Carlos Castaneda - 04 - L'Isola del Tonal

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Carlos Castaneda,

T]ISOI,4 TISOTA

DEtTOIIAI


n etnologo serio, di formazione universitaria, viene l-/ per dieci anni <imbrogliato> e (preso in giro> dagli stregoni indios; ma proprio questo <imbroglio> d una tecnica di insegnamento:solo cosi egli giunge al saperedegli stregoni. Questo libro narra le fasi conclusive dell'<imbroglio> e forma la sintesi dell'apprendistato. Il sapere degli stregoni sembra esserequalcosa che si sperimenta pii con il corpo che con la mente, o almeno che bisogna sperimentare con il corpo prima di conoscerlo con la mente. E qualcosa che amplifica Ia coscienza,e nello stessotempo le fa riconoscere una prigionia ferrea e ineluttabile. Le rivelazioni contenute in questo libro sono stateaccusated'esserein tutto o in parte un falso. Ma anche in questo caso le pagine di Castaneda resterebbero affascinanti e non prive di interesse scientifico, quale testimonianza sconcertante della crisi delle scienze dell'uomo, spia di caverne aperte sotto le sicurezze accademiche di informazione e di metodo. (Il)titl), Carlos Castanedae autore di A scuoladallo stregone Una realtaseparata(1971), Viagio a lxtlan (lll72J, Il secondo anellodelpotere(1978),Il donodell'Aquila(19ti3), Ilfuoco dal


INTRODUZIONE "Wb) doya laagh?"I asked. L'aspettopii sconcertantc di questoprotocollodi aPprenti sorcierredatto da Carlos Castanedad la oggettivaqualiti asocialedelle.dottrinc c delle praticheesotericheche I'etnologo ha cercato di imparare, andando "a scuola dallo stregone".L'istruttore principaledi Castaneda, I'indio don ]uan, e i suoiamicio compagni,appaionoin questepaginecomepersonaggiisolati da qualsiasicollettiviti. Essi stessi,inoltre,non formanoneppureuna vera o di e propria societi segretadi "stregoni" (sorcerers) "sapienti"o "uomini del sapere"(menof knouhdge), che possiederebbe pur semprecaratteristiche di socialiti, ancorch6nolto sui generis:i loro rapporti restano,si direbbe,al livello di una colleganza,pit che di una collegialiti, gnostica: sono dei "guerrieri" (uaniors) poich6 si sono imposti una determinataautodisciplina,e, in hanno acquanto guerrieri "senzamacchia"(inpeccable), "potere" il cresciuto loro (!ouer) personalefino a conquistareil "sapere"(knouledge) o ad esserne gradficati. Si riconosconoreciprocamente colleghi,affini, ma non altro: non fanno quasinulla in comune,il loro agireresta soprattuttosolitarioe non si accompagna nd si riferisce all'esistenzadi alcunacollettiviti'. Ne risulta una situazionemolto singolare,spccialmentesingolarequandosi inseriscein cssala figura del-


I'etnologo.Nella grande maggioranzadei casi,e fin dai primordi dell'etnologiao dell'ctnografiamoderne,lo eso. e alleesperienze studiososi d accostatoalle credenze terichedei cosiddetti"primitivi" con I'intenzionepit o meno esplicita(particolarmenteesplicitain tempi recenti) di conosceregli aspetti pii segreti di forme di vita collettiva diverseda quelleeuropee,e spessocon il proposito o la speranzadi contribuirecosi ad una sorta di rigenerazionedella'socialiti delprolrio gruppo, alla scoperta o riscopertadi potenzialiti umanelatenti, la cui conoscenzacontribuissea liberareo arricchirela coscienza di animalesocialelropria e dei membri dellapropria col' lettiviti. Qui, invece,quantopit Castanedasi inoltra nel suo apprendistato,si ha I'impressionec.heegli ritrovi come in uno specchio,nelle dottrine e nelle pratiche dei suor stregoni, la caratteristica asocialiti degli esoteristi europei,il loro individualismoesdusivo,la loro poverti di sensidi solidariet) umanadi gruppo, la loro apologia delpoterepersonale.Questaimpressionei poi confermata da particolari non trascurabili,da coincidcnzedi dottrina apparentemente sconcertanti.Ci si trova di frontc, insomma,a uno stregoneindio cheparla comeun'discepolo di Heidegger: ..Il sapered una farfalla notturo, meglio nr...D, ..Le farfallenotturnesonoi messaggeri ancora,i custodidell'eterniti ...rr; comeun imitatoredi Kierkegaard,che si compiacedi dichiararsiun ingannatore del proprio apprendistae dice: alo non sono un di Diltley, che ricone di maestro...D;comeun seguace "descrizione del mondo" (dt' continuo all'espressione scriptionof tbe uorld) - o anche"modo di conoscereil mondo" (knouledgeof tbe uorlQ -, di li dalla quale si I'eco di Weltanscbaaang. awerte immediatamente Cosa pud significare tutto questo? Subito, viene

spontaneopensareche Castanedasia andato in cerca soltantodi quello che avevagii trovato, cheabbiaimparato soltanto quello che sapevagii, cle, rn altre parole, sia stato talmentecondizionatodalla suarealti storicadi uomo "civile" del XX secoloda perdereanni di apprendistato pressolo stregonesoltantoper rifenere nella sua nuova esperienza la sua condizionedi partenza,e riconfermare- in buonao in mala fede - Ia profria asocialitl tendenziale,i proprio tendenzialegusto del potere personale,mediantequello che di'fatto ne era soltanto il rifesso. Non si pud non tenerconto di questapossibiliti, che oltretutto concorderebbe con quantopiri volte d risultato dalle riflessioni metodologichesul limitato margine di conoscibiliti delle culrure "primitive" da parte dell'osservatore etnologo (quand'anchequest'ultimo apparentementesia riuscito a inserirsi abbastanzabene enuo il gruppo osservato).Questapossibiliti va perd confrontata con un dato oggettivo che rende,appunto,particolarmente sconceftanteld vicenda di Castaneda.Infatti, a meno di voler negarc a priori qualsiasioggettiviti al protocollo di Castaneda(vi sono ancheragioni per farlo), la presuntapredisposizionedell'ctnologo ad essere, pit o meno inconsciamente, uomo "civile" del XX secolo fino al fondo delle sueesperienze di alpmti sorciere a modellarlc tutte (a dcformarle)in base ai propri parameffi, awcbbe trovato in questo caso una controparte "primitiva" eccezionalmente propizia, comoda, tale addirittura da poter esserespessoaccettatasecondoquei paramctri senzasostanzialideformazioni. E veramentecosi? Castanedaha veramenreffovaro uno stregoneindio che,per sueparticolarie personaliragioni, cra I'istruttore idealedi un etnologo?(ideale,nella


misurain cui, trovandosiegli stesso,lo stregone,in condizioni analoghea quelledegli esoteristioccidentali,poteva trasmettere le sueconoscenze all'etnologo,o almeno istradareI'etnologoverso il suo esoterismo, con un "primitivo" "civile"). minimo di barrieretra e E probabile che si debbarispondereal tempo stessosi e no. E probabileciodche, da un lato, lo stregoneo gli suegoni pressoi quali Castanedasvolseil suo apprendistatosi trovasserooggettivamentein una situazionedi asocialiti relativamentefavorevolealla recezioneda parte dell'etnologo,e, dall'altro,che nel rapportofra Castaneda ci suoi istruttori sia intervenutoun inganno,wr tricft. L' asocialitidello stregone:il principaleistruttoredi Castaneda, don Juan,d un indio Yaqui del Messico;c'd una sua frasemolto esplicita:dopo avcr spiegatoa Castanedail valore della "umilti del guerriero" (.. L'uomo comunecercacertezzanegli occhi di chi ha di fronte, c chiamaquestofiducia in s6. Il guerrierocercad'essere scllzu macchia ai propri occhi, e chiama questo umilti,i), don Juan dice: ..Ciascunodi noi ha bisogno di tempo per capire questoconcettoe riuscirea viverlo pienamente.Io, per esempio,odiavo anchesolo sentir pronunciarela parola "umilti". Sonoun indio, e noi indios siamosemlrestati umili, non abbiamonai fatto altro cheabbassare la testa.Pensavoche I'umilti, non fosseadatta al guerriero.Mi sbagliavo!...n.L'asocialiti dello stregoned palesemente maturatanel contestostorico di quel o noi indiossiamo semprestati umili, non abbiamo mai fatto altro che abbassare la testarr. L'etnologia moderna ha posto in evidenzapiil di un esempiodi asocialiti sviluppatasi progressivamente pressoi "primitivi" sotto I'urto del potere colonialistico,dissolventeefficacissimodi societi e di culture,ancheli dove non ha por8

tato'alla completaeliminazionefisica. L'indio don Juan sembraessereriuscito a recuperareuna forma di "potere", che d congiuntaal "saperâ‚Ź",3l "sognare",al"aedere", e sembraesserviriuscito in virtu di un processoche assomigliamolto a quello per cui I'intelleauale"civile" moderno- Walter Benjamininsegna- ha valorizzato, scoperto,o riscoperto,vn'aurd, una "veggenza",un "sapere" esoterico,una "illuminazione", tali da offrire alla sua interioriti uno spaziodi soprawivenza,un "potere" aaratico,al riparo del potere politico privo di aura, ma anc-hein intimo conflitto con esso.Nella prefazionealI'edizioneitaliana del Bricconediaino (studi sulla fig*" mitologica del "briccone" pressogli indiani Winncbago), K. Ker6nyi,dopo aver affermato:<rl'ampliamento della coscienzad uno stato al qualesi pud tendereanche senzaI'aiuto di libri o di dottrine, ricorrendociod a m&zi unicamentefisici. i, cid che facevanoi giovani indiani, quando volevano avere delle visioni, medianteil digiunou, aggiunge:..In un periodo successivo, quandola capaciti.naturaledi "vedere volti" [ciod di averevisioni] venne meno, parallelamentealla limitazionedella liberti degli indiani, ossiadopo le guerredel 1870, essi cominciaronoa ricorrereanchea un agentechimicousato come eccitante: la mescalina,contenutanel cactus peyote,r. Le parole di Kadnyi, apeitamentec intenzionalmentepolemichenei confronti di coloro che rawisavanoe rawisano negli agenti chimici l'tnica e costdnte origine delle "visioni" pressoquei "primitivi" (vi d stato, del resto,chi ha cercatodi scoprirecon molta serieti quali sostanze- foglie masticate,vapori, ecc.- provocasserole "visioni" {.11" Pizia nel santuariodi Delfi), trovano confermain quelledello stregonedi Castaneda. Le piante psicotrope,dice don Juan, non sono affatto


indispensabili:possonoservire, run'al pii, come facilitazione per un apprendistanon particolarmente"sensitivo", Ma nelle parole di Ker6nyi vi i qualcosadi pin importante ancora per il nostro discorso: Ker6nyi dice infatti che ..1acapaciti naturaledi "vederevolti" venne meno,parallelammtealla linitazione della libertd degliindiani r-. La ..limitazione della liberii rr, I'intervento del potere dissolventecolonialisticosono posti direaamente in rapporto con il venir menodclla capaciti naturaledi " "vedere volti" rr, cioi di averevisioni, degli indiani. Il don Juandi Castaneda,l'indioawelzzoa non far mai altro che .. abbassare la testarr, ha recuperatoil "vedcre", passandooltre lo stadio del ricorso alle piante psicotrope: ha recuperatoil "vedere", creendosiun puro mito individualistico, del "potere" personale,esclusivamente "potere" aarAticocoltivati daasociale,affine ai miti del "civili" del XX secolo.I quali, talvolta, gli intellettuali non rifiutano a priori essistessi,comedon Juan,I'uso di stupefagenti,'malo dichiaranonon anica,non indispensabile via a quel "potere": < Il lettore, il pensatore,colui cheattendelder Wartendel,l,fl,inear,sonotipi di illuminati non meno del mangiatored'oppio, del sognatore, dcll'ebbro. E sono piri profanip. Cosi, Walter Benjamin. Ma qui il nostro discorsod gii anivato ad affrontare il secondoaspetto,presunto,del rappono fra Castanedae lo stregone: I'inganno, il tricft. In che senso, infaai, sospcttiamoche un inganno sia intervenuto in quei rapporti? Non certo in un sensotale da negarea priori ogni valore alla coincidenzadi Castanedacon il mondo dello stregone.Al contrario. Solo graziea un inganno, Castanedapoteva attuare una coincidenzacon quel mondo (non importa se entro una mistificazione, l0

oppuredi fano). Ma cosi facendo,essendogratificato di un inganno,partecipedi un tricfr.,cornvoltoin vn tricft, Castanedanon solo acccdein certa misura al mondo dello stregone,bensi andrerestain tutto e per tutto I'intellettuale"civile" del XX secolo:il suo accedere e il suo rest4rcsono tutt'uno. Pcr I'intcllettuale"civile" del XX secolo,capacedi coglierencl suonessodi falsificazionee "illuminazione"I'opera di un Rimbaud o di un Rilke, i possibile essere"ingannato" dallo srregoneche gli fa sperimentaresolo quanto d appropriato a lui, all'uomo "civile", e d tempo stesso'"illuminato" dal triclg, dall"'inganno", dall"'irnbroglio", al livcllo di epifanh mitologica. Il suo sanro prorertore E I Tricksnf, per usareuna parola, divenutacorrentenel linguaggiotecnico dell'etnologia,che designaun "imbroglione", si, ma un "imbroglione divino", un mitologico "dio" e "gabbamondo" che mentreimbrogliafa ridere.Il lettore noterl molto presto nelle pagine di Castanedail ripetersiinsistentedi questarisata: don Juanaccoglieidendo l1 maggior parte delle parole e degli atti del suo apprendista, anchequandola siruazionesembratesae drammaticao addirittura solenne.Qualchevolta egli giustifica la sua risata con I'intenzionedi calmare,di renderemeno teso fapprendista che d continuamenreespostoa esperienze terrificanti. Ma questaspiegazionenon vale per ilni i casi e certo non t esauriente.La risata dell'istnrttoree l"'inganno" che egli deliberatamenre infligge all'apprendista, proprio perchâ‚Źquestinon sfuggaall"'appuntamento con il sapere", hanno con ogni probabiliti un preciso valore esoterico-mitologico.Risata e inganno, inganno che "fa ridere", sono due caraneristichecongiunte dell'epifania mitologica che Castanedasubisce pressolo stregone.Non a caso essesi manifestanonon II


nella primissimafase dell'apprendistato(quando Castaneda inizia ad "andare a scuola" dallo stregone,come narra in un prccedentelibro), ma soprattutto a partire dall'istantein cui I'isuuttore riconosceI'apprendistaormai pronto all"'appuntamentocon il sapere". E *r..o chel"'inganno che fa ridere" d generalmente noto agli etnologi e agli storici delle religioni comeuna prerogativa del Trickster,della'fig*" divina dell'imbroglione, e non dello stregoneo comunquedcll'istruttore. esotericheaffronMa d anchevero che nelle esperienze del suo istrutdiscorsi negli stessi tate da Castaneda,e tore, non si impongonomai fig*. mitologico-divineorganiche,dotate della pienezza,diremmo quasi della tridimensionaliti, dei grandi protagonisti delle narrazioni mitologiche. Nel mondo degli suegoni cui Castanbda la mitologia sembraessersiimpocercadi avereaccesso! verita o comunquerarefatta fino a comporsi in framvisionariein cui cid menti spettrali,oggetii di esperienze che conta i innanzituttoil "vedere", non I'oggetto della visione. Perfino le farfalle notturne, che acquistanouna netta evidenzamitologica (e qui d probabilmenteopportuno ricordare il loro valore in numerosetradizioni mitologichedelle popolazioniamericane),sono perd sottopostea un processodi analisiconcettualee, in ultima iessenon sonoil "sapere",ma stanza,di svalorizzezione: soltantogli animali che recanoil "sapere" - come polvere d'oro scurosulleloro ali -, i "messaggeri"o i "custodi" dell'eternit),non I'eterniti stessa.Sembraessersi (antimitologica!) fra imcompiuta,ciot, una separazione maginemitologicae funzioneo contenutodi essa:separazione che d tipica, fra I'aluo, di certe indagini della scienzadella mitologia maturatain Occidente,e ched leanzich6di acgata al prevaleredi una volonti di spiegare

cettlrrela mitologia. Con qucsto non vogliamo dire che don Juan,lo stregoneindio, assumadi fronte alla mitologia lo stessoatteggiamentodei seguacidi Wilamowitz e del "metodo storico". Egli parla, si, di una "spiegazione degli stregoni",ma aggiungesubito cJre.. La spiegazione non i cid che voi [Castaneda]chiameresteuna spiegazione; cid nonostanteessarendeil mondo e i suoi misteri, se non chiari, meno terribili rr. Ma proprio queste ultime parole, che atuibuisconoalla "spiegazionedegli stregoni", al frutto immediatodel loro "sapere",la funzione utilitaria di rendere.. il mondo e i suoi misteri [.. .l meno terribili rr, rivelano la bassagradazionemitologica dell'esoterismodi don Juan e armonizzanocon I'assenza in essodi figure mitologicheplastichee dominanti, afunzionali, le quali sianoI'eterniti, non i suoi messaggeri o custodi. Si ha I'impressione,insomma,clre le citcostanzestoriche per cui don Juan deve dire di appartenerea una gente che non ha .. mai fatto altro che abbassare la testa limitando la liberti degli indio.re dissolvendone la 'r, cultura,abbianoprovocatola scomparsadella loro mitologia genuinae sociale,collettiva; e che I'ampliamento di coscienzaconsentito,lrn tempo, da quelle esperienze mitologiche sia stato recuperatoparzialmenteda individui singoli, in condizionidi asocialitl, per il tramite o almenoparallelamente al sorgeredi miti di potereindividuale. Le immagini mitologicheche originariamente(ih sensorelativo: in un tempo pii antico) venivanoaccolte nella loro interezzanon suscettibiledi alcurtaspiegazione, n6 di spiegazione dei "profani" n6 di spiegazione de"meno gli stregoni,e non dovevanoessererese terribili" "terribiliti" poichdla loro era parte intrinsecadella loro veriti epifanica,hannopersoil loro predominioe si sono

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rarefatte dinanzi all'imporsi del mito del potere.Alcune delle loro prerogativeessenziali- essenzialiall'atto delI'epifania- sono anzi passateda esseai depositaridel potere: cosi nel mbndo degli stregoni,dei "sapienti", dei "guerrieri" e "potenti", che Castaneda. ha cercatodi penetrare,o di comporre,non apparela figura mitologica del TricksnL ma le sueprerogative,I'imbroglio chefa ridere, vi appaionotrasferite sulla personadell'istruttore, del "potente", e ne informano il comportamento.Adeguarvisi,subireI'inganno, significaper I'apprendistariuscirea divenire complicedi quel mito del potere,'cioddi fatto attuareI'apprendistato. A questainterpretazionestorica si pud naturalmente obiettareche essanon tiene conto di un problemaposto dalle paginedi Castaneda:se I'etnologo,per non dire il suo istruttore, abbia effettivamentesviluppatoin s6 facolti paranormalioppure no. Diciamo subito che deliberatamentenon abbiamo tenuto.conto di questoproblema poichâ‚Ź,a nostro parere,il libro di Castanedanon offre la possibiliti di affrontarlo seriamentein sede scientifica.Mancano i dati. E I'obi.zione pit owia che si attribuiscealla caricaturadello scienziatomiope: ma qui ci sembraperfettamenteappropriata.Non vi sono elementiper verificarese le esperienze riferite da Castaneda costituiscanodawero, oppureno, dal punto di vista della nostrascienza(che i I'unico da cui possiamopartire), i risultati di facolti paranormali. Un doppio i "... vn atto di potereper uno sEregone, ma solo *na storiadel potereper voi. r, Formuliamoquindi soltanto un'ipotesiche si fonda sugli aspetti pit verificabili dell'apprendistatodi Castaneda, ciot sull'interpretazione storica delle metamorfosi dei materialimitologici che paiono esserviintervenuti.E t4

I'ipotesi che abbiamo gil avanzatoaluove a proposito della meccanicadcl "fatto miracoloso" (vedi Nota alla presmteedizione).Se di fatto l'esoterismoasociale,individudistico, sorrettoda un mito del potere,ched peculiare degli istruttori di Castaneda,deriva come fase seconda da un complessoorganico, collettivo, sociale,di esperienze e materiali mitologici, essod dunquela soprawivenzadegradata,o per lo meno alterata,di un sistema organico gnoseologico-visionario che possedevaunl sua oggettiviti per il fatto di corrisponderea un genuinoe sociale, collettivo ampliamentodi coscienza.Diciamo "degradata" o per lo meno "alterata" questa sopravvivenza,nella misura in cui essaha perso caratterecollettivo ed i divenutaindividuale,asociale.E la sua"degradazione"o "alterazione"si configuracomeuna diminuzionedella sua oggettiviti, come un'ampliamentodel suo marginedi soggettiviti. Ma il "fatto miracoloso",il presuntorisultato dello sviluppo di facolti paranormali, pud esscrca sua vcllta dcscrittocome un acme,un'irruzione di soggettiviti, nell'eserciziodelle capacitl gnoseologico-visionarie. Pit I'uomo si isola dal suo contesto socialee, con tutta una serie di tecnichee di discipline,.coltivail mito del proprio potere,tanto pii le suefacolti di conoscenza,il sistemagnoseologico-visionario che storicamentegli d prroprio,subisconoun'alterazione che ne amplia enormementeil margine di soggettiviti, fino a collocarein quel margineil centro dell'esperienza conoscitiva,e quiirdi fino a trasformarein "fatto miracoloso" non uno, ma tutti gli eventi cui accedela sua esperienza,e proprio per il fatto che le sua esperienza di potentesolitario vi accede.Nelle paginedi Castanedalo stregoneindio sembraconfermarequâ‚ŹstainterpretazioIt


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ne; egli insiste di continuo sul fatto che imparare a "vedere" d imparare a "potere". Questa conferma ci permette di concludere una volta di pii che Castaneda ha veramente trovato in quel particolare stregone indio l'istruttore ideale: ideale per un etnologo che affronti il suo esoterismo,e ccrchi di accedervi, essendo pii o meno consapevolmenteun rappresentante della cultura occidentalc o di qaella cultura occidentale, dre ha coltivato il mito dcl potere individuale, asociale,solitario, e spessoin termini senzaalcuna riserva esoterici. L'indio don Juan esorta a imparare a "vedere". Nei Qaademi di Mahe Laurids Brige Rilke scrive: olo imparo a vedere. Non so perchdtutto penetra in me pii profondo e non rimane li dove, prima, sempre aveva fine e svaniva. Ho un luogo interno che non conoscevo.Ora rutto va a finire li. Non so che cosa vi accadarr. Certo, le parole di Rilke indicano una fase i-

("L'ho gii detto? Io imparoa nizialedell'apprendistato vedere. Si, incomincio. Va ancora male. Ma voglio metMa il quadro completo rere a profitto il mio tempo "). itinerario fino alle conseguenze dell'apprendistato, il suo esueme, d reperibile anch'essonella cultura europea moderna: d in Walter Benjamin, nella sua teoria della "illuminazione profana". Benjamin tuttavia resta diviso fra le due fasi che, nella nostra ipterpretazione storica del protocollo di Castaneda, sono quella dell'esperienzamitologica collettiva e quella, seconda, dell'esperienzamitologica individuale: del mito del potere. Resta diviso, poich6 i nella situazione di una costante tensione fra la volonti di riconoscereI'istante della vera emancipazione sociale, in piena ricchezza umana, in un "allora" trasfigurato in usufruibile socialiti gnoseologicadel mito, o in un "adesso" trasfigurato ,da occasionedel mito del potel6

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re in occasionedi illuminazionelrofana, essotericaaniii. A,,oo* . o -o i ^ -o : * --I : " -;{// impedisceperd, ch6 esoterica. non atY.r,ygr.6 gli ^l A ^.^,^- i ^^ Questa +tensione -^ -l : --. A differenza dell'apprendistapresso lo stregone, di porre sempre I'accento sul privilegio umanistico, contingente ma doveroso, dell'essoterismo,anche quando parla quasi come I'esotericomitologo indio del.potere: pene"Noi triamo il mistero solo nella misura in cui lo ritroviamo nel quotidiano, grazie ad un'ottica dialettica per la quale il quotidiano d impenetrabile e I'impenetrabile d quotidiano>. Ma resta da osservareancora una cosa. Mentre si dibatte fra la sua "ragione" e le "incredibili" dottrine e operazioni degli stregoni, Castanedasi sente ripeterc di continuo che di fatto I'ingannatore, il Tricksnr, d lui, ed anzi d un "genio" dell'inganno, un "genio" nell'escogitare trucchi. Gli istruttori finiscono quindi per ribaltare su di lui, o meglio sulla sua "ragione" - che si difende dal loro insegnamento-, la responsabiliti dell'inganno. Questo fatto pud essereinterpretato in vari modi, cosi come il ridere e le "buffonerie" degli istrunori. E anzi dalla loro perennedisposizioneall'ilariti e alla comiciti che probabilmente si deve partire per giungere a un'ulteriore ipotesi, pur prowisoria, sull"'inganno". Gli istruttori ridono per alleviare la tensione dell'apprendista; ridono anche per "neumalizzare" la terribiliti di certi fencimeni,a proprio vantaggio (non solo a vantaggio dell'apprendista): cosi dicono, almeno. Ma Castaneda aggiunge che, qualche volta, ridono anche di lui, ridono dei suoi "trucchi" (dei "trucchi" cJredichiarano di attribuirgli), e lo prendono in giro quando, in una data situazione, d come se egli fosse .. ubriaco rr. Inoltre, gli istruttori esortano Castaneda pit volte a ((non prendere le cose tanto sul serion, e il loro com-

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portamento i tale che in varie occasioniI'etnologo I contagiatodalla loro ilariti: lui stessosi torce dal ridere. In alue occasioni,invece, egli non riescea unirsi alle loro risa, o addiriaura giunge pressodi loro <.cupo, tristeD; a quantopare,in qucsteoccasioniil suo comportamento o la sua situazionesono negativi. E possibile dedurre da tuni questi dati che gti istruttori ridono di Castanedasoltantoperchdgli "inganni" elaboratidalla sua "ragione" (gli unici "inganni", in questocaso)appaionoloro scontatie mcsclrini- donde la comiciti implicita nelle parole: cSiete un genio,Carli(non sempredi tosD-; e inolue ridono continuamente lui)'per la dichiarataragione di voler neutralizzare,cosi, la terribiliti dei fenomenicui assistonoo panecipano. Ma i anchepossibilericavarncun'altra ipotesi che ci sembrapit aaendibilee pit solidaleal complcssodei dati dell'etnologiae della storia o della fenomenologia delle religioni. La risata e la buffoneriarituali, magiche, apouopaiche,catartiche,sono cosa nota nell'ambito di quelle discipline e documentatain varie aree culturali. Altrettanto noto t, del resto, chc bisognaguardarsidalI'errore metodologicodi spiegarcsic et simpliciteril eomportamento di uno smegoneindio con un rituale, per esempio,dell'antica Grecia. Qui tuttavia i lo stregone stessoche induce esplicitamentecon le sue parole ad attribuire alla sua risata una firnzione per cosi dirc aporopaica. E quindi sarebbeprobabilmenteun errore rifiutare del tutto il suo suggerimento,che del resto pud essereil suggerimentodi Castaneda-Don Juan: ilnd parte dclle risate dello stregone,o una parte dellefunzioni dt quellerisate,mirerannodawero a neutralizzarcla "terribilitl". Ma quanto abbiamo osservatocirca il ribaltamento delle immagini mitologiche e dcl loro potcrc sullo

stregonestesso,induceanchea crederecheun'ahra parte delle sue risate o dellefunzioni di quelle risate abbia a che fare con l"'inganno". E, a ben guardare,si trana di due aspettisolidali. Il decadimento- per usareuna parola molto approssimativa- dalla figura mitologico-divina che fa ridere alla figura nonostantetutto umana dello suegoneo del "sapiente"che fa ridere, implica da un lato la necessitidi difendersidal terribile che oggi i da neumaliziLere, ma ieri fu prerogativadel divino da accoglierereligiosamente;dall'altro, la metamorfosidel ridere e far ridere della figura mitologico-divinanel ridere e far ridere dello stregone,che proprio perch6ride e fa ridere funge da personaggioesemplare.Ma questopersonaggioesemplare- lo stregone- che ride e fa ridere, i anchecolui cheforse nganna e che inoltre ride dell'inganno elaboratodalla "ragione" dell'apprendista.Qui, a nostro parere,affiora nel modo pii nitido il carattere propriamenteiniziatico dell'apprendistatodi Castaneda, che paradossalmente pud essereanche un'autoiniziazione. Quella che egli subisced un'iniziazionenon arcaica, ma arcaicizzente. Superatala fasemitologica,la faseper "eleusina" cosi dire (ci si permettaquestoerroremetodologico, per semplici ragioni di approssimativachiarezza), I'iniziazionetorna ad esserecontatto del neofita con un personaggioche d presenzantitologicamenteindifferenziatadel "potere"; ma questapresenzaquasi aniconica,priva ciod di "faccia" mitologico-divinao di maschera,rivela la sua qualiti arcaicizzante - non arcaica genuina- per il fatto di essereimpegnataessastessaa ridere, a neumalizzare la terribiliti del "potere" che pure d suo. Ride ancheper gli inganni difensiyi elaboratidal neo6ta, ma a suavolta ittgarrna:deve ingannare,poich6 con la peculiariti dcl ridere e far ridere ha ereditatodal l9


Tricftster mitologico-divino la funzione d'inganno. Ma I'ha ereditatacome funzione iniziatica, . .o-. tale deve ribaltarla sul neofita affinchi I'iniziazione si compie: affinchd il neofita, durante I'iniziazione,sia egli stisso ingannatore. . Cosi Uosi la difesa drfesa del del neofita neofita verso verso I' I'esperienza iniziatica non i pii scoria volitiva, "razionale", da eliminare, ma, grazie alla situazionestesqa- alla situazione

storica- in cui I'iniziazione(ol'aatoiniziazione!) ha luogo, diviene prassi, condizionesine qaa non, esper.ienze stessae forserisultatodell'iniziazione. Solo se il neofita diviene veramenteingannatore,Tricftstef,come I'iniziatore, la suainiziazionesi compie.Solo se divienesestâ‚Źsso, d se stesso. FunroJEsr

Nota alla presente edizione d4llo strcgotci il titolo della traduzioncitalianadi un prcce4-"od! dcntc libro di C. Castancda, Roma 1970. Lc citazionidi K. Kerdnyisono rratte da: P. Radin, C.G. Jung, K. Kerdnyi,Il briccone diaino. crad.it., Milano 196!. p, 18. Alla ,.i.rii" opcra rinviamo per un'introduzionealla mitologia del Ticl6tu, Lc citazionidi W. Benjaminsono trattc da: W. Bcnjamin,ArrguzihltcSchriftel.vol. II, Frankfurta.M. 1969. p. 2i3. Pcr la distinzionefra slicgarcc ltcccilrtlele espericnzc c i materialimitologici. rinviamoa: F. Jesi,Il-mro, Milano 197i, pasin. Nclla mcdqsima opcra_si rrovanopagine,piir circostanziatcdi quanto possacsserccodesta introduzione. sul "fatto miracoloso":pp. 97-104. La citazionedi Rilkc t tratta da: R.M. Rilke, f qndcni di Maln Larrids Brige, tad. it., Milano 1974. pp. 2-3. Sullc facolti paranormalidi cui parla C. Castaneda.cfr. il saggiodi ^ _ Tart. Ho aeramcntc C.T. uolato?,in Asletti vimtifci dclla parapsico'[igia,a curadi R. Cavanna,Torino 1973. pp. 2l-38: il saggiosi riferiiccin panicolarc al libro di C. Castancda.A saola dallo strigone , cit.


L'ISOI.A DEL TONAL

di n rcallo solitaio sonockqrc: Lc caratteristicbc h prima, cbc sola acrsoil pnto pil alto; h scconda,cbc non sollorta compagni,ncllttn simili a lsi; la tenz, cbc mira cn il bcccoai cicli; la qtafia, cbenon ba sn colon dcfnito; la qainta, chccantanolto dolccmmtc, SrN Juer.ron u Cnuz. Dicbosde Lsz 1 Amon


PARTE PRIMA

UNA TESTIMONIANZADI ATTI DI POTERE


APPUNTAMENTO CON IL SAPERE

Nell'autunnodel 197I, dopo esserestato via per parecchi mesi, mi sentii dispostoa incontraredon Juan. Ero pronto a spingermifin nel Messicocenrale per raggiungerlo. Convinto cheI'awei trovato in casadi don Genaro, feci i miei preparativi per un viaggio di sei o sette giorni. Partii, ma gii nel pomeriggiodel secondogiorno, d'istinto, mi fermai pressoI'abitazioncdi don Juan a Sonora. ParcheggiaiJa macchinae feci a piedi i pochi passichc mi separavanodalla casa.Li, con mia sorpresa,lui c'era. .. Don Juan! non credevodi trovarvi qui. " Sorrise;sembrdche il mio stuporelo divertisse.Era seduto vicino alla porta su un bidone del latte vuoto. Parevache fossestato ad aspettarmi.Mi salutdcomese finalmentefossi arrivato. Si tolse il cappellocon un comico $estodi omaggio.Poi se1orimisein testae mi fece il salutomilitare.Appoggiatoal muro, sedevasul bidone del latte come su una sella. o Stavo andandomenefino al Messico centraleper nullao dissi io. E poi sareidovuto tornarea Los Aog." les. Trovarvi qui mi ha risparmiatogiorni e giorni di viaggio.> In qualchemodo mi avrestetroVato" replicd enig" matico; <radesso perd mi sietedebitoredi queiseigiorni 27


che avresteimpiegatoper andarefin ll: giorni che dovreste usareper far qualcosadi pit interessante che schiacciareI'acceleratore. r, C'era qualcosadi seducente nel sorrisodi don Juan. La sua cordialiti era contagiosa. ..Dov'd la vostra roba per scrivere?oc-hiese. Gli dissi che I'avevo lasciatanell'automobile ; rispose che senzadi essanon sembravoio, e volle c"heI'andassi a prendere. o.Ho finito di scrivereun libro gli dissi. " Mi diede uno sguardolungo, strano, che mi fecc contrarre la bocca dello stomacocome se qualcosadi morbido mi avesseschiacciatoil petto. Ebbi I'impressione di cominciarea sentirmimale; ma poi lui gird il capo e stetti bene di nuovo. Volevo parlargli del mio libro, ma con un gestomi fece capiredre non desideravasapernenulla. Sorrideva. Era di buon umore,.accattivante,e subito comincid a farmi parlaredi cosesenzaimportanza,di gente,di quel che era successo. Finalmenteriuscii a dirigerela conversazionesu cid che m'interessava dawero. Dissi cheavevo ripresoin mano i.primi appunti,rendcndomiconto che lui, fin dall'inizio dei nostri rapporti, mi aveva fornito una descrizioncparticolareggiatadel mondo degli stregoni.Alla luce di quantomi avevadetto allora,io avevo cominciatoa dubitaredella funzionedelle piante allucinogene. .. Perchdmi avete fatto prendereper tanto tempo quclle piante potenti?> chiesi.

Sorrisee mormord

.. Perchd siete ottu-

sO D.

Capii subito, ma per esserepir) sicuro feci finta di non aver sentito bene. 28

.. Come avetedetto?n <,Lo sapetebenissimoD rispose e si alzd. Mi venne vicino e mi diede un colpeco sulla testa. c.Siete piuttosto lento > disse. .. E non c'era altro mea?-o per scuotervi.r, a Quindi nessunadi quelle piaqtc era assolutamente necessaria?rgli chiesi. o Nel vosro casolo era. Ma ci sono altri tipi di persone che non sembrano averne bisogno.> Si fermd vicino a me, fissando gli ultimi cespugli a sinistra della casa; poi si sedettedi nuovo e comincid a parlare di Eligio, I'altro suo apprendista.Disse che Eligio aveva preso delle piante psicotrope una volta sola da quando era con lui, e ora era forse ancor pit avanti di mc. .. Esseresensitivi, per certe persone,i una condizione naturaleo disse.oVoi non lo siete.Ma neanch'io.In ultima analisi, la sensitiviti conta molto poco.D oChe cosa conta, allora?r, Parve che cercasseuna risposta. .. Conta che il guerriero sia senza macchian disse alla 6ne. ., Ma questo 'd solo un modo di dirc, una scappatoia. Voi avete gii compiuto qualche operazione di stregoneria, e credo che sia venuto il momento di nominare la fonte di tutto cid che conta. Vi dird quindi che cid che conta pcr un gueriero d arrivare alla totaliti di Se SteSSO.D

cos'i la totaliti di se stesso,don Juan?> "Che <,Ho detto che I'avrei soltanto nominata. Nella vostra viti c'd ancora una quantiti di fili separati che dovrete legare insieme, prima che io possa parlarvi dclla totaliti di se stesso.> Qui pose 6ne alla nostra conversazione.Fece con lc

29


mani un gestoperchdsmettessidi parlare.Evidentemente doveva essercinei pressiqualcosao qualcuno.Piegd I'orecchio.Potevo la testa a sinistra,cornese tendesse vedereil bianco dei suoi occhi mentrescrutavai cespugli oltre la casa,a sinistra.fucoltd con attenzioneper qualche istante,poi si alzd, venneversodi me e mi bisbiglid all'orecchioche dovevamolasciarela casae andarea fare un giro. o Qualcosa che non va?r, chiesi,anc-h'ioin un bisbiglio. a No. Nicnte che non vau rispose. ..Va tutto benissimo.r,

Mi condussenel cbapanall desertico.Camminammo per quasi mezz'ora e arrivammo ad una piccola area

circolarc,spoglia di vegetazione,una radura che avri avuto un diametrodi dodici piedi, ove il terrenorossastro era battuto e perfettamentepiatto. Non v'erano perd uacce che una macchinaavesseripulito e spianatoquella zona.Don Juan sedettea terra nel mezzo,rivolto a sud-est.Mi indicd un punto a cinquepiedi da lui e mi dissedi sedermili, voltato verso di lui. oCosa siamovenuti a fare qui?" chiesi. ., Qui, n rispose.. abbiamoun appuntamentostanottâ‚Ź. l

Dando una rapida occhiatatutt'iirtorno, feceun grro su di sd finchâ‚Źsi ritrovd di nuovo con la faccia a sud-cst. I suoi movimcnti mi avevanoallarmato. Gli chiesi con chi avevamoappuntamento.

t "Macchia", in spagnolo.(N'd.T.)

30

o Con il sapere,, disse. c.Si pud dire cJreil sapereva in cerca di preda, da questeparti. D Non mi permise di proseguire il discorso traendo spunto dalla sua risposta enigmatica.Subito cambid argomento e mi esortd, amichevole, ad esserenaturale: a prendere appunti ed a chiacchierarecome avevamo fatto a casa sua. Cid che allora.soprattutto'mi assillavaera la vivida sensazionedi "discorrere" con un coyote: sensazione che avevo sperimentato sei mesi prima. Quel fatto voleva dire che ero riuscito per la prima volta a visualizzareo a percepire,mediantei miei sensie in stato di coscienza lucida, la descrizionedel mondo propria degli sucgoni, nella quale comunicare con gli animali per mezzo del linguaggio era cosa owia. o Non stiamo per affrontare alcuna esperienza di questo tipo r> disse don Juan dopo aver udito il mio problema. ., Non d opportuno che vi compiacciate di concentrare la vostra attenzione su awenimenti trascorsi. Possiamoaccennarvi,ma solo di passata.n <.Perch6,don Juan?o .. Non avete ancora sufficiente potere personale per andare in cerca della spiegazione degli stregoni, e ne evete ormai a sufficienza per scartare le spiegazioni comuni. > ..Allora c'i una spiegazionedegli stregonilt .( Certo. Gli stregoni sono uomini. Siamo creature pensanti. Cerchiamo di vedere chiaro.t <rAvevo I'impressione chc il mio grande difetto fosse di cercare spiegazioni.tr <tNo. Il vostro difetto i di cercare spiegazioni appropriate, che convengano a voi e al vostro mondo. E alla vostra ragionevoleaa che mi oppongo. Uno stre-

,r


gone spiega le cose nel suo mondo, ma non come voi. >> .. Come posso arrivare alla degli stregoni?o .. Accumulando potere personale. Il potere personale vi fari scivolare con la massima faciliti in un'area dove la spiegazionedegli stregoni d possibile.La spiegazione non d cid che voi chiameresteuna spiegazione;cid nonostanteessarende il mondo e i suoi misteri, se non chiari, meno terribili. Questa sarebbeI'essenzadi una spiegazione,ma non d cid che voi cercate.Voi seguiteil rifesso delle vostre idee. Gli.specchi deformanti li avete dentro, e il mondo deve adeguarvisi.n Persi lo slanciodi porre domande.Ma il suo sorriso mi esortava a continuare a parlare. Un altro argomento di grande importanzaera per me il suo amico don Genaro e lo straordinario effetto che le sue azioni avevano avuto su di me. Ogni volta che ero venuto in contatro con lui, avevo sperimentatole pii srranedistorsioni sensorie. Don Juan sorrise quando gliene parlai. ..Genaro i magnifico> disse.<Ma per ora non ha sensoparlare di lui o di cid che vi fa. Anche a proposito di cid, ripeto: non avere sufficientepotere personaleper disnicare questo argomento. Aspettate di averlo, e allora ne parleremo.rt .,E se non Io avrd mai?r, <.Se non lo avrete mai, non ne parleremo mai. > ., Al passocui sto andando, ne avrd mai a sufficienza? ,, chiesi. .. Questo dipende da voi >r rispose. <.Io vi ho dato tutte le informazioni necessarie.Ora sta a voi accumulare sufficiente potere personale per far inclinare la bilancia.o ,2

c State parlando per mctaforeD dissi. .. Ditemelo chiaro.Ditemi esattamente cosadevo fare. Se me I'avete gii detto, I'ho dimcnticato.n Don Juan ebbeun riso soffocatoe si sdraid con le bracciadietro la testa. <.Sapeteesattamente cid che vi serve,, disse. Gli risposi che talvolta credevodi sapcrlo,ma che per lo pit mancavodi fiducia in me. <Temo cjrestiateconfondendole coseu dissc.c.La fiducia in s6 del gucrrieronon d la fiducia in s6 dell'uomo comune.L'uomo comunecercace$ezzanegli occhi di chi ha di fronte, e chiama questo fiducia in s6. Il guerrierocercad'esseresenzamacchiaai propri occhi, e chiamaquestoumiltl. L'uomo comunei agganciatoagli uomini suoi compagni,menre il guerrieroi agganciato unicamentea se stesso.Forsestate inseguendoI'arcobaleno. Sietealla ricerca della fiducia in s6 dell'uomo comune, mentre dovete cercareI'umilti del guerricro.La differenzaaa le due d molto importante.La fiducia in s6 implica di saperequalcosaper cefto; I'umilti implica d'esseresenzarnacchianelle proprie azioni e nel proprio sentire.,, <.Ho cercato di vivere secondoi vostri consigliu dissi. Pud darsicheio non sia il meglio,ma sonoil me" glio di *.. E questoesseresenzamacchia?r, .. No. Dovete far di pii. Dovete andareoltre i vo)) stri limiti, sempre. o Ma sarebbefolle, don Juan. Nessunopud farlo.,, ., C'd una quantiti di coseche ora fate e che dieci anni fa vi sarebbero sembratefolli. Non sonoquestecose che cambiano.ma d cambiatala vostra idea di voi stesso;cid cheprima cra impossibile, ora d perfettamente nel masforpossibile,e forseil vostro completosuccesso ,,


marvi i solo questionedi tempo. In questafaccendaI'unico comportamenropossibileper il guerriero I agire concretamentee senzariserve.Voi sapetea sufficienza cosadevefare il guerriero,ma le vosrrevecchieabitudini stannocontro di voi. " Capivo cosavoleva dire. < Pensateche sgivere sia una dellevecchieabitudini che dovrei mutare?" chiesi...Devo distruggereil nuovo manoscritto? t rispose. Non Si alzd e si volsea gurdare versoI'orlo del cbaparal. Gli dissi d'aver ricevuto lettere di varie personele quali affermavanoche facevomale a scrivereintorno al mio apprendistato.Citavano come precedenteil fano che i maestridelle dottrine esoterichelrientaliesigevano segretoassolutosul loro insegnamento. < Forsequei maestrisi compiacevanod'esseremaestri > dissesenzaguardarmi... Io non sono un maestroi sono solo un'guerricro. Percidhon possoveramcntesapcre cid che sembrabene a un maestro.D .. Ma pud darsi che io riveli cose che non devo, don Juan.t < Non importa cid che uno rivela o tiene per s6n erispose. gli o Tutto cid chefacciamo,tutto cid chesiamo, poggia sul nostro porere personale.Se ne abbiamo a sufficienzaruna sola parola gertata a noi pud bastarea mutare il c<irsodelle nostre vite. Ma se non abbiamo sufficientepotere personale,il pin splendidobrano di sagger:,apud essercirivelato, e questarivelazionenon cambieri proprio nulla.o Abbassdla voce, come se stesseper dirmi qualcosa di molto confidenziale. .. Sto per dire forse il pin grande brano del sapere

che possaesserepronunciato, aggiunse... E ora vedrd quel che sapretefarne. .. Sapeteche in questoprecisomomentosietecircondato dall'eterniti?E sapetechepotcteusarcqucstaeterniti, se lo desiderate?o Dopo una lunga pausa,durantela qualecon un lieve movimentodegli occhimi sollecitd'adirc, io risposiche non riuscivoa capirele sueparole. L'eterniti d quilr, disse,indicandollorizzon"Qui! te.

Poi indicd lo zenith.oO qui, o forsepossiamodirc che I'eterniti d cosi. Spalancdle braccia,puntandone " una a est e I'altra a ovest. Ci guardammoin volto. Nei suoi occhi c'era una domanda. cosane dite?" chiesecon amabiliti insistita, "Che comese volessepersuadermia riflettere sullesueparole. Non sapevocosarispondere .. Sapeteche poteteestenderviper semprein ognuna delle direzioniche ho indicato?r aggiunse...Sapetcche ogni momentopud essereeterniti? Non i un indovinello; d un fafto, ma solo sevi impadronitedi quel momento e lo usateper prenderela totaliti di voi, pcr sempre, in ogni direzione.> Mi fissd. < Prima non possedcvate questosaperer dissesorridendo. .. Ora lo possedete.Ve I'ho rivelato, ma non nulla, perch6non avetesufficiente cambiaassolutamente potere personaleper utilizzarela mia rivelazione.Se perd avestesufficientepotere, le' sole mie parole vi basterebberopcr fare il giro della vostra totafid e per spostarnela parte essenziale di li dai confini in cui i contenuta. D

3t

li


Mi vennedi fianco e mi diedeun colpettocon le dita sul petto; fu un colpo lievissimo. <.Questi sono i confini di cui parlavo disse. Si " " pud uscirnefuori. Siamoun qualcosache sente,un qualcosa che i consapevole,iscatolato qui dentro. rt Con ambeduele mani mi diede una pacca sulle spalle. Notes e matite caddero a terra. Don Juan mise il picde sul notes, mi fissd e poi scoppid in una risata. Gli chiesi se si riferiva al mio prendere appunti. Rispose di no in tono rassicurantee sposrd il piede. <rSiamo esseri luminosi disse, scuotendo ritmica' mente la testa. .. E per un essereluminoso conta soltanto il potere personale.Ma se mi chiedete che cos'd il potere personale, devo rispondervi che la mia spiegazionc non lo spiega.Ed i lo stessoper tutte le altre vosrre domande. Non avete sufficiente potere personaleper andare in cerca di una completa spiegazione degli stregoni.o

Don juan guardd a ovest verso I'orizzontc e disse che c'erano ancora poche ore di luce.

"Dobbiamo

rimanerequi a lungo' spiegd.<.Quin-

di stiamo qui tranquillamente seduti o chiacchieriamo. Per voi non t naturale stare in silenzio, e allora chiacchieriamo. Questa radura d un luogo di potere e dowemo servircene prima di notte. Dovete starvene seduto qui, nel modo pii naturale.possibile,senzatimore o impazienze.Siccome sembra che per voi il modo migliorc di rilassarvi sia prendere appunti, scrivete purc quanto vi piace. aE adesso,immagino che mi parlerete del sognare.r, Il suo cambiamento improwiso mi colse imprepara-

to. Ripet6 la sua richiesta.C'era moltissimoda dire. "Sognare" era una delle fondamentali uniti pragmatiche

del suosistema,il qualeimplicavachesi coltivasscun pe-

culiare controllo sui propri sogni, al punto che le esperienze avute durante il sogno e quelle vissute durante la medesimavalenza Pragmatica. la veglia acquistassero Gli siregoni asserivanoche, a contatto diretto con il "sognare", non valesseropit i consueti criteri di differenziazione tra sogno e realti. La tecnicadel "sognare" di don Juan eraun csercizio consistentcnel ritrovare le proprie mani in un sogno. In altre parole, uno doveva deliberatamente sognare cid che si proponeva, e ritrovare le proprie mani nel sogno semplicimcnte sognando di sollevare le mani al livello degli occhi. Don Juan era solito informarsi di tanto in tanto dei miei progressinel "sognare", ma poi aveva smessocompletamenie. Il suo ultimo ammonimento era stato: I'ordine che ci si deve impartire, di ritrovare le proprie mani nei sogni, bisogna che sia tenue e asruto, non violento od ossessivo,e tuttavia molto insistente. Dopo anni di tentativi falliti, c'ero finalmente riuscito. Guardando all'indietro, mi era poi apparsochiaro che c'ero riuscito solo dopo aver acquistato un certo grado di controllo ragionevole sulla vita d'ogni giorno. Don Juan voleva conoscereora i punti salienti' Cominciai a raccontargli che molto sPessola difficolti di ordinare a me stessodi vedere le mie mani mi era sembrata insormontabile. Decine di volte ero stato sul punto di rinunciare. Tuttavia avevo continuato a insisterepercJr6,sotto la possentesuggestionedi don Juan, la prima volta che me ne aveva parlato avevo veramentesognato che mi stavo guardando le mani. Quel sogno era stato cosi vivido che mi era servito da incentivo. Don Juan mi aveva awertito che il primo stadio preparatorio, quello che lui chiamava la "fondazione del


sognare", consisteva in una lotta mortale della mcnte con se stessa,e che una parte di me avrebbe fatto ogni sforzo per impedirmi di raggiungere il successo.Poteva darsi, aveva detto don Juan, che nel corso della lotta talc parte di me mi provocasseperdite di pensiero,melanconia, o anche depressionetendente al suicidio. Non giunsi perd a tanto. La mia esperienza,piuttosto, finiva per volgersi al comico: ma il risultato non era meno frustrante. Ogni volta che stavo per vedere le mie mani in un sogno, accadeva qualcosa di straordinario; io cominciavo a volare, oppure il sogno diveniva un incubo, o semplicemente si trasformava in una piacevolissimaesperienzadi eccitazione del corpo; ogni cosa nel sogno diveniva di gran lunga pii vivida del "normale", e percid assorbiva terribilmente la mia attenzione. L'intenzione originaria di osservarele mie mani era sempredimenticata,nel contesto della nuova situazione. Una notte, inaspettatamente,trovai le mie mani nei sogni. $ognavo che stavo camminando per una strada sconosciutain una citti straniera, e d'improwiso sollevai le mani e me le portai dinanzi alla faccia. Sembrava che qualcosa dentro di me avesseceduto, permettendomi di osservare il dorso delle mie mani. Secondolc istruzioni di don Juan, non appenaI'immagine delle mie mani avessecominciato a dissolversio a mutare irr qualcosa d'alrro, avrei dovuto spostare lo sguardo dalle inani a qualsiasi altro elemento circostantc ncl sogno. In qtrel sogno, in particolare.spostailo sguardo dalle mani ad un edificio al termini della stiada. Quando I'immagine dell'edificio comincid a dissolversi, cercai di spostarelo sguardo nuovamente sulle mie mani, ma non riuscii pit a uovarle. Provavo I'esasperantesensazione di avere le braccia incollate ai fianchi. Erano pesanti e dolevano. 38

Don Jtran fu molto interessatodd mio resoconto. sentito o fatto doVolle saperecosaavevo esattamente po, nel sogno. Gli dissi chc mi ero scntito sconfitto. Ma poi una sensazione nuova si era impadronita di me, e invecedi svegliarmi,'come mi sarebbeaccaduto di consueto,avevo cominciato a fissareI'attenzionesu altri elementi circostanti,nel sogno. Il risultato finale era stato un'immagine composita,incrcdibilmentenitidi, di una strada desertain una qualcheciai stranierae'sconosciuta. Volle che continuassia riferirgli di altre esperienze del "sognare". Parlammo a lungo. Gli dissi dre la reale penetrazioneaccadeva,inawertitamente, quando cominciavoa scruterenel sognocid clre mi circondava. Secondola tecnicaconsigliatada don Juan,quandoI'immagine di ciascunelementocominciavaa mumre o a svanire,avrei dovuto'ricondurrele "sguardo" sulle mie mani. Trovavo, tuttavia, cheper me era pit facilescrutare le cosecircostantisenzafissarmisu di essetanto a lungo da giustificareil consuetodissolversidelle immagini. La tccnicadi scrutarele cosecircostantiprovocavaun effetto tremendonel mio "sognare". IJn sognocomunesi trasformavain immagini vividissime ncll'istante in cui cominciavoad osservarnegli elementi.Il denominatore comunefra tutti questisogni era che in cssipotevo agire con assolutocontrollo. Alla fine del mio resoconto,don Juansi alzd e si diresseverso i cespugli.Anch'io mi alzai. Ero nâ‚Źrvoso: ingiustificata,poich6 non c'era nulla che una sensazione suscitasse timore o ansia.Don Juan tornd dopo un attimo. Si accorsedella mia agitazione. <.Calmatevio disse, tenendomi il braccio con genuleua..


Mi fecesederee mi poseil notessulleginocchia.Mi esortda scrivere.Non dovevo turbareil luogo del potere con inutili sensazionidi timore o di esitazione. oPerch6sono cosi nervoso?t,chiesi. .. E naturale disse... Qualcosain voi d minacciato ' 'n. dalle vosue attiviti nelsognarc. Finch6non ci pensateva tutto bene. Ma ora che avete rivelato le vostre azioni, sieteli li pc venir meno. o Ogni guerrieroha il proprio modo di sognare. Ogni modo d diverso.L'unica cosacheabbiamotutti in comune i il fatto che ci giochiamodei tiri per costriirgere noi stessiad abbandonarela ricerca. La contromisurad persistere nonostante tutti gli ostacoli e le delusioni.>

Mi chiesepoi se ero capacedi scegliereargomenri per il "sognare". Gli risposi che non avevo la minima idea di comelo si potessefare. La spiegazionedegli stregonidel modo in cui sce" glierc nn argomentoper rl sognare,dissead dre un guerriero sceglieI'argomento,imponendosideliberatamente un'immaginc nella menre e facendo tacere il dialogo in-

terno. In altre parole, se i capacedi non parlare con se stessoe, anchesolo per un istante,afferra I'immagine o il pensierodi cui vuole sngnrrre,l'argomcnto desiderato verrl a lui. Sonocerto che I'avetefatto, anchese non ve ne rendevateconto.)) Ci fu una lunga pausa,poi don Juancomir''cidad annusareI'aria. Sembravaclre si soffiasseil naso; espird dalle narici ne o quattro volte, con gran f.ona.I muscoli dell'addomegli si contraevanoin spasmi,che dominava con brevi aspirazioni. < Non parleremopit del sognare r> disse.< Potreste esserneossessionato. Se si vuole riuscirein qualcosa,la riuscita deve arrivare dolcemente,con grande impegno, rna senzacostrizioneod ossessione. > 40

Si alzd e si diresseversoI'orlo dei cespugli.Si piegd in avanti e scrutd attentamente tra le foglie. Sembrava

che vi stesseesaminandoqudcosacon attenzione,ma senzaawicinarsitroppo. ..Cosa statefacendo?"chiesi,non riuscendoa trattenerela curiositi. Si voltd verso di me, sorrisee alzd le sopracciglia. <.I cespuglisono pieni di stranecose)) disserimettendosi a sedere. Il tono perfettamentecasualecon cui lo disse mi spaventdpii che se avesselanciatoun urlo. Notes e tnatita mi cadderodi mano. Lui rise,mi feceil verso,e disse che le mie reazioni esagerateerano una delle estremitl scparatâ‚Źche esistcvanoancoranclla mia vita. Volevo porre una domanda,ma non mi lascid parlare. <Rimanesolo pit poca lucer disse...Dovremo affrontare altre cose ancora,prima che sia giunto il crcpuscolg.r, Aggiunsepoi che, a giudicarcdalla mia attiviti nel "sognare", dovevo aver imparato a interromperea mia discrezioneil dialogo interno. Gli risposi di si. Al principio dei nostri rapporti, don Juan mi aveva spiegato un'altra tecnica: camminareper lunghi tratti senzaporre a fuoco 1o sguardosu nulla. Raccomandava di non fissaredirettamentenulla, ma, incrociandoleggermentegli occhi, dare un'occhiatageneralea ogni cosa. Aveva insistito, sebbeneallora io non lo capissi,sul famo che se si tengonogli occhi, senzaporli a fuo.o ,o nulla, versoun punto appenaal di sopradcll'orizzonte,d possibilecogliereogni cosanell'arcodi quasi180 gradi dinanzi a s6. Mi aveva assicuratoche questo esercizio era I'unico per riuscirea interrompereil dialogo interno.


Si informavasui miei progressi,comeper il "sognare",e poi aveva smessodi chiedermenenotizie. Raccontaia don Juan che avevo praticato per anni quella tecnica senzaverificare alcun cambiamento:del resto, non me ne aspettevoalcuno.Un giorno, perd, mi ero accortosconcertatod'aver camminatoper circa dieci minuti senzadire una sola parola a rne stesso. Dissi poi a don Juan che, in quell'occasione, mi ero inoltre reso conto che I'interrozionedel dialogo interno comportava qualcosadi pit della semplicesospensione delle parole rivolte da me a me stqsso.Tutto il mio processodel pensaresi era interrotto e mi ero rovato praticamentesospeso,fluttuante. Da questaconsapevolezza era nato un sensodi panico,per cui, comeantidoto, avcvo dovuto riprendereil dialogo interno. < Vi avevo detto che il dialogo interno d cid che ci fondao osservddon Juan.o Il mondo i cosi e cosi,o diverso,perchâ‚Źnoi parliamoa noi stessidel suo esserecosi e cosi, o in modo dlverso.rt Don Juan spiegd che il passaggionel mondo degli stregonisi apriva dopo che il guerrieroavevaimparatoa intemompereil suo dialogo interno. <.Mutare la' nostraidea del mondo d il punto cruciale della suegoner[a disse.o E interrompereil dialogo ' interno i I'unico modo per riuscirci. Il resto sonoparole vuote. Ora voi sietein grado di saperechenulla di quanto avetevisto o fatto, ad eccEzione delf interruzionedel dialogo interno, avrebbepotuto di per sd mutarequalcosa in voi o nellavostra idea del mondo. La condizionel, naturalmente,ihe quel mutamento non sia disturbato. Ora potete capire perch6un istruttore non deve pesare troppo sull'apprendista.Onerrebbesoltanto ossessione e fenomenimorbosi.r, 42

che avevo Mi chieseparticolaridi altre esperienze incontrato nell'interrompereil dialogo interno. Gli raccontai tutto cid che riuscivoa ricordare. Parlai a lungo. Divenne buio e non riuscivopit a prendereappunti senzadifficolti; dovevo prestareettenzioneallo scrivere,e questodisturbavala mia concentrazione. In qualche modo dovetti darne segno; don Juan se ne accorsee comincid a ridere. Dichiard che avevo compiuto un'altra operazionedi stregoneria,scrivcndo senzaconcentrarmi.Nelf istantein cui 1odisse,mi resi conto che effettivamentenon avevo prestatoattenzione all'azione di prendere appunti. Sembravaessere un'attiviti separata,con la qude non avevo nulla a che fare. Mi sentiistrano.Don Juanmi chiesedi sederevicino a lui nel centrodel cerchio.Dissec"heera troppo buio e che non sareipir) stato sicurose avessicontinuatoa rimanerecosi vicino all'orlo de| cbapanal.Un brivido di freddo mi passdper la schienae mi affrenai a spostarmi al suo 6anco. Mi fece metterecon la faccia a sud-este volle che ordirrassia me stessodi restarein silenzio,senzapensicri. Subito non ci riuscii ed ebbi un attimo di impazienza. Don Juan mi volse la schienae mi dissedi appoggiarmi alle suespdle. Aggiunseche,una volta eliminatii pensieri, avrei dovuto teneregli occhi aperti e fissarei cespu-, gli a sud-est.In tono misterioso,disseancheche mi avrebbe proposto un problema: se I'avessirisolto, sarci stato pronto per un altro aspettodel mondo degli stregoni. di qualenaturafosse'ilproblema. Chiesi'debolmente Ebbe un piccolo riso soffocato.Aspeaavola sua risposta, quandoin me qualcosasi spense.Mi sentivocomese fossi sospeso.Mi sembrdche dinanzi ai miei occhi fosse 4'


stato rimossoun ostacolo,e una miriade di rumori divenneroudibili nel cbaparra/.Ce n'erano tanti che non riuscivo a distinguerlisingolarmenre.Ebbi I'impressione di stare per addormentarmi, quando d'improwiso qualcosa attird la mia attenzione. Non era qualcosa che riguardasseil processodel pensare;non era una visione, n6 un aspetto di cid che mi circondava, e ruttavia la mia consapevolezzaera stara toccata dh qualcosa. Ero perfettamente sveglio. I miei occhi erano concentrati su un punto all'orlo del chaparral, ma io non sravo guardando, nd pensando,n6 parlando con me stesso.Le mie sensazioru srano nt erano cnlare chiare sensaztonl sensazionicorporee; per essenon c era bisogno di parole. Sentivo che stavo precipitando aftraverso qualcosadi indefinito. Forse sravanoprccipitando quelli che, in circosranzenormali, sarebbero stati i miei pensieri; in ogni caso, avevo la sensazioned'esserestato colto da una frana e di precipitare trovandomi alla sommiti di qualcosache cadeva come una valanga. Sentivo nello stomacoI'impeto della corsa. Qualcosami stava tirando nel chapanal. Riuscivo a distinguere di fronte a me la massabuia dei cespugli.Non era perd un'oscuriti indifferenziata, come sarebbe stata normalmente. Potevo vedere ogni singolo cespuglio, come se stessi guardandoli in un oscuro crepuscolo.Sembravanospingersi verso di me; la massa del fogliame appariva come un lembo nero flottante verso di me, come se fosse spinta dal vento, ma non c'era vento. Cominciai ad essereassorto nei suoi movimenti ipnotizzanti: c'era un'ondulazione pulsante che pareva spingere il fogliame sempre piri vicino a me. Notai poi una sagomapii chiara che pareva sovrapposta alle forme scure dei cespugli. Misi a fuoco gli occhi su un punto a lato della sagomapii chiara e potei scorgervi un'incandescenzaverde pallida. Poi 44

la guardai senza mettcrla a fuoco ed ebbi le certeua che la sagomapii cliara era un uomo nascostonel sottobosco. Mi uovavo in quel momento in uno stato di consapevolezzamolto particolare.Ero consapevoledi quanto mi circond?vae dei processimentdi che cid suscitavain me: tuttavia non stavo pensandoal modo consucto.Pcr esempio,quandomi resi conto che la sagomasovmpposta ai cespugliera'quella di un uomo, mi ricordai di un'alra occasionencl deserto; mi ero accorto, dlora, camminandodi notte per il cbalanal con'don Genaro, che un uomo era nascostofra i cespuglidietro di noi, ma nell'attimo in cui avevo cercatodi spicgarerazionalmenie il fenomeno,non ero pit riuscito a vedere I'uomo. Qirestavolta, perd, sentiidi avereil predominiosu di me Pcr un moe rifiutai di spiegareo di pensarealcunc-h6, mento ebbi I'impressionedi dovcr trattenereI'uomo e costringerloa rimanere dov'era. Sentii poi una strana sofferenzaalla bocca dello stomaco.Qualcosaparvc lacerarsidentro di me e non riuscii pit a mantenerctesi i muscoli del tronco. Nel precisoistantein cui mi lasciai andare,la forma scuradi un enormeuccelloo di un qualcontro di me che animde volantc mossepesantemcnte dal cbaparal. Era come sc ia forma dell'uomo.si fosse trasformatain quella di un uccello.Ebbi una netta e coscieniesensazionedi paura. Respiraiaffannosamente, lanciai un urlo e caddi sul dorso. Don Juanmi aiutd a rialzarmi.La suafacciacra vicinissimaalla mia. Rideva. .. Che cos'era?ngridai. Mi zini, mettendomiuna mano sulla bocca.Awicind le labbra al mio orecc"hioe mormord che dovevamo


lasciarela radura calmi e conrollati, come se non fosse successo nulla. Camminammofianco a fianco. Il suo passoera rilassatoe uguale.Un paio di volte si gird per guardarsi intorno rapidamente.Feci lo stesso,e ambeduele volte colsi I'immaginedi una massa.scura che sembravaseguirci. Udii diemodi me un grido forte e strano.Ebbi un attimo di puro terrore; i muscoli dello stomacomi si contrassero,le conrrazionidivennerospasmie crebbero d'indensiti, fino al punto da costringereil mio coqpo semplicemente a correre. Si poteva parlare della mia reazionesolo ricorrendo alla terminologiadi don Juan; bisognavadire c.heil mio corpo, in seguitoal terrore che avcvo provato, era capacedi eseguirecid che don Juanavevachiamatol"'andatura del potere", una tecnicache mi avevainsegnato anni prima, consistentenel correrenelletenebresenzainciampaleo farsi male. Non ero completamentecoscientedi cid che avevo fatto o di eomeI'avessifatto. D'improwiso mi ritrovai di nuovo nella casadi don Juan. Evidentementeanche lui aveva cbrso ed eravamoarrivati nello stessotempo. Accesela lampadaa petrolio, la appesea una trave dcl soffitto, e con indifferenzami disscdi sedermie di rilassarmi. Per qualcie minuto andai in su e in git, finch6 la mia agitazionefu un po' diminuita.Poi mi sedetti.Lui mi disseenqrgicamente di fare comese nulla fosseaccaduto, e mi diede il mio notes. Non mi ero accorto che, nelllansia di dlontanarmi dalla boscaglia,I'avevo lasciato cadere. Alla fine chiesi: cos'dsuccesso li fuori, don "Chc Juan?', 46

<'Avevate un aPpuntamentocon il saPerer)disse,facendo un cenno col mento verso I'orlo oscuro del cba'

parral desertico. Vi ho porteto li, perchâ‚Źprima avevo "

cdlto un indizio dcl sapereche andava in cerca di preda vicino alla casa.Potete dire che il saperesapevachc sareste venuto e vi aspettava.Anzich6 incontrarlo qui, ho riterruto meglio incontrarlo in un luogo di potere. Poi vi ho sottoposto a una prova per vedere se avevate sufficiente potere personale per isolarlo dal resto delle cose intorno a voi. Vi siete comportato bene.rn a IJn momento ! ,, protestai. a Ho visto la sagoma di un uomo nascosto dietro urt cespuglio, e poi ho visto un uccello enorme.n <,Non avete visto un uomo ! ,, disse con forza. o E ncppure avete visto un uccello. La sagomafra i cespugli e cid che i volato verso di noi era una farfalla notturna. Se volete esprimcrvi in modo preciso secondo gli stregoni, ma in modo molto ridicolo secondo il vostro linguaggio, potete dire che stanotte avevate un appuntamento con una farfalla notturna. Il sapered una farfalla notturna. D Mi guardd penetrante.La luce della lampada creava stranc ombre sulla sua faccia. Distolsi gli occhi. <,Forse avrete sufficiente potere personale per penetrare questo mistero stanotter> disse. .. Se non stanotte, forse domani; ricordate: mi dovete ancora sei giorni.r Don ]uan si alzd e andd verso la cucina, sul retro della casa.Presela lampada e la mise di fronte al ceppo corto che gli serviva da panca. Ci sedemmoper tetra, I'uno di fronte all'altro, e prcndemmo carne e fagioli da una pentola che egli aveva messoin mezzo. Mangiammo in silenzio. Di tanto in tanto don Juan mi lanciava occhiate furtive e sembrava che stesseper mettersi a ridere. I suoi


occhi eranodue fessure.Quandomi guardavadovevaaprirli un poco, e I'umidore delle corneerifletteva la luce della lampada.Sembravache sresse usandola luceper rifletterla comecon uno specchio.La facevagiocarejscuotendo impercettibilmentela testa ogni volta che fissava gli occhi su di mc. Il risultato era un affascinantescinrillio. Mi resi conto delle sue manovredopo che le ebbe compiuteun paio di volte. Ero convinto chestavafacendole con uno scopopreciso.Mi sentii stimolato a c.hicderglieneil motivo. <.Laragionec'i' disscrassicurante. cVi sto calmando con i miei occhi.Non vi sentirepii nervoso,vero?u Dovevo ammettereche mi sentivo perfettamcntc tranquillo. Lo scintilliorcgolaredci suoi occli non aveva nulla di minacciosoe non mi avevaaffatto spaventaroo infastidito. ..Comc fate a calmarmicon gli occhi?, driesi. Scossedi nuovo,impercettibilmente, la testa.Le cornee riflettevanola luce della lampadaa peuolio. ..Cercaredi farlo voi stesso, dissccon indiffeterrza, e preseun po' di cibo. a Potete calmarvi da voi. r, Cercai di scuoterela testa; i miei movimenti erano goffi. < Non riusciretea calmarvi muovendocosi la testa in su e in git> disseridendo. faretesolo vcnire mal "Vi di testa.Il segretonon d nello scuoterela tesra,ma nelle sensazioni che arrivanoagli ocdri dalla zonasotto lo stomaco. E qu.rta c-hefa ,.uot.r. la testa., Si fregd la zona intorno all'ombelico. Dopo aver finito di mangiaremi rivolsi verso un mucchiodi legnae di sacchidi tela, e cercaidi imitarelo scuoterela testa di don Juan. Questi parve divertirsi moltissimo.Rise banendosile cosce. 48

Poi un rumore improwiso intcmrppe la sua risata. Udii uno stranosuonoprofondo,comedi colpi su legno, che provenivadal chapanaLDon Juan proteseil mentb, facendomicenno di stare attento. E la piccolafarfalla notturnadre vi chiamar disse " con voce piatta. Saltai in piedi. Il suono ccssdalf istante. Guardai Egli feceun comicogesto don Juanperchdmi spiegasse. d'impotenza,stringendosinellc'spalle. D ag<.Non avete adcora esauritoI'appuntamento giunse. Gli dissiche mi sentivoindegno;forsesarebbestato meglio che me ne andassia casa,per tornare un'altra volta quandofossi stato pii forte. .. State dicendo delle assurditl scattd. .. Un guer" riero accettala suaparte, qualunquepossaessere,e la accettain assolutaumilti. Accettain umiltl cid cheegli i, e non ne fa motivo di rimpianto ma di sfida. .. Ciascunodi noi ha bisogno di tempo per capire questoconcettoe riuscirea viverlo pienamente.Io, per esempio,odiavo anchesolo sentir pronunciarcla parola "umiltl". Sono un indio, e noi indio.lsiamosemprestati la teumili, non abbiamomai fatto altro che abbassare al gueriero. sta. Pensavoche I'umilti non fosseadatta Mi sbagliavo! Adessoso cheI'umilti del guerrieronon i la testa I'umilti del mendicantc.Il guerrieronon abbassa dinanzi a nessuno,ma nello stessotempo non permettea la testa dinanzi a lui. Il mendicannessunodi abbassare te, invece, si butta in ginocchio e si umilia davanti a chiunquegiudichi superiore,ma nello stessotemPoPretendechechiunquegli sia inferioresi umilii davanti a lui. .. Per questovi ho detto prima che non Possosapere qucl che sembrabenea un maestro.Io conoscosoltanto 49

l i1

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I'umilti del guerriero,e questanon mi permetterlmai di schiavizzare o qualcuno. Restammopcr un momentoin silenzio.Le sueparole mi avevanoprovocatouna profonda agitazione.Ne ero turbato, e nello stessotempo mi sentivopreoccupatoper quello di cui ero stato testimonenel chapanal.Le mia convinzionecoscienteera che don Juan mi stesseingannando e sapesse cid che staveveralnenteaccadendo. Ero assortoin questeriflessioni quando il mcdesimo strano rumore battentemi riscossedai miei pe.nsieri. Don Juan sorrise,poi comincid a ridacchiare. ..A voi piaceI'umiltl del mendicanterdissepiano. <Abbassatela testa dinanzi'alla ragione.t <,Pensosemprcd'essereingannator dissi. .. i, questo il centro del mio problema.o ..Avete ragione.Voi sieteingannatonreplicd con un sorrisodisarmante.,.Il vostro problemanon pud bsserequesto.Il vero punto crucialedella faccendaI un altro: voi pensateche io sia uno di quelli chevi ingannano. Non d cosi?r, Si. Qualcosain me non mi lasciacrederechequan" to sta succedendosia reale.r, <.Avete di nuovo ragione.Nulla di quantosta succcdendo d reale.rt oChe cosavoletedire, don Juan?o o Le cosesono reali solo dopo che uno I riuscito a mettersid'accordocon alri sulla loro realti. Quanto accadestasera,per esempio,non pud essererealcper voi, perch6nessunopud concordarecon voi su di cid.r ., Volete dire che voi non potete vcderecid che accadc?r, ., Certo chelo posso.Ma io non conto. Io sonouno di quclli che vi ingannano,non ricordate?rt t0

Don Juan rise tanto da avcre un accessodi tosse. Il suo riso era amichevole,anc"hese si prendevagioco di me. <Non dovete dare troppa importanzaa tumele mie stupidagginin disserassicurante.c.Sto solo cercandodi farvi rilassare,e so che vi sentitca vostro agio.soltanto se vi trovate confuso.r Aveva un'espressione deliberatamentecomica, e ci mettenrmoa riderc tutt'e due. Gli dissi chele sueparolc mi rendevanopit apprensivoc.hemai. ..In ultima analisi, ho paua di tutto {ueSro.r <.Avetepauradi me?o chiese. .. Non di voi, ma di quello che rappresenrate. )) a Io rappresentola libeni del guerriero.Ne avete paura?t ., No. Ma ho paure-della grandiositl terribile dcl vostro sapere.Per me non c'd conforto,non c'd rifugio.r < State di nuovo confondendole cose.Conforto, rifugio, timore, sono tutte ubbie che avetc imparatosenza chiedervimai quanto valessero.E evidcnte.tt. i maghi ireri si sono gii, procurati tutta la vostra fedelti. > sono i maghi neri, don Juan?" "Chi < I nostri compagnisono i maghi neri. E poich6voi siete con ldro, anchevoi siete un mago nero. Pensateci un momento. Potete allontanarvi dalla via che hanno nacciatoper voi? No. I vostri pensierie le vostreazioni sono fissatiper semprenei loro termini. Questad schiavitt. Io invecevi offro la.liberti. La liberti i costosa, ma non ad un prezzo impossibile.Quindi, abbiatepaura di chi vi ha catturato:dei vostri maestri.Non sprecateil vostro tempo e il vosuo poteread aver paura di me.r Sapevo chc aveva ragione, e tuttavia, nonostante fossi sinceramente d'accordocon lui, sapevoche le abi-

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rudini di tutta la vita mi avrebbero incvitabilmente costretto a seguire la vecchia strada. Mi sentivo dawero schiavo. Dopo'un lungo silenzio, don Juan mi chiesesc mi sentivo abbastanza forte per un altro inconro con il saPere. .,Volete dire con la farfalla notturna?" gli chiesi, mez:Loper scherzo. Si contorse dalle risa. Sembrava che dvessi detto la cosa piil buffa del mondo. ., Cosa intendete veramente, quando dite che il sapere d una farfalla notturna?o chiesi. < Non voglio dire altro che quello n replicd. .. (fna 'afarfalla notturna i una farfalla notturna. Credevo che desso, con tutte le vostre qualiti, avreste avuto sufficiente potere per uedere.Voi invece averc aisto un uomo, e quello non cra un vero aedere., Fin dall'inizio del mio apprendistato, don Juan aveva presentatoil concetto di'"vedere" come un'altra delle uniti fondamentali del suo sistema. Non mi aveva mai indicato alcuna azione prdtica da compiere in questo senso, nla mi aveva ampiamentedescritto il "vedere". Per qunto avevo capito, si trattava di una specialecapaciti che era possibile sviluppare e che awebbe permesso di cogliere la natura "ultima" delle cose. Don Juan era stato estremamenteaccurato nel precisare i parametri di questo concetto. Aveva affermato che solo a confronto con il "vedere" la totaliti delle dcscrizioni degli stregoni, cosi come la nostra quotidiana, comune descrizione del mondo. si sarebberorivelate nul-

I'altro chepuri e semplicisistemi.Aveva sostenuto,quindi, che il "vedere" permettevaalla nosra percczionedi spingersioltre ogni descrizionee di cogliereun fenome-

Sccondo un'interessanteopinione che egli aveva sostenuto per anni, io davo I'impressioned'esserecapace di "'redere". Don Juan dichiarava che, senza saperlo, senzacercare di farlo, ero riuscito a ingannare alcuni dei suoi amici stregoni, i quali, in basea quelf impressione,si erano comportati con me corne se io. "vedessi". Avevo obiettato che, se i suoi amici smegonierano sotto ogni aspetto simili a lui, I'idea che io fossi in grado di ingannarli era veramente assurda. Mi aveva allora spiegato che uno stregone i soltanto un uomo il quale ha imparato ad esercitareuno specialecontrollo su di s6 e sul mondo poichd non d pii in contrasto con se stessoe con il mondo; ma questo non significa affatto che egli non possa sbagliarsi. Durante i vari anni dei nostri rapporti, m'ero fatto I'idea che quanto egli intendeva con "vedere" fosseuna percezioneintuitiva delle cose, una capaciti di capire qualcosaimmediatamente,o forse I'abiliti di vedere attraversole interazioni umane e di scoprireocculti significati e motivi. Direi che questa notte, davanti alla farfalla nottur" na, voi avete per meti guardato e per meti. aiston continud don Juan. ..In questacondizione,sebbenenon foste interamenteil vostro io consueto,efavate ancora capace di esserecompletamenteconscio, tanto da porre in atto il vostro modo di conoscereil mondo.rt Don Juan tacque e mi guardd. Non sapevo cosa replicare. .. Come attuavo il mio modo di conoscereil mondo?" chiesiin6ne. ..Il vosno modo di conoscereil mondo vi diceva che nei cespugli ci possono esseresoltanto degli animali

no non riducibile ad altro.

in agguatoo degli uomini nascostidietro le foglie. Ave-

t2


vate questo pensiero, e naturalmente dovevate trovare il modo di rendere il mondo conforme ad esso.r, < Ma io non pensavo a nulla, don Juan.o .. E allora non chiamiamolo pensare.E piuttosto I'abitudine di avere sempre il mondo conforme al nostro pensiero.Se non lo d, lo facciamo semplicementediventare tale. Non si pensa che le farfalle norturne siano grandi come un uomo; e quindi, per voi, quel che c'era fra i cespugli doveva essereun uomo. (( La stessacosa I accaduta con il coyote. Le vostre vecchie abitudini hanno determinato la natura anche di quell'incontro. Tra voi e il coyote c'd stato qualcosa,ma non era un colloquio. Io stessomi sono trovato nel medesimo imbarazzo. Una volta vi ho raccontato di aver parlato con un cervo, e voi avete parlato con un coyote; ma nâ‚Ź voi n6 io sapremo mai che cosa realmente accadde in quelle occasioni.> aCosa mi state raccontando, don Juan?" .. Quando la spiegazione degli stregoni mi divenne chiara, era troppo tardi per sapere cid che era accaduto fra me e il cervo. Dissi che avevo parlato con il cervo, ma non era stato cosi. Dire che avevo avuto un colloquio con il cervo era soltanto un modo di sistemarele cose per poterne parlare. Il cervo ed io abbiamo fatto qualcosa, ma a quel tempo avevo ancora bisogno di rendere il mondo conforme alle mie idee, propt'io come voi adesso. Per tutta la vita avevo parlato, proprio come voi; quindi le mie abirudini prevalsero e furono esteseal cervo. Quando il cervo venne da me e fece quel che fece, fui costretto a pensare che mi stesseparlando. rt <E questala spiegazionedegli stregoni?r <rNo. Questa d la mia spiegazioneper v_oi.Ma non i in contrasto con la spiegazione degli suegoni. n t4

Le sueparolemi gettaronoin uno statodi grandeeccitazionc intellettuale.Per qualcheminuto dimenticaila farfalla notturna che vagavain cercadi preda,e dimenti' cai perfino di prendereappunti. Cercai di riformulare quanto egli aveva detto, e iniziai con lui una lunga disulla natura rifessa del nostro mondo. Il monscussione do, secondodon Juan, doveva conformarsialle descrizioni di esso;le descrizionisi riflettevano,ed cra qqesto rifesso cid che noi chiamiamomondo. Don Juan spiegava,inoltre, che noi avevamoimparato ad enuarein rapporto con la nostra descrizionedcl mondo in termini di cid che egli definiva "abitudini". Gli sottoposi un alno vocabolo che mi sembravapit appropriato: intenzionaliti, cioi la proprieti della coscienzaumana graziealla qualeun oggetto i configurato o inteso. suscitavaidee ancor piri inLa nostra conversazione teressanti.Alla luce della spiegazionedi don Juan,il mio "parlare'l con il coyote acquistavacaratterenuovo. Io avevo concepitoil mio rappofto con il coyotc come un dialogo, poichdnon avevo mai conosciutoaltre formc di comunicazioneintenzionale.Ero quindi riuscito a conformarmi alla descrizione,secondola quale la comunicazioneha luogo medianteil didogo, e cosi avevo suscitato dalla descizioneun rifesso. Ebbi un momento di grande esultanza.Don Juan rise c dissec-heesserecosi commossodalle parole era un altro aspettodell'inganno in cui mi trovavo. Con una comicamimica, fece finta di parlaresenzaemetteresuoni. cTutti noi passiamoattraversole medesimedif6colti e i medesimiinganni dissedopo una lunga pausa. '

