run Storie di corsa numero / 35 Aprile / 2015
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Coincidenze
N
« X.RUN RACCOGLIE FRAMMENTI DI MEMORIE CHE UN GIORNO FARANNO LA DIFFERENZA »
on so se capita anche a voi, ma a me succede sempre più spesso che le cose si mettano in fila una dietro l’altra, i pianeti si allineino e dal gran casino che chiamiamo vita ne escano delle correnti di energia pura, delle indicazioni di dove sto andando, dei segnali che qualcuno potrebbe chiamare coincidenze. Capita così che un’idea di una storia che mi ronzava in testa da mesi, la storia di Lucio Bazzana, un pazzo che corre, e che corre fino a scoprire dov’è il limite dell’umano, tanto da impegnare denari e affetti (e non lo dico in senso metaforico) per provare a correre per cento giorni di seguito, rispunta fuori al termine di una bella serata in compagnia. Ed è corredata da immagini così profondamente significative che ti scavano dentro come hanno scavato nelle pieghe del soggetto. Coincidenze. Poi c’è un’altra bella serata e anche in quella le storie di corsa sono le vere protagoniste. Così incrocio Danilo Goffi. È umile, persino schivo, decisamente non a suo agio con il pubblico. Fino a quando inizia a parlare della sua passione, la corsa. Allora le parole escono allo stesso ritmo in cui le sue gambe girano. Ne esce un’altra bella storia, che diventa di colpo un pezzo di Storia con la “S” maiuscola quando Danilo va a Boston per correre la più bella maratona del mondo e arriva quindicesimo, primo tra i pari età, primo italiano. Coincidenze. Altro compleanno importante. 30 anni di Marathon des Sables. Tra i partenti c’è anche Marco Olmo, il Grande Vecchio della corsa fuori strada che partecipa alla sua maniera. A sessantasette anni quasi alle porte si permette il lusso di arrivare primo degli italiani, sedicesimo assoluto. In tenda con lui l’unico fotografo accreditato che è anche in gara. E casualmente Dino Bonelli è anche un amico. Coincidenze. Così nasce X.RUN, settimana dopo settimana cerchiamo le coincidenze, i segni del destino, li raccogliamo e li imprimiamo su carta per spedirli a voi che leggendoli li fate vostri. Qualche volta una delle nostre storie ci ritorna sotto forma di commento o di obiettivo raggiunto da qualcuno che aveva bisogno di una storia per farne motivo di ispirazione. E questo è il mistero della carta stampata. Allora durante una corsa tenete aperti gli occhi, le orecchie e il cuore. Vivrete fino in fondo quell’esperienza e, soprattutto, raccoglierete Franz Rossi frammenti di memoria che, un giorno, faranno la differenza. Editore X.RUN
La rivista è edita da almostthere srl REDAZIONE / via Francesco de Sanctis, 34 – Milano DIRETTORE RESPONSABILE / Franco Faggiani DIRETTORE EDITORIALE / Franz Rossi WEB / www.xrun.eu SCRIVETECI A / redazione@xrun.eu PER ABBONAMENTI / abbonamenti@xrun.eu PER PUBBLICITÀ / marketing@xrun.eu
Le condizioni d’uso delle fotografie sono state concordate con i detentori dei diritti. Nel caso non fosse stato possibile, l’editore si dichiara disposto a riconoscere un giusto compenso La testata è stata registrata presso il tribunale di Trieste nr. 1179 del 14/08/2008 PROGETTO EDITORIALE / Koan moltimedia STAMPA / Grafiche Damiani
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X.RUN / numero 35 / aprile 2015
Indice
L’EDITORIALE 3. COINCIDENZE COVER 8. 100 DI QUESTI GIORNI (DI CORSA) L’impresa di un ultrarunner bergamasco: quanta distanza riesce a coprire l’homo sapiens nell’arco di 100 giorni consecutivi. DI ALESSANDRO PELICIOLI
STORIE 16. L’UOMO È NATO PER CORRERE Intervista a Lucio Bazzana durante il 92esimo giorno della sua impresa. A spingerlo in questa sfida, la curiosità. DI ALESSANDRO PELICIOLI
26. TRENTA CANDELINE TRA LE DUNE Ultramaratona nel deserto marocchino. 250 km di percorso, un regolamento severo e sempre più partecipanti a questa esperienza di vita. DI FRANCO FAGGIANI
34. DANILO GOFFI: IL PRINCIPE DI BOSTON Intervista a Danilo Goffi: un eroe per i runner. Una vita ad allenarsi, fino a diventare professionista dell’allenamento. DI IPPOLITO ALFIERI
42. UN RICORDO BELLISSIMO E LATTACIDO Un interessante progetto musicale, una scommessa vinta e una promessa mantenuta. DI IPPOLITO ALFIERI
58. IN TRE PER UN TRAIL Una squadra di tre amiche che tagliano insieme il traguardo del trail di Arenzano. DI MANUELA RESTAGNO
64. ATTACCHI DI PANICO Come abbandonare l’ansia e rimettersi in forma. Passare dalla disperazione al trail running. DI MAX BERTINI
72. IL SOCIAL RUNNER Il popolo dei runner aumenta. Una carrellata di tutti gli improvvisati podisti dei nostri giorni. DI STEFANIA VISENTINI
81. ANY GIVEN SUNDAY Racconto di una domenica come tante. Un rito che si ripete sempre in modo diverso. DI FRANZ ROSSI
90. UNA TRAILER DI GRANDE STOFFA Intervista a Ita Marzotto: come cambiare totalmente vita, vincere il podio e vincere contro le avversità. DI FRANCO FAGGIANI
RUBRICHE 100. VIAGGI SUL TETTO DELLA SCOZIA L’imponente Ben Nevis con i suoi ripidi versanti e l’esplosione della natura intorno: adrelina e suggestione al tempo stesso. DI STEFANO MEDICI
106. RECENSIONI 108. AUTORI 111. PHOTO CREDITS 111. PAGINE MOTIVAZIONALI
100
di questi giorni (di corsa)
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TESTO / Alessandro Pelicioli FOTO / Michela Benaglia
“Quale distanza riesce a coprire nell’arco di cento giorni consecutivi l’homo sapiens nel 2014?” Dal 30 maggio al 7 settembre 2014, un uomo ha cercato la risposta a questa domanda. Trovandola.
