The
Numero 2
WiNDSEEKers Magazine
ESTATE
Istruzioni per l’uso
PAGINA 4
salmoni con la valigia
IL VIAGGIO CHE VALE UNA VITA
PAGINA 11
chiamati per servire PAGINA 12
LA STORIA DI EVARISTO IL BRUCO CHE NON VOLEVA DIVENTARE UNA FARFALLA
Protagonisti
Giovani con Cristo al proprio fianco
www.ADIPortici.it
Chiesa Cristiana Evangelica delle Assemblee di Dio in Italia
The
WiNDSEEKers Magazine PUBBLICAZIONE SENZA PERIODICITÀ A CARATTERE RELIGIOSO a cura del Gruppo Giovanile della Chiesa Cristiana Evangelica delle “Assemblee di Dio in Italia” di Portici (Na) PASTORE Aniello A. Esposito RESPONSABILE Giovanni B. Franciosa NUMERO 2 Finito di stampare nel mese di giugno 2015 HANNO PARTECIPATO A QUESTO NUMERO Vincenzo Aliberti, Gabriele Ascione, Nunzia Attanasio, Vincenzo Borrelli, Giulia Campani, Valentina Ciaravolo, Daniel D’Onofrio, Cristina Esposito, Joshua Franciosa, Mattia Franciosa, Libera Iodice, Nadia Labriola, Silvana Maddaluno, Daniela Morra, Samuele Nocerino, Daniele Petricciuolo, Mariacira Quercia, Emanuele Salomone, Grazia Sforza, Carmine Tammaro, Rosanna Viterbo THE WINDSEEKERS MAGAZINE è pubblicato dal Consiglio di Chiesa della Chiesa Cristiana Evangelica delle “Assemblee di Dio in Italia” Via Marittima 32-34, 80055 Portici (Na) www.ADIPortici.it
Chiesa Cristiana Evangelica delle Assemblee di Dio in Italia
Puoi contattarci al seguente indirizzo email: WindSeekers@AdiPortici.it
in questo numero
pag. 4
QUESTIONS & ANSWERS
Giovani con Cristo al proprio fianco
2
WindSeekers Magazine
LA STORIA DELLA BIBBIA
PAG. 7
ROUTE 66
PAG. 9
PERCHÈ DEVO ANDARE IN CHIESA?
MAPS & STREET VIEW
PAG. 10
pag. 6
CHIAMATI PER SERVIRE
PAG. 11
UNA VACANZA DIVERSA pag. 8
LA STORIA DI EVARISTO IL BRUCO CHE NON VOLEVA DIVENTAR FARFALLA
pag. 12
UN FILM ALLA VOLTA
PAG. 14
LO SAPEVI CHE? IL MURO DI PLANCK
PAG. 15
CHRISTIAN CONTEMPORARY MUSIC
PAG. 16
NOTIZIE DALLA SCUOLA DOMENICALE pag. 19
Protagonisti
Salmoni con la valigia
UN LIBRO ALLA VOLTA pag. 23
WEBZONE PAG. 17 PODCAST CHE PASSIONE
pag. 18
Meditando... A TAVOLA CON LA BIBBIA
PAG. 20
PERSONAGGI DELLA BIBBIA
PAG. 21
GAME TIME
PAG. 22
ESTATE... istruzioni per l’uso "Summertime, and the livin' is easy"... "È estate, e vivere è semplice"... Così cantava una delle canzoni più conosciute al mondo. È estate... e tutto sembra più semplice. Sembra quasi che la vita sia più leggera. Gli impegni sono passati (e quando parlo di impegni dei giovani parlo essenzialmente degli impegni della scuola) ed ora, tolti di dosso i pesi di compiti, interrogazioni e voti, tutto è più facile. Estate, tempo di vacanze, tempo di relax, tempo in cui rilassarsi abbassando il livello di attenzione. Giusto, meritato, dovuto! Dopo un anno a sgobbare su libri e quaderni è arrivato il momento di nasconderli tutti in fondo ad un armadio per tirar fuori da questo costumi, pinne ed occhiali subacquei. Vivere diventa più semplice... ma è proprio così? Sapete, mi sono fermato un po’ a riflettere sul testo di questa canzone... una ninna nanna scritta da George Gershwin, e resa famosa dalla voce di Ella Fitzgerald e dalla tromba di Louis Armstrong. La ninna nanna inizia parlando della "semplicità" dell'estate ma subito dopo torna con i piedi a terra... e rassicura il bimbo dicendogli che fino a quando mamma e papà saranno al suo fianco tutto andrà bene. Inizia come se fosse l'inno alla spensieratezza, ma poi parla di una attesa che non si realizza ancora, e del fatto che durante quest'attesa c'è comunque qualcuno in cui fidare: mamma e papà. Il ritornello, infatti, dice: "uno di questi giorni ti sveglierai cantando poi spiegherai le tue ali e volerai fino in cielo ma fino a quella mattina non c'è niente che possa ferirti se mamma e papà sono lì al tuo fianco". Sapete, credo che questa canzone possa tornarci utile per affrontare nel modo giusto questo tempo d'estate che abbiamo davanti. Viviamola spensierata, viviamola liberandoci dai pesi di un anno passato a studiare, viviamola pensando e credendo che tutto sia più semplice, ma viviamola con due consapevolezze: • Tutto va vissuto in funzione dell'eternità (e questo dovrebbe aiutarci a fare le giuste scelte che onorano Dio anche in questo tempo); • Comunque e sempre, Dio sarà al nostro fianco, se confidiamo in Lui (e, come dice la canzone "non c’è niente che potrà ferirti"!). Buone vacanze! (giovanni b. franciosa)
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SALMONI CON LA VALIGIA 4
V
iaggiamo. Abbiamo viaggiato e ancora viaggeremo. Chi più, chi meno. Abbiamo visto mari, laghi, montagne e città, e ancora ne vedremo. Luoghi che hanno lasciato nei nostri occhi ricordi, impressioni, stupore, che ci hanno allargato il cuore o che ce lo hanno spezzato. Abbiamo visto la meraviglia del creato. Ma non abbiamo ancora visto niente. Il meglio deve ancora venire. Il Viaggio, quello vero, quello con la “V” maiuscola, è quello che abbiamo intrapreso una volta venuti al mondo e che ci conduce giorno dopo giorno verso la Meta di ogni cristiano, verso la sorgente che ci ha generati, muniti di un’unica bussola: la nostra fede. È un viaggio a ritroso, controcorrente, faticoso e insidioso, attraverso il mare della vita. Come salmoni che abbandonano le acque salate del mare per risalire la corrente dei fiumi, giorno dopo giorno tendiamo alla Meta attraversando piccole e grandi difficoltà. I salmoni nascono in piccoli tumultuosi torrenti d’acqua dolce in zone montane. A un certo punto della propria esistenza si lasciano trasportare dalla corrente verso il mare. Là mangiano e crescono, e restano fermi per anni. Vivono nell’ambiente marino, un ambiente che racchiude tanti microcosmi all’interno dei quali vivono creature meravigliose. Può capitare, però, che l’apparenza inganni: pesci bellissimi e coloratissimi possono a volte essere velenosi, pericolosi, talvolta addirittura letali. Invece pesci “anonimi” nella forma possono essere preziosi e “diversi” nella
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sostanza. Come in mare così in terra. Le persone possono essere paragonate alla moltitudine dei pesci. Ce ne sono alcune che sono piene di vita e irradiano luce e colore intorno a sè, riempiono gli spazi e il cuore di chi hanno intorno. Ci sono persone che sembrano “straordinarie”, ma sono piene di veleno e rovinano chi amano. Ci sono le persone “ordinarie”, come i pesci d’acqua dolce: esistono e hanno una loro funzione nell’ecosistema. Ci sono persone che amano aggregarsi, come le sardine, quelle che amano stare da sole, come il pescegatto. E poi c’è il salmone. Sì, proprio il salmone. È il pesce che viaggia, è la creatura che, come il cristiano, ad un certo punto della propria esistenza, diventa consapevole della necessità di partire guidato da una bussola interiore che punta l’ago dritto verso la Meta. Il salmone per dare un senso e uno scopo alla propria esistenza deve necessariamente ritornare al torrente, cioè al punto di partenza, alla sorgente della sua vita, per deporvi le uova e fecondarle. Ma come inizia questo viaggio? Il salmone con uno scatto di reni guizza fuori dall’acqua e si avvia verso l’intrepida risalita controcorrente. Con la pelle lucente di sole, batte colpi di coda che lo aiutano nella lotta contro la forza che, se cedesse anche solo per un attimo, lo trascinerebbe giù, indietro, di nuovo nella “sterilità” dell’oceano. Perchè il salmone avvia questa battaglia contro le forze della natura? Proprio per questo: per dare un senso alla sua esistenza. Neppure lo sa di essere un pesce pregiatissimo: sa solo che, a un certo punto, deve uscire dalla “tranquillità” della sua vita e deve affrontare contro corrente i fiumi e i torrenti per poter deporre le uova e poter dare continuità alla sua specie. La sua vita diventa il viaggio stesso, il viaggio che affronterà per raggiungere lo scopo, che trova senso andando controcorrente, combattendo con tutte le sue forze per non lasciarsi trascinare
