IES Trieste Lifestyle n 26 ITA/TED

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direttore responsabile

Giovanni Marzini

coordinamento editoriale

Nicolò Giraldi

coordinamento

Paola De Cassan

segreteria di redazione

Fabiana Parenzan redazione@prandicom.it

Via Cesare Battisti 1, 34125 Trieste

hanno collaborato

Micol Brusaferro, Alice Noel Fabi, Maddalena Giuffrida, Francesca Pitacco, Alberto Polojac, Stefano Mattia Pribetti, Ottavio Silva, Ilaria Romanzin, Francesca Schillaci

content editor

Rino Lombardi

marketing advisor

Stefania Boccabianca

coordinamento traduzioni

Matthias Probst

progetto grafico e impaginazione

Matteo Bartoli, Elisa Dudine – Basiq

stampa

Riccigraf S.a.s.

foto di copertina

Giovanni Aiello

fotografie

Giovanni Aiello, Camilla Bach, Silvia Ballis, Raffaello Celebrin, Carlo Cocolin, Francesca Comello, Ulderica Da Pozzo, Fabrice Gallina, Cesare Genuzio, Giuliano Koren, Max Morelli, Elisa Piccaro, Luigi Vitale, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, Archivio Museo Revoltella, Archivio Gal Carso, PromoTurismoFVG, Archivio Adobe Stock, Archivio Alamy Stock Photo

un progetto

/von Giovanni

ARTE DI STRADA

—Street Art

Dai graffiti della preistoria ai murales come forma di comunicazione visiva in un’era a noi più vicina, quella del disegno urbano che incuriosisce e attrae, al punto di diventare una forma d’arte che aiuta a capire e conoscere un luogo e anche la sua storia. Questo numero di IES ci prova: a raccontarvi Trieste, in parte il suo passato, ma soprattutto il suo presente, attraverso un viaggio che per una volta si lascia alle spalle gli iconici angoli del suo centro storico per concentrarsi su quelle periferie che proprio l’arte della pittura murale sta trasformando da luoghi di apparente degrado a scorci di nuova vita e ritrovato interesse. In questo originale ed ambizioso percorso ci sono venuti in aiuto i tanti “Banksy triestini” che da anni –in questo caso senza farne mistero– hanno colorato con ingegnosa fantasia ed innegabile gusto edifici, pareti, angoli nascosti di una città che ha tanto da raccontare; della sua non facile storia passata e oggi di un presente certamente meno doloroso. Spesso sostenuti anche finanziariamente dal “pubblico” ed a volte anche da privati, i murales come forma di arte urbana stanno coinvolgendo artisti che con la “street art” si sono guadagnati una riconosciuta fama, non solo a livello locale.

Il progetto di questo originale itinerario turistico nasce da un’idea del nostro Nicolò Giraldi, figlia di un progetto avviato sulla testata on line Trieste Prima nei mesi passati e tradotto adesso su carta grazie anche alle fotografie di Giovanni Aiello. Lasciatevi quindi guidare dalle firme di IES lungo questo inedito percorso, che difficilmente troverete in altre guide cittadine. Per il visitatore ma –ne siamo certi– anche per molti abitanti di Trieste, sarà un viaggio con non poche scoperte e più di qualche sorpresa, attraverso il tracciato di un museo all’aperto, unico nel suo genere se non altro per l’orario continuato che ovviamente non può conoscere giornate di chiusura.

Buone visite, allora!

Von den Wandmalereien der Urzeit bis zu den “Murals” als Form der visuellen Kommunikation von heute - die faszinierende Urban Art fesselt und fasziniert. Zugleich hilft sie dabei, einen Ort und dessen Geschichte besser zu verstehen. Die aktuelle Ausgabe von IES hat genau das zum Ziel: Sie möchte Ihnen Triest näher bringen. Zum Teil seine Vergangenheit, aber vor allem seine Gegenwart, und zwar im Rahmen einer Tour, die ausnahmsweise einmal die berühmten Ecken der Altstadt ausklammert und sich auf die Vororte konzentriert, die durch die Kunst der Wandgemälde zu Orten mit neuem Leben und von wiedererwachtem Interesse geworden sind. Auf dieser originellen und ambitionierten Tour haben uns die vielen “Banksys” aus Triest geholfen, die seit Jahren - in diesem Fall ohne ein Geheimnis daraus zu machen - mit Einfallsreichtum und Geschmack Gebäude, Mauern und versteckte Winkel einer Stadt bemalen, die so viel zu erzählen hat: von ihrer schwierigen Vergangenheit und von ihrer heute sicher weniger schmerzhaften Gegenwart.

Die Wandgemälde, die von der öffentlichen Hand und manchmal auch privat finanziell unterstützt werden, sind eine Form der Street Art. Geschaffen wurden sie von Künstler:innen, die sich nicht nur auf lokaler Ebene einen Namen gemacht haben.

Das Projekt dieser originellen Route stammt von unserem Nicolò Giraldi und ist das Ergebnis eines Projekts, das in den vergangenen Monaten in der Online- Ausgabe von Trieste Prima vorgestellt wurde und nun dank der Fotos von Giovanni Aiello in den Druck geht. Lassen Sie sich also von den Mitwirkenden von IES auf dieser beispiellosen Route begleiten, die Sie in herkömmlichen Stadtführern kaum finden werden. Für die Gäste, aber auch für alle, die hier leben, wird es eine Tour voller Entdeckungen und Überraschungen sein. Ein Freilichtmuseum sozusagen, das in seiner Art einzigartig ist, allein schon wegen seiner durchgehenden Öffnungszeiten.

Viel Spaß beim Entdecken!

di
Marzini

la cultura,

quasi un processo di “geminazione”

Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.

La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.

Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).

Chiavi che durano per sempre.

Che affinano gusto e capacità di giudizio.

Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare.

Che potremo condividere e scambiare con altri.

La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale.

Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni.

La Fondazione lo crede da sempre.

IES, IL CUORE DI TRIESTE

L’Accademia del fumetto, una solida realtà dedicata alla fantasia e alla creatività.
L’Accademia del Fumetto - die solide Comic-Schule im Zeichen der Fantasie und Kreativität

Il prossimo anno l’Accademia del Fumetto di Trieste celebra i vent’anni. Una strada fatta di passione, impegno, dedizione, ma anche di estro, creatività e voglia di innovare. Un luogo magico dove i pensieri, i sogni e le storie diventano immagini.

Avviata nel 2005, la scuola nel tempo ha accolto persone di diverse età, tra le quali molti giovanissimi, inseriti in laboratori o percorsi didattici; uno spazio scelto anche dagli adulti e più in generale da chi vuole affidarsi a insegnanti qualificati per esplorare diversi mondi come quello dei Manga giapponesi, molto richiesto dai ragazzi, ma anche quello del Disegno di Moda, dell’Anatomia Artistica, del Disegno dal Vero e tanto altro ancora. Secondo l’accademia, il fumetto ha ottime potenzialità didattiche ed educative, una disciplina unica nel suo genere perché in grado di unire in forma artistica disegni e parole e raccontare aspetti della realtà o della fantasia.

Il presidente Mario Cerne spiega che “tutto è iniziato per volontà di un comitato di genitori a San Giovanni; il primo corso è stato fatto nell’oratorio della chiesa, poi abbiamo collaborato con l’allora azienda sanitaria per passare alla scuola Codermaz, mentre il numero di allievi aumentava costantemente. Nel 2011 è stata formalizzata la nascita dell’accademia come associazione di promozione sociale. Il fumetto –sottolinea– è un’arte popolare nonché lettura molto amata. Abbiamo scoperto ben presto che le richieste erano tante e negli ultimi anni abbiamo un’ottantina di allievi che frequentano in modo stabile i corsi, dai 7 anni in su. La nostra volontà è che tutti possano esprimersi liberamente. Noi li accompagniamo con piacere ed entusiasmo in questa avventura”.

Accademia del Fumetto via di Torrebianca 41 www.accademiafumettotrieste.it

Nächstes Jahr feiert die Accademia del Fumetto in Triest ihr 20-jähriges Bestehen. Ein Werdegang, der von Leidenschaft, Engagement, Hingabe, aber auch von Fantasie, Kreativität und dem Wunsch nach Innovation geprägt ist. Die 2005 gegründete Schule hat im Laufe der Zeit Menschen unterschiedlichen Alters ausgebildet, darunter viele sehr junge Menschen, die an Workshops oder Lehrveranstaltungen teilgenommen haben. Doch auch Erwachsene und alle, die qualifizierte Lehrkräfte suchen, um verschiedene Welten zu erkunden, wie z. B. den heutzutage bei Jugendlichen sehr beliebten japanischen Manga, aber auch Modedesign, künstlerische Anatomie, hyperrealistische Zeichnungen und vieles mehr. Laut Akademie haben Comics ein hervorragendes didaktisches und pädagogisches Potenzial, weil sie Zeichnungen und Worte in künstlerischer Form vereinen und Aspekte der Realität oder der Fantasie erzählen.

Wie der Vorsitzende Mario Cerne erklärt, “begann alles im Jahr 2005 auf Betreiben eines Elternkomitees in San Giovanni. Der erste Kurs fand im Oratorium der Kirche statt, dann zogen wir in Kooperation mit der damaligen Gesundheitsbehörde in die CodermazSchule um, während die Zahl der Schüler stetig zunahm. Im Jahr 2011 wurde die Akademie als Verein zur sozialen Förderung eingetragen. Comics sind eine beliebte Kunst und auch eine beliebte Lektüre. Schon bald gab es viele Anfragen, die mit einem starken Interesse an diesem Bereich verbunden waren, und in den letzten Jahren hatten wir immer rund 80 Kursteilnehmer:innen ab 7 Jahren. Unser Wunsch ist es, dass sich alle frei ausdrücken können. Bei diesem Abenteuer begleiten wir sie mit Freude und Begeisterung.”

L’Accademia del Fumetto Via di Torrebianca 41 www.accademiafumettotrieste.it

Street gallery

Un itinerario nell’arte di strada cittadina. —
Ein Streifzug durch die Street Art der Stadt.

Il bisogno di lasciare il segno non è retorica dell’egocentrismo moderno, bensì un rituale che l’umanità continua a sperimentare da migliaia di anni. I graffiti riflettono un mondo dove l’espressione si fa superficie e il colore regala forme e geometrie artistiche uniche nel suo genere. Quando gli spazi bianchi accolgono creature immaginarie e gli uomini e le donne si fermano a contemplarli ecco che l’operazione può dirsi completa. Dal tempo delle caverne fino ad arrivare ai murales contemporanei, il significato di quel segno è sempre lo stesso: come una catapulta, fa gioco sul senso estetico per sganciare il proprio messaggio.

Trieste ha un rapporto complesso e altalenante con i murales. Da qualche anno a questa parte il Comune ha intravisto nell’arte di strada la possibilità di abbellire zone e spazi un tempo degradati. Se il centro vive la sua bellezza quasi con gelosia –e le forme artistiche come i murales, ma anche apprezzabili disegni e pavimenti a mosaico rimangono nascosti al cospetto di monumenti più celebri–, è la periferia che vive la metamorfosi del colore più visibile.

Si tratta di spazi come Borgo San Sergio, divenuti nel corso del tempo oasi di pace e di serenità comunitaria, o il quadrilatero di Melara, restituito a nuova vita anche grazie al progetto MelArt;

di /von Nicolò Giraldi

ed è proprio l’arte di strada che diventa il pretesto per uscire dal reticolo del centro storico e per mettersi in viaggio alla scoperta di ciò che la periferia ha da raccontare. Ricercare i murales è operazione di merito, cercata soprattutto per restituire celebrità a ciò che il visitatore oggi fa sempre più fatica a raggiungere. Inoltre, può essere anche pretesto per riscoprire angoli dimenticati nel tempo.

Tutto è “terapeutico”, come scrive Ugo Guarino sulle pareti degli edifici dell’ex ospedale psichiatrico. Può esserlo anche un murales o una semplice scritta. Ma ci sono forme d’arte –non solo graffiti– che escono dal perimetro che la banalità scolpisce sulla mappa. È un po’ come imboccare la ciclabile (che poi è un’ex ferrovia transfrontaliera che racconta l’epopea di treni tra Trieste e il Carso) che da San Giacomo conduce verso Draga Sant’Elia. Qui, nei pressi di un cavalcavia esplode l’esortazione dialettale a spingersi un po’ più in là: “Però… camina!!!”. Alla fine, i murales diffondono le storie di chi è rimasto fuori dal giro che conta e la loro presenza diventa funzionale alla ricerca delle cosiddette nicchie culturali.

Nell’ala destra dell’edificio centrale dell’università, salendo fino al quarto

piano e guardando giù, si noteranno dei mosaici che ricordano le province della Venezia Giulia tra le due guerre. La forma artistica è impressionante, ma è la sua posizione seminascosta agli occhi di chiunque a renderla interessante; così come lo è il grande murales che ricorda una delle redazioni de Il Piccolo, storico quotidiano della città fondato a fine Ottocento, e che in piazza Goldoni, seppure scolorito, fa bella mostra di sé. Potrebbe risuonare alla stregua di una caccia al tesoro, l’operazione triestina dei murales. Ci sono segni che rimangono appiccicati a pareti di edifici dismessi, di quelli che un tempo ospitavano grandi idee imprenditoriali. È il caso, ad esempio, della targa che in pendice dello Scoglietto, nel rione di Cologna, ricorda la prima bottega di Ottavio Missoni. Il maglificio Venjulia non esiste più, ma in quella stradina stretta in discesa si trovano gli albori dell’impero della moda realizzato dallo stilista di origine dalmata. La targa è lì, affissa ad una colonna di cemento, dimenticata dai più e nascosta alla vista dei tanti. Rappresentano vicende passate che in questa città hanno avuto impatti culturali più o meno considerati. Ma le forme d’arte su strada nascono anche in periodi difficili e

Melara
G. Aiello
G. Aiello
Piazza Goldoni. La vecchia sede del quotidiano locale /Der alte Sitz der Triester Zeitung
Mettersi in viaggio alla scoperta di ciò che la periferia ha da raccontare.
Auf dem Weg in die Außenbezirke voller neuer Geschichten.

non solo per diletto: la propaganda murale realizzata pre, durante e post seconda guerra mondiale la si trova ancora, in alcuni quartieri della città. Sono scritte o disegni (li chiameremmo stencil, oggi) che richiamano al Ventennio, alla liberazione dal nazifascismo o all’arrivo delle truppe jugoslave nel maggio del 1945. Sono relitti che oggi vengono ignorati quasi da tutti, ma campeggiano ancora, sbiaditi nel loro carattere anacronistico, eppure così significativi dal punto di vista storico. Il senso dell’operazione murales è che alla dimensione già di per sé affascinante sotto il punto di vista dell’architettura, la città ha aggiunto colori contemporanei, frutto della creatività di artisti nati e cresciuti all’ombra di San Giusto. Sono macchie di vernice che abbelliscono quartieri, facciate ed edifici che fino a qualche anno fa vivevano nell’anonimato. La mappa cresce giorno dopo giorno, in virtù di attuali sensibilità che sono state fatte emergere. Riscoprire lati dimenticati della città rappresenta il modo per riconsegnare alle periferie il loro giusto ruolo nell’urbe. Far sì che anche il visitatore possa contribuire a tutto ciò è disegnare un “nuovo” approccio nell’apprezzare non solo la Storia di questa città, ma anche e soprattutto il suo presente.

Das Bedürfnis, Zeichen zu hinterlassen, ist keine Erfindung des modernen Egozentrismus, sondern ein Ritual, mit dem die Menschheit seit Jahrtausenden experimentiert. Graffiti spiegeln eine Welt wider, in der der Ausdruck zur Oberfläche wird und Farben einzigartige künstlerische Formen schaffen. Wenn weiße Flächen imaginären Kreaturen Platz machen und Menschen davor stehen bleiben, kann man sagen, dass das Ziel erreicht wurde. Von den Höhlenmalereien bis zu den heutigen Wandgemälden bleibt ihre Bedeutung dabei immer dieselbe: Wie ein Katapult spielen sie mit dem Sinn für Ästhetik und schleudern ihre Botschaft in die Welt.

Triest hat ein komplexes und wechselhaftes Verhältnis zur Wandmalerei. Seit einigen Jahren sieht die Stadtverwaltung die Street Art jedoch als Möglichkeit, heruntergekommene Bereiche und Orte zu verschönern. Während das Stadtzentrum seine Schönheit geradezu eifersüchtig hütet und künstlerische Formen wie Wandgemälde, sehenswerte Zeichnungen oder Mosaike im Schatten bedeutenderer Denkmäler verborgen bleiben, erleben die Außenbezirke eine bunte Metamorphose.

Das Viertel Borgo San Sergio z. B. hat sich im Laufe der Zeit in eine Oase des Friedens und der Gemeinschaft verwandelt. Der Melara-Komplex wurde auch dank des Projekts MelArt zu neuem Leben erweckt. Die Street Art ist also der perfekte “Vorwand”, um die Innenstadt zu verlassen und sich auf den Weg in die Außenbezirke zu machen. Auf diese Weise kommen Besucher:innen heute auch in weniger bekannte Viertel und entdecken Ecken, die im Laufe der Zeit in Vergessenheit geraten sind.

Alles ist “therapeutisch” lautet die Theorie von Ugo Guarino an den Wänden der ehemaligen Psychiatrie. Selbst ein Wandgemälde oder eine einfache Inschrift kann es sein. Aber es gibt Kunstformen - nicht nur Graffiti -, die die Grenzen des Alltäglichen sprengen. Ein bisschen wie der Radweg (einer ehemaligen grenzüberschreitenden Eisenbahnstrecke, die die Geschichte der Eisenbahn zwischen Triest und

Piazzale Giarizzole
G. Aiello

Macchie di vernice

che abbelliscono quartieri, facciate ed edifici… La mappa cresce giorno dopo giorno.

Farbtupfer, die Viertel, Fassaden und Gebäude verschönern... Die Karte wächst von Tag zu Tag.

dem Karst erzählt), der von San Giacomo nach Draga Sant’Elia führt. Hier, in der Nähe einer Überführung, erscheint die im Dialekt verfasste Aufforderung, noch ein wenig weiter zu radeln: “Però... camina!!! ” (Komm... weiter!!!). Denn letztlich erzählen die Wandgemälde die Geschichten derer, die aus dem Kreis der Einflussreichen ausgegrenzt wurden und ihre Präsenz hilft bei der Suche nach sog. kulturellen Nischen.

Im rechten Flügel des Hauptgebäudes der Universität kann man vom vierten Stock aus die Bodenmosaike sehen, die an die Provinzen von Julisch Venetien zwischen den beiden Kriegen erinnern. Das künstlerische Werk ist beeindruckend, aber es ist die halb verborgene Lage, die es noch interessanter macht. Ebenso wie das große

Ghetto ebraico
Valmaura
El Pedocin
Porto Vecchio - Magazzino 27
Ex OPP – Parco di S. Giovanni
Piazza Goldoni San Giusto Via di Tor Bandena
Casa dei Puffi

Le forme d’arte escono dal perimetro della banalità.

Kunstformen, die Grenzen des Alltäglichen sprengen.

Wandbild an der Piazza Goldoni, das an eine der Redaktionen der Triester Zeitung Il Piccolo erinnert, die Ende des 19. Jahrhunderts gegründet wurde. Wenn auch verfärbt, bietet es einen schönen Anblick.

Triester Wandgemälde hat also etwas von einer Schatzsuche. An den Wänden verlassener Gebäude mit einst großen Geschäften sind oft noch Schilder zu sehen, wie die Gedenktafel im Stadtteil Cologna (in Pendice dello Scoglietto), die an die erste Werkstatt von Ottavio Missoni erinnert. Auch die Strickwarenfabrik Venjulia gibt es heute nicht mehr, aber in dieser Gasse am Hang liegen die Anfänge des Modeimperiums, das der in Dalmatien geborene Designer geschaffen hat, und das dazugehörige Schild hängt immer noch an einer Betonsäule - von den meisten vergessen und für die Öffentlichkeit kaum sichtbar. Diese Zeichen stehen für vergangene Ereignisse, die mehr oder weniger große kulturelle Auswirkungen hatten. Aber Straßenkunst gab es auch in schwierigen Zeiten: So ist in einigen Teilen der Stadt immer noch die Wandpropaganda sichtbar, die vor, während und nach dem Zweiten Weltkrieg geschaffen wurde. Es handelt sich um Inschriften bzw. Zeichnungen, die man heute Stencils nennen würde

und die an die 20 Jahre Faschismus, die Befreiung vom Nazifaschismus und die Ankunft der jugoslawischen Truppen im Mai 1945 erinnern. Relikte, die heute von wenigen wahrgenommen werden, aber immer noch bestehen - verblasst in ihrem anachronistischen Charakter und doch historisch bedeutsam.

Der Sinn der Wandgemälde besteht auch darin, der ohnehin schon faszinierenden architektonischen Dimension der Stadt zeitgenössische Farben hinzuzufügen - als Ausdruck der Kreativität von Künstler:innen, die im Schatten von San Giusto geboren und aufgewachsen sind. Es sind Farbtupfer, die Viertel, Fassaden und Gebäude verschönern, die bis vor einigen Jahren noch in der Anonymität schlummerten. Dank einer neuen Sensibilität wächst die Karte von Tag zu Tag. Die Wiederentdeckung der vergessenen Ecken der Stadt ist ein Weg, den Randbezirken ihre gebührende Rolle in der Urbanität zurückzugeben. Durch einen “neuen” Ansatz, der nicht nur die Geschichte der Stadt, sondern auch und vor allem ihre Gegenwart würdigt, können auch Besucher:innen zu diesem Prozess beitragen.

Melara G.

Imurales possono avere un potere enorme, quello di risvegliare i luoghi delle città che per le ragioni più diverse erano dormienti.

Il termine, derivato dallo spagnolo pintura mural, definisce l’arte che viene fatta sui muri –e questo lo sappiamo tutti– ma la particolarità fondamentale sta nel fatto che queste opere non solo nascono liberamente ma possono anche essere ammirate liberamente.

C’è murales e murales, certo. Quando sono ben fatti possono essere portatori di bellezza, veicolatori di pensiero. Decorano, vivacizzano pareti fatiscenti, regalano nuova vita a zone della città abbandonate, degradate o semplicemente dimenticate. Lanciano messaggi al mondo! Berlino in questo senso ha fatto scuola, con il suo celebre Muro che divideva le due zone della città, facendolo diventare un museo d’arte a cielo aperto, sempre aperto. Quale esempio migliore per ricordare i murales come espressione di libertà di pensiero? Qualche traccia della gigantesca opera d’arte (che oggi si direbbe partecipata) è ancora visibile nella capitale tedesca.

Pensandoci bene, oggi l’arte di Banksy e di JR è nata un po’ anche da lì. È arte che a volte ci coinvolge e ci emoziona molto più che dentro le sale di un museo, perché entra nei luoghi della quotidianità. In fondo noi interior designer facciamo dentro casa quello che i murales fanno alle città, oppure quello che i progettisti fanno alle aree industriali e portuali e agli antichi borghi. Chi in piccolo, chi in grande, siamo tutti accomunati dal desiderio e dalla gioia di dare nuova linfa a luoghi, spazi, vite.

SU COL MURALES

—Rauf mit dem Wandbild

Murals können eine enorme Kraft haben und Orte in Städten wiederbeleben, die aus den unterschiedlichsten Gründen in Vergessenheit geraten sind.

Der vom spanischen Wort pintura mural abgeleitete Begriff bezeichnet Kunst, die an Wänden entsteht - so weit, so gut. Aber die grundlegende Besonderheit liegt darin, dass diese Werke nicht nur frei geschaffen werden, sondern auch frei bewundert werden können.

Sie senden Botschaften in die Welt! Diesbezüglich hat Berlin Schule gemacht, mit seiner berühmten Mauer, die zu einem jederzeit zugänglichen Freiluftmuseum geworden ist. Kaum ein Beispiel eignet sich besser zum Verständnis der Wandmalereien als Ausdruck der Gedankenfreiheit. Reste des gigantischen Kunstwerks (das man heute als partizipative Kunst bezeichnen würde) sind in der deutschen Hauptstadt immer noch sichtbar.

Auch den Beginn der heutigen Kunst von Banksy und JR kann man ein wenig dort ansiedeln. Eine Kunst, die einen oft viel mehr bewegt als die in Museen, gerade weil sie in alltäglichen Orten zu Hause ist.

Zinelli&Perizzi

Via S. Sebastiano, 1

Natürlich sind sie sehr unterschiedlich. Wenn sie gut gemacht sind, vermitteln sie Schönheit oder geben Denkanstöße. Sie schmücken bröckelnde Mauern, hauchen verlassenen, verkommenen oder in Vergessenheit geratenen Stadtviertel neues Leben ein.

Letztlich machen wir Innenarchitekt:innen in den Wohnungen das, was die Wandmalereien in den Städten oder was Städteplaner:innen in Industrieund Hafengebieten oder in alten Dörfern machen. Ob im Großen oder im Kleinen - uns alle eint der Wunsch und die Freude, Orten und Räumen neues Leben zu verleihen.

