piccoli laboratori domestici per imparare ad usare la plastilina dando così
spazio anche alla nostra creatività. Si possono vedere cartoni o film divertenti in lingua inglese. E perché no, leggere quel libro che ci hanno regalato a Natale. E poi andare nella biblioteca del paese per dedicarci alla lettura dei fumetti o dei romanzi che più ci interessano. C’è anche una bella ed economicamente valida attività: si può diventare imprenditori e, grazie ad una piccola bancarella, vendere quei giochi e quelle cose che in fondo non ci piacciono più per realizzare qualche soldo. Insomma, l'estate forse più che nelle altre stagioni, è il periodo perfetto per apprendere. E’ il momento giusto per utilizzare e riscoprire le conoscenze acquisite durante gli anni scolastici, per raggiungere obiettivi concreti e divertenti. E se durante le altre stagioni abbiamo studiato tanta teoria, l'estate è senz’altro il momento della pratica. Gli esperti dicono che il saper fare è la logica conseguenza del sapere. Se solo il cervello potesse parlare, non farebbe altro che ringraziarci. 37
ATTIVIAMOCI facciamo insieme
a cura di
Maurizio Fantinato docente di Enogastronomia all’Istituto Alberghiero “G.Cipriani” Adria (Ro)
toRta di noci e peRe
come si fa
torta di noci 100 gr. burro 100 gr. zucchero 100 gr. farina 50 gr. gherigli di noci 50 gr. pere Williams 2 uova 1 limone 2 gr. lievito per dolci (un pizzico) salsa alle pere 300 gr. pere Williams 50 gr. zucchero 50 gr. acqua qb succo di imone
Noi la torta l’abbiamo preparata con i prodotti del nostro territorio:
Via vai dei piccoli consiglia NOCI LARA
dell’Azienda Agricola Valier di Borsea (Ro) via Canalbianco sx 10 (dietro la Fattoria) www.valier.it
PERE WILLIAMS dell’Az. Agricola Corte Carezzabella di S. Martino di Venezze (Ro) via G.Marconi 752 www.cortecarezzabella.com
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Ammorbidite il burro, lavoratelo velocemente con lo zucchero le uova e per ultima la farina setacciata con il lievito. Aggiungete le noci, le pere e la buccia di limone. Spremete il limone e aggiungete un cucchiaio di zucchero. Imburrate e infarinate uno stampo a cerniera da 14 cm. Versate il composto e livellatelo con una spatola. Preriscaldate il forno a 180C°. Infornate la torta e portate la temperatura a 170C° . Cuocere per 35 minuti. Appena sfornata versate il succo di limone con lo zucchero preparato precedentemente e lasciate raffreddare Lavate le pere, sbucciatele, tagliatele grossolanamente e frullatele. Mettete in un un pentolino la purea di pere e gli altri ingredienti. Portate ad ebollizione per 15 minuti e poi raffreddate. Per rendere ancora più gustosa la vostra torta servitela con una salsetta alle pere.
Le pere Williams per la consistenza burrosa della polpa ben si prestano alla cottura di dolci e marmellate. Leggere e facili da digerire hanno un gusto molto dolce, bassa quantità calorica e sono ricche di vitamine, potassio, ferro, magnesio e di fibre. Le Noci Lara hanno ha un gheriglio carnoso dal sapore particolarmente dolce e fresco, più delicato rispetto ad altre varietà, senza alcun retrogusto amaro. Ottime per le torte.
apercaccia di conchigLie catturare l'Estate! ATTIVIAMOCI facciamo insieme a cura di
mamma Carlotta
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occorrente portafoto con cornice di legno conchiglie colore acrilico o tempera colla vinilica o colla a caldo pennello; difficoltà: media
Perché i momenti speciali rimangano indelebili nella nostra mente, di solito scattiamo migliaia di foto ai nostri bambini e una bella foto-ricordo dell'estate 2018 potrebbe essere una soluzione per immortalare uno dei tanti ricordi. Creiamo insieme ai nostri figli una CORNICE con le Conchiglie che sicuramente i bambini, avranno raccolto a palate. Piccole, grandi, piatte, rigate, a spirale o di colore diverso non importa... diamo spazio alla fantasia.
