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ecomagazine settembre 2011 1- numero Ascoltaanno la radio su4 voiceovernetwork.it
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All'interno tutti gli eventi di Settembre
VoiceOver Ma gazine: di A sso cia zione C ultura le VoiceOver, via V i l ni us snc - Ladi spol i (Rm) - COPIA OM AGGIO
Eugenio FINARDI
PIOTTA
VELVET
Alex BRITTI
TORNA IL MIGLIOR GREEN FESTIVAL ITALIANO
L'ECO DELLA MUSICA In esclusiva le interviste ai protagonisti: Eugenio Finardi Claudio Rocchi Piotta Velvet Erica Mou Alex Britti
CAFFETTERIA Yogurt – Frappé – Gelati – Granite – Thè e tisane – Cioccolate Calde BRUNCH Il tuo pranzo veloce con una vasta scelta di piatti o di insalate HAPPY HOUR TIME Apericena: Gustose ricette proposte in un buffet tutto da assaporare Aperidegò: Degustazione di salumi e formaggi RISTORANTE Vieni a gustare il nostro curioso menu nell’incantevole cornice di Piazza Risorgimento WINE-BAR Selezione dei migliori vini locali e nazionali e delle più buone birre artigianali.
LIVE MUSIC: VENERDI dalle ore 22 alle 24 concerti in acustico DOMENICA dalle 19 alle 22 piano bar da questo mese tutti fuori nel nostro comodo e suggestivo dehors!
CAFFETTERIA – RISTORANTE – WINE BAR Piazza Risorgimento, 16 00052 – Cerveteri 06.90209750 www.rendezvousbistrot.it seguici anche su Facebook Rendez-Vous Bistrot 2
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L'INCUBO DELL'INCENERITORE Politicamente SCORRETTO
esclusiva
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Rubrica Per una vita
MENOAMARA
esclusiva
MUSICA
PIOTTA esclusiva
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ERICA MOU esclusiva
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MUSICA
EUGENIO FINARDI
MUSICA
Cultura
MUSICA
VELVET esclusiva
MUSICA
ALEX BRITTI
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Cultura
ECO-ARTE
LE COMUNITÀ DELL'ENERGIA
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Cultura
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Cinema
NOINET ...
PROGRAMMA CONFERENZE
VENEZIA '68 ... Rubrica
L'ALTALENA
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Rubrica
DAGLI OCCHI DI UN 2.0ENNE
Rubrica
ANEDDOTI DEL ROCK
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ACCADDE Oggi
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CLAUDIO ROCCHI
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Finisce l'estate e inizia uno dei mesi più caldi per la truppa di VoiceOver.
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Inchiesta
MUSICA
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VoiceOver
TRA I BAMBINI DI YAKO
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Arte/Design
Eventi
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GUIDA DI SETTEMBRE
Stacca la guida e portala con te!
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CARRELLATE D'ARTE
IL VECCHIO E IL BAMBINO
Wj del mese
MAGA MAGÒ
... Rubrica
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RADIO VoiceOver
PALINSESTO
VoiceOver SCOUTING
REVERSO
Rubrica
IL SAPORE DELLA MUSICA
Memorie d'America
JOHN FANTE
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Rubrica
POLAROID ... MANUALE DI
SOPRAVVIVENZA ... Rubrica
PUNK PENSIERO
Rubrica
LA FINESTRA DI FRONTE
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Rubrica
PSYCOVER
AFRICA blog ... London UNDERGROUND
Solidarietà
I BAMBINI DI YAKO
Mi piace NON MI PIACE ...
OROSCOPO di settembre
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VOICEOVER ECOMAGAZINE
Progetto grafico: Radici Creative
Anno 1 – Numero 4
Via La Spezia, 74 - 00055 - Ladispoli (Rm) info@radicicreative.it
Direttore responsabile: Alessio Caprodossi
Art director: Jessica Sergi
Responsabile editoriale: Emiliano Giacinti
Editore: Associazione Culturale VoiceOver Presidente: Matteo Forte
Responsabile commerciale: Lorenzo Croci Hanno collaborato:
Gianfranco Marcucci, Michela Andreini, Roberto Brini, Simone Giacinti, Igor Artibani, Marco Filacchioni, di M., Alessia Fiorani, Paolo Trucchi, Simone Bracci, Alessio Pascucci, Marzia Maier, Italo Gionangeli, Serena Costantini, Fabio Palumbo, Francesca Pompili, Stefano Frischigneto, S.G. il Nipote, Aldo Anchisi, Giuseppe Carella, Jack.
di Alessio Caprodossi
Via Vilnius snc 00055 Ladispoli (Rm) 06 99 22 01 46 info@voiceovernetwork.it
Stampa: Tipografia Agnesotti Viterbo (Vt) Chiuso in redazione sabato 31 agosto 2011 Registrazione del Tribunale civile di Civitavecchia n. 989/2011 Autorizzazione n. 5 del 20/07/2011
Settembre è infatti il mese dell'Etruria Eco Festival, la manifestazione canora improntata all'ecosostenibilità, legata a doppio filo al nostro magazine, poiché insieme a lei condividiamo l'attenzione verso l'ambiente e la volontà di sensibilizzare i cittadini circa la necessità di un atteggiamento più attento e rispettoso nei confronti di ciò che ci circonda. Ogni anno che passa l'organizzazione si supera operando superbamente secondo il concetto dell'inversamente proporzionale: mentre calano costantemente le risorse economiche a disposizione, aumenta costantemente lo spessore del festival. Così a tanta buona musica si affiancano incontri, dibattiti, confronti, studi e statistiche sulla difesa dell'ambiente e non solo, poiché si parlerà pure dello stato dell'informazione online, dell'11 settembre, di energia, oltre a esposizioni e mostre artistiche. Questo è il ricco menù, a voi la scelta di sedervi al succulento tavolo dell’EEF. La temperatura mensile cresce, e molto, anche perché due membri della truppa saranno in Africa per dedicarsi ad un programma umanitario che coinvolge l'orfanotrofio di Yako, una delle zone più desolate del Burkina Faso, che a sua volta è il paese più povero del martoriato continente africano. Loro saranno lì per dar man forte, prestare aiuto e cercare di donare un sorriso a piccole creature che hanno la sola colpa di essere nati nel posto sbagliato. In un posto al quale il resto del mondo ha voltato le spalle. L'ambiente e la povertà, due facce della stessa medaglia. Quella che se non corriamo ai ripari (abbiamo ancora un po' di tempo, ma dobbiamo sbrigarci), rischia di travolgere noi e tutto il benessere di cui facciamo sfoggio. Al proposito pochi giorni fa mi sono imbattuto in un tizio che parlava in radio di questi temi, sostenendo che da qui ai prossimi venticinque anni i due problemi che infesteranno il pianeta saranno l'inquinamento e il sovraffollamento dello stesso. Perché la Terra non potrà ospitare le nove miliardi di persone previste, a maggior ragione una Terra messa in ginocchio da decenni di sevizie in nome del dio progresso. L'uomo ha chiuso il suo intervento con ironia dicendosi sicuro che questi problemi non lo toccheranno, semplicemente perché, per raggiunti limiti di età, se ne andrà molto prima del 2030. Concludo dichiarando apertamente che ho sempre stimato Paolo Villaggio, come artista e ancor più come uomo (si consiglia al riguardo la lettura di "Vita, morte e miracoli di un pezzo di merda"). Specie dopo aver sentito pochi giorni fa il suo intervento in radio.
Hanno permesso l'uscita di questo numero: Ciao pelato! - Lu trattore - Le trattative - Poraaaacio - La pasticca di Jessica - La filosofia - Porta male - Ma siam passi? - Camilla Parker Ball - I veti dei Giacintis - Fortis tutto rosso - I cornetti - 240 - Lo scuro
SoMmaRio
EDITORIALE
VoiceOver nel Continente Nero
TRA I BAMBINI DI YAKO
U
di Gianfranco Marcucci e Emiliano Giacinti
Un pezzo di VoiceOver è in partenza. Non sta andando in vacanza, quella è già stata fatta in agosto, piuttosto è pronto per un’esperienza diversa. La destinazione è il Burkina Faso, più precisamente l’orfanotrofio di Yako. Il fine di questa avventura è la realizzazione di un progetto umanitario a carattere sanitario e socio ricreativo per i bambini ospiti della comunità. Questa storia è iniziata un anno fa, esattamente in questo periodo, quando il destino ci ha riservato un incontro importante di quelli che ti cambiano perché ti iniettano dentro una nuova consapevolezza mescolata a quel sentimento nobile chiamato speranza.
Era una sera di settembre quando conoscemmo Rita Leorato, che da tempo è impegnata direttamente nello sviluppo di questo orfanotrofio collocato in uno dei paesi più poveri del mondo. Non serviron o molte parole, bastarono pochi racconti sulle condizioni di vita dei bambini e qualche foto per capire che la sua esperienza sul campo meritava un aiuto concreto, un nostro impegno disinteressato. Di lì a breve, anche grazie all’aiuto dell’Associazione Animo, realizzammo nel periodo natalizio un calendario il cui il ricavato è stato interamente destinato all’acquisto di lettini per i bambini di Yako. Ma l’impegno in questa iniziativa benefica a distanza non riuscì a sanare la nostra spinta partecipativa e davanti all’invito da parte di Rita di prendere parte a un progetto umanitario direttamente in loco, le nostra risposta fu un “sì” semplice e diretto. Senza condizioni.
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Ora che il viaggio si avvicina e le valigie sono quasi colme, lo spirito che ci anima è controverso. Noi andremo lì sicuramente per aiutare. Il gruppo che parte con noi, composto anche da due medici, ha predisposto un interessante programma sanitario e la realizzazione di spazi ricreativi per i bambini. Ma questo nostro piccolo sforzo a tempo determinato è sufficiente? Ci siamo promessi che la nostra opera non sarà all’insegna del paternalismo e dell’esibito aiuto, che riscatta la coscienza di noi uomini ricchi del pianeta. Ma questo presupposto non cambia la sostanza: il nostro lavoro lì non sarà sufficiente. Bisognerà continuare a lavorare per l’Africa anche quando ritorneremo in Italia. Seppur il nostro contributo umano non sarà proporzionato al bisogno di quelle popolazioni, questo viaggio aiuterà sicuramente noi che partiamo. Ci aiuterà soprattutto per capire meglio la realtà africana: affamata e appagata nello stesso tempo. Un vero e proprio ossimoro se ci si riflette bene. Le foto dei bambini e delle operatrici locali dell’orfanotrofio che ci sono passate sotto agli occhi nella preparazione al viaggio che ci guardavano serenamente davanti alla miseria che li circondava non hanno fatto che accentuare questa contraddizione semantica. Come può la vita (espressa in quegli sguardi quieti) convivere con la morte (manifestata nella mancanza di cibo, nelle malattie, nelle insufficienti condizioni igieniche)? Cosa non riusciamo a cogliere di quel mondo? Cosa ci sfugge a noi uomini dalla pancia piena? Questo viaggio sono convinto ci aiuterà a rispondere a questi interrogativi, diventati ormai spine piantate nella nostra pelle bianca. Siamo pronti, Africa. Arriviamo per aiutare e nello stesso tempo per comprendere qualcosa in più di te. In questo scambio ìmpari sarai quasi sicuramente tu a darci qualcosa in più! Ma questo potremmo saperlo con certezza solo al nostro ritorno, quando attraverso un reportage dettagliato vi racconteremo la nostra esperienza e chi ha aiutato chi. Buon cammino e buona fortuna.
Non ho commesso ancora nessun reato e devo assolutamente rimediare. Voglio diventare determinante nelle scelte del mio Paese. Ma sono consapevole che, con la fedina penale immacolata, ho veramente poche possibilità. Siamo nel 2011, a venti anni di distanza da Mani Pulite, eppure ancora siedono in aula ben 84 parlamentari con pendenze con la giustizia. Dopo tutto ci stiamo godendo i primi parlamenti non eletti, ma nominati dai partiti. E come stupirsi, allora, che ci siano personaggi in-
L’incubo dell’ inceneritore
inforzvalcanneto@gmail.com rzvalcanneto.blogspot.com
17 Settembre: il giorno dell’evento a Valcanneto
L
La storia ossessionante dell’inceneritore continua! Ogni mattina al risveglio mi chiedo quanto durerà e se sarà una storia “infinita”.
di Roberta Rognoni
Questo è quello che ciascuno della nostra associazione si chiede, sempre e comunque: quelli che vanno al lavoro tutto il giorno, quelli che lavorano senza orario fisso e chi rimane a casa. Si pensa, si pensa sempre, e chi ha un’idea la condivide con gli altri: centinaia di mail tutti i giorni! È diventato un chiodo fisso, ha la priorità “quasi” su tutto, siamo pronti a difendere fino all’ultimo quello che abbiamo costruito fino ad ora: una scelta di vita e di benessere fisico ben precisi, per noi e soprattutto per i nostri figli. Lo riteniamo un sopruso non tollerabile, che va al di là del buon senso e di qualsiasi normativa vigente. Mio padre mi ha sempre detto che l’Italia è la patria del Diritto, dove è finito? L’Italia è chiamata “il Bel Paese”, ma
ci sono i presupposti perché lo continui ad essere? Con questi “mostri” che vogliono costruire, non credo che rimarrà niente di bello e salubre. Così abbiamo pensato di organizzare un evento, un “gran bell’evento” nel centro residenziale che tanti anni fa ciascuno di noi si è scelto e che vorremmo rimanesse tale per altrettanti anni: VALCANNETO. E si chiamerà “Valcanneto c’è”. La data è stata fissata per il 17 settembre, dalle 17 alle 24, tempo permettendo! È un gran fermento, quasi nessuno di noi si era mai cimentato in tale attività. Chi va in Comune a chiedere i permessi, chi stampa volantini informativi da consegnare porta a porta, chi gira come una trottola per chiedere contributi agli sponsor. Contattare l’Enel, la Siae e chi ci procurerà il palco, il service e le luci. Sì, perché ci saranno giovani gruppi musicali per rendere un po’ più festoso questo incontro e poi tecnici ambientalisti e medici che si rivolgeranno a tutta la cittadinanza spiegando, grazie alle loro conoscenze, quali sono i rischi reali e come attrezzarci per com-
batterli. Il pomeriggio sarà rivolto ai bambini con stands che svolgeranno attività didattiche solo per loro, come una fattoria locale che insegnerà a fare la pasta a mano con le uova di struzzo. Molte signore di Valcanneto saranno chiamate a cimentarsi in dolci fatti in casa da vendere durante la festa, come anche le nostre magliette “NO INCENERITORE, NO DISCARICA” e le nuove borse per la spesa. Il gruppo degli scout organizzerà una lotteria con vari premi messi a disposizione da numerosi esercizi commerciali residenti. Ciascuno di noi svolge il compito che si è assunto con entusiasmo e frenesia, ma da neofiti. Gli sponsor, per esempio, sono tutti esercizi commerciali operanti sul territorio: in questo periodo di sagre “a tarallucci e vino” e anche di manifestazioni pro-causa inceneritore, sono stati subissati da richieste di donazioni, tanto da far dire a qualcuno di loro che si sentivano come presi dentro ad un business. Allora ci siamo attrezzati con documentazione cartacea, moduli di adesione all’evento su carta intestata, ricevute con timbro riportante C.F. e indirizzo legale e poi noi… tutti vestiti con le nostre magliette. La credibilità è stata accettata! Ognuno dona secondo le proprie possibilità, ma sono stati tutti estremamente generosi. Oltre ai contributi stiamo ricevendo collaborazione attiva dal nostro Centro Sportivo e da varie associazioni esistenti nel nostro piccolo Centro Residenziale che si sono prestati a risolvere con noi i vari problemi contingenti. Il Centro Anziani ci darà modo di usufruire dei loro locali per ospitare le conferenze degli ospiti che avranno bisogno di proiezioni video. Una cantina dei dintorni porterà botti di vino a erogazione immediata, da accompagnarsi a pane e salsicce offerti da una nota macelleria del luogo. Cosa vogliamo di più? Possiamo solo ringraziare, ringraziare tanto e promettere che nelle nostre possibilità saremo sempre pronti a fare di più e forse anche meglio. Arrivederci al 17 Settembre, tutti a Valcanneto! Perché comunque vadano le cose noi siamo sicuri che VALCANNETO C’È e ci sarà sempre, con la rabbia nel cuore adesso, ma con la speranza del sorriso sulle labbra in un prossimo futuro.
Politicamente
SCORRETTO
di Pascuino - pascuino@voiceovermagazine.it dagati per corruzione (Tedesco), condannati in appello (a sette anni) per concorso esterno in associazione mafiosa (Dell’Utri) o addirittura con condanne in via definitiva (a otto mesi di reclusione) per finanziamento illecito (Bossi, anche ministro per le Riforme Istituzionali). Non manca chi è condannato per aver scambiato assunzioni con regali (Papania), chi per aver diffamato la magistratura (Lehner), chi è stato rinviato a giudizio per truffa (Grassano) o chi ha in corso una richiesta di processo per mafia e
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camorra (Romano, anche ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali). Mi scervello pensando a quale reato poter commettere e penso che, tutto sommato, potrei investirli tutti con l’automobile, così da unire l’utile al dilettevole. Ma poi mi convinco che i cittadini italiani avranno un moto di stizza, prima o poi, e smetteranno di dare il proprio voto a chi mette in lista questi delinquenti. Ed è per questo che ritengo vitale continuare a combatterli. Soprattutto per questo.
Per una vita
MENOAMARA di Serena Costantini
S
“QUEL PICCOLO SCHERMO CATTIVO”
Silenzio. In televisione parla lo psicologo. Senta psicologo, perché hanno ammazzato la ragazzina? Salve psicologo, soffro di acne adolescenziale. Che mi dice? Per piacere psicologo, può darci il suo parere su Anna e Francesco presto sposi nonostante l’obesità? E ora le previsioni del tempo, a cura dello psicologo.
Non sto farneticando a causa dell’ondata di caldo assassino, niente affatto. In questo breve specchietto credo di aver riassunto il palinsesto televisivo italiano della stagione passata e ahimè, temo anche di quella a venire. Oggi per sfondare in televisione si possono scegliere due strade: fare la velina o lo psicologo per i talk show. Se prima la prerogativa per apparire sul piccolo schermo era quella di essere bella e svampita, ora se possibile, siamo caduti ancora più in basso, poiché i veri protagonisti, sono sempre senza cervello, ma hanno assunto l’agghiacciante aspetto di grassi criminologi, baffuti psicologi e preti benpensanti. L’omicidio è il nuovo varietà del 2011 e la cronaca nera il nuovo gioco a premi: “Scopri chi ha ucciso la giovane studentessa e sarai in copertina accanto allo sbiancamento dentale di Nina Senicar!”. In un ristorante parigino il televisore acceso trasmette un reality show di basso livello, proprio come quelli della nostra bella Italia, in cui dei concorrenti appena maggiorenni devono sedurre delle donne “mature” in meno di quarantotto ore. Tagliando la mia entrecote con lo sguardo attonito verso il monitor, penso che in fondo dagli anni ’80, dal Drive In, dalle comiche di Benny Hill, da Il Pranzo è Servito, dalla televisione vissuta per quello che era, ossia un mero intrattenimento serale, ecco da allora, c’è stato un livellamento culturale e intellettuale verso il basso, verso un’omologazione totale. Siamo tutti nello stesso network: io, voi, lo psicologo di Rai Uno, il ragazzino che corteggia la prosperosa signora nel reality francese, quelli che vanno all’Isola dei famosi, quelli che predicano la buona politica e la maggiorata Francesca Cipriani (per informazioni sull’ultima citata, digitare su Google “personaggi da non imitare” la troverete in terza posizione, subito dopo Amy Winehouse e la banda della Magliana). Siamo tutti messi sullo stesso piano, perché non è necessaria nessuna competenza per essere qualcuno, basta un televoto, un post su Facebook, basta un feed positivo su e-bay, la bravura è l’ultima cosa, ora tutti abbiamo diritto di essere qualcuno, anche solo per quindici minuti, proprio come profetizzava Mr. Andy Warhol. In coda a questa corrente di pensiero giungo
però alla deludente considerazione che non potrò condividere la mia intuizione con nessuno, giacché davanti a me c’è seduta la persona più superficiale che conosca: Emily la mia ex vicina di casa ai tempi del monolocale a Bastille. Emily vuole fare proprio la letterina, lo vuole da sempre, da quando la madre, una portoghese benestante, le ha regalato un paio di seni nuovi, o forse da quando le ho detto che secondo me anche in Francia, come in Italia, i calciatori miliardari prediligono le soubrette. Emily sostiene che secondo lei non c’è nulla di male a intrattenere il pubblico a casa mostrando quanto di più bello ci sia: il corpo femminile. “In fondo anche quel pittore che ti piace tanto lo faceva, no? Quello del seicento! Dipingeva sempre donne nude”. “Non credo che le donne di Fernando Botero, pittore ancora in vita, poiché nato nel secolo nostro, si sostentino con un’insalata scondita e un caffè amaro”, le rispondo io. “Ma non assimilo mica tutto eh, ho appena preso la pasticca brucia grassi!”. Emily a volte è spiazzante, forse più del diciottenne del reality sullo schermo, che ora improvvisa un balletto erotico con un cappello da cowboy. Torno in Italia e la situazione nel piccolo schermo è forse peggiore. Nell’ultimo anno il nostro palinsesto ha potuto vantare la straordinaria presenza fissa, nei talk show pomeridiani, del cosiddetto “esperto criminologo”: un mentore per tutti noi che siamo perennemente in pericolo con vicini di casa poco rassicuranti, un guru per generazioni di adolescenti a rischio, che ora, finalmente, grazie all’esperto criminologo potranno assicurarsi una notorietà postuma. Lo sguardo è sempre accigliato, le labbra contrite, questo nuovo messia della cronaca nera televisiva sa il fatto suo, e con i suoi lunghi silenzi ci lascia sulle spi-
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ne, a volte addirittura fin dopo la pubblicità. Per le strade delle città è già una celebrità, l’esperto criminologo è il personaggio più citato nei discorsi al supermercato: “Ha sentito che ha detto il criminologo della televisione? L’ha ammazzata lo zio la ragazzina!” - “Eh ma anche mio cognato l’aveva capito, lo diceva dal primo momento! Io invece ero sicura fosse stato l’ex ragazzo” - “Sì, ma dice che adesso forse c’è di mezzo anche la cugina, secondo me vuole solo coprire la madre”. A pensarci bene è una trama davvero appassionante, qualcuno di voi sa già se faranno una seconda stagione? Siamo storditi, regrediti e catapultati in un mondo che non esiste. La TV alimenta i nostri sogni, percepiamo noi stessi in un’altra dimensione, vorremmo essere lì, nello schermo, vorremmo essere i protagonisti. Ma la TV non è solo varietà, film, pubblicità, programmi. La TV è la fonte principale o unica di informazione per l'80% degli italiani, e c'è un potere assai più ampio che funziona anche quando il monitor è spento. A casa, mio nonno aspetta ancora che il segnale del suo televisore in salotto torni a funzionare, continua a battere colpi su quel cassone degli anni ’80 imprecando contro la Fininvest. Sto cercando di spiegargli che da più di quindici anni si parla di Gruppo Mediaset e che ormai da qualche tempo la popolazione italiana, tutta, anche lui, ha bisogno di un digitale terrestre per sintonizzare i canali e godersi lo spettacolo. Ma lui non sente ragioni e solo quando mia nonna lo rimette in riga, si calma e si decide ad andare in cucina a guardare il telegiornale, sul televisore con il decoder. “Allora sei riuscito a sintonizzare la Rai?”, gli chiedo con tono sardonico. “Mah, anche oggi al TG1 hanno parlato soltanto del caldo, deve essere successo qualcosa di grosso”. Le sue perle di saggezza mi rincuorano sempre un po’. Se un settantottenne con l’Alzheimer si rende conto della truffa mediatica cui ci sottopongono ogni giorno, allora forse, c’è speranza anche per noi.
