VICENZA MAGAZINE #4/19

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n. 03/2019 04/2019

VIVIEDIZIONI

ASSOCIAZIONE EDITRICE VENETA

VICENZA VENETO MAGAZINE

MAGAZINE

EVENTIAMBIENTE MOSTRE MUSEI LIBRI STORIA CULTURA RECENSIONI TERRITORIO SOCIETA’ / STORIAREPORTAGE CULTURA EVENTI

© Giò Tarantini Palio didiMontagnana - foto di Antonio Tafuro ©Foto GianLuca Rigon

Mostra in Basilica/Ritratto di Donna Tempesta Vaia /un anno dopo I Tiepolo a Villa Valmarana - Vaia/un dopo 19 Ottobre /la nascita del Partito deianno Veneti

Torrione di Porta Castello / Mostra di Arte di Contemporanea Mostra in Basilica Palladiana/ Ritratto Donna Federico Faggin/ Silicio Villa Mostra Valmarana ai Nani/ Il capolavoro dei Tiepolo a Palazzo Montanari - Reportage degli -Eventi settembrini In edicola e libreria € 5,00distribuita in abbonamento € 30 - in edicola e libreria € 10,00 VIVIEDIZIONI - Pubblicazione trimestrale

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R I V I S T A D I I N F O R M A Z I O N E E V E N T I C U LT U R A L I E R E P O R T A G E

VICENZAMAGAZINE

Novembre 2019 V I C E N Z A M A G A Z I N E N. 4

VICENZAmag - pubblicazione trimestrale per i soci - abbonamento annuale € 25,00 / 4 numeri

E V E N T I & C U LT U R A Pubblicazione © VIVI EDIZIONI Vicenza

INDICE

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VICENZA MAGAZINE n.3 Novembre 2019

ANNIVERSARI TEMPESTA VAIA MOSTRE IN CITTA’ RITRATTO DI DONNA Mostra in Basilica Palladiana

Hanno collaborato Agata Keran Dario Rigoni Stefania Portinari Giulio Valmarana

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SACRO E BELLEZZA NELL’ARTE RUSSA Mostra a Palazzo Leoni Montanari LE NUOVE FRONTIEE DEL CONTEMPORANEO Torrione di Porta Castello

Fotografi Dario Rigoni Antonio Tafuro Tiziano Casanova Paolo Martini GianLuca Rigon

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EVENTI PASSATI REPORTAGE Trentennale musica barocca Un successo Olimpico La festa della Rua La processione del Gioiello

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STORIA VILLA VALMARANA AI NANI Il ciclo di affreschi dei Tiepolo

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LIBRI DI STORIA VICENTINA

PROVINCIA DI VICENZA

In copertina Autunno a Monte Berico foto di GianLuca Rigon

Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi Basilica Palladiana Vicenza

6 dicembre 2019 13 aprile 2020

ABBONAMENTO

Sottoscrizione abbonamento Ass. VIVI VICENZA IT03 X030 6911 8941 0000 0003 749 - Banca Intesa

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ASSOCIAZIONE CULTURALE

VIVI VICENZA Associazione editrice VIVI VICENZA Corso Palladio, 179 0444.327976 Contatti: vivi@viviedizioni.eu www.viviedizioni.org

R E P O R TA G E EVENTI CULTURA

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AMBIENTE

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TEMPESTA VAIA 2018 Un anno dopo la devastazione che ha sradicato milioni di alberi Fotografie di Dario Rigoni - Project GAIA

Non si puo’ capire se non si vede, il modo in cui muore la natura. Non fa rumore e i suoi funerali sono troppo brevi, una formalita’ scomoda che non si vuole duri che lo stretto necessario. Si parla dei milioni di alberi sradicati. Nessuno spiega che altrettanti stanno morendo! I feriti dopo due notti infernali trascorse a strapparsi l’un l’altro ogni brandello di ramo. Nessuno racconta che dove cade un bosco non sopravvivono nemmeno i muschi, gli insetti, tutto si brucia come carne marcia. Come fosse Hiroshima o Nagasaki. Nessuno che abbia la reale percezione di cosa ciascuno abbia perduto. Ubriachi di wifi e internet non percepiamo piu’ cosa sappia dire il silenzio.

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EVENTI CULTURA


TEMPESTA VAIA: UN ANNO DOPO

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’evento del 29 Ottobre 2018 entrerà negli annali dei fenomeni meteo estremi, che hanno colpito le nostre zone. Se vogliamo comprendere questo evento naturale dobbiamo accettare una lezione, benché durissima, che la natura sta tentando di farci mandare a memoria, a noi, che sembriamo non volerla ancora imparare. In questi dodici mesi però, qualcuno si è fermato a riflettere, nel tentativo di tradurre in intenti e pratiche la dura lezione di Vaia. Si è molto discusso sulle cause dell’evento, sulle modalità del suo sviluppo, sulle conseguenze e soprattutto sulle azioni da intraprendere per dare intendere che la lezione è servita. In Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige da anni si interviene sulle foreste con scrupolo, attenti a non disattendere regole e certificazioni (PEFC e FSC). Anche se molte delle superfici colpite erano foreste fragili e sfruttate dall’uomo, il fattore principale che ha scatenato il fenomeno è il mutamento climatico. Da tempo, infatti, sull’arco alpino si assiste a fenomeni “anormali” sempre più intensi e frequenti. La tempesta Vaia ha causato lo schianto di circa 8 milioni di metri cubi di legname: circa 3 milioni in regione Veneto, nelle province di Belluno e Vicenza, altrettanti nel Trentino, circa 1 milione nella

provincia di Bolzano, qualche centinaio di migliaia nella regione Friuli Venezia Giulia. Il Veneto ha reagito prontamente, ma a la dimensione della devastazione è tale che a distanza di una anno la ferità è ancora aperta ed è diventa putrida, come carne marcia. Infatti è in corso un processo di acidificazione del terreno devastato e del sottobosco limitrofo che mette a rischio parti estese di foresta, sempre più fragili perchè più esposte di prima ad altri fenomeni atmosferici. Recuperare il legno nobile è una piorità, siamo d’accordo, ma ramaglie e aghi verdi possono rappresentare una bomba ecologica se la putrefazione avrà ripercussione sulle falde acquifere più a valle. Fino ad oggi sono stati stanziati solo una manciata di milioni per il recupero dei tronchi, ma nell’ipotesi di un possibile protarsi del maltempo nel periodo autunnale e invernale, specie se caratterizzato da forti piogge e alluvioni localizzate, senza progetti organici di bonifica del sottosuolo, si corre il rischio di una precipitazione del materiale residio verso valle Avemmo bisogno di un fuoco purificatore, come descritto per immagini dal fotografo Dario Rigoni che insieme all’artista coreografo Thierry Parmentier mette a nudo la “reale percezione di cosa ciascuno abbia perduto” .

EVENTI CULTURA

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EVENTI CULTURA


TEMPESTA VAIA: UNA ANNO DOPO

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Sono circa 14 milioni tra faggi, abeti bianchi e rossi, gli alberi caduti o spezzati dalla furia del vento nei boschi del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia a causa della violenta ondata di maltempo che ha colpito le montagne nei giorni a cavallo tra ottobre e novembre, una quantità di legname pari al 24% in più alta del totale dei prelievi annui nazionali registrati dall’Istat. Trecentomila solo sull’Altopiano di Asiago. Un disastro da cui si stima che questi territori saranno in grado di riprendersi almeno in un secolo. Lo stesso tempo che è servito per ‘ricostruire’ il patrimonio boschivo dell’Altopiano di Asiago, irrimediabilmente devastato da oltre tre anni di guerra, la Prima Guerra mondiale.

EVENTI CULTURA

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RADICI VENETE AMBIENTE

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Sei alberi su 10 ancora a terra a un anno dalla strage diVaia Comunicato stampa Coldiretti del 29/10

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ei alberi su dieci (60%) sono ancora a terra ad un anno dalla tempesta Vaia che, con piogge e raffiche di vento ha colpito il Nord Italia provocando la strage di circa 14 milioni di piante nelle foreste su una superficie di oltre 41mila ettari. E’ quanto stima la Coldiretti nel triste anniversario della tragedia che rischia di compromettere l’equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane mettendo a rischio la stabilità idrogeologica. Ad essere abbattuti sono stati soprattutto faggi ed abeti bianchi e rossi nei boschi dal Trentino all’Alto Adige, dal Veneto al Friuli Venezia Giulia dove nelle montagne – sottolinea la Coldiretti – la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge senza dimenticare gli effetti sulla grande varietà di vegetali e sulla popolazione di mammiferi, uccelli e rettili che popolano i boschi. Al danno ambientale si aggiunge – continua la Coldiretti – quello economico con importanti ripercussioni sull’intera filiera del legno e sul turismo con le attività legate alla raccolta dei frutti del bosco, in aree spesso a rischio spopolamento. I proprietari pubblici e privati dei boschi distrutti – aggiunge la Coldiretti – stanno affrontando maggiori costi per la rimozione del legname e per il ripristino del bosco ma anche le conseguenti perdite per la svalutazione del prezzo del legname. A preoccupare – precisa la Coldiretti – è l’insetto bostrico (Ips typographus) che scava nelle cortecce e provoca la moria di interi boschi soprattutto di abete rosso.

di eventi climatici sempre più estremi. Ma occorre intervenire anche sulla prevenzione favorendo la gestione dei terreni cosiddetti silenti, per i quali è difficile risalire ai proprietari o farli impegnare in una corretta gestione dei suoli. In questa fase – precisa la Coldiretti – le proposte che incentivano la ripresa tanto delle attività forestali quanto di quelle che promuovono l’acquisto e l’utilizzazione del materiale caduto o abbattuto vanno senza dubbio sostenute. Lo spazio per un rilancio della forestazione nazionale è enorme se si considera che – spiega la Coldiretti – l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di oltre 4 miliardi nel 2018. L’industria italiana del legno – conclude la Coldiretti – è la prima in Europa, ma con legname che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato.

