IES Trieste Lifestyle for SIOT

Page 1


IN VOLO LUNGO L’OLEODOTTO

—Flying along the pipeline

C’è un legame indissolubile tra Trieste, il suo territorio, l’Austria e la Germania. Affonda le sue radici in secoli di storia ed è stato capace di superare drammatici conflitti prima di accogliere narrazioni, ricordi e culture diverse in un felice periodo di pace e duratura collaborazione. Ad unire quello che per decenni è stato lo strategico sbocco sul mare di un impero con il cuore dell’Europa sono ormai da anni gli oltre 700 chilometri dell’oleodotto SIOT

TAL, un operatore che festeggia oggi i suoi primi sessant’anni di vita. E se è vero che un territorio si racconta anche attraverso il suo sviluppo industriale, una pubblicazione come IES –nata per far conoscere ed accogliere– non poteva non festeggiare questa ricorrenza se non ripercorrendo la strada sotterranea tracciata negli anni da questo oleodotto. Ma se il greggio viaggia nel sottosuolo, scavalcando passi alpini, attraversando valli e verdi pianure cultura e conoscenza si muoveranno sulle pagine a volo d’uccello, per farvi conoscere le bellezze di questi luoghi, che negli anni anche un’opera di grande impatto come un oleodotto ha cercato di tenere incontaminati.

La traccia che IES seguirà in queste pagine è una linea ideale che collega dunque il mare alla montagna. Porta energia, indispensabile carburante per un nostro futuro sostenibile. E come non parlare di cibo, indispensabile carburante del nostro corpo? Migliore è il cibo, migliore e più efficace sarà allora il carburante. E scopriremo dunque come durante il viaggio troveremo nell’enogastronomia di queste regioni uno strepitoso e quanto mai appagante valore aggiunto.

L’oleodotto che collega Trieste con i suoi maggiori mercati turistici: l’austriaco e il tedesco. Un percorso di andata e ritorno, che cementa conoscenze reciproche, storia e cultura. Da festeggiare mettendoci in viaggio, tutti assieme.

An unbreakable bond connects Trieste, its territory, Austria, and Germany. Rooted in centuries of history, this connection has withstood dramatic conflicts, eventually bringing together different histories and cultures in a period of peace and lasting collaboration. For decades, the SIOT TAL pipeline has served as a strategic link, connecting the Empire’s maritime outlet with the heart of Europe through over 700 kilometres of pipeline. This operator, now celebrating its 60th anniversary, has been a significant presence over the years.

If a region’s story is also told through its industrial development, then a magazine like IES—designed to inform and welcome—could not overlook this milestone. It calls for a journey tracing the path of this pipeline through its many years underground.

As crude oil flows underground, crossing alpine passes, valleys, and verdant plains, culture and knowledge will take flight on these pages, revealing the beauty of these regions. Over the years, even a major facility like a pipeline has strived to maintain these landscapes in their pristine condition.

In these pages, IES traces an ideal line from the sea to the mountains, carrying energy—a vital fuel for a sustainable future. Along the way, we naturally turn to food, the fuel for our bodies: the better the food, the more powerful the fuel. As we journey onward, we’ll uncover the remarkable and deeply satisfying added value that this region’s food and wine bring to the table.

The pipeline originating in Trieste connects the city with its key tourism markets: Austria and Germany. This round-trip journey strengthens bonds of mutual understanding, shared history, and culture—a journey worth celebrating together.

IES è il cuore di Trieste www.triestelifestyle.com

direttore responsabile

Giovanni Marzini

coordinamento editoriale

Nicolò Giraldi

Paola Pasin

segreteria di redazione

Fabiana Parenzan

redazione@prandicom.it

Via Cesare Battisti 1, 34125 Trieste

hanno collaborato

Daniele Boltin, Alice Noel Fabi, Alberto Locatelli, Oliver Samwald, Andrea Zanier

editing

Martina Tommasi

coordinamento traduzioni

Rita Pecorari Novak

progetto grafico e impaginazione

Matteo Bartoli, Elisa Dudine – Basiq

stampa

Riccigraf S.a.s.

foto di copertina Archivio SIOT-TAL

portfolio

Manuela Schirra & Fabrizio Giraldi

fotografie

Giovanni Aiello, Camilla Bach, Luis Balle, Ernesto d’Elia, Stefano Graziani, Stefano Gattini (Studio Borlenghi), Daniele Iurissevich, Johannes Puch Kärnten Werbung, Giuliano Koren, Martin Lugger, Peter Maier, Mr Studio, Peter Neusser, Luca Tedeschi, Ramona Waldner, Mathis Wienand, Archivio ADSP MAO, Archivio Adobe Stock

progetto editoriale

Ies Trieste Lifestyle

Supplemento N°27 – All seasons

Autorizzazione del Tribunale di Trieste del 16 marzo 2018, numero periodico 9/2018 V.G. 847/2018.

IL LUNGO VIAGGIO DI ENERGIA E VALORI

Da sessant’anni uno dei motori dell’Europa

—For sixty years, one of Europe’s driving forces

di /by

Il 2024 segna i sessant’anni dalla fondazione della nostra società; ne sono passati invece cinquantasette da quel 1967 in cui, il 13 aprile, la prima petroliera Daphnella attraccò nel Porto di Trieste. Dopo solo pochi mesi, il 3 ottobre dello stesso anno, il primo quantitativo di petrolio giunse a Ingolstadt, in Baviera, dopo aver attraversato centinaia di chilometri che da qui in avanti diventarono un collegamento saldo e imprescindibile tra l’Italia, l’Austria e la Germania, tra Trieste e il cuore dell’Europa.

Da allora il Terminale Marino di Trieste ha accolto oltre 22 mila petroliere, l’Oleodotto Transalpino si è ampliato collegando anche la Repubblica Ceca e raggiungendo una lunghezza complessiva di 753 km. TAL è cresciuta come

azienda internazionale arrivando ad avere oltre 250 dipendenti e generando migliaia di posti di lavoro nell’indotto e centinaia di milioni di euro di ricadute economiche sul territorio.

Celebrando il nostro sessantesimo compleanno, abbiamo voluto raccogliere in questo numero speciale di IES il nostro peculiare punto di vista sul territorio che attraversiamo. I 145 km dell’oleodotto che si snodano in Italia prima di varcare le Alpi, sfiorano comunità, tradizioni, eccellenze di quel Friuli Venezia Giulia che Ippolito Nievo descrisse come “un piccolo compendio dell’universo”. In queste si parlerà di SIOT, leggerete la nostra storia e quello che ci attende in un immediato futuro ricco di nuovi progetti e investimenti; racconteremo la regione che ci accoglie e della quale siamo

753 Chilometri di connessioni: da Trieste al cuore dell’Europa.

753 kilometers of connections: from Trieste to the heart of Europe.

Karlsruhe

Kralupy Litvínov

REPUBBLICA CECA

Neustadt

Ingolstadt

München Vohburg Burghausen

Kitzbühel

Hahnenkamm Tunnel Felbertauern Tunnel

Lienz

Klagenfurt

Plöcken Tunnel

8 Raffinerie fornite

/8 Supplied refineries

Schwechat – Austria

Burghausen – Germania /Germany

Kralupy e Litvinov – Repubblica Ceca /Czech Republic

Vohburg – Germania /Germany

Ingolstadt – Germania /Germany

Neustadt – Germania /Germany

Karlsruhe – Germania /Germany

Wien

Schwechat

Pipeline

3

Nazioni attraversate /Countries crossed

Italia, Austria, Germania /Italy, Austria, Germany

energia /Energy supply

RUOLO STRATEGICO

1.572m

Massima altitudine /Maximum altitude

753km

Lunghezza /Length

cittadini, gettando uno sguardo infine a quei Paesi in cui inviamo una risorsa energetica ancora fondamentale come il greggio.

Verrà forse un giorno in cui l’umanità potrà fare a meno dei combustibili fossili, e allora l’Oleodotto potrà magari assolvere ad altri compiti; ma in attesa di quel momento la nostra infrastruttura rappresenta la soluzione migliore per garantire all’Europa ciò di cui ha bisogno: se l’Oleodotto Transalpino non esistesse, per trasportare la stessa quantità di petrolio verso le raffinerie di Germania, Austria e Repubblica Ceca sarebbero necessarie circa 10.000 autocisterne sulle strade, ogni giorno.

Siamo consci della responsabilità che abbiamo, perciò mettiamo costantemente al primo posto un concetto che è parte integrante della nostra azienda: la sicurezza. Sono migliaia le ore che ogni anno dedichiamo alla formazione di personale e collaboratori, quasi maniacale l’attenzione ai dettagli, alle procedure, alla loro revisione ogni qualvolta si presenti un imprevisto. Quando si lavora in questo settore, garantire la sicurezza di tutte le persone e dell’ambiente che attraversiamo è un principio non negoziabile. Ci ha dunque riempito d’orgoglio coronare i nostri sessant’anni ricevendo il massimo riconoscimento nell’ottava edizione del Premio Imprese per la Sicurezza, organizzato da Confindustria e INAIL. Il premio è stato uno dei risultati tangibili della qualità della nostra strategia e delle azioni intraprese dalla società e condivise da tutti i lavoratori, ma anche uno sprone ulteriore per proseguire con ancor più convinzione su questa strada verso il vero e unico obiettivo possibile in questo campo: zero. Zero infortuni, zero incidenti. Nelle circa ottanta pagine di questo numero speciale di IES abbiamo voluto parlarvi di noi e della terra che ci accoglie, camminare assieme in un percorso che idealmente segue una strada semplice ma fondamentale, posta su un “tubo” sotto i nostri piedi. E allora: buona lettura, e buon viaggio.

2024 marks sixty years since our company was founded; fifty-seven years have passed since April 13, 1967, when the first tanker, Daphnella, docked in the Port of Trieste. Just a few months later, on October 3 of the same year, the first shipment of oil reached Ingolstadt in Bavaria, after travelling hundreds of kilometres. From that moment on, a strong and indispensable link was established between Italy, Austria, and Germany—between Trieste and the heart of Europe.

Since then, the Trieste Marine Terminal has welcomed over 22,000 tankers, and the Transalpine Pipeline has expanded, now also connecting the Czech Republic and stretching to a total length of 753 km. TAL has grown into an international company, employing more than 250 people and generating thousands of jobs in related industries, along with hundreds of millions of euros in economic benefits for the region.

As we celebrate our sixtieth anniversary, we have compiled in this special issue of IES our unique perspective on the regions our pipeline crosses. Before crossing the Alps, 145 km of pipeline winds through Italian territory, passing through communities, traditions, and the cultural richness of Friuli Venezia Giulia, a region that Ippolito Nievo once described as “a small compendium of the universe.”

In these pages, we will talk about SIOT. You will read about our history and the promising future ahead, filled with new projects and investments. We will share the story of the region that hosts us, of which we are proud to be

Se l’oleodotto non esistesse, per trasportare le stesse quantità di petrolio sarebbero necessarie circa 10.000 autocisterne sulle strade. If the pipeline didn’t exist, transporting the same amount of oil would require about 10,000 tank trucks on the roads.

Quando si lavora in questo settore, la sicurezza è un principio non negoziabile.
When working in this sector, safety is a non-negotiable principle.

citizens, and take a look at the countries to which we send an energy resource that remains essential: crude oil.

A day may come when humanity will no longer rely on fossil fuels, and when that time arrives, the pipeline may be put to other uses. But until then, our infrastructure remains the most efficient solution to supply Europe with the energy it needs. Without the Transalpine Pipeline, about than 10,000 tanker trucks would be required on the roads every day to transport the same amount of oil to refineries in Germany, Austria, and the Czech Republic.

We are keenly aware of the responsibility we hold, which is why we consistently prioritise one key concept that lies at the core of our company: safety. Each year, we dedicate thousands of hours to training our staff and collaborators, paying meticulous attention to details, procedures, and reviewing them whenever unexpected situations arise. In this sector, ensuring the safety of people and the environment we pass through is a non-negotiable principle. We were, therefore, extremely proud to celebrate our sixtieth anniversary by receiving the highest honour at the eighth edition of the Companies for Safety Award, organised by Confindustria and INAIL. This

award is a tangible recognition of the quality of our strategy and the actions implemented by the company, shared by all employees. It also serves as a further motivation to continue on this path with even greater conviction, striving towards the only true and attainable goal in this field: zero. Zero injuries, zero accidents.

In this special edition of IES, spanning about eighty pages, we wanted to tell you about ourselves and the land that welcomes us. We invite you to join us on a journey that symbolically follows a simple yet crucial path, laid out by the pipeline beneath our feet. So, happy reading, and enjoy the journey.

Parco serbatoi /Tank farm

Greggio trasportato /Crude oil transported

— The numbers

36,7 mln ton. nel 2023 +1,7 bln ton. dal 1967

Navi scaricate /Number of ships unloaded

395 nel 2023 +22.000 dal 1967

32

Serbatoi /Tank

2.030.000 mc

Capacità /Capacity

Una realtà strategica SIOT-TAL, in particolare in questo delicato e complesso momento storico che stiamo attraversando come regione di confine nel cuore dell’Europa. Sui nostri territori incombe la crisi derivata dalla guerra in Ucraina: le comunità e gli imprenditori del Friuli Venezia Giulia toccano quotidianamente con mano, con tutte le difficoltà che comportano, gli effetti del conflitto. Il tema al quale mi riferisco è quello della sovranità energetica.

È quanto mai importante, pertanto, rapportarsi con trasparenza e vicendevole collaborazione con società che sono fondamentali per il nostro Paese, e non solo per le ricadute economiche che queste garantiscono al nostro territorio: va riconosciuta, infatti, l’importanza di SIOT-TAL per Trieste e per tutto il Friuli Venezia Giulia. Quanto l’infrastruttura sia determinante a livello europeo, poi, lo si comprende in piena chiarezza in particolare in questo momento della sua operatività, forse la più importante da quando l’oleodotto è nato, sessant’anni

SIOT-TAL AL SERVIZIO DELL’EUROPA

Uno snodo di rifornimento per le economie di Italia, Germania, Austria e Repubblica Ceca

SIOT-TAL Serving Europe: a supply hub for the Economies of Italy, Germany, Austria, and the Czech Republic

Massimiliano Fedriga

Presidente della Regione

Autonoma Friuli-Venezia Giulia

fa: a renderlo più che evidente è il contesto geopolitico attuale. Oggi l’infrastruttura di SIOT-TAL è al servizio dell’Europa tutta, rendendo Trieste uno snodo di riferimento per le economie di Germania e Austria.

La sensibilità ambientale è profondamente cambiata negli ultimi due decenni, e va detto che con la Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino c’è condivisione dei percorsi svolti e delle iniziative intraprese per tutelare l’inserimento di questo fondamentale player energetico nel contesto regionale. È necessario però continuare a lavorare con costanza per portare a zero l’impatto ambientale dell’infrastruttura, a tutela delle comunità e per il rispetto dei territori nei quali insistono. Riconoscendo a SIOT-TAL gli sforzi che sta facendo in questo senso, continuiamo con il confronto che ci ha sempre consentito di condividere interventi che garantiscano l’equilibrio tra ambiente, salute e attività economiche, e mi auguro che con questo atteggiamento presto potremo risolvere altre criticità.