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giù dallo scorrere impetuoso dell’acqua. Certo, è difficile andare controcorrente, è faticoso. E le insidie certo non mancano. Animali selvatici, predatori che lo aspettano al varco, quando la fatica lo sta sopraffacendo. E poi il nemico più pericoloso, quello più intelligente e scaltro, il pescatore. Quell’avversario che usa tutte le trappole possibili per pescare il salmone dopo averlo studiato, seguito, ingannato, porgendo quell’esca che agli occhi dell’ignaro pesce in quel momento appare irresistibile. Certo, sarebbe comodo lasciarsi trasportare dalla corrente. Ma Dio non ci ha creati per questo, non ci ha riservato un semplice passaggio sulla terra. Come cristiani siamo chiamati a essere differenti, a fare la differenza, a nuotare controcorrente. Il salmone è diverso da tutti quanti gli altri pesci che gli sono intorno, con i quali condivide sì l’habitat e le “vesti”, ma non il
modo di “viaggiare”. Studi scientifici hanno dimostrato che i suoli dove i salmoni vanno ad arenarsi al termine del loro ciclo vitale sono ricchi e rigogliosi, e che le sostanze che quei pesci hanno accumulato nella loro esistenza, in viaggio tra oceano e sorgente, rendono fertili e verdi quelle terre. Tutto ciò che l’organismo del salmone assimila e custodisce negli anni della sua vita viene poi assorbito dai fondali. Niente di quel che succede durante il suo ciclo biologico è inutile, ogni cosa che accade in quell’intervallo di tempo ha una funzione: per la terra, per i salmoni delle generazioni future, per l’intero ecosistema. La vita del cristiano dev’essere così: viaggiare, assorbire, assimilare, donare. Ma da dove si prendono la forza e il coraggio? Chi ci potrà mai accompagnare in questo viaggio? Da dove si possono ricavare le coordinate per non sbagliare strada, per non imboccare vie diverse da quelle necessarie per arrivare dritti alla meta? La Parola ci indica che “... se Dio è con me, se mi protegge durante questo viaggio che sto facendo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio” (Genesi 28:20). Noi veniamo da Dio, siamo su questa Terra, persone in questo mare di persone, per volontà Sua, e abbiamo uno scopo: tornare a Lui per tornare da Lui. Come? Camminando controcorrente dicendo alle cose e alle situazioni che ci fanno scivolare giù, indietro nella corrente: “... Non mi trattenete, giacché il Signore ha dato successo al mio viaggio...” (Genesi 24:56). Sì: un credente ha già avuto successo, il suo viaggio ha già avuto successo perché il Signore ha dato successo al suo viaggio! Cosa dici? Non conosci il Signore? Sta’ tranquillo: semplicemente non Lo conosci ancora! Ma la Sua Parola in questo momento ti sta dicendo che “... il Signore (...) manderà con te il suo angelo e darà successo al tuo viaggio...” (Genesi 24:40). (nadia labriola) WindSeekers Magazine
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Q &A uestions
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PERCHÉ DEVO ANDARE IN CHIESA? Quante volte hai fatto questa Quante volte hai litigato domanda ai tuoi Genitori? con loro per non venirci? MA SOPRATTUTTO: QUANTE VOLTE TE LO SEI CHIESTO?
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nnanzitutto voglio dirti che non ti dirò perché devi andare in chiesa! Ah, e voglio pure dirti che non proverò neppure a convincerti con le mie parole. Voglio solo “leggerti” una parte del capitolo 10 del Vangelo di Marco che ha aiutato me per primo a riflettere. Come dici? Certo che me le sono poste io per primo queste domande!!! Anche io mi sono detto: ma perché dovrei andarci? E senti un po’ qua cosa c’è scritto!!! Dunque, dicevamo: «Gli presentavano dei bambini perché li toccasse; ma i discepoli sgridavano coloro che glieli presentavano. Gesù, veduto ciò, si indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano da me; non glielo vietate, perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro. In verità io vi dico che chiunque non avrà ricevuto il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto”. E, presili in braccio, li benediceva ponendo le mani su di loro». (per approfondire leggi Vangelo di Marco 10:13-16). Questo è forse uno degli episodi più conosciuti della Bibbia, del quale avrai almeno sentito parlare. Compaiono questi genitori che portano i bambini da Gesù perché
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vogliono che Lui li tocchi, li abbracci, li benedica. Questi genitori vogliono bene ai loro figli, e pensano che questa fisicità sia importante: è per questo che vogliono che i propri bambini siano toccati da Gesù, benedetti da Gesù. Ecco, rifletti: in questo atteggiamento non ci vedi un pochino l’istinto di tua madre, di tuo padre, che credono fermamente nella potenza della benedizione di Gesù? Andare da Lui è una cosa veramente importante, i tuoi genitori vogliono, a modo loro, insegnarti semplicemente questo. Ascolta questa voce, seguila, perché Gesù è l’amico più fedele che potremo mai avere nella vita. Ora tu non sei un bambino, sei un ragazzo, e forse i tuoi genitori fin da piccolino ti “costringono” a venire in chiesa, tu però vieni contro voglia e magari fai di tutto per distrarti e per pensare ad altro, pur sapendo che quella che hai davanti è la via giusta. Però sei sveglio, sei intelligente e al di là delle loro parole e delle “costrizioni” sei perfettamente in grado di giudicare la serietà della loro fede in Cristo. Questo conta più di mille parole. (daniele petricciuolo)
La storia della Bibbia La Bibbia,
insieme di libri scritti nel corso di svariati secoli, che oggi è abbastanza facile acquistare e leggere, ha dovuto aspettare “un poco” di tempo prima di essere accettata per ciò che essa è realmente: la Parola di Dio! Essa si compone sostanzialmente di due grandi blocchi: l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento. Il primo blocco non ha incontrato chissà quali difficoltà per essere accettato dagli ebrei, infatti molti sostengono che già intorno all’85 d.c. fosse stato fissato e accettato il canone dell’Antico Testamento (alcuni sostengono anche prima di tale data), mentre lo stesso non si può dire per il secondo blocco, che ha conosciuto un lungo periodo per poter essere fissato ed accettato (basti pensare che il primo libro del N.T. è stata la I^ epistola di Paolo ai Tessalonicesi, scritta circa nel 54 d.c e che il canone è stato definitivamente fissato solo nel 1546!). Oltre queste “nozioni” di carattere storico, vorrei dirvi qualcosa in più… Molti pensano che esista una diversità abissale tra ciò che è scritto nell’Antico Testamento e ciò che invece è scritto nel Nuovo Testamento, ma non è così, infatti, Agostino diceva: nel Vecchio Testamento il nuovo è contenuto, nel Nuovo Testamento il Vecchio è rivelato. Questa verità preziosissima ci fa anche comprendere che la Bibbia, nonostante sia stata scritta da persone tra loro diversissime per età, cultura, pensiero, carattere, in tempi totalmente differenti e ampiamente lontani tra loro, non
