Pensiero Tolteco

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Indice Introduzione

Pag. 2

I Toltechi

Pag. 3

I Fondamenti del Pensiero Tolteco

Pag. 4

Le Tre Tecniche Tolteche

Pag. 6

Nagal (Nagual)

Pag. 8

L'Arte dell'Agguato

Pag. 13

Ricapitolazione e Retrospezione

Pag. 32

La Padronanza delle Consapevolezza

Pag. 45

L'Arte Di Sognare

Pag. 58

La Padronanza dell'Intento

Pag. 75

Etica Tolteca

Pag. 81

La Via del Guerriero

Pag. 90

Esseri Inorganici

Pag. 107

La Struttura Energetica Umana

Pag. 125

La Totalità di Sé Stessi

Pag. 134

Le Differenti 'Attenzioni' Umane

Pag. 137

La Cosmovisione

Pag. 140

Esercizi Fisici

Pag. 141

Utilizzo delle droghe: 'Piante di Potere'

Pag. 145

Appendice – Glossario

Pag. 147

Bibliografia

Pag. 168


Introduzione La storia dell’uomo spesso racconta prevaricazioni e schiavitù, ma sopratutto la ricerca talvolta spasmodica, a volte eclatante, talvolta profonda di libertà. Forse la libertà totale non esiste in questo mondo, dal momento che il concetto stesso di libertà non può esulare dal concetto di barriera, ovvero ciò che si oppone alla libertà. Esaminando la storia dell'uomo si nota che l'impegno nella ricerca si applica a liberarsi da … Libertà dalla schiavitù, dall'oppressione, dalle tasse, dai genitori ecc. Anche l'idea della libertà portata avanti dai Toltechi, venuta alla luce grazie agli scritti dall'ormai scomparso, antropologo Carlos Castaneda e di altri autori che hanno divulgato le loro conoscenze, non differisce da quanto evidenziato prima. La ricerca della Libertà come espressa dai Toltechi si definisce come Libertà dalle barriere della percezione. I Toltechi fecero una serie di scoperte sconvolgenti riguardo la natura del mondo in cui viviamo e la nostra stessa natura. Dico sconvolgenti perché giunsero a queste scoperte non per deduzione, non attraverso strumenti, ma essendone testimoni diretti ed escludendo il dominio della sintassi. Il primo e fondante fatto di cui furono testimoni è che l'universo in cui viviamo è composto da una infinita quantità di campi energetici organizzati; questa è la reale natura del mondo. Ciò che noi percepiamo è pura interpretazione, il mondo come insieme di oggetti materiali esiste solo in quanto risultante di un processo di percezione-interpretazione, che può essere spezzato. (Rif: Marco Baston) La realtà è, in effetti, tale semplicemente perché su di essa c'è un accordo e per nessun altra ragione. La nostra interpretazione dei campi energetici viene comunemente sperimentata come accordo sperimentato comunemente da tutti ovvero la realtà. Questo accordo non è insito nell'uomo quando viene alla luce ma instillato dai suoi compagni sin dai primi giorni di vita tramite le ripetizione. Il risultato è quello di creare le barriere della percezione e di fissare l'individuo in questa realtà. La ricerca della libertà dalle barriere della percezione viene anche chiamata come la via tolteca verso la libertà o la via del guerriero, in quanto per spezzare queste barriere si intraprende una dura lotta con se stessi. Qui di seguito verranno trattate le teorie e le pratiche messe in atto dai guerrieri sotto forma di citazioni estrapolate dalle opere di diversi autori.


I Toltechi Etimologia del nome La parola Tolteco proviene dal Ta-al-taka, che significa "praticante dell'inclusività". Con inclusività si intende prendere in considerazione le ricadute delle nostre azioni su tutte le forme di vita. Tutto questo ci porta a conoscere che essendo al centro del nostro universo ogni nostra piccola azione esercita una grandissima e profonda influenza su tutte le forme di vita. (rif: Almine The Way of the Toltec Nagual: New Precepts for the Spiritual Warrior)

La storia La storia dei Toltechi inizia in un remoto periodo quando l'evoluzione del genere umano era allo stadio che oggi viene riconosciuto come Lemuriano, e viveva sull'antico continente di Shalmali. La discesa nella materialità e la lotta contro gli effetti debilitanti che provocava, avvenne in un periodo di milioni di anni. In quel periodo c'erano sette sottorazze sviluppatesi all'interno della civiltà Lemuriana. La quarta di esse era conosciuta come Barhishads, o Divine Hermaphrodites, e da questa sottorazza si generò la Razza Rmoahal, la prima sottorazza degli Atlantidi. Dalla Rmoahals si generò la Tlavatli, ed è all'interno di questo ceppo che gli antichi sacerdoti e sacerdotesse iniziarono a incarnarsi e piano piano riguadagnare le loro precedenti memorie. Dal momento che recuperavano le loro memorie, i sacerdoti e le sacerdotesse cominciarono di nuovo a guidare la loro gente, ed è in questo modo che divennero conosciuti come Toltechi, il che significa uomini e donne di conoscenza. Con l'aumentare dei loro ricordi, i Toltechi assunsero il compito di guidare il genere umano verso il ritorno alla sua vera casa il prima possibile. Fu per questo motivo che vennero anche conosciuti come i guerrieri dello spirito che combattono per la Libertà. (rif: Theun Mares - Il Ritorno dei Guerrieri) - (nel libro: Cronache dell'Akasha'' di Rudolf Steiner, sono riportati dati simili.) In periodi diversi durante la distruzione del continente madre i sopravvissuti fra gli Atlantidi migrarono in altri parti del mondo, alcune terre emersero conseguentemente al principale cataclisma che distrusse Atlantide. Generalmente questi sopravvissuti, condotti e guidati dai loro re e sacerdoti Toltechi, non se la passarono molto bene. Alcuni tuttavia cercarono di trovare delle terre in cui stabilirsi e prosperare. Da rimarcare tra coloro che prosperarono le dinastie Egiziane, i Caldei, i Peruviani, gli Accadiani, i Tibetani e in modo minore piccoli gruppi sparsi in Europa, Asia e Africa. (rif: Theun Mares - Il Ritorno dei Guerrieri) Anche Don Juan si riferisce ai Toltechi come Uomini e Donne di Conoscenza, piuttosto che come un antico popolo del Messico. "Molto prima che gli spagnoli giungessero in Messico " disse "c'erano degli straordinari veggenti toltechi, uomini capaci di azioni incredibili. Erano l'ultimo anello di una catena di conoscenza lunga migliaia di anni." Don Juan allora mi spiegò che il suo uso del termine "tolteco" non corrispondeva al mio. Per me significava una cultura, l'impero tolteco. Per lui, il lemma voleva dire "uomo di conoscenza". Disse che nell'epoca cui si riferiva, secoli forse anche millenni prima della conquista spagnola, tutti quegli uomini di conoscenza vivevano all'interno di una vasta area geografica, a nord e a sud della valle del Messico. (rif: Carlos Castaneda - Il Fuoco dal Profondo)


I Fondamenti del Pensiero Tolteco Nelle sue lezioni per il lato sinistro, don Juan mi lasciò intuire chi erano realmente lui e don Genaro e gli altri loro compagni, e che cosa facevano con me. Non mi stavano insegnando stregoneria o incantesimi, ma le tre parti di un'antichissima conoscenza che essi possedevano: queste tre parti le chiamavano consapevolezza dell'essere, l'agguato e l'intento. E loro non erano stregoni, erano veggenti. Don Juan, inoltre, non solo era un veggente ma anche un Nagual. (rif: Carlos Castaneda - Il Fuoco dal Profondo)

Le nove premesse fondamentali Secondo Carlos Castaneda Qui si riporta la versione scritta nell'introduzione del libro Il potere del Silenzio di Carlos Castaneda. 1. L'universo è un infinito agglomerato di campi di energia, che somigliano a fili di luminosità. 2. Questi campi di energia, chiamati emanazioni dell'Aquila, s'irradiano da una fonte di proporzioni inimmaginabili, chiamata metaforicamente l'Aquila. 3. Gli esseri umani sono composti anche loro di un incalcolabile numero degli stessi filiformi campi di energia. Queste emanazioni dell'Aquila formano un agglomerato che si manifesta come un globo di luce con braccia laterali, grande quanto una persona, simile a un gigantesco uovo luminoso. 4. Solo una parte piccolissima dei campi di energia all'interno di questo globo luminoso sono illuminati da un punto di intenso splendore situato sulla superficie dell'uovo. 5. La percezione si realizza quando i campi di energia del piccolo gruppo situato intorno al punto d'intenso splendore estendono la propria luce per illuminare identici campi di energia all'esterno dell'uovo. Poiché gli unici campi di energia percettibili sono quelli illuminati dal punto di intenso splendore, quel punto viene chiamato “il punto dove si mette insieme la percezione” o, semplicemente, “il punto di unione”. 6. Il punto di unione si può spostare dalla sua posizione abituale sulla superficie del globo luminoso in un'altra, all'interno o all'esterno. Poiché la luminosità del punto di unione può far risplendere qualsiasi campo di energia con cui venga a contatto, ogni volta che si sposta in una nuova posizione illumina immediatamente nuovi campi di energia, rendendoli percettibili. Questa percezione si chiama vedere. 7. Quando il punto di unione si sposta, rende possibile la percezione di un mondo del tutto diverso, altrettanto obiettivo e reale di quello che percepiamo di solito. Gli stregoni vanno in quell'altro mondo per attingervi energia, potere, soluzioni a problemi generali e particolari, o per trovarsi di fronte all'inimmaginabile. 8. L'intento è la forza diffusa che ci mette in grado di percepire. Noi non acquistiamo consapevolezza perché percepiamo, bensì riusciamo a percepire in conseguenza dell'intrusione e del peso dell'intento. 9. Gli stregoni tendono a raggiungere lo stato di consapevolezza totale per sperimentare tutte le possibilità di percezione che ha l'uomo. Questo stato di consapevolezza implica perfino una morte alternativa.


Secondo Theun Mares Questa, invece, è la versione scritta da Theun Mares nel suo libro Il Ritorno Dei Guerrieri. «Gli Antichi Veggenti avevano, lungo le generazioni, raccolto un gran numero di dati riguardo la consapevolezza, che però non avevano mai formulato in una struttura ordinata. Poiché i Nuovi Veggenti iniziarono a riordinare questi dati emersero un nuovo gruppo di concetti molto importanti, che furono condensati in una forma ordinata di percetti chiamati le Verità della Consapevolezza. I Nuovi Veggenti considerarono questi percetti come la pietra miliare di tutta la loro comprensione, e a tutt’oggi queste verità formano i fondamenti degli Insegnamenti Toltechi. Molte delle Verità della Consapevolezza si basano su atti di percezione ed è in questo modo che assumono valore. I Nuovi Veggenti scoprirono che l'intero mistero della percezione può essere riassunto abbastanza adeguatamente nei seguenti nove percetti:» 1. L’universo consiste di un infinito numero di campi energetici che sembrano dei filamenti luminosi. 2. Questi campi di energia simili a filamenti si irradiano da una sorgente di dimensioni inimmaginabili che metaforicamente viene chiamata l’Aquila. Questo è il motivo per cui questi campi energetici vengono chiamati le Emanazioni dell’Aquila. 3. Gli esseri umani sono composti allo stesso modo dallo stesso infinito numero di filamenti energetici, che prendono forma di un grosso uovo luminoso. L’altezza di questo uovo è pari alla lunghezza del corpo umano più il braccio alzato sopra la testa sull’asse verticale. La larghezza è stabilita dall’apertura delle braccia sull’asse orizzontale. Questo uovo è conosciuto come il bozzolo, la bolla (cocoon) dell’uomo. 4. Solamente una piccola parte dei campi energetici contenuti nel bozzolo vengono illuminati nello stesso momento da un punto di luce brillante situato sulla superficie del bozzolo. 5. La percezione avviene quando i campi energetici illuminati dal punto luminoso estendono la loro luce per illuminare i corrispondenti campi energetici al di fuori del bozzolo. Questo punto luminoso viene chiamato il punto in cui viene assemblata la percezione, normalmente abbreviato come punto di assemblaggio (punto di unione). 6. È possibile spostare il punto di assemblaggio su qualsiasi altra posizione sulla superficie del bozzolo e perfino al suo interno. Dal momento che il punto di assemblaggio illumina qualsiasi campo energetico con cui viene in contatto, i diversi campi illuminati da tale spostamento costituiscono perciò una percezione nuova di pacca. È un nuovo livello percettivo conosciuto come il vedere. 7. Quando il punto di assemblaggio si sposta sufficientemente lontano, un nuovo completo mondo viene percepito, che è reale come quello che abitualmente percepiamo. 8. Esiste nell’intero universo una forza misteriosa conosciuta come intento. È per mezzo di questa forza che avviene la percezione, è l’intento che dapprima allinea i campi energetici e poi causa la consapevolezza di tale allineamento. 9. Lo scopo del guerriero è quello di sperimentare tutta la percezione possibile all’uomo. Ciò costituisce quello che viene chiamato Consapevolezza Totale, che conduce a una via alternativa alla morte.


Le Tre Tecniche Tolteche Il punto di assemblaggio dell'uomo si trova di solito sulla superficie del bozzolo, più o meno all'altezza del punto in mezzo alle scapole. Nello sviluppo di un bambino normale, dapprima egli impara quale potrebbe essere il punto più adatto in cui collocare il punto di assemblaggio e poi lo fissa tramite la ripetizione. Questa ripetizione viene dapprima dettata dall'incoraggiamento dalle persone più vecchie e poi dall'abituale dialogo interno. I Toltechi oggi sanno che l'uomo può mantenere esclusivamente la sua visione del modo confermando costantemente ciò che vede, a se stesso tramite il proprio dialogo interiore. Ciò significa che il mondo appare sempre come l’uomo dice costantemente a se stesso che sia. Perciò il più importante aspetto della conoscenza Tolteca è che una volta che il dialogo interiore viene interrotto il punto di assemblaggio è libero di muoversi. Questo permette all'uomo di percepire stati alterati di percezione abbastanza spontaneamente ed è la chiave magica che gli Antichi Veggenti avevano ricercato così ardentemente. Avrebbero dovuto solo realizzare che l'unico reale valore dei loro rituali consisteva nella loro abilità di spostare il punto di unione, potendo così scoprire questa chiave come pure il segreto della volontà o potere. Quando tutto ciò fu scoperto, la conoscenza Tolteca incominciò a trasformarsi, e i Nuovi Veggenti si incamminarono sulla strada per correggere gli errori dei loro predecessori. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) Le tre tecniche tolteche, sono: 1. l' Arte dell'Agguato 2. la Padronanza della Consapevolezza 3. la Padronanza dell'Intento

Genesi delle Tecniche Dal Libro Il Ritorno dei Guerrieri di Theun Mares Per far muovere il punto di assemblaggio (punto di unione) i Nuovi Veggenti definirono tre tecniche principali basandosi sulle nove Verità della Consapevolezza. La prima venne chiamata l'Arte dell'Agguato, la seconda l'Arte del Sognare e la terza è la Padronanza dell’Intento. Da queste tre tecniche si evolsero tre distinte aree di attività, nelle quali ogni apprendista deve essere perfettamente esperto per avere successo nel diventare un vero Tolteco, queste attività sono: l'Arte dell'Agguato, la Padronanza della Consapevolezza e la Padronanza dell'Intento. In questo schema l’Arte del Sognare viene incorporata nella Padronanza della Consapevolezza e viene usata solo come mezzo tramite il quale il punto di assemblaggio può essere mosso per raggiungere stati alterati di percezione. Queste tre aree di attività sono state definite tradizionalmente come i tre enigmi che il guerriero dovrà confrontare e risolvere sul suo percorso sulla Via del Potere. L' Arte dell'Agguato viene chiamata l'enigma del cuore. Viene descritta come la sconcertante esperienza dei guerrieri, quando diventano consapevoli, prima di tutto che il mondo appare in questa maniera solo a causa della nostra percezione. Poi, col verificarsi di percezioni diverse sul mondo, la nostra visione del mondo che ci sembra così definitiva cambia drasticamente. La Padronanza della Consapevolezza viene chiamata l’enigma della mente. Questa è la maestosa infinità che i guerrieri percepiscono quando realizzano l’incomprensibile mistero e ampiezza della consapevolezza umana. La Padronanza dell’Intento è l’enigma dello spirito dell’uomo. È il paradosso definitivo che è l’abilità dell’uomo di proiettare le proprie azioni, fisiche, emozionali e mentali, al di là della normale comprensione umana.


Dal Libro Il Potere del Silenzio di Carlos Castaneda Nel suo schema di insegnamento (di Don Juan), che era stato sviluppato dagli stregoni dei tempi antichi, c'erano due categorie. Una, chiamata "insegnamenti per il lato destro", si svolgeva nello stato di consapevolezza normale. L'altra, chiamata "insegnamenti per il lato sinistro", era messa in pratica solo in stati di consapevolezza intensa. Le due categorie permettevano ai maestri di avviare i loro adepti in tre campi di specializzazione: la padronanza della consapevolezza, l'arte dell'agguato, la padronanza dell'intento. Questi tre campi di specializzazione sono le tre incognite che uno stregone si trova ad affrontare nella sua ricerca della conoscenza. La padronanza della consapevolezza è l'enigma della mente; la perplessità che gli stregoni provano di fronte al mistero e all'estensione stupefacenti della consapevolezza e della percezione. L'arte dell'agguato è l'enigma del cuore, il dubbio che assale gli stregoni quando scoprono due cose: la prima, che il mondo ci appare inalterabilmente obiettivo e reale grazie alle peculiarità della consapevolezza e della percezione; la seconda, che se vengono in gioco diverse peculiarità di percezione, cambiano nel mondo proprio quelle cose che sembrano obiettive e reali in modo tanto inalterabile. La padronanza dell'intento è l'enigma dello spirito, o il paradosso dell'astratto - pensieri e azioni dello stregone proiettati al di là della nostra condizione umana.


Nagal Dal Libro Il Ritorno dei Guerrieri di Theun Mares L’uomo in essenza è spirito puro, definito nagal, ma alla nascita assume un veicolo fisico, definito tonal. In altre parole il nagal è puro spirito o puro essere, che perciò significa lo spirito non manifesto. Il tonal è Qualche-Cosa, mentre il nagal è Nessuna-Cosa. Il nagal ovvero quell’ineffabile Presenza che permea l’intero universo manifesto, ma che, altresì, esiste al di la di esso; l’Inesprimibile o quel grande vuoto in cui è contenuto l’universo manifesto durante uno delle sue periodiche manifestazioni. Abbiamo una vita, che è principalmente un’indifferenziata consapevolezza, ma che, da una attenta osservazione, sappiamo che è potenzialmente intelligente. Riguardo l’origine della vita stessa non sappiamo nulla, così riconosciamo semplicemente il fatto che C’È, e la definiamo l’Inesprimibile. Questa è Vita Non Manifesta. In altre parole, è ancora Nessuna-Cosa – niente – il Vuoto che i Toltechi definiscono nagal. Poiché il nagal è Nessuna-Cosa, vi ci si riferiamo come spirito, e poiché il tonal è OgniCosa, lo riconosciamo come materia. Ora poiché dal nagal si genera il tonal, è ragionevole considerare il nagal la causa degli effetti che chiamiamo tonal. Per chiarezza, faremo riferimento al nagal come essere positivo e al tonal come essere negativo. Questi termini, sono puramente arbitrari, perciò non hanno niente a che fare con i valori morali che vengono attribuiti a loro. Seguendo maggiormente questa terminologia, nello stesso senso di cui sopra, il tonal viene anche chiamato femminino, dal momento che tutta la vita si manifesta per mezzo della materia, e la materia è associata con l’aspetto materno della vita. Infatti la parola “madre” prende origine da questa associazione, poiché le parole latine madre e materia derivano dalla stessa radice. Per contrasto, il nagal viene chiamato mascolino. Da questa terminologia, deriva uno degli assunti di base della tradizione Tolteca, cioè, che la causa è sempre positiva se posta in relazione all’effetto, non importa quale sia il livello della manifestazione. Sebbene il tonal sia l’effettiva manifestazione fisica del nagal, la stima intelligente della propria consapevolezza intrinseca è la sua prima vera manifestazione del nagal come Qualche-Cosa. Questa concezione di base, che esiste prima della manifestazione del tonal, è ciò che procura al nagal non solo la necessità di espandere la propria consapevolezza, ma anche di stabilire lo scopo della manifestazione. Questo è un concetto altamente astratto ed è difficile da afferrare quanto lo è renderlo in parole. Perciò è meglio esporlo in questo modo: Al principio c’era il grande vuoto che è Nessuna-Cosa, chiamata il nagal. Questo è uno stato di essere che non possiamo concepire, perciò le definiremo semplicemente l’Inesprimibile. Dal momento che è ineffabile, non ha descrizioni, né etichette, né attributi, né manifestazioni, né colore, né suono, né movimento, niente del tutto, diciamo che è lo stato dell’essenza dell’essere. Ma quando all’interno del vuoto Qualche-Cosa si è mossa, laddove prima c’era Nessuna-Cosa per indicare qualsiasi forma di esistenza, questo movimento ora mostra che il vuoto in effetti è Li’. Questo Qualche-Cosa che si muove nel vuoto, è ciò che viene chiamata consapevolezza intrinseca; essa stessa è intangibile, incomprensibile, e nondimeno impossibile da tradurre in parole. L’unica cosa che possiamo dire della consapevolezza intrinseca, è che Si Muove. Tuttavia, questo movimento, chiamato intelligenza attiva, è abbastanza tangibile, ed è ciò che chiamiamo tonal o, più semplicemente, l’universo manifesto. A questo punto si prospetta un ammonimento, cioè, il lettore non deve cadere nella trappola di equiparare il concetto di Dio con il nagal. Abbiamo il grande vuoto chiamato nagal, che in essenza contiene il potenziale della triplicità. Questa triplicità non è difficile da afferrare se consideriamo che la consapevolezza stessa ha due polarità, chiamate intento e mente. Nota, pertanto, che a questo livello ci stiamo riferendo alla consapevolezza intrinseca, che è di per sé intangibile. Dal nostro punto di vista umano, l’unica


cosa che possiamo dire della consapevolezza intrinseca è che Si Muove. La mente umana può solo concepire il movimento della consapevolezza intrinseca, cioè intelligenza attiva, cioè il tonal, come manifestazione del vero significato della parola. Questo è un punto importante da tenere presente se vogliamo comprendere il vero significato del termine nagal, o l’Inesprimibile. Di conseguenza dapprincipio c’è Nessuna-Cosa. Questa è la condizione di essere che può essere chiamata Essa È, e che può essere espressa solo con le parole ‘Io Sono'. Questo è lo stato della pura consapevolezza indifferenziata. Per secondo, avviene che l’Esistenza si trovi al punto in cui il nagal diviene consapevole di se stesso come dualità; chiamata, Essa e la Sua Consapevolezza. Questa Esistenza viene espressa con le parole ‘Io Sono Questo'. A questo punto si deve tenere ben presente che lo scopo della consapevolezza è, sia di separare che di unire. Da ciò che già sappiamo della consapevolezza, è perciò evidente che questa Esistenza è una delle polarità della consapevolezza intrinseca; chiamata, il principio pensante che separa – mente. Per terzo, abbiamo che Esistenza alla quale il nagal riconosce essere una con la sua consapevolezza – un’Esistenza caratterizzata dalle parole ‘Io Sono Ciò Che Sono'. Questa terza Esistenza è chiaramente il principio portante che unisce; che è, l’intento. Per poter comprendere pienamente questo concetto, ribaltiamo le considerazioni precedenti sull’Inesprimibile; che è la divinità. A questo punto iniziamo al di fuori della dualità di base tra il nagal e la sua consapevolezza. Tuttavia, considerando le due polarità della consapevolezza, è importante l’avere una completa padronanza con le più profonde implicazioni di questi due poli. Realizza che solo a causa della consapevolezza il nagal può stabilire il proprio scopo. Il nagal esprime questo scopo come intento, che viene definito come Volontà-Di-Manifestarsi. Poiché l’intento è il principio che unisce, ne deriva il fatto che lo scopo del nagal è di manifestarsi, in modo da avere delle esperienze riguardo se stesso, che non sono ancora conosciute. In altre parole il nagal desidera unire il conosciuto con lo sconosciuto. Comprendendo questo dal punto di vista di unire il conosciuto con lo sconosciuto, il nagal deve, ovviamente, per prima cosa separare il conosciuto dallo sconosciuto, e poiché la natura della mente è di separare, non è difficile afferrare il fatto che la mente è la causa della molteplicità che chiamiamo tonal. Perciò possiamo dire che la mente viene equiparata al tonal. L’intento, in altre parole, è l’espressione della Volontà-Di-Manifestarsi del nagal, come tale non significa solamente unità, ma anche la causa della mente; ciò che la Cristianità ha definito come Spirito Santo. Dal vangelo di Giovanni 5:7: ‘Perciò sono tre che possono testimoniare in paradiso, il Padre, il Figlio (Verbo) e lo Spirito Santo: e questi tre sono uno.’ Non è difficile vedere da queste citazioni che lo Spirito Santo si riferisce al terzo aspetto della divinità; che è, il principio della mente, o la Luce Infinita del Cabalismo. Gesù Cristo, la personificazione del Verbo, conferma dal vangelo di Giovanni 14:26 che: ‘Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.’ Notate che Cristo dice ‘nel mio nome', puntualizzando il fatto che quando il principio pensante, mente, si congiunge attivamente con il principio senziente, intento, diventa possibile la completa consapevolezza, e di conseguenza lo scopo di tutto dovrà essere rivelato. Possiamo perciò definire la qualità dell’includere il tutto come la manifestazione dello scopo del nagal. Tuttavia, questo è il massimo che possiamo dire sull’includere il tutto, per quanto sappiamo essere lo scopo del nagal, e non abbiamo nessuna abilità di venire a sapere che cosa possa o non possa sottostare a tale scopo. Non dovremmo mai dimenticare che conosciamo solo una minima parte riguardo l’Inesprimibile, al di la del fatto che si pone al di fuori dello sconosciuto. Da questo punto di vista possiamo sicuramente desumere che l’Inesprimibile desidera conoscere il suo pieno potenziale, ma cosa questo includa, e che cosa possibilmente abbia generato questo desiderio, giace sicuramente nel reame dell’Inesprimibile. È solo lo spirito umano che conduce alla luce e guida alla verità; ogni individuo è un piccolo frammento del tutto, chiamato lo Spirito. C’è una vita, uno Spirito, che si manifesta tramite miriadi di forme differenti. Qualsiasi cosa in questo universo appartiene alla vita, allo Spirito.


Non possiamo imporre condizioni allo Spirito. Ma possiamo, come atto di sopravvivenza, seguirlo incondizionatamente, oppure rimanere dove siamo. Questa trinità di forze, naturalmente include configurazioni specifiche di campi energetici che, quando percepiti dal veggente, risultano in una esperienza indimenticabile. Sono di una bellezza squisita nella loro assoluta semplicità e purezza, mentre l’incredibile potenza della loro vibrazione è allo stesso tempo mozzafiato e veramente formidabile. Di conseguenza chiamiamo questo triangolo la trinità superlativa, uno stato di essere che può solo essere descritto come pura eccellenza. Inoltre è a questa trinità a cui ci si riferisce col nome di spirito* in tutti i riferimenti della vita manifesta, è per mezzo di questa trinità che l’Inesprimibile si rende manifesto. *Il termine ‘lo spiritò viene normalmente usato solamente connesso con l’Inesprimibile reso manifesto, ma dovreste far caso che il vuoto che è l’Inesprimibile è il vero spirito che pervade tutto l’universo manifesto e che inoltre lo trascende. Dal nostro punto di vista umano questo è in certo senso corretto, ma ricorda che l’uomo è vivo, e che la forza vitale è quell’incomprensibile Nessuna-Cosa che chiamiamo lo spirito dell’uomo; il nagal. Tutto ciò ci conduce alle due più basilari domande dell’umanità, per prima che cos’è la vita; e seconda, qual è lo scopo della vita? Non si può rispondere facilmente a queste domande; per poterlo fare bisogna calarci nel reame dell'Inesprimibile, o dell’Ineffabile, che i Toltechi hanno semplicemente chiamato l’inconoscibile. è importante ricordare che il termine inconoscibile è relativo, e non vuole dire che la vita non possa essere compresa, ma piuttosto che non può essere resa comprensibile con le parole. Tuttavia, nell’elaborare la definizione di vita, è opportuno tenere a mente che questa definizione si basa sulla nostra esperienza dei processi vitali, e non sulla vita stessa. In altre parole stiamo descrivendo la vita all’interno della sua manifestazione. Non possiamo osservare alcunché della vita non manifesta, che è l’origine della vita. Per questo motivo si chiama l’Inesprimibile. Tutto quello che possiamo sicuramente dire sulle origini della vita è che Essa è, e che Essa apparentemente contiene all’interno di Sé il potenziale di manifestarsi in modo che noi la riconosciamo come intelligente. In altre parole, l’origine della vita è intelligenza potenziale. Di conseguenza non stiamo vivendo in un universo fissato da valori stabiliti, ma siamo abbastanza letteralmente contenuti in uno stato di relatività che viene stabilito dal vuoto chiamato l’Inesprimibile. Perciò i Toltechi sono arrivati a comprendere le quattro componenti: materia, energia, spazio e tempo come il manifestarsi del quadruplice scopo dell’Inesprimibile, mantenuto intatto dal potere del suo intento inflessibile. L’universo manifesto non è senza fine, per questo l’anima dell’intera esistenza e la spinta principale della vita a conoscere se stessa nella sua interezza. Questa spinta definisce uno specifico raggio di una predeterminata lunghezza, stabilito dall’intento dell’Inesprimibile per la durata di questa manifestazione. Perciò persino la grande spirale di tutti gli stati di consapevolezza si ricurvano su se stessi per definire il grande cerchio dell’esistenza che riconosciamo come i parametri esterni dell’universo manifesto. Tutte le forme di vita, uomo incluso, sono solo delle unità della grande vita chiamata l’Inesprimibile. Cosi’ noi abbiamo il grande vuoto del Nessuna-Cosa, che manifesta tre distinte trinità, la superlativa, il sognatore, e il sognato, e ognuna di queste trinità è una espressione dei tre aspetti potenziali dell’Inesprimibile. La Trinità Superlativa, essendo l’espressione primaria che sarà seguita dalle altre, è il nagal. Il sognatore, essendo essenzialmente l’espressione della Volontà-DiManifestarsi, è l’intento. Mentre il sognato, che è la condizione di essere in cui il sognatore ora comprende la sua natura innata, equivale al conosciuto, e perciò con la mente. Sono queste tre trinità che vengono conosciute come le tre grandi bande di campi di energia. Perciò questo è per ora sufficiente per dire che ci sono quattro stadi di manifestazioni che sono sovraimposti uno sull’altro, nel modo in cui possiamo meglio descriverli come una


quadruplice esistenza. L’analogia che si avvicina maggiormente, che posso pensare e di paragonare questi quattro stadi a quattro piani uno sull’altro. Questi quattro piani, o stadi, sono quelli che i Toltechi, a cui fanno riferimento come il quadruplice scopo dell’Inesprimibile, e sono ciò che l’umanità riconosce come materia, energia, spazio e tempo (MEST). Essendo lo scopo dell’Inesprimibile quadruplice, è perciò il prodotto delle diverse espressioni della consapevolezza intrinseca, MEST, la quarta dimensione, è ovviamente completamente pervasa, o abitata, dalla presenza del nagal al quale possiamo fare riferimento solo come forza-vitale. Ciò è quello che rende la vita manifesta – un’affermazione stupida e semplicistica che non sarà mai conveniente per le implicazioni astronomiche della vita o della manifestazione. In conclusione, realizza che in tutto ciò che abbiamo esaminato brevemente qui’, l’Inesprimibile, ovvero il primo aspetto di ciò che viene chiamato nagal, è la sorgente di tutta la vita. è l’Inesprimibile stesso forse la manifestazione di qualcosa che esiste aldilà? Semplicemente non lo sappiamo, ma da quello che i veggenti Toltechi sono stati capaci di afferrare dell’Inesprimibile, è che apparentemente non è solo. In altre parole sembra che non ci sia solo un’Aquila, ma molte – qualsiasi cosa questo possa significare o implicare! Non vi è nessun dubbio che un giorno noi dovremo ed entreremo nel grande inconoscibile, continuando a concentrarci su quella vastità della nostra condizione di essere che possiamo penetrare, ma che non possiamo ancora comprendere completamente. L’Inesprimibile si manifesta come questa incomprensibile dualità chiamata nagal e tonal – i due anelli del potere. L’uomo sta in mezzo a questi due anelli – quel punto universale nel quale la percezione sia del nagal che del tonal vengono assemblate. Dapprima l’intento dell’uomo è così vago e così inconsistente da rassomigliare a una nebbiolina che interagisce con i due anelli esterni, ma continuando a focalizzare il proprio intento, diventa il terzo anello che collega gli altri due. Questi tre anelli formano la totalità dell’essere, una coalizione di forze che si basa sul mito del dragone. L’uomo in essenza è un essenza spirituale dell’universo, chiamata lo spirito dell’uomo, o il nagal. Questa affermazione deve essere ponderata con molta cura per comprenderla appropriatamente, poiché gli apprendisti, molto spesso, sbagliano nell’assumere il significato della frase nel modo in cui l’uomo e la donna possiedono ognuno il loro nagal. Dal punto di vista della maggior parte degli apprendisti è abbastanza vero, ma strettamente parlando non è completamente corretto, c’è una sola vita, che evolve una sola consapevolezza, per mezzo di un universo materiale. In altre parole, c’è solo un nagal, uno spirito, che ha differenti manifestazioni della sua consapevolezza, e una di queste è la creatura chiamata uomo. Al livello del nagal, che è lo spirito dell’uomo, la separazione è un non senso per quanto riguarda la coscienza di gruppo, per ogni coscienza di gruppo si deve allora esaminare le implicazioni della separazione. L’unico modo in cui posso esprimere il senso di individualità a questo livello è paragonarlo a qualcosa che potrebbe essere chiamata la mente del gruppo. Questa unicità chiamata lo spirito dell’uomo, il nagal, si manifesta in milioni e milioni di unità individuali. Dapprima la manifestazione di questa unicità non riconosce se stessa (se stessi) come il tutto, con il risultato, che ogni unità vede se stessa come isolata dalle altre unità. Di conseguenza, ogni unità sviluppa una identità basandosi sul senso della separazione, e dal punto di vista della manifestazione dell’unicità, (non dell’unicità stessa) non c’è il senso dello scopo unificante, ma solo un caos apparente. Allora, con lo scorrere del tempo, una unità dopo l’altra inizia a realizzare che c’è solo un vero scopo comune a tutti, e che quello è lo scopo dell’unicità. Quando tutte le unità risponderanno a quell’unico scopo, si potrà giustamente dire che la manifestazione dell’unicità ora conosce se stessa (se stesse) come essere uno con l’unicità che chiamiamo uomo, o più precisamente, lo spirito dell’uomo. In altre parole, dal punto di vista umano, la manifestazione dell’unicità dapprima cosi’ inconsapevole da non conoscere che tutto fa parte dell’unica interezza.


La qual cosa è analoga a qualcuno che non sa che le sue membra, o i suoi organi gli appartengono. Ma con il procedere dell’evoluzione della consapevolezza, la manifestazione dell’unicità diventa gradualmente consapevole del fatto che le sue braccia e gambe, come pure i suoi organi, effettivamente appartengono a un tutto coerente, che forma la totalità del sé. Tuttavia, questo graduale spiegamento della consapevolezza all’interno della manifestazione dell’unicità potrà solamente avvenire quando un’unità dopo l’altra diventeranno consapevoli della totalità di sé stessi. La materializzazione, che è la materializzazione della volontà del nagal di incorporare lo sconosciuto nel conosciuto, è lo scopo generale della manifestazione, poiché questa necessità sorge per forza tramite l’esperienza pratica, si desume che lo scopo di questa materializzazione può essere raggiunta tramite il contesto della vita all’interno della manifestazione. Se cosi’ non fosse non ci sarebbe nessun motivo per l’Inesprimibile di manifestarsi in primo luogo. La materializzazione è perciò il punto centrale dello scopo del nagal, perciò può essere benissimo chiamata il centro della sfera della condizione di essere, qualcosa che non è sorprendente considerando che l’universo manifesto, come abbiamo già notato, è in effetti l’insita centralità del tonal cosmico. Nella nostra considerazione del sognatore, realizza che i campi di energia che costituiscono lo spirito dell’uomo, ognuno di essi ha una specifica frequenza vibratoria, che viene stabilita dalla consapevolezza intrinseca. Questi campi di energia sono agglomerati nella stessa sequenza dei campi energetici dell’universo manifesto, ma avendo ognuno una specifica frequenza vibratoria prima di agglomerarsi, l’originale frequenza vibratoria apporta il colore della vibrazione dell’agglomerato. All’interno dello spirito dell’uomo ci sono sette colori formatisi in questo modo, e ogni colore consiste in un vasto spettro di tonalità. Questi colori, che esistono a causa dell’agglomerazione dei campi energetici, esprimono ognuno una vibrazione generale specifica come una corda risonante, e ogni corda è composta da un vasto spettro di frequenze combinate che sono delle tonalità affini, o ‘tonalità di colore. Sono queste setti colori che determinano i sette tipi di sognatori, ed è l’affinità risonante di ogni tonalità che determina il destino, e alla fine anche le azioni dell’individuo. Al centro della ruota della vita infuria un potentissimo vento, contro il quale l’unica difesa del guerriero è liberare l’intento di raggiungere e mantenere la totalità di sé, poiché la forza che guida la ruota è lo spirito dell’uomo. Da quanto detto sopra è abbastanza chiaro che fare giustizia sul Nocciolo Astratto 0 in questo libro è praticamente impossibile, per la verità molti altri volumi dovrebbero trattare solamente questo Nocciolo Astratto, ed ancora il lettore si sentirà per niente più saggio, come si può spiegare ciò che la sua vera natura è Nessuna-Cosa? Perciò è sufficiente per il nostro scopo dire che il Nocciolo Astratto 0, poiché è Nessuna-Cosa, è l’origine di tutti i Noccioli Astratti, così come li permea tutti. Come il suo progenitore, lo spirito dell’uomo, il nagal, Il Nocciolo Astratto 0 è il vuoto che contiene Ogni-Cosa, per quanto paradossale possa essere, il vuoto è l’essenza della consapevolezza, all’interno del vuoto la natura, il significato e lo scopo di tutto si rivela per l’eternità. Dall’interno del vuoto, dall’interno di questo aspetto della consapevolezza a cui nessun numero è assegnato, non ci sono domande, perciò non c’è Nessuna-Cosa da capire. Nello stesso modo, all’interno del vuoto, non c’è libertà, perché non c’è niente da cui essere liberi, perciò ci si riferisce come libertà assoluta. Bisogna però notare che queste affermazioni non vanno prese alla lettera, con Nessuna-Cosa non intendiamo uno spazio vuoto. Il fatto che il vuoto è Nessuna-Cosa implica semplicemente che non c’è niente che si può rendere a parole, che nella sua essenza è ineffabile, l’Inesprimibile.


L'Arte dell'Agguato Definizione: Praticare l'agguato significa essere in grado di sostenere lo sguardo dell'infinito. La chiave dell'agguato, ciò che ne definisce la funzione, è rendere disponibile l'energia. Il nodo cruciale, per qualsiasi essere umano, ruota intorno al fatto di poter disporre di sufficiente energia. La differenza tra una persona normale e un guerriero è che la prima ignora questo fatto, mentre il guerriero ne è consapevole e quindi agisce di conseguenza. Tutto ciò che un guerriero riesce a fare, tutte le mete che raggiunge, ogni passo che compie, dipendono dalla disponibilità di energia. Se il guerriero ha energia, allora le cose accadono, altrimenti, per quanto si sforzi non otterrà assolutamente nulla. Insomma è perfettamente inutile dannarsi l'esistenza per conseguire “le mete del guerriero”: solo salvaguardare l'energia conta e non serve affliggersi per farlo. L'unico modo per risparmiare energia in forma efficace e disciplinata è ciò che i Toltechi chiamano arte dell'agguato, non ce ne sono altri. Quindi possiamo dire, senza dubbio, che l'agguato è la chiave che apre ogni porta. Questo è anche logico se consideri che, tutta la nostra energia disponibile, è impiegata nelle faccende quotidiane: di conseguenza è solo partendo dal mondo di ogni giorno che possiamo avviare il processo di ricanalizzazione dell'energia. Tramite l'agguato l'energia viene preservata con efficacia e disciplina. Questo è un punto molto importante; la modalità con cui l'energia viene ottenuta determina poi la natura fondamentale del suo dispiegamento pratico. (Rif: Marco Baston – La Soglia dell'Energia) La tecnica del Non-Fare è di fatto identica all’Agguato, perché il Non-Fare è l’arte di porre l’Agguato a sé stessi invece di porlo agli altri. Entrambe le tecniche sono definite come un atto calcolato per manipolare. Un guerriero, talvolta, proietterà di proposito un’immagine specifica con lo scopo di fuorviare gli altri. Questo è ciò che viene conosciuto come agguato (stalking). Ci sono diversi motivi sul perché il guerriero tende l’agguato agli altri, il più importante è quello teso quando si tratta con i meschini tiranni. Essi non sono mai delle persone gradevoli con cui interagire, in breve ci rendono la vita difficile in un modo o nell’altro, ma trattandoli correttamente ci possono fornire molti doni di conoscenza. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) È il controllo strategico delle proprie azioni, da parte del guerriero, all’interno della società e nell’interazione con altre persone, per rafforzare l’energia, temprare lo spirito, andare al di là della propria storia personale e delle proprie credenze. L’agguato parte dall’osservazione, non dal giudizio o dal dialogo interno. Il guerriero diventa quindi un cacciatore che conosce tutto della sua preda per poterla prendere in trappola. Il bottino più ambito non sono di certo le persone o la soddisfazione del proprio ego, quindi, benché agisca nella vita quotidiana, la sua caccia è silenziosa e il suo bottino è l’energia. La preda più ambita del cacciatore è sé stesso. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) La gente vuole sapere esattamente cos’è l’agguato. Ci sono due modi per avvicinarvisi. Innanzi tutto, la definizione generale: un cacciatore è uno che ha fatto della discrezione un’arte, egli ama starsene appartato; ci vuole un certo addestramento per diventare non invadenti, e ti posso dire per quale motivo è necessario non esserlo. Ci sono altri due modi per parlare dell’agguato: esso serve a dare uno scossone allo stregone o a chiunque lo pratichi, e per scossone intendo una spinta o una lieve apporto di energia, in modo tale che il punto d’unione si sposti leggermente. (Rif: Taisha Abelar - Tratto dalla rivista canadese Dimensions, settembre 1994)

La Caccia: essere "Cacciatori" Un cacciatore è un esperto nell'arte dell'agguato, ed è colui che va a caccia del potere


● Otteniamo la conoscenza tramite l’esperienza della cosa. Il che significa che abbiamo percepito qualcosa tramite quell’esperienza cosa di cui non eravamo consapevoli prima. Tale percezione è naturalmente il risultato di un allineamento, che, a sua volta, ha generato potere. Bisogna dire che ciò si applica solo alla conoscenza e non alle informazioni. Dobbiamo ricordarci che le informazioni sono puramente teoriche, mentre la conoscenza è ciò che si ricava dall’esperienza. A meno che non vengano messe in pratica, le informazioni e la teoria non hanno potere, ma la conoscenza è potere. Perciò se dobbiamo avere potere dobbiamo fare il miglior uso possibile di tutte le nostre esperienze. Ciò vuol anche dire che dobbiamo batterci per percepire il più possibile. È questa lotta per la percezione che costituisce la caccia al potere, ma poiché il potere è un avversario intangibile e imprevedibile, la vita del guerriero diventa una sfida senza fine. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) ● Per cacciare il potere dobbiamo essere sempre completamente all’erta. Questo in pratica significa che dobbiamo vivere consapevolmente. Il cacciatore che è occasionalmente all’erta non sarebbe un buon cacciatore. Il più delle volte cederà la preda a qualche predatore più forte di lui. Ma essere sempre all’erta è una dura battaglia per coloro che sono abituati ad essere mezzi addormentati. Perciò sono richiesti alcuni cambiamenti importanti nelle nostre vite prima di meritare il nome di cacciatori. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) ● “Ora sai molte cose sulla caccia", continuò don Juan. "Ti sarà facile capire che un buon cacciatore conosce soprattutto una cosa: conosce le abitudini della sua preda. E questo che fa di lui un buon cacciatore. "Se tu ricordassi come ti ho insegnato a cacciare, forse capiresti quello che voglio dire. Innanzitutto ti ho insegnato a costruire e disporre le trappole, poi ti ho insegnato le abitudini della selvaggina che volevi prendere, e alla fine abbiamo messo alla prova le trappole con le abitudini della selvaggina. Queste parti sono le forme esterne della caccia”. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan) ● "Ora devo insegnarti l'ultima parte, quella di gran lunga la più difficile. Forse passeranno degli anni prima che tu possa dire di capirla e di essere un cacciatore". … "Essere un cacciatore non significa soltanto prendere in trappola la selvaggina", riprese. "Un cacciatore che vale il pane che mangia non prende la selvaggina perché mette trappole o perché conosce le abitudini della sua preda, ma perché lui stesso non ha abitudini. E questo il suo vantaggio. Non è come tutti gli animali cui da la caccia, fissato da pesanti abitudini e guizzi prevedibili; è libero, fluido, imprevedibile". … "Per essere un cacciatore devi infrangere le abitudini regolari della tua vita. Sei andato bene nella caccia. Hai imparato in fretta e ora puoi vedere che sei come la tua preda, facile da prevedere". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan) ● "Sto parlando della caccia", rispose con calma. "Perciò mi occupo di quello che fanno gli animali; i luoghi in cui mangiano; dove, come e quando dormono; dove fanno il nido; come vanno in giro. Queste sono le abitudini che ti mostro affinché tu possa rendertene conto nel tuo stesso essere. Hai osservato le abitudini degli animali del deserto. Mangiano o bevono in certi luoghi, fanno il nido in posti specifici; in effetti, tutto quello che fanno può essere previsto e ricostruito da un buon cacciatore. "Come ti ho detto prima, ai miei occhi ti comporti come la tua preda. Una volta nella mia vita qualcuno mi ha fatto osservare la stessa cosa, perciò non sei l'unico. Tutti noi ci comportiamo come la preda a cui diamo la caccia. Questo, naturalmente, fa anche di noi la preda di qualcosa o qualcun altro. Ora, la preoccupazione di un cacciatore, che sappia tutto ciò, è smettere di essere lui stesso una preda. Capisci quello che voglio dire?". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan)


● "Non basta saper costruire e collocare trappole", disse. “Un cacciatore deve vivere come un cacciatore per ottenere il massimo dalla propria vita. Purtroppo, i cambiamenti sono difficili e molto lenti: a volte ci vogliono anni prima che un uomo si convinca del bisogno di cambiare. A me ci sono voluti degli anni, ma forse non avevo un talento per la caccia. Penso che per me la cosa più difficile fosse voler veramente cambiare". … "Un buon cacciatore cambia i propri modi ogni volta che è necessario". … "Un cacciatore lascia pochissimo al caso.” … "Un cacciatore deve conoscere non solo le abitudini della preda, deve anche sapere che su questa terra ci sono dei poteri che guidano gli uomini e gli animali e tutto ciò che vive". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan) ● I veri cambiamenti non sono mai facili – un uomo cambierà solo nelle circostanze che lo forzeranno a cambiare. Talvolta anche se un uomo viene forzato a cambiare, stupidamente rifiuta a meno che non veda un vantaggio nel cambiamento. … Un buon cacciatore cambierà la sua via ogniqualvolta ne sorga la necessità. I veri cambiamenti sono sempre in essenza sconvolgenti, e sono sempre scatenati da ciò che sembra essere un atto piccolo e insignificante. I cacciatori cercano questi atti, in sé stessi e nelle loro prede, perciò non vengono colti alla sprovvista dai loro effetti. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri)

Essere inaccessibili 

"L'arte di un cacciatore è diventare inaccessibile" … "Essere inaccessibile significa toccare il mondo intorno a te moderatamente. Non mangiare cinque quaglie; mangiane una. Non danneggiare le piante solo per costruire un forno da campo. Non esporti al potere del vento a meno che non sia inevitabile. Non usare e spremere la gente fino a ridurla a nulla, specialmente le persone che ami". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan)

"Ti ho già detto che essere inaccessibile non significa nascondersi o segregarsi", disse con calma. "Non significa neppure che tu non debba , aver rapporti con gli altri. Un cacciatore usa il mondo moderatamente e con tenerezza, senza badare se il mondo possa essere cose, o piante, o animali, o persone, o potere. Un cacciatore tratta intimamente col proprio mondo eppure è inaccessibile a quello stesso mondo". “Il cacciatore è inaccessibile perché non spreme il mondo fino a deformarlo. Lo tocca lievemente, rimane quanto deve e quindi si allontana agilmente, lasciando appena un segno". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan)

A un certo momento della mia vita, come te, mi sono esposto sempre più finché di me non restava nulla per nulla tranne forse che per piangere. E questo ho fatto, proprio come te". "Ero però più giovane di te, ma un giorno ne ho avuto abbastanza e ho cambiato. Diciamo che un giorno, quando stavo diventando un cacciatore, ho imparato il segreto dell'esporsi e del sottrarsi". "Devi toglierti di mezzo. Devi toglierti dal centro di una strada piena di traffico. Tutto il tuo essere è qui, perciò è inutile nascondersi; potresti soltanto immaginare di essere nascosto. Essere nel mezzo della strada significa che tutti quelli che passano possono osservare il tuo andare e venire". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan)

"Essere inaccessibile significa evitare deliberatamente di esaurire te stesso e gli altri, significa non essere affamato e disperato, come il povero bastardo che pensa che non mangerà mai più e divora tutto il cibo che può, tutte e cinque le quaglie". … "Un cacciatore sa di poter sempre attirare la selvaggina nelle sue trappole, perciò non si preoccupa. Preoccuparsi vuol dire diventare accessibile, accessibile senza volerlo. E una volta che ti preoccupi ti afferri a tutto per disperazione; e una volta che ti afferri sei destinato a esaurire tutti o tutto ciò a cui ti afferri". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan)


Il segreto di scivolar fuori dalle grinfie del condizionamento sociale risiede nel fatto che il cacciatore si mette in una posizione al di là della manipolazione psicologica. Il cacciatore tratta il suo mondo con tale cura da non lasciare tracce dietro di sé. Perché lasciare una traccia vuol dire venire cacciato da qualcosa più potente di lui. Ciò non vuol dire che il cacciatore diventa un recluso. Sarebbe impossibile, dal momento che il cacciatore deve operare nel mondo e farne parte. Perciò non cerca di nascondersi dal mondo, piuttosto si assicura e non permette a se stesso di venire cacciato. L’arte del cacciatore risiede nella sua abilità di scegliere sia il tempo che il posto della sua apparizione. Agendo in questo modo le sue interazioni con il mondo diventano calcolate e frugali, perciò il cacciatore evita di esaurire se stesso e il mondo intorno a lui. Il cacciatore confida nelle sue abilità come cacciatore perciò non sente il bisogno di preoccuparsi. La preoccupazione causa all’uomo l’aggrapparsi follemente al suo mondo, qualunque esso sia, e aggrappandosi esaurisce sia se stesso che il suo mondo. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri)

Cancellare la propria "storia personale" "Non ho nessuna storia personale, un giorno ho scoperto che la storia personale non mi era più necessaria e l'ho abbandonata, come il bere". … "Non ho più una storia personale. L'ho abbandonata un giorno quando ho sentito che non era più necessaria". "Come si può abbandonare la propria storia personale?", domandai "Innanzitutto bisogna desiderare di abbandonarla", disse. "Quindi bisogna procedere armoniosamente a tagliarla via, a poco a poco”. "Forse dovreste dirmi cosa intendete per abbandonare la propria storia personale", dissi. "Toglierla di mezzo, è questo che voglio dire", rispose seccamente. Insistei che probabilmente non avevo capito. "Prendete il vostro caso, per esempio", dissi. "Voi siete uno yaqui. Questo non lo potete cambiare". "Davvero lo sono?", chiese sorridendo. "Come lo sai?". "E vero!", esclamai. "Non posso saperlo con certezza a questo punto; ma voi lo sapete ed è questo che conta. E questo che lo rende storia personale". Sentii di aver colpito qualcosa. "Il fatto che io sappia se sono o no uno yaqui non ne fa una storia personale", rispose. "Solo quando lo sa un altro diventa storia personale. E ti assicuro che nessuno lo saprà mai con certezza". "Tuo padre conosce tutto di te", disse. "Perciò si è immaginato tutto di te. Sa quel che sei e ciò che fai, e non c'è potere sulla terra che possa fargli cambiare la sua opinione di te". Don Juan disse che tutti quelli che mi conoscevano avevano un'idea di me. e che io continuavo ad alimentare tale idea con tutto ciò che facevo. "Non capisci?", chiese in tono drammatico. "Tu devi rinnovare la tua storia personale raccontando ai genitori, ai parenti e agli amici tutto ciò che fai. D'altra parte, se tu non avessi storia personale, non ci sarebbe bisogno di spiegazioni; nessuno sarebbe in collera o deluso per i tuoi atti. E soprattutto nessuno ti inchioderebbe con i suoi pensieri ". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan) 

"E meglio cancellare tutta la storia personale, perché ciò, ci libererebbe dall'ostacolo dei pensieri altrui". "Prendi te stesso, per esempio", riprese. "Proprio in questo momento non riesci a raccapezzarti, e questo perché ho cancellato la mia storia personale. A poco a poco ho creato una nebbia intorno a me , nella mia vita, e ora nessuno sa con certezza chi sono o cosa faccio". … "A poco a poco devi creare intorno a te una nebbia; devi cancellare tutto ciò che ti circonda finché non si possa dare più nulla per scontato, finché più nulla è certo o reale. Ora il tuo problema è che sei troppo reale, I tuoi sforzi sono troppo reali; i tuoi


umori sono troppo reali. Non dar tanto per scontate le cose. Devi incominciare a cancellare te stesso". … "Ma è assurdo", protestai. "Perché la gente non dovrebbe conoscermi? Che c'è di male?". "C'è di male che una volta che ti conoscono tu sei una cosa data per scontata e da quel momento in avanti non sarai più capace di rompere i legami dei loro pensieri. Io personalmente amo la libertà ultima di essere sconosciuto. Nessuno mi conosce con certezza costante. Il modo in cui la gente conosce te, per esempio". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan) 

"Quando non si ha una storia personale", spiegò, "nulla di ciò che si dice può essere preso per una bugia. Il tuo problema è che devi spiegare tutto a tutti, in modo coatto, e al tempo stesso vuoi conservare la tua freschezza e la novità di ciò che fai. Perciò, non potendo conservare il tuo entusiasmo dopo aver spiegato tutto quello che hai fatto, mentisci per poter tirare avanti". … “D'ora in avanti", disse, "devi semplicemente mostrare alla gente solo ciò che ti importa mostrare, ma senza mai dire esattamente come l'hai fatto". "Vedi", riprese don Juan, "noi abbiamo due sole alternative: o prendiamo tutto per certo e reale, o no. Se seguiamo la prima, alla fine siamo annoiati a morte del mondo e di noi stessi. Se seguiamo la seconda, creiamo intorno a noi una nebbia, uno stato molto eccitante e misterioso in cui nessuno sa in che punto 'salterà fuori il coniglio' nemmeno noi". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan)

Il dialogo interno, non solo mantiene e difende la nostra visione del mondo, ma definisce anche il modo in cui pensiamo e sentiamo riguardo noi stessi. In altre parole il dialogo interiore definisce quello che crediamo di essere. Abbiamo già visto negli insegnamenti precedenti che noi siamo quello che crediamo di essere, e che coltiviamo le nostre vite in accordo a questa credenza. Facendo questo evochiamo un’immagine molto specifica di noi stessi e delle nostre vite, che poi proiettiamo verso l’esterno nel mondo che ci circonda. Questa immagine, acquisita a causa della visione del mondo, determina il modo in cui le persone reagiscono con noi, ci vedono, e quindi ci giudicano. Questa immagine che noi abbiamo di noi stessi, al quale reagisce ciò che ci circonda, è quella che è stata definita storia personale. La storia personale è l’immagine di se stesso che un uomo ha acquisito a causa della sua visione del mondo – un’immagine che proietta nel mondo intorno a lui. La storia personale di un uomo, così come la sua visione del mondo, agisce anche come uno scudo contro il mondo intorno a lui, colorando e modificando tutta la conoscenza nuova al punto tale che qualsiasi cosa che non appare in accordo a quello che egli crede di se stesso, è automaticamente scartata. Quindi è chiaro che non solo la storia personale è il prodotto della visione che abbiamo del mondo, ma anche che è impossibile cancellarla senza prima smantellare tale visione del mondo. (Rif: Theun Mares – Il Grido Dell'Aquila)

A questo punto è importante comprendere che cosa significa esattamente cancellare la storia personale. All’inizio tutti gli apprendisti lavorano inesorabilmente sotto l’erronea idea che la storia personale ha a che fare con i propri dati personali, facendo così lo sbaglio di credere che per cancellarla si deve tenere segreta la propria vita in generale. Sebbene sia vero che di norma i guerrieri parlano molto raramente dei loro dettagli personali, questo di per sé non è ciò che si intende con cancellare la storia personale. Poiché la storia personale è il prodotto della propria visione del mondo, cancellare la storia personale non ha assolutamente nulla a che fare con il cambiare il proprio nome, o con l'essere riservati sul proprio lavoro o sulla famiglia, sul luogo di nascita, sull’età, o su qualsiasi altra cosa. Invece, cancellare la storia personale significa che si cancella questa falsa immagine acquisita che è il risultato della propria particolare visione del mondo. In altre parole, gli apprendisti smettono di credere che sono ciò che hanno sempre sentito e pensato di essere. (Rif: Theun Mares – Il Grido Dell'Aquila)


Mi spiegò poi che per favorire la cancellazione della storia personale venivano insegnate tre altre tecniche: Perdere la presunzione (importanza personale), Assumere la responsabilità, Usare la morte come consigliera. Senza gli effetti benefici di queste tre tecniche, cancellare la storia personale avrebbe fatto divenire l'apprendista sfuggente, evasivo, e pieno di inutili dubbi su di sé e sul proprio agire. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal)

Perdere l'importanza personale ● "Finché penserai di essere la cosa più importante del mondo non potrai apprezzare veramente il mondo intorno a te. Sei come un cavallo coi paraocchi, tutto quello che vedi è te stesso distinto da tutto il resto". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan) ● Ti senti troppo maledettamente importante, ma dovrai cambiare! Sei così maledettamente importante che ti senti in diritto di irritarti di tutto. Sei così maledettamente importante che ti puoi permettere di andartene se le cose non vanno a modo tuo. Immagino che penserai che sia prova di carattere. E assurdo! Tu sei debole, e presuntuoso. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio A Ixtlan) ● Naturalmente perdere l’importanza personale è la chiave, perché, come ho detto, finché abbiamo quest’idea dell’ego, di una personalità che interagisce con gli altri ai fini di un accordo intersoggettivo, siamo del tutto bloccati. Vedi, la potenza dell’ordine sociale, è enorme per via del consenso di miliardi di individui, che tiene fermo il punto d’unione in quella determinata posizione. A livello individuale potremmo chiamarlo “autocompiacimento" da cui consegue la pressione tra simili. A un livello più ampio porrei il linguaggio stesso, per non parlare della famiglia, che gioca un ruolo fondamentale. Dobbiamo sfondare a una a una tutte queste barriere — individuali, sociali, famigliari, culturali — per poi aprirci un varco nel gigantesco inconscio collettivo che mantiene tutto quanto al suo posto. Uno stregone deve saltare tutto ciò e spostarsi verso un livello diverso. Inoltre, al di là dell’inconscio collettivo c’è anche un imperativo biologico che ci tiene intrappolati in questa “forma scimmiesca”. Non possiamo non essere creature sociali, perché siamo animali sociali. La solitudine fa più paura della morte, ecco perché lo spauracchio del neofita è l’idea di compiere un viaggio in solitudine e una ricerca solitaria come quella che si intraprende con la ricapitolazione. La gente si conforta con l’idea di poter meditare insieme, fare le cose insieme, purché abbia il consenso del gruppo. Ma vedi, è proprio questo consenso di gruppo che impedisce l’impercettibile movimento del punto d’unione. Perciò dobbiamo necessariamente oltrepassare quella forza e avere l’energia, e l’energia proviene da tutte le cose prima menzionate, inclusa l’impeccabilità e l’esercizio di morte. Seguire la via dello stregone, allontanarsi dall’ego, da quella determinata posizione del punto d’unione per avventurarsi nell’ignoto, è come morire. L’io deve abdicare, per quanto orrenda sia la sensazione. Emotivamente e fisicamente l’uomo trova contro di sé l’universo. Naturalmente perdere l’importanza personale è la chiave, perché, come ho detto, finché abbiamo quest’idea dell’ego, di una personalità che interagisce con gli altri ai fini di un accordo intersoggettivo, siamo del tutto bloccati. Vedi, la potenza dell’ordine sociale, è enorme per via del consenso di miliardi di individui, che tiene fermo il punto d’unione in quella determinata posizione. (Taisha Abelar - Tratto dalla rivista canadese Dimensions, settembre 1994)


● Noi non siamo più interessati a riaffermate o difendere il nostro ego, perché ciò assorbe la maggior parte dell’energia; l’ego per sua natura si sente sempre attaccato da tutte le parti... uscire di casa già comporta dei problemi... persino dentro casa c’è sempre qualcosa che ci minaccia, per non parlare del nostro capo, o di certi sguardi malevoli, o del sentirsi ingannati. L’unica difesa che abbiamo è convincerci che non siamo poi cosi male, che gli altri non ci capiscono, e via dicendo. La mente viaggia come un lampo per ricucire assieme queste cose. No, dobbiamo bloccarla, non dobbiamo più arroccarci in difesa dell’io, ma, al contrario, sbarazzarcene. Don Juan aveva un buon adagio, diceva: ‘Eliminare l’io e non temere niente. Se sei privo di ego non c’è nulla di cui aver paura. perché tutte le paure, le delusioni o altro derivano da esso o da sue aspettative andate deluse, I cacciatori, invece, sono del tutto indifferenti, sono distaccati, e questo ci riporta al punto iniziale della nostra conversazione. Distaccarsi dall’io equivale per i cacciatori a distaccare la consapevolezza da quella posizione del punto d’unione in cui la società, i genitori e certi rapporti ci hanno imprigionati. (Rif: Taisha Abelar - Tratto dalla rivista canadese Dimensions, settembre 1994) ● La sicurezza di sé come è compresa generalmente, implica arroganza e presunzione; l’umiltà implica essere impeccabili nelle azioni e nei sentimenti. Al fine di comprendere questo dobbiamo renderci conto che ogni volta che l’uomo comune ha la sicura approvazione degli altri uomini, agisce con una grande quantità di fiducia, e chiama questo sicurezza di sé. Tuttavia, al momento in cui questo uomo sente che gli altri non sono d’accordo con lui, improvvisamente manca del precedente coraggio. Questo accade innanzitutto a causa dell’arroganza dell’uomo nel persistere a credere che una persona possa essere più importante di un’altra, e secondo perché l’uomo è dipendente dalle approvazioni degli altri con lo scopo di mantenere la propria importanza personale. Poiché il guerriero non vede se stesso più o meno importante di qualsiasi altro uomo, non gli importa se perde la faccia ai loro occhi. In altre parole, il guerriero non si sforza di essere importante e per questo non si preoccupa delle approvazioni degli altri. Questa libertà dal dover cercare approvazioni, è vera umiltà. Poiché non ha più paura dell’impatto che le sue azioni potrebbero avere sul suo senso di importanza personale, l’unico interesse del guerriero è agire in base alla sua conoscenza al meglio della sua abilità. Grazie a questo un guerriero comprende che la sicurezza di sé significa sicurezza nella propria abilità di agire come un impeccabile guerriero. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri)

Usare gli altri come il nostro specchio ● Le persone sono sempre degli specchi in cui possiamo vedere il nostro riflesso. Ma questi specchi ci mostrano anche i nostri pregiudizi. Se qualcuno riflette amore e qualcun altro collera, allora possiamo vedere coloro che amiamo e coloro che trattiamo con disprezzo. Noi tutti siamo intrinsecamente disonesti, ma i nostri specchi non mentono mai. Ci mostrano sempre esattamente come pensiamo, sentiamo e agiamo nei confronti del mondo che ci circonda. Possiamo rifiutare un riflesso gridandogli o usando violenza a nostro piacere, ma non cambierà fino a quando non cambieremo. Quando si è cambiati, allora anche il proprio riflesso deve cambiare – poiché tale è la legge della riflessione della luce. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri)

Usare le Emozioni ● Definizione di Emozione: L’emozione è il punto di trasmissione tra il pensiero e l’azione fisica. Passando per l’emozione il pensiero cerca di far terminare o di far iniziare una azione. Per esempio la


collera cerca di fermare l’azione esterna mentre la paura avvia l’azione della persona (fuggire). ● Lo scopo di questo articolo non è trattare in modo completo le emozioni, o spiegare la differenza tra emozioni e sensazioni (poiché non sono la stessa cosa), ma semplicemente stabilire dei punti fermi per lavorare con le emozioni. I Toltechi dicono che ci sono solo quattro emozioni pure, tutte le altre, non considerando le sensazioni, sono una miscela di esse. Le quattro emozioni pure sono joy-entusiasmo, melancholy-noia, anger-collera e fearpaura. Quando ci si occupa delle emozioni il primo punto è di assumere completa responsabilità di esse. Non scaturiscono dal nulla e non “capitano” a te. Le hai causate, le hai richiamate per mezzo della qualità e della profondità della tua percezione. In altre parole, è il modo in cui percepisci, o hai sempre percepito, un avvenimento o una certa cosa nella tua vita, che fa sorgere un impulso emozionale. Perché la gente reagisce allo stesso modo quando qualcuno spinge lo stesso bottone? Semplicemente perché la percezione che avvolge questi bottoni non è mai cambiata! Allo stesso modo, se un’altra persona alla guida vi taglia la strada nel traffico, è la vostra percezione di questo evento che vi fa reagire con furia! Che cosa si può fare? In primo luogo, accettando la propria responsabilità per le proprie emozioni, riconoscendo che abbiamo la capacità di cambiarle, in modo da non reagire più. Come si può fare? Devi USARE le tue emozioni. Abbiamo tutti una certa famigliarità con la collera. Sappiamo che la collera è il desiderio di combattere. Ma lo vogliamo usare negativamente per annichilire le altre persone, o vi è un modo di usarlo maggiormente costruttivo? Perciò possiamo usare la collera per combattere e raggiungere la lucidità, chiedendo che cosa stia effettivamente avvenendo in questa situazione. Quindi quando diventate improvvisamente collerici, USATE la collera, che è il desiderio di combattere, NON per strangolare l’altra persona, ma per ottenere una vera obiettività sulla situazione, e, molto più importante, per sapere PERCHÈ vi siete incazzati. Il fatto che TU hai tirato fuori il desiderio di combattere per la lucidità significa che TU hai qualcosa da imparare dalla situazione, e ciò include la percezione della situazione. Naturalmente, in tutto questo, nel combattere per la lucidità non è necessario andare a casa e pensarci sopra. Puoi imparare a pensare e combattere allo stesso tempo. Ma dovrebbe esserti chiaro che la battaglia che stai combattendo è per la tua lucidità, e che non stai semplicemente reagendo a qualsiasi cosa che ti attacca. Sebbene talvolta possa essere alquanto gratificante dare a qualcuno “il fatto suo”, te ne andrai sempre via sapendo di non aver cambiato alcunché né te stesso, né l’altra persona, né la situazione, e non hai imparato niente. E PERCHÉ devi causare per imparare, allora causerai un’esperienza simile di nuovo! Dal momento che accetti la tua responsabilità per le tue esperienze e le tue emozioni, sarai sempre capace di USARLE per ottenere la lucidità di cui hai bisogno, per cambiare la situazione, o se non puoi cambiarla subito, al limite per cambiare la tua percezione. E in questo modo, nessuno potrà schiacciare i tuoi bottoni. Invece di reagire, sarai capace di rispondere, e nella tua risposta, sarai capace di scegliere il comportamento più appropriato. (Rif: Theun Mares – Articolo del 09 Marzo 2009) ● “Un guerriero dovrebbe per prima cosa conoscere le proprie emozioni e secondariamente imparare ad usarle a suo vantaggio. Sebbene non sia troppo difficile usare le proprie emozioni realizzate che è un altro paio di maniche usarle in modo conscio ed efficace. Usare le emozioni a proprio vantaggio è un’abilità speciale che richiede una pratica costante usata in parallelo con la tecnica del non-fare. Quindi bisogna impratichirsi del non-fare per lavorare con le emozioni. L’uso delle emozioni è inoltre un requisito per la tecnica della ricapitolazione.” Entusiasmo = Desiderio di Vivere, Noia = Desiderio di Cambiare, Collera = Desiderio di Combattere e Paura = Desiderio di Fuggire. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri)


● Ci sono due tipi di sentimenti (emozioni) che restringono il Tonal in modo molto netto: 1) un grosso spavento 2) oppure un grande imbarazzo. Entrambi, perché facciano il loro effetto, non devono essere bloccati, altrimenti non continuano la loro azione, devono piuttosto essere "modulati". La nostra immagine così viene spinta di lato. È come fare un balzo laterale mentre ci si inserisce bene in questa sensazione, continuando a cavalcarla come energia. Viene chiuso un lato. Non è più "dispersione energetica", ma diviene "liberazione di energia" da usarsi per altri scopi. Invece di darla al suggeritore, la usiamo noi finché continua ad affluire. Per continuare a farla arrivare si utilizza ciò che sta accadendo, lo si fa in modo impersonale e astratto, rimanendo totalmente nel corpo. Il punto fondamentale è usare la spietatezza, la mancanza di autocommiserazione. Agendo in questo modo si acquisisce un controllo molto speciale e totale. Si sposta l'attenzione, si ricanalizza l'energia e si evoca l'intento; questi tre passaggi, eseguiti con precisa sincronia e tempismo, permettono di acquisire la manovrabilità del punto di unione. Quando si eseguono bene, l'intento diventa una forza attiva con cui possiamo collaborare. Allora, le persone presenti nella circostanza dicono o fanno o mostrano qualcosa che per noi ha una valenza del tutto differente e significativa. Per applicare questa manovra, servono vigilanza continua, velocità; entrano in gioco pazienza e tempismo. La pazienza permette che si radunino in modo ordinato tutte le possibilità. Perciò dobbiamo essere sempre pronti, se ci si distrae si perde l'occasione. Quando l'evento arriva, quando la possibilità è completa, bisogna avere tempismo. Nel nostro caso si lascia che arrivi l'inizio dell'azione ordinaria e poi interveniamo per modificarne la direzione, si manovra opportunamente (a questo scopo servono anche alcuni movimenti della sequenza per la predominanza del corpo energetico che ri-orientano il centro vibratorio, per evitare di ritrovarci canalizzati in una direzione obbligatoria). Tutto quanto detto coinvolge la manovrabilità del punto di unione, che non equivale a cercare di bloccarlo tutte le volte che si muove (con il cosi detto autocontrollo), significa piuttosto sfruttare il movimento iniziale per accentuarlo e manovrarlo in modo consapevole e volontario. Modulare l'impulso iniziale, vuole dire che noi stiamo disciplinando la direzione e la posizione del punto di unione sfruttando l'energia che si libera normalmente; lo facciamo muovere e lo assestiamo come meglio ci conviene. E uno degli allenamenti più interessanti per acquisire la manovrabilità del punto di unione ed è il senso e la chiave dell'agguato. Acquisire questa capacità ci fornisce un'esperienza utile anche in altri contesti, come nel sognare e nelle eventuali "gite" nella seconda attenzione, ambiti in cui abbiamo un bisogno assoluto di sobrietà e forza interiore. Questa manovra va applicata con continuità e capacità di improvvisazione, poiché gli eventi arrivano sempre senza preavviso; è così che otteniamo quell'elasticità e senso dell'ironia che caratterizzano il guerriero. E' anche il modo in cui si acquisisce l'armonia tra controllo e abbandono. La volontà deve controllare la percezione; nel momento in cui ci si trasferisce, collegando occhi e volontà e quindi si cambia stato, stiamo già intensificando l'attenzione e i nostri valori cambiano completamente. Questo serve anche per apprendere e applicare la follia controllata. Un guerriero ha sempre molto chiaro di essere la posizione assunta in quel momento dal suo punto di unione, piuttosto che gli effetti di tale posizione. (Rif: Marco Baston Disperdere il Suggeritore) ● Vediamo come queste emozioni fluiscono con un esempio: Un bambino ha ricevuto in regalo una bicicletta che desiderava da molto tempo, è


sceso in cortile molto contento e subito ha incominciato ad andare in bicicletta (entusiasmo), a un certo punto vede un grosso cane in strada che sembra voler entrare nel cortile e questo fa scendere l’interesse di continuare a usare la bicicletta (leggero interesse). Il problema del cane fa si che eviti la parte del cortile vicino alla porta pur continuando a pedalare e cosi’ si sente ancora a suo agio (soddisfatto). Ora il cane è vicino al cancello del cortile e sembra che voglia entrare, il bambino non ha più voglia di andare in bici e la lascia contro il muro (noia). Il cane è entrato e il bambino cerca di mandalo via dicendo “vai via” (risentimento), il cane se ne frega e continua ad avanzare verso di lui, il bambino si arrabbia e cerca di tirargli un bastone (collera). Il cane prende in bocca il bastone e si avvicina al bambino mostrando i denti allora il bambino si spaventa (paura) e tenta di scappare ma il cane corre e si avvicina allora il bambino si mette a piangere (afflizione) ormai il cane è di fronte a lui e il bambino si siede per terra senza tentare di muoversi (apatia). Ora il cane posa il bastone e se ne va. Il bambino risale la scala delle emozioni che abbiamo visto e dieci minuti dopo gira ancora in bici nel cortile. Ora per un guerriero dell’agguato questo esempio è molto utile, ha un punto di aggancio per ottenere collaborazione da una persona. Individua l’emozione di una persona, adotta lo stesso tipo di emozione per entrare in comunicazione. Due emozioni diverse e distanti su quella scala impediscono la comunicazione. Poi a seconda dei suoi scopi si pone con un emozione leggermente più alta o più bassa di quella individuata per smuovere anche l’emozione della persona che ha di fronte in modo da ottenere il tono giusto per quello che vuole fare. Esempio se trattate con una persona con emozione NOIA parlandole con RISENTIMENTO avrete ben presto una persona in COLLERA. Se invece le parlate in modo SODDISFATTO avrete una persona su INTERESSE.