Numerose le azioni di solidarietà messe in campo da Coldiretti a sostegno delle aree colpite dalla tempesta Vaia, dalla vendita per Natale delle punte degli alberi di abete danneggiate dalla tempesta alla realizzazione da parte di donne impresa Coldiretti souvenir di legno intagliati dagli alberi atterrati per finanziare con trentamila euro il rimboschimento ad Asiago, dall’iniziativa #adottaunalbero organizzata nelle scuole di Vicenza fino a quella “#comprabellunese” con la vendita dei prodotti della montagna delle aziende che hanno sofferto i danni. Ed è recentemente partito il progetto “Lettera al prossimo” brano degli Eugenio in via di gioia che diventa un’azione per creare tramite un crowdfunding la una foresta abbattuta dalla tempesta Vaia in Trentino con la collaborazione di Coldiretti, Campagna Amica, Federforeste, Banca Etica, The Goodness Factory. Nelle aree colpite – continua la Coldiretti – si sta facendo largo l’idea di gestire i territori con un vero e proprio piano regolatore verde che garantisca l’ambiente, valorizzi nuove attività agricole dove possibile e risponda alle esigenze di rifornimento della filiera sulla base delle quantità di legno che realmente sono necessarie, oltre a ripiantare varietà autoctone che meglio resistano alla violenza 6

EVENTI CULTURA


CULTURA E CUCINA

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EVENTI CULTURA

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EVENTI CULTURA


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maglieria donna e uomo in puro cashmere

NUOVA COLLEZIONE PELLICCE

maglieria donna e uomo in puro cashmer

NUOVA COLLEZIONE PELLICCE

Artigianalità e Sostenibilità La nostra azienda produce e vende capi in pelliccia dal 1973, il team che segue la

realizzazione delle collezioni è altamente specializzato grazie alla lunga esperienza, alla dedizione e alla mantenuta artigianalità. La lavorazione delle pelli da pelliccia Via S.F. Lampertico, 21 - MONTEGALDELLA (VI) - Tel. 0444 737222 è ancora un lavoro completamente artigianale, gli strumenti utilizzati sono gli stessi di 50 anni fa, ciò cheinfo@francetich.it fa la differenza sono -l’esperienza dei pellicciai, l’abilità delle www.francetich.it macchiniste, la precisione delle confezioniste.

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Via S.F. Lampertico, 21 - MONTEGALDELLA (VI) - Tel. 0444 737222 info@francetich.it - www.francetich.it EVENTI CULTURA

21/11/2018 11:48:03


MOSTRE

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BASILICA PALLADIANA

PROVINCIA DI VICENZA

Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi Basilica Palladiana Vicenza

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6 dicembre 2019 13 aprile 2020

EVENTI CULTURA


0 RITRATTO DI DONNA

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Ubaldo Ubaldo Oppi Oppi Le amiche, 1924 Le amiche, 1924 (part.) (part.) Collezione privata Collezione privata

L’attrice Louise L’attrice Louise Brooks Brooks Fotografia Fotografia di MacMichael di MacMichael

L’aviatrice americana L’aviatrice Amelia Earhart,americana 1928 Amelia Earhart, 1928 Granger, Granger, NYC /Archivi Alinari NYC /Archivi Alinari

Louise Brooks

D

fatate,come come apparizioni Donne onne fatate, apparizioni in prati di fiori o fluttuanti in mari in pratiargentati, di fioriperdute o fluttuanti in mari nell’abbraccio argentati, perdute nell’abbraccio del proprio amato, si mutano in presenze magnetiche e diventano del proprio amato, si mutano in idoli di bellezza. presenze magnetiche e diventano Dagli influssi simbolisti e dagli echi idoli di bellezza. della Secessione Viennese Dagli influssi simbolisti e dagli echi giungono in Italia ispirazioni ardite e inebrianti follie, un’ideaViennese di libertà della Secessione spregiudicata innerva la Belle giungono in Italia ispirazioni ardite e scorre, rinnovata e e Époque inebrianti follie, un’idea di libertà intensa, nel primo dopoguerra. spregiudicata Gli anni Venti sono innerva una nuova la Belle Époque e cui scorre, e frontiera, in le donne rinnovata vogliono conquistare un proprio ruolo: intensa, nel primo dopoguerra. sempre più autonome, seduttive Gli anni Venti sono una nuova e moderne, reclamano «una stanza frontiera, cuiscrive le donne tutta per sé»,in come Virginia vogliono conquistare un proprio Woolf. Amelia Earhart attraversa ruolo: l’Atlantico in volo, Josephine Baker sempre più autonome, seduttive si lancia in sfrenati balli parigini, e moderne, reclamano «una stanza Coco Chanel crea nuove mode tutta peresé», con gonne capellicome più corti.scrive Virginia Woolf. Amelia Earhart attraversa l’Atlantico in volo, Josephine Baker EVENTI CULTURA si lancia in sfrenati balli parigini,

Amelia Earhart un mondo elettrizzante e pieno e pieno È Èun mondo elettrizzante di passioni. diI dipinti passioni. di Ubaldo Oppi (Bologna I dipinti di Ubaldo Oppi (Bologna 1889 - Vicenza 1942) ci rivelano lo sguardo attraverso 1942) cui scorre ci unarivelano 1889 - Vicenza costellazione di ritratti dei maggiori lo sguardo attraverso cui scorre una artisti internazionali del Novecento costellazione di ritratti dei maggiori italiano, che gli sono stati suoi artisti del Novecento amici e internazionali avversari in esposizioni strabilianti,che dal Salon d’Automne italiano, gli sono stati suoi di Parigi al Premio Carnegie di amici e avversari in esposizioni Pittsburgh, dalla Biennale di Venezia strabilianti, dal Salon d’Automne alla mostra di Modern Italian Art didiParigi al Premio Carnegie di New York. Pittsburgh, dalla Biennale di Venezia La mostra racconta queste storie perché, come affermava Margherita alla mostra di Modern Italian Art che è stata la prima diSarfatti New –York. critica d’arte donna italiana, leader Ladi mostra racconta queste storie un gruppo di grandi pittori e perché, affermava Margherita curatore dicome mostre portentose – la pittura “è la più magica tra le arti”. Sarfatti – che è stata la prima critica d’arte donna italiana, leader Stefania Portinari diCuratrice un gruppo di grandi pittori e della mostra curatore di mostre portentose – la pittura “è la più magica tra le arti”.

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MOSTRE

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14. a,

orti

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ezia 1910. av Klimt suscita un enorme ndalo alla Biennale. La sua sala n giardino» in cui sbocciano Felice Casorati ri del male», gridano alcuni; altri invece è il creatore di Venezia arte fantasiosa e1910. sognatrice». Venezia 1910. Klimt suscita un enormeun scandalo alla do OppiGustav espone per lasuscita prima Gustav Klimt enorme Biennale. a alle mostre che si tengono scandalo alla Biennale. La sua sala La sua sala è «un giardino» in cui sbocciano «i ’ Pesaro. è «un giardino» inalcuni; cui per sbocciano fiori del male», gridano altri invece fluenza «i di fiori Klimtdel si stende su male», gridano alcuni; è il creatore di «un’arte fantasiosa e sognatriani talentuosi come Felice per altri invece è il creatore di ce». orati, Vittorio Zecchin, Mario Ubaldo Oppi espone per la prima volta alle «un’arte fantasiosa e sognatrice». aglieri, mostre che partecipano che si tengono a Ca’ Pesaro. Ubaldo Oppiaespone per la prima egli eventi assieme nomi L’influenza di Klimt si stende su giovani talenvolta alle mostre si Zecchin, tengono ordinarituosi quali Gino Rossi, come Felice Casorati,che Vittorio a Ca’ Pesaro. ro Martini, Guido Cadorin, Mario Cavaglieri, che partecipano a quegli erto Moggioli, Ugo Valeri. eventi assieme a nomi straordinari quali Gino L’influenza di Klimt si stende su

Felice Casorati La preghiera, 1914. Comune di Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti Vittorio Zecchin Coppa delle vestali. Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera (BS) a destra Gustav Klimt Giuditta II, 1909. (part.) 2019 © Archivio Fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia

Rossi, Arturo Martini, Guidocome Cadorin,Felice Umberto giovani talentuosi Moggioli, Ugo Valeri.

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Casorati, Vittorio Zecchin, Mario Cavaglieri, che partecipano a quegli eventi assieme a nomi

EVENTI CULTURA

Gustav Klimt


RITRATTO DI DONNA RITRATTO DI DONNA UNA PRIMAVERA DELL’ARTE

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Gustav Klimt EVENTI CULTURA

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MOSTRE

08.09

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Uba Don Col Gui

Kee Ritr Oliv Mu Mo

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Ubaldo Oppi

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EVENTI CULTURA


08.09

Le muse straniere

RITRATTO DI DONNA LE MUSE STRANIERE

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Ubaldo Ubaldo OppiOppi Donna in rosso, 1911. Donna in rosso, 1911. Collezione privata Collezione privata Marchi GuidoGuido Marchi

Kees van Dongen Ubaldo Oppi

Donna in rosso, 1911. Kees van Dongen Ritratto di Fernande Collezione privata Ritratto di Fernande Olivier, 1907.Guido Marchi Olivier, 1907. Musée Fabre, Musée Fabre, Kees van Dongen Montpellier Montpellier Ritratto di Fernande Kees van Dongen Olivier, 1907.