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Segni e disegni di una città che cambia.

Zeichen und Zeichnungen einer Stadt im Wandel. —Farbe im Zentrum

Il colore al centro

Trieste viene spesso descritta come sobria, quasi austera e certamente asburgica nella sua architettura, ma ha anche un’anima colorata e leggera, che ha preso vita in questi ultimi anni, da quando murales e graffiti hanno cominciato ad essere una costante della decorazione urbana di molte città.

Se è difficile catalogare come street art gli affreschi che Carlo Sbisà realizzò nel 1937 all’interno della Galleria Protti, rappresentanti la prosperità di Trieste attraverso il lavoro, il risparmio, l’assicurazione, l’industria, la navigazione e il commercio, l’etichetta di murales meglio si adatta alle opere di Ugo Guarino, artista poliedrico che coadiuvò negli anni Settanta Franco Basaglia nell’azione di chiusura dei manicomi.

All’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico Provinciale (OPP) rimane

un’unica traccia originale della grande epopea basagliana: la cubitale scritta rossa “La verità è rivoluzionaria” su una delle palazzine vicino alla chiesa, che faceva il paio con “La libertà è terapeutica”, cancellata dai restauri. In centro città nel 1991 Guarino realizzò la cartoonistica e brillante nave targata Trieste su un muro di via di Tor Bandena, riportata a nuova vita nel 2016 grazie al restauro condotto da Elisa Vladilo, la quale aveva affiancato Guarino venticinque anni prima sulla medesima facciata. Il profilo di uno scafo nero carico di coloratissimi container diretti nei porti dei cinque continenti è lontano dal mare, ma lo evoca anche in mezzo ai palazzi dietro piazza della Borsa.

Il nome della Vladilo è tornato alla ribalta nel 2020 quando ha animato con il suo Echo Surrounding i 1.550 metri quadri di manto stradale davanti

di /von Francesca Pitacco
In alto /Oben Via Tor Bandena

al magazzino 27 e alla Centrale idrodinamica di Porto Vecchio. In questo caso delle vibranti fasce giallo, arancio, viola e fucsia hanno salutato –in un anno indubbiamente cupo come quello pandemico– i partecipanti all’EuroScience Open Forum che ha designato Trieste capitale europea della cultura scientifica.

Quest’opera decisamente fuori scala –tanto da essere inserita nella corrente dell’environmental painting–riporta alla mente la gigantesca decorazione dell’Europa rapita da un Giove trasformatosi in toro bianco realizzata da Bruno Chersicla nel 2000 a coprire l’intera pavimentazione di piazza Unità. Se dopo i lavori di riqualificazione della piazza si è persa ormai qualsiasi traccia dell’opera, di lei rimangono le immagini aeree e i racconti di tanti triestini che hanno dato vita a questo piccolo capolavoro d’arte tanto effimero quanto collettivo. Per scoprire però i murales più recenti posizionati nel centro di Trieste è necessario uscire dai sentieri più battuti.

Salire al colle di San Giusto è più facile prendendo l’ascensore che si trova all’interno del Park San Giusto, il cui ingresso si trova a lato del teatro romano. Il lungo corridoio che conduce verso il cuore della collina è stato abbellito dai lavori di Davide e Sara Comelli, giovani e talentuosi artisti triestini dello studio Chromosome. Si comincia con le auto d’epoca che raccontano della corsa automobilistica in salita Trieste – Opicina, la cui prima edizione risale addirittura al 1911; si passa poi agli scorci di Cittavecchia dove si può giocare a riconoscere le facciate di Santa Maria Maggiore, San Silvestro e San

Giusto, e si conclude con la città mercantile legata al mare e alla produzione dei cantieri navali, dalle piccole barche da lavoro alle navi bianche che hanno portato il nome di Trieste in America e in Australia. Sempre in Cittavecchia addentratevi nella microscopica piazzetta Trauner, centro del primo ghetto ebraico triestino per scorgere alcuni trompe l’oeil d’effetto.

E se siete incuriositi dal bagno comunale La Lanterna, detto Pedocin, unico stabilimento balneare ancora oggi diviso tra uomini e donne, ma non è più tempo di un tuffo, soffermatevi sui 74 metri del muro di cinta esterno che l’Associazione Melart ha utilizzato per squadernare diverse fantasie, stili e soggetti accomunati dal titolo “Com’è profondo il mare”. Si va da una rivisitazione della celeberrima “La Grande Onda di Kanagawa” di Hokusai (una cui versione è visibile al locale Museo d’Arte Orientale) all’omaggio a Wolfrang Galletti, sommozzatore triestino deceduto nel 2019 a soli 43 anni durante un incarico di lavoro in Angola. Sono invece sparse tra Opicina, viale Miramare e piazza Sansovino –oltre al muro esterno del Centro Raccolta di Via Carbonara– le cabine Acegas decorate dalla street writer Alessandra Carloni, che con un accento steampunk ha accettato la commissione di AcegasApsAmga inserita nel progetto comunale Chromopolis per riportare a una nuova vita piccoli manufatti spesso imbrattati da scritte esteticamente poco gradevoli. Il filo conduttore di questi interventi è la figura di un’energica ragazzina che esalta le peculiarità locali come il tram di Opicina (purtroppo ancora fermo) e le tematiche ambientali.

graffito di Alessandra Carloni in Viale Miramare
San Giusto

DEUTSCHER TEXT

Triests Architektur wird oft als nüchtern, fast streng, auf jeden Fall aber habsburgisch beschrieben. Doch Triest hat auch eine bunte, unbeschwerte Seite, die in letzter Zeit zum Leben erwacht ist. Denn seit einigen Jahren gehören Wandgemälde und Graffiti in vielen Städten zur städtischen Gestaltung.

Die Fresken, die Carlo Sbisà 1937 in der Galleria Protti malte und die den Wohlstand von Triest durch Arbeit, Sparsamkeit, Versicherungen, Industrie, Schifffahrt und Handel darstellen, lassen sich nur schwer als Street Art bezeichnen, doch zu den Werken von Ugo Guarino passt die Bezeichnung. Der vielseitige Künstler unterstützte Franco Basaglia in den 70er Jahren bei seinen bahnbrechenden Bemühungen um die Schließung von Irrenanstalten.

Im Inneren der ehemaligen

psychiatrischen Klinik ist nur noch eine einzige originale Spur der Basaglia-Ära erhalten: die große rote Inschrift “Wahrheit ist revolutionär” in der Nähe der Kirche. Sie passte zum Satz “Freiheit ist therapeutisch”, der bei Restaurierungsarbeiten entfernt wurde.

In der Altstadt schuf Guarino 1991 das cartoonhafte und brillante Schiff mit der Bezeichnung “Trieste” an einer Wand in der Via di Tor Bandena, das 2016 dank der Restaurierung durch Elisa Vladilo, die 25 Jahre zuvor mit Guarino an derselben Fassade gearbeitet hatte, wieder zum Leben erweckt wurde. Das Profil des schwarzen, mit bunten Containern beladenen Schiffsrumpfes, der die Häfen der fünf Kontinente ansteuert, ist zwar nicht direkt am Meer, erinnert aber inmitten der Gebäude hinter der Piazza della Borsa daran.

Der Name Elisa Vladilo kehrte 2020 noch einmal ins Rampenlicht zurück, als sie die 1.550 m Straßenfläche vor dem Lagerhaus 27 und dem Hydrodynamischen Zentrum in Alten Hafen mit ihrem Kunstwerk Echo Surrounding schmückte. Leuchtend gelbe, orange, violette und pinke Streifen begrüßten - in einem zweifellos düsteren Pandemiejahr - die Teilnehmer:innen

In Cittavecchia addentratevi nella microscopica piazzetta Trauner, per scorgere alcuni trompe l’oeil d’effetto.

In der Altstadt kann man an der winzigen Piazzetta Trauner beeindruckende Trompe-l’oeil-Malereien bewundern.

Cittavecchia

des EuroScience Open Forum, das Triest zur europäischen Hauptstadt der Wissenschaft kürte.

Dieses ausgesprochen überdimensionale Werk, das als Environmental Painting eingestuft werden kann, erinnert an das gigantische Werk von Bruno Chersicla aus dem Jahr 2000, das die gesamte Piazza Unità bedeckte. Abgebildet war Europa, die von Jupiter in Form eines weißen Stiers entführt wurde. Seit der Neugestaltung des Platzes sind zwar keine Spuren des Werks mehr vorhanden, doch bleiben die Luftbilder und Geschichten der vielen Triestini, die diesem ebenso ephemeren wie kollektiven Kunstwerk Leben einhauchten. Um die jüngsten Wandgemälde im Zentrum von Triest zu entdecken, muss man jedoch die ausgetretenen Touristenpfade verlassen.

Am einfachsten ist es, den Aufzug in der Tiefgarage San Giusto neben dem römischen Theater aufzusuchen. Der lange Korridor, der ins Innere des Hügels führt, wurde von Davide und Sara Comelli, jungen und talentierten Triester Künstlern aus dem Atelier Chromosome, gestaltet. Der Gang beginnt mit Oldtimern: Sie erzählen von der Rally Triest - Opicina, die zum ersten Mal 1911 stattfand. Es folgen Impressionen aus der Altstadt mit den Fassaden von Santa Maria Maggiore, San Silvestro und San Giusto. Der Gang endet mit der Handelsstadt am Meer mit ihren Werften: Man sieht kleine Arbeitsboote und die weißen Dampfer, die den Namen Triest bis nach Amerika und Australien brachten. In der Altstadt befindet sich zudem die winzige Piazzetta

Trauner, das Zentrum des ersten jüdischen Ghettos von Triest, wo einige beeindruckende Trompe-l’oeil-Malereien zu sehen sind.

Wer auf das Strandbad La Lanterna neugierig ist, das auch Pedocin genannt wird (der einzige Strand, an dem Männlein und Weiblein immer noch getrennt sind), aber kein Badewetter vorfindet, kann sich ja die 74 m lange Außenwand ansehen. Der Verein Melart hat hier verschiedene Fantasien, Stile und Darstellungen unter dem Titel “Wie tief das Meer ist” realisiert. Sie reichen von einer Neuinterpretation von Hokusais berühmter “großen Welle von Kanagawa“ (eine Version davon ist im örtlichen Museum für Orientalische Kunst zu sehen) bis hin zu einer Hommage an Wolfrang Galletti, einen Taucher aus Triest, der 2019 im Alter von nur 43 Jahren während eines Arbeitseinsatzes in Angola ums Leben kam.

In Opicina, dem Viale Miramare und an der Piazza Sansovino - sowie an der Außenwand der Müllsammelstelle in der Via Carbonara - befinden sich stattdessen Stromhäuschen, die von der Streetwriterin Alessandra Carloni gestaltet wurden. Sie hat im Auftrag von AcegasApsAmga das Projekt Chromopolis realisiert und die kleinen, oft beschmierten Gebäude mit einer Steampunk-Note wieder zum Leben erweckt. Das Leitmotiv dieser Wandgemälde ist die Figur eines energischen jungen Mädchens, das lokale Besonderheiten wie die (leider immer noch stillstehende) Straßenbahn von Opicina und Umweltfragen ins Szene setzt.

Per scoprire i murales più recenti nel centro di Trieste è necessario uscire dai sentieri più battuti.

Um die jüngsten Wandgemälde im Zentrum von Triest zu entdecken, muss man die ausgetretenen Touristenpfade verlassen.

El Pedocin
G. Aiello

A Trieste c’è aria di futuro

Nuova liale

Piazza Unità d’Italia, 3

Vieni a trovarci

SOSTENIBILITÀ PER UN FUTURO PIÙ GREEN

Promuovere il territorio del Friuli Venezia Giulia combinando turismo, cultura e sostenibilità ambientale: è l’obiettivo del tour #NonTiScordarDiMe, progetto itinerante giunto alla sua sesta edizione organizzato da Gruppo Illiria (dal 2001 realtà leader nella produzione di distributori automatici), con il supporto di Nestlé Italiana e Gruppo Sanpellegrino e in collaborazione con GIT Grado e Boramata.

L’iniziativa, insignita del marchio #IoSonoFriuliVeneziaGiulia, ha preso il via a Trieste lo scorso giugno, in occasione di Boramata, la festa che celebra il vento di Trieste con un variopinto prato di girandole in piazza Unità d’Italia. Le tappe seguenti hanno visto il tour animare le spiagge della GIT di Grado in due weekend di luglio per poi

#NonTiScordarDiMe, il tour del Gruppo Illiria per promuovere il territorio attraverso l’educazione ambientale.

Für eine grünere Zukunft

Die Region fördern durch UmweltbildungGruppo Illiria mit ihrer Tour #NonTiScordarDiMe

concludersi, come novità di questa edizione, con una tappa a Tarvisio insieme a Boramata dove 70 girandole hanno colorato Piazza Unità, un omaggio alla grande foresta del tarvisiano.

Durante ogni tappa, il Green Team Illiria ha somministrato un questionario sull’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, per mettere alla prova la conoscenza dei partecipanti sui 17 obiettivi globali per un futuro più green. Gli adulti e i bambini che hanno completato il questionario hanno ricevuto una bustina di semi “amici delle api”, contribuendo alla tutela della biodiversità regionale. Per ogni questionario completato, disponibile anche online, Gruppo Illiria ha stanziato 10 centesimi a favore di un progetto per la protezione delle api. Altro punto focale del tour è la promozione del riciclo della plastica. Un grande cesto a forma di secchiello, per la raccolta del PET, è stato infatti installato presso l’ingresso principale della spiaggia di Grado.

Gruppo Illiria è un’azienda con sede a Udine che copre quasi tutto il territorio del Nord e Centro Italia con 14 filiali. Conta 530 dipendenti, 25mila distributori installati sul territorio nazionale e 74 milioni di fatturato. “Il nostro percorso sostenibilità ha già una lunga storiaspiega il Gruppo Illiria -, siamo usciti già 10 anni fa con un report di sostenibilità ma in questi anni c’è stata una maggior sensibilizzazione sulla tematica. Abbiamo così organizzato dei progetti, tra cui #nontiscordardime nel 2019, con l’idea di educare le persone al riciclo della plastica. Un tema che per noi è sensibile, vendendo distributori con bottigliette d’acqua e altre bevande, e volevamo trasmettere il messaggio che la plastica è una risorsa importante se viene confluita e riciclata. Poi il tema si è esteso alla tematica ‘green’ in generale e due anni fa abbiamo creato il quiz online. Al giorno d’oggi è compito di tutte le aziende promuovere un’educazione in tal senso”.

DEUTSCHER TEXT

Die Region Friaul-Julisch Venetien durch eine Kombination aus Tourismus, Kultur und ökologischer Nachhaltigkeit fördern: Das ist das Ziel der Tour #NonTiScordarDiMe. Das wandernde Projekt wird bereits zum sechsten Mal von Gruppo Illiria (seit 2001 ein führender Hersteller von Verkaufsautomaten) mit der Unterstützung von Nestlé Italiana und Gruppo Sanpellegrino zusammen mit GIT Grado und Boramata organisiert.

Die Initiative wurde mit dem Siegel #IoSonoFriuliVeneziaGiulia ausgezeichnet und startete im vergangenen Juni in Triest. Anlass war das Boramata-Festival, das den Triester Wind mit unzähligen bunten Windrädern auf der Piazza Unità feierte. Im Juli folgten zwei Wochenenden mit Animationen an den GIT-Stränden von Grado, bevor die Tour mit einer Veranstaltung zusammen mit Boramata erstmals in Tarvis endete. Dabei wurde die Piazza Unità mit 70 farbigen Windrädern geschmückt - eine Hommage an den großen Wald von Tarvis.

Bei jedem Halt verteilte das Green Team Illiria einen Fragebogen zur Agenda 2030 für nachhaltige Entwicklung

und testete die Kenntnisse der Teilnehmer:innen rund um die 17 globalen Ziele für eine grünere Zukunft. Erwachsene und Kinder, die den Fragebogen ausfüllten, erhielten ein Tütchen mit bienenfreundlichem Saatgut und tragen so zum Schutz der regionalen Artenvielfalt bei. Für jeden ausgefüllten Fragebogen, der auch online verfügbar ist, spendete Illiria 10 Cent an ein Bienenschutzprojekt. Ein weiterer Schwerpunkt der Tour ist die Förderung des Kunststoffrecyclings. So wurde am Haupteingang des Strandes von Grado eine große Tonne zum Sammeln von PET aufgestellt. Das Unternehmen Gruppo Illiria hat seinen Sitz in Udine und deckt mit 14 Filialen fast ganz Nord- und Mittelitalien ab. Mit seinen 530 Mitarbeiter:innen und 25.000 Automaten im ganzen Land erwirtschaftet “es einen Umsatz von 74 Millionen. Unser Weg zur Nachhaltigkeit hat eine lange Geschichte”, erklärt Illiria. “Unseren ersten Nachhaltigkeitsbericht haben wir schon vor 10 Jahren herausgegeben, aber erst in den letzten Jahren ist das Bewusstsein für dieses Thema gewachsen. Deshalb haben wir Projekte organisiert, darunter #NonTiScordarDiMe im Jahr 2019, mit dem Ziel, die Menschen über das Recycling von Kunststoff aufzuklären. Für uns als Hersteller von Getränkeautomaten ein sensibles Thema; unsere Botschaft: Kunststoff ist eine wichtige Ressource, sofern er gesammelt und recycelt wird. Später haben wir das Thema auf “Grün” erweitert und vor zwei Jahren das online-Quiz entwickelt. Heute sollte Bildung in diesem Sinne von allen Unternehmen gefördert werden.”

NUOVE VOCI

Fuori dal centro, dentro nuove testimonianze d’arte.

Raus aus dem Zentrum, hin zu neuen Kunstobjekten.

La vera storia di una città, con tutto il suo popolo, è quasi sempre racchiusa nei racconti di periferia, quei luoghi ai margini dello sguardo, dove agglomerati di vite si sono ritrovati a condividere spesso gli stessi ideali, gli stessi disagi, tanto quanto la stessa urgenza di esprimere la propria voce. È là, negli spazi declassati e spesso stigmatizzati che ancora oggi è necessario portare il proprio corpo per cogliere la vera culla di un’intera realtà cittadina, lontana dalle comodità e dalle apparenze, figlia soltanto di vissuti spesso dimenticati. Esprimere la propria voce, in questo viaggio, tira in ballo l’arte chiamata “di strada, o più contemporaneamente “arte urbana” e ne fa il cuore pulsante di singole storie fino a diventare una vera e propria voce collettiva.

Quartiere di Valmaura. Il più popolato di tutta la città e che vanta la più alta concentrazione di strutture sportive, una delle quali prende il nome di Pino Grezar, calciatore del Grande Torino, morto nella tragedia di Superga insieme a tutta la squadra. Ma non solo chi ha vinto gli scudetti è nel cuore di questo rione, che conserva la storica Risiera di San Sabba dove morì –tra i tanti– Giuseppe Pino Robusti, il giovane innamorato immortalato nella scultura “Cantico dei cantici” dello scultore Marcello Mascherini in piazza Oberdan. C’è anche chi è morto per amore del calcio e che ancora oggi incendia il cuore degli ultras della Triestina: il tifoso Stefano Furlan, che vede la sua memoria nella grande opera a lui dedicata. A concretizzare la volontà di portare ricordo ed estetica nelle periferie di Trieste è il progetto “Chromopolis – la città del futuro” che ha coinvolto 27 artisti locali per dipingere 11 opere nel centro del rione, attraverso un’arte gravida spesso di repressione, nata un tempo nella clandestinità di giovani artisti che sentivano il bisogno di comunicare l’esigenza di un riscatto tra immagini e parole. Da Stefano Furlan alla bora di Trieste; dal golfo con le sue specialità ittiche e l’evoluzione del writing, fino a “Zeno e la sua coscienza” di Fabrizio di Luca, situata sotto la statua di Nike che domina il piazzale del quartiere. Se c’è Zeno in onore a Italo Svevo certo non manca James Joyce con disegni tratti dall’Ulisse nell’opera “Trieste” realizzata in via Flavia da Stelio Pupet e Texis, artisti greci che raccontano la città tra tavolini di osteria travolti dai “refoli” di bora.

A destra /Rechts

Stadio Grezar, Via di Valmaura e Via Flavia

Sport, letteratura e mare vedono le migliori sinestesie nei tratti di tutti questi artisti che a Valmaura hanno portato colore e attenzione, aiutati e supportati dagli abitanti del quartiere che con loro hanno condiviso storie, aneddoti e appartenenze del luogo.

Il cuore della memoria che questa arte sa rendere immortale è anche nel rione di Servola, un piccolo borgo sul colle che ancora conserva quella dimensione di comunità, il senso di appartenenza tra i piccoli negozi e le osterie tradizionali, rimaste autentiche negli odori e negli umori. È in una piazzetta che gli occhi si immergono nell’opera “Look Up” dedicata a Nadia Toffa, giornalista delle Iene che ha lottato insieme agli abitanti del luogo contro i danni provocati dallo stabilimento di produzione della ghisa, in seguito demolita e ormai solamente un ricordo. Qui è stata la mano dell’artista Gabriele Bonato insieme ai ragazzi dell’Edilmaster a realizzare il dipinto che vede un uccellino sovrastare i fumi della ferriera, come simbolo di purezza e di forza sul male. E se di simbologia non si è mai sazi, è ad Altura che bisogna fermarsi, magari per una tappa nel grande parco giochi che dall’alto offre un panorama dal Carso fino a Muggia, dove l’artista Kiki Skipi ha portato “I naviganti dei sogni”, protagonisti delle fiabe classiche nella veste di eroine erranti, portatrici di sogni da rincorrere, come chiave di speranza per i giovani. Un viaggio che non si ferma, ma che ricorda invece chi i viaggi li ha fatti per scappare e trovare redenzione in questa “città di confine” che spesso non ha accolto, ma rigettato. L’arte urbana ci parla anche di questa Nella

Il progetto “Chromopolis – la città del futuro” ha coinvolto 27 artisti locali per dipingere 11 opere nel rione di Valmaura.

An dem Projekt “Chromopolis - la città del futuro” waren 27 lokale Künstler:innen beteiligt, die 11 Werke im Stadtteil Valmaura malten.

G. Aiello
G. Aiello

urgenza socio-storica, dei migranti che da sempre passano di qui e che nel 2015 ha visto la prima grande opera di strada sul palazzo Ater di via Cumano, nei pressi dell’ippodromo, con il dipinto “What if I lose everything? What if I lose everyone”, dell’artista Mattia Campo Dall’Orto, a simboleggiare quanto la perdita “dell’altro da sé” riguardi sempre una nostra possibile sconfitta, proiettando l’opera in un metodo antropologico per immergersi in un contesto sociale e renderlo, quindi, universale. L’approccio di Mattia lo ritroviamo anche sulle pareti della storica Casa delle Culture, fucina di molti artisti di strada che hanno lottato per emancipare questa arte, ad oggi finalmente riconosciuta. La storia della periferia raccontata attraverso la “ street art ” si prefigge lo scopo di immortalare, tanto quanto di denunciare; di ricordare tanto quanto di condividere. In questa direzione, infatti, si può leggere la grande opera “Home sweet home” di Davide Comelli, che ha raccontato lo spirito del quartiere sulla cantieristica navale, poi trasferita a Monfalcone, lasciando a Ponziana “un po’ la perdita della sua identità”. Davide è uno degli artisti urbani presenti anche in altre zone periferiche, come Giarizzole, piccola realtà periferica dove i vespisti si riuniscono nella tipica osteria triestina “Velocipede”. Qui in piazza i fratelli Comelli, Davide assieme alla sorella Sara, hanno dipinto la grande opera “Occhio se devi guidare” dedicata ai giovani sulla prevenzione di incidenti causati dall’assunzione di alcol e droghe. Per seguire ancora le opere del duo è a Borgo San Sergio che bisogna

spostarsi, pronti a immergerci in uno dei quartieri popolari più frizzanti e discussi della città, per moltissimo tempo indicato come “quartiere Bronx”, che invece da tempo ormai ha risanato le sue ferite dimostrandosi il luogo prescelto per molte famiglie. Partendo dall’estremità di Borgo, ci si imbatte nei Puffi, un agglomerato di palazzi ai margini, alti e blu, con un’imponente facciata sulla quale Sara e Davide hanno dipinto “ImmaginAzione”: una bellissima donna spicca il volo come chiave di rinascita e risollevamento dalle difficoltà della vita. Un’opera questa tra le più impresse anche nell’immaginario collettivo. Ma Borgo San Sergio è anche la scuola media dedicata a Giancarlo Roli, il primo a Trieste a portare la formazione nei ceti popolari, temperamento che risuona anche nella cooperativa La Collina che ha fatto rivivere l’ex Casa del Popolo con attività per i minori, incontri culturali, vicinanza e colore. Come un filo che unisce gli intenti, è l’artista Jan Sedmak, che con l’opera “Buon compleanno Ernesto Nathan Rogers!” ha immortalato sulle pareti del mercato questo concetto di collettività, proprio nel luogo più frequentato del rione che emana la sua anima popolare. “Gli abitanti mi hanno accolto con calore –racconta Jan– e alcuni mi hanno “corrotto” a spritz e caffè perché inserissi all’interno dell’opera anche i loro animali da compagnia che quotidianamente li accompagnavano al mercato. La relazione tra spazio pubblico e comunità attraverso l’arte è stata reale e quando ho terminato il lavoro ho sentito la mancanza di quelle persone”.

