VICENZA DISCOVER
LA GRANDE BELLEZZA
© Leo Maria Scordo
The Great Beauty
PATRIMONIO UNESCO
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MULTILINGUAL AUDIO GUIDE
DISCOVER VICENZA
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VICENZA
The Great Beauty
DISCOVER
LA GRANDE BELLEZZA
Itinerario Palladiano Palladian Itinerary
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1. Palazzo della Ragione 2. Loggia del Capitanio 3. Palazzo Thiene 4. Palazzo Chiericati 5. Palazzo Barbarano 6. Palazzo Valmarana 7. Palazzo Porto Breganze 8. Palazzo Bonin Longare 9. Palazzo di Iseppo Porto 10. Teatro Olimpico 11. Casa Cogollo 12. Arco delle Scalette 13. Villa “La Rotonda�
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Musei 1. Pinacoteca Chiericati 2. Chiesa S. Corona 3. Palladio Museum 4. Museo Arch.-Natur. 5. Palazzo Montanari 6. Museo Diocesano 7. Museo del Gioiello
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Wonderful Town
PATRIMONIO
UNESCO
VICENZA BELLISSIMA Benvenuti a Vicenza, la città con il più alto numero di siti tutelati dall’Unesco, a testimonianza dell’altissimo pregio del patrimonio culturale espressione di una ricchezza di contenuti storici-artistici-umanistici che non ha eguali in Italia e nel mondo. La fondazione della città risale al VI sec. A.C., nel 49 a.C. ottiene la cittadinanza romana di cui conserva numerose testimonianze; nel Medioevo si cinge di mura fortificate e dal 1404 al 1797 entra a far parte della Repubblica Serenissima Veneta. Per tutto il Cinquecento prospera il commercio della seta e le famiglie nobili affidano il compito di edificare palazzi e ville di campagna ad Andrea Palladio, il genio creativo in grado di far risplendere quell’inimitabile modello di architettura classica che divenne l’impronta sensibile di “Città Bellissima”, appellativo con cui i visitatori di passaggio descrivevano l’emozione di stupore e meraviglia suscitata dalle sue opere. Non è possibile scoprire la ‘grande bellezza’ di Vicenza in un solo giorno. Lo scrigno dei tesori storici-artistici si apre lentamente man mano che ci si immerge nel ‘sogno palladiano’ e appare la forma perfetta di un gioiello prezioso, ricco di molteplici sfaccettature che non finiranno mai di sorprendere. P Welcome to Vicenza, the city with the highest number of UNESCO protected sites, reflecting the very high quality of its cultural heritage, expression of a abundance of historical-artistic-humanistic contents which is unmatched in Italy and throughout the world. The foundation of the town dates back to the sixth century. BC, in 49 BC it became a province of the Roman Empire preserving several historical temonies; in the Middle Ages it was surrounded by fortified walls, from 1404 to 1797 it became part of the Serenissima Republic of Venice.. Throughout the sixteenth century the silk trade was thriving and aristocratic families entrusted Andrea Palladio with the task of building palaces and country villas, the creative genius capable to give shine to such a unique classical architecture model, which became the significant footprint of the so-called “Città Bellissima, i.e. Wonderful Town”, a name with which passing travellers used to describe the thrill of awe and wonder aroused by his works.. It is impossible to discover the ‘great beauty’ of Vicenza on a single day. The chest of historical-artistic treasures opens slowly as we get immersed into the ‘Palladian dream’ and the perfect form of a precious jewel appears, rich with multiple facets which will never cease to amaze. © Pettinà Giuseppe
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I. ITINERARIO PALLADIANO Primo giorno/ First Day
© Ruggero Acqua
LA BELLEZZA UNIVERSALE
Il Sogno Palladiano /The Palladio’s Dream Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola (30 novembre 1508 – 19 agosto 1580), è stato l’architetto più importante della Repubblica di Venezia nel cui territorio progettò numerose ville che lo resero famoso, oltre a chiese e palazzi, questi ultimi prevalentemente a Vicenza. A Vicenza il giovane scalpellino venne istruito all’arte antica, si formò come architetto e visse realizzando l’anelito degli umanisti di far rinascere i canoni dell’armonia codificati da Vitruvio, ispiratore di un sogno di bellezza che Palladio ricercò per tutta la sua vita. Andrea Palladio, pseudonym of Andrea di Pietro della Gondola (November 30, 1508 - August 19, 1580), was the most important architect of the Venetian Republic in whose territory he designed several villas, what made him famous, as well as churches and palaces, these latter mainly in Vicenza. In Vicenza the young stonemason was fully acquainted with ancient art, he trained as an architect and lived realizing the desire of the humanists to revive the harmony canons codified by Vitruvius, who inspired a dream of beauty which Palladio sought throughout his life.
Itinerario Palladiano /Palladian Itinerary Logge del Palazzo della Ragione Loggia del Capitanio Palazzo Thiene Palazzo Chiericati Palazzo Barbarano da Porto Palazzo Valmarana Palazzo Porto Breganze Palazzo Thiene Bonin Longare Palazzo di Iseppo Porto Teatro Olimpico Casa Cogollo Arco delle Scalette Villa Almerico Capra detta “La Rotonda”
EVENTI E MOSTRE IN BASILICA
Informazioni
informations
Informazioni
L’interno della Basilica Basilica è adibita per ospitare grandi mostre ed eventi culturali Vista panoramica dalla terrazza, location ideale per matrimoni
Eventi e mostre
Informations
Events and exhibitions
The interior of the Basilica Basilica is used to host major exhibitions and cultural events. Panoramic view from the terrace, ideal for weddings location
La Terrazza City Rooftop
© Ruggero Acqua
© Ruggero Acqua
1. BASILICA PALLADIANA (1546)
© Giorgio Marino
Conosciuta anche come Palazzo della Regione, la Basilica è il monumento simbolo della città di Vicenza e nel 2014 le è stato conferito il riconoscimento di Monumento nazionale. Esso ingloba i preesistenti edifici gotici del ‘400 con un doppio ordine di logge scandite da archi e colonne, mentre una volta a carena rovesciata in rame copre la fabbrica.
Also known as Palazzo della Ragione, the Basilica is the symbol of the City of Vicenza and in 2015 it was acknowledged as National Monument. It incorporates the preexisting Gothic buildings of the fifteenth century with a double row of loggias featured by archways and columns, while the overturned keel of the vault covers the floor.
Breve storia. Nel 1546 il Consiglio cittadino approva il progetto di Palladio per le logge del palazzo della Ragione. La soluzione proposta è una struttura per così dire elastica, in grado di tener conto dei necessari allineamenti con le aperture e i varchi del preesistente palazzo quattrocentesco. Il sistema si basa sull’iterazione della così detta “serliana”, vale a dire una struttura composta da un arco a luce costante affiancato da due aperture laterali rettangolari, di larghezza variabile e quindi in grado di assorbire le differenze di ampiezza delle campate: il funzionamento è evidente nelle arcate angolari, dove le aperture architravate sono ridotte quasi a zero. Con una certa enfasi retorica, lo stesso Palladio stesso definisce “basilica” il palazzo della Ragione circondato dalle nuove logge in pietra, in omaggio alle strutture della Roma antica dove si discuteva di politica e si trattavano affari. Il cantiere procederà a rilento: il primo ordine di arcate settentrionali e occidentali sarà concluso nel 1561, il secondo livello, avviato nel 1564, sarà completato nel 1597, il prospetto su piazza delle Erbe nel 1614.
