X.RUN #33 - dicembre 2014

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X.RUN

Storie di corsa

# 33 [# 3 nuova serie] 2014 dicembre


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X.RUN numero 33 / dicembre 2014


E adesso si riparte

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« NOTIZIE E PAGINE IN PIÙ, ED UNO SGUARDO OLTRE CONFINE: ECCO X.RUN NEL 2015 »

volte capita che arrivi la crisi e che la gara sembri finita. Abbiamo imparato che stringendo i denti si può rallentare e, quando tornano le energie, si può ripartire. In questi ultimi due anni X.RUN ha incontrato il muro dell’editore e ha smesso di correre. Siamo stati ad un passo dall’arrenderci, dal ritirarci dalla competizione, ma adesso la musica è cambiata. Abbiamo incrociato una realtà affascinante con la quale condividiamo i valori profondi e gli obbiettivi. Si chiama almostthere ed è un progetto condiviso tra amici cui ho chiesto di presentarsi (troverete molte più notizie nelle prossime pagine). Ma la cosa importante ve l’anticipo qui: abbiamo deciso di unire le nostre forze per sostenere X.RUN e rilanciarlo. Il contributo in idee ed energie nuove di almostthere sarà evidente dal primo numero del 2015. Nessun stravolgimento nel progetto originale, ma una maggior apertura verso il futuro. Sarà la versione 2.0 della nostra rivista. Sarà più interattiva, coprirà un numero maggiore di argomenti e cercherà un respiro internazionale. È una scommessa e una sfida. In un mondo fatto di mordi e fuggi, di argomentazioni basate sul sentito dire, di eroi per 15 secondi, noi vogliamo provare a rallentare. Provare a raccontare storie che abbiano un po’ più di spessore e dar loro lo spazio che si meritano. Vogliamo provare a grattare sotto la patina superficiale per arrivare alle ragioni profonde che ci muovono. E proprio perché è una sfida abbiamo bisogno dell’aiuto di voi tutti. Abbiamo bisogno di pubblico che ci inciti e di runners che corrano con noi. Abbiamo bisogno dei vostri contributi, dei vostri punti di vista, della vostra energia. Insomma abbiamo bisogno che ci sosteniate e ci aiutate a crescere ancora, anche e soprattutto facendoci conoscere ad altri. Ho ricevuto tante bellissime attestazioni di stima ed incitazioni a proseguire. Nel ringraziarvi tutti mi impegno a rispondere con poche parole e tanti fatti. FRANZ ROSSI Editore X.RUN Appuntamento al 2015 con il nuovo X.RUN 2.0.

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X.RUN La rivista è edita da Tribù Astratte s.c.ar.l. Sede legale: via Dante, 7 - 34122 - Trieste Redazione: via Viganò, 8 - 20124 - Milano Direttore responsabile Franco Faggiani

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4 La testata è stata registrata presso il Tribunale di Trieste nr. 1179 del 14/08/2008

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Stampa: INTIGRAF Senna Comasco (CO)


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INDICE

L’Editoriale 2 E adesso si riparte

8 You’re almostthere di Ippolito Alfieri Folgorato sulla via della maratona di New York, decide di lanciarsi in un nuovo progetto. Che diventa impresa e società. COVER 10 Sport & Cultura di Franz Rossi Vi sarà capitato a volte di andare a correre con un problema in testa e tornare che il problema era risolto. Come mai succede? 6

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STORIE 20 Dall’anarchia alla federazione, ma a noi importa solo il cielo di Federica Boifava Un excursus storico nel mondo del trail firmato da una delle più particolari e brillanti atlete italiane.

28 Una stagione da incorniciare di Franz Rossi Non pensavo che questo 2014 sarebbe andato così.

42 Quando il pacer è l’ape Maia di Monica Nanetti Alla maratona di Osaka in compagnia di Aldo & Giovanni + Nico Valsesia. Tra sushi e karaoke.

52 Ma si deve per forza correre ultra? di Silvana Lattanzi A volte bastano poco più di dieci chilometri intorno ad un lago per provare la corsa in natura..


60 Provarci ancora, provarci sempre di GianLuca Loddo Riflessioni a margine di una gara invernale.

70 Le vestali dell’atletica di Stefania Visentini La pista vista dagli spalti: cuore di mamma e piccoli atleti. RUBRICHE

76 Il lessico del podista 78 Fuori dall’Uscio / Amsterdam di Stefano Medici A spasso per i Paesi Bassi, sulle spiagge che hanno visto la seconda guerra mondiale

di Franz Rossi Una proposta di viaggio firmata X.RUN: a Bruxelles per una velocissima gara su strada. Il racconto dell’edizione 2005.

96 Recensioni 102 Autori

V Indice

86 La 20km di Bruxelles

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You’re almostthere

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X.RUN You’re almostthere

« UN SOGNO: TROVARE UN PUNTO DI CONTATTO TRA SPORT E SAPERE »

