week/ender clubbing quotidiano
Numero 7 | ottobre-novembre 2016
SAVE THE DATE interviste
CERI/JANINA/ MARCO EFFE/ CARTA/
weekender.zone
festival INTERNATIONAL DRUM'N'BASS MEETING/ TRANCE GATE/ SEMF/ADE/
Daven Zang BERGHAIN STYLE
speciale LO STATO DELLA TRANCE IN ITALIA
L'AlMa della Trance
GIUSEPPE OTTAVIANI /DIGITAL TRAFFIK/CLOUD ARTISTS/FEDERICO SCAVO/
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Indice
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Cover dj/Giuseppe Ottaviani-L'AlMa della Trance
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plus Trance Gate/comment Lo Stato della Trance in Italia
9 EDM insider/La Spinnin gioca la CARTA cinese 10
Headlines and Social/ #federicoscavoindabox-Hawtin
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Fashion/New Era Martinez Bros - Charts/Klock vs Garrix
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Release yourself/
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Clubbing Life/ Non c'è solo la musica (per fortuna)
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Mix World/Berghain Style-HAIN di Daven Zang
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Cloud Artists/ Ceri's fabric
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Goers/ ADE L'Elettronica, tutta intorno a te!
19 Time to Festival/ LINK con la drum'n'bass-10 Years SEMF 20_21
Most Wanted/MARCO EFFE-Missione senza equipaggio
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Djane del mese/JANINA la Visionaria
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clubbing quotidiano
Cambia la musica e cambia la classifica. L’edizione 2016 è stata la ventesima, un traguardo importante che evidenzia la credibilità di una chart di gradimento che segue ovviamente le tendenze. Il voto è pubblico, quindi più investi in pubblicità e più voti avrai. Più partecipazioni a festival importanti e più la popolarità crescerà. Questi sono ragionamenti scontati, però oggi più che mai conta anche la musica che ogni dj produce. Garrix nel 2013 con la sola ‘Animals’ è entrato in classifica alla posizione 40 e già dal 2014 era nella Top Ten. Questo la dice lunga sul genere di musica che ha il più alto gradimento tra la massa, l’edm. Si dice spesso che l’edm sia musica da festival e per giovani, quei giovani iper tecnologici che dispensano like e votano. Evidentemente votare il proprio dj preferito per gli amanti di altri generi musicali (techno, house, trance) non sembra essere una modalità di supporto adatto. Forse proprio perché la Top100 si è trasformata in una classifica Edm. Sono pochissimi i dj di altri generi, per citarne alcuni: Robin Schulz al 69, Miss K8 all’88, Flume al 94. L’eccezione che conferma la regola sono gli storici Armin Van Buuren e Tiesto. I due dj olandesi rappresentanti della trance mondiale, ma che negli ultimi anni hanno strizzato l’occhio al sound edm, hanno dominato tra il 2002 e il 2012 spartendosi 8 titoli e attualmente sono al quarto e quinto posto. L’unica eccezione è stata David Guetta nel 2011 e Paul Van Dyk nel 2005-2006. Proprio Van Dyk sta lentamente scivolando verso le posizioni più basse, nel 2009 era quinto quest’anno al numero 60, probabilmente proprio perché è rimasto fedele alla sua musica e non si è “venduto”. E’ impressionante notare come negli ultimi 4 anni ci sia stata una vera e propria de-inglesizzazione. Il magazine DJ Mag è nato a Londra nel 1991 e a partire dal 1997 ha pubblicato la classifica. Il titolo per i primi cinque anni è stato assegnato a dj inglesi: Carl Cox (97), Paul Oakenfold (98, 99), Sasha (00) e John Digweed (01). Di questi solo uno è rimasto in classifica, dal 2011 al 2013 gradualmente sono usciti tutti gli altri. Parliamo ovviamente di Carl Cox, che nonostante l’ultima gloriosa stagione allo Space ha perso 11 posizioni piazzandosi al 74esimo posto. Inevitabile che in questa classifica Carl Cox sia destinato ad uscirne. Parabola discendente? Assolutamente no, perché DJ Mag insieme alla Top 100 ha rilasciato per la prima volta un’altra classifica: la Top 50 Tech-Leaning Djs. In pratica una classifica “underground”, estrapolata dalle votazioni ufficiali, che mette in evidenza i dj che hanno ricevuto più voti senza fare pubblicità. E chi c’è al primo posto? Ovviamente Carl Cox, il re indiscusso dei due mondi! Probabilmente la Top 100 DJ Mag rimarrà ancora per tanto tempo, ma lentamente perderà il suo fascino ad appannaggio di una frammentazione della stessa nei generi musicali. Ipotesi che all’inizio mi ha fatto storcere il naso, poi ripensandoci non è così male. Sui digital store la musica è già divisa per generi, quindi è inevitabile che sia lo stesso anche per le chart dei dj. Alessandro/Tanassi
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GARRIX TOP100 EDM
WEEK/ENDER CLUBBING QUOTIDIANO www.weekender.zone Supplemento di informazione di Radio Virgilio Reg. Trib. 02/2013 del 30/01/13 Numero 7 ottobre-novembre 16 Direttore Alessandro Tanassi / tanassi@virgilioclassics.com Redazione Anna Malagutti, Manuela Doriani, Francy Fuser, Jacopo Rossi, Alessandro Tanassi e Lorenzo Tiezzi Traduzione Martina Fontana Per info, segnalazioni e pubblicità weekender@virgilioclassics.com Per bootleg e demo bootleg@virgilioclassics.com WEEKENDER c/o RADIO VIRGILIO Via Fratelli Cervi, 33 Cerese di Borgo Virgilio (MN) INTERNET & SOCIAL Facebook / weekender.zone Twitter / @Virgilio24com Soundcloud / radiovirgilio Instagram / radiovirgilioweekender
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cover dj
GIUSEPPE OTTAVIANI L'AlMa della Trance Il prossimo 25 e 26 novembre a San Bernardino in California si svolgerà la nuova edizione del festival Dreamstate. Il claim dell’evento è “Your Trance Destination”, in pratica il Dreamstate sta al Tomorrowland come la trance sta all’edm. Una due giorni con il meglio della trance mondiale, dove tra gli altri suonerà il due Pure NRG composto da Solarstone e Giuseppe Ottaviani. Quest’ultimo è il più importante dj/producer trance italiano. Ottaviani è stato un’artista della Vandit di Paul Van Dyk per oltre un decennio. Negli ultimi anni è passato alla label Black Hole dove ha potuto creare la sua etichetta Go On Air. Lo scorso 30 settembre è uscito ‘Alma’ il nuovo album. Abbiamo incontrato Giuseppe Ottaviani all’ultima edizione di Amsterdam Dance Event al Jaz Hotel, prima dell’evento Pure Trance, per parlare dell’album, della trance in Italia, della Top100 DjMag e di Paul Van Dyk.
album perché è possibile fare 14/15 tracce e posso spaziare, facendo i mix che piacciono a me; che poi ascolto nel telefono, in macchina e poi faccio i club mix ovviamente. Ho cercato di dare una visione ancora più ampia di quello che è la trance. Ho cercato di arricchire il sound con altri elementi che vengono dall’esterno. E’ un album molto personale, ci sono melodie di quando ero bambino. Poi per alcune tracce mi sono ispirato ad altri artisti, che non hanno nulla a che vedere con la trance. Non è il mio solito album trance.
Quale è il filo conduttore dell’album, oltre la trance?
Il titolo dell’album ha un doppio significato. ‘Alma’ è vero che significa anima e quindi fa pensare mi riferisca all’anima della trance. Però il titolo nasce dai miei figli, che si chiamano ALessandro e MAtteo. Il titolo Alma nasce proprio dall’unione delle iniziali dei due nomi. Questo perché l’album è nato due anni e mezzo fa, ispirato da loro. La musica a casa mia c’è sempre e ha sempre segnato momenti importanti per la mia crescita. E allo stesso modo per i miei figli ci sono sempre canzoni e sound che amano. E’ bello sentirsi chiedere le proprie canzoni. Questa cosa mi ha ispirato e fatto pensare quando io ero bambino e avevo quei momenti dove la musica ti lega e ascoltando oggi determinate melodie che ascoltavo da bambino mi fanno tornare alle esperienze di allora. Un flashback musicale. Quando ho scritto l’album ho cercato di tirar fuori questi momenti del passato riportandoli al 2016.
Ciao Giuseppe! ‘Alma’ è il tuo terzo album e arriva tre anni dopo ‘Magenta’, sono tante le differenze rispetto al tuo precedente lavoro.
Se guardiamo la mia carriera dall’inizio non è il terzo album, sarebbe il quinto. Sono nato come Nu-NRG, gruppo con il quale ho realizzato due album di cui uno di remix. Il sound era chiaramente differente, come è differente il sound di ‘AlMa’ rispetto a ‘Magenta’. A me piace fare musica di qualsiasi genere, il genere trance è quello che mi ha preso più di tutti. Il bello dell’album è proprio questo, ti permette di fare cose diverse. Ho tanti colleghi che credono molto nei singoli e vanno avanti di uplifting sempre con la stessa cosa singolo dopo singolo. Invece io amo fare gli 4
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La struttura che hai voluto dare all’album?
L’album nasce come 15 demo, tutte suonate con il pianoforte e qualche violino. Quindi c’è la mia continuità personale nell’album, da un lato le esperienze e le memorie di quando ero bambino e dall’altro lato gli stimoli che mi rimandano i miei figli. Le 15 tracce le ho registrate in un mese e poi da li ho iniziato a costruirle. Ho cercato i cantanti, le collaborazioni e i suoni giusti. Poi è un album che ha un forte equilibrio tra tracce solo strumentali e tracce con vocal. Ci sono tracce strumentali che riescono a trasmettere molte più emozioni di tracce cantate.
Sei più producer che dj?
Direi di si, io non faccio il dj. Suono le mie tracce e qualcosa della mia label. Ho sempre suonato live. Lo scorso febbraio ho creato un nuovo set up, un concept che ho chiamato Live 2.0. Questo mi permette non solo di suonare la musica che ho preparato in studio ma di creare musica mentre sto suonando. Qualsiasi cosa mi viene in mente la suono e la registro. Basso, cassa, piano. Cose ovviamente semplici, però riesco a creare delle tracce nuove mentre suono. Ovviamente molto dipende dal feeling che ho con la serata. Così facendo vengono fuori mashup e tracce nuove interessanti. Ad esempio a inizio anno è uscita la release ‘Musica’ nata proprio da questo Live 2.0.
Cos’è la trance oggi, solo a 138 bpm?
Io non vengo dalla trance, ma vengo dalla classica. Dopo la classica sono passato alla techno tedesca. A quel punto mi son sen-
tito mancare le melodie della classica. Poi ho scoperto ‘Barbers Adagio for Strings’ di William Orbit nel ’96 e ho capito che tipo di musica mi piaceva e volevo produrre. Non era altro che le melodie della musica classica e i beat della trance. Non sapevo che cosa fosse e quindi per me la trance è quella cosa li. Non ho una definizione specifica è roba da ballare. Qualcosa di melodico, che ti da allo stesso momento energia ed emozione. Per me la trance 138 bpm va benissimo nei club o nei festival, perché più è alto il volume e più c’è una percezione dei bpm bassa. Quando ascolto la musica con le cuffie, in casa o in macchina se è troppo veloce mi da fastidio. Però stiamo sempre parlando di trance, quindi il bpm per me non è un problema. Quando si parla di uplifting è proprio perché il 138 bpm da quella carica in più.
of Trance, ma anche loro dopo 7 anni hanno sospeso l’attività (Capodanno 2016 a Bologna organizzano Genesi, ndr).