oprio un r p è a i b b i “la B tesoro n u è , e l a i c e libro sp e valore” l i b a m i t s e n di i
ttento a a t s , o i m Figlio inclina , e l o r a p e i alle m detti i e i m i a o i l’orecch presenta mai alcuna contraddizione tra i libri che essa contiene, anzi, se la si legge, è meraviglioso vedere come delle parole scritte in una determinata epoca lontana, trovino la loro realizzazione e compimento dopo secoli e secoli, oppure come un versetto dell’Antico Testamento, apparentemente poco chiaro e comprensibile, diventi limpido, cristallino e di facile interpretazione se letto alla luce del Nuovo Testamento. Se vi era venuto il dubbio, miei cari lettori, voglio dirvi chiaramente una cosa: la Bibbia non è un libro normale! Essa contiene le storie più belle, pur non essendo un libro di storia, è un tesoro di verità circa il problema del bene e del male, pur non essendo un libro sulla morale, si approfondisce più di qualsiasi altro libro, pur non essendo un trattato di filosofia. Ebbene sì, la Bibbia è proprio un libro speciale, è un tesoro di inestimabile valore che solo se leggerai arricchirà la tua vita in un modo unico, altrimenti continuerà a restare un tesoro nascosto. Il mio invito è questo: “Figlio mio, sta’ attento alle mie parole, inclina l’orecchio ai miei detti; non si allontanino mai dai tuoi occhi, conservali in fondo al tuo cuore; poiché sono vita per quelli che li trovano, salute per tutto il loro corpo” (Prov. 4:20-22). (carmine tammaro)
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UNA VACANZA DIVERSA 8
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on l’avvicinarsi del periodo dedicato alle vacanze fa capolino nella mia memoria la storia di un miracolo. Una storia che vorrei condividere con voi, quindi procediamo con ordine e partiamo dall’inizio! Il mio nome è Vincenzo e quando tutto ebbe inizio avevo diciassette anni, frequentavo il liceo scientifico. Tutte le domeniche mi recavo nella parrocchia vicino casa: per tutti ero un “bravo ragazzo”, uno di quelli che fanno quello che ci si aspetta da loro. C’era una parte di me, però, invisibile agli altri: studiavo tanto ma il motivo non era quello che gli altri credevano. C’erano dei perché nel mio cuore cui non riuscivo a dare una risposta e avevo deciso di affidarmi alle mie capacità, al mio intelletto per riuscirci. Malgrado l’impegno profuso dovetti presto ricredermi e riconoscere che tanto impegno non mi aveva portato a nulla e che anzi quel senso di vuoto, di incompletezza, non faceva che crescere. Una volta che il vascello della mia ragione si era ormai infranto sugli scogli dei continui perché, cercai riparo nella religione nella quale ero cresciuto e che rappresentava per me una sorta di certezza, di riferimento anche se così lontano dal mondo razionale che mi era tanto caro. Anche questa strada si rivelò rapidamente un vicolo cieco: quei riti mi sembravano non altro che vasi vuoti, incapaci di sanare quella sete di risposte che avevo dentro. A quel punto le mie certezze si erano sgretolate: l’unica cosa veramente evidente era che quel grosso vuoto non faceva che crescere ed io ero impotente nell’affrontarlo. Di lì a poco giunse l’estate che portò con sé le tanto agognate vacanze estive e non solo. Un giorno, mentre ero al mare, ascoltai delle persone
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parlare di Gesù come non avevo mai sentito fare sino ad allora. Per me Dio era qualcosa di lontano, astratto e impersonale; adesso ne sentivo parlare con la semplicità e la quotidianità con cui si parla dell’amico più caro. Quella contraddizione così pungente tra il mio sentire e l’atteggiamento di quelle persone fece da cassa di risonanza a quei perché che mi portavo dentro e mi spinse a vincere il mio riserbo e prender parte alla discussione. Oppormi in tutti i modi a quanto quelle persone affermavano mi sembrava l’unico modo di non vanificare il lavoro fatto per placare il terremoto che mi agitava: facevo appello alle mie conoscenze di storia, filosofia così come a quelle dei riti con i quali ero cresciuto ma le mie erudite risposte venivano sistematicamente scardinate dalle semplici verità annunciate da quelle persone. Mi seccava ammetterlo ma, mentre mi parlavano, il mio cuore ardeva e cresceva via via il desiderio di ascoltare. Quando fui invitato a partecipare ad uno dei loro “culti” non potei che accettare e, anche se le prime volte vi presi parte con lo stesso desiderio di contesa che mi aveva animato originariamente, sperimentai presto che quanto veniva annunciato risuonava come un balsamo per il mio cuore placando uno dopo l’altro quei perché e colmando di pace il vuoto dentro me. Iniziai a frequentare i culti assiduamente: non andavo in chiesa per dovere ma perché ne avvertivo il bisogno e ne
riscontravo il beneficio nella mia vita: scoprii di essere un peccatore e di aver bisogno di dare il mio cuore al Signore. Scoprii la bellezza della Bibbia: quel libro che avevo sempre considerato datato parlava ora direttamente al mio cuore, attuale e capace di darmi qualcosa di nuovo ogni volta che la leggevo. Dio mi stava lavorando e un anno dopo accadde il miracolo: accettai il Signore nella mia vita e fui salvato! Non tutti intorno a me capivano quanto mi stava accadendo, la mia stessa famiglia non condivideva la mia scelta. Le persone a me più care erano le più lontane, ma Gesù era ora anche il mio migliore amico, quell’amico che era con me in qualsiasi circostanza, che mi conosceva meglio di me stesso e che aveva pagato con la Sua vita perché io potessi avere la vera vita. Questa certezza mi dava la forza di andare avanti, di affrontare con pace i momenti difficili e di gioire come mai prima in quelli lieti. Di lì a poco scesi nelle acque battesimali ed oggi, dopo oltre 18 anni, ho la gioia di poter affermare che nel tempo il Signore è stato fedele, mi ha sostenuto e portato avanti ed oggi mi concede la gioia di servirLo con la famiglia che Lui mi ha provveduto. (vincenzo aliberti)
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hi di voi conosce la mitica Route 66??? Qualcuno dirà: “E che cos’è?”. È una strada, ma non una strada qualunque. La Route 66 è una delle autostrade - o come dicono negli Stati Uniti una Highway - tra le più famose. Fu creata nel 1926 per collegare Chicago con la spiaggia di Santa Monica a Los Angeles. Diciamo che per farti ‘sto bagno a mare dovevi percorrere 3755 chilometri, ossia dovevi farti circa 3 volte e mezzo l’Italia. La gente del posto ha praticamente “succhiato il sangue” a questa strada: motel, pub, ristoranti e locali sono stati aperti lungo il suo percorso facendo la fortuna degli americani in un periodo di grave crisi economica come quello degli anni ‘30. Oggi la Madre di tutte le Strade, così battezzata da John Steinbeck nel libro The Grapes of Wrath (Furore), non è più parte del sistema ufficiale di autostrade americane, ma col nuovo nome, Historic Route 66, questa infinita distesa di asfalto attira turisti e nostalgici sul vecchio tracciato. In questo modo il “mito” è