,t


Il solo modo di superarli d persisterenell'agire coms un " guerriero. I1 resto viene da s6, per forza propria.t cos'd il resto, don ]uan?rt "Che .. Il saperee il potere. I sapienti2 hanno I'uno e I'altro. E tuttavia nessunodi loro potrebbe dire come riusci ad averli: potranno solo dire che li hanno ottenuti agendo come guerrieri, e che ad un dato momento tutto e cambiato.r, Mi guardd. Sembrava indeciso, poi si alzd e disse che non mi restava altro che mantenere il mio appuntamento con il sapere. Sentii un brivido; il cuore comincid a battermi forte. Mi alzai. Don Juan mi fece un giro intorno, come per esaminareil mio colpo sotto ogni possibile angolo. Mi fece cenno di sedermi e di continuare a prendere appunri. .. Se sietetroppo spaventato,non riuscirctea mantenere I'appuntamento> disse. <.(Jn guerriero dev'essere calmo e padrone di s6, senzaperdere mai il controllo. o .. Sono veramente pieno di paura dissi. Farfalla " " notturna,'o cos'alffo sia, qui fuori tra i cespugli c'd qualcosa che va in giro in cerca di preda.o <.Certo che c'd ! , esclamd don ]uan. < La mia obiezione d soltanto che voi insistetea pensareche si tratti di un uomo, proprio come insistetea pensared'aver parlato COnun Coyote.D Una parte di me capiva benissimoquesto concetto; c'era perd in me un'altra parte che si rifiutava e, nonostanteI'evidenza,si aggrappavastrettamentealla "ragione". Dissi a don Juan che la sua spiegazionenon soddi2Ncll'originale nn of Nel linguaggioconsucto,"i sapienftnouledge. ti"; ma qui anche"gli uomini del sapere".(N.d.T.)

t6

sfacevai miei sensi,sebbenecon la menteio fossiPerfettamented'accordocon esse. E la peccadelleparoleD risposein tono rassicuran" te. <tLe parole ci costringonoscmPree sentirciilluminati, ma quando ci giriamo a fronteggiare il mondo non ci soccorronomai, cosi che finiamo per frcinteggiareil mondo comeabbiamosemprefatto, senzaluce. Per questa ragioneuno stregonecerce di agire,'anzidr6di pardel monlare, e a tal fine formula una nuova desc.rizione do: una nuova descrizionein cui il parlarenon i cosiimportante,e le nuove azioni esercitanonuovi rifessi.p Scdcttevicino a me, mi fissdnegli occhi e mi chiese di esprimerecid c"heavevo veramente"visto" nel cbalanal. Sperimentaiallora una singolareincoerenza.Io avevo visto la sagomasctra di un uomo, ma avevo anc-he visto quella sagomatrasformarsiin uccello.Avevo cioi assistitoa qualcosache andavaal di li di quantola mia di considerarepossibile.Ma anragionemi permettesse zich6 scartaredel tutto la ragione,qualcosain me avecomela va prcsceltoalcuni aspettidella mia esperienza, grtndezzac il contorno generaledella sagomascura, accettandoliquali possibiliti ragionevoli,e aveva eliminato alri espetti, come la uasformazionedella .sagoma scurain uccello.In tal modo mi ero convinto d'aver visto un uomo. Don Juanscoppiddalle risa quandogli manifestaila mia perplessiti.Dissc che prestoo tardi la spiegazione degli smegonisarebbevenutain mio soccorsoe chetutto si sarebbefatto perfettamentechiaro,senzadover essere ragionevoleo irragionevole. Nel frattempo,tutto quello che possofare per voi " d garantirvi che non si trattava di un uomon aggiunse. ,7


Lo sguardofisso di don ]uan diveniva snervante.Il mio corpo rabbrividiva involontariamente.Egli mi faceva sentire imbarezzatoe nervoso. a Sto cercandodei marchisul vostro co{po spiegd. " <rNon potete saperlo,ma questaseraavetesuperatouna prova, laggii. > tipo di marchistatecercando?o "Che <.Non veri e propri marchi fisici sul vostro corpo, ma segni, indicazioni nelle fibre luminosedell'essereumano, zone di splendore.Siamo esseriluminosi e tutto cid che siamo o tutto cid che sentiamoapparenelle nostre fibre. Pensavoche potesteesserecapecedi accorgerveneda solo. Se fossestato cosi, avrestenotato che gli umani hanno uno splendorepeculiaresolo ad essi. E I'unico modo di riconoscerlidagli altri esseriviventi luminosi. .. Se questanotte avesteuisto, avrestenotato che la sagomafra i cespuglinon era un essereluminoso.r, Volevo chiederedi pii, rtra egli mi zitti mettendomi una mano sulla bocca. Poi awicind le labbra al mio orecc}io e mormord che dovevo prestareascoltocon attenzionee cercaredi udire un leggerofruscio,il rumore delicato,attutito, di una farfalla notturnasullefoglie secche e sui rami. Non riuscivo a udire nulla. Don ]uan si alzd bruscamente,presela lampadae disseche ci saremmoandati a scderesotfo la ramada' sul davanti della casa.Mi fece rscire dal rero e girare intorno all'edificio, al limite del cbaparal, anzichâ‚Źatraversare la stanza c uscire dalla porta principale. Spiegd che era indispensabilerendere evidente la nostra presenza.Percorremmoun semicerchio intorno alla casa,dal lato sinistro.L'andaruradi don '"Pergolato"

t8

di rami, in spagnolo.(N'd.T.)

lenta, a passideboli e barcollanti. Juanera estremamente Il bracciovacillavareggendola lampada. Gli chiesise non stavabene.Mi strizzdI'occhio e sussurrdche la grandefarfalla notturna vagantein cerca di preda avevaun appuntamentocon un giovane,e che I'andaturalenta e fiaccada vecchio'servivaa indicarle nel modo pit evidentela personache essadoveva incontrare. Quando infine arrivammo sul davanti della casa, don Juanappesela lampadaa una trave e mi fecesedere con la schienacontro il muro. Lui sedettealla mia destra. ., Ce ne staremosedutiqui,o disseo e voi prenderete appunti e chiacchiererete molto normalmentecon me. La farfalla notturna che vi si d awicinata oggi si trova qui intorno, fra i cespugli.Tra un po' verri a guardarvi pii da vicino. Per questoho attaccatola lampadaalla trave proprio sopradi voi. La luce aiuteri la piccolafarfdla notturna a trovarvi. Quandoarriveri al limitare dei cespugli,vi chiameri. E un suono molto particolare.Il suono pud aiutarvi da solo.o tipo di suonod, don Juan?r' "Che < E un canto. Un richiamocostante,che d prodotto dalla farfdla notturna. Comunementenon lo si pud udire, ma la farfalla notturna laggit fra i cespuglid una farfalla rara; udirete chiaramenteil suo richiamo e, posto ''che voi siatesenzamacchia,rimarrl con voi per il resto della vostra vita.n ..In che modo mi aiuteri?rt ., Questa notte state cercandodi terminarecid che una volta avete cominciato.Vederee sognareaccadono soltantose il guerrierod capacedi interrompereil dialo- - I go interno. Infatti, come vi ho detto, I'interruzionedcl t9


dialogo interno i la porta aperta verso il mondo degli stregoni. <tOggi, laggin fra i cespugli, avete interrotto il dialogo con voi stessoquando I'avete voluto. E averc aisto. Cid che avete aisto non era chiaro. Pensavateche fosse un uomo. Io dico che cra una farfalla notturru. Nd voi n6 io siamo nel giusto, ma d per questo che dobbiamo parlare. Io sono in vantaggio perchâ‚Źaedomeglio di voi e perch6 la spiegazione'deglistregoni mi i familiare; per qucsto io so, sebbenenon sia affatto preciso dir cosi, chc la sagoma aista da voi stanotte era una farfalla notturna. .. E adessorestate zitto e senza preoccuparvi, e lasciate che la piccola fafialla notnuna torni da voi. > Facevo fatica a prendere appunti. Don Juan rise e mi sollecitd a scrivere come se nulla mi assillasse.Mi toccd il braccio e disse che scrivere era per me il migliore scudo protettivo. a Non abbiamo mdi parlato delle farfalle notturne ), continud. < Fino ad oggi, non era il momento. Come gii sapete, il vostro spirito non era equilibrato. Per contrastare questo squ.ilibrio vi ho insegnato a vivere al modo del guerriero. IJn guerriero parte con la certeza che il suo spirito non sia equilibratoi poi, vivendo in assoluto controllo di s6 e consapevoleziLa, ma senza fretta, senza costrizione, fa in tutto e per nrtto del suo meglio per ottenere quell'equilibrio. Nel vostro caso, come nel caso di ogni uomo, lo " squilibrio era dovuto alla somma complessivadi tutte le oottr. azioni. Ma ora il vostro spirito sembra esserenella luce giusta per parlare delle farfalle notturne. )) a Come facevate a sapereche questo era il momento giusto per parlare dclle farfalle notturne?r, .. Quando siete arrivato ho cdlto un'immagine rapi60

da della farfalla notturna che va in giro'in cercadi prcda. Per'la prima volta era amichevole,propizia.L'avevo gii vista prima, sulle montagneintorno alla casadi Genaro, ma allora era soltanto un'immagineminacciosa, che rifetteva la vosua mancanzadi ordine. " In quel momentoudii uno strano suono.Era come lo scricchioliosmorzatodi un ramo sfregatocontro un altro, o comeil banito di un piccolo motorein lontananza. Mutd scala,comeil suonodi uno strumentomusicale, creandoun misteriosoritmo. Poi cessd. < Era la piccola farfalla notnuna dissedon Juan. ' o Forse avetegii notato che, scbbenela luce dclla lampada sia abbastanzaviva da attirare le farfalle notturne, non gliene vola intorno neppureuna.D Non vi avevoprestatoattenzione,ma dall'istantein don cui ]uan me lo fece notare mi accorsianche dclI'incredibilesilenzioche rcgnavanel desertointorno alla casa. .. Non siatc inquietou dissecalmo don Juan. .. Non c'i nulla al mondo che un guerrieronon possaaffrontare. Vedete: un guerrierosi consideragii morto, per cui non ha nulla da perdere.Il peggio gli i git accaduto, quindi .gli d lucido e calmo; a giudicaredai suoi atti o dalle sue parole, nessunosospetterebbe clre sia stato te> stimonedi alcunchâ‚Ź. Le paroledi don Juan,e soprattuttoil suo tono, mi tranquillizzarono.Gli dissi cire nella vita di ogni giorno non mi accadevadi provareun simile terrore ossessivo, ma che il mio corpo era travolto dal panico al pensiero di cid che si trovava laggit nel buio. <rLaggit c'i solo il sapcretr dissein tono sicuro.n Il saperefa paura;certo; ma se un guerrieroaccettala natura impaurcntedel sapere,ne annullala terribiliti. r 6l


Lo stranorumorebattentesi ripet6.Sembrdpit vicino e forte. Ascoltavocon la massimaattenzione.Quanto pit mi concentravo su di esso,tanropii mi riuscivadifficile determinarne la natura.Non sembravail richiamodi un uccelloo il grido di una belva. Il tono di ogni battito era intenso e profondo; alcuni risuonavanoin chiave bassa,altri in chiavealta. Avevano un ritmo cd una durata specifici:alcunieranolunghi, li udivo comesingoli, vivi richiamidi un uccello;alri eranobrevi e risuonavano vcloci I'uno dopo I'altro, .comeuna miragliatrice. .. Le farfallenotturnesonoi messaggeri o, meglioancora, i custodi dell'eterniti> dissedon Juan dopo che il suono fu cessato. Per qualcheragione,o per nessuna " ragione,sono i depositaridella polvere d'oro dell'cterniti - la larparina de la enmidad." Quella metafora mi era ignota. Gli chiesi di spiegarmela. Le. farfalle portano sulle ali una polvere disse. " ', .. tfna polvered'oro scuro; io la chiamo "porporina". )) Questapolverei la polveredel sapere. La suaspiegazione avevaresola metaforaancorapiri oscura.Esitai per un momento,cercandole parole pii adatte per formularcla mia domanda.Ma egli riprese a parlare. o Il sapered una cosa molto particolarep disse. Specialmenteper un guerriero.Per un guerrieroil sa" pere d qualcosache d'improwiso arriva, inghiotte, e passaoltre.o o Cos'ha a che fare il saperecon la polveresulle ali delle farfalle?r, chiesi dopo una lunga pausar ..Il saperesi spandecomegranellidi polvered'oro, la stessapolvere che copre le ali delle farfalle. Dunque, 62

per un guerriero, sapcre I come ricevere su di s6 una pioggia di granelli di polvere d'oro scuro.D Con la maggior gentilezza di cui ero capace gli obiettai che le sue spiegazioni mi avevano confuso ancora di pit. Rise e mi assicurd che stava parlando in modo perfettamente chiaro: solo la mia ragione non mi permetteva di capire. .. Le farfalle notturne sono state intime amiche e aiutanti dcgli stregoni da tempo immemorabile o disse. o Non avevo affrontato prima qucsto argomento, data la vostra mencanza di preparazione.u < Ma come pud la polvere sulle loro ali essere il aapere?r, .. Vedrete. ,, Mise una mano sul mio notes e mi disse di chiudere gli occhi e di restare-in silenzio,senzapensieri.Disse chc il richiamo della farfalla notturna ne| chaparral mi sarebbe venuto in aiuto. Se gli avessi prestato attenzione, mi avrebbe parlato di eventi imminenti. Sottolined che egli stessonon sapeva come si sarebbestabilita la comunicazione tra la farfalla notturna e me, ni in quali termini. Mi sollecitd ad esserecalmo e fiducioso, ed a contare sul mio personalepotere. Dopo un momento iniziale di impazienze.e nervosismo, riuscii ad arrivare al silenzio. I miei pensieri diminuirono di numero, finchd la mente fu perfettamente vuota. I rumori de| cbapana/ desertico parvero avere di nuovo sfogo, quando fui piil calmo. Lo strano suono che don fuan diceva prodotto da una farfalla notturna si ripet6. Fu percepito come una sensazionedal mio corpo, non come un pensiero dalla mia mente. Mi accorsiche non era affatto minacciosood ostile. Era dolce e semplice.Era come il richiamo di un 6'


bambino. Mi riportd la memoriaa un bambinoche conoscevouna volta. I suonilunghi mi ricordavanola sua testarotonda,bionda, e i suonibrevi c rapidi il suo riso. Fui oppressodal sentimentopiri angoscioso,eppurenella mia mentenon c'eranopensieri;sentivoI'angoscianel co{po. Non riusciipit a star sedutoe scivolaia terra, sul fianco. La mia triste:zza era talmenteintensache cominciai a pensare.Esaminaila mia pena e il mio dolore, e d'improwiso mi scoprii nel mezzodi un dibattito interno a proposito di quel bambino. Il suono battente era cessato.Avevo gli occhi chiusi.Udii che don fuan si alzava e poi sentii che mi aiutavaa rimettermi a sedere. Non avevo bisogno di parlare.Egli non disseuna parola. Lo udii muoversivicino a me.Aprii gli occhi; si era inginocchiatodavanti a me e mi stava esaminandoin volto, tenendo vicinissimala lampada. Mi ordind di metterele mani sullo stomaco.Si alzd, andd in cucinae portd un po' d'acqua.Me ne versduna parte sul volto; il resto me 1o diede da bere. Si sedettevicino a me e mi diede il notes.Gli dissi che il suonomi avevauascinatoin una speciedi sognoestremamentePenoso. c.Vi lasciateandareoltre i vostri limiti tr dissesecco. Parve immergersinel pensiero,come se stessecercando il consigliogiusto da darmi. < Per questanotte il problema i di aedereuna persona umana dissefinalmente.a Per prima cosadovete ' interrompereil dialogo interno, poi dovete fermareI'attenzionesull'immaginedella personache volete aedere: ogni pensieroche si affermanellamentein stato di silenzio d propriamenteun ordine, poich6 non ci sono altri pensieriche garegginocon esso.Questanorte la piccola farfalla notturna fra i cespuglivuole aiutarvi, quindi can64

teri per voi. Il suo canto porteri i granelli d'oro e allora aedretela persona che avete scelto.r, Avrei voluto conoscerepir) particolari, ma egli fece un gesto brusco, af6nch6 cominciassi. Dopo aver lottato qualche minuto per interrompere il dialogo interno, giunsi al completo silenzio interiore. Poi deliberatamenteevocai il rapido pensierodi un mio amico. Tenni gli occhi chiusi per quello che credettf fosse solo un istante e poi mi resi conto che qualcuno mi stava scuotendo per le spalle. Fu una lenta percezione.Aprii gli occhi e scoprii che giacevo a terra sul fianco sinistro. Evidentemente ero caduto in un sonno .cosi profondo che non mi ero accorto di scivolare giri. Don Juan mi aiutd a rimettermi a sedere.Stava ridendo. Imitd il mio russaree disse che se non I'avessevisto con i suoi occhi non avrebbe creduto che uno potessepiornbare addormentato cosi in fretta. Lascid caderele sue parole senza perere, come se fossero un commento innocente; disse che il mio repertorio di trucchi era formidabile e che era un piacere per lui starmi intorno mentre dovevo fare qualcosa che la mia ragione non capiva. Spinse lontano da me il notes e disseche dovevamo ricominciaretutto da capo. Eseguii i passagginecessari.Lo strano suonobattente si ripet6. Questa volta, perd, non veniva dal chaparral: sembravapiuttosto aver luogo dentro di me, come se fosseprodotto dalle mie labbra, o dalle gambe, o dalle braccia. Ben presto il suono mi inghiotti. Ebbi la sensazione che palle morbide partissero dal mio interno oppure fossero scagliate contro di me; era la sensazione calmante, deliziosa, d'esserebombardato da pesanti bioccoli di cotone. D'improrviso udii che una porta si spalancavaper una raffica di vento, e mi accorsiche sta-

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vo di nuovo pensando.Credetti d'aver fallito un'altra volta. Aprii gli occhi e mi trovai nella mia stanza.Gli oggetti'sultavolino eranocomeli avevolasciati.C'era la porta aperta; fuori soffiava un forte vento. Mi attraversd la mente il pensieroche avrei dovuto chiudereil riscaldatoredell'acqua.Udii poi batterealla finestra scorrevoleche avevo montato io stessoe che non combaciavabene con I'infisso. Era un battito furioso, come se qualcunovolesseentrare.Fui scossodalla paura. Mi alzai dalla seggiola.Sentii qualcosache mi trascinava. Gridai. Don Juanstavascuotendomiper le spalle.Gli riferii eccitatola mia visione.Era stata cosi vivida che rabbrividivo. Avevo la sensazione d'esserestato un attimo prima al mio tavolino, nella mia piena forma corporea. Don Juanscossela testaincreduloe dissech. .ro un genio dei tnrcchi. Non sembravaimpressionatoda quanto gli avevo racconteto:lo scartdrecisamente c mi ordind di ricominciaretutto da capo. Mi fu estremamentedifficile far tacere i pensieri. Poi udii giungere del cbapartalil suonomisterioso,che mi aiutd a raggiungereil silenziointeriore. PoichdI'interruzione del dialogo interno comportava anchc una sospensioncdell'interpretazione.sensoria, percepivo il suonocomese arrivasscdalle profonditi di me stesso.Il suono mi giungeva,come aveva detto don Juan, sotto forma di una pioggia di granelli d'oro. Non li percepivo come particellepiaae o fiocchi, secondola descrizione di don Juan,ma piuttosto comesferette.Fiottavanoverso di me. Una'di essescoppid,aprendosi,c mi riveld un'immagine.Era come se si fossefermata e dischiusa dinanzi ai miei occhi, rivelando uno strano oggetto. Sembravaun fungo. Lo stavoguardandocon attenrione, 66

e cid che provavo non cra un sogno.L'oggetto fungiforme rimaseimmutato nel mio camPo"visivo", poi spari comesela lucechelo illuminavafossestatasPenta.S.gui un'interminabileoscuriti. Provai un tremitor uno scuotimento sconvolgente,e poi ebbi I'improwisa percezione d'esserescrollato. D'un tratto ripresi i sensi.Don Juan cd io lo stavo fissanmi stavascrollandovigorosamente, in do. Dovevo aver aperto gli occhi quel momento. in viso. 11freddo dell'acqua Egli mi gettd dell?acqua era molto piacevole.Dopo un momento di pausa,don Juan volle sepereche cos'eraaccaduto. Gli raccontai ogni particolare della mia visione. Don Juan spiegdche gli stregoniavevanoimparatoa utrlizzarecertc condizioniesistentiin tutti noi, e che il tipo di "vedere" che io stavo imparandoaveva semplici applicazionipratiche. .. Ma che cosa ho aisto?> c-hiesi. .. Il vostro amicon,rispose. Risi e gli spiegaipazientementeche avevo "visto" una figura fungiforme, un piccolo oggetto, lungo circa un piede. Scbbenenon disponessidi termini di confronto per valutarele suedimensioni,avevo a\nrtola generiche fossedi quella grandezza. ca sensazione contava. Don Juan sottoline6che solo la sensazione Disse che le mic sensazionierano lo stnrmentodi misura che valutava lo stato dell'esseredel soggeao "visto" da me. Dalla vostra descrizionee dalle vostre sensazioni " devo concluderectre il vostro amico dev'essereun'otti' D ma Persona. Restaiconfusodalle sue parole. Don Juan spiegoc.heI'immagine fungiforme era la dcgli csseriumani quandouno stregosagomaessenziale


ne li "vedeva" nelle condizioni in cui io avevo operato; ma se lo stregone aveva direttamente di fronte la persona che stava "vedendo", la qualiti umana di quest'ultima appariva come un ammasso,a forma di uovo, di fibre luminose. r, Non avevate di fronte il vostro amico o disse. < Quindi egli appariva come un fungo. > d cosi, don Juan?o "Perchâ‚Ź ., Nessunolo sa. E semplicementeil modo in cui gli uomini appaiono in questo particolare tipo di uedere.> Aggiunse che ogni caratteristica dell'immagine fungiforme aveva un significato speciale,ma che per un principiante era impossibileinterpretarecon esattezzatale significato. Ebbi allora un'interessantereminiscenza.Alcuni anni prima, in uno stato di realti non consuetaprovocato dall'uso di piante psicotrope,avevo avuto I'esperienzao la percezione,fissandoun corso d'acqua, di uno sciame di bolle che flottavano verso di me e mi inghiottivano. Le bolle dorate che poco prima avevo 'bisto" avevano flomato verso di me e mi avevano inghiottito nello stesso identico modo. I due sciami mi sembravanoavere la stessastruttura e lo stessoaspetto. Don Juan prestd ascolto a questemic considerazioni. senzamostrareinteresse. r, Non sciupateil vostro potere in sciocchezze >r disse. ( Avete a che fare con quell'immensiti laggit. " Indicd con un gestoil chapanal. .. Sto cominciando a considerareil vostro inganno come un grande risultato> prosegui.<.Ma d una vittoria superficiale.Tradurre in ragionevolezzala magnificenza che d laggii, non vi servea niente.L'eterniti d qui, ci cir68

conda. Ridurla in una facile assurdid i mesclrinoe assop lutamentedisastroso. Insistettepoi perchâ‚Źio tcntassidi "vedere" un'altra che, trna personatsceltafra i miei conosccnti.'Aggiunse volta conclusala visione,avrei dovuto sforzarmidi riaprire gli occhi da solo e di riaffiorarealla pienacoscienza di quanto avevo intorno, Riuscii a "vedere" un'altra immagine fungiforme,

ma mentrela prima era stata giallastrae piccola,questa apparivaora biancastra,pit grandee contorta. Mentre finivamo di parlaredelle due forme cheavevo "visto", la "farfalla notnuna ua i cespugli"c-hefino a poco prima era stataper me cosi atterrenteavevaPerso la suatenibiliti. Dissi a don Juancheero stupito di possedereuna tale faciliti di eliminarein fretta qualcosadi tanto misteriosoe inquietante.Mi sembravadi non essere quell'io che conoscevo. .. Non capisco.perch6 ve ne stupiatetanto n disse don Juan. .. Ogni volta che il dialogo interno si interrompe, il mondo sprofondae affioranostraordinarie sfaccettaturedi noi, come se fossero.statefino a quel momento tenute nascosteddle nostre parole. Voi siete cosi come siete poichi vi dite chc siete appunto cosi. o Dopo una breve pausa, don Juan mi sollecitd a continuarc a "chiamare" degli amici. Disse che I'importante era sforzarsi di "vedere" piil volte possibile, in modo da fornire una traccia precisa alie sensazioni. "Chiamai" irentadue persone, I'una dopo I'altra. Une degii aspetti suaordinari di tutta quell'operazione consistevanel fatto che, a un dato momento, egli si univa a me nella mia esperienzasoggettiva. Quando gli chiesi di spiegarmelo, si rifiutd recisamentedi parlarne. Dopo ciascuno dei tentativi preliminari, mi aveva 69


domandatoun resocontoaccuratoe particolareggiatodi tutto cid che avevopercepitodurantJla visione.A po.o a pocg, tuttavia, mutd comportamento,quando cominciai a ripeterecon maggioresicurezzala prova: ero ormai capacedi interrompereil dialogo interno nel giro di pochi secondi,di riaprire gli occhi da solo al terminedi ciascdnaesperienza,e di riprenderele attivitr normali senzaalcunatransizione.Mi resi conto di questosottile mutamento mentre stavamo discutendola colorazione delle iqrmagini fungiformi. Egli avevagii precisatoc-he quanto io chiamavocolorazioneera non un vcro colore, ma uno splendoredi varia intensiti. Stavo per descrivergli uno splendoregiallasro che avevo "visto", quando mi intemrppe e mi descrisseaccuraramente proprio cid che avevo "visto". Da quel momento discusseil aorrt.nuto di ciascunavisione non come se I'avesseappreso dalle mie parolc, ma come se avesse"visto" egli itesso. Volevo annotare sirll'istdnte-unasorta di catalogo dei colori; mi fecedesistereda questaidea, spiegrndoiri che cid che imponava era la sensazione di splendorcevocata in s6. Dissechelo stessofurgo potevapresentare diversi splendori in momenti diversi, e che I'unica cosa importanteera la sensazione provata a quello splendorb. Durante i miei rentadue tentativi di "vedere" cbbi varie occasionidi confermarequmro egli sosteneva:il medesimospldndore,in personediverse,producevasensazioni diverse.Alla fine avevo anchecrpito che le di: mensionie la .forma delle immagini fungiformi non irano solidali con le sensazioniche evocavano. Quando ebbi finito di "chiamare" le trentaduepersone,mi resi conto di aver "visto" tutta una varietl di immagini fungiformi, e di splendori,e d'aver awro ver_ 70

so di essisensazionimolto diverse,dal deliziosopiacere all'assolutodisgusto. Don Juanspiegdchegli uomini eranopieni di configurazioni,le quali divenivanoevidenti nclle loro immagini fungiformi; questeconfigurazionipotevano essere desideri,problemi,dolori, preoccupazioni, e cosi via. Affermd che solo uno suegoneprofondamentepotenteera irr grado di riconoscereil significatodi tali configurazioni, e che io dovevo accontentarmidi vederesoltantola forma generaledegli uomini. Ero stanchissimo. C'era infatti qualcosadi estenuantein quellesmaneforme. Avevo una sensazione generaledi nausea.Non mi piacevano.Mi facevdnosentire intrappolatoe condannato. Don Juan mi ordind di scrivere,per dissiparecosi la mia sensazione tetra. E dopo un lungo intcrvallo di silenzio mi chiesedi "chiamare" personeche lui awebbe scelto. Affiord una nuova seriedi forme. Non eranofu"giformi, ma assomigliavano, piuttosto, all'ecoppencgtpponesiper il saft6,capovolte.Alcune avevanouna sorta di testa, simile al piede delle coppetteper i sak6; elve eranopit sferiche.Questeforme eranoestremamente attraenti e pacificanti.Percepiiin esseuna qualchesensazione di feliciti, che era loro intrinseca.Irrompevano con una lieviti contrappostaalla pesantezza terrestredi quelle del gruppo precedentc.In qualchemodo, pcr il fatto stessodi esserci,alleviavanola mia fatica. Tra le personescelteda don Juan c'era il suo apprendistaEligio. Quando "cliamai" la visionedi Eligio subii una scosseche mi tressefuori dallo stato visionario in cui mi trovavo. Eligio avevauna lunga forma bianca che sobbalzavae sembravagertarsiverso di me. Don 7l


Juan spiegd che Eligio era un apprendista di grande talento e senzadubbio si era accorto che qualcuno lo stava "vedendo". Un'altra persona scelta da don Juan fu Pablito, I'apprendista di don Genaro. La scossache provai alla visione di Pablito fu ancoia pit fone di quella subita alla visione di Eligio. Don Juan rise a tal punto che le lacrime gli scesero sulle guance. <.Perch6questepersonehanno una forma diversa?tt chiesi. .. Hanno maggiore potere personale> rispose. o Come avete notato, essenon sono inchiodate alla terra. t .. Che cosa ha conferito loro questa Ieggereza? Sono gii nati cosi?> oTutti noi rtasciamo cosi leggeri e liberi, ma diveniamo poi inchiodati alla terra. Siamo noi che ci rendiamo cosi. Si pud dire forse che questepersonehanno una forma diversa poich6 vivono da guerrieri. Ma non d importante, adesso.E importante, invece, il fatto che adesso voi siete sul limite. Avete "chiamato" quarantasette persone,e ve ne resta solo una per completare il numero quarantotto, il numero originario. > Ricordai in quel momento che, anni prima, quando discutevamo della stregoneria del grano e della divinazione, don Juan mi aveva detto che uno stregone possiede quarantotto chicchi di grano. Non mi aveva mai spiegato perch6. Glielo chiesi di nuovo: quarantotto?o "Perchd o Quarantotto d il nostro numeroo disse. < E cid che ci rende uomini. Non so perch6. Non sciupateil vostro potere in domande stupide.o Si alzd e stird le braccia e le gambe. Mi disse di imi72

tarlo. Mi accorsichein cielo,versoest,c'erauna sfumaforte da assomigliare al tura di luce, ma non abbastanza crepuscolo.Ci sedemmodi nuovo. Don Juan si piegd verso di me e awicind le labbra al mio orecchio. .. L'ultimo che dovete "chiamare" i Genaro,lui in persona>sussurrd. Provai un'ondata di curiositi e di eccitazione.Eseguii rapidamentele operazioiripreliminari. Lo strano suonodal limitare del chaparal si rifece vivido e acquistd nuova fona. Lo avevoquasidimenticato.Le bolle do' rate mi flottarono intorno, poi in una di essevidi don Genaro.Stava dinanzi a me, tenendoil cappelloin mano. Sorrideva.Aprii subito gli occhi, e stavo per parlare a don J*n; ma prima che potessidire una parolail mio co{po si irrigidi comeun bastone; mi si drizzaronoi capelli e per un lungo istantenon seppi cosafare o dire. Don Genaro stava dritto dinanzi a me. In persona! Mi volsi verso don Juan; somideva.Poi entrambi scoppiarbn'oin una risata gigantesca.Anch'io cercai di ridere. Non mi fu possibile.Mi alzai. Don Juan mi porseuna scodellad'acqua.La'bewi Pensaiche mi avrebbesPruzzatoacautomaticamente. qua sul viso. Invece tornd a riempirela scodella. Don Genarosi graad la testae mascherdun sorriso. don Juan. c.Non andatea salutareGenaro?n c.hiese Feci un enormesforzoper controllarei miei pensieri e le mie sensazioni.Finalmenteriuscii a mormorarerln saluto verso don Genaro.Egli fece un inclino. <<Miavetechiamato,no?n chiesesorridendo. Bisbigliai qualcosaciria il mio stuperenel riuovarlo li davanti. ..Voleva chiamarvi> intervennedon Juan. 7'


< Bene, sono qui r mi disse don Genaro. q Cosa possofare per voi?t A poco a poco la mia mente parve tornare a funzionare in modo normale, e d'improwiso ebbi un'intuizione. I miei pensieri erano chiari come cristallo e io "sapevo" cosa era realmente accaduto. Immaginai che don Genaro fossevenuto a far visita a don Juan: non appena aveva sentito awicinarsi la mia automobile, don Genaro era scivolato tra i cespugli ed era rimasto nascosto fino al calare delle tenebre. Mi sembravache dovesse per forza esserecosi. Don Juan, poicl6 senzadubbio era lui che aveva organizzato tutta quella macchinazione,ne aveva guidato lo sviluppo fornendomi di tanto in tanto le indicazioni opportune. Al momento giusto, don Genaro mi aveva rivelato la sua presenza, e quando io e don Juan eravamo tornati alla casa ci aveva seguito facendosiudire, per suscitarela mia paura. Poi era rimasto ad aspettare nel cbaparral, producendo lo strano suono ogni volta che don Juan gli dava il segnale. Don Juan doveva averlo awertito di uscire dai cespugli, I'ultima volta, mentre tenevo gli occhi chiusi dopu .hi egli mi aveva chiesto di "chiamare" appunto don Genaro. Allora don Genaro era arrivato sotto la ramada ed aveva atteso che aprissi gli occhi, riuscendo a sbonvolgermi. Il mio schemadi spiegazionelogica urtava solo contro alcune contraddizioni: io avevo veramente visto che I'uomo nascostofra i cespuglisi trasformava in uccello, e inoltre don Genaro mi era inizialmente apparso come un'immagine in una bolla dorata. In quella visione era vestito precisamentecome ora appariva dinanzi a me, in persona. Poichâ‚Ź non potevo trovare una spiegazionelogica per questi dati contraddittori, supposi, come gii avevo fatto in circostanze analoghe, dre la tensione e74

motiva fosse stata determinantesu cid che "credevo di aver visto". Cominciai a ridere senzavolerlo, al pensierodel loro bizzarro inganno. E parlai loro delle mie deduzioni. Scoppiaronoin una gran risata. In buona fede credetti cJrequella risata fosseuna conferma. <Eravate nascostofra i ccspugli,vero?p chicsi a don Genaro. Don Juan si sedettce si presela testa fra le mani. don r dissepazientemente tt No. Non. ero nascosto Genaro.a Ero lontano da qui; poi avetechiamato,e sono venuto a incontrarvi.r ..Dov'eravate,don Genaro?t <tlontano da qui.u o Quantolontano?o Don Juan mi intcmrppe dicendo che don Genaro di me, e che era comparsoper ur atto di deferenza.'verso io non avrei dovuto domandarglidov'era stato, poich6 non era stato in nessunluogo. Don Genaro vennein mia difesa; dissec-hePotcvo cliedergli qualsiasicosa. < Se non vi nascondevate,intorno alla casa, dov'eravate don Genaro?r; chiesi. n.Ero a casa mia > rispose con grande candore. < Nel Messico centrale?rt E I'unica casache ho.o "Si!

Si guardaronoI'un I'altro e scoppiaronodi nuovo a Capii che mi stavanoprendendo ridere fragorosamente. in giro, ma decisidi non obiettarepit oltre su quel punto. Pensai che dovevano aver a\nrto una qualche ragio-

Mi micosi.complicata. ne per ordirc una macchinazione si a sedere. Mi sentivo veramente diviso; una parte di me non 7t


era affatto rurbata ed era dispostaad accettareogni azione di don Juano di don Genaroper il suo valore apparente.Ma c'eraun'altrapartedi me,la pit forte,chesi rifiutava nel modo pii assoluto.Il mio giudizio cosciente era che io avevo accettatola descrizionedel mondo, previstadalla stregoneriadi don Juan,solo a livello intellettuale,mentreil mio corpo comeentiti autonomala rifiutava: di qui il mio dilemma.Tuttavia, duranteil corso degli anni dei mici rapporti con don Juan e don Genaro, avevo sperintentatofenomenistraordinari,e s'era trattato di esperienze corporee,non intellettualil Prima, quella stessanotte, avevo eseguitol"'andatura del potere", che dal punto di vista del mio intelletto era un'operazioneinconcepibile;e soprattuttoavevo avuto visioni incredibili, senzaaltri mezziche la mia volontl. Spiegailoro la naturadella mia perplessiti,penosac in buona fede. <rQuestoregazzod un genio' dissedon Juana don Genaro,scuotendola testa incredulo. .. Siete un genio straordinario,Carlitos dissedon ' Genaro come se stesseriferendo un messaggio. Sedevanoai miei lati, don I*n p destrae don Genaro a sinistra. Don Juan osservdctre presto sarebbe giunta I'alba. In quell'istanteudii di nuovo il richiamo della farfalla riotturna. Il suonoprovenivadalla direzione opposta.FissaiI'uno e poi I'aluo, reggendoil loro sguardo.Il mio schemalogico cominciavaa sgretolatsi. Il suonoavevaun'intensiti e una profonditi ipnotizzanti. Poi udii dei passismorzati,dei piedi leggeri c.he schiacciavano rami secchinel sottobosco.I1 suonobattentesi fecepit vicino e io mi strinsiaccantoa don Juan. di "vedere" cid cheprovoQuesti mi ordind seccamente cava il suono. Feci uno sforzo supremo,non tanto per 76

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soddisfazionedi don Juan, quanto per mia soddisfazione. Prima ero sicuro che don Genaro fossela farfalla notturne.Ma don Genarostavasedutodi fiancoa me; che cosac'era, allore, fra i cespugli?Una farfalla? Il suonobattentemi ccheggiavanelle orecchie.Non riuscivoaffatto a interrompereil dialogointerno. Udivo il suono,ma non riuscivoa scntirlo,comeprima, dentro furtivamentenell'oscuil mio corpo. Qualcosaavarrzava riti. Vi fu un rumoreforte di legno che si spezza,come seun ramo fossestato rotto in due,e d'improwiso s'imAnni prima padroni di me una terriGcantereminiscenza. avevo trascorsouna notte spaventosanel territorio deserticoed ero stato tormentatoda qudcosa.Qualcosadi molto leggeroe morbido mi era salito sul collo, sempre a tcrra. Don Juanavepii su, mentrestavoaccovacciato va spiegatoquestofatto come I'incontro con una forza misteriosache uno stregoneimparaa percepirecomeentiti, e che egli aveva chiamato"l'alleato". Mi piegai verso don fuan e gli sussurai quel chc avevo ricordato. Don Genaro ci vennepit vicino carponi. cosaha detto?o chiesea don Juanin un sus"Che surro. oHa detto che c'd un alleatolaggit" risposedon Juanpiano. Don Genaro tornd indiero carponi e si risedette. Poi si volse verso di me e sussurrd,ma in modo abbastanzasonoro,<.Sieteun geniorr. Risero silenziosamente. Don Genaro accenndcol mento al,cbapanal. ..Andate laggii ad acchiapparloodisse...Toglieten vi i vestiti e fate scapparvia il diavolo da quell'alleato. Scoppiaronoa ridcre. Nel frattempo il suono era 77


cessato.Don Juan mi ordind di interromperei pensieri, ma di teneregli occhi aperti, fissi sull'orlo deI cbapanal di fronte e me. Disseche la farfalla nofturna avevacambiato posizioneperchd don Genaro era li, ma cJrese stava per manifestarsia noeawebbe preferito giwrgermi di fronte. Dopo un momentodi loaa per far tacerei pensicri, percepii di nuovo il suono. Era pii intenso che mai. Dapprima udii i passismonati sui rami secchie poi li sentii nel mio corpo. In quel momentodistinsiuna massa scuraesartamente di fronte a me, sull'orlo del chalanal. Sentii che mi stavano scuotendo.Aprii gli occhi. Don Juane don Gcnaroeranosopradi me e io stavoinginocchiato,comese fossi cadutoaddormentatoin posizione accovacciata. Don Juan mi diedeun po' d'acquae tornai a sedermicon il dorso contro il muro. Poco dopo fu I'alba. ll chalanal parve destarsi.Il freddo del mattino era {tizzante e tonificante. La farfalla noturna non era stata don Genaro. La mia strutnrta razionale non reggevapit. Non volevo chiederepit nulla, ma neppurevolevo rimanerein silenzio. Finalmenteriuscii a dire: .. Ma se eravatenel Messicocentrde, don Genaro, come avete fawo a venire q.ri?" Don Genaro fece con la bocca dille smorfie buffe ed esremamentedivertite. ..Scusatemi,rmi disse ola mia bocca non vuole parlare.o Poi si volsea don Juan e dissecon un largo sorriso: Perch6non glielo dite uoi?t " Don Juan esitd. Poi disseche don Gcnaro, da consumato artista della stregoneria,era capacedi azioni POftentose. 78

Il peno di don Genarosi gon6d comeselc paroledi don Juan vi fosserostatesoffiatedentro. Parveche egli avesseinspirato tanta aria che il suo petto sembrdraddoppiare le dimensioni normali. Si sarebbedetto che don Genarostavaper sollevarsiin aria. Spiccdun balzo. Ebbi I'impressioneche I'aria nei suoi polmoni lo avesse costrettoa farlo. Mosse qualchepassoavanti e indietro sul pavimento sudicio, finchâ‚Ź sembrd riacquistarecontrollo sul suo petto, vi diedesopraun colpettoe poi passd con grande energiale palme delle mani dai muscoli pettorali allo stomaco,come se stessesgonfiandola camera d'aria di un pneumatico.Infine si sedette. Don Juanstavasorridendo.Gli occhi gli splendevano di divertimento. < Scrivete i vostri appuntip mi ordind sommessamente...Scrivete,scriveteo moriretelt Poi osservdche perfino don Genaro non riteneva pit che il mio prendercappunti fossecosi bizzarro. cGiusto!" rcplicddon Genaro.<Ho fin pensatodi n cominciarea scrivereio stesso. .. Genaro d un sapienteD disse asciutto don ]uan. <tEd essendoun sapiented perfcaamentein grado di trasportarese stessoa grandi distanze.p Mi ricordd che una volta, arini prima, quandotutti e tre eravamosulle montagne,don Genaro,sforzandosi di aiutarmi a supcrarela mia stupida razionalitl, aveva spiccatoun balzo prodigioso fin sui picc}i delle Sierras, a dieci miglia di distanza.Mi ricordavo quell'episodio, ma ricordavo anchedi non aver potuto veramentecredere che don Genaro avessecompiuto quel salto. Don Juan aggiunseche don Genaro era capacedi compierestraordinarieimprese,in determinatimomenti. 79


<.In determinatimomenti Genaro non d Genaro, ma il suodoppio, disse. Ripet6quesreparoletre o qurtro volte. Poi entrambi mi scruraronocome per coglierele mie reazioni. Non avevocapito cosavolessedire don Juancon "il suo doppio". Prima non ne aveva mai parlato. Chiesi che mi spiegasse. .. C'd un altro Genaro> precisddon Juan. Tutti e tre ci guardammo.Divenni molto inquieto. Don Juan, con un movimento degli occhi, mi esortd a continuarea parlare. <Avetc un fratello gemello?ochiesi,rivolto a don Genaro. <Si capisce>disse...Ho un gemcllo- ,tn cunte.D Non riuscivoa capirese mi sravanoprendendoin giro o no. Turt'e due ridacchiavanocon il godimcntodi un bambino che sta facendouna buda. <.Potere dire,, aggiunsedon Juan a che in questo momentoGenaro d il suo gemello.r, li fecescoppiaredalle risa. Io Questaosservazione perd non riuscivo a condividerela loro dlegria. Il mio corpo rabbrividi involontariamente. Don Juandissein tono severoche ero troppo rigido e Prcsuntuoso. ., Avanti ! esclamdsecco... Sapeteche Genaro d " uno stregonee un guerrierosenzamacchia.euindi d capace di compiereimpreseche sarebberoinimmaginabili per un uomo comune.Il suo doppio, l'altro Genaro,d una di questeimprese. r, Ero senzaparolc. Non riuscivo a credereche mi stessero prendendoin giro. <.Per un guerriero come Genaro,D aggiunsedon 80

Juan " produrre I'alro se stessonon i un'impresatanto o straordinaria. Dopo aver riflettuto a lungo su cosa dire, chiesi: al-'alro d come['io stesso?r, a L'altro d I'io stesso > risposedon Juan. La sua spiegazioneaveva preso una svolta incredibile, c tuttavia non piil incredibiledi quanto altro essi facessero. <tDi cos't fatto I'altro?" chiesia don ]uan, dopo essererimasto indecisoper qualcheminuto. <.Non c'd modo di saperlot disse. ..8 realeo solo un'illusione ?o o E reale,naturalmente. r, .. Sarebbeallora possibiledire che d fatto di carnee sangue? c.hiesi. " <.No. Non sarebbepossibile> risposedon Genaro. <.Ma se i realecomeIo sonoio ...o oReale comeaoi?>rmi interrupperoall'unisonodon juan e don Genaro. Si guardaronoI'un I'altro e riserotalmente,da farmi pensareche gli sarebbevenuto male.Don Genarobuttd il cappellosul pavimentoe si misea danzarviintorno. La suadanzaera agile, aggraziatae, per qualcheinesplicabile ragione,estremamente comica.Forsela comiciti stava nei movimentirigorosamente"professionali"che eseguiva. L'incongruiti era cosi sottilee nello stessotempocosi netta che mi piegaiin due dal ridere. o Il guaio con voi, Carlitos,> dissequandosi fu di nuovoseduto.. d chesieteun genio.> <.Devo sapernedi pii, sul doppio dissi. " )) o Non c'i modo di saperese d di carnee sangue dissedon Juan... Perch6non d realecomevoi. Il dop8l


pio di Genarod realecomeGcnaro.Capite quel che voglio dire?" .. Ma ammetterete,don Juan, che ci dev'essereun modo per saperlo. u <tll doppio i I'io stesso;quesraspiegazione devebastare.Se voi uedeste, tuttavia, sapresteche c'd una grande differenzatra Genaro e il suo doppio. Ma nessunoche abbia giudizio pud immaginareche questadiffcrenzasi misuri in carne e sangue.Per uno stregoneche aede,i doppio d pin splendcnte. ' Mi sentivoroppo deboleper conrinuarea,porredomande.Deposiil notese per un momentocedeni di star per svenire.Ebbi la visionedi una sorta di tunnel; intorno a me tutto fu buio, ad eccczionedi una piccolazona circolaredi paesaggiodinanzi ai miei occhi. Don Juandisseche dovcvo mangiarcqualcosa.Non avevo fame. Don Genaro dichiard che era affamato,si tird su e andd versoil retro della casa.Anc.hedon Juansi alzd e mi fecc cenno di seguirlo. In cucina don Genaro preseun po' di cibo e poi cominciduna mimica comicissima: facevafinta di voler mangiarema di non riuscirea inghiottire. Pensaiche don Juan sarebbemorto dal ridere: vociava,tirava calci, urlava,tossivae soffocavadalle risa. Io stessomi torcevo dal ridere.La buffoneriadi don Genaro era straordinaria. Finalmcntesmise e guardd I'uno dopo I'altro don Juan e me; evcva gli occtri scintillanti e un sorrisoraggiante. q No{r ricscea funzionarer dissecrollandole spalle. Mangiai tl'l'enormequantitl di cibo, e cosi fcce don Ju*; poi tutt'e tre tornammo sul davanti dclla casa. Brillava il sole,il cielo era limpido e lebrezze del manino affinava I'aria. Mi sentivo soddisfattoe forte. 82

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Ci sedcmmoin triangolo, ciascunorivolto verso gli altri duc. Dopo un educatosilcnzio,decisidi chiedere[oro di chiarireil mio dilemma.Mi sentivoin forma e volevo approfittaredel mio vigore. <rDitemi qualcosadi pin sul doppio, don Juan ', chiesi. Don Juan si rivolse verso don Genaro e questi si inchind. <.Eccolo li o dissedon Juan... Non c'd nienteda dire. E qui perch6voi lo vediate.> d don Genaro' dissi io, facendoun debole "Ma tentativo di guidarela conversazione. o Certo, sono Genaror cgli disse raddrizzandole spalle. cos't allora un doppio, don Gcnaro?, do"Che mandai. <.Chiedeteglielo n risposebrusco,indicandodon Juan. o Lui i uno che parla. Io sono muto.D Un doppio d lo sffegonestesso,sviluppato me" spiegddon Juan. Un doppio i un dianteil suosognare>, " atto di potere per uno stregone,ma solo una storia del potere per voi. Nel caso di Genaro, dovete sapereche il suo doppio i indistinguibiledall'originale.E questo, senzamacchia;voi perch6d un guerrierosupremamente infatti non vi sietemai accofto della differenza.Ma da quandoI'avetc conosciutosictc stato con il Genaro originale solo duc volte; tutte lc altre voltc, eravatecon il suo doppio.o d un'assurditilr,esclamai. "Ma Sentii cheI'ansiami crescevanel petto. Divenni cosi agitato chc lasciaicadercil notes,e la matita rotold chissi dove. Don Juane don Genarosi gettaronod suoloe cominciaronoa cercarlanel modo pit buffo. Non avevo 83


mai assistito a un'esibizionepit stupefacentedi magia da teatro e di prestidigitazione. A parte il fatto che li non c'erano il palcoscenico, i matcriali di scena o qualsiasi aggeggio da illusionista, e che con ogni probabiliti i due opcratori non ricorrevano alla prestidigitazione. Don Genaro, il "mago", e il suo aiutante don Juan, nel giro di pochi minuti esibirono la piri stupefacente, strana e bizzarca collezione di oggetti che trovavano sotto, dietro o di fianco a ogni cosa entro llarea della ftrmdda. Secondo la buona tradizione della magia teatrale, I'aiutante sollevava il materiale di scena, cosriruito in questo caso da quel poco che si trovava sul pavimento sudicio - sassi,sacchi di tela, pezzi di legno, un bidonc del latte, una lanterna e la mia giacca -i poi il "mago", don Genaro; vi scopriva un oggetto e lo gettava via subito dopo aver dimostrato che non si trattava della mia matita. La collezione di oggeni cosi scoperti comprese capi di vestiario, parrucche, occhiali, giocattoli, utensiIi, pazi meccanici, bianc"hcriafemminile, denti umani, sandwiches, oggetti di devozione, ecc. Uno di essi era particolarmente disgustoso: un pezzo di compatto sterco umano che don Genaro estrasseda sotto la mia giacca. Infine don Genaro scopri la mia matita e me la porse dopo averla spolverata con un lembo della camicia. Accompagnarono la loro esibizione buffonesca con grida e risate. Io rimasi teso, all'erta, incapace di unirmi a loro. t<Non prendete le cose tanto sul serio, Carlitos > mi disse don Genaro in tono premuroso. ..Altrimenti vi capiteri ufl ... n Fece un comico gesto che poreva voler dire qualsiasi cosa. 84

Quandole loro risatesi calmarono,chiesia don Genaro che cosafacevaun doppio, o che cosafacevauno stregonecon il doppio. Mi risposedon fuan. Disse che il doppio ha potere, e che viene usato per compiereimpreseinimmaginabili dal punto di vista comune. volte vi ho dewo che il mondo t insondabile "Pit. " aggiunse. E del pari lo siamonpi, cosi comeogni essere \ " esistenteal mondo. D quindi impossibilemettersia ragionareintorno al doppio.Vi d stato permessodi veder1o, comunque,e questod'ev'essere pit che sufficiente.r, .. Ma ci dev'essere un modo di parlarne,, dissi. .. Voi stessomi avetedetto che alla vostraconversazione con il cervo davate una spiegazioncche vi permettesse di parlarne.Non potete fare 1o stessoa proposito del doppio?,, Rimasein silenzioper un momento.Insistetti. Non ero mai stato cosi ansioso. o Ebbene,trno stregonepud sdoppiarsi dissedon ' ]uan. .. E tutto quello che si pud dire.r, d cosciente di sdoppiarsi?" "Ma a Ne d cosciente,certo.)) di esserein due posti nello stessotempo?rt "Sa Entambi mi guardaronoe poi si scambiarono un'occhiata. ..Dov'd I'altro don Genaro?" chiesi. Don Genaro si piegd verso di me e mi fissd negli occhi. Non lo so> disse piano. < Nessunostregonesa " dov'd il suo altro.t, .. Genaro ha ragione,r dissc don Juan. o IJno stregone non d cosciented'esserein due posti nello stesso tempo. Essernecoscientevorrebbedire star di fronte al 8t


proprio doppio, e lo stregonec-hesi trova facciaa faccia con se stessoi uno stregonemorto. Questa I la norma. In questomodo il potcre ha dispostole cose.Ncssuno sa perch6.r, Don Juan spiegdche, dal momentoin cui un guerriero ha conquistatoL sognaree i uedere e ha sviluppato un doppio, dev'essere ancheriuscito a cancellarcla propria storia personale,la propria presunzione,le proprie abitudini. Disse che rutte le tecnichedre mi avevainsegnato e che io avevo consideratochiacchierevuote, erano, essenzialmente, mezn per superareI'impossibilitt di avere un doppio nel mondo consueto,- mezi tali da rendereI'io e il mondo fluidi e porli di li dai limiti dclla predizione. .. tln guerrierofuido non pud pit disponeil mondo cronologicamente spiegddon Juan.<rE per lui il mon" do ed egli stessonon sono piil oggeni. Egli d un essere luminosoche esistein un mondo luminoso.Il doppio d cosasempliceper uno stregone,perch6egli sa quel che sm facendo.Prendereappunti d cosa sempliceper voi, ma voi lasciatesgomentoGenaro con quellavostra matita. >

<IJn esraneo,guardandouno stregone,pud accorgersi che lo stregonesi trova in due posti nello stesso tempo?o o Certo. Dev'essereI'unico modo per accorgerseOâ‚Ź. n

< Ma non si pud logicamentesupporrec"heandre lo stregonesi accorgadi esserestato in due posti?" Oh ! o esclamddon Juan. o Una volta tanto avete " capito. Uno stregonepud certamenteaccorgersi,dopo, di esserestato in due posti nello stessotempo.Ma questa d solo contabiliti, e non ha rapporto col fatto che egli, menue agisce,sia inconsapevoledel suo dualismo.t 86

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Avevo la mente turbatissima.Capii che se non mi fossi messoa scriveresarei esploso. <tPensatea questo> aggiunsedon Juan. c Il mondo non si offie a noi direttamente;di mczzo vi I la descrizione del mondo. Propriamente,quindi, noi siamo del semprea un passodi distanzae la nosua esperienza Noi siamo \ mondo d sempreun ricordo dell'esperienza. in atto di ricordareI'istante dre i appena perennemente accaduto, appena trascorso.Noi ricordiamo, ricordiamo, ricordiamo.r Accompagnd queste parole con un gesto ripetuto dclla mano che ne rendevaplasticoil significato. <rSe la nostra intera esperienza del mondo i reminiscenza,non risulta poi cosi bizzarr.oconcludereclte uno sffegonepud esscrein due posti nello stessotempo. Dal ptrnto di vista della sua propria percezionenon i cosi, poichd rispetto all'esperienzadel mondo uno strâ‚Źgone, come ogni altro uomo, deve ricordareI'atto che ha appena eseguito,I'awenimento di cui i appenastato testimone, I'esperienzache ha appenacompiuto. Ma dI'estraneoche osservalo suegonepud sembrareche lo stregonestessosia presentein due diversi episodi nello stessotempo. Lo stregone,tuttavia, ricorda due istanti singoli e separati,poich6 la colla della dcscrizionedel tetnpo non agiscepit su di lui. " Quando don Juan fini di parlare, ero sicuro di avere la febbre. Don Genaro mi esamindcon occhi curiosi. < Ha ragione,r disse.a Noi ci troviamo sempreun saltoa indietro.o aCosi ncll'originale:"salto" (jmp) c non 'Passo"(rtcp- comeavcva detto don Juan).Don Genarocominciainfatti poco dopo a "saltcllarc"(to

/zp). (N.d.r.)

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Fececon le mani lo stessogestodi don Juan; il suo corpo comincid a sussultareed egli presea saltellarealI'indietro sul sedere.Sembravacheavesseil singhiozzoe che il singhiozzolo costringesse a saltellare.Sempresaltellando sul sedere,si spostdall'indieuo fino all'esuerniti della ramadae ritorno. La vista di don Genarochesaltellavaall'indietro sul sedere,invecedi essere buffa - comesarebbedovuta es, sere- mi provocd un attaccodi pauracosi intensoche don Juan dovette battermi ripetutamentelc nocc.hesulla sommiti del capo. .. Non riescoproprio ad afferraretutto questo,don Juan" dissi. ..Neanch'ior replicd don Juan crollando le spalle. < Io neppure,caro CarlitosD aggiunsedon Genaro. La fatica,la quantiti di esperienze sensorie,il tono di leggaezzac di comiciti chestavaprevalendo,e la buffoneria di don Genaro, erano noppo per i miei nervi. Non riuscivo a bloccareI'agitazione dei muscoli dello stomaco. Don Juan mi fece stenderea teffa finc-h6ebbi riacquistatola calma; poi tornai a sedermidi fronte a loro. doppio d solido?> ciiesi a don Juan dopo un "Il lungo silenzio. Mi guardatono. <Il doppio possiedecorporeiti?" chiesi. .. Certo dissedon Juan. .. Soliditi, corporeiti, so', no memorie.Percid, come ogni altra cosache noi sentiamo del mondo, sono memorieche accumuliamo.Memorie della descrizione.Voi avetela memoriadella mia soliditi. nello stessomodo in cui avetela memoriadclla comunicazione medianteparole.Cosi, parlatecon un coyote e mi sentitecome un esseresolido.rt 8E

Don Juan awicind la spalla alla mia e mi diede un colpetto. .. Toccatemio disse. Gli battei sulla spalla e poi lo abbracciai. Stavo pcr piangere. Don Genaro si alzd e mi vennc accanto. Sembrava un bimbetto con gli occhi luccicanti di malizia. furiccid le labbra e mi fissd per un lungo istante. io?r, chiese,cercandodi nascondereun sorriso. "E <.Non abbracciateancheme?rt Mi alzai e stesi le braccia per raggiungerlo; il mio colpo sembrd incollato al suolo. Non avevo la forza di muovermi. Cercai di costringere le mie braccia a spingersi fino a lui, ma la lotta fu vana. Don Juan e don Genaro stavano a guardare, scrutandomi. Sentii il mio corpo contorcersi sotto una pressione ignota. Don Genaro sedette e fece finta di essereuiste perch6 non I'avevo abbracciato; mise il broncio e batt6 il suolo con i talloni; poi lui e don Juan esploseroin un'altra fragorosa risata. I muscoli dello stomaco mi tremarono, facendomi scuotere tutto il corpo. Don Juan osservd che stavo muovendo la testa come lui mi aveva raccomandato prima, e che in questo modo avevo la possibiliti di calmarmi da solo riflettendo un raggio di luce sulle cornee degli occhi. Mi costrinsecon forza a uscire fuori dalla rdnada, all'aperto, e fece assumereal mio corpo una posizione che permettesseai miei occhi di cogliere la luce del sole proveniente da oriente; ma nel momento in cui egli disponeva il mio corpo nella posizione giusta, avevo smesso di tremere. Mi accorsi di tener stretto il notes solo

dopo che don Genaroebbedetto cheil pesodei fogli mi procurava il tremito.


Dissi a don Juan che il mio corpo mi spingevaad andarmene.Feci un cenno di salutocon la mano a don Genaro.Non volevo lasciarloro il tempo di farmi cambiare idea. <Addio, don Genaro> gidai. <Adessodevo andare.,, Mi fece anch'egliun cenno'di saluto. Don Juan mi accompagndper pochi passiverso I'automobile. oAvete anchevoi un doppio, don Juan?.rchiesi. .. Naturalmente! r, esclamd. Ebbi in quel momento un pensieroche faceva impazzhe.Volevo scartarloe partire in fretta, ma qualcosa denmodi me continuevaad assillarmi.Durante tutti gli anni dei nostri rapporti, era divenuto per me consueto, ogni volta che volevo vedere don Juan, andare fino a Sonora o nel Messico cenuale e rovarlo sempread aspettarmi.Avevo imparato a considerarlauna cosasicura, e fino a quel momehtonon vi avevo mai riflettuto in modo particolare. Ditemi una cosa,don Juan dissi niezo per scher" " zo. <<Sicte voi stessoo sietcil vostro doppio?" Si piegd verso di me. Sorrideva. ..Il mio doppion sussurd. Il mio corpo feceun salto comese fossestato spinto da una forza formidabile. Corsi all'automobile. <.Stavo raccontandostorien disse don Juan a voce alta. <rNon poteteancorapaftirc. Mi dovetealri cinque giorni. u Ambeduecorseroverso la mia macchinamentrefacevo marcia indieuo. Ridevanoe saltavanosu e git. ..Carlitos, cliamatemi stmpre!" gridd-don Genaro.

IL SOGNATORE E IL SOGNATO

Partii in automobileper raggiungerela casadi don Juan e vi arrivai di primo mattino. Avevo passatola none in un motel lungo la strada,perctr6volevo giungerealla casa prima di mezzogiorno. Don Juansi trovava nâ‚Źl retro e comparvesul davanti della casaquandolo chiamai.Mi salutd calorosamcnte, dandomiI'impressionechc fossecontentodi vedermi. Feceun commentoche era destinatoa mettermia mio agio, ma chedi fatto ottenneI'effettoopposto. ..Vi ho sentitovcnirer dissesorridendo.cE sono corso nel retro. Mi sarebbespiaciutochc vi spavetrtastc trovandomi qui ad attendervi., Osservdcome per casoche ero cupo e triste. Disse che gli ricordavo Eligio, il quale era sufficientemente morbosoper essereun buon stregone,ma lo era troppo per divenireun sapientet. Aggiunseche I'unico modo di neutralizzaregli effetti distruttori dcl mondo degli strcgoni consistevanel riderci sopra. Quanto al mio umoretavevaragione.Ero inquieto e spaventato.Facemmouna lunga passeggiata.. Ci vollero delle ore perch6rni sentissia mio agio. Passeggiare con don Juan mi fece meglio che se .gL avesse cercetodi distogliermi dalla tetraggine. rVcdinour2 ap. |6. (N.d.T.)


Tornammo a casa nel tardo pomeriggio. Ero affamato. Dopo mangiato ci scdemmo socto la, lanada. Il, cielo era limpido. La luce della serami resedi miglior umore. Ebbi voglia di parlare. .. Mi sono sentito poco bene pcr mcsin dissi. o C'era qualcosa di veramente terribile in cid che voi e don Genaro avete fatto e detto I'ultima volta. o Don Juan non risposc nulla. Si alzd e fece qualche passo intorno alla ramada. ., Sono venuto per parlarvi di questo> dissi. a Mi ossessionae non riesco a smetteredi pensarci.r, oAvete paura?u chiesc. Non ero tanto spaventato, quanto confuso, sopraffatto, da cid che avevo udito e visto. Le crepe nella mia ragione erano cosi gigantescheche dovevo o ripararle o rinunciare alla ragione'completamente. Quanto gli dissi lo fece ridere. r. Non buttate ancora via la ragione> disse. a Non d il momento. Succederi, ma credo che non sia il momento.)). .. Dovrei quindi cercare una spiegazionedi cid che i accaduto?" chicsi. oCerto!" replicd. <Avete il dovere di tranquillizzare la vostra ragione. I guerrieri non ottengono vittorie sbattendo la testa conro il muro, ma scavalcandoil muro. I guerrieri saltano di li dal muro; non lo demoliSCOflO. n

..Comepossosaltaredi li da questomuro?t chiesi. <'Prima di tutto, penso che sia assolutamente sba' gliato per voi prenderecosi sul serio ogni cosaD disse, sedendosidi fianco a me. .. Ci sono tre tipi di canive abitudini cui ricorriamopit e pit volte quandoci troviamo di fronte a inconsuetesituazionidella vita. In primo 92

luogo, possiamorifiutare cid c.hcsta accadendoo I accanulla. Questoi il duto, e ritenerechc non sia succcsso comportamentodcl bigotto. In secondoluogo, possiamo accettereogni cosaper il suovaloreapparente,e riteE il compoftamento nere di saperecosasta succedendo. dell'uomo pio. In terzo luogo, possiamodivenire ossessionatida un awenimento,poichdnon riusciamond a rifiutarlo, nâ‚Źad accettarlocon pieno consenso.E il comC'i un portamento.del pazzo.Il vostro comportamento? quarto comportamento:quello giusto, del guerriero.Un nulla, guerrierosi comportacome se non fossesuccesso perch6non credein nulla, ma accettaogni cosaper il suo valore apparente.Accettasenzaaccettare,e rifiuta senza rifiutare. Non ritiene mai di sapere,e neppureriticne che non sia successo nulla. Si comportacome se riuscissca addosso.Comporcontrollarsi,anchese sta facendosela o tandosi in questomodo, eliminaI'ossessione. Restammoin silenzioa lungo. Le paroledi don Juan erano un balsamoper me, oPossoparlaredi don Genaroe del suo doppio?" chiesi. o Dipende da cid cJrevolcte dire di lui u rispose. < Avete intenzioncdi compiacervidella vostra ossessione?r , u dissi. .. Sono o Vorrei compiacermidi spiegazioni ossessionato, pcrch6non ho osato venire da voi e non sono stato capacedi parlare con nessunodelle mie inquietudinie dei miei dubbi." <,Nonparlatecon i vostri amici?u ..Si, ma comepotrebberoaiutarmi?r, <.Non ho mai pensatoche avestebisognodi aiuto. Dovete coltivarela convinzioneche un guerrieronon ha bisognodi nulla. Dite d'averbisognodi aiuto.Aiuto per 9'


cosa?Possedete tuno cid che occorreper lo stranoviaggig che d la vosna vita. Ho cercatodi insegnarvichela vera esperienza d essereun uomo, e che quelche importa i esserevivi; l,,avita d la breve deviazioneche statepercorrendo.La vita da sola d sufficiente,autoesplicativa e completa. .. Un gueriero lo capiscee vive in conformiti a questo; si pud dire quindi, senzaesserepresuntuosi,che I'esperienzadelle esperienze i essereun guerriero.l SembravaaspettarsicJredicessiqualcosa.Esitai per un momento.Volevo sceglierele parole con Fura. .. Se un guerrieroha bisognodi conforto,> aggiunse o semplicemente scegliequalcunoe gli manifestain ogni particolareil suo turbamento.Dopo tutto, il guerriero non va in cercadi comprensioneo di aiuto, parlaregli servesoltantoad alleviareI'oppressione. E questo,posto che il guerrierosia tagliato per parlare;perch6,senon 1o d, non si confida con nessuno.Ma voi non state affatto vivendo comeun guerriero.Non ancora,per lo meno.E le uappole che inconuate devono essereveramenteenormi. Avete tuna la mia simpatia.r Non parlava in tono scherzoso.A giudicare dalla premuranei suoi occhi,si sarebbedetto che egli stessosi fossetrovato una volta in qrel prnto. Si alzd e mi diede un colpenosulla testa.Passeggidavanti e indietro per la lunghezza delle ramada, gettando occiriatecasudi verso il, chapanalintorno dla casa.I suoi movimerttimi davano agitazione. Per rilassarmicominciaia parlaredel mio dilemma. Capivo che era implicitamentetroppo tardi perchâ‚Źio pretendessidi essereun innocenteosservatore.Sotto la sua guida mi ero allenatoad acquisirestranepercezioni, come "interrompereil di:rlogo interno" e controllare i 94

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sogni. Erano fani in cui non poteva intervenireun trucco. Avevo seguitoi suoi consigli,sebbenemai alla lettera, ed ero parzialmenteriuscito a eliminarele abitudini quotidiane,ad assumereresponsabilitidelle mie azioni, a cancellarela mia storia personale;e finalmenteero giunto a un punto che anni prima guardavocon Paura: solo senzafar crollareil mio bcnesseero capacedi essere re fisico o emozionale.Questo era forse il mio trionfo Dal punto di vista del mio stato d'anipit sorprendente. di un tempo,esseresolo e non mie aspettative mo e delle "andar fuori di senno era une condizioneinimmaginadi tutti i cambiamenti bile. Ero nitidamenteconsapevole awenuti nella mia vita e nel mio modo di vedereil monrestarecosi do, e sapevoancheche cra un po' eccessivo colpito dalla rivelazionedi don ]uan e don Genaro a propositodel "doppio". cosanon va bene in me, don Juan?" chiesi. "Che >resclamdbruscQ... Credetcche cVi compiacete compiacersidei dubbi e dei rurbamentivoglia dire essere un uomo sensitivo.Ebbene:vero i che sietetutto trannc L'altro giorche sensitivo.Perch6pretenderedi esserlo? umilti d'essere in accetta guerriero no vi ho detto cheun quel che d.rt ..Lo dite come se io mi turbassideliberatamenteb risposi. ,, disse.c Noi Noi ci turbiamo deliberatamente " tutti siamoconsapevolidi cid chc stiamofacendo.La nostra minuscolaragione si trasf6rmadeliberatamentcnel mostro che si figura di essere.Ma d troppo piccolaper )) un modello cosi gigantesco. Gli spiegaiche il mio dilemma era forse pit com' plessodi quantoegli avevacapito. Dissi che,6nchdlui e don Genaroeranouomini comelo ero io, il loro superio9t


re controllo li rendevadei modelli per il mio comportamento. Ma se erano drasticagrente diversi da me, non riuscivopit a considerarlicome modelli, bensi come esseri singolari che non avrei mai potuto speraredi emulare. <,Genaro d un uomo> dissedon Juan in tono rassicurante... Non d pit un uomo come voi, certo. Ma questoi il risultatoche ha ottenuto,e non dovrebbesuscitarein voi alcun timore. Se d diverso,vi I tanto pii motivo di ammirarlo.rt .. Ma la sua diversiti non d una diversiti umana)) dissi. ..E qualediversiti pensateche sia?La diversiti tra un uomoe un cavallo?o o Non so. Ma lui non i comeme.> .. Una volta lo i stato, perd.r, <Ma io possocapireil suo cambiamento?> .. Naturalmente.Voi stessostate cambiando.,r oVolete dire che svilupperdun doppio?r, < Nessunosviluppa un doppio. Questa d solo una manieradi parlarne.Voi, per tutto il parlare che.fate, sieteimbrogliatodalleparole.Sieteintrappolatodai loro significati. Adessopensare,immagino, cJreuno sviluppi un doppio per mezzodella magianera6.Tutti noi esseri luminosi abbiamo un doppio. Tutpi noi! Un guerriero impara ad esserneconsapevole,ultto qui. Apparente. mentei ci sono delle barriere insormontabilitra noi c questaconsapevolezza. Ma non a casoi cosi: quellebarriere sonocomeuna sraordinariasfida a ottenerela consapevolezza. r, <Perch6ne sono cosi sconvolto,don'Juan?rt .. Perch6state pensandoche il doppio sia quel che 6Nell'originalc:tbrougpcail mwns.(N.d.T.)

