VoiceOver Magazine N.8

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CARTA RICICLATA 100%

ecomagazine

Revive Pure - White Offset

gennaio 2012

Vo i ce O ver M agaz i ne : di A s s o ci a z i o n e C u l t u ra l e Vo i c e O ve r, v i a V i l n i u s s n c - L a d i s p ol i (R m ) - CO P I A O M AG G I O

anno 1- numero 8

GUIDA SPETTACOLI All'interno tutti gli eventi di Gennaio In esclusiva

RINGO

99 POSSE

IL TEATRO DEGLI ORRORI TORNANO CON

ILMONDONUOVO

Intervista esclusiva a Pierpaolo Capovilla


ImpIanto raccolta dIfferenzIata Gestione servizi di Raccolta e Trasporto Rifiuti Differenziati Impianto di selezione e riduzione volumetrica rifiuti provenienti da Raccolta Differenziata Progettazione e ottimizzazione sistemi R.D. Noleggio container scarrabili di varie capacità per raccolta e trasporto rifiuti Noleggio compattatori per la raccolta di carta e cartone Noleggio presse per carta e cartone per utenze commerciali Isole ecologiche modulari Servizio di Raccolta Rifiuti plastici provenienti dall’agricoltura Concessionaria attrezzature per raccolta differenziata

in collaborazione con

Da 15 anni al servizio dell’ambiente Direzione: Via Verdi, 2 Chiomonte (TO) Tel 0122.744299 Fax 0122.54498 nsj@pec.it

Impianto raccolta differenziata e compostaggio Sede e Impianto: Località Olivastro s.n.c. - 01016 Tarquinia (VT) Tel. 0766/84.12.70 - Fax 0766/84.16.35 SITO INTERNET: www.consorziopellicano.it – E-MAIL: info@consorziopellicano.it - etruriaambiente@gmail.com 2


SoMmaRio

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15

S

Sto tornando a casa.

Musica

Pierpaolo CAPOVILLA ilTEATROdegliORRORI

8

A tu per tu con...

RINGO Musica

'O ZULÙ dei 99 POSSE con Cattivi Guagliuni

Eventi

17/ 20

GUIDA DI GENNAIO

Stacca la guida e portala con te!

26

Teatro

Intervista a MARCO MELLONI

4 5 6

Politicamente

14 16

Rubrica

BISTECCA DI TOFU Attualità

FIRENZE-DAKAR

7 10 11

CARRELLATE D'ARTE

IL SAPORE DELLA MUSICA

Una risorsa!

Wj del mese

Rubrica

IL VECCHIO E IL BAMBINO Rubrica

LA FINESTRA DI FRONTE Rubrica

SVILUPPO SOSTENIBILE

21

Animo progetto Misola

A NATALE INSIEME SI PUÒ FARE UN SACCO

Libri

NON C'È NIENTE DA RIDERE Rubrica

NOMENTE

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LETTURE PER UN ALTRO NATALE

Rubrica

LA SUP/POSTA

FRAME Rubrica

LaBACHECA diALLURE VoiceOver consiglia

NELLE SALE a gennaio

Rubrica

PSYCOVER

TERRAdegli uominiINTEGRI

Graffi

FISCHIperFIASCHI

Rubrica

READ'n'PLAY

Rubrica

POLAROID

SOPRAVVIVENZA

GIRA...MONDI

London UNDERGROUND

PUNK PENSIERO

Teatro IMPRESA DI FAMIGLIA UN FORMAT VINCENTE

MIPIACENonMiPiace OROSCOPO di Gennaio

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VOICEOVER ECOMAGAZINE Anno 1 - Numero 8

Redazione

Direttore responsabile: Flavio Atzori Responsabile editoriale: Emiliano Giacinti Responsabile commerciale: Lorenzo Croci Hanno collaborato:

Progetto grafico: Radici Creative

Gianfranco Marcucci, Michela Andreini, Roberto Brini, Paolo Trucchi, Alessia Fiorani, Simone Giacinti, Igor Artibani, Carlo Cuppini, Rita Leorato, Simone Itri, Shaila Risolo, Arianna Mariani, Ciro Atteo, Laura P. Lopez, Marzia Maier, Elena Laurenti, Marco Filacchioni, Alessio Pascucci, Gyani, Matteo Forte, Italo Gionangeli, Arcangelo Simioli, Francesca Pompili, Stefania Vignaroli, Antonio Consalvi, Antonella Coluccia, Michele Dicorato, Roberto Fantini Perullo, Nancy Gasbarra, Aldo Anchisi, Matteo Orlando, Stefano Frischigneto, Stefano Fiaschi, Nadia Bellotti, S.G. il Nipote, Giuseppe Carella, Alessia Campodonico, Giuseppe Vitali, Giulia Catricalà.

Rubrica

La NEWYORKESE

Rubrica

26

Rubrica

Rubrica

MANUALE DI

Rubrica

Scouting MATTEO FRABONI

Memorie d'America

Rubrica

DAGLI OCCHI DI UN 2.0ENNE

ELEONORA FOGLIO RADIO VoiceOver PALINSESTO

ANEDDOTI DEL ROCK AccaddeOGGI

RISVEGLI

Rubrica

27 28 29 30 31 32 33 34 Rubrica

Rubrica

SCORRETTO IMMIGRATI

Via La Spezia, 74 int. 2 ladispoli (Rm) Tel. 0699220146 Cel. 392.4269182 - info@voiceovernetwork.it Via La Spezia, 74 - 00055 - Ladispoli (Rm) info@radicicreative.it

Art director: Jessica Sergi Editore: Associazione Culturale VoiceOver Presidente: Matteo Forte Via Vilnius snc - 00055 Ladispoli (Rm)

Stampa: Tipografia Agnesotti Viterbo (Vt) Chiuso in redazione giovedì 29 dicembre 2011

Registrazione del Tribunale civile di Civitavecchia n. 989/2011 Autorizzazione n. 5 del 20/07/2011

La riproduzione totale e parziale d’immagini e articoli è vietata senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Il contenuto degli articoli rispecchia l’opinione dei singoli autori.

di Flavio Atzori

Passaporto in mano, e biglietti della British AirWays dentro lo zaino. Il taxi mi sta portando fino all’aeroporto. Nelle mie tasche la faccia di George Washington si trova insieme a quella della Venere di Botticelli. Ho sentito lo slang di annoiati commessi in catene di fast food, l’ispanico di chi vive nel sud della California ed il perfetto e sorridente inglese di chi, con gli occhi tristi, vorrebbe venderti invano il suo corpo per mezzora, in una cattedrale del deserto che ti prende tristemente l’anima. Ho visto l’Oceano Pacifico con la sua immensità e profondità, e sentito tra le mani la compattezza della sabbia di Santa Monica. Ho aperto le braccia in segno di libertà, potenza, amore per il mondo. Ho indossato il mio casco e visto il mondo con occhi diversi. Sofferto di vertigini guardando i grattacieli della Downtown di Los Angeles, e passeggiato tra i clochard di Venice Beach. Ho respirato la brezza del Pacifico alle 9 del mattino, bevendo del pessimo caffè e mangiando continentale. Ho comunicato le mie emozioni. Le ho vissute nel profondo. Ho guidato una moto per lavoro, per offrire anche ad una sola persona che avesse voluto leggermiascoltarmi-vedermi, il mio lavoro, la mia professionalità. Ho preso un treno e quattro aerei, ascoltato la lettura del Corano di un’anziana signora diretta a Londra, seduta proprio accanto a me. Ho scritto articoli, e lavorato anche per 48 ore di fila senza dormire un minuto. Ho ascoltato i rumori e visto le luci di Hollywood nel silenzio della mia anima, che si riempiva di nuova linfa e nuova esperienza. Vissuto caoticamente, percorrendo strade solitarie alle 2 del mattino con venditori di burrito sul ciglio della strada, pronti a spacciarti il suo prodotto come il migliore del mondo. Ho ascoltato musica. Buona musica Rock, in locali che trasudano storia. Ho bevuto due dita di Whiskey sulla Sunset, con il freddo che ti penetra nelle ossa, e le note di band emergenti che ti penetrano il cuore. Ho scritto parole su parole, frasi su frasi. Raccontato di emozioni, di schede tecniche e di presentazioni mondiali. Ho fatto il mio dovere, il mio mestiere, la mia passione. Ho messo in comune quel che ho vissuto. Ho in mano il mio passaporto, e nel mio portafogli la mia tessera da Giornalista Pubblicista. Sudata, agognata e meritata anche superando un esame. È questo il simbolo che mi ha portato fin qui. Sono tornato a casa, e mi sono accorto che quella tessera potrebbe essere carta straccia da Agosto 2012. Senza se o ma, senza fronzoli né patemi d’animo. Semplicemente cancellando dall’ordine, la dicitura “pubblicista”. Portando me, ed altri 80.000 colleghi nel vuoto concettuale di un ruolo che sparirebbe da un secondo all’altro, in una realtà che non contempla un mercato del lavoro per giornalisti professionisti. Ho sperato, e spero ancora, che si arrivi ad una soluzione. Che si elimini l’ordine dei giornalisti, o che si faccia in modo di darci gli strumenti per diventar professionisti. Perché io, di scrivere articoli, di vivere il mondo, di rimanere sveglio due giorni di fila, di abbeverare la mia anima desiderosa di conoscere il mondo, non ho alcuna voglia di smettere. Altrimenti? Passaporto in mano; computer; una telecamera; la faccia di George Washington insieme a quella della Regina Elisabetta nel portafogli: la mia casa è il mondo.

Hanno permesso l'uscita di questo numero: Stewie - Joey - L’omertà - Il wireless che funziona - I cavi più lunghi - Le rivoluzioni (annunciate) - L’abolizione degli ordini - Jerry Calà - Lo strategismo sentimentale - Il sole d’oriente - Il Capodanno in Toscana - AutoG

EDITORIALE direttore@voiceovermagazine.it


Immigrati U

a Ladispoli e a Cerveteri Che paura! Anzi, che risorsa!

NUMERIeDATI NUMERIeDATI

Una persona ogni otto che incontriamo per le strade della provincia di Roma ha la cittadinanza straniera. È ora di sapere qualcosa di più sui nostri vicini di casa. GLI IMMIGRATI REGOLARI A LADISPOLI 18,8% della popolazione residente Romania: 4.620 individui (54,8% del totale degli immigrati regolari) Polonia: 826 (10,7%) India: 206 (2,7%) Bulgaria: 203 (2,6%) Ucraina: 162 (2,1%) Moldavia: 157 (2%) GLI IMMIGRATI REGOLARI A CERVETERI 8,4% della popolazione residente Romania: 1.314 individui (45,3% del totale degli immigrati regolari) Polonia: 287 (9,5%) Bulgaria: 154 (5,1%) Marocco: 66 (2,2%) Fonte: Caritas Ucraina: 65 (2,1%) OSS. ROMANO MIGRAZIONI

Da millenni il territorio di Roma rappresenta un faro per i migranti di tutto il mondo. Per secoli e secoli nella Roma imperiale, pontificia e moderna si sono mescolate lingue, culture e religioni. Oggi però, non più soltanto la città di Roma richiama, per molti motivi, migliaia di persone ma gran parte dei 121 Comuni della sua provincia. Così, ad arricchire il già variegato mondo dei pendolari che si riversano ogni sera nelle proprie cittadine, vediamo oggi un notevole numero di migranti che abitano, vivono e lavorano in provincia. Un fenomeno ampio e complesso, in costante trasformazione. È stato presentato a dicembre l’l’ottavo rapporto dell’Osservatorio Romano sulle migrazioni nel territorio della provincia di Roma. Un’opera vastissima di raccolta delle informazioni sul campo affidata ad un’equipe di esperti e curata dalla Caritas Diocesana insieme alla Camera di Commercio di Roma e alla Provincia di Roma. È un autorevole punto di vista sul fenomeno delle migrazioni che suggerisce

T

lo legale esiste in Italia il riconoscimento dei medesimi diritti tra immigrati e cittadini, nonostante questo però la difficoltà di acquisizione di permessi di soggiorno, condizionata dalla stipula di un regolare contratto di lavoro, la loro precarietà (sono validi appena 6 mesi, salve proroghe eccezionali per motivi di studio o lavoro autonomo) e l’inammissibile effettiva durata dei tempi necessari al loro rinnovo (fissati a tre mesi per legge ma protratti di sovente per oltre un anno) rendono difficoltoso o impossibile l’accesso al mercato del lavoro. I principali settori d’inserimento occupazionale sono l’edilizia (17,4% del totale degli occupati regolari), le imprese (16,2%), la ristorazione (11,4%), i lavori domestici (9,3%) e i trasporti (7,1%). Cresce il lavoro autonomo e anche la capacità di fare impresa degli stranieri, con una crescita nel settore imprenditoriale del 104%. Sono dati utili a comprendere che una composizione multietnica di parti della società italiana ha un effetto, anche positivo, sulla produzione economica. Bisogna considerare poi che chi lavora è in grado di spendere. Da uno studio risulta che, tra gli stranieri che si sono rivolti alle Caritas, almeno un terzo non ha il permesso di soggiorno, e tra quelli regolari una gran parte paga l’affitto in nero (nell’80% dei casi ad un locatore di nazionalità italiana). La mancanza di un contratto d’affitto si traduce in una grave privazione sul piano dei diritti legati al soggiorno, al ricongiungimento familiare, alla residenza e quindi alla richiesta di cittadinanza. Sul tema cittadinanza, poi, c’è da notare che a tutt’oggi i figli di stranieri benché nati, cresciuti ed educati in Italia, non sono cittadini italiani: un dramma che i ragazzi scoprono forse solo allo scoccare della maggiore età, quando a differenza di tutti i propri coetanei non possono recarsi alle urne elettorali. Una perdita di risorse incalcolabile, visto che parliamo di giovani naturalmente bilingue e, probabilmente, ambasciatori di tradizioni culturali diverse, traducibili in ricchezza intellettuale. Oltre alla crescita del numero degli stranieri residenti nel Lazio, nell’ultimo biennio si è registrato il mancato rinnovo di circa 100mila permessi di soggiorno. Si tratta nella maggior parte dei casi di persone che, avendo perso il lavoro, non hanno potuto rinnovare il titolo di soggiorno restando nel territorio in modo irregolare. Un paradosso enorme, che la politica non intende ancora colmare. Sul tema dell’impiego emergono due dati: che le più ampie fasce di stranieri, al di là del titolo di studio conseguito in patria (che non di rado può corrispondere

percorsi utili a costruire e ricostruire relazioni tra migranti e residenti nel processo di integrazione, con analisi attente a mostrare gli aspetti della vita socioculturale, lavorativa e abitativa. Restano immediatamente impresse le considerazioni riguardanti le opportunità (e le sfide) dell’integrazione. Una prima constatazione ci aiuta a comprendere che, scevri da ogni visione ideologica, la migrazione è di per sé una cosa naturale, che sempre è esistita e sempre esisterà. Il Lazio è la terza regione italiana per numero di emigranti, con 356mila residenti volati verso l’estero. La Provincia di Roma è in Italia la provincia più popolosa ma anche quella col più elevato numero di cittadini stranieri, ben 442mila, quasi il 10% di tutti gli immigrati. Guidonia è il comune che registra più presenze straniere (oltre 9mila). Fiumicino e Ladispoli contano oltre 7mila presenze ciascuno mentre Cerveteri supera le 3mila. Stiamo parlando di cifre riscontrabili sui registri anagrafici, che non tengono conto delle presenze “irregolari”, stimabili, a livello nazionale, circa il 18% di presenze in più. A livello demografico i flussi migratori rappresentano una variabile nodale, sia per quanto riguarda il saldo tra natalità e mortalità (nel Lazio il saldo positivo è stato raggiunto grazie al 12,6% di nascite da entrambi i genitori immigrati più il 5,6% di nascite dall’unione di un italiano con uno straniero) sia a livello lavorativo, con un’età media della popolazione immigrata di 33,4 anni contro i 43,3 anni dell’età media italiana. A livello regionale la componente straniera più numerosa è quella di nazionalità romena (196mila individui, 36% del totale regionale), seguono quella filippina (32mila), polacca (24mila), albanese (23mila), ucraina (18.900), bangladese (16mila), peruviana e cinese (14.800), indiana (14mila), moldava (12mila) e marocchina (11mila). Le presenze sono aumentate dal 2010 complessivamente del 10%, con una crescita rilevante del fenomeno migratorio e della permanenza in Italia. Stiamo parlando di persone che abitano, lavorano, studiano, si ammalano, comprano, muoiono, usufruiscono di tutti i servizi (o così dovrebbe essere) di cui si servono gli italiani. In verità, gli immigrati, e specialmente i nuovi immigrati, si collocano nel mondo del lavoro e nella società in posizioni sensibilmente diverse rispetto agli italiani o agli immigrati di seconda generazione (nati in Italia da genitori stranieri). I motivi sono diversi e hanno anche radici personali (apprendimento della lingua, delle leggi, dei costumi) e comunitarie (organizzazione della comunità immigrata stanziata, che spesso influisce sulla scelta dell’impiego e su altri aspetti della vita sociale). Certamente a livel-

Telethon in soli 2 giorni ha raccolto più di 30 milioni di euro. Sono soldi destinati alla ricerca sulle malattie genetiche rare. Potremmo non avere idea di quanto siano importanti questi fondi. Un affermato ricercatore una volta mi ha detto che senza i soldi raccolti da Telethon la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare in Italia probabilmente si arresterebbe. Queste malattie non sono comuni e potremmo sentirci al riparo dai loro effetti. Eppure le donazioni sono arrivate. E sono arrivate nonostante la pesantissima crisi che sta mettendo in ginocchio la nostra nazione. Gli Italiani, anche in un anno così duro, hanno donato con grande energia e speranza, quasi eguagliando i risultati raggiunti nel 2010. Questa è la prova lampante che le persone non smettono mai di credere nella ricerca e capiscono quanto siano importanti, anche nella vita di tutti i giorni, i risultati che possono raggiungersi. E Telethon è stata un'ulteriore conferma di tutto questo. Tanti artisti e personaggi della televisione e dello spettacolo hanno messo a disposizione per la causa

di Matteo Orlando

alla laurea) sono impiegati in lavori non qualificati o a bassa qualificazione; e che tre immigrati regolari su dieci percepiscono uno stipendio inferiore a quello meritato per il lavoro svolto. Questo malcostume non fa che favorire la scelta del lavoro sommerso. È lampante, a questo proposito, il caso di colf e badanti, figure di cui la sempre crescente necessità viene colmata nella stragrande maggioranza dei casi da donne straniere. Negli ultimi anni, nel tentativo di combattere il lavoro sommerso, la Regione Lazio aveva stanziato una cifra per il rimborso dei contributi versati dai datori di lavoro utile a coprire una previsione di 750.000 domande di adesione. Ne sono state inoltrate appena 36mila. Ampie riflessioni, poi, andrebbero fatte sulla “percezione” dello straniero da parte dei cittadini italiani. Per esempio, è risultato che gli studenti degli istituti tecnici nutrono opinioni decisamente più negative e drastiche del fenomeno migrativo rispetto ai propri coetanei dei licei, e che i genitori hanno rispetto ai giovani una visione più severa che raggiunge l’apice, complice l’effetto dei mass media sull’opinione pubblica, nel caso di rom e sinti. Questi restano oggi gli immigrati maggiormente lontani dalla meta nel lungo processo integrativo, anche a causa di scelte politiche discutibili come, a Roma, il Piano Nomadi che, secondo l’Osservatorio, nonostante lo slogan “integrazione e legalità” non fa che allontanare sempre più i campi nomadi dal tessuto urbano con un allarmante pericolo per l’accesso a servizi fondamentali per ogni essere umano come l’istruzione e la sanità.

Politicamente

SCORRETTO

di Pascuino - pascuino@voiceovermagazine.it gratuitamente la propria immagine e il proprio lavoro. E a loro, come di consueto, si sono affiancati anche molti politici che hanno fatto appelli per le donazioni, compreso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ci hanno tenuto a sottolineare l’importanza della ricerca e hanno invitato alla solidarietà. Sembrerebbe tutto molto bello. Ma poi siamo costretti a chiederci: questi politici non sono gli stessi che decidono dove finiscono i soldi delle nostre tasse? Non sono gli stessi che ricevono stipendi e vitalizi d’oro? Questi politici come mai, invece di chiederci un ulteriore sforzo, non predispongono delle finanziarie che aiutino direttamente la ricerca? Come mai, se la ricerca è così importante, nel nostro paese riceve così poca attenzione (leggi FONDI) dai Governi? Perché, invece, continuiamo a spendere miliardi di euro per armamenti bellici? Come mai stiamo acquistando 131 caccia bombardieri F35 per un costo totale di circa 15 miliardi di euro? Quale guerra abbiamo alle porte? Da chi ci dobbiamo difendere? Forse dalla stupidità dei nostri go-

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verni. Ma per quella, di certo, non servono aerei. Vorrei proporre al prossimo primo ministro, di qualunque colore sia, di investire tutti i soldi degli armamenti nella ricerca scientifica e poi di predisporre una maratona televisiva di 2 giorni (ma anche di 2 mesi se lo ritenesse necessario) per chiedere a tutti gli Italiani che sono interessati di donare soldi per la guerra. Chissà quanto si raccoglierebbe. Telethon non è soltanto importante per i soldi che raccoglie, ma anche e soprattutto perché ci restituisce una chiara immagine di quello che vogliono gli Italiani. Ci fa capire che siamo tutti disposti, anche in un anno durissimo, a investire sulla ricerca, perché capiamo che da quella può dipendere la vita nostra e dei nostri cari. E i nostri governanti, come è possibile che non sappiano leggere la realtà delle cose? È per questo che disprezzo tutti quei politici che si permettono, dai loro conti in banca almeno a sette zeri, di chiedere agli Italiani ulteriori sacrifici per la ricerca, senza muovere al contempo un dito nelle sedi opportune. Soprattutto per questo.


Le opinioni di un nativo digitale.

BISTECCA DI TOFU

I

Clima

cambiamento climatico Conferenza Di Durban

I negoziati sul clima sono terminati. Cos’è cambiato?

di Matteo Orlando

Si sono prolungati e, infine conclusi, i lavori della è quello dell’Europa Unita che ha lavorato a Durconferenza globale riunita a Durban, in Sudafrica, ban parlando con una voce sola e convincendo denominata COP17. Erano presenti al summit 200 Svizzera, Norvegia e Australia, accolte finalmente paesi, compresi i più industrializzati e quindi più nei patti e nei vincoli. Appare chiaro che non ci inquinanti. Epicentro del confronto, gli Stati Uni- si aspettano grandi passi in avanti prima che le ti, la Russia, la Cina e l’India, ma anche il Canada, condotte in vigore per tutti, durante il periodo il Brasile e l’Australia. Un confronto travagliato, 2015-2020, non saranno messe nero su bianco. una lunga mediazione diplomatica che ha gene- Probabilmente la comunità internazionale si aurato, dopo il dibattito, un accordo modesto. Tra le spicava un giusto ma anche necessario - pur semdecisioni prese, la ratifica dell’accordo sull’istitu- pre tardivo - superamento dell’anziano e strapazzione del Fondo Verde per il clima, un sistema di zato protocollo di Kyoto. Invece, Kyoto, nel 2020, sostegno economico di cui ancora si sa poco. Si è continua a rappresentare l’unico debole e poco parlato anche di tecnologie da mettere a disposi- efficace tentativo di fissare obiettivi minimi in zione degli stati in via di sviluppo. Non si va oltre tema di riduzione delle emissioni di biossido di Kyoto, si preferisce affermare una tappa inter- carbonio e di altri cinque agenti inquinanti. media, il 2015, in cui entrerà in vigore un nuovo Russia e India sono allo stato attuale i due subaccordo - solamente pensato per ora - che dovrà continenti maggiormente esposti ai danni cauessere operativo nel sati dai cambiamenti 2020. climatici in atto nel È un periodo di vacche magre A ben guardare è stato pianeta. È facilmente per chi spera che qualcuno fermi semplicemente proprevedibile che in poil disastro ambientale in atto lungato il protocollo chi anni la deforestagià esistente. Ancora zione e l’emissione di più importante, alla fine della partita, sono le po- gas serra incideranno negativamente sul territosizioni dei pezzi da novanta, UE e USA, che sono rio e sul clima di macro aree come Cina e Brasile, rimaste immutate. Questa considerazione però, le cui economie sono lanciate a ricoprire ruoli è positiva nel merito dell’Unione europea, che sempre più importanti. Inoltre, appare sempre rinnova il suo impegno incondizionato al rispetto più grave la situazione nell’area sub sahariana, di tutti i parametri già decisi, contrariamente agli soggetta ad un clima progressivamente sempre Stati Uniti che continuano a partecipare ai sum- più arido. mit senza fare passi importanti sul piano della Al termine del confronto, la conferenza si è riduzione delle emissioni di gas serra; e l’avvento chiusa con una dichiarazione unanime di buoni alla presidenza di un repubblicano alla Bush ri- intenti. Più o meno tutti i Paesi si dicono disposchierebbe di peggiorare le cose. Canada, Giappo- sti a partecipare alla scrittura di nuove regole ne e Russia sono i versanti più incerti, con il primo globali che guidino sforzi futuri verso la riduzioimpegnato a progettare l’estrazione di esigue e ne delle emissioni dei gas serra. È un periodo di costose quantità di petrolio da grandi giacimenti vacche magre per chi spera che qualcuno fermi di sabbie bituminose, che poterebbe ad una pro- il disastro ambientale in atto. Allo scemare delduzione esagerata di emissioni inquinanti. Questi la speranza, corrisponde il crescere della somma paesi si erano già sottoposti ai vincoli di riduzione dei danni ambientali già quantificabili. Il 2015 è il imposti da Kyoto, ma ora minacciano di liberarsi punto di partenza dal quale gli impegni presi per se al più presto non si impegneranno anche Cina il 2020 dovrebbero cominciare a produrre effete India. Paesi che a loro volta ribattono di essere ti capaci di ribaltare una tendenza degenerativa in linea di massima disposti a fare sul serio ma dell’ecosistema che, ad oggi, le più prudenti stinon certo a fare il primo passo. Non prima degli me giudicano troppo violenta da bloccare comStati Uniti. È come una specie di partita in fase di pletamente. Una pia illusione. Intanto si pianifica stallo in cui si chiede di rimandare il momento di il diciottesimo incontro del summit, previsto per scoprire le carte. Tra gli atteggiamenti positivi vi il prossimo anno in Qatar.