2011
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di Simone Giacinti
Definirlo rock è riduttivo. E non chiamatelo il ribelle o l’extraterrestre. Il suo percorso è molto più profondo e complicato. Si parte dagli anni di piombo della Cramps con un suono impegnato e nuovo. Si arriva a due dischi di musica classica contemporanea e uno di fado. Un artista che assieme al “fratello” Demetrio Stratos ha rivoluzionato la musica italiana. Che ci crediate o no, si percepisce a pelle di essere di fronte ad un Maestro.
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finardi
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Il rock è un atteggiamento mentale non è solo un passo stilistico.
La sua prima interpretazione è avvenuta a nove anni. Un disco per bambini (“Palloncino Rosso Fuoco” ndr). Quant’è emozionante intuire già da bambini di avere un qualcosa in più degli altri? «Per me era abbastanza normale essendo figlio di una cantante lirica, quindi lo facevo con tranquillità. Ripensandoci ora, mi sembra una cosa straordinaria incidere un disco a nove anni anche perché lo feci con una delle più grandi clavicembaliste italiane: Emilia Fadini». Lei è un’artista non omologato e quindi non molto commerciale. Perciò non deve esser stato semplice riuscire a far arrivare al pubblico la sua musica e i suoi messaggi? «Ovviamente è un po’ più difficile. Io non ho mai avuto, se non con la radio, un successo di massa, “leggero”. È questa la grande differenza che sento, quella di non considerare la mia musica, una musica leggera». I primi dischi diretti al grande pubblico sono usciti con la Cramps. In quegli anni la musica andava a braccetto con la politica e lei era un cantautore schierato. Ricordi dell’epoca… «A livello economico sono stato molto ingenuo, e come me gli altri della Cramps. Non guadagnavamo nulla rispetto ai nostri colleghi legati alle multinazionali e alle etichette maggiori, ma la soddisfazione di aver cambiato rotta alla musica italiana è immensa. C’è stato un periodo negli anni Settanta in cui siamo riusciti a inserire la musica alla canzone, e non ci rendevamo conto però che avevamo fatto un cambiamento immenso, che tuttora si sente». La gioventù di oggi è così passiva come ci mostrano? «Per rispondere basta guardare il mondo arabo. Questo è un periodo dove c’è molto fermento e questo fermento ha un volto giovane. Le “rivoluzioni” le stanno facendo i giovani quindi…». Questo risveglio giovanile ha attecchito in Italia o gli avvenimenti come il referendum sono solo “fuochi di paglia”? «Purtroppo quello che manca nel nostro Paese è una risposta politica. Basta vedere l’elezione di Pisapia e di De Magistris per capire che i movimenti popolari hanno un peso e un riscontro numerico importante, quello che manca è un progetto politico valido. I politici non capiscono. Non riescono a capire che sta tirando un vento veramente diverso». A proposito di fermento giovanile, anche in l’Inghilterra l’aria è calda. «Trovo ridicolo che il Premier britannico Cameron abbia censurato i social network, una mossa molto da Assad in Siria. Credo che quello che è successo a Londra sia l’avanguardia di quello che succederà un po’ dappertutto». Certo se pensiamo che le “rivoluzioni” dei giorni nostri sono partite da un passaparola sui social network e sono poi sfocate nelle piazze… «Infatti internet è un canale importantissimo per l’informazione e per una cultura diversa. Ed è importantissimo che resti libero». E per il futuro musicale? «Il problema della musica in rete è fondamentalmente per il pagamento dei diritti d’autore, ma penso che questo scoglio alla lunga si sorpasserà. Ci sono indubbiamente degli aspetti positivi, da una parte non si vendono più dischi, dall’altra si possono ascoltare canzoni che difficilmente si ascolterebbero». E i vecchi cd che fine faranno? «Non ci sono più i soldi per finanziare i dischi. Io prima di fare un disco devo vedere se riesco a trovare i soldi per farlo».
La Cramps
È stata una casa discografica italiana, fondata alla fine del 1972 da Gianni Sassi, Sergio Albergoni e da uno dei più importanti promoter degli anni '70 Franco Mamone. Il primo album fu Terra In Bocca dei Giganti, disco passato in sordina per via della stretta censura a causa dello scottante tema mafioso. Seguirono gli Area. L'etichetta mise in risalto la parte grafica, con alcune caratteristiche comuni a tutte le sue pubblicazioni. Dal punto di vista artistico raccolse gruppi vicini al progressive specialmente jazz-rock, come gli Arti e Mestieri, i Venegoni & Co e gli stessi Area, e cantautori non tradizionali ma vicini al rock, come Eugenio Finardi, Alberto Camerini e Claudio Rocchi.
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2011 quio con gli Area e Claudio Rocchi mi ha Come mai la decisione di abbandonare fatto pensare che la musica italiana non la lingua inglese nei suoi testi e dedicarha poi così tanto da invidiare a quella si all’italiano? d’oltreconfine da noi tanto amata. «Ho firmato il mio primo contratto alla «Era proprio quello che sosteneva la Numero Uno di Mogol da cantante rockCramps, cercando di distruggere la mublues insieme a molti amici. Ad un certo sica leggera ed inutile, per creare musica punto ci venne la consapevolezza di dofunzionale». ver essere funzionali al periodo e DemeQuindi il rock è anche italiano? trios (Stratos, ndr), che era un po’ il mio «Il rock è un atteggiamento mentale non fratello maggiore, mi chiamò con sé alla è solo un passo stilistico. Chi è rock ricoCramps e da li cominciò tutto». nosce subito chi non lo è». Come si fa a staccarsi di dosso “Musica Che effetto fa essere chiamato Maeribelle” ed “Extraterrestre” e non essestro? re ricordato solo come “colui che canta «È stato strano quando è successo, ma quei due pezzi”? ora, lavorando con giovani musicisti mi «Ancora adesso non è un passaggio rendo conto che posso insegnare come si del tutto compiuto. Ma penso che diffifa un certo tipo di rock. E mi viene anche cilmente si compierà, alla fine mi sento naturale farlo, forse lo sono diventato ancora molto ribelle di spirito, e non mi veramente». dispiace affatto». Nel 2002 è uscito il suo disco “CinquanDal Blues alla canzone teatrale passantanni”. È difficile per lei affrontare il do per il rock italiano. Ci può descrivere tempo che passa? alcune tappe fondamentali di questo «A me non dispiace diventare vecchio. percorso? L’unica cosa è la fatica. Il nostro non «Possiamo andare a decenni. Negli anni sembra, ma è un lavoro molto faticoso. Settanta abbiamo cercato una via italiaQuesta è l’unica cosa che mi spaventa na al Rock, con canzoni come “Musica ridel tempo che passa: la fatica». belle” ed “Extraterrestre”. Quelli Ottanta Pensa che arriverà un giorno in cui riuinvece sono gli anni del “Riflusso” (paroscirà a smettere di scrivere e posare la la da lui coniata nel testo di Cuba, ndr), sua Gibson per dedicarsi completamengli anni della Milano da bere che per me te ad altro? sono stati anni molto duri: la nascita di «Spero di no. La musica per me è come mia figlia con la sindrome di down e il un religione». confrontarsi con l’imparare ad essere Un brano o un album che ha o hanno genitore di una persona disabile. Poi gli influenzato la sua adolescenza? anni Novanta con il passaggio alla gran«Senza alcun dubbio “Satisfaction” dei de industria multinazionale, il successo Rolling Stones mi ha cambiato la vita. con “La forza dell’amore”, ma molte inE poi vorrei consigliare l’ultimo album soddisfazioni musicali. E poi il Duemila di Paul Simon, che è l’enuncio di come dove finalmente ho smesso di inseguire crescendo ed invecchiando si possa fare il successo, mi sono reso indipendente musica estremamente profonda». ed ho creato ciò che volevo, cioè musica In chiusura, dopo aver calcato i maggioclassica, fado e blues». È che viviamo in un momento di riflusso ri palchi italiani e non solo, cosa signiÈ preoccupato per il futuro della musica e ci sembra che ci stia cadendo il mondo addosso fica suonare sul palco dell’Etruria Eco italiana? che tutto quel cantare sul cambiar la situazione Festival e dedicarsi al tema dell’ecoso«Pochi giorni fa ho comprato l’ultimo non sia stato che un sogno o un'illusione. disco di Fabri Fibra quindi non è che stenibilità? non c’è niente da comprare sul mercato «Quello ecologico è il tema veramente italiano. La mancanza di un cantautore importante della nostra epoca. La politivero e proprio deriva dal fatto che sta scomparendo sica è l’espressione del periodo che vivi. Negli anni ca al giorno d’oggi significa rivedere i nostri modelli la figura di colui che fa tutto, una caratteristica che Settanta la creatività musicale la faceva da padro- di sviluppo e la nostra idea di rapportarsi al conera ed è tipicamente italiana. Io sono per la specia- ne. Da allora è nato un movimento reazionario, ini- sumo. Smettere di consumare, anche se vorrà dire lizzazione: i testi li fa chi sa scrivere testi, la musica ziato dalla Thatcher, che tuttora viviamo, e come frenare l’economia e trovare un modo più armoniola fa chi sa comporre». si sa questi periodi difficilmente producono buona so di stare in terra, è ciò che dobbiamo iniziare a Allora cosa manca? fare. L’ecosistema sta cambiando e se non cambiamusica». «Secondo me c’è una mancanza di cultura. La mu- Il 10 Giugno a Piazza del Popolo vederla a collo- mo anche noi sarà lui a farci cambiare».
settembre
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cerveteri parco della legnara
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2011
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di M.
Incontriamo Claudio Rocchi, icona storica della psichedelia “mistica e visionaria”, in una casa di campagna della periferia romana, alle prese col missaggio finale del suo ultimo disco, “In Alto”, in uscita a novembre. http://www.claudiorocchi.com
Partiamo dagli inizi e da come si è sviluppata la sua carriera? «Risponderò in maniera impropria. Quand’ero piccolo ho scritto una canzonetta che diceva “c’è molta strada dal niente al qui”, perché mi immaginavo che da un certo Niente, che assimilavo alTutto, al Principio, per una serie di srotolate circostanze che non sappiamo codificare eccoci qui a chiacchierare. Quindi dove inizia qualcosa è difficile dirlo. Diciamo che quando mio padre mi regalò una chitarrina Eko per il mio undicesimo compleanno ho provato a prenderla in mano e ci ho pensato su. Da qui deriva poi tutto il resto: il primo disco con gli Stormy Six, le esperienze da autore, i dischi solisti, le collaborazioni con Finardi, Battiato, Tofani, Camerini, Radio Rai e tantissimi altri, i viaggi in india, le esperienze di ricerca…». A proposito di ricerca, quale letture consiglierebbe a un giovane che si avvicina a certe tematiche e che magari trova anche nei suoi testi la possibilità di un percorso? «Prima o poi nella vita di qualunque essere senziente arriva il momento in cui non ci si può non porre domande come “chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando”, perché sono chiamate dall’intelligenza, dal buon senso, dall’esperienza… Alle fanciulle e ai fanciulli di altre età interiori che in un certo punto della vita avessero
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avuto l’ardire di interrogarsi nel classico modo, consiglierei di non perdersi alcuni testi di diversa derivazione culturale. “L’arte di amare” di Eric Fromm, che riprende le istanze della psicologia del profondo orientale che già Jung aveva codificato. Kalil Gibbran e il suo “Profeta”, che leggevo continuamente in radio(tanto da ricevere anche un attestato di benemerenza dalla casa editrice Guanda per aver evidentemente mosso molto le vendite di questo testo). Lao Tze e il Tao Te Ching. Poi se si vuole fare un salto quantico possiamo citare il Kybalion del tre volte eccelso Ermete, ed i suoi principi imprescindibili di conoscenza come polarità, ritmo, corrispondenza, già noti nell’Antico Egitto. Non perderei il romanticismo di Novalis e il suo idealismo magico, i maledetti francesi e la beat generation americana». Ha lasciato fuori il mondo indiano che tanto ha influenzato il suo lavoro. «L’ho lasciato fuori appositamente, perché le Upanishad, il Bhāgavata Purāna… sono testi enormi, sconfinati, che si presentano alla coscienza di chi già si è fatto tutto un antipasto simile a quello proposto. Ho voluto dare indicazioni di piccoli volumetti di base che possano esser fruiti con grande fervore ma anche facilmente. In ogni caso consiglierei di guardare in tutti i mondi se fosse possibile…».(A questo punto Rocchicomincia a parlare dei vari
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insegnamenti in una maniera impossibile da riportare in una breve intervista, ma che segna il punto più alto di tutta la chiacchierata, ndr)». Vogliamo parlare degli anni '70 e confrontarli con la nostra epoca? «Nel decennio tra il '63 e il '73 il pianeta è stato attraversato da una ventata di freschissima aria nuova in senso culturale ed antropologico. Le giovani generazioni di quel decennio hanno ricevuto i semi di una cultura di sintesi di conoscenze magiche, esoteriche, sciamaniche, derivanti dai mondi del sottile, come se ci fosse un appuntamento risonante e armonico per manifestarsi a milioni e milioni di ventenni che tutti insieme hanno vissuto un’esperienza parallela ritrovandosi come fratellie sorelle. Vedo oggi una sorta di riproposizione, di rinascimento, come un movimento spiraliforme. Non so se la spirale sia ascendente o discendente, ma vedo un ritorno di queste necessità, come avviene sempre nei momenti che sembrano più bui». Cosa ci proporrà all’Etruria Eco Festival? «Sto lavorando con i Vertical Project, un gruppo jazz rock contemporaneo, e insieme stiamo dando una veste più espansa a miei brani storici. Non sappiamo quello che succederà perché sarà la prima volta anche per noi.». È appena uscito un suo disco con gli Effervescent Elephant, un suo libro, un film e sta per uscire il disco nuovo, senza contare che la sua pagina facebook è un blog sempre pieno di nuove idee… come vive tutto questo? «Mi sento come alla vigilia della pubblicazione del primo album. È solo un altro giro di giostra».
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di Matteo Forte
La prima domanda è d'obbligo, perché Piotta? «Il soprannome nacque ai tempi della scuola, se lo inventò Massimo, ovvero Masito dei Colle der Fomento. Le “piotte” erano le vecchie cento lire, rotonde come i miei occhiali». Come si è avvicinato al rap, all'hip hop? È una passione che c’è sempre stata? «Come racconto nel mio secondo libro “Troppo Avanti – Come sopravvivere al mondo dello spettacolo”, (edito da Castelvecchi, 2008, ndr) la passione nacque ascoltando “Walk this way” dei Run DMC ed Aerosmith, quindi crossover pieno, rap e rock come il mio suono diverso». Quali sono gli altri generi musicali che influenzano il suo approccio? "S(u)ono diverso" ha un sound particolare, aggressivo, quasi punk. Insomma, suona davvero diverso! «Esattamente, rock, rap, reggae. Io poi ho una collezione di vinili e cd immensa che va dal prog alla fusion, dal funk al punk, dall’elettronica alla world music». In un momento storico come quello che stiamo vivendo, quale deve essere il ruolo dell'artista? A tal proposito, dall’ultimo album esce un'artista "impegnato"… «L’artista deve essere quello che è in quel momento e avere la libertà di fare quello che gli pare al di là di etichette discografiche, sponsor e balle varie. Io ho avuto la bravura di costruire un mondo a misura di me stesso prendendo posizione su tutto. Non mi piace la mediocrità, non mi piace avere un microfono in mano e non dire nulla di importante, odio gli indifferenti!». E quel dito medio che compare ripetutamente sia nei testi che durante i live?
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«È lo sfogo di più di una generazione frustrata, un gesto istintivo, selvaggio, semplice e diretto che a volte comunica più di mille parole, è il simbolo del mio e del nostro personale “Sabotaggio”. È anche il simbolo di un percorso musicale lontano anni luce dalle falsità televisive di Amici, XFactor e reality vari; io vengo dal basso, dai centri sociali, dal circuito della musica live e ne sono fiero, così come sono orgoglioso di rappresentare da anni la scena alternativa italiana, al di là del genere che ognuno abbraccia - ed io ne abbraccio più di uno - è l’attitudine quella che conta». Dove nascono i suoi testi? Ha dei riti particolari o dei gesti scaramantici che accompagnano la loro stesura o la composizione delle basi?. «Nascono di notte, nel silenzio della notte, quando riesco a parlare meglio con me stesso, a mettere in rima le emozioni della giornata. “Me, myself and I” per citare i mitici “De La Soul”, al limite “steccando l’aria con una sigaretta accesa”». Quanto è stato difficile togliersi quell'er da davanti al nome, con tutto ciò che comportava? Ci è pienamente riuscito? «Al 90% sì, resta la massaia di Voghera, il bracciante lucano ed il pastore sardo, per citare Nanni Moretti. In realtà restano fuori quegli orribili telequiz di Mediaset e la Padania, visto che entrambi hanno capito prima di altri che il “simpatico supercafone” è in realtà una temibile canaglia ed era un goffo tentativo di levarmi credibilità, ma poiché siamo ancora qua dopo dodici anni direi che hanno proprio fallito». Qual è il rapporto, ora, con quel periodo artistico? «Ottimo. Bellissimi ricordi, tanti amici che ancora frequento ed i soldi necessari per fondare la mia label, “La Grande Onda”, e poter avere tutta la libertà di cui necessito». Come mai la scelta di fondare un'etichetta musicale indipendente? Continua a produrre altri gruppi, come ad esempio i Lemming, oltre ai suoi lavori? «I Lemming spaccano, è appena uscito il loro secondo album “Teoria del piano zero”, una mazzata di contenuti e suoni da brividi, sentite “Il lattaio”. E poi ancora Amir, Brusco, i Cor Veleno, Gel dei Truceklan, Jesto (in ordine alfabetico). Inoltre il progetto europeo Diversidad, quello di recupero linguistico dialettale nostrano in chiave rap, Prodotti Atipici e tanti altri». (Per maggiori informazioni in merito www.lagrandeonda.com) Pensieri sull'attuale scena hip hop italiana? E di quella romana in particolare? «Non do mai giudizi generazionali perché credo siano una forzatura. Di ognuno mi piace qualcosa, tipo i testi dei
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Dopo tanto lavoro e tanto sudore si è scrollato di dosso quel soprannome e quell'etichetta di "supercafone" che lo teneva legato ad un mondo musicale non suo. Tommaso Zanello, in arte Piotta, ha tanto da dire; le righe che seguono ne sono la dimostrazione.
Co’sang, le produzioni dei Dogo, la timbrica di Fibra, il freestyle degli One Mic, lo storytelling di Marracash, l’hip hop ragga di Vacca, l’attitudine dancefloor dei Two Fingerz e, per rimanere a Roma, l’immaginario nudo e crudo del Truce o la migliore female mc del momento, alias Baby K». Come persona nella vita di tutti i giorni come si pone circa le tematiche ambientali? «Sono molto sensibile al tema, assorbo tutto come una spugna e poi rilascio il contenuto in forma di rima. Negli anni ‘90 la vita mi sorrideva ed io ridevo nelle mie canzoni, negli anni zero tutto è cambiato ed io con loro, e le mie canzoni con me». Al proposito, sarà uno dei protagonisti dell'EEF, qualcosa di più di un semplice festival musicale. «Conosco il festival e per me è un piacere prendervi parte. So quanta dedizione c’è dietro e sarà ricambiata con una passione ed uno show sul vostro palco che lascerà il segno. Il nuovo show poi è incredibile: dj, basso, chitarra, batteria, rap, rock, reggae, pezzi nuovi, hit storiche, insomma possiamo fare di tutto e di più per cento minuti mantenendo un sound compatto ed omogeneo». Progetti per il futuro? «A fine settembre ricomincerò il mio consueto programma su Radio Città Futura, fino a metà ottobre sono in tour e poi a gennaio uscirà il mio nuovo album di studio (il settimo). Grande livello sonoro e testuale in compagnia di ospiti importanti del panorama italiano». C'è qualche artista della scena hip hop con cui vorrebbe collaborare o ha già messo in piedi una collaborazione futura? Per esempio, non ha mai nascosto la stima per Caparezza… «Infatti con Michele abbiamo realizzato già “Troppo Avanti”, con Zulu la canzone per Greenpeace “No al nucleare”, con i Colle der Fomento ho cominciato, direi che ci siamo. Ci sarebbero i Sud Sound System, che non fanno hip hop ma che stimo molto da tanti anni!». Ci sono dei rumors, delle indiscrezioni, che parlano della partenza di una collaborazione con l'eco-magazine più in voga del momento, VoiceOver magazine per la precisione. Dobbiamo fidarci? «I bookmakers la danno forte, staremo a vedere ma in effetti è arrivata voce anche a me...».
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Ore 10,20. I Velvet sono in viaggio per un concerto.
