ASTRATTISMO Storia ed evoluzione dalle origini ad oggi
Collana - I gioielli dell’ arte -
CAPISCUOLA ASTRATTISMO MONDIALE
ASTRATTISMO IN ITALIA
INFORMALE
SPAZIALISMO
CONTEMPORANEI
INDICE ARTISTI
Vasilij Kandinskij Piet Mondrian Kazimir Malevič Robert Delaunay František Kupka Paul Klee Jackson Pollock Giacomo Balla Alberto Magnelli Mauro Reggiani Atanasio Soldati Luigi Veronesi Manlio Rho Mario Radice Aldo Galli Carla Badiali Emilio Vedova Afro Libio Basaldella Scanavino, Emilio Achille Perilli Alfredo Chighine Mattia Moreni Toti Scialoja Tancredi Parmeggiani Giulio Turcato Lucio Fontana Mario Deluigi Roberto Crippa Pinot Gallizio Rosalba Acquaro Antonio Anastasia Giuseppe Cacciatore Flavio Cacciatori Chiara Pala De Murtas Daniela Di Pasquale Gennaro Esca Maria Teresa Guala Gloria Guidi Nobile Roberto Lucato Franco Margari Santina Pellizzari Nino Perrone Marco Randazzo Miryam Risola Valentina Vendrame Lea Zeller
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Premessa Che cos'è l'astrattismo ? Che significato hanno cerchi, linee, macchie di colori a prima vista casuali ma di gran impatto visivo ? C'è qualcosa oltre la superficie del quadro ?
Il significato di astratto e di astrazione
Nelle arti figurative il concetto di astratto assume il significato di «non reale». L’arte astratta è quella che non rappresenta la realtà. L’arte astratta crea immagini che non appartengono alla nostra esperienza visiva. Essa, cioè, cerca di esprimere i propri contenuti nella libera composizione di linee, forme, colori, senza imitare la realtà concreta in cui noi viviamo.L’astratto, in tal senso, nasce agli inizi del 900. Ma esso era già presente in molta produzione estetica precedente, anche molto antica. Sono astratte sia le figurazioni che compaiono sui vasi greci più antichi, sia le miniature altomedievali, solo per fare alcuni esempi. In questi casi, però, la figurazione astratta aveva un solo fine estetico ben preciso: quello della decorazione. L’arte astratta di questo secolo ha, invece, un fine completamente diverso: quello della comunicazione. Vuole esprimere contenuti e significati, senza prendere in prestito nulla dalle immagini già esistenti intorno a noi. All’astratto si è arrivati mediante un processo che può essere definito di astrazione. Il concetto di astrazione è molto generale, ed esprime un procedimento mediante il quale l’intelletto umano descrive la realtà solo in alcune sue caratteristiche. Da processi di astrazione nascono le parole, i numeri, i segni, e così via.Nel campo delle immagini, i segni, intesi come simboli che rimandano a cose o idee, è già un modo "astratto" di rappresentare la realtà. Nel campo dell’astrazione entrano anche la stilizzazioni che, ad esempio, proponeva l’arte liberty. Ed, ovviamente, tutta l’esperienza estetica delle avanguardie storiche è un modo tendenzialmente astratto di rappresentare la realtà.