La "Follia controllata" ● I cacciatori esperti dell’agguato sono quelli che si assumono il peso del mondo di tutti i giorni. Sono gli uomini d’affari, quelli che trattano con la gente. Tutto quel che ha a che fare con il mondo degli affari quotidiani passa attraverso di loro. I cacciatori praticano la follia controllata, proprio come i sognatori praticano il sognare. In altre parole, la follia controllata forma la base per l’agguato come i sogni formano la base del sognare. Don Juan diceva che parlando in generale, la più grande impresa per un guerriero nella seconda attenzione è il sognare, mentre nella prima attenzione è l’agguato. (Rif: Carlos Castaneda – Il Dono Dell'Aquila) ● "Una volta ti ho detto che è nostro destino di uomini imparare, per il bene o per il male", disse. "Io ho imparato a vedere e ti dico che nulla importa veramente; ora tocca a te; forse un giorno vedrai e saprai se le cose contano o no. Per me nulla è importante, ma forse per te tutto lo sarà. Ormai dovresti sapere che un uomo di conoscenza vive agendo, non pensando all'agire, né pensando a quello che penserà quando avrà terminato di agire. Un uomo di conoscenza sceglie un sentiero che ha un cuore e lo segue; poi guarda e si rallegra e ride; e poi vede e conosce. Sa che la sua vita sarà finita troppo presto; sa che lui, come tutti gli altri, non andrà da nessuna parte; sa, perché vede, che non c'è nulla che sia più importante delle altre cose. In altre parole, un uomo di conoscenza non ha onore, dignità, famiglia, nome, patria, ma solo la vita da vivere, e in queste circostanze il solo legame con i suoi simili è la sua follia controllata. Cosi un uomo di conoscenza si affatica, suda, sbuffa e se lo si guarda è esattamente come un uomo normale, solo che la follia della sua vita è sotto controllo. Poiché non c'è nulla che sia più importante di qualcos'altro, un uomo di conoscenza sceglie ogni atto e lo compie come se per lui contasse. La sua follia controllata


gli fa dire che quel che fa conta e lo fa agire come se contasse, e tuttavia lui sa che non conta; così quando compie i suoi atti si ritira in pace e, che i suoi atti siano buoni o cattivi, o che siano stati efficaci o no, questo non rientra minimamente nel suo interesse.” (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● Don Juan diceva che la determinazione con cui il suo benefattore attuava i propri disegni nasceva dal suo convincimento che l’Aquila è reale e drastica mentre le azioni della gente sono pura follia. Questi due concetti messi insieme producono la follia controllata, che il benefattore di don Juan descriveva come l’unico ponte tra la pazzia della gente e la drasticità dei dettami dell’Aquila. (Rif: Carlos Castaneda – Il Dono Dell'Aquila) ● Accennò che per gli stregoni l'agguato era la base su cui si fondava ogni altra loro azione. «Alcuni trovano da ridire sul termine agguato» proseguì «ma fu scelto quel nome perché sottintende un che di furtivo. «Si chiama anche l'arte del furto, ma quel termine è altrettanto infelice. Noi, con il nostro temperamento non-militante, la chiamiamo l'arte della follia controllata. Tu puoi chiamarla come meglio ti aggrada. Noi, tuttavia, continueremo a chiamarla l'arte dell'agguato perché è più semplice, come soleva dire il mio benefattore, parlare di esperto dell'agguato che non, astrusamente, di fattore di controllata follia.» (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere Del Silenzio) ● Don Juan aveva spiegato la follia controllata come l'arte del raggiro controllato o l'arte di fingere di essere completamente immersi in qualcosa a portata di mano – e fingere tanto bene che nessuno potesse vedere la differenza tra vero e falso. La follia controllata non è un vero e proprio inganno, mi aveva detto, ma un mezzo sofisticato e artistico di essere separati da tutto pur restando parte integrale di tutto. «La follia controllata è un'arte» continuò don Juan. «Un'arte molto noiosa, difficile da apprendere. Molti stregoni non riescono a sopportarla, non perché ci sia in quell'arte qualcosa di male, ma perché richiede molta energia nel praticarla.» (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere Del Silenzio)

I Tre Precetti dell'Agguato Castaneda ne: Il Dono dell'Aquila descrive i tre precetti: 1. Il primo precetto della regola è che tutto quello che ci circonda è un mistero. 2. Il secondo, che noi dobbiamo cercare di svelare i misteri senza però sperare di riuscirvi mai. 3. Il terzo, che un guerriero, conscio dei misteri imperscrutabili che lo circondano, e del proprio impegno nel cercare di svelarli, prende il proprio posto che gli è dovuto tra gli altri misteri e si considera uno di loro. Di conseguenza, per un guerriero, il mistero dell'essere è senza fine, sia che si tratti di un ciottolo, di una formica o di se stesso. è questa l'umiltà del guerriero. Si è tutti uguali a tutto. Mentre Theun Mares in: Le Nebbie della Tradizione del Drago li scinde in quattro punti: 1. Primo, dovresti sapere che l’intero mondo e ogni cosa in esso è un infinito mistero. 2. Secondo, che è nostro compito come guerrieri tentare di risolvere questo mistero, ma senza sperare di risolverlo mai. 3. Terzo, che siccome i guerrieri sono consapevoli dell’infinito mistero che li circonda, riconoscono che loro stessi sono parte di questo mistero, e siccome sanno che è loro compito tentare di risolvere questo mistero, essi diventano uno col mistero.


4. Quarto, che essendo uno col mistero, il guerriero arriva a comprendere che il punto cruciale di questo mistero è l’infinito mistero dell’essere, non curandosi se l’essere è un atomo, un minerale, una pianta, un animale, un uomo o anche un’entità sovrumana. essendo giunto a questa comprensione, il guerriero entra in uno stato di vera umiltà, perché all’interno del mistero, tutto è uguale.

I Fondamenti dell'Agguato ● I fondamenti dell'agguato constano di quattro attributi (o requisiti, o caratteristiche), sette principi (o orientamenti, o norme, o regole) e quattro modalità. ● I quattro attributi sono stati d'animo del guerriero derivanti dalla disponibilità dei suoi centri di energia. Il controllo è collegato al centro per le decisioni, la disciplina è generata d a l centro per l'aspetto vibratorio dell'energia, la pazienza dipende dall'area della volontà e infine il tempismo viene determinato dalla prevalenza del corpo energetico. ● I sette principi sono comportamenti che si ottengono in conseguenza della consapevolezza della nostra condizione rispetto all'infinito. ● Le quattro modalità sono posizioni del punto di unione. ● Nessuna di queste opportunità si può ottenere con l'uso della mente, pensandola, ragionandoci sopra. Richiedono azione. (Rif: Marco Baston – La Soglia dell'Energia)

I 4 Attributi dell'Agguato ● Disse (Don Juan) che la strategia più efficace fu sviluppata dai veggenti della Conquista, indiscutibili maestri dell'agguato, che consiste di sei elementi che hanno influenza reciproca. Cinque sono detti attributi del guerriero: controllo, disciplina, pazienza, tempismo e intento. Questi cinque elementi appartengono al mondo privato del guerriero che lotta per perdere l'importanza personale. Il sesto elemento, forse il più importante di ogni altro, appartiene al mondo esterno e si chiama il pinche tirano,cioè piccolo, meschino, da poco. Mi guardò come se, senza parlare, mi chiedesse se avevo capito o no. "Sono davvero confuso” dissi. " L'altro giorno mi disse che la Gorda è la piccola tiranna della mia vita. Cos'è esattamente un pinche tirano?” "Un pinche tirano è un torturatore", rispose “qualcuno che ha potere di vita e di morte sui guerrieri, o che semplicemente gli rende la vita impossibile". (Rif: Carlos Castaneda – Il Fuoco dal Profondo)




Schemi tratti dal libro di Theun Mares – Il Grido dell'Aquila

I 7 Principi dell'Agguato Essi sono: 1. Scegliersi il campo di battaglia. 2. Eliminare tutto quello che non è indispensabile. 3. Star disposti a morire ed essere pronti all'ultima battaglia in qualsiasi momento, circostanza, luogo. 4. Dimenticarsi del problema, di se stessi. Non aver paura di niente. Solo allora i poteri che ci guidano ci aprono la strada. Solo allora. 5. Non lasciarsi "trascinare" dalle situazioni. Ritirarsi. Lasciar che i pensieri scorrano liberamente. Occuparsi di qualcos'altro. Qualunque cosa può essere utile. 6. Comprimere il tempo, tutto conta, anche un secondo.. Non sprecare nemmeno un istante. 7. Non lasciar vedere il "gioco". Non mettersi mai in prima linea. Rif: Carlos Castaneda - La Ruota del Tempo Versione di Theun Mares 1. Il guerriero sceglie la sua battaglia, e valuta le circostanze e le condizioni di ogni battaglia con la massima cura. 2. Il guerriero si sforza di essere semplice, così scarta tutte le azioni non necessarie. 3. Il guerriero è sempre pronto a fare del qui e ora la sua ultima battaglia sulla terra. 4. Dentro la battaglia, il guerriero si abbandona alle azioni, permettendo allo spirito di fluire libero e chiaro. Solo così il potere del destino lo può guidare. 5. Quando incontra situazioni che non riesce a gestire, il guerriero si apre al mondo e permette alla mente di occuparsi dei piccoli dettagli della vita. 6. Il guerriero comprime il tempo. ogni battaglia, non importa se grande o piccola, è una battaglia per la vita. E in una battaglia per la vita un istante diventa un’eternità – un’eternità che determina l’esito della battaglia. 7. Un cacciatore non rivela la sua identità, neanche a se stesso. Rif: Theun Mares - Le Nebbie della tradizione del Drago ● « Spero che a questo punto tu abbia capito proseguì Florinda che solo un maestro dell’arte dell’agguato può essere maestro della follia controllata. “Follia controllata” non vuoi dire ingannare la gente. Vuol dire, come mi spiegò il benefattore, che i guerrieri applicano i sette principi dell’arte dell’agguato a qualsiasi cosa facciano, dalle sciocchezze più comuni a casi di vita o di morte. Applicando questi principi si ottengono tre risultati. Il primo: che i cacciatori imparano a non prendersi mai sul serio, a ridere di se stessi. Se non hanno paura degli scherzi, tutti scherzeranno con loro. Il secondo: che i cacciatori apprendono ad avere una illimitata pazienza. Non hanno mai fretta; non s’innervosiscono mai. Il terzo: che i cacciatori imparano ad avere una enorme capacità d’improvvisazione.» (Rif: Carlos Castaneda – Il Dono Dell'Aquila)

Le 4 Modalità dell'Agguato ● Ma Belisario (nagual Julian) insisteva a ripetergli che gli stava insegnando l'arte dell'agguato. Disse a don Juan che l'agguato era un'arte applicabile a tutto, e che c'erano quattro gradi di apprendimento: la spietatezza,


l'astuzia, la pazienza e la gentilezza. Ancora una volta mi sentii costretto a interrompere il suo racconto. «Ma l'agguato non s'insegna in stato di consapevolezza intensa?» domandai. «Certo» rispose sogghignando. «Ma devi capire che per taluni uomini vestirsi da donna serve a entrare nella consapevolezza intensa. Infatti è un mezzo più efficace che non spostare il punto di unione, ma molto difficile da organizzare.» Don Juan disse che il suo benefattore lo faceva esercitare quotidianamente nei quattro gradi di apprendimento dell'agguato e insisteva perché don Juan comprendesse che la spietatezza non dovesse essere ferocia, l'astuzia non dovesse essere crudeltà, la pazienza non dovesse essere negligenza e la gentilezza non dovesse essere stupidità. Gli insegnò che quei quattro stadi dovevano essere praticati e perfezionati finché non fossero tanto armoniosi da passare inosservati. Egli credeva che le donne fossero naturali maestre dell'agguato. (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere del Silenzio) ● Per proteggersi da quell'immensità gli stregoni imparano a mantenere una perfetta fusione di spietatezza, astuzia, pazienza e dolcezza. Queste quattro basi sono mescolate insieme in modo inestricabile. Gli stregoni le coltivano con l'intento. Esse sono, naturalmente, posizioni del punto d'unione.» Prosegui dicendo che ogni azione degli stregoni era governata per definizione da questi quattro principi. Così, a rigore, ogni azione di ogni stregone è voluta nel pensiero e nella realizzazione e ha la specifica unione delle quattro basi dell'agguato. «Gli stregoni usano i quattro modi dell'agguato come guide» continuò. «Sono quattro diverse forme mentali quattro diversi tipi di intensità che gli stregoni possono usare per indurre i loro punti di unione a muoversi verso posizioni particolari.» (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere del Silenzio) Particolarità del cacciatore ● Il dono di Taisha Abelar come cacciatrice è la sua facilità di fissare il punto di assemblaggio nella nuova posizione in cui si è spostato. Senza questa facilità di fissare il punto di assemblaggio, la percezione di un altro mondo è troppo fugace; qualcosa di molto simile all'effetto prodotto da certe droghe allucinogene: una profusione di immagini senza capo né coda. Gli stregoni credono che l'effetto delle droghe allucinogene è di spostare il punto di assemblaggio, ma solo in modo caotico e temporaneamente. (Rif: Carol Tiggs – Intervista apparsa su Mas Alla, 1° Aprile 1997, Spagna.) I Meschini Tiranni ● Disse che la strategia più efficace fu sviluppata dai veggenti della Conquista, indiscutibili maestri dell'agguato, che consiste di sei elementi che hanno influenza reciproca. Cinque sono detti attributi del guerriero: controllo, disciplina, equilibrio, tempismo e intento. Questi cinque elementi appartengono al mondo privato del guerriero che lotta per perdere I' importanza personale. Il sesto elemento, forse il più importante di ogni altro, appartiene al mondo esterno e si chiama il meschino tiranno (pinche tirano), cioè piccolo, meschino, da poco. Mi guardò come se, senza parlare, mi chiedesse se avessi capito o no. " Sono davvero confuso” dissi. " L'altro giorno mi disse che la Gorda è la piccola tiranna della mia vita. Cos'è esattamente un pinche tirano?” "Un pinche tirano è un torturatore", rispose “qualcuno che ha potere di vita e di morte sui guerrieri, o che semplicemente gli rende la vita impossibile" . (Rif: Carlos Castaneda – Il Fuoco Dal Profondo)


● " La Gorda è in una categoria speciale. Ti rende la vita impossibile, per il momento. Ti da perfino degli schiaffi. Con tutto questo ti sta insegnando ad essere imparziale, a essere indifferente". “Ma com'è possibile?” protestai. "Tuttavia non hai ancora messo insieme gli ingredienti della strategia dei nuovi veggenti” disse." Una volta che l'avrai fatto, saprai quanto sia efficace e ingegnoso lo stratagemma di usare un meschino tiranno che non solo elimina l'importanza personale, ma prepara anche i guerrieri a capire che l'impeccabilità è l'unica cosa che conti sulla via della conoscenza.” (Rif: Carlos Castaneda – Il Fuoco Dal Profondo) ● Stiamo soffrendo tutti le atrocità del condizionamento sociale, ma dovremmo anche realizzare che in realtà non ci sono vittime. NESSUN UOMO PUÒ ESSERE INTRAPPOLATO SENZA IL SUO CONSENSO. Nessuno può rendere schiava una persona contro la sua volontà. A sostegno di ciò ci sono molte persone nel mondo che hanno combattuto e spezzato il comportamento e la disciplina convenzionale. È solo deplorevole il fatto che, sebbene tali persone avessero avuto abbastanza potere personale per liberarsene, molto spesso non hanno avuto sufficiente potere per stabilire a se stessi un nuovo scopo e una nuova direzione nella vita. Senza scopo e direzione tali persone spesso finiscono coll’essere dei fuorilegge – legge stabilita dalla media degli uomini per vivere una vita media. Essendosi allontanati dagli usi e costumi di questa legge, tali ribelli non trovano comprensione dalla legge governata proprio da coloro che hanno cercato di evitare in primo luogo. Se questi ribelli sono incapaci di trovare un nuovo scopo nella vita e non sono abbastanza intelligenti da stare dalla parte della legge, inevitabilmente diventeranno ciò che i Toltechi conoscono come i meschini tiranni. I meschini tiranni passano la loro vita sfogando la loro rabbia e le loro frustrazioni rendendo la vita di coloro che li circondano completamente miserabile. Queste persone molto spesso infliggeranno ai loro bambini i crimini ricevuti dai loro genitori. Da quanto detto finora, chiedetevi a quale categoria appartieni. Dove ti ritrovi essere nello scenario della vita? Sii onesto nell’esaminare questo. Non essere idiota e pensare immediatamente che tu sia unico, nessuno di noi vive in modo isolato. Stai cospirando con la magia nera? Sei forse un meschino tiranno? Per rispondere a queste domande pensa alle persone coinvolte con la tua vita. Ti rispettano? Ti amano veramente? Si fidano di te? Le persone sono sempre degli specchi in cui possiamo vedere il nostro riflesso. Ma questi specchi ci mostrano anche i nostri pregiudizi. Se qualcuno riflette amore e qualcun altro collera, allora possiamo vedere coloro che amiamo e coloro che trattiamo con disprezzo. Noi tutti siamo intrinsecamente disonesti, ma i nostri specchi non mentono mai. Ci mostrano sempre esattamente come pensiamo, sentiamo e agiamo nei confronti del mondo che ci circonda. Possiamo rifiutare un riflesso gridandogli o usando veemenza a nostro piacere, ma non cambierà fino a quando non cambieremo. Quando si è cambiati, allora anche il proprio riflesso deve cambiare – poiché tale è la legge della riflessione della luce. Tuttavia un guerriero, talvolta, proietterà di proposito un’immagine specifica con lo scopo di fuorviare gli altri. Questo è ciò che viene conosciuto come agguato (stalking). Ci sono diversi motivi sul perché il guerriero tende l’agguato agli altri, il più importante è quello teso quando si tratta con i meschini tiranni. Essi non sono mai delle persone gradevoli con cui interagire, in breve ci rendono la vita difficile in un modo o nell’altro, ma trattandoli correttamente ci possono fornire molti doni di conoscenza. Un meschino tiranno è molto di più di un semplice specchio, perché tale persona ci mostra anche le nostre debolezze. È per questo motivo che il guerriero viene volenterosamente incoraggiato a molestare il meschino tiranno, ma deve anche cambiare il suo comportamento velocemente e con efficacia in modo da evitare di cadere nelle sue grinfie. È quasi come molestare un leone – non è solo infido ma anche altamente pericoloso. Ma se gli si tende l’agguato correttamente, ci insegnerà un sacco di cose, e ci


spingerà a far uscire il nostro potenziale che in nessun altro modo avremmo potuto scoprire. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) Agguato a sé stessi ● L'agguato a se stessi riesce impeccabilmente quando viene messo in atto dal proprio corpo energetico. Non può essere pensato, deve scaturire dall'applicazione costante e coerente di nuove angolazioni del punto di unione. Le "angolazioni" del punto di unione non sono veri movimenti (tipo quelli che porterebbero ad allineare un nuovo mondo). Le sperimentiamo continuamente chiamandole stati d'animo ma nessuno ci ha mai detto un paio di cose. Che queste angolazioni sono guide per l'energia nella posizione ordinaria del punto di unione e che noi possiamo sceglierne la natura, l'intensità, la qualità. Se consideriamo le angolazioni come guide per l'energia nella posizione ordinaria del punto di unione viene da sé che la capacità di disciplinarle all'interno di una visione strategica porta alla capacità di salvaguardare l'energia. I guerrieri utilizzano una serie di angolazioni che chiamano "principi o fondamenti dell'agguato". L'amalgama coerente di questi fondamenti conduce alla follia controllata (chiaramente in contrapposizione a quella ordinaria, non controllata) e all'applicazione di una strategia in armonia con l'intento. (Rif: Marco Baston - Sito Web) ● «Il primo principio in assoluto dell'arte dell'agguato è che il guerriero ponga l'agguato a se stesso, e lo faccia spietatamente, con astuzia, pazienza e dolcezza.» Avrei voluto mettermi a ridere, ma non me ne lasciò il tempo. Con toni succinti, definì l'agguato come l'arte di usare il comportamento in nuovi modi per scopi specifici. Disse che il normale comportamento umano nel mondo della vita di ogni giorno era pura routine. Ogni comportamento che si distaccava dalla routine provocava un effetto insolito sul nostro essere totale. Quell'effetto insolito era quello che cercavano gli stregoni, poiché era cumulativo. Mi spiegò che gli stregoni veggenti dei tempi antichi, con la loro veggenza, avevano notato per primi che un comportamento insolito produceva un tremito nel punto di unione. Presto scoprirono che, se questo comportamento fuori dalla norma si teneva sistematicamente e si pilotava con saggezza, faceva alla fine spostare il punto d'unione. (Rif: Carlos Castaneda Il Potere del Silenzio) ● I giochi che facciamo con noi stessi o con gli altri sono molto potenti perché, anche se l’uomo non ne è generalmente consapevole, sono giochi di potere alimentati dall’intento. Qualsiasi gioco facciamo inizia come un gioco, ma se lo giochiamo bene abbastanza a lungo, finisce come realtà. Non fare è un gioco da guerrieri; una partita che si fa con noi stessi, una sorta di solitario psicologico. Questo è quello che è conosciuto come agguato a se stessi. Giocando con il non fare, il guerriero può e deve recuperare le fibre che ha perso e respingere quelle che sono estranee al suo bozzolo. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) ● Una delle cose più importanti che tutti gli apprendisti devono fare quando hanno riconosciuto la necessità di diventare guerrieri, è quella di credere che non sono più le persone di prima, e quindi non possono più ricorrere ai vecchi modelli di comportamento. Soprattutto, devono credere che la loro vecchia visione del mondo non è più valida, e che a causa di questo, il mondo non è ciò che appare. Questo è il non-fare di un guerriero, o il tendere l’agguato a se stessi. Comportarci e sentirci come abbiamo sempre fatto è un fare, ed il nostro fare mantiene fissa la nostra visione del mondo. Gli apprendisti possono fuggire dai limiti della loro visione del mondo, solo tramite il non-fare. (Rif: Theun Mares – Il Grido dell'Aquila)


● Prima di tutto tieni conto che, anche se le parole non hanno in sé un reale potere, possiamo permettere alle parole degli altri di guidarci in tutti i tipi di sensazioni, e queste sensazioni sono l'espressione della conoscenza irrazionale, che invece è vero potere. Ma per rivendicare questo potere, dobbiamo abbandonare i nostri pensieri in quel momento, in modo da ascoltare ciò che ci dice il cuore, e allo tempo stesso resistere alla tentazione di interpretare immediatamente le sensazioni che sorgono. Questo è conosciuto come l'approccio del cacciatore nel fare l’agguato alla propria percezione. Rendetevi conto che, mentre siamo ancora soggetti alla percezione selettiva, e mentre la nostra visione del mondo è ancora intatta, c'è sempre il pericolo di interpretare le nostre sensazioni per sistemarle nella nostra visione del mondo. L'unico modo per aggirare questo ostacolo, è quello di riconoscere sul momento le sensazioni che emergono, e poi lasciare che ci si riveli nella nostra vita quotidiana la conoscenza associata a quelle sensazioni. Questo è ciò che s’intende per tendere l’agguato alla propria percezione, utilizzando le azioni degli altri. (Rif: Theun Mares – Le ombre del Lupo di Fuoco) ● Una delle più importanti scoperte fatta dai Nuovi Veggenti, e che era già a disposizione degli Antichi Veggenti, è che ci sono due tipi di consapevolezza, che vengono chiamate la parte destra e la parte sinistra dell’uomo. La parte destra è la parte pensante, logica e razionale della mente umana. Nel lato destro tutta la conoscenza fluisce in modo lineare e sequenziale. D’altro canto, la parte sinistra è il sentire (feeling), la parte irrazionale della mente umana che opera interamente indipendentemente da qualsiasi logica o progressione lineare di schemi di pensiero sequenziali. Il modo migliore di afferrare queste due parti è di considerare un esempio per ciascuna. Prendiamo in considerazione una madre che riceve una telefonata riguardante un incidente accaduto al figlio. Dal punto di vista del lato destro l’avvenimento potrebbe essere: Il telefono squilla e la madre risponde senza aspettarsi niente. Quando apprende dell’incidente prova shock e paura, e poi si preoccupa per la salute del figlio. Diverse domande attraversano la sua mente in sequenza: È ferito? Dove si trova? Cosa è successo? È all’ospedale? Questo è alquanto semplificato ma nondimeno è una tipica reazione di come un pensiero ne causa un altro. Ma se la madre fosse capace di registrare la parte sinistra, la sua esperienza sarebbe stata completamente diversa, qualcosa del tipo: Prima che suo figlio uscisse di casa, quella mattina, la madre prova una disagevole sensazione riguardo la sua sicurezza, sebbene non vi sia nessun motivo per questa sensazione non riesce a scrollarsela di dosso. Improvvisamente a metà mattina prova una sensazione di allarme. In quel momento sente la presenza di suo figlio e può sentire che è profondamente in difficoltà. La madre non si sofferma a pensare su questo ma istintivamente si avvicina al telefono, immaginando come meglio contattare suo figlio o qualcuno che possa rassicurarla. Ancor prima di raggiungere il telefono questo squilla, nell’alzare la cornetta percepisce una doccia fredda giù per la schiena, perciò immagina che avrà notizie di un incidente accaduto al figlio. Tuttavia ancora prima di parlare sa che suo figlio non è seriamente ferito ma solo shoccato. Da questi due esempi si può notare la differenza tra la parte destra e la parte sinistra. La destra è una reazione razionale a una concreta evidenza che stabilisce una logica sequenza di pensieri; la sinistra è una sensazione irrazionale che non ha niente a che fare sia con la logica che con evidenze concrete. Solo più tardi questa sensazione verrà confortata con le necessarie evidenze. Nel cercare di afferrare questi concetti è importante realizzare che i termini “parte destra” e “parte sinistra” sono termini riguardanti il bozzolo luminoso dell’uomo, e non sono gli emisferi destro e sinistro del cervello con le rispettive funzioni. (Rif: Theun Mares - Il Grido dell'Aquila)


Ricapitolazione e 'Retrospezione' La differenza tra la Ricapitolazione e la Retrospezione di Domingo Delgado Solorzano, consiste nel fatto che, la seconda, si attuerebbe anche nel sogno; ossia si ricapitolerebbero anche i "sogni" e, in generale, tutte le esperienze fatte e vissute nella "seconda attenzione" con il "corpo sognante". Castaneda, ci parlava invece solo della prima attenzione per eseguire questa tecnica.

La Ricapitolazione Per poter comprendere la tecnica della ricapitolazione è vitale aver afferrato completamente la vera natura del bozzolo luminoso dell’uomo. Questo bozzolo, che contiene la forza vitale, è in verità un campo di forza elettromagnetica composto da un numero incalcolabile di linee luminose. I Toltechi vedono l’intero universo come la manifestazione di un fenomeno elettrico di natura prettamente triplice. Questa triplicità viene schematizzata come segue: Tonal Movimento Attività Manifestazione elettrica della materia Sognatore Colore Magnetismo Manifestazione elettrica della consapevolezza Nagal Suono Vitalità Manifestazione elettrica della forza vitale Gli scienziati per ora riconoscono la manifestazione elettrica della materia e potranno scoprire e capire le altre due forme quando porranno la loro attenzione sullo studio dell’uomo come essere non corporeo. Queste linee non sono dei singoli fili di energia, ma sono composte da piccole fibre di energia. In altre parole, le fibre di energia sono impulsi elettromagnetici correlati entro uno spettro uniforme chiamato campo energetico. In aggiunta, anche la consapevolezza è di natura elettromagnetica, e ciò’ che viene chiamato punto di assemblaggio è in pratica la consapevolezza innata della forza vitale. Perciò, quando il punto di assemblaggio illumina un gruppo di campi energetici, significa che la consapevolezza sta vibrando ad una frequenza compatibile con quella dei campi su cui si è accentrata. Queste fibre energetiche nascono come il risultato del movimento o interazione tra gli atomi. Un altro modo di definire una fibra energetica è la interrelazione elettromagnetica tra due atomi. è quindi ovvio notare che tali fibre sono estremamente delicate e fragili, e che non ci vuole molto sforzo per “danneggiarle” in modo da renderle scombinate. Normalmente all’interno di un campo vi saranno solo alcune fibre che si scombinano, mentre il campo in se stesso apparirà’ integro. Ma quando molte fibre sono scombinate il campo in sè risulterà’ “danneggiato”. La vita di ogni giorno dell’uomo è un'interazione costante dal punto di vista emotivo con l’ambiente circostante. L’interazione avviene solamente a causa della percezione; vale a dire percezione raccolta per le risposte emozionali ad ogni data situazione. Queste emozioni fanno scaturire certi pensieri, ed è l’interrelazione tra le risposte emozionali e i pensieri che determineranno le azioni intraprese dall’uomo. Le risposte emozionali sono causate da impulsi elettromagnetici generati dall’atto di percepire. Bisogna ricordare che quando un uomo allinea i suoi campi energetici con quelli esterni al bozzolo avviene la percezione. In pratica ciò significa che la consapevolezza di un osservatore imbastisce degli impulsi elettromagnetici primari, che verranno poi trasferiti a ciò’ che si osserva tramite i campi energetici per mezzo degli impulsi elettromagnetici costituenti i campi. è qualcosa di simile al modo in cui la conduzione dell’elettricità’ deriva dal movimento degli elettroni. è ovvio che ciò che viene osservato percepirà’ simultaneamente l’osservatore allo stesso modo. Quando gli impulsi generati sia da colui che osserva e da colui che viene osservato si incontrano, si mescolano e interagiscono per ottenere degli impulsi secondari. Questi impulsi secondari, ritornano indietro sia all’osservatore sia a colui che è osservato tramite i campi energetici, e sono ciò’ che l’uomo interpreta come emozioni. Normalmente, il coinvolgimento con la percezione non causa alcun danno, ma se la risposta emozionale generata fosse sufficientemente potente o violenta, alcune delle fibre componenti il campo energetico potrebbero scombinarsi. In


altre parole, l’osservatore cederà alcune sue fibre all’osservato e viceversa, oppure entrambi erediteranno alcune fibre dell’altro. Come avviene questo scambio è troppo complesso per descriverlo qui. Basta dire che l’emozione può causare ai campi energetici di una persona un cambiamento permanente, sia perdendo alcune delle forze a sua disposizione, o diventando contaminata dall’aggiunta di forze estranee. Poiché l’uomo medio ha un punto di assemblaggio fissato viene costretto a usare un solo gruppo di campi energetici. è proprio qui’ che giace la causa che, col passare degli anni, fa diventare i campi energetici usati sempre più “logori” e corrotti. Questa è la spiegazione tecnica degli effetti del condizionamento sociale, e del suo continuo deterioramento, cosi’ da far diventare la percezione stessa sempre più impura e inaccurata. Quindi il compito dell’apprendista risiede nel “purificare” i suoi campi energetici, dapprima espellendo tutte le fibre estranee dal suo bozzolo, e poi recuperando le fibre che ha perso. Sebbene tutto questo possa apparire molto oscuro e mistico, la scienza ortodossa stessa non è poi molto distante dal comprendere le unità di vita. La vita è essenzialmente una rete di forze elettromagnetiche interrelazionate, interattive e interdipendenti, e quello che avviene al più infinitesimale componente provoca un effetto sull’intera rete. All’interno di questa matrice di forze c’è un continuo flusso in movimento poiché l’energia viene trasferita lungo ed attraverso le correnti elettromagnetiche che formano la rete. Questo libro non ha lo scopo di spiegare la relazione dell’uomo con l’universo, ma qualche infarinatura è necessaria per comprendere i concetti di trasferimento o spostamento di energia. La miglior cosa da farsi in questo libro è dare una descrizione estremamente semplificata del processo. Perdere le fibre o riacquistarle non ha molto a che fare con particelle personali, piuttosto si riferisce a ciò che viene chiamato riassestamento (adjustment). In altre parole quando un guerriero recupera le fibre che ha perso cedendole ad un’altra persona, non recupera letteralmente queste fibre perse da questa, ma per lo più prende le fibre necessarie dalla rete. Questa azione naturalmente squilibra la rete, che per recuperare il suo equilibrio recupera le fibre che l’altra persona aveva sottratto al guerriero. La stessa cosa avviene quando il guerriero recupera le fibre da una persona che è deceduta, ed è perché sono fatte di pura energia e come tali non dipendono dal tempo e dallo spazio. Allo stesso modo, quando un guerriero espelle le fibre aliene semplicemente le rigetta nella rete, ed è la rete che le restituirà al suo proprietario. Per raggiungere questo scopo l’apprendista deve ricapitolare ogni esperienza che ha vissuto, fino al più piccolo dettaglio. Quando deve confrontarsi con questo compito apparentemente immane l’apprendista si sentirà completamente schiacciato, ma non è così impossibile come sembra. In questo modo l’uomo raggiunge la massima evoluzione della consapevolezza proveniente da ogni esperienza vissuta, la forza vitale ha l’abitudine di ripetere le esperienze in cicli chiaramente definiti, e chiunque con sufficiente interesse può facilmente rintracciare questi cicli nella propria vita. Perciò la maggior parte delle esperienze della vita umana sono principalmente “prestazioni ripetute”. La ricapitolazione, a causa di ciò, si riduce a dover ricapitolare completamente solo un ciclo delle nostre ripetizioni. Si scoprirà così che gli altri cicli sono delle mere ripetizioni e perciò verranno rapidamente assimilati. Ciò non vuol dire che la ricapitolazione sia veloce e facile, ma semplicemente che non è un compito insormontabile. Una completa ricapitolazione fino al momento della nascita, è vitale, e normalmente impegna diversi anni di lavoro costante e diligente. Tuttavia, per un apprendista non è necessario avere un ricordo completo della propria vita prima di potere progredire sulla Via del Guerriero – ogni tassello di ricapitolazione completato lo aiuta nell’andare avanti, e ogni movimento ha un effetto valanga nel raccogliere slancio e potere. In relazione alla pratica è un eccellente abitudine tenere un diario di ciò che viene fatto e della conoscenza riguadagnata. Questo diario aiuta grandemente nell’accrescere la disciplina e nell’approccio ordinato agli insegnamenti. Una volta superata una certa soglia di comprensione, i diari non sono più necessari, nel qual caso verranno riposti su uno scaffale come memorie personali, ma fino a quel momento servono per uno scopo di valore. Dopotutto la Via del Guerriero è il più importante e stimolante viaggio da intraprendere, è il viaggio dei viaggi, e tutti gli indimenticabili viaggi dovrebbero essere registrati in un diario. Se si usa un diario, qualsiasi cosa che abbia a che fare con la Via del Guerriero dovrebbe essere registrata, non avrebbe senso


tenere diversi diari per i diversi aspetti del compito. Potrebbe a prima vista sembrare caotico, ma ha il vantaggio di evidenziare cose sottovalutate e dettagli che possono facilmente essere tralasciate quando si scrive su diversi diari. Perciò annotate ogni cosa in un diario, ricapitolazioni, esperienze, sogni, annotazioni, pensieri, ecc. Quando avete riempito un diario iniziatene un altro. Dovete avere la disciplina di scrivere qualcosa ogni giorno. Un’altra buona abitudine è di mettere la data per poi farvi riferimento. La ricapitolazione viene da molti apprendisti normalmente abbreviata con “recap” e consiste di due tipi, la ricapitolazione attiva e la ricapitolazione passiva o spontanea. In quella attiva, l’apprendista si siede e ricorda in modo formale gli avvenimenti del suo passato, mentre in quella passiva ricapitola un’esperienza nel momento in cui appare nella memoria come avvenimento del passato. Per ottimizzare l’uso del proprio tempo ci si aspetta dagli apprendisti abbiano a disposizione entrambi i tipi di ricapitolazione. In pratica si scoprirà che normalmente la ricapitolazione passiva apporta i maggiori risultati con cui iniziare. D'altro canto, la ricapitolazione attiva è spesso lenta e laboriosa, ma a causa di ciò è inestimabile per esercitare l’intento. Quando l’intento sarà sufficientemente forte, la ricapitolazione verrà facilitata in entrambi i metodi. All’inizio tutti gli apprendisti cadono involontariamente nella trappola di ricordare intellettualmente le memorie del passato. è da sottolineare che questa non è ricapitolazione, ma semplicemente ciò che i Toltechi chiamano “contabilità”. Tali memorie intellettuali dovrebbero servire solo come guida alla ricapitolazione. La vera ricapitolazione significa rivivere un episodio come se avvenisse in quel momento. Questo include la necessità di dover ricordare e rifare l’esperienza di ogni singola emozione che fu generata da quell’episodio. Solamente ricordando quelle emozioni possiamo rivivere un episodio completamente e decifrare ciò che è successo veramente. D’altra parte è solo quando noi sappiamo ciò che è realmente avvenuto che siamo nella condizione di espellere tutte le fibre aliene e di reimpossessarci delle nostre che abbiamo perso nell’episodio.

Ricapitolazione Attiva Per prepararsi a ricapitolare non è importante stabilire da dove iniziare, poiché abbiamo bisogno dell’intero ricordo di ogni avvenimento. Ma è altrettanto ovvio che il punto più logico dai cui iniziare sono gli avvenimenti più significativi del nostro passato recente. Per l’apprendista potrebbe essere una buona idea fare una lista di tutti gli avvenimenti principali e lavorarci su dal presente al passato. Il che viene chiamato preparare una ricapitolazione attiva. Quando l’apprendista ha compilato la lista semplicemente prende il primo avvenimento e ricorda tutti i dettagli che può. Non c’è nessun motivo di affrettarsi perché più dettagli riesce a vedere più facile sarà trovare le emozioni che vi ha provato. Nell’applicarsi l’apprendista troverà un vecchio adagio molto adatto “affrettati lentamente”. A un apprendista che lavora sotto la guida di un Nagal verrà dato, talvolta, un esercizio di respirazione da fare con la ricapitolazione, ma tale esercizio potrebbe essere pericoloso se non seguito appropriatamente, ed è, strettamente parlando, non essenziale alla tecnica attuale di ricapitolazione. La respirazione potrebbe essere d’aiuto, ma la ricapitolazione può avere successo ed essere piu’ sicura senza di essa. In questo libro gli esercizi di respirazione sono stati volontariamente omessi per sicurezza. Il modo migliore per capire la tecnica di ricapitolazione è tramite un esempio. Un apprendista sotto la guida di un Nagal dovrà passare attraverso, con l’aiuto dell’insegnante, un episodio reale del suo vissuto, ma per lo scopo di questo libro, faremo un esempio ipotetico. Prendiamo in considerazione un uomo che si chiama Peter, che si sente sempre in colpa perché crede di essere codardo. Recentemente Peter ha avuto un’esperienza in cui avrebbe dovuto far valere i suoi diritti, ma invece di farlo se ne è stato zitto e ha fatto passare la cosa. Ripensando alla sua vita, Peter si accorge che questa è una sua vecchia abitudine, specialmente quando percepisce che il farsi valere potrebbe portarlo a un confronto fisico. Ricordandosi di quando era a scuola, Peter realizza che aveva sempre evitato tutte le forme di confronto fisico e di violenza, fino al punto di odiare gli sport di contatto fisico. Sin da bambino Peter è stato spesso tormentato dal venire chiamato codardo, ed è cresciuto credendo che fosse


vero. Prendendo in esame la sua vita, Peter realizza che ci sono state diverse situazioni in cui non si è comportato come un codardo, al contrario ha agito mostrando più coraggio della maggioranza delle persone. Qui Peter trova il suo primo punto di partenza, cioè che si comporta da codardo solo se prevede violenza fisica. Dapprima ciò confonde, perché Peter non si reputa debole, sebbene non sia un pezzo d’uomo, è abbastanza forte per la sua statura. Riflettendo più a fondo su questo problema, Peter ricorda che ogni volta che da bambino veniva deriso, ribolliva di collera, ma tremava anche dalla paura di venire fisicamente colpito. La paura di essere colpito aveva sempre fatto evitare a Peter di entrare in lotta, per poi disprezzarsi per essersi comportato cosi’. Questo è stato lo schema di comportamento dell’infanzia, e ripensandoci, Peter non riesce a trovare una volta in cui non si è comportato così. Nel cercare di ricapitolare, Peter improvvisamente ricorda, un episodio accaduto qualche anno prima. In quell’episodio stava lavorando nel garage quando improvvisamente un gatto randagio inseguito dal cane dei vicini entrò correndo nel garage per infilarsi in un cassetto aperto di una credenza. Quando il cane si allontanò Peter dapprima cerco di fare uscire il gatto dal cassetto, ma il gatto si rifiutò di farlo. Sebbene Peter sia sempre stato un amante degli animali, il rifiuto del gatto lo fece infuriare. Senza neanche pensarci, incominciò a urlare e a imprecare al gatto, ma quando si accorse che nemmeno questo sloggiava l’animale, gli salì la collera. Sentendosi furioso, Peter agguantò un vecchio giornale arrotolato, gli diede fuoco, lo infilò nel cassetto nel tentativo di spaventare il gatto per farlo uscire dal nascondiglio. Tuttavia il gatto non si mosse, allora dopo aver spento il giornale in fiamme, Peter in un impeto d’ira scaraventò fuori il cassetto dalla credenza. Rannicchiato in un angolo del cassetto c’era il gatto, con gli occhi sbarrati dalla paura, e i baffi bruciacchiati dalle fiamme. Vedendo il gatto, la rabbia di Peter sbollì immediatamente, lasciandolo con una sensazione di orrore e vergogna per quello che aveva fatto. Capì che il gatto non era ferito, ma era completamente terrorizzato. Guardando gli occhi dell’animale pietrificato Peter provò una pugnalata di devastante dispiacere e una sopraffacente sensazione di pietà per il gatto. Le azioni di quel giorno perseguitarono Peter nei mesi a venire. Ogni volta che ricordava l’accaduto si sentiva schiacciato dalle sensazioni di colpevolezza e vergogna. In qualche modo l’accaduto confermava a Peter di essere un vero codardo, incapace di ribellarsi per i propri diritti,ma capace di scatenare la sua collera su un animale spaventato e indifeso. Tentando di ricapitolare ulteriormente, un giorno si ricordò di un altro episodio che avvenne sul posto di lavoro dopo l’esperienza con il gatto. Fu un particolare mattino in cui il principale aveva esposto una regola concernente il ritardo degli impiegati al mattino. Peter sfruttò l’ora di pranzo per andare a comprare della vernice che gli serviva, ma sulla via del ritorno fu notevolmente rallentato dal traffico e di conseguenza arrivo con alcuni minuti di ritardo. Destino volle che il principale fosse li ad aspettarlo, e quando Peter varcò la porta , ci mancò poco che scoperchiasse il tetto con una esplosione di collera. Dapprima Peter si senti morire, congelato al momento, mentre il suo principale ruggiva imprecando come un pazzo. Poi improvvisamente una rabbia incandescente assalì Peter, causandogli uno strano fischio nelle orecchie e facendogli tremare la mani. Il principale di Peter durante l’episodio stava in piedi dando le spalle a uno specchio ad altezza parete, e per qualche motivo guardò il riflesso del suo principale sulle specchio. Vedendo la schiena riflessa nello specchio un pensiero collerico attraversò la mente di Peter. In quell’istante decise di dare al principale il fatto suo, e quando il pensiero prese forma, Peter senti’ l’adrenalina salirgli nelle vene. Incazzato oltre misura, era pronto a farlo fuori, e non voleva nient’altro che spaccare lo specchio in testa al suo principale. Nella sua furia cieca poteva già vedere lo specchi frantumarsi, e i suoi frammenti taglienti imbrattai con il sangue del suo principale. Per fortuna di Peter un suo collega che gli stava di fianco avendo percepito la sua furia cieca, improvvisamente lo bloccò mettendogli una mano sulla spalla. Il tocco del collega riportò Peter a un senso di maggiore controllo, disperdendo la maggior parte della sua collera. Alla fine Peter lanciò un’occhiata incazzata al suo principale prima di allontanarsi con calma. Nei giorni seguenti Peter si scervello sulla sua reazione con il principale. La sua rabbia per essere stato sgridato e il conseguente desiderio di vendetta erano completamente sproporzionate, specialmente se si considera che sapeva di essere in fallo per essere arrivato tardi


al lavoro. Sebbene Peter non possa dirlo con certezza in qualche modo sa sa che questo episodio, come quello con il gatto, hanno qualcosa a che fare con il suo tentativo di ricapitolazione. Un giorno Peter ricorda improvvisamente un episodio avvenuto tra lui e suo cugino quando entrambi avevano cinque anni. I due stavano giocando sotto un albero dove Peter stava costruendo una piccola capanna di rami e frasche. Una volta finita la capanna quando Peter stava per strisciare dentro suo cugino si infilò prima di lui. Dal momento che la capanna era troppo piccola per accogliere due ragazzi allo stesso momento, Peter cerco di convincere suo cugino ad uscire in modo da poter entrare e stare nella capanna. Tuttavia il cugino lo stava stuzzicando e non voleva cedere. Improvvisamente Peter diventò furioso, afferrò suo cugino per le braccia, cercando di tirarlo fuori. Tirò con tutta la sua energia, diventando sempre piu’ aggressivo, ma quando realizzò che suo cugino non si sarebbe mosso morsicò le braccia del ragazzo per vendetta. Non c’è bisogno di dire che il cugino scappò fuori dalla capanna urlando e lamentandosi con quanto fiato aveva in gola. Questa fu la prima volta che Peter fu obbligato a lottare per i suoi diritti, e anche la prima volta che affrontava qualcuno fisicamente. Peter fu però terrorizzato dalla reazione del cugino, realizzando in quel momento che cosa aveva fatto. Non sapendo cosa altro fare, Peter umilmente entrò nella sua piccola capanna, sentendosi confuso, incerto, e in qualche modo colpevole e meschino. Dopo pochi minuti arrivò la madre di Peter per scoprire che cos’era tutto quel trambusto. Quando vide i segni dei denti di Peter sul braccio di suo cugino, ando verso la capanna, e prendendo Peter per le braccia, lo tirò fuori. Fu in questo momento che seppe di aver fatto qualcosa di estremamente sbagliato. Per completare il tutto realizza anche che, a causa delle proprie azioni, ha fatto arrabbiare sua madre. Fino a quel fatidico momento era stato sempre capace di rivolgersi a sua madre allorquando si sentiva incerto e insicuro, ma ora non aveva piu’ nessuno su cui appoggiarsi. La madre di Peter gliele suonò di santa ragione proprio di fronte a suo cugino. Rivedendo l’episodio, Peter ricorda chiaramente ogni dettaglio, e rivive l’intera traversia con ogni sensazione che ne scaturisce. Esperimenta di nuovo lo shock, il terrore e il dolore dell’essere picchiato, l’orrore di ciò che ha fatto, e soprattutto il dolore emozionale causato dalla rabbia di sua madre. L’intera esperienza di quel momento lasciò Peter con una sensazione di profonda vergogna e confusione. Continuando a ricapitolare, realizza che da quel giorno in avanti ha sempre evitato i confronti, ma non è ancora stato in grado di staccarsi dalla sensazione di aver tradito l’amore di sua madre. Peter continua inesorabilmente a provare vergogna e si odia per quello che ha fatto. Si ricorca che dal quel momento col passare degli anni ha avuto spesso barlumi di quel temperamento violento, ma sopraggiungeva la paura, più forte di ogni altra cosa, di ciò che aveva fatto si’ che tradisse la cosa di cui aveva più bisogno: la fiducia di sua madre. Questo fu l’inizio della soppressione della sua aggressività nella sua vita, temendo le conseguenze del fare emergere quell’aggressività, Peter scelse di diventare timido. Naturalmente questa scelta gli causò infiniti sberleffi e derisioni, ma nella sua mente di bambino questo era il giusto prezzo da pagare per aver tradito l’amore di sua madre. Peter si è autopunito per la maggior parte della sua vita, ma è solo dopo aver ricapitolato questo episodio che ha finalmente capito la sua apparente codardia. Realizzando ciò che è realmente avvenuto quel giorno con suo cugino, Peter è ora capace di rimediare alla situazione. Tuttavia, il compito che ora deve eseguire non deve essere fatto di fretta, perché ogni episodio ha più di una ripercussione sulle nostre vite. A causa delle interrelazioni della vita, anche il minimo e insignificante episodio provocherà delle increspature che pervaderanno ogni aspetto della nostra vita. Prima di vedere come Peter potrebbe porre rimedio all’accaduto, vediamo come in questo caso la ricapitolazione spontanea potrebbe avere luogo.

Ricapitolazione Spontanea Conosciamo già il problema di Peter, ma lui ha un blocco mentale nel cercare di ricordare che cosa possa aver causato il suo sentirsi codardo. Questo avviene abbastanza spesso nella ricapitolazione, specialmente quando l’episodio originale è stato abbastanza traumatico. Un


bambino, soprattutto, bloccherà spesso la memoria di un episodio traumatico muovendo spontaneamente il punto di assemblaggio dopo l’incidente. Quando questo avviene il bambino non sarà poi in grado di ricordare prontamente l’episodio, e la memoria avrà sempre più difficoltà a penetrarvi nell’età adulta. Peter ha già rivissuto gli episodi del gatto e del suo principale, ma ancora non riesce a ricordare che cosa sta causando la sua apparente codardia. Un giorno si reca a far visita a degli amici che hanno due bambini. Mentre sta seduto con gli amici sulla veranda che dà verso il giardino dove i bambini stanno giocando, Peter alza lo sguardo giusto in tempo per vedere uno dei bambini mordere duramente il braccio del fratello. Quando il bambino ferito lanciò un urlo di dolore, la memoria di Peter sobbalzò, e in quell’istante si ricordò in modo chiaro e rivide tutti i dettagli del giorno in cui morsicò suo cugino. Questo è un esempio di come la ricapitolazione spontanea normalmente avviene. A volte, il racconto delle esperienze altrui è sufficiente per risvegliare la memoria. Altre volte basta una parola. Talvolta la persona deve andare attraverso a un’esperienza simile prima di poter ricordare. Il fatto è che, sebbene in un modo o nell’altro possiamo sempre rivivere le nostre memorie, nessuno di noi dimentica niente. La perdita di memoria apparente è causata sia da un blocco mentale, o da un piccolissimo movimento del punto di assemblaggio. Usando la tecnica della ricapitolazione possiamo, se lo vogliamo, ricordare ogni dettaglio della nostra vita. Ora che Peter ha ricordato l’episodio con suo cugino, diamo un’occhiata a che cosa bisogna fare dopo. Per prima cosa Peter deve riconoscere tutti gli effetti causatigli nella sua vita. In questo senso diamo un’occhiata ad alcuni esempi, ma in pratica è essenziale che ogni effetto dovrebbe essere trovato ed esaminato. Anche qui sarebbe una buona idea compilare una lista. Nello stilare la lista degli effetti, Peter realizza quanto profondamente è stato coinvolto quel giorno con suo cugino. Dapprima, ha provato collera e frustrazione, seguite dallo shock per la realizzazione di aver fatto qualcosa di male. Tutto ciò è aumentato a causa della reazione della madre, il suo dispiacere e la sua collera verso Peter, col risultato di essere stato picchiato. Proprio qui giace la confusione di Peter, e il suo senso di colpa e di vergogna, ma, soprattutto la sensazione profondamente assillante di aver tradito la fiducia di sua madre nei sui confronti. Quel giorno, Peter perse molte fibre che gli davano sicurezza nel combattere le sue battaglie, ed al loro posto aveva preso quelle fibre della madre che avevano impresso profondamente nella sua mente la certezza che combattere fosse una cosa cattiva. Con ciò, perse anche molte fibre che gli davano sicurezza nell’esprimere al sua collera, e a causa dell’amore verso la madre, prese le sue fibre che lo rendevano timido per compensare la sua azione sbagliata. Prima di quel fatidico giorno Peter non sapeva cosa voleva dire provare vergogna, ma a causa della reazione del cugino, assunse da lui le fibre che gli provocavano un profondo senso di vergogna. In aggiunta, a causa della reazione di sua madre, Peter acquisì da lei le fibre che accendevano in lui un senso di colpa per quello che aveva fatto. In mezzo a cotanta commozione, Peter cedette sia alla madre che al cugino alcune delle fibre che gli permettevano di distinguere il giusto dallo sbagliato. Nella sua confusione, dimenticò completamente di essere stato reso sbagliato da suo cugino in primo luogo, e di conseguenza prese da lui le fibre che, quando qualcun altro commetteva qualcosa di sbagliato contro di lui, lo rendevano colpevole. Inoltre Peter prese da sua madre prese da sua madre le fibre che gli facevano provare molta vergogna per aver tradito il suo amore. Per la prima volta nella sua giovane vita, Peter aveva compreso cosa volesse dire essere un traditore, perciò nell’amore verso sua madre, cerco di compensare prendendo da lei le fibre che lo conducevano a una richiesta distruttiva di autopunirsi. Tutto ciò dà l’idea dello scambio di fibre che avvenne in quel giorno e come gli effetti scombussolarono Peter per la maggior parte della sua vita. Una delle cose peggiori fu la decisione inconscia di Peter di sopprimere la sua aggressività da li in avanti. L’effetto malattia causato da tale soppressione è già stato trattato precedentemente nel libro, ma a Peter aveva causato anche un effetto secondario. L’effetto secondario riguardava principalmente la sensazione di Peter di essere codardo. L’essere costantemente sbeffeggiato come codardo e fighetta, lo spinse gradualmente ad evitare tutti i confronti, includendo le molestie, fino a che fu portato a credere nella sua codardia. Miserabile e impaurito dalle sfide, persino dalle molestie, diventò timido, introverso e sempre più solitario.


Mancando totalmente di fiducia in sé stesso, Peter divenne sempre piu’ insicuro con le persone, fino a che poteva sentirsi al sicuro solo quando stava da solo a giocare o a lavorare quietamente. Dopo aver ricapitolato questo episodio, realizzò ciò che era veramente successo con il gatto e con il suo principale. In entrambi le occasioni era stato quasi sul punto di ricordare l’episodio di suo cugino. Il modo in cui il gatto entrò nel garage si nascose nel cassetto per rifiutarsi di uscire aveva stimolato la memoria di Peter per ricordare quando il cugino invase la sua capanna. Allo stesso modo quando il principale lo sgridò per il ritardo aveva sperimentato per un momento una violenta collera per essere stato intimidito, improvvisamente emersero anni di aggressioni subite e Peter vide il suo principale come il simbolo di tutte le molestie e le derisioni subite da bambino. Ora che sa da dove provenivano tutte le sue sensazioni di codardia può capire di non essere mai stato un codardo. Al contrario, c’è voluto tutto il suo coraggio per sopportare le infinite derisioni, e ogni grammo del suo controllo per non dare sfogo alla sua aggressività soppressa. Nel momento in cui tale realizzazione è avvenuta l’intera processo si stava già risolvendo. L’unica cosa rimasta da fare a Peter era di espellere sistematicamente le fibre aliene dal suo bozzolo, e riottenere quelle che aveva perso. Questo verrà fatto tramite la tecnica del non-fare. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) Fra tutte le tecniche stregonesche da noi apprese per spostare il punto d’unione la consideriamo quella più importante. La ricapitolazione è veramente la cosa migliore per l’uomo moderno, e il motivo per cui vi poniamo così tanta enfasi — al pari di don Juan — è che chiunque può farla. Non c’è bisogno di essere un “apprendista stregone” o cose del genere. Chiunque abbia un minimo d’interesse può iniziarla, non è affatto necessario essere devoti o altro, basta avere un po' di curiosità. È una tecnica che serve a cancellare l’idea dell’io in termini di ricordi e relazioni avute con le persone nel corso della propria vita. E non si tratta solo di un’idea, cioè, è si un’idea, ma un’idea energetica, perché quando interagiamo con le persone, vi è certamente scambio d’energia. Gran parte di essa si perde nelle cose. Vuoi per le preoccupazioni, o per le profonde emozioni, essa si perde nel mondo e nei rapporti interpersonali, e la strategia — la strategia degli stregoni — consiste nel ricuperarla, nel riportarla indietro, così da poterne disporre nel presente. Perché lasciarla fluttuare in un qualche misterioso passato che ci tiene bloccati ovunque noi siamo? (Rif: Taisha Abelar - Tratto dalla rivista canadese Dimensions, settembre 1994)

Il luogo della ricapitolazione Quello che devi fare è sederti, trovare un posto tranquillo e solitario, che può essere un ripostiglio, uno scatolone, il box di una doccia, uno spazio chiuso, insomma; gli stregoni usavano costruirsi il proprio involucro per la ricapitolazione, oppure si sceglievano una caverna. Ho iniziato la mia ricapitolazione in una piccola grotta; tutto ciò che racchiude il corpo energetico provoca una pressione nel sé luminoso.

La lista Prima di sederci, dobbiamo preparare una lista, la lista di tutti quelli che abbiamo incontrato e con cui abbiamo avuto a che fare nel corso della vita. Ciò richiede tempo e memoria, e la memoria in sé stessa fluidifica in certo qual modo il punto d’unione. E una sorta di esercizio preliminare; tornando indietro con la mente, a partire dal presente, compiliamo un elenco di tutti coloro che abbiamo conosciuto, famiglia, colleghi e chiunque altro. Di solito si fanno due liste: prima di tutto quella delle nostre esperienze sessuali; gli stregoni dicono di partire sempre da qui, perché questa è l’energia primaria andata persa nel mondo, e se la ricuperiamo, avremo la spinta per ricapitolare le altre esperienze.

La respirazione


Con queste due liste entriamo nello spazio della ricapitolazione e cominciamo la respirazione. Oltre alle liste e allo spazio, la respirazione è il terzo elemento di grande importanza per sbrogliare l’energia. È l’intento a stabilire questo. L’interazione con gli altri si compie con il nostro corpo energetico, e il respiro muove le fibre luminose. Prima versione: Si comincia dalla spalla destra, ponendovi la mano, e dopo aver visualizzato mentalmente le persone e i luoghi in tutti i loro dettagli si porta il mento sulla spalla e si inspira girando la testa verso la spalla sinistra, per poi riportarla sulla destra espirando; infine la si porta al centro. E come spazzare via l’intera scena, inclusi il luogo, la persona e quant’altro vi sia compreso. Seconda versione: La procedura si avvia con il respiro iniziale. Si comincia con il mento sulla spalla destra, inspirando lentamente mentre si ruota il capo per un arco di 180°. Il respiro termina sulla spalla sinistra. Finito di inalare, la testa torna in posizione rilassata si esala guardando dritti davanti a sé. La respirazione deve essere naturale, ritmata. Mentre ci si ricorda delle sensazioni connesse a tutto ciò che è oggetto di ricapitolazione si fanno lunghe inspirazioni, muovendo adagio e delicatamente la testa da destra a sinistra; e lunghe espirazioni, mentre la testa ritorna da sinistra a destra. Si inala attraverso il naso mentre si volta la testa verso sinistra e poi esalare mentre si volta la testa verso destra. Poi si volta la testa dalla spalla destra alla spalla sinistra in un unico movimento senza respirare poi di nuovo al centro. Terza versione: "Ti muovi troppo a scatti" disse in un lieve mormorio (don Juan) "respira in questa maniera." Inspirò profondamente voltando con dolcezza la testa verso sinistra. poi esalò a fondo girando fluidamente la testa verso destra. Alla fine, mosse la testa dalla spalla destra alla spalla sinistra senza respirare, poi di nuovo al centro. Copiai i movimenti inalando ed esalando più a fondo che potevo. "Cosi' va meglio, " disse. "Quando esali, getta fuori tutti i pensieri e le sensazioni che stai rivedendo. E non voltare la testa usando i muscoli del collo. Guidala con le fibre invisibili di energia che partono dal centro del tuo corpo. La fuoriuscita di quelle fibre è uno dei risultati della ricapitolazione". Spiegò che proprio al di sotto dell'ombelico c'è un centro chiave di potere e che tutti i movimenti corporei, incluso il respiro, devono impegnare questo punto di energia. Mi suggerì di sincronizzare il ritmo del respiro con la rotazione della testa, così che insieme inducessero le fibre invisibili di energia dell'addome ad estendersi fuori dell'addome verso l'infinito. (Rif: Taisha Abelar - Tratto dalla rivista canadese Dimensions, settembre 1994 e dal libro Il Passaggio Degli Stregoni)

Il Veggente Parla Clara l’insegnante di Taisha Abelar “Avevi saputo anche, per solo un momento, che avevi abbandonato il karate perché ti sentivi offesa per il fatto di non ottenere più elogi riconoscimenti. Ma ricopristi istantaneamente quella spiegazione con un’altra più lusinghiera per te stessa: quella di essere stanca dell’ipocrisia altrui.” Clara disse che questo momento di conoscenza diretta era chiamato ‘il veggentè da coloro che per primi formularono la ricapitolazione, perché ci permette di vedere direttamente dentro le cose con occhi non offuscati. Eppure, nonostante la chiarezza e l’accuratezza dei suoi giudizi, non prestiamo mai attenzione al veggente, nè gli diamo la possibilità di farsi sentire. Con questa continua repressione, ne soffochiamo la crescita e gli impediamo suo pieno potenziale. “Alla fine il veggente dentro di noi è pieno di amarezza e di odio,” prosegui’ Clara. “Gli antichi uomini di conoscenza che inventarono la ricapitolazione credevano che, dato che non


smettiamo mai di maltrattare il veggente, questi alla fine ci distrugge. Ma ci hanno anche assicurato che per mezzo della ricapitolazione possiamo permettere al veggente di crescere e dischiudersi come dovrebbe”. "Lo scopo della ricapitolazione è dare al veggente la libertà di vedere. Dandogli raggio di azione, possiamo deliberatamente trasformare il veggente in una forza che è al tempo stesso misteriosa ed efficace, una forza che alla fine ci guiderà alla libertà, invece di ucciderci". È compito del Veggente che si cela in ognuno di noi infrangere i modelli ripetitivi; e una volta fatto, ritornati alla vita di tutti i giorni, saremo più calmi; basta eseguire questi esercizi una volta alla settimana per acquietare il dialogo interno — nel mio libro ne descrivo alcuni. Tra l’altro, molto interessanti sono certi esercizi sulla tecnica del guardare fisso riferiti nei libri di Carlos Castaneda. Possiamo anche impiegare qualsiasi altra tecnica di meditazione, senza doverci immergere pesantemente in quelle della meditazione orientale perché già stiamo facendo la ricapitolazione e non vogliamo fissarci su altre forme. La nostra è una stregoneria astratta che impiega solo quel minimo di tecniche necessarie ad abbandonare l’io. Non a rafforzalo con perentorie dichiarazioni del tipo ”Noi siamo gente che medita”, o “Noi siamo...». (Rif: Taisha Abelar - Il Passaggio Degli Stregoni)

Il Cerimoniere "Secondo gli sciamani, con la ricapitolazione portiamo in superficie tutti i rifiuti della nostra esistenza” proseguì." Prendiamo coscienza delle nostre incoerenze, delle nostre ripetizioni, ma qualcosa in noi oppone una fortissima resistenza a questo processo. Gli sciamani sostengono che la strada è libera solo dopo un immane sconvolgimento; dopo la comparsa sul nostro schermo del ricordo di un evento che scuota le fondamenta del nostro essere, con la sua terrificante chiarezza di dettagli. È l'evento che ci riporta a tutti gli effetti al momento in cui lo abbiamo vissuto. Gli sciamani lo definiscono il cerimoniere perché, da quel momento in poi, ogni avvenimento che prendiamo in considerazione viene rivissuto e non semplicemente ricordato.” "Camminare è un modo infallibile per risvegliare i ricordi,” disse ancora don Juan. "Gli antichi sciamani credevano che tutte le esperienze di vita vengano immagazzinate sotto forma di sensazioni nella parte posteriore delle gambe. E li che si conserva la storia personale di un uomo. E ora mettiamoci in cammino." Camminammo fin quasi al crepuscolo. "Credo che ora basti,, disse don Juan quando riprendemmo la via del ritorno. "Ora sei pronto a iniziare la pratica magica che consiste nel trovare un cerimoniere, un evento della tua vita che ricorderai con tale chiarezza da poterlo utilizzare come un riflettore per illuminare, con analoga chiarezza, ogni altro aspetto della tua ricapitolazione. Farai ciò che gli sciamani chiamano ricapitolazione delle tessere di un puzzle. Qualcosa ti porterà a ricordare l'evento che fungerà da cerimoniere.” (Rif: Carlos Castaneda - Il Lato Attivo dell'Infinito) La ricapitolazione deve essere "attivata"; all'inizio è piuttosto difficile se non impossibile accedere a tutti i ricordi, specie nei dettagli, rivivere le sensazioni, le emozioni in toto, selezionare i giusti particolari. ... A parte il caso di imbattersi nel "cerimoniere", cioè il ricordo totalizzante primario (che potrebbe anche non arrivare, ma che comunque non è strettamente necessario), hai altre possibilità. Intanto non è obbligatorio, come prima scrematura, ricorrere all'uso della lista (vedi oltre) se non siamo intimamente portati per condurre le cose in modo sistematico. Ciò che conta è, una volta cominciata la ricapitolazione, eseguirla assiduamente, come un vero e proprio lavoro. E' molto facile abbandonarla nelle prime fasi, quindi tieni duro. Apro una parentesi sul cerimoniere, visto che è stato nominato. Si tratta di un ricordo (che come dicevo può arrivare oppure no), che giunge con chiarezza assoluta dopo un un periodo, più o meno lungo, di ricapitolazione. Ci si trova a riviverlo non in senso figurato, ma realmente: si è di nuovo lì fisicamente. Da quel momento il cerimoniere apre la porta al ricordo totale di tutti gli


eventi della nostra esistenza e la ricapitolazione diventa agevole ed efficace. Il cerimoniere è così importante perché è l'evento della nostra vita nel quale l'infinito ha indicato con chiarezza assoluta la nostra propensione fondamentale (che è diventata invece il nostro limite fondamentale). E' il tipo di atteggiamento che sta alla base di tutte le nostre scelte (o non scelte). Insomma è il ricordo di quando ci è stato indicato, dall'infinito, quale dovrebbe essere il tipo di atto che può cambiare la nostra esistenza per sempre. (Rif: Marco Baston – La Soglia dell'Energia) La 'Retrospezione' di Domingo Delgado ● "La retrospezione è una delle tecniche di maggior valore degli insegnamenti lasciati nelle grotte, per convertire una coscienza in un percettore. È un rapporto o riassunto delle attività di questa coscienza. È la storia della coscienza nella prima e seconda attenzione ed è la storia del nahual pentagonale, cominciando per la prima coscienza che fu sognata dall'Aquila Aura Ambar." ● "Bisogna confidarsi con lo spirito come se parlassi ad un buon amico, da tu a tu, con infinita fiducia; fallo tutte le notti prima di dormire e quando meno lo ricordi ti risponderà nei tuoi sogni. Così ricapitolerai ogni istante della tua vita nella prima e seconda attenzione simultaneamente. Raccontale alla culebrita (serpente), al potere, tutte le tue pene passate e anche lei il giorno meno pensato accetterà le tue stupidaggini in cambio della tua stessa vita e ti lascerà il passo libero alla terza attenzione - mi disse in una occasione don Chema." ● Don Chema mi sottolineò ancora una volta la differenza tra rivivere ciò che abbiamo vissuto nella prima attenzione e ricapitolare ciò che abbiamo sognato nella seconda attenzione. La prima è una ricapitolazione silenziosa in totale isolamento e raccoglimento del corpo fisico. Sono le scene e le esperienze di cambiamenti del corpo fisico che si sono verificati dal momento della nascita fino ad ora. È un’espansione della coscienza. La seconda è una retrospezione sonora e attiva del corpo energetico. Sono le esperienze rivissute nuovamente, fino al minimo dettaglio registrato dal corpo energetico nella seconda attenzione. Per questo è necessario contrarre la coscienza. In altre parole, è un ritornare al passato del corpo energetico con la coscienza di tutti i giorni in modo che il corpo fisico sperimenti pragmaticamente l’esistenza delle altre sue parti, si integrano e si trasformino in una sola. La ricapitolazione prepara il bozzolo luminoso ad entrare nella terza attenzione e la retrospezione lo prepara per entrare nella quarta attenzione. La terza attenzione è la parte strutturale dell’aquila mancante di coscienze e la quarta attenzione è la totalità dell’aquila; la parte strutturale, organica ed inorganica. Questa differenza energetica nei lignaggi dei nagual è la barriera che impedisce loro di mescolarsi e socializzare tra loro. Ognuno tesse ragnatele di diverse dimensioni e diversi gradi di adesione, dal momento che catturano ricettacoli strutturali e funzionali diversi per il loro particolare sostentamento e quello dell’aquila in generale. La ragnatela è il serpente che si estende per donare la vita e si contrae per reclamarla un momento dopo. La retrospezione è il tunnel di fuga, l’unico spazio tra le due azioni. Assorbire la vita, salvarne una copia e darla al serpente che la reclama. Incamerarsi in questa copia e usare il serpente nel suo viaggio retrattile per alimentare l’aquila. Così si entra nel bozzolo stesso dell’aquila e si perpetua la coscienza individuale avendo raggiunto la propria indipendenza e libertà. (Rif: Il Nagual di Cinque punte - Domingo Delgado Solórzano)

Il Non-Fare ● (Don Juan) Definiva il non-fare come un’attività non connaturale che interessa la totalità del nostro essere, forzandolo a prendere coscienza del suo segmento luminoso. (Rif: Carlos Castaneda – Il Dono Dell'Aquila)


● Il non fare è l’atto di scegliere una via diversa o opposta a quella che si sarebbe scelta normalmente. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) ● Il primo compito che viene assegnato ad ogni apprendista è quello di incominciare a cancellare sistematicamente il suo condizionamento sociale, dal momento che essendo fermamente legato ad esso, non potrà avere nessun vero progresso. La tecnica per svolgerlo viene chiamata non fare, ed è praticata contemporaneamente con la ricapitolazione. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) ● Il non fare è l’atto di svolgere un ruolo scelto nel momento, ma siccome non si sa che cosa

porterà il momento successivo, necessita della capacità di improvvisare. All’inizio è difficile per tutti, ma quando uno sviluppa la comprensione di se stesso, può iniziare ad anticipare le risposte emozionali di qualcuno. Conoscere se stessi è una delle ragioni per cui la tecnica della ricapitolazione è così tanto importante. Ovviamente più conosciamo noi stessi e più possiamo anticipare, e quindi il non fare diventa più facile e ancora più facile, a prescindere dal fatto che è molto divertente! Nel non fare scegliamo deliberatamente di adottare un ruolo che è diametralmente opposto al nostro vecchio comportamento abituale. Se dunque un apprendista solitamente manca di fiducia, praticherà il non fare agendo deliberatamente come un uomo sicuro. L’apprendista è ben consapevole del fatto che questo è solo un atto, ma se gioca bene la sua parte quelli intorno a lui si convinceranno che lui è davvero un uomo molto sicuro. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri)

● I giochi che facciamo con noi stessi o con gli altri sono molto potenti perché, anche se l’uomo non ne è generalmente consapevole, sono giochi di potere alimentati dall’intento. Qualsiasi gioco facciamo inizia come un gioco, ma se lo giochiamo bene abbastanza a lungo, finisce come realtà. Non fare è un gioco da guerrieri; una partita che si fa con noi stessi, una sorta di solitario psicologico. Questo è quello che è conosciuto come agguato a se stessi. Giocando con il non fare, il guerriero può e deve recuperare le fibre che ha perso e respingere quelle che sono estranee al suo bozzolo. Tuttavia questo non è l’ultimo dei benefici e degli effetti del non fare. Praticando il non fare il guerriero sa che sta lentamente ma sicuramente allentando il suo punto di unione e muovendolo frazione per frazione. Un’analogia potrebbe aiutare a rendere più chiaro questo punto. Se il punto di unione è come un dado da avvitare arrugginito sul perno delle nostre vecchie abitudini, allora il non fare è come un olio penetrante e la nostra motivazione a praticarlo è come la chiave con cui stiamo cercando di sbloccare il dado. Ciò che chiamiamo motivazione non è altro che intento. Con l’andare del tempo il non fare saturerà e ammorbidirà la ruggine della condizione sociale, e il nostro tentativo costante di allentare il dado rafforzerà l’intento fino a quando non sarà abbastanza forte per spostare il dado. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) ● Don Juan era solito dire che la funzione dei non-fare è di creare un'ostruzione nella focalizzazione abituale della nostra prima attenzione. I non-fare sono, in questo senso, manovre destinate a preparare la prima attenzione per il blocco funzionale del primo anello del potere, o, in altre parole, per l'interruzione dell'intento. (Rif: Carlos Castaneda – Il Dono Dell'Aquila) ● Mi rammentò di avermi descritto in passato il concetto di fermare il mondo. Mi aveva detto che, per gli stregoni, fermare il mondo era necessario quanto per me leggere e scrivere. Consisteva nell'introdurre un elemento dissonante nel tessuto del comportamento quotidiano allo scopo di arrestare il flusso degli accadimenti ordinari, di solito uniforme, accadimenti catalogati nella nostra mente dalla ragione. L'elemento dissonante era


chiamato “non-fare”, o l'opposto di fare. “Fare” era tutto ciò che faceva parte di un tutto di cui noi avevamo un resoconto conoscitivo. “Non-fare” era un elemento che non faceva parte di quel tutto già studiato. (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere del Silenzio)

La Reiterazione ● La reiterazione fonda la sua potenza su di un principio molto semplice: non c'è niente come la ritualità in grado di canalizzare l'attenzione. Questo è un fatto che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, anche se non ce ne rendiamo conto. La stabilità del mondo in cui viviamo si basa esattamente su questo principio. L'insieme delle nostre abitudini, le convinzioni, la ripetizione di schemi comportamentali, di pensiero ed emotivi, questi sono tutti atti rituali eseguiti proprio al fine di mantenere l'allineamento corrente. Chiaramente la destrutturazione di tutto questo è principalmente materia dell'agguato, però l'applicazione pratica della reiterazione nella versione dei moderni veggenti affianca e rinforza l'azione dell'agguato. La reiterazione sta alla base dell'imposizione della nostra visione attuale del mondo e di noi stessi. I Toltechi infatti giunsero a una conclusione molto semplice: lo stesso meccanismo può essere sfruttato con il fine esattamente opposto: muovere il punto di unione per poi fissarlo in nuove posizioni. Non è una novità, in molte parti del mondo si sono resi conto della forza di questa tecnica. Il problema è che, nella maggior parte dei casi, tale opportunità viene utilizzata nello stesso modo degli antichi veggenti, il che, alla fine, non porta molti vantaggi rispetto alla modalità ordinaria. Che cosa fecero insomma questi antichi veggenti? Quello che fa ogni essere umano non appena si trova di fronte alla consapevolezza di poter usare gli atti rituali come strumento per modificare il suo stato di percezione: credettero che l'efficacia risiedesse nella forma invece che puntare alla modalità dell'attenzione. Così ammantarono tutta questa parte del loro operato di sacralità, segreto, soprannaturale....rituali, formule, incantesimi, oggetti di potere, simboli magici.....ti ricorda niente? C'è ancora un sacco di gente che ci casca, ma il potere non sta nell'oggetto, né nel simbolo, né nelle formule: il potere sta nella modalità dell'attenzione. Sei tu il percettore e non hai bisogno di niente altro che della tua connessione con l'intento. Quella del rituale è una delle trappole più immediate e peggiori in cui si possa cadere; di certo non guida alla libertà, ma va in direzione diametralmente opposta. Ci si riempie di orpelli e cose inutili, dannose; invece di spezzare catene se ne realizzano di molto più forti.....catene in lega speciale. Certamente l'intento canalizzato dall'attenzione è in grado di generare oggetti e simboli efficaci, ma solo se sostenuti da un essere che si collega all'intento predeterminato. Il rituale in sé non vale nulla. I nuovi veggenti ripresero il principio che sta alla base di tutto questo ma modificarono radicalmente la sua applicazione pratica togliendogli ogni velo di sacralità. Anzi riuscirono anche crearne delle versioni umoristiche proprio con l'intento di prendere la maggior distanza possibile dalla modalità degli antichi veggenti. Nel libro spiego in modo abbastanza dettagliato come procedere per mettere in atto tecniche reiterative, molto sinteticamente però posso riassumere come i punti chiave che i nuovi veggenti ritengono perfettamente funzionali: ● Determinare un preciso intento. ● la reiterazione di atti consueti o inconsueti in una serie non ordinaria. ● collegare questi atti all'intento prima determinato. ● attivare l'intento


Nella pratica la reiterazione consiste nella ripetizione seriale e ciclica di azioni non ordinarie oppure di azioni ordinarie inserite in un contesto estraneo. Questi possono essere veri atti materiali, che si dovrebbero organizzare ad hoc, o anche serie di stati d'animo, alternanze di silenzio interiore, oppure tutto mescolato insieme ma con una ciclicità ben precisa. La ciclicità è importante perché è ciò che di fatto catalizza l'attenzione. Questi cicli di azioni devono essere accompagnati dall'intensificazione dell'attenzione finalizzata ad un intento specifico. (Rif: Marco Baston - La Soglia dell'Energia)


