XRUN gennaio febbraio 2011

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Gennaio Febbraio 2011 v. 3 # 1 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 n°46) art.1, comma 1, CNS TS

La maratona di Cracovia Raccontata da chi c’era

+ Le

donne della 100 Com’è nata La corsa di Miguel


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X.RUN

Storie di corsa

2011 gennaio / febbraio [v. 03 # 01] volume 3, numero 1


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Storie di Corsa, anno terzo

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« UN 2011 DI EMOZIONI ASPETTA TUTTI NOI CHE SCRIVIAMO E LEGGIAMO X.RUN »

è un che di magico che si percepisce ogni volta che stiamo chiudendo un numero di X.RUN e di nuovo quando si sfoglia la prima copia uscita dalla tipografia. Già solo per questo motivo siamo felici di continuare a lavorare su questo progetto. Ma da quest’anno abbiamo associato a quello di X.RUN un nome importante, quello di EMERGENCY. Abbiamo voluto dare un significato più profondo a questa nostra corsa. Dallo scorso novembre devolviamo il 50% dei ricavi delle vendite della rivista alla clinica pediatrica di Bangui nella Repubblica CentroAfricana. E corriamo le gare con la maglia disegnata per ricordare questo progetto. La cosa bella è scoprire come il cuore forte ed allenato dei corridori abbia saputo rispondere immediatamente. Con piccoli gesti, come un sorriso durante una maratona, con il venirci a trovare allo stand X.RUN nelle varie expo maratona, per raccontare cosa stanno facendo per aiutare qualcun’altro. Ci sono centinaia di storie che bisognerebbe far conoscere alla gente. Ma basta parlare di ieri, godiamoci questo inizio 2011 spingendo lo sguardo nei mesi che vengono. La più importante novità è che, a partire dal numero che tenete tra le mani, X.RUN è firmato da Franco Faggiani. Le nostre strade si sono incrociate per caso, in una di quelle coincidenze che capitano spesso nella vita e che non bisognerebbe mai farsi scappare. Ha scritto un bellissimo libro su Marco Olmo (“Correre è un po’ come volare” che se non avete ancora letto vi consiglio caldamente) e lo avevamo invitato ad una serata che era dedicata al grande uomo del trail. Ci siamo annusati e piaciuti. Ha scritto per X.RUN storie belle, in punta di penna, lasciando che le persone si raccontino e, soprattutto, ha saputo dare consigli e idee, merce sempre più rara ai nostri tempi. Così è stato naturale proporgli di dirigere la nostra rivista, nella certezza che saprà imprimere quell’accelerazione di cui abbiamo bisogno per raggiungere un pubblico più ampio. A Franco un augurio di buon lavoro e a voi tutti che Franz Rossi editore X.RUN scrivete e leggete X.RUN, l’augurio di un 2011 ricco di emozioni.

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X.RUN La rivista è edita da Tribù Astratte s.c.ar.l. Sede legale: via Dante, 7 - 34122 - Trieste Redazione: via Viganò, 8 - 20124 - Milano Direttore responsabile Franco Faggiani Segreteria di redazione: Daniela Banfi

www.xrun.eu Scriveteci a redazione@xrun.eu Per abbonamenti abbonamenti@xrun.eu Per pubblicità marketing@xrun.eu

La testata è stata registrata presso il Tribunale di Trieste nr. 1179 del 14/08/2008 4 Stampa: A.G. Bellavite Missaglia (LC)

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INDICE

L’Editoriale 2 Storie di corsa, anno terzo di Franz Rossi

COVER 12 Le donne della 100 km di Pietro Trabucchi Abbiamo assistito nel 2010 ad una crescita importante della squadra femminile di ultramaratona. Pietro Trabucchi analizza i segreti di un successo.

20 Non si torna indietro di Ilaria Fossati La testimonianza diretta di una delle componenti della nazionale italiana di ultramaratona. Scopriamo con lei cosa vuol dire essere squadra, persino quando non si può correre.

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MITO I luoghi della corsa ROMA Per conoscerla non basta una vita di Marco Raffaelli MILANO Una Montagna in centro città di Roberto Bernareggi TRIESTE Una strada tra mare e cielo di Franz Rossi NAPOLI Si corre di cervello o di cuore? di Ettore Coppola SIRACUSA 350 giorni in maniche corte di Augusto Scariolo


RUNNING 56 Ogni trail è come un viaggio di Filippo Castiglia Mai come nella corsa in natura il correre può essere paragonato ad un viaggio, con tutti gli imprevisti.

62 La corsa di Miguel... di Valerio Piccioni Scopriamo insieme all’organizzatore cosa c’è dietro l’idea della corsa di Miguel che ogni anno vedo migliaia di persone ritrovarsi per correre sui ponti di Roma.

70 Il piacere di credere

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di Giuliano Pugolotti Rieccoci nel deserto, alla volta delle piramidi di Giza, alla ricerca delle motivazioni profonde che ci portano a correre in questi luoghi.

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78 Il traguardo e la vetta di Mauro Creatini Cos’hanno in comune il traguardo di una gara di corsa e la vetta di una montagna da scalare? Esiste un parallelo tra alpinismo e corsa?

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82 Fuori dall’Uscio di Daniela Banfi

84 Running in the wood di Francesco Terrone Una corsa tra i boschi nella natura incontaminata intorno ad Oslo. Ma l’inverno detta la sua legge.

90 Non rinunciare mai a cura della Redazione Incontriamo Giorgio Terziani, un imprenditore con le idee ben chiare.

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98 Miniguida a Cracovia di Giovanna Rossi Una città particolare, tutta da scoprire. Dal parco che la circonda, alle latterie dove si può pranzare..

104 Maratona di Cracovia interviste raccolte da Daniela Banfi La maratona di Cracovia nelle parole di due italiani che l’hanno corsa.

LOGOS 112 Intervista a Roberto Albanesi di Andrea Busato Incontriamo Roberto Albanesi, ingegnere prestato alla corsa. Le sue passioni, le sue motivazioni.

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118 La corsa intorno di Pietro Landriani

120 Il nemico

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di Paolo Valenti Una corsa può essere fatta per tanti motivi. E ogni istante di essa può essere vissuto in modo singolare.

128 La sindrome del Pablo di Max Restori Ma il muro del maratoneta esiste davvero? C’è chi sostiene che sopra una certa velocità sparisce.

132 Il lessico del podista di Mauro Creatini Continua il nostro personale dizionario di termini “normali” imprestati al podismo e liberamente reinterpretati per noi da Mauro Creatini.


134 Passata la festa, gabbata la dieta di Marco Negri Dopo i bagordi natalizi, sia che si tratti della ricca cucina emiliana o di quella “salutistaâ€?, la morale è unica. Scopriamo quale con Marco Negri.