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dice la parola, "un doppio", utl altro voi. Scelgoquestc Il doppioi sestesso,e non pud esseparoleper spiegare. re affrontato in altro modo. > <E se io non volcssi averlo?r,

Il doppio non t questionedi sceltapersonale.E " neppured questionedi sceltapersonaleesseredestinatia imparareil saperedegli stregoniche Porta a quellaconVi sietemai chiestoperchdproprio voi?rt sapevolezza. .. Sempre.Ve I'ho chiestoceirtovolte, ma non mi avete mai risposto.> < Pensavoche me lo chiedestenon come una domandache vuole risposta,ma solo comela riflessionedi un guerrieros'ullasua grandefortuna: la fortuna d'aver trovato una sfida. .. Farne una domandacomunei un capricciodi uomo comunee presuqtuoso,che vuol essereammiratoo compassionato. Qucstotipo di domandenon mi interes' sano, poich6 non c'd modo di rispondervi. La decisionedi scegliereproprio voi rientra nei disegnidel potere; nessunopud discernerei disegnidel potere,Ma, ora chc sietestato scelto,non Potetefar nulla per interrompereI'attuazionedi questodisegno.rt < Eppure voi stessomi avete detto, don Juan, clrc uno pud semprefallire.r, E .rr.to. Uno pud fallire. Ma credo che vi riferiate " Voa qualcosad'altro. Volete trovare une scaPPatoia. lete averela liberti di fallire e di uscirnea vostro piacimento.Troppo tardi. Un guerrierod nelle mani dcl potere e la sua unica liberti e di scegliereuna vita senza macchia.Non c'd modo di simularetrionfo o sconfitta. La vostraragionepud volerechevoi falliatedel tutto, affinchd cancelliatela totalitl di voi stesso.Ma questad una contromisuradre non vi permetteri di diciiarare 97


una falsa vittoria o una falsa sconfitta.Se pensatc'di 'potervi ritirare nel porto del fallimentoi siete fuori di senno. Il vostro corpo sta in guardia e non vi lasceri sfuggire. " Si mise a ridacchiaree poi diede sfogo rumoroso alla sua ilariti. Non sapevocome intendereil suo modo di fare. <.Perch6ridete?> chiesi. .. Sietein un punto terribile> disse.t E troppo tardi per tirarvi indietro, ma troppo presto per agire. Tutto quel chepotetefare i starea vedere.Sictenellamiserasituazionedi un bambinoche non pud tornarsenein grembo alla madre,ma neppurecorrerein giro e agire.Tutto cid chequelbambinopud fare i starea veder.ee a sentire le meravigliosestorie di azioneche gli vengonoraccontate.Adessosieteesattamente a questopunto.Non potete tornare in grembo al vostro mondo di prima, ma non potete.neppure agire con potere.Potetesoltantoassistere ad atti di poteree ascoltarestorie,storiedel potere. Il doppiod una di quellestorie.Voi la conoscete, e " per questola vostra ragionene d cosi colpita. Statesbattendo la testa contro un muro, se pretendetedi capire. Tutto quello che posso dirvi, tanto perchdabbiate una speciedi spiegazione, d che il doppio,sebbene lo si ragr, sognando, giunga d certamentereale. .. Secondoquanto mi avete detto, don Juan,il doppio pud compiereazioni.Quindi il doppio pud ... " . Non mi lascidcontinuareil.ragionamento. Mi ricordd che era inopportunodire che lui mi avevaparlato del doppio, dal momento chc io stessopotâ‚Źvo dichiarare d'averlovisto. <Evidentementeil doppio pud compiereazioniu dissi. 9E

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.\ Evidentemente ! r rispose. <"Ma il doppio pud agire in aiuto dell'io?o oE I'io, accidenti!" Trovavo difficilissimo spiegarmelo.Pensavoche se uno stregoneriuscivaa compieredue azioni nello stesso tempo, la suacapaciti op.triin" pratica dovevaraddoppiarsi..Avrebbe poruto compieredue lavori nello stesso momentoresserein due posti diversi,vdderedue persone diverse,e cosi via. Don Juan stava a sentirepazientemente. < Lasciatemi.seguire o dissi. questoragionamento <rPer ipotesi, don Genaro potrebbe ucciderequalcuno a centinaiadi miglia di distanza,inducendoil proprio doppio a farlo?> Don Juan mi guardd. Scossela testa e distolsegli occhi. <rSiete pieno di storie di violenza disse.o Genaro ' non pud ucciderenessuno,semplicemente perchdnon ha pit alcun interesseper i suoi compagniuomini. Quando un guerrierod capacedi conquistareil uedere e i, sognare ed d consapevoledella propria luminositi, in lui non resta pii alcun interessedel genere.D Gli ricordai che all'inizio del mio apprendistatoeveva dichiarato che uno stregone, aiutato dal suo lgato", poteva esseretrasportato a centinaia di miglia di distanza per infiggere un colpo ai suoi nemici. <.Sono responsabile della vostra confusione disse. ' < Ma dovete anche ricordare quanto vi dissi in un'altra occasione: che, con voi, non seguivo i gradi prescritti dal mio maestfo. Era uno stregone, e io avrei dovuto propriamenteimmergervi in quel mondo. Non I'ho fatto perch6 non mi preoccupopit delle vicissitudini dei miei compagni uomini. Tuttavia, le parole del mio maestro


sono pianrate in me. Certe volte vi parlo come avrebbc

parlatolui stesso. .. Genaro t un sapiente.Il pit puro di tutti. Le sue azronrsono senzamacchia.Egli d al di li degli uomini comuni, e al di li degli stregoni. Il suo doppio d un'e.spressionedella sua gioia e del suo umorismo. Per questo non potrebbe usarlo per creare o risolvere situazioni comuni. A quanto ne sor il doppio i la consapevolezzadel nostro stato di esseriluminosi. Pud fare qualsiasicosa, e tuttavia sceglie di esserediscreto e amabile. o Sono io che ho sbagliato, sviandovi con parole prese a prestito. Il mio rnaesrro non era capacedi produrre gli effetti che ottiene Genaro. Per il mio maestro, purtroppo, certe cose erano, come per voi, soltanto storie del potere.)) Fui spinto a difendere il mio punto di vista. Dissi 'stavo che parlando in senso ipotetico. .. Non c'i senso ipotetico quando parlate del mondo dei sapienti disse. o Un sapiente non potrcbbe agirc " verso i suoi compagni'uomini in modo nocivo, n6 ipoteticamenten6 almimenti.n .. Ma se i suoi compagni uomini stanno congiurando contro la sua sicurezzae il suo benessere?Pud allora usare il suo doppio per proteggersi?o Schioccdla lingua disapprovando. <.Quanta incredibile violenza nei vostri pensieri> disse. .. Nessuno pud congiurare conro la sicurezzae il benesseredi un sapiente. Egli uede,e quindi prenderebbe misure per evitare che cid awenisse. Genaro, per esempio, ha corso un rischio calcolato nel venire a raggiungervi. Ma non potreste far nulla per nuocere alla sua sicurezza.Se qualcosadi simile ci fosse, il suo aedereglielo rivelerebbe. Ora, se in voi ci fosse qualcosadi nocivo 100

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per lui e il suo aederenon potesseraggiungerlo, questo sa' rebbc il suo destino, e ni Genaro nd alcun altro riuscirebbe a evitarlo. Vedete quindi che un sapiente esercita il controllo senza controllare nulla. r, Restammoin silenzio. Il sole stava per raggiungere la sommiti degli alti e grossi cespugli sul lato occidentale della casa. C'erano soltanto pit due ore circa di luce. oPerch6 non chiamate Genaro?r, disse don Juan senzaParere. Il mio corpo fece un salto. La mia prima reazione fu di abbandonaretutto e correre alla macchina. Don Juan scoppid in una risata nrmorosa. Gli dissi che non avevo nulla da provare a me stesso,e che ero soddisfattissimo di parlare con lui. Don Juan non smettevadi ridere. Finalmentedisseche era un peccato che don Genaro non fosse li a godcrsi la bella scena. o Guardate, se a voi non interessachiamareGenaro, interessaa me )) dissein tono risoluto. .. Mi piace la sua compagnia.r, Sentii in bocca un orribile sapore acido. Gocce di sudore mi spuntarono sulle sopracciglia e sul labbro superiore. Avrei voluto dire qualcosa, ma veramente non c'era nulla da dire. Don Juan mi gettd un lungo sguardo indagatore. o Avanti > disse. .. LIn guerriero d sempre pronto. Essere un guerriero non wol dire soltanto desiderarlo. E inu.ce una lotta senza fine, che termineri solo nelI'ultimissimo istante della nostra vita. Nessuno d nato guerriero, esattamentecome nessuno d nato essereragionevole. Siamo noi che ci facciamo divenire I'uno o I'altro. o Controllatevi. Non voglio che Genaro vi veda tfemare COSI.n


Si alzd e andd avanti e indietro sul pavimentopulito delfa ramada. Non riuscivo a rimanereimpassibile.Il mio nervosismeera cosi intensochenon potei pii scrivere e saltaiin piedi. Don Juan mi mise nella posizionegiusta, rivolto versoovest, e mi dissequel che dovevo fare. Gii prima, in varie occasioni,mi aveva fatto eseguirequegli stessi movimenti. Si mattavadi attingere"porere" dalla luce cdante del crepuscolo,alzandole bracciaverso il cielo con le dita apertea ventaglioe poi stringendole diia con forza quandole bracciafosserogiuntee menLasrada fra I'orizzonte e lo zenith. L'eserciziofece effetto, e quasi istantaneamente divenni calmo e raccolto. Non potei evitare, tuttavia, di chiedermi cosa fosse accadutoal mio vecchio "io", il qualenon era mai riuscitoa rilassarsicosicompletamente eseguendoquel semplicee scioccomovimento. Volli concentraretutta la mia attenzionesullaprocedura che senzadubbio don Juanavrebbeora seguitoper chiamaredon Genaro.Mi figuravo di assistere ad azioni portentose.Don Juan,in piedi sul limitare dellaramada, volto a sud-est,si misele mani a imbuto dinanzialla bocca e gridd: ..Genaro!Vieni qui!" Un attimo dopo don Genarousci dal cbapanal.Entrambi sorridevanosoddisfatti.Si miseroquasi a danzare davanti a me. Don Genaro mi salutd con effusionee si misea sedere sul bidone del latte. Mi sentivo in un modo terribilmentestrano. Ero calmo,imperturbato.(Jno stato di incredibileindifferenza e freddezzas'eraimpadronito di tutto me sresso.Era quasi come se stessiguardandomida un nascondiglio. Con grande distaccocominciaia r'accontarea don Ge102

naro c-heduranteI'ultima visita ero rimasto speventato quasi a morte, e che mai, neppuredurantele mie esperienzecon piantc psicorope, mi ero rovato in uno stato cosi completo di caos. Entrambi accolserole mie parolc come se avessivoluto dire una cosamolto comica. Risi con loro. Evidentementeerano consapevolidel mio stato di e mi prendevanoiir torpore emozionale.Mi osservavano giro comc se fossi ubriaco. per In me c'era qualcosache lottava disperatamente far. prenderealla situazioneuna svolta familiare. Ccrcavo di essereinteressatoe spaventato. Alla fine don Juanmi gettd un po' d'acquain faccia e mi sollecitda sedermie a prendereeppunti.Disse,come aveva gii fatto altre volte, che se non aveisi preso appunti sareimorto. Il semplicefatto di metter git qudche parola mi restituilo stato d'animo familiare.Sembrd che qualcor" to.n"rr. ad esserechiaro come cristallo: qualcosache un attimo prima era stato opaco e torbido. Il ritorno del mio io consuetofu anchcil ritorno.dei miei consuetitimori. Stranamente,ero meno spaventato d'esserespaventatochedi non esserloaffatto. La familiariti delle mie vecchieabitudini, per quanto spiacevoli, era un sollievo delizioso. Mi resi allora pienamenteconto che don Genaroera appenaaffiorato dd, cbalartal. Cominciaronoa mettcrsi in moto i miei processiconsueti.Dapprima mi rifiutai di pensareo di indagareintorno a quel faao. Decisi che non gli awei chiestonulla. Questavolta sareistatoun testimonesilenzioso. per voi r disse o Genaro d tornato, esclusivamente' don Juan. Don Genarostavesedutosu un bidone del latte inl 0t


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clinato, la schienaappoggiata al muro della casa. Sembrava a cavalcioni di una sella.Aveva le mani dinanzi a s6, come se tenessele redini. ., Giusto, Carlitos disse,appoggiando il bidone al ' suolo. Smontd, facendo volteggiare la 'gamba desra sul collo di un immaginario destriero,e saltd a tema. Esegui quei rnovimenti in modo cosi perfetto da darmi I'impressione inequivocabile che fosse arrivaro a cavallo. Vennc vicino a me e si sedettealla mia sinistra. .. Genaro d venuto perch6 volete parlargli dell'altro o disse don Juan scoppiandoa ridere. Fece un gesto come per dare la parola a don Genaro. Questi si inchind. Si voltd leggermenteverso di me. cosa vi piaccrebbesapere,Carlitos?r, chiesecon "Che voce acuta. ., Bene, se siete venuto per parlarmi del doppio, ditemi tutto o risposi fingendo indifferenza. Entrambi scosserola testa e si lanciarono un'occhiata. ., Genaro d venuto per parlarvi del sognatore e del sognato> disse don Juan. ,. Come sapete,Carlitos,> presea dire don Genaro, con I'aria dell'oratore che sta infervorandosi,,. il doppio ha inizio nel sognare. r, Mi diede una lunga occhiata e sorrise. I suoi occhi corsero veloci dalla mia faccia al notes e alla matita. Il doppio d un sogno,, disse; si grattd le braccia " e si alzd. Andd all'estremiri della ramada e si inoltrd nel cbaparral. Si fermd dinanzi a un cespuglio, mostrandoci il suo profilo di tre quarti; si sarebbedetto che stava orinando. Dopo un momento mi accorsiche in lui qualcosa 104

di odisperatamente non andava.Sembravache cercasse fu la risata conrinare e non ci riuscisse.La di don Juan ferma che don Genaro era impegnatoin un'altra dellc suebuffonerie. Don Genaro contorcevail corpo in modo cosi comico da farci piegarein due dal ridere. Don Genaro tornd sotto la ramadae si sedene.Il suo sorriso irradiava uno,straordinariocalore. <.Quandonon si pud, non si pud" dissecrollando le spalle. Poi aggiunsedopo un momentodi pausa,sospirando: ..Si, Carlitos,il doppio i un sognoD. ..Volete dire clre non d reale?ochiesi. <No. Voglio dire che i un sogno; replicd. 'Don Juan intervcnnee spiegdche don Genarosi ridi feriva al primo affiorare della nostra consapevolezza es'sercesseri luminosi. <rOgnund di noi d diverso, e quindi i particolari delle nostre lotte sono diversi n disse don Juan. .. I passi che dobbiamo compiere per arrivare al doppio sono perd gli stessi. Specialmentei passi iniziali, confusi e incerti. n Don Genaro fu d'accordo e parld dell'incertqza che lo sffegone affronta in quella fase. .. Quando mi capitd per la prima volta, non sapevo che fosse successo spiegd. n.Un giorno ero andato a " raccogliere piante in montagna. Arrivai in un posto dal quale passavano altri raccoglitori di erbc. Avevo due grossi sacchidi piante. Potevo ormai tornare a casa,ma prima decisi di prendermi un momento di riposo. Mi sdraiai a terra. di fianco al sentiero,all'ombra di un albero, e caddi addormentato. Udii poi il rumore di gente che scendevagit dall'altura e mi svegliai. Corsi a nascondermi dietro qualchecespuglioa poca distanza,dalI'altra parte del sentiero presso il quale ero caduto in


sonno.Mentre mi nascondevoebbi I'impressione fastidiosa di aver dimenticatoqualcosa.Mi guardai intorno per vederese avevo.imiei due sacchidi piante.Non c'erano. Guardaidall'altra'partedel sentiero,versoil posto in cui avevo dormito, e quasi me la feci addossodalla paura.Ero ancqrali chedormivo! Ero io! Toccaiil mio corpo. Ero io ! In quel momentola genteche scendeva anivd vicino al mio io chedormiva,mentreil mio io chc era perfettamentesveglioguardavainebetitodal suo nascondiglio. Dannazionc! Adesso mi avrebberotrovato li addormentatoe mi avrebberoportatovia i sacchi.Invece mi passaronoaccantocome se non ci fossi. La visionccra statacosivivida da tirrnriirnpazzirc. Gridai, e poi mi svegliaidi nuovo. Dannazione! Era stato un sognoI Don Genaro smisedi raccontaree mi guardd come

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se si aspettasseuna domanda o un cornmento. <.Dtegli dove vi siete svegliato per la seconda volta o disse Juan. .. Mi svegliai vicino alla strada, >r aggiunse allora don Genaro dove mi ero addormentato.Ma per un "li momento non capii dove mi trovavo. Potrei quasi dire che ero stato a guardarmi mentre mi svegliavo; poi qualcosa mi aveva trascinato di fianco al sentiero e quando mi ritrovai li mi stavo fregando gli ocdri. 'r Ci fu una hmga pausa. Non sapevo cosa dire. oE che avete fatto dopo?p chiesedon Juan. Quando eutrambi si misero a ridere, capii che don ]uan mi stava prendendo in giro. Imitava le mie solite domande. Don Genaro riprese a raccontare. Dissc che per un momento era rimasto di sassoe poi s'era messo a controllare ogni cosa. 106

Il luogo in cui mi ero nascosto era esattamenteco" me I'avevo visto n disse.< E la gente che mi era Passata accantosi trovava sul sentiero,un po' pit giri, a breve distanza.Lo so, perchd corsi dietro a loro. Erano le stesse persone che avevo visto. Le seguii finchâ‚Ź arrivarono in citti. Devono aver pensatoche fossi matto. Chiesi loro se avevano visto il mio amico che dormiva di fianco al senticro.Tutti risposeroche nott avivano visto nessuno.D oVedete,r, disse don Juan <rtutti noi passiamoattraverso gli stessi dubbi. Abbiamo Paura di diventare matti; purtroppo pcr noi, naturalmente, siamo gil tutti mXtti.r>

.Ma voi sieteun pochettinopit matto di noi> mi disse don Genaro ammiccando.a E pit sospettoso.D Mi stuzzicarono: ero sospettoso;sosPettoso...Poi don Genaro riprese: o Tutti noi siamo esseriottusi n disse. <.Non siete il solo, Carlitos. Per un paio di giorni rimasi un Po' scosso dal mio sogno, ma poi dovetti lavorare per vivere e occuparmi di tante di quelle cose che veramente non avevo il tempo di stare a riflettere sul mistero dei miei sogni. Cosi, molto presto me ne dimenticai del tutto. Ero assai simile a voi. .. Ma un giorno, pochi mesi pit tardi, dopo una giornata terribilmente faticosa, caddi addormentato come un sassoa meti del pomeriggio. Aveva allora cominciato a piovere e siccome nel tetto c'era una fessura mi svegliai. Saltai git dal letto e mi arrampicai in cima alla casa per aggiustarela fessuraprima che cominciassea colare acqua. Mi sentivo cosi abile e forte c-hefinii in un minuto e non mi bagnai ncppure. Pensai che il sonnelli' no mi avesserimesso in sesto. Quando ebbi terminato, tornai in casa per mangiare qualcosa e mi accorsi che 107


non riuscivo a inghiottire. Credetti d'esseremalato. Preparai un miscuglio di radici e di foglie, me lo misi sul collo e andai verso il lefto. Ma quando fui vicino al letto, quasi me la feci addosso.Io ero li, a letto, addormentato ! Avrei voluto scuotermi e svegliarmi, ma capii che non era da farsi. Allora corsi fuori di casa. Ero atterrito. Vagabondai senza scopo sulle colline. Non avevo idea di dove stessiandando, e sebbenefossi vissuto in quei posti tutta la vita, mi-persi. Camminavo sotro la pioggia e neppurela sentivo. Mi sembravadi non riuscirea pensare. Poi i fulmini e i tuoni divennero cosi foni che mi svegliai ". Tacque per un momento. <.Volete saperedove mi svegliai?r, mi chiese. o Certo > rispose don Juan. .. Mi svegliai sulle colline, sotto la pioggia o disseallora don Genaro. c.Ma come vi siete accorto d'esservi svegliato?o chiesi. Il mio corpo se ne accorsen rispose. " c.E una domanda stupida> intervenne don Juan. .. Sapete anche voi che nel guerriero qualcosa d sempre consapevoledi ogni cambiamento. L'obiettivo del guerriero d precisamentefavorire e conservare questa consapevolezza. Il guerriero la pulisce, la lucida e la mantiene funzionante.rt Aveva ragione. Dovetti riconoscere di sapere che qualcosa in me era sempre consapevole di quanto facevo, e lo registrava. Non aveva, perd, nulla a clre fare con la comune autoconsapevoleza.. Era qualcosa d'alro, che non riuscivo ad afferrare. Dissi loro che forse don Genaro ne avrebbe potuto parlare meglio di me. < Ne state parlando benissimo> disse don Genaro. l0E

.. E, una voce interna che vi dice comestannole cose.E quellavolta mi disseche mi ero di nuovo svegliato.Naturalmente,appenami svegliaifui convinto d'aversognato. Non era stato,certo,un comunesogno,ma neppureil vero sogttare.Cercai quindi un'altra spiegazione:come il sonnambulismo, per esempio.Non riuscivo altrimenti a capire.n Don Genaro dissc chc il suo benefattoregli aveva poi spiegato:non era stato affatto un sogno, e lui non doveva continuare-acercaredi spiegarecon il sonnambulismo quel che gli era accaduto. oCosa vi disseche era stato?o chiesi. Si scambiaronoun'occhiata. < Mi disseche era stato il babau> risposedon Genaro, facendola voce da bimbo. Insistetti: volevo saperese il benefattoredi don Genaro spiegavale .or. .o-. le spiegavanoloro. <.Naturale diise don ]uan. " I1 mio benefaworespiegdchc il sogno in cui uno " guarda se stessoaddormentatoD, aggiunsedon Genaro i il peribdo del doppio. Mi raccomandddi non sciupa" re il mio potere con lo stuporee con le domandea me stesso,ma di approfittaredi quell'opportuniti per agire: quandomi fosseaccadutodi nuovo, avrei dovuto essere PreParato. o Mi accaddedi nuovo, in casadel mio bcnefattorc. Lo aiutavonei lavori di casa.Mi ero sdraiatoper riposare e come al solito caddi profondamenteaddormentato. La sua abitazioneera verarnenteun luogo di potereper me e tni aiutava.D'improwiso fui svegliatoda un forte rumore.La casadel mio benefattoreera gfande.Era un uomo ricco e aveva molte personeche lavoravanoper lui. Il rumore sembravaquello di una pda chc scavasse 109


nella ghiaia. Mi misi ad ascoltaree poi mi alzai. Quel rumore mi rurbava moltissimor ma non riuscivo a capire perch6. Stavo pensandogii di andare a vedere, quando mi accorsi che ero addormentato al suolo. Questa volta sapevocosa aspettarmie cosafare; seguii il rumore. Andai nel retro della casa. Non c'era nessuno.Il rumore sembravavenire da oltrc la casa.Pre$i a seguirlo. Pit lo seguivo, pit in fretta riuscivo a muovermi. Finii in un luogo distante, e li fui resrimone di cose incredibili. r, Spiegd che a quel tempo era ancora nella prima fasc del suo apprendistatoe quanto al "sognare" aveva combinato molto poco; possedevaperd un'inquietantefaciliti di sognarecid che aveva osservato. ..Dove siete andato, don Genaro?u gli chiesi. ., Era la prima volta che veramente camminavo sognando, disse. o Ne sapevo perd abbastanzaper comportarmi nel modo giusto. Non 6ssai direttamentenulla e andai a finire in una gola profonda, dove si trovavano alcune delle piantc potenti del mio benefacore.r, .. Pensateche si agisca meglio se si sa molto poco del sognare? r chiesi. No ! > interruppe don ]uan. .. Ciascuno di noi ha " faciliti per qualcosain particolare.Genaro d specialmente portato per il soSnntâ‚Ź.>t <,Cosaavete visto nella gola, don Genaro?, chiesi. .. Vidi il mio benefattorc chc stava facendo ccrte manovre pericolosecon altra genre. Pensaiche io fossi ll per aiutarlo e mi nascosi dietro agli alberi. Non riuscii a capire, perd, comc aiutarlo. Non ero stupido, e mi resi c:n-to che quella scena accadevaperci6 io stessia guardarla, non perchd vi intervenissi.u c,Quando, come, dove vi siete svegliato?> <.Non so quando mi sono.svegliato. Sari stato ore ll0

dopo. Tutto cid chc so t cheseguiiil mio benefaaoree le almepersone,e quandoloro stetteroper raggiungerela casadel mio benefattoreil rumoreche facevano,siccome discutevano,mi sveglid. Mi trovavo nel posto in cui avcvo visto me stesso addormentato. c Mentre mi svegliavo capii che quelio che avevo visto e fatto non era un sogno. Avevo veramente percorso un certo tatto, guidato da quel rumore.,D ..Il vostro benefattore era consapevole di quel che stavate facendo?rt .. Certo. Lui stessoeveva prodotto il rumore con la

pala, per aiutarmi a svolgereil mio compito. Quando rientrd in casa,fecefinta di rimproverarmiperch6mi ero addormentato.Capii che.mi avevauisto.Pii tardi, quando i suoi amici se ne furono andati,mi dissechesi era accorto della mia luminescenzatnascostafra gli alberi. r, Don Genaro disse che quelle tre esperienzelo avevano awiato sulla strada del "sognare", e che ci vollero un'alua occasione. quindici anni perch6gli si presentasse o La quarta volta,, disseo fu una visionepii stranae pit completa. Mi trovai addormentato in mezzo a un campo coltivato. Mi vidi coricato sul fianco, profondamente addormentato. Seppi che stavo sognandl,perch6 avevo cominciato e sngnareogni notte. Di solito, ogni volta che avevo visto me stessoaddormentato mi trovavo nel luogo in cui mi ero messo a dormire. Ora invece non ero nel letto, e sapevod'essereandato a letto quella notte. Nel sogzo7 era giorno. Cominciai allora a esplorare. Mi spostaidal luogo in cui stavo coricato e cercai di orientarmi. Capii dov'ero. Mi trovavo, realmente,non 7Ncll'originale ricorre continuamentcdreaming(che si potrebbetradurre con "il sognare") anzichddream("sogno"): s'intenda,quindi. che il .roguo - in corsivo- i semprequcl quasi"attivo" sognare csoterico,(N.d.'I'.)

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molto lontano da casa mia: a un paio di miglia, forse.

Feci qualchepassoin giro, osservandoogni particolare di quel luogo. Mi firmai alllombra di un grande albero a poca distanza e scrutai, di li da una piatta striscia di terra, i campi di grano sul fianco di una collina. Allora mi colpi una cosa molto strana: i particolari di cid che mi circondava non mutavano n6 svanivano, per quanto a lungo continuassia fissarli. Mi spaventai e corsi di nuovo dove giacevo addormentato. Ero ancora li, esattamente come prima. Mi misi a guardare me stesso.Ebbi una sensazioneinquietante di indifferenza verso il corpo cJrestavo guardando. < Poi sentii che si awicinava gente. Sembravache ci fosse sempre gente intorno a me. Corsi in cima a una collinetta e scrutai in giro attentamente. C'erano dieci persone che stavano venendo verso il campo in cui mi trovavo. Erano tutti giovani. Tor4ai indiero di corsa verso il luogo in cui ero coricato e passai uno dei momenti pit angosciosi della mia vita di fronte a quel me stessoche se ne stava li, russandocome un maiale. Sapevo che dovevo svegliarmi, ma non avevo idea di come. Sapevo anche che per me era mortale svegliare quel me stesso.Ma se i giovani mi avesserotrovato li, sarebbero stati stravolti. Tutte queste considerazioni che mi attraversavano la mente non erano veri pensieri. Erano piuttosto sceneche mi passavanodavanti agli occhi. La mia angoscia, per esempio, era una scena in cui io guardavo me stessocon la sensazionedi esserechiuso denuo quel me stesso. E questa scena che chiamo angoscia. Dopo d'allora mi d ancora capitata varie volte. ..Bene: non sapendoche fare rimasi a guardareme stesso,e mi aspettavo il peggio. Una quantiti di imma-

ghi fuggevoli mi passavanodinanzi agli occhi. Mi atll2

taccai ad una in particolare: I'immaginedella mia casa con il mio letto. L'immaginedivennenitidissima.Oh, come desideravoesseredi nuovo nel mio letto! Qualcosa mi colpi; mi sembrdche qualcunomi urtassee mi svegliai. Ero nel mio letto! Naturalmente avevo sognato. Saltai fuori dal letto e corsi nel luogo del mio sogno.Era esattamentecome I'avevo visto. I giovani vi stavano lavorando. Stetti a guardarli a lungo. Erano gli stessiche avevo visto. <.Tornai in quel luogo alla fine dclla giornata, quando rutti se n'erano andati, e mi fermai nel punto preciso in cui avevo visto me stessoaddormentato. Qudcuno vi > si era coricato. L'erba era schiacciata. Don Juan e don Genaro mi stavano osservando. Sembravano due animali strani. Sentii un brivido lungo la schiena. Ero sul punto di abbandonarmi al timore molto razionale che non fossero dawero uomini come me, ma. don Genaro rise. quei tempi,n disse(ero proprio come voi, Car"A litos. Volevo controllare tutto. Ero sospettosocome voi. >

Tacque,alzd un dito e mi diede un colpetto. Poi si rivolsea don Juan. <Voi non siete sospettosocome questo ngazzo?r, chiese. .. Non c'i pericolo dissedon Juan. E lui il cam' " D Prone. Don Genaro si voltd verso di mc con un gesto di scusa. .. Credo d'essermisbagliatoo disse... Io non ero sospettosocomevoi. n Ridacchiaronopiano come se non volesserofar rull3


more. Il coqpo di don Juan era scossodalle risa soffocate. .. Per voi questod un luogo di potere> disse don Genaro in un sussurro.< Le vostre dita si sono subito stancatedi scrivere,li dove sieteseduto.Avete mai fatto qui dei sogni pesanti?n * No, ttott tr. ha fatti > risposedon Juana bassavo, ce. c Ma ha scritto dclle cosepesanti.r Si piegaronoin due. Sembravachc non volesserofar risuonarele risate.I loro coqpicrano scossidal ridcre. Il loro riso soffocatoparevaun ritmico chiocciare. Don Genaro si drizzd su e mi scivold vicino. Mi battd sullespallepii volte, dicendoche cro un birbante, poi con gran forza mi tird il bracciosinistroverso di s6. PersiI'equilibrio e caddi in avanti. Risdriai di batterela facciasul pavimentoduro. Istintivamente,parai il colpo con il braccio destro. Uno di loro mi tenni gii, scJriacciandomi il collo. Npn sapevocon sicurezzaquale dei due. La mano che mi teneve sembravaquella di don Genaro..Ebbi un atijmo di panico sconvolgente.Mi sembrddi svenire,e forsc svenni dawero. La pressione conro il mio. stomacoera cosi forte che vomitai. Elbi poi la percezionechiara di qualcunoc-hemi aiutava a ridzarmi. Don Genaro stava accovacciatodi fronte a me. Mi girai e cercai con gli occhi don Juair. Non lo si vedevada nessunaparte. Don Genaroavevaun sorri. so sfavillante.I suoi occhi lucenti guardavano6sso nei mici. Gli chiesiche cosami aveva fatto, ed egli rispose che ero.a pcla:i.Lo dissein tono di rimprovero,comese fosseconuariato o insoddisfattodi me. Ripet6piri volte che io erc a przzl e chedovevo rimenermi-insieme. Ccrcava di simulareun rono severo,ma scoppida ridere a metl del suo sgmone. Mi stava dicendo'cheera verall4

menteterribile che io fossi andato in pezzi,e che egli avrebbedovuto usarela scopaper raccoglieretutto in un mucchio.Aggiunsepoi che io correvoil rischio di risistemarei pezzinei posti sbagliati:awei finito per mettereil mio penc dove ci sarebbcdovuto essereil pollice.A queVolli ridere c provai una sto punto tacquebruscamente. mio sensazione corpo si smontd! comese sranissima.Il io fossi stato un giocattolomeccanicoche andavain pezzi. Non awertii nessunasensizionefisica, c d'altronde non provavo timore nâ‚Źansia.L'andare in pezziera una scenacui assistevodd punto di vista di un osservatore, e tuttavia non percepivonulla in termini sensorii. Poi mi resi conto che don Genarostavamaneggiando il mio corpo. Ebbi allora una sensazionefisica, una vibrazionecosl intensache non vidi pii nulla intorno. Sentii di nuovo che qualcunomi aiutavaa rialzarmi. Vidi di nuovo don Genaroaccovacciatodi fronte a rne. Mi presesotto le ascelee mi aiutd a fare due passiin giro. Non riuscivo a capirc dov'ero. Avevo la sensazione di uovarmi in un so'gno; tuttavia possedevoperfettamenteil sensodel trascorreredel tempo. Ero lucidamente consapevoled'essermitrovato poco prima con don Genaro e don Juan sotto Ie ramada della casadi don J*t. Don Genaro passeggiava con rne, sostenendomi I'ascella sotto sinistra.Lo scenarioche osservavomutava continuamente.Non awei potuto, perd, determinarela natura di cid che stavo guardando.Quanto mi stava dinanzi agli occhi cra piuttosto una sensazione o uno stato d'animo; e il cenmoda cui si iradiavano rutti quei cambiamentiera in modo ben precisonel mio stomaco.Avevo stabilito questorapporto non comeun pensieroo una percezione,ma come una sensazione corporeacJred'imllt


provviso divenne stabile e dominante. Lc futtuazioni intorno a me provenivano dal mio stomaco. Stavo creando un rnondo, un flussosenzafine di sensazionie di immagini. C'era tutto cid che conoscevo.Era di per sâ‚Źuna sensazione,non un pensieroo un giudizio consapevole. Per un attimo, data la mia quasi invincibile abitudine di suddividere e classificare.ogni cosa, cercai di stabilire un ordine; ma a un dato momento i processiintellettuali con cui tentavo quella contabiliti cessaronoe mi trovai awolto da qualcosache non aveva nomâ‚Ź, sensazioni e immagini d'ogni sorta. A un certo punto qualche cosa in me ricomincid a catalogare, e mi resi conto che un'immagine tornava semprea ripetersi: don Juan e don Genaro, che tentavano di raggiungermi. Era un'immagine fuggevole, che mi passavaaccanto rapida. Mi sembrava quasi di vedcrli dal finestrino di un veicolo in corsa. E pareva che loro tentasserodi afferrarmi al passaggio.L'immagine divenne pir) chiara e durd pit a lungo, continuando a ripetersi. A un certo punto mi resi conto che la isolavo deliberatamente da una miriade di altre immagini. Eliminavo il resto per giungere a quella scena particolare. Infine fui capace di mantenerla presente pensando ad essa. Una volta che ebbi cominciato a pensare,i miei consuetiProcessidi percezioneripresero.Non erano ben precisi, come nel corso delle mie solite attiviti, ma sufficientemente nitidi per farmi capire che la scenache avevo isolato dalle altre era la seguente: don Juan e don Genaro si trovavano sotto la ramada della casa di don Juan e mi sorreggevanosotto le ascelle.Volli ricominciarc a Passare attraversoaltre immagini e sensazioni,ma essinon mi lasciavano.Lottai per un momento. Mi sentivo forte e felice. Sapevoche volevo bene ad entrambi e quindi anche I l6

che non mi facevanoPaura.Volevo scherzarccon loro; misi a ridcre c a battereloro sulle non sapevo -Ebbicome,e mi un'alna, singolarescnsazioncdi consapevospalle. lizza. Ero certo chestavo "sognando".Se fissavogli occ.hisu qualcosa,immediatamentediventavaconfisa' Don Juan e don Genaromi stavanoparlando'Non riuscivo ad afferrare bene le loro parole e nePpurea distinguerequale di loro due mi parlava. Poi don Juan gird intorno al mio corPo e indicd une massache si troi"o. p.. terra. Don Ginaro mi tird pit vicino a quella massae mi fecegirare intorno ad essa.La massaera un uomo coricatoper terra. Giacevasullo stomaco'la faccia voltata a destra. Don ]uan e don Genaro, mentre mi parlavano,continuavanoa indicarmi quell'I9-o' .Mi. ti,".r"rro e mi facevanogirare intorno a lui. Non riuscivo affatto a fissaregli occhi su di lui, ma alla fine ebbi una di quietee di luciditi, e guardaiI'uomo' Lensensazione tamentesi dcstd in me la percezionechel'uomo coricato in terra ero io. Una percezioneche non mi procurdtersenzaemorore n6 disagio. La accettaisemplicemente' zione. In quil momentonon ero completamenteaddormentato, ma neppurecompletamentesveglio c lucidamente cosciente.inoltre, divenni ancor pii consapevole della presenzadi don Juan e don Genaro,tanto da poter[ iistinguere I'uno dall'duo quando mi parlavano' di Don JuanJissechesaremmoandati al luogp circo-lare por.r., nelclgapanal.Non aPPenalo ebbedetto, I'immagine di quel luogo arivd di colpo nella mia mente'Vidi tott'intorno le masscscurc dei cespugli.Mi voltai verso destra:c'eranoanchedon Juane don Genaro'Subiiuna d'averPauradi loro' Forse scossaed ebbi la sensazione Mi vennero perch6sembravanodue ombre minacciose. pit vicini. Appenariconobbii loro lineamenti,i miei ti-


i:,

mori svanirono.Di nuovo gli volevo bene.Era come se fossi ubriaco e non riuscissiad afferraresaldamentenulla. Mi preseroper le spallee mi scosseroentrambinello stessoistante.Mi ordinarono di svegliarmi.Riuscivo a udire le loro voci nitide e separateI'una dall'altra. Sperimentai poi un attimo singolarissimo.Ebbi nella mente due immagini,due sogni.Sentivoche qualcosain me cra profondamenteaddormenratoe si stava svegliando,e trovavo me stessocoricato sul pavimentodella ramada, mentre don ]uan e don Genaro mi scuotevano.Ma ero anchenel luogo di potere,e anc-he li don Juanc don Genaro stavanoscuotendomi.Fu un attimo cruciale,in cui non mi trovai nd in un luogo n6 nell'altro, ma in ambedue comeun osservatorecheassistesse a due scenesimultaneamente. Ebbi'la sensazione incedibile di potere,ih quel momento, andare per ambeduele strade. Bastava che mutassiprospettivae anzich6osservareambeduelc scene dall'esternole percepissidal punto di vista dcl soggetto. C'era qudcosa di molto caldo intorno alla casadi don Juan. Preferii quella scena. Fui afferrato in modo terrificante: rutta la mia consapevolezzaconsuetami ritorqd in un attimo, intera. Don juan e don Genaro mi stavano versandoaddosso secciriated'acqua.Ero sono le ramada della casadi don Juan. Qualcheora pit tardi sedevamonella cucina.Don Juan aveva iosistito affinbh6 mi comportassicome se nulla fossesuccesso. Mi diede del cibo dicendo cjre dovevo mangiare molto per compensareil dispendio di energie. Erano passatele nove di seraquandoguardaiI'oroll8

logio, dopo che ci fummo seduti a mangiare.La mia esperienzaera durata parecchieore. Ma, per quanto mi d'aver fano un dicevala memoria,avevo I'impressione brevissimosonnoun momentoprima. Sebbenemi sentissiintcramentein me, ero ancora intorpidito. Solo quandoricominciaia scriveresul notes consueta.Fu Per me riacquistaila mia consapevolezza una sorpresaaccorgermiche prendereapPuntimi riporalla luciditi. Non appenafui tortava istantanearRente nato completamentein me, mi si ripresentdalla mentc uno sbarramentodi pensierirazionali: pretendevanodi spiegareil fenomenoche avevo sperimentato.Subito "seppi" che don Genaro mi aveva ipnotizzatonell'istante in cui mi avevainchiodatoal suolo; ma non riuscivoa irnmaginarecome avessefatto. quando espressii Entrambi risero forsennatamente miei pensieri.Don Genaroesamindla mia matita e disse che la matita era la chiaveper caricarela mia molla. Mi sentivo piuttosto aggressivo.Ero stancoe irritabile. Mi ritrovai praticamentea urlare contro di loro mcntrei loro corpi eranoscossidalle risa. Don Juan disseche era ammissibileperderela bussola, ma non fino a questopunto; aggiuirseche don Genaro era venuto unicamenteper aiutarmi e mostrarmiil misterodel sognatoree del sognato. La mia irritabiliti giunseal culmine.Don Juan fece un cennodel capo a don Genaro.Entrambi si alzaronoe mi portarono in giro intorno alla casa.Don Genarointanto dava prova del suorepertoriodi versi e grida di animali. Mi chiesedi sceglierneuno e mi insegndil modo di riprodurlo. Dopo ore di prove, riuscii ad imitarlo abbastanza bene. Il risultato finale fu che loro s'eranodivertiti, rill9


dendo fino alle lacrime, dci miei goffi tentativi, e io stessoavevo allentato la mia tensione cercando di riprodurre il forte grido di un animale. Dissi loro che c'era qualcosa di veramentc meraviglioso nei miei tentativi di imitazione. Mi sentivo ora il co{po rilassato come non mai. Don Juan disse che sc avessi perfezionato I'imitazione del grido, avrei potuto usarlo nelle questioni del potere, o semplicementericorrervi per alleviare la tensione quando nc avessi avuto bisogno. Mi consiglid di andare a dormire. Ma avevo paura di cadere addormentato. Sedetti con loro vicino al fuoco della cucina per un certo tempo e poi, senza accorgermene,mi addormentai profondamente. Mi svegliai all'alba. Don Genaro dormiva vicino alla porta. Si sveglid - mi. parve - nel mio stessomomento. Mi avevano coperto e messola giacca piegata sono la testa, come cuscino. Mi sentivo calmissimo e riposato. Dissi a don Genaro che la notte prima ero veramente esausto. Anche lui lo era, mi rispose. Sussurrandocome per parlarmi in confidenza, disse che don Juan era ancora pit affaticato perch6 era piil vecchio. oVoi c io siamo giovani' disse con uno scintillio negli occhi. <.Ma lui d veccJrio.Deve avere ormai circa trecento anni. > Balzai su stupefatto. Don Genaro si copri la faccia con la coperta e scoppid a ridere. In quel momento don Juan comparve nella stanza. Provai una sensazionedi pienezzae di pace. Per una volta, nulla di veramente importante. Stavo cosi bene che mi venne quasi da piangere. Don ]uan disseche la notte prima avevo cominciato ad essereconsapevoledella mia luminositi. Mi avverti 120

che mi awolgcdi non indulgerenel sensodi benessere soddisfazione. va: c'era il rischioche diventassc < In questo momento, dissi .. non voglio sPiegare " nulla. Non mi importa quello che don Genaromi ha fatto ieri notte.)) a Non vi ho fatto proprio.nienteu replicd don Genaro. (Su, guardatemi:sono io, Genaro.I1 vostro Genaro! Toccatemi!t Abbracciai don Genaro e ridemmo tutt'e due co' me bambini. Mi chiesesc pcnsavoche fosscstranopoterlo adesso abbracciare,quandoI'ultima volta che I'avevo visto non ero riuscito a toccarlo. Lo assicuraiche non ci pcnsavo pit. Il commento di don Juan fu che stavo indulgendo buono e tollerante. nell'essere o State all'erta! r, disse. o Un guerrieronon smette mai di starc in guardia.Se continuatead esserecosi feli- \ ce, prosciugheretequel poco di potere che avete accumulato.r, ..Cosa dovrei fare?r, a Esserevoi stesso.Dubitare di tutto. Essercso)) sPettosO. o Ma non mi piaceesserecosi, don Juan., .. Non ha importanzaquello che vi piace o non vi piace.Ha importanzasolo questo:cosaPoteteusarecome scudo?Un guerrierodeve usaretutto quello di cui pud disponeper chiuderele suefalle mortali appenasi aprono. Quindi non importa che in realti a voi non piacai" .rr.r. sospettosoo porre domande.E q.t tto, adesso, il vostro unico scudo. o Scrivete,scrivete.O moriretc. Morire con gioia d una brutta nrortâ‚Ź.n

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oMa allora, come dovrebbe morire un guemiero?u chiesedon Genaro con il mio esatro tono di voce. o Un guerriero muore resistendor> disse don Juan. < La sua morre deve lottare per prenderlo. Un gucrriero non si consegnaalla morte.rt Don Genaro spalancdgli occhi, enormi, e poi ammiccd. che Genaro vi ha mostraro ieri i estrema" Quello mente importante D aggiunse don Juan. < Non potete liberarvene con la devozione. Ieri mi dicevate che I'idea del doppio vi faceva impazzire. Ma guardatevi adesso. Non ve ne preoccupareper niente. E questoil guaio con le persone che diventano matte: lo diventano per il si c per il no. Ieri, voi eravaretutto domande; oggi.accetttte tutto. > Gli feci notare che trovava sempreuna peccain quel che facevo, senzabadare a come lo facevo. ., Non d vero ! >resclamd.a Non c'd peccanel modo di agire del guerriero. Agite in quel modo, e nessunovi criticheri. Prendete ieri, per esempio.Il modo di agire del guerriero sarebbestato, prima, porre domande senza paura e senzasospetto; poi: lasciareche Genaro vi mostrasseil mistero del sognatore, senza lottare con lui e senza csaurirvi. Oggi, il modo di agire del guerriero sa, rebbe: mettere insieme quel che avete imparato, senza presunzionee senza devozione. Fate cosi, e nessunotroveri delle pecche.r, Dal suo tono capii che don Juan doveva esserestato terribilmente infastidito dai miei errori. Ma mi sorrideva, e poi ebbe un riso soffocato come se le sue sresseparole gli procurasseroilariti. Gli dissi che mi sravo appunto trattenendo,p.. tton assillarli con le mie domande. .L,ro in realt) schiacciato

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da quello che avevafatto don Genaro.Ero stato convinto - sebbenenon avessepii imponenza- che don Genaro fosserirnastonescostofra i cespugli,itt attesadella chiamata di don Juan. Poi avrebbe approfittato della mia paura per stordirmi. Schiacciatocon fona, al suolo, dovevo senzadubbio esseresvenuto,e don Genaromi aveva ipnotizzato. Don Juan osservdche io ero troppo forte per poter esseresoggiogatocosi facilmentc. oMa allora che cosad accaduto?"gli chiesi. <.Genaro d venuto per dirvi qualcosadi molto misteriosoo disse... Quando usci fuori dai cespugliera il doppio di Genaro.Ci sarebbeancheun altro modo per meglio, ma adessonon posdirlo, che lo spiegherebbe r, so usarlo. no, don Juan?" "Perch6 o Perchdnon-sietc ancorapronto a un discorsosulla totaliti dell'io. Per il momentopossosolo dire che Genaro! questoqui, non i il doppio.n Accennd a Genaro con la testa. Don Genaro ammiccd pit volte. o Il Genaro di questanotte era il doppio. E, come ho gil detto, il doppio ha un potereinconcepibile.Vi vi importante.Proprio ha mostratouna cosaestremamente per farlo ha dovuto toccarvi. Il doppio si d limitato a darvi un colpetto sul collo, nello stessopunto sul quale I'alleatos'era arrampicatosu di voi, anni.fa. Naturalanmentevi sietespentocomeuna luce.E naturalmente, che,vi sietelasciatoandarecomeun 6glio di puttana.Ci sonovolute delle ore perchâ‚Źriuscissimoa tirarvi su. Cosi avetedissipatoil vostropotere,e quandoper voi d venuto il momentodi compiereun'azioneda guerriero,non r, avevatepii I'energiasufficiente. t2,


\r'

( Qual eraquell'azioneda guerriero,don fuan? " Vi ho detto che Genaro d venuto per mostrarvi " qualcosa:il misterodegli esseriluminosicomesognatori. Volevate saperedel doppio. Il doppio ha inizio nei sogni. Ma poi avetechiesto:"Che cos't il doppio?" E vi ho detto che il doppio d I'io stesso.Llio sognail doppio. Questodovrebbeesseresemplice,a parreil fatto chenulla di quantoci riguardad semplice.Forsei sognicomuni dell'io sono semplici,ma questonon significache I'io sia semplice.Una volta che ha imparatoa sognareil doppio, I'io arriva al suo bivio fatale,e vieneil momentoin cui ci si rende conto che d il doppio che sognaI'io. o Avevo scritto tutto quello che veniva dicendo.Avevo prestatomolta attenzionealle sueparole,scnzaperd riuscirea capirlc. Don Juan dovette ripetere: .. La lezionc della notte scorsa,come vi ho detto, era sul sognatoree sul sognato: chi sogna e chi d sognato da lui o. .. Scusatemi > dissi. Entrambi scoppiaronoa ridere. .. La notte scorsa,D continuddon Juan < avetequasi sceltovoi di svegliarvinel luogo di potere.o aCosa volete dire, don ]uan?t o Questasarebbestata I'aziopeda guerriero.Se non vi foste lasciatoandarestupidamente,avresteavuto sufficiente potereper far inclinarela bilancia,e senzadubbio vi sarestespaventatoa morte. Fortunatamente o sfortunatdmente - a seconda- non avevatesufficiente potere.Difatti avetesciupatoil vostro porerein un ignobile sperpero,tanto da non avernequasipit abbastanza per soprawivere. <.Quindi, come potete capire benissimo,abbandot24

narvi ii vostri piccoli sotterfugii per voi non solo stupiCo e dissipatore,ma pcricoloso.Un gueriero che si prosciugacosi non pud vivere. Il corpo non i un aggeggio indistrunibile.Potevatefarvi molto male.Non i perch6Genaro ed io abbiamo 'l stato cosi, scmplicemente distolto una parte dei vostri malanni.t Quelle parole cominciaronoa impadronirsi di me con tutto il loro peso. <rLa notte scorsaGenaro vi ha guidato attraverso il groviglio di misteri del doppio> aggiunscdon Juan. Solo lui pud farlo per voi. E quandovi sictcvisto cori" cato a terrar non era una visioneo un'allucinazione.'Ve ne sarestepoilto accorgerecon estremachiarcuese non avestesciupatopoterelasciandoviandare,e avresteallora poruto capireche voi stessosieteun sogno,drc il vostro doppiovi sta sognando,nello stessomodo in cui voi I'avete sognatola scorsanotte.D ..'Ma come pud esserepossibile,don Juan?" .. Nessunosa come cid accade.Sappiamosoltanto cheaccade.Questoi il misterodi noi, esseriluminosi.La notte scorsaaveteavuto due sogni,e avresteponrto svegliarvi nell'unoe nell'altro, rna non disponevatedi potere sufficienteper capirlo.r, Mi guardaronofissamenteper un rnomento. .. Credo che capiscap dissedon Genaro.


IL SEGRETODEGLI ESSERILUMINOSI

Don Genaro mi diverti per delle orc, impartendomiistruzioni bizzarrissimesul modo di organizzue il mio mondo quotidiano.Don Juan disseche dovevo presrare la massimaattenzione,con tutta serieti, alle raccomandazioni di don Gcnaro perchi, per quantobuffe, non erano uno scherzo. Verso mezzogiornodon Genarosi alzd e senzapronunciareparola si inolud fra i cespugli.Stavo anch'io per alzarmi,ma don Juan gentilmentemi fece resrarseduto e annuncidcon voce solenneche don Genaro si preparavaa farc con me un dtro tentativo. oCos'hain mente?>cliesi. oCosasta per farmi?t Don Juan mi assicurdcJrenon dovevo preoccuparmi. <Vi'state awicinandoa un biviotr disse.o(In certo bivio, cui arriva ogni guerriero.tt Mi venne da pensareche stessealludendoalla mia morte. Parve che anticipasse la mia domanda,e rni fece cenno di non dire nulla. a Non parliamodi questo> disse.< Basperldire soltanto che il bivio cui mi riferiscod la spiegazionedegli stregoni.Genarocredechesiatepronto per essa.D ..Quando me ne parlerete?r t26

.. Non lo so. Siete voi I'interessato,quindi dipende da voi. Sta a voi deciderequando.r, oPerchdnon adesso, subito?t ., Decidere non significa sceglierearbitrariamente un momentoo disse... Decidercsignificaavcre reso senza macchiail proprio spirito e aver fatto tutto il possibile per esseredegnodel saperee'del potere. Oggi comunquedovete risolvereun piccolo pro" blema per Genaro. AdessoGenaro ci ha precedutoncl chafaral, e li, in qualcheposto, si fermeri ad aspettare. Nessunosa dove egli si trovi, e qualesia il momentogiusto per andareda lui. Sesietecapacedi stabilirequalesia il momento adatto per muovervi da casa,sareteanche capacedi guidarc voi stessofino al posto in cui lui si EOva. D

Dissi a don Juan che non riuscivo a immaginarecome qualcunopotesserisolvereun problemadel genere. o Com'd possibileche il fano di muovermi da casa al momentogiusto mi guidi.li dove si trova don Genaro?" gli chiesi. Don Juan sorrisee si mise a canticchiarea'bocca chiusa.Sembravache il mio turbamentolo divertisse. a Questod il problemache Genarovi ha preparato ' disse.o Se avete sufficientepotere personale,deciderete con assolutaceftezzaqualc sari il momento giusto di muovervi da casa. Come accadache il faao di muovervi al momentogiustovi guidi, i una'cosachc nessuno poteresuffciente,constaterete sa. Tutavia, se possedete voi stessoche d proprio cosi.> ..Ma comesard guidato,don Juan?r, aAnche questo,nessunolo sa.r, tt Pensodre don Genaro mi stia prendendoper il IliSO. n


o Allora stateancorapii attento disse.c.Se Gena_ ro.vi sta prendendoper il naso,pud'darsichevi dia un bello strattone.D Don Juan rise del suo gioco di paroles. Non riuscii a unirmi a lui. Era troppo concretala mia pauradel peri_ ' colo insito nelle operazionidi don Genaro. nPoterc darmi qualcheindizio?r,chiesi. o Non ci sono indizi !" replicd taglienrc. <rPerch6don Genaro vuolb tuno questo?r, o Vuole mettervi alla prova rispose... E molro im' portante per lui saperese siete capacedi afferrare la spiegazione degli stregoni.se risolveieil problema,vuol dire che avete accumulatosufficientepotire personalec che siete pror-r_ro. Ma sc non lo risoliete, d ierchd non possedetesufficientepotere, e in questo ."ro la spie_ gazionedegli smegoninon awebbeper voi o.rr* ,-.nso. Io credo che dovremmorivelarvi quellaspiegazione, senzapreoccuparci che la capiateo non; cosila pinso io. Genaro'dun guerrieropit .orrr.ru"torei quolecihcl. cose seguanoil loro ordine, e non si decideri se non quan_ do sari certo che sietepronto.> o Perch6non mi parlatevoi della spiegazionedegli stregoni?u o Perchi d Genaro che deve aiutarvi.r, <E perch6d cosi, don Juan?r, .. Genaro non vuole che vi dica percJr6 > risposc. < Non ancora.)) .. Conoscere la spiegazione degli stregoni mi sarebbe dannoso?r, <.Io non credo., tNcll'originalc, il gioco di p1ry-lee $a to lsll n1 hg(.,ptendcrmiper .. il naso", ma lett. "tirarmi la gamhr"t , to yni rrr fd"i.',rio,".ioni;. "far inciamparc").(N.d.T.)

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oAllora ditemela,vi prego,don Juan. " .. Schenate.Genaro su questoha delle idee precise, e dobbiamo onorarle e rispettarle.r, Mi fece un gesto energico, perc}6 mi calmassi. Dopo una lunga pausa snervante, azzardti una domanda: <Ma,come posso risolvere questo problema, don Juan?" < Io veramente non lo so, e quindi non posso consigliarvi disse. < Genaro d efficicntis.simo.Ha preparato ', il problema proprio peg voi. Poichd lo sta facendo per vostro beneficio, t in sintonia soltarito con voi: solo voi, dunque, potete stabilire il momento preciso per muovervi. Vi chiameri e vi guideri per mezzo del suo richiamo. r, ..A cosa assomiglieri il richiamo?" ..Non lo so. I[ richiamo d per voi, non per me. Toccheri direttamente la vostra uolonti.. In altre parole, dovete usare la vostra aolontd per riconoscere il richiamo. .. Genaro crede di esseresicuro, a questo punto, che abbiate accumulato sufficiente potere personale per Fasformare la vostra aolonti in un'uniti funzionante.r, "Volonti" era un altro concetto che don Juan aveva delineato con gran cura, ma senzerenderlo chiaro. Dalle sue spiegazioni avevo appreso che la "volonti" era una forza emanata dalla regione ombelicale attraverso un'apertura invisibile sotto I'ombelico: un'apertdrache lui aveva chiamato "breccia", La "volonti", prcendeva, era coltivata solo dagli stregoni. Giungeva a loro velata nel mistero e mirava a conferireloro la capaciti di compiere azioni straordinarie. Feci notare a don Juan che era impossibile che una cosa cosi vaga divenisse mai un'uniti funzionante nella mia vita.


)

vi sbagliate> disse. oLe aolonrl si sviluppa "Qui in un guerriero, nonosrantequalsiasiopposizionedella ragione.n <,Dato che d uno stregone,don Genaronon pud sapere se sono pronto o se non lo sono, anchesenzamettermi alla prova?o chiesi. < Certo che pudo disse... Ma questosaperenon avrebbealcun valore, alcunaconseguenza, perchdnon ha rrrrll:ra che f:trc con 'voi. Sietevoi tlucllochc impara.c quindi voi stessodovete esigereil saperecome potere, non Genafo. Genaroora non si preoccupadel suo sapere, ma del vostro.Voi doyetescopriresela vostraaolon-' ti funzionao non funziona. E un" cosa molto difficile. Indipendentemente da quello che Genaroo io sappiamo di voi, doveteprovarea voi stessochesietein condizioni di esigereil saperecomeporere.In altre parole:voi stesso ilovete convincervidi poter esercitarela vostra aolontd. Se non ne sietegii convinto, dovete convincervene oggi. Se non ci riuscite,Genaro ne conduderi, a pafte tutto quello che pud uederedi voi, che non siete anCOra PrOntO.))

Ero pieno d'ansia. <.funo questod necessario?rchiesi. a E cid che vuole Genaro,ed egli dev'essere obbeditoD risposein tono decisoma amicievole. <rMa cosaha che fare don Genarocon me?, <tQuesto lo potrete scoprire oggi disse don Juan " sorridendo. Insistetti con don Juan perch6mi facesseuscire da quella situazioneintollerabili e mi spiegassetinto del compito misteriosoche mi aspetrava.Rise, mi battd sul petto, e raccontd una storiella: un sollevatoredi pesi messicanoaveva degli enormi muscolipettordi, ma notr 1 30

riusciva a fare lavori pesanti perch6la sua schienaera debole. ,. Guardatequesti muscoli> dissc.a Non sono Proprio da metterein mosua.> < I miei muscolinon c'entranonientecon quello che stavatedicendon risposi in tono aggressivo. .. C'entranon replicd. a Il corpo deve giungerea perfezioneprima che la aolontdsia un'uniti funzionante. D

Don Juan s'eradi.nuovo allontanatodalla direzione delle mie domande.Mi ientii inquieto e frustrato. Mi alzai e andai in cucina a bere un po' d'acqua. Don Juan mi seguie mi suggeridi provare a imitare il grido d'animale che don Genaro mi aveva insegnato. Facemmodue passidi fianco alla casa;mi sedettisu una catastadi legna e mi misi a cercaredi riprodurre quel grido. Don Juan mi correggevaogni tanto e mi dava consigli sul modo di respirarc;ne ricavai uno stato di completorilassamentofisico. di nuovo. Tornammosotto la ramadae ci sedemmci rne stesso Gli dissiche qualchevolta ero irritato con Pcrchd mi sentivo cosi impotente. o Non c'd nulla di sbagliato nel sentirsi impotenti > disse.<.Tutti conosciamobenissimoquestasensazione. Ricordateviche abbiamotrascorsoun'eterniti come bambini impotenti.Vi ho gil detto che in questopreciso momentosietecomeun bambinoche non pud uscireda solo dalla culla, e ancormenoagiredi suainiziativa. Genaro vi fa usciredalla culla,pi pud dire, tirandovi su. Ma un bambinovuole agire, e siccomenon ci riescepiange. Non c'd nulla di sbagliatoin questo: ma indulgerenel t piangeree nel lagnarsii un'altra faccenda. Mi esortd a restarerilassato;mi consigliddi porgli


delle domande per un poco, finchd avessiraggiunto uno stato d'animo migliore. Per un momento non seppi che fare: non riuscivo a deciderecosa chiedergli. Don Juan srotold una stuoia di paglia e mi disse di sedermicisopra. Poi riempi d'acqua una grossazucca e la mise in una rete. Sembrava che facessei preparativi per un viaggio. Di nuovg sedette,e con un movimento delle sopracciglia mi esortd a cominciare a chiedere. Gli domandai di dirmi qualcosadi pin sufla farfalla. Mi diede una lunga occhiata indagatrice e fece un risolino. .. Era un alleaton disse. .. Sapete cosa vuol dire. , ..Ma che cos'd veramenteun alleato, don Juan?r, <,Non esiste un modo per dire esattamentecosa sia un alleato, proprio come non esisteun modo per dire esattamente cosa sia un albero.r, o Un albero i un organismo vivente o dissi. .. Questo non mi dice molto r replicd. .. Posso anche dire che un alleato d una forza, una tensione. Sono le parolc che ho gii usato con voi; ma qucstonon dice molto. <.Proprio come nel caso dell'albero, l'unico modo per saperecosa sia un alleato d sperimentarlo. Per anni ho lottato per prepararvi all'importante incontro con un alleato. Voi potete non renderyene conto> ma ci avete messo degli anni per prepararvi a inconrrare un albero. Incontrare I'allealo non d diverso. Un istruttore deve far conoscereI'alleato al discepoloa poco a poco, pezzo per pezzo. Nel corso degli anni avere accumulato'una grande quantiti di sapere intorno all'alleato, e ora siete in grado di mettere insieme tutto quel sapeie per sperimentare I'alleato nello stesso modo in cui sperimentatc I'albero.r, 132

<rNon mi rendo conto di stare facendolo, don Juan.o o La vostra ragione non ne t consapevole,perch6 non pud accettare la possibiliti dell'alleato. Fortunatamâ‚Źnta non d la ragione che mette insieme I'alleato. E il corpo. Avete percepito I'alleato in vafi gradi e in varie occasioni. Ognuna di queste percezioni si d accumulata nel vostro corpo. La somma di tutti questi peni i I'alleato. Non conosco altro modo per descriverlo.r, Dissi che mi era impossibilc concepire il mio corpo come un'cntiti che agisse autonoma, separata dalla ragione. < Non lo i, ma noi lo abbiamo reso cosi o disse... La nostra ragione d meschinaed d semprc in disaccordo con il corpo. Naturalmente questo d solo un modo di esprimersi, ma il trionfo di un uomo del sapere consiste nelI'aver unito I'una e I'altro insieme.Siccomenon siete un uomo del sapere,il yostro corpo ora fa coseche la vostra ragione non pud compren.derc.L'alleato d una di queste. Non eravate paz:zo,e neppure sognavate, quando quella notte, proprio qui, percepisteI'alleato. r, Lo interro gai a proposito dell'idea inquietante che lui e don Genaro mi avevano istillato: che I'alleato fosse un'entiti, la quale mi attendeva al limitare di una velletta fra le montagne del Messico settentrionale.Mi avevano detto che presto o tardi awei dbvuto mantenere I'appuntamento con I'alleato e lottare con lui. a Sono modi di dire, a proposito di misteri per i quali non esistono parole > rispose don Juan. .. Genaro e io dicemmo che al limitare di quella valle I'alleato vi stava aspettando. Era un'affermazione giusta, ma non ha il significato che volete attribuirle. L'alleato vi aspetta, cerio; non d al limitare di alcuna valle. E proprio 9ui, o -"

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li, o in qualsiasi altro luogo. L'alleato vi sta attendendo, proprio come vi sta aspetrando la morte, ovunque e in nessunluogo. rt ..Perchd I'alleato mi sta aspettando?o .. Per la stessaragione per cui la morte vi attender egli disse: operch6 siete nato. Non c'd la possibiliti di spiegare,a questo punto, cosa cid significa. Prima dovete sperimentareI'alleato. Dovete percepirlo nella pienezza della sua forza: poi la spiegazionedegli stregoni potri gettare luce. Finora avete . awro sufficiente potere pcr chiarire almeno un punro: che I'alleato d una farfalla. anno fa voi ed io siamo andati sulle mon" Qualche tagne, e avete dovuto cimentarvi con qualcosa. Allora non avevo modo di dirvi cosa stava succedendoi vedcste una strana ombra volare avanti e indietro dinanzi al fuoco. Voi stessoavete detto che sembrava una farfalla; sebbene non sapeste di cosa sravate parlando, avevate perfettamenteragione: I'ombra era una farfalla. Poi, in un'altr'a occasione,qualcosavi ha reso folle di paura dopo che vi eravate addormentato, di nuovo dinanzi al fuoco. Vi avevo messo in guardia dall'addormenrarvi, ma non obbediste al mio ammonimento; cadere in sonno vi pose alla merci dell'alleato, e la farfalla vi si arrampicd sul collo. Perch6siate soprawissuto, resteri sempre un mistero per me. Allora non I'avete sapuro, ma vi avevo dato per morto. Il vostro errore era stato molto grave. o Da allora, ogni volta cJre ci siamo ffovati sulle montagne o nel deserto, anche se non ve ne accorgevate, la farfalla ci seguiva. Possiamo dire quindi che per voi I'alleato d una farfalla. Ma io non posso dire che d veramente una farfalla, al modo in cui conosciamole farfalle. Chiamare farfalla I'alleato d solo un modo di dire, un

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quell'immensitllaggit. a modo di rendcrecomprensibile ..L'alleato d ancheper voi una farfalla?r chicsi. < No. Il modo in cui ciascunoconoscel'allcato i > risposc. personale Feci notare che eravamodi nuovo al punto di partcnze; non mi eveva dctto che cosa fosse veramente un alleato. r disse.c Lo sconcerto c Non i il casodi sconcertarsi i uno stato d'animo in cui si entra,ma da cui si pud anche uscire.A questopunto non esistela manieradi rendere chiara ogni cosa. Forse pit tardi, oggi, saremoin grado di affrontarequesti ergomentinei particolari; dipende da voi. O piuttosto, dipende dal vostro potere t personale. Non volle pit aggiungereparola.. Divenni sempre pii turbato dal timore di fallire la prova. Don Juan mi portd sul retro dellacasae mi fecesedcresu una stuoiadi paglia,pressoil bordo di un canaled'irrigazione.L'acqua si muovevacosi lentamcnteda sembrarequasistagnante. Don Juan mi ordind di stare sedutotranquillamente,di interrompereil dialogo interno e fissareI'acqua. Disse d'aver scoperto,anni prima, clte avevouna certa affinitl che era specialmencon i corpi acquatici:una sensazionc te convenienteper i tentativi in cui ero impegnato.Osservaiche non mi sentivoparticolarmentcaffine ai corpi acquatici,ma che neppuremi ripugnavano.Don Juan dissechc proprio per questoI'acquami era benefica:io numivoindifferenzaversodi essa.In situazionidi tensione, I'acquanon potevaprendcrmiin trappola,ma neppure respingermi. Si sedettealla mia destra,un po' indietro, e mi esortd a rilassarmie a non aver paura:lui era li per aiutarmi se ce ne fossestato bisogno, l 3t


Ebbi un momentodi paura. Guardai don Juan per avere ancoraaltre istruzioni.Mi costrinsea girare la testaversoI'acquae mi ordind di procedere.Non avevo idea di quelche-volesse da me, e quindi mi limitai a rilassarmi.GuardandoversoI'acqua,vidi le cannesulla spondaopposta.Inconsciamente posaisu di esscgli'occhi, senzametterli a fuoco. La lcnta correntele faceva fremere.L'acquaavevail coloredella sabbiadel deserto. Notai che le increspaturedell'acquafra le cannesembravano solchio fessurein una guperficieliscia. D'un trafto le canne divennerogigantescle,I'acguaera una piatta, liscia superficied'ocra, e poi nel giro di pochi secondi caddi profondamenteaddormentato;o forse cntrai in uno stato di percezioneper il qualenon avevo paragoni possibili.Il modo pii precisodi descriverlosarebbedire che caddi in sonno ed ebbi un sogno portentoso. Sentii che awei potuto restare indefinitamentein quello stato, se lo avessivoluto; ma deliberatamente vi posi fine, iniziando un dialogo cosiientecon me stesso. Aprii gli occhi. Ero coricato iulla stuoiadi paglia. Don Juan stava pochi passipii in li. il mio sogno era stato cosi bello checominciaia raccontarglielo.Mi fececenno di tacere. Con una lunga bacchettaindicd due lunghe ombre che rami secchidel chapanaldeserticogettavano sul suolo. La punta della bacchettaseguiil contorno di una di quelle ombre come se la stessedisegnando;poi passdall'altra e fece1ostesso;le ombreeranolunghecirca un piede [cm_30,48] e larghepit di un pollice [cm 2,t41, distanti clnque o sei'polligi I'una dall'altra. Il movimentodella bacchettacostrinsei miei occhi a non esserepit a fuoco, e mi trovai a osservarecon gli occhi incrociati quattro lunghe ombrc; .d'improwiso le due ombre centrali si fuseroin una, suscitandouna straordit36

naria percezionedi profonditl. L'ombra cosi formatasi rotonditi, volume. Sembrapresentavaun'inesplicabile va quasi un tubo ffasparente,una sbara cilindrica di qualchesostanzaignota. Sapevodi averegli occhi incrociati, e tuttavia essiparcvanoa fuoco su un punto; la vi sioneera perfettamente nitida. Potevomuoveregli occhi senzadissiparef immagine. Continuai a guardare,ma senzasmetteredi restare all'erta. Provavo uno strano impulso a lasciarmiandarc e ad immergerminella scena.Qualcosain qucl che stavo osservandoparevatirarmi; ma qualcosaaffiord in me, e iniziai un dialogo interno semicosciente; quasi istantaneamentedivenni consapevole di cid che mi circondava, nel mondo della vita quotidiana. Don Juan mi stava scrutando.Sembravaperplesso. Gli chiesi se c'era qualcosache non andava. Non rispose.. Mi aiutd a mettermia sedere.Solo allora mi resi conto che ero rimastocoricatosulla schiena,gli occ}i d cielo, e che don Juan si era picgatosul mio volto. Il mio primo impulso fu di dirgli che avivo veramentevisto le ombre sul suolomentreavevo gli occhi rivolti al cielo,ma egli mi miseuna manosullabocca.Sedemmoper un po' in silenzio.Non avevo pensieri.Proebbi vf,vo un deliziososensodi pace,e poi, bruscamente, un irrefrenabileimpulsoad alzarmie ad andarea cercare don Genaro nel chapanal. Feci il tentativo di parlarea don J*tr; questiprotese il mento e strinsele labbra, ordinandomisilenziosamentedi tacere.Cercai di configurarela mia situazione in modo razionale;ma godevo talmentedel mio silenzio, da non volermi preoccuparedi considerazionilogiche. Dopo un ettimo di pausa,provai di.nuovo I'impet37


rioso impulsodi avanzerctra i cespugli.Seguiiun sentiero. Don ]uan mi veniva dietro comese io fossila guida. Camminammoper circa un'ora. Riuscivo a restare senzealcun pensiero.Poi giungemmoad un pendio. Don Genaroera li, sedutopressola sommit),di una parete di rocce.Mi salutdcon caloree dovettegridareforte le parole:si trovava circaciaquantapiedi in alto. Don Juan mi fece sederg poi sedetteanch'eglivicino e me. Don Genarospiegdche ero riuscito a trovare il luogo in cui mi steva aspettando,poichdmi avevaguidato con un suonoda lui prodotto. Mentre gridava le sueparole, mi resi conto d'avereinfatti udito uno stranosuono che credevofosseun ronzio delle orecchie;era sembrato un rumore interno, prodotto dentro il mio co{po: una sensazione di rumore cosi vaga da restareal di li della percezionecoscientee dell'interpretazione. Credeai che don Genaroavesseun piccolo strumento nella sinistra.Dal luogo in cui sedevonon riuscivo a distinguerlo chiaramente.Assomigliavaa uno scacciapensierie;don Genarone naeva un suonomisteriosoe tenuissimo,quasi impercettibile.Smiseun istantedi suonare,comeper darmi il tempodi capireinteramentequel che aveva deao. Poi mi mostrd la sinistra.Nella mano non c'era nulla: non reggevaalcuno strumento.Avevo avuto I'impressioneche suonasse uno strumentodal modo in cui avevaportato la mano alla bocca; in realtl il suonoera prodotto dalle suelabbra e dall'orlo della mano, tra il pollice e I'indice aperti. Mi volsi verso don ]uan per spiegargliche ero stato ingannatodai gesti di don Genaro. Con un gesto bruel-o strumento musicalc popolare, a lamina vibrante, diffuso prcsso molte culturc.(N.d.T.)

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sco,mi dissedi non parlare,di prestarela massimaattenzione a quello che don Genaro stava facendo.Mi girai per guardarcdon Genaro,ma non c'era pit. Pensaiche fossescivolatogit. Per qualcheistantemi aspettaidi vederlo compariredai cespugli.La rocciasu cui stavaPrima aveva una forma singolare:sembravauna grossaProtuberanzasul fianco di una pit ampia Pareterocciosa. Avevo distolto gli'occ}ri da don Genarosolo per due secondi. Se si fossearrampicatopit su, I'awei dovuto vela sorirmiti dellaparete,e se dereprima che raggiungesse fossescivolato gii sarebbestato, del pari, visibile dal punto in cui mi trovavo. Chiesi a. don Juan dove fossedon Genaro. Rispose che era sempreli, sulla roccia sPorgente.Per quanto io potevo giudicare,lassi non c'era nessuno;ma don Juan continud a sostenereche don Genarosi trovava ancora sulla roccia. Non sembrava.chcsclerzasse.Aveva gli occhi fissi e severi.Dissein tono taglienteclrei miei sensinon erano la via adattaper percepircquel chedon Genarostava facendo.Mi ordind di interrompereil dialogo interno. Lottai per un attimo e cominciai a chiuderegli occli. Don Juan mi si awicind e mi scosseper le spalle; srssund che dovevo tenere lo sguardo fisso sulla roccia sPorSente. e udii le padi assopimento Provaoouna sensazione role di don Juan come se venisseroda molto lontano. Automaticamentefissai la roccia. Don Genaro era di nuovo li. Ma questo non destd il mio interesse.Mi di Provare accorgevo,in uno stato di scmicoscienza, grande difficolti a respirare;prima che quellapercezione fosse divenuta pensiero,don Genaro saltd a terra. Neppure questo atto mi iiteressd. Don Genaro venne

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verso di me e mi aiutd ad alzarmi, tenendomiper un braccio;don Juanmi reggcvaI'altro braccio.Mi puntellarono fra di loro. Poi, don Genaroda solo mi aiutd a camminare.Mi sussurrdall'orecchioqualcosache non capii, e d'improwiso sentiiche avcvatirato il mio corpo in modo strano; mi affemd,direi quasi,per la pelle del ventre e mi tird sullarocciasporgenteo forsesu un'altra roccia.Seppiper un attimochemi trovavosu unaroccia. Avrei giurato che si trattava dclla roccia sporgente;ma I'immagineera cosi fuggevoleche non riuscivoa coglierne i particolari.Poi sentiiche in me qudcosavacillavac caddi all'indietro. Ebbi una vaga sensazione di angoscia o forsedi disagiofisico.Poi la prima cosadi cui mi resi conto fu chc don Juanmi stavaparlando.Non riuscivoa capirlo. ConcentraiI'attenzionesulle suelabbra. Provavo una sensazlone di sogno:cercavodi laceraredall'interno un involucro, simile a una pellicola fotografica, che mi awolgeva, mentredon Juancercavadi lacerarlo dall'csterno. Finalmentela pellicolasi ruppe:le paroledi don Juan divenneroudibili e il loro significatoperfettamentechiaro.Mi stavaordinandodi riemergereda solo. Lottai disperatamente per riacquistareluciditi; non ci riuscii. Quasi coscientemente mi ciiedevo perch6 fosse cosi arduo. Combattevoper riuscirea parlarea me stesso. Don Juan pareva consapevoledella difficolti che incontravo.Mi incitd a lottare con pit fona. Qualcosa Iaggii mi impedivadi impegnarminel consuetodialogo interno. Era come se una smanaforza mi rendessesonnolento e indifferente. Lottai contro di essafincld comincida mancarmiil respiro. Udii don Juan che mi parlava. Il mio corpo si contorseinvolontariamente,spasmodico.Avcvo la sen140

sazioned'essereawinto in lotta moftale con qualcosa chemi vietavadi respirare.Non avevopaura;ero invccc possedutoda una sortadi furia inconrollabile.La mia ira crebbetanto da farmi ringhiaree urlarecomeuna bestia. Poi il mio corpo si bloccd; ebbi una scossachc mi fermd Riuscivo di nuovo a respirare;mi resi istantancamentc. conto c-hedon Juan mr avevaversato.l'acquadella zucca sullo stomacoe sul collg, inondandomi. Mi aiutd a rialzarmi e a sedermi.Don Genaro era sullarocciasporgente.Mi chiamdper.nomce saltd a terra. Lo vidi caderegiri da un'altezzadi almenocinquanta insopponabilcintorno alla piedi e provai una sensazione regionc ombelicale;nei sogni di cadutaavevo avuto la mcdesimasensazione. Don Genaromi vennevicino c sorridendochiesese mi era piaciutoil suosalto.Cercaiinutilmentedi parlare. Don Genaromi chiamd di nuovo per nome. ..Carlitos! Guardatemi! u dissc, Fcceoscillarele bracciaquattro o cinquevolte come per prendereslancio, poi saltd, fuori della portata del mio sguardo:o almenopensaiche I'avessefatto. O forse fece qualcosad'altro che non riuscii a descrivermi.Era distanteda me cinqueo seipiedi e poi svanicomese fosse stato inghiottito da una forza incontrollabilc. Mi sentivo distaccatoe stanco. Provavo un senso d'indifferenzae non avevovoglia di pensareo di parlare con me stesso.Non ero spaventatoma inspiegabilmente riste. Avwo voglia di piangere.Don Juan mi batt6 le nocchepit volte sulla sommiti del capo, ridendo come se tutto quanto era accadutofosseuno scherzo.Poi mi chiesedi parlarecon me stesso,perch6in quel momento Lo udii necessario. il dialogo interno era assolutamente aParlate ! Parlateo. che mi ordinava:


I muscolidelle mie labbra ebberouno spasimoinvolontario. La mia bocca si mossesenzaprodurre suono. Ricordai don Genaroche muovevala boccanello stesso modo duante la sua'buffapantomima,e awei voluto dire comelui: ..La mia boccanon vuol parlareu.Cercaidi 'far risuonarequelleparole e lc mie labbra si contorsero dolorosamentc.Don Juan sembravache stesseper cader mofto dalle risa. La'sua ilariti era contagiosa,risi anch'io. Infine mi aiutd ad alzarmi.Gli chiesise don Gc: naro sarebbetornato. Disse'chedon Genaro,per qgel giorno, ne aveva abbastanzadi me.

.. Ce I'avete quasi.fattao dissedon Juan. Sedevamovicino al fuoco nella stufa di terra. Aveva insistito percl6 mangiassi.Non cro affamaton6 stanco. tfn'inconsuetamalinconiasi era impadronita di me, mi sentivo distaccato.damwo quello che era accadutodurante la giornata.Don fuan mi diede il mio notes.Feci un enormesfono per riacquistareil mio stato normale. Buaai gii qualcheannotazione.A poco e poco mi riportai nel mio vecchiomodo di essere.Come se un velo si fossesollevato,d'improwiso mi ritrovai nel mio arteggiamentoconsuetodi interessee di stupore. <Bene, bene> dissedon Juan,dandomiqualchecolpctto sulla testa.( Vi avevo detto chc il vcro comportamento del guerriero consiste ncll'equilibrare terore e ammirazione. r Don Juan era di umore inconsueto.Sembravaquasi neryoso,ansioso.Pareva che.ora volesseparlare spontaneamente.Credetti che mi stessepreparandoalla spiegazionedegli suegoni e divenni ancJr'ioansioso.I suoi occhi avevano.unostrano lampo cJreprima pocle volte t42

gli avevo visto. Dopo che gli ebbi detto quel c}rePensavo del suo atteggiamentoinconsueto,dichiard cltc era felice per me: guerriero,si rallegravadei trionfi degli altri guirrieri suoi compagni,sc erano trionfi dello spirito. Aggiunseche purtroPPoio non ero ancora Pronto per la spiegazionedegli stregoni,sebbeneavessirisolto ion ,u...tso il problemaposto da don Genaro.Secondo lui, quandomi avcva versatoI'acquaaddossoero veraera stato mentein punto di morte e nrfto il mio successo cancellatodalla mia incapacitl di pararcI'ultimo assalto di don Genaro. ..Il poteredi Genaroera comeuna mareache vi ha inghiottitoo disse. qDon Genarovoleva nuocermi?"gli chiesi. <.No disse... Genarovoleva aiutarvi. Ma il Potere ' pud unirsi solo con il potere.Vi stavamettcndoalla prova e avetefallito., .rMa ho risolto il suo problema,no?tt ..Vi sietecomportatobene' dissc...Tanto beneclte Genaroi stato indotto a credervicaPaccdi una complcta azione da guerriero. Ce I'avete quasi fatta. Questa volta, perd,quelloche vi ha fatto fallire non t statoil vostro solito compiacervi,r, oChe cosad stato,allora?o << Sietetroppo impazientee violento; invecedi rilas' sarvi e andarecon Genaro,vi sietemessoa lottare con lui. Con lui non potetevincere;i piri fone di voi.u Poi don fuan mi offri pareri e consiglisui miei rap porti personalicon la gente.I suoi ammonimentieranoil seguitoserio di quelli che, prima, don Genaromi aveva impartito in modo molto comico.Don Juanera di umo,. ioqur..; senzache facessinulla per indurlo a parlare,


si misea spiegarmicosaera accadutole due ultime volte che ero stato li. .. Come sapete,o dissc.. il punto capitaleper la stre\r. goneriai il diJogo interno: i la chiaveii ,r,ri. euando un guerrieroha imparato a interromperlo,tutto diviene possibile;i progetti pii improbabili divengonofattibili. La via d'accesso a tutte lc espcrienze bizzarree misteriose che avete avuto di recente,d stata la vostra capaciti.di smerteredi parlarecon voi stesso.In perfettaluciditt a_ vete visto I'alleato,il doppio di Genaro,il sognatorec il . sognaro,e oggi avete quasiimparato la totalitl di voi )'" stesso:era questaI'azioneda guerrieroche Genarosi aspettavada voi. Tutto cid d stato reso possibiledalla quanriti di poterepersonaleche aveteaccumulato.E cominciato I'ultima volta in cui sietevenuto qui: allora mi accorsidi un segnomolto propizio..euandoarrivaste,udii I'alleatoche andavain giro in cercadi preda; dapprima udii i suoi passisommessi,pei aidi la farfalla chi "i guardavamentreuscivatedall'automobile.L'alleato era immobilee sraveartenroa voi. Secondome era il segno migliorc. Se I'alleatofossestato agitato,evessesvohta_ to in giro infastidito dalla vostra presenza,come aveva semprefatto, il corsodegli awenimenti sarebbestato diverso. In varie occasioniavevo notato che I'alleato vi era.ostile;ma quellavolta il segnoera propizio: capii che I'alleatoavevaun pezzodi sapireper voi.-pe. qu.^ra"."gione vi dissi che avevateun appuntamento.on il ,"p.re, un appuntamentocon una farfalla noffurna, cJreera rimasto in sospesoda lungo tempo. per motivi che non possiamoimmaginareI'alleatoscelsela forma di una farfalla per manifestarsia voi. r, < Ma voi dicesteche I'alleato era privo di forma e che di lui si potevanosolo coglieregli effemio dissi. t44

.. E giuston rispose.o Ma I'alleatod una farfalla per gli osservatoriche sono collegatia voi - Genaroed io. nel voPer voi I'alleatod solo un effetto,una sensazione sffo corpo, o un rumore, o i granelli dorati del sapere. Restacomunqueil fatto che sccgliendola forma di una farfalla I'alleato dice a Genaro e.a me una cosaimportantissima.Le farfalle.sonogli elargitoridel sapere,gli amici e gli aiutanti degli stregoni.Proprio perchâ‚ŹI'alleato ha sceltodi essereintorno a voi una farfalla, Genarovi attribuiscetanta importanza. <.La notte in cui incontrastcla farfalla,comeho detcon il sapere.Ato, c'era per voi un vero aPPuntamento vete imparato il richiamo della farfalla, avetepercepito la polvered'oro sullesueali, ma soPrattuttoquellanotte e p.t l" prima volta siete stato consapevoledi aede?e il vostro coqpo ha imparato che siamo esseriluminosi. Non avete ancora valutato esattamentequell'awenimento fondamentalenella vostra vita. Genaro vi ha dimostratocon terribile forza e chiarezzache noi siamo e che quelloche chiamiamoil nostro coruna sensazione po d un giappolo di 6bre luminosee coscienti. <

dell'alleato. Sono venuto a vedervi quando siete arrivato

e ho capito di dover chiamareGenaroperch6vi spiegasse il mistero del sognatoree del sognato.Credestepoi, comeavetesemprefatto, ctrevi stessiimbrogliando;ma Genaro non ere nascosto fra i cespugli come Pensavate.

Arrivd per voi, anc-hese la vostra ragione si iifiuta di o crederlo. di don Juanera infatQuestaparte della spiegazione ti la piri difficile da ammetterc.Non riuscivoad acccttarla. Dissi che la notte scorsadon Genaro era reale, di questomondo.

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.. Tutto cid cui avete assistitoera reale e di questo rnondon replicddon Juan.<tNon c'd un altro mondo.Lo scoglio per voi d qucll'insistenza che i una vostra peculiariti: non la si pud guarirecon spiegazioni.Per questo, oggi, Genaro si i rivolto direttamenteal vostro corpo. Se esaminatecon attenzionequel che avete fatto oggi, scoprireteche il vosro corpo ha messoinsiemele cosein modo lodevolissimo.Siete riuscito a non abbandonarvi alle vostre visioni, pressoil canaled'irrigazione.Avete conservatoquel controllo, quel raro distaccoche i dovere del guerriero;non credevatea nulla, e tuttavia avcte agito con efficienzae in tal modo sieteriuscitoa seguire il richiamo di Genaro.L'avete veramenreffovato senza alcun aiuto da parte mia. o Quando arrivammo vicino alla roccia sporgente, eravatepieno di potere e vcdesteGenaro ll dove, per motivi simili, si trovarono in passatoaltri stregoni.Genaro venneversodi voi dopo essercsaltatogit dalla roccia. Egli stessoera nrtto potere.Se avestecontinuatoa fare comeprima, vicino al canaled'irrigazione,I'aweste aistocomeredmentei: un essere luminoso.Invecevi sie= tc spaventato,specialmente quando Genaro vi ha fano saltare.Di per s6,il salto sarebbestato sufficientea trasportarvidi li dai vostri limiti. Ma non ne avesrela forza c ricadcstenel mondo della vostra ragione. Allora, owiamente, vi trovaste in combattimentomortale con voi stesso.Qualcosain voi, la vostra aolontd,volcva andare con Genaro,menre la vostraragionegli si opponeva. Senon vi avessiaiutatosaresteora morto e seppellito in quel luogo di potere.E, anchecon il mio aiuto, per un momentod stato dubbio che riuscistea cavarvela.o Rimanemmoin silenzioper qudche minuto. Aspett46

tavo che fosselui a parlare.Alla fine chiesi:sDon Genaro mi fece saltarcsulla roccia sporgente?o < Non prendetequel salto nel sensoin cui intendete di solito un saltor disse.cUna volta di pit, d solo un modo di esprimersi.Finch6continuerctea Pensaredi essereun co{po consistcntefnon riuscirtte a capirequello che vi sto dicendo.t Poi sparsea terra un po' di cenere,in modo da coprire una superficicdi circa due piedi quadrati,e disegnd con le dita un diagramma:un diagrammacon otto Punti collegati da linec. Formava una figura geometrica. Nc aveva disegnatouna simile qualcheanno prima, quandocercavadi spiegarmiche non era stata illusione che io avessivisto la ste$safoglia cadereper quaaro volte dallo stessodbero. Il diagrammatracciato sulla cenereavsva due epicentri; uno lo cliamd "ragione", I'altro "volonti": La "ragione" era dircnamentecollegataad un punto che egli chiamd "parlare". Mediante il "parlare", la "ragione" era indirettamentecollegataa tre altri punti, "sentire", "sognare" e "vedere". L'altro epicentro,"volonti", era collegatodirettamentea "sentire", "sognare" e "vedere", e solo indirettamentea "ragione" e "parlarc". Notai che il diagrammaera diversoda quello che avevo copiato anni prima. .. La forma esteriorenon ha importanza> disse. un essereurnanoe si posson Questipunti rappresentano che volete.r, i modi no disegnarein tutti <.Rappresentano il corpo di un essereumano?>gli chiesi. .. Non chiamateloco{pou disse.'o Sono otto punti nelle 6bre di un essereluminoso.Uno stregonedice, come vedetenel diagramma,che un essereumanoi prima t47


di tutto aolontd,perchi la aolonttit direttamentecollegata ei tre punti sentire,sogtutle e udere;poi, un essereu.Lno d ragione.Questocentrod pin debtle di aolontd;i collegatosoltantoa larlare.> oCosa sonogli altri due punti, don ]uan?o Mi guarddsorridendo. un-po' piri forte di quanto eravatequando ...Siere parlammoper la prirna volta di qu.rto diagrammao dis_ se. <.Ma non siete ancora abbaitanzafoit. p.. conosceretutti gli otto punti. un giorno Genarovi mostreri gli altri due.,, .. Tutti hanno questi otto punti, o solo gli strego..