La Padronanza delle Consapevolezza 1- Ciò che percepiamo come il mondo sono le emanazioni dell'Aquila. Don Juan mi spiegò che il mondo che percepiamo non ha una esistenza trascendentale. Dal momento che siamo familiarizzati con esso crediamo che ciò che percepiamo sia un mondo di oggetti che esistono così come li percepiamo, quando in realtà non c'è un mondo di oggetti, ma, piuttosto, un universo di emanazioni dell'Aquila. Queste emanazioni rappresentano l'unica realtà immutabile. è una realtà che comprende tutto ciò che esiste, percepibile e impercettibile, conoscibile ed inconoscibile. I veggenti che vedono le emanazioni dell'Aquila le chiamano comandi a causa della loro forza pressante. Tutte le creature viventi sono spinte ad usare le emanazioni, e le usano senza mai arrivare a sapere che cosa sono. Gli uomini comuni le interpretano come realtà. E i veggenti che vedono le emanazioni le interpretano come la regola. Nonostante che i veggenti vedano le emanazioni, non hanno modo di sapere cosa è che stanno vedendo. Invece di rimanere intrappolati in congetture inutili, i veggenti si impegnano nella speculazione funzionale di come i comandi dell'Aquila possono essere interpretati. Don Juan sosteneva che l'intuire una realtà che trascende il mondo che percepiamo rimane a livello di congettura; non è abbastanza per un guerriero congetturare che i comandi dell'Aquila siano percepiti istantaneamente da tutte le creature che vivono sulla terra, e che nessuna di loro le percepisca nello stesso modo. I guerrieri devono cercare di arrestare il flusso delle emanazioni e "vedere" nel modo in cui l'uomo e gli altri esseri umani lo usano per costruire il loro mondo percettivo. Quando proposi di usare la parola "descrizione" invece di emanazioni dell'Aquila, Don Juan disse che non stava usando una metafora. Disse che la parola "descrizione" connota un accordo umano, e che ciò che percepiamo ha origine da un comando nel quale l'accordo umano non conta. 2- L'attenzione è ciò che ci fa percepire le emanazioni dell'Aquila come l'atto della scrematura. Don Juan era solito dire che la percezione è una facoltà fisica che le creature viventi coltivano; il risultato finale di questa preparazione è conosciuto fra i veggenti come "attenzione". Don Juan descrisse l'attenzione come l'atto di agganciare e canalizzare la percezione . Disse che questo atto è il nostro successo più singolare, che copre tutto lo spettro delle alternative e delle possibilità umane. Don Juan stabilì una distinzione precisa fra alternative e possibilità. Le alternative umane sono quelle che siamo capaci di scegliere come persone che funzionano nell'ambiente sociale. La prospettiva di questo dominio è piuttosto limitata. Le possibilità umane sono quelle che siamo capaci di realizzare come esseri luminosi. Don Juan mi rivelò uno schema di classificazione di tre tipi di attenzione, enfatizzando il fatto che chiamarli "tipi" era sbagliato. Infatti, sono tre livelli di consapevolezza; prima, seconda e terza attenzione; ognuna di loro un dominio indipendente, completo in se stesso. Per un guerriero che è agli stadi iniziali del suo apprendimento, la prima attenzione è la più importante delle tre. Don Juan disse che le sue proposizioni esplicative erano tentativi di dare un primo inquadramento al modo in cui opera la prima attenzione, qualcosa che ci passa completamente inosservato. Considerava imperativo per i guerrieri capire la natura della prima attenzione come se stessero per avventurarsi nella altre due. Mi spiegò che la prima attenzione gli era stata descritta come muoversi istantaneamente attraverso un intero spettro delle emanazioni dell'Aquila, senza enfatizzare in nessun modo quel fatto, per raggiungere "unità percettive" che tutti noi abbiamo imparato che sono percepibili. I veggenti chiamano questa impresa "scrematura" perché implica la capacità di sopprimere quelle emanazioni che sono superflue e selezionare quelle che devono essere enfatizzate. Don Juan spiegò questo processo prendendo come esempio la montagna che stavamo vedendo in quel momento. Sottolineò che la mia prima attenzione, al momento di vedere la montagna, aveva


scremato un numero infinito di emanazioni per ottenere un miracolo di percezione; una scrematura che tutti gli esseri umani conoscono perché ognuno di loro l'ha conseguita da solo. I veggenti sostengono che tutto ciò che la prima attenzione sopprime per ottenere una scrematura, non può essere più recuperato dalla prima attenzione a nessuna condizione. Una volta che impariamo a percepire in termini di scremature, i nostri sensi smettono di registrare le emanazioni superflue. Per delucidare questo punto mi fece l'esempio della scrematura: "il corpo umano". Disse che la nostra prima attenzione è totalmente inconscia delle emanazioni che compongono lo scudo luminoso esterno soggetto alla percezione; quelle emanazioni che lo renderebbero percepibile sono state rifiutate a favore di quelle che permettono alla prima attenzione di percepire il corpo fisico così come lo conosciamo. Perciò, l'obiettivo percettivo che i bambini devono perseguire mentre crescono consiste nell'imparare a isolare le emanazioni appropriate per essere capaci di canalizzare la loro percezione caotica e trasformarla nella prima attenzione; facendo questo, imparano a fare la scrematura. Tutti gli esseri umani adulti che circondano i bambini insegnano loro a scremare. Prima o poi, i bambini imparano a controllare la loro prima attenzione per percepire le scremature nei termini che sono simili a quelli dei loro insegnanti. Don Juan non cessò mai di essere meravigliato dalla capacità degli esseri umani di portare ordine nel caos della percezione. Sosteneva che ognuno di noi, per suo proprio merito, è un mago magistrale e che la nostra magia consiste nel dare realtà alle scremature che la nostra prima attenzione ha imparato a costruire. Il fatto che noi percepiamo in termini di scremature è il comando dell'Aquila, ma percepire i comandi come oggetti è il nostro potere, il nostro dono magico. Il nostro errore, d'altra parte, è che finiamo sempre con l'essere limitati quando dimentichiamo che le scremature sono vere solo nei termini in cui le percepiamo come reali, grazie al potere che abbiamo di farlo. Don Juan chiamava questo un errore di giudizio che distrugge la ricchezza delle nostre origini misteriose. 3- Diamo un senso alle scremature grazie al nostro primo anello del potere. Don Juan era solito dire che il primo anello del potere è la forza che origina dalle emanazioni dell'Aquila per influenzare esclusivamente la nostra prima attenzione. Spiegò che è stato rappresentato come un "anello" a causa del suo dinamismo, del suo movimento ininterrotto. è stato chiamato anello "di potere" a causa di, primo, il suo carattere compulsivo, e secondo, a causa della sua abilità unica nell'interrompere il suo operato, di cambiarlo o di capovolgerne la direzione. Il carattere compulsivo viene illustrato meglio dal fatto che non solo forza la prima attenzione a costruire e perpetuare le scremature, ma richiede anche un consenso di tutti i partecipanti. A ognuno di noi è richiesto un accordo totale sulla riproduzione fedele delle scremature, dal momento che la conformità al primo anello del potere deve essere totale. è precisamente questa conformità che ci dà la certezza che le scremature sono oggetti che esistono come tali, indipendenti dalla nostra percezione. Inoltre, la compulsività del primo anello del potere non cessa dopo l'accordo iniziale, ma richiede che rinnoviamo continuamente l'accordo. Tutta la nostra vita deve funzionare come se, per esempio, ognuna delle scremature fosse percettivamente la prima di ogni essere umano, indipendentemente dai linguaggi e dalle culture. Don Juan assicurava che anche se tutto questo è troppo serio per essere preso scherzosamente, il carattere pressante del primo anello del potere è così intenso che ci forza a credere che se la "montagna" potesse avere una consapevolezza propria, essa si considererebbe come la scrematura che abbiamo imparato a costruire. La caratteristica più preziosa del primo anello del potere per un guerriero è la capacità singolare di interrompere il suo flusso di energia, o di sospenderlo totalmente. Don Juan disse che questa è una capacità latente che esiste in tutti noi come unità di sostegno. Nel nostro ristretto mondo di scremature, non c'è bisogno di usarlo. Dal momento che siamo sostenuti e protetti così efficacemente dalla rete della prima attenzione, non ci rendiamo conto, nemmeno vagamente, che


abbiamo risorse nascoste. Comunque, se un'altra alternativa da seguire ci si presentasse, come l'opzione del guerriero di usare la seconda attenzione, la capacità latente del primo anello del potere potrebbe cominciare a funzionare e potrebbe essere usato con risultati spettacolari. Don Juan sottolineò che il successo più grande degli stregoni è il processo di attivare questa capacità latente; la chiamò bloccare l'intento del primo anello del potere. Mi spiegò che le emanazioni dell'Aquila, che sono già state isolate dalla prima attenzione per costruire il mondo quotidiano, esercitano una pressione inflessibile sulla prima attenzione. Perché questa pressione cessi, l'intento deve essere disattivato. I veggenti chiamano ciò un'ostruzione o un'interruzione del primo anello del potere. 4- L'intento è la forza che muove il primo anello del potere. Don Juan mi spiegò che l'intento non ha a che fare con l'avere un'intenzione, o volere una cosa o l'altra, ma piuttosto ha a che fare con la forza incalcolabile che ci fa comportare in modi che potrebbero essere descritti come intenzioni, desideri, voleri, ecc... Don Juan non la presentò come una condizione dell'essere, che ha origine dal sé di ognuno, come lo è un'abitudine prodotta dalla socializzazione, o una reazione biologica, ma piuttosto la presentò come una forza privata, intima, che possediamo e usiamo individualmente come una chiave che fa muovere il primo anello del potere in modi accettabili. L'intento è ciò che dirige la nostra prima attenzione per far sì che essa si focalizzi sulle emanazioni dell'aquila all'interno di una certa cornice. E l'intento è anche ciò che ordina al primo anello del potere di ostruire o interrompere il suo flusso di energia. Don Juan mi suggerì di concepire l'intento come una forza invisibile che esiste nell'universo, senza recepirsi, e che pure influenza tutto; una forza che crea e sostiene le scremature. Asserì che le scremature devono essere ricreate incessantemente per essere imbevute di continuità. Per ricrearle ogni volta con la freschezza di cui hanno bisogno per costruire un mondo vivente, dobbiamo intenderle ogni volta che le costruiamo. Per esempio, dobbiamo intendere la "montagna" con tutte le sue complessità affinché la scrematura venga pienamente materializzata. Don Juan disse che, per uno spettatore che si comporta basandosi esclusivamente sulla prima attenzione senza l'intervento dell'intento, la "montagna" apparirebbe come una scrematura completamente diversa. Potrebbe apparire come la scrematura "forma geometrica"o "punto amorfo di colore". Perché la scrematura montagna venga completata, lo spettatore deve intenderla, sia inconsciamente attraverso la forza pressante del primo anello del potere, o premeditatamente, attraverso l'addestramento del guerriero. Don Juan mi fece notare i tre modi in cui l'intento ci arriva. Quello predominante è conosciuto dai veggenti come "l’intento del primo anello del potere". Questo è un intento cieco che ci arriva per caso. è come se fossimo sulla sua strada, o come se l'intento fosse in noi. Inevitabilmente ci troviamo intrappolati nella sua rete senza avere il minimo controllo di ciò che ci sta accadendo. Il secondo modo è quando l'intento ci arriva per conto suo. Questo richiede una quantità considerevole di scopo, un senso di determinazione da parte nostra. Solo grazie alla nostra abilità come guerrieri possiamo metterci volontariamente sulla strada dell'intento; lo evochiamo, per così dire. Don Juan mi spiegò che la sua insistenza nell'essere un guerriero impeccabile non era niente di più che uno sforzo di lasciar sapere all'intento di stare mettendosi sulla sua strada. Don Juan era solito dire che i guerrieri chiamano questo fenomeno "potere". Così quando parlano di avere potere personale, si stanno riferendo all'intento che giunge a loro volontariamente. Il risultato, era solito dirmi, può essere descritto come la facilità di trovare nuove soluzioni, o la facilità di influenzare persone o eventi. è come se altre possibilità, prima sconosciute al guerriero, improvvisamente diventassero evidenti. In questo modo, un guerriero impeccabile non pianifica mai niente in anticipo, ma le sue azioni sono così decisive che sembra che il guerriero abbia calcolato prima ogni aspetto della sua attività. Il terzo modo in cui troviamo l'intento è il più raro e complesso dei tre; accade quando l'intento ci


consente di armonizzarci con esso. Don Juan descrisse questo stato come il vero momento di potere: il culmine dello sforzo di una vita in cerca di impeccabilità. Solo i guerrieri migliori lo ottengono, e finché rimangono in tale stato, l'intento si lascia manipolare da loro a volontà. È come se l'intento si fosse fuso con questi guerrieri, e nel farlo li trasforma in una forza pura, senza preconcetti. I veggenti chiamano questo stato l'"intento del secondo anello del potere" o "volontà". 5- Il primo anello del potere può essere fermato da un blocco funzionale della capacità di costruire scremature. Don Juan era solito dire che la funzione dei non-fare è di creare un'ostruzione nella focalizzazione abituale della nostra prima attenzione. I non-fare sono, in questo senso, manovre destinate a preparare la prima attenzione per il blocco funzionale del primo anello del potere, o, in altre parole, per l'interruzione dell'intento. Don Juan mi spiegò che questo blocco funzionale, che è l'unico metodo per usare sistematicamente la capacità latente del primo anello del potere, rappresenta un'interruzione temporanea che il benefattore crea nella capacità del discepolo di costruire scremature. è un'intrusione artificiale premeditata e potente nella prima attenzione, per spingerla oltre le apparenze che le scremature conosciute ci presentano; questa intrusione viene realizzata interrompendo l'intento del primo anello del potere. Don Juan era solito dire che per realizzare questa interruzione, il benefattore tratta l'intento per quello che è in realtà, un flusso, una corrente di energia che può eventualmente esser fermata o orientata in modo diverso . Un'interruzione di questa natura, comunque, implica una confusione di tale grandezza che può forzare il primo anello del potere a fermarsi del tutto; una situazione che è impossibile concepire nelle nostre normali condizioni di vita. Per noi è impensabile il poter disfare i passi che facemmo quando consolidammo la nostra percezione, ma è fattibile che sotto l'impatto di questa interruzione potremmo metterci in una posizione percettiva molto simile a quella delle nostre origini, quando i comandi dell'Aquila erano emanazioni che non avevamo ancora imbevuto di significato. Don Juan diceva spesso che qualsiasi procedura che il benefattore potesse usare per creare questa interruzione deve essere collegata intimamente col suo potere personale. Perciò, un benefattore non usa nessun processo per manipolare l'intento, ma piuttosto lo muove e lo rende disponibile all'apprendista attraverso il suo potere personale. Nel mio caso, Don Juan realizzò il blocco funzionale del primo anello del potere attraverso un processo complesso, che combinava tre metodi: l'ingestione di piante allucinogene, la manipolazione del corpo e il manovrare l'intento stesso. All'inizio si affidò molto all'ingestione di piante allucinogene, apparentemente a causa della persistenza del mio lato razionale. L'effetto fu enorme, eppure ritardò la ricerca dell'interruzione. Il fatto che le piante fossero allucinogene offriva alla mia ragione la giustificazione perfetta per radunare tutte le risorse a sua disposizione per continuare ad esercitare il controllo. Ero convinto che potevo spiegare in modo logico tutto ciò che stavo sperimentando, così come le gesta inconcepibili che Don Juan e Don Genaro erano soliti compiere per creare le interruzioni, come distorsioni percettive causate dall'ingestione di allucinogeni. Don Juan era solito dire che l'effetto più notevole delle piante allucinogene era qualcosa che ogni volta che le ingerivo interpretavo come la sensazione particolare che tutto intorno a me trasudava di una ricchezza sorprendente. C'erano colori, forme, dettagli di cui non era mai stato testimone prima. Don Juan usava questo innalzamento della mia capacità di percepire e, attraverso una serie di comandi e commenti mi forzava a entrare in uno stato di agitazione nervosa. Dopo manipolava il mio corpo e mi faceva passare da un livello di consapevolezza all'altro, finché non avessi creato visioni fantasmagoriche o scene assolutamente reali con creature tridimensionali che non potevano esistere in questo mondo. Don Juan mi spiegò che una volta che viene rotta la relazione diretta tra l'infinito e le scremature


che stiamo costruendo, essa non può più essere riparata. Da quel momento in poi acquisiamo la capacità di afferrare una corrente di ciò che egli descrisse come "intento fantasma", o l'intento delle scremature che non sono presenti al momento o nel luogo dell'interruzione, vale a dire, un intento messo a nostra disposizione attraverso qualche aspetto della memoria. Don Juan asserì che con l'interruzione dell'intento del primo anello del potere diventiamo ricettivi e plasmabili; un nagual allora può introdurre l'intento del secondo anello del potere. Don Juan era convinto che i bambini di una certa età si trovano in una simile situazione di ricettività; essendo deprivati dell'intento, sono pronti ad essere marchiati con qualsiasi intento che è disponibile agli insegnanti che li circondano. Dopo il mio periodo di ingestione continua di piante allucinogene, Don Juan sospese totalmente questo uso. Comunque, ottenne interruzioni nuove e più drammatiche in me manipolando il mio corpo e facendomi cambiare livelli di consapevolezza, combinando tutto ciò con manovre sull'intento stesso. Attraverso una combinazione di istruzioni mesmeriche e commenti adeguati, Don Juan creò una corrente di "intento fantasma" e fui portato a sperimentare le scremature comuni come qualcosa di inimmaginabile. Concettualizzò tutto questo come un "dare un'occhiata all'immensità dell'Aquila". Don Juan mi condusse in modo magistrale attraverso infinite interruzioni dell'intento finché si convinse, come veggente, che il mio corpo mostrava gli effetti del blocco funzionale del primo anello del potere. Disse che poteva vedere un'attività insolita intorno alla zona delle scapole. La descrisse come un piccolo foro che si era formato esattamente come se la luminosità fosse uno strato muscolare contratto da un nervo. Per me, l'effetto del blocco funzionale del primo anello del potere era che riusciva a cancellare la sicurezza che avevo avuto per tutta la vita che ciò che i miei sensi registravano era "reale". Entrai quietamente in uno stato di silenzio interiore. Don Juan era solito dire che ciò che dà ai guerrieri quella estrema insicurezza che il suo benefattore aveva provato alla fine della sua vita, quella rassegnazione al fallimento che egli stesso stava vivendo, è il fatto che un'occhiata all'immensità dell'Aquila ci lascia senza speranza. La speranza è il risultato della nostra familiarità con le scremature e l'idea che noi le controlliamo. In tali momenti solo la vita da guerriero può aiutarci a perseverare nei nostri sforzi per scoprire ciò che l'Aquila ci ha nascosto, ma senza speranza di poter arrivare a capire ciò che scopriamo. 6- La seconda attenzione. Don Juan mi spiegò che l'esame della seconda attenzione deve cominciare con la presa di coscienza che la forza del primo anello del potere, che ci inscatola, è un aspetto fisico, concreto. I veggenti lo hanno descritto come un muro di nebbia, una barriera che può essere portata sistematicamente alla nostra consapevolezza per mezzo del blocco del primo anello del potere; e poi può essere perforato grazie all'allenamento del guerriero. Dopo la perforazione di questo muro di nebbia, si entra in un grande stato intermedio. Il compito dei guerrieri allora consiste nell'attraversarlo finché raggiungono la linea divisoria, che deve essere perforata per entrare in ciò che è in realtà l'altro sé o la seconda attenzione. Don Juan era solito dire che le due linee divisorie sono perfettamente riconoscibili. Quando i guerrieri perforano il muro di nebbia sentono che i loro corpi sono pressati, o sentono uno scuotimento intenso nella cavità dei loro corpi, generalmente a destra dello stomaco o attraverso la parte mediana, da destra a sinistra. Quando i guerrieri perforano la seconda linea, sentono uno scoppio acuto nella parte superiore del corpo, qualcosa come il suono di un ramoscello secco che si è rotto in due. Le due linee che inscatolano entrambe le attenzioni, e le sigillano individualmente, sono conosciute ai veggenti come le linee parallele. Queste sigillano entrambe le attenzioni grazie al fatto che si estendono all'infinito, senza permettere mai che si incrocino a meno che non vengano perforate. Fra le due linee esiste una zona di consapevolezza specifica che i veggenti chiamano limbo, o il


mondo fra le linee parallele. è uno spazio reale fra due enormi ordini delle emanazioni dell'Aquila; emanazioni che sono nelle possibilità umane di consapevolezza. Uno è il livello che crea il sé della vita di ogni giorno, e l'altro è il livello che crea l'altro sé. Dal momento che il limbo è una zona di transizione, entrambi i campi di emanazioni si estendono uno sull'altro. La frazione del livello che ci è conosciuto, che si estende in quella zona, aggancia una parte del primo anello del potere, e la capacità del primo anello del potere di costruire scremature ci fa percepire una serie di scremature nel limbo che sono quasi come quelle della vita quotidiana, eccetto che appaiono grottesche, misteriose e contorte. In questo modo il limbo ha caratteristiche specifiche che non cambiano arbitrariamente ogni volta che ci si entra. Esiste nelle sue caratteristiche fisiche che rassomigliano alle scremature della vita quotidiana. Don Juan sosteneva che la sensazione di aver sperimentato il limbo è dovuta al fardello crescente che è stato messo sulla prima attenzione. Nella zona situata proprio dietro il muro di nebbia possiamo ancora comportarci come facciamo normalmente; è come se fossimo in un mondo grottesco ma riconoscibile. Mentre lo penetriamo più profondamente, oltre il muro di nebbia, diventa sempre più difficile riconoscerne le caratteristiche o comportarsi nei termini del sé conosciuto. Mi spiegò che era possibile fare che invece del muro di nebbia apparisse qualsiasi altra cosa, ma che i veggenti avevano optato per accentuare ciò che consuma meno energia; visualizzare il muro di nebbia non richiede alcuno sforzo. Ciò che esiste oltre la seconda linea divisoria è conosciuto dai veggenti come la seconda attenzione, o l'altro sé, o il mondo parallelo; e l'atto di attraversare entrambi i confini è conosciuto come "attraversare le linee parallele". Don Juan pensava che potevo assimilare in modo più duraturo questo concetto se egli descriveva ogni dominio di consapevolezza come una specifica predisposizione percettiva. Mi disse che nel territorio della consapevolezza quotidiana siamo incastrati senza possibilità di salvezza nella predisposizione percettiva specifica della prima attenzione. Dal momento in cui il primo anello del potere comincia a costruire le scremature, il modo di costruirle diventa la nostra predisposizione percettiva ordinaria. La rottura della forza unificante della prima attenzione implica il rompere la prima linea divisoria. La predisposizione percettiva ordinaria passa allora nella zona intermedia che è fra le linee parallele. Si continua a costruire scremature quasi normali per un pò di tempo. Ma quando ci si avvicina a ciò che i veggenti chiamano la seconda linea divisoria, la predisposizione percettiva della prima attenzione comincia a recedere, perde forza. Don Juan era solito dire che questa transizione è segnata da un'improvvisa incapacità di ricordare o capire ciò che si sta facendo. Quando ci avvicina ancora di più alla seconda linea divisoria, la seconda attenzione comincia ad agire sui guerrieri che intraprendono il viaggio. Se sono inesperti, la loro consapevolezza si svuota, si cancella. Don Juan sosteneva che questo avviene perché si stanno avvicinando ad uno spettro delle emanazioni dell'Aquila che non ha ancora una predisposizione percettiva sistematizzata. Le mie esperienze con La Gorda e la donna nagual oltre il muro di nebbia erano un esempio di questa incapacità. Viaggiai lontano quanto l'altro sé, ma non potevo raccontare ciò che avevamo fatto per il semplice motivo che la mia seconda attenzione era ancora non formulata e non mi dava l'opportunità di formulare tutto ciò che avevo percepito. Don Juan mi spiegò che si comincia ad attivare il secondo anello del potere forzando la seconda attenzione a svegliarsi dal sonno. Il blocco funzionale del primo anello del potere realizza ciò. Poi, il compito dell'insegnante consiste nel ricreare la condizione che ha dato origine al primo anello del potere, la condizione dell'essere saturato di intento. Il primo anello del potere viene messo in moto dalla forza dell'intento data da quelli che insegnano come scremare. Come insegnante mi stava dando, allora, un nuovo intento che creerebbe un nuovo ambiente percettivo. Don Juan disse che ci vuole una vita di disciplina incessante, che i veggenti chiamano intento inflessibile, per preparare il secondo anello del potere ad essere in grado di costruire scremature che appartengono a un altro livello delle emanazioni dell'Aquila. Il dominare la predisposizione


percettiva del sé parallelo è un'impresa di valore impareggiabile che pochi guerrieri realizzano. Silvio Manuel era uno di questi pochi. Don Juan mi avvertì che non si deve cercare di dominarlo deliberatamente. Se ciò accade, deve essere attraverso un processo naturale che si sviluppa da solo senza molto sforzo da parte nostra. Mi spiegò che la ragione di questa indifferenza sta nella considerazione pratica che quando è dominato diventa semplicemente molto difficile da rompere, dal momento che l'obiettivo che i guerrieri perseguono attivamente è di rompere entrambe le predisposizioni percettive per entrare nella libertà totale della terza attenzione. (Rif: Carlos Castaneda – Il Dono Dell'Aquila)

La contemplazione ● Il passo del veggente consiste nel fermare il mondo. Il veggente per fermare il mondo deve smettere di guardare - fare - per far emergere il vedere - non-fare - attraverso la tecnica della contemplazione. Per attuare tale tecnica il contemplatore guarda fisso gli oggetti e tiene gli occhi socchiusi. In questo modo i pensieri si acquietano fino a giungere all’interruzione del loro flusso - interruzione del dialogo interno - e così si raggiunge il silenzio interiore. A questo punto la percezione ordinaria crolla - fermare il mondo - e si manifesta una percezione straordinaria, il vedere. (Rif: Ripel - Nagualismo) ● La contemplazione è l'arte di sostenere l'attenzione. E', in assoluto una delle tecniche più potenti ed efficaci che abbiamo a disposizione per riacquisire la totalità di noi stessi e farlo in modo sobrio e disciplinato. La contemplazione è un perfetto sostituto dell'uso delle piante di potere, anzi è molto meglio. Con la contemplazione otteniamo movimenti controllati del punto di unione senza subire alcun danno, incrementando invece la forza del nostro centro per l'aspetto vibratorio dell'energia. Ma di cosa si tratta? In sostanza consiste nell'usare la nostra percezione in modo inconsueto con l'obiettivo di accumulare silenzio interiore e intensificare l'attenzione fino ad oltrepassare una certa soglia critica, oltre la quale si ottiene lo sganciamento naturale del punto di unione. Per rendere più chiaro descrivo l'esercizio base. Questo si esegue semplicemente guardando un oggetto qualsiasi, preferibilmente qualcosa che non reagisca energeticamente per cominciare. Meglio evitare acqua, alberi e arbusti, fuoco, nuvole... Devi guardarlo usando il centro del campo visivo senza fissare lo sguardo, ma muovendolo lentamente in un'area circoscritta. Il nucleo dell'esercizio consiste nel riuscire a sostenere l'attenzione, interrompendo il dialogo interno e portando tutti noi stessi sull'atto di guardare ciò che stiamo guardando. Ogni volta che ti scopri concentrato sui tuoi pensieri invece che sull'atto di guardare devi ricanalizzare l'attenzione per ricondurla alla contemplazione, finché non riesci a sostenere l'attenzione nella direzione voluta a tua discrezione. Questo è l'esercizio base, quello preparatorio, poi si passa a tecniche via via più complesse (anche mentre si cammina) includendo l'udito, il tatto e infine....la volontà, il centro di potere e percezione che abbiamo nell'area intorno all'ombelico. Quando si riesce ad unificare la percezione nell'area della volontà è possibile cominciare a "vedere" il mondo come energia. Chiaramente per arrivare a questo risultato serve molto esercizio. (Marco Baston – sito intento.it) ● La contemplazione non è guardare, è qualcosa tra il percepire e il guardare. Le tecniche di contemplazione vengono usate per rompere la certezza che il mondo consista di oggetti. La contemplazione è designata a rompere il pregiudizio percettivo di soggettività del mondo. Taisha non consiglia la contemplazione delle nuvole; riguarda solo gli stregoni molto


esperti, dal momento che potrebbe essere difficile farne ritorno. Si può contemplare la sabbia, i ciottoli, le foglie e gli alberi. Non si dovrebbero contemplare gli alberi quando si è di malumore. L'oceano o l'orizzonte vanno molto meglio per il malumore, dal momento che l'oceano è grande abbastanza per assorbire quelle sensazioni. Florinda Grau (la vecchia Florinda) usava il metodo di dare brevi occhiate, individuando delle cose che forse sarebbero fuori luogo, così sovraccaricava il suo apparato visivo. Si può anche dare uno sguardo onnicomprensivo - 360 gradi – o, in alternativa, dall'alto in basso. Potete contemplare le foglie delineandole o contandole. Fare questo potrebbe causare uno spostamento brusco che fa scomparire le foglie e le sostituisce con lo sfondo in primo piano. Questo tipo di cambiamento è difficile da sostenere a lungo, e non si vorrebbe farlo. È solo una tecnica per rompere il vostro pregiudizio percettivo, e per tornare all'idea di percepire direttamente. Tratto da: Saturday night, May 26, 1995 - Taisha Abelar's Lecture ● «L'attenzione sotto il tavolo è la chiave di volta della stregoneria,» seguitò a dire la Gorda. «Per giungere a tale attenzione el Nagual e Genaro ci insegnarono il sognare, a te invece insegnarono l'uso delle erbe di potere. Non so in che modo t'abbiano insegnato a catturare la tua seconda attenzione mediante erbe di potere; quanto a noi, per insegnarci a sognare, el Nagual ci insegnò prima a contemplare. Non ci dava mai tante spiegazioni. Ci insegnò a contemplare e basta. Non sapevamo mica, da principio, che la contemplazione è il mezzo per catturare la nostra seconda attenzione. Pensavamo che fosse solo un passatempo. Non era così invece. I sognatori debbono essere prima contemplatori, per poter poi catturare la loro seconda attenzione. «Prima cosa, el Nagual mise una foglia secca in terra e ci fece restare a guardarla per ore. Ogni giorno portava una foglia e la metteva davanti a me. Dapprincipio pensavo che fosse la stessa foglia, che lui la conservasse da un giorno all'altro, ma poi notai che le foglie sono diverse. El Nagual disse che quando si nota questo vuol dire che non si guarda più, ma si contempla. «Poi cominciò a mettermi davanti un mucchio di foglie secche. Mi disse di tastarle con la mano sinistra mentre le contemplavo. Un sognatore muove le foglie a spirale, le rimira, poi sogna i disegni formati dalle foglie. El Nagual diceva che i sognatori possono ritenere di aver appreso la contemplazione delle foglie quando sognano prima un dato disegno e poi, il giorno dopo, lo ritrovano fra le foglie secche. «El Nagual diceva che rimirare le foglie fortifica la seconda attenzione. Se rimiri un mucchio di foglie per ore, come faceva fare a me, i tuoi pensieri si acquietano. Senza pensieri, l'attenzione del tonal svanisce e, ecco, la tua seconda attenzione si aggancia alle foglie e le foglie diventano qualcos'altro. Nel momento in cui la seconda attenzione si aggancia a qualcosa - diceva el Nagual - il mondo si ferma. Per questo è bene che ci sia qualcuno presso di te quando contempli. Non si possono prevedere gli scherzi della seconda attenzione. Bisogna impratichirsi bene, prima di avventurarci a contemplare da soli. E' difficile imparare a chetare i pensieri. El Nagual, per insegnarcelo, adoperava le foglie perché di foglie se ne trovano quante se ne vogliono. Ma, sennò, qualsiasi altro oggetto è buono. «Non appena riesci a fermare il mondo, ecco, sei un contemplatore. E poiché a fermarlo ci si arriva solo a furia di provare, el Nagual ci fece contemplare foglie per anni e anni. Credo sia la maniera migliore per arrivare alla seconda attenzione. «Alla contemplazione di foglie secche, el Nagual abbinava la ricerca delle mani nel "sogno". Mi ci volle circa un anno, a me, per trovare le mie mani nel "sognare"; e mi ci vollero quattro anni prima di fermare il mondo. El Nagual diceva che, una volta catturata la seconda attenzione con le foglie secche, si contempla e si "sogna" per allargare l'attenzione stessa. Tutto qua.» (Rif: Il Secondo Anello Del Potere – Carlos Castaneda)


● La Gorda si alzò e entrò in casa. Tornò un momento dopo con un piccolo cuscino, rotondo, di fibre naturali (le stesse fibre che si usano per fabbricare reti). Senza dir una parola mi condusse di nuovo avanti casa. Poi mi disse che aveva confezionato quel cuscino lei stessa, per star più comoda, allorché imparava a contemplare, perché la posizione dei corpo è molto importante quando si contempla. Bisogna sedere in terra su un soffice strato di foglie, oppure su un cuscino di fibre naturali; la schiena deve stare appoggiata contro un albero, o un troncone, o una pietra piatta. Il corpo deve stare perfettamente rilassato. Gli occhi non debbono mai fissarsi su un oggetto, per non stancarsi. La contemplazione consiste nell'esplorare lentamente l'oggetto contemplato, muovendo le pupille in senso inverso a quello delle lancette di un orologio *, ma senza spostare la testa. El Nagual aveva fatto piantare quei paletti, per appoggiarci la schiena. Mi fece sedere sul cuscino e appoggiare la schiena a un paletto. Mi disse che mi avrebbe guidato a contemplare un luogo di potere del Nagual, sulle colline di rimpetto, di là dalla valle. Sperava che, grazie a tale contemplazione, io accumulassi sufficiente energia per chiamare a raccolta la mia seconda attenzione. Si sedette accanto a me, molto vicina, alla mia sinistra, e si diede a impartirmi istruzioni. In un bisbiglio mi disse di tenere le palpebre semichiuse e fissare il punto in cui due enormi colline tondeggianti convergevano: là c'era un profondo, strettissimo canyon. Quella contemplazione - mi spiegò - consisteva in quattro azioni distinte. La prima: usare la tesa del cappello come visiera per eliminare l'eccessivo riverbero del sole e consentire che solo una minima quantità di luce mi arrivasse alle pupille; la seconda: socchiudere le palpebre; la terza: mantenere costante l'apertura delle palpebre stesse affinché si mantenesse costante la quantità di luce; la quarta: distinguere il canyon in lontananza attraverso la rete di fibre di luce sulle mie ciglia socchiuse.(Rif: Il Secondo Anello Del Potere – Carlos Castaneda) ● Dopo una lunga pausa si volse improvvisamente verso di me e disse che per trovare il posto adatto per riposare dovevo soltanto incrociare gli occhi. Mi guardò con aria saputa e aggiunse in tono confidenziale che era proprio quello avevo fatto quando mi ero rotolato sotto il portico di casa sua, perciò ero riuscito a trovare i due posti e i loro colori. Mi fece capire che era stato impressionato dal mio successo. "Davvero non so cosa ho fatto", dissi. "Hai incrociato gli occhi", mi rispose con enfasi. "La tecnica è questa; devi averlo fatto, anche se non ricordi". Don Juan descrisse quindi la tecnica, che, disse, richiedeva anni per essere perfetta e consisteva nel forzare gradualmente gli occhi a vedere separatamente la stessa immagine. L'assenza di conversione dell'immagine comportava una duplice percezione del mondo; tale duplice percezione, secondo don Juan, dava l'opportunità di giudicare quei cambiamenti dell'ambiente circostante che gli occhi erano ordinariamente incapaci di percepire. ... "Il trucco sta nel sentire con gli occhi", proseguì don Juan. "Il tuo problema ora è che non sai che cosa sentire. Ma ci riuscirai, con la pratica". "Forse, don Juan, dovreste dirmi cosa dovrei sentire." "Impossibile". "Perché? " "Nessuno potrebbe dirti quello che dovresti sentire. Non è calore, o luce, o riverbero, o colore. E qualcos'altro". "Potete descriverlo?". "No. Tutto quello che posso fare è comunicarti la tecnica. Una volta che hai imparato a separare le immagini e a vedere tutto sdoppiato, devi concentrare l'attenzione nel punto tra le due immagini. Qualsiasi cambiamento degno di nota avverrà li, in quel punto".


"Che tipo di cambiamenti sono?". "Questo non è importante, quella che conta è la tua sensazione. Ogni uomo è diverso. Oggi hai visto un luccichio, ma quello non significava nulla perché mancava la sensazione. Non ti posso dire come si fa a sentire, lo devi imparare da solo". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Al principio dei nostri rapporti, don Juan mi aveva spiegato un’altra tecnica: camminare per lunghi tratti senza porre a fuoco lo sguardo su nulla. Raccomandava di non fissare direttamente nulla, ma, incrociando leggermente gli occhi, dare un’occhiata generale ad ogni cosa. Aveva insistito, sebbene allora io non lo capissi, sul fatto che se si tengono gli occhi, senza porli a fuoco su nulla, verso un punto appena al di sopra dell’orizzonte, è possibile cogliere ogni cosa nell’arco di quasi 180 gradi dinanzi a sé. Mi aveva assicurato che questo esercizio era l’unico per riuscire a interrompere il dialogo interno. ... “Camminare in quel modo particolare satura il tonal” disse. “Lo inonda fino a sommergerlo. Capite: l'attenzione del tonal dev'essere posta sulle sue creazioni. È, infatti, quell'attenzione che, in primo luogo, crea l'ordine del mondo; il tonal deve quindi essere attento agli elementi del suo mondo, per sostenerli, e soprattutto deve sostenere l'immagine del mondo come dialogo interno.” Carlos Castaneda – L’Isola Del Tonal ● IL DIALOGO INTERIORE È LA SOMMA TOTALE DI TUTTE LE ATTIVITÀ MENTALI ED EMOZIONALI DIRETTE AL MANTENIMENTO DELLA NOSTRA VISIONE DEL MONDO. Se vogliamo cambiare la nostra visione del mondo, o sradicarla completamente, allora dobbiamo cambiare il nostro dialogo interiore, oppure fermarlo. Logicamente si afferma anche che se cambiamo il nostro dialogo interiore, non solo cambiamo la nostra visione del mondo, ma anche la nostra storia personale. Allo stesso modo, se fermiamo il dialogo interiore non solo la nostra visione del mondo crolla, ma si cancella anche la nostra storia personale. Questo è qualcosa che i Toltechi compresero già molto tempo fa, ma non avendo colto pienamente lo scopo del dialogo interiore, o la vera natura dell’intento, svilupparono ogni sorta di rituali bizzarri e meravigliosi per fermare il dialogo interno. Uno di questi rituali, chiamato il modo giusto di camminare, è stato descritto completamente da Carlos Castaneda in uno dei suoi libri. Un altro di questi rituali, chiamato la passeggiata di meditazione, è ancora oggi praticato da certi buddhisti. Ci sono molti di questi rituali che sono buoni e funzionano, in particolare i due menzionati sopra. Tuttavia, alla resa dei conti, tutti i rituali sono troppo goffi e pesanti, soprattutto per l’uomo moderno che vive nell’ambiente di città. Non è semplicemente possibile o sicuro praticare tali rituali mentre si cammina su un affollato marciapiede in una città, né è sempre pratico cercare un ambiente deserto, dove il rituale può essere praticato con successo. Oggi i Toltechi comprendono molto di più il dialogo interiore e di conseguenza nel presente schema di insegnamento tutti i rituali, inclusi quelli per fermare il dialogo interno, sono stati eliminati. Questo principalmente perché i rituali non sono in essenza molto pratici, e secondariamente perché l’unica cosa di reale importanza è l’attivazione dell’intento. I rituali di per sé non hanno assolutamente alcun potere eccetto quello di consentire ai praticanti di focalizzare la propria attenzione, e quindi aiutarli nel processo di attivazione dell’intento. Pertanto, invece di sprecare tempo prezioso nell’insegnare rituali agli apprendisti, oggi si pone l’accento su quelle tecniche che portano l’apprendista alla capacità di attivare il suo intento. A questo proposito è importante sottolineare che l'unico modo per fermare il dialogo


interiore è quello di guadagnare abbastanza potere personale con cui intenderlo. Un rituale come il modo giusto di camminare è stato concepito essenzialmente per fare questo, ma nessuna quantità di passeggiate in qualunque modo, non importa quanto oscuro o strano sia, fermerà il dialogo interno, a meno che l’apprendista non intenda fermarlo. Inoltre adesso sappiamo che non è saggio fermare bruscamente il dialogo interiore, come se fosse qualcosa di inutile da scartare. Pur essendo vero senza ombra di dubbio che alla fine tutti i guerrieri devono fermare il loro dialogo interno se vogliono essere liberi dalle restrizioni auto-imposte, tuttavia non è una cosa buona voler volare quando non si ha ancora imparato ad apprezzare, o perfino a comprendere, l’atto di camminare. Impariamo così tanto dal camminare, quanto dal volare, e se gli Antichi Veggenti fossero stati disposti a riconoscere questo fatto, avrebbero potuto evitare molti errori. (Theun Mares - Il Grido dell'Aquila) ● "Ti ho già detto che una delle cose più straordinarie scoperte dai nuovi veggenti fu che il nostro comando può diventare il comando dell'Aquila. Il dialogo interno finisce proprio come comincia: mediante un atto di volontà. Dopotutto, sono i nostri maestri che ci obbligano a dialogare con noi stessi. Mentre ci insegnano apprendono a usare la loro volontà e noi la nostra, entrambi senza saperlo. Come impariamo a parlare con noi stessi, così impariamo altresì a manipolare la nostra volontà. In altre parole, i nostri maestri ci obbligano a parlare con noi stessi. La maniera di finirla con il dialogo interno è usare lo stesso metodo: dobbiamo obbligarci a bloccarlo, dobbiamo creare l'intento, usando la forza della nostra volontà". Per qualche minuto restammo in silenzio. Gli chiesi subito quali fossero i maestri che ci insegnavano a stabilire un dialogo interno. “Mi riferivo a quel che ci capita, a noi esseri umani, quando siamo bambini" rispose. “In quel periodo tutti quelli che ci circondano sono nostri maestri e ci insegnano a ripetere un interminabile dialogo con noi stessi. Il dialogo si interiorizza e crea una tale forza che da sola mantiene fisso il punto di unione. "I nuovi veggenti dicono che i bambini hanno cento maestri che gli insegnano esattamente dove localizzare il punto di unione e come tenerlo fisso.” Carlos Castaneda – Il Fuoco dal Profondo ● Mi ricordò che dal giorno della nostra conoscenza aveva cercato di spiegarmi che bloccare il dialogo interno è la molla che aziona tutto quanto fanno i veggenti. Sottolineò più di una volta che è il dialogo interno a tenere fisso nella posizione originale il punto di unione. "Quando si raggiunge il silenzio tutto è possibile” disse. Carlos Castaneda – Il Fuoco dal Profondo ● Dissi poi a don Juan che, in quell'occasione, mi ero inoltre reso conto che l'interruzione del dialogo interno comportava qualcosa di più della semplice sospensione delle parole rivolte da me a me stesso. Tutto il mio processo del pensare si era interrotto e mi ero trovato praticamente sospeso, fluttuante. Da questa consapevolezza era nato un senso di panico, per cui, come antidoto, avevo dovuto riprendere il dialogo interno. “Vi avevo detto che il dialogo interno è ciò che ci fonda.” Osservò don Juan. “Il mondo è così e così, o diverso, perché noi parliamo a noi stessi del suo essere così e così, o in modo diverso.” Don Juan spiegò che il passaggio nel mondo degli stregoni si apriva dopo che il guerriero aveva imparato a interrompere il suo dialogo interno. … “Non capisco. perché ve ne stupiate tanto.” Disse don Juan. “Ogni volta che il dialogo interno si interrompe, il mondo sprofonda e affiorano straordinarie sfaccettature di noi,


come se fossero state, fino a quel momento tenute nascoste dalle nostre parole. Voi siete così come siete poiché vi dite che siete appunto cosi.” Carlos Castaneda – L’Isola Del Tonal ● "Non ne parleremo oggi, sarà l'argomento di una spiegazione successiva; si tratta comunque dell'aspetto più serio dell'arte degli sciamani dell'antico Messico. Nello sciamanesimo, il silenzio interiore è il punto da cui nasce ogni cosa. In altre parole, tutto ciò che facciamo ci guida verso tale stato che, come sempre accade nel mondo degli sciamani, non emerge se non veniamo scossi da qualcosa di gigantesco" mi spiegò. Aggiunse poi che gli sciamani dell'antico Messico erano soliti elaborare un'infinità di sistemi per scuotere se stessi o i loro colleghi, fin nelle fondamenta, per raggiungere la condizione tanto ambita del silenzio interiore. Essi ritenevano che i gesti più disparati, apparentemente più lontani da tale obiettivo, come per esempio saltare in una cascata o passare la notte appesi a testa in giù sul ramo più alto di un albero, fossero i punti chiave per realizzarlo. Basandosi sulle spiegazioni di questi sciamani, don Juan dichiarò con estrema sicurezza che il silenzio interiore viene accumulato. Nel mio caso, si sforzò di guidarmi a costruire un nucleo di silenzio interiore nella profondità del mio essere, che avrei poi fatto crescere,istante dopo istante, ogni volta che lo praticavo. Mi spiegò che gli sciamani avevano scoperto che ogni singolo individuo possiede una soglia diversa di silenzio interiore per quanto riguarda il tempo: ciò significava che il silenzio interiore prima di poter funzionare, dev'essere mantenuto da ciascuno di noi per tutto il tempo necessario a varcare tale soglia. "Qual era il segno che indicava agli sciamani che il silenzio interiore funziona?" volli sapere. "II silenzio interiore inizia ad agire nell'attimo stesso in cui cominci ad accumularlo. Gli antichi sciamani volevano ottenere il risultato supremo, il raggiungimento cioè di quella soglia individuale di silenzio. Ad alcuni di loro, molto esperti, bastavano solo pochi minuti di silenzio; altri, meno capaci, ci riuscivano solo dopo periodi più lunghi di silenzio, magari più di un'ora di completa tranquillità. E tale risultato era ciò che gli antichi sciamani chiamavano fermare il mondo, l'attimo in cui tutto ciò che ci circonda cessa di essere ciò che è sempre stato." Carlos Castaneda - Il Lato Attivo dell'Infinito ● "La spiegazione degli stregoni del modo in cui scegliere un argomento per il sognare,” disse “è che un guerriero sceglie l'argomento, imponendosi deliberatamente un'immagine nella mente e facendo tacere il dialogo interno. In altre parole, se è capace di non parlare con se stesso e, anche solo per un istante, afferra l'immagine o il pensiero di cui vuole sognare, l'argomento desiderato verrà a lui. Sono certo che l'avete fatto, anche se non ve ne rendevate conto.” (Rif: L'isola del Tonal – Carlos Castaneda)

* Contemplazione - Precisazione ● La contemplazione consiste nell'esplorare lentamente l'oggetto contemplato, muovendo le pupille in senso inverso a quello delle lancette di un orologio, ma senza spostare la testa. (Rif: Il Secondo Anello Del Potere – Carlos Castaneda) Questa affermazione viene smentita da Marco Baston nel suo libro La Soglia dell'Energia e più energicamente da Lujan Matus nel suo libro Risvegliare il Terzo Occhio. Ecco i punti esplicativi: ● Devi esplorare molto lentamente con gli occhi ciò che stai contemplando, preferibilmente con un movimento in senso orario, senza muovere la testa. Puoi fermare lo sguardo, ma


solo per accentuare i piani di profondità e i particolari per poi ricominciare ad esplorare l'area più in dettaglio. (Rif Marco Baston – La Soglia dell'Energia) ● Ruota sempre in senso orario Devo ribadire la necessità di continuare le rotazioni in senso orario sui quadranti in tutte le contemplazioni. Procedere in senso antiorario dovrebbe essere evitato in qualsiasi circostanza in quanto apre una porta dannosa. Una mia studentessa che praticava la contemplazione di un fiore con me, cosa che sarà spiegata più avanti in questo libro, mosse gli occhi brevemente in senso antiorario e poi ho visto un fascio tubolare d'ombra scendere giù sulla scena di fronte a noi dove si stava contemplando. Ho chiesto alla mia studentessa se avesse mosso gli occhi in senso antiorario in quel momento e lei lo ha confermato. Più tardi quella sera, e per le notti successive, la mia studentessa ebbe la sensazione di una presenza nella sua stanza mentre lei dormiva. Al risveglio si accorse che le cose disposte su un altare da lei costruito venivano risistemate in modo misterioso e fatte cadere duramente proprio di fronte a lei. Ci sono voluti un paio di giorni affinché queste intrusioni desistessero e questo fu il risultato di aver mosso gli occhi, solo per breve tempo, in senso antiorario. (Rif: Lujan Matus - Risvegliare il Terzo Occhio)

Esercizio per acquietare il Dialogo Interno Parla Clara l’insegnante di Taisha Abelar ● Clara disse che mi avrebbe mostrato un altro esercizio per interrompere i pensieri e per sentire le linee di energia. Altrimenti avrei continuato a fare quello che avevo sempre fatto: lasciarmi incantare dall’idea di me stessa. Mi disse di sedermi a gambe incrociate e di inclinarmi lateralmente mentre inalavo, prima a destra poi a sinistra, e di sentire come venivo tirata da una linea orizzontale che si estendeva dall’apertura delle orecchie. Si inala mentre ci si inclina e si esala mentre si torna diritti. Disse che, sorprendentemente, la linea non si fletteva con il movimento del corpo, ma rimaneva perfettamente orizzontale e che questo era uno dei misteri che lei e i suoi compagni avevano scoperto. “Inclinandoci in questo modo,” spiegò, “spostiamo lateralmente la consapevolezza, che normalmente è sempre rivolta in avanti.” Mi ordinò di rilassare i muscoli della mascella masticando e deglutendo tre volte. “Questo cosa fa?” chiesi, inghiottendo rumorosamente. “Masticare e deglutire fa scendere nello stomaco un po’ dell’energia contenuta nella testa, diminuendo il carico sul cervello,” disse ridacchiando. “Nel tuo caso dovresti ripetere spesso questa operazione.” Volevo alzarmi e camminare, perché mi si stavano intorpidendo le gambe. Ma Clara pretese che rimanessi seduta ancora un poco a praticare l’esercizio. Mi piegai verso entrambi i lati, cercando con tutte le mie forze di sentire quella elusiva linea orizzontale, ma non riuscivo ad avvertirla. Riuscii invece ad arginare i miei pensieri, che solitamente venivano a valanga. Trascorsi forse un’ora seduta in totale silenzio, senza il minimo pensiero. Intorno sentivo i grilli stridere e le foglie stormire, ma il vento non portava più voci. Ascoltai per un momento i latrati di Manfred che provenivano dalla sua stanza, su un lato della casa. Poi, come mossi da un silenzioso comando, i pensieri irruppero di nuovo nella mia mente. Divenni consapevole della loro completa assenza e di come era stato pacifico il silenzio totale. I miei irrequieti movimenti corporei dovevano aver avvertito Clara, perché cominciò nuovamente a parlare. “La voce dello spirito non viene da nessuna parte,” continuò.


“Viene dalle profondità del silenzio, dal regno del non essere. E una voce che si può sentire solo quando si è assolutamente calmi e in equilibrio.” Spiegò che le due forze antagoniste che ci muovono, maschile e femminile, positivo e negativo, luce e buio, devono essere tenute in equilibrio, cosicché si crei un’apertura nell’energia. (Rif: Taisha Abelar - Il Passaggio Degli Stregoni)


L'Arte Di Sognare L'arte di "sognare" è muovere il proprio punto di unione utilizzando e approfittando al massimo dei nostri sogni per riuscirci. L'arte di “sognare” è la capacità di utilizzare i sogni ordinari e trasformarli in coscienza controllata, in virtù di una forma speciale di attenzione denominata "attenzione di sogno". ● “Disse che gli antichi stregoni legavano L'Arte del Sognare a cinque condizioni che vedevano nel flusso di energia degli esseri umani. Primo, vedevano che solo i filamenti di energia che passano direttamente attraverso il punto di unione possono essere uniti nella percezione coerente. Secondo, vedevano che se il punto di unione è spostato in un'altra posizione, per quanto Io spostamento sia piccolo, filamenti di energia diversi e non comuni cominciano ad attraversarlo, impegnando la consapevolezza e forzando l'unione di questi non comuni campi di energia in una forte e coerente percezione. Terzo, vedevano che, durante i sogni normali, il punto di unione si sposta facilmente da solo in un'altra posizione sulla superficie dell'uovo luminoso, o al suo interno. Quarto, vedevano che il punto di unione può esser fatto spostare in posizioni esterne all'uovo luminoso, in filamenti d'energia dell'universo in generale. E, quinto, vedevano che con la disciplina è possibile assecondare ed eseguire, nel sonno e nei sogni normali, un sistematico spostamento del punto di unione.” Rif: Carlos Castaneda - L'Arte del Sognare ● Quando ci addormentiamo e sogniamo noi recuperiamo la nostra naturale condizione di viaggiatori dell'infinito. Il punto di unione si muove liberamente, allineando elementi di altri mondi (o anche interi nuovi mondi). Il sogno ha una funzione di recupero energetico; mantenere la posizione ordinaria del punto di assemblaggio richiede tutta la nostra energia e noi ci esauriremmo fino a morire se non disponessimo di un sistema di ricarica. Questo sistema consiste nell'addormentarsi e sognare, permettendo così che il punto di unione si muova liberamente "accendendo" nuovi campi energetici ed ottenendo da questa accensione l'energia necessaria per garantire la sopravvivenza dell'essere. Nel sogno normale però il movimento è casuale, caotico e pieno di elementi irreali, creati dalla nostra capacità e abitudine di interpretazione. I guerrieri imparano a disciplinare il movimento del punto di unione che avviene naturalmente nel sogno, così possono spostarlo volontariamente e fissarlo in nuove posizioni, fino a fornirle della stessa coerenza di quella ordinaria. Arrivano anche a sognare nuove posizioni condivise con altri guerrieri (potremmo definirle le realtà alternative degli stregoni) oppure a svegliarsi mantenendo la posizione ottenuta nel sognare e sviluppando così un nuovo corpo, il corpo di sogno o doppio. (Marco Baston – sito intento.it)

Sognare Da il libro Il Grido dell’Aquila di Theun Mares È praticamente impossibile praticare il sognare consapevole, quando il corpo fisico ha delle tensioni e non è a proprio agio; perciò, il primissimo requisito nel prepararsi al sognare è di far fiorire l’abilità di raggiungere un completo rilassamento a volontà e a discrezione del sognatore. Potremmo definire questo stato di rilassamento, rilassamento profondo, ma in ultima analisi non è niente di più che un riflesso condizionato.


Nel prepararsi al sognare è importante stabilire un posto e un periodo di tempo del giorno, in cui non si verrà disturbati, della durata di almeno trenta minuti. Alla fine un sognatore provetto riuscirà a sognare dappertutto, e in ogni momento, non importa in quali circostanze e in quale ambiente si trovi, ma all’inizio è di grande aiuto creare un ambiente ideale in cui sognare. Nello stabilire il periodo di tempo giornaliero in cui praticare il sognare, cercate di avere a disposizione lo stesso periodo ogni giorno, ma rendetevi conto che questo servirà solamente dal punto di vista di stabilire un senso di autodisciplina. Strettamente parlando il periodo del giorno ha un piccolissimo impatto sul sognare, perciò non importa quando ciò viene fatto, ma non è una buona idea praticare il sognare quando si è stanchi e pronti a cadere addormentati. Detto questo, potrei prendere in esame i diversi periodi del giorno che possono produrre delle differenze sulla qualità del sognare, ma questo sarà solo importante per i sognatori molto esperti che faranno lavoro di ricerca in settori specifici. Per il sognare ordinario del guerriero non coinvolto in queste ricerche, può essere utilizzato qualsiasi periodo del giorno o della notte. Tuttavia non dovreste tentare di praticare il sognare a stomaco pieno e dopo aver bevuto alcolici. Lo spazio scelto per la pratica dovrebbe contenere un letto, perché è molto più facile praticare il sognare sdraiati sul letto, per raggiungere il massimo rilassamento. Ci si dovrebbe occupare dell’illuminazione della stanza che non dovrebbe essere troppo abbagliante né disturbante, se possibile la stanza dovrebbe essere abbastanza silenziosa e tiepida, ma con un buon ricambio d’aria. Nel momento in cui il riflesso condizionato verrà messo in atto, e la perizia nel sognare verrà raggiunta, il guerriero potrà, se necessario, sognare appollaiato su un affollato pavimento in piena luce, circondato dal rumore del traffico, ma è ovvio che questo richiede un grosso ammontare di potere personale ed è possibile solo dopo anni e anni di pratica. Dopo aver scelto lo spazio e il periodo di tempo, vestitevi con abiti abbastanza comodi e caldi. Abiti stretti, scarpe e gioielli potrebbero essere splendide seccature se cercate di rilassarvi, e spesso hanno la pessima abitudine dopo un po' di interrompere il flusso sanguigno di qualche parte del corpo. Se state praticando il sognare durante il giorno, tirate le tende cosicché la luce della stanza sia soffusa. Se praticate durante la notte, assicuratevi di non avere luci abbaglianti sulla testa, ma non spegnete del tutto le luci. Posizionare un’abat-jour al di fuori del vostro perimetro visivo potrebbe essere la soluzione migliore. Ora siete pronti per incominciare a imparare il riflesso condizionato. GRADINO 1a: Sdraiatevi con la schiena sul letto, potete usare o meno un cuscino. Ponete le vostre braccia sul letto ai vostri fianchi, le mani sono a una piccola distanza dal corpo e con il palmi rivolti all’insù; in questo modo guarderete il soffitto. Le vostre gambe dovrebbero essere leggermente divaricate, in modo che i piedi non si tocchino. Chiudete gli occhi delicatamente, respirate profondamente, tossite se necessario, e poi concentratevi sul rilassamento. Ora siete pronti per imparare il rilassamento profondo. Per imparare il riflesso condizionato è altresì importante imparare l’indipendenza muscolare, sebbene per la maggioranza delle persone sia una cosa molto difficile da fare, è importantissima per imparare il rilassamento. Iniziamo con le dita di entrambi i piedi tendiamole rattrappendole fortemente per alcuni secondi. Poi molliamo la tensione bruscamente e completamente. Nel tendere e distendere non è la durata della tensione a essere importante, ma il grado di tensione raggiunta. Mai tendere a lungo di modo che avvengano i crampi, nel caso in cui avvenissero si avrebbe solo dolore e perdita di tempo. Tendete più forte che potete solo per pochi secondi, e poi distendete bruscamente e completamente come potete. Quando tendete le dita, impegnatevi a non tendere nessun’altra parte del corpo contemporaneamente. Una completa indipendenza muscolare è praticamente impossibile, per il semplice motivo che tutti i muscoli interagiscono fra loro, ma è altresì possibile concentrare la tensione in un’area specifica. Perciò non dovete avere tensioni sul viso, o nelle gambe, quando tendete le dita.


Dopo aver teso e disteso le dita tendete il collo del piede e i polpacci spingendo le dita rilassate verso il letto. Nel fare questo non tendete di nuovo le dita. Mantenete la tensione per pochi secondi e poi distendete bruscamente. Ora ripetete il procedimento con le cosce e le ginocchia. Spingete le ginocchia giù verso il letto, abbiate la sensazione di trapassarlo con esse, assicuratevi di non tendere i polpacci e i piedi. Ora tendete le natiche schiacciandole e avvicinandole tra loro, trattenete e rilassate. Poi tendete la parte inferiore dell’addome avendo la sensazione che le ossa delle anche scendano e si avvicinino, cosi’ da contrarre ciò che chiamo i muscoli del “bikini”. Ora agite sulla parte superiore dell’addome e sul petto forzando le costole ad avvicinarsi e a muoversi verso il basso. Poi spingete le spalle giu’ verso il fondo del letto. Infine, tendete la schiena avendo la sensazione di arcuarvi all’indietro in modo da far toccare le spalle con le natiche, ovviamente non va preso alla lettera solo la sensazione. Dopo aver rilassato il corpo e le gambe, ripetete il procedimento con le braccia e le mani. Non è assolutamente facile raggiungere la necessaria indipendenza muscolare in questa parte del corpo, ed è perciò meglio praticare l’indipendenza muscolare delle braccia ad una ad una se avete la possibilità di farlo, altrimenti spenderete un sacco di tempo e sarete frustrati nel cercare di isolare le parti delle braccia durante l’esercizio. Nel fare questo, prima tendete e distendete la parte superiore delle braccia, poi gli avambracci e per ultime le mani, rattrapprendole fortemente come artigli prima di distenderle. Poi tendete i muscoli del collo semplicemente spingendolo giù verso il letto. Seguite con la tensione dei muscoli facciali rattrapprendo l’intera faccia come se fosse una palla, tendete anche gli occhi, le labbra, e la bocca serrando i denti e spingendo la lingua contro di essi. Infine tendete i muscoli del cuoio capelluto tirando su la fronte ma senza aprire gli occhi. Adesso giacete e assicuratevi che i denti siano leggermente staccati e che la lingua e le palpebre siano completamente rilassate. Verificate mentalmente ogni parte del vostro corpo per trovare ancora delle tensioni residue. Se fossero trovate allora tendete e rilassate quelle parti del corpo nuovamente, facendo questo assicuratevi però di non aggiungere tensioni alle altre parti già rilassate. Questo è il motivo per cui l’indipendenza muscolare è fondamentale. Il segnale del completo rilassamento del corpo è la sensazione di sentirsi estremamente pesanti – come essere sprofondati dentro al letto. Se tentate di muovere le dita, il movimento sarebbe lento, pigro, e pesante, come se cercate di muovere le dita immerse in una densa melassa. In pratica vi troverete a dover ripetere il tendere e distendere due o tre volte prima di raggiungere un completo rilassamento, ma il guadagno ottenuto val bene lo sforzo fatto. Non dovete per nessun motivo abbreviare questa parte dell’addestramento, e non dovete passare alla parte successiva prima di aver raggiunto un rilassamento completo. GRADINO 1b: Dopo esservi rilassati profondamente e completamente, mantenete i vostri occhi chiusi, ed eseguite la seguente tecnica di rilassamento, che ha una sequenza di respirazione di 2 – 4. Questa tecnica di respirazione, a differenza di altre, è perfettamente innocua e sicura, ma come per qualsiasi altra tecnica conformatevi alle istruzioni cosi come stabilite. Mantenete i denti leggente aperti e la lingua completamente rilassata, inalate contando 4, trattenete il respiro contando 2, espirate contando 4, e trattenete contando 2. Questo è un ciclo respiratorio; ripetetelo per dieci – dodici volte, ma non di più, altrimenti andrete in iperventilazione. Tutta la respirazione dovrebbe essere fatta attraverso il naso. La velocità del conteggio non dovrebbe essere troppo veloce ne troppo lenta. L’ideale sarebbe regolarsi in base alle pulsazioni del cuore, due battiti uguale a uno del conteggio. Stimate la velocità prima sentendo il vostro polso e contate ogni battito come ‘uno e due e tre e quattro avendo cosi un totale di otto battiti per un conto di quattro. L’idea è di riempire completamente i polmoni con l’inspirazione e svuotarli completamente con l’espirazione. Nel fare il conteggio fatelo mentalmente senza muovere la lingua o le mascelle.


Assicuratevi di non tendere il corpo durante la respirazione, che dovrebbe essere rilassata e scorrevole, ma nello stesso tempo abbastanza vigorosa. Non preoccupatevi di fare rumore. Dovreste essere capaci di sentire il vostro respiro abbastanza forte e chiaro. Quando trattenete dopo l’inspirazione non dovete chiudere la gola o usare la lingua per bloccare l’aria; semplicemente sospendete il respiro con la sensazione si sospendersi a mezz’aria. Qualsiasi blocco creerà solo tensione. Nello stesso modo, dopo l’esalazione, lasciate sfiatare i polmoni solo per mezzo della forza di gravità non bloccate o trattenete alcuna parte. Quando avete terminato dopo 10 / 12 cicli inspirate per il conto di 4, trattenete per il conto di 2, e poi esalate con una rapida espulsione attraverso la bocca aperta, permettendo all’aria di uscire prima che le labbra lentamente si chiudano, apparentemente per loro volontà. Respirate con il vostro ritmo normale se il corpo lo richiede e vi spinge a farlo. Questo respiro finale ‘dentro dal naso e fuori dalla bocca, dovrebbe essere un grosso sospiro, e viene chiamato respiro purificatore. Ora giacete semplicemente ancora per alcuni minuti senza addormentarvi, e godete dello stato di profondo rilassamento mentale e corporeo. Non dimenticatevi di fare il respiro purificatore, ogni profondo sospiro è il segnale per la mente subconscia che voi volete cambiare qualcosa. Questo è estremamente importante, e per la mente subconscia equivale a un pilota automatico. è la mente subconscia colei che è responsabile sia per la respirazione che per i battiti del cuore, cosi come per molte altre funzioni. Non dobbiamo occuparci consciamente di far battere il cuore o di respirare, ma possiamo in qualsiasi momento intervenire e sostituire il pilota automatico. Nel caso in cui lo facciamo deve essere reso chiaro che a nostra discrezione il pilota automatico riprenderà la funzione. Molti studenti si sono addormentati mentre facevano la sequenza di respirazioni. Se, dopo esservi addormentati, la mente subconscia non riprende il controllo con la normale respirazione, e a volte accade, il risultato sarà una grossa iperventilazione che potrà causare nausea, un violento mal di testa, tachicardia, che inevitabilmente vi condurrà al terrore e al panico. I gradini 1a e 1b dovrebbero essere fatti ogni giorno, fino a quando la mente subconscia sia perfettamente allenata ad associare la respirazione 2/4 con il rilassamento profondo. Quando la mente subconscia riconosce il procedimento, quando iniziate la respirazione 2/4 la mente subconscia interverrà e sottoporrà il corpo ad un completo rilassamento – stato non solo necessario per il sognare ma anche per eliminare stress e tensioni non volute. Con la pratica il guerriero rifinisce la tecnica fino al punto in cui basterà il respiro purificatore per entrare nel sogno. Dipende da persona a persona, ma ci vogliono da 4 a 6 settimane di pratica giornaliera prima che la mente subconscia abbia stabilito il riflesso condizionato. Se siete portati ad avere un mucchio di tensioni, ci possono volere tre mesi prima che il riflesso condizionato avvenga, ma anche in questo caso perseverate, perché la persistenza farà superare qualsiasi ostacolo. Realizzate anche, che prima di aver installato il riflesso condizionato, saltate un giorno di esercitazione, sposterete indietro di una settimana il lavoro fatto, qualche volta anche di due. Dopo circa quattro settimane di pratica potrete iniziare a fare il test per vedere se avete acquisito il riflesso condizionato. Giacete sul letto semplicemente, chiudete gli occhi, fate un respiro profondo, e senza passare dall’esercizio di tendere e distendere, fate 3 o 4 cicli di respirazione, seguiti dal respiro purificatore. Ora date alla mente subconscia 2 o 3 minuti per registrare il comando. Se vi troverete abbastanza felicemente in uno stato di profondo rilassamento, allora avrete acquisito il riflesso condizionato, e potrete passare al Gradino 2. Se non succedesse niente, continuate a tendere e rilassare per un’altra settimana, e poi rifate il test. Mantenete questo procedimento fino a che il riflesso condizionato è stato installato. Per nessun motivo dovrete passare al Gradino 2, nemmeno provarlo, prima di eseguire alla perfezione il riflesso condizionato. Se doveste farlo minereste solo il vostro potere personale; perciò resistete alla tentazione di immergervi nel sognare, come un elefante in un negozio di cristalli, ed accontentatevi di fare un passo alla volta. Se seguite questo consiglio non rimpiangerete mai il tempo e la pazienza che avete investito. GRADINO 2:


Quando avete raggiunto il rilassamento profondo, eseguite la tecnica di visualizzazione descritta sotto chiamata “The Yellow Rose Of Friendship – La Rosa Gialla Dell’Amicizia”. Dovete capire che questa sezione del sognare viene saltata se il guerriero avesse la necessità di entrare molto velocemente negli stati alterati della percezione, ma nel sognare formale, e nell’imparare a sognare, è un requisito di vitale importanza per entrare nella coscienza superiore in questa specifica tecnica. “The Yellow Rose Of Friendship – La Rosa Gialla Dell’Amicizia” è un simbolo che si perde nella notte dei tempi, la sua origine risale letteralmente a un tempo prima del tempo. In altre parole, è una forza nata prima dell’attuale manifestazione dell’universo, e quando vista da un veggente crea l’impatto visivo di una rosa gialla. Questo simbolo vecchissimo viene descritto nella prima delle quattro parti di ciò che viene conosciuto come la spiegazione degli stregoni; una potente spiegazione della manifestazione, della vita e dello scopo dell’incarnazione parimenti vecchia. Perciò il simbolo della Rosa è estremamente potente quando viene visualizzato in modo appropriato, ed ha la particolarità di mandare lo studente ben dentro il lato sinistro. Al momento giusto la spiegazione degli stregoni verrà rivelata, ma per ora esamineremo come la Rosa dovrebbe essere usata nell’arte del sognare. Sono state scritte un mucchio di sciocchezze sull’arte della visualizzazione, con il risultato di avere gente molto confusa su ciò che quest’arte abbraccia. Non c’è niente di mistico o di difficile nella visualizzazione, ed in ultima analisi non è niente di più che richiamare alla memoria l’oggetto o l’essere desiderato. Ogni uomo, donna o bambino abbastanza spontaneamente pratica la visualizzazione ogni volta che pensa alla sua cosa o persona favorita. Se tu non fossi certo sulla figura di una rosa, allora studiane una ogni giorno per alcuni giorni fino a quando tutti i dettagli riguardando tutte le sue parti ti saranno chiari. A questo scopo non è necessaria una rosa gialla – ma qualsiasi rosa va bene, serve solo per la forma, la struttura e i dettagli. Questo studio dovrebbe essere fatto durante gli esercizi per installare il riflesso condizionato. Quando vi sarà chiaro come appare una rosa, e avete installato il riflesso condizionato, sdraiatevi sul letto, chiudete gli occhi, e fate 3 o 4 cicli di respirazione, seguite dal respiro purificatore. Quando avete raggiunto il rilassamento profondo, visualizzate di fronte a voi una bellissima rosa gialla. Il colore dovrebbe essere di un piacevole leggero pastello giallo, né troppo chiaro né troppo scuro. Sebbene sia un pastello giallo il colore dovrebbe essere vibrante e completamente chiaro senza tracce di color crema, oro, arancio o rosso. La rosa dovrebbe essere un bocciolo che si sta per schiudere, in cui solo i petali esterni hanno incominciato ad aprirsi mentre quelli interni sono ancora chiusi. Più di questo non posso dire, poiché ognuno di noi deve imparare a vedere la rosa per quello che veramente è. Non sentitevi abbattuti perché non ci vorrà molto per incominciare a vedere i più sbalorditivi dettagli nella rosa. In questo dovreste seguire le vostre sensazioni, cioè il vostro cuore. Se percepite qualcosa che non va per il verso giusto, allora sperimentate e cambiatelo, fino a che non vi andrà bene. Andando avanti potreste trovarvi a cambiarla nuovamente, e il procedimento continua fino a quando non avrete capito che quella è la rosa giusta per voi. La cosa stupefacente è che alla fine ognuno arriva a vedere la rosa nello stesso modo in cui la vedono gli altri, perciò alla fine vi sarà solo una “Yellow Rose Of Friendship – Rosa Gialla Dell’Amicizia”. Vi troverete ad affrontare un sacco di domande nel visualizzare la rosa. Ha uno stelo e se si ci sono delle foglie attaccate? Se ci sono delle foglie, quante sono, e dove sono messe e ammucchiate? La rosa è attaccata a un cespuglio, e se si dov'è messo il cespuglio? Se la rosa fa parte di un cespuglio è l’unica rosa? Quanti petali ha la rosa e come sono disposti? I petali sono ripiegati destra su sinistra o viceversa? Le domande sono tantissime ed ognuna ha un significato. Si deve rispondere a ognuna di queste domande, ma vi devo dire che c’è una sola risposta giusta a queste domande e la risposta è la stessa per tutti! Non cercate di rispondere alle domande tutte in una volta. Prendete il tempo che vi serve nello scoprire la rosa, e verrete premiati con la composizione di una bellezza mozzafiato. Continuando a visualizzare la rosa, giorno dopo giorno, anno dopo anno, inizierete a comprendere il significato di ogni parte della rosa e, come risultato, i piu’ favolosi segreti vi verranno gradualmente svelati. Scoprire la “The Yellow Rose Of Friendship – La Rosa Gialla Dell’Amicizia” è una delle


pratiche più eccitanti della tradizione Tolteca – una pratica che può essere descritta come veramente magica! Inoltre non c’è nessun’altra pratica che costruisce così tanto potere personale come lo scoprire la Rosa, ed è per questo motivo che a nessuno che ha visto la rosa viene permesso a svelarne il segreto, facendo questo si priva l’apprendista della possibilità di mietere il proprio potere personale. Riguardo a questo, realizza che non dovrai mai parlare della tua esperienza con la rosa con nessuno, a meno che la persona sia un genuino veggente. Tieni tutte le tue scoperte sulla rosa per te, e se dovessi scrivere le tue esperienze su un diario, assicurati che il diario sia sempre mantenuto confidenziale. Soprattutto ricordati che la Rosa è un simbolo che ti mette in collegamento con una forza molto potente e molto molto antica. Per questo dovrebbe essere sempre trattata con rispetto e cautela, non nel senso di cadere nella superstizione, ma nel senso di trattare una forza sconosciuta. Quando visualizzate la rosa fatela girare in senso orario su un piano orizzontale , e allo stesso tempo giratela lentamente sul proprio asse sempre in senso orario. Questo movimento è simile alla rotazione di un pianeta sul proprio asse ed intorno al sole. Ad un cero punto della sua orbita la Rosa dovrebbe lentamente capovolgersi, per poi raddrizzarsi prima di arrivare al termine della rivoluzione. Tutti questi movimenti fanno si che il praticante veda tutta la rosa fin nei minimi particolari. Perciò la velocità di rotazione della rosa non dovrebbe essere veloce, ma nemmeno lentissima. Quando la Rosa ha completato una rivoluzione falla fermare. Ora mentalmente senti un petalo della Rosa con il pollice e l’indice. La sensazione dovrebbe essere tipo un soffice e delicato velluto. Inizia a sentire il petalo vicino alla sua base poi fai scorrere gentilmente le tue dita fino al bordo superiore del petalo. Nota lo spessore e la consistenza del petalo verso la base e come la sua struttura diventi progressivamente sottile e meno consistente verso la cima. Dopo aver toccato la Rosa, annusa il suo delicato profumo mentalmente. La fragranza dovrebbe essere forte e chiara, esattamente come una rosa reale, e non nauseante come un profumo da due soldi. Annusare la Rosa non risulta facile per la maggioranza delle persone, poiché dipende dal progresso della persona sulla Via Del Guerriero, potrebbe passare un sacco di tempo prima che si possa sentire il profumo della Rosa. Qualche volta un apprendista potrà avere un colpo di fortuna del principiante, ma il più delle volte dopo questo iniziale successo, il profumo svanisce per poi ritornare in futuro. Dopo aver completato questa sezione sulla Rosa, fatela dissolvere abbastanza rapidamente dalla vista interiore, ma rimanete nel vostro stato di rilassamento per alcuni minuti senza però cadere addormentati. Praticate questo secondo Gradino del prepararsi al sognare fino a che viene fatto senza alcuno sforzo, e siete completamente famigliari con ogni aspetto della Rosa. Non è necessario rispondere a tutte le domande sulla Rosa prima di passare al prossimo gradino. Normalmente ci vogliono molti anni di pratica prima di essere capaci di scoprire la Rosa completamente, ma assicuratevi di poter visualizzare la Rosa con facilità e chiaramente prima di passare al terzo Gradino. Per rispetto alla Rosa deve essere spiegato un punto finale, la Rosa agisce come un barometro che mostra la nostra personale relazione con il mondo che ci circonda. Perciò se la Rosa si presenta avvizzita e spiegazzata, indipendentemente dai vostri sforzi per renderla fresca e liscia, lasciatela cosi’, ma realizzate che dovrete lavorare duramente con le vostre relazioni verso il mondo che vi circonda, e che siete esclusi dall’armonia della vita in generale. Anche nel caso che il colore svanisca in un pallido e inconsistente giallo realizzate che siete sempre fuori armonia. GRADINO 3: “Entrare Nel Colore” Questa sezione del prepararsi al sognare è quella definita: entrare nel colore, che è il colore del sognatore. Diventando consapevole del colore vi darà la prima indicazione che avete avuto successo nel preparativi al sogno. Tuttavia, deve essere puntualizzato che non dovete visualizzare un colore, come avete fatto con la Rosa, ma dovrete vedere qualsiasi colore vi sui presenti, come se i vostri occhi fossero aperti e voi guardaste uno schermo colorato uniformemente. Non vi sarà nessuna mal interpretazione una volta che vi apparirà il colore, perciò non avrete alcun dubbia di qualsiasi tipo.