La “street art” si prefigge di immortalare, tanto quanto di denunciare; di ricordare tanto quanto di condividere.

“Street Art” will sowohl verewigen als auch anprangern, sowohl erinnern als auch teilen.

Piazzale Giarizzole

Sport, letteratura e mare nei tratti di tutti gli artisti che a Valmaura hanno portato colore e attenzione.

Sport, Literatur und das Meer sind die Themen der Künstler:innen, die Valmaura farbig und interessant gemacht haben.

Die wahre Geschichte einer Stadt und ihrer Bevölkerung steckt fast immer in den Geschichten der Randbezirke. Hier haben sich oft Menschen zusammengefunden, die dieselben Ideale, dieselben Nöte und dasselbe Bedürfnis hatten, der eigenen Stimme Gehör zu verschaffen. In diese vergessenen, oft stigmatisierten Gebiete muss man vordringen, um die ganze städtische Realität zu begreifen, weit entfernt vom glitzernden Schein des Zentrums. Der eigenen Stimme Gehör zu verschaffen, dazu dient auch die Kunst, die als Street Art bzw. Urban Art bekannt ist. Sie erzählt individuelle Geschichten, bis sie schließlich zu einer echten kollektiven Stimme wird. Valmaura - das bevölkerungsreichste Viertel der Stadt mit der höchsten Dichte an Sportanlagen. Eine davon ist nach dem Fußballspieler Pino Grezar benannt, der beim Flugzeugabsturz von Superga zusammen mit der gesamten Mannschaft ums Leben kam. Aber nicht nur die Gewinner der Meistertitel gehören zum Viertel, sondern auch das KZ Risiera di San Sabba, wo unter anderem Giuseppe Pino Robusti starb. Er ist als verliebter junger Mann in der Skulptur “Cantico dei cantici” des Bildhauers Marcello Mascherini auf der Piazza Oberdan verewigt. Außerdem ist da noch jemand, der für seine Liebe zum Fußball gestorben ist: der Fußballfan Stefano Furlan, dem das Wandbild am Stadion gewidmet ist. Erinnerung und Ästhetik in die Vororte zu bringen, ist auch das Ziel des Projekts “Chromopolis - la città del futuro”, an dem 27 lokale Künstler:innen mitgewirkt haben. Dabei wurden elf Werke im Herzen des Viertels geschaffen, und zwar mithilfe einer Kunst, die oft mit Repressionen verbunden war und einst im Untergrund von jungen Künstler:innen entstand, die ihr Bedürfnis nach Befreiung in Bildern und Worten zum Ausdruck brachten. Von Stefano Furlan und der Bora von Triest über die Fische des Golfes und die Entwicklung des Writings bis hin zum Wandbild “Zeno und sein Gewissen” von Fabrizio di Luca, das sich unter der Nike-Statue auf dem Platz des Viertels befindet. Wenn es einen Zeno zu Ehren von Italo Svevo gibt, dann darf natürlich auch James Joyce nicht fehlen: Das Werk “Trieste” mit Zeichnungen aus seinem Roman Ulysses ist in der Via Flavia zu

sehen und stammt von den griechischen Künstlern Stelio Pupet und Texis, die die Geschichte der Stadt inmitten von Osteria-Tischen und Boraböen erzählen. Sport, Literatur und Meer sind die Themen der Künstler:innen, die Valmaura farbig und interessant gemacht haben. Unterstützung erhielten sie dabei von der Bevölkerung, die Geschichten, Anekdoten und ihre lokale Verbundenheit mit ihnen geteilt haben. Einer der wichtigsten Gedenkorte befindet sich in Servola, einem kleinen Vorort, der sich zwischen kleinen Geschäften und traditionellen Tavernen immer noch ein authentisches Gefühl der Zusammengehörigkeit bewahrt hat. Das Werk “Look Up” auf dem kleinen Platz ist Nadia Toffa gewidmet, die als Journalistin der ital. Fernsehsendung Le Iene mit den Einheimischen gegen die Auswirkungen der Eisenhütte kämpfte. Mit Erfolg, denn später wurde die Hütte abgerissen. Das vom Künstler Gabriele Bonato und den Jungs von Edilmaster geschaffene Gemälde zeigt einen kleinen Vogel, der als Symbol für Reinheit und Stärke über das Böse in Form von Rauchschwaden der Eisenhütte triumphiert. Wer noch mehr Symbolik sucht, sollte im Viertel Altura einen Zwischenstopp einlegen. Auf dem großen Spielplatz hat Kiki Skipi die “Matrosen der Träume” geschaffen: klassische Märchenfiguren, dargestellt als auf dem Meer umherziehende Boten von Träumen, denen junge Menschen auf der Suche nach Hoffnung folgen sollten. Eine nicht endende Reise, die an all diejenigen erinnert, die sich auf den Weg gemacht haben, um zu fliehen und in dieser “Grenzstadt” eine Heimat zu finden. Menschen, die oft nicht aufgenommen, sondern abgewiesen wurden. Auch diese sozio-historischen Brisanz ist Teil der urbanen Kunst, die von Migrant:innen erzählt, die schon immer hier vorbeikamen. 2015 wurde dazu das erste große Kunstwerk am Gemeindebau in der Via Cumano geschaffen: “What if I lose everyone?” vom Künstler Mattia Campo Dall’Orto symbolisiert, wie der Verlust des “Anderen” immer mit einer möglichen, persönlichen Niederlage verbunden ist. Die anthropologische Methode und der soziale Kontext machen es zu einem universellen Werk. Mattias Ansatz findet sich auch an den Wänden der historischen Casa delle Culture wieder, der Kaderschmiede vieler Street Artists, die für die Emanzipation dieser Kunstform gekämpft haben. Die Geschichte der Randbezirke, die durch die Street Art erzählt wird, will sowohl verewigen als auch anprangern,

A sinistra /Links: Stadio Grezar, Piazzale Valmaura e Via Flavia

Borgo San Sergio, il murales di Jan Sedmak

Gli abitanti mi hanno accolto con calore –racconta Jan– e alcuni mi hanno “corrotto” a spritz e caffè.

Die Bewohner:innen haben mich herzlich empfangen, erzählt Jan, “einige haben mich sogar mit Spritz und Kaffee ‘bestochen’.

die Erinnerung sowohl bewahren als auch mit anderen teilen. In diese Richtung geht auch das Werk “Home sweet home” von Davide Comelli, das den Geist des Viertels Ponziana rund um die Schiffbauindustrie erzählt. Durch die Verlagerung der Werft nach Monfalcone, “hat Ponziana ein wenig von seiner Identität verloren”. Davide ist auch in anderen Stadtteilen präsent, wie in Giarizzole, einem kleinen Vorort, in dem sich die Vespa- und Fahrradfans in der typischen Triester Taverne Velocipede treffen. Hier auf dem Platz haben Davide und seine Schwester Sara das große Werk “Occhio se devi guidare” (Pass auf, wenn du fahren musst) gemalt, das sich an junge Leute richtet und Unfälle aufgrund von Alkohol und Drogen verhindern soll. Um weitere Werke des Duos zu sehen, muss man nach Borgo San Sergio fahren. Das lebhafte und umstrittene Arbeiterviertel, das lange Zeit als “Bronx von Triest” galt, hat sich längst von seinem Ruf befreit und ist zum bevorzugten Wohnort für viele Familien geworden. Wer am Ende von Borgo San Sergio beginnt, stößt auf die sog. “Schlumpfhäuser”, hohe, blaue Gebäude mit einer eindrucksvollen Fassade, an der Sara und Davide “ImmaginAzione” geschaffen haben: Eine schöne Frau

erhebt sich in die Lüfte, als Symbol für die Wiedergeburt und die Bewältigung der Schwierigkeiten des Lebens. Borgo San Sergio steht aber auch für die Mittelschule namens Giancarlo Roli, der der Triester Arbeiterschicht als Erster Bildung vermittelte. Dieses Engagement spiegelt sich auch in der Genossenschaft La Collina wider. Diese hat die ehemalige Casa del Popolo mit Aktivitäten für Minderjährige, kulturellen Veranstaltungen und einem bunten Programm zu neuem Leben erweckt. Wie ein Faden, der die verschiedenen Geschichten verbindet, verewigte der Künstler Jan Sedmak das Konzept der Kollektivität in seinem Werk “Buon compleanno Ernesto Nathan Rogers!” an den Wänden des Marktes - genau dort, wo die meisten Menschen des Viertels zusammenkommen und die Seele der Bevölkerung zum Ausdruck kommt. “Die Bewohner haben mich herzlich empfangen”, so Jan. “Einige haben mich sogar mit Spritz und Kaffee ‘bestochen’, damit ich ihre Haustiere, die sie jeden Tag auf den Markt begleiten, in das Werk aufnehme. Die Beziehung zwischen dem öffentlichen Raum und der Bevölkerung durch die Kunst war echt, und als ich mit dem Werk fertig war, vermisste ich diese Menschen.”

Trieste graffiti

dalla

città dei venti.

20 Highlights aus der Stadt der Winde

TOP 20 STREET ART

Per scoprire tutti i murales triestini basta seguire l’itinerario dedicato sul ricco sito TriesteMetro. Un modo originale di visitare la città.

–Um alle Wandgemälde in Triest zu entdecken, folgen Sie einfach der speziellen Route auf der Website TriesteMetro. Eine originelle Art, die Stadt zu besichtigen.

www.triestemetro.eu

Vicino a Joyce

In der Nähe von Joyce

In piazza Sansovino, vicino alla casa dove Joyce iniziò a scrivere l’Ulisse, in un piccolo giardino, un po’ nascosta, si trova una delle opere della serie “Le Umane Energie”, di Alessandra Carloni, giovane street artist romana.

Auf der Piazza Sansovino, in der Nähe des Hauses, in dem Joyce mit seinem Ulysses begann, befindet sich in einem kleinen Garten, etwas versteckt, eines der Werke aus der Serie “Le Umane Energie” von Alessandra Carloni, einer jungen römischen Straßenkünstlerin.

Vernici Lacke

Se Italo Svevo vivesse oggi magari l’azienda di famiglia potrebbe occuparsi anche di bombolette spray per street artist oltre che di vernici antivegetative. Per saperne di più sul grande scrittore c’è un museo letterario nuovo nuovo.

Würde Italo Svevo noch leben, würde sein Familienunternehmen vielleicht auch Sprühdosen für Straßenkünstler:innen und Antifouling-Lacke verkaufen. Im neuen Literaturmuseum LETS kann man mehr über den großen Schriftsteller erfahren.

lets.trieste.it

Est Nord Est! Ost-Nordost!

All’esterno dello stadio Grezar un artista greco ha dedicato un bel murale a boreas, cioè il vento del nord, la tramontana, così com’è riprodotta sulla Torre dei venti di Atene: un vecchio con la barba bianca che soffia un vento freddo usando una conchiglia.

NB: non è la bora! –

Vor dem Grezar-Stadion hat ein griechischer Künstler Boreas, den Nordwind bzw. die Tramontana, so in einem Wandbild verewigt, wie er auf dem Turm der Winde in Athen abgebildet ist: als alten Mann mit weißem Bart, der kalten Wind aus einer Muschel bläst.

NB: Es ist nicht die Bora!

G. Aiello

05

Il graffito da record

Das rekordverdächtige

Graffiti

L’enorme graffito ideato da Bruno Chersicla e colorato da persone di tutte le età, prima della ristrutturazione di piazza Unità nel 2001, è rimasto nel cuore di tanti triestini coinvolti in un grande progetto di arte partecipativa. –

Das riesige Graffiti, das von Bruno Chersicla entworfen und von Menschen aller Altersgruppen vor der Erneuerung der Piazza Unità im Jahr 2001 gemalt wurde, ist vielen, die an dem großen partizipativen Kunstprojekt beteiligt waren, in Erinnerung geblieben.

Il murale più alto

Das höchste Wandgemälde

Un grande edificio Ater di Borgo San Sergio, detto la “Casa dei Puffi” per il caratteristico colore delle facciate, ospita l’immagine di una grande “capriola” ispirata alla danza e alla vela. Un messaggio positivo e anche un omaggio alla Barcolana.

Ein großes Ater-Gebäude in Borgo San Sergio, das wegen der charakteristischen Farbe seiner Fassade als “Haus der Schlümpfe” bekannt ist, trägt das Bild eines großen Purzelbaums, inspiriert vom Tanzen und vom Segeln.

Eine positive Botschaft und gleichzeitig eine Hommage an die Barcolana.

Il Piccolo in grande

Il Piccolo ganz groß

Dalla centralissima piazza Goldoni è possibile scorgere la grande scritta dipinta sulla facciata del palazzo che ospitava la sede del quotidiano “Il Piccolo”, ora ritoccata da un anonimo street artist

Von der zentralen Piazza Goldoni aus kann man die große Inschrift an der Fassade des Gebäudes sehen, in dem sich einst der Sitz der Zeitung “Il Piccolo” befand. Sie wurde von einem anonymen Straßenkünstler nachgebessert.

Storica insegna Historisches

Schriftzüge

Insieme alle immagini concediamoci anche delle belle parole, o meglio un bel lettering, quello di un’antica scritta. È l’insegna della Drogheria Toso, un invito ad entrare in un mondo d’altri tempi.

Neben den Bildern gibt es auch schöne historische Schriftzüge, wie den von der “Drogheria Toso”. Schauen Sie doch mal rein! Eine Welt aus vergangenen Zeiten erwartet Sie.

Le cartoline della bora

Die Postkarten der Bora

A suo modo anche questa è “street art”, nel senso che rappresenta le strade di Trieste alle prese con i refoli di bora. Si trovano nei tabacchini e, per gli amanti delle edizioni vintage, anche nei negozi di rigatteria.

Auch sie sind auf ihre Weise “Street Art”, denn sie zeigen die Straßen von Triest im Kampf gegen die Bora-Böen. Man findet sie in Tabakläden und, für Fans alter Ausgaben, auch in Trödelläden.

G. Aiello

Intorno al murale

Rund um das Wandgemälde

“Echo surrounding” il murale orizzontale multicolore di Elisa Vladilo è incorniciato da una serie di lunghi “chiodi” giganti distesi: sono le antiche bitte del porto che un tempo erano “piantate” nei moli e intorno alle quali venivano ormeggiate le navi.

Das bunte, horizontale Mural

“Echo surrounding” von Elisa Vladilo wird von einer Reihe riesiger, lang gestreckter “Nägel” umrahmt: Es handelt sich um die antiken Hafenpoller, die früher in die Molen “eingepflanzt” wurden, um die Schiffe festzumachen.

Ieri e oggi

Gestern und heute

Nel cuore di Città vecchia, “L’infinito nell’umiltà” il murale di Gabriele Bonato che prende il titolo da un verso di Umberto Saba, mostra una scena di vita quotidiana a inizio ‘900.

L’opera è stata in seguito rovinata con scritte e altri segni. A volte purtroppo l’arte resta indifesa. –

Eine Szene aus dem Alltagsleben zu Beginn des 20. Jahrhunderts zeigt das Wandgemälde

“Die Unendlichkeit in der Bescheidenheit” von Gabriele Bonato, das seinen Titel einem Vers von Umberto Saba verdankt. Es befindet sich im Herzen der Altstadt, wurde aber durch Schriftzeichen verunstaltet. Kunst kann leider nicht immer geschützt werden.

Alabarda spaziosa

Großflächige

Hellebarde

Non è un murale, però è dipinta con maestria, di fianco alla strada subito dopo le gallerie di Miramare. È la grande alabarda, bianca su fondo rosso, il simbolo di Trieste che dà il benvenuto e il bentornato a chi arriva in città!

Es ist zwar kein Wandgemälde, aber die große Hellebarde, weiß auf rotem Grund, ist gleich nach den beiden

Tunnels kunstvoll an den Straßenrand gemalt. Das Symbol von Triest begrüßt alle Besucher:innen bei ihrer Ankunft in der Stadt!

L’unico muro bianco

Die einzige weiße Mauer

C’è solo un muro a Trieste che è bianco e resta così: è il muro che separa le donne e gli uomini del pedocin, un luogo sacro per i triestini.

In Triest gibt es nur eine Mauer, die weiß ist und es auch bleibt: Es ist die Mauer im Pedocin, die Männlein und Weiblein voneinander trennt. Ein für die “Triestini” heiliger Ort.

Pensiero slow Hymne auf die Langsamkeit

“Cossa ‘cori che te cori co no ‘cori che te cori” scioglilingua 100% triestino che significa “A cosa serve che tu corra se non serve che tu corra?” è il testo di un graffito su un pilone lungo la pista ciclabile Cottur.

Più bici, meno stress!

“Cossa ‘cori che te cori co no ‘cori che te cori” ist ein triestinischer Zungenbrecher. Der Text an einem Pfeiler des Cottur-Radwegs bedeutet “Was bringt es, wenn du rast, wenn es nichts bringt, wenn du rast?”. Mehr Radeln, weniger Stress!

Occhio alla papera!

Vorsicht Ente!

Sulla strada per Muggia guardando ben bene si può incontrare un “pea brain”, ovvero una papera dalle lunghe zampe realizzata nel 1996 dalla coppia Cuoghi Corsello, tra i precursori della street art in Italia.

Wer genau hinschaut, stößt auf der Straße nach Muggia auf ein “Pea brain”, eine langbeinige Ente, die 1996 vom Ehepaar Cuoghi Corsello, Vorreitern der Street Art in Italien, geschaffen wurde.

G. Aiello
G. Koren

s u d i n o i

HOME VIALE

via Muratti 1

040 631780

HOME BORSA

via della Cassa di Risparmio 1 040 767674

Home vuole unire sotto lo stesso tetto l'America, la Francia, l'Inghilterra e l'Italia, e lo fa riunendoli nel cuore della casa: la cucina.

Home - Sapore di Casa nasce dal desiderio di creare un luogo intimo e accogliente dove potersi fermare a gustare caffè, colazioni, brunch, pranzi o aperitivi, sentendosi come a casa.

s e g u i c i

Home - Sapore di Casa

home sapore di casa

Il nostro illustratore preferito

Unser Lieblingsillustrator

Jan Sedmak, l’autore di molte illustrazioni sul nostro magazine, è l’autore del murale di Borgo San Sergio dedicato all’architetto Ernesto Nathan Rogers. E noi di IES ne siamo fieri! –

Jan Sedmak, Autor vieler Illustrationen unseres Magazins, hat auch das Wandgemälde in Borgo San Sergio gemacht, das dem Architekten Ernesto Nathan Rogers gewidmet ist. Und wir von IES sind stolz auf ihn!

Quando si parla di opere d’arte urbana, seppure d’altre epoche, non si possono non citare i manifesti pubblicitari. Trieste ha dato i natali a Marcello Dudovich (1878-1962), uno dei più grandi cartellonisti italiani. Molti suoi bozzetti e opere fanno parte della collezione del Museo Revoltella.

Wenn man über Street ArtWerke spricht, darf man Werbeplakate nicht vergessen. Triest ist die Geburtsstadt von Marcello Dudovich (18781962), einem der größten Plakatkünstler Italiens.

Zahlreiche Skizzen und Werke sind in der Sammlung des Museo Revoltella zu sehen.

museorevoltella.it

Mulini da parete Mühlen an Hauswänden

A Trieste i mulini si possono vedere solo dipinti (!) in un murale all’interno del complesso di Rozzol Melara, con le immagini dei celebri mulini olandesi di Kinderdijk. –

Mühlen sind in Triest nur in gemalter Form zu sehen. Das Wandgemälde im Inneren des Rozzol Melara-Komplexes zeigt die berühmten holländischen Mühlen von Kinderdijk.

Un segno utile

Ein nützliches Zeichen

Non è certamente un’opera d’arte ma un segno spontaneo utile per i windsurfer. La scritta ENE su una casetta a Punta Olmi sulla strada per Lazzaretto ci ricorda la direzione esatta della bora: Est Nord Est!

Sicherlich kein Kunstwerk, aber ein nützliches Zeichen für Windsurfer:innen: Das “ENE” an einem kleinen Haus in Punta Olmi an der Straße nach Lazzaretto zeigt die genaue Richtung der Bora an: Ost-Nordost!

The Poster, The Shopper, etc.

Francesco Zago e Maria Sole Costanzo, le due anime di The Triestiner, ogni mese propongono una nuova illustrazione dedicata a uno scorcio o a un simbolo della città, in uno stile vintage e contemporaneo, triestino e internazionale. –

Francesco Zago und Maria Sole Costanzo, die beiden Seelen von “The Triestiner”, stellen jeden Monat eine neue Illustration vor, die einem Aspekt oder einem Symbol der Stadt gewidmet ist, in einem Stil, der altmodisch und modern, triestinisch und international ist.

www.thetriestiner.it

Opere effimere, piccoli segni del passato, grandi murales, tante tracce da seguire. —

Ephemere Werke, kleine Zeichen der Vergangenheit, große Wandgemälde, viele Spuren, denen man folgen kann.

Arte varia

La sagoma di una bambina, in cartone, che sbuca da un angolo di una scalinata. E poi scritte per molti enigmatiche, ma ricche di storia, segnate su vecchi edifici. O ancora murales e grandi disegni che racchiudono vicende che hanno segnato a vario titolo il vissuto della città. Basta passeggiare a Trieste, nel centro o in periferia, per imbattersi in tante curiosità legate alle immagini, realizzate da artisti o appassionati di disegno, o create per necessità e con precisi significati. Da qualche anno anche la città ha il suo “Banksy”, così è stato definito l’autore anonimo di pannelli colorati, dedicati a personaggi famosi ma non solo, lasciati in varie zone di Trieste, dove le persone possono liberamente prenderli e portarli a casa. Si tratta di un uomo, triestino, il cui pseudonimo è “Ges Net”, presente anche sui social. Dipinge su materiali riciclati, cartoni soprattutto, e dal 2020 posiziona un po’ ovunque le sue opere di notte o alle prime luci dell’alba. Le più note finora sono omaggi a persone che non ci sono più e che a Trieste hanno lasciato un segno nella memoria collettiva, come il ricercatore Giulio Regeni, lo scrittore Boris Pahor o la giornalista Nadia Toffa. Ma si diletta spesso anche con altre immagini, animali lasciati qua e là e, come figura più ricorrente, “Marianna”, la sagoma di una bambina che spunta dietro a muri, cancelli, spazi dismessi. Tra le creazioni che più hanno stupito i cittadini, una serie di pinguini, di diverse dimensioni, depositati una notte davanti all’Acquario comunale. Disegni che la gente, come detto, per espressa volontà di “Ges Net”, può prendere. Anche alcuni locali di Trieste hanno scelto di esporre le opere dell’artista, che solitamente utilizza i social per annunciare nuovi pannelli realizzati. Anche se non è difficile individuarle semplicemente camminando nelle strade e nelle piazze cittadine. Così come è facile scorgere su alcuni vecchi palazzi alcuni simboli, di cui le persone più giovani e soprattutto i turisti ignorano il significato. La scritta nera U.S. o R, dipinte su sfondo bianco circondato di rosso, con l’aggiunta di una

di /von
Micol Brusaferro

La figura di Osiride Brovedani occupa un’intera parete sulla sua casa natale, dove si trova l’omonimo museo.

Die Gestalt von Osiride Brovedani nimmt die ganze Wand seines Geburtshauses ein, in dem sich das gleichnamige Museum befindet.

freccia, sulle facciate principali di diversi stabili, indicava la presenza di rifugi antiaerei. Durante la Seconda guerra mondiale, infatti, sui muri di tante città in Italia sono stati dipinti segnali distintivi per la protezione antiaerea, per indicare alla popolazione gli spazi dove rifugiarsi in caso di bombardamenti. U.S. era l’uscita di sicurezza, R. indicava semplicemente la presenza del ricovero. Sono visibili ancora poi, in alcuni stabili, i disegni che mostravano gli idranti, una lettera I nera dentro a un cerchio bianco. Testimonianze del passato che però di recente sono state eliminate in molti edifici, dopo ristrutturazioni, la posa del cappotto o il semplice rifacimento dell’intonaco delle facciate.

Sempre passeggiando per la città, può capitare anche di imbattersi in murales particolarmente grandi e d’impatto. Uno su tutti è l’enorme disegno che raffigura, in via San Marco, la figura di Osiride Brovedani, che occupa un’intera parete di un palazzo, sulla sua casa natale, dove si trova un museo a lui dedicato. Imprenditore di successo, con la famosa pasta Fissan, Brovedani è stato soprattutto un benefattore, con una fondazione che porta il suo nome e che tuttora sostiene persone in difficoltà.