I
l quesito d’apertura, sarebbe facilmente risolvibile: un numero e si chiude la faccenda. E l’avremmo già fatto se non temessimo l’aridità delle cifre che, oltre a rendere confrontabili riscontri cronometrici e spaziali, nascondono ogni paesaggio interiore, quanto esteriore. Prima e dopo i numeri, quindi, le parole. Questa è la storia di Lucio Bazzana – affiancato per 24 ore, nel 92esimo giorno della sua impresa – con il quale abbiamo corso, camminato e riposato, condividendo con lui questo “sogno” che l’ha portato a percorrere per migliaia di volte i 400 m della pista d’atletica di Curno, piccolo comune alle porte di Bergamo. L’uomo “La follia consiste nel farsi trascinare dalle passioni”. Prendete quest’espressione, datata 1511, tratta dall’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam e fatela indossare come fossero pantaloncini e canotta a un uomo – 175 cm per 63 kg, 60 anni compiuti il 26 luglio – che nella sua vita ha dedicato la più parte delle sue energie e del suo tempo a correre, al semplice e primordiale movimento biomeccanico, che consente all’uomo di spostarsi nello spazio. Fatelo e la figura che vi comparirà davanti agli occhi sarà quella di Lucio Bazzana: ultrarunner bergamasco, il cui palmares annovera fra l’altro 9 primati italiani – che vanno dalla 48 ore indoor alle 1.000 miglia su strada – diverse convocazioni nella nazionale di specialità,
« È LA CURIOSITÀ IL SENSO DELLA SCOPERTA: L’IMPORTANZA DI METTERSI SEMPRE IN DISCUSSIONE, NON LIMITANDOSI ALLA TEORIA, MA TRADUCENDO L’IMMAGINAZIONE IN GESTI CONCRETI » tre medaglie fra europei e mondiali, e 39 traguardi alla 100 km del Passatore. Il senso È la curiosità, il senso della scoperta che ha portato Bazzana a cimentarsi in questa prova, in questo cercare un risultato soprattutto per se stesso, ribandendo «l’importanza di mettersi sempre in discussione, non limitandosi alla teoria, ma traducendo l’immaginazione in gesti concreti.» Basterebbero queste sue parole – palesate poi dalla sua ideologia, tramite bandiere e striscioni a bordo pista – per intuire l’integrità di una persona e la derivante scomodità che simili modi sono in grado di provocare in quei “poltronai e parolai” che per nulla l’hanno appoggiato in questo suo atletico sogno.
10 — 11
X.RUN / numero 35 / aprile 2015
#ultramaratona Marathon des Sables
Trenta
candeline
tra le
dune
TESTO / Franco Faggiani FOTO / Dino Bonelli
Chissà se l’iperattivo Patrick Bauer ha offerto ai suoi “ospiti” anche la torta con le 30 candeline. Per festeggiare gli anni tondi, 30 appunto, della “sua” gara. Prestigiosa, ambita, di successo: la Marathon des Sables, nel deserto del sud del Marocco, archiviata proprio nel giorno in cui scriviamo queste note celebrative. Quelle agonistiche le abbiamo già lette sui siti internet e tramite i commenti sui social network, e non raccontano, per certi versi, nulla di nuovo: a vincere è stato il solito Rachid El Morabity (aveva primeggiato già lo scorso anno e nel 2011, mentre nel 2012 s’era infortunato seriamente a solo un chilometro dal gradino più alto del podio), che ha dunque portato a venti il numero delle vittorie complessive degli atleti di casa, cresciuti a pane e sabbia. Decisamente meno egemoni le classifiche femminili, che in 30 anni hanno visto primeggiare atlete di diverse nazionalità (comprese Rosanna Pellizzari, che vinse nel 1996 e anche l’anno successivo e Franca Fiacconi, leader assoluta nel 2001). In questa 30esima edizione il podio femminile è stato conquistato da Elisabet Barnes, una svedese che vive in Gran Bretagna. È la prima volta che i colori svedesi sventolano sul deserto marocchino. Prima azzurra, invece, l’inossidabile siciliana Luisa Balsamo, 18esima. A proposito di candeline, anniversari, classifiche: con l’edizione
Venti il numero delle vittorie complessive degli atleti di casa, cresciuti a pane e sabbia
26 — 27
X.RUN / numero 35 / aprile 2015
« E CORRERE NEL DESERTO È LA COSA PIÙ IMMEDIATA CHE CI POSSA ESSERE » MARCO OLMO
32 — 33 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
#corsa Da professionista della corsa a professionista dell’allenamento
Danilo Goffi: il principe di
Boston
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TESTO / Ippolito Alfieri FOTO / Autori vari
Ci troviamo per una chiacchierata in un ristorante di Milano. Ordiniamo qualcosa da mangiare. Io voglio ostentare il rigore del praticante metodico e “metodista”: pesce e insalata. Danilo non esita di fronte a degli arrosticini di maiale impanati. Sgrano gli occhi. Almeno non beve, fra 3 settimane ha una delle gare più importanti della sua carriera. Ma ne riparliamo più avanti. Danilo è nella parabola finale della sua carriera agonistica. «Ma adesso viene il bello – mi confessa con un sorriso che non mente – vorrei dedicarmi ai podisti amatoriali: sono sicuro che non ci sia gioia più grande che portare uno di loro al traguardo e regalargli un po’ di quella felicità che la corsa ha regalato a me.»
