Marzo Aprile 2012 v. 4 # 2 Prezzo Copia 12 euro - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 n°46) art.1, comma 1, LO/MI
Personaggi
Andrea Trabuio Dean Karnazes A proposito di maratone
The ghost runner
Una storia d’altri tempi
X.RUN
Storie di corsa
2012 marzo / aprile [v. 04 # 02] volume 4, numero 2
Polvere e muffa in casa Fidal
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« SPAZIO AI GIOVANI, ALLE DONNE, AL MONDO PODISTICO CHE È CAMBIATO »
a cosa che più offende ed inquieta noi cittadini italiani in questo lungo periodo buio della nostra vita sociale è il distacco tra la classe politica e il mondo reale. Berlusconi e la sua corte decadente, la Lega e la piccineria dei suoi dirigenti, la sdegnosa difesa dei vari Rutelli e Casini di fronte ad accuse di uno stile di vita che irride(va) alla fatica di arrivare a fine mese. Ma qualcosa di molto simile sta accadendo anche nel mondo del podismo. In Lombardia c’è stata la prima edizione dell’EcoMaratona del Ticino. Gli organizzatori, interpretando una tendenza che caratterizza il movimento podistico, hanno creato una gara lunga che si svolge in ambiente naturale. Prontamente la Fidal ha scritto alle società affiliate comunicando che ogni podista che avesse partecipato a quella gara sarebbe stato diffidato dalla Federazione stessa e le società sarebbero state passibili di multa. A stretto rigore di norma, la Fidal ha ragione: quando ci si “federa” si sottoscrive l’impegno a rispettare le norme della federazione. Ma quello che colpisce è il distacco tra il mondo degli amatori e l’arcaico mondo della politica sportiva. I Master sono la stragrande maggioranza dei tesserati Fidal. I 13 euro che ognuno di noi versa nelle casse sono l’ossigeno che tiene in piedi la struttura federale. Mi chiedo cosa fa la Fidal con quei soldi? Mi piacerebbe vedere meeting di atletica riservati ai ragazzi, mi piacerebbe vedere la Federazione che aiuta ad organizzare gare (e non le tartassa con pretese di compensi per giudici misuratori o tasse sugli iscritti), mi piacerebbe vedere la dirigenza prendere posizioni chiare rispetto ad un mondo che cambia (e non quella vergognosa circolare che puzzava tanto di razzismo). Mi piacerebbe vedere un serio sforzo per far crescere la componente femminile tra gli atleti e la dirigenza. Mi piacerebbe veder riconosciuto il mondo delle lunghissime distanze e dei trail. Invece la sensazione è che noi corriamo in una direzione e la Federazione resta FRANZ ROSSI immobile, arroccata su posizioni che sanno di feudalesimo sportivo. editore X.RUN C’è bisogno di aria nuova. Anche nei campi d’atletica...
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X.RUN La rivista è edita da Tribù Astratte s.c.ar.l. Sede legale: via Dante, 7 - 34122 - Trieste Redazione: via Viganò, 8 - 20124 - Milano Direttore responsabile Franco Faggiani Comitato di redazione: Daniela Banfi, Franz Rossi
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La testata è stata registrata presso il Tribunale di Trieste nr. 1179 del 14/08/2008 4 Stampa: A.G. Bellavite Missaglia (LC)
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INDICE
L’Editoriale 3 Editoriale
COVER 10 Quando il cuore del maratoneta batte davvero più forte... di Franz Rossi L’esperienza della partecipazione degli X.Runners alla MilanoCityMarathon. Un grande sforzo collettivo che è andato oltre le più rosee aspettative.
15 Uno straordinario giorno qualsiasi di Chiara Marchini Abbiamo chiesto ad Emergency di raccontarci dove vanno a finire i soldi raccolti anche da noi.
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MITO
22 The ghost runner
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di Franz Rossi La vera storia di un podista inglese che, boicottato dalla Federazione, si inventò una particolare forma di protesta. Sembra una storia d’altri tempi ma è solo di qualche decennio fa.
RUNNING 36 Indovina chi viene a pranzo? di Mauro Creatini In un ristorante con vista su Milano, incontrare Dean Karnazes, l’uomo che ha realizzato un sogno comune a tanti: trasformare la passione in un lavoro.
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46 A Milano la scommessa è riconquistare i milanesi di Franco Faggiani Per Storie di Business, il direttore di X.RUN intervista Andrea Trabuio, direttore della Milano City Marathon.
58 AST: la gara che mi ha stregato di Marco Melchiorri Il racconto dell’Adamello Super Trail, una gara durissima e affascinante, famosa nel mondo delle corse in natura perché nella sua prima edizione un solo concorrente ha tagliato il traguardo nel tempo limite.
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66 BoaVista, il trail tra dune e onde 7
V Indice
di Andrea Palma Il pettorale 23 ci racconta la sua gara e quella di due suoi compagni d’avventura. Paesaggi da sogno e vesciche da incubo.
82 Correre sull’argine del Po di Simone Magnani Gli allenamenti lungo un corso d’acqua hanno sempre un fascino particolare. E quando si tratta del Po...