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Buongiorno Pier, dove andate di bello? «Andiamo ad un importante evento vicino Cosenza, davanti ad una abbazia, dove siamo molto contenti di andare!». Iniziamo a ritroso parlando dei vostri esordi che risalgono al 1999, il secolo scorso! «Eh beh, siamo una band di lungo corso. Io e Ale suonavamo in una band, Giancarlo e Pierfrancesco in un’altra, ma ci frequentavamo. Entrambe le band avevano un ottimo seguito, pure con dei dischi. Quando la cosa si è fatta più seria, alcuni di noi non se la sono sentita di rischiare mentre noi quattro, incoscienti, ci siamo buttati. La cosa non è stata semplice, chi lasciava il lavoro chi lo studio, però la scelta ha pagato velocemente perché come Velvet, nome preso dal locale di Roma dove fondammo la nuova band, firmammo il contratto con la EMI e nel 2000 uscimmo con Tokyo Eyes. Fummo notati da un’azienda di bevande che ci chiese di realizzare un “jingle” per la loro pubblicità». E arrivano i festival. Al Festivalbar sempre un successo, a Sanremo meno… «Beh sì, noi rientriamo nella storia delle band italiane non molto apprezzate a Sanremo, cito i Subsonica e i Bluvertigo nello speciale gruppo, ma quello lo metti in preventivo perché se porti una buona canzone, poi funziona, la conoscono tutti. Sanremo è comunque una vetrina. In corrispondenza con Sanremo 2001 uscì il primo album, Versomarte». Ma il “botto” vero lo fate con un brano che… a proposito ma soffri ancora lo stress? «Ah quel brano andò fortissimo! E fu frainteso, Boyband era una presa in giro alle boyband dell’epoca, e dovemmo dire: ragazzi vi sbagliate, non siamo da copertina di Cioè… Però fummo un po’ ingenui, ci abbiamo pure messo del nostro per alimentare l’equivoco. E da lì c’è stata la nostra esplosione, tutti parlavano dei Velvet. Nel 2002 pubblicammo “Cose comuni”, il seguito di Versomarte. Un album di transizione vera, con brani proiettati verso il futuro e canzoni che richiamano il passato dei Velvet, che ci ha portato al lavoro successivo, “10 Motivi”, la nostra maturità artistica». E l’incontro con Edoardo Bennato? «Era il 2003, noi ed Edoardo Bennato eravamo ospiti di Roxy Bar, trasmissione condotta da Red Ronnie. Durante una pausa, Bennato si complimentò con noi confessando di essere pure un fan. Red Ronnie ci chiese di fare “al volo” un brano con Bennato. E improvvisammo “Le ragazze fanno grandi sogni». Un brano molto significativo per Bennato.
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di Roberto Fantini Perullo
«Infatti. In seguito ci incontrammo varie volte in alcuni concerti, nel frattempo noi avevamo registrato la nostra versione di “Una settimana, un giorno”. Chiedemmo se avesse voluto suonare l’armonica nel nostro brano, e lui disse subito di sì. Andammo in studio da lui e quando sentì il brano, disse che voleva addirittura cantarlo con noi, gli piaceva moltissimo. E nacque così il duetto Velvet-Bennato. Realizzammo un video che fu tra i più passati da MTV e riuscimmo a dare luce ad uno dei pezzi più belli di Bennato che per vari motivi non aveva avuto il successo che meritava sin dall’inizio». E poi arriva “10 Motivi”. «Album che contiene “Dovevo dirti molte cose”, portata al Festival di Sanremo del 2005, quello condotto da Paolo Bonolis, arrivando ultima. Ma una volta fuori da lì andò fortissima attraverso le radio e va forte tuttora. E poi il Festivalbar, l’MTV Day, l’Heineken e tanto altro! Successivamente pubblicammo “Velvet”, un disco molto nostro. Ci siamo tolti molti sfizi, ci sentivamo in pace con il mondo, tanto che abbiamo voluto chiamarlo come noi perché ci rispecchia in tutto. Un disco realizzato addirittura alla vecchia maniera, in analogico, con alcune parti suonate dal vivo. Lo studio era molto grande e allora ci siamo sbizzarriti. E poi ci fu l’ennesimo Festivalbar, l’ultima edizione del 2007». E siamo al 2009, ai giorni nostri. «Rescindiamo il contratto con la Universal e ci mettiamo in proprio. Dopo tanti anni si sente il peso di dover rendere conto a qualcuno per le scelte musicali, per
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cui facemmo questo passo. E dal punto di vista umano la decisione ci ha dato tantissima serenità. Da un lato ci perdi perché alcune “grandi” radio non ti passano, però fai i conti e rifletti che in questi ultimissimi anni la distribuzione musicale sta cambiando, per cui hai tanti altri canali per farti seguire. E il bello di questa scelta è poter partecipare liberamente a iniziative di carattere sociale e benefico. Abbiamo collaborato con i ragazzi di Casasonica, a Torino, per il mix di due dischi, e da questa collaborazione abbiamo appreso molto». E l’attualità dei Velvet? «Lavoriamo a cose nuove, buttiamo giù idee, e forse nei prossimi mesi metteremo a punto un po’ di materiale. Per l’uscita vediamo, quando avremo delle canzoni “buone” le faremo uscire, ormai con il web tutto è immediato». E chiudiamo con l’Etruria Eco Festival, dove suonerete il 10 settembre. Perché avete scelto di partecipare a una manifestazione che va bel al di là dell’ambito musicale? «Abbiamo accettato l’invito dopo che ci siamo informati circa lo scopo di questo evento. Noi siamo molto sensibili alla questione ecologica, e anche personalmente teniamo dei comportamenti molto “eco”. A parte ciò, ci fa piacere suonare lì perché ci sono anche tante attività collaterali molto interessanti. Ad esempio noi partecipiamo al progetto di Rezophonic, con moltissimi artisti e band italiane, mediante il quale abbiamo recuperato soldi per far costruire in Africa ben 110 pozzi d’acqua assieme ad AMREF». Fin qui i Velvet. E Pierluigi, Alessandro, Giancarlo e Pierfrancesco? «Eh, non rimane molto tempo da destinare a noi quattro insieme. Però, negli ultimi tre-quattro anni siamo riusciti anche a fare figli, cinque in tutto. Un band di supporto già bella pronta… Comunque siamo contenti, siamo cresciuti insieme, eravamo ragazzini con tanta voglia di fare. Ora non siamo più ragazzini ma la voglia di fare è rimasta ed è ancora di più, anche perché abbiamo imparato a fare tante altre cose oltre a comporre canzoni». Pierluigi Ferrantini nasce il 7 febbraio, e condivide il compleanno con… «…Vasco Rossi. Ci siamo visti un paio di volte a dei concerti, una persona da rispettare perché è una parte importante della musica italiana. In questi periodi sembra sia in difficoltà fisiche, gli auguro di uscirne fuori alla grande, come sicuramente sarà».
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di Alessio Caprodossi
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Oltre cento concerti alle spalle, l’ammirazione di fini conoscitori musicali (da Red Ronnie che l’ha scoperta due anni fa a Caterina Caselli che ha scommesso su di lei producendo il suo ultimo album “È”), la firma sulla colonna sonora del film “I Baci mai dati” di Roberta Torre che ha strappato applausi allo scorso Festival di Venezia, e una miriade di premi vinti come miglior artista emergente o in virtù dei suoi testi, sempre concreti e autobiografici.
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Succede assai di rado nell’industria musicale italiana che una ventenne riesca a tagliare tutti questi traguardi. Erica Mou, però, non è una ragazza come le altre. Del resto a cinque anni aveva già deciso che sarebbe diventata una cantautrice, una che come dice lei, “se la suona e se la canta”. Contraria ai talent-show, infinitamente curiosa e convinta che la vita ci insegni ogni giorno qualcosa. L’artista pugliese sta conquistando con i fatti pubblico e addetti ai lavori. Questi ultimi che l’hanno già paragonata a Elisa, Malika Ayane e Carmen Consoli. Guai però a dirglielo, perché lei è Erica Mou e nient’altro. Dal concerto del Primo Maggio ai Wind Music Awards passando per l'Heineken Jammin Festival, questo è stato un anno d'oro. Quali sensazioni dopo tutte queste novità? «È stato un anno bello e intenso ma non è ancora finito e spero quindi che saprà regalarmi ancora tante emozioni! Non ho ancora il distacco necessario per riuscire ad analizzarle». Come e quando nasce la passione per la musica (che in parte viene raccontato nel brano "E'" che dà il titolo all'album)? «La passione per la musica è nata molto presto, intorno ai cinque anni ho cominciato un corso di propedeutica musicale che poi mi ha portata allo studio del canto e della chitarra. In "E'" parlo della bellezza di fare le cose che più ci piacciono, anche se non se ne vede un utile immediato... e quindi ovviamente mi riferivo anche al fare musica». Il viaggio è uno dei riferimenti costantemente presenti nei tuoi brani. Vuol dire che anche a lei piace viaggiare oppure ci sono altri motivi? «Mi piace tantissimo. A volte penso, sbagliando, che possa essere un antidoto a tutto quello che di insoddisfacente si trova nella mia quotidianità. Non è certo un rimedio duraturo ma per me resta fondamentale. Inoltre credo che il viaggio stimoli tantissimo i pensieri e le riflessioni, perciò molto spesso è proprio "on the road" che nasce l'idea per una canzone». Pur giovanissima ma già imposta all'attenzione degli addetti ai lavori. Cosa significa esser riuscita in così poco tempo a raggiungere così tanti risultati? «Mi rende tanto felice e un po' disorientata. Non sono quasi mai del tutto soddisfatta, un po' per una ragione caratteriale, un po' perché vorrei sempre fare di più, un po' perché crescono le aspettative degli altri e di me stessa su di me e sulla mia musica». Come riesce a dividere energie e attenzioni tra i sempre più pressanti impegni musicali, l'università e la
vita quotidiana che aveva fino a poco tempo fa? «In realtà, sono alla ricerca del metodo più efficace per farlo! L'università mi appassiona moltissimo ma, purtroppo, dall'uscita dell'album non sono riuscita più a studiare con i ritmi che avevo prima. Ad ogni modo non intendo assolutamente abbandonare gli studi e, anche se con un po' di ritardo, intendo terminare il mio corso di laurea... anche per evitare una diseredazione da parte dei miei genitori! Gli impegni della vita quotidiana sono un po' cambiati: rincorro da mesi il dentista per fissare un appuntamento che vada bene ad entrambi e vedo meno i miei amici, ma il tempo che trascorro con loro, in questo modo, è sempre più bello. Per il resto, tutto come prima: la domenica cambio le lenzuola al letto e ogni volta che ho l'occasione vado a vedere i concerti degli artisti che amo». Tra i prossimi impegni c'è il Festival di musica italiana negli Usa. Come si prepara e cosa si aspetta da una manifestazione che la vedrà protagonista accanto ad alcuni dei maggiori interpreti della nostra musica come per esempio i Subsonica e Caparezza?
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«Dentro di me faccio già il conto alla rovescia dei minuti che mi separano dalla Hit Week! Non so cosa aspettarmi, ma è un'esperienza che ho una gran voglia di fare anche perché, come dicevamo prima, sarà anche un viaggio. Fortunatamente MaJiKer, il pianista con cui mi esibisco dal vivo in duo, è inglese, quindi non ci dovrebbero essere grandi problemi linguistici! L'anno scorso mi sono esibita a New York ed è stato stupendo, spero di ritrovare la stessa curiosità e lo stesso senso di libertà». A chi si ispira e cosa intende trasmettere con la sua musica? «Mi ispiro alle persone che conosco, all'ambiente in cui vivo, alla mia casa, ai posti che vedo, alla musica degli artisti che amo, ai film e ai quadri e ai libri che più mi colpiscono. Cerco di assimilare tutto questo per poter trasmettere le esperienze e le riflessioni che vorrei condividere con gli altri, che variano a seconda delle canzoni, del tempo e delle situazioni. Ma in generale amo comunicare con il prossimo (motivo per il quale adoro suonare live) e vorrei che la mia musica riuscisse sempre a farlo». L'Etruria EcoFestival non è solo una manifestazione musicale, poiché si fa portatore di un messaggio più ampio e molto importante al giorno d'oggi. Cosa vuol dire per lei parteciparvi? «Essere un musicista riesce a dare la possibilità di esprimerti non solo nelle tue canzoni ma anche di sostenere le cause in cui credi con la tua presenza e le tue parole. Quest'anno ho potuto farlo grazie al Primo Maggio, partecipando a diversi concerti a favore del Referendum, a manifestazioni di sensibilizzazione al voto, al Festival di Legambiente. Sono contenta di poter partecipare all'Etruria Eco Festival e per me non si tratta solo di un ottimo contesto in cui esibirmi live ma rappresenta anche l'opportunità di sposare, insieme agli altri artisti e al pubblico, la causa ambientale in cui credo fermamente».
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di Alessio Caprodossi
Dritto alla meta. Il motto prediletto del football americano si confà a pennello per descrivere la carriera di Alex Britti, chitarrista sopraffino trasformatosi nel tempo in cantautore - come quelli di una volta che fanno tutto da soli - e fresco reduce dal primo “Best of”. Un momento di bilancio dopo anni in giro per il mondo, prima al fianco delle più luminose star del blues, poi come solista in compagnia dell’inseparabile chitarra, lo strumento da cui ricava emozioni quotidiane e con il quale infiamma il suo pubblico. In attesa di vederlo live all’Etruria EcoFestival, dove si esibirà in versione acustica (voce e chitarra), l’artista romano si racconta tra ricordi, obiettivi e il sogno di duettare col suo idolo Sting.
Sono un agriturismo: coltivo e allevo le materie prime poi me le cucino e porto il piatto in tavola.
"Suonavo il blues - il jazz qualche volta mi assaliva di nascosto - però per i cantautori c'era sempre posto... ed anche se il mio suono può sembrarvi strano io faccio pop italiano". Il manifesto allegato al suo primo album "It. Pop" è ancora la sua bandiera? «Sì, assolutamente: tutte le cose che ascolto, ho ascoltato e amato, cantato a squarciagola in auto o studiato per ore in sala prove si fondono nella musica che faccio, “sono solo canzonette”». Dal principio all'attualità, è in tour con lo spettacolo "Qual è il mio nome": perché questa denominazione e quali sono le sensazioni del ritorno alle esibizioni dal vivo? «Invece non ci scostiamo molto dal primo argomento: “Qual è il mio nome” è un verso di Gelido, una canzone del mio primo album, un pezzo che ho voluto fortemente diventasse un singolo perché dice molto di me, artisticamente parlando, e non volevo che il pubblico si aspettasse da me il bis, poi tris e così via di “Solo un volta (o tutta la vita)”. È un pezzo che continuo a suonare tanto, e tanto volentieri. E mi piaceva diventasse anche il titolo di un tour perché nasconde una domanda indiretta sull’artista che sono (e che sono diventato), una domanda centrale all’uscita del mio primo Best of: dare un nome è
una cosa importante, è dare un destino, dare una direzione. Il tour è ormai terminato, ho soltanto un altro concerto al “Cous Cous Festival”, ma insieme al tour ho sperimentato anche altre soluzioni live dove ho provato set molto diversi: voce, chitarra e percussioni; oppure musicisti e ‘veste’ jazz dei pezzi. A Cerveteri, in occasione dell’Etruria Eco Festival, ad esempio, suonerò molto acustico, solo voce e chitarra, in una versione molto chitarristica delle canzoni». Dal suonare nei locali semisconosciuti di tutta Europa all'affermazione come cantautore sul palco di Sanremo, Festivalbar, Pavarotti & Friends, oltre ai vari tour in giro per il mondo: ripercorrendo velocemente questo percorso qual è il primo pensiero? «Ma quanti chilometri ho fatto?!». La sua carriera è caratterizzata da esperimenti e cambi di direzione (come il PalaVasca, il tour sulla spiaggia, quelli a spasso per l’Olanda, il teatro e le colonne sonore). Si può dire che ama sorprendere e spiazzare pubblico e opinione pubblica o c'è dell'altro nella sua poliedricità? «Amo sorprendere me stesso, più che il pubblico. Ho bisogno di stimoli o mi sembrerebbe di fare un lavoro qualsiasi alla catena di montaggio. Ho bisogno di provare ricette nuove». Una sua caratteristica sono i tempi dilatati tra
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l'uscita di un disco e l'altro, sintomo di perfezionismo, necessità di sicurezza o un semplice caso? «Essendo un cantautore, seguo i tempi fisiologici della composizione. Se sei un cantante pop hai uno staff che, mentre tu sei in tour, inizia a scrivere le canzoni per te. Io invece scrivo e compongo da me le mie canzoni (testi e musica), produco ed arrangio io gli album. Sono un agriturismo: coltivo e allevo le materie prime, poi me le cucino e porto il piatto in tavola; non mi piacciono i fast food. Questo perché, come dicevo prima, mi sento un artigiano e non un operaio da catena di montaggio». L'ispirazione per un brano e quella, più lunga, per partorire un album: come scatta? E come si alimenta nel tempo? «Scrivo ovunque e comunque, da solo o tra la gente, appena sveglio la mattina o obnubilato a notte fonda. Scrivo in viaggio o mentre sono a casa. A volte inizio dai testi, ma spesso vengono prima le musiche; ci sono canzoni che scrivo di getto, in un’ora sono già sostanzialmente chiuse, voce e chitarra, musica e parole; ci sono canzoni che mi porto avanti per anni, le lascio stare, mi viene un’idea per riprenderle, le rimaneggio, decantano, le arrangio, aspettano buone il loro turno chiuse lì nel cassetto sino al prossimo disco. Ma in ogni caso, il più delle volte, sono le can-
2011 zoni a scriversi, sono loro che saltan fuori - con i loro damentale perché latino: Santana suona il rock, la chitarra elettrica, è molto americano ma al tempo tempi - e non io che cerco (e trovo) l’ispirazione». Cosa vuol dire e come ci si sente ad essere ritenu- stesso è molto vicino a noi perché latino nei suoni e to unanimemente "uno tra i primi chitarristi d'Eu- negli accordi». ropa", studiato e imitato da migliaia di musicisti e Oltre alla musica e all'atletica, una della sue passioni sono Amsterdam e l'Olanda più in generale. Da appassionati? cosa nasce quest'amore? «Ne sono molto lusingato, «Dagli amici che ho: quanma francamente non mi ci Credo che bisogna do avevo 21 anni non riusento. Mi sento uno che ha cambiare molto: scivo a vivere di musica in ancora molto da imparare. pensare ecologico. Italia, ho conosciuto Rosa Ancora mi eccitano una chiKing, che viveva ad Amtarra nuova o un nuovo modo Vent'anni fa, in Olanda, sterdam e lei mi ha chiesto di suonare. Anche se spesso i si faceva già la di andare in giro a suonamodi nuovi di suonare li trovo raccolta differenziata, re con lei. Per otto anni pensando più che studiando sono andato in tour con si andava a piedi con la chitarra in mano». lei e il suo gruppo, stavaLei ha realizzato uno dei suoi o in autobus mo mesi insieme lì e ora, sogni collaborando con Edomolto più che in auto lì, ho degli affetti. Alcuni di ardo Bennato, il "colpevole loro avevano figli piccoli, del suo amore per la chitarra". Cosa le è rimasto del progetto di "Notte di quei bambini sono cresciuti con lo zio italiano, ora mezza estate"? E, inoltre, in cosa si assomigliano e, mi vengono a trovare da soli a Roma, vengono qui al viceversa, in cosa si differenziano Britti e Bennato mare con me. L’Olanda, in particolare Amsterdam e Utrecht, sono pieni di ricordi, tanto che Amsterdam nell'approccio e nelle tecniche di suono? «Mi è rimasto un grande amico! Ci conoscevamo già è la mia terza città dopo Roma e Milano, più che un luogo di vacanza». da prima ma quel tour ci ha molto avvicinati. Edoardo ed io abbiamo gusti musicali molto simili: Parlando di ecosostenibilità e dell'attenzione per ci piacciono il rock e il blues, siamo entrambi mol- la salvaguardia del nostro pianeta, qualcosa si sta to ironici e cinici nei confronti della vita e questo ci porta a scrivere in un modo molto vario, entrambi possiamo scrivere canzoni molto serie (come “Una settimana, un giorno” di Edoardo o la mia “Milano”) o canzoni molto più leggere (come “Viva la mamma” o “Mi piaci”)». Un salto indietro nel tempo: è il 2001 e Mina la contatta per incidere il brano "Oggi sono io". La sua prima reazione a caldo? «Ero molto contento, è stata una grande soddisfazione. È una sensazione che non so spiegare anche perché non mi capita così spesso!». Ha suonato con tantissimi artisti, molti dei quali hanno fatto la storia della musica. C'è qualcuno che vorrebbe aggiungere al già nutrito elenco? «Sting! Mi piace un sacco! Mi è sempre piaciuto, tutto quello che ha fatto, dai Police al suo percorso da solista. Ha iniziato punk e poi è diventato jazz, molto elegante. Ho ancora il biglietto del concerto dei Police che ho visto al Palaeur nel 1983. Di recente ho ritrovato il vinile di “The dream of the blue turtles”, il suo primo album solista, l’ho ascoltato (perché io sento ancora i vinili) e… non sapevo di conoscerlo così bene! Lo ricordo ancora tutto a memoria, ogni verso, ogni nota!». Qual è (se c'è) l'album o il brano che le ha cambiato la vita? E quello in cima al suo "negozio di musica ideale" (quello formato in ordine alfabetico senza nessuna distinzione di genere)? «Ogni disco è una scoperta: con “Il gatto e la volpe” ho scoperto che avrei potuto suonare la chitarra, e questo è per sempre. Con “El rayo X” di David Lindley ho iniziato a suonare la chitarra elettrica. “A Texas flood” di Stevie Ray Vaughan devo il mio amore per il blues mentre “Moonflower” di Santana è stato fon-
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muovendo ma c'è ancora molto da fare. Cosa ne pensa al riguardo? «Credo bisogna cambiare molto, ma soprattutto cambiare mentalità, pensare ecologico, ognuno, ogni singola persona nella sua vita e nei gesti quotidiani. È facile dopo quanto accaduto in Giappone essere contro il nucleare, il punto è consumare meno e riuscire a consumare solo energia pulita e rinnovabile (e, comunque, due anni fa ho partecipato attivamente a tantissime manifestazioni contro il nucleare), magari usiamo meno aria condizionata, che ci fa meglio sia alla salute che all’ambiente. Il punto è cambiare mentalità. Vent’anni fa, in Olanda, si faceva già la raccolta differenziata, incluso l’umido. Si andava a piedi o in autobus molto più che in auto. Sono molto importanti i piccoli gesti, quelli che riguardano la nostra vita di tutti i giorni, come andare in palestra facendo una corsetta piuttosto che arrivarci in auto per poi fare riscaldamento al tapis roulant, o far la spesa in bicicletta: due cose semplici che rientrano nelle mie abitudini». Dopo il tour "Qual è il mio nome" sta lavorando a qualcosa di nuovo, anzi - parole sue - sta "giocando", sperimentando nuove sonorità che vanno oltre i consueti schemi della musica pop. Come procede la partita? «…sto ancora giocando. Il tour è agli sgoccioli e voglio poter vivere prima di scrivere».
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ESIGN
eco arte
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Dal 1997 GARD sceglie come ubicazione uno spazio di 600 mq. tra il Gazometro e la Piramide Cestia, ex zona industriale del vecchio porto fluviale di Roma, infatti l’originalità di questa Galleria è stata da allora ad oggi soprattutto la qualità degli spazi espositivi dislocati su due piani, uno in open space con grandi vetrate e il secondo, differente rispetto al primo, dall’atmosfera newyorchese di Soho e Chelsea. Ad oggi Gard assume un carattere itinerante contando sull'ormai consolidata fiducia da parte di artisti e patrocinatori degli eventi ai quali partecipa ormai con assiduità mantenendo circa 30 mq al piano terra e 200 mq di sale mostre nel sottopiano. Oggi sono circa ottocento le figure che operano nel settore artistico, tra architetti, designer, artisti e artigiani, che partecipano a rendere GARD unica a Roma. GARD è uno spazio multifunzionale che si presta periodicamente per esposizioni ed eventi di arte, design e cultura, affiancando attività di promozione e divulgazione a laboratori creativi dedicati alla manualità. GARD dedica una specifica attenzione alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici e all’utilizzo di materiali di recupero e riciclo per un eco-design ed un’eco-arte che rispetti l’ambiente-mondo e l’ambiente-uomo.
