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JOSE’ SARAMAGO
Stringo la tua mano, passo la mia mano sul tuo viso rugoso e sui tuoi capelli bianchi, rovinati dal peso dei fardelli — e continuo a non capire. Sei stata bella, dici, e vedo bene che sei intelligente.
Perché allora ti hanno rubato il mondo?
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Chi te lo ha rubato?
Ma questo forse lo capisco io, e ti direi il come, il perché e il quando se solo sapessi scegliere delle mie innumerevoli parole quelle che tu potresti comprendere.
Però ormai non ne vale la pena.
Il mondo continuerà senza di te e senza di me.
Non ci saremo detti l’un l’altro quel che più importava. Non ce lo saremo detto, davvero?
Io non ti avrei dato, perché le mie parole non sono le tue, il mondo che ti era dovuto. Resto con questa colpa di cui non mi accusi — ed è ancora peggio.
Ma perché, nonna, perché ti siedi sulla soglia della porta, aperta sulla notte stellata e immensa, sul cielo di cui nulla sai e nel quale mai viaggerai, sul silenzio dei campi e degli alberi attoniti, e dici, con la tranquilla serenità dei tuoi novant’anni e il fuoco della tua adolescenza mai perduta:
« Il mondo è così bello, e io ho tanta pena di morire!
»
E’ questo che non capisco ma la colpa non è tua.
José Saramago
“Di questo mondo e degli altri “ Di questo mondo e degli altri raccoglie gran parte dei testi dei due libri di cronache scritte da José Saramago tra il 1968 e il 1969 per i giornali di Lisbona “A Capital” e “Jornal do Fundão”, pubblicati rispettivamente nel 1971 e nel 1973.
Sono settantatré racconti che descrivono quasi tutti episodi di vita reale vissuta da Saramago, in cui il grande scrittore lusitano alterna diversi registri narrativi.
I temi spaziano dalle conseguenze del sisma alla sua grande passione per gli animali e per l’ecologia; i nonni analfabeti e pastori di porci; la Rivoluzione dei Garofani; l’impacciata foto dei genitori; lui stesso bambino scalzo; la nebbia del mattino; i contadini; il “mare portoghese”; l’arrotino; tutte figure che in seguito si trasformeranno nei suoi stessi personaggi... e, poi, Lisbona e il Portogallo. Nei racconti che compongono questo libro c’è il “vivaio” di tutta l’opera a venire del grande premio Nobel portoghese. José Saramago è nato nel 1922 ad Azinhaga, in Portogallo. Due anni dopo la sua nascita, la famiglia dello scrittore si trasferisce a Lisbona dove il padre lavora come poliziotto. Le difficoltà economiche in cui la famiglia versa, lo costringono ad abbandonare gli studi e a intraprendere diversi lavori. Fa così il fabbro, il disegnatore, il correttore di bozze, il traduttore, il giornalista, e il direttore letterario e di produzione in una casa editrice.
Nel 1947 pubblica il suo primo romanzo, “Terra del peccato” che riceve una tiepida accoglienza.
Sono gli anni bui della dittatura di Salazar: Saramago subisce costantemente la censura del regime sui suoi scritti giornalistici ed è tenuto sotto controllo dalla Pide, la polizia politica salazariana, a cui riesce sempre a sfuggire, anche quando – nel 1959 – si iscrive al Partito comunista portoghese, allora clandestino.
Negli anni sessanta l’attività pubblicistica di Saramago è indirizzata verso la critica letteraria, e nel 1966 dà alle stampe la sua prima raccolta di poesie, I poemi possibili.
Seguono, nel 1970 la raccolta “Probabilmente allegria” e le cronache “Di questo e d’altro mondo” del 1971, “Il bagaglio del viaggiatore” del 1973 e “Le opinioni che DL ebbe” del 1974.
Nel 1974, l’anno della ‟Rivoluzione dei Garofani” - il colpo di Stato militare che sancisce la fine del regime fascista in Portogallo – si apre una nuova fase nell’attività letteraria di Saramago che si concretizza nel romanzo del 1977 Manuale di pittura e calligrafia, mentre l’anno successivo pubblica “Una terra chiamata Alentejo”.
Sempre in questo periodo scrive per il teatro (“La notte”, 1979 e “Cosa ne farò di questo libro?”) un attività che continuerà anche negli anni successivi (“La seconda vita di Francesco d’Assisi”, 1987; “In Nomine Dei”, 1993 e “Don Giovanni, o Il dissoluto assolto” del 2005).
Nel 1982 pubblica “Memoriale del convento” (edito in Italia da Feltrinelli nel 1984), il romanzo che gli dà notorietà a livello internazionale.
Seguono “L’anno della morte di Ricardo Reis” (1984; Feltrinelli, 1985), “La zattera di pietra” (1986), “Storia dell’assedio di Lisbona” (1989). Negli anni novanta escono “Il vangelo secondo Gesù Cristo” (1991), “Cecità” (1995) e “Tutti i nomi” (1997). Il primo decennio del 2000 è il più prolifico dell’attività di scrittore di Saramago, che dà alle stampe ben sette romanzi: “La caverna” (2001), “L’uomo duplicato” (2002), “Saggio sulla lucidità” (2004), “Le intermittenze della morte” (2005), “Le piccole memorie” (2006), “Il viaggio dell’elefante” (2008) e “Caino” (2009). Nel 1998 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura, riconoscimento che suscitò molte polemiche nel mondo cattolico per le sue ben note posizioni antireligiose. Polemiche che lo hanno fatto decidere di trasferirsi a Lanzarote, nelle isole Canarie. È morto nel giugno 2010. Feltrinelli sta pubblicando l’intera sua opera.