6- Via Vai dei piccoli - dicembre 2018

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Supplemento al Settimanale Via Vai n.47 del 7 dicembre 2018 COPIA OMAGGIO

DEDICATO AI GENITORI E AI BAMBINI DA ZERO A TREDICI

N.6 - DICEMBRE 2018

Buone Feste

f viavaideipiccoli | www.viavaideipiccoli.it

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Sommario

n. 6 - 2018 dicembre /gennaio Direttore:

Flavia Micol Andreasi micolandreasi@gmail.com

Caporedattore Carlotta Ravanello Carlotta Ravanello

Elena Montecchio

carlotta.ravanello@gmail.com

Redazione e Grafica redazione@viavaideipiccoli.it

M.Chiara Ghinato

Natascia Pavani

Flavia Micol Andreasi Mariachiara Ghinato Elena Montecchio Natascia Pavani Carlotta Ravanello Progetto grafico Mariachiara Ghinato chiaraghinato@gmail.com

Franco Ravanello

Direttore Responsabile: dr. Flavia Micol Andreasi Promo Studio Editore Rovigo. Via Sacro Cuore 7 tel. 0425.28282 cell. 329 6816510 info@viavainet.it

Promo Studio Comunicazione grafica e pubblicità

Girotonda sotto l’Albero

PARLIAMONE 12. 14. 18. 26. 28.

Natale come rinascita Regali di Natale e felicità nei bambini Che paura! Strategie per l’apprendimento Open Day

L’INTERVISTA 32. Le storie nascono dalla pancia

ATTIVIAMOCI 40. Una strega innamorata 44. Tortellini in brodo 46. La calza fai da te!

Concessionaria pubblicità PROMO STUDIO snc

LIFE STYLE

adv@viavaideipiccoli.it

Franco Ravanello franco.ravanello@gmail.com

Roberto Samiolo samioloroberto@gmail.com

hanno collaborato: Silvia Bellonzi, Morica Berto, Gloria Birolo, Antonio Caserta, Evelin Crepaldi, Maurizio Fantinato, Claudia Fenzi, Arianna Ferlin, Emilia Mazzetto, Guglielmo Meschia, Raffaele Peretto, Rossella Rizzi, Paolo Scorzoni, Sara Surico, Gaia Zanzottera. si ringraziano: Floricoltura Bovo Garden - Rovigo Foto Lab - Lendinara per la location e la foto di copertina le edicole e le farmacie per la collaborazione

www.viavaideipiccoli.it ilviavaideipiccoli@gmail.com 2

4.

Stampa Grafiche Nuova Tipografia Corbola (Ro)

Roberto Samiolo

Il Viavai dei Piccoli supplemento al Settimanale Via Vai Reg. Tribunale di Rovigo n.1/94 del 9/2/94

APPUNTAMENTI

10. 16. 17. 42.

Natale nelle tradizioni popolari Burattini che passione... Una casa di legno, paglia e tanti sogni A Natale si indossa Tartan

CENTOSTORIE 30. Natale in libreria 35. Brilla in cielo una stellina 36. La vera storia dell’albero di Natale

STAR BENE 20. 22. 23. 24.

Buone pratiche in gravidanza Vaccinarsi contro l’influenza Visione e sport Questi problemi vanno risolti


Per sempre

Perché l’amore finisce? Inutile dirlo, certe domande ci mettono in difficoltà. Se a porcele, poi, è l’amichetta di nostra figlia … è meglio far finta di non sentire. Così ho fatto, provando a scrollarmi di dosso il peso di quegli occhi interroganti ed impauriti. Perché l’amore finisce? Ho provato a cambiare discorso, ma la bambina insisteva e il restare indifferente mi opprimeva più dell’azzardare una risposta (che per altro non avevo).

E come fai a pensarlo? Ho ribattuto io, in- tica della relazione di coppia il “per sempre”. Preferisce il “fin che dura”. E dura crociando il suo sguardo. L’ho sentito dire dai grandi, tante volte, fintanto che emoziona, fa vibrare, eccita. anche a casa mia, anche da mamma e Oppure finché serve a far star bene. Si, papà, che hanno scelto di vivere in due perché l’avere qualcuno accanto che ci protegga, accompagni, ci faccia divertire case diverse. o ci tenga compagnia quando ci senUff, sospiro. Come si fa a rispondere? tiamo soli è un bisogno. Una volta soddiCosa posso dire senza mancare di risfatto, però, la presenza dell’altro diventa spetto alla storia di altri, di cui nulla cosuperflua. nosco? Rifletto in silenzio, tra me, mentre lei mi guarda e attende ancora la sua ri- Sotto gli occhi di tutti, il precariato disposta. Dovrei farle un lungo ragiona- venta la condizione abituale anche nella mento sul fatto che i suoi genitori la relazione affettiva. ameranno per sempre, rassicurandola Nutriamo un “io debole” con il bisogno che cambierà poco, e che, stante così le costante di conferma del nosto valore da cose, avrà due feste di compleanno, due parte dell’altro, che idealizziamo come natali, due vacanze… Potrei, ma mi si perfetto, diventandone talvolta dipenriempie il cuore di lacrime e non perché denti. Usiamo il verbo “avere” quando ci sia tutto falso, ma perché non è la rispo- riferiamo all’amore, perché crediamo di sta che cerca lei, né quella che soddisfa possedere o di essere posseduti da qualcun altro. me.

Micol Andreasi direttore

editoriale

Non finisce mai l’amore! - Sbotto con un piglio così sicuro da lasciarmi stupita - E’ che nessuno ci spiega come funziona davvero, così inciampiamo, cadiamo e ci facciamo male.

Nessuno ci dice mai che l’amore conta su un “io forte”, consapevole di sé, che non cerca conferma, che non possiede. Che si serve solo del verbo “essere”, perché impegna tutta la persona, la testa, Mi faccio più sommessa. Ammetto la mia il cuore, l’anima, il corpo. Non ci spiedifficoltà. E poi resto in silenzio qualche gano che serve tutto l’impegno possibile per scegliere l’altro, non possederlo, per minuto. volere il suo bene, non per stare bene a Servono competenze per tutto – incalzo sue spese. tra me e me - certificati, diplomi, patenti, per i quali dedichiamo mesi, anni di stu- Allora, mi dici o no come fa a dura dio e approfondimento, ma sull’amore e re questo benedetto amore? – insiste sulla relazione affettiva non è richiesta al- spazientita la bambina.

cuna competenza, non serve sapere quasi niente. Giusto qualche nozione sulle malattie sessualmente trasmissibili e sulle forme di contraccezione.

Le rispondo finalmente, con le parole che qualcuno un giorno disse a me.

Come fa il meccanico nella sua officina aperta 24 ore su 24, dove arrivano le D’un tratto lo sguardo smarrito di quella cose ammaccate e rotte e lui, con dedibimba di appena 9 anni, mi ricorda zione e tanta pazienza, le aggiusta. quello di tanti coetanei quarantenni e, a Lei mi guarda e sorride. Io la ringrazio per pensarci bene, anche quello di un’intera avermi educata con una domanda ad società che ha rimosso dall’area seman- amare per sempre. 3


Ass. culturale L’Asino d’Oro

Comune di Rovigo Patrocinio

SOTTO L’ALBERO

Sotto l'albero di Natale si raccolgono i bambini. Hanno il naso puntato all'insù, verso la stella che illumina il cielo, carico di sogni, desideri e attese. Sotto l'albero i bambini giocano. Corrono, costruiscono, disegnano e si tengono le mani. Sotto l’albero illuminato, è festa per tutti. E’ festa per la città. E' festa per noi della redazione del Viavai dei Piccoli e dell'associazione culturale L'Asino d'Oro che ai bambini ed alle loro famiglie abbiamo scelto di dedicarci. E con loro il 15 ed il 16 dicembre ci stringiamo in un girotondo. Girotonda sotto l'albero: una festa lunga due giorni, per imparare a fare insieme, per ascoltare favole, per vivere la magia dei canti natalizi, apprezzare i tanti giovani talenti che si formano nelle nostre scuole di musica, per conoscere meglio quello che ci sta intorno, per immergerci nell'atmosfera delle feste. Lo faremo nel cuore della città di Rovigo, tra la sala della Gran guardia e la sala della Pescheria Nuova, all'ombra del grande albero illuminato che troneggia in piazza Vittorio Emanuele. E' il nostro modo per rendere protagonisti i bambini e chi, con loro, non vuole smettere di sognare.

GRAN GUARDIA piazza Vittorio Emanuele angolo Via Cesare Battisti

VIA CESARE BATTISTI PESCHERIA NUOVA Corso del Popolo 140

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dom.16 ore 18.30 Gran Guardia

sab.15 ore 10.30 Gran Guardia

sab.15 ore 18.30 Gran Guardia

I BURATTINI

CONCERTO DI NATALE

CHRISTMAS CELLO

di Adriano Farinelli

Coro di Voci Bianche “L. Mozart” Diretto da Claudia Lapolla e Francesco Toso.

Eroica Cello Ensemble Direttore Luca Paccagnella

Dietro ad ogni spettacolo di burattini, che da secoli non smette di affascinare ed attrarre pubblico di ogni età, c’è un’arte antica e sapiente. Quella che sa costruire i personaggi, dar loro vita, mettere in scena una storia. Quella che dal 1984 contraddistingue il Teatro Amico di Adriano Farinelli a Fratta Polesine.

sab.15 dalle h 15 via Cesare Battisti

GIOCHI IN STRADA Ludobus. Giochi creativi di legno costruiti artigianalmente (giochi di lancio, giochi competitivi, giochi cooperativi, giochi di equilibrio, ecc.) con angolo allestito per i più piccoli a cura di Kormetea Artis.Gioco-gimkana

Esibizione degli allievi dell'Accademia Musicale Venezze. Il Coro di voci bianche dell’Accademia Venezze è intitolato al padre del celebre Wolfang Amadeus Mozart “Leopold Mozart” famoso didatta e grande musicista del’epoca barocca che tanta attenzione aveva dedicato alla formazione dei giovani, famosissima la sua Sinfonia dei Giocattoli. Fare musica insieme divertendosi, imparando, condividendo gioie e fatiche fa del Coro un luogo privilegiato di crescita musicale e personale.

Da Bach ai Pirati dei Caraibi, pagine classiche e famose colonne sonore L’idea del maestro Luca Paccagnella di crearecreare un’orchestra con ragazzi che si avvicinano al mondo della musica è nata dalla forte convinzione che intraprendere un percorso di musica d’insieme, oltre ad essere gratificante, è altamente formativo. L' Eroica Cello Ensemble è formato da tutti i suoi studenti provenienti dalla Scuola Suzuki del Veneto, tra i 5 e i 18 anni molti dei quali vincitori di Concorsi Internazionali.

dom.16 dalle ore 10 Gran Guardia

ANIMAZIONE con Hakuna Matata Animazione con Stuart e gli altri Minions, truccabimbi e facepainting

sab.15 ore 15-18 Gran Guardia

INTERMEZZI MUSICALI con Pro Music School di Rovigo Acoustic Trio (piano, chitarra, voce) Francesca Brazzorotto (cantante solista) Maria Lombardi (cantante solista)

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CRONOPROGRAMMA

GRAN GUARDIA

GRAN GUARDIA

GRAN GUARDIA

sabato 15 dicembre 2018 domenica 16 dicembre. ore 9.30-12.30 e 15.00-20.00 sull’androne

sabato 15 Dicembre 2018 ore 10.30 - 12.00 sala interna Il Piccolo B. di Jon Agee Lettura animata e laboratorio con Federica Siligardi

domenica 16 Dicembre 2018 ore 10.30-12.00 sala interna Il venditore di felicità di Davide Calì e M. Somà lettura a cura di Morica Berto Libreria Ricarello di Adria Sporchiamoci le mani laboratorio a cura di Marta Cestari

