Weekender numero 8

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week/ender

clubbing quotidiano

Numero 8 | dicembre 2016

weekender.zone festival / HYPER/ PALADARQ/

resident dj STEFANO DI MICELI interviste BASTI GRUB/ FLAVIA LAUS/ STEPHAN KRUS/ GIACOMO MAIOLINI/

mix world MAX SHEN 4x4x4x4

SAVE THE DATE Speciale NYE

ILARIO ALICANTE

Musica per il Cosmo /DIGITAL TRAFFIK/CLOUD ARTISTS/EGO ITALY/


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presents

dicembre 2016 22:00-05:00

3 techno floors 40.000 watt audio 2500 mq

Caldogno VICENZA

Dax J Pfirter Ansome live

(Electric Deluxe, Soma - UK)

(Mindtrip, CLR - ARG)

Stephan Krus

(Mord - UK)

(Decoy - IT)

& many more... 18+ C/0 DISCOTECA NORDEST

VIA POMAROLI 69 - CALDOGNO (VI) Uscita autostrada A4 Vicenza Ovest a 15 minuti in direzione Thiene-Schio INFO, TAVOLI E PRENOTAZIONI 347 65.453.59 / 348 39.946.16 - f hyper.techno.culture

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MEDIA PARTNER


Indice

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Cover dj/ILARIO ALICANTE-Musica per il Cosmo

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Label boss/GIACOMO MAIOLINI-It's Time

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Headlines and Social/TORNA MUSIC INSIDE FESTIVAL

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Fashion/A TUTTO VATH

12_13

Release yourself/MOBY-The Remixes-Drumcode

14_15

Clubbing Life/ L'Italia che fa ballare il mondo

16_18

Djane del mese/FLAVIA LAUS-Fedele alla linea

19_20

Mix World/MAX SHEN-Shanghai a trazione integrale

21_22

Most Wanted/BASTI GRUB-Mixtape fatale

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Resident Dj/STEFANO DI MICELI-Sul solco di Sven

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Time to Festival/HYPER Succursale CLR

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Goers/PALADARQ-Show Must Go On

OLTRE IL FABRIC

Alessandro Tanassi

Supplemento di informazione di Radio Virgilio Reg. Trib. 02/2013 del 30/01/13 FREE PRESS Numero 8 dicembre 16

week/ender

Un anno non facile per la nightlife e per il clubbing questo 2016. Ha tenuto banco la vicenda del fabric, che fortunatamente sembra si sia risolta con l’imminente riapertura. La chiusura del fabric ha colpito al cuore, come quella del Cocoricò nel 2015, e ha fatto capire quanto la scena mondiale elettronica sia grande e coesa quando vuole raggiungere un obiettivo. E’ stato l’ultimo anno di Carl Cox e dello Space (le foto dell’insegna smontata è per cuori forti). Ed è stato anche l’anno dell’annullamento del TomorrowWorld e della vendita del Pacha di Ibiza. Purtroppo è stato anche un anno di sangue, ricordiamo il Time Warp Argentina, il Pulse di Orlando e il recente rave party di Oakland. Se buoni propositi dobbiamo darci per il 2017 di certo sono quelli di un divertimento responsabile e vigile. Tra le tante note positive è sempre bello segnalare la nascita di un nuovo club a Londra: il Printworks! Non ho una classifica o un “best of” di questo anno. Faccio però due nomi che hanno segnato il mio 2016 e quello di Weekender: Giorgia Angiuli e Sam Paganini. Secondo me due eccellenze, presente e futuro della scena elettronica italiana.

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Direttore Alessandro Tanassi tanassi@virgilioclassics.com Redazione Anna Malagutti, Leonardo Filomeno, Alessandro Tanassi e Lorenzo Tiezzi Per info, segnalazioni e pubblicità weekender@virgilioclassics.com Per bootleg e demo bootleg@virgilioclassics.com WEEKENDER c/o RADIO VIRGILIO Via Fratelli Cervi, 33 Cerese di Borgo Virgilio (MN) stampato da Pixart Printing

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cover dj

ILARIO ALICANTE

MUSICA PER IL COSMO

Il 2016 di Ilario Alicante si chiuderà con un dicembre quasi tutto made in Italy, se si esclude una puntatina in Uruguay ed una a Ibiza. Quattro date che sono sono i punti cardinali del toscano Alicante. Il 7 dicembre sarà nel miglior club d’Italia, ce lo ha detto lui, in Piramide al Cocorico. Sabato 17 dicembre ritornerà nel suo Tenax a Firenze per la serata Nobody’s Perfect. Mentre per il Santissimo Natale, 25 dicembre, da tradizione all’Amnesia Milano. Gran chiusura dell’anno al Cosmo di Roma, per quello che è il miglior festival techno di Capodanno in Italia. È stato un anno intensissimo, nel quale tra le altre cose ha trovato il tempo per aprire la sua label Virgo. Dopo un lunghissimo “inseguimento” abbiamo incontrato Ilario ad Amsterdam alla fine del suo dj set per i festeggiamenti dei 20 anni della Cocoon di Sven Vath. Ilario, all’Ade è imprescindibile esserci, ma non è un punto di arrivo? L'Ade prima di tutto è un grande ritrovo per addetti ai lavori, un po' come il Sonar a Barcellona. A queste manifestazioni è importante esserci perchè ci sono tutti. E poi è sempre il massimo suonare in luoghi dove la gente arriva da tutto il mondo. Un appuntamento bomba. Gli highlight del 2016? Sono molto contento della stagione estiva. In particolare per la residenza di sette date all'Amnesia nella serata Cocoon. Ho chiuso per la prima volta la terrazza in apertura di stagione, per me è stato uno degli highlight di questo 2016. Per me è un posto speciale, chiudere lo stage con tutti gli amici e la gente di Ibiza è stato molto importante. Poi ovviamente ci sono state altre date importanti. Una serata all'Ushuaia e allo Space il closing per il party Elrow. Poi ho un partico-

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lare feeling con lo staff e i proprietari del Tipic di Formentera e ogni volta che vado li è sempre una super serata. Un club piccolo, ma con un bell'impianto e con un'atmosfera speciale; e poi è l'unico che fa techno. Per quanto riguarda i festival il Caprices è stato molto bello, davvero un’atmosfera particolare in Svizzera a Crans Montana. Raccontaci l'esperienza della Terrazza? C'era Tini che suonava prima di me e poi ho chiuso io. L'ho sempre vissuta da clubber in passato. I ricordi che ho li di quel floor sono bellissimi. Quindi suonarci e cercare di trasmettere emozioni alla gente è stato quasi un traguardo. Lo scorso anno hai pubblicato l'EP 'Thera' su Cocoon. Il legame con Sven Vath è sempre stretto? Certo. Ho in uscita un nuovo EP con due tracce originali, più due remix curati da Dj Deep e Roman Poncet. Principalmente sono tracce techno e orientate al dancefloor. Musicalmente in linea con l'EP precedente 'Thera' , che è andato molto bene. Sono molto felice e la cosa bella è che Cocoon mi lascia sempre fare quello che voglio. Sia a livello di sound sia a livello di scelta dei remixer. Quindi è bello poter avere libero sfogo in quello che faccio. L'EP uscirà il 9 gennaio e si chiamerà 'Virgo Storm' (cover sotto a sinistra).


Non c'è solo Cocoon però, anche perchè proprio quest'anno hai fondato la tua label? A febbraio uscirà un altro EP su Drumcode. Sono contento perchè ho bel rapporto con Adam (Beyer, ndr), dalla prima uscita 'Temporary' è stato lui a chiedermi un altro EP. Un artista che stimo e rispetto, sono contento di poter collaborare con lui! E poi a breve cercherò altre sonorità con un album che sto preparando, ho sistemato il set up in studio con un modulare. Voglio fare un album diverso, che credo pubblicherò per la mia nuova etichetta Virgo. Ho deciso di aprirla perchè sento che posso dire la mia in un altro modo, dove posso fare al 100% quello che voglio. Come dicevo anche su Cocoon ho libero sfogo, però un'etichetta tua è tutta un'altra impostazione. Sei al 100% te stesso, scegli ogni elemento dalla A alla Z, dall'artwork al peso del vinile. Un'esigenza artistica di curare al massimo il mio sound. Mi sentivo

pronto di proporre la mia musica e poi ho tanti altri artisti intorno a me che valgono. Quindi con Virgo vorrei creare una mia squadra e spingere i nuovi artisti. La prima uscita è stata di SLV, che tra l'altro vive con me a Berlino. Poi per la seconda uscita ci sarà un altro artista, il francese Electric Rescue. Per la terza uscita ci sarà un altro artista francese, mentre la release numero 4 sarà una mia produzione. Virgo proporrà una techno più melodica e profonda, rispetto a quella dritta che suono solitamente. La definizione della label è di una “piattaforma per trasmissioni IDM Techno”, dove IDM sta per Intelligent Dance Music o braindance insomma una techno sperimentale. Fino a qualche anno fa la scena italiana, techno ovviamente, aveva perso qualche posizione. Ora sta tornando ai vertici, perché secondo te? In Italia sono tantissimi gli artisti e i producer che valgono. Il solco di gente come Carola, Capriati, Paga-

