JAPANIMANDO n. 7

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WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno II - n. 7

NEWS COSP LAY

CULTURA MUSIC A

ANDREA “STARCHILD” DI VIRGILIO - Foto di SIMONE DILAGHI

EVENTI


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EDITORIALE

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uon Anno a tutti!! Spero tanto che queste feste appena trascorse abbiano portato tanta gioia nelle vostre case; da noi invece hanno portato la notizia che il raduno PARCOSPLAY di Catanzaro non avrà più luogo: i ragazzi continueranno ciò che noi abbiamo iniziato indipendentemente dal supporto della nostra associazione... e noi gli auguriamo un grosso “in bocca al lupo” affinché possano coltivare e divulgare la propria passione per tanto tempo ancora, come meritano. Per quanto concerne questa nostra webzine, credo proprio che adesso più che mai abbiamo bisogno del vostro supporto: la nostra associazione si trova infatti in un

periodo ricco di cose da pianificare e non sarebbe male poter ampliare la nostra cerchia di collaborazioni per offrire a tutti i nostri fans un prodotto culturale ancora più ad hoc per le proprie esigenze. Invitiamo quindi tutti voi ad offrirci il vostro aiuto, ricordando sempre che la nostra è un’ottima vetrina pubblicitaria; lo spazio ideale per poter trattare le vostre tematiche preferite facendo vedere di che pasta siete fatti: se vi ritenete dei bravi artisti o se volete semplicemente divulgare i vostri appuntamenti e le news sulle vostre attività tematiche... noi siamo qui per voi, come sempre. Altrimenti... cosa ci stiamo a fare? V. D’Amico

SOMMARIO PARCOSPLAY.................................................... pag. 3 Romina Pugliese e la sua arte......................... “ 4 Anime Classics in TV: JM Compilation.......... “ 5 Focus on Mario Gazzola.................................. “ 6 Manga Yaoi: Wonderland .................................. “ 7 Cinemaster: cinema e videogiochi................. “ 8 FantaTrailers: Clicca sulle immagini ............... “ 9 Telefilms Tokusatsu: Garo ................................ “ 11 Coffin&Muffin: il sogno di Elisabetta ............. “ 12 Horror Movie: Interior .................................... “ 14 Horror Book:Vlad Dracula ............................. “ 16 Due studenti, un’unica passione..................... “ 17 Il modellismo robotico: Combattler V.......... “ 18 Attimi di paura e anni di nostalgia................. “ 22 I Signori della guerra: Anno Domini 1375.... “ 24 Dea Fumettista e l’arte di emozionare ........ “ 26 Kikka & Kikko: La gelosia ................................ “ 28 Mi scusi... ............................................................ “ 29 Anime Classics: “Vicky il vichingo”................ “ 30 Effequ & Mammucari: creare fumetti ............ “ 32 J-Rock + Cosplay = Shinigami Squad ............ “ 35 I classici “Urania”: Guerra eterna.................. “ 37 La vostra arte su Japanimando ....................... “ 38 Situazioni da otaku: Episodio 7....................... “ 39 Massimiliano Tedesco........................................ “ 40 Michela Cucchiella ............................................ “ 42 Album 26° PARCOSPLAY di Ostia Lido ..... “ 43 Album PARCOSPLAY Christmas Special .... “ 54

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ROMINA PUGLIESE E LA SUA ARTE Su Facebook: Romina Storyboard Illustrations

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iao a tutti! Mi chiamo Romina, sono nata a San Donà di Piave (VE), classe 1982 ed ora vivo nella mite Riviera. Da sempre sono appassionata di disegno, di cartoni animati e di fumetti; ho imparato a leggere a 4 anni con Topolino che mi ha fatto compagnia fino ai 14 anni (ancora oggi può capitare), dopodichè sono passata ai manga, di cui sono tutt’ora un’avida lettrice e collezionista. Il mio genere preferito è lo “shojo”, sono molto romantica e mi piace vedere il mondo in rosa. Fin dalla tenera età amo vedere sia i cartoni animati televisivi (dei cartoons “Disney” classici Paperino è il mio mito mentre nei cartoni giapponesi lo sono “Creamy”, “Sailor “Moon”, E’ quasi magia

Johnny”) che i film d’animazione (“Disney” e giapponesi).

Il tempo libero lo passavo sempre a disegnare e mi piaceva inventare storie,

personaggi e fumetti; così, dopo essermi diplomata al liceo socio-psico pedagogico, decisi di iscrivermi prima alla “Scuola Internazionale di Comics” e poi all’“Istituto Europeo di Design” dove mi sono laureata in Illustrazione/animazione multimediale. Ho fatto degli stages in studi di animazione, sia a Milano che in Ungheria, e in studi di grafica nella Riviera. Ho lavorato come storyboard artist e illustratrice. Ho appena illustrato e pubblicato un libro per piccini intitolato “La Fattoria di Anna, Il Pulcino Curiosone” presso la casa editrice Edigiò. Sto lavorando e cercando di far crescere il design “I love my Pom”, ovvero i miei “Pomeranian Spitz”, design dedicato a questi batuffoli pelosi.


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Ho realizzato uno dei miei sogni della mia vita, ovvero di andare in Giappone, dove sono stata ospite presso una famiglia giapponese a Tokyo e da alcuni amici a Kyoto.

Spero di poterci tornare presto! E’ un viaggio che consiglio vivamente a tutti, agli appassionati e non del mondo nipponico. Vi dedico tre mie opere,

ispirandomi al nostro fantastico Giappone!! Ciaoooo da Romina Sto-

ryboard Illustrations su Facebook! Romina Pugliese

ANIME CLASSICS IN TV: JM COMPILATION  e © 2002 Edizioni G.E.S., su licenza Nuova Fonit Cetra S.r.l., Warner Music Group, An AOL Time Warner Company. Made in Germany by Warner Music Manufacturing Europe. Produzione: Santo Verduci. ----------------------1. Bia, la sfida della magia (2’30”) 2. L’ApeMaia va (3’06”) 3. Marco (3’35”) 4. God Sigma (2’40”)

5. Capitan Futuro (3’00”) 6. Shooting Star (3’05”) 7. La Principessa Sapphire (3’16”) 8. L’ApeMaia in concerto (3’04”) 9. Nils Holgersson (3’30”) 10. Astro Robot Contatto Y (4’08”) 11. Capitan Harlock (2’58”) 12. Ape Ape ApeMaia (2’55”) Buon Ascolto!


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FOCUS ON MARIO GAZZOLA www.posthuman.it

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el luogo era in corso un rave illegale e la scoperta del corpo del giovane, letteralmente diviso in due da un taglio netto, ha generato il panico e la fuga degli astanti.” Con quest’inquietante immagine – tratta da un brano del suo romanzo d’esordio – vi presentiamo un autore della s/f italiana che intrigherà chi di voi ama il cyberpunk, gli scenari apocalittici e ha il rock nel cuore: Mario Gazzola. Classe 1964, lavora in un’agenzia di relazioni pubbliche milanese ed in passato ha lavorato anche in teatro. Sbirciando nel suo sito, e non solo, si scopre che ha scritto di musica su diverse testate come

“Rockerilla”, “Rockstar”, “Musica & Dischi”, “Musica!” di Repubblica, “JAM”, “Panorama”, “l’Espresso” ed altre ancora, parlandone inoltre dai microfoni di “Radio Lodi”, “Radio Popolare” e recentemente intervenendo nella ‘Dark Zone’ del programma “Moshpit” su “Radio Base”, condotto da Eduardo Vitolo (coautore del saggio “Horror Rock”, con il quale evidentemente ha molta affinità). Ma non finisce qui! Dilettandosi anche di fotografia, oltre a scrivere di musica e intervistare musicisti (da Sakamoto a Nick Cave, da Robert Wyatt a John Barry e Tori Amos, che gli ha offerto lo spunto originario per il romanzo di cui leggete più avanti) ha partecipato alla mostra fotografica collettiva

“Dieci anni di Suoni&Visioni” (Milano, Spazio Oberdan, 2001) e nel 2003 ha realizzato la sua prima mostra personale, intitolata “Scatti Sonori” (Milano, Union Club) e anche vinto il concorso “Clikkarezzowave” con le foto scattate durante l’edizione 2003 del “Love Festival”: una di esse è stata inserita nella mostra itinerante sul festival. E’ noto tra i lettori di cinema per aver scritto – oltre che sul sito linkato sotto il suo nome – sull’ormai defunta “HorrorShow” e su “Nocturno” (sito e mensile), tiene la rubrica “ExCell” sul magazine del Movimento Connettivista “NeXt” e ha presentato diverse cineanteprime collaborando con “CiaoRadio”. Inoltre, nel booklet del dvd del film “Sheitan” (ed. Millennium Storm, versione deluxe) trovate incluso un suo saggetto dedicato all’horror francese. Come autore letterario nel campo del fantastico esordisce nel 2007 su “Robot” n. 51, con un racconto (“L’Officina dei Ricambi”). Seguono il racconto “Come Noi”, pubblicato su “NeXt” numero 8 e poi incluso sull’antologia “Mangiami” (ed. Magnetica) ed il racconto “Confiteor”, pubblicato da Carmilla


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online e poi incluso nell’antologia “Frammenti di una rosa quantica” (ed Kipple) e più volte presentato in live reading. Nel giugno 2009 esce il suo primo romanzo, che rielabora in chiave futuribile tutte le esperienze citate sopra: un thriller cyberpunk irto di citazioni cinematografiche e rockettare dal titolo “Rave di Morte” (edito da Mursia), che trovate facilmente in libreria. Ambientato nel 2025, alle soglie dalla Quinta Campagna Irachena, il romanzo mette in scena un mondo che sta pericolosamente sfiorando l'autodistruzione, tra hacker, macchinazioni propagandistiche, attentati terroristici nelle metropoli e guerre che nessuno osa più definire giuste, esplode la voce straordinaria di una nuova cantante pop: Yorki Amor. Una voce troppo bella, al punto da scatenare i sospetti del protagonista, il critico Lester Peels, che – attraverso disavventure sempre più apocalittiche – finirà per scoprire il groviglio di interessi economici, militari e politici che si nascondo dietro il patinato mondo del music biz. Un romanzo parecchio “tarantiniano” che diversi lettori hanno trovato anche alquanto vicino al mondo del graphic novel nell’iperrealismo pulp delle situazioni e della violenza grafica.