DEUTSCHER TEXT

Die Silhouette eines kleinen Mädchens, aus Pappe, das hinter der Ecke eines Treppenaufgangs hervorlugt. Die für viele rätselhaften, doch geschichtsträchtigen Schriftzüge an alten Gebäuden. Oder Wandbilder und große Zeichnungen, die von Ereignissen erzählen, die die Geschichte der Stadt auf unterschiedliche Weise geprägt haben. Man braucht nur durch Triest zu spazieren, sei es im Zentrum oder in den Vororten, um auf viele Kuriositäten zu stoßen: Bilder, die von Künstlern oder passionierten Zeichnern geschaffen wurden oder aus der Not heraus entstanden sind und eine bestimmte Bedeutung haben. Seit einigen Jahren hat auch Triest seinen “Banksy”. Der anonyme Künstler hinterlässt bunte, - nicht nur

G. Aiello
C. Genuzio

- berühmten Personen gewidmete Tafeln in verschiedenen Stadtteilen. Dort können sie die Leute einfach mit nach Hause nehmen. Der Künstler ist ein Mann, aus Triest, mit dem Pseudonym “Ges Net”. Er ist auch in den sozialen Netzwerken präsent, malt auf recycelten Materialien, vor allem auf Pappe, und stellt seine Werke seit 2020 überall nachts oder im Morgengrauen auf. Die bisher bekanntesten sind Hommagen an Menschen, die nicht mehr unter uns weilen und die das kollektive Gedächtnis von Triest geprägt haben, wie der Forscher Giulio Regeni, der Schriftsteller Boris Pahor oder die Journalistin Nadia Toffa. Aber oft malt er auch andere Bilder, wie Tiere, die ausgesetzt wurden. Oder “Marianna”, die Silhouette eines kleinen Mädchens, das hinter Mauern, Toren und verlassenen Orten hervorschaut. Zu seinen verblüffendsten Kreationen gehörte eine Reihe von Pinguinen in verschiedenen Größen, die eines Nachts vor dem städtischen Aquarium erschienen. Zeichnungen, die auf ausdrücklichen Wunsch von “Ges Net” mitgenommen werden können. Einige Lokale in Triest stellen seine Werke aus. Neue Kreationen kündigt er meist über die sozialen Medien an, allerdings kann man sie ganz einfach auch bei einem Spaziergang durch die Straßen und auf den Plätzen der Stadt sehen.

Ebenso leicht ist es, bestimmte Symbole an einigen alten Gebäuden zu

entdecken, deren Bedeutung sich der jüngeren Generation und den Tourist:innen nicht gleich erschließen. Die schwarze Aufschrift “U.S.” oder “R” auf weißem Grund, mit rotem Rand und einem Pfeil versehen, wies z. B. auf das Vorhandensein von Luftschutzbunkern hin. Tatsächlich wurden während des Zweiten Weltkriegs in vielen Städten Italiens markante Zeichen an die Hauswände gemalt, um der Bevölkerung anzuzeigen, wohin sie sich im Falle eines Bombardements flüchten musste. “U.S.” bezeichnete einen Notausgang, “R” einen Schutzraum. An einigen Gebäuden sind auch noch die Zeichen für Hydranten zu sehen: ein schwarzes I in einem weißen Kreis. Viele dieser Zeugnisse der Vergangenheit sind allerdings nach den jüngsten Renovierungen entfernt worden.

Bei einem Spaziergang durch die Stadt kann es auch passieren, dass man auf besonders große und beeindruckende Wandgemälde stößt. Eines davon ist die riesige Zeichnung mit der Figur von Osiride Brovedani in der Via San Marco. Sie nimmt die gesamte Wand seines Geburtshauses ein, in dem sich auch das Brovedani-Museum befindet. Brovedani war ein erfolgreicher Unternehmer, der die berühmte Fissan-Creme herstellte. Vor allem aber war er ein Wohltäter. Seine gleichnamige Stiftung unterstützt bis heute Menschen in Not.

“Ges Net”, dipinge su materiali riciclati, e posiziona le sue opere di notte o alle prime luci dell’alba.
“Ges

Net” malt auf recycelten Materialien und stellt seine Werke nachts oder im Morgengrauen auf.

FOTO–GRAFFITI

Foto di /Fotos von Giovanni Aiello

“Home sweet home” si basa sullo spirito del quartiere legato alla cantieristica navale, attività trasferita a Monfalconee che ha portato alla perditadi identità del rione. Dalla mia esperienza all’estero ho voluto mostrare come sono cambiat ii murales: prima erano solograffiti, poi si è trasformato inpittura sui palazzi.Da un punto di vista esteticoportare l’arte nelle periferie èimportante perché mostra e crea un sistema di attenzionea luoghi dove spesso manca.Ho notato che la pitturarivitalizza questi posti e che c’è una grande esigenza da parte delle persone che vivono lì nell’essere coinvolte neiprocessi di riqualificazione Il quartiere dei Puffi tende ad essere un po’ complicato; tra tutte le realtà periferiche è il luogo in cui si sente di più la ghettizzazione; pareun’isola chiusa. Nei giorni incui realizzavamo il muralesci siamo sentiti accolti, manon so quanto il progetto sia arrivato realmente.Giarizzole non è una periferia classica, è più un dormitorio,ma in questo progetto c’è stato un iter interessante, fantastico. Abbiamo avuto laresponsabilità di realizzare qualcosa relativo al messaggiosenza richieste di cambiamentida parte dei committenti. È stata una sintesi di un percorsofatto in questi anni, abbiamo tradotto con la tecnica dei murales delle caratteristicheche avevo sperimentato primasolo su quadro. La street art è un manufattoartistico e dipende come poiv engono considerati all’interno di un tessuto sociale. I murales possono essere considerati a tutti gli effetti arredo urbano come progetto di riqualificazione non solo delle periferie, perché la streetart non va sempre ridotta alconcetto periferico. Questo dipende sia da chi li realizza, ma soprattutto dalle istituzioni nella considerazione che hanno di questa arte.

“Home sweet home“ spiegelt den Geist eines Viertels wider, wo einst der Schiffbau im Mittelpunkt stand. Später wurde die Werft nach Monfalcone verlagert, was zum Verlust der Identität des Viertels führte. nach meinen Erfahrungen im Ausland wollte ich zeigen, wie sich die Wandmalerei verändert hat: von einfachen Graffiti hin zu richtigen Wandgemälden. Ästhetisch gesehen ist es wichtig, Kunst in die Vorstädte zu bringen, denn sie wirft ein Licht auf Orte, die oft unbemerkt bleiben. Ich habe gesehen, wie die Malerei diesen Orten Leben einhaucht und wie groß das Bedürfnis der Menschen dort ist, sich an Erneuerungsprozessen zu beteiligen. Das Viertel der sog. “Schlumpfhäuser” ist dabei etwas kompliziert, denn von allen Randgebieten ist die Ghettoisierung dort am stärksten zu spüren. Als wir das Wandbild anfertigten, fühlten wir uns willkommen, aber ich weiß nicht, wie sehr das Projekt wirklich angekommen ist. Giarizzole ist keine klassische Vorstadtsiedlung, eher ein Schlaflager. Dennoch lief dieses Projekt bestens. Wir hatten die Freiheit, etwas Sinnvolles zu schaffen, ohne Rechenschaft zu schulden. Es war der Höhepunkt jahrelanger Arbeit, bei der ich Ideen, die ich zuvor nur von der Leinwand kannte, in einem größeren Maßstab als Wandmalereien zum Leben erweckte. Street Art ist eine Form des künstlerischen Ausdrucks, und es kommt darauf an, wie sie in der Gemeinschaft wahrgenommen wird. Wandgemälde können in jeder Hinsicht als Stadterneuerung gelten. Nicht nur in Vorstädten, denn Street Art sollte nicht auf die Peripherie reduziert werden. Es kommt auf die Schaffenden an, und vor allem auf die Institutionen und deren Einstellung zur Street Art.

Il tema era la migrazione e il prevenire gli stereotipi e violenze sulle differenze etniche. Trieste era ed è una porta, e in un passato meno recente era zona di transito e di fuga. La zona era molto interessante: ho incontrato diversi rappresentanti e amministratori dei condomini Ater di quella zona e ho avuto a che fare anche con la parte sociale che era rappresentata da comunità di esuli istriani.

L’idea era di coinvolgere le persone su quello che stava succedendo nel mondo e approfondire la tematica dell’accoglienza e riversarla sottoforma di murales per creare empatia.

L’intento era di far capire all’altro da noi come ci sentirebbe in condizioni di quel tipo. Il rosso è colore volutamente drammatico, le croci invece erano una trovata compositiva, giocando molto sull’ambiguità e sui tratti somatici molto differenti per far notare come si fa presto a dimenticare che si può perdere tutto e quanto poco tempo fa sia successo, qualche generazione prima di noi. Non è detto che l’arte di

strada porti sempre qualcosa di positivo, le ripercussioni positive possono rivelarsi nello scambio tra artista e comunità locale quando l’artista avvia un processo partecipativo e collaborativo dello spazio periferico, soprattutto della periferia disagiata delle zone vulnerabili, ricche di storia. Ma può anche essere che l’arte urbana sia relegata alle periferie per tenere ben separato da altre arti nobili, anche se non è sempre così. È comunque un genere di arte clandestina.

Ho studiato scienze internazionali diplomatiche dove ho affinato strumenti antropologici per relazionarmi con le persone e l’altro da sé: mi è tornato molto utile poi nel mio percorso di artista. Ho un metodo antropologico per immergermi in un contesto sociale e instaurare uno scambio. È quello che ho trovato più mio, perché mi arricchisce intellettualmente e penso che possa dare un contributo per capire come si sentirebbe un’opera e sentirsi parte di essa. Sta alle persone poi farne quello che vogliono e interagire con l’opera.

Das Thema war Migration und die Vermeidung von Stereotypen und Gewalt aufgrund ethnischer Unterschiede. Triest war und ist ein Durchgangstor und in nicht allzu ferner Vergangenheit war es ein Transit- und Fluchtgebiet. Der Ort war sehr interessant: Ich traf mehrere Leute der AterSozialwohnungen hier und hatte auch mit der Gemeinde der istrischen Exilanten zu tun. Die Idee war, die Menschen mit den Ereignissen der Welt zu konfrontieren, das Thema der Aufnahme anderer zu erforschen und es in Form von Wandbildern darzustellen, um Empathie zu schaffen. Das Ziel war, anderen verständlich zu machen, wie man sich in solchen Situationen fühlt. Das Rot ist eine gewollt dramatische Farbe, die Kreuze hingegen waren ein Gestaltungsmittel, das mit Zweideutigkeit und sehr unterschiedlichen Gesichtszügen spielt. Ich wollte darauf aufmerksam machen, wie schnell wir vergessen, dass wir alles verlieren können, und wie wenige Generationen zwischen uns und unserem letzten großen Verlust liegen. Street Art muss nicht immer etwas Positives bewirken. Positive Auswirkungen können sich im Austausch

zwischen Künstler:in und lokaler Gemeinschaft zeigen, wenn er oder sie einen partizipativen und kollaborativen Prozess in Randbezirken anstößt, insbesondere in benachteiligten und gefährdeten Randgebieten, die reich an Geschichte sind. Es kann aber auch vorkommen, dass die urbane Kunst in die Peripherie verbannt wird, um sie von anderen “edleren” Künsten abzugrenzen. Sie bleibt ja auch eine Art Untergrundkunst. Ich habe internationale Beziehungen und Diplomatie studiert, wo ich mein anthropologisches Handwerkszeug für den Umgang mit Menschen und dem “Anderen” entwickelt habe: Das kam mir in meiner Karriere als Künstler sehr zugute. Durch meinen anthropologischen Ansatz konnte ich in einen sozialen Kontext eintauchen und einen Austausch herstellen. Das macht mir am meisten Spaß, weil es mich intellektuell bereichert, und ich glaube, dass es dazu beitragen kann, ein Werk zu verstehen und sich als Teil davon zu fühlen. Danach ist es an den Menschen, zu entscheiden, wie sie mit dem Werk umgehen.

Mattia Campo Dall’Orto

Ho cercato di capire il pensiero di Rogers e mi sembrava che l’intento fosse di progettare lo spazio per favorire l’interazione tra gli abitanti, perché il senso di appartenenza dei residenti al luogo è molto forte. Dovendo fare un lavoro del genere in un posto che ha un grande carattere mi sono sentito un po’ intimorito, mi sembrava di dipingere nel salotto di qualcuno, sono entrato in punta di piedi. Ho dovuto dipingere il chihuahua di una signora che mi ha corrotto con spritz e caffè per mettere il suo cane nel dipinto e i due gatti, frequentatori della pescheria, clienti abituali. Mi sono sentito molto accolto, poi mi è mancato andarci ogni giorno. La street art influisce sulle periferie perché crea interazione tra artista e pubblico: è un momento fondamentale, molto meno nella progettazione. Ho offerto una visione, con una mia personale licenza, dove un progetto che mi viene proposto lo devo elaborare, tradurre, con la mia “licenza poetica”, cerco di stimolare l’osservatore mettendo qualcosa in più.

Ich habe versucht, die Denkweise von Rogers zu verstehen, und ich glaube, er wollte Räume so zu gestalten, dass sie die Interaktion zwischen den Bewohner:innen fördern. Denn das Zugehörigkeitsgefühl hier ist sehr stark. Die Arbeit an einem Ort mit einem so ausgeprägten Charakter war etwas einschüchternd; ich hatte das Gefühl, im Wohnzimmer von jemandem zu malen, also ging ich sehr vorsichtig vor.

Eines Tages musste den Chihuahua einer Dame malen, die mich mit Spritz und Kaffee bestochen hatte, damit ich ihren Hund mit aufs Bild bringe - zusammen mit ihren zwei Katzen, die Stammkunden auf dem Fischmarkt waren. Ich fühlte mich willkommen, und als es vorbei war, fehlte es mir. Street Art wirkt sich auf Vororte aus, weil sie eine Interaktion zwischen Künstler und Publikum schafft.

Das ist der entscheidende Moment, viel mehr als der Planungsprozess. Ich habe eine Vision angeboten, mit meiner persönlichen Handschrift.

Wann immer mir ein Projekt übertragen wird, muss ich es ausarbeiten und mit meiner “poetischen Freiheit” interpretieren. Dabei versuche ich, die Betrachter:innen zu animieren und ihnen etwas Besonderes zu bieten.

Giovanni Aiello

Giovanni Aiello, classe 1990, inizia la sua attività di fotografo nel 2015. Si specializza molto presto come fotografo di concerto e di scena. Ha firmato, con le sue immagini, svariati articoli su riviste musicali internazionali, scattando artisti come Bob Dylan, Iron Maiden, Yann Tiersen, Rage Against The Machine, ecc.

Nel 2018 entra a tempo pieno nel mondo del fotogiornalismo, diventando reporter per TriestePrima. Collabora con diverse agenzie di stampa e quotidiani quali Reuters, LaPresse, NurPhoto, Il Post, Corriere della Sera e Repubblica. Alla sua attività di giornalista per immagini affianca l’attività di docenza di fotografia presso il Collegio del Mondo Unito di Duino.

Giovanni Aiello, geboren 1990, arbeitet seit 2015 als Fotograf. Schon früh spezialisierte er sich auf Konzertund Bühnenfotografie.

Er illustrierte mehrere Artikel in internationalen Musikmagazinen mit seinen Bildern und verewigte Künstler wie Bob Dylan, Iron Maiden, Yann Tiersen, Rage Against The Machine.

2018 stieg er hauptberuflich in die Welt des Fotojournalismus ein und wurde Reporter für TriestePrima.

Er arbeitet mit verschiedenen Presseagenturen und Zeitungen wie Reuters, LaPresse, NurPhoto, Il Post, Corriere della Sera und Repubblica zusammen. Neben seiner Arbeit als Fotojournalist unterrichtet er Fotografie am United World College in Duino.

Scala 1:10 cm Scala 1:10 cm

UN TOCCO DI GIALLO NELLE STRADE

Arrivano i nuovi autobus elettrici di Trieste Trasporti

Frisches Gelb auf den Straßen von Triest: die neuen Elektrobusse von Trieste Trasporti

Il design progettato da Alessia Cinque e Matteo Bartoli (Basiq) /Der Entwurf von Alessia Cinque und Matteo Bartoli (Basiq)

Le strade di Trieste si tingono di un nuovo colore. Con l’arrivo dei primi autobus elettrici nella flotta di Trieste Trasporti, il panorama urbano si accende di giallo, simbolo del fulmine che guida questa rivoluzione. Un dettaglio che, più di ogni altro, parla di energia, innovazione e di un futuro che prende forma.

Grazie a questi nuovi veicoli, Trieste Trasporti non solo riduce le emissioni inquinanti, ma migliora anche l’esperienza di viaggio dei passeggeri: gli autobus elettrici sono più silenziosi e confortevoli, hanno un maggior numero di posti a sedere e un sistema di ammortizzazione avanzato.

La rivoluzione elettrica è appena iniziata: grazie alla virtuosa collaborazione con il Comune di Trieste e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Trieste Trasporti e Tpl Fvg dimostrano il proprio impegno per un futuro più sostenibile e una città più pulita e a misura d’uomo. In altre parole, per una città più verde. O forse sarebbe meglio dire più gialla.

DEUTSCHER TEXT

Die Straßen von Triest bekommen eine neue Farbe. Mit der Ankunft der ersten Elektrobusse des Verkehrsunternehmens Trieste Trasporti beleben gelbe Farbtupfer das Stadtbild: Die Busse sind nämlich gelb - wie Blitze, die diese Revolution vorantreiben. Ein Detail, das mehr als alles andere für Energie, Innovation und eine immer konkretere Zukunft steht.

Mit den neuen Bussen wird Trieste Trasporti nicht nur den Schadstoffausstoß reduzieren, sondern auch die Qualität für die Fahrgäste verbessern. Die E-Busse sind leiser und komfortabler, haben mehr Sitzplätze und ein modernes Federungssystem.

www.triestetrasporti.it

www.tplfvg.it

Die elektrische Revolution hat gerade erst begonnen: Dank der fruchtbaren Zusammenarbeit mit der Stadt Triest und der Autonomen Region Friaul-Julisch Venetien engagieren sich die Unternehmen Trieste Trasporti und Tpl Fvg für eine nachhaltigere Zukunft und eine sauberere, lebenswertere Stadt. Mit anderen Worten: für eine grünere (oder sollte man sagen, gelbere) Stadt.

S. Ballis

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novembre 1954, la copertina de “La Domenica del Corriere” Collezione privata

1954 Trieste torna Italiana

—1954 Triest kommt wieder zu Italien

Undici anni d’attesa, in un lacerante dopoguerra con l’occupazione titina prima e il controllo del Governo Militare Alleato dopo; sino alla firma londinese del Memorandum d’Intesa che il 5 ottobre del 1954 avrebbe sancito il definitivo ritorno all’Italia. Ma la città avrebbe dovuto aspettare ancora tre settimane per poter issare il tricolore sui pili di piazza Unità, in quello storico 26 ottobre 1954. L’impazienza dei triestini aveva spinto centinaia di loro la notte precedente sino alle porte di Monfalcone, dove il Timavo tracciava ancora per qualche ora il confine tra l’Italia e la zona A, per poter abbracciare prima di tutti quei carabinieri e quei bersaglieri che di lì a poco sarebbero entrati in città.

Ad accoglierli, una giornata di pioggia e bora che non avrebbe di certo scoraggiato decine di migliaia di triestini scesi lungo le rive per poi riempire la grande piazza. Non c’erano dirette televisive o speciali nei telegiornali. La televisione in quel 1954 stava lentamente entrando nelle case degli italiani ma era ancora privilegio di pochi. Le immagini di quella giornata sarebbero state esclusiva o quasi del bianco e nero dell’Istituto Luce, che nei

giorni successivi avrebbe invaso le sale cinematografiche dell’intero Paese con i suoi cinegiornali dedicati all’evento. Il ventennio fascista era ormai alle spalle, ma la prosa enfatica ridondante di aggettivi avrebbe ugualmente accompagnato quelle immagini, capaci di commuovere ancor oggi.

I quotidiani italiani, quel 27 ottobre avrebbero avuto in prima pagina tutti lo stesso titolo a nove colonne, che in modo diverso declinava quel Trieste torna Italiana, atteso sin troppo a lungo in questo ultimo lembo di terra, al confine con l’Europa dell’Est. Grande spazio anche nei principali settimanali che non potevano non dedicare allo storico evento le loro copertine ed i loro approfondimenti. Indimenticabile e una volta di più iconica, resterà negli anni la copertina de “La Domenica del Corriere”, che ancora una volta affidava alla penna di Walter Molino il disegno della torre campanaria di San Giusto sullo sfondo di un tricolore sventolato da bersaglieri baciati con affetto e gratitudine. Curiosamente, nessun articolo all’interno dell’inserto del Corriere, quasi a voler dire come da solo quel disegno dicesse tutto sulla gioia di un’intera città.

6 novembre 1954, la copertina di “Visto” Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Elf Jahre des Wartens in einer zermürbenden Nachkriegszeit mit jugoslawischer Besetzung und anschließender Kontrolle durch die Militärregierung der Alliierten bis zur Unterzeichnung des Londoner Memorandums, das am 5. Oktober 1954 Triests endgültige Rückkehr nach Italien besiegelte. Doch es dauerte noch drei Wochen, bis am 26. Oktober ‘54 auf der Piazza Unità endlich die Trikolore gehisst werden konnte.

Die Ungeduld der Triester Bevölkerung hatte Hunderte von ihnen in der Nacht zuvor an den Fluss Timavo getrieben, der noch einige Stunden lang die Grenze zwischen Italien und der Zone A markierte. Sie wollten die einrückenden Carabinieri und Bersaglieri begrüßen.

Trotz des strömenden Regens hatten sich Zehntausende auf den großen Platz an der Uferpromenade versammelt. Denn Live-Übertragungen oder Sondersendungen gab es nicht. Das Fernsehen hielt erst langsam Einzug in die italienischen Haushalte und war damals noch ein Privileg für wenige. Die Bilder dieses Tages waren (fast) ausschließlich dem Istituto Luce vorbehalten, das in den folgenden Tagen mit seinen eigens produzierten Wochenschauen die Kinos im ganzen Land eroberte. Die 20 Jahre des Faschismus waren Vergangenheit, doch die Bilder wurden noch immer von einer überschwänglichen Prosa voller Adjektive begleitet.

Die italienischen Zeitungen titelten an jenem 27. Oktober alle dieselbe neunspaltige Schlagzeile: TRIESTE TORNA ITALIANA, Triest kommt wieder zu Italien, worauf man in diesem letzten Landstrich an der Grenze zu Osteuropa schon viel zu lange gewartet hatte. Viel Platz wurde Triest auch in den großen Wochenzeitschriften eingeräumt, die dem historischen Ereignis Titelseiten und ausführliche Artikel widmeten. Unvergesslich und geradezu ikonisch das Titelblatt von La Domenica del Corriere: Es zeigte die Zeichnung von Walter Molino mit dem Glockenturm von San Giusto vor dem Hintergrund einer von umjubelten Bersaglieri geschwenkten

Trikolore. Merkwürdigerweise erschien in der Beilage kein Artikel dazu, als wolle man sagen, diese Zeichnung allein genügt, um die Freude der ganzen Stadt auszudrücken.

Lo storico evento raccontato attraverso le copertine e gli approfondimenti dei principali settimanali nazionali dell’epoca.

Ein historisches Ereignis auf den Titelseiten der wichtigsten nationalen Wochenzeitungen der damaligen Zeit.

La realtà di Trieste raccontata sulle copertine dei rotocalchi italiani

Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Questa non è una libreria.

Se una libreria è solo un negozio di libri, questa non è una libreria.

Se è scaffali e volumi, questa non è una libreria. Se vende solo best seller, questa non è una libreria. Se una libreria è un luogo di tranquillità e ispirazione in cui perdersi tra centinaia di libri usati, rari, per collezionisti, autografati, appena pubblicati, ricevendo consigli e suggerimenti personalizzati, la Libreria Zeno Bandini non è una libreria. È LA LIBRERIA.

Signed, first edition, rare, old and new books Signiert, Erstausgabe, seltene, alte und neue Bücher

Via del Lazzaretto Vecchio 17/a, Trieste +39 349 6906412 buongiorno@libreriazenobandini.it www. libreriazenobandini.it

EXHIBITION

Nella Sala Selva di Palazzo Gopcevich e al Museo di Guerra per la Pace Diego de Henriquez in mostra dal 4 ottobre all’8 dicembre fotografie, documenti e materiali iconografici che raccontano il 70° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia.

Le due esposizioni, realizzate con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e realizzate dal Comune di Trieste, prendono spunto dal ricco patrimonio storico culturale dei Civici Musei mettendo in luce monumenti e luoghi simbolici collegati alle vicende che portarono Trieste al ricongiungimento all’Italia.