SIOT-TAL is a strategic player, especially in these delicate and complex times, which we are experiencing as a border region at the heart of Europe. Our territories are facing the ongoing crisis triggered by the war in Ukraine: the communities and entrepreneurs of Friuli Venezia Giulia are feeling the effects of the conflict every day, with all the challenges this brings. The issue I’m referring to is energy sovereignty. It is more crucial than ever to engage with transparency and foster mutual cooperation with companies that are essential to our nation, not only for the economic benefits they provide to our region: the importance of SIOT-TAL for Trieste and all of Friuli Venezia Giulia must be acknowledged. The critical role this infrastructure plays across Europe has never been clearer, particularly in this current phase of its operations, perhaps the most important since the pipeline was built sixty years ago. The current geopolitical landscape only underscores this. Today, the SIOT-TAL infrastructure serves the whole of Europe, making Trieste a key hub for the economies of Germany and Austria.

Environmental awareness has

changed profoundly over the past two decades, and it must be acknowledged that the Italian Society for the Transalpine Pipeline has been aligned with the actions and initiatives aimed at ensuring this key energy player is well integrated into the regional context. However, we must continue working diligently to reduce the environmental impact of the infrastructure to zero, in order to protect communities and respect the areas it operates in. We recognise the efforts SIOT-TAL is making in this regard, and we will continue the dialogue that has always enabled us to share measures ensuring a balance between environmental protection, public health, and economic activity. I am confident that with this approach, we can soon address other challenges as well.

Vittorio A. Torbianelli

Commissario Straordinario

Autorità di Sistema Portuale

del Mare Adriatico Orientale

/Extraordinary Commissioner

Port Authority of the Eastern Adriatic Sea

La Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino con il lungimirante investimento pianificato sessant’anni fa, ha rappresentato sin dalla sua fondazione un pilastro fondamentale per il Porto di Trieste oltre che per i Paesi dell’Europa Centrale. Il terminalista SIOT, utilizzando anche le prerogative del Porto Franco, gestisce la sezione italiana del sistema di un’infrastruttura chiave che trasporta petrolio greggio per 750 km, da Trieste fino alla Germania attraversando l’Austria e contribuendo significativamente allo sviluppo economico delle regioni che attraversa.

Nel 2023, registrando 37 milioni di tonnellate di greggio si è confermato il principale scalo petrolifero del Mediterraneo, apportando importantissime ricadute economiche sul territorio regionale e specificamente, con le attività dell’indotto, nell’area di Trieste.

IL PRIMO PORTO PETROLIFERO DEL MEDITERRANEO

L’Autorità di Sistema Portuale da sempre attenta alle implicazioni collegate alla presenza della SIOT

The Port System Authority: always mindful to the implications of SIOT’s presence

L’Autorità di Sistema Portuale è da sempre attenta alle implicazioni collegate alla presenza della SIOT, sostenendo per quanto di propria competenza i percorsi di continua ottimizzazione degli aspetti di preservazione dell’ambiente, della riduzione dei consumi energetici, nonché degli investimenti di modernizzazione che sono in corso.

Nella sfida di mantenere il ruolo di hub energetico europeo che è proprio del contesto del mare Adriatico orientale, il nostro porto guarda con sincero interesse anche ai modelli d’innovazione profonda che possono essere d’interesse della SIOT in un’ottica evolutiva, nello scenario della transizione energetica che vede l’intero sistema del territorio, a partire dalla Regione FVG, coinvolto nella sfida, come dimostra la presenza di iniziative quali la Hydrogen Valley transfrontaliera.

In questo quadro, le attività di ricerca e sviluppo in ambito marittimo e le iniziative di blue economy favoriscono, anche nel campo strategico dell’energia, l’integrazione tra progresso industriale e rispetto per l’ecosistema, declinando il territorio in nuove prospettive d’uso all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale.

The Italian Company for the Transalpine Pipeline, with its visionary investment planned sixty years ago, has represented a fundamental pillar for the Port of Trieste since its inception, as well as for the countries of Central Europe.

The terminal operator SIOT, also leveraging the privileges of the Free Port, manages the Italian section of this key infrastructure system, which transports crude oil for 750 km from Trieste to Germany, crossing Austria and significantly contributing to the economic development of the regions it crosses.

In 2023, with a recorded 37 million tonnes of crude oil, it reaffirmed its position as the leading oil terminal in the Mediterranean, providing substantial economic benefits to the regional territory, particularly through its associated activities in the Trieste area.

The Port Authority has always been aware of the implications of SIOT’s presence and actively supports ongoing efforts to optimise environmental preservation, reduce energy consumption, and advance modernisation investments.

As we strive to uphold our role as a European energy hub in the Eastern Adriatic Sea, our port is genuinely interested in innovative models that could benefit SIOT in this evolving landscape. This energy transition involves the entire regional system, starting with the Friuli Venezia Giulia region, as shown by initiatives like the cross-border Hydrogen Valley.

In this context, research and development in the maritime sector, along with blue economy initiatives, foster a balance between industrial growth and ecological sustainability, opening up new opportunities for land use that prioritise environmental, economic, and social sustainability.

Il prestigioso traguardo raggiunto da SIOT-TAL, che celebro a nome degli associati di Confindustria Alto Adriatico, è motivo d’orgoglio: da oltre mezzo secolo, infatti, l’azienda è punto di riferimento nel sistema confindustriale al cui sviluppo hanno contribuito le componenti del Consiglio di Presidenza che hanno definito parte delle nostre strategie. Un’affinità che nel tempo è andata oltre la rappresentanza traducendosi in opportunità di lavoro e sviluppo: oggi, infatti, la Società è un’infrastruttura strategica del nostro sistema produttivo che da diversi decenni collega Trieste al cuore dell’Europa.

Il contesto geopolitico attuale, tormentato da instabilità e tensioni che hanno trasformato i mercati rendendoli volatili –mi riferisco in particolare al conflitto in Ucraina e alla crisi causata dalla chiusura del canale di Suez–, non ha interrotto il percorso di crescita della Società che, forte dell’esperienza e di una solida posizione, è stata punto di ancoraggio ed elemento di stabilità per il nostro sistema produttivo. Le analisi più recenti sulla crescita del porto, influenzate essenzialmente dalla movimentazione del greggio SIOT-TAL, hanno rafforzato questo nostro convincimento.

Credo che anche sulla difficile partita

TRANSIZIONE ENERGETICA, LA CHIAVE PER IL FUTURO

della transizione energetica l’azienda potrà scrivere un capitolo decisivo: l’obiettivo è irrinunciabile, ma centrarlo richiederà del tempo durante il quale, per la tenuta dell’economia, sarà indispensabile garantire l’approvvigionamento stabile e sicuro d’idrocarburi. SIOT-TAL, grazie a un’infrastruttura all’avanguardia e all’impegno per l’efficienza e la sicurezza –tratto distintivo quest’ultimo che le è valso un prestigioso riconoscimento di Confindustria e Inail– si candida ad essere un attore chiave. Una candidatura irrobustita dall’avvio del progetto, assieme a Fincantieri, di revamping del terminal marino di Trieste, un’impresa il cui valore travalica, se possibile, quello del pur considerevole investimento economico, perché contiene un segnale forte di fiducia nel futuro e nella capacità di continuare a svolgere un ruolo centrale in Europa.

Auguro pertanto a SIOT di continuare ad essere un protagonista dell’economia della nostra regione, certo che il suo contributo per affrontare tutte le sfide che ci attendono nei prossimi decenni sarà fondamentale.

Michelangelo Agrusti

Presidente Confindustria Alto Adriatico

ENGLISH TEXT

The prestigious milestone achieved by SIOT-TAL, which I celebrate on behalf of the members of Confindustria Alto Adriatico, is a source of pride. For over half a century, the company has been a cornerstone of the Confindustria system, contributing to its development by providing members on the Executive Board –including a President– who have helped shape our strategies. This connection has evolved over time, transcending mere representation and translating into opportunities for employment and development. Today, the company stands as a strategic infrastructure within our productive system, linking Trieste to the heart of Europe for several decades.

The current geopolitical context, marked by instability and tensions that have transformed markets into volatile environments—particularly the conflict in Ukraine and the crisis caused by the closure of the Suez Canal—has not halted the company’s growth trend. Drawing on its experience and solid position, SIOT-TAL has become a

stabilising anchor for our productive system. Recent analyses of the Port’s growth, primarily driven by SIOT-TAL’s crude oil operations, have reinforced this belief. I am confident that the company can also play a crucial role in the challenging energy transition. While the goal is non-negotiable, achieving it will take time during which it will be essential to ensure a stable and secure supply of hydrocarbons for the economy. With its cutting-edge infrastructure and commitment to efficiency and safety –a distinguishing feature that has earned it prestigious recognition from Confindustria and Inail– SIOT-TAL is well-positioned to be a key player. This position is further strengthened by the launch of the project, in collaboration with Fincantieri, to revamp the marine terminal in Trieste—an endeavour whose significance transcends the substantial financial investment, as it sends a strong signal of confidence in the future and the ability to maintain a central role in Europe.

I wish SIOT continued success as a leading player in our region’s economy, confident that its contribution will be vital in addressing the challenges that lie ahead in the coming decades.

Centinaia di chilometri prevalentemente sottoterra, dall’Adriatico al centro Europa, attraverso tre Paesi. La storia del collegamento che unisce la città di Trieste alla Baviera, rispettivamente punto di partenza e zona da dove l’oleodotto gestito dal gruppo SIOTTAL si dirama verso il cuore del continente europeo, comincia nel 1964 e ad oggi rappresenta uno dei più importanti e articolati sistemi di rifornimento di petrolio di tutta l’Europa. La costruzione dell’opera inizia il 9 dicembre di sessant’anni fa e dura due anni e mezzo. A convincere le principali compagnie petrolifere dell’epoca (ovvero Eni, British Petroleum, Esso e Shell) che Trieste potesse rappresentare il punto dove poter realizzare il terminal marino –e il primo passo dell’oleodotto– fu la posizione geografica della città e la profondità dei fondali del suo porto. Fu però il governo italiano dell’epoca, con una spinta d’investimento dai tratti già allora fortemente europeisti, ad orientarsi nella direzione che avrebbe portato alla sua realizzazione.

Dal 1964 ad oggi: tutte le tappe di un’opera straordinaria.
Since 1964, the milestones of an extraordinary project.

Storia di un oleodotto

un’opera d’ingegneria capace di far collaborare –in una dimensione di politica estera per niente scontata– tecnici di oltre quattordici Paesi diversi. Uno sforzo faraonico, pari a poco meno di 200 milioni di dollari d’investimento. Per comprendere il volume finanziario dell’opera va considerato che in quegli anni, contrassegnati in Italia dalla più difficile crisi economica dal secondo dopoguerra, un dollaro valeva poco più di 600 lire. Quei 192 milioni di dollari messi sul tavolo, all’epoca, valevano oltre 120 miliardi di vecchie lire.

Ma perché realizzare un oleodotto dal mare all’Europa centrale? All’origine dell’idea ci fu l’intuizione dell’allora ministro dell’Economia bavarese Otto Schedl, sostenuta da Enrico Mattei, ma è tra il 1964 e il 1965 che il progetto inizia a poggiare su basi solide: in questo periodo vengono fondate le tre società di gestione, ovvero la SIOT, la Transalpine Ölleitung in Österreich Ges.m.b.H e la Deutsche Transalpine Oelleitung GmbH, rispettivamente con sedi a Trieste, Innsbruck e Monaco.

La prima riunione del Consorzio TAL porta la data del 21 novembre 1963, un anno prima rispetto all’inizio della sua costruzione. Ottomila le maestranze che partecipano alla realizzazione di

Bisogna però attendere il 1967, e più precisamente il 13 aprile, per l’attracco della prima petroliera nel terminal triestino. Nell’olimpo delle petroliere del gruppo, la Daphnella sta assieme alla Framura (decimillesima petroliera,

Ottomila maestranze, tecnici di oltre 14 paesi: un’impresa colossale.

Eight thousand workers, technicians from over 14 countries: a colossal undertaking.

attraccata nell’ottobre del 1996) e alla Rava, una “crude oil tanker” che il 9 agosto del 2019 diventa la petroliera numero 20mila. Ci vollero trent’anni per arrivare a diecimila, venti invece per doppiare il traguardo, conferma di come la curva di sviluppo del settore sia cresciuta, nell’ultimo ventennio, in maniera esponenziale. La storia di SIOT-TAL è costruita anche e soprattutto a suon di record. Oltre 42 milioni di tonnellate di greggio e 502 petroliere sono i numeri che consacrano, nel 2017, il porto di Trieste come il più importante terminal petrolifero dell’intero Mediterraneo. L’oleodotto oltrepassa 30 fiumi e quasi 150 ruscelli, per non parlare dell’attraversamento di poco meno di 160 strade e 26 linee ferroviarie. Ma l’apice viene raggiunto nel maggio del 2024 con il premio Imprese per la Sicurezza, organizzato e promosso da Inail e Confindustria, dove SIOT ha conquistato il primo posto. Nella storia dell’Oleodotto Transalpino c’è sempre un sopra e un sotto. Le grandi condotte corrono tutte sottoterra: per trasportare la stessa quantità di greggio su gomma sarebbero necessari circa diecimila camion cisterna al giorno, un numero che congestionerebbe l’intero sistema stradale che circonda Trieste, per non parlare degli

eccessivi tassi d’inquinamento. Il greggio che viene scaricato nel porto giuliano viene stoccato all’interno di 32 serbatoi e quindi movimentato alla volta dell’Austria e della Germania. È qui, nel Parco Serbatoi di San Dorligo della Valle, che il 4 agosto del 1972, un mese prima del cosiddetto Massacro di Monaco dove undici atleti della squadra olimpica israeliana vennero uccisi, l’organizzazione terroristica Settembre Nero compie un attentato. Un episodio che Walter Fritsch, presidente del Comitato di coordinamento degli azionisti TAL, in occasione del discorso per celebrare il primo miliardo di tonnellate di greggio tenuto nel castello di Duino nel 2006, definì “drammatico, ma senza danni alla comunità”. Perché nella visione tutta tedesca della realizzazione del Parco Serbatoi, i grandi depositi vennero edificati ad una distanza che potesse evitare, in caso di episodi emergenziali, d’innescare l’effetto domino. Dei tre serbatoi colpiti, infatti, uno solo collassò. Dopo quattro anni dall’attentato a San Dorligo, in Friuli la terra inizia a tremare. Due scosse terribili provocano la morte di poco meno di mille abitanti. In quel caso, al di là dell’interruzione dell’attività per tre giorni dell’oleodotto, l’azienda decide di aiutare la

popolazione, mettendo a disposizione circa 130 milioni di lire per la ricostruzione, in uno slancio di solidarietà ricordato da molti. Ma il terremoto in Friuli non è il primo momento in cui SIOT scende in campo a favore di popolazioni colpite da catastrofi naturali. Quando tutto sembra pronto per la grande partenza dell’opera, ecco che il direttore generale della SIOT, Renato Di Monda, scrive una lettera al quotidiano Il Piccolo annunciando che le risorse messe a disposizione per la festa d’inaugurazione verranno devolute a favore della realizzazione del Villaggio Trieste a Montevago, piccolo comune della valle del Belice distrutto dal sisma del 1968.