C’è appena stata la Top 100 DJ Mag. Si dice che l’edm sia in crisi, ma nella classifica domina. Mentre la trance non va oltre i soliti noti.
E’ un po’ come le classifiche su Beatport, se una canzone arriva al numero uno non è che in automatico quell’artista avrà un’impennata dei booking. Non è una classifica che detta il successo di un artista o di un genere. Il discorso è di chi investe in pubblicità, prima magari era diverso. Tutto passa dalla promozione e dalle campagne pubblicitarie. Effettivamente l’edm ha un grosso feedback dall’America e quindi ha più possibilità raggiungendo un numero maggiore di persone. La trance nel mondo è nel suo momento di risalita. Basta vedere quello che sta succedendo negli USA con Dreamstate. Quello che succede negli States, dove c’è un mercato enorme, poi tende a pilotare le tendenze europee. C’è anche il fenomeno dei festival, in crescita. Però ripeto la Top100 è strettamente legata alla popolarità dei dj data dalla promozione fatta. Le tendenze cambiano continuamente, la musica si muove per fortuna. Lo vedo con i voli. Prima mi trovavo ogni settimana in Europa, Germania, Olanda e Inghilterra. Addirittura chiamavo gigland la Polonia, perché ogni weekend suonavo li. Invece adesso America, Giappone e Australia, che ha un mercato che sta esplodendo. Dopo 5 anni di assenza sto tornando a lavorare in Russia e Ucraina.
Fino a dieci anni fa ogni dj sognava di pubblicare sulla tal etichetta, oggi ognuno ha la sua. Tu come ti poni riguardo questa tendenza?
Musica e tendenze si muovono, giusto. Ma come mai in Italia la trance rimane nicchia?
Me lo chiedono da 15 anni. Non ce l’ho la risposta. Credo che gli italiani hanno bisogno di sentire la musica per radio e se la trance non ha il supporto delle radio nazionali non andiamo da nessuna parte. E’ una questione culturale. Non c’è mai stata una club culture italiana per la trance, ma neanche nel ’99-2000 quando era il momento che poteva affermarsi alla grande. Io ce l’ho messa tutta. Quelle poche feste che faccio in Italia le faccio al Nord e la gente che trovo li le rivedo al Luminosity di Amsterdam. Sono le stesse persone che si muovono. Purtroppo io non ho mai lavorato in Italia. Ogni volta che c’è un’occasione ci sono, purtroppo ogni volta che proviamo non è mai un top event. Abbiamo fatto delle belle cose con i ragazzi di Art
tato il negozio di dischi di Roma che aveva fatto le stampe e il negozio di dischi ha contattato me e il mio ex partner (Andrea Ribeca, ndr). Siamo andati da Paul e ci siamo messi d’accordo. Van Dyk ha inserito la traccia nella sua compilation e poi ci ha invitato alla Love Parade del 2002, che di fatto è stata la mia prima serata vera da dj. Eravamo sul camion Vandit con un milione di persone intorno, pazzesco. E da li in avanti Paul ci ha proposto di lavorare per lui e noi abbiamo accettato subito. Ovviamente Paul ci ha dato una grande mano con booking in giro per il mondo, release varie e album nel 2004. Poi dal 2006 in avanti ho continuato da solo. Ho fatto tantissime collaborazioni con Paul in termini di remix e release. Con ‘Alma’ è la prima volta che Paul ha messo il suo nome dopo il mio, su un album tra l’altro che non è uscito su Vandit ma su Black Hole. Una collaborazione vera e propria, esterna a quello che potrebbe essere il business di Paul. Abbiamo sempre fatto collaborazione per lui o su suoi album, per Vandit o Universal. ‘Alma’ è un passo importante perché è di “Giuseppe Ottaviani e Paul Van Dyk”, un passo enorme. Considerato il fatto che sono quattro anni che manco da casa Vandit. E’ ancora più bello, perché vuol dire che c’è stima reciproca.
Nella Top100 c’è Paul Van Dyk, al 60esimo posto. Un dj con il quale hai da tempo una stretta collaborazione. Com’è nata?
Nel ’98 o ’99 avevamo fatto uscire la traccia ‘Dreamland’ sulla label romana Synthetic. Il vinile, perché allora c’era quello, è andato a finire in Germania nelle mani di Paul. Paul si è innamorato di questo disco e ha contat-
Sono molto fedele solitamente. Se vado via da un’etichetta è perché sto cercando un miglioramento personale. Sono stato con Vandit per 12 anni. Poi c’è stato un momento dove avrei voluto fare il salto nel 2012, ma non c’erano i presupposti per creare la mia etichetta. Avevo tante cose in cantiere, il radioshow e l’album nuovo in particolare. Nel frattempo Vandit si era unito ad Armada e poi si erano ridivisi. Alla fine è arrivata Black Hole, mi hanno permesso di aprire la mia etichetta Go On Air Recordings e piano piano siamo cresciuti. Attualmente l’etichetta pubblica una release ogni tre settimane, perché voglio avere il tempo di promuovere e suonare le tracce. C’è un mio amico che fa da A&R, che mi seleziona le tracce e poi io do l’ascolto finale a quelle che voglio promozionare. C’è un traffico di demo giornaliero impressionante e allora ho creato una feature all’interno del mio programma radiofonico settimanale “Hot or Not”, dove faccio ascoltare quei demo che sono buoni ma non abbastanza da uscire come singolo. La gente li sente e li vota, sono quindi i trancer che decidono quali tracce meritano di essere pubblicate nell’EP quadrimestrale “Hot or Not Most Wanted” che contiene 5 tracce.
Quanti artisti hai con la tua label?
Non investo tutto su un artista in particolare. Go On Air nasce come una opportunità per gli emergenti di farsi conoscere. Ho pubblicato artisti italiani validissimi come i Colonial One (Luca e Andrea Magnano, ndr), che sono bravissimi, c’è Andrea Mazza di m2o che fa bellissime cose. Poi c’è Peter Santos, che recentemente ha pubblicato ‘Under the Same Sky’ nella versione remix di Aly & Fila. W/E
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plus
Torna il Trance Gate il 12 novembre con l’edizione Winter Festival. Dopo Aly & Fila in primavera il Trance Gate si trasferisce dal Fabrique allo spazio di Via Toffetti 25 a Milano. La line up è di alto livello. I cancelli si aprono alle 22 con i dj di casa Gooty One aka Voolgarizm & Jaky. Ecco la timetable:
23:15-00:30 DAN STONE
Per la prima volta in Italia Dan Stone. "Le produzioni di Dan Stone continuano a riscontrare sempre più maggior successo e le sue sonorità stanno diventando sempre più uniche e distintive” recitava una nota del management dell’Anjunabeats targata Above & Beyond di qualche tempo fa. Il suo esordio con il singolo ‘Made in Bahrain’, proprio su Anjunabeats, gli fece guadagnare subito la stima da parte dei Dj più importanti, in primis Armin van Buuren, e gli diede la possibilità di esibirsi nei club e festival più importanti, tra i quali Ministry of Sound e Gatecrasher. Dopo una serie di produzioni presenti sulle compilation Anjunabeats vol. 7 e vol. 8 , Dan Stone venne letteralmente catapultato alla ribalta del panorama della musica Trance con numerosi piazzamenti nelle Top 10 di vendita nei principali store di digital music. Attualmente produce regolarmente per la Future Sound of Egypt/FSOE/ di Aly & Fila , che accompagnerà questo inverno nel tour mondiale per il Future Sound Of Egypt 450.
02:15-03:30 UCAST
Il bielorusso Aleksei Tsygankov è senza ombra di dubbio uno dei nomi nuovi che più si è fatto notare nel panorama della musica trance nell'ultimo anno. Il 2016 è stato un anno ricco di soddisfazioni per UCast: è stato vincitore del premio "Best Newcomer" nella classifica di Trance Podium, ha prodotto per la ‘Who's Afraid Of 138?’ di Armin van Buuren, la Tytanium Recordings di Sean Tyas e la Future Sound of Egypt/FSOE/ di Aly & Fila e ha avuto la possibilità di esibirsi in club ed eventi importanti come Luminosity Events e Ministry of Sound Club di Londra!
03:30-04:45 JORDAN SUCKLEY
Nel Dicembre del 2014 Trance Gate organizzò la prima Damaged Records Night ospitando il creatore dell'etichetta, l'inglese Jordan Suckley! A meno di due anni Jordan torna a Milano con un curriculum molto più ampio, arricchito da esibizioni nei festival e nei club più importanti del pianeta. I suoi set, carichi di energia, sono sempre più apprezzati, e per il Trance Gate si prevede uno show mozzafiato che non farà stare fermi nemmeno per un secondo!
00:30-02:15 ROGER SHAH
Si è classificato per ben cinque volte nella Dj Mag Top 100, ha prodotto centinaia di dischi e i suoi video musicali sono stati visualizzati oltre 90 milioni di volte. Per la prima volta in Italia, Mr Magic Island: Roger Shah. Altra esclusiva del Trance Gate. Roger ha suonato nei più importanti club e festival del mondo, dal Privilege di Ibiza al Zouk di Singapore, dall'A State of Trance all'Ultra Music Festival. Come producer vanta collaborazioni con Dj del calibro di Tiësto, Armin van Buuren, Paul Van Dyk e con cantanti come Sarah MacLachan, Kosheen e Bryan Adams. Attualmente è in testa alle classifiche con il suo ultimo album Magic Island Vol 7 e con il nuovo singolo prodotto con Aly & Fila e Susana.
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04:45-06:00 ALEX DI STEFANO
Alex Di Stefano , produttore con oltre venti anni di esperienza , sta portando una ventata di aria fresca nella scena della musica elettronica di oggi, con uno stile unico di tech-trance combinato ad una grande conoscenza musicale del passato e del presente. Essendo un produttore molto eclettico ha potuto rilasciare tracce per diverse etichette tra le quali non possiamo non citare la Subculture di John O'Callaghan Official, la Outburst Records di Mark Sherry, la JOOF Recordings di John 00 Fleming, la Kearnage di Bryan Kearney, la Lange Recordings di Lange e la mitica In Trance We Trust.
comment di
LO STATO
Jacopo Rossi
"La trance in Italia non decolla perchè è piena di ignoranti!" afferma uno dei massimi esperti della trance nostrana. Provocazione o verità? Eppure il Pleasure Land 2015 a Ravenna con Paul Van Dyk (foto) fu un successo. Allora perchè la trance in Italia non va? Lo abbiamo chiesto a Jacopo Rossi (in mezzo nella fototessera) di Soundwall. Ecco la sua risposta!