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TRASH "GLOBAL"METROPOLIS (Inquinamento globale metropolitano) Esposizione denuncia, dedicata alle parti oscure delle metropoli del pianeta, al degrado urbano e globale, al non rispetto dell'ambiente, alla noncuranza di tutto ciò che ci circonda e alle conseguenze che questo può procurare all'umanità. Uno sguardo alle città al pianeta catturando questi particolari, a volte affascinanti come soggetti da ritrarre fotograficamente artisticamente, ma decisamente inquetanti da un punto di vista ambientale, l'uomo, le metropoli e tutto ciò che ne deriva sono antagonisti della natura, una visione scabrosa della città decisamente inquietante. Strade, metropolitane, campi distesi, scorci di mondo meravigliosi deturpati da rifiuti spesso ingombranti, provenienti dal quotidiano dell'essere umano. L’intento della mostra è quello di far riflettere il visitatore su queste recenti e inquietanti realtà, purtroppo quotidiane che stanno distrugendo il futuro del pianeta; un'analisi critica negativa che speriamo smuova l'opinione pubblica.
R GA
Per la nuova edizione dell'Etruria Eco Festival la galleria propone due distinte esposizioni a tematica Ecologica:
GARD, Galleria Arte Roma Design, nasce nel 1995 come attività di promozione e diffusione di opere di arte e design di artisti e designer emergenti. Nel tempo le sono stati riconosciuti contenuti di particolare creatività e fantasia sia dalle Istituzioni Pubbliche sia dai media che hanno seguito sempre con grande interesse l’evoluzione della Galleria che oggi è diventata un importante punto nevralgico per gli artisti emergenti, diventando un punto di raccordo e sperimentazione. Negli anni, numerosi personaggi già consacrati del mondo della pittura, della poesia, del teatro e del cinema, si sono avvicinati alla Galleria collaborando con il suo staff in numerose iniziative.
D’ A RTE
In occasione dell'edizione dell'Etruria Eco Festival svoltasi nell'Agosto 2010, la Galleria Gard è stata contattata per curare tutta una sezione dedicata all'Eco Arte, linguaggio artistico integrato per la prima volta in un festival dedicato alla musica rock. A differenza dello scorso anno ad agosto precisamente dal 18 al 21 è stata organizzata un'anteprima dell'Etruria Eco Festival denominata Creative eARTh in occasione della quale sono state presentate le due esposizioni, che verranno riproposte dal 9 all'11 settembre in occasione della V edizione dell'Etruria Eco Festival 2011.
La Materia Ri-Nata La mostra evidenzia come l’Arte sia capace di ridare dignità e nuova vita a quei materiali che spesso vengono scartati, gettati, dimenticati da tutti. Una ricerca che vuole debilitare i sensi e portare il fruitore a porsi delle domande, a riflettere, si tratta di un evento che nasce anche per stimolare e dare un messaggio forte di cambiamento. Evento rivolto alla creatività, all’inventiva e al rispetto dell’ambiente, dove si presentano opere selezionate, esclusivamente e rigorosamente realizzate con l'utilizzo di materiale di recupero di scarto. Altro scopo importante della galleria GARD è offrire visibilità ai soggetti che più stentano a portare a conoscenza del pubblico il loro lavoro intellettuale; tra questi ci sono i giovani artisti il cui lavoro incentrandosi, su teorie di ricerca ed avanguardia, viene spesso isolato dal contesto generale e reso quasi del tutto invisibile al grande pubblico.
In evidenza alcune delle opere esposte durante la mostra.
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le comunita dell energia L Livio de Santoli, ingegnere, è professore ordinario di Impianti Tecnici dell’Università La Sapienza di Roma. È responsabile dell’energia dello stesso ateneo e collabora con il comune di Roma per gli aspetti energetici della città. Ha partecipato con Jeremy Rifkin alla individuazione di un Master Plan sull’Energia a Roma e ha coordinato i lavori per il Sustainable Energy Action Plan (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) di Roma per il periodo 2011-2020. È autore di dieci testi universitari e circa 150 comunicazioni scientifiche. A VoiceOver racconta la Big Society. di Prof. Ing. Livio de Santoli
Quando la società civile risulta capace di farsi parte attiva e di contribuire al bene comune, e dove le comunità sono forti e la gente responsabile, allora risulta evidente la presenza di uno Stato più leggero nelle questioni gestionali e di un mercato meno influente a livello decisionale. È questa la filosofia della Big Society 1 di David Cameron e di Phillip Blond in cui semplici cittadini si uniscono tra di loro e attraverso organizzazioni civiche cercano di creare un nuovo tipo di società fondata sul perseguimento del bene comune e del soccorso reciproco. Anche io sono convinto che oggi sia evidente la necessità di costruire un mondo diverso partendo dal basso, puntando sulle comunità locali. Ma con alcune differenze che occorre precisare. Dell’idea di Cameron occorre sottolineare soprattutto il superamento delle contrapposizioni ideologiche. Essa, infatti, preleva una serie di concetti tipicamente labouristi, come quelli della solidarietà, della collettività, della lotta alle iniquità sociali, interpretandoli però in chiave conservatrice, dando importanza al ruolo dell’individuo e alla necessità di ridurre il peso dello Stato e delle sue inefficienze. Ma come rendere le comunità locali e la società civile strumenti in grado di supportare efficacemente l’individuo? Come passare dal fascino di una teoria ricca di spunti sociali ed economici ad azioni concrete e fattibili? È mia opinione che il settore dove una decentralizzazione di poteri dallo Stato alla società intesa come gruppi di cittadini legati al proprio contesto e cultura di appartenenza è quello energetico ed ambientale. Il manifesto energetico descritto nel libro “Le Comunità dell’Energia”, pubblicato in questo mese da Quodlibet, propone infatti piani fattibili, finanziabili ed efficienti dal punto di vista del risparmio e del ritorno d’investimento, quali la riorganizzazione energetica della Capitale. Le proposte, però, non mascherano, dietro la facciata tecnica, aspirazioni politico-sociali: il web dell’energia, la creazione di una rete di nodi
entro la quale si svolge la produzione, la distribuzione e il consumo di elettricità e calore, è un’idea sovversiva, in quanto mira a rovesciare l’attuale modello autoritario (centralistico-gerarchico) di gestione delle risorse energetiche in nome di una democratizzazione comunitaria e di un’ampia federalizzazione delle risorse che consenta anche una modifica socioeconomica del mercato (qui si parla di grid-economy invece che di green-economy). L’obiettivo è quello di promuovere una nuova responsabilità civile e la crescita di una diffusa consapevolezza scientifica circa le conseguenze di scelte che non possono più essere delegate solo a una separata casta tecnica. Ma in questo modello il ruolo dello Stato è fondamentale perché deve stimolare la società civile con uno sforzo organizzativo e di inquadramento generale necessario per il supporto organico delle capillari realtà territoriali. Nel settore dell’energia - che è bene pubblico - vale quanto già stabilito nella normativa dell’Italia unita (la legge Rava-Rosadi è del 1909), che antepone il bene pubblico all’interesse privato. Cosi come è proprio il concetto di publica utilitas, quello che nel sistema energetico-ambientale individua nel diritto delle generazioni future il nucleo fondante della tutela. La nostra Costituzione è stata
profetizzante nell’esprimere tra i principi fondamentali dello Stato quello della tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio. E appare chiaro come i costi dell’operazione non potranno essere inferiori a quelli attuali. Inoltre, occorre supplire alla effettiva adeguatezza della società civile di raggiungere e mantenere su tutto il territorio nazionale una omogeneità territoriale e una qualità minima tali da evitare disuguaglianze e disomogeneità. Il rischio infatti è quello di avere comunità locali prive di visione strategica e di comprensione delle dinamiche economiche e sociali globali. Con una rete energetica in cui i nodi – intelligentemente interconnessi in una smart grid rappresentano non solo centri di consumo ma anche di produzione di energia, viene data risposta al tema della responsabilità permanente delle istituzioni e dell’accesso universale ai diritti da parte dei cittadini e si fornisce una strumentazione tecnica necessaria per rendere effettivo l’empowerment delle comunità locali. Le Istituzioni dello Stato, come prevede lo stesso principio di sussidiarietà presente nella Costituzione, hanno il compito di supportare le organizzazioni civiche e di responsabilizzare i cittadini che si occupano dell’interesse generale, surrogando le loro debolezze strutturali soprattutto in ambito territoriale. L’esempio del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile di Roma, predisposto per il periodo 2011-2020 seguendo le disposizioni del Covenant of Mayors della Comunità Europea, mostra la concreta fattibilità tecnico-economica del progetto ed evidenzia il ruolo importante che le città sono chiamate a svolgere nei confronti della questione energetica.
Big Society: di David Cameron (in alto) e di Phillip Blond
Note 1
I temi caratteristici della Big Society sono: 1) Maggiore potere alla comunità (localismo e devoluzione) 2) Incoraggiare i cittadini verso un ruolo attivo (volontariato) 3) Trasferire poteri dal governo centrale al governo locale 4) Supportare imprese sociali 5) Trasparenza dei dati. (da: "What is the Big Society?". Sutton London Borough Council, www.sutton.gov.uk/index. aspx?articleid=11095. Retrieved 12 October 2010)
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, con noinet l unione fa la comunicazione N di Marco Polverari
NOInet é un esperienza tecnica e sociale insieme. Gli abbonati sono soci e proprietari dell’infrastruttura telematica in WiFi che la cooperativa costruisce man mano che si copre il territorio comunale di Roma, Cerveteri e Ladispoli. La prima volta che una infrastruttura telematica è di proprietà non di un privato, di un monopolista, ma della comunità stessa. Rete locale senza internet Questa rete è come una grande rete locale completamente autonoma che permette di far viaggiare dati e voce ad altissima velocità anche senza sfruttare la connessione alla rete mondiale di internet. In questa rete si daranno servizi a imprese e alla comunità sociale, dalla telemedicina all’assistenza agli anziani, dalle webtv e radio di quartiere all’e-learnimg, al telelavoro e alla trasmissione in diretta di eventi come concerti, assemblee, consigli comunali, eventi sportivi. Internet veloce a basso costo anche per i digital divide Una infrastruttura di telecomunicazioni locale a bassissimo costo auto-costruita con le sole quote sociali,
200 euro una tantum, che in caso di recesso del socio verranno restituite; una vera banda larga per la connessione ad internet di 8 megabit sia in download che in upload, contro una media italiana di 2,5 megabit in download e solo 0,4 in upload per 20 euro al mese per i privati e 35 per le aziende, che diminuiscono di un 10% perché NOInet accetta e supporta i buoni gratuiti della Solidarietà ChE Cammina, gli SCEC dell’economia solidale di www.arcipelagoscec.net. Anche in mobilità In tutta la rete si può accedere in mobilità con i notebook e i nuovi apparati, smartphone, tablet utilizzando sempre il proprio abbonamento. Più siamo e meno paghiamo La particolarità di questa iniziativa è che oltre ad offri-
re un servizio ad alto valore aggiunto coprendo anche le zone attualmente in digitaldivide o mal servite dalle normali adsl, crea posti di lavoro e non avendo scopo di lucro destina i profitti in 3 direzioni: 1. potenziamento della rete 2. diminuzione dei costi di abbonamento ai soci 3. finanziando progetti per la comunità locale Trasparenza e convenienza Non più anonimi e lontani call center, ma facce con cui parlare e confrontarsi. Non più monopolisti ma la comunità stessa che si riappropria dei servizi primari creando posti di lavoro e reinvestendo i proventi sul territorio. Ogni socio potrà verificare on line ed in piena trasparenza la contabilità della cooperativa. Visita www.noinet.it e iscriviti!
programma mostre e conferenze
PIAZZA DELL'INFORMAZIONE INGRESSO LIBERO p.zza Santa Maria
, MIGLIOR FESTIVAL D ITALIA PREMIO MEI 2011 VENERDÌ 9 SETTEMBRE
SABATO 10 SETTEMBRE
DOMENICA 11 SETTEMBRE
9.30 - 11.00
9.30 - 11.00
Cinguettando Un futuro per l’informazione web. Blogger e giornalisti discutono sul presente e sul futuro della Rete e dell’informazione. A cura di: Gianfranco Mascia, giornalista e blogger.
Discariche, inceneritori, ecomostri: da protesta a proposta. A cura di: Coordinamento rifiuti zero per il Lazio e Comitato No-Coke Alto Lazio.
Discariche, inceneritori, ecomostri: da protesta a proposta. A cura di: Coordinamento rifiuti zero per il Lazio e Comitato No-Coke Alto Lazio.
17.00 - 20.00
11.00 - 13.00
11.00 - 12.00
Scie Chimiche: il cielo è sempre meno blu. Relatore: Ghigo Battaglia.
“La fisica, la storia e gli scenari futuri del clima”. A cura di: Federico Brocchieri.
15.00 - 17.00
Conferenza ed esperimento di democrazia diretta. A cura di: Max Gaetano. Intervento di NOInet (rete cittadina libera e gratuita).
13.00 - 15.00
12.00 - 13.00
Fruttarianesimo sostenibile Conferenza fruttariana e buffet con sottoscrizione.
“Le Comunità dell’Energia”. A cura di: Livio de Santoli (Sapienza - Università di Roma)
15.00 - 17.00
TUTTI I GIORNI ETRURIA GUITAR FESTIVAL concerti di chitarra classica Sala Ruspoli Musiche di: Bach-Giuliani-Sor-Kellner Roncalli-Dowland-Legnani 09 sett - 19.00 Romano Della Cananea - Andrea Franchi 10 sett - 19.00 Romano Della Cananea - Emanuela Bruzzone 11 sett - 19.00 Andrea Bianchi - Italo Tamburello
La grande truffa del Signoraggio Bancario. Relatori: Avv. Antonio Pimpini, Marco Polverari, Daniele Di Luciano, Laura Caselli, Cosimo Massaro.
13.00 - 15.00 Fruttarianesimo sostenibile Conferenza fruttariana e buffet con sottoscrizione.
17.00 - 20.00
15.00 - 17.30
11 Settembre 2001: tutto ciò che ci hanno nascosto. Relatore: Roberto Quaglia autore del libro “Il mito dell’11 settembre”.
Verso il Nuovo Ordine Mondiale: poteri occulti, l’altra faccia della storia. Relatori: Magistrato Paolo Ferraro, Solange Manfredi.
Attività di Treeclimbing ricreativo per grandi e bambini (Treestyle); Laboratorio di disegno su parti di legno proveniente dagli alberi di città (Treestyle); Workshop a cura di FORESTA URBANA, gratuiti a rotazione prima dell’inizio concerto della durata di mezz’ora l’ uno.
Libia e non solo: dal diritto internazionale alla “legge della giungla”. Relatore: Prof. Claudio Moffa.
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17.30 - 20.00
Gli
SETTEMBRTE
EVENTI
STACCA LA GUIDA
da non perdere a cura di Gianfranco Marcucci
e portala con te!
GUIDA COMPLETA agli spettacoli ed eventi della Capitale e del Litorale DOMENICA 4 CULTURA Ho sognato Bob Marley Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 19:00 Reading e proiezione del documentario “Bob Marley: il profeta del reggae” di Michele Cinque info: www.circoloartisti.it MUSICA Alessandro Mannarino Frascati (Rm) - Parco di Villa Sciarra - G.R.A. uscita Via Tuscolana. S.S. 215 - ore 21:00
LUNEDÌ 5
domenica della buona gente” di Anton Giulio Majano info: www.casadelcinema.it CINEMA Mostri in laguna Roma - Mini Arena Pigneto - ore 21:00 - Proiezione di “Happiness” di Todd Solondz info: www.pigneto.it
MERCOLEDÌ 7 CINEMA Omaggio a Nino Rota Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - ore 21:00 Proiezione di “Paranoid Park” di Gus Van Sant info: www.casadelcinema.it
CINEMA Shakespeare al Cinema Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - ore 21:00 Proiezione di “Looking for Richard” di Al Pacino info: www.casadelcinema.it
CINEMA Mostri in laguna Roma - Mini Arena Pigneto - ore 21:00 Proiezione de “La mosca” di David Cronenberg info: www.pigneto.it
MARTEDÌ 6
GIOVEDÌ 8
CINEMA Locarno a Roma (fino a 11 set) Roma - Piazza Vittorio-20:30 - A brevissima distanza dalla conclusione il 64° Festival del Film Locarno arriva a Roma, senza code a Chiasso info: www.agisanec. lazio.it/locarno.html
CINEMA Omaggio a Nino Rota Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - ore 21:00 - Proiezione di “Caro Michele” di Mario Monicelli info: www.casadelcinema.it
MUSICA Progressivamente (fino a 11 set) Roma - Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina, 55 - Rassegna dedicata ai suoni prog Italiani, tra gli ospiti Le Orme, Banco del Mutuo Soccorso e Goblin Rebirth info: www.casajazz.it CINEMA Omaggio a Nino Rota Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - ore 21:00 - Proiezione de “La
CINEMA Mostri in laguna Roma - Mini Arena Pigneto - ore 21:00 - Proiezione di “Festa per il compleanno del caro amico Harold” di William Friedkin info: www.pigneto.it MUSICA Sic Alps Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 - Vengono da San Francisco, scrivono ottime canzoni pop, ma poi le lasciano lì suonandole slabbrate e sfasate info: www.circoloartisti.it
MUSICA Cristian Scaglione Roma - Gay Village Parco del Ninfeo - Via delle Tre Fontane - ore 23:00 - House e pop info: www.gayvillage.it
MUSICA Sophie Ellis - Bextor Roma - Gay Village Parco del Ninfeo - Via delle Tre Fontane - ore 23:00 - Una delle regine del dance floor pop zigomato info: www.gayvillage.it
MUSICA Erica Mou + Radiodervish + Officina Zoe’ Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Contaminazioni etniche dalla Puglia info: www.auditorium.com
MUSICA The Boys + Giuda Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 info: www.circoloartisti.it MUSICA Skull Daze + Stick it Out + Killer Shot Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 21:30 - Hard e heavy info: www.trafficlive.org
VENERDÌ 9 CINEMA Mostri in laguna Roma - Mini Arena Pigneto - ore 21:00 -Proiezione di “Il coltello nell’acqua” di Roman Polanski e “GoGoTales” di Abel Ferrara info: www.pigneto.it
MUSICA Nidi D’Arac + Boomdabasch + Salentini Generali Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 ore 20:30 - Reggae e folktronica dalla Puglia info: www.auditorium.com
CULTURA Nature 03: Campo Baeza Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 11:00/19:00 - Una grande installazione ricrea il paesaggio mentale di Alberto Campo Baeza dal titolo “L’albero della creazione” info: www.fondazionemaxxi.it
TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Daniele Timpano /Amnesia Vivace, Accademia sull’arte del gesto/ Virgilio Sieni, Societat Doctor Alonso info: www.teatrodiroma.net
CULTURA Exhibiting the collection Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 11:00/19:00 - Progetti dalle collezioni del MAXXI Architettura: 70 opere per 18 architetti info: www.fondazionemaxxi.it
SABATO 10 CINEMA Mostri in laguna Roma - Mini Arena Pigneto - ore 21:00 Proiezione de “I pugni in tasca” di Marco Bellocchio e “Arca russa” di Aleksandr Sokurov info: www.pigneto.it
MUSICA EtruriaEcoFestival 5: Eugenio Finardi Cerveteri (Rm) - Parco della Legnara - ore 20:00 - Aprono la serata: Wogiagia e Claudio Rocchi. Ingresso gratuito info: www.etruriaecofestival.it
CULTURA Cities of New York (fino a 11 set)
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Roma - Centrale Montemartini - Viale Ostiense, 106 - ore 9:00/19:00 - Mostra in occasione del decennale dell’1109 con foto di Allan Tannenbaum, dipinti di Susan Crile e opere di altri artisti info: www.centralemontemartini.org CULTURA Stereomapo (fino al 17 set) Roma - Brancaleone Via Levanna, 13 - ore 21:30/23:00 - Mostra personale a tema crisi economica globale info: www.brancaleone.it CULTURA Memento (fino al 5 ott) Roma - Mondo Bizzarro - Via Reggio Emilia, 32 C/D - ore 12:00/20:00 - Inaugurazione ore 19.00. Mostra collettiva con opere di Massimo Attardi, Lidia Bachis, Ester Grossi, Giogio Rubbio info: www.mondobizzarrogallery.com CULTURA Rubenimichi (fino al 5 ott) Roma - Mondo Bizzarro - Via Reggio Emilia, 32 C/D - ore 12:00/20:00 - Inaugurazione ore 19.00. Mostra pop surreale dalla Spagna info: www.mondobizzarrogallery.com MUSICA EtruriaEcoFestival 5: Velvet Cerveteri (Rm) - Parco della Legnara - ore 20:00 - Aprono la serata: Maschere Vuote e Piotta. Ingresso gratuito info: www.etruriaecofestival.it MUSICA Lightining Dust Roma - Init - Via della Stazione Tuscolana, 133 - ore 22:00 - Side project psych rock di Amber Webber e
Joshua Wells dei Black Mountains info: www.initroma.com MUSICA Avril Lavigne Roma - Palalottomatica - Piazzale dello Sport ore 21:00 - No future Prevendite abituali MUSICA The Death Of Anna Karina Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 21:30 - Foga post punk e scream info: www.trafficlive.org MUSICA Après La Classe + Mama Marjas Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 ore 20:30 - Reggae e folktronica dalla Puglia info: www.auditorium. com MUSICA Caparezza Roma - Sala S. Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:30 info: www.auditorium.com MUSICA Rossana Casale Roma - Musei Capitolini - Piazza del Campidoglio, 1 - ore 21:00 - Dal vivo la jazzista italiana Prevendite abituali MUSICA Fonderia + Three Friends Roma - Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina, 55 - ore 21:00 - Prog italiano info: www.casajazz.it MUSICA Danava + Lacherous Gaze + Tarsvs Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Party di apertura della stagione 2011/12 con tre band tra heavy psych e progressive
Gli
SETTEMBRE
info: www.sinisternoise.com MUSICA Screamadelica Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 22:30 - Selezioni indie e rock a cura di Luzietti info: www.circoloartisti.it TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Damasco Corner/Virgilio Sieni, Boris Charmatz/Médéric Collignon, Cosmesi info: www.teatrodiroma.net
Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Alessandra Cutolo/ Frédérique Loliée, Teatro Minimo, Fulvio Cauteruccio/ Krypton info: www.teatrodiroma.net
LUNEDÌ 12 CINEMA Da Venezia a Roma (fino al 19 set) Roma - Cinema vari ore 21:00 - L’appena terminata Mostra del Cinema di Venezia direttamente nei cinema di Roma info: www.agisanec. lazio.it
