I Parassiti

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IL PARASSITA Dal libro – Il Lato Attivo dell'Infinito Carlos Castaneda «Oggi discuteremo un aspetto importantissimo dell'arte magica» annunciò bruscamente don Juan. «Incominceremo parlando del corpo energetico.» Mi aveva descritto il corpo energetico un'infinità di volte; si trattava di un conglomerato di campi di energia, lo specchio del conglomerato dei campi di energia che costituisce il corpo fisico quando è visto come energia che fluisce nell'universo. Aveva detto che era più piccolo, più compatto e in apparenza più pesante della sfera luminosa del corpo fisico Mi aveva inoltre spiegato che il corpo e il corpo energetico erano due conglomerati di campi energetici tenuti insieme da qualche sconosciuta forza aggregante. Più volte aveva sottolineato come tale forza fosse, secondo gli sciamani dell'antico Messico, la più misteriosa dell'universo. Don Juan riteneva che sì trattasse della pura essenza del cosmo, la somma totale di tutto ciò che esso contiene. Il corpo fisico e il corpo energetico erano, nell'ambito degli esseri umani, le sole configurazioni di energia che facessero l'una da controparte all'altra. Don Juan non accettava alcun dualismo al di fuori di questo. Quanto al dualismo tra corpo e mente, tra carne e spirito, lo giudicava una semplice congettura della niente, emanata da essa e senza nessun fondamento energetico. Attraverso la disciplina, aveva asserito don Juan, tutti hanno la possibilità di avvicinare il corpo energetico a quello fisico. Normalmente, fra i due si frappone una distanza enorme. Tuttavia, una volta che il corpo energetico rientra in un certo raggio d'azione, che varia da individuo a individuo, tramite la disciplina chiunque può forgiarlo nell'esatta replica del suo corpo fisico; vale a dire, un essere solido, tridimensionale. Da qui, deriva l'idea dell'altro o doppio, sviluppata dagli sciamani. Per lo stesso motivo, e attraverso le stesse pratiche, chiunque può trasformare il proprio corpo fisico, solido e bidimensionale, in una replica perfetta del corpo energetico - vale a dire, una carica eterica di energia, invisibile all'occhio umano come ogni forma di energia. Quando mi disse questo, la mia reazione era stata di chiedergli se stesse illustrando dei concetti mitologici. Mi aveva risposto che non c'era nulla di leggendario nella pratica magica. Gli sciamani erano esseri pratici e le questioni che affrontavano erano sempre concrete. Secondo don Juan, la difficoltà a comprendere quello che gli sciamani facevano nasceva dal fatto che essi partivano da un sistema cognitivo diverso. Quel giorno, seduti nel retro della sua casa nel Messico centrale, don Juan disse che il corpo energetico aveva un'importanza cruciale in qualsiasi evento della mia vita. Lui vedeva come una realtà energetica il fatto che il mio corpo energetico, invece che allontanarsi da me, come abitualmente avviene, si stesse avvicinando a grande velocità. «In che senso, si sta avvicinando?» volli sapere io. «Nel senso che stai per prenderti una bella batosta» replicò lui con una


risatina. «Un altissimo grado di controllo sta per entrare nella tua vita e non sarai tu a esercitarlo, bensì il tuo corpo energetico.» «Vale a dire che interverrà a controllarmi una forza esterna?» «In questo momento ci sono infinite forte esterne che ti controllano» mi rispose. «Il controllo a cui mi riferisco è qualcosa che esula dal dominio del linguaggio. È tuo e, al tempo stesso, non lo è. Non può essere classificato, ma è certo che può essere sperimentato. Soprattutto, può essere manipolato. Ricorda può essere manipolato a tuo vantaggio, che, naturalmente, non è esattamente il tuo, ma quello del tuo corpo energetico. In ogni caso è altrettanto vero che tu sei il corpo energetico … Per descrivere questo processo possiamo in tutta tranquillità ricorrere all'immagine del gatto che si morde la coda. Ma il linguaggio è inadeguato; tutte queste esperienze sono al di là della sintassi.» Il buio era sceso in fretta e il verde brillante delle chiome degli alberi ora appariva denso e scuro. Don Juan disse che se avessi prestato attenzione all'oscurità del fogliame senza guardarla direttamente, ma piuttosto sbirciandola con la coda dell'occhio, avrei visto un'ombra attraverso il mio campo visivo. «Questa è l'ora giusta del giorno per fare ciò che sto per chiederti» continuò. «Ti ci vorrà solo un momento per impegnare l'attenzione necessaria. Non smettere finché non avrai visto l'ombra scura.» E così fu: vidi una strana ombra scura proiettata sulle chiome degli alberi. Forse era un'ombra sola che si muoveva avanti e indietro, oppure erano più ombre che si spostavano da sinistra a destra e da destra a sinistra, o ancora verso l'alto. Assomigliavano a giganteschi pesci neri. Era come se un enorme pesce spada stesse volando nell'aria. Quello spettacolo finì per spaventarmi. Diventò troppo buio per vedere le foglie, ma riuscivo ancora a distinguere le fluttuanti ombre scure. «Cosa succede, don Juan?» chiesi in ultimo. «Vedevo ombre scure dappertutto.» «Ah, non è altro che l'universo. Incommensurabile, non lineare, esterno al dominio della sintassi. Gli sciamani dell'antico Messico furono i primi a scorgere quelle ombre e decisero di occuparsene. Le videro come le vedi tu adesso e le videro come energia che fluisce nell'universo. E scoprirono qualcosa di trascendentale.» Tacque e mi guardò. Le sue pause avevano un tempismo perfetto. Si interrompeva sempre lasciandomi appeso a un filo. «Che cosa scoprirono, don Juan» lo sollecitai. «Scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita» rispose. «Un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita. Gli uomini sono suoi prigionieri. Il predatore è nostro signore e maestro e ci ha resi docili, impotenti. Se vogliamo protestare, soffoca le nostre proteste. Se tentiamo di agire in modo indipendente, non ce lo permette.» L'oscurità ci circondava. Se fosse successo alla luce del giorno, avrei riso fino alle lacrime delle sue parole. Ma al buio, non ne ebbi il coraggio. «È buio pesto qui», osservò don Juan, «ma se guardi con la coda dell'occhio, vedrai le ombre che ci saltellano intorno.» Aveva ragione. Riuscivo ancora a vederle. Il loro continuo movimento mi


faceva girare la testa, ma quando don Juan accese la luce, ogni cosa mutò. «Sei arrivato, e con le tue sole forze, a ciò che per gli sciamani dell'antico Messico era la questione suprema» riprese lui. «Per tutto questo tempo non ho fatto che menare il can per l'aia, insinuando in te l'idea di un qualcosa che ci tiene prigionieri. Ed è davvero così! Questo, per gli sciamani dell'antico Messico, era un fatto energetico.» «Perché questo predatore ci avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan! Dev'esserci una spiegazione logica.» «Una spiegazione c'è ed è la più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie, i "gallineros", i predatori ci allevano in stie umane, gli "humaneros", garantendosi così un'infinita riserva di nutrimento.» Mi accorsi che stavo scuotendo violentemente la testa da un lato all'altro. Tutto il mio corpo esprimeva il mio disagio e il mio sgomento ed ero incapace di arrestare il tremito che mi squassava. «No, no, no» mi sentii dire. «È assurdo, don Juan! Ciò che stai dicendo è mostruoso. Non può essere vero, né per gli sciamani né per l'uomo medio; per nessuno.» «Perché?» chiese lui, perfettamente calmo. «Perché? Solo perché l'idea ti fa infuriare?» «Mi fa infuriare, sì» ribattei. -Queste affermazioni sono mostruose.» «Ebbene, non è tutto. Aspetta un altro po' e, ti assicuro, ti sentirai perfino peggio. Ho intenzione di sottoporti a un autentico bombardamento. Sottoporrò la tua mente a una serie di assalti violentissimi e tu non potrai alzarti e andartene perché sei in trappola. Non perché io ti tengo prigioniero, ma perché la tua stessa volontà ti impedirà di andartene, mentre un'altra parte di te raggiungerà il colmo della furia. Preparati, quindi!» C'era un aspetto di me, lo sentivo, che anelava alla punizione. Don Juan aveva ragione; nessuna forza al mondo mi avrebbe allontanato dalla sua casa. Ma, al tempo stesso, trovavo orribili le assurdità che mi propinava. «Voglio fare appello alla tua mente analitica» riprese lui. «Rifletti per un momento e dimmi come spiegheresti la contraddizione esistente tra l'intelligenza dell'uomo che costruisce, organizza e la stupidità del suo sistema di credenze, oppure la stupidità del suo comportamento contraddittorio. Secondo gli sciamani, sono stati i predatori a instillarci questi sistemi di credenza, il concetto di bene e di male, le consuetudini sociali. Sono stati loro a definire le nostre speranze e aspettative, nonché i sogni di successo e i parametri del fallimento. Ci hanno dato avidità, desiderio smodato e codardia. Ci hanno resi abitudinari, centrali nell'ego e inclini all'autocompiacimento.» «Ma come ci riescono, don Juan?» chiesi, sempre più irritato. «Ci sussurrano queste cose all'orecchio mentre dormiamo?» Sorrise. «Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un'operazione stupenda, naturalmente, dal punto di vista dello stratega. Orrenda, nell'ottica di chi la subisce. Ci hanno dato la loro mente! Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro mente, che è diventata la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell'ansia da cibo e la tua altro non è che l'ansia del predatore, sempre


timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare la loro paura.» «Non voglio dire che non sono in grado di accettare quanto mi dici» obiettai a quel punto. «Porse potrei, ma è talmente orribile da ispirarmi un'autentica ripugnanza e mi costringe a un atteggiamento ambivalente. Se è vero che si nutrono di noi. come fanno?» Don Juan sorrideva, palesemente molto soddisfatto di sé. Mi spiegò che gli sciamani vedono i neonati come sfere di energia luminosa, interamente coperte da una patina lucente, una specie di pellicola di plastica che aderisce strettamente al bozzolo di energia. È di questa patina luminosa di consapevolezza che si alimentano i predatori, e quando un essere umano raggiunge l'età adulta, tutto ciò che di essa resta è un bordo sottile che va dalla cima della testa alla punta dei piedi. Proprio l'esilità di tale bordo consente al genere umano di continuare a vivere, benché faticosamente. Come in sogno, lo sentii spiegare che, per quanto sapeva, l'uomo è l'unico essere vivente dotato della patina luminosa di consapevolezza. Di conseguenza, è una facile preda per una consapevolezza di ordine diverso, come quella del predatore. Fece poi l'affermazione più sconvolgente che avesse mai fatto. Disse che quel sottile bordo di consapevolezza è l'epicentro dell'egocentrismo in cui l'uomo è irrimediabilmente intrappolato. Facendo leva proprio sul nostro egocentrismo, l'unico aspetto consapevole rimastoci, i predatori creano fiammate di consapevolezza che poi procedono spietatamente a consumare. Ci danno problemi futili per forzare tali fiammate a emergere e, in questo modo, ci fanno sopravvivere por continuare a nutrirsi della fiammeggiante energia delle nostre pseudo-preoccupazioni. Le sue parole mi turbarono a tal punto che mi venne la nausea. Dopo una breve pausa per riprendermi, gli chiesi: «Ma se gli sciamani dell'antico Messico e quelli attuali vedono i predatori perché non fanno nulla?» «Non c'è nulla che tu o io possiamo fare» mi rispose con voce triste, grave «se non esercitare l'autodisciplina fino a renderci inaccessibili. Ma pensi forse di poter convincere i tuoi simili ad affrontare tali rigori? Si metterebbero a ridere e si farebbero beffe di te, e i più aggressivi ti picchierebbero a morte. Non perché non ti credano. Nel profondo di ogni essere umano c'è una consapevolezza ancestrale, viscerale, dell'esistenza dei predatori.» La mia mente analitica si comportava come uno yo yo. Mi abbandonava, tornava, poi mi lasciava per tornare ancora. Il quadro che don Juan andava delineando era incredibile, grottesco, e al tempo stesso estremamente ragionevole e semplicissimo. Spiegava ogni possibile contraddizione. Ma come facevo a prenderlo sul serio? Don Juan mi stava spingendo sul percorso di una valanga che mi avrebbe travolto. Sperimentai un'altra acuta sensazione di minaccia, una sensazione che non scaturiva da me, anche se mi apparteneva. Don Juan mi stava facendo qualcosa, qualcosa di misteriosamente positivo e terribilmente negativo al tempo stesso. Lo percepivo come un tentativo di tagliare una sottilissima pellicola che mi stava incollata addosso. Per qualche istante guardò nei miei occhi con uno sguardo fisso e imperturbabile. Poi lo distolse e riprese a parlare. «Ogniqualvolta i dubbi ti tormenteranno fino a un punto pericoloso»


disse, «reagisci facendo qualcosa di pratico. Spegni la luce. Penetra l'oscurità; scopri ciò che puoi vedere.» Si alzò per spegnere la luce, ma io lo fermai. «No, no, don Juan» lo supplicai. «Non spegnerla.» Avevo paura del buio, cosa insolita per me. Il solo pensiero dell'oscurità era sufficiente a togliermi il fiato. C'era qualcosa che sapevo a livello viscerale, ma che non osavo sfiorare, né portare in superficie. Non ne avrei mai avuto il coraggio! «Hai visto le ombre stagliarsi contro gli alberi» disse ancora don Juan. «E questa è un'ottima cosa. Adesso vorrei che tu le vedessi all'interno di questa stanza. Di fatto non stai realmente vedendo nulla; stai semplicemente cogliendo immagini fugaci. Ma hai energia sufficiente per riuscirci.» Temevo che avrebbe finito ugualmente per alzarsi e spegnere la luce e così fu. Due secondi dopo, urlavo a perdifiato. Non solo vedevo le ombre fluttuanti, ma le sentivo addirittura ronzarmi vicino alle orecchie. Don Juan rideva da tenersi la pancia quando riaccese la luce. «Che uomo ipersensibile» commentò. «Totalmente scettico da una parte e totalmente pragmatico dall'altra. Devi trovare una soluzione a questo dissidio interiore, se non vuoi gonfiarti come un rospo e scoppiare.» Poi continuò: «Gli antichi sciamani vedevano il predatore. Lo chiamavano quello che vola, perché si muove a balzi nell'aria. Non è un bello spettacolo. E un'ombra nera di un'oscurità impenetrabile, che salta nell'aria. E poi atterra. Gli sciamani dell'antico Messico non amavano pensare al momento in cui fece la sua comparsa sulla Terra. Credevano che ci fosse stato un tempo in cui l'uomo era un essere completo, con una mirabile vista interiore e una consapevolezza che oggi sembrano leggende mitiche. Poi tutto questo finì e l'uomo è ora un essere indebolito». Avrei voluto arrabbiarmi e chiamarlo paranoico, ma sentivo che sarebbe stata una reazione non del tutto sincera. Qualcosa in me aveva già superato la fase in cui mi ponevo la mia domanda preferita: e se tutto ciò che dice fosse vero? Quella notte, mentre don Juan mi parlava, sentivo nel profondo del mio essere che quanto diceva corrispondeva a verità, ma nello stesso tempo e con uguale intensità, le giudicavo vere e proprie assurdità. «Che cosa vuoi dire, don Juan?» domandai con voce flebile. Avevo la gola serrata e faticavo a respirare. «Voglio dire che ciò che abbiamo di fronte non è un predatore qualunque è intelligente e organizzato. Segue metodicamente e un programma destinato a renderci del tutto impotenti. L'uomo, l'essere che era destinato a essere magico, non lo è più. Si è ridotto a un banale pezzo di carne. Non ci sono più sogni degni dell'uomo, ma ci sono solo i sogni di un pezzo di carne: triti, convenzionali, stupidi.» Le sue parole stavano suscitando in me una reazione fisica strana, in qualche modo paragonabile alla nausea. Era una nausea che scaturiva dal profondo del mio essere, dal midollo stesso delle ossa. Quando uno spasimo mi attraversò, don Juan mi scosse forte tenendomi per le spalle. Il mio collo si piegò avanti e indietro tanto energica era la sua stretta, ma questa manovra mi calmò all'istante e sentii di aver riacquistato un po' di controllo. «Questo predatore» seguitò allora lui. «che è naturalmente un essere inorganico, non è invisibile ai nostri occhi come lo sono altri esseri inorganici. Proprio come fanno i bambini, noi lo vediamo ma poiché ci appare troppo


orribile preferiamo non pensarci. Ovviamente, i bambini potrebbero perseverare nel concentrarsi su quanto vedono, ma tutti gli altri cercano di dissuaderli. «L'unica alternativa possibile per l'umanità è la disciplina. La disciplina è il solo deterrente. Ma parlando di disciplina non mi riferisco a uno stile di vita spartano: alzarsi ogni mattina alle cinque e mezzo e bagnarsi nell'acqua fredda fino a diventare blu. Gli sciamani interpretano la disciplina come la capacità di affrontare in modo sereno eventualità che esulano dalle nostre aspettative. Per loro, la disciplina è un'arte: l'arte di affrontare l'infinito senza vacillare, e non perché siano forti e duri, ma perché sono animati da timore reverenziale.» «E in che modo la disciplina degli sciamani costituisce un deterrente?» domandai. «La disciplina rende la patina luminosa di consapevolezza sgradevole al gusto di quello che vola» mi rispose guadandomi attentamente, come per cercare qualche segno di incredulità. «Il risultato è che il predatore rimane sconcertato, confuso. Suppongo perché una patina luminosa di consapevolezza non commestibile non fa parte del suo bagaglio conoscitivo. E così, ingannato e smarrito, non ha altra alternativa che sospendere la sua opera nefasta. Se la nostra patina luminosa di consapevolezza rimane intatta per qualche tempo, ha la possibilità di crescere. Semplificando all'estremo, si può dire che, mediante la disciplina, gli stregoni tengono a bada i predatori quanto basta per permettere alla loro patina luminosa di consapevolezza di superare il livello delle dita dei piedi. Da quel momento, essa riacquista la sua dimensione originaria. Gli sciamani dell'antico Messico dicevano che la patina luminosa dì consapevolezza è come un albero: se non viene potata, cresce fino a riacquistare volume e dimensioni naturali. E quando la consapevolezza raggiunge livelli più elevati, anche operazioni che richiedono una percezione dì enorme portata diventano naturali e scontate. «II supremo stratagemma degli sciamani dei tempi antichi consistette nel caricare di disciplina la mente di quello che vola. Scoprirono che affaticando col silenzio interiore la mente di quello che vola, l'installazione estranea fugge, dimostrando così con assoluta certezza la sua origine aliena. Successivamente l'installazione estranea ritorna, ma non più così forte; ha quindi inizio un processo in cui la fuga della mente di quelli che volano diventa routine, fino a quando sparisce definitivamente. Quello è un giorno davvero triste perché si è costretti a contare solo sulle proprie forze, che sono quasi nulle. Non c'è nessuno a dirci che cosa fare. Nessuna mente estranea a imporre le assurdità a cui siamo abituati. Il mio maestro, il nagual Julian, era solito dire ai suoi discepoli che quello era il giorno più duro nella vita di uno sciamano perché, dopo una vita di assoggettamento, la mente che davvero ci appartiene, la summa delle nostre esperienze, è diventata pavida, insicura e mutevole. Personalmente, non esito a dire che la vera battaglia degli sciamani comincia in quel momento. Il resto è soltanto preparazione.» Io ero sempre più inquieto. Avrei voluto saperne di più ma una parte di me si ritraeva. Era una parte che si confrontava con risultati e punizioni oscure, quasi temessi l'ira divina per aver cercato di vedere qualcosa che Dio stesso aveva occultato. Dovetti fare uno sforzo per permettere alla mia curiosità dì prendere il sopravvento. «Ma cosa... cosa intendi dire, parlando di affaticare la mente di quelli che volano?»