Portare uno di loro al traguardo e regalargli quella felicità che la corsa ha regalato a me
X.RUN / numero 35 / aprile 2015
Tutto quello che penseresti di un maratoneta, Danilo Goffi può disattenderlo. Già dal numero di maratone capisci che è un atleta “a modo suo”. Di solito ce ne sono poche nella carriera di un atleta top. Non in quella di Danilo. Nella sua bacheca le 42 km sono più di 30. Danilo ha una storia unica, una storia perfetta per X.RUN.
#strada Da cantanti a runner
Un ricordo bellissimo e...
lattacido TESTO / Ippolito Alfieri FOTO / Niska Tognon
Pagliaccio è un progetto musicale che nasce a Biella agli inizi degli anni dieci e scrive e suona canzoni in italiano. Pagliaccio scrive e racconta di personaggi quotidiani incrociati distrattamente al supermercato, in ascensore, in fila alla posta, ai concerti, filtrati, centrifugati e riproposti come tipi umani attraverso la lente dell’introspezione in ottica quasi psicologica. Con EroIronico , il primo album uscito a luglio 2012, prodotto e registrato da Raffaele Neda D’Anello presso il MeatBeat Studio di Aosta, Pagliaccio ha suonato in più di 200 live sul territorio nazionale, ha vinto contest prestigiosi come Rock in Roma Factory, Mei Superstage a Faenza, Premio Tempesta Dischi al Premio Buscaglione e altri, è stato selezionato come album del giorno su Rockit e come artista Just Discovered su Mtv New Generation, e ha condiviso il palco con artisti come Niccolò Fabi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Marlene Kuntz, Il Cile, Pan Del Diavolo, Africa Unite, Di Martino, lo Stato Sociale, Nobraino, Ex Otago, Fast Animal and Slow Kids, Selton. A luglio 2014 Pagliaccio è stato ospite di Rock in Roma in apertura a The Lumineers e The Passenger e ha visto il proprio brano – Irresponsabile – inserito nella compilation de La Tempesta Dischi.
Pagliaccio scrive e racconta di personaggi quotidiani incrociati in modo distratto
42 — 43
X.RUN / numero 35 / aprile 2015
« IL BELLO DELLA CORSA È CHE, INSOMMA, PUOI CORRERE DOVE VUOI, COME VUOI » GIORGIO CALCATERRA 48 — 49 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
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50 — 51 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
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« LA CORSA È UNA RICERCA DELLA PROPRIA PACE INTERIORE, E COSÌ È UNA VITA BEN VISSUTA » DEAN KARNAZES
56 — 57
X.RUN / numero 35 / aprile 2015
#trail Tra panorami mozzafiato ad Arenzano
In
tre trail per un
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TESTO E FOTO / Manuela Restagno (Dulcis in fundo)
E sette? Corrispondono ai colori dell’arcobaleno; netto, intenso, completo e duraturo, quasi da toccare con mano, sotto il quale, come in un arco di trionfo, i concorrenti sono transitati. Un omaggio a sorpresa della natura. Molti, io per prima, non lo avevano mai visto così vicino e così preciso, quasi fosse un disegno colorato e fisso
I colori di un arcobaleno; netto, intenso, completo e duraturo, quasi da toccare con mano
X.RUN / numero 35 / aprile 2015
Dieci, uno, tre. E, se vogliamo, sette. Sì, sto dando i numeri, ma c’è un motivo. Dieci sono gli anni trascorsi da quando Luciano Bongiovanni, milanese, si è trasferito a due passi dal mare, quello ligure, verso Ponente. Per dar vita a una sua attività condita dalla passione per la corsa. In tutte le sue forme. Così ha preso corpo e carattere Emozioni Sport, punto di rifermento per tutti i runner liguri e anche per chi, venendo da fuori, ci passa davanti andando in vacanza. L’iperattivo padrone di casa, per festeggiare il decennale del negozio, ha varato nel mese di febbraio l’edizione numero uno della TfT (Three for Team Trail Race) ad Arenzano, per squadre “compatte” di tre concorrenti ciascuna, in cui si deve correre e tagliare il traguardo insieme. Una formula dunque nuova, almeno qui da noi, perciò a Luciano tutti hanno regalato un forte e doppio applauso per l’articolata organizzazione e anche per lo scopo benefico dell’appuntamento.