rimasto in piedi, come in piedi è rimasto, contro ogni pronostico, pure l’intero indotto economico nato intorno a una colata di asfalto: ristoranti e alberghi ma anche musei e monumenti, campeggi e centri per il noleggio di Harley, brand di case di moda e addirittura canzoni incise da artisti di rilievo come i Rolling Stones e i Depeche Mode. Una strada, dunque, ha rappresentato la provvidenza per molte persone che su di essa hanno fondato la loro ricchezza e addirittura il loro futuro. Ecco, quella è la loro strada. Anche dal momento in cui ha cambiato il suo scopo e il suo nome, continua ad essere la loro strada, quella sulla quale è giusto e buono che essi camminino. Condivido con voi, quindi, questo versetto della Parola di Dio, che mi è venuto in mente pensando alla Route 66: “Il cuore dell’uomo medita la sua via, ma il SIGNORE dirige i suoi passi” (Proverbi 16:9). Ognuno di noi, con i suoi sogni, le sue aspirazioni, ambizioni e speranze, se decide di farsi dirigere dal Signore potrà percorrere la propria Route 66 e troverà speranza, futuro, gioia, ricchezza, benessere e vita. (vincenzo borrelli) WindSeekers Magazine
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MAPS & STREET VIEW
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vete mai perso la strada? Intendo dire: nonostante cellulari, tablet, navigatori, mappe cartacee o virtuali, nonostante “Maps” e “Street view”, vi siete mai smarriti? A me non sapete quante volte è capitato! Però credo proprio che il record imbattibile sia di alcuni turisti svedesi che volendo visitare l’isola di CAPRI, impostando la località sul loro navigatore, dopo varie peripezie si sono ritrovati in mezzo alla nebbia della Pianura Padana, vicino Modena.... da CAPRI a CARPI per un errore di battitura... la fiducia cieca nella tecnologia aveva fatto loro sbagliare strada. Quando ci si trova in mare e si ascolta il “navigatore” sbagliato ci si può imbattere in bufere e tempeste. Tempeste anche lunghe. Paolo, fatto prigioniero, dovette essere portato a Roma per comparire dinanzi all’imperatore e difendersi dalle accuse dei giudei. Affidato ad un centurione, insieme ad altri prigionieri salpò da Gerusalemme. Il viaggio procedette lentamente a causa dei venti contrari. A Creta Paolo, guidato dal Signore, invitò tutti a non proseguire
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(Attenzione!!! Allerta maltempo su tutte le rotte per la Capitale!!!), ma “il centurione … aveva più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che non delle parole di Paolo”. Quindi si partì comunque, ma ben presto si scatenò una tempesta così forte che la nave rimase in balia delle onde per 14 giorni. Su quella nave “ogni speranza di scampare era ormai persa” (leggi Atti 27:1-20). Il centurione non aveva aggiornato la versione del “navigatore” della sua vita e confidava ancora negli uomini. Non aveva capito che il Signore è l’unica guida della nostra vita. In Isaia è scritto: “Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: «questa è la via; camminate per essa»” (Isaia 30:21). Alla fine della storia il militare si dovette rendere conto che il Dio del cielo e della terra ci ama e guida i passi di chi si affida a Lui (leggi Atti 27:21-44). Che aspetti, allora? Aggiorna il tuo navigatore! (daniel d’onofrio)
CHIAMATI PER SERVIRE
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er un cristiano è importante avere una chiara e precisa concezione del servizio offerto al Signore. Spesso ci dedichiamo anima e corpo, il tempo passa ma a noi tutto sembra essere inutile: la mancanza di risultati fa crescere dentro noi un malcontento che si trasforma nella sensazione di aver incassato un brutto fallimento personale, diventando così delle barche arenate sulla riva. L’episodio biblico descritto in Luca 5:111 può essere un buon esempio: in quelle pagine del Vangelo si legge che le imbarcazioni erano rientrate da una lunga notte di pesca infruttuosa, nonostante il massimo impegno da parte dei pescatori. Ma ecco la svolta: Gesù vide! Paragoniamo adesso il viaggio della nostra vita a una barca. Quando Gesù sale a bordo ed entra nella nostra vita, ci chiede semplicemente di fare piccoli passi con Lui, partendo proprio dallo scostarci un poco da terra. In questo modo Gesù diventa la vela di quella barca e il vento che la
sospinge. Questo è importante affinché nelle cose più umili e semplici impariamo a comprendere che Gesù è il Maestro e che noi siamo i Suoi allievi. Ma c’è molto di più! Non siamo stati salvati per restare fermi a riva di un lago, ma siamo delle barche destinate a prendere il largo e pescare (vedi quel che accade al versetto 4). Riprendere ciò che è stato la fonte della nostra amarezza e frustrazione è pura follia ma nel nostro cuore sappiamo che Gesù non può deluderci e così fiduciosi partiamo (versetto 5: “...tutta la notte ci siamo affaticati e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti”). Il risultato? Presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano (versetto 6). Inoltre, quando Gesù è al timone della nostra vita possiamo anche coinvolgere ed incoraggiare altri che aspettano solo un cenno per fiondarsi in nostro aiuto (versetto 7: “Allora fecero segno ai loro compagni dell’altra barca, di venire ad
aiutarli...”). Molti erano stati testimoni di questo grande miracolo: la folla, Giacomo, Giovanni e Pietro (versetti 8 e 9). Perché allora, Pietro si gettò ai piedi di Gesù esclamando: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”? Perché fu l’unico a reagire in questo modo? Pietro realizzò che era stato a contatto non con un semplice uomo ma con il Signore, e riconobbe sé stesso come un peccatore. Pietro non fu solo testimone della grandezza di Dio, ma da quel momento in poi divenne protagonista perché chiamato ad essere pescatore d’uomini. Ma non finì così: pur avendo portato a casa un ottimo risultato, “...essi, tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono” (versetto 11). Caro amico che stai leggendo, il tuo servizio cristiano è stato il frutto della comunione con il Signore e ciò ha prodotto risultati concreti, ma non finisce così: ora Gesù ti chiama ad abbandonare tutto e a seguirLo. In cosa consisterà da domani il tuo servizio? Non ho la risposta a questa domanda ma voglio ricordarti che LA FEDE È PAZZIA. Quindi, sei pronto a lasciare tutto per intraprendere una nuova e bellissima esperienza con Gesù? (valentina ciaravolo)
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La storia di C
’era una volta un bruco di nome Evaristo degli Evaristi, per gli amici Visto. I suoi fratelli erano Mago, Tiago e Ubaldo. Visto viveva nella sua casa sull’albero insieme alla sua famiglia e agli altri bruchi del villaggio. Un giorno Visto si allontanò insieme a suo padre per visitare la vecchia Nonna Adalgisa che abitava appena qualche ramo più in là. Mentre erano in viaggio con la loro valigia sul dorso, Visto rimase sconvolto dalla vista di tanti piccoli bozzoli che pendevano dai rami ed esclamò ad alta voce: “Papà Bruco, cosa sono quei bozzoli lì?”. Papà Bruco rispose: “Caro Visto, figlio mio, quello è il nostro destino: quelli non sono bozzoli, sono crisalidi.