«La disciplina strema in modo incommensurabile la mente aliena» mi rispose don .Juan. «Ed è appunto attraverso la disciplina che gli sciamani sconfiggono l'installazione estranea.» Io ero sopraffatto. Non c'erano alternative: o don Juan era completamente pazzo, oppure mi stava dicendo qualcosa di così tremendo da raggelarmi fin nel profondo. Notai, tuttavia, la rapidità con cui mi precipitai a negare tutto quanto. Dopo un primo momento di panico, cominciai a ridere come se avessi appena ascoltato una barzelletta e mi sentii addirittura dire: «Don Juan, don Juan... sei incorreggibile!» Dal canto suo, lui sembrava perfettamente consapevole del mio stato d'animo. Scosse la testa e alzò gli occhi al cielo, in una scherzosa pantomima della disperazione. «Lo sono al punto» disse, «che non esito a dare un'altra scrollata alla mente di quello che vola che ti porti dentro. Voglio rivelarti uno dei segreti più straordinari dell'arte magica, renderti partecipe di una scoperta che gli sciamani hanno impiegato migliaia di anni a verificare e consolidare.» Mi rivolse un sorriso malizioso. «La mente di quello che vola fugge per sempre, quando uno sciamano riesce ad afferrarsi alla forza vibratoria che ci tiene insieme come un conglomerato di campi di energia. Se riesce a mantenere la presa abbastanza a lungo, la mente di quello che vola è sconfitta, e fugge. E questo è esattamente quello che farai: aggrapparti all'energia che ti tiene insieme.» La mia reazione fu la meno prevedibile. Qualcosa dentro di me vibrò come se davvero qualcuno mi avesse scrollato con forza. Fui travolto da una sensazione di panico che immediatamente associai alla mia educazione religiosa. Don Juan mi osservava in silenzio. «È l'ira di Dio che temi, non è vero?» fece poi. «Stai tranquillo, la paura non è tua, ma di quello che vola, perché sa che tu farai esattamente ciò che ti sto dicendo.» Ma le sue parole non mi calmarono affatto. Anzi, mi sentii perfino peggio. Mi attraversavano spasmi violenti, che non ero capace di dominare. «Non preoccuparti» mi esortò ancora don Juan. «So per certo che questi attacchi si concludono in fretta. La mente di quello che vola non ha alcuna capacità di concentrazione.» E così fu: dopo qualche istante mi calmai. Dire che ero sconcertato sarebbe un eufemismo. Quella era la prima volta in vita mia che, da solo o con don Juan, sperimentavo uno smarrimento così assoluto. Avrei voluto alzarmi e camminare, ma avevo troppa paura. Ero pieno di riflessioni razionali e contemporaneamente di un timore infantile. Cominciai a respirare profondamente mentre un sudore freddo mi copriva il corpo. Chissà come, avevo scatenato uno spettacolo terrificante: ombre scure e fluttuanti che mi saltellavano intorno; ovunque guardassi, erano lì. Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul bracciolo della poltrona. «Non so che cosa fare, don Juan», confessai. «Stasera sei davvero riuscito a confondermi.» «Sei lacerato da una lotta interna» mi spiegò lui. «Nel profondo sai di essere incapace di rifiutare l'accordo in base al quale una parte indispensabile di te, la patina luminosa di consapevolezza, costituisce incomprensibilmente il


nutrimento di entità altrettanto incomprensibili. Ma un'altra parte di te lo respinge con tutta la sua forza. L'opera rivoluzionaria degli sciamani sta proprio nel loro rifiuto di onorare un accordo a cui non hanno partecipato. Nessuno mi ha mai chiesto se acconsentivo a darmi in pasto a esseri dotati di una diversa consapevolezza. Semplicemente, i miei genitori mi hanno messo al mondo perché fossi cibo, proprio come loro, e questo è quanto.» Si alzò per stirarsi. «Siamo rimasti seduti per ore. È tempo di rientrare. Devo mangiare. Mangi con me!» Rifiutai. Avevo lo stomaco in subbuglio. «Credo che faresti bene a dormire» disse allora don Juan. «Il mio bombardamento ti ha letteralmente devastato.» Non avevo bisogno di ulteriori sollecitazioni. Crollai sul letto e mi addormentai di colpo. Di nuovo, a casa, l'idea di quelli che volano finì per diventare una vera e propria fissazione. Arrivai al punto di non dubitare più della giustezza delle osservazioni di don Juan. A dispetto di tutti i miei sforzi, non mi riusciva di screditarne la logica. Più ci pensavo, più osservavo e parlavo con me stesso e i miei compagni, più netta si faceva la convinzione che fosse qualcosa di esterno a renderci incapaci di ogni attività, interazione o pensiero che non fosse incentrato sul sé. La mia preoccupazione, così come quella di tutti coloro con cui entravo in contatto, era il sé. Impossibilitato a trovare una spiegazione per quella universale omogeneità, dovetti persuadermi che la linea di pensiero di don Juan fosse l'unica possibile. Mi dedicai alla lettura di miti e leggende e così facendo arrivai a una nuova scoperta: nei libri che leggevo, tutti interpretazioni di miti e leggende, si avvertiva in modo quasi palpabile la presenza di un'unica mente. Gli stili differivano, ma la pulsione che stava dietro le parole era sempre la stessa: anche in una tematica astratta com'è quella del mito e della leggenda, gli autori riuscivano sempre a inserire osservazioni su loro stessi. La motivazione autentica di quelle opere non era l'argomento dichiarato, ma l'affermazione del sé. Non me ne ero mai reso conto prima. Attribuii la mia reazione all'influenza di don Juan. A quel punto, l'inevitabile interrogativo era: è lui che condiziona le mie interpretazioni o c'è davvero una mente aliena che soprintende a ogni nostra azione? Ogni volta negavo questa possibilità, poi, follemente, passavo dal diniego all'accettazione e quindi di nuovo al diniego. I concetti espressi da don Juan erano un fatto energetico, ma una parte di me sapeva con certezza che erano tutte fandonie. Il risultato di questa lotta interiore fu un senso di oscuro presagio; la sensazione che qualcosa di pericoloso mi aspettava al varco. Effettuai ricerche approfondite sulla presenza di quelli che volano in altre culture, ma non trovai nulla. Don Juan sembrava l'unica fonte di informazione al riguardo. Quando lo rividi, attaccai subito a parlare di quelli che volano. «Mi sono sforzato di affrontare l'argomento in modo razionale» dissi, «ma non ci riesco. Ci sono momenti in cui concordo pienamente con te in merito ai predatori.» «Focalizza la tua attenzione sulle ombre fugaci che vedi davvero» mi rispose lui con un sorriso. Gli confessai che quelle ombre minacciavano di mettere fine alla mia vita razionale. Ormai le vedevo dappertutto. Da quando avevo lasciato casa sua, non riuscivo più a dormire al buio. Le luci non mi disturbavano affatto, mentre mi


bastava spegnerle perché intorno a me tutto cominciasse a saltellare. Non vedevo mai forme o sagome intere, ma solo fluttuanti ombre scure. «La mente di quelli che volano non ti ha lasciato» disse allora don Juan. «Anche se è stata gravemente danneggiata. Ora sta facendo il possibile per ristabilire il rapporto con te, ma dentro di te qualcosa è stato reciso per sempre. Quello che vola lo sa. Il pericolo è che la sua mente riesca a vincere stancandoti e costringendoti ad abbandonare la lotta, giocando sulla contraddizione fra quello che essa dice e quello che dico io.» «Vedi, la mente di quello che vola non ha rivali» riprese. «Quando si propone qualcosa, non può che concordare con sé stessa e indurli a credere di aver fatto qualcosa di meritevole. La mente di quello che vola ti dirà che qualsiasi cosa dica Juan Matus è solo un mucchio di sciocchezze e quindi essa stessa concorderà con la sua affermazione, "ma certo, sono sciocchezze" dirai tu. È così che ci sconfiggono.» «Quelli che volano sono una parte essenziale dell'universo», proseguì, «e devono essere considerati per quello che sono impressionanti, mostruosi. Essi sono il mezzo con cui l'universo ci mette alla prova. «Siamo sonde energetiche create dall'universo», continuò come se ignorasse la mia presenza, «ed è perché possediamo energia che ha la consapevolezza che siamo i mezzi attraverso i quali l'universo diventa consapevole di sé stesso. Quelli che volano sono gli sfidanti implacabili. Non possono essere considerati in altro modo. Se avremo successo nel farlo, l'universo ci permetterà di continuare.» Avrei voluto che parlasse ancora, ma lui disse soltanto: «Il mio bombardamento si è concluso durante il nostro ultimo incontro; non c'è altro da dire sul conto di quelli che volano. E arrivato il momento di un altro genere di operazione». Quella notte non riuscii a prendere sonno e mi addormentai solo nelle prime ore del mattino, poco prima che don Juan venisse a tirarmi giù dal letto per una passeggiata in montagna. Dove viveva la configurazione del terreno era molto diversa da quella del deserto di Sonora, ma lui mi esortò a non indulgere nei paragoni, sostenendo che dopo mezzo chilometro tutti i luoghi si assomigliano. «Le gite turistiche sono per chi va in auto» disse. «Procedono a grande velocità senza alcuno sforzo da parte loro. Le gite turistiche non sono per chi va a piedi. Vista da un'automobile, una montagna può schiacciarti con la sua bellezza. Ma la stessa montagna non ti farà lo stesso effetto se sei a piedi, ti schiaccerà in modo diverso, soprattutto se devi scalarla o aggirarla.» Era una mattinata caldissima. Camminavamo sul letto di un fiume. Come il deserto del Sonora, la vallata brulicava di milioni di insetti. Mosche e moscerini mi circondavano da ogni parte, simili a bombardieri in picchiata sulle mie narici, occhi e orecchie. Don Juan mi invitò a concentrarmi sul loro ronzio. «Non cercare di allontanarli con la mano» disse in tono deciso. «Scacciali con il tuo intento. Erigi una barriera di energia intorno a te. Scegli il silenzio e sarà il silenzio stesso a edificare la barriera. Nessuno sa come questo avvenga; è uno di quei fenomeni che gli antichi sciamani chiamavano fatti energetici. Interrompi il tuo dialogo interiore. Non c'è bisogno di altro. «Voglio illustrarti un concetto insolito» riprese, sempre precedendomi di qualche passo. Dovetti accelerare per stargli dietro e non perdere neppure una parola.