La scomposizione di una bottiglia, ad esempio, che effettua Picasso, gli consente di giungere ad una rappresentazione "astratta" di quella bottiglia. Ma nel suo quadro la bottiglia, intesa come realtà esistente, rimane presente. L’astrattismo nasce, invece, quando nei quadri non vi è più alcun riferimento alla realtà. Nasce quando i pittori procedono in maniera totalmente autonoma rispetto alle forme reali, per cercare e trovare forme ed immagini del tutto inedite e diverse da quelle già esistenti. In questo caso, l’astrattismo ha un procedimento che non è più definibile di astrazione, ma diviene totale invenzione.L'astrattismo nasce dalla scelta degli artisti di negare la rappresentazione della realtà per esaltare i propri sentimenti attraverso forme, linee e colori. Punto di riferimento fondamentale è il testo di Wilhelm Worringer Astrazione ed empatia, del 1908, dove l'arte viene interpretata in base all'intenzionalità dell'artista. La forma viene intesa come risultato dell'incontro tra uomo e mondo, in un alternarsi di empatia, ovvero avvicinamento alla realtà, ed astrazione, cioè rifiuto della realtà. Con il termine "astrattismo" vengono quindi spesso disegnate tutte le forme di espressione artistica visuale non figurative, dove non vi siano appigli che consentano di ricondurre l'immagine dipinta ad una qualsiasi rappresentazione della realtà, nemmeno mediata dalla sensibilità dell'artista come nel caso degli impressionisti. Tuttavia in alcune accezioni con "astrattismo" si intende (in senso restrittivo) solamente la ricerca della forma pura per tramite di colori e forme geometriche, come nelle opere di Piet Mondrian, Josef Albers, Mauro Reggiani e Mario Radice, mentre le altre esperienze non figurative vengono definite con nomi propri, quali
Wassilj Kandinskij
espressionismo astratto informale e simili, Kandinskij iniziò da una pittura espressionistica con l'accentuazione del colore per passare ad una pittura completamente astratta priva di figure riconoscibili.L’astrattismo nasce intorno al 1910, grazie al pittore russo Wassilj Kandinskij. Egli operava, in quegli anni, a Monaco dove aveva fondato il movimento espressionistico «Der Blaue Reiter». Il suo astrattismo conserva infatti una matrice fondamentalmente espressionistica. È teso a suscitare emozioni interiori, utilizzando solo la capacità dei colori di trasmettere delle sensazioni. Da questo momento, la nascita dell’astrattismo ha la forza di liberare la fantasia di molti artisti, che si sentono totalmente svincolati dalle norme e dalle convenzioni fino ad allora imposte al fare artistico. I campi in cui agire per nuove sperimentazioni si aprono a dismisura. E le direzioni in cui si svolge l’arte astratta appaiono decisamente eterogenee, con premesse ed esiti profondamente diversi.Nel campo dell’architettura e del design, l’arte astratta smuove finalmente un grosso vincolo che aveva condizionato tutta la produzione ottocentesca: quella di mascherare le cose e gli edifici, con una "pelle" stilistica a cui affidare la riuscita estetica del manufatto. L’arte astratta sembra dire che può esistere un’estetica delle cose che nasce dalle cose stesse, senza che esse debbano necessariamente imitare qualcosa di altro. E come l’arte astratta possa divenire metodo di una nuova progettazione estetica, nell’architettura e nelle arti applicate, è un processo che si compie nella Bauhaus, negli anni ’20 e ’30, e che vede protagonista ancora Wassilj Kandinskij. Ma l’idea, che l’astratto potesse servire a costruire un mondo nuovo, era già nata qualche anno prima in Russia con quella avanguardia definita Costruttivismo. Negli anni ’30, in coinci
- denza con quel fenomeno di ritorno alla figuratività, definito «ritorno all’ordine», l’astrattismo subisce dei momenti di pausa. È un’arte che, al pari di quella delle altre avanguardie, non viene accettata dai regimi totalitari che si formano in quegli anni: il nazismo in Germania, il fascimo in Italia, il comunismo in Russia, il franchismo in Spagna. E, in conseguenza di questo atteggiamento, molti artisti europei emigrarono negli Stati Uniti dove portarono l’eredità delle esperienze artistiche dei primi decenni del Novecento europeo. Le esperienze astrattiste hanno ritrovato nuova vitalità nel secondo dopoguerra, dando luogo a diverse correnti, quali l’Action Painting, l’Informale, il Concettuale, l’Optical art. Nuovi campi di sperimentazioni sono stati tentati dagli artisti, uscendo dal campo delle immagini, per rendere esperienza estetica la gestualità, la materia, e così via.Uno degli esiti più interessanti e suggestivi dell’astrattismo, è dato dall’Action Painting del pittore statunitense Jackson Pollock. Egli, a partire dal 1946, inventò il dripping, ossia la tecnica di porre il colore sulla tela posta a terra, mediante sgocciolatura e spruzzi. I quadri così ottenuti risultano delle immagini assolutamente confuse e indecifrabili. Cosa esprimono? Il senso del caos, che è una rappresentazione della realtà, forse, più vera di quelle che ci propone la razionalità umana. L’arte, in questo modo, non solo nega il concetto di immagine, ma nega il fondamento stesso dell’arte. Di un’attività, cioè, che riesce a mettere ordine nelle cose, per giungere a quel prodotto di qualità che è l’opera d’arte. I quadri di Pollock ci rimandano ad un diverso ordine delle cose, della realtà, dell’universo le cui leggi, sono razionali, ma il cui esito, come ci insegna il secondo principio della termodinamica, è il caos più assoluto.