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Si pud dire chc ognuno di noi nascacon gli otto " punti. Due, la ragionee il parlare.li conosconotuni. .tefl_ rlre d semprevago, ma in qualchemodo familiare.perd, solo nel mondo degli stregonisi conosconopienamente il sognare, rI aedere e la aolontri.E alla -fine,all'orlo esrerno di quel mondo,ri i".:l:luno gli altri due. Gli otto p*.i formano la totaliti dell'io.r, Mi fecevederesul diagrammache tutti i punti pote_ vano esserecollegatiindirettamentegli uni con gli alffi. Tornai a chiederglidei due p*ti misteriosi.-Mifece vedereche crano collegati soltanto con "volonti" e si trovavanolontanida "sentire","sognare"e "vedere",e ancorapii lontani da "parlare" e "ragione". Indicd con il dito che eranoisolati dagli altri e Isohti fra loro. <.Questi due punti non si arrenderannomai al par_ , Iare ragione > egli disse.o Solo Ia uolontdpud'to..o_alla carli. La ragioned cosi lontana da loro ches"r.bbe assolutamenteinutile cercaredi immaginarseli.euesta d una delle cosepiri difficilll dopo tuttol per la ,"giorr., ."gionare su'ogni cosad il suo forte.,, 148

Gli chiesise gli ofto punti corrispondevanoa certe zoneod organi in un essereumano. < Si r risposesecco,e cancelldil diagramma. Mi toccdla testae dissec-hequelloerail centrodella "ragione" e del "parlare". La punta dello sterno era il centrodel "sentire".La regionesottoI'ombelicoera"volonti". "Sognare"si trovavasul fiancodestro,fra le costole. "Vedere" sul fianco sinismo.Don ]uan disseche talvolta, in alcuniguerrieri,"vedere" e "sognare"ii trovavanoambeduesulla destra. ..Dove sono gli altri due punti?p chiesi. Mi gettd una rispostaoscenae scoppida ridere. o Come sietefurbo! aggiunse... Credeteche io sia " eh?r, un vecchiocaproneaddormentato, Gli spiegaiche cro stato trascinatodalle domande stesse,una dopo I'alra. <tNon cercatedi affrettarei tempi> egli disse.< Lo sapreteal momentogiusto, e allora lo sapreteda solo.t oVolcte dire che non vi vedrd pit, don Juan?" a Mai pit r rispose.o Genaro e io saremoallora quello che siamo semprestati, polvere sulla strada.n Provai una scossaalla bocca dello stomaco. oCosa statedicendo,don Juan?" c Dico che noi tutti siamo esseriinsondabili,luminosi e senzalimiti. Voi, Genaroe io siamouniti insieme per uno scopoestraneoalle nostre decisioni.l qualescopoparlate?o "Di < Impararcil modo di agire del guerriero.Voi non potcte sottrarvi, ma neppurenoi. Finchd il'nostro compito comunenon sari terminato, ci trovercte sempre, Genaroe me; ma una volta chesari terminato,ve ne andrete libero e nessunosa dove vi porteri la forza della VOStra Vlta. D


?1r1:

cCosa c'entradon Genarocon tutto {ucsto?r .. E un argomentodi cui non possiamlo ancoraparlare D mi rispose.<rOggi devo battereil chiodo che Genaro ha pian'iato: il fano che noi siamo esseriluminosi. Noi siamo dei percenori. Siamo una consapevolezza; non siamooggeni; non siamo esserisolidi. Siamosenza limiti. Il mondo degli oggeai e della soliditi i solo una manieradi rendereappropriatoil nostro passaggiosulla ter.a. E solo una descrizionecreatap.t Noi, o piuttostola nosra ragione,dimenticache"iur"r.ila descrizioneI solo una descrizione;e cosi imprigioniamola totalitl di noi stessiin un circolo vizioso, dal qualesolo raramente usciamofinch6 siamo in vita. <tIn questoistante, per esempio,siete impegnatoa districarvi dai grovigli della ragione.Per voi d assrudoe incredibile che Genaro sia prima apparsoal limite del chalanal, e tuttavia non potetenegared'avereassistitoa questofatto. E cosi cheI'avete pircepito.r, Don Juan ridacchid.Disegndcon cura un altro diagrarnmasulla ceneree lo copri con il cappelloprima che potessicopiarlo. a Noi siamo percettoriD conrinud. o Tuttav{a il mondo che percepiamod un'illusione.E, stato creatoda una descrizioneche ci fu raccontata 6n dal momento della nostra nascita. <rNoi, gli esseriluminosi, siamonari con due anelli di potere, ma ne usiamosolo uno per creareil mondo. Quell'anello,che ci d stato infilato subito dopo la nascita, d la ragionee si accompagna al parkre. Tutt'e duc insiemeelaboranoe conserv:rnoil mondo. <,Dunque,in sostanza, il mondo.chela vostra ragioze vuole mantenered il mondo creato da rrna descrizione lt0

e dalle sueleggi dogmatichee inviolabili, c,hela r4ionc impara ad accettaree difendere. .. Il segrcto degli esseriluminosi i che essi possiedono un altro anello di potere,mai usato,la aolontd.ll uucco dello stregoned quello stessodell'uomo comune. Entrambi hanno una descrizionc;uno, I'uomo comuner la sostienecon la suaragione;I'altro, lo stregonc,la sostienecon la suaaolontd.Entrambele descrizionihanno le loro l.ggi, e le lcggi sono percepibili,ma il vantaggro dello stregonesta nel fafto chc la wlontd inghione'pit della ragione. <rIl consiglioche voglio darvi a questopunto i il seguente:d'ora innanzi dowestefare in modo di percepire se la descrizioned sorretta dalla vostra ragioneo dalla aolontd.Crcdo che solo in questomodo Poueteusarcla vita quotidianacomc sfida e veicolo per accumularesufficientepoterepersonale,al fine di raggiungerela totaliti di voi stesso. .. Forsela prossimavolta che verretene avretea sufficienza.In ogni caso,aspettatefinch6 sentirete,comeavete sentito oggi vicino al canaled'irrigazionc,che una vocc interna vi dice di farlo. Se venistc qui in qualsiasi altra disposizione,sarebbeper voi una perdita di tempo e un pericolo.o Osservaiche se avessidovuto aspettarela voce inte' riore non avrei mai pit visto lui e don Genarb. a Sarete sorprcso di vcdere come si agiscebene ci si trova con lc spalled muror disse. quando Si alzd e preseuna fascina.Mise un Po' di rami secchi nellastufadi terra. Le fiammegcttaronosul suolouna luce giallastra.Don Juanspensela lanternae si eccovaccid di fronte al suo cappello che copriva il disegnotracciato sulla ccnere. Iil


Mi ordind di starmenequieto, di intertompereil dialogo interno e di teneregli occhi fissi sul suo cappello. Lottai per pochi istanti, poi ebbi la sensazione di fluftuare,di cadereda un dirupo. Era comesc nulla mi sorreggesse, come se non stessisedutosu nulla o non avessiun corpo. Don Juan sollevd il cappello.Sotto, c'eranospirali di cenere.Le fissavosenzapensare.Sentii che le spirali si muovevano.Le sentii nello stomaco.Le ceneriparvero ammucchiarsi.Poi si rimescolaronoe si agitarono,e d'improwiso don Genaro fu sedutodinanzi a me. nel dialogo Quella vista mi ricaccidistantaneamente interno. Pensaiche dovevo essermiaddormentato.Avevo il respirocorto e cercavodi apriregli occhi,ma i miei occhi erano aperti. Sentii che don Juan mi dicevadi alzarmie di muovermi in giro. Bahai su e corsi allaramada.Don Juane don Genaromi corserodietro. Don Juanportavala lanterna. Non riuscivo a riprenderefiato. Cercaidi calmarmi comegii avevo fatto prima, oscillandocon il corpo, rivolto a ovest. Sollevaile bracciae cominciaia respirare. Don Juan mi vennedi fianco e disseche quci movimenti andavanofatti solo al crepuscolo. Don Genaro gridd che per me era il crepuscolo,ed entrambi si misero a ridere. Don Genaro corse al limite dei cespuglie poi scattd indietro sotto la ramdda, come se fossestato attaccatoa un enormeelastico.Ripet6 quello stessomovimento ffe o quattro volte, poi venneal mio fianco. Don Juanavevacontinuatos guar: darmi fisso, ridacchiandocome un bimbino. Si scambiaronoun'occhiatafurtiva. Don ]uan disse forte a don Genaro che la mia ragioneera pericolosae mi avrebbeuccisose non fossestata placata.

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< Per amor del cielo!"" esdamddon Genarocon voce rimbombxnte.aPlacatc la sua ragione!t Saltavanoin su c in grt e ridevanocomc due bambini. Don Juan mi fece scdercsotto la lanterna e mi diede il notes. ..Stanone vi abbiamo dawero Presoper il nasoD dissein tono conciliante.< Non abbiatePalua. Genaro era nascostosotto il mio cappello.t,


PARTE SECONDA

IL TONAL E IL NAGUAL


DOVERCREDERE

Camminavo per il Paseode la Reforma, in direzione della citti bassa.Ero stanco; sicuramentela mia stanchezzadipendevaanche daJl'altazedi Cittl del Messi' co. Avrei potuto prendercun autobuso un taxi, ma, per qualcheragione, nonostantela mia fatica, volevo camminare. Era domenicapomeriggio. C'era pochissimomaffico, e tuttavia i gas'di scappamentodegli autobuse dei camiontrasformavanoin canyonsdi smog le strade strettedella citti bassa. furivai dlo Zocalo e notai che la cawedraledi Citti del Messico sembravapit inclinata di quando I'avevo vista I'ultima volta. Feci qualchepassosotto le enormi volte. Un pensierocinico mi attraversdla mente. Di li mi diressiversoil mercatodi Lagunilla.Non avevo uno scopo preciso,ma camminavodi buon passo, senzafissaregli occhi su nulla in particolare.Mi fermai dinanzi alle botteghedi moneteantiihe e di libri usati. Ehi; ehi! Guardatechi c'd!r, dissequalcuno,bat" tendomi leggermentesulla spalla. La voce e il tocco mi fecerofare un sdto. Mi girai a Chi mi avedestrae rimasia boccaapertadalla soqpresa. va parlato era don Juan.

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<.Dio mio, don Juanlr, esclamai,c un brivido mi percorscdalla testaai piedi. oCosa fate qui?t ..Cosa fate qui?" replicd comeun'eco. Gli dissi che mi ero fermatoin cittl un paio di giorni prima di spingermitra le montag+edel Messicocentrale alla sua ricerca. .. Bene, allora si pud dire che io sono scesodalle montagneper trovarvi > dissesorridendo. Mi batt6 piri volte sulle spalle. Sembravacontento di vedermi.Si misele mani sui fianchi,gonfid il toracee mi chiesese mi piaccvail suo aspetto.Solo allora mi resi conto che indossavaun completo.Quel fatto mi colpi in tutta la sua incongruiti. Ero attonito. <Vi piace il mio tacuche?nchieseraggiante. Adoperavala parola di gergo, "tacucle", invcce di quella solita in spagnolo,"trajc", per indicare un completo. Oggi porto un completoo dissecome per offrire " una spiegazione;poi, indicandola mia boccaapefta,aggiunse: Chiudetela!Chiudetela!t " Risi, ma avevo la mentevuota. Lui si accorsedella mia confusione.Il suoco{po era scossodalle risa mentre girava su se stessoin modo che potessivederlosotto ogni arrgolo.Il suo abbigliamentoera incredibile.Portava un completomarronechiaro spinato,scarpemarroni, ca. micia bianca.E la cravatta! E sareistato curiosodi sapere se avevaanchelc calze;o forse porteva le scarpesui piedi nudi? Al mio snrporesi aggiungevauna sensazione folle: quandodon Juan mi avevabattuto sulla spallaed io mi ero girato, pensavod'averlo visto vestito comeal solito con pantaloni e camiciakaki, i sandalie il cappellodi paglia; poi, quando mi aveva reso consapevoledel suo abbigliamcntoe avevo concentratoI'amenzionesu ogni lt8

particolare,tutto il complessodelle suevesti s'erafissato co-. se I'avessicreatoio con i miei pensieri.Sembrava chela mia boccafossela parte del mio corpo pit provata dalla sorpresa.Restavainvolontariamenteaperta. Don Juan mi toccd gentilmenteil mento,quasiper aiutarmia chiuderela bocca. .. Certo, state mettendo su il doppio mentou disse ridendo a piccoli scoppi. Mi accorsiallora che non portava cappelloe che i suoi corti capellibianchieranopettinati con la riga a destra. Sembravaun vecchioe distinto signoremessicano, vestito. che andassea spassoimpeccabilmente Gli dissi che incontrarloli mi avevatalmentescosso i nervi da farmi desideraredi sedermi.Fu molto comprensivoe suggeridi andareinsiemefino al Parcovicino. Percorremmoalcuni isolati in assolutosilenzio,poi arrivammoalla Plaza Garibaldi, dove c'eranomusicanti che offrivano i loro servigi: una spcciedi centro di collocamentoper i musicanti. Don Juan e io fummo assorbitidalla folla di spettatori c di turisti e passeggiammo Per il parco. Dopo un po' cgli si fermd, si appoggida un muro e tird su i pantaioni fino alle ginocchia:portavadellecalzedi color marronc chiaro.Gli chiesidi spiegarmiil significatodel suo Mi risposein modo vago; non mistcriosoabbigliamento. un completoPer :tltro che: quelgiorno dovevaindossare ragioni chc mi avrebbechiarito poi. Trovare don Juancon un completoindossoera stata una cosacosi assurdache quasinon riuscivo a dominare la mia agitazione.Non lo avevo visto per pareccJrimesi e volevo pit di ogni altra cosa parlarecon lui; ma ora I'ambienteera in qualchemodo sbagliato,c la mia at-

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tenzionenon riusciva a fissarsi.Don Juan, che doveva essersiaccortodella mia ansia,suggeridi andarea La Alameda,trn parcopii tranquillo,qualchcisolatopit in li. Non c'eratroppa gentenel parco e non ci fu difficilc trovare una panchinalibera. Ci sedemmo.Il mio nervosismoavevalasciatoil posto a una sensazione di disagio. Non osavo guardaredon Juan. Ci fu unalungae snervantepausa;sempresenzaguardarlo, dissi a don Juan che la voce interna mi aveva finalmente spinto a cercarlo,dre gli awenimenti stupefacentidi cui ero-stato testimonea casasua evevano segnatoin profonditi la mia vita, e che appunrodi essi volevo parlargli. Fece con la mano un gesto d'impazienzae dissc che la suaregolaera di non soffermarsimai sugli awenimcnti passati. che adessod importanted cheabbiateseguito " Quel il mio consiglior disse.oAvetc presola vita quotidiana come una sfida, e la prova qhe avete accumulatosufficiente poterc personaled cJlemi avete trovato senza'alcuna difficolti, nel posto esaito che era previsto.> ., l)rrhir,rnroltoche.ciirtorni a mio nrerito,,dissi. < Vi stavo aspettandoe sietecompersoo dissedon Juan.<.8 tutto quellocheso: tutto qucllo c-heun guerriero deve preoccuparsidi sapere. > <E adessoche vi ho trovato?o < In primo luogo,> risposea non discuteremoi dilemmi della vostra ragione;sono csperienzeche appartengonoa un alno momentoe ad un.altro umore.Propriamentesono soltanto gradini di una scalasenzafine; insistervi vorrebbe dire distogliersi dall'importanzadi cid che accadeadcsso.Un gierriero non iud permetterselo.,t 160

Provavo un desiderioquasiinvincibile di lamentarchemi eraaccaduto, mi. Non perchdsoffrissidi qualcosa ma perch6 avevo un gran bisogno di conforto e di sempatia. Sembrd che don Juan capisseil mio umore, e mi parld come se avessiveramenteespressoi miei pensieri. ., Solo da guerrieri si pud resisteresul sentierodel sapereD disse. o Un guerriero non pud rimpiangere nulla nd lamentarsi di nulla. La sua vita d una continua sfida, e le sfide non possonoesserend buone nd cattive. Sono sfide e basta.o Parlava in tono asciutto e severo,ma con un sorriso caldo e disarmante. .. Ora che siete qui, ecco quel che dobbiamo fare : badare a un segnoo aggiunse. tipo di segno?r, "Che bisogno di saperese il vostro potere pud "Abbiamo L'ultima volta si t esauritomiseramenda solo. cavarsela te; adesso,le circostanzedella vostra vita personalesembrano avervi conferitq, almeno alla superficie, tutto il necessarioper affrontare la spiegazionedegli stregoni.n .,C'd una possibiliti che me ne parliate?" gli chiesi. Dipende dal vostro potere personale,, rispose. " .. Come sempre,per il farc o il non farc dei guerrieri, I'unica cosa che conta d il potere personale.'Finora,Posso dire che vi state comportando bene.r, Dopo un momento di silenzio, come per cambiare argomento, si alzd e indicd il suo completo. o Mi sono messoquestovestito per voi n dissein tono misterioso.(( Questo completo i la mia sfida. Guardate come sto bene! Come ci sto comodo! Eh? Niente da dire ! " Don Juan stava veramente benissimo nel suo vestito. I-'unico termine di confronto che mi veniva in menti 16t


era I'aspettodi mio nonno quandopoftava il suo completo pesantedi fanella inglese.Il nonno mi avevasempre dato I'impressioncdi scntirsi fuori posto, innaturale, con un completo.Don Juan inveceera perfeftamente a suo agio. <tPensateche per me sia facile apparirenaturalein un completo?>chiesedon Juan. Non seppicosarispondcre.Tra me tuttavia conclusi che, a giudicare dal suo aspetto e dal modo di comportarsi, per lui doveva esserela cosapit facilc di questo mondo. t Portare un completo i una sfida, per mc o disse lui. Una sfida difficile comelo sarebbeper voi poftare " i sandalie l, poncho.Voi perd non avetemai avuto la necessiti di prenderlacomeuna sfida. Per me i diverso;io sono un indio.". Ci scambiammoun'occhiata.Don Juan sollevd le sopracciglia,come in una muta domanda,in attesadei miei commenti. <,La differenzafondamentaletra un uomo comunee un guerrierod che un guerrieroprendeogni cosacome una sfida,n aggiunse(menue un uomo comuneprende ogni cosa come una benedizioneo una maledizione.II fatto che voi oggi siatequi indica che avetefatto indinare la bilancia in favorc dcl modo di comportarsidcl guerriero.u Il suo sguardofisso mi rendevanervoso.Volli alzarmi e passeggiare, ma mi fece restareseduto.' .. Statequi sedutotranquillo finch6 non avremofinitor> mi dissein tono energico.aAspettiamoun scgno; non possiamoproseguiresenza di esso,perchd non I sufficienteche oggi mi abbiate trovato, come non era sufficienteche avestetroveto Genaro, quel giorno, nel t62

deserto.Il vostro Poteredeve svilupparsie darc un se$OO. >r

a Non riescoa immaginarequello che volete" dissi' <Ho uistoqualcosache andavain cercadi prcda pcr questoParcoo disse. oEra un alleato?r'gli chiesi. <<No.Non 1o era. Dunquc, dobbiamostar qui seduti e scoprireche tipo di segnosta PrcParandoil voStrOPotere.)) Mi .hi.t. poi di raccontarglinei particolaricomeavevo applicatol consigliche don Genaroe lui mi avevano datot sulla mia vita quotidiana e i rapporti con la gente. Mi sentivo un po' imtarazzato. Don Juan 1i i.oo. in aiuto dicendo che le mie faccendepersondi non efano private, dal momentoche comprendevano :1 compito di strcgoneria,cui mi avevanoincoraggiatolui e don Genaro.Dissi ridendo che quel compito di stregoneria mi avevarovinato la vita, e riferii lc difficolti c'he incontravo nel mondo quotidiano. Parlai a lungo. Don Juan al mio resocontorise fino allc lacrime. Si 6att6 pit volte le cosce;quel gesto,che gli avevo visto fare centinaia di volte, era verarlente fuori luogo ora che egli indossavai pantalonidi un completo. Eio pieno di ansia,e dovctti esprimerla... ' ..Il vosuo complctomi spavcntapit di qualsiasialtra cosachc mi abbiatefatto I gli dissi. .. Dovete abituarvi al mio vestitott disse.tt Un guercon il riero dev'essercfuido e scorrerearmoniosamente o ragione mondo che lo circonda,sia cssoil mondo delle quello della aolontd. .. L'aspetto pit pericolosodi questoscorrerecomPare ogni v.o1tactrc il guerriero scoPreche il mondo non i n6 l\rno nd I'altro. Avcvo detto che I'unico modo di 163


cavarselain questo scorreredifficilissimo consistenell'eseguireun'a2ionecome se si crcdesse.In altre parole, il segreto del guerriero consistenel crederesenza credere. Ma naturalmente un guerriero non pud limitarsi a dire che cede, e poi lasciarche le cosevadano. Sarebbetroppo facile. Credere veramente,lo esonererebbedall'csaminare la sua situazione.Un guerriero, ogni volta che si impegna a credere, lo fa come scelta, come epressione della sua predilezionepii intima. Un guerriero non crede. deaecredere.r, Mi fissd per pochi secondi mentre scrivevo sul notes. Rimasi in silenzio.Non potevo dire d'aver capito la differenza, ma non avevo voglia di discutere o di porre domande.Volevo pensarea quanto mi aveva detto, ma la mia mente si distraevamentre guardavo intorno. Sulla strada dietro di noi c'era una lunga fila di automobili e di autobus che suonavano i clacson. All'estremiti del parco, forse venti yarde pii in li, in linea retta con la panchinasu cui eravamoseduti, un gruppo di sei o sette persone, compresi tre poliziotti in divisa grigro chiara, stava intorno a un uomo che giaceva immobile sull'erba. Sembravaubriaco o forse era malato. Diedi un'occhiata a don Juan. Guardava anche lui quell'uomo. Gli dissi che per qualche ragione ero incapace di chiarirmi da solo quanto mi aveva deno. .. Non voglio pii porvi alcuna domandan dissi. .. Ma se non vi chiedo di spiegarmi,non riuscird a capire. Non porvi domande d veramenteanormde per me.D .. Per favore, siate normale, con ogni m&zo" replicd con finta serieti. Gli dissi che non capivo la differenza ma credere e dover credere.Per me erano la stessacosa. Immaginarc t64

che quelle due espressioniavesserociascunaun significato diverso era spaccareun capello in quattro' .. Ricordate la storia che una volta mi avete raccontato, della vostra amica e dei suoi gafti?', chiesecome Per caso. -Guardd il cielo e si appoggid allo schienale dclla panchina, allungando le gambe. Si mise le mani dietro la -r.rr" . stird i muscoli di tutto il corpo. Come succedeva sempre, le sue ossa scricc-hiolaronorumorosamente' Si riferiva alla storia che gli avevo raccontato un giorno: di una mia amica che aveva trovato due ganini mezzi morti nell'cssiccatoredi una lavanderia. Li aveva curati, e tra l'ottimo cibo e tutte le sue attenzioni erano diventati due enormi gatti, uno nero e uno rossiccio' Due anni dopo la mia amica vendette la casa' Non potendo condurre i gatti con s6 e non essendoriuscita a irovargli altri padroni, si trovd costretta a portarli da un veterinario per farli uccidere. L'aiutai a prenderli. I gatti non erano mai statt m automobile; lei cercava di calmarli. La graffiarono e la morsero, specialmenteil gatto rossiccioche si chiamava Max. Quando finalmente arrivammo dal veterinario, la mia amica prese Per primo il gatto nero; tenendolo in brac.io, . ,irr"" dir. unt parola, usci dall'automobile"Il gatto giocava con lei: la toccd delicatamenteco-nla zamlei.,apri la porta a vetri dell'ambulatorio' pa, - qu"ndo Guardai Max; era accovacciatosul sedile posteriore. Il movimento della mia testa dovette spaventarlo, perchâ‚Źandd a cacciarsisotto il sedile del guida.tore'Inilinai il sedile all'indiero. Non volevo prendermi un graffio o un morso infilando la mano li sotto' Il gatto dentro una caviti sul fondo dell'automo.r" "..u..iato l6t


bile. Sembravaagitatissimo,col respiro affrettato. Mi guardava;i nosri occhisi incontraronoe si impadronidi me una sensazione opprimente.Qualcosaafferrd il mio corpo: una forma di apprensione,disperazione,o forse imbarazzoper dover svolgerequella parte. Sentii il bisognodi spiegarea Max che la decisione era della mia amica, e io stavo soltanto aiutandola.Il gatto continud a fissarmicome sc capisse[e mie parole. Guardai se la mia amica stava arrivando. La vidi attraversola porta a vetri. Parlava con I'uomo dell'accettazione.Provai una strana scossae automaticamente aprii lo sportello. aCorri, Max, conilr, dissi d gatto. L'animale saltd fuori.dall'automobile,si lancid anraversola stradacon il colpo raso a terra, comeun vero felino. Il lato oppostodella stradaera vuoro; non c'erano automobili parcheggiate,e potci vcdere Max che correva git per la via, lungo il gigagnolo.RaggiunseI'angolo di un grande viale, poi attraversoun tombino apcrto si infild nelle fogne. La mia amicatornd. Le dissi c.heMax era scappato. Lei entrd in macchinae paftimmo senzadire una parola. Nei mesi chc seguirono,quelfincidcntedivcnne per me un simbolo.Mi immaginavoo forseavevovisto davvero un guizzofatidico negli occJridi Max quando mi aveva guardato prirna di saltarefuori dall'automobile.E credevo che per un atrimo quell'animale vezzcggiato, castrato, troppo gtasso, inutile, fosse divenuto utr vcro gano. Dissi a don Juand'essereconvinto che quandoMax era corsoattraversola stradac si era infilato nelle fogne, il suo "spirito gattesco"fossesenzamacchia,e che forse mai nella suavita la sua"gertiti" fossestatacosi evidenr66

te. L'impressionelasciatada quell'episodioera Perme in' dimcnticabile. Raccontaila storia a tutti i miei amici; dopo avcrla narratae rinarrata,la mia identificazionecon il gatto di' venne quasi divcrtente. Pensavodi essercio stessocomc Max, troPPocom' piaciuto, addomesticatoin mille modi, e non potevo far a menodi credereche ci fossesemprela possibiliti di un momentoin cui lo spirito dcll'uomo si sarebbeimpadrocosicomela "gattiti" s'eraimnito di tutto il mio essere, padronita del coqpotronfio e inutile di Max. A don Juan era piaciutala storia: avevaancfrefamo qualchc commento casualc.Aveva deno c-henon era troppo difficile far affluire e agire lo spirito dell'uomo; sopportarlo,perd, era cosapossibilesolo a un guerriero.

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.. Cosac'entrala storiadei gatti?o chiesi. a Mi avevate detto che credevatedi Poter cogliere anche voi la vostra occasione,come Max n rispose don Juan. o Lo credo, appunto.D < Quanto ho cercatodi dirvi i che voi, da guerriero, non potete veramentecrederloe lasciarechc lc coseva' dano. A proposito di Max, doaereedere significa che accettateil fatto chela suafuga possaesserestataun'iniziativa inutilc. Pud essereprecipitatonellc fogne e mofto ,u['ir,rrr,.. Pud essereannegatoo morto di fame; pud esserestato divorato dai topi. Un guerriero considera tutte questepossibiliti e poi sccgliedi crederca seconda della sua pii intima predilezione. o Da guerriero,voi dou*ecredercdre Max non solo t67


d scappato, ma ha sopportaro il suo porere. Yoi dou*e crederlo. Se non lo credere,non possedetenulla.r, La distinzione divenne chiarissima.Pensai che veramente avevo scelto di credere che Max fosse sopravvissuto, pur sapendo che era handicappato da una vita facile e viziara. .. Credere d una cosa facile aggiunse don Juan. ' o Doaer credere i un po' diverso. In questo caso, per esempio,il potere vi ha dato una magnifica lezione,ha avete scelto di usarne solo una parte. Perd, se doyetecredere, bisogna che usiate tutto quell'episodio., .. Capisco cosa volete dire > risposi. La mia menre si trovava in uno stato di chiarczze e pensavo di afferrare i suoi concetti senza il minimo sforzo. .. Temo che continuiate a non capireo disse don Juan, quasi in un sussurro. Mi fissd. Ressi iI suo sguardo per un momenro. oE I'altro gatto?> chiese. Eh? L'altro gatto?n ripetei involontariamenre. " Me n'ero dimenticato. Il mio simbolo ruotava intorno a Max. Per me I'aluo getto non aveva importanza. <.Perd c'd!r, esclamddon Juan, come se io avessiespressoquel pensiero. ,rDouer iredere vuol dire che dovete considerare anche I'alro gatto. Quello che giocava e leccava le mani che 1o porravano a morire. euillo era il gatto che andd alla sua morte fiducioso, soddisfatto del suo modo di giudicare, da gatto. r<Voi pensaredi esserecome Max, quindi avete dimenticato I'altro gatto. Non ne sapete neppure il nome. Doaer credere vuol dire che dovete considerareogni cosa, e prima di deciderechc sietecome Max dovete considerare che potete esserecome I'altro gatto; invece che 168

correreper salvarvila vita e cogliercanchevoi la vosua occasione,pud darsi che andiate tutto felice alla morte, soddisfatto del vostro modo di giudicare. " C'era un'inquietante tristezza nelle sue parole, o forse la tristezza era mia. Tacemmo a lungo. Non mi aveva mai attraversato la mente I'idea che io potessi essere come I'alro gatto. Era un .pensiero estremamenteangoscioso. Una dolce commozione e il suono di voci attutite mi sottrasserod'un tratto alle mie riflessioni. I poliziotti disperdevanola gente che si era radunata intorno all'uomo sull'erba. Qualcuno aveva posto una giacca arrotolata sotto la testa dell'uomo. Egli giaceva parallelo alla strada. Era rivolto a est. Dal punto in cui stavo, avrei potuto dire con quasi cerieza che aveva gli occhi aperti.

Don Juansospird., pomeriggio splendidot, disse, guardando il "Che

cielo. <.Non mi piace Citti del Messico risposi. " o Perchâ‚Ź?o Odio lo smog.r, " Scosse la testa ritmicamente, come per darmi ragione. a Starei piri volentieri con voi nel desefto, o sullc montagne aggiunsi. " < Se fossi in voi, non lo direi mai u osservd don

Juan.

oNon intendevo nicnte di male,'don Juan.>

.. Lo so anch'io. Ma non d quello che intendete,c.he importa. Un guerriero,o un uomo qualsiasi,non pud augurarsi d'esserein un posto diverso da quello in cui si trova; un guerricroperch6vive per sfida, e un uomo comune perchi non sa dove la morte andri a cercarlo.


o Guardatelaggit quell'uomosull'erba.Cosa ci trovate da ridire?" ..E ubriacoo malato' dissi. o Sta morendo! o disscdon ]uan con estremacertezza. o Quando ci siamoseduti qui, ho cdlto di sfuggitala sua morte che lo circondava.Per questovi ho deno di non muovervi; qualunquecosaaccada,non dovetemuovervi da questapanchinafino alla fine. E questoil segno che aspettavamo.E tardo pomeriggio.Tra poco il i=olc sene va. E la vostraora di potere.Guardate! La vistadi quell.'uomo d solo per noi.; Mostrd con un cennoche dal punto in cui sedevamo nulla ci impediva la vista dell'uomo. Un gruppo di curiosi s'eraraccolto a semicerchiodall'altra parte del corpo, di fronte a noi. La vista dell'uomo sull'erbadivenneper me angosciosissima. Era magroe scuro,ancoragiovane.Aveva i capellineri corti e ricci, la camiciasbottonata,con il pctto scoperro.Indossavauna giacca di maglia arancione, bucataai gomiti, vecchie frusti calzonigrigi. Lc scarpe, di un indefinibilecoloresbiadito,eranoslacciate. Era rigido. Non avrei potutodire serespirava.Mi chiedevose stessemorendo, come aveva detto don Juan. O forse don Juan usavaquella scenasolo per un suo scopo?Le mie precedendesperienze con lui mi davanola cenaze che, in qualunquemodo agisse,ogni cosa si accordava entro un suo misteriososchema. . Dopo un lungo silenziomi volsi verso di lui. Aveva gli occhi chiusi. Parld senzaaprirli. <.Quell'uomo sta adessoper morireu disse. .. Ma voi non lo credete,no?r, Apri gli occhi e mi fissd per un a*imo. Lo sguardo era cosi penetranteda stordirmi. 170

n No. Non credop dissi. Pensavoveramenteche fossetutto troppo facile. Eravamo venuti a scdercinel parco, e proprio li, comc se tutto fossestato preparato,c'era un uomo morente. c Il mondo si adeguaa se stesso dissedon ]uan do' po aver udito i miei dubbi. aNorf i trn tnrcco. E un segno, un ano di potere. < Il mondo sorretto dalla ragipnefa di cid soltanto un episodioa cui diamo un'occltiata,mentreci awiamo verso cosepit importanti. Tutto quel che possiamodire t' che un uomo giare sull'erba.nel p:trco.forsc ubriaco. oll mondo sorretto dallaaolonti ne fa un atto di pola m6rte che Possiamouedere tere, che possiamoaedere. uncini sempre rurbina intorno all'uomo, piantando gli pii profondi nelle sue fibre luminose.Possiamoaedere che i fi.lamentiluminosi perdono tensionec svaniscono ad uno ad uno.' <tQuestesono le due possibiliti che si apronoa noi, esseriluminosi. Voi vi trovate per cosi dire nel mezzo, volete ancoracollocareogni cosanella categoia ragione. Eppure, come potete negareil fatto che il vostro potere personaleha dato un segno?Siamovenuti in questoparco dopo che mi avetetrovato li dovc vi aspettavo- mi avete movato dirigendovi verso di me senza senza proporvelo, senz4 usare deliberatamenteIa ragione - e dopo che ci siamo seduti qui in attesa di un segno, ci

siamo accorti di quell'uomo:ciascunodi noi due lo ha percepitoa modo suo,voi con la vostra ragione,io con la mia uolonti. o Quell'uomomorented uno dei centimetricubicidi di occasioneche il potere mette semprea disposizione un guerriero.Il modo di compottarsidel guerrieroi esfuido per afferrarequell'occasione. sere pcrennemente Io I'ho afferrata;ma voi ?r,


Non potei rispondere.Sentii dentro di me un immensobaratro,e per un aftimo fui in qualchemodo consapevoledei due mondi di cui don Juan avevaparlato. oChe magnifico segno!" egli aggiunse...E turto per voi. Il poterevi mostrachela morte d I'ingrediente indispensabile nel doaercredere.Senzala consape volezza dellamorte,ogni cosad comune,volgare.Solo perch6la morte ci.inseguefurtiva, il mondo d un misteroinsondabile. Il poterevi ha mostratoquesto.Tutto quellocheho fatto io, d stato indicarvi i particolaridel segno,in rnodo che la direzionevi riuscisseciiara; ma nell'indicarvi i particolari vi ho anchemosffaroche turto qumto vi ho detto oggi d quantodeuocedereio stesso,perchdquesta i la predilezionedel mio spirito.r, Ci guardammoper un momenroI'un l'almo negli occhi. .. Ricordo una poesiache mi leggevate disse,vol' gendo gli occhi. <.Su un uomo che si ripromettevadi morire a Parigi. Com'era?o La poesiaen Pietra nerAstrpietra biancadi Câ‚Źsar Vallejo. Don Juanme ne avevafatto leggereo recitarele due prime strofe un'infiniti di volte. Morird a Parigi in un giorno di pioggia, in un giorno che gii mi ricordo. Morird a Parigi - non fuggird forse d'autunnorun giovedi, come oggi. Sari un giovedi, perch6oggi, il giovedi in cui io scivo, le mie ossase lo sentono, e mai comeoggi, per tutta la mia sffada, mi sono visto cosi solo. t72

Quella poesiaracchiudevaper me un'indescrivibile melanconia. Don Juansussurrdchelui doaeaacrederecheI'uomo morente avesseavuto sufficientepotere personalcper sceglierele stradedi Citti del Messicocomeluogo della sua morte. o Siamo di nuovo alla storia dbi due gatti u disse. .. Noi dobbianocrederechc Max divenne consapevole di cid chelo seguivafurtivamentee, comeI'uomolaggii, ebbesufficientepotere,almenoper scegliereil luogo della suafine. Ma c'era anchellaltro gatto, cosicomeci sono almi uomini, la cui morte li circonderi mentresono soli, inconsapevoli,gli occhi fissi sullepareti o sul soffitto di una stanzatetramentepovera. ., Quell'uomo,d'altra parte, sta morendodove t semprevissuto,per la strada.Tre poliziotti sono la sua guardiad'onore. E mentremuorei suoi occhi coglieranno un ultimo gurzzodelle luci dei negozidall'altra parte della srada - e le automobili,gli alberi, la folla intorno - e le'sue orecchiesarannoriempiteper I'ultima volta dai rumori del traffico e dalle voci degli uomini e delle donneche passano. <Vedete dunqueche senzauna consapevolezza della presenzadella nostra morte non c'i potere,non miStefO. ))

FissaiI'uomo a lungo. Era immobile.Forseera morto. Ma la mia increduliti non cont&vapii. Don Juanaveva ragione.Doaercredereche il mondo sia misterioso e insondabileera I'espressione della pit intima predilezione di un guerriero.Senzadi cid, egli non avevanulla.


L'ISOLA DEL TONAL

Don Juane io ci incontrammodi nuovo il giorno successivo, in quello stcssoparco, verso mezzogiorno.Don Juan indossavasempreil suo completomarrone.Ci sedemmo su una panchina;lui si tolse la giacca,la piegd con gran crua, ma con un'aria di supremanoncuranza,e la appoggidsulla panchina.La sua noncuranzaera studiatissimae ruttavia pgrfettamentenaturale.Mi accorsi che lo stavo fissando.Sembrdconsapevoledel paradosso che offriva ai mici occhi e sorrise.Si raddrizzdla cravatta. Portava una camiciabeigecon le manichelunghe. Gli stava benissimo. < Porto ancora il mio completo perch6voglio dirvi una cosa molto importante> disse,bamendomisulla spdla. a leri vi sietecomportatobene.Ora d il momento di arrivare a qualcheaccordodefinitivo.> Tacqueper un lungo istante.Sembravache si preparassea una dichiarazione.Provai una stranasensazione allo stomaco.Avevo immediatamentesuppostoche stesse per rivelarmi la spiegazionedegli stregoni.Si alzd e fece qualchepasso avanri e indietro, come se gli fosse difficile esprimerequel che aveva in mente. cAndiamo in quel ristoranre dall''altra partc della srada e mangiamoqualcosar dissealla fine. t74

Presela giacca e prima di infilarla mi mostrd che era tutta foderata. n E fatta su misura disse e sorrise come se ne fosse ' orgoglioso, come se fosse stata una cosa importante. o Devo attirare la vostra attenzione su di essa,perchâ‚Ź altrimenti non vi badereste, ed i importantissimo che ne siate consapevole.Voi siete consapevoledi ogni cosa solo quando pensatedi doverlo essere;ma la condi't: essereconsapevoledi ogni cosa in zione del guerriero ogni momento. a Il mio completo e rutti questi ammennicoli sono importanti perch6 rappresentanola mia condizionc nella vita. O piuttosto la condizione di una delle due parti della mia totaliti. Questa discussioneera in sosPeso.Credo che ora sia il momento di farla. Doveva perd esserefatta solo al momento glusto, altrimenti non awebbe avuto senso.Con il mio completo volevo fornirvi un primo indizio. Penso d'esscrii riuscito. Adesso d il momento di parlare, perch6 su questo argomento non ci pud essere

se non si parla., completacomprensione ..Quale argomento,don Juan?" o La totaliti dell'io.> Si alzd bruscamentee mi condussenel ristorante di un grande albergo,dall'altra parte della strada. Una donna di umorepiuttosto ostile ci diedeuna tavola in un angolo, al fondo. Owiamente, i posti migliori erano quelli vicini alle finestre. Dissi a don Juan che quella donna me ne ricordava un'altra, in un ristorantedell'Arizona dove una.volta eravamo andati a mangiareinsieme: prima di darci il menu, ci aveva chiestose avevamoabbastanzadenaro Per Pagare. a Non biasimo quella povera donnao disse don


]uan, come se simpatizzassecon lei. ..Anche lei, come I'alffa, ha paura dei messicani. >> Rise piano. Un paio di personealle tavole vicine girarono la testa e ci guardarono. Don Juan disse che senza saperlg, o forse anzi in contrasto con la sua volonti, la donna ci aveva dato la tavola migliore : quella che ci avrebbe permessodi parlare, e a me avrebbe permessodi scrivere,a nostro pi"cimento. Avevo appena tirato fuori di tasca il notes e I'avevo appoggiato sulla tavola, quando d'improwiso il cameriere venne verso di noi. Anclc lui sembrava di cattivo umore. Stette di fronte a noi con aria di sfida. Don Juan si mise a ordinare per s6 un pranzo molto complicato. Ordinava senzagurrdare il menu, come se lo sapessea memoria. Ero imbarazzato; il cameriereera comparso inatteso e non avevo avuto il tempo di leggere il menu: gli dissi quindi che prendevo anch'io lo stirso. Don Juan mi sussurrdall'orecchio: .. Scommetto che non hanno quello che ho ordinato n.

Stird bracciae gambee mi dissedi rilassarmi,di mettermicomodo,perch6per preparareil nostropranzo ci sarebbevoluta un'eterniri. <.Sietea un bivio cruciale> disse.< ForseI'ultimo, e forse ancheil piil difficile da capire.Alcune delle cose che vi indicherd oggi, probabilmentenon sarannomai chiare.Non sono coseche possanoesserechiarite,in alcun modo. Quindi non provate irtaroizzo o scoraggiamento. Tutti noi siamo .r."tur. orrusequandoragii"""giamo il mondo della stregoneria,e raggiungerlonon vuol dire affatto esserecerti di cambiare.Alcuni di noi restanoottusi fino all'ultimo.> Mi piacevache comprendesse anchesestessofra gli t76

ottusi. Sapevo clte non lo faceva per cortcsia, ma come cspedientedidattico. <tNon inquietatevi se non caverete un significato da quanto sto per dirvi prosegui. .. Considerando il vostro " temperamento, ho paura che vi mettiate fuori combaaimento da solo, nello sforzo di capire. -on fatelo ! Quan'r' to vi dird deve solo servire a indicare una direzione.o Provai un improwiso senso di apprgnsione.Gli ammonimenti di don ]uan mi cacciavano in una rifessione senzafine. Gii in altre occasioni mi aveva ammonito cosi, proprio nello stesso modo, e ogni volta cid da cui mi avcva messoin guardia s'era poi rivelato un'esperienza rovinosa. .. Divento molto nervoso quando mi parlate cosi '

gli dissi. o,Lo so> risposecalmo. <.Sto cercando deliberata-

mente di svegliarvi. Ho bisogno della vostra attenzione, della vostra intera attenzione.u

Tacquee mi guardd: Ebbi un riso nervosoe involontario. Sapcvo che stava amplian{o al massimole possibiliti drammatiche della situazione. <.Non vi dico tutto questo per farvi impressione ' aggiunse don Juan comc se avesseleno nei miei pensieri. rVi do solo il tempo di prepararvi nel modo opPOrtunO.)) In quel momento il cameriere si fermd alla nostra tavola per annunciareche non disponevanodi quel che avevamo ordinato. Don Juan rise rumorosamentee ordind tortilla.l e fagioli. Il cameriereridacchid sPrezzante, dichiard che loro non ne servivano, e suggeri bisteccao pollo. Ci decidemmo per una zuppa. Mangiammo in silenzio.La zuPPanon mi piaceva e non riuscii a finirla, ma don Juan la divord tutta. t77


c Ho messoil mio completo> disscd'un tratto .. per parlarvi di qualcosa,qualcosache git conoscetern. .h. bisognachiarire^perch6 diventi effiiiente. Ho aspettaro 6no adessoperch6Genaroritiene che non soltantodob\- biate essereintenzionatoa percorrerela strada der sapere, ma che i vostri stessisforzi debbanoesseresenza macchia,tanto da rendervi degno di quel sapere.Vi siete comportatobene. Ora vi dird la spiegazionedegli stregoni.n Tacquedi nuovo, si fregd le guancee fecegirare la lingua nella boccarcome per roccarsii denti. <rStoper parlarvi del tonal e del nagaalr,disse,e mi guardd con occhi penetranri. Era la prima volta ddl'inizio dei nostri rapporti che , don Juan usavaquelle due parole.Mi eranovagamente familiari: le avevolette negli studi annopologicir,sulle culturedel Messicocentrale.Sapevocheii "tonal" tl era consideratouna sorta di spirito prot.tto.., solitamente animale, che il bambino riceveva alla nascita e con il qual!.mentenevastretti vincoli pcr rufta la vita. "Nagual"l2 cra il nomeattribuito arlfanim;rle in cui gli suegoni pretendevanodi potersitrasformareo allo sregone che atnravatde trasformazione. a Questo d il mio tonal> dissedon Juan fregandosi le mani sul pemo. aIl vostro completo?n ..No. La mia lersona.o Si baa6 sul petto, sulle gambee sulle costole. c Il mio tonal d.rutto questo.D It'Naturalmentc"antropologici" nel sensodi "anropologia culrurale". ctnologia.(N.d.T.) I I Prontrnci;r: lo-na'1. frPronuncia:xa-bw'l (ma la E l.propriamentcw gh aspirato).

t78

Spiegd che ogni essereumano aveva due lati, due entiti separate,due controparti,che divenivanooperenti al momento della nascita; una era chiamatail "tonal", l'altra il "nagual". Gli dissi cid che gli antropologi sapevanointorno a quei due concetti. Mi lascid parlarc senzainterromPerml. o Bene,tutto quello chc credetedi saperein proposito sono pure assurditi dissepoi. < Baso qucstaaffer" mazionesul fatto che quinto vi sto dicendo del tonal e del nagualnon pud esservigii stato detto prima. Qualsiasi stupido capirebbeche non ne sapetcnulla, pcrc$6 Per csserneinformato doweste essereuno stregone, e non lo siete. Oppure dovresteaverne parlato con uno stregone,e non I'avete fano. Quindi, lasciateperdcre tutto quello che avete sentito dirc prima, perc$6non vi servirebbea niente.o r.Fra solo un commentor dissi. Sollevdle sopraccigliacon un'espressione ccimica. <tI vostri commenti sono fuori .di posto replicd. " .. Questa volta mi occorre la vostra intera attenzione,

perchâ‚Źsto per informarvi del tonal e del nagral. Per gli stregoni questosaperepresentaun interesseeccezionale, unico. Potrei dirvi che L tonal c L nagualsono esclusivamente di pertinenzadegli uomini del sapere.Nel gostro caso,sono cid che concludetutto quello che vi ho,insegnato.'Percid ho aspettatofino adessoa parlarvene. il tonal non i un animaleche proteggeuna perso" na. Potrci dire piuttosto chc d un protettoreche pud essererappresentato comeun animale.Ma non'i un punto importante.r, Sorrisee mi strizzdI'occhio.


.. Adesso uso le vosre parole ,, disse. ,rll tonal i Ia personasociale.r, Rise, immaginai, alla vista della mia confusione. ,rll tonal d dunque, propriamente, un protettore un protettore che per lo pii diviene una guardia. > Annaspavo con il mio notes. Cercavo di prestare attenzione a quanto don Juan stava dicendo. Lui rise e imitd i miei gesti nervo5i. ,rll tonal d I'organizzazione del mondo )) prosegui. c.Forse il modo migliore per descrivere la sua enorme opera i dire che sulle sue spalle poggia il compito di mettere in ordine il caos del mondo. Non d esageratoaffermare, con gli stregoni, che tutto quello che sappiamo c facciamo come uomini d opera del tonal, <.In questo momento, per esempio,cid che d impegnato nel tentativo di ricavare un sensodalla nostra conversazione d il vosro tonal: senza di esso ci sarebbero soltanto suoni misteriosi e smorfie, e non capirestenulla di quanto dico. o Inolue il tonal d il protettore dre proregge una cosa che non ha pre::zo; il nostro vero essere.Quindi una qualiti specifica del tonal consistenell'esseregeloso delle sue azioni. E poichd le sue azioni sono la parte di gran lunga piil importante delle.nostre vire, non c'd da meravigliarsi se alla fine il tonal si trasforma, in ciascuno di noi, da protettore in guardia. " Si fermd e mi chiese se avevo capito. Automaticamente feci di si col capo, ed egli sorrise con aria incredula. < Un protettore t di larghe vedute e comprensivo> spiegd. o Una guardia, invece, i di mente ristretta e per lo pit dispotica. Vi dird che in rutri noi rl tonal d stato 180

trasformato in una guardia gretta e dispotica, mentre Potrebbe essereun protettore di larghe vedute.t

Avevo definitivamentepersoil filo della suaspiegazione. Ascoltavo e annotavo ogni parola; tuttavia mi

sembravadi non riuscirea liberarmi da un dialogo interiore, con me stesso. <.Per me i difficilissimo seguirvip dissi. .. Se la smettestedi parlare con voi stesso,non avreste difficolti > replicd tagliente. La sua osservazionesuscitd da parte mia tutta una lunga spiegazione.Finalmente mi ripresi e mi scusai delI'insistenza nel difendermi. Don Juan sorridendo fece un gesto con cui parve indicare che il mio atteggiamento non gli aveva dato veramente fastidio. tonal d tutto cid che noi siamo> prosegui. .. Dite "ll un nome qualsiasi! Trrtto cid per cui possedeteun nome d il tonal. E siccome il tonal d le sue stesseazioni, ogni cosa, owiamente, deve ricadere nel suo ambito. r, Gli ricordai che mi aveva detto che il "tonal" era la persona sociale, un'espressioneche avevo usato io stesso con lui per designare un essereumano come risultato finale di processi di socializzazione.Feci notare che se il "tonal" era questo prodotto, non poteva essereogni cosa, dato che il mondo intorno a noi non era il prodotto della socializzazione. Don Juan a sua volta mi fece ricordare che il mio discorso non aveva fondamento per lui: gii da tempo aveva precisato che non esiste il mondo, ma solo una descrizione del mondo che abbiamo imparato a vedere chiara e a prendere per certa. ,rll tonal d tutto cid che sappiamon disse. .. Penso

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che questasia gil-di per sd una ragione sufficienteper considerareil tonal una faccendaschiacciante. p Tacqueper un momento.Parve che a questopunto . si aspettasse domandeo commenti,ma io non oa aaraoo dcuno. Mi sentivo perd obbligato a porre comunque una domanda,e lottai per formularn. r'rnaappropriaia. Non ci riuscii. Capii chegli ammonimenticoniui aveva iniziato la nostra conversazione eranoforse ierviti a dis-. suadermidall'avanzarequalsiasiinterrogativo.Mi sentivo stranamenteintorpidito.'Non riuscivo a concentrare e ordinare i pensieri.Sentivo e sapevo,senzaombra di dubbio, che ero incapacedi pensaie,e ruttavia lo sapevo senzapensare,cornese fosscstato perfettamcntepossibile. Guardai don ]uan. Stava fissandoil centro del mio colpo. Spostdgli occhi e la chiarezzamentalemi tornd. d'improwiso. olf tonal i rutto cid che sappiamon ripetâ‚Źlentamente. <rE include non solo noi, coine persone,ma -questo tutto nel nostro mondo. Si pud dire che I ional d tutto cid che incontra I'occhio. .. Cominciamoa disporneal momentodella nascita. Nelltistantein cui tiriamt il fia-toper la prima volta, inspiriamo potere per il tonal. E quindi giusto dire che iI tonal di un essereumano d iniimamentelegato alla sua nascita. .. Dovete ricordarvi questo.E molto importanteper capiretutto cid che sro dicendo..ll tonal ha inizio .oo l" nascitae fine con la morte.)) ricapitolaretutti i punti cJreaveva esposto. . _Vgleyo Aprii la bogcaper chiederglidi ripeteregli elementiessenzialidella nostra conversazione, ma con stupore mi accorsidi non riuscirea pronunciarele parole.Sperimen182

tavo una stranissimaincapacitl: le mie parole eranopcsanti e non riuscivo a dominarequestascnsazione. Guardai don Juan per fargli capire che non riuscivo a parlare.Stava di nuovo fissandola zona intorno al mio stomaco, Distolsegli occhie mi chiesecomemi sentivo,Le parole mi corserofuori come se fossi qtato.stappato.Gli dissiche avevo avuto [a stranascnsazione di non ritscire a parlare o a pensare,scbbenei miei pensierifossero chiarissimi oI vostri pensierieranochiarissimi?pchiese. Allora mi resi conto che la chiarezzanon era dei miei pensieri,ma della mia pcrcczionedel mondo. aMi state facendoqualcosa,don Juan?t <Cerco di convincervi che i vostri commenti non r mi risposeridendo. sono necessari o Intendete dire che non volete che io ponga delle domande?r, * No, no. Chiedetequel che voleter rna non fate oscillarela vostra attcnzione.p Doyetti riconoscerechc ero stato distraao dall'immensiti dell'argomcnto. <rNon riescoancoraa capire,don Juan,cosavolete dirc quando affermatec-heil tonal i ogni cosar dissi dopo up momento di pausa. oll tonal i quello che fa il mondo.t tonal i il cteatoredel mondo?r "lI Don Juan si grattd le tempie. <rl| tonal fa il mondo solo per niodo di dire. Non pud cr,eareo cambiarenulla, e tuttavia fa il mondo perchd ha la funtione di giudicare,di valutare,di rendere testimonianza.Dico che il tonal f.a il mondo perchdne rende testimonianzae lo valuta sccondole leggi del ro-


)>

nal. In modo molto snano,iI tonal d un creatorechenon crea nulla. In altre parole,iI tonal componele leggi con le quali percepisce il mondo. euindi, per II dir., -odo crea il mondo.r, Comincid a mormorareun motivo popolare,battendo il ritmo con le dita sul fianco della seggiola.Aveva gli occhi sfavillanti; scmbravano.-.r....-scintille. Ridacchidscuotendola testa. << Non ini seguite> dissesorridendo. .. Ma no. Riescoa seguirvi.nreplicai,in tono cheperd non era molto convincente. <,Il tonal d un'isola spiegd.o Il modo migliore di " descriverloi dire che il tonal d questo.)) Fecescorrerela mano sul piano della tavola. < Possiamodire chei tonal d comeil piano di questa tavola. Un'isola. E su quest'iiola abbiamoturto. e,rest'isola,infatti, i il mondo. .. C'd un tonal perconale per ciascunodi noi, e ce n'd uno collettivo per tumi noi in ogni momento,che possiamo chiamarciI tonal del tempo.r, Indicd le file di tavole nel ristoranrc. .. Guardate! Ogni tavola ha la sressaconformazione. Certi elementisi trovano in tutte. Sonoperd individualmentediverse le une dalle altre; ad alctrnec'd pit gente; su ciascunadi csseci sono cibi diversi, piatti diversi, intorno a ciascunadi essec'i un'atmosferadiversa; perd dobbiamoriconoscereche tutte le tavole in questo ristorantesono molto simili. Lo stessosuccede.or, il tonal, Possiamcidire che I toill del tempo i cid che ci rendesimili, cosi comerendesimili tutte li tavole in questo ristorante.Tuttavia ogni tavola, presasingolarmente, d un casoindividuale,proprio comeil tonal personale di ciascunodi noi. Ma la cosa importanteda tcncre a 184

menre d che tutto cid che sappiamo

noi e del nostro mondo d sull'isoladel tonal, Capite quel che voglio dire?o il tonal d tutto cid chesappiamodi noi e del no" Se stro mondo, che cos'dallora il nagtal? " nagtal d la partedi noi con cui non abbiamoas"ll solutamente a che fare.rt .. Come dite? "

"ll

nagtal i la parte di noi per la quale non c't

descrizione -

non parole, -non nomi, non sensazioni,

non Sa.Pere. D

<,E una contraddizione, don Juan. A mio parere, se non pud essereni sentito,nd descritto,n6 nominato, non pud esistere.> .. E una contraddizione soltanto nel vostro parere. Vi avevo awertiro; non mettetevi fuori gioco da solo, cercando di capirlo.r, . ..Potreste dire che il nagual d la mente?rt o No. La mented un elementodella tavola. La mente d partc del tonal. Ecco: la mente i la cbili sAttcet).r,

Preseuna bottiglia di salsae la collocd di fronte a rne. nagrali I'anima?', "Il a No. Anche I'anima sta sullatavola. Diciamo che d il portacenere. o i pensieri degli uomini?u "E ., No. Anche i pensieristannosullatavola. I pensieri sono comele posate. rt Preseuna forchettae la misevicino allacbili saucee al portacenere. c.E uno stato di grazia? Il paradiso?r, lrll

salsadi pcpcroncinopiccante,che di solito si rova col salce il pcpc sulletavolc di tutti i ristoranti messiceai.(N.d.f.)

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< Nd I'uno nâ‚Ź I'altro. eualunque cosapossanoesse_ re, sono anch'essiparte del tonal, Diciamo che sono: il tovagliolo.r, Continuai a sottoporglituni i modi possibiliper de_ scriverecid cui alludeva:intelletto puro, psichc,energia, fona vitale, immortaliti, principio ii vita-.per ogni iiia parola scoprivaun corrispettivozullatavola . ,n.lo *.ateva davanti: dla fine tutto quel che si trovava sulla tavola era ammucchiatodavanii.a me. Don Juan sembravadivertirsi enormemente. Aveva un breve scoppiodi risa e si fregavale mani ogni volta chemenzionavoun'alra possibilitl. "lI .n1gaal i I'Esiere Supremo,I'Onnipotente, Dio?r c.hiesi. aNo. Anche Dio sta sulla tavola. Diciamo che Dio i la tovaglia.> Feceun buffo gesto,comeper ammucrchiare la tovaglia con tuao il resto. <rMa, statc dicegdoche Dio non esiste?n <rNo.Non ho.denoquesto.Ho detto soltantocheil nagtal non i Dio, perchdDio I un elementodel nostro tonal personalee d-eltonal del tempo. II tonal, vi ho gii detto, i tutto cid di cui pensiamosia costituitoil compresoDio, naturalmente.Dio non ha importanza -orrio, che nella misurain cui fa parte deltonal del noiro temPO.D

< Come io lo intendo, don Juan, Dio d ogni cosa. Non stiamoparlandodella stessicosa?, < No. Dio d soltanto ogni cosadi cui poretepensare: dunque,propriamente,i solo un aluo elimento sull'isola.Non si pud essere a piacimenrotesrimonidi Diora; la"Esseretestimoni" I qui inteso.nell'originale,non comc "rcndcre tctimonianza" di Dio, ma come"assistere"a Dio, quasi"percqpirlo..,ecc. Altrcranto vale pcr i7 nagul, gualchc riga oltrc. (N.d.T.)'

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di lui si pud solo parlare. lL nagaalinveced al servizio dcl gueniero. Se ne pud esseretestimoni,ma non se ne Pud parlarc.o a Se il n*gual non d alcunadelle coseche ho nominato,D dissi potete dirmi dov'i collocato.Dovc "forsc si trova?r, Don Juanfeceun gestocomeper scoparvia e indicd lo spaziodi li dai limiti della tavola. Mossela mano come per ripulire con il dorsoun'immaginariasuperficieoltre il piano della tavola. <rll naguald li r disse.o Li, tutt'intorno all'isola. Il ugaal d li, dove il potere si libra. (.Dal momento in cui siamo nati, intuiamo cJreper noi ci sono dui parti. All'istante della nascita,e ancora per un po' di tempo dopo, siamo soltanto nagaal,Poi intuiamo dre, per funzionare,abbiamobisogno di una contropartea cid che abbiamo.ll tonal ci manca,e questo ci imprime, 6n dall'inizio della vita, un sensodi inPoi L tonal cominciaa svilupparsie diviene completezza. enormementeimportante per il nostro funzionamento, tanto importanteche offuscala lucentezzadel nagaal,Ia sopraffi. Dal momentoin cui diventiamosoltantotondl, il nosno inizialesenso non facciamoaluo che accresccre dalla nascitae che di incompletezzachc ci accompagna' continuamenteci dice: ci vuole trn'dtra parte per esserecompleti. Dal momentoin cui diventiamosoltantotonal, co" minciamba formare delle coppie. Intuiamo i nostri due semprecon gli elementidel rolati, ma li rappresentiamo nal, Diciamo che le nostre due parti sono I'anima e il corpo.O pcnsieroe materia.O benee male.O Dio e Satana. E non ci rendiamoconto che continuiamosoltanto a comporre coppie con cid che sta sulfisola, come se t87


mettessimo di 6anco caffi e td, oppure pane e tortillas, chili e senape.Siamo animali st."ni, .rr. lo dico io. Ci lasciamo trasportarefuori strada, e nella nosrra follia crediamo di aver ffovato la soluzione giusta.n Don Juan si alzd e si rivolse a me come un orarore. Mi puntd l'indice contro, tremolando la testa. .. L'uomo non muove tra bene e male dissein comi' co tono retorico, afferrando con entrambele mani i vasetti del pepee del sale.o I1 suo vero moro d tra negativo e positivo.rt Lascid cadereil sale e il pepe e preseun coltello e una forchetta. sbagliate!Non c'i movimento), prosegui,,come "Vi se rispondessea se stesso... L'uomo t soltanto mente!r, Prese la bottiglia della salsa e la sollevd. poi la rimise gii. ., Come vedete,,r disse piano < possiamo benissimo sostituire alla mente la cbili saacee concludere: "L'uomci d soltanto cbili sauce!",senzaandare incontro per questo a una' smentita peggiore. " <.Ho paura di non aver posto la domanda giusta > dissi. .. Forse ci capiremmo meglio se vi chiedessiche cosa propriamente si pud uovare in quest'area,di li dall'isola?r,

r.Non d possibilerispondere.Se dicessi"Nulla", indicherei solo la pefte nagtal del tonal. Tutto cid che posso dire d che li, di li dalf isola, si rrova il nagual.r, <<Ma, se lo chiam ate il nagua/, non finite per collocarlo sull'isola? ,, ,, No. Gli do nome solo pcrch6 vo.qlioche nc siatc consapevole. r, <.Benissimo! Ma divenirne consapevoled il passo 188

che ha trasformato rl nagtal in un nuovo clemento dcl mio tonal.> oTemo che non capiate.Ho menzionatoil tonal e I' ildgual come una vera coPPia.Ho fatto solo questo.D Mi ricordd che una volta, cercandodi spicgarglila mia insistenzasul significato,avevo discussoI'idea che i bambini non sianoin grado di distingueretra "padre" e "mad,re"finchdi due concettinon si sviluppinoin termini tangibili, e cheper.essiil "padre" siaquellocheporta i calzoni e la "madre" quella chc porta la sottana,o comunque che la diffcrenza stia nella capigliatura,nella forma del corpo, nei vestiti. .. Certamentenoi ci comportiamonello stessomodo con le due parti di noi > egli disse.a Noi intuiamo chc c'd un altro lato di noi. Ma quandocerchiamodi afferrare quell'alro lato, rI tonal prendeil comandoe diventa gretto c geloso.Ci abbagliacon le-sue asftzie e ci costringe a cancellareil minimo indizio dell'alra comPonentedclla coppie,il nagaaL,


nell'agire. Avevo sperimentatoquelle singolari- intemrzioni innanzitutto quando facevo tacere il didogo interno; mi era perd anche capitato mentre parlavo am-

IL GIORNO DEL TONAL

piamentecon me stesso.Sembravache quelleinterruzioni ptovenisseroda un'areaindipendenteda tutto cid clre conoscevo. Don Juan mi batt6 sulla schiena.Sorrideva,visibilmentesoddisfatto. .. Finalmente cominciate a coglierc le vere connes-

Quando lasciammoil risrorante,dissi a don Juan che aveva avuto ragionea prevenirmi della difficoltl dell'argomento, e che la mia capacitl intellettualenon cra in grado di afferrarei suoi concctri e le sue spiegazioni. Suggeriiche forse,.sefossitornato in albergoa rileggere -Don gli appunti che avevo preso, avrei capito di pii. Juan si sforzd di rassicurarmi;dissedre mi spaventavo delle parole. Menre parlava provai un brivido c per un attimo intuii che dentro di me c'era veramenteun'altra zone. Dissi a don Juan che provavo certe sensazioniinesplicabili. Questoparve destarela suacuriositl. Gli raccontai che gii prima avevo provato quelle sensazioni: sembravanomomentaneelacune, interruzioni ncl corso della mia consapevolezza. Si erano sempremanifestate con una scossache percepivonel co{po, seguitaddla sensazione d'esseresospesoin qualcosa. Ci dirigemmoverso la cittl bassa,passeggiando senzafre4a. Don Juan mi chiesedi illutrargli in tutti i particolari quellelacune.Mi fu difficile desiriverle: potevo solo dire che eranomomenti di oblio, di menteassente,di interruzionenel badarealle mie azioni. Con pazienzami smenti.Mi fecenotare cle ero una personaattenta, dotata di eccellentememoria, accurata 190

sionio disse. Gli chiesi di spiegarmiquella sua affermazionecnigmatica, ma d'improwiso interruppe la nostra conveisazionee mi fece cenno di seguirloin un giardinetto davanti a una chiesa. .. Qui finisceil nostro viaggio verso la citti bassat egli disse,e sedettesu una panclina. " Qui abbiamoun potro ideale per guardarela gente' Ci sono quelli cJre passanoper la stradae quelli chevanno in chiesa.Di qui li vediamotutti. n Indicd un'ampiavia commercialee il vialetto di ghiaia che conducevaai gradini della chiesa.La nostra panchinasi trovava a meti, fta la chiesae la suada. ' ., E la mia panchina favorita' disse accarezzando il legno. Mi strizzd I'occhio e aggiunsecon un sogghigno: o Lc piaccio.Per questonon c'eranessunoseduto.Sapeva che sareiarrivaton. panchinalo sapeva?tt "La oNo! Non la panchina.Il mio nagual.u nll nagual ha coscienza?E consapevoledelle cos e?r , .. Naturalmente. E, cottt"pevole di ogni cosa. Per

questomi ha interessatoquel che dicevate.Cid checJria-


mate inrerruzionie sensazionie il nagral, per parlarne dobbiamoprenderein prcstito qudcosadall'isola del tonal; dvnqued.piri convinient. rion spiegarlo,ma semplicementedescrivernegli effetti.> Volevo dire ancora qudcosa circa quelle singolari sensazioni,ma don Juan mi zitti. <tBasta. Oggi non d il giorao del nagtal, oggi d il . giorno del tonal, disse.aHo messoil completJferch6 oggi sono n*to tonal.u Mi fissd. Stavo per dirgli che quell'argomentosi rivelavaper me piri difficile di tutto cid cheiri firro_ "rr.va ra spiqgatot^.gliparve anticiparele mie parole. < E difficileu prosegui... Lo so. Ma ie si considera che d il culmine,la conclusionedi quanto vi sto insegnando, non d esageratodire che arruolgetuao cid che ho menzionatofin dd irostro primo incontro.r, Restammoa lungo in silenzio.Capivo clre dovevo aspettareche don Juan riassumesse la sua spiegazione, ma ebbi un accessoimprowiso di apprensio". e chiesi precipitosamente : <Il nagual e rl tonal sono dentro di noi?o Mi diede un'occhiatapenerrante. ..Domandamolto difficile> rispose.<rVoi porreste dire che sono dentro di noi. Io potrei dire chenon lo sono, e n6 voi nâ‚Ź io avremmoragione.Il tonal del vostro tempovi inducea sosrenere chetutto cid cheha a chefare con le vostresensazioni e i vostri pensieriabbialuogo dentro di voi. rl tonal degli stregorridi.. il cor,rra.i"o: che tutto d fuori. Chi ha ragione? Nessuno.Dentro, fuori, non d veramenteimportante.)) Feci un'obiezione.Quandomi parlavadel "ronal" e del "nagual" avevadato I'impressioneche ci fosseanche una terza parte. Aveva detto che il "tonal" "ci costrint92

ge" a compiereazioni.Gli chiesidi dirmi a chi si rifcriva: chi era costretto? Non mi risposedirettamente. .. Spiegaretutto questonon d cosi semplice disse. ' .. Per quantoastutesianole difcsedeltonal,il fatto d chc iI nagualaffiora. Tuttavia, il suo affiorarealla superficie d sempreinavvertibile.La grandeabiliti del tonal consiste nel sopprimerc6gni manifestazionedel n4gaalin modo tale che,anchequandola suapresenza sia la cosapit evidentedel mondo, resti inawertibile.r, <.fnawertibile per chi?,, Ridacchid,scuotendo la testain su e in giri. Insistetti per avereuna risposta. Per il tonal> disse... Parlo esclusivamente del to" nal. Possoprocederea circhi, ma questonon dovrebbe sorprendervio contrariarvi.Vi ho awcrtito della difficolti di capire quahtd devo dirvi. Procedoartraverso tutti questigiri e rigiri, perchdil mio tonal i consapevole che si sta parlandodi lui. In altre parole,il mio tonal usa se stessoper capirecid chevoglio siachiaroper il vostro tonal. Si pud dire che il tonal, siccomed perfettemcnte consapevole di quantosia gravosoparlaredi lui, ha crcato parole lo , me , ecc.', per contrappeso, e 8razie ad essepud parlarecon altri ional, o con se stesso, lt.

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di se stesso. .. Quando dico che L tonal ci costringe a fare qualcosa, non intendo che ci sia una terza parte. Owiamente essocostringe se stessoa seguire i suoi giudizi. < In certe occasioni,perd, in certe specialicircostanze, qualcosa nel tonal stesso diviene consapevoleche in noi c'd.anchedell'altro. E quasi una voce che giunge dal profondo: la voce delnagual. Vedete: la totaliti nostra d una condizione naturale,che il tonal non pud obliterare L9'


completamente,e ci sono momenti, specialmentenella vita di un guerriero,in cui la totaliti divienevisibile. In questimomentisi pud sospertaree valutarecid c.heveramentesiamo. <.Mi interessavano quelle scossec}te avete provato, perch6d questoil modo in cui il nagltalaffiora. In tali momenti il tonal diviene consapevoledella totditl di una persona.E s.-pre una scossaperch6questaconsepevolezzarompe la quiete.Chiamo quesraconsapevolezza la totaliti dell'essere che sta per morire. Al momento della morte I'altro membro della coppia, l, nagaa/,Aviene pienarnenteoperantee la consapevolezza, la memoria, le percezioniirnmagazzin*enei nostri polpacci, nelle cosce,nella schiena,nelle spalle,nel collo, cominciano a espandersie a disintegrarsi.Come i grani di una collana definitivamentespezzata,essesi disgiungono senzale fotza della vita che le univa.r Mi guardd.Aveva gli occhi uanquilli. Mi scntivo a disagio,istupidito. ., La totaliti di noi stessii gran pasticcior dissedon fuan. o Ce ne basta pochissimaper compierele azioni pit complesse della vita. Ma quandomoriamo,moriamo con la totaliti di noi stessi.Uno stregonesi.ponela domanda: "Se moriremocon la totalitl di-noi sressi,perchi non vivere, anche,con quellatotaliti?"r Mi fececennocon la testa di badarealla gente cJre Passava. <.Sono tutti tonal, disse.o Sceglierdqudcuno di loro: cosi il vostro tonal Ii valuteri, e nel valutadi valuterl Sâ‚Ź Stâ‚ŹSSO.r>

Diressela mia attenzionesu due vecchiesignoreche eranouscitedalla chiesa.Si fermaronoalla sommitl dei gradini di pietra per un momenro,poi cominciaronoa t94

con estremacautela,sostandoad ogni gradino. scendere .. Guardate quellc due donne molto attentamenteD disse.o Ma non guardatelecome Personeo come facce che hanno qualcosain comunecon noi; guardatelcco' me tonal.n Le due donne raggiunsero.l'ultimo gradino. Poi si

mosserocomesela ghiaia fossecompostadi biglie e loro stesseroper scivolaree perdere I'equilibrio da un momento all'alro. Camminavenosotto braccio,sorreggcndosi a vicenda con il peso dei loro corpi. o Guardatele! n dissepiano don Juan. o Quelle don' ne sono il migliore esepnpiode| tonal piri misero che si trovare.), POSsa Notai che le due donne erano di piccola ossatura, ma grasse.Avranno avuto poco pit di cinquant'anni.Sui penosa,comese scenderei gr"volti c'cra un'espressione dini della ehiesa-fossestato troppo per le loro forze. Erano di fronte a noi; vacillirono Per un attimo e si fermarono. C'era ancora un gradino nel sentiero'di ghiaia. ..Attentepl gradino, signgrer esclamddon Juan,all zandosidrammaticamente. Le due donnelo guardarono,visibilmentesconcertate dal suo grido improwiso. ' a La mia mammas'i rotta il femoreproprio qui, I'al' tro giorno egli aggiunse,e accorsead aiutarle.,: " Gli fecero mille ringraziamenti;lui le awerti che se avesseroperso I'equilibrio e fossero cadute, sarebbero dovute rimanereli immobili fino all'arrivo dell'ambulanza. Parlavain tono sincero,convincente.Le donnesi fecero il segnodella croce. Don Juan tornd a sedersi.Aveva gli,occhi sfavillanti. Parld a bassavoce. l9t


donne non sono poi cosi vecchie,i loro cor" Quelle pi non sono cosi deboli, e tuttavia sono decrepite.In loro tutto d triste - i vestiti, I'odore, I'atteggiamento.Perchd i cosi, secondovoi?r, .. Forse sono gii nate cosin risposi. .. Nessunonascecosi. Siamo noi che ci rendiamo cos\. Il tonal di quelle donne d debole e timido. < Ho detto che oggi sarebbestato il giorno del ro-

nal; volevo dire che oggi voglio occuparmisolo del ronal. Ho anche detto d'aver messoil mio completo per questo preciso scopo. Con questo volevo mostrarvi,che un guerriero trarta il suo tonal in modo molto particolare. Vi ho fatto notare che il mio completo i confezionato come si deve e che tutto quanto indosso oggi mi va alla perfezione.Non ho voluto mostrarvi la mia vaniti, ma il mio spirito di guerriero, il mio tonal di guerriero. due donne vi harmo fornito oggi la vostra " Quelle prima immagine di tonal. La vita pud esserespietatacon voi come Io d con lbro, se non vi curite del vostro tonal. Io qui servo da esempio del contrario. Se capite nel senso giusto, non avrd bisogno di .sottolineare questo puntO.n Ebbi un improwiso accessodi incertezzae gli chiesi di precisarequello che avrei dovuto capire. Il mio tono dqverte esseredisperato. Don Juan rise rumorosamente. o Guardate quel giovane con i pantaloni verdi c la camicia rosa)) sussurrd,indicando un uomo molto esilee scuro, egozzo,che ci era quasi di fronte. Pareva indeciso se andareverso la chiesao verso la strada. Levd la mano a due riprese in direzione della chiesa, come se parlasse con se stessoe si preparassead andare da quella parte. Poi mi fissd con un'espressione vacua. 196

., Guardatecom'dvesdto dissedon Juanin un bi' !> sbiglio... Guardateglile scarpe Gli abiti del giovaneerano suappatie gualciti,le scarPea Peza. .. Evidentemente d molto poveron dissi. .,E tutto quel che potete dire tli lui?" mi chiese don Juan. Elencaiuna seriedi ragioni che potevanospiegare perch6il giovanefossecosimalein arnese:cattivasalute, sfortuna,indolenza,indifferenzaper il suo aspetto,o anche la possibiliti che fosseappenauscitodi prigione. Don Juan disseche erano pure supposizioni,e che non gli interessava spiegareogni cosacon I'ipotesiche I'uomo fossevittima di forze invincibili. <.Forsed un agentesegretocamuffatoda vagabondo dissiper scherzo. ' Il giovanesi allontandversola stradaa passodinoccolato. <.Non fa finta di essereun vagabondo;d un vagabondo> disse don Juan. .. Guardate che corpo debole ha. Ha le bracciae le gambeesili.Camminacon difficolti. Nessunofinge in guestomodo.In lui c'd qualcosa che Torno a dirvenon va, ma non si tratta dellecircostanze. lo: voglio che guardiate quell'uomo come vn tonal.r> ., Cosa implica guardare un uomo come un tonal? >

Implica smetteredi giudicarlo dal punto di vista " morale,o di giustificarloper il fatto che i comc una foglia in balia del vento.In altre parole:implicaguardare un uomo senzapensareche d disperatoo privo d'aiuto. <.Sapeteesattamente cosa sto dicendo.Potete valutare quel giovane senza condannarlo o perdonarlo. rt

<.Beve troppo dissi. " Non I'avevo detto deliberatamente. Avevo parlato 197


senzasapereveramenteperchdlo faccvo. Per un attimo ebbi perfino I'impressioneche qualcunodieuo di me avessepronunciatoquelleparole. Mi sentii quindi in dovere di precisarea don Juan che quell'asserzionc era solo un'altra delle mie ipotesi, < No o risposc lui. o Il vostro tono di voce aveva una sicurezzache prima vi mancava.E non avetedemo: "Forse d un ubriacorle".r, Mi sentii imbar'azzato, sebbenesapcssibgne percJr6. Don Juan rise. a Voi avete aisto atttaverso quell'uomo disse. ' <rQuestoE aedere, Vedered proprio cosi. Si asserisce q.elcosacon grande sicurezza,e non si sa com]d successo. ..Voi sapeteche il tonal dr quel giovanc i colpito, ma non sapetecome fate a saperlo.t, Dovetti ammenerec-hcin qualchemodo avevo avuto quell'impressione. aAvete ragionerr,disse don Juan. crNon conta che sia giovane; in realti d decrepitocomequelledue donne. La gsovin:aza non d affa*o un ostacolocontro il deteriorarsi del tonal. c.Voi pensavateche ci potesseroesseremille ragioni per cui il giovane si trovava in quellecondizioni.Io trovo che ce n'd una sola: il suo tural Non: il suo tonal I debole perch6lui beve; al contrario: lui beve perdr6 il ' l;' suotonal d debole. Quella debolezzalo costringead essere com'd.Ma la stessacosasuccedea iltti noi, in un modo o nell'altro.D n Allora perd non stiamo forse giustificandoil suo comportamento,dicendo chc dipendedal suo tonal?> .,Vi sto dando una spiegazioneche prima non avere mai incontrato. Pcrd non d una giustificazioneoppurc una condanna.Il _tonaldi quel giovanb d debolec dmi1 98

do. Ma non I il solo.Tuai siamo,piil o meno,nella stessa barca.rt In quel momentoun uomo molto grassoci passddavanti, diretto verso la chiesa.Portava trn costosoabito da passeggiogrigio scuroe avevain manouna borsada awocato. Aveva il colletto della camiciasbottonatoe la Era di carcravattaallentata.Sudavaabbondantemente. nagione molto chiara, che rendeva evidentissimoil sudore. oGuardatelo!" mi ordind don juan. L'uomo camminavaa passipiccoli, ma pesanti.La sua andaturaera un po' vacillante.Non enmdin chiesa; gird intorno all'edificio e scomparvedietro di esso. < Non c'd bisognodi trattare il corpo in modo cosi > dissc don Juan con una nota di dispezzo. spaventoso < Ma il niste d che tutti abbiamoimparatoalla perfezione a rendere debole,il nostro tonal, Questo i cid clre chiamo indulgere. " Mise una mano sul mio notese non mi lascidcontinuare a scivere. Finchd prendevo appunti, mi spiegd, ero incapacedi concentrarmi.Mi consigliddi rilassarmi, di interrompercil dialogo interno, e di lasciarmiandare, affiorando con la personaosservata. Gli chiesidi spiegarmicosaintendevacon guell"'af6orare". Disse dre non c'era modo di spiegarlo: era qualcosache il coqposcntiva o faccvamentre era posto in contatto d'osservazione con altri corpi. Mi chiari mela che in glio cosadicendo passatoavevachiamatoquesto processo"vedere", e che essoconsistevain una pausa di perfetto silenzio interno, seguita da un protendersi verso I'esternodi qudcosanell'io, un protendersiche si incontravae affiorava con I'altro corpo, o con qualsiasi cosaentro il campo della propria consapevolezza. 199


A questo punto avrei voluto riprendere il notes, ma don Jr,ranmi fermd e comincid a indicarmi varie persone tra la gente che passava. Attird la mia attenzione su dozzine di persone, di molti tipi diversi, uomini, donne, bambini, di varia eti. Don Juan disse che sceglievapersoneil cui debole "tonal" poteva valere da esempiodi varie categoriedi quella debolezza:in tai modo mi offriva uno schemapreordinato delle varieti dell'indulgere. Non riuscivo a ricordarmi tutte le personeche mi aveva indicato e illustrato. Mi lamentai: se avessipreso appunti, avrei almeno messogii un abbozzodi quell'inricato schemadelf indulgere. Ora lui, don Juan, probabilmente non aveva voglia di ripetere, o forse neppure lui si ricordava. Don Juan rise e disse che non si ricordava quello schemaperchd nella vita di uno stregoneera il "nagual" il responsabiledellattivit) creativa. Guardd il cielo e osservdche stava diventando tardi, e che da quel momento avremmo dovuto mutire direzione. Ora saremmo stati attenti non pit all'aspetto dei "tonal" deboli, ma a quello dei "tonal perfetti". Aggiunse che solo un guerriero ha un "tonal perfetto", mentre I'uomo comune, nel migliore dei casi, pud avere run"tona.l gitrsto"l t. Dopo una breve attesa,si batt6 le coscee ridacchid. ., Guardate chi sta arrivando adesso disse, indi' cando la strada con un movimento del mento. o E, com. se fossero fatti apposta.,, Vidi tre indios che si awicinavano. Portavano dei lt Nell'originalc ll diffcrcnzl r\ trl properc rigbt: la tr:rduzionclbrzl "pcrfctto"). pcr necessiti di chiarczz.a. .lcq{clnrcntc prrrper'(chc clivicnc (N.d ..t'.)