Dopo il romanzo, nel 2010 il suo racconto “Vermi e Ragni” esce su “NeXt” n. 14, mentre nel 2011 esce il brevissimo “Silenzi” sull’antologia “365 Racconti Horror per un Anno”, a cura di Franco Forte per “Delos Books” (altro titolo agevolmente reperibile in tutte le librerie). Grazie a questa visione “cinematografica” della scrittura ha anche realizzato – insieme all’amico e coregista Walter L’Assainato – un cortometraggio totalmente autoprodotto, di gusto tra l’Aronofsky di “Pi Greco” e il Cronenberg più mutante: “Con gli occhi di domani” (su un soggetto da lui scritto adattando liberamente il tema de “L’Occhio del Purgatorio” di Jacques Spitz, recentemente riedito da Urania Collezione), che potete vedere in streaming sul sito www.posthuman.it, di cui l’autore cura i contenuti con un piccolo pool di fidati amicicollaboratori. Ovviamente, la storia continua: infatti non crediamo proprio che un soggetto del genere si fermi qui... e meno male. A quanto ci racconta, sta infatti organizzando due giornate dedicate al fantastico presso lo spazio Mohole a Milano (www.mohole.it) per la fine di marzo 2012: vi terremo aggiornati anche su quell’iniziativa! Vincenzo D’Amico

MANGA YAOI www.tekeditori.com

WONDERLAND di Taishi (disegni) - Kinno (Testi) Wonderland un tempo era una terra florida abitata da genti pacifiche, una tranquillità destinata a cessare. Le sorti di questo mondo sono appese ad un filo e solo una nuova Alice potrà salvarlo dalla fine "... e così la bambina cadde nella tana del coniglio...

trovandosi in un'altra realtà" bisbigliò Fenn. "Chi sarà la prossima Alice?"

------------------------------Prima Edizione: Luglio 2011 (per un pubblico adulto) Numero di pagine: 130 Prezzo: € 8,50


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CINEMASTER: CINEMA & VIDEOGIOCHI

Clicca su: www.comunicazione.uniroma1.it - www.cine-master.it - www.aiv01.it

Roberto Faenza

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inema e videogiochi. Questa accoppiata trent’anni fa avrebbe fatto scalpore per alcuni, mentre per altri non avrebbe avuto senso: come si poteva accostare un’arte ad un passatempo elettronico? Ma ora, sembra che questo connubio mediale, reputato tanto assurdo in passato, sia diventato un rapporto dialettico di cui entrambi i media non possono fare a meno. Infatti questa relazione, grazie anche al ruolo di tramite svolto dalla rivoluzione digitale, ha modificato (e continua a modificare), attraverso un mutuo scambio l’aspetto, i contenuti, lo stile e gli strumenti espressivi sia del videogioco che del cinema. E’ nato così “Cinemaster – Sceneggiatura

cinematografica e videogame direction”, un nuovo master universitario di primo livello nato con l’obiettivo di individuare, potenziare e creare figure professionali nel settore della “scrittura creativa per i media”, con particolare riferimento alla crossmedialità e al videogioco come prodotto culturale. L’esigenza di questo tipo di esperto in scrittura, visibile negli attuali mutamenti del mercato culturale, è particolarmente evidente nel settore del videogioco, un comparto che in tre anni ha raddoppiato il proprio valore e rappresenta oggi un ambito tecnico-professionale in rapida evoluzione. Ideato dal Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università di Roma “La Sapienza”, organizzato in collaborazione con l’Accademia Italiana Videogiochi e con il patrocinio delle Istituzioni Biblioteche di Roma, Cinemaster, unico nel suo genere in Italia, intende rispondere alla crescente domanda di formazione di scrittori in grado di gestire una narrazione di tipo interattivo. Cinemaster ha elaborato un percorso di studio concreto, diviso in aree tematiche congrue, che metta in grado lo studente di avvicinarsi concretamente al mondo del

lavoro. Un’offerta formativa fortemente orientata alla pratica, grazie alla presenza di professionisti del settore, sceneggiatori e registi. Alla fine del corso i partecipanti avranno realizzato concretamente, attraverso un’attività di laboratorio costantemente monitorata dai docenti, un prodotto narrativo crossmediale. La scadenza per presentare le domande di ammissione al Master, che avrà inizio il 1 febbraio 2012, è fissata per il 13 gennaio. La durata del master, destinato ad un massimo di 25 corsisti, è di 12 mesi. Possono accedervi coloro che sono in possesso di laurea (triennale, specialistica/magistrale o vecchio ordinamento), senza alcun vincolo di provenienza o di età. L’iscrizione al master è incompatibile con qualsiasi altro corso di studio ad eccezione dei corsi di alta formazione. Le domande di ammissione potranno essere fatte pervenire entro e non oltre le ore 17 del 13 dicembre 2012: a) via mail al seguente indirizzo: cinemaster@uniroma1.it. A coloro i quali intendano avvalersi di questa modalità di invio della do-

manda di ammissione al Master verrà inviato un messaggio di avvenuta ricezione. b) consegnando a mano alla Segreteria Cinemaster, via Salaria 113 (stanza B11c, primo piano), 00198 Roma, martedi e giovedì ore 15-17. E’ possibile, inoltre, consegnare la domanda alla Referente tecnico-Amministrativa dei Master Dott.ssa Giorgia D’Ambrosi, scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica: giorgia.dambrosi@uniroma1.it per concordare un appuntamento in giorni ed orari alternativi. Le strutture saranno chiuse per la pausa natalizia dal 23 dicembre al 9 gennaio. c) consegnando mediante raccomandata A/R al seguente indirizzo: Direttore del Master Prof. Roberto Faenza presso Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione, via Salaria 113 (stanza B11c, primo piano), 00198 Roma. Non farà fede alcun timbro postale. Per ulteriori informazioni e per scaricare il Bando mandare una e-mail su cinemaster@uniroma1.it oppure cliccare sui siti indicati in alto. Valentina Leotta


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FANTATRAILERS: CLICCA SULLE IMMAGINI DOGORA IL MOSTRO DELLA GRANDE PALUDE Titolo originale: Uchu Daikaiju Dogora Titolo inglese: Space monster Dogora Produzione: Toho. Giappone, 1964 Durata: 81 minuti Regia di Ishiro Honda Scritto da Shinichi Sekizawa Musiche di Akira Ifukube Effetti speciali di Eiji Tsuburaya Produttore esecutivo Tomoyuki Tanaka Cast:Yosuke Natsuki, Hiroshi Koizumi, Akiko Wakabayashi, Yoko Fujiyama, Nobuo Nakamura, Robert Dunham Testo tratto dal lato B del DVD prodotto e distribuito dalla Eagle Pictures S.p.a. / Passworld: Un satellite per le trasmissioni televisive, lanciato in orbita terrestre da un centro spaziale, scompare dopo pochi minuti di volo. Sugli schermi del controllo, per brevi istanti, si intravede una misteriosa entità proveniente dal cosmo profondo. La creatura è Dogora, simile ad una gigantesca medusa. Il pianeta Terra rappresenta una preda ambita poiché sulla superficie esistono moltissime miniere di carbonio a cielo aperto, suo cibo naturale... Una banda di ladri di diamanti, un ispettore della polizia giapponese ed uno scienziato si troveranno così a dover fronteggiare il mostro.

LA DONNA ESPLOSIVA Titolo originale: Weird Science Produzione: Hughes/Silver - Universal Studios. USA, 1985 Durata: 87 minuti circa Scritto e diretto da John Hughes Musiche di Ira Newborn e Jimmy Iovine Cast: Anthony Michael Hall, Kelly LeBrock, Ilan MitchellSmith, Bill Paxton, Suzanne Snyder, Judie Aronson, Robert Downey Jr., Robert Rusler, Britt Leach, Barbara Lang,Vernon Wells, Michael Berryman, D'Mitch Davis Testo tratto dal lato B del DVD prodotto e distribuito dalla Universal Studios: La leggenda di Frankenstein viene ribaltata in questa provocatoria commedia piena di effetti speciali dallo sceneggiatore-regista di “Un compleanno da ricordare” e “The Breakfast Club”. L’apprezzato regista John Hughes ci riprova: qui, dà all’impacciato genio del computer Ilan Mitchell-Smith e al suo migliore amico Anthony Michael Hall il potere di programmare la donna perfetta (Kelly LeBrock). Come una fatina generata al computer, la creatura ultraterrena creata dai due protagonisti, li guida tra gioie e dolori dell’adolescenza. Al ritmo rock di una colonna sonora in cui compaiono molte superstar della musica, come gli Oingo Boingo, questa originale favola fantascientifica dà vita a una delle nostre fantasie adolescenziali preferite.