Brief history. In 1546 the City Council approved the draft by Palladio for the loggias of Palazzo della Ragione. The proposed solution is a structure so to say elastic, suitable for taking into account the necessary alignment with the openings and the gates of the former fifteenth century building. The architecture is based on the iteration of the so-called “Serlian window”, i.e. a structure consisting of a constant light arch adjacent to two rectangular side openings of variable width and hence suitable to absorb the differences in amplitude of the spans: the structure is evident with regard to angular arches, where the architraved openings are almost reduced to zero. With a certain rhetorical emphasis, the same Palladio describes Palazzo della Ragione with the term “basilica”, surrounded by new stone loggias, as a tribute to the structures of ancient Rome where political and commercial issues were discussed. The works at the construction site, will proceed at a slow pace: the first order of northern and western arches will be achieved in 1561, the second level, started in 1564, will be completed in 1597, the façade overlooking Piazza delle Erbe in 1614. 9
2. LOGGIA DEL CAPITANIO (1565)
© Ruggero Acqua
Il progetto per la sede del Capitanio, rappresentante del potere politico della Serenissima, venne affidato nel 1570 a Palladio che per la prima volta si cimenta con un monumento di natura politica. La Loggia palladiana sostituisce un’analoga struttura esistente sin dal Medioevo: una loggia pubblica coperta al piano terreno e un salone per le udienze al piano superiore. I lavori cominciano nel 157; Palladio fornisce gli ultimi disegni per le sagome delle modanature nel marzo del 1572 e per la fine dell’anno è realizzata la copertura della fabbrica, tanto che Giannantonio Fasolo può dipingere i lacunari del salone e Lorenzo Rubini realizzare gli stucchi e le statue. Palladio progetta in modo radicalmente diverso la facciata sulla piazza e quella su contra’ del Monte, per dare la risposta adeguata a due situazioni differenti: l’ampia visuale frontale dalla piazza impone lo slancio potente della dimensione verticale delle colonne giganti; le ridotte dimensioni sia del fianco dell’edificio sia di contrà del Monte obbligano a un ordine più misurato. 10
The project for the headquarters of the Capitanio, representing the political power of the Serenissima, was commissioned to Palladio in 1570 who for the first time is entrusted with a political monument. The Palladian Loggia has replaced a similar existing structure since the Middle Ages: an indoor public loggia on the ground floor and a hall for the hearings on the upper floor. The work was begun in 1571, Palladio provided the latest designs for trim bars in the March of 1572 and within the end of the year the flooring coverage was implemented, so that Giannantonio Fasolo could paint the lacunars of the audience hall and Lorenzo Rubini carried out frescoes and statues. Palladio designed the façade overlooking the square and the one facing Contra ‘del Monte in a radically different way, so as to give adequate response to two different issues: the wide front view from the square needed a powerful thrust in the vertical dimension by means of giant columns ; the small size of both the side of the building and Contra ‘del Monte required a more measured canon.
3. PALAZZO THIENE (1542)
© Giorgio Marino
Nell’ottobre del 1542 Marcantonio e Adriano Thiene danno inizio alla ristrutturazione del quattrocentesco palazzo di famiglia, secondo un progetto grandioso che avrebbe occupato un intero isolato. Ricchi e potenti, i sofisticati fratelli Thiene hanno bisogno di un palcoscenico adeguato a frequentazioni cosmopolite e alla nobiltà dei propri ospiti. Al tempo stesso vogliono rimarcare il proprio ruolo in città con un palazzo principesco, segno di vera e propria potenza signorile. È molto probabile che l’ideazione di palazzo Thiene sia da attribuirsi al maturo ed esperto Giulio Romano e che il giovane Palladio sia piuttosto responsabile della progettazione esecutiva e della realizzazione dell’edificio, un ruolo essenziale, soprattutto dopo la morte di Giulio nel 1546. Il cantiere dell’edificio ha inizio nel 1542. I lavori procedono a rilento: sul prospetto esterno è incisa la data 1556 e sul cortile la data 1558. Del grandioso progetto fu quindi realizzato solo una minima porzione.
In October of 1542 Marcantonio and Adriano Thiene began the restructuring of the fifteenth century family mansion, according to a grandiose project that would have occupied up an entire block. Rich and powerful, the sophisticated Thiene brothers needed a proper stage for their cosmopolitan acquaintances and noble guests. At the same time they were aimed at giving prominence to their role in the town with a princely palace, as a sign of real aristocratic power. It is very probable that the conception of Palazzo Thiene is to be attributed to the mature and experienced Giulio Romano, whereas the young Palladio was on the other hand responsible for the final design and construction of the building, a crucial task, especially after the death Giulio in 1546. The construction of the building was started in 1542. The work proceeded slowly: on the external façade an inscription dates back to 1556, while the one in courtyard to 1558. Of the stately project only a small portion was realized. 11
4. PALAZZO CHIERICATI (1550)
© Ruggero Acqua
Nel novembre del 1550, Girolamo Chiericati registra nel proprio “libro dei conti” un pagamento a favore di Palladio per i progetti del proprio palazzo in città, tracciati all’inizio dell’anno. Il cantiere prende avvio nel 1551, per arrestarsi nel 1557, alla morte di Girolamo, il cui figlio Valerio si limita a decorare gli ambienti interni, coinvolgendo una straordinaria équipe di artisti: Ridolfi, Zelotti, Fasolo, Forbicini e Battista Franco. Per più di un secolo palazzo Chiericati rimane un maestoso frammento interrotto a metà della quarta campata. Solo alla fine del Seicento sarà completato secondo la tavola dei Quattro Libri. La straordinaria novità costituita da palazzo Chiericati nel panorama delle residenze urbane rinascimentali deve moltissimo alla capacità palladiana di interpretare il luogo in cui sorge: un grande spazio aperto ai margini della città, davanti al fiume, uncontesto che lo rende un edificio ambiguo, palazzo e villa suburbana. Dal 1855 è sede della Pinacoteca del Museo Civico. 12
In November 1550, Girolamo Chiericati recorded a payment to Palladio in his “accounting book” for the design of his own palace in the city, drafted at the beginning of the year. The site was started in 1551, but then stopped in 1557, due to the death of Girolamo, whose son Valerio merely decorated the interiors, involving an extraordinary team of artists: Ridolfi, Zelotti, Fasolo, Forbicini and Battista Franco. For more than a century Palazzo Chiericati remained a majestic unfinished, work of art, interrupted in the middle of the construction of the fourth span. Only at the end of the seventeenth century it will be completed according to the tavola dei Quattro Libri (i.e. Four Books’ architecture board). The extraordinary innovation represented by Palazzo Chiericati in the world of Renaissance urban residences owes a great deal to Palladio’s ability to exploit the place where it stands: a large open area on the outskirts of town, facing the river, a context which renders it an ambiguous building, as palace and suburban villa as well.