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Evaristo
Un giorno andremo a finire tutti lì dentro”. E con aria triste abbassò il capo. Visto allora si arrabbiò e replicò: “No papà, io e te non andremo lì, è tremendo!”. Papà Bruco non rispose. Proseguirono il cammino in silenzio, finchè giunsero finalmente a destinazione. Quando entrarono a casa di Nonna Adalgisa videro che era molto malata e che dal suo corpo uscivano dei fili di seta, appiccicosi, che cominciavano già ad avvolgere la parte inferiore del suo corpo. Visto e Papà Bruco piansero a dirotto, mentre la nonna cercava di consorlarli dicendo: “Non fate così, cari miei figli amati, non sapete voi qual è il destino di noi poveri bruchi? La Nonna sta per giungere nella Valle incantata, dove tutti i bruchi danzano allegri e beati!”. Allora Visto le rispose tra le lacrime: “Ma Nonna, come fai a
stare così serena? E come fai a sapere che non morirai? Non hai paura di andare nel bozzolo, là, quel coso, come si chiama?”. “Certo che ho paura, mio caro, ma sono anche certa che non finirà tutto qui. Ho sentito più volte dire che c’è qualcosa oltre quel bozzolo, come lo chiami tu”, rispose sorridendo Nonna Adalgisa. Ma Papà Bruco si accese di ira: “Ho visto bruchi giungere alla crisalide e non uscirne più per giorni. Poi abbiamo trovato i bozzoli rotti e sfilati, ma di bruchi nemmeno l’ombra. Oh, fossimo noi come le farfalle di lunga vita e libere di volare!”. Detto ciò si incupirono e fecero silenzio, anche perchè la Nonna cominciava a stare molto male. Dopo pochi giorni la Nonna divenne un tutt’uno con la crisalide e, credendola morta, Visto e Papà Bruco chiamarono tutti i loro parenti vicini e lontani per organizzare i funerali. Dopo averla pianta per giorni Visto e Papà Bruco tornarono a casa. Durante il viaggio Papà Bruco chiese:
“Figlio mio, cosa ti turba? Sei rimasto segnato da questa esperienza, vero?”. Visto rispose: “Si Papà, sono dispiaciuto per la Nonna e poi non avevo mai visto nessuno andare nel bozzolo. Ora sono proprio sicuro, IO NON CI ANDRÒ!!!”. “E come farai, figlio mio? Dimmi!”. “Non lo so, forse scapperò”. “Ma la crisalide spetta a tutti”. “Ti dico di no!!!!”. Mentre dibattevano sull’assurda illusione di Visto, videro una bellissima farfalla blu e gialla ferma su di un fiore intenta a guardarli. Dopo averla ammirata proseguirono il loro viaggio. Il tragitto per giungere a casa era assai lungo, passarono giorni, e anche Papà Bruco cominciò a stare male ed a filare. Visto era disperato e cercava di liberare Papà Bruco dal bozzolo. Ogni tentativo risultava vano perchè più strappava fili e più il bozzolo diventava spesso. Così, in poche
ore, pure Papà Bruco divenne una crisalide. Visto, intuendo quale sarebbe stata la sua sorte di lì a poco, cominciò ad informarsi, a cercare rimedi e cure, ma inutilmente. Già un filo cominciava a sbucargli dalla coda, allora cominciò a piangere e a dimenarsi con tutte le sue forze finché, distrutto, si arrese e si adagiò accanto alla crisalide di Papà Bruco. Mentre piangeva solo e in silenzio vide giungere la farfalla blu e gialla che gli disse: “Perchè piangi, vecchio bruco?”. “Come perchè piangi? Non lo vedi? Sto morendo!”. “Morendo?”. “Si! Lasciami in pace!!!”. “Guarda che non stai morendo!”. “Ah no? Mi prendi anche in giro!”. “Ti dico di no: adesso non lo capisci, ma ti stai trasformando e stai diventando una nuova farfalla, proprio come me tre giorni fa”. “Non è vero, non ci cred...........”. Mentre parlavano ecco che la crisalide di Papà Bruco si aprì ed una farfalla gialla e nera ne uscì fuori. Visto non credeva ai suoi occhi: “Papà, sei proprio tu?”.
La farfalla rispose: “Più o meno, figlio mio. La Nonna aveva ragione, non le credevo ma poi alla fine ho sentito il bisogno di crederci ed ho cominciato a sperare. Stai tranquillo figlio mio, fra poco torneremo a volare insieme”. Sentito ciò Visto scoppiò a piangere dalla gioia, poi si mise comodo ed aspettò che il bozzolo lo chiudesse al suo interno. Dopo pochi giorni ecco che la crisalide si schiuse e ne uscì una bellissima farfalla. (silvana maddaluno)
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UN FILM ALLA VOLTA
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’altro lato del paradiso (The Other Side of Heaven) è un film del 2001 prodotto da Gerald R. Molen e diretto da Mitch Davis. I protagonisti del film sono Christopher Gorham e Anne Hathaway. Il giovane John Groberg nel 1953 lascia l’università nello Utah, la famiglia, la sua dolce innamorata e i suoi progetti. Cambia completamente vita, lascia tutto, e lo fa per intraprendere la più grande avventura della sua vita: un viaggio nelle isole Tonga, il cui organizzatore è... Dio. Nel corso del suo viaggio incontra non poche difficoltà, e solo per raggiungere la sua destinazione
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impiega la bellezza di ben 83 giorni. Tuttavia John ha una certezza: sa che Dio è con lui, qualsiasi cosa accada! Giunto a destinazione, si scontra con una realtà enormemente diversa da quella a cui era abituato, a cominciare dalla lingua locale. Dopo 4 giorni di digiuno e comunione con il Signore riesce a superare il primo ostacolo e impara la lingua che gli consente da subito di insegnare la Parola di Dio e svolgere il compito affidatogli dal Signore. Perchè vi parlo di questa storia e di questo viaggio? È presto detto: in questo film, tratto da una storia vera, si nota chiaramente che la preghiera è l’elemento fondamentale di tutto il
suo “compito” missionario. L’unico tempo che riserva per sè stesso, John lo utilizza per scrivere lettere d’amore a Jean, la sua fidanzata, che lo attende e alla quale ha promesso eterno amore. Certo, non deve essere stato semplice per un giovane studente lasciare ogni cosa, ma John ha scelto di dare a Dio il primo posto nella sua vita. Proprio come dice la Parola: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più” (Matteo 6:33). (daniela morra)
Amici Lettori,
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oggi vi propongo un enigma mai risolto, un enigma che risale a quando Galileo Galilei abiurò, scavando un solco profondo tra scienza e fede: oggi voglio farvi conoscere uno degli argomenti più affascinanti della fisica che riporta con insistenza all’idea che Dio esiste. Partiamo subito col dire che l’argomento di cui parleremo è il muro di Planck. Vi risparmio inutili convenevoli che non farebbero altro che allungare il brodo e non farvi capire niente (nel caso vogliate approfondire, esiste Wikipedia), passiamo all’azione: dunque, il muro di Planck non è altro che quell’attimo di tempo che divide la creazione - per quella che la scienza definisce Big biblioteca Bang - da ciò che era prima. e vedete un Nel 2003 alcuni scienziati sono riusciti a dimostrare che un po’ se vi riesce universo non può esistere dall’eternità, ma deve avere un di far venire fuori inizio assoluto. la Divina Commedia Ciò su cui bisogna riflettere è il fatto che l’universo rilegata! che oggi conosciamo non è lo stesso del principio: Forse lo avete già sentito ne sono morte di stelle, delle altre ne sono nate, dire, ma la scienza senza fede galassie si sono formate, altre si sono unite e è zoppa, e la fede senza scienza è fuse, altre sono scomparse. cieca; parecchi scienziati si ostinano a Quel che è chiaro, è che in tutto questo combattere contro l’idea che dietro tutta “crea, distruggi, anzi trasforma” la creazione c’è Dio, e si perdono la possibilità non poteva certo esserci il di poter apprezzare la perfezione con la quale Dio “caos” a controllare questo ha organizzato tutto. “ritmo”. Come perché??? Già, perché la matematica è Sua e Lui se ne serve, è Lui a Fate una prova: creare le regole e a governare la scienza e la fisica e tutto ciò provate a che accade attorno a noi. lanciare una In maniera romantica mi viene da pensare che la matematica sia la bomba in più grande testimonianza che Dio ha lasciato a chi voleva conoscere e una apprezzare la Sua perfetta intelligenza. Così come la matematica segue regole, così è l’universo, e così ogni altra cosa. Lascio che sia il fisico Zichichi a lasciarvi l’enigma da risolvere: “Studiando la parte materiale della nostra esistenza, l’uomo scopre le Leggi fondamentali della Natura. E non può non porsi la domanda: chi ha fatto queste leggi?”. (Se cerci la soluzione, la troverai nella Bibbia, la Parola di Dio, in Isaia 44:24, 25). (joshua franciosa)