Se qualche volta avreste pensato di aver visto un colore, allora realizzate che avete solo immaginato un colore. Quando il colore si presenta è molto chiaro e reale! Molte volte succede che quando un colore appare per la prima volta si presenti in un modo strano e irregolare, tipo una macchia di inchiostro. Quando questo avviene, concentratevi mentalmente sul rendere omogeneo il colore fuori dai bordi fino a che non sia diventato uniforme e riempie completamente la vista interiore. Nel fare questo, non fissate il colore direttamente, altrimenti semplicemente, in modo frustrante, sparirà. Se dovesse svanire, aspettate fino a quando riemerge e ripetete le azioni che stavate facendo. Ricorda la pratica porta alla perfezione, e dipende dall’individuo, ti potrai ritrovare a giocare a nascondino con il colore per alcune settimane. Quando hai ottenuto un colore uniforme che occupa il tuo campo visivo, scoprirai che sei in qualche modo misteriosamente entrato nel colore, che ti farà vedere te stesso circondato dal colore da tutte le parti, sopra e sotto. In aggiunta, a questo punto, sarai capace di guardare il colore direttamente, e anche di muovere i tuoi occhi tutto intorno, senza che abbia la tendenza di sparire dalla vista. Avrai cosi raggiunto ciò che viene chiamato “entrare nel colore”, e questo è il segnale che sei in modo giusto nella consapevolezza superiore. Alcune volte il colore si mostra in modo così scuro che l’apprendista dapprima non lo riconosce, crede di fissare semplicemente la nerezza. Ti potresti ritrovare a guardare un buco nero, allora guarda più attentamente quella nerezza, come se stessi esaminando una qualsiasi trama. Dopo un po' di tempo incomincerai a notare piccoli punti di colore. Quando avrai fatto questo, cerca di riunire mentalmente questi punti in un centro coerente, fino a quando formano una massa colorata e poi procedi come sopra. Quando riuscirai a entrare nel colore quando vorrai e facilmente, potrai passare al Gradino 4. Col l’abilità guadagnata nel lavoro con il colore, incomincerai a notare con l’andare del tempo che il tuo sguardo incontrando le ombre giornaliere non le vedrà più scure o grigie ma adesso saranno nel tuo colore specialmente i loro bordi. GRADINO 4: “Dichiarare L’Intento” Questa sezione del sognare viene chiamata “dichiarare l’intento” e come per la Rosa viene usato solo per il sognare formale. Se il guerriero avesse bisogno di entrare in uno stato di percezione alterata immediatamente allora la Rosa e Dichiarare l’Intento verranno saltati. La Dichiarazione d’intento è diversa per ogni gruppo di sognatori, e perciò non ne posso parlare in maniera approfondita. Però non è un vero handicap, per il semplice motivo che tutte le dichiarazioni iniziano e finiscono nello stesso modo, perciò il sognatore può praticare con buon successo senza conoscere la dichiarazione completa. Quando avrai la consapevolezza di quale gruppo appartieni, e avrai guadagnato una buona famigliarità con l’arte del sognare, scoprirai le quattro parole mancanti nella dichiarazione scritta sotto. Quando avrai completato il Gradino 3 prendete un minuto o due di pausa, e poi dite mentalmente le seguenti parole: “Signore sono qui’ entrato per essere ricolmo con le ricchezze della vita ......, ......, ......, ......; e essere capace di condividerle con coloro che ne necessitano per l’innalzamento della mente e di pace per il corpo” Il termine Signore, non ha nessuna implicazione religiosa, ma è semplicemente un nome stabilito da tempi immemori per il se sognante [Higher Self]. Sono quì entrato si riferisce all’entrare nel colore o nella vibrazione del gruppo a cui si appartiene. Dovete tramite il sognare assicurarvi di ciò che significa “le ricchezze della vita” nell’ambito del vostro gruppo di appartenenza. Ce ne sono quattro e ognuno viene assegnato a un punto cardinale, iniziando dall’Est, proseguendo con il Nord, il Sud e finendo con l’Ovest. Assicuratevi di comprendere al meglio la parte finale; l’affermazione non deve essere sottovalutata per nessun motivo. Nell’esprimere la dichiarazione dovete assicurarvi di non cadere in una sorta di dialogo interiore, parlando a voi stessi, mormorando sotto il vostro respiro, muovendo la lingua in silenzio, o in


qualsiasi altro modo. Il miglior modo di esprimerlo è di immaginarsi in piedi in un grosso edificio, e sentendo la propria voce uscire dal qualche parte al centro dell’edificio. La sensazione da ottenere e il riverbero della propria voce, ma non l’eco, proveniente dai muri dell’edificio. Praticate questo ogni volta anche al di fuori dei sogni fino a che potete farlo facilmente. Nel sognare esprimi la dichiarazione solo una volta. Anche se senti che è goffa e sgraziata, non tentare di ripeterla. Se ciò avvenisse l’unica cosa che vi capiterà è di ricadere in un dialogo interno più velocemente di quanto crediate sia possibile! GRADINO 5: Adesso possiamo arrivare al sognare vero e proprio, qualcosa che è molto più facile descrivere che insegnare. Il trucco è che una volta proferita la dichiarazione di intento, dovete inoltrarvi sempre di più nel lato sinistro della consapevolezza. Il problema sorge perché la mente razionale associa questo con l’addormentarsi, e una battaglia terribile avviene tra avventurarsi nel lato sinistro ed addormentarsi. A questo punto non ho alcun aiuto da darvi eccetto che la pratica, la determinazione e la perseveranza vi faranno avere successo. Dovrete raggiungere lo stato di consapevolezza in cui scivolare sul bordo del sonno profondo, ma cercando di raggiungere questo volutamente, senza dubbi, cadrete addormentati volta dopo volta finché scoprirete che è possibile lasciare il corpo fisico completamente addormentato mentre avrete mantenuto la piena consapevolezza. Il segnale di aver ottenuto ciò è sebbene siate completamente addormentati, sarete pienamente consapevoli di tutti i suoni e odori, e sentite di essere in qualche modo perfettamente all’erta. Quando vi trovate in questo stato concentratevi sul colore aspettate e guardate cosa succede. Non cercate di calmare la vostra mente in nessun modo. Se lo faceste prosciughereste il vostro potere personale. Semplicemente permettete ai vostri pensieri di fluire senza bloccarli, ma coltivate la sensazione che li vedete scorrere come se fossero proiettati su uno schermo televisivo. Questo creerà un senso di distacco, e vi troverete che a causa di questo distacco, rapidamente perderete abbastanza interesse verso i vostri pensieri. Quello che in realtà avviene è che i vostri pensieri svaniranno perché voi non li alimentate più con il vostro intento. Quando i vostri pensieri saranno svaniti sarete sospesi solamente nel colore, e ciò significa che avete interrotto il dialogo interno. Ciò che avverrà al di la di questo punto appartiene solo al vero sognare. Dipende dall’individuo, può passare un sacco di tempo in cui niente sembra succedere. Il trucco è di notare qualsiasi sensazione possa apparire in voi. Quando affiora una sensazione, e ci potrebbe volere un sacco di tempo prima che qualcosa di significativo avvenga, fatelo fluire senza tentare di afferrarlo o di analizzarlo. Il più delle volte noterete qualcosa solo dopo aver sognato, noterete che avete chiarito qualcosa che vi stava dando fastidio, o che improvvisamente avete una risposta alla domanda che vi tormentava, o che avete della conoscenza che non avete mai pensato di avere. Nel capitolo finale avremo alcuni esempi di come queste sensazioni sorgono durante il sognare. Il sognare alcune volte può far sorgere un impatto visivo o sonoro o entrambi simultaneamente. Quando accade, guardate lo svolgimento della scena, o ascoltate il messaggio, che il più delle volte è molto criptico. Dopo il sogno avrete il tempo per metabolizzare il significato di queste impressioni, se cercate di afferrare il loro significato mentre si stanno svolgendo interrompete il processo e perdete l’esperienza. Detto questo non dovete fare l’errore di avere aspettative o anticipare le impressioni sia visive che sonore nel vostro sognare. È vitale ricordare che il sognare essenzialmente produce potere personale, e che questo potere può solo fluire in voi tramite alle sensazioni. Perciò sono le sensazioni prodotte dal sognare ad essere importanti. Qualsiasi visione o sensazione uditiva che possono sorgere non sono la norma ma devono essere considerate come un bonus aggiunto. Inoltre è anche importante sapere che solo le impressioni visive che si presentano nel sognare e che sono completamente a colori sono importanti. Nel vero sognare i colori sono sempre nitidi e brillanti, e in effetti abbastanza luminosi,


alcune volte appaiono tridimensionali. Negli stadi iniziali accade abbastanza spesso che un apprendista abbia l’impressione che il sogno sia monocromo o in bianco e nero. Tutte queste impressioni, non importa quanto siano affascinanti, dovrebbero essere ignorate. Notatele ma non mettetele a fuoco. Semplicemente lasciatele svanire naturalmente al più presto possibile. Queste immagini in bianco e nero che non hanno faccia o che sembrano persone sconosciute, sono tecnicamente chiamate sogni fantasmi e sono il risultato di sensazioni non risolte e che sono forti abbastanza da causare un impatto visivo. Sono delle rappresentazioni di avvenimenti passati che dovrebbero essere trattati con la ricapitolazione. Non cadete nella trappola di cercare di ricapitolare questi eventi durante il sognare, perché se lo faceste, rimarrete intrappolati nei sogni fantasma e non imparerete mai l’arte del sognare. Per ultimo la regola aurea, mai spendere più di 20 minuti nel sognare. Scoprirete anche che normalmente dopo 20 minuti spontaneamente sentirete la necessità di ritornare alla consapevolezza normale. Questo avviene, sebbene la maggioranza delle persone ne sia inconsapevole, perché la vita pulsa ad intervalli di 20 minuti. A causa di ciò, gli intervalli di 20 minuti sono il ritmo più naturale in tutta la vita, non importa ciò che tu possa decidere, ti troverai ad adottare automaticamente questo tipo di ritmo. A volte a causa del proprio stato emozionale o dello stato mentale il ritmo potrebbe essere un poco più veloce o poco più lento dei 20 minuti, questo è naturale e non dovrebbe preoccuparvi. Solo nel momento in cui ignorate questo ritmo naturale inizieranno le sensazioni di fatica e di frustrazione. C’è un altro gradino al di la di questo punto, ma dovrete scoprirlo da voi stessi, per mezzo del vostro potere di sognatori. In ultima analisi, il sognare è una esperienza molto privata e personale, e il vostro sognatore inizierà a guidarvi a guadagnare efficienza nel fermare il dialogo interno. Rilassatevi praticando il sognare e accontentatevi di costruire il vostro potere personale fino al limite qualunque esso sia. Non potete velocizzare il processo, nemmeno forzarlo, fiorirà nel momento migliore per voi. Realizzate che l’arte del sognare è la meditazione definitiva, per poter entrare in quella vibrazione che significa il vostro sogno del sognatore, e in quella vibrazione imparerete su voi stessi, sul vostro scopo in questa vita e sulla vita in generale. è anche tramite il sognare che imparerete il vero significato e motivazione della cooperazione intelligente. Diventando abili in questa tecnica il mondo diventerà il vostro guscio, e un giorno realizzerete che state iniziando a fare cose che non eravate capaci di fare prima. In altre parole il potere sarà ai vostri ordini, e il dono dell’Aquila sarà li a portata di mano per voi. Quello che dovreste fare con la vostra vita dopo questo, e come utilizzerete il vostro potere, dipende interamente da voi come individuo, e dall’impeccabilità del vostro spirito. Che possiate raggiungere questo punto velocemente, e che usiate il vostro potere saggiamente, è il mio più sincero augurio per voi.

I Sette Varchi Ci sarebbero sette varchi da raggiungere e dover superare, secondo Castaneda, prima di poter avere pieno controllo sul proprio "sognare". I primi quattro vengono descritti nel suo libro L'Arte Di Sognare. Primo Varco "Il primo varco è una soglia che dobbiamo attraversare diventando consci di una particolare sensazione prima del sonno profondo" disse Don Juan. "Una sensazione simile a una piacevole pesantezza che ci impedisce di aprire gli occhi. Noi raggiungiamo quel varco nell'istante in cui diventiamo consci di stare per addormentarci, sospesi nel buio e nella pesantezza." "In questo caso particolare, poiché stiamo parlando del primo varco del Sognare, lo scopo del Sognare è intendere che il tuo corpo energetico sia conscio di stare per addormentarsi. Non


cercare di forzarti a essere consapevole di questo. Lascia che sia il tuo corpo energetico a farlo. Intendere è desiderare senza desiderare, fare senza fare. Accetta la sfida dell'intento" prosegui. "Usa la tua determinazione silenziosa, senza alcun pensiero, per convincerti di aver raggiunto il tuo corpo energetico e di essere un Sognatore. Facendo questo sarai automaticamente nella posizione giusta per accorgerti che ti stai addormentando." Dichiarò: "Ti ripeterò quello che devi fare dei tuoi Sogni per superare il primo varco del Sognare. Prima devi focalizzare lo sguardo su una qualsiasi cosa di tua scelta, come punto di partenza. Poi devi spostare lo sguardo su altre cose, e dare loro rapide occhiate. Focalizza il tuo sguardo su quante più cose puoi. Ricorda che se dai occhiate rapidissime, le immagini non si spostano. Poi ritorna all'oggetto che hai guardato per primo". "Che cosa vuol dire attraversare il primo varco del Sognare?" "Noi raggiungiamo il primo varco del Sognare diventando consapevoli che ci stiamo addormentando, oppure facendo - come te - un Sogno enormemente reale. Una volta arrivati al varco, dobbiamo attraversarlo con l'aiuto della nostra capacità di sopportare la vista di ogni elemento dei nostri sogni." Secondo Varco “Si raggiunge il secondo varco del Sognare quando ci si sveglia da un Sogno in un altro Sogno. Si possono fare quanti Sogni si vuole o quanti si d capaci di farne, ma si deve esercitare un adeguato controllo e non svegliarsi nel mondo che conosciamo.” “Stai dicendo che non dovrei mai svegliarmi in questo mondo?” domandai. “No, non intendevo questo. Ma ora che me l'hai fatto notare, devo confessarti che rappresenta un'alternativa. Si può farlo di certo, ma io non lo consiglio. Ciò che voglio è che tu ti svegli naturalmente alla fine del tuo Sognare, ma, durante il Sogno, voglio che tu Sogni di svegliarti in un altro Sogno.” Don Juan disse che ci sono propriamente due modi di attraversare il secondo varco del Sognare. Uno di svegliarsi in un altro Sogno, cioè Sognare di fare un Sogno e poi Sognare di svegliarsi da questo Sogno. L'alternativa è usare gli elementi di un Sogno per provocare un altro Sogno. “Dopo aver attraversato il primo o il secondo varco del Sognare, i Sognatori raggiungono una soglia di energia e cominciano a vedere cose o a sentire voci. Non voci al plurale, ma una voce singola. Gli stregoni la chiamano la voce dell'Emissario del Sogno.” “Perché il secondo varco del Sognare è raggiunto e oltrepassato solo quando un Sognatore impara a isolare e seguire gli esploratori dell'energia aliena.” “Allora, perché mai si parla di cambiare Sogni?” “Svegliarsi in un altro Sogno o cambiare Sogni è il sistema escogitato dagli antichi stregoni per far esercitare la capacità dei Sognatori di isolare e seguire un esploratore.” Don Juan mi ripeté che il Sognare, invenzione degli antichi stregoni, deve essere giocato seguendo le loro regole. Descrisse la regola del secondo varco come una serie di tre gradi: primo, praticando l'esercizio di cambiare Sogni, i Sognatori scoprono tutto sugli esploratori; secondo, seguendoli, entrano in un altro vero universo; e terzo, in quell'universo, con le loro azioni, i Sognatori scoprono, per proprio conto, le leggi che regolano e governano l'universo stesso. Terzo Varco “Il terzo varco del Sognare lo raggiungi quando ti trovi in un Sogno a fissare qualcun altro che sta dormendo. E salta fuori che quel qualcun altro sei tu” disse don Juan. “Per ciascuno dei varchi del Sognare ci sono due fasi” commentò. “La prima, come sai, è giungere al varco; la seconda attraversarlo. Sognando ciò che hai Sognato, cioè vederti addormentato, sei arrivato al terzo varco. La seconda fase consiste nel muoverti, una volta che ti sei visto addormentato.” “Ricorda, devi trovarti proprio nella tua camera, e guardare proprio il tuo corpo. Altrimenti, si tratta solo di un Sogno. Se è cosi, controlla quel Sogno, od osservandone i dettagli o cambiandolo.” "Al terzo varco del Sognare" proseguì "cominci a mescolare deliberatamente la tua realtà del Sogno con la realtà del mondo quotidiano. È questa l'esercitazione, e gli stregoni la chiamano "completare il corpo energetico". La fusione fra le due realtà deve essere tanto completa da richiedere la maggiore fluidità possibile da parte tua. Esamina tutto quel che si trova al terzo


varco con grande attenzione e curiosità." Mi ripeté che l'esercizio per il terzo varco del Sognare è far muovere da solo il corpo energetico. Nel mio ultimo incontro, disse, involontariamente io avevo sostituito l'effetto di quell'esercizio ed ero passato in un altro mondo. “Ora il tuo corpo energetico è completo e funzionante” disse. “Perciò, l'implicazione che tu vedi l'energia nel tuo Sogno è che stai percependo un mondo reale, attraverso il velo di un Sogno. Ecco l'importanza del viaggio da te intrapreso. Era reale. Comprendeva oggetti generatori di energia che quasi misero fine alla tua esistenza.” Quarto Varco Don Juan mi spiegò che al quarto varco del Sognare il corpo energetico viaggia verso luoghi specifici, concreti e che ci sono tre modi di usare il quarto varco: uno viaggiare verso luoghi concreti di questo mondo; due viaggiare verso luoghi concreti fuori da questo mondo; tre viaggiare verso luoghi che esistono solo nell'intento degli altri. Dichiarò che l'ultimo è il più difficile e pericoloso dei tre e, di gran lunga, il prediletto degli antichi stregoni. Gli ultimi tre vengono solo citati come possibili, ma non spiegati. Tuttavia, Frank Giano Ripel, nel suo libro Nagualismo, li spiega: Quinto Varco Raggiungere il quinto varco del sognare vuol dire svegliarsi nel sogno più concreto che si possa immaginare. Attuare tale sogno vuol dire che il punto di unione si fissa intensamente in una specifica posizione. L'esercizio per questa porta è l'attuazione delle posizioni gemelle. Si comincia a Sognare sdraiato sul lato destro, con le ginocchia un po' piegate si mantiene quella posizione e ci si addormenta così. Durante il Sognare, poi, bisogna fare l'esercizio di Sognare di stare esattamente nella stessa posizione e addormentarsi di nuovo così. Il secondo Sogno non solo sarebbe necessariamente un Sogno uguale al precedente, ma sarebbe il Sogno più concreto che si possa immaginare. Questo esercizio impedisce lo spostamento del punto di unione tra un sogno e l'altro, quale che fosse la sua posizione nell'istante in cui ci si è addormentati per la seconda volta. Sesto Varco Il sesto varco consiste di visualizzare un elemento della realtà ordinaria, di trasferirlo nel sogno e quindi recarsi in quel luogo ricreato nella seconda attenzione con altri. Castaneda descrive la sua esperienza con Carol Tiggs nell'albergo dopo l'incontro con lo sfidante della morte. Il suo Sogno di Carol Tiggs era in un altro tempo, in un altro mondo; un mondo più vasto, senza limiti precisi; un mondo dove l'impossibile magari potrebbe perfino diventare fattibile. Settimo Varco Il settimo varco si raggiunge si raggiunge dividendo la percezione del proprio essere tra il lato destro e il lato sinistro. La si attraversa quando si sperimenta il corpo sognante nella realtà quotidiana. La percezione di Castaneda fu divisa da Don Juan e da Don Genaro quando uno di loro sussurrava qualcosa nell'orecchio destro e l'altro sussurrava qualcos'altro nell'orecchio sinistro. Ecco la descrizione del risultato fatto da Castaneda nel libro l'Isola del Tonal: "Vedevo due mondi separati: uno che si allontanava da me, e uno che mi si avvicinava. Non me ne rendevo conto al modo consueto; cioè, non ne divenni consapevole come d'una cosa che fino a quell'istante mi fosse stata nascosta. Avevo due percezioni, ma non la conclusione unificante."


Ripel, nel suo libro riporta anche un ottavo varco, mai citato da Castaneda ma da lui sperimentato con la Gorda e descritto nel libro Il Dono Dell'Aquila. Ottavo Varco Raggiungere 1’ottavo varco del sognare significa attuare la procedura di sognare insieme. In pratica, per attuare la procedura di sognare insieme, i due sognatori devono iniziare il sogno da due località differenti. Quello che per primo inizia a sognare penetra nel sogno dell’altro e lo ‘ghermisce', cioè lo afferra per il braccio. Così il primo sognatore condivide il sogno dei secondo. Conquistare l’ottavo varco del sognare vuol dire attuare la procedura di dormire insieme. In pratica, per attuare la procedura di dormire insieme i dormienti entrano in uno stato di totale silenzio interiore e scivolano nei sonno con l’intento di svegliarsi nella Seconda Attenzione Per ottenere risultati di questa portata serve un lungo lavoro che investe la propria esistenza nella sua totalità. Esistono persone che sono naturalmente portate per il sognare (i Toltechi li chiamano sognatori); queste hanno facilità nell'ottenere sogni lucidi o i cosiddetti "voli astrali". Questo però non basta, tale capacità deve venire inserita all'interno di una disciplina complessiva che consente di seguire un percorso energetico ben preciso. Generalmente il sognare dei sognatori naturali è casuale, privo di mete esatte e di linearità. La questione è che esistono delle barriere energetiche che, se non vengono superate, attraversate correttamente, privano della capacità di disporre di una lucida visione della natura energetica delle nuove posizioni del sogno. In parole povere si va avanti ma senza sapere dove ci si trova (a meno che non si incontri aiutanti fidati nel proprio sognare, ma questo è molto raro, in linea di massima è meglio non fidarsi troppo degli sconosciuti). Carlos Castaneda ne "L'arte di sognare" parla di varchi del sognare, si tratta di vere e proprie soglie energetiche che non riguardano solo il sognare ma tutte le attività dei guerrieri, quindi anche agguato e intento. Per superare questi varchi nel giusto modo bisogna coordinare le proprie azioni eseguendo un'adeguata ricanalizzazione dell'energia disponibile. Il mio consiglio è quello di usare l'agguato per il sogno, anche se si è sognatori naturali. Questo modo di avvicinarsi al sognare fa sì che la nostra attività onirica si fondi su una solida disciplina che finisce per riverberarsi nelle posizioni del sogno acquisite. Ciò che noi siamo in stato di veglia si ripete nel sognare, cosicché se non raccogliamo l'attenzione da svegli poi non ne avremo a disposizione mentre dormiamo. Ma esaminiamo alcuni varchi e vediamo come collegare ciò che facciamo di giorno con la nostra attività notturna. Il primo atto di un aspirante sognatore è eseguire sogni lucidi a volontà; cioè rendersi conto di stare sognando mentre si sogna e farlo volontariamente. Ci sono molti metodi per ottenere questo risultato (li descrivo nel mio libro "La soglia dell'energia" e non è possibile riportarli qui per ovvi motivi di spazio), io però te ne consiglio vivamente uno: ricanalizzare durante lo stato di veglia l'energia impegnata in attività inutili e usarla per "intendere" il sognare. Nella pratica procedi come segue. Come attività inutile prendiamo un'abitudine. Eliminare le abitudini è in effetti uno dei sistemi più efficaci per ottenere sogni lucidi perché si elimina la ritualità dallo stato di veglia. Diciamo che ci concentriamo su un'abitudine "interna", cioè su quei cicli pensiero - sentimento – azione di cui le nostre giornate sono costellate. Di solito sono particolari della nostra esistenza che tornano ciclicamente durante la giornata e ci fanno andare in loop, cioè ripetere gli stessi pensieri e sentimenti. Può essere una situazione sul lavoro, in casa, nelle relazioni personali. Di fatto basterebbe pensarci una volta sola e giungere a una decisione per poi staccarsene definitivamente, ma di solito non è così. Il modo in cui questi cicli inchiodano la nostra attenzione è lo stesso che si ripete nel sogno normale e ci impedisce di renderci conto di stare sognando fissando la nostra attenzione su


particolari del sogno. In realtà è l'energia disponibile che, tramite la fissazione dell'attenzione, viene canalizzata e consumata sostenendo tale canalizzazione. I guerrieri usano l'agguato in questi casi. Si interrompe il dialogo interno, ci si sposta nell'area della volontà (il centro di potere intorno all'ombelico) e si ricanalizza l'energia intendendo il sognare, cioè emettendo dalla volontà stessa il comando di essere consapevoli di sognare mentre si sogna. Per migliorare l'efficacia si evoca la prima attenzione del sogno (specie se si sono già fatti sogni lucidi), ricordando così al proprio corpo la reale natura del mondo in cui viviamo. Eseguire sogni lucidi a volontà corrisponde a superare il primo varco del sognare. Il secondo varco consiste nel costruire il sognare, ovverosia sostenere la nuova posizione del sogno acquisita più a lungo possibile, fino a fornirla della stessa coerenza di ciò che chiamiamo realtà. Per farlo, nella pratica, il sognatore usa la sua attenzione del sogno per mantenerlo così com'è, evitando che cambi in un altro sogno o che gli elementi del sogno stesso si trasformino. Insomma deve acquisire la stessa stabilità e concretezza della realtà ordinaria. Questo è un momento davvero stupefacente. A mano a mano che il sogno acquisisce stabilità tutto diventa così reale da superare persino lo stato ordinario e si ottiene anche la capacità di agire nel sogno e sul sogno a propria volontà. Per arrivare a stabilizzare la nuova posizione il sistema migliore è avere uno scopo prefissato: raggiungere un certo posto, compiere determinate azioni. Ciò che conta è avere deciso prima, in stato di veglia, qual'è l'aspetto pratico da ottenere nel sognare e riuscire a ricordarlo e portarlo a termine. Diventa più facile se si riesce a collegare questo atto dallo stato di veglia al sognare usando agguato e reiterazione, quindi innestando il recupero energetico alla ripetizione del comando riguardante lo scopo pratico. A questo stadio l'ostacolo principale quando dobbiamo agire nel sogno consiste nella nostra abitudine ad agire per mezzo del corpo fisico. Nel sognare noi ci troviamo nella predominanza del corpo energetico, siamo il nostro corpo energetico, cioè noi stessi e quindi per agire dobbiamo usare il corpo energetico. Hai presente quei sogni nei quali vorresti correre ma non ci riesci? Sei come incollato al suolo. Bene il problema è che stai tentando di usare il corpo energetico come quello fisico: non può funzionare. C'è un esercizio che si fa nel sognare per imparare ad agire col corpo energetico. Ci si sposta per mezzo della volontà (l'area intorno all'ombelico). Nel sognare si lanciano le fibre di energia da questa zona del corpo fino al punto dove vogliamo andare e poi ci si lascia "tirare"; in un attimo ci si ritrova lì. Questo è anche preparatorio al superamento del terzo varco che consiste nel cambiare sogno a volontà, cioè lasciare che il punto di unione si sposti e poi fissarlo in un'altra posizione, tutto direttamente nel sognare, svegliandosi da un sogno all'altro. (Marco Baston – sito intento.it)

I Sette Varchi Secondo Almine Primo Varco. Il primo punto da raggiungere è l’abilità di ricordarsi completamente dei nostri multipli sogni notturni. Come tutti i conseguimenti, il traguardo si raggiunge attraverso diversi passi. Ci prepariamo per questo varco tenendo vicino al letto un quaderno e una matita. All’inizio trascriveremo i sogni al mattino quando ci svegliamo. Li interpreteremo in base ai simboli del sogno che possiamo trovare in questo libro (Secrets of the Hidden Realms: Mystical Keys to the Unseen Worlds Oppure sul libro Cry Of The Eagle di Theun Mares) Tutto questo incoraggia la porzione non-cognitiva della mente a parlarci sempre più tramite i sogni. Il prossimo passo è di fissare la sveglia alle 4 del mattino e trascrivere i sogni in modo accurato. Alla fine ci sveglieremo automaticamente a quell’ora. In principio potremmo ricordarci solo una piccola parte del sogno, ma usando quel pezzo come il capo di una corda potremmo


seguirla nel labirinto delle nostre memorie dei sogni. Con l’uso dei simboli dei sogni come guida le nostre vite diventeranno più scorrevoli, e richiederanno meno energia. L’energia recuperata migliorerà i nostri ricordi. Si può provare ad andare a letto presto per vedere se il ricordo dei sogni migliora. Alla fine attraverseremo questo varco quando potremo ricordare facilmente i sogni notturni. Secondo Varco. Per attraversare questo varco. Dovremmo essere capaci di scegliere il sogno che desideriamo avere. Questo viene fatto esaminandoci mentre ci addormentiamo. Alcuni lo descrivono come rotolare fuori dal corpo o cadere fuori dal corpo da dietro. Quando viene fatto più e più volte l’esperienza diventa sempre più profonda e ci sentiremo come se uscissimo da una stanza per entrare in un’altra. Continuano a impratichirsi, potremmo scegliere in quale stanza entrare. Se non ci dovesse piacere la scena in cui siamo, possiamo allora uscire da quella “stanza” o sogno, ed entrare in un'altra. Per questo ci vuole pratica. Terzo Varco. Lo scopo di questo varco è di avere sogni lucidi – sapere che stiamo sognando e farne l’esperienza. Il primo passo è quello di chiedersi molte volte al giorno: “Sto dormendo o sono sveglio?”. Se pensi di essere sveglio, come puoi esserne certo? Forse anche questo è un qualche tipo di sogno. Continuando nella pratica, inizieremo a chiederci la stessa cosa durante il sogno. Allora, se la risposta fosse affermativa, potremmo iniziare ad apprezzare il sogno per quello che è. Quarto Varco. Questo varco richiede di scegliere di fare in modo consapevole qualche azione nei nostri sogni. Ogni notte quando ci stiamo per addormentare dobbiamo avere in mente uno scopo tipo: ricordarci di guardare i nostri piedi nel sogno. Sono scalzi? Indossiamo calze o scarpe? Questo varco ci può tenere occupati per un po' di tempo Ma è quello che delimita coloro che hanno il dono di sognare e coloro che padroneggiano seriamente l’abilità mistica di diventare viandanti del sogno, completamente capaci di usare il corpo sognante. Una volta che vi siete impadroniti di questa abilità, il prossimo passo del sognatore è quello di essere in grado di alzare un piede. Anche se riuscisse alzarlo di pochi centimetri acquisirebbe un’abilità importante. Ci potrebbero volere mesi affinché diventi facile farlo. Il successo del prossimo varco dipende da questo. Quando questa abilità diventa naturale, il prossimo passo è quello di muovere veramente un oggetto come una tazza o una matita, anche per pochi centimetri, mentre si è consapevoli che si sta sognando. Normalmente fare questo dissolve il sogno. Così sei preparato, continua a guardare i piedi come stavi facendo, ma inizia a dare delle brevi occhiate alla stanza (o a qualsiasi luogo in cui ti trovi). Quando gli sguardi si posano sempre più lontano dai tuoi piedi allora potrai guardare gli altri oggetti del sogno. Con un bel po' di pratica potrai alla fine muoverli anche di pochi centimetri dalla loro posizione originale. Quinto Varco. Continuando a “rotolare” fuori dal corpo entrando nel sogno, potremmo ora rotolare fuori dal corpo ma non nel sogno. Lo scopo di questa avanzata tecnica mistica è far si che il tuo corpo sognante sia capace di posizionarsi di fianco al letto e guardare te stesso che dormi. Quando ti addormenti, rotola fuori dal corpo ma stai vicino al letto, non entrare nel paesaggio del sogno. Ci potrebbero volere alcuni mesi di pratica ogni notte. Di nuovo, devi conservare l’energia, non aspettarti di avere successo dopo aver cenato abbondantemente prima di andare a letto. Sesto Varco. Il prossimo gradino è la capacità di muovere il corpo sognante a volontà. Ma iniziamo a piccoli passi. Quando vi trovate ad osservarvi mentre dormite, intraprendete un piccolo passo verso il vostro corpo. Dapprincipio potreste venire risucchiati dentro al corpo, ma prima o poi avrete successo nel muovervi nella vostra stanza. Settimo Varco. Dal momento che ogni varco aumenta la sfida ci vuole più tempo a padroneggiarlo. Non scoraggiatevi. Anche se ci vuole un anno i risultati premieranno lo sforzo. Stai diventando un viandante del sogno, un raggiungimento raro per ogni mistico serio. Durante la


preparazione per questo varco, impratichisciti muovendoti con il tuo corpo sognante finché non diventi molto abile. Guarda il cane o gli altri membri della famiglia che dormono. Il prossimo grande raggiungimento che gli Aborigeni Australiani padroneggiano alla perfezione è l’abilità di muovere gli oggetti fisici mentre si è nel corpo sognante. Il successo di questa impresa dipende molto da quanto riesci a muoverti a tuo agio nel corpo sognante. Se alla fine ti senti come se fossi sveglio cerca di spingere un piccolo oggetto. Prova e riprova finché potrai sollevare qualcosa. Se riuscirai a fare questo sarai diventato un viandante del sogno e avrai la promozione del settimo varco del sognare. Sarai diventato pieno padrone del terzo della tua vita trascorsa dormendo. (Rif: Almine - Secrets of the Hidden Realms: Mystical Keys to the Unseen Worlds)

Pericoli del "Sognare" Castaneda nei suoi libri, avverte che per gli uomini soprattutto, più che per le donne, il sogno potrebbe rappresentare un pericolo in quanto varie entità da lui definite esseri inorganici sarebbero desiderose di catturarli e imprigionarli per sempre nei loro mondi. La terra e le forze pure sono esenti da interessi personali, non altrettanto gli amici inorganici.

Interazione L'interazione è la forma più sicura e, ritengo anche, efficace per raggiungere la comprensione dell'esistenza del punto di unione e della possibilità di muoverlo volontariamente. Per poter accedere a tale opportunità è però necessario che l'apprendista sia in grado di percepire e seguire i cambi di stato di altri esseri o le modificazioni ambientali collegate alle variazioni della configurazione energetica. Per farlo naturalmente deve riuscire ad ottenere, con le sole sue forze, un primo movimento del punto di assemblaggio. Siamo dunque ancora al gatto che si morde la coda? No. Questa volta no. Colgo l'occasione per fare una breve e molto stringata descrizione del metodo di insegnamento che Felipe e il suo gruppo di veggenti hanno usato nei miei confronti; che è quanto sto cercando di fare anche io con le persone che seguono i miei incontri (certo con molta meno abilità e parecchi limiti). Come dicevo quindi tutta la prima parte dell'apprendimento, quella più ardua perché apparentemente priva di progressi tangibili, si concentra nello sforzo di convincere il praticante a lasciar muovere il punto di unione in una direzione prestabilita. L'insegnante, oltre a fornire tutti gli strumenti necessari per consentire questo movimento (che sono i più vari, anche a seconda della capacità di improvvisazione dell'istruttore), deve fare sì che tale movimento avvenga con la modalità corretta, cioè come risultato di una combinazione di agguato e intento. Quando l'apprendista ha imparato il tipo di movimento utile ed è in grado di ripeterlo a volontà, allora ha inizio la parte più interessante. L'insegnante deve condurlo a usare questo primo spostamento come trampolino per agganciare movimenti più profondi che possono ottenersi in diversi modi. Per interazione si intende, molto sinteticamente, la possibilità di eseguire movimenti del punto di unione in parallelo con altri esseri o forze o comunque di adeguarsi ad allineamenti non ordinari. Questa pratica può essere eseguita sia partendo dallo stato di veglia che nel sognare, ma deve sempre essere scelta volontariamente e consapevolmente e ci si deve poter sganciare al momento in cui lo decidiamo. L'interazione fondamentale, quella più potente e che offre le migliori possibilità, avviene con le emanazioni della terra. Poi naturalmente ci sono gli esempi attuati dall'insegnante a beneficio degli apprendisti. A seguire esiste la possibilità di interagire con ogni essere vivente e anche con forze pure (fino


ovviamente all'intento stesso o alla forza rotante). Chiaramente rientrano nelle tecniche di in interazione anche tutte le pratiche relative agli esseri inorganici, ma qui il consiglio è di andarci coi piedi di piombo. La terra e le forze pure sono esenti da interessi personali, non altrettanto gli amici inorganici. Rif: Marco Baston - Sito

Particolarità del Sognatore Florinda Donner-Grau è una sognatrice perché ha una straordinaria facilità di spostare il punto di assemblaggio. Secondo gli stregoni, quando il punto di assemblaggio, che è il nostro punto di contatto con il mare oscuro della consapevolezza, si sposta, viene assemblato un nuovo conglomerato di campi di energia, un conglomerato simile a quello abituale ma abbastanza diverso da garantire la percezione di un altro mondo che non è il mondo della vita quotidiana. (Rif: Carol Tiggs – Intervista apparsa su Mas Alla, 1° Aprile 1997, Spagna.)

Consapevolezza Destra e Sinistra Una delle più importanti scoperte fatta dai Nuovi Veggenti, e che era già a disposizione degli Antichi Veggenti, è che ci sono due tipi di consapevolezza, che vengono chiamate la parte destra e la parte sinistra dell’uomo. La parte destra è la parte pensante, logica e razionale della mente umana. Nel lato destro tutta la conoscenza fluisce in modo lineare e sequenziale. D’altro canto, la parte sinistra è il sentire (feeling), la parte irrazionale della mente umana che opera interamente indipendentemente da qualsiasi logica o progressione lineare di schemi di pensiero sequenziali. Il modo migliore di afferrare queste due parti è di considerare un esempio per ciascuna. Prendiamo in considerazione una madre che riceve una telefonata riguardante un incidente accaduto al figlio. Dal punto di vista del lato destro l’avvenimento potrebbe essere: Il telefono squilla e la madre risponde senza aspettarsi niente. Quando apprende dell’incidente prova shock e paura, e poi si preoccupa per la salute del figlio. Diverse domande attraversano la sua mente in sequenza: è ferito? Dove si trova? Cosa è successo? è all’ospedale? Questo è alquanto semplificato ma nondimeno è una tipica reazione di come un pensiero ne causa un altro. Ma se la madre fosse capace di registrare la parte sinistra, la sua esperienza sarebbe stata completamente diversa, qualcosa del tipo: Prima che suo figlio uscisse di casa, quella mattina, la madre prova una disagevole sensazione riguardo la sua sicurezza, sebbene non vi sia nessun motivo per questa sensazione non riesce a scrollarsela di dosso. Improvvisamente a metà mattina prova una sensazione di allarme. In quel momento sente la presenza di suo figlio e può sentire che è profondamente in difficoltà. La madre non si sofferma a pensare su questo ma istintivamente si avvicina al telefono, immaginando come meglio contattare suo figlio o qualcuno che possa rassicurarla. Ancor prima di raggiungere il telefono questo squilla, nell’alzare la cornetta percepisce una doccia fredda giù per la schiena, perciò immagina che avrà notizie di un incidente accaduto al figlio. Tuttavia ancora prima di parlare sa che suo figlio non è seriamente ferito ma solo shoccato. Da questi due esempi si può notare la differenza tra la parte destra e la parte sinistra. La destra è una reazione razionale a una concreta evidenza che stabilisce una logica sequenza di pensieri; la sinistra è una sensazione irrazionale che non ha niente a che fare sia con la logica che con evidenze concrete. Solo più tardi questa sensazione verrà confortata con le necessarie evidenze. Nel cercare di afferrare questi concetti è importante realizzare che i termini “parte destra” e “parte sinistra” sono termini riguardanti il bozzolo luminoso dell’uomo, e non sono gli emisferi destro e sinistro del cervello con le rispettive funzioni. (Rif: Theun Mares - Il Ritorno dei Guerrieri)


La Padronanza dell'Intento Definizione: Si deve tenere in mente che è l’intento che ci fa percepire, e il potere personale è il prodotto della percezione. L'intento è definito come la sola e unica forza presente in tutto l'universo – è semplicemente la volontà inflessibile, o lo scopo dell’Aquila. L'intento è presente all'interno di tutte le forme di vita, organica così come inorganica, e per questo ovviamente si manifesta in una visione caleidoscopica di variazioni e differenziazioni. Il vero scopo dell’essere umano è imparare come aprirsi e dirigere la forza dell’intento, che si tiene saldamente unita alla consapevolezza dell’uomo così come si trova dentro la consapevolezza dell’Aquila stessa. L’intento quindi non è una forza strana e aliena, ma la giusta eredità dell’uomo. Ognuno di noi è nato con l’abilità di sviluppare l’intento al suo massimo potenziale. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) Tutto quello che sappiamo è che l'intento è la chiave, ma è proprio questo che è così sconcertante, perché quando l'intento viene messo a fuoco diventa invisibile, poiché, quando viene esaminato, ha la particolarità di sembrare il nulla. (Rif: Theun Mares - Il Grido Dell'Aquila) A questo proposito è importante sapere che il nostro intento si attiverà e rafforzerà ciò su cui ci stiamo concentrando. Se noi ponessimo la nostra attenzione sul fallimento, intenderemmo il fallimento, ma se noi ci concentrassimo sul successo, allora intenderemmo il successo. è così semplice che la reazione naturale è quella di pensare che non possa essere così facile e semplice. Ma pensando questo, stiamo già intendendo che dovrebbe essere più difficile e complicato. (Rif: Theun Mares - Il Grido Dell'Aquila) In primo luogo, vi è quella che può essere definita consapevolezza intrinseca, che risiede proprio al centro di tutte le forme di vita. Si tratta di una consapevolezza che sembra essere il tessuto stesso della vita manifesta, ed è la fonte di quella forza universale che riconosciamo come intento. Si tratta di una consapevolezza che è la semplicità stessa, eppure allo stesso tempo dimostra un'intelligenza che stranamente non differisce da quella conosciuta dall'uomo. (Rif: Theun Mares Il Grido Dell'Aquila) In altre parole, il nagal sta focalizzando il suo intento verso lo sconosciuto, e la verità che emerge, è che il potere dell'intento evidenzierà tutto ciò su cui viene messo a fuoco. Di fatto, l'intento non porta semplicemente avanti ciò su cui si è focalizzato, ma in realtà lo materializza! Rendetevi conto che il nagal inizia con uno scopo sul quale focalizzare il proprio intento. L'intento diventa allora una pressione esercitata sulla mente e, a causa di questa pressione, avviene la manifestazione cosicché lo scopo del nagal si possa materializzare. è per questa ragione che si afferma che c'è un'unica forza che pervade tutto l'universo - l'intento - e che questa forza è onnipotente. (Rif: Theun Mares - Il Grido Dell'Aquila) Ci sono tanti modi diversi in cui possiamo definire l'intento, ma come ho già detto non conosciamo a sufficienza l'intento per poterlo definire con precisione. L'unica cosa si conosce veramente è che l'intento funziona e, di conseguenza, abbiamo una certa conoscenza degli effetti dell'intento. Ma esattamente che cosa è e come funziona, non lo sappiamo. Tutto quello che sappiamo riguardo l'intento compete a ciò che in realtà è la forza dell'intento. Dicendo questo, per essere chiari, sto puntualizzando l'importanza di essere in grado di distinguere tra ciò che possiamo definire, puro intento, in contrasto alla nostra esperienza dell'intento all'interno della manifestazione. In altre parole, la forza dell'intento è l'effetto dell'intento all'interno della manifestazione, ed è questa forza che è responsabile per la manifestazione di quel particolare aspetto del potere definito il potere creativo del Vuoto. (Rif: Theun Mares – Shadows Of Wolf Fire)


"In questo caso particolare, poiché stiamo parlando del primo varco del Sognare, lo scopo del Sognare è intendere che il tuo corpo energetico sia conscio di stare per addormentarsi. Non cercare di forzarti a essere consapevole di questo. Lascia che sia il tuo corpo energetico a farlo. Intendere è desiderare senza desiderare, fare senza fare. Accetta la sfida dell'intento" prosegui. "Usa la tua determinazione silenziosa, senza alcun pensiero, per convincerti di aver raggiunto il tuo corpo energetico e di essere un Sognatore. Facendo questo sarai automaticamente nella posizione giusta per accorgerti che ti stai addormentando." (Rif: Carlos Castaneda – L'arte di Sognare)

Il Potere ● "Il potere personale è una sensazione," disse “è qualcosa come l'essere fortunati. oppure Io si può definire uno stato d'animo. Il potere personale è qualcosa che si acquista a prescindere dalla propria origine. Ti ho già detto che il guerriero è un cacciatore di potere, e ti sto insegnando come cacciarlo e immagazzinarlo. La difficoltà in te, che è la stessa di tutti noi, è lasciarti convincere. Tu hai bisogno di credere che il potere personale può essere usato e che è possibile metterlo in serbo, ma finora non sei stato convinto". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Don Juan mi spiegò che la sua insistenza nell'essere un guerriero impeccabile non era niente di più che uno sforzo di lasciar sapere all'intento di stare mettendosi sulla sua strada. Don Juan era solito dire che i guerrieri chiamano questo fenomeno "potere". Così quando parlano di avere potere personale, si stanno riferendo all'intento che giunge a loro volontariamente. Il risultato, era solito dirmi, può essere descritto come la facilità di trovare nuove soluzioni, o la facilità di influenzare persone o eventi. E' come se altre possibilità, prima sconosciute al guerriero, improvvisamente diventassero evidenti. In questo modo, un guerriero impeccabile non pianifica mai niente in anticipo, ma le sue azioni sono così decisive che sembra che il guerriero abbia calcolato prima ogni aspetto della sua attività. (Rif: Carlos Castaneda – Il Dono dell'Aquila) ● Il potere è qualcosa con cui ha a che fare un guerriero, da principio è una cosa incredibile, approssimativa; è difficile anche da immaginare. E questo che ti sta accadendo ora. Poi il potere diventa una cosa seria; si può non averlo, oppure non rendersi nemmeno pienamente conto che esista, e tuttavia si sa che c'è qualcosa, qualcosa che prima non era percettibile. Successivamente il potere si manifesta come qualcosa che ci arriva incontrollabilmente. Non mi è possibile dire come viene o come è veramente. Non è nulla, eppure fa apparire meraviglie proprio davanti ai tuoi occhi. E infine il potere è qualcosa in sé stesso, qualcosa che controlla i tuoi atti eppure obbedisce al tuo comando. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Il potere pone questi limiti e un guerriero è, per cosi dire, un prigioniero del potere; un prigioniero che ha una sola libera scelta: tra agire da guerriero senza macchia, o agire da stupido. In ultima analisi, il guerriero forse non è un prigioniero, ma uno schiavo del potere, perché questa scelta per lui non è più una scelta. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● "Un guerriero è impeccabile quando confida nel suo potere personale senza badare se sia piccolo o enorme". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)


● Il potere è cosi: ti comanda e tuttavia ti obbedisce. Un cacciatore di potere lo prende in trappola e quindi lo mette in serbo come sua scoperta personale. Perciò, il potere personale cresce, e puoi incontrare il caso di un guerriero che abbia tanto potere personale da diventare un uomo di conoscenza. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● A poco a poco tamponerai tutti i punti da cui può fuggire il potere. Non lo dovrai fare deliberatamente, perché il potere trova sempre una via. Prendi me come esempio, quando incominciai a imparare i modi di un guerriero non sapevo di accumulare potere, proprio come te; pensavo di non far nulla di particolare, ma non era così. Il potere ha la peculiarità di essere inosservato quando viene accumulato. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ●

Ti ho insegnato quasi tutto quello che un guerriero deve sapere per lanciarsi nel mondo, accumulando il potere da solo. Tuttavia so che non lo puoi fare e devo essere paziente con te. So per certo che ci vuole una battaglia di tutta una vita per trovarsi da soli nel mondo del Potere. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)

"Presagi" Il potere guida il guerriero, tramite “Presagi” “Conferme” e “Indicazioni”. ● Ogni bambino deve imparare a decifrare questi strani caratteri che usiamo per scrivere, ma una volta che questo viene fatto, la lettura diventa facile e automatica come allacciare le proprie scarpe. Lo stesso principio si applica nel leggere i presagi, tranne che il segreto qui sta nel rendersi conto che il mondo non è ciò che la visione del mondo dell'uomo comune ci ha indotto a credere. Se ci rifiutassimo di prendere le cose limitatamente al loro valore nominale, ma cercassimo le implicazioni di fondo, il potere sarebbe sempre alla nostra portata come una cosa naturale, e l'interpretazione del messaggio rivelerebbe che è semplicemente una questione di imparare ad ascoltare il nostro cuore. Ascoltando il richiamo dell’uccello, Anna viene colta da un profondo senso di gioia nel riconoscere la bellezza e l’armonia - tanto, che i suoi occhi improvvisamente si riempiono di lacrime. In quel momento può sentire quanto la bellezza e l’armonia siano sempre state di grande importanza per lei. Questa realizzazione non proviene dalla razionalizzazione di Anna, piuttosto deriva dall’effetto irrazionale dell’ascoltare il potere che le parla tramite quel bellissimo suono. L'intuizione è stata brusca, e la ha anche toccata molto profondamente. Asciugandosi le lacrime, Anna continua la passeggiata, rivolgendo di nuovo al mondo la sua completa attenzione. Notate che lei non interrompe la sua passeggiata per fermarsi a riflettere sulla sua esperienza. Se lo avesse fatto, avrebbe semplicemente indugiato nel razionalizzare la cosa. La realizzazione di quanto importante sia la bellezza e l’armonia è tutto ciò che importa, e non ha bisogno di essere razionalizzata o giustificata in nessun modo. Quando, di li a poco, nota qualcosa che sembra un’ombra, si ferma di nuovo per concedergli una completa attenzione. Come per il richiamo dell’uccello, non si fa coinvolgere dal valore apparente dell’ombra, invece la segue attentamente con lo sguardo passare sul terreno e in mezzo agli alberi. Il fatto che una nuvola avrebbe potuto oscurare il sole non la tocca minimamente, poiché Anna è profondamente impegnata nell’osservare il movimento del potere. In quel momento di concentrazione, Anna percepisce improvvisamente la presenza di qualcosa di oscuro, che le fa scorrere un brivido lungo la schiena. Focalizzando la propria attenzione su quella cupa presenza, ha l'impressione che ci sia un qualcosa di familiare, qualcosa del suo passato. Anna nota che l'ombra si muove alla sua sinistra, e le lampeggia in mente il pensiero che c'è qualcosa di irrazionale nel suo subconscio che sente essere buio e spaventoso. Ancora una volta, senza doverci pensare su, sa che il potere le ha indicato di scoprire questa paura dimenticata tramite la


ricapitolazione. Poi, allontanandosi dall’ombra, continua la sua passeggiata. Il suono di un ramo spezzato in lontananza spaventa Anna, bloccandola sul posto. Trattenendo il fiato e ascoltando spasmodicamente, aspetta di sentire se il suono si ripeterà. Dopo alcuni secondi di silenzio, fa un lungo respiro, e visto che il suono non si ripete, realizza che il potere, tra le altre cose, le stava dicendo di stare bene all’erta. Fermandosi ancora ad ascoltare, Anna può chiaramente ricordare il suono che aveva così repentinamente attirato la sua attenzione. Era stato un solo suono straziante, distante, ma comunque sconvolgente nella sua chiarezza. Anna sente che in qualche modo il richiamo dell’uccello, l'ombra e questo suono, fanno tutti parte dello stesso messaggio, ma non sapendo esattamente come combinarli, riprende la passeggiata. Giungendo poi ad un piccolo ruscello, il dolce suono dell’acqua corrente causa in Anna un profondo senso di pace e tranquillità e, d'un tratto, sperimenta di nuovo lo stesso senso profondo di gioia che aveva provato a sentire il richiamo dell’uccello. Ancora una volta le lacrime sgorgano da qualcosa di strano e intimamente famigliare di Anna, che provando uno strano miscuglio di malinconia e di sollievo, si siede istintivamente su una roccia in basso accanto al ruscello. Guardando l'acqua limpida che scorre sulle piccole rocce e sui ciottoli che formano il letto del torrente, Anna si rende conto che questo piccolo ruscello le ricorda così tanto la sua vita da bambina. Brevi scene della sua infanzia cominciano a lampeggiare nella sua mente, ognuna mostra una bambina piena di freschezza e purezza con l’innato senso della gioia di un bambino. Ricordando che da bambina aveva sempre saltato e cantato per sé, e che qualsiasi cosa bella le faceva battere le mani entusiasmandosi per quello che aveva scoperto, Anna sorride silenziosamente dentro di sé. Una bambina che era completamente soddisfatta di giocare per suo conto, Anna trovava grande gioia nel giardino di sua madre, che conteneva una grande abbondanza di piante da fiore, farfalle e uccelli. Ripensando a quel giardino pieno di sole, si ricorda vividamente le lunghe e felici ore trascorse a giocare ad essere la regina delle fate e a governare il suo regno. In questo gioco le farfalle erano i sudditi della regina Anna immerse nei loro compiti, mentre gli uccelli erano gli ambasciatori ben vestiti dei regni stranieri, che portavano i loro messaggi alla regina delle fate. Seduta accanto al ruscello, Anna si perde nel ricordare come spesso la giovane regina delle fate convocava la corte per gli ambasciatori sotto l'albero di gelso al fondo del giardino di sua madre. Agli uccelli piacciono le more dei gelsi, e mentre banchettavano e si chiacchieravano senza pausa, Anna ascoltava e sognava i paesi esotici che avevano visitato nelle loro migrazioni annuali. In queste occasioni la giovane regina delle fate sognava di viaggiare in lungo e in largo, e un giorno di visitare questi paesi di persona. Nel guardare l'acqua limpida gorgogliare dolcemente sulle piccole rocce e sui sassi ai suoi piedi, Anna viene colta da un profondo senso di desiderio di sperimentare ancora una volta lo stesso senso di libertà e di gioia che aveva conosciuto da bambina. In quel momento non vede il piccolo ruscello, ma vede invece una bambina felice saltellare allegramente nel giardino di sua madre. Quelli erano giorni fragranti di una meravigliosa libertà. Non la libertà nel senso di non avere problemi come un bambino, ma la libertà nel senso che per quella bambina non c'erano problemi composti da oneri insormontabili. Era stato un momento in cui Anna, come il piccolo ruscello, aveva la capacità di fluire attraverso e intorno ai suoi problemi con facilità e gentilmente. Avendo realizzato questo, Anna capisce ora il suo problema per la sfida che veramente è, e tramite realizzazione, arriva una comprensione della matrice del messaggio che il potere le aveva comunicato durante la sua passeggiata nella foresta. L’uccello che Anna aveva sentito era un ambasciatore che richiamava in campo la regina delle fate. Il potere stava ricordando ad Anna che era giunto di nuovo il momento di ascoltare i sogni intimi e di impegnarsi per realizzarli. Dal momento che sa che il mondo non è così come appare essere, non può per questo motivo considerare i sogni dell’infanzia per quello che sono. Perciò Anna è completamente consapevole che il desiderio infantile di viaggiare non significa necessariamente che debba incominciare a


visitare il mondo, piuttosto che è giunto il momento di esplorare il proprio mondo interiore, nello stesso modo in cui aveva esplorato da bambina il giardino di sua madre. Ricordandosi dei giorni meravigliosi passati in quel bel giardino Anna deve asciugarsi di nuovo le lacrime. Realizza come abbia permesso alla sua vita di diventare vuota e senza significato, ora sa che non è il suo lavoro ad essere noioso, ma è la sua insensibilità verso il mondo intorno a lei. Da piccola, era stata entusiasta della bellezza che la circondava ovunque - anche la più semplice e piccola cosa le ispirava un senso di gioia ed eccitazione. Ora, con il passare degli anni, l'approccio ingenuo e spontaneo per la vita è stato sepolto da una sofisticazione acquisita, che ha smorzato l’innato senso di gioia spensierata di Anna. Invece di concedersi di apprezzare ancora le cose semplici della vita, è diventata ossessionata con l'idea di ciò che dovrebbe essere una elegante e giovane signora. Nel perseguire le sue idee di eleganza e di raffinatezza, Anna ha perso il contatto con i propri veri sentimenti. Perciò non deve sorprendersi di essere diventata irrequieta e scontenta. La sua visione del mondo ha creato nella sua vita un grigiore, molto simile all’ombra che ha visto prima nella foresta. Nel ricordare quell’ombra cupa ad Anna ritornano i brividi. Realizzando che ha ancora molto da ricapitolare, prende mentalmente nota di scoprire quale profonda paura ha dato il via al conseguire le sue idee di eleganza e raffinatezza. È di vitale importanza per Anna per scoprire cosa è successo nella sua infanzia per spingerla ad abbandonare la via spensierata di una bambina felice. Solo così facendo può annullare la sua visione del mondo, e rimettersi in contatto con i suoi veri sentimenti e la sua vera natura. Inoltre, può vedere molto chiaramente che cambiare il suo lavoro non sarà di aiuto, perché in realtà non ha nulla a che fare con la sua irrequietezza. Anna sa che deve invece consentire alla regina delle fate interiore di prenderla per mano e riportarla a quel punto sereno e tranquillo sotto l'albero di gelso - che ancora oggi il punto in cui è totalmente in pace con se stessa. Solamente in quel luogo sarà in grado di ricordare cosa è successo nella sua infanzia che ha mandato in frantumi i suoi sogni. Anna si rende conto che, proprio come il suono secco del ramo che si rompe nella foresta, deve essere stato qualcosa del tutto inatteso e sconvolgente per una bambina. Questo esempio dimostra come sia stato possibile per Anna sospendere temporaneamente la sua visione del mondo praticando il non-fare, rifiutando di indulgere in un dialogo interno. (Rif: Theun Mares – Il Grido Dell'Aquila) ● "La gente quasi mai capisce che possiamo tagliar via dalla nostra vita qualsiasi cosa, in qualsiasi momento proprio cosi". Schioccò le dita. "Pensate che si possa smettere di fumare o di bere cosi facilmente?", chiesi. "Sicuro!", rispose con grande convinzione. "Fumare e bere non sono nulla se vogliamo smettere". Proprio in quel momento l'acqua che bolliva nella macchinetta del caffè emise un forte suono impertinente. "Senti!", esclamò don Juan con gli occhi che brillavano. "L'acqua bollente è d'accordo con me". Poi, dopo una pausa, aggiunse: "Un uomo può ottenere consensi da tutto ciò che lo circonda". Proprio in quell'istante cruciale la macchinetta del caffè mandò un suono gorgogliante davvero osceno. Don Juan la guardò e disse dolcemente: "Grazie"; accennò col capo e scoppiò in una tonante risata. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Quello che hai visto non era un semplice corvo!", esclamò. "Ma l'ho visto, ed era un corvo", insistei. "Non hai visto niente, sciocco!", disse con voce aspra.


... "Quello che hai visto non era un consenso del mondo", disse. "I corvi che volano o gracchiano non sono mai un consenso, Quello era un presagio!”. "Un presagio di cosa?". "Un'importantissima indicazione su di te", rispose in tono sibillino. Proprio in quell'istante il vento agitò il ramo secco di un cespuglio ai nostri piedi. "Questo era un consenso!", esclamò guardandomi con gli occhi scintillanti e scoppiando in una grassa risata. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Mi ripeté una storia che mi aveva già raccontato, la storia di come aveva incontrato il suo benefattore, il nagual Julian. Don Juan era stato indotto da due tipi poco raccomandabili, con un trucco, ad accettare un impiego in una fattoria isolata. Uno dei due, il capo fattore di quell'hacienda, si era impossessato di don Juan, riducendolo in pratica alla schiavitù. Disperato e senza altre vie di scampo, don Juan era fuggito. Il violento capo fattore l'aveva inseguito e raggiunto in una strada di campagna dove gli aveva sparato al petto, dandolo per morto. Don Juan era rimasto privo di sensi sulla strada, rischiando di morire dissanguato, quando era sopraggiunto il nagual Julian. Con la sua arte di guaritore, aveva fermato l'emorragia e, portato don Juan ancora svenuto a casa sua, l'aveva curato e guarito. Le indicazioni che lo spirito aveva dato al nagual Julian a proposito di don Juan erano state due. La prima, una breve folata di vento che aveva sollevato un mulinello di polvere sulla strada a un paio di metri dal suo corpo. La seconda fu il pensiero che gli era passato per la mente un attimo prima di sentire il colpo di pistola a breve distanza: era tempo di avere un apprendista nagual. Un attimo dopo, lo spirito gli aveva dato infine un altro segnale quando, mentre lui correva a ripararsi, si era scontrato con lo sparatore mettendolo in fuga, impedendogli forse così di sparare ancora a don Juan. Scontrarsi con qualcuno era il tipo di errore che nessuno stregone, tanto più un nagual, poteva mai fare. Il nagual Julian aveva immediatamente valutato l'opportunità che gli si presentava. Quando vide don Juan capi la ragione delle manifestazioni dello spirito: era un uomo doppio, perfetto candidato per diventare il suo apprendista nagual. (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere del Silenzio) ● C'è tutta la questione delle indicazioni, dei segni; un guerriero non compie azioni, specialmente azioni strategiche all'interno di ciò che viene chiamato agguato se non ha indicazioni molto precise. Le indicazioni non sono del tipo “vedo passare un gabbiano e quindi ...” non è che ogni cosa che passa di li significhi qualcosa perché a noi piace così. Le indicazioni sono azione, sono una possibilità di azione che viene inserita in modo non ordinario nel contesto ordinario. Per cogliere questo dettaglio non possiamo guardare il mondo nel solito modo, ovvero le indicazioni non sono qualcosa che si interpreta a nostro piacimento non è nemmeno che tutto debba avere per forza un senso o meglio tutto ha un senso tutto è pieno di significato solo nel momento in cui coincidiamo con l'intento. Se non coincidiamo con l'intento sono solo cose che ci stiamo inventando perché ci piace pensare che sia così. Ovvero le indicazioni non sono pensate, non hanno alcuna relazione con il dialogo interno, queste indicazioni sono azione potenziale che è messa li, che a un certo punto si presenta nella scena che abbiamo davanti, per coglierne il senso reale, cioè ciò che lo spirito ci sta dicendo di fare. Non possiamo né cercare un segno e nemmeno cercarlo adattandolo in base alle nostre aspettative non funziona così. Le indicazioni reali quelle che coincidono con l'azione coincidono con un piano strategico più ampio, visto che stiamo parlando di agguato.


Queste indicazioni che coincidono con un piano strategico più ampio non hanno nulla a che fare con le nostre aspettative personali, in quella condizione noi agiamo in conseguenza di … eppure allo stesso tempo non siamo soggetti a un fenomeno di causa / effetto come accade solitamente. Siamo totalmente liberi di scegliere, in quel momento sappiamo cosa comporta quel tipo di azione lungo la linea strategica, possiamo decidere di farlo o meno, in base al fatto di assumerci o meno la responsabilità delle conseguenze nel partecipare a questa linea strategica. In questo senso l'agguato non è qualcosa che facciamo noi, non è che ci mettiamo li e diciamo adesso faccio l'agguato adesso vado a rompere le palle a quello li. Per mettere in atto l'agguato bisogna essere arrendevoli, elastici, disponibili per l'intento sopratutto avere un'infinita capacità di adattamento e una pazienza ancora superiore. Dobbiamo essere in grado di aspettare per un tempo indefinito mantenendoci pronti e vuoti rispetto alle nostre aspettative quando decidiamo di entrare in quella modalità chiamata agguato. Non ci portiamo dietro le nostre cose perché in quel momento noi stiamo interagendo col mondo nel senso più profondo ed esteso del termine in quel momento siamo collegati alle emanazioni estese, siamo l'intento stesso e quindi dobbiamo coincidere con l'azione dell'intento stesso. (Tratto da www.sciamanesimo-tolteco.it/video/ Considerazioni sul lavoro di Carlos Castaneda | Nagualismo) Uno dei nuovi autori, Enrique Rojas Paramo, ci da una definizione più precisa in merito, in una delle sue risposte ad un Forum pubblico. Li definisce "Accordi", e arriverebbero in gruppi di "tre" (al contrario dei "segnali" che arrivano "singoli"), e "accorderebbero" appunto una richiesta particolare partente dalla volontà del guerriero, non quindi dallo spirito, concedendo “l'autorizzazione a procedere”.


Etica Tolteca La parola Tolteco proviene dal Lemuriano Ta-al-taka, che significa "praticante dell'inclusività". Con inclusività si intende prendere in considerazione le ricadute delle nostre azioni su tutte le forme di vita. Tutto questo ci porta a conoscere che essendo al centro del nostro universo ogni nostra piccola azione esercita una grandissima e profonda influenza su tutte le forme di vita. (rif: Almine - The Way of the Toltec Nagual: New Precepts for the Spiritual Warrior) «La vera sfida per quei veggenti» continuò don Juan «fu di trovare un sistema di comportamento che non fosse meschino o capriccioso, ma combinasse la moralità e il senso estetico che distinguono gli sciamani veggenti ai comuni stregoni.» Smise di parlare e tutti presero a guardarmi, quasi cercassero nei miei occhi o sul mio viso i segni della stanchezza. «Chiunque riesca a spostare il proprio punto d'unione in una posizione nuova è uno sciamano» proseguì don Juan. «Da quella nuova posizione, egli può compiere ogni sorta di azione, buona o cattiva, nei confronti del genere umano. Fare lo stregone equivale perciò a fare il ciabattino o il fornaio. Lo sciamano veggente mira ad andare oltre quel limite, e per farlo ha bisogno di moralità e bellezza.» (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere Del Silenzio) "Quello che non andava in te quando ti ho visto, e quello che non va in te ora, è che non ti piace prenderti la responsabilità di ciò che fai ", disse lentamente, come per darmi il tempo di capire le sue parole. "Quando mi dicevi tutte quelle cose, là nella stazione d'autobus, ti rendevi conto che erano bugie. Perché mentivi?". Gli spiegai che il mio obiettivo era stato di trovare un 'informatore' per il mio lavoro. Don Juan sorrise e si mise a canticchiare una canzone messicana. "Quando un uomo decide di fare una determinata cosa, deve andare fino in fondo", disse, "ma deve prendersi la responsabilità di quello che fa. Qualunque cosa faccia, deve prima sapere perché lo fa, e poi deve andare avanti con le sue azioni senza dubbi o rimorsi". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) La sfida della responsabilità individuale La via per rivendicare la nostra vera unicità, o il nostro potere, a dispetto di quello che molti sostenitori della new age possano affermare, non è facile, ed è per questo che il Cammino del Guerriero è una sfida. Proprio perché è una sfida, è comprensibile perché, per molte persone, è molto più facile consegnare il loro potere a un'autorità superiore, sia la chiesa o il governo, e semplicemente rimanere come "uno dei tanti". Ci si sente molto sicuri in questo, e questo è in parte il motivo per cui oggigiorno vi è una tale crescita del fondamentalismo. Tuttavia, consegnare il proprio potere, nella falsa speranza di trovare la sicurezza, significa predisporsi alla schiavitù e spianare la strada alle dittature. I Toltechi ritengono che alcuni dei numerosi cambiamenti che sono necessari nel mondo di oggi possono essere realizzati iniziando con l'insegnare il rispetto e la responsabilità individuale. Questo perché gli individui costituiscono i fondamenti di ogni paese. Quindi, se la gente si sente debole e priva di valore - solo un numero in mezzo ai tanti – allora il paese rispecchierà questa situazione. Se agli individui può essere dimostrato che essi sono qualcosa di valore, allora il anche paese interessato rispecchierà la cosa. Siamo tutti soggetti a certe leggi universali, come la legge di gravità. Per esempio, nessuno può vedere la forza di gravità, eppure tutti noi dobbiamo vivere e lavorare con quella forza. Gli insegnamenti Toltechi si basano sul riconoscimento e sulla difesa di queste leggi universali. Allo stesso modo, abbiamo la legge di causa ed effetto, che spesso si esprime nella frase "quello che fai ti ritorna indietro". Questa legge è tanto pervasiva come la legge di gravità, e si applica a


tutta la nostra vita. Pertanto, se perdono il lavoro, o la casa o il partner, i guerrieri non cercano qualcuno da incolpare, nemmeno biasimano se stessi. Invece accettano l'accaduto semplicemente, essendo responsabili del modo in cui esso è avvenuto. Ciò costituisce la base dell'approccio dei Toltechi alla responsabilità individuale. I guerrieri sanno che devono assumersi piena responsabilità per tutto ciò che accade nella loro vita. Non c'è posto per incolpare altre persone, o il diavolo, o, a causa di ciò, dicendo che siamo stati puniti da Dio. Questo significa che non vi è responsabilità? Siamo tutti responsabili delle nostre azioni, ma bisogna anche assumersi la responsabilità di ciò che avviene nella nostra vita. Mentre facciamo questo, possiamo imparare a non sentirci vittimizzati dalle nostre circostanze. Invece, possiamo imparare a guardare le nostre prove come sfide. Sono lì per aiutarci a crescere, a diventare più forti e più saggi. Perciò si dice: “Il Guerriero vive sfidando”. Oggi, milioni di persone sono degli emarginati nel vero senso della parola - non perché non hanno soldi o automobili, ma perché sentono che sono inutili e non hanno alcun ruolo da svolgere nella vita. Milioni di persone hanno dei soldi ma sono diventati sfiduciati verso il proprio lavoro, le loro Chiese, la loro stessa vita, e per la stessa ragione – essere nient'altro che numeri in un sistema. Un gran numero di queste persone rinuncia a qualsiasi connessione con la propria spiritualità, rimanendo affamati e delusi - e rimarranno sempre in quella situazione ritenendo di essere solo i burattini di un Dio capriccioso, o del diavolo, o del governo, o di qualche altro aspetto del sistema. I Toltechi credono che sebbene ci siano molte fonti, e ognuna ha il proprio valore, alla fine della fiera, è responsabilità di ogni individuo di apprendere come accendere la propria candela e scoprire la loro unica scintilla. Perciò rimane una verità fondamentale, che il potere di cambiare il mondo non sta nei governi, ma nella forza e nella cooperazione reciproca degli individui. Oggi, ci sono molti profeti di sventura, e solo osservando la situazione mondiale si rischia di diventare completamente sfiduciati. Eppure, offriamo un messaggio di speranza, e un approccio molto reale per coloro che sono abbastanza aperti a vederlo. (Rif: articolo di Theun Mares del 21 Settembre 2009) “Un guerriero accetta la sua parte, qualunque possa essere e, la accetta in assoluta umiltà. Accetta in umiltà ciò che egli è, e non ne fa motivo di rimpianto ma di sfida.” (Rif: Castaneda – L'Isola del Tonal) “Un guerriero non può rimpiangere nulla né lamentarsi di nulla. La sua vita d una continua sfida, e le sfide non possono essere né buone né cattive. Sono sfide e basta.” (Rif: Castaneda – L'Isola del Tonal) “La differenza fondamentale tra un uomo comune e un guerriero è che un guerriero prende ogni cosa come una sfida, mentre un uomo comune prende ogni cosa come una benedizione o una maledizione” (Rif: Castaneda – L'Isola del Tonal) “Il consiglio che voglio darvi a questo punto è il seguente: d'ora innanzi dovreste fare in modo di percepire se la descrizione è sorretta dalla vostra ragione o dalla volontà. Credo che solo in questo modo potrete usare la vita quotidiana come sfida e veicolo per accumulare sufficiente potere personale al fine di raggiungere la totalità di voi stesso”. (Rif: Castaneda – L'Isola del Tonal) “Se veniste qui pronto a morire, non ci sarebbero trappole, o sorprese sgradite, o azioni inutili. Tutto accadrebbe per voi nel modo migliore, perché non vi aspettereste nulla.” (Rif: Castaneda – L'Isola del Tonal)


I Quattro Accordi Toltechi, di don Miguel Ruiz Il "Primo-Accordo" 

Sii impeccabile con la parola

Sii impeccabile con la parola. Questo è il primo accordo da prendere, se volete essere liberi e felici, se volete trascendere il livello infernale dell'esistenza. La parola è potente. Usatela nel modo giusto. … Quando siete impeccabili, vi prendete la responsabilità delle vostre azioni, ma senza biasimarvi o giudicarvi.

Il "Secondo-Accordo" 

Non prendere nulla In modo personale

Qualunque cosa accada intorno a voi, non prendetela personalmente. Ciò che vi intrappola si chiama importanza personale: la tendenza a prendere tutto personalmente. Questa è la più grande espressione di egoismo, perché ci spinge a credere che tutto sia riferito a noi. Qualunque cosa pensiate o diciate, so che è un problema vostro, non mio. è il modo in cui vedete il mondo e state parlando a voi stessi, non a me. Le opinioni di ciascuno derivano dal suo sistema di credenze, quindi nulla di ciò che un altro pensa di me mi riguarda davvero: riguarda lui, o lei.

Il "Terzo-Accordo" 

Non supporre nulla

Abbiamo la tendenza fare supposizioni su tutto. Il problema è che poi le prendiamo per vere. Potremmo giurare sulla loro verità. Supponiamo ciò che gli altri fanno o pensano, lo prendiamo personalmente, quindi li incolpiamo e reagiamo inviando loro veleni emozionali tramite le parole. Per questo, ogni volta che supponiamo qualcosa, stiamo cercando guai. Facciamo una supposizione, capiamo male, prendiamo la cosa in modo personale e finiamo per creare un dramma completamente inutile.

Il "Quarto-Accordo" 

Fai sempre del tuo meglio

Esiste soltanto un altro accordo, ma è quello che permette agli altri tre di diventare delle abitudini radicate. Il quarto accordo riguarda la messa in atto dei primi tre: fai sempre del tuo meglio. In qualunque circostanza, fate sempre del vostro meglio, né di più, né di meno. Ma ricordate che il vostro meglio non è mai lo stesso, può cambiare da un momento all'altro.