Se la solidarietà è puro atto d’amore, il passaggio decisivo per riuscire ad aiutare le comunità che vivono lungo il percorso dell’oleodotto è far sì che l’attività quotidiana non subisca intoppi. Per questo, durante questi sessant’anni, il tema della sicurezza è sempre stato centrale per SIOT-TAL. “Non è un caso che per trent’anni e con tante navi nulla sia accaduto” è una frase detta nel 1996 da Mauro Azzarita, all’epoca amministratore delegato della SIOT.

Esiste poi una SIOT nascosta, a tratti invisibile e per lo più sconosciuta

all’opinione pubblica. È quella che si misura all’interno del Parco Serbatoi (come spiegato nell’articolo dedicato), dove il disturbo antropico è quasi inesistente, dando così la possibilità a diverse specie animali –e in generale alla Natura– di agire pressoché indisturbate e di manifestarsi in tutta la loro forza. SIOT-TAL non è quasi mai ciò che si può leggere nelle cronache semplicistiche e nelle banali narrazioni quotidiane. C’è un sotto e un sopra, aspetti nascosti (come il grande apporto delle centinaia di dipendenti o le sponsorizzazioni a realtà locali) e più evidenti, ma è anche e soprattutto un lungo percorso che già sessant’anni fa fu capace di abbattere i confini storici, geografici e politici di un’Europa che all’epoca era ancora tutta da costruire. Pensare che la sua realizzazione sia stata merito anche di un progetto visionario come quello dell’oleodotto, non è poi così sbagliato, né anacronistico.

La prima pagina de “Il Piccolo” in occasione dell’inaugurazione dell’oleodotto.

–The cover of ‘Il Piccolo’ on the occasion of the pipeline’s inauguration.

SIOT nascosta, quella del Parco Serbatoi dove il disturbo antropico è inesistente.

There is a hidden SIOT, the tank farm where human disturbance is nonexistent.

ENGLISH TEXT

Hundreds of kilometers mostly underground, stretching from the Adriatic Sea to Central Europe, across three countries. The story of the connection linking the city of Trieste to Bavaria—its starting point and the area from which the pipeline managed by the SIOT-TAL group branches into the heart of the European continent—begins in 1964 and today represents one of the most important and complex oil supply systems in Europe. Construction began on December 9, sixty years ago, and lasted two and a half years. It was the geographical position of Trieste and the depth of its port that convinced the major oil companies of the time (namely Eni, British Petroleum, Esso, and Shell) that the city could be the site for

a marine terminal—the first step of the pipeline. However, it was the Italian government of that era, driven by a strong pro-European investment stance, that steered towards its realization.

The first meeting of the TAL Consortium took place on November 21, 1963, a year before construction began. Eight thousand workers participated in the construction of this engineering feat, which involved collaboration—within a complex foreign policy framework—of technicians from over fourteen different countries. This monumental effort required an investment of just under 200 million dollars. To understand the financial scale of the project, it’s important to note that during those years, marked in Italy by the toughest economic crisis since the Second World War, a dollar

Il 13 aprile del 1967 attracca la prima petroliera: è la Daphnella, si scrive la storia.

n April 13, 1967, the first oil tanker docks: the Daphnella. History is made.

was worth just over 600 lira. Those 192 million dollars put on the table at the time equated to over 120 billion old lira.

But why create a pipeline from the sea to Central Europe? The idea originated from the intuition of the then Bavarian Minister of Economics, Otto Schedl supported by Enrico Mattei. However, it was between 1964 and 1965 that the project began to solidify: during this period, the three management companies were founded: SIOT, Transalpine Ölleitung in Österreich Ges.m.b.H, and Deutsche Transalpine Oelleitung GmbH, based in Trieste, Innsbruck, and Munich, respectively.

It wasn’t until 1967, specifically on April 13, that the first tanker docked at the Trieste terminal. Among the oil tankers in the fleet, the Daphnella is notable alongside the Framura (the ten-thousandth tanker, which docked in October 1996) and the Rava, a crude oil tanker that became the 20,000th tanker on August 9, 2019. It took thirty years to reach ten thousand, and just twenty more to double that milestone, highlighting how the sector’s growth curve has expanded exponentially over the last two decades. The history of SIOT-TAL is also marked by numerous

I soldi destinati alla festa d’inaugurazione vennero dirottati in Sicilia, per aiutare la popolazione di Montevago, dopo il devastante terremoto che colpì la valle di Belice.

The money allocated for the inauguration party was redirected to Sicily to assist the people of Montevago after the devastating earthquake that struck the Belice Valley.

records. With over 42 million tons of crude oil and 502 tankers, the port of Trieste was designated in 2017 as the most important oil terminal in the entire Mediterranean. The pipeline crosses 30 rivers and nearly 150 streams, not to mention 160 roads and 26 railway lines. Its crowning achievement came in May 2024 when SIOT won first place at the “Imprese per la Sicurezza” (Companies for Safety) awards, organised by Inail and Confindustria. The history of the Transalpine Pipeline always features an above and a below. The large pipelines run entirely underground: to transport the same amount of crude oil by road would require about ten thousand tanker trucks per day, a number that would congest the entire road system surrounding Trieste, not to mention the excessive pollution levels. The crude oil unloaded at the port of Trieste is stored in 32 tanks before being transported to Austria and Germany. It is here, in the San Dorligo tank farm, that on August 4, 1972, a month before the so-called Munich Massacre, where eleven members of the Israeli Olympic team were killed, the terrorist organization Black September carried out an attack. Walter Fritsch, president of the TAL shareholders’ coordinating committee, described this incident during a speech celebrating the first billion tons of crude oil at the Castle of Duino in 2006 as “dramatic, but without significant damage to the community.” Thanks to German engineering foresight, the large storage facilities were built at a distance that could prevent, in case of emergencies, triggering a domino effect. Of the three tanks hit, only one collapsed.

Four years after the attack in San Dorligo, the earth began to shake in Friuli. Two severe earthquakes resulted in the deaths of nearly a thousand residents. In that case, aside from the pipeline’s operations being halted for three days, the company decided to assist the

population, allocating around 130 million lira for reconstruction, a gesture of solidarity that many still remember. However, the Friuli earthquake wasn’t the first time SIOT stepped in to aid communities affected by natural disasters. When everything seemed ready for the grand launch of the project, the director general of SIOT, Renato Di Monda, wrote a letter to the daily newspaper Il Piccolo announcing that the funds allocated for the inauguration celebration would be donated to the creation of the Villaggio Trieste in Montevago, a small town in the Belìce valley (Sicily) destroyed by the 1968 earthquake.

If solidarity is a pure act of love, the crucial step in helping the communities living along the pipeline route is ensuring that daily operations run smoothly. For this reason, over these sixty years, safety has always been a central theme for SIOT-TAL. “It’s not by chance that nothing has happened in thirty years with so many ships,” said Mauro Azzarita, then CEO of SIOT, in 1996.

There is also a hidden SIOT, somewhat invisible and largely unknown to public opinion. This aspect is evident within the tank park, where human disturbance is almost nonexistent, allowing various animal species—and nature in general—to thrive and manifest their strength almost undisturbed.

SIOT-TAL is rarely what is portrayed in simplistic news reports and trivial daily narratives. There is an above and a below, hidden aspects (such as the significant contributions from the hundreds of employees or local sponsorships) and more visible ones. But it is also a long journey that, sixty years ago, managed to break down the historical, geographical, and political barriers of a Europe that was still in the making. Thinking that its realization was also due to a visionary project like the pipeline is neither far-fetched nor outdated.

IL PETROLIO CENTRALE PER LA SICUREZZA ENERGETICA

— Oil: central to energy security

Davide Tabarelli

Presidente e fondatore di NE-Nomisma Energia /President and founder of NE-Nomisma Energia

Lo studio che Nomisma Energia ha realizzato per SIOT-TAL –Scenari di lungo periodo della logistica petrolifera nel Centro Europa e ruolo di SIOT-TAL–, presenta chiaramente due evidenze, ovvero che “gli oleodotti rimarranno sempre centrali per la sicurezza energetica” e che “l’evoluzione tecnologica verso l’elettrico non metterà in discussione il primato dei motori alimentati da prodotti petroliferi al 2040.”

Ma cosa possiamo dire riguardo le politiche europee di decarbonizzazione?

“Le politiche europee sono ambiziose, al limite dell’irrealistico, ma ciò è normale quando vogliono essere anche visionarie. Ora, di fronte alla cruda realtà delle basse vendite delle auto elettriche e con le difficoltà dell’industria europea dell’automotive serve una correzione. Ciò non vuol dire che serve abbandonare gli obiettivi, ma questi devono essere più cauti, un po’ più proporzionati al fatto che le nostre emissioni contano per il 7% del totale del mondo.”

Le prospettive per il 2040 prefigurano un livello di utilizzo di petrolio nel mondo che varia da 4.180 milioni TEP

(Tonnellate Equivalenti Petrolio) secondo lo scenario Started Policies elaborato dall’IEA (International Energy Agency), a 1.815 milioni di TEP in quello IEA Net Zero Emissions by 2050. La differenza tra queste due ipotesi è certamente importante, ma quale di queste si realizzerà?

“Quello più alto, perché gli scenari bassi dell’IEA sono diventati più un obiettivo politico, come quelli dell’UE, visto che l’agenzia di Parigi ultimamente è diventata molto più sensibile alle istanze dell’ONU che richiede l’impegno dei Paesi ricchi per l’abbandono dei fossili. Ma è da cinquant’anni, o meglio da cinquantuno, dal primo shock petrolifero del 1973, che proviamo ad alleggerire la nostra dipendenza dal petrolio. Ma non dimentichiamo che il petrolio ha vantaggi che sono insostituibili, e pertanto la sua domanda globale continuerà a mantenersi su alti livelli.”

Nel dettaglio dei tre Paesi che utilizzano l’infrastruttura TAL per l’approvvigionamento delle raffinerie si conferma che il petrolio sostanzialmente non si ridurrà in modo significativo, anzi. In Repubblica Ceca aumenterà. Cosa

Oltre il 90% della domanda di energie è coperta da prodotti petroliferi che si fanno con il petrolio trasportato dal TAL.

Over 90% of the energy demand is met by oil products made from oil transported by the TAL.

potrebbe rendere improbabili queste previsioni?

“Quasi nulla, perché in tutto il mondo la domanda di energia del settore trasporti è coperta per oltre il 90% da prodotti petroliferi che si fanno con il petrolio trasportato dal TAL. Certo, se ipotizziamo una rivoluzione sull’elettrico o sui carburanti sintetici allora servirà meno petrolio, ma questo è difficilissimo, quasi impossibile.”

In Europa i prezzi del gas e dell’elettricità sembrano essersi resi ormai indipendenti dal prezzo del greggio. La conseguenza è un costo delle materie molto superiore a quello dei principali competitors industriali (Stati Uniti e Cina), e dunque uno svantaggio competitivo. Ma la situazione può dimostrarsi reversibile nel medio periodo?

“Questo l’ha certificato molto bene il documento Draghi reso pubblico a inizio settembre in cui si fanno vedere gli alti prezzi d’Europa rispetto a Cina e Stati Uniti. Sì, credo che il nostro svantaggio rimarrà tale a lungo, e questo perché, come si vede nel documento Draghi, le nostre politiche continuano a distarsi su rinnovabili e meccanismi di mercato, e banalmente ci si dimentica perché i prezzi degli altri siano così bassi, perché

negli USA i petrolieri hanno fatto esplodere la produzione di gas e perché in Cina usano tanto carbone senza volerlo abbandonare per salvare il pianeta.”

Lo sviluppo di carburanti sintetici e quello del trasporto d’idrogeno attraverso veicoli organici (LOHC: Liquid Organic Hydrogen Carrier) potrà includere l’utilizzo d’infrastrutture esistenti come l’oleodotto TAL per il trasferimento di questi vettori energetici all’interno del continente europeo?

“Certo, quando arriveranno questi carburanti sintetici sostituiranno quelli tradizionali. Sono sempre liquidi, si possono trasportare attraverso tubi. Magari servirà ammodernare le strutture, ma senza particolari difficoltà. Il problema è semmai quando arriveranno.”

Analizzando l’infrastruttura TAL, qual è stata la cosa che più l’ha sorpresa, quella che meno si aspettava di trovare?

“I volumi giganteschi trasportati in questi decenni da questa struttura che ha permesso alle economie del Centro Europa di avere la linfa vitale per la loro quotidianità, una sorta di anello fra il Centro Europa stesso e Trieste. E questo, per un italiano, è un po’ motivo d’orgoglio.”

We have carefully and with great interest studied the report by Nomisma Energia for SIOT-TAL –“Long-Term Scenarios for Oil Logistics in Central Europe and the Role of SIOT-TAL” – and the first two key takeaways are that “pipelines will remain central to energy security” and that “the technological shift towards electric vehicles will not challenge the dominance of oil-fuelled engines by 2040.”

But what can we say about European decarbonisation policies?

“European policies are ambitious, if not bordering on unrealistic, but that is typical when policies aim to be visionary. However, given the stark reality of low electric vehicle sales and the challenges facing the European automotive industry, a course correction is needed. That doesn’t mean we should abandon the goals, but they need to be more cautious and better aligned with the fact that our emissions account for only 7% of the global total.”

The study projects global oil consumption in 2040 to range from 4,180 million TOE (tonnes of oil equivalent) in the IEA’s (International Energy Agency) Stated Policies Scenario to 1,815 million TOE in the IEA’s Net Zero Emissions by 2050 Scenario. The difference between these scenarios is significant, but which one is more likely to materialise?

“The higher figure, because the lower IEA scenarios have become more of a political objective, much like those of the EU. The Paris-based agency has become increasingly sensitive to UN demands for richer countries to phase out fossil fuels. But for the past fifty, or rather fifty-one years since the first oil shock in 1973, we’ve been trying to reduce our dependency on oil. Yet, let’s not forget that oil has irreplaceable advantages, and as such, global demand will continue to remain high.”

“The study confirms that, in the three countries using the TAL infrastructure to supply their refineries, oil consumption is unlikely to significantly decrease;

in fact, in the Czech Republic, it is expected to rise. What could make these forecasts unlikely?”

Almost nothing, because globally, over 90% of the energy demand in the transport sector is met by petroleum products, which are produced from oil transported by the TAL pipeline. Of course, if we imagine a revolution in electric vehicles or synthetic fuels, then less oil will be needed, but this is extremely unlikely, if not nearly impossible.”

In Europe, the prices of gas and electricity seem to have become independent of oil prices. This has resulted in much higher energy costs compared to our major industrial competitors (the United States and China), creating a competitive disadvantage. Is this trend reversible in the medium term?

“This was clearly demonstrated in the report by Draghi, published at the start of September, which highlighted Europe’s higher prices compared to China and the United States. I believe our disadvantage will persist for a long time, and this is because, as the Draghi document shows, our policies remain fixated on renewables and market mechanisms, while we conveniently forget why prices are so low elsewhere: in the US, oil producers have massively ramped up gas production, and in China, they continue to rely heavily on coal with no intention of giving it up to save the planet.”