Musée KeesLavan Dongen Marchesa CasatiFabre, Montpellier La Marchesa 1920 ca. Casati, 1920Courtesy ca. Ed Galley Kees van Dongen Courtesy Ed Galley Piacenza La Marchesa Casati, Piacenza 1920 ca. Courtesy Ed Galley Piacenza

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Kees van Dongen Kees van Dongen

Ubaldo Oppi nei primi anni Dieci

Ubaldo Oppi nei primianni anni Dieci Ubaldo Oppi nei primi vive a Montmartre a Dieci Parigi. vive a Montmartre a Parigi. vive a Montmartre a Parigi. È bello, atletico e intelligente, come È bello, intelligente, come È bello, atletico ee intelligente, come lo atletico descrive il pittore Gino Severini. lo descrive il pittore Gino Severini. È subito sedotto vita lo descrive il pittore Ginodalla Severini. È subito sedotto dallama vitaanche bohemienne, È subito sedotto dalla vita bohemienne, ma anche dall’affascinante Fernande Olivier, bohemienne, ma anche dall’affascinante Fernande Olivier,per artisti che posa come modella dall’affascinante Fernande Olivier, che posa come modella per artisti come Kees van Dongen e Pablo che posa come per artisti Oppi comePicasso, Kees vanmodella Dongen con cuieèPablo fidanzata. comePicasso, Kees van Dongen e Pablo cui è fidanzata. Oppi ha con la meglio e Picasso mette alla ha la con meglio e Picasso mette allaOppi Picasso, è fidanzata. portacui la sua amica! la sua In questa sezione le novità ha la porta meglio e amica! Picasso mette allapiù esaltanti dell’arte gli influssi di sezione le novità–più portaInlaquesta sua amica! Matisse, Derain, dei fauves, del esaltanti dell’arte – gli influssi di In questa sezione le novità più Picasso del periodo blu – innervano Matisse, Derain, dei fauves, del esaltanti una dell’arte – gli influssimagnifiche. di Picasso delsezione periodo con blu –opere innervano Matisse, Derain, dei fauves, del una sezione con opere magnifiche. Picasso del periodo blu – innervano una sezione con opere magnifiche. EVENTI CULTURA

Kees van Dongen

Kees van Dongen

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MOSTRE

Ubaldo Oppi Ritratto della moglie sullo sfondo di Venezia, 1921. Gian Emilio Malerba Giovinetta, 1920–1925. Collezione privata

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Achille Funi Ragazza con frutta, 1924. Studio d’Arte Nicoletta Colombo, Milano Ubaldo Oppi Figura femminile di profilo, 1926. © UBI Banca / ph. Marco Beck Peccoz, Milano

Ubaldo Oppi

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EVENTI CULTURA

10.11

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Ubal Ritra sullo Vene

Gian Giovi 1920 Colle

Achi Raga 1924 Stud Colo

Ubal Figur di pr © UB Marc Milan


Immaginazione RITRATTO DI DONNA IMMAGINAZIONE

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Achille Funi

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Achille Achille Funi Funi

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Gian Emilio Malerba

GliGlianni Venti sono elettrizzati da un stagliano con potente anni VentiMalerba sono Gian Emilio Gian Emilio Malerba senso di da modernità e cambiamento. personalità di protaelettrizzati un goniste, esaltate nella di modernità e Lasenso corrente artistica del Realismo Gli anni Glicambiamento. anni Venti Venti sono sono elettrizzati elettrizzati da un loro incantevoleda o un Magico annovera artisti quali Felice energia. La corrente artistica senso di eprovocante senso di modernità modernità e cambiamento. cambiamento. Casorati, Donghi, Cagnaccio Ubaldo Oppi è un del RealismoAntonio Magico La corrente artistica del Realismo Laannovera corrente artistica del Realismo assoluto, artisti quali di San Pietro, in cui protagonista la visione della Magico annovera quali Magico annovera artisti quali Felice uno degli artistiFelice più faFelice Casorati, Anto- artisti realtà è immersa in un’atmosfera mosi tra l’Europa e gli nio Donghi, Antonio Cagnaccio Casorati, Cagnaccio Casorati, Antonio Donghi, Donghi, Cagnaccio didimeraviglia e di attesa, dilenitida Stati Uniti, sue opeSan Pietro, in cui di Pietro, in la visione della dilaSan San Pietro, in cui cui re lavengono visione della acquistate visione della realtà armonia, che in Italia è spesso realtà èè immersa in realtà immersa in un’atmosfera un’atmosfera in collezioni favolose, è immersa in un’atdeclinata evocando memorie della di meraviglia e di attesa, di nitida così come di meraviglia dimosfera meraviglia e di attesa, diavviene nitida classicità enitida del Rinascimento. perèi colleghi Mario e di attesa, di armonia, che in armonia, che in Italia Italia è spesso spesso Sironi, Piero Marussig, che in Italia Daarmonia, queste suggestioni nascono declinata evocando della declinata evocando memorie memorie della Achille Funi,si Albertoè spesso declinata intensi ritratti di donne che classicità ee del evocando memorie Salietti, Gian Emilio classicità del Rinascimento. Rinascimento. stagliano con potente personalità della classicità e del Malerba,Leonardo Da nascono Da queste queste suggestioni suggestioni nascono diRinascimento. protagoniste, esaltate nella Dudreville, legatiloro al Ubaldo Oppi intensi ritratti di donne che si intensi ritratti di donne che si gruppo di Novecento Da queste suggestioincantevole o provocante energia. stagliano con personalità Italiano ideato da Marni nascono intensi stagliano con potente potente personalità Ubaldo Oppi è un protagonista gherita Sarfatti. ritratti di donne che si di Ubaldo di protagoniste, protagoniste, esaltate esaltate nella nella loro loro Ubaldo Oppi Oppi assoluto, uno degli artisti più incantevole incantevole oo provocante provocante energia. energia. famosi tra l’Europa e gli Stati Uniti, Ubaldo Ubaldo Oppi Oppi èè un un protagonista protagonista le sue opere vengono acquistate EVENTI CULTURA assoluto, assoluto, uno uno degli degli artisti artisti più più

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MOSTRE

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one

ate, 12.13

Avventure

4. lice Casorati

ncerto, 1924. i. Torino, Direzione nerale

turo Martini mazzoni spaventate, 35. lazzo Thiene, enza

aldo Oppi amazzoni, 1924. llezione Merlini, sto Arsizio

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Casorati FeliceFelice Casorati

Un senso dionisiaco pervade alcuni dei più bei dipinti di quella stagione, Un senso pervadepersino alcuni in cuidionisiaco le donne appaiono trasfigurate in di amazzoni e sirene, dei più bei dipinti quella stagione, mostrare la loro attraente in cuiper le donne appaiono persino terribilità ma anche il coraggio di trasfigurate in amazzoni e sirene, nuovi ruoli. per mostrare loro attraente Ragazze la allo specchio e doppie presenze, talora talora terribilità ma anche ilambigue coraggio di affettuose, rivelano gli immaginari nuovi ruoli. di mondi sognati, incanti edenici Ragazze allo specchio e doppie o presenze inquietanti.

Un senso dionisiaco pervade alcuni dei più bei dipinti di quella stagione, in cui le donne appaiono persino trasfigurate in amazzoni e sirene, per mostrare la loro attraente terribilità ma anche il coraggio di nuovi ruoli. presenze, talora ambigue talora Ragazze allo specchio e doppie affettuose, rivelano gli immaginari presenze, talora ambigue talora di mondi sognati, incanti edenici o presenze inquietanti. affettuose, rivelano gli immaginari di mondi sognati, incanti edenici Arturo Martini o presenze inquietanti. 52

EVENTI CULTURA

Felice Casorati Concerto, 1924. Rai. Torino, Direzione generale Arturo Martini Amazzoni spaventate, 1935. Palazzo Thiene, Vicenza Ubaldo Oppi Le amazzoni, 1924. Collezione Merlini, Busto Arsizio Ubaldo Oppi


RITRATTO DI DONNA AVVENTURE

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Ubaldo Oppi

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MOSTRE

Abiti Chanel, 1922-28. Fondazione Tirelli Trappetti, Roma Tamara de Lempicka Irène et sa soeur, 1925. Gian Emilio Malerba L’attesa, 1914. Collezione privata Courtesy Matteo Mapelli / Galleria Antologia Monza Ubaldo Oppi La giovane sposa, 1922-24. Padova, Musei Civici, Museo d’Arte Medioevale e Moderna

Abiti Chanel

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EVENTI CULTURA

14.15

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Abiti C Fonda Trapp

Tama Irène 1925

Gian E L’atte Collez Court Mape Antolo

Ubald La gio 1922 Padov Civici, Medio


RITRATTO DI DONNA VISIONI

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biti Chanel, Chanel, 1922-28. 1922-28. biti ondazione ndazione Tirelli ndazione Tirelli appetti, Roma Roma appetti,

amara mara de de Lempicka Lempicka mara ène et sa soeur, ène et sa soeur, 925. 925.

an Emilio Emilio Malerba Malerba an attesa, 1914. attesa, 1914. ollezione privata privata ollezione ourtesy Matteo ourtesy Matteo apelli // Galleria Galleria apelli ntologia Monza tologia Monza

baldo Oppi Oppi baldo a giovane giovane sposa, sposa, 922-24. 922-24. adova, Musei dova, Musei vici, Museo d’Arte vici, Museo d’Arte edioevale e Moderna edioevale e Moderna

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Tamara de de Lempicka Lempicka Tamara

Gian Emilio Emilio Malerba Malerba Gian

Abiti bellissimi, bellissimi, gioielli, gioielli, sogni sogni Abiti Abiti bellissimi, gioielli, sogni di esotismo, desideri di viaggi ee di di di esotismo, desideri di viaggi di esotismo, desideri di viaggi e di amori pervadono pervadono l’arte l’arte degli degli anni anni amori amori pervadono l’arte degli anni Venti, come come preziose preziose presenze presenze aa Venti, Venti, di come preziose presenze ade segno un’epoca. Tamara segno di un’epoca. Tamara de segno di un’epoca. Tamara Lempicka Ubaldo Oppi,detra tra gli gli altri, altri, Lempicka ee Ubaldo Oppi, Lempicka e Ubaldo Oppi, tra gli altri, sanno rendere rendere la la capacità capacità dei dei vestiti vestiti sanno sanno rendere la capacità dei vestiti di trasformare le figure, al punto da di ditrasformare le figure, al punto da trasformare le figure, al punto da trasmutare le le donne in in sculture, sculture, come come trasmutare trasmutare le donne donne in sculture, come annota il potente critico Ugo Ojetti alla annota criticoUgo UgoOjetti Ojetti alla annotaililpotente potente critico alla Biennale di di Venezia del del 1924. 1924. Biennale Biennale diVenezia Venezia del 1924.