A Palazzo Gopcevich la mostra in sala Selva Lunario triestino 1953-54 scandisce i quindici mesi compresi tra ottobre 1953 e dicembre 1954 attraverso il materiale iconografico conservato dalla Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte. Attraverso l’obiettivo dei fotografi del tempo si potrà osservare la presenza degli alleati a Trieste, sia attraverso momenti di vita pubblica che privata, a partire dalla celebre foto “rubata” di Ugo Borsatti che immortala il bacio dell’americano Jim Swaim e della triestina Graziella Cirrincione, allorché le truppe alleate stanno per lasciare Trieste nell’ottobre 1954. Una sorta di diario visivo che documenta, con straordinaria densità informativa, i tragici giorni del novembre 1953 e l’effervescenza connessa al ritorno all’Italia del 1954. Un viaggio nella storia della città attraverso le sue mutazioni, i mestieri destinati a scomparire, il rinnovarsi dei negozi, le abitazioni modeste in contrasto a quelle più moderne, senza trascurare la tragedia degli esuli nei campi profughi o le struggenti partenze degli emigranti in cerca di fortuna. La fotografia diventa quindi testimone della ricerca di una nuova identità individuale e collettiva, attraverso il racconto delle feste e dei riti di comunità nonché dell’intensa attività culturale che caratterizza il mondo del cinema, della musica, dell’arte e della letteratura e del teatro. Quest’ultimo aspetto può essere

TRA STORIA E MEMORIA

Zwischen Geschichte und Erinnerung

A sinistra /Linke

Le immagini in mostra a Palazzo Gopcevich

Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

maggiormente approfondito anche visitando le collezioni del Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, all’interno dello stesso palazzo dove si svolge la mostra: qui si troveranno ulteriori spunti sugli avvenimenti più significativi della vita teatrale e musicale a Trieste nei mesi raccontati dalla mostra, a partire dalla memorabile “Norma” di Vincenzo Bellini andata in scena nel novembre del 1953 al Teatro Verdi con Maria Callas.

Il percorso espositivo Cronache triestine 1945-54, allestito all’interno del Museo di Guerra per la Pace Diego de Henriquez, segue la direzione della collezione conservata negli ambienti dell’ex Caserma “Duca delle Puglie”. In questo spazio è esposta un’accurata selezione di uniformi, copricapi e distintivi della Polizia Civile, modellini di mezzi della Military Police, strumenti verosimilmente utilizzati dalla SE.L.A.D. (Sezione Lavori Aiuto Disoccupati), riviste, documenti e le testimonianze personali di Diego de Henriquez, assieme a quelle di terzi da lui stesso raccolte. Documenti, immagini e oggetti del Museo - divenuto una delle più interessanti realtà archivistiche per lo studio del ‘900 locale, e non solo - risvegliano e completano le conoscenze del visitatore su uno dei periodi più articolati e multiformi della storia della Venezia Giulia, quello tra il mese di giugno del 1945 e il 26 ottobre del 1954.

La mostra induce a riflettere su una libertà riconquistata anche grazie al sacrificio di chi, in difesa dell’italianità, rimase vittima dei tragici eventi di inizio novembre 1953.

A corollario delle settimane di apertura delle due esposizioni una serie di eventi di approfondimento nella Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich e la riproposta ‘a leggio’ al Teatro Bobbio (mercoledì 30 ottobre alle 20.30) del testo teatrale di Pierluigi Sabatti Vola Colomba, con Ariella Reggio e gli attori del Teatro Stabile La Contrada.

Die Ausstellungen im Selva-Saal des Palazzo Gopcevich und im Kriegsmuseum für den Frieden “Diego de Henriquez” von 4. Oktober bis 8. Dezember erinnern mit Fotografien, Dokumenten und ikonografische Materialien an den 70. Jahrestag der Rückkehr von Triest nach Italien.

Die beiden Ausstellungen, die mit Unterstützung der Autonomen Region Friaul-Julisch Venetien und der Stadt Triest realisiert wurden, knüpfen an das reiche historische und kulturelle Erbe der Stadtmuseen an und beleuchten Denkmäler und symbolträchtige Orte, die mit der Wiedervereinigung der Stadt mit Italien verbunden sind.

Die Ausstellung im Palazzo Gopcevich heißt Lunario Triestino 1953-1954 und zeigt die 15 Monate zwischen Oktober 1953 und Dezember 1954 anhand

Vola Colomba 04.10-08.12.2024

Mostra Lunario triestino 1953-54 Palazzo Gopcevich sala Attilio Selva via Rossini 4 fototecatrieste.it

Cronache triestine 1945-54 Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez via dei Tominz 4 museodiegodehenriquez.it

DEUTSCHER TEXT

Le Rive di Trieste il 4 novembre 1954

Giornalfoto, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Manifesto elettorale, 1949

Museo di Guerra per la Pace Diego de Henriquez

von ikonografischem Material aus der Fotothek für Geschichte und Kunst der Städtischen Museen. Durch die Linse der damaligen Fotografen lässt sich die Anwesenheit der Alliierten in Triest im öffentlichen und privaten Lebens erkennen, angefangen bei dem berühmten “gestohlenen” Foto von Ugo Borsatti, das den Kuss des Amerikaners Jim Swaim und der Triesterin Graziella Cirrincione beim Abzug der alliierten Truppen im Oktober ‘54 verewigt. Eine Art visuelles Tagebuch, das mit enormer Informationsdichte die tragischen Tage im November ‘53 und die Aufregung bei der Rückkehr nach Italien ‘54 dokumentiert. Die Ausstellung ist eine Reise durch die Geschichte der Stadt, ihre Veränderungen, das Verschwinden von Berufen, die Erneuerung von Geschäften, den Kontrast zwischen bescheidenen und modernen Häusern, aber auch die Tragödie der Flüchtlinge in den Lagern und die herzzerreißende Abreise der Emigranten auf der Suche nach einem besseren Leben. Die Fotografie wird so zum Zeugnis der Suche nach einer neuen individuellen und kollektiven Identität, indem sie von den Festen und Gemeinschaftsritualen sowie dem intensiven kulturellen Leben in der Welt des Films, der Musik, der Kunst, der Literatur und des Theaters erzählt. Dieser Aspekt kann bei einen Besuch des Theatermuseums “Carlo Schmidl” im selben Gebäude vertieft werden, das zusätzliche Einblicke in die wichtigsten Ereignisse des Triester Theater- und Musiklebens bietet, beginnend mit der denkwürdigen Aufführung von Vincenzo Bellinis Norma im Teatro Verdi im November ‘53 mit Maria Callas.

Die Ausstellung Cronache triestine 1945-1954 im Kriegsmuseum für den Frieden “Diego de Henriquez” orientiert sich hingegen an der Sammlung, die in der ehemaligen Kaserne “Duca delle Puglie” untergebracht ist. Zu sehen ist hier eine sorgfältig zusammengestellte Auswahl an Uniformen, Mützen und Abzeichen der ital. Zivilpolizei, Modellen von Fahrzeugen der Military Police, Werkzeugen, die wahrscheinlich von der SE.L.A.D. (Arbeitssektion der Arbeitslosen) benutzt wurden, Waffen, Zeitschriften, Dokumenten und persönlichen Zeugnissen von Diego de Henriquez sowie von anderen. Die Dokumente, Bilder und Gegenstände des Museums - heute eine der faszinierendsten archivarischen Quellen für die Erforschung des 20. Jahrhunderts in der Region und darüber hinaus - tragen zum Verständnis einer der komplexesten und facettenreichsten Perioden in der Geschichte von Julisch Venetien bei, die von Juni ‘45 bis zum 26. Oktober ‘54 dauerte.

Die Ausstellung lädt zum Nachdenken über die wiedergewonnene Freiheit ein. Möglich wurde diese zum Teil durch das Opfer derjenigen, die bei der Verteidigung ihrer italienischen Identität den tragischen Ereignissen im November ‘53 zum Opfer fielen.

Die Ausstellungen werden durch eine Reihe von Sonderveranstaltungen im Bazlen-Saal des Palazzo Gopcevich ergänzt, darunter eine szenische Lesung des Theaterstücks Vola Colomba von Pierluigi Sabatti mit Ariella Reggio und Schauspieler:innen des Teatro Stabile La Contrada am Mittwoch, den 30. Oktober um 20:30 Uhr im Teatro Bobbio.

Sulle orme di Mascherini

—Auf den Spuren von Mascherini

Da Sistiana a Trieste, alla scoperta di Marcello Mascherini, tra i più noti scultori del Novecento. In autunno una mostra a lui dedicata al Castello di Kromberk.

Von Sistiana nach Triest - auf den Spuren von Marcello Mascherini, einem der berühmtesten Bildhauer des 20. Jahrhunderts. Im Herbst wird ihm eine Ausstellung im Schloss Kromberk gewidmet.

Si respira un’atmosfera ancora intatta nella casa museo di Marcello Mascherini, uno dei grandi protagonisti della storia dell’arte del Novecento che nell’ultima parte della sua vita scelse Sistiana, alle porte di Trieste, per la sua casa atelier.

Nato a Udine, scultore e scenografo con numerosi e prestigiosi riconoscimenti in Italia e all’estero, Mascherini si trasferì in provincia di Trieste negli anni Sessanta, subendo il fascino dell’ambiente scabro e pietroso del Carso, che divenne uno dei motivi ispiratori nella sua opera.

Nureyev, Dos Passos e Ungaretti furono alcuni degli ospiti illustri della casa che oggi gli eredi aprono su richiesta di associazioni, scuole e studiosi, portando avanti un’intensa attività di conoscenza e diffusione della sua copiosa produzione artistica.

Se Sistiana è la custode della sua casa atelier, a Trieste le opere di Mascherini sono numerosissime, a testimoniare il suo forte legame con la città dove maturò la sua vocazione artistica. E proprio in questo periodo l’omonima associazione culturale sta minuziosamente catalogando le sue opere su palazzi e strade per restituire una mappa completa, che servirà da preziosa guida per turisti e curiosi.

Una delle tappe alla scoperta di Mascherini in città celebra l’amore.

Si chiama Cantico dei Cantici, come il componimento poetico biblico di impareggiabile bellezza,

l’opera monumentale in bronzo in piazza Oberdan raffigurante due esili figure di uomo e di donna fuse in uno struggente abbraccio. Al tema degli innamorati Mascherini ha voluto dedicare diverse sculture negli anni, lui così innamorato della moglie Nera Micheli, delle donne e della vita.

A chi ama visitare la città a testa in su, non potrà sfuggire il bassorilievo bronzeo installato all’incrocio fra la Via Palestrina e Via San Francesco, “Lotta di Chimere” del 1967. È di Mascherini il busto di James Joyce nel Giardino pubblico Muzio de‘ Tommasini, il parco nel quale sono disposte 31 opere scultoree di personaggi illustri della città.

La statua di Minerva, rappresentata come una figura di donna slanciata scolpita nel travertino, domina invece l’ingresso dell’Università degli Studi di Trieste, un’opera che l’artista aveva realizzato in forma ridotta e in bronzo per la Biennale di Venezia del 1953.

E ancora, in pieno centro cittadino, nell’aiuola spartitraffico di largo Riborgo, la scultura bronzea Monumento al Combattente, che diede avvio alla stagione creativa “carsica” dell’artista.

Nella sua Sistiana, alla Portopiccolo Art Gallery, la scorsa estate è stata inaugurata la mostra “Marcello Mascherini. Scultura come poesia” che in autunno approderà al castello di Kromberk, a pochi chilometri da Nova Gorica nella vicina Slovenia. Un’occasione imperdibile per ammirare l’opera di uno dei maggiori scultori del Novecento.

DEUTSCHER TEXT

Im Marcello-Mascherini-Haus, herrscht noch immer eine Atmosphäre, als würde der Künstler noch hier wohnen. Der große Protagonist der Kunstgeschichte des 20. Jahrhunderts hatte in seinem letzten Lebensabschnitt Sistiana in der Nähe von Triest zu seinem Atelier auserkoren.

Der in Udine geborene Bildhauer und Bühnenbildner, der zahlreiche renommierte Preise in Italien und im Ausland erhalten hat, zog in den 1960er Jahren in die Provinz Triest und war von der rauen und steinigen Umgebung des Karstes fasziniert. Hier fand er auch seine Inspiration für sein Werk.

Nureyev, Dos Passos und Ungaretti waren einige der illustren Gäste in dem Haus, das seine Erben heute auf Anfrage von Vereinen, Schulen und Forschern öffnen und sein reichhaltiges künstlerisches Schaffen bekannt machen.

Wenn Sistiana die Hüterin seines Ateliers ist, so ist Triest der Ausstellungsort für zahlreiche seiner Werke. Dies zeugt von seiner starken Bindung an die Stadt, in der seine künstlerische Berufung heranreifte. Zur Zeit katalogisiert der gleichnamige Kulturverein akribisch seine Werke an Palästen, Straßen und Plätzen, um eine vollständige Karte zu erstellen, die Tourist:innen und Neugierigen als wertvoller Führer dienen soll.

Eine der Stationen auf den Spuren von Mascherini zelebriert die Liebe. Das monumentale Bronzewerk auf der Piazza Oberdan trägt den Namen

Cantico dei Cantici (Hoheslied), nach dem Buch des Alten Testaments von unvergleichlicher Schönheit. Es stellt zwei schlanke Figuren dar, einen Mann und eine Frau, die in einer ergreifenden Umarmung miteinander verschmolzen sind. Mascherini hat dem Thema der Liebenden im Laufe der Jahre mehrere Skulpturen gewidmet, so verliebt war er in seine Frau Nera Micheli, in die Frauen und in das Leben.

Auch das bronzene Flachrelief Lotta di Chimere (Kampf der Chimären, 1967) an der Kreuzung von Via Palestrina und Via San Francesco sollte man sich nicht entgehen lassen. Von Mascherini stammt auch die Büste von James Joyce im Stadtpark, in dem 31 Skulpturen berühmter Persönlichkeiten der Stadt stehen.

Die Statue der Minerva, eine schlanke, in Travertin gehauene Frauengestalt, beherrscht dagegen den Eingang der Universität von Triest: ein Werk, das der Künstler in reduzierter Form in Bronze für die Biennale von Venedig 1953 geschaffen hatte.

Und im Stadtzentrum, auf der Verkehrsinsel von Largo Riborgo, steht die Bronzeskulptur Monumento al Combattente (Denkmal für den Kämpfer), mit der die “karstige” Schaffensperiode des Künstlers begann.

In seinem Ort Sistiana wurde in der Kunstgalerie Portopiccolo die Ausstellung “Marcello Mascherini. Skulptur als Poesie” eröffnet, die im Herbst im slowenischen Schloss Kromberk in der Nähe von Görz zu sehen sein wird. Eine einmalige Gelegenheit, das Werk eines der größten Bildhauer des 20. Jahrhunderts zu entdecken.

Una delle tappe alla scoperta di Mascherini in città celebra l’amore.

Eine der Stationen auf den Spuren von Mascherini zelebriert die Liebe.

Scoprite anche le nostre o erte di Capodanno!

AVVENTO A WARMBAD-VILLACH

Hotel termali, il mercatino di Natale di Villach, piste da sci, sentieri innevati per ciaspolare e una cucina deliziosa ... e per i più piccoli c‘è il miniclub in lingua italiana.

Vi aspettiamo a Warmbad-Villach!

RESIDENZE DI LUSSO

Il Residence Sunset Rivoluziona la Villa di Via Sottomonte

Luxuswohnungen:

Sunset Residence erweckt die Villa in der Via Sottomonte zu neuem Leben

Tel. +39 348 310 4050

a.depaolo@galleryimmobiliare.it

Nel cuore del quartiere di Roiano, a Trieste, si erge una villa che fonde storia e modernità in un progetto architettonico unico. Situata in Via Sottomonte, la villa è stata originariamente progettata dal celebre architetto Luciano Celli, che ha voluto evocare l’eleganza delle grandi navi. Dettagli come gli oblò, le linee eleganti e le ampie terrazze che offrono una vista mozzafiato sul mare e sulla città di Trieste, rendono questa proprietà un autentico capolavoro di design navale. Oggi, grazie a un ambizioso progetto di ristrutturazione, la villa si prepara a rinascere come Residence Sunset, un complesso residenziale esclusivo che ospiterà cinque unità abitative di lusso. Ogni appartamento sarà arricchito da vasche idromassaggio,

terrazze panoramiche e finiture di pregio, combinando alla perfezione lo stile architettonico originale con un design contemporaneo e funzionale. Le grandi vetrate permetteranno agli abitanti di godere di tramonti spettacolari sul Golfo di Trieste, mentre gli interni eleganti offriranno il massimo del comfort moderno.

La residenza non offre solo un’abitazione di lusso, ma un vero stile di vita. Il giardino condominiale sempreverde, curato in ogni dettaglio, sarà un’oasi di tranquillità, mentre il solarium e i posti auto completeranno un’esperienza abitativa senza pari. La posizione strategica della residenza, a pochi passi da scuole e servizi,garantisce una vita quotidiana all’insegna della comodità e del benessere.

Antonio De Paolo, CEO

Sunset Residence è la scelta ideale per chi desidera vivere immerso nel verde senza rinunciare alla praticità della vita cittadina. Ogni dettaglio è stato studiato per offrire un equilibrio perfetto tra eleganza e funzionalità, dal design delle vasche idromassaggio Wellgen alle ampie terrazze pensate per ammirare i tramonti su Trieste.

Questo straordinario progetto residenziale rappresenta una rara opportunità di vivere in una dimora che combina prestigio storico e innovazione. Che si tratti di rilassarsi in giardino, godere della vista dal solarium, il Residence Sunset trasforma la vita quotidiana in un’esperienza di lusso e bellezza.

Se sognate di vivere in un luogo dove ogni giorno si conclude con uno spettacolare tramonto sul mare, il Sunset Residence è il rifugio perfetto. Immerso nella quiete, ma a pochi passi dal cuore di Trieste, questa residenza rappresenta il meglio che la città possa offrire: uno stile di vita senza compromessi, in un contesto esclusivo e prestigioso.

spektakuläre Sonnenuntergänge über dem Golf genießen, während die eleganten Innenräume höchsten modernen Komfort bieten.

DEUTSCHER TEXT

Im Herzen des Stadtteils Roiano steht eine Villa, die Geschichte und Moderne in einem einzigartigen architektonischen Projekt vereint. Die Villa in der Via Sottomonte wurde ursprünglich von dem renommierten Architekten Luciano Celli entworfen, der die Eleganz großer Schiffe heraufbeschwören wollte. Bullaugen, schlanke Linien und große Terrassen mit atemberaubendem Meer- und Stadtblick machen das Gebäude zu einem wahren Meisterwerk des Schiffsdesigns. Heute wird die Villa dank eines ehrgeizigen Renovierungsprojekts als SUNSET RESIDENCE wieder zum Leben erweckt. Jede der fünf Luxuswohnungen verfügt über Whirlpools, Panoramaterrassen und hochwertige Ausstattungen, die di ursprünglichen Architektur perfekt mit modernem, funktionalem Design verbinden. Durch die großen Fenster können die Bewohner:innen

Hier trifft ein luxuriöses Zuhause auf den perfekten Lebensstil. Der immergrüne und gepflegte Gemeinschaftsgarten ist eine Oase der Ruhe, während das Solarium und die Parkplätze das Wohnerlebnis abrunden. Die strategische Lage der Villa, nur wenige Schritte von Schulen und Dienstleistungen entfernt, sorgt für einen unkomplizierten und komfortablen Alltag.

Sunset Residence ist die ideale Wahl für alle, die im Grünen leben möchten, ohne auf die Annehmlichkeiten des Stadtlebens zu verzichten. Jedes Detail wurde so gestaltet, dass es eine perfekte Balance zwischen Eleganz und Funktionalität bietet, von den WellgenWhirlpools bis hin zu den großzügigen Terrassen.

Das außergewöhnliche Projekt bietet die seltene Gelegenheit, in einem Haus zu wohnen, das historisches Prestige mit Innovation vereint. Ob Sie sich im Garten entspannen oder die Aussicht vom Solarium aus genießen, die Sunset Residence verwandelt Ihren Alltag in ein Erlebnis voller Luxus und Schönheit.

Wer davon träumt, an einem Ort zu leben, an dem jeder Tag mit einem spektakulären Sonnenuntergang über dem Meer endet, ist die SUNSET RESIDENCE der perfekte Rückzugsort. Ruhig gelegen und doch nur wenige Schritte vom Herzen Triests entfernt, steht dieses Wohnhaus für das Beste, was die Stadt zu bieten hat: einen kompromisslosen Lebensstil in einer exklusiven Umgebung.

LA TUA

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Franco Gentilini, Ragazza con fiore, 1966

TRIESTE E UNA DONNA

Immagini al femminile dalla Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste

—Frauenbilder aus der Kunstsammlung der Stiftung CRTrieste

Una mostra tutta al femminile, celebra dal 4 ottobre al 6 gennaio nelle sale del Museo d’Arte Moderna “Ugo Carà” di Muggia, il più noto canzoniere triestino, quello di Umberto Saba.

Un percorso espositivo che si dipana tra versi del poeta attraverso le suggestioni create dai disegni, dipinti e sculture dei maggiori artisti del panorama locale dell’Otto e Novecento.

Le oltre quaranta opere esposte –dipinti, sculture e disegni– appartenenti al corpus della Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste, fanno vivere allo spettatore la suggestione della metafora usata da Saba per descrivere Trieste, amata città natale, complessa, misteriosa, affascinante, ma anche accogliente, dall’anima multiforme dove culture e tradizioni diverse convivono pacificamente.

L’universo femminile triestino, caleidoscopico, cosmopolita, indipendente ed emancipato di inizi Novecento è rappresentato nelle sue diverse sfaccettature.

Si passa dalla femminilità espressa

dai disegni di Arturo Rietti, Lovis Corinth o Leonor Fini alla quotidianità delle matres familias ritratte da Giuseppe Barison e Mario Lannes contrapposta all’operosità quotidiana della Mandriana di Servola di Edgardo Sambo, all’iconica Diana cacciatrice che elegante e fiera si inginocchia affianco alla sua preda che tiene ferma con un braccio nascosto. Non mancano i riferimenti alla donna eterea, ispiratrice e musa evocata dalle opere di Eugenio Scomparini e Carlo Sbisà.

Interessante è il richiamo del Giappone, di tendenza al volgere del XIX secolo, della Danzatrice giapponese di Carlo Wostry e della Bambola giapponese di Arturo Rietti.

L’ eros è ben rappresentato invece dall’inedita Sintesi di Gabriele D’Annunzio di Bruno Sossi; nel centro della composizione spicca la presenza del nudo femminile, circoscritto dal cranio del poeta, come fosse parte stessa della sua mente febbrile e musa dell’intera scena che si dipana in piani diversi celando curiosi particolari e riferimenti bellici.

INFO

www.muggiacultura.eu www.museougocara.eu

Orari: /Öffnungszeiten: da giovedì a sabato 10–12 e 17–19 domenica e festivi 10-12 ingresso libero /von Donnerstag bis Samstag 10-12 Uhr und 17-19 Uhr; Sonn- und Feiertage 10-12 Uhr; Eintritt frei

Eine ganz auf Frauen fokussierte Ausstellung feiert von 4. Oktober bis 6. Januar im Museum für moderne Kunst “Ugo Carà” in Muggia die Verse des Triester Dichters Umberto Saba.

Die Ausstellung spannt einen Bogen von Sabas Versen zu den Zeichnungen, Gemälden und Skulpturen der wichtigsten lokalen Künstler:innen des 19. und

20. Jahrhunderts.

Anhand der über 40 Werke aus der Kunstsammlung der Stiftung CRTrieste gewinnen die Besucher:innen einen Einblick in Sabas Bildsprache, mit er seine geliebte Heimatstadt beschrieb: komplex, geheimnisvoll, faszinierend, aber auch einladend, mit einer facettenreichen Seele, in der verschiedene Kulturen und Traditionen friedlich zusammenleben.

Die kaleidoskopische, kosmopolitische, unabhängige und emanzipierte weibliche Welt des Triest des frühen 20. Jahrhunderts wird in vielen Aspekten dargestellt.

Von der Weiblichkeit in den Zeichnungen von Arturo Rietti, Lovis Corinth oder Leonor Fini über die Alltäglichkeit der von Giuseppe Barison und Mario Lannes dargestellten matres familias und den täglichen Fleiß der Mandriana di Servola von Edgardo Sambo bis hin zur ikonischen Jägerin Diana, die elegant und stolz neben ihrer Beute kniet. Außerdem gibt es zahlreiche Darstellungen der Frau als ätherisches Wesen, Inspirationsquelle oder Muse wie in den Werken von Eugenio Scomparini und Carlo Sbisà.

Interessant ist auch der Bezug zu Japan, das um die Jahrhundertwende in Mode war. Zu sehen sind Carlo Wostrys Japanische Tänzerin und Arturo Riettis Japanische Puppe

Der Eros steht hingegen in Bruno Sossis bisher unveröffentlichter Synthese von Gabriele D’Annunzio als weiblicher Akt im Mittelpunkt, der vom Schädel des Dichters umrahmt wird, als wäre er Teil seines fiebrigen Geistes und Muse der gesamten Szene, die sich auf mehrere Ebenen erstreckt und kuriose Details und Kriegsbezüge birgt.