144 Recensioni 150 Autori 158 Credits

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km le donne della 100

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Nel nostro tempo, la motivazione è considerata sempre di più qualcosa che dipende dall’esterno; che ci è estranea anche se ci muove. Ora cercheremo di sfatare alcune di queste leggende che appestano il mondo dello sport e non solo quello. 13

Viviamo in una società che ha smarrito il senso dell’impegno e della volontà individuale in cambio del culto della fortuna, del talento, della genetica. Il luogo del controllo è sempre esterno: se sei nato così, con queste caratteristiche, a che pro lottare per cambiare la situazione? Se per la corsa o per la matematica “non sei portato”, oppure sei di quel segno zodiacale che non va bene, o se non hai il gene giusto, perché continui ad agitarti? Se sei furbo aspetti la fortuna, la spintarella, il cambiamento di vento. Nel frattempo è inutile stancarsi. Ovviamente questa cultura ha finito per influenzare anche il concetto di “motivazione”. Nel nostro tempo, la motivazione è considerata sempre di più qualcosa che dipende dall’esterno; che ci è estranea anche se ci muove.

Ora cercheremo di sfatare alcune di queste leggende che appestano il mondo della motivazione. La prima riguarda l’idea che la motivazione sia qualcosa che gli altri possono infondere a loro piacimento. Si tratta di una credenza alimentata dalla presunzione e dal narcisismo di chi pensa di possedere tali poteri, ma del tutto smentita dalla realtà. Nella mondo della fatica difficilmente chi è in crisi si riprenderà in virtù del discorsetto, della “strigliata”, delle urla o delle capacità persuasive del proprio allenatore. Il secondo filone di fiabe sulla motivazione riguarda il potere degli incentivi e delle punizioni; o – come si soleva dire in tempi non sospetti – “del bastone e della carota”. Il presupposto è che gli esseri umani siano simili agli asini; ed in quanto tali pigri, restii ad

C Le donne della cento chilometri

testo di Pietro Trabucchi foto di Paola Giallonardo


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“ IL TALENTO VINCE LE PARTITE, IL TEAMWORK VINCE I CAMPIONATI Michael Jordan


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C Le donne della cento chilometri


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Ci sono luoghi colonizzati dai runners. Luoghi che diventano il posto dove correre per antonomasia. Luoghi dove a qualsiasi ora trovate un podista con gli occhi felici persi nel suo correre o con la faccia stravolta dallo sforzo. Abbiamo raccolto alcune testimonianze di luoghi della corsa: alcuni scontati nella loro celebritĂ , altri meno noti


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“ ADOTTA IL RITMO DELLA NATURA: IL SUO SEGRETO È LA PAZIENZA Ralph Waldo Emerson


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M I luoghi della corsa


“ VOLGI IL VISO AL SOLE, E LE OMBRE SPARIRANNO DIETRO TE Proverbio Maori

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M I luoghi della corsa


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Come al solito, nel Running si spazia. Partiamo dal mondo del trail per passare alla Corsa di Miguel, una classica 10k su strada. Poi arriviamo al Sahara dove analizziamo con Pugolotti le motivazioni interiori che ci spingono a cimentarci nelle lunghissime distanze. Infine chiudiamo a Cracovia, non senza passare Fuori dall’Uscio


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Ogni trail è come un viaggio

testo di Filippo Castiglia foto di Franz Terrone

Arrancare su una salita che hai appena percorso come un diavolo in discesa

R Ogni trail è come un viaggio

Correre un trail è come intraprendere un viaggio avventuroso. Magari conosci il percorso, magari lo hai anche tracciato, magari ti alleni spesso per quei sentieri. Oppure credi di conoscerlo perché l’hai corso l’anno prima, o qualche mese prima. Eppure ti sorprenderà, ti metterà in difficoltà, lascerà un’impronta nella tua memoria. Le condizioni dei sentieri mutano con le condizioni meteo e con il cambiare delle stagioni. Sentieri morbidi di erbe primaverili sono aridi e polverosi in estate. Un inverno piovoso ha trasformato in un pantano prima e una sassaia poi, il tratto che ricordavi scorrevole e veloce. Una nuova deviazione, la bagarre del gruppetto in cui ti trovi ti fa tralasciare le fettucce del percorso e ti ritrovi in un sentiero che nulla ha che vedere con la gara. Non ti resta che tornare indietro cercando di ripensare a dove hai sbagliato arrancando su una salita che hai appena percorso come un diavolo in discesa. Il sole e le nuvole hanno il potere di mutare aspetto ai panorami, a distrarti dalla fatica. Ogni tanto io alzo lo sguardo e dei monti che conosco ripasso i nomi e spesso mi vengono in mente i posti dove ho corso da solo o in compagnia. Un viaggio con molte incognite anche se si conosce la via, e ancor di più se il percorso è nuovo per te, magari ne hai solo studiato il tracciato sulla cartina o l’andamento altimetrico. Hai fatto le considerazioni su quali siano i tratti più impegnativi o più adatti alle tue caratteristiche, gli amici più esperti ed il

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“ LASCIANDO BRILLARE LA NOSTRA LUCE, INCONSCIAMENTE FACCIAMO SÌ CHE ALTRI POSSANO FARE LO STESSO Nelson Mandela


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Dal 1994 portiamo assistenza medico-chirurgica gratuita a tutte le persone che vedono negato il loro diritto a essere curate. Dal 1994 abbiamo assistito più di 4 milioni di persone nei principali teatri di guerra del mondo. Costituzione della Repubblica Italiana/ Principi Fondamentali/ Art.11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Dal 1994 cerchiamo di far sentire una voce di umanità e di solidarietà che sia più forte della voce delle bombe e della violenza. Chiediamo il rispetto dell’Articolo 11 della nostra Costituzione perché l’Italia ripudi davvero la guerra. Dateci una mano anche voi. RICHIEDI LA NUOVA TESSERA 2011 AI VOLONTARI DI EMERGENCY O ATTRAVERSO IL SITO http://tessera.emergency.it/

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ABBONATI o RINNOVA e AIUTA i BIMBI di BANGUI Per tutto l’anno 2011 X.RUN devolverà il 50% dei ricavi degli abbonamenti alla Clinica Pediatrica di Bangui nella Republica Centroafricana. Collegatevi al sito www.xrun.eu oppure scrivete ad abbonamenti@xrun.eu e vi forniremo ogni informazione necessaria. Con soli 50 euro di cui 25 euro andranno ad EMERGENCY, riceverete comodamente a casa vostra 6 numeri di X.RUN - storie di corsa


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“ L’INVERNO È IL MODO CHE HA LA NATURA PER DIRTI: «ORA SONO FATTI TUOI» Robert Byrne


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Incontro con Giorgio Terziani

Il segreto è non rinunciare, mai

testo a cura della Redazione foto tratte dall’Archivio Terziani

Partiamo dall’inizio, come ti è venuto in mente di lanciare in Italia il CellFood? «Se vogliamo davvero partire dall’inizio, allora dobbiamo risalire ai tempi in cui ero imbarcato in una nave della Marina Militare. Ho prestato servizio durante

Il sorriso di chi è sereno anche quando la fatica lo sembra mettere in difficoltà

R Il segreto è non rinunciare, mai

Lo sport è palestra di vita. E praticando lo sport di resistenza, impari ad affrontare le difficoltà che la vita ti pone davanti. Questo semplice assioma sembra essersi rovesciato quando si parla con Giorgio Terziani, classe 64, vulcanico presidente della Eurodream, l’esclusivista italiano dei prodotti CellFood. Lo abbiamo conosciuto in pantaloncini corti e canotta, mentre arrancava insieme ad altri sportivi lungo le pendici che portano al Corno Bussola, in Val d’Aosta. Il sorriso di chi è sereno con sè stesso perennemente sul viso. Anche quando la fatica e qualche chilo extra da trasportare lo sembrano mettere in difficoltà. «Mi piace cucinare. Cucinando ho conosciuto un sacco di persone che venivano a casa mia per il piacere di condividere un buon pesce arrosto. E tra queste persone anche mia moglie. Amo fare attività fisica, ma non disdegno certo un buon piatto di pasta. Le cose forse un po’ cozzano tra loro, ma - aggiunge con un sorriso - ne vale la pena».