Libroscambio per bambini l’angolo dove scambiarsi libri; chi porta e chi prende! Bancarelle (Idee regalo), Hockety Pochety Circus Autoproduzioni Fioreria Boscolo La Magnolia libreria Ricarello libreria per bambini Il Girasole, igiene casa-persona Corte Carezzabella agriturismo Bellelli - Safety, Kids, Journey Angolo selfie con la Renna-mascotte

dalle ore 10.30 androne SPETTACOLO DI BURATTINI con Adriano Farinelli ............................................. ore 15.00 - 19.00 via Cesare Battisti/Gran Guardia Giochi di strada con Ludobus di Kormetea Artis ore 15.00 - 18.00 androne Intermezzi musicali con Pro Music School ore 15.30 - 17.00 sala interna Un vestito nuovo per Babbo Natale di Christelle Saquet lettura animata a cura di Anna Segato Creiamo insieme lo “snow slime” laboratorio a cura di Anna Segato ore 17.00-18.15 sala interna Tra le stelle con Babbo Natale di Sara Surico e Evelin Crepaldi Incontro con l’autore presentazione libro e proiezione suggestiva della volta celeste con il Gruppo Astrofili Polesani (gratuito, su prenotazione) ............................................. ore 18.30 sala interna CONCERTO DI NATALE CORO DI VOCI BIANCHE “Leopold Mozart” diretto da Francesco Toso e Claudia Lapolla

ore 10.00 - 12.30 androne Animazione con Stuart e gli altri Minions, truccabimbi e facepainting a cura di Hakuna Matata ............................................. ore 15.00-16.30 sala interna La Valle dei Molini di Noelia Blanco e V. Docampo lettura a cura di Morica Berto Libreria Ricarello di Adria Laboratorio di tessitura a cura di Alessandro Tieghi ore 17.00-18.15 sala interna Scegli l’albero più bello di Patricia Toht lettura a cura di Martina Romagnolo Libreria Magnolia Rovigo Joy Tree laboratorio a cura di Silvia Bordin ............................................. ore 18.30 sala interna CHRISTMAS CELLO da Bach ai Pirati dei Caraibi EROICA CELLO ENSEMBLE diretto dal M° Luca Paccagnella

Letture animate e laboratori su prenotazione: www.viavaideipiccoli.it WhatsApp 342 1330495 6


PESCHERIA NUOVA sabato 15 Dicembre 2018 ore 10.00 Inaugurazione mostra In arte DUDU ore 10.30 - 12.00 Happy Birthday DUDU Laboratorio a cura di Marco Mei ....................................................... ore 15.30-17.00 Il regalo di Natale di Beatrice Potter Lettura a cura di Martina Romagnolo Libreria Magnolia Rovigo Alchimie profumate laboratorio a cura di Irene Grandi ore 17.00-18.30 Aspettando Natale di Maria Gianola e Anna Peiretti Incontro con Maria Gianola presentazione libro e laboratorio ore 19.00 • Presentazione libro in arte DUDU • Presentazione compilation 21° Voci per la Libertà Una Canzone per Amnesty • Concerto acustico di Danilo Ruggero

L AB O R AT OR I Cosa sarà successo al vestito di Babbo Natale? con Anna Segato laboratorio manipolativo superschifidol....creiamo insieme lo “snow slime” per entrare nel vivo del Natale e riscoprire la sua magia Dai 3 anni - costo 10 euro Sporchiamoci le mani con Marta Cestari Creiamo un vasetto con succulente (piante grasse prive di spine). Servendoci di barattoli di latta impareremo a riciclare, rivestiremo il barattolo con pannolenci che decoreremo a tema natalizio.Ed infine prepareremo anche il pacchetto...Dai 4 anni costo 10 euro

Happy Birthday DUDU con Marco Mei. Una frizzante mattinata all'insegna dell’arte e dei diritti umani. In questo laboratorio il talentoso street artist insegnerà ai ragazzi come creare il proprio stencil. Dai 6 anni laboratorio gratuito Alchimie profumate con Irene Grandi Laboratorio creativo per la realizzazione di divertenti coccole naturali per la cura della persona. Mischieremo solamente materie prime totalmente naturali. Bambini e genitori avranno il piacere di scoprire, come possa essere divertente l'Autoproduzione. Dai 6 anni - costo 15 euro

domenica 16 Dicembre 2018 ore 15.30-17.00 24 storie per aspettare Natale sotto l'albero di C.Grossetête lettura animata a cura di Martina Romagnolo Libreria Magnolia Rovigo Il bosco di Natale laboratorio a cura di Chiara Faliva

Laboratorio di tessitura con Alessandro Tieghi I bambini impareranno a realizzare un piccolo telaio attraverso un laboratorio giocoso e creativo dove prepareranno l’ordito, creeranno la trama e rifiniranno il loro tessuto con perline e nastrini. Dai 6 anni - costo 10 euro

Il bosco di Natale con Chiara Faliva I bambini saranno coinvolti nella realizzazione di un piccolo boschetto natalizio con pigne, rametti di pino, legnetti, ecc. Cercheremo di utilizzare materiali naturali con l'uso di forbici da bambini, colla e pennelli. Dai 4 anni - costo 5 euro

ore 17.00-18.30 Origami di Natale laboratorio a cura di Maurizio Giovanni Pizzo

Joy Tree con Silvia Bordin Laboratorio per i più piccoli che accompagnati dalle mamme realizzeranno un alberello in telaio da appendere come decorazione in casa! Le mamme potranno cimentarsi con una piccola parola ricamata da accompagnare all'abete, simbolo del Natale! Dai 4 anni - costo 10 euro

Origami di Natale con Maurizio Giovanni Pizzo I bambini impareranno a piegare Babbo Natale, la renna, gli gnomi e gli addobbi natalizi. Andremo a conoscere le infinità possibilità costruttive e creative che la carta può dare. L’origamo si può praticare ad ogni età e l’unico strumento necessario sono le mani… per tutte le età - costo 5 euro 7


Eventi collaterali in collaborazione con

SOTTO L’ALBERO

news libri e incontri con l’autore Tra le stelle con Babbo Natale di Sara Surico, illustrazioni di Evelin Crepaldi. Ed. Eventualmente 2018 Un magico viaggio alla scoperta del cielo stellato assieme a Babbo Natale e all’elfo Giannino, esperto astronomo. Babbo Natale imparerà a muoversi seguendo il movimento di rotazione terrestre, sfruttando così tutte le ore di buio per consegnare in tempo i doni a tutti i bambini.

Aspettando Natale di Maria Gianola e Anna Peiretti illustrazioni di di Maria Gianola Editore AVE 2018 Una tenera storia di Natale con Calendario d'Avvento. Racconta la storia di coloro che si sono messi in cammino verso la capanna del presepio portando un dono a Gesù Bambino. Il libro come per magia diventa anche un calendario d'Avvento.

Libro scambio

bancarelle

L’angolo dove scambiarsi i libri usati di favole, racconti o avventure. Dona un libro e prendine in dono un secondo da leggere per Natale.

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Tante idee regalo per grandi e piccini all’interno di uno scenario magico natalizio allestito da Bovo Garden

In arte DuDu mostra: La Dichiarazione universale dei diritti umani illustrata da giovani artisti italiani. Un’opera d’arte contemporanea per ciascuno dei 30 articoli della Dichiarazione. Presentazione ufficiale del libro “In arte Dudu” di Melania Ruggini e Michele Lionello e della compilation musicale “21° Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty”. Saranno presenti gli autori del libro e numerosi artisti che hanno donato una loro opera. Concerto acustico di Danilo Ruggero vincitore Premio della Critica Voci per la Libertà 2018

Happy Birthday DUDU laboratorio con Marco Mei. Il talentoso street artist insegnerà ai ragazzi come creare il proprio stencil, un’opera d’arte contemporanea, riflettendo altresì sulle tematiche dei diritti umani, focus di questo percorso didattico. Coordinano il laboratorio Melania Ruggini, curatrice di DeltArte e Arte per la Libertà, e Martina Manfrinati, esperta di diritti umani dell’associazione Voci per la Libertà.

Hockety Pochety

La Magnolia libreria

Circus Autoproduzioni

Ricarello libreria per bambini

Corte Carezzabella Agriturismo

Fioreria Boscolo

Il Girasole Igiene casa-persona

Bellelli Safety, Kids, Journey


Questo è il calendario 2019 che il Viavai dei Piccoli ha realizzato in collaborazione con l’Ottica Toffoli di Rovigo. Sarà distribuito gratuitamente a tutti i bambini che parteciperanno agli appuntamenti di Girotonda sotto l’Albero e nei negozi Toffoli.

Un Anno con il Calendario del VIAVAI dei Piccoli Dodici mesi da sfogliare, da colorare e da conservare. Nella parte alta di ogni foglio l’illustrazione di una delle tante fiabe che da sempre affascinano i bambini. Poi i giorni del mese, con le indicazioni delle festività e delle riccorrenze più importanti. Ogni mese riporta i proverbi e le filastrocche che aiutano a riconoscere le stagioni ed il tempo che passa. Qualche riga per annotare gli appuntamenti con gli amici, le feste di compleanno, le gare sportive...

COLORA IL TUO OCCHIALE E le sorprese non sono finite. Perché per ogni mese c’è un occhiale da decorare e colorare. L’iniziativa è dell’Ottica Toffoli che sceglie di premiare la creatività dei bambini. l contest si chiama “Colora il tuo occhiale”. Usate la fantasia e sbizzarritevi a personalizzare, mese dopo mese, le montature presenti nel calendario. Ritagliate e consegnate il vostro disegno presso l’Ottica Toffoli di piazza Vittorio Emanuele a Rovigo. Il secondo mercoledi di ogni mese, l’autore dell’opera più bella riceverà in omaggio una montatura iGreen Custom. (prima premiazione mercoledi 9 gennaio 2019)

COLORA IL TUO OCCHIALE X

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LIFE STYLE tradizioni

Natale nelle tradizioni popolari a cura di

Raffaele Peretto Archeologo

Nei giorni dell’anno più freddi e corti di luce, quando la terra e le piante riposano, anche per chi vive del lavoro nei campi è meno laboriosa la giornata. Un tempo, come oggi, le occupazioni invernali erano prevalentemente dedicate alla manutenzione degli attrezzi e alla preparazione di quanto necessario all’avvio dei lavori per la nuova annata agraria. Nei rigori di questa stagione, un tempo più marcati di quelli attuali, e in un periodo in cui la povertà governava l’esistenza di molti le grandi festività tra dicembre e gennaio giungevano a lenire e in parte allietare la sofferente quotidianità con il fascino corale di manifestazioni tradizionali dal sapore pienamente popolare. Era dicembre il periodo dell’anno più favorevole anche per racimolare regalíe: in particolare prodotti mangerecci o qualche moneta, utili per festeggiare con cene in compagnia. Questo mese infatti godeva di particolare potenzialità soprattutto per il sentimento di spiritualità e di benevolenza che si diffondeva e progressivamente si intensificava in prossimità della nascita del Redentore. Ciò coincideva, inoltre, con un altro non secondario fattore, rappresentato dall’uccisione del grasso maiale, povera bestia che premurosamente era allevata in pressoché tutte le famiglie, per essere destinata ad una completa trasformazione, senza alcuno scarto, in svariati e gustosi prodotti da consumare subito o conservare a lungo. Infine, anche le cantine, rispetto agli altri periodi dell’anno, erano più ricche di vino, avendo già portato alla giusta maturazione la preziosa bevanda, frutto dell’ultima vendemmia autunnale. Ed ecco che all’avvicinarsi del Natale era frequente incontrare mendicanti che, andando di casa in casa, recitavano un saluto augurale in cambio di qualche ricompensa. Erano però squadre di giovani buontemponi a percorrere strade sia dei centri abitati che delle campagne portando alta una stella preparata al caso con assicelle di legno e ricoperta di colorata carta velina, illuminata da una candela.

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R.Pere tto

Feste e saluti augurali

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Subito dopo Natale, per una settimana si sfruttava l’imminente arrivo dell’anno nuovo; si facevano avanti soprattutto singole povere persone ad augurare un buon anno ricco di ogni bene: Auguro un bon anno, bon principio, bone feste, bone minestre, boni caponi, boni tempi, boni formenti…Datemi la bonamano se siete contenti. Ma il primo dell’anno erano soprattutto i bambini a passare di casa in casa portando saluti augurali a tutta la famiglia e racimolando qualche soldino, dolcetti o caramelle. Anche l’Epifania era un’occasione favorevole soprattutto per le mendicanti (era male, per la festa precedente, che fosse una donna ad augurare il buon anno), che, richiamando per l’età e il trasandato abbigliamento la figura della Befana, invertivano il ruolo chiedendo loro qualcosa in cambio di una visita e di un saluto: …c’è qui la vecia che vien da Milan…porteme un pugno de farina bianca…portè da bevar a chi sona e canta; …gh’è la vecia che vien dal bosco e la vol na brasolina senza l’osso… Le feste finivano inesorabilmente presto, ma la sagacia contadina giungeva a prolungarle, prima di affrontare il lungo tempo delle rinunce imposte dalla Quaresima. Un detto ancora in uso recita: l’Epifania tutte le feste porta via… , però l’espressione non è completa in quanto i nostri cari avi aggiungevano: …ma quel matto di Carnevale tante ancora ne torna a portare! E di conseguenza tra dolci classici, frittelle, favini, crostoli, cappelletti, tutti rigorosamente prodotti in casa, di tanto in tanto si stava in compagnia con canti e balli: … doman è festa se magna la minestra, se beve nel boccale…viva, viva Carnevale!