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Firenze-Dakar Attualità

IL DIRETTORE IRRESPONSABILE Pensieri e parole sul mondo che ci circonda.

di Arcangelo Simioli

Sabato 17 dicembre la comunità senegalese si è incontrata in piazza Dalmazia a Firenze. Un appuntamento a quattro giorni dal barbaro omicidio di Modou Samb e Mior Diop, uccisi all’interno del mercato di quartiere a colpi di arma da fuoco da un estremista di destra in preda ad un delirio razzista. Una giornata importante per la città di Firenze, una città che fuori da ogni ambiguità e con fierezza vuole dimostrare di non avere niente a che fare con l’assassino e le sue idee. Molti i fiorentini in strada e alle finestre ad abbracciare i fratelli e le sorelle che, dopo il raid, insieme alla rabbia devono fare i conti con la paura di poter essere nel mirino di gesti sconsiderati. La manifestazione è ben riuscita. Un corteo consapevole della posta in gioco: dover ribadire, ancora nel 2011 e in uno dei paesi del civile mondo occidentale, che non si accetta la violenza o l’odio verso una persona semplicemente colpevole di avere un diverso colore della pelle. Così si vedono sfilare insieme senza tensioni, amici e parenti delle vittime, famiglie con bambini, giovani studenti con i loro professori e ancora sigle che vanno dalla Tavola della Pace agli anarchici toscani. Il colpo d’occhio è quello di un’iniziativa quasi spontanea, un riuscito esempio di unità nella diversità. Mentre anni di propaganda politica, volta a disumanizzare la figura dell’immigrato danno i loro osceni e preoccupanti frutti, più di qualcuno ha avuto da dire che i fatti di Firenze non siano indice di un rischio razzismo ma piuttosto legati a un’esplosione di follia. Così si è in parte derubricato anche l’incendio di un campo rom a Torino, in seguito ad una falsa denuncia di stupro, a fenomeno di degrado culturale e sociale. Tutto questo facendo finta di dimenticare che proprio la povertà culturale e sociale, nonché l’irrazionalità fomentata ad arte, sono i terreni su cui in ogni epoca storica germoglia il seme del razzismo. Confondere volutamente cause ed effetti rappresenta il centro del problema. Rassegnarsi all’idea che per governare i flussi migratori, le persone che arrivano clandestinamente in Europa vadano richiuse in centri di permanenza temporanea, che per come sono gestiti di temporaneo hanno solo il nome, non contribuisce a formare l’idea che quegli immigrati non siano persone ma solo problemi da far sparire? Ostacolare proposte di legge che vorrebbero regolamentare il riconoscimento della cittadinanza italiana per i minori nati in Italia da genitori stranieri, bambini che già vivono da italiani tra gli italiani, non mira a rafforzare muri di diffidenza e di violenza? La paura del diverso e la ricerca del capro espiatorio sono riflessi incondizionati propri della psicologia umana. Si tratta di capire se si vuole assecondare queste dinamiche, magari per costruire e consolidare un consenso elettorale, o governarle investendo sull’integrazione a beneficio della società tutta. Dopo il lutto, Firenze, ha saputo scegliere la sua risposta.


2^

Cosa si intende davvero per

sviluppo sostenibile?

2^ Puntata

di Simone Itri - Associazione Culturale Libera Polis

Lo scorso mese abbiamo cercato di definire il concetto di “sviluppo sostenibile” ricollegandolo agli ecosistemi, al ciclo chiuso e pulito delle catene ecologiche delle specie viventi; lo abbiamo connesso all'esempio degli uomini del paleolitico e ai popoli raccoglitoricacciatori tutt'ora in vita. Ora c'è da dire che noi uomini moderni occidentali, ci siamo molto allontanati dagli ecosistemi che ci circondano, per cui le nostre abitudini quotidiane e le nostre vite, ci appaiono dipendenti da cose e da modi di vivere profondamente radicati, spesso gli unici in cui abbiamo vissuto. Pochi hanno avuto la fortuna di conoscere e vivere in modo diverso, con una impronta ecologica più leggera, ma chi lo ha fatto racconta sempre di un benessere ed una gioia di vivere interiore che è difficile capire da chi associa sempre e matematicamente il benessere e la felicità alla ricchezza materiale. Con questo non voglio dire che seguire degli stili di vita sostenibili stia a significare privarsi dei bisogni primari, della dignità, dell'igiene e perché no, di alcune comodità. Anzi, con la moderna tecnologia è possibile in una fase storica di transizione in cui si sta ritornando al naturale, affrontare questo ritorno senza doverci privare di nulla ed a volte anche liberandoci di problemi, ansie ed oneri connessi ad uno stile di vita che ha sempre cercato di trasformarci in servi del mercato e fedeli consumatori pieni zeppi di bisogni indotti, e tristi uomini pronti a tutto pur di poter guadagna-

re per acquistare l'ultimo modello di cellulare nella speranza illusoria che il nuovo acquisto possa appagare l'infelicità di fondo. Dunque da qui capiamo che prima di poter affrontare serenamente il discorso del cosa fare, è necessario interrogarci sul chi siamo, di cosa abbiamo davvero bisogno e cosa abbandoneremo con gioia per costruirci una quotidianità a misura del nostro essere. Di fondo si è visto che queste riflessioni in genere portano ad una riduzione delle ore di lavoro giornaliero per l'appagamento dei bisogni primari (e di fatto sia i raccoglitori-cacciatori che i moderni primitivi lavorano 2-3 ore al giorno, non di più), alla scelta di passare più tempo con i propri cari e, di conseguenza, alla ottimizzazione e valorizzazione delle risorse nelle immediate vicinanze del luogo in cui si vive. Da questa riflessione possiamo subito comprendere che le moderne città con alta o altissima concentrazione di abitanti, non offrono la possibilità di reperire nelle immediate vicinanze delle abitazioni le risorse necessarie alla vita degli abitanti. È altresì necessario trasportare le merci (quindi usare ulteriore energia e risorse: inquinare) che vengono prodotte massivamente, sfruttando (di solito eccessivamente e senza rispetto) le terre. Da tutto ciò capiamo che impostare uno stile di vita sostenibile in zone di campagna o comunque a media bassa densità abitativa è più semplice che nelle metropoli. Queste ultime oltretutto tendono

a far cadere gli uomini in stati depressivi e li rendono più deboli e soggetti alle malattie, causa l'inquinamento dell'aria, la peggiore qualità del cibo, l'assenza di alberi, prati e natura selvatica dove trovare pace e riposo, l'eccessiva rumorosità e la scarsa fratellanza e solidarietà tra i cittadini che paradossalmente abitano vicinissimi ma talvolta non si conoscono nemmeno. Sarà semplice intuire che per tornare a costruire stili di vita sostenibili, bisognerà tornare ad imparare dai nostri nonni di campagna, unendo le antiche tradizioni e competenze con la moderna possibilità tecnica e le conoscenze scientifiche che consentono di non dover cambiare subito e radicalmente le nostre abitudini, ma di iniziare a produrre energia in modo “pulito”, di mangiare cibo sano, magari da noi auto-prodotto, di scambiarci saperi e conoscente tramite internet e così via. È ovvio che anche nelle metropoli è possibile adottare delle pratiche più sostenibili di altre, creare condomini solidali, servizi comuni ed una rete di mutua assistenza e solidarietà, ma certamente se potessimo creare da zero la nostra abitazione la collocheremo in un contesto con il giusto rapporto tra insediamento umano, e natura circostante. Il prossimo mese entreremo più nel dettaglio della gestione di una abitazione sostenibile. Per i commenti: liberapolis@email.it Verranno tutti pubblicati sul sito internet.

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PROGETTO MISOLA

UN SUCCESSO OLTRE OGNI ASPETTATIVA

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di Emiliano Giacinti

Difficilmente potremmo dimenticarci della serata del 10 dicembre 2011. Come ogni presentazione che si rispetti, ansie e preoccupazioni sono fortissime nel gruppo organizzatore. Noi di Animo ci presentiamo in grande spolvero al Malibù. È sabato mattina, c’è da montare il proiettore, provare il video di presentazione e il check dell’audio, preparare il materiale per permettere a Luca Pilotti di suonare al meglio. La location è perfetta, Daniele e tutto lo staff del Malibù ci aiutano come possono per farci sentire a casa. Iniziano a squillare i telefoni, le adesioni alla serata aumentano di ora in ora, l’ansia piano piano va scemando. Alice Lopedote e Simone Giacinti, i presentatori della serata, si preparano, studiano testi e tempi di intervento. Siamo pronti. Animo presenta il PROGETTO MISOLA. Le cartoline stampate sono perfette. Sono sul tavolo pronte per essere acquistate, pronte per trasformarsi immediatamente come per magia in Misola vera. Si parte. Arrivano le prime persone. Sempre di più. Così, alle 20.00, siamo finalmente pronti a iniziare. I presentatori danno il via. Gli interventi si susseguono, ordinati e interessanti. Rita Leorato parla della situazione dell’Orfanotrofio Wend Mib Tiri di Yako (Burkina Faso), dal giorno in cui lo ha conosciuto fino all’ultima spedizione di settembre di quest’anno; di quanto è stato fatto (tanto) e di quanto ancora c’è da fare. Gianfranco Marcucci, Presidente di Animo, descrive il PROGETTO MISOLA. L'obiettivo è la


RISULTATI RAGGIUNTI al 30 dic '11 Cartoline vendute Fondi raccolti

n° 669 € 3.428,00

EQUIVALGONO A: 840 Kg di Misola + generi alimentari utili alla differenziazione nutrizionale

DAGLI OCCHI DI UN 2.0enne Le opinioni di un nativo digitale. matteoforte

dagliocchidiunventenne.blogspot.com

di Matteo Forte

facebook.com/matteoforte

Illustrazione di Valentino Spadoni

UN MINISTRO PER INTERNET?

Altrimenti chi se ne occupa: Ognuno, Qualcuno, Ciascuno o Nessuno?

(riso, miglio, carne, pesce, uova, ...)

Per ulteriori info: www.associazioneanimo.org

Questa è la storia di 4 persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.

C'era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece, Qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di Ognuno. Ognuno pensò che Ciascuno potesse farlo, ma Nessuno capì che Ognuno non l'avrebbe fatto. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.

Nelle ultime settimane della manovra varata dal governo Monti e recentemente approvata da Camera e Senato è stato detto tutto e il contrario di tutto. Necessaria, evitabile, equa, iniqua, ottima, pessima. Qualcuno (Massimo Sideri da corriere.it) ha iniziato a chiedersi: sarà mica il caso che ci sia un ministro per Internet? Qualcun altro (Riccardo Luna da ilpost.it) si sarebbe accontentato anche di un sottosegretario. Altri ancora, letta la proposta del giornalista del Corriere hanno tuonato: "Un ministero per internet? Per carità, soldi sprecati!". Ora, senza entrare nel merito della fattibilità e della convenienza dell'istituzione di un vero e proprio ministero per Internet (con tutti i pro e i contro) bisogna partire da un dato di fatto, un numero: il 2% del PIL italiano viene dall'industria

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Colmare il digital divide e garantire una connessione adeguata Chi se ne occupa?

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vendita di circa 600 cartoline che permetteranno l’acquisto di 840 kg di Misola (farina altamente proteica). Tale quantitativo garantirà l’autosufficienza alimentare per tutti i bambini dell’orfanotrofio per l’intero 2012. Mentre scorrono le note di Society di Eddie Vedder, sapientemente suonate da Luca Pilotti, mostriamo il video del progetto, le immagini arrivano dritte al cuore di chi è lì per aiutare chi ne ha più bisogno e per dimostrare che con poco, questo Natale si può fare un sacco! Gli interventi sono chiusi da Matteo Forte, Presidente di VoiceOver Network, che elenca i motivi che hanno spinto il network (magazine - radio portale web) a sostenere ed aiutare in maniera fattiva Animo e il PROGETTO MISOLA. Le cartoline riscuotono un enorme successo, il risultato di una sola serata è di 1200,00 € raccolti. Il ringraziamento va a chi, come sempre, sostiene Animo e i suoi progetti. I ringraziamenti arrivano direttamente da chi quest’anno, grazie al PROGETTO MISOLA, vedrà finalmente allontanarsi lo spettro della malnutrizione. Seppur l’intervento è limitato ad un piccolo centro di un enorme paese, infinito come infiniti sono i problemi che lo accompagnano, questo è un primo passo. E, nel cammino, al primo passo ne segue un altro, poi un altro e un altro ancora. Segui e sostieni Animo per praticare l’allegria! Insieme si può.

del web. L'agricoltura, per fare un esempio, che ne produce il 2,63% (ISTAT dixit) ha un ministero tutto per sé. Non siamo qui per fare un confronto fra i due campi, sia chiaro. È solo per dare un'idea. È ormai risaputo a livello internazionale (sembra che gli unici a non averlo ancora capito siamo noi italiani) che per uscire dalla crisi, creare occupazione e quindi rilanciare l'economia della propria nazione è fondamentale investi-

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re in ricerca e innovazione. Settori che qui da noi (è storia recente) risentono da anni di spaventosi tagli lineari (non che le conseguenze non si vedano). Colmare il digital divide, garantire una banda decente su tutto il territorio nazionale, sostenere le giovani start-up, formare una classe dirigente che sappia sfruttare quantomeno discretamente internet e che ne comprenda le potenzialità, riuscendo ad utilizzare il web per garantire maggiore trasparenza. Ecco, c'è bisogno di tutte queste cose (oltre che di tante altre ancora). Chi le fa? Chi sostiene non ci sia bisogno in alcun modo di una figura istituzionale preposta alla promozione di questo tipo di attività dice (in buona sostanza) che sarebbe compito di tutti i ministeri già esistenti. Già, c'è un po' di internet al Ministero del Lavoro, un altro po' al ministero della Difesa, a quello dell'Interno, degli Esteri e anche un po' in quello dell'Economia e delle Finanze (si vocifera ce ne sia una spruzzatina addirittura al Ministero della Semplificazione, ma non siate troppo ottimisti). Ma, e qui arriviamo al punto, onde evitare di ritrovarsi come la storiella di Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno, non sarebbe forse il caso che ci sia una figura che se ne occupi specificatamente? E se questo qualcuno dev'esser nominato, dev'essere un ministro, un sottosegretario, il presidente di un'agenzia, sia. L'importante, a prescindere dall'escamotage tecnico, è che qualcuno di competente prenda le redini di questa situazione a livello istituzionale e la risolva una volta per tutte.

Internet è un diritto.


Musica

IL ROCK AND ROLL È COME LA MOTO

DJ Ringo (Rocco Anaclerio) è un disc jockey, conduttore radiofonico e personaggio televisivo italiano. Ha lavorato presso RTL e Radio 105 dove è stato il creatore e conduttore del programma Revolver.Art director di Virgin Radio Italia, trasloca definitivamente da Radio 105 alla radio rock con il suo programma Revolver. In passato conduttore di Doctor Ringo su Rock TV, attualmente presenta Garage Revolver, versione televisiva del suo Revolver radiofonico. È stato uno dei primi DJ di Radio RockFM.

RINGO

© Achille Jachetti

di Flavio Atzori

U

Un’intervista non è fatta solo di parole.

È fatta di attimi, momenti, di espressioni che non sempre le semplici parole riescono a racchiudere. Con una telefonata, puoi percepire la passione per la vita. Ogni frase ha, dalla sua, una profondità dettata da un’esperienza, tramutata in uno stile. Non c’è sensazionalismo, né esasperazione. C’è amore per quello che si fa. Questo è Ringo, in venti minuti al telefono tra musica e motori.

Poi arrivarono gli Stati Uniti… storia. Chiaro, la storia del Rock And Roll è più giovane, è «Sono arrivato negli Stati Uniti dopo il servizio militare, cominciata negli anni 50-60, ma è pur sempre un qualconegli anni ‘80. Ci sono stato fino al 1986 a Los Angeles. sa di affascinante». Avevo fatto gavetta lavorando per un sacco di locali, fa- Quali sono i gruppi che più hanno influito sulla tua crecendo il terzo o quarto Disc Jockey. In altre parole, mi fa- scita personale ed artistica? Indossi sempre la maglietta cevano aprire e chiudere le serate. Ero visto un po’ così, dei Ramones… come l’Italiano nuovo. Poi, piano piano, mi sono trovato «Quello è il mio feticcio. Nella mia storia sono cresciuto i miei spazi; facevo una serata il mercoledi a Los Angeles ascoltando i dischi di mio padre e di mio zio. Iniziai a fare chiamata “The British Invasion”: venivo dall’Italia con il dj con il “geloso”, era quel mangiadischi anni 50-60 dove 500 mix,sai quelli di un tempo,non come adesso che due mettevi le pile e potevi ascoltare i 45 giri. Mettevo i dischi secondi dopo che esce un disco tu lo puoi scaricare. Arri- di mio padre, Elvis Preastley, Beatles, Jim Vincent, Paul vavo con le versioni dei disc Jockey inglesi, con la musica Anka, Dirk Shannon. Crescendo mi sono affezionato ai d’oltremanica, tutta musica che loro non avevano. Avevo Beatles, e la mia crescita nel Rock and Roll è stata proprio i remix dei Depeche Mode, di Ultravox, materiali di David con Elvis ed i Beatles. Sylvian. Loro non avevano questa musica, quindi la mia Sono diventato giovane Punk a Londra, con i Ramones, serata diventava abbastanza succulenta, cosi iniziai a i Sex Pistols, i Clash, e poi facendo questo lavoro ho imfarmi conoscere. Collaboravo inoltre con una radio chia- parato a conoscere ed amare tutti i tipi di rock. Attualmata Pirate Radio. Anche li non è che andavo in onda, ci mente i miei gruppi preferiti sono i Foo Fighters, con Dave mancherebbe! Mi facevano pulire gli studi, però, intanto Grohl,nel Rockabilly Robert Gordon, nell’elettronica Gary io facevo esperienza. Newman, o gli Ultravox». Poi vabbè, Los Angeles, ha Da una passione all’altra. Il monumento emana storia, locali storici: Whiskey a Go Da buon Rider, non potevo e nel rock, Go o il Roxi, dentro hanno lasciarmi scappare l’occaè il locale ad essere monumento: la passione e hanno la stosione di parlare con Ringo il locale emana la storia. ria. È come andare davanti di quell’anima, quella scinad un monumento no? Loro tilla che accomuna musica vengono a vedere i nostri monumenti in Italia, e rimango- e motori. Esiste un raccordo tra questi due mondi? no affascinati, perché il monumento emana storia, e nel «Certo! Una cosa in comune tra moto e musica? Prova ad rock, è il locale ad essere monumento: il locale emana la ascoltarti “aces of spades” dei Motor Head, senti il riff di

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Da dove proviene il nome Ringo? «È Il mio soprannome di quando avevo 13 anni. Suonavo la batteria in una cover band tributo. Adesso le cover band fanno musica dei Nirvana, degli U2, dei Foo Fighters. Ai miei tempi invece suonavamo i Beatles. Essendo io il batterista, ecco il mio nome, Ringo Starr!». Cos’è che ti affascina del mondo della radio? «Il mondo della radio mi è sempre affascinato, non a caso è il mio mestiere; accendevo negli anni 60-70 la radio valvolare - dovevo aspettare che si scaldasse -poi di notte la sentivo di nascosto! Soprattutto ascoltavo le radio estere. Una volta avevamo queste radio enormi, in radica, e mi sintonizzavo in queste stazioni straniere. Rimanevo affascinato, sentivo i pezzi dei Cream, dei Pink Floyd, dei Beatles. Negli anni 70 sentivo quella che era la prima radio in Italia - FM Radio Milano International - ascoltavo gente come Leopardo, che è scomparso, gente che mi affascinava! Ero ragazzino, suonavo. Poi andai a vivere a Londra, e misi su un gruppo Punk». Mi racconti il periodo di Londra? «Era il 1968-69, avevo la cresta blu e mi ricordo che prendevo il treno da Londra per tornare a Milano. Una volta alla stazione di Milano la polizia mi fermò e mi chiese i documenti: mi avevano preso per un alieno! Non avevano mai visto un tatuaggio o comunque un abbigliamento del genere! Io andavo in giro con l’orecchino, con il giubbotto di pelle all’epoca, ascoltavo i Clash, i Beatles, i Ramones. qua (In Italia) la realtà invece era ben diversa, c’erano le brigate rosse, c’era una Milano molto scura».

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In ESCLUSIVA per VoiceOver

chitarra, e dimmi se non sembra Troy Bayliss in Superbi- tutte domande che ti poni a 300 km/h, e quella è adreke. Prova, appena senti la canzone dici “cazzo è la Super- nalina che solo in quel momento puoi avere, e pochi se la bike di Bayliss”». possono permettere». Esiste una canzone che associ ad ogni disciplina che hai L’ultima domanda, da appassionato, è doverosa. Mi dai praticato? un ricordo Rock del Sic? «Praticato con tante cadute e fratture. Questo però è «Marco era un mio…non dico fratellino, dico nipotino. il Rock and Roll! Conoscere e vivere le cose è importan- Facevamo questo bellissimo programma insieme, Revoltissimo. Il Rock and Roll va vissuto come la moto. Non ver Supersic, da due anni. Lui aveva imparato tanto dalla puoi parlare o capire la radio: aveva imparato Il Rock and Roll va vissuto come la moto. a comunicare, a tramoto se non l’hai provata, in tutti i suoi sensi. Io smettere la sua allegria Non puoi parlare o capire la moto penso che il rock and roll e la sua energia. se non l’hai provata, sia un albero genealogiA me ha portato quelin tutti i suoi sensi co di tanti tipi di Rock, lo che serve per fare come la moto. Nel motard devi imparare a derapare, veramente la radio, l’energia. Lui non capiva un tubo di cosa che io non son mai riuscito a fare; nell’enduro devi musica, di Rock, come io non capivo un tubo di moto e alimparare a galleggiare sulla sabbia nei rally, o affrontare lora ci capivamo al volo! Cosi ci insegnavamo qualcosa a una scarpata rocciosa in discesa che ti fa paura, o una vicenda. Però ha fatto più in tempo a diventar bravo lui mulattiera in salita; nel cross devi imparare a saltare, in radio che io in moto. Manca a me, mancherà a tutma io non son capace! Nella velocità devi imparare a ti, Un vuoto allucinante. Sai, montare cosi, l’ultimo staccare a frenare a 300 km/h. Barry Sheene diceva “la spezzone con “Whish you were here”, è stata una bellezza della moto sia ha quando arriva l’adrenalina nel delle cose che mi ha dato più sofferenza al moncorpo. Quando arriva quella paura alla fine del rettilineo, do, perché ho dovuto ripescare tutti i suoi fuori è proprio li che inizia la goduria”. È il “quanto posso an- onda. Giuro che è stata veramente dura, mondare oltre”, quando posso frenare, quando devo frenare, tarlo. Mamma mia, pensavo di esser più forte».