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90 Ancora in viaggio insieme, destinazione sconosciuta di Mauro Ghirlanda Un amicizia che nasce in riva all’Adriatico e si fortifica sulle onde dell’Atlantico, per poi diventare punto di forza nell’esperienza del trail intorno al Monte Bianco.
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LOGOS 102 Intervista a Elisabetta Liguori: la fragilità dell’infanzia di Andrea Busato Una scrittrice pugliese che racconta del difficile compito dei magistrati che trattano con i minori. Una storia basata su esperienze viste da vicino.
110 La felicità del testimone di Elisabetta Liguori Per gentile concessione dell’autrice e degli editori, pubblichiamo un brano tratto dall’ultimo libro della scrittrice. 8
116 Il lessico del podista
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di Mauro Creatini Continua il nostro personale dizionario di termini “normali” imprestati al podismo e liberamente reinterpretati per noi da Mauro Creatini.
120 Quando il silenzio parla
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di Carlotta Fontana Inverno,ma si esce a correre ugualmente. Le sensazioni sono amplificato dal silenzio immobile della natura sotto la coltre di neve...
122 Il lato oscuro della corsa di G.RUNNER Sesta riflessione tratta dal Diario di un dissidente. Una mente arguta che ci fa da specchio e che ci permette di confrontarci con le nostre manie da corridori.
128 Running the Sahara di Alberto Zambenedetti Continuano le recensioni di film legati al mondo della corsa, scritte dal nostro specialissimo inviato a New York.
134 Autori 140 Photo Credits 142 X.RUN POINTS Presentiamo una nuova iniziativa per i nostri lettori che potranno trovare la nostra rivista anche in una rete di negozi convenzionati. 9
V Indice
X RUNNERs
quando il cuore del maratoneta batte davvero pi첫 forte
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Non bastano le fredde cifre a descrivere l’esperienza che è stata la partecipazione degli X.RUNNERs alla Milano City Marathon. E alla fine abbiamo scoperto di non aver corso da soli... 13
Come ogni cosa, anche la nostra partecipazione alla dodicesima edizione della Milano City Marathon potrebbe essere riassunta in una sequenza di cifra: numero di partecipanti, danaro raccolto per Emergency che sono le informazioni basilari e con un po’ di fantasia ancora numero di chilometri percorsi, fondi raccolti direttamente, donazioni etc. Ma questa scarna lista di numeri non basterebbe a rappresentare l’esperienza umana vissuta dagli X.RUNNERs. A novembre 2011 ci si era posti il problema se replicare o meno l’esperienza della maratona a staffetta. L’anno scorso eravamo in 17 staffette e alcuni maratoneti ma eravamo partiti solo 3 settimane prima dell’evento. Quest’anno avremmo avuto del tempo in più così insieme a Federico Giupponi di Emergency e a Pier Bergonti della
neocostituita A.D. A Piede Libero abbiamo rinnovato l’impegno a formare le squadre sotto il vecchio logo X.RUN for EMERGENCY. Ricordo bene le prime esitazioni iniziali. Qunati saremo? Quanti pettorali dobbiamo preacquistare? Che tipo di contributo economico potremo ricevere? A chi conviene rivolgersi? Poi com’è nostro stile abbiamo puntato all’obbiettivo e abbiamo cominciato a spargere la voce. La risposta è stata immediata e abbondante. Ricordo le telefonate con Federico al lunedì pomeriggio, quando gli annunciavo trionfante che nuove squadre si erano aggiunte durante il weekend e, in poco meno di due mesi l’obbiettivo (che sembrava davvero difficile all’inizio) di raccogliere 50 staffette era praticamente raggiunto. Certo un contributo fondamentale era arrivato da
C Il cuore del maratoneta batte più forte
testo di Franz Rossi foto di Autori Vari
Un incredibile flusso d’energia che veniva canalizzato attraverso di noi verso un progetto molto più alto ed ambizioso, il centro pediatrico di Bangui fondato da Emergency nella Repubblica CentroAfricana...
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Podismo e Cazzeggio la società podistica presieduta da Mimmo Benvenuto. Ad una prima tiepida adesione (“Non so Franz, fammici pensare, lo provo a proporre”) era seguita una valanga di iscrizioni: 11 squadre cioè 44 corridori. Gli arancioni di Busto Arsizio che fin dal nome spiegano la loro filosofia di corsa, hanno formato la colonna vertebrale della nostra partecipazione.
Ci sono stati momenti belli ed aggreganti: gli allenamenti insieme (pochi invero) o l’aperitivo alla Pagoda e la cena al Parco delle Cave. C’è stata l’esperienza della Maratona pur con Giove Pluvio di pessimo umore. C’è stata la voglia unanime di rivedersi tanto da istituire una giornata fissa al mese (il primo mercoledì) nel quale incontrarsi per correre e finire la serata in pizzeria.