Chiara Stella

Dall’imbrunire della sera alle prime ore della notte si disperdevano in coro le cantilene della Chiarastella (Ciarastela). I gruppi si fermavano alle porte di tutte le abitazioni e non desistevano dalle loro esibizioni canore se prima non avevano ricevuto qualche riscontro materiale: frequenti erano le monete che si raccoglievano in barattoli continuamente agitati per richiamare con il tintinnio l’attenzione, ma non mancavano i tanto graditi salamini e qualche bottiglia di vino novello. Ancor oggi questa tradizione è superstite anche se, assieme alle parole e alla musica, ha perso molto del suo significato originario. Il canto della Ciarastela presentava varianti legate alle tramandate culture locali.

La notazione musicale della Chiarastella tradizionale nell’area mediopolesana

Notte, felice notte! E nel più chiaro che sia nel mondo per vedere la luce attorno la chiarastella.

Non mancava il saluto finale: E noi la ringraziamo tanto della carità ben fatta. Un altro anno ritorneremo se saremo in società!

C’è un angiolin che scende; e scende scende a una capanna grideremo tutti osanna la gloria al cielo.

la Chiarastella del Gruppo Rovigoti del CTG per le vie di Rovigo (1986)


PARLIAMONE festività

NATALE COME RINASCITA Intervista a

DON PIERANTONIO PAVANELLO VESCOVO DI ADRIA E ROVIGO a cura di Micol Andreasi

In questo periodo dell’anno tutto è luce. Ogni angolo della città è illuminato a festa. Nelle case, da tempo ormai, si sono accesi gli alberi e qualcuno ha già messo le luminarie anche all’interno della capanna del Presepe. L’atmosfera dovrebbe invitare al raccoglimento, alla relazione sincera e di cuore, al dono gratuito, alla riflessione sul vero significato della Festa più importante dell’anno, non un party. Si. La Festa più importante, perché è il giorno in cui si celebra la nascita, il nuovo, la possibilità di ricominciare.

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“Qualunque sia il peso che portiamo – mi ha detto un giorno don Pierantonio Pavanello che è il Vescovo della Diocesi di Adria e Rovigo - a Natale si fa tutto più leggero, si riaccende la speranza, ci si riappropria della consapevolezza che nessuno di noi è solo”. Chiedo al Vescovo se questa consapevolezza richiede una preparazione “Certo che si, risponde. Le quattro domeniche che precedono il 25 dicembre sono indicate proprio come domeniche di avvento. Dal latino ad-venio, muoversi in direzione di qualcosa, ovvero della festa della rinascita. L’avvento è il tempo della riflessione, della preghiera, dell’attesa. E’ fatto anche di silenzi, di pause dal caos. Servono a fare spazio per essere più accoglienti, capaci di comprendere il senso vero della festa”. Quando lei era un bambino come si preparava a questa festa? “I miei ricordi risalgono addirittura a quando ero piccolissimo. La mamma mi mostrava le statuine del presepe ed insieme a lei le posizionavo. Mentre allestivamo, lei mi raccontava di quella nascita in povertà e della gioia che il suo annuncio portò al mondo intero. Quando sono diventato un po’ più grande, ho cominciato anche a cantare la chiara stella, ma era soprattutto la novena natalizia, un momento di raccoglimento e preghiera, che più di tutti mi era utile per comprendere e attendere il Natale”. E i regali? “Nella mia famiglia l’abitudine era scambiarsi i doni nel giorno dell’Epifania. Natale lo vivevamo nel pieno senso religioso. Il dono più grande lo ricevevamo dal Cielo, era la nascita di Gesù, bimbo come tutti noi, in mezzo a noi, capace nella sua disarmante povertà di parlare ai nostri cuori ispirandoci tenerezza, dolcezza e tanta gratitudine. Che poi, è quello che accade in ogni famiglia quando arriva un bambino”. Chi erano Maria e Giuseppe? Perché sono stati scelti proprio loro come genitori di Gesù? “Una donna ed un uomo come tanti, come noi. Non vi era nulla di speciale nel loro passato, tale da renderli eccezionali. Ma di fronte all’annuncio che sarebbero diventati presto genitori del figlio di Dio per volontà dello Spirito Santo, non si ritrassero. Non fuggirono. Si fecero accoglienti. Ebbero coraggio. Non erano dotati di super poteri, non erano ricchi o potenti, non erano più colti o intelligenti di altri, né più belli… avevano solo un grande cuore. Un cuore che si fida, un cuore che crede, un cuore che ama. Oggi siamo abituati a vedere fenomeni ovunque, quelli che hanno milioni di visualizzazioni, quelli che hanno milioni di dollari, o centinaia di pubblicazioni, o successo, fama, potere o tutto insieme, che la semplicità di Maria e Giuseppe, se riusciamo ad avvicinala, ci lascia senza parole. Quanta potenza sa sprigionare! Ci mostra la forza rivoluzionaria dell’amore che tutto può. Ci dice che tutti noi possiamo essere madri o padri o fratelli di Gesù se solo avessimo il coraggio di fargli spazio nelle nostre vite. E saremmo felici! Perché è per questo che ha scelto di nascere tra gli uomini. Lo avevano capito subito in molti, così che da ogni parte si muovevano in direzione della capanna di Betlemme per rendere omaggio a quel bambino e a quella famiglia che aveva già cambiato la storia”. Qual è il suo augurio di Festa per i bambini del Polesine? “Auguro a tutti di vivere lo stupore e la meraviglia che la festa di Natale porta con sé. Auguro a tutti di potersi emozionare davanti al Presepe rivivendo le tappe di quella nascita. Se riuscissimo a viverlo con commozione, potremmo davvero sentirci nuovi, più coraggiosi, con un cuore più accogliente e fiducioso. Capaci di amare, capaci per questo, anche noi, di cambiare la storia, di rendere il mondo un posto migliore”.


Presepe da colorare - Illustrazione di Emilia Mazzetto 13


PARLIAMONE educare/crescere

C.Fenz

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a cura di

Claudia Fenzi Pedagogista e Consulente Familiare presso Studi Logos

Il dono è un modo, un linguaggio per esprimere il proprio affetto e per far sì che l’altro si senta amato. I regali che restano nel cuore, che non si dimenticano, sono proprio quelli che hanno reso visibile il pensiero e l’affetto di chi ci ama.

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regali di Natale e felicità nei bambini

Una volta una mamma mi ha raccontato un episodio di quand’era bambina: “Quella mattina di Natale sotto l’albero io e mia sorella avevamo scartato, tra i tanti pacchetti, due soffici golfini di lana bianca, uno a testa. La mamma ci aveva detto che erano da parte del nonno, ma non ricordavo che il nonno (quello che portava la giacca e il cappello) ci avesse mai fatto un regalo né dato un bacio né parlato, credo. Avevamo dovuto formalmente ringraziarlo a pranzo, ma io sapevo che quei golfini li aveva scelti la mamma per noi e, ogni volta che indossavo il mio, mi sentivo avvolgere dal piacevole calore del suo abbraccio. Era stato il regalo lì per lì meno apprezzato e l’ultimo ad essere scartato (i pacchetti molli, si sa, restano sempre in fondo, perché si capisce subito che non sono giocattoli!), eppure è stato il regalo che non ho dimenticato, perché portava con sé il pensiero e l’affetto di mia madre per noi.” Potremmo perderci tra le tante definizioni di felicità, ma se parliamo di bambini credo che la felicità sia sentire di essere amati dai propri genitori. Nel racconto di questa mamma si parla di un regalo e si parla di affetto. Il regalo che porta nel cuore non è quello che ha esaudito i suoi desideri di bambina (un giocattolo), ma quello che le ha reso visibile l’affetto di sua madre, quello che ha soddisfatto un bisogno profondo, il bisogno di sentirsi amata. Ciò che rende felice un bambino (ma vale anche per gli adulti) non è che i propri desideri vengano esauditi, ma che i propri bisogni vengano soddisfatti. Come riesce un genitore a soddisfare il bisogno di sentirsi amato di un figlio? G. Chapmann ritiene che le persone percepiscano l’affetto attraverso diversi linguaggi (“i cinque linguaggi dell’amore”): il contatto fisico, le parole di rassicurazione, i gesti di servizio, i momenti speciali e, infine, ricevendo doni. Un gesto, una parola o un dono veicolano un significato, che può non essere univoco.


il doNo Talvolta il dono può essere un semplice desiderio esaudito: il genitore diventa il genio della lampada nelle mani di un “piccolo padrone”. Nel vissuto del bambino il genitore è un mezzo e il regalo è il fine: la relazione è basata sul potere. Il sentimento di gioia che ne deriva è effimero e svanisce insieme alla novità del regalo. Altre volte il regalo è un premio per i “bambini bravi”. Va da sé che il suo significato si gioca sempre sulla relazione di potere e spesso il bambino non capisce bene cos’ha fatto per essere “bravo”! In ogni caso il regalo rimane lo scopo e una volta ottenuto si ricomincia da capo. Il dono, infine, può essere un modo, un linguaggio per esprimere il proprio affetto e per far sì che l’altro si senta amato. Questo accade quando riusciamo ad assicurarci che insieme al dono arrivi anche il messaggio: “sei importante per me!” In questo caso il regalo diventa un mezzo e il bambino sente che il fine è la relazione, una relazione in cui può abbandonarsi con fiducia. La gioia che il bambino prova trascende la situazione particolare e, proprio come nel ricordo della mamma/bambina del racconto, è in grado di rinnovarsi continuamente nel tempo. Se un bambino riesce a sentire che il suo bisogno di sentirsi amato può essere soddisfatto, può diventare un adulto capace fidarsi e in grado di ricevere e dare amore, ponendo le basi per essere una persona felice.

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LIFE STYLE Storie di vita e lavoro

A.Farinelli

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BUrattiNi PaSSioNe... Che

Un’arte antica

Adriano Farinelli

Dietro la “baracca” -un teatrino di legno alto quasi due metri - bastano pochi animatori per dare vita allo spettacolo. Appaiono dal basso, colorati e scattanti, i burattini: Arlecchino, Pulcinella, Balanzone, Cappuccetto rosso, il lupo, i tre porcellini e tutti gli altri. Testa e mani di legno fissate ad un camiciotto su cui è infilato il vestito. L’animatore inguanta il camiciotto, riscalda la voce ed il divertimento può iniziare. Di spettacoli di burattini, in Italia, si ha testimonianza già dalla fine del XVIII secolo. Ma in molte piazze e mercati d’Europa la loro presenza è attestata già dal Cinquecento. Avevano funzione di vero e proprio spettacolo viaggiante, ma anche semplicemente di accompagnamento a qualche ciarlatano o venditore ambulante. Dietro ad ogni spettacolo di burattini, che da secoli non smette di affascinare ed attrarre pubblico di ogni età, c’è un’arte antica e sapiente. Quella che sa costruire i personaggi, dare loro vita, mettere in scena una storia. Quella che dal 1984 contraddistingue il Teatro Amico di Adriano Farinelli a Fratta Polesine.