Perché la trance in Italia non funziona? La questione è spinosa soprattutto per la leggerezza con cui alcuni addetti ai lavori trattano l’argomento, su cui spesso sono poco e male informati, liquidandolo con battutine da terza elementare. L’hai potuto constatare in prima persona, tra i commenti a quel famoso post su Facebook di Luca de Gennaro. Se un genere musicale è così snobbato, quasi deriso, dagli opinion leader come ti aspetti che venga accolto dalla massa? Nell’immaginario collettivo (italiano, eh, mica globale) la trance è l’Olanda di dieci anni fa, con Tiësto che suona il remake dell’Adagio for Strings di Samuel Barber; è Armin van Buuren che di tanto in tanto tira fuori un pezzo commerciale e che quindi è buttato nel calderone EDM insieme a quelli da schifare a priori; è la festa goa in mezzo al bosco, con i randagi in preda agli acidi. Sono retaggi obsoleti che non riusciamo a scrollarci di dosso proprio perché perpetrati, magari involontariamente, dagli stessi influencers. Hai voglia a spiegare a questi illustri colleghi chi è BT o a raccontare che gli Above & Beyond sono remixer ufficiali di Moby, Jean-Michel Jarre e Tangerine Dream. O che metà dei dischi di Eric Prydz tecnicamente sono classificabili come trance. Non puoi neanche parlare di Paul van Dyk perché in molti sono convinti che faccia techno (e in effetti è di Berlino…). Loro hanno il Berghain, la Boiler Room, Leurent Garnier e Kerry Chandler, ma tutto il resto non merita neanche di essere preso in considerazione, figurati la trance che è ancora considerata la musica di quelli che si calano le Mitsubishi ai rave. “Sono cambiate le droghe, quindi è cambiata anche la percezione della musica” è una risposta che mi aspetto da Giuliano Ferrara o da un giudice di Forum, non certo da un esperto di musica elettronica; perché implica che il fruire di certi generi presupponga per forza di cose uno stato di alterazione psicofisica, concezione distorta contro cui ci siamo battuti tutti per anni. Io di anni ne ho ventisei, seguo la trance da circa un decennio, da ben più di un lustro partecipo agli eventi in Italia e all’estero e non ho mai preso droghe. Quando ho proprio voluto esagerare, in Olanda, mi sono fatto un paio di canne e come me la maggior parte dei trancer della mia generazione (posso dirlo con certezza perché essendo in pochi ci conosciamo quasi tutti personalmente). Quindi no, le droghe non c’entrano. Piuttosto direi che in Italia la trance non spopola perché non riesce a risultare “cool”. Il suo pubblico, per quanto ristretto, è forse il più eterogeneo che si possa immaginare. Oltre alla musica, non ci sono altri elementi che ne facciano un segmento sociale distinto, che ne definiscano uno stile preciso, che creino un senso di appartenenza ad una comunità. Non siamo quelli dell’underground vestiti in total black, non siamo quelli con le camice a quadri, i baffoni e le barbe. Non siamo quelli dell’ “everybody fuckin’ jump” né i gangster della trap (vado ragionando per luoghi comuni di proposito, alla stregua degli illustri colleghi di cui sopra). Siamo delle specie di nerd che nessuno vuole e questo di certo non contribuisce ad aumentare l’appeal della nostra musica. La sola parola “trance” spaventa, come se evocasse chissà quali fantasmi. In Italia abbiamo la nostra festicciola tra amici, il Trance Gate, per cui non saremo mai abbastanza grati a Gianluca, e appena possiamo prendiamo un low cost che ci porti al Ministry of Sound o ai grandi festival e ci va bene così. Certo, avere a Milano o a Roma l’equivalente del The Gallery sarebbe una figata, ma prima ci sono da colmare le lacune che purtroppo abbiamo nel comunicare la nostra musica preferita al di fuori della cerchia degli appassionati. JACOPO ROSSI
DELLA
TRANCE
IN
ITALIA
ANDREA MAZZA/m2o In Italia nessuno o pochissimi hanno il coraggio ad investire su nuovi movimenti. Certo, le eccezioni esistono, vedasi Trance Gate o anche il Fabrique a Milano che è sempre aperto a generi "non commerciali". Alla maggior parte della gente secondo me piace vivere facile, investire su un qualcosa di sicuro a discapito poi nel 90% dei casi, della qualità. La gente in Italia non vuole inoltrarsi su un qualcosa di più particolare a differenza degli altri paesi. Qui in Italia, grossi eventi trance non ce ne sono praticamente mai... festival intendo. Sarebbe bello creare una realtà sempre così intima come lo è tuttora (dato che più o meno in Italia ci conosciamo quasi tutti) ma allargata a molte altre persone così da creare una crew sempre più grande e realtà interessanti e mentalmente aperte. DAMIR IVIC/Soundwall Credo che la scena stessa ad un certo punto sia passata all'incasso, diventando un po' commerciale, tronfia e retorica in molti dei suoi protagonisti principali. Come sempre accade, questo sul breve ha funzionato ma sul lungo ha "bruciato il terreno" in primis come profilo e considerazione mediatica generalista. A questo aggiungerei che da sempre la trance ha avuto più favori del pubblico nel centro-nord europeo e poco appeal nei paesi mediterranei-latini. MARCO MACCARINI/Presentatore tv Sono cambiate le droghe ed il modo di intendere l'esperienza collettiva della danza. Per fare un esempio: Luca (De Gennaro, ndr) che va a sentire Skrillex, sa che crea una serie di momenti spesso molto distanti tra loro, perfetti per essere ripresi con il furbofono ma inutili per eventuali condivisioni o riflessioni con chi ti sta intorno. Finito l'evento, ognuno per sé. È cambiato il flow. Persino il drop stile Chemical è in disuso. Nel Goa, gli anzianotti frikkettoni, la ballano ancora forte. Qui arriverà violento il k-pop per balli collettivi. LORENZO TIEZZI/Alla Discoteca E’ vero, in Italia la trance non è mai decollata e anche il suo profeta Armin Van Bureen da noi non richiama orde di appassionati. Siamo lontani da certe atmosfere, come lo siamo dal country, dall’hip hop americano duro & puro e dal free jazz punk inglese (si, è una citazione di Battiato). Ci vorrebbe un successo trance pop, una “Born Slippy”, capolavoro elettronico / sperimentale degli Underground che molti hanno scambiato per hit radiofonica. Il problema è che brani così, facili ed energetici, un dj italiano come Liuck ne sforna un paio all’anno, Van Bureen ovviamente almeno 10, solo che in radio o nei club non li suona nessuno. Da noi, “Opus” di Eric Prydz, che è un po’ trance, l’hanno suonata più i dj ‘commerciali’ che quelli ‘elettronici’. Ci vorrebbero un po’ di coraggio e un po’ di fantasia.
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EDM insider
LA SPINNIN GIOCA LA
CARTA CINESE
di MissMatildaBlog L’Asia e in particolare la Cina è uno dei mercati più in espansione della dance. Tra le nuove generazioni di dj cinesi spicca CARTA, 20 anni, nato a Shangai di etnia italiana e cinese. A soli 14 anni CARTA ha messo le mani sul suo primo controller. In piena adolescenza si è trasferito nel Regno Unito, dove ha scoperto altri influssi musicali. Nel 2014 torna a Shanghai e si afferma sulla scena elettronica locale, con una residenza all’M18 uno dei migliori locali notturni di Shanghai. All'età di 19 anni ha aperto il Budweiser Storm Festival, uno dei più grandi festival EDM in Cina. La Spinnin’Records ha subito creduto in CARTA e da aprile ad oggi il giovane talento cinese ha pubblicato ben 5 singoli su OXYGEN. L’ultima release è un rework della hit di Tiesto ‘Traffic’ in collaborazione con Ibranovski. Lo ha incontrato Francy Fuser aka MissMatildaBlog
15.000 persone.
Nelle vesti di producer che programma utilizzi? Parti da un’idea o dal suono?
Utilizzo Logic per produrre la mia musica e decisamente per ogni traccia che compongo parto dalla melodia.
Quante ore passi in studio?
Di solito mi sveglio alle 11, vado in palestra e poi raggiungo il mio studio per lavorare. Alle volte ci passo solo due ore, altre non ho limiti di orario. Sai ho uno studio a casa e uno mio studio esterno.
felice di aver avuto questa opportunità con la Spinnin.
Martin Garrix è il nuovo numero 1 della Top100 DjMag, che ne pensi?
Penso che se lo merita, è giovane e ciò nonostante ha prodotto molte release d’impatto. Per questo credo fosse il suo momento. La musica dance è per i giovani, dai 15 ai 25 anni, e Martin è l’idolo delle giovani generazioni. FRANCY FUSER
Com’è la scena dance in Asia?
Sta crescendo molto, pensa che nel 2013 c’era solo un festival. Tre anni dopo ogni anno si svolgono ben 15 grandi eventi edm. Ovviamente anche qui impazziscono per Garrix e Hardwell e tutti gli altri big che si sentono in Europa.
Sei felice di aver firmato per la Spinnin?
Se ho firmato per la Spinnin devo dire grazie a Lush & Simon e onestamente all’inizio non sapevo per quanto sarei rimasto, ma presto ho realizzato cos’era la Spinnin e sono molto
Partiamo dalle tue origini, tu sei per metà italiano e per metà cinese, ma hai vissuto in UK. Quando sei andato in Cina?
No, non è così. Io sono nato in Cina, dove ancora vivo. Quando avevo 16 anni sono stato alcuni anni in Inghilterra, ma poi sono tornato in Asia. Mio padre è italiano, di Milano, ma non ho mai vissuto in Italia.
Ascoltando la tua musica e I tuoi dj set è evidente la tua ispirazione dagli Swedish House Mafia, è così?
Sicuramente gli Swedish House Mafia, ma anche Fedde Le Grand.
E’ vero che sei stato notato dopo aver suonato al Budweiser festival nel 2015?
Si, certamente. Suonare in quell’occasione per me è stata una chance unica e grazie a quella performance c’è stato un grande cambiamento. E’ stato bello suonare davanti a week/ender | ottobre-novembre 2016
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Headlines and Social
#federicoscavoindabox Boiler Room rivista e corretta? Sono in tanti a provarci, ma in pochi riescono ad avere lo stesso effetto e unicità. Federico Scavo ha rivoluzionato il concetto di Boiler Room, che in appena 5 anni è diventata una sorta di flusso continuo di djset da ogni dove nel mondo. Punto primo esclusi i club. Secondo elemento i partecipanti devono essere 100 persone più 1 che è il dj, Scavo appunto. Punto terzo c’è sempre un dress code. Quarto ed ultimo punto, la durata del djset è di un’ora. La differenza fondamentale è che ogni sessione della Boiler Room viene trasmessa live per intero, mentre la indabox di Scavo avrà solo i primi minuti in diretta streaming per poi rimandare al video integrale sul canale YouTube del dj e producer toscano. In pratica nella BR la gente più che godersi la performance del dj di turno cerca qualche like su facebook, mentre nella versione
di Scavo ci va solo chi ha intenzione di fare festa. La prima c’è stata lo scorso aprile e si è svolta nella esclusiva Casa Masi a Montaione in provincia di Firenze. Domenica 6 novembre ci sarà la seconda puntata di questa bella scommessa tutta italiana. Per ora la location è segreta, di certo sarà dedicata al cuoco Lorenzo Masi. Prima del party è prevista una cena a base di tartufo bianco. Dress code total black. Il dj set di Scavo sarà nuovo, con promo e inediti, tra i quali il remix di Tom Staar di ‘Que Pasa’ che uscirà nei digital store il 7 novembre. Sono già schedulati altri appuntamenti tra i quali a gennaio a Firenze per Pitti, a marzo alla Winter Music Conference di Miami e in progetto a Massa Carrara in una cava di marmo.