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TELEFILMS TOKUSATSU: GARO Clicca su:Tokusatsu Forum

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oga Saejima è Garo, un guerriero del Makai che combatte contro gli “Orrori”, degli esseri nati dalle pulsioni malvage degli uomini, con l’uso di un’armatura dorata dalle fattezze di un lupo che può utilizzare per soli 99,9 secondi. Un giorno incontra Kaoru Mitsuki, una giovane pittrice, e la salva da un Orrore. Kaoru viene però contaminata dal sangue di quell’essere ed è pertanto destinata a diventare essa stessa un Orrore entro 100 giorni. Inizialmente Koga decide di lasciarla in vita in quanto la ragazza è un vero e proprio “richiamo” per quegli esseri ma, col tempo, arriverà ad innamorarsene tanto da rischiare la vita nella ricerca di una cura. Kaoru nel frattempo conosce Rei Suzumura, un ragazzo che si rivelerà essere anch’egli un guerriero del Makai chiamato Zero, munito di 2 spade ed un’armatura di colore argento. Garo e Zero, durante le loro incredibili avventure, conquisteranno anche 2 speciali cavalli, si ritroveranno a faccia a faccia con mostri terribili e dovranno affrontare il tradimento di coloro che consideravano essere loro alleati. Vincenzo D’Amico Sebastiano Lombardo

ELENCO DEGLI EPISODI Capitolo del “Lupo Nero”

Genere: Tokusatsu Creato da: Keita Amemiya Cast: Hiroki Konishi, Mika Hijii, Ray Fujita, Masaki Kyomoto Compositori: Shinji Kinoshita, Kōichi Ōta, Paese: Giappone

Numero di episodi: 25 Produttori esecutivi: Minoru Kubo, Kiyotaka Ninomiya, Makoto Shiraishi, Produttori: Kōichi Ishida, Hiroyuki Hattori, Junpei Nakagawa Durata di ciascun episodio: 24-25 minuti

01 - Il libro illustrato 02 - Anima oscura 03 - Orologi 04 - Il banchetto 05 - Chiaro di luna 06 - Bellezza 07 - Zanna d’argento 08 - L’anello 09 - La prova 10 - Maschere 11 - Come in un videogame 12 - Taiga 13 - Promessa 14 - Incubo 15 - Sculture divine 16 - Sakè rosso 17 - La vasca 18 - Tracce 19 - Fuoco nero 20 - Vita 21 - Proiettili demoniaci 22 - Incisione 23 - Bestia senza anima 24 - Fanciulla 25 - Lo spirito dei grandi GARO Gaiden 01 - Sorriso Più 2 mini serie speciale: GARO: “Bestia della notte bianca” GARO: “Red Requiem” Spin off: KIBA Gaiden

Per acquistare la serie, clicca sulla copertina qui a sinistra e vai al sito della Dynit.


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COFFIN&MUFFIN: IL SOGNO DI ELISABETTA www.coffinandmuffin.com

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iao a tutti i lettori di Japanimando, mi chiamo Elisabetta, meglio conosciuta come “Coffin&Muffin” o Maisha/Maetel di Galaxy Express 999. Ho la passione per i costumi e del creare qualsiasi cosa fin da quand’ero molto piccola. Col tempo ho iniziato a conoscere il Giappone e tutto quello che rappresenta, così come il fenomeno cosplay quando ancora qui in Italia non era molto noto. Ho iniziato quest’hobby praticamente da piccolissima, quando ancora non sapevo nemmeno che esistesse, facendomi vestiti di carta crespa e imitando i personaggi dei cartoni che più mi piacevano ed immaginando di rivivere le loro storie. Quando cominciai a leggere e disegnare fumetti e documentarmi sul Giappone vidi che questa passione era una cosa che cominciava a diffondersi e da lì non ho più smesso, anzi poco a poco ha preso anche forma concreta nel mio sogno, un sogno che ho voluto chiamare “Coffin&Muffin”. “Coffin&Muffin” significa letteralmente “Bara e dolcetto” e come nome racchiude un po’ sia lo stile dark-gothic che il lolita, i due stili preponderanti nel mio marchio ma che poi spaziano a qual-

siasi altro genere o sottogenere. Il marchio, registrato con nome e logo nel 2007, formato da una teiera e una piccola bara, racchiude tutta una serie di attività creative che spa-

ziano dalla realizzazione 100% handmade di abiti ed accessori come collezioni, in stile dark-gothic, lolita, cyber, steampunk, fantasy, kawaii, in stile giapponese tradizionale o rivisitato, articoli esote-

rici e realizzazione di cosplay ed accessori, abiti per gioco di ruolo dal vivo, armi ed armature, ed anche scenografie o costumi teatrali... e qualsiasi altra cosa possa essere immaginata! Il mio percorso stilistico e creativo nasce da autodidatta, perfezionato poi con la laurea in Design di moda ed alcuni corsi di specializzazione di taglio e cucito e in altri ambiti, ma soprattutto con lo sperimentare o inventare nuove tecniche e provare nuovi materiali. Tra i vari cosplay che ho realizzato quello che preferisco è Maisha/Maetel di “Galaxy Express 999” che porto ormai da diversi anni, mi ritrovo molto nel personaggio ed era uno dei cartoni che più mi piacevano. Tra gli altri vi sono Alexiel da “Angel Sanctuary”, Hinoto da “x/1999”, Warlock e Void da “World of Warcraft” con cui abbiamo vinto come miglior gruppo videogioco a Lucca 2007, “La principessa Zaffiro” e molti altri ancora. Penso che il cosplay sia un hobby appassionante, permette di unire creatività, fantasia, ingegno e che accomuni anche molte persone con interessi in comune, permettendo anche nuove conoscenze ed amicizie e nuovi punti d’incontro, oltre all’emozione di tra-


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una bella storia, poterla vivere con i nostri occhi, cambiandola ogni volta che vogliamo. Così al mare posso diventare una sirena, o posso farmi spuntare un paio d’ali, diventare quel personaggio che amavo tanto, o immaginare qualsiasi altra cosa, e condividerlo anche con coloro che hanno questi stessi sogni. Mi impegno moltissimo in questo progetto e ci metto tutta la passione che ho, non si tratta solo di cucire dei vestiti, ma di metterci anima e cuore in ogni singolo pezzo. Ogni creazione viene realizzata con cura, scegliendo personalmente materiali e tecniche più adatte, per renderla il più realistica e fedele possibile, viene tutto realizzato sformarsi nel personaggio che più ci piace e a cui ci sentiamo affini. Ogni fiera è sempre un’emozione, piena di preparativi, colori, nottate in bianco passate a cucire, creare, incollare, tagliare, correre e ingegnarsi per riuscire poi a portare l’agognato progetto. Il mio sogno è di poter trasformare la fantasia in realtà, di veder nascere ogni volta tra le mie mani creature fantastiche, materiali inermi diventare qualcosa che prima non c’era, e vivere i sogni come realtà, emozionandosi come si farebbe con un film o

a mano sia dalla fase della creazione della base che del cartamodello che nella realizzazione vera e propria fino all’ultimo dettaglio. Tutto questo nasce come un sogno, un viaggio fantastico che ogni giorno cerco sempre di migliorare e di poter concretizzare, magari con l’apertura di uno shop della fantasia che possa racchiudere tutti questi mondi. Comunque, nel frattempo, con il mio “treno immaginario 999” viaggerò ancora per molte fiere e mercatini con tante nuove creazioni... il viaggio della fantasia non termina mai!

Elisabetta Coffin&Muffin


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HORROR MOVIE: INTERIOR www.scheletri.com

INTERIOR Titolo internazionale: Inside Regia: Alexandre Bustillo e Julien Maury Cast: Béatrice Dalle, Alysson Paradis, Nathalie Roussel, François-Régis Marchasson, Jean-Baptiste Tabourin, Dominique Frot, Claude Lulé, Hyam Zeytoun, Tahar Rahim, Emmanuel Guez Anno: 2007 Nazione: Francia Durata: 83 minuti - HORROR MOVIE -

INTERIOR

TRAMA Sarah ha appena perso il compagno in un terribile incidente, nel quale lei era alla guida. Lei e il suo bambino non ancora nato si sono salvati, ma il suo stato emotivo è molto instabile. La sera di Natale, quando è sola in casa e sotto l’effetto dei tranquillanti, una donna bussa alla sua porta. Lei non aprirà, ma la donna misteriosa troverà il modo di entrare all’interno e dare la caccia al bambino che cresce nel ventre di Sarah. RECENSIONE À l’interieur è un luogo altro che ci si immagina protetto dal mondo e dagli urti che la vita riserva. Sarah, come molte donne al termine della


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gravidanza, vive dentro il suo corpo come fosse una trincea. Il bambino che lei ha dentro di sè rappresenta tutto il suo mondo, dal momento che ha anche avuto la sfortuna di perdere il suo compagno. E l’aspetto totalizzante di questa situazione è ben espresso nel concetto archetipo di Uroboro, un posto indifferenziato e senza tempo, da dove tutti veniamo e dove finiremo per tornare. Ovvio che un horror incentrato sulla fallace percezione di sicurezza che dà l’interno del corpo della madre debba risultare assai disturbante. Ma i due diabolici registi, alla loro opera prima, non si fermano qua. Quello che alla fine confezionano è un horror totalizzante, nella misura in cui l’interno della pancia dove abita il piccolo oggetto delle mire di una donna sconosciuta, presto diviene l’interno stesso della casa. A mano a mano il sangue sporcherà ogni parete e il bianco delle piastrelle del bagno diverrà schermo sul quale proiettare le peggiori ansie rispetto alla maternità. Ma andiamo per ordine, Sarah alla prima inquadratura è già coperta di sangue. L’incidente nel quale ha perso il suo compagno è appena avvenuto, lei si controlla la pancia, e poi guarda di fianco a sè. La diagnosi è presto fatta: il bambino c’è ancora, il compagno purtroppo no. Dopo poche scene in

ospedale, la vediamo andare in giro a fare foto nei parchi, foto di famiglie felici, come quella che avrebbe avuto lei se le cose fossero andate diversamente. Alla fine decide, contro il parere dell’intera famiglia, di trascorrere da sola la sera di Natale. Si chiude in casa e prende qualche pillola per dormire. Poco prima di andare a letto una donna bussa alla sua porta, lei non solo non la lascia entrare, ma chiama anche la polizia, si sa che le donne in gravidanza sono un tantino apprensive. Da questo momento in poi il film comincia ad insinuare nello spettatore e nella stessa protagonista, il senso di instabilità tipico di chi sperimenta un intrusione nel proprio spazio intimo. Come i protagonisti di Ils prima di lei, anche Sarah dovrà fare i conti con la nuova paura dei cineasti francesi: l’intrusione non au-

torizzata dall’esterno con intenti distruttivi. E se i precedenti sfortunati protagonisti del disvelamento della recente deriva psichiatrica da cui pare afflitta la Francia attuale, hanno potuto contare sulla complicità dello spettatore, questa nuova storia è dedicata in prima battuta alle donne. Solo una donna può davvero capire l’orrore di qualcuno che non solo ti entra in casa, ma che ti vuole prendere un figlio dal ventre. E per meglio coinvolgere anche quelli che non lo possono sapere, i registi si dedicano al meticoloso lavoro di estendere lo spazio interno del corpo di Sarah all’intera casa. Ecco quindi spuntare coltelli, forbici, ferri da calza e quant’altro nel tentativo di bucare la parete oltre la quale il sangue scorre copioso. Lo spazio interno della casa, come anche quello del corpo, di colpo per-