Aver fede nella gente Ma l’intera esperienza è stata molto di più. Ho conosciuto decine di nuove persone tutte animate da un sincero interesse a promuovere attraverso la corsa il messaggio di Emergency. È stata un’esperienza incredibile. Specialmente nelle ultime settimane quando, insieme alle adesioni arrivavano le prime defezioni (un piccolo infortunio o un sopraggiunto improrogabile impegno possono capitare). Ma ho imparato ad avere fede nella gente: non facevo in tempo a segnalare il problema che qualcuno lo risolveva, come quella sera che sono passato a casa di Dario per consegnargli il pettorale e avevo appena scoperto che la loro terza frazionista era saltata. Dario ha preso il telefono e dopo dieci minuti avevamo il rimpiazzo. Oppure quando Lorenzo mi ha detto che Giacomo confermava la sua presenza proprio mentre ricevevo la disdetta da Monica. Era come se io fungessi solo da catalizzatore (e in qualche caso da parafulmine) di una incredibile energia da canalizzare pro Emergency.
Non solo noi Ma una cosa che mi ha colpito molto è stata l’email dell’organizzazione che ci ha comunicato i numeri degli altri sostenitori della nostra campagna. Ci sono state ben 31 altre squadre a correre per noi, gente che ha deciso di formare autonomamente una staffetta e di dedicare la propria corsa ad Emergency. Il semplice fatto che in quel pomeriggio di novembre abbiamo rinnovato l’impegno ad esserci ha permesso di raccogliere e convogliare altra energia positiva verso il progetto del Centro Pediatrico di Bangui. Questo mi ha dato molto da riflettere: sul senso del nostro impegno, su quanto la gente sia generosa a prescindere dalla difficoltà del momento, su quanto sia reale e concreto il credo degli X.RUNNERs che ormai da due anni stiamo professando. Vogliamo correre per uno scopo che vada oltre il nostro benessere fisico, ci sentiamo ricchi di energia e vogliamo dedicarla a far sentire bene anche gli altri. Insomma, il cuore del maratoneta batte davvero più forte
Uno straordinario giorno qualsiasi
Abbiamo chiesto ad EMERGENCY di raccontarci cosa viene fatto con il danaro raccolto parzialmente anche da noi X.RUNNERs e destinato al centro pediatrico di Bangui. Ecco il racconto di chi ci si è recato di persona...
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testo diChiara Marchini foto tratte dall’Archivio EMERGENCY
C Il cuore del maratoneta batte più forte
Il dialogo è andato più o meno così: «Vado in Centrafrica» «In centrafrica dove?» «In Centrafrica» «Bello, è dov’è?» «In centrafrica». Per essere precisi la mia destinazione è Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana (nota anche con Centrafrica), dove Emergency ha aperto, nel marzo del 2009, un centro pediatrico. Non è la prima volta che visito un progetto di Emergency, faccio parte dell’Associazione da quasi 13 anni, ma vivere l’esperienza di un centro pediatrico è una cosa, per me, del tutto nuova. Bangui è una grande città, una capitale che ospita la stragrande maggioranza degli abitanti dell’intero paese, quasi un quarto del totale senza contare chi abita negli infiniti sobborghi urbani. Si sviluppa sul fiume Ubanghi regalando allo sguardo la vista suggestiva di un assaggio di Congo di là dal fiume, solo a poche centinaia di metri. La casa in cui risiede lo staff internazionale di Emergency composto da un medico, un infermiere e un logista e di cui sono ospite, sta a poche decine di metri dal Centre Pediatric e qui le giornate cominciano presto. Il centro pediatrico sorge su una delle tre strade di grande percorrenza, le
Bangui è una grande città che accoglie quasi un quarto della popolazione della Repubblica
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uniche asfaltate, della città. Alle 5 e mezza del mattino a svegliarmi sono le “voci” degli uccelli che suonano acute nell’aria pulita dell’alba. Frammiste a questo suono si captano già le altre voci, quelle che accompagneranno le giornate di questa incredibile esperienza, le voci dei bambini. I bambini con le loro mamme o papà arrivano nella zona di attesa fin dalle primissime ore del mattino. Ciascuno è stato registrato in ordine di arrivo e fatto accomodare nell’ampia area coperta di fronte all’ospedale sul cui muro d’ingresso campeggia la scritta in francese (la lingua ufficiale), in sanghu (la lingua locale) e in disegno (non tutti sanno leggere) che descrive la assoluta gratuità delle cure prestate presso la struttura. È una umanità colorata quella che ci accoglie alle 6 quando arriviamo in clinica. Le mamme regalano sguardi preoccupati, ma pieni di fiducia ai tre infermieri che cominciano la verifica delle condizioni dei bambini e consegnano agli adulti che li accompagnano il cartoncino che segnala il grado di urgenza dei pazienti e quindi la priorità delle visite.
Un ospedale costruito a misura Intorno alle 7 cominciano le visite. Il medico precede a una valutazione accurata del piccolo paziente verificandone lo stato e procedendo alla richiesta di analisi specifiche che porteranno a una diagnosi accurata e alla prescrizione del trattamento più adeguato. Nei casi più gravi il percorso può significare il ricovero nella corsia di degenza di cui è dotata la struttura e che ospita otto lettini. Le analisi vengono fatte subito nel laboratorio interno permettendo così al mendico di procedere celermente alla diagnosi finale. Il farmacista della clinica fornisce alle mamme e ai papà il trattamento prescritto dando loro tutte le informazioni necessarie all’uso corretto dei medicinali e alla gestione del paziente una volta a casa.