HAWTIN con PIONEER
Il dj di fama mondiale Richie Hawtin continua a sorprendere. Sempre in giro per il mondo con i suoi Enter party trova il tempo per migliorare la tecnologia per dj. All’Ade ha presentato il suo mixer MODEL1 per PLAYdifferently. Oltre a questo Hawtin ha pensato alla tutela della musica realizzando l’applicazione RADR. E non solo, ha lavorato per renderla compatibile con la piattaforma KUVO di Pioneer. Le possibilità offerte dai risultati che si possono ottenere utilizzando RADR assieme a KUVO per sostenere la campagna Get Played Get Paid, Hawtin afferma: “Il potenziale di questa tecnologia è rivoluzionario”. Condotta dall'AFEM, la campagna Get Played Get Paid è tesa ad assicurare il pagamento delle royalties cui hanno diritto gli artisti della musica elet-
tronica quando i loro brani vengono riprodotti durante le esibizioni. L'applicazione RADR di Hawtin, che invia informazioni sui brani riprodotti dai dj via TRAKTOR PRO1 e altri software a un Twitter feed, ora è compatibile con KUVO, la tecnologia Pioneer è in grado di eseguire lo streaming dei metadati alle organizzazioni per i diritti per le performance che distribuiscono le royalties agli artisti. Adesso, quindi, è possibile utilizzare contemporaneamente software non di Pioneer DJ con KUVO e RADR. KUVO è una piattaforma di Pioneer DJ che consente ai dj di condividere i dati dei brani che riproducono in tempo reale. Nei vlub che intendono utilizzare KUVO viene installato (al momento gratuitamente) il box hardware e i DJ possono iscriversi gratuitamente.
MORODER A COMANDARE
Che dire di Giorgio Moroder? Il creatore/inventore della dance music firma la sua prima compilation a 76 anni “suonati”. La selezione musicale di Moroder è uno dei 3 cd per la CR2 records, che rende omaggio allo Space Ibiza con la seconda parte della compilation ‘1989-2016’. MixMag da la notizia, Moroder da il retweet. Spettacolo! Foto ricordo per Tiesto con i “compagni di
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merende” Martin Garrix e Hardwell. Non è una novità che i top dj si ritrovino insieme. Fa un certo effetto però vederli insieme il giorno dopo la Top100 DJ Mag, dove Tiesto ha incoronato Garrix e Hardwell è scivolato sul gradino più basso del podio. Tanta stima e niente gelosie. C’è da imparare! Chiudiamo con una bad news. Il dj olandese Don Diablo, quello col fazzoletto sul viso stile
week/ender | ottobre-novembre 2016
bandito (stile Kryder), era al Numa di Bologna lo scorso 1 novembre. Grande evento sold out. Purtroppo dopo un’ora di set il solito guasta feste ha deciso di rovinare la serata a tutti spruzzando lo spray al peperoncino. Risultato dj set interrotto e Don Diablo soccorso dall’ambulanza. Si invocano all’ingresso i controlli anti-stupidità.
Fashion and Chart
LA NEW ERA DEI MARTINEZ BROTHERS 1
1/NEW ERA/BOMBER The Martinez Brothers
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Forte del successo della loro prima collaborazione con New Era, ecco il secondo modello di Bomber che riflette il lato artistico più visivo dei fratelli. Con una versione tono su tono dell'illustrazione proveniente dalla loro opera Cuttin' Headz, la giacca in edizione limitata si ispira e richiama la loro infanzia nel Bronx.
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2/NEW ERA/CAMPER The Martinez Brothers
3
I leader della musica elettronica hanno collaborato con New Era per creare un ineguagliabile cappellino "Cuttin' Headz" in edizione limitata. Il cappellino evoca uno stile intramontabile in versione nera mentre i dettagli dorati aggiungono un tocco lussuoso.
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3/TIMBERLAND/Cupsole 2.0
Dall’unione di un boot e di una sneaker ecco il modello Cupsole 2.0. In vendita da AW LAB in blu navy, rosso acceso e verde oliva. Oltre al black. Stile classico rivisitato in chiave urban-fashion, grazie ad una tomaia in nabuk colorato, resistente e confortevole.
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4/ION/Max LP
Incredibile ma vero! La catena Lidl UK ha inserito il giradischi Max LP di Ion tra le offerte gadgets. Il prezzo è interessante.
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KLOCKbatteGARRIX Precedenza al vincitore della Top100 DJ Mag Martin Garrix, che conquista le copertine di Dj Mag italia e Dj Mag Olanda (la foto è la stessa). Al momento di andare in stampa non sappiamo quale sia la cover di DJ Mag UK, quello originale, ma è prevedibile che anche qui il giovane Martin abbia trovato consensi per ovvi motivi; anche se va detto che la cover di ottobre con Richie Hawtin era uno spettacolo. Applauso meritato al direttore di DjMagFrancia Ludovic Rambaud che patriotticamente ha dedicato la giusta visibilità al francese DJ Snake con il titolo “Numero 1 senza compromessi”. Nella Top100 DJ Snake si è piazzato al 22esimo posto, guadagnando 10 posizioni rispetto al 2015 (va detto che il miglior francese in classifica rimane David Guetta saldo al sesto posto). E’ un po’ come se Dj Mag Italia avesse messo invece di Garrix i Vinai, avrebbe avuto senso ma la esterofilia non è una novità. In tempi non sospetti lo faremo noi di Weekender. Rimaniamo in terra transalpina con Trax, che come al solito se ne frega di tutto e tutti e regala la cover del numero 197 a NSDOS aka Kirikoo Des, artista parigino che ibrida elettronica, danza e arte digitale. Ci spostiamo in Germania dove Groove regala una minimal cover a Nicolas Jaar, il ragazzo prodigio di New York che sarà a fine novembre in Italia per due date già sold out. Dall’altra parte dell’oceano DJ Times da spazio al duo eclettico inglese Gorgon City, con sonorità che vanno dal garage uk all’edm. Citazione d’obbligo per Danceland con in copertina la dj e producer brasiliana ANNA. Infine MixMag che si presenta con un sontuoso restyling e una copertina da urlo con Ben Klock “10 giorni 10 date”. Numero da collezione.
5/ADIDAS/NMD Chukka
adidas Consortium+End Clothing = NMD Chukka. Sneakers verde cactus, costituite da una tomaia in tessuto che si appoggia su una suola BOOST.
€165,00
week/ender | ottobre-novembre 2016
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Release Yourself bomb track of Week/Ender invia la tua demo a bootleg@virgilioclassics.com
MATA JONES Fuck That EP SK Recordings
Mata Jones è un dj molto prolifico innamorato della house e della underground. In ‘Fuck That’ EP Jones miscela sapientemente le linee vocali con un ritmo incalzante ma mai aggressivo. L’EP contiene 4 tracce, due original e due remix. La title track original è ben strutturata con sospensioni ad hoc per lasciare spazio al vocal, house pura. La versione remix di Off Key offre una lettura del pezzo più tech house, con il vocal più soffocato nel vortice di bassi ma più d’impatto. La perla dell’EP è l’altra traccia, ‘Ain’t Right’. La versione original ha un inizio lento e lentamente ti avvolge con la sua base ritmica ben marcata e suoni metallici. Il vocal è breve ma rarefatto e aggiunge quel connotato ipnotico tipico del viaggio musicale. Infine c’è la versione remix di Stanny Abram che rallenta i bpm quel tanto che basta da trasformarlo in pezzo da party open air a Ibiza.
LIUCK
AUDIOHELL
FEDER feat. Alex Aiono Lordly
HITIMPULSE
JULIAN PERRETTA
Meet Her In Krakow
King Is Back
Lost In You
I’m in Love with the Coco
Karma
Auditory Recordings
Digital Traffik
Time Rec/Warner Music
Sony Music
Sony Music
Till The End
‘Meet Her In Krakow’ è il
Il Re è tornado recita il ti-
Dopo le hit ‘Goodbye’ e
Direttamente da Berlino
Nato nel 1989, il cantau-
Sony Music
nuovo singolo del dj pro-
tolo di questa nuova traccia
‘Blind’, "Lordly" è il terzo sin-
gli Hitimpulse presentano
tore Julian Perretta continua
Il trio degli Swanky Tunes
ducer italiano Liuck su Au-
di Audiohell aka Jimithesun.
golo di Hadrien Federiconi
il loro nuovo singolo nato
a imporre il suo pop sulle
in collaborazione con i con-
ditory Recordings. E’ una
Il Re non è solo AudioHell,
aka Feder, in collaborazione
dall’ispirazione della cover
sonorità deep house. Dopo
nazionali russi dei Going
cavalcata incalzante, con un
boss della label, ma anche
con il cantante americano
acustica di Ed Sheeran del
il singolo ‘Miracle’ in collab-
Deeper pubblicano ‘Till The
titolo tra l’altro dedicato ad
perché il vocal utilizzato è
Alex Aiono. Feder compie
brano degli 'O.T.Genasis'.
orazione con Lost Frequen-
End’. Una fantastica traccia
una città che Liuck ama e
quello di un famoso dis-
una vera e propria sterzata
Gli Hitimpulse hanno preso
cies sembra che Julian abbia
tropical house, dove invece
frequenta spesso, Cracovia.
corso di Martin Luther King,
nelle sonorità, affidandosi
l’acapella di Ed Sheeran e
preso la sua strada e non ha
dell’ormai stantio sassofono
Auditory Recordings, una et-
appunto. 125 bpm immersi
forse troppo ai vocal solitari
hanno trasformato il brano
nessuna intenzione di rima-
viene inserito il suono di un
ichetta “pesante”, visto che
nelle magnifiche sonorità
di Aiono. Non è una traccia
in un pezzo energico. ‘I’m In
nere nei canoni dell’elettron-
flauto. Per questa nuova
è riconducibile all'universo
house di Detroit miste ad un
che piace subito, ma dopo
Love With The Coco’ è una
ica commerciale. ‘Miracle’
release cambiano lo stile
della leggendaria Black Hole
groove old school. Bentor-
alcuni ascolti si apprezzano
perfetta release deep house
era bella, ma questa ‘Karma’
musicale a cui siamo gener-
Recordings,
nato Re! 9/10
gli accorgimenti stilistici e
e il vocal di Sheeran fa il
è un passo avanti nell’iden-
almente abituati a sentire le
sempre più “signorili”. 7/10
resto. Forse è anche troppo
tità musicale di Perretta.
loro precedenti tracce edm
potente nei bassi, ci vorrà un
8/10
e virano su una produzione
casa
discog-
rafica davvero importante nell'universo trance. 7/10
Swanky
Tunes
&
Going
Deeper
po’ ma diventerà una hit in-
che utilizza le voci tagliate e
ternazionale! 8/10
il suono angelico del flauto. La svolta del trio? Vedremo! 7/10
JAQUES LE NOIR SOUND OF LEGEND
Conquistadores CAMPSITE DREAM No Diggity
Just Entertainment
‘Conquistadores’
è
un
Blue (Da Ba Dee)
SIYYU
Ego Italy
Stop Us Dimitri Vegas & Like Mike Vs
Sony Music
pezzo suggestivo, che ri-
Sound of Legend è la storia
Campsite Dream è ormai
manda ad atmosfere es-
di un supereroe chiamato
un brand conosciuto e ap-
otiche, rituali magici: le rit-
Zach, sempre con una mas-
Hey Baby
mano SIYYU e sono francesi.
prezzato in tutta Europa e
miche si complicano nella
chera sul volto. Ed è una sto-
Just Entertainment
La traccia d’esordio è fortis-
Isac Elliot
con ‘No Diggity’ conferme-
seconda parte grazie all’uti-
ria di grandi successi, come
Dimitri Vegas & Like Mike
sima, provare per credere.