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Una sera, dopo aver fatto il mio primo firewalking ebbi un brutto incidente

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due guerre del Golfo, ogni volta per circa sei mesi, nel 87-88 e nel 90-91. «Quando sono tornato a casa dal secondo periodo di guerra ho trovato una situazione completamente cambiata, come se non avessi più casa, affetti, punti di riferimento. Prova ad immaginare - aggiunge come se ci fosse bisogno di una spiegazione - a 26 anni, dopo mesi e mesi in cui dividi pochi metri quadrati con un centinaio di altri uomini, costretto a ritmi spossanti ed innaturali, torni a casa, nella casa che hai appena finito di restaurare con le tue mani, e scopri che non abiti più lì, che la persona cui avevi pensato per tutti quei mesi al largo non condivide più i tuoi progetti. Insomma un bello shock. «A quel punto non resta che accettare quello che è successo e reagire. Io chiesi ospitalità ad un amico che mi offrì un piccolo appartamento a gratis, poi cercai un lavoretto da fare part time e da affiancare al mio impiego vero in Marina. Accettai di fare una prova come venditore di aspirapolvere, sai quei casi di multilevel marketing. Non me la cavavo male, ma non facevo grandi risultati. Arrivavo a fare decine di presentazioni di seguito, non vendendo nulla, ma affinando la tecnica. Poi frequentai un corso motivazionale e qualcosa scattò in me. In sei mesi divenni il primo venditore in Italia»

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Dalle stalle alle stelle, complimenti. Ma come mai oggi guidi un’azienda che offre integratori e non aspirapolvere? «Il destino era ancora in agguato. Una sera, tornando da un corso di crescita personale dove avevo appena fatto il mio primo firewalking (la prova consiste nel camminare sui carboni ardenti e è una pratica molto in auge nei corsi motivazionali NdR) l’amico che guidava ebbe un colpo di sonno e finimmo in una scarpata. La donna che era con me morì nell’incidente, io sono vivo per miracolo, anche se mi ritrovai con due vertebre rotte, oltre a delle lesioni al ginocchio e a tre vertebre cervicali. «Allora decisi che avrei dovuto dare una svolta alla mia vita. Presi sei mesi di aspettativa dalla Marina e fondai la mia società chiamandola Eurodream, perché era un sogno che si realizzava. Cominciai promuovendo degli ionizzatori sanitari. Poi scoprii a casa di un amico che negli States il mio ionizzatore era venduto insieme ad un prodotto che si chiamava CellFood. Nel 2000 andai a Las Vegas per il congresso mondiale del CellFood, nel marzo del 2001 firmai il contratto di esclusiva per l’Italia». Sembra proprio che tu incarni il self made man americano. Ma cosa ti ha spinto attraverso queste difficoltà? «C’è una frase che accompagna spesso la mia vita: “Nulla accade, se prima non si sogna”. È un modo poetico per ribadire che occorre un progetto e poi un’incrollabile fiducia nel progetto e in te stesso. Non bisogna mai rinunciare e abituarsi ad andare avanti attraverso ogni difficoltà. È una cosa difficile da spiegare a tutti, tranne che ai corridori, specialmente quelli di lunga distanza. Forse è anche per quello che tra gli atleti che sono


testimonial della linea CellFood ci sono parecchi ultramaratoneti (la nazionale italiana di ultramaratona usa il nostro prodotto) e trailer (tra tutti cito Jonathan Wyatts, sei volte campione del mondo di corsa in montagna, vincitore per tre volte della Jungfrau marathon e quest’anno anche della Drei Zinnen Marathon), oltre ad atleti di chiarissima fama come Giorgio Di Centa o Ilaria Bianchi o il PeperoncinoTeam di triathlon».

Però mi sembra che ci sia anche un impegno concreto nello sport «Beh certo, oltre a sponsorizzare alcuni atleti top, abbiamo anche appoggiato una società di Pisa che corre con il nostro nome, è il Team CellFood, guidato da Bruno Ceccarini e di cui fa parte anche Ilaria Bianchi, vincitrice dell’ultima Maratona di Livorno». Giorgio, non mi sono spiegato. Tu pratichi sport? «Non mi sembra il caso di parlare di me come di uno sportivo. Certo in passato mi sono dedicato seriamente al judo, tanto che ho conquistato un terzo posto nel campionato italiano interforze. Ma adesso l’attività fisica, per me, è soprattutto occasione di piacere. «Corro 2-3 volte alla settimana durante l’inverno, in estate grazie al periodo di ferie, riesco a dedicarmi con più costanza alla corsa e magari arrivo ai 4 allenamenti. I miei obbiettivi, almeno per il momento, si limitano a gare non lunghissime, la mezza maratona è la distanza ideale. Come dicevo prima, sono una buona forchetta e quindi ho sempre qualche chiletto di troppo per affrontare serenamente una maratona.

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R Il segreto è non rinunciare, mai

Bene veniamo dunque allo sport «Credo che una corretta attività fisica sia parte integrante di uno stile di vita sano. Purtroppo viviamo in un mondo che sembra andare nella direzione opposta. C’è un mio amico medico che, quando qualche genitore chiede consigli su cosa dare ai figli per farli crescere meglio, risponde “Più movimento e meno merendine”. «Se poi io posso aggiungere la mia, in questi anni in cui mi sono dedicato a comprendere più a fondo quali veleni assumiamo attraverso il cibo, l’aria, l’inquinamento ambientale, credo davvero che sia necessario ripensare globalmente il nostro modo di vivere. «Il nostro prodotto aiuta moltissimo. Permette di far arrivare a livello cellulare delle sostanze fondamentali per il nostro corpo. In primis l’ossigeno che nella prima fase aiuta a depurarci e poi completa il range di sostanze che vanno assunte regolarmente. «Ma senza voler scivolare nell’informazione scientifica che, detta da me sembrerebbe di più una pubblicità, la mission che ci siamo posti come Eurodream è proprio quella di far aumentare la consapevolezza (attraverso l’informazione che è prevenzione)».

