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SPECIALE CARDATO FIL-3 IL PERCORSO DELLA SOSTENIBILITÀ THE PATH OF SUSTAINABILITY
https://fil3.it/it/ writer Pietro Ferrari
IL PERCORSO DELLA SOSTENIBILITÀ
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Fil-3 ci racconta una storia di sostenibilità che affonda le radici nel passato e che coniuga tradizione e innovazione.
■ Rossella Magnolfi. ■ Giacinto Gelli.
■ Tecnologie
di cardatura all'opera.
Incontriamo in videoconferenza Rossella Magnolfi e Giacinto Gelli, titolare e responsabile tecnico di Fil-3, per una conversazione sul tema del cardato. Ci è sembrato naturale rivolgerci a questa dinamica azienda pratese perché ha saputo interpretare in modo dinamico e moderno una tradizione millenaria. «La cardatura – ci conferma Rossella Magnolfi – è una pratica millenaria e trova le sue radici nel territorio di Prato, in primo luogo per la sua ricchezza di acque. Non a caso molte aziende sono nate nella valle del Bisenzio per la disponibilità di acqua per lavorare la lana. Importante era anche la vicinanza con Firenze i cui produttori si riservavano il monopolio dei tessuti pregiati, mentre a Prato era vietata questa produzione: per questo fin dal medioevo si riciclavano le fibre per ottenere il panno di uso comune. Prato si è così dovuta scegliere un mercato diverso da quello dominato da Firenze, da qui la scelta del prodotto rigenerato: un'economia circolare ante litteram. Successivamente il distretto pratese è cambiato nei secoli diverse volte: le crisi che hanno attraversato il settore sono state numerose e di diverso genere e Prato ha sempre saputo affrontarle con la sua capacità di rinnovarsi, di cambiare e di adeguarsi alle necessità. Il distretto pratese è un distretto molto frammentato nella struttura aziendale: non esistono grandi aziende che ospitano tutto il processo produttivo ma esistono tante piccole aziende che si sono specializzate in una singola fase della produzione. È vero che un’azienda verticalizzata di grandi dimensioni ha un’unica strategia che consente di programmare in modo completo e integrato, ma è vero anche che la flessibilità è appannaggio della
■ THE PATH OF SUSTAINABILITY
FIL-3 TELLS US A STORY OF SUSTAINABILITY THAT HAS ITS ROOTS IN THE PAST AND THAT COMBINES TRADITION AND INNOVATION.
We meet Rossella Magnolfi and Giacinto Gelli, owner and technical manager of Fil-3, by videoconference, for a conversation on the theme of carded. It seemed natural to us to turn to this dynamic company from Prato because it has been able to interpret a millenary tradition in a dynamic and modern way. “Carding – confirms Rossella Magnolfi – is a millenary practice and has its roots in the Prato area, primarily due to its wealth of water. It is no coincidence that many companies were born in the Bisenzio valley due to the availability of water to work the wool. Also important was the proximity to Florence, whose producers reserved the monopoly of fine fabrics, while in Prato this production was forbidden: for this reason, since the Middle Ages the fibers were recycled to obtain the cloth of common use. Prato therefore had to choose a different market from the one dominated by Florence, hence the choice of the regenerated product: an ante litteram circular economy. Subsequently, the Prato district has changed several times over the centuries: the crises that have gone through the sector have been numerous and of different kinds and Prato has always been able to deal with them with its ability to renew itself, to change and to adapt to needs. The Prato district is a very fragmented district in the corporate structure: there are no large companies that host the entire production process but there are many small companies that have specialized in a single phase of production. It is true that a large verticalized company has a single strategy that allows for complete and integrated programming, but it is also true that flexibility is the prerogative of small businesses and small craftsmen. What is difficult in Prato is getting together, coordinating, having a common goal and common methods of action. Sometimes we feel at odds between companies that, on the other hand, would gain from being complementary. It is in this context that Fil-3 was born in 1984: in a period in which carded yarns were mainly made by wool mills and were produced in large quantities. The Magnolfi and Gelli families had the idea of creating a stock service of carded yarns that are always available for customer requests, even
■ Il tocco magico della lana di qualità.