Beast
ranno il loro trend positivo
lizzo di tribalismi avvolgenti.
la sua ultima traccia ‘Blue
con il peso massimo dell’in-
“Stop Us” ha scatenato riv-
Sony Music
di crescita. Il collettivo CD ha
Oggi Jaques Le Noir è rius-
(Da Ba Dee)’. Una leggenda.
dustria musicale Diplo. Ci si
iste e blog di musica negli
Il duo norvegese/svedese
già pubblicato diverse cover
cito ancora una volta ad es-
Una storia che non finisce
aspettava una bomba trap
Stati Uniti. Ora in Francia
Tdopo aver dominato le
nel 2016. Il nuovo singolo è
plorare linguaggi non banali
ma continua. In Francia è
edm, invece il trio con il feat
la stanno suonando in alta
scene
la cover della Hit mondiale
in una traccia dove chitarra,
già una hit: Top 3 nell’air-
di Deb’s Daughter optano
rotazione NRJ e Virgin Ra-
la
del 1996 dei Blackstreet feat
flauto, percussioni e suoni
play generale e #1 in quello
per un ritmo più pacato,
dio. Il suono è fresco, chic,
sara"(disco d'oro anche in
Dr Dre e Queen Pen! Una
synth formano un connubio
dance. Operazione nostalgia
dove a dominare è il can-
orecchiabile.
ballata
Italia), è tornato con ‘Beast’.
rivisitazione deep perfetta e
interessante. 7/10
pro Eiffel 65. Francamente
tato più che le sonorità ag-
spettacolare per viaggiare
Il nuovo singolo si avvale
coinvolgente, che rivaluta la
non ci piaceva poi tanto
gressive che hanno fatto la
in macchina. Il remix dei
della collaborazione della
hit originale. 8/10
l’originale, questa versione
fortuna dei dj. La traccia è
Twenty Feet Down ne fa una
popstar finlandese Isac El-
edm ancora meno. 5/10
comunque valida e sta an-
versione ancora più efficace:
liot. Una ballata deep house
dando fortissimo in classif-
il beat è a dir poco perfetto
con venature pop-edm.
ica. Aspettiamo i remix per
per il dancefloor. Una traccia
scatenarci. 7/10
multi uso. 9/10
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DIPLO feat. Deb’s Daughter
Ego Italy
Sono appena nati, si chia-
Una
Tungevaag & Raaban feat.
internazionali
precedente
8/10
hit
con "Sam-
Clubbing Life
NON C'E' SOLO LA
di Lorenzo Tiezzi
MUSICA
(PER FORTUNA) Anni fa, anzi diversi anni fa, per la precisione a metà anni ’90, a Manchester, nacque Manumission. Mike & Claire diedero per la prima volta vita al party a Manchester, in Bloom Street, nel cuore del Gay Village della città. La faccenda durò pochissimo, ma dal 1995 tutta la crew si spostò a Ibiza e diede vita a tutta una serie di eventi dalle dimensioni ciclopiche, all’immenso Privilege. Ora, cosa facevano di particolare ed unico ed oggi direi irripetibile Mike & Claire, che erano e sono ancora marito e moglie? Facevano l’amore sul palco. Ho scritto apposta amore e non sesso, perché sesso lo fa Rocco Siffredi con 1.000 partner contemporaneamente, magari e tecnicamente lo fa pure molto meglio di qualunque marito e moglie. Loro infatti facevano “show” in cui riuscivano a mescolare il porno, con l’ironia stile Monty Python, quella inglese, quella che brucia e non fa ridere se non amaramente. Perché la coppia inglese si mise a fare tutto questo? Perché secondo loro le feste ibizenche stavano diventando troppo musicali e poco feste. E oggi? Siamo costantemente impegnati nel raccontare poco e nulla parlando sempre e soltanto di: soldi che prendono i dj, la differenza tra deep techno e future house, la musica che fa Sven Vath ‘contro’ la musica che fa Adam Beyer, la musica di Avicii ‘contro’ la musica che fa Martin Garrix. In realtà, parlando di musica da ballo, lo dice uno che nel 1996 si è laureato in Musica al DAMS di Bologna con 106/110, è tutta musica da ballo. E va detto con chiarezza: il livello medio è decente, ma quella
che balliamo nei festival e nei club oggi è musica da ballo di medio livello. Di Mozart nel clubbing in giro ce ne sono poco e quando ci potrebbero essere (vedi Deadmau5, Daft Punk e poco più) si prendono delle pause lunghe anni e anni in cui ci lasciano solo a chiacchierare, a dividerci, a sparare, diciamolo chiaramente, vagonate di chiacchiere e/o amenità musicali. E quindi? Quindi, per quel che riguarda me, che conto pochissimo ma per me stesso qualcosa si, la decisione da prendere è chiara. Vorrei raccontare e vivere la musica da
ballo anche al di là della musica stessa. Se ho voglia di bella musica sto a casa a sentire Mozart o Vasco fino al 1983, se ho voglia di ballare vado in disco e/o a bere qualcosa con gli amici, a emozionarmi anche per un drink o una bella ballerina e non solo per un passaggio. Perché il Tomorrowland è decisamente il festival più noto al mondo? Perché ha saputo raccontare creare un mondo, quello di domani, da fiaba, però oggi. Quale club, quale altro festival, nel suo piccolo ci prova? Troppo pochi. E allora, perché non ripartire anche da ciò che beviamo di sera e di notte, di solito davvero di cattiva qual-
ità? In discoteca infatti si beve di solito davvero male e si mangia peggio. Guarda caso, i locali che invece offrono serate complete divertenti ai proprio ospiti funzionano moltissimo, anche se poi magari non fanno notizia. Qualche esempio? Al Cost di Milano, per un pubblico fashion, si mangia pure alla carta non solo con menu fisso. Al Pelledoca, sempre a Milano, c’è un pubblico un filo più giovane e scatenato ma la qualità del cibo resta. Alla Fabbrica di Pedavena di Levico Terme (TN) fanno pure ‘All you can Beer” ma solo durante la cena, ci sono pure ottimi cocktail e più che una disco è un birreria da ballare piena di musica easy, quella che mette il sorriso. Chiudo con nuovo cocktail bar, Foodies, appena nato a Bologna a due passi da Nu Lounge e Buca San Petronio, accanto alle Due Torri, in una zona rivitalizzata proprio da questi locali ‘pre disco’ che secondo alcuni sarebbero anche ‘anti disco’. E’ ovviamente una stupidata. Dal sorriso di gente come il bar tender Daniele Dalla Pola ed il suo team dovrebbero imparare un po’ tutti i dj, che oggi si sentono superstar (però poi San Siro lo riempiono i Coldplay, mica i dj). Se una serata la si inizia, tra l’altro ascoltando ottima musica al Foodies scegliendo tra 13 diverse ricette di Bloody Mary e mangiando qualcosa di sfizioso, è probabile che poi non la si finisca ubriachi nel posteggio di una disco. “Cibo e musica da ballo dovrebbero essere più vicini”, me lo disse pure Sven Vath in una intervista. LORENZO TIEZZI
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Mix World
BERGHAIN STYLE
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HAIN, una collezione di Daven Zang Lo stilista di Shangai Daven Zang nel 2013 si è trasferito a Berlino ed è rimasto folgorato dal Berghain. Dopo un paio di anni di frequentazione è diventato uno dello staff. Nel suo ultimo anno berlinese ha sviluppato il suo progetto di moda “Hain”, ispirandosi al celebre club di Berlino.
Quali sono gli elementi che hanno ispirato la tua collezione?
L'intera collezione è divisa in sei mini collezioni che rappresentano 6 elementi tipici del Berghain. Sono Geometria, Comportamento (danza), Architettura, luce laser, vetri rotti e tutta l'atmosfera all'interno.
La musica elettronica e la moda sono sempre stati collegati, quali possono essere gli sviluppi di questo rapporto?
Personalmente, penso che il mio ruolo sia quello di stimolare gli sviluppi del rapporto tra musica elettronica e la moda. Per farlo cerco di delineare ciò che scaturisce dalla loro unione attraverso l'espressione visiva nella mia visione della moda e dell'arte. Per me è anche un'esplorazione nelle loro somiglianze provenienti dalle nostre diverse funzioni sensuali, il nostro senso visivo e il senso uditivo. Una volta che il pubblico è interessato ad apprezzare quello che può vedere, si può anche voler ascoltare la musica che ha ispirato quella collezione o quell’opera d’arte.
Sei stato una sorta di insider a Berlino. Come hai vissuto l’esperienza al Berghain? Hai cambiato il tuo modo di essere stilista?
Onestamente essere uno stilista di successo è sempre stato uno dei miei sogni, fin da quando ero un bambino. Circa 3 anni fa sono andato a Berlino e sono entrato in
"Potrei sempre trovare una risonanza estetica dalla musica Techno, così minimal, intrigante e extraterrestre"
questo misterioso, immenso edificio. Ero molto scioccato e sorpreso dal modo in cui il pubblico frequentava e si divertiva al Berghain. Alcuni di loro indossavano favolosi vestiti di avanguardia e abiti di alta moda, mentre ballavano la migliore musica techno nell'enorme sala. Non ho potuto resistere e sono diventato uno di loro, immergendomi nel paradiso visivo circostante alimentato dalla soddisfazione per l’impianto sonoro. Il mio ultimo anno a Berlino è stato pazzesco. Finalmente ero riuscito a diventare uno degli addetti ai lavori del club e ho avuto occasione di conoscere decide di amici incredibilmente cool provenienti da tutto il mondo. Durante questo periodo, ho iniziato a capire quello che dovevo e volevo fare. E poi la mia creatura ''Hain'' è nata. Dopo Berlino mi sono trasferito a New York City per esplorare il mondo della moda e dell'arte, la grande mela è di certo molto più esuberante. Stavo ballando musica Techno in un famoso resort newyorchese e indossavo le mie creazioni. C’erano degli studenti della Parsons Fashion Art and Design School interessati al mio stile. Non è solo la moda, ma anche la musica e la danza.