IL MUSEO CIVICO - PINACOTECA
© Saverio Bortolamei
Il 18 Agosto 1855 il Museo Civico di Vicenza viene inaugurato all’interno del prestigioso palazzo palladiano della nobile famiglia Chiericati acquistato dal Comune dagli eredi nel 1838. Per un secolo il Museo si configura come una raccolta di documenti, reperti, opere strettamente legato al contesto storico-artistico della città, ma nel corso del Novecento, con l’affermazione di nuove concezioni museali legate alla specializzazione disciplinare il Museo diventa essenzialmente Pinacoteca. Nella collezione figurano i capisaldi della cultura pittorica vicentina e veneta a cavallo del XV e XV sec.: Montagna, Buonconsiglio, Fogolino, Speranza, Cima da Conegliano, le cui opere costituiscono il nucleo più omogeneo e importante della Pinacoteca. A questo primo gruppo di opere seguono importanti lasciti di dipinti di artisti importanti, tra cui Carpioni, Giordano, Tiepolo, Jacopo Bassano e Maffei. Il recente restauro ha reso idoneo in piano interrato ad ospitare eventi e mostre di arte e fotografia contemporanea.
On August 18, 1855 the Museo Civico di Vicenza (i.e. Vicenza Civic Museum) was inaugurated in the prestigious Palladian mansion of the noble family Chiericati, purchased from the Municipality in 1838 by the heirs. For a century, the museum hosted a collection of documents, finds, workpieces closely related to the historical and artistic context of the town, but during the twentieth century, with the emergence of new museum conceptions linked to subject area specialization the Museum became essentially a Picture Gallery. The collection included the cornerstones of Vicenza and Venetian pictorial culture at the turn of XV and XV century: Montagna, Buonconsiglio, Fogolino, Speranza, Cima da Conegliano, whose artistic works are the most important and homogenous core of the Picture Gallery. This first group of works was followed by significant legacies of paintings by major artists, including Carpioni, Giordano, Tiepolo, Jacopo Bassano and Maffei. The recent restoration has rendered the basement floor suitable to host events. 13
5. PALAZZO BARBARANO DA PORTO (1569) La fastosa residenza realizzata fra il 1569 e il 1575 per il nobile vicentino Montano Barbarano è il solo grande palazzo di città che Andrea Palladio riuscì a realizzare integralmente. Il Barbarano chiede a Palladio di tener conto dell’esistenza di diverse case appartenenti alla sua famiglia già presenti sull’area del nuovo palazzo e, a progetto già definito, acquista un’ulteriore casa adiacente, col risultato di rendere asimmetrica la posizione del portone d’ingresso. In ogni caso i vincoli posti dal sito e da un committente esigente, diventano occasione di soluzioni coraggiose e raffinate: l’intervento palladiano è magistrale, elaborando un sofisticato progetto di “ristrutturazione” che fonde le diverse preesistenze in un edificio unitario. Al pianterreno, un magnifico atrio a quattro colonne salda insieme le due unità edilizie. Nella decorazione del palazzo, Montano coinvolge a più riprese alcuni grandi artisti del suo tempo: Battista Zelotti, Anselmo Canera, Andrea Vicentino, Lorenzo e Agostino Rubini. The sumptuous residence built between 1569 and 1575 for the Vicentine nobleman Montano Barbarano is the only great city palace that Andrea Palladio was able to fully implement. Barbarano requested Palladio to take into account the existence of several houses belonging to his family and already existing on the new building and, following the completion of the design, he purchased yet another adjoining house, resulting in an asymmetric position of the main doorway. Anyway, the constraints imposed by the site and by a demanding patron, became the occasion for courageous and refined solutions: Palladio’s intervention was masterful, working out a sophisticated plan for “restoration” combining the a different existing buildings in a single one. On the ground floor, a magnificent hall with four columns, binds together the two units. For the decoration of the building, Montano entrusted, repeatedly some leading artists of his time: Baptist Zelotti, Anselmo Canera, Andrea Vicentino, Lorenzo and Agostino Rubini. 14
PALLADIO MUSEUM
Palladio Museum
Palladio Museum (En)
Il Palladio Museum ha sede a palazzo Barbarano, l’unico che Palladio egli riuscì a vedere concluso e di cui poté controllare l’esecuzione e gli apparati decorativi. Il percorso espositivo ha inizio con la Sala del libro, dove si racconta l’enorme fortuna editoriale dei Quattro Libri e quello della Rotonda, replicata su tre continenti. Segue la Sala della pietra, dedicata alle tecnologie che Palladio mette a punto per costruire con la pietra, ma anche senza. A Vicenza è dedicata la Sala della seta, perché fu la produzione e il commercio internazionale della seta a costruire la mentalità cosmopolita necessaria ai vicentini per comprendere una architettura rivoluzionaria come quella palladiana. Il Salone del grano e della gloria è dedicato alle grandi ville e all’epopea della bonifica che trasformò il Veneto del Cinquecento, ma anche ai sogni di gloria dei committenti palladiani. Chiude la Sala di Venezia dedicata alla chiesa del Redentore, in cui ogni elemento è in rapporto aureo con gli altri e con il tutto.
The Palladio Museum has its seat in Palazzo Barbarano, it is the only one that Palladio could see completed supervising both the construction and the decoration items. The exhibition itinerary begins with the Hall of the book, boasting the huge editorial success of the Four Books and the Rotonda, replicated over three continents. Following the Hall of stone, showing the technologies that Palladio conceived to build with stone, or even without such material.. The Hall of silk, is devoted to Vicenza, because silk manifacturing and international trading gave rise to such cosmopolitan mindset which was necessary to Vicenza to understand a revolutionary architecture like the Palladian one. The the grain and glory Hall, is dedicated to the great villas and to the apogee of land reclamation that transformed the Veneto of sixteenth century, but also to the dreams of glory of Palladio’s patrons. Eventually the Sala di Venezia, i.e. Hall of Venice, dedicated to Chiesa del Redentore, in which each item is contrived on a golden ratio base in relation to the others and with the whole. 15
6. PALAZZO VALMARANA (1565) La medaglia di fondazione porta incisa la data 1566 e il profilo di Isabella Nogarola Valmarana, ed è quest’ultima a firmare i contratti per la costruzione coi muratori nel dicembre del 1565. La facciata di palazzo Valmarana è una delle realizzazioni palladiane più sofisticate. Per la prima volta in un palazzo, un ordine gigante abbraccia l’intero sviluppo verticale dell’edificio: si tratta evidentemente di una soluzione che prende origine dalle sperimentazioni palladiane sui prospetti di edifici religiosi, come nella contemporanea facciata di San Francesco della Vigna. Come nella chiesa, anche sulla facciata di palazzo Valmarana appare evidente la stratificazione di due sistemi: l’ordine gigante delle sei paraste composite sembra sovrapporsi all’ordine minore di paraste corinzie, in modo tanto più evidente ai margini dove la mancanza della parasta finale rivela il sistema sottostante, che sostiene il bassorilievo di un armato che regge le insegne Valmarana.
© Giorgio Marino
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The foundation medal was engraved with the date of 1566 and Isabella Nogarola Valmarana’s effigy, being the latter to sign the contracts for the construction with the builders for the construction in December 1565. Valmarana mansion facade is one of the most elegant Palladian achievements. For the first time in a palace, a giant order encompasses the entire vertical perspective of the building: this is clearly a solution that stems from Palladio trials on the facades of religious buildings, such as the almost contemporary façade by San Francesco della Vigna. As in the church, even on the Valmarana mansion facade there is a clear layering of two systems: the giant order of six composite pilasters seems to overlap on a minor order of Corinthian pilasters, in a way that becomes more evident at the edges, whereas the lack of the final pillar reveals the underlying setting, which supports the relief of armed man holding the insignia of Valmarana.