Per prima cosa reperiamo il materiale; selezioniamo le conchiglie e procuriamoci un portafoto con cornice di legno. Togliamo il vetro e dipingiamolo con i colori acrilici, se lo desiderate.Volendo si può utilizzare il colore trasparente per ottenere un effetto di lucidità; lasciamo poi asciugare il colore per almeno un quarto d'ora. A questo punto posizioniamo le conchiglie sulla cornice per creare la composizione che più ci piace, facendo uso della fantasia e del gusto dei bambini.
Muniamoci ora di colla vinilica, meglio se avete la pistola a caldo e procediamo ad incollarle ad una ad una sulla cornice, rispettando la posizione scelta precedentemente (solitamente la conchiglia più bella o più grande viene posizionata al centro, in posizione più evidente rispetto a tutte le altre). Tra una conchiglia e l'altra possiamo aggiungere un pò di glitter o delle perline colorate per ottenere un effetto lucido! Godetevi i ricordi!!!
I NOSTRI SERVIZI
• Pre-scuola • Doposcuola • Pre-animazione • Animazioni: Natalizia, Pasquale di Carnevale ed Estiva • Laboratorio teatrale e scenografico • Corsi di danza Hip Hop • Corso di Zumba, Hatha Yoga • Tonificazione • Ginnastica Posturale • Totalbody per adulti • Spazio bimbi: Zumba, Yoga e ginnastica posturale • Ludoteca
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CENTOSTORIE libri e racconti
Gaia ci propone alcuni divertenti libri per bambini piccoli e per ragazzi da leggere in vacanza, in spiaggia, o sotto un albero, da soli o in compagnia. Ai ragazzi leggere fa bene. Fin da piccolissimi, la lettura aiuta i bambini ad acquisire familiarità con le parole e con i loro suoni. L'ascolto di storie arricchisce il loro mondo e ne accelera lo sviluppo intellettuale. In più leggere ad alta voce con continuità ha un effetto positivo anche sulla relazione genitori-figli.
G.Zanz ottera
a cura di
Gaia Zanzottera libraia Rovigo
a tutto LibRi!!!
dai 3 anni Il Grande Muro Rosso di Britta Teckentrup. Gallucci Editore 2018 I piccoli grandi protagonisti di questa storia sono Coraggio e Curiosità. Topino vive dentro il Grande Muro Rosso e vuole scoprire il mondo che nasconde, l'Uccello Azzurro sarà colui che lo aiuterà ad attraversarlo. Come spesso accade, i libri all'apparenza più semplici racchiudono in realtà un grande messaggio e “Il Grande Muro Rosso” ne porta uno importantissimo, oggi più che mai, per i nostri bimbi: i muri e le barriere più spaventose siamo solo noi stessi ad erigerle e solo mantenendo viva la curiosità e con un pizzico di coraggio possiamo girarci e notare che alle nostre spalle il muro è svanito, ed il mondo acquista un colore diverso! dagli 8 anni Il giardino dei Giochi dimenticati di G.F. Reali & N. Barbiero - Ed.Salani Un vero e proprio manuale per riscoprire insieme a genitori, nonni, amici, zii, cugini etc... i giochi in via di estinzione. Questa dispensa di divertimento spiega passo passo come costruire ed utilizzare una miriade di giochi “di una volta”. Con questo libro nello zaino è impossibile annoiarsi e anche i più grandi alla fine cederanno alla tentazione di cimentarsi in queste splendide invenzioni! 40
da 7-8 anni La casa sull’albero di 13 piani di A. Griffiths & T. Denton, Ed. Salani Per gli appassionati del “Diario di una schiappa” e Geronimo Stilton. È un libro spassoso e divertente, ambientato su una grandiosa casa sull'albero dove si possono trovare le più incredibili attrazioni! Se volete una valida alternativa ai più famosi libri per bambini, questo sarà altrettanto accattivante. Perfetto da leggere sotto l'ombrellone! da 11-12anni L’Isola dei libri perduti di Annalisa Strada. Ed. Einaudi “Ogni volta che si legge un buon libro, in qualche parte del mondo, una porta si apre per lasciare entrare più luce”. E se si vive su un'isola in cui leggere è proibito?Comincia così l'avventura di due ragazzi a cui la prigione d'acqua in cui vivono inizia a stare stretta, perché non li lascia pensare, crescere, essere liberi. Ma sotto l'isola di Thia si cela un segreto antico e i protagonisti scopriranno che “un'altra realtà è possibile soltanto per chi riesce a vederla”.