Corro 2-3 volte alla settimana, in estate magari arrivo ai quattro allenamenti


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«Sempre in estate cerco di frequentare degli stage che mi offrono l’occasione di passare una settimana a contatto con la natura, seguito da esperti e stimolato da un gruppo di persone che condivide con me il piacere dell’attività fisica. In queste occasioni riesco a rilassarmi completamente, soprattutto se mi accompagna la mia famiglia». Mi sembra di capire che tu dai tanto alla famiglia «No, sono loro che danno tantissimo a me. Senza Manuela, e i miei figli Leonardo e Vittoria, tutto questo sarebbe privo di senso. Sono una fonte continua di ispirazione e motivazione a fare sempre di più e sempre meglio».

Non sempre è facile, però, fare la cosa giusta «Io credo che la vita sia come un boomerang. Quello che tu fai, in qualche modo, prima o poi, ti ritorna. «Se ci comportiamo male, gli altri applicheranno su di noi lo stesso metro. Oppure sarà la vita stessa (Dio, il Fato, chiamatela come volete) a farci rimpiangere le nostre scelte». Alla fine non abbiamo parlato del prodotto... «Forse è stato meglio così. Il nostro prodotto si vende da solo: se qualcuno è incuriosito e lo prova ottiene dei risultati già in una settimana e diventa il miglior testimonial dell’efficacia di CellFood (Formula Everett Storey). In più abbiamo (sia sul sito che nelle brochure che trovate in farmacia o nelle erboristerie) tutta una serie di informazioni scientifiche sulla nostra linea. Qui su X.RUN è meglio parlare delle nostre esperienze».

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R Il segreto è non rinunciare, mai

Tornando all’attività professionale, ho letto che dai una grande importanza alla crescita del tuo gruppo di persone «Io ho imparato moltissimo frequentando dei corsi di crescita personale con i più grandi maestri internazionali. Non dico nulla di nuovo. Grandi campioni dello sport come Signori o come Agassi, sono riusciti a raggiungere certi risultati nel loro campo grazie ad un percorso ben preciso di crescita. «Nel mio piccolo, anch’io ho beneficiato di queste vere e proprie scuole di vita, e adesso cerco di condividere queste esperienze. Faccio parte di un gruppo di imprenditori che organizza conferenze dei più grandi nomi internazionali aperte a tutti. Così credo che l’intero sistema possa crescere e migliorare. «Sono davvero convinto che dobbiamo adoperarci per diffondere una cultura attenta all’altro. In fondo soprattutto noi occidentali siamo quello che pensiamo, quindi è fondamentale concentrarci sul proprio pensiero, abituarci a lavorare su questo. Non è il classico “pensa positivo” è uno sforzo costante di analizzare onestamente cosa sta accadendo e reagire attraverso un comportamento cosciente».

I grandi campioni hanno raggiunto certi risultati grazie ad un preciso percorso di crescita


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“ DOBBIAMO ACCETTARE IL DOLORE E USARLO COME CARBURANTE PER IL NOSTRO VIAGGIO Kenji Miyazawa


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La sezione della “corsa parlata” si apre con l’intervista a Roberto Albanesi curata da Andrea Busato per poi continuare con un racconto di Paolo Valenti e terminare, in modo più leggero con le considerazioni elaborate da Marco Negri intorno al difficile rapporto tra corsa e cibo durante le festività a cavallo del nuovo anno.


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La corsa intorno Pietro Landriani Ha iniziato a correre 10 anni fa. Ha impiegato 9 anni per scendere sotto le quattro ore in maratona e ci è riuscito sbagliando orario di partenza. Questo gli ha dato modo di riflettere a lungo sul significato della corsa e di ciò che gli sta intorno. Intorno al correre ama la luce, la fotografia ed il disegno. Tre parole su cui ama riflettere: Leggerezza, Lentezza, Passione.


Ed ora era li, in mezzo alla strada, indeciso tra il proseguire verso la sera e l’oscurità o il tornare indietro nella sicurezza della propria casa. La prima regola è abbandonare l’orologio, la seconda regola è muoversi al passo del più lento, la terza è di non abbandonare nessuno in difficoltà, la quarta è di non lasciare traccia del nostro passaggio. Estratte le lampade frontali artigianalmente alleggerite e portate alla loro essenza sciabolate di luce scoprivano un tappeto di foglie secche sul sentiero che aveva preso il posto dell’asfalto. Franz Rossi


“ QUANDO SMETTERÒ DI ENTUSIASMARMI PER LA PRIMA NEVE SAPRÒ DI ESSERE DIVENTATA VECCHIA Lady Bird Johnson

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“ QUANDO SONO DI CATTIVO UMORE SEMPLICEMENTE NON MI ASCOLTO Cathy Freeman


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Recensione

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GUIDA sRAGIONATA AL PERCHÈ SI CORRE

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Proliferano, nei nostri giorni, gli autori che pubblicano da soli un loro libro. E questo è un bene. Permette di ampliare l’offerta a prezzi tutto sommato ragionevoli. Così può capitare di venire a conoscenza per caso di un libretto, essere attirato dalla mania del collezionista che ti fa acquistare qualsiasi stampato che possa anche marginalmente essere correlato con la corsa, apprezzare lo scopo benefico per cui è stato scritto e venduto, collegarti al sito www.ilmiolibro.it ed acquistarlo. Così questo Dizionario Ragionato della Corsa è arrivato nella casella postale e mi ha accompagnato mentre andavo a fare gli ultimi acquisti natalizi. Si legge in pochissimo tempo e, come possono testimoniare coloro che viaggiavano con me in metropolitana, ti regala più di

qualche bella risata. L’autore è Mario Setragno, runner per passione, che durante i mesi che gli sono serviti a passare dalla non competitiva alle maratone, ha “postato” sul Running Forum (un forum internet di appassionati di corsa) una serie di definizioni ispiratogli dalla corsa. La cosa gli ha preso la mano e ha raccolto queste sue “elucubrazioni” in un libello di poco meno di 100 pagine che risulta estremamente agile alla lettura. Un esempio? Ecco qui la definizione della DJ10. DeeJay Ten L’inizio della fine. Quasi tutti incominciano in questo modo, aderendo all’invito di un amico, runner avveduto e bastardo, il quale coinvolge il malcapitato in una “sgambata simpatica, con tutti quelli dell radio”. Dopo 800-900 metri corsi a


Dizionario ragionato della corsa, Mario Setragno, 13 euro, acquistabile su www.ilmiolibro.it