Ubaldo Oppi Oppi Ubaldo

EVENTI CULTURA

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MOSTRE

VICENZAMAGAZINE Ubaldo Oppi Ritratto della moglie, 1928. Collezione privata, Milano

ie,

Ubaldo Oppi Adamo ed Eva, 1930. Museo Civico di Palazzo Chiericati, Vicenza

30.

Ubaldo Oppi

I Iparadisi perduti hanno la nostalgia del divinità 1938. Anche lo scrittore paradisi perduti hanno la in lontananza, come Bontempelli, amico di Pirandi un’epoca che benefiche o allegorie della Bontempelli, dello, aveva amico intitolato Eva dinostalgia un’epoca che volge alla fine: Massimo volge alla fine: gli anni Venti musica e dell’amore. Le donne ultima una sua commedia, gli anni Venti trascolorano nei Trenta, di Pirandello, aveva intitolato Eva trascolorano nei Trenta, muta vincono sulla paura e sulla proprio lui che aveva scritto muta il clima sociale e politico, ultima una sua commedia, proprio il clima sociale e politico, gli tempesta in arrivo, come la quanto gli risultassero congliimmaginari immaginari si fanno più sgranati lui che aveva scritto gli si fanno più sgraEva dipinta da Oppi sulla turbanti quanto le donne moderne lesole, donne ed elegiaci. nati ed elegiaci. soglia del 1938. risultassero conturbanti che intravedeva sedute Grandi figure si stagliano già Massimo che intravedeva distratte nei caffè. Grandi figure si stagliano giàAnche in lo scrittore moderne sole, lontananza, come divinità benefiche sedute distratte nei caffè. 56 o allegorie della musica e dell’amore. EVENTI CULTURA Le donne vincono sulla paura


RITRATTO DI DONNA

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Ubaldo Oppi

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maglieria donna e uomo in puro cashmere

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21/11/2018 11:48:03


MOSTRE

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FONDAZIONE COPPOLA Le nuove frontiere del contemporaneo

La Fondazione Coppola ha sede espositiva nel suggestivo Torrione di Vicenza. Da ottobre a marzo organizza un ciclo di mostre tra pittura, video e installazioni, per presentare il lavoro di quattro artisti contemporanei

Hannah Levy (dal 31 Ottobre) Haroon Mirza (dal 22 Novembre) Christian Manuel Zanon (dal 1 Dicembre) Guglielmo Castelli (dal 14 Dicembre)

Guglielmo Castelli, Dorofoco, 2019, olio su tela cm 40x30

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Orari Da venerdì a lunedì, ore 11.00-18.00 Ingresso € 5,00 La vendita dei biglietti termina alle ore 17.00. Informazioni e prenotazioni info@fondazionecoppola.org | T. 0444 043272 | www.fondazionecoppola.org

Hannah Levy - Untitled - Nickel plated steel, silicone 112 (h) x 102 x 41 cm - 2017

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ARTE CONTEMPORANEA

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Christian Manuel Zanon, Abbrivio, 2018, carta, alluminio, audio, dimensione variabile

L

a Fondazione Coppola organizza Le nuove frontiere del contemporaneo, un ciclo di mostre per conoscere in maniera più approfondita il lavoro di quattro figure significative del panorama artistico attuale. La scelta è ricaduta su quattro artisti il cui lavoro esprime un punto di vista originale nel linguaggio che contraddistingue maggiormente il loro operato: la scultura per Hannan Levy, il video, il suono e l’installazione per Mirza, l’installazione e il disegno per Zanon e la pittura per Castelli.

luminose, corrente elettrica, LED e diversi altri materiali. Mirza lavora quasi come un “compositore”, per riconsiderare le distinzioni percettive tra rumore, suono e musica, non sentite come forme culturali categorizzabili. In mostra saranno esposti due video installazioni: Adhãn Anthemoessa (2009), opera che ha vinto il Northern Art Prize nel 2011 e Birds of Pray (2010). Haroon Mirza ha ricevuto il Leone d’Argento alla 54ma edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 2011.

Hannah Levy è nata a New York nel 1991, dove vive e lavora. Il lavoro della Levy esplora le connessioni tra arte e design, con l’intento di superare questa dicotomia. L’artista lavora principalmente con la scultura, le sue opere si pongono come una riflessione attorno agli oggetti, alle loro logiche di senso e al rapporto che tendiamo ad instaurare con essi. In mostra alla Fondazione Coppola saranno esposte cinque opere in silicone realizzate tra il 2017 e il 2019. Le opere sono state precedentemente esposte al Louisiana Museum of Modern Art, al MoMA PS1 e a Londra.

Christian Manuel Zanon è un artista visivo nato a Cittadella, in provincia di Padova, nel 1985, vive e lavora tra Pesaro e Padova. Nel suo lavoro l’artista privilegia il procedimento e la processualità: inattese e come sorprese si concretizzano le sue installazioni, i disegni progettuali, le foto e i video che si ribellano amichevolmente alla struttura architettonica del pensiero, anche teoretico.

Haroon Mirza è un artista inglese nato nel 1977, vive e lavora a Londra. . È un artista conosciuto a livello internazionale per le sue installazioni complesse e immersive, che combinano suono, onde

Guglielmo Castelli è nato nel 1987, vive e lavora a Torino. I suoi dipinti, dominati da atmosfere malinconiche e intimistiche, sono caratterizzati da forme fluide ed estese campiture, quasi i soggetti siano colti in un momento di trasformazione. In mostra saranno esposti quattro dipinti di piccole e medie dimensioni realizzati nel 2019. L’artista è attualmente finalista al Premio Cairo 2019.

Hannah Levy - Non-slip Solutions - Cast epoxy, fiberglass, faux fur, steel, silicone 2017

Haroon Mirza - Birds of Pray, 2010 - Mixed media - Dimensions variable

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IL TORRIONE SCALIGERO

Trasformato un spazio espositivo per l’arte contemporanea dalla Fondazione Coppola.

N

el XIII secolo la città si arricchisce dei palazzi comunali che si affacciano sulla piazza, mentre crescono le case turrite dell’aristocrazia feudale inurbata. Vicenza diventa la città dalle cento torri, difesa da un perimetro di mura su cui si aprono 7 porte. Tra il 1337 e il 1387 gli Scaligeri costruiscono la nuova cinta di Borgo S. Pietro con Porta Santa Lucia e Porta Padova. Mentre, nel 1381 erigono il fortilizio della Rocchetta con mura e torri, in parte ancora conservate, che dal Ponte delle Bele arrivano a porta S. Croce. Nei primi anni del 1400 i Visconti, invece, aggiungono il coronamento merlato, sostenuto da beccatelli, e la lanterna superiore poligonale del torrione di Porta Castello. Il castello Scaligero fu restaurato dai Veneziani nel 1507 e intorno al 1630 fu venduto alla famiglia Valmarana che lo collegherà alle loro proprietà prospicienti il bel giardino di antico loro possesso oltre la Seriola, l’attuale Giardino Salvi. Nei secoli successivi è stato modificato per permettere l’accesso viario e pedonale e successivamente ripristinato ad uso abitativo tra il 1947 e il 1950 a causa dei danni subiti dell’ultimo conflitto mondiale. Attualmente è sede della Fondazione Coppola che ha trasformato il Torrione in spazio espositivo di arte contemporanea visitabile dai turisti. Dalla sommità delle Torre si gode di una vista spettacolare sulla città e le colline circostanti.

foto di Francesco Castagna

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Foto di Maria Teresa Broggliato

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IL TORRIONE SCALIGERO

Trasformato un spazio espositivo per l’arte contemporanea dalla Fondazione Coppola. Nell’ambito del Festival Concertistico Internazionale, e per festeggiare i 30 anni di attività e successi, grande concerto dell’Orchestra Barocca Andrea Palladio diretta dal maestro

foto di Francesco Castagna 8

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el XIII secolo la città si arricchisce dei palazzi comunali che si affacciano sulla piazza, mentre crescono le case turrite dell’aristocrazia feudale inurbata. Vicenza diventa la città dalle cento torri, difesa da un perimetro di mura su cui si aprono 7 porte. Tra il 1337 e il 1387 gli Scaligeri costruiscono la nuova cinta di Borgo S. Pietro con Porta Santa Lucia e Porta Padova. Mentre, nel 1381 erigono il fortilizio della Rocchetta con mura e torri, in parte ancora conservate, che dal Ponte delle Bele arrivano a porta S. Croce. Nei primi anni del 1400 i Visconti, invece, aggiungono il coronamento merlato, sostenuto da beccatelli, e la lanterna superiore poligonale del torrione di Porta Castello. Il castello Scaligero fu restaurato dai Veneziani nel 1507 e intorno al 1630 fu venduto alla famiglia Valmarana che lo collegherà alle loro proprietà prospicienti il bel giardino di antico loro possesso oltre la Seriola, l’attuale Giardino Salvi. Nei secoli successivi è stato modificato per permettere l’accesso viario e pedonale e successivamente ripristinato ad uso abitativo tra il 1947 e il 1950 a causa dei danni subiti dell’ultimo conflitto mondiale. Attualmente è sede della Fondazione Coppola che ha trasformato il Torrione in spazio espositivo di arte contemporanea visitabile dai turisti. Dalla sommità delle Torre si gode di una vista spettacolare sulla città e le colline circostanti.