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nini, Tale of Us è importante. Siamo in diversi e anche la qualità è cresciuta. L’Italia sta dando un segnale di crescita ed evidenzia un potenziale forte. Strettamente legato a noi ci sono le realtà di club e festival che crescono. Ci sono poi le eccellenze come il Kappa, che per me è il migliore, e il Movement. Poi ovviamente c’è lo Shade, dove ho suonato a giugno, che è stato bellissima. E prima ancora il MIF a Rimini una prima notevole edizione, manifestazione che sono convinto crescerà tantissimo. Infine il Cosmo a Roma, dove suonerò a Capodanno, che in questi ultimi anni si è affermato come il miglior festival techno italiano per festeggiare il nuovo anno. Una curiosità. La tua prima release, del 2009 su Tenax Recordings, si chiamava ‘Vacaciones en Chile’. A settembre scorso hai suonato al Club Santiago del Cile, per la prima volta. Un sogno che si avvera? Bellissimo. Dopo tanti anni sono riuscito a suonare in Cile. Tra l’altro poi ci sono ritornato dopo poco per un tour, che ha toccato anche Perù e Argentina. Quel disco è nato al Circoloco. Ovviamente ero sempre in pista e in una serata in cui stavano suonando Villalobos e Luciano mi è venuto in mente questo titolo.

Chiusura dello Space, venduto il Pacha, ultima stagione di Carl Cox. Tu che la vivi da dentro la scena techno della Isla, cosa sta succedendo? Rischiare non rischia. Le persone più “commerciali” si stanno avvicinando al nostro mondo. Insomma i cosiddetti VIP, personaggi che nel nostro genere non c’erano. Poi ci sono club come l’Ushuaia che stanno prendendo sempre più piede, da un localino sulla

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spiaggia sta diventando tutt’altro, offre servizi super ai clubber a prescindere dalla proposta musicale che è principalmente EDM. Staremo a vedere, visto che l’Ushuaia si insedierà nello Space. Per di più dovrebbe esserci un ponte o un collegamento tra l’Ushuaia di giorno e lo Space di notte. Sono sicuro che qualcosa della techno terranno, non penso che proporranno solo EDM. Altro tema importante di questo 2016 la scena londinese con la chiusura e imminente riapertura del fabric. Recentemente hai suonato al Club 338, che ha avuto una disavventura non da poco. Vero, ha preso fuoco. E’ stato molto bello suonare li e mi ha impressionato sapere dell’incendio. Di certo la chiusura del fabric è stata una botta pesantissima per il nostro movimento. Vedere un’istituzione come il fabric chiudere è brutto, un po’ come lo scorso anno il Cocorico. Anche se fortunatamente sono state chiusure temporanee sono stati brutti segnali. Il Cocorico è secondo me il migliore club d’Italia, con un potenziale incredibile e che non ha niente da invidiare ad un fabric. La Piramide del Cocorico per me è casa. Bisognerebbe gestirlo e sfruttarlo un po’ meglio. Va detto che tante volte i problemi non dipendono solo dalla proprietà, ma dipendono da tanti fattori esterni che influenzano e non poco. Vedi appunto l’amministrazione di Islington che ha voluto revocare la licenza al fabric. Comunque sono sicuro che la nostra scena non morirà mai. W/E


label boss

GIACOMO IT'S

MAIOLINI TIME di Leonardo Filomeno

"Volevo lavorare nel mondo della musica. Volevo fare la mia musica. Ai tempi non c'erano scuole, corsi, tradizioni famigliari a cui aggrapparsi. A Pedrocca, piccola frazione in cui sono nato, nessuno capiva il percorso, nessuno capiva la meta. C'eravamo io, quel sogno e basta". Giacomo Maiolini nemmeno si offende se per parlare del suo lavoro a un certo punto salta fuori la parola ossessione. Bresciano, 53 primavere portate alla grande, ha costruito per la sua Time Records un'impalcatura d'acciaio, rendendola un gioiellino tra le realtà indipendenti italiane. Per anni ha cavalcato e modellato filoni e tendenze secondo un disegno personale, quasi sempre infallibile. Il suo successo è legato ai numeri folli dell'Eurobeat, all'Italo House di Jinny, ai successi inarrestabili di U.S.U.R.A., The Outhere Brothers, The Tamperer o Black Legend, alle compilation d'oro con Albertino e agli investimenti su Imany e Caro Emerald in tempi non sospetti. Non male per uno che sembrava destinato al classico posto in banca. Mi avevano fissato un colloquio a Mantova, ma quella mattina la sveglia non suonò. Un fatto decisamente inspiegabile per uno così fissato con la precisione. Quando saltai dal letto era troppo tardi, restai a casa, assecondando in qualche modo il mio destino. Eri un clubber atipico, entravi in discoteca con penna e foglietto alla mano. Chiedevo i titoli al dj, la mattina dopo mi fiondavo da Pinto Dischi a Brescia. Il primo singolo? Let Me

Trouble di Deborah Haslam, prodotto con Gianfranco Bortolotti. Funny dancer degli Atrium fu il primo disco pubblicato su Time, nell'autunno '84. "Fly To Me" degli Aleph e il Giappone arriveranno da lì a pochi anni. Sudo freddo se ripenso a quei numeri. Nel '92 partecipai all'Avex Rave Party, a Tokyo, 15 mila presenze, uno spettacolo impressionante. Grazie all'ondata di successi Hi-NRG ed Eurobeat contenuti nelle compilation tarate per il Sol Levante, ero diventato molto popolare da quelle parti. Artisti giapponesi davvero importanti sceglievano i brani di quelle raccolte per reintrerpetarli. Super Eurobeat superò le 800.000 copie. Nel 2000 con Super Eurobeat presents Initial D - D Non Stop Megamix e Super Eurobeat 100 vinsi addirittura 2 Grammy. Ricordi che sanno d'aria fresca, se si pensa che oggi la discografia annaspa. Le hit non esistono più, i produttori sono confusi, si naviga a vista. Le produzioni cosiddette normali corrono il rischio di risultare invisibili: un tempo il pubblico le metabolizzava, il mercato ti perdonava i dischi fatti in serie. Ora i filoni non esistono più, vince il primo che arriva. Anche i lavori di Calvin Harris e David Guetta ultimamente sono di una banalità disarmante, si salvano per la firma: gli stessi dischi, col nome di un esordiente, non andrebbero da nessuna parte. Trovare gente fresca e nuova che faccia bella musica sta diventando impossibile. I produttori ital-

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iani della nuova generazione non hanno un punto di riferimento quale poteva essere Albertino negli anni '90. Tolto lui, contro la dance le radio italiane sembrano remare compatte. Invece nel resto d'Europa sono più ricettive che mai. Come Time, siamo stati costretti a virare sul pop. Se avessimo continuato a fare solo dance saremmo falliti. La Deejay Parade è tornata, manca dunque la musica? Non la seguo. In tanti reclamano il ritorno della compilation, ma non credo avrebbe il successo degli anni '90. Quella di Alberto è una ripartenza, c'è bisogno che il suo torni ad essere un appuntamento consolidato. Quella collana nacque davanti a una pizza. Domenica sera, Pizzeria Summer, Milano, zona Parco Sempione. Il compianto Severo Lombardoni organizzò una cena a 3: c'eravamo io, lui e Claudio Cecchetto. La mia idea era quella di trasformare il programma radiofonico più ascoltato d'Italia in una compilation. Col quinto volume superammo le 300.000 copie. Festeggiamo al Genux, 15.000 presenze. Un momento irripetibile.

Lombardoni è stato per te un maestro, un padre. Il primo disco che proposi alla sua Discomagic era scadente. Mi riscattai con Fly To Me degli Aleph, per quella produzione Severo mi offrì 10 milioni. Troppi, per me. Puntai al ribasso. Chiudemmo per 8. Era il mio modo di fargli capire che puntavo a spianare una strada lavorativa, qualcosa che col tempo, anche grazie alla grande amicizia con i suoi fratelli Anna e Vittorio, ha assunto dei contorni familiari.