«Devo premettere che gli opporrai una strenua resistenza» disse. «Ti dico fin da adesso che non ti sarà facile accettarlo. Ma la sua stranezza non deve costituire un deterrente. Tu sei uno studioso della società, quindi la tua mente è aperta a ogni interrogativo. Non è cosi, forse?» Si stava sfacciatamente prendendo gioco di me, ma pur essendone consapevole, non ne fui infastidito. Sarà stato perché camminava così velocemente e io dovevo fare uno sforzo enorme per stargli dietro, ma il suo sarcasmo mi scivolò addosso e, invece di rendermi petulante, mi fece ridere. Ero interamente concentrato sulle sue parole e gli insetti non mi tormentavano più, forse perché avevo eretto una barriera di energia intorno a me o forse perché ero talmente occupato ad ascoltare don Juan che non badavo più al loro insistente ronzio. «Il concetto» seguitò lui lentamente, come per valutare l'effetto delle proprie parole, «è che ogni essere umano di questa terra sembra avere esattamente le stesse reazioni, gli stessi pensieri, gli stessi sentimenti. Insomma, rispondere più o meno nell'identico modo a stimoli identici. Stimoli per così dire offuscati dalle varie lingue, ma se eliminiamo questo ostacolo, scopriamo che ogni uomo sulla terra è assillato dagli stessi problemi. Mi piacerebbe che ti interessassi a questo fenomeno, ovviamente nella tua veste di studioso della società, per vedere se riesci a trovare una spiegazione a tale omogeneità.» Quella mattina don Juan raccolse parecchie piante. Alcune erano difficilissime da individuare e sembravano più simili ad alghe o a muschio. Io gli tenevo aperta la borsa; non parlammo più. Quando fu soddisfatto, riprese la strada di casa a passo rapido. Disse che voleva pulirle e fame una cernita prima che si seccassero. Io, intanto, riflettevo sull'incarico che mi aveva affidato. Mi sforzai di ricordare se avevo letto articoli o pubblicazioni al riguardo. Pensai che avrei dovuto svolgere qualche ricerca e decisi di cominciare esaminando tutto il materiale disponibile sul «carattere nazionale». Ben presto mi scoprii entusiasta della questione, e avrei voluto andare subito a casa per mettermi al lavoro, desideroso di dedicarmi al mio compito con il massimo impegno. Ma prima che arrivassimo a destinazione, don Juan si fermò per sedersi su un ripiano roccioso affacciato sulla vallata. Non disse nulla per qualche momento. Quella sosta mi sorprese, perché non sembrava minimamente affaticato. «Il tuo compito di oggi» esordì in tono quasi minaccioso, «è uno degli aspetti più misteriosi dello sciamanesimo, qualcosa che prescinde il linguaggio, prescinde ogni spiegazione. Oggi abbiamo camminato, abbiamo parlato, perché il mistero dell'arte magica dev'essere assorbito nella vita terrena. Deve scaturire dal nulla e tornare al nulla. È questa l'arte del guerriero-viaggiatore: passare inosservato attraverso la cruna di un ago. Preparati quindi appoggiando la schiena a questa parete rocciosa, il più lontano possibile dalla sporgenza. Sarò al tuo fianco, nell'eventualità che tu svenga o precipiti.» «Che cosa ti proponi di fare, don Juan?» chiesi, e il mio timore risuonò tanto evidente che d'istinto abbassai la voce. «Voglio che tu incroci le gambe ed entri nel silenzio interiore» rispose lui. «Diciamo che voglio che tu scopra quali articoli cercare per screditare o confermare quanto ti ho chiesto di fare nel tuo ambito accademico. Entra nel silenzio interiore, ma non addormentarti. Questo non è un viaggio attraverso l'oscuro mare della consapevolezza: si tratta invece di vedere dal silenzio


interiore.» Era difficile per me entrare nel silenzio interiore, senza scivolare nel sonno: il desiderio di dormire era quasi invincibile. Ma ci riuscii e mi ritrovai a guardare il fondo della vallata circondato da un impenetrabile oscurità. Laggiù vidi qualcosa che mi raggelò nel profondo. Vidi un'ombra gigantesca, distante forse quattro metri e mezzo, che spiccava un balzo in aria e quindi atterrava con un tonfo sordo. Percepii quel tonfo fin nelle ossa, ma non furono le mie orecchie a udirlo. «Sono molto pesanti» mi sussurrò don Juan all'orecchio. Con la mano stringeva con forza il mio braccio sinistro. Vidi qualcosa che sembrava un'ombra fangosa dimenarsi per terra, poi spiccare un altro enorme salto di una quindicina di metri e di nuovo atterrare producendo lo stesso tonfo minaccioso. Lottai per non perdere la concentrazione, terrorizzato al punto da non poter esprimere in termini razionali il mio terrore. Tenni gli occhi fissi sull'ombra che si muoveva in fondo alla vallata e allora sentii un ronzio stranissimo, insolito, qualcosa tra uno sbattere di ali e il brusio di una radio non perfettamente sintonizzata. Mai avrei potuto dimenticare il tonfo che seguì a quel misterioso rumore. Io e don Juan fummo scossi fin nel profondo: un'enorme ombra di fango nero era appena atterrata ai nostri piedi. «Non avere paura» fece don Juan in tono imperioso. «Mantieni il tuo silenzio interiore, e se ne andrà.» Tremavo dalla testa ai piedi. Ero perfettamente consapevole che, se non avessi mantenuto il silenzio interiore, l'ombra sarebbe calata su di me come una coperta, soffocandomi. Senza perdere l'oscurità che mi circondava, urlai a perdifiato. Non mi ero mai sentito così furioso, così frustrato. L'ombra di fango spiccò un balzo verso il fondovalle. Io continuavo a urlare, scrollando freneticamente le gambe. Volevo scuotermi di dosso la cosa che forse si preparava a divorarmi. Ero talmente agitato che persi la cognizione del tempo. Forse svenni. Quando tornai in me, ero nel mio letto, a casa di don Juan. Sulla fronte avevo un asciugamano intriso d'acqua fredda e ardevo di febbre. Una delle discepole di don Juan mi frizionò con alcool la schiena, il petto e la fronte, ma senza che ne ricavassi alcun sollievo. Il calore proveniva da dentro di me e a generarlo erano la collera e l'impotenza. Don Juan rideva come se trovasse tutto incredibilmente buffo. La sua ilarità sembrava non dover avere fine. «Non immaginavo che ti saresti lasciato turbare tanto dalla vista di uno di quelli che volano» commentò. Poi mi prese per mano e mi condusse sul retro e lì, completamente vestito, con addosso le scarpe e l'orologio, mi fece immergere in un'enorme vasca piena d'acqua. «Il mio orologio!» gridai io. Don Juan si torceva dalle risate. «Non dovresti portarlo quando vieni a trovarmi» disse. «Ora lo hai rovinato.» Mi sfilai l'orologio e lo posai per terra vicino alla vasca. Era impermeabile e sapevo che non era stato danneggiato in alcun modo. Il bagno mi fece bene e quando don Juan mi tirò fuori, avevo riacquistato un certo controllo. «È stato uno spettacolo sconvolgente!» continuavo a ripetere, incapace di smettere.


Il predatore che don Juan mi aveva descritto non aveva nulla di benevolo. Era immensamente grande, osceno, indifferente. Avevo percepito con chiarezza un disprezzo che provava nei nostri confronti. Non c'era da dubitare che tanto tempo addietro quelli della sua specie ci avessero schiacciati, rendendoci, come don Juan aveva detto, deboli, vulnerabili e docili. Mi tolsi gli indumenti bagnati, infilai un poncho, poi mi sedetti e piansi fino a non poterne più. Ma non era per me stesso che piangevo. A difendermi dai predatori avevo la mia collera, il mio inflessibile intento. Piangevo per i miei simili e soprattutto per mio padre. Fino a quel momento non mi ero reso conto di quanto lo amassi. «Non ha mai avuto una sola possibilità» mi sentii ripetere più volte, come se quelle parole non mi appartenessero. Il mio povero padre, la persona più premurosa che avessi mai conosciuto, così tenero, cosi gentile, così inerme.


Tratto da un sito Web ormai chiuso (sorceryfiles.com) Che cosa sono? Si tratta di un tipo di entità inorganica parassita che si nutre della consapevolezza, di vario tipo, di altre specie, sia di natura inorganica che organica. La nostra è una delle specie parassitate. Non sono gli esseri che gli stregoni chiamano 'alleati' o 'esseri inorganici'. Che aspetto hanno? Se il vostro punto di assemblaggio (punto di intersezione di energia all'interno del campo energetico di una persona che sintonizza la percezione di un individuo) è focalizzato al posto usuale, non si mostrano ai nostri occhi. Anche se, a volte, le loro azioni si mostrano. Alcuni possono provocare piccole trombe d'aria oppure soffiare spazzatura o foglie intorno. Quando il vostro vedere (l'atto di vedere l'ambiente come energia) si manifesta un pochettino e il vostro punto di unione diventa più fluido, consentendo di visualizzare l'energia, si possono vedere (l'atto di vedere l'ambiente come energia) appollaiati su lampioni, sugli edifici (i gargoyle originali), in tutta la comunità, paese o città in cui vivete. Sono fondamentalmente un blob o forma di energia scura, energicamente abbastanza pesante, che può saltare, balzare, muoversi molto velocemente, danzare, ecc. Il loro colore è generalmente il colore dell'ombra. Alcuni sono 'fangosi' (ecco da dove proviene il soprannome di ombre di fango) altri sono neri come la pece (anche sotto il sole di mezzogiorno), altri appaiono come sfumature di grigio. Il tipo che molesta in modo specifico i guerrieri che si sono liberati delle loro "capsule mentali” è il tipo ulteriormente evoluto (la loro risposta ai nostri veggenti della terza attenzione). tende ad assumere un brillio. Sembrano essere più compatti, anche se penso che potrebbe essere il modo in cui vengono visualizzati quando si viaggia. Più vecchi diventano, più si nutrono, e più densi tendono ad essere. Da dove provengono? Nella prima attenzione non si conosce esattamente da dove provengono, si sa che sono stati raggiunti, lontano dal nostro mondo, da guerrieri, facenti parte dei Vecchi Veggenti, che esploravano nuove aree della seconda attenzione. I parassiti (Flyers) che ebbero a che fare con questi guerrieri si resero conto di aver trovato una nuova fonte di cibo, dal momento che la razza dalla quale dipendevano per il loro cibo (consapevolezza) stava morendo. In effetti erano affamati e la loro razza morente aveva bisogno di una nuova specie di entità di cui nutrirsi ed allevare per le prossime generazioni della loro specie. I parassiti (Flyers) che avevano contattato questi guerrieri offrirono una quantità di informazioni/conoscenze per informazione reciproca. Informazioni che includevano la posizione del nostro mondo. Quando arrivarono?