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CONCERTI

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FESTIVAL CONCERTISTICO INTERNAZIONALE “Nella splendida cornice del Teatro Olimpico può accadere di venire estasiati dalla coinvolgente espressività di Gemma Bertagnolli e dalla sua voce luminosa, accompagnata con grande sensibilità timbrica dall’Orchestra Barocca Andrea Palladio diretta da Enrico Zanovello, clavicembalista e maestro concertatore, e di riascoltare con gioia una serie di meravigliose arie barocche.” (Roberto Brazzale)

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FOTOREPORTAGE DI TIZIANO CASANOVA

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SPETTACOLI

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72° CICLO SPETTACOLI UN SUCCESSO OLIMPICO CONSUNTIVO 30 OTTOBRE: 8.300 spettatori, record assoluto di biglietti venduti per oltre 130.000 euro, 9 titoli, 35 repliche, 7 produzioni, 7 registi, 67 attori, più di 200 operatori coinvolti. Numeri impressionanti e mai visti, frutto della geniale visione di Giancarlo Marinelli che ha riportato l’Olimpico a Tempio del Classicismo appassionando tutti, i più giovani in primis, a questo modo di intendere la cultura. Sindaco Rucco: “Una rassegna di altissima qualità che ha riportato i classici nel tempio della classicità”

Romina Mondello in“Medea”. Foto di Roberto de Biasio 12

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COMUNICATO STAMPA COMUNE DI VICENZA

VICENZAMAGAZINE ci. In particolare, ciò che più ci stava a cuore è avvenuto: l’Olimpico è stato rispettato nella sua dignità e nel suo ruolo senza per questo chiudersi, anzi aprendosi come spazio vivo e stimolante per un teatro che sa parlare all’uomo di oggi”.

Cirella, Marinelli, Rucco, Ditri e Thiene

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i è conclusa da pochi giorni la 72° edizione del Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, la prima del biennio della direzione artistica di Giancarlo Marinelli, ed è già tempo di bilanci. “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani”, il titolo emblematico che Marinelli ha scelto per la rassegna al Teatro Olimpico promossa dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e l’Accademia Olimpica, realizzata con il sostegno della Regione del Veneto - fa calare il sipario su un’esperienza molto importante per la Città e per il Teatro che universalmente la rappresenta. Una rassegna che già nel titolo era una dichiarazione d’intenti, un ciclo di spettacoli che ha voluto mettere in luce non tanto l’attualità del Classici, ma come l’uomo contemporaneo possa cercare, e trovare, nei Classici la modernità. E l’attualità di testi lontani nel tempo, ma vicinissimi nello spirito e nella parola con cui si sono stati proposti allo spettatore, è emersa in tutta la sua potenza. “Sono convinto che il grande successo ottenuto dalla rassegna degli spettacoli classici non sia arrivato per caso, ma sia frutto di alcune importanti operazioni messe in campo da tutte le realtà coinvolte. Proprio la ritrovata armonia tra gli enti ha dato vita ad un tavolo di lavoro che ha ideato un prodotto di altissima qualità in grado di riportare, finalmente, gli spettacoli classici nel tempio della classicità che è il nostro Teatro Olimpico. Altro aspetto vincente è rappresentato dall’apertura degli spettacoli verso il mondo giovanile” dichiara il Sindaco dio Vicenza, Francesco Rucco. “L’interesse suscitato dagli spettacoli proposti - commenta il presidente dell’Accademia Olimpica, Gaetano Thiene - così come l’ottimo riscontro avuto dagli Incontri di approfondimento, che abbiamo curato all’interno del programma, non possono che confermare la validità di fondo della strada intrapresa con questo Ciclo dei ClassiEVENTI CULTURA

E il più giovane di sempre è stato anche il Direttore Artistico dei Classici, Giancarlo Marinelli, nato proprio a Vicenza nel 1973. “Alla Città dico grazie - afferma - per come ha risposto, con un entusiasmo che va oltre le aspettative, a questo invito nel teatro coperto più antico e più bello del mondo. La sfida - e la responsabilità - sono state grandi, Da un lato i contenuti: i Classici che parlano a noi perché in “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani” è stato chiaro che l’uomo spettatore si ribella all’idea che le storie siano mosse dagli dei e pretende che il teatro abbia al centro uomini artefici del proprio destino. E riuscire ad affermarlo con un teatro di parola, importante, con tutte prime nazionali, spettacoli mai visti e quindi ‘a rischio’ anche se pensati e progettati proprio per l’Olimpico non mi faceva dormire la notte. Dall’altro la responsabilità dell’essere chiamati a rispondere ad una Amministrazione che ci ha affidato un mandato molto preciso: riportare al Teatro Olimpico un pubblico numeroso, con una proposta artistica di qualità; riprendere il dialogo con l’Accademia Olimpica, e anche questo è avvenuto nel modo più semplice e proficuo, confrontandosi; e, non ultimo, avere i conti in ordine. Credo siano tutte promesse mantenute”. E che il 72° Ciclo dei Classici all’Olimpico sia stato il Festival dei record, lo sottolinea anche Pier Giacomo Cirella, Segretario Generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, a cui fa capo l’organizzazione della rassegna: 9 titoli, 35 repliche, 4 incontri di approfondimento, 7 produzioni, 7 registi, 67 attori in scena, più di 200 operatori coinvolti, tra personale addetto all’assistenza tecnica e logistica, oltre alle funzioni di promozione degli spettacoli, quasi 8.300 spettatori, un totale vendite biglietti per oltre 130.000 euro (131.805), rappresentano in assoluto i migliori dati delle ultime edizioni. Cala il sipario sulla 72° edizione e il Direttore Artistico lancia già una sfida per l’edizione 2020 con “Eleven” la produzione colossal sulla più grande tragedia contemporanea, quella dell’11 settembre con il crollo delle Torri gemelle, un lavoro di cui Giancarlo Marinelli sarà autore e regista, che segna il passaggio dall’era classica al contemporaneo attraverso il microcosmo e le microstorie dei protagonisti del 2001, una “tragedia minimalista” che diventerà anche romanzo. 13


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TRADIZIONI

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LA TRADIZIONALE FESTA DELLA RUA 14 Settembre: ogni due anni si svolge la tradizionale sfilata per le vie del centro e spettacolo di musica e luci in piazza dei Signori.

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Le sculture di Salvador Dalì collocate nelle piazze e lungo le contrà hanno contribuito ad esaltare l’effetto scenografico.


FOTOREPORTAGE DI GIANLUCA RIGON

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TRADIZIONI

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LA PROCESSIONE DEL GIOIELLO 8 Settembre: ogni anno si svolge nel giorno della festa della Madonna di Monte Berico, patrona della cittĂ , la processione del Gioiello di Vicenza, dalla Chiesa di San Vincenzo fino alla Basilica di Monte Berico. Il modellino della cittĂ , realizzato in argento, viene trasportato lungo il suggestivo percorso delle scalette fino alla salita che conduce al Santuario.

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FOTOREPORTAGE DI IVANO PIANEZZOLA

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SOCIETA’

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FARE LA DIFFERENZA

Lo stato di salute dell’impresa veneta è preoccupante. Occorre ridare fiducia. Ă

di Sonia Simoni

L’Italia è un malato grave e infetta anche l’economia del Veneto, trascinandola in basso. Sottrae continuamente risorse per tenere in vita un’apparato statale ormai al collasso. Senza la zavorra italiana, il sistema produttivo della nostra regione sarebbe sano e pieno di energie. La crescita economica del Veneto negli ultimi tre anni è positiva: +2,3% nel 2017, + 1,1% nel 2018, + 0,3% nel 2019. Ma è evidente che sta rallentando e, di pari passo, gli imprenditori perdono fiducia nei confronti di uno Stato che sa solo chiedere. Fortunatamente l’export delle nostre imprese continua a crescere: +2,8 % su base annua. Esportiamo beni per un valore di 63,3 miliardi di euro, soprattutto in Germania, Francia, USA e Regno Unito. Il Veneto da solo rappresenta il 13,7% dell’intero export nazionale.

tegrazione straordinaria rivelano che ci sono 244 aziende in crisi, principalmente nel settore metalmeccanico (62) di cui 28 a Treviso. Le aziende continuano ad avere difficoltĂ a produrre e soprattutto a sostenere le tasse e la burocrazia che lo Stato italiano impone. Nel primo semestre del 2019 ci sono dei segnali positivi ma gli imprenditori hanno aspettative incerte e negative per il futuro. I dati sul fatturato totale delle imprese venete dimostrano una dinamica positiva + 2,3 % rispetto allo stesso periodo del 2018: +5,1% nel settore alimentare, +4,4% nel settore vetro, marmi e ceramiche, +2,9 % nel settore del legno.

preparati alle dinamiche lavorative che si trovano in azienda. Non costringiamo gli imprenditori a chiudere o a trasferire le aziende all’esterno abbandonando la nostra regione. Dobbiamo fare in modo che le risorse di chi lavora e produce in Veneto rimangano in Veneto attraverso l’autogoverno. Dobbiamo ridare la fiducia alle persone, soprattutto ai giovani, che il Veneto è ancora un territorio ricco di vita e di lavoro, creando una regione autonoma e forte. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio di appartenere ad una squadra vincente e dobbiamo riscoprire la voglia di credere nei sogni e negli obiettivi comuni, sentendoci fieri di essere veneti.