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C Il cuore del maratoneta batte più forte
Visitare i bambini, informare gli adulti Il meccanismo è lo stesso adottato nei nostri pronto soccorso: cartoncino giallo e cartoncino verde. I “codici rossi”, le emergenze insomma, hanno priorità assoluta e entrano in ospedale e vengono visitati e trattati subito a qualsiasi ora, di giorno o di notte. Una volta verificati i gradi di urgenza vengono registrati i dati del piccolo paziente: il nome e numero del Carnet de Santè (il libretto sanitario del ministero della Sanità), la temperatura, lo stato di disidratazione e malnutrizione e i sintomi riportati dalle mamme e dai papà. Durante le fasi di attesa gli infermieri si occupano anche di dare i genitori indicazioni semplici e comprensibili sui comportamenti da tenere nel quotidiano per la pulizia dei bambini, l’uso delle zanzariere, la gestione dell’acqua e del cibo. Informazioni che, se seguite, permettono di migliorare la qualità della vita delle famiglie e ridurre l’incidenza di alcune delle patologie più diffuse (malaria, dissenteria etc).
È una umanità colorata quella che ci accoglie quando arriviamo in clinica
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Per dare una dimensione al numero li immagino per le strade della mia città a correre la Stramilano
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C Il cuore del maratoneta batte più forte
Sono passate le 14.00 e, finite le visite in ambulatorio, il personale è impegnato con pazienti ricoverati in corsia, mentre io mi concedo un momento di riflessione: quante solo le componenti che rendono efficace l’intervento di Emergency. Ogni passaggio è studiato e, in fase di progettazione, sono i bisogni a cui vogliamo dare risposta a dare forma agli ambienti, a determinare ogni scelta, a “costruire” ogni muro e ogni porta. L’ospedale è bellissimo oltre che funzionale. La qualità delle cure trova il suo doppio in quella dell’ambiente curato nei particolari, accogliente e pieno di colore e fascino. Un luogo ospitale, parola così simile a ospedale da rendere naturale qui la sovrapposizione dei due termini. È sera quando usciamo, anche oggi sono stati visitati e curati bene e gratis più di 70 bambini. Dall’inizio delle attività sono quasi 60.000 i pazienti passati nel centro pediatrico di Emergency a Bangui. Per provare a dare una dimensione a questo numero me li immagino sugli spalti di uno stadio o per le strade della mia città a correre la Stramilano, ogni giorno il lavoro fatto mostra il suo valore. Torno a casa con la testa pena di gratitudine nei confronti del personale centrafricano della clinica per la competenza e la dedizione, del personale internazionale per l’impegno nella formazione e la serietà nel lavoro, dei miei colleghi e di tutti i volontari che danno forma a questo grande progetto, di tutti i sostenitori di Emergency senza i quali nulla di tutto questo sarebbe possibile.
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Quando ho letto l’intervista a Luciano Acquarone nell’ultimo numero di X.RUN mi è subito venuta in mente una storia che sembra di altri tempi. Invece è successa nei ruggenti Sessanta in Inghilterra. C’era un corridore di nome John Tarrant che voleva disperatamente gareggiare ma il destino aveva per lui una sorte più complicata...
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The ghost runner
testo di Franz Rossi foto tratte dall’Archivio Tarrant
Desiderava solo correre: le regole ipocrite della federazione crearono il corridore fantasma
M The ghost runner
Il tiepido sole della primavera inglese fatica a scaldare gli atleti che attendono allineati sulla linea di partenza della gara. In pantaloncini e canottiera sanno che dopo i primi minuti la temperatura del corpo si alzerà a sufficienza da non far patire loro il freddo, ma adesso si stringono gli uni agli altri, le braccia conserte al petto, i piedi che saltellano, le gambe unte di canfora il cui odore pungente ammorba l’aria. Il pubblico si stringe al manipolo di uomini che stanno per partire. Nell’Inghilterra della fine degli anni ‘50 sono poche le occasioni di svago e anche una gara a piedi rappresenta un’interessante attrazione. E poi da giorni si mormora che il fantasma si manifesterà. Gli altri concorrenti si guardano intorno aspettando che lo starter sollevi la pistola. Frugano con gli occhi la folla per individuare il volto noto di John Tarrant, battezzato dai giornali the ghost runner, il corridore fantasma. Lo conoscono, ci hanno già corso contro. È un uomo alto, con un viso squadrato e gli occhi che brillano del fuoco sacro della persona con una missione. Il giudice di gara si avvicina alla linea di partenza quand’ecco che il muro di folla assiepata dietro gli atleti si apre quanto basta per far passare il concorrente più atteso. Gli altri partecipanti riconoscono il mormorio della gente, sorridono e fanno velo con il loro corpo in modo che il giudice non veda quella canotta grigia senza pettorale. Lo sparo riempie l’aria sollevando un volo di piccioni dalla piazza vicina, i concorrenti partono veloci, un gruppetto prende la testa e tra loro il giudice
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In questo numero due interviste a chi di maratona vive: Dean Karnazes, ovvero l’UltraMarathon Man e Andrea Trabuio, organizzatore della MilanoCityMarathon. E poi ancora tre racconti emozionanti: Adamello Super Trail una sfida durissima, Boa Vista e una storia che parte dal surf per arrivare al trail narrata da due amici...