dono la loro caratteristica principale, quello di fare da barriera contro l’esterno. E così ogni movimento è teso a lacerare e colpire dove fa più male, nel tentativo di derubare un corpo e una casa del suo abitante. Le progressive estensioni della follia strisciano silenziose all’interno delle stanze per poi esplodere ogni volta che viene aperta una porta. Ad ogni apertura esterna corrisponde una lacerazione del corpo e, se tutti quelli che entrano in quella casa finiscono per essere coinvolti è solo perchè il sangue è vischioso e si attacca a tutto. E poi se come dicono i vampiri: il sangue è la vita, qua di vita ce n’è più che a sufficienza. La battaglia infatti è di natura primordiale, è la guerra che si fa per proteggere la vita stessa, minacciata in questo caso, non come poteva apparire ad un primo sguardo dalla follia, ma dalla sfortuna. Ed è per questo che il film regge, almeno visivamente, certo il plot è semplicistico e anche un tantino inconsistente, ma la rappresentazione ad un certo punto prende possesso dell’intera operazione, e allo spettatore non importa neanche più di sapere perchè quella donna voglia fare una cosa così terribile, chi guarda alla fine vuole solo sapere se ce la farà. Anna Maria Pelella


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HORROR BOOK:VLAD DRACULA www.scheletri.com

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racula è noto al mondo nella versione romanzata del vampiro mai morto. Ma dietro questo mito letterario si cela la storia vera del principe valacco Vlad Tepes, cavaliere del Drago, il cui regno in Valacchia fu conteso nel XV secolo con la forza e il terrore da due voraci predatori: l’impero ottomano e l’Ungheria. Dracula rispose ai suoi nemici con una personalissima idea della giustizia, rendendosi protagonista di episodi di efferata crudeltà e di atroci rappresaglie, attuando le raccapriccianti pratiche di sterminio che gli valsero l’orrido appellativo di Vlad l’Impalatore.Venerato come temerario difensore della cristianità e dell’indipendenza nazionale rumena, divenne ben presto una leggenda in tutto il mondo (dalla se-

conda di copertina). Libro di esordio dell’americano Michael Augustyn, “Vlad Dracula” è un avvincente romanzo storico che ripercorre le gesta del leggendario principe della Transilvania, diventato celebre in tutto il mondo grazie all’opera di Bram Stoker. Prima fuggitivo dalla propria terra, poi principe in Valacchia e infine prigioniero in Ungheria, attraverso il dettagliato resoconto storico di Augustyn, abbiamo la possibilità di conoscere i molteplici aspetti di un personaggio controverso: da una parte il Dracula sanguinario e spietato e dall’altra il valoroso condottiero che lottò fino alla morte per difendere la propria patria dall’arroganza turca. Il libro si conclude con la “leggenda” di Dracula, dove l’autore offre la sua

personale teoria sulla nascita del vampiro più famoso della letteratura. Da leggere! Alessandro Balestra

--------------------VLAD DRACULA di Michael Augustyn Pagine 361 Euro 9,90 Newton & Compton

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DUE STUDENTI, UN’UNICA PASSIONE www.mangateam.it

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alve a tutti! Il nostro staff è pronto a spiegarvi le motivazioni e le passioni che ci spingono a lavorare a questo progetto e gli obiettivi che ci siamo posti. Il progetto Mangateam nasce dall’hobby... o meglio... dalla passione di due giovani studenti universitari, Carlo e Maurizio (rispettivamente di 20 e 21 anni), entrambi accomunati dalla passione per i manga (ovvero i fumetti giapponesi). Proprio da questo genere di narrativa sono stati tratti i cartoni animati di successo che hanno accompagnato la crescita, non solo della nostra generazione ma anche quella dei nostri genitori.

L’idea di creare un portate dove sfogare le nostre passioni è nata per caso, in uno dei tanti discorsi che si fanno quando ci si incontra in fumetteria; e così, pian piano, nel giro di pochi mesi, ritagliando del tempo dagli impegni universitari, siamo riusciti a mettere in piedi qualcosa di concreto: un progetto ancora in stato embrionale, che potrà però avere grandi sviluppi. Su Mangateam.it abbiamo unito le predisposizioni di ognuno di noi: Maurizio si dedica infatti ai contenuti, in particolar modo alle video recensioni, dove può dare sfogo alla sua voglia di far conoscere questo fantastico mondo

Carlo Arcidiacono

di sogni attraverso il fumetto e l’animazione giapponese; Carlo invece, anch’egli lettore di manga, ha deciso di mettere a disposizione la sua passione per l’informatica e le sue conoscenze di programmazione per mettere in piedi la struttura tecnica del sito ed implementare sempre nuove funzioni e migliorìe tecniche. E così insieme, passo passo, vogliamo dare vita ad uno spazio a disposizione di tutti, dove noi in prima linea diamo sfogo alla nostra passione dando anche la possibilità a tutti gli appassionati italiani di: a) scambiare idee ed opinioni;

b) consigliare interessanti letture; c) discutere nel forum (collegato al portale) sulle serie di culto, sui personaggi, sulla cultura giapponese che tanto ci affascina, nonché su tutto ciò che accomuna molti ragazzi della nostra generazione ovvero i videogames, i giochi di ruolo, i giochi di carte, e tante altre cose che ci permettono di sognare, di evadere dai vari problemi giornalieri e dalle brutture della nostra società. Supportateci a aiutateci ad espandere i nostri confini!

Mangateam Staff

Maurizio Pilato


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IL MODELLISMO ROBOTICO: COMBATTLER V Su Facebook: L’Alabarda Spaziale - Modellismo Robotico FB Italia

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n saluto a tutti i lettori di JAPANIMANDO e ovviamente i migliori auguri di Buon Anno!! Ben ritrovati al consueto appuntamento dedicato al Modellismo Robotico a cura de “L’Alabarda Spaziale” (che trovate anche su Facebook all’indirizzo www.facebook.com/lalabardaspaziale). Iniziamo il 2012 con un viaggio indietro nel tempo; Accendiamo la nostra fiammante DeLorean, impostiamo i circuiti temporali su “Giugno 1999” e VIA!! In questo periodo la Bandai, nota azienda giapponese produttrice di giocattoli, ha da poco inaugurato la nuova serie “Soul of Chogokin” modelli robotici Diecast destinati al mercato collezionistico. Dopo le prime due uscite (GX-01 Mazinger Z e GX-02 Great Mazinger) viene lanciato sul mercato il primo prodotto targato

“Soul of Chogokin” componibile: Stiamo parlando del GX-03: Combattler V. Ma partiamo dalle origini: “Chodenji Robo Combattler V” (Robot Super Elettromagnetico Combattler V) è un anime robotico di 54 puntate prodotto nel 1976 da

Nippon Sunrise, ad opera di Saburo Yatsude e Tadao Nagahama. Nella serie, gli alieni del pianeta Cambell invadono la Terra: Per contrastarli il professor Stevens (Nanbara nell’anime originale) costruisce il robot elettromagnetico Com-

battler V, composto da 5 velivoli (custoditi nel laboratorio posta su una scogliera, la Base Nanbara) pilotati da Roy Lambert (Hyouma Aoi), Furio Batler (Juzo Naniwa), Gonghi Kasuki (Daisaku Nishikawa), Jolly Lynch (Kosuke Kita) e la nipote del professore, Maggie Stevens (Chizuru Nanbara). Questo anime sarà il predecessore di un altro famoso robot molto simile e altrettanto apprezzato:Vultus V. La versione che andremo a recensire sarà la GX03. Sono state messe in commercio un’accattivante versione “black” (GX-03b) e la versione “renewal” GX-50, leggermente modificata e migliorata, pubblicata nel 2009 nell’occasione del 10° anniversario. LA CONFEZIONE Come tutti i prodotti Bandai, il packaging è ottimo. La scatola è grande, colorata e attraente. Sul


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retro, altre ottime immagini che illustrano l’agganciamento e le armi del Combattler V. All’interno, ben protetti in un grande involucro di polistirolo, troviamo le armi (due Super Electromagnetic Yo-Yo, le due Twin Lancer, due Atomic Burner da innestare all’altezza delle braccia e il Super Electromagnetic Spin) con il loro stand espositivo, e le cinque navicelle: Battle Jet (testa), Battle Crasher (braccia/petto), Battle Tank (busto), Battle Marine (gambe) e Battle

Craft (piedi). Un manuale ricco e dettagliato completa il tutto. I PREGI... A livello estetico, nulla da obiettare: I tecnici della Bandai hanno svolto un ottimo lavoro, nonostante all’epoca fossero solamente al loro terzo SoC. Le navicelle e il Combattler V hanno uno sculpt ottimo e definito, molto fedele alla serie animata; lo stesso discorso vale per i colori utilizzati. Senza dubbio uno dei migliori modelli

in commercio relativi a questo grande robot. Le armi sono tante e ben realizzate, con il modello renewal GX-50 sono state addirittura aumentate, rendendo lo stand espositivo delle armi uno

dei più grandi mai visti... Provate quindi a immaginare in quante maniere potreste esporlo, visto la notevole quantità di accessori! I materiali utilizzati (Diecast e PVC) sono ben dosati, dando a questo modello il giusto peso (circa 664 grammi) per un’altezza di poco più di 24 cm. L’aspetto generale è soddisfacente. Il robot è imponente e proporzionato, esposto in vetrinetta fa decisamente la sua figura! ...E I DIFETTI Per quanto sia un modello eccellente, anche questo gokin ha i suoi punti deboli (a parer mio trascurabili specialmente se, come me, siete fan di Combattler e Vultus).


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nell’altra variante, ovvero il carro armato gigante Grand Asher, pare non essere un granchè in fatto di estetica. Molti collezionisti preferiscono esporlo come robot, dove può essere apprezzato per la maestosità, la fedeltà con l’anime e la vasta gamma di armi in dotazione.