Classe 1947, Adriano, quando era un ragazzo e viveva a Milano, scoprì la sua passione per il teatro recitando in diverse compagnie amatoriali. Divenuto di professione bancario, e trasferitosi in Polesine, non ha abbandonato la sua passione, ma le ha dato la forma di una vera e propria compagnia amatoriale: il Teatro Amico. Da subito la sua scelta cadde sui burattini, che costruiva personalmente, e che portava in scena seguendo la tradizione classica del teatro di figura. Una passione contagiosa

C’è un solo modo per capire se una passione è vera: verificarne il potenziale di contagiosità. E la passione di Adriano Farinelli ha contagiato, dapprima, la moglie Anna, che oggi continua a creare insieme al marito costumi e scenografie. E più tardi la figlia Maria Selene che al teatro ha scelto di dedicare anche la sua carriera professionale. Così, dopo la laurea al Dams, ha conseguito il master sul teatro come strumento per le discipline educative presso l’Università di Bologna ed un altro presso la Verona Opera Academy in regia per l’opera

lirica, contribuendo in modo significativo a qualificare il lavoro della compagnia di Fratta Polesine. La compagnia Teatro Amico

Alla famiglia Farinelli, nel tempo, si sono aggiunti: Gino Bazzan, burattinaio ed attore dalle grandi doti performative, Morris Furegato, burattinaio e talentuoso attore ed animatore, Tiziano Fontan, tecnico e voce e Adriana Baccaro, voce femminile ed animatrice. Con loro il Teatro Amico ha allargato gli orizzonti anche al teatro di animazione e con un repertorio sempre più ricco di testi per bambini ed adulti, continua a crescere di consensi, partecipazioni, riconoscimenti. Curiosità

Quando si spostano per uno spettacolo, quelli del Teatro amico, usano una Bianchina del 1968, interamente dipinta a mano. E’ un’esplosione di colori e di allegria, proprio come lo sono tutte le loro creazioni!!!


LIFE STYLE Storie di vita e lavoro

Anna Menon e Andrea Marchetto

UNA CASA DI LEGNO PAGLIA E TANTI SOGNI di Micol Andreasi

Ci vorranno ancora alcuni mesi e poi il sogno di Anna Menon e Andrea Marchetto sarà ultimato. A Grignano, in fondo alla via che un tempo si chiamava Capolavia, ora è Rodolfo Rossi, sorge – meglio dire – sorgerà la prima casa interamente ecosostenibile del Polesine. Casa, nido integrato e sede dell’azienda agricola che già produce e vende interamente biologico. Ora ci sono le fondamenta ed una struttura di legno riempita di paglia. Si, di paglia compressa in ballette, che, una sull’altra, vanno a costituire i muri perimetrali della casa. Anche gli intonaci saranno di calce e argilla cruda. Case del genere nel nord Italia se ne costruiscono da tempo. Hanno di-

versi vantaggi: il primo è che sono completamente isolanti, conservano cioè il caldo all’interno durante i mesi invernali e mantengono una temperatura fresca d’estate. Ottime per contenere i costi del riscaldamento e della climatizzazione. Il secondo è che sono più elastiche e quindi decisamente antisismiche. Ma non è solo per questo che i due sposi 34enni di Rovigo hanno optato per una casa ecologica . “Il nostro progetto – racconta Anna, mentre soddisfatta illustra gli spazi – è anche la nostra filosofia di vita, tutta costruita sul rispetto ambientale, senza estremismi, però. Così – aggiunge – abbiamo scelto di fare dell’agricoltura biologica e della vendita diretta la nostra prima attività, che arricchiremo con il servizio di nido in famiglia”. In via Rodolfo Rossi 66, sorgerà, infatti, il primo asilo in legno e paglia, con orari flessibili, dove tutto sarà in perfetto equilibrio con la natura. “Si mangeranno i prodotti sani che produciamo, si respirerà in ambienti salubri, rigenerati dalla presenza di tanti alberi intorno E soprattutto, i bimbi che accoglieremo, vivranno in uno spazio sicuro”.

“Quando abbiamo scelto di diventare agricoltori – aggiunge - lo abbiamo fatto con un unico desiderio, riappropriarci dei tempi della natura, del rispetto dei suoi cicli. Siamo convintissimi di quello che facciamo, anche se ne conosciamo le fatiche. I riscontri che abbiamo da parte di chi sceglie le nostre produzioni ci confermano che la strada è giusta. La abbiamo già vista realizzare in decine di fattorie e aziende agricole-bio che abbiamo visitato tra l’Austria e la Germania, dove qualche tempo dopo la laurea, ci eravamo trasferiti per cercare la nostra identità professionale. Proprio durante il nostro viaggio di ritorno in bicicletta a Rovigo, abbiamo scoperto che cosa volevamo fare. Un passo alla volta, ci siamo quasi”. Mentre parla, Anna indica le api che sono tornate a volare sui suoi orti. “E’ un buon segno – dice – nell’agricoltura biologica hanno un ruolo fondamentale”. Poi corre in casa a studiare, si laurea per la seconda volta a dicembre prossimo in Scienze per l’Educazione primaria. 17


Che PaUra!

PARLIAMONE educare/crescere

A .Ferli

n

a cura di

Arianna Ferlin Pedagogista

Riconoscere e saper affrontare le paure dei bambini

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Quante volte è capitato di accorrere in camera del nostro piccolo perché, tutto spaventato, si era svegliato nel cuore della notte a causa di un incubo? Per non parlare di quando un bambino (ma anche un adolescente) teme talmente tanto una situazione nuova ed incerta da usare tutte le proprie energie per evitarla! Spesso questo atteggiamento è tipico anche di noi adulti ed è una delle molteplici e fisiologiche risposte alla paura, la naturale emozione che subentra quando ci si sente in pericolo. Più spesso i pericoli che vengono percepiti dai bambini non sono sempre reali, ma immaginati o sovrastimati e persistenti e questo provoca una costante attivazione del sistema d'allerta che tutti noi possediamo e che ci aiuta ad essere pronti nel caso in cui qualcosa mini la nostra sicurezza. Alcuni bambini vivono sempre o spesso in allarme e nemmeno le rassicurazioni di mamma e papà bastano per placare quell'emozione così forte che impedisce talvolta anche delle semplici attività quotidiane (fare uno sport, partecipare al compleanno di un amichetto, stare in una stanza da solo). Ma allora, cosa fare?

I genitori, in queste situazioni, vengono colti dallo sconforto e vedono come unica alternativa quella di domandare insistentemente al proprio figlio quale sia il problema o di arrabbiarsi per l’incapacità di quest’ultimo di gestire tale emozione (soprattutto quando viene manifestata con pianti inconsolabili!). Di sicuro mettersi in ascolto è il primo passo, un ascolto però fatto non di sole parole, ma di vicinanza, abbracci, giochi.


Ebbene sì, il gioco ha un impatto enorme sui bambini ansiosi, soprattutto quando si ricorre all’ inversione di ruoli, dove il piccolo può sentirsi potente e coraggioso rivestendo il ruolo di colui che... spaventa! I genitori invece possono impersonare un personaggio debole e indifeso, permettendo al bambino di sentirsi forte, competente, spaventoso! Ecco allora che si può fingere di non aver paura di nulla per poi tremare terrorizzati appena il bimbo ci dà una spintarella, oppure si può fare la battaglia coi cuscini opponendo una resistenza che dopo un po' permetta al piccolo di vincere! Lasciare che i bambini vi affrontino, vi catturino o vi stendano al tappeto è un ottimo modo per favorire la costruzione della loro sicurezza! Avvicinarsi alle emozioni attraverso il gioco permette al bambino di entrare nella zona del sentire e rimanere un po’ dentro la paura, senza cercare a tutti i costi di evitare ciò che li spaventa! Un utile “strumento” che potete costruire con il vostro bambino è il “Paurometro”, un termometro della paura che abbia una scala da 1 a 5 o da 1 a 10, in base all’età del piccolo, da poter corredare anche di colori e faccine che rappresentino l’intensità dell’emozione. Questo gioco creerà l’occasione per parlare di ansia, preoccupazione e paura anche solo chiedendo al bambino quale sia il suo numero in quel momento; già il cercare una risposta a questa domanda porta i bambini ad abbassare l’allerta! Inoltre si può proporre di cercare assieme un modo per portare un numero alto ad un numero inferiore: utile potrebbe essere allora contare alla rovescia, fare

una attività fisica, respirare. Saranno poi sicuramente anche i bambini a proporre delle azioni “abbassa-paura”! E le rassicurazioni servono?

Di sicuro, ma funzionano soprattutto dopo un momento di conforto iniziale attraverso una carezza o un abbraccio che permetta di predisporre il bambino all'ascolto (diminuendo l'ascolto e l'attenzione che loro dedicano alle paure). Inoltre è importante limitare le parole, evitare di precipitarci a fare lunghi discorsi razionali; piuttosto mettiamoci in ascolto, convalidiamo i loro sentimenti, riflettendo, come uno specchio, le loro emozioni con le nostre parole ("mi stai dicendo che hai paura perché alla festa non conosci nessuno, ho capito bene?”). Dopo la convalida i bambini sono solitamente più aperti ad ascoltare cosa pensiamo di quella situazione, sempre ricordandogli che siamo lì per loro e che possiamo trovare assieme una soluzione.

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Dopo la relazione dello scorso numero sull’allattamento materno, continuiamo a ragionare sul programma delle 8 azioni consigliate da Genitoripiu’. Per chi non lo sapesse, Genitoripiu’ (website@genitoripiu.it ) è un programma della Regione Veneto che vuole diffondere una corretta cultura preventiva sui determinanti di salute più importanti nel primo periodo di vita e volto a superare le disuguaglianze sociali nelle varie etnie presenti nel nostro territorio: ogni neonato ha inserito nel libretto sanitario pediatrico una brochure che illustra le azioni in formato multilingue. Qui ci occupiamo dei danni da alcool e dell’assunzione di acido folico in gravidanza.

STAR BENE Il Pediatra

ACIDO FOLICO S.Bello n

zi

dottoressa

Silvia Bellonzi Pediatra

BUONE PRATICHE IN GRAVIDANZA danni da alcool e assunzione di acido folico azioni consigliate nel programma della Regione Veneto Genitoripiù

L’Acido Folico (detto anche vitamina B9 o folacina) è una vitamina idrosolubile che serve per la sintesi del DNA e per la proliferazione di tutte le cellule, è quindi importantissimo durante lo sviluppo dell’embrione. La carenza materna di acido folico può causare alcune malformazioni fetali. Le più note sono i difetti del tubo neurale, ovvero quella struttura dell’embrione che andrà a formare il cervello ed il midollo spinale. Queste malformazioni possono essere talmente gravi da essere incompatibili con la vita (come nel caso dell’assenza dell’encefalo) oppure molto lievi tanto da restare asintomatiche (come nel caso della spina bifida occulta). L’assunzione di acido folico prima e durante la gravidanza è in grado di prevenire almeno la metà di queste malformazioni. Oltre ai difetti del tubo neurale la carenza materna di acido folico è stata anche associata ad altre malformazioni, in particolare a carico del cuore e del volto (ad esempio labiopalatoschisi). Inoltre l’assunzione di acido folico aumenta le probabilità di concepire e mantenere la gravidanza stessa. Quale, quanto e quando assumere acido folico?

I folati si trovano in molti alimenti, in particolare nella frutta e nella verdura fresca. Tuttavia la sola alimentazione non è sempre sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano, pertanto è necessario integrare la dieta con integratori contenenti acido folico. Normalmente è indicata l’assunzione materna di almeno 0,4 mg di acido folico al giorno a partire dall’epoca preconcezionale (da 1-3 mesi prima del concepimento) e durante tutto il primo trimestre di gravidanza.

Vi sono poi alcune situazioni, quali alcune patologie (ad esempio malassorbimento intestinale o familiarità per difetti del tubo neurale) o assunzione di alcuni farmaci (ad esempio anti-epilettici o chemioterapici), in cui il dosaggio dell’acido folico va aumentato fino a 4-5 mg al giorno. In commercio vi sono molte forme di folati: l’Acido Folico sintetico (es. la Folina), l’Acido Tetraidrofolico levogiro, l’Acido Tetraidrofolico racemico, ecc. Gli integratori specifici comunemente utilizzati in gravidanza o nella donna in età fertile contengono comunque tutti la dose di acido folico raccomandata. 20


50 DANNI DA ALCOOL Se l’acido folico è un alleato della gravidanza, un assoluto nemico è l’uso di alcool.

L’assunzione di bevande contenenti alcool è assolutamente controindicata in gravidanza in tutte le sue forme (vino/birra/superalcoolici). Infatti tale sostanza è in grado di attraversare facilmente la barriera placentare, provocando danni al feto in via di sviluppo. Perché astenersi dall’assumere alcool in gravidanza? Quali danni può causare?

