Paesaggio e natura mortaperweb

Page 1


Paesaggi e Nature morte nella Storia dell' Arte

Collana - I gioielli dell’ arte -


Introduzione

Affrontare i grandi temi di storia dell’arte, quali appunto sono quelli del paesaggio e della natura morta

significa ripercorrere gran parte delle vicende artistiche dell’Occidente anche da un punto di vista cronologico, ma nel nostro caso l’approccio sarà , speriamo, meno “accademico”, più vario e attraente. Intendiamo infatti accostare tra loro paesaggi, nature morte non secondo un ordine chiaramente prestabilito, ma, pur non trascurando del tutto il taglio cronologico, anche secondo suggestioni che le immagini stesse possono suggerire, specchiandosi e richiamandosi tra loro.

3


Albrecht Dürer Fisherman's House on a Lake, near Nuremberg watercolour, C.1496

Fra il Quattrocento e il Cinquecento, nell'area fiamminga dell'Europa settentrionale,

il paesaggio

operarono gli specialisti della pittura di paesaggi: spesso con piccoli quadri di genere, destinati alla decorazione delle case borghesi. Nelle zone di lingua tedesca, dove la Riforma protestante aveva allontanato la popolazione dalla cultura cattolica romana e dalle sue immagini religiose, vi furono i grandi interpreti del paesaggio nordico, come A. Dürer, i cui acquerelli vennero considerati i primi paesaggi puri della storia dell'arte, insieme agli affreschi classicisti di Polidoro da Caravaggio in S. Silvestro al Quirinale a Roma (1525). Oltre al particolare interesse della pittura veneta per il paesaggio (G. Bellini e Giorgione), è nel Seicento che diventò un genere autonomo, con l'affermazione del paesaggio ideale immaginato da artisti come C. Lorrain, A. Carracci, Domenichino, N. Poussin. Sempre nel Seicento, si affermò anche uno stile realista, che rappresentò con grande verosimiglianza la terra e il mare olandesi. si sviluppò la riflessione teorica sulla rappresentazione paesistica e sul suo valore espressivo. Il paesaggio si venne così differenziando in vari tipi secondo le esigenze del mercato; si ebbero in tal modo: il paesaggio eroico, o classico (Poussin, Lorrain) , dove i vari elementi naturali sono accostati secondo un preciso ideale compositivo essenzialmente antinaturalistico; il paesaggio dal vero (Rembrandt, Vermeer, Ruysdael, Guardi, Canaletto, ecc.), che interpreta drammaticamente la realtà naturale attraverso le masse di colore e la luce; il paesaggio di fantasia (Salvator Rosa, Marco Ricci), ricco di elementi curiosi, fantasiosi, pittoreschi fino al cosiddetto "capriccio". Accanto ai vari tipi di paesaggio naturale, spesso con figure (o "macchiette"), si hanno inoltre le marine (soprattutto in Olanda) e le vedute, talvolta con complessi significati allegorici in relazione alla filosofia del tempo.


la natura morta

Caravaggio

Come abbiamo detto, dalla fine del ‘500 si assiste alla nascita di altri generi diversi oltre a quelli canonici così insieme al

paesaggio e la pittura di genere, assistiamo alle prime rappresentazioni di natura morta. La Natura Morta è la rappresentazione pittorica di oggetti inanimati, in genere fiori, frutta, ortaggi, strumenti musicali, ed altre curiosità botaniche e zoologiche. In Italia, la nascita della natura morta come genere a se stante si ebbe intorno al 1600, favorita in parte dalla rivoluzione culturale laica, ed in parte dalle nuove condizioni di gusto dettate dal naturalismo: nuovo orientamento artistico che ebbe la massima espressione nella pittura di Caravaggio e dalla sua folta schiera di seguaci. L'espressione "Natura Morta", invece, fu introdotta in Italia soltanto allo scadere del 1800, per tradurre dall'olandese: "Still-Leven" (natura in quiete), termine che già dal 1650 indicava la rappresentazione pittorica di soggetti inanimati. In Italia il primo esempio in assoluto di natura morta come dipinto a sé stante, è il piccolo quadro con le pesche del pittore milanese Ambrogio Figino, realizzato tra il 1591 e il 1594. Segue a ruota, nel 1596, la natura morta di Caravaggio, la celebre “Canestra di frutta”, dipinta con il consueto realismo tipico del’artista. La luce che illumina la composizione pone in evidenza alcuni segni di decadimento della frutta, come il buco del verme, metafora della caducità della vita: un tema molto ricorrente nei quadri di nature morte. Furono parecchi i pittori che si dedicarono quasi esclusivamente a questo particolare genere pittorico creando quadri poetici e affascinanti, tra questi spicca una donna, la milanese Fede Galizia.Tra gli altri artisti specializzati nella natura morta, spicca Evaristo Baschenis, musicista oltreché pittore, tanto che uno dei suoi soggetti preferiti, che peraltro l’ha reso famoso, è quello degli strumenti musicali che diventano i veri protagonisti della scena, in assoluta assenza di figure umane. Un discorso a parte merita il sottogenere della “Vanitas”, ovvero la natura morta con espliciti riferimenti alla brevità e alla caducità della vita. In questo tipo di quadri ci sono elementi ricorrenti più o meno allusivi come per esempio il teschio, la clessidra, la candela spenta, i fiori appassiti o recisi, la frutta che sta marcendo o altri cibi in evidente via di deterioramento.