Il primo, se proprio vogliamo dirla tutta, è la posabilità. Essendo un SoC un po’ datato la Bandai non aveva ancora dimestichezza nel produrre i propri modelli. Le articolazioni sono quindi un po’ limitate, e non sarà facile mantenere questo mecha in posizioni particolarmente complesse. Stesso

discorso anche per il montaggio delle cinque navicelle: in particolar modo dovrete fare particolare attenzione ad unire il busto e il petto, dove è richiesta un po’ più di forza per poter agganciare o sganciare i due moduli. La possibilità di “trasformare” il Combattler

CONCLUSIONE Il GX-03 ha sicuramente fatto storia. E’ stato il primo robot componibile ad essere prodotto per la prestigiosa serie targata Bandai e ha goduto di un discreto successo, essendo probabilmente (ad eccezione del GX-50 renewal) il migliore modello del Combattler V in circolazione. Tenendo conto anche del prezzo

(mediamente si va dai 100 ai 140 €, mentre per la versione renewal si va verso i 180 €) se siete appassionati di robot componibili non potete lasciarvelo scappare, insieme al suo “fratello” Vultus V. Se poi riuscite ad accaparrarvi la riproduzione della Nanbara Connection Base, con le rampe di lancio per le cinque navicelle, potete ritenervi davvero soddisfatti, anche perchè è un oggetto particolarmente raro, in versione Tamashii Limited! Con questo concludo il mio articolo, un saluto a tutti e alla prossima! MATA NE! ^_^ Roberto “Robb” Morello


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ATTIMI DI PAURA E ANNI DI NOSTALGIA Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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ono passati 37 anni da quel giugno del 1974 in cui nelle edicole italiane apparve una rivista dall’inconsueto formato e dallo strano nome: “Il Corriere della Paura”. Quella rivista “anomala” durò solo 22 numeri ed ebbe meno di due anni di vita editoriale eppure il suo ricordo è “fissato” nella memoria di chi la lesse all’epoca e di chi ha avuto la possibilità di leggerla successivamente. Quale è il motivo di questa incredibile “durata”, di questo successo che continua ancora oggi? A mio modesto parere, molto nasce dal felice connubio tra fumetti (“Made in USA”) e articoli (di completa produzione nostrana). L’Editoriale Corno stava vivendo il momento di massima espansione; l’anno prima aveva cominciato a pubblicare gli “Albi dei Super Eroi”, una collana in cui i personaggi si alternavano a rotazione senza una testata fissa. Si trattava di storie dai contenuti diversissimi che spaziavano dal “western” di Red Wolf allo “Sword and Sorcery” di Conan the Barbarian all’“horror” raffinato del “Dracula” di Gene Colan e del “Werewolf by Night” di Mike Ploog. Proprio partendo dalla discreta accoglienza accordata a questi personaggi, la Direttrice Responsabile della Corno,

Maria Grazia Perini, propose al suo editore una vera e propria rivista di genere. Ricevuto l’“imprimatur” la Perini, confermando tutto il suo talento, snocciolò una serie infinita di idee vincenti: 1) La scelta del nome che certamente rimanda allo storico “Corriere dei Piccoli” ma che richiama alla memoria anche prestigiosi quotidiani come il “Corriere della Sera”. 2) Il formato di dimensioni maggiorate (cm 21 x 27,5) rispetto agli albi dedicati ai supereroi che permette una adeguata visibilità nelle edicole. 3) la scelta di un rigoroso bianco e nero (stile a cui grazie agli albi della Bonelli, il lettore è ormai affezionato). 4) L’utilizzo (almeno per i primi 15 numeri) di copertine pittoriche; quella del N°1 (Tratta da “Dracula Lives!” N° 5) dell’illustratore argentino Luis

Dominguez (1923-) con un Dracula alle prese con la vittima di turno, cattura l’attenzione e così sarà anche per quelle successive, affidate al talento di artisti come Earl Norem

e Boris Vallejo. 5) L’allestimento di un apparato redazionale, interessante e ben curato, affidato ad esperti di rilievo come Cesare Medail (1943-2005), curatore di una serie di articoli sui vari aspetti dell’esoterismo o come Giovanni Mongini (1944-), critico e storico del Cinema che si occupò di una rubrica fissa sull’horror in celluloide. E poi c’era lei, “la strega” Maria Grazia con la sua asciutta ma esauriente pagina introduttiva e la sua seguitissima rubrica della posta in cui dava prova delle sue innegabili qualità professionali ma


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ancor di più della sua straordinaria capacità comunicativa. La posta della Strega in breve diventò un gioco a rimpiattino tra la Direttrice e i lettori dal tono scherzoso e mai sopra le righe. A chiudere idealmente il cerchio arrivava “l’Astranero di Sargatanas” una pagina dell’oroscopo “sui generis” in cui, ancora una volta, era l’ironia a farla da padrona. Ovviamente, neppure il grande talento mediatico della Perini avrebbe potuto reggere per molto se non fosse stato supportato da una eccellente produzione fumettistica. Tutte le storie pubblicate dal “Corriere della Paura” attingevano all’immenso serbatoio della Marvel Comics con la

quale l’editoriale Corno aveva da tempo stabilito un produttivo sodalizio. La “Casa delle Idee”, approfittando di un certo allentamento delle maglie della censura (il famigerato Comics Code) aveva iniziato a pubblicare una linea di fumetti horror dai toni decisamente forti (per l’epoca) sia nei testi che nei disegni. I protagonisti erano assolutamente spiazzanti: vampiri come il Conte Dracula, “freak” come la Creatura di Frankenstein, persino “zombie” come Simon Garth. Le storie erano brillantemente raccontate da autori solidi e preparati come Roy Thomas, Marvin Wolfman, Doug Moench, Gerry Conway, Steve Gerber, Len Wein e Tony Isabella.

I disegni apparivano “forti” ma mai truculenti, lo splatter veniva suggerito ma non esibito e qua e là affiorava qualche piccola scena di nudo femminile. Su riviste antologiche dai nomi evocativi come “Dracula Lives!”, “Monsters Unleashed”, “Strange Tales”, “Vampire Tales” e “Tales of the Zombie” sfilarono autentici “Maestri” come John Buscema, Neal Adams, Gene Colan e ottimi professionisti come Val Mayerik e Pablo Marcos. Per 22 numeri gli adolescenti di quegli anni furono condotti per mano nel regno del Terrore, poi, come tutte le cose, il “Corriere della Paura” finì. Fu una morte pulita, perché la testata si tra-

sformò in una canonica collana dedicata al Dracula di Wolfman e Colan, ma non indolore. Per carità, le storie erano belle, ma era venuto meno quel senso di appartenenza ad un gruppo (a una setta!) e quella ritualità che avevano reso imprescindibile l’appuntamento in edicola con la rivista. D’altra parte, se ancora oggi il “Corriere della Paura” è una delle pubblicazioni ricordate con maggior affetto e nostalgia e se esistono legioni di collezionisti disposti a sborsare cifre incredibili per il ninnolo accluso al primo numero (il mitico “amuleto scacciaguai), ci sarà pure un motivo... o no? Pietro Zerella


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I SIGNORI DELLA GUERRA: ANNO DOMINI 1375 www.isignoridellaguerra.com

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hi... tu! Entra nell’Europa del 1375 e scopri un mondo pieno di intrighi e complotti, Imperatori e Gran Duchi, dove la politica, la spada e la fede si incrociano in battaglie e cene diplomatiche dove sarà il destino d’Europa ad essere forgiato... In questa ipotetica Europa del 1375 un Unico, grande Impero, domina incontrastato sul vecchio continente e parte del nord Africa. Sul trono, a Berlino, l’imperatore Teodorico V e sua moglie Sigilda governano con un pugno di ferro le province imperiali, collaborati da uno stuolo di Prefetti che, con l’ausilio della Magna Carta Imperii, schiacciano con ferocia ed efficienza qualsivoglia “trasgressione”. Ma questo impero, conosciuto dai

contemporanei come Unico Impero, è formalmente diviso in 4 fazioni: l’Unico Impero (la fazione dominante), il Gran Ducato Anglosassone, il Gran Ducato Germanico ed il Gran Ducato Italico. Un mondo dove solo coloro che hanno la forza delle armi o delle masse riescono a forgiare il proprio destino, e dove il popolo affamato ed oppresso guarda a questi

potenti definendoli... I Signori della Guerra! L’A.S.D. I Signori della Guerra propone un modello di gioco di ruolo innovativo! Le nostre sessioni comprendono non solo battaglie campali, ma tutta una serie di figure ed intrecci narrativi che daranno sfogo sia alla tua fantasia sia alle tue capacità interpretative! Potrai impersonare un membro della Santa

Chiesa di Roma, un abile duellante, un feroce berroviere o un impavido cerusico! Le vicende della campagna saranno stabilite dai giocatori, dalle loro scelte e dalle loro azioni! Durante l’anno, infatti, verranno organizzate delle sessioni dove ognuno dei partecipanti ricoprirà una carica politica di altissimo rango che avrà il potere di influenzare il destino de’Europa! In gioco, più che un regolamento esterno, saranno le leggi del mondo di gioco a stabilire cosa potrai fare... quali benefici e conseguenze avrà ogni tua singola azione: vuoi saccheggiare un nemico incosciente senza averne l’autorizzazione? Puoi farlo, me se il misfatto giunge alle orecchie del Prefetto Imperiale, rischi la fustigazione, o peggio...