THE GOOD LIFE –STYLE

Volitiva e autonoma come le sue nonne: e sempre più determinata. È la triestina che oggi, come nel ’78, ascolta e balla, anche da sola, l’inno che ha reso popolare il nome di Trieste. “Com'è bello far l'amore da Trieste in giù com’è bello far l'amore io son pronta e tu...”. Un invito all’emancipazione, alla libertà e all’indipendenza, preso sempre sul serio, che strizza l’occhio al desiderio...

Di profumi golosi e sapori avvolgenti, di una giornata dedicata a fare l’amore in tutte le sue forme. “L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu”, diceva la Carrà, e anche come hai voglia tu, aggiunge la triestina, che con il suo piglio ribelle, si gode l’autunno per... –

Willensstark und unabhängig wie ihre Omas und entschlossener denn je - unsere Triesterin. die heute wie 1978 dem Lied lauscht und zu ihm tanzt, das den Namen Triest berühmt gemacht hat: “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù, com’è bello far l’amore io son pronta e tu…”. Eine Aufforderung zu Emanzipation, Freiheit und Unabhängigkeit - ernst gemeint und doch mit einem koketten Augenzwinkern. “L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu”, sagte Raffaella Carrà, und “wie du willst”, fügt die Triesterin hinzu, die mit ihrer rebellischen Ader den Herbst genießt, um...

Assaporare

Un Kardemummalubat, morbido e fragrante roll nordico al cardamomo preparato ogni mattina da Selen.

Zu schmausen

EinKardemummalubat,einweichesund duftendesnordischesKardamomröllchen,jeden MorgenfrischvonSelengebacken.

The Flake Bakery - Androna Sant'Eufemia, 2b

Sorseggiare

Chiedete a Giorgio che vi prepari un Madame, avvolgente e amarotico cocktail con Gin al lampone, rabarbaro e liquore di fragola, mentre vi racconta la storia della sua vita.

Zu schlürfen

BittenSieGiorgio,IhneneinenMadamezuzubereiten,einen umwerfenden,bittersüßenCocktailmitHimbeer-Gin,Rhabarberund Erdbeerlikör und lassen Sie sich die Geschichte seines Lebens erzählen.

Dream Team Bar - Via Riccardo, 2

di /von Stefania Boccabianca

Coach e consulente, brand-lover, ama scoprire piatti, locali e prodotti sempre nuovi.

/Als Coach, Beraterin und Brand-Lover ist sie stets auf der Suche nach neuen Gerichten, Orten und Produkten.

Scrivi a: hello@stefaniaboccabianca.com

il sapore del mare

Intramontabile preludio di qualsiasi notte d’amore, l’aperitivo con ostriche e champagne.

Den Geschmack des Meeres wiederzuentdecken

DerzeitloseAuftaktzujederromantischenNacht –einAperitifmitAusternundChampagner.

Bollicine - Piazza Sant'Antonio Nuovo, 2a

Ritrovare

Rubargli la camicia

Quella in jeans di Brancaccio la sua preferita.

Sein Hemd zu stehlen

DasJeanshemdvonBrancaccio, seinLieblingshemd.

XXX - Griffe Concept Store

Via S. Nicolò, 13a

Regalarsi un solitario

Grande e importante come Solitaire, l’anello in bronzo e quarzo bianco, di Simone Vera Bath.

Sich einen Solitaire zu gönnen

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Farsi accarezzare

Dopo il trattamento dermostimolante - peeling profondo, la pelle del corpo resta setosa per giorni.

Sich verwöhnen zu lassen

NachdieserstimulierendenBehandlung mittiefenwirksamemPeelingbleibtdieHautIhres Körperstagelangseidig.

Blossom Beauty & Clinic Studio - Corso Italia, 9

TIPS DELLA TRIESTINA: preparatevi di tutto punto per un "Appuntamento con l'artista". Indossate il vostro outfit più originale e passate un pomeriggio alla Sala Sbisà, nel Magazzino 26 del Porto Vecchio, da novembre a febbraio. Fatevi ispirare dai migliori abiti da scena di Raffaella Carrà dell'esposizione

TANTI AUGURI - "...Com'è bello fare l'amore da Trieste in giù..." Cantate a squarciagola e non dimenticatevi di avere sempre gli occhi che luccicano, come quei vestiti pieni di strass.

Farsi sedurre

Orientale speziato unisex, dal 1973 il profumo di Diptique il cui significato rimanda ad altro: “L’Autre” significa che la sua fonte d’ispirazione è qualcosa di diverso.

Sich

verführen zu lassen

DerwürzigeorientalischeUnisex-DuftL’Autrevon Diptyqueverführtseit1973,wobeiderNameeine tiefereBedeutunghat:“L’Autre”impliziert,dassdie Inspirationvonjemandanderemstammt.

Profumeria Essenze - Piazza Sant'Antonio Nuovo, 4

Cantare

Con il 45 giri originale “Tanti auguri” di Raffaella Carrà.

Zusingen

7 5 8

MitderOriginal-Single TantiaugurivonRaffaellaCarrà. Vinylone-Yourmusiconvinyl.

Vinylone - La tua musica in vinile V.le Venti Settembre, 24c

WELLNESS

Un distretto innovativo che unisce tecnologie all’avanguardia e un team multidisciplinare per offrire un approccio scientifico e personalizzato al miglioramento psicofisico, superando il concetto tradizionale di palestra.

tra cui personal trainer, osteopata, fisioterapista, nutrizionista, chinesiologo, istruttore di yoga e mindfulness, impegnati in sinergia per offrire al cliente un piano volto a migliorare il suo benessere globale.

Noura: il primo health district di Trieste che ridefinisce l’approccio al benessere. —

Noura - das erste Health District in Triest, das das Konzept von Fitness neu definiert

“Siamo la formula, non l’antidoto, per intraprendere il tuo cambiamento verso una nuova dimensione di benessere”. Con questa frase si presenta Noura, il primo health district (distretto della salute) a Trieste, che dallo scorso dicembre sorge negli spazi riqualificati dove un tempo si trovava Marchi Gomma. Una realtà che, oltre a dare nuova vita a un ampio spazio nel Borgo Teresiano dopo un periodo di abbandono, ha portato in città per la prima volta qualcosa che sarebbe riduttivo definire “palestra”. Una realtà che riunisce 14 professionisti

“Proponiamo ai nostri clienti uno stile di vita che considera la persona nella sua interezza. È infatti impossibile scindere l’allenamento da tutti gli altri aspetti della quotidianità del cliente, puntiamo quindi su allenamenti iper personalizzati che si basano sullo stato psicofisico della persona e sulle sue attività quotidiane”.

Si parte quindi da un’anamnesi iniziale, un passaggio effettuato con la tecnologia del Wellness Checkup della Technogym, un totem che raccoglie informazioni sulla persona, dalla composizione corporea, massa magra e grasso

CORPO E MENTE

—Körper

und Geist

intra ed extracellulare, al metabolismo basale fino alle prestazioni di forza, equilibrio, mobilità articolare e le capacità cognitive (riflessi e memoria). È anche in grado di valutare l’età biologica e impiega l’intelligenza artificiale per combinare e analizzare i parametri. Tutto il sistema di dati raccolti si interfaccia poi con il telefono cellulare, permettendo al cliente di monitorare i propri progressi in tempo reale.

“Ad oggi –specifica il team di Noura–ci sono tante proposte in città sul fitness ma non c’è niente che monitori l’andamento dell’allenamento in modo scientifico con uno storico e una cronologia di tutti i passaggi effettuati dal cliente. Noi siamo tra i primi tre in Italia ad avere in anteprima questo totem”.

Noura propone sessioni di personal training e sessioni di movimento come terapia seguite da trainer specializzati. Queste sedute ristabiliscono l’equilibrio muscolare risolvendo gli scompensi motori ed educano il corpo al movimento corretto, al fine di migliorare la percezione e la qualità degli allenamenti.

Oltre alle sedute individuali Noura offre classi di allenamento dove potersi allenare in gruppi di massimo 6 persone.

La cura del cliente comprende anche l’abbigliamento (maglietta, pantaloncini, calze e asciugamano) tutti nominali e lavati ad ogni allenamento e servizi come la crioterapia a immersione, la sauna e un’ampia varietà di massaggi.

DEUTSCHER TEXT

Eine innovative Einrichtung mit modernsten Technologien und einem multidisziplinären Team. Ziel ist ein wissenschaftliches und individuelles Konzept zur Verbesserung der psychophysischen Gesundheit, das über das traditionelle Konzept eines Fitnessstudios hinausgeht.

“Wir sind die Formel, nicht das Gegenmittel, bei deiner Reise in eine neue Dimension des Wohlbefindens.” So

präsentiert sich Noura, das erste Health District in Triest, das seit Dezember letzten Jahres in den Räumen der ehemaligen Firma Marchi Gomma untergebracht ist. Dadurch hat es nicht nur einen Teil des Borgo Teresiano zu neuem Leben erweckt, sondern auch zum ersten Mal etwas in die Stadt gebracht, das als “Fitnessstudio” zu bezeichnen, zu kurz gegriffen wäre. Die 14 Profis - darunter Personal Trainer, Osteopathen, Physiotherapeuten, Ernährungsberater, Kinesiologen, Yoga- und MindfulnessTrainer - arbeiten eng zusammen, um das Wohlbefinden der Kund:innen zu verbessern.

“Was wir vorschlagen, ist ein Lebensstil, der den Menschen in seiner Gesamtheit betrachtet”, erklärt der Inhaber. “Denn man kann das Training nicht vom Alltag trennen. Unser personalisiertes Training basiert auf dem psychophysischen Befinden der Person und ihren täglichen Aktivitäten.”

Zuerst wird eine Anamnese durchgeführt, und zwar mit dem Wellness-Checkup von Technogym, das Infos über die Person sammelt: von der Körperzusammensetzung, der Magermasse und dem intra- und extrazellulären Fett bis hin zu Stoffwechsel, Kraft, Gleichgewicht, Beweglichkeit und kognitiven Fähigkeiten (Reflexe und Gedächtnis). Auch das biologische Alter kann bestimmt werden. Die Technik nutzt KI, um die Parameter zu kombinieren und zu analysieren. Alle erfassten Daten werden mit dem Mobiltelefon verknüpft, so dass die Kund:innen ihre Fortschritte in Echtzeit verfolgen können.

“Zurzeit gibt es in der Stadt viele Fitness-Angebote, aber nichts, was den Trainingsfortschritt wissenschaftlich überwacht und alle Fortschritte aufzeichnet. Wir sind unter den ersten drei in Italien, die ein solches Gerät haben”, so das Noura-Team.

Noura bietet individuelle Trainings- und Bewegungseinheiten, die von Spezialist:innen betreut werden. Diese Sitzungen stellen das muskuläre Gleichgewicht wieder her, indem sie motorische Störungen beheben und den Körper in der richtigen Bewegung schulen, um Qualität des Trainings zu verbessern. Neben den Einzelsitzungen bietet Noura auch Trainingskurse für Gruppen von bis zu sechs Personen an. Neben Kryotherapie, Sauna und verschiedene Massagen umfasst die Kundenbetreuung auch die Bereitstellung persönlicher Kleidung (T-Shirt, Shorts, Socken, Handtuch), die nach jedem Training gewaschen werden.

I negozi Bastiani e GioGiò, con i loro gioielli, ti invitano a fare 4 passi tra i gioielli di Trieste. Un invito alla bellezza e alla preziosità.

Bastiani and GioGiò shops, with their jewellery, invite you to take a stroll among the jewels of Trieste. An invitation to beauty and preciousness.

Palazzo Aedes, con i suoi mattoni stile New York, è uno dei palazzi più iconici della città. Mentre questo anello in oro rosa e brillanti della collezione Groumette è tra i più iconici firmati da Leo Pizzo. Indimenticabile!

Palazzo Aedes, with its New York-style bricks, is one of the city’s most iconic buildings. Meanwhile, this rose gold and diamond ring from the Groumette collection is one of the most iconic pieces by Leo Pizzo. Unforgettable!

Guarda lassù. Casa Smolars riempie gli occhi di meraviglia, proprio come la collezione ARDIS di Vhernier.

Un mélange di energia e leggerezza.

Realizzata in alluminio, oro rosa o oro bianco e diamanti.

Look up there. Casa Smolars fills your eyes with wonder, just like Vhernier’s ARDIS collection.

A mélange of energy and lightness.

Made of aluminium, rose gold or white gold and diamonds.

Bastiani
tRiEstE

Ponterosso è tra i luoghi più affascinanti di Trieste, punto d’incontro tra Oriente e Occidente, che conquista al primo sguardo, proprio come le collane rosario in argento dorato e perle della collezione Onda Bianca di Maman et Sophie.

Ponterosso is one of the most enchanting places in Trieste, a meeting point between East and West, captivating at first sight, just like the rosary necklaces in gold-plated silver and pearls from Maman et Sophie’s Onda Bianca collection.

Chi sceglie di regalare o regalarsi un gioiello trova nei negozi Bastiani e GioGiò le tappe imperdibili per un acquisto di esclusiva raffinatezza che resta nel cuore.

Those who choose to gift or treat themselves to jewellery will find the Bastiani and GioGiò shops to be unmissable stops for an exquisitely refined purchase that stays close to the heart.

Il Molo Audace è il posto perfetto per una dichiarazione d’amore vicino al mare accompagnata da un anello multi cuore in oro rosa e brillanti o un girocollo cuore in oro rosa della collezione Piccole Gioie di Marco Gerbella. Viva l’amor!

Molo Audace is the perfect spot for a love declaration by the sea, accompanied by a multi-heart ring in rose gold and diamonds or a heart necklace in rose gold from Marco Gerbella’s Piccole Gioie collection. Vive l’amour!

tRiEstE Via San nicolò 24 t. +39 040 765070

GiOGiò di Bastiani

I colori delle delizie locali

Die Farben der lokalen Spezialitäten

FOOD ART

di /von Alice Noel Fabi

Foto di /Fotos von Camilla Bach

In un angolo grigio di una città un murale può trasformare una parete anonima in una tela vibrante di colori, capace di restituire gioia e meraviglia a chiunque passi di lì. Allo stesso modo, ci sono buffet (e mi raccomando, la “t” qui a Trieste si pronuncia) lontani dal clamore del centro, nascosti nella periferia della nostra città, che sanno regalare momenti di pura gioia gastronomica. Luoghi capaci, al pari di un’opera di street art, di illuminare la giornata con sapori sorprendenti, inaspettati.

La cucina è indubbiamente arte, non credo io debba convincervi. Chef stellati come Grant Achatz del ristorante Alinea (Chicago) hanno addirittura dipinto il cibo direttamente sulla tavola –arte effimera– trasformandolo in una performance, per sottolineare ancor di più che mangiare non è esperienza esclusiva del palato. Le ricette che vado a proporvi raccontano della tradizione più autentica della città, di “rebechini ” (spuntini) nei buffet di periferia e di piatti casalinghi dai sapori

sicuri e confortevoli, ma attraverso il colore dei loro ingredienti potrete reinterpretarle quasi fossero murales da “dipingere” oltre che gustare, cimentandovi in opere d’arte commestibili. Le palačinke, sottili crepes che si prestano a pennellate di marmellate originali e colorate e il liptauer, che con i suoi tanti ingredienti ricorda una tavolozza pronta a dare forma e colore ad un piatto davvero unico di Trieste. In tutto questo numero vi abbiamo portati in giro per la città, dal centro alla periferia, per scoprire i colori della street art. Vi suggerisco di fare lo stesso per trovare il buffet con il miglior liptauer e le osterie con le palačinke più incredibili. Uscite dal centro per riscoprire sapori autentici della città. E tornati a casa, accettate la sfida di ricrearli nella vostra cucina. Come i murales che scopriamo nelle strade più nascoste, queste ricette ci invitano a riscoprire il piacere di creare e gustare, trasformando ingredienti semplici in qualcosa di straordinario.

Liptauer

È una colonna portante dei buffet ma ormai trovarlo –e trovarlo fatto bene, servito su una buona fetta di “pan de segala” (pane alla segale)–risulta complicato. Ha origini austroungariche, con varianti presenti pure nei Balcani e oltre (probabilmente a significare che trattasi di un piatto davvero molto antico). Gli ingredienti cambiano, la base è una crema di formaggi spalmabili arricchiti da altri sapori. Nei paesi germanici ad esempio troviamo cipolla tritata, sottaceti, prezzemolo semi di cumino… ma a Trieste prediligiamo la versione più pura, dove il focus è sui formaggi, forse perché alla fine siamo italiani e la nostra cultura lattiero casearia è ricchissima.

Proprio per questo vi segnalo una ricotta di pecora made in Carso, dell’azienda agricola Antonič. Viene fatta con il siero di latte di pecore autoctone, di razza istro-carsolina, che pascolano liberamente sulla landa carsica. D’obbligo una spolveratina di paprika (per uno splash di colore) per non dimenticare i profumi di origini lontane. Per il pane passate da SpaccioPani, in via del Lazzaretto Vecchio 10, dove troverete un ottimo pan de segala fatto con lievito madre.

Der Liptauer ist in den Buffets zwar ein fester Bestandteil, aber einen nach den Regeln der Kunst zubereiteten und auf Roggenbrot servierten Liptauer zu finden, ist gar nicht so einfach.

Ursprünglich kommt das Rezept aus ÖsterreichUngarn, mit Variationen auf dem Balkan und darüber hinaus (es ist also wohl ein sehr altes Gericht).

Die Zutaten variieren, aber im Grunde ist es ein Frischkäseaufstrich, der mit Aromen angereichert wird. In den deutschsprachigen Ländern würzt man ihn z. B. mit gehackten Zwiebeln, Essiggurken, Petersilie, Kümmel... doch in Triest steht ganz einfach der Käse im Mittelpunkt - vielleicht weil wir in Italien eine unglaublichen Käsevielfalt haben.

An dieser Stelle ein Tipp: Der Schafsmilch-Ricotta vom Bauernhof Antonič im Karst wird aus der Molke einheimischer Schafe hergestellt, die frei auf der Karstheide grasen, und macht Ihren Liptauer perfekt. Ein Muss: eine Prise Paprika - wegen des Farbtons und der Aromen des fernen Ursprungs. Außerdem: Im SpaccioPani (Via del Lazzaretto Vecchio 10) finden Sie bestes Roggenbrot aus Sauerteig.

Ingredienti per 20 tartine

200g Ricotta di pecora dell’azienda agricola Antonič

100g Gorgonzola

100g Mascarpone

Paprica dolce in polvere

1kg Pan de Segala di Spaccio Pani

Preparazione:

In una ciotola mescolare bene ricotta, mascarpone e gorgonzola fino ad ottenere un composto cremoso. Servire sul pane alla segale e finire con una spolverata di paprica dolce.

Zutaten für etwa 20 Häppchen

200 g Ricotta aus Schafsmilch vom Bauernhof Antonič

100 g Gorgonzola

100 g Mascarpone

Süßes Paprikapulver

1 kg Roggenbrot vom Spaccio Pani

Zubereitung

Ricotta, Mascarpone und Gorgonzola in einer Schüssel verrühren, bis eine Creme entsteht. Roggenbrot damit bestreichen und mit süßem Paprikapulver bestreuen.

In den grauen Ecken einer Stadt kann ein Mural eine anonyme Wand in ein farbenfrohes Gemälde verwandeln, das allen Passant:innen Anlass zur Freude und zum Staunen gibt. Und genauso können auch die Triester Buffets (wohlgemerkt - das “t” wird hier ausgesprochen!) weit weg vom Trubel des Zentrums in den Außenbezirken der Stadt wahre Gaumenfreuden schenken. Orte, die - wie Street Art-Werkeden Tag überraschend und unerwartet aufpeppen.

Kochen ist zweifelsohne eine Kunst, davon muss ich Sie wohl gar nicht erst überzeugen. Sterneköche wie Grant Achatz vom Restaurant Alinea (Chicago) haben ihre Gerichte sogar direkt auf den Tisch gezaubert - ephemere Kunst - und das Kochen so zu einer Performance gemacht. Dadurch wird klar: Essen ist mehr als Gaumenschmaus. Die hier vorgestellten Rezepte erzählen von der authentischen Tradition der Stadt: von Rebechini, den Häppchen der Vorstadtbuffets, und von hausgemachten Gerichten mit herzhaftem Geschmack. Die bunten Zutaten können allerdings neu zusammengestellt werden, was sie zu essbaren Kunstwerken macht. Wie die Palatschinken, die man auch “malen” kann. Denn die dünnen Pfannkuchen eignen sich für Pinselstriche mit originellen und farbenfrohen Marmeladen. Oder der einzigartige Triester Liptauer, der mit seinen Zutaten an eine Malerpalette erinnert, die ihm Konsistenz und Farbe verleiht.

In dieser Ausgabe haben Sie die Stadt bis in die Vororte und die Farben der Street Art erkundet. Jetzt sollten Sie sich auf den Weg machen, die Buffets mit dem besten Liptauer und die Tavernen mit den leckersten Palatschinken zu finden! Außerhalb des Zentrum erwartet sie ein Kosmos authentischer Spezialitäten. Und wenn Sie wieder zu Hause sind, können Sie die Gerichte in der eigenen Küche nachkochen. Wie die versteckten Wandgemälde laden diese Rezepte dazu ein, die Freude am Kreieren und Schmausen wiederzuentdecken und aus einfachen Zutaten etwas Außergewöhnliches zu zaubern.

Palatschinken

Le “palačinke” sono deliziose. Punto, fine, stop. Una tradizione mitteleuropea e balcanica molto diffusa a Trieste, a Gorizia, in certe zone di Slovenia e Croazia... pure dall’Ungheria alla Serbia se ne trovano varianti. Sono più piccole e leggere rispetto alle “crêpes” francesi, vengono spesso arrotolate a forma di sigaro. La tradizione vuole una farcitura con marmellata di susine o albicocche, idealmente fatta in casa con i frutti dell’albero del giardino. Sul Carso sloveno, una variante prevede un ricco ripieno di crema di noci. Ma è nella loro capacità di abbracciarci con memorie d’infanzia e convivialità da osteria che le palačinke vincono a mani basse. Chiedetelo a un triestino doc: il ricordo del sapore di una palačinka appena cotta dalla nonna, in quella padella di ghisa che non veniva mai lavata ma solo passata con l’olio, è imparagonabile, come le madeleine di Proust. Una ricetta tanto semplice, quanto appagante, da cuocere sul momento e mangiare ancora calda.

–Palatschinken sind ein Traum. Punkt, fertig, aus. Dieses mitteleuropäische und balkanische Rezept ist auch in Triest, Görz und einigen Gebieten Sloweniens und Kroatiens zu Hause... sogar in Ungarn und Serbien gibt es Varianten. Kleiner und leichter als die französischen Crêpes, werden sie oft zigarrenförmig gerollt und traditionell mit Pflaumenoder Aprikosenmarmelade gefüllt, die im Idealfall aus den eigenen Gartenfrüchten hergestellt wird. Im slowenischen Karst gibt es eine Variante mit einer Walnusscreme-Füllung. Aber das, was die Palatschinken auszeichnet, ist, dass sie uns in die Kindheit

zurückversetzen und die Geselligkeit in den Gaststätten heraufbeschwören. Jeder triestino wird sich an den Geschmack der Palatschinken seiner Großmutter erinnern, frisch aus der gusseisernen Pfanne, die nie ausgewaschen, sondern nur mit Öl (oder Butter) bestrichen werden durfte. Dieses einfache und schmackhafte Gericht mit Madeleines-Effekt sollte frisch zubereitet und heiß serviert werden.

Ingredienti per 10 palačinke

1 uovo

2 cucchiai di zucchero

100g farina bianca

150ml latte vaccino

50ml vino bianco frizzante (o acqua frizzante o birra) Un pizzico di sale

Burro per ungere la padella Marmellata di albicocche

Preparazione

In una ciotola, mescolare l’uovo con lo zucchero ed un pizzico di sale. Aggiungere la farina gradualmente per evitare la formazione di grumi e mescolare. Se l’impasto risulta troppo denso, aggiungere qualche goccio di latte. Successivamente, incorporare poco a poco tutto il latte ed il vino, sempre mescolando fino a ottenere un composto liscio. In una padella antiaderente, sciogliere una noce di burro. Quando è ben caldo, versare un mestolo di impasto e ruotare la padella per distribuirlo uniformemente. Cuocere la palačinka fino a quando i bordi iniziano a dorarsi, quindi girarla per cuocere l’altro lato. L’obiettivo è trovare i giusti tempi (che vengono solamente facendole spesso) la consistenza leggermente croccante in certi punti ma allo stesso tempo infinitamente morbida ed ariosa.

Farcire le palačinke con la marmellata preferita e arrotolarle a forma di sigaro. Se piace, spolverare con zucchero a velo. Servire immediatamente, ancora calde, per assaporarle al meglio.