Anche il turismo è in aumento. Nel 2018 il nostro territorio ha raggiunto il record di presenze: 63.229.092 di turisti (+0,2%). Purtroppo però ancora troppe aziende sono costrette a chiudere: ben 489 da inizio anno ad oggi. I dati sulla cassa in26

L’impresa veneta però ha bisogno di piĂš finanziamenti facilmente accessibili, di piĂš liquiditĂ da investire nel proprio sviluppo e in quello del territorio, di piĂš potere contrattuale per dare maggiore disponibilitĂ economica ai propri lavoratori. E’ necessario poter contare su norme semplici e meno burocratiche, migliorare la formazione nelle scuole tecniche per avere ragazzi

Le prossime elezioni regionali nel 2020 daranno la possibilitĂ a chi vive in Veneto di fare la differenza votando per il territorio. Solo se tratteniamo nella nostra regione la ricchezza che produciamo, possiamo usare le nostre risorse per salvare le imprese venete in difficoltĂ , sostenere la crescita e creare nuova economia.

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LEONARDO 500°

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La“Vecchia” di Giorgione riflette lo stile delle caricature di Leonardo (solo dei nasi ci ha lasciato 21 disegni di tipi diversi) che l’autore incontrò a Venezia

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LEONARDO A VENEZIA

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Leonardo :“Il sistema per respirare sott’acqua”

Verrocchio: “David”

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CIVILTA’ TURISMOVENETA CULTURALE

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IL VINOVALMARANA DI GALILEO VILLA

IlUna soggiorno scienziato a Costozza sintesidello di spettacolare bellezza e la vicenda dello scherzo del 1593 La Villa fu fatta costruire nel 1669 dall’avvocato Giovanni Maria Bertolo, che la lasciò in eredità alla figlia Giulia monaca del monastero padovano di Ognissanti, da cui Giustino di Antonio Di Lorenzo la acquistò nel 1715. A lui si devono i lavori di ampliamento e il coinvolgimento di Francesco Muttoni che sviluppò gli ingressi, la scuderia e la trasformazione della Foresteria, orginariamente una barchessa.

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© Stefano Maruzzo


NANI VILLA VALMARANA AI NANI Il complesso architettonico Si affacciano all’ingresso del parco gli edifici principali della villa: la Palazzina e la Foresteria. I due fabbricati furono fatti costruire nella seconda metà del seicento dall’avvocato Giovanni Maria Bertolo. Giustino Valmarana acquistò la proprietà nel 1720 e ne affidò successivamente il ripristino all’architetto Francesco Muttoni. A lui si devono gli abbellimenti della Palazzina, il tamponamento delle arcate della Foresteria e la realizzazione del portico con colonne, pura testimonianza del ritorno settecentesco alla cultura classica e allo stile Palladiano. Di Muttoni è anche il progetto della scuderia.

VICENZAMAGAZINE VILLEVENETE cipresso dicoltivato Galileo con come l’abete di Freud: dino aiuole e spalliere di rose. Nel 1757 Giustino Valmarana incaricòIldue fanno ombra ai Grandi dei più famosi pittori dell’epoca, Giambat- Dietro la Palazzina, le due carpinate portatista e Giandomenico Tiepolo, di arricchire no verso il ninfeo, con la grande statua del A Costozza di Longare, paese del Vicentino celebre Tritone. gli interni della villa con uno spettacolare daafsecoliIlper le sue all’italiana uve, svetta su una collina “Il cigiardino si estende lungo la ciclo di affreschi. Il padre, Giambattista presso di Galileo”, all’ombra del quale si racconta frescò la Palazzina, il figlio Giandomenico terrazza affacciata sulla Valletta del Silenche il Nostro abbia Berico. meditato mentre la notte, da zio e Monte la Foresteria. una torre lì vicino, abbia osservato stelleun e pianeti. circonda salotto Villa Valmarana diviene così il luogo Un basso muretto Questo cipresso vicentino ha la stessa fama dell’ straordinario dove assistere a un confronto all’aperto, con poltrone di bosso scolpito Avez del Prinzep sull’Altopiano di Lavarone: è uno ravvicinato fra i due pittori e apprezzarne disposte attorno ad un’antica vera da pozdei più vecchi e grandi abeti d’Europa, (oggi abbatle differenze nella tecnica, l’uso dei colori, zo. Delimita lo sguardo verso la valle un tuto), con i suoi 220architettonico anni, cinquanta metri altezelemento che un ditempo la scelta dei soggetti, il gusto. za e quattro di circonferenza. doveva avere la funzione di fondale per «Alla sua ombra – ha scritto Mario Stern – piccoli intrattenimenti: sonoRigoni ancora ricoIl parco amava sostare Sigmund Freud e certamente è stato Il parco si snoda in più punti della villa.Da- noscibili tracce di una prospettiva dipinta anche da Robert Musil».l’oeil. la tecnica del trompe vanti a Palazzina e Foresteria si ha un ammirato giar- con Chissà se la rivoluzione della psicanalisi è stata concepita da Freud durante le sue vacanze a Lavarone, sotto il secolare abete bianco. E, in parallelo, chissà se la rivoluzione della Scienza abbia avuto come scenario le viti e il cipresso di Costozza. Nessuno lo può provare. È bello crederci, perché le coincidenze sono parecchie. Quella collina percorsa in lungo e largo dai passi del fondatore della Scienza moderna, oggi è coltivata a vite: e anche questa, come vedremo, è una coincidenza galileiana di non poco conto. Il luogo in cui sorge la torre è stato battezzato, guarda un po’, “La Specola”, a ricordo del Sommo e dell’osservatorio padovano. A differenza di quello, però, che è gelosamente conservato, restaurato e custodito dagli astronomi dell’università, la “Specola” di Costozza è formata solo da qualche rudere, che nel Terzo Millennio cerca ancora miglior fortuna.

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CIVILTA’ VENETA

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Completano l’effetto scenografico una fontana, al centro, e due due sedili, ai lati. A fianco si trovano le piccole serre con piante aromatiche e medicinali e vialetti di ghiaia tra le siepi di bosso. In questo giardino il regista americano Joseph Losey ha ambientato l’aria “Deh vieni alla Finestra” nella sua trasposizione cinematografica del Don Giovanni di Mozart del 1979. I nani e la Leggenda Le diciassette statue di nani, che ora si trovano sul muro di cinta, in origine facevano parte della decorazione del parco. Alla fine del 18° secolo, Elena Garzadori, moglie di Gaetano Valmarana, figlio di Giustino, decise di porle sul muro. Da quel giorno la Villa divenne Villa Valmarana “ai Nani”. I nani di villa Valmarana compongono un popolo minuto di personaggi della società settecentesca, interpretati in chiave grottesca. A partire dal cancello principale troviamo : il Nano col capello, la dama, il serpentario, la contadina, il venditore di elisir, la turca, il guardiano, il consigliere di stato, il soldato, la filatrice, il gentiluomo, il turco ubriaco, la serva, lo spadaccino, la mora, il pellegrino, il viaggiatore. Infondo vi sono anche sei ninfe. L’intera serie è stata restaurata nel 2002. Sono attribuiti a Giacomo Cassetti, collaboratore e genero di Orazio Marinali, che operò nella prima metà del ‘700. Allo stesso Cassetti sono state ricondotte anche le statue che coronano il timpano davanti e quello sul rertro della Palazzina: la Vittoria alata, la Fortuna, e Mercurio, Bellerofonte su pegaso che uccide la Chimera, a sinistra Apollo citaredo, a destra Venere. Attorno all’origine dei nani è nata una popolare leggenda, pubblicata sul Giornale di Vicenza nel 1928. Si narra che un tempo, dove oggi c’è la villa, sorgesse un antico castello, abitato da un nobile e ricco signore, il quale avrebbe avuto in sorte una figlia nana, chiamata Layana. Il signore, per proteggerla, decise di racchiuderla in una prigione dorata, in cui tutto fosse a sua misura: i mobili, gli arredi e anche i servitori, nani come lei. Layana trascorse così la sua fanciullezza in un mondo incantato, minuscolo come una casa di bambola. Ma un giorno Layana, ormai cresciuta, si sporse al di là del muro del giardino e vide passare un magnifico cavaliere, del quale subito si innamorò. E anche il cavaliere, che di Layana aveva intravisto solo il viso, fu colpito dalla sua dolcezza. Quella notte il cavaliere tornò, e scavalcò il muro, ma stupito e deluso dalla figura di Layana, subito fuggì. Layana disperata si lasciò cadere dalla torre del castello e si uccise. E i nani, per il dolore, si trasformarono in pietra. 4