A proposito di famiglia, Alex Gaudino torna a casa. Sarà a capo della Sunrise. Nulla a che vedere con Rise Rec, sarà un'avventura totalmente proiettata al futuro. Guardando all'epopea della Rise, quale fu il momento più elettrizzante? Senz'altro quello legato al successo di You See The Trouble With Me di Black Legend. All'inizio snobbato da tutti, Pete Tong arrivò a chiedermelo in ginocchio, invano. Il sample originale, We'll be in trouble, era cantato da Barry White.

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Chiesta l'autorizzazione per l'utilizzo, il manager si mise di traverso, però avevamo il via libera della Warner sui diritti. Furono settimane di tensione estrema, andavo avanti a tranquillanti (ride, ndr). In quei giorni a Brescia gironzolava Elroy Powell, un ragazzone inglese con una voce uguale a quella di White. Fu la salvezza mia e di Alex. La Winter Music Conference del 2000, dove portammo il disco, inaugurò una serie di trionfi a raffica. Sei fissato con l'ordine, hai un senso pratico della vita quasi mostruoso. Guai a trovare un disco fuori posto. Se percepisco che la posizione è errata, devo raddrizzarlo o spostarlo immediatamente, altrimenti sto male. Sono così su tutto, è una modalità che tocca anche il fattore umano. Una persona nuova la valuto come un brano mai sentito prima, deve provocare subito delle emozioni, altrimenti andare d'accordo sarà difficile. Negli ultimi tempi, comunque, ho smorzato lati appuntiti del mio carattere. Mi sono dato una calmata. Prima di mandare a fanculo qualcuno ora ci penso due volte (sorride, ndr). Chiaramente il nome "Time Records" ha a che vedere con la tua percezione del tempo. "Credo proprio di sì, ma lo scelsi inconsapevolmente. Il primo logo, quello disegnato a mano nell'84, resterà nel cuore per sempre. Guardai la lancetta dell'orologio che girava senza sosta e pensai: Chiamiamola Time, è un nome facile, lo ricorderanno tutti. Dopo 32 anni, fatti e risultati continuano a darmi ragione sistematicamente". La Time tramonterà con te o un giorno passerai il testimone a tuo figlio Lorenzo? Non lo so, quando sarà il momento giusto deciderà lui. Purtroppo l'ho visto crescere maniera molto defilata, non sono stato poi così presente nelle sue giornate. Oggi mi rivedo in tante sue espressioni e passioni, quelle musicali su tutte. E il tempo perso con lui me lo sto riprendendo alla grande. Leonardo Filomeno

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Headlines and Social MUSIC INSIDE RIMINI torna alla Fiera di Rimini con la sua 2° edizione dal 7 al 9 maggio 2017. Un format unico in Europa con 4 anime. Technology Expo è la sezione dedicata alle tecnologie più innovative per il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento. Live Show con 9 palchi sui quali si alternano artisti da tutto il mondo e dove i brand internazionali possono far vivere agli operatori e al grande pubblico l’esperienza delle tecnologie più innovative in termini di suono, luci e proiezioni. Immancabili gli Eventi off, appuntamenti musicali in città ideati per gli addetti ai lavori. Infine il MUSIC INSIDE FESTIVAL , doppio notturno del MIR, con una line up tra le più complete e potenti mai assemblate in Italia.

PX5 CON EKO

Inutile chiedersi perché Claudio Coccoluto è sempre all’avanguardia. Semplice, sperimenta e testa personalmente le nuove strumentazioni per dj. Recentemente il Cocco nazionale è stato allo Xone Store di Sperlonga per testare il mixer Xone PX5 di ALLEN & HEATH, distribuito in Italia da EkoMusicGroup. XonePX5 è frutto dell'unione tra il suono analogico identificativo della serie XONE con la connettività digitale, due elementi imprescindibili al giorno d'oggi per fornire al DJ uno strumento professionale adeguato alle performance moderne.

INSEGUI BEYER

Non è la prima volta che Adam Beyer ci sorprende con post e foto “particolari” sui social. Qua la piantina del Berghain con la divisione dei "ruoli" sec- Ego, label leader in Italia nella dance, ha annunciato ondo Adam (con tanta ironia)! E un invito ai clubber: un accordo con FPArtists. Il booking degli artisti di Ego “Catch me playing at Berghain on Sunday”. Noi si- verranno affidati alla FPArtists da dicembre . Ego è amo in basso a destra, e tu? stata la prima in Italia e in Europa a fare esplodere la Deep House con singoli di enorme successo come Klingande “Jubel" (6 platini), ZHU “Faded” (oro), Wankelmut “My Head is a Jungle” (2 platini), Ben Pearce “What I Might Do” (platino), insieme a progetti più mainstream come Alexandra Stan “Mr Saxobeat” (5 platini), diversi singoli delle Serebro (platino), Willy William (platino), Spada & Elen Levon (oro), Sofi Tukker (oro). Tra gli altri nel roster Ego c’è: Claude Eman, ådå, Sejo, Spada e Willy William.

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Fashion and Chart

1/ENTER/T-Shirt Chronicles Dot

1

2

Richie Hawtin presenta la collezione limitata Chrøniclesøfnever For Minusʼ. La “capsula” è stata disegnata per ENTER in Australia e fatta in Europa con il cotone italiano ‘molto delicato’. €35,00

2/COCOON/ 17th Season PACK

3 4

5

A TUTTO VATH

In questo mese di dicembre, tra numeri doppi e ritardi vari, vince a mani basse Dj Mag Italia che in copertina piazza Sven Vath fresco di festeggiamenti per i 20 anni di Cocoon. Assolutamente da non perdere il numero 198 di Trax, con lo speciale sui 30 anni della musica house francese e il focus sul grande Frankie Knuckles. Gran colpo anche di Dj Mag Spagna che dedica la cover a Moby. DJ Times invece mette in copertina Patrick Topping e il suo “paradiso trovato”. Infine superlativa doppia copertina di MixMag dedicata ai dj di PlayDifferently capitanati da Richie Hawtin. Insieme al boss di ENTER Nicole Moudaber, Matador Fabio Florido, Chris Liebing, Paco Osuna, Hito, Dubfire e Loco Dice.

Sul sito della Cocoon di Sven Vath c’è una super offerta con t-shirt ufficiale e la compilation ‘The Sound Of The 17th Season’ con 2CD mixati da Sven Väth .€50,00

3/PAN-POT/2x Slip Mat I Pan-Pot vendono gli slip mat (i cosiddetti tappetini antiscivolo) per il giradischi griffati con la scritta “Second State”. Articolo immancabili per i dj fan del duo tedesco. €22,90

4/FABRIC91 La prima compilation dopo la notizia della riapertura del fabric è una bomba. La firma è della dj siberiana Nina Kraviz, dj e producer di fama mondiale, l’uscita è prevista per il 9 dicembre.

£ 10,00 (£ 7,00 digitale)

5/ALLE FARBEN/Bag Il dj e producer tedesco Alle Farben lancia una nuova linea di merchandising che richiama uno dei suoi ultimi singoli ‘Please Tell Rosie’. Con la solita ironia che lo contraddistingue il claim è letteralmente “Chi è la fottuta Rosie?”. La sacca da festival in blu e fucsia. € 13,99

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Release Yourself

invia la tua demo a bootleg@virgilioclassics.com

bomb track of Week/Ender MOBY / The Remixes /Drumcode

Il disco bomba del mese non può che essere questo ‘The Remixes’ rilasciato (è proprio il caso di dirlo) dalla Drumcode di Adam Beyer. 4 delle tracce più belle della prima vera star dell’elettronica Moby tradotte e declinate da 8 artisti della Drumcode nella techno music. Il disco si apre con Luca Agnelli che rende eterna la trip hop ‘Porcelain’ dall’album ‘Play’, anche Alan Fitzpatrick si è cimentato con la traccia puntando sul sincopato e spingendo forte con la cassa. La traccia più remixata è ‘Go’ un vero e proprio inno techno pubblicata nel 1991. ‘Go’ è stata rielaborata da Bart Skills, Tiger Stripes (White Tail remix e Black Lodge remix) e Manic Brothers. Ognuna delle quattro versioni ha una sua incredibile identità, la nostra preferita è l’esplosiva versione dei Manic Brothers. Doppia versione di ‘Natural Blues’ molto dark techno per Dense & Pika e Marco Faraone. Menzione speciale per Enrico Sangiuliano, nevrotizza il sound di ‘Why Does My Heart Feel so Bad’ creando la profondità che più si avvicina all’originale. Moby oggi sarebbe Drumcode. acid house che

K (noto per es-

entusiasmano

sere la voce dei

Mannix

e

trasformano

De-Javu "I can't

il talento vocale

Bossa Mood)

la traccia. Alarm

stop" nel 2001 e

inconfondibile

VillaHangar

Alarm, Alan è tor-

"Never" nel 2002)

di Lisa Shaw per

Non fatichiamo

ALAN FITZPATRICK

nato e si balla!