Impeccabilità – Essere Senza Macchia ● Il cacciatore non ha la presunzione di interferire con le forze che governano la vita e la morte delle altre creature, ma allo stesso tempo si assume la piena responsabilità delle proprie azioni. Se trovasse due animali nella sua trappola e gliene servirebbe soltanto uno, ne prenderebbe uno solo liberando l’altro. Il prendere entrambi gli animali significherebbe che il cacciatore soccombe all’avidità o alla preoccupazione, e questo naturalmente lo rende vulnerabile. Inoltre il cacciatore tratta il suo mondo con infinita cura, e di


conseguenza non lo saccheggia. Questa è la disciplina del cacciatore, e questa è l'impeccabilità del suo spirito. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) ● L'impeccabilità è agire al meglio della propria abilità basandoti sulla conoscenza che ti è disponibile in un dato momento. Il tempo è l’essenza dell’impeccabilità. è solo il senso della morte che genera nell’uomo il desiderio di agire impeccabilmente. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri) ● "Un guerriero è impeccabile quando confida nel suo potere personale senza badare se sia piccolo o enorme". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● “L'impeccabilità non è altro che l'uso adeguato dell'energia" disse". Tutto quello che io ti dico non ha la benché minima traccia di moralità. Ho risparmiato energia e questo mi rende impeccabile. Per poter capire ciò, tu devi aver risparmiato sufficiente energia o non lo capirai mai." … “Una delle prime preoccupazione del guerriero è liberare quell'energia per affrontare con essa l'ignoto” prosegui don Juan. "L'azione di ricanalizzare quell'energia è l'impeccabilità". (Rif: Carlos Castaneda – Il Fuoco Dal Profondo) ● «L'impeccabilità, come ti ho detto tante e tante volte, non è la moralità» disse.«Le assomiglia soltanto. L'impeccabilità è semplicemente il miglior uso del nostro livello di energia. Certo, esige frugalità, sollecitudine, semplicità, innocenza; e, soprattutto, esige mancanza del riflesso di sé. Tutto questo sembra un manuale di vita monastica, ma non lo è. Gli stregoni dicono che per comandare lo spirito, e con questo intendo comandare il movimento del punto d'unione, c'è bisogno di energia. L'unica a conservare energia per noi è la nostra impeccabilità.» (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere Del Silenzio) ● “Sii impeccabile. Te l'ho detto decine di volte. Essere impeccabile significa mettere in riga la tua vita per sostenere le tue decisioni, e poi fare molto di più del tuo meglio per mettere in atto quelle decisioni. Quando non decidi qualcosa, è come se ti giocassi la vita alla roulette, senza rifletterci un attimo.” (Rif: Carlos Castaneda – L'Arte Di Sognare) ● "Lo spirito di un guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere. Lo spirito di un guerriero conosce solo il lottare, e ogni lotta è l'ultima battaglia del guerriero sulla terra. Quindi il risultato conta per lui molto poco. Nella sua ultima battaglia sulla terra il guerriero lascia che il proprio spirito scorra libero e limpido. E mentre combatte la sua battaglia, sapendo che la sua volontà è impeccabile, il guerriero ride e ride". (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● “Per un guerriero c'è tempo solo per essere senza macchia; tutto il resto prosciuga il suo potere, mentre l'essere senza macchia lo arricchisce.” "Siamo di nuovo alla mia vecchia domanda, don Juan. Cosa vuol dire essere senza macchia?” “Si, siamo di nuovo alla vostra vecchia domanda, e quindi siamo di nuovo alla mia vecchia risposta: Essere senza macchia significa fare del proprio meglio in qualsiasi cosa in cui si sia impegnati". “Ma, don Juan, io ho sempre l'impressione di fare del mio meglio, mentre evidentemente non è cosi.” “Non è complicato come lo fate sembrare. In tutta la questione dell'essere senza macchia, la chiave è il senso di avere o di non avere tempo. Regola pratica: se sentite e agite come un essere immortale che ha tutto il tempo che vuole, non siete senza macchia; dovete allora


girarvi, guardarvi intorno: e capirete che la vostra convinzione d'avere tempo è un'idiozia. Nessuno sopravvive su questa terra!” (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● “Nella vita di un guerriero c'è solo una cosa, un problema, che veramente non è deciso: fino a che punto egli può spingersi sulla via del sapere e del potere. Questo è un problema aperto: nessuno può predire come si risolverà. Una volta vi ho detto che la libertà del guerriero consiste nell'agire senza macchia oppure come uno stupido. Agire senza macchia è l'unico tipo di azione che sia libera, e quindi è la vera misura dello spirito di un guerriero.” (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Un guerriero si accerta sempre che tutto sia in ordine, non perché creda di sopravvivere alla prova a cui si accinge, ma perché ciò fa parte del suo comportamento impeccabile. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) L'"Oblio" Nel descrivere il suo addestramento Carlos Castaneda rimarcava il fatto che Don Juan lo faceva passare continuamente dalla consapevolezza normale alla consapevolezza intensa. Le istruzioni ricevute in uno stato di consapevolezza intensa venivano poi “dimenticate” una volta ritornato nello stato di consapevolezza normale, solo con moltissima fatica sarebbe poi, a distanza di anni, riuscito a recuperare molti di quei ricordi. Spostare il proprio punto di unione era una manovra essenziale che ogni stregone era obbligato ad apprendere. Alcuni di loro, i nagual, imparavano anche a farlo per gli altri. Riuscivano a spostare il punto di unione dalla sua collocazione abituale dandogli direttamente un colpo secco con la mano (colpo del Nagual). Chi lo riceveva, lo sentiva come una pacca sulla scapola destra - benché il corpo non fosse mai neanche sfiorato - e ne risultava uno stato di consapevolezza intensa. Osservando la tradizione, don Juan effettuò la parte più importante e più drammatica delle sue lezioni, gli insegnamenti per il lato sinistro, esclusivamente in questi stati di consapevolezza intensa. Per la loro straordinaria qualità, don Juan mi chiese di non discuterne con altri finché non avessimo concluso tutto quello che comprendeva lo schema d'insegnamento dello stregone. Non mi fu difficile accettare quella richiesta. In quegli eccezionali stati di consapevolezza le mie capacità di comprendere le istruzioni si accrescevano incredibilmente, ma nello stesso tempo le mie capacità di descrivere o ricordare s'indebolivano. In quegli stati io agivo con sicurezza e abilità ma non ricordavo nulla di quello che avevo fatto una volta tornato nella mia consapevolezza normale. Mi ci vollero anni prima di riuscire a effettuare la cruciale trasformazione da consapevolezza intensa a semplice memoria. La ragione e il buon senso ritardarono questo momento perché si scontravano brutalmente con l'assurda, impensabile realtà della consapevolezza intensa e della conoscenza diretta. Per anni la confusione conoscitiva che ne derivava mi costrinse a evitare il problema non pensandoci. Tutto quello che ho scritto sul mio apprendistato stregonesco finora non è stato altro che il resoconto delle lezioni di don Juan sulla padronanza della consapevolezza. Non ho ancora descritto l'arte dell'agguato o la padronanza dell'intento. Don Juan m'insegnò i loro principi e le loro applicazioni con l'aiuto di due suoi compagni: uno stregone di nome Vicente Medrano e un altro di nome Silvio Manuel, ma qualsiasi cosa io abbia appreso dalle loro lezioni è ancora avvolto in ciò che don Juan chiamava le complicazioni della consapevolezza intensa. Finora non sono riuscito a scrivere e neanche a pensare coerentemente sull'arte dell'agguato e la padronanza dell'intento. Ho sbagliato a considerarli argomenti per la memoria e per il ricordo normale. Lo sono, ma al tempo stesso non lo sono. Per porre fine a questa contraddizione non ho discusso gli argomenti in via diretta - cosa virtualmente impossibile - ma li


ho trattati per via indiretta tramite il tema conclusivo dell'insegnamento di don Juan: le storie degli antichi maestri dell'occulto. (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere del Silenzio) In questa intervista (Castaneda e le Streghe del Nagual) spiega il criterio che ha usato per scrivere i suoi libri. "Come nascono i suoi libri?" "Tutte le mie conversazioni con don Juan si svolsero perlopiù in spagnolo. Fin dall'inizio cercai di convincerlo a farmi usare un registratore, ma lui mi disse che l'affidarsi a cose meccaniche ci rende ancora più sterili. “Riduce la tua magia” rispose. “È meglio apprendere con tutto il corpo, così tutto il corpo se lo ricorderà.” Non capivo cosa volesse dire. Cominciai allora a prendere voluminosi appunti delle nostre conversazioni. Don Juan trovava molto divertente la mia laboriosità. Per quanto riguarda i miei libri, li sogno. Raccolgo tutti gli appunti presi sul campo questo di solito avviene nel pomeriggio, ma non sempre -, li ripercorro da cima a fondo e poi li traduco in inglese. La sera vado a dormire e sogno quello che voglio scrivere. Poi mi sveglio durante le ore silenziose della notte e trascrivo ciò che la mia mente ha sistemato in maniera coerente." Questa rivelazione collegata a quanto affermato su: Il Potere del Silenzio può far pensare che i suoi libri siano stati scritti in uno stato di consapevolezza intensa. Probabilmente potranno essere completamente apprezzati se letti in tale stato, e molte delle apparenti contraddizioni presenti, verrebbero così risolte. Gli Antichi Veggenti chiamarono la parte sinistra consapevolezza intensa, e dal momento che l’assenza del pensiero logico aumenta la chiarezza, la usarono per forzare i loro apprendisti in questo stato cosicché potessero raggiungere quel livello di concentrazione richiesto per imparare la stregoneria. L’unica giustificazione per questo metodo di insegnamento giace nel fatto che l’apprendista si trova in grande difficoltà nel ricordare gli insegnamenti datigli mentre si trova nello stato di consapevolezza intensa. Questa mancanza di memoria crea una sorta di percorso ad ostacoli, poiché prima che l’apprendista possa usare questa conoscenza, dovrà lottare per ricordarsela. Questa lotta generalmente dura anni e, come risultato, nel momento in cui l’apprendista ricorda gli insegnamenti, è diventato, a causa di questa lunga lotta, un tutt’uno con essi. … Nel metodo di insegnamento oggi in uso, raramente gli apprendisti vengono forzati nella consapevolezza intensa semplicemente perché il fattore tempo per poter ricordare è eccessivamente costoso. Sin dal primo giorno vengono fornite agli apprendisti delle istruzioni che permetteranno a loro di sviluppare un movimento spontaneo e naturale verso la consapevolezza intensa. Sebbene dal principio questo movimento sia inevitabilmente minimo, l’apprendista presto inizierà a diventare esperto in quest’arte. Con l’aumento dell’abilità ad entrare sempre più profondamente nella consapevolezza intensa, verranno fornite all’apprendista istruzioni sempre più complesse. Questo nuovo metodo ha due grandi vantaggi: primo, l’apprendista impara sin dall’inizio come padroneggiare la sua consapevolezza, e secondo non si perderà tanto tempo nel ricordare. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) All'inizio del XIX secolo, nel lignaggio che più di un secolo e mezzo dopo divenne quello di Felipe Amezcua, successe un fatto che costrinse a una revisione dei metodi utilizzati nella fase di apprendistato. In quel momento il lignaggio era guidato dal Nagual Matias Esquivel. Questi era un essere dotato di capacità davvero fuori dalla norma; anche per un Nagual. Da quanto mi fu raccontato egli era riuscito ad annullare definitivamente ogni minima convinzione "umana", si era svuotato fino a raggiungere una connessione totale e continuativa con le


emanazioni terrestri. In qualche modo potremmo dire che aveva fatto di sé un piccola copia del pianeta che ci ospita. Egli portò la tecnica del "colpo del nagual" alle sue estreme conseguenze. Scoprì che poteva manovrare il punto di unione non casualmente, solo per effetto dell'energia che l'apprendista riceve, ma dirigerlo invece con precisione verso aree prescelte, senza l'aiuto degli esseri inorganici. Decise di guidare gli apprendisti in un'area di particolare valore ai fini dell'acquisizione delle conoscenze fondamentali per un guerriero. E' una zona che intensifica ulteriormente la capacità di comprensione non razionale perché concentra le caratteristiche dell'area della conoscenza silenziosa. Il problema è che tale apprendimento, benché sia estremamente rapido ed efficace finché ci si trova nei dintorni della conoscenza silenziosa, è molto difficile da riportare in modo altrettanto efficace una volta che si fa ritorno alla prima attenzione. Questo accade in particolar modo se tale posizione è stata raggiunta per mezzo di un intervento esterno a noi, in quel caso l'impresa diventa impossibile. E' proprio come non conoscere la strada. Nel caso specifico, una volta "ritornati" alla posizione ordinaria, gli apprendisti rimanevano vittime di uno stato di confusione che sembrava compromettere anche ogni progresso precedentemente acquisito. In realtà, inizialmente, il metodo sembrava funzionare molto bene, perché, per un certo tempo, la predominanza del corpo energetico ottenuta nella nuova posizione dava l'impressione che il praticante fosse in grado di padroneggiare le conoscenze acquisite. Questo originò una situazione molto critica, dato che il nuovo metodo di insegnamento fu portato avanti dal Nagual Matias inesorabilmente, fino ai limiti estremi possibili. Ad un tratto vi fu un vero e proprio crollo negli apprendisti, potrei dire un contraccolpo o un rimbalzo: tanto erano andati avanti, tanto regredirono. Tutto il gruppo del Nagual dovette fare ricorso ad ogni briciola delle proprie possibilità per recuperare la situazione. Dovettero anche andare a ricercare gli allievi che si erano dispersi, dimentichi anche solo dell'esistenza del Nagual e del suo gruppo. Il Nagual Matias si rese conto che ciò che veniva a mancare agli apprendisti era la giusta connessione tra agguato e intento. Si accorse anche che, indipendentemente dall'intensità con cui viene utilizzato, il colpo del nagual induceva sempre e comunque, negli esseri che ne erano sottoposti, una tendenza più o meno marcata a indulgere in caratteristiche personali non efficaci o anche nocive. In seguito a tali avvenimenti il Nagual Matias decise di conservare il suo ruolo come guida, ma di lasciare all'uomo di intento la conduzione diretta dell'azione. In altre parole, in questa configurazione, il Nagual è l'essere che mantiene compatto il gruppo e ne orienta e sostiene l'intento unitario, ma l'applicazione pratica della strategia non può che essere compito di chi gode della più intima relazione con il lato attivo dell'infinito. Questo cambio di organizzazione portò anche a una revisione totale del metodo di trasmissione della conoscenza e dell'obiettivo finale del nostro lignaggio. Di fatto, da quel momento, i guerrieri di questa linea cercarono con tutti i mezzi a loro disposizione di sganciarsi definitivamente dalla tradizione degli antichi veggenti, dai loro modi e soprattutto dall'influenza dei mondi degli esseri inorganici, almeno quelli ormai compromessi dalla modalità degli antichi veggenti. Questo ha significato anche fare a meno dell'uso delle piante di potere, del colpo del nagual e di tutto ciò che induce forzatamente movimenti del punto di unione. In particolare, il colpo del nagual, è stato sostituito con un sistema meno "invasivo", che richiede maggiore partecipazione da parte dell'apprendista. Il Nagual Matias si rendeva conto che, comunque, era sempre necessario fornire esempi o riferimenti per il movimento del punto di unione. L'opzione migliore però è quella che, tali esempi, vengano seguiti volontariamente. Il Nagual Matias scoprì una possibilità direttamente nella configurazione della terra. Ha a che vedere con i cosiddetti "luoghi di potere" o (meglio) "luoghi di coincidenza".


Si rese conto che la terra offre ai guerrieri la possibilità di eseguire movimenti paralleli del punto di assemblaggio direttamente con lei, ma anche che la stessa cosa può essere fatta tra esseri viventi sia della stessa specie che di specie diverse. In questo caso non si tratta di uno spostamento forzato ma della possibilità di scegliere di farlo seguendo il movimento dell'altro essere o l'accesso all'allineamento specifico (nel caso dei luoghi di coincidenza). Per accedere a questa possibilità l'essere che deve seguire l'altro nel movimento deve essere disposto a farlo (quindi avere maturato la comprensione) e aderire all'intento specifico. Dunque sviluppare la giusta connessione tra agguato e intento. A seguito di questo cambio il Nagual Matias potè riportare gli apprendisti verso quell'area di grande interesse che è connessa alla conoscenza silenziosa, ma facendolo in modo che essi stessi potessero acquisire la transizione. Così recuperarono anche le capacità perdute precedentemente e riuscirono, come si suol dire, a salvare capra e cavoli. (Rif: Marco Baston – Sito Web)


La Via del Guerriero La vita di un guerriero deve essere sobria. Se vuoi avere successo come guerriero non puoi permettere di sprecare il tuo potere personale vivendo una vita senza arte né parte. La primissima indicazione che viene data ad un apprendista della Via del Guerriero e’ quella di coltivare un forte senso di auto disciplina. I lettori che vogliono seriamente percorrere la Via del Guerriero devono realizzare che l’indicazione di cui sopra si applica anche a loro. E’ di vitale importanza capire che ci si deve avvicinare agli insegnamenti Toltechi in modo sistematico e disciplinato, affinché rechino qualche beneficio all’apprendista o al lettore. Questo si intende con l’affermazione: “la vita di un guerriero deve essere sobria”. E’ importante, tuttavia, sottolineare che questa disciplina, non deve essere qualcosa di imposto dall’esterno all’apprendista, bensì un senso di auto disciplina che gli apprendisti stessi, hanno realizzato essere necessario per non sprecare la loro energia, coscientemente risparmiata pezzo a pezzo. Parlando in generale, la gente vive una vita incredibilmente indisciplinata, sprecando la loro energia qui’, la’ e in ogni dove. Non vi e’ nessun ordine negli schemi di pensieri nell’uomo medio, non vi e’ nemmeno un controllo volontario dei loro pensieri. Invece la mente dell’uomo medio e’ una caotica confusione di schemi di pensiero frammentati, i quali sono principalmente causati da stimoli esterni. Nello stesso modo l’uomo medio non ha nessun ordine per le sue risposte emozionali nei confronti del mondo intorno a lui. Emozioni incontrollate e spesso scoordinate sorgono spontaneamente in qualsiasi modo, e l’uomo medio reagisce semplicemente a questo caos incontrollato della sua mente, in modo totalmente irrazionale. Se noi vivessimo la nostra vita in questo modo non sarebbe possibile risparmiare il potere personale, e se noi non risparmiamo consciamente il nostro potere personale verrà velocemente sprecato lasciandoci offuscati ed esauriti. L’auto disciplina e’ per questo motivo un requisito vitale per percorrere la Via del Guerriero, ed e’ essenziale realizzare che questa auto disciplina può essere coltivata solamente dall’apprendista stesso. La Via del Guerriero non e’ un esercizio per lo sviluppo spirituale. La Via del Guerriero è un modo di vivere necessario alla sopravvivenza giornaliera del guerriero. Per un guerriero i termini Tonal e Nagual sono semplicemente modi di dire necessari per la comprensione; ma nella lotta per la sopravvivenza questi termini si sovrappongono dolcemente l’uno sull’altro. Theun Mares - Il Ritorno dei Guerrieri

La prima domanda - Chi Sei? Stai chiedendo come sapere chi sei. Solamente ponendo questa domanda, ti sei già imbarcato per il viaggio infinito, dal momento che questa è la prima domanda, l'ultima domanda, la sola domanda. Si potrà avere risposta solo vivendo, e connettendosi tramite lo Spirito all'infinito altro Sé. Quando chiedi: “Chi sono?”, ascolta la risposta con il tuo cuore. Potrai sentire tirare da qualche parte nel profondo del tuo petto, o potrai sentire inspiegabilmente le lacrime gonfiarsi dietro ai tuoi occhi, o forse potrai sentire un profumo di mele autunnali in un vento gelido - un profumo che ti fa venir voglia di ridere o piangere, ricordando una qualche memoria che non è possibile individuare, facendoti attraversare completamente sogni dimenticati di qualcosa a cui non puoi dare un nome. Questo è il nagual, l'inconoscibile, l'ombra dell'ombra. Si diventa la Totalità attraverso un atto di intento. Tutte quelle cose che ti senti, quelle cose che si sa-senza-saperecome-tu-sai sono riflessi del sé autentico – io sono che esiste al di là di tutti i ruoli, tutte le definizioni, tutte le parole. E' da questa connessione con lo spirito che il guerriero inizia il suo viaggio connettendosi non con qualche infinito esterno, ma tornando invece alla Totalità infinita ed eterna che è già dentro - la coesione cumulativo dello Spirito come un viaggiatore che attraversa tutto lo spazio e tutto il tempo. Queste sono solo parole, ovviamente, inadeguate al compito di rivelare completamente la


verità. Ciò che conta, quindi, è che si guardi al di là delle parole e nella sorgente di quel richiamo che è sempre stato dentro di te. Ecco chi sei, ciò che si diventa se si sceglie di rispondere alla chiamata, che è il vostro Sé nell'eternità. Rif: Orlando 23 Maggio 2004 (sito di Della Van Hise)

Scegliere una "Strada con un Cuore" Ci sono milioni di strade. Un guerriero, dì conseguenza, deve sempre tenere presente che una strada e soltanto una strada; se sente di non doverla seguire, per nulla al mondo dovrà indugiarvi. La decisione di proseguire su di essa o di abbandonarla dev'essere presa indipendentemente dalla paura o dall'ambizione. Un guerriero deve considerare ogni strada con attenzione e determinazione e c'è una domanda che non può fare a meno di porsi: questa strada ha un cuore? Le strade sono tutte uguale non portano da nessuna parte. Ciononostante, una strada senza un cuore non è mai gradevole. D'altro canto, una strada con un cuore è facile... un guerriero non deve sforzarsi per trovarla gradevole, essa rende il viaggio felice e finché un uomo la segue, è una cosa sola con essa. (Rif: Carlos Castaneda – La Ruota del Tempo) "È il modo in cui si affrontano le cose. Quando stavo imparando ciò che bisogna sapere sull'erba del diavolo, per esempio, ero troppo ansioso. Mi buttavo nelle cose come i bambini si gettano sulle caramelle e quella è soltanto una tra un milione di strade possibili, come qualsiasi cosa, del resto. Devi sempre tenerlo a mente, e se hai la sensazione di non doverla seguire, non sei tenuto a farlo a qualunque costo. Per avere una tale chiarezza di idee è necessario condurre una vita disciplinata. Solo cosi sarai in grado di capire che una strada è soltanto una strada, e che abbandonarla non è un affronto né verso se stessi né verso gli altri, se ce lo chiede il nostro cuore. Ma la decisione di proseguire su quella strada o di abbandonarla deve essere presa indipendentemente dalla paura o dall'ambizione. Ti avverto: osserva la strada da vicino e senza fretta, provala tutte le volte che lo ritieni necessario e poi rivolgi a te stesso, e a nessun altro, questa domanda: Questa strada ha un cuore? Le strade sono tutte uguali: non portano da nessuna parte. Alcune attraversano la boscaglia e altre vi si addentrano. Posso dire di aver percorso strade molto lunghe nella mia vita, ma non sono mai arrivato da nessuna parte. La domanda del mio benefattore ha un senso soltanto adesso. Questa strada ha un cuore? Se ce l'ha, è la strada giusta; se non ce l'ha, è inutile. Nessuna delle due porterà da qualche parte, ma una ha un cuore, l'altra non ce l'ha. Una rende il viaggio felice, e finché la seguirai sarete una cosa sola. L'altra ti farà maledire la vita. Una ti fa sentire forte. L'altra ti indebolisce." (Rif: Carlos Castaneda – A Scuola dallo Stregone) Prendi in considerazione qualsiasi cammino accuratamente, verificandolo in qualsiasi modo ti sembri necessario – poi chiediti, ma solo a te stesso, un’unica domanda: “questo sentiero ha un cuore?”. Qualsiasi cammino è molto simile a tutti gli altri alcuni vanno e vengono, altri sono diretti; ma alla fine nessun cammino va da nessuna parte. L’unica differenza tra un cammino e un altro è che alcuni hanno un cuore ed altri no. Il cammino che ha un cuore ti innalzerà, ti toglierà il peso e ti darà gioia. Il cammino senza un cuore ti farà inciampare, ti annebbierà lo spirito, e alla fine ti farà vedere la tua vita in un’ottica di collera ed amarezza. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) L'aspetto vibratorio dell'energia I guerrieri arrivano a percepire il mondo come energia, una volta che siano riusciti nell'impresa di fermare il flusso dell'interpretazione. Tutto appare come un insieme di campi energetici, percepibili come fibre luminose, che sono organizzate da diversi tipi di forze. Anticamente i veggenti avevano dato a queste differenti forze caratteristiche "personali", non erano riusciti a giungere fino alla loro origine, ma si erano fermati sull'aspetto più immediato e concreto.


I nuovi veggenti riuscirono a svincolarsi dalle proprie influenze individuali e in questo modo giunsero alla comprensione dello stato della realtà energetica. Si accorsero allora che ognuna di queste forze non è altro che un aspetto, una qualità, della stessa energia su cui queste forze agiscono. E' l'energia che si rende attiva su se stessa per fare il mondo e compie questa azione in modo del tutto impersonale. Scoprirono, col tempo, una serie di lati o aspetti dell'energia dotati di funzioni specifiche e ne notarono uno in particolare che ha un'importanza vitale per tutti gli esseri viventi. Videro che ogni essere dotato di consapevolezza e quindi vivo, è un agglomerato, un raggruppamento di campi energetici tenuti assieme da uno di questi aspetti dell'energia, che funziona come una sorta di collante. Chiamarono questa proprietà dell'energia "aspetto vibratorio dell'energia" e iniziarono ad analizzarlo dettagliatamente. L'aspetto vibratorio dell'energia li interessava particolarmente perché si resero subito conto che da esso dipende la forza vitale di ogni singolo essere vivente e quindi cercarono di sviscerarne le caratteristiche e i modi per accudirlo e incrementarlo. Videro che, quando l'aspetto vibratorio veniva meno, l'essere come insieme di campi energetici non era più in grado di contrastare la forza rotante (un'emanazione diretta del mare oscuro della consapevolezza che colpisce senza sosta gli esseri viventi) e mantenersi compatto. La rotante quindi riesce a smembrare l'unità dei campi energetici e l'essere muore perdendo la sua unità. Si resero anche conto che tanto più l'aspetto vibratorio è attivo, tanto più l'esistenza è piena, segue una chiara direzione, risulta collegata all'infinito. Cercarono allora i sistemi per centrarsi il più possibile su questo aspetto dell'energia e renderlo efficace e anche i modi per trasmettere tale conoscenza. Videro che esiste una corrispondenza tra gli esseri umani come insieme di campi energetici e alcune aree del corpo fisico che possono essere stimolate per attivare i diversi aspetti dell'energia. In particolare, nel caso dell'aspetto vibratorio, scoprirono una zona nel corpo fisico in grado di generare la giusta sensazione, seguendo la quale è possibile incrementare tale lato dell'energia. Questa zona corrisponde all'area attorno alla punta dello sterno o appena sotto o sopra, fino al corpo dello sterno. La relazione degli aspetti dell'energia con il corpo fisico andrebbe compresa però fino in fondo per non incorrere in errori grossolani. Ciò che si origina da queste zone (che sia il centro per l'aspetto vibratorio, la volontà o altro) è la corretta sensazione che fa da guida alla totalità del proprio essere e lo conduce allo stato di consapevolezza necessario per manipolare quel determinato aspetto dell'energia. Questa guida per la consapevolezza appare alla visione energetica in forma di canali o fibre dotate di speciale forza e intensità, ma questo è sempre un nostro limite come percettori; ciò che accade veramente è un mistero che nessun essere vivente è in grado di penetrare. In ogni caso l'attivazione dell'aspetto vibratorio ha conseguenze profondissime sulla nostra esistenza, sia come guerrieri che come persone comuni. Naturalmente il massimo beneficio viene tratto da quegli esseri che uniscono a tale attivazione l'applicazione dei principi della via del guerriero. In generale, nelle persone comuni l'accendersi dell'aspetto vibratorio provoca un cambio totale nella propria vita; può esprimersi come una improvvisa "chiamata" mistica di solito piena di amore per il mondo, ma anche in forme più materiali, con lo sviluppo di una speciale lucidità che investe ogni aspetto della propria esistenza e dà una falsa sensazione di potere, ma permette comunque di essere sempre al posto giusto al momento giusto e ottenere risultati pratici con una facilità apparentemente magica. Ma a noi interessa il caso di quegli esseri che sono consapevoli di ciò che stanno facendo, che ricercano il cambiamento e l'evoluzione consapevolmente e puntano verso obiettivi precisi e deliberati: è il caso dei guerrieri. Raggiungere la capacità di gestire in modo ordinato l'aspetto vibratorio dell'energia è letteralmente di vitale importanza. Prima di tutto, come dicevo, questo attributo dell'energia rappresenta la vera forza vitale, sotto tutti i punti di vista. Intendo dire che, incrementando a


concentrando tale attributo, non si ottiene semplicemente o solo una maggiore resistenza e vitalità, ma anche la raffinazione della propria forza vitale; in pratica se ne migliora la qualità. E' ciò che i guerrieri chiamano "sobrietà" e deriva dalla chiara visione della direzione della propria esistenza epurata di ogni inutile orpello e interferenza. Questa condizione speciale a sua volta origina la disciplina, così come la intendono i Toltechi e la combinazione di sobrietà e disciplina, sostenute volontariamente, provoca un risultato di portata epocale: mette in fuga la mente ordinaria, il suggeritore, l'installazione estranea. Da questo momento in poi sostenere consapevolmente il centro per l'aspetto vibratorio dell'energia conduce direttamente alla predominanza del corpo energetico che è la condizione che ci porta infallibilmente a realizzare ogni obiettivo. Il guerriero si afferra inflessibilmente all'aspetto vibratorio, partendo dal presupposto che non basta esistere per essere vivi. Essere vivi richiede uno sforzo personale continuativo che incrementa lo stato di consapevolezza e, il modo migliore, l'unico per farlo, è sostenere la fonte della nostra forza vitale. Attivare il centro per l'aspetto vibratorio significa avere chiarezza riguardo la direzione della propria esistenza: è ciò che Don Juan definiva "il sentiero che ha un cuore". Finché l'aspetto vibratorio è attivo e lo è in modo consapevole e volontario, noi siamo una cosa sola con la nostra esistenza. Sai quando ti trovi in questa direzione perché il centro per l'aspetto vibratorio genera il senso dell'ironia e la capacità di ridere di se stessi in totale abbandono. Nella pratica esistono dei sistemi per accendere l'aspetto vibratorio. Sono metodi e pratiche sia fisici che riguardanti l'uso della percezione e degli stati di consapevolezza. Questi sistemi però sono solo dei trucchi pratici per portare l'apprendista fino alla consapevolezza dell'esistenza di questo aspetto dell'energia e della possibilità di interagire volontariamente con esso. Ciò che fa la differenza a quel punto è l'intenzionalità del guerriero. Con la sua nuova intenzionalità il guerriero inizia a selezionare i propri sentimenti, scegliendo quelli connessi con l'intento, li raffina e li canalizza nel centro per l'aspetto vibratorio. A quel punto i guerrieri possono usare i sentimenti come vettori per l'infinito. Un sentimento collegato all'aspetto vibratorio condiviso da tutti i guerrieri è l'affetto inflessibile per la terra: è un vettore infallibile per l'infinito. (Rif: Marco Baston – Sito Web)

Le predilezioni del Guerriero L' "Animo del Guerriero" ● Un guerriero è sempre pronto. Essere un guerriero non vuol dire soltanto desiderarlo. È invece una lotta senza fine, che terminerà solo nell'ultimissimo istante della nostra vita. Nessuno è nato guerriero, esattamente come nessuno è nato essere razionale. Siamo noi che diventiamo l'uno o l'altro. Nella vita di un guerriero c'è solo una cosa, un problema, che veramente non è deciso: fino a che punto egli può spingersi sulla via del sapere e del potere. Questo è un problema aperto: nessuno può predire come si risolverà. Una volta vi ho detto che la libertà del guerriero consiste nell'agire senza macchia oppure come uno stupido. Agire senza macchia è l'unico tipo di azione che sia libero, e quindi è la vera misura dello spirito di un guerriero. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Un guerriero riconosce la sua pena, ma non vi indulge. Lo stato d'animo del guerriero che entra nell'ignoto non è, quindi, segnato dalla tristezza; egli anzi è lieto perché si sente umile dinanzi alla sua gran fortuna, fiducioso che il suo spirito sia senza macchia, e sopratutto perfettamente consapevole della propria efficienza. La gioia del guerriero procede dal fatto che egli ha accettato la sua sorte ed ha esattamente valutato ciò che gli sta dinanzi. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal)


● La cosa più difficile al mondo è assumere lo stato d'animo di un guerriero. Non serve a nulla essere tristi, lagnarsi e sentire di essere giustificati nel farlo, credere che qualcuno ci faccia sempre qualcosa. Nessuno fa nulla a nessuno, tanto meno a un guerriero. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● L'autocommiserazione non si addice al potere. Lo stato d'animo di un guerriero richiede il controllo su se stesso e al tempo medesimo richiede l'abbandono di se stesso. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Un guerriero, d'altra parte, è un cacciatore. Il guerriero calcola tutto. Questo è controllo. Ma una volta terminati i suoi calcoli, agisce, lascia andare. Questo è abbandono. Un guerriero non è una foglia in balia del vento. Nessuno lo può spingere; nessuno può fargli fare nulla contro la sua volontà o contro il suo giudizio. Il guerriero è programmato per sopravvivere, e sopravvive nel migliore dei modi possibili. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Ci vuole lo stato d'animo del guerriero per ogni singolo atto, Altrimenti si diventa deformati e brutti. Non c'è potere in una vita che manchi di questo stato d'animo. Guardati: tutto ti offende e ti turba. Ti lagni e ti lamenti e senti che tutti ti fanno ballare alla loro musica. Sei una foglia in balia del vento. Non c'è potere nella tua vita. Che brutta sensazione deve essere! (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Il vostro spirito non era equilibrato. Per contrastare questo squilibrio vi ho insegnato a vivere al modo del guerriero. Un guerriero parte con la certezza che il suo spirito non sia equilibrato; poi, vivendo in assoluto controllo di sé e consapevolezza, ma senza fretta, senza costrizione, fa in tutto e per tutto del suo meglio per ottenere quell'equilibrio. Nel vostro caso, come nel caso di ogni uomo, lo squilibrio era dovuto alla somma complessiva di tutte le vostre azioni. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Abbassando la voce fin quasi a un mormorio disse che se veramente sentivo che il mio spirito era deformato dovevo semplicemente fissarlo - purgarlo, renderlo perfetto - perché in tutta la nostra vita non c'era altro compito che fosse più degno. Non fissare lo spirito significava cercare la morte, ed era lo stesso che non cercare nulla, dal momento che la morte ci avrebbe sopraffatti senza tener conto di nulla. Cercare la perfezione dello spirito del guerriero è il solo degno compito della nostra condizione di uomini. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Non c'è pecca nel modo di agire del guerriero. Agite in quel modo, e nessuno vi criticherà. Il modo di agire del guerriero sarebbe: mettere insieme quel che avete imparato, senza presunzione e senza devozione. Fate così, e nessuno troverà delle pecche. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Un guerriero è sempre pronto. Essere un guerriero non vuol dire soltanto desiderarlo. E invece una lotta senza fine, che terminerà solo nell'ultimissimo istante della nostra vita. Nessuno è nato guerriero, esattamente come nessuno è nato essere ragionevole. Siamo noi che ci facciamo divenire l'uno o l'altro. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Disse che facevo il ruffiano per conto di qualcun altro. Che non combattevo le mie battaglie ma le battaglie di qualche persona sconosciuta. che non volevo imparare a conoscere le piante, né a cacciare, né niente. E che il suo mondo di precisi atti, sentimenti e decisioni era infinitamente più efficace di quella goffa idiozia che chiamavo 'la mia vita'. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)


● Hai sempre, assecondato tutti, e naturalmente questo ti pone automaticamente al di sopra di tutto e di tutti. Ma tu stesso sai che non può essere cosi. Sei soltanto un uomo e la tua vita è troppo breve per racchiudere tutte le meraviglie e tutti gli orrori di questo mondo meraviglioso. Perciò, la tua abitudine di assecondare tutti è falsa; ti mette in una condizione infima". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Un guerriero è un cacciatore senza macchia che va in caccia del potere; non è ubriaco, o pazzo, e non ha il tempo né la voglia di barare, o di mentire a se stesso, o di fare una mossa sbagliata. La posta è troppo alta. La posta in palio è la sua vita ben ordinata che per tanto tempo lui ha condotto cosi ordinata e perfetta. Non è disposto a gettarla via con qualche stupido errore di calcolo, prendendo qualcosa per qualcos'altro. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● Te l'ho ripetuto tante volte, il modo migliore per vivere è vivere come un guerriero. Preoccupati e pensa prima di prendere qualsiasi decisione, ma una volta deciso segui la tua strada libero da preoccupazioni o da pensieri; ci saranno ancora milioni di altre decisioni ad aspettarti. Questo è il comportamento da guerriero. (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● Si può sopravvivere sul sentiero della conoscenza solo vivendo come un guerriero. Perché l'arte del guerriero consiste nell'equilibrare il terrore dell'esser uomo con la meraviglia dell'esser uomo. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)

L' Umiltà del guerriero ● Il guerriero, procede come se avesse un piano, perché si fida del suo potere personale. Sa per certo che il suo potere personale lo farà agire nel modo più appropriato. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● L'uomo comune cerca certezza negli occhi di chi ha di fronte, e chiama questo fiducia in sé. Il guerriero cerca d'essere senza macchia ai propri occhi, e chiama questo umiltà. L'uomo comune è agganciato agli uomini suoi compagni, mentre il guerriero è agganciato unicamente a se stesso. Forse state inseguendo l'arcobaleno. Siete alla ricerca della fiducia in sé dell'uomo comune, mentre dovete cercare l'umiltà del guerriero. La differenza tra due è molto importante. La fiducia in sé implica di sapere qualcosa per certo; l'umiltà implica essere senza macchia nelle proprie azioni e nel proprio sentire. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● L'umiltà del guerriero non è l'umiltà del mendicante. Il guerriero non abbassa la testa dinanzi a nessuno, ma nello stesso tempo non permette a nessuno di abbassare la testa dinanzi a lui. Il mendicante, invece, si butta in ginocchio e si umilia davanti a chiunque giudichi superiore, ma nello stesso tempo pretende che chiunque gli sia inferiore si umilii davanti a lui. Io, conosco soltanto l'umiltà del guerriero, e questa non mi permetterà mai di schiavizzare qualcuno. A voi piace l'umiltà del mendicante. Abbassate la testa dinanzi alla ragione. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Un guerriero accetta la sua parte, qualunque possa essere, e la accetta in assoluta umiltà. Accetta in umiltà ciò che egli è, e non ne fa motivo di rimpianto ma di sfida. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Non c'è nulla al mondo che un guerriero non possa affrontare. Vedete: un guerriero si considera già morto, per cui non ha nulla da perdere. Il peggio gli è già accaduto, quindi


egli è lucido e calmo; a giudicare dai suoi atti o dalle sue parole, nessuno sospetterebbe che sia stato testimone di alcunché. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal)

La "Morte come Consigliera" "Cercare la conoscenza e avere potere è il destino dell'intera vita, ma non c'è assolutamente alcun modo per nessuno di noi di avere ulteriore potere a meno che non lo si reclami. L'unico modo in cui possiamo rivendicare il nostro potere è fronteggiare le sfide che dobbiamo affrontare e superare. Ovviamente la quantità di potere che una sfida apporta è proporzionale alla intensità della stessa. Le sfide facili apportano solo un po' di potere, ma quelle difficili, specialmente quelle che, in un modo o nell'altro, minacciano la nostra sopravvivenza, forniscono la più grande quantità di potere. Pertanto, per il guerriero, la morte e i suoi alleati non sono una maledizione, ma semplicemente sono le forze che lo guidano ad altezze sempre maggiori del potere personale. È per questo motivo che il guerriero guarda alla morte come al suo miglior consigliere. L'unica protezione che il guerriero possiede contro le frecce dei cacciatori dell'universo è lo Scudo del Guerriero. Il quale ha quattro componenti. 1) Ben all'Erta 2) Paura 3) Rispetto 4) Completamente sicuro Essendo ben all'erta al fatto che la morte gli sta tendendo l'agguato, il guerriero usa la sua paura per tenersi in equilibrio, e così avere un sano rispetto per tutta la vita che gli sta intorno, il guerriero stabilisce di vivere, per quanto possibile, la sua vita strategicamente. Essendo completamente sicuro che, a condizione che egli rimanga impeccabile nei suoi sforzi, il suo destino dovrà e si dispiegherà per guidarlo, il guerriero adatta le sue azioni, fisiche, emotive e mentali, in modo da poter usare il suo scudo efficacemente contro le frecce dei cacciatori." Theun Mares - Il Grido Dell'Aquila “Il vero cambiamento è la morte del vecchio. La morte non è il cambiamento, ma è nient'altro che la trasmutazione. Solo la morte ha il potere di realizzare la trasformazione ... La trasformazione può essere raggiunta solo attraverso il dispiegarsi continuo di nuove conoscenze. Nel momento in cui una nuova conoscenza si dispiega, il vecchio sé comincia a morire. Così per il guerriero, la morte è il suo miglior consigliere e la sua fedele compagna ... Si deve essere costretti ad apprendere, ma solo perché l'uomo teme la trasformazione. Quando viene sconfitta la resistenza al cambiamento, la forza non è più necessaria. La forza viene impiegata a causa della resistenza. Così il guerriero non resiste alla morte, ma impara a ballare con lei ... Non si può cambiare a meno che non si sia disposti ad abbracciare completamente la morte. Il vostro vecchio sé deve morire in modo che il guerriero che c'è in voi possa emergere. Resistere alla morte porta a morire di una morte lenta e miserabile, ma abbracciare volontariamente la morte porta a trovare il coraggio di combattere una battaglia impeccabile per la vostra libertà ". (Rif: Theun Mares - Shadows of Wolf Fire) “Quando un uomo si incammina per il sentiero della conoscenza si rende gradualmente conto di aver lasciato per sempre dietro di sé la vita normale; la conoscenza infatti è davvero una cosa che mette paura; i mezzi del mondo ordinario non saranno più sufficienti per lui e se vorrà sopravvivere dovrà adottare un nuovo modo. di vita. La prima cosa da fare, a quel punto, sarà diventare un guerriero, un passo e una decisione molto importante. La natura terrificante della conoscenza non lascia altra alternativa. Quando la conoscenza diventa una cosa terrificante l'uomo si rende conto che la morte è il compagno insostituibile che siede accanto a lui sulla stuoia. Ogni particella di conoscenza che diventa potere ha la morte come forza centrale. La morte da


l'ultimo tocco, e i tutto ciò che è toccato dalla morte diventa davvero potere. Un uomo che segue il sentiero della stregoneria si trova davanti la morte a ogni svolta della strada, e inevitabilmente si fa lucidamente consapevole della propria morte. Senza la consapevolezza della morte sarebbe soltanto un uomo ordinario coinvolto in atti ordinari. Mancherebbe della necessaria potenza, della necessaria concentrazione che trasforma in potere magico la propria vita sulla terra. "Quindi, per essere un guerriero un uomo deve essere, prima di tutto e legittimamente, lucidamente consapevole della propria morte. Ma il. preoccuparsi della morte ci indebolirebbe costringendo ciascuno di noi a concentrarsi sul sé. Quindi, per essere un guerriero, la conquista successiva è il distacco. L'idea della morte imminente invece di diventare un'ossessione, diventa un'indifferenza". (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) La morte è la nostra eterna compagna. E' sempre alla nostra sinistra, a un passo di distanza. Ti è sempre stata a osservare. Ti osserverà sempre fino al giorno in cui ti toccherà. Come ci si può sentire tanto importanti quando sappiamo che la morte ci da la caccia? La cosa da fare quando sei impaziente, è voltarti a sinistra e chiedere consiglio alla tua morte. Ti sbarazzi di un’enorme quantità di meschinità se la tua morte ti fa un gesto, o se ne cogli una breve visione, o se soltanto hai la sensazione che la tua compagna è lì che ti sorveglia. La morte è il solo saggio consigliere che abbiamo. Ogni volta che senti, come a te capita sempre, che tutto va male e che stai per essere annientato, voltati verso la tua morte e chiedile se e vero; la tua morte ti dirà che hai torto; che nulla conta veramente al di fuori del suo tocco. La tua morte ti dirà: "Non ti ho ancora toccato". Devi chiedere consiglio alla morte e sbarazzarti delle maledette meschinerie proprie degli uomini che vivono come se la morte non dovesse mai toccarli. Tu ti senti immortale, e le decisioni di un uomo immortale possono essere cancellate o rimpiante o dubitate. In un mondo in cui la morte è il cacciatore, non c’è tempo per rimpianti o dubbi. C’è solo il tempo per le decisioni. Non importa quale sia la decisione, Non c'è cosa che sia più o meno seria di un’altra. Non capisci? In un mondo in cui la morte è il cacciatore non ci sono decisioni grandi o piccole. Ci sono solo decisioni che prendiamo di fronte alla nostra morte inevitabile. (Rif: Carlos Castaneda - Viaggio a Ixtlan) Concentra la tua attenzione sul legame tra te e la tua morte senza rimorso, tristezza o inquietudine. Metti a fuoco la tua attenzione sul fatto che non hai tempo e lascia che i tuoi atti scorrano in conseguenza. Lascia che ciascuno dei tuoi atti sia la tua ultima battaglia sulla tema. Solo a queste condizioni i tuoi atti avranno il loro legittimo potere. Altrimenti saranno, finché vivrai, gli atti di un timoroso. "E così terribile essere un timoroso?". "No. Non lo sarebbe se tu fossi immortale, ma se devi morire non c'è tempo per il timore, semplicemente perché il timore ti fa afferrare a qualcosa che esiste solo nei tuoi pensieri. Ti tranquillizza finché tutto è calmo, ma poi il mondo imponente e misterioso aprirà la sua bocca per prenderti, come si aprirà per prendere ognuno di noi, e allora comprenderai che i tuoi modi sicuri non erano affatto sicuri. Essere timorosi ci impedisce di esaminare e sfruttare la nostra sorte di uomini". (Rif: Carlos Castaneda - Viaggio a Ixtlan)


Questo è lo schema degli occhi secondo la Programmazione Neuro Linguistica. Viene usata dalle agenzie governative per scoprire il programma in cui uno è immerso, e può essere usato per scoprire se uno mente o dice la verità. Viene anche usato dai Programmatori Neuro Linguisti per risolvere la programmazione negativa. Nel mio libro, Awakening the Third Eye: Discovering the True Essence of Recapitulation, vengono illustrate le tecniche per risolvere questo programma, in particolar modo quelle riguardanti la contemplazione ascensionale e discensionale delle piante, con i principi della contemplazione che portano gli apprendisti al loro status completo; l'originale libertà dal controllo esterno. Quando questo accade, l'incertezza diventa saggezza, invece di certezza, come un dispositivo che affina l'etica di un individuo. Ora che questi principi di base sono stati stabiliti si può parlare del concetto della morte come consigliera, usato da don Juan Matus come un altro strumento didattico, come spiegato da Carlos Castaneda nei suoi libri. Ha usato il principio della memoria per pressare il corpo di Carlos Castaneda a riflettere sulla sua situazione attuale. A Carlos Castaneda venne consigliato di guardare alla sua sinistra. Come si può vedere dal grafico, la sinistra è la parte dove vengono immagazzinati i ricordi. Quando moriamo ci troviamo a fronteggiare i nostri ricordi, ma questa non è tutta la verità. Tutta la verità sulla morte è che è onnicomprensiva. Si confronta con noi linearmente ed è onnipervadente interdimensionalmente. Questa forza che pervade tutto racchiude in sé ogni cosa. E' il modo in cui noi applichiamo la nostra attenzione che ci definisce. L'unico uso credibile del guardare alla propria sinistra è quello di ottenere la sensazione registrata nella memoria, che ci può consigliare su come procedere. Funziona solo se si apprezza il momento presente che si allontana costantemente da noi, dove il nostro timore e le circostanze illuminanti tentano di risvegliarci al nostro pieno potenziale. Quindi, facendo si che un apprendista dia uno sguardo alla sua sinistra è solo un mezzo per renderlo consapevole, in primo luogo, che qualcosa può essere alla sua caccia, e in secondo luogo colpire la paranoia. Poi, quando l'apprendista si convince che è solo la sua sinistra, gli sarà rivelato il modo in cui si sia fatto catturare dalla terminologia. Dobbiamo considerare tutti gli insegnamenti dati da Juan Matus a Carlos Castaneda come pietre molto scivolose che ci faranno attraversare una soglia, e mentre stiamo attraversando molto attentamente quel fiume impetuoso, dovremmo cercare di non cadere nella corrente che ci trascina in vortice auto alimentato di ipocrita certezza che rende ciechi verso ciò che realmente sta


avvenendo e perpetua gli insegnamenti in una verità che, a causa dalla posizione limitata che l'apprendista sta difendendo, in sostanza, localizza il vero riflesso della sua consapevolezza rispetto al quadro generale. (Rif: Lujan Matus – Blog) «Pertanto, l'idea della morte ha un'eccezionale importanza nella vita di uno stregone» continuò don Juan. «Ti ho fatto vedere innumerevoli cose sulla morte per convincerti che è la conoscenza dell'imminente e inevitabile fine a darci la sobrietà. L'errore più grave per noi uomini comuni è adagiarci in un senso d'immortalità. Come se credessimo che, non pensando alla morte, potremmo riuscire a liberarcene.» «Però, don Juan, devi convenire che il non pensare alla morte ci libera almeno dall'angoscia della fine.» «Sì, serve a quello scopo» concesse. «Ma è uno scopo meschino per l'uomo comune, e una caricatura per gli stregoni. Senza idee chiare sulla morte non c'è ordine, sobrietà, bellezza. Gli sciamani cercano di acquistare questa facoltà cruciale perché li aiuti a realizzare al livello più profondo possibile di non avere alcuna garanzia che la vita possa continuare oltre quel momento. Una tale constatazione dà agli sciamani il coraggio di essere pazienti pur nell'attività, il coraggio di essere acquiescenti senza cadere nella stupidità.» (Rif: Carlos Castaneda – Il Potere del Silenzio) “Il nostro mondo magico non ha nulla a che fare con canti e incantesimi, con rituali e comportamento bizzarro. Il nostro mondo magico, che è un sogno, è portato in esistenza dal desiderio concentrato di coloro che vi partecipano. E mantenuto intatto in ogni momento dalla tenace volontà degli stregoni. Allo stesso modo in cui il mondo di ogni giorno è tenuto insieme dalla tenace volontà di tutti.” Si fermò bruscamente. Sembrò essersi sorpresa nel pieno di un pensiero che non desiderava esprimere. Poi sorrise. Facendo un umoristico gesto d’impotenza, aggiunse: “Per sognare il nostro sogno, devi essere morta.” “Questo significa che devo cadere morta qui ed ora?” chiesi con voce che stava divenendo rauca. “Sai che sono pronta a questo, in un attimo.” Il volto di Zuleica s’illuminò e rise come se le avessi raccontato la miglior barzelletta. Vedendo che ero seria quanto più non avrei potuto, si affrettò a chiarire: “No, no. Morire significa cancellare tutti i tuoi possessi, abbandonare ogni cosa che hai, ogni cosa che sei.” “Non è niente di nuovo”, dissi. “L’ho già fatto nel momento in cui mi sono unita al vostro mondo.” “Ovviamente non l’hai fatto. Altrimenti non saresti in una tale confusione. Se tu fossi morta nel modo richiesto dalla stregoneria, non proveresti angoscia ora. “Che cosa proverei quindi?” “Dovere! Scopo!” “La mia angoscia non ha nulla a che fare con il mio senso di scopo”, gridai. “È a parte, indipendente. Sono viva e provo tristezza ed amore. Come posso evitarlo?” “Non devi evitarlo”, chiari Zuleica. “Ma vincerlo. Se i guerrieri non hanno nulla, non sentono nulla.” “Che razza di mondo vuoto è quello?” chiesi con sfida. “Vuoto è il mondo dell’indulgere, poiché l’indulgere taglia fuori ogni altra cosa eccetto l’indulgere stesso.” Mi guardò ansiosamente, come se si aspettasse che fossi d’accordo con la sua affermazione. “Così è un mondo alla rovescia. Noioso. Ripetitivo. Per gli stregoni, l’antidoto all’indulgere è il morire. E non vi pensano semplicemente. Lo fanno.” Un sudore freddo mi corse lungo la schiena. Deglutii e rimasi in silenzio, guardando la splendida visione della luna che riluceva attraverso la finestra. “Realmente non comprendo ciò che stai dicendo, Zuleica.”


“Mi comprendi perfettamente bene”, affermò. “Il tuo sogno è cominciato quando hai incontrato me. Ora è il momento di un altro sogno. Ma questa volta, sogna da morta. Il tuo errore era di sognare da viva.” “Che cosa significa?” chiesi irrequieta. “Non tormentarmi con gli enigmi. Tu, proprio tu, mi hai detto che soltanto gli stregoni maschi si tormentano alla follia con gli enigmi. Tu mi stai facendo la stessa cosa ora.” La risata di Zuleica rimbalzò da una parete all’altra. Frusciò come foglie secche spinte dal vento. “Sognare da vivi significa avere speranza. Significa che ti aggrappi al tuo sogno, poiché ti è cara la vita. Sognare da morti significa che sogni senza speranza. Sogni senza aggrapparti al tuo sogno.” Non fidandomi di parlare, tutto ciò che potei fare fu di annuire. Florinda mi aveva detto che la libertà è la totale assenza di preoccupazioni circa se stessi, una mancanza di preoccupazione che si raggiunge quando la massa di energia imprigionata all’interno di noi stessi viene liberata. Aveva detto che questa energia viene liberata soltanto quando possiamo arrestare l’esaltata concezione che abbiamo di noi stessi, della nostra importanza, un’importanza che sentiamo che non dev’essere violata o derisa. La voce di Zuleica era chiara, ma sembrava provenire da molto lontano mentre aggiungeva: “Il prezzo della libertà è molto alto. La libertà può essere ottenuta soltanto sognando senza speranza, essendo pronti a perdere tutto, persino il sogno. “Per qualcuno di noi, sognare senza speranza, sforzarsi senza meta in mente, è l’unico modo per stare al passo con l’uccello della libertà.” (Rif: Florinda Donner – Essere nel Sogno)

Comportarsi da Guerriero Ci sono tre tipi di cattive abitudini cui ricorriamo più e più volte quando ci troviamo di fronte a inconsuete situazioni della vita. In primo luogo, possiamo rifiutare ciò che sta accadendo o è accaduto, e ritenere che non sia successo nulla. Questo è il comportamento del bigotto. In secondo luogo, possiamo accettare ogni cosa per il suo valore apparente, e ritenere di sapere cosa stia succedendo. È il comportamento dell'uomo pio. In terzo luogo, possiamo divenire ossessionati da un avvenimento, poiché non riusciamo né a rifiutarlo, né ad accettarlo con pieno consenso. È il comportamento del pazzo. Il vostro comportamento? C'è un quarto comportamento: quello giusto, del guerriero. Un guerriero si comporta come se non fosse successo nulla, perché non crede in nulla, ma accetta ogni cosa per il suo valore apparente. Accetta senza accettare e rifiuta senza rifiutare. Non ritiene mai di sapere e, neppure ritiene che non sia successo nulla. Si comporta come se riuscisse a controllarsi anche se sta facendosela addosso. Comportandosi in questo modo, elimina l'ossessione. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) Ogni qualvolta un uomo si trova a fronteggiare qualcosa fuori dall’ordinario agirà, a seconda del proprio carattere,sempre in base ai tre tipi di cattive abitudini: il bigotto ignorerà ciò che è successo e insisterà a dire che non è mai accaduto. l’ipocrita accetterà l’episodio per il suo valore effettivo, credendo di averlo capito completamente. il pazzo rimane sempre incerto sull’episodio non sapendo se accettarlo o meno, diventando in questo modo ossessionato dalle sue domande. Se gli insegnamenti Toltechi fossero stati compresi e avessero valore per il lettore, queste cattive abitudini dovrebbero essere accuratamente evitate e al loro posto il guerriero assumerà questo atteggiamento. Quando il guerriero incontra qualcosa di straordinario si comporta come se non fosse successo nulla, perché non crede solo per il gusto di credere. Sebbene il guerriero accetti il valore effettivo di qualcosa, allo stesso momento lo ignora, perché sa che il mondo non è quello che appare essere. perciò il guerriero si comporta come se avesse pieno controllo, anche se è completamente


sconcertato, agendo in questo modo evita la confusione generata dall’ossessione. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri)

Il Potere delle Azioni: il cambio "di colpo!" ● Sfortunatamente ogni qualvolta un uomo si trova a dover fare un cambiamento nella sua vita, segue le solite trite e ritrite lamentele: “Io non ho alcun problema, ma dovresti vedere mia moglie! Te lo giuro, lei ha un sacco di problemi! Se solo potessi convincerla delle sue debolezze potremmo essere in grado di vivere in pace”. Questo genere di commento è tipico dell’uomo comune, non importa che si lamenti di sua moglie, dei suoi genitori, del suo capo, del suo lavoro, o della vita in generale. È un atteggiamento comunemente conosciuto come colpevolizzare, discolparsi, eludere il problema, o per dirla in modo schietto, scorreggiare intorno. Invece di biasimare tutti quelli che lo circondano, un buon cacciatore prende una parte della propria vita, e apporta quei cambiamenti che ritiene necessari in quel momento. Un buon cacciatore cambierà la sua via ogniqualvolta ne sorga la necessità. I veri cambiamenti sono sempre in essenza sconvolgenti, e sono sempre scatenati da ciò che sembra essere un atto piccolo e insignificante. I cacciatori cercano questi atti, in se stessi e nelle loro prede, perciò non vengono colti alla sprovvista dai loro effetti. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) ● Non c'è futuro! Il futuro è solo un modo di dire. Per uno stregone c'è solo il presente. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Sapete che in questo preciso momento siete circondato dall'eternità? E sapete che potete usare questa eternità, se lo desiderate? Sapete che potete estendervi per sempre in ognuna delle direzioni che ho indicato? Sapete che ogni momento può essere eternità? Non è un indovinello; è un fatto, ma solo se vi impadronite di quel momento e lo usate per prendere la totalità di voi, per sempre, in ogni direzione. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● “Pensi di avere tempo in abbondanza, pensi che la tua vita debba durare per sempre. "No. Non lo penso". "Allora, se non pensi che la tua vita debba durare per sempre, che cosa aspetti? Perché questa esitazione davanti al cambiamento? … Non hai tempo per questa esibizione, sciocco, questo, qualunque cosa tu stia facendo ora, può essere il tuo ultimo atto sulla terra. Può essere benissimo la tua ultima battaglia. Nessun potere potrebbe garantirti che vivrai un altro minuto. … Non hai tempo, amico mio, non hai tempo. Nessuno di noi ha tempo. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Non hai tempo, amico mio", disse. “È questa la disgrazia degli esseri umani. Nessuno di noi ha tempo sufficiente, e la tua continuità non ha senso in questo mondo imponente e misterioso. "La tua continuità ti rende soltanto timoroso", continuò. "I tuoi atti non possono avere il gusto, il potere, la forza imperativa degli atti compiuti da un uomo che sa di combattere la sua ultima battaglia sulla terra. In altre parole, la tua continuità non ti rende felice o potente". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Il cambiamento di cui parlo non avviene mai per gradi; accade improvvisamente. E tu non ti stai preparando a quell'atto improvviso che recherà un cambiamento totale". Credetti che stesse esprimendo una contraddizione. Gli spiegai che se mi fossi preparato al cambiamento sarei certo cambiato per gradi. "Tu non sei cambiato affatto", disse. "E, per questo che credi di cambiare a poco a poco. Tuttavia, forse un giorno ti accorgerai con sorpresa di essere cambiato improvvisamente e


senza un singolo avvertimento. So che è così, e perciò non perdo di vista il mio interesse nel convincerti ". Non potevo persistere nella mia argomentazione; non ero sicuro di quello che volevo dire veramente. Dopo un momento di pausa don Juan riprese a spiegare quello che intendeva. "Forse dovrei esprimermi diversamente", disse. "Quello che ti raccomando è osservare che non abbiamo nessuna garanzia che le nostre vite debbano continuare indefinitamente. Ho appena detto che il cambiamento arriva improvvisamente e inaspettatamente, e altrettanto fa la morte. Cosa pensi che ci possiamo fare?". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Ci sono delle persone che sono attentissime alla natura dei propri atti. La loro felicità è agire nella piena conoscenza di non avere tempo; perciò i loro atti hanno un particolare potere; i loro atti hanno un senso di...”. Sembrava che don Juan fosse rimasto a corto di parole. Si grattò le tempie e sorrise. Poi improvvisamente si alzò in piedi come se avessimo concluso la nostra conversazione. Lo supplicai di finire quello che mi stava dicendo. Si mise a sedere e arricciò le labbra. "Gli atti hanno potere", disse. "specialmente quando la persona che agisce sa che quegli atti sono la sua ultima battaglia. C'è una strana e struggente felicita nell'agire sapendo perfettamente che tutto quello che si fa potrebbe essere benissimo l'ultimo atto sulla terra. Ti raccomando di riconsiderare la tua vita e forse i tuoi atti in questa luce”. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "La nostra morte ci aspetta e questo stesso atto che eseguiamo adesso potrebbe ben essere la nostra ultima battaglia sulla terra", replicò con voce solenne. "La chiamo battaglia perché è una lotta. Gli uomini, quasi tutti, passano da atto ad atto senza alcuna lotta o pensiero. Un cacciatore, al contrario, valuta ogni atto; e poiché ha una conoscenza intima della propria morte, procede con giudizio, come se ogni atto fosse la sua ultima battaglia. Solo uno sciocco non noterebbe il vantaggio di un cacciatore sugli altri uomini. Un cacciatore da alla sua ultima battaglia il dovuto rispetto. Perciò è naturale che il suo ultimo atto sulla terra debba essere il meglio di lui stesso. In tal modo diventa piacevole. Attenua la morsa della sua paura". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)

Il distacco ● "Quindi, per essere un guerriero un uomo deve essere, prima di tutto e legittimamente, lucidamente consapevole della propria morte. Ma il preoccuparsi della morte ci indebolirebbe costringendo ciascuno di noi a concentrarsi sul sé. Quindi, per essere un guerriero, la conquista successiva è il distacco. L'idea della morte imminente invece di diventare un'ossessione, diventa un'indifferenza". (Rif: Carlos Castaneda – Una realtà Separata) ● "Essere un eremita è un lasciarsi andare, e io non ho mai voluto dire questo. Un eremita non è distaccato, perché si abbandona volontariamente a diventare un eremita. Solo l'idea della morte rende l'uomo sufficientemente distaccato da non poter più abbandonarsi a nulla. Solo l'idea della morte rende l'uomo sufficientemente distaccato da non poter negarsi nulla. Ma un uomo di questo genere non anela, perché ha acquistato una silenziosa avidità della vita e delle cose della vita. Sa che la morte segue le sue tracce e non gli darà il tempo di afferrarsi a nulla, perciò tenta, senza anelare. tutto di tutto. L'uomo distaccato, che sa di non poter respingere la morte, ha una sola cosa cui appoggiarsi: il potere delle sue decisioni. Deve essere, per così dire, padrone delle sue scelte. Deve comprendere pienamente che la sua scelta è una responsabilità e che una volta fatta non c'è più tempo per rimpianti o recriminazioni. Le sue decisioni sono definitive, semplicemente perché la


sua morte non gli lascia il tempo di afferrarsi a nulla. E così, con la consapevolezza della propria morte e con il potere delle proprie decisioni, il guerriero dispone strategicamente la propria vita. La conoscenza della sua morte lo guida e lo rende distaccato e silenziosamente avido; il potere delle sue decisioni definitive lo rende capace di scegliere senza rimpianti e quello che sceglie è sempre strategicamente il meglio; e così compie tutto quello che deve compiere con gusto e avida efficienza. 'Quando un uomo si comporta in questo modo si può dire giustamente che è un guerriero e che ha ottenuto la pazienza". (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● Credere di avere tutto il tempo del mondo non è solo stupido, ma toglie anche il nostro apprezzamento per la vita; dove non c’è la consapevolezza della morte, la noia e la malinconia affiorano rapidamente. Un guerriero sa che la sua morte lo sta costantemente cercando, quindi tutto il tempo che ha è un dono prezioso. Sapendo che il suo tempo non può durare, il guerriero assapora il suo dono completamente, e gode ogni momento di questo tempo tanto prezioso. Questo è ciò che è conosciuto come vivere al limite. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) ● Un guerriero accetta le sfide della vita con vera umiltà. Qualsiasi possa essere il suo destino, non può mai essere motivo di malcontento, ma una sfida di vita che ha il privilegio di superare. L’unica ragione per cui l’uomo odia l’idea di vivere al limite è che insiste ad aggrapparsi all’idea che la sua vita non è quello che sente che dovrebbe essere. Essendo plagiato troppo spesso da sentimenti di insoddisfazione e di amarezza, l’uomo spera sempre di cambiare la sua vita in quello che immagina che vorrebbe che fosse. Al fine di mantenere queste speranze l’uomo deve credere in qualche momento futuro in cui egli sarà in grado di concretizzare i suoi desideri. Pensando in questo modo, non è così sorprendente che l’uomo inorridisca al pensiero di vivere al limite; perché il concetto, e tutto ciò che comporta, minaccia la sua intera visione del mondo, riempiendolo con un prepotente senso di insicurezza e di condanna. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) ● Questa è la via facile. La via dell'indulgere. il punto di vista da cui guardate il mondo è che tutto è troppo arduo per voi. Non state vivendo come un guerriero ... Un guerriero muore resistendo. La sua morte deve lottare per prenderlo. Un guerriero non si consegna alla morte. (Rif: Castaneda – L'Isola del Tonal) ● "Vedi", riprese don Juan, "noi abbiamo due sole alternative: o prendiamo tutto per certo e reale, o no. Se seguiamo la prima, alla fine saremo annoiati a morte del mondo e di noi stessi. Se seguiamo la seconda, creiamo intorno a noi una nebbia, uno stato molto eccitante e misterioso in cui nessuno sa in che punto salterà fuori il coniglio, nemmeno noi". Sostenni che cancellare la storia personale avrebbe solo accresciuto il nostro senso di insicurezza. “Quando nulla è certo rimaniamo sul chi vive, perennemente attivi", replicò. "È più eccitante non sapere dietro a quale cespuglio si nasconde il coniglio piuttosto che comportarci come se sapessimo tutto" . (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Ma l'uomo comune non fa così; per lui il mondo non è mai un mistero, e quando arriva alla vecchiaia è convinto di non avere più nulla per cui vivere. Un vecchio non ha esaurito il mondo, ha soltanto esaurito ciò che la gente fa; ma nella sua stupida confusione crede che il mondo non abbia più misteri per lui. Che prezzo miserabile dobbiamo pagare per i nostri scudi! Il guerriero si rende conto di questa confusione e impara a trattare le cose appropriatamente. Le cose che la gente fa non possono in nessun caso essere più importanti


del mondo. E quindi il guerriero tratta il mondo come un mistero senza fine e ciò che la gente fa, come una follia senza fine". (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● L'uomo distaccato, che sa di non poter respingere la morte, ha una sola cosa cui appoggiarsi: il potere delle sue decisioni. Deve essere, per così dire, padrone delle sue scelte. Deve comprendere pienamente che la sua scelta è una responsabilità e che una volta fatta non c'è più tempo per rimpianti o recriminazioni. Le sue decisioni sono definitive, semplicemente perché la sua morte non gli lascia il tempo di afferrarsi a nulla. E così, con la consapevolezza della propria morte e con il potere delle proprie decisioni, il guerriero dispone strategicamente la propria vita. La conoscenza della sua morte lo guida e lo rende distaccato e silenziosamente avido; il potere delle sue decisioni definitive lo rende capace di scegliere senza rimpianti e quello che sceglie è sempre strategicamente il meglio; e così compie tutto quello che deve compiere con gusto e avida efficienza. Quando un uomo si comporta in questo modo si può dire giustamente che è un guerriero e che ha ottenuto la pazienza!.(Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata)

Credere senza Credere – Dover Credere ● “L'aspetto più pericoloso di questo scorrere compare ogni volta che il guerriero scopre che il mondo non è né uno né l'altro. Avevo detto che l'unico modo di cavarsela in questo scorrere difficilissimo consiste nell'eseguire un'azione come se si credesse. In altre parole, il segreto del guerriero consiste nel credere senza credere. Ma naturalmente un guerriero non può limitarsi a dire che crede, e poi lasciar che le cose vadano. Sarebbe troppo facile. Credere veramente, lo esonererebbe dall'esaminare la sua situazione. Un guerriero, ogni volta che si impegna a credere, lo fa come scelta, come espressione della sua predilezione più intima. Un guerriero non crede, deve credere.” (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal)

Assumersi la Responsabilità ● Devi aspettare con pazienza, sapendo chi stai aspettando e sapendo che cosa stai aspettando. È così che si comporta un guerriero. E se si tratta di adempiere alla tua promessa allora devi renderti conto che la stai adempiendo. Verrà allora un giorno in cui la tua attesa finirà e non dovrai più onorare la tua promessa. Non puoi fare nulla per la vita di quel bambino. Solo lui può cancellare quell'atto". "Ma come può fare?". "Imparando a ridurre a nulla i suoi desideri. Finché penserà di essere stato una vittima la sua vita sarà un inferno. E finché tu penserai la stessa cosa la tua promessa sarà valida. È il volere che ci rende infelici. Eppure, se imparassimo a ridurre a nulla i nostri desideri, la più piccola cosa che otterremmo sarebbe un vero regalo. Essere povero o volere è solo un pensiero; e lo stesso è odiare o aver fame o essere addolorati”. (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● Preoccupati e pensa prima di prendere qualsiasi decisione, ma una volta deciso segui la tua strada libero da preoccupazioni o da pensieri; ci saranno ancora milioni di altre decisioni ad aspettarti. Questo è il comportamento da guerriero. (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● "E così, con la consapevolezza della propria morte e con il potere delle proprie decisioni, il guerriero dispone strategicamente la propria vita. La conoscenza della sua morte lo guida e lo rende distaccato e silenziosamente avido; il potere delle sue decisioni definitive lo rende


capace di scegliere senza rimpianti e quello che sceglie è sempre strategicamente il meglio; e così compie tutto quello che deve compiere con gusto e avida efficienza. Quando un uomo si comporta in questo modo si può dire giustamente che è un guerriero e che ha ottenuto la pazienza". (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● "Ti stai lamentando", disse don Juan dolcemente. "Ti sei lamentato per tutta la vita perché non ti assumi la responsabilità delle tue decisioni. ... "Assumersi la responsabilità delle proprie decisioni significa essere pronti a morire per esse”. ... "Non importa quale sia la decisione", disse. "Non c'è cosa che sia più o meno seria di un'altra. Non capisci? In un mondo in cui la morte è il cacciatore non ci sono decisioni grandi o piccole. Ci sono solo decisioni che prendiamo di fronte alla nostra morte inevitabile". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Quello che non andava in te quando ti ho visto, e quello che non va in te ora, e che non ti piace prenderti la responsabilità di ciò che fai ", disse lentamente, come per darmi il tempo di capire le sue parole. ... "Quando un uomo decide di fare una determinata cosa, deve andare fino in fondo", disse, "ma deve prendersi la responsabilità di quello che fa. Qualunque cosa faccia, deve prima sapere perché lo fa, e poi deve andare avanti con le sue azioni senza dubbi o rimorsi". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Io non ho dubbi o rimorsi. Tutto quello che faccio è mia decisione e mia responsabilità. La cosa più semplice che faccio, portarti a fare una passeggiata nel deserto, per esempio, può benissimo significare la mia morte. La morte mi di la caccia, perciò non mi resta spazio per dubbi o rimorsi. Se devo morire per averti portato a fare una passeggiata, allora devo morire. "Tu, d'altra parte, ti senti immortale, e le decisioni di un uomo immortale possono essere cancellate o rimpiante o dubitate. In un mondo in cui la morte è il cacciatore, amico mio, non c'è tempo per rimpianti o dubbi. C'è solo tempo per le decisioni”. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Ti senti sempre obbligato a spiegare i tuoi atti, come se sulla terra tu fossi il solo uomo che sbaglia", disse. "È il tuo antico senso di importanza. Ne hai troppa; hai anche troppa storia personale. D'altra parte, non ti assumi la responsabilità dei tuoi atti; non usi la morte come tuo consigliere, e soprattutto sei troppo accessibile. In altre parole, la tua vita d nella stessa confusione in cui era prima che ti incontrassi”. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan) ● "Bisogna assumersi la responsabilità di esistere in un mondo strano", disse. "Siamo in un mondo strano. lo sai". Feci cenno di si col capo. "Non stiamo parlando della stessa cosa", disse. "Per te il mondo è strano perché se non ti irrita sei con esso in disaccordo. Per me il mondo è strano perché è stupendo, imponente, misterioso, insondabile; ho cercato di convincerti che ti devi assumere la responsabilità dell'essere qui, in questo mondo meraviglioso, in questo tempo meraviglioso. Ho voluto convincerti che devi imparare a far contare ogni atto, dal momento che resterai in questo mondo solo per breve tempo, troppo breve in verità per assistere a tutte le sue meraviglie". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)


● Adesso non c'è più guerra dentro di voi, come prima, perché il comportamento del guerriero è armonia - l'armonia tra azioni e decisioni innanzitutto, e poi l'armonia tra tonal e nagual ... Un guerriero considera tutte queste possibilità e poi sceglie di credere a seconda della sua più intima predilezione. Una regola pratica per il guerriero consiste nel prendere le proprie decisioni con tanta cura che nulla di quanto ne risulti possa sorprenderlo,e tanto meno esaurire il suo potere ... Decidere non significa scegliere arbitrariamente un momento decidere significa avere reso senza macchia il proprio spirito e aver fatto tutto il possibile per essere degno del sapere e del potere. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) ● Ormai dovresti sapere che un uomo di conoscenza vive agendo, non pensando all'agire, né pensando a quello che penserà quando avrà terminato di agire. (Rif: Carlos Castaneda – Una Realtà Separata) ● Dovresti ormai essertene assunto la piena responsabilità; perciò l'idea che tu sia in balia del vento è inammissibile". (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)


Esseri Inorganici Le quarantotto grandi fasce di emanazioni La Terra è attraversata da quarantotto grandi fasce di emanazioni che si conglobano attorno ad essa, formando un’enorme bolla di proto-energia a forma sferica. Queste fasce producono contenitori colmi di emanazioni ma solo otto producono contenitori con consapevolezza. Una delle quarantotto grandi fasce di emanazioni — la grandissima fascia — produce bolle di proto-energia in relazione alla vita organica ed inorganica, altre sette producono bolle in rapporto alla vita inorganica e le rimanenti quaranta in corrispondenza alla sola struttura. …. Nella grandissima fascia organica e inorganica sono presenti esseri organici che possiedono gusci, bozzoli e globi con consapevolezza ed entità inorganiche che possiedono ricettacoli con consapevolezza. Nelle altre sette grandi fasce inorganiche sono presenti, solo, entità inorganiche che possiedono ricettacoli con consapevolezza. E il prodotto delle rimanenti quaranta fasce è dato da configurazioni di energia inanimata chiamate recipienti (vasi), perché prive di consapevolezza. (Rif: Nagualismo – Ripel)

Voladores – Suggeritori – Parassiti Vidi una strana ombra scura proiettata sulle chiome degli alberi. Forse era un'ombra sola che si muoveva avanti e indietro, oppure erano più ombre che si spostavano da sinistra a destra e da destra a sinistra, o ancora verso l'alto. Assomigliavano a giganteschi pesci neri. Era come se un enorme pesce spada stesse volando nell'aria. Quello spettacolo finì per spaventarmi. Diventò troppo buio per vedere le foglie, ma riuscivo ancora a distinguere le fluttuanti ombre scure. "Cosa succede, don Juan?" chiesi in ultimo. "Vedevo ombre scure dappertutto." “Ah, non è altro che l'universo. Incommensurabile, non lineare, esterno al dominio della sintassi. Gli sciamani dell'antico Messico furono i primi a scorgere quelle ombre e decisero di occuparsene. Le videro come le vedi tu adesso e le videro come energia che fluisce nell'universo. E scoprirono qualcosa di trascendentale." Tacque e mi guardò. Le sue pause avevano un tempismo perfetto. Si interrompeva sempre lasciandomi appeso a un filo. "Che cosa scoprirono, don Juan?" lo sollecitai. "Scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita" rispose. "Un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita. Gli uomini sono suoi prigionieri. Il predatore è nostro signore e maestro e ci ha resi docili, impotenti. Se vogliamo protestare, soffoca le nostre proteste. Se tentiamo di agire in modo indipendente, non ce lo permette.” … "Perché questo predatore ci avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan? Dev'esserci una spiegazione logica." “Una spiegazione c'è ed è la più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie, i "gallineros", i predatori ci allevano in stie umane, gli "humaneros", garantendosi cosi un'infinita riserva di nutrimento." … "Voglio fare appello alla tua mente analitica" riprese lui. "Rifletti per un momento e dimmi come spiegheresti la contraddizione esistente tra l'intelligenza dell'uomo che costruisce, organizza e la stupidità del suo sistema di credenze, oppure la stupidità del suo comportamento contraddittorio. Secondo gli sciamani, sono stati i predatori a instillarci questi sistemi di credenza, il concetto di bene e di male, le consuetudini sociali. Sono stati loro a definire le nostre speranze e aspettative, nonché i sogni di successo e i parametri del fallimento. Ci hanno dato avidità, desiderio smodato e


codardia. Ci hanno resi abitudinari, centrati nell'ego e inclini all'autocompiacimento.” "Ma come ci riescono, don Juan?" chiesi, sempre più irritato. "Ci sussurrano queste cose all'orecchio mentre dormiamo?” Sorrise. "Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti,deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un'operazione stupenda, naturalmente, dal punto di vista dello stratega. Orrenda, nell'ottica di chi la subisce. Ci hanno dato la loro mente! Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro mente, che è diventata la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell'ansia da cibo e la tua altro non è che l'ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli venga negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare la loro paura.” … Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti. Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea.» … Facendo leva proprio sul nostro egocentrismo, l'unico aspetto consapevole rimastoci, i predatori creano fiammate di consapevolezza che poi procedono spietatamente a consumare. Ci danno problemi futili per forzare tali fiammate a emergere e, in questo modo, ci fanno sopravvivere per continuare a nutrirsi della fiammeggiante energia delle nostre pseudo-preoccupazioni. (Rif: Carlos Castaneda - Il lato Attivo dell'Infinito) Nel mio lignaggio vengono chiamati anche “suggeritori” e questo dovrebbe darti un’idea ben precisa di quello che fanno continuamente. Perché non puoi spegnere i pensieri a volontà? E’ semplice: perché non sono tuoi. Questi esseri condizionano ogni nostro pensiero, sentimento, azione. Hanno plasmato l’intera nostra società e tutto questo con l’unico scopo di utilizzarci come fonte alimentare. Ci strizzano come limoni tirando fuori ogni goccia di energia utile, lasciandoci solo il minimo vitale. Ci hanno fornito, tra l’altro, l’illusione di trovarci al vertice della catena alimentare, di dominare il mondo e di non poter essere soggetti ad alcuna forma di predazione. Questa convinzione agevola grandemente il compito del parassita. Il controllo che il suggeritore ha su di noi si basa essenzialmente sulla concentrazione dell’attenzione su noi stessi. Già: il mitico senso di importanza personale. Ma ora veniamo a noi. Bando alle ciance occupiamoci della guerra di liberazione, perché l’atto fondante, la decisione su cui un guerriero basa ogni sua futura azione è quella di disfarsi della mente aliena. Tutto qui? Basta deciderlo? Beh, allora è fatta! Purtroppo non è così semplice, c’è di mezzo la nostra immagine nutrita e ingrassata per tanti, tanti anni. Gli vogliamo così bene, la viziamo da sempre, l’abbiamo viziata noi e l’hanno viziata i nostri genitori, gli amici, gli amanti, persino i nemici dando energia alle nostre esplosioni di autopietismo ed egomania…….IO, IO, IO, IO,IO, IO, IO, IO, IO….……e via, verso l’infinita reiterazione di se stessi. Siamo attaccati con le unghie e coi denti alla nostra immagine e a tutto ciò che la alimenta, devo fare tutto l’elenco?