La data esatta non fu mai stabilita, ma giunsero qui circa 10.000 anni fa. Siamo la loro unica fonte di cibo? No. Hanno trovato altre fonti di cibo (il rivestimento di consapevolezza esistente all'esterno del campo energetico di alcune specie) dopo che ci hanno trovato. Si nutrono anche della consapevolezza degli animali, degli alberi, dei funghi e di altre entità inorganiche. Tuttavia nutrendosi della nostra specie, condussero la propria razza fuori dal pericolo dell'estinzione. Quella lezione è stata ben imparata, ed ora cercano continuamente nuove forme di consapevolezza che possono consumare. Eviteranno di fare lo stesso errore commesso l'ultima volta, basandosi su una sola fonte di cibo. Dalle stime attuali della loro popolazione superano il numero della nostra razza di circa 9 a 1. Il che è probabilmente il motivo per cui cercano di aumentare la popolazione della nostra specie. Da dove provengono i nomi "Flyers" e "Voladores"? Un gioco praticato dai guerrieri degli Aztechi e forse da culture più vecchie dove il 'volador' significa 'ruota volante". Una cerimonia/gioco in cui i guerrieri si vestono come gli uccelli, poi si appendono con delle corde su una piattaforma rotante. Si pensa che servisse a dare l'effetto di uccelli in volo, quando gli uomini roteavano. Tuttavia era davvero per dare l'effetto dei 'voladores' quando saltano o balzano, dal momento che questa è l'apparenza del loro volo. In alcuni casi i 'voladores' possono 'veleggiare' per grandi distanze. Soprattutto se riescono a catturare la forza dei venti. Il nome Flyers ... beh questo è autoesplicativo.

Perciò cosa possiamo dire di loro? Quando arrivarono qui per la prima volta, la popolazione umana mondiale era di circa 12.000.000 (approssimativamente) non sufficiente per le loro esigenze. Perciò misero in atto un piano per aumentare il raccolto planetario. Con una nuova razza fresca su cui lavorare dapprima instillarono nei primi soggetti adatti la “capsula mentale” usando un pezzo della loro mente. Principalmente per esercitare il controllo, ma anche per consentire ai loro ospiti di usare alcune abilità di loro proprietà. Sapevano che la maggior parte delle sotto razze umane, a quell'epoca, si muoveva in piccoli gruppi (nomadi). Anche se la via del guerriero era molto attiva anche allora (i nuovi veggenti non apparvero per altri 9,500 anni, i guerrieri erano comuni e riuscivano ad uscire vivi dalla vita prima dell'arrivo dei parassiti). Dapprima la maggior parte degli esseri umani si oppose all'intrusione; potevano percepire questi predatori e avevano il potere personale per espellere l'energia aliena dalle loro menti. Perciò i parassiti utilizzando soggetti volenterosi o coloro che erano stati feriti o resi inconsapevoli, gradualmente estesero la loro stretta. Incoraggiando le persone ad aumentare il rendimento dei loro raccolti, tramite rotazioni, innesti, concimazione, come pure la zootecnia, ecc. c'era più


cibo a disposizione. Gli esseri umani non avevano bisogno di trasferirsi in nuovi terreni di caccia così spesso; incominciarono a stabilirsi sia in villaggi permanenti che in villaggi semi-permanenti. Così avvenne il graduale passaggio dal rifornirsi di alimenti cacciati ad alcuni raccolti coltivati in casa, integrando gli alimenti coltivati con la caccia occasionale. Più cibo significava meno fame nei tempi di magra, più sostegno all'interno della comunità per proteggere i giovani, i malati e i deboli di mente. Questo fatto alterò il nostro modello di crescita, gli individui più deboli e le loro linee di sangue poterono mescolarsi, quando, originariamente, avrebbero dovuto estinguersi (selezione naturale). Naturalmente questa faccenda non fu del tutto negativa, perché permise a coloro che subirono un infortunio, di avere la possibilità di recuperare. Permise anche ad alcuni tratti di emergere che altrimenti sarebbero rimasti in sospeso. A causa delle migliorie nel campo delle coltivazioni si ebbe uno spostamento dell'attività in altri campi, le persone iniziarono a padroneggiare e a specializzarsi in attività diverse: costruzioni, fabbricazioni di utensili, trasporti ecc. Vie di comunicazioni, medicine, fognature, forniture idriche, carburanti sostenibili sono gli altri miglioramenti che hanno permesso l'aumento della popolazione mondiale. siamo passati da circa 300 milioni in tutto il mondo nell'anno 1 a 1.650,000,000 nell'anno 1900, al 2005 stimiamo 6.453,628,000. Le stime per il 2050 ci conducono a 8,9 miliardi. Il che è un sacco di bestiame. Questo aumento della popolazione significa anche che per sostenere una popolazioni più numerosa bisognerà fare maggiore affidamento sulla scienza per la conservazione del cibo, dell'acqua e forniture di carburante per le nazioni del mondo. Che dire delle ere e delle tecnologie prima del loro arrivo? Riguardo ad Atlantide e la terra di Mu? Sostieni che i “Parassiti” sono responsabili della nostra tecnologia di sviluppo? Non sono responsabili più di tanto sia delle tecnologie sviluppate, che nella direzione in cui sono state sviluppate. Precedentemente gli esseri umani raggiunsero un'alta tecnologia basata su altre regole proprie di quella realtà e di quel tempo, quando la realtà cambiò, anche la tecnologia smise di funzionare, perciò dovemmo ricominciare da zero. (Si noti che il peggior nemico dell'essere umano è ancora se stesso, un apprendista anche dopo essersi affrancato dal giogo dei “parassiti” ha ancora a che fare con il proprio ego. Un effetto dell'alta tecnologia è che coloro che la possiedono tendono a sentirsi superiori a causa del potere che la stessa tecnologia gli offre.) Ci sono diverse sottospecie di esseri umani, ci sono numerose sottospecie di “Parassiti”? Sì, anche se piuttosto che diverse sottospecie si possano intendere come livelli di sviluppo. C'è la forma giovane che tende ad essere più piccola e di un colore fangoso (soprannominata ombre di fango), quella più adulta, è la forma normale che inserisce la capsula energetica. Questi individui tendono ad essere più grandi e più solidi, i meglio nutriti sono più "pesanti" almeno così si percepiscono quando li si 'vede'.


Poi c'è il tipo successivo che tutti i guerrieri dovranno affrontare una volta che hanno rimosso la loro capsula. Sono molto intelligenti e cercano di indebolire i guerrieri per ricondurli all'ovile. Pare anche esistere un tipo di leader, di grandi dimensioni, che tende a concentrarsi sui leader politici, religiosi e commerciali. (Semplicemente vedendo questo tipo io e un altro guerriero siamo quasi morti a causa delle ritorsioni, per averlo visualizzato. Si consiglia di fare molta attenzione se si tenta di vedere questo tipo, dal momento che gli attacchi possono essere molto gravi e continui per alcune settimane.) La loro specie più rara è un tipo che si è evoluto come si sono evoluti i veggenti della terza attenzione. Sono indipendenti dai loro compagni, e sembrano appartenere alla prossima fase di evoluzione del tipo che molesta gli apprendisti dopo aver loro inserito la capsula energetica. Appaiono più piccoli, luccicano e si muovono con una velocità incredibile. Molto probabilmente vi sono molti altri tipi, non che si sappia molto su di loro, anche dopo tutto questo tempo. Sappiamo però che hanno imparato questo trucco dalla nostra evoluzione delle specie. Che cos'è inserire la capsula mentale? Inserire la capsula mentale è l'atto da parte del parassita (flyer/voladore) di inserire parte della propria mente in colui che la ospiterà. La capsula è energetica a forma di cono o di spillo; l'intenzione è di connettersi al campo di energia mentale, integrandosi proprio nella parte energetica del sistema nervoso. A causa della posizione alla base del cranio, sotto la parte superiore della testa, ha la capacità di oltrepassare le funzioni mentali superiori con le emozioni (le reazioni emotive sono fino a ventisei volte più potenti del pensiero razionale). La capsula estende anche dei viticci di energia in tutto il sistema energetico ospitante. Allora come funziona la capsula? La capsula viene di solito installata alla nascita, a volte prima, a seconda della condizione energetica della madre. Il parassita punge il soggetto con la capsula che cerca di inserirsi più profondamente possibile, più a fondo viene a trovarsi più il parassita ha controllo sul suo ospite. Non appena installata inizia con la programmazione dell'individuo parassitato, blocca il punto di assemblaggio, lo segue, ne ritarda l'evoluzione. La programmazione è progettata in modo che il parassitato sorvegli se stesso e mantenga coloro che gli stanno intorno "in riga". È forse il metodo più spaventoso, poiché la programmazione rimane, in una certa misura, anche dopo che la capsula e i viticci sono stati completamente rimossi. Come si fa a sapere che qualcuno ha la capsula? Ci sono diversi modi per affrontare questo. In primo luogo, considera che tutti compreso tu stesso l'abbiate, non è bello, ma è necessario. L'organismo umano a un certo livello sa che è stato violato, e che qualcosa non va per il verso giusto. Il secondo metodo è quello di vedere effettivamente la capsula. Con 'vedere' si intende sia nel sogno o visualizzare quella di un'altra persona. Il terzo rilevando l'energia aliena della capsula con le mani.