7. PALAZZO PORTO BREGANZE (1571)
© Ruggero Acqua
L’impressionante sezione di palazzo che fa da quinta scenografica alla piazza del Castello è l’evidente testimonianza dell’esito sfortunato di un cantiere palladiano. Alla sinistra del frammento è chiaramente visibile la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto, destinata ad essere progressivamente demolita con l’avanzare del cantiere del nuovo palazzo: visti gli esiti, non si può che apprezzare la lungimirante prudenza del committente, Alessandro Porto. La datazione è incerta, ma senz’altro posteriore al 1570; il palazzo avrebbe dovuto svilupparsi in sette campate e avere un cortile concluso ad esedra, come prova un’analisi delle murature superstiti e la posizione stessa del palazzo, fondale della piazza, a rendere necessaria un’accentuata monumentalità, in grado di dominare il grande spazio aperto. Non è chiara la ragione del blocco del cantiere, che Vincenzo Scamozzi dichiara nel 1615 di aver portato personalmente alla attuale, parziale conclusione.
The impressive mansion section that serves as scenic backdrop for the Castle Square is the obvious evidence of the unfortunate outcome of a Palladian building site. On the left of the unit the old fifteenth century house of the Porto family, which was destined to be gradually demolished with the progress of the new mansion construction site, is clearly visible: given the results, one can not but appreciate the far-sighted prudence of the patron, Alessandro Porto. The date is uncertain, but surely next to 1570, the same location of the building, backdrop of the square, necessitates a marked monumentality suited to dominate the large open area. In all probability the building should have been developed consisting of seven bays and be complemented by a courtyard with an exedra shape final part, as highlighted by an analysis of the remaining walls. The reason for the interruption of the work at the construction site, considering that Vincenzo Scamozzi declared in 1615 that he personally led to the current, partial conclusion, it is not clear. 17
8. PALAZZO ISEPPO DA PORTO (1544) È molto probabile che Iseppo (Giuseppe) Porto intraprenda la costruzione di un grande palazzo nella contrada dei Porti spinto dall’emulazione nei confronti di quanto i suoi cognati Adriano e Marcantonio Thiene avevano cominciato a realizzare a poche decine di metri di distanza, nel 1542. l palazzo era abitabile nel 1549 ma la facciata fu conclusa tre anni più nel 1552. Numerosi disegni autografi palladiani testimoniano un iter progettuale complesso, che prevedeva sin dall’inizio l’idea di due blocchi residenziali distinti, il primo lungo la strada e un secondo attestato sulla parete di fondo del cortile. Nei Quattro Libri i due blocchi edilizi sono collegati fra loro da un maestoso cortile con enormi colonne composite: si tratta chiaramente di una rielaborazione di quell’idea originaria ai fini della pubblicazione.
© Giorgio Marino
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It is very likely that Iseppo (Giuseppe) Porto undertook the construction of a large building in Contrada dei Porti driven by the desire to emulate what his brothers in law Adriano and Marcantonio Thiene, he had begun to build few tens of meters away, in 1542. It is possible that just the marriage of Iseppo with Livia Thiene, in the first half of the 40s, was the concrete occasion for entrusting Andrea Palladio. The palace was habitable in 1549, but the façade was completed three years later in 1552. Several autograph drawings by Palladio testify the complex design process, which included from the beginning the idea of two separate residential blocks, the first on the road and a second located near the back wall of the courtyard. In the “Quattro Libri!”, i.e. Four Books, the two blocks are connected by a majestic courtyard with enormous Composite columns: it is clearly a reworking of the original idea for widespreading purposes.
9. PALAZZO BONIN LONGARE (1572)
© Giorgio Marino
Sulla storia del palazzo che Francesco Thiene fece realizzare sulle proprietà di famiglia all’estremità occidentale della Strada Maggiore (l’attuale corso Palladio) presso il Castello sussistono più dubbi che certezze, a partire dalla data esatta della costruzione. Alla morte di Palladio l’edificio non è ancora realizzato. Da un documento del 1586 risulta quanto meno iniziato il cantiere e sicuramente nel 1593, alla morte del committente Francesco Thiene, il palazzo è costruito per almeno un terzo. Enea Thiene, che eredita i beni di suo zio Francesco, porta a conclusione la fabbrica, probabilmente entro il primo decennio del Seicento. Il palazzo sarà acquistato nel 1835 da Lelio Bonin Longare. Nel suo trattato L’idea della architettura universale (edito a Venezia nel 1615), Vincenzo Scamozzi scrive di aver portato a compimento il cantiere dell’edificio sulla base di un progetto altrui (senza specificare di chi si tratti) con qualche variazione rispetto all’originale (di cui non chiarisce l’entità).
About the history of the building, which Francesco Thiene built on his family property in the western end of Strada Maggiore (the current Corso Palladio) at the Castle, there are more doubts than certainties, starting from the exact date of the construction. Upon the death of Palladio, the building was not yet realized. On the base of a document drafted in 1586 the construction resulted at least begun and certainly in 1593, upon the death of the patron Francesco Thiene, the mansion was completed for at least a third. Enea Thiene, who inherited the estate of his uncle Francesco, led to the completion of the work, probably within the first decade of the seventeenth century. The palace was acquired by Lelio Bonin Longare in 1835. In his treatise L’idea della Architettura Universale, i.e. The Idea of Universal Architecture (published in Venice in 1615), Vincenzo Scamozzi wrote that he had brought to fulfilment the building construction on the basis of the design drawn by someone else (without specifying who he is) with some revisions to the original (without explaining the relevant scope) 19
10. TEATRO OLIMPICO (1580)
© Riccardo Contarin
Nel 1580 l’Accademia Olimpica dà inizio al cantiere di un teatro, su progetto del proprio accademico Andrea Palladio. Ma nell’agosto dello stesso anno l’architetto muore senza poter vedere la fine dei lavori. Dopo Palladio, è Vincenzo Scamozzi a intervenire sul teatro, inserendo oltre la scena le scenografie allestite per la rappresentazione inaugurale del 1585, le Sette vie di Tebe, destinate a diventare parte integrante dell’edificio. Il progetto palladiano ricostruisce il teatro dei romani con precisione archeologica, fondata sullo studio accurato del testo di Vitruvio e delle rovine dei complessi teatrali antichi. In ciò costituisce una sorta di testamento spirituale del grande architetto vicentino. Con l’Olimpico rinasce il teatro degli Antichi, e nel farlo Palladio raggiunge una consonanza assoluta con il linguaggio della grande architettura classica, di cui per una vita aveva cercato di ritrovare le leggi della segreta armonia. 20
In 1580 the Accademia Olimpica began the construction of a theater, on the basis of the project of its academic Andrea Palladio. But in August of that year the architect died without witnessing the completion of work. After Palladio, Vincenzo Scamozzi devoted himself to the implementation of the theater, inserting beyond the proscenium the set design prepared for the inaugural representation of 1585, “Le Sette vie di Tebe, i.e. The Seven streets of Thebes, destined to become an integral part of the building. The Palladian design reconstructed the Roman theater with archaeological precision, based on the careful study of the text by Vitruvius and the ruins of ancient theatrical plexuses. In this perspective it is a sort of spiritual legacy of the great architect from Vicenza. With the Olimpico the theater of the Ancients was reborn, and by this way Palladio attained an absolute consonance with the canons of the great classical architecture, of which for a lifetime he had tried to rediscover the laws of secret harmony.
PROGRAMMA SPETTACOLI
Informazioni
Calendario Spettacoli
Informations
Calendario Eventi e Mostre
Settimane musicali
Orchestra O.T.O.