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Tutte le sessioni de I Signori della Guerra, inoltre, sono impreziosite da contratti, condotte, mandati di cattura, pozioni con effetti ben definiti e leggibili, mercanti, soldi realmente esistenti e spendibili durante il gioco... questo, e molto altro, ti aspetta nell’Europa medievale. Benvenuto nel mondo dei Signori della Guerra! -----------------Calendario live 2011/2012: 1° Sessione: 25 Settembre

2° Sessione: 23 Ottobre 3° Sessione: 13 Novembre 4° Sessione: 4 Dicembre 5° Sessione: 29 Gennaio 6° Sessione: 19 Febbraio 7° Sessione: 18 Marzo 8° Sessione: 22 Aprile 9° Sessione: 20 Maggio 10° Sessione: 17 Giugno 11° Sessione: 8 Luglio SdG


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DEA FUMETTISTA E L’ARTE DI EMOZIONARE asusword@yahoo.it - Facebook: Dea Fumettista

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iao, mi chiamo Dea, ho 27 anni. Da sempre amo disegnare e raccontare con le immagini. Mi piace pensare che sia stata questa arte a scegliere me e non viceversa. Fin da piccolissima mia madre mi dava fogli e colori per intrattenermi durante le giornate passate, in posta, in banca oppure a casa una volta finiti i compiti per tenermi impegnata. L’attenzione per i fumetti è cresciuta anche grazie a mio padre, fan dei classici da topolino a Bonelli. La passione per il fantastico è stato sempre un legante per la mia piccola famiglia: appuntamento rigoroso al cinema per il film di natale della Disney ancora adesso. Crescendo ho continuato a trovare nel disegno il mezzo in cui riuscivo ad esprimermi meglio, anche per quanto riguarda le emozioni più intime. Ed è proprio in questo modo che durante gli anni del Liceo nascono i miei due primi personaggi “Aikè&Andrea”, che ho continuato ad amare con il passare degli anni e che proprio pensando a loro, nonostante mille difficoltà e momenti di sconforto, continuo a sognare in grande. Da circa un anno questa passione è diventata anche la mia professione! Come tanti disegnatori di fumetti sono laureata in Architet-

tura. Ho frequentato diversi corsi di disegno e pittura tra cui quello con il Maestro di acquerello Dino Massarenti. Sono diplomata alla “SRF” (scuola romana dei fumetti). Lo stile attraverso il quale preferisco esprimermi è umoristico, una

sintesi che evidenzia il mio background MangaDisneyano! Tuttavia mi diletto anche misurandomi in stili diversi, dal semirealistico al Manga vero e proprio! Ho partecipato a numerosi concorsi di fumetto, conquistando tra gli altri il primo posto al

contest organizzato durante la manifestazione Narnia Fumetto. Ho preso parte a diverse esposizioni collettive, tra cui quella organizzata per il concorso Imago al Comicon 2011 di Napoli. Adoro prendere parte alle fiere del Fumetto come autore emergente autoprodotto: fino ad oggi ho partecipato alla già menzionata “Narnia Fumetto” (settembre 2011), “Lamezia Comics and Games” (settembre 2011), “Romics” (ottobre 2011). È un’esperienza fantastica poter disegnare per il pubblico, incontrare appassionati e colleghi con i quali scambiare idee, opinioni, consigli. Sono curatrice artistica di due corsi di fumetto: “ComiXfactory”, rivolto a ragazzi dai 15 anni in su e “Comix Lab”, rivolto a giovani tra gli 8 e i 14 anni. Quest’ultimo è un corso davvero interessante poiché si rivolge a ragazzi che hanno disturbi specifici dell’apprendimento ed è realizzano in collaborazione con il “Doposcuola studio e gioco” di Aprilia, la città in cui vivo. Al momento, oltre a lavorare su commissioni per privati (pubblicazioni, pubblicità ecc.), collaboro attivamente con giovani sceneggiatori e pubblico con assiduità su diverse fanzine e webzine. Non nego, tuttavia che mi


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piacerebbe poter lavorare anche con qualche casa editrice affermata! La tavola che vi presento è parte di un progetto personale che sto curando e che vedrà la luce, come mia prima opera monografica entro il 2012. Si tratta di “Kikka&Kicco”, una coppia di “innamorati” rispettivamente di 27 e 18 anni. Le loro (dis)avventure raccontano la vita quotidiana di un coppia, piuttosto fuori dall’ordinario, che ricordano le vignette di Kim Casali (“love is...”) rivisitate in chiave umoristica. Del progetto fanno parte diverse creazioni, tra cui “I

segni Zodiacali di Kikka&Kicco”, calendari, spillette ed altri gadget che anticipano l’uscita del volume a fumetti e che potete trovare nella mia pagina Facebook. Credo fermamente in una cosa: essere bravi disegnatori non coincide con l’essere dei bravi fumettisti. Il fumetto è molto di più... è cinema, teatro, letteratura e soprattutto emozione... se un disegnatore riesce ad emozionare, a comunicare a lasciare il segno con la sua originalità bè, allora credo che solo allora si possa chiamare fumettista. Dea Fumettista


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MI SCUSI...

“M

i scusi, posso avere un foglio della liberatoria?”... Così si è rivolto un cosplayer più giovane a uno dei più grandi. Qui iniziano una serie di complessi, nonché di riflessioni. C’è un divario di età e questo è ovvio, naturale. D’altronde il cosplay è un fenomeno che ha preso piede da qualche anno, sebbene sia ancora “giovane”. Quando ho iniziato ero già grandicella, (non si chiede l’età a una signora), ho iniziato nel 2008 e più o meno i cosplayer avevano una stessa fascia d’età che si attestava sui vent’anni. Oggi noto come l’età si sia abbassata di molto, siamo scesi infatti attorno ai tredici, quattordici anni. Tutto ciò porta al fenomeno dell’esplosione di nuovi personaggi che però i più grandi conoscono a malapena. Chi dei più grandi conosce ad esempio Kuroshitsuji? Ormai si sa di cosa si parla perché c’è stato un boom di maggiordomi demoniaci con tanto di signorini viziati. Si guarda quindi con nostalgia al passato, ai robottoni, Bia e chi più ne ha ne metta... Insomma parlo dei vecchi cartoon anni ‘70-‘90 che oggi sono quasi spariti. E’ raro vederli.

Siamo nell’era dei “Pokemon” e di strani e... perché no... bizzarri personaggi. Proviamo a chiedere ai più giovani: ma tu conosci questo personaggio? Ti guardano come se venissi da un altro pianeta. Tutto ciò è un vero peccato perché rischiamo che i vecchi cartoni divengano un pezzo di antiquariato e che si ricoprano di polvere fino a finire nel dimenticatoio. Nonostante ciò ci sono valide persone, soprattutto tra gli organizzatori che fanno di tutto per far tornare il “vecchio e poco conosciuto” alla ribalta. Come? Facendo dei raduni a tema, ad esempio la Star Shop di Ostia ha organizzato, ultimamente, un raduno dedicato ai robottoni. Oppure lo stesso organizzatore del PARCOSPLAY, che non si stanca mai di invitare Cybernella, Goldrake, Lady Oscar, Cyborg 009, e c’è da dire che questo appello non passa del tutto inosservato. Si spera che così questo salto generazionale si possa superare con un’unione ideologica e uno scambio tra vecchio e nuovo in modo da coniugare la conoscenza dei manga più contemporanei con i cartoon tanto cari e tanto rimpianti dai più grandi. Maria Merola


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ANIME CLASSICS: “VICKY IL VICHINGO”

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el 1976, prima dell’arrivo di Goldrake e di Heidi, Rai 2 apre i cancelli al primo anime televisivo giapponese in assoluto, “Vicky il vichingo”. Ben settantotto esilaranti episodi, di cui, inizialmente ne rimasero fuori una decina, realizzati sulla base dei racconti per bambini di Runer Jonsson (1916 – 2006), giornalista e romanziere svedese, apparsi anche in Italia a puntate verso la fine degli anni ’60 sulle pagine del “Corriere dei Piccoli”. Trasmesso quasi in sordina, l’anime è una coproduzione nippo-tedesca della giapponese Zuiyo

(in futuro, Nippon Animation) con la Taurus Film risalente al 1974 e narra le fantasiose avventure del piccolo Vicky, giovane e mingherlino vichingo, figlio di Halvar, capo del villaggio Flake, sullo sfondo di una antica e leggendaria Norvegia. Il brusco genitore solca i mari alla ricerca di bottini da recuperare. Il suo galeone con un equipaggio di vichinghi, uomini generalmente grossi e ottusi, ma non cattivi, incappa puntualmente in situazioni incredibilmente movimentate le quali troveranno soluzioni sempre brillanti e originali grazie agli ingegnosi

Titolo originale: Chiisana vicking Wicke (Wicke il piccolo vichingo) Soggetto e romanzo originale: Runer Jonsson Character designer: Shuichi Seki Musica: Christian Bruhn, Karel Swoboda Regia: Hiroshi Saito Produzione: Taurus Film, Zuiyo Enterprise Co., Fuji TV, ZDF, ORF (1974) Numero di episodi: 78

piani dell’arguto e riflessivo Vicky. Contrariamente all’abituale brutalità risolutiva del popolo vichingo,Vicky raggiungerà il buon fine giocando d’astuzia e d’intelligenza, anziché impiegando unicamente la temerarietà fine a se stessa e la forza fisica (di cui comunque non sarebbe dotato), ottenendo così l’apprezzamento e l’affetto di tutti. Caratteristico il suo gesto di strofinarsi il naso, che prelude ogni volta l’idea geniale, in barba alle “rozze trovate” del papà Halvar sempre stupito dalle capacità del figlio. Per non rimetterci le penne, la soluzione ottimale, dagli esiti spassosi e bizzarri, contemplerà così l’unione della mente di Vicky con la grossolana e pratica manualità della divertente ciurma. Queste due forze sono complementari tra loro perdendo efficacia separate. Ne deriva che i muscoli non sono indispensabili per risolvere i problemi, e non servirebbero a nulla senza il supporto di un cervello funzionante sostenuto dalla cooperazione. Un valore, questo, attualissimo tutt’oggi, espresso in modo efficiente e spiritoso dalla simpatia di Vicky che, per questo suo ruolo, sottolineato anche dall’essere un bambino minuto, rischiava di risultare pre-

suntuoso e antipatico. “Vicky” è un’anime vivace e grintoso dove la violenza è praticamente assente. Il linguaggio è decisamente infantile ma in grado di non annoiare l’adulto con toni da commedia e spunti umoristici. Eccellente prodotto fruibile anche dai ragazzini di oggi, educativo nel messaggio, dotato di un buon ritmo narrativo, simpatiche caratterizzazioni e musiche mai fuori luogo. Si serve, inoltre, di un’animazione godibile e una grafica poco convenzionale, sintetica eppure buffa di stampo europeo, provvista di un retrogusto giapponese che traspare, ad un occhio attento, da piccoli dettagli. Dopo un lungo silenzio dall’ultima emissione su Canale 5 del 1981, la serie viene riportata alla luce da Mediaset nel 2003, fortunatamente senza riadattamenti o manipolazioni di alcun tipo, piuttosto integrata dei restanti episodi non doppiati all’epoca. Dal 2009 è in fase di rilancio: repliche in tv, edizione in DVD, due live action/CG di Michael Herbig prodotti in Germania rispettivamente nel 2009 e a partire dal 2010 una linea di prodotti surgelati della Tulip (cibo da vero vichingo!). Tutte operazioni che mirano a farlo conoscere alle nuove genera-