#strada Star bene con la corsa
Attacchi di
panico
TESTO / Max Bertini FOTO / Autori vari
Autunno 2010, una mattina di sole – una a caso, non diversa da tante altre – sto andando al lavoro, parcheggio, passo il badge, vado verso gli spogliatoi. All’improvviso la terra si apre sotto i piedi: la pura paura, il vero terrore, senza un motivo. Scappo nel bagno, mi sento un po’ più sicuro, riesco a respirare. Un attacco di panico? A me? Sembra impossibile, eppure, mi sta capitando. Ho il lavoro che voglio e una bella famiglia: il mio piccolo, nato da poco, è la personificazione di quella gioia tanto cercata, pianificata e voluta. E allora perché? Da quel momento la vita è solo una lunga e inesorabile discesa, gli attacchi sono sempre più lunghi e ricorrenti, il lavoro che se ne va, la speranza cade sotto i colpi di un’ansia alla quale non so dare una spiegazione plausibile ma che mi mena come un pugile, la bilancia a un certo punto segna 101 kg: cazzo! Sono uno che arrampica, non duro, ma arrampica – e infatti mi faccio male mentre cerco di muovermi. «Perché non corri?» mia moglie me lo domanda così, con estremo candore, mentre uno dei miei attacchi di panico sta scemando. Titubo, avevo mica le ginocchia rovinate? Non importa, devo far qualcosa! Così faccio una bella risonanza e vado da un ortopedico.
La speranza cade sotto i colpi di un’ansia alla quale non so dare una spiegazione plausibile
64 — 65 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
« LE MONTAGNE SONO L’INIZIO E LA FINE DI OGNI SCENARIO NATURALE » JOHN RUSKIN
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X.RUN / numero 35 / aprile 2015
#strada Improvvisarsi podista
Il
social runner 72 — 73
TESTO / Stefania Visentini FOTO / Autori vari
Altro grazie che si deve è per la consapevolezza di non essere più soli. Ammettiamolo ci sono stati anni difficili. Anni in cui si viveva la passione per chilometri e scarpini in clandestinità. Gli altri capivano poco, i runners erano quelli strambi, quelli che si alzavano alla mattina presto, prima del lavoro, per andare a correre. Già spiegare che si correva per poi tornare a casa diventava una cosa incomprensibile ai più, infatti, nell’immaginario generale si doveva correre per raggiungere qualcosa e mettersi a spiegare che quel qualcosa era dentro di noi era da rivoluzionari e come minimo incominciavano, da lì in poi, a contarti le birre.
Chiunque abbia un paio di scarpe, si può improvvisare podista per caso
X.RUN / numero 35 / aprile 2015
Credo che il movimento runner, e tutto quello che gli gravita intorno, abbia un grosso debito di gratitudine nei confronti dei social network in generale e di Facebook in particolare. Prima di loro bisognava essere degli addicted to run per venire a conoscenza di gare, ritrovi e avvenimenti sportivi, adesso le informazioni sono fruibili a tutti. Chiunque abbia un paio di scarpe, fossero anche da tennis, si può improvvisare podista per caso e trovare ogni domenica la via per il pettorale.
run for
ABBONATI O RINNOVA SOSTIENI EMERGENCY Continua anche per il 2015 l’impegno di X.RUN per sostenere la Clinica Pediatrica di Bangui fondata da Emergency nella Repubblica Centrafricana. Collegatevi al sito www.xrun.eu oppure scrivete ad abbonamenti@xrun.eu e vi forniremo ogni informazione necessaria. Il costo annuale dell’abbonamento a X.RUN è di soli 50 euro, riceverete 6 numeri dell’unica rivista di storie di corsa comodamente a casa vostra.