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“ CORRI SE PUOI, CAMMINA SE DEVI, STRISCIA SE NON PUOI FARE ALTRIMENTI, MA NON ARRENDERTI MAI Dean Karnazes
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“ IL CUORE DEL MARATONETA BATTE PIÙ FORTE Motto degli X.RUNNERs
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points Venite a trovarci nell’X.RUN Point più vicino alla vostra città, per sfogliare l’ultimo numero di X.RUN, per acquistarne una singola copia, per abbonarvi alla nostra rivista e per scoprire i prossimi appuntamenti degli X.RUNNERs
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“ IL MIGLIOR SPECCHIO È UN VECCHIO AMICO proverbio irlandese
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CHE IMPRIGIONANO IL PENSIERO E ANCHE IL VOSTRO CORPO SARÀ LIBERO Richard Bach
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“ SPEZZATE LE CATENE
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Andrea Busato intervista Elisabetta Liguori che poi ci regala un breve racconto tratto dal suo ultimo libro. Ritroviamo poi le rubriche solite, con il Lessico del Podista di Mauro Creatini, la recensione del film di Zambenedetti e da la graffiante ironia di G.RUNNER che fustiga le nostre piccole manie da corridori...
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“ NON SMETTIAMO DI GIOCARE PERCHÉ INVECCHIAMO, MA INVECCHIAMO PERCHÉ SMETTIAMO DI GIOCARE George Bernard Show
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L Intervista a Elisabetta Liguori
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Il lessico del podista
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ABBIGLIAMENTO, sostantivo maschile. [1.] Insieme di indumenti con cui ci si veste e loro accessori sinonimo di abiti, vestiario. [2.] Modo di vestire. [3.] Settore dell'industria o dell'artigianato che produce capi di vestiario e accessori
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L Il lessico del podista
Parte della società dà una grande importanza all’apparire. E parte dell’apparire è data dall’abbigliamento. Se l’abbigliamento è importante nel mondo in cui viviamo, vale anche nel “nostro” mondo, quello della Corsa? Sì e no. Certamente c’è un certo grado di attenzione per l’abbigliamento sul piano tecnico. Molti hanno iniziato a correre, almeno a fare i primi passi, con magliette in cotone e calzoncini in felpetta che a pensarci oggi viene da sorridere. E le scarpe? Le mie prime scarpe da corsa erano delle Nike Air 180 che sembravano strumenti da astronauta; oggi mio figlio le ha ricomprate quasi uguali, però fanno parte della collezione vintage. Specialmente durante l’inverno l’evoluzione dell’abbigliamento aiuta noi bipedi corridori a godercela meglio, con questi bei materiali che ti fanno soffrire meno le uscite all’alba verso febbraio. Però alla fine uno si chiede se avere la maglia a compressione graduata o i calzari antifatica è solo un “placebo” o serve davvero: a me viene in mente la semplicità estrema di ciò che indossava il grande Marco Olmo alle due UTMB che ha vinto. Discorso diverso, poi, vale per le maglie tecniche che si “conquistano” in certe gare e vanno indossate con l’orgoglio con cui si porterebbe una medaglia al valore. Chiudo con una notazione personale per cui spesso mi prendono in giro. A me piace salutare i runner che incontro in allenamento. Però mi è meno spontaneo salutare soggetti abbigliati poco tecnici o “sopra le righe”; in particolare c’è una signora (è un po’ che non la vedo) che incrocio al parco: tuta in cotone blu molto stilish, occhialoni da sole griffati (tipo star del cinema) e scarpe che di atletico avevano solo il nome nella linea moda dello stilista che le disegna. Ecco, alla “diva” che corre griffata, un saluto non mi scappa mai!
MAURO CREATINI Da qualche tempo, complice un insopprimibile desiderio di libertà e di semplicità, vive la corsa soprattutto sul fronte emozionale, tanto che spesso la fine dell’allenamento coincide, oltre che con lo stretching e la doccia, con lo scrivere una piccola poesia, un pensiero, per provare a fissare le sensazioni che la corsa gli regala.
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“ LA MUSICA, IL SESSO, LO SPORT... È TUTTA UNA QUESTIONE DI RITMO Anonimo
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Quando il silenzio parla
testo di Carlotta Fontana foto di Pier Bergonti
....mi sono trovata a correre in un parco incantato. Non so se Maurino [Mauro Creatini, autore del Lessico del Podista, NdR] ha scritto un Lessico sul suono. Ma correndo mi sono sentita avvolgere dal silenzio del parco innevato e ho cominciato a sentire il suono dei miei passi nella neve fresca e quello, diverso, sulla neve leggermente indurita da una sottile lastra di ghiaccio. Solo i miei passi e il mio respiro. A tratti il fruscio dei mucchietti di neve appollaiati sugli alberi che si lasciavano scivolare a terra, leggeri. In quel magico silenzio il contrasto del ricordo della città innevata, rumorosa. Il chiasso delle automobili e l’isterismo delle persone, all’interno, in difficoltà. La neve sulle strade sporca, infangata. Mi sono guardata intorno mentre correvo. Paesaggio magico. Neve bianca, soffice, pulita. Avrei voluto avere vicino le persone a cui voglio bene. Sarebbe stata una condivisione intensa, profonda, non silenziosa ma senza il bisogno delle parole......