Il quarto applicando una pressione mentale (stress) e osservando le reazioni fisiche. Quando una persona viene stressata o resa turbata, emozionata, arrabbiata, impaurita, paranoica, inizia a toccarsi la testa, (o la parte posteriore della testa laddove è posizionata la capsula) il collo, e talvolta anche gli altri centri di energia. Ogni qualvolta un parassitato abbia delle perdite di energia, o va contro la programmazione, o è testimone di qualcuno che la fronteggia, la capsula afferma il suo controllo sul parassitato. Può anche essere attivata da un guerriero che si trovi nelle vicinanze, ai parassiti non piacciono i guerrieri che instillano nei parassitati le idee di libertà. Anche l'alcol e le altre droghe da strada possono fornire al parassita un controllo più stretto, riducendo la resistenza del parassitato. Esaminate le evidenze di questo nei bar e nei locali pubblici, soprattutto prima che scoppino discussioni o risse. Più in profondità alloggia la capsula e più disadattato appare il parassitato, come i clochard, i mentalmente insani, i criminali violenti. Sebbene non sia sempre il caso, solo in casi molto rari, il parassitato e il parassita possono mescolarsi completamente. Questi esseri ibridi tendono ad essere il più pericoloso degli individui. Comprendono cosa stia succedendo in questa realtà e sono completamente dalla parte dei parassiti. Se ti stai addestrando come guerriero, sei pregato di fare attenzione a tali individui. Sapranno chi e che cosa sei, stai in guardia. Ci sono un sacco di casi documentati di esseri umani che sentono voci che dicono loro cosa fare, o che sanno esattamente quando agire, intervenendo tempestivamente sulla faccenda, guidati dai loro parassiti. Se pensate di aver individuato una tale persona, mantenete la calma e non rilasciate alcuna energia per la sorpresa, shock o rabbia. Non collocate alcun intento su di loro, che potrebbe attirarne attenzione. Se si tentasse di studiarli, fatelo con la coda dell'occhio, delicatamente senza minacce o proiezione di intento. Perciò di quale parte di noi si nutrono? Principalmente della patina luminosa di consapevolezza che ricopre di energia il corpo. Si rivolgono anche ad altre aree sebbene appaia in diversi episodi, che non stiano effettivamente assumendo l'energia piuttosto la danneggiano per squilibrare il loro ospite. Un colpo diretto al centro energetico del collo per esempio, comporterà un danno all'intento dell'ospite, quindi forse non agirebbe a loro beneficio. I parassiti lasciano solo la patina luminosa di consapevolezza sufficiente a rimanere in vita. Consumarne troppa renderebbe l'ospite un morto vivente o semplicemente morto. In che modo la capsula energetica danneggia la persona? Per prima cosa danneggia i processi di pensiero naturali dell'ospite. Incoraggia l'individuo a mantenere un chiacchiericcio costante nella sua testa (guardate un bambino che gioca, notate come alcuni bambini chiacchierano continuamente, esprimendo ad alta voce ciò che è in esecuzione nelle loro teste), tutto ciò impedisce all'ospite di accedere al silenzio interiore. Si richiede uno sforzo costante estremo per entrare nel silenzio interiore dopo anni che non si è stati capaci di farlo. Le altre cose danneggiate, evidenziatesi negli ultimi anni, sono la pazienza e l'intento inflessibile.


La scoperta della capsula mentale viene scoraggiata, è nella prima programmazione di base che all'ospite non viene permesso di ' vedere' o di essere a conoscenza dei parassiti o della capsula, anche se il corpo è costantemente a conoscenza di questo (dal momento che i padroni di casa toccano costantemente le loro capsule quando sono sotto stress). Aumenta anche le emozioni di paura, preoccupazione, paranoia, depressione, rabbia, violenza, aggressione e la lussuria. L'altra cosa che viene incoraggiata è l'allevamento dei figli energeticamente deboli, i "nati da una scopata annoiata" della società. Le persone energeticamente deboli o figli nati da persone anziane (non sempre deboli, solo 'rigidi' e fissati nella loro visione del mondo) sono più stabili in questa realtà e sono più facili da controllare, in sostanza, un cibo migliore. Si pensa che questo continuo cambiamento in aggiunta all'addomesticamento della specie fosse il motivo che condusse all'estinzione l'ultima razza che ridussero in schiavitù per cibarsene. Si pensa, anche, che l'interferenza continua e alimentarsi della nostra specie abbia ridotto la quantità disponibile dell'energia del campo energetico umano in raffronto a quanto dovrebbe essere. Quando si riduce la dimensione del campo energetico di una entità, essa cessa di essere in grado di accedere a qualche posizione del punto di assemblaggio, (una volta queste posizioni rientravano nel campo energetico ora sono fuori dalla sua portata). In alcuni casi la presenza dell'energia dei parassiti causa la malattia, mal di testa, problemi immunitari, reazioni allergiche e sviluppo di cancri. I disturbi energetici causati dal loro controllo sui sistemi di base del corpo dell'ospite può aprire la strada a importanti problemi nella vita, soprattutto quando il potere personale dell'ospite diminuisce. Immaginate la mente di un essere umano come un nucleo composto da molti strati di energia, strati all'interno di strati come in una cipolla. Quando la capsula viene inserita, essa si connette a questi strati, fornendo maggiore accesso all'energia della mente e alle sue funzioni. La capsula tenta di penetrare più a fondo fino a connettersi con il nucleo della mente, in pratica riesce ad avere il pieno controllo dell'ospite quando una persona è troppo profondamente “incapsulata”. Se arriva al 100% di profondità di solito è irrecuperabile. La maggior parte della popolazione è “incapsulata” da un 60% al 90% di profondità. Che cosa fa all'ospite una capsula penetrata al 100%? Il risultato di questa azione crea un completo burattino umano manovrato dal parassita infestante. L'ospite diventa un'estensione della loro volontà e intenzione, convogliando la sua energia al parassita. La maggior parte diventano degli zombie o 'morti viventi' completi; altri sono ritenuti dalla società come dei disabili mentali; altri, da tutti segni esteriori, appaiono molto 'normali' ma risultano essere omicidi, assassini, tossicodipendenti e tiranni. I più pericolosi di tutti sono il tipo che si combina con i loro ospiti in modo così completo senza fornire segni esteriori, sebbene dietro i loro occhi l'intento del parassita sia molto pronunciato. Queste persone si integrano con la struttura che dirige la nostra società, il governo, la religione, le forze armate, la finanza e il mondo degli affari. Il controllo riguarda avere la vostra gente nei posti giusti. Come nota personale, c'è qualcosa che i guerrieri devono essere


consapevoli: gli apprendisti vengono individuati dai parassiti quando cercano attivamente di allenarsi. Sebbene troverete che preferiscono logorare gli apprendisti, riportandoli al gregge, possono facilmente eliminare qualcuno da questa realtà, se lo decidono. A questo punto sarebbe intelligente non sprecare troppe occasioni nella vostra vita, non basarsi sulla fortuna cieca per ottenere azioni di successo ma pianificare attivamente le strategie per proteggersi mentre si cerca di rimuovere la capsula per ristabilirsi e nei momenti in cui il potere personale scarseggia. Come una persona può rimuovere la sua capsula? Per prima cosa siate completamente sicuri di intraprendere questa sfida? È un'infinita battaglia per mantenere la tua mente staccata da queste entità ... e anche se la capsula possa inizialmente essere rimossa, è molto probabile che sia sostituita più volte, prima che un apprendista possa mantenere una schermatura sufficiente della sua mente per respingere eventuali altri attacchi. È possibile liberarsene, e poi essere ri-capsulati molti anni più tardi, perché si passa attraverso un "pessimo percorso" energetico, o abbiamo rinunciato ad impegnarci nell'addestramento. In verità c'è davvero una sola opzione per chiunque voglia essere libero, ovvero la rimozione di successo di questa energia aliena. Il primo passo è quello di accumulare potere personale o l'energia, intraprendendo i primi passi della via del guerriero, incominciare la ricapitolazione, il sognare e l'agguato. Le arti guerriere mirano ad impedire la perdita energetica di un apprendista. Successivamente si inizia una meditazione per raggiungere il silenzio interiore. Il silenzio interiore è cumulativo; si accumula quando l'individuo lo pratica. Bisogna impratichirsi per imparare a calmare il rumore della mente, ma quando si migliora lo si sostiene per periodi più lunghi. Lo si incorpora con l'intento di uscire dalla vita vivi in questo modo prepara l'apprendista guerriero a raggiungere nuove abilità, e abbastanza curioso, sfrutta il ciclo di rimando che il collegamento delle capsule dei parassiti permette, con un "schermo di silenzio" che proietta quando una mente individuale è tranquilla. Ai parassiti non piace la proiezione di questo campo di silenzio, più lo fai, più li addolora. Il silenzio interiore è anche la porta verso molte abilità di un guerriero, come la conoscenza diretta e il vedere. Perciò, per favore, praticalo diligentemente. Ricordati di affermare anche il tuo intento di diventare un guerriero ad alta voce a favore dell'universo, e chiedere l'aiuto dei veggenti della terza attenzione. In alcuni casi le forze che assistono i guerrieri non sono disposte ad aiutare a meno che non lo si permetta o lo si richieda. Perciò non essere egoista su questo; i guerrieri che imparano a lavorare in gruppo hanno maggiore successo nel loro addestramento, il che, a sua volta, ci aiuta tutti. Sono lì per aiutare coloro che si aiutano. La seconda cosa che si può prendere in considerazione è la ricapitolazione di ogni volta che uno di loro prende l'energia della consapevolezza da voi. A loro assolutamente non piace, e reagiranno cercando di insegnarvi a non farlo. Il trasferimento di energia avviene quando si sente uno strano 'bruciore' o una sensazione morbida o di solletico intorno alle gambe, o dolori lancinanti alla mente, o intensi 'bruciori' in tutte le parti del


corpo. Quando un guerriero diventa sensibile all'energia, riesce a sentire quando gli viene presa, e quando fa ritorno (la sensibilità permette anche di definire con quali tipi di energie si ha a che fare. Tutte le energie hanno un 'sapore' o una sensazione diversa). I parassiti tendono ad essere più portati per un attacco veloce e intenso, per poi scappare a digerire la consapevolezza rubata. Non è usuale che riescano a sostenere continui attacchi per più di 4 ore, senza riposarsi per diverse ore, il che è una buona notizia per noi. L'attacco potrebbe diventare piuttosto intenso durante quel periodo. Sii consapevole del fatto che non importa quanto male si possa sentire si può sempre superare. Loro stanno combattendo solo per un pasto; tu lotti per la tua vita e la libertà. Dal momento che un guerriero può assaporare le energie, può anche sentire le energie, soprattutto con le mani. Puoi iniziare a 'sentire' gli strati di energia intorno a una mano, con l'altra mano. C'è una vecchia tecnica che viene eseguita toccando i palmi delle mani, per poi staccarli, quindi premendo avvicinandoli lentamente l'uno all'altro (senza però farli toccare di nuovo), continuare a farlo. Come se si schiacciasse un marshmallow tra le mani. Alla fine, sentirete i confini tra gli strati di energia intorno ai palmi delle mani. (Non toccare la pelle dell'altra mano, o qualsiasi altra cosa, che provochi un ritorno alla 'normalità'. (Ci vorrà un po' di tempo per rifocalizzare i vostri sensi dal fisico alla sensazione di sentire l'energia, il che migliora con la pratica). Iniziate toccando l'energia intorno alla vostra testa, facendovi strada verso il luogo in cui dovrebbe essere la capsula (parte posteriore del collo / cranio), e sentite la differenza tra la vostra energia, e l'energia aliena. Familiarizzatevi con essa. Non stupitevi se trovate oltre a quella principale delle capsule secondarie, alcune persone possono ricevere attenzioni da più di un parassita, o potrebbero essere necessarie più capsule per controllare la sua attività, è un buon segno e significa che siamo considerati un problema per loro. (Se sei anche un praticante dei passi magici, ti potrai accorgere che le tue mani saranno in grado di "sentire" le energie intorno al tuo campo energetico, e ti potranno aiutare a “colpire” il bordo esterno del campo energetico facendo ritornare l'energia verso i centri energetici, focalizzando il tuo intento e la tua volontà nell'esecuzione dei passi). Alla fine, quando si è pronti, potrai utilizzare effettivamente la sensibilità della tua mano e la tua capacità di ricapitolare per espellere le capsule e l'energia estranea verso i parassiti che le hanno installate. La visualizzazione è una buona cosa; aiuta sia la tua volontà che l'intento nella rimozione delle capsule. La forza della volontà è essenziale in questo processo, sii preparato a spendere un sacco di ore in questo compito. Molto probabilmente non riuscirai a tenere lontana la capsula a lungo, ma il danno alla presa del parassita viene causato dalla prima espulsione. A lungo termine, se si estrae con successo la capsula la prima volta, la prossima volta sarà molto più facile. È necessario concentrarsi anche sui filamenti di energia che si diffondono nel il corpo, espellerli, rispedirli al proprietario tramite la ricapitolazione. La prima volta la rimozione tende ad essere più un allenamento che un successo. Da un lato, si indebolisce abbastanza la capsula, in modo che eventuali altri impianti potranno essere facilmente rimossi, impiegando una frazione del tempo impiegato per effettuare la prima. D'altra parte, quando ti sveglierai la mattina successiva ce ne sarà probabilmente un altra al suo posto. La mente viene anche ferita dalla presenza della capsula, similmente a una ferita che