Hai mai pensato di creare una collezione per un DJ?
Certamente sì. Ci sono grandi dj che sono veri artisti e meritano di avere uno stile cool per completare la visione artistica. Ho alcuni amici a Shangai, che sono anche dj e produttori. Ho sempre voglia di fare qualche cosa di interessante e pratico per loro. Mi sono ispirato spesso da alcuni dj, sulla base della loro musica e del loro vibe. Come DJ Nobu, con i lunghi capelli e la rigorosa ricerca, il buio e il tema cosmico dalla sua musica. Oppure Kobosil, anche se possiede già un grande stile. Amo le linee e le forme provenienti dalla sua musica, così come i colori che ne sono propulsione. Potrei sempre trovare una risonanza estetica dalla musica Techno, così minimal, intrigante e extraterrestre.
New York contro Berlino. Confronta le scene!
A mio parere, New York ha la diversità, mentre Berlino è fiorente. Per essere più precisi, posso facilmente trovare un luogo dove godere tutti i tipi di musica a New York, ma sono stato cullato nella scena musicale elettronica di Berlino, che è più attraente e
un po' più "pericolosa".
Perché la presentazione della tua collezioneprenderà il via da Shanghai?
In primo luogo, sono andato alla Università di Shanghai, quindi è un luogo che mi è vicino. In secondo luogo, la mia rete di conoscenze è molto ampia qui. La Cina ha bisogno di novità e idee in ogni settore, e la commercializzazione in Cina andrà sempre meglio in futuro, sia nella moda sia nel mercato della musica elettronica. E' il momento giusto per mostrare i grandi concetti attraverso le mie creazioni.
La tua collezione è focalizzata sullo stile underground del club. Cosa pensi della moda italiana e della scena milanese?
Nessuno non conosce la moda italiana! Gucci, Valentino, Prada, Versace, D & G. Tutti marchi che hanno conquistato negli anni grande parte del mondo della moda. Tempo fa ho soggiornato a Milano per una settimana e sono stato molto toccato dall'atmosfera di moda in città. Capitava spesso di incontrare persone dall’aspetto sofisticato e discreto. Persone raggianti per il loro gusto della moda. Tuttavia, è uno stile diverso da quello che ho vissuto a Berlino. Milano è, naturalmente, una delle città più importanti per la moda, vorrei che la città fosse più aperta e capace di abbracciare stili più diversi e influenze culturali. E credo lo sarà. La cultura underground durante ogni tempo incuba sempre grandi fenomeni culturali nella storia. Come la mia musica preferita, la techno, che attualmente sta rompendo gli schemi tradizionali, gradualmente si sta formando una nuova estetica “Technoism”. W/E
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Cloud Artists
CERI's fabric
Lo scorso fine settembre ha aperto a Milano un nuovo locale, il Q21. Al party di apertura l’ospite principale in console era la dj londinese Ceri (si pronuncia Keri). Una bella scoperta! A dire il vero Ceri era già stata in Italia prima dell’estate per l’apertura estiva di Humatron. A credere in lei è stato Federico Secci di Cloud Artists. In quanto londinese è stata colpita direttamente dalla chiusura del fabric e a suo modo ha cercato di dare il suo contributo intervenendo alla tavola rotonda della Boiler Room (su YouTube l’intervento è a 01:46:10). Come produttrice Ceri ha pubblicato quattro anni fa il suo primo EP 'Something's Cooking' su 3am, mentre lo scorso anno il singolo 'Drama' è stato un successo con tanti remix.
Com'è la situazione della nightlife di Londra dopo la chiusura del Fabric?
La vita notturna a Londra sta vivendo una strana situazione in questo momento, molti piccoli club hanno chiuso di recente dopo la battaglia con il consiglio del distretto e le nuove norme sull'orario. Sto sperando che qualcosa di veramente buono verrà fuori alla fine. Fino ad allora vorrà dire che torneranno a svilupparsi eventi e party segreti e illegali, sebbene stiamo parlando solo di divertimento e ovviamente ci saranno più rischi. Riguardo la situazione del fabric se ne è parlato anche alla Boiler Room, è stato molto interessante e sono stati sollevati diversi punti importanti. Anche se nella registrazione online non c’è tutta la tavola rotonda. Quello che ho provato a dire nel mio intervento era che dopo quasi due ore di discussione avevamo parlato solo di quanto il fabric fosse una istituzione culturale (è ovvio che lo sia), ma più che altro avremmo dovuto mettere in evidenza quanto già stanno facendo tutto il possibile per proteggere e tutelare i clubber. Dimostrando questo secondo me non può essere ritenuto responsabile il club per il tragico incidente che è accaduto, ma semplicemente quegli individui e le loro scelte. Conosco bene il fabric e in termini di misure di sicurezza sta già facendo oltre gli obblighi, purtroppo è capitato l’imprevedibile.
familiare. C’era una grande folla, come sempre, che non aspettava altro che la mia musica. E' bello sentire come tutti nel floor sentono lo stesso feeling e energia, la console poi è impostata perfettamente per il djing e ricordo ancora il suono nitido.
Abbiamo visto sui social che anche tu hai dato il tuo contributo per il Fabric. Che sensazione hai per l'appello di fine novembre?
Se non ci sarà un processo equo, aperto e onesto, non c'è modo che il fabric possa riaprire. Sto seguendo molto da vicino quello che sta succedendo, vengono ingiustamente accusati ma sono un capro espiatorio. In realtà come ti dicevo sono uno dei club più attenti. E’ stato terribile e tragico quello che è successo, lo scopo del fabric è sempre stato quello di evitare questo genere di cose. C’è sempre stata tanta prevenzione in più al fabric, rispetto ad altri club mi permetto di aggiungere. Con questa chiusura le autorità credono così di evitare che in futuro accada nuovamente, ma invece così è peggio. Dovrebbero invece lavorare tutti insieme, per mantenere il fabric aperto ed educare i giovani su come assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Alimentando magari il dialogo e l’educazione sulla pericolosità delle sostanze illegali. Chiudere un club, in particolare il fabric che ha sempre fatto questa battaglia, non eviterà altri incidenti in futuro.
C'è un altro club londinese al quale hai dato tanto, i Corsica Studios. Un club di cui si parla poco, ma di grande valore!
Qualche mese fa hai suonato per l’ultima volta al Fabric nella serata WetYourSelf. Con il senno di poi è stata una fortuna. Parlaci di quella serata?
Da clubber sono stata al fabric ogni sabato della mia vita, è il club che mi ha fatto innamorare della musica dance. Quando poi ho iniziato a fare la dj era il mio sogno di poter suonare al fabric, ma non avrei mai pensato che si sarebbe avverato. Sono così felice e grata delle serate passate in console al fabric, è stato un grande onore aver suonato li. Felice di aver suonato grazie anche al team WetYourSelf. L'ultima volta che ho suonato per WetYourSelf era una domenica di aprile. E' stato davvero bello come sempre, nella room 1, il suono in quella sala è uno dei migliori del mondo e lo staff è perfetto nel prendersi cura dei clubber e dei dj. Una vera e propria atmosfera 16
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Pazzesco si! I Corsica Studios sono sicuramente il mio club preferito insieme al fabric. Un altro di quei club che frequentavo da cliente e dove avrei voluto suonare. Coì qualche anno fa mi hanno chiesto di suonare come guest, al tempo erano ancora a Cable, ero letteralmente al settimo cielo ed è stato un momento molto importante per me e per la mia carriera. Dopo tanta gavetta in piccoli bar e pub, finalmente un club importante. Ai Corsica, come al fabric, sono molto attenti alla qualità musicale dei dj che invitano.
"Suonavo di domenica dalle 6 alle 15, di solito da sola per tutto il tempo del set e a volte arrivavano guest a sorpresa per dei bellissimi back to back"
Poi quando si sono trasferiti in Elephant Road mi hanno invitato ad essere la dj resident ufficiale e lo sono stata per 2 anni. Suonavo di domenica dalle 6 alle 15, di solito da sola per tutto il tempo del set e a volte arrivavano guest a sorpresa per dei bellissimi back to back. C'è qualcosa di molto speciale nel suonare set lunghi e mi è piaciuto così tanto, è come fare un viaggio vero e proprio esplorando una notevole varietà di suoni e stati d'animo. Non mi piace limitarmi in un solo genere o un suono. I set lunghi dei Corsica invece mi permettevano di proporre il mio sound in tutte le sue sfumature. Se qualcuno ha bisogno di un set di nove ore per favore fatemelo sapere (ride, ndr)!
di una label. In questo modo è più difficile per me avere release, ma almeno sono obiettiva e fedele a me stessa. In termini di etichette mi piace molto Bass Culture, credo di aver comprato tutte le loro release, una delle poche che compro senza ascoltare prima le tracce. D'Julz (boss della Bass Culture, ndr) è sempre stato uno dei miei dj producer preferiti e sarebbe un sogno avere una sola traccia un giorno du Bass Culture, quindi incrociamo le dita! Altre etichette che hanno costantemente pubblicato musica pazzesca sono Phoenix G, Holic Trax, Constant Sound, Voyage Direct, Rush Hour, Tuskegee, Dungeon Meat, Beste Modus, Mr Ks & Friends e tanti altri!
Come è cambiato il tuo sound in questi anni?
Credo non sia cambiato molto, i gusti maturano e si modificano di pari passo alla mia crescita come DJ, amo ancora tutti i tipi di house e techno. Dipende molto dal mio umore e dall'ambiente. Mi piace adattare la musica dei miei dj set al luogo in cui sono, alla gente del posto e come mi sento. E riguardo al lato produttivo sto cercando di fare un po’ di tracce dure, anche se amo produrre “roba” profonda.
A fine settembre hai suonato a Milano grazie alla Cloud Artist, ti piace la scena italiana?
Quest’estate hai suonato all’Eastern Electrics, uno dei top festival in UK. Un altro traguardo importante?
Mi è piaciuta moltissimo, voi italiani sapete davvero come divertirvi. Ad ogni serata che ho fatto in Italia c’è un’atmosfera e una folla diversa, ma straordinaria. Questo mi ha permesso di esprimere le parti differenti della mia musica. Ad esempio al Family House a Torino ho avuto modo di mostrare il mio stile “deeper dubbier e poi all’Ovest in Sardegna ho suonato molto più techno. Mi sento sempre la benvenuta in Italia e ringrazio la Cloud Artist, è davvero un’ottima squadra.
E 'stato figo, sono stata la prima a suonare, mi piace scaldare il floor con il mio groove profondo per impostare l'atmosfera giusta. Più tardi sono rimasta in console a ballare mentre suonava Cassy, lei è uno dei miei dj preferiti e mi è piaciuto molto l’atmosfera musicale che ha creato. Poi è successo che la dj dopo di lei era in ritardo e Cassy doveva per forza andar via perché aveva un volo. Così lo staff del festival mi ha chiesto se potevo riempire il vuoto. Quindi è stato magnifico perché ho potuto suonare nuovamente.
