VILLACORTESE NEWS 18 dicembre 2014
Che ce ne importa. Sono due indiani. puntualmente torna la questione dei maro' italiani. Nessuno cita Ajesh Pinky e Selestian Valentine
Puntualmente torna la questione dei maro' italiani e la notizia dell'ultim'ora è che il Tribunale indiano ha respinto le istanze dei due fucilieri per cui il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato che .... ...di fronte a un atteggiamento così grave" delle autorità indiane "il governo si riserva i passi necessari a partire dall'urgente richiamo per consultazioni dell'ambasciatore italiano a Nuova Delhi", mentre la collega ministro Pinotti dice che "Latorre non tornerà in India", mancando alla parola data. E' interessante però partire da lontano per capire come è messa l'Italia con queste storie e per capire che non tutti i Paesi sono come noi. Il prologo si svolge il 3 febbraio 1998 vicino a Cavalese quando venti persone morirono a causa di due ragazzoti americani che a bordo di un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler dell'United States Marine Corps, "si stavano divertendo" a quota troppo bassa in violazione dei regolamenti per"riprendere filmati del panorama". Finirono per tagliare il cavo della funivia del Cermis, in Val di Fiemme, causando la caduta della cabina e la morte di tutti i venti occupanti. Joseph Schweitzer, uno dei due piloti americani, nel 2012 ha finalmente confessato di aver distrutto al suo ritorno alla base il nastro video che avrebbe consentito di svelare la verità sul come l'incidente aveva avuto luogo. Il pilota, il capitano Richard J. Ashby e il suo navigatore, vennero sottoposti a processo negli Stati Uniti e assolti dalle accuse di omicidio preterintenzionale e omicidio colposo In seguito vennero riconosciuti colpevoli solo di ostruzione alla giustizia e condotta inadatta a un ufficiale per aver distrutto il nastro video registrato sull'aereo e dimessi d'autorità dal corpo dei Marines .
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Dei quattro marines presenti sull’aereo, solo due finirono a processo e, dopo una complicata vicenda di conflitto di attribuzione iniziò un processo farsa negli Usa, in North Carolina dove furono assolti dalla giuria militare. In poche parole, li lasciammo andare dopo aver ucciso venti persone i cui familiari ottennero si un risarcimento ma per la giustizia i militari del Cermis sono persone oneste e con una fedina penale pulita – non hanno mai ammazzato nessuno insomma. La beffa è che dopo essere stati radiati con disonore per aver contravvenuto al codice del Volo NATO (quota troppo bassa e velocità troppo alta) nel 2008 presentarono istanza di cancellazione del provvedimento per poter accedere ad una specie di pensione per militari in congedo. Ora, sulla vicenda dei Marò nessuno si è mai premurato di dire cosa hanno fatto due pescatori di tonni ammazzati tra le acque territoriali indiane e quelle internazionali per essere presi a fucilate dai due militari del battaglione San Marco “in affitto” a fare da metronotte ad una petroliera. Adesso i politici rimestano ancora nella faccenda ma evitano bellamente di dire che non tutti i governi sono come il nostro. Qualcuno fa sul serio e applica la legge, non quella del Cermis. Ricordiamo che in un comunicato stampa del 18 Maggio 2012 indirizzato alla stampa indiana, il sottosegretario agli esteri De Mistura, inviato sul posto, affermava: “La morte dei due pescatori è stato un incidente fortuito, un omicidio colposo; i nostri marò non hanno mai voluto che ciò accadesse, ma purtroppo è successo”. Sempre secondo il nostro sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura anche la perizia tecnico-scientifica sulle armi sequestrate a bordo della Enrica Lexie fu “trasparente”con una “totale collaborazione da parte delle autorità locali”. Oltre alla prova balistica il nostro sottosegrario confermò la posizione dell’Enrica Lexie al momento della sparatoria (ottenuta grazie ai dati GPS della petroliera stessa ed alcune immagini satellitari), che confermarono il quadro d’accusa contro i due militari. che si trovavano entro le 24 miglia nautiche dalla costa, entro le quali è diritto di uno Stato far valere la propria giurisdizione. Ora l'India ha il torto di non aver ancora iniziato il processo ma fare dei due fucilieri di marina delle star (con tanto di nomina per Fratelli d’Italia alle scorse elezioni – rifiutata) è troppo.
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Per contro nessuno si degna di citare i due poveri pescatori Jesh Pinky (25 anni) e Selestian Valentine (45 anni) e le loro famiglie, abitanti di una delle zone più povere dell’India. La loro colpa? Essere cittadini di uno stato considerato del terzo mondo. Ora abbiamo trovato un nemico nell'India che però a quanto pare sta mostrando gli attributi che noi non mostrammo verso i piloti americani. Qualcuno certo storcerà il naso ma i fatti sono fatti e i documenti del governo sono consultabili sul sito del Ministero degli Esteri, così come le perizie. La rabbia delle autorità indiane, della stampa indiana, dei familiari delle vittime è la stessa rabbia che gli italiani provarono il giorno della sentenza sulla strage del Cermis: una rabbia nata da una sensazione di essere stati presi in giro. Ora sembra che più che essere ostaggio delle autorità indiane i due marò siano ostaggio della politica italiana e forse della vendita di armi all'India. Vi ricordate la farsa di Margherita Boniver, senatrice Pdl, quando pur di fare notizia si offri come ostaggio per permettere a Latorre e Girone di tornare in Italia per Natale ? E Ignazio La Russa, Pdl, sempre sotto le feste natalizie annunciò di candidare i due marò nelle liste del suo nuovo partito Fratelli d’Italia? Ora è di nuovo Natale, sono passati tre governi e il quarto ( quello di Renzi) alza anche lui la voce tramite Gentiloni accusando l'India di " atteggiamento grave" solo perchè vuole applicare la legge. Strani intrecci, ma comunque un augurio ai marò, ai pescatori uccisi, ai morti del Cermis...e anche ai due ex ragazzotti americani che abbiamo lasciato andare e che si godono la pensione dell'esercito americano. Peppino Barlocco
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