Figino Ambrogio

Figino, Ambrogio. - scolaro di G. P. Lomazzo, ne avviò il robusto accademismo verso le ampollose eleganze calligrafiche di un michelangiolismo di maniera. Stimatissimo dai contemporanei, ebbe importanza per la formazione del Cerano e di A. Tanzio. La maggior parte delle sue opere si conserva a Milano (pinacoteca di Brera, duomo, chiese di S. Fedele, di S. Maria della Passione, di S. Antonio Abate, di S. Vittore al Corpo).nel’ 1590 realizzò la prima natura morta "pura", anticipando il Caravaggio.


Fede Galizia

Pittrice appassionata dal talento anticipatore, abbiamo poche notizie biografiche e un numero ridotto di opere, ma con certezza occupa un posto di primo piano tra gli artisti che si dedicarono al genere della natura morta. I suoi dipinti aprono il sipario su concentrate rappresentazioni di fruttiere in bilico tra la morbidezza di una luce irreale e l’essenzialità dell’orchestrazione cromatica.


Evaristo Baschenis

Evaristo Baschenis si applicò quasi esclusivamente al genere della Natura morta, ritraendo nei suoi quadri dall'atmosfera misteriosa e inquietante, soprattutto strumenti musicali; quasi sempre unici "attori" della scena rappresentata, visto che nelle opere di Baschenis la figura umana è praticamente assente. L'interesse per gli strumenti musicali è dovuto al fatto che Evaristo Baschenis fu anche un apprezzato musicista dell'epoca, come dimostra fra l'altro il suo autoritratto nel Trittico Agliardi. Del resto la pratica musicale, associata alla poesia, alla letteratura e allo studio della storia, era pratica assai diffusa a quel tempo nelle famiglie nobili bergamasche. Intorno agli anni '50 del Seicento, il pittore si legò d'amicizia con Jacques Courtois, detto il Borgognone, e Monsù Bernardo che si trovavano per motivi di lavoro nella città lombarda, con il primo intrattenne per lunghi anni rapporti epistolari e professionali. Baschenis dipinse anche alcune copie delle sue opere, richiestissime dai collezionisti del tempo. Ma il lavoro più prestigioso e impegnativo di Baschenis resta quello per la biblioteca del monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia. Un piccolo sovrapporta ligneo si ritrova anche al castello di Masino (Torino)

11


700

Nel Settecento la pittura di paesaggio assunse un carattere conoscitivo e documentaristico. Con il termine VEDUTISMO, da preferirsi a quello generico di paesaggio, si intende una produzione pittorica che comprende sia il paesaggio naturale che quello artificiale fatto di città e di grandi opere dell’uomo. In questa vastissima produzione, spesso di qualità non eccelsa, emersero diversi artisti di notevole valore. Famosa nel Settecento fu soprattutto la scuola veneziana di cui vanno ricordati Giovanni Antonio Canal, più noto con il nome di Canaletto, Bernardo Bellotto e Francesco Guardi. Nel corso del Settecento si ebbe uno sviluppo notevole dei viaggi. Una delle mete preferite dai viaggiatori europei fu soprattutto l’Italia per la quantità di tesori artistici e bellezze naturali da visitare. Questo inedito sviluppo del turismo ( che passerà sotto il nome di Gran Tour) unito ad un rinnovato interesse per la storia e la geografia in genere, fece sviluppare notevolmente il mercato di opere d’arte che rappresentavano le bellezze naturali o storiche di un luogo. In ogni città italiana si avviò la produzione di dipinti raffiguranti vedute di piazze, scorci caratteristici. A Roma, nella prima metà del Settecento, fu attivo soprattutto Giovanni Paolo Panini che al vedutismo cittadino unì anche la rappresentazione di rovine,dando un contributo notevole alla diffusione di questo genere per tutto il Settecento e oltre.