cicatrizza attorno a un pezzo di vetro o di pietra, non guarirà mai veramente e sarà sempre irritata. Il tempo che trascorre dalla rimozione della capsula, però permette un minimo di guarigione, il successivo inserimento della capsula non penetrerà in profondità. Eliminando regolarmente l'energia dei parassiti (e qualsiasi altra energia aliena di quel tipo) dai centri energetici della tua testa durante il giorno aiuta anche a impedire ai parassiti di ristabilire un appiglio. Tendono ad aspettare finché non si è occupati con un progetto, o un po' frustrati e concentrati altrove (o quando le tue mani sono occupate), per fare un altro tentativo di inserire la capsula. Ricordati di “spazzolare” o utilizza la ricapitolazione per ripulire la mano dall'energia del parassita. I passi magici per la testa funzionano meravigliosamente allo stesso modo. In passato un guerriero benefattore o un insegnate avrebbero aiutato l'apprendista in questo, letteralmente estirpando la capsula come un dente marcio. Anche i guaritori che hanno il controllo della loro volontà sono in grado di estirpare le capsule. Esse tendono ad essere 'appiccicose', quindi se si estirpa la capsula di un'altra persona, potrebbe benissimo finire che vi punga o vi si appiccichi. Focalizzatevi (intendendo) sulla capsula che cade dalle mani, mentre la spazzolate via da voi. Applicando la vostra volontà e il respiro della ricapitolazione dovreste rimuoverla; lava anche le mani con acqua corrente dopo averlo fatto. Non toccarti (per esempio toccare o grattare la testa distrattamente) fino a quando non è stata definitivamente eliminata dalle tue mani, o trasferirai le capsule inserite nelle altre persone su te stesso, rendendoti di nuovo il loro migliore amico. Perché si può essere ri-capsulati di nuovo così presto? La verità è che la capsula può ricrescere di per sé ancora una volta da un piccolo residuo; si può replicare in circa 24 ore. I parassiti possono anche semplicemente inserire la capsula di nuovo. Non prenderla sul personale. Basta eliminarla nuovamente, armate le vostre pistole, ogni volta che tentano di reimpiantare una capsula, l'inserimento è meno efficace, non penetrando in profondità. Non siate sorpresi se si presentano delle reazioni fisiche come mal di testa, arrossamento, rigonfiamenti, gonfiori nella zona della capsula, a volte, anche se non sempre, succede. Che cosa succede se la faccenda diventa veramente difficile? La liberazione della vostra mente sarà una battaglia abbastanza dura, possono essere necessarie più battaglie del previsto. Una cosa che potrebbe aiutare, dopo la rimozione della capsula, sarebbe convogliare tutta l'energia in eccesso nel vostro corpo, nella mente con la meditazione. La visualizzazione di questo è immaginare l'energia nel tuo corpo come una nebbia o dell'acqua, e poi farla scorrere dalla punta dei piedi su fino alla testa, tenendola li il più a lungo possibile. Tale addensamento di potere personale in quel luogo accelererà la guarigione alla vostra mente; sarà inoltre possibile recuperare l'energia che potrebbe essere situata fuori dalla linea di azione. Ripetete il convogliare l'energia, come se sentiste la pressione di riempimento nella vostra mente. Un buon segnale fisico indicante che la mente è piena dell'energia del corpo è


quando gli occhi incominciano a lacrimare. Se ci fosse una capsula nella mia testa, potrebbero essercene in altre parti del corpo? Sì. Ma occupatene, dopo aver affrontato quella della mente, poi lavora sul tuo corpo, trattala come una azione militare, cattura prima i centri di energia, conquistali e procedi, cerca di non combattere su più fronti. Come hanno fatto questi esseri a farla franca per così tanto tempo? È stata una conquista graduale. Quando giunsero qui, non potevano inserire la capsula nella maggior parte delle persone, erano abbastanza forti da resistere, li sentivano, ed hanno mantenuto pure le menti dei loro figli libere da eventuali tentativi. I parassiti hanno avuto accesso solo su coloro che erano stati danneggiati, che erano ben disposti o che avevano aggredito con successo. Dal momento che il nostro ciclo vitale è più breve del loro, tutto quello che dovevano fare era mettere gli individui forniti di capsula in luoghi che potevano essere utilizzati per facilitarne il processo, e cancellare quanta più conoscenza della loro razza potevano dalla mente di coloro che ne erano coscienti. Come un campo di silenzio interiore respingerà i parassiti, (un campo combinato di diverse persone aumenta l'effetto nell'area, nei giorni in cui l'apprendista si occupa delle sua capsule e della sua guarigione dovrebbe avere il sostegno del gruppo per mantenere a bada il parassita) il campo prodotto da una persona con la capsula rende più facile inserirla ad altri, e aumentare il controllo degli individui che si sono dimostrati essere difficili da controllare. Semplicemente c'è voluto del tempo per farlo. Mogli, mariti, amanti, figli, ecc. uno per uno, sono stati tutti incapsulati. Questo significa che controllano i nostri governi? Potete scommetterci il vostro ultimo dollaro, i governi, le religioni, le risorse, non vi è nulla negli ultimi 10.000 anni, che non abbiano contaminato con la loro piccola e appiccicosa energia. Esistono individui specializzati, tra i parassiti, che soddisfano questi ruoli, sono molto esperti e saggi, hanno vissuto a lungo ed hanno avuto a che fare con la nostra specie per ere. Hai citato, in precedenza, un altro tipo di parassita che minaccia gli apprendisti, come fa ad interessarsi a me? Dopo che un apprendista elimina la capsula originale dalla sua mente, i parassiti non hanno più influenza di quanta ne avevano prima, perciò, per così dire, passano a un modello avanzato. È veramente una trappola per i giocatori inesperti, perché viene fatto con il pretesto dell'affetto, dei consigli e dell'offerta di amicizia. Essendosi affrancati dalla capsula, gli anni seguenti vengono spesi nella graduale rimozione della loro programmazione, in modo che un guerriero possa evitare la trappola dell'ego. Il gioco cambia. Il nuovo parassita che ora è


'assegnato' all'apprendista (a volte più di uno) è estremamente intelligente. Il gioco è cambiato, ora il gioco è quello nutrire la rinnovata e forte crescita della consapevolezza che sta avvenendo, sia per far commettere errori al nuovo guerriero, che per indebolirlo, facendolo tornare al mondo della normalità. Se sembra che non possa riuscire, allora cercheranno di porre fine ad un apprendista utilizzando l'ambiente che lo circonda. I parassiti non vogliono ulteriori guerrieri che escono dalla vita vivi e nemmeno che venga fatta alcuna parola su ciò che hanno combinato negli ultimi diecimila anni. Come fa un guerriero a difendersi da una simile minaccia? Hanno cambiato il loro gioco, noi cambiamo il nostro. La prima cosa da ricordare è che se qualcosa tenta di farvi commettere errori, probabilmente sarai tu, tramite il tuo ego. L'ego è una sfida che avveniva già prima dell'arrivo dei parassiti. Può essere stato un fattore che contribuì alla loro venuta, chi lo sa. Per un guerriero imparare a trattare con il proprio ego fa parte dell'imparare a tendere l'agguato a se stessi. È stato un fattore coinvolto in un sacco di altra roba nell'era pre parassita. In questa fase, bisogna raddoppiare la concentrazione nel catturare le azioni egoistiche e stroncarle prima completino il loro corso. L'individuo subirà una perdita di energia alla fine o durante un ciclo egoico. In quel momento sono predisposti a improvvisi colpi "sfortuna" o minacce da parte dell'ignoto. In quel momento l'individuo può realmente danneggiarsi. Naturalmente passano tutti attraverso questo fase; l'ego è una sfida costante lungo tutto il proprio percorso. L'altro problema è che i parassiti sono spesso occupati nella creazione di situazioni che favoriscono questo fatto, usando altri esseri umani vicini all'apprendista, i loro soci, gli amici, la famiglia vengono usati contro di lui. Chiunque abbia la capsula non è un alleato del guerriero che la ha rimossa. Spesso viene posta una eccessiva pressione su coloro che lo attorniano, fino a quando non mostrano danni mentali, come paranoia, sentire voci, malattia mentale, ecc, tutte rivolti contro l'apprendista. Stai attento, perché quando diventa evidente, è il momento di prendere le distanze da queste associazioni, comincia a spendere meno tempo con loro, muoviti un po' più veloce e sfiora la loro vita leggermente, quando necessita applica l'arte dell'agguato. Il nuovo tipo di parassita utilizza diverse tecniche per controllare o manipolare un apprendista. Una tecnica è quello di inserire il pensiero direttamente nella mente dell'apprendista rapidamente e poi ritrarsi. È veloce, si può sentire come un dolore lancinante, un tocco soffice o una puntura di spillo. Non lascia energia che possa tradire il suo tocco, ma ci possono essere uno o più pensieri nuovi nella mente che non sono tuoi. L'essere consapevoli di questo vi permetterà di scoprirli, consentendovi di capire il loro gioco e disabilitarlo. Un altro è fare amicizia con l'apprendista, offrirgli conoscenza, guadagnare la sua fiducia, e indurli in una posizione vulnerabile. Questo può includere la separazione dagli altri guerrieri (che sono anch'essi liberi dalle loro capsule ricorda che c'è un effetto collettivo che agisce come schermatura dalle azioni dei parassiti, e che un guerriero può sempre osservare quando un altro guerriero comincia a subire l'influenza dell'altro lato, usare uno sforzo