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Il registro da intervista lascia spazio a pochi minuti di chiacchiere ancor più in libertà. Son parole che scorrono tra appassionati che condividono gli stessi sentimenti, gli stessi pensieri. Un velo di malinconia in quell’animo Rock si percepisce. «Lo avevo sentito la sera prima, e gli ho detto, “dai dammi sto cazzo di podio, hai fatto terzo, secondo…” e invece…mi hai fregato Sic, sei andato troppo in alto».

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Musica

USCITEGennaio

LITFIBA Grande Nazione 17 genaio 2012

Nuovo album di Piero Pelù e Ghigo Renzulli, per la gioia dei fan in tre differenti versioni. Questo album segna la reunion dello storico duo del rock italiano, che si era detto addio nel lontano 1999. I Litfiba torneranno a deliziare i fan anche dal vivo, con un grande tour di cui per ora sono note solo le date di anteprima: 2 marzo -

CRAIG FINN Clear Heart Full Eyes 24 genaio 2012

Firenze, 6 marzo - Milano, 10 marzo - Roma.

BIG PINK - Future This 16 genaio 2012

"Queste canzoni sono un po' fuori dalla norma per gli Hold Steady, più quiete ma anche più narrative", ha detto Finn. "Le ho scritte nella prima parte del 2011, un periodo in cui stavo sperimentando nello scrivere una nuova canzone al giorno."

Tornano i Big Pink con il secondo album, dopo tre anni di silenzio musicale. Robertson "Robbie" Furze e Milo Cordell. Il lavoro del duo electro-indie è anticipato dal brano Hit the ground (Superman).

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Libri

NON C’È NIENTE DA RIDERE E QUESTO SI CHE FA RIDERE di Stefania Vignaroli

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NOMENTE di Michele Dicorato Tratta di crescita personale, spiritualità e salute. Il titolo NOMENTE richiama le scelte importanti della vita prese usando la nostra mente razionale, mentre a volte dovremmo mettere da parte ed ascoltare di più il nostro cuore e il nostro istinto.

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Se come San Tommaso il vostro motto è “finché non vedo non credo” non potete non leggere il nuovo libro degli autori di Spinoza illustrato dal tratto di Vauro. Dovete leggerlo quanto meno per ripagare la fatica di intrepidi Spinozauri che si sono sacrificati nel credere a dogmi e filosofie, nello sperimentare stili di vita e medicine alternative solo per risparmiarvi fatica, contraddizioni e delusioni finali. Lo hanno fatto affinché voi non dobbiate scomodarvi nel credere, non solo alle religioni tradizionali, ma anche e soprattutto ai nuovi culti, invasivi quanto le più antiche religioni. Pensate alla dipendenza da Iphone (se ne possedete uno o se avete una amico che lo ha, vi sarete resi conto quanto la sua compagnia sia più attraente della vostra), o alla dipendenza dal campionato di calcio o a quella dell’oroscopo. Per non parlare del Berlusconismo a cui segue il Padanesimo. Se pensate di essere immuni a tutto questo, il vostro è un caso ancora più disperato. In realtà ci siete dentro fino al collo e dovete sfogliare Vade Retro, manuale di autodifesa dalle religioni (quasi tutte). In queste pagine, Vauro e Spinoza raccontano i culti, più o meno pagani, dei nostri tempi:

O dal Cristianesimo allo Sfregantismo (non sapete cos’è, andate a pag 121 potreste esserne affetti), dal Buddismo al Ikeismo. Tutto ciò che attrae e che finisce per monopolizzarvi, da oggi potrebbe trovare un osso duro davanti a se: Voi, dopo aver letto il manuale. Per i più creduloni, alla fine di ogni capitolo, i rimedi per uscire dalla dipendenza. Il tutto illustrato da Vauro ( se i più pigri non vogliono leggere, possono almeno guardare le vignette) con il contributo speciale del Trota (che non sa parlare e a quanto pare nemmeno disegnare). Il libro, divertente e mai offensivo, ridendoci su e facendoci ridere insegna, con la leggerezza di chi non si prende troppo sul serio, a non avere fede cieca, ma a ragionare sui nostri bisogni. Liberi di credere, ma ogni tanto provate a non credere, credete a loro! Non ci credete?Allora credete a me, provare per credere.

Ogni giorno sento persone che usano continuamente frasi depotenzianti verso se stessi e verso gli altri. Ogni giorno vedo molte persone infelici che vivono in condizione di inadeguatezza e che si rinchiudono in se stesse infondendo insicurezza ai propri cari. Quando chiedo a queste persone cosa fanno personalmente per cambiare le cose, la risposta è quasi sempre la stessa: “ma come faccio a fare qualcosa in questo momento di crisi? Non è colpa mia”. É sempre colpa di qualcun'altro. Solo quando decideremo di prenderci la responsabilità per ogni nostra singola azione, potremo dire di aver iniziato il nostro cammino verso la consapevolezza. Prendersi la propria responsabilità per ogni atto presente e passato, solleva da un grande peso. Quando l'odio per le altre razze, per i politici, per la società, per il proprio datore di lavoro o per il parente serpente diventa abitudine, entriamo in una spirale di infelicità dalla quale

rischiamo di non uscire più per il resto della vita. Se vogliamo veramente cambiare le cose, dobbiamo essere responsabili delle nostre azioni. La frase guida che sarebbe bene seguire ogni volta che si sta male è: “nessuno ci può fare veramente del male se noi non diamo il consenso”. Nel momento in cui realizziamo che la libertà sta nel decidere cosa ci emoziona veramente, siamo in pace con il mondo. Non si tratta di porgere l'altra guancia, ma di assumersi la propria responsabilità. Vi riporto parte dello splendido discorso di Steve Jobs tenuto alla Standford University: “Dovete credere in qualcosa, il vostro intuito, il destino, il karma, qualsiasi cose vi renda vivi. Dovete trovare quello che amate. Se non l'avete ancora trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Il nostro tempo in questa vita è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun'altro. Non fate-

vi intrappolare dai dogmi. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno cosa volete diventare veramente. Tutto il resto è secondario. Siate affamati, siate folli. Siate affamati, siate folli”. Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Quante volte l'abbiamo veramente fatto? In tutte le arti, quando non si riesce ad eseguire una performance correttamente e con pienezza emotiva, il bravo maestro dice sempre all'allievo NO MENTE. I samurai lo dicono a se stessi per raggiungere uno stato di attenzione ottimale; il pianista lo dice quando vuole calarsi in uno stato di trance e diventare parte integrante della musica. Noi lo possiamo dire a noi stessi quando abbiamo deciso di vivere a pieno la nostra vita.

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FRAME

Cinema

Il cinema visto da chi va al cinema.

M

di Shaila Risolo

VoiceOver consiglia

NELLE SALE

a gennaio

Molte volte faccio fatica, devo mantenere alta la concentrazione, ma alla fine ci riesco. Credere nei miracoli, così come credere che un piccolo film finlandese possa cambiare il nostro modo di percepire il mondo è possibile. Se vivi a Le Havre e fai il pescatore o l'operaio o il lustrascarpe o la casalinga, e la vita è triste, grigia e piatta tutto può sembrare possibile tranne che qualcosa possa cambiare. Eppure, se ti sforzi e guardi oltre il grigiore quotidiano, se provi a scrollarne la polvere, puoi scoprire che la bellezza si nasconde ovunque: i colori nel grigio, il sorriso nella tristezza e un abbraccio nella freddezza. Si può trovare tutto questo, quando ci si apre alla vita, anche se ha un altro colore della pelle, viene da molto lontano, e per farci aprire gli occhi deve attraversare i mari e giungere stipata in un container. Ma può accadere. Così l'arrivo di un giovane immigrato, solo e disperato, può stravolgere le dinamiche del piccolo centro riuscendo a risvegliare la cittadinanza chiusa e priva di vivacità. Una mattina al porto di questo paese nel nord della Francia, vicino a Calais, giunge un container particolare. Il portellone si apre e un carico di clandestini africani si riversa alla ricerca di un posto migliore nel mondo. L'umanità più vera si scatena davanti ai nostri occhi, dando vita ad un

corto circuito, un incantesimo che porterà alla completa rivoluzione nel grigiore quotidiano del villaggio. Aki Kaurismaki mostra questi volti, fieri e profondi, indugiando su ognuno, su ogni singola faccia che è portatrice di una storia; un groviglio di nasi, occhi, bocche, sorrisi, sguardi, tristezze, respiri, paure, emozioni, terrore, speranze, stupori. Sono attimi che sembrano ore, sono occhi che sembrano fari pronti ad illuminare le nostre piccolezze, le nostre inutili lamentele, le nostra piccola società egoisticamente chiusa. Sembra quasi che siano loro a puntare un fucile carico su di noi, e non i poliziotti che li hanno scoperti, perché i loro volti sono armi potenti, in grado di svelare la natura dell'uomo. Ad uno ad uno scopriamo chi sono questi uomini, donne, bambini, anziani fino a quando un fiero e audace ragazzino, Idrissa, si alza e si ribella. Guarda il nonno, in cerca di approvazione, respira, prende coraggio e va. Scappa. Sfida le autorità e si getta nel fiume e nella vita, per correre verso la madre che vive a Londra. La sua meta. Si ferma a Le Havre e la sua sosta avrà la capacità di cambiare il destino degli abitanti del villaggio. Perché miracolo è quando le persone si fermano, si guardano e si riconoscono.

J. EDGAR (mer 4 gen). Parabola morale e umana di Edgar Hoover, capo dell'FBI e 'tiranno' d'America. Un film di Clint Eastwood con Leonardo DiCaprio, Armie Hammer, Naomi Watts, Judi Dench, Ed Westwick. Genere Biografico produzione USA, 2012. IMMATURI - Il viaggio (mer 4 gen). Sequel di Immaturi, grande successo firmato Genovese. Un film di Paolo Genovese con Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Barbora Bobulova, Raoul Bova, Anita Caprioli. Genere Commedia, produzione Italia, 2012.

E ORA DOVE ANDIAMO? (ven 20 gen). Una commedia al femminile contro l'integralismo. Un film di Nadine Labaki con Claude Msawbaa, Layla Hakim, Nadine Labaki, Yvonne Maalouf, Antoinette Noufaily. Genere Drammatico, produzione Francia, Libano, Egitto, Italia, 2011.

SHAME (ven 13 gen). Un lavoro singolare sul sonoro per una poetica che accosta bellezza e brutalità. Un film di Steve McQueen con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware. Genere Drammatico, produzione Gran Bretagna, 2011.

L'ARTE DI VINCERE (ven 27 gen). Un'ottima fotografia al servizio di un punto di vista politico sul mondo sportivo. Un film di Bennett Miller con Brad Pitt, Jonah Hill, Robin Wright Penn, Philip Seymour Hoffman, Chris Pratt. Genere Drammatico, produzione USA, 2011.

L'INDUSTRIALE (ven 13 gen). Un lavoro teso, suggestivo e azzeccato sulla crisi economica del nostro paese. Un film di Giuliano Montaldo con Carolina Crescentini, Pierfrancesco Favino, Eduard Gabia, Francesco Scianna. Genere Drammatico, produzione Italia, 2011.

LA TALPA (ven 27 gen). Un film romantico ed elegante, carico e delicato allo stesso tempo. Un film di Tomas Alfredson con Gary Oldman, Kathy Burke, Benedict Cumberbatch, David Dencik, Colin Firth. Genere Spionaggio, produzione Gran Bretagna, Francia, Germania, 2011.

BACHECAdiALLURE

di Allure - labachecadiallure@libero.it

La

B

BENVENUTI AL NORD (ven 20 gen). Bisio e Siani si spostano al Nord. Un film di Luca Miniero con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone. Genere Commedia, produzione Italia, 2012.

OGGETTO: rubrica di informazione moda, eventi, new artists, design. - OBIETTIVI: praticare la curiosità, generare il gossip, disinformarvi del fashion.

Brrr gente che freddo lo sentite? Entra nei nostri corpi, lo attraversa e un po’ ci rimane, siamo lontane dal calore e quindi procuriamocelo! All’inizio avevo pensato di istruirvi su decotti e tisane per riscaldare i vostri animi ibernati ma poi ho avuto un incontro, mistico direi, con un’artista, un’artigiana così speciale che mi ha fatto totalmente cambiare idea. E allora tuffiamoci in un gomitolo di lana... lana e ancora lana... Ora mi spiego meglio. Incontro con Sabrina Angelini, conosciuta meglio sotto il nome del suo marchio: Quelle. Ci incontriamo in un caffè di Trastevere, la stretta di mano potente, lo sguardo fiero negli occhi, fanno trapelare una grinta fenomenale. Non servono domande particolari perchè subito inizia a parlare di sè: “Mi sono ritrovata quasi per caso a lavorare in questo mondo, e tramite questo percorso ho voluto riprendere gli studi per scoprire che moda è sinonimo di cultura, conoscenza, originalità.” Trovo il modo di fermarla, ho bisogno di capire bene da cosa si origina questa passione: Come ti approcci al mondo della moda? «Sai, sono figlia e nipote di artisti e artigiani, porto con me l’amore del creare per indossare sempre qualcosa di nuovo ed unico, proprio come tutto ciò che realizzo, per me in primis ed ora anche per gli altri». Perchè scegli di dedicarti in particolare agli accessori? «Perchè basta veramente poco per impreziosire un look,

io creo accessori unici servendomi del connubio tra arte e moda che già nell’800 ci accompagnava nelle nostre scelte sui materiali e sugli abiti». Un unica parola Sciarpa e Borsa-collana, due grandi invenzioni... parlaci di loro. «La scelta nasce dall’amore che nutro per il bijoux, dall’ispirazione di una donna sofisticata ed elegante, semplice ma sempre con un tocco di originalità. L’inverno in un certo senso mi da una mano: con il clima rigido non riusciamo a sfoggiare al meglio i nostri monili e cosa c’è di meglio allora di rendere calda una collana e sofisticata una semplice sciarpa, di impreziosire una borsa che all’occasione diventa pochette e collana?». Come scegli i materiali e come li assembli? «La selezione dei materiali viene fatta accuratamente da me sia per i filati che nelle decorazioni finali. Spesso è la lana l’elemento principale, vari fili che si intrecciano per scaldare e impreziosire colli di uomini e donne. Le decorazioni invece possono essere molteplici e per tutti i gusti: swarovski, pon pon, pupazzi, pietre e ciondoli di ogni forma e colore. Alcune frutto della mia inventiva, alcune suggerite da viaggi e mode del momento, oppure dal gusto della

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persona che indosserà la creazione». Splendido!! Ma dove possiamo trovare Sabrina? «Ho un piccolo laboratorio a Roma in zona Cassia, chi ama le mie creazioni di solito mi viene a trovare, ci beviamo un tè e poi insieme scegliamo colori, decori e fattezze del pezzo da realizzare». In bocca a lupo allora! Un bel lavoro e tutto al singolare deduco...progetti per il futuro? «Volo basso e non mi scasso! Cioè ho tanta voglia di fare e idee nuove, ma nel mio futuro, almeno quello più prossimo, voglio rimanere un’artigiana che realizza le proprie creazioni in un numero di pezzi molto limitato anche perchè hai colto nel segno, il lavoro è tutto e soltanto mio, come le stesse attrezzature che mi servono per lavorare». Artigiana in tutto e per tutto quindi!! Bè mica male, brrrrrr ragazzi miei sento sempre più freddo, andrò a prendermi un tè e a far due chiacchiere con un genio, d’altronde una ragazza di nome Allure non può perdere una chicca del genere, che dite? E neanche voi! sabrina.angelini@inwind.it facebook.com/sabrinaangelini


Musica

IL TEATRO DEGLI ORRORI

il Rock è una Pierpaolo Capovilla si racconta

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In uscita “Il Mondo Nuovo” l'ultimo album de “Il Teatro degli Orrori”. Al via da marzo anche un nuovo tour che porterà la band in giro per tutta l’Italia (a Roma si esibiranno il 17 marzo all’Orion).

Caro Pierpaolo, esce il vostro nuovo lavoro. Perché come titolo “Il Mondo Nuovo”? «All’inizio in realtà volevamo intitolarlo “Storia di un Immigrato”. Il riferimento tanto esplicito a “Storia di un Impiegato” di De André sembrava una splendida pro-

vocazione, tanto più significativa in quan- ristica che ci ha sempre molto colpito del to il disco è stato immaginato e desidera- Teatro degli Orrori. to “a concetto”. Per pudore, Il Teatro degli «Mi state dicendo una cosa che mi comOrrori ha preferito un titolo più metafo- muove. Io quando scrivo e canto una canzone d'amore, non canto una canzorico e immaginifico: “Il Mondo Nuovo”». E qual è il concept, questo filo condutto- ne d'amore consueta come farebbero la re che lega in maniera esplicita ogni pez- Pausini, Ramazzotti o Vasco Rossi. Per me l'amore è un zo dell’Album? espediente nar«Sono 16 istanNon ne posso più rativo per ractanee che sono della canzonetta contare i dolori tutte piccole biod’amore italiana consueta, dell'esistenza grafie: storie di che non dice niente, che non degli uomini e emigrazione e di arricchisce chi ascolta, delle donne nel migranti, narraanzi ti impoverisce. mondo. Io non te nella loro intine posso più delmità, che le rende così simili alla vita di chi non emigra, di la canzonetta d’amore italiana consueta, chi resta, ma comunque combatte la bat- che non dice niente, che non arricchisce chi ascolta, anzi ti impoverisce, ti fa pentaglia della vita, della propria esistenza». Come nei precedenti album anche in sare alla vita come un’eterna illusione, questo si parla d’amore, ma non quello come se vivessimo in un film. La vita non è tra uomo-donna, piuttosto l’amore so- un film, la vita è la vita. Il cinema è finziociale che altro non è che sete di giustizia, ne, una meravigliosa finzione, il cinema è uguaglianza e fratellanza. È una caratte- sogno. La vita talvolta è anche un sogno,

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Abbiamo incontrato Pierpaolo Capovilla, leader de”Il Teatro degli Orrori” all’ultimo Medimex di Bari. Con la sua proverbiale e inappagabile dialettica ci ha parlato un po’ di tutto partendo dall’album “Il Mondo Nuovo” per arrivare a vere e proprie riflessioni politico-esistenziali, o come si diverte a sottolineare lui, “esistenziali ed esistensive”. Capovilla quando inizia ad argomentare diventa un vero e proprio cavallo imbizzarrito della parola. Snocciola concetti affascinanti ad una velocità supersonica e li mischia con emozioni, invettive e scenari onirici. Si rimane conturbati da questo tipo d’incontri perché lasciano il segno e non cadono mai nella banalità.

però un sogno che cammina, si muove, organico, dotato di un’anima, sentimenti, idee, ideali. E io vorrei che soprattutto dalla musica potesse trasparire questo: quell’onestà intellettuale necessaria e sufficiente per poterci dire come stanno le cose dentro di noi e intorno a noi. Io cerco questo e spero di riuscire a fare qualcosa di autentico nella vita, non ho altre ambizioni». Autenticità, un’altra parola che usi molto spesso. «Io vengo dall'hardcore. A vent’anni ascoltavo "Black flag", "Dead Kennedys" e "Fugazi". Venivo colpito dai testi dei "NoMeansNo" che parlavano di violenze su donne e figlie, crisi e rivolte generazionali. Queste storie mi ferivano così profondamente nel cuore e nell'anima che non sono più riuscito a fare altro nella vita, ho ancora un ricordo vividissimo. Bisogna cercare l’autenticità e soprattutto saperla esprimere. Per farlo basta guardarsi intorno e riuscire a descrivere le piccole e gran-

Il Teatro degli Orrori. La STORIA. Il Teatro Degli Orrori, il cui nome vorrebbe ispirarsi al Teatro delle Crudeltà di Artodiana memoria (e che per pudore, con questo non coincide), nasce all'inizio del 2005. L'idea di fare un gruppo nuovo di zecca fu inizialmente di Pierpaolo Capovilla (voce e basso di One Dimensional Man), Gionata Mirai (voce e chitarra di Super Elastic Bubble Plastic) e Francesco Valente (dall'estate 2005 alla batteria di One Dimensional

Man), che dopo un periodo di prove in tre, decidono di chiedere a Giulio Favero (ex chitarrista di One Dimensional Man) di unirsi alla formazione in qualità di bassista. È solo a questo punto che la band decide di lavorare assiduamente e di darsi l' obiettivo di realizzare un disco; ma gli impegni di tutti nei confronti del proprio lavoro e dei rispettivi gruppi, rende il percorso di scrittura del nuovo repertorio, lento ed acciden-

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tato. è infatti solo dopo ben due anni di prove, che Il Teatro Degli Orrori entra in studio di registrazione e realizza il suo primo album, "Dell' Impero Delle Tenebre". Il disco esce il 6 Aprile 2007. Il 20 giugno 2008 partecipano all'Heineken Jammin’ Festival. Il gruppo ha partecipato anche al progetto Il paese è reale. A seguito di questo impegno nel marzo 2009 esce la compi-


Intervista realizzata al Medimex di Bari il 26 novembre 2011 a cura di Gianfranco Marcucci e Roberto Fantini Perullo di ingiustizie, gli abusi e le prevaricazioni una religione, una vera vocazione. Per che avvengono nelle nostre vite e nelle questo io sono un sacerdote e non una rockstar!». vite di chi sta intorno a noi». Tu sei riuscito negli anni a mantenere Negli anni è cambiato qualcosa nel tuo una certa coerenza, non sei dovuto scen- approccio al mestiere di cantante? dere a compromessi. Insomma ce l’hai «Quando ero più giovane volevo apparifatta senza tradire te stesso. Cosa pos- re, poi ho capito che volevo essere e nel momento in cui siamo dire a queho compreso che sti giovani artisti Bisogna cercare l'essere era la cosa che "ci provano"? l’autenticità e soprattutto davvero importan«Il segreto? Non saperla esprimere. te, l'apparire non esiste un segreto. ha contato più un Io sono un vocaPer farlo basta guardarsi cazzo. Solo da quel zionale. Dal 1995 intorno e riuscire momento ho cofino ad oggi ho a descrivere minciato a fare le fatto più di 700 le piccole e grandi cose veramente sul concerti, e soingiustizie. serio». prattutto all’inizio Nuovo Album e cantavo mentre facevo altri lavori. Ad esempio se avevo quindi nuovo Tour. Sei pronto a regalare un concerto a Roma, la notte non rima- nuovi stage divings (tuffi dal palco, ndr) nevo a dormire lì ma rientravo a Venezia agli spettatori dei vostri concerti? perché la mattina alle 8 dopo dovevo «Sì, speriamo di riuscirci ancora! Devo stare in un albergo a preparare le cola- dimagrire un po', sto facendo jogging!». zioni ai clienti. Era terribile ma bisogna Sappi però che se un giorno ti volessi

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Religione sapersi sacrificare perché la musica, soprattutto agli inizi, non ti fa pagare le bollette tantomeno il mutuo o l'affitto. È un lavoro precario che, non me ne vogliano i precari, ti regala un senso di libertà e di movimento assoluto. È una sensazione forte al di là delle difficoltà. Non c’è niente da fare, per me il rock è

esibire all'Etruria Eco festival noi saremo tra il pubblico e puoi stare tranquillo che ti prenderemo! «Vi ringrazio, sarete i miei angeli custodi!». Grazie Pierpaolo per la tua disponibilità e per la tua intensità. Nella musica e nella vita. «Grazie a voi, della vostra amorevolezza!».