Coro e Orchetra di Vicenza
Š Angelo Nicoletti
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11. CASA COGOLLO (1559) Noto come “casa del Palladio”, in realtà l’edificio non ha nulla a che spartire con l’abitazione del maestro vicentino. In realtà, la ristrutturazione della facciata della propria casa quattrocentesca è imposta dal Maggior Consiglio al notaio Pietro Cogollo come contributo al “decoro della città”, vincolante la positiva accettazione della sua richiesta di conseguire la cittadinanza vicentina. I vincoli posti da uno spazio angusto e dalla impossibilità di aprire finestre al centro del piano nobile per la presenza di un camino spingono Palladio a porre l’enfasi sull’asse della facciata, realizzando una struttura costituita a piano terra da un’arcata affiancata da semicolonne e al piano superiore da una sorta di tabernacolo che incorniciava un affresco di Fasolo. L’esito è una composizione di grande forza monumentale ed espressiva, pur nella semplicità dei mezzi a disposizione
© Carmen Menguzzato
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Known as the “home of Palladio”, the building has indeed nothing to do with the home of the master artist from Vicenza. In fact, the renovation of the facade concerning his fifteenth century mansion was commissioned by the Maggior Consiglio to the notary Pietro Cogollo as a contribution to the “decorum of the town”, upon positive acceptance of his request to obtain the Vicentine citizenship. The constraints resulting from a cramped space and the inability to open the windows in the middle of the main floor because of the presence of a fireplace (and its chimney) rod guide Palladio to focus on the facade axis, creating a structure consisting of a ground floor arcade complemented by columns and on the upper floor of a sort of tabernacle framing a fresco by Giovanni Antonio Fasolo.
12. ARCO DELLE SCALETTE (1595) Poco chiara appare la genesi e l’autografia dell’arco che dava inizio al percorso di accesso al Santuario di Monte Berico prima della realizzazione, a metà Settecento, dei portici di Francesco Muttoni. Certe appaiono la data di costruzione, fissata al 1595, e l’identità del committente, il Capitano veneziano Giacomo Bragadino. Altrettanto documentate sono le richieste dei frati del Santuario, risalenti al 1574- 1576, che chiedono alla Comunità un sostegno finanziario per la ristrutturazione dell’intero percorso delle Scalette, ma nulla prova che l’arco fosse incluso del processo di rinnovamento generale, che per altro investe anche lo stesso Santuario. Altrettanto incerta è l’originale configurazione dell’arco, che in immagini seicentesce mostra nicchie frontali, successivamente spostate nell’intradosso per accogliere l’Annunciazione di Orazio Marinali. Both the origin and the authorship of the arch which gave start to the access path towards the Sanctuary of Monte Berico before the realization of the porticoes of Francesco Muttoni in the mid eighteenth century, appear indefinite. The date of construction, i.e. 1595, and the identity of the patron, the Venetian Captain James Bragadino, seem to be ascertained. The demands by the friars of the Sanctuary, dating back to 1574- 1576, who called for financial support from the Community for restoring the entire path of the socalled Scalette (i..e. stairways) , are also documented, but there is no evidence that the arch was included in the overall renovation, which moreover concerned the Sanctuary as well. The original configuration of the arch, which in seventeenth-century pictures is featured by frontal niches, then placed in the intrados so as to allow room for the Annunciazione (i.e. Annunciation) by Orazio Marinali, remains equally uncertain.
© Augusto Mia Battaglia
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2. ITINERARIO MONTE BERICO Secondo giorno/Second day
Š Antonio Tafuro
2. Itinerario Monte Berico Basilica Monte Berico Museo del Santuario Piazzale della Vittoria Portici del Rosario Villa Guiccioli Museo Risorgimento Villa Valmarana ai nani Villa Capra la Rotonda 26
Informazioni Santuario
Portale Servi di Maria
Ristoranti Buone tavole dei Berici
Ristorante ai Sette Santi
CAMMINANDO TRA GLI AMENI COLLI Walking among the pleasant hills
Salendo i 192 gradini delle scalette che partono dall’Arco Palladiano, inizia il percorso che conduce al Santuario di Monte Berico, meta di milioni di pellegrini ogni anno. La Basilica di Monte Berico fu edificato in seguito all’apparizione della Madonna durante la terribile pestilenza che, ultimati i lavori in soli tre mesi, cessò miracolosamente nel 1428. L’antica chiesa gotica fu successivamente incorporata dal progetto di Andrea Palladio del 1562 successivamente realizzato e modificato nel 1688 nell’imponente struttura barocca che domina la città.
© Saverio Bortolamei
Climbing the 192 steps of the socalled “Scalette” (ie stairways) that depart from the Palladian Arch, begins the path that leads to the Sanctuary of Monte Berico, visited by millions of pilgrims every year. The Basilica of Monte Berico was built after the apparition of the Virgin Mary during the terrible plague which, miraculously ceased in 1428 after the completion of the works that lasted only three months. The old Gothic church was subsequently incorporated in the plan drafted by Andrea Palladio in 1562, which was subsequently realized and modified in 1688 in the context of the impressive baroque structure overlooking the city. 27
SANTUARIO DI MONTE BERICO Fondato nel 1428 un seguito alle due apparizioni mariane sul colle, il Santuario testimonia la devozione profonda dei vicentini per la Madonna ne corso dei secoli attraverso donazioni ed ex voto. A tutti gli effetti il Santuario è un museo diffuso dove diversi capolavori di arte sacra sono collocati all’interno di una cornice architettonica stratificatasi nel corso di sei secoli di storia. Il fulcro del Santuario è la statua della “Mater Misericordiae” realizzata nel Quattrocento che raffigura la Vergine nel gesto di accogliere e protegge sotto il suo manto i devoti in preghiera. Altra immagine mariana molto suggestiva è la Pietà collocato nell’altare dell’Addolorata, un dipinto realizzato da Bartolomeo Montagna nel 1500. La parte conventuale del Santuario include la Biblioteca, l’archivio storico e il Museo degli exvoto, visitabile su appuntamento. Built in 1428 after the two Marian apparitions on the hill, the sanctuary witnesses the profound devotion of the inhabitants of Vicenza towards the Virgin Mary, expressed over the centuries through donations and votive offerings.. Actually the Sanctuary is an articulate museum where several masterpieces of religious art are exhibited in an architectural frame, which has been consolidated over the course of six centuries of history. The centrepiece the Sanctuary is the statue of “Mater Misericordiae” achieved in the fifteenth century, depicting the Virgin Mary in the gesture of welcoming and protecting under her mantle the praying devotees. The Pietà situated in the altar of the Addolorata, a painting by Bartolomeo Montagna realized in 1500, is another highly evocative Marian representation. The convent of the Sanctuary includes the Library, the historical archive and the Museum of votive offerings, open by appointment. 29
Museo Ex Voto
Orari funzioni religiose
Itinerario religioso
Š Riccardo Baggio
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IL CAMMINO DEI PELLEGRINI Il percorso dei pellegrini fu molto valorizzato nel corso dell’Ottocento con il collegamento della città attraverso la diagonale di Campo Marzio con il lunghissimo portico progettato dall’arch. Muttoni e realizzato a partire dal 1746. Dal punto di vista estetico, mentre le Scalette si rinserrano in un incavo di monte, il portico del Muttoni si apre tutto immediatamente sin dalle prime battute al respiro del paesaggio. La bella strada coperta, oltre ad incanalare i pellegrini di tutti giorni, cominciò a servire nelle festività per le rivendite di oggetti religiosi, divenne il percorso delle cerimonie e processioni integrandosi perfettamente nella complessa organizzazione culturale del santuario. I portici hanno uno sviluppo di 700 metri con 150 arcate, ripartite a gruppo di 10, ognuno dei quali con un breve ripiano a forma di cappella, a simboleggiare i 15 Misteri del Rosario. Muttoni si avvalse di un sobrio stile neoclassico rinforzato da un razionalismo illuminista tipico della Vicenza del Settecento.