L Quando il silenzio parla
Sono uscita che ero un pò inquieta. Non sapevo perchè... spesso non lo so.
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“ CI SONO DESERTI IN OGNI VITA Andre Maurois
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L Running the Sahara
Gli autori
ANDREA BUSATO PROFESSORE 49 ANNI
Classe ’62, pordenonese. Quando da bambino gli altri lo battevano in velocità, lui la buttava sulla resistenza, e da allora gli è rimasta. Poi gli è venuta anche la passione per la musica. Alle spalle una dozzina di maratone soddisfacenti, più altre sei da pace-maker e altro e non troppo indecoroso mezzofondo. Poi una serie di acciacchi fisici lo costringono a correre di meno: per un po’ si diverte lo stesso, ma adesso che la lotta contro i chiletti di troppo si fa sempre più dura sta cercando qualcosa di meno faticoso. Avrebbe trovato un altro sport che gli piace, il golf. Ma mentre questo lo respinge, il podismo non lo rivuole indietro. Alleva con passione Elena e Nicola, nel resto del tempo fa l’insegnante nel liceo che lo aveva visto studente.
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X.RUN marzo / aprile 2012 Come collaborare Per scrivere per noi, basta avere un’idea, voglia di scrivere e poi contattare la redazione di X.RUN scrivendo un’email all’indirizzo: redazione@xrun.eu
MAURO CREATINI DIRIGENTE 43 ANNI
FRANCO FAGGIANI GIORNALISTA
CARLOTTA FONTANA
Sposato con due figli. Durante la settimana le uscite di allenamento sono all’alba, nei parchi della Brianza (dove vive) e nei week end sulle strade della Liguria o della Valtellina. Corre con la gloriosa maglia del Road Runners Club di Milano. Sino a pochi anni fa era solo un runner della domenica, che correva per non ingrassare. Dal 2005, grazie all’inseparabile “socio” Pietro, ha cominciato con la mezza, poi la con la maratona e con tutto il resto. Da qualche tempo, complice un insopprimibile desiderio di libertà e di semplicità, che il suo lavoro gli nega, vive la corsa soprattutto sul fronte emozionale, tanto che spesso la fine dell’allenamento coincide, oltre che con lo stretching e la doccia, con lo scrivere una piccola poesia, un pensiero, per provare a fissare le sensazioni che la corsa gli ha regalato.
Venuto al mondo a Roma da padre argentino e madre lussemburghese… un casino, insomma, fin dalla nascita. A 19 anni ha vissuto per alcune settimane in un angolo sperdutissimo della Nuova Guinea con i componenti di una tribù che avevano visto per la prima volta l’“uomo bianco” appena due mesi prima. Si sono spaventati e dopo un po’ l’hanno rispedito a casa. Con dentro il germe del fotoreportage, con il quale ha poi campato diversi anni. Fin quando suo padre, pragmatico operaio, un giorno gli chiese: “ma fai sempre quel lavoro strano o hai messo la testa a posto?” Così si è trovato un posto più stabile in diverse redazioni, affiancando alle cronache la scrittura di libri e manuali. Attualmente si occupa di giornalismo legato all’ambiente e alla campagna, con una “specializzazione” in enogastronomia. Per il lavoro che fa e per lo stomaco che ha dovrebbe pesare 150 chili. Ne pesa solo 80. Grazie allo sci da fondo in inverno, all’arrampicata in estate e, da un paio d’anni, alla corsa sui sentieri, sempre. Autore di “Correre è un po’ come volare”, l’unica biografia autorizzata di Marco Olmo, ha appena mandato in stampa la seconda edizione integrata con le ultime notizie.
È uno di quei casi in cui la foto dice più di mille righe di biografia. Lombarda, si divide tra il lavoro ed alcune grandi passioni, confondendo spesso l’uno con le altre. Invero anche le passioni si mescolano tra loro e fanno emergere solo una grande umanità che la fa amare da chi la conosce. Corre, ma è solo una delle tante attività: quello le piace veramente è stare in mezzo alla Natura, a contatto con sè stessa. Ama gli animali, il mare e la montagna, ama la buona compagnia, anche quando a farle compagnia è un libro speciale... Ha tanto da dire e poca voglia di farlo, ma prima o poi...
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ABBONATI o RINNOVA SOSTIENI EMERGENCY Continua anche per il 2012 l’impegno di X.RUN per sostenere la Clinica Pediatrica di Bangui fondata da Emergency nella Republica Centroafricana.. Collegatevi al sito www.xrun.eu oppure scrivete ad abbonamenti@xrun.eu e vi forniremo ogni informazione necessaria. Il costo annuale dell’abbonamento a X.RUN è di soli 50 euro, riceverete 6 numeri dell’unica rivista di storie di corsa comodamente a casa vostra.