La nostra storia personale, eh come gli vogliamo bene, che bel peso da portarsi dietro. Ma non ti senti raccontare sempre le stesse cose? Davvero non te ne accorgi? Che noia sterminata. Poi, chiaro, tutte le amate abitudini, che ci rendono così riconoscibili……a chi? La ripetizioni degli stessi cicli pensiero – sentimento – azione. Naturalmente, come dicevo, il senso di importanza personale, che è più esatto definire come “attenzione a se stessi”……continuativa e ossessiva. La nostra intera civiltà, le religioni, i miti, la scienza, le relazioni personali; tutto è costruito all’unico scopo di adorare, ammirare, valutare, soppesare se stessi nella figura dell’uomo. E poi convinzioni, convinzioni, convinzioni….. Bene, iniziamo a smontare tutto. Ricordati, per cominciare, che noi siamo esseri umani solo incidentalmente e questa casualità mantiene la sua presa solo attraverso le convinzioni che abbiamo messo insieme nel corso dell’esistenza. Tu sei solo la posizione del punto di unione, nient’altro. Questa presa di coscienza però non può essere casuale. Ciò che mette veramente in fuga il suggeritore è lo sviluppo di una speciale disciplina che si genera dal centro per l’aspetto vibratorio dell’energia. Come ottenerla? Per mezzo di tutto ciò che fanno i guerrieri. In particolare raccomando la ricapitolazione, la contemplazione definitiva e tutte le parti dell’agguato che combattono abitudini e senso di importanza personale. Un suggerimento pratico immediato…usa gli impulsi del suggeritore a suo svantaggio. I tuoi sentimenti canalizzano l’energia attraverso l’uso modulato dell’attenzione; non serve opporsi bisogna invece deviare la direzione dell’energia una volta che si sia resa disponibile. quindi puoi usare gli impulsi del suggeritore per modificare lo stato della realtà, per muovere il punto di unione una volta che l’energia legata ad un determinato sentimento sia stata liberata. I guerrieri, nella loro lotta di liberazione, traggono dalla mente aliena il massimo vantaggio possibile. Usano la sfida col suggeritore per mettere perfettamente a punto i fondamenti dell’agguato. Grazie alla loro disciplina e all’applicazione di un intento inflessibile essi riescono alla fine a realizzare una depressione energetica che costringe il suggeritore a fare una scelta definitiva: fuggire o dover cedere al guerriero la gran parte della propria disponibilità energetica. (Rif: Marco Baston Sito) Siccome il link http://sorceryfiles.com/PDFiles/Warrior_Re...amed_Flyers.pdf è stato cancellato ne riporto la traduzione. Ho tradotto Flyers o voladores come parassiti perché è quello che sono in realtà. Ho tradotto anche spike con capsula energetica ovvero ciò che viene inserito dai parassiti nella nostra mente. Ecco il testo: Che cosa sono? Si tratta di un tipo di entità inorganica parassita che si nutre della consapevolezza, di vario tipo, di altre specie, sia di natura inorganica che organica. La nostra è una delle specie parassitate. Non sono gli esseri che gli stregoni chiamano 'alleati' o 'esseri inorganici'. Che aspetto hanno? Se il vostro punto di assemblaggio (punto di intersezione di energia all'interno del campo energetico di una persona che sintonizza la percezione di un individuo) è focalizzato al posto usuale, non si mostrano ai nostri occhi. Anche se, a volte, le loro azioni si mostrano. Alcuni possono provocare piccole trombe d'aria oppure soffiare spazzatura o foglie intorno. Quando il vostro vedere (l'atto di vedere l'ambiente come energia) si manifesta un pochettino e il vostro punto di unione diventa più fluido, consentendo di visualizzare l'energia, si possono vedere (l'atto di vedere l'ambiente come energia) appollaiati su lampioni, sugli edifici (i gargoyle originali), in tutta la comunità, paese o città in cui vivete. Sono fondamentalmente un blob o forma di energia scura, energicamente abbastanza pesante, che


può saltare, balzare, muoversi molto velocemente, danzare, ecc. Il loro colore è generalmente il colore dell'ombra. Alcuni sono 'fangosi' (ecco da dove proviene il soprannome di ombre di fango) altri sono neri come la pece (anche sotto il sole di mezzogiorno), altri appaiono come sfumature di grigio. Il tipo che molesta in modo specifico i guerrieri che si sono liberati delle loro "capsule mentali” è il tipo ulteriormente evoluto (la loro risposta ai nostri veggenti della terza attenzione), tende ad assumere un brillio. Sembrano essere più compatti, anche se penso che potrebbe essere il modo in cui vengono visualizzati quando si viaggia. Più vecchi diventano, più si nutrono, e più densi tendono ad essere. Da dove provengono? Nella prima attenzione non si conosce esattamente da dove provengono, si sa che sono stati raggiunti, lontano dal nostro mondo, da guerrieri, facenti parte dei Vecchi Veggenti, che esploravano nuove aree della seconda attenzione. I parassiti (Flyers) che ebbero a che fare con questi guerrieri si resero conto di aver trovato una nuova fonte di cibo, dal momento che la razza dalla quale dipendevano per il loro cibo (consapevolezza) stava morendo. In effetti erano affamati e la loro razza morente aveva bisogno di una nuova specie di entità di cui nutrirsi ed allevare per le prossime generazioni della loro specie. I parassiti (Flyers) che avevano contattato questi guerrieri offrirono una quantità di informazioni/conoscenze per informazione reciproca. Informazioni che includevano la posizione del nostro mondo. Quando arrivarono? La data esatta non fu mai stabilita, ma giunsero qui circa 10.000 anni fa. Siamo la loro unica fonte di cibo? No. Hanno trovato altre fonti di cibo (il rivestimento di consapevolezza esistente all'esterno del campo energetico di alcune specie) dopo che ci hanno trovato. Si nutrono anche della consapevolezza degli animali, degli alberi, dei funghi e di altre entità inorganiche. Tuttavia nutrendosi della nostra specie, condussero la propria razza fuori dal pericolo dell'estinzione. Quella lezione è stata ben imparata, ed ora cercano continuamente nuove forme di consapevolezza che possono consumare. Eviteranno di fare lo stesso errore commesso l'ultima volta, basandosi su una sola fonte di cibo. Dalle stime attuali della loro popolazione superano il numero della nostra razza di circa 9 a 1. Il che è probabilmente il motivo per cui cercano di aumentare la popolazione della nostra specie. Da dove provengono i nomi "Flyers" e "Voladores"? Un gioco praticato dai guerrieri degli Aztechi e forse da culture più vecchie dove il 'volador' significa 'ruota volante". Una cerimonia/gioco in cui i guerrieri si vestono come gli uccelli, poi si appendono con delle corde su una piattaforma rotante. Si pensa che servisse a dare l'effetto di uccelli in volo, quando gli uomini roteavano. Tuttavia era davvero per dare l'effetto dei 'voladores' quando saltano o balzano, dal momento che questa è l'apparenza del loro volo. In alcuni casi i 'voladores' possono 'veleggiare' per grandi distanze. Soprattutto se riescono a catturare la forza dei venti. Il nome Flyers ... beh questo è autoesplicativo. Perciò cosa possiamo dire di loro? Quando arrivarono qui per la prima volta, la popolazione umana mondiale era di circa 12.000.000 (approssimativamente) non sufficiente per le loro esigenze. Perciò misero in atto un piano per aumentare il raccolto planetario. Con una nuova razza fresca su cui lavorare dapprima instillarono nei primi soggetti adatti la “capsula mentale” usando un pezzo della loro mente. Principalmente per esercitare il controllo, ma anche per consentire ai loro ospiti di usare alcune abilità di loro proprietà. Sapevano che la


maggior parte delle sotto razze umane, a quell'epoca, si muoveva in piccoli gruppi (nomadi). Anche se la via del guerriero era molto attiva anche allora (i nuovi veggenti non apparvero per altri 9,500 anni, i guerrieri erano comuni e riuscivano ad uscire vivi dalla vita prima dell'arrivo dei parassiti). Dapprima la maggior parte degli esseri umani si oppose all'intrusione; potevano percepire questi predatori e avevano il potere personale per espellere l'energia aliena dalle loro menti. Perciò i parassiti utilizzando soggetti volenterosi o coloro che erano stati feriti o resi inconsapevoli, gradualmente estesero la loro stretta. Incoraggiando le persone ad aumentare il rendimento dei loro raccolti, tramite rotazioni, innesti, concimazione, come pure la zootecnia, ecc. c'era più cibo a disposizione. Gli esseri umani non avevano bisogno di trasferirsi in nuovi terreni di caccia così spesso; incominciarono a stabilirsi sia in villaggi permanenti che in villaggi semi-permanenti. Così avvenne il graduale passaggio dal rifornirsi di alimenti cacciati ad alcuni raccolti coltivati in casa, integrando gli alimenti coltivati con la caccia occasionale. Più cibo significava meno fame nei tempi di magra, più sostegno all'interno della comunità per proteggere i giovani, i malati e i deboli di mente. Questo fatto alterò il nostro modello di crescita, gli individui più deboli e le loro linee di sangue poterono mescolarsi, quando, originariamente, avrebbero dovuto estinguersi (selezione naturale). Naturalmente questa faccenda non fu del tutto negativa, perché permise a coloro che subirono un infortunio, di avere la possibilità di recuperare. Permise anche ad alcuni tratti di emergere che altrimenti sarebbero rimasti in sospeso. A causa delle migliorie nel campo delle coltivazioni si ebbe uno spostamento dell'attività in altri campi, le persone iniziarono a padroneggiare e a specializzarsi in attività diverse: costruzioni, fabbricazioni di utensili, trasporti ecc. Vie di comunicazioni, medicine, fognature, forniture idriche, carburanti sostenibili sono gli altri miglioramenti che hanno permesso l'aumento della popolazione mondiale. siamo passati da circa 300 milioni in tutto il mondo nell'anno 1 a 1.650,000,000 nell'anno 1900, al 2005 stimiamo 6.453,628,000. Le stime per il 2050 ci conducono a 8,9 miliardi. Il che è un sacco di bestiame. Questo aumento della popolazione significa anche che per sostenere una popolazioni più numerosa bisognerà fare maggiore affidamento sulla scienza per la conservazione del cibo, dell'acqua e forniture di carburante per le nazioni del mondo. Che dire delle ere e delle tecnologie prima del loro arrivo? Riguardo ad Atlantide e la terra di Mu? Sostieni che i “Parassiti” sono responsabili della nostra tecnologia di sviluppo? Non sono responsabili più di tanto sia delle tecnologie sviluppate, che nella direzione in cui sono state sviluppate. Precedentemente gli esseri umani raggiunsero un'alta tecnologia basata su altre regole proprie di quella realtà e di quel tempo, quando la realtà cambiò, anche la tecnologia smise di funzionare, perciò dovemmo ricominciare da zero. (Si noti che il peggior nemico dell'essere umano è ancora se stesso, un apprendista anche dopo essersi affrancato dal giogo dei “parassiti” ha ancora a che fare con il proprio ego. Un effetto dell'alta tecnologia è che coloro che la possiedono tendono a sentirsi superiori a causa del potere che la stessa tecnologia gli offre.) Ci sono diverse sottospecie di esseri umani, ci sono numerose sottospecie di “Parassiti”? Sì, anche se piuttosto che diverse sottospecie si possano intendere come livelli di sviluppo. C'è la forma giovane che tende ad essere più piccola e di un colore fangoso (soprannominata ombre di fango), quella più adulta, è la forma normale che inserisce la capsula energetica. Questi individui tendono ad essere più grandi e più solidi, i meglio nutriti sono più "pesanti" almeno così si percepiscono quando li si 'vede'. Poi c'è il tipo successivo che tutti i guerrieri dovranno affrontare una volta che hanno rimosso la loro capsula. Sono molto intelligenti e cercano di indebolire i guerrieri per ricondurli all'ovile. Pare anche esistere un tipo di leader, di grandi dimensioni, che tende a concentrarsi sui leader politici, religiosi e commerciali. (Semplicemente vedendo questo tipo io e un altro guerriero siamo quasi morti a causa delle ritorsioni, per averlo visualizzato. Si consiglia di fare molta attenzione se


si tenta di vedere questo tipo, dal momento che gli attacchi possono essere molto gravi e continui per alcune settimane.) La loro specie più rara è un tipo che si è evoluto come si sono evoluti i veggenti della terza attenzione. Sono indipendenti dai loro compagni, e sembrano appartenere alla prossima fase di evoluzione del tipo che molesta gli apprendisti dopo aver loro inserito la capsula energetica. Appaiono più piccoli, luccicano e si muovono con una velocità incredibile. Molto probabilmente vi sono molti altri tipi, non che si sappia molto su di loro, anche dopo tutto questo tempo. Sappiamo però che hanno imparato questo trucco dalla nostra evoluzione delle specie. Che cos'è inserire la capsula mentale? Inserire la capsula mentale è l'atto da parte del parassita (flyer/voladore) di inserire parte della propria mente in colui che la ospiterà. La capsula è energetica a forma di cono o di spillo; l'intenzione è di connettersi al campo di energia mentale, integrandosi proprio nella parte energetica del sistema nervoso. A causa della posizione alla base del cranio, sotto la parte superiore della testa, ha la capacità di oltrepassare le funzioni mentali superiori con le emozioni (le reazioni emotive sono fino a ventisei volte più potenti del pensiero razionale). La capsula estende anche dei viticci di energia in tutto il sistema energetico ospitante. Allora come funziona la capsula? La capsula viene di solito installata alla nascita, a volte prima, a seconda della condizione energetica della madre. Il parassita punge il soggetto con la capsula che cerca di inserirsi più profondamente possibile, più a fondo viene a trovarsi più il parassita ha controllo sul suo ospite. Non appena installata inizia con la programmazione dell'individuo parassitato, blocca il punto di assemblaggio, lo segue, ne ritarda l'evoluzione. La programmazione è progettata in modo che il parassitato sorvegli se stesso e mantenga coloro che gli stanno intorno "in riga". È forse il metodo più spaventoso, poiché la programmazione rimane, in una certa misura, anche dopo che la capsula e i viticci sono stati completamente rimossi. Come si fa a sapere che qualcuno ha la capsula? Ci sono diversi modi per affrontare questo. In primo luogo, considera che tutti compreso tu stesso l'abbiate, non è bello, ma è necessario. L'organismo umano a un certo livello sa che è stato violato, e che qualcosa non va per il verso giusto. Il secondo metodo è quello di vedere effettivamente la capsula. Con 'vedere' si intende sia nel sogno o visualizzare quella di un'altra persona. Il terzo rilevando l'energia aliena della capsula con le mani. Il quarto applicando una pressione mentale (stress) e osservando le reazioni fisiche. Quando una persona viene stressata o resa turbata, emozionata, arrabbiata, impaurita, paranoica, inizia a toccarsi la testa, (o la parte posteriore della testa laddove è posizionata la capsula) il collo, e talvolta anche gli altri centri di energia. Ogni qualvolta un parassitato abbia delle perdite di energia, o va contro la programmazione, o è testimone di qualcuno che la fronteggia, la capsula afferma il suo controllo sul parassitato. Può anche essere attivata da un guerriero che si trovi nelle vicinanze, ai parassiti non piacciono i guerrieri che instillano nei parassitati le idee di libertà. Anche l'alcol e le altre droghe da strada possono fornire al parassita un controllo più stretto, riducendo la resistenza del parassitato. Esaminate le evidenze di questo nei bar e nei locali pubblici, soprattutto prima che scoppino discussioni o risse. Più in profondità alloggia la capsula e più disadattato appare il parassitato, come i clochard, i mentalmente insani, i criminali violenti. Sebbene non sia sempre il caso, solo in casi molto rari, il parassitato e il parassita possono mescolarsi completamente. Questi esseri ibridi tendono ad essere il più pericoloso degli individui. Comprendono cosa stia succedendo in questa realtà e sono completamente dalla parte dei parassiti. Se ti stai addestrando come guerriero, sei pregato di fare


attenzione a tali individui. Sapranno chi e che cosa sei, stai in guardia. Ci sono un sacco di casi documentati di esseri umani che sentono voci che dicono loro cosa fare, o che sanno esattamente quando agire, intervenendo tempestivamente sulla faccenda, guidati dai loro parassiti. Se pensate di aver individuato una tale persona, mantenete la calma e non rilasciate alcuna energia per la sorpresa, shock o rabbia. Non collocate alcun intento su di loro, che potrebbe attirarne attenzione. Se si tentasse di studiarli, fatelo con la coda dell'occhio, delicatamente senza minacce o proiezione di intento. Perciò di quale parte di noi si nutrono? Principalmente della patina luminosa di consapevolezza che ricopre di energia il corpo. Si rivolgono anche ad altre aree sebbene appaia in diversi episodi, che non stiano effettivamente assumendo l'energia piuttosto la danneggiano per squilibrare il loro ospite. Un colpo diretto al centro energetico del collo per esempio, comporterà un danno all'intento dell'ospite, quindi forse non agirebbe a loro beneficio. I parassiti lasciano solo la patina luminosa di consapevolezza sufficiente a rimanere in vita. Consumarne troppa renderebbe l'ospite un morto vivente o semplicemente morto. In che modo la capsula energetica danneggia la persona? Per prima cosa danneggia i processi di pensiero naturali dell'ospite. Incoraggia l'individuo a mantenere un chiacchiericcio costante nella sua testa (guardate un bambino che gioca, notate come alcuni bambini chiacchierano continuamente, esprimendo ad alta voce ciò che è in esecuzione nelle loro teste), tutto ciò impedisce all'ospite di accedere al silenzio interiore. Si richiede uno sforzo costante estremo per entrare nel silenzio interiore dopo anni che non si è stati capaci di farlo. Le altre cose danneggiate, evidenziatesi negli ultimi anni, sono la pazienza e l'intento inflessibile. La scoperta della capsula mentale viene scoraggiata, è nella prima programmazione di base che all'ospite non viene permesso di 'vedere' o di essere a conoscenza dei parassiti o della capsula, anche se il corpo è costantemente a conoscenza di questo (dal momento che i padroni di casa toccano costantemente le loro capsule quando sono sotto stress). Aumenta anche le emozioni di paura, preoccupazione, paranoia, depressione, rabbia, violenza, aggressione e la lussuria. L'altra cosa che viene incoraggiata è l'allevamento dei figli energeticamente deboli, i "nati da una scopata annoiata" della società. Le persone energeticamente deboli o figli nati da persone anziane (non sempre deboli, solo 'rigidi' e fissati nella loro visione del mondo) sono più stabili in questa realtà e sono più facili da controllare, in sostanza, un cibo migliore. Si pensa che questo continuo cambiamento in aggiunta all'addomesticamento della specie fosse il motivo che condusse all'estinzione l'ultima razza che ridussero in schiavitù per cibarsene. Si pensa, anche, che l'interferenza continua e alimentarsi della nostra specie abbia ridotto la quantità disponibile dell'energia del campo energetico umano in raffronto a quanto dovrebbe essere. Quando si riduce la dimensione del campo energetico di una entità, essa cessa di essere in grado di accedere a qualche posizione del punto di assemblaggio, (una volta queste posizioni rientravano nel campo energetico ora sono fuori dalla sua portata). In alcuni casi la presenza dell'energia dei parassiti causa la malattia, mal di testa, problemi immunitari, reazioni allergiche e sviluppo di cancri. I disturbi energetici causati dal loro controllo sui sistemi di base del corpo dell'ospite può aprire la strada a importanti problemi nella vita, soprattutto quando il potere personale dell'ospite diminuisce. Immaginate la mente di un essere umano come un nucleo composto da molti strati di energia, strati all'interno di strati come in una cipolla. Quando la capsula viene inserita, essa si connette a questi strati, fornendo maggiore accesso all'energia della mente e alle sue funzioni. La capsula tenta di penetrare più a fondo fino a connettersi con il nucleo della mente, in pratica riesce ad avere il pieno controllo dell'ospite quando una persona è troppo profondamente “incapsulata”. Se arriva al 100% di profondità di solito è irrecuperabile. La maggior parte della popolazione è


“incapsulata” da un 60% al 90% di profondità. Che cosa fa all'ospite una capsula penetrata al 100%? Il risultato di questa azione crea un completo burattino umano manovrato dal parassita infestante. L'ospite diventa un'estensione della loro volontà e intenzione, convogliando la sua energia al parassita. La maggior parte diventano degli zombie o 'morti viventi' completi; altri sono ritenuti dalla società come dei disabili mentali; altri, da tutti segni esteriori, appaiono molto 'normali' ma risultano essere omicidi, assassini, tossicodipendenti e tiranni. I più pericolosi di tutti sono il tipo che si combina con i loro ospiti in modo così completo senza fornire segni esteriori, sebbene dietro i loro occhi l'intento del parassita sia molto pronunciato. Queste persone si integrano con la struttura che dirige la nostra società, il governo, la religione, le forze armate, la finanza e il mondo degli affari. Il controllo riguarda avere la vostra gente nei posti giusti. Come nota personale, c'è qualcosa che i guerrieri devono essere consapevoli: gli apprendisti vengono individuati dai parassiti quando cercano attivamente di allenarsi. Sebbene troverete che preferiscono logorare gli apprendisti, riportandoli al gregge, possono facilmente eliminare qualcuno da questa realtà, se lo decidono. A questo punto sarebbe intelligente non sprecare troppe occasioni nella vostra vita, non basarsi sulla fortuna cieca per ottenere azioni di successo ma pianificare attivamente le strategie per proteggersi mentre si cerca di rimuovere la capsula per ristabilirsi e nei momenti in cui il potere personale scarseggia. Come una persona può rimuovere la sua capsula? Per prima cosa siate completamente sicuri di intraprendere questa sfida? È un'infinita battaglia per mantenere la tua mente staccata da queste entità ... e anche se la capsula possa inizialmente essere rimossa, è molto probabile che sia sostituita più volte, prima che un apprendista possa mantenere una schermatura sufficiente della sua mente per respingere eventuali altri attacchi. È possibile liberarsene, e poi essere ri-capsulati molti anni più tardi, perché si passa attraverso un "pessimo percorso" energetico, o abbiamo rinunciato ad impegnarci nell'addestramento. In verità c'è davvero una sola opzione per chiunque voglia essere libero, ovvero la rimozione di successo di questa energia aliena. Il primo passo è quello di accumulare potere personale o l'energia, intraprendendo i primi passi della via del guerriero, incominciare la ricapitolazione, il sognare e l'agguato. Le arti guerriere mirano ad impedire la perdita energetica di un apprendista. Successivamente si inizia una meditazione per raggiungere il silenzio interiore. Il silenzio interiore è cumulativo; si accumula quando l'individuo lo pratica. Bisogna impratichirsi per imparare a calmare il rumore della mente, ma quando si migliora lo si sostiene per periodi più lunghi. Lo si incorpora con l'intento di uscire dalla vita vivi in questo modo prepara l'apprendista guerriero a raggiungere nuove abilità, e abbastanza curioso, sfrutta il ciclo di rimando che il collegamento delle capsule dei parassiti permette, con un "schermo di silenzio" che proietta quando una mente individuale è tranquilla. Ai parassiti non piace la proiezione di questo campo di silenzio, più lo fai, più li addolora. Il silenzio interiore è anche la porta verso molte abilità di un guerriero, come la conoscenza diretta e il vedere. Perciò, per favore, praticalo diligentemente. Ricordati di affermare anche il tuo intento di diventare un guerriero ad alta voce a favore dell'universo, e chiedere l'aiuto dei veggenti della terza attenzione. In alcuni casi le forze che assistono i guerrieri non sono disposte ad aiutare a meno che non lo si permetta o lo si richieda. Perciò non essere egoista su questo; i guerrieri che imparano a lavorare in gruppo hanno maggiore successo nel loro addestramento, il che, a sua volta, ci aiuta tutti. Sono lì per aiutare coloro che si aiutano. La seconda cosa che si può prendere in considerazione è la ricapitolazione di ogni volta che uno di loro prende l'energia della consapevolezza da voi. A loro assolutamente non piace, e reagiranno cercando di insegnarvi a non farlo. Il trasferimento di energia avviene quando si sente uno strano


'bruciore' o una sensazione morbida o di solletico intorno alle gambe, o dolori lancinanti alla mente, o intensi 'bruciori' in tutte le parti del corpo. Quando un guerriero diventa sensibile all'energia, riesce a sentire quando gli viene presa, e quando fa ritorno (la sensibilità permette anche di definire con quali tipi di energie si ha a che fare. Tutte le energie hanno un 'sapore' o una sensazione diversa). I parassiti tendono ad essere più portati per un attacco veloce e intenso, per poi scappare a digerire la consapevolezza rubata. Non è usuale che riescano a sostenere continui attacchi per più di 4 ore, senza riposarsi per diverse ore, il che è una buona notizia per noi. L'attacco potrebbe diventare piuttosto intenso durante quel periodo. Sii consapevole del fatto che non importa quanto male si possa sentire si può sempre superare. Loro stanno combattendo solo per un pasto; tu lotti per la tua vita e la libertà. Dal momento che un guerriero può assaporare le energie, può anche sentire le energie, soprattutto con le mani. Puoi iniziare a 'sentire' gli strati di energia intorno a una mano, con l'altra mano. C'è una vecchia tecnica che viene eseguita toccando i palmi delle mani, per poi staccarli, quindi premendo avvicinandoli lentamente l'uno all'altro (senza però farli toccare di nuovo), continuare a farlo. Come se si schiacciasse un marshmallow tra le mani. Alla fine, sentirete i confini tra gli strati di energia intorno ai palmi delle mani. (Non toccare la pelle dell'altra mano, o qualsiasi altra cosa, che provochi un ritorno alla 'normalità'. (Ci vorrà un po' di tempo per rifocalizzare i vostri sensi dal fisico alla sensazione di sentire l'energia, il che migliora con la pratica). Iniziate toccando l'energia intorno alla vostra testa, facendovi strada verso il luogo in cui dovrebbe essere la capsula (parte posteriore del collo / cranio), e sentite la differenza tra la vostra energia, e l'energia aliena. Familiarizzatevi con essa. Non stupitevi se trovate oltre a quella principale delle capsule secondarie, alcune persone possono ricevere attenzioni da più di un parassita, o potrebbero essere necessarie più capsule per controllare la sua attività, è un buon segno e significa che siamo considerati un problema per loro. (Se sei anche un praticante dei passi magici, ti potrai accorgere che le tue mani saranno in grado di "sentire" le energie intorno al tuo campo energetico, e ti potranno aiutare a “colpire” il bordo esterno del campo energetico facendo ritornare l'energia verso i centri energetici, focalizzando il tuo intento e la tua volontà nell'esecuzione dei passi). Alla fine, quando si è pronti, potrai utilizzare effettivamente la sensibilità della tua mano e la tua capacità di ricapitolare per espellere le capsule e l'energia estranea verso i parassiti che le hanno installate. La visualizzazione è una buona cosa; aiuta sia la tua volontà che l'intento nella rimozione delle capsule. La forza della volontà è essenziale in questo processo, sii preparato a spendere un sacco di ore in questo compito. Molto probabilmente non riuscirai a tenere lontana la capsula a lungo, ma il danno alla presa del parassita viene causato dalla prima espulsione. A lungo termine, se si estrae con successo la capsula la prima volta, la prossima volta sarà molto più facile. È necessario concentrarsi anche sui filamenti di energia che si diffondono nel il corpo, espellerli, rispedirli al proprietario tramite la ricapitolazione. La prima volta la rimozione tende ad essere più un allenamento che un successo. Da un lato, si indebolisce abbastanza la capsula, in modo che eventuali altri impianti potranno essere facilmente rimossi, impiegando una frazione del tempo impiegato per effettuare la prima. D'altra parte, quando ti sveglierai la mattina successiva ce ne sarà probabilmente un altra al suo posto. La mente viene anche ferita dalla presenza della capsula, similmente a una ferita che cicatrizza attorno a un pezzo di vetro o di pietra, non guarirà mai veramente e sarà sempre irritata. Il tempo che trascorre dalla rimozione della capsula, però permette un minimo di guarigione, il successivo inserimento della capsula non penetrerà in profondità. Eliminando regolarmente l'energia dei parassiti (e qualsiasi altra energia aliena di quel tipo) dai centri energetici della tua testa durante il giorno aiuta anche a impedire ai parassiti di ristabilire un appiglio. Tendono ad aspettare finché non si è occupati con un progetto, o un po' frustrati e concentrati altrove (o quando le tue mani sono occupate), per fare un altro tentativo di inserire la capsula. Ricordati di “spazzolare” o utilizza la ricapitolazione per ripulire la mano dall'energia


del parassita. I passi magici per la testa funzionano meravigliosamente allo stesso modo. In passato un guerriero benefattore o un insegnate avrebbero aiutato l'apprendista in questo, letteralmente estirpando la capsula come un dente marcio. Anche i guaritori che hanno il controllo della loro volontà sono in grado di estirpare le capsule. Esse tendono ad essere 'appiccicose', quindi se si estirpa la capsula di un'altra persona, potrebbe benissimo finire che vi punga o vi si appiccichi. Focalizzatevi (intendendo) sulla capsula che cade dalle mani, mentre la spazzolate via da voi. Applicando la vostra volontà e il respiro della ricapitolazione dovreste rimuoverla; lava anche le mani con acqua corrente dopo averlo fatto. Non toccarti (per esempio toccare o grattare la testa distrattamente) fino a quando non è stata definitivamente eliminata dalle tue mani, o trasferirai le capsule inserite nelle altre persone su te stesso, rendendoti di nuovo il loro migliore amico. Perché si può essere ri-capsulati di nuovo così presto? La verità è che la capsula può ricrescere di per sé ancora una volta da un piccolo residuo; si può replicare in circa 24 ore. I parassiti possono anche semplicemente inserire la capsula di nuovo. Non prenderla sul personale. Basta eliminarla nuovamente, armate le vostre pistole, ogni volta che tentano di reimpiantare una capsula, l'inserimento è meno efficace, non penetrando in profondità. Non siate sorpresi se si presentano delle reazioni fisiche come mal di testa, arrossamento, rigonfiamenti, gonfiori nella zona della capsula, a volte, anche se non sempre, succede. Che cosa succede se la faccenda diventa veramente difficile? La liberazione della vostra mente sarà una battaglia abbastanza dura, possono essere necessarie più battaglie del previsto. Una cosa che potrebbe aiutare, dopo la rimozione della capsula, sarebbe convogliare tutta l'energia in eccesso nel vostro corpo, nella mente con la meditazione. La visualizzazione di questo è immaginare l'energia nel tuo corpo come una nebbia o dell'acqua, e poi farla scorrere dalla punta dei piedi su fino alla testa, tenendola li il più a lungo possibile. Tale addensamento di potere personale in quel luogo accelererà la guarigione alla vostra mente; sarà inoltre possibile recuperare l'energia che potrebbe essere situata fuori dalla linea di azione. Ripetete il convogliare l'energia, come se sentiste la pressione di riempimento nella vostra mente. Un buon segnale fisico indicante che la mente è piena dell'energia del corpo è quando gli occhi incominciano a lacrimare. Se ci fosse una capsula nella mia testa, potrebbero essercene in altre parti del corpo? Sì. Ma occupatene, dopo aver affrontato quella della mente, poi lavora sul tuo corpo, trattala come una azione militare, cattura prima i centri di energia, conquistali e procedi, cerca di non combattere su più fronti. Come hanno fatto questi esseri a farla franca per così tanto tempo? È stata una conquista graduale. Quando giunsero qui, non potevano inserire la capsula nella maggior parte delle persone, erano abbastanza forti da resistere, li sentivano, ed hanno mantenuto pure le menti dei loro figli libere da eventuali tentativi. I parassiti hanno avuto accesso solo su coloro che erano stati danneggiati, che erano ben disposti o che avevano aggredito con successo. Dal momento che il nostro ciclo vitale è più breve del loro, tutto quello che dovevano fare era mettere gli individui forniti di capsula in luoghi che potevano essere utilizzati per facilitarne il processo, e cancellare quanta più conoscenza della loro razza potevano dalla mente di coloro che ne erano coscienti. Come un campo di silenzio interiore respingerà i parassiti, (un campo combinato di diverse persone aumenta l'effetto nell'area, nei giorni in cui l'apprendista si occupa delle sua capsule e della sua guarigione dovrebbe avere il sostegno del gruppo per mantenere a bada il parassita) il campo prodotto da una persona con la capsula rende più facile inserirla ad altri, e aumentare il controllo degli individui che si sono dimostrati essere difficili da controllare. Semplicemente c'è


voluto del tempo per farlo. Mogli, mariti, amanti, figli, ecc. uno per uno, sono stati tutti incapsulati. Questo significa che controllano i nostri governi? Potete scommetterci il vostro ultimo dollaro, i governi, le religioni, le risorse, non vi è nulla negli ultimi 10.000 anni, che non abbiano contaminato con la loro piccola e appiccicosa energia. Esistono individui specializzati, tra i parassiti, che soddisfano questi ruoli, sono molto esperti e saggi, hanno vissuto a lungo ed hanno avuto a che fare con la nostra specie per ere. Hai citato, in precedenza, un altro tipo di parassita che minaccia gli apprendisti, come fa ad interessarsi a me? Dopo che un apprendista elimina la capsula originale dalla sua mente, i parassiti non hanno più influenza di quanta ne avevano prima, perciò, per così dire, passano a un modello avanzato. È veramente una trappola per i giocatori inesperti, perché viene fatto con il pretesto dell'affetto, dei consigli e dell'offerta di amicizia. Essendosi affrancati dalla capsula, gli anni seguenti vengono spesi nella graduale rimozione della loro programmazione, in modo che un guerriero possa evitare la trappola dell'ego. Il gioco cambia. Il nuovo parassita che ora è 'assegnato' all'apprendista (a volte più di uno) è estremamente intelligente. Il gioco è cambiato, ora il gioco è quello di nutrire la rinnovata e forte crescita della consapevolezza che sta avvenendo, sia per far commettere errori al nuovo guerriero, che per indebolirlo, facendolo tornare al mondo della normalità. Se sembra che non possa riuscire, allora cercheranno di porre fine ad un apprendista utilizzando l'ambiente che lo circonda. I parassiti non vogliono ulteriori guerrieri che escono dalla vita vivi e nemmeno che venga fatta alcuna parola su ciò che hanno combinato negli ultimi diecimila anni. Come fa un guerriero a difendersi da una simile minaccia? Hanno cambiato il loro gioco, noi cambiamo il nostro. La prima cosa da ricordare è che se qualcosa tenta di farvi commettere errori, probabilmente sarai tu, tramite il tuo ego. L'ego è una sfida che avveniva già prima dell'arrivo dei parassiti. Può essere stato un fattore che contribuì alla loro venuta, chi lo sa. Per un guerriero imparare a trattare con il proprio ego fa parte dell'imparare a tendere l'agguato a se stessi. È stato un fattore coinvolto in un sacco di altra roba nell'era pre parassita. In questa fase, bisogna raddoppiare la concentrazione nel catturare le azioni egoistiche e stroncarle prima completino il loro corso. L'individuo subirà una perdita di energia alla fine o durante un ciclo egoico. In quel momento sono predisposti a improvvisi colpi "sfortuna" o minacce da parte dell'ignoto. In quel momento l'individuo può realmente danneggiarsi. Naturalmente passano tutti attraverso questo fase; l'ego è una sfida costante lungo tutto il proprio percorso. L'altro problema è che i parassiti sono spesso occupati nella creazione di situazioni che favoriscono questo fatto, usando altri esseri umani vicini all'apprendista, i loro soci, gli amici, la famiglia vengono usati contro di lui. Chiunque abbia la capsula non è un alleato del guerriero che la ha rimossa. Spesso viene posta una eccessiva pressione su coloro che lo attorniano, fino a quando non mostrano danni mentali, come paranoia, sentire voci, malattia mentale, ecc, tutte rivolti contro l'apprendista. Stai attento, perché quando diventa evidente, è il momento di prendere le distanze da queste associazioni, comincia a spendere meno tempo con loro, muoviti un po' più veloce e sfiora la loro vita leggermente, quando necessita applica l'arte dell'agguato. Il nuovo tipo di parassita utilizza diverse tecniche per controllare o manipolare un apprendista. Una tecnica è quello di inserire il pensiero direttamente nella mente dell'apprendista rapidamente e poi ritrarsi. È veloce, si può sentire come un dolore lancinante, un tocco soffice o una puntura di spillo. Non lascia energia che possa tradire il suo tocco, ma ci possono essere uno o più pensieri nuovi nella mente che non sono tuoi. L'essere consapevoli di questo vi permetterà di scoprirli, consentendovi di capire il loro gioco e disabilitarlo. Un altro è fare amicizia con l'apprendista, offrirgli conoscenza, guadagnare la sua fiducia, e


indurli in una posizione vulnerabile. Questo può includere la separazione dagli altri guerrieri (che sono anch'essi liberi dalle loro capsule ricorda che c'è un effetto collettivo che agisce come schermatura dalle azioni dei parassiti, e che un guerriero può sempre osservare quando un altro guerriero comincia a subire l'influenza dell'altro lato, usare uno sforzo squadra per combattere la minaccia è molto efficace. Questa è una di quelle volte che quando si opera individualmente si può essere più vulnerabili). Questo tende ad essere un processo graduale, alla loro vista le nostre vite sono rapide, e per loro non è realmente molto impiegare 5 anni per lavorare a tale piano. Alla fine l'apprendista viene ulteriormente incoraggiato ad isolarsi sempre più dai suoi amici guerrieri, si indebolisce e viene ricapsulato. Il metodo che ho visto praticare è stato di utilizzare la convinzione dell'apprendista di averli intrappolati, controllandoli tramite l'addestramento. Anche la noia e la mancanza di azione, che fanno perdere il divertimento dell'avventura sono stati fattori utilizzati. Gradualmente l'apprendista viene incoraggiato ad aprire le sue difese e a perdere il suo potere personale tramite un uso eccessivo di droghe ricreative. La sua fortuna lo abbandonò e si ritrovò coinvolto in un incidente auto. Le ferite alla testa erano così gravi che sono stati ricapsulati di nuovo senza che se ne rendesse conto. Quando fu dimesso dall'ospedale ritornò subito alla sua programmazione originale prima della rimozione della capsula. Il terzo metodo riguarda improvvisi colpi di "fortuna". Anche se un guerriero è alla costante ricerca del suo 'centimetro cubo di opportunità', i parassiti sanno come sfruttare la cosa e tendere la trappola. Per esempio diciamo che un apprendista abbia già assunto droghe ricreative. Un giorno sta andando in giro e trova un sacchetto di pillole o polvere per terra. Potrebbe essere sufficiente per farlo ricadere nell'abitudine di usare di nuovo tale sostanza. (Assumendo piante di potere e droghe, quando si ha un alto grado di potere personale può causare l'amplificazione dei sensi, accedere alla conoscenza dell'alleato tramite la sostanza. L'uso eccessivo di piante di potere e dei loro derivati danneggiano rapidamente la struttura energetica, e esauriscono velocemente il potere personale, favorendo l'attacco all'apprendista). Tale abitudine potrebbe essere quanto necessario, per convogliare il giudizio del guerriero verso un'azione pericolosa basandosi sull'ego. Non date per scontato che tutti i doni e la fortuna provengono dal potere, è una lama a doppio taglio. Imparare a distinguere ciò che è un dono di fortuna (centimetro cubo di opportunità) o una trappola del parassita richiede esperienza e pratica. A quali altri giochi si dedicano? Il rapporto tra parassiti e umani di 9 a 1 è una stima prudente. È un buon segno che stanno usando diverse altre specie in altre realtà per cibarsi. I parassiti sono ovunque, e ciascuno ha il proprio metodo per alimentarsi. Alcuni lavorano come una banda, cavalcando i venti in tutto il mondo nelle aree densamente popolate. Altri stazionano agli angoli delle strade e in luoghi dove accadono un sacco di 'incidenti' d'auto. Provocare l'imprudenza sulla strada e gli incidenti è uno dei metodi utilizzati per raccogliere alcuni tipi di energie. Alcuni si nutrono direttamente dalla morte di un essere umano, perciò la provocano. È possibile imparare le loro tecniche sedendosi in luoghi pubblici per osservare i segni della loro presenza, notando la debolezza di tali tecniche. Se, per esempio, un parassita sa che in un certo luogo frequentato degli esseri umani essi attraversano un 'punto nemico comune' (un punto di energia che è dannoso per la maggior parte degli umani, piuttosto che un luogo nemico tendente ad essere dannoso per un solo individuo), aspetta che le persone lo attraversino o sostino per un momento, in questo modo il compito del parassita viene facilitato perché l'ospite è stato momentaneamente indebolito. È abbastanza ovvio il motivo per cui spingano le persone in aree densamente popolate (appartamenti a più piani, centri abitati), perché possono raccogliere più energia con meno sforzo. Gli esseri umani sono stati letteralmente trasformati nella nostra stessa franchising di fast food,


con cosa vorreste le patatine fritte? Un altro esempio interessante è un combattimento fisico in pubblico, risse da bar, combattimenti di strada, ecc. quando visualizzi questi episodi utilizza il "vedere”, potete vedere i loro parassiti incitarli alla battaglia. A volte sembra, se non è sempre il caso, che i parassiti si divertono usando i loro ospiti. Possono provare emozioni come noi? Sicuramente. Una tra le principali è la paura. Paura di perdere il legame con il loro ospite, la paura di perdere il legame con le loro menti collettive, la paura di morire di fame. Inoltre proiettano le loro emozioni e sentimenti su di noi. Una fame intensa di consapevolezza del loro ospite può diventare una fame intensa per l'ospite, spesso costringono l'ospite ad essere così affamato da non riuscire a pensare se non mangiano o li costringono ad ingozzarsi (abbuffarsi annebbia l'ospite, il che lo rende un facile bersaglio) La proiezione della paura li aiuta anche nel controllare la nostra popolazione; una popolo impaurito è facilmente manipolabile. Quante emozioni che avete provato non appartengono realmente a voi? Come si fa a identificarle come propria, come programmazione residua o attiva, o come influenza diretta della mente parassita? Che dire degli altri esseri umani dotati di capsula che cercano di stancarvi nelle vostre attività quotidiane? Ci sono stati anche casi di amicizia nella relazione che si è formata tra l'ospite e il parassita. Che sia, molto probabilmente, uno stratagemma per sabotare il guerriero di turno (credimi, io sono tuo amico), o una vera amicizia e rispetto, non è dato a sapere. Si raccomanda agli apprendisti di non intraprendere un tale rapporto, per ovvie ragioni. Che cosa si sente quando ti toccano? Le sensazioni variano da un dolce colpo di vento sui peli della gamba a un “morso di insetto” fino a una sensazione di essere punti da spilli o aghi sottili che coinvolge l'intera gamba. La sensazione di bruciore deriva da quando il campo energetico viene aperto (a volte una ferita in luogo strategico significa che si scombina l'intento della persona, per esempio se viene provocata nel centro energetico del collo) e / o quando un'area viene privata della sua energia. Di solito quando senti il bruciore, l'energia è stata presa. Quando inseriscono la capsula lasciando l'energia, si prova un dolore lancinante. Essi non si limitano a inserire la capsula nella mente (anche se questa è quella principale), ma sono anche in grado di inserirla praticamente ovunque nel corpo. Una volta che siete consapevoli delle sensazioni che provocano, sappi che non sarà possibile disimparare la cosa. Quando diventi consapevole della loro presenza, si rendono conto che ne siete diventati consapevoli, se hai intenzione di diventare un guerriero, dovrai sviluppare la strategia e la tecnica per trattare con loro, se sei semplicemente un dilettante, non andrai lontano, finirai costantemente infastidito, folle, o forse uno strumento per la loro causa. Ho letto che è inutile prestare attenzione, che ignorarli è l'opzione migliore. Mettere la testa sotto la sabbia è una opzione per coloro che sono guerrieri del fine settimana o part time. Anche se esporsi a questi esseri prima di essere pronti potrebbe risultare in un disastro, se hai veramente intenzione di diventare un guerriero a tempo pieno, allora, alla fine, dovrai affrontare il tuo nemico, quindi perché non imparare tutto il possibile a riguardo? Ciò non significa che ci si deve ossessionare, significa che tieni d'occhio i parassiti e le loro azioni, allo stesso modo in cui tieni d'occhio le auto quando attraversi la strada. Imparando le loro abitudini ti renderà un guerriero migliore. Ma ossessionarsi ti aprirà a loro causandoti problemi, soprattutto se non sei un guerriero praticante. Quali altre cose dovrei sapere su di loro? Ci sono anche un sacco di tecnologie che sono simili all'operato dei parassiti. Inserire la capsula agli esseri umani è essenzialmente un soluzione di rete (network), permette a una specie di usare


un'altra specie, sapere ciò che sa, quando lo sa, e dov'è. Considerando che gli esseri umani non usano più del 5% / 9% del loro poteri mentali, perché non usare quello che i padroni di casa non usano per i propri fini? I super computer vengono ora costruiti sugli stessi principi, non contengono solo un singolo chip potente (la mente), ma contengono migliaia di processori con i propri sistemi di supporto, combinandone la loro forza. Costringe il cervello dei padroni di casa a parlare a se stesso, come un chiacchiericcio di rete, e il parassita è in grado di utilizzare un gran quantità del potere del cervello del suo ospite per i suoi fini. Non odiate o provate emozioni nei confronti di questi esseri per le loro azioni, a loro modo, hanno aggiunto un filtro ai progressi di un tipo di guerriero. Ricordati che l'ego è sempre un problema, concentrati su quello e sulla tua libertà. Essi come razza hanno fatto quanto necessario per sopravvivere; siamo stati quelli sfortunati che li hanno incontrati, proprio quando erano così vicini alla morte per fame. Se mai fosse necessario qualcosa per dimostrare che gli esseri umani non sono importanti quanto pensano di essere, questa ne sarebbe la prova. Le interferenze causate da questi esseri negli ultimi 10 mila anni hanno modificato il campo energetico della nostra specie. L'aumento della popolazione permetterà di accelerare i loro piani. Le alterazioni variano da assorbire le energie collettive della nostra specie nel suo complesso (diminuendo l'energia ereditata attraverso il sistema di procreazione da genitori a figli) a quelle individuali che impediscono agli esseri umani di accedere a delle posizioni del punto di assemblaggio molto importanti. Questo è il motivo per cui il percorso del guerriero è praticamente l'unico metodo per sconfiggere la loro presa su di noi, riconquistare le nostre menti una alla volta. Quando la popolazione procapite di guerrieri aumenta, aumenta la possibilità per gli altri di cambiare, creando un effetto a cascata anche se il numero di guerrieri corrisponderebbe a solo il 3-5% darebbe il via alla faccenda. Sostenere una percentuale del genere permetterebbe alla specie umana di formare una quantità costante di guerrieri evoluti nella terza attenzione. Hai scritto un sacco di cazzate. Credere alla maggior parte di esse è impossibile. Chiunque stia leggendo per la prima volta potrebbe pensare che tu sia pazzo. Non pensi di aver esagerato? No, non ho esagerato; è giunto il momento che queste informazioni vengano finalmente rese disponibili. Inizialmente è stato richiesto dai veggenti della terza attenzione che tutte le informazioni, vengano rilasciate al pubblico tramite gli scritti dei guerrieri sul percorso. Mettere in pratica questa richiesta era difficile per un sacco di ragioni. I guerrieri della prima attenzione ritenevano che tali informazioni avrebbero potuto danneggiare le persone che erano nuove sul percorso, (come se si stesse consegnando una pistola ad un bambino che si diverte a guardare i film di gangster) il risultato avrebbe potuto essere molto deleterio. Si temeva anche che si sarebbe potuta creare un nuovo tipo di “vecchi veggenti”, consentendo a quelli della nostra razza che sfruttano gli altri esseri umani di utilizzare queste conoscenze a loro vantaggio. Però, quando si esaminò la cosa, ci si rese conto che la maggior parte di queste persone erano, da un certo punto di vista, consapevoli della maggior parte di queste informazioni. Rilasciando le informazioni avrebbe semplicemente permesso a coloro che vogliono essere guerrieri di spianare il campo di gioco a loro vantaggio. Altri guerrieri della prima attenzione temevano che la loro abilità di tendere l'agguato nella prima attenzione sarebbe stata minacciata, pensando fosse meglio "spargere la voce" in privato, dopo che gli apprendisti avevano più esperienza e maggiore potere personale, piuttosto che fronteggiare la cosa da novizi il che avrebbe potuto, forse, spaventare le potenziali reclute. I veggenti della terza attenzione però sanno che un potenziale apprendista deve essere consapevole in ciò che sta per essere coinvolto; anche se si trova al livello di base (uomo avvisato mezzo salvato). Solo allora possono prendere la propria decisione (di diventare guerrieri) senza sentire di essere stati in qualche modo fregati, truffati o imbrogliati. La questione “avrei voluto saperlo prima” potrebbe essere molto frustrante, e in alcuni casi potrebbe far si che un apprendista


abbandoni l'addestramento ritornando alla “vita normale”. In definitiva si tratta di questo, è la tua vita, e affrontare questa sfida è una tua decisione. Le informazioni presentate qui possono aiutarvi nel vostro cammino. In ultima analisi, quando decidi di intraprendere la via del guerriero, la scelta riguarda molti livelli del tuo essere, sia che si tratti di 'mi sembra giusta' o 'sembra un'ottima scelta' o semplicemente qualcosa che è sempre stata parte di voi. Il tempo di far parte della mandria dei parassiti è finito; il tempo di combattere per la vostra libertà è arrivato. (Rif: Sito Internet) ......… La sua figura stava sbiadendo nel pronunciare le sue ultime parole. La pietra si spense. Sapevo di non doverla toccare. Accesi la torcia e lasciai la grotta. Benedetto pianeta. Chi ci ha mandato qui per pagare che cosa? Inferno chiamato terra. Pieno di bestie feroci per rendere la nostra condanna impossibile. Ci mettono a disposizione dei miserabili organismi geneticamente difettosi. Malattie; il castigo fondamentale. Ma la più brutale, non uno per uno abbiamo ottenuto. Hanno inviato milioni di persone. La crudeltà, l'avidità, la corruzione, la mancanza totale di rispetto per la vita. La guerra, queste sono le nostre pene reali. Il sistema solare è la più grande prigione per l'ambiente cosmico. Al momento della morte, smembrano la nostra coscienza e spremono l'ultima parte della nostra percezione. Raccolgono dolore e piacere. Conditi ed inscatolati pronti da inghiottire come carne in scatola. Siamo per meta’ discendenti di angeli caduti. Quelli in carcere su Giove si allevano per l’alimentazione. Sono più grandi, succosi e saporiti di noi semplici esseri umani. Ci hanno messo nei mondi prigione, ottenendo nutrimento dal dolore e piacere e ... Saltando pietre e tronchi caduti scesi giù per la montagna sentendomi come un magro maiale aromatizzato. L'unificazione delle forze di espansione (espansione / aumento) è legato alla relatività, contraddizioni e arbitrari della percezione del luogo scaglionato a località ellittica che lo formano. Tutto è così relativo come la coscienza costruttivista, quanto contraria e incerta e’ la coscienza interpretativa, e quanto arbitraria sia la percezione collettiva della coscienza. Per questo … (Rif: estratto dal libro "Nahualtecas" di: Domingo Delgado Solórzano.)

Alleati Un 'alleato', disse, è un potere che un uomo può portare nella propria vita per ottenere aiuto, consiglio, e la forza necessaria per compiere azioni, sia grandi che piccole, sia buone che cattive. Questo alleato è necessario per intensificare la vita di un uomo, per guidare le sue azioni, e approfondire la sua conoscenza. In effetti un alleato è un aiuto indispensabile per il conoscere. Don Juan disse questo con gran forza e convinzione. Sembrava scegliere con cura le parole. Ripeté quattro volte la seguente frase: "Un alleato ti farà vedere e comprendere cose sulle quali nessun essere umano potrebbe forse illuminarti". (Rif: Carlos Castaneda - Gli insegnamenti di don Juan) Mi spiegò che gli antichi veggenti supponevano che i sette livelli che esistevano da basso al nostro erano livelli della fluidità dell'acqua. Per loro una sorgente aveva un'importanza incalcolabile poiché credevano che in un caso così la fluidità dell'acqua si invertisse e andasse dal profondo fino in superficie. Ritenevano che fosse questo il mezzo attraverso cui le creature degli altri livelli, queste altre forme di vita, venissero al nostro piano a scrutare, ad osservare. “A questo riguardo gli antichi veggenti non si sbagliavano” prosegui. "Colpirono nel segno. Entità che i nuovi veggenti chiamarono "alleati" appaiono con certezza in vicinanza di pozzi e sorgenti.” … Mi spiegò che gli esseri inorganici prodotti dalle altre sette bande sono caratterizzati da un contenitore che non ha movimento; hanno anche un ricettacolo amorfo con un basso grado di luminosità. Non somiglia al bozzolo degli esseri organici. Gli manca la tensione, la qualità che fa


sembrare gli esseri organici globi luminosi traboccanti di energia. Don Juan disse che la sola somiglianza fra gli esseri inorganici e quelli organici è che tutti hanno emanazioni rosacee, verdognole e ambrate. "In alcune circostanze”, proseguì "quelle emanazioni rendono possibile la più affascinante comunicazione fra gli esseri di queste otto grandi fasce” Disse che, poiché i loro campi di energia sono più intensi, gli esseri organici sono generalmente quelli che iniziano a comunicare con gli esseri inorganici, però la sottile e sofisticata relazione che sempre ne consegue è iniziativa degli esseri inorganici. Una volta rotto l'ostacolo, gli esseri inorganici cambiano e diventano quel che i veggenti chiamano "alleati". A partire da questo momento gli esseri inorganici possono anticipare i più reconditi pensieri o stati d'animo o timori dei veggenti. (Rif: Carlos Castaneda - Il fuoco dal profondo)

L'emissario del sogno Dopo aver formulato la domanda a me stesso, udii una strana risata, proprio come era accaduto quando avevo lottato con l'essere inorganico. Poi una voce d'uomo mi rispose: “Quel mondo esiste in una posizione particolare del punto di unione” disse. “Come il tuo mondo esiste nella posizione abituale del punto di unione.” L'ultima cosa che volevo era stabilire un dialogo con una voce disincarnata ... Appena mi si presentò l'occasione, mi consultai con don Juan. Non si mostrò affatto meravigliato. “Devi capire, una volta per tutte, che cose come questa sono molto normali nella vita di uno stregone” esclamò. “Non stai affatto impazzendo, ma stai semplicemente ascoltando la voce del tuo Emissario del Sogno. Dopo aver attraversato il primo o il secondo varco del Sognare, i Sognatori raggiungono una soglia di energia e cominciano a vedere cose o a sentire voci. Non voci al plurale, ma una voce singola. Gli stregoni la chiamano la voce dell'Emissario del Sogno.” “Cos'è un Emissario del Sogno?” “Energia aliena che ha concisione. Energia aliena che si propone di aiutare i Sognatori dicendo loro delle cose. Il problema dell'Emissario del Sogno E che può solo dire ciò che gli stregoni già sanno, o dovrebbero sapere, se valessero qualcosa.” “Dire che si tratta di energia aliena che ha concisione non mi aiuta affatto, don Juan. Che tipo di energia è... favorevole, ostile, giusta, sbagliata o cosa?” “È solo quel che ho detto, energia aliena. Una forza impersonale che noi tramutiamo in una molto personale perché ha la voce. Alcuni stregoni hanno piena fiducia in essa. La vedono, perfino. O, come nel tuo caso, la sentono soltanto come una voce maschile o femminile. E la voce può parlare loro dello stato delle cose, che essi perlopiù prendono per consigli sacri.” (Rif: Carlos Castaneda – L'arte di Sognare)

Gli Esploratori "I Sogni sono, se non una porta, una botola verso altri mondi" esordi. "In sé, i Sogni sono una strada a doppio senso di marcia. La nostra consapevolezza passa attraverso quella botola in altri regni, e quegli altri regni inviano esploratori nei nostri Sogni." "Che cosa sono questi esploratori?" "Sono cariche di energia che si mescolano con i componenti dei nostri normali sogni. Sono esplosioni di energia aliena che entrano nei nostri Sogni, e noi le interpretiamo come oggetti, a volte familiari, a volte no." (Rif: Carlos Castaneda – L'Arte di Sognare) "A questo punto del tuo Sognare, gli esploratori sono stati inviati in ricognizione dal mondo inorganico. Sono molto veloci, nel senso che non si fermano a lungo". "Perché dici che sono ricognitori, don Juan?"


"Vengono in cerca di potenziale consapevolezza. Hanno coscienza e fermezza – benché incomprensibili alle nostre menti - forse paragonabili a quelle degli alberi. La velocità interna degli alberi e degli esseri inorganici ci è incomprensibile perché è molto più lenta della nostra." "Perché dici questo, don Juan?" "Sia gli alberi sia gli esseri inorganici vivono molto più a lungo di noi. Sono fatti per stare fermi. Sono immobili, eppure fanno muovere tutto intorno a loro." "Vuoi dire, don Juan, che gli esseri inorganici sono fissi come gli alberi?" "Sicuro. I. bastoncini luminosi o scuri che vedi nel tuo Sognare non sono altro che le loro proiezioni. Anche la voce dell'Emissario del Sogno che senti è una proiezione. E pure gli esploratori." (Rif: Carlos Castaneda – L'Arte di Sognare) “Sei di nuovo caduto preda delle parole: stavolta la parola responsabile è "oggetto" che secondo te vuole indicare solo una cosa concreta. Be', l'esploratore più feroce nei nostri Sogni si nasconde dietro la gente. Nel mio Sognare trovai una formidabile sorpresa, quando focalizzai lo sguardo sull'immagine di Sogno di mia madre. Dopo aver espresso l'intento di vedere lei si trasformò in una feroce, terrificante bolla di energia sfrigolante.” Don Juan fece una pausa perché assorbissi bene le sue dichiarazioni. Mi sentivo uno stupido perché mi dava fastidio l'idea di poter trovare un esploratore nascosto dietro l'immagine di Sogno di mia madre. “È seccante che siano sempre associati alle immagini di Sogno di genitori o di amici intimi” prosegui. “Forse è per questo che spesso ci sentiamo a disagio quando li Sogniamo.” Il suo sorrisino mi diede l'impressione che si divertisse a vedermi sconvolto. ”La regola pratica per i Sognatori è dare per scontato che il terzo tipo di esploratore sia presente ogniqualvolta si sentono turbati dai genitori o dagli amici in Sogno. È consigliabile evitare quelle immagini di Sogno. Sono come veleno!” “Qual'è la posizione dell'esploratore blu in rapporto agli altri?” “L'energia blu non sfrigola” rispose. “È come la nostra: traballa, ma è blu invece di bianca. L'energia blu non esiste allo stato naturale nel nostro mondo. E questo ci porta a qualcosa di cui non abbiamo mai parlato prima. Di che colore erano gli esploratori che hai visto finora?” Non ci avevo mai pensato, fino a quando non me lo domandò. Dissi a don Juan che le guide che avevo visto erano rosa o rossastre. Lui disse che i pericolosi esploratori del terzo tipo erano di un brillante color arancione. (Rif: Carlos Castaneda – L'Arte di Sognare) "Perché il secondo varco del Sognare è raggiunto e oltrepassato solo quando un Sognatore impara a isolare e seguire gli esploratori dell'energia aliena." (Rif: Carlos Castaneda – L'Arte di Sognare) Descrisse la regola del secondo varco come una serie di tre gradi: primo, praticando l'esercizio di cambiare Sogni, i Sognatori scoprono tutto sugli esploratori; secondo, seguendoli, entrano in un altro vero universo; e terzo, in quell'universo, con le loro azioni, i Sognatori scoprono, per proprio conto, le leggi che regolano e governano l'universo stesso. (Rif: Carlos Castaneda – L'Arte di Sognare) "Gli antichi sciamani avevano scoperto che l'intero universo è composto da forze gemelle, forze che sono opposte e complementari. Il nostro mondo non può che essere un mondo gemello e quello ad esso opposto e complementare è un mondo popolato da esseri dotati di consapevolezza ma non di organismo. Per questa ragione, gli antichi sciamani li chiamavano esseri inorganici.” “Dov'è questo mondo?" domandai, masticando distrattamente un pezzo di albicocca. “E' qui, dove sediamo tu e io'' replicò don Juan con noncuranza, ma palesemente divertito dalla mia agitazione. “Ti ho detto che è il nostro mondo gemello e di conseguenza non può non essere


intimamente collegato a noi. Gli sciamani dell'antico Messico non pensavano in termini di spazio e di tempo come fai tu, ma esclusivamente in termini di consapevolezza. Due tipi di consapevolezza possono coesistere senza ostacolarsi l'un l'altro, perché sono profondamente diversi. Gli antichi sciamani affrontavano il problema della coesistenza senza preoccuparsi del tempo e dello spazio. Per loro, il grado di consapevolezza degli esseri organici e quello degli esseri inorganici erano talmente diversi che la convivenza era possibile senza che si verificasse alcuna interferenza." "Noi siamo in grado di percepire gli esseri inorganici?" domandai ancora. "Certamente" mi rispose." Gli sciamani possono riuscirci con un atto di volontà. Anche l'uomo medio lo fa, ma senza saperlo, perché ignora l'esistenza di un mondo gemello. Quando pensano a un mondo gemello, gli uomini entrano in una specie di spirale di masturbazioni mentali, ma è mai venuto loro in mente che le loro fantasie abbiano origine da una conoscenza subliminale che tutti condividiamo: non siamo soli." (Rif: Carlos Castaneda – Il Lato Attivo dell'Infinito) "Un'energia proveniente dai nostri primi cugini è un ostacolo”, continuò. "Sono fottuti come noi. Potremmo dire che gli esseri organici e inorganici dei nostri mondi gemelli sono figli di due sorelle che vivono porta a porta: sono esattamente identici, benché appaiano diversi. Non possono aiutarci e noi non possiamo aiutare loro. Forse avremmo potuto coalizzarci e avviare una fantastica azienda a conduzione familiare, ma non è mai accaduto. Entrambi i rami della famiglia sono estremamente suscettibili e si offendono per nulla, una situazione più che comune tra primi cugini. Secondo gli sciamani dell'antico Messico, il punto cruciale è che sia gli esseri umani sia gli esseri inorganici dei mondi gemelli sono centrati nell'ego al massimo grado. Secondo don Juan, in base a un'altra classificazione fatta dagli antichi sciamani, gli esseri inorganici erano definiti scout o esploratori e con ciò gli sciamani intendevano gli esseri inorganici provenienti dalle profondità dell'universo, con una consapevolezza infinitamente più rapida e acuta di quella dell'uomo. Don Juan disse che gli antichi sciamani avevano dedicato intere generazioni a elaborare i loro criteri di classificazione, arrivando alla conclusione che certi tipi di esseri inorganici della categoria degli scout o esploratori sono, a causa della loro vivacità, molto simili agli uomini. Con gli uomini potrebbero di conseguenza stabilire legami e anche una relazione simbiotica. Di conseguenza, li avevano chiamati gli alleati. Ma in questo caso, mi spiegò don Juan, il loro errore era stato quello di attribuire caratteristiche umane a un'energia impersonale,e di credere di poterla imbrigliare. Consideravano queste forme di energia bloccata come loro assistenti e si affidavano a essi senza comprendere che, essendo costituiti di pura energia, non avevano alcun potere di sostenere i loro sforzi. "Ti ho detto tutto quello che c'è da sapere sugli esseri inorganici" concluse piuttosto bruscamente. "L'unico modo per verificare la veridicità di queste informazioni sta nell'esperienza diretta." (Rif: Carlos Castaneda – Il Lato Attivo dell'Infinito) "L'energia dell'essere inorganico era come il fuoco o come l'acqua?". ... Sapendo che la sua era una domanda molto importante, lo svegliai e gli dissi quello che avevo provato. "Non avrai amici servizievoli tra gli esseri inorganici, ma rapporti di irritante dipendenza dichiarò. "Sta molto attento. Gli esseri inorganici d'acqua sono più portati agli eccessi. Gli antichi stregoni credevano fossero più affettuosi, più capaci di imitare, o forse perfino di provare sentimenti, diversamente da quelli di fuoco, che erano ritenuti più seri, più controllati degli altri, ma anche più pomposi.” (Rif: Carlos Castaneda – L'Arte di Sognare)


La Struttura Energetica Umana Il centro della ragione e il centro della volontà Il diagramma tracciato sulla cenere aveva due epicentri; uno lo chiamò "ragione", l'altro "volontà": La "ragione" era direttamente collegata ad un punto che egli chiamò "parlare". Mediante il “parlare", la "ragione" era indirettamente collegata a tre altri punti, "sentire", "sognare" e "vedere". L'altro epicentro, "volontà", era collegato direttamente a "sentire", "sognare" e "vedere", e solo indirettamente a "ragione" e "parlare". Notai che il diagramma era diverso da quello che avevo copiato anni prima. “La forma esteriore non ha importanza” disse. “Questi punti rappresentano un essere umano e si possono disegnare in tutti i modi che volete.” “Rappresentano il corpo di un essere umano?” gli chiesi. “Non chiamatelo corpo” disse.”Sono otto punti nelle fibre di un essere luminoso. Uno stregone dice, come vedete nel diagramma,che un essere umano è prima di tutto volontà, perché la volontà è direttamente collegata ai tre punti sentire, sognare e vedere; poi, un essere umano è ragione. Questo centro è più debole di volontà; è collegato soltanto a parlare.” “Cosa sono gli altri due punti, don Juan?” Mi guardò sorridendo. “Siete un po' più forte di quanto eravate quando parlammo per la prima volta di questo diagramma” disse. “Ma non siete ancora abbastanza forte per conoscere tutti gli otto punti. Un giorno Genaro vi mostrerà gli altri due.” “Tutti hanno questi otto punti, o solo gli stregoni?” “Si può dire che ognuno di noi nasca con gli otto punti. Due, la ragione e il parlare, li conoscono tutti. Sentire è sempre vago, ma in qualche modo familiare. Però solo nel mondo degli stregoni si conoscono pienamente il sognare, il vedere e la volontà. E, alla fine, all'orlo esterno di quel mondo, si incontrano gli altri due. Gli otto punti formano la totalità dell'io.” Mi fece vedere sul diagramma che tutti i punti potevano essere collegati indirettamente gli uni con gli altri. Tornai a chiedergli dei due punti misteriosi. Mi fece vedere che erano collegati soltanto con "volontà" e si trovavano lontani da "sentire","sognare"e "vedere",e ancora più lontani da "parlare" e "ragione". Indicò con il dito che erano isolati dagli altri e isolati fra loro. “Questi due punti non si arrenderanno mai al parlare o alla ragione” egli disse. “Solo la volontà può toccarli. La ragione è cosi lontana da loro che sarebbe assolutamente inutile cercare di immaginarseli. Questa è una delle cose più difficili; dopo tutto per la "ragione”, ragionare su ogni cosa è il suo forte.” Gli chiesi se gli otto punti corrispondevano a certe zone od organi in un essere umano. “Si” rispose secco, e cancellò il diagramma. Mi toccò la testa e disse che quello era il centro della "ragione" e del "parlare". La punta dello sterno era il centro del "sentire". La regione sotto l 'ombelico era "volontà". "Sognare" si trovava sul fianco destro, fra le costole. "Vedere" sul fianco sinistro. Don Juan disse che talvolta, in alcuni guerrieri, "vedere" e "sognare" si trovavano ambedue sulla destra. (Rif: Carlos Castaneda – L'Isola del Tonal) A questo proposito, vi sarebbe un punto che ora dovremmo esaminare in modo da evitare ogni possibile confusione, vale a dire lo schema della manifestazione come data da Carlos Castaneda. Il signor Castaneda afferma con quello schema che l'uomo possiede otto punti, cioè il nagal, il tonal, la volontà, vedere, sognare, sentire, parlare e ragione. Questo è un sistema che si basa sulla costituzione settenaria dell'uomo e dell'universo, in cui il tonal e e i suoi sei


attributi, fanno un totale di sette, sospesi nel vuoto di Nessuna-Cosa, il nagal, portando il totale a otto. (Rif: Theun Mares – Il Grido dell'Aquila) Schematizzato usando la copertina del libro di Solorzano Il Nagual a Cinque Punte

I Cancelli del Doppio “Come si è sicuri di stare equilibrando il doppio?” “Aprendo i cancelli,” replicò. “Il primo cancello è nella pianta dei piedi, alla base dell’alluce.” Si chinò sotto il tavolo e, afferrandomi il piede sinistro con un solo movimento incredibilmente rapido, mi sfilò scarpa e calza. Poi usando pollice e indice come una morsa, schiacciò la protuberanza rotonda dell’alluce sotto la pianta e la giuntura dell’alluce sul dorso del piede. Il dolore acuto e la sorpresa mi fecero urlare. Ritrassi il piede con tale forza che urtai il ginocchio sotto il tavolo. Mi alzai in piedi e gridai: “Che cosa diavolo pensi di fare?” Ignorò il mio scoppio d’ira e disse: “Ti sto indicando i cancelli come prescrive la regola. Quindi presta molta attenzione.” Si alzò e fece il giro del tavolo venendomi accanto. “Il secondo cancello è l’area che comprende i polpacci e la parte interna delle ginocchia,” disse chinandosi per strofinarmi le gambe. “Il terzo si trova nella zona degli organi sessuali e dell’osso sacro.” Prima che potessi scansarmi, mi infilò le sue mani calde dentro l’inguine e mi sollevò leggermente dandomi una robusta strizzata. Lo respinsi, ma lui mi afferrò il fondo schiena. “Il quarto e più importante è nell’area dei reni,” disse. Senza preoccuparsi della mia irritazione, mi spinse di nuovo a sedere sulla panca. Mi spostò le mani su per la schiena. Mi irrigidii, ma per amore di Nelida, lo lasciai fare. “Il quinto punto è fra le scapole,” disse. “Il sesto è alla base del cranio. E il settimo sulla sommità.” Per indicare


l’ultimo punto mi diede un colpo secco con le nocche in cima alla testa. … “Lo scricchiolio che senti alla base del collo segnala il momento in cui il lato destro e sinistro si separano. Questo lascia un varco proprio nel mezzo del corpo da dove l’energia risale fino al collo, il punto in cui si ode il suono. Sentire quello schiocco significa che il doppio sta per diventare consapevole.” (Rif: Taisha Abelar – Il Passaggio degli Stregoni)


Il Punto Di Unione (di Assemblaggio)


È importante realizzare che sebbene ci sia un’area ben definita in cui si può sempre trovare il punto di assemblaggio, l’esatta posizione viene stabilita dalle azioni abituali e ripetitive. Le abitudini sono ovviamente diverse tra gli individui, di conseguenza non ci sono due persone che hanno il punto di assemblaggio nella medesima posizione. Il punto di assemblaggio dell’uomo si trova di solito sulla superficie del bozzolo, più o meno all’altezza del punto in mezzo alle scapole. (Rif: Theun Mares - Il Ritorno dei Guerrieri) Vedere l'energia cosi come fluisce nell'universo equivaleva per don Juan alla capacità di vedere un essere umano come un uovo luminoso o una sfera luminosa di energia, e di distinguere in questa sfera luminosa un insieme di caratteristiche comuni a tutti gli uomini, come un punto interno di luce più intensa. Per gli sciamani era in quel nucleo di luminosità, da loro chiamato punto di unione, che la percezione si trasformava in unità. Arrivavano quindi ad ampliare tale considerazione fino ad asserire che proprio in quel punto veniva a forgiarsi la nostra cognizione del mondo. (Rif: Carlos Castaneda – La Ruota del Tempo) Alla visione energetica gli esseri viventi appaiono come aggregati di campi energetici tenuti assieme da una forza, un aspetto dell’energia, che i toltechi chiamarono “aspetto vibratorio dell’energia” o “lato splendente dell’infinito”. Questo aspetto dell’energia è di fatto ciò che mantiene l’unità dell’essere. Quando tale aspetto dell’energia viene meno anche l’unità dell’essere cessa e l’infinito può infiltrarsi tra le emanazioni interne; la morte prende allora il sopravvento. Gli esseri che appartengono a un determinato mondo (o universo) subiscono la pressione delle emanazioni che costituiscono quell’universo, ovvero quell’allineamento. I loro campi energetici interni non possono fare altro che rispondere a tale pressione, assumendo lo stesso allineamento del mondo di cui fanno parte. Questa pressione costringe una certa parte dei campi energetici interni all’essere a convergere in un punto specifico che i guerrieri chiamano “punto di unione” o “punto di assemblaggio”; il punto di unione esiste di per sé, ha indipendenza potenzialmente; fa da guida per l’esatto allineamento. La definizione di punto di unione mette in chiaro l’effetto della concentrazione delle emanazioni interne e della loro corrispondenza con l’allineamento: quella è l’area in cui si unifica la consapevolezza, producendo percezione e poi interpretazione del mondo. Di fatto noi SIAMO la posizione del punto di unione, in quanto questa determina non solo la natura del mondo cui apparteniamo, ma anche le nostre caratteristiche personali, fino nei minimi dettagli. (Rif: Marco Baston – Sito Web)

Tipi di configurazioni energetiche I bozzoli ordinari o standard sono consistono di due sfere sovrapposte contenute in una membrana e sono di tre dimensioni. Gli energetici nani, mi disse don Chema che sono i più abbondanti, e non hanno alcuna speranza. Sono come polli allevati all’ingrasso per l’aquila. Non potranno mai conoscere l’energia. Mi ha detto che non si tratta di istruzione o di cultura, ma è una questione di energia. Quelli di medie dimensioni interagiscono con le proiezioni inorganiche e sono i leader del punto di unione collettivo. Lo conservano e per di più, perseverano anche la prima attenzione. Quelli di grandi dimensioni, i più rari, sono agganciati alla prima e alla seconda attenzione. I nahuales a quattro punte li usano per formare i loro gruppi e talvolta li uniscono per formare un nahual tetragonale. Questi tre tipi di bozzoli li chiamarono rispettivamente i colectores (collettori), gli escanciadores (versatori) e i voladores redondos (volatori rotondi) [figura A]. I nahuales a tre punte sono composti di tre sfere sovrapposte [figura B]. I nahuales a quattro punte formano il loro corpo luminoso con quattro sfere [figura C]. E i nahuales a cinque punte con cinque sfere [figura D]. Qui la regola dice che la parte umana dello spirito si è spostata, questo è ciò che ci controlla e ciò che possiamo controllare. Per arrivare al controllo totale del punto di unione è necessario controllare prima la mente (il bozzolo).