piccola impresa e del piccolo artigiano. Quello che è difficile a Prato è aggregarsi, coordinarsi, avere un obiettivo comune e delle modalità d’azione comuni. A volte ci sentiamo in contrasto tra aziende che, invece, avrebbero del guadagno dall'essere complementari. È in questo contesto che Fil-3 nacque nel 1984: in un periodo in cui i filati cardati venivano realizzati soprattutto dai lanifici e venivano prodotti in grosse quantità. Le famiglie Magnolfi e Gelli ebbero l’idea di realizzare uno stock service di filati cardati sempre disponibili per le richieste dei clienti anche in piccoli quantitativi. Questa modalità innovativa per i lanifici contribuì a velocizzare la preparazione delle campionature e della produzione di tessuti». GIACINTO GELLI – Volevo completare la narrazione di Rossella, perché le ditte nate attorno al fiume Bisenzio avevano anche la possibilità di sfruttare la particolare pendenza del corso d’acqua. Attorno alla città di Prato inoltre c’erano moltissime gore e, attorno a queste, cominciarono a svilupparsi tantissime aziende per tingere prodotti lanieri. Ecco la ragione per cui tante aziende si sono formate a Prato, piccole aziende che utilizzavano anche la tecnologia della cardatura. La cardatura veniva anticamente effettuata manualmente con un apposito utensile: la prima cardatrice meccanica a cilindri fu costruita da Paul Lewis nel 1760, in Gran Bretagna, utilizzando cuoio e guarnizioni d’acciaio. Anteriormente si utilizzavano i cardi che ancor oggi vengono utilizzati nelle garzature dei tessuti di altissima qualità; proprio il frutto di queste piante ha dato il nome alla lavorazione. Oggi i macchinari delle filature a cardato sono prevalentemente datati, ma mantenuti in efficienza con la sostituzione di componenti accessori e grazie al know-how tramandato da padre in figlio. Purtroppo molti impianti di filatura sono stati smantellati per spostare la produzione in paesi asiatici.
UNA TECNOLOGIA COMPLESSA
Il macchinario della filatura cardata è molto complesso: oggi se si pensasse di mettere in funzione una filatura nuova a Prato si verrebbe presi per pazzi, perché tutto l'impianto avrebbe un costo enorme, una richiesta di spazio enorme e l’esigenza di scavare una buca sotto le carde per il recupero del materiale che poi viene riciclato. Sarebbe una follia oggi iniziare un'attività di cardatura anche perché comporterebbe un pesante investimento difficile da recuperare, poiché purtroppo, tutte le lavorazioni presenti oggi a Prato, dalla filatura alla roccatura sono sottopagate. PIETRO FERRARI – Come si svolgono le fasi
di lavorazione?