Could the development of synthetic fuels and hydrogen transport via liquid organic hydrogen carriers (LOHC) involve using existing infrastructure, like the TAL pipeline, for transferring these energy vectors across Europe?

“Certainly. When these synthetic fuels become available, they will replace traditional ones. They’re still liquids, so they can be transported through pipelines. The infrastructure may need modernising, but there shouldn’t be any major difficulties. The real question is when these fuels will actually arrive.”

In your study of the TAL infrastructure, what surprised you the most? What did you least expect to find?

“The sheer volumes that have been transported through this infrastructure over the decades, providing the lifeblood for the economies of Central Europe. It’s almost like a vital link between Central Europe and Trieste. For an Italian, this is a bit of a source of pride.”

In

Cina usano tanto carbone senza volerlo abbandonare per salvare il pianeta.

In China, they use a lot of coal and are unwilling to abandon

it to save the planet.

Una svolta strategica per la Repubblica Ceca e l’Europa

A strategic turning point for the Czech Republic and Europe

PROGETTO TAL PLUS

di /by Alberto Locatelli

L’energia rappresenta un pilastro cruciale della politica economica e di sicurezza dei Paesi europei e, nel contesto odierno segnato da instabilità geopolitiche e dalla crisi energetica globale, assume una rilevanza ancor più strategica. In questo panorama SIOT-TAL, grazie al progetto TAL Plus, si conferma come un attore fondamentale nell’assicurare la sicurezza energetica dell’Europa centrale, garantendo l’indipendenza della Repubblica Ceca dal petrolio russo.

Il progetto TAL Plus, annunciato dal Primo Ministro ceco Petr Fiala nel maggio 2023 e avviato a concludersi entro il 2024, prevede un aumento della capacità di trasporto dell’Oleodotto Transalpino, di ulteriori 4 milioni di tonnellate di greggio all’anno a partire dal 2025, potendo incrementare l’approvvigionamento alla Repubblica Ceca fino a oltre 7 milioni di tonnellate e garantendo la totale copertura del fabbisogno di greggio del Paese, senza più dover dipendere dal petrolio proveniente dalla Russia e trasportato dall’oleodotto Družba.

TAL Plus non è solo un progresso tecnico, ma rappresenta un passo decisivo nella politica energetica europea. Grazie alla cooperazione tra SIOT-TAL, MERO ČR –società pubblica ceca che gestisce la logistica petrolifera nazionale e socio di SIOT-TAL– e degli altri azionisti del Gruppo TAL, sono in esecuzione interventi su larga scala che coinvolgeranno la sostituzione di pompe, motori e altri componenti essenziali per aumentare la capacità di trasporto.

Infatti, il progetto TAL Plus prevede la sostituzione di dodici pompe

e tredici motori lungo il tratto italiano dell’Oleodotto, oltre ad altri interventi minori, tra cui l’installazione nel primo trimestre del 2025 di alcuni impianti di riserva e ridondanza per garantire sempre l’efficienza del sistema in caso di eventuali guasti e manutenzioni. Oltreconfine verranno sostituite otto pompe nel tratto austriaco e altri interventi interesseranno il tratto tedesco dell’Oleodotto e il segmento in Repubblica Ceca fino alle raffinerie di Kralupy e Litvinov.

Grazie a queste modifiche, il limite di flusso del greggio passerà da 6.400 a 7.500 metri cubi all’ora, trasformando TAL in una delle infrastrutture energetiche più efficienti d’Europa. TAL Plus è interamente finanziato da MERO ČR e si prevedono investimenti complessivi di circa 50 milioni di euro sulla nostra infrastruttura. Inoltre, TAL Plus rafforza il ruolo di SIOT-TAL come pilastro centrale dell’approvvigionamento di greggio di tutta l’Europa centrale, rendendo il sistema più resiliente e sostenibile sul lungo termine.

Come sottolineato dal Premier ceco Petr Fiala, il progetto rappresenta una svolta storica per la Repubblica Ceca: “Con l’aumento della portata dell’Oleodotto Transalpino, raggiungeremo la sicurezza e l’indipendenza energetica, rispettando così l’impegno preso di tagliare le forniture di petrolio russo entro la fine del 2024.” Questo obiettivo si inserisce perfettamente nel contesto di una politica energetica europea sempre più volta alla diversificazione e alla riduzione della dipendenza da forniture provenienti da Paesi instabili.

“I lavori stanno procedendo come

Il progetto non è solo progresso tecnico, ma rappresenta un passo decisivo nella politica energetica europea.

The project is not just about technical progress; it represents a decisive step in European energy policy.

da programma –ha spiegato Alessio Lilli, presidente di SIOT e general manager del Gruppo TAL, durante una recente visita agli impianti di Trieste di una delegazione istituzionale della Repubblica Ceca guidata dal viceministro delle Finanze Roman Binder e da Zdenek Dundr, vicepresidente di MERO– e ci permetteranno di raddoppiare la capacità di pompaggio di greggio verso la Repubblica Ceca a partire dall’inizio del 2025, quando il Paese non riceverà più greggio russo. La visita del viceministro Binder e della delegazione ceca, ha sottolineato l’importanza storica di questo momento. Da oltre 55 anni rappresentiamo un asset strategico e imprescindibile per l’Europa centrale, ora questo ruolo centrale nella geopolitica del continente si rafforzerà garantendo alla Repubblica Ceca di essere pienamente indipendente dalle forniture di petrolio russe”.

Energy is a crucial pillar of economic and security policy for European nations, and today, with geopolitical instability and global energy crises, it’s more strategic than ever. In this context, SIOT-TAL, through the TAL Plus project, plays a vital role in strengthening Central Europe’s energy security, ensuring that the Czech Republic can become independent of Russian oil.

The TAL Plus project, announced by Czech Prime Minister Petr Fiala in May 2023 and expected to complete by the end of 2024, will boost the Transalpine Pipeline’s transport capacity by an extra 4 million tonnes of crude oil annually from 2025 onwards. This increase will allow the Czech Republic to receive over 7 million tonnes a year, fully covering its crude oil needs without relying on Russian oil transported via the Družba pipeline. TAL Plus is more than a technical upgrade; it’s a significant step forward in European energy policy. Thanks to collaboration between SIOT-TAL,

TAL PLUS garantirà

alla Repubblica Ceca l’indipendenza dal petrolio russo.

TAL PLUS will ensure the Czech Republic’s independence from Russian oil.

MERO ČR—the Czech public company that oversees national oil logistics and a stakeholder in SIOT-TAL—and other shareholders in the TAL Group, largescale upgrades are underway. These include replacing pumps, motors, and other essential components to increase transport capacity.

The project includes replacing 12 pumps and 13 motors along the Italian section of the pipeline, plus other minor upgrades, such as installing backup systems in early 2025 to ensure efficiency in case of malfunctions or maintenance. Beyond Italy, eight pumps will be replaced in Austria, and additional work will be carried out in Germany and in the Czech section leading to the refineries in Kralupy and Litvinov.

With these upgrades, the crude oil flow rate will rise from 6,400 to 7,500 cubic meters per hour, making TAL one of Europe’s most efficient energy infrastructures. TAL Plus, fully funded by MERO ČR, involves a total investment of around 50 million euros in our infrastructure. This initiative also reinforces SIOT-TAL’s role as a central pillar in the crude oil supply network for all of Central Europe, enhancing resilience and sustainability in the long term.

As Czech Prime Minister Petr Fiala emphasized, the project is a historic turning point for the Czech Republic: “With the increased capacity of the Transalpine Pipeline, we will achieve energy security and independence, fulfilling our commitment to end Russian oil supplies by the end of 2024.” This aligns perfectly with Europe’s energy policy, which increasingly focuses on diversifying sources and reducing dependency on supplies from unstable regions.

“Everything is progressing on schedule,” said Alessio Lilli, President of SIOT and General Manager of the TAL Group, during a recent visit to Trieste facilities by a Czech delegation led by Deputy Finance Minister Roman Binder and Zdenek Dundr, Vice President of MERO. “This will allow us to double the oil pumping capacity toward the Czech Republic from early 2025, when the country will no longer receive Russian crude. Deputy Minister Binder’s visit, along with the Czech delegation, highlighted the historical importance of this project. For over 55 years, we have been a strategic asset for Central Europe, and now, this role will be even more critical, ensuring the Czech Republic’s full independence from Russian oil supplies.”

Cittadinanza e partecipazione

—Citizenship and participation

“Un’azienda può crescere davvero solo se lo fa insieme alla comunità in cui opera: da anni

SIOT è al fianco di eventi che rappresentano l’eccellenza e la vitalità del Friuli Venezia Giulia.”

“A company can truly thrive only if it grows hand in hand with the community it serves: for years, SIOT has supported events that showcase the excellence and vitality of Friuli Venezia Giulia.”

Era il 1968 quando SIOT, la Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino, decise di rinunciare all’inaugurazione ufficiale del suo oleodotto. Invece di una cerimonia simbolica ma importante che avrebbe celebrato la conclusione di un percorso storico e l’avvio di un’infrastruttura europea, decise didestinare il budget previsto per contribuire ad un’iniziativa – la realizzazione del Villaggio Trieste per i terremotati del Belice – organizzata dal quotidiano triestino Il Piccolo.

SIOT ha da sempre intrecciato la propria storia con quella del territorio, sostenendo iniziative che valorizzano la partecipazione e la condivisione di valori.

“Questo impegno –spiega Alessio Lilli, presidente SIOT e general manager del Gruppo TAL– nasce dalla consapevolezza che un’azienda può crescere davvero solo insieme alle comunità nelle quali opera. Da anni SIOT è al fianco di associazioni e presente ad eventi che rappresentano la vitalità del Friuli Venezia Giulia”.

Un sostegno che tocca realtà internazionali e locali; tra le prime sicuramente va citata Barcolana, una delle

“Questi progetti non sono solo donazioni, ma veri e propri investimenti nella comunità, che riflettono un impegno profondo verso una società più solidale ed equa”.

“These initiatives go beyond mere donations—they are meaningful investments in the community, embodying a profound dedication to building a more inclusive and equitable society.”

regate più iconiche al mondo, che anche grazie al supporto di SIOT si è trasformata in un’esperienza che va oltre il mare, toccando cultura, musica e solidarietà. Anche Pallacanestro Trieste, la principale squadra di basket della regione, beneficia di un rapporto consolidato con SIOT, un legame che incoraggia lo spirito di squadra e il benessere attraverso lo sport, così come la collaborazione con l’Ašz-Usd Jadran, realtà cestistica locale dalla lunga storia.

La partecipazione alla vita del territorio si estende poi a eventi come la Trieste Spring Run e la Crese Cup, che ogni anno riuniscono migliaia di persone attorno alla passione per lo sport, creando momenti di aggregazione e socialità.

E infatti, l’attenzione di SIOT non si ferma all’ambito sportivo. Nel sociale sono consolidate collaborazioni con associazioni come Calicanto, impegnata nell’inclusione attraverso lo sport di persone con disabilità , e con ABC Burlo, che offre supporto concreto alle famiglie dei piccoli pazienti dell’ospedale IRCCS materno infantile Burlo Garofolo, che devono affrontare interventi chirurgici complessi e

ricoveri ospedalieri.

Con il suo supporto, SIOT ha partecipato attivamente alla crescita dell’associazione, che nel corso dell’ultimo triennio ha potuto stabilizzare e consolidare i suoi progetti cardine a partire dalla cura e dall’accoglienza delle famiglie.

“La nostra partecipazione a queste e ad altre iniziative –aggiunge Lilli–rappresenta un impegno profondo volto a supportare l’evoluzione di una società più solidale ed equa, più partecipativa e condivisa”.

Anche la formazione gioca un ruolo centrale nelle attività di SIOT. Le collaborazioni con l’Accademia Nautica dell’Adriatico, l’Istituto Nautico e l’Università di Trieste rappresentano esempi di come il mondo dell’impresa possa contribuire a formare le nuove generazioni e i professionisti del domani, partecipando a percorsi di apprendimento e fornendo opportunità concrete di sviluppo in settori specifici e cruciali per Trieste.

Parafrasando una bella canzone di Giorgio Gaber, SIOT ritiene che “La cittadinanza è partecipazione”. E, da sempre, SIOT s’i impegna per essere un Buon Cittadino. [AL]

It was 1968 when SIOT, the Italian Company for the Transalpine Pipeline, decided to forgo the official inauguration of its pipeline. Instead of hosting a symbolic but important ceremony to celebrate the completion of a historic project and the launch of a European infrastructure, SIOT allocated the budget to contribute to an initiative –the construction of the Villaggio Trieste for the Belice earthquake victims – organised by the Trieste-based newspaper Il Piccolo.

SIOT has always intertwined its history with that of the region, supporting initiatives that promote participation and shared values.

“This commitment,” explains Alessio Lilli, President of SIOT and General Manager of the TAL Group, “stems from the awareness that a company can only truly thrive when it grows alongside the communities it operates in. For years, SIOT has stood by

associations and events that represent the vitality of Friuli Venezia Giulia.”

This support spans both international and local projects. One of the most notable is Barcolana, one of the world’s most iconic regattas. Thanks in part to SIOT’s support, it has evolved into an experience that extends beyond the sea, encompassing culture, music, and solidarity. Similarly, Pallacanestro Trieste, the region’s leading basketball team, benefits from a long-standing partnership with SIOT, a connection that encourages team spirit and well-being through sport. This commitment also extends to the historic local basketball club, Ašz-Usd Jadran.

SIOT’s involvement in community life also includes events such as the Trieste Spring Run and the Crese Cup, which annually bring together thousands of people around a shared passion for sport, creating opportunities for social interaction and connection.

Beyond sporting events, SIOT is committed to social causes. Its collaborations with organisations like Calicanto, which promotes inclusion for people with disabilities through sport, and ABC Burlo, which provides crucial support to families of young patients at the IRCCS Burlo Garofolo children’s hospital, highlight the breadth of its dedication. These families often face the challenges of complex surgeries and long hospital stays, and SIOT’s involvement has been instrumental in helping ABC Burlo expand and stabilise its key projects over the past three years, focusing on care and hospitality.

“Our participation in these and other initiatives,” Lilli adds, “reflects a deep commitment to supporting the evolution of a more inclusive and equitable society – one that fosters greater participation and shared values.”

Education also plays a central role in SIOT’s activities. Collaborations with the Adriatic Nautical Academy, the Nautical Institute, and the University of Trieste demonstrate how the business world can help train the next generation of professionals. By supporting educational pathways and providing real-world development opportunities, SIOT contributes to crucial industries for Trieste’s future.