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L’interpretazione gestaltica e l’interpretazione esistenziale L’arte astratta nasce come volontà di espressione e di comunicazione, ma lo fa con un linguaggio di cui difficilmente si conoscono le regole. Il problema interpretativo dell’arte astratta è stato in genere impostato su due categorie essenziali: la prima si affida alla psicologia gestalitica, la seconda all’esistenzialismo.La psicologia gestaltica studia l’iterazione tra l’uomo e le forme. Ossia, come la percezione delle forme diviene esperienza psicologica. Il modo come si struttura questa esperienza psicologica segue leggi universali. Ad esempio, il cerchio tende ad esprimere sempre la medesima sensazione, indipendentemente da cosa abbia forma circolare. E così avviene per i colori. E avviene per l’articolazione tra forme e forme, tra colori e colori, e tra forme e colori. In sostanza l’atto percettivo, affidandosi ad esperienze già possedute e a meccanismi di fondo, tende a interpretare le cose che vede indipendentemente da cosa esse rappresentino.Pertanto anche l’immagine astratta trasmette informazioni percettive che stimolano una reazione di tipo psicologico. Se la psicologia gestaltica può spiegare il meccanismo per cui un’opera astratta può apparire bella o brutta, difficilmente può spiegare quale opera apparirà bella e quale brutta. In sostanza, non può fornire elementi di valutazione critica, restando questi comunque pertinenti al campo specifico della storia dell’arte e alla storia del gusto.
Wilhelm Worringer Tuttavia la psicologia gestaltica ha fornito numerosi elementi per inquadrare il problema, chiarendo come l’arte astratta riesca a comunicare con la psicologia dell’osservatore. E, soprattutto nella sua fase iniziale, l’astrattismo si è ampiamente appoggiata alle categorie interpretative gestaltiche. Altro metodo di decifrazione dell’arte astratta è quello di rintracciare l’esperienza esistenziale da cui è nata la specifica opera. L’artista, come qualsiasi altra persona di questo mondo, vive la medesima realtà di tutti. Riceve le medesime sollecitazioni, le interpreta con la sua specifica sensibilità, e, in più rispetto agli altri, le sa tradurre in forma. Il gesto creativo, sostanziandosi in un’opera, diviene traccia esistenziale. L’opera creata diviene traccia di tutta l’iterazione tra realtà, sollecitazione, sensibilità e creatività, che può essere comune a tutti, ma che solo l’artista, proprio perché è tale, sa esprimere e oggettivare. In questo caso, l’opera non solo è traccia del proprio essere al mondo, che risulta il valore minimo, ma rimane come testimonianza dell’essere al mondo in un particolare momento, in una particolare situazione, in un particolare contesto e così via. Ed assume, pertanto, valore di documento storico-culturale proprio perché è il frutto di quella particolare storia e di quella particolare cultura.
I capiscuola dell'astrattismo mondiale
Vasilij Kandinskij
Realizza i primi acquerelli astratti tra il 1910 e il 1912, ma non aveva ancora conosciuto il testo di Worringer: in seguito, proprio da questo trarrà il termine astratto, che userà per primo in riferimento ad un'opera d'arte.I suoi dipinti presentano spesso tinte accese e contrasti stridenti. Importante è il rapporto con la musica, dalla quale mutuerà i titoli dei propri lavori: Composizione, Improvvisazione, Impressione, addirittura numerati come si fa con i brani musicali, proprio per dimostrare il legame attivo fra musica e pittura che, per l'artista devono esprimere i sentimenti e non riprodurre la realtà, questo il principio base che distingue l'astrattismo dalle altre avanguardie del XX secolo.
guardie del XX secolo. Un'opera caratteristica è Composizione X (1939): quadratini e bande colorati si stagliano sullo sfondo nero come frammenti di stelle (o filamenti ), mentre enigmatici geroglifici con toni pastello coprono una grande massa marrone, che sembra galleggiare in alto a sinistra sulla tela. Nel lavoro di Kandinskji alcune caratteristiche sono evidenti, mentre altre sono più nascoste: egli voleva che le sue forme fossero in risonanza con l'anima dell'osservatore. Kandinskij resta uno dei maggiori artisti del XX secolo, le cui opere meritano assolutamente di essere viste, anche da coloro che non amano particolarmente l'arte moderna.