4’15”, l’aspirante runner, ormai perfettamente conscio della vaccata che ha fatto, ha due possibilità: un indecoroso ritiro, con i caustici commenti serali dell’amico («l’atleta che eri; a 18 anni quella fascia destra l’aravi; chi l’avrebbe detto che eri ridotto così male»), oppure un’agonia di ulteriori 9km e 200 metri, “corsi” a 7’-7’30” con la promessa a sè stesso di smettere di fumare, mangiare, avere una vita sessuale, riprendere ad allenarsi tutti i giorni, per ridicolizzare l’amico nella successiva edizione. Nell’ipotesi B è nato un runner. La critica Com’era ampiamente prevedibile, un siffatto capolavoro ha immediatamente mosso i principali critici che hanno commentato in modo tutto sommato omogeneo l’opera di Setragno che non si è fatto sfuggire l’oc-

casione per riportare i commenti più interessanti sulla quarta di copertina del libro. Scopriamo così che Matteo Ghezzi, ultratrailer vincitore del GrandTrail Valdigne 2009 afferma di non aver mai latto tante inesattezze, strafalcioni ed errori tecnici in unico libro. O che anche Ivan Cudin, plurimedagliato campione nazionale ed internazionale nelle gare lunghissime, confessa che questo libro per primo pone le basi di una nuova filosofia dell’atletica che giustifica un inappuntabile ritiro in ultramaratona dopo i primi 500 metri. Infine anche gli artisti non ne restano immuni e Roberto Giordano, maratoneta di lunga lena e ideatore e conduttore della trasmissione Correndo per il Mondo in onda su Rete4, non esita a dichiarare di non aver dubbi sulle scelta: Leggo questo libro o vado a correre 30km? beh se proprio devo

soffrire, meglio che sia per una vescica o una scarpa troppo stretta. All’amico Setragno, orgoglioso di tanta benevolenza, non è rimasto che rimettersi a correre in vista dei nuovi obbiettivi cronometrici sulla regina delle distanze. Il fine giustifica i mezzi Abbiamo scherzato su un simpatico libro che è il regalo ideale da dare al collega che ha appena iniziato a correre, o all’amico che avete convinto a venire a provare la non competitiva di domenica. Ogni euro raccolto tramite e vendite del libro viene devoluto alla famiglia di Krily, al secolo Paolo Palamara, uno dei membri del Running Forum che è scomparso all’improvviso durante la mezza maratona di Rieti. Paolo era diventato da pochissimo padre di una bambina che sarà la destinataria dei fondi raccolti.

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Recensione

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L’ODISSEA DI UN POPOLO IN FUGA

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Noi di X.RUN siamo un po’ maniaci. Lo sappiamo, lo sanno i nostri amici, lo sanno i nostri cari. Abbiamo delle manie legate ad alcune cose: la corsa, ovviamente, la scrittura, le emozioni. Così succede spesso che navigando in internet o semplicemente chiaccherando con gli amici riceviamo idee o segnalazioni. È stato così che ci siamo imbattuti più o meno contemporaneamente in questo libro. Due redattori, due segnalazioni, lo stesso titolo: La corsa verso il mare, di Roberto Rubens Noviello. Già dal sottotitolo si comprende che la corsa non è l’argomento principe, ma solo un buon motivo per parlare d’altro. Nella fattispecie si parla dell’odissea di un popolo, quello Saharawi (gli abitanti del Sahara) che è stato costretto da una situazione po-

litica figlia del colonialismo europeo a fuggire nel deserto e che ancora oggi vive accampato in campi profughi dove le condizioni di vita sono al limite dell’umano. Un popolo in fuga Il libro racconta di un incontro tra l’autore e questo popolo in fuga. Un incontro mediato da Mattia Durli, organizzatore della Sahara Marathon che è una gara nata per portare l’attenzione del popolo che corre su un problema sconosciuto ai più. Durli, nella prefazione al libro, spiega come intorno alla gara si sia creato un piccolo mondo di solidarietà, composto dagli organizzatori (ovviamente) ma anche da molti dei corridori che si attivano prima della manifestazione per portare dei piccoli aiuti pratici agli abitanti dei campi profughi che li ospiteranno du-


La corsa verso il mare, Roberto Rubens Noviello, 16 euro, acquistabile scrivendo a rubens_68@libero.it

rante tutta la Sahara Marathon. È il caso di Makfula, una ragazza di venticinque anni e con due figli, che per otto anni ha studiato in Italia all’università prima di dover tornare in famiglia per accudire la madre che si era ammalata. Ma adesso è lei che ha bisogno di una mano, il suo secondogenito ha bisogno di latte artificiale perché lei è celiaca (la percentuale di celiaci tra i Saharawi e del 5,6% contro lo 0,2-0,5% che è il tasso europeo) e il latte artificiale qui costa carissimo. Solidarietà dei corridori Sono così stati gli iscritti alla gara, tramite un veloce passaparola, a procurarle in brevissimo tempo del latte dall’Italia. Il cuore grande degli italiani che batte forte nel petto dei corridori. La storia di Makfula è una delle tante che si susseguono nei qua-

rantadue capitoli di cui è composto il libro. Quarantadue capitoli, tanti quanti i chilometri della gara che collega i campi profughi Saharawi in Algeria. Lo stesso libro è un dono al popolo Saharawi, infatti tutti i proventi delle vendite sono devoluti a loro. Due parole sull’autore Rubens Noviello è un ultramaratoneta veneto da sempre appassionato di sport che lo vede impegnato sia come praticante che come istruttore. Per Rubens lo sport è prima di tutto un sistema per veicolare un messaggio sano ed importante sui veri valori che devono guidarci. Non è un quindi un caso se ha trasformato anche la sua passione per la corsa in un modo per rilanciare il messaggio forte di solidarietà verso questo popolo dimenticato.

Ma per avere un’idea precisa di Noviello basta leggere il capitolo destinato ai ringraziamenti. E siamo certi che lo farete appena avrete tra le mani il libro. Parole che lasciano il segno. Semplici e vere. Una dedica speciale Però proprio per far conoscere meglio questo nostro compagno di corsa, desideriamo condividere con voi le belle parole che ha usato Rubens per dedicare ad X.RUN una copia del suo libro. «I runners conoscono meglio il peso delle emozioni...» Parole che ci sentiamo di condividere completamente e di sottoscrivere oggi e ad ogni uscita della nostra rivista.

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“ UNA GOCCIA D’ACQUA È UN MARE AGLI OCCHI DI UNA FORMICA Proverbio afgano

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Gli autori

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xrun gennaio / febbraio 2011 Come collaborare Per scrivere per noi, basta avere un’idea, voglia di scrivere e poi contattare la redazione di X.RUN scrivendo un’email all’indirizzo: redazione@xrun.eu


DANIELA BANFI IMPIEGATA 47 ANNI

ROBERTO BERNAREGGI IMPRENDITORE 58 ANNI

ANDREA BUSATO PROFESSORE 47 ANNI

Nata in provincia di Milano e continua a vivere nello stesso paese, è mamma di due ragazzi. Ha iniziato a correre intorno ai 28 anni per “fare il fiato” per un altro sport che l'appassionava moltissimo: la “Kickboxing”. Ha ripreso a correre dopo due anni dalla nascita del secondo figlio, nel 2001, all’inizio, per gioco poi un giorno vedendo le immagini della maratona di Venezia ha detto al marito : “un giorno correrò anche io una maratona” e così nel 2003 ha esordito proprio a Venezia, e da allora non si è più fermata. A Daniela piace mettersi alla prova e cambiare. Dotata di un animo inquieto ed avventuriero, ha provato sia gare in pista, che corse in montagna. La prima volta in assoluto in montagna fu alla Biella Monte Camino, poi via, via altre, in Svizzera, nel Biellese, in Valdaosta e in Veneto. Ama questo ambiente, il clima che si respira, il contatto con la natura, le asperità del terreno, le nuvole che a volte appaiono a portata di mano: per quanto dure siano le gare la rimettono in pace con il mondo. Si allena 4 volte la settimana, cercando di far combaciare gli impegni di lavoro e famiglia. A volte deve fare delle levatacce per correre e rientrare a casa in tempo per svestirsi dagli abiti di podista e indossare quelli di mamma.