De Caro Baldassarre

Nacque nel 1689 a Napoli. Pittore in prevalenza di nature morte, di cacciagioni e di fiori, operava ancora con successo nel 1742, data in cui parla di lui il biografò Bernardo De Dominici; morÏ a Napoli nel 1750. Secondo il De Dominici, fu allievo del fiorante Andrea Belvedere, insieme con una vasta schiera di artisti comprendente anche Tommaso Realfonso, Gaspare Lopez, Gaetano d'Alteriis, Nicola Casissa: "... dal quale [Belvedere] apprese primieramente a dipingere fiori, de' quali molti quadri naturalissimi con freschezza e maestria ha dipinto". Appartingono a questa sua iniziale produzione i quattro pannelli, ciascuno con Vaso di fiori, armoniosi per composizione e vivaci per il multiforme trattamento pittorico


Camille Corot

Con il Sentire romantico verso il declino, la pittura di paesaggio s’incammina, in Francia, verso la suo definitiva affermazione. Già verso la metà degli anni ’30, un gruppo di artisti si riunì nel villaggio di Barbizon -piccolo centro al limite della foresta di Fontainebleau - con l’intento di guardare la natura con occhio diverso, vivendola fino in fondo, immergendosi in essa, producendo una pittura che prendesse spunto dall’osservazione diretta. Maggiori esponenti di questa tendenza furono Théodhore Roussaeau e Camille Corot. Di Corot va comunque segnalata la sua permanenza in Italia, testimoniata da varie vedute. Camille Corot è nato a Parigi, in una casa sul Quai vicino a Rue du Bac, ora demolita. La sua famiglia era borghese d'origine svizzera, e diversamente dall'esperienza in alcuni dei suoi colleghi artisti, durante la sua vita non ha mai avuto bisogno di denaro. Dopo una educazione a Rouen, ha cominciato a lavorare nel commercio dei tessuti, ma odiava la vita del commercio e disprezzava ciò che chiamava i suoi "trucchi di affari," tuttavia continuò fedelmente il suo lavoro fino a 26 anni, quando suo padre acconsentì a fargli adottare la professione dell'artista.Corot ha imparato poco dai suoi maestri. Visitò l'Italia in tre occasioni e due dei suoi Studi Romani sono esposti al Louvre. Fu un regolare espositore al Salone di Parigi e nel 1846 il governo francese lo decorò con la croce della Legion d'onore e fu promosso ad Ufficiale il 1867. Molti suoi amici consideravano, tuttavia, che era ufficialmente trascurato e il 1874, un poco prima della sua morte, lo hanno proposto per una medaglia d'oro. Si avvicinò alla religione cattolica durante gli ultimi giorni di vita, anche se alcuni studiosi ritengono che si fosse convertito già precedentemente. È morto a Parigi ed è stato sepolto al cimitero di Père Lachaise.Le opere di Corot sono sparse tra Francia, Paesi Bassi, la Gran Bretagna e America. Famosi i ponti di Narni conservati a Parigi ed in Canada.


1900


Georges Braque

Assieme a Pablo Picasso è stato l'iniziatore del cubismo. Il cubismo sintetico nasce tra il 1910 e il 1911, grazie a Picasso e Braque, che si rendono conto che spezzando troppo la superficie pittorica, i suoi singoli frammenti non sono più ricomponibili virtualmente e l'opera si avvicina sempre più ai caratteri dell’astrattismo, infatti i cubisti non vogliono perdere la riconoscibilità dell'oggetto.


Giorgio Morandi

La sua pittura si può definire unica e universalmente riconosciuta; celebri le sue nature morte olio su tela, dove la luce rappresenta il fondamento delle sue opere. L'apparente semplicità dei contenuti (vasi, bottiglie, ciotole, fiori, paesaggi) viene esaltata dalla qualità pittorica. Riservato, dai tratti nobili, gentile sia nella vita privata che in quella professionale, Morandi ha fatto discutere Bologna per la sua personalità enigmatica ma fortemente positiva.