To paraphrase a well-loved song by Giorgio Gaber, SIOT believes that “Citizenship is participation.” And SIOT has always strived to be a good citizen. [AL]

ENGLISH TEXT
Mr Studio

BIO PARCO Il lato

nascosto della SIOT

The hidden side of SIOT

Esiste una SIOT che agli occhi dell’opinione pubblica rimane nascosta ed è proprio la parte che fa riferimento al Parco Serbatoi. Solo che questa volta il greggio non c’entra, visto che parliamo di particolarità naturali uniche nel loro genere. Infatti, non tutti sanno che alcune pozze d’acqua presenti nell’area del Parco Serbatoi, nella stagione primaverile ospitano vere e proprie colonie di rospi. Questi anfibi sono nati qui, e ogni anno ritornano nel luogo originario per deporre le uova. Si crea così una migrazione (che SIOT ha agevolato e continua a favorire grazie ai cosiddetti “rospidotti”) in grado di trasformare l’area in un’affascinante esplosione di vita.

Ma i rospi non sono gli unici a popolare la zona: tra i serbatoi non è raro intravedere lepri, caprioli, a volte qualche

cinghiale, mentre è molto probabile che la sera, vista la presenza di diversi roditori, dalle falesie di calcare della Val Rosandra faccia capolino qualche rapace notturno (come il gufo reale e il falco pellegrino oltre, probabilmente, a qualche esemplare di civetta), in veste di predatore in cima alla catena alimentare. Ma non è finita qui: anni fa, in occasione di un lungo monitoraggio naturalistico condotto all’interno, sono state scoperte due specie di orchidea mai rinvenute prima su suolo italiano, e considerate pressoché estinte.

Nel 2021 SIOT aveva dato vita ad uno studio, realizzato con il coinvolgimento della Lega Italiana Protezione Uccelli e i Tutori Stagni – Zone Umide del Friuli Venezia Giulia, volto ad analizzare da vicino la presenza di flora e fauna (soprattutto uccelli) all’interno del Parco

Serbatoi. Durante il monitoraggio era emersa la presenza di specie di avifauna (nidificante) come il cannareccione, la gallinella d’acqua, lo strillozzo, l’averla piccola, la rondine e il balestruccio. Proprio per quest’ultima specie, sono stati acquistati e posizionati numerosi nidi, a riprova di come la sensibilità nei confronti dell’ambiente naturale abbia un ruolo preciso in azienda. Trattandosi di un’area dove il disturbo antropico è percepito dalla Natura come quasi inesistente, sia negli specchi d’acqua attorno ai serbatoi che in un’area più vasta i monitoraggi hanno confermato la presenza di numerose specie naturali. Tra ciò che si vede e ciò che rimane quasi nascosto, il Parco Serbatoi della SIOT rappresenta molto di più che un “semplice” oleodotto.

Lepri, caprioli, rapaci, ma anche orchidee e rondini: il mondo naturale del Parco Serbatoi.

Hares, roe deer, birds of prey, but also orchids and swallows: the natural world of the tank farm.

There is a side of SIOT that remains largely hidden from the public eye, and this concerns the tank farm. But this time, it has nothing to do with crude oil, as we are talking about unique natural features. In fact, not everyone knows that in the spring, certain water pools within the tank farm area become home to entire colonies of toads. These amphibians were born here, and each year they return to their birthplace to lay eggs. This migration, which SIOT has facilitated and continues to support through special “toad tunnels,” turns the area into a fascinating burst of life.

But the toads are not the only inhabitants of the area: between the tanks, it’s not uncommon to spot hares, deer, and even the occasional wild boar. As evening falls, with the presence of various rodents, birds of prey such as the Eurasian eagle-owl and peregrine falcon, as well as perhaps some owls, often make an appearance from the limestone cliffs of the Val Rosandra, acting as top predators in the food chain.

There’s more to it than just wildlife

ENGLISH TEXT
Molto di più di un “semplice oleodotto”.
Much more than just a simple pipeline.

sightings: a few years ago, during an extensive naturalistic monitoring project, two orchid species were discovered within the tank farm area that had never before been found on Italian soil and were considered nearly extinct.

In 2021, SIOT initiated a study, involving the Italian League for the Protection of Birds and the Wetland Stewards of Friuli Venezia Giulia, to closely examine the presence of flora and fauna (particularly bird species) in the tank farm area. This monitoring revealed the presence of nesting bird species such as the reed warbler, moorhen, corn bunting, red-backed shrike, swallow, and house martin.

In fact, several nests were purchased and installed specifically for house martins, demonstrating the company’s commitment to environmental stewardship. Since the area is perceived by nature as largely undisturbed by human activity, monitoring has confirmed the presence of numerous natural species both in the water bodies surrounding the tanks and across a wider area.

Between what is visible and what remains almost hidden, the SIOT tank farm represents far more than just a “simple” pipeline.

E. d’Elia

PIPE LINE ROUTE

Foto di /Photo by Manuela Schirra & Fabrizio Giraldi

45 ° 61’ 98” N 13°86’ 81” E

La Riserva Naturale della

Val Rosandra è un microcosmo unico nel suo genere: escursionisti, ma anche alpinisti, la frequentano ogni giorno.

–The Val Rosandra Nature Reserve is a unique microcosm: hikers and climbers alike populate it every day.

Trieste. La Val Rosandra

45° 70’ 98” N 13° 76’ 45” E

Trieste. La Grotta Gigante
La Grotta Gigante è tra le maggiori cavità di tutta Europa.
The Grotta Gigante is one of the largest caves in all of Europe.

45° 95’ 58” N 13° 46’ 70” E

Una zona di confine tra Italia e Slovenia, dove nascono i migliori vini bianchi d’Italia. –

A border area between Italy and Slovenia, where Italy’s finest white wines are produced.

Gorizia. Il Collio

Udine. Il fiume Tagliamento

È uno dei fiumi più selvaggi d’Europa, con buona parte del suo corso d’acqua ancora incontaminato.

–It is one of the wildest rivers in Europe, with much of its course still unspoiled. 46° 06’ 59” N 12° 90’ 97” E

46° 23’ 01” N 13° 02’ 44” E

Udine. Il lago di Cornino

Specchio d’acqua capace di regalare colorazioni eccezionali, è un gioiello che non ha eguali.

–A body of water that offers exceptional colors, it is a gem like no other.

Udine. Le pareti

della Creta di Timau

Teatro di cruente battaglie durante il primo conflitto mondiale, la Creta di Timau segna ancora oggi il confine tra due mondi.

The site of fierce battles during the First World War, the Creta di Timau still marks the border between two worlds today.

Manuela Schirra & Fabrizio Giraldi

Manuela Schirra e Fabrizio Giraldi (Schirra/Giraldi) è un artist duo impegnato nella realizzazione di storie visive. Il loro linguaggio iconografico parte dalla fotografia d’industria e di architettura ed è applicato poi anche al paesaggio e al ritratto. Attualmente collaborano con riviste come National Geographic, Scientific American e Wired producendo features in campo sociologico e ambientale. –

Manuela Schirra and Fabrizio Giraldi (Schirra/Giraldi) is an artist duo committed to creating visual stories. Their iconographic language starts from the industrial and architectural photography, then also applied to landscape and portraiture. Currently they work with magazines such as National Geographic, Scientific American and Wired producing features in sociological and environmental fields.

CARSO DI CASA NOSTRA

D. Iurissevich
di /by Nicolò Giraldi
Una cintura bianco-verde alle spalle della città.
A green and white belt behind the city.

Grotte invase dalla luce nella golden hour, torrenti dove rimediare alla canicola estiva, ma anche sentieri nascosti che seguono le antiche tracce di passaggi umani e monumenti eretti per ricordarsi di ciò che abbiamo dimenticato. Viaggiare lungo il percorso dell’oleodotto che collega l’area di Dolina con la Baviera rappresenta un’operazione tanto interessante quanto inedita. Non esiste, infatti, un vero e proprio itinerario costruito sulla linea che trasporta il greggio dall’Italia all’Europa Centro-Orientale, ma in circa tre giornate, decidendo di partire dalla Val Rosandra, a due passi dal Parco Serbatoi, si può raggiungere il Collio, uno dei vigneti a cielo aperto, a cavallo tra Italia e Slovenia, più interessanti d’Europa.

La traccia risuona alla stregua di un continuo calpestìo sulla roccia calcarea e la terra rossa. Percorrendo a ritroso il lungo canyon scavato nei millenni dal torrente Rosandra (tutta l’area è riserva naturale), si arriva ad una cascata che precipita in una pozza d’acqua gelida dove, soprattutto d’estate, il refrigerio può essere davvero un sollievo.

Ma è lungo l’altipiano carsico che s’incontrano ulteriori meraviglie del

territorio. Qui, a pochi passi dall’abitato di Opicina, trova spazio una riserva come quella del monte Lanaro. In questa zona, tra i borghi di Col e Repen, scorre sottoterra il corso del fiume Timavo. In presenza di grandi piogge autunnali, il fiume s’ingrossa e la sua piena sotterranea fa sì che si verifichino, in punti precisi tra Trebiciano e il monte Orsario, alcuni sbuffi d’aria particolarmente suggestivi.

Entrare in paese a Santa Croce può regalare alcune tra le storie meno conosciute –e per questo degne di maggiori attenzioni– di tutta la provincia triestina. Qui, nel villaggio del Carso dove gli uomini sono stati e sono pescatori, sopravvive un dialetto sloveno che utilizza ancora, nella sua forma scritta, l’umlaut (i due puntini sopra le vocali presenti nella lingua tedesca). In tutto il mondo slavo, infatti, si contano sulle dita di una mano le località dove è ancora in uso questa pratica.

Pochi chilometri più a Nord-Ovest, alle spalle di Duino, si erge il monte Hermada. Poco più di 300 metri sul livello del mare, questa altura rappresentò durante la Grande guerra il baluardo austroungarico a difesa di Trieste. Nella zona non è raro imbattersi in residuati

Dalla Val Rosandra al Collio: tre giorni di cammino lungo il confine.

From Val Rosandra to Collio: three days of hiking along the border.

bellici dimenticati tra la vegetazione da oltre un secolo. A sud dell’Hermada il castello di Duino è a tutti gli effetti un monumento all’eleganza. Di proprietà della famiglia Torre e Tasso, il maniero è ancora oggi visitabile e viene considerato uno dei punti panoramici più affascinanti di tutto il Friuli Venezia Giulia. Da qui lo sguardo si perde e l’orizzonte disegna una mappa che va dalle Alpi alla Croazia.

Entrando in territorio isontino ecco che il confine viene segnato dalle cosiddette bocche del Timavo. È qui che dopo poco meno di novanta chilometri il fiume sgorga dalla terra dando vita a un’oasi di serenità in cui spicca la chiesa dedicata a San Giovanni, edificata nel XIII secolo. Tra San Giovanni di Duino e Ronchi dei Legionari, punto di partenza dell’impresa fiumana di Gabriele D’Annunzio, vi sono pochi chilometri densi di storie legate al Novecento. Nelle alture che circondano Monfalcone troviamo il parco tematico della Grande guerra. Qui, solo per citare l’esempio forse più famoso, si trova la celebre “Quota 85”, dove cadde il soldato Enrico Toti, fante la cui vita divenne un’epopea da tramandare ai posteri. Subito dopo ci s’imbatte nel sacrario

di Redipuglia, tra i monumenti più imponenti di tutto il continente europeo. Qui, in una monumentalizzazione del ricordo realizzata negli anni Trenta del Novecento, riposano circa centomila soldati caduti durante il primo conflitto mondiale.

La Venezia Giulia, intesa come regione, finisce qui. A Sagrado il ponte sul fiume Isonzo unisce le due sponde di una terra che a partire da Gradisca inizia ad esprimersi in un altro idioma –il friulano– e, geologicamente, abbandona il calcare del Carso per lasciare spazio alla pianura. Puntando lo sguardo a Nord e seguendo idealmente il tragitto dell’oleodotto, ecco che s’intravedono le alture del Collio, le colline dove vengono prodotti alcuni fra i migliori vini bianchi al mondo. Dopo qualche giorno passato tra la grande Storia del secolo scorso e la meravigliosa fatica che segue un viaggio in una terra poco conosciuta, un calice di friulano può essere un buon motivo per rilassarsi. Brindando.

Il fiume Timavo

Corno di Rosazzo Manzano

San Giovanni al Natisone

Cormons Mariano del Friuli

Gradisca d'Isonzo

Fogliano Redipuglia

Ronchi dei Legionari

Sagrado

Doberdò del Lago

Monfalcone

SLOVENIA

San Giovanni di Duino

Duino-Aurisina

Santa Croce

delle diversità e dei piaceri enogastronomici.

A journey celebrating diversity and culinary delights.

Sgonico

Repen

Col

Terminale marino di San Sabba Trieste

Parco serbatoi di San Dorligo

Trebiciano

San Dorligo della Valle

V/S ex Aquila

SLOVENIA
Val Rosandra
Il castello di Duino, un monumento d’eleganza.
The Duino Castle, a monument of elegance.

Caves flooded with light during the golden hour, streams offering respite from the summer heat, and hidden trails that follow ancient human paths and monuments erected to remind us of what we’ve forgotten. Travelling along the route of the oil pipeline connecting the Dolina area with Bavaria is as intriguing as it is unique. There is no official itinerary along the line that transports crude oil from Italy to Central and Eastern Europe, but in about three days, starting from the Val Rosandra, just a stone’s throw from the tank farm, you can reach the Collio, one of the most fascinating open-air vineyards straddling Italy and Slovenia.

The trail resounds with the steady crunch of footsteps on limestone rock and red earth. Following the reverse

path of the long canyon carved out over millennia by the Rosandra stream (the entire area is a natural reserve), you reach a waterfall that plunges into an icy pool of water—a refreshing relief, especially in summer.

But it’s on the karst plateau where further wonders of the region reveal themselves. Here, just steps away from the village of Opicina, lies the Monte Lanaro reserve. In this area, between the villages of Col and Repen, the Timavo River flows underground. After heavy autumn rains, the river swells, and its underground surge creates striking gusts of air at specific points between Trebiciano and Monte Orsario.

Entering the village of Santa Croce unveils some of the province of Trieste’s most intriguing yet lesser-known stories—hidden gems that deserve greater attention for their unique significance. Here, in the only Karst village where men have been and still are fishermen, a Slovenian dialect survives, still using the umlaut (the two dots above vowels found in the German language) in its written form. In fact, throughout the Slavic world, there are only a handful of places where this practice is still in use. A few kilometres to the northwest, behind Duino, stands Mount Hermada.

Il Castello di Duino
In Carso è facile imbattersi nelle manifestazioni della natura: un viaggio indispensabile.

Redipuglia, sacrario militare E.

At just over 300 metres above sea level, this hill was a key Austro-Hungarian stronghold defending Trieste during the Great War. In the area, it’s not uncommon to come across war relics that have lain forgotten in the vegetation for over a century. To the south of Hermada, Duino Castle stands as a monument to elegance. Owned by the Thurn und Taxis family, the castle can still be visited today and is considered one of the most stunning panoramic spots in all of Friuli Venezia Giulia. From here, the view stretches from the Alps to Croatia. Crossing into the Isonzo territory, the border is marked by the so-called Mouths of the Timavo river. It’s here that, after nearly ninety kilometres, the river emerges from the earth, creating an oasis of tranquillity where the church of San Giovanni, built in the 13th century, stands out. Between San Giovanni di Duino and Ronchi dei Legionari, the starting point of Gabriele D’Annunzio’s Fiume expedition, lie just a few kilometres steeped in stories of the 20th century. In the hills surrounding Monfalcone, you’ll find the Great War theme park. Perhaps its most famous feature is the renowned “Quota 85,” where soldier Enrico Toti fell, his

In the Karst, it’s easy to encounter the wonders of nature: an essential journey.

life becoming a legendary tale passed down through generations. Right after, you come across the Redipuglia War Memorial, one of the most imposing monuments in Europe. Here, in a monumental memorial built in the 1930s, rest about one hundred thousand soldiers who fell during the First World War.