© Anna M. Rossi
The function of the pilgrims’ path was much enhanced during the nineteenth century by being connected to the city via the diagonal line of the Campo Marzo alley, reaching the arcades going up the hill, which were designed by the architect Francesco Muttoni and built, from 1746 onwards. Looking at the two access ways to Monte Berico, it can be said that while the Scalette stairway climbing up the hill on the other side are someway shut inside the slope, Muttoni’s arcades open towards the lively landscape. The beautiful covered path lead the pilgrims arriving day by day to the holy shrine and served at the same time as little marketplace for religious objects; along the way ceremonies and processions took place as well, as part of the complex activities around of the sanctuary. The arcades develop along 700 meters with 150 arches divided in groups of 10 by small chapel-like mezzanines to symbolize the 15 Mysteries of the Holy Rosary. Muttoni designed the arcades basing on an austere neoclassical style, stressed by the typical rationalism by the Age of Enlightenment that inspired Vicenza as well. 31
© Riccardo Baggio
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LE VILLE SUL MONTE
Villa Capra
Villa Valmarana
Villa Guiccioli
Tour in bici
La prima importante villa costruita sulle pendici orientali del Monte fu Villa Almerico Capra detta la Rotonda, che restò a lungo isolata, incastonata in un panorama di rara bellezza, circondata dalla campagna, dalla Valletta del Silenzio e dalla collina. Seguì, nel secolo successivo, la costruzione della Villa Valmarana ai Nani, uno splendido sito architettonico e artistico composto da una Palazzina (1669), la Foresteria e la Scuderia (1720). La Palazzina e la Foresteria sono affrescate da Giambattista e Giandomenico Tiepolo, chiamati nel 1757 da Giustino Valmarana. La Villa prende il nome dalle statue dei 17 nani in pietra, un tempo disseminati nel giardino, ora disposti sul muro di cinta che circonda la proprietà. Poco oltre il santuario sul colle Ambellicopoli, fu relizzata nel 1788 Villa Guiccioli, ora sede del Museo del Risorgimento e della Resistenza, dotata di un parco di circa 4 ettari in cui sono presenti complessivamente 536 piante appartenenti sia alla flora locale che a specie esotiche. The first important villa built on the eastern slopes of the Mount was Villa Almerico Capra, known as the Rotonda, which remained isolated for a long time, set in a landscape of a rare beauty, surrounded by the countryside, by the Valletta del Silenzio, i.e. Valley of Silence, and by the hill. In the following century it was followed by the construction of Villa Valmarana ai Nani, a magnificent architectural and artistic site consisting of a Luxury Apartment Building (1669), the Lodge and the Stables (1720). The Luxury Apartment Building and the Lodge were frescoed by Giambattista and Giandomenico Tiepolo, entrusted in 1757 by Giustino Valmarana. The Villa is named after the statues of the 17 stone dwarfs, once spread in the garden, now placed on the walls surrounding the property. Not far from the sanctuary on the hill Ambellicopoli, Villa Guiccioli was built in 1788, now it is the seat of the Museum of the Risorgimento and Resistance, with a park of about 4 hectares in which there are a total of 536 plants belonging to both local flora and exotic species.
© Ruggero Acqua
© Riccardo Contarin
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LA GRANDE BELLEZZA
© Stefano Maruzzo
Informazioni
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Informations
13. VILLA CAPRA - LA ROTONDA (1566)
© Ruggero Acqua
Icona universale delle ville palladiane, la Rotonda in realtà è considerata dal suo proprietario, il canonico Paolo Almerico, come una residenza urbana o, più propriamente, come una villa suburbana. Lo stesso Palladio, nei Quattro Libri, pubblica la Rotonda fra i palazzi e non già fra le ville. Progettata nel 1566, la villa è già abitabile nel 1569, ma ancora incompleta. Subentrato a Palladio dopo il 1580, Scamozzi completa il progetto con interferenze che studi recenti tendono a considerare molto limitate. La Rotonda è una villa-tempio, una astrazione, specchio di un ordine e una armonia superiori. Orientata con gli spigoli verso i quattro punti cardinali, vuole essere letta innanzitutto come un volume, cubo e sfera, quasi si richiamasse alle figure base dell’universo platonico. La Rotonda resta un unicum nell’architettura di ogni tempo, come se, realizzando un edificio perfettamente simmetrico, Palladio avesse voluto costruire un modello ideale del proprio sogno di Bellezza Universale.
Universal icon within Palladian villas, the Rotonda was actually considered by its owner, the Canon Paul Almerico, as an urban residence or, more properly, like a suburban villa. The same Palladio, in I Quattro Libri (i.e. Four Books), includes the Rotonda among the palaces and not in the context of the villas. Designed in 1566, the villa was already habitable in 1569, but still incomplete. Taking over from Palladio after 1580, Scamozzi completed the project with innovative elements, which recent studies tend to consider of extremely limited scope. The Rotonda is a villa-temple, an abstraction, a mirror of a higher order and harmony. With its corners oriented to the four cardinal points, it is conceived first and foremost, to boast a volumetric appearance, with cube and sphere shapes, almost recalling the basic solid geometrical figures of the Platonic universe. The Rotonda is a unique exemplar in relation to the architecture of every age, as if Palladio, creating a perfectly symmetrical construction, had aimed at building an ideal model of his own dream of Universal Beauty. 35
© Giuseppe Pettinà
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FESTE E TRADIZIONI Nel Seicento la Piazza Grande (Piazza dei Signori) diventa per la nobiltà luogo di feste, competizioni, tornei cavallereschi, cacce di tori e di una famosa giostra a cavallo che interpretava il mito degli Argonauti. Ma la festa popolare più importante avveniva nel mese di Giugno con la processione della Rua, una grande “macchina” alta 50 braccia (33 metri) piena di figure e personaggi concernenti la festa dell’Eucarestia. La Rua è la giostra che dal 1444 al 1928, data della sua ultima processione, ha rappresentato un simbolo di unità civile e religiosa dei vicentini. Dal 2010 la città ha ripreso la tradizione e nel mese di Settembre, con cadenza biennale, la Rua rimane in Piazza dei Signori dopo essere stata accesa con solenne cerimonia durante la festa della Madona di Monte Berico (8 Settembre) Dal 2013 si svolge annualmente la processione del “Gioiello di Vicenza, una tradizione che risale al 1577, in cui la città festeggia la fine improvvisa dalla peste. In the seventeenth century Piazza Grande (Piazza dei Signori) becomes a place for noble feasts, competitions, tournaments, bull hunt, moreover a famous horse carousel reminds to the myth of the Argonauts. However the most important popular festival took place in June with the procession of the Rua, a big 50 fathoms (33 meters) high “machine” full of figures and characters concerning the celebration of the Eucharist. The Rua is the joust that from 1444 to 1928, date of the last parade, was a symbol of civil and religious unity for the people of Vicenza. Since 2010 the city has revived the tradition and in the month of September the Rua, reconstructed in a reduced form (24 meters high and weighing a total of 300 tons), it gets installed in Piazza dei Signori after being “ set on fire” in the day when we celebrate the recurrence of Madonna di Monte Berico (on September, 8)
© Angelo Nicoletti
© Tommaso Pitton
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LA TRADIZIONE DELLA RUA Nel corso dei secoli la connotazione religiosa della Rua, il cui nome fa riferimento alla ruota per i bambini montata al centro e simbolo dell’antico ordine dei notai, è divenuto un elemento di riconoscibilità civica, che ha accompagnato i momenti storici salienti e le personalità più illustri di passaggio a Vicenza. Oltre alla Rua, Vicenza aveva un suo palio, come Siena o Asti, che accompagnava il Giro con una partecipazione davvero straordinaria di persone e mezzi. L’attuale modello è una copia in scala minore della “grande macchina” costruita per volontà del “Collegio dei Notai” per partecipare alle fastose processioni del “Corpus Domini”.