I nahuales a quattro punte hanno quattro corpi: fisico, energetico o doppio, parallelo e proiettile. I nahuales a cinque punte hanno in più a questi il corpo protrattile. I corpi fisico, energetico e parallelo sono capaci di proiettare due punti di unione comuni. Queste proiezioni si chiamano corpi di sogno. I nahuales a tre punte mancano del corpo proiettile. Molti di loro cercano un essere inorganico per completarsi. I cilindri ordinari o standard, a differenza degli organici, sono configurati in tre segmenti cilindrici [figura E] o corpi: il fisico, l’energetico e il proiettile. Quest ultimo è ghermito dal nahual a tre punte, che lo aggiunge alla propria configurazione e lo usa per proiettarsi nella prima e nella seconda attenzione, con risultati evidenti [figura F].

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Un nahual a tre punte mal configurato è un’aberrazione energetica, dato che le sue tre sfere diventano poliedri. Tuttavia è qualcosa di molto naturale per loro. Fanno aderire a loro stessi gli


esseri volatori inorganici e i bozzoli collectores. Un nahual del genere è più inorganico che organico. Il suo accesso alla seconda attenzione è garantito e la sua missione assicurata. La sua forma ritorta è ripugnante. Questa forma inclusiva è stata usata dai nahuales a tre punte e da alcuni a quattro o da volatori rotondi se si realizzava l’impossibilità di entrare nella terza attenzione. La maggior parte sono in attesa di unirsi a un altro nahual che li trasporti nella terza attenzione. È molto rischioso, e i più alla fine muoiono. Un nahual, a causa della propria conformazione energetica, quasi mai è disturbato nella seconda attenzione. La sua forza è tale che si può paragonare solo a uno dei pochi nahuales inorganici. Questo ha portato molti nahuales a prendere gli inorganici come dei veri schiavi. In cambio di un piccolo pasto energetico li usano per essere proiettati in altri mondi. Se muoiono vengono rimpiazzati da altri. Queste alleanze forzate sono reciproche. Il potere energetico superiore dei bozzoli nahuales ci protegge dai volatori inorganici entro la loro area di influenza. Dove vive un nahual nessun essere inorganico oserebbe entrare, a meno che il nahual glielo permetta. (Rif: Domingo Solorzano – Il Nagual a Cinque Punte) Io e i miei compagni incontrammo Domingo perché sin dal momento in cui leggemmo il suo libro “Il Nagual a Cinque Punte” capimmo che era la cosa giusta da fare. Quando il libro fu pubblicato noi quattro funzionavamo già come un gruppo di potere da alcuni anni e conoscevamo il fatto insolito che la donna con la quale vivo ed io abbiamo una configurazione non comune, una sfera luminosa, un po' più grande del normale. Il motivo per cui lo sappiamo fu a causa di Sergio che un bel giorno iniziò a percepire i campi energetici, da quel momento iniziammo ad esercitarci con lui ogni giorno per circa un decennio finché raggiungemmo lo scopo di percepire facilmente la densità luminosa umana con i suoi dettagli interni, ogni volta e immediatamente. Questo fatto sorprese Domingo, non tanto perché qualcuno fu capace di "vedere" senza l'intervento diretto di un lignaggio, ma la vera sorpresa per noi è stata quando Domingo ha annunciato che noi quattro abbiamo tre e quattro scomparti ... il che fu davvero troppo per il nostro cervello. Dopo la mia richiesta, si fermò e dopo un po' prese una penna e cominciò a disegnare qualcosa sul palmo della mano, era la rappresentazione delle sfere luminose conosciute come le sfere rotolanti con le sue tre forme da quella più piccola a quella più grande, in accordo alla loro forma energetica (Vedi fig: A), chiarendo che questi sono il 99,9 % della popolazione mondiale; continuò con quelle a 3 e 4 punte e i loro relativi ricettacoli (Vedi fig: B&C), continuò disegnando due sfere, ciascuna contenente altre due al loro interno, e ognuna di queste ne contenevano altre due, e così una configurazione aveva tre e l'altra quattro sfere concentriche che ha definito come la rappresentazione dei nagual concentrici a tre e quattro punte o più precisamente 'cunei o strati ' in quanto sono formati da strati come una cipolla in cui gli uni contengono gli altri.


Continuò spiegando che attualmente, nel continente americano, ci sono solo nagual ellittici, ovvero con punte, anche se dover nascere in America non è un assoluto per essere un nagual e avere tre o più punte. Gli esseri con configurazioni concentriche si trovano dentro e fuori delle Americhe. Siamo rimasti sbalorditi da queste rivelazioni, ed era solo l'inizio. Continuò a spiegare che i nagual concentrici non hanno punti di assemblaggio come quelli a punte perché la loro percezione origina dalla mobilità delle sfere interne, le quali si muovono come palline una dentro l'altra. Quella da basket contiene quella da pallamano che a sua volta contiene una palla da tennis e che a sua volta contiene una da ping-pong, in accordo con il numero di sfere che una persona possiede. Pensavo che quella esterna appartenesse al corpo fisico, ma lui mi corresse; quella interna corrispondeva al corpo fisico, la seconda al corpo sognante, la terza al corpo proiettile e la quarta al corpo protrattile, sempre in questo ordine rigoroso. -I Nagual concentrici sono maggiormente limitati rispetto a quelli a punte? E' vero, rispose, è il sogno dell'Aquila che li crea in questo modo affinché possano costruire schemi e campi di realtà. Ogni forma ha la sua funzione. Pensa ai pianeti e alle stelle ognuno di loro con il sognare creano attenzioni, ed ora immagina un animale o un insetto, anche loro hanno una forma e una funzione specifica. Il divertimento inizia se si arriva a essere consapevoli di ciò che sono, di qualcosa che li possiede e mostra l'assoluto, riguardo l'eterno enigma: l'esistenza, la vita; essere vivo e sapere di essere vivo; sentire, percepire, seguire un destino; avere il potere di generare più vita ... tutto si riduce alla stessa cosa, animali, insetti o altro . -Quali sono le caratteristiche di questi essere in confronto ai nagual ellittici? La differenza di base che diversifica gli ellittici è l'abilità di separare il loro comparti energetici, i ricettacoli o corpi possono essere simultaneamente situati ognuno in posti diversi, una possibilità preclusa ai nagual concentrici. D'altro canto quest'ultimi hanno un potere tremendo nell'usare il loro corpo proiettile, essendo capaci di posizionare la proiezione in qualsiasi posto di loro scelta; un ologramma tridimensionale con la forma scelta da loro. Mostrandosi come una replica esatta per chiunque li guardi, ad eccezione del nutrirsi e dei bisogni fisiologici. -Possono toccare ed essere toccati o sono figure fantasma? Certo sono come chiunque altro che può essere visto seduto in una panchina o parlare con qualcuno, può toccare, fare e disfare tutto tranne che per le funzioni fisiologiche di ingestione / evacuazione. Il corpo proiettile di un nagual concentrico appare come foschia o nebbia, ma dopo aver raggiunto ed accumulato un certo grado di esperienza e di sapere come fare questa proiezione tridimensionale assume l'aspetto di qualsiasi altra persona. Proiezioni come quelle che puoi trovare qui inviate dal mondo inorganico. La disposizione del corpo energetico dei nagual concentrici è simile a quella degli inorganici basandosi sul fatto che entrambi sono corpi contenitivi; un corpo contiene l'altro e così via. Questi nagual concentrici sono un pochino simili a loro, ma naturalmente, completamente organici, principalmente perché hanno degli organi e inoltre la loro energia ha una forma sferica invece di essere cilindrica, anche se, lo schema del corpi contenuti/contenitori e la forza delle proiezioni generate sono simili. -Possono scomparire nella loro totalità e riapparire da un'altra parte? No, solo i nagual ellittici possono farlo. Quelli concentrici possono mandare una sorta di segnale TV, messo e creato come realtà in un posto a loro scelta; ma solo per coloro che non possono vedere l'energia, dopo tutto sono solo una mera proiezione. Le nostre facce devono aver lasciato trasparire dello sconforto, in quanto sottolineò che non c'era niente di cui preoccuparsi, nel possedere una configurazione piuttosto che un'altra, Ci vuole più o


meno tempo e sforzo a seconda se si possiede un equipaggiamento migliore e fece un esempio con le macchine della Formula 1 o della Nascar, ogni veicolo ha una forma e una funzione diversa dall'altro, ma ciò che conta realmente è il pilota; questo è il vero vantaggio, decidere che tipo di pilota siamo e quanto lunga e buona sia la corsa che vogliamo correre, nient'altro, il veicolo non è poi così importante, conta solo la volontà e l'intento. Arrivati a questo punto, tutti i nagual raggiungeranno gli stessi standard. Alcuni hanno ricettacoli a punta altri hanno compartimenti a strati tutto qua. (Rif: https://laconjunciondelosnahuales.wordpress.com/2010/04/28/la-conjuncionde-los-nahuales/) Mi riferì che il suo ciclo di veggenti — quello della linea dei cacciatori — era finito e che stava nascendo un nuovo ciclo di veggenti, quello della linea degli artisti con inclinazione naturale al potere, quell’inclinazione naturale che consente di interagire con l’Aquila. Mi rivelò che io ero il primo Nagual di una nuova stirpe di maghi, più potenti, più spietati... e ciò era dovuto al fatto che la mia bolla possedeva una speciale configurazione protoenergetica che i veggenti vedevano come una sfera formata da tre-quattro comparti, poiché una delle linee che dividevano le sezioni non era ben definita. Don Juan mi ricordò che l’individuo energeticamente predominante all’interno di un gruppo di sciamani veniva chiamato Nagual, una persona — uomo o donna — che grazie alla propria straordinaria capacità energetica era responsabile del destino del proprio gruppo, la guida ideale — capo naturale — nella vita dei guerrieri. La regola del Nagual tri-quadriforcuto L’Aquila dà al Nagual tri-quadriforcuto (appare in coppia, maschio e femmina), come compagni, tre guerriere cacciatrici-sognatrici, tre guerrieri cacciatori-sognatori e un messaggero. Inoltre dà il compito di trovare altre tre guerriere cacciatrici-sognatrici, tre guerrieri cacciatorisognatori e un messaggero. Le donne cacciatrici-sognatrici sono denominate le quattro direzioni, i quattro venti, le quattro differenti personalità femminili che esistono nella razza umana. La prima è il nord, la seconda è l’ovest, la terza è l’est e la quarta è il sud. La donna Nagual tri-quadriforcuta rappresenta il sud. Gli uomini cacciatori-sognatori rappresentano le quattro direzioni, i quattro tipi di attività e di temperamento maschili. Il primo è il nord, il secondo è l’est, il terzo è l’ovest e il quarto è il sud. Così il numero dì persone sotto la direzione di un Nagual tri-quadriforcuto è di quattordici: sei guerriere, sei guerrieri e due messaggeri. Assieme all’uomo e alla donna Nagual il numero totale è di sedici persone. (Rif: F. Giano Ripel - Nagualismo)


La Totalità di Se Stessi - Estratto del libro “Il nagual a cinque punte – D. D. Solorzano 

...Il seguire coscientemente la "regola" da parte di una coscienza, conduce nella pratica, a poter muovere il punto di unione a volontà. Questa prassi sviluppa la volontà o forza pressora e trattora del punto di unione. La regola esige la pratica paradossale di cinque routine seriali e ripetitive: fisica, mentale, sognante, volitiva individuale e volitiva collettiva. Il corpo fisico, la parte solida dell'energia del bozzolo luminoso, deve incorporarsi al resto delle altre parti, riducendo la sua oscillazione vibratoria. I percettori seguirono l'aspetto solido della regola, con un sistema di resistenza progressiva ad alta intensità di spinte e tiraggi, chiamato "quanimec", al quale io ho arbitrariamente messo il nome di "corpofilia". Molto somigliante agli sport dell'"halterofilia", in combinazione con il sollevamento pesi ed il bodybuilding. Variando l'approccio vibrazionale e l'intensità, in relazione all'aspetto ludico e atletico attuale. Il corpo mentale è il prodotto del punto di unione fissato nella posizione del corpo energetico. È la parte volatile del corpo luminoso che ci permette di organizzare l'energia solida che avvolge il corpo fisico. La regola non lo contempla interamente, quindi, la pratica paradossale delle routine lo conduce gradualmente a scomparire, lasciandosi alle spalle la conoscenza naturale e silenziosa dell'energia come richiede la regola. La perdita di questo corpo è il guadagno del corpo luminoso, poiché sarà quest'ultimo a vedere e pensare quando il primo scompare. È la visione ristretta della realtà contro la visione totale di tutte le realtà. La sua dissoluzione inizia con l'annientamento dell'ego e delle sue parti: l'importanza di avere, di essere, di comandare, di essere obbedito e di essere obbediente. Alla fine, si annienta il significato del parlare dell'offendere che cagiona, costantemente l'ego. Per raggiungere questo entra in gioco l'astinenza sessuale unicamente durante i periodi di alta luminosità, il contatto con gli organici elementari, gli inorganici di luce o di ombra e le passeggiate notturne sulle colline o montagne. Il corpo di sogno è la parte della totalità la cui caratteristica naturale è la proprietà di ridurre o aumentare la sua costante oscillazione vibrazionale, che consente, nella veglia, di interagire in diversi stati attenzionali. Si accede a questa parte del bozzolo fissando il punto di assemblaggio nello stato di veglia, in modo da svegliarsi nel sogno. La tecnica utilizzata espande lo stato di veglia negli stati precedenti il sogno. Si fissa l'attenzione su un sogno fino ad punto di entrarci. Facendo questo, più volte, il corpo di sogno comincia a “muovere i primi passi” nel sogno durante la veglia. La gamma della visione del bozzolo si espande, cominciando a vedere cose che prima non vedeva, si alza e inizia a camminare. Il corpo volitivo individuale è la parte parallela del corpo fisico; è un arco di fronte all'altro, indipendentemente dalla posizione dell'osservatore di fronte alla sfera luminosa. È il lato sinistro del bozzolo luminoso. La parte complementare della coscienza totale della luminosità. E 'accessibile per lo stato di veglia, estendendo la gamma di osservatore sognante. Queste tecniche furono quelle che in seguito convertirono il punto di unione di Hexapoda, il collettivo, nella magia, stregoneria o diavoleria. Precursore diretto della parte solida dell'energia, conosciuta oggi come scienza e tecnologia. L'unico modo per integrare lo stato di veglia a questo corpo è l' intonazione ripetitiva del suo stato oscillatorio di risonanza, intonata dal corpo fisico. Il corpo di sogno dovrebbe rivolgersi al corpo volitivo individuale, ricevere il suo proprio suono e tornare al corpo fisico per consegnarglielo. L'intonazione del suono del punto di assemblaggio collettivo, è disponibile per tutte le coscienze, permette la riduzione individuale fino a raggiungere una delle sue parti. Questo risonanza è l'essenza della conoscenza silenziosa. Il battito del cuore del grande bozzolo maggiore.


Il corpo volitivo collettivo è la membrana esterna della sfera cosciente. Riflette l'energia in espansione. Come punto di assemblaggio, è l'anello che copre l'interno del bozzolo. Un anello mobile in costante espansione circolare, la cui velocità crea la membrana esterna apparente del bozzolo. È l'ultima parte ad essere raggiunta dalla veglia del bozzolo. Queste cinque parti compongono le coscienze; i suoi compartimenti, siano due, tre o quattro, formano il suo interno. La concentrazione dei compartimenti nel centro della coscienza forma un nucleo, si realizza con la fusione dei cinque corpi nello stesso nucleo, ma ognuno in un posto diverso. Così si raggiunge la percezione complessiva e l'ingresso nella terza attenzione. La saturazione delle attività delle altre quattro parti conduce di conseguenza al recupero di questa parte e quindi dell'integrazione nel nucleo di tutte le parti del bozzolo luminoso. Il codice della regola è semplice: espansione uguale a luce e contrazione uguale a oscurità. Il movimento a spirale della velocità della luce è uguale alla velocità del movimento retroattivo dell'oscurità. La luce è l'energia rilasciata che si espande e l'oscurità è l'energia addensata che si sta contraendo. Il movimento pulsante genera una paronimia energetica a mo di eco. La luce proviene dal nucleo scuro e il nucleo rimane nella corona di luce. Ogni pulsazione si compone di cinque espansioni e cinque contrazioni intermittenti. I Luoghi generati da ogni impulso, dalla fine all'inizio, si riempiono di energia retrattile. Facendo si che le parti aderiscano per formare il tutto. La contrazione dell'energia genera identiche reazioni sensoriali percettibili dal percettore percettivo. Le reazioni non esistono. Ogni presunta reazione è la stessa azione nella sua regressione. Il sistema di generazione di Zero si manifesta in azione e retroazione delimitata dai luoghi che non vengono toccati quando finisce la sua espansione e inizia la sua contrazione e viceversa. Questi luoghi “vuoti” sono la riunificazione finale dell'energia. L'unicità di Zero rimane immutabile. L'azione si riflette in uno specchio, nello stesso vortice si generò espressamente in sezioni. Le coscienze si dividono in coppie. Una sezione o compartimento è l'azione e l'altro tipo è la reazione. Anche le coscienze triple sono in coppia. Il compartimento apparentemente in più è a sua volta diviso in due. È il prodotto caotico del “vuoto” in eccesso. La sua natura permette loro di essere attratti dalla dienergia generata da Zero.

...Esiste tutta una tradizione relazionata con lo sviluppo e il mantenimento ottimale delle sfere interiori nei lignaggi di guardiani protettori del nahual pentagonale, molto lunga da numerare, cosí come dell'ingestione di alimenti tanto vitali per i movimenti e i cambi del punto di unione. Il corpo fisico in particolare funziona molecolarmente con energia percettora, dove ogni reazione chimico-elettrica deve concordare con la seguente e con l'anteriore. Il flusso di energia fluisce allo stare i canali bioenergetici aperti. è una questione programmatica e non estetica o atletica. Queste ultime due si danno di per se stesse come guadagni addizionali. Nella seconda attenzione un corpo debilitato o trascurato tende a frazionarsi e a disintegrarsi per mancanza di coesione e di controllo. Un corpo forte invece al disintegrarsi mantiene il controllo per integrarsi nuovamente in un'altra attenzione. Negli ultimi anni ho visto lo sviluppo dello sport del fisico-culturismo. Lo sviluppo del corpo fisico è l'esito supremo di un bozzolo luminoso nella prima attenzione. è la base per viaggiare ad altre attenzioni. L'umanità sembra che s'incammini nuovamente verso il conoscimento silenzioso, tramite lo sviluppo di ognuna delle sue parti fisiche. Poco a poco tutto si riunisce fino a riuscire a reintegrare un tutto. La pressione-tensione del sovraccarico progressivo in punti specifici del corpo fisico allenta il punto di unione. Il quale nella sua posizione, però allentato, può essere fatto scivolare e mosso all'indietro. Senza questo movimento reversibile non è possibile rivivere appieno i propri sogni. La retrospezione dell'in-sogno è il movimento all'indietro del punto di unione


collettivo allineato al punto di unione del corpo energetico, mentre il punto di unione del corpo fisico sta fermo. In questo modo la retrospezione è assoluta e completa. Al riviverla si accendono nuovi filamenti nel bozzolo. La luminosità che si sprigiona da essi riporta la vecchia nuova esperienza vissuta esattamente per la seconda volta. La serpente sceglie quello che più gli aggrada per consegnarcelo all'Aquila come alimento. La ragione si perde e il conoscimento del silenzioso effluire della vita si guadagna per essere ritenuto e conservato per sempre. Altro degli aspetti fisici della corpofilia è quello dei movimenti di stiramento dei muscoli e delle articolazioni. E si complementa alla fine con l'assoluta cessazione del pensiero. Detenere la formazione del pensiero e della comunicazione interiore costante. Tutto questo porta al momento in cui il punto di unione si muova e cambi la nostra percezione. In questo istante il corpo fisico deve essere pronto per sopportare la nuova tensione o soccomberá. Il corpo energetico dovrà essere capace di prendere lo stato cosciente della totalità di se stesso e sopportare le enormi pressioni della seconda attenzione, dove la compattazione dell'energia è ancora più dura di quella della prima attenzione. Se così non fosse, il bozzolo luminoso collasserebbe e verrebbe disintegrato dalla contrazione del serpente...


Le differenti 'attenzioni' umane Un punto che dovrebbe essere ricordato parlando delle Verità della Consapevolezza è che l’uomo è il microcosmo del macrocosmo – e cioè l’uomo è in miniatura, l’esatta replica dell’intero universo. Nell’universo ci sono sette grandi bande di campi energetici interconnessi, che ciascuno manifesta a sua volta sette bande inferiori. Questo è vero anche per l’uomo. Attraverso le grandi bande che attraversano il bozzolo dell’uomo, si estendono delle bande inferiori formando una particolare concentrazione di campi luminosi. Questa raccolta costituisce la qualità della coscienza che viene identificata come caratteristica umana. Questo miscuglio di sottobande è molto confuso per qualsiasi esperienza dei veggenti, ed è per questo che è chiamata semplicemente la Banda dell’Uomo. Tuttavia, poiché la maggior parte delle possibili percezioni all'interno della banda dell’uomo sono al di là di una normale esperienza umana e pertanto, oltre il suo normale livello di consapevolezza, sono tecnicamente definite come l'ignoto. Negli insegnamenti Toltechi la normale consapevolezza è conosciuta come Prima Attenzione, che è il lato destro. Il lato sinistro è conosciuto come Seconda Attenzione. La prima attenzione è definita come tutte le possibili permutazione della percezione all’interno della normale posizione del punto di unione. A questo proposito l’uomo comune, non avendo un punto di unione fluido, usa sempre solo una delle possibili permutazioni disponibili entro la normale consapevolezza, questo viene chiamato conosciuto. D’altra parte un guerriero, dopo aver raggiunto la fluidità del punto di unione, dispiega tutte le possibili permutazioni della prima attenzione, e chiama questo lucidità o sobrietà. La Seconda Attenzione, o il lato sinistro, è l’insieme di tutte le permutazioni della percezione che si rendono accessibili ogni volta che il punto di unione si sposta in qualsiasi punto all’interno della Banda dell’Uomo, che è lo scopo di questi campi di energia che costituiscono la vera esperienza umana. Molta confusione sarà evitata se a questo punto ci si rende conto che questi campi di energia devono ovviamente includere anche quelli del regno animale, di cui l’uomo è una specie. (Theun Mares Il Ritorno dei Guerrieri) "La terza attenzione si ottiene così, quando lo splendore della consapevolezza si trasforma in fuoco dal profondo: un fuoco che non accende solo un fascio alla volta ma tutte le emanazioni dell'Aquila che sono all'interno del bozzolo dell'uomo.” (Castaneda - Il Fuoco dal Profondo) "Vuol dire che per i veggenti ci sono sulla terra quarantotto tipi di organizzazioni, quarantotto tipi di gruppi o strutture. La vita organica è una di queste.” "Significa che ci sono quarantasette tipi di vita inorganica?” “No, assolutamente no . Gli antichi veggenti contarono sette fasce che producevano bolle di consapevolezza inorganica. In altre parole, ci sono quaranta fasce che producono bolle senza alcuna consapevolezza; sono le fasce che producono solo organizzazione.” (Castaneda - Il Fuoco dal Profondo) Per spiegarmi questi concetti, don Juan mi fece una divisione in tre parti diseguali della nostra coscienza. La più piccola la chiamò «la prima attenzione», e disse che corrispondeva alla coscienza che ogni persona normale ha sviluppato per poter affrontare il mondo di tutti i giorni: essa comprende la consapevolezza del proprio corpo fisico. Un’altra parte, più grande, la chiamò «seconda attenzione», e la descrisse come la consapevolezza di cui abbiamo bisogno per percepire il nostro involucro luminoso e agire come esseri luminosi. Disse che la seconda attenzione resta in secondo piano per tutta la durata della nostra vita a meno che non sia fatta emergere con un esercizio deliberato o per un trauma accidentale, e che comprende la consapevolezza del nostro corpo luminoso. L’ultima parte, la maggiore, la chiamava la «terza attenzione», una coscienza incommensurabile


che interessa aspetti indefinibili della consapevolezza del corpo fisico e del corpo luminoso. Gli chiesi se aveva mai sperimentato la terza attenzione. Mi rispose che vi era giunto vicino e che se mai fosse riuscito a penetrarvi, l’avrei subito saputo perché tutto il suo essere sarebbe diventato quello che lui era veramente, uno scoppio di energia. Aggiunse che il campo di battaglia dei guerrieri era la seconda attenzione, quasi un terreno per esercitarsi ad arrivare alla terza attenzione. Era uno stato piuttosto difficile da conquistare, ma molto utile una volta raggiunto. (Rif: Il Dono dell'Aquila - Castaneda) La prima attenzione è il cosmo, parte egocentrica e sociale dell'aquila il cui dominio possiede solidità, consistenza e resistenza. La sua estensione è limitata alle particelle oscitroniche. Quark positivi dall'accelerazione ordinaria e fissa. La seconda attenzione è una realtà alternativa, di consistenza soffice e flaccida, alla cui descrizione si accede tramite il sogno. La sua estensione è limitata alle particelle statitroniche. Quark negativi a maggior accelerazione di espansione. La terza attenzione è una realtà energetica la cui coesione è spugnosa e molto porosa Si accede ad essa tramite il sogno del corpo energetico. La sua estensione è limitata dalle particelle positive retrotroniche e da antileptoni decelerati in quanti retrattili. La quarta attenzione - qui comincia la retrospezione dell' aquila - è l' interno completo dell'aquila ed espande le altre tre attenzioni precedenti . Una involuzione matematica ,una funzione che è l'inversa di sé stessa. Il nagual a cinque punte è l' introspezione totale dell'aquila che capta i propri valori intrinseci. La realtà energetica dell'aquila è interstiziale, di interazione interpolare e olografica. E' un costante isteresi energetica. La sua stabilità si risolve in emissioni di radiazione tachipsichica. E' la diacinesi. I comandi, le coscienze, le emanazioni o effluvi e le funzioni sono emissioni, e tutte formano il sogno dell'aquila, creando grandi pareti o membrane divisorie anulari. Il sogno è fotogeno e polarizzatore. Si entra in esso attraverso l'essere cosciente della totalità delle proprie conoscenze. La sua estensione è limitata alla protomateria ed alla proto antimateria. La quinta attenzione è l'interstizio esteriore dove muoiono le aquile e i serpenti. E' il sogno di Zero. Innumerevoli cumuli insiti di aquile intrecciate, che afferrano e si scuotono coi serpenti formano il sogno di Zero. Il sogno è tassativo nel punto dove la percezione entra nel corpo energetico della coscienza e del ponte, tra la micro e la macro coscienza parallela, nel fianco di Zero. La sua estensione è un' infinità di luoghi. Il tempo e lo spazio formano l' interno di ciascun luogo. … La regola si rifà a diciotto figure simboliche. Decifrarle significa aprire le porte verso gli altri mondi organici e verso i sette grandi mondi inorganici. Le altre porte, tre di esse, conducono alla terza attenzione e la restante è la nostra propria porta, che dobbiamo aprire per ritornare. Le porte hanno una certa consistenza energetica. (Rif: Il Nagual a Cinque Punte – Solorzano) Le quarantotto grandi fasce di emanazioni La Terra è attraversata da quarantotto grandi fasce di emanazioni che si conglobano attorno ad essa, formando un’enorme bolla di proto-energia a forma sferica. Queste fasce producono contenitori colmi di emanazioni ma solo otto producono contenitori con consapevolezza. Una delle quarantotto grandi fasce di emanazioni — la grandissima fascia — produce bolle di proto-energia in relazione alla vita organica ed inorganica, altre sette producono bolle in rapporto alla vita inorganica e le rimanenti quaranta in corrispondenza alla sola struttura. La grandissima fascia di emanazioni è composta da quattro Attenzioni: il Dominio (Prima Attenzione) e tre Regni (Seconda, Terza e Quarta Attenzione). Il Regno dell’Attenzione Zero, essendo inglobato nella Terza Attenzione, manifesta vita inorganica con bolle di proto-energia cupa, definita “aliena” perché differisce, per natura, dalla protoenergia.


Nella grandissima fascia organica e inorganica sono presenti esseri organici che possiedono gusci, bozzoli e globi con consapevolezza ed entitĂ inorganiche che possiedono ricettacoli con consapevolezza. Nelle altre sette grandi fasce inorganiche sono presenti, solo, entitĂ inorganiche che possiedono ricettacoli con consapevolezza. E il prodotto delle rimanenti quaranta fasce è dato da configurazioni di energia inanimata chiamate recipienti (vasi), perchĂŠ prive di consapevolezza. (Rif: Nagualismo – Ripel)


La cosmovisione “Zero”, “Aquile” e “Serpenti” Al potere invisibile, intangibile e inconoscibile, origine di tutti i poteri che governano l' ignoto e l' intellegibile, si da il nome di Zero. Si chiama così per le qualità di permutazione e catalizzazione immutabile che lo caratterizzano. Sognando lo Zero, si vide che esso era fatto di forme e di funzioni. Le sue forme sono strutture percettibili che oscillano in un movimento perpetuo. Assomigliano al movimento di un serpente. Per questo, la permutazione ondulatoria immutabile dello Zero si chiama serpente. Le sue funzioni sono poteri attivatori e sono coscienti di esistere. Percepiscono e sognano. Si chiamano "l'aquila" perché assomigliano ad un uccello falconiforme con le ali aperte, il becco aperto e gli artigli ricurvi, che dalle alture vede tutto con sguardo penetrante. L' aquila è l'attivatore della catalizzazione immutabile dello Zero. La sua azione genera potenziali invarianti e inversori ,direttamente proporzionali a se stessi ,conosciuti come coscienze . L' attivazione da parte dell'aquila si chiama vita o sogno. Le coscienze sono il sogno dell'aquila e le realtà quotidiane sono il sogno delle coscienze. Il serpente, oscillando, genera una compressione-coesione della percettibilità dello Zero e a sua volta una dissoluzione-disintegrazione del percettore che percepisce lo Zero. La permutazione-oscillazione del serpente si chiama riassorbimento (rialimentazione) inerziale inerente o morte. Le coscienze sono il nutrimento del serpente anabolicamente e dell'aquila catabolicamente. (NDT : L'anabolismo o biosintesi è una delle due parti del metabolismo e comprende tutto l'insieme dei processi di sintesi o bioformazione delle molecole organiche (biomolecole) più complesse da quelle più semplici o dalle sostanze nutritive. Questi processi richiedono energia, al contrario del catabolismo. Sebbene l'anabolismo e il catabolismo siano due processi contrari, funzionano in maniera coordinata e armonica e costituiscono un tutto unico difficile da separare.)

La prima coscienza che Zero sognò la chiamiamo simbolicamente l'aquila. Le coscienze sognate dall'aquila prendono il nome di luce, e queste si dividono in varie categorie o si raggruppano percettivamente per via della loro opacità, per la loro brillantezza o per il loro fulgore; oltre che per la loro chiarezza e per il loro splendore. A sua volta per la loro luminosità e radiazione, per il loro splendore, per il fulgore o per la politezza, e soprattutto per le emanazioni caloriche del loro fuoco interno. Zero, per governare le coscienze, le dotò del serpente imperscrutabile, delle regole inesorabili e del dono della perpetuità del fuoco interno, che sebbene inestricabile è altrettanto inestinguibile ed inesauribile. L'aquila è il plurale di Zero. La pluralità è il risultato dell'attività catalitica dello Zero. La prima reazione dei potenziali invarianti ed inversori direttamente proporzionali a se medesimi, conosciuti come coscienze, fu la riproduzione. Poi, fu la disintegrazione dei potenziali per rialimentare il serpente. Necessario e sufficiente al sostentamento pluriforme di Zero. Il serpente è il singolare di Zero . La singolarità è il risultato della densità variabile di Zero . La prima reazione delle strutture percettibili fu la loro malleabilità . Poi, fu la disintegrazione inerziale inerente o morte, per la rialimentazione dell'aquila. Univoca per il sostentamento unitario di Zero. L'aquila che ci sogna si chiamo Aura Nera, dato che al visualizzarla assomiglia ad uno zopolite (NDT : uccello messicano) di colore nero opaco , intenso ed assorbente. Sembra respirare dalla base del becco attraverso entrambi gli orifizi nasali tanto vicini che danno l' impressione di non avere alcuna separazione ossea. Una macchia color vermiglio scuro con sfumature di colore scarlatto e carminio sembra un largo e grosso collo che termina in una testa piatta con due penetranti cavità nascoste da un granello da cui irradiano i suoi molteplici effluvi (le sue molteplici emanazioni). E' nera perché nella sua quasi totalità alberga coscienza opaca.


Esercizi Fisici I Passi Magici-Tensegrità di Carlos Castaneda Tensegrità è la versione moderna dei passi magici degli sciamani dell'antico Messico. La parola Tensegrità è una definizione molto accurata perché nasce dall'unione di due termini, tensione e integrità, che connotano le due forze trainanti dei passi magici. L'attività creta dalla contrazione e dal rilassamento dei tendini e dei muscoli del corpo è la tensione. L'integrità è invece l'atto di considerare il corpo come un'unità perfetta, completa e integra. Tensegrità viene insegnata come un sistema di movimenti perché è l'unico modo in cui l'argomento vasto e misterioso dei passi magici può essere affrontato in un'ottica moderna. Le persone che mettono ora in pratica Tensegrità non sono praticanti in cerca delle alternative sciamaniche che comportano una disciplina rigorosa, sforzo e impegno. Di conseguenza, l'enfasi dei passi magici deve essere posta sul loro valore in qualità di movimenti, e su tutte le conseguenze che tali movimenti comportano. Don Juan Matus aveva spiegato che il desiderio primario degli stregoni del suo lignaggio che vivevano nell'antico Messico era quello di saturarsi con i movimenti. Essi organizzarono i gesti e le posture che riuscivano a ricordarsi in vari gruppi; credevano che più lungo era ciascun gruppo, maggiore era il suo effetto di saturazione, e più grande era anche lo sforzo che dovevano compiere i praticanti per tenerlo a mente. Dopo aver organizzato i passi magici in lunghi gruppi e averli eseguiti in sequenza, gli sciamani del lignaggio di don Juan ritennero che questo criterio di saturazione avesse adempiuto il suo scopo, e lo lasciarono perdere. Da quel momento in poi, ricercarono invece l'opposto e cioè la frammentazione dei gruppi lunghi in singoli frammenti, che vennero eseguiti come unità indipendenti e individuali. Il modo in cui don Juan Matus insegnò i passi magici ai suoi quattro discepoli - Taisha Abelar, Florinda Donner-Grau, Carol Tiggs e me - derivava da questa spinta alla frammentazione. (Rif: Carlos Castaneda – Tensegrità)

La predominanza del corpo energetico di Marco Baston Il lignaggio di uomini di conoscenza a cui appartengo ha sviluppato, nel corso di generazioni di guerrieri, questa serie di movimenti. Essa consente di ottenere la predominanza del corpo energetico, se eseguita seguendo il giusto flusso nella modalità del tempo. La sequenza deriva dalla contemplazione diretta della regola, cioè dall’insieme dei comandi dell’aquila ma, in questo caso, per quella parte che riguarda l’essere umano, specialmente negli ambiti connessi all’attività dei guerrieri. E’ la trasposizione fisica e percettiva delle incursioni che i veggenti fecero (e ancora fanno) nella visione strategica dell’ignoto. In questo senso è anche una vera e propria mappa, non molto dissimile da quelle lasciate nelle pietre e nelle strutture delle città precolombiane. La mappa generata dalla sequenza però si irradia direttamente dai nostri corpi. Dato che la regola è infinita, anche la sequenza potenzialmente lo è; infatti viene continuamente ampliata e aggiornata. Da ogni singolo movimento possono distaccarsi varianti che hanno scopi specifici molto precisi. E’ compito di ogni generazione di guerrieri dare il proprio contributo a questa costante evoluzione. Esiste un nucleo centrale di movimenti che riassume i comandi fondamentali, quelli che consentono, appunto, di ottenere la predominanza del corpo energetico. Si tratta di una sequenza lunga e articolata il cui scopo è mettere in connessione le diverse arti del guerriero. Questi movimenti non sono solo fisici. L’esecuzione corretta infatti si ottiene al momento in cui ai movimenti del corpo si fa corrispondere una serie di spostamenti del punto di unione controllati, prestabiliti, strategicamente disciplinati


che, una volta appresi, vengono provocati con un ordine e un tempo precisi. Questi piccoli spostamenti del punto di unione producono, alla fine, il distacco del punto di unione stesso dalla sua posizione abituale e quindi una nuova dislocazione, predeterminata dall’intento della pratica che favorisce il ricordo del sognatore, ovvero del corpo energetico. In realtà infatti, il modo migliore per imparare correttamente la sequenza, sarebbe quello di apprendere i giusti movimenti del punto di unione nel corretto ordine e tempo e solo dopo farli coincidere con le adeguate sensazioni che producono inevitabilmente quegli stessi movimenti. Questa è la forma in cui la sequenza mi è stata trasmessa dai miei insegnanti Metto l’accento su questo punto per evidenziare un aspetto che è fondamentale nell’esecuzione della sequenza: se si trovano le giuste sensazioni saranno queste a determinare i movimenti corretti e non il contrario. Ciò significa che sono le sensazioni a fare da guida; se non ti muoverai nel modo corrispondente non potrai né trovare né mantenere la sensazione corretta, cioè quella che provoca il movimento strategico del punto di unione. La sequenza riproduce il cammino del guerriero passo dopo passo, esattamente come una mappa e ha infatti inizio con la connessione col mondo inteso come emanazioni estese. Così, durante l’esecuzione, l’apprendista registra nel corpo quelle che saranno le varie fasi del suo percorso di guerriero mentre gode di un’alleanza col mondo. In questo modo egli stabilisce un’unione privilegiata con esso e può confidare nel suo aiuto nei momenti in cui deve fare scelte fondamentali. Noi infatti non possiamo fare tutto da soli; è necessario avere l’umiltà sufficiente per confidare in questa alleanza con l’infinito, nella connessione tra corpo energetico e intento. La sequenza per la predominanza del corpo energetico è, come la ricapitolazione, una disciplina e sé stante; un’attività che sortisce comunque effetti molto incisivi sulla nostra esistenza, anche se non viene inserita nel percorso del guerriero. Questo effetto è dovuto, proprio come per la ricapitolazione, al fatto che eseguendola bene ci si collega inevitabilmente all’intento prestabilito da generazioni di veggenti e alle parti della regola cui la sequenza fa capo. Specialmente quelle riguardanti l’impulso alla libertà. Al termine di una buona esecuzione della sequenza tendiamo a spostarci verso una posizione del punto di unione che i guerrieri chiamano “luogo dell’efficacia” o “della non autocommiserazione” o “della non pietà”. Questa posizione è antitetica a quella ordinaria che viene definita come “luogo dell’apprensione”. Se mantenuta essa dà accesso alla conoscenza silenziosa; una condizione nella quale linguaggio e pensiero lineare sono esclusi e noi diventiamo pura azione e conoscenza diretta, operando in sincrono con l’intento. Questa condizione provoca la vera predominanza del corpo energetico. Rif: Marco Baston – Sito Web)

La Corpofilia di Domingo Delgado “…Ogni essere umano sviluppa, nel corso della sua esistenza, delle routine. La maggior parte gli vengono imposte dal sistema sociale del governo, dalla politica e dall'economia. La scuola, il lavoro, la famiglia sono esempi di routine. Ci siamo imposti degli standard di comportamento in ogni area della nostra vita. Compiti, che se non svolti, apporteranno conseguenze come biasimo, punizione o sanzioni. Diamo per scontato che queste routine siano normali e non debbano essere messe in discussione. Obbediamo o disobbediamo ma non le analizziamo mai. Vincoli che mantengono la nostra attenzione su una serie di azioni ripetitive. Ad eccezione degli astronomi che focalizzano la loro attenzione verso il cielo notturno, il resto di noi quando oltrepassiamo i trent'anni, perde l'abilità di ammirare le nuvole, il vento, la pioggia, l'arcobaleno, il profumo della terra bagnata, il rumore del torrente, il suono degli insetti, un mondo che a un certo punto non solo dimentichiamo ma che inizia a darci fastidio. Ci rinchiudiamo in un mondo “moderno” meccanizzato fino a quando focalizziamo la nostra attenzione su una cosa sola: il denaro.


La meraviglia della vita è, in primo luogo, essere vivi. Stiamo distruggendo l'oggetto che ci permette di esistere in questa realtà: il nostro corpo. Stanchi, arrabbiati e malati ci troviamo ad affrontare la morte. Senza energia per combattere e vincere per rivendicare il diritto all'evoluzione della coscienza, moriamo e veniamo disintegrati. Il vuoto, lo spazio che abbiamo svuotato noi stessi è la causa monumentale di non avere alcun controllo. Ogni azione intrapresa viene dettata da un bisogno della gerarchia. Agiamo con riluttanza e indossiamo la nostra volontà. I “NonFare” sono i mezzi per assumere il controllo delle nostre routine. Ogni volta che cambiamo una routine a favore di un'altra, aumentiamo il controllo della consapevolezza sulla nostra esistenza. In questo modo possiamo controllare ogni atto e trasformarlo di conseguenza in un atto di potere. Sapendo ciò che si sta facendo e perché, ci libera dalla routine, trattiene e salvaguardia l'energia interna; che poi potrà essere usata per trascendere ad un'altra realtà, ovvero la seconda o la terza attenzione. Quando ci esercitiamo, non cambiamo solo una routine, ma diverse, molte. Il deterioramento fisico è il risultato della sinergia delle routine involontarie della nostra coscienza. L'esercizio e specificatamente la progressiva resistenza nel cambiare l'atrofia del corpo in un biomeccanismo ben lubrificato, efficiente e con un alto grado di mobilità, cambia dozzine di routine alla volta. Gli esercizi di resistenza progressiva, (sollevamento pesi), ovviamente sono composti di routine. Ripetizioni in serie e controllate da noi contate. Movimenti, azioni ripetitive, che vanno a colpire sia l'interno dei muscoli, che le routine sociali accettate e ingombranti. Tutto questo ci preserva dai radicali liberi concettuali. La nostra attenzione si focalizza in corrispondenza del punto più infinitesimo possibile concreto dalla coscienza. E una volta toccato il fondo, l'unica azione possibile è quella di risalire. E poi dall'alto scende e viceversa. In questo modo la coscienza si evolve in una routine, senza routine. Come un pistone genera energia e lo usa, a causa della sua natura espansiva - retrattile, per rompere il velo di questa realtà.” 

...Il corpo fisico si doveva lavorare tre giorni sì, un giorno no: tre giorni sí, due giorni no e si ripeteva il ciclo. Un giorno si lavorava la parte inferiore del corpo, cominciando dai piedi e i polpacci, in seguito le curve, le cosce e i glutei, per terminare con la parte bassa dell'addome. Un altro giorno toccava alla parte dietro del corpo, schiena superiore, centrale e inferiore, seguita dai trapezi, collo, deltoidi posteriori, tricipiti e avambracci. Il terzo giorno si lavorava il petto, deltoidi frontali e laterali, i bicipiti, gli avambracci e l'addome alto. Sempre in questo rigoroso ordine.

Don Chema mi assicurò che i movimenti che ogni bozzolo luminoso deve eseguire e l'intensità degli stessi, alla lontana, è un disegno dello spirito o forza che tutto lo permea. Tuttavia, mi disse, esistono movimenti basici da dove tutti dobbiamo partire. Continuò dicendomi che i disegni sono la causa fondamentale degli atti dei percettori. Un percettore, mi disse, ormai non attua più come tutti gli altri esseri, per impulsi emozionali impetuosi. I disegni lo guidano e gli indicano come, dove e perché attuare. Questo si deve a che il bozzolo si torna uno, con il potere dello spirito. Come una goccia d'acqua che cade nell'oceano, però che a differenza delle altre non si disintegra in questa vastità d'acqua, ma che stando nell'oceano, conserva la sua forma e funzione particolare. è una gocciolina individuale e allo stesso tempo è tutto l'oceano. Sta cosciente della sua doppia natura e usa il potere per muoversi a volontà in questa immensità ogni volta che lo intenta. I movimenti con pesi addizionali sviluppano la coscienza dell'essere e dello star cosciente dei disegni. L'intensità della sua esecuzione sviluppa il potere di percepirli e seguirli senza remora alcuna. La costante ripetizione seriata di questi, sviluppa l'impulso della volontà e l'intento per volare dietro la perpetuità della coscienza individuale di forma indipendente.

I percettori integravano questi esercizi con l'ingestione di piante di potere, utilizzando principalmente le radici, fiori e semi. Con queste, incrementavano l'acutezza mentale e la


massa muscolare. Qui, don Chema mi fece un'osservazione. Mi disse che nell'uso delle piante si basa una delle differenze fra stregoni e percettori. Gli stregoni usano piante di potere che diminuiscono l'acutezza mentale e la massa muscolare dovuto a che incrementano la sfera del corpo energetico ed i percettori usano altri tipi di piante di potere che equilibrano i corpi o sfere interiori, incrementandoli tutti allo stesso tempo. Gli stregoni sono concepiti da inorganici ombra ed i percettori da inorganici recettori. 

Nella sua alimentazione quotidiana non mancava mai siero di latte, ricotta, miele d'api, olio di pesce, pesce, succo di "nopal" (estratto dei cladodi, pale di fico d'india), carne secca macinata di differenti animali e una polvere fatta di steroli e flavoni vegetali, aminoacidi, carboidrati e vitamine e minerali concentrati. Per il resto don Chema mangiava di tutto eccetto frumento, caffè, latte intero, maiale e zuccheri raffinati o prodotti che li potessero contenere. (Rif: Il nagual a cinque punte - Domingo Delgado Solórzano)


Utilizzo delle droghe: 'Piante di Potere' In entrambi i libri la mia assunzione di base era che i punti cruciali del tirocinio di stregone fossero gli stati di realtà non ordinaria prodotti dall'ingerimento di piante psicotrope. Da questo punto di vista don Juan era un esperto nell'uso di tre piante: Datura inoxia, nota anche come erba del diavolo; Lophophora williamsii, nota come peyote; e un fungo allucinogeno del genere Psilocybe. La mia percezione del mondo attraverso gli effetti di quelle piante psicotrope era stata cosi bizzarra e impressionante da costringermi a supporre che fossero le sole vie per comunicare e imparare ciò che don Juan tentava di insegnarmi. Ma era una supposizione errata. (Rif: Carlos Castaneda – Viaggio a Ixtlan)

"Quando il punto di unione si sposta involontariamente, la forza rotante spacca il bozzolo, proseguì. Ti ho parlato molte volte dell'apertura che l'uomo ha sotto l'ombelico. Non è proprio veramente sotto l'ombelico in sé, bensì nel bozzolo, all'altezza dell'ombelico. L'apertura è più come una fenditura, un difetto naturale nel bozzolo liscio. È li che ci colpisce senza sosta la rotante, è li che si spacca il bozzolo.” Mi spiegò che se lo spostamento del punto di unione è minimo, la spaccatura è molto piccola, il bozzolo si ripara da sé rapidamente e la gente sperimenta così ciò che ognuno percepisce in qualche occasione: macchie di colore e forme distorte che continuano anche se si tengono gli occhi chiusi. Se il movimento è considerevole anche la spaccatura risulta estesa e occorre tempo perché il bozzolo si ripari, come avviene nel caso dei guerrieri che usano di proposito piante di potere per provocare questo spostamento, o di persone che usano droghe e senza volerlo fanno lo stesso. In questi casi gli uomini si sentono intontiti e gelati; trovano difficoltà a parlare o pensare; è come se si fossero congelati dentro. Don Juan disse che quando il punto di unione si muove drasticamente per gli effetti di un trauma o di una infermità mortale, la forza rotante produce una fenditura per tutta la lunghezza del bozzolo; il bozzolo crolla, si avvolge su sé stesso e l'individuo muore. (Rif: Carlos Castaneda – Il Fuoco dal profondo) Nel loro tentativo di riguadagnare le abilità dei loro avi, i Toltechi usarono la loro conoscenza delle piante medicinali e delle droghe per imparare a vedere. Le droghe dapprima funzionarono, ma il prezzo richiesto al corpo fisico e al cervello dall’uso continuato di queste piante, e i danni furono ritenuti maggiori dei benefici. Ciò nonostante i Toltechi non avevano altri mezzi con cui vedere, e sebbene il numero di morti, di pazzi e di fallimenti continuò ad aumentare, continuarono disperatamente con i loro esperimenti. … Col passare del tempo i Toltechi divennero più selettivi nell’uso di droghe e perciò divennero più competenti. I fallimenti e la mortalità cominciarono a diminuire, mentre il numero dei veggenti aumentava. … Come si evince da questo libro, ci fu un tempo in cui i Toltechi disperati percorsero la strada della droga. Così non giudicheremo coloro che ancora camminano su questa strada, ma per esperienza personale tutti i veri Toltechi si troveranno d'accordo nel dire che alla fine i risultati non giustificheranno gli effetti negativi dell'abuso di droghe. Chiunque desideri avere una vera conoscenza deve diventare una persona completa e deve avere tutte le sue facoltà pienamente operative. Tuttavia il danno prodotto dalle droghe, sia al cervello che al sistema nervoso del corpo fisico, è irreparabile, e questo rende la persona interessata non idonea ad essere un guerriero. Quando si ha il cervello o il sistema nervoso danneggiato, il pieno controllo delle emozioni, e


quindi dell’intento, è impossibile. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno dei Guerrieri) Se si nota bene Castaneda è stato l'unico, all'interno di tutta quella cerchia di persone, che ha usato in modo sistematico le piante di potere. Castaneda afferma anche molto chiaramente di averle usate perché lui aveva un po' di difficoltà a cedere riguardo alle sue convinzioni più profonde. Ora per quanto riguarda tutti gli altri viene detto in modo molto chiaro che nessuno è arrivato dove è arrivato grazie alle piante di potere, hanno usato altri sistemi. Le piante di potere sono molto speciali, molto strane direi, perché hanno sviluppato un tipo di relazione molto particolare con i mondi degli esseri inorganici. Questo è il motivo per cui, come scritto nei libri di Castaneda, queste piante ti conducono all'alleato, in effetti ti consegnano all'alleato; ed è anche il motivo per cui il mondo degli antichi veggenti è stato così pesantemente segnato dalla relazione con gli esseri inorganici. Questo è dipeso dal fatto che questi erano essenzialmente gli strumenti che avevano quindi avevano basato tutto sull'uso delle piante di potere vincolandoli alla stessa relazione che queste piante hanno con gli esseri inorganici; dal momento che la loro attenzione è stata spostata in un certo modo dall'uso così massiccio. In seguito i Nuovi Veggenti accortisi della cosa hanno corretto il tiro, anche perché nel frattempo sono stati scoperti molti altri sistemi per ottenere dei risultati di gran lunga migliori, più controllabili. Risultati in cui noi non siamo passivi ma siamo l'entità che agisce sul mondo. (Rif: Marco Baston - Considerazioni sul lavoro di Carlos Castaneda Video) I percettori facevano seguire questi esercizi (corpofilia) con l'ingestione di piante di potere, utilizzando principalmente le radici, i fiori e semi. Con queste, incrementavano l'acutezza mentale e la massa muscolare. Qui, don Chema fece un'osservazione. Mi disse che nell'uso delle piante si basa una delle differenze fra stregoni e percettori. Gli stregoni usano piante di potere che diminuiscono l'acutezza mentale e la massa muscolare per incrementare la sfera del corpo energetico ed i percettori usano altri tipi di piante di potere che equilibrano i corpi o sfere interiori, incrementandoli tutti allo stesso tempo. Gli stregoni sono concepiti da inorganici ombra ed i percettori da inorganici recettori. (Rif: D. D. Solorzano – Il Nagual a Cinque Punte)


Appendice Glossario ABISSO - Il vuoto o il nulla, l’assenza di ogni cosa. La maggior parte delle persone non ha mai visto l’Abisso, mentre altri pensano erroneamente di averlo visto come una visione religiosa “dell’inferno”. Se la coscienza è esistenza, l’Abisso è oblio. Il vuoto profondo all’interno di colui che non ha mai fatto un tentativo per la propria evoluzione personale. Il vuoto senz’anima. In questa definizione, l’Abisso è la fossa di disperazione in cui la gente cade quando sperimentano ciò che viene chiamata come “perdita della fede”. Fortunatamente, è da questa perdita e dalla successiva caduta nell’Abisso che spesso inizia il cammino verso la propria evoluzione. Quando la fede fallisce a viene abbandonata intenzionalmente, è da questo Abisso che iniziamo la scalata verso noi stessi e la nostra realizzazione del se. AGGANCIARE CON LA VOLONTÀ – un abilità di un maestro stregone o Nagual di far intraprendere al guerriero il cammino – dal momento che ogni essere sano di mente sapendo cosa gli aspetta se la darebbe a gambe. Per questo motivo, è abbastanza comune per un Nagual (uomo o donna) agganciare intenzionalmente gli apprendisti con l’energia della propria, altamente sviluppata, volontà. AGGUATO (stalking) – la tecnica del Non-Fare è di fatto identica all’Agguato, perchè il Non-Fare è l’arte di porre l’Agguato a sè stessi invece di porlo agli altri. Entrambe le tecniche sono definite come un atto calcolato per manipolare. Un guerriero, talvolta, proietterà di proposito un’immagine specifica con lo scopo di fuorviare gli altri. Questo è ciò che viene conosciuto come agguato (stalking). Ci sono diversi motivi sul perchè il guerriero tende l’agguato agli altri, il piu’ importante è quello teso quando si tratta con i meschini tiranni. Essi non sono mai delle persone gradevoli con cui interagire, in breve ci rendono la vita difficile in un modo o nell’altro, ma trattandoli correttamente ci possono fornire molti doni di conoscenza. è il controllo strategico delle proprie azioni, da parte del guerriero, all’interno della società e nell’iterazione con altre persone, per rafforzare l’energia, temprare lo spirito, andare al di là della propria storia personale e delle proprie credenze. L’agguato parte dall’osservazione, non dal giudizio o dal dialogo interno. Il guerriero diventa quindi un cacciatore che conosce tutto della sua preda per poterla prendere in trappola. Il bottino più ambito non sono di certo le persone o la soddisfazione del proprio ego, quindi, benché agisca nella vita quotidiana, la sua caccia è silenziosa e il suo bottino è l’energia. La preda più ambita del cacciatore è sé stesso. ALLEATO o ALLEATI – entità che possono agire per conto di un veggente. Dal momento che gli alleati non devono sottostare alla nostra comprensione spazio temporale, potremmo avere una continua ed apparentemente inesplicabile interazione con una alleato per anni prima di incominciare a capire che spesso è il proprio sè, avendo creato l’illusione di separazione cosi’ da servire da insegnante e guida. Altri alleati possono essere degli esseri completamenti diversi dal sè, ai quali gli stregoni si riferiscono come “esseri inorganici”. Un’altra definizione di di alleato riguarda l’essenza vitale della piante di potere, l’alleato del peyote, per esempio, o mescalito. ALTRO (l’altro) – Vedi DOPPIO AQUILA – L’universo consiste di un infinito numero di campi energetici che sembrano dei filamenti luminosi. Questi campi di energia simili a filamenti si irradiano da una sorgente di dimensioni inimmaginabili che metaforicamente viene chiamata l’Aquila. Questo è il motivo per cui questi campi energetici vengono chiamati le Emanazioni dell’Aquila. In accordo alla leggenda Tolteca, gli antichi veggenti percepivano una forza indescrivibile che richiedeva la consapevolezza al momento della morte. Sebbene non vi sia nessuna aquila, la forza ha l’apparenza di un’aquila nera e immensa. Ha l'aspetto di un bozzolo la cui parte anteriore è allungata e chiara, mentre il corpo principale è nero, poiché è composto per la maggior parte da coscienza opaca . Da quelli che sembrerebbero gli occhi partono le stringhe energetiche che compongono le diverse bande di emanazioni che danno supporto alle coscienze e una volta percepite diventano universi.


ATTENZIONE PRIMA ATTENZIONE - Consapevolezza ordinaria. Il punto in cui il punto di assemblaggio è posizionato ordinariamente quando non si è nella Consapevolezza Intensa o nel Sogno. La Prima Attenzione viene definita come: tutte le possibili combinazioni della percezione entro la posizione “ordinaria” del punto di assemblaggio. L’uomo medio, non avendo un punto di assemblaggio fluido, usa sempre una delle possibili combinazioni disponibili entro la consapevolezza normale, e lo chiama il conosciuto. D’altra parte un guerriero, avendo raggiunto la fluidità del punto di assemblaggio, sperimenta tutte le possibili combinazioni della Prima Attenzione, e ciò viene chiamato Lucidità o Sobrietà La prima attenzione è il cosmo , parte egocentrica e sociale dell'aquila il cui dominio possiede solidità , consistenza e resistenza . La sua estensione è limitata alle particelle oscitroniche . Quark positivi dall'accelerazione ordinaria e fissa. La prima attenzione è il grande fascio che emana coscienze organiche ed è il primo perché l'aquila fissa la sua attenzione in esso. SECONDA ATTENZIONE - la seconda attenzione è la posizione in cui si trova il punto di assemblaggio nella consapevolezza intensa o nel sognare. La Seconda Attenzione, o lato sinistro, è la totalità delle possibili combinazioni di percezione che divengono disponibili quando il punto di assemblaggio si sposta entro la Fascia Umana, che è, entro la portata dei campi energetici che costituiscono la vera esperienza umana. Si eviterà molta confusione se si realizza che questi campi energetici devono includere ovviamente il regno animale di cui l’uomo fa parte. La seconda attenzione è una realtà alternativa , di consistenza soffice e flaccida , alla cui descrizione si accede tramite il sogno . La sua estensione è limitata alle particelle statitroniche . Quark negativi a maggior accelerazione di espansione. La seconda attenzione è formata da sette grandi fasci di emanazioni che emanano coscienze inorganiche, L'aquila fissa la sua attenzione in essa con meno intensità TERZA ATTENZIONE - Il punto importante è che quando il guerriero ha acquisito Intento sufficiente, sarà capace di interrompere il dialogo interiore, che lo renderà in grado di rompere la fissazione della sua consapevolezza e rendere fluido il punto di assemblaggio. Una volta raggiunto questo il guerriero non solo entra nella consapevolezza del suo sognare, ma diventa anche un tutt’uno con esso, che naturalmente è il suo vero se. è questo stato di essere ciò che viene chiamato Terza Attenzione, un livello di consapevolezza in cui il guerriero può consciamente manipolare l’espressione del sognare di quella forza universale, chiamata la Volontà dell’Aquila, o Intento. Perciò si dice, che a un certo punto della vita di un guerriero avviene che, il comando del guerriero diventa il comando dell’Aquila. Lo stato di libertà al di la dell’Aquila, quando un guerriero ha raggiunto lo stato di Integrità. Lo stato di ubiquità , non-locale unità di consapevolezza.. La terza attenzione è una realtà energetica la cui coesione è spugnosa e molto porosa . Si accede ad essa tramite il sogno del corpo energetico. La sua estensione è limitata dalle particelle positive retrotroniche e da antileptoni decelerati in quanti retrattili. La terza attenzione sono i quaranta fasci di emanazioni strutturali. QUARTA ATTENZIONE - La quarta attenzione è l' interno completo dell'aquila ed espande le altre tre attenzioni precedenti . Una involuzione matematica, una funzione che è l' inversa di sé stessa. Il nagual a cinque punte è l' introspezione totale dell'aquila che capta i propri valori intrinseci . La realtà energetica dell'aquila è interstiziale , di interazione interpolare e olografica. è un costante isteresi energetica. La sua stabilità si risolve in emissioni di radiazione tachipsichica. È la diacinesi. I comandi, le coscienze, le emanazioni o effluvi e le funzioni sono emissioni, e tutte formano il sogno dell'aquila, creando grandi pareti o membrane divisorie anulari. Il sogno è fotogeno e polarizzatore. Si entra in esso attraverso l' essere cosciente della totalità delle proprie conoscenze. La sua estensione è limitata alla proto materia ed alla proto antimateria. QUINTA ATTENZIONE - La quinta attenzione è l’interstizio esteriore dove muoiono le aquile e i serpenti . è il sogno di Zero. Innumerevoli cumuli insiti di aquile intrecciate , che afferrano e si scuotono coi serpenti formano il sogno di Zero. Il sogno è tassativo nel punto dove la percezione entra nel corpo energetico della coscienza e del ponte, tra la micro e la macro coscienza parallela, nel fianco di Zero. BOZZOLO, BOLLA, COCOON – Gli esseri umani sono composti allo stesso modo dallo stesso infinito numero di filamenti energetici dell’universo, che prendono forma di un grosso uovo luminoso. L’altezza di questo uovo è pari alla lunghezza del corpo umano piu’ il braccio alzato sopra la testa sull’asse verticale. La


larghezza è stabilita dall’apertura delle braccia sull’asse orizzontale. Questo uovo è conosciuto come il bozzolo, la bolla (cocoon) dell’uomo. Al veggente l’essere luminoso appare come un conglomerato di campi energetici, di natura elettromagnetica, che si mostrano come un gigantesco uovo luminoso. In definitiva l’essere luminoso è la reale manifestazione della densa fisica incarnazione sia dell’uomo che della donna, e a causa di ciò viene chiamato l’Altro o il Doppio. Dal momento che anche il mondo in cui sono contenuti gli esseri luminosi è chiaramente visibile, questo livello di esistenza è quello a cui normalmente ci si riferisce con il Mondo degli Stregoni. BRUJO o BRUJA – uno stregone. Tutti gli uomini o donne di Conoscenza possono essere dei brujos, ma non tutti i brujos sono uomini o donne di Conoscenza. BRUCIARE DAL FUOCO DEL PROFONDO – il modo in cui uno stregone, guerriero o Nagual lascia questa terra per unirsi all’infinito. Vi sono diverse interpretazioni ma in sostanza è la metafora per trascendere la morte in assoluta consapevolezza piuttosto che l’abbandono della forma fisica. Ciò che lascia la terra è la totalità della consapevolezza, la totalità del Sè. Tutti gli aspetti della consapevolezza individuale vengono consumati dall’Intento del Guerriero, in modo da non lasciare indietro nessun frammento. In questo modo il guerriero lascia la terra come un’intera entità. CACCIATORE – i cacciatori migliori non sono coloro che hanno una normale predisposizione per cacciare, ma coloro che hanno dovuto lottare a lungo e duramente per imparare ogni trucco dell’impresa. Un cacciatore è un uomo estremamente disciplinato, per cui i parametri della sua condotta di vita sono precisi. Un cacciatore è intelligente abbastanza da capire che ciò che sta cercando non gli cadrà improvvisamente nella sua padella. Perciò, il cacciatore conduce una vita molto disciplinata, il che vuol dire che si dedica totalmente al cacciare (ricercare il potere). è un discepolo del cacciare nel vero senso della parola perciò dirige tutti i suo sforzi per imparare tutto il possibile sul cacciare. Un cacciatore vive completamente per cacciare, solo cosi’ potrà avere successo. Il cacciatore è gioviale, a volte volubile, e pone l’accento sulla verità, sul paradosso, sulla satira e qualche volta ha un umorismo piuttosto caustico. Il cacciatore esperto dell’agguato è colui che si assume il peso del mondo di tutti i giorni. è l’uomo d’affari quello che tratta con la gente. Tutto ciò che ha a che fare con il mondo degli affari quotidiani passa da lui. I cacciatori praticano la follia controllata proprio come i sognatori praticano il sognare. Il cacciatore è esperto nel mantenere la posizione del punto di unione. Sognatore e cacciatore si completano perché uno è in grado di spostare con estrema facilità la consapevolezza e il punto di unione verso luoghi non ordinari mentre l'altro è capace di stabilizzare con grande abilità la percezione. Il Cacciatore accede alle informazioni semplicemente conoscendo o ricevendo un blocco di informazioni. CAMPI ENERGETICI (linee del mondo) – L’universo consiste di un infinito numero di campi energetici che sembrano dei filamenti luminosi. Questi campi di energia simili a filamenti si irradiano da una sorgente di dimensioni inimmaginabili che metaforicamente viene chiamata l’Aquila. Questo è il motivo per cui questi campi energetici vengono chiamati le Emanazioni dell’Aquila. CASTANEDA, CARLOS – Autori di diversi libri riguardanti la tradizione Tolteca, piu’ precisamente in relazione al suo apprendistato sotto la guida di Don Juan. CERIMONIERE - Secondo gli sciamani, con la ricapitolazione portiamo in superficie tutti i rifiuti della nostra esistenza. Gli sciamani sostengono che la strada è libera solo dopo un immane sconvolgimento; dopo la comparsa sul nostro schermo del ricordo di un evento che scuota le fondamenta del nostro essere, con la sua terrificante chiarezza di dettagli. È l'evento che ci riporta a tutti gli effetti al momento in cui lo abbiamo vissuto. Gli sciamani lo definiscono il cerimoniere perché, da quel momento in poi, ogni avvenimento che prendiamo in considerazione viene rivissuto e non semplicemente ricordato. La ricapitolazione deve essere "attivata"; all'inizio è piuttosto difficile se non impossibile accedere a tutti i ricordi, specie nei dettagli, rivivere le sensazioni, le emozioni in toto, selezionare i giusti particolari. ... A parte il caso di imbattersi nel "cerimoniere", cioè il ricordo totalizzante primario (che potrebbe anche non arrivare, ma che comunque non è strettamente necessario), hai altre possibilità. Il cerimoniere è un ricordo (che come dicevo può arrivare oppure no), che giunge con chiarezza assoluta dopo un un periodo, più o meno lungo, di ricapitolazione. Ci si trova a riviverlo non in senso figurato, ma realmente: si è di nuovo lì fisicamente. Da quel momento il cerimoniere apre la porta al ricordo totale di tutti gli eventi della nostra


esistenza e la ricapitolazione diventa agevole ed efficace. Il cerimoniere è così importante perché è l'evento della nostra vita nel quale l'infinito ha indicato con chiarezza assoluta la nostra propensione fondamentale (che è diventata invece il nostro limite fondamentale). E' il tipo di atteggiamento che sta alla base di tutte le nostre scelte (o non scelte). Insomma è il ricordo di quando ci è stato indicato, dall'infinito, quale dovrebbe essere il tipo di atto che può cambiare la nostra esistenza per sempre. CHANNELING – Vedi Conoscenza Silenziosa - Gnosis. COESIONE DI IDENTITÀ – uno stato di essere in cui il veggente ha raggiunto un senso della consapevolezza di sè che va al di là di tutti i Programmi. Il veggente sa chi realmente è al di la delle persone con cui è in relazione, o di ciò che fanno per vivere. Esiste un senso del Se, un’abilità di toccare l’intrinseca consapevolezza di una persona e riconoscerla come un’entità completa piuttosto che dei singoli frammenti associati a diversi ruoli. Si osservano diversi livelli di coesione. Quando il veggente ha raggiunto coesione, allora sarà possibile introdurre l’intero Sé nell’eternità come coscienza singola. CONDIZIONAMENTO SOCIALE – Il modo di pensare e di essere che la società, la famiglia, le relazioni con gli altri e l’ambiente impone all’individuo. Per esempio, come genitori possiamo sostenere che le nostre azioni sono la cosa migliore per i nostri figli. Dopotutto è nostro dovere di genitori indirizzare i giovani nella giusta direzione. Sfortunatamente, e molto spesso, ci consideriamo dei buoni genitori quando imponiamo il nostro volere, le nostre idee e credenze ai nostri bambini. Una volta che abbiamo, con successo, lavato loro il cervello su come comportarsi, cosa sentire, e perfino pensare come noi, beandoci nell’auto compiacimento di sapere che abbiamo consegnato al mondo un cittadino coscienzioso che mitemente righerà dritto. Tale giustificazione non cambia nulla. Guidare i nostri figli con amore e mano ferma è una cosa, ma imporre la nostra volontà su di loro, vuol dire abusare del privilegio di essere genitori. Il nostro compito e di incoraggiare i nostri bambini a pensare con la loro testa e di assumersi la responsabilità delle loro azioni. In altre parole, impedire la loro volontà imponendo loro di sottostare al nostro giudizio è un’imperdonabile violazione dei diritti umani. CONOSCENZA – si riferisce al risultato dell’esperienza diretta. Per esempio: ai bambini viene insegnato che il fuoco brucia, ma fino a quando non toccano la fiamma di una candela e ne fanno l’esperienza, non possono saperlo con sicurezza. Il guerriero cerca la conoscenza, ma non per fede o per un sistema di credenze. La conoscenza più grande proviene dalla gnosis (conoscenza silenziosa). La vera conoscenza è l’esperienza di sé stessi, ma dal momento che il sé è unico per ogni individuo, la conoscenza non può essere assimilata parlandone. La conoscenza appresa da qualcun altro manca della familiarità necessaria per applicarla. La familiarità si coltiva solo per mezzo della pratica. Niente è per niente in questo universo; tutta la conoscenza dovrà essere guadagnata a gran prezzo. Il prezzo per la vera conoscenza è la propria vita. La conoscenza che stai cercando può essere ottenuta solo dedicandoci la vita. non puoi percorrere il cammino della conoscenza senza viverla. Perciò devi essere coinvolto in modo assoluto. Percorrere il cammino della conoscenza non è cosa naturale per l’uomo perciò l’apprendimento viene forzato (vedi: Agganciare con la Volontà). CONOSCENZA SILENZIOSA o GNOSIS – Uno stato alterato di coscienza accessibile tramite svariati metodi, incluso ma non limitato al semplice Intento, meditazione, certe sostanze che alterano la mente come la psillocybina dei funghi, sesso tantrico, le esperienze pre morte, privazione sensoriale, e molti altri metodi. Per me (Della Van Hise – donna Nagual), la conoscenza silenziosa e il più cruciale strumento disponibile al guerriero, è per mezzo della gnosis che – quasi alla lettera – la totale conoscenza dell’intero universo diventa disponibile a colui che sa come ascoltarla. Il punto è che quando l’universo parla, non stiamo solo ad ascoltare, ma applichiamo il nostro completo Intento al compito di scoprire il significato al di la delle parole. Col passare del tempo, e coll’aumentare della nostra abilità e consapevolezza, iniziamo ad avere un contatto permanente con la voce della conoscenza silenziosa tramite la connessione al nostro doppio. Raggiungere lo stato di conoscenza silenziosa senza intoppi è uno dei compiti piu’ grandi per un guerriero. CONOSCIUTO - consiste in tutto ciò che l’essere umano può registrare entro la consapevolezza normale. CONSAPEVOLEZZA DESTRA e SINISTRA - una delle più importanti scoperte che i Nuovi Veggenti, e che era già a disposizione degli Antichi Veggenti, è che ci sono due tipi di consapevolezza, che vengono


chiamate la parte destra e la parte sinistra dell’uomo. La parte destra è la parte pensante, logica e razionale della mente umana. Nel lato destro tutta la conoscenza fluisce in modo lineare e sequenziale. D’altro canto, la parte sinistra è il sentire (feeling), la parte irrazionale della mente umana che opera interamente indipendentemente da qualsiasi logica o progressione lineare di schemi di pensiero sequenziali. La destra è una reazione razionale a una concreta evidenza che stabilisce una logica sequenza di pensieri; la sinistra è una sensazione irrazionale che non ha niente a che fare sia con la logica che con evidenze concrete. Solo piu’ tardi questa sensazione verrà confortata con le necessarie evidenze. Nel cercare di afferrare questi concetti è importante realizzare che i termini “parte destra” e “parte sinistra” sono termini riguardanti il bozzolo luminoso dell’uomo, e non sono gli emisferi destro e sinistro del cervello con le rispettive funzioni. Quando il corpo umano viene percepito come energia, diventa chiaro che non è composto da due parti, ma da due diversi tipi di energia, due differenti correnti, due forze opposte e al tempo stesso complementari che convivono una accanto all'altra, rispecchiando cosi' la duplice struttura dell'intero universo. Gli antichi stregoni vedevano i due corpi come due flussi di energia, e ritenevano che il sinistro, più turbolento ed aggressivo, si muovesse con un movimento ondulatorio, emettendo onde di energia. Dichiarò (Don Juan) che il flusso di energia del corpo destro non è per niente agitato in superficie, ma si muove come acqua all'interno di una vasca che viene leggermente chinata avanti e indietro. CONSAPEVOLEZZA INTENSA – uno stato di percezione intensa, in cui il guerriero può apparentemente imparare e assimilare molto più rapidamente e profondamente che nella consapevolezza ordinaria. Uno dei compiti del guerriero è quello di “ricordarsi dell’altro sé”, che consiste in parte di restituire alla consapevolezza ordinaria gli episodi sperimentati negli stati alterati di coscienza. Per esperienza, sembra che semplicemente non abbiamo gli organi percettori della memoria per gli episodi avvenuti nella consapevolezza intensa, cosi’ come non possiamo vedere il mondo subatomico a occhio nudo. Ci vogliono degli strumenti speciali e in questo caso, gli strumenti della percezione. CONSAPEVOLEZZA NON-ORDINARIA – stati alterati di essere come il sognare, la trance, la meditazione profonda, la gnosis, la visione. CONSAPEVOLEZZA ORDINARIA – Lo stato di coscienza risultante dal semplice essere vivi e vivere. è nella consapevolezza ordinaria che recitiamo la nostra programmazione umana. La consapevolezza ordinaria è anche conosciuta come il minimo comune denominatore dell’essere umano. è laddove si assembla il mondo e le nostre aspettative riguardo il mondo e noi stessi. DIABLERO – uno stregone, un uomo di conoscenza. In alcuni testi, "diablero" o "diablera" si riferisce anche a uno stregone guaritore. Tutti gli uomini/donne di conoscenza sono diableros, ma non tutti i diableros sono uomini/donne di conoscenza. I diableros possono anche essere gli insegnanti del mondo di sotto (underworld). (Vedi anche: Mondo di Sotto (Underworld), Sorcerer, Brujo). Il diablero è colui che incontra gli informi, o diavoli come vengono chiamati nell'immaginario collettivo. DIALOGO INTERNO – il chiacchierio automatico della mente umana che è essenzialmente il mezzo per mantenere il nostro mondo intatto. Il dialogo interno è qualcosa preso dalle liste che abbiamo fatto per dire a noi stessi che un albero è un albero e un cane è un mammifero, funzioniamo a base di questi inventari sin da quando ci svegliamo al mattino. Il Dialogo Interno, in breve, è il linguaggio del Programma, e uno dei requisiti di qualsiasi viaggiatore spirituale serio è imparare a fermare quell’automatica programmazione di se stessi in modo da poter sentire il silenzio e accedere nei più profondi livelli della mente, incluso lo stato della conoscenza silenziosa. Il punto di assemblaggio dell’uomo generalmente è posizionato sulla superficie del bozzolo, di fronte al punto mediano delle scapole. Nello sviluppo di un bambino normale, dapprima inizia ad imparare quale sia il posto più opportuno per sistemare il punto di assemblaggio e poi lo fissa tramite la ripetizione. Questa ripetizione viene in un primo momento suggerita dall’incoraggiamento dei più grandi e poi dall’abituale dialogo interno. I Toltechi del giorno d’oggi sanno che l’uomo mantiene la sua visione del mondo confermando costantemente questa visione a se stessi tramite il dialogo interno. Ciò significa che il mondo appare esattamente come l’uomo dice costantemente a se stesso che sia. DIPENDENZA o DIPENDENZA DELLA FORMA UMANA – Una dipendenza è qualsiasi cosa su cui l’energia del guerriero si aggancia. Si può visualizzare come esempio il caso di una persona che si sente a


disagio nell’essere solo avere una dipendenza dagli amici, o dal guardare incessantemente la televisione, o dall’ascoltare la musica o da altri tipi di stimoli. Sono esempi solo per illustrare il punto: un bisogno costante di approvazione rappresenta una forte dipendenza. L’incapacità di smettere i vizi come il fumare, il bere, il gioco, ecc, indica dipendenza. Il guerriero può liberare l’energia necessaria ad altre cose semplicemente identificando e abbandonando queste dipendenze. Può anche essere facilmente compreso che “Volonta” e “Dipendenza” si escludono a vicenda. Fino a quando queste potenti dipendenze disporranno dell’energia del guerriero, è praticamente impossibile far affiorare la Volontà, dal momento che l’energia necessaria per farlo è usata per la dipendenza. DISCIPLINA – L'unica alternativa possibile per l'umanità è la disciplina. La disciplina è il solo deterrente. Ma parlando di disciplina non mi riferisco a uno stile di vita spartano: alzarsi ogni mattina alle cinque e mezzo e bagnarsi nell'acqua fredda fino a diventare blu. Gli sciamani interpretano la disciplina come la capacità di affrontare in modo sereno eventualità che esulano dalle nostre aspettative. Per loro, la disciplina è un'arte: l'arte di affrontare l'infinito senza vacillare, e non perché siano forti e duri, ma perché sono animati da timore reverenziale. In poche parole, si può dire che la disciplina è l'arte di provare una riverente ammirazione. Don Juan disse che ci vuole una vita di disciplina incessante, che i veggenti chiamano intento inflessibile, per preparare il secondo anello del potere ad essere in grado di costruire scremature che appartengono a un altro livello delle emanazioni dell'Aquila. Il cacciatore conduce una vita molto disciplinata, il che significa che il cacciatore è totalmente dedicato alla caccia. Il cacciatore è un seguace della caccia nel senso più stretto del termine, e perciò dirige tutti i suoi sforzi nell’apprendere tutto quanto riguarda il cacciare. Inoltre il cacciatore tratta il suo mondo con infinita cura, e di conseguenza non lo saccheggia. Questa è la disciplina del cacciatore, e questa è l'impeccabilità del suo spirito. Questa disciplina e impeccabilità sono essenziali per comprendere le complessità connesse alla caccia al potere. "Il mio maestro Nagual Julian era solito dire ai suoi discepoli che quello era il giorno più duro nella vita di uno Sciamano, perché dopo una vita di assoggettamento, la mente che davvero ci appartiene, la summa delle nostre esperienze, è diventata pavida, insicura e mutevole. Personalmente non esito a dire che la vera battaglia degli sciamani comincia in quel momento. Il resto è soltanto preparazione." Castañeda chiede cosa intende dire, parlando di affaticare la mente di "quelli che volano". "La disciplina strema in modo incommensurabile la mente aliena. Ed è appunto attraverso la disciplina che gli sciamani sconfiggono l'installazione estranea". Questi esseri non sono dotati di grande capacità di concentrazione. Infatti quando noi cominciamo a stabilizzare il silenzio interiore e a praticare la ricapitolazione, la fatica che proviamo, la stanchezza e lo sforzo che è necessario sostenere per perseguire nelle pratiche non sono nostri, ma si tratta di un problema della loro mente. Basterebbe sganciarsi dalla mente del suggeritore e noi non faremmo questa fatica. Il punto è che non abbiamo mai usato noi stessi veramente e, quando infine lo facciamo, procediamo in modo disorganizzato. Nel momento in cui la mente del parassita si sgancia e si ritorna nel corpo, questa fatica comunque non c'è più. La disciplina di cui si parla nel libro di Castañeda significa serenità, calma e pazienza, appunto non è essere duri. La disciplina è accompagnata da una grande gentilezza, che si trova solo nel corpo. DON JUAN MATUS – Il Nagual, un indiano Yaqui, che fu insegnante e mentore di Carlos Castaneda. DOPPIO – Per scopi pratici, il doppio è il se nell’eternità, ma può essere visto come il “recipiente” in cui il guerriero trasferisce la sua coscienza e identità tramite il vivere in modo impeccabile. Tutti i guerrieri possono sviluppare il doppio, sebbene molti rimangono inconsapevoli della sua esistenza. Il doppio è l’energia a forma di corpo e occasionalmente si manifesta nella consapevolezza ordinaria. Viene sviluppato tramite il Sognare fino a un punto di estrema coesione. Il doppio può vivere di per se con tutte le intenzioni e scopi. Al veggente l’essere luminoso appare come un conglomerato di campi energetici, di natura elettromagnetica, che si mostrano come un gigantesco uovo luminoso. In definitiva l’essere luminoso è la reale manifestazione della densa fisica incarnazione sia dell’uomo che della donna, e a causa di ciò viene chiamato l’Altro o il Doppio.