#racconto
TESTO / Franz Rossi ILLUSTRAZIONI / Edoardo Perinelli
N
on sono certo di cosa mi abbia svegliato, se la vibrazione dello smart phone per un messaggio mattiniero o l’insistito cigolio del letto dei miei vicini di casa. So che ho pensato, praticamente nello stesso momento, che dovevo ricordarmi di mettere il telefono sotto carica in un’altra stanza e che i miei vicini di casa, nonostante l’età, ci davano dentro con una certa settimanale regolarità. Mi sono girato dall’altra parte, ma ormai era tardi. La luce entrava prepotentemente dalla finestra (non dormo mai con la tapparella abbassata), il cervello si era messo in moto e già dimentico dei sogni si proiettava nella “to–do–list” del giorno. E poi il cigolio proveniente da oltre la parete aveva preso un ritmo parossistico e ai lamenti del letto si intervallavano i sonori sospiri di lei. Lui… non pervenuto, ma ovviamente era in azione. E non so perché, provavo un certo molesto senso di invidia. Sono sgusciato dal letto, ho recuperato pantaloncini e maglietta, sono andato in bagno per una pisciatina più lavaggio denti in tempo da record, ho indossato il cardio, le scarpette e, afferrata la borsa con il cambio sono uscito sulle scale (certo di non incontrare i miei vicini). In auto è partito il pilota automatico e, senza pensarci ho imboccato la solita strada. Solito personaggio che al semaforo cerca di venderti una copia di Leggo che trovi gratis in metropolitana. Solito pensionato che alla domenica mattina presto è già in movimento e che affronta le curve usando la linea di mezzadria come falsariga impegnando, di fatto, due corsie invece che una. Ma è giorno di festa, non ci sono impegni pressanti e anche queste piccole noie che durante la settimana fanno sì che ti senti bersagliato dal destino, oggi sono vissute con una certa insensibile indifferenza. Spio il cielo cercando il sole. Sono le otto, dev’essere già sorto. Non credo possa dormire un’ora in più come noi umani. Ma un velo di nuvole lo nasconde e solo un livido baluginare ne svela la posizione. Però oggi non c’è quella cappa plumbea che caratterizza così spesso Milano. Oggi è un mare in movimento, nubi grigio scuro scorrono sopra nuvole perlacee. Tono su tono, che eleganza. Arrivato alla Montagnetta di San Siro scopro che il campo è ancora chiuso. Poco male, sono già in tenuta da corsa, faccio partire il gps e muovo i primi passi. Attraverso strade semideserte. Poche macchine e pochissimi pedoni, per lo più concentrati alle fermate dell’autobus, per la gran parte persone che vanno a lavorare. Attraverso il quartiere dove vivono i calciatori e incrocio la solita donna filippina che porta a spasso
Oggi è un mare in movimento, nubi grigio scuro scorrono sopra nuvole perlacee. Tono su tono, che eleganza
#trail La vittoria, non solo nel trail
Una
trailer
di grande
“stoffa”
FOTO / Autori vari
Volontà, passione, condivisione. E, naturalmente, scarpe buone e amici veri. Questi i cinque ingredienti con cui Ita Marzotto, entusiasta donna del trail, condisce sapientemente la sua vita sportiva. Una vita che ha radici ancora sottili, giovani, ma capaci di dare fin da subito frutti buoni. L’imprenditrice d’origine veneta e toscana d’adozione, con il suo campo base tra le colline aretine, a Lucignano, borgo antico dalla forma ellittica e le strade concentriche, ha infatti iniziato a correre a 48 anni e in pochissimo tempo ha conquisto soddisfazioni e anche gradini del podio nei più bei trail internazionali su lunghe distanze. Un assaggio? 100 km del Sahara con Zitoway, terza delle donne; Sardinia Trail, quinta; Run Iceland (110 km a tappe), terza; Trail degli Eroi, nona donna assoluta, e questo solo nel 2013, a un anno dai suoi ‘primi passi’. Poi Coastal Challenge, Costa Rica, a tappe, quinta assoluta donne; Causeway Crossing, Irlanda, i suoi primi 100 km non stop; Grand 2 Grand (273 km a tappe) terza assoluta e prima di categoria, Ultratrail di Boavista, 150 km non stop, prima donna e sesta assoluta generale, il tutto nel 2014. Infine, per l’inizio di quest’anno, Trail delle Valli Etrusche, quarta tra le donne; BVG trail, lago di Garda, sesta; Elba
Volontà, passione, condivisione, scarpe buone e amici veri
90 — 91 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
TESTO / Franco Faggiani
#viaggi Ben Nevis, Scozia
Sul tetto della Scozia
TESTO E FOTO / Stefano Medici
La tenda è piantata, i piccoli sono nell’area giochi del campeggio, mia moglie è in missione esplorativa, io sono seduto nella piazzola dell’accampamento a contemplare lo spettacolo che mi s’innalza davanti, l’imponente Ben Nevis. The Ben, come viene anche chiamato dai locali, è il monte più alto della Scozia e dell’intero Regno Unito, con i suoi 1344 metri. Il lato ovest, quello che vedo dalla mia posizione, si eleva prepotente con ripidi versanti, prima ricoperti da una verdeggiante vegetazione, poi verso la cima, lasciando intravedere la roccia viva. Forse ad alcuni potrebbe sembrare una collina, avendo negli occhi i picchi delle Alpi e delle Dolomiti, ma come ogni montagna, va presa con le opportune cautele, perché l’altitudine combinata con la sua posizione marittima e la sua topografia costituiscono un mix pericoloso. Spesso portano a improvvisi mutamenti delle