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THIS IS LIVING
CHRISTIAN CONTEMPORARY MUSIC
Waking up knowing there’s a reason All my dreams come alive Life is for living with You I’ve made my decision
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“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2Corinzi 5:17) Questo versetto esprime il messaggio del cantico dal titolo “This is living” degli Hillsong Y&F. Si tratta di un canto un po’ “fuori dal comune”, ma pieno di significato. Questo è vivere parla della nuova nascita… del cambiamento che avviene nel momento in cui accettiamo Cristo nella nostra vita. Con Lui troviamo un motivo per vivere… una ragione per alzarci la mattina, nonostante le circostanze della vita. La nostra realtà prima di Gesù, per quanto potesse sembrare perfetta, mancava di qualcosa; era tutto in “bianco e nero”, non era una vita che… valeva la pena vivere. Nel momento in cui abbiamo sperato nella Persona giusta, però, ci siamo affidati a Colui che sa ogni cosa… in Lui, abbiamo trovato la GIUSTA ragione di vita. “Mi sveglio la mattina sapendo che ho uno scopo, tutti i miei sogni diventano realtà, questa vita deve essere vissuta con Te, ho fatto la mia scelta”. Con Gesù possiamo affrontare ogni momento, e “Anche se sarò confuso, sono un uomo nelle mani di Dio che ha un grande piano. E io rimango con fede a vivere una vita che non ho mai conosciuto o toccato”. Forse ora stai pensando: “Non ho ancora capito cosa significa vivere? Che cosa devo sognare? In cosa devo sperare?”. E proprio qui che ti invito a trovare un motivo per vivere… una Persona in Cui sperare e grazie al Quale puoi sognare. Comincia a vivere con Dio, perché QUESTO È VIVERE! (cristina esposito)
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You lift me up, fill my eyes with wonder Forever young in Your love This freedom’s untainted with You No moment is wasted Chorus: See the sun now bursting through the clouds Black and white turns to colour all around All is new, in the Savior I am found This is living now You lead the way, God You’re right beside me In Your love I’m complete There’s nothing like living with You This life You created I choose Chorus: … Rap: Maybe I ain’t really know what living is Is it love if it was am I living it? Do I live in it? So astounding Love is an ocean you can drown me The sweet embrace the lovely taste I taste and see I’m under Grace The place to be It means I don’t ever need an umbrella I’m cool in the cold and the hot weather Whether or never I ever understand I’m a man in the hands of great plans I stand with faith in a life I never known or touched It’s still outside my clutch but I’m like what’s to dream of and what’s to hope in What’s to die for and live to no end This is living The life I’ve been given’s a gift If I’m gonna live it I’m gonna live it to death! So what’s to dream of and what’s to hope in What’s to die for and live to no end This is living The life I’ve been given’s a gift If I’m gonna live it I’m gonna live it to death! Chorus: … THIS IS LIVING NOW!
QUESTO È VIVERE Mi sveglio la mattina sapendo che ho un motivo Tutti i miei sogni diventano realtà Questa vita deve essere vissuta con Te Ho fatto la mia scelta Tu mi hai innalzato e riempito gli occhi di meraviglie Sono per sempre giovane nel Tuo amore Ho questa libertà di essere senza peccato grazie a Te Nessun momento ho più sprecato Coro : E adesso il sole ha attraversato le mie nuvole Quello che era bianco e nero è diventato tutto a colori Tutto è nuovo, nel Salvatore mi sono ritrovato Questa è vita adesso Tu mi conduci sul sentiero sei sempre al mio fianco Attraverso il Tuo perfetto amore riesco a risorgere Dio la Tua libertà è una porta aperta Sei tutto quello che voglio e anche di più Coro: … Rap: Forse non ho ancora capito cosa significa vivere? Se significa amare sto amando? Vivo nell’amore? È sbalorditivo L’amore è un oceano in cui affogare, Il dolce abbraccio, quell’amabile sapore L’assaggio e mi vedo nella Grazia Il posto giusto in cui essere Non ho piu bisogno di un ombrello Sto bene se c’è il sole o c’è la tempesta Anche se sarò confuso, Sono un uomo nelle mani di Dio che ha un grande piano. E io rimango con fede a vivere una vita Che non ho mai conosciuto o toccato, La meta è ancora lontana ma penso In cosa devo sognare? In cosa devo sperare? Per cosa devo morire? E vivere senza limiti? Questa è la mia vita, e mi è stata data in dono, perciò se me la vivo voglio viverla così fino alla morte! So in cosa devo sognare, in cosa devo sperare, per cosa devo morire e vivere senza limiti Questa è la mia vita, e mi è stata data in dono, perciò se me la vivo voglio viverla così fino alla morte! Coro: …. QUESTO È VIVERE!
Webzone
Podcast, che passione!!!
C
ari ragazzuoli, benvenuti a questo nuovo appuntamento con la rubrica WebZone, la rubrica il cui nome le persone anziane non sanno pronunciare correttamente! Mi viene da farvi una domanda, così, a bruciapelo: “Che sò i “podcast”? Non lo sapete, eh? Tranquilli, ve lo spiego io!!!”. Allora: nella pratica i podcast sono trasmissioni radiofoniche scaricabili per essere ascoltate in un secondo momento. Ve lo domando perché questa volta è proprio di una trasmissione radiofonica che vorrei parlarvi. Anzi, di due trasmissioni radiofoniche. E alle prime 50 telefonate… ah no, aspè, mi sono lasciato prendere la mano. Dunque, torniamo seri: 8e46 e Storie di Viaggi Infiniti sono due programmi di Radio Evangelo, la radio delle Assemblee di Dio in Italia. In 8e46 si parla di argomenti di attualità dal punto di vista della Bibbia, La Parola di Dio. In ogni puntata i conduttori partono da una notizia di attualità, e in seguito
approfondiscono il tema, spiegando cosa dice la Bibbia su quell’argomento. Infatti, il motto di 8e46 è “La Bibbia è sempre attuale”. I titoli di alcune puntate? Vediamo... “Notizie sbagliate”, “Dipendenze 2.0”, “Omosessualità”, “Tempi della fine”. I temi delle altre puntate li lascio scoprire a voi. Invece come si chiamava l’altra trasmissione? Ah, sì: in Storie di viaggi infiniti si parte da un luogo citato nella Bibbia, si considera come quel luogo è cambiato al giorno d’oggi e si continua parlando di un personaggio che è vissuto in quel luogo. Ad esempio, nell’ultima puntata si è parlato di Sodoma e Gomorra e del fatto che oggi in quei luoghi ci sono dei… ehm… centri benessere! In seguito si è parlato della storia di un cittadino di Sodoma… suona familiare? Entrambe le trasmissioni sono “condite” con cantici e musica cristiana moderna (niente Alleluia di Händel, state tranquilli). Le puntate si possono scaricare dal sito (o dall’app se avete uno smartphone) Spreaker.com. Basta cercare il nome delle trasmissioni, scegliere la puntata, e decidere se vogliamo ascoltarla o se vogliamo scaricarla sul nostro pc/smartphone (cliccando su download). Alla prossima! (gabriele ascione)
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MEDITANDO...