Giorgio Morandi

29


Contemporanei


Alia Amalia Pittrice legata alle tematiche impressionistiche, dove la natura e la luce diventano protagoniste di un’espressività legata alla spontaneità e all’immediatezza di gesti che conducono il pennello all’impressione con rapida sintesi. Luce e colore si armonizzano per dare vita alla scena sempre legata al paesaggio del Sud, ai litorali mediterranei, alle piante secolari di ulivo. Vita e colori quindi, interpretati per far capire che l’uomo e la natura hanno ancora qualcosa da palpitarsi, qualcosa da difendere…da riscattare. Animo sensibile quello di Alia che penetra con naturalezza nella poesia delle cose che dipinge in una sintesi cromatica di solarità e di freschezza a cui la pittrice ricorre per trarre sempre nuova linfa vitale (P.F.). Artista autodidatta, Amalia Alia è nata a Parghelia, dopo aver conseguito il diploma al Liceo Classico di Tropea, si trasferisce a Vibo Valentia dove attualmente vive e opera. Ha ottenuto numerosi premi e lusinghieri riconoscimenti di critica qualificata e di stampa specializzata. Le sue opere sono state pubblicate su vari cataloghi e libri d’arte come: L’Elite, Avanguardia Artistiche, Leaders, Catalogo Internazionale d’Arte Moderna n° 12, ecc.

APPROFONDIMENTI: Studio/Galleria sito in Via Don Mellano a Vibo Valentia Sito web: www.aliaamalia.com - Quotazioni opere: da euro 300 a euro 8.000

Estate in Calabria, olio su tela 40x50

31


Borrello Giuseppe

NATURA MORTA - 2009 - penna biro policroma cm 20 x cm 28

COMPOSIZIONE - 1992 - penna biro monocroma cm 16,3 x cm 24


De Haan Paul (Agostini Stefano)

Nato a Roma, città dove vive ed opera attualmente, il 27 Maggio 1966. Pittore autodidatta da sempre ”ossessionato” dal disegno e dalla pittura, dopo circa dieci anni di attività forzatamente limitata, nel 2006 riprende a dipingere “sul serio” e nel 2007 diventa socio del Circolo Artistico Culturale “Lorenzo Viani” di Ostia (RM). Nello stesso anno inizia a firmare i suoi lavori con il nome d’arte Olandese PAUL DE HAAN per amore dei Maestri Fiamminghi e per rispondere ad una esigenza della società odierna più attenta ai “personaggi” che alle “persone”. Particolarmente legato al disegno e al genere Figurativo, non esclude a priori né tecniche né generi purché l’immagine realizzata corrisponda al concetto o alla riflessione che l’ha concepita. Considera la pittura, un’altissima forma di comunicazione che dovrebbe costringere l’autore, in una società iper-informata ed iper-stimolata, a misurare le “parole” con l’obiettivo di emozionare senza essere banale All’attività pratica ha sempre associato lo studio e la ricerca, cercando, ad ogni occasione, di ammirare da vicino i capolavori dei Grandi del passato, convinto che non si possa essere innovativi prescindendo dal passato e non credendo nell’estro fine a se stesso. Attualmente la sua pittura si sta avvicinando alla tecnica Iperrealista, molto attratto dal Surrealismo, Una caratteristica attuale delle sue nature morte, indipendentemente da periodo e tecnica, è il punto di vista aereo perpendicolare. Ha partecipato a diverse mostre collettive e concorsi Nazionali ed Internazionali riscuotendo buoni apprezzamenti, esponendo i suoi lavori in gallerie di Roma, Milano, Bergamo, Genova, Savona, Bologna, Mantova e Catania e presso Sedi Istituzionali, tra le quali, più recentemente: Camera dei Deputati - “Sala del Cenacolo”; Palazzo Valentini (sede della Provincia di Roma ) “Sala Egon Von Furstenberg” Galleria L’agostiniana - Accademia Internazionale Sant’Agostino - Roma Museo Civico “U.Mastroianni” - Marino ( RM); Museo Comunale “Antiquarium” - Sezze (LT ); Biblioteca Comunale di Torrita - Siena ( SI ); Museo della Badia - Vaiano (PO); Palazzo della Corgna - Città della Pieve (PG) Museo Archeologico e Piancoteca “Edilberto Rosa” Palazzo Boccarini - Amelia (TR); “Museo del Grand Tour d’Italie” Locanda Martorelli - Ariccia (RM) Accademia di Romania in Roma (RM) 2° Classificato X° Trofeo G.B.Moroni ( BG) con il dipinto “Cherries in a bowl” 1° Classificato Biennale di Torino 2014 con il dipinto “Plastic bag”

Cherries in a bowl - 50x50 cm - Olio su tela - 2013 2° Classificato Trofeo GB Moroni Bergamo 2014