Ore 4.15. Suona la sveglia. Ci vestiamo. Colazione arrangiata con qualche fetta biscottata, un the caldo con il bollitore elettrico: a quest’ora il servizio dell’albergo è ancora chiuso e non c’è altro modo. Ci chiudiamo la porta alle spalle. Scendiamo, ci sono tutti gli altri. Ci aspetta un pullman. Saliamo. L’ansia è palpabile. È la nostra prima volta, non solo qui, in assoluto. Si va. Verso l’ignoto. Ci aspettano ore di attesa, soli con le nostre paure, domande e chissà cos’altro. Arrivati a destinazione, si scende. Ci accolgono i volontari. Con un sorriso che ci rincuora. «c’mon you’re almost there!!» Ci guardiamo sbigottiti. Siamo quasi arrivati?!? Ma se la maratona non è ancora cominciata? Questa frase ci ha accompagnato per mesi. Ci domandavamo quale fosse la meta alla quale quei volontari alludevano. E in effetti ci siamo resi conto che la faccenda poteva essere letta in tanti modi. Mettiamola così: dopo mesi di allenamento, di chilometri macinati, i 42 chilometri abbondanti della gara, sono poca cosa. Oppure: ottenuto un traguardo, te ne poni subito un altro, e quindi non sei mai «veramente lì», bensì «quasi lì». La si veda come si crede. La nostra idea è partita da un nome: almostthere. Oggi è un’idea applicata. Sette soci, con competenze diverse, uniti da una visione dello sport condivisa. Uno staff giovane e dinamico. Tante idee da realizzare nel mondo degli sport “di endurance”, per praticanti, aziende, scuole. Un sogno: trovare un punto di contatto tra sport e sapere. Tra sport e conoscenza. Tra sport e approfondimento. Tra sport e cultura. Franz Rossi già lo fa, questo, da anni. Con un impegno, un’energia che sono cosa rara. Quando mi ha paventato l’idea di gettare la spugna con X.RUN, non ho potuto non farmi sotto, pronto alla presa al volo. La spugna non cadrà a terra. Si ricomincia. Anzi, si continua. Grazie Franz. E questo, se posso, lo dico Ippolito Alfieri cofounder almostthere a nome di tutti i lettori…


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& SC Sport è Cultura

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Proviamo a compiere un piccolo passo avanti: correre non è solo un modo per migliorare il proprio aspetto fisico o per godere di un generale benessere. È anche un modo per conoscersi e per conoscere, per filtrare le proprie esperienze, per accumulare un bagaglio di conoscenze... insomma per fare cultura.

«Correre fa bene» Bella scoperta, direte voi. Corriamo tutti da un bel po’ di anni, conosciamo i benefici che un’attività aerobica praticata con regolarità apporta al nostro corpo. E sappiamo anche che quel benessere fisico si riflette nel nostro spirito (o “mente” o “psiche” come preferite chiamarlo) regalandoci una dose extra di autostima e permettendoci di scaricare lo stress quotidiano. Qualcuno arriverà anche a dire che la pratica sportiva ci rende migliori come persone, ci abitua al rispetto delle regole, al lavorare con degli obbiettivi, a riconoscere il valore degli avversari, ad accettare il responso dei giudici. Ma io vorrei provare a spingermi avanti di un altro piccolo passo.

Provo ad enunciare un’altra cosa ovvia, un’esperienza che moltissimi di voi hanno provato sulla loro pelle. «Correre ti aiuta a pensare» Parti con una serie di grattacapi che ti frullano per la testa, corri un’oretta, e torni con nuove idee. Con soluzioni diverse per vecchi problemi. E, nel caso tu sia uno che scrive, con spunti originali per nuove storie o riflessioni particolari sul mondo che ci circonda. È capitato anche a voi, vero? Probabilmente ci sarà una qualche ragione scientifica, la produzione di qualche sostanza chimica a livello cerebrale che agevola il pensiero, ma al di là di capire come funziona “tecnicamente”, io penso che sia dovuto soprattutto ad una accresciuta

X.RUN Sport & Cultura

testo di Franz Rossi foto di Autori Vari


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“ IN THE DEPTH OF WINTER I FINALLY LEARNED THAT THERE WAS IN ME AN INVINCIBLE SUMMER Albert Camus

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#trail Proviamo a tracciare una breve storia delle corse in natura

Dall’anarchia alla federazione, ma a noi importa solo il cielo

testo di Federica Boifava foto di Autori Vari

Quando c’era soltanto una timida voglia di velocità e leggerezza

X.RUN A noi importa solo il cielo

C’erano una volta le Montagne, i boschi e tanti piccoli omini pazzi e mirabilmente asociali che, spesso nelle ore più dementi della notte e del giorno, sgambettavano lieti fra sentieri e prati. In ufficio, in bottega o davanti al giornalaio, non esibivano medaglie, né gonfiavano il petto dentro ad una coloratissima maglia “finisher”, ma si limitavano a frammentare racconti di una salita, senza nemmeno osare di posare la lingua sulla parola “correre”. Nooooooo! Quello era mestiere del Podista. Ah! Il Podista. Snello, slanciato e sempre a dieta! Conosce a memoria le pisciate di cane di quel suo giro d’asfalto, costruito in pausa pranzo o di nascosto ad una moglie un po’ incazzata e stanca di vederti scendere “un momento” in canotta e scarpette di gomma. Il Podista non respira, il Podista “ossigena”. Il Podista merita rispetto, il Podista campa di gloria e sacrificio, non sempre – aihmè – distribuiti con generosa equità. I nostri omini delle montagne, sceglievano le scarpette in alternativa agli scarponi, quando le vesciche facevano bestemmiare o quando, semplicemente, c’era soltanto una timida voglia di velocità e leggerezza (nemiche giurate degli zainoni alla fiasca e dei camicioni di flanella). Un giorno, uno dei tanti andati (e perciò poco importante), gli sgambettatori di vette s’inventarono di scarpinare in compagnia. La specie umana, è scritto nella

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“ NOBODY’S GOING TO WIN ALL THE TIME. ON THE HIGHWAY OF LIFE YOU CAN’T ALWAYS BE IN THE FAST LANE Haruki Murakami

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X.RUN Quando il pacer è l’ape Maia


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#strada Alla maratona di Osaka con amici un po’ speciali