Riflettere, Lavorare e Glorificare Dio “Così
parla il Signore degli eserciti: “Riflettete bene sulla vostra condotta! Salite nella regione montuosa, portate del legname e ricostruite la casa: io me ne compiacerò e sarò glorificato...” (Aggeo 1:7, 8).
Questo è un periodo dell’anno assai particolare. Chi studia è giunto quasi al termine del suo percorso tra i libri, o deve sostenere degli esami. Chi ha smesso di studiare invece deve affrontare delle scelte. In questo periodo dell’anno c’è chi semplicemente attende “un meritato riposo”. L’estate è alle porte, le giornate spesso appaiono pure più leggere, e spesso, proprio adesso, abbiamo la naturale predisposizione a non prendere impegni. In realtà ti posso garantire che è sempre il momento giusto per scegliere di Accettare, Servire e Adorare Dio. Il versetto che abbiamo appena letto racchiude tre comandamenti: Riflettere, Lavorare e Glorificare Dio. Riflettere. E, riflettendo, riflettendo, ecco che nascono tre domande: “Cosa ne ho fatto della mia vita fino ad oggi? Come mi vede Dio? Come mi sono comportato?”. A queste domande c’è l’apostolo Paolo che ci risponde: “è noto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non da inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne” (2 Corinzi 3:3). Cosa hai fatto scrivere al Signore nel tuo cuore fino ad oggi? Se non hai ancora provveduto, non perdere altro tempo, forse non ne avrai. Lavorare. Ti domanderai: ma come? Lavorare? Adesso che la scuola sta finendo? Adesso che sto programmando 18
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il riposo estivo? Ti voglio ricordare caro lettore, che tutti i giorni respiriamo, dormiamo, mangiamo, beviamo… sono tutte azioni naturali che spesso non teniamo minimamente in considerazione, eppure senza di esse non riusciremmo a vivere. Ebbene, è così che deve essere il tuo sentimento verso il servizio per il Signore: non hai la possibilità di non farlo, perché, come quelle azioni naturali ti consentono di vivere, così anche lavorare per il Signore ti dà vita. Tu dirai che è difficile, che porta dei sacrifici, delle rinunce, delle fatiche... Si! È la mia risposta, da solo non potrai mai farcela dato che la natura umana è malvagia, come viene descritta nel libro di Geremia: “Il cuore è ingannevole più d’ogni altra cosa, è insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? «Io, il SIGNORE, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni»” (Geremia 17:9,10). Affidiamoci al Signore il quale, per mezzo del sacrificio perfetto di Cristo Gesù che è morto sulla croce per i miei e i tuoi peccati, potrà darci la forza per raggiungere l’obiettivo. Glorificare Dio. Glorificare il Signore significa considerare ciò che ha fatto Dio nella mia e nella tua vita, e agire di conseguenza: non possiamo fare altro che amarLo, adorarLo, prostrarci davanti a Lui, accettando ciò che è scritto nell’evangelo di Giovanni “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Se Lui ci ama, come potremmo non amarlo? (samuele nocerino)
e l a c i n e m o D a l o Scu
Notizie dalla
"Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà" (Proverbi 22:6). no degli aspetti importanti della nostra vita comunitaria è proprio quello che gira intorno all'insegnamento della Parola di Dio a bambini e ragazzi. Agli incontri di Scuola Domenicale, ai quali possono partecipare i bambini sin dai tre anni di età, prendono parte figli di fedeli ma anche fanciulli e ragazzi che provengono da famiglie non convertite: gli incontri sono un mezzo fondamentale per evangelizzare ed insegnare la Parola di Dio attraverso lezioni che vengono svolte tutte le domeniche, mattina e sera. Anche quest'anno è andata così, e anche quest'anno l'intera comunità ha avuto la possibilità di godere di un assaggio di quel che accade nelle aule ogni settimana. Che meraviglia vedere i nostri figli alla presenza del nostro amato Padre celeste! In modo semplice ma incisivo quei piccoli fanciulli hanno consolato i nostri cuori con inni spirituali e in particolare ci hanno parlato dei sentimenti, di quegli stati d'animo che in maniera positiva o negativa condizionano quotidianamente ognuno di noi. Sì, siamo d'accordo con i bimbi: possa il Signore trasformare ogni nostro sentimento negativo in gioia, speranza e fiducia in Lui.