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lonchoscorti di lana marrone,cdzoni bianchi che gli arrivavano a meti dei polpacci, camiciomi bianchi con le maniche lunghe, sandali sporchi e logori e vecchi cap-

pelli di paglia. Ciascunoaveva un fagotto legato sulla schiena. Don Juan si alzd e gli andd incontro. Parld con loro. Sembraronosorpresie'gli stettero intorno. Gli sorrisero. Evidentemente stava dicendo loro qualcosadi me; i tre si girarono e mi sotrisero. Si trovavano a dieci o dodici piedi di distanza; tesi I'orecchio, ma non riuscii a sentire cosa stavano dicendo. Don Juan pescdnella tasca e gli diede dei soldi. Parvero soddisfatti; muovevanoi piedi con nervosismo.Mi piacevano moltissimo. Sembravano bambini. Avevano tutti e tre piccoli denti bianchi e lineamenti dolci, molto gradevoli. Uno, evidentemente il pit vecchio, aveva le basette. I suol occhi erano stanchi, ma molto benevoli. Si tolse il cappello e-s'awicind alla pa'irchina.Gli altri lo seguirono. Tutti e tre mi salutarono all'unisono. Ci stringemmo la mano. Don Juan mi disse di dar loro qualchc soldo. Mi ringraziarono e dopo un educato silenzio salutarono per andarsene.Don Juan si risedettesulla panchina e li guardammo sparire tra la gente. Dissi a don Juan che per qualche strana ragione mi erano piaciuti moltissimo. .. Non d strano > rispose. <<Dovete aver capito che il loro tonal d giusto. E giusto, ma non per il nostro tempo. Probabilmentevi sono sembraticome bainbini. Lo " sono. E questod molto duro. Li capiscomeglio di voi, e quindi non possofar a meno di provare un po' di tristezza. Gli indios sono come i cani. non hanno nulla. Ma questad la loro fortuna e io non dovrei provare tristez' za. La mia tristezza,naturalmente.â‚Ź il mio modo di indulgere.,, 201


o Da dovevengono,don ]uan?" o Dalle Sierras.Sono venuti qui a cercarefortuna. Vogliono fare i mercanti.Sonofratelli. Gli ho detto che anch'io vengo dalle Sierrase sono un mercante.Voi, gli ho detto, sieteil mio socio.Il denaroche gli abbiamo dato era un pegno; un guerrierodovrebbedarc sempre pegnicosi.Senzadubbioavevanobisognodi denaro,ma il bisognonon dovrebbeessereessenziale per dareun pegno. Occorre invecebadareal sentimento.Io personalmente sono stato commossoda quei tre. oGli indio.rsonoi perdentidei nostrotempo.,Laloro cadutai cominciatacon gli spagnoli,e ora sotto il regno dei loro discendentihanno persotutto. Non i un'esagerazione dire che gh indioshanno p'ersoil loro tonal.t <E una metafora,don Juan?" .. No. E un fatto. lI tonal i molto vulnerabile.Non sopporta maltrattamenti.L'uomo bianco, dal momento in cui ha messopiede in questatema, ha distrutto sistematicamente'non solo il tonal indiarnodel tempo, ma anchei tonal personaledi ciascunindio. E facile-immaginareche pcr il povero indio comtneil regno dell'uomo bianco d stato puro inferno. Ma I'ironia d che per un altro tipo di indio i stato invecepuro paradiso.o <Di chi parlate?Quale altro tipo di indio?> o Lo stregone.Per lo sregonela Conquistad statala sfida di tutta una vita. Gli stregoni sono gli unici che non furono distrutti ddla Conquista,ma vi si adegtrarono e, in ultima analisi,la usaronoa loro vantaggio.u ..Com'd possibile,don,Juan?Ero convinto che gli spagnolinon avesserolasciatopietra su pieua.r, Si pud dire che gli spagnolihanno abbattutoogni " pietra che si trovava enro i limiti del loro proprio tonal. Nella vita indiana,perd, ci sonocoseincomprensibiliper 202

I'uomo bianco; di questecosenon si rende neppureconto. Forse fu pura fortuna per gli stregoni, o forsc fu il loro sapereche li salvd. Dopo che il tonal del tempo e il tonal personaledi ciascun indio furono distrutti, gli stregoni si trovarono in possessodell'unica cosa rimasta indisturbata, il nagaal. In altre parole, il loro tonal si rifugid nel loro nagual. Questo non sarebbesuccessose gli indios non'si fossero trovati nelle condizioni di popolo vinto e tormentato. Gli uomini del saperedi oggi sono il prodotto di tali condizioni e i perfetti conoscitoi del nagaal, poich6 li sono rimasti'assolutamentesoli. L'uomo bianco, li, non si d mai awenturato. Non ha neppure idea che il nagaal esista.r> A questo punto mi sentii spinto a porre un'obiezione. Sostennisinceramenteche nel pensieroeuropeosi era tenuto conto di cid che egli chiamava il "nagual". Esposi il concetto di ego trascendente,I'osservatoreinosservato presentein tutti i nostri pensieri, in tutte le nostre percezionio sensazioni.Spiegai a don Juan che I'individuo poteva percepireo intuire se stesso,come tale, grazie all'ego trascendenteche era I'unica cosa capace di giudizio, capacedi scoprirela realti entro I'ambito della coscienza. Don Juan restava imperturbabile. Rise. .. Scoprire la realti disse facendomi 'il verso. .. E, ' il tonal. " Affermai allora che il "tonal" poteva esserechiamato I'ego empirico, individuato nella corrente di coscienza o di esperienzadi una persona,mentre I'ego trascendentc era dietro tale corrente. Vigilante, immagino> disseironico. " <.Giusto. Vigilante su di sd>r risposi. <.Vi sento parlare r disse. < Ma non state dicendo nulla. ll nagual non d espcienza o intuizione o coscienza. 2031


Qgesti elementi e qualunque altro abbiate voglia di nominare sono soltanto elementi sull'isola del tonal. ll nagral, invece, d solo effetto. Il tonal inizia alla nascita e

finiscealla mofte, ma il nagaalnon finiscemai. Il nagrltl non ha limiti. Ho detto che il nagk l i dove il potere si libra; era solo un modo di alludervi. A causadel suo effetto, I nagual forse pud essere.megliocapito in termini di potere. Per esempio:quando oggi, prima, vi sentivate intorpidito e. non riuscivate a parlare, io vi stavo veramente calmando; ciot il mio nagaal agiva su di voi. > oCom'd possibile,don Juan?" ..Voi non ci crederete,ma nessunosa come. Io so soltanto che desideravo la vostra intera attenziorie, e allora il mio naguald intervenuto su di voi. Lo so perchdne ho visto I'effetto, ma non so come agisca.r> Tacque per un po'. Avrei voluto riprendere il discorso sullo stessoargomento. Accennai a porre una domanda, ma don ]uan mi fece star zitto. Si pud dire che l, nagual i responsabiledella creari" viti n dissealla fine, fissandomipenemanre. nagual E "Il I'unica parte di noi che pud creare.r, Tacque, continuando a guardarmi. Capivo che mi stava conducendo in modo ben preciso su un argomento che avevo desiderato mi chiarissedi pit. Don Juan aveva detto che il "tonal" non pud creare nulla, ma solo testimoniare e valutare. Gli chiesi come spiegava il fatto che avessimo costruito superbi edifici e maichinari. <Questa non i creativiti,r, disse. oE solo modellazione. Possiamo modellare qualsiasi cosa con le nostre mani. da soli o con I'aiuto dclle mani di altri tonal. Un

gruppo di tonal pud modellarequalsiasicosa: gli edifici superbi di cui parlavate.o cos'i allora la creativiti, don Juan?o "Che 204

Mi fissd, sbattendole palpebre.Ridacchidpiano, sollevdla destrasoprala testae torseil polsodi scatto, comeper girare la manigliadi una porta. < La creativiti d queston disse,e portd al livello dei miei occhi la mano a coppa. Mi ci volle un tempo incredibilmentelungo per mettere a fuoco gli occhi Sullasua.mano. Sentivo che una membranatrasparentemi awolgeva tutto il corpo tenendolo in una data posizione,e che avrei dovuto spezzarla per posaregli occhi sulla mano di don Juan. Lottai finchdgoccedi sudoremi cadderonegli occJri. Alla fine udii o credemidi sentireuno schiocco,c i miei occhi e la mia testa poteronogirare liberamente. Sul palmo della desuadi don fuan c'erail pii strano roditore che avessimai visto. Scmbravauno scoiattoloa eodafolta. La coda, perd, era pii somigliantea quelladi un porcospino.Aveva degli aculei rigidi. oToccatelo!" dissepiano don Juan. e feci scorrcreil dito Gli obbedii automaticamente sul dorso morbido dell'animale.Don Juan awicind di pii la mano ai mici occ.hie allora mi accorsidi qualcosache mi fececorrerespasiminervosiper il corpo. Lo scoiattoloaveva gli occhiali,e grossi denti. o Sembraun giapponese )) dissi e cominciaia ridere istericamente. A quel punto, il roditore presee cresceresul palmo di don Juan.E mentrei miei occhi eranoancorapieni di lacrimeper le risa, I'animalcdivennecosi gigantescodrc spari. Letteralmentewci dal mio campovisivo. Cid accaddecosiin fretta chemi sorpresca meti di uno spasmo di risa. Quandoguardaidi nuovo, ciod quandomi fui asciugatogli occhi e li ebbi di nuovo messia fuoco,mi accorsi di guardaredon Juan. Stava sedutosulla panchi-

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na ed io gli ero di fronte, sebbenenon ricordassid'essermi alzato. Per un attimo non riuscii a dominareI'ansianervosa. Don Juan si alzd tranquillimente,mi costrinsea sedermi,mi sorresseil mento tra il suo avarnbraccioe il bicipite e mi batt6 sullasommiti della testacon lc nocche della destra.L'effetto fu similea una scossaelettrica. Mi calmd istantaneamente. C'erano moltissimecoseche volevo chiedergli.Ma le parole non riuscivanoa farsi stradafra tutti quei pensieri. Divenni perfettamente d'aver perduto consapevole il controllo dellecorde vocali. Non volli perd lottare per riuscirea parlaree mi appoggiaiallo schienaledella panchina. Don Juandissecon forza che dovevo riprendermi e smetteredi indulgere.Provai un po' di vertigini. Egli mi ordind energicamente di scriveree mi diedenotese matita, prendendolidi sotto la panchina. Feci un supremosforzoper dire qualcosae di nuovo ebbi la sensazionenitida che una membranami awolgesse.Soffiai e gemetti per un momento, mentre don Juan rideva, finch6 udii o credetti di sentiredi'nuovo uno schiocco. Mi misi immediatamente a scrivere.Don Juanparld come se mi stissedettando. .. una delleleggi di un guerrierod: non lasciarsimai emozionareda nulla> disse.< Cosi, ul guerrieropud vedere anche il diavolo, ma fa in modo che nessunose ne accorga.L'autodominio di un guerriero dev'essereimpeccabile. " Aspettd finchâ‚Źavessifinito di scrivere;poi mi chiese ridendo: oTutto questoI'avetecapito?rt Suggeriidi andarein un ristorantea pranzare.Ero affamato. Don Juan disseche dovevamorestareli fin206

ch6 fosseapparsoil "tonal perfetto". Aggiunsein tono serio che se in tutto il giorno il "tonal pcrfetto" non fosse arrivato, awerlmo dovuto rimanere sulla panchina di comparire. finchdnon si degnasse p chiesi. Che cos'dun tonal perfetto? " giusto, equilibrato ulJn tonal che sia assolutamente e armonioso.Voi siete tenuto a trovarne uno, oggi, o piuttosto il vosuo potere d tenuto a 'Portarceneuno-.D ((Ma come poJsoriconoscerlofga gli altri tonal?, (Non preoccupatevi. Ve lo indicherdio.r ..Com'd fawo, don ]uan?t .. Difficile dirlo. Dipende da voi. E un'immagrne per voi, dunquesiete voi che ne determineretele condizioni.,, o Come?t o Non lo so. E il .tost.o potere, il vostro nagaal, che lo fari. si pud dire che ci siano .. Parlandogrossolanamente, due lati per ogni tonal. Uno d la parte esterna,llorlo, la con le azioni' il superficiidell'isola.E la parte connessa lato rozzo. L'altra parte a h decisionee il giudizio,l' to' nal interno,pit morbido, pir) delicato e pit complesso. oll tonalperfettod un tonal nel qualei due livelli sono in perfetto equilibrio e armonia.n scuro Don Juan si interruppe.Era ormai abbastanza di stidisse Mi e mi riuscivadifficile prendereapPunti. rarmi e di rilassarmi.Aggiunseche era statauna giornata piuttosto faticosa,ma molto fruttuosa,e che il "tonal ne eracerto. comparso, perfetto"sarebbe Passavanodozzine di persone.Sedemmorilassati, in silenzio,per dieci o quindiciminuti. Poi don Juansi alzd d'improvviso. .. Perdio, ce I'avetefatta! Guardatechi viene.Una ragazza!r, 207


Con un cennb della testa indicd una giovane che attraversavail giardino e si stava awicinando alla nostra panchina. Don Juan disseche quella ragazzeera il "to. nal perfetto"; se si fossefermata a parlare con me o con lui, sarebbesmto un segno suaordinario: avremmo dovuto fare tutto cid che voleva. Non riuscivo a distinguerenettamentei lineamenti della giovane, sebbeneci fosseancora la luce sufficiente. Ella arrivd molto vicino a noi, ma passd oltre senza guardarci. Don Juan mi ordind di alzarmi e di andare a parlare con lei. Le corsi dietro e le chiesi un'informazione circa una strada. Stavo vicinissimoa lei. Era giovane, sui venticinque anni, di media statura, molto attraente e cur4ta. Aveva gli occhi limpidi e tranquilli. Mi sorrise mentre le parlavo. C'era in lei qualcosadi simpatico. Mi piaceva quanto i tte indios. Tornai alla panchina e mi sedetti. regazzad un guerriero?r, chiesi. "Quella .. Non proprio r>risposedon Juan. ..Il vosro potere non d ancora cosi intenso da portar qui un guerriero. Ma quella regazz ha un tonal pe{.eftamentegiusto, che potrebbe diventare vn tonal lerfetto.I guerrieri sono di questo stampo.> Le sue parole mi avevanoreso curioso. Gli.chiesi se le donne potevano esseredei guerrieri. Mi guardd, evidentementesconcertatodalla mia domanda. (, (( ., Uerto Certo Cne che possono esserlo,nr, CISSâ‚Ź disse < e SOnO sono anzl anzi POSSOnOeSSerlO,

meglio equipaggiatedegli uomini per il sentierodel sapere. Ma gli uomini sono un po' pit elastici. Direi comunque che, tutto considerato, le donne si trovano leggermente in vantaggio.> 208

Ero stupito, gli risposi, che non avessimomai parlato delle donne in rapporto con il sapere. Voi siete un uomo,r replicd don Juan < quindi " quando vi parlo uso il maschile. Tutto qui. Il rcsto d uguale.o Volevo ancora porgli delle domande,ma feceun gesto per chiudereI'argomento. Guardd in alto. Il cielo era quasi nero. I banchi di nuvole apparivano estremamente scuri. C'erano perd ancora degli spazi in cui le nuvole mostravano un leggero colore arancio. .. La fine del giorno d per voi il momento migliore o all'estredissedon Juan. .,La comparsadi quella rz,gazza mo del giorno d un segno. Siccome stavamo parlando del tonal, d un segno che riguarda il vostro tonal.r, ..Cosa significa questosegno, don Juan?,, Significa che vi resta pochissimotempo per fare i " vostri preparativi. Ogni preparaqivoche potete aver fatto dev.eandar bene, perchâ‚Źnon avete tempo di organizzarnealtri. Ora i vostri preparativi devono funzionare,o non sono preParativi affatto. Vi consiglio, quando torneretea casa,di controlla" re le vostre forze e verificare che siano ben salde. Ne avrete bisogno.r, .,Cosa sta per succedermi,don Juan?" Anni fa vi siete messoalla ricerca del potere. Ave" te sopportato fedelmentele difficolti dell'apprendistato, senza inquietarvi o avere troppa fretta. Ora siete alla fine della giornata.r, .,Cosa vuol dire?" .. Per un tonal perfetto ogni cosa sull'isola del tonal d una sfida. Si pud anche dire: per un guerriero ogni cosa di questo mondo d una sfida. La sfida maggiore, naturalmente; d il suo tentativo di ottenere il potere. Ma il 209


potereproviene daLnagaal,e quandoun guerrierosi trova alla fine della giornata questovuol dire che I'ora del nagaals'awicina: I'ora del potere,per il guerriero.> .. Continuo a non capire il significato di tutto questo, don Juan.Significache morird presto?r, <.Se siete stupido, si replicd tagliente. <tMa, per " metterla in termini pit moderati, significa che smte per farvelaaddosso.Una volta vi sietemessodla ricercadel potere, e non si pud tornare indietro. Non voglio dirc che statepâ‚Źr attuareil vostro destino,poiclâ‚Ź non c'i destino. Si pud dire soltanto che state per aftuareil vostro potere. Il segnoera chiaro. Quella r:,1er::ed venuta da voi alla 6ne della giornata.Avete ancorapoco tempo, e non da sciupare.Una condizioneottima. Direi cheil meglio di noi affiora semprequando abbiamole spalleal muro, quandosentiamoche la spadaci pendesullatesta. Persondmente,io non vorrei dna condizione.>

RESTRINGEREIL TONAL

Mercoledi mattina lasciai I'albergo verso le nove e re quarti. Camminai lentamente,offrendomi un quarto d'ora per raggiungereil luogo in cui avevo combinato con don Juan di incontrarci.Lui avevasceltoun angolo del Paseode la Reforma,cinqueo sei isoladpiri in ll, da. vanti alla biglietteria di una compagniaaerea. Avevo appenafinito di far colazionecon un amico. Questi rnr.bbi voluto venire poi con me, ma gli avevo fatto credered'aver un appuntamentocon una r:'ganLe. Intenzionalmentccamminaisul lato della suada opposto a quello dcll'ufficio della compagniaaerea.Avevo il fastidiososospettoche il mio amico,il qualeinsistevasempre perchdlo presentassia don Juan, avessecapito che andavo a incontrarlo e potesseseguirmi.Temevoche, se mi fossi voltato, I'avrei scopertoalle mie spalle. Vidi don Juan dinanzi a un'edicoladi giornali, dal. I'altro lato dclla strada. Cominciai ad attraversare,rna dovetti fermarmi sull'aiuoladivisoria c aspettarefinch6 il traffico mi permettessedi passaresull'altro lato del grande viale. Mi girai come per ceso,per vederese il mio amico mi stava seguendo.Era fermo sull'angolo dietro di me. Sorrisegoffamentee fece un gesto con la mano, come per dirmi che non aveva poruto dominar. 2ll


si. Attraversai in fretta, senzalasciargli il tempo di raggiungermi. Don Juan pareva essereal corrente del mio impiccio. Quando lo raggiunsi gettd un'occhiata furtiva dietro le mie spalle. ., Sta arrivando disse. o Meglio se passiamonella ' strada di fianco.r, Indicava una strada che taglia diagonalmenteil Paseo de la Reforma nel punto in cui ci trovavamo. Mi orient.ri in fretta. Non ero mai staro in quella strada, ma duc giorni prima ero andato alla biglietteria della compagnia aerea.Sapevo com'era disposta. L'uf6cio si trovava sull'angolo formato dalle due strade. Su ciascuna aveva una porta, e la distanza fra le due porte sari stata di dieci o dodici piedi. Da porta a porta, attraversoI'ufficio, c'era una corsia, ed era facile passareda una strada all'altra. Da un lato della corsia c'erarro degli uffici, e dall'altro una grande cassae vari impiegati. Il giorno in cui ero'stato li, il locale era pieno di gente. Avrei voluto affrettarmi, forse anche correre, ma don Juan camminava con passorilassato. Quando raggiungemmo la porta dell'ufficio, sulla strada diagonale, seppi senza dovermi girare che il mio amico era corso anchelui attraversoil viale e stava per svoltare nella nostra strada. Guardai don Juan, nella speranzache avesse una soluzione.Si sninse nelle spalle. Ero seccatoe non trovavo altra uscitache dare un pugno sul naso al mio amico. Dovetti sospirareo drare il fiato in quel preciso momerlto, perch6la prima cosa che awertii subito dopo fu un'improvvisa mancanzad'aria dovuta al colpo formid-ab1ledi don Juan che mi caccid atffaverso la porta dell'ufficio della compagnia. Spinto da quell'uno tremendo, praticamentevolai dentro la stanza. Don Juan mi aveva cdlto cosi impreparatoche il mio corpo non a2t2

veva offerto alcuna resistenza;la mia paura si fuse con la scossamolto concreta della sua botta. Istintivamente dzai Ie braccia per proteggermi la faccia. Il colpo di don Juan era stato cosi forte che mi usci la saliva dalla bocca e provai una leggera vertigine mentre irrompevo nell'ufficio. Fui sul punto di perdere I'equilib5io e dovetti fare un enorme sforzo per non cadere. Piroettai un paio di volte; la velociti del movimento mi rese confusa la scena. Colsi vagamente I'immagine di una folla di clienti che sbrigavano le loro faccende. Mi sentivo estremamente in imbarazzo. Pensavo che rutti mi guardasseromentre barcollavo attraverso la stanza. L'idea di stare facendo una figura ridicola mi metteva piil che a disagio. Mi attraversd la mente una serie di immagini. Avevo la certezza che sarei andato a sbatterela faccia per terra. O sarei caduto addossoa un cliente, magari una vecchiasignora, facendole male. O, peggio .rr.o.", la porta vetrata alI'estremiti opposta era chiusa, e stavo per schiantarmi su di essa. In uno stato di intontimento raggiunsi la porta che dava sul Paseode la Reforma. Era aperta e la oltrepassai. In quel momento la mia sola preoccupazioneera conservarela calma, girare a destra e awiarmi verso la citti bassacome se nulla fosse successo.Ero sicuro che don Juan mi avrebbe raggiunto; forse il mio amico aveva proseguito per la strada diagonale. Aprii gli occhi, o meglio li misi a fuoco su cid che avevo dinanzi. Provai un lungo istante di intontimento, prima di riuscire a rendermi pienamenteconto di quanto era successo.Non mi trovavo li dove sarei dovuto essere, sul Paseode la Reforma,ma nel mercato di Lagunilla, a un miglio e mezzo di distanza Nel momento in cui me ne accorsi provai una tale

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sorpresache seppi soltanto restaread occhi spalancati, stupefatto. Mi guardaiin giro per orientarmi.Capii chemi trovavo molto vicino al luogo in cui avevo incontratoper la prima volta don Juan a Citti del Messico.Forsi ero proprioin quel precisoposro.A pochissima distanzavidi le botteghedi moneteantiche.Feciun enormesforzoper riprendereil controllo. Owiamente dovevo aver avuro un'allucinazione. Non potevaesserediverso.Mi girai in fretta per rientrare nell'ufficio della compagniaaerea, ma dietro di me c'era solranrouna fila di botteghedi libri e giornali vecchi. Don Juan stava vicino a me, alla mia desma.Sul volto aveva un gran sorriso. Provai nella testa un'oppressione, e una sensazione di solletico, come se del citrato di soda mi fosse andato su per il naso.Ero senzaparola.Cercaiinutilnente di parlare. Udii chiaramenrcdon Juan che ;nr diceva di non cercare-di parlareo di pensare;ma io volevodire qualcosa, qualsiasicosa.Una terribile ansiami crescev"oil p.tto. Sentivo le lacrime scorrermisulle guance. Dgt Juannon mi scossecomefacevadi solito quando cadevoin preda di una paurainconuollabile.Invece mi batt6 delicatamentesulla testa. 1Su, su, piccolo Carloso disse... Non perdetele vostre belle biglie.> Per un animo mi tenne la faccia tra le sue mani. .. Non cercaredi parlarc> aggiunse. Lascidla mia fatcia e mi indicd con un cennoqumro stava accadendointorno a noi. <Tuwo quesro" spiegdcnon i da dire. E, solo da guardare.Guardate! Guardateogni cosa!, Mi misi a gridare.La mia reazioneallc mie grida fu 2t4

perd stranissima.Continuavo a piangeresenzeritcgno: In quel momentonon mi importava affatto di fare una figura ridicola. Guardaiin giro. Proprio di fronte a me c'era un uomo di meaLeeti, con una camicia rosa dalle manic}e corte e calzoni grigio scuro. Sembravaun americano. Una donna piuttosto rotonda, probabilmentesua moglie, gli stavasottobraccio.L'uomo tenevain mano delle monete,mentrevn r:,gezzodi tredici o quattordicianni, forsc il figlio del padrone della bottega,lo guardava.Il ragezzoseguivaogni suo movimento.Alla fine I'uomo rimise le monetesulla tavola, e subito il ragazzosi rilassd. o Guardateogni cosa!" mi esortdancoradon Juan. Non c'era niente di strano da guardare.La gente passava,in varie direzioni.Mi voltai. IJn uomo chc sembrava rl padrone della bottega di giornali mi fissava. Battd pii volte lc palpebre,come se stcsseper'addormentarsi. Pareva stanco o malato, aveva I'aria sofferente. Mi sembravachc non ci fosseniente da guardare, nulla d'importante almeno. Fissavo la sccna.Trovavo chc era impossibileconcentrarela mia attenzionesu alcunch6.Don Juan passeggiava in cerchiointorno a me. Si comportavacome se stessevalutando in me qualche cosa. Scuotevala testa e corrugavale labbra. < Avanti, sv?ntir disse, prendendomigcntilmente D per il braccio. .. E ora di camminare. Appena cominciammoa muovercimi accorsictre il mio corpo era leggerissimo.Mi sembrddi avereI'epiante dei piedi elastiche,come delle molle o dei pezzi di gomma. Qon Juan doveva essereconsapevoledelle mie sen-

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nuavamoa parlare. Io volevo conoscerelc varie fasi di cid che era accaduto,e don Juan insistevache la scelta del luogo era I'unica cosada discutere:siccomenon sapevo perch6avevo sceltoquel luogo, in praticanon c'era nulla da dire. Don Juan criticava,pur senzaarrabbiarsi, la mia ossessione di farmi una ragionedi ogni cosa:era un inutile indulgere.Disseche era pit semplicee pit efficace limitarsi ad agire, senzacercarespiegazioni;parlando della mia esperienza e continuandoa rifletterci su, la sciupavo. Dopo pochi istanti aggiunseche dovcvamolasciare quel posto, perchâ‚ŹI'avevo guastaroe sarcbbedivenuto semprepii dannosoper me. Abbandonammoil mercatodirigendociverso il parco sl r(J di Alameda. Aramcqa. -Dro Ero snnlf,o, s6nito. Mi Ivrl lasclel lasciaicadere cacere su una panchina.Solo allora diedi un'occiiata all'orologio. Erano le dieci e venti. Dovetti fare un certo sfono per concentrareI'attenzione. Non ricordavo I'ora esatta in cui avevo incontrato don Juan. Calcolai che doveva esserestato verso le dieci. E non potevamo aver impiegato pii di dieci minuti per andare dal mercato al parco; restavano quindi solo dieci minuti inesplicati. Riferii a don Juan i miei calcoli. Sorrise. Ebbi la certezza che quel sorriso nascondessedisprezzo, sebbene nulla sul suo volto rivelasse questo sentimcnto. <.Pensate che sono un idiota senza speranza, no, don Juan?o ha!> esclamde fece un salto. "Ah La sua reazione era stata cosi inattesa che anch'io feci un salto nello stesso istante. < Ditemi esattamentequali pensate che siano i mici sentimentio disse enfatico don Juan.

Sapevo di conoscerei suoi sentimenti,addiritnra

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comese fosscroi miei. Ma quandocercaidi dire, mi accorsi chenon riuscivoa parlaredi cid. Pronunciarele parolc esigevauno sforzo tremendo. Don Juan disseche non avevo ancorapotere sufficiente per "vederlo". Ma certamenteawei potuto "vedere" a sufficienzaper scoprireio stessouna spiegazione appropriatadi cid che stavaaccadcndo. a Non siate timido > mi esortd. Ditemi esattamen" > te quel che aedete, Ebbi un penSierosubitaneoe strano, molto simile a quelli che di solito mi venivanoun inattimo prima di addormentarmi.Era pii che un pensiero;lo si sarebbemeglio definito una completaimmagine.Vidi un quadro che contenevavari personaggi.Proprio di fronte a me c'era un uomo sedutodietro il telaio di una 6nestra.La zona di h dal telaio era confusa,ma il telaio stessoe I'uomo eranonitidissimi.L'uorno guardavaversodi me; avevala testa girata leggermentea sinistra,per cui propriamenteguardavadi traversonella mia direzione.Vedevo i suoi occhi che si muovevanosenzamettermi a fuoco. L'uomo era appoggiatocon il gomito sinistro al davanzaledella finesua.La mano era chiusaa pugno c i muscolitesi. A sinistra dell'uomo, nel quadro, c'era un'altra immagine.Era una speciedi leone.Ciod: la testae la criniera eranodi leone,mentrela parteinferioredel corpo era quella di un ricciuto barboncinobianco. Stavo per concentrareI'attenzionesull'animale, le labbrae sporsela testa quandoI'uomo feceschioccare fuori il suo corpo, come se finestra. Venne tutto dalla pcr un attimo, afferrando qualcosalo spingesse.'Penzold il davanzalecon I'estremiti delle dita. e oscilld comc un pendolo.Poi si lascidandare. 219


Provai nel mio stessocorpo una sensazionedi caduta. Nbn era una caduta a capofittor ma una morbida discesa,che divenne poi un ovattato fluttuare. L'uomo era privo di peso. Rimase stazionarioper un momento, poi sfuggi alla mia vista come se una forza irresistibile lo avesserisucchiato da una fenditura del quadro. Un attimo dopo era di nuovo alla finestra e guardava di traverso irella mia direzione. L'avambraccio destro era appoggiato aI davanzale,ma ora con la mano egli mi salutava. Il commento di don Juan fu che il mio "vedere" era troppo elaborato. <.Potetefar meglio' disse...Voi volete che vi spie. ghi quel chc d successo.Bene: io voglio che per raggiungere questo risultato usiate il vostro uedere.Avete uisto, ma avete aisto vanamente. Questo tipo di informazioni d inutile per un guerriero. Ci vorrebbe troppo tempo per ricavarne qualcosa. Vedere dev'eisere immediato, p.tih6 un guerriero non pud adoperare il suo tempo a decifrare quel che xa aedendo.Vedered aedereperch6 passaattraverso tutte queste assurditi. ,, Gli chiesi se riteneva c}re la mia visione fosse stata soltanto un'allucinazione e non un vero "vedere". Don Juan si disse convinto che fosse stata un "vedere", data la complicazionedei particolari; ma non era il "vedeie" appropriato per quell'occasione. <.Pensateche la mia visione spieghi qualcosa?odomandai. .. Certamente. Ma non cercherei di decifrarla, se fossi in voi. Da principio aedereconfonde, ed d facile perdervisi. Quando perd il guerriero si fa pit equilibrato, il suo aederediventa cid che deve essere:una conoscenza immediata.> 220

Mentre don Juan parlava ebbi una di quellestrane interruzionidel pensieroe intuii nettamenteche stavo per scoprirequalcosachegii sapevo,ma chemi sfuggiva trasformandosiin un che di offuscato.Mi resi conto che ero impegnatoin una lotta. Quanto piri cercavodi definire o di raggiungerequello sfuggehteelementodel sapere,tanto piri essoaffondavain profonditi. aedere era troppo ... troppo visionariot disse "Quel don Juan. Il suonodella sua voce mi scosse. .. Un guerriero pone una domanda, e medianteil suo uedereottiene una risposta, ma la risposta d semplice, non ha mai abbellimenti sul tipo dei barboncini. > Ridemmo a quell'immagine. E mezzo per scherzo gli dissi che lui era troppo severo, che chiunque fosse passato attraverso alle mie esperienzedi quella mattina meritava un po d'indulgenza. <.Questa t la via facile o rispose. c.La via dell'indulg.re. il punto di vista da cui guardate il mondo d che tutto d troppo arduo per voi. Non state vivendo come un guerriero.> Gli dissi che cid che egli definiva il comportamento del guerriero presentavatanti di quegli aspetti diversi da rendere impossibile adeguarsia tutti; il suo significato sarebbe divenuto chiaro solo se avessi incontrato nuove occasioni cui applicare le sue regole.

a Una regola pratica per il guerrieroo risposedon Juan ., consistenel prenderele proprie decisionicon tanta cura che nulla di quantone risulti possasorprenderlo, e tanto meno esairrireil suo potere. ., Essereun guerriero vuol dire essereumile e vigilante. Oggi voi avrestedovuto osservare la scenachesi spiegavadinanzi ai vostri occhi, e non starea rifettere 221


comerutto cid fossepossibile.Avete concenratoI'attenzione sul punto sbagliato.Se volessiessereindulgcnte, potrei dire facilmenteche siccomeera la prima volta che vi succedeva,non eravatepreparato.Ma questonon d ammissibile,perch6sietevenuto qui come un.guerriero, pronto a morire; dunquecid che vi d accadutooggi non vi avrebbedovuto sorprendericon i pantaloni gii. n Ammisi che avevo la tendenzaa indulgerenella paura e nello sbigottimento. <rSi pud dire che per voi una regola praricadovrebbe essere:quando venite a incontrarmi, dovete essere pronto a morireo egli aggiunse... Se venistequi pronto a morire, non ci sarebberotrappole,o sorpresesgradite, o azioni inutili. Tutto accadrebbeper voi nel modo migliore, perchdnon vi aspetteresre nulla.r, ..E facilea dire,,donJuan.Sonoio perdchesubisco. Sono io quello che deve vivere con tutto questo.D <No: voi non dovete vivere con tufto questo.Voi sietetuno quesro.Non lo staresopportandoper un momento.La vostra decisionedi unirvi a questomondomaligno16 della stregoneriadovrebbeaver bruciato ogni sensod'indugio e di turbamenro,e avervi dato I'audacia di dichiararenrtto cid vostro mondo.r, Mi sentii imbarazzetoe uiste. Le azionidi don Juan, a parte il fatto che vi fossi preparatoo meno,mi mettevano talmentealla prova che ogni volta che venivo in contatto con lui avevola sola possibiliti di agire e sentire come una personasemirazionale, infastidente.Provai un impeto di collerae non volli pit scrivere.Awei voluto strapparegli appunri c buttare tutto nel bidone dell6Nell'originale:eail, che si potrebbeancheradurre "peccaminoso. "demoniaco",ecc. (N.d.T.)

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I'immondizia. E I'avrei fatto se non ci fossestato don Juan, che rise e mi trattenneil braccio. In tono ironico disseche il mio "tonal" stava di nuovo per farsi beffe di s6. Mi consigliddi andarealla fontanae di gettarmi dell'acquasul collo e sulleorecchie. L'acqua mi calmd. Restammozirci a lungo. < Scrivete,scriveten dissedon Juanin tono amichcvole. .. Si pud dire che il notesd l'unica stregoneriacheavete. Snapparlo d un altro modo di aprirvi alla monc. Sari soltantoun altro dei vostri accessidi collera,un accessovistoso, non un cambiamento.Un guerriero non lasciamai I'isola deI tonal. La adopera.o Con un gestorapido della mano indicd nrtto qu:lnto mi circondava,.'poi toccd il mio notes. .. Questod il vosrro mondo. Non poteterinunciarvi. E inutile arrabbiarsie sentirsidelusi.or, ,. stessi.Tutro cid prova soltanto che il proprio tonal d impegnatoin una battaglia interna: una battaglia all'interno del proprio tonal.duna dellecontescpit stupidecheio possaimmaginare.La vita equilibratadi un guerrierod destinataa porre fine a questalona. Fin da principio vi ho insegnato a evitare il logoramento.Adessonon c'i pit guena dentro di voi, come prima, perch6il comportamentodel guerrierod armonia- I'armoniaira azionie decisioniinnanzitutto, e poi I'armonia tra tonal e nagual, oDa quandovi conosco,ho parlatoa entrambi:al vostro tonal e al vostro nagaal.L'istruzionedeve procedere in questomodo. .. Da principio, bisognaparlared, tonal,.E i tonal che deve perdereil conuollo. Ma dovrebbefarlo di buon grado. Per esempio,il vostro tonal ha perso cerri controlli senzamolta lotta perchâ‚Źgli d divenuto chiaro che, se fosserimasto com'era,la vostra totaliti sarebbe 22'


morta. In altre parole,bisognafar si cheil tonalrinunci a coseinutili, comela presunzione e I'indulgere,chegli recano solo danno.Il vero problemat perd che il tonal si attaccaa questecose,mentredovrebbeesserelieto di liberarsene. Si tratta quindi di convincereil tonala divenire libero e fluido. Questod cid di cui uno stegone ha bisognoprima di tutto: un tonal forte, libero. Quanto

momento per spingervi. ,rll tonal in certi momenti si restringe,specialmente quando d imbarazzato.Una delle caratteristichcdel ronal d infatti la timidezza. La sua timideaLa non d veramente un problema. Ma in certi casi, quando iI tonal E cdlto di sorpresa,la sua timidezza lo fa inevitabilmente restringere. ., Stamattina ho afferrato il mio centimetro cubo di buona occasione.Ho notato la porta aperta di quell'ufficio e vi ho dato un colpo. Un colpo d infatti la tecnica per restringcreil tonal. Bisogna colpirc nell'istanteprecisoi per questo,naturalmente,si deve saperuedere, <.IJna volta che I'uomo d stato spinto e il suo tonal si d ristretto, il suo nagual, se gii era in moto - e non importa se quel moto era minimo -, prenderi il comando e compiri straordinarie imprese.Stamattina i, vostro nagaal ha presoil comando e voi. siete finito nel mercato.> Tacque per un momento. Sembrava in attesa delle mie domande. Ci guardammo I'un I'altro. <,Io non so veramente come aggiunse don Juan, ' quasi mi leggessenel pensiero.o So soltanto che il nagaal

d capacedi impreseinconcepibili. 224

.. Stamattinavi ho chiestodi guardare.La scenadinanzi a voi, qudunque Potesseessere,aveva Per vol un valore incalcolabilc. Ma invece di seguire il mio consiglio, avete preferito indulgere nell'autocommiserazionee nel turbamento, e non guardare. <.Per un certo temPo siete stato tutto nagilol, non potevate parlare. Quello era il mornento di guardare. Foi, a poco a poco, il vostro tonalha ripreso i[ comando; e per non impegnarvi in una battaglia mortale fra il vostro tonal e il vostro nagual vi ho fatto camminare fin qui. " oChe cosec'era in quella scena,don Juan? Che cosa era tanto importante?r, o Non lo so. Non stava succedendoa me.)) oCosa volete dire?tt .. Era la vostra esperienza,non la mia. rt ..Ma eravate con me. Non c'eravate?> o No. Non c'ero. Eravate solo. Vi ho ripetuto pit volte di guardare ogni cosa,perch6 quella scenaera solo Per vol. D <.Ma eravate di fianco a mâ‚Ź, don Juan.t .. No. Non c'ero. Ma t inutile parlarne. Qualunque cosa dicessinon avrebbesenso,perch6 durante quei momenti eravamo nel tempo del nagaal, Delle faccende del'nagual pud esseretestimone solo il corPo' non la ragione.r, ., Se non eravate con me, don Juan, chi o che cosa era la personache percepivo come se foste voi?', .. Era me stesso,e tuttavia io non c ero' n .. Dov'eravate, allora? ,, ., Ero con voi, ma non li. Si pud dire che ero intorno a voi, ma non nel luogo particolare in cui il vostro nagaal vi ha preso.)) 22!.


o Volete dire che non sapcvateche eravamo nel r, mercato? <.No. Non lo sapevo.Vi ho pedinato appuntoper non perdervi.> <E spaventoso, don |uan.n o Eravate nel tempo del nagaal,e in essonon c'l nulla di spaventoso.Siamo capacidi molto di pii. E la nostra natura: di noi, esseriluminosi. La nostra peccaC insistercnel.rimaneresulla nostraisola, monotona,noiosa, ma comoda. Il tonal d il furfanre, e non dovrebbe esserlo. r, Descrissiquel poco che ricordavo. Don Juan volle saperese avevo notato ogni aspettodel cielo, la luce,le nuvole, il sole. E quali iumori avevo udito, di qualsiasi generc.E se avevo visto personeo episodistrani. Volle saperese c'era stata qualchezuffa. O se qualcunoavcva gridato, e, in quel caso,dre cos'avevadeao. Non potei risponderea nrne lc sue domande.La schiettaveritl era che avevo accettatoquell'episodiosecondo la suaapparenza,ammettendocomeowio d'essere "fuito" in un sccondoo due per una grandcdistanza, e d'esseregiunto con tutte la mia coqporeitlnel mercato, grazieal saperedi don J*o - in qudsiasimodo cid fosse potnto accadere. Le mie reazionieranoun diretto corollariodi tale inteqpretazione. Volevo conoscerele modaliti, le fasi, il "come si fa". E quindi non mi cro preoccupatodi osservare cid che credelb fosse1osvblgersiconsuetodella vita d'ogni giorno. aPensateche la gente mi vedesse,nel mercato?p chiesi. Don Juan non rispose.Rise e mi diede un colpetto col pugno. 226

Cercai di ricordare se avevo avuto dawero qualche contatto fisico con la gente. La memoria non mi soccorreva ,. Cosaha visto la gentenell'uffieio della compagnia aereaquandomi sono precipitatodentro?r, Probabilmenteavri visto un uomo che passava " barcollandoda una porta all'altra.o <Ma mi avrannovisto sparirenell'aria?r, .. Questoriguarda L nagual,Io non 1o so. Tutto cid chepossodirvi d chesiamoesserifuidi, ltuninosi,fatti di fibre. La convinzionechenoi siamooggetti solidi i opera del tonal. Quando il naguallo restringe,sono possibili cosestraordinarie.Ma straordinariesolo per I tonal, <.Per l, nagaali una cosada nulla uno spostamento come il vostro di stamattina.Specialmente per il vostro tutgaal,che d gii capacedi impresedifficili. In realtl si I immersbin qualcosadi terribilmentemisterioso.Rirscite a capirein che cosa?o Migliaia di domande e di idee affiorarono in me tutte insiemc.Fu comese una raffica di vento avesscfatto saltarela mia mascheradi calma.Rabbrividii. Il mio corpo si senti sul marginedi un abisso.'Lottaicon un qualchemisteriosoma concretoelementodi sapere.Avevo I'imprcssioneche qudcosastesseper essermisvelato, e che tuttavia un'ostinataparte di me continuasse a scagliarvi soprauna nuvola. La lotta mi rese,gradualmente, semprepiri intorpidito, finch6 non sentii piri il mio corpo. Avevo la boccaapertae gli occhi semichiusi.Mi pareva di poter vederela mia faccia divenire semprepit dura, finch6fu la facciadi un cadavereseccocon la pelle giallastraaderentealle ossadel cranio. Awertii poi una scossa.Don Juan era di fronte a mc; tenevain mano un sccchiowoto. Mi avevainonda227


to. Tossii, mi asciugaila faccia, e provai un'alffa sensazione di gelo nella schiena.Saltai su dalla panchina.Don Juan mi aveva versato dell'acqua nel collo. Un gruppo di ragazzi stavano a guardarmi e ridevano. Don Juan mi sorrise.Mi diede il notese disseche avremmo fatto bene ad andare al mio albergo perchd io potessi cambiarmi. Mi guidd fuori del parco. Ci fermammo un attimo sul marciapiede,finch6 arrivd un taxi. Qualche ora pii tardi, dopo il pranzo e un po' di riposo, don Juan e io ci sedemmosulla sua panchina favorita, nel giardinetto davanti alla chiesa.Arrivammo solo per via indiretta a parlare della mia strana reazione.Don Juan sembrava molto cauto. Non mi pose a confronto immediato con essa. ., Si sa che queste cose succedono> disse. .. lI nagaal, guando ha impar/to ad affiorare, pud esseremolto pericoloso per il tonal se emergesenzaalcun controllo. Il vostro caso, perd, d particolare.Vi sietetalmente abbandonato all'indulgere che sareste morto senza neppure pensarci,o, peggio ancora, senzaneppurerendervi conto di morire.r, Gli dissi che la mia reazione era iniziata quando egli mi aveva chiesto se riuscivo a capire cosa aveva fatto il mio "nagual". Pensavo di sapereesattamentea cosa alludesse,ma quando avevo cercaro di descriverlomi ero accorto di non riuscire a pensarecon chiarezza. Avevo provato una sensazionedi stordimento, quasi.di indifferenza, come se non mi importasse di nulla. Poi quella sensazioneera divenuta una concentrazioneipnotica. Come se tutto me stesso fosse lentamente risuccliato. Quanto attirava e afferrava la mia attenzione era la chiara sensazioneche un portentoso segreto stesseper es228

sermi rivelato: e io non volevo che nulla interferissecon tale rivelazione. Cid che stava per esservi rivelato era la vostra "

morten dissedon Juan. .. Ecco il pericolodell'indulgere.

Specialmenteper voi, poichd voi siete esageratoper narura. Il vostro tonal si abbandcjnatalmente all'indulgere da mettere in pericolo la vostra totaliti. E .un terribile r, modo di essere. oCosa possofare?r, ..Il vostro tonal dev'essere convinto con ragioni, e il vostro nagaal con azioni, finchd I'uno sostenga I'altro. Come vi ho detto, iI tonal domina, e perd d molto vulnerabile. ll nagual, invece, non agisce mai o quasi mai; ma quando lo fa, terrifica il tonal, o Stamattina il vostro tonal si i spaventato e ha cominciato a restringersi da solo, poi il vostro nagual ha preso il comando. o Ho dovuto farmi imprestare un secchio da uno dei fotografi nel parco, per ricacciare al suo posto il vosro nagual come un cane arrabbiato. ll tonal dev'essereprotetto ad ogni costo. Bisogna togliergli la corona, ma esso deve rimanere, come un supervisoreprotetto. Ogni nrin;tcciacontro il tonal conclucescmprcalla " sua morte. E se il tonal muore, muore tutto I'uomo. Per la sua intrinseca debolezzail tonal d facilmente distrutto; una delle arti equilibratrici del guerriero consiste,quindi, nel far affiorare I nagaal in modo che sostgngaL tonal. E un'arte, dico, perch6 gli stregoni sanno che solo sovralimentando il tonal i nagaal pud affiorare. Capite cosa intendo? Questa sovralimentazione si chiama potcre personale.r, Don Juan si alzd, stird le braccia e inarcd la schiena.

Volli alzarmi anch'io, ma lui gentilmentemi tenne git.

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.. Dovete rimanere su questa panchina fino al crepuscolo, disse. ..Io invece devo andare molto lontano. Genaro mi aspetta sulle montagne. Andate a casasua fra tre giorni e ci incontreremo li. r, ..Cosa faremo in casa di don Genaro?" chiesi. Dipende n rispose. .. Se avrete sufficiente potere, " Genaro potri mosmarvi il nagaal. " A questo punto volevo dire ancora una cosa. Volevo saperese il completo di don Juan era un espediente per scuotermi, riservato solo a me, oppure faceva veramente parte della sua vita. Nessunadelle sue azioni mi aveva mai lasciato tanto distrutto, quanto vederlo indossare il completo. E non solo il fatto in sd era stato terribile, ma ancor pit la scoperta che don Juan cosi appariva elegante.Le sue gambe mostravano un'agilitl giovanile. Era come se il fatto di portare le scalpe avesse spostato il suo punto d'equilibrio, e i suoi passi erano pii lunghi e pii sicuri del solito. <.Portate un completo tuco il giorno?> chiesi. < Si u rispose con un sorriso affascinante... Ne ho degli altri, ma non volevo indossare oggi un completo diverso, perchd vi avrebbe sgomentato ancora di pit. n Non sapevo cosa pensare. Capii che ero arrivato al termine del mio sentiero.Se don Juan poteva indossare un completo ed essereelegante, tutto era possibile. Parve divertito dal mio turbamento e risc. a Sono un azionista,, disse in tono mistcrioso, ma senzaaffettazione,e se ne andd. Il mattino dopo, giovedi, chiesi a un amico di venire con me dalla porta dell'ufficio, ove don Juan mi avcva dato la spinta, fino al mercato di Lagunilla. Prendemmo la srada pit diretta. Ci vollero trentacinque minuti. 230

Una volta arrivati ll, cercai di orientarmi. Non riuscii. Ennai in un negoziodi abiti sull'angolodel grandeviale. ..Scusater dissi a una ragezzache stava delicatamente spolverandoun cappello... Dove sono le botteghe di monetee di libri vecchi?,u c Non ce ne sonoD risposcbrusca. < Eppure le ho viste, in qualche punto della piazza, ieri.> .. Non raccontatestorier disse lei e passd dietro il banco. Le andai dietro e la supplicai di dirmi dov'erano quellebancarellc.Mi squadrd. ..Non poteteaverleviste ierin disse...Ci sonosolo. alla domenica,lungo questomuro. Durante il resto dclla settimananon ci sono.D .. Solo alla'domenica?rripeteimeccanicamente. a Si. Solo alla domenica.E cosi.Duranteil restodclla settimanaintralcerebberoil traffico., Indicd il grandc viale pieno di automobili.


NEL TEMPO DEL NAGUAL

Corsi su per un pendio di frortte alla casadi don Genaro e vidi don Juan e don Genaro seduti in uno spiazzo davanti alla porta. Mi sorrisero.C'era una talc cordialiti, una tale innocenza nei loro sorrisi, c.heil mio corpo si mise subito in allarme..Automaticamenterallentai il passo. Li salutai. .,Come state?n mi chicsedon Genaro in tono cosi affettato che tutti e tre scoppiammo a ridere. .. E in ottima forma > intervenne don Juan prima che potessi rispondere.

.. Lo vedo replicd don Genaro. ( Guardate quel "

doppio mento! E quelle guance di prosciuttolo Don Juan si teneva la pancia dal ridere. << Avete la faccia rotonda D aggiunse don Genaro. oCosa avete fatto in questo tempo? Mangiato?> Don Juan gli assicurdscherzosam.nt. ih. il mio stile di vita esigcvache mangiassia quattro palmenti. Mi stuzzicarono in tono molto cordiale a proposito della mia manieradi vivere; poi don Juan mi esortd a sedermi tra loro. Il sole era gii scesodietro la lunga catena di montagne a ovest. ..Dov'd il vostro famoso notes?> mi chiesedon Genaro; quando lo trassi di tasca,gridd !o e me lo "Yippee

presedalle mani. 232

Evidentementemi aveva osservatocon gran cura e conoscevaalla perfezionei miei gesti consueti. Prese il notes con entrambele mani e giocherelld nervosamente come se non sapessecosa farne. Due volte sembrd sul punto di gettarlo via, ma parve dominarsi. Poi se lo misc sulle ginocchia e fece finta di scivervi sopra febbrilmente, come me. Don Juan rideva da soffocare. ..Cosa avete fatto dopo che vi ho lasciato?u chiese don Juan, quando si furono.calmati. Giovedi sono tornato al mercaton risposi. " .,Cosa ci siete andato a fare? A ripercorrerei vostri passi?r' replicd don Juan. Don Genaro cadde all'indietro e fece con le labbra il suono seccodi una testa che sbatte a terra. Mi guardd di sbieco e ammiccd. .. Dovevo farlo o dissi. E ho scoperroche al mer" coledi non ci sono bancarelledi monete e libri vecchi.r, Risero entrambi. Poi don Juan disse che porre domande non avrebbe portato alla rivelazione di nulla di nuovo. cosa d veramente successo,don Juan?" gli "Che chiesi. ., Credetemi, non c'd modo di saperlo disseasciut' to. ., Su questi argomenti voi ed io siamo allo stessolivello. Ora il mio vantaggio su di voi sta nel fatto che io so come arrivare al nagaal, e voi no. Ma, arrivato li, non ho pit vantaggio: non ho pii saperedi voi.> ,.Sono veramenregiunto nel mercato, don Juan?o chiesi. .. Naturalmente; Ve I'ho detto, i nagaal d agli ordini del guerriero. Non d cosi, Genaro?r, ., Certo ! > esclamddon Genaro con voce tonante. e

23'


si alzd con un movimentosolo. Come se la suavoceI'avessespinto su, da coricato, in una posizioneperfetamente verticale. Don Juan quasisi rotolava per terra dalle risa. Don Genaro, con aria di noncuranza,fece un comico inclino e salutd. .. Genaro stari con voi domani mattinao dissedon Juan. .. Ora dobbiamo rimanere qui seduti in assoluto silenzio.r, Non pronunciammopit parola. Dopo ore di silenzio mi addormentai. Guardai I'orologio. Erano quasi le sei del mattino. Don Juan scrutavala massacompattadi pesantinuvole bianchesull'orizzonteorientale;ne conduseche sarebbe stata una giornata coperta.Don Genaro annusdI'aria e aggiunseche avrebbefatto caldo, senzavento. <Fin dove dobbiamoandare?>chiesi. .. Fino a quegli zucaliptilaggit > risposedon Genaro, indicandoquello che parevaun boschemo,a circa un miglio di distanza. Quando raggiungemmogli alberi, mi accorsi che non era un boschetto;gli eucaliptieranostati piantati in linee rette per segnarei confini di campilavorati a culture diverse.Camminammosul bordo di un campodi grano, lungo una fila di enormialberi,softili e dritti, alti piri di cento piedi, e arrivammoad un campovuoto. Immaginai che fossestato fatto da poco il raccolto. C'erano soltantosteli secchie foglie di piante che non riconobbi. Mi piegai per raccogliereuna foglia, ma don Genaromi fermd. Bloccdil mio bracciocon gran fone. Lo uassiindietro indolenzito,e allora mi accorsiche don Genarovi aveva solo posato delicatamentele dita. 234

Egli era senzadubbio consapevoledi quello che aveva fatto e di quello che io avevo provato. Prontamente sollevdle dita dal mio braccio,poi ve le posd di nuovo con delicatezze.Lo ripetd ancorae rise divertito come un bambino quando sussultai.Poi volse il profilo verso di me. Il naso aquilino lo rendevasimile a un uccello: un uccellocon strani, lunghi denti bianchi. A voce bassado'nJuanmi dissedi non toccarenulla. Gli chiesise sapevache tipo di piante eranostate coltivate li. Sembrdche stesseper dirmelo,ma don Genaro intervennee affermd che era un campo di vermi. Don Juan mi guardd fisso,senzaI'ombra di un sorriso. La rispostapriva di sensodi don Genarosembrava uno schetzo.Aspettai che mi desseroI'awio per una risata, ma continuavanoa fissarmi. o Un campodi magnifici vermi dissedon Genaro. ' Si, cid che crescequi sono i vermi pii belli che abbiate " mai visto.t, Si voltd verso don Juan. Per un attimo si fissarono. No? o chiese. " < Verissimo> risposedon Juan, e girandosiverso di me aggiunsea bassavoce: d Genarochecoman"Oggi da; solo lui pud dire come stanno le cose: quindi fate quel che vi dicer. L'idea che don Genaroavesseil comandomi riempi di terrore. Mi volsi a don Juan per dirglielo; ma prima che avessiil tempo di pronunciarele parole,don Genaro lancid un lungo, formidabile urlo; un grido cosi forte e temificanteche mi sentii brividi nel collo, di dietro, e i capellifremerecomeper un soffio di vento. Ebbi un attimo di dissociazionecompletae sarei rimasto immobile sul posto se non fossestato per don Juanche,con incredibile rapiditi e prontezza,fecevoltare il mio corpo af23t


/,.1rt..l:l

a una cosa mconceploue. nncne I mler occnl asslstessero Don Genaro stava orizzontale, ad almeno cento piedi dal suolo, sul tronco di un eucalipto,cinquantayarde pit in li. Stava, ciod, perpendicolareall'albero, con le gambe aperte,a tre piedi I'una dall'altra. Si sarebbedetto che avessedegli uncini alle scarpee con quelli potessesfidare la legge di graviti. Teneva le braccih incrociatesul petto e voltava la schienaverso di me. Lo fissavo. Non volevo chiuderele palpebreper timore che la visione svanisse.Rifettei rapidamente, e conclusiche se riuscivo a mantenerlonel mio campo visivo avrei potuto scoprire un indizio, un movimento, un gesto, qualcosache mi aiutassea capire cosa stava succedendo. Sentii la testa di don Juan vicino al mio orecchiodestro, e lo udii mormorare che ogni tentativo di spiegazione era inutile e stupido. Lo udii ripetere: "Spingete gir) la pancia, git >. Era una tecnicache mi aveva insegnato,anni prima, perch6'vi ricorressiin momenti di gra;de pericolo, paura, tensione.Consistevanello spingeregit il diaframma e intanto prenderc quattro rapide boccate d'aria, seguite da quattro profonde inspirazioni ed espirazionidal naso. Mi aveva spiegatoche le quattro boccate d'aria si dovevano sentirecome delle scossenel tronco, e che tenerele mani intrecciateben strette sull'ombelicoserviva a dare forza alla parte centrale del colpo e aiutava a controllare le boccate dtaria e le profonde inspirazioni, da fare contando fino a otto mentresi spingevagit il diaframma.Le espirazionidovevano essereripetute due volte dal naso e due dalla bocca, piano o in fretta, come si preferiva. Obbedii automaticamentea don Juan. Non osai tuttavia distoglieregli occhi da don Genaro. Mentre conti236

nuavo a respirare,il mio corpo si rilassde mi rcsi conto che don ]uan stava girandomi le gambe. Quando mi avevafatto voltare, il mio piede.destro era andatoa 6nire in una massadi immondiziee la gamba s'erapiegatain modo scomodo.Mentre don Juanme la raddrizzava,mi resi corlto cjle lo sh6ckdi vederedon Genaro sul tronco di un alberomi aveva fatto dimenticare la scomoditi della mia posizione. Don Juan mi sussurd all'orecchiqche non dovcvo fissaredon Genaro.Lo udii dire: ..Chiudete gli occhi, chiudetelirr. Fui per un attimo riluttantc. Don Juanmi ordind di nuovo di abbassare le palpebre.Ero convinto che tutta la faccendafosselegata a me in qulnto osservatore,e che se io, unico spettatoredelf impresadi don Genaro, avessismessodi guardarlo,lui sarebbe'caduto a terra, o forse tutta la scenasi sarebbedileguata. Dopo un periodo di immobiliti tormentosamente lungo, don Genaro fece perno sui calcagni,si piegd di quarantacinquc gradi alla sua destra,e comincida salire su per il tronco. Il suo corpo tremava.Lo vidi fare uno dopo I'altro otto piccoli passi.Gird intorno a un ramo. Poi, semprecon le bracciaincrociatesul petto, si sedette sul tronco, voltandomi le spalle. Gli ciondolavanole gambecomesesedesse su una seggiola,comeseper lui la forza di graviti non contasse.Si rnossepoi sul sedere, verso il basso.Raggiunseun ramo paralleloal suo corpo e vi si appoggidper pochi secondicon il bracciosinistro e con la testa;parevache vi si appoggiasse pit per fare scenache per necessitidi appoggio.Continudquindi a muoversisul sedere,avanzandogradualmentedal tronco al ramo, finch6ebbemutatoposizionee si trovd seduto comeci si pud normalmentesederesu un ramo: 237


Don Juan ridacchid.Avevo in boccaun gusto orribile. Avrei voluto girarmi, volgermi verso don Juanche stava leggermentedietro di me, alla mia destra,ma non osavoperderealcunodei gesti di don Genaro. Questiciondoldi piedi per un po', poi li incrocide li fece dondolare dolcemente,infine scivold di nuovo sul tronco. la testafra le mani Don Juanmi presedelicatamente e mi gird il collo i sinistrafinchâ‚Źil mio sguardosi movd parallelo, anzichdperpendicolare,all'albero. Se si guardava don Genaro da quell'angolovisuale,non si aveva I'impressione chesfidassela leggedi gravitl. Era semplicementesedutosul tronco di un albero.Mi accorsiallora che se continuavoa fissare,senzachiuderele palpebre,lo sfondo diveniva vago e confuso,mentreil corpo di don Genaroera semprepit nitido; la sua fig*" si facevadominante,come se non esistesse null'altro. Don Genaro scivold rapidimente indietro, sul ramo. Vi si sedettefacendociondolarei piedi, comesu un trapezio.Selo si guardavacon la testapiegata,comestavo facendo,entrambele sueposizioni,e in particolareil suo restar sedutosul Eonco, sembravanoverosimili. Don Juan spostdla mia testa a destra,fino ad appoggiarlasullaspalla.La posizionedi don Genarosul ramo pareva perfettamentenormale, ma quando egli si mossedi nuovo sul tronco non riuscii a reftificarela mia percezionec lo vidi come se fossea testa in gii. Don Genaro andd ripetutamenteavanti e indietro, e don Juan mi spostd ogni volta la testa a destra o a sinistra.Il risultato fu chc io persi completamente il mio sensoprospetticonormale: e senzadi essoil comportamento di don Genaro non era poi tcrrificante. Don Genaro rimase a lungo sul ramo. Don Juan 238

mi fece raddrizzareil collo e sussurrdcjle don Genaro stavaper scendere. Lo udii sussurrare in tono imperioso: < Spingetegiri, gir) ". Ero a meti di una rapida espirazione, quandoil corpo di don Genaroparve irrigidirsi per una qualchetensione;risplendette, poi si rilassd,penzoldin git, sospeso per le ginocchia.Sembrdche le suegambefosserocosi flosceda non riuscirea rimanerepiegate,ed egli cadde al suolo. Nell'attimo in cui inizid la sua caduta,ebbi anch'io la sensazione di cadereattraversouno spazioinfinito. Tutto il mio corpo provd un'angosciapenosae nello stessotempo esmemamente piacevole; un'angosciadi tale intcnsiti e durata che le gambenon riuscironopiil a reggereil peso del corpo e caddi sul terreno morbido. Riuscii appenaad allungarele bracciaper attutire la caduta. Stavo respirandocosi profondamentecJreil terreno morbido mi entrd nel naso,facendoloprudere.Cercaidi rialzarmi; sembravache i miei muscoliavesseropersoogni f.orza. Don Juan e don Genaromi si awicinarono e si fermarono,in piedi, vicino a me. Udivo le loro voci come se fosseroad una certa distanza,e tuttavia sentivo che mi stavanotirando su. Dovettero sollevarmiper le braccia e per le gambee ffasportarmiun po' pii in li. Ero perfettamenteconsapevoledella posizionescomodadel mio collo e della mia testa,che pendevainerte. Avcvo gli occhi aperti.Vedevo passaresotto di me il terreno c ciuffi d'erba.Provai poi una sensazione di freddo. DelI'acquami entrd nella boccae nel naso,facendomitossire. Mossi freneticamente bracciae gambe.Cominciaia nuotare, ma I'acqua non era abbastanzaprofonda e mi ritrovai in piedi nel ruscelloin cui mi avevanogettato. 239


Don Juan e don Genaroridevanocomedegli sciocchi. Don Juansi arrotold su i calzonie mi vennepit vicino; mi guardd negli occhi, disse che non ero ancora all'indietro,nell'accompleto,e mi spinsedelicatamente qua. Il mio coqponon offri resistenza.Non volevo inzupparmidi nuovo, ma non c'era modo di collegarela volonti ai muscoli:crollai all'indictro.Il freddo era ancora pit intenso.Saltai su e Pâ‚Źr sbaglio mi arrampicai 'don Genarogridarono e sulla riva opposta.Don Juane fischiarono,gettandopietre nei cespuglidi fianco a me, comeper richiamareun vitello che coressefuori strada. Riattraversaiil ruscelloe mi sedenisu una pietra vicino a loro. Don Genaromi diedei vestiti, e allora mi accorsi che ero nudo, sebbenenon riuscissia ricordarequandoo come mi fossi spogliato.Grondavo acquae non volevo bagnaregli abiti. Don Juansi volsca don Genaroe disse con vocetonante:o Per amor del cielo,dateun asciugamanoa quest'uomo!,,Mi ci volle un paio di secondiper accorgermidcll'assurditi. Mi sentivobenissimo.Ero cosi felice da non voler che se avessimanifestato parlare.Avevo perd la ceftez:La la mia euforia,'miavrebberogettatodi nuovonell'acquaDon Genaro mi fissd. I suoi occhi avevano uno scintilliodi belva.Mi trapassavano. <.Buonper voin mi dissed'improwiso don Juan. o Adessovi dominate,ma laggit vicino agli eucaliptivi D sietelasciatoandarecomeun figlio di Puttana. Volevo ridere istericamente.Le parole di don Juan sembravanocosibuffe che dovetti fare un enormesforzo per dominarmi.Poi una Partedi me fulmind un ordine. Un prurito irresistibilenella parte medianadel corpo mi costrinsea svestirmidi nuovo e a reimmergerminell'acqua. Restainel ruscelloper cinqueminuti circa. Il fred240

do mi fece tornare lucido. Quando ne uscii, ero d! nuovo in me. < Ben fatto dissedon Juan,battendomisulla spal' la. Mi ricondusseroagli eucalipti.Mentre camminavamo, don Juan spiegavache il mio "tonal" era stato in grave pericolo:era parso c.heI'assurditldelle azioni di don Gcnaro fossetroppo per.lui. Disse che avevano dapprimadecisodi lasciarlostare e di tornare alla casa di don Genaro;ma il fatto cheio avessicapito di dovermi rituffare ncl ruscelloaveva cambiatotutto. Non mi disse,perd, che cosaora intendevanofare. Ci fermammoin mezzoal campo,nello stessopunto di prima. Don Juan alla mia destra e don Gcnaro alla mia sinistra.Ennambi avevanoi .muscolitesi, all'erta. Mantcnneroquellatensioneper dieci minuti circa. I miei occhi passavanodall'uno all'altro. Pensavoche don Juan mi avrebbesuggâ‚Źritochefare.Avevo ragione.A un certo momentosi rilassde sollevda calci qualchezolla. Senzaguardarmi,disse: <Penso che sia meglio andare n. Istintivamentecongetturaiche don Genaro avesse avuto I'intenzione di darmi un'altra dimostrazionedel "nagual", ma avessepoi decisodi non farlo. Mi sentii sollevato.Aspettai ancora per'un momentoun'ultima conferma.Anche don Genarosi rilassd,poi enrambi fecero un passoindietro. Pensaiche avessimofinito. Ma nell'attimo stessoin cui mi abbandonavoa quella ceftezza, don Genarolancid di nuovo il suo terribile urlo. Mi misi a respirarefreneticamente. Guardai in giro. Don Genaro era scomparso.Dinanzi a me c'era don Juan.'Si torcevadal ridere.Si voltd versodi me. < Mi spiace disse in un sussurro.<.Non c'd altro ' modo.r,

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Avrei voluto chiedergli di don Genaro, ma sentii di respirareal modo prescrino,spinchese avessismesso gendo in gii il diaframma,sareimorto. Don ]uan indicd col rnentoqualcosadietro di me. Senzamuoverei piedi, cominciaia girare la testa soprala spdla sinistra.Ma prima che riuscissia veder cid che egli stavaindicando, don Juanfeceun salto e mi fermd.La..forzadel suobalzs e la rapiditi. con cui mi afferrd mi feceroperdereI'equilid'aver.reagibrio. Cadendosul dorso ebbi la sensazione to, spaventato,afferrandodon Juan e trascinandolocon me nella caduta.Ma quandoguardai,le impressionidel mio tatto e della mia vista si trovarono in disaccordo completo.Vidi don ]uan che rideva, in picdi vicino a me, mentre il mio co{po awertiva il peso, la pressione inconfondibiledi un altro corpo che quasilo inchiodava d suolo. Don juan allungd una mano e mi aiutd a rialzarmi. mia fisica fu cheegli stessesollevandodue La sensazione corpi. Feceun sorrisoastutoe sussurrdchenon ci si deve mai girare a sinistraquandosi affronta il "nagual". Dissecheil "nagual" era mortale,e chenon c'brabisognodi renderei rischi piil gravi di quantogii fossero.Poi delicatamentemi fecegirare,in modo cJreavessidi fronte un enormeeucalipto.Era forseil pit vecchioalberoli intorno. Il tronco era quasi il doppio degli altri. Don Juan con gli occhi indicd la cima dell'albero.Don Genaroera su un ramo. Era rivolto versodi me. Vedevo i suoioccli come due enormi specchiche rifettevano la luce. Non volevo guardare,ma don Juan insistetteperch6non dima con grandeenergia, stogliessigli occhi. Sussurrando, mi ordind di banerele palpebree di non soccombere alla non indulgere. paura, di Mi accorsiche, se battevo le palpebrecostantemen242

te, gli occhi di don Genaro non sembravanocosi terribili. Solo se tenevo gli occhi sbarrati il loro riverbero diveniva minaccioso. Don Genarorimasea lungo accovacciatosul ramo. Poi, senzail minimo movimentodel corpo, saltd giri e atterrd, nella stessaposizioneaccovacciata,a un paio di yarde di distanzadal punto in cui mi trovavo. Fui consapevole di rutta la sequenza&l suo salto, e seppi d'aver percepitopin di quento poresserocoglierei miei occhi. Don Genaronon avevaveramentefaco un salto. Qualcosa sembravaaverlo spinto da dietro, facendoglitracciare una parabola. Il ramo su cui stava accovacciato sarl stato alto cento piedi, e I'albero si trovava a circa centocinquantapicdi da me: il suo colpo, quindi, doveva tracciareuna parabolaper atterrarenel punto in cui effettivamenteatterrd. Ma la fona necessaria per superare tale distanzancin provenivadai ri,uscolidi don Genaro; il suocgrpo fu "sospintodal vento", dal ramo fino a teffa. A un certo punto potei vederele suoledelle sue scarpce la suaparte posteriore,mentreil corpo descr.iveva quella parabola.Poi atterrd delicatamente, sebbeneil suo pesosbriciolasse delle zolle secchee perfino sollevasse un po' di polvere. Don Juanridacchiddiemodi me. Don Genarosi alzd comese ndlla fosseaccadutoe mi tird la manicadella camiciaper farmi capirecheerail momentodi andare. Nessunoparld duranteil percorsofino alla casadi don Genaro. Mi senrivolucido e calmo. Un paio di volte don Juan si fermd ed esamindi miei occhi fissandoli intensamente.Parve soddisfatto.Appena arrivammo, don Genaroandd dietrola casa.Era ancoramattina presto.Don Juanscdettea terra vicino alla porta e mi in24'


dicd un posro perch6 anch'io mi sedessi.Ero sfinito. Mi misi gii e mi spensi come una luce.

t

Mi svegliai mentre don Juan mi scuoreva. Volli guardare I'ora. Ma il mio orologio era scomparso.Don Juan lo tird fuori dalla tascadella camicia e me lo diede. Era quasi I'una. Sollevai gli occhi e incontrai lo sguardo di don Juan. ,, No. Non c'd spiegazione egli disse,distogliendo " gli occhi. ,rDel nagut/ si pud solo esseretestimoni.>r Feci il giro della casa; alla ricerca di don Genaro; non c'era. Tornai alla facciata.Don Juan mi diede qualcosa da mangiare. Dopo che ebbi finito, comi'ncid a parlare. o Quando si ha a che fare con il nagaal, non bisogna mai guardarlo direttamenteo disse. <.Stamattina stavate fissandolo, e percid eravate in pericolo. L'unico modo per guardarc iI nagual d posaregli occhi su di essocome se fosse una cosa qualsiasi.Bisogna sbatterele palpebre per interromperela fissiti dello sguardo. I nostri occhi sono gli occhi del tonal, o forse sarebbepiil giusto dire che sono stati allenati dal tonal, il quale dunque li rivendica a si. Una delle ragioni del vostro sconcertoe del vostro disagio d che il vostro tonal non abbandonai vostri occhi. Il giorno chc lo fari, il vostro naglal avri vinto una grande battaglia. La vostra ossessione, o meglio I'ossessionedi chiunque, d di organizzare il mondo secondo le leggi del tonal; quindi, ogni volta che affrontiamo il nagadl facciamo di tutqo per rendere i nostri occhi duri e intransigenti. Io devo fare appello alla parte del vostro tonal che capisce questo dilemma, e voi dovete sfonarvi di rendere liberi i vostri occhi. Il punto d di convincereil tonal che di fronte alle stessefinestreposso244

no passarealtri mondi. Il nagta/ stamattina ve I'ha mostrato. Dunque, fate che i vostri occhi siano liberi: che siano vere finestre. Gli occhi possono esserele finesue per fissarela noia oppure per fissare questo infinito. rt Don Juan traccid col braccio sinistro un arco che abbraccid tutto quanto ci circondava.Aveva un lampo negli occhi, e il suo sorriso era al tempo stessoimpaurentec disarmante. oCome possofare?o chiesi. ., A me sembra che sia una cosa molto semplice.Forse mi sembrasempliceperch6 la faccio da tanlo tempo. Non dovete fare alro che organizzarela vostra intenzione come un ufficio di controllo. Ogni qual volta vi trovate nel mondo del'tonal, dovete essereun tonal senza macchia; non c'd posto per azzardi irrazionali. Ma ogni qual volta vi trovate nel mondo del nagaal, dovete del pari 6ss.t. senzamacchia; non c'd posto per azzardi razionali. Per un gueriero, I'intenzione d la porta che sta in mezzo: gli si chiude dietro, ermeticamente,quando egli prende una delle due strade. ., (Jn'altra cosa.da fare quando si affronta iI nagual i modificare di tanto in tanto la'linea degli occhi, per spezzare I'atuazione fascinatoria del nagaaL Cambiare la posizione degli occhi allevia sempre il peso del tonal. Stamattina mi sono accorto che eravate esuemamente vulnerabile,e vi ho cambiato la posizionedella testa. Se vi trovaste in una situazione difficile di quel tipo, dovreste esserecapacedi cambiareposizioneagli occhi da solo. A questo cambiamento,perd,. si deve ricorrere solo come ad un soccorso,non come ad ulteriore modo di barricarsi per salvare I'ordine del tonal. Scommetterei che fareste ogni sforzo per nasconderedietro questa tecnica la razionaliti del vostro tonal, e cosi crederestedi

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salvarladall'estinzione.La peccadel vostro ragionamento sta nel fatto chenessunowole o cercaI'estinzionede[la razionaliti del tonal. E un timore infondato. a Non c't altro che io possadirvi, tranneche dovete seguireogni movimentodi Genaro,senzaesaurirvi.State ora verificandose il vostro tonal d o non d pienodi cose inutili. Se sullavostra isola ci sono troppe coseinutili, non saretein grado di reggereI'incontro con il nagual., .. Cosa potrebbesuccedermi?l < Poreste morire. Nessunoi in grado di superare un incontro intenzionalecon i,nagaal, senzeun lungo allenamento.Ci vogliono anni per preparareil tonal a vrt simile incontro. Di solito, se un uomo comunesi trovas\'' se facciaa f.acciacon il naguallo shocksarebbecosiforte che egli morirebbe.Lo scopodi chi allenaun guerriero non d quindi insegnarglia far stregonerieo incantesimi, ma preparareil suotgnal a non andarein pezzi.Un risultato molto arduo. Un guerrierodeve impararead essere senzamacchiae perfettamentevuoto, prima di poter anche solo immaginared'esseretestimone del nagaal. Nel vostro caso,per esempio,voi dovetesrnettere " di supporre.Voi 1o chiamatespiegarc.Ma io lo chiamo sterile e noiosa insistenzadel tonal per avereogni cosa sotto controllo. Ogni volta che il, toxal non ci riesce, giungeun momentodi sconcertoe allora I tonal stessosi apre alla morte. Che nzza di ostinato! Si uccidcrebbe, piuttosto di perdereil controllo. E tuttavia possiamofare pochissimoper mutare questacondizione.t ..Voi come avetefatto a mutarla,don Juan?" .. L'isola deltonal dev'essere ripulita e mantenutapulita. E I'unica possibiliti che si offre al guerriero.Un'isola pulita non offre resistenza;i come se li non ci fossenulla.rt 246

Gird intorno alla casae si sedettesu una grossapietra liscia. Di li si potevaguardarein una profondagola. Mi fece cenno di sedermivicino a lui. ..Potetc dirmi, don Juan, cos'alffo farcmo oggi?" chiesi. o Non abbiamoniente da fare. Cioi, voi e io saiemo solo testimoni. Il vosao benefattorei Genaro.t, Pcnsai che, nell'ansiadi prendereappunti, dovevo aver capito mde. Nelle primc fasi del mio apprendistato don Juan aveva usato la parola "bcnefattore". Avevo sempre avuto I'impressionecJle lui fosse il mio benefattore. Don Juan avevasmessodi parlaree mi fissava.Feci un rapido ragionamentoe conclusichc doveva aver voluto intendere un'al$a cosa: c.hc don Genaro era, in quell'occasione,I'attore principale. Don Juan ridaccJrid come se mi stesseleggendonel pensiero. o Genaro d il vostro benefattorer ripet6. ..Ma lo sietevoi, no?" chiesiin tono agitato. < Io sono quello che vi aiuta'a scoparel'isola del ronal o disse... Genaro ha due apprendisti,Pablito e Nestor. Li aiuta a scopareI'isola; ma sard io che mostrerd loro il nagaal.Io sard il loro benefattore.Genarod soltanto il loro insegnante.In questocampo si pud o parlare o agire; la stessapersonanon pud fare tutt'e due le cose.Uno prendeI'isola del tonal, oppureprendel, nagaal. Nel vostro casoil mio compito d stato di lavorare con il vostro tonal., Mentre don fuan parlava ebbi un attaccodi terrore cosi intensqchefui sul punto di sentirmimale.Pcnsaiche stava per lasciarmicon don Genaro, e per me era una prospettivasPaventosa. Don Juan rise a lungo, come se avessiespressola mia paura. 247


t, , i:

.. La stessacosa cipita a Pablito t disse' ,. Quando mi mette gli occhi addossosi sentc male. L'altro giorno eutrd in casamentre Genaro non c'era. C'ero solo io e avicino alla porta. Pablito 1o vevo lasciatoil mio sombrero tonal fu cosi atterrito che lui se la fcce veravide e il suo mente addosso.r, Potevo benissimo capire, e identificarmi con Pablito. Se ci pensavo attentamente,dovevo riconoscereche don Juan era terrificante. Ma avevo imparato a sentirmi a mio agio con lui. Provavo nei suoi confronti una fami' liariti nata dai nostri ormai lunghi raPPorti. <,Non vi lascerd solo con Genaroo dissedon Juan continuando a ridere. ..Io sono quello che si PreoccuPa del vostro tonal. Altrimenti morireste.> o Ogni apprendista ha un insegnantee un benefattore?o chiesi per calmare la mia inquietudine. <.No, non ogni apprendista.Ma qualcuno si. o .. Perch6 qualcuno ha sia un insegnante,sia un benefattore? o .. Quando un uomo comune t pronto, il potere gli fornisce un insegnante,ed egli diviene un aPPrendista. Quando I'apprendistai pronto, il potere gli forni3ce un benefattore,ed egli diviene uno suegone.)) 'in modo che il Che cosa rende pronto un uomo, " potere possa fornirgli un insegnante?rt ..Nessuno lo sa. Siamo solo uomini. Alcuni di noi sono uomini che hanno imparato a aederee ad usarerl na' gual, m nulla di cid che possiamo aver acquistato nel corso della vita d in grado di rivelarci i disegni del potere. Quindi, non ogni apprendistaha un benefattore.E il potere che lo decide.o Gli chiesi se lui aveva avuto un insegnantee un benefettore, e per la prima volta in tredici anni don ]uan 248

mi parld liberamente di loro. Disse che entrambi, il suo insegnante e il suo benefattore, erano dcl Messico centrale. Avevo sempre considerato che qucsta informazione su don ]uan sarebbe stata importante per la mia ricerca antropologica, ma al momento della rivelazione, per qualche ragione, la mil ricerca nori contava piri. Don Juan mi lancid uno sguardo. Pensai che fosse un'occhiata preoccupata. Poi bruscamentecambid argomento e mi chiese di raccontargli in ogni particolare quanto avevo proveto d mattino. ..fJna paura improwisa restringe sempre rl tonal> commentd quando gli ebbi riferito come mi ero sentito al grido di don Genaro. Qui il problema non d far si " che il tonal si restringa fuori dal quadro. Il vero problema per un guerriero d sapereesattamentequando permettere al tonal di restringersi e quando fermarlo. Questa i una grande arte. Un guerriero deve lottare come-un diavolo per restringereil suo tonal; ma nell'istantepreciso in cui il tonal.si restringe, il guerriero deve invertire il senso della lotta per bloccare imrnediatamente quel restringersi.> ..Ma cosi facendo non ritorna al punto di prima?o ., No. Dopo che il tonal comincia a restringersi, il guerriero chiude la porta dall'alua parte. Finchd il suo tonal non t sfidato e i suoi occhi sono sintonizzati solo sul mondo del tonal, il guerriero si trova dal lato riparato della barriet". E .ul t.ri.rro familiare, conoscetutt. l. ,.gole. Ma quando il suo tonal si resminge,il guerriero si trova dal lato espostoal vento, e questaaperturadev'essere subito chiusa: altrimenti egli sarebbespazzatovia. Non d solo un modo di dire. Di li dalla porta degli occhi del tonal infuria il vento. Voglio dire un vento vero. Non d una metafora. Un vento che pud soffiare via la vi249


ta di un uomo. E infani il vento che soffia su questaterra nrfte le coseviventi. Anni fa vi ho parlato di questo vento. Lo prendesteperd come uno scherzo.rt Alludcva ai giorni in cui mi avcva portato sulle montagne,spiegandomicerteproprieti del vento. Ma io non avevo rnai pensatoche fosscuno scheno. crNon importa se lo prendestesul serio oppureno D dissedon fuan dopo aver ascoltatole mie protesre.<rDi regola,tl tonal deve difendersi,ad ogni costo,ogni volta che t minacciato;quindi non d veramenteimportantc il modo in cui il tonal reagisceper difendersi.L'unica cosa checonta d questa:i tonal di un gueriero deveessereinformato di altre alternative.In questocasoI'insegnante deve averedi mira il pesototde di questepossibiliti. E appuntoil pesodi questenuovepossibiliti che aiuta a restringerei tonal. Per la stessaragione,i quellostessop9so che aiuta a impedire al.tonal di lestringersifuori dal quadro.tt Mi fece cenno di proseguirenel raccontodegli avvenimenti del maaino, e mi interruppe quando giunsi agli andirivieni di don Genaro,fra il tronco dell'albero e il ramo. nagaalpud compierecosesraordinarier disse. "ll < CoSeche non sembranopossibili,coseimpensabiliper rl tonal. Ma la cgsaveramentesrraordinariad clrc I'esecutorc non ha dcun modg di saperecomecid accada.In altre parole, Genaronon sa â‚ŹQmefa questecose;sa solo chelc fa. Il segretodi uno strcgoned di saperecomeraggiungereL nagaal; ma una volta che I'ha raggiunto, le vostresupposizionivalgono qunro le sue,a propositodi p cid che accade. aMa cosasi sentementresi fanno questecose?o <tSi sentechc si sta facendoqualcosa., 2to

< Don Genaro sentiva di camminaresul tronco di un albero?r, Don Juan mi guardd per un momento,poi gird la testa. o No o sussurrdcon forza. .. Non nel modo che pensatevoi. > Non aggiunsealtro. Trattenevo quasi il respiro, in attesadelle spiegazioni.Infine dovetti chiedere:aMa )) cosasentiva? ..Non posso dirlo; non perchdsia una questione ma perchâ‚Źnon c't modo di descriverlo. r, personale, o Avanti, lo esortai... Non c'd niente chc non si possaspiegareo chiarirecon le parole.Credoche,seanche non sia possibiledesciveredirettamentequalcosa,si possaalmenoalludcrvi, girarvi intorno.rt Don Juanrise. Il suoriso era amichevolee indulgente. Non senza,perd, una punta di ironia e di malizia. a Bisognache cambi argomento, disse... Basti dire che il flagaalstamattinaera puntato su di voi. Tutto cid che Genaroha fatto era una mescolanza di voi e di lui. Il suo nagaalera temperatodal vostro tonal.> Insistettinel voler indagare,e gli chiesi:..Quando mostrateil nagaala Pablito,cosasentite?)) o Non possospiegarlo o don Juan dissepiano. .t E non perchi non voglia, ma semplicemente perchâ‚Źnon posso.Il mio tonal si ferma qui.r, Non insistettipii. Restammoin silenzioper un po'; quindi don Juan ripresea parlare. pud dire che un guerrieroimparaa sintonizzare " Si la sua aolontd,a dirigerla su un punto preciso,a concentrarla dove vuole. E comese la sua aolontd,chc procede dalla parte centraledel corpo, fosseuna singola6bra luminosa:una fibra che egli pud dirigereversoogni luogo

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immaginabile. Questa fibra i la strada del nagual. Potrei anche dire che il guerriero affonda ne| nagaal per il tramite di quella singola fibra. <,IJna volta che egli d affondato, I'espressionedel nagaal dipende dal suo personale temperamento. Se il guerriero d buffo, l, nagual,i buffo. Se il guerriero d malato, il nagual d malato. Se il guerriero d volgare, il nagaal d volgare. .. Genaro mi diverte sempre, perchâ‚Źd una delle pit deliziose creature che ci siano. Non so mai cosa tireri fuori. Secondo me, questa d I'essenzavera della stregoneria. Genaro d un guerriero cosi fluido che la minima concentrazionedella sua aolontdfa agire il suo nagral in maniere incredibili.r, <.Avete osservato cosa stava facendo don Genaro sugli alberi?,, o No. Sapevo soltanto, siccome uedeao,che i nagual era sugli alberi, Il resto dello spettacolo era solo per voi. r> .. Volete dire, .don Juan, che non eravate con me come la volta in cui mi avete spinto e sono finito nel mercato? ,, ., Qualcosa di simile. Quando si incontra L nagual faccia a faccia, si deve sempreesseresoli. Io mi trovavo nei dintorni solo per proteggere il vostro tonal. P il mio compito. r, Don ]uan disse che il mio "tonal" era stato li li per andare in pezzi, quando don Genaro era scesodalI'albero; non tanto per qualche prerogativa pericolosa del "nagual", quanto perch6 il mio "tonal" continuava a indulgere nello smarrimento. Aggiunse che uno degli obiettivi dell'allenamento del guerriero era eliminare lo smarrimento del "tonal", tanto che il gueniero stessodi2t2

venisse cosi fluido da poter ammettere ogni cosa senza ammetterenulla. Quando descrissiil salto di don Genaro sull'albero, e poi il suo secondo salto, dall'albero a terra, don Juan disse che il grido di un guerriero era uno dei punti piri importanti della stregoneria, e che don Genaro era capace di concentrarsi sul suo grido, tanto da usarlo come veicolo. .<<Aveteragionen disse. <.Genaro fu trascinato in parte dal suo grido e in parte dall'albero. Questo, da parte vostra, d il giusto risultato del uedere.Questa d una giusta immagine del nagaal. La uolontl di Genaro era concentrata nel grido, e il suo contatto personalefece si che I'albero trascinasseil nagaal.In un modo e nell'altro, la linea va da Genaro all'albero e dall'albero a Genaro. .. Quando Genaro saltd dall'albero, avreste dovuto uedereche egli si concentravasu un punto dinanzi a voi e che poi I'albero lo spinse. Ma sembrd soltanto una spinta: in realti, era I'albero che lasciavaandare, c.hcliberava. L'albero lascid andare iI nagaal e iI nagaal ritornd nel mondo del tonal, nel punto su cui Genaro si era concentrato. .. Quando Genaro scesedall'albero la seconda volta, il vostro tonal non fu cosi smarrito; indulgevate meno, e quindi avete perso meno vigore. n Verso le quattro del pomeriggio don Juan interruppe la nosra conversazione. ..Torniamo agli eucaliptin disse.ullnagaal i lt clrc ci aspetta.> .. Non corriamo il rischio d'essere visti da qualcuo no? chiesi. o No. lI nagual terri tutto in sospeso.,r


DEL NAGUAL IL SUSSURRO

Quando ci awicinammo agli eucalipti vidi don Genaro sedutosu un ceppo.Agrtd la mano sorridendo.Ci unimmo a lui. C'era uno stormo di corvi sugli alberi; GracchiavaDon Genarodisse no come se qualcosali spaventasse. che saremmodovuti rimanerefermi e zitti finch6 i corvi non si fosseroquietati. Don Juan appoggidla schienaa un albero e con un cennomi indicd di appoggiarmia un albcro alla suasinistra, poco pii in li. Stavamodi fronte.a don Genaro, che si.trovava a tre o quattro yarde di distanza. Con un lieve movimentodegli occhi don Juanmi e' sortd a metterei piedi nella posizionegiusta.Lui stava saldamente piantato,i piedi un po' separati,e toccavail tronco solo con I'estremiti delle scapolee con la punta della nuca. Le bracciagli pendevanolungo i fianchi. Rimanemmocosi forse un'ora. Ero ben attento ai possibilimovimenti di don Genaroe soprattuttodi don Juan. Questi a un certo momentosi lasciddelicatamente sempreaderenscivolaregii, fino a sedersi,mantenendo le ginocchiae vi ti al troncole scapolee la nuca..Sollevd appoggid sopra le braccia. Io imitai tutti i suoi movie cambiare menti. Avevo le gambeormai stanchissime, posizionemi diede sollievo. 2 t4

A poco a poco i corvi smiserodi gracchiare:non si udiva pit alcun rumorenel campo.Quel silenzioera per me pit snervantedelle grida degli uccelli. Don Juan si rivolse a me con voce calma.Disseche il crepuscoloera la mia ora migliore. Guardd il cielo. Dovevano esserepassatele sei. La giornata era statacoperta, non avevopotuto controllarela posizionedel sole. Di lontano arrivavanostrida di oc-hee forse di tacchini. Ma nel campointorno agli eucaliptinon c'era suono.Da parecchiotempo non si udivano fischi di uccellio ronzii di grossi insetti. I corpi di don ]uan e di don Genaro eranorimasti perfenamenteimmobili, per quanto potevo giudicare, tranne che nei pochi secondi in cui avevano spostato il peso del corpo da una gamba all'altra per ridurc la fatica. Dopo che don Juan ed io fummo scivolati a terra, don Genaro fece un movimento improwiso. Sollevd i piedi e si accovaccidsul ceppo. Poi si gird di qwrrantacinquegradi; cosi avevo di fronte il suo profilo, il lato sinistrodel viso. Guardai don Juanper avereun suggerimento. Egli proteseil mento: era un ordine di fissarc don Genaro. (Jna mostruosaansieti comincid a impadronirsidi me. Erb incapacedi dominarmi.Stavo per farmelaaddosso.Provavo certamentela stessasensazione che aveva afferrato Pablito alla vista del sombrero di don Juan. Il mio intestinoera cosi sconvoltoche dovetti alzarmie correrefra i cespugli.Sentii don Juane don Genaroridere fragorosamente. Non osavotornarevicino a loro. Esitai per un momento; immaginaiche la mia improwisa crisi dovesse aver spezzatoI'incantesimo.Non ebbi il tempo di riflet2tt


tere a lungo; don Juan e don Genarovenneroverso di

me. Mi si misero ai 6anchi, e ci dirigemmo ad un alro campo. Ci fermammo nel centro preciso; mi accorsiche eravamo stati ll al mattino. f)on fuan nri narld. Mi disseche dovevo esserefluido e silenzioso, e interrompere il dialogo interno. Lo ascoltavo attentamente. Don Genaro si accorseche tufta la mia attenzione era concentrata sui consigli di don

Juan,e approfittd di quell'istanteper fare cid che aveva gii fatto al mattino: di nuovo lancid il suogrido terrificante.Non me I'aspettavo,ma non ero neppufeimpreparato. Quasi subito recuperaiI'equilibrio con la tecnica del respiro.L'urlo era tremendo,ma non ebbesu di me effetto prolungatoe fuicapace di seguirecon gli occhi i movimenti di don Genaro. Lo vidi saltaresu un ramo bassodi un albero.Seguendoil suo percorsoper una di-

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stanza di ottanta o novanta piedi, i miei occhi sperimentarono una strana distorsione. FSli non saltava con la forza dei muscoli: scivolava, piuttosto, attraverso I'aria, in parte catapultato dal suo formidabile urlo, in parte tifltO da certe linee vaghe che emanavano dall'albero.