GIACINTO GELLI – Occorre inizialmente una sala di preparazione dove vengono mescolate le fibre di materie prime e colori diversi, poiché a differenza del pettinato in cui si parte da una base omogenea, nella mista di un cardato è proprio la varietà di fibre e colori che esprime la fantasia, tipica di Prato, per creare infiniti effetti di colore, sia uniti sia melange, con composizioni diverse. Questo processo iniziale necessita di locali o box molto grandi per miscelare nel miglior modo possibile tutte queste fibre e di personale qualificato come, del resto, per tutte le lavorazioni tessili. Il passaggio successivo è la cardatura. Sostanzialmente ci sono due tipi di filatura cardata: quella a treno nella quale ci sono più carde e il materiale viene lavorato più volte per omogeneizzarlo fino ad arrivare a formare uno stoppino, in un unico lotto, pronto per la filatura. (questo è il sistema
che noi usiamo in Fil-3 perchè riteniamo produca lotti più omogenei) e il secondo tipo è la carda a tovaglie. In questo caso, dopo la preparazione che resta uguale, si passa su una prima carda, poi la fibra raccolta, dopo il primo passaggio, viene posizionata su un grande cerchio di sei metri circa di diametro e costituisce un velo di tovaglia molto alto che viene riposizionato sulle altre due linee, in ciascuna delle quali lavora una carda. In sostanza si producono due lotti gemelli. Dopo la cardatura, lo stoppino deve acquisire delle torsioni che avvengo durante la fase di filatura: c’è la possibilità di effettuare due tipi di lavorazione: il self-acting o le filandre: Il primo viene usato per i filati più fini, mentre il secondo per il filato più grosso. Nel self-acting i tubetti sono corti, più piccoli, 25 centimetri mentre nei ring possono essere più alti, fino a sessanta centimetri. Nel ring si lavorano i titoli più grossi, nel selfacting i titoli più fini. Ovviamente la cardatura viene realizzata sia da lana vergine sia da lana riciclata. PIETRO FERRARI – Oggi viene apprezzata la
lana riciclata…anche se a Prato avevate già scoperto l’uovo di Colombo.
GIACINTO GELLI – Quindici anni fa i prodotti contenenti lana riciclata non venivano apprezzati, oggi sono diventati di prima scelta. Il cardato rigenerato con certificazioni di qualità e conformità è ciò che i grandi brand vogliono adottare. A differenza di altri prodotti a marchio, il cardato rigenerato viene considerato sinonimo di sostenibilità ma anche di valore non così alto. Purtroppo a Prato non siamo stati bravi a valorizzare il nostro principale prodotto, al quale andrebbe riconosciuto un maggior valore in termini di prezzo. Ora la sostenibilità ci aiuta un po’: moda, fashion e brand
in small quantities. This innovative method for wool mills helped speed up the preparation of samples and the production of fabrics ". Giacinto Gelli – I wanted to complete Rossella's narrative, because the companies born around the Bisenzio river also had the opportunity to take advantage of the particular slope of the waterway. There were also many gore around the city of Prato and, around these, many companies began to develop to dye wool products. This is the reason why so many companies were formed in Prato, small companies that also used carding technology. In ancient times, carding was carried out manually with a special tool: the first mechanical cylinder carding machine was built by Paul Lewis in 1760, in Great Britain, using leather and steel trimmings. Previously, thistles were used which are still used today in the raising of the highest quality fabrics; the fruit of these plants gave the name to the processing. Today the machines of carded spinning mills are mainly dated, but kept in efficiency with the replacement of accessory components and thanks to the know-how handed down from father to son. Unfortunately, many spinning plants have been dismantled to move production to Asian countries.
A COMPLEX TECHNOLOGY The carded spinning machine is very complex: today if you thought of putting a new spinning machine into operation in Prato you would be taken for crazy, because the whole plant would have a huge cost, a huge space requirement and the need to dig a hole under the cards for the recovery of the material which is then recycled. It would be madness today to start a carding business also because it would involve a heavy investment that is difficult to recover, since unfortunately, all the processes present in Prato today, from spinning to winding are underpaid. Pietro Ferrari – How are the processing phases carried out? Giacinto Gelli – Initially a preparation room is needed where the fibers of different raw materials and colors are mixed, since