Piet Mondrian
In seguito al contatto con Teosofia e Cubismo, l'artista approda al rifiuto della natura per rifugiarsi nella perfezione spirituale delle forme astratte. L'oggetto viene sintetizzato in linee e colori, pur partendo da forme reali, fino a giungere alle campiture geometriche di colori primari.Nel 1917 fonda la rivista De Stijl, che diventa il punto di riferimento del Neoplasticismo.
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Kazimir MaleviÄ? Fu il fondatore del Suprematismo. Si proponeva di raggiungere l'assoluta purezza attraverso la riduzione estrema degli elementi figurativi, fino a giungere al paradosso del quadrato bianco su fondo bianco.
Robert Delaunay
Robert Delaunay nacque a Parigi, in Francia, il 12 aprile 1885,Cominciò a dipingere in giovane età, adottando, per l'ammirazione nutrita nei confronti di Paul Gauguin, di Georges-Pierre Seurat e dei fauves, una tecnica postimpressionista. A partire dal 1908, risentendo dell'influenza di Paul Cézanne e del cubismo, si indirizzò verso il rigore formale e verso una ricerca analitica sul colore in relazione alla moltiplicazione dei piani luminosi, di cui sono evidenti i risultati nelle serie di dipinti di intonazione modernista del periodo. A partire dal 1909, Delaunay cominciò a dipingere le serie della città di Parigi e della Torre Eiffel, in cui l'interesse si spostò gradualmente dalla scomposizione dei volumi, propria del cubismo analitico, alla scomposizione del colore e allo studio del movimento; in questa evoluzione, alcuni critici riconoscono l'influenza del futurismo.
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L'astrattismo in Italia
Giacomo Balla
I primi, prematuri, esperimenti in Italia di realizzazione di opere d'arte staccate dalla rappresentazione del vero risalgono agli inizi del Novecento con alcune visionarie pitture del bresciano Romolo Romani a Milano, a cui fecero seguito tele di artisti futuristi, quali Ivo Pannaggi e soprattutto Giacomo Balla, quest'ultimo in particolare con una serie di quadri denominati "compenetrazioni iridescenti" del 1912. Tuttavia le esperienze di Romani e del futurismo non possono dirsi veramente astratte, in quanto nei quadri di Romani non vi era astrazione, ma se mai un tentativo di fissare le forze della natura, mentre nei futuristi l'idea del movimento e del dinamismo non abbandona mai una base figurativa: Balla infatti studia oggetti che appaiono visti come attraverso le lenti di un caleidoscopio mentre i solidi tridimensionali di Pannaggi non sono altro che giocattoli o meccanismi ingranditi.
Alberto Magnelli Vi fu poi l'esperienza parigina di Alberto Magnelli che raggiunse grande notorietà con composizioni propriamente astratte sin dal 1915, influenzate dalla conoscenza diretta che ebbe con i capiscuola dell'astrattismo. Magnelli, se pur Italiano, rimase defilato dal dibattito artistico italiano dell'epoca perchÊ visse costantemente in Francia aderendo dopo il primo conflitto mondiale al gruppo AbstractionCreation, associazione artistica fondata a Parigi nel 1931 da Herbin e Vantorgerloo per promuovere e sostenere l’arte non figurativa in tutte le sue tendenze, dal costruttivismo al neoplasticismo fino all’astrazione lirica, mediante esposizioni che si tennero in tutto il mondo.