in collaborazione

questa lussureg-

ad

Friday Night Danc-

8/10

con i dj/producer

giante ‘So Much

are che questa

L’enfant Sauvage

Leo

Curiale,

Time’,

il

traccia sia nata

Solid Shape Records

Turatti

vocal

femminile

in quel di Ibiza

Il

ing

Il

viennese arruola

dove

AIRBAS & MAVEE Avilo

(PlayaDem-

immagin-

BRAHME

producer

We Are The Brave

Roberto

Alan Fitzpatrick

e Carl Fath, tutti

soulful

tras-

(visto il titolo). A

francese Brahme

nomi

porta

altrove.

realizzare la trac-

sforna un EP crip-

non

ha

certo

già

noti

ci

bisogno di pre-

dagli anni '90. Il

Una

perfetta

cia sono Roberto

tico con quattro

sentazioni ed è

sound infatti è

traccia house con

Sant aka Aibas e

tracce. Le prime

JLB

strettamente col-

un groove deep

Mavee aka Mat-

due sono techno

One Last Time

legato alla “com-

e ariosi synth. Il

teo Saverio Cac-

post industriale.

Sony Music

merciale”

punto

ciola. Questa è

‘Victor De L’Avey-

Il progetto JLB

’90 e la traccia ne

della

la loro prima col-

ron’ sembra una

risente. 6/10

innegabile stia

che

scommet-

tendo

davvero

forte

sulla

label

sua

WATB.

(Jet

Lag

Buzz)

anni

di

forza

traccia

è

di certo la voce

laborazione.

La

passeggiata fuori

una

profonda e avvol-

traccia è un misto

da una fabbrica

golo è un passo

collaborazione

gente della Shaw.

di tech house e

dismessa

avanti

internazionale

Un pezzone mul-

melodie, sospen-

tanto di rumore

dal

tiuso. 7/10

Il

nuovo

al

sin-

rispetto

precedente

nasce

da

sapore

Ur-

con

sioni ritmiche e

in

‘We Do what We

ban.

primo

un piano emozi-

simile a pioggia

Want’. La cassa è

singolo dei JLB

onale. Una trac-

con il beat ap-

techno, ma len-

"One last time"

cia perfetta per

pena accennato.

tamente il buon

nasce da un'idea

Alan

del

aggiunge

componenti

12

di

Il

cantautore

americano

Paul

MANNIX feat. Lisa

sottofondo

un after, mentre

Segue

So Much Time

il sole balearico

Malaya’,

Favouritizm Music

sorge. 8/10

bpm, con un in-

Shaw

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‘Oxana 110


cedere

stanco

Segue

‘Conse-

Detroit alla Jeff

più da colonna

quence’,

sonora. La chiu-

vanta la collabo-

viaggio galattico

sura della traccia

razione di Martin

tra synth e bassi,

lascia spazio ad

Eyerer,

traccia

‘Viscosity’ ha un

‘Hadara’, la perla

potente

molto

inizio soft ma il

del disco, d’im-

big room con il

deep non evolve

patto, con un bat-

vocal a farla da

come

tito martellante e

padrone. Ultima

per poi tornare

gli aspri synth.

traccia

da

Chiude l’EP ‘Ma-

Yourself’, un vi-

iniziato.

rie Angelique Le

aggio sonico ac-

‘DT1’ traccia only

Blanc’ e si torna

compagnato

da

ambient

senza

all’oscurità,

atmosfere

rar-

pretese.

Merita

ad

che

‘Lose

Mills

come

un

dovrebbe

dove

aveva Infine

un sound fatto

efatte e un beat

la

di presenze non

ripetitivo. Chiude

‘Asteria’,

umane,

la

il sontuoso remix

cavalcata di oltre

base ritmica che

di Marcel Fengler

11 minuti che ri-

rolla su se stessa.

di ‘Lose Yourself’.

abilita l’EP. Gritty

Da ascolto, ma

Ben tornati pan-

a metà. 7/10

con un soundsys-

pottosi. 8/10

con

bonus

track una

tem degno. 7/10

MICHAEL CALFAN

PAN-POT

INTER GRITTY

Over Again

Removed EP

Ego Italy

Catch Recordings

Ritorna Michael

Il boss della la-

Solace

Calfan,

“mister

Second State

bel Random Is-

soul

Dopo

appena

land lo svedese

ragazzo

un anno dall’al-

Inter Gritty pub-

gio della dance

bum ‘The Other’

blica la release

francese.

ecco una nuova

numero

Again'

release dei tede-

una delle label

gemma

schi Pan-Pot. L’EP

underground

house. La voce

‘Solace’ contiene

inglesi più inter-

è a metà tra pop

tre nuove tracce

essanti, la Catch.

e R&B, mentre il

più un remix. La

Quattro

groove e la linea

traccia che apre

più una bonus

di

e da il titolo all’EP

track, il territorio

pirano

è

classico

è techno senza

polmoni

produzi-

compromessi.

gante atmosfera

‘Urge’

pulsa

house. Ogni re-

e Thomas, con

techno ipnotica,

lease di Calfan va

l’aggiunta di una

‘Car Park Ranger’

a segno. 7/10

pianola svagata.

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clubbing life

L'ITALIA CHE FA

BALLARE

di Lorenzo Tiezzi

IL MONDO

E’ sabato pomeriggio e sono ovviamente in ritardo con questo articolo. Ho dormito poco, anzi pochissimo, ieri notte e nonostante tutto sono voluto andare in piscina a nuotare. Ho nuotato ovviamente male, come sempre ma soprattutto un po’ troppo e un po’ troppo intensamente. Forse è per questo che vedo tutto un pochino nebbioso. Anzi nebbioso proprio. Se mi facessi prendere dalla malinconia, potrei iniziare un pippone pressoché infinito molto malinconico. Perché l’Italia ha un clubbing splendido, soprattutto in ambito techno & reggaeton, i generi musicali del momento mentre la house cool resta protagonista in poche situazioni “cool” (ad esempio al Circus di Brescia il venerdì dove ieri sera abbiamo ballato con Samuele Sartini, uno che ha un sound davvero pulito). Ma il nostro clubbing è anche ‘splendido’ perché siamo tra i pochi al mondo a viverlo in modo così freddo. Fare squadra dalle nostre parti sembra essere una missione impossibile, anche

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nelle piccole cose, ovvero quando fare qualcosa insieme a qualcuno e/o per qualcuno dovrebbe essere soprattutto un piacere… Ma come vi dicevo, ho annusato il pericolo. Ed il pippone si interrompe qui. Parliamo d’altro, che è meglio. Anzi, parliamo della stessa cosa ma in positivo. Ovvero, di come tanti artisti italiani stiano davvero facendo ballare il mondo. Parliamo di alcuni dj producer italiani che sembra stiano prendendo pian piano il volo a livello mondiali.

Se i VINAI sono stabili in ambito EDM ormai da anni (e infatti nello ‘splendido clubbing italiano si è smesso di parlarne male, ci si è

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rassegnati o si è capito che sono bravi? In ogni modo una reazione che non è abbastanza, bisognerebbe ammetterlo quando si sbaglia), la pattuglia italiana che spinge forte in ambito techno & dintorni è ormai molto attiva: Ilario Alicante, Marco Faraone, Marco Carola, Tale of Us, Sam Paganini… possono crescere ancora? Certo, possono pure diventare tutti i nuovi Sven Vath, ma intanto non lamentiamoci, siamo messi molto bene.

Tornando ad EDM & dintorni, accanto a Merk & Kremont che tengono bene, anzi sono in forte ascesa, visto che sono stati in studio con un certo Zedd che è un Re


Mida un po’ dappertutto, cresce e di molto il ruolo di Lush & Simon (foto grande). Anche loro, come M&K, sono appena stati a Las Vegas, dove Zedd ha uno studio… ma per suonare con Don Diablo & Steve Aoki all’Hakkasan. Hanno pubblicato un pezzo insieme. Si chiama “What We Started” ed è pieno di cori ed energia da saltare e cantare. Un po’ tamarro? Certo che si, ma chi l’ha detto che la musica da ballo ogni tanto non debba essere un bel po’ tamarra? In questo caso l’energia c’è e l’emozione pure.