Quando il pacer è l’ape Maia

teso e foto di Monica Nanetti

In compagnia di Giovanni, Aldo e Nico alla scoperta del paese del Sol Levante

X.RUN Quando il pacer è l’ape Maia

Prendi due comici famosi, un super-atleta a 360° e un’umile scriba, impacchetta tutto e spedisci in Giappone: può sembrare un’idea un po’ balenga, ma l’invito di Mizuno a partecipare alla maratona di Osaka (la “loro” maratona, che ha il traguardo proprio ai piedi dello spettacolare grattacielo sede dell’azienda) era troppo ghiotto per rinunciarci. È così che mi sono trovata, alla fine di ottobre, a partire per il Sol Levante in compagnia di Aldo Baglio e Giovanni Storti (proprio loro, quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo) e del ciclista/trailer Nico Valsesia, per quella che si è rivelata un’esperienza di corsa e di viaggio assolutamente fuori dall’ordinario. Perché, come sa bene chiunque corra, il contesto in cui ci si muove ha un peso e una rilevanza fondamentale. Quando si corre non lo si fa solo per macinare chilometri o per migliorare il proprio tempo: che lo si voglia o no, attraversare di corsa le strade di un luogo sconosciuto è anche e soprattutto il mezzo per appropriarsi di un ambiente, per conoscerne suoni, luci e odori, per viverne l’atmosfera in una prospettiva diversa e, generalmente, più intensa. E, in effetti, correre a Osaka è stata l’occasione per immergersi in una corsa (e in un intero mondo) decisamente fuori dall’ordinario. A partire dai numeri: alla sua quarta edizione, questa gara ha raccolto la cifra-record di 30.000 iscrizioni, cui si aggiungevano i circa 2.000 pettorali della Challenge Run da 8,8 km; dimensioni che avvicinano la giovanissima Osaka Marathon al ristretto club

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“ LA VOLONTÀ DI VINCERE NON CONTA NULLA SENZA LA VOLONTÀ DI ALLENARSI Juma Ikangaa

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X.RUN Ma si deve per forza correre ultra?


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X.RUN Provarci ancora, provarci sempre

“ ORA CHE NON AVEVA PIÙ NULLA DA PERDERE ERA FINALMENTE LIBERA Paulo Coelho


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points Venite a trovarci nell’X.RUN Point più vicino alla vostra città, per sfogliare l’ultimo numero di X.RUN, per acquistarne una singola copia, per abbonarvi alla nostra rivista e per scoprire i prossimi appuntamenti degli X.RUNNERs

Elenco X.RUN POINTs d’Italia: LOMBARDIA

MILANO BORN TO RUN via Cagnola, 3 - MILANO (MI) - www.borntorunshop.it DF SPORT SPECIALIST via Palmanova, 65 - MILANO (MI) - www.df-sportspecialist.it LIBRERIA DELLO SPORT via Carducci, 9 - MILANO (MI) - www.libreriadellosport.it LIBRERIA MONTI IN CITTA’ viale Monte Nero, 15 - MILANO (MI) - www.libridimontagna.it OOPS, GOTTA RUN via Vettabbia, 1 - MILANO (MI) - www.oopsgpttarun.com RUNNER STORE viale Legioni Romane, 59 - MILANO (MI) - www.runnerstore.it

EMILIA ROMAGNA

DF SPORT SPECIALIST via Emilia p., 25 - PIACENZA (PC) - www.df-sportspecialist.it

VENETO

VENEZIA A.SANTI Castello 5276 (SanLio) - VENEZIA (VE) - www.santivenezia.it VICENZA KM SPORT via della Meccanica, 1/b - VICENZA (VI) - www.kmsport.it TERZO TEMPO via R. Baden Powell, 6 - COSTABISSARA (VI) - www.terzotemporunning.it

VERDE PISELLO via Ludovico il Moro, 9 - MILANO (MI) - www.verdepisellomilano.it

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SICILIA

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#pista Il mondo visto dagli spalti

Le vestali dell’atletica

testo di Stefania Visentini foto di Paola Gobbo

Ma per le mamme d’atletica è diverso Ci ritroviamo ad essere le mamme di tanti, di tutti, di tutti quelli che condividono con i nostri figli ore e ore d’allenamento, trepideremo per loro, urleremo per loro, li difenderemo da loro stessi nei momenti di sconforto, conosceremo i loro punti deboli, esalteremo il loro ego e sapremo come strappargli un sorriso sempre. Siamo quelle che si riempiono la macchina di piccoli lottatori in canotta colorata, siamo quelle che mediano sulle canzoni da sentire nel tragitto verso il campo, verso la pista. Siamo le vestali degli spalti. Siamo quelle che sul profilo FaceBook alla voce professione hanno messo “taxista polisportiva”. Essere mamme di sport non è uguale per tutte.

Siamo quelle che riempiono la macchina di piccoli lottatori in canotta colorata

X.RUN Le vestali dell’atletica

Certo a volte non è facile. Ma chi ama l’atletica non cerca cose facili, non c’è niente di facile nella fatica, nella ricerca dell’allenamento giusto che possa portare a limare qualche centesimo di secondo, minuto, che possa spingere un peso qualche metro in là o un corpo qualche centimetro in su. E forse quando riguarda i tuoi, di centimetri o secondi, riesci ad essere più serena a razionalizzare, ad aver pazienza.

