Qualcosa sulla merendina a 5 stelle

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VILLACORTESE NEWS 24 maggio 2014

Sulla merendina a 5 stelle ovvero come si confeziona una bufala elettorale mettendo di mezzo i bambini

Meno male che fra qualche ora si voterà e la campagna elettorale andrà in soffitta con il suo carico di nervosismo e montature come quella ai danni di un sindaco del M5S, accusato di negare la “merendina” ai bambini delle fasce meno abbienti. Da una settimana leggiamo praticamente ovunque che il sindaco di Pomezia (Rm) Fabio Fucci avrebbe diviso il menu della mensa scolastica in due opzioni, “una da 4 euro senza merendina, una da 4,40 euro con merendina”. La cosa ha fatto scattare l’indignazione di esponenti di buona parte del panorama politico nazionale contro il sindaco che “fa piangere i bambini poveri”. Incuriositi dai titoloni dei maggiori quotidiani abbiamo verificato che in realtà, come risulta evidente, nero su bianco, dal documento ufficiale datato febbraio 2014, le cose sono molto diverse e nessuna merendina è mai stata negata a nessun bambino meno abbiente. Anzi l’esatto contrario. Lo scaglione di reddito fino a 5000 euro annui paga un pasto completo, con merendina, appena 0,48 euro, praticamente una cifra simbolica. La differenziazione tra menu con e senza merendina è invece stata richiesta dai genitori che non desiderano che il bambino mangi la merendina confezionata fornita dalla ditta e preferiscono comprarla privatamente, magari scegliendo qualcosa di più sano o nutriente (o in certi casi dietetico).

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In questo caso, il Comune potrà corrispondere alla ditta un importo decurtato di circa 40 centesimi, piuttosto che pagare merendine che non saranno comunque consumate. A fronte di tutto questo ecco come titolavano in questi giorni pre elettorali alcune testate: L'Unità..."Niente dolci ai bimbi poveri Ecco la mensa a 5 stelle" Sel..."Pomezia, il sindaco grillino ordina: niente dolce per bambini poveri. Interrogazione urgente di Sel" Espresso-Repubblica ..."Nella mensa di Pomezia il dolce solo per chi può permetterselo" Libero..."Mensa scolastica, il sindaco grillino: "Niente dolce per i bambini poveri" Il Giornale..."Niente dolce ai bambini che non se lo possono permettere" Nessun “bambino povero” piangerà per la scelta dei loro genitori o per colpa del sindaco, ma una strumentalizzazione meschina dei minori di estrazione meno abbiente è un modo deprecabile di condurre la campagna elettorale,condotta in modo spregiudicato da buona parte dei giornali nazionali e da un gran numero di esponenti di partito che si sono buttati a capofitto sulla notizia che in sostanza si è rivelata una bufala come mostra la delibera:

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Dal prossimo anno in sostanza compariranno due menù: uno meno costoso (4 euro) ed uno più costoso (4,40 euro). A fare la differenza è il dolce alla fine del pasto. Scorrendo infatti il bando di gara per l'affidamento del servizio vengono proprio specificati i due prezzi differenti. Per conoscere la composizione dei due menù bisogna arrivare al Capitolato, dove si legge che quello ridotto è comprensivo di primo, secondo, contorno, pane e frutta. Mentre quello completo comprende anche il dessert finale. E' stato garantito il diritto di avere la merendina confezionata a chi lo chiede ed è stato garantito il diritto di portare la merendina da casa (finora non possibile), come si faceva una volta. Correttamente poi è stato anche garantito il diritto di non pagare per qualcosa della quale non si usufruisce.

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La possibilità di fornire alle famiglie la libertà di scelta tra un pasto ordinario ed uno alternativo era nata su proposta di rappresentanze di genitori con ’indicazione di rendere opzionabile la merendina, in considerazione del fatto che l’eventuale assenza del dolce non comprometteva il giusto apporto di valori nutrizionali del pasto e che tra l'altro veniva consumato in un secondo momento ed in classe come seconda merenda. Trasformare per meri scopi elettorali una libertà di scelta in una discriminazione, tirando impunemente in ballo i bambini, squalifica o meglio qualifica chi lo fa. Peppino Barlocco villacortese.net

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