Era come se I'albero lo avesserisucchiatocon quelle linee. Don Genaro restd per un momento appollaiato sul ramo basso.Aveva il lato sinistro del viso voltato verso di me. Si mise a compiere una serie di movimenti strani. La testa dondolava, il corpo tremava. Piil volte nascose la testa fra le ginocchia. Quanto piri si agitava, tanto pit mi riusciva difficile a fuoco gli occli ,iul suo cor-.tt.r! po. Pareva dissolversi. Sbattei le palpebrc disperatamente e poi cambiai linea visiva, piegando la testa a destra e a sinistra, come mi aveva insegnato don Juan. Con la testa reclinata a sinisua vidi il colpo di don Genaro come 2J6

non I'avevo mai visto prima. Sembravatravestito. Portava addossouna pelliccia; il pelo era del colore di un gatto siamese,bruno chiaro con tocchi di scuro sulle gambe e sul dorso; aveva una lunga e grossacoda. Il costume di don Genaro lo rendeva simile a un coccodrillo peloso, bruno, dalle lunghe zampe, seduto su un ramo. Non riuscivo a vedere la testa o i lineamenti. Raddrizzai il capo, in posizionenormalc. La visione di don Genaro travestito rimase immutata. Le braccia di don Genaro tremerono. Egli si alzd in

piedisul ramo,si curvd e saltdversoil suolo.Il ramo era alto quindici o venti piedi. Per quanto potevo giudicare, non era alro che un salto qualunque,compiuto da un uomo in costume.Vidi il corpo di don Genaro quasitoccare il suolo: poi la grossacoda del suo costumevibrd, e invece di atterrar. egli dccolld come se fosse spinto da un reattore silenzioso. Sali oltre gli alberi, poi scivold gii, fin quasi al suolo. Lo ripetd pit e pii volte. Ogni tanto si aggrappava e un ramo e ruotava intorno all'albero, o si torceva tra i rami come un'anguilla. Poi girava volando intorno a noi, o ripiegava le braccia e toccava col petto la cima degli alberi. Le impennatedi don Genaro mi riernpivanodi meraviglia. Lo seguivo con gli occhi e due o ne volte vidi chiaramenteche usava certe linee brillanti come se fossero pulegge per scivolare da un punto all'altro. Poi pani verso sud al di sopra degli alberi e spari diero di essi. Cercai di prevederedove sarebbericomparso,ma non si fece pii vedere. Mi resi conto allora che giacevo sul dorso; non mi ero accorto, tuttavia, d'aver mutato prospettiva. Ero stato convinto di continuarea guardaredon Genaro dalla posizioneeretta. 2t7


Don fuan mi aiutd a sedermi;poi vidi che don Genaro veniva versodi noi con aria di noncuranza.Feceun timido sorrisoe mi chiesese mi era piaciuto il suo volo. Cercai di risponderequalcosa,tna ero senzaparola. Don Genaro scambidcon don Juan una strana occhiata e di nuovo si accovaccid.Si piegd in avanti e mi sussurrdqudcosa all'orecchiosinistro. Lo udii dire: ..Perch6non venitea volarecontne?tr. Lo ripetdcinque o sei volte. Don Juan venne verso di me e mi sussurrdall'orecchio destro:..Non parlate.Solo, seguiteGenaroo. Don Genaromi feceaccovacciare e di nuovo sussurrd. Lo udii con perfetta chiarczza.Ripet6le stesseparole forse diecivolte. Diceva: .. Fidatevi del nagaal.Il nagual vi porteri>. Poi don Juan mi sussurrdall'orecchiodestro alre parole.Diceva: ..Cambiatesentimcntin. Potevo udirli entrafnbiinsieme,ma anc"hesepara*lmenteI'uno dall'aluo. Tutte le parole di don Genaro avevanoa che fare con il contestogeneraledello scivolare attraversoI'aria. Le parole che ripet6 dozzinedi volte parvero incidersi nella mia memoria. Le parole di don Juan, invece,esprimevanospecificiordini che egli ripeteva senzasosta. L'effeno di quel duplice sussurroera straordinario.Sembravache il suono delle parole dell'uno c dell'altro mi dividessein due. Infine, I'abissotra lc mie due orecchiefu cosi ampio che persiogni sensodi uniti. C'cra qualcosache indubbiamenteero io: ma non era qualcosadi solido, bensi piuttosto una nebbiasplendente, una bruma giallo scura,c.hesentiva. Don juan mi disseche stava per modellarmiper il volo. Ebbi poi la sensazione c-hele parole fosseropinze che torcevanoe modellavanoi miei "sentimenti". 2t8

Le parole di don Genaroeranoun invito a seguirlo. Sentivo di volerlo, ma non ci riuscivo. La spaccatura era cosi grandeche ne ero incapace.Udii poi le stesse brevi frasi, ripetute senzafine da entrambi; frasi come: .. Guardate quella magnifica forma volanteo. .. Saltate, saltate.> < Le vostregamberaggiungeranno le cimedegli alberi.', < Gli eucalipti sono come puntini verdi.r ..I vcrmi sono luci.r, Qualcosain me, a un certo punto, dovctte interrompersi: forse la consapevolezadel fatto cJremi si stava parlando. Intuivo c.hedon Genaro era ancora con me, ma dal punto di vista della percezionepotevo solo distinguereuna massaenormedi straordinarieluci. Il loro splendorea tratti diminuiva, a tratti si facevapit intenso. Provai ancheuna sensazione di movimento,come se fossi tirato da un vuoto chc non mi permettevadi fermarmi.C)gniqualvolta il movimenrosenrbrav:r dinrinuire e riuscivo a fissar. l" rni" consapevolczza sulle luci, vuoto riprendeva a tirarmi. quel A un cefto punto, tirato avanti e indietro, provai un'estremaconfusione.Il mondo intorno a me, qualunque cosafosse,andavae veniva nello stcssotempo, sempre con quella sensazione di vuoto. Vedevo due mondi separati:uno che si allontanavada me, e uno che mi si awicinava. Non me ne rendevoconto al modo consueto; ciot, non ne divenni consapevolecome d'una cosa cJrefino a quell'istantemi fosse stata nascosta.Avevo due percezioni,ma non la conclusioneunificante. Poi quelle percezionisi offuscarono.Perseronitidezze,o divennerotroppe senzache io avessila possibiliti di selezionarle.L'ultimo Suppo di percezionidistinguibili fu una seriedi suoni all'estremiti di una lunga forma similea un tubo. Il rubo ero io stessoe i suoniera2t9


no don Juan e don Genaro, che di nuovo mi parlavano, uno a un orecchio, I'altro all'altro. Quanto pir) parlavano, tanto pii il tubo si accorciava,finch6 i suoni assunsero una tonaliti che riconobbi. Ciod: i suoni delle parole di don Juan e don Genaro raggiunseroil mio normale ambito di percezione; dapprima furono riconoscibili come rumori, poi come parole urlate, e infine come parole sussurratealle orecchie. Subito dopo percepii cose del mondo consueto.Ero sdraiato a faccia in gii. Distinguevo zolle di terra, pie-tvzze, foglie secche.Poi diverini consapevoledel campo con gli eucalipti. Don Juan e don Genaro erano in piedi pressodi me. Era ancora chiaro. Sentii che dovevo immergermi nelI'acqua per rimettermi in sesto. Andai al ruscello, mi svestii e rimasi nell'acquafredda a sufficienzaper recuperare I'equilibrio delle percezioni. Don'Genaro se ne andd non appenaarrivammo a casasua. Mentre si avviava mi battd sulla spalla.Per una rcazioneistintiva, feci un salto. Pensavoche il suo tocco mi avrebbeprovocato dolore; con stuporemi accorsi,invece, che era soltanto un leggero colpo sulla spalla. Don Juan e don Genaro risero come due ngazzi per una burla riuscita. <.Non siatecosi nervoso' dissedon Genaro.ollnagupl non d continuamentein cerca di voi. o Fece schioccarele labbra come per disapprovarela mia reazioneeccessiva.e con un'aria candida e amichevole tese le braccia. Lo abbracciai.Mi batt6 affenuosamentesullaschiena. .. Dovete preoccuparvi del nagual solo in certi mo-

menti > disse. n Per il resto del tempo, voi cd io siamo come tutte le altre persone di questa terra. D Si rivolse a don Juan e gli sorrise. ..Non i cosi, Juancho?n chiese,accentuandola parola "Juancho", un buffo diminutivo di Juan. .. E, cosi, Gerancho>' rispose don Juan, sottolineando la parola "Gerancho". Ebbero entrambi un'esplosionedi'risa. a Devo awisarvi > mi disse don Juan. < Bisogna che stiate all'erta per accorgervi con sicurezza quando un uomo d vr nagual e quando d semplicementeun uomo. Fotete morire se entrate in diretto contatto fisico con il nagaal.,, Don Juan si voltd verso don Genaro e con un soriso raggiante gli chiese: <Non d cosi, Gerancho?rt .. E cosi, proprio cosi, Juanchorr.rispose don Genaro; entrambi risero. La loro ilariti infantile mi colpiva duramente. Gli avvenimenti della giornata mi avevano reso esaustoe molto emotivo. (Jn'ondata di autocommiserazione mi sommerse.Stavo per piangere, menre continuavo a ripetermi che tutto cid che mi avevano fatto era irreversibile e molto probabilmentedannoso. Don Juan sembrd leggermi nel pensieroe scossela testa incredulo. Ridacchid. Feci uno sforzo per interrompereil dialogo interno svani. e la mia autocommiserazione .. Genaro d molto affettuoso)) commentd don Juan quando don Genaro se ne fu andato. Il disegnodel po" tere era che trovaste un amabile benefattore.r, Non sapevocosarispondere.L'idea che don Genaro fosseil mio benefattorecontinuava a preoccuparmi.Volevo che don Juan me ne dicessequalcosadi pii. Ma nc,n sembravapropenso a parlare. Guardd il cielo e la som261


miti della sagomascuradegli alberi di fianco alla casa. Si scdette.con il dorso appoggiatoa un qrossop;rlo hifbrcuto che era piantatoquasidi fronte alla porta, e mi dissedi sedermi'iicino, alla sua sinistra. Sedettidi fiancoa lui. Mi tird per il braccio,pit vicino, finchd ci toccammo.Disseche quel periodo della notte era pericolosoper me, specialmentein quell'occasione.Con voce molto calma mi diede una serie di istruzioni: non dovevamomuovercidi li finch6 egli non I'avesse'ritenuto opportuno; dovevamocontinuarea parlare,in modo regolare,senzalunghepause;e io dovevo respiraree batterele palpebrecome sc mi trovassi di fronte al "nagual". ,rll naguali qui intorno?o chiesi. o NaturalmenteD rispose,e ridacchid. Mi strinsicontro don Juan.Lui comincida parlare, incitandomia porgli ogni generedi domande.Mi diede anche il notes e la matita, come-se potessiscriverein quell'oscuriti. Bisognava,mi spiegd,che fossi pit cdmo e pit normalepossibile;e non c'era modo miglioreper rafforzareil mio "tonal" che prendereappunti. Mi pre' sentdla cosain modo da non lasciareobiezionipossibili: disse che se prendereappunti era la mia predilezione, avrei dovuto esserecapacedi farlo nell'oscuriti pit completa. Nella suavoce c'era un'intonazionedi sfida quando aggiunseche potevo trasformarcil prendereaPPunti in un compito da guerriero: e in questocasoI'oscuriti non sarebbestata un ostacolp. In quel modo riusci a convincermi;feci il possibile L'argoper trascrivereparti della nostra conversazione. benefattore. mento principaleera don Genarocome mio Ero curiosodi saperequandodon Genaroera divenuto il mio benefattore,e don Juan mi esortda ricordareun 262

qualche awenimento straordinario, accadutoil giorno del mio incontro con don Genaro, che potesseservire come segnorivelatore. Non riuscivo a farmi venirc in mentenulla del genere.Cominciai a raccontarequel che era accaduto;per quanto ricordavo, ere stato un incontro del tutto banalee casuale,nella primaveradel 196E. Don Juan mi interruppe. o Se sietetanto ottuso da non ricordare,> dissc< sari meglio lasciarequestasuada. Un guerriero scguei dettami del potere. Ricorderetequando diverri.necessario che lo facciate., Don Juanaggiunseche avereun benefaaoreera una questionemolto ardua. Citd come escmpioil caso del suo apprendista,Eligio, che era stato con lui parecchi anni. Disseche Eligio non era riuscitoa trovare un benefattore. Gli chiesise Eligio alla fine ne avrebbetrovato uno; risposeche non si potevanoprevederele improwise svolte del potere.Mi ricordd che una volta, anni prima! avevamoincontratoun gluppo di giovani indios che vagabondavanoper il desertodel Messicosettentrionale. Dissed'aver "visto" dlora che nessunodi queigiovani aveva un benefattore,e che I'ambientee I'umore del momentoerano adani perch6egli stessodcsseloro una mano, mostrandogliil "nagual". Parlava della notte in cui quattro giovani sedctterointorno al fuoco mentre don Juan si esibiva in quello che io pensavofosseuno straordinariospettacolo,apparendoa ciascunodi noi in modo diverso. ngazzi sapevanomoltissimor disse don " Quei Juan. .. L'unico principianteeravatevoi. > .,Poi che cosai accadutoloro?r, chiesi. .iAlcuni di loro hanno trovato un benefamore.D Don Juan disseche il doverc di un benefattorccra 26t


consegnareil suo pupillo al potere, e che il benefattore imprimeva sul neofita il proprio tocco personale,quanto se non pit dell'insegnante. Durante una breve pausa nei nostri discorsi, udii uno strano rumore raschiantesul retro della casa. Don Juan mi fece star git: al rumore avevo reagito alzandomi a mezzo.Prima di quel rumore la nostra conversazione era stata per me una cosa normale. Ma quando sopravvenne la pausa e ci fu un attimo di silenzio, lo strano rumore affiord improvviso. In quel momento ebbi la certezza chc la nosffa conversazione era un awenimento straordinario. Ebbi la sensazioneche il suono delle parole di don Juan e delle mie fosse come un foglio che si strappa,e che il suono raschiantefosserimasto in attesa delllattimo opportuno per lacerarlo. Don Juan mi ordind di restareseduto e di non badare a cid che accadevaintorno. Il rumore raschiantemi ricordava quello prodotto da un roditore che raspa il suolo duro e secco. Nell'attimo in cui mi si affaccid quella similitudine, ebbi anche un'immagine visiva di un roditore simile e quello che don Juan mi aveva mostrato sul palmo della mano.'Era come se mi stessiaddormentando e i miei pensieri si trasformasseroin visioni o sogni. Cominciai a respiraresecondo la tecnica prescritta, le mani unite sullo stomaco. Don Juan continuava a parlare, ma non gli prestavo ascolto. La mia attenzioneera concentrata sul leggero fruscio di qualcosache, come un serpente,pareva scivolare su foglie secche.Ebbi un istante di panico e di disgusto fisico al pensierodi un serpente che scivolava su di me. Involontariamertte spinsi i piedi sotto le gambe di don Juan e mi misi a respiraree a sbattere le palpebre frenetico. 264

Udii il rumore cosi vicino che pareva a pochi piedi da me. Il panico crebbe.Don Juan dissecalmo che il solo modo di parare il "nagual" consistevanel mantenersi impassibili. Mi ordind di stendere le gambe e di non concentrareI'attcnzione su quel rumorâ‚Ź. Mi esortd energicamente a scrivere o a porre domande, e a fare uno sforzo per non soccombere. Dopo una graride lotta, gli chiesise era.don Genaro che produceva il rumore. Rispose che era invece il "nagual", e che non dovevo far confusioni; Genaro era il nome del "tonal". Aggiunse poi dell'altro, ma non capii. Qualcosa girava intorno alla casa e io non riuscivo a concentrareI'attenzione sulla nostra conversazione.Don Juan mi ordind di compiereun supremosfotzo. A un certo momento mi accorsi che stavo balbettando idiozie: dicevo che ero indegno. Ebbi un sobbalzo di paura e d'improwiso fui perfettamente lucido. Don Juan mi disse allora che potevo benissimo stare ad ascoltare. Ma non c erano suoru. <rIl nagualse n'd andatoo dissedon Juan; si alzd ed entrd in casa.

Accesela lampadaa petrolio di don Genaroe prep.aldf-n po' di cibo. Ci metternmoa mangiarein silenzio. Gli chiesise il "nagual"sbrebbetorn:rr(). .. No risposecon espressione seria. Vi ha gil ' "

messo alla prova. In questo periodo della notte, subito (ropo rr crepuscolo,dovreste dopo crepuscoro, oovreste sempre essereoccupato rn ln qualcosa. Qualsiasi cosa. E solo questione di poco, di un'ora forse, ma nel vostro caso d un'ora mortale. <,Stanotte I nagaal ha cercato di farvi fare un passo falso, ma eravate abbastanzaforte da parere il suo assalto. In passato non siete riuscito a difendervi e ho dovuto gettarvi dell'acqua addosso, ma questa volta vi siete comportato bene.o.

26t


Osservaiche la parola "assalto" suonavamolto pericolosa. ..Suona pericolosa?E un bizzarcomodo di esprimersi, dissedon ]uan. <rNon sto cercandodi spaventarvi. Le azioni delnagualsonomoftali. Vc I'ho gil deno; e non perchâ‚ŹGenarocercii di nuocervi;anzi: la suapremura per voi i senzamacchia.Ma se non possedete sufficientepotere per parare I'assalto del nagual, siete morto, nonostanteil mio aiuto o la premuradi GcnafO. ))

Quando avemmofinito di mangiare,don ]uan si sedettc vicino a me e di soprala mia spallasbircid i miei appunti. Osservai che ci sarebberovoluti anni percJr6 riuscissia metterein ordine tutto cid chemi era accaduto quel giorno. Sapevod'esserestato sommersoda percezioni che non potevo speraredi capire. <.Se non capite, siete in gran forma> dissedon Juan... Sarestein un pasticciose capiste,invece.Questo, naturalmente,dal punto di vista di uno stregone.Dal punto di vista di un uomocomune,senon riuscitea capire vi va male.Nel vostro caso,direi, un uomo normalc penserebbe che sietedissociatoo che cominciatea prendere quella sffada.r, Risi alle parole che avevascelto.Sapevoche mi stava rilanciandoquel concettodi dissociazione cheio stesso, tempo addietro,gli avevo menzionatoa proposito delle mie paure.Lo assicuraiche questavolta non gli avrei chiestonulla intorno a cid c-heavevo sperimentato. ., Non ho mai proibito di parlareo dissedon Juan. .. Possiamoparlare del naguala vosuo piacimento,finch6 non cercatedi spiegarlo.Se ricordatebene,vi dissi che del nagaal si pud solo esseretestimoni. Possiamo quindi parlare di cid di cui siamo stati testimoni, e del 266

modo in cui lo siamostati. Voi perd volete onenereuna spiegazionedel modo in cui tuno cid d possibile,e questo d disgustoso.Volete spiegarcl, nagaalcon il tonal. E stupido,specialmente nel vosuo caso,poich6non potete pit nascondervidietro I'ignoranza.Sapetebenissimoche il nostro discorsoha un sensosoltanto se restiamoentro certi limiti, e questilimiti non si possonoapplicare aI nagaaL, Cercai di chiarire la qucstione.Quello che volevo non era soltantospiegareogni cosadal punto di vista razionale;il mio bisognodi spiegarenascevadalla necessiti di mantenereordine fra i tremendiassdti di stimoli e percezionicaotichechc avevo provato. Il commentodi don Juan fu che stavo cercandodi difcndereun punto che non era per me. <.Sapeteperfettamenteche qucstovuol dire indulgere D osservd.<< Mantenereordine significa essereun fonal pelferco,ed essereun tonal perfetto significa essere consapevoledi tutto cid che accadesull'isola del tonal. Ma voi non lo siete.Quindi il vostro argomento,rnantenere ordine, non contieneautenticaveriti. Lo usatesolo per averlavinta.r, Non seppi cosa rigpondere.Don Juan in un certo sensomi consold,dicendomiche ci voleva una lotta gigantescaper ripulireI'isoladel "tonal". Poi mi chiesedi raccontaretutto cid che avevo percepitoduranteil mio secondoincontro con il "nagual'!. Quando ebbi finito, osscrvdche cid che mi era apparsocomeun coccodrillo pelosoera la sommadell'umorismodi don Genaro. <.Peccatoche siateancoracosiserion disse.o Vi lasciatesempreprendereall'amo dallo smarrimento,e perdete la vera arte di Genaro.o 267


o Voi eravate consapevole del suo aspetto, don

Juan? "

., No. Lo spettacolo era solo per Voi. >r ., Cosa averc aisto?rt Oggi tutto quel che potevo uedereera il movimen" to del nagtal che scivolava tra gli alberi e girava intorno a noi. Chiunque aeda pud esseretestimone di cid. " E chi non aede?>t " ..Non sarebbestato testimonedi nulla: forse avrebbe visto gli alberi scossida un forte vento. Intarpretiamo tutte le espressionisconosciute del nagual come qualcosa che ci d noto; in questo caso il flagaal pud essereinterpretato come un vento che agitava le foglie, o anche come una luce straha, come una lucciola eccezionalmente grossa. Sc si insiste, una persona che non aededfui, che pensa d'avere visto qualcosa, ma che non riesce a ricsrdare cosa. E perfettamentenaturale. L'uomo deve parlare in modo sensato.E, dopo tutto, i suoi occhi non avrebbero notato nulla di straordinario; essendogli occhi del tonal, devono limitarsi al mondo del tonal, e in quel mondo non c'd nulla di nuovo e dawero stupefacente, nulla che gli occhi non possano pcrcepire e che il tonal non possa spiegare.r, Gli chiesi di parlarmi delle percezioni misteriose suscitate dal loro sussurare nelle mie oreccfiie. o Quella'era la parte migliore di tutto cid che accadde disse. <.Di tutto il resto si poteva fare a meno, ma ' quello era il vero coronarhento della giornata. La norma esige dal benefattore e dall'insegnante quella rifinitura conclusiva. L'azione pit difficile di tutte. Insegnante e benefattore devono esseteguerrieri senza macchia anchc solo per accingersi all'impresa di dividere in due un uomo. Voi non lo sapete perc.h6A al di li dclla vosra 268

portata, ma il porere i stato ancora una volta molto indulgente con voi. Genaro i il miglior guerriero senza macchia che ci sia.r, Perch6 d una grande impresa dividere in due un " uomo?r, o Perch6d pericoloso.Potevate morire come un moscerino schiacciato.O, peggio ancora, potevate non esserepii capacedi rimettervi insiemi, e saresterimasto su quel piano di sensazioni. u Perch6 era necessario'che subissiquell'operazione, " don Juan?"

.. C'd un momentoin cui il nagualdevcsussurrare alI'orecchiodell'apprendista e dividerlo in due., cosa vuol dire, don Juan?rt "Che ., Per essere un tonalcomunerun uomodeveavereuniti. Tutto il suoessere deveappartenere all'isoladeltonal. Senzaquestauniti I'uomo impazzirebbe; ma uno strcgonedeve spezzarla,questauniti, senzaperd danneggiareil proprio essere. Un obiettivodello stregonei 'egli resistere, durare; non correrischiinutili, passadegli anni a scoparela suaisola,finch6arriva il momcntoin cui pud, per cosi dire, svilnarsela.Divideretrn uomo in duc d la porta per questafuga. ., Dividervi in due,la cosapit pericolosache abbiatc nrai affrontato, i stato piano e semplice.Il nagual vi

ha guidato con abilid. Credetepure: solo un guerriero impeccabilepoteva riuscirci.Sono stato molto contcnto per voi. >

Don Juan mi miseuna mano sullaspallae io provai

runenormc bisogno di piangere.

,. Sto avvicinandomial momentoin cui non ci vedremopii?> chiesi. Don Juan rise e scossela testa. 269


<.Continuate a indulgere corne un figlio di puttana ' disse. ., Tutti lo facciamo, del resto. In modi diversi: i solo il modo che cambia. Qualche volta capita anche a me. Il mio modo di indulgere consistenel pensaredi avervi viziato e reso debole. So che a Genaro succedela stessacosa nei confronti di Pablio Lo coccola come un bambino. Ma questo d il modo previsto dal potere. Genaro di a Pablito tutto quel che i capacedi dargli, e non si pud chiedergli di comportarsi diversamente. Non si pud criticare un guerriero se questi fa senza macchia cid che d il suo meglio. r, Tacque per un momento. Ero troppo nervoso per restare zitto. .. Cosa pensate che mi stesse succedendo quando ebbi I'impressionedi essererisucchiato da un vuoto?t, domandai. .. Stavate scivolando rispose in tono che non la' sciava dubbi. .. Attraverso I'aria ? it .,'No. Per il nagaal non c'd terra, o aria, o acqua. A questo punto, potete capirlo anche voi. Due volte siete stato in quel limbo, e vi trovavate soltanto sulla sogtia del nagual. Mi avete detto che tutto quanto avete incontrato era ignoto. ll nagaal scivola, vola, o fa qualunque altra cosa nel tempo del nagaal, che non ha niente a che fare con il tempo del tonal. Sono due cose autonome.)) Mentre don Juan parlava cominciai a tremare. Mi cadde la mascella,la bocca si apri involontariamente. Le mie orecchie si stapparono e udii un ronzio o una vibrazione appena percettibile. Descrissi le mie sensazioni a don Juan e intanto mi accorsi c.he mentre parlavo la mia voce risuonava come se un altro stesse parlando. Era una sensazionecomplessachc faceva salire al mio udito quanto stavo per dire, prima che I'avessi detto. 270

L'orecchiosinistroera fonte di sensazioni straordinarie. Mi parevapit potentee fedeledell'orecchiodesro. In essoc'era qualcosache prima mancava.Quandomi girai per averedi fronte don Juan,chestavaalla mia destra, divenni consapevoledella presenzadi un ambito di percezioneauditiva intorno a quell'orecchio.Era uno spaziofisico, un ambito entro il qualepotevo udire ogni cosacon incredibile'fedelti.Girandola testapotevousare I'orecchiosinistro pcr perlustrareauditivamentela zona intorno a noi. il sussurrodel nagaalcJrevi ha recato questoD "E disse don Juan quando gli ebbi descitto la mia esperienzasensoria. Talvolta verri, e poi spariri. Non spa" ventatevene;non spaventatevidi alcuna sensazioneinconsuetache potrete avered'ora innanzi. Ma soprattutto non indulgetee non lasciateviossessionare da quelle sensazioni. So che ci tiuscirete.Il momentoper dividervi in due era quello giusto. Il potere ha stabilito tutto cid. Ora, ogni cosadipendeda voi. Seavetesufficientepotcre, reggereteil grandeshockd'esserediviso. Ma se siete incapacedi resistere,perirete. Cominceretead ati,trizzire, a perderepeso, divenire pdlido, assente,irritabilc, [lUtO. >r

<.Forse,n osservai< se mi avestedetto anni fa quello che voi e don Genaro stavatefacendo,avrei avuto sufficiente...o Alzd una mano e non mi lascid finire. .. E, una considerazionesenzasenso disse. .. IJna ' volta mi avete detto che se non ci fosseI'ostacolodella vostra caparbieti e della vostra insistenzasulle spiegazioni raziondi, sarestegii uno stregone.Ma nel vostro casoessereuno stregonevuol dire dover superarela caparbieti e il bisogno di qpiegazionirazionali,che si tro-

27r


vano sulla vostra strada. Proprio queste imperfezioni sono la vostra via verso il potere. Non potete dire che il potere sarebbefuito a voi se la vostra vita fossestata diversa. <.Genaro e io abbiamo percorso la vostra stessa srada, enro ceti limiti. Il potere pone questi limiti e un guerriero d, per cosi dire, un prigioniero del potere; un prigioniero che ha una sola libera scelta: tri agirc da guerriero senzamacchia.o agire da stupido. In ultima analisi, il guerriero forse non i un prigioniero, ma uno schiavo del potere, perchdquesrasceltaper lui non d pii una scelta. Genaro non pud agire altro chc r".tr" *1.chia. Agire da stupido lo prosciugherebbee causerebbe la sua morte. <<Avere paura di Genaro perchi lui deve usarela via del terrore per restringereil vosuo tonal.Il vostro corpo lo sa, sebbenela vostra ragionenon possasaperlo,e quindi il vosro corpo vuole fuggire ogni volta ihe Genaro i nci paraggi. " Dissi che ero curioso di sapere se don Genaro si proponeva deliberatamentedi spavenrarmi. Don Juan rispose che il "nagual" fa strane cose, cose che non si possono prevedere.Mi citd come esempioquel che era accaduto fra di noi al maftino, quando lui stisso mi aveva impedito di girarmi a sinistraper guardaredon Genaro sull'albero.Disse che era staro consapevoledi quanto il -suo"nagual" aveva fatto, sebbenenon avessela possibiliti di saperloin anticipo. A suo parere la spiegazione cra la seguente:il mio movimento improwiso verso sinistra era un passoverso la morte, che il mio "tonal" si proponeva di fare per sceltasuicida: Quel movimenro aveva stimolato il suo "nagual", e cosi una parte di lui era i'ntervenutasu di me.

Feci involonrariamenre un gesto di perplessiti. 272

r<La vostra ragionevi sta di nuovo dicendo che siete immortale>r osservd don Juan. ..Cosa volete dire, don Juan?o <.LJn essereimmortale ha tutto il tcmpo che vuole per dubbi, smarimenti e paure..Un guerriero invece non pud aggrapparsi ai pensieri formulati per ordine del tonal, perchdsa con cert&za che la totaliti di se stessoha solo poio tempo dinanzi a sâ‚Ź sulla terra. )) Volli precisare un punto importdnte. Le mie pauret dubbi e smarrimenti, non erano a livello cosciente,e, a parte la quantiti maggiore o minore di forza con cui cercavo di dominarli, ogni volta che mi trovavo di fronte a don Juan e a don Genaro mi sentivo impotente. .. (Jn gueriero non pud essereimpotente ,, disse don Juan. ..O smarrito, o spaventato:mai. Per un guerriero c'i tempo solo per esseresenza macchia; tutto il resto prosciugail suo potere, mentre I'esseresenzamacchialo arricchisce.r, Siamo di nuovo alla mia vecchia domanda, don " Juan. Cosa vuol dire esseresenza macchia? ,, ., Si, siamo di nuovo alla vqstra vecchiadomanda, e quindi siamo di nuovo alla mia vecchia risposta: "Essere senzamacchia significa fare del proprio meglio in qualsiasi cosa in cui si sia impegnati".)) , ,. Ma, don Juan, io ho sempreI'impressionedi fare del mio meglio, mentre evidentementenon i cosi. ', <,Non d complicato come lo fate sembrare.In tutta la questionedell'esseresenzamacchia,la chiave d il senso di avere o di non avere tempo. Regola pratica: se sentite e agite come un essereimmortale che ha tutto il tempo che vuole, non siete senzamacchia; dovete allora girarvi, guardarvi intorno: c capirete che la vostra convinzione d'avere tempo t un'idiozia. Nessuno sopravvive su questa terra! ,t 273


LE ALI DI PERCEZIONE

Don Jiran e io passammorufta la giornata sulle montagne. Partimmo all'alba. Don Juan mi poftd in quatuo luoghi di poteree in ciascunodi essimi diedeparticolari istnrzionisul modo di procedereper riuscirea eseguireil compito specificoche, anni prima, egli aveva delincato qualemia situazionqdi vita. Tornammonel tardo pomeriggio. Dopo mangiato,don Juan lascid la casadi don Genaro.Mi disseche dovevo aspettarePablito, il quale avrebbeportato del petrolio per la lampada,e parlare con'lui. Ero tutto assortosui miei appunti e non sentii arrivare Pablito, finchd quesrimi fu vicino. Il commcntodi Pablito fu che, siccomeera ricorso all"'andatura del potere", non avrei potuto udirlo a menocJrefossicapacedi "vedere". Pablito mi era semprepiaciuto. In passatotuttavia non avevo avuto molte occasionidi restaresolo con lui, sebbenefossimobuoni amici. Pablito mi era sempresembrato una personamolto affascinante.Si chiamavanaturalmente Pablo, ma il diminutivo, Pablito, gli si adattavameglio.'Eradi piccolaossatura, ma robuito. Come don Genaro,era'megro,insospettatamente muscoloso e forte. Forseavevaquasitrent'anni,ma sembravaun diciottenne.Era scuroe di media statura.Aveva glt o.274

chi bruni luminosie vividi, e comedon Genaroun sorriso seducente, un tantino diabolico. Gli chiesidcl suo amico Nestor,I'altro apprendista di don Genaro.In passatoli avevosemprevisti insieme, e mi avevanosempredato I'impressionedi trovarsi tra loro in eccellentirapporti, sebbene'fossero I'uno all'ope posto dell'alro quanto all'aspetto al caratterc.Mentre Pablito era cordide e franco, Nestor era cupo e riservato. Era inoltre pit alto, pit pesante,pit scuro,e molto pii vecchio. Pablito disseche Nestor finalmenteera stato preso nel suolavoro con don Genaroed era diventatouna persona completamentediversa da quando I'avcvo visto l'ultima volta. Non volle aggiungcrealtro sul lavoro o sul cambiamento di personalitidi Nestor,e bruscamente mutd argomento. .. So che iI nagualvi sta alle calcagna> disse. Fui sorpresoe gli come avessc fatto a scoprirlo. .. Genaro mi dice tutto > rispose. Osservaiche non parlavadi don Genaronel modo formaleche pcr me era consueto.Lo chiamavasemplicementeGenaro,con familiariti. Mi disseche don Genaro per lui era comeun fratello; fra loro c'erafamiliaritl, comese fosserostati parenti.Dichiard chevolcvamolto bene a don Gcnaro. Fui toccato dalla sua semplicitl e dal suo candore.Mentre gli parlavo,mi rendevoconto di quanto fossimosimili per temperamentoio e don il nostro rapporto doveva esseie Juan; di conseguenza formale e rigorosoin confronto a quello fra don Genaro e Pablito. Chiesia Pablito perchâ‚Źavessepauradi don Juan.Ci fu un guizzonei suoi occhi. Sembravache il solo pensie-

27t


ro di don Juan lo facessetrasalire. Non rispose.Pareva che in qualche modo misterioso mi stessevalutando. oVoi non avete paura di lui?> mi chiese. Gli dissi che avevo paura di don Genaro; lui rise come se quella fosseI'ultima cosa che si aspettavadi sentire. Disse che la differenza tra don Juan e don Genaro era come fra il giorno e la notte. Don Genaro era il giorno; don Juan era la notte, e come tale era I'esserepii spaventosoche ci fosse sulla terra. Parlando della sua paura di don Juan, Pablito fini per dirmi qualcosadella sua condizione di apprendista. .. Sono in uno stato tremendo disse. o Se poteste ' vedere come va in casa mia, capiresteche so troPPo Per un uomo comune; ma se mi vedestecon il nagualcapireste che so noppo poco. ' Poi cambid rapidamenteargomento e si mise a ridere della mia abitudine di prendere appunti. Disse che don Genaro aveva fatto per ore la mia imitazione buffa. Aggiunse che don Genaro mi voleva molto bene, nonostante le mie stranezze,e s'era detto felice che io fossi il suo "protegido". Udivo questaparola per la prima volta. Si accordava con altre parole usateda don Juan al principio dei nostri rapporti. Mi aveva detto che .ero il suo "escogido", il suo prescelto."Protegido" significa protetto. Chiesi a Pablito di parlarmi dei suoi incontri con il "nagual", ed egli mi raccontd cos'eraaccadutola prima volta. Disse che un giorno don Juan gli aveva dato ur. cesto; lui lo presecome un regalo. Lo appesea un gancio sopra la porta della sua stanza,e siccomein quel momento non sapevaa quale uso destinarlose ne dimenticd per tutto il giorno. Pensava,mi disse,che fosseun dono di 276

potere e dovesseessereadoperato per qualcosa di molto

particolare. All'inizio della sera(Pablito mi disseche ancheper lui era quellaI'ora mortale),egli andd in cameraa prenderela giacca.Era solo in casaâ‚Ź stavapreparandosi per recarsida un amico.La stanaaera buia. Pablito afferrdla giacca;quandofu quasisullaporta,il cestogli caddedavanti e rotold vicino ai suoi piedi. Egli rise d'aver a\nrto paura,non appenasi accorseche era stato solo il cesto, cadutodal gancio.Si piegd per raccoglierloe allora provd la scossapii forte della suavita. Il cestobalzd via e comincida scuotersie a scricchiolarecome se qualcuno lo stessetorcendoe schiacciando. Pablito dissec-hedalla cucinaptovenivaluce sufficienteperc}6 si potessedistinguerebeneogni cosanella stanza.Egli fissd il cestoper un momento, sebbeiresentissedi non doverlo fare. Il cestopresead agitarsicomesestesserespirandopesantemente,con diffiiolti.'raschiante.Raccontando li suaesperienza,Pablito sostenevad'avereveramentevisto e ruclitoche il cestorespirava,ed era animato,lo rincorreva in giro e gli impedivadi uscire.Dissechepoi il cestocomincid a gonfiarsi: tutte le striscedi bambt si sciolseroe si ricomposeroin una palla gigantesca,comeuna balla di fieno che rotolava verso di lui. Pablito caddea terra all'indietro,c la pallagli corsesuipiedi.Egli erafuori di sd e gridava istericamente.La palla lo aveva catturato e si muoveva sulle sue gambe, che parevano trapassate da

spilli. Pablito cercddi respingerla,e allora si accorseche la palla era la faccia di don Juan con la bocca aperta, pronta a divorarlo. A questopunto fu sopraffatto dal terroree persecoscienza. In modo molto sinceroe aperto, Pablito mi raccontd una serie di altri incontri terrificanti chc lui e varie persone della sua famiglia avevano avuto con il "na277


gual". Parlammoper delle ore. Pablito sembravaessere in un imbarazzomolto simile al mio; era perd certa'mente pii sensitivodi me nel collocarsientro I'ambito di riferimentodegli stregoni. A un certo punto si alzd e disseche sentivaawicinarsidon Juan;non volevaessere trovatoli. Sparicon inParve credibilevelociti. che qualcosaI'avessetrascinato via dalla stanza.Mi lascid a meta del mio saluto. Poco dopo arrivarono don Juan e don Genaro. Ridevano. " Pablito stava correndo gii per la srada come un'anima inseguita dal demonioo disse don Juan. < Chissi perch6. " .. Pensochesi siaspaventatoa vedereCarlitoschesi consumavale dita fino all'osson replicd don Genaro, burlandosi della mia smania di scrivere. Mi si fece pii vicino. Ehi ! Mi d venuta un'idea > aggiunse quasi in un " sussurro. .. Siccomc vi piace tanto scrivere, perchâ‚Ź non imparate a scriverecol dito inveceche con la matita? Sarebbe un bel colpo.r, Don Juan e don Genaro sedettero di fianco a me e continuarono a ridere, mentre discutevanola possibiliti che uno scrivessecol dito. Don Juan, in tono serio, fcce uno strano commento. Disse: <rNon c'd dubbio che potrebbe scrivere col dito, ma sarebbe poi capace di leggere? r, Don Genaro rise ancora pit forte, e aggiunse:..Sono certo che d capacedi leggere qualsiasicosa)). Poi si mise a raccontarela storia molto sconcertentedi uno zotico di campagna chc era diventato un funzionario importante durante un periodo di agitazioni politidre. Don Genaro disse che I'eroe della sua storia era stato nomina278

to minisuo, o governatore,o forse anche prcsidente, perchâ‚Źnon si pud immaginarecosafacciail popolo nella sua follia. In virti di questanomina, egli avcva finito per credcre d'essereveramenteimportante e istruito, tanto da emetteredecreti. Don Genaro fece una pausae mi guardd con I'aria dell'attoregigione.Mi strizzdI'occhio e feceandaresu e git le sopracciglia.Poi dissecheI'eroe della suastoria si comportavaottimamentein pubblicoe non avevaalcuna difficolti a improwisare un discorso;la suaposizioneesigevaperd che leggessei suoi discorsi,e lui era analfabeta. Egli ricorsequindi all'astuziaper imbrogliarenrtti. Aveva un foglio di carta con su scritto qualcosa,e lo ostcntavadinanzi a s6 ogniqualvoltatenevr un discorso. In tal modo la sua efficienzae tutte le sue altre buone qualiti apparivanoinnegabili agli altri zotici come lui. Ma un giorno arrivd uno stranicro che sapevaleggere e si accorseche il nostro eroe stava leggendo il suo discor-

so tenendoil foglio capovolto.Quello si misc a ridere e denuncida tutti I'inganno. Don Genaro fece di nuovo una pausae mi guardd; socchiuse gli occhi e chiese:.. Pensateche il nostro eroe sia rimasto confuso?Per niente. Squadrdil pubblico tranquillamente e disse:"Capovoltol Cor" conta la posizionedel foglio, seuno saleggere?"E tutti gli zotici furono d'accordo.rt Don Juan e don Genaroscoppiarono a ridere.Don Genaro mi battd gentilmente sulla schiena.Era come se

fossiio I'eroedi quellastoria.Mi sentivoimbarazzato e risi nervosamente.Pensavoche forse c'era un significato nascosto,ma non osavo chiedcre.

Don fuan mi vennepii vicino. Si piegdversodi me e mi sussurrdall'orecchiodestro: aNon lo trovate di279


vertente?" Anche don Genaro si piegd verso di me e 'mi sussurrirall'orecchiosinistro: ..Cos'ha detto?r, Reagii d'istinto alle due domande e involontariamentefeci una sintesi. ., Si. Trovo che ha chiesto se i diverterte risposi. ' Evidentemenre erano consapevoli dell'effetto delle loro manovre; risero fino alle lacrime. Don Genaro. come al solito, si esibiva molto pit di don Juan: cadde alI'indietro e rotold sulla schiena a poche yarde da me. Giacque poi sulla pancia, con le braccia e le gambe tese, e piroettd in giro come se fossesdraiato su uha trottola. Roteandocosi, mi giunsevicino tanto che i nostri piedi si toccarono. Allora balzd su d'improwiso con un sorriso sbigottito. Don Juan rideva a crepapelle.Sembravache la pancia gli facessemale dal ridere. Dopo un po si chinarono di nuovo, entrambi, verso di me e ripreseroa sussurrar4i nelle orecchie.Cercai di tenerea mente le loro parole, ma dopo uno sforzo inutile rinunciai. Erano troppe. Continuarono a sussurrarmi nelle orecchie finch6 ebbi di nuovo la sensazioned'esserestato diviso in due. Divenni una nebbia, come il giorno prima, una bruma gialla che sentiva direttamente ogni cosa. Ciod: "sapevo" le cose: Non c'erano di mezzo pensieri; vi erano solo certezze.E quando venni in contatto con una sensa... zione morbida, elastica, c}re era fuori di me e tuttavia faceva parte di me, "seppi" che era un albero. Intuii che era un albero per il suo odore. Non odorava come alcun albero particolare che io potessi ricordare : cid nonostante qualcosain me "seppe" che quello specialeodore era :( l"'essenza" dell'albero. Non ebbi propriamentela sensazione di saperlo, n6 vi giunsi col ragionamento o sco280

prendo qualche indizio. Semplicementeseppi che c'era clualcosain contatto con me. tutt'intorno a me: un odore amichevole,caldo, irresistibile,emanato da qualcosache non era nd solido n6 liquido, bensi qualcosad'altro e di indefinito che "seppi" essereun albero. Sentii che "conoscendolo" in quel modo ne intercettavo I'essenza. Non ne ero respinto.Anzi, mi invitava a mescolarmicon csso.Mi inghiotti o io lo inghiottii. C'era fra noi un vincolo che non era n6 delizioso n6 spiacevole. La successivasensazioneche potei ricordare con chiarezzafu un'ondata di meraviglia e di esultanza.Tutto in me vibrava, come se fossi attraversatoda carichi elcttriche. Non erano dolorose. Erano piacevoli, ma in modo cosi indefinito che non avevo la possibiliti di classificarle.Sapcvo,tuttavia, che cid con cui ero in contatto cra il suolo. Una parte di me accettavala concisacertezza che fosseil suolo. Ma nel momento in cui cercaidi distingueretra le infinite percezioniche subivo, persi ogni capaciti di differenziarleI'una dall'altra. Poi'improwisamente fui di nuovo io. Pensavo. Fu tuna transizione cosi brusca che credetti d'essermi svegliato. L'io che sentiva non era perd completamenteme stesso.Sapevoinfatti che qualcosamancavase non avessi aperto del tutto gli occhi. Mi guardai intorno. Stavo ancora sognando o avevo una visione. I miei processi mentali, tuttavia, erano non solo intatti ma sraordinariamentelucidi. Feci una rapida riflessione.Non dubitavo che don Juan e don Genaro mi avesseroprocurato quello stato di semi-sognoper uno scopopreciso.Mi pareva di esseresul punto di capire tale scopo, quando clualcosadi esmaneoa me mi costrinse a prestare attenzione a cid che avevo intorno. Mi ci volle un lungo istante per orientarmi. Stavo sdraiato sulla pancia e la 2El


cosa su cui ero sdraiato era un pavimento stranissimo. Esaminandolo, ebbi un moto istintivo di meraviglia. Non riuscivo a capire di cosa fosse fano. Lastre irregolari di una sostanza sconosciuta erano state disposte in modo intricatissimo e tuttavia semplice. Erano ordinate insieme, ma non aderenti tra loro nâ‚Ź al suolo. Erano elastiche e cedettero quando provai a spostarle con le dita, ma appena ebbi smessodi spingere tornarono nella posizione di prima. Cercai di alzarmi e fui cdlto da una bizzarrissima alterazione sensoria. Non avevo dominio sul mio corpo: il mio corpo non sembrava appartenermi. Era inerte; non avevo connessione con alcuna delle sue parti: quando provai a tirarmi su, non riuscii a muovere le braccia e barcollai impotente sulla pancia, rotolando di fianco. La spinta mi fece quasi fare un giro completo che mi avrebbe riportato a giacere sulla pancia. Le braccia e le gambe tese ostecolaronoperd il movimento rotatorio: mi ritrovai sdraiato sul dorso. Da quella posizione colsi I'immagine fuggevole di due gambe dalla forma suanissima e dei piedi pit distorti che avessimai visto. Era il mio corpo ! Sembravo awolto in una tunica. Il pensiero che mi balend in mente fu questo: quella era la vista di me stesso storpio o in qualche modo invalido. Cercai di curvare il dorso e di guardarmi le gambe, ma riuscii solo a far sobbalzare i[ mio corpo. Guardavo dritto verso un cielo giallo: un intenso cielo giallo limone. Presentava solchi o canali di un giallo piil scuro, e un numero infinito di protuberanze, pendenti come gocce d'acqua. L'effetto complessivo di quell'incredibile cielo era sconcertante. Non riuscivo a capire se le protuberanze fossero nuvole. C'erano anche zone d'ombra e zone di varie tonaliti di giallo, che scoprii muovendo la testa da un lato all'aluo. 282

Poi qualcosa d'altro attird la mia attenzione: un sole esattamenteallo zenit del cielo giallo, proprio sopra la mia testa, un sole mite - a giudicare dal fatto che potevo fissarlo - che gettava una luce bianchiccia,uniforme, calmante. Prima che avessi il tempo di riflettere su tutte quelle immagini soprannaturali, fui scosso violentementc; la mia testa sobbalzd e ondeggid avanti e indietro. Sentii che venivo sollevato Udii una voce stridula e ridacchiante e mi trovai di fronte un'immagine stupefacente: una gigantesca femmina scalza.Aveva la faccia rotonda cd enorme, i capelli neri tagliati alla paggio. Braccia e gambe erano gigantesche.Mi prese e mi sollevd sulle sue spalle come se fossi una bambola. Il mio corpo pendeva molle. Guardavo gii, sul suo dorso poderoso. Aveva una sottile peluria sulle spalle e lungo la spina dorsale. Guardando giri, dall'alto delle sue spalle, vidi di nuovo il magnifico pavimentq. Lo sentivo cedere elastico sotto I'enorme peso di lei e lo vedevo per un momento schiacciato dove s'erano appenaposati i suoi piedi. Mi mise gii, sulla pancia, di fronte a una sorta di edificio. Mi accorsi che il mio senso della prospettiv4 era alterato. Guardando I'edificio non riuscivo a determinarne la grandezza. ln certi istanti sembrava ridicolmcnte piccolo, ma dopo aver apparentementenormalizzato la mia pccezioire rimasi stupefatto delle sue dimensioni monumentali. La ragezzagigantescasi sedettevicino a me, facendo striderc il pavimento. Il.suo ginocchio enorme mi toccava. La ragazzemandava odore di dolci o di fragole. Mi parlava e io capivo tutto cid che diceva: indicando I'edi6cio, mi disse che sarei andato a viverci. Dopo che ebbi supereto lo shock iniziale di trovar-

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Nomi li, la mia forza di osservazioneParve accrescersi.. funzione di colonne prive aveva quattro tai che I'edificio pratica. Non sorreggevanonulla; erano sulla sommiti della costruzione.La loro forma era la sempliciti stessa: lunghe e di belle proporzioni, sembravanoraggiungere I'imponente, incredibile cielo giallo. L'effetto di quelle colonne capovolte,sopra anzichdsotto I'edificio, mi parve bellissimo. Fui cdlto da una sorta di rapimento estetico. Le colonne parevano esserefabbricate di un pezzo solo, non riuscivo a immaginare come. Le due colonne sul davanti erano unite da una trave sottile, una lunga sbarra monumentale,che pensaipotessefungerc da parapetto o terraz:Lasulla facciata. La ragezza gigantesca mi fece scivolare sul dorso dentro I'edificio. Il soffitto era nero, liscio e disseminato di buchi simmetrici che lasciavanopassarela gialla lucentezzadel cielo. creando disegni intricati. Ero pieno di meraviglia per I'estremasempliciti e bellezzadi quei punti di cielo giallo che apparivanodai netti fori del soffitto, e per i disegni d'ombre che essi creavanosul magnifico e intricato pavimento.L'edificio era quadrato e, a parte la sua intensabellezza,mi riusciva incomprensibile. In quel momento il mio stato di esultanzaera cosi intenso che avrei voluto piangereo rimanereli per sempre. Ma una forza, o una tensione,o qualcosadi indefinibile, prese a tirarmi. D'improwiso mi rirovai fuori dall'edi6cio, sempre sdraiato sul dorso. La ragazza gigantescaera li, ma c'era con lei anche un'altra persona, una donna cosi grande che raggiungeva il cielo e oscurava il In confronto a lei, la ragazza gigantesca era piccola piccola. La grande donna era in collera; afferrd 284

I'edificio per una delle colonne,lo capovolse,lo riappoggid a terra. Era una seggiola! Rendermeneconto fu per me come un catalizzatore; fcce scattare percezioni che mi sopraffecero. Passai attraverso una serie di immagini che erano sraccatema potevano compore una sequenza.A sprazzi, I'uno dopo I'altro, vidi o percepii che il pavimento magnifico e incomprensibileera una stuoia di paglia; il cielo giallo era il soffitto sruccarodi una stanza; il sole era una lampadina; I'edificio che mi aveva suscitato tanto rapimento cra una seggiola, capovolta da una bambina per giocare alla casa. Ebbi una visione pii coerente e conseguentedi run'altra misteriosa struttura architettonica di proporzioni monumentali. Sorsc da sola. Sembrava il guscio appuntito di un mollusco, con la punta in su. Le pareti erano fatte di lastre concave e convessedi uno srrano materiale purpureo; su ogni lastra c'erano dei solchi che parevano pii funzionali che ornamentali. Esaminai quella struttura meticolosamente,in ogni particolare, e rovai che, come gii I'edificio precedentc, era assolutamenteincomprensibile.Mi aspettavoche un'improvvisa normalizzazione della mia percezione mi svelassela "vera" natura di quella sffuttura. Ma non accadde nulla di simile. Mi giunse'poi un conglomeratodi consapevolezze"estraneeed inestricabili, di "scoperte" circa quell'edificio e la sua funzione, che restaronoprive di sensopoich6 non disponevo per essedi alcun ambito di riferimento. Riacquistaibruscamentela mia consapevolezzanor. male. Vicino a me c'erano don Juan e don Genaro. Mi sentivo stanco. Volli guardare I'orologio: non c'era. Don Juan e don Genaro ridacchiaronoinsieme. Don

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Juan disse che non dovevo interessarmi dell'ora, bensi concentrarmi per seguire le raccomandazioni.che don Genaro mi aveva impartito. Mi volsi irerso don Genaro ed egli mi canzond. Mi disse che la raccomandazionepii importante era di imparare a scrivere col dito, per risparmiare matite e far bella figura. Continuarono ancora per un po' a beffarsi dei miei appunti, finchd mi addormentai.

.. Devo veramente aspettare venti o trent'anni?> chiesi. .. Naturalmente no ! o esclamd don Genaro, e turt'e due scoppiaronoa ridere. Don Juan disse che dovevo tornare ogniqualvolta la voce interna mi dicessedi farlo, e che nel frattempo dovevo cercare di comporre insieme tutti i consigli che mi avevano dato mentre ero diviso in due. ,.Come posso fare?rt

., fnterrompendoil dialogo interno e lasciandoche Don Juan e don Genaro stettero a sentire il resoconto particolareggiato della mia esperienza, che il giorno dopo feci loro, a richiesta di don ]uan, quando mi svegliai. .. Genaro ritiene che per ora abbiate fatto abbastanza o disse don Juan quando ebbi finito di parlare. Don Genaro assenti col capo. .. Cosa significa cid che ho sperimentato la scorsa notte? chiesi. " ..Avete cdlto un barlume dell'oggetto pit importante della snegoneriar>rispose don Juan. < La scorsa notte avete gettato un'occhiata sulla totaliti di voi stesso.Ma naturalmente, per ora, queste sono per voi parole prive di scnso.Evidentementetper giungere alla totaliti di se stessinon basta desiderarlo o avere buona volonti di imparare. Genaro pensa che il vostro corpo abbia bisogno di tempo per lasciar affondare dentro di voi il sussurro del nagual. ', Don Genaro assenti di nuovo. ., Di molto tempo > aggiunse, scuotendo la testa in su e in giri. Forse venti o trent'anni. rr " Non sapevo come reagire. Guardai don Juan per a' vere istruzioni. Entrambi erano seri in viso. 2E6

qualcosadentro di voi fuisca e si espandao disse don Juan. ., Questo qualcosad la vostra percezione,ma non cercate di immaginare cid che intendo. Lasciatevi solo guidare dal sussurro del nagilaLr, Aggiunse che la notte prima avevo avuto due serie di visioni, intrinsecamentediversetra loro. Una seric era inesplicabile,I'altra perfettamentenaturale, e I'ordine in cui s'erano manifestateindicava una condizione essenziale di tutti noi. ., IJna visione era il nagilal, I'alma iL tonal, disse don Genaro. Volevo che mi spiegassequestafrase. Mi guardd e mi batti sulla schiena. Don Juan intervenne e disse che le prime due immagini erano il "nagual": don Genaro aveva scclto un albero e il suolo come punti salienti. Le altre due erano immagini del "tonal" che aveva scelto lui stesso:una di csseera la mia percezionedel rnondo da bambino. ., Vi t sembrato un mondo estraneo,perch6 la vostra percezionenon era stata ancora dispostain modo da corrispondereal modello desiderato disse. ' ,, Era quello il modo in cui veramente vedevo il mondo?> chiesi. 2E7


(( Certo D rispose... Era il vostro ricordo. ,, Chiesi a don Juan se il senso di rapimento estetico che mi aveva afferrato facesse parte anch'esso del mio ricordo. o Noi affrontiamo queste immagini come siamo oggi o disse. .. Stavate osservando quella scena come la osserveresteoggi. Era perd rm eserciziodi percezione. Quella era la scena'di un tempo in cui il mondo divenne per voi cid che d oggi. Un tempo in cui una seggiola divenne una seggiola.rt Non volle discutcreI'altra scena. .. Non era un mio ricordo d'infanzia o dissi. .. Giusto >r rispose. a Era qualcosa d'altro. ,t

,.Era qualcosache vedrd nel futuro?" chiesi. .. Non c'd futuro! > esclamdtagliente... Il futuro i solo un modo di dire. Per uno stregonec'i solo il preSente.))

Disseche era indispensabile non dire nulla di quella visione, poich6 I'esercizioaveva avuto lo scopo di aprire le ali della mia percezione:sebbenenon avessifuttuato su quelle ali, avevo toccato quattro pund chc sarebbc stato impossibile raggiungere dal punto di vista della mia percezioneconsueta. Cominciai a raccoglierele mie coseper partire. Don Genaro mi aiutd a metter via il notes;1o deposenel fondo della valigetta. o Qui stari comodo e al caldo disse ammiccando. ' .. Potete star tranquillo clre non prenderi freddo. r, Poi don Juan parve essersi dimenticato della mia pertenza e comincid a parlare di quanto avevo sperimentato. Istintivamente cercai di prendere la valigetta dalle mani di don Genaro, ma questila fece caderca terra prima che la afferrassi. Don Juan parlava voltandomi la

schiena. Raccolsi la valigetta e cercai in frena il notes. Don Genaro I'aveva messocosi in fondo che dovetti fare una fatica dannata per trovarlo; finalmente lo tirai fuori e cominciai a scrivere. Don Juan e don Genaro mi stavano fissando. .. Siete in una brutta situazione, disse don Juan ridendo. .. Vi affannate a cercareil notes come un ubriacone la bottiglia. " .. Come una madre amorosa cerca il suo bambino o csclamddon Genaro. ., Come un prete il crocifissoD aggiunse don Juan. .,Come una donna cerca le sue mutandineo urld don Genaro. Continuarono, ridendo e udando, a tirar fuori similitudini mentre mi accompagnavanoall'automobile.


PARTE

LA SPIEGAZIONEDEGLI STREGONI


TRE TESTIMONI PER IL NAGUAL

Tornato a casa, mi ritrovai dinanzi il lavoro di sistemazione dei miei appunti. Cid che don Juan e don Genaro mi avevano fatto sperimentare, diventava vivissimo mentre riandavo col pensieroa quegli awenimenti. Mi accorsi perd che la mia reazione consueta di indulgere per mesi nello smarrimento e nel timore stupefatto, al ricordo dell'accaduto,non era cosi intensa come in passato. Pit volte cercai deliberatamente di abbandonarmi alle congetturee perfino all'autocommiscrazione ; ma qualcosami faceva fallire. Pensai anche di scrivere una serie di domande da porre a don Juan, a don Genaro, o allo stesso Pablito. Non appena mi accinsi a farlo, il progetto andd a monte. C'era qualcosain me che mi impediva di entrare in uno stato d'animo indagatore o perplcsso. Non aspiravo consapevolmente a tornare da don Juan e don Genaro, ma neppure escludevo quella possibiliti. Un giorno, comunque,senzache ci avessiminimamentepensato prima, semplicementesentii che era il momento di vederli. In passato, ogni volta che ero stato sul punto di partire per il Messico, avevo avuto I'impressioned'avere mille importanti e urgenti domande da porre a don Juan; questavolta la mia mente era vuota. Era come se

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dopo aver lavorato sui miei appunti mi fossi svuotato del passatoe preparato al presentedel mondo di don Juan e don Genaro. Dovetti aspettare solo poche ore prima che don "trovasse" nel mercato di una cittadina sulle Juan mi rnontagnc dcl Messico centrale. Mi salutd con enorme affetto e con noncuranza avanzd una proposta. Prima di arrivare da don Genaro, avrebbe avuro voglia di fare una visita agli apprendisti di don Genaro sresso,Pablito e Nestor. QuanJo lasciai I'dutostrada mi disse di fare molta attenzionea ogni immagine inconsuetaai margini della via o sulla via stessa.Gli chiesi di fornirmi qualche indizio pit preciso a proposito di quello che aveva in mente. .. Non posso>rrispose. ,rll nagaal non ha bisogno di indizi precisi.,, Per reazioneistintiva alla sua risposta, rallentai. Egli rise forte e con la mano mi fece cenno di continuare a guidare. Quando ci awicinammo alla citti in cui vivevano Pablito e Nestor, don Juan mi disse di fermare I'automobile. Mosse impercettibilmenteil mento per indicare un gruppo di massi di media grandeza sul lato sinistro della strada. ., Ecco il nagaal, disse in un sussurro. Non c'era nessunoin giro. Mi aspettavo di vederc don Genaro. Guardai di nuovo verso i massi e scnrtai tutt'intorno. Non c'era nulla in vista. Mi sforzai di vedere se apperiva qualcosa di inconsueto, un animaletto, Lul insetto, un'ombra, una forma strana delle pietre. Dopo un momento smisi e mi voltai verso don Juan. Ressesenza sorridere il mio sguardo interrogativo e poi mi spinse delicatamenteil braccio con il dorso della mano, perchd 294

tornassia guardareversoi massi.Li fissai;don Juanscese dalla macchinae mi dissedi seguirloe di esaminarli. Avanzammolentamentesul lievc pendio per sessanta o settantayarde versola basedei massi.Li don Juan sostdun attimo e mi sussurrdall'orecchiodestro che il "nagual" mi aspettavaproprio in quel luogo. Gli dissi che, per quanto mi sforzassi,tutto cid che riuscivo a distinguereerano le pietre, pochi ciuffi d'erba e qualche cactus.Egli tunavia insistette:il "nagual" era lt e mi asPeftava. Mi ordind di sedermi,interrompereil dialogo interno e teneregli occhi,senzametterli a fuoco,sullasommiti dei massi.Si sedettevicino a mc e, awicinando la boccaal mio orecchiodestromi sussurrdche il "nagual" mi aveva visto, era li sebbenenon potessivederlo; il fatto era, soltanto,che non riuscivoa interromperecompletamenteil dialogo intcrno. Udii in stato di silenzio interno ogni parola che pronunciava.Capivo ogni cosa, ma ero incapacedi rispondere;lo sforzo necessariopcr pensaree parlare mi sarebbestato impossibile.Le mie propri reazioni alle alle sue osservazioni non erano veri e propri pensieri, ma complete uniti di sentire, dotate di tuttc le allusioni di significato che solitamente associavo con il pensare. Don Juan sussurrd che era molto difficile awiarsi da soli sulla via che conducevaal "nagual"; dovevo ritenermi fortunato d'esserestato spinto dalla farfalla e dal suo canto. Disse che fissandola memoria sul "richiamo della farfalle" potevo farla tornare in mio aiuto. Le sue parole esercitaronouna suggestioneirresistibile, o forse io evocai il fenomeno di percezioneche egli definiva il "richiamo della farfalla", poichd non appcna mi ebbe sussrurato quella frase lo straordinario suono

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battente si fece udire. Era cosi intenso che ebbi I'impressione di ffovarmi dentro un locale con un effetto di eco. Mentre il suono diveniva pii forte o pii vicino, mi accorsi anche,in stato di semi-sogno,che qualcosasi muoveva sulla sommiti dei massi.Il movimento mi spavenrd cllmcnte, che subito riacquistai consapevolezza lucidissima. Misi a fuoco gli occhi sui massi.Don Genaro era seduto in cima a uno di essi! Facevaciondolare i piedi, e con i tacchi'delle scarpebatteva sulla pietra, producendo un suono ritmico che sembravasincronizzatocon il "richiamo della farfalla". Sorrise e agitb la mano verso di me. Volevo pensarerazionalmente.Provavo una sensazione di curiositi, un desideriodi capire comg fossearrivato li, o. di capire il modo in cui io 1o vedevo li; ma non nusclvo a lmpegnare la mia ragione. Non potevo far altro che guardarlo mentre sorrideva e agitava la mano. Dopo un momento, parve prepararsia scivolaregii dal masso rotondo. Lo vidi irrigidire le gambe, tener pronti i piedi per I'urto con il terreno duro e inarcare il dorso fin quasi a toccarela superficiedel masso,per acquistare slancio. Ma a meti della discesail suo corpo si fermd. Ebbi I'impressioneche fossein difficolti. Scalcid un paio di volte, con entrambele gambe, come se stesse a galla sull'acqua. Parve cercare di liberarsi da qualcosa che I'aveva preso per il fondo dei pantaloni. Si fregd freneticamente il sederecon ambo le mani. Mi dava veramente I'impressionerchequalcosplo tormentasse.Avrei voluto correre ad aiutarlo, ma don Juan mi tenne per il braccio. to udii che mi diceva, mezzosoffocato dal ridere: .. Guardatelo! Guardatelo! ,, Don Genaro scalcid, contorse il corpo, si dimend da una parte e dall'altra come per liberarsi da un chiodo; 296

poi udii uno schioccosonoro ed egli scivold o fu lanciato ncl punto in cui ci trovavamo io e don Juan. Atterrd in piedi, di fronte a me, a poca distanza.Si fregd il sedere t;rltando in su e in gii come in una danza di dolore, urlando bestemmie. ,, La pietra non voleva lasciarmiandaree mi ha preso per il sedere,r mi disse in tono vergognoso. Provai una sensazionestraordinaria di gioia. Risi sonoramente.Mi accorsiche la mia allegria era pari alla chiarczzadella mia mente.'Mi ritrovai in uno stato di consapevolezzaperfetta. Ogni cosa intorno a me era chiara come il cristallo. Prima ero stato sonnolentoo asscntc a causadel mio silenzio interno. Ma poi qualcosa ncll'improvvisa comparsa di don Gerraro avevi creato runostato di grande luciditi. Don Genaro continud per un po' a fregarsi il sedere c a saltarc; poi zoppicd fino alla mia macchina,apri lo sportello e si infild sul sedile posteriore. Istintivamentemi girai per parlare a. don Juan. Non Io si vedeva da nessunaparte. Mi misi a chiamarloforte. Don Genaro usci dalla macchinae comincid a correre in ccrchio tutt'intorno, chiamando anche lui don Juan per nome, stridulo e frenetico. Solo allora, quando lo guardai, mi accorsiche mi stava facendoil verso. Ebbi un attacco cosi intenso di paura, ritrovandomi solo con don Genaro, che corsi tre o quattro volte, automaticamente, intorno all'automobile,gridando il nome di don Juan. Don Genaro disseche dovevamo andare a prendere Pablito e Nestor, e che don Juan ci. avrebbeaspettatoin qualcheposto lungo la via. Dopo aver superato il terrore iniziale, gli dissi che cro lieto di vederlo. Mi presein giro per la mia reazione. Osservd che per me don Juan non era come un padre, 297


ma piuttosto come una mamma. Fece sulle "mamme" dei giochi di parole e delle considerazioniche strappavano le risa. Ridevo cosi forte che non mi accorsid'essere amivato alla casa di Pablito. Don Genaro mi disse di frenare,sceseddla macchina.Pablito era sulla porta di casa.Arrivd di corsa ed entrd in macchina,sedendosi davanti,vicino a me. <.Andiamosubito da Nestorr dissecome se avesse molta fretta. Mi girai a guardaredon Genaro.Non c'era.Pablito mi implord di fare in frera. Giungemmoalla casadi Nestor. Anche lui aspettava sulla porta. Scendemmodall'automobile.Ebbi la sensazioneche entrambisapessero cosastavaper succedere. oDove andiamoadesso?r,chiesi. n Genaronon ve lha detto?o mi domanddincredulo Pablito. Gli garantii che n6 don Juannâ‚Źdon Genaromi avevano fano cenno di nulla. <Andiamo in un luogo di potere' dissePablito. aCosa andiamoa fare ll?" domandai. Entrambi disseroall'unisonoche non lo sapevano. Nestor aggiunseche don Genarogli avcva dctto di guidarmi in quel luogo. aVenite dalla casadi Genaro?nchiesePablito. Riferii che ero stato con don Juan,che avevamouovato per via don Genaroe chc don Juanmi avâ‚Źvalasciato con lui. oDov'd andato don Genaro?o domandaia Pablito. Ma Pablito non sapevadi cosastessiparlando.Lui non aveva visto don Genaro nella mia macchina. 298

o E venuto in automobilccon me fino a casavo' strao dissi. .. Credo che avestei nagaal nella macchinao disse Nestor in tono impaurito. Non volle sedirsi dietro e si schiaccidcon Pablito sul sedileanteriore. Viaggiammo in silenzio,a parte le brevi parole di Nestorper mostrarmila strada. Avrei voluto pensarea quanto era accadutoal manino, ma in qualchemodo sapevoche ogni tentativo di spiegazione iarebbe stato da parte mia uno sterileindulNestor e Pablito; dissegere.Cercai di far chiacchierare ro che dentro la macchinaerano troPPo nervosi e non riuscivanoa parlare.La loro rispostacosi candidami fu gradita, e non insistetti pit. Dopo pit di un'ora di viaggio parcheggiaila macchina in une strada lateralee ci arrampicammosu Per una montagnaripidJ. Camminammoin silenzioper un'altra ora o quasi,con Nestor in testa,poi ci fermammo ai piedi di un grandedirupo chesalivaquasiverticale per pit di duecentopiedi. Con gli occhi socchiusi,Neitor esamindil suolo in cercadi un posto adatto Per sederci. Ero penosamenteconsapevoledella goffaggine dei suoi movimenti esplorativi.'Pablito, vicino a me' parve pit volte sul punto di inuomettersie di correggerlo, ma si frend e si rilassd.Poi Nestor scelseun Posto, dopo un attimo di csitazione.Pablito respird sollevato. Sapevoche il posto sceltoda Nestor era quello giusto, non riuscivoa capirecome1osapevo.Mi immersinel -i falso problemadi immaginarequalePostoawei sceltose fossistato io a guidarli. Ma non riusciinePPurea cominciare a congctnuaresulla procedurache avrei seguito. EvidentementePablito era consapevoledi quel c-hestavo facendo. 299


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o Voi non potete farlo mi sussurrd ' Risi imbarazzato,come se mi avessecdlto mentre facevo qualcosadi illecito. Anche Pablito rise e disseche don Genaro percorreva sempre le montagne con loro due. e di tanto in tanto affidava all'uno o all'altro la funzione di guida: sapevaquindi che non era possibileimmaginare la scelta di uno. .. Genaro dice che non t possibileimmaginarlo perch6 ci sono soltanto sceltegiuste o sceltesbagliate,r mi disse.., Se fate una sceltasbagliata,il vostro corpo lo sa, e cosi si comporta anche il corpo di chiunquealtro; ma anche se fate una sceltagiusta il corpo lo sa, si rilassa,e dimentica subito che c'era una scelta. Voi ricaricate il corpot capite?, come un fucile, per la scelta successiva. Sc volete usaredi nuovo il vostro corpo per fare la stessa scelta, quello non agisce.r, Nestor mi guardava; evidentementelo incuriosiva che prindessi appunri. Annui, come per confermare le parole di Pablito, e per la prima volta sorrise.Aveva due denti superiori storti. Pablito spiegd che Nestor non era scorteseo cupo, ma solo vergognosoper i suoi denti: per questo non rideva mai. Nestor rise, coprendosila bocca con la mano. Gli dissi che avrei potuto mandarlo da un dentista a farsi raddrizzarei denti. Preseroil mio consiglio come uno scherzoe si misero a ridere come bambini. ., Genaro dice che Nestor deve superareda solo la sua vergogna, aggiunsePablito. .. Dice inoltre che lui d fortunato; mentre tutti gli altri addentano nello stesso modo, Nestor pud scarnificareun osso per il lungo con i suoi fbrti denti storti, e pud farvi un buco nel dito, come con un chiodo. " Nestor apri la bocca e mi fecevederei denti. L'incisivo c il canino di sinistra erano cresciutilateralmerrte.Fe300

cc striderei denti e ringhid comeun cane.Finsepoi due o tre volte di awentarsi sri di noi. Pablito rideva. Non avevo mai visto Nestor cosi allegro. Le poche volte in cui ci eravamo incontrati nel passato, mi aveva dato I'impressioned'esseredi mezza eti. Ora, mentre sorrideva con i suoi denti storti, dot'etti meravigliarmi tlel suo aspetto giovane. Sembravaun uomo di una ventina d'anni.

Di nuovo Pablito mi lessenel pensierodla perfe7_rone.