IL TEATRO DEGLI ORRORI

Il Mondo Nuovo

TEMPESTA DISCHI - Distribuzione Universal

È un concept album di 16 istantanee che ruota attorno a "storie di emigrazione e di migranti, narrate nella loro intimità". Tra gli special guests, Caparezza, Andrea Appino, Rodrigo D'Erasmo, Aucan, Egle Sommacal e Davide Toffolo.

LE DATE DEL TOUR Si parte il 2 marzo da Pordenone, seguito il giorno dopo da una tappa a Brescia. Un tour che vedrà la band approdare anche a Firenze il 14 marzo, mentre Capovilla e soci si ritroveranno a Roma il 17. Il 23 sarà la volta di Bologna, e sei giorni dopo Milano. Per i fan partenopei, il tour prevede una tappa a Napoli il 21 marzo. Chiusura a Palermo, il 4 maggio. Maggiori informazioni su www.ilteatrodegliorrori.com

A destra immagine della copertina del nuovo album.

lation: Il paese è reale (19 artisti per un paese migliore?) voluta da Manuel Agnelli degli Afterhours per sostenere e promuovere le realtà indie rock della scena underground italiana. Il Teatro degli Orrori partecipa con una canzone dal titolo Refusenik, ispirata alle vicende degli obiettori di coscienza israeliani che rifiutano di imbracciare le armi in segno di protesta contro l'occupazione dei territori palestinesi.

A distanza di due anni da Dell'impero delle tenebre esce l'album A sangue freddo pubblicato nuovamente dall'etichetta Tempesta Dischi. La canzone che dà il titolo all'album è dedicata a Ken Saro-Wiwa, poeta nigeriano ucciso nel 1995. L'album è stato ben accolto dalla critica e definito "meno grezzo e immediato" del precedente lavoro. Ad inizio 2010 la band cambia formazione. Giulio Favero abbandona ed entrano a

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farvi parte il polistrumentista Nicola Manzan (chitarra, violino, synth) e Tommaso Mantelli al basso. Nel giugno salgono sul palco degli MTV Days 2010. Nel Marzo del 2011 Capovilla comunica il rientro al basso di Giulio Favero e l'abbandono del batterista Valente, del chitarrista Nicola Manzan e del bassista Tommaso Mantelli. A gennaio 2011 uscirà il nuovo album dal titolo "Il Mondo Nuovo".


Il

SAPORE DELLA MUSICA di Marco Filacchioni

Ogni mese una ricetta diversa, da preparare a suon di musica. Press play and let’s start cooking

foto di Giorgia Fiorani

Strangozzi pecorino broccoli lonza

L

L'amore è qualcosa di più del vino, del sesso che tu prendi e dai.

PLAY LIST La canzone del sole 7 E 40 Ancora tu Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi… Acqua azzurra Una donna per amico Pensieri e parole Si viaggiare Mi ritorni in mente Eppur mi son scordato di te emozioni Fiori rosa fiori di pesco Il mio canto libero I giardini di marzo

INGREDIENTI (4 PERSONE) 350g di farina bianca (400g di impasto) acqua qb e sale 12 fettine di lonza (capocollo) 300g di broccoli pecorino semi-stagionato qb

Un nuovo anno ha inizio e bisogna partire con il piede giusto. Allora si va con la musica d’autore ed un piatto che cerca di essere all’altezza. Riuscirci si che sarà un’avventura. Solo il pensiero di parlare di un mito della musica italiana come Battisti, è impresa ardua: lo ammetto, scrivere una playlist senza trascurare alcuni capolavori mi è costa molta fatica. Lucio battisti non ha bisogno di presentazioni. I brani scritti con Mogol sono rimasti nella memoria collettiva e nel linguaggio comune alla pari dei proverbi, lasciando in eredità un consistente numero di innovazioni tecniche e stilistiche, nate dalla fusione tra la tradizione italiana e le sonorità della musica rock e pop internazionali. Con un pubblico a dir poco inter-generazionale, coinvolgendo i giovani di allora e i loro figli, influenzando a sua volta l’attuale produzione musicale testimoniata

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dal grande numero di artisti che hanno dichiarato la loro stima: Cesare Cremonini, David Bowie, Francesco De Gregori, Luciano Ligabue, Mia Martini, Ennio Morricone, Vasco Rossi, Pete Townshend. Il Piatto nato dall’ispirazione di questo immenso talento è un primo; “Strangozzi pecorino broccoli lonza”. Non resta che metterci all’opera. Preparate la playlist e gli ingredienti: press play and let’s start coking! Iniziamo subito con la Canzone del sole semplice come l’impasto di acqua e farina che ci serve per fare gli strangozzi (o strozzapreti per chi chiama da fuori Rieti); impastate velocemente e poi lasciatelo riposare. Nell’attesa passiamo alle 7 E 40 e mettiamo a bollire i broccoli che poi scoleremo conservando l’acqua per cuocere la pasta. Ancora tu: si, ancora l’impasto! È ora di stenderlo ora che ha riposato. Non richiederà molto tempo, visto che dovrete lasciar-

lo piuttosto spesso. In seguito va tagliato a striscioline, rese poi cilindriche stendendole come fossero gnocchi di patate. Ora che sono pronti metteteli a bollire nell’acqua conservata in precedenza. Nel frattempo Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi… grattugiate il pecorino. In una padella, saltate con aglio e olio i broccoli, e solo all’ultimo le listarelle di lonza; il tempo di rosolarle al volo e, a piacere, sfumate con del vino bianco. Quando la pasta è cotta scolatela e saltatela con broccoli e lonza. Fate andare qualche secondo con l’acqua di cottura, fatela tirare e spolverate con il pecorino. È un peccato non goder fino in fondo le canzoni di questa playlist per questo la maggior parte non è rientrata nella preparazione. Un consiglio? Gustatevele insieme al nostro piatto.


Musica

99 POSSE

'0 ZULÙ

CATTIVI GUAGLIUNI

di Ciro Atteo e Laura Parisi Lopez

Tratto dall'intervista per Radio VoiceOver del 15 nov 2011

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Dopo dieci anni dal loro ultimo album tornano sulla scena discografica italiana. Schietti e duri come sempre.

'A colpa è 'da Banca Mondiale” ed è una verità in cui crediamo ancora

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Il nuovo album CATTIVI GUAGLIUNI Cattivi Guagliuni segna un ritorno alle origini e ripropone una miscela di generi che caratterizza la band fin dal primo album, naturalmente aggiornata a oggi. Si va dall'R'n'B tinteggiato di Reggae della title track ai suoni Nu Disco di Confusione totale e Penso che non me ne andrò fino all'Hardcore Punk di La Paranza di San Precario. Con alcuni punti fermi, innanzitutto il Raggamuffin (Canto pe' dispietto, Tarantelle pe' campa') e l'Hip hop (Morire tutti i giorni, University of Secondigliano).

Nel nuovo album "Cattivi Guagliuni" ci sono diverse collaborazioni con nomi celebri come Caparezza ed i Co' Sang. Da dove nasce l'idea di suonare con tutti questi artisti? «Abbiamo deciso di chiamare il gruppo 99 Posse perché “Posse” indica un movimento culturale; noi non volevamo essere un band che saliva sul palco solo per fare musica, ma volevamo che il nostro messaggio fosse un mezzo di discussione e fin dall'inizio abbiamo deciso di circondarci di persone che condividessero la nostra visione politica, artistica e - perché no? - anche umana». Passando invece proprio al singolo “Cattivi Guagliuni”, troviamo come temi centrali quello delle periferie e delle carceri. Perché? «Perché sono temi che ci riguardano da vicino, che viviamo perché siamo cresciuti nelle periferie. E, guarda caso, la maggior parte delle persone che si trovano in carcere provengono da lì: non ci troviamo persone dei cosiddetti “ambienti alti”, che comunque si macchiano di reati gravi almeno quanto quelli commessi nelle periferie, solo che passano inosservati, sia a livello giudiziario che detentivo. Di fronte a questa dicotomia tra ricchi e poveri, abbiamo deciso di schierarci». Ci sono stati diversi anni di inattività prima di quest'ultimo album. Dove è nata l'idea della riunione del gruppo? «È nata ad un concerto a sostegno di ragazzi napoletani arrestati negli scontri del G8; quando siamo saliti sul palco, abbiamo avvertito tutti la stessa carica e ci siamo detti che era ora di riprendere il progetto iniziale dei 99 Posse: fare politica attraverso la musica, al servizio delle persone. E poi ci siamo accorti che tutta quella gente voleva reagire. Per questo ci siamo voluti essere, con i nostri nomi, con la nostra musica e con l'esperienza di chi combatte questo sistema da vent'anni». Cosa ne pensi dell'operato di Luigi De Magistris? Pensi che possa essere un'occasione per una nuova Napoli?

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«È passato troppo poco tempo per poter giudicare le sue azioni; potremmo discutere di spazzatura ma è un programma troppo ampio e di lunghe vedute per poterne discutere adesso. Possiamo parlare dell'apertura che ci ha mostrato in campagna elettorale, chiamandoci a suonare per la chiusura - nonostante sia un exmagistrato ed abbia chiare le nostre posizioni sulla magistratura - senza contattarci per decidere di cosa avremmo parlato una volta sul palco. Questo, e le dichiarazioni di impostare Napoli come città antifascista, vietando i cortei di CasaPound, ci fanno pensare bene, ma aspettiamo a pronunciarci». Situazione internazionale, voi avete partecipato alla manifestazione del 15 ottobre. Cosa ne pensi della crisi e dei suoi responsabili? «Lo abbiamo scritto nel '92: “ 'A colpa è 'da Banca Mondiale” ed è una verità in cui crediamo ancora. E qualora non fosse colpa sua, è sicuramente uno degli enti più ricchi del mondo, e noi siamo del parere che la crisi la debba pagare chi l'ha creata e chi può permettersi di pagarla, perché è impossibile pensare che un operaio debba perdere il suo posto di lavoro, mentre nel consiglio d'amministrazione dell'azienda ci sono stipendi da ventimila euro per i dirigenti». Infine volevamo un tuo parere su questo nuovo Governo e sulla situazione politica ed economica che sta per instaurarsi in Italia. «Io non sono né un economista né un esperto di politica istituzionale. Posso solo dire che c'è un momento di grossa crisi in quell'accrocchio a metà tra la mafia e la politica che ha tenuto in scacco il nostro Paese per vent'anni, e questo può darci la possibilità di scalciare più forte. Da qui a sostenere il nuovo Governo, mi sembra dire troppo. L'unica cosa che mi sento di affermare è che chi ha i miliardi dovrebbe essere obbligato dallo Stato a darne via una buona parte, perché li ha guadagnati mentre il nostro Paese affondava nella crisi; anzi, probabilmente se li è fatti proprio affondandolo, il Paese».


Occhio indiscreto sul mondo...

Il vecchio e

IL BAMBINO S.G.: il nipote

Illustrazione di Valentino Spadoni

di Nadia Bellotti

ilvecchioeilbambino.tumblr.com

Proverò attraverso gli occhi di mio nonno a descrivere quelli che sono i gesti più usuali, ma per lui inconsueti, della nostra società. Spero di riuscirci con il passo di un giovane e la saggezza di un anziano.

H

Ho fatto un sogno. Due notti fa ho sognato mio nonno. L'altro nonno, non quello che avete conosciuto, mio nonno quello romano. Ero seduto con il Fontanone alle spalle, a cavalcioni su un muretto. Lui era accanto a me. Tutto attorno a noi aveva un'aria sublime, tutto era in bianco e nero. Ero seduto dentro una cartolina della città eterna, una cartolina che per me in quel momento era eterna. Soffro di vertigini e sotto i miei piedi a penzoloni c'era tutta Roma, ma non avevo paura. Non avevo il coraggio di parlare per il timore che tornassero i colori. Fu lui a spezzare l'attesa: "Erano tempi duri. De sordi ce n'erano pochi e se faceva la fame. Però ridevamo" me lo disse con un volto illuminato di una luce assurda. Ero stato catapultato improvvisamente in un quadro di Caravaggio. Questo viaggio mi piaceva proprio. "Ognuno faceva quello che poteva. Io vivevo co mi madre. Mi padre nun s’era degnato manco de riconosceme. Ero er fio de na svertina me dicevano quanno me volevano insurtà. Però mi madre era na gran

RISVEGLI

O

LaFINESTRAdiFRONTE

donna. Campavamo così, lei stava sbattere gli occhi. Avevo una foto a casa, cucinava dalla mattina alla che parlava di fronte a me. E la sera. Faceva un sugo pommodo- foto mi assomigliava troppo. ro e basilico che era la fine der "Erano tempi duri. De sordi ce monno. Accudiva sette fii come n'erano pochi e se faceva la fame. na chioccia fa coi purcini." Seguivo Però ridevamo. Pe rimedià qualattentamente ogni sua parola col che lira e magnasse du patate, io mento appoggia- e i mi fratelli rubavamo er cartone ar mercato e se lo rivennevamo to sul gomito, ed er schiavo della a chi serviva. Se venneva ar peso quindi quelli che mettevamo in sua voce. "Erano tempi mezzo li bagnavamo, se sentivamo furbi. A un certo punto è duri. De sordi ce n'erano pochi arivata la guera. Non c'ho tanti ricordi de quella. solo una cosa e se faceva la fame. Però ride- m’è rimasta impresso..." Parlava vamo". Proprio qua su sto muret- sempre con la faccia rivolta dato me vedevo tutti i pommeriggi vanti come stesse parlando con co l'amici mia. Mi cugino Gianni. la sua Roma, la mamma di tutti Ciancicagnocchi, un regazzetto quei ragazzi che venivano cullati senza i denti davanti che magna- dagli spari del cannone e allattati va solo minestrine. Sellerone, uno dalla lupa. Cresciuti a Cupolone e che a undic'anni Colosseo. Con gli occhi di chi ha di era alto un me- fronte una mamma da rispettare tro e novanta e ed onorare. Si girò e mi guardò. c'aveva la barba, Fisso. "... il primo giorno e l'ultimo se vociferava che giorno della guera c'avevo un sola madre s'era riso sul volto. Erano tempi duri. De divertita, visto sordi ce n'erano pochi e se faceva che Marietto er la fame. Però ridevamo." padre era alto Io l'ho abbracciato e preso da una un metro e cinquantasette e non malinconia lancinante ho sbatc'aveva un pelo nemmeno a pre- tuto gli occhi. Mi sono passato la gallo. E io. Io ero bello come te mano sul viso e mi sono svegliato. da regazzetto. E c'avevo sto naso Ho preso la macchina e sono animportante che annava de moda dato al Fontanone. E ridevo! prima. Eravamo quattro scapestrati, però se Ispirato da: Vittorio Gassman che legge i sonetti “der Belli”. divertivamo. RidevaScritto ascoltando: Lella cantata mo" Lo guardavo senza da Aldo Donati. http://snipurl.com/21fc98z nemmeno ingoiare o

C

C'è un periodo dell’anno in cui possiamo davvero tutti permetterci la grazia dell’ottimismo, della positività e della speranza.

Gennaio è quel periodo! Mi piacciono gli inizi, lo confesso. L’inizio di un viaggio, di un nuovo lavoro, di un mese, di un anno. Hanno dentro tutte le possibilità di buona riuscita di un progetto. Questo penso stasera, poggiata alla balaustra della mia finestra. Guardo fuori, penso alle aspettative e questo mi carica di positività. Per quanto nero possa essere un periodo, un nuovo inizio consente di sperare. Per quanto meraviglioso possa essere un periodo, un nuovo inizio permette di conservare. Insomma, hai la speranza e l’euforia che possono accompagnare, se lo si vuole, un'incognita. Gennaio, con il suo Capodanno e la sua notte delle aspettative, rende feconde le speranze. Hai, nelle ore che separano il bilancio per l’anno che si chiude dalla lista per quello che si apre, dei minuti di pura speranza, ed è in quella che riponi tutto. Capita in genere tra le 23 e le 23 e 45 della notte del 31, la lista dei “Vorrei”. Allora alzi gli occhi alla finestra e cominci il tuo personalissimo ed intimo elenco: “Vorrei, vorrei...”. Ed è bellissimo. Per un momento che, se sei abbastanza in gamba, puoi far durare 365 giorni, sei in grado di desiderare, sognare e progettare qualsiasi cosa. Questo dà un senso di potenza e immortalità. Se sai desiderare e sognare allora sai lottare, sai sacrificare, sai ottenere e sai esultare. Sta qui l’euforia di Capodanno, aldilà dei suoi riti: del rosso, del countdown, dei tappi che volano e degli auguri. Sono le aspettative legate ad un nuovo flusso astrale, astronomico che determinano quel senso dinamico e di euforia durante la notte più brillante dell’anno. Saranno tutti i sogni espressi all’unisono a caricare l’atmosfera di energia pura. Se smettiamo di fare anche questo allora sì che siamo davvero spacciati. Avere una lista di cose da fare, da realizzare, è necessario, altrimenti amputeremmo quel senso di vitalità, propensione e sopravvivenza insito nell’essere umano e che è motore per il nostro mondo interiore ma al contempo anche energia pulsante per il globo terrestre. Così, Gennaio non è più solo il primo il mese dell’anno, ma è il mese delle nostre liste, di quelle redatte e archiviate e di quelle da stilare. È il mese dei potevo ma non ho fatto, ma anche dei potrò e dei farò! È sempre terapeutico lasciarsi dietro gli eventi e puntare sull’incognita, che ha sì il rischio dell’incerto, ma anche la potenza della speranza. Quindi fatevi un regalo, prendetevi qualche minuto e pensate a ciò che vi renderebbe più felici. Segnate i vostri punti e lavorateci sopra, questo è il momento in cui tutto, ma veramente tutto, può ancora accadere. In Bocca al Lupo!

di Gyani

MEDITAZIONE ALLA SCOPERTA DI CIÒ CHE GIÀ SIAMO maginazioni e, se continui, anche tanto silenzio; il respiro che va e viene mentre fa spazio ad una calma allegra. Ecco ciò che siamo realmente: un seme di consapevolezza interiore oltre tutte le distrazioni dei pensieri che, se viene alimentato, un giorno metterà radici nel nostro essere e cercherà la sua via creativa e luminosa verso il cielo. Essere centrati dentro di sé non fa cambiare le cose fuori. Niente nel mondo cambia, solo noi. Cambiano gli atteggiamenti, cambia la visione e la prospettiva dalla quale si guardano le cose perché il punto di osservazione è interiore. Per la prima volta si inizia a vedere “realmente” la realtà. Mentre prima, dalla sola prospettiva esteriore, i condizionamenti, l'orgoglio e l'attaccamento, restringevano totalmente la visuale. Era come guardare la vita dal buco della serratura. Ora, sempre più centrati nel proprio essere, tutto può essere testimoniato, tutto ha una sua autentica verità istantanea. Solo attraverso la meditazione l'Esistenza appare in tutta la sua benevola unicità: viva e senza conflitti. Bello, bellissimo, ma come iniziare? Bastano sette minuti di tempo ogni giorno: due per sciogliere il corpo dalle tensioni e cinque per stare ad occhi chiusi. Inizialmente sembrerà un lusso, affamati di tempo come siamo. Eppure già questa piccola attenzione verso noi stessi, questo chiudere le finestre al mondo esterno, è salutare. Ci gratifica, ci fa sentire vivi per ciò che siamo e non per ciò che facciamo. Meditare significa perdere le connotazioni irreali e lasciarsi andare verso noi stessi senza sforzo: semplice come è semplice un lago di montagna. Tra tanto caos dettato dalla crisi e dai forzosi rituali di inizio anno, perché non sperimentare sette minuti di meditazione per affrontare al meglio la vita? Benefici: È gratis, puoi farlo a casa tua (solo o in compagnia), puoi imparare ad amare, non dipendi da nessuno. Controindicazioni: Potrebbe piacerti.

Ogni contadino sa una cosa così semplice: fare un buco a terra, metterci un seme e ricoprirlo. Tutto qui. Poi ci pensano l'acqua, il caldo del sole e il buio della notte. Inizia la sfida, una piccola radice cresce nel profondo, mentre un piccolo stelo cresce verso l'alto, oltre lo strato di terra. È così che inizia la sua avventura. Tutto il suo splendore di albero è già racchiuso nel seme. A pensarci bene, il destino di noi esseri umani è simile: racchiudiamo dentro di noi un tesoro di consapevolezza e non lo sappiamo usare. Eppure è così semplice: chiudi gli occhi, osservi dentro e, nel silenzio, inizia la sfida. Tanti momenti si incontreranno nel percorso della meditazione: tanti pensieri quanti non credevi di poterne avere: giudici interiori, distrazioni varie, voci che ti diranno "ma chi se ne frega di meditare", im-

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Gli

EVENTI

STACCA LAGUIDA

da non perdere a cura di Gianfranco Marcucci

e portala con te!

GENNAIO

VUOI SEGNALARCI UN EVENTO? Scrivi a: redazionespettacoli@voiceovernetwork.it

GUIDA COMPLETA agli spettacoli ed eventi della Capitale e del Litorale VENERDÌ 6 EVENTI Nolebol (fino a 8 gen) Roma - Fanfulla 101 Via F. da Lodi, 5 - ore 16:00 - Prima edizione del festival che coinvolge realtà sotterranee e borderline facendole convergere a Roma in una tre giorni di musica, fotografia, grafica e arte. info: www.fanfulla.org MUSICA Laura Pausini Roma - Palalottomatica Piazzale dello Sport ore 21:00 - Prevendite abituali

crossroadsliveclub.com

SABATO 7 MUSICA Soul Of The Cave + Pharm Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 22:00 - Indie italiano - info: www.circoloartisti.it VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA Matthew Lee Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 ore 22:00 - Funambolico pianista rock’n’roll alla maniera di Jerry Lee Lewis, propone uno show del tutto particolare e unico - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub. com

DOMENICA 8

MUSICA The History Of Apple Pie Roma - Animal Social Club - Via di Portonaccio, 23e - ore 22:00 Per la prima volta a Roma - info: www. animalsocialclub.com MUSICA Raw Power + straight opposition + In Cold Blood Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Tripletta hardcore - info: www. trafficlive.org VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA In Absentia Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 - ore 22:00 - Progressive Metal infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www.