Hai già collezionato tante release su label importanti, qual'è la tua label di riferimento?
Non direi che ho un etichetta di riferimento particolare quando faccio musica, produco senza avere un'etichetta in mente. Sviluppo il mio suono, fedele a me, piuttosto che adattarmi al sound specifico week/ender | ottobre-novembre 2016
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Goers
L'Elettronica, tutta intorno a te!
#4
L’Amsterdam Dance Event non è un festival, è un’esperienza totalizzante. Il vecchio claim della Vodafone recitava “Tutto intorno a te!”, frase calzante per descrivere l’ADE. Non sei tu che raggiungi il luogo del festival, ma è il festival che ti circonda. L’Ade ribalta il concetto di festival. Una bandierina giallonera ad ogni angolo, ad ogni ponte, ad ogni pub, ad ogni club, ad ogni palazzetto.
tradotto Richie Hawtin. Una struttura magnifica con tre stage. Nel principale Technology apre TM404, dark techno. Tra uno stage e l'altro la zona food dove oltre al sake (bevanda preferita di Hawtin) è possibile mangiare del sushi. Applausi! Nello stage Sake staffetta tra le female dj Julia Govore e B-Traits. Semplicemente perfette, a chiusura di una giornata che testimonia lo stato di salute ottimo delle donne in console!
DAY1. L'apertura è super affollata al Melkweg con il progetto di Henrik Schwarz e la Scripted Orkestra nel quale orchestra e techno si fondono, mentre in contemporanea all'Heineken Music Hall c'è la serata della Top100 di DjMag. Il podio cambia. Martin Garrix scalza Dimitri Vegas & Like Mike dal primo posto. Il riconoscimento lo consegna Tiesto, che introduce la premiazione e dice: “Ricordo quattro anni fa quando mi arrivò un messaggio che mi ringraziava per il follow”. Sulle note di ‘In The Name of Love’ e sotto una pioggia di coriandoli ci rendiamo conte del miracolo fatto da Garrix. Piaccia o no in appena 4 anni ha scalato l’intera classifica di DJ Mag. DAY2. Nel secondo giorno girovaghiamo nel cuore di Amsterdam, tra showcase e dj set nei bar. Immancabile la nostra presenza alla bella serata di Italians Do It Better con Provenzano Dj e Federico Scavo. Chiudiamo la serata a due passi con il party ufficiale del Watergate di Berlino in una location essenziale, che ricorda i rave degli anni’90.
DAY4. Al quarto giorno inizia a farsi sentire la stanchezza, ma è sabato e non ci si può fermare. Il sabato elettronico olandese, oltre alle solite decine di eventi nel cuore di Amsterdam, vede i big event in periferia. La techno massiccia è dislocata nel nord della capitale della dance. Il festival Dockyard sul molo NDSM regala emozioni con i suoi cinque stage. Grandi performance per Cuartero e EgbertLive. Nel main stage è un piacere ritrovare la lady techno Monika Kruse, che precede il dj set dell'immenso Dubfire. Tra le piacevoli new entry c'è il set di Truss, la sua hard techno è notevole. Allo Stadspodium c’è il Day On Festival, poco premiato dal pubblico, che però vede protagonisti gli italiani Sasha Carassi e il b2b tra il nostro uomo copertina Sam Paganini e ZOE. E’ anche la serata di Capriati all'Awakenings e del Circoloco, party massicci. Il sabato dell'Ade è da sempre all'insegna dell'edm. Hardwell e soci conquistano l'intera area dell'Amsterdam Arena, la casa dei lancieri dell'Ajax. Immaginate uno stadio interamente dedicato all'edm, tra le migliaia di persone scoviamo un gruppetto con indosso le giacche del Nameless Festival. Chiuso lo stadio a mezzanotte in punto c’è il fuggi fuggi verso lo Ziggo Dome e l’Heineken Music Hall dove tutti i big dell'edm sono già in console. DAY5. Ultimo giorno di Amsterdam all’insegna del relax. La città improvvisamente è svuotata di addetti ai lavori e di clubber, però di eventi ce ne sono tanti. Il nostro unico obiettivo è il party per i 20 anni di Cocoon allo Stadspodium. Arriviamo nel pieno del dj set di Ilario Alicante, che scatena una bolgia. Mentre nell’altro circus Sam Paganini da il cambio a Function, Guy Gerber prende possesso della console allo stage principale. Ad un certo punto fa capolino Sven Vath con moglie e figlio (con cuffie antirumore). E’ giunto il momento. Vinili pronti e parte la festa. Grazie Sven e grazie Ade, giorni indimenticabili. Almeno una volta nella vita bisogna andarci.
DAY3. Il venerdì dell’Ade ad Amsterdam è il giorno in assoluto più full. Per strada abbiamo incrociato Yves V e Joe T Vannelli. Poi un party al Cafè Schuim dove scopriamo la dj inglese Laura Harvey, davvero brava, così come il collega olandese Mitch de Klein. Dopo il warm up con tanto di hamburgher e patatine ci spostiamo al De Brakke per i panel più importanti con Laidback Luke e Dubfire. Nell'intervallo tra i due c’è lo splendido only vinyl showcase di ANNA, dj techno brasiliana che da mesi è al top di tutte le classifiche. La sera andiamo fuori dal centro nella zona del Dok. Prima un passaggio alla festa della Life and Death di Dj Tennis al Thuishaven con uno spettacolare dj set dei Margot. Poi al Dok per la chiusura del party This and That di Davide Squillace con Martin Buttrich b2b Guti. Nel backstage c'è anche Marcelo Burlon, chissà che non arrivi presto un'altra release firmata Squillace-Burlon?! Gran finale al party ENTER al Loveland, 18
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Time to Festival
LINK
19/11
Il con la
DRUM 'N'BASS Non c’è solo il Let It Roll. A Bologna, sabato 19 novembre, va in scena la 20° edizione di IDM, ossia International Drum'n'Bass Meeting. Un must per chi ama il genere. Per l’edizione numero 20 gli organizzatori hanno preparato una line up stellare, composta da producers, dj e mc provenienti da tutto il mondo. Tutto in una notte con tre sale 100% Drum'n'Bass. Da registrare il grande ritorno di DRUMSOUND & BASSLINE SMITH, ospite che non ha certo bisogno di presentazioni, così come i neozelandesi THE UPBEATS, direttamente dalla Vision recordings (etichetta discografica dei NOISIA), per la prima volta sul palco dell' IDM per presentare dal vivo i loro ultimi lavori ‘De – Evolution' e 'De – Evolution part 2'. Dall'Inghilterra arriva METRIK, che ha scelto l 'IDM come unica data italiana del tour dedicato al suo nuovo album 'Life / Thrills' uscito ad Ottobre su Hospital. Dall' Ungheria torna a grande richiesta CHRIS.SU, uno dei producer neurofunk più stimati del pianeta, che a Roma a gennaio ha raso al suolo il Brancaleone con il suo set! Poi c'è un’altra grande novità, per la prima
10/12
Guardando indietro, nessuno si sarebbe aspettato il successo dello Stuttgart Electronic Music Festival. Alla prima edizione al Rocker 33 di Stoccarda c’erano 2000 persone. Dopo 10 anni il SEMF è cresciuto e si è affermato come parte integrante della scena musicale di Stoccarda. Oramai è un evento di livello internazionale e il SEMF celebrerà i dieci anni il 10 dicembre insieme ad artisti come Sven Väth, Chris Liebing, Loco Dice, Fritz Kalkbrenner, Felix Jaehn, Joseph Capriati, Sam Paganini e molti altri. Nel 2016, Büro Südwind e Cosmopop continuano a lavorare insieme per dare continuità alla loro visione di un Festival locale ma dal respiro internazionale. Una storia di un successo, confermata da un eccesso di prenotazioni che porterà al sold out dell’evento. Il SEMF fa esibire eroi locali insieme a superstar internazionali. Sven Väth è senza dubbio la più importante figura al mondo nella storia della techno tedesca. Una superstar globale, che è rimasto in contatto con le sue radici. "Babba" dimostrerà ancora una volta perché merita il suo posto come uno dei più grandi con la sua "Electrica
volta una sala dedicata alle djane della D'n'B , il secondo stage si chiama infatti Ladies Night e ha come ospite principale la First Lady della D'n'B: STORM, fondatrice insieme a GOLDIE della leggendaria etichetta Metalheadz! Ad accompagnarla al al microfono c’è MISS MELODY, una delle mc più quotate nella scena underground inglese. Dalla Repubblica Ceca uno dei dj emergenti più potenti della scena europea, VOLUME PLUS, resident del mitico festival Let It Roll, mentre a rappresentare la Germania c'è MELCUT, fondatore di Bassmania una delle crew più attive della scena D'n'B tedesca. A completare la line up diversi artisti provenienti da tutta la penisola, a partire da HALLUCINATOR , DJ FERRO & MC DEF , la crew UNDERGROUND AREA al gran completo. Come ogni anno a fare da contorno ci sono spettacoli di ballo, videomapping, installazioni e mostre artistiche. Tutto questo nella leggendaria atmosfera del club n.1 in Italia, quando si parla di Drum'n'Bass, il Link.
www.link.bo.it
10 YEARS SEMF Salsa". Un'altra parte integrante della storia del SEMF è Chris Liebing, che porta il suo sound techno ogni anno dal 2011. "Straight in your face" (“Dritto in faccia”, ndr) è sempre stato il suo slogan e non cambierà nella prossima edizione. New Entry 2016 al SEMF è il debutto di Loco Dice. Il DJ da Dusseldorf ha lasciato il segno sulla scena come pochi altri in questi ultimi anni. Un altro esordiente è il dj italiano Sam Paganini, con il suo sound inconfondibile definito in terra teutonica
“Techno al Dente!”. Altri due big alla console SEMF sono Fritz Kalkbrenner e Joseph Capriati. Il primo ha fatto un passo importante verso l’emancipazione dal fratello Paul e ormai è riconosciuto come un eccezionale artista dal suono unico. Capriati invece è ormai al top, ospite dei maggiori club e festival, un fedelissimo degli eventi Cosmopop. Infine l’ultimo colpo di una line up di primo livello è Felix Jaehn da Amburgo.
www.semf.net
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most wanted
MARCO
EFFE 5 anni fa il dj toscano Marco Effe ha deciso di emigrare a Berlino, la capitale europea dei dj techno. Negli ultimi anni è arrivato il contatto con uno dei club più importanti della scena berlinese, il Watergate con il quale è nato il progetto Impress. Una sorta di portale musicale dove confluiscono forme artistiche a 360°. L’ultimo Impress c’è stato lo scorso ottobre al Watergate per festeggiare i due anni. Il prossimo evento in Italia sarà al 909 Club di Terni l’11 marzo 2017. Marco ha iniziato a produrre musica 8 anni fa. La sua prima release è stata 'Wet June'. In mezzo ci sono stati tanti successi per tante label importanti:'From Kalida To Hyden' per la Sci+Tec di Dubfire, 'Jellied Eels' sulla Cocoon Recordings di Sven Vath e 'Malaysia/Muar EP' fino al super singolo 'Slicked and Sliced' sulla Break New Soil di Gregor Tresher. Recentemente ha pubblicato una nuova release all’interno del Bud Sampler di Etruria Beat di Luca Agnelli e l’EP 'Unmanned Mission' su On Edge Society.
