43 51 frammenti per Lorenzo Calogero Ottobre 2010 Lorenzo Calogero, Gelide parvenze, la vita acre dei segni conosco. Non è finito lo spazio. Io mi corrompo. Non so l’aurora quale il ladro del tempo rapido senza scampo. È murmure il suo sonno a una risposta a sommo di una tomba nascosta che ti trasporta, e, di trasporto in trasporto, è il suono dell’essere felice, gioia non tersa calma nel suo fondo. E se nel suo velo un corpo dietro un passo senza peso vede, triste io ti domando. I cieli sono sciupati, emersi dentro un raggio. Nell’isola che li contiene è una rondine felice. da Come in Dittici, 1954 - 56