Zutaten für ca. 10

Palatschinken

1 Ei

2 Esslöffel Zucker

100 g Weißmehl

150 ml Kuhmilch

50 ml Sekt (oder Sprudelwasser oder Bier)

Eine Prise Salz

Butter zum Einfetten der Pfanne

Aprikosenmarmelade

Zubereitung

In einer Schüssel das Ei mit dem Zucker und einer Prise Salz verrühren. Nach und nach das Mehl hinzufügen, um Klumpen zu vermeiden, und vermengen. Ist der Teig zu dick, kann man ein bisschen Milch hinzufügen. Dann nach und nach die gesamte Milch und den Sekt einrühren, bis der Teig glatt ist. In einer beschichteten Pfanne ein Stück Butter schmelzen. Sobald sie heiß ist, einen Schöpflöffel Teig hineingeben und die Pfanne schwenken, um die Masse gleichmäßig zu verteilen. Den Palatschinken solange anbraten, bis die Ränder leicht braun werden, dann umdrehen und die andere Seite anbraten. Ziel ist es, das richtige Timing zu finden (Übung macht den Meister!), damit die Konsistenz an einigen Stellen leicht knusprig, aber gleichzeitig unendlich weich und luftig wird. Füllen Sie die Palatschinken mit Ihrer Lieblingsmarmelade und rollen Sie sie zu einer Zigarre. Nach Belieben mit Puderzucker bestäuben. Sofort und noch warm servieren, denn so schmecken sie am besten.

Incipit tratto

da uno dei racconti

inseriti nella raccolta

“Sentieri e cibi locali”

edita da GAL Natisone

Torre e GAL Carso. Buona lettura!

Dieser Text ist Teil

der von der LAG Natisone

Torre und der LAG

Carso herausgegebenen

Sammlung “Lokale Wege und Speisen”.

Viel Spaß beim Lesen!

Non avrebbe saputo dire se era stato lui a trovare lei o viceversa, ma a questo punto contava poco. Rimirava tra le mani quella busta di plastica con una clip che conteneva all’interno uno strofinaccio. Cosa bizzarra ma non troppo, considerato l’ordine maniacale che regnava nella cantina di nonna Gaby, che mitigava le sue abitudini da accumulatrice compulsiva. C’erano libri ovunque, e poi utensili, oggetti dismessi dall’uso quotidiano, un po’ di tutto, insomma. Quella non era una cantina, era l’archivio della Stasi. E toccava a lui metterlo a posto, come al solito da solo. Fabio Perhavec era dovuto rientrare in fretta dalla Germania. Da vent’anni la sua vita era concentrata sulla sua cattedra d’insegnante di economia a Heidelberg, la moglie

Strucolo in straza

di /von

Gisele, e i due figli ancora adolescenti, Matthias e Melissa. Un tedesco acquisito, o meglio un carsolino espatriato. La morte a quasi 102 anni della nonna, che da tempo viveva in una sua dimensione in casa di riposo, lo aveva costretto a svuotare la casetta di pietra di Zolla, sul Carso, che per lui era stata valvola di sfogo di una giovinezza allegra, della quale conservava ricordi gelosi. Il resto si era un po’ disperso, di fronte alla quotidianità teutonica e a una moglie che faceva di tutto per farlo diventare un bravo tedesco piuttosto che un italiano nostalgico. Quando si era trattato di prendere in mano la vicenda eredità, con i genitori scomparsi da anni, Fabio aveva tentato invano di coinvolgere la sorella Martina, l’aristocratica della famiglia, come la definiva. Occupata da anni come creativa in un’agenzia di comunicazione a Milano, aveva ovviamente declinato l’invito. I loro rapporti, del resto, erano ridotti da tempo ai saluti di Natale e di Pasqua, e talvolta neanche a quelli. «Fabio, fai tu come al solito, vero? Non mi sogno neanche di mollare tutto per venire sul Carso, ho troppo da fare qui». Lapidaria, come al solito. Di sicuro avrebbe preteso la sua quota quando alla fine avrebbero venduto la casetta, ma senza muovere un’unghia. Fabio si guardò attorno, chiedendosi quale motivo avesse potuto mai portare Gaby a salvare con tanta cura quello che sembrava a tutti gli effetti uno strofinaccio da cucina, il classico straccio decorato che si riporta a casa come souvenir.

Furio Baldassi

Sembrava a tutti gli effetti uno strofinaccio da cucina, il classico straccio decorato che si riporta a casa come souvenir.

Es sah im Grunde im Grunde wie ein stinknormales Geschirrtuch aus, ein normaler, verzierter Lappen, den man als Souvenir mit nach Hause nimmt.

DEUTSCHER TEXT

Er konnte nicht sagen, ob er es war, der sie gefunden hatte, oder umgekehrt, aber das war zu diesem Zeitpunkt auch egal. In seinen Händen hielt er eine mit einem Clip verschlossene Plastiktüte, in der sich ein Geschirrtuch befand. Das war zwar bizarr, aber nicht zu bizarr, wenn man die manische Ordnung bedenkt, die in Oma Gabys Keller herrschte und die ihre zwanghaften Hamstergewohnheiten abschwächte. Überall lagen Bücher, Utensilien, ausrangierte Alltagsgegenstände - kurz gesagt, von allem etwas. Das hier war kein Keller, das war ein Stasi-Archiv. Seine Aufgabe bestand nun darin, für Ordnung zu sorgen; wie immer allein. Kurzfristig musste Fabio Perhavec aus Deutschland nach Italien zurück. 20 Jahre lang drehte sich sein Leben um seine Stelle als Wirtschaftsprofessor in Heidelberg, seine Frau Gisela und die beiden Kinder Matthias und Melissa, die noch im Teenageralter waren. Ein Zugezogener war er, oder besser gesagt ein Auswanderer aus dem Karst. Der Tod seiner Großmutter im Alter von fast 102 Jahren, die lange in ihren ganz eigenen Dimensionen in

einem Altersheim gelebt hatte, zwang ihn nun, das kleine Steinhaus in Zolla im Karst auszuräumen. Letzteres war für ihn der Rückzugsort in seiner unbeschwerten Jugend gewesen. Die Erinnerungen daran bewahrte er voller Eifersucht. Der Rest hatte sich angesichts des teutonischen Alltags und einer Frau, die alles tat, um ihn zu einem guten Deutschen statt zu einem nostalgischen Italiener zu erziehen, etwas verflüchtigt. Als dann einige Jahre nach dem Tod seiner Eltern das Erbe zu verteilen gewesen war, hatte Fabio vergeblich versucht, seine Schwester Martina - die Aristokratin der Familie, wie er sie nannte, - einzubeziehen. Da sie seit Jahren als kreativer Kopf in einer Mailänder Werbeagentur beschäftigt war, hatte sie die Einladung natürlich abgelehnt. Ihre Beziehungen beschränkten sich ja auch schon lange auf Weihnachts- und Ostergrüße, und manchmal nicht einmal mehr auf das. “Fabio, das übernimmst wie immer du, oder? Ich denke ja nicht im Traum daran, hier alles liegen zu lassen und in den Karst zu kommen. Ich hab’ grad so viel um die Ohren.“ Sie war wie immer nur kurz angebunden. Ihren Anteil würde sie beim Verkauf des Hauses natürlich einfordern, aber ohne dafür auch nur einen Finger krumm zu machen. Fabio sah sich um und fragte sich, was Gaby wohl dazu veranlasst haben mochte, auf so sorgsame Weise etwas zu retten, was im Grunde wie ein stinknormales Geschirrtuch aussah, ein normaler, verzierter Lappen, den man als Souvenir mit nach Hause nimmt.

Racconti /Erzählungen

Sentieri e cibi locali è un viaggio nella rinascita delle aree rurali, una testimonianza del potere della cooperazione e dalla partecipazione comunitaria; una chiara dimostrazione di come i GAL possono guidare il territorio verso un futuro prospero e armonioso.

“Lokale Wege und Speisen” ist eine Reise in die Erneuerung des ländlichen Raums, ein Beweis für die Kraft der Zusammenarbeit und Beteiligung von Gemeinden; ein sichtbares Beispiel dafür, wie LAG Gebiete in eine erfolgreiche und harmonische Zukunft führen können.

Fotografie /Fotografien

Sentieri e cibi locali Un viaggio che attraversa la bellezza dei sentieri, la magia dei luoghi e i sapori autentici del nostro territorio. Il volume fotografico celebra la meraviglia naturale e la ricchezza gastronomica delle Valli del Torre e Natisone e del Carso, fino a Muggia. –

“Lokale Wege und Speisen” Eine Reise durch die Schönheit der Wege, den Zauber der Orte und die typischen Spezialitäten unserer Gegend. In diesem Fotoband feiern wir die wunderbare Natur sowie den gastronomischen Reichtum der Torre- und Natisone-Täler und des Karsts bis nach Muggia.

COFFEE BREAK IL CAFFÈ, I SUOI MONDI

Der Kaffee und seine Welten

di /von Alberto

Trieste, città di confine e crocevia di culture, ospita ogni anno il Trieste Coffee Festival, una celebrazione che rende omaggio a una delle bevande più amate al mondo: il caffè. Non si tratta solo di un’occasione per assaporare varietà provenienti da ogni angolo del pianeta, ma di un evento che unisce arte e cultura, svelando il ruolo che il caffè ha giocato e continua a giocare all’interno della quotidianità di ciascuno.

Più di una bevanda

Il caffè non è solo una bevanda, ma un simbolo culturale che ha ispirato artisti, scrittori e intellettuali. Il Trieste Coffee Festival lo esalta come una vera e propria opera d’arte, esplorandone le sfumature visive e olfattive. Il valore di un caffè è determinato non solo

dall’esperienza sensoriale che può generare ma da una serie di fattori fondamentali. Un quadro non è fatto solo di colori e pennellate, ma anche della storia dell’artista, della tecnica impiegata e del contesto culturale in cui è stato creato. Allo stesso modo, il caffè è molto più che una semplice bevanda: è un’opera d’arte complessa, formata da sfumature, storie e significati che ogni attore della filiera contribuisce a creare e raccontare. Il Trieste Coffee Festival ha quindi il compito di presentare tutte queste diverse sfaccettature al pubblico, per far meglio comprendere che il valore del prodotto può cambiare a seconda di ciò che viene presentato. Proprio come un quadro è formato da diverse sfumature, colori e tecniche, così il valore di un caffè è dato dalla somma di tanti elementi differenti.

Comunicare attraverso le immagini

Nel mondo del caffè, come in quello dell’arte, l’immagine visiva è fondamentale per comunicare il valore del prodotto e catturare l’attenzione del pubblico. Le aziende che operano in questo settore lo sanno bene: ogni dettaglio grafico, dal logo al packaging, contribuisce a creare un’identità riconoscibile e a raccontare una storia. L’importanza di avere un’immagine coordinata e coerente è cruciale per trasmettere non solo la qualità del prodotto, ma anche i valori dell’azienda, proprio come in un quadro lo stile e i colori parlano al pubblico prima ancora di rivelare i dettagli dell’opera. La scelta dei toni cromatici non è mai casuale: colori caldi e terrosi, come il marrone e l’oro, possono evocare un senso di artigianalità e autenticità, mentre palette più moderne e vivaci possono trasmettere innovazione e freschezza. Questi elementi, come i codici visivi in un’opera d’arte, parlano al consumatore a un livello emozionale, creando una connessione immediata con il prodotto.

Trieste Coffee Festival

Il Trieste Coffee Festival è molto più di una celebrazione del caffè; è un’esperienza che invita a riflettere sul valore artistico e culturale di questa bevanda. Esplorando il caffè attraverso le diverse prospettive, il festival riesce a svelare nuovi significati e a rafforzare il legame tra una tazza fumante, la nostra città e l’immaginazione creativa. Trieste, con la sua tradizione e il suo spirito cosmopolita, si conferma ancora una volta come la Capitale del caffè, un luogo in cui ogni sorso è un viaggio nell’arte e nella cultura.

In Triest, Grenzstadt und Schmelztiegel der Kulturen, findet jedes Jahr das Trieste Coffee Festival statt, bei dem sich alles um Kaffee dreht. Die Veranstaltung bietet die Gelegenheit, Kaffeesorten aus der ganzen Welt zu verkosten, verbindet aber auch Kunst und Kultur miteinander und zeigt, welche Rolle Kaffee im täglichen Leben der Menschen gespielt hat und weiterhin spielt.

Mehr als ein Getränk Kaffee ist mehr als ein Getränk. Er ist ein kulturelles Symbol, das die Kunst und die Literatur inspiriert hat. Das Festival macht ihn selbst zu einem Kunstwerk und erforscht seine visuellen und olfaktorischen Eigenschaften. Der Wert eines Kaffees wird jedoch nicht nur durch die Sinneserfahrungen bestimmt, die man beim Kaffeetrinken macht, sondern auch durch andere Aspekte. Ein Gemälde besteht ja neben den Farben und Pinselstrichen auch aus der Geschichte des Künstlers, der Maltechnik und dem kulturellen Kontext. Und so ist auch der Kaffee ein komplexes Kunstwerk, das aus unterschiedlichen Nuancen, Geschichten und Inhalten besteht, die alle Akteure in der Produktionskette mitgestalten. Das Trieste Coffee Festival möchte dem Publikum all diese verschiedenen Facetten präsentieren und zeigen, wie der Wert des Produkts je nach Angebot variieren kann. So wie sich ein Gemälde aus verschiedenen Schattierungen, Farben und Techniken zusammensetzt, ist der Wert eines Kaffees die Summe vieler verschiedener Elemente. Kommunikation durch Bilder In der Welt des Kaffees wie auch der Kunst ist die visuelle Darstellung entscheidend, um den Wert eines Produkts zu vermitteln und die Aufmerksamkeit des Publikums zu gewinnen. Die Unternehmen der Branche

wissen das: Jedes grafische Detail, vom Logo bis zur Verpackung, schafft eine erkennbare Identität und erzählt eine Geschichte. Die Bedeutung eines durchdachten Images ist ausschlaggebend, um die Qualität des Produkts und die Unternehmenswerte zu vermitteln, so wie bei einem Gemälde der Stil und die Farben die Betrachter:innen ansprechen, noch bevor die Details wichtig werden. Die Wahl der Farbtöne ist dabei nie willkürlich. Warme, erdige Farben wie Braun und Gold erzeugen z. B. ein Gefühl von Handwerkskunst und Authentizität, während kräftigere Farben Innovation und Frische vermitteln. Die Wirkung erfolgt auf emotionaler Ebene und es entsteht eine direkte Verbindung zum Produkt.

Trieste Coffee Festival

Das Trieste Coffee Festival ist viel mehr als nur ein Kaffee-Event; es ist eine Erfahrung, die zum Nachdenken über den künstlerischen und kulturellen Wert des Kaffees einlädt. Durch die verschiedenen Blickwinkel des Festivals erschließen sich neue Zusammenhänge und wird die Verbindung zwischen dem Kaffee, der Stadt Triest und der kreativen Phantasie gestärkt. Mit seiner Tradition und seinem kosmopolitischen Geist erweist sich Triest einmal mehr als die Hauptstadt des Kaffees, wo jeder Schluck eine Reise in die Kunst und Kultur ist.

Trieste è il nuovo polo strategico

di Affitti Brevi Italia:

“Città elegante e accogliente”
“Elegant und einladend” -

Triest als neues strategisches

Zentrum von Affitti

Brevi Italia

IL MEGLIO NEL BREVE

—In

der Kürze liegt die Würze

L’azienda leader nel settore sceglie il capoluogo giuliano per la sua vocazione internazionale e i suoi pregi urbanistici. Il CEO Magni: “Gli affitti brevi riqualificano il patrimonio immobiliare e non inquinano il mercato delle locazioni residenziali”.

Affitti Brevi Italia, azienda leader nella gestione di locazioni a breve termine, decide di puntare su Trieste come nuovo polo strategico. Una scelta che testimonia la crescente attrattività turistica della città e che mira anche a valorizzare il patrimonio immobiliare del territorio. I proprietari delle case e degli appartamenti che intraprendono questo percorso vengono infatti guidati dai professionisti di Affitti Brevi Italia nel riqualificare i propri immobili con investimenti mirati, incrementandone il valore e la qualità. Affitti Brevi Italia nasce nel 2017 come franchising, con l’obbiettivo di fornire servizi, strumenti, formazione ai property manager delle case in questo tipo di locazione. Si tratta di affitti sotto i 30 giorni per vacanza ma anche lavoro, esigenze sanitarie o altre necessità. Attualmente Affitti Brevi Italia conta un’ottantina di città coperte e 1200 appartamenti gestiti. Da un paio d’anni l’azienda ha deciso di aprire in alcune città non solo attività di franchising ma anche di retail, ossia l’offerta di strumenti e servizi da parte dell’azienda direttamente al consumatore. Con questa modalità, Affitti Brevi Italia è sbarcata a Trieste.

“L’opportunità di conoscere Trieste –spiega il Ceo e fondatore Massimo Magni– ci è stata data dal supporto e assistenza data ad un nostro nuovo affiliato che gestisce una cinquantina di appartamenti a Portopiccolo, riscontrando fin da subito la vocazione allo sviluppo della città attraverso l’accoglienza e la ricettività. È una realtà di confine e quindi ha la caratteristica di condividere la propria struttura con chi arriva da fuori, ma l’abbiamo scelta anche per la sua eleganza e la varietà dei servizi che offre. Inoltre dà l’impressione di una città già pronta dal punto di vista della riqualificazione urbana”.

Affitti Brevi Italia segue un modello operativo replicabile e scalabile e basato sulla formazione continua dei property manager, l’affiancamento di business manager dedicati e una web agency interna. Prevista nel servizio anche un’assistenza legale personalizzata e al passo con i continui aggiornamenti delle normative nel settore. Benché la redditività dell’affitto breve sia maggiore di quella dell’affitto residenziale, Magni sostiene che “i due mondi non si inquinano. Ad esempio a Milano, in cui si fa tanto baccano sulla mancanza di immobili per l’affitto residenziale, si scopre che gli appartamenti messi costantemente in affitto breve sono lo 0,9 per cento di quelli presenti. Le polemiche sono più politiche e a tutela di alcune categorie di ricettività che fanno più fatica rispetto all’affitto breve”.

Massimo Magni, CEO Affitti Brevi Italia
Corso Cavour, 2/2

Die Wahl des führenden Unternehmens der Branche fiel auf Triest. Grund dafür: die internationale Ausrichtung und die städtebaulichen Qualitäten. CEO Magni: “Kurzzeitvermietungen werten den Immobilienbestand auf, ohne den Wohnungsmarkt zu belasten.”

Das führende Unternehmen im Bereich der Kurzzeitvermietungen Affitti Brevi Italia hat Triest zu seinem neuen strategischen Standort erklärt. Die Entscheidung zeugt von der wachsenden touristischen Attraktivität der Stadt und zielt darauf ab, den Immobilienbestand der Region aufzuwerten. Die Hausund Wohnungseigentümer mit diesem Vorhaben werden dabei von den Fachleuten von Affitti Brevi Italia mit gezielten Investitionen unterstützt, die den Wert und die Qualität der Immobilien steigern.

Affitti Brevi Italia wurde 2017 als Franchiseunternehmen mit dem Ziel gegründet, Immobilienverwaltern für Kurzzeitvermietungen Dienstleistungen, Tools und Schulungen anzubieten. Gemeint sind Vermietungen von weniger als 30 Tagen zu Urlaubs-, Geschäfts-, Gesundheits- oder anderen Zwecken.

Affitti Brevi Italia ist derzeit in etwa 80 Städten vertreten und verwaltet 1.200 Wohnungen. Seit einigen Jahren betreibt die Firma in einigen Städten nicht nur Franchising, sondern bietet auch einen Einzelhandelsservice an, d.h. Tools und Serviceleistungen direkt für den Verbraucher. Auf diese Weise ist Affitti Brevi Italia in Triest gelandet.

“Triest haben wir dadurch entdeckt, dass einer unserer neuen Franchisenehmer ca. 50 Wohnungen in Portopiccolo verwaltet”, so CEO und Gründer Massimo Magni. “Wir haben das Wachstumspotenzial der Stadt im Gastgewerbe und Tourismus sofort erkannt. Als Grenzstadt ist sie von Natur aus offen für Menschen aus aller Welt, aber sie glänzt auch aufgrund ihrer Eleganz und der Vielfalt der Dienstleistungen. Zudem hatten wir den Eindruck, dass Triest im Hinblick auf die Stadterneuerung bereit dazu ist.”

Affitti Brevi Italia verfolgt ein replizierbares und ausbaufähiges

Geschäftsmodell, das auf der kontinuierlichen Schulung von Immobilienverwaltern, der Unterstützung durch Business Manager und einer internen Webagentur basiert. Zum Service gehört auch eine individuelle Rechtsberatung, die immer up to date ist. Obwohl Kurzzeitvermietung rentabler ist als normale Vermietung, “werden die sich beiden Märkte nicht beeinträchtigen”, so Magni. “In Mailand z. B. - wo viel Aufhebens um den Mangel an Mietwohnungen gemacht wird - zeigte sich, dass die zur Kurzzeitvermietung angebotenen Wohnungen nur 0,9 % des Gesamtbestandes ausmachen. Die Debatte ist also eher politischer Natur und will bestimmte Kategorien von Unterkünften schützen, die es schwerer haben als die Kurzzeitvermietung.”

Lungo la Pedemontana, a nord est di Pordenone, Spilimbergo è una tra le città d’arte fra le più belle e interessanti del Friuli Venezia Giulia. Il borgo sulle sponde del fiume Tagliamento deve il suo sviluppo ai periodi del Medioevo e del Rinascimento. Il Castello, innalzato dalla famiglia di origine tedesca Spengenberg per sorvegliare uno dei principali guadi del Tagliamento, fonde molteplici stili architettonici, dal romanico al gotico, al veneto rinascimentale; le sue facciate sono caratterizzate da affreschi quattrocenteschi attribuiti ad Andrea Bellunello che lavorò nella cittadina tra il 1469 e il 1475. Il centro storico di Spilimbergo conserva tuttora l’originale impianto medievale, frutto di continui restauri conservativi che hanno consentito di valorizzare i suoi palazzi e le tante opere presenti. Ne è testimonianza anche il maestoso Duomo con i suoi affreschi trecenteschi e le opere di artisti come Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, e Giovanni Antonio Pilacorte. Il borgo vecchio può essere visitato autonomamente ascoltando consigli e racconti dell’audioguida “Spilimbergo, tessere d’arte. Walking tour con audioguida” ritirabile all’ufficio Iat al costo di 5€, gratuito per i possessori di FVGcard,

SPILIMBERGO, UN MOSAICO DI ESPERIENZE

—Spilimbergo - ein Mosaik an Erfahrungen
F. Gallina

oppure acquistando la visita guidata “Tessere d’arte e atmosfere medievali”, un percorso lungo le vie di questo borgo, scrigno d’arte medievale (dai 7,50€ ai 15€, gratis per possessori di FVGcard e per i bambini sotto i 12 anni accompagnati da adulto pagante).

Le antiche tradizioni di Spilimbergo rivivono ogni anno ad agosto durante la rievocazione storica della Macia, chiamata così per ricordare l’unità di misura per le stoffe in uso in città e visibile ancora incisa su un pilastro sotto la loggia di piazza Duomo. Grazie alla presenza del Tagliamento e alla vicinanza dei fiumi Meduna e Cellina ricchi di ghiaia e di pietre, è nata nel 1922 a Spilimbergo la Scuola dei mosaicisti del Friuli, un centro di fama mondiale che si propone di formare i maestri mosaicisti e di valorizzare questa arte attraverso lo studio, la ricerca, la sperimentazione, l’utilizzo di nuove tecnologie e l’incontro con artisti contemporanei di grande spessore.

Visitare questo spazio è possibile e consente di ammirare ed esplorare una galleria ricca di opere eccezionali e meravigliose che raccontano la storia del mosaico attraverso i secoli.

Da non perdere il tradizionale appuntamento con il Presepio di mosaico che ogni anno prende vita nella piazza del Duomo di Spilimbergo a dicembre e gennaio. Un presepe unico al mondo che di anno in anno si anima di nuove figure a grandezza naturale rivestite su entrambi i lati dallo splendore di ori e smalti di vetro colorati. L’inaugurazione è in programma domenica 17 novembre alle 16.00. Fino al 9 febbraio la natività sarà visitabile liberamente, mentre tutti i giorni festivi alle 15 saranno organizzate delle visite guidate con l’artista.

Spilimbergo è pure meta finale del cammino di San Cristoforo, un viaggio emozionale nel Friuli occidentale lungo circa 100 chilometri, diviso in tre percorsi che attraversano la Pedemontana, i Magredi, e la Val Meduna; parte da Sacile, giardino della Serenissima, e offre un mosaico di forme, colori, cultura, sapori e storie che si intrecciano e si sovrappongono, da scoprire con lentezza.

Spilimbergo liegt an der Pedemontana nordöstlich von Pordenone und ist eine der faszinierendsten Kunststädte in Friaul-Julisch Venetien.

Die Stadt an den Ufern des Tagliamento entwickelte sich bereits im Mittelalter und der Renaissance. Die von der deutschen Familie Spengenberg errichtete Burg zur Überwachung einer wichtigen Furt des Tagliamento vereint mehrere architektonische Stile von der Romanik über die Gotik bis hin zur venezianischen Renaissance. Die Fresken aus dem 15. Jahrhundert werden Andrea Bellunello zugeschrieben, der 1469 - 1475 in der Stadt tätig war.