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Il lessico del podista

RITMO, sostantivo maschile. 1. Successione regolare con cui un fenomeno si ripete nel tempo (r. di un’oscillazione; r. della respirazione) 2. Frequenza di un fenomeno (r. crescente; r. di lavoro) 3. Valore musicale relativo alla durata nel tempo 4. Nella poesia ritmica, alternanza di sillabe toniche ed atone 5. Successione regolare di elementi nello spazio (r. di un colonnato)

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on c’è nulla da fare, o lo hai dentro o non hai scampo. In molti sport (qualcuno dice in tutti gli sport) si tratta soprattutto di una questione di ritmo. Nella corsa, lo impari molto presto a tue spese: tutto si basa sul ritmo che viene misurato in tempo che impieghi per percorrere una distanza. I corridori di lunga lena, maratoneti in testa, misurano i minuti al chilometro. I pistard, figli della velocità e del vento, preferiscono misurare i secondi a giro di pista o a frazione di esso. Ma tutti impostano le loro corse partendo dal ritmo. Tutto il nostro corpo, e sappiamo bene come la corsa sia il miglior modo per avvicinarsi ad esso, obbedisce alle regole universali del ciclo notte/giorno e si misura secondo dei ritmi precisi. La respirazione, il battito cardiaco, la frequenza del passo. Il bravo allenatore incrocia questi dati per impostare la seduta di allenamento. Ma il ritmo ti entra naturalmente dentro e segna il passo della tua corsa. Lo senti rimbombare dentro il petto, lo vedi uscire in sbuffi di vapor acqueo nell’umidità della mattina presto o della sera, lo percepisci nel contraccolpo che si riverbera dai piedi alla schiena ad ogni passo, nell’ondeggiare ritmico delle braccia ad aumentare la fase di volo. E si trasforma in musica. Qualche volta una canzone che ti accompagna per tutta la giornata, più spesso una canzone senza nome e senza autore. Così procedi correndo: i tuoi passi sono le note, la strada il pentagramma, il respiro fa il contrappunto al cuore e la tua corsa diventa armonia.

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L Il lessico del podista

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Fuori dall’uscio Paesi Bassi

Diversamente Amsterdam

testo e foto di Stefano Medici

Sesso, droga o rock&roll? Magari c’è una terza via per conoscere Amsterdam

X.RUN Diversamente Amsterdam

Amsterdam, parlando di Amsterdam, nell’immaginario collettivo, balza alla mente il classico cliche di stereotipi; sesso, droga e rock and roll, quartieri a luci rosse, coffe shop, estremizzando una gran voglia di divertimento. Oppure, più tranquillamente, si può seguire la guida degli opuscoli di viaggio; tulipani, mulini a vento, Vincent Van Gogh, Heineken e formaggi. È difficile trovare qualcosa di diverso, che sfugga agli schemi consolidati, della visita alla città olandese. Una risorsa però, può aiutarci a scoprire nuovi angoli: la corsa. La compagna d’avventura di tanti viaggi. La base, in questa tappa di vacanze itineranti, è il porto di IJmuiden, alla periferia di Amsterdam, porto d’imbarco ideale per le regioni nord europee, soprattutto per Scozia e Inghilterra, nostre mete finali. Il campeggio si trova tra dune litoranee, a circa un chilometro dalla spiaggia sul Ijmuiden aan zee. Alla prima ricognizione, le sorprese si susseguono, una dopo l’altra, senza lasciare il tempo di metabolizzarne il variegato insieme. Lo sviluppo della zona, si legge chiaramente sul territorio. Immediatamente alle spalle del camping, ci sono i bunker dell’Atlantikwall, la linea difensiva eretta dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale per proteggere le coste dei confini settentrionali, dagli attacchi nemici. Poi, c’è il molo del North See Canal, con i suoi bracci protesi verso l’orizzonte, con il faro di segnalazione a delimitarne i confini, che riporta la mente alla

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“ È QUELLO CHE FAI NEL TEMPO LIBERO CHE TI RENDE UNO SCHIAVO O UN UOMO Jarod Kintz


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#strada Proposte di viaggio

La 20 chilometri di Bruxelles

testo di Franz Rossi foto di Autori Vari

Il giorno prima Ripenso a come era nata la cosa, l’invito era partito da Giovanni che è un veterano di questa gara, ed era stato accolto al volo da me e da Daniela

Maggio ‘05: correre nella città più europea d’Europa

+

info box La prossima edizione della 20km di Bruxelles si correrà il 31 maggio 2015. Il sito sul quale potete iscrivervi (con un certo anticipo) è: www.20kmdebruxelles.be/en/

X.RUN La 20 chilometri di Bruxelles

E d’improvviso le note del Bolero di Ravel. In quel momento ho sentito che ne era valsa la pena. Un breve saluto agli amici che erano venuti con me a condividere quei momenti, un augurio e via verso il riscaldamento a sentire le vibrazioni di quel ritmo celeberrimo che riverberavano nello stomaco, nella testa e donavano energia alle gambe. Qualche allungo nello spazio creato tra il gruppo dei pettorali fino a 6.000 e di fronte alla massa dei quasi 20 mila. Che sensazioni, mi basta chiudere gli occhi per riprovarle tutte. Poi di nuovo fermo, con le gambe calde e le vene gonfie di adrenalina, con il Bolero che cresce parimenti d’intensità e volume, sapientemente orchestrato da un’organizzazione perfetta. Nel gruppo dei primi seimila, proprio sotto l’arco trionfale che il Belgio fece erigere per celebrare la sua nuova indipendenza, con gli occhi fissi su un cielo velato da mille piccole nuvole in continuo spostamento. Circondato da idiomi diversi e da un’unica comune grande passione.

