Nel caos siriano arrivano i russi

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VILLACORTESE NEWS

Nel caos siriano arrivano i russi l’intervento russo rischia di smascherare il doppio gioco delle potenze occidentali e dei loro alleati regionali

Se americani, francesi e inglesi ed europei in genere pensavano di avere ormai campo libero per intervenire in Siria con un intervento militare diretto, a seguito della (strumentale ?) campagna di commozione suscitata dall’ immagine del bimbo siriano morto sulla spiaggia in Turchia, non avevano fatto bene i loro conti escludendo la Russia di Vladimir Putin. che si è manifestata in tutta la sua dimensione militare con l’atterraggio in Siria, in una base aerea nei pressi di Damasco, dei giganteschi aerei russi Antonov An-124 dai quali sono state sbarcate armi ed attrezzature per realizzare la nuova base militare russa in Siria, che sarà ubicata nella città costiera di Yableh, che si aggiungerà alla attuale base logistica che la Russia dispone a Tartous, come confermato dall’osservazione dei satelliti USA che avevano verificato i lavori in corso sulla zona. Le fonti statunitensi riferiscono che, dalle attrezzature sbarcate, si capisce che in questa base saranno installati prefabbricati per alloggiare presumibilmente alcune centinaia di tecnici ed esperti militari russi che avranno così una presenza permanente sul territorio siriano. ( HispanTV) .Già nelle scorse settimane si era registrato l’arrivo in Siria degli aerei russi Mig 31 destinati a rafforzare l’aviazione siriana e nei cieli siriani si erano visti i in azione i cacciabombardieri Sukoy 34 e Sukoy 27 russi che bombardavano le posizioni del gruppo terrorista di Al-Nusra (quello appoggiato dall’Occidente e da Israele).. Gli aerei Mig 31 sono dei caccia intercettori molto avanzati che certamente non servono per combattere l’ISIS ma saranno essenziali per intercettare e neutralizzare eventuali attacchi aerei di Israele, che interviene di frequente sul territorio siriano a copertura dei gruppi terroristi e per scoraggiare eventuali incursioni di aerei francesi e britannici nello spazio aereo siriano.

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Nello stesso tempo, come riporta anche il portale web israeliano DEBKAfiles, dopo le navi russe che sono salpate alla volta della base di Tartous sulla costa siriana per trasportare armi e mezzi blindati, si è visto attraversare il Bosforo anche il sottomarino nucleare russo “Dmitri Donskoi”, conosciuto come il più grande sottomarino esistente, con destinazione alla stessa base russa e questo dimostra che i russi si stanno attrezzando per presidiare per via mare e per via aerea le coste della Siria, in modo da scoraggiare eventuali interventi di “altre forze” sul paese arabo. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, María Zajárova, ha ammesso ...che in Siria si trovano istruttori militari russi che istruiscono il personale militare siriano nell’uso delle armi e delle attrezzature fornite dalla Russia nell’ambito dello stretto rapporto di cooperazione intercorrente fra i due paesi e nel comune sforzo di combattere il terrorismo. Visto che combattere il terrorismo dell’ISIS dovrebbe essere anche il comune obiettivo degli USA, della Francia e della Gran Bretagna che hanno dichiarato di voler intervenire in Siria, nonchè della stessa coalizione che da oltre un anno sta in Siria per quello (e non si capisce che risultati abbia avuto), tutti dovrebbero “rallegrarsi” che arriva un possente alleato che si aggiunge nella lotta all’ISIS In realtà l’intervento russo rischia di smascherare il doppio gioco delle potenze occidentali e dei loro alleati regionali, “in primis” Arabia Saudita e Turchia, che sono i diretti sostenitori dei gruppi terroristici. Si sapeva molto bene che, quella di combattere l’ISIS, era soltanto una mascheratura delle vere finalità dell’intervento degli USA e degli alleati in Siria. Lo avevano capito tutti gli osservatori nonostante la narrazione falsata dei media occidentali che sostenevano che la lotta all’ISIS fosse l’obiettivo conclamato della coalizione. D’altra parte era sufficiente leggersi quanto pubblicato dalla Brookings Institution, un influente Think-Tank, statunitense, che in un documento del giugno del 2015 intitolato : “Deconstructing Syria: A new strategy for America’s most hopeless war” (vedi: Brookings.edu/ ) pianificava l’operazione da eseguirsi in Siria. In questo documento gli strateghi USA avevano previsto di dividere, distruggere ed invadere e successivamente occupare la Siria istituendo zone di esclusione al volo, utilizzando forze speciali statunitensi, britanniche, parte delle quali già si trovano sul territorio siriano. Il documento presenta tanto di firma e data dei responsabili, trattandosi di una istituzione che risulta direttamente collegata con gli strateghi del Pentagono.

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Fra l’altro è noto agli analisti militari ed ai servizi di intelligence russi ed iraniani, oltre ad essere stato ammesso anche da fonti britanniche, che sono già presenti in Siria alcuni gruppi di reparti speciali statunitensi e britannici delle SAS (questi ultimi si calcolano in almeno 120 unità) mascherati di nero come combattenti dell’ISIS, che stanno già operando sul territorio, nella zona nord, infiltratisi dalla Turchia, per individuare i primi obiettivi del piano di invasione via terra. Sorge il dubbio che la Turchia sia stata costretta a sospingere grandi masse di rifugiati attraverso la Macedonia e la Serbia verso l’Europa, accompagnando questo esodo con una abile campagna di manipolazione dei media che hanno iniziato a sostenere la necessità di accogliere i profughi e fermare la guerra in Siria, intervenire per rimuovere Al Assad, indicato come la causa di tutti i mali. Il fatto curioso che la campagna è stata ispirata ed ha avuto l’appoggio dei governi europei che fino ad oggi hanno contribuito ad armare ed a fornire sostegno ai gruppi terroristi, arrvati dall’estero, che hanno seminato morte e distruzione nel paese arabo, sospingndo alcuni milioni di persone a rifugiarsi nei paesi confinanti ed a cercare vie di fuga verso l’Europa. Tutto era pianificato per questa operazione con i toni trionfalistici di Francois Hollande e di David Cameron, i quali, dopo aver fatto a gara nel mobilitare le forze militari, si apprestavano a fregiarsi del ruolo dei nuovi protagonisti e “salvatori” dello scenario siriano ma ora la festa è sul punto di finire. Arriva la Russia di Putin e forse si rsolverà il problema dell' Isis, della guerra in Siria, e delle migliaia di chiedenti asilo apparsi improvvisamente sulle rotte dell'est Europa. fonti The Telegraph HispanTV Brookings Istitution DEBKAfiles pubblicato 10sept 2015

Peppino Barlocco

villacortese.net

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