Chiudiamo col settore forse più sorprendente, ovvero house & co. Accanto agli ormai incredibili The Cube Guys, che spingono alla grande nei club più chic del pian-

eta, stanno crescendo altri talenti. Proprio venerdì 25, alle 22, Pete Tong su BBC Radio 1 ha suonato ben due brani prodotti da artisti italiani che troppi ancora non conoscono. C’è il laziale Gabry Venus e ci sono i Di Chiara Brothers, che vivono a Cecina. Il primo ha fatto interpretare alla mitica Inaya Day la sua “When I'm Alone” e grazie pure al remix dei mitici Cubi, il sound non dà scampo. Il brano combina un riff di sax che non ti molla, un piano elettrico Rhodes, una chitarra funky che non dà scampo, tutto rigorosamente suonato live…

Grande appassionato di parapendio, Gabry ha un sound che non si distacca mai del tutto dalle radici della house, un genere musicale in cui, ricordiamolo, la melodia dovre-

bbe contare. I Di Chiara Brothers invece pubblicano musica su label come Flashmob e Wreck e al mitico Pete è piaciuta molto “Believe” (nel remix di Onno). Il loro groove è decisamente ‘classic house’, ma sono molto giovani. Lorenzo Tiezzi

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djane del mese

FEDELE alla LINEA

FLAVIA LAUS

(MUSICALE)

Dalla Sardegna arriva Flavia Laus, dj techno italiana del momento. Folgorata dalla underground in età adolescenziale, ha coltivato da sé la passione per il djing e ora ne sta raccogliendo i frutti. Dopo essere diventata profeta in patria come resident dell’importante Ovest Club si è spostata nel Nord Italia. Tante le date, soprattutto nella fervida Milano tra Linecheck e Void, ma anche all’estero. In particolare la recente esperienza all’Insonnia di Mosca nell’ambito della due giorni World Party. Quest’anno inoltre ha avuto modo di suonare in serate e party con dj del calibro di Mathias Tanzmann, Sasha Carassi e Mario Biani. Nel futuro la voglia di diventare anche produttrice.

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Ciao Flavia! A inizio novembre hai avuto la tua prima data in Russia. Com’è andata? L’esperienza a Mosca è stata molto particolare, è una città con una bella energia, direi magica. Ho riscontrato un pubblico elegante, attento e sorprendentemente caloroso, al contrario di quanto si possa pensare. Mi hanno mostrato coinvolgimento, e un grande affetto durante e dopo il dj set. L’organizzazione inoltre presta molta cura alla selezione del pubblico, e sono molto presenti e ospitali con tutti gli artisti. Spero di tornare presto in Russia, e collaborare ancora con i ragazzi di World Party Travel, è stata un’esperienza assolutamente positiva.

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Raccontaci com’è nata la passione per la console? La passione per la console è nata in maniera tanto naturale quanto inaspettata; ho sempre avuto una grande passione/fissazione per la musica, già da bambina non uscivo di casa senza il mio fedele walkman e la scorta di batterie stilo! Ho ascoltato tonnellate di musica, passando tra i generi musicali più disparati, fino a quando nel periodo dell’adolescenza è avvenuto “l’incontro” con la musica underground, che è diventata subito una fissa, un vero e proprio viaggio iniziato tra le sonorità House, Soulful e Deep fino ad arrivare con il tempo all’Elettronica e alla Techno nelle quali ho trovato la mia dimensione. Dopo diverso tempo però non mi bastava più essere una fedele ascoltatrice e amatrice, ho sentito il bisogno di sperimentare direttamente, di esprimere la mia creatività e il flusso di emozioni che questi suoni mi suscitavano, e cosi ho deciso di cimentarmi nell’arte del mixing… Ho indossato le cuffie, messo le mani su un mixer, e niente, non


sono più riuscita a smettere! Ho imparato da sola, sperimentavo in continuazione in maniera quasi ossessiva; analizzavo i miei errori, registravo i dj set per capire gli sbagli e correggerli le volte successive; mi ha aiutato molto ascoltare e osservare il comportamento degli altri dj durante le performance, e soprattutto le reazioni delle persone in pista! Per quanto riguarda lo stile musicale invece mi sono ispirata a tanti artisti molto diversi tra loro; questo mi ha permesso e mi permette tutt’ora di capire cosa più mi rappresenta e di scegliere in maniera decisa le tracce per i miei set. Emergere nella scena sarda e diventare resident dell’Ovest Club non deve essere stato facile? Il mio percorso è stato un po’ particolare, non è stato facile iniziare, sono sbucata praticamente dal niente, dovevo riuscire a farmi notare tra tanti artisti molto bravi e ormai consolidati nella scena underground Sarda, e far fronte inoltre ai vari pregiudizi sulla “donna in console”…Insomma, sapevo già che la strada sarebbe stata assolutamente in salita, ma la cosa non mi spaventava affatto anzi, la voglia di mettermi in gioco e realizzare il mio sogno era sicuramente più forte di tutto. Oltre la costanza e l’impegno che non sono mai mancati, ciò che maggiormente mi ha aiutata nel mio percorso è stato il fatto di avere le idee chiare su ciò che volevo fare, perseverare sulla mia linea musicale e seguire le situazioni che più mi rappresentavano, anche se questo voleva dire rinunciare a diverse serate. Con il tempo ho imparato a “vendermi” da sola, grazie anche all’aiuto dei social network che ci danno una

chance in più per essere notati. Quindi alla fine dopo un po’ di tempo, e alte dosi di perseveranza e testardaggine (da buona Sarda), sono riuscita a farmi notare! Ho avuto la possibilità di potermi esibire in diversi locali, con le organizzazioni più importanti della Sardegna tra cui appunto l’Ovest Club, con cui collaboro da un anno e mezzo e sono resident. Il pubblico Sardo non è stato sicuramente facile da conquistare, mi ha messo molto alla prova ma mi ha

anche dato tanto, sono grata alla mia terra e alle persone che hanno creduto e credono tutt’ora in me; è vero è difficile essere profeti in patria, ma quando si creano sinergie forti e affetto diventa un processo naturale, soprattutto se si parla dei Sardi che donano un’energia unica! Come vivi una serata nella quale devi precedere un big dell’elettronica? Prima di ogni esibizione vivo sempre un misto di ansia, adrenalina,

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dubbi e contrasti continui, perchè vorrei riuscire a dare il massimo tutte le volte! In presenza di ospiti di calibro sicuramente il mix di emozioni si amplifica, ma è anche il bello di questo lavoro! Vivere situazioni di questo tipo è un grande stimolo perchè puoi metterti alla prova, e accrescere il tuo bagaglio sia a livello professionale che umano. Impari di volta in volta a gestire un po’ di più le emozioni, a capire cosa è meglio fare o non fare, e a livello musicale sentire certi artisti dà sempre molti stimoli.

Ti abbiamo vista molto attiva all’ADE, tra showcase e Model 1. Cosa hai portato a casa da Amsterdam? L’Ade è un grande stimolo per la creatività, un vero e proprio full immersion nella realtà musicale mondiale a 360°. Mi è sicuramente stato d’aiuto per definire ancora di più la mia personalità musicale, per vedere in azione dj a cui mi ispiro, e poter provare svariati strumenti per la produzione all’interno del Sound Lab, nel quale era possibile utilizzare liberamente synth analogici, tastiere, e nuovi strumenti per la produzione. Recentemente hai suonato al par-

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ty Void al Rocket di Milano? Esibirmi per Void è stato molto divertente, non ho avuto alcuna difficoltà ad ambientarmi e sono stata messa subito a mio agio da tutto lo staff che ha dimostrato organizzazione e professionalità. é un party che ha molto potenziale, e la crescita continua lo dimostra. C’è una bella energia da parte del pubblico, mi sono sentita libera di esprimermi e di lasciarmi andare durante il dj set, si è creata una bella sinergia con le persone presenti. Come sta cambiando la scena italiana secondo te? Diciamo che questo è un periodo di forti cambiamenti in generale, a mio avviso uno dei più importanti è che la concezione della musica elettronica stessa sta cambiando, ad oggi c’è molta più cultura e consapevolezza rispetto ad anni fa! Questo ha infatti portato negli ultimi tempi la nascita di nuove realtà, ma anche una maggiore pretesa da parte del pubblico, che più che essere “fedele” ai Club in se, tende a seguire gli artisti che più apprezza. A tal proposito penso che Milano sia molto avanti a livello musicale, ad oggi è la realtà Italiana che più si avvicina a quella