condizioni atmosferiche, che possono rappresentare un pericolo per gli escursionisti male attrezzati. Rimango immobile a studiare il suo profilo, come ipnotizzato da una forza magnetica, pura attrazione. È come aspettare un appuntamento irrinunciabile, maturato pochi giorni prima, in un altro luogo. Per la precisione sull’isola di Skye, durante un’escursione all’Old Man of Storr, un pinnacolo di roccia alto 50 metri, che si erge come un gigantesco dito nero puntato verso il cielo. In quell’occasione giunti a metà percorso, con i bimbi già provati dalle impegnative salite, vista l’impossibilità di raggiungere la meta, approfittai di una pausa pic–nic, per improvvisare una corsa sui versanti della montagna per vedere la formazione rocciosa da un’angolazione migliore. Con grande sorpresa, la reattività, l’esplosività dei muscoli, forgiata da un buon allenamento, lasciarono una
100 — 101 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
#recensioni
A SPASSO ATTRAVERSO GLI STATI UNITI UNA PASSEGGIATA NEI BOSCHI AUTORE / Bill Bryson EDITORE / TEA collana avventure NUMERO PAGINE / 305 PREZZO / 9 euro
È uno di quei libri che compri spinto da un’istintiva pulsione e poi scopri che a leggerlo è diverso da come te lo aspettavi. In un momento particolare in cui tutta l’attenzione dei media va a Wild (il film con Reese Witherspoon tratto dall’omonimo romanzo autobiografico scritto da Cheryl Straied) abbiamo pescato Una passeggiata nei boschi, un libro scritto da Bill Bryson che parla del più famoso percorso made in US, l’Appalachian Trail. Negli Stati Uniti ci sono tre lunghissimi sentieri che attraversano il paese in senso verticale, a ovest il Pacific Crest Trail (su cui è incentrato Wild) a est l’Appalachian Trail, infine c’è il Continental Divide Trail che taglia a metà gli Stati Uniti. Non hanno nulla da spartire con il Cammino di Santiago o la Via Francigena, non hanno una genesi religiosa, ma sono diventati
dei percorsi di culto tra gli estimatori. Farne una parte o, addirittura l’intero percorso, è una meta per molti appassionati. Il più antico tra essi è l’Appalachian Trail (3.400 km, quindi quattro volte il Cammino di Santiago) per la stragrande maggioranza su sterrato o su sentiero naturale. Attraversa quattordici stati americani e congiunge la Georgia al Maine. Include anche un tratto famoso per l’asprezza che si chiama Hundred Mile Wilderness anche se quello che gli americani considerano estremo in termini di sentiero nelle nostre Alpi viene segnato come EE, adatto ad escursionisti esperti. A Bill Bryson, giornalista inglese trapiantato negli USA, viene in mente di provare l’esperienza e coinvolge (in realtà è l’unico tanto pazzo da accettare l’invito) l’amico Stephen Katz.
Diciamo fin dall’inizio che non sono né runners né trailers come li intendiamo noi: sovrappeso, non allenati, fumatori. Insomma vogliono davvero solamente provare l’ebbrezza della natura selvaggia. Ma lungo il sentiero iniziano a cambiare e, pur senza mai avvicinarsi al concetto di sportivo che abbiamo nelle nostre menti, imparano ad apprezzare la fatica del cammino. Il libro si legge volentieri. È completamente scevro di ogni “passione” podistica che a volte rende melensi e scontati certi resoconti. Anzi in parecchi brani riesce a far sorridere. A volte è il povero Katz (decisamente non adatto mentalmente e fisicamente al trekking) ad incappare nelle peggiori disavventure, a volte è lo stesso autore che si mette nei guai da solo. Alla fine quello che resta è la grande voglia di andare e provare di persona.
I SEGRETI PER CORRERE 50 MARATONE IN 50 GIORNI 50/50 AUTORE / Dean Karnazes EDITORE / Ferrari Sinibaldi NUMERO PAGINE / 352 PREZZO
moglie e figli, tutti rigorosamente in camper come da tradizione Usa, ha corso dunque 50 maratone, in 50 Stati e in 50 giorni consecutivi, secondo un calendario che ha richiesto anche un grande lavoro organizzativo e logistico (e noi che ci facciamo venire i patemi d’animo su come “organizzare” la macchina per un fine settimana di corsa a due passi da casa!). Oltre che fisico e mentale, si capisce. Totale 2.108 km filati. A piedi. Utilizzando 5 paia di scarpe. Passando dai 40 gradi dell’Arizona ai 3 dell’Alaska. Visto che siamo in fatto di dati e curiosità: la maratona più lenta l’ha percorsa in 4:45:21; la più veloce, quella di New York, l’ultima della serie, in 3:00:30. Forse perché era tanta la voglia di tornare a casa... Il libro non è comunque un resoconto asettico delle singole gare, ma un insieme di
insegnamenti, esperienze, personaggi. In ogni situazione Karnazes scova ricordi, suggerisce modi di provarci, rivela vita vissuta. Ogni capitolo sembra quasi un piccolo romanzo sportivo a sé. Poi, quasi in ogni pagina, ci sono dei box con “trucchi e segreti”, da cui possiamo attingere molte nozioni utili applicare nella nostra attività quotidiana, di runner e non solo. Insomma, uno di quei libri da leggere sicuramente, anche se l’articolata esperienza raccontata di Karnazes è un po’ datata (5 novembre 2006 la sua ultima maratona di questo lotto di 50). È ben suddiviso, si legge facile, grazie anche alla traduzione ben fatta di Valentina Penati, e non è mai noioso. Costa 16,90 euro e ordinarlo su Amazon, oltre che direttamente alla casa editrice, tramite il sito, è anche il modo più rapido e sicuro per averlo.