G.RUNNER PAROLAIO PIÙ ANTE CHE ENTA
MAURO GHIRLANDA
ELISABETTA LIGUORI SCRITTRICE
Senza nome, né qualità. In famiglia è amatissimo: cinico, egoista, insensibile sono i lusinghieri giudizi dei suoi fratelli. Per sua madre è un figlio perso, per suo padre un perdigiorno in mutande da corsa, per lo zio Bibo (ultimo comunista vivente, miliardario), un eroe gramsciano. Morto di matrimonio fulminante, subalterno ai figli, ha sempre ragione ma nessuno gliela dà. Vagamente sociopatico, regola i suoi rapporti con cortese maleducazione, dispensando impunemente leggiadre villanie: “non ti ho chiesto come stai, perché me lo dici?” o “ti vedo tanto invecchiata” o “è un po' che non ci vediamo, per la gioia di entrambi” sono gli usuali convenevoli. Sul lavoro è rispettato per i difetti che ostenta, stimato per il disprezzo che suscita, temuto per la trasparenza del suo pensiero. Vivendo di delinquenza, è leale quanto solo i banditi sanno esserlo. Rovinato podisticamente dalla scuola di Pol, è segretario di un team presieduto da un cane. È fuor di dubbio il peggiore allievo di Chiara tra i pistardi del martedì. Sopraffatto dalla corsa, frequenta il suo lato oscuro e ne divulga lo spietato dominio, cercando nuovi disertori pronti alla guerra di liberazione. Senza alcuna speranza di vincerla.
Mauro è un ligure, prima di ogni altra cosa. Poi è anche un vegetariano, un corridore, un padre felice, un amico sempre pronto... e molto ancora. Ma non per forza nell’ordine che ho citato. Corre da sempre, e forse per questo non è stato mai raggiunto dal virus dell’agonismo. Predilige le corse in natura, meglio se di notte, meglio ancora se piove o nevica... non per una malcelata pulsione masochistica, ma solo perché vuole allargare le esperienze di corsa. Ama fotografare ma, per il momento, racconta più con le parole con le immagini.
Nata a Lecce, dove vive e lavora, presso il Tribunale per i Minori. Non ha mai lasciato la sua città perché, come ama raccontare agli amici, ha ceduto all’incantesimo dei “muretti a secco” sin da piccolissima. Ha collaborato con la rivista “Nuovi argomenti” Mondadori editore. Attualmente si occupa della pagina della cultura del Nuovo Quotidiano di Puglia. Ha pubblicato pezzi critici e racconti su numerosi riviste nazionali. “Il credito dell’Imbianchino”, Argo editore (2005), è il suo primo romanzo, già finalista al Premio Berto e al Premio Carver. Il secondo romanzo è “ Il correttore”, edito da peQuod (2007). Nel 2010, stufa delle pietre, del tufo e dei muri, ha cercato una via di fuga scrivendo un romanzo a 4 mani con un amico poeta romano, Rossano Astremo, “Tutto questo silenzio” Besa editore (2010), ma le cose non sono cambiate poi molto. “La felicità del testimone” Manni editori, collana Punto G (2012), è il suo quarto romanzo, che si spera possa portarla davvero lontano. Ama correre tra gli ulivi. Corre, corre a volte velocissima, a volte meno, ma sta ancora cercando la giusta strada.
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SIMONE MAGNANI
CHIARA MARCHINI
MARCO MELCHIORRI ARTIGIANO
Vive a Milano dove lavora per EMERGENCY. Ama viaggiare, meglio se con gli amici.
Nato in Brianza e trasferitosi a Lodi entra in contatto con la corsa quasi per caso e, avendo da sempre amato la montagna, gli viene naturale correre in Natura. Rimane folgorato dalla corsa trail e dalle ultradistanze allo stesso momento: quando seguendo un amico si iscrive all’Ultra Trail du Mont Blanc. Da lì inizia a sperimentare un po’ di tutto: la sua avventura alla Western States vedrà un’altra puntata proprio mentre voi leggerete questo giornale.
42 ANNI
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X.RUN marzo / aprile 2012
È nato a Milano proprio in fondo agli anni ’60. Quando l’uomo era appena tornato dalla luna e i Beatles erano ancora insieme, per intenderci. Ha vissuto una trentina d’anni a Cinisello Balsamo e una decina a Roma. Ma se glielo chiedete dice di essere mantovano, guardando più ai suoi avi e alle sue vacanze, che a sé stesso. Durante l’università, per caso, ha cominciato a fare volontariato. E in Bosnia ha incontrato Francesca, che adesso è sua moglie. I loro tre bimbi del terzo millenio li tengono in ostaggio, ma danno molte soddisfazioni. Anche se adesso sarebbe difficile farsene venire in mente qualcuna. Spreca il poco tempo libero rincorrendo passioni sempre nuove. Come la chitarra, il computer e adesso la scrittura. La corsa quella no. È una passione di quando non aveva ancora vent’anni. E piano piano ha imparato la differenza tra correre e arrivare. Si è messo in testa di finire una maratona prima del quarantesimo compleanno. E per ora ne ha finite quattro, sempre con tempi che i fanatici del cronometro snobberebbero. Legge davvero poco, ma ha idee chiarissime su quello che gli piace. Invece scrive. Scrive pezzi di satira e su riviste di economia e tecnologia. E su un blog che nessuno legge.