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delle capitali Europee. Locali come Cocoricò, Tenax e Spazio 900 invece sono realtà ancora oggi importanti e influenti per la qualità che ancora oggi offrono e perché hanno una storicità molto forte, ognuno di questi ha lasciato un segno importante nella storia della scena underground italiana. Stai pensando di diventare anche producer? Si, in realtà il desiderio di produrre è nato ancora prima di iniziare a dedicarmi al mixing, è un sogno che ho da molto tempo, ma ho preferito prima di tutto definire la mia identità come dj e accrescere la mia esperienza diretta nei club e nella realtà in cui voglio affermarmi. Sono due percorsi differenti, ma a livello creativo li sento strettamente collegati, ho il desiderio di poter esprimere la mia creatività in entrambi i modi, ed è per questo che da più di un anno mi sono messa al lavoro anche con le produzioni. Il percorso è sicuramente lungo, richiede tempo e impegno, inoltre sono molto autocritica, quindi prima di presentare pubblicamente dei progetti vorrei soddisfare a pieno le mie aspettative e avvicinarmi il più possibile a ciò che ho in mente. W/E


MAX SHEN presenta

4x4x4x4

mix world

SHANGHAI A TRAZIONE INTEGRALE

Negli ultimi anni a Shanghai è esplosa la musica elettronica. In particolare il genere edm con i festival, ma la techno sta affermandosi sempre più. Tra i promotor del genere c’è Max Shen, dj e organizzatore, che con il suo progetto 4x4x4x4 sta invitando con continuità diversi dj europei su territorio cinese. C’è fame di buona techno, tra gli ultimi ricordiamo Audiohell, James What e Arnaud Le Texier. Il prossimo sarà Basti grub il prossimo 16 dicembre (pagina 21). La casa del format è l’Arkham club, una discoteca con tre floor in pieno stile inglese dalla capienza di 500 persone.

movimento in espansione della musica elettronica in Cina. L’EDM ha rapidamente occupato i club più commerciali e i festival! Ma techno e house music ha un’al-

tra attrattiva, diversi club underground e promotor si sono attivati per la promozione di eventi Techno. Stiamo letteralmente cambiando lo stile della nightlife, che è diverso dallo stile EDM. La speranza è di giovani più internazionali, che guardino ad una estetica plu-

Ciao Max! A Shanghai la musica elettronica imperversa a 360°? Sì, la musica elettronica è esplosa da alcuni anni nella mia città, Shanghai. Sempre più artisti e dj, dallo stile e genere diverso suonano a Shanghai! Questa è la città più importante nei loro tour asiatici, un po' di capitali internazionali e società straniere stanno notando il

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ralistica e diversa. Con il team 4x4x4x4 state importando il meglio della techno europea, qual è il concetto dietro 4x4x4x4 strettamente legato al club nel quale si svolge? Prima del format 4x4x4x4, avevo diversi progetti personali e da oltre 10 anni creo brand per promuovere la musica elettronica a Shanghai. Con questo nuovo concept vogliamo moltiplicare la possibilità di propagarsi della house e della techno. Il prossimo ospite sarà il tedesco Basti Grub. Chiaramente l’Arkham è fondamentale. L'idea che vogliamo di questo luogo viene da Batman, voglio dire "vigore giovanile, sotterraneo, contro la tradizione". La nostra idea non è quella di rendere commerciale un genere, ma di affermare il nostro stile. Tu sei il resident dj dell’Arkham. Quali sono i dischi più apprezzati a Shanghai? Attualmente il lavoro che mi prende più tempo è quello di manager e responsabile marketing dell’Arkham (ride, ndr), rimango ancora un dj e quando trovo il tempo per suonare propongo deep, tech house e techno. Fino a qualche tempo fa suonavo in vinile, ora per diversi motivi preferisco con usb. La mia top ten all’Arkham è: DJ Tennis – Divisions; David Mayer - Bold feat. Sooma; Romano Alfieri - Dirty Voices; Romano Alfieri - Disco Crashes; Butch - Veni, Vidi, Vici; Francesca Lombardo – Luminaries; Harry Axt - Drossel Amsel; KiNK - Valentine's Groove; Squire – Showtime; Frankey & Sandrino – Izar. Hai mai pensato di produrre musica o fondare una etichetta? Chi sono i producer techno della scena che ti senti di sponsorizzare?

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Sì, certo, la produzione di musica è molto importante e mi piacerebbe. Che dire di una etichetta? Forse in futuro. Creare un'etichetta professionale non è facile, abbiamo bisogno di imparare sempre di più le cose. E in realtà non esiste una label pro in Cina. Manca l’esperienza. Ci sono producer molto bravi come Miiia, Deep19 e Elvis T. Audiohell e la sua Digital Traffik ha annunciato una grande collaborazione con te per il 2017. Vero? Tutto è pronto! 4x4x4x4 porterà gli artisti della Digital Traffik in Cina. Con questa collaborazione cercheremo di far conoscere in Cina gli artista house/ techno europei più importanti. La Digital Traffik sarà la finestra sull’Europa per la scena asiatica. Questo ha un importante significato! W/E


most wanted

MIXTAPE FATALE

BASTI GRUB

Nella descrizione della bio di Sebastian “Basti” Grub ci sono diversi elementi che vanno a comporre il variopinto e molteplice mondo musicale del dj e producer tedesco. La musica reggae, un Roland MC 303, giradischi, gite che cambiano la vita, Stammheim, U60311 e Robert Jonson. Unire questi punti non è cosa semplice. Grub è cresciuto vicino a Francoforte, casa della CLR di Chris Liebing e teatro negli ultimi anni del World Club Dome, uno dei festival edm più importanti di Germania. Uno dei suoi mentori è stato Brian Sanhaji, oggi artista meno conosciuto dello stesso Basti ma fondamentale per il suo sviluppo tecnico nella produzione. Nel 2017 la label di Grub, la Höhenregler, compirà dieci anni di attività. In Italia ha una bella collaborazione artistica con la Digital Traffik. Dj prolifico. Ha pubblicato a maggio l’EP ‘Siklaro’ per la italiana Deeperfect. A settembre per la Digital Traffik è uscito ‘Tingog/Poemuffin’. E nell’ultimo mese, escluse una decina di compilation, ha pubbli-

cato ‘Risika’ per la Killertraxx Muzik e ‘Hold Me In’ su Tulipa Recordings.

Lo abbiamo intercettato prima della sua partenza per il mini tour asiatico. Sebastian, la tua bio ci ha colpito molto! Puoi spiegarci quali sono gli elementi che ti hanno portato ad essere un dj e a produrre musica?

Tutti gli elementi citati nella bio sono sicuramente parte del mio viaggio, che mi ha portato ad essere quello che sono e che produco oggi. Se invece parliamo strettamente di cosa in realtà mi ha avvicinato alla musica è stato un mixtape di una stazione radio tedesca che ha suscitato il mio interesse per la musica techno. Folgorato dalla combinazione di suoni e ritmi, che mi ha portato a chiedere un Roland MC 303 per Natale nel 1996. All'età di tredici anni ho avuto il mio primo sintetizzatore e ho iniziato a produrre il mio beat. Non si parla abbastanza della scena di Francoforte, dove sei cresciuto, che però ha una doppia anima elettronica? La semplificazione attraverso plugin e programmi musicali, così come Internet come canale virale per commercializzare la musica ha reso più facile per tutti di creare musica; indipendentemente dalla qualità del suono. Quando Liebing con la sua CLR ha iniziato le cose erano diverse. Oggi fare musica è probabilmente più accessibile di prima. Internet come una piat-

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taforma infinita ha democratizzato molte discipline creative. Il vantaggio è che si può raggiungere il pubblico più facilmente, ma va detto che a livello qualitativo c’è stato un passo artistico verso il basso. Penso che il pubblico della CLR è molto diverso rispetto al pubblico del World Club Dome, che è molto più influenzato da Internet e dalle tendenze musicali della rete. Sono sicuro che se mi farete la stessa domanda tra dieci anni ci saranno ancora i ragazzi della CLR, mentre l’EDM sarà finita. Quanto è stato importante Brian Sanhaji? Brian Sanhaji è un mio amico di lungo corso. E 'stato un mentore per me, meno dal punto di vista strettamente musicale e più sul lato tecnico. Il che significa mi ha insegnato molto sul sound design. Siamo ancora in contatto oggi e alle volte ci consultiamo. Nel 2007 hai fondato la tua label Höhenregler e nel 2008 la sublabel Geregelt, un bilancio in vista di questi primi 10 anni? Ho fondato Höhenregler per creare una piattaforma e pubblicare la mia musica, un anno ho creato la Geregelt per rilasciare un diverso tipo di suono.