106 — 107 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
La casa editrice milanese Ferrari Sinibaldi (www.edizioniferrarisinibaldi.com), specializzata in libri di psicologia, medicina, scienze sociali e anche in romanzi psicologici, grazie alla passione per la corsa di uno dei due partner (Ferrari) ha recentemente varato pure una linea di libri dedicati allo sport. Così, in occasione della Milano City Marathon di aprile, ha debuttato con il primo volume (352 pagine) di quella che ci auguriamo sarà una lunga collana. Partendo da un “pezzo forte”, lo scrittore americano Dean Karnazes, o meglio, con il libro che quest’ultimo ha scritto nel 2008 e ora tradotto in Italiano, dal titolo 50/50. Enigmatico, se volete, ma subito spiegato dal sottotitolo: “I segreti per correre 50 maratone in 50 giorni e sviluppare la massima resistenza”. L’atleta californiano, classe ’62, seguito da genitori,
/ 16,90 euro
#autori
IPPOLITO ALFIERI COFOUNDER ALMOSTTHERE
MICHELA BENAGLIA FOTOGRAFA
Personaggio alquanto interessante. Si potrebbe definirlo “permanentemente disallineato”. Venexiano, si è trasferito a Milano da dove osserva con curiosità il mondo, senza perdere però il cordone ombelicale che lo lega alla città lagunare. Ex giornalista, editore, operatore (non passivo) della comunicazione. Ama lo sport. In tutte le sue accezioni. Ama guardarlo (lo sci in genere, innanzitutto). Ama praticarlo (la corsa e gli sport di resistenza). Ama parlarne e sentirne parlare. Anche per questo ha creato con un gruppo di sei amici, almostthere, un’impresa che ha messo lo sport al centro della sua attività.
Laureata in Disegno Industriale al Politecnico di Milano, dal 2004 si occupa di art direction per importanti marchi di arredamento, design e moda, per i quali cura e realizza grafica, allestimenti, installazioni, video. Appassionata di fotografia e reportage sociale realizza un progetto sul terremoto in Emilia, da maggio a ottobre 2012. Un anno dopo “Gli altri volti, identità di un terremoto” verrà esposto a Milano nella mostra “Blind photo date”. Da qui la passione diviene professione. Dal 2013 frequenta numerosi workshop con autori e attori importanti della fotografia contemporanea. Nel 2015 consegue due Master di fotografia a Milano: in reportage all’Accademia Jhon Kaverdash e in storytelling alla LUZ Academy. Dal 2014 insegna Rappresentazione fotografica all’ISAD, Istituto Superiore di Architettura e Design, di Milano. Oggi è fotografa free–lance e lavora su commissionati, reportage sociali e progetti personali a lungo termine.
Maggiori informazioni sul sito: www.almostthere.eu
COME COLLABORARE Per scrivere per noi, basta avere un’idea, voglia di scrivere e poi contattare la redazione di X.RUN scrivendo un’email all’indirizzo: redazione@xrun.eu
www.michelabenaglia.it
DINO BONELLI FOTOGRAFO
STEFANO MEDICI RAGIONIERE ED ESPLORATORE
Infermiere di Terapia Intensiva, inizia a correre per dimostrare all’ansia che lui è più veloce. Ma in poco tempo la corsa si trasforma da medicina a passione vera e propria. I chilometri diventano ogni giorno un po’ di più, le corse più fluide e meno faticose. Trova nel bosco, nel fango, nel silenzio il suo habitat e abbandona definitivamente il cemento in virtù di sentieri e mulattiere. Se lo cercate, è più facile trovarlo lì che in centro città. Ha fatto da poco la sua prima corsa vera, fatta di tanti, tantissimi chilometri e ora pare impossibile togliergli un soddisfatto sorriso dal volto. Quando non corre, canta con il suo gruppo, il Reparto Grandi Stonati. Ha una moglie (molto) paziente e due piccoli uragani travestiti da bambini.
Non è per niente facile collocare Dino in alcuna dimensione. Professionalmente si occupa di fotografia, ma allo stesso tempo collabora nell’organizzare eventi sportivi in tutto il mondo, è responsabile di un museo di tavole da surf a Prato Nevoso (CN) dov’è nato. Si occupa di sport, beneficenza, reportage... Da un punto di vista sportivo è appassionato di tavole, sia le snowboard che i surf, ma non disdegna la corsa o il triathlon (è stato anche IronMan oltre che finisher in molte gare in tutto il mondo). I viaggi sono la sua droga, non rifiuta mai un’opportunità di prendere un aereo e di andare a visitare un posto remoto. Lo potrete individuare, fotografo o fotografato, ai piedi delle Twin Towers a Kuala Lumpur, mentre scia nello Utah, mentre corre alle Seychelles, mentre surfa in Australia, mentre segue una muta in Alaska o intervista uno sciamano in Indonesia. Naturalmente non disdegna le località nostrane, basta che ci sia qualcosa di interessante da fotografare e Dino si precipita.
Bolognese, come gli spaghetti famosi in tutto il mondo, ma che a Bologna, non esistono da nessuna parte. Ha iniziato a correre nei parchi della città, per poi passare ai paesi della provincia e via oltre, dalla straBologna ai confini della terra. Porta le scarpette sempre con sé, perché ogni strada ed ogni sentiero rappresentano una potenziale pista dove correre liberamente. Ha scritto il libro “Di corsa attorno al mondo”, flash–back e attimi, di viaggi vissuti di corsa. È convinto che il running sia una piacevole alternativa per scoprire posti e luoghi. È molto attento alla dieta, ma il giusto apporto di carboidrati non se lo fa mancare mai. spaghetti alla. bolognese.