L’assunzione cronica di alcool in gravidanza può provocare alcune manifestazioni note con il termine inglese Fetal Alcohol Spectrum Disorder (FASD). Questo termine indica per l’appunto una serie di problematiche, tra cui scarsa crescita, malformazioni fisiche e soprattutto deficit cognitivo di vario grado (da minime difficoltà di apprendimento a grave ritardo mentale), che si possono manifestare in bambini la cui madre ha assunto cronicamente alcool in gravidanza. Benchè sia difficile calcolare esattamente quanto sia ampia questa problematica, si ritiene che la FASD colpisca mediamente 1 bambino ogni 100 nati in tutto il mondo, anche se vi sono alcune differenze nelle diverse popolazioni. Alcuni studi scientifici inoltre segnalano che l’assunzione di alcool in gravidanza possa aumentare il rischio di aborto spontaneo, di scarsa crescita del feto e di parto prematuro.

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C’è un quantitativo sicuro?

E’ molto difficile stabilire una relazione tra quantità di alcool ingerita ed effetto dannoso sul bambino. Infatti il rischio non è solo correlato a quanto se ne è assunto e per quanto tempo, ma anche al periodo di gestazione in cui è stato ingerito, alla suscettibilità genetica individuale a tale danno ed ai molteplici fattori potenzialmente aggravanti (tra cui non dimentichiamo il fumo di sigaretta!). Pertanto non vi è una dose sicura sotto cui si possa essere certi di non provocare danno; il quantitativo di alcool tollerato in gravidanza è zero! E durante l’allattamento?

L’alcool passa facilmente anche nel latte materno. Bisogna inoltre ricordare che lo sviluppo del bambino, in particolar modo l’aspetto neurologico e cognitivo, progredisce nel corso dei primi mesi ed anni di vita, pertanto valgono

Lo studio fornisce un Servizio di consulenza, diagnosi, riabilitazione nel vasto campo della neuropsicologia/psicologia, neuropsicomotricità e logopedia attraverso l’applicazione di una specifica metodologia, basata sulla ricerca scientifica più avanzata dell’assessment, prevenzione, potenziamento e riabilitazione delle disarmonie dello sviluppo, dei disturbi di apprendimento e ritardi di linguaggio. Il Centro Polo Apprendimento di Rovigo opera con la diretta supervisione della prof.ssa Daniela Lucangeli e della prof.ssa Elisabetta Genovese

le stesse regole della gravidanza.

Il detto “la birra fa latte” è assolutamente una diceria popolare, purtroppo dura a morire.

Per una assunzione occasionale di alcool, in ogni caso non superiore ad 1 bicchiere (un piccolo brindisi durante le feste può essere concesso), è comunque indicato attendere almeno 2-3 ore prima di allattare. 21


STAR BENE Il Pediatra

VACCINARSI CONTRO L’INFLUENZA perchè? A cura del dott.

L’influenza è percepita dalla maggior parte dei genitori come una malattia non grave per cui non si avverte la necessità di proteggere i piccoli con la vaccinazione, anche perché non c’è consapevolezza delle possibili complicazioni (specie a carico dell’apparato respiratorio: otiti, broncopolmoniti, rinosinusiti ma anche a carico di altri organi) che possono manifestarsi per l’infezione. L’anno scorso l’epidemia è stata una delle più intense degli ultimi anni, con una prevalenza di un ceppo influenzale che non era contenuto nei vaccini finora utilizzati. Da quest’anno abbiamo a disposizione un nuovo vaccino tetravalente che finalmente è protettivo verso tutti i ceppi virali in circolazione e si può utilizzare dai sei mesi di vita .

Antonio Caserta

Chi è opportuno vaccinare?

Pediatra di Famiglia

La ASL, tramite il servizio vaccinazioni, raccomanda e offre gratuitamente il vaccino ai soggetti cosiddetti “a rischio”, cioè con patologie croniche come ad esempio il diabete o l’asma, ai cardiopatici, o affetti da altre patologie, alle gestanti nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, oltreché agli ultrasessantacinquenni. Per i bambini sani ci sono evidenze scientifiche sull’utilità della vaccinazione estensiva da 6 mesi a 6 anni per una serie di motivi che cercherò di spiegare. I bimbi da 0 a 5 anni si ammalano circa 5 volte in più rispetto agli adulti e circa 10 volte in più rispetto agli anziani. I piccoli fra 0 e 2 anni, che hanno un sistema immunitario ancora poco maturo, sono quelli che con più probabilità sviluppano le complicanze cui ho già accennato e che ci costringono ad utilizzare gli antibiotici o, in alcuni casi, a ricorrere all’ospedale; i benefici riguardano anche i bimbi delle scuole materne, in termini di riduzione di sovra -infezioni batteriche, in particolare da pneumococco. Conosciamo bene anche l’estrema facilità di contagio fra di loro, dato che trascorrono molte ore al giorno in ambienti confinati a contatto stretto. Inoltre, i bambini sono i principali diffusori del virus sia in ambito familiare che nella comunità e quindi, proteggendo loro, eviteremmo ulteriori casi, con riduzione di cure sanitarie e giorni lavorativi persi per la malattia.

A .Case rta

Quando vaccinare ?

Il vaccino è consigliabile iniettarlo dall’inizio di novembre fino alla fine del mese di dicembre. Ref. Circolare “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2018-2019", elaborata dal Ministero della Salute .

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ViSioNe e sport a cura della dottoressa

Gloria Birolo

ortottista Ottica Toffoli, Rovigo

L’importanza dello sport, fin dall’età pediatrica, ormai è una certezza. Tanti sono gli aspetti positivi: assicura un adeguato sviluppo dell’apparato scheletrico e muscolare, regola il metabolismo, favorisce la socializzazione e, se praticato nel modo corretto è un’attività molto piacevole e divertente per i vostri bambini. Noi, specialisti della visione, vi aspettiamo per una consulenza all’interno del nostro negozio in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo

Quanto influisce una buona visione per praticare lo sport in maniera ottimale? L’informazione sensoriale, che proviene dagli occhi è direttamente correlata alla postura e alla capacità di percepire il movimento. Durante l’attività sportiva il bambino deve compiere, in maniera coordinata, varie e complesse azioni attraverso gli stimoli che arrivano dall’esterno. Il cervello acquisisce la maggior parte delle informazioni attraverso il sistema visivo, il perfezionamento delle abilità visive raffina e velocizza le informazioni in entrata, migliorando così, la prestazione sportiva. È importante valutare correttamente l’efficienza visiva, ossia, l’acuità visiva (quanto vede), lo stato refrattivo (presenza o meno di un difetto visivo correggibile con lenti, come miopia, ipermetropia, astigmatismo) e la stabilità della visione binoculare. Quest’ultima è una funzione complessa in virtù della quale i singoli oggetti che ci circondano, abitualmente fissati da entrambi i nostri occhi in modo contemporaneo, vengono visti singoli (aplopia) e non doppi (diplopia), nonostante giungano al cervello due impulsi, rispettivamente da un occhio e dall’altro. Per valutare se ci sono difficoltà visive è importante che il bambino sia sottoposto a controlli di screening periodici, per garantire così, un corretto sviluppo visivo ed un comfort nelle attività quotidiane. Ogni sport va a stimolare maggiormente abilità differenti, anche a livello visivo. Un bambino che gioca a tennis, ad esempio, stimola maggiormente i movimenti di inseguimento visivo, sollecitando la motilità oculare, percezione periferica, acuità visiva statica e quella dinamica, con una maggiore velocità di messa a fuoco. Ci sono sport dove le abilità visive stimolate sono più statiche ed altri, invece, dove sono più dinamiche, in entrambi è importante che il difetto visivo sia compensato nel migliori dei modi. La correzione ottica non deve mai essere una limitazione per il vostro bambino mentre pratica il suo sport preferito. Nel prossimo articolo, vi parleremo degli ausili visivi più adatti per i vostri figli durante le loro attività sportive. Noi di Ottica Toffoli saremo lieti di rispondere alle vostre domande in merito, passate a trovarci in negozio!

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TRE SU QUATTRO Tre bambini su Quattro dai 6 agli 11 anni presentano una MALOCCLUSIONE, che va dal semplice inestetismo del sorriso ai più complessi problemi di ingranaggio dentale

QUATTRO su cinque Quattro ragazzi su Cinque, dai 12 ai 17 anni presentano un affollamento dentale (denti non allineati)

QUESTI PROBLEMI VANNO RISOLTI !! █ pagina

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Strategie

PARLIAMONE scuola

per l’apprendimento

Ce l’hai una strategia...

P.Scorz o

ni

a cura del Prof.

Paolo Scorzoni docente di Lettere alla scuola secondaria di secondo grado ScuolaInterattiva

Essere strategici significa andare a scuola con la pretesa di capire e di portare a casa il maggior numero di informazioni chiare ed utilizzabili per lo studio.

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per affrontare il tuo videogioco preferito? E quando giochi a calcio, a basket, a pallavolo ne definisci una con il tuo allenatore per vincere la partita? Credo proprio di sì. Penso tu ne abbia una anche quando cerchi di convincere i tuoi genitori a comprarti un nuovo paio di jeans o l’ultimo modello di smartphone, non è vero? Bene, per ogni situazione voi ragazzi avete una strategia, ma rischiate di affrontare la scuola disarmati, senza un’idea, senza un piano per uscirne vivi… Non è vero? La scuola è il luogo dove trascorrete la maggior parte della vostra vita, ma rischiate di attraversarlo in modo inconsapevole, come se la vostra promozione fosse il problema dei vostri insegnanti, dei vostri genitori, ma non il vostro.Se si cambiasse l’obiettivo, il punto verso cui mirare, forse cambie-

rebbero anche le vostre priorità, le vostre necessità, i vostri comportamenti. Se non vi si chiedesse di concentrarvi sul bel voto, sulla promozione, ma sull’apprendimento consapevole, approfondito e significativo delle diverse discipline, forse il vostro atteggiamento verso la scuola cambierebbe. Se alla fine della giornata la domanda fosse “cosa ho imparato” e non “che voto ho preso” forse le vostre energie si distribuirebbero in modo più efficace. Per prendere un bel voto a volte basta essere furbi, per apprendere davvero invece bisogna essere strategici. Essere strategici significa andare a scuola con la pretesa di capire e di portare a casa il maggior numero di informazioni chiare ed utilizzabili per lo studio. Cosa possiamo fare per raggiungere questo obiettivo quando un insegnante spiega in classe?


STRATEGIA DI BASE individuare i concetti chiave di un argomento e rielaborarli

Bisogna partire dalla consapevolezza che 1. non basta stare in silenzio.

Il silenzio piace ai nostri insegnanti, forse; è condizione necessaria, ma non sufficiente per comprendere. Per comprendere infatti bisogna partire da 2. prendere appunti per concetti chiave e non parola per parola.

Perché se identifico un concetto ho già cominciato a 3. rielaborare con la mia testa.

Io infatti mi rendo conto di aver fatto MIA un’informazione, quando riesco a riscriverla con le mie parole e non con quelle dell’insegnante o del libro; trasformare tre minuti di spiegazione in una serie di concetti chiave è sicuramente un passo importante.

Quando non riesco a identificare i concetti presenti in tre minuti di spiegazione devo pertanto 4. fare domande di chiarimento.

Non quelle domande da secchione, che servono solo per far vedere all’insegnante quanto sei bravo, ma domande che ti possano davvero chiarire quanto è stato appena spiegato e permettere di trasformare le parole in concetti. Alla fine della spiegazione poi devi fare la prova del nove. Utilizzando i tuoi appunti devi 5. ripetere a te stesso il contenuto di tutta la lezione.

Se ci riesci bene, altrimenti hai ancora qualche minuto per porre le

6. ultime domande di chiarimento.

Se lavorerai in questo modo in classe, tornerai a casa con le idee chiare e po-

trai concentrarti su uno studio che diventerebbe un facile rinforzo di quanto già appreso. Partendo da questa strategia di base poi, potresti elaborane una personale, più adatta alle tue esigenze e alle tue potenzialità. L’importante non è che tu utilizzi la strategia che ti sto consigliando, ma che tu ne abbia una finalizzata alla comprensione di quanto ti viene detto in classe. Il bel voto diventerà la logica conseguenza di un comportamento allineato con il tuo obiettivo. In questo modo l’insegnante non sarà più un nemico ma il tuo più prezioso alleato nella battaglia per la costruzione di una conoscenza profonda, significativa e consapevole. Buon lavoro. Paolo Scorzoni

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PARLIAMONE educare/crescere

oPeN day Giornate di Scuola Aperta

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Dove c'è scuola c'è open day. Anche per le scuole del primo ciclo, le giornate di apertura al pubblico sono diventate una consuetudine desiderata e molto apprezzata. Se c’è una cosa, infatti, che un genitore sa quando accompagna il suo bambino a scuola, è che sta affidando ciò che ha di più caro e prezioso ad un’altra persona perché lo accompagni a diventare grande. Ecco perché scegliere la scuola giusta è tanto importante. Perché non si sceglie solo un luogo fisico, più o meno bello, non si sceglie solo un orario o un’offerta formativa, ma prima di tutto si scelgono le persone che si prenderanno cura dei ragazzi. Recuperare ogni occasione possibile per cominciare a costruire quella condizione di fiducia con l’ambiente, con gli insegnanti e con il personale della scuola, è un modo per rendere possibile fin da subito una buona relazione educativa, indispensabile al raggiungimento di ogni obiettivo. L’open day è un primo passo.