Venezia Giulia, as a region, ends here. At Sagrado, the bridge over the Isonzo River connects both banks of a land that, starting from Gradisca, begins to express itself in another language— Friulian—and, geologically, leaves behind the limestone of the Karst to make way for the plains. Looking north and following the ideal route of the oil pipeline, you can glimpse the heights of the Collio, the hills where some of the world’s finest white wines are produced. After spending a few days immersed in the grand history of the last century and the wonderful effort of exploring a little-known land, a glass of Friulano wine is a good reason to relax—with a toast.

COLLIO: MISTERO E MERAVIGLIA

Terra di contaminazioni, di condottieri e di grandi sportivi.

Ecco il Collio.

Land of crossroads, leaders, and great athletes. This is Collio.

La mattina del 20 marzo 1797 Napoleone Bonaparte arriva a Gradisca e soggiorna a palazzo de Fin, in quella che oggi è conosciuta come via Ciotti. Vi prende alloggio e qui instaura il suo quartier generale. Per onorare la presenza del corso, i proprietari del palazzo decidono di far dono di una rosa che leggenda vuole sia ancora lì, tra i grandi alberi del parco. Gradisca d’Isonzo è così, ricca di misteri e di fascino di un passato particolarmente florido e importante. C’è la Gradisca veneziana impegnata a contenere le incursioni turche, ma anche la presenza del grande Leonardo da Vinci ricordata oggi dal museo digitale diffuso che porta il suo nome, ovvero una collezione dei suoi progetti fruibili in digitale a grandezza naturale, da gustare direttamente nel reticolo urbano della città fortezza. È moderna e antica, Gradisca, subito oltre il fiume Isonzo.

Da qui lo sguardo scivola leggero verso le alture del Collio. La piana per giungere alle sue pendici tradisce già la presenza dei vigneti, che lassù diventano proscenio di un orizzonte che si perde nelle acque della laguna di Grado. Cormons è capitale del Collio, magnete capace di mettere assieme chi questa

terra la abita al di qua e al di là del confine. Esiste un sottile filo, quasi mistico, che lega arte sacra e natura: pellegrini di tutte le etnie percorrevano, e per certi versi lo fanno ancora, i sentieri che corrono in mezzo alle vigne. Le mete possono essere tra le più diverse: il santuario di Preval (in territorio di Mossa), come pure la chiesa del Cristo de La Subida. È qui che appare il misticismo quando, secondo una leggenda del Cinquecento, due buoi si rifiutarono di proseguire la marcia in quanto il crocifisso posizionato dove oggi sorge la chiesetta iniziò a lacrimare sangue.

Sul Collio (chiamato Brda dal versante sloveno) resistono storie che richiamano il mito dei benandanti, personaggi capaci di condividere pratiche legate ai culti agrari e alla fertilità della terra, per questo motivo non particolarmente amati dalla Santa Inquisizione romana. Dalle cime di queste colline la discesa verso la pianura diventa un modo per scoprire storie di sport. Mariano del Friuli, tra le sue peculiarità, ne possiede una capace di risvegliare ricordi calcistici anche a chi non pensa di averne. Qui, infatti, nasce Dino Zoff, indimenticato portiere della nazionale Mundial del 1982. A Cormons, invece, è tornato

ad abitare il leggendario Bruno Pizzul, telecronista di centinaia di partite degli Azzurri. Qualche chilometro più in là, ad Aiello del Friuli, nacque Enzo Bearzot, mentre Edy Reja è di Lucinico, Tarcisio Burgnich di Ruda e Fabio Capello di Pieris. Un fazzoletto di terra dove il calcio ha rappresentato, per molto tempo, uno dei viatici per la felicità. Il vino del Collio è però uno degli elementi che meglio di altri caratterizzano questa terra. Centinaia di produttori vitivinicoli creano bianchi fermi e bollicine d’annata, ma anche vini rossi dal profumo inconfondibile e calici di Ramandolo per chiudere la giornata in dolcezza. Tra gli esempi più virtuosi ecco che emerge Villa Nachini Cabassi, oggi sede del Consorzio Vinicolo dei Colli Orientali, e impegnata nella valorizzazione del Collio attraverso la Tasting Academy. Lo sviluppo contemporaneo per rinnovare tradizioni antiche. Come le nostre radici. [NG]

ENGLISH TEXT

On the morning of 20 March 1797, Napoleon Bonaparte arrived in Gradisca and stayed at Palazzo de Fin, located on what is now known as Via Ciotti. He lodged there and established his headquarters. To honour the presence of the Corsican, the owners of the palace decided to gift him a rose, which legend says still blooms today among the large trees in the park. Gradisca d’Isonzo is a place rich with mysteries and the allure of a particularly prosperous and important past. There is the Venetian Gradisca, dedicated to defending against Turkish incursions, but also the memory of the great Leonardo da Vinci, commemorated today by the digital museum that bears his name. This museum offers a collection of his designs, available in life-size digital format, which can be enjoyed while wandering through the urban network of the fortress city. Gradisca is both modern and ancient,

just beyond the River Isonzo.

From here, the view gently sweeps towards the hills of the Collio. The plain leading to its foothills already hints at the presence of vineyards, which, higher up, become a stage for a horizon that stretches out to the waters of the Grado lagoon. Cormons is the capital of the Collio, a magnet that brings together those who live on both sides of the border. There is an almost mystical thread that links sacred art and nature: pilgrims of all ethnicities once walked—and, in some ways, still do—the paths winding through the vineyards. Their destinations could be as varied as the Sanctuary of Preval (in the territory of Mossa) or the Church of Christ at La Subida. This is where mysticism appears, as legend has it that in the 16th century, two oxen refused to move because the crucifix placed where the small church now stands began to bleed.

In the Collio (called Brda on the Slovenian side), stories of the benandanti still linger, mythical figures known for their association with agrarian rituals and the fertility of the land—practices that were not particularly favoured by the Roman Inquisition. From the peaks of these hills, the descent towards the

Cormons
F. Giraldi

Artegna Buia

Treppo Grande

Cassacco

Tricesimo

Reana del Rojale

Stazione di pompaggio di Reana del Rojale

Povoletto

Tavagnacco

Remanzacco

plain becomes a journey through sports history. Mariano del Friuli has a particular claim to fame that evokes football memories, even for those who may not realise they have them. This is where Dino Zoff was born, the unforgettable goalkeeper of Italy’s 1982 World Cupwinning team. Cormons is also home to the legendary Bruno Pizzul, the commentator for hundreds of Italy’s matches. A few kilometres away, in Aiello del Friuli, Enzo Bearzot was born, while Edy Reja hails from Lucinico, Tarcisio Burgnich from Ruda, and Fabio Capello from Pieris. This small patch of land was, for a long time, a pathway to happiness through football.

However, it is the wine of the Collio that best defines this region. Hundreds of winemakers produce still whites and vintage sparkling wines, as well as red wines with an unmistakable aroma and glasses of Ramandolo to end the day on a sweet note. Among the most distinguished examples is Villa Nachini Cabassi, now home to the Consortium of the Colli Orientali Winegrowers and dedicated to promoting the Collio through the Tasting Academy. Contemporary development to renew ancient traditions—like our roots. [NG]

Premariacco

Centinaia di produttori creano bianchi fermi e bollicine d’annata, tradizioni antiche ben piantate per terra.

Hundreds of producers craft still whites and vintage sparkling wines, deeply rooted in ancient traditions.

Corno di Rosazzo Manzano

San Giovanni al Natisone

Stazione di sfioro di Cormons

Gradisca d'Isonzo Mariano del Friuli

del Friuli

Redipuglia Doberdò del Lago Sagrado

SLOVENIA

Aiello
Ruda
Pieris
Mossa
Cormons
Fogliano

CARNIA L’ULTIMA FRONTIERA

— Carnia: the final frontier

di /by
Daniele Boltin

Seguendo il percorso dell’Oleodotto Transalpino, l’ultima parte in territorio italiano ci porta alla scoperta di alcuni luoghi tra i più suggestivi del Friuli Venezia Giulia, fino al confine austriaco.

La prima tappa di questo viaggio è Osoppo, crocevia di popoli e terra di conquista nel corso dei secoli. Le sue origini si spingono fino al quarto secolo avanti Cristo, quando il territorio era abitato dai carni, che hanno dato il nome alla regione geografica della Carnia. Testimone della storia di questo paese è il forte di Osoppo, le cui origini risalgono al Basso Medioevo. Monumento nazionale, si trova su un colle che domina la pianura e regala un’ottima vista panoramica. Da qui si vede un altro gioiello del territorio: il parco del Rivellino, un’oasi naturalistica di oltre 240 mila metri quadri.

Proseguendo verso nord si arriva a Trasaghis, dove incontriamo la costruzione più curiosa della zona: la chiesetta di San Michele dei Pagani. Incastonata su una parte di roccia, è raggiungibile con una camminata di dieci minuti.

La tappa successiva è Bordano. Qui è possibile visitare la Casa delle Farfalle, un vero e proprio museo vivente. Ci sono oltre cento specie di farfalle provenienti da ogni angolo del mondo. I tre habitat in cui è stata divisa la Casa ci portano nella giungla africana, nella foresta del Sud-Est asiatico e in Amazzonia. Nei dintorni, uno tra i pochi laghi di origine glaciale rimasti in Friuli Venezia Giulia: quello di Cornino, alimentato da falde sotterranee.

In una manciata di minuti poi si giunge al lago di Cavazzo, chiamato anche dei Tre Comuni.

È il bacino naturale più grande del Friuli Venezia Giulia, e le sue acque tra l’azzurro e il verde offrono grandi sorprese. Se non vi basta un bagno estivo rigenerante, si può puntare a un giro in barca a vela, canoa o kayak. Le specie animali che popolano il lago sono numerose: dalle ben quattordici famiglie di pesci per arrivare agli uccelli tra cui il martin pescatore e il tarabusino. Per

Lago di Cavazzo

Il Lago di Cavazzo

è il bacino naturale più grande della regione.

Lake Cavazzo

is the largest natural basin in the region.

godere appieno del fascino del lago c’è anche la possibilità di fare un trekking ad anello sulle sponde, attraverso un sentiero di circa otto chilometri.

Lasciato il lago e attraversato il fiume Tagliamento si arriva a Tolmezzo, il centro principale della Carnia. D’obbligo una passeggiata nel centro storico di questa cittadina che ha vissuto la sua epoca d’oro nel diciottesimo secolo, come dimostrano i suoi palazzi. Da non perdere il duomo di San Martino e palazzo Campeis, dove ha sede il Museo etnografico Michele Gortani.

Una piccola deviazione ci porterà poi nella frazione di Illegio. Un borgo noto per i suoi mulini (uno dei quali ancora in funzione), ma soprattutto per la sua mostra. Ogni anno vengono esposte opere d’arte di livello mondiale provenienti

Pieve di San Pietro in Carnia a Zuglio (Ud)
F. Giraldi

dalle più esclusive collezioni: un evento che ha portato ben oltre 400 mila persone.

Ma torniamo sui nostri passi e proseguiamo verso Zuglio. Avvicinandoci vediamo da lontano, su un colle che domina la valle, la pieve di San Pietro. Prima di salire, però, vi consigliamo di visitare le rovine dell’antica città romana di Iulium Carnicum.

Ci meritiamo infine un po’ di relax ad Arta Terme (il nome dice già tutto). I romani avevano scoperto la fonte Pudia, con la sua acqua curativa ricca di zolfo, calcio e magnesio. Arta è il posto ideale per godere dei benefici di una spa. Ci rimettiamo poi in marcia verso Paluzza. La frazione di Timau ospita il Museo della Grande Guerra, mentre sempre nel territorio comunale c’è il Pal Piccolo, montagna che è un museo a cielo aperto con tanto di trincee e baracche del fronte italo-austriaco.

Ad Arta Terme i romani avevano scoperto la fonte Pudia, ricca di zolfo e di magnesio.

In Arta Terme, the Romans discovered the Pudia spring, rich in sulfur and magnesium.

Il viaggio si conclude a Cercivento che ci saluta con le numerose rappresentazioni sacre che colorano il paese e che l’hanno reso una vera e propria Bibbia in plein air. ENGLISH TEXT

Following the route of the Transalpine Pipeline, the final stretch on Italian soil takes us through some of the most picturesque places in Friuli Venezia Giulia, all the way to the Austrian border.

to the geographical region of Carnia. A witness to the history of this town is the Osoppo Fortress, which dates back to the Late Middle Ages. Now a national monument, it sits on top of a hill overlooking the plain, offering stunning views. From here, you can also see another local gem: the Rivellino Park, a nature reserve spanning over 240,000 square metres.

Continuing north, we reach Trasaghis, where we encounter the most curious building in the area: the little church of San Michele dei Pagani. Nestled in the rock, it can be reached by a ten-minute walk.

The next stop is Bordano, home to the Butterfly House, a living museum of sorts. It houses over a hundred species of butterflies from all corners of the globe. The three habitats within the Butterfly House transport you to the African jungle, the Southeast Asian forest, and the Amazon rainforest. Nearby is one of the few remaining glacial lakes in Friuli Venezia Giulia: Lake Cornino, fed by underground springs.

Paluzza

The first stop on this journey is Osoppo, a crossroads of peoples and a land of conquest over the centuries. Its origins date back to the fourth century BC, when the area was inhabited by the Carnic people, who gave their name

A few minutes further on is Lake Cavazzo, also known as the Three Towns’ Lake. It’s the largest natural basin in Friuli Venezia Giulia, and its waters, shifting between shades of blue and green, hold many surprises. If a refreshing summer swim isn’t enough, you can try sailing, canoeing, or kayaking. The lake is home to a rich variety of wildlife, including fourteen different fish species and birds such as the kingfisher and the night heron. To fully appreciate the lake’s beauty, you can also hike the circular trail along its shores, which is about eight kilometres long.

After leaving the lake and crossing the Tagliamento River, we arrive in Tolmezzo, the main town of Carnia. A stroll through the historic centre is a must, with its eighteenth-century palaces bearing witness to its golden age. Be sure to visit the Cathedral of San Martino and the Campeis Palace, home to the Michele Gortani Ethnographic Museum.

A small detour will take you to the hamlet of Illegio. This village is famous for its mills (one of which is still in operation) and, above all, for its art exhibition. Each year, world-class artworks

Pal Piccolo

Timau

Entrata galleria di Monte Croce Carnico

Cercivento Paluzza

Stazione di pompaggio di Paluzza

Arta Terme

Zuglio

Gli ultimi chilometri in territorio Italiano: da Reana a passo Monte Croce Carnico.

The final kilometers on Italian soil: from Reana to passo Monte Croce Carnico.