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Mauro Reggiani In Italia le idee dell'arte astratta pura vennero accolte piuttosto tardi, attorno agli anni trenta, ma si svilupparono in forme di grande spessore artistico, che aprirono la strada a molti dei più originali movimenti del secondo Novecento. Furono due i principali gruppi di pittori astrattisti: il primo, più eterogeneo, guidato dalle teorie espresse da Carlo Belli nel testo "Kn", si riunì attorno alla galleria "il Milione" di Milano, e annoverò nomi quali Mauro Reggiani La visione astratta di Reggiani si svolge con coerente e rigorosa evoluzione, sempre legata ad una disciplina formale, che rifiuta ogni compiacimento decorativo: l'artista tende ad una ricerca di espressione assoluta attraverso la rappresentazione di forme geometriche, esaltate da una fantasia inventiva di efficace originalità. Forme e rapporti di colore sono tesi ad una aspirazione di carattere spirituale, alla quale l'artista tende attraverso una meditata architettura organica della visione.
Informale
Toti Scialoja
(Roma 1914 - ivi 1998). Interrotti gli studî giuridici, dal 1937 si dedicò alla pittura: dopo una prima esperienza espressionista, legata alla scuola romana, giunse dal 1955 all'astrattismo e sperimentò tecniche diverse, dal dripping all'uso di stracci impregnati di colore, dallo stampaggio agli inserti materici. Le sue opere, strutturate negli anni Settanta in elementi geometrici ritmicamente scanditi, dopo il 1982 riproposero un linguaggio di matrice gestuale. Direttore (1982) dell'Accademia di belle arti di Roma, dal 1988 realizzò anche sculture. Parte integrante della sua ricerca fu il lavoro per il teatro, al quale si dedicò collaborando con scrittori, musicisti, registi e coreografi d'avanguardia. Tra i suoi allestimenti si ricordano: L'opera dello straccione di J. Gay (1943, proibita dalle autorità fasciste); i balletti Marsia di L. Dallapiccola (1948); Il principe di legno di B. Bartók (1950); Traumdeutung di E. Sanguineti (1964); il Ratto di Proserpina di Rosso di San Secondo (1986). Oltre che in prose liriche (I segni della corda, 1952), la sua raffinata vocazione poetica si espresse in numerose raccolte di versi (alcune da lui stesso illustrate), ricche di umorismo, giochi verbali e nonsense (Amato topino caro, 1971; Scarse serpi, 1983; Le sillabe della Sibilla, 1988; I violini del diluvio, 1991; ecc.).
Spazialismo
Lucio Fontana
Fontana nacque a Rosario, in Argentina, il 19 febbraio 1899 da genitori italiani e morì nel 1968 a Comabbio, un paese in provincia di Varese. La sua attività artistica inizia nel 1921 lavorando nell'officina di scultura del padre Luigi Fontana e, del collega e amico del padre, il molinellese Giovanni Scarabelli. Diventa poi seguace di Adolfo Wildt. Sin dal 1949, infrangendo la tela con buchi e tagli, egli superò la distinzione tradizionale tra pittura e scultura. Lo spazio cessò di essere oggetto di rappresentazione secondo le regole convenzionali della prospettiva. La superficie stessa della tela, interrompendosi in rilievi e rientranze, entrò in rapporto diretto con lo spazio e la luce reali.Fontana giunse alla sua poetica meditando la lezione del barocco, in cui, come egli scrisse le figure pare abbandonino il piano e continuino nello spazio. Del movimento spazialista egli fu il fondatore e il più noto rappresentante, presto affermato anche sul piano internazionale. Come gesti apertamente provocatori vanno intese certe sue tele monocrome che, quali i buchi ed i tagli, scandalizzarono il pubblico anche per la facilità con cui è possibile rifarle. Numerosi furono infatti i falsari, ma pochi con un segno altrettanto sicuro. Fontana, per cautelarsi, scrisse sul retro di ogni tela frasi insensate, semplice appiglio per una perizia calligrafica.