Al fianco di bambini e famiglie con servizi di qualità e proposte didattiche innovative.

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La Cooperativa sociale “Il Raggio Verde” è attiva dal 1996; progetta e gestisce servizi per l’infanzia e i giovani, in particolare nella fascia 0-6 anni, sia nella provincia di Rovigo che in altre realtà del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Adotta il sistema di gestione per la Qualità conforme alla norma UNI EN ISO 9001:2015 per verificare in modo costante e sistematico l’efficacia della propria organizzazione.

Nido Aziendale dell’Ulss5 Polesana

Rovigo, Viale 3 Martiri, 150 - tel. 0425 394527 Accoglie per bambini e bambine dai 3 mesi ai 3 anni. E’ aperto tutto l’anno (anche agosto) dal lunedì al venerdì dalle 6.30 alle 18:30 e il sabato mattina su richiesta, con possibilità di fasce orarie di frequenza personalizzate. Aperto alle famiglie del territorio e non solo ai dipendenti dell’Azienda Ulss5, offre un ambiente strutturato sulle esigenze dei bambini e progetti educativi volti allo sviluppo del bambino ed al sostegno della genitorialità. Iscrizioni ed inserimenti durante tutto l’anno!

Asilo nido Comunale “La tana degli Orsetti”

Fratta Pol. (Ro) via Pascoli - tel 345 8349870 Inserito nel polo educativo 0-10 anni del comune di Fratta Polesine, il servizio è predisposto per i bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Aperto dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 17.30 da settembre a luglio compreso; gode di spazi confortevoli e di una cucina interna in grado di offrire menu di qualità e diete personalizzate. Garantisce un’offerta educativa di qualità grazie a progettualità innovative e mirate per ogni diversa fascia d’età. Iscrizioni ed inserimenti durante tutto l’anno!

Il Raggio Verde cooperativa sociale Via Luigi Einaudi 77, Rovigo Tel 0425 31935 sms 393.9208505 info@coopilraggioverde.it www.coopilraggioverde.it Coordinatrice Pedagogica 340.0618939 email: infanzia@coopilraggioverde.it

Scuola dell’Infanzia paritaria “Pietro Selmi” Polesella (Ro) via Don Minzoni, 110 - tel. 0425 444194 f @ScuolaInfanziaPietroSelmiPolesella

Accoglie fino a 60 bambini dai 3 ai 6 anni, dal lunedì al venerdì con orario 8,00/16,00 con possibilità di anticipo alle 7,30 e posticipo fino alle 17,30. Garantisce il servizio di animazione estiva nel mese di luglio. Si realizzano di laboratori didattici su varie tematiche e discipline, fra cui: la musica, la psicomotricità, l’inglese, lo yoga … e da quest’anno il laboratorio scientifico sulle discipline STEM (Science, Technoloigy, Engineering, Mathematics) per i bambini di 5 anni. Per i genitori è a disposizione gratuitamente uno “Sportello di consulenza pedagogica” con una pedagogista qualificata.

VENERDÌ 11 GENNAIO 2019 ore 16.00 - 18.00

SABATO 12 GENNAIO 2019 ore 10.00 - 12.00 con laboratorio per bambini e sorprese! ISCRIZIONI ANNO SCOLASTICO 2019-2020 a partire dal 7 gennaio 2019

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promozionale

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CENTOSTORIE

Natale iN liBreria

da leggerefavole

DAI 3 ANNI a cura di Morica Berto

Per la maggior parte dei bambini è naturale pensare al Natale come al momento in cui scambiarsi regali e trascorrere del tempo lento in famiglia, intorno ad un albero addobbato a festa. Siete d’accordo? Cogliamo questa splendida occasione per donar loro, tra tanti oggetti luccicanti, anche un libro con una bella storia da leggere insieme, magari stretti in un abbraccio e accompagnati da una buona tazza di cioccolata calda. Prendo l’impegno di farlo anch’io con il mio bambino e, per non perderci tra le tante bellissime proposte, condivido con voi qualche piccolo suggerimento.

DESIDERIO

Di Giovanna Zoboli, illustrazioni di D’Andrea. Topipittori editore. Natale che arriva, due liste da compilare ed un litigio tra il gatto e il topo. Per fortuna li conosciamo bene i nostri amici e finiamo sempre col ridere insieme a loro! Dai 5 anni

LA REGINA delle NEVI

Emma Dodd. Ippocampo edizioni “Non vedo l’ora di mostrarti quanto grande sia il mondo e quanto più bello sarà con te al mio fianco”. Una poesia anche per i grandi. Dai 3 anni

Valentina Bonaguro e Luna Scortegagna. Sassi editore. Nuova architettura grafica per le atmosfere magiche del Nord, la neve e i ghiacci sono i protagonisti di questa classica fiaba di Hans Christian Andersen. Dai 6 anni

L'ABOMINEVOLE ORSETTO DELLE NEVI

L’INCANTESIMO della LUPA

Susanna Rumiz. EDT edizioni. Gli animaletti che vivono tra le nevi dell’Himalaya sono terrorizzati dall’abominevole orsetto delle nevi che si narra essere ferocissimo. Ma nessuno in realtà l’ha mai visto. Un racconto divertente con un finale inatteso! Dai 4 anni

Clémentine Beauvais e Antoine Déprez. Terre di Mezzo editore. Un inverno freddissimo, un sortilegio, una lupa-strega e un’amicizia sincera non ci permetteranno di lasciare il racconto fino all’ultima parola. Dai 7 anni

IL PICCOLO PRINCIPE

François Roca e Fred Bernard, Logos edizioni. In un Paese innevato su cui regna un sovrano ingiusto e crudele, da tredici anni imperversa una terribile maledizione. Uno dopo l’altro, i bambini nati lo stesso anno dell’erede al trono spariscono senza lasciare traccia. Dagli 8 anni.

Agnès de Lestrade. Terre di Mezzo Ed. Un albo straordinario e senza tempo sul mistero dell’amore, l’amicizia, l’importanza dei legami in questa nuova versione illustrata dalla sempre sorprendente Valeria Docampo Dai 5 anni 30

IL NATALE del TOPO CHE NON C’ERA

ANYA e la TIGRA BIANCA


DAI 10 ANNI

a cura di Gaia Zanzotera Per diventare splendidi adulti occorre restare un po’ bambini”. Misteriosa è una bambina a cui sta tutto troppo grande, o troppo stretto. Fugge dalla sua realtà saltando da un disegno all’altro e pare che niente le calzi mai a pennello. Nel nuovo capito delle due storia, Olga di Carta ci racconta quel momento particolare che tutti ci troviamo a vivere di tanto in tanto, quando crescere è una sfida troppo difficile o spaventosa, e non ne vogliamo proprio sapere di fare il passo un po’ più lungo, di aumentare di qualche cm fisicamente e non solo.. E come sempre ci parla del coraggio, della meraviglia che vive dentro ognuno di noi e che una volta espressa diventa qualcosa di incredibile!

MISTERIOSA.

LE STORIE DI OLGA DI CARTA di Elisabetta Gnone Salani Editore Un libro per tutti, per far crescere i bimbi e far vivere il bambino che vive in ogni adulto! da 10 anni

“Biancaneve e Rosarossa non sapevano di vivere in una fiaba… la gente non lo sa mai.” Rivisitazione di un classico dei fratelli Grimm, questa favola vi trasporterà in un mondo ricco di incanto e stupore, ma anche di paure e misteriose figure che portano via le persone. In questo libro gli alberi parlano, pensano, temono, sperano e desiderano. Un ragazzino coltiva funghi sottoterra e un orso ferito può diventare un amico fidato. Due sorelle si addentrano in una foresta più che mai viva per cercare il padre scomparso e vivranno un’avventura piena di magia.

BIANCA NEVE E ROSA ROSSA

“Ecco perché teniamo in piedi i tunnel che i Vuoti creano. Perché se rafforziamo quello che c’è sotto, permettiamo alla felicità di stare sopra.” Granito, detto Gran, vuole ricominciare da capo. Vive in una nuova cittadina, Carosello. Ha una sola nuova amica, Catalina Catalan. Può finalmente essere tutto ciò che decide, tutto ciò che vuole. Ma a Carosello nasconde da una rete di tunnel sotterranei percorsi dai Vuoti, forze distruttive attirate ovunque dalla tristezza degli esseri umani. Ora Gran sa esattamente chi vuole essere, ed è determinato più che mai a diventare uno degli eroi di cui il mondo ha bisogno: uno dei Sollevatori, che ogni giorno lottano per tenere in piedi la Terra che i Vuoti continuano a bucare con le loro voragini.

LA PORTA DELLA MEZZANOTTE

Un capolavoro non ha bisogno di troppe presentazioni. “La Storia Infinita” è un libro necessario per ogni persona, di qualsiasi età, perciò regalarlo ai vostri ragazzi sarà uno dei doni più preziosi che gli farete. Ende ha creato una storia sempre attuale, perché riguarda l’essere umano e i suoi sogni, i suoi desideri, la sua fede nel credere a ciò che non può essere visto. Per celebrare i trent’anni anni dalla prima pubblicazione, Longanesi ci regala una nuova edizione che riprende la peculiarità della prima: le pagine sono stampate con inchiostro verde e rosso, a seconda del mondo in cui si sta svolgendo la storia in quel momento. Una vera

LA STORIA INFINITA

Mondadori Editore

Anche per i bambini un po’ cresciuti. per chi ama le fiabe e gioisce nel trovare una bellissima illustrazione tra un capitolo e l’altro. da 12 anni

di Dave Eggers Mondadori Editore

Un romanzo sulla voglia di conquistarsi il proprio posto nel mondo… in un mondo che ha bisogno di essere salvato con la felicità. da 13 anni

di Michael Ende Longanesi Editore Un libro eterno di cui essere grati, per tutti noi da 12 a 99+ anni

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L’INTERVISTA

Intervista ad Elisabetta Gnone di Micol Andreasi

le Storie NaSCoNo dalla PaNCia Elisabetta Gnone è una delle scrittrici per ragazzi più apprezzate in Italia e all’estero. E’ nata a Genova nel 1965 e dopo aver vagato per l’Italia un bel pò, ha scelto di fermarsi sulle colline del Monferrato, in una cascina che era dei suoi bisnonni. È stata direttore responsabile delle riviste femminili e prescolari della Walt Disney, per la quale ha ideato la fortunata serie a fumetti W.I.T.C.H. Scrivere da sempre è la sua passione e per questo dal 2004 si dedica completamente alla scrittura di libri per ragazzi. Nel 2005, ha pubblicato il primo libro della saga di Fairy Oak, a cui sono seguiti altri sette libri. Nel 2015, per Salani Editore, è uscito il primo libro della serie Olga di carta, dal titolo Il viaggio straordinario, a cui è seguito, nel 2017, Jum fatto di buio, Misteriosa. Con la serie Olga di carta, porta ai lettori un mondo nuovo e delicatissimo in cui, con garbo e ironia, affronta i temi delle fragilità e delle imperfezioni che ci rendono umani; della “complicata faccenda” del crescere e di come “per diventare splendidi adulti occorre restare un pò bambini”. Ti definisci una grande lettrice, ma se dovessi spiegare ad un ragazzo perché è importante leggere, cosa diresti? Direi che leggere è importante per gli stessi motivi per cui lo era ieri e lo sarà domani: per scoprire noi stessi, gli altri, il mondo intorno ed il mondo più lontano. Quali libri o autori, più di altri, ti hanno fatto scoprire la passione per la scrittura e perché? Non credo d’aver cominciato a scrivere sull’onda di una passione per un libro o un autore, ma oggi ci sono scrittori che mi stimolano a scrivere e a farlo bene. Ultimamente, perché li ho letti di recente, Natalia Ginzburg ed Ernesto Ferrero. 32

Chi è stato il tuo maestro? Ne ho avuto due, due donne, mia madre, che ci leggeva favole da piccoli e ci ha sempre stimolato a essere creativi, inoltre lei scriveva molto bene, ed Elisa Penna, che è stata il mio direttore quando lavoravo alla Walt Disney: era una persona carica di contenuti e di passione che distillava con grazia assoluta in tutto ciò che creava. Da lei ho imparato a rispettare chi legge e a non essere pedante. Me lo ripeteva sempre: “Non essere pedante quando scrivi!” Come nascono le storie che racconti? Da stimoli esterni che entrano dentro e cominciano a rovistare. Ho sempre pensato che le storie si scrivano prima di tutto con la pancia. Chi sono gli adolescenti per te (oltre ad essere parte importante del tuo pubblico)? Sono i futuri adulti, coloro che prenderanno in mano il paese, la materia prima del futuro, che trattiamo maluccio, che non prepariamo abbastanza per questo compito, che non stimiamo abbastanza. Olga è fragile come la carta, ma è per questo stesso motivo straordinariamente bella e forte e umana… Esatto, è proprio così. Quale dei protagonisti dei tuoi racconti ti assomiglia di più o ti è più caro? Olga mi somiglia in tutte le sue fragilità e nella passione di raccontare le storie. E sono anche un po’ Vaniglia e un po’ Pervinca di Fairy Oak. E anche un po’ Capitan Talbooth, un orso brontolone, con una pessima memoria, che ama il mare e i bambini. Quali sogni hai nel cassetto? Sogno immensi finanziamenti messi a disposizione della ricerca per l’ambiente. Sogno che la bellezza e la salute del nostro mondo siano ad un tratto fra le priorità di ciascuno di noi.