EVENTI Mercato Monti Scontati sì, ma non banali - Roma - Hotel Palatino - Via Leonina, 46/48 - ore 10:00/20:00 Creativi, collezionisti e store selezionati vendono i propri pezzi migliori. Riferimento per lo shopping alternativo romano. MUSICA Teresa De Sio Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 info: www.auditorium.com

MUSICA Kaledon Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Metal - info: www.trafficlive.org

Generali, 4/b - ore 22:00 - Heavy psych doom stoner - info: www. sinisternoise.com VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA CSN&Y Experience Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 -ore 22:00 - Sulle strade della California infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com

GIOVEDÌ 12 MUSICA Destination Morgue Roma - Closer - Via Vacuna , 98 - ore 12:00 Festival industrial - info: www.closerclubroma.com MUSICA La Tua Fottuta Musica Alternativa Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 Terzo appuntamento di alternativo italiano con Fast Animal and Slow Kids, Sadside Project, The Wires, Gionata Mirai, Simone Olivieri - info: www.circoloartisti.it

SABATO 14 MUSICA Wolfgang Flur Roma - Animal Social Club - Via di Portonaccio, 23e - ore 22:30 - L’ex Kraftwerk sarà impegnato in uno speciale set audio/video - info: www. animalsocialclub.com MUSICA The Secret + Lento Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Doppietta di metal sperimentale da Southern Lord e Supernatural Cat - info: www.trafficlive.org

MUSICA Oblivio + Lykaion + Previuos Next Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Alternative info: www.trafficlive.org

VENERDÌ 13

MUSICA Acustimantico Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Sarà presentato il nuovo album “Il tempo di passaggio” - info: www. auditorium.com

CULTURA (Un)Forbidden City, La post-rivoluzione della nuova arte cinese (fino al 14 mar) Roma - MACRO TESTACCIO - Piazza O. Giustiniani, 4 - ore 16:00/0:00 - In mostra le nuove tendenze dell’arte contemporanea cinese - info: www. macro.roma.museum

MUSICA Don Turbolento Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 Electro rock per synth e batteria - info: www. circoloartisti.it

MUSICA Mary Ocher Roma - Fanfulla 101 Via F. da Lodi, 5 - ore 23:00 - Electro indie folk dalla Russia - info: www. fanfulla.org

VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA Zen Garden Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00 - U2 Zen

MUSICA Black Rainbows Roma- Sinister Noise - Via dei Magazzini

17

Garden è lo spettacolo U2 di Zeno Sala, il noto vocalist specializzato nel riprodurre lo stile interpretativo di Bono Vox a livello mondiale dal 1999 ad oggi - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.com

DOMENICA 15 MUSICA The Real Mckenzies Roma - Traffic - Via Prenestina, 738-ore 23:00 - Bagpipe punk rock dal Canada - info: www.trafficlive.org MUSICA Orchestra Roma Sinfonietta Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30-ore 18:00 Musiche e direzione del maestro Morricone - info: www.auditorium.com MUSICA Frantic Flinstones + The Wild Strings + Santa Fè Pornorockerz Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 Serata rockabilly, punk rock e psychobilly - info: www.sinisternoise.com EVENTI Mercato Monti Roma - Hotel Palatino Via Leonina, 46/48 - ore 10:00/20:00 - Creativi, collezionisti e store selezionati vendono i propri pezzi migliori. Riferimento per lo shopping alternativo romano

LUNEDÌ 16 MUSICA Fat Cats Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 22:00 Rock’n’roll - info: www. miccaclub.com CULTURA Giorgio Bartocci (fino al 20 feb)

Roma - Teatro Palladium - Piazza B. Romano, 8 Ottavo appuntamento della rassegna di urban art con un intervento site specific dell’artista nel foyer del teatro - info: www.teatro-palladium.it

MARTEDÌ 17 TEATRO Muri: prima e dopo Basaglia Roma - Teatro India - Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 21:00 - Spettacolo con testo e regia Renato Sarti - info: www.teatrodiroma.net TEATRO Teatro Kismet Opera (fino al 22 gen) - Roma - Piccolo Eliseo - Via Nazionale, 183-ore 20:45 In scena lo spettacolo “Il paradosso del poliziotto e Tex Willer” - info: www. teatroeliseo.it CULTURA L’arte pubblica nel ’900 Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 18:00 Lezione di Valerio Terraroli su Mario Sironi, Felice Casorati e il Novecento italiano - info: www.fondazionemaxxi.it

MERCOLEDÌ 18 MUSICA Maurizio Pollini Roma - Sala Santa Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30-ore 20:30 - Memorie di Calabria info: www.auditorium. com MUSICA Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma (fino al 24 gen) Roma - Teatro dell’Opera - Piazza B. Gigli, 7 ore 20:30 - In scena il “Candide”. Direzione di Wayne Marshall, regia di Lorenzo Mariani,e allestimento del Teatro di


Gli

GENNAIO

San Carlo di Napoli - info: www.operaroma.it CULTURA Evgen Bavčar (fino al 25 mar) Roma - Museo di Roma in Trastevere - P.zza S.Egidio, 1/b ore 10:00/20:00 In mostra 50 scatti del fotografo sloveno in una retrospettiva dal titolo “Il buio è uno spazio” - info: www. museodiromaintrastevere.it MUSICA Wogiagia Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 - Reggae - info: www. circoloartisti.it

Roma - Brancaleone Via Levanna, 13 - ore 22:00 - Carichi a coppe, lisci a denari -info: www. brancaleone.it MUSICA The Answer Roma - Lanificio 159 Via di Pietralata, 159-ore 22:00 - Hard blues dall’Irlanda - info: www. lanificio159.com MUSICA En plein Air + Unmask Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 23:00 - Post rock - info: www.trafficlive.org CULTURA Stefano Benni “Che ore sono” - Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica Viale p. De Coubertin, 30-ore 21:00 - Stefano Benni, in occasione del Festival delle Scienze di Roma, si confronta con il tema del tempo in cui testi inediti si alternano a brani noti della sua scrittura. - info: www. auditorium.com

GIOVEDÌ 19 CULTURA Festival delle scienze (fino al 22 gen) Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - Torna la rassegna dedicata alla scienza. Quest’anno il tema sarà il tempo, dal Big Bang alla relatività di Einstein - info: www. auditorium.com TEATRO Compagnia Totò (fino al 29 gen) Roma - Teatro Ambra Jovinelli - Via G. Pepe, 43 - ore 21:00 - In scena Francesco Paolantoni e Giovanni Esposito - info: www.ambrajovinelli.org TEATRO La Madre (fino al 29 gen) Roma - Teatro Vascello Via G. Carini, 78 ore 21:00 - In scena lo spettacolo di Paolo Fallai liberamente tratto da “Il malinteso” di Albert Camus - info: www. teatrovascello.it MUSICA Banda Bassotti

EVENTI

da non perdere MUSICA Clan Of Xymox Ciampino (Rm) - Orion Viale Kennedy, 52 ore 21:00 - Pop house campana - info: www. radiorockroma.it

Dolly - info: www. auditorium.com MUSICA We Were Promised Jetpacks + The Singers + Silence too Good Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Post punk rock dall’Inghilterra - info: www.trafficlive.org

CULTURA Le Storie dell’Arte Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 11:30 Lezione incontro sull’arte contemporanea affidato ad Achille Bonito Oliva - info: www. fondazionemaxxi.it

MUSICA Clan Of Xymox Ciampino (Rm) - Orion Viale Kennedy, 52 - ore 21:00 - Dark emo filia info: www.radiorockroma.it MUSICA Eels on Heels + maria & The Mirrors Roma - Locanda Atlantide - Via dei Lucani, 22/b - ore 22:00 Electtronica sperimentale da Bari - info: www. locandatlantide.com

CULTURA Massimo Giannoni (fino al 26 feb) Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 10:00/20:00 - Antologica dal titolo “Four Triptychs” con quattro trittici su tela di grandi dimensioni - info: www. palazzoesposizioni.it

MUSICA Anomalox Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 In scena lo spettacolo “Lettera al padre”, tratto da “Diari e Racconti” di Franz Kafka - info: www. circoloartisti.it MUSICA Heisenberg + Sinonsedesis Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 Hardcore e post core info: www.sinisternoise.com

TEATRO Mistero Buffo Roma - Auditorium della Conciliazione - Via della Conciliazione, 4 - ore 21:00 - Dario Fo e Franca Rame portano in scena la storica pièce - info: www. auditorium.com

SABATO 21

VENERDÌ 20

MUSICA Ials Jazz Big Band Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 22:30 Tributo a Mina - info: www.miccaclub.com

MUSICA Three Tales Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Opera audiov e video di Beryl Korot e Steve Reichla che ripercorrerà la tragedia dell’Hildenburg, l’esperimento atomico dell’isola di Bikini e la clonazione della pecora

MUSICA Payback + Toxpack + The Bone Machine + Plakkaggio Hc Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 21:00 - Post rock - info: www.trafficlive.org MUSICA Vexations Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 18:00 24 ore di muisca di fila a firma Erik Satie - info: www.auditorium.com

MUSICA Giorgia Roma - Palalottomatica - Piazzale dello Sportore 21:00 - Dietro le Apparenze Tour 2012 Prevendite abituali

MUSICA Adaptors Soul Crew Roma - Fanfulla 101 - Via F. da Lodi, 5 - ore 21:00 Funk e soul - info: www. fanfulla.org

MUSICA Anthony Joseph and the Spasm Band Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A - ore 22:00 Afrobeat e jazz poetry tra Trinidad e Gran Bretagna info: www.angelomai.org

MUSICA Sestetto Jazztales Roma - La Casa del Jazz - Viale di Porta Ardeatina, 55 - ore 21:00 - Viaggi musicali tra scrittori e poeti del ‘900 alla scoperta della scrittura

18

jazz - info: www. casajazz.it MUSICA Michele Zarrillo Roma - Granteatro - Viale Maurizio Barendson Saxa Rubra - ore 21:15 info: www.ilgranteatro.it

VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA The BibleCodeSundays Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00-London Irish Folk Rock-infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.com

DOMENICA 22 EVENTI Un tè con… Roma - Micca Club Via P. Micca, 7/a - ore 18:00 - Burlesque show e market, dj set con DandywOlly - info: www. miccaclub.com MUSICA Pierino e il lupo Roma - Sala Santa Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica Viale p. De Coubertin, 30 - ore 18:00 - In scena il riadattamento della favola musicale di Prokofiev a cura di Giorgio Weiss - info: www.auditorium.com

a seguire dj set con Lalla Hop - info: www. miccaclub.com

MARTEDÌ 24 MUSICA John Abercrombie, Marc Copland Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Duo jazz chitarra e piano - info: www. auditorium.com TEATRO Teatro Minimo (fino al 29 gen) - Roma - Piccolo Eliseo - Via Nazionale, 183-ore 20:45 - In scena lo spettacolo “Sequestro all’italiana” - info: www. teatroeliseo.it MUSICA Singing Dogs - RomaSinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b-ore 22:00 - Garage punk dagli Usa - info: www.sinisternoise.com

MERCOLEDÌ 25 MUSICA The Vaselines Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A - ore 21:00 - La band di Eugene Kelly e Frances McKeeper la prima volta a Roma info: www.angelomai.org

EVENTI Mercato Monti Roma - Hotel Palatino Via Leonina, 46/48 - ore 10:00/20:00 - Creativi, collezionisti e store selezionati vendono i propri pezzi migliori. Riferimento per lo shopping alternativo romano

MUSICA Mauro Campobasso & Mauro Manzoni + Giovanni Falzone Quintet Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30-ore 21:00 - Jazz - info: www. auditorium.com

LUNEDÌ 23

MUSICA Unavantaluna Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Canti tradizionali

MUSICA Telephone’s Boogie Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 22:00 Swing e rock’n’roll,


Gli

EVENTI

GENNAIO

da non perdere dalla Sicilia - info: www. auditorium.com

CULTURA Il Suono della luce (fino al 4 mar) Roma - MACRO TESTACCIO - Piazza O. Giustiniani, 4 - ore 16:00/22:00 - In mostra il lavoro dell’artista coreana Minjung Kim info: www.macro.roma. museum CULTURA (Un)Forbidden City Roma - MACRO TESTACCIO - Piazza O. Giustiniani, 4 - ore 16:00/22:00 Esposizione dedicata alle nuove tendenze dell’arte contemporanea cinese info: www.macro.roma. museum

GIOVEDÌ 26 MUSICA Joey DeFrancesco Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 ore 21:00 - Dal vivo l’organista jazz - info: www.auditorium.com

Vecchia, 42 - ore 21:30 Sarà presentato il nuovo album ““Meccanica e Natura” - info: www. circoloartisti.it

MUSICA The Musical Box Roma - Auditorium della Conciliazione - Via della Conciliazione, 4 - ore 21:00 - La formazione eseguirà lo storico show dei Genesis “The Lamb Lies Down On Broadway” info: www.auditorium.com

MUSICA Jolaurlo Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina

CULTURA I ghetti nazisti (fino al 4 mar) - RomaComplesso del Vittoriano Via S. Pietro In Carcereore 9:30/18:30 - Un mostra sui ghetti nazisti in Polonia - Tel: 060608 MUSICA Eva Mon Amour Roma -Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 - Indie folk per innammorati - info: www. circoloartisti.it

MUSICA Madkin + (AllMyFriendzAre) DEAD Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b Alternative e garage info: www.sinisternoise.com

VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA Charlie Wood Trio Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00 - Pop, jazz, blues e r&b tradizionale infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com

MUSICA Stanley Rubik Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 Math rock ed electro info: www.sinisternoise.com MUSICA Bud Spencer Blues Expolsion Roma - Lanificio 159 - Via di Pietralata, 159 - ore 22:00 - Power duo blues info: www.lanificio159.com

VENERDÌ 27

TEATRO Santasangre (fino al 29 gen) Roma - Teatro Palladium - Piazza B. Romano, 8 ore 20:30 In scena lo spettacolo “Bestiale Improvviso_ sovrapposizione” - info: www.teatro-palladium.it

Tour” - info: www. auditorium.com

CULTURA A proposito di Marisa Merz Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f ore11:00/19:00 Retrospettiva dedicata all’artista in occasione dell’acquisizione di una nuova opera da parte del Maxxi - info: www. fondazionemaxxi.it MUSICA Elio e Le Store TeseRoma - Auditorium della Conciliazione - Via della Conciliazione, 4 - ore 21:00 - A Roma l’”Enlarge Your Penis

giorni di moda romana info: www.altaroma.it

Garage psichedelico anni ‘60 - info: www.fanfulla.org

MUSICA Viva Santa Claus + All My Friends Are Dead + Beesus Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 Noise alternative e psych doom - info: www. sinisternoise.com MUSICA Sestetto Jazztales Roma - La Casa del Jazz - Viale di Porta Ardeatina, 55 - ore 21:00 - Viaggi musicali tra scrittori e poeti del ‘900 alla scoperta della scrittura jazz - info: www.casajazz.it

MARTEDÌ 31

EVENTI One Day Expo & Temporary + Vinile Espresso Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 18:00 - Torna il mercatino del Micca con Fish’n’Chips info: www.miccaclub.com

MUSICA Uri Caine, John Hebert, Ben Perowsky Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 Dal vivo l’organista jazz info: www.auditorium.com TEATRO Ascanio Celestini (fino al 12 feb) Roma - Teatro Palladium - Piazza B. Romano, 8 - ore 20:30 - In scena lo spettacolo “Pro patria senza prigioni, senza processi” - info: www. teatro-palladium.it

DOMENICA 29 MUSICA Baptiste Trotignon Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 Dal vivo il pianista jazz francese - info: www. auditorium.com

CULTURA Lezioni di storia Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 11:00 - Silvia Ronchey introduce la figura dell’imperatrice Teodora info: www.auditorium.com

SABATO 28

MUSICA Roberto Cacciapaglia Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 Dal vivo il pianista con le sue melodie ambient classic - info: www. auditorium.com

LUNEDÌ 30

MUSICA Marcella and The Forget Me Nots Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 22:00 Berlin cabaret, art rock e opera - info: www. miccaclub.com

MUSICA William Parker, Rob Brown Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Live jazz per contrabasso e sassofono info: www.auditorium.com

MUSICA Scream Roma - Forte Prenestino - Via F. Delpino - ore 22:00 - Dal vivo la storica formazione hc di Washington - info: www. forteprenestino.net

MUSICA The Vibrators Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Punk legend info: www.trafficlive.org CULTURA Premio Italia Arte Contemporanea 2012 (fino al 20 mag) Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 11:30 - In mostra i quattro finalisti del premio promosso dal Maxxi: Giorgio Andreotta Calò, Patrizio di Massimo, Adrian Paci e Luca Trevisan - info: www. fondazionemaxxi.it

MUSICA Shandon Ciampino (Rm) - Orion Viale Kennedy, 52 ore 21:00 - Punk rock adolescenziale - info: www.radiorockroma.it CULTURA AltaRomaAltaModa (dal 31 gen) - Roma - Luoghi vari - Al via la quattro

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MUSICA Lemon Soda Delight Roma - Fanfulla 101 - Via F. da Lodi, 5-ore 22:00 -

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TEATRO Midsummer (fino al 5 feb) Roma - Piccolo Eliseo Via Nazionale, 183-ore 20:45 - In scena lo spettacolo per la regia di Gianpiero Borgia - info: www.teatroeliseo.it TEATRO La Contemporanea Mismaonda (fino al 19 feb) Roma-Teatro Quirino Via Delle Vergini, 7 ore 20:45 - In scena lo spettacolo “Niente progetti per il futuro” con Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti - info: www. teatroquirino.it TEATRO L’albergo rosso (fino al 19 feb) Roma - Cometa Off - Via L. della Robbia, 47 - ore 21:00 - Spettacolo sulla Garbatella del ‘36 di Pierpaolo Palladino con Ninetto Davoli - info: www.teatrodellacometa.it


Gli

EVENTI

GENNAIO

MERCOLEDÌ 1 CULTURA L’ultima Carovana (fino a 1 mar) Roma - Mercati di Traiano - Via IV Novembre, 4 - In mostra le immagini del fotografo contemporaneo turco Arif Asci che ha rieprcorso con una carovana di otto perone e dieci cammeli un antico tracciato commerciale partendo da Xian ed arrivando ad Istanbul Prevendite abituali CULTURA Minjung Kim (fino al 28 feb) Roma - MACRO TESTACCIO - Piazza O. Giustiniani, 4 - In mostra un’installazione dell’artista coreana dal titolo “Il Suono della Luce” - info: www.macro. roma.museum

MUSICA Giammarco, Juris, Anderson, Nussbaum Quartet Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Jazz - info: www. auditorium.com CULTURA All’infuori di me. Un percorso per immagini di Andrea Pacanowski (fino al 30 mar) Roma - Museo di Roma in Trastevere - P.zza S.Egidio, 1/b - ore 10:00/20:00 - In mostra foto di momenti religiosi a Gerusalemme, Roma e durante il Ramadan nordafricano - info: www. useodiromaintrastevere.it MUSICA Maria Pia De Vito & Huw Warren + Rosario Bonaccorso Travel Notes Quartet Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 Doppietta jazz - info: www.auditorium.com

22:00 - Indie italiano info: www.lanificio159.com MUSICA Ex Otago Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 Synth indie pop ligure e popolare - info: www. circoloartisti.it

MUSICA Paolo Fresu: Back to Bach Roma - Teatro Olimpico - Piazza Gentile da Fabriano, 17 - ore 21:00 Musiche di Bach, Nyman, Piazzolla, Caine, Händelinfo: www.teatroolimpico.it

VENERDÌ 3 MUSICA S.C.U.M. Roma - Animal Social Club - Via di Portonaccio, 23e - ore 22:00 - La rivelazione del South East di Londra presenta il primo album “Again into Eyes” - info: www. animalsocialclub.com MUSICA Perturbazione Roma - Locanda Atlantide - Via dei Lucani, 22/b ore 22:00 - info: www. locandatlantide.com

MUSICA Nino D’Angelo Roma - Teatro Ambra Jovinelli - Via G. Pepe, 43 - ore 21:00 - In scena “C’era una volta...Un jeans e una maglietta”, one man show antologico di Nino - info: www. ambrajovinelli.org

GIOVEDÌ 2

MUSICA PFM - Premiata Forneria Marconi Ciampino (Rm) - Stazione Birra - Via Placanica 172ore 22:00 - info: www. stazionebirra.biz MUSICA A Classic Education Roma - Lanificio 159 - Via di Pietralata, 159 - ore

Cerveteri 7 gennaio 2012 - TEATRO VITTORIA ore 21

MUSICA Rodeo Massacre Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Psych rock dal Regno Unito - info: www. sinisternoise.com

da non perdere

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QUEL PASSATO MODERNO di Giulia Catricalà Cronaca e letteratura

LaCRONACAdelTERRORE

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"Non c’è in natura una passione più diabolicamente impaziente di quella di colui che, tremando sull’orlo di un precipizio, medita di gettarvisi"

Inquieto, geniale, folle. Sembra proprio lui, Edgar Allan Poe, a scrivere la cronaca dei nostri giorni, ispirato dalle sue oscure ossessioni. Il suo è un animo fragile, sofferente, incline al dolore, alla passione, allo strazio. Fin da giovanissimo manifesta un temperamento, come dire, bizzarro: si innamora della madre di un compagno di scuola, la cui morte gli spezza il cuore. Eppure risulta così difficile immaginare uno dei più grandi colossi della letteratura americana come un ragazzino fragile e disperato, che andava a piangere tutte le sante notti sulla tomba di una donna molto più anziana di lui. Conosce la gloria e la miseria. Cade nel baratro dell’alcol e muore in preda al delirio. Eppure il ‘povero’ Poe vede cose che gli altri non possono nemmeno lontanamente immaginare. Vede l’animo umano, la parte più oscura, la parte più folle, la

parte più cruda, più vera. E infatti Poe, tra un bicchiere e l’altro, scopre qualcosa di incredibile, qualcosa che lascia tutti senza fiato e ci riguarda ancora oggi, nessuno escluso: il cosiddetto ‘demone della perversità’. E cioè quell’impulso che ci spinge ad agire contro noi stessi e che ci spinge a farlo comunque e nonostante tutto, anche sapendo che ci distruggerà, o meglio, e qui l’aspetto più inquietante, soprattutto sapendo che ci distruggerà. La ‘perversità’ sarebbe quindi una forza invincibile, capace di insinuarsi nella mente, di offuscare la ragione e di porsi al comando delle nostre azioni, eleggendo come unico fine il male. Questa diabolica devianza della natura umana potrebbe fornire un perché alla recente catena di omicidi-suicidi, che ha macchiato di nero la nostra cronaca. A Monza un uomo soffoca la moglie e poi

si impicca con una corda. Nei pressi di Arezzo Luciano Parigi uccide il fratello a colpi di martello e si sgozza subito dopo. A Pisa un 44enne uccide il padre con due colpi di pistola e infine rivolge a sé un colpo secco, fatale. E ancora nel Cesenate, un uomo strangola la compagna e si impicca. Per non parlare di Livorno, dove un detenuto si suicida alla vigilia della sua scarcerazione. E Bologna, che vede un altro episodio di omicidio-suicido oscuro, inspiegabile, crudele come i precedenti. Chi sa come, chi sa perché, il genio di Poe aveva individuato questo istinto demoniaco che mira al male, tratteggiandolo nei suoi aspetti più cupi. Possibile che la nostra era, quella della comunicazione a tutti i costi, non solo non abbia fugato i fantasmi delle ossessioni e delle angosce annidate nella mente ma ne abbia addirittura generati di nuovi?

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I

Il tatuaggio è un'arte che parla e raggiunge tutti con un linguaggio semplice e comprensibile. Comunica direttamente con le emozioni e trasforma una pratica vecchia come il mondo in un’installazione artistica su supporto speciale.

INCONTRO CON IL MONDO DEI TATTOO Gaia, bad girl: è di quelle persone che ti stupiscono quando ti accorgi che parlano la tua stessa lingua e che al posto di ordinare un “Muriatic Dry” magari sorseggiano una bibita analcolica. Dopo qualche minuto ti rendi conto che sì, è umana. E oggi lei e Massi, suo marito, sono due artisti, due tatuatori. Da quanto tempo siete nel mondo del Tattoo? M: «Da circa 12-13 anni». G: «Da 7 anni lavoro in studio». Come avete cominciato? M: «Studiavo grafica pubblicitaria, ho sempre mostrato interesse e talento per l'arte. A scuola non ero il massimo e, quando ho avuto l'occasione, ho accettato di lavorare in un tattoo studio come disegnatore». G: «Presi un appuntamento per un tatuaggio in quello studio lavorava Massi. Mi tatuò e mi propose di lavorare con lui». Che cosa pensano amici e famiglia della vostra scelta professionale? M: «Le persone che mi stanno vicino hanno avuto grande fiducia in me, nonostante la scelta un po’ insolita ai tempi». G: «All'inizio c'è stato un po’ di scetticismo, ma non mi hanno mai scoraggiata». È luogo comune pensare che le persone che si fanno tatuaggi sono tutti ribelli e fuori di testa, è vero? M: «Fino a 20 anni fa probabilmente era così. Quando ho iniziato a conoscere questo ambiente c'erano diversi personaggi un po’ fuori dalle righe, ora è diverso». G: «Sono una ragazza normale come molte mie amiche. Mi piace cucinare, stare in famiglia. Adoro il mio cane, mio marito e lo shopping. Ho uno stile di vita sano. Altro che biker, giro con con il mio maggiolino celeste!». Che relazione c’è fra la vostra arte pittorica e il tatuaggio? M: «Entrambi amiamo la grafica dei tatuatori degli anni 20-30, i pionieri del tatuaggio tradizionale americano». I vostri lavori sono opere ben concertate. Ce n’è qualcuno in particolare che vi portate nel cuore? G: «Certamente il tatuaggio che ci siamo fatti dopo il nostro matrimonio. Due cari amici di Milano hanno elaborato per noi un soggetto che ci ricordasse quel momen-

to unico e speciale». È importante la predisposizione al disegno per chi impugna una tattoo-gun? G: «Sia io che Massi abbiamo trascorso anni impegnandoci ogni giorno nel disegno, solo così si acquisisce la manualità necessaria». Pensi che anche nel mondo del tattoo a volte le donne siano penalizzate dal punto di vista professionale? G: «Posso dire che in tutti questi anni non ho mai avuto problemi simili. È un contesto dove conta solo quello che si riesce a creare». Il committente influisce sulle creazioni? M: «Se la mia creatività si è evoluta lo devo soprattutto ai miei clienti. Sono loro ad offrire idee sempre nuove». Il primo tatuaggio che vi siete fatti fare? G: «Un piccolo tribale sul collo del piede, il giorno che ho compiuto 18 anni». M : «Il simbolo di "marchio registrato" sulla schiena, l'ho fatto insieme ad un mio amico». Un periodo storico che vorreste vivere? G: «Forse i primi anni del ‘900, mi sarebbe piaciuto conoscere i tatuatori di quell'epoca. Devo dire che l'epoca attuale mi conquista con la tecnologia, per me irrinunciabile. Trovo affascinante utilizzare diavolerie moderne andando in giro con un auto degli anni ‘30». M: «Gli anni ’50. Credo che in quel periodo ci sia stata una grande rivoluzione dal punto di vista sociale e culturale. Anni intramontabili, un po’ come i tatuaggi!». Massi, la tua passione per le auto d'epoca è in relazione con il tuo lavoro? M: «Ho una passione per i motori in generale, ho avuto diversi tipi di automobili e motociclette ma apprezzo sempre di più auto e moto anni ‘50. Tutti i miei amici del car club a cui appartengo (Rumblers CC) sono pieni di tatuaggi. Non c'è correlazione fra le due cose, ma una simpatia di sicuro sì».