Contemporanei
Rosalba Acquaro Risale al 2001 la prima volta in cui prese una tela e cominciò a far volare la sua fantasia; il risultato come l’artista citò: “ … fu esaltante , non per quello che ero riuscita a fare, ma per quello che tutto ciò riusciva a farmi sentire. da allora, si può dire di non avere mai smesso. “Libera da impegni di lavoro , si è buttata a capofitto nella sua passione , sperimentando le più svariate tecniche di pittura , dall'acquerello ai collages, dalla pittura materica al figurativo, fino ad arrivare al momento attuale, in cui il mio interesse è rivolto soprattutto all'astratto geometrico, essendo rimasta affascinata dalle opere di Malevic, Mondrian, Bill, Albers. Astratto geometrico che ha reinterpretato sia per i colori che uso, sia per il messaggio di speranza (rappresentato da una cucitura) che aggiunge in ogni sua opera . Infinite le esposizioni di opere fatte nell'Hinterland milanese ,grazie alle iniziative del circolo artistico al quale da diversi anni è iscritta ;Ci piace ricordare tra le esperienze più significative degli ultimi tempi , la partecipazione ad “Art Quake”, grande mostra di solidarietà in occasione del terribile terremoto che colpì l'Emilia ; la sua presenza con una clip televisiva su Artetivulab (Oggi Progetto Lab), la partecipazione ad una collettiva tenutasi a Bruxelles (Galleria Amart ) a maggio 2013 e dal 24 al 28 luglio 2013- la partecipazione ad “Anacapri incontra l'Arte”. Inoltre le sue opere sono state pubblicate sulla Rivista Over Art ed Effetto Arte, nei cataloghi d'arte contemporanea “I SEGNALATI” del 2013, “ARTISTI A NEWYORK” nel 2014 curati dal Dr. Salvatore Russo e nel Catalogo “THE BEST MODERN AND CONTEMPORARY ARTISTS” curato dai Dottori Salvatore e Francesco Saverio Russo della EA Casa Editrice. Valutazione opere € 360,00
Astri 1- F.to cm. 60x60
Astratto 3 - F.to cm. 60x60
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Rosalba Acquaro
Astrrossoblu - F.to cm. 60x60
Astrtri - F.to cm. 60x60
Astverde - F.to cm. 60x60
Celeste - F.to cm. 60x60
Antonio Anastasia
I colori delle farfalle – 54 x 70 – smalto sintetico su legno – 2013
Mistero – 38 x 62 – smalto sintetico su legno – 2012
Antonio ANASTASIA , artista poliedrico, è nato a Maglie ( Lecce) il 15.01.1948. Ha dedicato tutta la sua vita alla “pittura” in ogni sua variazione stilistica. Fin da ragazzino infatti ha avuto un contatto fisico giornaliero con i colori: amava andare di nascosto nel laboratorio del padre Salvatore, pittore/decoratore, dove si divertiva a mischiare i barattoli di smalti o tempere per scoprire le molteplici gamme di colore che riusciva ad ottenere. Nel 1965 consegue il Diploma di Maestro D’Arte presso l’Istituto Statale D’Arte di Lecce. Nel 1969 il Diploma di Laurea dell’Accademia di Belle Arti di Roma con il privilegio di avere come Docenti gli illustri Artisti: Renato GUTTUSO, Franco GENTILINI, Piero GUCCIONE e Mino MACCARI. Dal 1968 al 1973 è collaboratore presso uno studio grafico / pittorico / pubblicitario per la progettazione e l’esecuzione di opere destinate alla decorazione interna delle agenzie Alitalia in tutto il mondo. Dal 1974 al 2005 affianca all’attività professionale artistica quella di grafico nella compagnia di bandiera Alitalia Ufficio Cartografia dove è responsabile della produzione delle Carte di Navigazione Aerea computerizzate e relative fasi di stampa, deplians per i viaggi papali nel mondo, agenda operativa per il personale di volo ed altro. Dal 2010, a seguito della prematura scomparsa della moglie, si dedica esclusivamente alla sua primaria professione artistica partecipando a moltissimi eventi artistici in Italia ed all’estero ottenendo numerosi ed importanti premi, nomine Accademiche ed apprezzati riconoscimenti da parte di molti critici d’Arte. Invitato a partecipare a mostre in tutto il mondo. Segnalato ed inserito in molte prestigiose pubblicazioni artistiche ed Annuari d’Arte Contemporanea. Selezionato recentemente dal noto Critico Prof. Vittorio SGARBI ed inserito nel suo nuovo Annuario “Artisti-Porto Franco” con una accurata recensione critica, in uscita contemporanea alla mostra il 2 luglio 2014 a Palermo, e dallo storico e critico d’Arte Contemporanea Achille Bonito Oliva per la “Esposizione Triennale di Arti Visive di Roma 2014”. Quotazioni opere da 3.000 a 30.000 euro. Approfondimenti: Sito: www.antonioanastasia.com email:anastasia.antonio@alice.it