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CENTOSTORIE favole favole

Brilla in cielo una Stellina Brilla in cielo una stellina, che ha pure una codina; illumina dall'alto il bambinello che sta tra il bue e l'asinello. Si avvicinano i pastori, ed i Magi coi tesori, per conoscere il Bambin Gesù son venuti fin quaggiù! Angelica era ormai in quarta elementare e sapeva bene che cosa fosse la stella cometa: era una stella con una lunga coda che aveva illuminato il viaggio dei Re Magi fino a portarli il 6 di gennaio alla capanna di Gesù. La sua stella cometa, quella che aveva messo sulla capanna del presepe, l'aveva scelta con cura: color oro e tempestata di brillantini che luccicavano sotto le luci a intermittenza dell'albero di Natale. Voleva fare però bella figura con la maestra, così arrivata a casa, chiese alla mamma di aiutarla a fare una ricerca con il computer. “Cometa di Natale” digitò velocemente sulla tastiera. Inaspettatamente tra le notizie principali apparirono titoli di giornali scientifici che riportavano la data del Novembre 2018. “Mamma guardaaa!” fece Angelica puntando il suo indice contro il monitor “cosa vuol dire E' in arrivo la cometa di Natale 46P/ Wirtanen? Vuoi dirmi che vedremo la stella di Gesù? Apparirà sopra le nostre teste? Arriveranno di nuovo i Re Magi?” Era difficile contenere le domande della bambina. La mamma sorridendo prese in mano la tastiera. “Cerchiamo insieme il significato di cometa prima di tutto, poi procediamo con la ricerca”. 35


favola di

Sara Surico

illustrazioni di

Evelin Crepaldi

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Una cometa è un corpo celeste relativamente piccolo, simile a un asteroide ma composto prevalentemente di ghiaccio. Angelica alzò un sopracciglio e incrociò le braccia sbuffando come chi sta a metà tra la delusione e la rabbia. “Fammi capire: la stella cometa non è una stella? E' tipo un meteorite? Ma davvero? Mi prendi in giro?”. La mamma scoppiò in una risata, che cercò di contenere perché capiva lo stupore e il disappunto della piccola. “Si Angelica, la maestra voleva che voi scopriste proprio questo: che le comete sono dei corpi celesti fatti di ghiaccio e polveri. Girano intorno al sole come i pianeti, e quando si avvicinano un po' di più alcune sostanze evaporano formandone la chioma, che tu chiami comunemente coda”. “Quindi la storia della stella, dei Re Magi, della capanna è una grossissima bugia! Ma non è giustooooo!” esclamò la bambina. “Ma no, è che un tempo non avevano tutte le conoscenze che abbiamo noi, e non sapevano come studiare il sole, le stelle, i pianeti e le comete! Così creavano delle storie che raccontavano ciò che si vedeva di notte!”. Mentre la mamma parlava, Angelica si era già impossessata del mouse e aveva cominciato a cliccare sui vari siti in cerca di informazioni su quella cometa. Cominciò a leggere un articolo ma c'erano troppi termini tecnici ed era di difficile comprensione. “Mamma, mi spieghi di cosa parlano qui? Vorrei far vedere alla maestra che mi sono informata davvero, così domani mi metterà un bel voto!”. Aprirono insieme la pagina delle notizie www.ansa.it. Si parlava di una cometa: la cometa di Natale 46P/ Wirtanen, che fu immortalata per la prima volta nel 1948 dall’astronomo Carl A. Wirtanen. E' un corpo celeste che si fa vedere spesso, girando velocemente attorno al sole, offrendo uno spettacolo davvero suggestivo. “Vedi Angelica, alcuni astronomi riescono a studiare gli oggetti del cielo facendo calcoli e usando strumenti potenti come i telescopi e, questo signore, molti anni fa, aveva compreso che questa cometa ci metteva 5 anni a fare un giro intero intorno al sole. Quest'anno la potremo vedere apparire nel cielo alla fine di novembre e, se tra il 12 e il 16 il cielo sarà limpido, si vedrà anche ad occhio nudo!”. “Potremo vederla veramente mamma? Potrò vedere anch'io una


cometa?” sobbalzò Angelica alzandosi di scatto dalla sedia. “ Si, la vedremo tutti. Dovremo cercare la costellazione del Toro, vicino alla sua groppa, dove ci sono altre stelline luminose e molto famose chiamate Pleiadi”. “Ma ne sei sicura? Voglio dire...sicura, sicura, sicura?”, “ Si” rise la mamma “ Domani potrai dire alla maestra che hai scoperto che cos'è una cometa e che tra non molto tutti potranno vederne una brillare nel cielo!”. “ Mamma ma noi non abbiamo un telescopio!”... Non serviva in effetti un telescopio per vedere La cometa di Natale 46P/ Wirtanen, un cannocchiale o un binocolo o degli occhi buoni sarebbero stati sufficienti. Angelica era passata dalla delusione all'euforia, dalla tristezza alla gioia: il pensiero di poter vedere una stella cometa vera la rendeva ancora più impaziente. Quest'anno il Natale le avrebbe regalato qualcosa che forse, nemmeno Babbo Natale avrebbe potuto donarle.

TRA LE STELLE CON BABBO NATALE

di Sara Surico, illustrazioni di Evelin Crepaldi Edizioni Eventualmente, marzo 2018

Un magico viaggio alla scoperta del cielo stellato. Nella fredda Lapponia Babbo Natale si sta preparando a consegnare i regali di Natale. È molto pensieroso perché i bambini da accontentare sono moltissimi e una sola notte non potrebbe bastare. Come fare quindi? L’elfo Giannino,esperto astronomo, insegnerà a Babbo Natale a muoversi seguendo il movimento di rotazione terrestre, sfruttando così tutte le ore di buio. Nell’oscurità della notte il vecchio Santa Claus, dovrà riuscire ad orientarsi e a consegnare tutti i doni. Sarà aiutato da moltissime stelle e costellazioni: incontrerà l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, Cassiopea, Andromeda ed anche Orione: la loro luce indicherà a Babbo Natale la via per non perdersi. Una storia che unisce la magia del Natale alla magia del cielo stellato. 37


la Vera Storia dell'

alBero di

Natale

La tradizione di addobbare un albero per festeggiare il Natale è antica. Potrebbe risalire al 724 quando un vescovo d'origine britannica, San Bonifacio, apostolo dei germani (e attuale patrono della Repubblica Federale Tedesca) addobbò un abete sempre verde (simbolo della vita) con candele accese per ricordare la nascita di Gesù Cristo, vera luce del mondo. Tale tradizione si diffuse rapidamente tra le popolazioni germaniche, prevalentemente tra quelle che in seguito adottarono la riforma protestante luterana (Germania, Danimarca, paesi scandinavi e baltici). Anche nelle religioni pagane, tendenzialmente animiste, come quella celtica degli antichi Druidi, l'albero era considerato un elemento sacro, il culto veniva celebrato nei boschi sacri, sotto le sacre querce. Si trattava di riti che poco o nulla avevano a che fare con la decorazione dell’albero che celebrano la luce e la vita. Le cronache narrano che San Bonifacio (venerato sia dai cattolici, che dai protestanti, che dagli ortodossi) affrontò i pagani che si erano riuniti presso la "sacra Quercia del Tuono di Geismar" gridando: "questa è la vostra Quercia del Tuono e questa la croce di Cristo che spezzerà il martello del falso dio Thor" e con una scure colpì l'albero sacro. Sempre le cronache del tempo ricordano che un vento si levò all'improvviso facendo cadere l'albero, che si spezzò in quattro parti. Dietro l'albero stava un piccolo abete. Fu a quel punto che San Bonifacio disse che l'abete, albero sempreverde e dal profumo intenso, il cui legno veniva utilizzato per costruire le case, sarebbe diventato l’albero sacro ed il simbolo della pace. Alla fine del Medioevo gli alberi di Natale, denominati anche "alberi del Paradiso", oltre che con le candele, cominciarono ad essere decorati con mele (richiamo biblico all'albero della conoscenza ed al superamento del peccato originale, ai quali furono successivamente aggiunte anche noci, castagne e dolci fatti con latte e miele, come richiamo biblico alla terra promessa. Tallin, capitale dell'Estonia rivendica di essere stata la prima città al mondo ad aver eretto un albero di Natale nella piazza principale. Ma il primato è conteso da un'altra città baltica, quella di Riga, capitale della Lettonia, che afferma la stessa cosa. Dal baltico dove convivono le chiese luterane ed ortodosse, la tradizione dell'albero di Natale si è estesa anche in Russia e nei paesi dell'Est. La tradizione nell’Europa Occidente si diffuse un po’ dopo rispetto a quella del presepe e si sviluppò soprattutto nel XIX secolo. In America fu portata dai coloni protestanti. In Italia il primo albero di Natale è stato addobbato a Roma nella seconda metà dell'Ottocento per volere della Regina Margherita .



ATTIVIAMOCI da vedere

di Micol Andreasi

UNA STREGA iNNaMorata Il segreto di Lamia in mostra

Lei si chiama Lamia ed è una delle numerose opere esposte alla mostra Arte e Magia al Palazzo Roverella di Rovigo fino al 24 gennaio prossimo. E’ un bronzo, avorio, opale e vetro, alta poco più di 60 centimetri. L’ha realizzata tra la fine del 1899 e i primi mesi del 1900 l’artista inglese George Frampton.

La Lamia di George Frampton esposta alla mostra Arte e Magia Palazzo Roverella, Rovigo

STREGA

la parola strega deriva dal latino strix -igis che significa "civetta". Secondo la mitologia popolare, la strega è un essere soprannaturale di aspetto femminile che compie riti o incantesimi, specialmente ai danni di altre persone.