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Recensioni

QUANDO LA CORSA È ESERCIZIO PER LA MENTE

Gran bel libro, questo di Gaia De Pascale, già ben nota alle cronache runner per il suo “Il Corridore”, un saggio scritto a quattro mani con Marco Olmo (e a lui dedicato), pubblicato nel 2012 con Ponte alle Grazie. Con lo stesso editore la giovane scrittrice genovese ha di recente mandato in libreria questo Correre è una filosofia, un insieme ben articolato (e frutto di un gran lavoro di ricerca, oltre che di bella scrittura), che riassume e al tempo stesso cerca di spiegare, “la felicità della corsa, il gusto di un gesto senza senso, che non produce niente, che non serve a niente. Nemmeno il traguardo conta. Nemmeno il risultato”. Conta, in sostanza, il proprio piacere nel correre. Come ognuno di noi intimamente sa. Il libro è suddiviso in 10 capitoli tematici ma i protagonisti non restano confinati in ognuno di

loro, li ritroviamo in libertà inseguirsi per tutto l’arco del racconto, o meglio, del viaggio. Il quale spazia nelle diverse mitologie, nelle quali la corsa diventa testimonianza culturale, e nelle differenti interpretazioni e significati che gli stessi protagonisti della corsa danno. Come la libertà (Henry Rono, dai record del mondo alla prigione), la scelta di vita (Cavallo Bianco, il californiano che ha vissuto con i Tarahumara), il riscatto (Marco Olmo, il mito, e non solo per l’autrice). Un libro, come detto, che ha richiesto un gran lavoro di archeologia letteraria e di analisi, in cui Gaia De Pascale ha saputo abilmente mettere in campo tutti i suoi studi di letteratura e di antropologia. Il termine “filosofia” nel titolo non deve incutere timore. Il libro non è un saggio tecnico; la lettura

scorre via fluida, in scioltezza, e suscita interesse e curiosità, tanto da far venir voglia (chi scrive l’ha fatto) di prendere appunti, di annotare considerazioni, utili non solo per riflettere ma anche per tener testa nelle sempre più diffuse e a volte ancora un po’ sgangherate discussioni sul mondo della corsa. Alla fine del suo itinerare a passo sapiente e dolce tra epoche, luoghi e personaggi, l’autrice non arriva a una conclusione, a una spiegazione precisa, a un fondamento. Lo sa, lo dice: ognuno, specie nella corsa, trova il proprio mondo. O, semplicemente, siamo tutti dei Forrest (Gump): corriamo e basta.

Correre è una filosofia Autore: Gaia De Pascale Editore: Ponte alle Grazie (www.ponteallegrazie.it) 188 pagine - 14 euro


Recensione

CONVIVERE CON UN FANTASMA

Lo so che non si dovrebbe fare, ma abbiamo iniziato a leggere il libro (pur essendo opera prima) perché conoscevamo l’autrice. Stefania Visentini appare sovente sulle pagine di X.RUN, la sua prosa è quasi un appuntamento fisso. Di lei ci piace il fatto che la corsa sia una delle componenti della sua vita senza mai essere la prima, ci piace il suo modo curioso di osservare le cose e la sua maniera pratica di raccontarle. Così appena abbiamo saputo dell’uscita del suo “Di fantasmi, di fughe e di ragazze” non siamo riusciti a trattenerci e l’abbiamo acquistato al volo, senza neppure leggere la quarta di copertina. Ed è stato un bene. Partiamo dal titolo. I fantasmi cui si fa riferimento non sono, come qualcuno avrebbe potuto immaginare, delle proiezioni mentali, delle metafore psicologiche...

si tratta proprio di fantasmi (in carne ed ossa, verrebbe da aggiungere). Per l’esattezza una fantasma estremamente vivace così come sono vivaci tutte le figure femminili di questo romanzo che, fin da subito, relegano gli uomini ad un ruolo di coprimari quando non ad un semplice sfondo alle avventure di Elisabetta e delle altre. E questo offre, almeno a noi del sesso forte, la splendida opportunità di sbirciare nell’universo dell’amicizia al femminile. Tutta la storia si sviluppa da un antefatto che suona incredibile, un fantasma si manifesta alla protagonista e si mette a dialogare con lei. Non vi è nulla di metafisico, è semplicemente una persona tornata a parlare con Elisabetta. E dal momento in cui accettiamo questo presupposto siamo travolti dagli avvenimenti che si susseguono come in un film d’azione. Il contatto con la

realtà è perduto, viviamo in un mondo surreale eppure così vivido da essere facilmente paragonato ad ogni nostra giornata. Forse è questo il fascino maggiore de “Di fantasmi, di fughe e di ragazze” si tratta di un diario assolutamente realistico di giornate “normali” vissute attraverso gli occhi e la fervida immaginazione di un gruppo di ragazze speciali. Speciali perché amiche, speciali perché volitive, speciali perché tutte fortemente caratterizzate da una loro personalità. Non vogliamo dire di più. Leggetelo ed entrate anche voi nel mondo di Stefania. Di fantasmi, di fughe e di ragazze Autore: Stefania Visentini www.amenitavarie.it 256 pagine - 9,90 euro

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Recensione

ACCOPPIATA VINCENTE PER IL FOLLETTO DELLE VETTE

Per un curioso gioco del destino, proprio nel giorno in cui abbiamo ricevuto il dvd di Déjame vivir, il secondo film/capitolo del progetto Summit of my Life, in cui il regista Sebastien Montaz-Rosset racconta Kilian Jornet Burgada, vagando in una libreria ci è capitato tra le mani la versione italiana de La frontiera invisibile, seconda fatica letteraria del giovane runner catalano. Così abbiamo avuto la ghiotta opportunità di vedere e di leggere contemporaneamente le avventure di Kilian.