DUALITÀ – significa letteralmente "due cose simultaneamente". Non è la stessa cosa che dualismo, che implica percezione tramite opposti, la propensione umana di percepire bianco/nero, bene/male, dio/diavolo, maschio/femmina, ecc. La Dualità implica l’evolvere della percezione che rende in grado di vedere che per esempio il passato e il futuro non sono diversi ma solo percezioni differenti causate nel localizzarsi nel tempo. La Dualità permette a due apparentemente condizioni contraddittorie di esistere simultaneamente, senza che una annulli o usurpi l’altra. Esempio una “relazione di odio/amore”. Un altro esempio esistiamo come umani mortali qui ed ora, e allo stesso tempo come esseri eterni tramite il corpo energetico del doppio. La dualità può essere vista nell’affermazione “devi essere immortale prima di sapere come diventare immortale”. Fino a quando siamo agganciati a una percezione statica e lineare della realtà, siamo prigionieri del dualismo. EMANAZIONI DELL’AQUILA – (vedi aquila) La realtà’ per gli stregoni non è fatta di oggetti ma di campi di energia, chiamati le emanazioni dell’aquila. Le emanazioni che vengono percepite dall’uomo sono quelle che riescono a filtrare nel suo campo di energia personale attraverso un punto chiamato punto di unione; tutte le innumerevoli altre non vengono normalmente percepite e restano una possibilità. EMOZIONE - L’emozione è il punto di trasmissione tra il pensiero e l’azione fisica. Passando per l’emozione il pensiero cerca di far terminare o di far iniziare una azione. Per esempio la collera cerca di fermare l’azione esterna mentre la paura avvia l’azione della persona (fuggire). ESSERE CICLICO - Gli esseri ciclici per gli antichi stregoni, per don Juan e per noi non significano reincarnazione. Significa che gli esseri umani appartengono a fili tenuti insieme da correnti di energia omogenea. Pensate a una tenda fatta di perline. Ogni filo è particolare e ogni perlina è ancora più particolare eppure sono tenute insieme dalla stessa forza, dallo stesso filo. Le perline di uno stesso filo erano chiamate cicliche dagli antichi stregoni del lignaggio del vecchio nagual. Per esempio Carol Tiggs ha avuto la fortuna o la sfortuna di essere una perlina dello stesso filo a cui appartiene una strana creatura che noi conosciamo come lo sfidante della morte. ESSERE DUPLICE – chiamato anche "il Nagual". Un tipo di essere umano che per nascita ha due o piu’ corpi energetici invece del solo che normalmente si possiede. Appare al veggente costituito da due o piu’ bozzoli energetici sovrapposti. è un attributo di alcune persone ne piu’ ne meno che avere i capelli biondi o gli occhi verdi. Non si può diventare un Nagual come non si può cambiare il nostro sangue da AB a 0 improvvisamente. ESSERE ETERNO – uno stato di coscienza evoluto che ha raggiunto coesione nel tutto, e esiste ubiquamente nel continuum spazio/tempo ed oltre. L’essere eterno può proiettare (intendere) (manifestare) a volontà un corpo energetico che è indistinguibile da un corpo fisico, o essere completamente non corporeo, semplicemente secondo la sua Volontà. ESSERE IMMORTALE o IMMORTALE - i termini "immortale" e "essere eterno" vengono alcune volte usati intercambiabilmente a meno che non sia specificatamente segnalato, sebbene strettamente parlando vi siano delle considerevoli differenze. Quando diciamo “la ricerca dell’immortalità inizia qui’”, potrebbe essere affermato piu’ specificatamente con “la ricerca dell’immortalità è qui’”. Sulla scala evolutiva, si può presupporre che un essere eterno abbia meno limitazioni di un immortale ancora attaccato alla forma organica. Vediamo la cosa: se una cometa si scontrasse e facesse a pezzi la terra, l’essere eterno avrebbe l’opzione di manifestarsi da qualche altra parte, diventando senza forma, oppure potrebbe assemblare altri mondi. L’immortale fisico, d’altro canto, potrebbe non avere tali opzioni, dipendenti dal suo livello di evoluzione di coscienza. Vi sono speculazioni sulla vita di alcuni immortali tra di noi. FANTASMA – individui ancora ancorati al sistema di credenze della realtà consensuale, normalmente senza mai essersi posti alcuna domanda. I fantasmi si autodefiniscono in base a quello che fanno, alla ditta che possiedono, alla chiesa a cui sono legati, al loro status sociale. Un altro segno del fantasma è che possiede un’infinità di personalità e di ruoli, senza la coesione di un singolo, unico Io-Sono. FASCIA UMANA (Banda dell’Uomo) – l’uomo è una replica esatta in miniatura dell’intero universo. Nell’universo ci sono sette grandi fasce di campi energetici interlacciati che a loro volta si manifestano in


sette sotto fasce. Lo stesso vale per l’uomo. Distese lungo queste grandi fasce nel bozzolo umano c’è un miscuglio di sotto fasce che formano una particolare disposizione di campi energetici. Ciò costituisce la qualità della consapevolezza che viene identificata come una peculiarità umana. Il miscuglio delle sotto fasce può confondere chiunque ma non il veggente con esperienza, e perciò ci si riferisce semplicemente come la Fascia Umana. Tuttavia, poichè la maggior parte delle percezioni possibili entro la Fascia Umana sono al di là della normale esperienza umana, e quindi al di la della consapevolezza normale, vi si riferisce tecnicamente come lo Sconosciuto. FOLLIA - "In un milione di anni non c’è nessuna differenza." Sebbene trascorriamo l’intera vita pensando che le cose siano materiali, nessuna lo è in realtà. Letteralmente tutto ciò che tocchiamo nel mondo della consapevolezza ordinaria è follia (non reale) – e qui’ il guerriero gioca come se fosse materiale e impara l’arte dell’agguato come mezzo per sviluppare la follia controllata – agisce con la consapevolezza che le azioni sono folli, pur tuttavia agendo impeccabilmente. FOLLIA CONTROLLATA – «è possibile insistere, insistere in modo conveniente, anche se sappiamo che ciò che stiamo facendo è inutile». «Ma dobbiamo sapere prima di tutto che le nostre azioni sono inutili e tuttavia dobbiamo procedere come se lo ignorassimo». Questa è la follia controllata dello sciamano. Controllare la nostra follia è essenzialmente un atto di cooperazione intelligente. Controllare la follia implica prendere il controllo dei contenuti di quel sogno chiamato vita. Non possiamo cambiare il sogno in nessun modo (vedi sognatore). E questa dopotutto è la nostra follia. Tuttavia possiamo controllare la nostra follia, e facendolo, possiamo manipolare il contenuto del sogno (vita). Controllare la nostra follia, e manipolare il contenuto del sogno (vita), è lo scopo e il significato dell’arte dell’agguato. Perciò l’agguato viene definito come la padronanza della follia controllata, e colui che tende l’agguato (cacciatore) come un maestro della follia controllata. GIUSTO MODO DI VIVERE – una consapevolezza intuitiva che non ha niente a che fare con la moralità sociale o le predilezioni della cultura. Il guerriero viene guidato dal giusto modo di vivere per mezzo di un’intrinseca armonia con la terra, vale a dire tramite la voce interna della Gnosis (conoscenza silenziosa). GUERRIERO o GUERRIERO DELLO SPIRITO – Colui che ricerca la conoscenza e che si è imbarcato in un cammino che ha un cuore. Il guerriero è il viaggiatore che cerca di raggiungere la meta di essere uomo di conoscenza. Prendi in considerazione qualsiasi cammino accuratamente, verificandolo in qualsiasi modo ti sembri necessario – poi chiediti, ma solo a te stesso, un’unica domanda: “questo sentiero ha un cuore?”. Qualsiasi cammino è molto simile a tutti gli altri alcuni vanno e vengono, altri sono diretti; ma alla fine nessun cammino va da nessuna parte. L’unica differenza tra un cammino e un altro è che alcuni hanno un cuore ed altri no. Il cammino che ha un cuore ti innalzerà, ti toglierà il peso e ti darà gioia. Il cammino senza un cuore ti farà inciampare, ti annebbierà lo spirito, e alla fine ti farà vedere la tua vita in un ottica di collera ed amarezza. INSTALLAZIONE ESTRANEA - Vedi Mente Predatrice. IMPECCABILITà - Impeccabilità è l’agire al meglio delle proprie possibilità in base alle conoscenze disponibile in quel preciso momento. Il tempo è l’essenza dell’impeccabilità, è solamente il senso della mortalità che fa scaturire nell’uomo il desiderio di agire impeccabilmente. Non è altro che l’uso adeguato dell’energia. IMPORTANZA DI SÈ – forse la migliore descrizione viene fatta da Don Miguel Ruiz ne: I Quattro Accordi – “Non prendere niente in modo personale”. è l’Importanza Di Se che ci fa pensare che tutto ciò che viene detto o fatto ci riguardi come individui. Arrabbiarsi con colui che ci taglia la strada nel traffico è Importanza Di Se. Riguarda lui non te. La mal interpretazione comune è che l’Importanza Di Se sia l’arroganza, o un comportamento egoistico maniacale, e sebbene sia vero per esteso, l’Importanza Di Se è più accuratamente un modo di difendersi nascosto che impedisce al guerriero di raggiungere la Lucidità e il Potere a causa dell’impegno profuso per difendersi, dal momento che non c’è nulla da difendere in primo luogo. Il vero pensare è istantaneo; solo le trivialità basate sull’Importanza Di Se occupano tempo per circolare nella mente.


INCONOSCIBILE - è il livello di consapevolezza che non potrà mai essere conosciuto dall’uomo finché rimane nei confini della sua umanità. Per entrare nell’inconoscibile bisogna perdere la nostra condizione umana. INDIVIDUAZIONE – la manifestazione del sè come singola unità di coscienza. Molti percorsi insegnano l’unità con il tutto come scopo del dopo vita terrena, laddove l’Individuazione è l’atto di mantenere l’unico ed individuale Io Sono per l’eternità. INTENSITÀ - Bisogna realizzare che l’intensità non è nient’altro che il risultato di un livello particolare della percezione. Perciò se volessi alterare la tua intensità, e con questo imparare a controllarla, devi anche lottare per alterare il tuo livello di percezione ed imparare a controllarlo. Questo ti conduce direttamente al concetto della necessità di avere un punto di assemblaggio fluido, dal momento che senza fluidità non puoi controllare il tuo livello percettivo o, allo stesso modo, la tua intensità. Tuttavia, il modo più facile per ottenere un punto di assemblaggio fluido è quello di imparare a porre l’agguato alla tua percezione, e il modo migliore per farlo è di imparare a leggere le tensioni esistenti nella vita di tutti i giorni, dal momento che queste tensioni sono il prodotto dell’intensità. Quando sarai in grado di leggere queste tensioni, potrai cambiare il tuo livello percettivo e la tua intensità semplicemente usando lo scudo del guerriero e praticando il non-fare. In altre parole, se ti impegnassi a leggere le tensioni nella tua vita giornaliera, invece di lasciarti coinvolgere da come si presentano gli eventi, automaticamente inizierai ad accettare senza accettare, credere senza credere, con il risultato di non aver più la tua percezione fissata dall’ossessione, cosi’ il punto di assemblaggio è libero di muoversi. Ricordati che tutte queste percezioni sono interattive, nel senso che il potere personale generato da ciascuna di esse alla fine ci innalza al potere universale. Inoltre, ricordate che l'impulso secondario in un atto di percezione è l'emozione, e che queste emozioni sono anche interattive. Inutile dire che tutte queste interazioni danno luogo a una sempre maggiore percezione, cosi’ aggiungendo onda su onda di percezione, ogni onda da luogo a nuovo potere e, inoltre, caricandosi anche di emozione. Queste onde danno sempre luogo a determinati effetti nella vita di tutti gli interessati - effetti che l'individuo esprimerà in termini di azioni di qualche tipo, a prescindere dal fatto che siano mentali, emotive o fisiche. Tali azioni sono determinate da ciò che è conosciuta come l'intensità dell’onda che ha dato origine all’azione. L'intensità di un’onda si manifesta quando il potere personale e l'emozione generata dalla percezione di una persona interagisce con quella di un'altra persona. Ovviamente, se più persone sono coinvolte, l'intensità dell’onda sarà determinata dalla interazione tra i prodotti della percezione di tutti. INTENTO: 1) Esiste nell’intero universo una forza misteriosa conosciuta come intento. è per mezzo di questa forza che avviene la percezione, è l’intento che dapprima allinea i campi energetici e poi causa la consapevolezza di tale allineamento. 2) L’Intento (o "Intento Inflessibile") potrebbe essere definito come un’idea o una forma-pensiero trattenuta costantemente nella mente di un guerriero fino a che non diventa parte integrante del guerriero stesso. Per esempio, il mio intento è di raggiungere una evoluzione della coscienza che mi permetta di esistere in maniera coesa, come essere senziente con un singolo punto di vista continuativamente nell’eternità. La forza di quell’Intento Inflessibile determina il modo di vivere del guerriero e quali sentieri percorrere. LUCIDITÀ (CLARITY) – Un guerriero che ha imparato a vedere e a mantenere di continuo il suo punto di assemblaggio sul punto del vedere ha raggiunto la lucidità. Lucidità può anche essere definita come l’abilità di vedere il mondo com’è, senza l’interferenza di condizionamenti o illusioni. Spesso il primo gradino verso la lucidità è oltrepassare la paura intrinseca che ci permea in modo da guadagnare abbastanza consapevolezza da fronteggiarla. Esiste una linea sottile tra il significato e la lucidità. Il guerriero cerca lucidità piuttosto che significato in qualsiasi situazione. Un guerriero che è riuscito a rendere fluido il suo punto di assemblaggio, si apre a tutte le possibili variazioni della Prima Attenzione, e questo viene chiamata lucidità o sobrietà. LUOGO DI POTERE – una luogo fisico che porta l’individuo a bilanciarsi con la terra, la rete Non-Locale di tutte le informazioni e con se stesso. Un luogo che ci rende capaci di focalizzare o meditare, in cui noi siamo in un equilibrio impeccabile. Un luogo in cui la parete divisoria tra la prima e le altre attenzioni è meno spessa, più facilmente attraversabile.


MAGIA – è la forza interna all’organismo umano che ci fa fare, percepire e interagire con cose per cui la scienza non ha un’immediata spiegazione. è la forza che rende capace a una donna di 50 kg di alzarne 2000 per salvare suo figlio. è quella forza conosciuta come “piccola voce” che dice all’uomo di non salire su un aereo che cadrà. è il fantasma nella macchina ma è ancora umano. Un giorno la scienza riuscirà a spiegare la “magia”, tuttavia la magia non verrà mai interamente compresa, dal momento che crescendo ed evolvendoci, la “magia” cresce e si evolve con noi. è sempre un passo avanti cosi dobbiamo seguirla. Non significa aderire a un rituale o a una religione. è la forza evocata tramite certi rituali, ma la “magia” in se stessa non può essere definita come rituale o religione come non può essere anima con chiesa. Al limite è solo uno strumento usato per cercare qualcos’altro. (vedi anche Veggente) La magia non esiste – esiste solo l’intento. Ciò che il folle percepisce come magia è soltanto la manipolazione dell’intento. Perciò un mago è solamente un maestro dell’Intento. MEDITAZIONE CON L’INTENTO – una forma di meditazione attiva opposta al silenzio passivo. La meditazione con l’Intento può anche essere definita come Gnosis, l’abilità della mente umana di porre una domanda alla rete non-locale di tutte le informazioni. Ma più che porre la domanda, rende capace il veggente di trarre una risposta basata sulla verità perché questa meditazione sviluppa l’abilità di ascoltare e interagire con il doppio. La prima volta che il veggente prova non succede niente, dal momento che è una tecnica per mettere a fuoco non all’interno o all’esterno, ma non-localmente attraverso lo spazio/tempo, in quel reame dove il passato/presente/futuro sono esattamente la stessa cosa, e dove gli episodi, le probabilità e i risultati sono già archiviati olograficamente. La meditazione con l’intento ricerca in quella illimitata biblioteca. (vedi anche Gnosis o Conoscenza Silenziosa). MENTE PREDATORIA – se si può percepire che la realtà consensuale possiede una rudimentale “mente di massa”, diventa poi possibile osservare la natura predatoria di questa mente, in quanto invade e usurpa gli individui a meno che l’individuo padroneggi un’estrema consapevolezza. Possiamo venire sopraffatti da questa “mente di massa”, il cui scopo principale e mantenere il suo statico, status quo. MESCHINI TIRANNI - Una persona può decidere di essere usata o influenzata dall’ambiente e dalla gente che vi si trova, ma finché non decide di esserlo, non viene influenzata in quel senso. NESSUN UOMO PUÒ ESSERE INTRAPPOLATO SENZA IL SUO CONSENSO. Nessuno può rendere schiava una persona contro la sua volontà. A sostegno di ciò ci sono molte persone nel mondo che hanno combattuto e spezzato il comportamento e la disciplina convenzionale. è solo deplorevole il fatto che, sebbene tali persone avessero avuto abbastanza potere personale per liberarsene, molto spesso non hanno avuto sufficiente potere per stabilire a se stessi un nuovo scopo e una nuova direzione nella vita. Senza scopo e direzione tali persone spesso finiscono coll’essere dei fuorilegge – legge stabilita dalla media degli uomini per vivere una vita media. Essendosi allontanati dagli usi e costumi di questa legge, tali ribelli non trovano comprensione dalla legge governata proprio da coloro che hanno cercato di evitare in primo luogo. Se questi ribelli sono incapaci di trovare un nuovo scopo nella vita e non sono abbastanza intelligenti da stare dalla parte della legge, inevitabilmente diventeranno ciò che i Toltechi conoscono come i meschini tiranni. I meschini tiranni passano la loro vita sfogando la loro rabbia e le loro frustrazioni rendendo la vita di coloro che li circondano completamente miserabile. MIGRAZIONE DELLE DUE PARTI DELL’ANIMA – il processo in cui il sè mortale crea il doppio tramite il sognare, a quel punto il doppio inizia ad insegnare al sè mortale la via dell’evoluzione della coscienza. Il sè mortale sembra che crei per primo il doppio, cosi’ che il doppio esiste come essere eterno, un costrutto di volontà e intento. Quell’”immortale” poi insegna al sè mortale come evolversi, e quando il procedimento è completato, il sè mortale si ricongiunge con il doppio immortale al di là dell’aquila. MOMENTO DELLA CREAZIONE – dal momento che per il mondo degli stregoni il tempo è una questione di percezione, si può capire come degli avvenimenti che sembrano avvenuti nel passato hanno avuto origine nel futuro, tramite un processo chiamato “incantesimo retroattivo - retroactive enchantment" descritto da Peter J. Carroll. Il momento della creazione è il momento in cui lo stregone crea effettivamente il proprio doppio con la completa consapevolezza di avere le evidenze che esisteva già da molto tempo. Il momento


della creazione è un momento di azione, portato ad essere tramite l’Intento e la Volontà. Detto in altri termini: se non creiamo il doppio oggi, non esisterà ieri. Il tempo visto in questo modo è molto strano. MONDO - I mondi sono l'insieme di percezioni causate dall'allineamento del punto di unione in un determinato punto dentro, fuori o sulla superficie dell'uovo luminoso. Ogni essere vivente in ogni parte dell'universo, sia esso un umano, un animale, una pianta, una stella, un informe o un 'aquila intera, ha un certo numero di punti di unione che percepiscono e scambiano energia con i filamenti esterni al proprio bozzolo energetico. Mancando la possibilità all'inizio di percepire tutte le interazioni energetiche tra sé stessi e l'esterno, gli individui approssimano in qualche modo quello che gli sta succedendo, tentano di semplificare le percezioni per "digerire" meglio le informazioni provenienti dall'esterno. L'insieme delle percezioni e delle illusioni derivanti da questo processo va a formare il mondo che si percepisce. L’energia viaggia libera nell'universo, e sono gli individui che la incatenano percependola, creando mondi con quell'energia. La stessa energia può essere percepita in maniera totalmente diversa da individui diversi, e questo fa sì che alla fine i mondi siano sempre più o meno condivisi, ma che tuttavia ognuno abbia il suo. Entro la banda dell’uomo esistono dieci mondi distinti che possono essere assemblati, uno dei quali naturalmente è il mondo che comunemente percepiamo nella coscienza ordinaria. Gli altri nove mondi sono sempre reali e tangibili come quello ordinario dell’uomo, ma possono essere percepiti solamente quando vengono assemblati. Ciò significa che quando il guerriero è capace di spostare il suo punto di assemblaggio nel punto in cui esiste uno di questi altri nove mondi, può allora allineare quei campi energetici costituenti quel particolare mondo. Facendo questo, il guerriero ha infatti assemblato la sua percezione all’interno di quel nuovo mondo. MONDO DEGLI STREGONI (il) - Al veggente l’essere luminoso appare come un conglomerato di campi energetici, di natura elettromagnetica, che si mostrano come un gigantesco uovo luminoso. In definitiva l’essere luminoso è la reale manifestazione della densa fisica incarnazione sia dell’uomo che della donna, e a causa di ciò viene chiamato l’Altro o il Doppio. Dal momento che anche il mondo in cui sono contenuti gli esseri luminosi è chiaramente visibile, questo livello di esistenza è quello a cui normalmente ci si riferisce con il Mondo degli Stregoni. Forse una definizione migliore potrebbe essere punto di vista degli stregoni. Il mondo degli stregoni è il mondo di percezioni e abilità disponibile a uno sciamano ottenuto tramite l’evoluzione della sua coscienza. Non è un mondo diverso, è questo mondo, ma senza i limiti stabiliti tramite i nostri programmi intrinseci e l’aderire alla realtà consensuale. MONDO DI SOTTO – chiamato anche l’altro mondo o mondo dello spirito. Molti sciamani raccontano di aver visitato un reame dello Spirito che sembra avere degli elementi in comune, incluso un enorme fiume sotterraneo che scorre in un mondo dove gli sciamani “morti” possono collaborare con coloro che sono ancora da questa parte per facilitare le guarigioni, l’apprendimento, gli scambi energetici su diversi livelli. (citato nel libro di Michael Harner, The Way of the Shaman) (nella tradizione Andina viene chiamato Ujupacha).. MORTE COME CONSIGLIERA – Si dice che il guerriero vive con la morte come sua consigliera. Sapendo che siamo esseri che dobbiamo morire e affrontare l’infinito, le decisione del guerriero in vita sono dettate dalla consapevolezza. Sapendo che sono un mortale, le mie azioni attuali sono impeccabili? MOVIMENTO DEL PUNTO DI ASSEMBLAGGIO – un movimento del punto di assemblaggio viene definito come una rotazione dello stesso entro la sua posizione normale cosi’ da formare una diversa sistemazione dei campi energetici. Equivale al sintonizzare la radio in modo da migliorare la qualità del suono ricevuto da quella particolare stazione. (vedi anche spostamento del punto di assemblaggio). NAGUAL (pronuncia "nah*wahl") NAGAL - Nagual è una parola con diversi significati.  L’inconoscibile che giace al di fuori della percezione umana. Il nagual non è lo sconosciuto, ma l’inconoscibile, tutto ciò che non può essere oggetto di discussione in qualsiasi linguaggio diretto, ciononostante esiste ed è reale.  L’uomo in essenza è spirito puro, definito nagal, ma alla nascita assume un veicolo fisico, definito tonal. In altre parole il nagal è puro spirito o puro essere, che perciò sta a significare lo spirito non manifesto. Il tonal è Qualche-Cosa, mentre il nagal è Nessuna-Cosa. Il nagal ovvero quell’ineffabile


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Presenza che permea l’intero universo manifesto, ma che, altresi’, esiste al di la di esso; l’Inconoscibile o quel grande vuoto in cui è contenuto l’universo manifesto durante uno delle sue periodiche manifestazioni. Il "nagual" si può riferire anche al leader di un gruppo di guerrieri. Uno stregone, sciamano, “uomo di conoscenza” che è per natura un essere duplice. (Vedi anche essere duplice) Il nagual è una coscienza cosciente di ciò che è, di essere e dell' uso del potere. La coscienza a base di carbonio in generale ha forma ovoidale ed è divisa perpendicolarmente in due compartimenti, conosciuti come alimento dell'Aquila. I nagual sono coscienze sferico-triangolari divise in tre, quattro o cinque compartimenti. Gli si da rispettivamente il nome di nagual a tre, quattro, o cinque punte, per la quantità di sfere che li compongono. Il Nagual è un essere duplice a cui è stata rivelata la regola. Che abbia forma di essere umano, di animale, di pianta o di qualsiasi altro essere vivente, il Nagual è spinto da questa sua duplicita' a cercare il passaggio nascosto. Il Nagual appare in coppia, maschio e femmina. Un uomo duplice, una donna duplice diventano Nagual solo quando a ciascuno di loro sia stata rivelata la regola e che ciascuno l'abbia capita ed accettata senza riserve.

NON-LOCALE – si riferisce al concetto che l’informazione, la coscienza e anche alcuni tipi di esseri possono essere descritti come ubiqui. Vale a dire esistere simultaneamente in tutti i posti e in tutti i tempi. Non-Locale si riferisce inoltre al concetto che l’universo, e specialmente la coscienza stessa, è un costrutto olografico. NON-FARE - l’atto di scegliere una via diversa o opposta a quella che si sarebbe scelta normalmente. Il Non-Fare è relativamente semplice da capire quanto è difficile da praticare. Con esso si intende essere costantemente all'erta mentre si esaminano accuratamente le proprie risposte emotive. Questa costante vigilanza apporta al praticante una sensazione di distacco che gli permette di essere completamente obiettivo; portandolo infine a essere completamente distaccato e obiettivo seppure emotivamente coinvolto nella situazione. Il Non-Fare è l'atto di recitare il ruolo scelto in quel momento, ma siccome non si può sapere cosa accadrà appena dopo, bisognerà essere pronti ad improvvisare. Quindi questa pratica non funziona se si è anche solo un po' addormentati. Bisogna essere vigili per improvvisare. Nel scegliere un non fare si sceglie una "recita" che è diametralmente opposta al nostro abituale comportamento, tuttavia si deve agire come se questo comportamento fosse quello usato da tutta una vita. Con la pratica la persona si accorge che la sua vita era stata una recita e che le sue azioni erano in effetti la sua parte. In questo modo la persona riconquista la fiducia in se stesso e nelle sua azioni. Scopre i momenti in cui si era sentito insicuro in passato e nota come ora abbia raggiunto una certa fiducia in se stesso. Il Non-Fare è il gioco del guerriero che inizia come un gioco per poi finire come realta'. Dal punto di vista energetico questa pratica smuove il punto di assemblaggio pezzettino per pezzettino, perche' è mantenuto nella stessa posizione dal nostro comportamento "normale" e dalle nostre abitudini radicate, e cosi' facendo libera l'energia ristagnante che aumentera' il potere del guerriero. è una azione che non sia coerente con le nostre credenze, con la descrizione del mondo o di noi stessi che quotidianamente sosteniamo; qualcosa che non rientra nel nostro inventario personale di possibilità; è il mezzo che gli stregoni usano per fermare il mondo cioè per smettere di vederlo come lo hanno sempre visto, un insieme di oggetti e forme, e aprirsi la strada verso il lato ignoto della realtà, la porta di accesso al nagual. ORLANDO – La controparte di Della Van Hise, l’Uomo Nagual, il se evoluto nell’eternità, al di fuori del tempo. Per sapere di piu’ su Orlando vedi Meeting the Mirror or The Life & Death Dialogues (www.quantumshaman.com) PARTENOGENESI SPONTANEA – l’atto di portare in esistenza qualcosa dal vuoto, senza nessuna causa apparente. Si teorizza che l’universo creò sè stesso dal vuoto tramite un’atto si partenogenesi spontanea; un pensiero che porta se stesso in esistenza dicendo Io-Sono. Di conseguenza dapprincipio c’è Nessuna-Cosa. Questa è la condizione di essere che puo' essere chiamata Essa è, e che può essere espressa solo con le parole ‘Io Sonò. Questo è lo stato della pura consapevolezza indifferenziata. Per secondo, avviene che l’Esistenza si trovi al punto in cui il nagal diviene consapevole di se stesso come dualità; chiamata, Essa e la Sua Consapevolezza. Questa Esistenza viene espressa con le parole ‘Io Sono Questò. A questo punto si deve tenere ben presente che lo scopo della consapevolezza è, sia di separare che di unire. Da ciò che già sappiamo della consapevolezza, è, perciò, evidente che questa


Esistenza è una delle polarità della consapevolezza intrinseca; chiamata, il principio pensante che separa – mente. Per terzo, abbiamo che Esistenza alla quale il nagal riconosce essere una con la sua consapevolezza – un’Esistenza caratterizzata dalle parole ‘Io Sono Ciò Che Sonò. Questa terza Esistenza è chiaramente il principio portante che unisce; che è, l’intento. POTERE – gli Antichi Veggenti chiamarono questa forza potere, ma non la avevano mai capita e nemmeno pesato su come usarla. I Nuovi Veggenti scoprirono che questa forza misteriosa è in effetti l’energia dell’allineamento, che è la forza che viene prodotta quando i campi di energia all’interno del bozzolo si allineano con in campi di energia all’esterno di esso. I Nuovi Veggenti chiamarono questa forza volontà, definendola come un flusso di energia continuo che può essere guidato dall’intento del veggente. I Nuovi Veggenti scoprirono anche che la volontà è la forza che ci detta il modo di comportarsi quando noi percepiamo. è perciò la forza che determina la nostra percezione del mondo. Di conseguenza è la volontà che fissa il punto di assemblaggio nel punto esatto dove si trova. Il risultato dell’allineamento è la percezione. Cosi’ possiamo anche dire che il Potere è il prodotto della percezione. Queste sono le due definizioni fondamentali di Potere, ma di per se stesse ci dicono molto poco su come interpretare Potere in pratica. Non siamo in grado di vedere il Potere quanto vedere la percezione, ma possiamo testimoniare gli effetti di entrambi. L’effetto del Potere viene forse meglio descritto sulla nostra comprensione di Vitalità, o in alternativa, di Energia. Se ti viene da inspirare mentre guardi il sorgere del sole, quell’entusiasmo che provi è l’effetto del Potere, o l’effetto di aver percepito. L’entusiasmo o la vitalità non è il Potere di per sè, ma piuttosto l’effetto del potere, o piu’ accuratamente il Potere Personale. Quest’ultimo termine viene usato come energia dell’allineamento in un essere individuale, in contrasto al potere universale che viene citato semplicemente come Potere. (Vedi anche Volontà) PROGRAMMA - Le affermazioni accettate come vere senza necessariamente essere confermate o disapprovate da noi come individui. Per esempio ci è stato insegnato, “tutto finisce”, e perciò questo ci appare vero, la maggior parte della gente accetta questa affermazione come un fatto piuttosto che fare la propria ricerca per la Conoscenza della veridicità o falsità dell’affermazione stessa. In realtà non possiamo sapere per certo se “tutto finisce”. Possiamo solo sapere ciò che le nostre percezioni ci rivelano riguardo il nostro ambiente. Alterando le nostre percezioni, vale a dire alterando le nostre aspettative automatiche (il Programma), impariamo a vedere molto di piu’ di quello che “conosciamo” sul mondo che è solo ciò in cui “crediamo essere”. Il pericolo di tutti i programmi è che quando accettati come fatti ci impediscono di esplorare le altre possibilità. Se, per esempio, i fratelli Wright avessero accettato il programma “L’uomo non è fatto per volare”, vivremmo in un mondo totalmente diverso. (vedi anche Condizionamento Sociale) PUNTO DELLA CONOSCENZA SILENZIOSA (il) – uno “spazio” o apertura all’interno del guerriero da dove si può sentire la voce della gnosis, l’insegnante che molto spesso è il doppio. PUNTO DI UNIONE o PUNTO DI ASSEMBLAGGIO: Solamente una piccola parte dei campi energetici contenuti nel bozzolo vengono illuminati nello stesso momento da un punto di luce brillante situato sulla superficie del bozzolo La percezione avviene quando i campi energetici illuminati dal punto luminoso estendono la loro luce per illuminare i corrispondenti campi energetici al di fuori del bozzolo. Questo punto luminoso viene chiamato il punto in cui viene assemblata la percezione, normalmente abbreviato come punto di assemblaggio (punto di unione). è possibile spostare il punto di assemblaggio su qualsiasi altra posizione sulla superficie del bozzolo e perfino al suo interno. Dal momento che il punto di assemblaggio illumina qualsiasi campo energetico con cui viene in contatto, i diversi campi illuminati da tale spostamento costituiscono perciò una percezione nuova di pacca. è un nuovo livello percettivo conosciuto come il vedere. Quando il punto di assemblaggio si sposta sufficientemente lontano, un nuovo completo modo viene percepito, che è reale come quello che abitualmente percepiamo. Il punto di assemblaggio è, principalmente, il punto di vista dal quale vediamo il nostro mondo. Alcuni percepiscono il punto di assemblaggio come un punto che si trova di solito sulla superficie del bozzolo, piu’ o meno all’altezza del punto in mezzo alle scapole, ma altri mistici o veggenti lo vedono semplicemente come il “programma” automatico che lavora sullo sfondo delle nostre menti da quando ci siamo completamente socializzati con il mondo, normalmente dall’età di 4 anni circa. Tramite l’imparare a


muovere il punto di assemblaggio il veggente può sperimentare la realtà di altre percezioni, gli altri “mondi”. Il punto di assemblaggio può anche muoversi a causa delle difficoltà fisiche o emotive. Il punto di assemblaggio di uomo guarda fuori, quello delle donne al suo interno. Questo fornisce un modo diverso di interpretare e di percepire dando una visione diversa delle cose. PUNTO DI VISTA (MINDSET) – un punto di consapevolezza dal quale un individuo percepisce. Uno stato di consapevolezza dal quale naturalmente assembliamo la nostra idea di realtà. Per esempio, il nostro Punto di Vista principale ci dice ciò che è possibile e ciò che non lo è, ciò che è “reale” e ciò che non lo è. Nella consapevolezza ordinaria “sappiamo” automaticamente di non poter volare, ma dal Punto di Vista del sogno, scopriamo spesso che possiamo fare diverse cose considerate impossibili dal Punto di Vista della consapevolezza ordinaria. Cambiando il nostro punto di vista sui parametri della realtà, possiamo cambiare le limitazioni che ci impediscono di espanderci come individui e come specie. QOSQO – (tradizione Andina) centro energetico, situato nella regione ombelicale, viene usato per contattare l’energia, piu’ precisamente come stomaco spirituale per digerire l’energia. Il campo di energia che ci circonda, o bolla (poqpo), ha una specie di copertura di energia pesante; il qosqo permette di digerire parte di quello spessore che avvolge la nostra bolla. Questa "pelle" piu' spessa non è necessariamente un problema, ma anche una protezione, un naturale isolamento. Se la copertura è molto spessa produce pero' una desensibilizzazione, abbinata comunemente alla perdita della nostra capacita' di percezione. Possiamo, cioe', vivere come reclusi nella nostra bolla. Digerendo l'energia pesante del proprio poqpo, stiamo recuperando la nostra sensibilita', stiamo incrementando la nostra capacita' di percezione. Questo è un fattore essenziale nella tradizione andina. QUANTUM SHAMAN™- un termine usato per primo da Orlando per descrivere chiunque affronti il nulla per perseguire ed eventualmente abbracciare la Conoscenza e le abilità che lo renderanno in grado di raggiungere la continuità della coscienza quando diventiamo degli esseri coesi e senzienti con un singolo punto di vista continuativo nell’eternità: un’unità di consapevolezza. Il quantum shaman raccoglie intuito, conoscenza e tecniche da ogni percorso di vita, dalla stregoneria di Don Juan agli esperimenti quantistici al limite della scienza moderna, dalla leggenda degli antichi alchimisti all’erboristeria sciamanica. Quando affiorano le verità individuali da queste fonti plurime e vengono assimilate per creare una mappa inclusiva noi cominciamo a capire il cammino verso la nostra evoluzione. Ed è allora che tramite i nostri sforzi prendiamo il controllo del nostro destino. Questa è la via di un quantum shaman™. (è un marchio registrato di Della Van Hise) RAGGIUNGERE LA TOTALITÀ DEL SÉ – in termini sciamanici, integrazione di se stessi, iniziando con le azioni del guerriero nella consapevolezza ordinarie e nella prima attenzione, per raggiungere il settimo senso, la terza attenzione, l’infinito. Raggiungere la Totalità del Sè coinvolge, tra le altre cose, la definitiva integrazione del guerriero con il proprio doppio cioè il congiungimento della coscienza mortale con il contenitore immortale o corpo energetico. Si dice che il doppio abbia già raggiunto la totalità del sè, dal momento che esiste al di fuori del tempo, non limitato dal concetto lineare di passato/presente/futuro, bensì una coscienza ubiqua esistente in tutto lo spazio/tempo simultaneamente e indefinitivamente. Il doppio è l’interezza dello stregone, ma egli diventa intero se e quando quell’interezza viene raggiunta e definitivamente integrata oltre questa vita fisica/mortale. In altre parole non vi è alcuna predestinazione. L’esistenza del doppio non garantisce il successo al guerriero. Il doppio esiste a causa dell’intento dello stregone e fino a quando non lo raggiunge e si unisce con quel doppio nell’infinito. REALIZZAZIONE – rendere reale tramite l’Intento. Piu’ che “realizzati” siamo esseri con il potenziale piu’ alto, noi Reali-zziamo ciò tramite le nostre azioni e la nostra Volontà. REALTÀ CONSENSUALE o CONSENSO SULLA REALTÀ o CONTINUUM CONSENSUALE – il mondo della consapevolezza ordinaria, definito e delineato dall’accordo della maggioranza dei consensi. Il Mondo Reale. Le società, le culture e le definizioni di “realtà” che accettiamo come dato di fatto, e sulle quali ci basiamo per stabilire che cosa sia “reale” e cosa sia fantastico, che cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Veniamo indottrinati alla realtà consensuale sin dal momento della nascita, principalmente tramite il linguaggio, ma possiamo notare da una semplice osservazione che la maggior parte di questo indottrinamento è scorretto, ciò che a una cultura appare come “giusto” ad un’altra appare “sbagliato”, ciò


che è “normale” per un certo tipo di consenso è orribile per un altro. Viviamo perciò in un mondo di illusioni , un mondo di parole, persino in un mondo di bugie. REGOLA DEL NAGUAL – una “mappa” non scritta che rivela al nagual uomo & donna delle specifiche verità riguardo la via. La “regola” rivela la verità riguardo l’aquila e specificatamente che la consapevolezza viene persa alla morte a meno che il guerriero abbia preso delle contromisure per aggirare l’inevitabile. La mappa, perciò tratta su come l’inevitabile possa essere contrastato tramite lo sviluppo della coesione. La regola in se vale per la maggioranza dei Nagual, ma si può manifestare in diversi modi. Per esempio, non tutti i Nagual formano un gruppo di guerrieri ciò nonostante finiscono col guidare gli altri verso la libertà in altri modi. Nella mia vita (Della Van Hise) la regola del nagual mi ha mostrato la necessità di scrivere questo libro, principalmente dai dati assimilati, perchè che possa servire da guida per coloro che ne possono beneficiare. RICAPITOLAZIONE – un procedimento che essenzialmente consiste di ri-vivere gli eventi del passato del guerriero in modo da sciogliere tramite l’intento l’energia dispersa nello spirito. La ricapitolazione consiste nello sciogliere questi blocchi energetici, rimuovendo “l’importanza” lasciata negli episodi del passato, in modo che il guerriero liberatosi da questi blocchi sia capace di proseguire nel suo cammino. Si dice che la ricapitolazione libera l’energia bloccata nel passato. Fra tutte le tecniche stregonesche da noi apprese per spostare il punto di assemblaggio la consideriamo quella più importante. La ricapitolazione è veramente la cosa migliore per l’uomo moderno, e il motivo per cui vi poniamo cosi' tanta enfasi — al pari di don Juan — è che chiunque può farla. Non c’è bisogno di essere un “apprendista stregone” o cose del genere. Chiunque abbia un minimo d’interesse può iniziarla, non è affatto necessario essere devoti o altro, basta avere un pò di curiosità. è una tecnica che serve a cancellare l’idea dell’io in termini di ricordi e relazioni avute con le persone nel corso della propria vita. E non si tratta solo di un’idea, cioè, è si un’idea, ma un’idea energetica, perché quando interagiamo con le persone, vi è certamente scambio d’energia. Gran parte di essa si perde nelle cose. Vuoi per le preoccupazioni, o per le profonde emozioni, essa si perde nel mondo e nei rapporti interpersonali, e la strategia — la strategia degli stregoni — consiste nel ricuperarla, nel riportarla indietro, cosi’ da poterne disporre nel presente. RICORDARSI DEL PROPRIO ALTRO – non si riferisce solo al ricordare episodi avvenuti in condizione di consapevolezza intensa, ma interessa anche il processo di incominciare a “ricordare” le esperienze del doppio. Tramite il ricordo di questa coesione del sè il guerriero può trascendere al di là dell’aquila e diventare un’unità di coscienza. SCELTA DEFINITIVA - Il culmine della Via Tolteca, una volta completata con successo, conduce il guerriero al bivio chiamato La Scelta Definitiva. La scelta definitiva permette al guerriero di scegliere tra le due vie disponibili ai Toltechi che hanno completamente spiegato il loro potere. La prima è conosciuta come La Via della Libertà, mentre l’altra come La Via della Somma Avventura. Quest’ultima è la suprema tentazione per i guerrieri, a causa della sua brillante ed estremamente allettante via che offre ai suoi fedeli un potere abbagliante, che può essere solamente descritto come intossicante, ma che non conduce i guerrieri verso la libertà. I seguaci della Via della Somma Avventura sviluppano la Seconda Attenzione fino al suo massimo potenziale, che rende i suoi praticanti abili di procurarsi l’aiuto delle entità inorganiche, per riuscire a trasformare il corpo umano, e anche per rallentare il processo di invecchiamento fino al punto da raggiungere una relativa immortalità. D’altro canto, i guerrieri che scelgono di tralasciare questi formidabili poteri continuano la loro ricerca, piuttosto che ossessionarsi per il fascino della Seconda Attenzione. Col passare del tempo, questi guerrieri si ritroveranno ad entrare in quel livello di consapevolezza chiamato la Terza Attenzione. Questi sono i guerrieri che percorrono la Via della Libertà, conosciuti anche come i Guerrieri della Terza Attenzione. I guerrieri della Terza Attenzione rimangono sempre all’interno dell’unità a cui appartengono e continuano il lavoro di ricerca che non può essere reso facilmente comprensibile usando le parole, perché riguarda la proiezione di schemi di pensiero e la manipolazione della consapevolezza e della percezione al di là della normale comprensione umana. SCHEMA DI RIFERIMENTO – Vedi Visione del Mondo. SCIAMANO – una parola che letteralmente significa “un pazzo che si è curato da sè”. Lo sciamano non appartiene a una cultura o a un sistema di Conoscenza specifica. Qualsiasi essere umano ha un’essenza da


sciamano una spinta verso la guarigione della mente, del corpo e dello spirito in qualsiasi combinazione. Orlando una volta disse “Ognuno di voi è un quantum shaman." La guarigione e integrazione spirituale intrapresa da uno sciamano (qualsiasi sciamano anche tu) è ciò che determina la differenza tra un pazzo racchiuso nella realtà consensuale e un pazzo che si cura da sè (sciamano) che inizia a camminare al di fuori del contenitore della consapevolezza ordinaria. SCONOSCIUTO - un’area veramente misteriosa, ma che può e diventa conosciuta in modo graduale e sequenziale quando il veggente guadagna abilità nel vederla. SÈ INTERO – L’integrazione completa tra il sè mortale e il doppio eterno generante un singolo punto di assemblaggio di coesione al di la dell’aquila. Dal punto di vista del Sè Intero, tutte le memorie di tutti i frammenti del Sè si allineano. (vedi anche unità di coscienza) SERPENTE - Le forme dello Zero (vedi Zero) sono strutture percettibili che oscillano in un movimento perpetuo. Assomigliano al movimento di un serpente. Per questo , la permutazione ondulatoria immutabile dello Zero si chiamano serpente. Le sue funzioni sono poteri attivatori e sono coscienti di esistere. Percepiscono e sognano . Si chiamano "l'aquila" perchè assomigliano ad un uccello falconiforme con le ali aperte, il becco aperto e gli artigli ricurvi, che dalle alture vede tutto con sguardo penetrante. L'aquila è l'attivatore della catalizzazione immutabile dello Zero. La sua azione genera potenziali invarianti e inversori, direttamente proporzionali a se stessi ,conosciuti come coscienze. L'attivazione da parte dell'aquila si chiama vita o sogno. Le coscienze sono il sogno dell'aquila e le realtà quotidiane sono il sogno delle coscienze. Il serpente, oscillando, genera una compressione-coesione della percettibilità dello Zero e a sua volta una dissoluzione-disintegrazione del percettore che percepisce lo Zero. La permutazione-oscillazione del serpente si chiama riassorbimento (rialimentazione) inerziale inerente o morte. Le coscienze sono il nutrimento del serpente anabolicamente e dell'aquila catabolicamente. SETTIMO SENSO – un contenitore percettivo che comprende una combinazione dei 5 sensi ordinari più il “sesto senso” della consapevolezza fisica, o più precisamente della consapevolezza del sé. Orlando coniò il termine “Settimo Senso” per descrivere il “mondo” in cui aspiriamo ad abitare in questa evoluzione della coscienza, che per sua natura ogni frammento è perfettamente reale e abitabile come il mondo della consapevolezza ordinaria, ma al quale si accede con un set di percezioni più evolute che si possono descrivere come coscienza stessa. Alcuni usano il termine “terza attenzione”, che talvolta è intercambiabile. Il settimo senso è nel nostro mondo, ma in un mondo espanso. SFIDANTE DELLA MORTE – L’INQUILINO – uno sfidante della morte è uno stregone in grado di spostare il punto di assemblaggio in un posto preciso all’interno del bozzolo, per accentuare i campi energetici condivisi con gli alleati (esseri inorganici) e interagire con loro. Tuttavia, nessuno di loro fu capace di riportarlo nella posizione solita per interagire con la gente. D’altra parte l’Inquilino era capace di spostare il proprio punto di assemblaggio per allineare il mondo quotidiano e interagire come se non fosse successo niente. L’inquilino è un essere di cui si parla nei libri di Carlos Castaneda, apparentemente un immortale in una manifestazione corporea. Un essere ciclico con Carol Tiggs la donna Nagual di Castaneda. SISTEMA DI CREDENZE – Qualsiasi scuola di pensiero che richiede di credere o di aver fede contrapponendola all’esperienza personale. Un esempio la Cristianità; un altro l’Ateismo. Entrambi richiedono il credere in forze o cause esterne, e perciò sono solo le due facce della stessa medaglia. La Cristianità richiede aver fede sull’esistenza di Dio. L’Ateismo richiede il credere che non esiste nessun Dio. In ultima analisi nè il Cristianesimo nè L’Ateismo possono provare il loro credo, perciò da entrambi i punti di vista si richiede di aver fede, quindi entrambi i sistemi falliscono come cammino verso la Conoscenza. SKINWALKER – un essere che ha l’abiltità di entrare temporaneamente nel corpo di un altro. In alcune branchie dello sciamanesimo, lo sciamano può invitare un’entità evoluta (spesso il proprio doppio) ad entrare nel suo corpo con lo scopo di condividerne la coscienza ed espandere la consapevolezza. Sebbene alcuni gruppi religiosi abbiano espresso paura di questa forma di possessione lo skinwalking normalmente è un mutuo accordo tra lo sciamano e l’entità o spirito al quale presta il suo corpo. Esistono degli skinwalker senza scrupoli? Certo. Ma sono dei preti senza scrupoli.


SOGNARE – nel mondo degli stregoni il “sognare” è un’arte che non può essere adeguatamente spiegata in poche parole. Essenzialmente, è un’attiva applicazione dell’Intento che permette allo stregone di sognare lucidamente e agire nel sogno allo stesso modo in cui agisce nel mondo della consapevolezza ordinaria. Il Doppio viene creato tramite il sognare impeccabile e tramite il sognare lo stregone inizia a esplorare i movimenti del punto di assemblaggio che lo rendono capace di assemblare interi nuovi mondi. Per mezzo del sognare diventa possibile la connessione dei mondi di consapevolezza intensa con il mondo della consapevolezza ordinaria. Quando il punto di assemblaggio allinea campi di energia che non fanno parte della Prima Attenzione, il pensiero lineare cessa, e la conoscenza fluisce secondo uno schema irrazionale in cui la sequenza, e perciò anche il tempo non hanno alcuna base. Quando la conoscenza fluisce in un modo irrazionale in cui apparentemente non vi è alcun riferimento temporale, quell’esperienza è l’esperienza diretta o illuminazione. Tale illuminazione viene tecnicamente chiamata il Vedere, o se si manifesta nebulosamente a causa di insufficiente potere personale, è di natura simile al sogno. Poichè gli apprendisti all’inizio non hanno potere personale sufficiente, quando il loro punto di assemblaggio si muove l’esperienza che ne risulta viene chiamata, tecnicamente parlando, il sognare. Il sognare viene definito come la capacità di muovere o spostare consapevolmente il punto di assemblaggio per assemblare una realtà alternativa. Sono sogni in cui non si perde la coscienza e ci si rende conto di star sognando. Agire coscientemente e a proposito nel sognare è una vera e propria arte che consente di aver accesso a quantità incredibili di potere ed energia. è il non-fare dei sogni comunemente intesi. SOGNARE CONSAPEVOLE (sognare da svegli) – Un livello di consapevolezza in cui il guerriero entra in uno stato sognante mentre tecnicamente rimane nella consapevolezza della prima attenzione. Per coloro che l’hanno sperimentato non è necessaria alcuna spiegazione. Per coloro che non l’hanno sperimentato nessuna spiegazione è possibile. SOGNATORE – il sognatore deve raggiungere un equilibrio molto difficile perchè non può interferire nei sogni e nemmeno programmarli a volontà, eppure lo spostamento del punto di assemblaggio deve ubbidire al suo ordine, una contraddizione che non può essere razionalizzata ma deve essere risolta nella pratica. L’unica cosa che un sognatore può dirigere in un sogno è la stabilità del proprio punto di assemblaggio. Dovunque vada il punto di assemblaggio nel sogno, si chiama posizione del sogno. Il sognatore ha un approccio verso le cose serio, mettendo l’accento sul portare il buono, il bello e il misterioso. Il Sognatore accede alle informazioni tramite visioni o sogni di informazione. SOGNATORE – SOGNATO - è importante definire il termini umano e uomo. I Toltechi definiscono l’essere umano come una persona sociale sul piano fisico, che è il tonal. Il prefisso “hu” ha la sua origine etimologica nella lingua egiziana, nella quale significa “tigre”. Per questo il termine “human” significa letteralmente “uomo-tigre”, o più semplicemente “uomo-animale”. Deve essere compreso che non personifica l’essere umano, ma piuttosto la consapevolezza del nagal. Questa consapevolezza, che nella maggior parte delle scuole esoteriche è stato chiamato il re-incarnato ego, è chiamato dagli insegnamenti toltechi il sognatore. Il termine uomo quindi, è definito come l’insieme del nagal, del sognatore e del tonal. Il concetto viene esposto per sottolineare che il tonal è spesso chiamato il sognato. In altre parole, durante l’incarnazione fisica, il sognatore sogna non solo il tonal, ma anche il destino di questo tonal. Questo è un concetto importante da comprendere, perché è la volontà del sognatore dell’uomo manifestare l’intento attraverso il suo strumento, il tonal, sul piano fisico. Quindi possiamo vedere che non è così difficile coltivare l’intento, perché farlo è insito nel destino di ogni uomo. Tutto ciò che è richiesto è lo sforzo necessario, e qui sta il valore del lavoro pratico. Non sei nient’altro che il sogno del tuo sognatore. Non sei il tuo corpo, o la tua mente, neanche il tuo bozzolo luminoso. Queste sono solo le unità elementari, che sono state sognate dall’aquila, e che sono stati fusi dal sognatore per mezzo della messa a fuoco del suo intento. Questa coalizione viene mantenuta intatta per tutta la vita tramite l'intensità (vedi definizione) con cui il sognatore fissa la propria attenzione sull’oggetto del suo sogno - tu. Tutte le caratteristiche del tuo tonal, comprese le competenze accademiche e il talento, sono una questione di concentrazione e intensità. Nel momento in cui la messa a fuoco viene spostata, o viene modificata l'intensità, il tuo tonal cambia.


SOSPENDERE IL GIUDIZIO – Il silenzio mentale non è solo assenza di pensieri. Piuttosto si tratta di sospendere i giudizi, di essere testimoni senza interpretare. Entrare nel silenzio può essere definito, secondo il modo contraddittorio degli stregoni, come “imparare a pensare senza parole”. SOVRAPPOSIZIONE (OVERLAY) - (vedi anche realtà consensuale). Essenzialmente la Sovrapposizione è la “recita” in cui tutti noi abbiamo una parte. è la vita che conduciamo e le cose che facciamo che accettiamo erroneamente come “reali”, ma che sono solo un’estensione della programmazione di base umana. Se potessimo vedere il mondo con l’innocenza di un neonato o di un alieno che non sappia nulla sul paradigma umano, vedremmo il mondo com’è in realtà, senza le cose che automaticamente sappiamo, pensiamo e facciamo a causa della nostra programmazioni intrinseca. SPIRITO – se terra, aria, fuoco e acqua sono i 4 elementi naturali, lo Spirito è il 5° elemento della creazione. è la forza vitale o anima dell’universo – impersonale, non è un dio o un’entità, è il soffio vitale del potere, l’elemento coesivo del tutto. SPOSTAMENTO DEL PUNTO DI ASSEMBLAGGIO – uno spostamento del punto di assemblaggio avviene quando il punto viene posizionato per accedere a un gruppo totalmente diverso di campi energetici. Questo spostamento può avvenire sia su un’altra posizione della superficie del bozzolo, sia al suo interno. (vedi anche movimento del punto di assemblaggio). STORIE DI STREGONERIA o RACCONTI DI POTERE – storie di stregoneria, normalmente incredibili e spesso inaccettabili a causa della loro natura. Dall’uomo normale, questi racconti, vengono immediatamente catalogati come fantasie, bugie o illusioni. Solo per gli stregoni e i loro compagni sono il racconto di atti di potere, che descrivono un avvenimento reale. STREGONE – un uomo/donna di Conoscenza; brujo o bruja. Tutti gli uomini di conoscenza possono essere degli stregoni, ma non tutti gli stregoni sono uomini di conoscenza. STREGONERIA – un sistema di Conoscenza indirizzato verso la manipolazione diretta dell’energia a livello quantico. La stregoneria non riguarda frivoli trucchi da palcoscenico, invece è indirizzata verso l’allineare lo stregone con il suo sè superiore (o doppio) come essere eterno. Il “trucco” definitivo dello stregone e trascendere la morte (oltrepassare l’aquila) non solo trattenendo la consapevolezza della vita mortale, ma congiungendosi con il suo sè superiore in modo da “raggiungere la totalità di sè”. In altre parole un’identità completa e senza blocchi che scorre all’infinito nel passato e nel futuro, con la comprensione che l’eternità è entrambi e nessuno dei due. TECNICHE (le tre tecniche del guerriero) La prima viene chiamata l’Arte dell’Agguato, la seconda l’Arte del Sognare e la terza è la Padronanza dell’Intento. Da queste tre tecniche derivarono tre distinte aree di attività, nelle quali ogni apprendista deve essere perfettamente esperto per avere successo nel diventare un vero Tolteco, queste attività sono: l’Arte dell’Agguato, la Padronanza della Consapevolezza e la Padronanza dell’Intento. In questo schema l’Arte del Sognare viene incorporata nella Padronanza della Consapevolezza e viene usata solo come mezzo tramite il quale il punto di assemblaggio può essere mosso per raggiungere stati alterati di percezione. TONAL - Il mondo della materia e dell’uomo. Qualsiasi cosa di cui si possa parlare o conoscere è contenuta nel Tonal. Il Nagual è l’inconoscibile, per contrasto. Il Tonal è il corpo fisico, la struttura emozionale e la mente. I nostri pensieri, le nostre sensazioni o le nostre azioni sul piano fisico fanno tutte parte del Tonal. Se sono povero, è il mio Tonal ad esserlo, poichè il Nagual, lo spirito, non può esserlo. Allo stesso modo se sono ammalato, è il mio Tonal ad esserlo. Se sono arrabbiato è di nuovo il mio Tonal ad esserlo. Se manco di potere personale è il mio Tonal che ha questa mancanza. In breve, il Tonal è il bozzolo luminoso e tutti i campi energetici contenuti in esso. TULPA – l’apparente manifestazione fisica di una forma pensiero, normalmente effimera e senza alcun atto di volontà individuale.


UNITÀ DI COSCIENZA – un Tutto autocostruito, l’evoluzione della coscienza che risulta in un campo di consapevolezza coesivo, che esiste ubiquamente e non-locale infinito ed eterno. L’Io-Sono coesivo e completamente integrato che consiste di tutte le componenti del sè mortale e del doppio eterno, raccolti sotto un singolo punto di assemblaggio. UOMO DI CONOSCENZA - Un uomo di conoscenza è un uomo che ha affrontato tutte le difficoltà che comporta la conoscenza. Un uomo che è andato, senza fretta né esitazioni, il più lontano possibile lungo la strada che porta alla scoperta dei segreti del potere e della conoscenza. VEDERE o VEDENDO – è possibile spostare il punto di assemblaggio su qualsiasi altra posizione sulla superficie del bozzolo e perfino al suo interno. Dal momento che il punto di assemblaggio illumina qualsiasi campo energetico con cui viene in contatto, i diversi campi illuminati da tale spostamento costituiscono perciò una percezione nuova di pacca. è un nuovo livello percettivo conosciuto come il vedere. Quando il punto di assemblaggio si sposta sufficientemente lontano, un nuovo completo modo viene percepito, che è reale come quello che abitualmente percepiamo. è l’atto di vedere il mondo (o qualsiasi cosa al suo interno) nella sua vera natura, senza le illusioni o le aspettative da noi riposte a causa della nostra umanità o condizionamento sociale. Vedere è molto piu’ che guardare. è lo strumento piu’ grande a disposizione del veggente che lo rende capace di capire l’illusoria natura dell’accordo sulla realtà in cui esistiamo, molto spesso senza saperlo. Gli occhi di un uomo possono svolgere due funzioni: la prima è vedere l’energia così come fluisce nell’universo e la seconda è “guardare le cose di questo mondo”. Questa seconda possibilità è quella che abitualmente usiamo e che ci permette di vedere il mondo di oggetti e forme al quale siamo abituati. Esiste però anche l’altra grande qualità degli occhi, quella di vedere la realtà per com’è: l’energia così come fluisce nell’universo. Vedere un essere umano significa vederlo come un uovo luminoso con un punto luccicante, il punto di unione, e tante fibre la cui vitalità e dimensione dipendono dalla condizione energetica della persona. VEGGENTE – “Avevi saputo anche, per solo un momento, che avevi abbandonato il karate perchè ti sentivi offesa per il fatto di non ottenere piu’ elogi riconoscimenti. Ma ricopristi istantaneamente quella spiegazione con un’altra piu’ lusinghiera per te stessa: quella di essere stanca dell’ipocrisia altrui.” Clara disse che questo momento di conoscenza diretta era chiamato ‘il veggentè da coloro che per primi formularono la ricapitolazione, perché ci permette di vedere direttamente dentro le cose con occhi non offuscati. Eppure, nonostante la chiarezza e l’accuratezza dei suoi giudizi, non prestiamo mai attenzione al veggente, nè gli diamo la possibilità di farsi sentire. Con questa continua repressione, ne soffochiamo la crescita e gli impediamo suo pieno potenziale. “Alla fine il veggente dentro di noi è pieno di amarezza e di odio,” prosegui’ Clara. “Gli antichi uomini di conoscenza che inventarono la ricapitolazione credevano che, dato che non smettiamo mai di maltrattare il veggente, questi alla fine ci distrugge. Ma ci hanno anche assicurato che per mezzo della ricapitolazione possiamo permettere al veggente di crescere e dischiudersi come dovrebbe”. "Lo scopo della ricapitolazione è dare al veggente la liberta' di vedere. Dandogli raggio di azione, possiamo deliberatamente trasformare il veggente in una forza che è al tempo stesso misteriosa ed efficace, una forza che alla fine ci guidera' alla liberta', invece di ucciderci". È compito del Veggente che si cela in ognuno di noi infrangere i modelli ripetitivi; e una volta fatto, ritornati alla vita di tutti i giorni, saremo più calmi. VERITÀ DELLA CONSAPEVOLEZZA 1. L’universo consiste di un infinito numero di campi energetici che sembrano dei filamenti luminosi. 2. Questi campi di energia simili a filamenti si irradiano da una sorgente di dimensioni inimmaginabili che metaforicamente viene chiamata l’Aquila. Questo è il motivo per cui questi campi energetici vengono chiamati le Emanazioni dell’Aquila. 3. Gli esseri umani Sono composti allo stesso modo dallo stesso infinito numero di filamenti energetici, che prendono forma di un grosso uovo luminoso. L’altezza di questo uovo è pari alla lunghezza del corpo umano piu’ il braccio alzato sopra la testa sull’asse verticale. La larghezza è stabilita dall’apertura delle braccia sull’asse orizzontale. Questo uovo è conosciuto come il bozzolo, la bolla (cocoon) dell’uomo. 4. Solamente una piccola parte dei campi energetici contenuti nel bozzolo vengono illuminati nello stesso momento da un punto di luce brillante situato sulla superficie del bozzolo


5. La percezione avviene quando i campi energetici illuminati dal punto luminoso estendono la loro luce per illuminare i corrispondenti campi energetici al di fuori del bozzolo. Questo punto luminoso viene chiamato il punto in cui viene assemblata la percezione, normalmente abbreviato come punto di assemblaggio (punto di unione). 6. è possibile spostare il punto di assemblaggio su qualsiasi altra posizione sulla superficie del bozzolo e perfino al suo interno. Dal momento che il punto di assemblaggio illumina qualsiasi campo energetico con cui viene in contatto, i diversi campi illuminati da tale spostamento costituiscono perciò una percezione nuova di pacca. è un nuovo livello percettivo conosciuto come il vedere. 7. Quando il punto di assemblaggio si sposta sufficientemente lontano, un nuovo completo modo viene percepito, che è reale come quello che abitualmente percepiamo. 8. Esiste nell’intero universo una forza misteriosa conosciuta come intento. è per mezzo di questa forza che avviene la percezione, è l’intento che dapprima allinea i campi energetici e poi causa la consapevolezza di tale allineamento. 9. Lo scopo del guerriero è quello di sperimentare tutta la percezione possibile all’uomo. Ciò costituisce quella che viene chiamata Consapevolezza Totale, che conduce a una via alternativa alla morte. (Si possono trovare sia su il ritorno dei guerrieri di Theun Mares che su il potere del silenzio di Carlos Castaneda) VISIONE DEL MONDO - Usando un termine Tolteco lo schema di riferimento viene chiamato la visione del mondo, e dipende dalla posizione del punto di assemblaggio dell’uomo, il quale in certe circostanze può essere spostato, ottenendo cosi’ una diversa visione del mondo. Normalmente il punto di assemblaggio è rigidamente fissato, e cosi’ ogni uomo o donna ha un solo schema di riferimento che si accorda con ciò che lui/lei naturalmente definisce tutta la conoscenza e esperienza ottenuta. L’errore dell’uomo è che cerca sempre delle spiegazioni che confermino il suo modo di pensare: la sua Visione del Mondo. VOLONTÀ  è un flusso di energia continuo che può essere guidato dall’intento del veggente. I Nuovi Veggenti scoprirono anche che la volontà è la forza che ci detta il modo di comportarsi quando noi percepiamo. è perciò la forza che determina la nostra percezione del mondo. Di conseguenza è la volontà che fissa il punto di assemblaggio nel punto esatto dove si trova.  La volontà è una forza emanata, dalla regione ombelicale attraverso un’apertura invisibile sotto l’ombelico: un’apertura che lui aveva chiamato breccia. La volontà, pretendeva, era coltivata solo dagli stregoni. Giungeva a loro velata nel mistero e mirava a conferire loro capacità di compiere azioni straordinarie. La volontà, come forza emanata da sotto l’ombelico, è anche responsabile del movimento della persona. (nella tradizione Andina = Qosqo)  La volontà è la forza che rende manifesti nella realtà i voleri o i bisogni. La Volontà è una cosa diversa dall’Intento. Una semplice analogia: l’Intento è il piano vero e genuino di visitare il Grand Canyon. La Volontà è la forza che ti fa salire in macchina e guidare. La Volontà può anche essere descritta come la forza che fa si che l’Intento si manifesti. È l’ingrediente segreto della stregoneria, elusivo come il vento e praticamente impossibile da definire.  La volontà non è l'insieme delle cose che si desiderano. La volontà è una forza presente in tutti i viventi, ma viene usata spesso solo in casi estremi. La volontà viene conosciuta da tutti come quella forza quasi incomprensibile che fa andare avanti nel proprio intento nonostante che tutto e tutti, compresa la propria mente, ci dicano che quella che si sta facendo è un'impresa disperata. È una forza in grado di spostare e rafforzare l'allineamento del punto di unione, e viene usata in casi estremi proprio per tentare di allineare filamenti che ci facciano percepire mondi in cui le imprese guidate dal nostro intento siano possibili. Gli sciamani decidono di allenarsi ad esercitare e guidare questa forza fino al punto di percepire solo ciò che desiderano percepire, agire solo nel modo che desiderano. Questa manovra di modellazione della realtà con la propria volontà si chiama follia controllata. ZERO - Al potere invisibile , intangibile e inconoscibile , origine di tutti i poteri che governano l'ignoto e l'intellegibile, si da il nome di Zero .Si chiama così per le qualità di permutazione e catalizzazione immutabile che lo caratterizzano. Sognando lo zero, si vide che esso era fatto di forme e di funzioni. Le sue forme sono strutture percettibili che oscillano in un movimento perpetuo. Assomigliano al movimento di un serpente. Per questo, la permutazione ondulatoria immutabile dello Zero si chiama serpente. Le sue funzioni


sono poteri attivatori e sono coscienti di esistere. Percepiscono e sognano. Si chiamano "l'aquila" perchÊ assomigliano ad un uccello falconiforme con le ali aperte, il becco aperto e gli artigli ricurvi, che dalle alture vede tutto con sguardo penetrante. L'aquila è l'attivatore della catalizzazione immutabile dello Zero. La sua azione genera potenziali invarianti e inversori ,direttamente proporzionali a se stessi ,conosciuti come coscienze . L'attivazione da parte dell'aquila si chiama vita o sogno. Le coscienze sono il sogno dell'aquila e le realtà quotidiane sono il sogno delle coscienze. Il serpente, oscillando, genera una compressione-coesione della percettibilità dello Zero e a sua volta una dissoluzione-disintegrazione del percettore che percepisce lo Zero. La permutazione-oscillazione del serpente si chiama riassorbimento (ri-alimentazione) inerziale inerente o morte . Le coscienze sono il nutrimento del serpente anabolicamente e dell'aquila catabolicamente.


Bibliografia 

Libri di Carlos Castaneda: o Gli Insegnamenti di don Juan (1968) Pubblicato all'inizio come A scuola dallo stregone o Una realtà separata (1971) o Viaggio a Ixtlan (1972) o L'isola del Tonal (1974) o Il secondo anello del potere (1977) o Il dono dell'aquila (1981) o Il fuoco dal profondo (1984) o Il potere del silenzio (1987) o L'arte di sognare (1993) o Tensegrità - Passi Magici (1998) o La ruota del tempo (1998) o Il lato attivo dell'infinito (1999)

Libri dei compagni di Castaneda: o Il passaggio degli stregoni - Taisha Abelar (1992) o Essere nel sogno - Florinda Donner (1992)

Libri di Armando Torres: o Carlos Castaneda: Incontri con il Nagual (2004) o Gli insegnamenti di Carlos Castaneda e altri stregoni (2014)

Libri di Norbert Classen: o Carlos Castaneda e i guerrieri di Don Juan o La saggezza dei Toltechi

Libri di Theun Mares: o Il ritorno dei guerrieri (1995) o Il grido dell'Aquila (1997) o Le nebbie della tradizione del drago (1998) o Questa maledettamente elusiva felicità (1999) o Le ombre del lupo di fuoco (2002) o Il libro degli aforismi (2006) o Numerologia rivelata (2009) o Salute e olismo nel 21mo secolo (2016)

Altri Autori: o I quattro accordi di Miguel Ruiz (1997) o La soglia dell'energia di Marco Baston (2013) o Disperdere il suggeritore di Marco Baston (2016) o La Sequenza per la predominanza del corpo energetico di Marco Baston (2017) o Il sentiero Tolteco di Ken Eagle (1997) o Gli insegnamenti di Don Carlos di Víctor Sánchez(1995) o I Toltechi del nuovo millennio di Víctor Sánchez (1996) o Il sentiero Tolteco della ricapitolazione di Víctor Sánchez (2001) o IL Nagual di cinque punte di Domingo Delgado Solòrzano (2004) o Nerea di Enrique Rojas Pàramo (2001) o L'arte di tendere l'agguato alla percezione parallela di Lujan Matus (2005) o Risvegliare il terzo occhio di Lujan Matus (2010) o La via del Nagual Tolteco di Almine (2009) o Quantum Shaman di Della Van Hise (2010)


o o

Nagualismo di F. Giano Ripel (2008) Kinam, antiguas prĂ ticas toltecas di Frank DĂ­az (ALBA Edit.Mex-2004)


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