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Secondo la mitologia greca, lamie erano figure femminili dalle sembianze in parte umane ed in parte animali, perlopiù rapitrici di bambini, ma anche seduttrici che adescavano giovani uomini per poi nutrirsi del loro sangue e della loro carne. Erano associate alla notte e a tutti gli esseri animali che di notte vivono: pipistrelli, gufi, lupi… E infatti, la Lamia di Frampton è esposta proprio nella sala dedicata ai diavoli, alle streghe ed ai maghi, subito dopo quella degli animali notturni. Anche Lamia, dunque, rientra a pieno titolo nella categoria delle streghe. Ci colpisce, però, il suo aspetto. E’ più bella di come immaginiamo siano sempre le streghe, che fin dall’epoca classica sono descritte di “un’orribile magrezza, dalla pelle scura o dalla faccia oppressa da pallore stigio, scarmigliate, o con le chiome irte di serpi, vecchie, meste e di brutti panni vestite”. Inoltre, del suo corpo si vede solo la sembianza umana. Lamia è triste, malinconica, quasi rassegnata, ha gli occhi semichiusi. Il volto pallido incorniciato da un copricapo da armatura. Sul petto lo spillone con al centro un opale-tradizionale pietra funebre-contiene il suo segreto. La Lamia di George Frampton, infatti, mezza donna e mezza serpente, si era innamorata di un giovane uomo, Lycius, e per questo aveva chiesto al dio Hermes di poter assumere le sembianze umane. Hermes, impietosito, la asseconda, a patto che nessuno sveli il suo segreto. Nel giorno delle nozze con Lycius, però, uno dei presenti rivela a tutti la vera natura della bella sposa. Lei è condannata a sparire ed il suo sposo muore. L’opera ci racconta proprio il dolore e la rassegnazione della strega Lamia, un momento prima di sparire e di perdere per sempre il suo amore. Davanti a questa triste storia, le streghe non ci sembrano più tanto mostruose e non ci fanno nemmeno paura.



a Natale si indossa Tartan LIFE STYLE Moda Fashion

a cura di

Rossella Rizzi consulente d’immagine ed event planner

Diciamocelo, l'atmosfera natalizia porta con sé sempre un po' di magia. Complici le luminarie, i nastri, pacchi e pacchetti, le vetrine addobbate a festa e le musiche in sottofondo tipiche del momento, ecco, care Mamme, che ritorniamo subito bambine ad aspettare Babbo Natale allo scoccare della mezzanotte. E questa atmosfera, se i nostri bimbi sono piccoli, si amplifica anche di più tra una cena in famiglia, una gita fuori porta durante le festività e le visite ai parenti e agli amici. Ed è proprio qui che nasce il dilemma perché vorreste vestire vostro figlio un po' più elegante del solito ma senza rinunciare alla comodità. Nella moltitudine di offerte dei negozi in circolazione, non fatevi prendere dallo shopping compulsivo tipico del periodo, ma focalizzatevi sui MUST HAVE.

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Parola d'ordine in fatto di pattern, ma quest'anno in maniera più forte e decisa, è il TARTAN ! La stampa scozzese torna la regina indiscussa del Natale, ma oltre alla classica versione rossa, da acquistare anche colorata nelle nuance del blu, del giallo ocra, del tangerine e del verde, sempre rigorosamente in stampa check (a quadri). Abbinate una gonna ad un dolcevita a coste o un pantalone ad un maglioncino in lana grossa con le trecce, e otterrete un outfit natalizio e molto trendy per lei. Oppure una camicia in flanella scozzese ad un pantalone in velluto o un cardigan ad un pantalone tartan, e avrete un outfit strepitoso anche per lui.

Per un abbinamento "effetto wow", abbinate il tartan ai tessuti metalizzati come l'oro, l'argento e il rose gold e giocate con gli accessori glitter come spille, cerchietti e cinture. Per i maschietti il metalizzato diventa più brunito nei toni del bronzo e del nichel, da inserire in cinture, scarponcini o piumini con cappuccio. Quest'anno per le bimbe via libera anche alla stampa animalier (che con il tartan e inserti in ecopelle, fa subito un effetto rock) accostato ai colori fluo come il rosa shocking, il verde lime, il blu elettrico! Se volete puntare sul rosso un vestitino scamiciato con una camicetta bianca indossata sotto, è sempre una buona idea per lei, mentre ad un gilet rosso burgundy abbinato al pantalone chinos e papillon tartan per lui. Molto chic anche il nero specialmente in versione tulle o lurex, sempre perfetto per una serata di Capodanno o per la Cena della Vigilia. Se siete a caccia di un capo tipicamente natalizio, non potete rinunciare ad un maglioncino con una

renna, un elfo, un alberello di Natale, o in stampa jacquard simpatico per loro, ma anche per noi adulti, tutto sommato :-) Se il vostro bimbo è nei primi mesi di vita, la tentazione di vestirlo con abiti eleganti è forte ma ricordiamoci di lasciargli la libertà di muoversi e di fare i suoi sonnellini in tutta comodità. Se proprio vogliamo vestirlo a tema, puntiamo su una tutina in ciniglia rossa o in formato "piccolo elfo" e potete sostituire il classico berrettino con uno da babbo natale con tanto di pon pon sulla punta. Per le scarpe puntate su anfibi e sneakers che sono ideali anche sui look più sfiziosi ed eleganti ovviamente prediligendo i must have di stagione in versione silver, gold, glitterati e stivaletti in ecopelliccia. Nella ricerca dell'outfit per i bimbi, tra gli addobbi di casa e gli impegni della vita di tutti i giorni, non dimenticate care mamme che è Natale anche per voi, quindi fate vostri questi consigli e cercate il vostro look perfetto da indossare sotto l'albero perchè sia un Natale fashion e divertente! Buone Feste!



ATTIVIAMOCI facciamo insieme

CHE FESTE NATALIZIE SAREBBERO SENZA I TORTELLINI DELLA NONNA?! Forza allora, armatevi di entusiasmo e curiosità, vi guiderò a preparare i tortellini più gustosi di sempre.

a cura dello chef

Maurizio Fantinato docente di Enogastronomia presso l’Istituto Alberghiero “G.Cipriani” di Adria (Ro)

Tortellini o Cappelletti? Non ditelo mai ad un romagnolo che sono la stessa cosa, ma le differenze sono davvero minime. I tortellini hanno una forma piccola o piccolissima e sono riempiti di lombo, mortadella, prosciutto, parmigiano. I cappelletti hanno una forma arrotondata e più grande che ricorda i copricapi dei contadini. Il ripieno può variare a seconda di ciò che è disponibile in casa e dei gusti.

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tortelliNi iN Brodo Ingredienti per sei persone

Per la pasta all’uovo

Per il brodo:

Per il ripieno:

400 gr. di farina 00 4 uova

500 gr. carne di manzo 1 carota 1 cipolla 2 coste di sedano 4 lt di acqua

120 gr. di parmigiano reggiano stagionato 100 gr. di lombo di maiale 80 gr. di polpa di vitello 100 gr. di mortadella Bologna 100 gr. di prosciutto crudo


LA PASTA

IL RIPIENO

Sulla spianatoia formate una fontana con la farina. Lo possono fare anche i bimbi più piccoli. In una ciotola rompete le 4 uova e sbattetele con l’uso di una forchetta. Di seguito, versatele al centro della fontana di farina e cominciate a mescolare. Potete usare anche le mani. (Mi raccomando: lavatele bene prima!) Lavorate il composto fino a formare un impasto liscio. Quando lo avete ottenuto, lasciatelo riposare per un po’.

Il prossimo procedimento richiede l’intervento di un adulto. Tagliate a pezzi grossolani la polpa di vitello e la lonza di maiale, la mortadella e il prosciutto. In un tegame, cuocete nel burro a fuoco lento, il lombo di maiale e la polpa di vitello. Raggiunta la cottura fate intiepidire e trasferite la carne in un mixer con il prosciutto crudo, la mortadella ed il parmigiano. Se necessario potete aggiungere un po’ di sale e di pepe. Valutate al momento.

IL BRODO. In una pentola capiente mettete la carne di manzo, l’acqua e portate lentamente ad ebollizione, schiumando di tanto in tanto . Unite le verdure già sbucciate e lavate. Coprite non completamente la pentola con il coperchio e, mi raccomando, fate cuocere lentamente, per circa 3 ore dalla ripresa dell’ebollizione. Volendo fare più velocemente si può usare una pentola a pressione: il tempo diminuisce a 40 minuti. A cottura ultimata, scolate la carne e la verdura a pezzi, filtrate il brodo e regolate di sale.

I TORTELLINI E’ la parte che richiede la maggior forza fisica. Stendete l’impasto con l’aiuto di una macchinetta in modo da ottenere delle strisce sottili ed uniformi. Se non ce l’avete, usate il mattarello. Le nostre nonne usavano solo quello. Con una rotella tagliapasta ritagliate dei quadrati di circa 4 – 5 cm, al centro dei quali potete posizionare una nocciola di ripieno. Piegateli lungo la diagonale, facendo combaciare gli orli e cercando di formare dei triangolini, premete bene i bordi con le dita, in maniera che il ri-

pieno non fuoriesca in cottura. Avvolgete poi ogni triangolino attorno alla punta del dito indice, sovrapponendo e schiacciando bene e ripiegando verso l’esterno il vertice del triangolino. E’ più difficile a dirsi che a farsi! Ma come in tutte le cose ci vuole ARTE. Potete finalmente cuocere i tortellini!!! Fate attenzione che il bollore non sia eccessivo, i tortellini potrebbero rompersi, facendo sobbollire il brodo la cottura sarà più dolce.

Un consiglio da chef: prima di buttare i tortellini nel brodo, passateli velocemente in una pentola con acqua salata bollente, solo per pochi secondi. Serve per lavarli da eventuali tracce di farina che darebbero al brodo un colorito torbido!!! Travasateli dall’acqua al brodo con una schiumarola! Pochi minuti e sarà già festa!!!

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ATTIVIAMOCI

la Calza fai da te

facciamo insieme a cura di

mamma Carlotta

L’Epifania è una giornata particolarmente amata dai bambini che si ritrovano con le calze piene di biscotti e dolcetti. … Mamme creative al lavoro!

2 Calza di Carta

Se avete un pò di tempo a disposizione, Uno dei materiali ideali è la carta da approfittando magari delle vacanze na- regalo già utilizzata. talizie, provate a seguire le idee che vi Occorrente: propongo per la realizzazione di calze Busta grande kraft di quelle imbottite con della Befana davvero uniche ed origi- balling ball • Carta colorata del tipo da regalo • Pannolenci o maglioncino vecchio nali! di lana • Cartoncino • Cucitrice • Matita Useremo materiali di riciclo che potete • Forbice • Vinavil • Pennello recuperare invece di gettarli via Diventerà un simpatico lavoretto crea- Disegnate la sagoma della calza delle tivo da realizzare con i bambini in at- dimensioni volute su di un cartontesa dell’arrivo della Befana: oltre alla cino. Una volta ritagliata ponetela creazione i bambini potranno decorare sulla busta grande tipo “Kraft”. Con a loro piacimento la calza. Spetterà poi le forbici andate a ritagliare la busta alla Befana riempire le calze con dol- della misura della sagoma. Cucite con la cucitrice lungo il bordo, tranne cetti o carbone. quello superiore. Vediamo alcune idee: Posate la sagoma sulla carta (ricordate di tagliare un dritto e un rovescio), disegnate e ritagliate. Con il pennello stendete il vinavil e incollate 1 Calza Patchwork Idea originalissima e a zero impatto bene la carta sulla calza. Fissate tutto ambientale. Sicuramente noi mamme intorno delle mollettine di legno fino siamo abituate a non buttare mai via a che la colla non sarà perfettamente niente e di certo abbiamo ancora nel asciutta. cassetto calzini spaiati o diventati Se avete un vecchio maglione ritagliatene i polsini altrimenti prendete del troppo piccoli ai nostri figli. Ci basterà quindi unire con ago e filo pannolenci e tagliate un rettangolo o con la colla a caldo, le parti supe- per andare a realizzare il bordo superiori di ciascuna calza una dopo l’altra riore della calza. Aggiungete con la fino ad ottenere una calza variopinta colla a caldo un nastrino nell’angolo superiore per appendere la calza. Indella lunghezza che desideriamo…. finte decorate ... 46

3 Calza di sfoglia e nutella Semplice e veloce da realizzare la calza della befana con pasta sfoglia e ripiena alla nutellapiacerà a piccoli e grandi, una delizia sfiziosa che può essere preparata a colazione o merenda il giorno dell’epifania. Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare nutella q.b. per la decorazione: gocce di cioccolato colorate (tipo smarties)

1. Ritagliate la forma della calza sulla sfoglia e ricavate anche la seconda sovrapponendo la prima. 2. Spalmate di abbondante nutella la prima sfoglia e coprite con l’altra sfoglia. 3. Quindi sigillate i bordi, bucherellate la sfoglia e create un fiocco con i ritagli di sfoglia. 4. Dovete ritagliare due rettangoli lunghi più o meno 10-12 cm. 5. Realizzate le due code del fiocco e posizionatele sulla calza, poi realizzate il fiocco e mettete due palline di carta in modo che durante la cottura la sfoglia resti aperta. 6. Per le gocce di cioccolato vi consiglio di aggiungerle a metà cottura, io le ho messe dall’inizio ma si cuociono perdendo il loro colore originale. 7. Infine cospargete di zucchero semolato e infornate. 8. Cuocete a 180-200° per circa 20 minuti


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