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di Giuseppe Carella


La

SUP@POSTA del

Dr. Suppinski

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Il dr. Sarlo Suppinski, tuttologo di fama internazionale e professore emerito in sette università sparse nel globo, risponde ogni mese alle domande dei lettori. Scrivete, a vostro rischio, a sup@pin.ski.

Egregio dr. Suppinski, quest’anno agli stati generali del Natale c’è stata una vera bagarre. Quando sono arrivato io, in ritardo per via dei soliti casini per parcheggiare il Suv, nella sala assembleare c’erano già Gesù Bambino, Babbo Natale, la Befana, San Francesco e Santa Claus. Gesù Bambino frignava nella culla, la Befana spazzava per terra con una granata, masticando imprecazioni tra i denti (finti), Babbo Natale era attaccato alla bottiglia della coca-cola (e che fosse corretta con la vodka si sentiva a un chilometro) da cui tirava grandi sorsate, e in alternanza ruttava. Stava mezzo steso su una panca, ai suoi piedi c’era un cestino refrigerante con una dozzina di altre bottiglie pronte per essere stappate e ingollate. San Francesco guardava fuori dalla finestra mentre Santa Claus cercava istericamente di insegnargli i fondamenti della grammatica finlandese. “Salve a tutti”, ho detto sfoggiando un falso sorriso gioviale. “Vi annuncio che quest’anno sento delle buone vibrazioni: sono certo che ci accorderemo più facilmente che in passato”. Babbo Natale ruttò e rotolò sotto la panca; la Befana tirò una bestemmia a labbra semichiuse e mi lanciò un’occhiataccia. Santa Claus si girò spaesato e disse: “Mitä sinä sanoit?”. A quel punto si spalancò la porta con uno schianto. Ci girammo tutti di scatto: incorniciato tra gli stipiti, contro uno sfondo di tempeste di neve, si vedeva un vecchio vestito di bianco, con un brutto grugno da mastino. Il vecchio gridò: “Foi non afere infitato me!”. “E questo chi cazzo è?”, biascicò Babbo Natale cercando di rialzarsi da terra, col solo risultato di farsi sfuggire la bottiglia di mano e versare tutto il contenuto sui pantaloni. “Io afere tiritto stare cvi: io essere papa Razzinker!”. La Befana sbottò: “E mo’ infatti so razzi amari!”, e sputò per terra qualcosa di verde e giallo. Gesù Bambino saltò su dalla culla con gli occhi sgranati: “Papààààààà!”. “No papà: papa, papa! Tu non afere papà, nein papinen, niet babbo, caput?! Tua matre essere fèrcine, per ciunta: tu nato sotto zucca! Io afere fatto togma nuovo nuovo...!”. Santa Claus, che intanto era scivolato dietro di lui con una solida mazza da baseball, lo colpì alla testa e il papa stramazzò per terra. “Mursi hänen palloa, tämä paskiainen!”, commentò Santa. “Ma che diavolo dice questo scandinavo?!” domandò la Befana inacidita. “C’è qualcuno che ci capisce qualcosa?”. San Francesco si fece avanti sfogliando un dizionario: “Credo che abbia detto: aveva rotto i coglioni questo bastardo”. Subito si levò un applauso spontaneo. Era ora di quagliare. Tra l’altro io avevo anche lasciato il Suv in doppia fila e volevo venir via alla svelta. “Forza ragazzi, mettiamoci al lavoro”. “Io quest’anno sono per strafare!”, gridò Babbo Natale, che intanto era riuscito a rialzarsi e barcollava verso di me brandendo un mazzo di mastercard. “Una playstation a tutti i bambini!”, concluse aggiungendo un gran rutto di petto. “Ma che strafare!” replicò San Francesco, “Bisogna insegnare le virtù della decrescita economica, piuttosto: io dico che si possiede soltanto ciò di cui ci si è saputi privare”. “Questo già mi garba di più”, feci io, “E quindi cosa proponi, Fra?”. “Entriamo nelle camere dei bambini e portiamo via tutto!”. “Giusto”, approvò la Befana, “Così facciamo anche cassa! Perché qua ci sono due o tre di noi che devono andare in pensione, e la previdenza è in crisi... Se si passa al contributivo siamo fottuti!”. “Già, anche quello là deve andare in pensione quest’anno”, disse SanFra indicando un vecchio schifoso accasciato in un angolo con un leccalecca in bocca. Non lo avevo ancora notato: era Berlusconi. Come si sentì chiamato in causa disse, con la voce di una calcolatrice scassata: “Un milione di posti di lavoro per ogni bambino...”. In quel momento la porta si spalancò di nuovo: e tutti prorompemmo in un grido agghiacciato. “No!”, dissi io, “lo spirito di Halloween non c’entra!”. Una donna cenciosa avanzava alla cieca, le braccia tese in avanti, in una mano stringeva i suoi stessi bulbi oculari. “Ma che Halloween! È Santa Lucia!”, fece la Befana. Tirammo tutti un sospiro di sollievo. Già, doveva venire anche lei. A quel punto però volevo davvero concludere: “Signori, devo ripeterlo per l’ennesima volta: Natale è il compleanno del mio figliolo, qui presente. Mi avete rotto le palle con queste storie dei regali, della coca-cola, dell’economia... e i deliri di quell’altro che parla solo la lingua delle renne! Allora quest’anno decido d’autorità: il Natale sarà la festa della nascita, e ognuno la festeggerà come gli pare. Ma niente stronzate, niente Mastercard, niente di niente che non sia la celebrazione della creazione e della vita, ok??? Che si faccia l’amore, che si innaffino le piante, che si facciano pupazzi di neve con dei cazzi così... Ognuno faccia quel che gli pare!”. “Io protesto...”, disse Razzinker cercando di rialzarsi. Con un calcio nella tempia lo stesi di nuovo. Nessun altro osò dire nulla. Ci lasciammo così. Ecco perché, dr. Suppinski, questo è stato il Natale più bello degli ultimi 2011 anni. Dio ***** La tua lettera mi fa venire in mente quando facevo il Re Magio. Guadagnavo anche bene, ma ero sempre stressato, con quei cammelli e tutto l’ambaradàn. Poi ho visto una cometa e ho deciso di cambiare vita. Fino a un attimo prima mi sembrava impossibile poterlo fare. Invece, è stato un attimo.

UNA POLTRONA PER DUE

FischiperFIASCHI Stefano Fiaschi

no. circolo pubblico dell'hinterland roma Da ragazzino giocavo a tennis in un . Lazio del i brav più zzini raga i tra amo Avevamo una scuola fortissima, erav il con mo tram scon ci Coppa Italia, Una volta, per le finali regionali della ro amo i figli di nessuno giocavamo cont Circolo Canottieri Roma. Noi che erav tale. Capi della i ricch più i figli dei professionisti e imprenditori a squadre, era una sfida da riscatto Non era una sfida di tennis giovanile i frequentatori. Abbiamo perso. sociale, per noi, i nostri genitori e tutti //////////////

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a per le vacanze, A 5 anni, mentre eravamo in montagn e che mi fugò ogni incertezza sulla padr mio di a onat telef ho ascoltato una le. non esistenza di Babbo Nata e per vedermi esaudita qualunque Per anni ho finto di crederci comunqu chiesto un appartamento. ho do quan erto scop richiesta. Mi hanno

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Consigli

read'n'play Antonella Coluccia da Genova ci suggerisce una letture e Giacio da casa ci accosta una canzone. Buona lettura, e buon ascolto!

read

CLAUDIO MAGRIS LIVELLI DI GUARDIA Note civili (2006-2011)

di Paolo Trucchi paolotrucchi@voiceovermagazine.it

La

Garzanti € 18,00

Il libro raccoglie articoli scritti da Claudio Magris sul “Corriere della sera” riuniti sotto il titolo Livelli di guardia in analogia a un fiume in piena che rischia di costituire pericolo di inondazione. Tali articoli sono la risposta dell’autore ad eventi, vicende o polemiche sia nazionali che internazionali che hanno segnato sanguinosamente, indecentemente, comicamente, contraddittoriamente, a seconda dei casi - la vita civile italiana di questi anni. Emerge con evidenza che nel nostro Paese il livello di guardia è stato superato e l’acqua fangosa ha travolto tutto, a partire dalla capacità di vergognarsi, producendo un’indifferenza che spegne lo stesso malor civile. Nel lettore rimane il dubbio che ognuno di noi possa spostare continuamente il proprio livello di guardia per illudersi di sentirsi ancora un cittadino civile in un Paese normale.

Se sapessi raccontare una storia con le parole, non avrei bisogno di trascinarmi dietro una macchina fotografica. Lewis Wickes Hine Oshkosh 1874 - 1940 Sociologo e fotografo statunitense che utilizzò la macchina fotografica come strumento per promuovere riforme sociali, in particolare nell'ambito del lavoro minorile.

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CITTÀ VECCHIA

(versione non censurata) di Fabrizio De Andrè Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli in quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.

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Ogni azione genera una conseguenza: non mangiare rende deboli, mangiare troppo può essere dannoso, dare uno schiaffo a qualcuno presuppone una reazione. La reazione ne genera un’altra a propria volta. Far scoppiare bombe nucleari fa sì che il genere umano scompaia. Sopravvivere in un mondo nucleare determina la convinzione di essere l’ultimo ad abitarlo. Privarsi di questa convinzione può alterare determinati equilibri precedentemente creati. Incontrare un essere umano e ucciderlo, preservarlo magari come futuro cibo, non pensavo avrebbe portato a quanto sta accadendo ora e da diversi giorni. Io avevo la convinzione di essere solo. Forse anche lui. L’ho fatto fuori, e sono tornato a esserlo. Così credevo. Ogni azione genera una conseguenza e uccidere quell’uomo ne ha provocate altre. Aveva dei parenti. O degli amici. Che forse credevano di essere gli ultimi. Non era così: l’hanno scoperto trovando il corpo assassinato. E mi sono venuti a cercare. Non è stato difficilissimo, me li sono ritrovati fuori casa. La visibilità è sempre ridotta, ma un paio d’ore al giorno il sole rende giustizia al mondo. È così che mi hanno visto; è così che io ho visto loro. E ho sparato. Ne ho preso un altro. Ma ora sono asserragliato. Loro sono tre. Ma io sono in vantaggio. Perché loro non sanno. Non sanno determinate

cose. E cioè che ogni azione genera una conseguenza. Forse lo sapevano, forse l’hanno dimenticato. Stanare un uomo dalla propria casa, un uomo solo che voleva rimanere tale genera una reazione. Sto racimolando degli oggetti, quel poco che mi rimane: potrei offrirle loro in cambio della vita. Ma non sarebbe giusto, affatto. Perché l’uomo è malvagio, la crudeltà è insita nell’animo. Non mi lascerebbero andare, non lo farebbero. Anche se le cose, il cibo, sono ciò di più prezioso si possa immaginare al giorno d’oggi. Al giorno d’oggi, totalmente diverso dai tempi passati. O no? A volte mi chiedo cosa è cambiato. Prima delle bombe, delle catastrofi, prima che tutto questo accadesse, i telegiornali parlavano di morti, di stragi, stupri, rapine, omicidi. Ma in nome di chi? Di cosa? Il mondo continuava la sua marcia, mentre la paura serpeggiava tra gli interstizi di una vita all’apparenza tranquilla. Le brutte notizie venivano commentate, e finché non riguardavano noi, gli donavamo solo qualche momentaneo commento e via, giù nel dimenticatoio. Se un attentato provocava decine di vittime, l’annuncio ci sconvolgeva tra un piatto di portata e l’altro. Poi la vita, la nostra vita, prendeva di nuovo il sopravvento e buonanotte al resto. Che ognuno pensi al suo orto. Qualcun altro darà anche per gli altri. L’uomo è malvagio,

lo è sempre stato. Ora le cose sono cambiate. L’uomo ha distrutto se stesso. E ha lasciato me. Che ho trovato altri me stessi. E io ho distrutto uno di loro, credendo fosse l’ultimo. Questo è stato il mio errore. La malvagità non sparisce nell’aria, non si annienta con lo scoppio delle bombe. Ero l’ultimo uomo sulla terra e mi sono sobbarcato la dose di male di miliardi di persone. Poi mi sono accorto che ce n’erano altri. O meglio loro si sono accorti di me. Eccolo il mio errore: avrei dovuto essere più cauto e accorgermi io di loro. Poi farli fuori tut-

PUNK

ti. Di una cosa gli sono grato: la malvagità ora è suddivisa in quattro persone. Ognuno ha la sua parte e la userà come crede. Poi tornerà interamente a uno di noi. A l’ultimo. È in atto una guerra, l’ennesima. Ogni azione genera una conseguenza. Ho ucciso un uomo e altri uomini vogliono uccidere me. Non esiste il perdono. Passa il tempo, cambiano gli scenari, ma certe cose sono per sempre. Per sempre… Non credete? Continua... ©Copyright WGAwest, Igor Artibani, 2011 Riproduzione riservata

Pensieri

Anche i muri parlano, basta saperli ascoltare! di Gianfranco Marcucci

(foto di Matteo Forte, disconosciuta)

Granada (Spagna) Calle De Elvira - 30 luglio 2011 Ad ogni modo, quanto a me (se ciò ha qualche interesse per il lettore) sia chiaro: io, ancorché multinazionale, darei l'intera Montedison per una lucciola. "Scritti Corsari", 1975 - Pier Paolo Pasolini 25


Teatro

VOCI NEL DESERTO

di Francesca Pompili

In ESCLUSIVA per VoiceOver

Ogni ultimo venerdì del mese al Brancaleone Via Levanna, 11 (Montesacro) ROMA INFO: www.vocineldeserto.it

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Prosegue il nostro viaggio all'interno dello spettacolo "Voci nel Deserto" insieme all'ideatore Marco Melloni. Come nasce l'idea di “Voci nel Deserto”? «È cominciato tutto all’inizio di aprile del 2008, un po’ per caso. Celeste Brancato, un’attrice meravigliosa che purtroppo oggi non c’è più, era stata chiamata a condurre il V-Day sull’informazione a Roma e aveva bisogno di testi che avrebbe potuto leggere per riempire i vuoti tra un cambio di palco e l’altro. Io avevo sul mio computer un piccolo file intitolato appunto “Voci nel Deserto”, dove avevo cominciato a raccogliere alcuni scritti di Flaiano e di Pasolini che trovavo a dir poco profetici. Uno di questi era: “Fra trent’anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi ma come l’avrà fatta la televisione” (Ennio Flaiano, 1967). Così continuai la ricerca e in meno di quindici giorni avevo trovato abbastanza materiale per farne uno spettacolo a tema, e non solo testi, ma anche video e frammenti audio, tutti accomunati dalla stessa caratteristica: una straordinaria risonanza con l’attualità, malgrado fossero stati pensati o scritti nel passato, anche assai remoto. Qualcuno, insomma, ci aveva avvertiti. Dovevamo dirlo alla gente. Mi venne così l’idea di creare una specie di partitura giocata su rimandi, assonanze e contrappunti tra testo recitato, sequenze cinematografiche e una colonna sonora composta dal vivo da un deejay utilizzando anche “campioni” presi dall’attualità: un rave teatrale! Ne parlai con Tuppi, con cui avevo lavorato a RAI Tre in un programma della Dandini, perché è un po’ la sua caratteristica quella di utilizzare voci di personaggi celebri e fonti sonore eterogenee nei suoi deejay-set. Con lui, Celeste, e altri amici attori (Claudia Scarpa, Ugo Dighero, Francesco Foti, Caterina Corsi, Claudio Castrogiovanni e Marco Marino) abbiamo cominciato a gettare le basi per il nostro DOGMA: una struttura modulare che non richiedesse lunghe prove, nessuna regia, nessun nome in ditta, grande turnazione degli attori e dei pezzi, copioni sempre diversi e location non istituzionali, dai centri sociali alle piazze. Se la gente non andava più a teatro, noi volevamo riportare il teatro alla gente. Insomma, avevamo qualcosa da dire, anche se non erano parole nostre. Al gruppo iniziale si aggiunse da subito Luisa Flammia e suo marito Carlo Petitta per l’immagine coordinata e la comunicazione sul web, e il marito di Celeste Brancato, Patrizio Giulioli, per l’organizzazione. Tutti professionisti nei loro specifici settori. Ma da subito fu chiaro a ciascuno di noi che l’operazione doveva assumere le connotazioni di “volontariato teatrale” - come ci piace definirlo - gratis per chi lo fa e per chi vi assiste: il nostro personale karma yoga. Ormai lo pratichiamo da più di tre anni e siamo diventati tantissimi». Il vostro archivio è composto da oltre

300 testi, raccolti nel libro che troviamo ad ogni appuntamento, ed è in continua crescita. Come vengono scelti i testi una volta che si è deciso l'argomento? «La raccolta dei testi è un lavoro quotidiano, ormai mi viene quasi automatico: se l’occhio mi cade su una piccola citazione in un editoriale corro a cercare il testo originale, dove magari trovo molto più materiale del semplice aforisma. Per fortuna, ci sono altre persone che mi aiutano. Raffaella Giordano, ad esempio, che coordina le “Voci nel Deserto” di Rimini, è molto attiva nel segnalarmi nuovi frammenti, e anche le imprecisioni contenute nell’archivio. Ma tutti possono contribuire, inviando testi al nostro sito www.vocineldeserto.it o alla pagina fan su Facebook. Abbiamo anche un canale Youtube dove è possibile leggere un frammento e pubblicare la clip. Il bello di “Voci nel Deserto” è anche questo: è un progetto aperto, al quale tutti possono contribuire e, chi lo vuole, può impadronirsene. In fondo, il meccanismo è semplice e sta prendendo piede. Tieni presente che quando è nato “Voci nel Deserto”, quattro anni fa, non c’era ancora stato il boom della citazione a cui stiamo assistendo oggi con Luca e Paolo che addirittura citano Gramsci sul palco dell’Ariston - fenomeno che credo sia legato al successo del programma di Fazio e Saviano “Vieni via con me”, dal quale ci dividono molto meno di sei gradi di separazione». Dove può e vuole arrivare “Voci nel Deserto”? Ci sono molti appuntamenti in giro per l'Italia e le città si stanno moltiplicando... «Noi invitiamo chi entra in contatto con noi a rubarci l’idea. Anche in questo siamo in lievissima controtendenza rispetto al mercato. Non avrebbe senso depositare un format che di fatto utilizza testi ormai liberi da copyright con l’unico accorgimento di svelare autore e anno solo dopo averli recitati. Quindi, ne abbiamo fatto il nostro punto di forza. Mettiamo a disposizione di chiunque abbia voglia, tempo ed energie per imbarcarsi in questa avventura, tutti i materiali, l’archivio e la nostra esperienza per montare il suo “Voci nel Deserto” nella sua città. Ed è anche libero di dargli la forma che preferisce - performance o reading, con attori professionisti o amatori, oppure come teatro di strada o flash-mob - a patto che rispetti i nostri 4 No (No al biglietto d’ingresso, No ai nomi in ditta, No ai partiti, No a testi originali). In cambio, noi garantiamo il massimo supporto

promozionale attraverso i nostri canali web, che sono molto frequentati. Dove vogliamo arrivare? A scoprire che non c’è più bisogno di fare “Voci nel Deserto”, che la lezione di chi ci ha preceduto ormai è stata imparata». L'idea del documentario è assolutamente vincente. Poter contribuire alla realizzazione di un documento che testimoni l'anima del vostro lavoro, diventarne produttori, fa sentire partecipi e se vogliamo complici. Mi racconti da cosa nasce e soprattutto che messaggio vuole lanciare? «La magia di “Voci nel Deserto” non è tanto quella che si realizza ogni ultimo venerdì del mese sul palco del Brancaleone di Roma o nelle altre città d’Italia, ma il piccolo miracolo quotidiano di un gruppo di professionisti, ormai piuttosto numeroso, che da più di tre anni lavora insieme animato solo da un fortissimo impegno civile, mettendo da parte il proprio ego, con grande generosità in termini di entusiasmo, tempo ed energia: tre elementi che abbiamo scoperto possono sostituire quasi completamente il denaro. Il documentario vuole testimoniare proprio questo, che c’è vita su questo pianeta! E che è possibile concepire un nuovo modo di fare cultura, aperto a tutti, a patto di riuscire a muoversi al di fuori delle regole del mercato. Credo che “Voci nel Deserto” sia una specie di calabrone che per le leggi della fisica non potrebbe volare, ma per fortuna non lo sa. Anche Paolo Bravi e Iris Manca, che si sono offerti di seguirci con le loro telecamere per quasi un anno, sul palco e nelle nostre vite di tutti i giorni, hanno aderito alla filosofia di “Voci nel Deserto” e hanno deciso poi di finanziare le spese vive di montaggio appoggiandosi alla piattaforma gratuita www. produzionidalbasso.com, che prevede la partecipazione attiva del pubblico attraverso una sottoscrizione popolare». Gli attori sono tutti di primissimo livello, volti noti della televisione o del tea-

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tro. Quanti sono in tutto e soprattutto quale è secondo te la motivazione che li spinge a far parte di un progetto che, ci tengo a ricordarlo, è assolutamente gratuito? «Ormai ho perso il conto anche io. Solo sul palco di Roma credo che siano passati più di cento attori, ogni mese ne vanno in scena tra i 25 e i 30, e di questi almeno due o tre sono nuovi. Quasi tutti ritornano. Qualcuno viene folgorato da questa strana esperienza, qualcun altro invece ne esce sconvolto. Non è facile per un attore essere buttato su un palco, regista di se stesso, senza la protezione di un costume di scena né di un personaggio, a recitare testi difficilissimi e assai poco “teatrali” insieme a colleghi con i quali magari non ha mai lavorato, in un centro sociale dove il livello d’attenzione non è sempre al massimo, oltretutto gratis e senza avere neanche la soddisfazione di avere il suo nome in cartellone. Inoltre, prima di andare in scena deve anche spolverare le sedie, o montare la scenografia, o scaricare i libri o andare a prendere i caffè per tutti. È una grande palestra per l’ego. Se non ci fosse dietro una forte motivazione ideologica, qualsiasi essa sia, credo che qualsiasi attore con un po’ di amor proprio mi avrebbe mandato a quel paese». “Voci nel Deserto” è un gruppo, un team di cui tu sei il collante… non ami esserne definito il padre, l'autore, l'artefice... eppure “Voci nel Deserto” è una tua creatura... «E se non do il buon esempio io, perché dovrebbe farlo un attore che ha scelto di apparire per professione? Nessun nome in ditta, nessuna paternità, nessun copyright: vale per tutti. Ormai non è più il tempo per gli eroi solitari che sfidano il “sistema”. Di martiri a cui votarsi ne abbiamo avuti fin troppi. Siamo entrati nell’era dell’empatia, come scrive Jeremy Rifkin. Se vogliamo veramente cambiare le cose, lo dobbiamo fare insieme».