monte Elbrus in Russia, l’incredibile successo di salita e discesa al Cervino, record che toglie a Bruno Brunod (a tutti gli effetti coprotagonista del film), salendo in qualche modo sulle spalle dell’idolo dell’infanzia. Immagini, come al solito, curatissime e spettacolari. Testi intensi che a volte scivolano nel lirico, tanta giovanile voglia di divertirsi. Energia pura, insomma. Energia che viene trasmessa anche a chi si limita a guardare il film dalla poltrona (tanto che nei titoli di testa c’è un invito esplicito a non imitare le cose che vengono mostrate nel film). Ma proprio grazie al libro, ci è sembrato di cogliere una chiave di lettura diversa per questo film. Il titolo è tratto da una canzone spagnola che nelle emozionanti scene iniziali Kilian canticchia tra se e se mentre affronta l’affilata cresta sommitale del Cervino. E lo

Déjame vivir: Il film Il film è sulla scia di A fine line, e celebra - forse in modo un po’ meno roboante - le imprese sportive di KJB. Il record di salita e discesa da Chamonx alla vetta del Monte Bianco insieme all’amico Mathéo Jacquemoud, il tentativo (fallito) di record al

stesso motivo lo ritroviamo alla fine, come fosse una preghiera rivolta in primis al mondo intero, ma di conseguenza anche allo spettatore. Si tratta della canzone di Jarabe De Palo cui anche il titolo del film si ispira: Déjame vivir Il testo dice: Déjame vivir / Libre / Libre como el aire / me enseñaste a volar / y ahora / me cortas las alas. che potremmo tradurre come: Lasciami vivere Libero, libero come l’aria, mi hai insegnato a volare ed adesso mi tagli le ali Preziosi, specialmente per gli appassionati, i contributi extra. La frontiera invisibile: il libro Una volta visto il film, leggere il libro che è stato scritto negli stessi mesi raccontati in Déjame vivir, offre un interessante ed esclusivo scorcio sul Kilian più intimo. Il libro prende le mosse dalla


La frontiera invisibile, Kilian Jornet Burgada, Fabbri Editore, Euro 16,00

tragedia che ha toccato il catalano proprio all’inizio del suo più ambizioso progetto. A ventitrè anni, dopo aver vinto tutto quello che nella sua infanzia aveva sognato di vincere, Kilian Jornet Burgada decide di investire in un progetto pluriennale (Summit of my Life, appunto) che lo porterà a scalare in velocità tutte le vette simbolo del mondo. Inizia da casa sua (Kilian vive nei pressi di Chamonix), da quel Monte Bianco che lo vedo allenarsi regolarmente. Compie la traversata Courmayeur - Chamonix e propone al maestro (ed idolo) Stephane Brosse di accompagnarlo con gli sci nella traversata longitudinale. Ma nel tentativo, a seguito del crollo di una cornice di neve, Stephane muore. Con la cornice che si è trascinata a valle l’amico, crolla anche il mondo di Kilian che aveva in-

terpretato fino a quel momento la montagna come un gigantesco parco giochi. Nel primo capitolo del libro KJB racconta con disarmante sincerità quel periodo tremendo della sua vita. Si dedica alla montagna, cercando in lei la risposta, e lo fa non più in quelle discipline in cui eccelle (running e scialpinismo) ma nel cercare le linee verticali, scalando. La Frontiera invisibile non parla di corsa, ma di montagne. Parla dei mesi in Himalaya e del tentativo di salire il Gosainthan e di ridiscenderlo con gli sci. Come sempre ci accade quando si tratta di Kilian, l’uomo ci sorprende con la sua profondità (specie se si considera la giovanissima età). Ma nel libro colpisce anche il modo in cui si apre e racconta i particolari più strettamente personali, compresa la sua storia d’amore con una ra-

gazza (anonima) che sembra rappresentare per Kilian un importante punto di riferimento (e qui rimane il dubbio rispetto alla storia con Emelie Forsberg presente in Déjame vivir come coprotagonista). Kilian ha una personalità netta, che lo ha caratterizzato fin da piccolo, ma che si fortifica nell’affrontare il dubbio in questa sua nuova maturità. Ci lascia con una domanda forte, rivoltagli dall’amante sconosciuta, «Ma non sei un po’ triste quando realizzi uno dei tuoi sogni?» E questa tristezza pervade tutto il libro, perché - come dice Kilian «Se non sogniamo, siamo morti».

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X.RUN numero 33 / dicembre 2014

Recensioni

LA CORSA IN NATURA PER CHI INIZIA

Manuale leggero e un po’ insolito, come lo è pure il suo autore (Franco Faggiani, il direttore di questo giornale) dedicato a chi comincia a pensare di avventurarsi nei trail di lunghissima distanza: Endurance Trail (il sottotitolo è altrettanto esplicativo prepararsi, partecipare, sopravvivere). La prefazione è dell’inossidabile Marco Olmo. Perché insolito? Perché non si basa su parametri tecnici e men che meno scientifici; anzi, tabelle, schemi, suggerimenti su recuperi da fare, distanze da coprire e simili non ce ne sono proprio. Ci sono suggerimenti (oltretutto validi anche per chi si limita, si fa per dire, ad andare a camminare per i sentieri d’alta quota nel fine settimana), tratti prima da esperienze altrui e poi messi in pratica dall’autore, per attestarne validità od eventuale tasso di inutilità. Trucchi e segreti ad uso del

neofita, dunque, senza scomodare i professionisti della corsa. «Non volevo certo scrivere un libro per spiegare a Fernando Alonso come guidare la Ferrari, ma solo una serie di suggerimenti per spiegare ai miei amici di corse al parco a cosa potrebbero andare incontro se venisse loro voglia di guidare una Ferrari». Così dice l’autore, parafrasando. Fonte d’ispirazione e punto di riferimento è stato il Tor des Géants, perché nell’immaginario collettivo, ma forse sarebbe meglio dire nella realtà delle cose, rappresenta la gara Endurance per eccellenza, quale a chi tutti, almeno una volta nella vita, mirano. Faggiani l’ha seguita da vicino fin dalla prima edizione e ne ha percorso, in varie occasioni, i tracciati. Dieci i capitoli, dal “cosa serve” , quindi dall’attrezzatura al suo utilizzo, ai consigli pratici per