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zioni. “Vicky”, a dispetto del valido riscontro italiano, ebbe forse la sfortuna di essere, di lì a poco, sbaragliato, dalla furia del robot Goldrake, dall’innocenza della pastorella Heidi, seguiti dalla prima massiccia invasione degli anime in Italia. Nuove serie, ricche d’innovazioni anche sul piano grafico, strizzavano l’occhio ad un target di adolescenti e di ragazze e segnarono la fortuna breve di Vicky. Sulle prime, in Italia fu adoperata l’opening tedesca, successivamente tradotta e cantata nel 1981 da Alessandro Alessandroni e il suo coro, sotto il nome de “Gli Alessandroni” mantenendo la medesima base musicale. In commercio, fumetti, trasferelli, puzzles, libri cartonati e piccole miniature dei personaggi ma, misteriosamente, nessun 45 giri con incisa la sigla nostrana. Nonostante questo percorso, “Vicky” diventò e resta tutt’oggi un prodotto per pochi, ma validissimo, che si è

guadagnato un posto nel cuore e nella memoria dei giovani della cosiddetta “Goldrake generation” e dei nostalgici del cartoon semplice, genuino e caldo di un tempo. Restano nell’iconografia comune, i capelli lunghi e rossi di Vicky, la tipica nave vichinga, l’equipaggio ben caratterizzato e gli elmetti cornuti. Possibile accostare “Vicky” all’odierno noto manga e anime a sfondo piratesco “One Piece” da cui l’autore, Eiichiro Oda ha preso ispirazione per il tipo di ambientazioni ricche di situazioni corali e rocambolesche. Speriamo che il rosso Vicky riesca ad uscire da questa nicchia e possa conquistare le nuove generazioni. Chissà che un primo incontro non possa anche avvenire per mezzo di una scatola di crocchette di pollo surgelate, magari acquistate da una mamma trenta - quarantenne che lo riconoscerà sulla confezione! Fabio Cassella

SIGLA TV ITALIANA -------------------------La sigla inizialmente trasmessa in Italia fu quella originale tedesca, sostituita nel 1981 dalla versione in italiano. Questa versione, mantenne la base musicale tedesca. Testo: Alessandro Alessandroni Musica: Christian Bruhn, Karel Svoboda Interpreti: Gli Alessandroni Casa discografica: RCA Durata: 2’16” Anno: 1981 TESTO: Hey hey Vicky hey Vicky hey giovane eroe vichingo hey hey Vicky cavalca e vai non temi nulla al mondo na na na na na na na na na na na Vicky Anche se c’è chi tenterà contro di te nulla potrà piccolo eroe non saprà mai che il cielo ti proteggerà Hey hey Vicky hey Vicky hey tu sarai come il vento no non credo che incontrerai chi ti potrà fermare na na na na na na na na na na na Vicky Anche se c’è chi tenterà contro di te nulla potrà piccolo eroe non saprà mai che il cielo ti proteggerà Hey hey Vicky hey Vicky hey giovane eroe vichingo Hey hey Vicky cavalca e vai non temi nulla al mondo na na na na na na na na na na na Vicky Anche se c’è chi tenterà contro di te nulla potrà piccolo eroe non saprà mai che il cielo ti proteggerà Hey hey Vicky hey Vicky hey tu sarai come il vento no non credo che incontrerai chi ti potrà fermare na na na na na na na na na na na Vicky


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www.parcoesposizioninovegro.it


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EFFEQU & MAMMUCARI: CREARE FUMETTI www.effequ.it

L’AUTORE Emiliano Mammucari disegna fumetti da tredici anni. Per la Sergio Bonelli editore ha lavorato nello staff di Napoleone e in quello di Jan Dix. È l’autore delle copertine della serie “Caravan” (premio Pay 2010 come miglior copertinista italiano) e del primo numero della fortunatissima serie John Doe per l’“Eura editoriale”. Insegna alla “Scuola Internazionale di Comics” di Roma. Effequ Staff

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reare è una cosa, pubblicare è un’altra.

La prima guida completa per chi, “da grande”, vuole raccontare storie disegnando. “Cosa si deve fare per cominciare a fare fumetti? Dopo tredici anni di mestiere un consiglio mi sento di darvelo: fate come si faceva una volta. Fate come si fa in America, o in Giappone. Metteteci la faccia. Siete due, tre, quattro? Aprite una partita IVA come associazione culturale e autoproducete il vostro materiale. Prendete uno stand alle fiere, e le copie che può vendere un sedicente piccolo editore le fate con Lucca e Napoli Comicon. Realizzate qual-

cosa di cui andare orgogliosi”. Sono cinquant’anni che si parla di crisi del fumetto, eppure pochi sanno che il mercato del fumetto italiano è il terzo del mondo. Attraverso lezioni brevi, autorevoli e ironiche, l’autore illustra doti e competenze necessarie, opportunità per imparare il mestiere – non solo le tecniche – offre suggerimenti per proporsi, realizzare un book, affrontare il mercato editoriale e orientarsi nel passaggio dal formato cartaceo a quello digitale. Una visione “dal di dentro” di come funziona il mondo del fumetto e uno sguardo attento e documentato per imparare a muoversi nell’editoria francese, americana, italiana.


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J-ROCK + COSPLAY = SHINIGAMI SQUAD www.shinigamisquad.altervista.org

L’

idea di creare una band che trattasse un genere unico, raramente visto in Italia, e che conciliasse più passioni, quali anime, Giappone e musica, nasce nell’ottobre del 2008 dalle menti di Neko e Fabio, rispettivamente batterista e chitarrista. Il tutto avvenne mentre guardavano un anime la cui opening li affascinò al punto da avvicinarli al panorama J-Rock. Già da tempo entrambi avevano iniziato a strimpellare qualche pezzo finché assieme non decisero che l’unica opzione era mettere su una band: non gli bastava più ascoltare quelle canzoni o magari

suonarle nella stanza con solo un pc a fare da partner! L’impresa si presentava alquanto ardua, poiché trovare componenti con le stesse passioni e allo stesso tempo capaci era una pretesa decisamente eccessiva (ma “Impossible is Nothing!”). La perseveranza, la testa dura dei due ragazzi e un assiduo volantinaggio portarono dei risultati: infatti circa un mese dopo li affiancò Emilio, in veste di chitarrista e subito dopo le vacanze natalizie entrò nel gruppo Marco, il bassista. La band finalmente si faceva più forte, tanto da ufficializzare il nome già

pensato in precedenza dai due fondatori, dato dall’unione di due famosi anime: Bleach e Beck – MCS. Dopo 1 anno e mezzo di via vai, nel Settembre del 2010, la band riuscì a riacquistare la sua stabilità con l’arrivo in formazione di Kana. Questa portò fortuna ai ragazzi: infatti dopo pochi mesi, nell’Aprile del 2011, li raggiunse quale voce maschile, Dom. Finalmente con la formazione stabile, il progetto poteva proseguire... ed eccoci qui! Non suoniamo un vero e proprio genere musicale, ma sicuramente la nostra musica può essere apprezzata da tutti gli appassionati di anime e manga giapponesi e non. Non c’è un criterio preciso di selezione: scegliamo quali cover trattare in base agli anime che più ci piacciono. Si tratta quindi di musica JRock, J-Metal e J-Pop, senza discriminare alcun’artista, semplicemente suonando ciò che ci attrae e che ovviamente è eseguibile con la nostra passione e con degli strumenti musicali! Attualmente ci stiamo dedicando anche ad altri aspetti del mondo degli anime: infatti in vista dei primi live stiamo realizzando, con la collaborazione di cosplayers più esperti, alcuni costumi per rendere il tutto più

divertente e per danzare sulle canzoni degli anime anche come “protagonisti” degli anime stessi. Qui inoltre entra in gioco l’importanza del pubblico: immaginatevi in veste di un Naruto che balla sulle note di Haruka Kanata degli Asian Kung-Fu Generation, darebbe un’ aspetto molto più “realistico” alla musica! Per ascoltarci potete visitare il nostro sito, la nostra pagina Facebook [/ShinigamiSquadBand], o magari venire ad uno dei nostri live: il prossimo è a Bologna l’11 Febbraio (per maggiori informazioni visitate il sito Web). Let’s (J)Rock! Domenico Prudenzano

HERE WE ARE!