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Guardo questi dieci anni come al raggiungimento della maggiore età musicale e lo sviluppo di un mio suono, che rimane ancora versatile e costantemente si evolve. In questi 10 anni di produzioni come è cambiato il tuo sound, dal tuo primo album ‘Das Dschungel Orchester’ a ‘Neu’ passando per ‘Primavera’? Lo spero! L’album Dschungel Orchester ha quasi dieci anni ormai, da allora mi sono evoluto musicalmente e tecnicamente. Se guardo indietro riconosco che all’inizio della mia carriera non avevo il know-how tecnico per creare il tipo di musica che volevo produrre, così in questi dieci anni c’è stato un processo di maturazione musicale. Pensando alle tue release, in particolare quelle su Desolat, ti senti precursore di una techno stile Villalobos, che va molto di moda oggi ma che tu già producevi anni fa? Hmm...onestamente non penso sia cosi. Lascio il responso alle persone che comprano e ascoltano la mia musica, se vedono e sentono questo sarà di certo motivo per cui sentirmi onorato. Le release di quest’anno abbandonano le sonorità etniche per lasciar spazio ad una techno più dark e minimal. ‘Bananissimo’ e ‘All Good’. Parlaci di queste tracce. Mi piace mostrare molte sfaccettature nel mio sound. ‘All Good’ è il suono che vorrei caratterizzare come la mia voce interiore e, probabilmente, ho lavorato in questa direzione nel corso degli ultimi anni. ‘Bananissimo’ invece utilizza ancora quel suono etnico, leggermente modificato rispetto a prima. Hai un bel feeling con l’Italia? I ragazzi di Digital Traffik sono come una famiglia sono entrambi amici e bravi, mi piace molto lavorare con loro. Il rapporto professionale con Deeperfect finora è stato grande e spero che ci sarà un'ulteriore release in futuro. Quindi posso dire che personalmente e professionalmente ho un buon feeling con l'Italia. W/E


resident dj

STEFANO DI MICELI

SUL SOLCO DI SVEN Nuova rubrica su Weekender che pone l’attenzione ai dj resident. In pratica tutti quei dj che ad ogni apertura del club al quale sono “affiliati” hanno il difficile compito di far partire la serata. Come si dice di “scaldare la pista” in attesa del guest. Un compito non facile quello di incanalare il giusto sound, anche perché spesso alla fine del warm up il dj resident rimane a disposizione del guest. Un ruolo delicato e spesso poco considerato. Nella prima puntata di ‘resident dj’ siamo andati a trovare Stefano Di Miceli, che ha la sua residenza da cinque anni in uno dei migliori club d’Italia, l’Amnesia di Milano. La passione per il djing è nata dopo un dj set di Sven Vath. Tra le altre cose Stefano è uno dei fondatori del party milanese We Are The Show, che quest’anno è anche diventato una etichetta. Abbiamo incontrato Stefano all’Amnesia ovviamente, poco prima del suo dj set nella serata con Markantonio b2b Luigi Madonna. Stefano, parliamo della tua visione di essere un dj resident, a prescind-

ere dal club. Il resident per me è l’anima del club, è una figura di rispetto assoluto nei locali importanti nel mondo. Penso al fabric di Londra con Craig Richards. Purtroppo in Italia è una figura che viene a volte denigrata, forse per la grande aspettativa per il guest. Invece il resident è una figura molto importante in ogni club, perché è lui che imposta la serata. In questi cinque anni di Amnesia, quali sono le serate che più ti hanno segnato?

Di certo la prima volta che ho suonato nella main, è stata forte l’emozione davanti ai miei amici. Avevo qualche anno in meno, esperienza in meno. Sicuramente la serata più emozionante è stata quella di Halloween 2013 con Sven Vath e Maurizio Schmitz. Sven lo seguo da oltre dieci anni, è il dj a cui più mi ispiro e quindi l’ho sentita di più. Però tutte le serate dove suono per me sono importanti, perché sono concentrato sul mio set e non penso tanto a quello che viene dopo. Mi sembra di capire che ti ispiri molto a Sven Vath? L’ho sentito per la prima volta nel 2004 all’Hollywood di Milano e mi ha impressionato. A quel tempo non andavo tanto in trasferta a sentire djset. A Milano all’epoca c’era principalmente house e tech house. Il djset di Sven fu techno mista ad electro e mi ha sconvolto. Li ho capito che c’era altro e ho iniziato a seguirlo, mi sono appassionato a lui e alla sua musica. Sono convinto che Sven Vath sia uno dei dj più completi che ci siano. Non è

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mai banale. Se ascolti un suo set di 2-3 ore lo puoi capire, ma non a fondo. Se invece hai la fortuna di ascoltarlo dalle 5-6 ore in su, fino ad arrivare alle 12 ore che sono il massimo, ti fa capire quanto sia un dj completo e quanto capisca la pista. Lui suona con i vinili quindi non è mai con la testa sul laptop, ma concentrato sulla musica e sul floor. L’onda musicale che propone è qualcosa di unico. Detto questo, quello che suono viene deciso dal mio cervello e principalmente dal mio cuore.

Si dice che quando suoni hai sempre due borse di vinili, da vero militante? Ci tengo al vinile. Se non suono all’Amnesia porto sempre due borse di dischi, perché capita che io vada a suonare in un club che non conosco. Poi a prescindere dalle ore che devo suonare, con una borsa due ore sono abbondantemente coperte, molto dipende dalle emozioni e sensazioni che il floor mi da. Per me suonare in vinile è la cosa più naturale. Il disc jockey è questo, disco dopo disco! Il vinile mi piace perché prima di tutto è qualcosa di fisico, lo tocchi e quindi non ti perdi nel computer. Ci sono alcune situazioni in cui purtroppo è difficile suonare solo vinile, perché magari non si studia una console adeguata o l’impianto non è correttamente settato. Lo stesso giradischi non è trattato con il rispetto dovuto, ormai ci si appoggiano cose sopra senza riguardo. Per me è assurdo. Ovviamente

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suonare in digitale non è un problema, ma preferisco suonare in vinile quando possibile. Da qualche parte ho letto che il tuo sogno sarebbe quello di aprire un piccolo club, è vero? In effetti è un sogno che ho da tempo. Non so se Milano sia la giusta città. L’Italia ha grandi potenzialità, però alle volte ho la sensazione che le persone seguano negli ultimi tempi la musica elettronica un po’ per moda. Mi piacerebbe aprire un piccolo club per 2-300 persone massimo. Lo vedo senza flyer, senza guest, ma solo musica. L’obiettivo principale sarebbe quello di instaurare un rapporto diretto con il pubblico, rendendolo fedele al club e al party. Slegato dunque da chi sarà in console.

Un sogno l’hai realizzato, trasformando lo storico party Wats in qualcosa di più? Lo scorso febbraio abbiamo festeggiato i 9 anni del party Wats. In effetti uno dei sogni che ho realizzato è stato quello di fondare la mia etichetta, Wats Records che è appena nata. L’idea l’avevo già da qualche anno. Penso che la label completi il discorso del party. Nel 2017 festeggeremo i 10 anni del party e lo faremo con alle spalle una etichetta nostra. Adesso siamo in stand by con gli eventi,

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per lasciar spazio alla costruzione delle fondamenta della label e poi chissà, magari guarderemo anche fuori Milano per il party celebrativo dei 10 anni. Abbiamo fatto per tanti anni feste libere, senza schemi particolari, addirittura senza buttafuori ed era qualcosa di fantastico, perché non c’erano mai problemi. C’è già la prima release in uscita su Wats Rec, che però non è firmata da te. Come mai? Ho preferito non fare io la prima uscita in quanto non mi sembrava corretto. La prima release di Wats sarà in vinile con l’EP ‘Tremila’ di Sapporo. Ho ricevuto queste tracce e mi hanno emozionato molto. Una techno melodica, tre tracce interessanti e ben fatte. Su Wats voglio fare uscire musica che emozioni. Non è business. A livello produttivo spazi tra techno e deep, le tue ultime release? A fine agosto è uscito il mio EP ’10.24 am’ su Bunker Record che è più deep house. ‘Gravity’ è uscita a settembre all’interno della Suite12 di Lapsus Music, la label dei Supernova, traccia techno. Questo è quello che sono. Compro tanti dischi e di tutti i generi. Perché il titolo è '10.24 am'? Perché quando ho salvato la traccia erano le 10:24, di una mattina abbastanza movimentata (ride, ndr). W/E


time to festival SUCCURSALE

CLR

La Discoteca Nordest, nel vicentino, sarà la location della nuova edizione di Hyper. Un party techno con cadenza bimestrale. Dietro il brand c’è la direzione artistica del dj e producer Stephan Krus (foto grande di Julio Hasho – notsamestudio.com) e le spalle larghe di Francesco “Cico” Ciconte, per capirci l’organizzatore del Size Festival 2015. Anche grazie a Krus e Cico la discoteca Nordest, attiva da 40 anni, è rinata e migliorata. La main room è stata completamente rinnovata sia nel soundsystem sia nei ledwall, mentre la sala 2 (la Shape) è stata completamente rifatta. Attualmente il club è vivo grazie ad una doppia anima elettronica: Hyper con techno molto dark e Wake che propone musica tech house e mainstream. Hyper è un concept nato tre anni fa, che seguiva al progetto Shape. In archivio sono andate serate techno alternative con dj del calibro di Monoloc e Rebekah. Ancora prima la discoteca Nordest era stata ribattezzata Les Pois Club e sono passati dj che oggi sono idoli assoluti come Chris Liebing, Anja Schneider. Tiefschwarz e Capriati. Tre anni fa dunque la prima data di Hyper con un certo Dave Clark e poi tra gli altri Speedy J, Gary Beck e Attanasio. Nonostante l’ingresso vietato ai minori di 18 anni Hyper è ormai una certezza. L’evento del 17 dicembre vede in

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console tre dj che spaccheranno le ossa: Dax J, Pfirter e Ansome. Il berlinese Dax J è il nome del momento, considerato il futuro Dave Clarke, spinge fortissimo e farà chiusura nella main. L’argentino Pfirter, della CLR di Liebing, è il nome più conosciuto ed è una sicurezza. Mentre l’inglese Ansome, nel floor Shape, il più dark techno del trio farà un live con mapping dedicato e curato da Zebra.