Die Altstadt von Spilimbergo hat noch immer ihren ursprünglichen Grundriss. Durch kontinuierliche und

vivispilimbergo.it scuolamosaicistifriuli.it ilpresepiodimosaico.it turismofvg.it

konservative Restaurierungsarbeiten konnten die zahlreichen Bau- Kunstwerke erhalten und aufgewertet werden. Ein Beweis dafür ist die majestätische Kathedrale mit ihren Fresken aus dem 14. Jhd. und Werken von Künstlern wie Giovanni Antonio de’ Sacchis, bekannt als “il Pordenone”, und Giovanni Antonio Pilacorte. Mit dem Audioguide “Spilimbergo, tessere d’arte” kann man die Altstadt auf eigene Faust besichtigen. Der Audioguide kann im IAT-Büro für 5 € erworben werden (kostenlos für einer FVGcard-Inhaber:innen). Oder man nimmt an der Führung “Tessere d’arte e atmosfere medievali” teil, bei der man durch die Gassen dieser Schatzkammer der mittelalterlichen Kunst spaziert (7,50 - 15 €, kostenlos für FVGcard-Inhaber:innen und Kinder unter 12 Jahren in Begleitung eines zahlenden Erwachsenen).

Die antiken Traditionen von Spilimbergo werden alljährlich im August beim mittelalterlichen Macia-Fest wiederbelebt. Der Name erinnert an die in der Stadt verwendete Maßeinheit für Stoffe, die heute noch an einer Säule unter der Loggia auf der Piazza Duomo zu sehen ist.

Dank der Flüsse Tagliamento, Meduna und Cellina, die reich an Kies und Steinen sind, wurde 1922 in Spilimbergo die Friauler Mosaikschule gegründet. Das weltberühmte Zentrum bildet Mosaikmeister:innen aus und fördert diese Kunst durch Studien, Forschung, Experimente, den Einsatz neuer Technologien und die Begegnung mit herausragenden zeitgenössischen Künstler:innen.

Bei einem Besuch kann man einzigartige Werke bewundern, die die Geschichte des Mosaiks über die Jahrhunderte hinweg erzählen.

Nicht verpassen sollte man auch die traditionelle Mosaikkrippe, die jedes Jahr im Dezember und Januar auf der Piazza Duomo steht. Sie wird jedes Jahr mit neuen lebensgroßen Figuren versehen, die auf beiden Seiten mit Gold

und bunt bemalten Glassteinen überzogen sind. Die Eröffnung ist am Sonntag, den 17. November um 16 Uhr geplant. Die Krippe kann bis zum 9. Februar besichtigt werden, wobei täglich um 15 Uhr Führungen mit dem Künstler angeboten werden.

Spilimbergo ist auch das Ziel des San Cristoforo-Weges. Dieser eindrucksvolle Pilgerweg im westlichen Friaul ist etwa 100 km lang und besteht aus drei Routen, die durch die Pedemontana, die Magredi und das Meduna-Tal führen. Der Weg beginnt in Sacile, dem Garten der Serenissima, und bietet ein Mosaik aus Formen, Farben, Kulturen, Aromen und Geschichten, die es zu entdecken gilt.

Advent Pur

Il sentiero dell’avvento nella magia dei boschi di Valbruna

30 novembre - 1 dicembre; 7 - 8 dicembre; 14 - 15 dicembre; 21 - 22 dicembre.

Ufficio Turistico di Malborghetto-Valbruna

KRAMPUS

Le date possono variare per permettere ad un vasto pubblico di prendere parte ai diversi eventi nelle singole realtà. /Die Termine variieren, um einem breiten Publikum die Teilnahme an den jeweiligen Veranstaltungen in den einzelnen Orten zu ermöglichen.

www.turismofvg.it

Una ‘mostruosa’ tradizione che si rinnova ogni anno in Val Canale.

Die traditionellen “Ungeheuer” treiben im Kanaltal alljährlich ihr Unwesen

Il sole

cala il pomeriggio del 5 dicembre nei paesi della Val Canale, le tenebre scendono sulle radure innevate quando dal bosco giunge un rumore di campanacci e corni; poi si scorge un primo bagliore, un secondo e un altro ancora; un vociare pauroso e tra le fronde gli alberi appaiono delle lingue di fuoco provenienti da fiaccole. A portarle sono i Krampus, –il cui nome deriva probabilmente dal tedesco Krampen, artiglio– strane creature antropomorfe, metà capra e metà diavoli la cui origine va ricercata nella tradizione germanica, se non addirittura celtica. Sono discendenti di una figura demoniaca: hanno, quindi, corna, artigli, denti aguzzi ed espressioni truci, vivono nel sottosuolo coperti di pelli e pellicce. Lasciano i boschi una sola volta l’anno, invadono le vie dei paesi della Valcanale scorrazzando rumorosi, agitati, colpendo la gente con le fruste, scope di saggina, cercando i bambini disobbedienti e discoli, dando vita così a una sfilata caotica, disordinata e rumorosa ma coinvolgente. Ma ecco che dalla chiesa esce una figura con la barba bianca, che incede appoggiata a un bastone con la mitra sul capo e l’aria severa: è San Nicolò, protettore dei bambini, che li chiama a sé per far recitare loro una preghiera di perdono. Il Santo allora ammansisce gli esseri bestiali, proprio come aveva fatto con il loro capostipite e dona alla comunità assistenza e ai più piccoli dolcetti e krampus di pane dolce, simbolo di protezione. Un rito quello dei Krampus, simbolo sin dalla notte dei tempi, della lotta tra bene e male, ma a tutt’oggi molto sentito nella zona del Tarvisiano dove si rinnova ogni anno con una manifestazione emozionante.

5.Dezember, spätnachmittags. In den Dörfern des Kanaltals geht die Sonne unter. Die Dunkelheit senkt sich über die verschneiten Lichtungen, als aus dem Wald Kuhglocken und Hörner ertönen. Dann ein erstes Flackern, ein zweites und noch eines; beängstigendes Getöse erhebt sich und im Laub der Bäume erscheinen Feuerzungen von Fackeln. Getragen werden diese von Krampussen, deren Name sich wahrscheinlich vom deutschen Wort Krampe (Kralle) ableitet. Der Ursprung dieser Unwesen, die halb Ziege und halb Teufel sind, liegt in der germanischen, wenn nicht gar keltischen Tradition. Die dämonischen Gestalten haben Hörner, Klauen, scharfe Zähne und eine grimmige Miene und leben mit Fellen und Pelzen bedeckt unter der Erde.

Nur einmal im Jahr verlassen sie die Wälder, ziehen laut und ungestüm durch die Straßen der Dörfer des Kanaltals, schlagen mit Peitschen und Besen auf die Menschen ein, suchen sich ungezogene Kinder aus und sorgen so für einen turbulenten, lauten, aber auch mitreißenden Umzug.

Wäre da nicht die weißbärtige Gestalt, die auf einen Stock gestützt mit Mitra und strengem Blick aus der Kirche tritt: Der Heilige Nikolaus ist der Beschützer der Kinder und ruft sie zu sich, um ein Gebet der Vergebung zu sprechen. Dadurch bändigt der Heilige die Ungeheuer, wie der Heilige Michael einst ihren Stammvater Luzifer besiegt hatte, und beschenkt die Gemeinde mit Unterstützung und die Kleinen mit Süßigkeiten und Krampusgebäck, das als Symbol des Schutzes gilt.

Der Krampuslauf ist seit jeher ein Symbol für den Kampf zwischen Gut und Böse, das im Tarvis-Gebiet noch immer sehr präsent ist und jedes Jahr mit Spannung erwartet wird.

Gli affreschi curiosi

Kuriose Fresken

Una figura di grandi dimensioni un po’ sbiadita, ma dallo sguardo benevolo, osserva Piazza Unità dalla facciata della chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Si tratta della rappresentazione di San Cristoforo che, secondo l’iconografia medioevale, è raffigurato sulle pareti degli edifici sacri e non, in spazi aperti molto frequentati nei territori della Venezia Giulia, Austria e Trentino. Riconoscibile dal mantello rosso, con il Bambino Gesù sulle spalle, attraversa un fiume appoggiandosi al bordone (bastone del pellegrino). È il patrono dei viaggiatori, lo si trova sovente nei centri lungo le grandi vie di comunicazione a proteggere gli abitanti dalla pestilenza –vero terrore dell’uomo medioevale– i viandanti e i pellegrini da demoni, catastrofi naturali o altre sciagure che potevano accadere durante un viaggio all’epoca. L’affresco oggi si presenta lacunoso perché nel corso dei secoli ha subito curiose vicissitudini. Collocato sulla facciata dell’edificio cinquecentesco, è stato per alcuni secoli “coperto” dall’intonaco, assieme ad altri affreschi coevi, sino al 1959 quando, durante i lavori di ampliamento della chiesa preesistente, con sorpresa degli addetti ai lavori, sono riemersi. Una volta staccati, sono stati rimontati all’interno dell’edificio tranne San Cristoforo, che per le sue dimensioni ha riconquistato la collocazione originale. All’interno della chiesa curioso è l’affresco sulla parete destra del presbiterio raffigurante niente meno che l’imperatore Carlo V (15001558) a cavallo. Di rado un’opera profana era collocata all’interno di un edificio sacro, men che meno nella zona riservata ai ministri di Dio, il presbiterio.

La spiegazione sta in un cartiglio, oggi rovinato, in lingua tedesca che recita “Nell’anno 1532 il 29 di ottobre il potentissimo e invincibile imperatore Carlo V, arciduca d’Austria e di Borgogna ecc., con 80 mila uomini a cavallo e a piedi inquadrati in 17 truppe, è passato di qui

ed ha pernottato nel Markt Tarvis. Ha presenziato pure personalmente ad un ufficio divino. L’affresco fu fatto fare nell’anno 1562 su commissione dell’ottimo e rispettabile Christof Guggenberg, gabelliere e contro scrivano, assieme all’onorata Comunità di Tarvisio”. Nel 1532 quindi l’imperatore sul cui regno non tramontava mai il sole, arrivando da Vienna, era transitato proprio per Tarvisio con le sue truppe (ottantamila uomini, dice la scritta, di certo esagerando) ed aveva pernottato nella cittadina presenziando persino ad una cerimonia religiosa. Il manufatto non ha tanto valore artistico ma quanto storico. Il gabelliere committente ha voluto fosse ricordata la tappa in città di quel sovrano che ha ricoperto un ruolo determinante nella lotta contro il luteranesimo che si stava diffondendo allora tra i principi tedeschi.

Von der Fassade der Pfarrkirche Santi Pietro e Paolo blickt eine große, etwas verblasste, aber freundlich wirkende Figur auf die Piazza Unità hinab. Es handelt sich um eine Darstellung des Heiligen Christophorus, der vor allem in Venetien, Österreich und im Trentino oft an den Wänden nicht nur sakraler Gebäude und auf öffentlichen Plätzen zu finden ist. Mit dem Jesuskind auf den Schultern durchquert er in seinem roten Mantel einen Fluss und stützt sich dabei auf seinen Pilgerstab. Als Schutzpatron der Reisenden findet man ihn häufig in Städten entlang der großen Verkehrswege, wo er die Bevölkerung vor dem Schrecken des Mittelalters, der Pest, und die Reisenden und Pilger:innen vor Dämonen und Naturkatastrophen schützt. Das Fresko ist heute lückenhaft, denn zunächst befand es sich an der Fassade des Gebäudes aus dem 16. Jahrhundert, wo es zusammen mit anderen Fresken mehrere Jahrhunderte lang vom Putz verdeckt war. Erst 1959 kam es bei Arbeiten zur Erweiterung der bestehenden Kirche überraschend zum Vorschein. Nachdem es abgenommen worden war, wurde es im Inneren des Gebäudes angebracht - mit Ausnahme des Heiligen Christophorus, der aufgrund seiner Größe an seinem ursprünglichen Platz blieb.

Im Inneren der Kirche befindet sich an der rechten Wand des Presbyteriums ein kurioses Fresko, das keinen Geringeren als Kaiser Karl V. (1500-1558) zu Pferde zeigt. Profane Werke wurden jedoch selten in sakrale Gebäude aufgenommen, geschweige denn in einen Bereich, der den Dienern Gottes vorbehalten war wie das Presbyterium. Die Erklärung dafür findet sich in einer heute beschädigten Schriftrolle in deutscher Sprache, in der es heißt: “Im Jahre 1532, am 29. Oktober, zog der mächtige und

unbesiegbare Kaiser Karl V., Erzherzog von Österreich und Burgund (...) mit 80.000 Mann zu Pferd und zu Fuß mit 17 Truppen hier vorbei und übernachtete im Markt Tarvis. Er nahm auch persönlich an einer Andacht teil. Das Fresko wurde im Jahre 1562 vom edlen und ehrbaren Landvogt und Gegenschreiber Christof Guggenberg zusammen mit der ehrenwerten Gemeinde Tarvis in Auftrag gegeben.”

Der Kaiser, in dessen Reich die Sonne niemals unterging, war also 1532 auf dem Weg von Wien mit seinen Truppen (die 80.000 Mann der Schriftrolle sind sicherlich übertrieben) durch Tarvis gezogen, hatte in der Stadt genächtigt und an einem Gottesdienst teilgenommen. Das Kunstwerk hat weniger einen künstlerischen als einen historischen Wert. Der Auftraggeber wollte damit an den Aufenthalt des Herrschers in der Stadt und dessen entscheidende Rolle im Kampf gegen das Luthertum erinnern, das sich damals unter den deutschen Fürsten ausbreitete.

C. Cocolin
C. Cocolin

Food

& coffee

Autunno ricco di sapori per scoprire le specialità del territorio, a cominciare da Okusi Krasa - Sapori del Carso che quest’anno - dal 19 ottobre al 10 novembre - esplorerà un viaggio di contaminazioni gastronomiche tra ingredienti e culture diverse, per scoprire l’origine dei sapori del Friuli Venezia Giulia. Menù a tema in tutti i locali che partecipano all’iniziativa.

Il 7 e l’8 dicembre il Mercato Coperto ospiterà il tradizionale appuntamento Farmer & Artist promosso dal Gal Carso: protagonisti gli agricoltori con i loro prodotti tra cui i Presìdi Slow Food. In programma degustazioni e laboratori del gusto per scoprire con i cinque sensi la bontà di un territorio unico.

Per finire un buon caffè: dal 1° al 31 ottobre torna Trieste Coffee Festival un evento diffuso dedicato al caffè che vuole contribuire a diffondere una sempre più corretta “cultura del caffè” e promuovere un suo consumo consapevole, attraverso incontri e iniziative, dalla ormai celebre “Capo in B Championship”, al “Moka Contest”. Parallelamente, dal 24 al 26 ottobre, appuntamento con Triestespresso Expo il più importante incontro B2B dell’industria mondiale del caffè.

Der Herbst eignet sich bestens, um die Spezialitäten der Region zu entdecken. Den Anfang macht Okusi KrasaSapori del Carso, das dieses Jahr eine gastronomische Reise unternimmt und die verschiedenen Zutaten und Kulturen erkundet, die der Region ihren besonderen kulinarischen Charakter verliehen haben. In allen mitwirkenden Restaurants werden Themenmenüs angeboten. Vom 19. Oktober bis 10. November.

In der Markthalle Mercato Coperto findet die traditionelle Veranstaltung Farmer & Artist statt, die von GAL Carso gefördert wird. Hier dreht sich alles um die Landwirte und ihre Produkte sowie die Slow Food-Verbände. Auf dem Programm stehen Verkostungen und Workshops, bei denen man mit allen fünf Sinnen die Gaumenfreuden der einzigartigen Region entdecken kann. Vom 7. bis 8. Dezember.

Zum Abschluss eine gute Tasse Kaffee: Das Trieste Coffee Festival ist wieder da. Es hat sich zum Ziel gemacht, eine immer korrektere “Kaffeekultur” zu verbreiten und einen bewussteren Konsum zu fördern, und zwar durch Initiativen wie die inzwischen berühmte “Capo in B-Championhip” oder den “Moka Contest”. Vom 1. bis 31. Oktober.

Parallel dazu findet die Triestespresso Expo statt, das wichtigste B2BTreffen der internationalen Kaffeeindustrie. Vom 24. bis 26. Oktober.

TIPS

Gusta gli eventi Events zum Verkosten

okusikrasa.net

trieste.green

www.triestecoffeefestival.it

www.triestespresso.it

Dolci à la Card

Scopri un dolcissimo percorso attraverso tutto il Friuli Venezia Giulia. Presentando la tua FVGcard nei laboratori dei soci di Etica del Gusto che aderiscono all'iniziativa, potrai assaggiare gratuitamente una dolce specialità del territorio, preparata con gli ingredienti tipici locali. Scopri la FVGcard con tutti i suoi vantaggi: questo… è solo un assaggio!

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Tutti al cinema!

A Trieste è tempo di festival cinematografici a cominciare dal Trieste Science Plus Fiction il più importante evento italiano dedicato ai mondi della fantascienza e del fantastico in programma dal 29 ottobre al 3 novembre. Il poster della 24° edizione del festival triestino vede la firma del fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare, tra gli autori più amati del panorama fumettistico italiano e internazionale.

Spazio anche ai film provenienti dal mondo latino americano: dal 13 al 20 ottobre il Festival del Cinema IberoLatino Americano di Trieste ospiterà oltre 90 film offrendo speciali omaggi a tre donne emblematiche della cultura latinoamericana: Gabriela Mistral, prima latinoamericana a vincere il Nobel per la Letteratura, Frida Kahlo, celebre artista messicana, e Vlasta Lah.

Photo Time

11ª edizione del Trieste Photo Days, il Festival Internazionale della Fotografia che quest’anno raddoppia con ben due weekend all’insegna della fotografia. Con oltre 2.000 fotografie in esposizione e un programma ricco di eventi, l’edizione 2024 si preannuncia come la più grande mai realizzata! 24, 25, 26, 27 Ottobre 2024 e 2, 3 Novembre 2024

Ab ins Kino!

In Triest ist wieder Filmfestivalzeit. Den Anfang macht Trieste Science Plus Fiction, das wichtigste Event für Science Fiction und Fantasy in Italien. Das diesjährige Plakat trägt die Handschrift von Michele Rech, alias Zerocalcare, der zu den beliebtesten Comiczeichnern

Italiens und der ganzen Welt gehört. Vom 29. Oktober bis 3. November.

Auch Filme aus Lateinamerika haben in Triest ihren festen

Platz: Das Festival del Cinema Ibero-Latino Americano zeigt über 90 Filme, die drei emblematischen Frauen der lateinamerikanischen

Kultur gewidmet sind: der ersten lateinamerikanischen

Literaturnobelpreisträgerin

Gabriela Mistral, der berühmten mexikanischen

Künstlerin Frida Kahlo und Vlasta Lah. Vom 13. bis 20. Oktober.

Photo Time

Das 11. internationale Festival Trieste Photo Days findet dieses Jahr an zwei Wochenenden statt. Mit über 2.000 ausgestellten Fotografien und einem bunten Programm verspricht das Festival 2024 das größte aller Zeiten zu werden! Vom 24. bis 27. Oktober sowie vom 2. bis 3. November.

TIPS

Guarda che visioni Events zum Ansehen

www.sciencefictionfestival.org

www.cinelatinotrieste.org

www.triestephotodays.com

Su il sipario! Vorhang auf!

Al Teatro Rossetti il musical Les Misérables (7-11 novembre) sarà tra gli appuntamenti da non perdere di una stagione che spazia dalla prosa ai concerti con i grandi nomi della musica italiana e internazionale (Robert Plant, 21 ottobre - Ligabue, 25 novembre). Una stagione senza fine che vedrà il ritorno il prossimo anno del musical Mamma Mia! (23-27 aprile), l’arrivo della Wiener Symphoniker (11-13 aprile) e dello strabiliante nuovo show Alegría - In A New Light del Cirque du Soleil dal 13 giugno al 13 luglio 2025.

La stagione del Teatro Verdi è pronto a dare il via alla stagione lirica brindando con La Traviata (8 novembre, la Prima), proseguendo con altri titoli come il Don Quixote, il Der Fliegende Holländer, il Rigoletto e importanti appuntamenti con la stagione sinfonica e il concerto di fine anno.

La nuova stagione de La Contrada vede in cartellone Ale e Franz, Travaglio, Francesco Pannofino, Lodo Guenzi e molti altri protagonisti del panorama teatrale, culturale e musicale italiano. Segnaliamo Raffaella! Omaggio alla Carrà, il 22 novembre, un concertorecital sulla regina della musica italiana, un prologo all’esposizione di abiti da scena promossa anche da IES TriesteLifestyle “Tanti auguri! …com’è bello far l’amore da Trieste in giù” da fine novembre.

Eines der Highlights der diesjährigen Spielzeit des Teatro Rossetti ist das Musical Les Misérables (7.11. November), aber das Angebot reicht von Prosa bis hin zu Konzerten mit den großen Namen der italienischen Musik (Robert Plant, 21. Oktober - Ligabue, 25. November). Nächstes Jahr kehrt das Musical Mamma Mia! zurück (23.-27. April 2025). Außerdem kommen die Wiener Symphoniker (11.-13. April 2025) und der Cirque du Soleil (13. Juni-13. Juli 2025) mit der neuen Show AlegríaIn A New Light.

Die Spielzeit des Teatro Verdi beginnt hingegen mit La Traviata (Premiere am 8. November) und umfasst weitere Produktionen wie Don Quixote, Der fliegende Holländer, Rigoletto, die renommierte symphonische Konzertreihe und das Jahresabschlusskonzert. In der neuen Spielzeit von La Contrada treten Ale und Franz, Travaglio, Francesco Pannofino, Lodo Guenzi und viele andere Akteuere der italienischen Theater-, Kulturund Musikszene auf. Ein Highlight: Raffaella! Omaggio alla Carrà am 22. November, ein Konzert-Recital über die Königin der italienischen Musik und ein Auftakt zu der ebenfalls vom IES TriesteLifestyle unterstützten Kostüm-Ausstellung Tanti auguri! ...com’è bello far l’amore da Trieste in giù ab Ende November.

TIPS

Scopri le date Termine zum Vormerken

www.ilrossetti.it

www.teatroverdi-trieste.com

www.contrada.it

SAVE THE DATE

Parole in prima linea Worte an erster Stelle

Il Festival della Comunicazione

Non Ostile torna l’8 e 9 novembre 2024 al Trieste Convention Center con la sua settima edizione. Il tema di quest’anno, “Le parole danno forma al futuro”, sarà al centro di un dialogo intergenerazionale, in cui la Generazione Z ne sarà protagonista. L’ascolto e la condivisione guideranno le discussioni su temi di grande attualità come social media, comunicazione politica, intelligenza artificiale, salute mentale, scuola, lavoro e musica che affronteremo, tra gli altri, insieme a Francesco Costa, Mariangela Pira, gli Zero Assoluto, Cathy Latorre, David Puente, Jody Cecchetto, Edoardo Scotti e molti altri. Territori straziati dai conflitti, terre colpite da carestie, carceri in cui i minori sono costretti a crescere con le madri detenute, orfani di femminicidio, la rotta balcanica, sono i temi dei servizi e dei reportage finalisti della XXI edizione del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, istituito in memoria dei giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota, Dario D’Angelo e Miran Hrovatin. “Le giornate del Premio Luchetta” si svolgono al Teatro Miela: il 15 e il 16 novembre gli approfondimenti, il 17 saranno premiati i vincitori decretati dalla giuria del Premio presieduta da Riccardo Iacona.

Im Trieste Convention Center findet das 7. Festival della Comunicazione Non Ostile (“der nicht-feindseligen Kommunikation”) statt. Das diesjährige Thema “Worte gestalten die Zukunft” steht im Mittelpunkt eines generationenübergreifenden Dialogs, in dem die Generation Z die Hauptrolle spielt. Diskutiert wird über aktuelle Themen wie soziale Medien, politische Kommunikation, künstliche Intelligenz, psychische Gesundheit, Schule, Arbeit und Musik, u. a. mit Francesco Costa, Mariangela Pira, Zero Assoluto, Cathy Latorre, David Puente, Jody Cecchetto, Edoardo Scotti. Vom 8. bis 9. November. Von Konflikten zerrüttete Gebiete, von Hungersnöten heimgesuchte Länder, Gefängnisse, in denen Minderjährige bei ihren inhaftierten Müttern aufwachsen müssen, Waisen von Frauenmorden, die Balkanroute - das sind die Themen der Berichte und Reportagen, die es in die Endrunde des 21. Internationalen Journalistenpreises Marco Luchetta geschafft haben. Der Preis wurde als Hommage an die Journalisten Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota, Dario D’Angelo und Miran Hrovatin ins Leben gerufen. Die Veranstaltungen rund um den Luchetta-Preis finden im Teatro Miela statt: Am 15. und 16. November werden die Themen vertieft, am 17. November werden die Preisträger von der Jury unter dem Vorsitz von Riccardo Iacona ausgezeichnet.

TIPS

Entra in comunicazione Events rund um die Kommunikation

paroleostili.it premioluchetta.com

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