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Antonio Anastasia
Passione e tormento – 45 x 53 smalto sintetico su legno – 2012
Esplosione Solare – 75 x 55 – smalto sintetico su legno – 2013
Situazione Mediorientale – 81 x 76 – smalto sintetico su legno – 2013
Giuseppe Cacciatore Giuseppe Cacciatore, nato ad Agrigento nel 1958, dal 1993 vive e lavora a Reggio Emilia. Pittore autodidatta, dopo gli esordi figurativi dei primi anni Ottanta, si dedica soprattutto a ricerca astratta e trasfigurazione del reale. Nei suoi dipinti, l'impatto geometrico del segno è solo lo strumento, il mezzo con cui imbrigliare con equilibrio il colore che diventa, in questo gioco di velature e spessori, esso stesso personaggio ed attore principale. Ha preso parte a diverse esposizioni personali e collettive, ultime delle quali Trame Attive, Jazz Up, Frammenti,Snowflakes, Rainbow, Red, Fiori di nessuno, Nido Urbano, Variazioni e Panoramica, partecipando anche ad Immagina Arte in Fiera. Nel 2014 ha ricevuto il terzo premio assegnato dai galleristi nell'ambito del 28° concorso indetto da ad-art.it e l'Accademia Santa Sara di Alessandria gli ha conferito il Primo premio della Criticaper il Conformazionismo applicato nonché il Diploma d'Onore e titolo di Benemerito dell'Arte Italiana, dedicandogli la copertina della "Guida al Mercato dell'Arte 2014", con ampio approfondimento all'interno.
Made in Italy –40x40 – tela trattata con gesso,acrilico,pigmenti – 2014
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Giuseppe Cacciatore
Bird – 40x40 – tela trattata con gesso,acrilico,pigmenti – 2014
S.T. – 40x40 – 2014
Nino Perrone Nino Perrone è nato nel 1942 a Bari, dove lavora nel suo studio in Piazza Chiurlia 4. Diplomatosi presso l’Istituto Statale d’Arte di Bari e perfezionatosi con i maestri A. Bibbò, V. Stifano, A. Bona, F.Calzi, F.Spizzico, ha conseguito numerosi premi e partecipato a varie estemporanee e molteplici collettive e personali, fra cui: galleria Michelangelo di Bari; personale galleria Le Muse di Bari ; personale galleria d’Arte Moderna Alba di Ferrara; galleria Nuova Vernice Bari; personale galleria Bonan Studio D’Arte Due a Venezia. Vincitore nel 1984 di un concorso di pittura nazionale indetto da Giorgio Mondadori, giudicato da Oreste Del Buono, Alberico Sala, Giorgio Soavi, Mario Spagnol, espone come vincitore del concorso nella galleria “Rizzardi” in via Brera a Milano, e successivamente nella galleria “Il Parametro” in via Margutta a Roma. Ripete il concorso nel 1986 e, giudicato da Carlo Castellaneta, Raffaele Crovi, Raffaele De Grada, Mario De Micheli, Bruno Munari, vince nuovamente esponendo prima nelle gallerie “Salomon Auguston & Algranti” via Sant’Eufemia a Milano e, ancora una volta, nella galleria “Il Parametro”a Roma. Fra le numerose collettive si menzionano: Expo Arte di Bari, esposizione in vari Castelli pugliesi - tra cui Bitritto, Trani,Valenzano - e in quello Svevo di Bari, nella importante collettiva “Arte in Regione”. Di Lui hanno scritto Pietro De Giosa, Luigi Paolo Finizio, Guido Folco, Franco Santamato, Raffaele Nigro, Andrea Domenico Taricco, Maurizio Vitiello, con il quale ultimamente è stato ed è presente in varie collettive in tutta Italia. Attualmente collabora attivamente con l’associazione internazionale Incisori di Roma, con cui ha esposto nella “Casetta della Musica” a Latina e, successivamente, per la Fondazione “Luigi Faccioli” a Roma. Dal 27 giugno al 23 luglio 2014 parteciperà alla collettiva “Spoleto Arte” a cura di Vittorio Sgarbi, allestita nel contesto del Festival dei 2 Mondi di Spoleto.
Caosse - 15x15 - olio su cartone
Abissi - 50x60 - olio su tela