Nel 1928, sotto una pioggia battente, la Rua compì il suo ultimo giro. Con i bombardamenti della seconda guerra mondiale si perdette anche il macchinario. Over the centuries the religious connotation of the Rua, whose name refers to the wheel for children mounted in the center and symbol of the Order of Notaries, has become an element of civic recognition that accompanied the key historical moments and most eminent personalities passing through Vicenza. In addition to the Rua, Vicenza had its Palio, like, Siena or Asti, who accompanied the Spinning with a really extraordinary participation of people and means. The current model is a smaller scale copy of the “big machine” created by will of the “Board of Notaries” to participate in the magnificent processions of “Corpus Christi”. In 1928, under a pouring rain, the, Rua made his last round. With the bombings of World War II the machinery was even lost.
1928 - Ultima processione della grande Rua
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Tradizioni
LA PROCESSIONE DELLA RUA La manifestazione della Rua si tiene dal 2010 in centro storico ai primi di settembre. Per l’occasione si può assistere al giro della “Ruetta”, la riproduzione della Rua in scala ridotta (400 kg di peso e 8 metri d’altezza), realizzata nel 1949 e di recente restaurata, che si presenta con una cascata di fiori biancorossi, come i colori della città. La sfilata della “Ruetta” vede la presenza di un corteo di persone che rappresentano le associazioni, i gruppi sportivi, le confraternite, gli ordini militari e gli ordini professionali del territorio. La processione della “Ruetta” è un evento che si svolge lungo un percorso di vie del centro storico, fino a confluire in Piazza dei Signori, dove viene infine collocata all’interno del Palazzo del Capitaniato. The Rua event is held since 2010 in the old town in early September. On such occasion you can admire the parade of “Ruetta”, reduced-scale reproduction of the Rua (weighing 400 kg and 8 meters high), made in 1949 and recently restored, featuring a waterfall of red and white flowers, like the colors of the town. The parade of the “Ruetta” consists of a procession of people representing the associations, sports teams, confraternities, military orders and professional bodies of the territory. The procession of “Ruetta” is an event taking place along a path through the historical centre, until reaching Piazza dei Signori, where it is then placed inside the Palace of the Captain.
History
Storia
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IL GIOIELLO DI VICENZA
Il Gioiello si può vedere al Museo Diocesano in Piazza Duomo. Il progetto è dell’Arch.Romano Concato.
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LA PROCESSIONE DEL GIOIELLO
Storia
Museo Diocesano
© Romano Concato
Il gioiello di Vicenza è un modello della città realizzato con 15 Kg. di argento montato su un piatto circolare che ha un diametro di cm 58 e una altezza di 23 cm, collocato all’interno del Museo Diocesano situato in Piazza Duomo. Realizzato nel 2013 dalle abili mani dell’argentiere Carlo Rossi, il gioiello è frutto di uno lavoro d’equipe che ha visto all’opera i migliori artigiani e aziende del settore orafo in cui eccelle per tradizione la città di Vicenza. L’origine storica del modellino risale al 1577 quando il Consiglio Cittadino decise di realizzare “Vicenza d’argento” come ex-voto per preservare la città dal peste. Fino al 1797 il Gioiello venne trasportato in processione dalla Chiesa di San Vincenzo, patrono della città, fino al Santuario di Monte Berico per essere offerto alla Madonna in segno di ringraziamento. L’antica tradizione è stato ripresa e il 7 Settembre 2013 il “Gioiello di Vicenza” è stato riconsegnato ai cittadini e portato nuovamente in processione attraverso l’Arco progettato da Palladio.
The Jewel of Vicenza is a scale model of the town made with 15 Kg. of silver fixed on a circular plate which has a diameter of 58 cm and is 23 cm high, placed inside the Museo Diocesano situated in Piazza Duomo. Realized in 2013 by the skilled hands of the silversmith Carlo Rossi, the jewel is the result of a collaborative work thanks to the commitment of the best craftsmen and companies in the gold sector in which the city of Vicenza is distinguished by tradition. The historical origin of the model dates back to 1577 when the City Council decided to create “ Vicenza d’argento, i.e. Silver Vicenza” as a votive offering to preserve the town from the plague. Until 1797 the Jewel was carried in procession from the Church of San Vincenzo, patron saint of the town, to the Sanctuary of Monte Berico to be offered to the Virgin Mary as thanksgiving. The ancient tradition was revived, and on September 7, 2013 the “Jewel of Vicenza” was returned to the citizens, then brought in procession once again through the Arch designed by Palladio 41
LA TRADIZIONE DEL BACCALA’ Il baccalà alla vicentina è la ricetta simbolo della città di Vicenza, la fortuna di questa celeberrima ricetta, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, è sicuramente la sua semplicità ma allo stesso tempo il suo inconfondibile sapore. La lunga cottura rende le carni del baccalà (stoccafisso) molto tenere, complice anche l’aggiunta del latte che ingentilisce il gusto deciso tipico del merluzzo essiccato. il merluzzo seccato ai venti del Nord richiede un lunghissimo tempo di preparazione e cottura. A Vicenza veniva venduto nelle piazze dei mercati cittadini, ma nel dopoguerra Aldo Gaspari fu il primo a mettere in vendita il “baccalà cotto alla vicentina”, divenendo subito meta obbligata di turisti e forestieri, oltre che dei residenti. Baccalà alla vicentina, i.e. Vicentine stockfish, is the recipe symbol of the city of Vicenza, the fortune of this famous recipe, known and appreciated throughout the world, is certainly its simplicity but at the same time its matchless taste. The long cooking time makes the meat of baccalà (stockfish) very tender, also because of the addition of milk that softens the typical strong taste of salt cod. The cod dried through the Northern winds requires a very long preparation and cooking time. In Vicenza, it was sold in the local market squares, but during the postwar period Aldo Gaspari was the first to sell the “cooked baccalà alla vicentina”, so that it immediately became a must for tourists, foreigners, and inhabitants as well ‘. 42
LA FESTA DEL BACCALA’
La festa di Sandrigo
I Ristoranti del Baccalà
Ricetta Baccalà
Il Baccalà alla vicentina Ingredienti (per 12 persone): Kg 1 di stoccafisso secco gr. 500 di cipolle Litri 1 di olio d’oliva extravergine 3-4 acciughe ½ litro di latte fresco poca farina bianca g. 50 di formaggio grana grattugiato un ciuffo di prezzemolo tritato sale e pepe