allenarsi, mangiare, riflettere. Consigli, in alcuni casi, come quelli relativi all’alimentazione, scritti in collaborazione con chi della materia ne sa decisamente più di lui. Ci sono belle foto (quella di copertina rende davvero bene sull’impegno necessario ad affrontare una gara Endurance), citazioni in abbondanza e pure un capitoletto finale sui libri che non dovrebbero mancare sullo scaffale di ogni runner, esperto o meno, che voglia avere qualche idea in più su questa faticosa e affascinante disciplina e sulle motivazioni che, anche inconsapevolmente, ci spingono ad affrontarla. Endurance Trail Autore: Franco Faggiani Editore: IdeaMontagna (www.ideamontagna.it) 235 pagine - 18 euro


Recensioni

TUTTO CIÒ CHE DEVI SAPERE SUL TRAIL

Nel mondo del Trail e delle corse in genere Fulvio Massa non avrebbe bisogno nemmeno di un briciolo di presentazione, tanto è noto. Per quelle due o tre persone neofite che non lo conoscessero, il riassunto dice: fisioterapista, preparatore atletico, organizzatore di gare, runner, giornalista, scrittore… ed è proprio in quest’ultima veste che lo proponiamo oggi. Autore già di un interessante “Il Trail Running” , volume edito nel 2004, il tecnico alessandrino ha fatto il bis dieci anni dopo, pubblicando, nel maggio scorso, Il manuale del Trail Running. Una guida completa e decisamente ricca – grazie anche al contributo di colleghi e di amici runners di chiara fama – sul mondo del trail. Un mondo sempre più articolato e sempre più frequentato. Quando uno sport, e il Trail non fa certo eccezione,

vede crescere rapidamente il numero dei suoi praticanti, indubbiamente aumenta anche il piacere e l’interesse di tutta la filiera degli addetti ai lavori (da chi produce attrezzature a chi organizza gare), ma sale anche il rischio di veder scendere in campo (nel nostro caso, sul sentiero) “atleti” che improvvisano, sbandano, confondono. Ne abbiamo vista di gente nei trail che aveva confuso la 10 chilometri sulla ciclabile lungo-lago con la 10 chilometri che vanno dalla pacifica Susa alla vetta, 3538 metri, del Rocciamelone, con seri rischi per la sicurezza, propria e altrui, e per la salute. Nel manuale di Massa, oltrepassate piacevolmente le interessanti pagine iniziali sulla storia del trail, sono svelati i segreti sulla preparazione fisica e mentale, l’alimentazione, l’equipaggiamento, la tecnica, la tattica.

Approfondimenti, tabelle, fotografie. Il tutto raccolto in 400 pagine. Un certo impegno per la lettura, ma un gran vantaggio per la nostra preparazione. Insomma il classico libro da acquistare, leggere e riporre in un ripiano basso della libreria, sapendo che continueranno ad esserci occasioni per dargli una rispolveratina o per cercare delle informazioni utili.

Il Manuale del Trail Running Autore: Fulvio Massa Editore: SPM Publishing (www.spmpublishing.it) 400 pagine - 28 euro

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Gli autori

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X.RUN numero 33 / dicembre 2014 Come collaborare Per scrivere per noi, basta avere un’idea, voglia di scrivere e poi contattare la redazione di X.RUN scrivendo un’email all’indirizzo: redazione@xrun.eu

IPPOLITO ALFIERI IMPRENDITORE 48 ANNI

FEDERICA BOIFAVA 33 ANNI

Personaggio alquanto interessante. Si potrebbe definirlo “permanentemente disallineato”. Venexiano, si è trasferito a Milano da dove osserva con curiosità il mondo, senza perdere però il cordone ombelicale che lo lega alla città lagunare. Ex giornalista, editore, operatore (non passivo) della comunicazione. Ama lo sport. In tutte le sue accezioni. Ama guardarlo (il tennis innanzitutto). Ama praticarlo (la corsa e gli sport di resistenza). Ama parlarne e sentirne parlare. Anche per questo ha creato con un gruppo di sei amici almostthere un’impresa che ha messo lo sport al centro della sua attività. Maggiori informazioni sul sito: www.almostthere.eu

Forse la più difficile da definire tra le top runners italiane del mondo trail. Mamma a tempo pieno, ma capace di gestire un calendario elastico così da ritagliare tempo anche per la corsa, il lavoro, la musica, la lettura e gli amici. Ci sono poche sicurezze quando si parla di lei. Una è che ama la montagna in tutte le sue accezioni, dalle storie alle gare di corsa, dal bicchiere di vino all’arrampicata. Ha ottenuto il diploma di guida, così come è diplomata al conservatorio: è facile incontrarla per sentieri con nello zaino il flauto traverso con il quale dedica delle serenate alle stelle sulle sue Dolomiti. Veneta fin dentro al midollo, parla con la cadenza tipica di Schio. Mescola le parole e le ributta fuori a casaccio, ma - e non è certo fortuna - finisce sempre per colpire nel segno. Si finge “rustega” ma nasconde una passione per la letteratura alta. Umile come i grandi campioni devono essere, vanta una serie di podi che l’hanno proiettata nell’empireo della corsa trail. Adesso spetta a lei decidere se andarci o meno.


