ARCHIVIO 2012 27aprile 2012
Ma chi sono e quanti
sono i demagoghi
Napolitano, partiti e segretari ostentano verso la formazione di Grillo supponenza e alterigia
«No ai demagoghi di turno» dice il capo dello Stato ergendosi nel contempo a difesa della classe politica, Da parecchio tempo le parole di Napolitano sanno di populismo applicato alle magagne di un paese.. Per essere sino in fondo credibile, dopo averci indicato i partiti come un passaggio ineludibile e virtuoso della democrazia, il nostro Capo dello Stato dovrebbe forse spiegarci meglio cosa pensa di queste formazioni politiche che ci hanno governato negli ultimi vent’anni, e giusto per restare nei pressi della demagogia, porsi il legittimo interrogativo se non siano (stati) proprio i partiti tradizionali i più genuini portabandiera di questa deriva. Alludendo a Grillo senza farne cognome e nome, come il «demagogo di turno» porterebbe a concludere che Pd, Pdl, Terzo Polo, Idv, ecc, ecc, si sentano totalmente immuni dall’accusa di aver cavalcato il qualunquismo in tutti questi anni. Ma questo non risulta agli atti e il Presidente, lo sa benissimo Per ora i sondaggi lo danno dal 7 al 10% dei consensi. Pesca a destra e, soprattutto, a sinistra. Il Movimento di Beppe Grillo sta sfondando, complici la crisi e gli scandali dei partiti. Il qualunquismo non è solo dei grillini e demonizzandoli le forze politiche non recupereranno voti. Non è corretto mettere da una parte un demagogo e dalla parte opposta i partiti, tutti santi, con la profondità della loro politica, il loro progetto per il Paese, le riforme per i cittadini, l’esigenza insopprimibile di rinunciare ai soldi pubblici, il dimagrimento dello Stato, la scelta luminosa dei candidati. Parole strasentite da decenni e pronunciate dai demagoghi in servizio permanente effettivo, che hanno portato a niente o meglio alla situazione attuale. Le forze politiche continuando a sbagliare .. ostentano verso la formazione guidata dal comico ligure una supponenza e un’alterigia che si traducono facilmente in demonizzazione dei suoi aderenti e simpatizzanti. Persistendo in tale errore sarà difficile provare a recuperare i voti in libera uscita verso Grillo» Le prospettive ed il successo delle Cinque Stelle dipenderanno completamente dalle scelte degli altri partiti, dalle riforme che vorranno e potranno realizzare anche se attualmente...
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...«in una logica di crisi generale e in una realtà politica frammentata, Grillo e i suoi militanti conquisteranno una rappresentanza parlamentare significativa nel voto del 2013, e saranno sicuri protagonisti della scena pubblica futura». Le scelte che verranno compiute dall’area dei cittadini indecisi, pari alla metà del corpo elettorale».potrebbero portare le 5 stelle alla soglia del 10 per cento avendo la capacità di attrarre adesioni e consenso dappertutto, a sinistra e nelle sue fasce più protestatarie, e nei tanti simpatizzanti del Pdl delusi dal fallimento della promessa berlusconiana. Il segreto del successo delle Cinque Stelle è tutto nell’impopolarità di partiti che prima sono stati costretti a cedere la direzione del governo a Monti e poi si sono rivelati inadeguati nel promuovere autentiche politiche riformatrici. I demagoghi dunque vanno chiamati per nome e gli italiani nel corso degli anni hanno ormai capito chi sono. Peppino Barlocco
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