CENTOSTORIE favole
favola di
Coi Momok illustrazioni di
Emilia Mazzetto studentessa Liceo Artistico “Roccati” Rovigo
Questa è la storia di una gazza avida di cose luccicanti, ma distratta e di una civetta amorevole che le insegna a cercare.
C’era una volta una gazza avida di tutto ciò che brillava almeno un po’: oro, argento, paillettes, smalti vari, alluminio… Tuttavia quella gazza era anche molto distratta. E se con tanta facilità riusciva a far suo ciò che l’aveva attratta, con altrettanta facilità se lo perdeva.
L a Ga zza dist ratt a
Da tempo la gazza aveva stretto amicizia con una rondine. Con lei svolazzava tra i rami degli alberi, sorvolava i tetti della città, planando veloce a sottrarre a chicchessia qualche oggetto luccicante. Con la rondine andava a caccia di insetti e trascorreva giornate intere, fino al calare del sole, quando si ritirava nel suo nido sul cornicione di un palazzo antico, proprio nel centro della città e lì attendeva la mattina per ritrovare la sua amica e ricominciare. Un brutto giorno, però, la gazza non vide arrivare la sua rondine. Attese a lungo, ma niente. Poi si prodigò a cercarla, chiese aiuto… ma nulla. Da quel momento, la gazza sembrò aver perso interesse per tutto, persino per gli oggetti luccicanti. Le ore trascorrevano lente e tutte uguali. E non aveva nemmeno più voglia di volare. Strano! Di oggetti ne aveva persi davvero molti, anche di quelli molto luccicanti. Eppure, questa volta, la perdita della sua amica sembrava costarle davvero troppo. Una sera, il silenzio triste nel suo nido fu interrotto da un forte “cuccuiu… cuccuiu… cuccuiu”
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Era il grido di una civetta. Non si era mai vista da quelle parti. Le civette preferiscono i boschi, non le città…né tantomeno i cornicioni dei palazzi… Cuccuiu… cuccuiu… La civetta continuava potente il suo canto e la gazza, che voleva essere lasciata in pace, era sempre più infastidita. Quella notte non riuscì a chiudere occhio. E la notte seguente neppure. Perché la civetta continuava a posarsi a poche zampate di distanza dal suo nido, proprio sul cornicione della facciata principale di quel palazzo. Accadde la stessa cosa per settimane. E ogni sera il piccolo rapace notturno si avvicinava sempre un pò di più, fintanto che la goffa civetta si approssimò così tanto da urtare quel riparo di rami e foglie secche e spingervi di fuori la smunta gazza. Vattene! gridò irritata la gazza Cuccuiu... rispose la civetta Perché non te ne vai da qui, insolente porta iella. Inveì la gazza, con un po’ di cattiveria. Io sono un rapace notturno - precisò l’altra - e con me porto la mia voglia di cantare… CUCCUIU… E tu invece, che te ne stai rintanata, che non canti, non cacci, non voli, cosa porti con te? La gazza non rispose, e singhiozzò: io... ho perso tutto... La civetta comprese senza bisogno di chiedere altro che in questi casi servono due cose: una scrollatina ed un amico. Così si avvicinò ancora un po’ alla gazza, se la caricò con un colpo di becco sulla schiena e cominciò a volare…
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“
Era notte fonda…la civetta si alzava e si alzava verso un cielo nero punteggiato di stelle. Ma la sua direzione era la luna. Quando vi arrivò al cospetto, vi spinse contro la gazza… Vai - disse - quello che hai perduto sta tutto lì sopra. Riprenditelo. Sorvolando gli avvallamenti di quel pianeta, la gazza individuò migliaia di scatoloni chiusi con in cima un nome e su di uno lesse proprio il suo. Senza esitare lo aprì. Dentro c’era di tutto…anelli d’oro, pepite d’argento, perle, paillettes, piatti smaltati, monete. Tutta roba che aveva perso…ma non c’era la sua cara amica rondine. Scoppiò a piangere. Allora la civetta le disse: Stupida di una gazza, tu credi davvero che le persone cui vogliamo bene si possano perdere? Si perdono le scarpe, i gioielli, i piatti, le borse, i soldi…ma non si perdono gli affetti. La tua rondine non sarà mai lontano da te. Non può essere tra gli oggetti smarriti… Cerca di non essere più distratta e prova a cercarla con il cuore, invece che con gli occhi. Quando i due uccelli scesero di nuovo in città, era ancora buio pesto. Da lontano si vedevano le stelle e anche un sorridente spicchio di luna che sembrava guardare proprio verso la gazza. Ora che sapeva di non aver perso la sua rondine, era più serena. Ricominciò a volare, a cantare…e a sentire che nell’aria, da qualche parte, la sua amica c’era. Non fu mai più attratta dagli oggetti luccicanti e divenne inseparabile dalla civetta.
