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MACCA UN MUSEO A CIELO APERTO
punto di ritrovo e relazione della comunità in cui sarà possibile incontrarsi e discutere di arte e cultura nel tempo libero.
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Gli uffici tecnici del Comune di Peccioli hanno lavorato al rifacimento degli intonaci e alle tinteggiature tradizionali di questo spazio, in accordo con la Soprintendenza di Pisa.
Lo spazio è stato arredato come un vero e proprio salotto e sarà il fulcro dal quale, dal centro storico e verso tutte le frazioni, si irradieranno i vari percorsi artistici nel territorio comunale.
Ma cos’è, dunque, il Macca? È un’istituzione del Comune di Peccioli, sostenuta anche da Fondazione Peccioliper e Belvedere spa, in grado di raccogliere sotto un’unica direzione le progettualità artistiche disseminate sul territorio di Peccioli e le sue frazioni.
Il museo ospita una moltitudine di opere d’arte contemporanea, frutto di un lavoro trentennale in relazione con artisti e artiste che nel tempo sono stati invitati a sviluppare progetti in sintonia con il territorio pecciolese.
Il tutto non attraverso un calendario di mostre a tema, ma con l’idea di commissionare a vari artisti un intervento pensato ad hoc per la città e il territorio, creando nel tempo un vero e proprio museo a cielo aperto, perfettamente integrato con l’abitato e la natura circostante.
Per questo motivo, la collezione del MACCA, che oggi conta più di 70 opere, prevalentemente installazioni di grandi dimensioni, è in continuo incremento, permettendo al tempo stesso il recupero degli spazi pubblici, che ricostruiscono anche il rapporto intergenerazionale, di comunità.
“Il museo diventa diffuso, da indagare, da ricercare: a cielo aperto”, si legge nel testo introduttivo della brochure del MACCA.
“L’arte diventa strumento per visitare il territorio e i suoi luoghi più nascosti, girare per le frazioni di Ghizzano, Legoli, Montecchio e Fabbrica; arrivare all’Impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti e comprendere che una discarica può coesistere con opere d’arte e un teatro – anch’esso opera; e ancora, avere la possibilità di parcheggiare al Parcheggio Multipiano e poter camminare su una passerella colorata, una spirale che porta alla visione del panorama sulla vallata e scoprire che dal lato opposto la stessa vista panoramica è offerta dalla terrazza del Palazzo Senza Tempo, altro punto cardine del processo di rigenerazione del paese”.
Non resta che andare alla ricerca delle opere d’arte contemporanea sparse per Peccioli e dintorni e, nel farlo, scoprire il territorio e la sua comunità.
Claudia Giraud
Messa in liquidazione lo scorso 29 dicembre da Cassa Depositi e Prestiti, ITsArt, piattaforma italiana per contenuti video voluta dall’ex ministro della Cultura Dario Franceschini come “Netflix della cultura”, si avvia a essere cancellata dal registro delle imprese nel prossimo futuro.
IL PRIMO ESEMPIO DI ISTITUZIONE DIFFUSA
SUL TERRITORIO, IN CONTINUA CRESCITA
ED ESPANSIONE
NEL PISANO, DÀ IL VIA ALLE SUE
TRE NUOVE OPERE
DI ARTE PUBBLICA
E RIAPRENDO IL SUO
MUSEO ARCHEOLOGICO
E ora c’è anche la data che sancirà la messa offline del sito ancora raggiungibile all’indirizzo www.itsart.tv: 12 maggio 2023. Lo spegnimento definitivo della piattaforma, che il ministro Gennaro Sangiuliano ha deciso di non rifinanziare stanti i quasi 7,5 milioni di euro persi dalla stessa in meno di un anno, si concretizza così a poco meno di due anni dal lancio dell’iniziativa: ideata durante il primo lockdown (con l’ufficializzazione da parte dell’ex ministro Franceschini nel luglio 2020) per compensare il mancato accesso allo spettacolo dal vivo e allo stesso tempo raggiungere un bacino di utenti nazionale e internazionale anche dopo l’emergenza, infatti, la piattaforma era stata attivata il 2 giugno 2021, live e on demand, con contenuti esclusivi disponibili in Italia e all’estero per “celebrare e raccontare il patrimonio(segue pagina 28)
(segue dalla pagina 27) culturale italiano in tutte le sue forme e offrirlo al pubblico di tutto il mondo”.