ANDREA PALMA IMPIEGATO IN BANCA 42 ANNI
FRANZ ROSSI MANAGER 48 ANNI
ALBERTO ZAMBENEDETTI PROFESSORE
Nato a Roma nel '72, annata mediocre per i vini, ma eccellente per le persone (anche se lui si piace moderatamente). Sposato, ha generato una figlia che è lui in miniatura: timida ed introversa, ma pronta ad esplodere di vita se si trova a suo agio. Vive a Milano dal 2005 e grazie ai boschi della Brianza si innamora delle non competitive prima e delle lunghe distanze poi. Debutta in maratona a Firenze 2009 e per il momento continua... Nel 2011 corre Passatore e Boa Vista Ultramarathon comprendendo chese una 42 km dà un bagaglio di emozioni, in una 100 e più km le emozioni si moltiplicano. Ama di un amore sviscerato e folle le tagliatelle, i cannelloni e le lasagne (specialmente se untissime) e spera sempre che si inventino maltodestrine e gel con quel sapore. Da sempre è stat attirato dal concetto del viaggio, ma il mondo serba per lui ancora molti luoghi con colori e sapori sconosciuti... e lui fantastica sempre di trovarsi in uno di quei posti.
Veneziano di nascita, triestino per buona parte della vita ed ora milanese d’adozione, è giunto alla corsa come modo di realizzarsi solo dopo aver provato alcuni altri sport. Essendosi convinto di voler correre una maratona prima del 40esimo anno di età debuttava a Milano. Il virus della maratona non l’abbandonava ed andava a testarsi nelle principali maratone italiane e straniere. Non soddisfatto della sola corsa su strada, ha provato anche l’ebbrezza del trail, finendo dignitosamente le gare iniziate e tornando ogni volta con più entusiasmo di prima. Adesso la corsa in natura occupa la maggior parte dei suoi weekend. Tra le gare fatte alcune edizioni della Monza Resegone, della Biella Monte Camino, la Dolomites SkyRace, le Porte di Pietra, la Valdigne, la CCC, il ToubkalTrail, la 100km di Seregno. E la preferita, l’ArrancaBirra... Con il peggiorare delle prestazioni ha cercato di allungare le distanze, cercando la scusa che «non sono io che sono più lento, è che c’è più strada da fare». Avendo coniugato la passione per la corsa con quella per la parola scritta, ha fondato X.RUN e ne è rimasto invischiato. Lavora come manager in una software house milanese. Appena può scappa in montagna.
Nato e cresciuto a Venezia, Alberto è un giramondo coi piedi per terra. Pragmatico sognatore al tempo stesso, coltiva le sue passioni ovunque vada, e dove vada, non si può mai dire. Perito informatico, letterato, critico e studioso di cinema, insegnante universitario ed abilissimo a bluffare, Alberto si è trasferito a New York nel 2003, dove corre con il Brooklyn Road Runners Club inanellando infortuni a causa della sua proverbiale incostanza negli allenamenti. In linea con la sua personalità contraddittoria, il suo momento di gloria e quello di massima idiozia coincidono: nel 2009 ha corso la maratona di New York con una gamba ingessata.
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X.RUN marzo / aprile 2012
Nuove iniziative
Nascono gli X.RUN points
Concedeteci un piccolo spazio a fine giornale per rispondere ad una domanda che molto spesso mi viene posta: “Perché non posso acquistare X.RUN in edicola?” La risposta breve è “Perché ci costerebbe troppo”. In Italia ci sono 38mila edicole. Immaginiamo per un istante di inviare 1 copia di X.RUN ad ognuna di esse... anzi diciamo pure di mandarne una ogni dieci edicole. Probabilmente qualche copia andrebbe venduta ma la stragrande maggioranza verrebbe sepolta nel mucchio dei giornali. Noi dovremmo stampare e distribuire 4 mila copie di X.RUN in più a fronte di qualche copia venduta... Il gioco non vale la candela. Una catena distributiva autonoma Però abbiamo deciso di creare una catena distributiva della nostra rivista. Stiamo convenzionandoci con una serie di negozi sportivi e di librerie che diverranno gli X.RUN POINTS (troverete un elenco sempre aggiornato sul nostro sito www.xrun.eu). Iniziamo un po’ per volta, in Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria. Poi ci muoveremo in altre regioni, anzi se avete dei nomi da proporre non esitate a scriverci a marketing@xrun.eu suggerendo i vostri negozi di fiducia. Cosa si trova negli X.RUN POINTS Nei nostri punti X.RUN potrete acquistare i numeri singoli della rivista a 12 euro l’uno e potrete abbonarvi alla nostra rivista. Inoltre saranno un canale privilegiato di contatto anche per gli X.RUNNERs ed organizzeremo delle iniziative per conoscerci di persona...
Gli X.RUN POINTS saranno un punto di contatto tra rivista e lettori
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