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VILLA VALMARANA AI NANI VILLA VALMARANA AI NANI

VICENZAMAGAZINE VILLEVENETE La famiglia Le prime fonti scritte sulla famiglia Valmarana risalgono al 1174. Intorno al 1300 la famiglia si divide in tre rami: la Villa ai Nani fu acquistata dal ramo di S. Faustino, a cui ancora appartiene. Intorno al 1561, grazie all’appoggio dei Valmarana, Andrea Palladio si aggiudica il concorso per la ricostruzione della Basilica in piazza dei Signori a Vicenza e 5 anni dopo viene incaricato da Leonardo Valmarana di progettare il palazzo di corso Fogazzaro. È anche di Palladio la Cappella Valmarana nella cripta della chiesa di Santa Corona. A Giustino si deve l’acquisto nel 1720 della proprietà di San Bastian e la successiva committenza a Francesco Muttoni e ai Tiepolo nel 1757. Nato nel 1688, Giustino fu uomo di cultura e appassionato intenditore di teatro e di musica. Morì proprio nel 1757 senza veder terminati i lavori della sua abitazione. I suoi discendenti furono uomini pubblici e di lettere che manifestarono signorilità, liberalità, dedizione umanitaria, civica, amministrativa e sociale nei luoghi dove i Valmarana possedettero le numerose ville e abitazioni. Per arrivare ai giorni nostri, Tommaso Valmarana (1909 – 1991), proprietario della Palazzina, fu notaio a Vicenza. Giustino Valmarana (1898 -1977) – proprietario della Foresteria– fu Senatore. I Valmarana hanno sempre abitato, e ancora oggi abitano la villa e ne hanno cura; per questo nelle sue sale si respira il clima accogliente di una casa vissuta. Gli interni e le sale affrescate La Palazzina La Palazzina era l’edificio abitato dalla famiglia. Impreziosito da Francesco Muttoni, con terrazze, scalinate, statue e una torretta, è quasi completamente affrescato da Giambattista Tiepolo, da pochi anni rientrato da Wurzburg, dove aveva decorato la magnifica residenza del Principe Vescovo. Gli affreschi dei cinque saloni costituiscono il periodo più maturo dell’opera dell’artista, ormai sessantenne. I soggetti sono ispirati ai gusti letterari e teatrali del padrone di casa, Giustino Valmarana, e arricchiscono tutto il piano nobile, che riprende il classico schema simmetrico del palazzo veneziano: un portego che si estende da una facciata all’altra dell’edificio, mentre due sale per lato, comunicanti tra loro, completano il pianterreno. Tra i vari collaboratori di Tiepolo, posto preminente spetta a Gerolamo Mengozzi Colonna, autore di tutte le quadrature che circondano gli affreschi di entrambi gli edifici. Nella Palazzina si è ispirato per le scene dei poemi classici, a motivi cinquecenteschi (colonne, porticati, terrazzi) che ricordano gli scenari di Veronese, mentre ha scelto il rococò per le scene dei poemi cavallereschi.

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IL CICLO DI AFFRESCHI Giambattista Tiepolo affresca i cinque saloni della Palazzina abitata dalla famiglia

Impreziosita da Francesco Muttoni, con terrazze, scalinate, statue e una torretta, la Palazzina è quasi completamente affrescata da Giambattista Tiepolo, da pochi anni rientrato da Wurzburg, dove aveva decorato la magnifica residenza del Principe Vescovo. Gli affreschi dei cinque saloni costituiscono il periodo più maturo dell’opera dell’artista, ormai sessantenne.

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VILLA VALMARANA AI NANI VILLA VILLAVALMARANA VALMARANAAIAINANI NANI

VICENZAMAGAZINE VILLEVENETE VILLEVENETE Sala didi Ifigenia Sala Ifigenia LaLa grande scena teatrale dipinta inin questa stanza coinvolge grande scena teatrale dipinta questa stanza coinvolge leledue duepareti paretiprincipali principalie eil ilsoffitto. soffitto.Tra Tradue duealialididicolonne colonne ioniche si assiste al sacrificio di Ifigenia, narrato da Euripide ioniche si assiste al sacrificio di Ifigenia, narrato da Euripide nella tragedia Ifigenia inin Aulide. LaLa flotta greca non può parnella tragedia Ifigenia Aulide. flotta greca non può partire alla volta di Troia. Diana non permette al vento di soffitire alla volta di Troia. Diana non permette al vento di soffiare perché Agamennone haha ucciso una cerva a lei sacra. Per are perché Agamennone ucciso una cerva a lei sacra. Per consentire la partenza gli chiede in cambio la vita della consentire la partenza gli chiede in cambio la vita della figlia, figlia,Ifigenia. Ifigenia.EdEdecco, ecco,stastaper percompiersi compiersilalatragedia. tragedia.AgAgamennone non vuole vedere, si copre il volto col amennone non vuole vedere, si copre il volto colmantello, mantello, l’indovino l’indovinoCalcante Calcantestastaper pereseguire eseguireil ilrito ritosacrificale, sacrificale,altri altri personaggi assistono, disposti dietro le colonne come un personaggi assistono, disposti dietro le colonne come un coro greco. Ma all’ultimo istante lala dea impietosita invia susu coro greco. Ma all’ultimo istante dea impietosita invia una nuvola una cerva che prenderà il posto della fanciulla. una nuvola una cerva che prenderà il posto della fanciulla. Contemporaneamente ContemporaneamenteEolo Eoloe eZefiro Zefirodal dalsoffitto soffittoiniziano inizianoa a soffiare. Sulla parete opposta vele e bandiere prendono soffiare. Sulla parete opposta vele e bandiere prendonoil il vento così lele navi potranno partire. vento così navi potranno partire. Sala dell’Iliade Sala dell’Iliade SuSutretrepiccoli palcoscenici, delimitati dada architetture classipiccoli palcoscenici, delimitati architetture classicheggianti si assiste agli episodi del primo canto dell’Iliade. cheggianti si assiste agli episodi del primo canto dell’Iliade. Agamennone pretende per sésé lala schiava didi Achille, Briseide; Agamennone pretende per schiava Achille, Briseide; Achille, Achille,irato, irato,mette mettemano manoalla allaspada. spada.Atena Atenanon nonpuò puòperpermettere che i due generali più importanti dell’esercito greco mettere che i due generali più importanti dell’esercito greco si si scontrino e, e, scesa dal cielo, afferra con forza Achille per i i scontrino scesa dal cielo, afferra con forza Achille per capelli e lo convince a cedere. Così Briseide è condotta da capelli e lo convince a cedere. Così Briseide è condotta da Euribate e Taltibio dalla tenda didi Achille verso il il suo nuovo Euribate e Taltibio dalla tenda Achille verso suo nuovo padrone, che la aspetta in posa arrogante. Achille, siede sul padrone, che la aspetta in posa arrogante. Achille, siede sul davanzale affacciato sul mare è triste, ma la madre Teti, di-didavanzale affacciato sul mare è triste, ma la madre Teti, vinità marina vinità marina esce escedalle dalleonde ondeassieme assiemea auna unanereide nereideper perconsolarlo. consolarlo.Sul Sul soffitto, trionfa Atena con il suo simbolo, la civetta, circondasoffitto, trionfa Atena con il suo simbolo, la civetta, circondatatadadaamorini. amorini.Nell’ultima Nell’ultimaparete pareteununtranquillo tranquillopaesaggio paesaggio veneto, opera di Giandomenico, fa da controcanto alle scene veneto, opera di Giandomenico, fa da controcanto alle scene eroiche dipinte sulle altre pareti. eroiche dipinte sulle altre pareti. Sala dell’Orlando Furioso Sala dell’Orlando Furioso Questa stanza, decorata Questa stanza, decorataininstile stilerococò, rococò,ospita ospitalelescene scene dell’Orlando dell’Orlandofurioso furiosodidiLudovico LudovicoAriosto. Ariosto.Angelica, Angelica,principrincipessa del Catai, fugge, inseguita dada cavalieri cristiani e sarapessa del Catai, fugge, inseguita cavalieri cristiani e saraceni, innamorati di lei. Ma, giunta all’isola di Ebuda, ceni, innamorati di lei. Ma, giunta all’isola di Ebuda,viene viene legata a uno scoglio e data inin pasto a un mostro marino, l’orlegata a uno scoglio e data pasto a un mostro marino, l’orca.ca. Sarà Ruggero, a liberarla a cavallo dell’ippogrifo. SuccesSarà Ruggero, a liberarla a cavallo dell’ippogrifo. Successivamente Angelica soccorre unun soldato saraceno ferito, Mesivamente Angelica soccorre soldato saraceno ferito, Medoro, e lo cura. I due si innamorano e incidono i loro nomi doro, e lo cura. I due si innamorano e incidono i loro nomi sulla corteccia didi unun albero. Angelica e Medoro si si rifugiano sulla corteccia albero. Angelica e Medoro rifugiano nella nellacasa casadididue duepastori. pastori.Decidono Decidonodidisposarsi sposarsie eprima primadidi partire, regalano ai due un anello d’oro che Angelica ha avupartire, regalano ai due un anello d’oro che Angelica ha avutoto inin dono dal paladino Orlando in pegno del suo amore. dono dal paladino Orlando in pegno del suo amore. MONOGRAFIEVENETE MONOGRAFIEVENETE

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Stanza dell’Eneide di Virgilio. Durante la sua fuga da Troia distrutta dai Greci, Enea ha fatto naufragio sulle coste dell’Africa. Incontra la madre, Venere che gli consiglia di presentarsi a Didone, regina della città di Cartagine. La bella regina accoglie Enea, che le presenta il figlio Iulo. Il ragazzo, in realtà, esibisce un paio di ali, ha con sé una faretra, indossa un medaglione a forma di cuore. Venere, per proteggere il figlio, ha sostituito Iulo con Cupido, il dio dell’amore. Così Didone ed Enea si innamorano ed Enea decide di restare a Cartagine.