Tolmezzo

Cavazzo Carnico

Trasaghis

Stazione di pompaggio di Cavazzo Carnico

Osoppo

Lago Cornino

Bordano Illegio

Gemona del Friuli

Artegna Buia

Cassacco Treppo Grande

from the most exclusive collections are displayed here, attracting over 400,000 visitors to date.

But let’s head back and continue towards Zuglio. As we approach, we can spot from afar the church of San Pietro, perched on a hill overlooking the valley. Before the climb, however, we recommend visiting the ruins of the ancient Roman city of Iulium Carnicum.

Finally, we deserve a bit of relaxation in Arta Terme (the name says it all). The Romans discovered the Pudia spring here, known for its healing waters rich in sulphur, calcium, and magnesium. Arta is the perfect place to enjoy the benefits of a spa.

We then continue our journey towards Paluzza. In the hamlet of Timau, you’ll find the Museum of the Great War, and still within the same area is Pal Piccolo, a mountain that is an open-air museum, complete with trenches and barracks from the Italian-Austrian front.

The journey concludes in Cercivento, which bids us farewell with its many sacred depictions that adorn the village, earning it the nickname of a true “openair Bible.” [NG]

Tricesimo Reana del Rojale

Stazione di pompaggio di Reana del Rojale

Povoletto

Tavagnacco

AUSTRIA FELIX

Il passaggio

tra i due Paesi

è una sfida ingegneristica fuori dal comune.

The passage between the two countries is an extraordinary engineering challenge.

161 dei 753 chilometri dell’oleodotto TAL attraversano le regioni montuose e incontaminate dell’Austria, superando ben tre passi alpini che costituiscono i dislivelli più importanti lungo tutto il percorso. Anche il passaggio del confine italo-austriaco è una sfida ingegneristica: a 950 metri sul livello del mare l’oleodotto oltrepassa la dorsale carnica attraverso il tunnel di Plöcken, lungo sette chilometri, passando dall’Italia a una delle zone più autentiche e incontaminate della Carinzia.

Il distretto di Kötschach-Mauthen vanta una storia legata all’antica strada romana, la via Julia Augusta, che durante il regno dell’imperatore Augusto collegava Aquileia a Iuvavum, l’attuale Salisburgo. Le caratteristiche principali di questo luogo sono l’atmosfera conviviale, lo spirito semplice e il profondo rispetto per l’ambiente. I lungimiranti produttori locali hanno intuito per tempo la tendenza del mercato verso prodotti sostenibili e di alta qualità. Hanno quindi preservato le tradizioni culinarie, trasformando la regione nel “cuore gastronomico della Carinzia”, attraverso l’ideale dello Slow Food, creando un viaggio, un’esperienza che

GERMANIA

Kufstein

Hahnenkamm Tunnel

Felbertauern Tunnel

Kitzbühel

Matrei

Mittersill

Thaleralm

Salisburgo

AUSTRIA

Großglockner

Parco Nazionale Alti Tauri

Lienz

Plöcken Tunnel

Klagenfurt

Kötschach-Mauthen

Dal Großglockner al glamour: nessun altro luogo in Tirolo riesce a unire tradizione e stile come Kitzbühel.

From the Großglockner to glamour: no other place in Tyrol combines tradition and style like Kitzbühel.

costruisce un legame profondo con il visitatore. Questo significa vivere il territorio, le persone, gli ingredienti e i processi produttivi – un’esperienza a passo lento, dove le malghe di alta montagna sono la culla di prodotti lattiero-caseari d’eccellenza. Il Gailtaler Speck si è imposto con successo anche nella cucina internazionale, affiancando i formaggi locali. Un appuntamento imperdibile per i buongustai è il festival annuale del formaggio, giunto alla 27ª edizione nel 2024.

L’oleodotto prosegue dalla Carinzia al Tirolo Orientale, un territorio famoso per la sua autenticità e la natura incontaminata. Qui è possibile riconnettersi con l’ambiente sotto cieli stellati incredibilmente limpidi, circondati da 266 cime di tremila metri e dai 611 chilometri quadrati del Parco Nazionale degli Alti Tauri. L’oleodotto segue il corso dei fiumi nel distretto di Lienz, che abbraccia l’intero Tirolo Orientale. Prima costeggia la maestosa Drava fino a Lienz, vivace capitale distrettuale. Qui, i visitatori dicono che “inizia il Sud”. La città si distingue per i suoi eventi sportivi e culturali, che si svolgono tra il pittoresco centro storico e le vicine Dolomiti. Da qui, l’oleodotto segue l’Isel, l’ultimo fiume glaciale libero delle Alpi, fino a Matrei. Condivide il percorso con l’Iseltrail, un sentiero a lunga distanza che svela la bellezza incontaminata del fiume. Mentre questo si dirama

verso l’Arctic Glacier Gate nel Parco Nazionale, l’oleodotto sale nella valle dei Tauri trovandosi spesso a costeggiare il Parco Nazionale degli Alti Tauri, con il Grossglockner a soli 15 chilometri in linea d’aria. Al Felbertauern l’oleodotto raggiunge il suo punto più alto (1.572 metri), attraversando dal Tirolo alla provincia di Salisburgo.

A Felbertauern l’Oleodotto TAL sfrutta la differenza di altitudine del tracciato per restituire energia all’ambiente. La centrale di Taimeralm è la prima al mondo a generare energia elettrica, senza emissioni di CO2, grazie al flusso del petrolio in discesa dal versante nord della catena montuosa dei Tauri. Dalla sua messa in funzione nell’agosto 2018, ha prodotto 73.214 MWh, equivalenti a 73 GWh di energia elettrica. Successivamente l’oleodotto attraversa la valle della Salzach a Mittersill, supera l’ultimo passo alpino, il passo Thurn, e continua il suo percorso verso Sud. Durante il tragitto passa nei pressi della più elegante stazione sciistica invernale della regione.

Dal Großglockner al glamour: nessun altro luogo in Tirolo riesce a unire tradizione e stile come Kitzbühel. I visitatori internazionali amano il fascino di questi contrasti nella città del camoscio, sia in estate che in inverno. Dal 1931 la gara dell’Hahnenkamm a Kitzbühel è diventata uno degli eventi sportivi invernali più importanti al mondo. Una vittoria nella Coppa del Mondo sulla Streif o sul Ganslernhang è considerata dagli atleti tanto prestigiosa quanto una medaglia olimpica. Altrettanto ricco di storia –anche se sconosciuto a milioni di visitatori nel corso degli anni– è l’Oleodotto Transalpino, che attraversa il tunnel dell’Hahnenkamm fin dal 1964. Non lontano da qui, la tratta austriaca del TAL termina al confine austro-tedesco a Kufstein/Kiefersfelden.

Una vittoria nella Coppa del Mondo sulla Streif o sul Ganslernhang è considerata dagli atleti tanto prestigiosa quanto una medaglia olimpica.

A World Cup victory on the Streif or the Ganslernhang is considered by athletes as prestigious as an Olympic medal.

161 of the 753 kilometres of the TAL pipeline run through Austria. In mountainous, unspoilt regions, the pipeline overcomes the most significant differences in altitude of its entire route via three alpine passes. Even crossing the Italian-Austrian border is a feat of strength. At 950 metres above sea level, the pipeline crosses the Carnic main ridge through the 7 km long Plöcken tunnel and switches from Italy to one of the most authentic, pristine regions of Carinthia.

The Kötschach-Mauthen district is historically characterised by the former Roman road Via Julia Augusta, which connected Aquilea with Iuvavum, today’s Salzburg, during the reign of Emperor Augustus. Its identity is characterised by a convivial atmosphere, a down-to-earth attitude and a deep respect for the environment. Forwardthinking food producers recognised the

trend towards sustainable, high-quality products early on. Preserving the culinary traditions, these protagonists developed the region into the ‘most delicious corner of Carinthia’ and discovered the Slow Food idealism for the region. A Slow Food journey means entering into a relationship with the region as a guest. To actively experience the people, the ingredients and the production - moments of experience in slow motion. The high-altitude alpine pastures are the origin of first-class milk and cheese products. Gailtal Speck has successfully established itself in regional and international cuisine alongside local cheese. An insider tip for gourmets is and remains the annual cheese festival in September, which was held for the 27th time in 2024.

Along free streaming glacial rivers and under a clear starry sky.

The pipeline leads from Carinthia through East Tyrol, which is known for its authenticity and unspoilt nature. A good place to reconnect with nature as a human being - under breathtakingly clear starry skies, in the midst of 266 three-thousand metre peaks or on 611 km of Hohe Tauern National Park. The Transalpine Pipeline follows the course

ENGLISH TEXT
Kitzbühel, Hahnenkammrennen Tirol
Un

appuntamento imperdibile per i buongustai è il festival annuale del formaggio, giunto alla 27ª edizione nel 2024.

of the rivers in the district of Lienz, which covers the whole of East Tyrol. First it follows the mighty, wide Drau to the lively district capital of Lienz. This is where the south begins, according to visitors on holiday. Lienz is unmistakable with its sporting and cultural events between the idyllic historic centre and the nearby Lienz Dolomites. From Lienz, the pipeline leads to Matrei in East Tyrol along the Isel, the last free-flowing glacial river in the Alps. It shares the route with the Iseltrail long-distance hiking trail, which reveals the picturesque natural beauty of the glacial river. Where the Iseltrail branches off to the Arctic Glacier Gate in the National Park, the pipeline leads steadily uphill into the Tauern Valley. Here, the route frequently borders the Hohe Tauern National Park, with the Grossglockner just 15 kilometres away by air-line. At Felbertauern, the oil pipeline reaches its geographically highest point (1,572 m) and crosses over from the province of Tyrol to Salzburg.

At the Felbertauern, where nature is particularly harsh, the TAL Transalpine Pipeline utilises the northern downhill section and gives energy back to nature. The Taimeralm crude oil power plant

A must-attend event for food lovers is the annual cheese festival, now in its 27th edition in 2024.

in Pinzgau, Salzburg, is the first power plant in the world to generate CO2-free energy from oil flow. Since commissioning in August 2018, a total of 73,214 MWh or 73 GWh of electrical energy has been generated. After the Felbertauern, the pipeline crosses the Salzach Valley in Mittersill, crosses the last Alpine pass, Pass Thurn, and continues its route through North Tyrol. It does not do this without paying a visit to the most elegant winter ski resort in Tyrol.

From the Großglockner to glamour

No other place in Tyrol combines tradition with glamour better than Kitzbühel. International guests enjoy the charm of these contrasts in the Gamsstadt in both summer and winter. Since 1931, the Hahnenkamm race in Kitzbühel has developed into one of the most important winter sports events in the world. A World Cup triumph on the Streif or the Ganslernhang is considered by many athletes to be just as prestigious as an Olympic victory. Equally steeped in history - and unimagined by millions of visitors over the decades - the Transalpine oil pipeline has been running through the Hahnenkamm Tunnel since 1964. Not far from the tunnel, the Austrian route of the TAL ends at the Austrian-German border in Kufstein/ Kiefersfelden.

J. Puch

Il Chiemsee, un’oasi di pace e di relax.

Bavaria’s Sea: the Chiemsee, an oasis of peace and relaxation.

IL MARE DELLA BAVIERA

È

facile comprendere perché il Chiemsee si sia guadagnato il soprannome di “mare bavarese.”

It’s easy to see why the Chiemsee has earned the nickname ‘Bavarian Sea’.

Il Chiemgau si trova nella Baviera meridionale, ed è una popolare meta turistica ai piedi delle Alpi. Visitatori da tutto il mondo giungono fin qui per ammirare i pittoreschi villaggi e il paesaggio unico del Lago Chiemsee. Il panorama montano con vista sul lago di ottanta chilometri quadrati, le vette eccezionali, i sentieri escursionistici e le offerte della gastronomia tradizionale attirano un gran numero di visitatori. Non mancano neppure le destinazioni per gite di giornata come l’isola Herreninsel, con il nuovo castello di Herrenchiemsee costruito da Ludovico II – una riproduzione più piccola del palazzo di Versailles. O, per chi cerca un’atmosfera più tranquilla, la piccola isola Fraueninsel. Che ci si soffermi sulla riva del lago o che si raggiunga una delle isole, è facile comprendere perché il Chiemsee si sia guadagnato il soprannome di “mare bavarese”. Anche al di fuori della stagione balneare, la regione continua ad attirare visitatori. In autunno ci sono eventi tradizionali come l’Hoagart e le famose cavalcate di San Leonardo, ma anche numerosi percorsi escursionistici o visite guidate. Gli amanti dello sport, delle esperienze culinarie, della salute e della natura troveranno nel Chiemgau quello che stanno cercando. La sua tutela, però, è anche responsabilità dell’economia locale. Pochi sanno infatti che un oleodotto sotterraneo attraversa questa regione idilliaca. Il greggio che scorre attraverso una condotta larga un metro è di vitale importanza per l’approvvigionamento energetico dell’Europa centrale. Per proteggere il sito, ogni tre anni dal 1969 si tiene un’esercitazione speciale per

contrastare un’eventuale fuoriuscita di petrolio.

Oltre al suo status di popolare destinazione turistica, il Chiemgau ricopre anche una grande importanza economica: da quasi sessant’anni l’Oleodotto Transalpino corre sottoterra. L’infrastruttura parte dal Nord-Est dell’Italia e collega il Porto di Trieste con il cuore dell’Europa: un totale di otto raffinerie in Germania e Repubblica Ceca sono fornite di petrolio greggio attraverso l’ oleodotto a Nord delle Alpi. La Baviera e il Baden-Württemberg coprono il 100% del loro fabbisogno tramite l’oleodotto TAL, mentre le consegne verso la Repubblica Ceca aumenteranno notevolmente entro il 2025.

La sicurezza e la protezione delle persone e della natura sono la massima priorità, e per questo motivo TAL effettua ispezioni regolari con gli strumenti più moderni e il personale maggiormente qualificato. Ciò prevede anche l’addestramento per gestire potenziali scenari di emergenza.

Luoghi come il Chiemgau richiedono un’attenzione particolare, che viene supportata non solo dai residenti locali, ma anche dagli ambientalisti e dalle imprese. Per il sicuro funzionamento

L. Balle

Karlsruhe

dell’oleodotto, TAL Germania è in stretta comunicazione con le autorità locali. In caso di emergenze o situazioni insolite, è garantito che l’Agenzia di Soccorso Tecnico, i Vigili del Fuoco e la Polizia possano giungere rapidamente sul posto, assicurando che le operazioni si svolgano senza intoppi. La sicurezza è il fattore centrale per garantire l’approvvigionamento energetico. “L’esercitazione contro lo sversamento di petrolio conferma chiaramente che la collaborazione tra personale volontario altamente qualificato, autorità, aziende partner e sistemi di controllo efficienti funziona idealmente”, afferma Alessio Lilli, direttore generale del gruppo TAL.

L’azienda è sempre aperta a nuovi sviluppi per garantire sicurezza e sostenibilità nel sito: durante l’ultima esercitazione del 2023, sono stati utilizzati droni a impatto minimo sugli animali, basati su un confronto con l’Associazione Bavarese per la Protezione degli Uccelli, per rispettare l’habitat dei volatili e della fauna locale.