Definire l’indefinibile. Chiunque messo di fronte al difficile compito di creare una breve nota biografica di Roberto Bernareggi si schermirebbe con l’affermazione data in partenza. Possiamo certamente dire che è un buon maratoneta (anzi ottimo nei criteri degli amatori), che non disdegna di mettersi in gioco in pista o sui sentieri dei trail, che ha corso ripetutamente e con ottimi risultati gare come la Jungfrau Marathon o la temibile K78 a Davos. Ma con altrettanta sicurezza possiamo affermare che non si tratta di uno sportivo. Possiamo dire che si ha in sè tutti i requisiti di correttezza, amore per la competizione, dedizione all’allenamento e ai compagni di squadra che ne farebbero un campione, ma è totalmente al di sopra di questi criteri di classificazione. Robiberna (così viene definito nell’ambiente) è una categoria a parte. Bisogna conoscerlo per apprezzarne la compagnia, ma attenzione è come la droga: una volta venuti a contatto è difficile farne senza. Abita serenamente in un piccolo paese a metà tra Milano e Novara, ma “scende spesso nella metropoli” per dare sfogo alle sue grandi passioni. La corsa è una di quelle.

Classe ’62, pordenonese. Quando da bambino gli altri lo battevano in velocità, lui la buttava sulla resistenza, e da allora gli è rimasta. Poi gli è venuta anche la passione per la musica. Alle spalle una dozzina di maratone soddisfacenti, più altre sei da pace-maker e altro e non troppo indecoroso mezzofondo. Poi una serie di acciacchi fisici lo costringono a correre di meno: per un po’ si diverte lo stesso, ma adesso che la lotta contro i chiletti di troppo si fa sempre più dura sta cercando qualcosa di meno faticoso. Avrebbe trovato un altro sport che gli piace, il golf. Ma mentre questo lo respinge, il podismo non lo rivuole indietro. Alleva con passione Elena e Nicola, nel resto del tempo fa l’insegnante nel liceo che lo aveva visto studente.

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ABBONATI o RINNOVA SOSTIENI EMERGENCY Per tutto il 2011 X.RUN devolverà il 50% dei ricavi degli abbonamenti alla Clinica Pediatrica di Bangui fondata da Emergency nella Republica Centroafricana.. Collegatevi al sito www.xrun.eu oppure scrivete ad abbonamenti@xrun.eu e vi forniremo ogni informazione necessaria. Il costo annuale dell’abbonamento a X.RUN è di soli 50 euro, riceverete 6 numeri dell’unica rivista di storie di corsa comodamente a casa vostra.


FILIPPO CASTIGLIA BLOGGER DEL TRAIL

ETTORE COPPOLA 56 ANNI

Aggiorna quando può un blog dove senza paura e senza vergogna racconta della corsa e del tango, due passioni che si praticano preferibilmente con scarpe diverse. Il raccontare degli effetti delle scarpe sopradette attraverso il blog (felipelcid.splinder.com), lo iniziò così per fissare un po’ le sensazioni proprio in occasione delle prime corse di lunga lena. Su invito di un amico che voleva compagnia per il suo terza Passatore, nel giro di 5 mesi, da arbitro di calcio e ottocentista a tempo perso si cimentò in una progressione travolgente: prima mezza la Roma Ostia, la maratona di Roma, la 50 di Romagna, la 100 del Passatore e già che c’era la Monza Resegone. Con quella rincorsa, continua a correre su ogni superficie possibile. Tornato in Sicilia i boschi che gli danno lavoro, diventano luogo di allenamento e lui li ripaga grazie all’impegno di alcuni appassionati contribuendo trasformarli in teatro del circuito del trail siciliano generoso di ambienti estremi ed affascinanti. Dalla pista alla pietre aguzze di un sentiero di montagna è convinto che la corsa sia un mezzo e non un fine, ma meglio non averlo troppo vicino l’ultimo 400 prima dell’arrivo è spesso un pessimo cliente per via della tendenza a ricordare il finale dell’ottocentista…

Dopo un paio di decenni trascorsi tenendosi rigorosamente lontano da qualsiasi attività sportiva, nel 1994, a 40 anni, si mette un paio di scarpe da ginnastica e riesce a compiere il giro del palazzo di corsa. Incoraggiato dall’eccezionale risultato, nel giro di un paio di settimane riesce a girare intorno a ben 3 palazzi! Poi, non lo ha fermato più nessuno: prima maratona a Piacenza con la neve, a seguire tante altre (circa una trentina). Corre in allegria, ma stranamente, sempre pensando a un risultato da raggiungere: se poi lo raggiunge, bene, altrimenti, meglio ancora! Della corsa gli piace tutto: le amicizie, gli infortuni e le guarigioni, i gadget, i progetti, le discussioni, le nuove tecnologie, la dieta iperglucidica (w la pasta!) pre-maratona, la dieta iper-tutto post-maratona, la maratona di NY che non ha fatto e che se non fa gli frantumano i … domandandogli perché non l’ha fatta. La migliore maratona in assoluto: quella di Reggio Emilia; ecco, la gente dovrebbe domandare se uno ha corso la Maratona di Reggio, non quella di NY!

MAURO CREATINI DIRIGENTE 43 ANNI

Sposato con due figli. Durante la settimana le uscite di allenamento sono all’alba, nei parchi della Brianza (dove vive) e nei week end sulle strade della Liguria o della Valtellina. Corre con la gloriosa maglia del Road Runners Club di Milano. Sino a pochi anni fa era solo un runner della domenica, che correva per non ingrassare. Dal 2005, grazie all’inseparabile “socio” Pietro, ha cominciato con la mezza, poi la con la maratona e con tutto il resto. Da qualche tempo, complice un insopprimibile desiderio di libertà e di semplicità, che il suo lavoro gli nega, vive la corsa soprattutto sul fronte emozionale, tanto che spesso la fine dell’allenamento coincide, oltre che con lo stretching e la doccia, con lo scrivere una piccola poesia, un pensiero, per provare a fissare le sensazioni che la corsa gli ha regalato.