.. Sta perdendo la sua presunzione,, disse. o Per questo d pii giovane.> Nestor annui e senza dir parola fece una sonorissima scoreggia.Trasalii e lasciai caderela matita. Pablito e Nestor ridevano da morire. Quando si furono calmati, Nestor mi venne vicino e mi mostrd un congegno che produceva un suono specialese lo 3i premeva con la mano. Mi disseche don Genaro gli aveva insegnatoa fabbricarlo. L'arnese aveva un minuscolo sof6etto; il vibratore poteva essereuna qualsiasifoglia, collocata in una fenditura ma i due pezzi di legno che fungevano da compressori.'Nestorspiegd che il tipo di suono dipendeva dal genere di foglia che si usava come vibratore. Volle che provassi anch'io, e mi insegnda pigiare i compressoriper produrre un dato suono, e ad aprirli per ottenerne un altro. ..Per cosa lo usate?" chiesi. Si scambiaronoun'occhiata. E il suo cattura-spiriti, sciocco! ,, disse tagliente " Pablito. Il suo tono era irritato, ma il suo sorrisc cordiale. Entrambi erano una strana e snervante mescolanzadi don Genaro c di don Juan. 301


Fui colto da un pensieroorribile. Erano don Juan e don Genaroche mi stavanogiocandoun tiro? Ebbi un attimo di terrore esmrmo. Ma qualcosascattd nel mio stomaco, e bruscamentetornai calmo. Capii che Pablito e Nestor prendevano don Genaro e don Juan a modelli di comportamento.Avevo scoperto.che anch'io mi comportavo sempre piri a loro somiglianza. Pablito disse che Nestor era fortunato ad avere un cattura-spiriti; lui invece non ne possedevauno.

oCosa faremoqui?" chiesia Pablito. RisposeNestor, ceme se mi fossi rivolto a lui. o Genaro mi ha detto che dobbiamo aspettarlo qui,

c che nell'attesadobbiamoridere e divertirci.r, ,,Quanto pensateche dovremoaspettare?"gli do, mandai. Non rispose; scossela testa e guardd interrogativo Pablito. <.Non ne ho idea dissePablito. ' Ci mettemmoa chiacchierare animatamenre : parlavamo delle sorelledi Pablito. Nestor lo stuzzicava:la suasorellamaggiore,disse,avevauno sguardocosi feroce che poteva amm zzarei pidocchi con gli occhi. Aggiunse che Pablito aveva paura di lei perch6.r" t"rrio forte che una volta in un impeto di rabbia gli aveva strappatoun ciuffo di capelli come se fosseropiume di pollo. Pablito ammiseche la suasorellamaggioreera stera una belva; disseperd che il "na.gual" I'aveva sistematae rimessain carreggiata.Dopo che mi ebbe raccontato come era stata costretta a comportarsi, mi resi conto che Pablito e Nestor non menzionavano mai il nome di don Juan, ma parlavano di lui co.medel "nagual". Evidentemente don Juan cra intervenuto nell'esistenzadi Pablito, ,02

costringendole sue sorellea vivere in modo pii armonioso.Pablito disseche,dopo I'interventodel "nagual", "' eranodiventatedelle sante. Nestor volle saperecosafacevo con i miei appunti. Gli spiegaiil mio lavoro. Avevo la stranasensazione che fosserodawero interessatia quantodicevo,e mi misi a parlaredi antropologiae di filosofia.Mi sentivoridicolo e avrei voluto smettere,ma mi trovavo imrnersonella spiegazione e incapacedi abbreviare.Mi sembrava, e ne cro turbato,cheentrambi,.dicomuneaccordo,mi stcssero in qualchemodo costringendoa proseguirein quella prolissaspiegazione. Avevanogli occhi fissi su di me. Non parevanoannoiatio stanchi. Ero a meti di un'osservazione, quandoudii il debo"richiamo le suonodel della farfalla". Il mio corpo si irrigidi e non terminaila frase. .. Ecco il nagual> dissi automaticamente. Nestor e Pablito si scambiaronoun'occhiatache pensiifossedi puro terroree mi balzaronoai fianchi.Avevanola boccaaperta.Sembravano bambiniimpauriti. Provai poi un'inconcepibileesperienza sensoria.Il mio orecchiosinistro comincid a muoversi.Sentii che stava spingendo.Praticamentefece fare alla mia testa un mezzo giro, 6nch6 mi trovai con il viso rivolto a quello che credevofosseI'est. La mia testa s'inclind leggermente a destra; in quella posizioneriuscivo a cogliere I'intenso suono battente del "richiamo della farfalla". Echeggiava come da molto lontano, da nord-est. Quando ne ebbi scopertola direzione, il mio orecchio colseun'incredibile quantiti di suoni. Non avevo modo di sapere,perd, se fosseroricordi di suoni che gii avevo udito, o veri suoni, prodotti in quel preciso momento. Ci trovavamo sullo scabro pendio occidentale di

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una catena di monti. Verso nord-est c'erano ciuffi di alberi e macchie di arbusti montani. Il mio orecchio sembrava cogliere il suono di qualcosa che si muoveva pesantementesulle rocce, proveniente da quella direzione. Nestor e Pablito imitavano i miei gesti o udivano essistessii medesimisuoni. Mi sarebbepiaciuto chiederglielo, ma non osavo; o forse non ero capacedi interrompere la mia concentrazione. Nestor e Pablito si rannicchiarono contro di me, ai miei fianchi, quando il suono divenne pii forte e vicino. Nestor sembrava il pin turbato; il suo corpo tremava senza controllo. A un certo momento il mio braccio destro comincid ad agitarsi; indipendentemente dalla mia volonti, si sollevd 6n quasi al livello del viso e poi indicd una macchia di cespugli. Udii un suono vibrante o un rombo: era per me un suono familiare. dnni prima, I'avevo udito mentre ero sotto I'influenza di una pianta psicotropa. Scoprii fra i cespugliuna gigantescasagoma nera. Era come se i cespuglistessidivenisserogradualmente pii scuri, fino a trasformarsi in un nero sinistro. Non aveva forma definita. ma si muoveva. Sembrava respirare.Udii un grido agghiacciante,che si mescoldalI'urlo di terrore di Pablito e di.Nestor; e i cespugli,o la sagoma nera in cui s'erano trasformati, volarono verso di noi. Non riuscii a restare impassibile. Qualcosa in me vacilld. La sagomanera dapprima si librd su di noi, poi ci inghiotti. Intorno a noi la luce divenne opaca..Comese il sole fosse calato, o come se tutto d'un tratto fossegiunto il crepuscolo.Sentii sotto le ascellele teste di Nestor e di Pablito; stesi le braccia sulle loro tesre, in un involontario gesto di protezione, e caddi, ruotando all'indietro. Non raggiunsi perd il suolo roccioso, perch6 un atti304

mo dopo mi ritrovai in piedi, fiancheggiatoda Pablito e da Nestor.Entrambi,per quantopii alti di me, sembravano essersiraggrinziti; piegavanole gambee la schiena tanto da risultarepii bassidi me: mi stavanosotto le braccia. Don Juan e don Genaroerano di fronte a noi. Gli occhi di don Genaroscintillavanocomequelli di un gatto nellanotte. Lo stessoscintillionegli occli di don ]uan. Non avevo mai visto don Juancosi. Era veramentesPaventoso.Pin di don Genaro.Sembravapit giovanedel sconvolsolito. Guardandoentrambiebbi .la sensazione genteche non fosserouomini come me. Pablito e Nestor piagnucolavanopiano. Poi don Genaro disseche eravamoI'immaginedella Triniti. Io ero il Padre,Pablito il Figlio e Nestor lo Spirito Santo. Don Juane don Genaroriserotonanti. Pablito e Nestor feceroun mite sorriso. Don Genaro disseche dovevamoscioglierci,per.cJr6 gli abbraccieranopermessisolo fra un uomo e una donna, o fra un uomo e il suo asino. Mi accorsiche ero in piedi nel mcdesimopunto di prima, e che evidentementenon ero ruotato all'iridietro comepensavo.Anche Nestor e Pablito si rovavano nel posto di prima. Don Genarofeceun cennocol capoa Pablito e Nestor. Don Juan mi indicd di imitarli. Nestor preseil comando e fece vederea me e a Pablito dove dovevamo sederci.Ci disponemmoin linea retta, a circa cinquanta yarde dal punto in cui don Juane don Genarorestavano immobili, alla basedei dirupi. Mentre continuavoa fisdi mettersarli, i miei occhi involontariamentecessarono li a fuoco. Sapevodi avere gli occhi incociati, poichâ‚Ź vedevoquattro di loro. Poi I'immaginedi don juan del 30t


mio occhio sinisuo si sovrapposeall'immagine di don Genaro del mio occhio destro; risultato di questafusione fu che vidi un essereiridescentetra don Juan e don Genaro.Non era un uomo, o almenonon avevaI'aspctto con cui solitamentevedevogli uomini. Era una palla di fuoco bianco; la rivestiva qualcosadi simile a fibre di luce. Scossila testa; I'immagineche si era creatapcr sovrapposizione svani, ma don Juan e don Gcnaro continuarono a mostrarmisi come esseriluminosi. Avevo dinanzi agli occhi due oggetti allungati,luminosi. Sembravanopalloni da calcio bianco-iridescenri, con fibre: fibre che emanavano luce propria. I due esseriluminosi furono percorsida un fremito; vidi le loro fibre agitarsi:poi rotearonovia. Furonotirati da un lungo filamento,quasiuna ragnatela,che parvc protendersidalla sommiti dei dirupi e sollevarli.Percepii tutta la sequenzacon gli occhi e con I'intero corpo. Fui anche in grado di notare enormi dispariti nel mio modo di percepire,ma ero incapacedi riflettervi come avrei fatto di solito. Ero dunqueconsapevolechc stavo guardandodritto verso la base dei dirupi, e chc tuttavia vedevo don ]uan e don Genarosulla sommitl, comese avessiinclinato la testadi quarantacinque gradi. Avrei voluto sentirmispaventato,magari coprirmi il viso e piangere,o comunquereagireal mio modo consueto. Ma mi sembravadi esserebloccato. I miei desideri non erano pensieri - non appaftcnevanoalla categoria "pensieri" che conoscevo-, e non evocavanola rispostaeinotiva che ero solito provocarein me stesso. Don Juan e don Genaro ricadderoal suolo. Ne fui consapevolepoich6provai nello stomacoun sensostruggentedi caduta, Don Genaro restd dov'era caduto, ma don Juan ,06

vennâ‚Źverso di noi e si sedemedietro di me, alla mia destra. Nestor era accovacciato:le gambepiegateconuo il pefto, il mentosul palmo dellemani, gli avambracciptrntati sullecosce.Pablito Sedevacon il corpo un po'piegato in avanti, le mani sul petto. Mi accorsipoi che avevo postogli avambraccisulla zona dell'ombclicoe mi smingevo la pelle dci fianchi da una parte e dell'alma.Mi afferravo i fianchi tanto forte da farmi male. Don Juan mormord secco,rivolgendosia tutti noi: ,, Dovete fissarelo sguardcrsul nagtal. Tuni i pensierie le parole devono esserelavati via p. Ripet6cinqueo sei voltc le stessepa'role.Aveva una voce strana, che mi era ignota; mi dava la sensazione concretadi scagliedi lucertola. Questasimilitudine era non un pensicrocosciente.OS"i suaPauna sensazione, rola raschiavaicome una scaglia;c'era in esseun ritmo che faceva rabbrividire; erano smorzate,secche,come leggericolpi di tosse;un mormorio ritmico che divcniva un comando. Don Genaro restava immobile. Quando lo fissai, tornai a incrociareinvolontariamentegli occhi. Cosl vidi di nuovo una luminositi strananel corpo di don Genaro. I miei occhi.cominciavanoa chiudersio a lacrimare. Don Juan vennein mio aiuto. Udii che ordinava di non incrociaregli occhi. Sentii un leggero colpo sulla testa. Mi avevacolpito con un piccolo ciottolo. Doveva anche aver colpito Nestor e Pablito; udii il nrmore degli altri ciottoli che rimbalzavanosulle rocce. una stranaposizionedi danza. Don Genaroassunse Aveva le ginocchia piegate, le braccia Proteselateralmente,le dita tesee allargate.Parevasul punto di piroettare; eseguiinfatti una mezzapiroetta e poi fu sollevato in alto. Ebbi la netta percezioneche fossestato tirato dal 307


filamento di un gigantescobruco, che sollevd il suo corpo fino alla cima dei dirupi. La mia percezionedel suo movimento ascendenteera una strana mescolanzadi sensazioni visive e corporee.Per meti vidi, per meti sentii con il resto del corpo la sua ascesa.Lo tirava verso I'alto qualcosache vedevo-o sentivo come un filo o come una quasi impercettibilelinea di luce. Non vidi la sua ascesa al modo in cui avrei potuto seguirecon gli occhi un uccello in volo. Nel suo moto non c'era sequenzalineare. Non dovetti sollevare la testa per mantenerlo nel mio campo visivo. Vidi il filo che lo tirava, poi sentii il suo movimento nel mio corpo, o. con il mio corpo, e nell'istante successivoegli si trovd alla sommiti dei dirupi, centinaia di piedi pit in alto. Dopo pochi minuti don Genaro cadde a capofitto. Sentii la sua caduta e involontariamente emisi un gemito Don Genaro ripet6 altre tre volte la sua impresa.Ogni volta, la mia percezionesi sintonizzd.Durante il suo ultimil 'salto verso I'alto potei distinguere chiaramente una serie di linee che emanavanodal suo tronco, e capii che egli smva per salire o per scenderetosservandoil modo in cui si muovevano quelle linee. Quando stava per saltarein alto, Ie linee si curvavanoverso I'alto; I'opposto accadevaquando stava per saltarein basso; le linee si curvavano in su e in gii. Dopo il quarto salto don Genaro venne verso di noi e si sedettedietro Pablito e Nestor. Poi don Juan avanzd e si fermd. ritto in piedi, nel punto in cui era stato don Genaro. Rimase per un po' immobile. Don Genaro imparti brevi istruzidni a Pablito'e a Nestor. Non capii le sue parole. Li fissai e vidi che don Genaro aveva fatto prenderea ciascunodei due una pietra: si premetterola 308

dopietra pietra vicino all'ombelico. all'ombelico. Avrei voluto sapere se dovcvo imitarli anch'io, quando egli mi disse che per me .luella precauzionenon era necessaria:dovevo comunque tenereuna pietra a portata di mano, per I'eventualiti che mi sentissimale. Don Genaro protese il mento per indicarmi chc dovevo fissare don Juan, poi pronuncid qualcosadi inintelligibile; lo ripet6, e sebbenenon avessi capito le sue parole, seppi che era piri o meno la stessa formula pronunciatada don Juan. Lc parole non avevano importanza: cid che contava era il ritmo, il tono secco, quasi di colpi di tosse. Ebbi la certe::zache il linguaggio cui licorlcv:t don Genaro, qualunqucfbsse.risultasscpiir ;rppropriato dello spagnolo per il suo staccato. Don ]uan dapprima fece esattamentequel che aveva fatto don Genaro; poi, perd, invece di salire verso I'alto, piroettd come un ginnasta.Mi aspettavosemi-coscientemente che ricadessea terra, in piedi. Ma non fu cosi. Il suo corpo continud a piroettare a poca distanzadal suolo. I cerchi erano dapprima rapidissimi,poi rallentarono. Dal punto in cui mi trovavo potevo vedere il corpo di clon Juan.appeso,come gii quello di don Genaro, a un 6lo di luce. Roteava piano, come per permettercidi osservarlobene. Poi comincid a salire; acquistdsemprepiri a.lcezza,finchd raggiunsela cima dei dirupi. Don Juan stava ondeggiando nell'aria come se non avesseavuto peso. I suoi giri erano lenti ed evocavanoI'immagine di un astronautanello spazio, che stesseroteando in assenza di graviti. Guardandolo mi sentii venire il capogiro. La mia sensazionedi malesscreparve far scattaredon Juan, che presea roteare a grande velociti. Si allontanava dai dirupi, e quanto pii acquistavavelociti tanto pit mi sentivo male. Afferrai la pietra e me la misi sullo stomaco.La

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schiacciaicontro il corpo pi[ forte possibile.Il suo tocco mi diede un po' di sollievo. L'atro di prenderela pietra e stringermelaconro mi offri una pausamomentanca. Sebbenenon avessidistolto gli occhi da don Juan, avevo interrotto la mia concentrazione. Prima di cercare la pietra avevo notato che la velocitl acquistatadal corpo di don Juan roteantenell'aria rendevaconfirsala sua immagine;pareva un disco rotanrer e poi una luce drc girava in cerchio. Dopo che mi fui posto la pictra sul corpo, la suaveloiiti diminui; sembravaun cappelloondeggiantenell'aria, rur aquilone che andava in su e in git. Il movimento dell'aquiloneera ancor pit sconvolgente. Non riuscii pit a dominareil malesscre.Udii un battito d'ali e dopo un momenrodi incertczzacapii c.he era finito. Mi sentivocosi male e cosi stancochemi sdraiaiper dormire. Dovetti essermiassopitoper un artimo. Aprii gli occhi quando qualcunomi scosseil braccio.Era Pablito. Mi dissein tono freneticoche non potevo dormire, altrimenti tutti sareinmomorri. Insistette:bisognava che ce ne andassimoimmediaramente, anchese ci fossimo dovuti trascinarea quatuo gambe.Sembravaanche lui fisicamenteesausto.Mi pareva,perd, che dovessimo passareli tutta la notte. L'idea di camminarefino all'automobile nelle tenebremi spaventava.Cercai di convincere Pablito, che stava facendosiancor pit frenetico. Nestor stava cosi male da essereindifferente. Pablito si sedette,assolutamente disperato.Feci uno sforzo per coordinarei miei pensieri.Fra piuttosto buio, sebbenesi riuscisseroancoraa distinguerele rocceintorno. Regnava una quiete deliziosa e calmante. Godetti pienamente queli'istante, ma d'improwiso 64srlii; avc-

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vo udito il rumore lontano di un ramo spezzato.Istintivamentemi volsi versoFablito. Sembravasaperecid dre mi era successo. Afferrammo Nestor sotto le ascellee lo tirammo su. Trascinandolo,ci mettemmoa correre.Solo lui sapcvala suada. Ci dava di tanto in tanto brevi ordini. Non badavo a quello che stavamofacendo.La mia attenzioneera concentratasul mio orecchiosinistro,che sembravaautonomo dal resto della mia persona.IJna mi cosringevd a fermarmispessoe a qualchesensazione sondarei dintorni con quell'orecchio.Seppiche qualcosa ci stava seguendo.Era qualcosadi massiccio;frantumava piccolepietre avanzando. Nestor riacquistdun certo sanguefreddo e si misea camminareda solo, appoggiandosidi tanto in tanto al braccio di Pablito. Arrivammo a un gruppo di alberi. Li c'era tenebra 6tta. Udii uno schiantoimprowiso e fortissimo. Sembrava il colpo di una frusta mostruosache sferzassele cime degli alberi. Senfii un'onda che passavamormorante in alto. Pablito e Nestor urlarono e si precipitaronovia di gran corse. Volevo fermarli. Non ero sicuro di poter correrencl buio. Ma in quell'istanteudii e sentii una serie di pesantirespiri, proprio dietro di mc. Fui colto da un terrore indescrivibile. Corremmo tutt'e tre insiemefinihe raggiungemmo I'automobile. Nestor in qualche modo ignoto riusci a guidarci. Pensavodi lasciarlialle loro casee poi di andarein un albergodella citti. Per nulla al mondo sarei andato da don Genaro; ma Nestor non voleva abbandonare I'automobile,e neppurePablito, e neppureio. Arrivamill


mo alla casadi Pablito. Lui mandd Nestor a comperare della birra e della coca cola, mentre sua madre e le sue sorelle ci preparavano da mangiare. Nestor si mise a scherzaree chiesese poteva essereaccompagnatodalla sorclla maggiore di Pablito, per I'eventualiti che cani o ubriachi lo assalissero. Pablito rise e mi disseche Nestor gli era stato af6dato. ve I'ha af6dato?" gli dornandai. "Chi o Il potere, naturalmente! r, rispose. <.I-Jnavolta Nestor era pii vecchio di me, ma Genaro gli ha fatto qualcosae ora egli d molto pii giovane.Lo vedete,no? r, ..Cos'ha fatto don Genaro?, chiesi. <.Ecco: lo ha fatto ridiventare bambino. Era troppo importante e serio. Sarebbemorto se non fosse ringiovanito.rt In Pablito c'era qualcosadi genuinamentecandido e affettuoso.La sempliciti della sua spiegazionemi sopraffaceva. Nestor era infatti pii giovane; non solo aveva un aspettopiir giovane, ma si comportava come un bambino innocente.Senzadubbio si sentiva veramentecosi. Mi prendo cura di lui proseguiPablito. .. Genaro " " dice che d un onore prendersicura di un guerriero. Nestor d un buon guerriero.r, Gli splendevanogli occhi, come a don Genaro. Mi b:rtti vigor()samcntc strllaschiena,ridendo. ,, Augurategli ogni benc, Carlitos disse... Augura', tcgli ogni bene.r, Ero molto stanco. Provai una strana ondata di malinconia, ma piacevole.Gli dissi che venivo da un luogo dove gli uomini di rado, se non mai, si auguranoa vicenda ogni bene. .. Lo so disse.<,Lo stessosuccedevaa me. Ma ades' so sono un guerriero e posso augurargli ogni bene.r,

LA STRATEGIADI UNO STREGONE

Don Juan era in casa di don Genaro quando giunsi li nella tarda mattinata. Lo salutai. o Ehi, cosavi d capitato? Genaro e io vi abbiamo aspettato tutta la norter disse. Sapevo che stava scherzando.Mi sentivo allegro e felice. Mi ero sistematicamentevietato di soffermarmi soffermarmi sugli avvenimenti di cui ero stato testimoneil giorno pri= ma. In quel momento, tuttavia, la mia curiositi divenne incontrollabile,e gli chiesi di spiegarmi. ., Oh, era soltarito una dimostrazione di tutto cid che dovete sapereprima di accederealla'spiegazionedegli stregoni, disse don juan. o Quel che avete fatto ieri ha convinto Genaro che avete accumulato sufficiente potere per, arrivare all'essenziale.Evidentemente avete scguito i suoi consigli. Ieri avete spiegatole ali della'vostra percezione.Eravate rigido, e tuttavia avete percepito tutti gli andirivieni del nagtali in altre parole: avete uisto.Inoltre, avete dato prova di qualcosache, adesso,d ancorapiti importante del aedere:del fatto che ora potetc fissareI'attenzione,senzavacillare, s,J, nagaal. Da questo dipenderi il risultato dell'ultima esperienza,la spiegazione degli stregoni. o Voi e Pablito ci arrivereteinsieme.E un dono del potere essereaccompagnatida un guerrierocosi buono. r,

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Parve chc questo fosse tutto cid che voleva dire. Dopo un momentogli chiesidi don Genaro. in giro> disse...Va per i cespuglia far Bemare "E r, le montagne. Udii in quell'istanteun rombo lontano, come un tuono atrutito. Don Juan mi guarddridendo. Mi fece sederee mi chiesese avevo mangiato.Gli dissi di si; allora mi misein mano il mio notese mi condusse'nel luogo favorito di don Genaro: una grandc roccia sul lato ovest della casa,sovrastanteun profondo burrone. ..Adessoho bisogno di tutta la vostra attenzioneD dissedon Juan...Attenzionenel sensodei guerrieri:una vera pausa,che permettaalla spiegazionedegli stregoni di saturarvicompletamente. Siamoal termine del vosuo 'cUmfito; avetericevutotutte le istruzioninecessarie ; ora dovete fermaryi, guardarvi indietro, riesaminarei gradini percorsi.Gli stregonisostengonoc"hequestoi I'unico modo per rendereil proprio acquistodurevole.Io avrci preferito dirvi tutto questonel vostro luogo di potere, ma Genarod il vostro benefattoree il suoluogo pud esservi pii vantaggiosoin un'occasione simile.,r "luogo di pomio Quello che don Juan chiamavail tere" era la sommiti di una collina nel desertodel Messico settentrioqale, c.heegli mi aveva mostrato anni prima e mi aveva "dato" perch6 fosse mia. oDevo as-coltarvisen4aprendere appunti?r, chiesi. ,. Questa t .-" faccenda .ompli.ata o rispose don Juan. o Da un lato, ho bisogno di tuna la vostra attenzione, ma dall'altro voi avete bisogno di esserecalmo e sicuro di voi. Per voi I'unico modo di restare tranquillo i scrivere; questo d dunque il momento in cui dovete dar

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prova di tutto il vosro potere personale e ottenere il risultato impossibiled'esserevoi stessosenzaesserevoi. r> Si batt6 le cosceridendo. Vi ho gii detto che io devo preoccuparmi del vo" xro tonal e Genaro del vostro nagaal> aggiunse...E stato mio dovere aiutarvi in tutto cid che concerneva il tonal: quanto ho fatto con voi, o a voi, aveva un unico scopo: ripulire e riordinare la vostra isola del tonal. i questo il mio lavoro, come Vostro insegnante.Il lavoro di Genaro, in qualiti di vostro benefattore,d di offrirvi dimostrazioni inconfutabili del nagual e indicarvi come si fa a raggiungerlo.rt ., Cosa volete dire quando parlate di ripulire e riordinare I'isola del tonal?> chiesi. ., Mi riferisco al cambiamento totale di cui vi ho parlato fin dal nostro primo incontro u rispose.c Vi ho detto innumerevolivolte che, se volete aver successosulla via del sapere,dovete cambiarein modo assolutamente drastico. Non si tratta di un cambiamentodi umore, di atteggiamentio di prospertiva; si tratta di un cambiamento che implica la trasformazione dell'isola del tonal. Questo compito I'avete eseguito.r, .<Pensateche io sia cambiato?n Don Juan esitd, poi rise rumorosamente. .. Siete idiota come sempreo disse.< E wttavia non sietepit lo stesso.Capite?" Si beffd del mio prendere appunti e disse che don Genaro gli mancava: rimpiangeva la mancanzadi don Genaro: hJi si sarebbedivertito all'assurditi del mio proposito di mettere per scritto la spiegazione degli stregoni. <,In questo punto preciso un insegnantedirebbe di consueto all'allievo che sono giunti entrambi a un bivio

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finale,, proseguidon Juan. <.Ma dire una cosasimiic sarebbe sviante. A mio parere non c'd alcun bivio finale, alcun gradino ultimo, in nulla. E siccomenon c'd alcun gradino finale, in nulla, non dovrebbe essercisegretointorno ad alcunaparte della nostra sorte di esseriluminosi. Il potere personaledecidechi pud e chi non pud trarre profitto da una rivelazione;le esperienzecon la mia gente mi hanno dimostrato che pochissimi sarebbero disposti a stare ad ascoltare; e dei pochi che ascoltano, meno ancora sarebberodisposti ad agire nel modo udito; e dei pochi disposti ad agire, rneno ancora hanno sufficiente potere personaleper trarre profitto dai loro atti. Il segreto'intorno alla spiegazione-degli strego-ni,quindi, finisce per esseresoltanto un'abitudine, e forse un'abitudine vuota come tutte le altre. In ogni caso, ora conoscetei tonal e il nagual, che " 'spiegazione sono il nucleo della degli stregoni. Cono. scerli sembrecosa del tutto innocua. Ce ne stiamo seduti qui, ne parliamo innocentementecome se fossero degli ar8omenti di conversazione comuni. Voi scrivete tranquilio come avete fatto per-anni. Il paesaggiointorno a noi d un quadro di calma. E primo pomeriggio, la giornata d bella, le montagne ci hanno creato intorno un bozzolo protettivo. Non c'd bisogno di esserestregoni per capire che questoposto, che parla del potere di Genaro, senza macchia, d il luogo pii adatto per aprire la porta; questo infatti fard oggi: aprird per voi la porta. Ma prima che andiamo oltre d necessarioun awiso leale; un insegnanteha il dovere di parlare onestanrente,e quindi awerte il discepolo che I'aspetto innocente e placido di questo momento d un miraggio, che dinanzi c'd un abissosenzafondo, e che la porta, una volta aperta, non pud essererichiusa.r,

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Tacqueper un istante. Mi sentivo lieto e felice; dal luogo favorito di don Genaro c'era una vista che toglieva il fiato. Don Juan avcva ragione; la giornata e il paesaggioerano pii che bclli. Avrei voluto preoccuparmi dei suoi ammonimenti, ma la tranquilliti, intorno mi irirpediva di farlo; mi accorsi di sperareche, forse, parlassesoltanto di pericoli nretaforici. Don Juan bruscamenteriprese a parlare. < Gli anni di duro apprendistato sono solo una prcparazione per I'incontro fatale del guerriero con ... D Fece di nuovo una pausa, guardandomi di sbieco e ridacchiando. c... con tutto cid cle si trova laggiil, di li da questo punto n disse. Gli chiesi di spiegarmi quell'affermazione inquietante.

La spiegazionedegli stregoni, che non i affatto si" mile a una spiegazione,d letale o disse. < Sembra innocua c affascinante,ma non appena il guerriero le si apre, essa tira un colpo che nessunopud parare.D Scoppid a ridere sonoramente. siate preparato al peggio, ma senza preci" Quindi, pitazione e senzapanico> aggiunse...Voi non avete alcun tempo, e tuttavia siete circondato dall'eterniti. Chc paradossoper la vostra ragione!r, Don Juan si alzd. Ripuli dai detriti una liscia concaviti della pietra e vi si sedette.comodo, con la schiena appoggiata alla roccia, rivolto a nord-ovest. Indicd anche per me un altro posto in cui potei sedcrmi comodo. Ero alla sua sinisra, rivolto andr'io a nord-ovest. La roccia era calda e mi procurava una sensazionedi serenitl, di protezione. Era una giornata mite : un vento leggero

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rendevamolto piacevoleil calore del sole pomeiidiano. Mi tolsi il cappello,ma don Juaninsistetteperch61o

rrmettessl, <.Ora siete rivolto in direzione del vostro luogo di potere n disse. .. E, ur aiuto che pud proteggervi. Oggi a-

vetebisognodi tutti gli aiuti possibili.Il cappellopud esSefne UnO. )t

.. Perch6 mi state mettendo in guardia, don Juan? Cosa succederi veramente?r, o Quello che succederi,oggi dipende dal fatto che abbiate o non abbiate sufficiente porere personale per concentrare con assoluta fermezza I'attenzione sulle ali della vosra percezione.r, I suoi occhi scintillarono. Sembravapit. eccitato di quanto I'avessi mai visto prima. Pensai che nella sua voce c'era qualcosadi inconsueto: forse un insolito nervosismo. Disse che quell'occasioneesigevache proprio li, nel luogo favorito del mio benefattore, egli, don Juan, mi ricordassetutti i passi compiuti nella lotta per aiutarmi a ripulire e riordinare la mia isola del "tonal". La sua ricapitolazione fu meticolosa, e prese quasi cinque ore. In modo brillante e nitido mi diede un resoconto di tutto quanto aveva fatto dal giorno del nostro primo incontro. Pareva che una diga si fosserotta. Le sue rivelazioni mi colsero completamentealla sprowista. Ero abituato a far la parte dell'indagatore aggressivo; ora, quindi, sentire don Juan - che era semprestato la controparte riluttante - spiegarmi tutti i punti del suo insegnamento in modo cosi accademico,risultava non meno stupefacente che vederlo indossareun complero, come a Citti del Messico. Il suo dominio della lingua, la calcolata e drammatica distribuzione del discorso, la scelta delle pa318

role, erano cosi straordinari che non riuscivo a giustificarli razionalmente. Dissc c"hea quel punto I'insegnante doveva parlare al singolo guerriero in termini Particolari, e che il suo modo di esprimersi,la chiarezzadella spiegazione, facevano parte del suo ultimo trucco: solo alla 6ne tutto cid che egli aveva fatto avrebbe acquistato significato per me. Par,ld senze intcrrompersi finch6 non fu giunto al termine della sua ricapitolazione. E io' senza il minimo sforzo cosciente, scrissi tutto cid che diceva. r. Prima di rutto vi dird che un insegnante non va mai in cerca di apprendisti, e che nessunopud sollecitare I'insegnamento))comincid don Juan. oC'd sempre un segno che indica I'apprendista. Un guerriero cJresi uovi nella posizione di divenire un insegnantedev'esseresempre pronto a cogliere il suo centimetro cubo di occasione. Io vi ho aisto poco prima che ci inconrassimo; avevate un buorl tonal, come quelle laga7z;aa Cittl del Messico. Dopo avervi aisto,ho asPettato, proprio come abbiamo fatto con le ragazzaquclla notte nel giardino. La ragazzapassd senza dedicarci attenzione. Ma voi mi siete stato portato da un uomo che d corso via dopo aver balbettato stupidaggini. Siete rimasto li, di fronte a me' balbettando anche voi stupidaggini. Ho capito che dovevo agire rapidamente e agganciarvi; lo stesso avreste vi avesserivolto la padovuto fare voi, se quella l:.gaz;;za rola. Quello che io feci fu afferrarvi con la mia aolontii-,, Don Juan alludeva al modb straordinario in cui mi aveva guardato, il giorno del nostro primo incontro. Aveva fissato lo sguardo su di me, ed io avevo Provato una sensazioneinesplicabiledi vacuiti o torpore. Non potevo scoprire alcuna spiegaziorlelogica per quella reazione; avevo semprecreduto d'esseretornato a cercarlo, 319


dal dopo il primo incontro,solo perch6ero ossessionato suo sguardo. ,. Per me era il modo pii rapido di agganciarvi ' disse.o Era un colpo diretto, per il vostro tmral.Lo intorpidii concentrandosu di essola mia aolontd.n ..Come avete fatto?o ., Lo sguardo dcl guerriero si posa sull'occhio destro dell'altra persona disse don Juan. <tE tutto cid che de' ve fare d interrompere il dialogo interno: allora I nagtal prende il soprawento. Qui d il pericolo della faccenda. Se il nagaa/ prevale, anche solo per un istante, non si possono descriverele sensazionichc il corpo prova. So che pen ore e ore avete cercato di rendervi conto di quanto'sentivate,e cJrefino ad oggi non siete riuscito a farlo. Io perd avevo ottenuto quel che mi proponevo. Vi avevo agganciato.r> Gli dissi che lo ricordavo ancora in atto di fissarmi. .. Lo sguardo rivolto sull'occhio destro non t solo uno sguardo fissoo egli spiegd. q E *" vera e propria azione di afferrare con ferza, che si compie a$raverso I'occhio fissato. In altre parole: si afferra qualcosa chc sta dietro I'occhio. Si ha la concreta sensazionefisica di tenere qualcosacon la aolontd.n Si grattd la testa, inclinando il cappello verso la fronte, sul viso. <.Questo naturalmente d solo un modo di dire, prosegui. o Un modo di spiegare sensazionifisiche misteriose.o Mi ordind di smettere di scrivere e di guardarlo. Dissc che avrebbe "afferrato" delicatamenteil mio "tonal" con la sua "volonti". La sensazioneche provai fu una replica di quanto avevo sperimentato il giorno del nostro primo incontro, e anche in altre occasioni, quan,20

do don Juan mi aveva fatto sentire che i suoi occhi mi toccavano dawero, in senso fisico. .. Ma come riuscite a farmi sentire che mi state roccando, don Juan? Come fate?o chiesi. <.Non d possibile descrivereesattamentecome si fa disse. o Qualcosa scatta in avanti dalla zona sotto lo ' stomaco; e questoqualcosaha una direzionee pud essere concentratosu cid che si vuole.r, Provai di nuovo la scnsazioneche leggere pinzette stringesserouna parte indefinita di me. .. Funziona solo quando il guerriero ha imparato a concentrarela sua uolontd> spiegd don Juan, dopo aver distolto gli occhi. ., Non i possibile allenarsi a farlo, e per questo non ne ho suggerito o incoraggiato I'uso. A un certo momento della vita del guerriero, accade,semplicemente.Nessuno sa come.)) Tacque per un attimo. Mi sentivo estremamenteinquieto. D'improvviso don Juan ricomincid. ,.Il segreto i nell'occhio sinistroo disse. . Quando il guerriero progrediscesulla via del sapere,il ,.ruoocchio sinistro pud afferrare qualsiasicosa. Di solito I'occhio sinistro di un guerriero ha un aspetto strano, talvolta i semprestorto, o divcnta pir) piccolo o piri grande dell'altro, o in qualche modo diverso.r, Mi fissd e per scherzofece finta di esaminareil mio trcchio sinistro. Scossela testa con comica disapprovazione, ridacchiando. ,, (Jna volta che I'apprcndista i stato agganciato, comincia I'isruzione prosegui. Il primo compito del' " l'insegnanted far capire che il mondo che pensiamodi vedere i solo un'immagine, una descrizionedel mondo. Ogni sfono dell'insegnantemira a dimostrare questo punto all'apprendista.Ma accettarlo sembra essereuna delle cose piil difficili; noi ci compiacciamodi una no321


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stra particolareimmagine del mondo, c.heci induce a sentiree ad agire come se del mondo conoscessimo tutto. Un insegnante,fin dal suo primo intervento,si propone di interromperequell'immagine.Gli suegoni chiamano questaoperazione"intemrzione del dialogo interno", e sono convinti che sia la tecnici, pit importante che un apprendistapossaimparare. o Per interrompereI'immagine del mondo che si possiedefin dalla culla, non i sufficientcvolerlo o deciderlo. E necessarioavere un compito.prarico; questo compito pratico d chiamatoil modo giusto di camminare. Sernbrainnocuo e assurdo.Come tutto cid che ha il potere in s6 o vicino a s6, il giusto modo di camminare non deve attirareI'attenzione.L'avete considerato,almeno per parecchianni, un modo sffano di comportarsi. Solo molto di recentevi sieteaccortocheera il rnodo pit efficacedi interrompereil dialogo interno.> o Il modo giusto di camminarecome fa a interrompere il dialogointerno?n c-hiesi. .. Camminarein quel modo particolaresaturail tonalr> disse.<Lo inonda fino a sommergerlo.Capite: I'attenzionedel tonal dev'essere posrasullesue'creazioni.fi, infani quell'attenzionecJre,in primo luogo, creaI'ordine del mondo; L tonal deve quindi essereartento agli elementi del suo mondo, per sostenerli,e soprattuttodeve sostenere I'immaginedel mondo come dialogo interno.n Disse che il modo giusto di camminareera un sotterfugio. Il gueniero dapprimaarricciandole dita anira I'attenzionesulle braccia; poi, guardando,senzametrere a fuoco gli occhi,versoun punto esartamenre di fronte a lui nell'arcoche pane dalla punta dei suoi piedi e finisce all'orizzonte,letteralmentesornmergeil proprio "tonal" di informazioni.Il "tonal", in mancanzadella consueta 322

relazione con un solo altro elemento per volta, d incapace di parlare con se stesso:si raggiunge quindi il silenzio. Don Juan spiegd che la posizione delle dita non ha alcuna importanza; basta attirare I'attenzione sulle braccia, arricciando o inrecciando le dita in modo insolito; Ia cosa importante d invecc il modo in cur gli occhi, non messia fuoco, scoprono un numero enorme di aspetti del mondo senza raggiungere nitidezza su alcuno. Aggitrnse che, in tal modo, gli occhi sono capaci di cogliere particolari altrimenti troppo fuggevoli per la vista normale. a Insieme con il modo giusto di camminere,D prosegui don Juan oun insegnante deve presentare all'apprendista anche un'altra possibiliti, ancor pii sonile: la possibiliti di agire senzacredere, senzaattendersi ricompensa- agire solo per agire. Non esagerose vi dico che il successodell'impresa delf insegnante dipende dalla sua capaciti di guidare bepe e armoniosamenteI'apprendista proprio in questo.> Dissi a don Juan che non ricordavo d'averlo mai sentito discutere dell"'agire per agire" come di una tecnica particolari; tutto cid che riuscivo a ricordare erano i suoi commenti, costanti ma vaghi, a tale proposito. Rise e disse che la sua manowa era stata tanto sottile da sfuggirmi fino a quell'istante. .Poi mi ricordd tutti i compiti scherzosi e assurdi che di solito mi affidava quando ero a casa sua. Lavori assurdi come disporre in un certo modo la legna da ardere, tracciare col dito per terra intorno alla casa una catena ininterrotta di cerchi concentrici, spostere detriti da trn luogo all'aluo, e cosi via. Compiti del genere mi erano imposti anc-heper il periodo in cui sarei stato di nuovo a casa: po,rtare un berretto nero, allacciarmi per prima la scarpa sirtra, infilarmi la cintura da destra a sinisira.

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La ragione per cui li avevo semprepresi soltanto per degli scherzierache egli mi dicevainvariabilmentedi dimcnticarmenequando fosserodivenuti per me abitudini. Ora che mi ricordava tutti i compiti che mi aveva imposto, mi accorgevoche obbligandomi a seguirenorme prive di sensoaveva di fatto introdotto in me I'idea di agire senzaaspettarminulla in cambio. .,Internompereil dialogo interno d, comunque,la chiave del mondo degli stregoni dissedon Juan. t T,e ' altrc attiviti sono solo sussidiarie, non servonoaltro che ad accclerareI'effetto d'interruzione del dialogo interOO. rr I'

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Disse che c'erano due attiviti o tecnicheprincipali pcr accelerareI'interruzionedel dialogo interno: canccllare la storia personalee "sognare". Mi ricordd che durantele prime fasi del mio apprendistatomi aveva indicato un certo numero di metodi utili per mutare la mia "personaliti". Li avevo annotati negli appunti e poi dimcnticati per anni, prima di accorgermidella loro importanza.Quei metodi specificisembravanoa tutta prima accorgimenticalibrati su di me per costringermia r-lrutare comPortamento. Don Juan spiegd che I'arte dell'insegnanteconsisteva ncl distogliereI'attenzionedell'apprendistadai punti principali. Un csempiolampantedi quell'arteera il fatto chc 6no allora non mi ero accorro del suo trucco per inscgnarmi un elemento capitale: I'agire senzaaspettarsi ricompcnsa. Per la medesimaragione - aggiunsedon Juan - eper I'idea di "vedere", 11liavcva suscitatoil mio interesse chc, propriamente intesa, era I'atto di entrare direttamentc in rapporto con il "nagual": quell'amoera I'inevitabile risultato dell'insegnamenror ma sarebbestato ir324

raggiungibile se uno se lo fosse posto come obiettivo in si e per s6. .i Qual era 1o scopo di ingannarmi in questo modo? ,, chiesi. .. Gli stregoni sono gonvinti che noi tutti siamo una massa di sciocchio disse don Juan. .. Non rinunciamo mai volontariamente al nosuo miserabile controllo: quindi dobbiamo essereingannati.o Spiegdchc facendomi concentrareI'attenzionesu un falso obiettivo, imparare a "vedere", aveva ottenuto due successi.In primo luogo aveva delineato I'incontro diretto con il "nagual", senza perd menzionarlo; in secondo luogo mi aveva ingannato, facendomi giudicare irrilevanti i veri punti capitali del suo insegnamento. Cancellare la storia personale e "sognare" non erano mai stati per me importanti quanto "vedere". Li avevo consideratiattiviti molto piacevoli. Pensavopersino che fosserole pratiche per cui avevo maggiore faciliti. Maggiore faciliti disseironico quando ebbe udi" ' to i mici commenti. ., Un insegnantenon deve lasciare nulla al caso,Vi ho detto che avevateragione di pensare d'cssereingannato. Il problema era un altro: voi eravate persuasoche I'imbroglio mirassea truffare la vos$a ra' gione. Per me ingannare significava distrarre la vostra attenzioneo catturarla,a secondadelle necessitidel momento.)) Mi guardd di sbieco e abbraccidcon un gesto tutto quanto ci circondava. .. Il segreto di tutto questo sta nell'attenzione,, disse. .,Cosa significa,don Juan?" .. Tutto questo esistesolo pcr causadella nostra attcnzione. Questa stessaroccia su ctti siamo seduti d una

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roccia perchi siamo srati costretti a dedicarle la nostra attenzione come ad una roccia.> Avrei voluto che mi spiegassequel concetto. Rise e levd verso di me un dito accusarore. <Per ora sto facendoun riepilogo)) disse.<A questo arriveremo dopo. r, Spiegd poi che graziealla rnanovra con cui mi aveva ingannato mi cro interessatoal canceflarela storia personale e al "sognare". Disse che questedue tecniche avrcbbero portato a risultati assolutamentedistruttivi se fosserostate esercitatein modo totale, e che la suapreoccupazioneera quclla di ogni insegnante:non lasciar fare all'apprcndistanulla che lo trascini nell'aberrazioneo ncl morboso. ., Cancellarela storia personalee slgnaredevono esscre solo un aiuto n disse... Le cosedi cui ogni apprendista ha veramentebisogno sono la temperanzae la forza. Per questoI'insegnantefa conoscerela via del guerriero, il vivere da guerriero. Ecco la colla che tiene insierne ogni cosain un mondo di stregone.A poco a poco I'insegnantc deve forgiare e far sviluppare tale modo di vivere. Senza la risolutezza e I'equilibrio del comportamento da guerriero non d possibile resisteresul sentiero del saPere.)) Don Juan disse che imparare il comportamento da guerriero.eraappunto uno dei casi in cui I'attenzionedel11 I'apprendista doveva esserecatrurata anzichâ‚Źdistratta; lui aveva catturato la mia attenzione costringendomi a uscire dalle circostanze che mi erano consuete,in occasione di ogni mia venuta. C'era riuscito facendomi vagabondare con lui per il deserto e per le montagne. La manovra mirante ad alterare il contesto del mio mondo consueto facendomi vagabondare era un altro a-

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spettodel suosistemachc mi era sfuggito.Lo scompiglio che io non mi di quel contestoayevacomeconseguenza tutta I'atrendessiconto del vero disegno,e concentrassi tenzionesu tutto quanto don Juan faceva. imbroglio,eh!o disselui'ridendo. "Che Risi anch'io, meravigliato.Non mi ero mai accorto che egli agissecon tanta astuzia. Poi don ]uan enumerdi suoi diversi passiper guidare e catturarela mia attcnzione.Quando cbbe finito aggiunseche un insegnantedeve prenderein considerazionela personalitidell'apprendista, e che nel mio,caso lui avevadovuto star molto attento perchdio ero violento e non avrei esitato a uccidermidalla disperazione. Che tipo bizzarro siete, don Juan', esclamaiper " scherzo,e lui esplosein una risatagigantesca. della Mi spiegdpoi che pc favorire la cancellazione storia personale venivano insegnate tre altre tecnichc:

perderi presunzione,assumereresponsabiliti,usare la morte comc consigliera.Senzagli effetti benefici di queste tre tecniche, cancellarela storia personale avrebbe fatto divenire I'apprendista sfuggente, evasivo, e pieno \

di inutili dubbi su di sâ‚Źe sul proprio agire. Don Juanmi chiesedi dirgli qualefossestatala mia

reazione pii naturale nei momenti di tensione, frusffazione e delusione.prima che divenissi apprendista.Disse che lui, personalmente,aveva reagito con la collera. La mia reazione, gli spiegai, era invece I'autocommiserazione. Sebbenenon ne siate consapevole,doveste rom" pervi la testa per rendere naturale quella sensazioneo disse. o Ora non potete ricordare I'immenso sforzo c}te doveste sopportarc per fare dell'autocommiserazione una carattâ‚Źristica della vostra isola. L'autocommiserazio-

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ne dava testimonianzadi tutto cid che facevate.Ce I'avevate a portata di mano, pronta a consigliarvi.La morte d consideratadal guerriero una consiglierapit responsabile, che pud venire indotta essapure a renderetestimonianza di tutto cid che si fa, come I'autocommiscrazione o la collera. Evidentemente,dopo un'enormelotta, avevate imparato a sentirvi pietoso verso di voi. Ma potete anche imparare, nello stessomodo, a sentire la vostra morte incombente,e cosi potete imparare ad avere I'idea della vosra morte a portate di mano. Come consigliera, I'autocommiserazionenon si pud paragonare alla mofte. ))

Don Juan sottolined che c'era apparentementeuna contraddizione nell'idea di cambiamento; da un lato, il mondo degli stregoni esigevauna drastica trasformazione; dall'altro, la spiegazionedegli stregoni affermava che I'isola del "tonal' era completa e non se ne poteva togliere neppure un elemento. Il cambiamento quindi non significava cancellarealcunch6,ma mutare I'uso assegnato a quegli elementi. ., Prendete per esempioI'autocommiserazione dis' se. oNon d possibileliberarseneper sempre; ha un posto e un carattere definito sulla vostra isola, una facciata precisae riconoscibile.Cosi, ogni volta che se ne presenta I'occasione,I'autocommiserazionediviene attiva. Ha storia. Se perd cambiate'la facciata dell'autocommiserazione, le avrete tolto il suo posto di primo piano.o Gli chiesi di spiegarmi il significato di quetls m.tafore: specialmenteI'immagine del cambiare facciata. Forse si trattava di recitare varie parti contemporaneamente. Si cambia la facciata mutando I'uso degli elementi " dell'isola> rispose don Juan. .. Prendete appunto l'au32E

tocommiserazione.Vi era utile perchd vi sentivate importante e degno di condizioni migliori, di miglior trattamento, o perch6 non volevate assumervila responsabiliti degli atti che vi ave.r'anoposto in circostanzetali da destarela vostra autocommiserazione, o perch6 eravate incapacedi chiamare I'idea della vostra morre incombente a testimone dei vostri atti e di usarla come consigliera. .. Cancellarela storia personale,e le tre tecnichdche I'accompagnano,sono i mezzi cui gli sregoni ricorrono per cambiare la facciata degli elementi delf isola. Fer esempio, concellando la vostra storia personale avete rifiumto di usare I'aurocommiserazione;perchd I'autocommiserazionepotesse agire, avreste dovuto sentirvi importante, irresponsabilee immortale. Essendo mutate questeconvinzioni, non era pit possibileper voi sentirvi pietosoverso voi stesso. ., Lo stessovale per tutti gli altri elementiche avete mutato sulla vostra isola. Se non foste ricorso a quelle quattro tecnichenon sarestemai riuscito a mutarli. Cambiarc facciata significa soltanto assegnareun posto secondario ad un elemento che era in primo piano. La vostra autocommiserazionei ancora una caratteristici dclla vostra isola; vi resteri sullo sfondo, al modo stesso in cui vi restanoI'idea della vosta morte incombente,o la vostra umilti, o la vostra responsabilitiper cid che fate, ma vi resteri senza esseremai usata.r, Don Juan disse che, quando tutte quelle tecniche erano state presentateall'apprendista,questi giungeva a

un bivio. A secondadellasuasensibiliti,porevaprendere le raccomandazionie i consigli dell'insegnanteper il loro valore apparente,.agendo senza aspettarsi ricom-

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pensa, oppure poteva prendere tutto per uno scherzoo per un'aberrazione. Osservai che io, in particolare, ero stato confuso dalla parola "tecniche". Mi ero sempre.aspertatodi ricevere una serie di indicazioni precise,menre lui mi aveva fornito soltanto vaghi consigli; ed ero stato incapacedi prenderli sul serio o di agire in base alle sue norme. <,Questo era il vostro sbaglio n disse don Juan. o Dovetti allora deciderese adoperareo no le piante del potere. Avreste potuto usare quelle quatrro recnicheper ripulire e riordinare la vostra isola del tonal. Vi avrebbero condotto al nagua/.Ma non tutti noi siamo capaci di reagire a sempliciconsigli. Voi, e anch'io da questopunto di vista, abbiamo bisogno di qualcosad'altro che ci scuota: abbiamo bisogno delle piante del potere.,, C'erano voluti anni, infatti, perchâ‚Źriuscissi a rendermi conro dell'importanza dei primi consigli di don Juln. L'effetto srraordinariosuscitatosu.di me daile piantc psicorropemi aveva indotto a credereche il loro uso fosse il tratto fondanoentaledell'insegnamento.Ero rimasto legato a quella convinzione,e solo negli anni pii reccnti dell'apprendisratomi ero accorro che le trasfornrazioni significative e le scopertedegli stregoni accadevano senlpre in stato di coscienzalucida. ., Cosa sarebbesuccessose avessi preso sul serio i vostri consigli?,, chiesi. .. Avreste raggiunto il nagaal". rispose don Juan. ., Ma avrei raggiunto il nagaal senza un benefattorc ? ,, Il potere <lispone,a secondadel vostro esseresen" za nracchia,, disse. ., Se aveste usato sul serio quelle quattro tecniche, avreste accumulato sufficiente potere personaleper trovare un benefattore.Sarestestato senza 310

macchia e il potere vi avrebbe aperto tutte le strade necessarie.Questa d la norma.o ..Perch6 non mi avete dato pir) tempo?', < Avevate tutto il tempo che vi era necessario.Il potere mi mostrd il modo giusto di agire. (Jna notte vi ho posto un problema: dovevate trovare il punto per voi benefico, dinanzi alla porta della rtiia casa. Quella notte vi sietecomportato benissimosotto la mia.pressione,e al mattino vi siete addormentato.proprio sopra una pietra specialeche io avevo messoli. Il potere mi mostrd cosi che dovevate esserespinto senzamisericordia: altrimenti non avreste combinato nulla. o ol-e piante del potere mi hanno aiutato?> c.Certo. Vi hanno aperto, interrompendo la vostra visione del mondo. Da questo punto di vista le piante del potere esercitano srl, tonal lo stessoeffetto del modo giusto di camminare, sommergendolo di informazioni c costringendo il dialogo interno a interrompersi. Per questo fine le piante sono eccellenti,ma a caro prezzo. Provocano enormi danni al corpo. E il loto svantaggio, e specialmentequello dell'erba del diavolo. o .. Se sapevateche erano cosi pericolose,perch6 me ne avete somministratetante e pcr tante volte?o Don Juan mi assicurd che i particolari della procedura erario dccisi dal potere stesso.Disse. che, sebbene sembrasseche gli insegnantisi comportasseroallo stesso modo con tutti gli apprendisd,in realti I'ordine era diverso per ogni apprendista: da molte indicazioni lui aveva capito che mi era necessariauna fortissima coercizione perchâ‚Źmi preoccupassidi ogni cosa. ..Avevo a chc fare con un essereimmortale, privo di considerazioneper la sua vita o la sua morte disse ' ridendo.

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Gli ricordai che aveva descritto e discussole piar-rte psicotrope, attribuendo loro qualiti umane. Ne aveva sempreparlato come se le piante possedessero personaliti. Don Juan rispose che quello era il modo prescritto per distogliere I'attenzione dell'apprendistadal vero obiettivo: interrompere il dialogo interno. Se le piante sono usate soltanto per interrompere " il dialogo interno, che rapporto hanno con I'alleato?r, chiesi. .. Questo d punto difficile da spiegare, disse. <,Le piante conduconoI'apprendistadirettamenteal nagaal, e I'alleato ne t un aspetto.Noi funzioniamo esclusivamente al centro della ragione,senzabadare al luogo in cui siamo o da cui proveniamo. La ragionepud naturalmente spicgare in un modo o nell'altro tutro cid che accadeentro la sua immagine del mondo. L'alleato d qualcosache si mova ftiori di tale immagine, fuori dell'ambito della ragione.Lo si pud percepire solo al centro delle aolontd negli istanti in cui la nostra immagine consuerai interrotta; d dunque propriamente il nagual. Gli stregoni tuttavia possono imparare a percepire I'alleato in modo molto pit complesso,e cosi facendo si trovano profondamente immersi in una nuova immagine. Per evitarvi questa sorte non ho messo tanto in evidenza I'alleato quanto i consuetudinedegli stregoni. Direi che gli stregoni, usando la loro aolontd,sono riusciti ad ampliarc le loro immagini del mondo. 11mio insegnantee il mio benefattore ne erano I'esempiopii chiaro. Erano uomini di grande potere, ma non uomini del sapere.Non ruppero mai i vincoli delle loro enormi immagini e quindi non giunsero mai alla totaliti di se stessi, sebbenela conoscessero.Non che vivesserovite aberranti, reclamando cosc al di li della loro portata; no: sepevanodi aver per-

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duto l'occasione,e sapevanoche solo alla morte sarebbe .tato rivelato loro I'intero mistero.La stregoneriagli aveva offerto solo un'immagine fuggevole della loro elusiva totaliti, non i mezzi per raggiungerlaveramente. ,. Io vi ho fornito a sufficienza I'immagine degh stregoni, senza perd lasciare che vi afferrasse.Dicevo che solo se si contrappongonodue immagini I'una all'altra si riescea scivolaretra di esseper giungereal rnondo rcale. Intendevo che si pud giungere alla totaliti di se stessisolo se si comprendepienamenteche il mondo i pura immagine, sia essaI'immagine di un uomo comune o di uno smegone. ho deviato dalla tradizione. Dopo una lotta " Qui cluratatutta la vita, ho capito che cid che conta non d imparare una nuova descrizione,ma giungere alla totaliti di sc stessi.Si deve raggiungererLnagaalsenzadiffamare rl tonal e soprattutto senzadanneggiareil proprio corPo. Prendendoquelle piante avete ripetuto i miei stessipassi. La sola differenzafu che, invecedi immergerviin esse,vi ho fermato quando ho ritenuto che aveste accumulato sufficicnti immagini del naguaL Per questaragione non ho mai voluto discuterei vostri inconmi con le piante del potere, ni lasciarvi parlare in modo ossessivodi esse; non ci sono punti da sceverarenell'indicibile. Quelle erano vere e proprie calate nel nagual, nell'ignoto.o Ricordai che il mio bisogno di parlare delle Percezioni avute sotto I'influenza di piante psicotropeera dovuto all'interessedi chiarire una mia personaleipotesi. Ero convinto che I'aiuto di tali'piante mi avesseProcurato ricordi di inconcepibili modi di percezione.Quei ricordi, che all'istante delle mie esperienzemi erano sembrati esclusivamente personalie privi di connessionecon alcunch6di significante, si erano poi raggruppati in u-

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nitl di significato.Sapevoche don Juanogni volta mi aveva astutamenteguidato, e c"heogni ragguppamento significantes'era compiuto sotto la sua gutda. .. Non voglio atuibuire importanza a quegli awenimenti, n6 spiegarlio disseseccodon ]uan. o Se ci fermassimoa spiegare,torneremmoproprio li dove non vogliamo essere;ciot, ci ritroveremmodentro un'immagine del mondo, questavolta molto pit ampia.> Don Juan aggiunseche, quando il dialogo interno dell'apprendistasi interrompeper effetto delle piante del potere,sorgeuna difficolti inevitabile.L'apprendistacomincia a considerarecosa secondariatutto il suo apprendistato.S'econdodon juan, ancheI'apprendistapit volonterosoa questopunto perde gravementeinteresse per quanto sta sperimentando. o Le piante del poterescuotonoI tonal e minacciano la soliditi dell'interaidola> disse.<A questopunto I'apprendistaindietreggia,e saggiamente;vuole togliersi da quel guaio. Ed e a questopunto che I'insegnantericorre alla suauappolapii astuta:il degnoawersario.La trappola ha due scopi. In primo luogo, permette all'insegnante di trattenereI'apprendista;in secondoluogo, permetteall'apprendistadi avereun punto di riferimento per ultcriore uso. La trappola cori'sistenell'introdurre nell'arenaun degno awersario. SenzaI'aiuto di un degno awersario,il qualein realti non i un nemicoma un awersario che agisceper quel precisoscopo,I'apprendista non ha possibiliti di proseguiresulla via del sapere. se Gli uomini migliori a quel punto abbandonerebbero, ho a vi awersario loro decidere. Come degno stesse portato il miglior guerrieroche si possatrovare, la Catalina. " Don Juan si riferiva al.tcmpo, anni prima, in cui mi 3t4

aveva impegnato in una battaglia a lunga gittata con una stregl l7 incliana. Vi ho posto in contatto fisico con lei proscgui. " " ., Avevo scelto una donna perchd vi fidate delle donne. Turbare quella fiducia le riusci difficilissimo. Anni dopo mi confessd che avrebbe preferito rinunciare; poichd le piacevate. E perd utr gr"nd. guerriero, e nonostante i suoi sentimentifu li li per farvi iparire da questopianeta. Turbd il vostro tonal a tal punto che non i mai pii stato lo stesso.Ha veramente mutato le caratteristichedella vostra isola in modo cosi profondo che, grazieai suoi atti. siete stato collocato in un ambito diverso. Avrebbe potuto assumerelei stessala parte di vostro benefattore; ma non siete tagliato per diventare uno stregone come lei. Fra di voi c'era qualcosache non andava. Eravate incapace di aver paura di lei. Quando una notte vi ha abbordato sietestato a un passodall'atterrirvi: cid nonostante eravate attratto da lci. Per voi era una donna desiderabile, sebbenefoste sgomento. Lei lo sapeva. Una volta vi ho colto in citti mentre la guardavate: tremava'e te di timore, ruttavia continuavate a perdere le bave. .. Le azioni di un degno awersario possono mandare in pezzi o cambiare radicalmente un apprendista. Quelle della Catalina, siccomenon vi'uccisero - e non percJrd lei non ce la mettessetutta, ma perchd voi eravate resistente - hanno avuto su di voi un effetto benefico e vi hanno indotto a prenderc una decisione. <rL'insegnante usa il degno awersario per cosuingere I'apprendistaa compierela sceltacapitale..L'apprendi-

sta devc sceglieretra il mondo del guerriero e il suo t'Sorcerei,la parola "strcge" ha in italianoun significatodiverso. provenendoda un divcrso contestostorico, da quello gui opponuno nclI'ambicntedi don Juan.(N.d.T.)

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mondo comune. Ma la decisioned impossibilese I'apprendista non capisce bene i termini della scelta; I'insegnante deve quindi assumere un atteggiamento perfettamente paziente e comprensivo, deve guidare I'allievo con mano sicura a quella scelta,.e soprartutto devc esserecerto che I'allievo scelga il mondo c la vita del guerriero. Sono riuscito in tuno questo chiedendoidi di aiutarhi a vincere la Catalina. Vi ho detto che smva per uccidermi e che avevo bisogno del vostro aiuto per liberarmi di lei. Vi ho messoonestamentein guardia circa le conseguenzedclla scelta e vi ho dato turto il tempo per deciderese farla o no. D Ricordavo molto bene che quel giorno don Juan mi aveva lasciatolibero. Mi aveva detto che se non volevo aiutarlo ero libero di andarmenee di non tornare. Capii in quel momento che avevo liberti di sceglierela direzionc della mia vita, senz'alffi obblighi verso di lui, Lasiiai quel giorno la casadi don Juan e partii in automobile con una mescolanzadi tristezza e di feliciti. Ero triste di lasciaredon Juan, ma felice d'essereuscito fuori dalle suesconcertantiattiviti. Pensavoa Los Aog.les, ai miei amici, a tutte le abitudini della vita quotidiana che mi aspettavanodi nuovo: quelle piccole abitudini che mi avevanosempredato piacere.Per un po mi sentii cuforico. I misteri di don Juan e la sua vita stavano dietro di me: ero libero. Tuttavia il buonumore non durd a lungo. Il mio desiderio di abbandonareil mondo di don Juan non era difendibile. Le mie abitudini avevano perso il loro potere. Cercai di pensarea qualcosache volessifare a Los Angelcs: nulla. Don Juan una volta mi aveva detto che io avevo paura della gente e che avevo imparato a difendermi non desiderandonulla. tt6

Non desiderarenulla era, secondole sueparole,un ottimo raggiungimento per un guerriero. Nella mia stupiditi, tuttavia, avevo tanto ampliato la sensazionedi non desiderarenulla, da far si che nulla ormai mi piaccssc.La mia vita era quindi divenuta noiosa e vuom. Don Juan aveva ragione. Menre correvo verso nord sull'autostrada, capii finalmente che follia stavo commettendo. Cominciai a rendermi conto della mia scelta. Mi lasciavo alle spalleun mondo magico di continuo rinnovamento, pcr ritornare alla mia vita sciocca e noiosa a Los Angeles. Ricordai le giornate wote. In particolare mi venne in mentc una domenica. Ero rimasto irrequieto tutto il giorno, senza nulla da fare. Non era venuto da me nessunamico. Nessuno mi aveva invitato. Le personeche avrei visto volentieri non erano in casa,e, peggio ancora, avevo visto tutti i film della citti. Nel tardo pomeriggio, disperato,ripercorsi I'elenco dei film e ne trovai uno che non avevo mai voluto andare a vederc. Lo proiettavano in un'altra citti, a trentacinque miglia di distanza.Andai a vcderlo'e lo trovai orribile ; ma era pur sempre meglio che non aver nulla da fare. Sotto I'urto del mondo di don Juan ero cambiato. In primo luogo, dal nostro primo incontro, non avevo piri avuto tempo per annoiarmi. Gii questo mi bastava; don Juan infatti era sicuro che avrei scelto il mondo del guerriero. Girai I'automobilc e tornai alla sua casa. .. Cosa sarebbesuccessose avessiscelto di tornare a Los Angeles?" chiesi. .. Sarebbe stato impossibileo disse don Juan. scelta non esisteva.Tuno quel che dovevate fa" Quella re era soltanto permettcre al vostro tonal di divenirc ,37


consapevole d'aver decisodi unirsi al mondo degli stregoni. Il tonal non sa chele decisionirientranonel'ambito del nagaal.Quandopensiamodi decidere,non stiamo facendo almo che riconoscereche qualcosadi li dalla nostra comprensioneha eretto la struttura della nostra cosiddettadecisione ; e tutto cid che facciamod sottometterci. Nella vita di un guerriero c'd solo una cosa, un " problema,che veramenrenon i deciso:fino a che punto l. egli pud spingersisulla via del saperee del potere.euesto d un problemaaperro: nessunopud predire come si risolveri. Una volta vi ho detto che la liberti del guerriero consistenell'agiresenzamacchiaoppurecome uno stupido.Agire senzamacchiad I'unico tipo di azioneche sia libero, e quindi d la vera misuradello'spirito di un guerriero.r> Don Juan disseche, dopo che I'apprendistaha de. ciso di unirsi al mondo degli stregoni, I'insegnantegli impone un lavoro pratico, un compito da eseguirenella vita quotidiana.Spiegdche quel compito, sceltoin mo{o da essereappropriato alla personaliti dell'apprendista, i generalmenteuna sorta di situazionedifficie di vita cJredeve servireall'apprendistaper intaccaredurevolmentela sua immaginedel mondo. Nel mio caso,io avevo presoquel compito pii comeuno scherzoche come una seria situazionedi vita. Col passaredcl tempo, tuttavia, ero riuscito finalmentea capire qwmto in esso vi fossedi serio. .. Dopo che I'apprendistaha ricevuto il suo compito di stregoneria,i pronro per un altro tipo di istruzione> proseguidon Juan, Egli i allora un guerriero.Nel vo" stro caso,poich6 non eravatepiri un apprendista,vi ho insegnatole tre tecnicheche aiutanoe sognare: I'intemr,38

zione delle abitudini di vita, I'andatura del potere, il non-fare. Eravate molto coerente: ottuso come apprendista, e ottuso come guerriero. Avete scritto scrupolosamentetutto quello che ho detto e tutto quello che vi i accaduto, ma non avete fano esattamentetutto quanto vi avevo detto di fare. Cosi, ho dovuto ancora farvi esploderecon le piante del potere.r, Poi don Juan mi diede un minuziosissimoresoconto del modo in cui aveva distolto la mia attenzione dal "sognare", facendomi credere che il problema importante fosseun'attiviti assaidifficile, da lui chiamata non-fare: consisteva nell'accorgimento di concentrare I'attenzione su aspetti del mondo che generalmentesi trascurano, come le ombre delle cose.Don Juan disseche la sua strategia era stata isolare il non-fare, imponendomi su di esso il pin rigoroso segreto. Il non-fare d, come ogni altra, una tecnica impor" tantissima, ma non il problema principale> disse. ..Vi sicte lasciato attrarre dalla segretezza.Voi, lingua lunga, dovevatc custodire un segrcto! o Rise e disse che si figurava il mio tormento a tener la bocca chiusa. Spiegd che I'interruzione delle abitudini, I'andatura del potere e il non-fare erano vie per imparare nuovi modi di percepire il mondo, e fornivano al guerriero un indizio di incredibili possibiliti di azione. Secondo don Juan, la conoscenzadi un mondo separatoe pratico del "sognare" era resa possibile dall'uso di quelle ne tecniche. ,, Sognared un aiuto pratico, escogitato dagli stregoni> disse. o Gli stregoni non erano sciocchi; sapevano quel che facevano, e miravano all'utilizzazione del nagaal allenando il Iorc tonal a lasciarsi andare un attimo,

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per esempioper parlare, e poi ad esserericatturato. Per voi questeparole non hanno senso.Ma d proprio quanto avete fatto in tutto questo tempo: vi siete allenato a lasciarvi andare, senza perdere definitivamente il controllo. Sognare,naturalmente, t il culmine degli sforzi degli stregoni, I'uso conclusivo del nagual.tt Ricordd poi tutti gli esercizidi non-fare che mi aveva imposto, tutte le abitudini della mia vita quotidiana che aveva isolato per interromperle, e tutte le occasioni in cui mi aveva indotto all'andatura del porere. <.Stiamo arrivando alla fine della mia ricapitolazione ,r disse. c.Ora dobbiamo parlare di Genaro.,t Don Juan disse che c'era stato un segno importantissimo il giorno in cui avevq incontrato don Genaro. Gli risposi che non riuscivo a ricordare nulla di fuori dall'ordinario. Mi ricordd allora che quel giorno erayamo seduti su una panchina in un giardino. Disse che gii prima mi aveva informato che stava aspettando un amico, da me mai visto, e che non appenaI'amico era comparsoio I'avevo riconosciuto senza alcuna esitazionefra una gran folla. In base a questo segno, egli aveva capito che don Genaro era il mio benefattore. Quando citd quell'episodio, mi ricordai che mentre eravamo li seduti a chiacchierareio mi ero girato e avevo visto un uomo piccolo e magro che irradiava una straordinaria vitaliti, o grazia, o slancio; era comparso in quell'istante nel giardino, svoltando un angolo. Per scherzo avevo detto a don Juan che il suo amico stava awicinandosi e dre, dall'aspetto, era sicuramenteuno stregone. o Da quel giorno Genaro ha suggerito come agire con voi > prosegui don Juan. In qualiti di vostra guida " verso il nagaal, vi ha fornito dimostrazioni senza mac-

chia, e ogni volta cJreha agito come ln nagaalsieteridi un saperechesfidavaed eludevala mastoin possesso vostra ragione.Ha disgregatola vostra immagine del Anchc mondo,sebbenenon ne siateancoraconsapevole. coin questaoccasionevi siete comportatoesattamente me con le piante dcl potere: aveteavuto bisognodi pin di quanto fossenecessario.Un minimo degli assaltidcl nagualsarebbedovuto bastarea smantellareI'immagine del mondo di chiunquelo subisse;ma fino ad oggi, nonostantetutti gli sbarramentidel nagaal la vostraimmagine sembrainvulnerabile.Piunosto strano: i la vostra migliorc. caratteristica a Cortrunquc,il compito di Genaro d stato di guidarvi al nagaal.Ma qui ci troviamo di fronte a un problema speciale.Che cosa era guidato aI nagual? " Mi sollecitdcon gli occhi a rispondere. n chiesi. a La mia ragione? ..No, la ragionequi t insignificante' replicd. uLa ra' gioneE perdutanell'istantein cui escedai suoiesiguilinriti di sicurezza. > ..Allora era il mio tonal> dissi. . No, L tonal e L nagualsono due parti inuinsec-hc di noi > risposeseccodon ]uan. Non possonoâ‚Źssere " immesseI'una nell'altra.o <.La mia percezione?"clriesi. < Bravo! o esclamd,come se io fossi il bambinochc ha risposto giusto. ..Adesso veniamo alla spiegazione degli suegoni.Vi avevo gii awisato chenon spieganulla, eppure...o Tacquee mi guardd con gli occhi scintillanti. .. E un altro imbroglio degli stregoni disse. " ..Cosa volete dire? Che imbroglio?" cliesi un po' allarmato.

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La spiegazioncdegli sregoni, naturalmenteo repli" cd. ., Lo vedrete da voi. Ma andiamo avanti. Gli stregoni dicono che noi siamo dentro una bolla. E una bolla in cui siamo messi all'istante della nascita. Dapprima la bolla d aperta, ma poi comincia a chiudersi, fino a sigillarci nel suo interno. La bolla d la nosmapercezione. Viviamo tutta la vita dentro quella bolla. E cid che percepiamo sulle sue pareti sferiche d il nostro stesso riflesso.,,

Abbassdla testae mi guardd di sbieco.Ridacchid. .. State prendendo un granchio> disse. .. Adesso arriverete a una conclusione.r, conclusione?r, " Quale Sc cid che vediamo sulle pareti t il nostro stcssori" flesso, la cosa che si riflette dev'esserequclla vera > risposesorridendo don Juan. < Ottima conclusioneo dissi in tono di scherzo. La mia ragione poteva segufresenza difficolti quel ragionamento. ., La cosa che si rifette d la nostra immagine del mondo egli prosegui. .. Quell'immagine d dapprima " una descrizioneche ci viene fornita dal momento in cui nasciamo,finchd tutta la nostra attenzionene i afferrata e la descrizionediventa un'immagine. ., Compito dell'insegnanted risistemarequell'immagine, preparareI'essereluminoso all'istantein cui il benefattore apriri la bolla dall'esterno.r, Fece un'altra pausastudiata e poi un aluo commento sulla mia scarsa attenzione, testimoniata dalla mia incapaciti di avanzare una domanda o un'osservazione appropriate. o Quale sarebbe dovuta esserela mia domanda?ra chiesi. 342

< Perchdla bolla dev'essereaPerta?n rispose. Don Juan rise sonoramente e mi banâ‚Ź sulla schiena quando osservai: aEcco una buona domandao. <rSi capisce!o esclamd. oCerto c}re la ffovate una buona domanda ! E una delle vostre. La bolla viene apcfta per consâ‚Źntireall'esserelumi" noso un'immagine della sua totaliti 'r aggiunse. .. Naturalmente questa faccenda di chiamarla una bolla d solo un modo di dire: in questo caso, perd, d un modo di dire preciso. .. L'operazione delicata di guidare un essereluminoso alla totaliti di se stessoesige che I'insegnante agisca dall'interno della bolla e il benefattore dall'esterno. L'insegnante riordina I'immagine del mondo. Ho chiamato questa immagine I'isola del tonal. Vi ho detto che tuwo cid che noi siamo si trova sull'isola. La spiegazionedegli stregoni afferma che I'isola del tonal i creata dalla nostra percezione,che i stata allenata a concenrarsi su alcuni elementi, ciascuno di quegli elementi, e quegli elementi tutti insieme,formano la nostra immagine del mondo. Il cornl'ritodell'insegnante,pcr quanto riguarda la percezione dell'apprendista,consistenel riordinare tutti gli eleinenti dell'isola in una meti della bolla. Ora dovete aver capito che ripulire e riordinare I'isola del tonal significa .aggruppare iutti i suoi elementi sul lato deil,aragioxe.ll mio lavoro mirava a scomporre la vostra immagine consueta: non a distruggerla, ma a costringerla a raccogliersi tutta sul lato delle ragione. L'evere fatto meglio di chiunque altro io conosce.D Traccid un cerchio immaginario sulla roccia e lo divise in due con un diametro verticalc. Disse che I'arte dell'insegnanteconsistevanel costringere il discepolo a radunare tutta la sua immagine del mondo nella meti destra della bolla.