SILVANA LATTANZIO GIORNALISTA

GIANLUCA LODDO ATLETA CHE CI PROVA SCRITTORE ALLA RIBALTA

STEFANO MEDICI RAGIONIERE

È nata a Milano, felice di trovarsi nel caleidoscopio delle possibilità di lavoro e di vita che la città offre. Si laurea in Giurisprudenza, ma non è quella la sua strada. Ama la natura e le corse off road e così, quella che nasce come passione, diventa poi il suo lavoro: scrivere (e correre) reportage di gare in montagna o nei deserti per la rivista Correre. Prende la tessera da giornalista pubblicista ed entra stabilmente in redazione dal 2055 per 4 anni, passando poi all’“ufficio accanto”: la redazione di Triathlete, dove lavora tuttora.

Convinto conoscitore, a detta sua, della cultura sportiva tout court, parte dalla Sardegna con la voglia di realizzare i suoi sogni. Trascorre gli ultimi sei anni tra la Sardegna, il Lazio e la Toscana ed a quest’ultima regala il cuore per tante ragioni. Innamorato della corsa si cimenta in tutte le più disparate competizioni domenicali, non escludendo alcun tipo di manifestazione. Ultimamente, per via di alcuni problemi fisici, si trova costretto a sospendere la corsa a piedi e riprendere la bicicletta. Professa la cultura sportiva innalzando il più alto valore morale della condivisione, della fatica e dell’impegno quali valori cardine della vita in generale. Scrittore dilettante ama i racconti appassionati, cerca di trasmettere le istantanee del gesto atletico, dell’emozione sportiva, nel tentativo di trascinare il lettore in un’avvincente narrazione nella speranza possa essere da stimolo per la ricerca della propria anima sportiva. Lo sport? Dice lui, non è altro che la scuola di vita per eccellenza. Gli ostacoli sono fatti per essere superati, le fatiche per essere sopportate, contano solo determinazione, grinta e passione. Provarci: sempre!

Bolognese, come gli spaghetti famosi in tutto il mondo, ma che a Bologna, non esistono da nessuna parte. Ha iniziato a correre nei parchi della città, per poi passare ai paesi della provincia e via oltre, dalla straBologna ai confini della terra. Porta le scarpette sempre con sé, perché ogni strada ed ogni sentiero rappresentano una potenziale pista dove correre liberamente. Ha scritto un libro, “Di corsa attorno al mondo”, flash-back e attimi, di viaggi vissuti di corsa. È convinto che il running sia una piacevole alternativa per scoprire posti e luoghi. È molto attento alla dieta, ma il giusto apporto di carboidrati non se lo fa mancare mai… spaghetti alla… bolognese.

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MONICA NANETTI GIORNALISTA

FRANZ ROSSI MANAGER 51 ANNI

STEFANIA VISENTINI BLOGGER

Milanese, giornalista free lance e acquarellista per hobby. Ha praticato in gioventù innumerevoli sport, tra cui equitazione, windsurf e nuoto, sempre con risultati inversamente proporzionali all’entusiasmo (scarsi i primi, gagliardo il secondo). Lo stesso rapporto si è riproposto tre anni fa al suo esordio assoluto nel mondo della corsa, cui si è avvicinata dapprincipio come forma di allenamento per un trekking sull’Annapurna e che ha poi proseguito, una volta rientrata incolume alla base, in una continua sfida alle proprie capacità inesorabilmente scarse. Fantasiose e improbabili tabelle di allenamento l’hanno così portata a concludere un paio di maratone (Parigi e New York) sul filo delle 5 ore: una velocità che, se da un lato non resta negli annali dell’atletica, dall’altro le ha consentito di guardarsi intorno con calma e di studiare da vicino usi e costumi dell’ “animale-runner”. Si allena al Parco Sempione, alle prime luci dell’alba, invidiando tutti quelli che corrono più veloci di lei. In altre parole, tutti.

Veneziano di nascita, triestino per buona parte della vita ed ora milanese d’adozione, è giunto alla corsa come modo di realizzarsi solo dopo aver provato alcuni altri sport. Essendosi convinto di voler correre una maratona prima del 40esimo anno di età debuttava a Milano. Il virus della maratona non l’abbandonava ed andava a testarsi nelle principali maratone italiane e straniere. Prima dei 50 anni si è regalato la sua maratona nr. 30. Non soddisfatto della sola corsa su strada, ha provato anche l’ebbrezza del trail, e oggi la corsa in natura occupa la maggior parte dei suoi weekend. Con il peggiorare delle prestazioni ha cercato di allungare le distanze, cercando la scusa che «non sono io che sono più lento, è che c’è più strada da fare». Avendo coniugato la passione per la corsa con quella per la parola scritta, ha fondato X.RUN e ne è rimasto invischiato. E dal giornale è nata anche la costola degli X.RUNNERs i corridori per EMERGENCY di cui si onora di far parte. Infine ha scritto con l’amico Giovanni Storti il libro Corro perché mia mamma mi picchia, nel quale raccontano molte delle storie che non sono state pubblicate su X.RUN.

Varesotta con origini friulane si divide tra i tre figli e le sue passioni. Con il marito Enea, vero runner della coppia, ha appena dato vita ad una nuova società sportiva amatoriale dove convogliano il loro tempo e il loro impegno. Podista per caso, non ha velleità di vittoria ma allacciarsi gli scarpini le stimola il sorriso. Non ama i pettorali se non quelli delle mezze maratone, che è la distanza che considera ideale per la sua testa e i suoi pensieri, mentre i chilometri scorrono costruisce trame e racconta storie. Infatti, l’altra sua grande passione è la scrittura: dice sempre che «se podista lo son per caso, sono assolutamente blogger per vocazione» nella speranza di diventare qualcosa di più.


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