Le origini del baccalà alla vicentina sono da far risalire al 1432 quando, una spedizione guidata dal mercante veneziano Pietro Querini naufragò. L’equipaggio si salvò raggiungendo l’isola di Røst in Norvegia dove, alcuni giorni dopo, arrivarono in soccorso gli abitanti di un’isola vicina che li accolsero ed accudirono. Essi erano soliti conservare il merluzzo in un modo insolito: essiccato, come l’attuale stoccafisso. Tornando a casa, il mercante decise di portare con se un po’ di quel pesce secco. Arrivato in patria, i gastronomi vicentini furono incuriositi dallo stoccafisso e si resero conto che poteva essere un’alternativa al costosissimo pesce fresco che oltretutto era facilmente deperibile. Proprio per questo motivo iniziarono ad elaborare un modo per rendere unico questo nuovo alimento e a quanto pare lo trovarono: era nato il baccalà alla vicentina! The origins of baccalà alla vicentina date back to 1432 when an expedition led by the Venetian merchant Pietro Querini shipwrecked. The crew survived reaching the island of Røst in Norway where, a few days later, the inhabitants of a neighboring island came to the rescue of the castaways welcoming and taking care of them. They used to store the cod in an unusual way: dried, like today’s stockfish. Returning home, the merchant decided to take away a little ‘of the dried fish. When he arrived home, the Vicentine gastronomists, were curious about stockfish as they realized that it could be an alternative to the expensive fresh fish which moreover was easily perishable. Precisely for this reason they began to develop a way to render this new food unique and in fact they succeeded: baccalà alla vicentina was born! 43
TAXI 0444 920600 OSTELLO 0444.540222 (E6) CAMPING 0444.582311 PARKING CANOVA (D5) FOGAZZARO (D2) VERDI (H2) STADIO (I8)
EMERGENZE/ Emergency numbers Azienda Promozione Turismo: tel. 0444-320854 Medical Assistance: tel. 118 First Aid: tel. 0444-993723 Hospital: tel. 0444-993111 Ambulance CRI: 0444-514222 Emergency Medical: tel. 0444-567228 Public Emergency: tel. 113 Railroad Police: tel. 0444-544378 City Police: tel. 0444-545311 Traffic Police: tel. 0444-250811 Emergency Intervention: tel. 112 Carabinieri: tel. 112 Fire Brigade: tel. 115 0444-565022 Help on the road: tel. 803116 - 803803 Financial Police: tel. 117
FARMACIE DI TURNO
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VICENZA CARD Per visitare i principali palazzi, musei e monumenti della città si può usufruire di:
2 PROVINCIA DI VICENZA
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Dieci musei e monumenti aperti per voi
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1. Teatro Olimpico Piazza Matteotti, 11 T. +39 0444 964380 teatrolimpico@comune.vicenza.it booking@comune.vicenza.it
Vicenza 2. MuseoCard Civico di Palazzo Chiericati Intero €Matteotti, 20,00 37/39 Piazza Ridotto* € 15,00 T. +39 0444 964380 Vicenza Card Vicenza Card + mostra Ritratto di Donna museocivico@comune.vicenza.it Consente di visitare i 10 musei indicati. Intero € 28,00 Ha una validità di 8 giorni dal primo utilizzo Ridotto* 25,00 3. Museo €del Risorgimento e della Resistenza e prevede un solo passaggio per sede. Viale X Giugno, 115 Biglietto Speciale 4 Musei Biglietto Speciale 4 Musei T. +39 0444 222820 Consente di visitare 4 musei a scelta Intero € 15,00 museorisorgimento@comune.vicenza.it tra i 10 indicati. Ridotto* € 13,00 Ha una validità di 3 giorni dal primo utilizzo 4. Museo Naturalistico-Archeologico e prevede un solo passaggio per sede. Biglietto Contrà S. Speciale Corona, 4 Mostra Ritratto di donna + Gallerie d’Italia T. +39 0444 222815 La Vicenza Card e il Biglietto Speciale 4 Musei Palazzo Leoni Montanari museonatarcheo@comune.vicenza.it sono in vendita nelle seguenti biglietterie: Intero € 14,00 ufficio IAT (a fianco dell’ingresso del Teatro Ridotto* 5. Chiesa€di12,00 Santa Corona Olimpico), Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Contrà S. Corona, 2 Montanari, Palladio Museum, Museo Diocesano T. * (per min. 15 persone e per residenti +39 gruppi 0444 222811 e dal 6 dicembre anche alla Basilica Palladiana. museocivico@comune.vicenza.it di Vicenza e provincia) Per visitare i principali palazzi, musei e monumenti della città si può usufruire di:
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PROVINCIA DI VICENZA
Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi Basilica Palladiana Vicenza
6 dicembre 2019 13 aprile 2020
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1. Teatro Olimpico Piazza Matteotti, 11 T. +39 0444 964380 teatrolimpico@comune.vicenza.it booking@comune.vicenza.it
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2. Museo Civico di Palazzo Chiericati Piazza Matteotti, 37/39 T. +39 0444 964380 museocivico@comune.vicenza.it
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3. Museo del Risorgimento e della Resistenza Viale X Giugno, 115 T. +39 0444 222820 museorisorgimento@comune.vicenza.it
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Vicenza Card Consente di visitare i 10 musei indicati. Ha una validità di 8 giorni dal primo utilizzo e prevede un solo passaggio per sede. Biglietto Speciale 4 Musei Consente di visitare 4 musei a scelta tra i 10 indicati. Ha una validità di 3 giorni dal primo utilizzo e prevede un solo passaggio per sede. La Vicenza Card e il Biglietto Speciale 4 Musei sono in vendita nelle seguenti biglietterie: ufficio IAT (a fianco dell’ingresso del Teatro Olimpico), Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, Palladio Museum, Museo Diocesano e dal 6 dicembre anche alla Basilica Palladiana.
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MULTILINGUAL AUDIO GUIDE
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Dieci musei e monumenti aperti per voi
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6. Palladio Museum Contrà Porti, 11 T. +39 0444 323014 accoglienza@palladiomuseum.org 7. Museo Diocesano Piazza Duomo, 12 T. +39 0444 226400 museo@vicenza.chiesacattolica.it 8. Museo del Gioiello Piazza dei Signori, 44 (Basilica Palladiana) T. +39 0444 320799 info@museodelgioiello.it
4. Museo Naturalistico-Archeologico Contrà S. Corona, 4 T. +39 0444 222815 museonatarcheo@comune.vicenza.it
9. Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari Contrà S.Corona, 25 Numero verde 800 578875 info@palazzomontanari.com www.gallerieditalia.com
5. Chiesa di Santa Corona Contrà S. Corona, 2 T. +39 0444 222811 museocivico@comune.vicenza.it
10. Basilica Palladiana Piazza dei Signori T. +39 0444 222850 basilicapalladiana@comune.vicenza.it
Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi
€ 10,00
ISBN 978-88-944859-1-2
© Vittorio Bozzarelli - Mod. Miyoko Komagata
Basilica Palladiana
6 dicembre 2019
Vicenz Intero Ridott Vicenz Intero Ridott
Bigliet Intero Ridott
Bigliet Mostr Palazz Intero Ridott
* (per di Vice
6. Pal Contrà T. +39 accogl
7. Mu Piazza T. +39 museo
8. Mu Piazza T. +39 info@m
9. Gal Contrà Nume info@p www.g
10. Ba Piazza T. +39 basilic