unlike the worsted one in which one starts from a homogeneous base, in the blend of a carded product it is precisely the variety of fibers and colors the fantasy, typical of Prato, to create infinite color effects, both solid and melange, with different compositions. This initial process requires very large rooms or boxes to mix all these fibers in the best possible way and qualified personnel as, moreover, for all textile processing. The next step is carding. Basically there are two types of carded spinning: the train in which there are several cards and the material is worked several times to homogenize it until it forms a wick, in a single batch, ready for spinning. (this is the system we use in Fil-3 because we believe it produces more homogeneous
ci aiuteranno, speriamo nel 2022, a rialzarci da questo periodo difficilissimo. Noi abbiamo ottenuto il marchio GRS, con un impegno importante poiché l’iter certificativo richiede spese e adattamenti: è difficile capire quante difficoltà ci sono in un filato cardato e riciclato. Gli enti certificatori sono molto standardizzati e chiedono che il produttore segua una strada stretta. Bisognerebbe far capire loro quanto impegno e costo richiede questo adeguamento. ROSSELLA MAGNOLFI – Consideriamo anche che ottenere un prodotto partendo dalla materia prima vergine è più facile perché la base di partenza è sempre la stessa ma produrre partendo da materie prime riciclate significa dover fare degli adattamenti per riuscire a realizzare lo stesso prodotto finale. GIACINTO GELLI – Inoltre il problema delle norme chimiche nel riciclato è importante: la materia prima rigenerata è ottenuta da capi di abbigliamento dismessi che hanno venti, trenta, quarant’anni e per esempio, il contenuto accettato di ammine di 20 parti per milione è gestibile solo aggiungendo lana vergine. Un altro parametro difficile da gestire è il contenuto di APEOS, alchinfenolietossilati, saponi che venivano usati da tutti i produttori di lana – australiani, neozelandesi, inglesi – per il lavaggio e che vengono incorporati strettamente dalle fibre tanto da rimanerne presenti. Questo prodotto è stato considerato come un inquinante poiché sembra responsabile del mutamento del sesso dei pesci in acqua e quindi messo in discussione. Stiamo effettuando studi, con l’associazione Astri di Prato e l'Università di Pisa, per dimostrare che gli APEOS non sono rilasciati in acqua e di conseguenza non costituiscono un problema. La normativa Reach dal 1 febbraio 2021 indica che devono essere non superiori alle cento parti per milione e il problema nasce dai rigenerati che danno 600 parti per milione poiché il materiale deriva da lotti provenienti da paesi che, al momento della produzione, non avevano recepito tale normativa. LA RIVOLUZIONE DI FIL-3
PIETRO FERRARI – Dal punto di vista com-
merciale, Fil3 come ha cambiato le regole del gioco?
ROSSELLA MAGNOLFI – Nel 1984 la scommessa di Fil-3 è stata quella di andare a selezionare una fase della lunga catena produttiva tessile che prima era inglobata nel lanificio, dove si produceva in autonomia o da c/terzi il filato cardato necessario. Presentando una collezione di filati in vari titoli, composizioni e colori, con grande attenzione alla qualità e in pronta consegna, abbiamo cominciato ad offrire la possibilità di accorciare i tempi di produzione sia dei campioni che degli ordini, mantenendo uno standard nel tempo. Pensi che abbiamo ancora in collezione alcuni articoli dei primi anni di attività e sono ancora attuali. Altri invece nascono ogni anno con le nuove collezioni, per una proposta sempre attuale. Nei nostri laboratori abbiamo le cosiddette “cardine”, ovvero riproduzioni in miniatura della macchina di cardatura, con le quali viene testato il lotto di produzione ancor prima di produrlo. Disponiamo anche di un laboratorio di analisi e test sul prodotto finito, che verifica costantemente forza, allungamento, torsione e colore del prodotto. Mentre per i test chimici ci affidiamo a laboratori esterni certificati. PIETRO FERRARI – Non stiamo più parlando
di un prodotto che ha solo il prezzo come argomento...
ROSSELLA MAGNOLFI – Non più: quando si parla di sostenibilità bisogna parlare anche di strategie industriali, per esempio, l’utilizzo degli avanzi di filatura, i frasami: noi li rimettiamo nel circolo produttivo. La sostenibilità non è solo una serie di parametri certificati ma anche una strategia aziendale. Consideriamo anche che Fil-3 è in sostanza il "magazzino" dei propri clienti, con la conseguenza che queste aziende possono evitare avanzi di filato, che possono accumularsi fino a diventare un rifiuto e quindi gravare sull’ambiente.