U
D'altro canto lo scopo di ogni genitore cristiano è quello di indirizzare i propri figli fin dalla giovane età nelle vie del Signore... per poi un giorno vederli salvati e arresi nelle Sue mani. Ancora una volta lo staff dei monitori ha terminato il suo percorso, ha raggiunto l'obiettivo che si era prefissato: parlare di Gesù! Il seme della Parola di Dio è stato piantato nei teneri cuori. Non ci sono dubbi: essa porterà frutto alla gloria di Dio!!! Il Signore ci esorta in ogni età a perseverare nella conoscenza e nell'insegnamento della sana dottrina, in particolare nella Seconda lettera a Timoteo, al capitolo 3 vi è scritto "Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesú". (vv. 14, 15) (giulia campani)
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A Tavola con la Bibbia a cura di libera iodice
“Il Pane Azzimo”
Chi mi conosce sa che amo più mangiare che cucinare, ma se non cucino cosa mangio? E poi mi chiedo: ma le donne dell’anno 0 cosa impastavano, come coccolavano le famiglie? Allora, con la Bibbia sotto agli occhi, mi siedo per un momento e, aiutata dalla “tavola del tempo” vengo catapultata indietro nel tempo attraverso i testi biblici; sotto i miei occhi vedo scorrere: Deuteronomio, Numeri, Levitico ed infine l’Esodo (in greco “uscita”). Chiudo gli occhi. Li riapro, e non sono più seduta nella cucina di casa mia. Sono in Egitto, tra gli Ebrei e intorno a me vedo tanta gente indaffarata. Devono far presto perchè tra non molto usciranno dall’Egitto. Le donne impastano veloci, preparano il pane in meno di 20 minuti: farina ed acqua lavorate insieme vengono cotte su pietre roventi. Questo pane viene definito azzimo (in ebraico matzah) perchè non è stato lasciato lievitare. Che emozione! Sugli stipiti delle porte c’è il sangue degli agnelli, le tavole sono imbandite, tutti hanno i fianchi cinti ed il bastone in mano. Dopo 400 anni di schiavitù in Egitto questo popolo sta per essere liberato per mano di Dio. Chiedo alle donne di unirmi a loro ma poco dopo la tavola del tempo mi riporta nella mia cucina. Provo così a rielaborare la ricetta del pane azzimo: Ingredienti • 340g di farina ‘00’ • 5g di sale* • 180ml di acqua tiepida • 20ml di olio extavergine* * non presenti nella ricetta originale
Procedimento • In una boule unire farina e sale • Aggiungere acqua, olio e impastare con le mani • Lavorare per 15 minuti finchè risulti morbido ed elastico • Ricavare 4 palline • Coprire con un panno umido e far riposare per 30min* • Stendere con le mani fino ad ottenere 4 cerchi del diam. di circa 15cm • Disporre i dischi di pasta su una teglia rivestita con carta forno e bucherellarli con una forchetta • Spennellare con un’emulsione di olio ed acqua • Infornare a 220˚ per 12-15min in forno già caldo
Il pane dovrà risultare croccante fuori e morbido dentro. Gli Ebrei lo accompagnavano con erbe amare, noi possiamo condirlo con spezie come sale e origano prima di infornarlo, Alla prossima ricetta! 20
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PERSONAGGI DELLA BIBBIA
Cornelio
- A Centuriò, ma che stai a dì? - Sto a parlà sur serio, perché? - No, gnente...ma tutta sta storia de visioni, de angeli… nun me convince. - Oh! A sordati' de che te 'mpicci ?! ma chi t'ha chiesto gnente! - Nun me permetterei mai, Centuriò, ma non è che tutti 'sti digiuni te stanno a fa' svarvola' 'n po'? - Fa 'na cosa, chiamame er mejo sordato mio, che te sei bono solo pe da er magna' a le capre. - Subito, Centuriò! Un breve istante e alla porta di Cornelio si presentò il suo attendente personale. - A Centuriò, m'hanno detto che me volevi. - Avoja! - Come te posso servì? - Solo te me poi capi'. Avvicinate 'n po'. Così, Cornelio iniziò a raccontargli di come un angelo del Signore gli era apparso e gli aveva ordinato di far venire un certo Pietro, per mezzo del quale avrebbe ricevuto salvezza e vita eterna con tutta la sua famiglia. - Mo me credi almeno tu? - Avoja! Fa' conto che 'sto Pietro sta già a casa tua. L’attendente del Centurione si mise in viaggio e raggiunse Ioppe, dove alloggiava Pietro. - Buongiorno, stamo a cercà un certo Simone detto Pietro, vive qui? - So' io, come ve posso da 'na mano? - Devi da veni' co' noi, 'n omo giusto e misericordioso te sta a aspetta', dice che c'hai da diglie cose meravigliose. - So' pronto, 'nnamo. Quando Pietro giunse da Cornelio comprese che DIO non fa differenza alcuna e che in ogni parte della terra, qualunque uomo o donna cerca DIO con tutto il suo cuore, riceve da DIO una risposta. La risposta di DIO per Cornelio fu l’annuncio di Gesù, della Sua opera di salvezza per tutti gli uomini, perché davanti al Signore non c’è distinzione, giudeo o romano, vecchio o giovane, il Suo amore è sempre lo stesso. Anche per te. (grazia sforza)
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GAME TIME
a cura di emanuele salomone
CRUCIVERBA BIBLICO
1.
2.
4. E
3. F
A C
5.
DEFINIZIONI
G
ORIZZONTALI
Q
7. P
6.
T
8.
H
9. D
10.
Seconda figlia di Giobbe (Gb. 42:14)
5.
Con essa Gesù ha sconfitto la morte (Rom. 6:4)
6.
L’ultimo profeta maggiore
8.
La subì Israele
10.
Un apostolo di Gesù (Gv. 1:47)
11.
I figli del tuono (Mc. 3:17)
12.
Con essa venne preparata la minestra a Ghilgal (2Re 4:39)
B
VERTICALI
S
L
11.
M
N
12.
Soluzione : Egli è stato trafitto a
R
A
B
C
D
E
è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati
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1.
Lo è Dio (1Gv. 1:5)
2.
Santo in ebraico (inizia con la “K”)
4.
Con esso si è figli (Gal. 4:6, 7)
7.
Lì sono state inchiodate le nostre iniquità
9.
Giorno del riposo
delle nostre trasgressioni,
stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo
22
3.
M
N
F P
G Q
H R
L S
, T
(Isaia 53:5)
UN LIBRO ALLA VOLTA
Daniel Darling - FEDE 2.0
L
a nostra è la generazione del tutto e subito, del mordi e fuggi, del prendi e scappa. La nostra è la generazione di chi la vita se la mangia a morsi, e spesso senza manco masticare. Vogliamo tutto a portata di mano: un click, una pressione del pollice su uno schermo, l’impazienza e lo stomaco chiuso a causa di quel paio di secondi che separano la domanda formulata a uno smartphone dalla risposta che la rete ci restituisce subito dopo. E a pensarci bene, anche la nostra fede a volte si riduce o rischia di ridursi a questo: per ogni domanda o preghiera o desiderio o questione o situazione che mettiamo dinanzi al Signore, pretendiamo che il Signore ci risponda al tempo di un “click”, magari mal sopportando quel “paio di secondi” che ci lasciano con lo stomaco chiuso, l’amaro in bocca e con la sensazione che Dio non abbia prestato ascolto alle nostre parole. Queste sensazioni, questi problemi - perché di problemi si tratta, sia chiaro - che possiamo incontrare nel nostro cammino insieme al Signore, vengono molto ben espresse in un libro sul quale non avrei puntato molto ma che invece è stato illuminante: si chiama Fede 2.0 (autore Daniel Darling) e ci aiuta a farci comprendere quanto il nostro correre e rincorrere il tempo ci limita e ci condiziona nel nostro rapporto con Dio. Questo
libro
tratta
la
Parola di Dio col massimo rispetto, con esempi molto calzanti, paragonando la vita di personaggi biblici(persone come noi) a momenti che viviamo anche noi nel quotidiano. SE SEI CREDENTE LEGGILO PERCHÈ: Oggi abbiamo la possibilità di avere a disposizione la Bibbia tradotta in ogni lingua e versione. La possiamo portare sempre con noi “rinchiudendola” sul nostro telefono di ultima generazione. Scarichiamo prediche e musica cristiana. Possiamo addirittura seguire un piano di studio di teologia direttamente a casa nostra. Paradossalmente, però, invece di accrescere le proprie opportunità intellettuali e spirituali, il popolo di Dio sembra sempre meno preparato biblicamente, meno dedito alla preghiera e soprattutto sempre meno connesso alla fede. Capire quale sia il problema è il primo passo verso la risoluzione del problema stesso, e questo libro ci aiuta ad aprire la mente e il cuore. SE NON SEI CREDENTE LEGGILO PERCHÈ: Sicuramente ci sono tante domande che mettono sottosopra i pensieri nella tua mente, sopratutto in tempi strani e difficili come questi. Ecco, questo libro, prendendo come spunto dei riferimenti biblici, racconta storie vere di persone normali come Abacuc, Rut, Asaf, Giacomo, Luca, Giobbe, Giovanni e tanti altri con difficoltà e problemi ancora attuali, assolutamente contemporanei, e spesso addirittura impensabili. Queste storie ci aiutano a realizzare sempre più la “connessione” con l’amore di Dio e con la Sua misericordia. E allora che aspetti? Premilo, questo tasto, e attendi la risposta - reale e non virtuale - di Dio. Resta in attesa, resta in ascolto, e il Signore non tarderà a “connettersi”. (nunzia attanasio) WindSeekers Magazine
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o n e Z o m s i r u Agrit 2 Giugno 2015
Roccamonfina