47


Filippova Ludmilla

Ludmilla Filippova nasce il 28 giugno del 1978 in un piccolo paese dell'Asia Centrale, il Kirghizistan. Già nell'infanzia, si sviluppa in lei un interesse spontaneo e forte per l'arte: per la pittura e in particolare per la musica, che nel giro di pochi anni si trasforma in un'autentica e grande passione. Le altissime montagne del suo paese, l'aria fresca e pulita, la poesia dei paesaggi, i fiumi veloci e profondi, la natura pittoresca piena di mille profumi e colori, lasceranno per sempre nella memoria dell'artista un'impronta profonda e troveranno un forte richiamo nel suo percorso artistico. Grazie all'importante sostegno della sua famiglia, all'età di nove anni viene iscritta alla scuola musicale statale nella classe di pianoforte dove continua gli studi fino al 1995. In questi anni apprende e approfondisce varie materie musicali e nello stesso tempo anche studi sulla storia, la critica d'arte in vari aspetti e generi: musica, pittura, letteratura al livello mondiale; anche questi avranno grande influenza non solo nella crescita professionale, ma anche e soprattutto nella crescita interiore dandole la possibilità di cercare ed esprimere la propria personalità artistica. La musica diventa sempre più importante nella sua vita e dopo il 1995, continua gli studi nel Liceo Professionale di Bishkek dove nel 1999 prende il titolo di insegnante di pianoforte. Nonostante gli obiettivi già raggiunti, la ricerca di maturare e perfezionarsi ancora di più la spinge a proseguire gli studi al Conservatorio Nazionale di Bishkek dal 1999 al 2004; parallelamente agli studi porta avanti l'insegnamento nella scuola internazionale " Silk Road " di Bishkek. Nel 2005 si trasferisce in Italia iniziando una nuova vita fatta di avventure, di incontri, di momenti difficili, sorprendenti e anche piacevoli; dopo tanti anni di studi ha la possibilità di realizzare il suo sogno nel cassetto e prova ad esprimersi con la pittura. Nel 2006 inizia a frequentare la Scuola di Arti Visive dell'associazione Next di Tuscania (VT) gestita dalla pittrice Antonella Properzi, dove con grande volontà e impegno imparerà tecniche e tematiche pittoriche: pittura ad olio, su ceramica, vetro, metallo, legno, acquerello e sanguigna; ogni tecnica è stata approfondita con grande amore e grande desiderio di realizzare le proprie idee artistiche maturate con gli anni di studio ed esperienze personali. Le sue opere sono piene di colori accesi, vivaci, piene di positività e spontaneità; predilige le nature morte fiamminghe, i ritratti, i paesaggi, gli scorci e anche le opere astratte e innovative. La sua arte è una sintesi armoniosa tra due grandi culture: orientale e occidentale, affascinanti e completamente differenti. Attualmente l'artista vive e svolge la sua attività di pittrice a Tuscania in provincia di Viterbo e partecipa con impegno ad eventi culturali; ogni anno espone in varie mostre sia locali, sia in Italia e sia all'estero; è socia attiva nell'associazione culturale Real Dreams dove cerca di trasmettere il suo amore per l'arte; il suo percorso artistico non si ferma mai ed è in costante ricerca di nuove idee ed evoluzioni sempre attenta a nuove emozioni che la natura e le sue esperienze le regalano. Approfondimenti: sito: www.filippova.net - email: filippovaludmilla@gmail.com

55


Raineri Giovanni Nato a Napoli , ha studiato a Roma conseguendo la laurea in Architettura Ha lavorato negli Stati Uniti presso lo studio Brown and Daltas di Boston. Nello stesso periodo ha conseguito un Master in progettazione architettonica alla Harvard University. Tornato in Italia ha iniziato una collaborazione presso lo studio dell’Arch. Paolo Portoghesi e successivamente con l’Arch. Massimiliano Fuksas. Ha esposto le sue opere pittoriche e fotografiche a Cambridge (Massachusetts) e Boston. Attualmente lavora nel suo studio di Roma

73


Figino Ambrogio Annibale Carracci Fede Galizia Evaristo Baschenis Canaletto De Caro Baldassarre Francesco Hayez John Constable William Turner Giovanni Fattori Silvestro Lega Telemaco Signorini Camille Corot Édouard Manet Paul Cezanne Georges Braque Pablo Picasso Giorgio Morandi Alia Amalia Ardiri Nunzio Bergando Denise Borrello Giuseppe Casarotto Tristano De Haan Paul (Agostini Stefano) Del Duca Vincenzo Filippova Ludmilla Giudici Carlo Maria Giusto Diana Musto Donato Pagliari Lia Petrangeli Ettore Raineri Giovanni Storto Ivana Zanelli Luciano

ISBN 978 - 88 - 909429 -7 - 6

â‚Ź 25,00


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.