EVENTI
da non perdere Le vite degli altri (fino al 13 set) Roma - Musei Capitolini - Piazza del Campidoglio, 1 - 21:00 - In scena lo spettacolo ispirato alla pellicola di Albert Ostermaier Prevendite abituali TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India - Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Balletto Civile, Fleur van den Berg, Teatri di Vita, Sistemi Dinamici Altamente Instabili info: www.teatrodiroma.net
stinazione, un procedimento che permette la conservazione dei corpi umani tramite la sostituzione dei liquidi con dei polimeri di silicone info: www.officinefarneto.it MUSICA Emeralds Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 info: www.circoloartisti.it MUSICA Lala/Mangiaracina 4et + Marco De Gennaro Jazz Project Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Jazz dal vivo, ospite d’eccezione Javier Girotto al sax info: www.auditorium.com
info: www.teatroquirino.it MUSICA Casino Royale Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 info: www.circoloartisti.it MUSICA Il Capro Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Noise, drone e sperimentazione info: www.sinisternoise.com
set. E di femmine contro info: www.inventati. org/latorre MUSICA Misfits Roma - Piper Club - Via Tagliamento, 9-21:00-Grandi classici horror punk e un nuovo album da presentare: “Devil’s Rain” info: www.piperclub.it MUSICA J Kay + Andrea G. Brasc Roma - Gay Village Parco del Ninfeo - Via delle Tre Fontane - ore 23:00 - House e pop info: www.gayvillage.it
EVE DOMENICA 11
CINEMA Omaggio a Nino Rota Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - 21:00 - Proiezione di “Prova d’orchestra” di Federico Fellini info: www.casadelcinema.it
MUSICA EtruriaEcoFestival 5: Alex Britti Cerveteri (Rm) - Parco della Legnara - ore 20:00 - Aprono la serata: Marcondiro e Erica Mou. Ingresso gratuito info: www.etruriaecofestival.it MUSICA Blonde Redhead Roma - Piper Club - Via Tagliamento, 9 - ore 21:00 - Ballate trip hop e giri di chitarra malinconici info: www.piperclub.it
MUSICA Le Orme + Banco del Mutuo Soccorso Roma - Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina, 55 - ore 21:00 - Prog italiano info: www.casajazz.it MUSICA Crazy Rozz + Steps in Rewind Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - 22:00 Hard rock e blues info: www.sinisternoise.com TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India -
CINEMA Shakespeare al Cinema Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - ore 21:00 - Proiezione di “Richard III” di Richard Loncraine info: www.casadelcinema.it CINEMA I paurosi lunedì dell’Arena Roma - Mini Arena Pigneto - ore 21:00 Incontro con Michael Zampino e proiezione del film “L’erede” info: www.pigneto.it
CULTURA Italia-Ungheria 150 (fino al 5 nov) Roma - Accademia d’Ungheria - Via Giulia, 1 - ore 21:00 - Inaugurazione ore 20.00. Mostra interattiva in cui saranno proiettati cinque filmati sulla relazione tra i due paesi. Ad allietare il tutto il live folk zigano della Karaván Família info: www.officinegrandiriparazioni.it MUSICA Davide Di Lecce + Livia Ferri & The Beautiful Losers Roma - Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Jazz dal vivo info: www.auditorium. com SPETTACOLO
MARTEDÌ 13
MUSICA The Black Angels Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 info: www.circoloartisti.it
MUSICA Atome Primitif + Marta Capponi 6tet Roma - Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Indie sperimentale e jazz info: www.auditorium.com TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di PsicopompoTeatro, Sleepwalk Collective, Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa info: www.teatrodiroma.net
MERCOLEDÌ 14
CINEMA Abstracta (fino al 16 set) Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - Festival dedicato al cinema “astratto” info: www.casadelcinema.it
CULTURA Gunther von Hagens – “Body Worlds” (fino al 12 feb)-Roma-Officine Farneto - Via dei Monti della Farnesina, 77 - Arriva a Roma la mostra dell’’inventore della pla-
TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Teatro di Dioniso, Ambra Senatore Passo, Sigourney Weaver info: www.teatrodiroma.net
GIOVEDÌ 15
CULTURA Meet Design (fino al 15 ott) Roma - Mercati di Traiano - Via IV Novembre, 4 - ore 9:00 - Design italiano in mostra tra vecchie glorie e nuovi talenti info: www.meetdesign.it
CULTURA VII ed. Fotoleggendo 2011 (fino al 15 nov) Roma - Luoghi vari - Rassegna annuale di fotografia organizzata e prodotta da Officine Fotografiche. Un appuntamento dedicato alle letture di portfolio con importanti esperti del settore, mostre, proiezioni, incontri e presentazioni editoriali info: www.fotoleggendo.it
DANZA Danza contemporanea africana Roma - Luoghi vari-ore 21:00 - Otto coreografi di origine africana proporanno i propri spettacoli tra i giardini di Villa Medici e il Teatro Quirino
18
MUSICA Caterina Palazzi Sudoku 4tet Roma - Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Jazz dal vivo, special guest alla tromba Gianluca Petrella info: www.auditorium.com
TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Teatrino Giullare, Fortebraccio Teatro, Codice Ivan info: www.teatrodiroma.net
VENERDÌ 16
CULTURA Rock’n’Dolls Roma - Mondopop International Gallery Via dei Greci, 30 - ore 11:00/19:30 - Pupe borderline nelle opere tra lowbrow e pop surrealism di David Cook, Camilla D’Errico, Dean Fleming, Jamie Hewlett e altri info: www.mondopop.it
CULTURA Y1 Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 18:00 - Lectio magistralis dell’architetto newyorkese Joshua Prince Ramus (REX architects) info: www.fondazionemaxxi.it
CULTURA Ladyfest (fino al 18 sett) Roma - CSA La Torre - Via Bertero, 13 - ore 11:00 - 3 giorni di performance, proiezioni, mostre, concerti e dj
MUSICA Saint Louis Big Band Roma - Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Jazz dal vivo, special guest al trombone Marcello Rosa info: www.auditorium.com TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Deflorian/ Tagliarini, Fanny & Alexander/Tempo Reale info: www.teatrodiroma.net
SABATO 17
CULTURA Ritratto di Augusto Roma - Musei Capitolini - Piazza del Campidoglio, 1 - ore 21:00 - Spettacolo a metà tra teatro e musica in cui il primo imperatore romano sarà ricordato con le parole di Orazio, Virgilio, Lucrezio, Tacito, Svetonio, Shakespeare e altri ancora Prevendite abituali CULTURA Festival internazionale di letteratura ebraica (fino al 21 sett) Roma - Luoghi vari - IV edizione della rassegna dedicata all’inchiostro di David. In programma anche mostre e concerti info: www.festivaletteraturaebraica.it
CULTURA Alessandria buio luce
Gli
EVENTI
SETTEMBRE
da non perdere 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di Cassepipe/ Eventeatro, Ferracane/Pilli/ Riondino, Nadia Berkan info: www.teatrodiroma.net
Roma - Brancaleone Via Levanna, 13 - ore 21:30 - Performance multimediale a cura di Claudio Curciotti ed Eleonora Trani info: www.brancaleone.it
LUNEDÌ 19
MUSICA Gay Village Closing Party Roma - Gay Village Parco del Ninfeo - Via delle Tre Fontane - ore 23:00 - Festa di chiusura del Village con tutti i resident info: www.gayvillage.it
DANZA Danza contemporanea africana Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7 - ore 21:00 - In scena gli spettacoli dei coreografi Ahmed Khemis e Kettly Noël info: www.teatroquirino.it
MUSICA Nobraino Roma-Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A-22:00-Weirdo indie info:www.angelomai.org
CULTURA Dan Colen (fino al 29 ott) Roma - Gagosian Gallery - Via F. Crispi, 16-10:00/19:00 - In mostra nuove opere dell’artista statunitense - tel. 06.4208.6498
info: www.fondazionemaxxi.it
Prevendite abituali
MERCOLEDÌ 21 CINEMA Anna Maria Pierangeli Roma - Casa del Cinema - Largo M. Mastroianni, 1 - ore 9:00/19:00 - Mostra documentaristica sull’attrice italiana che negli anni 50 stregò Hollywood info: www.casadelcinema.it
CULTURA Mayetti – “Photure” (fino al 24 sett) Roma - Brancaleone Via Levanna, 13 - ore 21:30/23:00 - Installazione de duo francese che realizza opere d’arte utilzzando scontrini e agenti chimici info: www.brancaleone.it
CULTURA Roma si libra (fino al 25 sett) Roma - Piazze varie - 5 giorni dedicati all’editoria romana nel centro storico tra stand, incontri, concerti e reading info: www.romasilibra.it
MUSICA Orchestra di Piazza Vittorio (fino al 2 ott) Roma - Teatro Olimpico - Piazza Gentile da Fabriano, 17 - ore 21:00 - In scena il classico di Mozart “Il fllauto magico” info: www.teatroolimpico.it
DANZA Danza contemporanea africana Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7 ore 21:00 - In scena gli spettacoli dei coreografi Seiffedine Manaï, Aly Karembé, Oumaima Manai e Junior Zafialison info: www.teatroquirino.it
TEATRO Quirino Revolution Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7 - ore 21:00 - In scena gli spettacolo del Zapruder Fimakersgroup “All inclusive” e “Spell” info: www.teatroquirino.it
MUSICA Giovanna Marini Roma - Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - La cantautrice porta in scena lo spettacolo “Dal punto di vista dei serpenti” info: www.auditorium.com
CULTURA Fotografia – Festival internazionale di Roma (fino al 23 ott) Roma - Macro Testaccio - Piazza O. Giustiniani, 4 - X edizione del festival di fotografia di Roma il cui tema sarà “Motherland” info: www.fotografiafestival.it
Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:00 - Torna la formazione di Eddie Argos per presentare il nuovo album “Brilliant! Tragic!” info: www.circoloartisti.it MUSICA Mario Biondi Roma - Sala S. Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 info: www.auditorium.com
22:00 - Heavy psych, progressive, stoner info: www.sinisternoise.com MUSICA Peter Solo & Kakarako Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A - ore 22:00 - Afrofunk e juju dal Togo info: www.angelomai.org TEATRO Quirino Revolution Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7 ore 21:00 - In scena gli spettacoli “Poothana Moksham” di Kalamandalam Karunakaran e “Esecuzione 2” di Cosmesi info: www.teatroquirino.it
ENTI TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 19:00 - In scena spettacoli di L’Alakran/ Oskar Gómez Mata, Collettivo Cinetico, Lorenzo Gleijeses info: www.teatrodiroma.net
MUSICA Smart Cops Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:00 - Beat punk socialmente incazzato e in uniforme info: www.circoloartisti.it
MUSICA The Big Sound of Country Music-Dead Man + Spookyman Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - One man band tra blues, dirty rock e country info: www.sinisternoise.com
TEATRO Quirino Revolution Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7 ore 21:00 - In scena lo spettacolo “T.E.L.” di Fanny & Alexander info: www.teatroquirino.it
DOMENICA 18
TEATRO Short Theatre Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni,
CULTURA Simon Reynolds Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:00 - Incontro con il critico musicale inglese che verterà sul suo nuovo libro “Retromania: Pop Culture’s Addiction to Its Own Past” info: www.circoloartisti.it
MARTEDÌ 20
CINEMA The Architecht’s Micronarrative Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 20:30 -Proiezione del lungometraggio: “Space, Land and Time: Underground Adventures with Ant Farm” di Laura Harrison e Elizabeth Federici info: www.fondazionemaxxi.it
MUSICA ObliviO + Stendhal Syndrome + Mattia Brescia Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Indie e alternative info: www.sinisternoise.com
TEATRO Il cappello del Papa Roma - Musei Capitolini - Piazza del Campidoglio, 1 - ore 21:00 - Andrea Tidona e Massimo Wertmuller portano in scena il testo di Pierpaolo Palladino
VENERDÌ 23
GIOVEDÌ 22
CULTURA Roma art2nights (fino al 25 sett) Roma - Luoghi vari Tredici gallerie e due musei aperti in notturna per tre sere info: www.art2nightsroma.org
CULTURA Zurkhaneh Roma - Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Tradizionale lotta persiana accompagnata da testi sufici e musicisti tradizionali info: www.auditorium.com
MUSICA Festival del beat italiano (fino al 24 sett) Roma - Micca Club Via P. Micca, 7/a - ore 22:00 - III edizione della rassegna dedicata al genere tra live e dj set tricolore. Sul palco stasera Gli Illuminati e Le Minigonne info: www.miccaclub.com
CULTURA Indian Higway (fino al 29 gen) Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 11:00/19:00 - Rassegna collettiva itinerante che presenta realizzata in collaborazione con la Serpentine di Londra e il Astrup Fearnley Museum di Oslo sulla scena contemporanea indiana
MUSICA Art Brut Roma - Circolo degli
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MUSICA Marnero + J’Accuse Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Screamo e hardcore info: www.sinisternoise.com
MUSICA This is Rome (fino al 24 set) Roma - Lanificio 159 Via di Pietralata, 159 - ore 22:00 - 2 giorni autoctoni con il suono di dieci crew romane info: www.lanificio159.com TEATRO Quirino Revolution Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7-21:00 - In scena gli spettacoli “Tre studi per una crocifissione” di Danio Manfredini “Spel”l del Zapruder Fimakersgroup info: www.teatroquirino.it
SABATO 24
CULTURA Concerto Moretti Roma - Sala S. Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Il Nanni nazionale interpreterà alcuni dei suoi monologhi più famosi accompagnato da un orchestra info: www.auditorium.com MUSICA Mauro Ermanno Giovanardi + Lads Who Lunch Roma - Piper Club - Via Tagliamento, 9 - ore 21:00 - Cantautorato milanese con orchestra di fiati e archi info: www.piperclub.it MUSICA Manthra Dei + Turbomatt Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore
DOMENICA 25
DANZA RomaFictionFest (fino al 30 sett) Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 ore 21:00 - Per la sua V edizione il festival dedicato alla fiction si trasferisce in Auditorium info: www.auditorium.com TEATRO Quirino Revolution Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7 ore 21:00 - In scena lo spettacolo “Radio Argo” di Peppino Mazzotta info: www.teatroquirino.it
LUNEDÌ 26
MUSICA Friendly Fires Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 22:00 info: www.circoloartisti.it MUSICA Brooke Frazer Roma - Teatro Palladium - Piazza B. Romano, 8 ore 21:00 - Acustic pop dall’Australia info: www.teatro-palladium.it TEATRO Quirino Revolution Roma - Teatro Quirino - Via Delle Vergini, 7 ore 21:00 - In scena lo spettacolo “Product of other circumstamces” di Xavier Le Roy info: www.teatroquirino.it
Gli
EVENTI
SETTEMBRE
notopia”, un’indagine sul mondo di “Playboy” info: www.fandangoincontro.it
VENERDÌ 30
EVENTI
MARTEDÌ 27
da non perdere
MUSICA Noah and the Whale Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - Solw indie. Sarà presentato il nuovo album “Last Night on Earth” info: www.circoloartisti.it
MERCOLEDÌ 28
MUSICA Paco De Lucia Roma - Sala S. Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - Flamenco con una delle chitarre più famose del globo info: www.auditorium.com CULTURA ContaminAzioni Festival (fino al 2 ott)Roma - Brancaleone - Via Levanna, 13 - ore 18:00/23:00 - Rassegna autogestita dagli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” info: www.brancaleone.it
CULTURA Peatriz Preciado Roma - Fandango Incontro - Via dei Prefetti, 22 - ore 19:00 - Incontro con l’autrice del libro “Por-
GIOVEDÌ 29
CULTURA Festival internazionale di storytelling (fino al 2 ott) Roma - Parco dell’Appia Antica - Via Appia Antica ang. Via di Tor Carbone - ore 11:00/0:00 - III edizione della rassegna dedicata alla narrazione orale con oltre 25 artisti italiani e stranieri info: www.raccontamiunastoria.com CULTURA Architecture Talks Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 20:30 Giovani architetti romani presentano il proprio lavoro. Ospiti di stasera: Daniele Durante_studiobv36, Nemesi Studio, Unpacked, stARTT info: www.fondazionemaxxi.it MUSICA Hayseed Dixie Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:00 info: www.circoloartisti.it
MUSICA Sunn O))) Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:00 - Drone incappucciato info: www.circoloartisti.it
MUSICA The Business + The Fourth Sin + Pinta Facile Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Punk dal Regno Unito info: www.trafficlive.org MUSICA Dead City Ruins Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Hard rock blues dall’Australia info: www.sinisternoise.com MUSICA Elektra (fino al 8 ott) Roma - Teatro dell’Opera - Piazza B. Gigli, 7 ore 20:30 - Musiche di Richard Strauss. Dirige Fabio Luisi, regia di Nikolaus Lehnhoff info: www.operaroma.it MUSICA The Shadow Line Roma - Le Mura - Via di
UNA POLTRONA PER DUE
Porta Labicana, 24 - ore 21:30 - Indie e rock info: lemuraliveclub@ gmail.com SPETTACOLI Ben Hur Live (fino al 29 ott) Roma - Nuova Fiera - Padiglione 11 - Ingresso Nord Via Portuense, 1645-21:00 - Ben Hur Live porta la Formula 1 dell’antichità nel Circo Massimo dei nostri giorni, una battaglia navale con galere enormi su un mare di nebbia ed effetti di
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luce fantastici info: www.benhurlive.com
SABATO 01 MUSICA Mr.Big Roma - Atlantico Live - Viale dell’Oceano Atlantico, 271 - ore 21:30 - American rock info: www.atlanticoroma.it MUSICA Emanuele Urso Orchestra Roma - Micca Club -
Via P. Micca, 7/a - ore 22:30 - Swing info: www.miccaclub.com CULTURA A Supernatural Pic Nic Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 18:00 Invasione pomeridiana degli spazi esterni del Maxxi a cura di Drome Magazine. Tra gli ospiti Francesco Simeti info: www.fondazionemaxxi.it
Cinema
VENEZIA '68: al via l'edizione 2011 della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Mela Blonna
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La scorsa edizione purtroppo non è stata all’altezza: la Mostra internazionale d’arte cinematografica o più semplicemente Festival di Venezia, nel 2010 non ha certo brillato per la ricca programmazione: fiacca e sottotono, non è riuscita a convincere la stampa internazionale neanche grazie ad un Presidente di Giuria del calibro di Quentin Tarantino.
Il Leone d’oro però vuole tornare a ruggire e dunque quest’anno si è preparato con una lunga lista di pellicole interessanti e di star internazionali. Schierando titoli di tutte le nazionalità, Venezia edizione numero 68 cerca di tornare a competere con il sempre più amato Festival di Cannes. La line-up ufficiale dei film in concorso lascia sbalorditi. Innanzitutto tre gli italiani prescelti: “Quando la notte” di Cristina Comencini, “Terraferma” di Emanuele Crialese e “L’ultimo Terrestre” di Gian Alfonso Pacinotti. Ad aprire la kermesse, inaugurata dalla madrina Vittoria Puccini, sarà “Le idi di Marzo”, nuova fatica registica di George Clooney, già dato tra i favoriti. Tornano Roman Polanski con “Carnage”, portando con sé la bravissima Kate Winslet, David Cronenberg e il suo “Killing Joe”, Abel Ferrara con “Last day on earth” e Tomas Alfredson con “La Talpa”, ennesima prova per il camaleontico Gary Oldman, qui alle prese con il ruolo di una spia. Gli altri film - di registi certamente meno noti - hanno però già destato l’interesse della critica: è in arrivo una nuova versione di “Cime tempestose” firmata da Andrea Arnold, “Texas killing fields” di Ami Mann, e “Faust”, autentica chicca dell'oracolo del cinema russo Aleksander Sokurov. Le polemiche saranno sicuramente all’ordine del giorno per la presenza del discusso Polanski e di due pellicole molto forti: la prima, “Un été brulant”, ha già fatto discutere per una lunga scena di nudo integrale che vede protagonista Monica Bellucci, la seconda, “Shame”, ci mostrerà invece un Michael Fassbender malato di sesso. È soddisfatto Marco Muller, direttore artistico della Mostra (forse per l’ultima volta). Durante la conferenza stampa di presentazione del programma ufficiale ha affermato che “mai come quest’anno siamo orgogliosi del lavoro che siamo riusciti a mettere insieme. E non tanto e non solo per i nomi che
verranno a Venezia, che non hanno bisogno di molte presentazioni, ma soprattutto perché questo programma ci somiglia, ci rappresenta, più di altre edizioni del passato. Venezia 68 avrà una visibilità impressionante per svariati motivi che passano prima di tutto attraverso i film che proponiamo, ma anche per le location e la partecipazione - da parte di ogni settore degli addetti ai lavori, dai produttori ai registi - che è stata di una disponibilità totale, come raramente accade”. Anche gli eventi speciali sono stati curati con grande attenzione: Al Pacino presenterà il suo “Wilde Salomè”, ispirato liberamente all’opera di Oscar Wilde, James Franco il suo primo film da regista, “Sal”, dedicato a Sal Mineo, uno dei protagonisti di Gioventù bruciata, mentre fresca di post produzione arriverà anche Madonna con la sua pellicola sulla storia di Wallis Simpson, “W.E.”, seguita da Steven Soderbergh con il suo “Contagion”. Aspettiamoci quindi una autentica parata di star: Michael Fassbender, Kate Winslet, Christoph Waltz, Claudia Pandolfi, Claudio Santamaria, Viggo Mortensen, Keira Knightley, Willem Dafoe, Paz de la Huerta, Monica Bellucci, Louis Garrel, Ryan Gosling, George Clooney, Gary Oldman, Colin Firth, Philip Seymour Hoffman, Jessica Chastain, Filippo Timi e molti altri. Senza dubbio però, guardando in casa nostra, la sezione di cui andare più orgogliosi è Controcampo italiano, segno tangibile che il nostro cinema è più vitale che mai, tanto che per la categoria hanno dovuto ampliare le partecipazioni previste. Il lato più rilevante, comunque, è che per una volta possiamo contare su una solerte distribuzione: molte delle pellicole presentate al Festival verranno infatti distribuite nelle nostre sale nelle settimane successive e state sicuri che di alcune di loro si sentirà parlare anche durante gli Oscar 2012.
Nelle sale
MOSTRA A PARTE consigli per i prossimi arrivi:
SUPER 8 Steven Spielberg produttore e un genio come J.J. Abrams in cabina di regia per un omaggio a pellicole come i Goonies ed E.t. Un gruppo di ragazzi si diverte a girare un film quando assiste ad un incidente ferroviario causato da una creatura misteriosa. Cast: Joel Edgerton, Elle Fanning, Kyle Chandler Uscita: 9 Settembre.