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I CLASSICI “URANIA”: GUERRA ETERNA Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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ome verrebbe combattuta una guerra interplane-

taria? A questa domanda hanno risposto tanti autori di fantascienza con risultati diversi, anche molto fantasiosi. Prendiamo, ad esempio, le due saghe fantascientifiche più famose della celluloide, cioè “Star Trek” e “Guerre Stellari”. Nella prima si è scelto di prendere come modello le battaglie navali del ‘600 e ‘700: enormi navi che si fronteggiano a cannonate fino al momento dell’arrembaggio. La scelta era strumentale, dato che l’Enterprise era una moderna nave che solcando il mare infinito delle galassia esplorava mondi nuovi. In “Star Wars” si sono prese ancora a modello le battaglie navali, ma stavolta quelle della II guerra mondiale. In questa saga infatti veloci caccia monoposto si fronteggiano nello spazio, lanciati a colpire astronavi ammiraglie e incrociatori ( per non parlare del planetoide artificiale detto la Morte Nera). C’è poi un altro punto su cui spesso si sorvola ed è la relatività del tempo. Sempre prendendo come esempio le due saghe di cui sopra, entrambe considerano che il tempo scorre nello stesso modo ovunque. Per cui le co-

GUERRA ETERNA (titolo originale “The Forever War”) Romanzo di fantascienza del 1974 dello scrittore statunitense Joe Haldeman, che ha vinto il Premio Hugo e il Premio Nebula, nel 1976.

municazioni, ad esempio, tra Enterprise e le basi terrestri sono immediate e il tempo soggettivo dell’astronave è uguale a quello del nostro pianeta. Ma secondo la fisica quantistica nessuno delle due soluzioni si avvicina neanche lontanamente alla realtà. Joe Haldeman con questo romanzo parte invece proprio dai concetti della teoria della relatività che altri autori ignorano o minimizzano per mostrarci come sarà combattuta una guerra del futuro su pianeti lontani. Haldeman, inoltre ha partecipato alla guerra in

Vietnam e sia lo stile del romanzo, scritto con toni crudi e graffianti, sia molti temi che tratta, i soldati mandati a morire in battaglia storditi dalle droghe; i massacri indiscriminati; la sperimentazione di armi direttamente sul campo, l’inesorabile perdita dei propri compagni uccisi; le spaventose conseguenze sulla psiche dei sopravvissuti; la drammatica difficoltà dei reduci di reinserirsi nella società d’origine; le manipolazioni da parte del governo dei media, che controllano le notizie proveniente dal fronte.

Lo scenario che ci mostra è a dir poco desolante: la guerra con gli alieni scoppia quando un’astronave terrestre viene abbattuta senza un motivo apparente e senza chiedersi tantomeno il perchè dell’aggressione si passa ai fatti direttamente. Ma il teatro delle operazioni è lontano anni luce dalla Terra per cui mentre per chi combatte passa qualche anno, sul nostro pianeta passano decenni, addirittura secoli. Il risultato è che i soldati terrestri, man mano che va avanti il conflitto, si trovano sempre più estranei a quel pianeta che dovrebbero difendere, tanto da preferire di restare in eterno sul fronte piuttosto che tornare e trovare la Terra popolata da alieni perchè tali sembrano ai reduci vecchi di centinaia di anni. Insomma un bel romanzo antimilitarista e pacifista che ci mostra come la guerra anche se viene combattuta in un futuro anteriore sia comunque deleteria anche per chi ritorna a casa vivo ma non intatto. E come succede nel nostro presente, chi si ricorderà dei reduci mandati a morire spesso inutilmente in posti così lontani da non sapere nemmeno il loro nome? Alfonso Verdicchio


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LA VOSTRA ARTE SU JAPANIMANDO stre opere artistiche. Naturalmente questo spazio può essere condi-

viso sia dai professionisti che dai semplici amanti del disegno di qualsiasi

età: libertà totale alle vostre espressioni artistiche quindi!

Disegno: Anna Bruno

Disegno: Simone Ceccano

T

orna il noto angolo della webzine dedicato alle vo-


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MASSIMILIANO TEDESCO me cara ormai purtroppo scomparsa. Da allora le mie opere sono una commistione di elementi che mi diverto a riplasmare e confondere lasciando l’osservatore in uno stato d’incomprensibilità del medium che mi contraddistingue fortemente. Fin da subito mi fu chiaro che oltre alla raffigurazione mi piaceva molto descrivere situazioni già intorno ai dieci anni creavo delle narrazioni a fine morale strutturate a mo di favola! Si sono bacchettone! So essere però anche molto divertente, ho un carattere Lunare e come

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ur essendo un personaggio piuttosto misterioso, approfitto di questo spazio gentilmente concessomi per svelare alcune cose su di me! Nasco venticinque anni fa a Roma e fin dall’infanzia manifesto il mio vero grande AMORE: l’ARTE! Ho iniziato disegnando in maniera seriale delle raffi-

gurazioni zoomorfe stilizzate (di forma animale), poi crescendo iniziai a creare situazioni di vita faunistica affiancate da raffigurazioni molto personali di creature fantastiche anche mitologiche. E’ tuttavia verso i sedici anni che la mia produzione artistica si delinea con uno stile lineare e pulito estremamente sintetico ma molto efficace, capace di creare delle effimere illusorie emergenti da un infinito bianco. Subito dopo un iniziale periodo di matita a solo ci fu la reimmissione del colore con i pastelli e l’affiancarsi contemporaneamente di una tecnica a me molto cara l’acquerello. A cui fui iniziato da parte di una persona a

la Luna ha una doppia faccia una molto positiva e l’altra fin troppo struggente... ahahahahah! Lo sa chi mi sta intorno! Più che doppio pero polimorfo, sarà che vengo dall’acqua non a caso sono dei Pesci. Per questo nel mondo del cosplay ho debuttato a Marzo per una spinta umorale e per voler elogiare un personaggio mitico che rifaceva capolino in tv e mi riportava all’infanzia che per certi versi mi somiglia e per altri no, Sailor Moon! Certo è svogliata, pigra e piagnucolosa però proprio come me crede nella Giustizia e nel Perdono è


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fiera, tenace e ostinata ed ha uno spirito puro e romantico. Nella realizzazione dell’abito ho seguito il filo

conduttore della mia lunga esperienza artistica, lo stile eclettico dell’opera finale è forse un sunto di tutte le cose che

ho creato nel tempo ed al suo interno si uniscono segreto di produzione e mistero di profondi significati che a mio avviso si accostano al personaggio e ne omaggiano la Purezza. Non a caso, nello scettro ho voluto dimostrare ciò che per me si evince nella terza saga dell’eroina da cui ho tratto il modello ossia, il mito di Amore e Psiche. Devo dirvi che l’avventura iniziata con Sailor Moon non avrebbe trovato seguito se non per il grande aiuto e sostegno che mi da la mia cara nonnina sarta, la quale pur essendo di un’altra generazione e non lavorando più da tempo è in piena sintonia con le mie esigenze ed insieme siamo un equipe imbattibile! Dopo aver realizzato quest’estate, un tributo dovuto, vista la mia matrice artistica alla Sirenetta adesso mi sto accingendo alla realizzazione di un altro personaggio della mia infanzia Magica Emi per il quale ho dei progetti che andranno ad esprimere (spero al meglio) il mio eclettismo. Dovrò rompere le scatole ad un po’ di persone! Vi voglio confessare una cosa, essendo scrittore ermetico molto metrico e assai bislacco più di una volta sono stato guardato con occhio bieco manco fossi un biacco! No, no era uno scherzo! Non vi tedierò in rima,

mi sembra tuttavia corretto esprimervi il mio punto di vista sintetico su ciò che faccio che può essere espresso così: scrivo, quando dipingo e dipingo, mentre scrivo. A vederlo è proprio un chiasmo, una figura retorica e forse antica come il mio nome d’arte che è Eris che esprime a pieno il contrasto dell’Essere. Aspetto un giorno di vedere pubblicati i miei racconti per il personaggio della mia vita Alice di cui scrivo fin dall’ormai lontano 2003.Viaggia con me in ogni dove e spero un giorno di ritornare con essa nel favoloso paese delle Meraviglie. Per ora sto qui e spero di non avervi annoiato in queste righe, mando ad ognuno un raggio color verde! Massimiliano Tedesco


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alve mi chiamo Michela Cucchiella, ho 24 anni e sono un’appassionata di cosplay, nonché cosplayer. Sono amante dei videogames, dei fumetti e del disegno: nel mio tempo libero pratico tutto questo perché mi fa stare bene, ma la mia passione piu grande è creare cosplay. Il cosplay per me è un’arte. Con la fantasia tutto è possibile, dal nulla possiamo tirar fuori opere meravigliose, con impegno, costanza, amore e determinazione.

Quando lavoro su un personaggio cerco di studiarlo nel migliore dei modi, partendo dal carattere ai tratti fisici fino ad arrivare ai particolari degli accessori e dei vestiti. I miei personaggi sono prevalentemente donne dal carattere forte e guerriero; questo perchè si sposa con il mio nella vita reale. Le interpretazioni che ho realizzato fino adesso sono: C-18; X-23; Julie di “Dirty Pair”, Bayonetta e Crimson Viper. Le ultime tre le definisco “le mie pupille” perché è stata un’emo-

zione unica rappresentarle... sentendole mie sin dal primo momento in cui ho conosciuto la loro storia. Ciò che mi spinge a praticare questa attività deriva dalla voglia di dare il miocontributo nell’importare una delle più belle culture giapponesi anche nel nostro Paese e far capire alle persone che non siamo un gruppo di gente fuori di testa che amano girare per la strada vestiti in modo strano ma dei ragazzi che vogliono comunicare un messaggio importante con grande coraggio e forza di volontà; perché dietro ad ogni lavorazione di un vestito c’è anima, duro lavoro, tanta

Foto: Noriyùkì Wakabayashi

Foto:Vitali - Shkaruba

MICHELA CUCCHIELLA concentrazione e tanto cuore. Grazie al cosplay ho avuto la fortuna di conoscere molte persone che sono diventate amici importanti; grazie a loro, ho potuto apprendere dell’esistenza del raduno PARCOSPLAY e di altri fantastici eventi. Il mio sogno più grande sarebbe quello di diventare una disegnatrice di fumetti ed interpretarne i personaggi come “modella cosplayer”. Spero un giorno di riuscire a realizzarlo perché il cosplay è una cosa che amo ed amerò per sempre. Un saluto grande, ci vediamo al PARCOSPLAY di Ostia Lido! Michela Cucchiella


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ALBUM Foto di Simone Dilaghi, Anna Bruno e Giovanni Salerno


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ALBUM Foto di Mauro Montagna d.n.kira@hotmail.it & Silvia Gloriani (da pag. 61)


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Foto: Silvia Gloriani

Foto: Silvia Gloriani

Foto: Silvia Gloriani


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Foto: Silvia Gloriani

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Foto: Silvia Gloriani

Foto: Silvia Gloriani

Foto: Silvia Gloriani



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