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ILARIA FOSSATI CHIMICO 38 ANNI

PIETRO LANDRIANI BANCARIO 49 ANNI

MARCO NEGRI OSSERVATORE 49 ANNI

Vive a Milano ed ha iniziato a correre nel 2005, quasi per caso... Le distanze si sono andate allungando fino a quando, nel 2009, ha varcato per la prima volta il traguardo in una 100 km. D’allora in poi è stato un viaggio alla scoperta di un nuovo mondo, l’ultramaratona e l’ultratrail. Se per caso non la vedrete correre, la vedrete seguire in bicicletta gli amici ed i compagni di squadra dei Runners Bergamo. L’unica cosa che non vi capiterà mai è di sentirle dire che quel giorno sta pensando di starsene tranquilla a casa...

Nato a Milano nel 1961 Lavora in un Gruppo Bancario dove si occupa di Leasing. Ha iniziato a correre 10 anni fa dopo alcune Granfondo di ciclismo, ha impiegato 9 anni per scendere sotto le quattro ore in maratona e ci è riuscito sbagliando orario di partenza. Questo gli ha dato modo di riflettere a lungo sul significato della corsa e di ciò che gli sta intorno. Intorno al correre ama la luce, la fotografia ed il disegno. Ama correre prima dell’alba ai bordi della natura o della città. Corre con la leggera canotta del Road Runners Club Milano, con Mauro, Socio di mille avventure, ed il sorriso sulle labbra. Tre parole su cui ama riflettere : Leggerezza, Lentezza, Passione.

Nato quasi mezzo secolo fa in quel di Parma, ha passato i primi 594 mesi della sua vita osservando il mondo. Quindi, oggi, poco o nulla può stupirlo. Sportivo praticante da sempre, ne ha tentate parecchie. Ha provato col calcio, il baseball, lo judo, lo sci, il tennis, il triathlon, il podismo e infine s’è gettato sul ciclismo. E’ famoso soprattutto per non aver mai vinto una gara ma ciò nonostante non ha mai mollato, perché crede fermamente nel calcolo delle probabilità. Tra un allenamento e una defaillance ha provato la triplice gioia della paternità e a breve arriverà la quarta. Divide il suo cuore da sportivo con Simona, una splendida e dolce ragazza che ancora oggi s’interroga sul come abbia potuto farsi sedurre da un tipo del genere. Lui spera ardentemente che lei rimanga nel dubbio, almeno per i prossimi 594 mesi. Coerente con sé stesso e i propri ideali, non si è mai sottoposto a controlli antidoping né a test di paternità. E non solo perché ci siano cose che è meglio non sapere, ma perché proprio non ha un capello da sacrificare in nome del DNA.


VALERIO PICCIONI GIORNALISTA 49 ANNI

GIULIANO PUGOLOTTI GIORNALISTA 50 ANNI

MARCO RAFFAELLI GIORNALISTA

Valerio Piccioni ha debuttato nell’atletica con le gambe e le parole a 13 anni, vincendo la classifica per famiglie di Corri per il Verde e scrivendo un libro tuttora nel cassetto sulle sue domeniche podistiche in giro per Roma. La perla della sua “carriera” atletica è la maratona di New York, corsa nell’81, a vent’anni. Da allora altre quattro prove sulla distanza (tre a Roma e una a L’Avana) e un bel po’ di giri per il mondo per la Gazzetta dello Sport, fra quattro Olimpiadi, otto Tour de France e cinque giri d’Italia. In mezzo i libri: sul suo stadio del Cuore, il Paolo Rosi all’Acqua Acetosa, “Mille e un’atletica”, sulla “Rivoluzione di Bikila”, su “Quando giocava Pasolini”. Ma il suo giorno dei giorni, senza record del mondo, è un pomeriggio piovoso a Buenos Aires, nel 1998. Quando sfogliando un libro sul Mondiale del '78, conobbe la storia di Miguel, il Miguel della Corsa di Miguel...

Residente a Barbiano di Felino (Pr). Sposato con Tiziana è padre di una figlia Giulia. Dal 1980 al 1987 professione giornalista. Ha pubblicato 7 libri. Dal 1987 ad oggi presidente e direttore creativo della Double P Italia, affermata agenzia pubblicitaria. Attività sportiva. Ha concluso 18 maratone. La prima a Carpi nel 1992, e successivamente in molti altri paesi, Finlandia, Norvegia, Austria, Marocco ect. La grande passione per la corsa dal 2005 si è trasformata nelle gare di Endurance Alcune gare: 2003 – Midnight Sun Marathon ( Tromso Norvegia) 2004 – Tirol Marathon (Austria) 2005/2006 – 100 km del Sahara (Tunisia ) 120 km a tappe 2007 – Lybian Challenge (Libia) 190 km non stop 2007 – Sahara Race (Egitto) 250 km a tappe 2008 – Gobi March (Cina) 250 km a tappe 2009 – Massiccio Hoggar (Algeria) 270 km non stop

Corro perché fermo, non so stare e altrimenti non vedo nulla, poi se mi trovo sul Monte Resegone, sul Queensborough Bridge o a Gamla Stam non fa differenza. Roma è la compagna di corse ideale, la mia squadra, il Cral Poligrafico dello Stato, il rifornimento al 35km. Ho corso tante maratone, mi sono ritirato, ho fatto il mio tempo dei tempi e camminato per 42000 mila passi. Non mi sono ancora stancato, mio padre mi ha passato il testimone e corre ancora con me, magari un km dietro, ma grazie a lui ho sempre la forza e l’entusiasmo di vivere e raccontare il mio podismo!

www.giulianopugolotti.com

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FRANZ ROSSI MANAGER 47 ANNI

GIOVANNA ROSSI ASSISTENTE SOCIALE 44 ANNI

AUGUSTO SCARIOLO

Veneziano di nascita, triestino per buona parte della vita ed ora milanese d’adozione, è giunto alla corsa come modo di realizzarsi solo dopo aver provato alcuni altri sport. Essendosi convinto di voler correre una maratona prima del 40esimo anno di età debuttava a Milano. Il virus della maratona non l’abbandonava ed andava a testarsi nelle principali maratone italiane e straniere. Non soddisfatto della sola corsa su strada, ha provato anche l’ebbrezza del trail, finendo dignitosamente le gare iniziate e tornando ogni volta con più entusiasmo di prima. Adesso la corsa in natura occupa la maggior parte dei suoi weekend. Tra le gare fatte alcune edizioni della Monza Resegone, della Biella Monte Camino, la Dolomites SkyRace, le Porte di Pietra, la Valdigne, la CCC con cui ha ancora un conto aperto, il ToubkalTrail, al 100km di Seregno. E la preferita, l’ArrancaBirra... Obbligato dal mal di schiena a nuotare almeno una volta alla settimana, ha fatto di necessità virtù, tornando ad una delle sue prime passioni: il triathlon. Corre per il Road Runners Club Milano, dove ricopre l’incarico di consigliere e di responsabile delle corse fuori strada. Lavora come manager in una software house milanese.