LA PELLE CHE ABITO Pedro Almodovar ripesca il suo attore feticcio Antonio Banderas. Un chirurgo plastico tormenta lo stupratore di sua figlia utilizzandolo come cavia per i suoi esperimenti medici. Cast: Antonio Banderas, Marisa Paredes. Uscita: 23 Settembre.
DRIVE Dopo aver incantato la platea di Cannes, il film diretto da Nicolas Winding Refn arriva nelle nostre sale. La doppia vita di un giovane, di giorno stuntman per il cinema, di notte autista pronto a servire incalliti criminali. Cast: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks. Uscita: 30 Settembre.
Cinema - L'altalena
NICOLAS CAGE VS EDDIE MURPHY
N
di Simone Bracci - direttore www.filmforlife.org
Non si assomigliano nemmeno lontanamente, eppure stiamo parlando di due attori che, pur non essendosi mai “incrociati sul set”, hanno segnato la storia del cinema e in parte ne sono ancora strettamente connessi: Eddie Murphy e Nicolas Cage. Partiamo dal protagonista della saga Beverly Hills Cop, il mitico Axel Foley. Era il 1986 quando girava “Il bambino d’oro”, ma ad esserlo era lui stesso in realtà, poiché ogni suo film si trasformava in una commedia dai grandi incassi e i copioni su cui metteva mano brillavano di luce propria. Stiamo parlando di 25 anni fa, mentre restando in tema di cifre, nello scorso aprile mister Murphy ha compiuto mezzo secolo, quindi è facile capire come per il Dottor Dolittle la celebrità arrivò sin da giovanissimo. Non sorprende, così, che è stato l’attore afroamericano più ricco di Hollywood, grazie ad una serie di successi al botteghino che si succedettero fino alla fine degli anni ‘90, quando il giubileo pose drasticamente fine alla sua sfarzosa carriera. Come? Non è dato saperlo, quel che è certo che per un attore di appena 40 anni, con svariati successi cinematografici alle spalle, fu una batosta difficile da superare. I copioni cominciarono a scarseggiare, la voglia di proseguire latitava e i flop si moltiplicavano; pian piano, dunque, la buona stella di Eddie cominciò a spegnersi, con l’eccezione dell’Oscar sfiorato per “Dreamgirls” nel 2006. Attualmente Murphy si distingue per episodi mondani e poco altro, lontano dai riflettori che lo hanno visto protagonista per due intere decadi. Non è mai esistita una legge scritta sulla velocità di ascesa e discesa nello star system del cinema americano, ma lui
ne rimarrà uno degli esempi più lampanti. Si riaccenderà la sua fiamma? L’arduo quesito lascia sconcertati i suoi fan. Ammiratori che, invece, persistono da anni per Nicolas Coppola, in arte Cage, quasi al pari dei suoi detrattori, che lo considerano una bella statuina, il cine-oggetto di culto, e ancora un attore dallo strano talento. Partito in sordina, pur rimanendo sempre nella Hollywood che conta anche grazie al nome di famiglia, Nicolas - che di anni ne ha 47 - si è distinto per il suo stakanovismo. Ha raggiunto l’apice della fama a metà degli anni ‘90 con una serie di ruoli che gli hanno fruttato anche la statuetta per “Via da Las Vegas” o ruoli cult come il Castor Troy di “Face Off”. Poi la sua carriera, a differenza del Professore Matto, ha preso una piega commerciale, con vagonate di personaggi low cost, dal trash all’impegnato, che lo hanno incoronato come l’attore più impegnato sul set. Basta guardare agli ultimi dodici mesi lavorativi, in cui ha sfornato ben sette pellicole che, considerato il tempo medio che si impiega per girare un film e quello che occorre per imparare il copione a memoria, rendono praticamente impossibile una vita privata, o che forse lo rendono tutt’uno con i personaggi che interpreta, tanto che il suo volto impassibile sta lì a ricordarcelo. Ma se questa è la piega da lui scelta per proseguire la carriera (e pagare gli onerosi debiti), tanto di guadagnato per il cinema d’intrattenimento.
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Arte/Design
CarRellate D’ARTE
E
di Giuseppe Carella
L'IDEA DI ARTE
E se Warhol fosse un venditore di fumo da carta?... Pollock un rivenditore di vernici?... Cattelan un istigatore al suicidio? Vorrei convincermi e poi convincervi che l’arte non è solo tecnica, dove un buon artigiano potrebbe far da padrone, ma è soprattutto IDEA, che ci aiuta a guardare da una prospettiva, anche se aberrata, ma sicuramente diversa. Mi piacerebbe, oggi, fare un viaggio onirico in compagnia del sommo Poeta e collocare qua e là gli “artisti” nei gironi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, magari arrogandomi la facoltà di eliminare il Purgatorio e avere soltanto artisti buoni e quindi beati nei secoli, e artisti cattivi dannati per sempre. Nel limbo lascerei quelli, forse, come me che con fare frettoloso e presuntuoso stabiliscono se in un artista c’è l’Xfactor o meno. Cerchiamo di analizzare come leggere un'opera d’arte, relazionata ai tempi.
Guardiamo il Surrealismo, che nasce fra le due grandi guerre, ed ancor oggi è praticato e non turba nessuno, anzi viene annoverato fra le arti accademiche. Nel 1924, anno della sua nascita, il surrealismo fu elemento di rottura e di scandalo non solo in relazione all’arte classica, ma anche rispetto a correnti come l’Espressionismo, a sua volta sdoganata. Non sto a farvi una lezione di storia dell’arte, ne tanto meno ho la presunzione di cambiare la vostra chiave di lettura, ma se solo a un artista o anche a una singola opera riusciremo a dare il pass per il paradiso, credo che ci potremmo considerare soddisfatti. Come dicevo, l’espressionismo fa prevalere la deformazione della realtà accentrando espressività ed emozionalità. In questa corrente è presente una cromaticità esaltata, un tratto incisivo
e alcuni contenuti carichi di drammaticità, ancora più evidente negli espressionisti nordici dove c’è un disagio esistenziale, l’angoscia, lo sdegno per la società borghese e per il militarismo. Mi chiedo, come sia possibile che un uragano "espressionista" venga declassato a semplice burrasca primaverile e, nello stesso tempo, negli anni a venire, prenda forza devastante un’altra tempesta come il Surrealismo supportato da correnti come il Dadaismo e la Metafisica. Eppure il surrealismo apparentemente è mite, in fondo si propone di rappresentare il sogno, che non è altro che una produzione psicologica generata durante il sonno, intrisa di emozioni, immagini e percezioni caricate in modo illogico ed irreale. Le immagini rappresentate, svincolate dalla logica reale, mostrano situazioni che nella realtà sono impossibili a verificarsi. In tutto ciò il signor Freud ci mise del suo, secondo Sigmund il sogno è la “via regia verso la scoperta dell’inconscio” e durante il sonno viene a mancare il controllo della coscienza sul pensiero, e quindi l’inconscio fa da padrone, suggerendoci immagini simboliche. Ovviamente nel 1924 tutto questo non poteva essere considerato accettabile o condivisibile, bensì era una pura eresia come l’eliocentrismo nel 1600. Nella storia dell’arte si va sempre incontro a mutamenti linguistici, dove alcuni di questi hanno la responsabilità per i tempi futuri. Un segno forte, che dà origine a questi mutamenti, è “la devianza”. Nell’arte non si parla di progresso, ossia di un modificare continuo, ma si parla di cambiamento, a volte quasi repentino, e quindi appunto di “devianza”. Nelle mie visite a mostre o musei, mi è sempre piaciuto farmi accompagnare da amici o parenti che si sono sempre posti con diffidenza e distacco rispetto all’arte moderna e ancor più rispetto a quella contemporanea. Non ho mai imposto loro i miei stati umorali, ma li ho posti nella condizione di assaporare sensazioni ed emozioni dettati dal loro relazionarsi con l’opera o con l'artista. Domenico e Tina, ancora oggi, a distanza di anni dalla vacanza fatta in Spagna, ricordano quando li “costrinsi” a fermarci a Figueres, al Teatro-Museo Dalí, il più grande oggetto surrealista del mondo. Definiscono quella visita la
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più divertente e, nello stesso tempo, emozionante di tutto il viaggio, e vi assicuro che nel resto della vacanza il divertimento non ci è mancato… A Berlino, invece, sono riuscito a strappare la mia amica Licia dalle sue visite inderogabili ai mercatini natalizi, portandola in un museo new fluxus dove in parte si è redenta. Credo di avervi tediato abbastanza, vi consiglio caldamente, allora, di pensare almeno una seconda volta prima di archiviare qualcuno o qualcosa che si avvicina all’IDEA di arte, dandogli magari una possibilità in più di ottenere il pass per il paradiso. di
GAETANO CARRIERO "L'arte di per se non esiste, esistono invece gli artisti..."
Installazione. 2010. Tecnica mista. 200X190 cm
La di Paolo Trucchi
“Eppure io credo che se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire” Federico Fellini
“La voce della luna”
Questa Polaroid è dedicata ai fratelli Mario e Giancarlo Cuomo, ai loro sorrisi spezzati e al dolore indicibile delle loro famiglie.
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DAGLI OCCHI DI UN 2.0enne twitter.com/matteoforte - dagliocchidiunventenne.blogspot.com - facebook.com/matteoforte
I
di Matteo Forte
#SPAGHETTIREVOLUTION?
In principio furono gli sms. Il limite di 140 caratteri ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare. Poi è toccato al web 2.0, ai social network (in particolare Facebook e Twitter, in cui il social e la brevitas s’incontrano): altra rivoluzione. Dopo anni in cui la tendenza era "nascondersi" dietro strampalati nickname, all'improvviso tutti hanno iniziato a metterci la faccia. Antropologia, sociologia, psicologia e filosofia hanno speso e, soprattutto, spenderanno milioni di righe, paragrafi, capitoli e libri su tutto questo. Ma nell'immediato, nei macroavvenimenti che stanno accadendo in queste settimane, in questi mesi, quali sono i cambiamenti, i contributi, che questi nuovi (che in realtà nuovi non lo sono più, ma siamo un popolo di analfabeti informatici quindi va bene così) mezzi di comunicazione hanno portato? E che differenze ci sono fra Italia e resto del mondo? In Egitto, in Libia e in Cina, ad esempio, si è fatto (e si fa) ampio uso di blog e social network per diffondere notizie che altrimenti non sarebbero mai circolate a causa dei regimi, per coordinare i gruppi di "resistenza". In Spagna milioni di indignados hanno organizzato, promosso, discusso e realizzato manifestazioni gigantesche tramite il web. Il loro è un movimento che, per dire, ha riscosso la simpatia dell'80% della popolazione spagnola (The Economist). Detto fra noi, mi auguro che riescano a dare un seguito politico genuino a questo loro movimento, e che non si limitino a contrattare con la forza politica di turno. In Inghilterra, durante i riots (saccheggi, nda) sia i "saccheggiatori" (passatemi il termine, ci vorrebbe un trattato di sociologia per analizzare meglio la situazione) che i cittadini che hanno ripulito la città hanno usato Twitter e il BlackBerry messenger per coordinarsi. I numerosi obiettivi e le ancor maggiori interpretazioni che sono state date loro testimoniano che, a differenza di quanto si è scritto nell'ultimo periodo sul fenomeno "social network e rivoluzioni", il mezzo in sé non è né "buono" né "cattivo". È un mezzo, punto. Generalmente (verrebbe da scrivere sempre) la risposta dell'autorità in questi casi è una: censura. Non sono bastati secoli (millenni?) di storia a far capire a certi loschi figuri (non solo politici, fate un giro su ihatevodafoneegypt.com per saperne qualcosa in più) che con proibizionismo e censura non solo non si arrestano, ma anzi si accelerano determinati processi di "liberazione". Dire a un teenager, a un ragazzo, a un giovane profes-
sionista o a uno studente di non poter comunicare liberamente è come dire a un bambino di non toccare il ferro da stiro perché è caldo. E in Italia invece? Guardiamo ai due livelli di comunicazione, quello del "potere" e quello del "popolo". Vi anticipo una cosa: la situazione è decisamente più, come dire, "italiana". Il 90% dei politici (e quindi di coloro che orientativamente decidono del nostro futuro) di ogni schieramento, forse a causa dell'età, sa a malapena accendere un computer. Il restante 10% è una fascia, ristrettissima, che ha compreso l'importanza della comunicazione in rete e che la sfrutta, o almeno ci prova. All'interno troviamo: 1) Finto-volenterosi e incapaci che tentano di arrangiarsi pagando fior di quattrini a presunti "esperti" per mandare email e creare un sito e qualche profilo qua e là. Siti e profili che verranno aggiornati solo negli anni bisestili ovviamente. 2) Persone che lo fanno "artificialmente", in maniera non naturale, perché costrette dal loro ruolo politico e dal loro elettorato di riferimento. 3) Persone che lo fanno infiltrandosi e manomettendo processi che in ogni parte del mondo civile appartengono ai cittadini. Cercate "Spider Truman bufala" su Google. Che fine ha fatto il fenomeno che avrebbe dovuto far tremare il palazzo? Quante volte avete visto pagine su Facebook utilizzare come espedienti per diffondere le proprie notizie frasi tipo "Condividete prima che ci censurino", oppure "Spariscono i post che pubblichiamo". Sono espedienti, trucchetti di bassa lega: diffidate, non è vero niente. Per carità, c'è anche chi utilizza veramente il web come si deve e riesce a comunicare in maniera egregia e soprattutto genuina. Ma parliamo veramente di gocce (pochissime) in un oceano di nulla, di buio totale. Abbiamo sempre bisogno di un capopopolo, di un punto di riferimento. I processi dal basso, chissà perché, sembrano non appartenerci. Sarà lo stesso principio
che ci fa pensare che qualsiasi posto in cui andiamo in vacanza sia bellissimo mentre quello dove abitiamo sia tutt'altro? Sarà che mentre conosciamo a menadito le storture di casa nostra sappiamo poco di quelle estere? Sarà. Ma sono convinto che ci sia qualcosa in più. E qui andiamo a finire a parlare dell'altra faccia della medaglia: i semplici cittadini. Qui da noi la risposta più diffusa al generale clima di sfiducia verso le istituzioni non è "faccio quel che posso per cambiare la situazione", bensì "mi faccio gli affari miei e tiro avanti perché tanto non cambierà mai niente". Finché non c'è un catalizzatore, un leader da seguire (o uno da annientare), ce ne stiamo tutti con le mani in mano. È per questo che movimenti come l'onda studentesca sono fuochi di paglia. Ed è per questo che non si riesce ad avere un movimento continuo nel tempo, con un minimo di struttura, che faccia veramente l'interesse dei cittadini perché composto dai cittadini stessi. Almeno finora. Tuttavia, qualche segnale c'è stato: durante i referendum, ad esempio, c'è stata un'ampia mobilitazione genuina e volontaria che ha portato a un risultato storico, e durante le elezioni a Milano le vicende autoironiche inventate dal gruppo a sostegno di Pisapia (sindaco attuale) e da Red Ronnie (ex-consulente di Letizia Moratti, sindaco uscente) hanno campeggiato sui monitor di ognuno di noi per settimane intere. Uno sprazzo di speranza anche per noi, forse, c'è. Confido fermamente nel fatto che capipopolo o meno, nemici o meno, fuoco di paglia o meno, movimento "indotto" o "naturale" che sia, ci svegliamo anche qui. È ora che le forze giovani (mentalmente, intendo) del nostro paese spingano la nazione intera verso la creazione di un qualcosa che sia diverso. Non siamo ancora abbastanza maturi per farlo, ma possiamo farcela. Paghiamo e soprattutto pagheremo errori che non ci appartengono, ma che possiamo scegliere di non continuare a fare.
Cosa vi serve? Risorse utili per capire meglio quest'articolo.
I MASS MEDIA
Anche i grandi mezzi di comunicazione non è che diano una gran mano. Un esempio? Quanti di voi conoscono Gaetano Ferrieri? Sapete che quest'uomo è in sciopero della fame da (quando viene scritto l'articolo, ndr) più di 80 giorni davanti a Montecitorio? www.presidiomontecitorio.it
I NUMERI
Spanish Revolution ha 187.430 like su Facebook e un numero di tweet esorbitante. Italian Revolution ha 28.941 like su Facebook e un tweet ogni diverse ore (non quantificate per amor di patria).
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Il vecchio e
Occhio indiscreto sul mondo...
IL BAMBINO
LA FINESTRA DI FRONTE
S.G.: il nipote
di Nadia Bellotti
http://ilvecchioeilbambino.tumblr.com/
S
Sempre seduto in giardino. Anche oggi fa caldo.
Non riesco neanche a finire queste benedette parole crociate. A ottantacinque anni, intanto arrivateci (vi concedo un gesto scaramantico), vi voglio vedere con trentacinque gradi se siete freschi e arzilli come un giovinotto. In più, questa afa mi affanna il respiro. Sette operazioni cari miei. E non pensate “che palle questo vecchio ci assilla con i soliti lamenti”, vi lamenterete anche voi. Partiamo da un presupposto: n o n userò mai la parola “ai tempi miei”, messaggio troppo trito, quindi dirò “quel giorno”, decisamente più originale! Quel giorno che ho iniziato a chiacchierare con mio nipote, non avevo capito cosa se ne facesse dei miei racconti. Io ci parlavo convinto che se li tenesse per lui, invece no. Ieri mi ha fatto leggere quello che ha scritto. “Ebbravo gli ho detto”, così a primo impatto, perché i nonni non possono mai dire al proprio nipote che non è bravo. Poi ho capito che si parlava di me e ho detto: “Ah… quel vecchio che parla sono io. Figo!”. Gli occhi di mio nipote si sono sgranati come se improvvisamente soffrisse di tiroide e davanti a lui si fosse palesato Gesù che con la sua band interpretava I will survive di Gloria Gaynor. Un ottantacinquenne che usa termini giovanili per un ragazzo non è poi così normale. Soprattutto per i ragazzi d’oggi che ci chiamano vecchi con un tono dispregiativo neanche fossimo appestati, ma queste sono altre storie, generazioni di passaggio senza futuro. Quel giorno raccontai quasi tutto liberamente, e ora i miei pensieri sono su un giornale, anzi eco-magazine come mi corregge sempre mio nipote. Che vi dico la verità, uso termini giovanili ma non riesco a capire proprio tutto. Cioè io so per certo che per fare la carta si butta giù un albero, quindi come si fa a fare un giornale di carta senza abbattere gli alberi? Questo lo chiederò a lui ma un
altro giorno. Quel giorno, come dicevo prima, raccontai delle mie avventure nel campo di concentramento, del mio lavoro passato, della mia famiglia, raccontai un pezzo della mia vita. Una parte di quelle cose le ho rilette su questo giornale. Vi devo dire la verità, è stato bello (avevo usato ganzissimo, ma mio nipote mi ha detto che era un termine prettamente toscano e degli anni novanta). Quel giorno ho cominciato una cosa che ora devo fare tutti i mesi. Una sorta di lavoro. Il lavoro vero e proprio, è più suo che trascrive tutto e cerca di riportarlo in un italiano leggibile. Però l’ho presa seriamente, quindi ho firmato una sorta di contratto con mio nipote che m’impegna a raccontare un pezzetto di me una volta al mese. Ovviamente non vengo retribuito, ci tengo a precisarlo, sono un co.co.co (collaboratore coordinato e continuativo). Scherzi a parte, sarò diligente e ligio al dovere. Siamo così noi uomini di un tempo. Chiudo la Settimana Enigmistica e rientro dentro. Mi sdraio sul divano e accendo la televisione. Oddio! Non è che mio nipote diventa famoso e mi scorazza come un fenomeno da circo di paese in giro nei vari programmi di Maurizio Costanzo, Mara Venier, o ancora peggio, Barbara D’Urso? Spengo immediatamente la televisione, sono impaurito. Vado a dire di corsa (per quanto possa correre) a mio nipote di strappare il contratto seduta stante e di cercarsi un altro vecchio. Su un giornale va bene, ma in mano a quei macellai no. Ai tempi miei (ahia, sono ricaduto nel tunnel) si diceva: “Scemi sì, ma mica coglioni!”. P.s. Mio nipote mi ha assicurato che non diventerà famoso, quindi il pericolo è scampato.