Marco, questo novembre sono 5 anni che ti sei trasferito a Berlino, la capitale dei dj techno! E' d'obbligo un bilancio.
Ciao Alessandro, ti ringrazio per avermi reso partecipe a quest'intervista. Difficile da dimenticare il momento in cui nel Novembre 2012 ho sentito il bisogno di cambiare qualcosa. Un qualcosa di non ben definito ma forte abbastanza da farmi lasciare alle spalle famiglia e molte altre cose. Berlino è un luogo fantastico che sprigiona energia fondamentale per la stima personale ed incredibilmente unico al mondo per il rispetto verso l'artistico in generale. In quel momento della mia vita, non potevo far scelta migliore 20
LA MISSIONE SENZA
EQUIPAGGIO
ed affacciarmi alla realtà tedesca, mi ha permesso principalmente di crescere come persona e poi di poter sviluppare al meglio la voglia di esprimermi artisticamente. Un espressione sfociata poi in un progetto, nato ed ideato nella fredda capitale sulle sponde del fiume Sprea al Watergate Club: IMPRESS. Questo è decisamente la più grande soddisfazione per me che ripaga tanti sacrifici trascorsi in questi anni e che rispecchia in pieno la mia visione moderna della scena del club.
Pubblichi sulla label di Agnelli, porti Alicante in UK per Impress. Qual'è il segreto di questo collaborazioni, oltre la techno?!
Non credo ci siano segreti quando si tratta di qualcosa che fai principalmente per passione. La voglia di vivere per quello che si ama, attrae automaticamente le opportunità verso di te e ti permette di poterle sviluppare seguendo il tuo istinto. La serenità ed il rispetto per quello che facciamo, è sicuramente un fattore importante che ripaga nel tempo.
ficoltà o cambiamento del mondo esterno mantenendo vive le sensazioni positive che la musica riesce sempre a trasmettere, in una realtà sempre più superficiale.
Rimaniamo sull'EP, due tracce pure techno 'Hidden Fields' e 'Unmanned Mission', con due remix della title track. Soddisfatto del tuo sound?
“Unmanned Mission” è un evento importante per il mio profilo discografico, che definisce la mia posizione musicale in un percorso da sempre molto articolato. Sono molto felice del risultato e credo che sia stato un altro ottimo punto di partenza. Ho molte cose in arrivo, ma sicuramente la mia prossima uscita del disco “Mehrindgamm” elaborato insieme al mio amico e artista James Mile su Inmotion LTD con il remix di Eduardo De La Calle sia una delle piu attese.
Abbiamo parlato del progetto Impress Berlino, nato al Watergate. Parlaci di come si sta evolvendo questo giovane progetto?
Devo molto a Berlino per avermi dato l'opportunità di poter esprimere ciò che erano le mie sensazioni e di poterle condividere con tutti voi ed è giusto quindi che altre persone abbiano la loro occasione per essere coinvolte all’interno del progetto. La felicità di poter aprire le porte ad altre forme artistiche che vanno al di la della musica, è sicuramente la base sulla quale stiamo sviluppando il nostro percorso a livello nazionale ed internazionale. L'obiettivo è quello di mettere in prima linea le emozioni e trasmetterle in un unico messaggio chiamato “Impress” lasciandoci alle spalle tutto ciò che rende questo mondo ormai macchinoso.
A maggio scorso hai pubblicato il tuo ultimo EP sull'americana On Edge Society 'Unmanned Mission'. Sembra quasi una metafora nella giungla musicale di oggi! Fare musica è "una missione senza equipaggio"?!
Una missione con se stessi, un percorso intrapreso al momento in cui senti il bisogno di rifugiarti in qualcosa che comunica con il tuo essere e che ti accompagna verso un indefinito orizzonte. Questo istinto naturale che è dentro di noi fa da scudo ad ogni dif-
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I remix dell'EP sono di Dustin Zahn, che ha completamente rivoluzionato il sound trasformandola in una versione underground e di DJ Hyperactive più fedele all'originale. Il tuo giudizio sui remix?
Dustin Zahn e Dj Hyperactive, sono due grandissimi produttori che stimo tanto per la loro continuità nel genere, e sono molto felice di averli ospitati per questo EP. Credo principalmente che l'artista stesso deve essere il primo ad essere soddisfatto di ciò che è il proprio prodotto, in modo da poter trasmettere il messaggio agli ascoltatori. Il risultato ottenuto da questi due remix è senz'altro la prova evidente di un gran bel lavoro, concretizzato al fine di completare un EP predisposto ad un ottima presentazione. Preferisco personalmente la versione di Dustin.
"Dopo il Time Warp Italy, credo che il MiF abbia dato la riprova a tutti noi che in Italia ci sono delle grandi potenzialità e che non abbiamo niente da invidiare all'estero"
Parliamo di agenzie. Family Affairs, Reflex, We Traffik. Quali sono le difficoltà di trovare l'agenzia giusta per un dj? Raccontaci la tua esperienza.
Questo credo sia uno dei punti più delicati e complessi di tutto ciò che comprende il lavoro di un artista, in quanto non è sempre semplice combattere contro il tumore della serenità: l'interesse. Personalmente amo contornarmi di persone che credono in me e che sono anche miei amici al di la del lavoro perché non dimentichiamo che per tutti noi questa è inizialmente una passione. In Italia sono da sempre rappresentato dall'agenzia che mi ha visto crescere, nella quale ho legami stretti con i componenti interni e che attualmente è in continua evoluzione. Ben diversa è la situazione estera, che nasce di conseguenza al lavoro discografico svolto nel corso della carriera come nel caso di Family Affairs che è stato il susseguirsi delle varie collaborazioni con Gregor Tresher e Karotte ed infine We Traffik, che mi ha regalato l'opportunità di lavorare in posti come Cina, Korea, Vietnam, Australia, ed America.
tutti noi un grande risultato. Parlando di festival, sicuramente il nostro sistema è un po più complesso di quello Europeo, ma lo spirito e la voglia che è dentro il cuore Italiano è unico. La crescita della manifestazione musicale non è il solo aspetto positivo al quale dobbiamo affidarci per il futuro, ma una conferma che la nostra nazione non ha nessuna intenzione di star ferma a guardare gli altri. La scena tedesca? Loro non si guardano attorno.
Sono passati 8 anni dalla tua prima release. Un viaggio musicale dalla tech house alla techno e soprattutto un lento allontanamento negli ultimi anni dalle big label verso etichette più piccole, spesso anche oltreoceano. Cosa e come ti hanno spinto
in questo percorso?
Non baso molto il futuro sulle orme del passato, ma ammetto che il mio percorso discografico è stato sin da subito soddisfacente. Non ho mai pensato o pianificato qualcosa di ben preciso, ma ho sempre cercato di avere una continuità che mi ha portato oggi ad avere un determinato profilo. La musica è un istinto che va vissuto al massimo del piacere cercando di condividerlo nel migliore dei modi e certamente, una big label ti aiuta a diffondere questo messaggio piu rapidamente. Forse però la mia è una ricerca costante della passione che è più facile ritrovare in nuove realtà cercando di tener distante ciò che ormai è schiavo di un sistema. W/E
Prima dell'estate hai preso parte al Music Inside Festival. Che esperienza è stata?
Dopo il Time Warp Italy, credo che il MiF abbia dato la riprova a tutti noi che in Italia ci sono delle grandi potenzialità e che non abbiamo niente da invidiare all'estero. Poter condividere lo stage con i migliori artisti della scena elettronica mondiale in un evento made in Italy, è stato per me e per week/ender | ottobre-novembre 2016
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djane del mese
LA VISIONARIA
JANINA
Nell’ultimo anno la dj tedesca Janina è sempre più spesso nel Bel Paese. Molti (e poco attenti) potrebbero pensare ad una new entry nel mondo della elettronica, ma Janina è la resident del Club der Visionäre di Berlino da oltre 10 anni. In passato ha sempre privilegiato il lavoro della dj, possibilmente in vinile, con rare puntate nella produzione. Tra queste degne di nota il rework di 'Respire' di Acirne sulla label italiana Memento. I rumors dicono che nel 2017 Janina lancerà una sua label. E’ stata recentemente al Qloom di Mantova e sarà venerdì 11 novembre al Laboteck di Parma. Ha chiuso il 13 ottobre scorso la residenza estiva del Sankeys di Ibiza nella serata Unusual Suspects di Marco Bassi, console dove tornerà a febbraio 2017. Stagione estiva iniziata nel migliore dei modi allo Shade Music Festival di Bergamo.
mente, ho incontrato anche tante persone interessanti. Un'esperienza che non dimenticherò mai.
Rimaniamo in tema. Si parla spesso del ritorno del vinile, in verità è un ritorno principalmente per i dj techno. Difficile vedere vinili in altri generi. Come mai secondo te?
Penso che la nostra scena, quella techno, ha contribuito maggiormente permettendo all’industria del vinile di continuare a crescere.
Il 10 dicembre ci sarà un grande party di due giorni del Club der Visionäre all'Hoppetosse. Li hai avuto la tua prima residenza. Raccontaci?
E’ impossibile estrapolare qualche momento di questo periodo bellissimo, le parole non bastano. O c’eri o niente, il resto è storia. Sono solo felice di essere stata all’altezza di Berlino in quel momento. Quando iniziai avevo solo 18 anni. Naturalmente ho ancora la mia residenza, dopo 12 anni al Club der Visonaere.
Parlaci del progetto della tua label?
Attualmente sto lavorando alla mia label Ambient and experimentell Music. La prima release uscirà ad inizio 2017 e la seconda release sarà firmata da me. Non posso dirti altro per ora.
Hai lavorato per il famoso negozio di dischi DNS di Berlino. Che ricordi hai di quell'esperienza?
Sei spesso in Italia, dopo la scena tedesca, come giudichi la scena italiana?
Io amo l'Italia. Amo la gente e la loro costante energia al club. Per me è uno dei più importanti paesi per la musica elettronica. Adoro l'Italia, non riesco a spiegarlo, ha qualcosa di molto speciale.
Gabor mi ha dato una bella possibilità in quel periodo, per fare uno stage nel negozio. Alla fine sono passati tre anni molto velocemente in cui ho imparato molto e, natural-
Ma credo che, in generale, il vinile stia facendo un grande recupero. L’importante è la musica. Puoi fare diverse scelte su come suonare e mixare. Vinile, cd, usb. Diciamo che alla fine con il vinile la scelta della traccia seguente diventa più sexy rispetto agli altri sistemi.
Quali sono stati i tuoi maestri?
Nella musica elettronica sicuramente Richie Hawtin e Thomas Brinkmann, ma ovviamente anche Ricardo Villalobos e Zip. Ci sono così tanti dj in realtà! Underground Resistance sono stati i primi dj che ho visto suonare al Tresor Club intorno al 2000, questo è stato una parte molto importante
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del mio avvicinamento al lavoro del dj.
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