Con la corsa non ha proprio nulla a che fare, ma ha un passato da pallavolista che le permette ancora adesso di fregiarsi del titolo di ex (e scusate se è poco). Le piace viaggiare anche se torna sempre volentieri a Trieste la città dove vive circondata dalla numerosa famiglia (se contiamo anche gli animali domestici). Forse è per questo che ad ogni cambiar di stagione abbandona tutto e vola verso una delle grandi città europee con una curiosità simile a quella dei bambini. Con questi occhi viaggia e scopre il mondo, immortalando alcuni attimi con la macchina fotografica (rigorosamente digitale e rigorosamente low tech).

Siciliano doc coniuga la passione per la corsa con la passione per la natura e per la sua terra. Per-corre i monti Iblei intorno a Pantalica esplorando il territorio con la curiosità non dello scienziato ma di chi ama veramente le sue tradizioni e la sua cultura, ma non disdegna di ampliare il suo raggio d’azione scegliendo di correre anche sulle Alpi e ovunque gli capiti l’occasione.

38 ANNI


FRANCESCO TERRONE SALES & MARKETING MANAGER 39 ANNI

PIETRO TRABUCCHI PSICOLOGO

PAOLO VALENTI VENDITORE DI IDEE 57 ANNI

Sono lontani i ricordi di quando ha iniziato a correre per riportare il suo girovita a livelli accettabili. Quando correre 3 km e mezzo tre volte alla settimana, con un caro amico, sull’asfalto della zona industriale di Basiano era più che sufficiente per abbattere la massa grassa che ormai aveva raggiunto livelli improponibili. Poi i passi sono comuni a molti: i primi obiettivi, l’allungo della distanza ed i chili da perdere… che sudate! La sua passione per la corsa nasce piu tardi, quando incontra per ragioni di lavoro il collega e caro amico Rob che lo invita a partecipare alle prime uscite competitive, e in seguito lo avvicina al trail e gli trasmette quel senso di appartenenza al branco. Ora le distanze sono cambiate, la forma anche (fortunatamente), seppure qualche chilo attaccato è rimasto e fatica ad andarsene. Da allora la corsa ha assunto nella sua vita un ruolo importante. È diventata la sua fedele compagna , lo ascolta e lo rimprovera, lo svuota ed allo stesso tempo lo rigenera. L’effetto “stupefacente” della corsa dice - è che gli ha regalato tante emozioni e nuovi amici e aggiunge un consiglio: «Fatene anche voi un buon uso... ma attenzione a non eccedere!»

Si occupa da più di un decennio di psicologia dello sport e di rapporto mente-prestazione. Da anni collabora con la federazione Italiana Triathlon ed è stato lo psicologo della Squadra Nazionale di Fondo a Torino 2006. Insegna all’Università di Verona e si occupa del settore psicologia per il Centro Universitario di preparazione alla Maratona: ma, a dire il vero preferisce nettamente la corsa in montagna e il trail alle corse su asfalto. Ha scalato montagne sulle Alpi, e partecipato a spedizioni sulle Ande, in Alaska, in Africa e in Himalaya (raggiungendo al cima dell’Everest nel 2005). Ha curato la preparazione psicologica di spedizioni e di recordman di scalata. Autore di diversi libri sul tema della psicologia dello sport e l’ultimo - Resisto quindi sono (Corbaccio) - ha vinto nel 2008 il Premio letterario del Coni. La passione nel disegnare fumetti gli è costata sospensioni durante le scuole; oggi dovrebbe fare qualche corso perché è un autodidatta. È papà di Beatrice e Martina e vive in Valle d’Aosta dove è nel direttivo dello Sci Club Brusson e allena la squadra giovanile di winter triathlon. Il suo sito è www.pietrotrabucchi.it.

Nasce a Milano e vive a Milano con saltuari soggiorni lavorativi in Africa centrale e in Centro America. Corre alcune maratone come non competitivo dall’età di 31 anni all’età di 31 anni, nel 1982. Corre di nuovo dall’agosto del 2003, questa volta con più continuità, come competitivo. Non è un gran chiacchierone e preferisce scrivere. Ha incontrato sua moglie 37 anni fa ed esattamente lo stesso giorno del primo bacio, trent’anni dopo, l’ha sposata (o lei ha sposato lui, invertendo l’ordine il risultato non cambia): in qualche modo corrono sempre assieme, perché correre è uno stato dell’anima prima che un movimento del corpo. Editoria, pubblicità, marketing, agente pubblicitario sempre con il filo conduttore del turismo e dell’editoria. Ha creato un elenco di 50 gare, “Una nella vita”, che deve riuscire a fare prima di sera.


Credits Le immagini Le condizioni d’uso delle fotografie sono state concordate con i detentori dei diritti. Nel caso non fosse stato possibile, l’editore si dichiara disposto a riconoscere un giusto compenso. La foto di copertina è stata realizzata da Paola Giallonardo durante il campionato mondiale di 100km svoltosi a Gibilterra nel novembre 2010. 158

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Le fotografie pubblicate nel numero Gennaio/Febbraio 2011 di X.RUN sono di: Michele 126-127.

Barbieri

Pablo Barnes pagina 76.

pagine Monica 148-149.

Nanetti

pagine Giovanna Rossi pagine 98, 102, 104 e 108.

Valerio Piccione pagine 60-11, Augusto Scariolo pagine 50 e 62 e 66. 52.

Giulia Cipriani pagine 5, 116, 120, 128, 134, 136, 138 e 140. Marco Raffaelli pagine 28, 32 e 34-35. Paola Giallonardo pagine 10, 12, 16, 18-19, 20, 22 e 24. Franz Rossi pagine 36, 38, 46 e 48. Pietro Landriani pagina 118. GianPiero Rossi pagine 40 e 44-45.

Clara Storti pagine 96-97. Francesco Terrone pagine 56, 58, 82, 84, 88-89, 124 e 132.


Pagine motivazionali Le frasi riportate nelle pagine motivazionali sono selezionate a cura di Franz Rossi. Ringraziamo per le citazioni e le foto delle pagine motivazionali:

pagine 18-19 Talent wins games, but teamwork and intelligence wins championships frase di Michael Jordan, foto di Paola Giallonardo

pagine 60-61 As we let our own light shine, we unconsciously give other people permission to do the same. frase di Nelson Mandela, foto tratta dall’Archivio Piccioni

pagine 126-127 When I no longer thrill to the first snow of the season, I'll know I'm growing old.. frase di Lady Bird Johnson, foto di Michele Barbieri

pagine 34-35 Adopt the pace of nature: her secret is patience. frase di Ralph Waldo Emerson, foto di Marco Raffaelli

pagine 88-89 Winter is nature's way of saying, “Up yours”. frase di Robert Byrne, foto di Francesco Terrone

pagine 142-143 When I`m in a bad mood, I don`t listen. frase di Cathy Freeman, foto tratta dall’Archivio X.RUN

pagine 44-45 Turn your face to the sun and the shadows fall behind you. la frase è un Proverbio Maori, foto di GianPiero Rossi

pagine 96-97 We must embrace pain and burn it as fuel for our journey.. frase di Kenji Miyazawa, foto di Clara Storti

pagine 148-149 A little water is a sea to an ant la frase è un Proverbio Afgano, foto di Monica Nanetti

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