Attorno al lago Chiemsee si possono trovare circa 1.300 specie diverse di piante e 300 specie di uccelli, che sono a rischio in caso di disastro ambientale. Soprattutto l’avifauna acquatica e i rapaci come l’aquila di mare, che hanno scelto di nidificare in questo luogo. Durante i mesi più freddi, il lago Chiemsee ospita fino a 30 mila uccelli acquatici che lo utilizzano come area di nidificazione, sosta o svernamento.

La conservazione di questo straordinario habitat (che funge anche da destinazione turistica) è di particolare valore per aziende come TAL. “La consapevolezza e l’impegno per preservare i luoghi in cui passa il nostro oleodotto, soprattutto a lungo termine, sono i fattori più importanti del nostro impegno”, sottolinea Lilli.

ENGLISH

Ingolstadt

München

Neustadt

TEXT

The Chiemgau is located in Southern Bavaria and a popular travel destination in the foothills of the Alps. Its preservation is the responsibility of, amongst others, the local economy. What few people know: An underground pipeline runs right through this idyllic region. The crude oil that flows through the 1-meter-wide pipeline is of vital importance for the energy supply of Central Europe. To protect the site, a special oil spill response drill has been conducted every three years since 1969.

Every year, millions of people from all over the world visit the picturesque foothills of the Alps by Lake Chiemsee, mainly for its unique scenery. From the Alpine panorama with views of the 80-square-kilometer Lake

Burghausen

Chiemgau

Lago Chiemsee

AUSTRIA

Chiemsee to exceptional peaks and hiking trails, and traditional culinary offerings as well as destinations for daytrips: the island Herreninsel, with the New Herrenchiemsee Palace built by Ludwig II – a smaller replica of the Palace of Versailles – is a true crowd-puller. Visitors find a more tranquil idyll on the smaller island, Fraueninsel. Standing either on the lakeshore or on either island, visitors will understand why Lake Chiemsee has earned its nickname “Bavarian Sea.”

Even outside the bathing season, the region continues to attract crowds. In the golden season, not only traditional customs such as the Hoagart and the famous Leonhardi Rides take place – but also several hiking routes or expert-guided tours can be visited. Whether visitors are motivated by sports, culinary experiences, or health, anyone who appreciates nature will find what they are looking for in Chiemgau. In addition to its status as a popular travel destination, the Chiemgau is also of high importance for the economy: for almost sixty years, the Transalpine Oil Pipeline has run underground here. The pipeline network starts in the north-east of Italy and connects the port of Trieste with the heart of Europe: A total of eight

ITALIA
AUSTRIA
Vohburg
GERMANIA
La conservazione di questo straordinario habitat è di particolare valore per aziende come TAL.
The preservation of this extraordinary habitat is of particular importance to companies like TAL.

refineries in Germany and the Czech Republic are supplied with crude oil via the pipeline north of the Alps. Bavaria and Baden-Württemberg cover 100 percent of their crude oil needs through the TAL pipeline, while deliveries to the Czech Republic will be significantly increased by 2025. Few people know that the pipeline also crosses the main ridge of the Alps south of Lake Chiemsee.

The safety and protection of both the people and nature are of utmost priority. To permanently ensure this, TAL conducts regular inspections with the most modern instruments and qualified personnel. This also includes preparing for potential disaster scenarios.

Places like the Chiemgau require special attention, which is supported not only by local residents but also by environmentalists and businesses. For

the safe operation of the pipeline, TAL Germany is in close communication with local authorities. In emergencies or unusual situations, it can thus be ensured that the Technical Relief Agency, the fire department, and the police can quickly be on-site, and smooth operations are guaranteed. Security is the central factor in ensuring energy supply. “The oil spill exercise impressively confirms that the collaboration of highly qualified voluntary emergency personnel, authorities, partner companies, and efficient control systems works ideally,” says Alessio Lilli, General Manager of the TAL Group.

The company is always open to new developments to ensure safety and sustainability at the site: During the last drill in 2023, animal-friendly drones were used, based on an exchange with the Bavarian Bird Protection Association, to respect the habitat of local birds and wildlife.

Around Lake Chiemsee, approximately 1,300 different plant species and 300 bird species can be found, which are at risk in the event of an environmental disaster. Especially waterfowl and birds of prey, such as the bald eagle, call this place home. During the colder months, Lake Chiemsee hosts up to 30,000 waterfowl that use it as a breeding, resting, or wintering area.

The preservation of this extraordinary habitat and tourist destination is of particular value to companies like TAL. “Awareness and commitment to preserving the places where our pipeline runs, especially in the long term, are the most important factors of our engagement,” stresses Lilli.

Alice Noel Fabi
foto di /photo by Camilla Bach

Dal mare alla montagna

—From the sea to the mountains

Proprio come l’Oleodotto Transalpino che da Trieste attraversa l’intera regione per portare energia verso il Centro Europa, anche noi possiamo partire attraversando il Friuli Venezia Giulia. Sempre di energia si tratta: del resto cos’è il cibo se non carburante per il corpo? Migliore il cibo, migliore il carburante.

Guardiamo allora alle eccellenze e alle ricette locali, dal mare alla montagna. C’è davvero l’imbarazzo della scelta in un territorio con influenze e contaminazioni che rendono la nostra cucina particolarmente eclettica e, soprattutto, fortemente connessa all’Europa Centrale. Una gastronomia che mescola davvero ingredienti e piatti tipicamente continentali con un’accentuata nota di Mediterraneo. Del resto, la geografia parla chiaro quanto la storia di questi luoghi: genti latine, germaniche e slave si sono susseguite influenzandosi a vicenda.

Si potrebbe quindi scrivere davvero un intero libro sull’argomento, e non sarebbe certamente il primo. Qui, ahimé, non posso dilungarmi ad libitum , ma posso tracciare una linea che unisce idealmente terra e mare passando per il Collio, dove vengono prodotti alcuni dei migliori vini bianchi d’Italia.

ENGLISH TEXT

Just like the Transalpine Pipeline that cuts across the entire region, transporting energy to Central Europe, we too can set off across Friuli Venezia Giulia. After all, it’s about energy: isn’t food fuel for the body? The better the food, the better the fuel.

Let’s take a look at the local culinary delights and recipes, from the sea to the mountains. There is an overwhelming variety in a region whose cuisine is particularly eclectic, thanks to cross-cultural influences that make it deeply connected to Central Europe. Its gastronomy blends ingredients and dishes that are distinctly continental with a pronounced Mediterranean touch. Geography speaks as clearly as history here: Latin, Germanic, and Slavic cultures have all influenced each other over time.

One could certainly write an entire book on the subject, and it wouldn’t be the first. Here, alas, I cannot delve into infinite detail, but I can trace a line that connects land and sea, passing through the Collio, where some of Italy’s finest white wines are produced.

La Pasta allo Scoglio

La Strada Costiera che raggiunge Trieste è un percorso mozzafiato anche per chi l’ha percorsa cento, mille volte. Abbarbicata su un costone roccioso pare una cartolina e - arrivando da Ovest - il mare sulla destra ospita file e file di boe colorate. Di cosa si tratta? Coltivazioni di mitili, ovvero cozze, “pedoci”, come il chiamiamo a Trieste. Sotto ogni boa ci sono filari che scendono sott’acqua, stracarichi di questi deliziosi molluschi bivalvi.

Ogni città di mare italiana cucina la pasta allo scoglio alla propria maniera, perché si basa sul pesce locale disponibile. È perciò naturale che da noi si usino le cozze, che abbiamo in abbondanza. E ricordatevi che la ricetta è adattabile alla stagionalità che (come in un mantra che spero condividiate) è fondamentale per celebrare ingredienti che in quello specifico momento dell’anno sono all’apice del gusto, oltre ad essere locali (abbasso il gambero dall’Argentina! Se ne stia in Argentina a deliziare gli argentini!).

Celebriamo insomma il pesce fresco locale, sapendo che la ricetta seguente si può adattare in base ai consigli del vostro pescivendolo di fiducia. –

The Strada Costiera leading to Trieste is a breathtaking route, even for those who have driven it a hundred, a thousand times. Perched on a rocky ledge, it feels like a postcard, and –coming from the West – the sea on the right hosts rows and rows of colourful buoys. What are they for? Mussel farming, or “pedoci” as we call them in Trieste. Beneath each buoy, long lines sink into the water, laden with these delicious bivalve molluscs.

Every Italian coastal town has its own version of “pasta allo scoglio”, as it’s based on the locally available seafood. Naturally, in our area, we use mussels, which are plentiful. And remember, the recipe is adaptable to the seasonality of the ingredients (which, like a mantra I hope you share, is essential for celebrating ingredients at their peak flavour, in addition to being local – no Argentine shrimp here! Let them stay in Argentina to delight the Argentinians!).

In short, we celebrate local, fresh seafood, knowing that the following recipe can be adapted based on the advice of your trusted fishmonger. Ingredients for 4 people

Ingredienti per 4 persone

400 g di spaghetti

1 kg di cozze

1 kg di vongole

8 gamberi, mazzancolle o scampi

300 g di calamari (o seppie)

300 g di pomodorini ciliegino o datterino (o salsa di pomodoro in inverno)

Olio extravergine d’oliva (EVO)

Basilico o prezzemolo

Preparazione

Mettete le vongole in ammollo in frigorifero per alcune ore, cambiando l’acqua almeno un paio di volte per essere sicuri di togliere tutta la sabbia. Pulite le cozze sotto l’acqua corrente, spazzolate il guscio e rimuovete il bisso, ovvero la “barbetta” che esce dal guscio. Cuocete le cozze al vapore in poca acqua fino a che si aprono, tenendo da parte il liquido di cottura. Fate lo stesso per le vongole.

Scaldate dell’olio in padella, rosolate i pomodorini con un po’ di sale. Dopo 10 minuti, aggiungete i gamberi e cuocete per 5 minuti. Unite i calamari tagliati a listarelle e saltate per qualche minuto. Aggiungete quindi cozze e vongole e usate l’acqua di cottura dei molluschi per il sugo, riducendo quanto necessario.

Quando gli spaghetti saranno al dente, scolateli con un minuto in anticipo e saltateli nella padella assieme al sugo, “risottando” leggermente. Servite con olio a crudo, basilico fresco e pepe.

400 g spaghetti

1 kg mussels

1 kg clams

8 prawns, langoustines, or large shrimp

300 g calamari (or cuttlefish)

300 g cherry or date tomatoes (or tomato sauce in winter)

Extra virgin olive oil (EVO)

Basil or parsley

Preparation

Soak the clams in cold water in the fridge for a few hours, changing the water at least twice to remove any sand. Clean the mussels under running water, scrubbing the shells and removing the beard (the “byssus” that sticks out from the shell).

Steam the mussels in a little water until they open, reserving the cooking liquid. Do the same with the clams. Heat some oil in a pan, sauté the tomatoes with a pinch of salt. After 10 minutes, add the prawns and cook for 5 minutes. Add the sliced calamari and sauté for a few minutes.

Then add the mussels and clams and use the reserved cooking liquid from the shellfish for the sauce, reducing it as necessary. When the spaghetti is al dente, drain it a minute early and toss it in the pan with the sauce, allowing it to absorb the flavours. Serve with a drizzle of raw olive oil, fresh basil, and black pepper.

Il Frico

E adesso andiamo dritti dritti in montagna, con un meraviglioso esempio di come si possano creare grandi gusti davvero con poco. Radicato nella cultura italiana della cucina povera e antispreco e caso emblematico di economia domestica, il frico prevede semplicissimi ingredienti: formaggio, patate e cipolle (che sono addirittura opzionali). Le antiche origini sono carniche, ma oggi è piatto tipico di tutto il Friuli e ne esistono diverse versioni: ogni famiglia ama farlo a modo proprio. Viene spesso servito con la polenta, ma è delizioso anche da solo, come antipasto o merenda.

Now let’s head straight to the mountains with a wonderful example of how to create bold flavours from humble ingredients. Rooted in the Italian tradition of peasant cuisine and zero-waste, frico is an iconic dish of domestic economy. Its ingredients are incredibly simple: cheese, potatoes, and onions (which are even optional). Its origins lie in the Carnia region, but today, frico is a typical dish throughout Friuli, with many variations: each family loves to make it their own way. It’s often served with polenta but is just as delicious on its own, as an appetizer or snack.

Ingredienti

1 cipolla

3 cucchiai di olio extravergine

d’oliva

500 g di patate

250 g di formaggio Montasio

fresco

250 g di formaggio Montasio

stagionato

Sale e pepe q.b.

1 onion

3 tablespoons extra virgin olive oil

500 g potatoes

250 g fresh Montasio cheese

250 g aged Montasio cheese

Salt and pepper to taste

Preparazione

Affettate la cipolla e soffriggetela nell’olio extravergine d’oliva fino a doratura. Pelate e grattugiate le patate, poi aggiungetele alla padella con sale e pepe. Cuocete per 10 minuti, mescolando di tanto in tanto. Grattugiate i formaggi e uniteli alle patate. Lasciate sciogliere, e assicuratevi che si formi una crosticina sul fondo. Girate il frico come fosse una frittata, con l’aiuto di un piatto o di un coperchio, cuocete fino a che anche sull’altro lato si formi una crosticina croccante. Il segreto di un frico perfetto infatti sta proprio nella crosta, croccante fuori, ma che mantiene un cuore morbido all’interno.

Slice the onion and sauté it in olive oil until golden. Peel and grate the potatoes, then add them to the pan with salt and pepper.

Cook for 10 minutes, stirring occasionally.

Grate the cheeses and mix them with the potatoes. Let everything melt, ensuring a golden crust forms on the bottom.

Flip the frico like an omelette, using a plate or lid to help, and cook until a crispy crust forms on the other side as well. The secret to a perfect frico is in the crust: crispy on the outside, but soft and melty inside.

E con cosa abbiniamo queste ricette? Un territorio con una geografia così ricca, che è stato sempre un incrocio di culture, non poteva non dare frutti interessanti anche dal punto di vista vitivinicolo, con una varietà di eccellenze complesse e assortite per qualità. In Friuli Venezia Giulia si produce circa il 2% dei vini italiani, ma il loro pregio è tale che la produzione ristretta li rende ancora più ambiti.

Dai vini eroici del Carso a quelli del Collio Goriziano o dei Colli Orientali del Friuli, c’è l’imbarazzo della scelta, ma se accettate il mio consiglio io abbinerei un Collio bianco (blend di uve bianche cresciute nella zona) alla pasta allo scoglio, mentre andrei di ribolla gialla macerata di Oslavia con il frico. Che dirvi, a questo punto? Cin cin!

Wine Pairing

What should we pair with these recipes? A region with such a rich geography, historically a crossroads of cultures, could only yield fascinating results in winemaking, with a variety of complex, high-quality wines. Friuli Venezia Giulia produces about 2% of Italy’s wine, but their quality is such that their limited production makes them even more sought after.

From the bold wines of the Karst to those of Collio Goriziano or the Colli Orientali del Friuli, there’s no shortage of excellent choices. If you’ll take my advice, I would pair a Collio white (a blend of white grapes from the region) with the pasta allo scoglio, and a macerated Ribolla Gialla from Oslavia with the frico. And with that, what more can I say? Cheers!

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.