C
C’è l’Estate fuori la finestra di casa mia. Un vento caldo muove le tende, porta con sé i rumori ovattati di una vita pulsante e frenetica e da qui, tutto è lecito, anche le immagini rubate ad una sera che ti apre la vista sulle case, sulla quotidianità degli uomini e delle donne del condominio che balza prepotente verso l’alto e ruba, ai miei occhi, il mare. Un’espansione verticale: case, finestre, vite, panni messi ad asciugare, luci che si accendono, si spengono, si riaccendono. La finestra di fronte è, dunque, la mia. La notte riporta nelle case le sue sagome, corpi abbronzati da vacanze già terminate, l’abbandono sul divano di donne stanche, le corse tra la doccia e l’armadio della giovane ragazza che si prepara alla messa in scena di un’altra notte d’Estate. Al secondo piano stasera è tutto spento, al terzo la luce intermittente della TV, lascia percepire lo zapping poco fortunato dell’uomo sempre in viaggio, quella del quarto piano, stasera, è la più viva. È Estate, le finestre sono spalancate, i rumori arrivano chiari, fa caldo e tutto ha quel sapore denso di fine Estate, quello che è un misto di nostalgia, di rimpianto, di malinconia, di bei ricordi. Al quarto piano intorno ad un tavolino tondo, quattro persone giocano a carte: tre donne, un uomo, quattro storie! L’arredo privo di personalità, tipico delle case estive dove i mobili sono quelli che non compri, ma assembli da cessioni, regali, scarti, messi assieme senza logica, solo funzionali, dice che quella casa d’Inverno chiuderà i suoi battenti, con la plastica sui divani e le tapparelle serrate. Non posso dirli anziani, ma hanno tanto tempo alle loro spalle: il tempo di una gioventù, della maturità, della consapevolezza che non è mai resa, ma propensione, slancio, saggezza. Posso, concentrandomi, quasi sentirlo il fruscìo delle carte mentre vengono mescolate, ed il loro odore, quello che solo le Modiano hanno, soprattutto quelle che non usi da tanto e restano chiuse nel cassetto della casa estiva. Posso costruire i profumi di questa casa che saprà di salsedine e ragù, che domani è Domenica e arrivano i figli ed i nipoti, e si riempirà di voci, di rumori, di vita. L’uomo mi dà le spalle, vedo solo la sua
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nuca, una camicia di cotone bianca e azzurra e i capelli ordinati. Sembra austero, ha sicuramente un buon profumo, di colonia probabilmente, lo immagino farsi vanto con il suo pubblico, tutto femminile, dei tempi in cui “faceva l’amore con le ragazze”: è perfetto, se non fosse che usa troppo spesso la frase “ai miei tempi” che mette di cattivo umore, che dà una misura troppo concreta del tempo che passa, inesorabile e incessante. Le tre donne, tutte un po’ corpulente, indossano abiti a fiori che lasciano nude le braccia, non più toniche come qualche anno fa, ma che si capisce hanno sostenuto, dato coraggio, allevato, lavorato. Loro, oggi, vedono Bonolis e la Clerici alla televisione, non escono mai senza un filo di rossetto e la borsetta al braccio, ma c’è stato un tempo in cui, al loro passaggio facevano voltare quegli uomini che hanno, con molta probabilità, sposato, senza troppa riflessione né impeto. Fa caldo e l’Estate è generosa, concede il tempo di giorni lunghi e luminosi, più spazio alle immagini e all’immaginazione, ai ricordi e ai “se potessi tornare indietro”, ma loro non danno l’idea di essere tristi o inariditi. Una macchina passa lenta e dal finestrino una musica forte e martellante li distrae, si voltano istintivamente tutti e quattro all ’unisono, si alzano e si affacciano, eccoli: li vedo eretti, reggersi alla ringhier a del balcone, con il telo da mare ancora steso ad asciugare, osservano in silenzio. Osservano come sarebbero loro se oggi avessero 20 anni e sorridono. Vedono in quell’auto e in quei ragazzi, loro stessi, i loro figli, i nipoti: il passato, il presente, il futuro, gli suggeriscono di prendere in mano la situazione, di indignarsi per quello che la società gli sta consegnando. Come una mano a Scala Quaranta, in cui uno dei giocatori, quello apparentemente più in difficoltà, fino all’ultimo non cala una carta, ma poi, improvvisamente, con uno slancio fiero e tenace, sorprende tutti e, quando arriva il suo turno, cala tutte le carte assieme e vince! Rientrano in silenzio, le Signore, con in mano il ventaglio, si fanno aria, l’uomo si volta ancora una volta, credo mi stia osservando, mi chiede di scrivere di loro ed io, diligentemente, obbedisco, ho un compito, ora: devo dire a quei ragazzi che è arrivato il momento di reagire, ma questa è un’altra storia…
Il wj del mese di radiovoiceover.it
foto Sarah Penge
LA MAGAMagò
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FEDERICA RIZZO
è la voce di "MagaMagò" in onda su radiovoiceover.it tutti i giovedì dalle 22 alle 23
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Partiamo dai ricordi: il primo giorno in radio. «Tanta, tanta emozione… e ricorderò per sempre le prime parole dette finita la sigla, mentre mi presentavo agli ascoltatori… erano quasi senza senso e soprattutto la voce tremava in una maniera assurda!». Cosa significa avere l'opportunità di fare radio? «Poter esprimersi e confrontarsi con chi ti ascolta, inoltre, è come se fosse ogni volta una sfida con te stesso e soprattutto un momento di pausa dal tran tran quotidiano, uno spazio tutto tuo». La musica nella tua vita che significato assume? «Una parte fondamentale! Ammetto però di attraversare anche periodi “bui” in cui non sento la necessità di ascoltare qualcosa in particolare… anche se poi, come tutti, vado a momenti e spazio molto tra i generi musicali». Il cantante preferito? «Non ne ho uno in particolare, proprio perché ascolto musica di tutti i tipi, però ammetto di essermi innamorata della voce di Jim Morrison e di quella di Samuel dei Subsonica, timbri così diversi ma così particolari». Il personaggio da cui prendi spunto nella vita di tutti i giorni? «Credo che tutti, nella vita, possano trasmettermi qualcosa e avendo oramai sviluppato anche un senso critico, prendo spunto da tutti quelli che riescono a colpirmi in qualche modo».
/PALINSESTO e negli orari non coperti dai programmi... VoiceOver ti fa compagnia con musica h24
La playlist giornaliera. «È sempre diversa a seconda di come mi sveglio la mattina, ma a grandi linee varia tra cantautori italiani e gruppi stranieri: Beatles, Led Zeppelin, Smashing Pumpkins, The Doors, Radiohead tra le band internazionali, mentre tra gli interpreti nostrani dico Alessandro Mannarino, Rino Gaetano, Giardini di Mirò, Subsonica, De Andrè, Bennato e i primi dischi di Vasco Rossi e Ligabue». La colonna sonora preferita. «Mi piace la musica classica, quindi apprezzo la maggior parte delle colonne sonore, ma in particolare adoro quella di Harry Potter, quella dei Pirati dei Caraibi e le musiche del Signore degli anelli». Come sta MagaMagó? «MagaMagò è la parte più esuberante e positiva di Federica… sta alla grande!». Quali progetti per il futuro? «Nessuna esperienza è da scartare, sono sempre pronta ad imparare cose nuove ed aperta alle possibilità che la vita mi offre, quindi chi vivrà, vedrà!».
REVERSO Musica Come nasce la band? «Noi cinque ci conosciamo da anni e dopo aver avuto esperienze in diverse cover band, all’inizio del 2008 ci siamo ritrovati senza un gruppo ma con molta voglia di suonare. Ci siamo incontrati per caso io e Marco (il bassista) e da lì nacque l’idea di rifare una band e lavorare sulla base di alcuni pezzi originali che avevo scritto anni prima. Abbiamo chiamato gli altri ed è partito il progetto». Il vostro è un nome curioso: perché questa scelta? «Di solito i gruppi rock riguardo al nome creano storie leggendarie e affascinanti, noi dovevamo scegliere in fretta un nome per la prima serata in un locale a Roma e mentre eravamo a cena Marco (sempre il bassista) mi dice “certo che tutti i versi delle canzoni iniziano in Re (la nota)…”, quindi da qui l’idea di chiamarci Reverso». Quant’è importante la sintonia fra di voi? «Dal punto di vista umano è fondamentale e tra noi c’è un grande rispetto reciproco, per quanto riguarda la sintonia musicale siamo un gruppo che sa lavorare bene in sala e
Your Voice Your Radio /Lun
15:00/17:00 20:00/21:00 21:00/22:00 22:00/23:00
Coffe Break Black Style BoysOver Amore Al Cubo
/Mar
16:00/17:00 20:00/21:00 21:00/22:00 22:00/23:00 23:00/24:00
Intervista con la città Foxy Ladies Info Lad Noi Siamo Fuori 2.0 VoiceOver Rhum
/Mer
16:00/17:00 Noi Siamo Fuori
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alla ricerca di Artisti Emergenti
20:00/21:00 21:00/22:00 22:00/23:00 23:00/24:00
Informazione Vietato l’Ascolto Allacciate le Cinture Scalo a Grado Missione Compiuta
20:00/21:00 21:00/22:00 22:00/23:00 23:00/24:00
Giovedì Gnocchi A noi piace così MagaMagò Colpa d’Alfredo
20:00/21:00 A tutta Dance 21:00/22:00 Life4music 23:00/24:00 The Rock Side 21:00/22:00 Bloody Indie 22:00/23:00 Mascelle strette
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SCOUTING
Alessandro Valenza chitarra - Carlos Acosta Fontana chitarra Fabio Armida batteria - Luca Pilotti voce e chitarra - Marco Pantano Basso
che si capisce presto e bene». È uscito ora il primo album "MOMENTI DI LUCE NELLA SCATOLA OSCURA". Sensazioni? «Ottime! Siamo molto soddisfatti, anche perché pur non avendo un’etichetta che ci produce, il disco “suona” bene e, al di là del seguito, è stata un’esperienza fondamentale per migliorare sotto tanti aspetti. Una grande fortuna per noi è stata incontrare Marco Mantovani che oltre ad essere un ragazzo competente e professionale ci ha messo nelle migliori condizioni per affrontare la realizzazione di un “primo disco”». Quant’è difficile per un gruppo di ragazzi lavorare per l’uscita di un cd? «Il nostro primo disco è un’autoproduzione, quindi c’è stato un grande impegno da parte di tutti sia nella fase musicale (prove, registrazione, missaggio ecc.), sia in quella economica (produzione, stampa, burocrazia), senza contare le difficoltà nel riuscire a far collimare gli impegni lavorativi e famigliari con quelli del gruppo. La soddisfazione per l’usci-
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ta del disco è, però, enorme e ci ripaga dei sacrifici fatti. Tra l’altro abbiamo curato personalmente anche grafica e artwork del disco, il disegno di copertina è di Carlos, il nostro chitarrista». Modelli imprescindibili per il vostro stile. «Ecco diciamo che qui la sintonia del gruppo viene meno, perché ascoltiamo tutti e cinque cose differenti. Fortunatamente siamo abbastanza curiosi e quindi ci scambiamo i dischi fra di noi e cerchiamo di capire ognuno le influenze dell’altro. Nel complesso, diciamo che dalla Seattle degli anni ‘90 è arrivata roba buona!».
OGGI
Accadde Aneddoti del Rock
JIMI HENDRIX
A
Alzi la mano chi non ha mai sentito nominare Jimi Hendrix! Costui è universalmente riconosciuto come il più grande chitarrista rock di tutti i tempi: talentuoso, geniale e sfortunato, tanto da andarsene dopo soli 27 anni (nel 1970). Per arrivare a diventare il mito Jimi Hendrix, il giovane James Marshall Hendrix ha fatto una gavetta incredibile, suonando quasi tutti i generi musicali conosciuti - soprattutto blues, facendo da spalla a nomi di assoluto prestigio per l'epoca - e producendo una sterminata quantità di materiale musicale, tanto che fondamentalmente i suoi dischi erano il prodotto dei mixaggi di lunghissime "jam sessions" fatte in studio. L'apice della sua carriera giunse nel 1966, quando Jimi conobbe Chas Chandler, bassista del gruppo degli Animals e giovane produttore: egli lo convinse a metter su un "super-trio" (come i Cream di Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker, molto in auge all'epoca) e per questo prese contatti con Noel Redding nel ruolo di bassista e con Mitch Mitchell alla batteria. Nacque così un nuovo folgorante gruppo: "The Jimi Hendrix Experience". Il gruppo di Hendrix visse dal 1966 al 1969 e produsse tre album rimasti nella leggenda della musica: "Are you experienced?", "Axis: bold as love" e "Electric Ladyland". Tre monumenti a Hendrix e al rock, tre visioni psichedeliche diverse di fare musica, tre sfavillanti performance "alla Hendrix". Tra questi, però, il secondo lavoro ha una particolarità che lo distingue ulteriormente dagli altri due: è... sbagliato! L'album "Axis: bold as love" - che tra le altre contiene la versione da studio del brano più celebre di Hendrix, al secolo "Little Wing" - non è infatti come lo aveva progettato il suo autore, ed in parte la colpa è anche sua: mixare le lunghissime sessioni di registrazioni dei brani da inserire nel disco richiese molto tempo, ma a Jimi bastò un attimo di distrazione per smarrire il "master" del lato A in un taxi, proprio mentre si stava dirigendo verso i laboratori per l'incisione su vinile dell'LP.
e il disco sbagliato
di Roberto "Wj Fancy" Fantini Perullo Pur scattando subito le ovvie ricerche, del taxi e del "master" si persero presto le tracce. L'unica cosa da fare, allora, era riprendere tutto il materiale usato per il lato A e rimixare tutto daccapo per avere un nuovo "master". Tempo a disposizione: una sola notte. E in una sola nottata Hendrix e il suo fido tecnico del suono Eddie Kramer riuscirono a rimontare un nuovo "master", che però non era esattamente come il precedente, poiché alcune scelte di registrazioni furono obbligate dal poco tempo a disposizione. Ciò nonostante, il materiale era talmente buono che il nuovo "master" del lato A (quello inciso sul disco e che tutti gli Hendrixiani hanno ascoltato chissà quante volte) era eccezionale, anche se per Jimi e Eddie «non era come il primo master, quello perduto!». Ma le tribolazioni che si sono abbattute sul disco non hanno risparmiamo nemmeno la sua copertina. Hendrix aveva sangue pellerossa nella sua linea genealogica (cosa della quale andava fiero), per cui avrebbe voluto che la copertina di "Axis" celebrasse la sua origine di "indiano d'America". Sennonché in sede di disegno della copertina, la parola "indiano" venne equivocata e la copertina del disco diventò un grande trionfo di “indianità”, intesa però come quella relativa al paese asiatico, con i tre componenti del "The Jimi Hendrix Experience" raffigurati come divinità indù al pari di Shiva, Visnu e Durga. Certo che in piena era "psichedelica", in un periodo tra l’altro in cui era assai di moda seguire le religioni orientali, una copertina così aveva il suo fascino, ma era lontana anni luce dall’immagine desiderata da Jimi, Noel e Mitch. Un disco frutto di un "master" smarrito in un taxi e una copertina realizzata in base ad un equivoco sul termine "indiano"; un album così era inevitabilmente destinato al successo. Come puntualmente avvenne consegnando Jimi Hendrix alla Storia del Rock. Arrivederci al prossimo giro e ... Up the Rocksiders!
7 settembre 1949 - Viene al mondo a Newark (Usa), Gloria Fowles, meglio nota come Gaynor, una delle più celebri icone della disco music, movimento nato anche e soprattutto grazie alla sua “I Will Survive”, brano che l’ha resa popolare in tutto il globo e portata in cima a ogni classifica dance a partire dal 1978, anno di uscita del singolo. La canzone, che narra di una ragazza che non ha più bisogno del suo ex fidanzato, è stata per decenni il simbolo dell’emancipazione femminile, mentre successivamente è diventata la colonna sonora delle comunità gay. A distanza di 33 anni (e trenta dischi pubblicati), ancora oggi Gloria Gaynor gira il mondo portando a spasso “I Will Survive”. 8 settembre 1949 - All’alba degli 85 anni se ne va Richard Strauss, uno dei compositori che ha segnato la storia della musica classica, grazie a poemi sinfonici e opere liriche rivoluzionarie per stile e temi affrontati. Una su tutte “Salomè”, tra i primissimi esempi di teatro orgiastico, che nel 1907 a New York incappò nella censura della Chiesa. Uno dei lavori più noti ai giorni nostri, invece, è “Così parlo Zarathustra”, sinfonia le cui note iniziali caratterizzano il film “2001: Odissea nello spazio”. Per queste e tante altre opere diventate famose in tutta Europa, Strauss ha cambiato il ruolo del musicista nella società, aumentandone l’importanza e dimostrando che anche un compositore può vivere del suo lavoro. Anche per questo, però, oltre che come geniale compositore, passò alla storia come un uomo col fiuto per gli affari e, quindi, particolarmente avaro. 13 settembre 1997 - Viene pubblicata nel Regno Unito il singolo “Candle in the wind 1997”, la rielaborazione del brano diffuso da Elton John nel 1973, cantata dall’artista inglese sette giorni prima nell’abbazia di Westminster durante il funerale della principessa Diana Spencer. La canzone fu messa in commercio per esclusivi fini benefici e, con grande sorpresa, batté ogni record di vendita tra i singoli, superando la stupefacente cifra di 40 milioni di copie vendute e facendo incetta di dischi di platino, d’oro e di diamante. Tutti i guadagni furono donati (e lo sono tuttora) alla Fondazione “Diana Princess of Wales Memorial Fund”. Da notare che si tratta di un singolo cantato dal vivo una sola volta, poiché nonostante le numerose richieste giuntegli, Elton John si è sempre rifiutato di interpretarla. 23 settembre 1949 - Nasce Bruce Frederick Joseph Springsteen, anima della musica rock mondiale, che dal 1973 ha iniziato a diffondere musiche e testi capaci di influenzare la vita dei giovani statunitensi e non solo. Definito come il miglior performer di tutti i tempi dalla rivista di settore Rolling Stone, il Boss ha incarnato da sempre le sembianze dell’uomo del popolo, lontano dai vizi delle star, trovando in tal modo un grande sostegno ovunque sia andato. Noto per le sue esibizione live, maratone di oltre tre ore senza soste, molto spesso insieme alla “E Street Band”, sin dagli esordi si è impegnato in campagne sociali, i cui temi più sentiti sono molto presenti nei suoi brani. Cantautore molto amato (è l’artista straniero più amato dagli italiani secondo Vanity Fair), Springsteen ha in Born to Run, Born in the U.S.A. e The Rising gli album più popolari che, insieme agli altri lavori, gli hanno permesso di vendere oltre 120 milioni di dischi nel mondo. 23 settembre 2007 - Il made in Italy in cima al mondo: il merito è della Ducati, che a 33 anni di distanza dall’ultimo successo di una casa italiana (la MV Augusta) vince il titolo mondiale piloti grazie all’australiano Casey Stoner. Il premio iridato arriva dopo appena cinque stagioni dall’esordio in MotoGp, avvenuto nel 2003 con Loris Capirossi e Troy Bayliss a dare spettacolo con le loro Desmosedici. Un’impresa clamorosa considerando che la Ducati ha interrotto il dominio incontrastato delle marche giapponesi (Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki), che oltre al lustro ha ulteriormente aumentato le vendite dell’azienda di Borgo Panigale, già conosciuta in ogni angolo del mondo per la qualità delle prestazioni e il design senza eguali. 29 settembre 2001 - Il Corriere della Sera pubblica “La Rabbia e l’Orgoglio”, un lungo articolo di Oriana Fallaci, in cui all’indomani dell’attacco dell’11 settembre alle Torri Gemelli di New York, la giornalista si scaglia duramente contro la classe politica occidentale in generale, e italiana in particolare, colpevole di alimentare con loro atteggiamento passivo la decadenza culturale, economia e politica del mondo occidentale. Nel mirino della scrittrice finiscono però anche il fanatismo religioso degli islamisti, il terrorismo e i regimi dittatoriali di molti paesi arabi e asiatici. L’articolo si trasformò presto in un libro che, nonostante attirò molte critiche e giudizi fortemente negativi all’autrice, ebbe successo in tutto il mondo vendendo milioni di copie.
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Il
SAPORE DELLA MUSICA
PLAY LIST
di Marco Filacchioni
INGREDIENTI (4 PERSONE)
Californication Scar tissue Under the bridge Around the world Other side By the way Can't stop Aeroplane Fortune faded Tell me baby
500g Fagioli neri (2 scatolette) 1 Petto di pollo intero 300g Macinato misto 200g Pancetta a cubetti 2 Peperoni (colore diverso) ½ cipolla 1 Porro 2 Jalapenos (peperoncino) 1 bicchiere di vino
S
«Se i peperoncini sono per voi un sentimento, una sensazione o una forma di energia, avete indovinato. Ma se per voi sono semplici vegetali, anche quelli hanno così tante connotazioni». Anthony Kiedis, Scar tissue
L’estate è agli sgoccioli e mentre se ne sta andando arriva il nuovo album dei Red Hot Chili Peppers. Gli RHCP sono un gruppo statunitense di Los Angeles, città cui sono molto legati, la band si è formato nel 1983 da un gruppo di amici compagni di scuola con a capo Anthony Kiedis e Michael "Flea" Balzary, voce e basso, gli unici rimasti del nucleo iniziale. Nella loro carriera hanno mescolato con successo vari generi, tra cui soprattutto funk, rap, hard rock, punk e
successivamente alternative rock e pop rock. Nel corso degli anni, i Red Hot hanno cambiato chitarristi e batteristi anche se nell’immaginario collettivo resta scolpito il chitarrista John Frusciante e il collega Chad Smith alla batteria. Il piatto da degustare ce lo suggerisce proprio il gruppo, ma è ancora troppo presto per un piattone di chili; quindi faremo una rivisitazione. Mettete in rampa di lancio la Playlist e gli ingredienti, press play and let’s go cook.
Iniziamo con Californication, canzone e album simbolo dei RHCP, nel frattempo iniziamo a tritare mezza cipolla, delle rondelle di porro, i peperoni a listarelle e fare a bocconcini il petto di pollo. In una padella con un filo d’olio mettiamo a soffriggere cipolla, porro, peperoncini (tanto meglio se trovate il tipo Jalapenos) e i cubetti di pancetta, mentre sotto scorre Under the bridge; passati alcuni minuti è il momento di aggiungere macinato e pollo, e lasciarli rosolare con Scar tissue.
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Around the world vi darà la carica giusta per sfumare con un goccio di vino, aggiungere i peperoni e saltare energicamente il tutto; nel frattempo scolate i fagioli neri e versateli all’ultimo per Other side. Bruscate dei pezzetti di pane, metteteli sul fondo del piatto e adagiateci sopra il nostro Chili al ritmo di By the way. Adesso non resta che gustarvi la musica dei Red Hot e il vostro piatto, accompagnato magari da un Syrah, un Sauvignon o un Merlot Californiano.
Rubrica PSYCOVER
PSICOTERAPIA O PSICOTERAPIE: Quali prospettive terapeutiche per il disagio psicologico
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a cura del Dott. Italo Gionangeli Neuropsichiatria Infantile - Analista C.I.P.A.
Con questo scritto si apre uno spazio che cercherà di orientare chi soffre di un disagio psichico o psicologico (chiariremo più tardi la differenza tra i due termini) all’interno delle numerose proposte terapeutiche e riabilitative e delle numerose prospettive che è possibile percorrere. È noto, infatti, che chi deve decidere da chi farsi aiutare nei momenti spesso drammatici e di estrema debolezza rappresentati da una condizione di disturbo psicologico, si trova davanti ad una pluralità di metodologie e di indirizzi teorici e clinici che, sovente, non solo non aiutano ma pongono il paziente in una condizione di maggiore confusione. È necessario pertanto informare correttamente sui percorsi e gli orientamenti che è bene seguire e quelli, invece, che non hanno nessuna base scientifica o, che peggio ancora, sono proposti senza che alle spalle ci siano solide conoscenze ed esperienze. Un intervento sbagliato, difatti, non solo non ha effetti terapeutici ma spesso mette le premesse per una disillusione sulle possibilità della terapia e può costruire una struttura psicologica patologica. Cominciamo con il chiarire quali sono le situazioni che richiedono un intervento dello psichiatra o dello psicologo, che devono essere tenute ben distinte da quelle condizioni che invece richiedono l’intervento del neurologo. Quest’ultimo si occupa di malattie che riguardano il cervello come organo e si possono diagnosticare pertanto da un esame clinico e/o strumentale
quindi il programma di riabilitazione, mentre lo psicologo segue le indicazioni dello psichiatra e attua il programma riabilitativo. Pertanto non è vero che lo psichiatra si occupa solo della follia, come ancora troppe persone pensano, bensì è essenziale per impostare il progetto riabilitativo attuato dallo psicologo. Le condizioni di cui si prende cura lo psichiatra non sono solo quindi malattie in senso stretto (come la schizofrenia, la psicosi maniaco depressiva o alcune forme di depressione chiamate depressione maggiore), ma più frequentemente forme di sofferenza che sono legate a una determinata congiuntura della vita o a qualche forma di debolezza psicologica. Risulta, conseguentemente, che qualsiasi
(TAC, Risonanza, EEG etc.) e non riguardano la psiche ma il corpo. Sono malattie che si esprimono quasi sempre con sintomi fisici, anche se raramente possono esordire con sintomi psichici. Sono malattie come cefalea, epilessia, ictus, tumori, esiti di parti distocici, malattie degenerative come il Parkinson o il morbo di Alzheimer. Il neurologo non si occupa, o non si dovrebbe occupare, di quella sfera dell’esperienza che invece riguarda la psiche, cioè le emozioni, i sentimenti e la mente che sono invece di competenza dello psichiatra (neuropsichiatra infantile se si tratta di infanzia e adolescenza) e dello psicologo. La differenza tra queste due figure professionali consiste nel fatto che il primo è un medico e si occupa della diagnosi e della terapia farmacologica e di indirizzare
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decisione sul percorso terapeutico va ponderata dopo aver consultato uno psichiatra oppure un neuropsichiatra infantile se si tratta di un bambino o di un ragazzo, ed avere costruito insieme a lui la possibilità di guarigione. Lo psichiatra ha quindi il compito di valutare quale percorso terapeutico, tra i tanti possibili, è più adatto alla persona che ha davanti, senza possibilmente farsi condizionare da pregiudizi ideologici o, peggio, commerciali. È questo un momento decisivo nell’evoluzione del disturbo, poiché la nostra esperienza ci insegna che tante volte, pur partendo da presupposti diagnostici corretti, non si hanno i risultati attesi per una scelta di metodo non appropriata alla sofferenza che ci si trova davanti. Ma quali sono le possibilità che un professionista può proporre al proprio paziente? Effettivamente il ventaglio è molto ampio, e spesso non è facile fornire consigli nella maniera appropriata. L’analisi deve partire dalle possibilità e dalle capacità della persona e dalla condizione patologica.