batches) and the second type is the tablecloth card. In this case, after the preparation which remains the same, a first card is passed on, then the collected fiber, after the first pass, is positioned on a large circle of about six meters in diameter and forms a very high sheet of tablecloth that is repositioned on the other two lines, in each of which a card works. In essence, two twin batches are produced. After carding, the wick must acquire twists that occur during the spinning phase: there is the possibility of carrying out two types of processing: self-acting or spinning mills: The first is used for the finer yarns, while the second for the thickest yarn. In self-acting the tubes are short, smaller, 25 centimeters while in the rings they can be higher, up to sixty centimeters. The biggest titles are worked in the ring, the finest titles in self-acting. Obviously, carding is made from both virgin and recycled wool. Pietro Ferrari – Today recycled wool is appreciated ... even
if you had already discovered Columbus's egg in Prato.
Giacinto Gelli – Fifteen years ago products containing recycled wool were not appreciated, today they have become first choice. Regenerated carded with quality and compliance certifications is what the big brands want to adopt. Unlike other branded products, regenerated carded is considered synonymous with sustainability but also of not so high value. Unfortunately in Prato we were not good at enhancing our main product, which should be recognized a greater value in terms of price. Now sustainability helps us a little: fashion, fashion and brands will help us, we hope in 2022, to get up from this very difficult period. We have obtained the GRS mark, with an important commitment since the certification process requires expenses and adaptations: it is difficult to understand how many difficulties there are in a carded and recycled yarn. Certification bodies are very standardized and require the manufacturer to follow a narrow path. They should be made to understand how much effort and cost this adjustment requires. Rossella Magnolfi – We also consider that obtaining a product starting from virgin raw material is easier because the starting point is always the same but producing starting from recycled raw materials means having to make adjustments to be able to create the same final product. Giacinto Gelli - Furthermore, the problem of chemical standards in recycled materials is important: the regenerated raw material is obtained from discarded garments that are twenty, thirty, forty years old and for example, the accepted amine content of 20 parts per million is manageable only by adding virgin wool. Another parameter that is difficult to manage is the content of APEOS, alkymenol ethoxylates, soaps that were used by all wool producers – Australian, New Zealand, English – for washing and which are closely incorporated by the fibers so as to remain present. This product has been regarded as a pollutant since it appears to be responsible for the sex change of fish in the water and therefore questioned. We are carrying out studies, with the Astri di Prato association and the University of Pisa, to demonstrate that APEOS are not released into the water and therefore do not pose a problem. The Reach legislation from February 1, 2021 indicates that they must not exceed one hundred parts per million and the problem arises from regenerated products that give 600 parts per million since the material derives from batches from countries that, at the time of production, had not implemented this legislation.
THE FIL-3 REVOLUTION Pietro Ferrari – From a commercial point of view, how has
Fil3 changed the rules of the game?
Rossella Magnolfi – In 1984, Fil-3's wager was to select a phase of the long textile production chain that was previously incorporated into the wool mill, where the necessary carded yarn was produced independently or by third parties. By presenting a collection of yarns in various counts, compositions and colors, with great attention to quality and ready for delivery, we have begun to offer the possibility of shortening the production times of both samples and orders, maintaining a standard over time. Do you think that we still have some articles from the first years of activity in our collection and they are still current. Others, on the other hand, are born every year with new collections, for an always current proposal. In our laboratories we have the so-called “cardine”, or miniature reproductions of the carding machine, with which the production batch is tested even before it is produced. We also have an analysis and test laboratory on the finished product, which constantly checks the strength, elongation, torsion and color of the product. While for chemical tests we rely on certified external laboratories. Pietro Ferrari – We are no longer talking about a product
that has only price as an argument...
Rossella Magnolfi – Not anymore: when we talk about sustainability we also need to talk about industrial strategies, for example, the use of spinning leftovers, phrases: we put them back into the production circle. Sustainability is not just a series of certified parameters but also a corporate strategy. We also consider that Fil-3 is essentially the "warehouse" of its customers, with the consequence that these companies can avoid yarn leftovers, which can accumulate until they become waste and therefore burden the environment.