108 — 109 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
MASSIMILIANO BERTINI INFERMIERE
ALESSANDRO PELICIOLI MANAGER
MANUELA RESTAGNO ARCHITETTO
STEFANIA VISENTINI BLOGGER
Alessandro Pelicioli, bergamasco, classe 1979. Curriculum variopinto e astratto nel quale è presente un comodo ma non sempre appagante lavoro da bancario e l’assoluta certezza che la vita sia un cosmico gioco di comunicazione con tutto ciò che visibile ed invisibile, lo circonda… Sul suo biglietto da visita si legge una citazione di Ionesco “Solo le parole contano. Il resto sono chiacchiere.”; nel suo passato c’era il teatro ed il triathlon, nel suo presente c’è la clownterapia ed il trail, nel suo futuro una baita biblioteca – con una grandissima sezione di illustrati per ragazzi – che giorno dopo giorno sarà sempre più luminosa e preziosa.
Torinese trapiantata dalla Mole alla Madonnina, è approdata alla corsa in tempi relativamente recenti. Prima per sostenere un marito runner molto estemporaneo, col timore, iniziale e fondato, che lui potesse stramazzare; poi ci ha preso quell’insano gusto che tutti qui proviamo e adesso va da sola, mentre lui continua ad arrancare. Le piace correre per i posti nuovi che può vedere, per gli amici ormai consolidati che ha conosciuto via via e per incontrarne di nuovi. Anche se, a conti fatti, corre il più delle volte da sola, per il semplice motivo che gli altri… la lasciano indietro. Ma non se ne duole, anche se questo suo procedere solitario, mentre il cellulare le suona (si sa, la famiglia, la professione…) le è valso l’appellativo, immeritato, di “snob runner”. Insomma, corsa solitaria, per parchi e montagne ma al terzo tempo, quello delle chiacchiere, birrette e pizzate, riesce sempre ad arrivare per tempo. Si dà da fare nel sostenere Emergency tramite la corsa ed X.RUN, e questo non è per niente snob ma assai meritevole.
Varesina con origini friulane si divide tra i tre figli e le sue passioni. Con il marito Enea, vero runner della coppia, ha appena dato vita ad una nuova società sportiva amatoriale dove convogliano il loro tempo e il loro impegno. Podista per caso, non ha velleità di vittoria ma allacciarsi gli scarpini le stimola il sorriso. Non ama i pettorali se non quelli delle mezze maratone, che è la distanza che considera ideale per la sua testa e i suoi pensieri; mentre i chilometri scorrono costruisce trame e racconta storie. Infatti, l’altra sua grande passione è la scrittura: dice sempre che «se podista lo son per caso, sono assolutamente blogger per vocazione» nella speranza di diventare qualcosa di più. Autrice di “Di fantasmi, di fughe e di ragazze”.
Scrive su www.actionmagazine.it e condivide ciò che di bello incontra sul blog: www.unaletteraduefoto.wordpress.com
Potete seguirla anche sul suo blog: Amenità Varie
Photo credits Le immagini Le condizioni d’uso delle fotografie sono state concordate con i detentori dei diritti. Nel caso non fosse stato possibile, l’editore si dichiara disposto a riconoscere un giusto compenso.
Pagine motivazionali sagecanaday.com pagina 38 Niska Tognon pagine 43 e 47 Manuela Restagno pagine 58, 61 podismobrianza.netsons.org pagina 65
Le fotografie pubblicate nel numero 35 di X.Run sono di:
saltandlightmin.org pagina 66
newsnetwork.me pagine 4 e 5
appsmediatama.net pagina 72
Michela Benaglia pagine 8, 9, 11, 15, 16, 20 e 25
www.eastcoastcalling.com pagina 75
Dino Bonelli pagine 27 e 28
3wv.com pagina 76
Chiara Franzetti pagina 34
www.facebook.com pagina 79
Robert Scappa pagine 37 e 41
Stefano Medici pagine 101, 102 e 105
Ringraziamo per le citazioni e le foto delle pagine motivazionali: Pagine 32–33 E correre nel deserto è la cosa più immediata che ci possa essere Frase di Marco Olmo Foto di Dino Bonelli Pagine 48–49 Il bello della corsa è che, insomma, puoi correre dove vuoi, come vuoi Frase di Giorgio Calcaterra Foto di swimbikerundaily.com Pagine 56–57 La corsa è una ricerca della propria parte interiore, e così una vita ben vissuta Frase di Dean Karnazes Foto di media.outsideonline.com Pagine 70–71 Le montagne sono l’inizio e la fine di ogni scenario naturale Frase di John Ruskin Foto di Christian Leone
110 — 111 X.RUN / numero 35 / aprile 2015
La foto di copertina è di Michela Benaglia ed è stata scattata durante l’impresa di Lucio Bazzana.
Le frasi riportate nelle pagine motivazionali sono selezionate a cura di Silvia Gariboldi.