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Una fetta di mondo chiamata:
TERRA degli UOMINI INTEGRI
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Conto alla rovescia.
di Rita Leorato Sembrava tutto così lontano e invece tra poco si parte. Era l’inizio dell’anno quando, durante una visita medica, la dottoressa Nadia mi chiese del mio recente viaggio in Burkina Faso, dove da qualche tempo seguo le sorti di un orfanotrofio di cui vi ho accennato qualcosa nel precedente numero, cercando di renderlo un luogo un poco più ospitale e un poco più dignitoso. Non sempre ne parlo a cuore aperto, perché so che non tutti sono disposti ad ascoltare storie drammatiche. Ma quel giorno ho raccontato molto, con la disperazione di chi si sente impotente davanti al dolore, con la caparbietà di chi non vuole arrendersi e si aggrappa ad ogni filo di speranza. Ho parlato delle inesistenti condizioni igieniche, dello spettro della malnutrizione - e di conseguenza della morte della disgrazia di non avere l’abbraccio di una mamma laddove anche nascere e sopravvivere è assai difficile. Avevo anche le foto dei piccoli. I dolci bambini dell’orfanotrofio di Yako. Fotografie senza alcun valore artistico, certo; ma quei visetti riuscivano ugualmente a togliere il fiato per la bellezza dei lineamenti, la profondità dello sguardo, la tristezza e il senso di solitudine che trasmettevano. “Quando pensi di tornare?”, chiese Nadia. “Non so ancora. Devo progettare tutto. Trovare fondi, inventarmi qualcosa per non tornare a mani vuote”. “Settembre?”, insistette lei. “Potrebbe, perché no?”, risposi. E lei di rimando: “Bene, facciamo settembre. Vengo con te”. Subito dopo Elena, la giovane assistente che assistette alla scena, si inserì di getto nel nostro dialogo: “Vengo anch’io”. Tutto così, su due piedi. Parlo di questa magnifica cosa che mi è capitata con gli amici, con le persone che piano piano si sono avvicinate a questa realtà e ora mi sostengono. “Vengo anch’io”, dice Cesare. “Anch’io”, dice Luciano. “Anche noi”, dicono Gianfranco ed Emiliano, coerenti con il loro progetto iniziato qualche mese prima proprio a favore dei bambini di Yako. E poi ancora si aggiungono Assunta e Daniela, Alfredo e Gina. Ed eccoci qua, inaspettatamente, in un batter d’occhio, seguendo l’istinto. Undici persone che non si conoscevano e che all’improvviso decidono di intraprendere un viaggio per amore dei bambini visti
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in fotografia. Undici persone che si affidano l’una all’altra e seguono un ideale in comune: spendere un po’ del loro tempo (ed anche dei loro soldi, visto che non godiamo di finanziamenti) a favore di chi non riesce a vivere una vita degna di questo nome. Non sarà facile catapultarsi in un mondo così diverso, così immobile nel tempo. Ma io percepisco la grande forza che ci muove. Abbiamo subito avviato i nostri incontri e il programma che ne è uscito è senza dubbio ambizioso. Porteremo e monteremo due pannelli fotovoltaici in grado di fornire un po’ di luce, utile soprattutto se qualche piccolo dovesse aver bisogno di cure durante la notte (che lì durante tutto l’anno comincia alle sei del pomeriggio e termina alle sei del mattino). Faremo lavori di manutenzione, metteremo zanzariere alle finestre, costruiremo altalene ed altri giochi perché questi bambini abbiano degli stimoli, studieremo la possibilità di piantare qualche albero, sia per sfruttarne l’ombra sia per poter cogliere dei frutti. Terremo un semplice breve corso di cucito ed anche di gestione dell’orfanotrofio. Ma, soprattutto, terremo un corso igienico-sanitario (anche con l’aiuto di disegni), aperto non solo alle donne che lavorano nella struttura ma a tutte le donne del villaggio che lo vorranno, perché siamo consapevoli che se le donne acquisiranno determinati concetti, saranno in grado di cambiare le sorti della loro comunità. Tutti i bambini verranno visitati e schedati, di modo che si possa controllare il loro sviluppo. È stato organizzato, inoltre, un progetto di “telemedicina”, in collegamento con l’ospedale San Giovanni di Roma, affinché tutti i bimbi possano ricevere un elettrocardiogramma ed una consultazione cardiologica. Un bel programma, insomma, di cui vado fiera. Ed ecco cominciato il conto alla rovescia. Ormai manca davvero poco, il 5 settembre si parte per quest’avventura. Un’avventura che speriamo riuscirà a cambiare qualcosa nella vita dei bambini dell’orfanotrofio e delle donne che, malgrado le condizioni, tentano di gestirlo, e magari migliorare le condizioni di tutta la comunità. Un’avventura che sicuramente cambierà le NOSTRE vite. Ai miei compagni di avventura, grazie per questo viaggio insieme.
AFRICAblog
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AFRICA
UNDERGROUND
Fabio Palumbo, dal blog qualcunoerainafrica
Certe volte penso che cerco troppo di capirla, l'Africa. Certe volte bisogna smettere di cercare sempre il significato di ogni differenza, di ogni aspetto, di ogni contrasto. Certe volte basterebbe fermarsi un attimo e guardarla. E basta. C'è un sacco di gente che cammina, la sensazione che ti dà è di un continente che cammina, sulle stradine quelle dissestate, quelle che passano in mezzo ai campi di mais e girasoli, ma anche sulle strade grandi, quelle battute dai camion guidati all'impazzata e spesso sovraccarichi. Ci sono un sacco di persone che si spostano, ci sono un sacco di donne che, quasi a voler confermare quell'immagine che uno ha in testa della donna africana, portano bambini legati dietro la schiena con i loro teli colorati e pesi sulla testa (di qualsiasi tipo), sacchi gonfi di patate, brocche d'acqua, lunghe canne da zucchero, legna per fare il fuoco. Così come le donne anche gli uomini camminano, anche di sera quando sono sfiniti dal lavoro nei campi, uomini che spesso portano delle bici sulle quali riescono a caricare qualsiasi cosa, come se prendessero in giro la fisica occidentale, quella che ti direbbe che è impossibile trasportare cinque sacchi gonfi di carbone su una bicicletta, per giunta spingendola a piedi in una strada in salita dove ogni camion e ogni macchina che passa lascia dietro una scia di polvere alta il doppio di te. Loro lo fanno, si muovono, trasportano, camminano. C'è gente che sbarca il lunario in tanti modi. C'è chi ha un banco al merca-
London
to, il mercato dove tutti vendono le stesse cose e tu non sai proprio come facciano a distinguersi, a sopravvivere, tutti vendono pomodori, cipolle, carote, banane, alcune verdure locali, papaie, cocchi, tutti giocano sulla fiducia e nessuno ha un prezzo fisso, si tratta all'infinito, si tratta persino sui 100 scellini, non sembra tanto una questione di soldi, sembra più un momento di scambio, di socialità, il mercato è un luogo dove ci si incontra con gli altri, un luogo confuso ma allegro, vitale, un qualcosa che gli scaffali dei nostri mega supermercati nei nostri mega centri commerciali non ci potranno mai restituire. C'è chi guida una motocicletta - forse sua, forse no - porta in giro le persone per qualche centinaio di scellini. In città le motociclette sono ovunque, sciami che si aggiungono alla confusione regnante, alcuni stanno sui lati della strada, se passa il bianco suonano il clacson, strillano qualcosa, quasi più per gioco che per farsi notare. Conservano la benzina in boccette di plastica e in discesa vanno rigorosamente a motore spento... perché loro non ci tengono troppo a far arricchire gli sceicchi. All’interno del villaggio c'è chi vende il maiale, generalmente lo comprano, lo ammazzano e poi lo vendono “al dettaglio”, crudo o cotto e tagliato a pezzetti. Stanno in baracchini di legno col tetto in paglia, accendono un piccolo fuoco, ci mettono su una pentola con l'olio e cominciano il loro lavoro. Il maiale viene tagliato così come viene, non esistono le tecniche
GUARDANDOLA
di taglio, d’altronde bisognerebbe prima spiegargli che ci sono alcune parti più buone di altre... Ci sono tanti bambini, ma tanti, noi mica ce li abbiamo tutti quei bambini, o forse sì, ma li abbiamo confinati davanti a qualche videogioco. I bambini si comportano in maniere diverse, a seconda se vivono in posti dove i bianchi ci sono o non ci sono, danno o non danno. Ci sono quelli che senza troppe mezze misure ti dicono: “Voglio i soldi”, ci sono quelli che ti si avvicinano, ti dicono: “Ciao, come stai? Voglio i soldi”, ci sono quelli che magari ti chiedono una caramella, ci sono quelli che ti fissano all'infinito. Poi magari vai in posti dove i bianchi non hanno ancora fatto troppi danni, allora i bambini, appena ti vedono, ti corrono incontro strillando un po' di gioia, ti prendono per mano e fanno un pezzo di strada con te, ridono, dicono poche cose, ti guardano, poi quando è ora di andare se ne tornano: “Allora ci vediamo domani”... Ci sono gli anziani, e chi li vede mai gli anziani? Per gli anziani di solito c'è la tv, al massimo una badante, per qualcuno c'è la casa di riposo... qua camminano anche loro, ti salutano, sono sempre cordiali, sono spiritosi e, come tutti, ti invitano a casa loro... Ci sono tante persone, ci sono i buoni, ci sono i furbi, ci sono quelli senza scrupoli, ci sono quelli che lavorano sodo, ci sono quelli che non fanno niente, ci sono proprio tutti... stenti a credere che sia veramente così diverso, stenti a credere che siamo così simili...
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di Arianna Mariani
Prendo al volo la District Line tutta di corsa fino ad High Street Kensington,le strade sono stracolme,il silenzio irreale.
Si il silenzio. La gente a centinaia, mi spinge, mi tira si accalca e si stringe in una fila lunghissima al semaforo, senza emettere un rumore. Credo che sia l'effetto dell’immensa parata di poliziotti, degli elicotteri e delle telecamere che circondano uno dei quartieri più "cosy" di Londra. Vago, vado, e respiro l’odore delle "riots" di due settimane fa, ma sono altissima e il mio naso e il mio sguardo passano oltre, così distinguo immediatamente il profumo dei BBQ e l’incantevole color pace delle casette di Portobello Road. Provo un cappello al vintage shop, compro una cartolina pornografica anni venti... e cerco un po' di musica. Accelero al richiamo lontano dei Subwoofer, il mio viso è simpatico mi sono appena specchiata. Mi sento piena di grazia e insieme a me lo sono i culi delle jamaicane, le piume dei loro cappelli e i Big Bamboo dei loro mariti. Le case degli inglesi sono aperte, vecchie signore siedono sulle scalinate delle ville vittoriane e battono le mani al passaggio di DJ Rapper e percussionisti di ogni singola etnia che popola questa città. I poliziotti si lasciano trascinare dalla fiumara felice e si abbandonano a balli e compiacimenti vari. Io canto felice "Am a mather fucker PIMP". Le collinette di Notting Hill e le strade di Kingston Town, i club di Manatthan e i localetti di Testaccio, questo è il Jamaican Carnival, dove le gambe tremano, i bassi esaltano, l’alcol condisce e la legalizzazione salva l’uomo dallo stress del concetto di proprietà. Dopo aver perso la testa per una cinquantina di esseri dell’altro sesso, torno lenta lenta verso l’entrata della tube, fa freddo, c’è sentore di autunno, tiro su la zip del mio giacchetto di pelle e sono di nuovo sul ponte di Richmond, che è come la Chiesa a Palo di Don Nicolino quando finalmente stai per arrivare a casa.
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Settembre
MI PIACENon mi piace “Pacta sunt servanda”, dicevano i romani. E noi sul litorale nord - non quello di Ostia Beach, perché laggiù la sabbia brucia - traduciamo così: ogni promessa è debito, e ogni debito è bene che sia pareggiato. Avevamo anticipato due mesi fa che avremmo potuto parlare di ciò che ci era piaciuto e di ciò che invece no, tentando di focalizzarci ogni mese su un valido motivo per non scappare via. Via che può leggersi come viafuori-dall’Italia oppure, volendo, come un più cosmico via-fuori-da-questa-vita (intesa come modo di vivere, non come respirare mangiare sopravvivere, ovvio). Una ragione per restare e una per andare via. A voler scopiazzare i meravigliosi elenchi fuoriusciti dalla trasmissione televisiva cult dello scorso inverno: “Vieni via con me”. Ricordate? Fabio Fazio e Roberto Saviano che leggevano - e facevano leggere agli ospiti via via sfilati su quel palcoscenico - elenchi di cose per cui ciascuno sarebbe andato via da qui oppure sarebbe rimasto. Meraviglioso, evocativo, emozionante, sublime nella sua semplicità, rendere spettacolo il puro esercizio di un sentimento basilare come dire: “Mi piace, non mi piace”. E allora facciamolo anche noi, come fossimo stati invitati tutti, popolo di VoiceOver, a una lunghissima puntata di quella trasmissione, a dire la nostra. Anzi, la butto là: chi volesse esprimersi lo faccia, ci mandi un messaggio di posta elettronica, un post sulle pagine di facebook, un sms, un piccione viaggiatore, scrivendoci una cosa che gli piace più una che non gli piace, il proprio nome (o un nickname per i più timorosi) e la propria età. Noi proveremo a dare voce e a creare una sorta di messaggio corale, una bacheca che raccolga l’umore e gli umori, e poi chissà… Vi piace? Proviamoci, vi aspettiamo numerosi. Dò per scontato, per quanto sia superfluo dirlo, che per primi si produrranno i nostri redattori, direttori responsabili, editorialisti eccetera… pensavano forse di esentarsi?. E per partire col piede giusto - considerata la vocazione “eco” di VoiceOver Magazine e la presenza questo mese di un importantissimo Etruria Eco Festival che tanto ci coinvolge - forziamo il quesito per un giro di prova: indichiamo una cosa ECO e una cosa NON-ECO per questo mese di settembre. Settembre è il mese dei ripensamenti, cantava il mio guru personale Francesco Guccini nella sua “Canzone dei dodici mesi” (e scusate se cito tanto spesso il Maestro, ma gli appartengo per generazione e formazione). È il mese della ripresa dopo la pausa estiva,
di Jack
Ariete
che porta a programmare e progettare, a formulare attese per la nuova stagione di impegni. E ci piacerebbe che le attese e i programmi fossero “eco”, contenessero cioè quell’attenzione a ciò che ci circonda, che è uno dei messaggi di cui vuole essere portatore VoiceOver. Nella nostra ripresa di stagione, ad esempio, ci piacerebbe che ci fosse spazio per un progetto semplice quanto rivoluzionario: impiantare almeno un giardino sul tetto di almeno un edificio. Ecco, questo è un eco-pensiero: utilizzare gli unici spazi veramente inutilizzati delle nostre città - i tetti, che tra l’altro nel centro Italia hanno la fortuna di non essere a spiovente, e quindi si prestano meglio a ospitare qualcosa sulla loro spesso desolata superficie - e farvi crescere erba e piante. Pensate i benefici, in termini di inquinamento, in termini estetici perché non potendo godere di ampie superfici pubbliche e trovandoci in qualche misura obbligati a cementificare, potremmo onorare il nostro debito alla Madre Terra facendo crescere, per un tot di laterizi, anche un tot di aree verdi. Pensate in ultimo ai benefici in termini di riscaldamento e refrigerazione, perché l’isolamento creato diminuisce l’energia da destinare agli uffici e agli appartamenti sottostanti per il rinfrescamento estivo e il riscaldamento invernale. Quindi, prima voce di questo nostro elenco del “ci piace” (anzi in questo caso “è Eco”): portare i giardini sui tetti. Destinatari del messaggio, i privati, i condomini, le aziende, le pubbliche amministrazioni. Prima voce dell’elenco del “non ci piace”: la canottiera di Bossi. O più in generale, quello che simboleggia, un presentarsi con gli indumenti intimi di fuori, rendendo pubblico quanto potrebbe (e dovrebbe) restare privato, e sottraendo perciò inevitabilmente tempo e attenzione alle cose su cui ci si dovrebbe invece concentrare (che è anche un discorso di estetica, perché se sei un gran figo, forse forse, la canottiera te la puoi anche permettere). Il discorso etico-politico potrebbe allargarsi fino ai bunga-bunga, ma non lo farò. Certamente portare all’esterno la canottiera non è “eco” e non è neanche “sostenibile” secondo la definizione che del termine sostenibilità fornisce Wikipedia: "L’equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie". Non c’è spazio per tutto ciò. Chiudiamo qua, la lista delle cose che non ci piacciono potrebbe allungarsi indefinitamente ma il gioco è questo: una botta da una parte, una botta dall’altra, e via. Al prossimo mese.
«In questo mese non potrete pretendere troppo da voi stessi, ma questo lo sapete già e siete perfettamente consci di quello che potrebbe accadere esagerando. Spingere sull'acceleratore non servirà a molto. Anche se non sarà un mese scintillante, questo non vuol dire che non possiate avere belle possibilità per innamorarvi.».
Gemelli «Sarà bene prendere qualche precauzione poiché ci saranno delle persone che ce l'avranno su con voi, quindi dovrete capire il perché. Avrete il vostro bel da fare! In amore sarete piuttosto impegnati a capire quando e perché abbiate sbagliato, poiché non mancherà occasione per il partner di farvi notare i vostri errori.».
Leone «Avete ancora delle chance in questo mese per recuperare ciò che prima è andato storto. Infatti, quest’estate da leoni si è conclusa esattamente come desideravate e quindi avete bisogno di riscatto. È giunto il momento di andare un po' più pacati nelle questioni sentimentali.».
Bilancia «La prudenza dovrà essere il vostro primo ed esclusivo pensiero, poiché non potete concedere troppa fiducia alle persone che vi sono intorno, soprattutto a quelle che non conoscete da abbastanza tempo poiché potreste avere delle sorprese. Molte problematiche del passato potrebbero essere risolte in questo mese.».
Sagittario «Forse non è proprio un buon momento per voi ma solo dal punto di vista lavorativo poiché l'estate di solito vi proietta in un altro mondo e quindi poi fate fatica a riambientarvi, anche nei rapporti sociali. Nelle relazioni sarete piuttosto sbrigativi, ma questo potrebbe non essere un bene in quanto qualcuno vuole un po' più di intensità nel rapporto.».
Acquario «Sarete molto concreti, vorrete toccare con mano tutti i risultati che gli altri vi dicono abbiate raggiunto e non vi fiderete di semplici statistiche per la vostra professione. Dovreste avere lo stesso colpo d'occhio anche in campo sentimentale. Sicuramente siete più rilassati!».
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Toro
OROSCOPO
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OROSCOPO
di Aldo Anchisi
«Il mese procederà con grande grinta da parte vostra e da altrettanta risposta da parte degli altri. Ci sono modi e modi per ottenere quello che volete e voi sceglierete forse il migliore! Troverete senza dubbio alcune piccole difficoltà nei rapporti ma nulla che non possa essere risolto con un po' di tenacia.».
Cancro
«Se avete approfittato nei mesi passati è molto bene per voi poiché potreste non essere altrettanto fortunati in questo periodo dell'anno dove tutto è ancora da decidere e qualsiasi cosa potrebbe spostare l'ago della bilancia! Se avete bisogno di qualche momento di riflessione è giusto che parliate con la persona interessata, la quale saprà come confortarvi o comunque apprezzerà il fatto che siete riusciti a parlare!».
Vergine
«Anche per voi arriva il momento più desiderato dell'anno, nel quale iniziano nuovi amori o si consolidano quelli già in corso. Di certo le vostre aspettative non potranno essere deluse o disattese! Buon periodo per l'amore, per tutti coloro che amano questo sentimento. Provarlo è sempre una sensazione esaltante.».
Scorpione
«Non aspettatevi scintille e fuochi d'artificio! L'amore sarà una delle roccaforti della vostra vita, ma non sarà così entusiasmante come negli ultimi mesi. È anche giusto così! Non vi saranno particolari tumulti in questo mese ma certamente non potrete fare a meno di pensare alla vostra anima.».
Capricorno
«Dovreste godere di un periodo di relativa calma e serenità, poichè tutti i pianeti che si raccoglieranno intorno a voi saranno piuttosto pacifici e clementi. Solo Marte metterà lo zampino perfido di tanto in tanto, ma per il resto dovrebbe procedere secondo i vostri piani.».
Pesci
«Tra ricordi e quant'altro il vostro rientro sarà piuttosto melanconico, soprattutto se avete lasciato un amore lontano. Purtroppo di tanto in tanto dovete pur soffrire un pochino per amore e questo è il vostro turno. Siete in vena di coccole e affettuosità!».
La nostra attività è ricevere e ristorare persone in un ambiente naturale molto caldo ed elegante come quello di Villa Ceri. L’arte della Ricezione e Ristorazione la interpretiamo con passione e cerchiamo di trasmetterla ai nostri dipendenti e collaboratori, tutti cuochi e camerieri di livello internazionale. La ricerca della qualità gastronomica, dello stile, dell’eleganza nell’accogliere il cliente sono il nostro principale obiettivo. I rinfreschi, elaborati secondo le circostanze e le specifiche esigenze dei clienti, vengono preparati sul posto da una organizzazione che vanta un’esperienza trentennale nel settore.
Via di Ceri 16 00052 Ceri (Roma) Tel 06.9908143 - 06.7008113 Cell 389.6756950 villa.ceri@tiscali.it
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