ART

Teatro

ART (o l’Assenza)

20 DICEMBRE 2011 | 15 GENNAIO 2012 con ALESSIO BONI ALESSANDRO HABER GIGIO ALBERTI

di Alessia Fiorani

ART

di YASMINA REZA

traduzione Alessandra Serra scene Gianni Carluccio luci Marcello Iazzetti costumi Nicoletta Ceccolini

© Oreste-Lanzetta-bis

regia GIAMPIERO SOLARI info: www.teatroeliseo.it

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Passando al vetriolo antichi e apparentemente solidi stereotipi sulla sincerità e la generosità dell’amicizia maschile, Yasmina Reza, sceneggiatrice di Art (e del recente Carnage di Polanski), riduce all’osso ogni possibile diversivo e mette in scena lo scontro annunciato fra tre amici di vecchia data. Alessandro Haber, Alessio Boni e Gigio Alberti, diretti da Giampiero Solari, sono costretti a mettersi a nudo davanti a un quadro bianco, in parole povere una tela intonsa, acquistato a un prezzo esorbitante da Serge (Boni), l’ ”esteta” del gruppo. Lasciati soli in un appartamento che, di scena in scena, varia pochissimo, rigorosamente senza musica, dopo divertenti giri di parole e reciproche ipocrisie cementate dagli anni i tre mettono violentemente in discussione la loro vita e la loro amicizia. Il quadro e le discussioni che scatena rappresentano bene la loro

quotidianità fatta di rapporti poveri e superficiali: forse la tela è completamente bianca, forse ha invece delle righe e delle diagonali bianche, nessuno riesce a definirlo, al punto che neppure Serge, l’apparentemente entusiasta acquirente, sa bene dove piazzare l’ “opera d’arte”. Ben scritta, ben ritmata, con personaggi caratterialmente ben definiti, la commedia concentra perfettamente nel grande quadro di tela bianca l’assenza di arte, musica e donne, e dà risalto alla monotonia in cui vivono i tre amici e ai loro rapporti fallimentari con l’altro sesso (matrigne crudeli e compagne spente o isteriche le cui descrizioni impietose riverberano durante tutto lo spettacolo). Oltre tutto questo c’è, da parte del terzetto, una continua e nevrotica ricerca di ‘arte’, che non si sa neppure bene cosa sia: la Reza è abilissima a confondere e tratteggiare un mondo privo di punti di riferimento in cui

le battaglie verbali del terzetto si scontrano su valori assoluti e comicamente esagerati, rivelando tre vite fondate su vuote definizioni, una disperata ricerca di appigli e, infine, smascherando l’ipocrisia di un’amicizia fatta più che altro di abitudini. Marc (Alberti), che passa per il razionale dissacratore del gruppo, sempre pronto a mordere e criticare tutto e tutti, è del tutto privo di ironia e di creatività, mentre Ivan (Haber), apparentemente il meno brillante e deciso dei tre, è invece ben consapevole dei loro limiti e avalla, col suo atteggiamento remissivo, le menzogne con cui il terzetto cerca di affrontare la vita: Ivan è davvero il personaggio centrale della commedia, quello che fino alla fine cerca disperatamente di coprire le grandi assenze rappresentate dalla tela bianca, quello che si vergogna e tenta di interrompere le scene divertentissime in cui i tre uomini si trasformano

in tre zitelle ai limiti dell’isteria. E, nella pesante mancanza di personaggi femminili, brillantemente Haber imprime allo spettacolo una dolcezza leggera che lo rende meno amaro: altera la scena con la sua trasandatezza e gli scoppi d’agitazione che a tratti contagiano i tre e li fanno muovere e litigare dando il peggio di sé, ma si calma quando queste brevi e tempestose catarsi lasciano campo libero alle solite bugie e ipocrisie, fino alla bella scena finale. Gli indizi seminati in Art spingono prepotentemente a chiedersi cosa significhi vivere ‘senza arte’, e se il teatro contemporaneo voglia raccogliere la sfida di creare qualcosa di diverso, riempiendo le sue assenze con il meglio di sé, o si accontenti invece di mettersi in ridicolo con quei godibili, e insieme tragici, battibecchi infantili su cui la Reza ha costruito anche Carnage.

BACKFORWARD BACK

FORWARD

Il Teatro Bolshoi ha riaperto dopo quasi sette anni di restauri, mettendo in scena brani classici tratti da famose opere liriche, anche se il danzatore Vladimir Derevianko, stella del Bolshoi negli anni '80, parla di un'era al tramonto. Non si sono fatti attendere altri commenti scettici sulle scelte artistiche d'apertura.

Per chi vuole ritrovare un teatro 'di passione' prima che 'di mestiere', il laboratorio teatrale "Prima degli applausi" alza il sipario sulla ricerca di un pieno sviluppo di voce, corpo e immaginazione in un ambiente entusiasmante e suggestivo. Via Orazio Coclite 5, Roma (metro Furio Camillo). Per info: 392/9878002 - 333/5610624 - info@bluedesk.it

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La trasmissione del mese di radiovoiceover.it

TuttaScena

Eleonora Foglio Una delle più giovani conduttrici di Radio VoiceOver che conduce uno dei programmi più nuovi del palinsesto: "TuttaScena", in onda tutti i sabati dalle 16 alle 17

WebRadio

radiovoiceover.it AL VIA LA NUOVA PROGRAMMAZIONE INVERNALE

/PALINSESTO

Your VoiceYour Radio e negli orari non coperti dai programmi... VoiceOver ti fa compagnia con musica h24

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TuttaScena, come mai questo nome? Che significato ha? «Il nome TuttaScena è preso dal titolo di una canzone di J-Ax, uno dei miei cantanti preferiti. Noi, come il nostro cantante, ci riferiamo a tutte quelle persone che nella vita fanno determinate cose solo perché vogliono apparire nella società andando anche contro i propri interessi, e anche a quelle persone che spesso pensano di vivere in un film. Ascoltate la canzone e capirete!». Hai poche righe per spiegare ai lettori cos'è e di cosa tratta TuttaScena: vai! «TuttaScena è uno dei nuovi programmi di Radio VoiceOver condotto da me e dalla mia dolce metà Wj-Sah. Il programma inizia con una citazione di un film e da lì cominciamo ad affrontare temi, inerenti sia la frase che il film, cercando di coinvolgere il più possibile i nostri ascoltatori». Fra gli ingredienti fondamentali della trasmissione possiamo inserire il feeling con la tua collega Sarah? «Il feeling con la mia collega è l'ingrediente più importante! Diciamo che lei fa la parte della perfettina. Fosse per lei staremmo sempre a parlare di cinema, fortuna che ci sono io che la "smonto" con le mie perfide battute… Siamo il mix perfetto!». Che tipo di musica ti piace ascoltare? «Mi piace ascoltare ogni tipo di musica, a partire da quella italiana per finire alla musica dance o rock! L'unico genere che non riesco proprio ad ascoltare sono il metal e generi affini: mi portano solo tanto mal di testa!». Cosa c'è sul tuo comodino? «Mi dispiace deludervi, non ho un comodino ma un puff e su questo ci sono le foto di tutti gli speaker di Radio VoiceOver! Scherzi a parte, c'è tutta la mia vita con le mie scelte giuste e sbagliate ma di cui vado fiera!». E invece nel cassetto che sogni ci sono? «Nel mio cassetto i sogni sono un po' in disordine, ed è normale dato che sono veramente tanti! Riassumendoli in una frase direi che sogno un futuro pieno di cose belle, da vivere con le persone a cui tengo e facendo quello che davvero mi interessa!».

9:00/11:00 IO, ME E GIACIO (Simone "Giacio" Giacinti) 14:00/15:00 DI PADRE IN FIGLIO (Alessandro Esposito-Simone Cappelli) 15:00/17:00 COFFEE BREAK (Luca Caroselli) 20:00/21:00 BLACKSTYLE (Felice "Bandito" SorrentiinoRiccardo "Rick" Paoluzzi) 21:00/22:00 BOYSOVER (Granny-Caspermat-YoghiNoise) 22:00/23:00 AMORE AL CUBO (Gabriele Abis-"Giogio" Cesarini) 23:00/24:00 ATUTTADANCE ALL NIGHT LONG (Alessandro"Stolav" Valotta)

9:00/11:00 IO, ME E GIACIO (Simone "Giacio" Giacinti) 14:00/15:00 DI PADRE IN FIGLIO (Alessandro Esposito-Simone Cappelli) 19:00/20:00 MADEINSUD (Ciro Atteo-Mirko Fanelli) 20:00/22:00 IntoNANDO (Simone Biferari-Franco Pierucci) 22:00/23:00 NOI SIAMO FUORI (Federico Riccioni-Simone Romagnoli) 23:00/24:00 VOICEOVER RHUM I I SOLITI IDIOTI 2.2 (Daniele Scotti-Flavio Atzori-Marco Filacchioni-Wj-Fancy)

COSÌ (Simone Fracasso-Marco Giorgi-Mattia Ubaldi) 22:00/23:00 MAGA MAGÒ (Federica Rizzo) 23:00/24:00 NORMALE AMMINISTRAZIONE (Roberta Agrestini-Federica Rizzo-Marco Filacchioni)

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VIETATO L'ASCOLTO (Giorgia Fiorini)

21:00/22:00 ALLACCIATE LE CINTURE (Matteo Forte-Simone Cappelli)

15:00/16:00 INTERVISTA CON LA CITTÀ (Stefano Fierli)

16:00/17:00 TuttaScena (Eleonora Foglio-Sarah Penge)

20:00/21:00 VOICEOVER CLUB CHART (Stolav e Granny)

24:00/07:00 VOICEOVER INSOMNIA (Valerio ValentiniGiovanni Zamire)

LAZIO GRANDE LAZIO (Felice Sorrentino-Francesco Granata) EMERGENTI IN AZIONE (Valerio Valentini-Giovanni Zamire) BLOODYINDIE (Lorenza Blasi-Marta Moser) MASCELLE STRETTE (Matteo Orlando) DELL'AMORE ED ALTRI DEMONI (Andrea Gherardi-Riccardo Rossi-Riccardo Bartolini)

MATTEO FRABONI musica

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20:00/21:00

DA PEPPE & CO (Giuseppe Fresca)

VOICEOVER (Giuseppe Fresca) 20:00/21:00 ATUTTADANCE (Alessandro"Stolav"ValottaFrancesco"Granny"Granata) 21:00/23:00 LIFE4MUSIC (Giovanni"Joe Intenso"Izzo) 23:00/24:00 THE ROCK SIDE (Roberto"Wj-Fancy")

18:00/20:00 20:00/21:00 21:00/22:00 22:00/23:00 23:00/24:00

PERCORSO ALTERNATIVO (Gianluca"WjToxic"Onorati-Luca"WjVerne"Virno)

11:00/12:00 A COLAZIONE

9:00/11:00 WAKE UP

21:00/22:00 A NOI PIACE

18:00/20:00

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VoiceOver

SCOUTING

alla ricerca di Artisti Emergenti

Presentiamo il nuovo disco di Matteo Fraboni, prodotto da via Veneto Jazz. Verrà distribuito EMI in Italia. Nel disco, inciso a New York, hanno registrato Logan Richardson, Aruan Ortiz, Rashann Carter e il tenorista di fama mondiale Mr. George Garzone. Cosa ti ha spinto a incidere il tuo primo disco a New York? «Concretizzare la musica. Sovente, le persone mi dicono “ Tu fa il musicista, ma cosa fai?” : ecco, questo disco rappresenta chi sono e cosa faccio; esso esprime la mia personale visione della musica. Ho deciso di inciderlo a New York perché lì ho iniziato a collaborare con Fabio Zeppetella, uno dei migliori chitarristi jazz italiani». Parlaci delle tue esperienze musicali.. «Ci sono tre luoghi che sono stati decisivi per la mia crescita musicale: Cuba, New York e l’Africa. A Cuba sono stato rapito dalle straordinarie ritmiche afro-cubane; ho incontrato Josè Luis Quintana Fuentès, detto “Changuito”, uno tra gli innovatori

più importanti della percussione afrocubana del Novecento, vincitore di due “ Premio Grammy Latino” . L’amore per il jazz mi ha portato a New York, dove ho studiato con alcuni dei massimi esponenti della scena jazzista newyorkese, come Gene Jackson, Ari Hoening, Dan Weiss e Nat Smith. Infine, in Africa ho avuto l’opportunità di studiare le poliritmie africane con il griot Mamadou Diouf. Oltre ad esser stati delle grandi esperienze musicali, questi viaggi hanno costituito l’esperienza umana più profonda della mia vita». Come descrivi la tua musica? «(Sorride) È la rappresentazione in musica della mia vita». Ti è stata affidata la direzione artistica

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del “Jazz Club”, l’evento musicale del Rendez Vous di Cerveteri. Come intendi portarla avanti? «Vorrei che, col tempo, questo club arrivasse ad ospitare musicisti di fama nazionale ed internazionale, proponendo musica squisitamente jazzistica. E, quindi, mi piacerebbe che tutti pian piano si avvicinassero alla musica jazz, apprezzandone i ritmi». Progetti per il futuro? «Presentare il disco con il quintetto americano, pubblicare un libro, viaggiare e continuare ad avere la possibilità di fare musica per il resto della vita».


OGGI

Accadde

Aneddoti del ROCK

DAYTRIPPER il regalo di Natale dei Beatles

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Proviamo a immaginare un dialogo tra due appassionati di musica:

A "Beh certo che i Beatles hanno fatto epoca..." B "Per essere un gruppo che è durato solo 8-9 anni ha prodotto moltissimo e ha persino inventato dei generi musicali!" A "Secondo te, quali sono i brani dei Beatles più rappresentativi e conosciuti?" B "Difficile dirlo, non c'è un brano che spicca nella loro produzione, però tra i più gettonati c'è Day Tripper. Piuttosto, ti ricordi in che album si trova, eccetto ovviamente le raccolte?" A "Day Tripper? Sta in... aspetta che ora non mi ricordo..."

Non può ricordarselo, perché quell'album non esiste. Negli anni Sessanta, le band dell'epoca (Beatles compresi) avevano un enorme seguito di fan, organizzati in veri e propri club, supportati dalle stesse band. I Beatles erano molto attenti verso i propri fan, per cui spesso e volentieri, in occasione di festività importanti, organizzavano concerti "speciali", oppure pubblicavano materiale dedicato esclusivamente ai fan club. E questa usanza c'è ancora oggi, da parte di molti gruppi musicali. Tra le produzioni natalizie dei Beatles, c'è Day Tripper. Il brano nasce quasi per scherzo, è pubblicato in un 45 giri insieme ad un altro, "We can work it out", entrambi contrassegnati come "Lato A". Un riff riconoscibile e una melodia semplice ne fanno un must dei concerti dei Beatles, soprattutto di quello famosissimo al Budokan di Tokyo

Un viaggio nella storia della musica Rock, tra aneddoti, curiosità e protagonisti.

di Roberto "Wj Fancy" Fantini Perullo nel 1966. Day Tripper è uno dei pochi brani non originali suonati da Jimi Hendrix. Il brano viene offerto esclusivamente come Christmas Gift al Beatles Fan Club. Il testo del brano parla di una ragazza che intraprende un viaggio di un solo giorno, almeno in apparenza. Ma a leggere "tra le righe" (con l'aiuto di Paul McCartney che, anni dopo, spiegherà effettivamente il significato "vero" del testo), si scopre che il brano parla di un tipo particolare di "viaggio", l'esperienza allucinogena tramite l'LSD, sostanza stupefacente piuttosto popolare tra gli artisti dell'epoca "psichedelica", Beatles compresi: in realtà non tutti, perchè Paul e Ringo non ne fecero uso, mentre John e George si, dopo averlo provato a loro insaputa durante una cena. Il 45 giri viene appunto distribuito esclusivamente tra i fan club dei Beatles, come regalo di Natale della band. Solitamente, dopo un'operazione pubblicitaria di questo tipo, il brano sarebbe dovuto andare in stampa anche nel successivo album in uscita, Revolver. Sfortunatamente, la produzione di quell'album coincise con la svolta "psichedelica" della band di Liverpool, per cui l'intera track list doveva essere totalmente diversa dalla musica finora prodotta. A farne le spese furono proprio i "due Lati A" del disco di Natale 1965, We can work it out e, soprattutto, Day Tripper. Insomma, se volete ascoltare Day Tripper e lo cercate tra i tredici album in studio prodotti dai Beatles dal 1963 al 1970, allora rinunciate all'impresa. Invece, provate a rifare con la chitarra l'inconfondibile riff: MI-SOLLAb-SI-MI-RE-SI-FA#-SI-RE-MI... Ci becchiamo al prossimo giro! ...Up the Rocksiders!

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1 gennaio 1948 - Entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947. Venne pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. Della Carta Costituzionale vi sono tre originali, uno dei quali è conservato presso l'archivio storico della Presidenza della Repubblica. 4 gennaio 1984 - All'indomani del concerto tenuto a Melbourne i Police si separano. A distanza di 23 anni, i Police hanno, inaspettatamente, annunciato il 12 febbraio 2007 un tour mondiale che ha avuto luogo nella seconda metà del 2007 con decine di concerti in America, Europa, Asia ed Oceania. Il grande successo ha spinto il trio a proseguire il tour con una nutrita serie di date sino all'estate del 2008. 12 gennaio 1969 - I Led Zeppelin pubblicano il loro primo, omonimo, album. I brani, caratterizzati da una combinazione di influenze blues, folk e rock unite a uno stile heavy, ne fecero una delle incisioni più importanti nello sviluppo in chiave dura del rock, imponendo il gruppo sul mercato internazionale, soprattutto negli Stati Uniti. Uno degli elementi del disco d'esordio che più risultò innovativo, nel lungo periodo, fu il suono che Jimmy Page, forte della sua lunga esperienza come turnista di studio, riuscì a conferire alle registrazioni. Il 12 gennaio 1995 i Led Zeppelin sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. 21 gennaio 2009 - Il presidente statunitense Barack Obama ordina la chiusura del carcere nella Baia di Guantanamo. Dal 2002 la base ospitava una prigione militare, fino a poco tempo fa segreta, ove venivano imprigionati, e sottoposti su autorizzazione dell'allora presidente George W. Bush, ad un trattamento non conforme alle norme del diritto internazionale, in special modo quelle della Convenzione di Ginevra pur di estorcere qualsiasi tipo di informazione utile, i prigionieri di guerra catturati nelle campagne militari in Afghanistan e Iraq considerati collegati con la rete del terrorismo internazionale. 25 gennaio 1961 - Esce La carica dei 101, film di animazione della Walt Disney. 29 gennaio 2001 - Migliaia di studenti in Indonesia invadono il Parlamento e richiedono che il presidente Abdurrahman Wahid si dimetta a causa delle accuse di coinvolgimento in episodi di corruzione.


Rubrica PSYCOVER

ADOLESCENZA: UNA PROSPETTIVA ANALITICA a cura del Dott. Italo Gionangeli - Neuropsichiatria Infantile - Analista C.I.P.A.

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ADOLESCENZA TRADIZIONE E TRASGRESSIONE

Nei numeri precedenti ho illustrato brevemente alcune problematiche che caratterizzano l’adolescenza. In quella sede ho sottolineato in particolare le condizioni in cui si trovano i ragazzi e le ragazze che attraversano quello “stretto pertugio”, come l’ho definito in un lavoro dello scorso anno. Ho ricordato come si debbano confrontare con una trasformazione così radicale, sia nel corpo che nella psiche, che sovente non sono in grado di superare senza subire contraccolpi più o meno evidenti, e che le istituzioni che si occupano di loro, sono spesso in difficoltà nell’individuare una strategia efficace di aiuto al disagio che irrompe. Uno degli atteggiamenti che si dimostra più efficace è senz’altro quello analitico. Ho parlato di atteggiamento e non di tecnica o di teoria per sottolineare il carattere relazionale dell’approccio che mira - più che a curare (spesso non c’è una malattia alla base della sofferenza) - a comprendere e instaurare un rapporto virtuoso con l’adolescente, con una modalità che considera la parte inconscia della struttura psichica, meno conosciuta, meno consapevole ma proprio per questo più ingombrante e più determinante. Questa modalità di lavoro è mirabilmente esposta in un

AUTORI

Bianca Gallerano e Lorenzo Zipparri

EDIZIONE Vivarium

libro di recente pubblicazione dal titolo: "ADOLESCENZA. TRADIZIONE E TRASGRESSIONE" di Bianca Gallerano e Lorenzo Zipparri, edito da Vivarium. Gli autori, due analisti didatti del C.I.P.A. (Centro Italiano di Psicologia Analitica), in questo libro illustrano, partendo da un punto di vista essenzialmente clinico, le caratteristiche dell’intervento su base analitica, passando in rassegna la vastissima letteratura esistente sull’argomento. Attraverso l’esposizione di numerose storie cliniche della propria amplissima esperienza, riescono a farci entrare dentro la metodologia con una chiarezza espositiva e una rigorosità scientifica che rende la lettura adatta sia agli operatori analitici sia agli operatori che fanno riferimento ad altre griglie teoriche. L’approccio non ideologico, come dicevo clinico (si privilegiano le storie, le sofferenze ed i vissuti personali e non le teorie) permette di capire i bisogni di trasformazione dell’adolescente, che non disdegna ma anzi richiede riferimenti tradizionali che nella nostra società sembrano essere perduti. In realtà Gallerano e Zipparri ci fanno capire, con una prima parte dedicata ai miti ed ai riti di ini-

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ziazione, come alcune forme di tradizione abbiano preso forme diverse ma sussistano tuttora e che hanno acquisito dei significati forse più importanti che in passato. Fondamentale poi è l’esposizione del dibattito all’interno della comunità scientifica, tra chi considera l’adolescenza come una forma quasi patologica dello sviluppo e chi invece la considera come una fase di passaggio necessaria e creativa, tanto da considerarla come la fase decisiva della vita. A questo proposito mi sembra significativa l’affermazione di Winnicott, citata dagli autori in epigrafe: “Coloro che si accingono ad esplorare questa sfera della psicologia devono ammettere fin dall’inizio che gli adolescenti, maschi o femmine, non vogliono essere capiti. L’adulto deve tenere per sé ciò che riesce a comprendere dell’adolescente. Sarebbe assurdo scrivere un libro sull’adolescenza per gli adolescenti, perché questo periodo della vita deve essere vissuto, ed è essenzialmente una fase di scoperta personale. Ogni individuo è impegnato in un esperienza di vita, in un problema esistenziale.”

APPUNTAMENTO: Gli autori saranno presenti a Ladispoli, presso la Biblioteca Comunale, il giorno 28 Gennaio 2012 alle ore 10, in una tavola rotonda a cui sono invitati le istituzioni e gli operatori del settore.