Si perdono le scarpe, i gioielli, i piatti, le borse, i soldi… ma non si perdono gli affetti.
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Moda Fashion a cura di
Rossella Rizzi consulente d’immagine ed event planner
Back to School
la TuTa. Ebbene si, mai come que-
st'anno la tuta deve essere presente nel guardaroba dei nostri piccoli. Comoda, versatile da utilizzare in total look o da spezzare: i pantaloni abbinati ad una camicia in jeans e la felpa perfetta con un chinos, per i maschietti; mentre i pantaloni con una blusa in cotone e la felpa con una gonnellina denim, per le femminucce. Occhio alla nuova tendenza "Sporty" con bermuda in denim e cotone garzato, tshirt a righe coloratissime, giacche impermeabili con materiali plastici come nylon e Kway, ideali e fashion anche in un giorno di pioggia.
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Molto importanti a scuola sono gli oCChiali per riuscire a copiare i compiti alla lavagna e per scrivere correttamente. Scegliamoli colorati e con forme divertenti perchè al nostro bimbo sembri più un gioco o un dettaglio stiloso anziché un obbligo. Pois e PonPon: Spopolano non solo sui vestiti ma anche su astucci, zainetti e scarpe, per un look divertente e attuale! gliTTeR e TessuTi CangianTi: i tessuti metalizzati come oro e argento, le paillettes e i glitter, saranno i veri protagonisti dell'inverno quindi via libera a gonnelline in lurex, chiodo metaliz-
stampa fumetto
LIFE STYLE
Care mamme, eccoci ad agosto, ancora nel pieno delle vacanze ma già sentiamo nell'aria la brezza di un settembre che si sta avvicinando portando con sé uno dei momenti più amati (od odiati) dai nostri bambini: il ritorno a scuola! Per affrontare in modo lieve quello che per alcuni è un brutto momento (la fine delle vacanze, si sa, è sempre traumatica), seguiamo alcune piccole strategie: Partiamo con lo shopping: acquistiamo insieme ai bimbi tutto l'occorrente per la scuola facendo scegliere a loro lo zainetto, l'astuccio e le penne colorate. E visto che i saldi ci permettono ancora di trovare qualche capo in offerta, facciamogli scegliere qualche tshirt stampata, magari con i loro personaggi dei cartoni preferiti, per i primi giorni di scuola! Fare shopping è terapeutico anche per i più piccoli, credete a me! Ma come vestiranno i nostri bimbi per un ritorno a scuola che oltre ad essere comodo sia anche trendy? Per le mamme più esperte ormai sarà un gioco da ragazzi organizzare l'armadio per le mise scolastiche, ma per le neo mamme i dubbi saranno moltissimi. Non preoccupatevi, ecco una lista dei MUST HAVE
zato, stivaletti e sneackers sparkling perché la moda ci farà brillare, anche di giorno! Per i bimbi più stilosi che reclamano i look da copertina, immancabile l'abitino sTaMPa FuMeTTo per lei e la t-shirt dei supereroi per lui che li farà sentire dei veri influencer della moda! Ultimo tocco di stile? Punta sulle scarpe! Acquistate dei lacci colorati e mescolateli: è davvero trendy avere colori diversi tra scarpa destra e sinistra! Sarà forse perché la moda è matta che ci piace così tanto?
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ATTIVAMENTE giochiamo insieme
per allenare la mente, per diventare piĂš svegli e intelligenti
gameS 1.Lion - 2.giraffe - 3.zebra - 4.whale - 5.wolf - 6.owl - 7.bear - 8. crocodile - 9. elk
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trova le 10 differenze
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