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o Perchdproprio nella meti destra?r, chiesi. oE il lato del tonalr>risposedon Juan. <.L'insegnante si rivolge sempreverso questolato; da una parte, offrendo all'apprendista la via del guerriero, lo costringe ad essereragionevole, sobrio, forte nel carattere e nel corpo; dall'altra parte, ponendogli dinanzi situazioni incredibili ma reali, cui l'epprendista non pud far fronte, lo costringe a rendersi conto che la sua ragione,sebbenesia una magnifica cosa, pud coprire solo una piccola area. Una volta che il guerriero awefte la propria incapaciti ad abbracciare ogni cosa con le ragione,smetteri di sostenere e difendere la sua ragionesconfitta, e raccoglieri, tutto quanto si trova intorno. L'insegnante mira a questo, martellandolo senza pieti finchd tutta la sua immagine del mondo sia radunata in una meti della bolla. L'altra meti della bolla, quella che d stata ripulita, pud allora essere reclamata da cid che gli stregoni ciiamano aolontd. < Possiamo spiegare meglio tutto cid, dicendo che il compito dell'insegnante consiste nel ripulire una mEti della bolla e nel riordinare ogni cosa entro I'altra meri. Il compito del benefattore sari allora di aprire la bolla dalla parte che d stata ripulita. Una volta rotto I'involucro, il guerriero non sari pii lo stesso. Ha lui ora il comando della sua totaliti. Meti della bolla d il centro ultimo della ragione,il tonal. L'altra med e il centro ultimo della aolontd, i nagual. Questo d-l'ordine che deve prevalere; ogni altra sistemazionei assurdae futile, poich6 va contro la nostra natura; ci deruba del nostro retaggio magico e ci riduce a nulla. r, Don Juan si alzd, stird le braccia e il dorso, e mosse qualche passo pcr sciogliersi i muscoli. Faceva ora un po' freddo. Gli chiesi se avevamo finito. 344

Perch6? Lo spettacolonon i neppure comincia" o to ! esclamdridendo. o Questo era solo il preambolo.o Guardd il cielo e con un gesto indifferente indicd I'occidente. .. Fra un'ora circa, il nagual sari qui o disse sorridendo. Tornd a sedersi. Abbiamo liquidato un solo aspetto della questio" D ne prosegui. Gli stregoni lo chiamano il segreto degli " esseriluminosi, ed d il fatto che noi siamo dei percettori. Noi uomini, e tutti gli alri esseri luminosi della terra, siamo dei percettori. Questa i la nostra bolla: la bolla della percezione.Il nostro er{ore consistenel credereche la sola percezione degna d'essere accolta sia quella c-he passa attraverso la nostra ragione. Gli stregoni credono che la rqgionesia soltanto un centro, e che non la si dovrebbe considerarecosi veritiera. o Genaro ed io vi abbiamo parlato degli otto punti che compongono la totaliti della nostra bolla di percezione. Voi nt conoscetesei. Oggi Genaro ed io ripuliremo ulteriormente la vostra bolla di percezione: dopo di che, conosceretegli ultimi due punti. r, Bruscamentecambid ergomento e mi chiese di riferirgli minuziosamentele mie percezioni del giorno prima. dall'istante in cui avevo visto don Genaro seduto su una roccia vicino alla strada. Non fece alcun cornmento n6 mi interruppe. Quando ebbi finito di raccontare, aggiunsi un'osservazione. Al mattino avevo parlato con Nestor e Pablito, i quali mi avevano riferito delle loro percezioni, simili alle mie. Ma don Juan mi aveva deno che il nagaal era un'esperienzaindividuale, percepibile soltanto dall'osscrvatore. Il giorno prima gli osservatori erano stati tre, e tutti e tre avevamo Percepito piir o

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meno le stessecose.Le differenze riguardavano solo i termini in cui ciascuno di noi sentiva o reagiva dinanzi ad ogni specifico aspetto del fenomeno. .. Quanto d accaduto ieri era una dimostrazione del nagual per voi, e per Nestor e Pablito. Io sono il loro benefattore. Genaro ed io abbiamo eliminatq il centro della ragione in voi ne. Genaro ed io avevamo sufficiente potere per farvi accettare cid di cui eravate testimone. Anni fa, voi ed io siemo stati una norte con un gruppo di apprendisti; ma allora non avevo, da solo, sufficiente potere per far si che tutti voi foste testimoni della medesima cosa.t Disse che, a giudicarc da quanto gli avevo detto d'aver percepito il giorno prima- e da quanto lui stesso aveva "visto" in me, poteve concludire che io fossi pronto per la spiegazionedegli stregoni. Aggiunse che la stessaconclusione valeva per Pablito, mentre restava incerta per Nestor. pronti per la spiegazionedegli stregoni d un -<Essere risultato difficilissimo da raggiungere,, dis.. o Non dovrebbe esserlo,ma noi insistiamo nell'indulgere in quella che d la nostra consueta immagine del mondo. Da questo punto di vista, voi, Nestor e Pablito vi assomigliate. Nestor si nasconde dietro la sua scontrositi e teraggine, Pablito dietro la sua simpatia disarmantei voi vi ,r"r.orrdete dietro alla vostra sfrontatezza e alle parole. Sono tutte immagini che sembrano immutabili; e finch6 insistete nell'usarle, le vostre bolle di percezione non divengono perfettamente pulite, e la spiegazionedegli stregoni non pud aver senso.)) Dissi per scherzo che ero staro ossessionatoper moltissimo tempo da quella famosa spiegazionedegli stregoni, ma quanto pit mi ci awicinavo.tanto pi[ sembrava 346

lontana. Stavo per aggiungereun commento,anch'esso scherzoso, quando don Juan mi tolse le parole di bocca. <.La spiegazionedegli stregoni non si riveleri poi una stupidaggine?n chiese,ridendo sonoramente. Mi battâ‚Źsulla scliena; sembravacontentocome un bambino che sta per annunciareuna bella cosa. .. Genaro i un pignolo della regolao mi disscin tono confidenziale... Questa maledettaspiegazionedegli stregoninon i poi niente di speciale.Se fossedipesoda me, ve I'avrei gii rivelata da anni. Non speratedi trovarci granch6. " Guardd in alto e scrutd il cielo. o Ora sieteprontoo dissein tono drammaticoe solenne. E il momentodi andare.Ma prima che ci muo" viamo di qui, devo dirvi un'ultimacosa:il.misteroo il segretodella spiegazionedegli stregonista nel fano dre > essasi riferisceal dispiegarele ali della percezione. Mise una mano sul mio notese dissechedovevo andarefra i cespuglia fare i miei bisogni,dopo di cheawei dovuto togliermi gli abiti e lasciarlili in un fagotto. Gli rivolsi uno sguardointirrogativo; mi spiegdche dovevo esserenudo, ma chepotevo tenerele scarpee il cappello. dovevo esserenudo? Don JuanriInsisteni:percJrâ‚Ź se e disseche la ragioneera personale,avevaa che fare con il mio personalebenessere ; aggiunseche io stessogli' mi lascid La avevodetto chevolevo cosi. suaspiegazione confuso.Pensaiche stesseprendendosigioco di me, o che, in conformitl con quanto mi avevarivelato, stesse distraendola mia attenzione.Volevo sasemplicemente pere perch6. Don Juan comincida parlare di un incidcntedre mi cra accadutoanni prima, menre ci trovavamo con don Genaro sulle montagne del Messico settentrionde. In 347


quell'occasionemi avevano spiegato che la "ragione" non pud abbracciareturto cid che accadeal mondo. Per darmene una dimostrazione inconfutabile, don Genaro aveva compiuto un magnifico salto da "nagual" e si era "allungato" tanto da raggiungerela cima di una montagna a dieci o quindici miglia di distanza.Don Juan disse che io non avevo afferrato il sensodella spiegazione,e che in quanto operazione di convincimcnto della mia "ragione" la dimostrazionedi don Genaro era stata un fallimento; era srara perd violentissimae perturbantedal punto di vista della mia reazione fisica. La reazionefisica cui don Juan si riferiva, me la ricordavo benissimo.Avevo visto don Genaro sparire dinanzi ai miei'occhi, come se una raffica di vento se lo fosse portato via. Il suo salto, o comunqueI'azione che aveva compiuto, aveva avuto su di me un effetto cosi profondo che mi era sembrato che il suo movimento s'trappassequalcosa nelle mie viscere. Avevo perso il controllo dell'intestino e dovuro togliermi i pantaloni e la camicia. Il mio disagio e imbaruzzoerano stati enormi; nudo, solo con il cappello in testa, avevo dovuto percorrere a piedi il tratto di autostrada frequentatissima, fino alla mia macchina. Don Juan mi ricordd che proprio allora gli avevo detto di non lasciarmi pii rovinare cosi i miei vestiri. Dopo che mi fui svestito, camminammo per poche centinaia di piedi fino ad una enorme roccia che sovrastava la medesimagola. Don Juan mi fece guardare in giri. C'era un salto di almenocento piedi. Poi mi dissedi interrompere il dialogo interno e di prestareascolto ai rumori intorno a noi. Dopo pochi istanti udii il suono di un ciottolo che rimbal2ava di pietra in pietra, fino al fondo della gola. 348

Udii ogni singolo rimbalzo, con straordinaria cliatetza. Poi udii un altro ciottolo scagliatogrt, e un altro ancora. Sollevaila testaper rivolgereI'orecchiosinistronella direzioncdel suono,e vidi don Genarosedutoin cima alla rocciaa dodici o quindici piedi dp noi. Scagliavacon indifferenzadei ciottoli git nella gola. Quando lo vidi gridd e scliamazzd,poi disseche era rimastoli nascosto,in attesache lo scoprissi.Ebbi un attimo di sconcerto.Don Juan mi sussurrdpii voltc all'orecchioche la mia "ragione" non era invitata e che avrei dovuto zinire il desiderioseccantedi conuollareogni cosa.Il "nagud", disse,era una percezionedestinata unicamentea me; per questaragione Pablito non aveva. visto il "nagual" nella mia automobile.Don Juan aggiunse,come se mi leggesse nel pensiero,cJresebbenela "nagual" percezionedel fosseper me solo, il "nagual" continuavaad essercdon Genaro. Don Juanmi preseper il braccioe in modo scJrerzoso mi condusseverso don Genaro. Questi si alzd e mi vennevicino. Il suo co{po irradiava un caloreche risultava anchevisibile, uno splendoredi fuoco, abbagliante. Si poseal mio fianco e, senzatoccarmi,awicind la bocDon ca al mio orecchiosinistroe comincida sussurrare. Juan, a sua volta, comincid a sussurrareall'altro orecchio. Le due voci erano sincronizzate.Ripetevanoenmambele stesseparole. Mi dicevanoche non dovevo lunghefibre potenti,le quali aver paura,e che possedevo non servivanoa proteggermi,perchEnon c'era nulla da proteggereo da cui essereprotetti, bensidovevanoguidare la mia percezionedcl "nagual" proprio nello stesso modo in cui gli occhi guidavanola mia normalepercezionedel "tonel". Mi dicevanochele fibrc eranotuti-intorno a me, e che grazie ad essepotevo percepireogni 149


cosain una volta; una sola fibra era sufficienteper saltare dalla roccia nella gola, o dal fondo della gola alla roccia. Ascoltavotutto cid che mi sussunavano. Ogni parola sembravaavereper me un significatospeciale ; potevo accogliereogni suono e conservarloin me comese fossi un registratore.Entrambi mi sollecitaronoa saltarenel fondo della gola. Dicevano che avrei dovuto dapprima percepirele mie 6bre, poi sceglierneuna che scendesse 6no in fondo alla gola, e seguirla.Mentre prontrnciavano questiordini riuscivoveramentead accoppiarele loro parole con le sensazioniappropriate.Provai una voglia che si impadronidi tutto me stesso:una sensazione stranissimae di per s6indefinibile,quasiuna "lunga voglia". Il mio corpo potevadawero percepireil fondo dellage. la, e io provavo tale percezionecomeuna voglia in una parte indefinitadel corpo. Don Juane don Genarocontinuavanoa esoftarmia scorreregii, mediantequellasensazione ; ma non sapevo come. Udii poi la sola voce di don Genaro. Egli disseche avrebbespiccatoil salto con me; mi afferrd, o mi spinse,o mi abbraccid,e precipitd con me nell'abisso.Provai una sensazione di estremasofferenza fisica.Mi parveche il mio stomacofossemasticatoe d! vorato. Era una mescolanza di dolore e di piaceredi tale intensiti e duratache potei soltantourlare e urlare a pie. ni polmoni. Quandola sensazione decrebbevidi un groviglio inestricabiledi faville e massescure,raggi di lucee forme simili a nuvole.Non avrei poruro dire sei miei occhi fosseroaperti o chiusi,o anzi se i miei occhi,I'intero mio corpo, partecipasseroal fenomeno.Poi provai di nuovo quella stessasofferenzafisica, ma non accentuata comc la prima volta, e successivamente ebbi I'impressio,t0

ne d'essermisvegliato e mi ritrovai sulla roccia con don Juan e don Genaro. Don Juan disse che di nuovo non ce I'avevo fatta: ca inutile saltare,se la percezionedel salto risultava poi cosi caotica. Entrambi ripeterono innumerevolivolte alle mic orecchieche il "nagual" di per s6 solo non serviva e dovcva esseretemperato dal "tonal". Dirs.ro che dovcvo saltare deliberatamenteed essereconsapevoledel mio atto. Esitavo, non tanto pâ‚Źr paura, quanto perchd ero riluttante. Sperimentaila mie esitazionecome un'oscillazione del corpo a destra e a sinistra, quasi fosse un pendolo. Poi uno strano stato dlanimo si impadroni di me e saltai con tutta la mia corporeiti. Mentre balzavo gir) avrei voluto pensare,ma non ci riuscii. Vidi come attravcrso una nebbia le pareti della stretta gola e le rocce sporgenti del fondo. Non percepii la discesacome una scquenza.Ebbi invece la sensazionedi trovarmi veramente sul fondo; distinguevo ogni particolare delle rocce che mi circondavano in stretto cerchio. Mi accorsi che la mia visione non era unidirezionalee stereoscopica dal livello degli occhi, ma piatta e tale da abbracciare tutto quanto mi circondava. Dopo un attimo fui colto dal panico. e gualcosami tird su come un yo-yo. Don Juan e don Genaro mi fecero eseguireil salto pii c pii volte. Dopo ogni balzo, don Juan mi esortava ad esseremeno riluttante. E continuava a ripetere che il segrcto degli suegoni nell'usare il "nagual" consisteva nella loro percezione,che saltareera semplicementeun esercizio di percezione,e che si sarebbe concluso solo quando io fossi riuscito a percepire,da perfetto "tonal", cid che si trovava nel fondo della gola. A un certo punto provai una sensazioneinconcepibi-

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le. Ero perfettamente e lucidamente consapevoledi trovarmi sull'orlo della roccia con don Juan e don Genaro che mi sussurravanonelle orecchie; ma nell'attimo successivo stavo guardando il fondo della gola. Tutto era assolutamentenormale. Ormai era quasi buio, ma c'era ancora luce sufficiente perch6 ogni cosa si potesse riconoscere benissimo, come nel mondo della mia vita quotidiana. Stavo osservandodei cespugli,quando udii un rumore improvviso, una pietra che-roiolava gii. Vidi in quello stesso istante una pietra di grandi dimensioni che precipitava lungo le pareti della gola, verso di me. In un lampo vidi anche don Genaro che la gettava. Ebbi un attacco di panico; un atrimo dopo, ero di nuovo sulla sommiti della roccia: qualcosa mi aveva tiraro su. Mi guardai intorno; don Genaro non c'era pit. Don Juan si mise a ridere e disseche don Genaro se n'era andato perchd non riusciva a resisterealla mia ptrzze.Mi resi conto con imbarazzo che me I'ero veramente fatta addosso. Don Juan aveva avuro ragione a farmi togliere i vestiti. Venne con me ad un torrente vicino e mi lavd come un cavallo, raccogliendo I'acqua col mio cappello e gertandomela addosso; faceva intanto allegri commenri sui miei pantaloni salvati.

LA BOLLA DI PERCEZIONE

Passaila giornatada solo in casadi don Genaro.Dormii quasitutto il tempo. Don Juan tornd nel tardo pomeriggio e ci awiammo, in assolutosilcnzio,verso una vicina catenadi montagne.Ci fermammoal crepuscoloe restammosedutisull'orlo di una profondagola finch6 fu quasibuio. Poi don Juan mi condussein un altro posto, Ii vicino, pressoun monumentaledirupo: una paretedi roccia verticale. Quel gruppo di rocce non si vedeva dalla pista checonducevafin li; don Juanperd me I'aveva gii mostrato parecchievolte prima. Mi avcva fatto guardaredall'orlo delle rocce,dicendomiche tutto il dinrpo era un luogo di potere,e in particolarela base: un canyon profondo varie centinaiadi piedi. Ogni volta che vi avevo affondato'lo sguardo,mi ero sentitorabbrividire; il canyon era semprebuio e minaccioso. Prima che giungessimoa destinazione, don Juan disseche dovevo avanzareda solo e andaread inconuare Pablito sull'orlo del dirupo. Mi raccomanddd'essere rilassatoe di eseguireI'andattra del potereper eliminare la fatica nervosa. Don Juansi spostddi fianco,alla sinistradella pista, e I'oscuriti lo inghiotti. Avrei voluto fermarmia vedere dove fosseandato,ma il mio corpo non mi obbedi. A-

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vanzai, sebbenefossi tanto stanco da non riuscire quasia starein piedi. Quando raggiunsi il dirupo non trovai li nessuno,e per un po' passeggiaiavanti e indietro respirando profondamente. Dopo qualche tempo cominciai a rilassarmi; mi fermai, la schienaaddossataalla roccia, e allora notai a poca distanzala sagomadi un uomo. Stava seduto, con la testa nascosrafra le braccia.Ebbi un atrimo di intensa paura, indietreggiai, ma poi mi dissi che I'uomo doveva esserePablito e senza.esitazione avanzaiverso di lui. Chiamai forte Pablito per nome. Immaginai che non sapessecon certezzachi io fossi e che, dallo spavento,si fossecoperto la faccia per non vedere. Ma prima che lo raggiungcssiun inesplicabileterrore si impadroni di me. Il mio corpo si paralizzd, mentre gii avevo il braccio destro teso per toccareI'uomo. Questi sollevd la testa. Non era Pablito! I suoi occhi erano due enormi specchi,come gli occhi di una tigre. Il mio corpo saltd alf indietro; i miei muscoli si teseroe poi si rilassaronosenzail minimo intervento della volonti, e feci un balzo indietro, cosi rapido e cosi lungo che, in condizioni normali, mi avrebbe suscitatoampie congetrure.Nello stato in cui ero, perd, il mio panico era tale che non inclinavo ceno alla riflessione, e sarei corso via se qualcuno non mi avesseafferrato energicamenteper il braccio. Sentire che qualcuno mi teneva per il braccio ml braccio rese rese il terrore immenso: gridai. Anzich6 il grido acuto che immaginavo di emettcre, fu un lungo urlo raccapricciante. Mi voltai verso I'assalitore. Era Pablito, che tremava ancora pit di me. La mie agitazionenervosa era al culmine.Non riuscii a parlare, i denti mi battevano e brividi mi corsero per la schirna, facendomi sussultareinvolontariamente. Ero costrerto a rcspirarc con la bocca. Battendo i denti, Pablito disse che il "nagual" era

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stato ad aspettarlo,che lui era appenesfuggito alle sue grinfie quandoera venuto a sbatterecontro di me, e che io I'avevo quasiuccisocon il mio urlo. Awei voluto ridereed emisii pii strani suoniimmaginabili.Quandorecuperaila calma, dissi a Pablito che cvidentementcla stessacosaera successa a me. Nel mio caso,il risultato ultimo era stato la scomparsadella fatica, Provavo un'irrefrenabileondata di vigore e di benessere. Pablito sembrava sperimentarela stessasensazione;ci mettemmoa ridacchiarenervosamente come due sciocchi. Udii in lontananzail rumore di passicauti e soffocati. Me ne accorsi prima di Pablito. Parve rendersene conto dal mio irrigidirmi. Avevo la cenezzeche qualcuno si stesseawicinando. Ci voltammo in direzionedel rumore; un attimo dopo divennerovisibili le sagomedi doir Juan c don Gcnaro. Camminavanotranquillamente: si fermaronoa quattro o cinquepiedi da noi; don Juanstava di fronte a me, e don Genarodi fronte a Pablito. Volevo dire a don fuan che qualcosami avevaatterrito, ma Pablito mi strinse il braccio. Capii perch6. C'era qualcosadi srano in don Juan c don Genaro. Mentre li guardavo, i miei occhi cominciaronoa non metterli a fuoco. Don Genaro diede un ordine secco.Non capii cosa avevadetto, ma "seppi" checi ordinavadi non incrociare gli occhi. .. L'oscuriti i calatasul mondo dissedon Juan, ' guardandoil cielo. Don Genaro disegnduna mezzalunasul terreno duro. Per un attimo mi sembrdcheavessE usatoun gessoiridescente, ma poi mi resi conto che non avevanulla in mano; petcepifo la mezzalunaimmaginariache lui aveva disegnatocol dito. Don GenarofecesederePablito e

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me sulla curva interna del contorno convesso,mentre lui c don Juan si sedevanoa gambe incrociate alle estremitl della mezzaluna,a sei o seae piedi da noi. Don Juan parld per primo; disse che stavano per mostrarci i nostri alleati. Ci disse che sc avessimo fissato gli occhi sul fianco sinismosuo e di don Genaro, tra I'anca e le costole, avremmo "visto" qualcosadi simile a uno straccio o a un f.azzoleno, pendente dalle loro cinture. Don Gcnaro aggiunse che, vicino agli stracci, c'erano due cose a forma di bottone : dovevamo fissare le loro cinture 6nch6 riuscissimo a "vedere" gli stracci e i bottoni. Prima che don Genaro avesseparlato, avevo gii notato qualcosa di piatto, come un pezzo di stoffa, e un ciottolo rotondo, che pendevano dallc loro cinture. Gli alleati di don juan erano pii scuri e minacciosi di quelli di don Genaro. Avevo reagito con up misto di curiositi e di timore. Erano reazioni che provavo nello stomaco, senzache vi fossc da parte mia alcun giudizio razionale. Don Juan e don Genaro misero mano alle cinture e parvero staccarne quei pezzi di stoffa scura. Li presero con la sinistra; don Juan gettd il pe::zoin aria, sopra la teste, ma don Genaro lo fece cadere delicatamentea terra. I pczzi.di stoffa si tesero,aprendosinel lancio o nella caduta come fazzoletti perfettamente lisci; disceserolentamente, oscillando come aquiloni. Il movimento dell'alleato di don Juan era I'esatta replica di quello che avevo visto fare a lui stesso,qualche giorno prima, mentre volava per I'aria. Awicinandosi al suolo, i pezi di stoffa divennero rotondi e massicci. Dapprima si arrotondarono come se fossero caduti sopra il pomo di una porta, poi si dlargarono. Quello di don Juan crebbc come una grande ombra. Quindi avanzd per primo verso di noi,

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spezzandopiccole pietre e zolle secche.Giunse a quattro o cinque piedi da noi, nel centro della mezzaluna,fra don Juan e don Genaro. A un certo momento pensaiche stesseper rotolarci addosso e polverizzarci. Il mio terrore era come un fuoco ardente.L'ombra dinanzi a me eppariva gigantesca,alta forse quattordici piedi e larga sei. Avanzava come se stesseprocedendoa tastoni, senzaocchi, a scatti, esitando.Capii che era alla mia ricerca. In quel momento Pablito nascbsela testa contro il mio petto. La sensazioneprovocata dal suo movimento distolse una parte dell'attenzioneche, con terrore, tenevo concentrata sull'ombra. L'ombra parve disgregarsi,a giudicare dai suoi sussulti;poi usci dal mio cempo visivo, confondendosicon I'oscuriti circostanre. Scossi Pablito. Egli sollevd la testa e gertd un grido soffocato. Alzai gli occhi. (Jno strano uorno mi stava fissando. Pareva che fosserimasto proprio dietro I'ombra, che si fosse forse nascostodietro di essa.Era piuttosto alto e scarno, con una lunga faccia, privo di capelli; il lato sinistro della testa era coperto da un esentemao da un eczema.Aveva gli occhi selvaggi e lucenti, la bocca semiaperta. Indossava uno strano abito, simile a un pigiama; i calzoni erano troppo corti. Non riuscivo a distinguerese portasseo no le scarpe.Rimase a guardarci per un tempo che parve lungo, quasi in attesa dell'occasione favorevole pcr saltarci addosso e sbranarci. Nei suoi occhi c'era un'espressione intensissima:non di odio o di violenza, me di diffidenza animalesca.Non riuscii pii a resisterea quella tensione.Stavo per assumereuna posizione di lotta che don Juan mi aveva insegnato anni prima, e I'avrei fatto se Pablito non mi avessesussrurato che I'alleato non poteva superarela linea tracciataal suolo da don Genaro.'Mi accorsi allora che c'era infani sul

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terreno una linea lucente:sembravatrattenerecid che avevamodi fronte. Dopo un istante,I'uomo si allontandverso sinistra, come aveva fatto I'ombra. Ebbi la sensazioneche don Juan e don Genaro li avesserorichiamati indieno. Ci fu una breve pausadi tranquilliti,. Non vedevo pii don Juan e don Genaro;non sedevanopiri alle estremiti della mezzalun'a.D'improwiso udii il rumore di due piccoli ciocoli che cadevanosul pavimentodi roccia su cui sedevamo,e in un lampo la zona di fronte a noi si illumind come se fossestata accesauna caldalucc Sallastra. Dinanzi a noi c'eraun animaleda preda,un enorme coyote o lupo dall'aspettodisgustoso.Tuno il suo corpo era coperto di una secrezionebianca,simile al sudorco alla saliva.Aveva il pe.loirsuto e umido. Ringhiavacon una ciecafuria chemi facevarabbrividire.Le fauci tremavano, e ne uscivanobolle di bava. Raspavail suolo come un canearrabbiatoche cercasse di liberarsiddla catena. Poi si &izzd sulle zampe posteriori, agitando furiosamentele zampeanteriori e le fauci. Tutta la sua rabbia sembravaconcentratasullo sforzo di spezzareuna barriera che lo separavada.noi. Mi resi conto c}rela mia paura di queil'animalefurioso era diversa dalla paura provata dinanzi alle due apparizioniprecedenti.Il mio terrore della bestiaera repulsionee orrore Gsico.Assistevocompletamenteimpotente alla sua rabbia. Poi d'improwiso parve calmarsie trottd via, scomparve. Udii allora che qualcosad'altro veniva verso di noi, o forselo intuii; d'un rrarto ci comparvedinanzila sagoma di un enormefelino. Vidi dapprimai suoi occhi nelle tenebre;erano immensie fissi come due pozze d'acqua che rifenono la luce. Sbuffava e ringhiava sommcssa, t8

mente. Continuava a soffiare e ad andareavanti c indietro, senzadistdglirregli occhi da noi. Non c'erasu {i cssola luminositi elettricache avevarischiaratoil coyote; non riuscivo a distinguerei suoiparticolari,e tuttavia la sua prescnzaera infinitamente pii sinistre di quella dell'altro animde. Parvc raccoglierele forze; sentii c-he era cosi audacechesi sarebbelanciatodi li dai suoilimiti. Pablito dovenc provarela stessasensazione perch6mi sussurrddi abbassare subito la testae sdraiarmial suolo. Un attimo dopo il felino balzd. Corseversodi noi e poi spiccdun salto con le zampeprotese.Chiusi gli occhi e nascosila testa fra le braccia,premuteal suolo. Sentii che I'animaleavevasrappato la linea protettiva tracciata da don Genarointorno a noi e si trovava ora sopradi noi. Il suo pesomi schiacciava git; il pelo del suo venrre mi fregavail collo. Ppve che le zampeanteriorisi fosscro impigliate in qualcosa;si torse per liberarle.Sentii le sue contorsioni,i suoi strattoni, e udii il suo diabolico soffiare e sibilare.Seppi allora che ero perduto. Ebbi la vaga sensazionedi una scelta razionale,e avrei voluto rassegnarmi alla sortedi morire li; ero perd atterrito dal dolore fisico di morire'in quelle circostanzcspaventosc. Poi una strana fona dffrord dal mio corpo; era comese il corpo si rifiutassedi morire e concentrasse tutto il vigore in un punto: nel braccio sinistro e nella mano. Un impeto indomabileli attraversd.Qualcosadi incontrollabile si impadronivadel mio corpo: qualcosache mi costringevaa spingerelontano da noi la massapesanree minacciosadella belva. Anche Pablito parve reagirenello stessomodo; ci alzammo entrambi nel medesimoistante; I'energia che creammofu tale da scagliarelontano la belva come una bambola di pezza. Lo sforzoera sratoesrremo.Caddi al suoloboccheg,t9


giando. Avevo i muscoli dello stomacocosi tesi che non riuscivo a respirare.Non badai a quello che Pablito stava facendo.Alla 6ne mi accorsiche don Juan e don Genaro mi aiutavano a rimettermi a sedere.Vidi Pablito distesoa terra a faccia in git, con le braccia tese. Sembrava svenuto. Dopo che mi ebbero fatto sedere,don Juan e don Genaro aiutarono Pablito. Gli fregarono lo stomaco e la schiena.Lo tirarono su, e dopo poco egli riusci a sedersida solo. Don Juan e don Genaro sedetteroalle estremiti della mezzaluna; poi cominciarono a muoversi dinanzi a noi, come se fra i due punti ci fosse stata una rotaia sulla quale scorrevanoavanti e indietro, scambiandosile posizioni. Il loro movimento mi diede il capogiro. Finalmente si fermarono vicino a Pablito e cominciarono a sussurrargli all'orecchio. Dopo un momento si alzarono, tutt'e re insieme,e raggiunseroI'orlo del dirupo. Don Genaro sollevd Pablito come un bambino. Il corpo di Pablito era rigido come un'asse; don Juan lo preseper le caviglie. Lo feceruotare come per prendereslancio,e alla fine lo lascid andare, scagliandolo con violenza sopra I'abisso,oltre I'orlo del dirupo. Vidi il corpo di Pablito contro il buio cielo occidentale. Descriveva dei cerchi, come aveva fatto qualche giorno prima il corpo di don Juan; i cerchi erano lenti. Poi la rotazione si accelerd; il corpo di Pablito vorticd per un attimo comeun disco,quindi si disintegrd.Lo vidi svanire nell'aria sottile. Don Juan e don Genaro vennero ai miei fianchi, si accovacciaronovicino a me e presero a sussurrarmialle orecchie.Ciascuno di loro due diceva cose diverse, ma non avevo difficolti a seguire i loro ordini. Mi parve d'essere"diviso" dall'istante stessoin cui pronunciarono 360

le prime parole. Sentii che mi facevano quello che gii avevano fatto a Pablito. Don Genaro mi fece roteare, poi ebbi per un attimo la sensazioneperfettamente cosciente di girare o funuare per I'aria. L'istante successivo,precipitavo per I'aria, a capofitto verso il suolo, a una velocitl spaventosa.Sentii mentre cadevo che i vestiti mi erano strappati via, poi la mia carne se ne andd, e infine mi rimase solo la testa. Ebbi la nettissima sensazioneche, mentre il corpo si smembrava, abbandonassipeso superfluo: la mia caduta perse slancio e la velociti diminui. Non precipitavo pit vertiginosaininte. Cominciai a ondeggiare avanti e indietro come una fgglia. Poi anche la testa fu privata del suo peso e di "me" non rimase altro che un centimeto quadrato, una scheggia,un minuscolo ciomolo. Tutto il mio sentire vi era concentrato; poi la scheggiaparve scoppiare,e andai in mille pezi. Seppi, o qualcosaseppe,che ero consapevoledi tutti i mille pezzi nello stesso istante. Ero la consapevolezzastessa. Successivamenteuna parte di quella consapevolezza comincid ad agitarsi, crebbe, si amplid. Acquistd uno spazio preciso, e a poco a poco riacquistai il senso dei limiti, la coscienza o qualcosa di simile, e d'un tratto l"'io" che conoscevo,che mi era consueto,si espanse nella visione piri spettacolare di tuae le combinazioni immaginabili di "belle" scene, come se stessi guardando migliaia di immagini del mondo, degli'uomini, delle cose. Poi quelle scene si offuscarono. Ebbi la sensazione che stessero passando dinanzi ai miei occhi a velociti crescente,finch6 non riuscii piri a isolarne alcuna. Fu allora come se vedessiil complessointero del mondo che mi scorreva dinanzi agli occhi irt una catena ininterrotta e in6nita. 361


D'improwiso mi ritrovai in piedi sul dirupo con don Juan e don Genaro. Sussurraronoche mi avevano . \.. tirato indietro, e che avevo visto I'ignoto, di cui nessuno pud parlare.Disseroche mi avrebberodi nuovo precipitato li, e che avrei dovuto spiegarele ali della mia percezione,toccandoal tempo stessoil "tonal" e il "nagual", senzaessereconsapevoledell'andirivieni dall'uno all'altro. Ebbi di. nuovo la sensazione d'esserescagliatoin aria, di roteare e di caderea spaventosavelociti. Poi esplosi, mi disintegrai. Qualcosain me cedewe;liberai qualcosache avevorenutobloccatoper tutta la vita. Ero perfettamenteconsapevoleche il mio serbatoiosegreto era smto forato e spandevasenzalimiti. Non c'era pit la cara uniti che chiamavo"io". C'era il nulla e tuttavia quel nulla era pieno. Non luce o buio, caldo o freddo, piacevoleo spiacevole.Non il mio movimento, il mio fluftuare,o sterefermo. E neppureero una singolauniti, io stesso,come cro abituato ad essere.Ero una miriade di me stessiche eranotutti "io", una colonia di uniti separate,obbligate ad un vincolo reciproco,inevitabilmente portate a congiungersiin ura singolaconsapevolezza,la mia consapevolezza umana.Non si trattava di "sapere" senz'ombradi dubbio, perch6non c'era nulla con cui io potessi"sapere";ma tutte le mie singolecon"sapev'ano"che l"'io", il "me stesso"del sapevolezze mio mondo quotidiano,era una colonia,un conglomerato di sensazioniseparate,indipendenti,legateperd tra loro da un'assolura solidarieti.L'assolutasolidarietidelle mie innumerevoliconsapevolezze, il loro vincolo reciproco, era la mia forza vitale. Per descriverequestasensazione unificata si sarebbe potuto dire che lc scheggcdi consape volez-za eranospar, 62

di s6 e nessuna pagliate;ciascunadi esseera consapevole predominavasulle altrc. Poi qualcosale agitd ed essesi unirono ed affiorarono in un'area in cui tutte dovevano raggrupparsiin un agglutinamento:l"'io" che conosco. Vidi poi, divenuto "io", "me stesso",una scenacoerente di attiviti su questo mondo, o una scenadi altri mondi che pensavo dovesseesserepura immaginazione,o una scena di "puro pensiero", cioi un'immagine di sistemi intellettuali, o di idee congiunte insieme dal processo della parola. In alcunesceneparlai a me stessoa mio pia. cere. Dopo ciascunadi questeimmagini coerenti, l"'io" si disintegrava e tornava ad esserenulla. Durante una di queste escursionienro un'immagine coerente,mi ritrovai sul dirupo con don Juan. Immediatamente mi accorsi di cssereil "me stesso"totale cui ero abituato. Sentii la mia corporeiti come cosa reale. Ero nel mondo: non mi limitavo a vederlo. Don Juan mi strinse fra le braccia come un bambino. Mi guardava. La sua faccia era'vicinissima. Vedevo i suoi occhi nell'oscuriti. Erano benevoli. Sem' bravano contenereuna domanda.La conoscevo.L'indicibile era veramente indicibile. .,Bene?o chiesepiano, come se avessebisogno della mia conferma. Ero senzaparole. Le parole "intontito", "smarrito", "confuso", e cosi via, non servivano minimamente a descrivere come mi sentivo in quel momento. Non ero un corpo solido. Sapevo che don Juan doveva tenermi afferrato e premuto al suolo: altrimenti avrei cominciato a futtuare nell'aria e sarei scomparso.Non avevo paura di svanire. Desideravo con tutte le mic forze l"'ignoto" in cui la mia consapevolezzanon era unificata. Don Juan mi fgce camminare lentamente, premen-

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domi su entrambe le spalle, fino a un terreno che era di fianco alla casadi don Genaro; li mi fece sdraiaree mi copri di terriccio morbido, preso da un mucchio che sembrava aver preparato in precedenza.Mi copri fino al collo. Sotto la testa mi mise delle foglie come cuscino e mi disse di non muovermi e di non addormerrtarmiassolutamente. Aggiunse che si sarebbi seduto li vicino e mi avrebbe tenuto compagnia finch6 la terra si fosse indurita sulla mia forma. Mi sentivo benissimo e provavo un desiderio quasi irresistibile di dormire, ma don Juan me lo vietava. Disse che dovevo parlare di qualsiasi cosa immaginabile, tranne che di quanto avevo sperimentato poco prima. Non sapevo con cosa cominciaie; alla fine gli chiesi di d<in Genaro. Don Juan,disseche don Genaro aveva preso con s6 Pablito, lo aveva "seppellito'' (com'ero io) in qualche posto li intorno, e ora stava facendo con lui la stessacosa che egli, don Juan, faceva con me. Desideravo sostenerela conversazione,ma qualcosa in me era incompleto. Provavo un'insolita indifferenza, una stanchezzasimile alla noia. Don Juan sembrava che sapessecome mi sentivo. Comincid a parlare di Pablito e dei nostri destini inmecciati. Disse che egli stessoera divenuto il benefattore di Pablito ncl medesimo momenro in cui don Genaro divenne il suo insegnante, e che il potere aveva appaiato me e Pablito, ad ogni passo.Sottolined che I'unica differenza tra Pablito e me era la seguente: mentre il mondo di Pablito, in quanto guerriero, era governato dalla coercizione e dalla paura, il mio era governato dall'affetto e dalla liberti. Don Juan spiegd che tale differenza era dovuta alle personaliti intrinsecamente diverse dei benefattori. Don Genaro era dolce, pieno d'affetto e divertenre, mentre lui, don Juan, era 364

secco,autoritario, c colpiva diritto. Disse che la mia personaliti esigevaun insegnanteseveroe un tenerobenefattore, mentre quella di Pablito, al contrario, aveva bisognodi un insegnantebenevoloe di un rigido benefattore. Parlammoancoraper un po'; venne il mattino. Quando il sole afrBarvesulle montagnead est,don Juan mi aiutd a tirarmi fuori dall'involucro di terra. Quando mi fui svegliato,di primo pomeriggio,don Juan ed io ci sedemmovicino alla porta dellacasadi don Genaro.Don Juandisseche don Genaroera ancoracon Pablito e lo preparavaper I'ultimo incontro. .. Domani voi e Pablito entreretenell'ignotor disse. .. Ora devo prepararvi.Vi entrereteda solo. La notte scorsavoi due eravatetirati avanti e indiemocome due yo-yo; domaniagireteda solo.t Ebbi un attaccodi curiositi, e le domandeintorno alle esperienze della notte precedentefurono sul punto di sgorgarequasida sole.Don Juanrimaseimpernrbabilc. la manovra veramentequ" Oggi devo compiere ciale,, disse.n Devo irnbrogliarvi per I'ultima volta. E voi dovete lasciarviattrarre dd mio imbroglio.o Risebattendosile cosce. o La notte scorsaGenarovolle mostrarvicon il pri-. mo esercizioil modo in cui gli stregoniusanoL nagaalu aggiunse... Non d possibileraggiungerela spiegazione degli stregonise non si i fatto volontariamenteuso del nagaal,o piuttosto se non si d fatto volontariamenteuso del tonal per trovare un sensoalle azioni compiutenel I nagaaLPossiamoanchedire che la vista del tonal deve prevalerese si usa L nagaalal modo degli stregoni.u Gli dissi c.he trovavo un'evidente conuaddizione 36'


nelle sue ultime parole. Da un lato, due giorni pnma mi aveva offerto un incredibile resoconto di azioni studiatc, eseguiteper anni, che miravano a colpire la mia visione del mondo; d'altro lato, ora, egli voleva che proprio quclla visione prevalesse. ., Lfna cosa non ha nulla a che fare con I'altra repli" cd don Juan. .. L'ordine fra le nostre percezionii ambito esclusivo del tonal: solo in tale ambito le nostre azioni possonoavere una sequenza:solo li sono simili a scaledi cui possiamocontere i gradini. Nel nagual non c'i nulla di simile. La visione del tonal d dunque uno srrumento: non solo il migliore, ma I'unico che abbiamo a disposizione. <rLa notte scorsala vostra bolla di percezionesi i aperta e le sue ali si sono spiegate.Non c'd altro da dire a questo proposito. E impossibile spiegarecosa vi i successo;quindi io non mi ci proverd, e anche voi non dovete tentarlo. Dev'esseresufficiente dire che le ali della vostra percezionesono fatte per toccare la vostra totaliti. La notte scorsacondnuavatead-andareavanti c indietro dal nagaal el tonal e viceversa. Siete stato lanciato gii due volte, in modo che non ci fossepossibiliti di errori. La secondavolta avete sperimentatonella sua interezza il viaggio nell'ignoto. E la vosrre percezioneha spiegato le ali quando qualche cosa in voi ha compreso la vostra vera natura. Siete un grappolo. .. Questa d la spiegazionedegli stregoni. Il nagtal t indicibile. Tutte le possibili sensazioni,tutti i possibili esseri, i possibili se sressi,vi fluttuano come scialuppe,pacificamente,inalterati, per sempre.Poi la colla della vita ne attacca insieme alcuni. Voi stessoI'avete scoperto la scorsanotte, e cosi ha fatto Pablito, e cosi fece Genaro la volta in cui viaggid nell'ignoto, e cosi feci io. Quando la ,66

colla della vita unisceinsiemequellesensazioni,i creato un esseretun essereche perdeil sensodella suavera natura e viene accecatodalle luci abbagliantie dal clamore della zona in cui vagano gli esseri:L tonal. lI tonal i I'ambito in cui esisteogni organizzazione unificata. Un esseresi 6cca nel tonal,wta volta che la forza della vita ha legato insiemetutte le sensazioninecessarie. Vi ho detto un tempo che il tonal ha principio alla nascitae 6ne alla morte; I'ho deno perch6so che non appenala forza della vita lasciail corpo, tutte quellesingoleconsapevolezzesi disintegranoe tornano li. donde erano venute, al nagaal.Cid che il guerrierofa quando viaggia nell'ignotoi molto simileal morire,con la differenzaperd che il suo grappolodi singolesensazioninon si disintegra,ma si limita ad espandersi un poco senzaperdcre la suauniti. Alla morte essevannoa fondo e si muovono indipendentiI'una dall'alua, come se non fosseromai stateuniti. r, Avrei voluto dirgli che le suespiegazionicorrispondevanoperfettamentea quantoavevo sperimentato.Ma non mi lascidparlare, .. Non d possibileriferirsi all'ignoton disse... Dell'ignoto si pud soltantoesseretestimoni.La spiegazione degli'stregoniaffermacheciascunodi noi ha un cenro dal qualesi pud esseretestimoni ddrnagual:Ia'aolontd.lJn guerriero pud quindi awenturarsi nel nagual e lasciare che il proprio grappolosi dispongae ridispongain ogni modo possibile.Vi ho detto che I'espressione de| nagaal d cosapersonale. Questosignificachesta ad ogni singolo guerrierodirigerela disposizionee la ridisposizione del grappolo.La forma umana,il s'entircumano,d quello originario;i forse,per tutti noi, la formapit armoniosa: cid non toglie, tuttavia, che ci siano innumerevolialue t67


forme alternative che il grappolo pud adonare. Vi ho detto che uno stregone pud adottare qualsiasiforma egli voglia. E vero. Uno stregone che sia in possessodella totaliti di se stessopud dirigere le parti del suo grappolo in modo che si compongano in ogni forma concepibile. Le fona della vita d cid che rende possibile tutto questo rimescolamento.Una volta che la f.orzadella vita i esaurita, non d pii possibilerimettere insieme il grappolo. o Ho chiamato quel grappolo "bolla di percezione". Ho anche detto che la bolla i sigillata, assolutamente chiusa, e che non si apre mai fino all'istante della morte. Tuttavia pud cssereaperta. Gli stregoni hanno evidentemente imparato questo segreto, e sebbenenon tutti giungano alla totaliti di se .stessi,ne conosconola possibiliti. Sanno che la bolla si apre solo se ci si immerge nel nagtal, leri vi ho presentato un resoconto di rutti i passi che avete compiuto per giungerc a questo punto. D Mi scrutd come se si aspettasseda me un commento o una domanda. Quanto detto era al di li di ogni "rri.rr" commento. Capii allora che, se mi avesseesposto tutto cid quattordici anni printa, o in qualsiasi istante del mio apprendistato, non sarebbeservito a nulla. Cid dre contava era il fatto che io avessi sperimentato con il mio corpo, o nel mio corpo, le premessedella spiegazione. <.Aspettola vostra solita domandao dissedon ]uan, pronunciando adagio le parole. .. Quale domanda?r, che la vostra ragione d impaziente di por" Quella

Disse che se avessiinterotto il dialogo interno per un momento solo, avrei capito di quale domanda si trattava. Ebbi un'idea improvvisa, un'intuizione istantanea, e seppi cosa egli voleva. ., Dov'era il mio corpo mentre mi stava succedendo tutto cid, don Juan?" gli chiesi. Egli scoppid in una sonora risata. .. E I'ulti-o imbroglio degli stregoni rispose' .. Si ' pud dire che sto per rivelarvi I'ultimo pezzettodella spiegazione degli stregoni. Fino a questoPunto le vosffi- ragioneha seguito a caso cid che stavo facendo. La vostra ragioned dispostaad ammettereche il mondo non sia come la descrizionelo dipinge, che in essoci sia molto di pit di quanto vedono gli occhi. La vostra ragioned quasi dispostae pronta ad ammettereche la vostra percezione andd su e gii da questo dirupo, o che qualcosain voi, e perfino tutto voi stesso,saltd nel fondo di questagola ed esamindcon gli occhi del tonal cid che vi si trovava, come se ioste disceso corporeamentecon .scala e corda. L'atto di esaminareil fondo della gola fu il coronamento di questi anni di apprendistato.L'avete fatto per bine. Genaro colse il centimetro cubo di occasioneche si presentava,quando gettd una pieua al aoi che si trovava nel fondo della gola. Vedun ogni cosa. Genaro ed io sapemmo allora senza possibiliti di dubbio che eravate pronto ad essere scagliato nell'ignoto. In quell'istante non solo aedeste,ma s4peste tutto del doppio, dell'al-

fe. ))

tfO. n

Oggi lascio perdere tutte le domande. Dawero, " non ne ho nessuna,don Juan.r, <.Questo non va beneo disse ridendo. .. C'd una particolare domanda ctre ho bisogno clre mi poniate.a

Lo interruppi per dirgli che mi faceva credito ingiustificato per qualcosache andavaal di li della mia Replicdche avevobisognodi tempoper comprensione. in me, si insediassero lasciarechetutte quelleimpressioni

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t

e che quando fossi giunto a tanto, le rispostesarebbero fluite da me cosi come,nel passato,le domande. o Il scgreto del doppio d nella bolla di percezione, chenel vostrocaso,la notte scorsa,erasullasommiti del dirupo e nel fondo della gola nello stessotempou disse. a Il grappolo di sensazionipud aggregarsiovunque istantaneamente. In altre parole:.si pud percepirenello istante stesso il qai e-il ld.r, Mi sollecitd a pensareed a ricordare una sequenza di azioni cosi consueteda averle quasi dimenricare. Non riuscivoa capiredi cosastesseparlando.Mi esortd a sfonarmi di pii. o Pensateal vostro cappellon disse.< E pensatea cosaha fatto Ginaro con il vostro cappello.o D'improvviso compresi.Avevo dimenticatoche don Genaro voleva farmi togliere il cappello,perchdil vento continuava a butarlo gii. Io perd non volevo separarmene. Esserenudo mi mettevain imbarazzo. Portare il cappello,cosadre di solito non facciomai, mi dava I'impressionedi non essereme stesso,e quell'impressionemi rendevameno imbarazzante la nuditi. Don Genaro allora avevaprovato a scambiareil suo cappello con il mio, ma il suo era rroppo piccolo per la mia testa. Lui aveva scherzatosulla grossezzadella mia testa e le proporzionidel mio corpo; poi mi avevatolto il cappello e mi avevaawolto la testacon un vecchioponcho,come un turbante. Dissi a don Juan che avevo dimenticatoquella sequenza;ero sicuro che fosseaccadutatra I'uno e I'altro dei miei cosiddeni salti, e tuttavia la memoria di quei "salti" restavacome un'uniti ininterrotta. o Certamenteerano un'uniti ininterrotta, e altrettanto lo era il gioco di Genaro con il vosuo cappellort 370

disse don Juan. .. Questi due ricordi non Possono essere coordinati ffa loro, I'uno dopo I'alffo, poichâ‚Źi due awcnimenti sono accaduti nel medesimo istante.r, Mosse le dita della sinistra come se non Potessero entrare negli spazi fra le dita della destra. I salti erano solo il principio > aggiurse. .. Poi ven" ne il vostro vero viaggio nell'ignoto; la notte scorsaavete sperimentato I'indicibile, il nagual. La vostra ragione non pud combattere conro il vostro saperefisico d'essere un grappolo di sensazioni,senza nome. A questo punto la vostra ragionepud anzi ammettere che ci sia un altro centro di raccblta, la uolontd, attraverso il quale d possibile giudicare o valutare e usare gli effetti straordinari del nagta:l..Finalmente d apparso all'orizzonte della vostra ragioneil fatto che si possa rifettere il nagaal attraverso Ia uolontd,sebbenenon si possa mai spiegarlo. o Ma adesso arriva la vosffa domanda: "Dov'ero mentre tutto cid accadeva?Dov'era il mio corpo?" La convinzionc che ci sia un aoi rcale risulta dal faao chc avete radunato ogni cosa intorno dla vostra ragione. A questo punto la vostra ragioneammette chc il nagaal sia indescrivibile, non perchd I'evidenza I'abbia convinta, ma perchd cosi facendo'si salva. La vostra ragioneE sd' terreno sicuro, tutti gli elementi del.tonal sono dalla sua plrtC. n Don Juan tacque e mi fissd. Sorrideva benevolo. .,Andiamo nel luogo favorito di Genaron dissebruscamente. Si alzd e raggiungemmo la roccia ove 'eravamo rimasti a chiacchieraredue giorni prima; ci sedemmocomodi negli stessi posti, con le spalle addossate alla roccia. a Far si che la ragionesi senta sicura d sempre il com-

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pito dell'insegnante disse don Juan. o Io ho ingannato ' la vostra ragione,facendolecredere che del tonal si potesseparlare,che lo si potessespiegare.Genaro ed io ci siamo affaticati a darvi I'impressioneche solo il nagual fossedi li dalla portata delle spiegazioni;ecco la prova che I'imbroglio d riuscito: ancora adessovi sembrache, nonostantetutto quello che avete sperimentato,vi resti un nucleo che potete dichiararevostro: la vostra ragione. E un miraggio. La vostra preziosaragioned solo un centro di raduno, uno specchio che rifette qualcosadi estcrno ad esso.La notte scorsasiete stato testimonenon soltanto dell'indescrivibile nagual, ma anche dell'indescrivibile tonal. o L'ultimo brano della spiegazionedegli stregoni afferma che la ragionesi lirnita a rifettere un ordine esterno, e che la ragionenon sa nulla di tale ordine; non pud spiegarlo,cosi come non pud spiegareil nagaal,La ragioze pud soltanto esseretestimone degli effetti del tonal, ma non pud mai comprenderlo o svelarneI'enigma. Il fatto stessoche noi pensiamoe parliamo indica la presenzadi un ordine che seguiamosenzamai saperecome riusciamo a farlo o che cosa tale ordine sia.r, Esposi allora il concetto della ricerca dell'uomo occidentale circa I'attiviti cerebrale, come possibiliti di spiegarecosa fosse quell'ordine. Don Juan dichiard che tutto quanto poteva fare tale ricerca era attestare che qualcosastava accadendo. Gli stregoni fanno la stessacosa con la loro aolon" # > disse... Essi affermanoche atraverso la aolontdpossono esseretestimoni degli effetti del nagaa/.Posso ora aggiungereche attraverso la ragione,non importa cosa facciamocon essao come lo facciarno,siamo puramente testimoni degli effetti del tonal. In entrambi i casi non 372

mai, di capireo di spiegarequellodi cui siac'd speranza, mo testimoni. .. Per la prima volta, la notte scorsa'avete volato sulle ali della vostra percezione.Eravate ancora molto timido. Vi siete awenturato solo lungo la banda della percezioneurnana.Uno stregonepud usarequelleali per raggiungerealtre sensibilit): quella di un corvo Per esempio,di un coyote, di un grillo; o Per raggiungere I'ordine di altri mondi nello spazioinfinito. ', <,Voletedire altri pianeti,don Juan?" portarciai con.. Certo.Le di di percezione Possono fini pii reconditi del nagual o ad inconcepibilimondi del tonal,r, ., Per esempio,uno stregonepud andare sulla luna? o

.. Si capisceo rispose don Juan. .. Non sarebbe in grado, perd, di riportare di li un sacco di pietre.r, Ridemmo e ci mettemmo a scherzaresu questo Punto; ma la sua affermazione era stata in tono estremamente serio. ., Siamo arrivati all'ultima parte della spiegazione degli stregoni dissedon Juan. <<La notte scorsaGenaro ' ed io'vi abbiamo mostrato gli ultimi duc punti che formano la totaliti dell'uomo, il nagaal e il tonal, Una volta vi ho detto che quei due punti sono all'esterno dell'uomo, e tuttavia non lo sono. Questo i il paradosso degli esseriluminosi. Il tonal di ciascunodi noi d soltanto un rifesso di quell'indescivibile ignot6 che d pieno di ordine; il nagual di ciascuno di noi t soltanto un riflesso di quell'indescrivibilevuoto che contiene ogni cosa. .. Ora bisogna che restiatequi seduto,nel luogo preferito di Genaro, fino al crepuscolo;nel frattempo dovretc collocarela spiegazionedegli smegonial suo Posto.

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Qui, ora, solo la forza della vosrravita lega insiemequcl grappolodi sensazioni. r, Don Juan si alzd. Il " compito di'domani sari per voi immergervida solo nell'ignoto,menueGenaro.d io rt"..mo a guardare senzaintervenire r, .disse.o Sedetequi e interrompete il dialogo interno. Poteteraccoglierei[ poterenecessario per spiegarele ali della vosua percezionee volarc verso quell'infinito.i>

LA PREDILEZIONEDI DUE GUERRIERI

Don Juan mi svcglid all'alba. Mi diede una zucca piena d'acqua e un sacchettodi carne secca.Camminammo in silenzio per un paio di miglia, fino al Posto in cui avevo lasciato I'automobile due giorni prima. .. E il nostro ultimo viaggio insieme egli disse con " voce calma quando arrivammo alla macchina. Provai un forte sobbalzo nello stomaco. Capivo quel che intendeva. Si appoggid al parafango posteriore,mentre aprivo lo sportello dcl passcggcro,e mi guardQ con un sentimento che prima non aveva mai mostrato. Enuammo nella macchina, ma prima che avviassi il motore don Juan fece qualche oscuro commento, che tuttavia compresi alla perfezione; disse che disponevamo di pochi minuti per restare li seduti e affrontare una volu ancora alcuni sentimenti molto personali e acuti. Rimasi seduto in silenzio, ma il mio spirito era inquieto. Volevo dirgli qualcosa, qualcosa che avrebbe soprattutto calmato mq stesso.Cercai invano le parole adatte, la formula appropriata ad esprimere guanto "sapevo" senza che mi fosse stato detto. Don Juan parld di un bambino che una volta conoscevo, verso il quale i miei sentimenti non sarebbero cambiati nonostante la distanza di anni. Disse d'cssere ,7'


certo che ogni volta che io pensavo a quel bambino il mio spirito balzeva di gioia e gli augureva tutto il bene possibile,senza traccia di egoismo o di meschiniti. Mi ricordd una storia che gli avevo raccontato un giorno, a proposito di quel bambino: una storia che gli era piaciuta e che aveya trovato ricca di profondo significato. Durante una delle nostre gite sulle montegne intorno a Los Angeles,il bambino s'era stancatodi camminare e lo avevo preso in spalla. Ci aveva allora invaso un'ondata di intensa feliciti, e il bambino aveva gridato il suo grazie al sole e alle montagne. Era il suo modo di dirvi addio > disse don Juan. " Provai un sensod'angosciain gola. .. Ci sono molti modi di dire addio aggiunse don 'r Juan. ..Il modo migliore consisteforse nel conservareun particolare ricordo di gioia. Pbr esempio, se vivrere corire un guerriero il calore che provaste con il bambino a cavalcioni delle spalle resteri vivo e intenso finch6 vivrete. Questo d il modo di dire addio del guerriero., Precipitosamenteaccesiil motore e guidai, a veloci ti maggiore del solito, sulla strada acciottolata, finchd giungemmo a quella di terra battuta. Proseguimmo per un breve tratto in macchina; poi percorremmoa piedi il'resto della strada. Dopo un'ora circa giungemmo ad un ciuffo di alberi. Don Genaro, Pablito e Nestor erano li ad aspettarci.Li salutai. Sembravano tutti e tre di ottimo umore e perfettamente in for::e. Quando li guardai e guardai don Juan fui sopraffamo da un sensodi simpatia e di affiniti verso di loro. Don Genaro mi abbraccid e mi batt6 affettuosamente sulla schiena.Disse a Nestor e a Pablito che mi ero comportato molto bene saltando ncl fondo della gola. Con la mano hncora sulla mia spalla, si rivolse a loro e disse t76

sonoramente:<Sissignore.Io sono il zuo benefattore e so che d stato veramente un successo.E il coronamento di anni di vita da guerrieron. Si voltd verso di me e mi mise anche I'altra mano sulla spalla. Aveva gli occhi lucenti e tranquilli. .. Non posso dirvi aluo, Carlitos n esclamd, pronunciando .lentamentele parole. .. Se non che avevate una quantiti straordinaria di escrementinclle budella.o Al che lui e don Juan scoppiarono a ridere da morire. Pablito e Nestor ridacchiarononervosi, non sapendo bene che fare. Quando don Juan e don Genaro si furono calmati, Pablito mi disse che non era certo della sua capaciti di penetrarenell':'ignoto" da solo. .. Davvero non ho la minirira idea di come riuscire a farlo o disse. .. Genaro afferma che basta essere senza macchia,che non c'd bisogno d'altro. Cosa ne pensate?o Gii risposi che ne sapevo ancor meno di lui. Nestor sospird; sembravamolto preoccupato:muoveva le mani e la bocca nervosamente,come se stesseper dire qualcosa d'importante e non sapessecome. o Genaro dice che voi due lo fareteo disse alla 6ne. Don Genaro ci fece cenno con la mano di awiarci. Lui e don Juan procedettero insieme,poche yarde dinanzi a noi. Per quasi tutto il giorno seguimrnoil medesimo sentiero montano. Camminavamo in assoluto silenzio, senza mai fermarci. Tutti noi avevamo una prowisu di carne seccae una zuccapiena d'acqua, ed era inteso che avremmo mangiato camminando. A un certo punto il sentiero divenne una vera e propria strada. Gir6 intorno al fianco della montagna, e d'improwiso s'apri dinanzi a noi il panorama di una valle. Era uno spettacolo dp togliere il respiro: una ltrnga vallata verde che luccicava al 377


sole; su di essas'innalzavanodue magnifici arcobaleni; zone di pioggia si vedevano sulle colline turr'intorno. Don Juan si fermd e protendendo il mento indicd a don Genaro qualcosa,git nella valle. Don Genaro scosse la testa.Non era un cenno affermativo o negativo, ma piuttosto uno scatto del capo. Enrambi restarono immobili a scrutarenella valle, a lungo. Di li, lasciammola strada e prendemmo quella che sembravauna scorciatoia.Cominciammo a scendereper un sentierostretto e ripido che conducevaal lato settentrionale della valle. Quando raggiungemmoil piano era la meti del pomeriggio. Mi avvolse il forte odore dei salici e della terra umida. Per un attimo la pioggia fu simile a un rombo soffocato sugli alberi vicini, alla mia sinistra; poi, solo un tremito fra le canne. Udii il mormorio di un torrente. Mi fermai per un momento ad ascoltare.Guardai sopra le cime degli alberi; gli alti cirri sull'orizzonteoccidentale sembravano bioccoli di cotone sparsi per il cielo. Rimasi.a guardare le nuvole, e intanto gli altri mi passarono avanti per un certo rratto. Gli corsi dietro. Don Juan e don Genaro si fermarono e si girarono all'unisono; i loro occhi si mosseroe si fissarono su di me con tale uniformiti e precisioneche parvero quelli di una sola persona. Fu un breve e stupendo sguardo che mi fece rabbrividire. Poi don Genaro rise e disse che correvo battendo il suolo come un messicanopiedi piatti di trecento libbre. <Perch6 proprio un messicano?ochiesedon Juan. ,rUn indio piedi piatti di recento libbre non corre)) disse don Genaro con il tono di chi spiega. .,Ah, eccon esclamddon Juan, come se don Genaro avesseveramentespiegato qualcosa. 37E

Attraversammo la strefta valle lussureggiante e cr arrampicammg sulle montagne a est. Nel tardo Pomeriggio ci fermammo finalmente sulla sommiti di un altopiano arido e piaao che verso sud sovrastava un'alta vallata. La vegetazioneera completamente mutata. Tutt'intorno c'erano montagne rotonde ed erose. Nella valle e sui fianchi delle ddure il terreno era suddiviso e coltivato; tuttavia I'intera scena mi diede un'impressione di steriliti. Il sole era gii basso sull'orizzonte sud-occidentale. Don Juan e don Genaro ci chiamarono sull'orlo settentrionale dell'altopiano. Di li, la vista era sublime. Verso nord si stendevano valli e montagne senza fine ; una catena di alte sierras sorgeva a ovest. Rifettendosi sulle lontane montagne settentrionali, la luce del sole le rendeva color arancio, come i banchi di nuvole a ovest. Nonostante la sua bellezza, quello scenario era triste e solitario. Don Juan mi diede il mio notes, ma non avevo voglia di prendere appunti. Sedemmo in semicerchio, con don Juan e don Genaro alle estremiti. .. Avete iniziato il sentiero del saperescrivendo, e lo finirete nello stesso modo disse don Juan. ' Tutti mi sollecitarono a scrivere, come se fosse cosa indispensabile. < Siete proprio sull'orlo, Carlitos o disse don Genaro d'improwiso. ..Voi e Pablito.rt La sua voce era morbida. Senza il consueto tono di schetzo, suonava benevola e ansiosa. oAlri guerrieri che viaggiarono nell'ignoto si sono fermati proprio in questo punto n aggiunse. .. Tutti augurano a voi due ogni bene.o Sentii un incresparsiintorno a me, coff'e se I'aria fos379


se divenuta solida e qualcosaavessecreato un'onda che la increspava. o Tutti noi, qui, vi auguriamo ogni beneo disse don Genaro. Nestor abbraccidPablito e me, poi si sedettein disParte. ..Abbiamo ancora un po' di tempot, disse don Genaro guardando il cielo. Poi si voltd verso Nestor e chiese: (Cosa dobbiamo fare nel frattempo?r, o Dobbiamo ridere e divertirci > rispose svelto Nestor. Dissi a don Juan che ero spaventato da cid che mi aspettava, e che certissimamenteero stato ingannato, io, che non avevo neppure immaginato che esistesserosituazioni come quella che io e Pablito stavamo vivendo. Dissi che qudcosa di veramente terribile s'era impadronito di me e a poco a poco mi aveva sospinto dinanzi a qualcosa di peggiore della morte: <.Vi state compiangendo disse secco don Juan. ' <.Vi compassionatefino all'ultimo. > Tutti risero. Don Juan aveva ragione. Che impulso irresistibile! E io che pensavo d'averlo vinto per il resto dei miei giorni! Li pregai tutti di dimenticare la mia itupidaggine. .. Non scusateviu mi disse don Juan. < Le scusesono un'assurditi. qid che veramente conta d essereun guerriero senza macchia in questo eccezionde luogo del potere. Questo luogo ha accolto i migliori guerrieri. Siate pari a loro. r, Poi si rivolse a Pablito e a me. o Sapete gii che questo d I'ultimq compito di fronte al quale vi trovate insieme disse. o Entrerete nel nagaal ' e nel tonal grazieunicaminte al vostro Potere personale.

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Genaro ed io siamo qui solo per dirvi addio. Il poterc ha stabilito che Nestor dovesseesseretestimone. Tale egli sia. ., Questo sari anche, per voi, I'ultimo bivio al qualc Genaro ed io saremopresenti.Quando sareteenffati da soli nell'ignoto, non dipenderi pit da noi richiamarvi indietro; la vostra decisioned dunque I'unica che conta: dovete deciderese ritornare o no. Confidiamo che ambedue abbiatela forza di ritornare, se sceglieretedi farlo. L'altra notte siete stati perfettamentecapaci, all'unisono o separatamente,di respingereI'alleato che altrimenti vi avrebbe sconfitto e ucciso.Era una prova della vostra forza. ., Devo anche aggiungerc che pochi guerrieri soprawivono all'incontro con I'ignoto che state per avere; non tanto perchâ‚Źsia arduo, quanto perchd iI nagual d seducentepiri di quanto si possadire, e guerrieri che viaggiano in essotrovano che ritornare al tonal, o al mondo dell'ordine, del rumore e della pena, sia ben poco attraente. .. La decisionedi restare o di ritornare t presa da qualcosa in noi che non i la nostra ragionen6 il nostro

desiderio,bensi la nostra rolontd: percid i impossibile prevederlain anticipo. Se sceglieretedi non ritornare, spariretecome se la " terra vi avesseinghiottito. Ma se sceglieretedi ritornare a questa terra, dovrete aspettare,da veri guerrieri, che i vostri specifici compiti siano terminati. Una volta terminati essi,sia con il successo,sia cdn il fallimento, avrete il comando sulla totaliti di voi stessi.t Don ]uan tacque per un momento. Don Genaro mi guardd e ammiccd. <.Carlitos vuol sapere cosa significa avere il coman-

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..!


do sullatotaliti di sestessi' disse,e tutti risero. Aveva ragione.In altre circostanzelo avrei precisamentechiesto;ma la situazioneera troPPosolenneper porre domandc. ( Significa che il guerrieroha finalmenteincontrato il potere dissedon Juan. .. Nessunopud dire cosacia' scunguerrierofari col potere;forsevoi due vivrete tranquillamente,ignoti,'sulla faccia della terra; o forse di*r.nr.r.t. uomini odiosi, o forse celebri,o benevoli.Tutto dipende dall'impeccabiliti e dalla liberti del vostro sPrlto. Cid che conta, comunque, d il vostro compito. " Questa t la donazione che I'insegnante e il benefattore fanno ai loro apprendisti. Mi auguro che voi due riusciate a portare al culmine i vostri compiti. > di eseguire questo compito i trn'atteo Atp.tr.tti sa molto particolare rr intervenne improwisamente don Genaro. .. E adessovi racconterd la storia di una banda di guerrieri che vissero in altri tempi sulle montagne' in questa direzione.r> pressappoco Indicd a caso verso est; poi, dopo un attimo di esitazione, parve cambiare idea, si alzd e indicd le lontane montagne settentrionali. < No. Vissero in questa direziohe' disse, guardandomi e sorridendo con aria erudita. < Esattamente centotrentacinque chilometri da qui.t Forse don Genaro mi stava facendo il verso. Aveva la bocca e la fronte contratte, le mani strette al petto come se premessero un oggetto immaginario, forse un notes. Era in un atteggiamento estremamentc ridicolo. Una volta avevo incontrato uno srudioso tedesco, un sinologo, che stava esattamentecotne lui. Il pensiero che per tutto quel tempo io avessi imitato inconsciamentele 382

smorfie di un sinologo tedesco mi sembrd buffissimo. Risi da solo. Quello sembrava uno scherzo destinato proprio a me. Don Genaro tornd a sedersie raccontd la sua storia. <rOgni volta che si riteneva che un guerriero di quella banda avessecommessoun'azione contraria alle leggi, il suo destino era affidato alla decisionedi tutti. L'accusato doveva spiegare le ragioni pir cui s'era comportato cosi. I compagni dovevano ascoltarlo; poi, o scioglievano la riunione, avendo ffovato convincenti le sue ragioni, oppure si allineavano con le loro armi sull'estremo limite di una montagna piatta, molto simile a quesra, pronti ad eseguiresu di lui la sentenzacapitale, poich6 avevano trovato inaccettabili le sue ragioni. In questo caso il guerriero condannato doviva dire addio ai veccii compagil, e I'esecuzioneaveva inizio. > Don Genaro guardd me e Pabliro come se si aspettasse da noi un segno. Poi si volse verso Nestor. < Forse> gli chiese < il testimone che abbiamo qui potrebbe dirci quanto ha a che fare la storia con questi due.o Nestor sorrise timidamente e per un momento parve immergersi in profonda rifessione. < Il testimone non ne ha idea n disse poi, con un risolino nervoso. Don Genaro chiese a rufti noi di alzarci e andare con lui a guardare cosa c'era sul limite occidentale del-

I'altopiano. Vedemmo un moderato pendio e, in fondo, una stretta e piatta striscia di terra che terrninava in una fenditura, un canale naturale - si sarebbedetto - per il deflusso dell'acqua piovana. <tProprio nel punto di questo fbsso disse don Ge'

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nrro <rc'era una fila di alberi, nella mia storia. E di li da questo punto, una fitta foresta. <.Dopo aver detto addio ai compagni, il guerriero condannato cominciava a scendereper il pendio, verso gli alberi. I compagni allora preparavano le armi e puntavano contro di lui. Se nessunolo colpiva, o se egli riusciva a sopravvivere alle ferite ed a raggiungere il limitare degli alberi, il guerriero era libero. " Tornammo nel posto in cui eravamo seduti prima. ..E adesso,testimone?n don Genaro chiesea Nestor. (Cosa ne dite?" Nestor era il nervosismo fatto persona. Si tolse il cappello e si grattd la testa. Poi nascosela faccia tra le mani. <.Cosane sa il povero testimone?> replicd alla fine in tono di sfida, e rise con tutti gli dtri. .. Dicono che alcuni riuscivano a rimanere illesi > aggiunse don Genaro. o Sembra che il loro potere personale raggiungessei compagni. Mente miravano, quelli si sentivano attraversati da un'ondata e non osavano adoperare le armi. O forse erano ammirati del coraggio del condannatoe non lo colpivano.r, Don Genaro mi guardd, poi guardd Pablito. ..Il guerriero doveva camminarefino al limitare degli alberi in un modo prestabilito > prosegui. .. Doveva muoversi calmo e imperturbato, a passi sicuri, decisi, gli occhi dritti dinanzi a s6, tranquilla6snss. Doveva scendere il pendio senza inciampare, senzavoltarsi, e soprattutto

SenZa COffâ‚Źfâ‚Ź. >r

Don Genaro fece una pausa; Pablito assenricol caPo. ., Se deciderere di tornare su questa terra, o disse don Genaro o dovrete aspettare da veri guerrieri che i 384

vostri compiti siano terminati. Questa attesa i molto simile alla tranquilla camminata del guerriero nella storia. Il guerriero era uscito dal tempo umano, come voi. La differenza sta soltanto in chi vi pr.endedi mira. Il guerriero era preso di mira dagli altri guerrieri, suoi compagni. Ma cid che prende di mira voi i I'ignoto. La vosffa unica possibiliti di riuscita sta nell'esseresenzamacc-hia. Dovete aspettare senza voltarvi. Dovete aspettare senza sperare in una ricompensa. E dovete concentrare tutto il vostro potere personalenell'esecuzionedei vostri compiti. a Se non agite senza macchia, se cominciate a inquietarvi e ad impazientirvi, a disperarvi, sarete abbatnrti senza pieti dai tiratori scelti dell'ignoto. .. Se invece siete senza macchia e avete sufficiente potere personale per eseguirei vostri compiti, si amueri per voi la promessadel potere. E c-hecos'd questapromessa?chiederete.E la promessache il potere fa agli uomini in quanto esscri luminosi. Ogni guerriero ha una sorte diversa, per cui non si pud dire come si attueri quella promessa per ciascuno di voi. " Il sole stava per tramontare. Il colore arancio chiaro sulle lontane montagne settentrionali cominciava a incupire. Il paesaggiomi dava la sensazionedi un mondo solitario, batnrto dal vento. << Avete imparato che il carattere fondamentale del guerriero consiste nell'essereumile cd efficiente r> disse don Genaro, e la sua voce mi fece sobbalzare. .. Avete imparato ad agire senza aspettaivi nulla in cambio. Ora vi dico che per reggere quanto vi sta dinanzi, di li da oggi, avrete bisogno di estrema pazienza.r, Provai un urto nello stomaco. Pablito comincid a tremare piano.

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.. Un guerrierodev'essere sempreprontop dissedon Genaro.o La sorte di noi tutti, qui, i stata di saperedre siamoi prigionieri del potere.Nessunosaperchdproprio noi, in particolare.Ma che gran fortuna!, Don Genaro cessddi parlaree abbassdla testa come se fosseesausto.Era la prima volta cJleI'avevo sentito parlarein questi termini. a E ora necessario che il guerrierodica addio a tutti i presentie a tutto cid chesi lasciaalle spallen intervenne improwisamentedon Juan. o Deve farlo con parole sue, sonore,in modo c-hela suavocerimangaper semprequi, in questoluogo del potere.tn La voce di don fuan.inuodusseun'altra dimensione nel mio stato d'animo. La nostraconversazione nell'automobile divenne ancor pit cocente.Aveva perfettamente ragione,quando dicevache la sereniti del paesaggiointorno a noi era solo un miraggioc chela spiegazionedegli stregonitira un colpo che nessunopud parare.Avevo udito la spiegazionedegli stregonie sperimentatole sue premesse; ed ora ero li, pit nudo c impotenteche mai in tutta la mia vita. Nulla di cid cfie avevo fatto, nulla di cid che avevo immaginato,si poteva paragonareall'angosciae alla malinconiadi quell'ora.La spiegazionedegli stregonimi avevaprivato anchedella "ragione". Di nuovo, don Juan era nel giusto quando diceva che un guerrieronon pud evitare pena e affanno, ma solo evitare di indulgervi. La mia tistezza in quel momentoera incontenibile.Non ero capacedi dire addio a coloro che avevanospartito con me le vicendedella mia sorte.Dissi a don ]uan e a don Gcnaroche avevostrettocon qualcuno il patto di morire insieme,.e che il mio spirito non sopportavadi partirsenesolo. 386

oTutti siamo soli, Carlitosn don Juan dissepiano. E la nostracondizione. r, " Sentiisalirmiin gola I'ansiadellamia passione pcr la vita e per chi mi era vicino. Rifiutavo di dire loro addio. a Noi siamosoli ripetâ‚Źdon f*r. o Ma morire soli " non significamorire in solitudine. t La sua voce suondattutita ma secca,come colpi di tosse. Pablito piangevain silenzio.Poi si alzd e'parld. Non fu un'arringao una.testimonianza. Con vocechiara ringrazid don Genaroe don Juan per la loro benevolenza. Si voltd verso Nestor e lo ringrazid d'avergli offerto I'opportuniti di prendersicura di lui. Si asciugdgli occhi con la manica. ., Com'd stato bello vivere in questosplendidomondo ! In questotempo magnifico! , esclamdsospirando. Il suo atteggiamentoera estremamente commovente. .. Se non ritornassi,vi prego comeestremofavore di aiutarecoloro che hanno spartito la mia sortc> dissea don Genaro. Poi si volse verso occidente,in direzionedella sua casa.Il suo corpo scarnoera scossodai singhiozzi.Corse verso il limitare dell'altopianocon le bracciaspalancate, comese si precipitasse ad abbracciarequalcuno.Muoveva le labbra; sembravache parlassea bassavocc. Volsi la testa. Non volevo sentire cid c.hePablito stavadicendo. Poi lui tornd dov'eravamoseduti,colld git vicino a me, e abbassdil capo. Ero incapacedi parlare. Ma una forza esteflrasembrd impadronirsidi me e mi fece alzare,ed anch'io parlai,.anch'ioespressi la mia gratitudinee la mia tristezza.


1.

Tornammo a tacere. f]n vento seftentrionale sibilava leggero, colpendomi in viso. Don Juan mi guardd. Non avevo mai visto tanta benevolenzanei suoi occhi. Mi spiegdche un guerriero dice addio ringraziando rutri coloro che ebbero per lui un gesto di benevolenzao di premura, e che io dovevo esprimerela mia gratitudine non solo a loro, ai presenti, m4 a tutti coloro che s'erano presi cura di me. e mi avevano aiutato lungo il mio cammino. Mi volsi a nord-ovest,in direzionedi Los Angeles,e tutto il senrimenralismodel mio spirito venne fuori. Che sollievo purificante esprimerecosi la mia gratitudine! Mi sedetti di nuovo. Nessuno mi guardd. .. LJn gucrriero riconoscela sua pena, ma non vi ind.ulge disse don Juan. .. Lo stato d'animo del guerriero " che entra nell'ignoto non d, quindi, segnato dalla tristezza; egli anzi d lieto pqrch6 si senteumile dinanzi alla sua gran fortuna, fiducioso che il suo spirito sia senzamacchia, e soprartutto perfettamenreconsapevoledella propria efficienza. La gioia del guerriero procede dal fatto che egli ha accettatola sua sorte ed ha esattamentevalutato cid che gli sta dinanzi.> Ci fu una lunga pausa. La mia tistezza era al culmine. Volevo fare qualcosaper uscireda quell'oppressione. ., Testimone, per favore, fate risuonare il vostro cattura-spiriti disse don Genaro a Nestor. ' Udii il suono forte, comico, dell'aggeggio di Nestor. Pablito si mise a ridere istericamente,e cosi fecero don Juan e don Genaro. Sentii un odore strano e mi resi conto che Nestor aveva emessouna scoreggia. La cosa orrendamentebuffa era I'espressionedi esmemaserieti sul suo viso. Aveva emessouna scoreggianon per scher38E

29, ma perchdnon aveva con si il catrura-spiriti.S'era dato da fare comepoteva. Tutti ridevano con abbandono.Che faciliti avevano di passareda situazionisublimi a situazioniestremamentecomiche! Pablito si volseimprowisamenteverso di me. Voleva saperese ero un poeta ; ma prima chepotessirispondcre, don Genaro fabbricd una rima: ,.Carlitos d prbprio ben fatto: d un damerino,un , Po Poeta,e mattoD. Ci fu un nuovo scoppiodi risa. o Cosi va meglion disse don Juan. < E ora, prima bhe Genaroed io vi salutiamo,voi due poteredire tutto quellochevolete.Puri essercpcr voi I'ultimavolta in cui pronunciateuna parola.o Pablito fece di no con la tesra, ma io avevo qualcosa da dire. Volevo esprimere la mia ammirazione, la mia

meravigliareverenzialedinanzi alla tempra straordinaria dello spirito gueriero di don Juan e jon Genaro. Inciampaiperd sulleparolee finii per non dire nulla; o an_ zi, peggio,finii per emertereun suonocheparevaun mio ulteriorelamento. Don Juan scossela testa e fece schioccarele labbra, in segno di ironica disapprovazione.Risi involontaria_

mente; non ne era il caso, perch6 avevo perduto I'ultima occasionedi dire loro la mia ammirazione. una stranissi-

ma sensazione comincid a impadronirsidi me. provavo un sensodi ilariti e di gioia, una liberti deliziosache mi inducevaa ridere. Dissi a don Juane a don Genaroche non mi importavaun fico dell'esitodel mio incontro con l"'ignoto": ero felicee completo,g ir quel momentoper me non contavache dovessipoi vivere o morire. Don Juan e don Genaro paryero godere delle mie


paroleancorpin di me. Don Juansi battâ‚Źle cosceridendo. Don Genaro gettd il cappelloa terra e gridd come se stessemontando un cavallo selvaggio. Nell'attesa ci siamo divertiti e abbiamo riso, come " il testimone raccomandava> disse tutto d'un uatto don Genaro. .. Ma d condizionenaturale dell'ordine che esso sempredebba finire., Guardd il cielo. ., E quasi il momento che ci separiamocome i guerrieri della storia o prosegui.<.Ma prima che ce ne andiamo per vie diverse,devo dirvi un'ultima cosa.Vi svelerd un segreto del guerriero. Forse potreste chiamarlo una predilezionedel guerriero.n Si rivolse in particolarea me: una volta, ricordd, gli avevo detto che la vita del guerriero era fredda e solitaria, priva di sentimenti.Aggiunse che in quel precisomomcnto io ero convinto che fosse cosi. ., La vita del guerriero non ha la possibiliti di essere fredda i solitaria e priva di sentimenti,)) prosegui p.." ch6 d fondata sul suo affetto, sulla sua devozione, sulla sua dedizione a chi egli ama. Chi egli arna? c.hiederete voi. Ora ve lo mostrerd.r, Don Genaro si alzd e raggiunse a passi lenti una zona perfettamentepiatta proprio dinanzi a noi, dieci o dodici piedi pii in li. Laggiti fece uno srano gesto. Mosse le mani come se si scuotessedella polvere dal petto. Accadde allora una cosa singolare. Il lampo di una luce quasi impercettibile lo attraversd; proveniva dal terreno e parve accenderetutto il suo corpo. Egli fece una sorta di piroetta all'indietro, o pit esattamenteun tuffo all'indietro, e atterrd sul petto e sulle braccia. Il movimento fu eseguitocon tale precisionee destrEzza,che don Genaro parve essereuna creatura senza peso, simile a un 390

verme che si fosse girato su se stesso.Una volta a terra, esegui una serie di movimenti impossibili. Si mise a scivolare a pochissimadistanza.dal suolo, a rotolare come se fosse stato su cuscinetti a sfere, a nuotare in cerchio, roieando con la velociti e I'agiliti di un'anguilla nelI'oceano. A un certo momento qominciai ad incrociare gli occhi; poi, senza alcuna ransizione, mi trovai ad osservare una palla luminosa che scivolava avanri e indietro su qualcosa che sembrava il piano di una pista di ghiaccio per pattinare scintillante di mille luci. Era una vista sublime. Poi la palla di fuoco rallentd, si fermd,. immobile. [Jna voce mi scossee distrassela mia attenzione. Era don Juan. Dapprima non riuscii a capire cose stava dicendo. Guardai di nuovo la palla di fuoco. Potei vedere soltanto don Genaro sdraiato a terra con le braccia e lg gambe allargate. La voce di don Juan era chiarissima.Parve che facesse scattare qualcosa in me, e cominciai a scrivere. o L'amore di Genaro d il mondo diceva don Juan. ' ..Ora sgli stava abbracciandoquesta enorme terra; ma siccome d cosi piccolo, non pud far altro che nuotare in essa.Perd la terra sa che Genaro la ama e gli accordala sua protezione. Per questo la vita di Genaro d colma fino all'orlo, e la sua condizione sari di pienezza,ovunque. Genaro vive sui sentieri del suo amore e ovunque si trovi d completo. r,

Don Juan si accovacciddi fronte a noi. Carezzdde-

licatamenteil suolo.

<,Questa d la predilezionedi due guerrierin disse. .. Questa terra, questo mondo. Per un guerriero non pud esserciamore pit grande.o Don Genaro si alzd e venne ad accovacciarsivicino 391


a don ]uan per un momenro, duranre il quale entrambi ci fissaronoi poi, all'unisono, si sedettero a gambe incrociate. Solo se si ama questaterra con infessibile passione " ci si pud liberare della tristezza disse don Juan. o Un ' guerriero I semprepieno di gioia perch6 il suo amore d inalterabile e la sua amata, la terra, lo abbracciae gli concededoni straordinari. La rristezzad solo di quelli che odiano proprio cid che di riparo ai loro esseri.>r Don Juan cars-zd la terra con tenerezza. ,. Questo essereamaro, che d vivo fin nei suoi ultimi recessie capisceogni sentimento,mi ha curato delle mie pene e finalmente, quando ho compreso appieno il mio amore per esso,mi ha insegnatola liberti. " Tacque. Il silenzio inrorno a noi faceva paura. Il vento fischiava leggero e udivo in lonananza I'abbaiare solitario di un cane. o Ascoltate questo abbaiareD aggiunse don Juan. ..In questo modo la mia amata terra ora mi aiuta a portarvi dinanzi all'ultimo punto. Questo abbaiare d la cosa pii triste che si possaudire., Resammo per un momento in silenzio. L'abbaiare solitario del cane era cosi triste e la quiete intorno a noi cosi intensa che provai un'angoscia panlizzante. Tutto cid mi faceva penserealla mia vita, alla mia tristezzt, al mio non saper dove andare, cosa fare. .. Questo abbaiare d la voce norturna di un uomo D disse don ]uan. .. Viene da una casa in quella valle, a sud. Un uomo grida attraverso il suo cane, poichi sono compagni schiavi per la vita, la sua trisrezza e la sua noia. Sta pregando la sua morte che venga e lo liberi dalle noiose e tetre carenedella vita. ,,

Le parole di don Juan avevanopresodenuo di me 392

una strada molto inquietante. Sapevo ctre parlava a me in particolare.

.. Questo abbaiare,e la solitudineche crea, parlano dei sentimenti di uomini egli aggiunse. < Uomini per i ' quali tutta la vita d un pomeriggio di domenica; un pomeriggio non proprio miserabile, ma caldo, noioso, fastidioso. Sudano e si agitano. Non sanno dove andare, cbsa fare. Quel pomeriggio li lascia soli con il ricordo di fastidi meschini,con la noia, e poi d'improwiso non c'i pit: d gii notte..r, Don Juan raccontd una storia che una volta gli avevo narrato: di un uomo di settantadueanni, il quale si lagnava che la sua vita fosse stata cosi breve da dargli I'impressioned'esserestato un ragazzoil giorno prima. Quell'uomo mi diceva: ..Mi ricordo i pigiama ehe indossavo quando avevo dieci anni. Mi sembra chc solo un giorno sia passato.Dov'd andato il tempo?" .. L'antidoto che elimina il veleno d qui ,, disse don Juan, carezzandola terra. ( La spiegazionedegli stregoni non pud affatto liberare 1o spirito. Guardatc voi due. Sicte arrivati alla spiegazionedegli stregoni, ma non fa alcuna differenza. Siete pit soli cire mai, perch6 senzaun amore infessibile per I'essereche vi di riparo, esseresoli d solitudine. Solo I'amore per questo esseresplendido pud con" cedere liberti allo spirito di un guerriero, e liberti d gioia, efficienza, e abbandono dinanzi a ogni sorte. Questa d la lezione ultima. E s.mp.e lasciataper I'ultimissimo istante: per I'istante di esuema solitudine in cui un ubmo sta di fronte alla sua morte e al suo esseresolo. Soltanto allora ha senso.o Don Juan e don Genaro si alzarono, stirarono le braccia e inarcarono la schiena,come se a forza di star

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sedutiil loro corpo si fosseirrigidito. Il cuorecomincida battermi rapido. Ci fecero alzare,Pablito e me. o Il crepuscolod la fendituratra i mondio dissedon Juan. .. E la porta dell'ignoto.> Con un movimento largo del braccio indicd faltopiano su cui sedevamo. <.Questod il pianerottolodinanzi alla porta.rr Poi indicd il limitare settentrionaledell'altopiano. < Questai la porta. Di li da essa,un abisso;e di li da quell'abisso,I'ignoto.t Poi don Juane don Genarosi volseroa Pablito e gli disseroaddio. Pablito avevagli.occhi dilatati e fissi; lacrime gli scorrevanosulle guance. Udii la voce di don Genaro che mi diceva addio, ma non quella di don Juan. Don Juan e don Genaro s'awicinarono a Pablito e gli sussurrarono brevementealle orecchie.Vennero verso di me. Ma prima ancorache avesserocoquindi minciato a sussurrare, specialed'esprovai la sensazione serediviso. r. Ora saremocomepolveresullavia dissedon Ge' naro. ( Forse,un giorno, vi torneri negli occhi.rt Don Juan e don Genaro feceroun passoindietro e parvero mescolarsialla tenebra.Pablito mi preseper un braccioe ci dicemmoaddio. Poi uno stranoimpulso,trna fona. mi fece correrecon lui verso il limitare settentrionale dell'altopiano.Sentivoil suo braccioche mi teneva, quandosaltammo;poi fui solo.

SOMMARIO

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lfltmdrlziotc PARTEPRIMA

UNA TESTIMONIANZA DI ATTI DI POTERE

27 Appuntamento con il sapere : 91 Il sognatoree il sognato I 726 Il segretodegli esseriluminosi PARTESECONDA

IL TONAT E IL NAGUAL

157 174 190 211 232 254

274

I Dover credere L'isola del tonal Il giorno del torcl Restringere rl tonal Nel tempo del nagtal Il sussurrodelnagtal : Le ali di percezione PARTETERZA

LA SPIEGAZIONE DEGLI STREGONI

293 313 353 375

Tre testimoni per tl nagaal La strategiadi uno stregone La bolla di percezione r . , r )' , La predilezione di due guerrieri


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