Ma Mecurio, il messaggero degli dei giunge a ricordare a Enea che il suo destino è quello di raggiungere il Lazio e fondare Roma. Nella fucina di Vulcano, nel chiaroscuro sulla parete, Venere ha fatto forgiare per il figlio delle armi magiche, che gli serviranno in questa impresa. Il pio Enea, benchè infelice, decide quindi di partire e Didone, abbandonata, si uccide. Nel 1943 una bomba ha distrutto per sempre la bella Venere dipinta sul soffitto di questa stanza. Sala della Gerausalemme Liberata Quando la maga Armida sta per rapire Rinaldo col suo carro fatato, si innamora di lui. Allora lo rapisce, lo porta alle Isole Fortunate, con una magia fa in modo che anche lui si innamori di lei e abbandoni le crociate. Carlo e Ubaldo, due compagni di Rinaldo venuti a liberarlo, lo fanno specchiare in uno scudo magico. Rinaldo capisce di essere stato vittima di un sortilegio e decide di partire. Armida lo raggiunge sulla spiaggia, lo supplica di restare, chiede di poter partire con lui, ma Rinaldo va. Sul soffitto, un’allegoria che sembra riassumere tutte le storie della palazzina: la ragione, la figura luminosa e alata, prevale sulle passioni umane; così come la luce del giorno prevale sulle tenebre e mette in fuga le creature notturne, i due pipistrelli. 8 40

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VILLA VALMARANA AI NANI

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VILLA VALMARANA AI NANI

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La Foresteria affrescata da Giandomenico Tiepolo L’edificio era l’abitazione riservata ai “foresti” cioè gli ospiti della famiglia Valmarana. L’attuale grande salone di accesso non aveva pareti ma era un portico aperto e sono riconoscibili dall’esterno gli archi tamponati. Dobbiamo all’architetto Francesco Muttoni questa sistemazione, così come la costruzione della loggia con colonne e della scuderia. Le stanze interne, ad eccezione della sala degli dei dell’Olimpo, sono affrescate da Giandomenico, che a differenza del padre sceglie soggetti di carattere più realistico: in Foresteria si trova un allegro mondo nuovo di contadini, nobili, ciarlatani e maschere che si agita tra spettacolo e realtà. Anche in questa parte della villa le quadrature degli affreschi sono di Girolamo Mengozzi-Colonna che riesce a creare per ogni stanza motivi sempre diversi e addirittura in certi casi anticipatori dei suoi tempi. Sulla parete principale dell’atrio è appeso l’unico ritratto esistente di Andrea Palladio che aveva costruito palazzi e ville per i Valmarana, attribuito al pittore Giovanbattista Maganza e datato 1576. Il 24 settembre 1786 Wolfgang Goethe durante il suo viaggio in Italia fece tappa a villa Valmarana ai Nani, osservò la differenza di stile fra gli affreschi della Palazzina e della Foresteria, all’epoca attribuiti unicamente a Gianbattista Tiepolo, e annotò le sue impressioni in una lettera alla baronessa von Stein, pubblicata nel suo Tagebuch: “Oggi ho visitato la villa Valmarana, che il Tiepolo ha decorato lasciando libero campo a tutte le sue virtù e ai suoi difetti. Lo stile sublime non gli è riuscito come il naturale, ma in questo vi sono cosa deliziose; come decoratore in generale è pieno di festosità e di bravura”. MONOGRAFIEVENETE EVENTI CULTURA

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CIVILTA’ VENETA

VICENZAMAGAZINE VILLEVENETE Sala delle Cineserie In questa stanza Giandomenico ha dipinto una Cina di fantasia, popolata di principi, mercanti, indovini. I personaggi indossano sontuosi abiti di seta e copricapi bizzarri, diversi in ogni parete. Qualcuno tiene in mano una ventola, cioè un ventaglio rigido a forma di cuore. Ovunque, rotoli di stoffa e vasi di porcellana. Sulla parete dietro al letto vi è un’offerta a una divinità lunare rappresentata da una statua dorata dalle grandi orecchie e una luna incisa sul petto. Sullo sfondo si intravedono i profili di alcune pagode e un pino marittimo esce dalla cornice, creando un effetto di profondità. A fianco, due personaggi reggono un grande vaso di porcellana. Seguono, il mercante di stoffe, il principe cinese a colloquio con un indovino e la passeggiata del mandarino, preceduto da un simpatico personaggio col codino e le scarpe dalla punta all’insù, che sembra uscito da una fiaba delle Mille e una notte. Nelle sovrapporte vediamo uccelli con becchi, zampe e colli evidentemente sproporzionati. Un’incredibile passamaneria a festoni di Mengozzi-Colonna si snoda su tutte le pareti. Sala dei Contadini Vengono descritte scene di ordinaria quotidianità del mondo contadino: un filare d’alberi, un gruppo di contadini che riposa dopo il lavoro, una vecchia che siede sgranando il rosario con un cesto pieno di uova, due contadine vestite a festa che camminano a fatica con le scarpe con i tacchi, precedute da una ragazzina a piedi nudi, un pranzo estivo all’aperto davanti alla staccionata dell’orto. Le sovrapporte sono arricchite da tre bellissime coppie di fauni e faunesse a chiaroscuro. Sala neo-gotica (delle passeggiate) Questa stanza è considerata uno dei primi esempi di decorazione in stile neo gotico in Italia. Gli elementi architettonici pareti di marmi policromi, statue, busti, guglie, colonne sono dipinti sul muro con la tecnica del trompe-l’oeil. Gerolamo Mengozzi Colonna trasfersce sulle pareti il padiglione in cui si svolge con eleganza la vita dei padroni di casa in contrasto con la sala che rappresenta la vita dei contadini. Attraverso tre grandi aperture si assiste alla vita dei signori, che indossano abiti dell’epoca di foggia esotica. Si fronteggiano la passeggiata d’inverno, con berretti, colli e manicotti di pelliccia e la passeggiata d’estate con ventagli e ombrellino in stile orientale. Sulla terza parete, sotto un cielo tipicamente “Rosa Tiepolo” un giovanotto si dichiara alla sua dama. Sullo sfondo, un paesaggio campestre, il profilo di una città e le montagne, e a terra, l’immancabile cestino

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VILLA VALMARANA VALMARANA AI AI NANI NANI VILLA

VICENZAMAGAZINE VILLEVENETE Sala degli Dei dell’Olimpo C’è una luce, un’atmosfera diversa in questa sala, rispetto alle precedenti. E’ questa l’unica stanza della Foresteria dipinta da Giambattista Tiepolo, mentre tutte le altre sono dipinte dal figlio Giandomenico. Ii giallo, il bianco, l’oro. I corpi, seppur possenti, stanno seduti o adagiati, su soffici nuvole. Le nuvole sono una delle caratteristiche dell’opera Giambattista, grande pittore di cieli. E anche i soggetti appartengono al suo repertorio, quello delle divinità, dei cavalieri, degli eroi. Questa è la sala dell’Olimpo, dove, tra colonne classiche, si sono dati convegno gli dei: Venere, con la mela d’oro, Cupido con le sue frecce e Marte il dio della guerra; insieme, ad echeggiare alcuni temi della Palazzina. E poi Mercurio, il messaggero, Crono, con la clessidra e la falce a ricordare lo scorrere del tempo, i gemelli Apollo con la lira e Diana con la luna sul capo, e Giove, con la corona, lo scettro, le saette e l’aquila Sala del Carnevale Questa stanza è un altro capolavoro illusionistico di Gerolamo Mengozzi Colonna. Due scaloni di marmo salgono al piano superiore. Da una parte una scimmia incatenata cerca di rubare della frutta, dall’altra Alì, il servitore dei Tiepolo, qui ritratto da Giambattista, porta un vassoio con due tazze di cioccolata, che ci ricordano la passione dell’epoca per questa costosa ed elaborata bevanda esotica. Due vasi in porcellana rimandano alla stanza delle cineserie e alla moda settecentesca degli oggetti orientali. In tre quadri ad affresco è sviluppato il tema di questa stanza, dedicata al Carnevale di Venezia: “Il minuetto di Pantalone e Colombina”, il Ciarlatano e il Mondo Novo, dove tutti i personaggi, in puro stile di Giadomenico, sono ripresi di spalle. In quegli stessi anni, nelle piazze, le persone si accalcano intorno ad un’altra novità, quella raffigurata nel riquadro a destra della porta: il Mondo Nuovo. Affacciandosi ad uno dei finestrini della costruzione, si potevano vedere scene e paesaggi animati da giochi di luce e parti in movimento. Proprio mentre si afferma il nuovo teatro di Carlo Goldoni sta nascendo un antenato di quella che diventerà la settima arte, il cinema. Sala di putti La stanza dei Putti prende il nome dai bambini che giocano dentro ovali incorniciati da una serie di arabeschi dorati che si inerpicano su tutti i muri. Spicca su tutto il magnifico pappagallo dalle piume blu e rosse, anche questo riprodotto per la sua villa di Zianigo da Giandomenico e ora a Cà Rezzonico

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ALTINO PRIMA DI VENEZIA

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RESTAURO, ANCHE CONSERVATIVO, DI SERRAMENTI IN LEGNO

POSSIBILITÀ DI ACCESSO ALLE AGEVOLAZIONI FISCALI PER IL RISPARMIO ENERGETICO

Levigatura e carteggiatura fino a legno grezzo

SOSTITUZIONE DEI VETRI CON VETROCAMERE AD ALTO ISOLAMENTO ACUSTICO E DI SICUREZZA

Applicazione di nuovi fermavetri, inserimento di guarnizione siliconica perimetrale, regolazione delle chiusure, eventuale sostituzione delle maniglie.

Ripristino del legno nelle parti deteriorate

VERNICIATURA IN PIÙ MANI, TRASPARENTE O COPRENTE, CON CICLO COMPLETO ALL’ACQUA.

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