Copertina pandette

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al Collegio Pennisi di Acireale (CT). E’ tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80 che svolge un’intensa attività pittorica; Nel 1969 si laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Palermo. Inizia l’attività professionale divenendo socio di studio del Prof. Arch. Giovanni Pirrone, con il quale lavora nei vari settori dell’architettura e dell’urbanistica. Nel 1970 espone una serie di disegni e scenografie presso la Galleria d’Arte “al Borgo” di

di Discipline Artistiche e di Storia dell’Arte ed insegna nei Licei sino al 1980. Nel 1972 fonda lo Studio Catalano di “Archi-

al quale debbo molto. Seguivo i suoi percorsi, tra chimere, cavalli, demoni, anime sognanti, fili sottesi su orizzonti incantati. Seguivo la sua direttrice e mi impregnavo di mondi surreali. Allora ero affascinato dal mondo metafisico di De Chirico. Le sue piazze assolate, ombre lunghe, i suoi silen-

sussurri

memorie

zi, brandelli di architettura. Conobbi Ungaretti, Quasimodo, Carrieri, Russoli, Cappello, Saporetti, Nangeroni, Moore, Fiore, Clerici. Mi fermai a guardare quel mondo variegato e munifico ed in special modo, Clerici. Trassi spunti da tutti, rilevai dai loro orizzonti alcune formule, certe lusinghe, molti

urla

sogni. Iniziai così il mio piccolo viaggio verso il mondo sconfinato dell’arte. Non sapevo nulla di disegno, né di pittura e scultura. Avevo solo tanta voglia di esprimermi. Lo feci,

imprecazioni

Palermo. Nel 1971 consegue l’abilitazione all’insegnamento

tazione di Murabito, fratello di mia madre, grande artista,

nostalgie

22 gennaio 1936. Frequenta il Liceo Classico presso i Gesuiti

to. Il mio percorso grafico-pittorico ha inizio con la frequen-

appunti

Vito Catalano è nato a Trecastagni, in provincia di Catania, il

memorie, appunti, ripensamenti, nostalgie, sussurri, imprecazioni, urla, silenzi

Non è facile parlare di sé. È come osservare uno sconosciu-

ripensamenti

come si faceva il pane, come lo impastava mia nonna, con la forza dei pugni e l’istinto. Il mio ingresso alla facoltà di

silenzi

architettura raffreddò certi bollori ed alcune libertà segrete. Il mio riferimento assoluto era segnare sulla carta l’orizzonte di un paesaggio desolato da popolare con miti, immagini sofferenti, angeli alati, architetture appena accennate. Scavare poi grandi fenditure nel terreno, inventato, per rap-

tettura, Urbanistica e Restauro” in via G. Jung a Palermo. Dal

presentare grandi squarci dell’anima, dei miei 20 anni. Le

1976 al 1981 viene iscritto a vari albi professionali di rilievo

ombre nere di De Chirico mi affliggevano. Preferii lasciare

per opere stradali e monumentali, per l’architettura e l’arre-

i personaggi dei primi esperimenti metafisico-surreali, privi

damento d’interni e per il restauro dei monumenti e l’arte

d’ombra ed umori, immersi in una nebulosa appena grigia ed inanimata. Le mie esperienze grafiche oggi sono il risultato

dei giardini. Nel 1982 svolge l’attività professionale tra Varese e Milano. Nel 1999 lavora insieme alla figlia Caterina, laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano.

di una certa voglia di imitare la realtà e discostarsene allo stesso tempo. Immergersi in mondi onirici per ritrovare le figure del mito.



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