Il progetto promosso dall’allora Mibact (oggi MiC) insieme a Cdp, aveva dato il via alla costituzione della nuova società partecipata al 51% da Cdp e al 49% da CHILI Spa, partner industriale selezionata attraverso una procedura competitiva aperta, con la collaborazione della Rai e di altre istituzioni e soggetti del settore culturale, pubblici o privati.
Nonostante l’arco di vita relativamente breve, ITsArt non ha mancato di suscitare polemiche, ottenendo risultati ben sotto le aspettative, gli appena 141mila utenti registrati e i voucher hanno permesso di raggiungere solo 246mila euro di entrate contro i 7,5 milioni di uscite nel 2021, a fronte di un investimento pubblico iniziale pari a 10 milioni di euro, e cumulando alcuni significative mancanze, dall’incapacità di rendere le procedure di registrazione e profilazione intuitive e user-friendly alla scarsa appetibilità dei contenuti (con eccezioni come il documentario visibile gratuitamente Eterna Pompei, dedicato al restauro della Casa dei Vettii, una produzione originale ITsArt realizzata da Except, il documentario “Bene!
Itsart Chiude
IL 12 MAGGIO 2023
IDEATA NEL 2020
DURANTE IL PRIMO LOCKDOWN E ONLINE DA GIUGNO 2021, LA PIATTAFORMA ERA
STATA MESSA IN LIQUIDAZIONE ALLA FINE DEL 2022, PER LA DECISIONE DEL MINISTRO SANGIULIANO
DI NON RIFINANZIARE IL PROGETTO.
SARÀ OFFLINE
DAL 12 MAGGIO 2023
Vita di Carmelo”, la macchina attoriale, prodotto da Echivisivi e ITsArt per il ventennale della morte dell’artista, o il film “Franco Battiato – La Voce del Padrone”, coproduzione RS productions e ITsArt), ai prezzi fuori mercato (talvolta per fruire di contenuti già visibili gratuitamente altrove, per esempio su RaiPlay).
Una gestione turbolente, che ha portato all’avvicendarsi, nel corso di un solo anno, di ben tre amministratori delegati.
Attualmente in fase di attendere “a tutti gli adempimenti legalmente richiesti in questa fase liquidatoria”, la società (oggi registrata come ITsART S.p.A. in liquidazione) continua a presentarsi nella sua piena operatività, pur sempre priva di qualsivoglia indirizzo editoriale o artistico (circostanza che ha pesato al pari dell’assenza di un piano industriale), come purtroppo è stato chiaro dall’inizio. Tra poco più di un mese, però, l’iniziativa sarà solo un ricordo, proprio come successo non troppi anni fa a Verybello.
Livia Montagnoli https://www.artribune.com/progettazione/ new-media/2023/03/itsart-chiude-piattaforma-offline-2023-netflix-cultura/
Di come collegare per via aerea la Sardegna con la penisola si è parlato e scritto fin dal tempo delle ascensioni aerostatiche, nell’Ottocento, quando vennero tentate tutte le strade per poter rendere dirigibili i palloni gonfiati con gas ad idrogeno.
Di fatto, non si approdò a nulla, mentre altrove i servizi aerei cominciarono presto: in Germania, tra il 1912 ed il 1913, i primi Zeppelin trasportarono 19.100 passeggeri, percorrendo centomila chilometri senza un solo inconveniente.
Negli Stati Uniti, dal gennaio 1914, per 5 dollari si poteva andare in volo da San Petersburg a Tampa, in Florida.
Finita la guerra mondiale, tutti i paesi aprirono rotte commerciali o sperimentarono con i raid la possibilità di realizzare collegamenti col nuovo mezzo.
In Italia, le prime linee furono inaugurate soltanto nel 1926: iniziative private (Cosulich, Fiat) che godevano di lauti finanziamenti pubblici.
Stando così le cose, l’allora ministro dell’aria Italo Balbo decise che lo Stato le dovesse gestire da sé e fondò la Società Aerea Mediterranea (Sam), cui furono assegnate due tratte: inizialmente per l’Albania e successivamente, su pressione di ambienti economici e politici isolani, anche per la Sardegna.