Una fetta di mondo chiamata:

TERRA degli UOMINI INTEGRI Cronache, progetti e pensieri dall'Orfanotrofio Wend Mib Tiri (Burkina Faso)

C

di Rita Leorato

We n dingoudi è un nome difficilissimo. Meglio abbreviarlo nel più dolce Wendy che già conosciamo tutti grazie ai cartoni animati. Ma invece dei lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri dell’amica di Peter Pan, la nostra Wendy in carne ed ossa ha neri capelli crespi e gli occhi profondi e scuri dell’Africa. Aveva due anni quando, nel febbraio del 2010, l’ho incontrata e tra i tanti bambini dell’orfanotrofio di Yako è quella che probabilmente ha rappresentato la svolta inaspettata sul mio cammino. Ero a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, in un centro medico quando mi è stato chiesto di portare una valigia di vestitini in un orfanotrofio 110 chilometri a nord. Sono partita una mattina di sole cocente, abbandonando il caos della città e percorrendo due ore di strada polverosa. Poi, nel niente di un’immensa terra rossa, assetata e impietosa, ecco apparire all’improvviso una struttura vecchia, sporca, triste: tre anguste stanzette per fare da tetto a 21 bambini orfani o abbandonati. E così piccoli, tanto piccoli! A parte i tre in età scolare, tutti meno di 3/4 anni, chi disteso su vecchi lettini o su maleodoranti materassini, chi seduto, all’esterno, su un pavimento di pochi metri quadrati, unico angolo riparato da una tettoia. Bambini immobili, senza sorrisi, senza lampi negli occhi. Donne visibilmente povere si davano da fare, chi lavava montagne di panni, chi preparava da mangiare intorno a fuochi accesi a terra. Il mio arrivo più che una sorpresa è sembrato un sollievo: subito una donna

che teneva in braccio un neonato ha allungato con un sorriso le mani, ha deposto il piccolo tra le mie braccia e se ne è andata a fare altre cose. E così sono rimasta con il bimbo: 9 giorni di vita, gli occhi e i pugnetti chiusi, immerso in un sonno ignaro. Mi sono seduta su un muretto col cuore che batteva forte, completamente rapita da quel visetto quieto, quando ho sentito il tocco lieve di una mano posarsi sul mio ginocchio. Una bambina con uno sgargiante vestitino giallo era accanto a me e mi fissava seria, con la sua manina ferma sulla mia gamba. È stato un attimo, il passaggio fulmineo di uno sguardo, un’intesa profonda, una promessa. Per tutto il giorno Wendy non mi ha lasciato mai, piccola ombra ostinata che mi ha seguito passo passo, ovunque andassi e qualsiasi cosa facessi. È lei, la bambina col vestitino giallo, il simbolo del nostro connubio, il trait

d’union tra due mondi così diversi, così lontani. Sono i suoi occhi neri che mi hanno dato forza quando tutto ancora sembrava così difficile, è il calore della sua mano che mi ha sempre dato la spinta per camminare e non fermarmi. Li vedo quegli occhi, fermi nei miei, la potenza di un ciondolo che ipnotizza e strega. L’ho fotografata tante volte, prima immobile e docile con la sua mano sul mio ginocchio, poi nel lettino dove è stata messa perché le giornate a Yako sono lunghe e senza nulla da fare, e stare sdraiati dentro un lettino e forse addormentarsi è meglio a volte che stare seduti per terra e aspettare che il tempo scorra. Visetto dolce e triste, bellissima, una volta in Italia ha sedotto tutte le persone che si sono soffermate, anche loro stregate, a guardare la sua fotografia. È stata la prima bambina ad essere adottata e rimane, per me, l’emblema del nostro

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cammino. I suoi sorrisi di oggi sono la prova che i nostri sforzi non rimangono vani, e il suo sguardo pieno di gioia con la bambola (una bambola vera!) che le abbiamo portato e si è fatta legare sulla schiena è uno stimolo per andare avanti. Sono passati quasi due anni dal nostro primo incontro. Ogni volta che varco la soglia di quel posto estremo e bellissimo che è l’orfanotrofio di Yako, mentre tento di abbracciare contemporaneamente tutti i bambini dell’orfanotrofio, la cerco, quasi come un naufrago la sua stella polare. Certo lei non si ricorda di me, del nostro primo incontro, ma io la rivedo com’era, piccola, sola, con un dolore dignitoso negli occhi e una silenziosa domanda di tenerezza, e nella desolazione di quella terra polverosa e piena di mosche mi colpisce come una sferzata quel vestitino giallo, esplosivo e violento lampo di allegria, di gioia, come un campo di girasoli, come un sole d’agosto che brilla e dà vita.


Gira...MONDI Racconti di un viaggiatore alla scoperta di luoghi meravigliosi tra Parole&Musica

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di Giuseppe Vitali

Dopo aver assaporato la Norvegia e la sua perfezione nel renderti la vita dannatamente vivibile, ero già pronto a risalire su un aereo per un’altra destinazione, incoraggiato dal monologo di Ivan Benassi in arte Stefano Accorsi, speaker occasionale per radio raptus (il film Radiofreccia fu galeotto), “Penso che paesaggi scenografici come quelli norvegesi non c’è ne siano, ma non è detto che non c’è ne siano altri belli in maniera diversa”. Con la mente a David Bowie e la sua indimenticabile rebel-rebel sono di nuovo con la valigia in mano, carta d’imbarco e documento pronto: destinazione Grecia. Stanco delle solite mete estive, decido di andare a Salonicco e cosa fare per iniziare ad avere informazioni sulla città se fino a quel momento per me la Grecia era sinonimo di Atene e Santorini? Cercarla su google col’Iphone! Nel giro di 5 minuti sapevo storia, cose da vedere, cose fare, cosa mangiare, dove andare a ballare e dove dormire! Fantastico. Da Roma volano giornalmente diverse compagnie (Alitalia e Ryanair su tutte) provenienti da entrambi gli aeroporti romani; per il mio viaggio ho scelto Ryanair con prezzi eccezionali ed un orario di partenza nella tarda

Salonicco

mattina, almeno questa volta posso evitarmi l’alzataccia! Atterrato a Salonicco con una temperatura simile alla Sicilia in pieno agosto noto in lontananza un monte che mi evoca qualcosa che non riuscivo a ricollegare, ma basta la suoneria del cellulare di una ragazza che trillava Cristina D’Avena con Pollon per ricollegare che quello era il famoso Monte Olimpo! L’aeroporto internazionale di Salonicco (Thessaloniki in greco) dista pochi chilometri dal centro e nel giro di mezz’ora, lasciati i bagagli in hotel, siamo già alla scoperta della città attraverso piazza Aristotelous (la loro piazza principale) mangiando un katafi, tipico dolce greco dolcissimo e molto gelatinoso, sorseggiando il loro frappè, ossia un cappuccino che coincide al nostro caffè bruciato più acqua sporca! Passeggiando per le vie del centro percorriamo la via Egnatia e costeggiamo il porto di Salonicco superando la miriade di locali, ristoranti, discoteche e lounge bar sintonizzati tutti su una musica acid jazz che accompagna la nostra visita. Sulle note di Nicola Conte e la sua “Other directions” arriviamo al crepuscolo e il porto si trasforma neanche fosse la croisette di Cannes durante la settimana del Festival.

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Arriviamo fino al simbolo della città: la torre bianca, una torre di 50 metri con una gigantesca bandiera greca visitabile all’interno. Decidiamo di trovare un posto dove cenare e ci dirigiamo verso il quartiere ebraico, quartiere più vivo e gettonato della città essendo pieno di locali, una specie di nostra Trastevere molto più curata, ci sediamo e ordiniamo del pesce squisito, affoghiamo il tutto con del vino bianco francese e ci deliziamo con le note di Jamiroquai e la sua Space Cowboys rivisitata in chiave jazz. Paghiamo il conto - per la cronaca molto basso - e ritorniamo verso il porto per un cocktail. Dal quartiere ebraico ci avvolgono luci e colori di una città che non aspetta altro che farsi scoprire ma rinchiusa da uno stato che predilige il turismo delle isole. La zona del porto di sera è qualcosa di sublime, decidiamo di fermarci al kictchen bar, ristorante/ lounge bar popolato dalla Salonicco bene con tavoli mozzafiato direttamente sul lungo porte e vista di imbarcazioni ormeggiate e luna ad altezza mare. Il locale ci piacerà talmente tanto che nei giorni successivi tornerò li diverse volte e assaggeremo l’insalata greca più buona che abbiamo mai mangiato e prelibatezze sconosciute fino a quel momento. Visitando la città rimaniamo affascinati dai resti della civiltà greca e dalla mescolanza di chiese ortodosse e mussulmane presenti nella città. Una serata in particolare rimarrà vivida nei miei ricordi vista la scoperta di un gruppo jazz, soul, dance che risponde al nome di Jessica 6, complesso capitanato da una frontwoman identica a Nicole Scherzinger delle Pussycats Dolls, che canta ed intrattiene il pubblico con un brio da far invidia a cantanti molto più gettonate. Non mi succedeva da molto di scoprire per puro caso un gruppo così intraprendente attraverso un live in una città straniera ma sarà il momento felice, la scoperta di una città fantastica come Salonicco e la compagnia senza paragoni che assoceranno Salonicco come uno dei capitoli più belli del 2011.


LaNewyorkese

London

La Grande Mela attraverso lo sguardo di una moderna Alice nel Paese delle Meraviglie

Eravamo stretti fra le transenne e le persone, un unico grande corpo sudato nonostante il freddo e la neve. Colori, suoni, luci, musica e poi odori, sorrisi, urla, tono della voce alto, tono della voce altissimo, come solo gli americani sanno parlare. Io che mi guardo intorno in questo vortice di eccitazione e riesco a malapena a distinguere un grande e sproporzionato orologio che segna il tempo mancante alla mezzanotte. L’orologio diventa sempre più grande, le sue lancette sono comandate dalla folla impazzita che salta e strilla. Il terrore mi assale quando le persone attorno a me iniziano a scandire i secondi che mancano alla mezzanotte. Ho paura di essere sommersa dalla folla, ingoiata dalla musica, schiacciata dalle bottiglie di birra…Ten, nine, eight... driiiiiiiin! La sveglia mi salva. È vero, oggi è il 31 dicembre e per fortuna io sono ancora a letto. Al caldo. Lontana dal caos di Times Square, dalla gente ubriaca e dai poliziotti arrabbiati. Ma non ho tempo per poltrire a lungo, devo correre a preparare la cena del veglione. Dicono che quello di New York sia il capodanno migliore che si possa fare. Sono già felicissima di essere qui, e quindi sarò soddisfatta di trascorrerlo con i miei amici, evitando la folla della piazza. Molto meglio l’appartamento del mio amico, con vista sulla statua della libertà, è caldo, accogliente. A cena saremo una dozzina e l’appuntamento per andare a fare la spesa è al Chelsea Market. Come dire ‘abbiamo intenzione di fare le cose in grande’, dato che il mercato di Chelsea è uno splendido centro commerciale in una delle zone più di chic della città. Solo lì puoi trovare un mercato del pesce buonissimo, un supermercato italiano ben fornito e poi spezie orientali, frutta tropicale, dolci africani. Sembra che il meglio delle

UNDERGROUND

di Shaila Risolo

possibilità culinarie del mondo si siano concentrate in questo angolo del pianeta. È una gioia per il palato e per gli occhi. Sbrigate le commissioni mi diverto a fare un giro per la città, rimanendo sempre in zona. Lungo il fiume Hudson c’è una vita molto tranquilla, persone che corrono, famiglie a passeggio con i bambini. Da qui la visione del tramonto riesce a regalare uno squarcio di poesia nella frenesia della metropoli. Mi siedo su una panchina, ascolto un po’ di musica e respiro profondamente regalandomi quest'ultimo tramonto dell’anno in pace e tranquillità. Dall’altra parte del fiume c’è il New Jersey, un'altra città in un altro Stato. Il sole scende fra i grattacieli, il giallo e l’arancione rimbalzano sulle finestre degli edifici, l’acqua che scorre sotto il molo diventa sempre più scura, e nel cielo terso brillano le prime stelle. La città si prepara ad affrontare l’ultima serata dell’anno. L’aria è frizzante, l’energia che si respira mi fa quasi venire voglia di correre e di saltare, di camminare saltellando come mi facevano fare a scuola durante l’ora di educazione fisica. Sarà questa la felicità? Non c’è tempo da perdere. Bisogna preparare la cena. Gli amici arrivano e tutto si consuma velocemente, fra risate e brindisi in lingue diverse. A mezzanotte la statua della libertà è illuminata dai fuochi d’artificio sulla baia. Sembra che quelle che vedo dalla finestra siano le immagini proiettate in una sala cinematografica. Uno spettacolo indimenticabile! Quindi via, tutti a ballare. Piccolo particolare: non abbiamo considerato un dettaglio. Per andare nel locale dove siamo in lista, dobbiamo prendere ben quattro taxi. Ma trovarne uno a capodanno è come cercarlo a Roma in un giorno di sciopero dei mezzi pubblici. La vedo dura... Tutto il mondo è paese!

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La città cosmopolita per eccellenza vissuta e raccontata dagli occhi e dal cuore della nostra blogger

"Hai per caso visto le mie chiavi di casa?"

di Arianna Mariani

Ho un taglio di capelli orribile, sono pallidissima, neanche mi sento poi così sicura di me con queste scarpe, chiamo un cab, non mi divertirò mai. È quasi Natale, me ne sono accorta dalle decorazioni del Bentals Center, dalle vetrine di Arrods, dalle offerte "buy one get one free", dalle innumerevoli bottiglie di alcol nelle cassette della differenziata e soprattutto dalla quantità di X’mas party che ogni compagnia organizza per i propri dipendenti. Proprio per questo motivo non mi piace il mio look ma tutta convinta salgo sul taxi e faccio finta di essere una persona normale che dimostrerà ai suoi colleghi come ci si diverte e come ci si comporta. Arrivo dove chiunque ci passi alza gli occhi per vedere se gira o se sta ferma. Fra un abbraccio di alberelli colmi di lucine blu, accordi di chitarra strimpellata, urla di persone in delirio su una pista di pattinaggio sul ghiaccio, odore di ketchup e mele zuccherate, telecamere e poliziotti, alzo gli occhi e sono sotto il London Eye che, come sempre, sono sicura che non giri! Sono felice, la City e il Tamigi, l'orologio e la statua di Nelson Mandela, Waterloo Station e Covent Garden, la Tube e i miei piedi che mi portano dritta dritta all'appuntamento con il resto dello staff con cui tutti i giorni litigo, mangio, parlo, rido e sudo. Tutti pronti per la festa, dove qualcuno ci rimetterà la salute sicuramente. Chiedo ripetutamente dove stiamo andando, cosa faremo, che musica ci sarà, ma tutti rispondo solamente"Arianna you gonna have loads of fun over there"(ti divertirai una cifra). Usciti dalla tube a Tottenham Court Road girando subito a destra siamo arrivati sulla classica main street dove c'è tutto ciò che mi piace: musica, gente, gentaglia, maschere, club, buttafuori, isole per fumatori riscaldate e il Locale del nostro Christmas Party dove tutti dicono che io mi divertirò molto. Il mio disincanto arriva veloce come l'odore del sudore sulla moquette e il sound di qualcosa che ho proprio il terrore si chiami SALSA MUSIC! La serata così ha inizio, circondata da marpioni di Valona, con magliette dei giocatori della nazionale di calcio Italiana, piccoli sorsi di un improbabile Pinot Noire, 6 tapas quattro delle quali a base di gamberi, sigarette al mentolo sul retro del locale a meno tre gradi, una noia pazzesca e soprattutto un viaggio di ritorno da dimenticare, con la mia manager senza scarpe che dormiva a bocca aperta sul retro del taxi. Sono le tre e un quarto... CAZZO LE CHIAVI! (tuuu tuuuuu tuuuuu tuuuuu Andrea sorry sono io apri?). Finalmente il mio letto. Io lo so cos'è che non mi è andato giù del mio Xmas party: La lettera di licenziamento per bancarotta che ci è arrivata due giorni dopo, che prima del Santo Natale annunciava a 723 dipendenti che le vacanze sarebbero state prolungate. p.s. Io sono stata assorbita dalla nuova compagnia americana di cui non sono convinta, che dal primo gennaio prenderà il posto di Chè GèGè..ma arriverò tardi perché io quest'anno lo inizio con la mia famiglia.


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OROSCOPO

di Aldo Anchisi

di Alessia Campodonico

Ariete

Può definirsi impropriamente Dislocazione Temporale, e sicuramente se abusata conduce a una forma strisciante di schizofrenia, perché il soggetto - io, in questo caso - è costretto a vivere e operare nel tempo presente, ma a proiettarsi con la scrittura al mese successivo, situando un nuovo Tempo Presente (e quindi in sostanza una nuova linea temporale) nel momento esatto in cui chi legge la rivista lo leggerà. Tutto questo spiegone per introdurre la rubrica di questo mese (quale, il dicembre di quando sto scrivendo o il gennaio in cui mi state/starete leggendo? Forse sarebbe meglio dire: di oggi? Ma no, la situazione anzi peggiora perché i concetti di “oggi” e “domani”, volendo, sono ancora più subdoli). Insomma, eccoci qua. Siamo/siete a gennaio 2012, secondo i maya il mondo finirà prima del capodanno prossimo, secondo la signora Angela Merkel pare anche prima, se è vera la leggenda urbana secondo cui la Germania starebbe stampando in qualche stabilimento elvetico e nascostamente dal resto d’Europa le sue banconote di marco tedesco. Siamo a gennaio e siamo sommersi dalle macerie del vecchio 2011, che Dislocazione Temporale permettendo - ci ha salutato sicuramente con lanci di petardi e giochi pirotecnici da ricovero d’urgenza (quanti saranno, quanti saranno stati? boh, ci si potrebbe scommettere qualcosa nei centri Snai…), con pochissimi lanci di lavatrici e di oggetti inutili dalle finestre (perché un conto è la tradizione, un altro è la consapevolezza di una nuova povertà che ci morde i polpacci, e una lavatrice seppure anziana è pur sempre una lavatrice), con pochissime speranze in un futuro migliore (strano, considerato che è vero che al peggio non c’è mai fine, ma è altresì indiscutibile che il livello che abbiamo raggiunto/raggiungeremo al 31 dicembre ci fa considerare quasi al sicuro da ulteriori peggioramenti, per la sua bassezza). Pessimista? No di certo. Un bicchiere riempito a metà per me sarà sempre mezzo pieno invece che mezzo vuoto. Ma un bicchiere quasi vuoto come si definisce? Quando lavoravo in banca si usavano giri di parole ipocriti per definire gli obiettivi di budget assegnati di volta in volta. I risultati da raggiungere erano prima “importanti”, poi “impegnativi” e “intensi”, poi via via sono

«La prima parte del mese è più interessante e vivace: in questa infatti sarete senz’altro più elastici, più adattabili, più ottimisti e, soprattutto, bendisposti a difendere i vostri diritti. Sarà piacevole condividere con il partner questo clima allegro e coinvolgente e servirà a rinforzare il legame. Le coppie conviventi, che hanno avuto discussioni o si sono dovute confrontare con problemi legati alla casa, ai figli, alle finanze, adesso avranno modo di recuperare».

diventati ”sfidanti”, ma mai, dico mai, “impossibili da raggiungere” o “inadeguati per eccesso di ottimismo”. Quindi ho imparato con gli anni – e prendendo le distanze da quell’ambiente - che una previsione può restare irrealizzata, che un budget può non essere raggiunto. E che un bicchiere quasi vuoto non può chiamarsi Bicchiere Sfidante oppure Bicchiere In Positivo Trend Di Crescita… Questo ragionamento ci porta alla conclusione, e per festeggiare il Nuovo Anno (e il Nuovo Corso del Prof. Monti) a una individuazione del MI PIACE NON MI PIACE molto scarna: NON MI PIACE questo futuro incerto e la mancanza di punti di riferimento sicuri che ne consegue; MI PIACE questo futuro incerto e la mancanza di punti di riferimento che ne consegue. Per dirla in altri termini: mi piace ciò che mi fa anche paura, mi sento (e CI sento) in pieno cambiamento, e questo mi fa sentire vivo. Anche se la vita mai come ora è vero che sia Fatica, e Sangue e Saliva e Sudore e Incertezza e Paura. Canto e discanto, la definiva il mio amico e guru personale Ivano Fossati. Leggeteli, questi testi datati 1990, sono di una bellezza struggente ma anche di sconcertante lucidità, e attualità. Si vive di intelligenza, di intermittenza, tra le tante cose di cui si vive. E poi conclude così:

Gemelli «In particolare, la seconda settimana di gennaio sembra volervi regalare emozioni: complicità con il partner, incontri interessanti se siete single, più sollievo e appagamento per il cuore. Se potete, scegliete quel periodo per un viaggio, una vacanza, un appuntamento romantico. Se invece vivete un rapporto stanco, demotivato, ormai in crisi, considerate l’opportunità di passare oltre. A volte le cose finiscono e basta».

Leone «Per molti di voi, l’anno che si chiude sembra essere durato un secolo. Tanti e tali sono stati gli impegni, i cambiamenti, i problemi. Non siete tipi che si abbattono facilmente o se lo fate vi riprendete in fretta, eppure ci sono stati momenti in cui davvero vi siete sentiti prosciugati di energie, di risorse, persino di speranze. Mettete lo stress e il pessimismo tra le cose da buttare a Capodanno: potete permettervi di guardare al 2012 con uno stato d’animo più leggero e propositivo».

Bilancia «Non si può dire che sia stato un anno facile per voi; se pure certe configurazioni permangono, questo mese vi offre buoni appoggi. Sul piano privato e sentimentale, il Natale regala un’atmosfera di meritato relax, condita com’è giusto di emozioni. Venere è in ottimo appoggio sino al 14 gennaio, e permette il ritorno del dialogo, della complicità, della voglia di superare i problemi o almeno di rimandarli a dopo le feste. Complessivamente il 2012 riserva buone notizie per il vostro segno».

Sagittario «Il cielo del mese si presenta equilibrato e stimolante, soprattutto nelle prime settimane e quindi nel periodo delle feste. Le configurazioni che vi coinvolgono sembrano proprio aiutarvi a vivere questo periodo in modo completo: cioè in buon equilibrio tra introspezione ed entusiasmo, tra dolcezza e allegria, tra riposo e movimento. In campo lavorativo, nonostante l’inevitabile rallentamento del periodo, siete concentrati ed efficienti. In conclusione potete permettervi di chiudere l’anno, e iniziare quello nuovo, con il sorriso».

Di questo si vive e di tant'altro ancora che inseguiamo come i cani respirando dal naso per finire invece ancora sorridenti, ancora abbaianti di un dolore a caso.

Acquario

Auguri di cuore a tutti noi, Abbaianti e Dislocati Temporali.

«L’anno termina e inizia in bellezza, con un cielo più sereno e promettente. La Luna Nuova del 24 dicembre, evidenzia la stanchezza accumulata soprattutto a livello mentale ed emotivo, ma avrete modo di riposarvi. Intanto potete cominciare a godervi le feste, spazzando via dalla mente e dal cuore le nuvole dei ricordi dolorosi e dei pensieri cupi».

DISCANTO è il titolo della canzone e dell’album che la contiene, pubblicato da Ivano Fossati nel settembre 1990 sotto etichetta EPIC. Vincitore della targa Tenco come miglior album dell’anno.

34

Toro

OROSCOPO

P

Gennaio

«C’è qualcosa di speciale in questo magico momento di passaggio tra il vecchio e nuovo anno. Qualcosa che rende prezioso il raccolto di esperienza e ricordi del passato, e che vi esorta a guardare al futuro con fiducia. Venere è un po’ dispettosa, ma tornerà a sorridervi il 14 gennaio. Sarà insomma un mese positivo, tutto da godere e da sfruttare, quindi le prospettive incoraggianti autorizzano un buonumore più che mai motivato».

Cancro

«È un mese ad alti e bassi, ma nel complesso abbastanza equilibrato. Continua ad essere un periodo importante per molti di voi, ma la pausa delle festività potrà permettervi di fare il punto, per superare i ricordi più faticosi o dolorosi del 2011 e accogliere il nuovo anno con fiducia. Per facilitarvi il brindisi augurale, si ricorda che il 2012 sarà decisamente più generoso con voi, rispetto agli ultimi anni».

Vergine

«Nonostante la pausa delle festività, il lavoro sembra il protagonista del mese, sia a livello di progetti che, fortunatamente, anche di risultati e soddisfazioni. Anche sul piano economico è un periodo migliore: in altri termini, sia per chiedere che per concludere, conviene sfruttare i primi mesi dell’anno, a partire da gennaio. I pianeti vi incoraggiano e vi sostengono sino all’estate, ma sapete bene come si dice: chi ha tempo, non aspetti tempo».

Scorpione

«È un cielo armonioso quello che accompagna il passaggio di consegne tra vecchio e nuovo anno: festeggiate quindi come e con chi preferite, ma non dimenticate di “buttare ciò che non serve più”: pensieri, emozioni e ricordi negativi, trattenendo dal 2011 solo l’esperienza utile e preziosa. L’unica opposizione da evidenziare riguarda Venere, che potrebbe segnalare un po’ di freddezza nei rapporti affettivi».

Capricorno

«Rispetto allo scorso anno la differenza c’è e si nota: meno stress, meno pessimismo, meno stanchezza e tanta sincera voglia di godervi le ricorrenze festive e il compleanno come meritate. Abbandonate quindi gli occhiali scuri e guardate al futuro con fiducia, al passato con rispetto, al presente con amore. In questo mese aumentano le prospettive di sviluppo, anche il vostro prestigio è in crescita e le vostre ambizioni di carriera sono sostenute dal merito e dal consenso che ricevete. È un momento migliore anche sul piano economico».

Pesci

«L’opposizione di Marte presente in questo inizio anno, si fa sentire soprattutto in campo lavorativo e precisamente nei rapporti con le persone: colleghi, soci, concorrenti, persino clienti. Sarebbe comunque il caso di evitare di estendere il malumore nelle situazioni affrontabili o con chi non c’entra. Il periodo delle festività porta un certo rallentamento, come sempre accade. Se comunque siete al lavoro, conviene che vi concentriate su poche cose importanti,pianificando con cura i progetti per il nuovo anno».




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