Krus e Cico (foto sopra) non si fermano ed è già in essere il progetto Techno Remember da gennaio 2017 dedicato all’underground anni ’90 con i dj storici dell’Aida di Jesolo. Inoltre già blindato il prossimo Hyper, 25 febbraio, con Oscar Mulero e Jonas Kopp in quella che sarà la Pole Group night. W/E

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goers Siamo stati al Paladarq di Mantova, lo scorso 7 dicembre! Un festival ormai consolidato, giunto alla sesta edizione, come costola dell’ex club Icon (attuale Qloom). Gli organizzatori Nicola Marchi e Nicola Bianchera hanno uno staff valido, che negli anni ha saputo oliare una perfetta macchina techno. A differenza di altri festival non si è puntato solo sui big, ma anche su dj storici dell’elettronica e nuove leve. Una formula di certo più “democratica”, ma che non sempre porta a un risultato di pubblico soddisfacente. E così è stato all’ultima edizione del Paladarq. Line up super e due stage, uno house e uno techno. L’apertura delle porte è stata alle 20 con i local dj Daniele Raimondi, Filippo Bergamaschi aka Von Bruise e Andrea Garosi! Bravissimi tutti, ma se si vuole scardinare l’arrivo del pubblico dopo la fatidica mezzanotte si sarebbe dovuto rischiare un cosiddetto “big” al kick off. Ormai si sa, i clubber si spostano ovunque quando c’è il guest in console e poco importa a che ora suona. Su questo al Paladarq hanno rispettato la tradizione. Prima i local, a seguire ci sono state le nuove leve e poi i big. Tra le new entry nel floor 1 c’erano Tracy b2b Mtd, che sono mente e cuore del concept label Sonntag Morgen, i quali hanno proposto una dub techno contaminata da suoni scuri e ritmi melodici ma sotterranei. Mentre nel floor 2 c’è stato spazio per i Blue Mondays, al secolo Alex Ferrazzi e Matteo Keemani che hanno presentato la loro ultima release in vinile ‘Stop’ sulla loro label Tunes from Blue Mondays. Alla fatidica mezzanotte è stato il momento dei primi big e magicamente i floor hanno iniziato a popolarsi. Nello stage techno c’era la techno grezza live del francese Terence Fixmer, poco conosciuto ai clubber italiani, ma per capirci è uno che ha pubblicato 5 album sulla CLR di Chris Liebing. Mentre nello stage house Giorgia Angiuli ha proposto il suo live imprevedibile e molto berlin style. La per-

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PALADARQ SHOW MUST GO ON #5

formance della Angiuli (che non è una dj ma una musicista) è stata in parte penalizzata dalla non perfetta insonorizzazione tra i due stage. In contemporanea c’era Sam Paganini e quindi ogni momento “ambient” del dj set della Angiuli è stato spazzato via dalle bombe di Zio Sam. In tanti hanno urlato il suo nome durante la performance, segno che Paganini ha definitivamente affermato il suo nome nell’elettronica mondiale. C’era grande attesa per Lil’Louis, uno dei veterani della disco house di Chicago, che come al solito ha fatto impazzire gli organizzatori. Non è una novità per l’autore di ‘French Kiss’, ma Lil è stato energia pura in console. Almeno fino a quando c’è rimasto. Dopo un’ora e mezzo di dj set c’è stato un blackout. L’organizzazione ha ripristinato velocemente la corrente, ma Louis non ha voluto più suonare. Niente “show must go on”. Capriccio da star? Forse. Di certo è stata una delusione per chi era li per sentirlo suonare. Paradossalmente però lo stop forzato ha portato tutti i clubber a riunirsi nello stage techno, dove in console c’era uno dei volti noti del Berghain il dj berlinese Marcel Dettmann che ha guidato il pubblico del Paladarq fino a chiusura. A causa di questi intoppi non è stata un’edizione memorabile, però dagli inconvenienti si può migliorare. E se nel 2017 ci fosse un solo stage con lo stesso numero di big? L’importante è che lo show del Paladarq vada avanti, con buona pace di Lil’Louis! W/E


Save Speciale the Capodanno date segnala i tuoi eventi a weekender@virgilioclassics.com

c/o COCORICO’ Riccione

c/o DUDE CLUB Milano

Ritorna il Fantastico Capodanno 2017

E' di nuovo quel momento dell'anno.

di Riccione e Rimini. Anche quest’anno

Quello in cui si tirano le somme.

uno dei locali più belli d’italia propone

Quello in cui si fanno buoni (o cattivi)

MIND AGAINST

un capodanno col botto e presenterà

propositi. Quello in cui ci si prepara

Milano Crew Ensemble

una fantastica console fatta di artisti di

a vivere la notte più lunga dell'anno.

c/o WALL Milano

grande spessore del mondo della mu-

Privat Odyssey giunge alla decima edi-

Le due stimate crew milanesi, Take

sica elettronica e techno grazie al party

zione, capodanno è l'occasione giusta

Elrow.

per perdersi nei meandri del Dude, tra

It Easy e WALL, hanno scelto di unire le proprie forze per festeggiare l’arrivo

i suoni e i drink dell'osservatorio e il la-

del nuovo anno dando vita a Milano

birinto del main floor.

Crew Ensemble; una due giorni di musica con gli artisti di casa delle due crew a rappresentare il suono dell’accordo. La prima parte si svolgerà Sabato 31

NINA KRAVIZ - ILARIO ALICANTE

Dicembre al WALL con super guest i

CHIRS LIEBING - AME

Mind Against, per poi proseguire Gio-

JOSEPH CAPRIATI

SPEEDY J – REBEKAH

vedi 5 Gennaio al Block Milano.

LOCO DICE - PAN-POT

GARY BECK

Cosmo Nye

Genesi Festival

c/o SPAZIO900 Roma

c/o FIERA Bologna

Solo per una notte la tradizione ar-

Il festival GENESI, esplora una visione

chitettonica

incontra

l’innovazione

sull'origine del mondo. 5 stage con

musicale nella città eterna. Cosmo

40 dj, tra techno, house, tech house,

SAM PAGANINI

Festival NYE 2017, Rome Electronic:

dance, pop, anni’90.

c/o ALTER EGO Verona

un universo armonico costituito da

Alter Ego + Bolgia + HØLE Club pre-

quattro diversi spazi facilmente rag-

sentano

MEZZO-

giungibili tra loro che rappresentano

GIORNO (apertura cancelli ore 23:00).

MEZZANOTTE

-

un’unica visione della club culture in-

Lo special guest del Capodanno all’Al-

ternazionale. Un viaggio alla scoperta

ter Ego è Sam Paganini. In line up an-

dei migliori acts del panorama elet-

LEN FAKI

che Alex Rubino, Pizeta, Den Roberts,

tronico contemporaneo, per salutare

c/o TENAX Firenze

Ingrid Borderline, Marco Bellini e Gi-

l’anno passato e accogliere quello che

La serata del capodanno è affidata al

ulio LNT. Voice Manuel Shock e Ale

verrà nello storico quartiere dell’ EUR.

dj, producer e remixer Len Faki. Turco di nascita ma berlinese di adozione,

Pulga.

nel 2003 fonda Figure, un progetto nato per esprimere la propria visione della musica techno e definire un sound innovativo. La sua tecnica di SAMUEL KERRIDGE

esecuzione gli consente di anticipare,

ELROW

Kr!Z – SNTS – HIVER

come un sensore sulla scala Richter, le

Bollywood Party

Privat Odyssey X

eruzioni del dancefloor.

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