squadra per combattere la minaccia è molto efficace. Questa è una di quelle volte che quando si opera individualmente si può essere più vulnerabili). Questo tende ad essere un processo graduale, alla loro vista le nostre vite sono rapide, e per loro non è realmente molto impiegare 5 anni per lavorare a tale piano. Alla fine l'apprendista viene ulteriormente incoraggiato ad isolarsi sempre più dai suoi amici guerrieri, si indebolisce e viene ricapsulato. Il metodo che ho visto praticare è stato di utilizzare la convinzione dell'apprendista di averli intrappolati, controllandoli tramite l'addestramento. Anche la noia e la mancanza di azione, che fanno perdere il divertimento dell'avventura sono stati fattori utilizzati. Gradualmente l'apprendista viene incoraggiato ad aprire le sue difese e a perdere il suo potere personale tramite un uso eccessivo di droghe ricreative. La sua fortuna lo abbandonò e si ritrovò coinvolto in un incidente auto. Le ferite alla testa erano così gravi che sono stati ricapsulati di nuovo senza che se ne rendesse conto. Quando fu dimesso dall'ospedale ritornò subito alla sua programmazione originale prima della rimozione della capsula. Il terzo metodo riguarda improvvisi colpi di "fortuna". Anche se un guerriero è alla costante ricerca del suo 'centimetro cubo di opportunità', i parassiti sanno come sfruttare la cosa e tendere la trappola. Per esempio diciamo che un apprendista abbia già assunto droghe ricreative. Un giorno sta andando in giro e trova un sacchetto di pillole o polvere per terra. Potrebbe essere sufficiente per farlo ricadere nell'abitudine di usare di nuovo tale sostanza. (Assumendo piante di potere e droghe, quando si ha un alto grado di potere personale può causare l'amplificazione dei sensi, accedere alla conoscenza dell'alleato tramite la sostanza. L'uso eccessivo di piante di potere e dei loro derivati danneggiano rapidamente la struttura energetica, e esauriscono velocemente il potere personale, favorendo l'attacco all'apprendista). Tale abitudine potrebbe essere quanto necessario, per convogliare il giudizio del guerriero verso un'azione pericolosa basandosi sull' ego. Non date per scontato che tutti i doni e la fortuna provengono dal potere, è una lama a doppio taglio. Imparare a distinguere ciò che è un dono di fortuna (centimetro cubo di opportunità) o una trappola del parassita richiede esperienza e pratica. A quali altri giochi si dedicano? Il rapporto tra parassiti e umani di 9 a 1 è una stima prudente. È un buon segno che stanno usando diverse altre specie in altre realtà per cibarsi. I parassiti sono ovunque, e ciascuno ha il proprio metodo per alimentarsi. Alcuni lavorano come una banda, cavalcando i venti in tutto il mondo nelle aree densamente popolate. Altri stazionano agli angoli delle strade e in luoghi dove accadono un sacco di 'incidenti' d'auto. Provocare l'imprudenza sulla strada e gli incidenti è uno dei metodi utilizzati per raccogliere alcuni tipi di energie. Alcuni si nutrono direttamente dalla morte di un essere umano, perciò la provocano. È possibile imparare le loro tecniche sedendosi in luoghi pubblici per osservare i segni della loro presenza, notando la debolezza di tali tecniche. Se, per esempio, un parassita sa che in un certo luogo frequentato degli esseri umani essi attraversano un 'punto nemico comune' (un punto di energia che è


dannoso per la maggior parte degli umani, piuttosto che un luogo nemico tendente ad essere dannoso per un solo individuo), aspetta che le persone lo attraversino o sostino per un momento, in questo modo il compito del parassita viene facilitato perché l'ospite è stato momentaneamente indebolito. È abbastanza ovvio il motivo per cui spingano le persone in aree densamente popolate (appartamenti a più piani, centri abitati), perché possono raccogliere più energia con meno sforzo. Gli esseri umani sono stati letteralmente trasformati nella nostra stessa franchising di fast-food, con cosa vorreste le patatine fritte? Un altro esempio interessante è un combattimento fisico in pubblico, risse da bar, combattimenti di strada, ecc. quando visualizzi questi episodi utilizza il "vedere”, potete vedere i loro parassiti incitarli alla battaglia. A volte sembra, se non è sempre il caso, che i parassiti si divertono usando i loro ospiti. Possono provare emozioni come noi? Sicuramente. Una tra le principali è la paura. Paura di perdere il legame con il loro ospite, la paura di perdere il legame con le loro menti collettive, la paura di morire di fame. Inoltre proiettano le loro emozioni e sentimenti su di noi. Una fame intensa di consapevolezza del loro ospite può diventare una fame intensa per l'ospite, spesso costringono l'ospite ad essere così affamato da non riuscire a pensare se non mangiano o li costringono ad ingozzarsi (abbuffarsi annebbia l'ospite, il che lo rende un facile bersaglio) La proiezione della paura li aiuta anche nel controllare la nostra popolazione; una popolo impaurito è facilmente manipolabile. Quante emozioni che avete provato non appartengono realmente a voi? Come si fa a identificarle come propria, come programmazione residua o attiva, o come influenza diretta della mente parassita? Che dire degli altri esseri umani dotati di capsula che cercano di stancarvi nelle vostre attività quotidiane? Ci sono stati anche casi di amicizia nella relazione che si è formata tra l'ospite e il parassita. Che sia, molto probabilmente, uno stratagemma per sabotare il guerriero di turno (credimi, io sono tuo amico), o una vera amicizia e rispetto, non è dato a sapere. Si raccomanda agli apprendisti di non intraprendere un tale rapporto, per ovvie ragioni. Che cosa si sente quando ti toccano? Le sensazioni variano da un dolce colpo di vento sui peli della gamba a un “morso di insetto” fino a una sensazione di essere punti da spilli o aghi sottili che coinvolge l'intera gamba. La sensazione di bruciore deriva da quando il campo energetico viene aperto (a volte una ferita in luogo strategico significa che si scombina l' intento della persona, per esempio se viene provocata nel centro energetico del collo) e / o quando un'area viene privata della sua energia. Di solito quando senti il bruciore, l'energia è stata presa. Quando inseriscono la capsula lasciando l'energia, si prova un dolore lancinante. Essi non si limitano a inserire la capsula nella mente (anche se questa è quella principale), ma sono anche in grado di inserirla praticamente ovunque nel corpo. Una volta che siete consapevoli delle sensazioni che provocano, sappi che


non sarà possibile disimparare la cosa. Quando diventi consapevole della loro presenza, si rendono conto che ne siete diventati consapevoli, se hai intenzione di diventare un guerriero, dovrai sviluppare la strategia e la tecnica per trattare con loro, se sei semplicemente un dilettante, non andrai lontano, finirai costantemente infastidito, folle, o forse uno strumento per la loro causa. Ho letto che è inutile prestare attenzione, che ignorarli è l'opzione migliore. Mettere la testa sotto la sabbia è una opzione per coloro che sono guerrieri del fine settimana o part-time. Anche se esporsi a questi esseri prima di essere pronti potrebbe risultare in un disastro, se hai veramente intenzione di diventare un guerriero a tempo pieno, allora, alla fine, dovrai affrontare il tuo nemico, quindi perché non imparare tutto il possibile a riguardo? Ciò non significa che ci si deve ossessionare, significa che tieni d'occhio i parassiti e le loro azioni, allo stesso modo in cui tieni d'occhio le auto quando attraversi la strada. Imparando le loro abitudini ti renderà un guerriero migliore. Ma ossessionarsi ti aprirà a loro causandoti problemi, soprattutto se non sei un guerriero praticante. Quali altre cose dovrei sapere su di loro? Ci sono anche un sacco di tecnologie che sono simili all'operato dei parassiti. Inserire la capsula agli esseri umani è essenzialmente un soluzione di rete (network), permette a una specie di usare un'altra specie, sapere ciò che sa, quando lo sa, e dov'è. Considerando che gli esseri umani non usano più del 5% / 9% del loro poteri mentali, perché non usare quello che i padroni di casa non usano per i propri fini? I super computer vengono ora costruiti sugli stessi principi, non contengono solo un singolo chip potente (la mente), ma contengono migliaia di processori con i propri sistemi di supporto, combinandone la loro forza. Costringe il cervello dei padroni di casa a parlare a se stesso, come un chiacchiericcio di rete, e il parassita è in grado di utilizzare un gran quantità del potere del cervello del suo ospite per i suoi fini. Non odiate o provate emozioni nei confronti di questi esseri per le loro azioni, a loro modo, hanno aggiunto un filtro ai progressi di un tipo di guerriero. Ricordati che l'ego è sempre un problema, concentrati su quello e sulla tua libertà. Essi come razza hanno fatto quanto necessario per sopravvivere; siamo stati quelli sfortunati che li hanno incontrati, proprio quando erano così vicini alla morte per fame. Se mai fosse necessario qualcosa per dimostrare che gli esseri umani non sono importanti quanto pensano di essere, questa ne sarebbe la prova. Le interferenze causate da questi esseri negli ultimi 10 mila anni hanno modificato il campo energetico della nostra specie. L'aumento della popolazione permetterà di accelerare i loro piani. Le alterazioni variano da assorbire le energie collettive della nostra specie nel suo complesso (diminuendo l'energia ereditata attraverso il sistema di procreazione da genitori a figli) a quelle individuali che impediscono agli esseri umani di accedere a delle posizioni del punto di assemblaggio molto importanti. Questo è il motivo per cui il percorso del guerriero è praticamente l'unico metodo per sconfiggere la loro presa su di noi, riconquistare le nostre menti


una alla volta. Quando la popolazione pro-capite di guerrieri aumenta, aumenta la possibilità per gli altri di cambiare, creando un effetto a cascata anche se il numero di guerrieri corrisponderebbe a solo il 3-5% darebbe il via alla faccenda. Sostenere una percentuale del genere permetterebbe alla specie umana di formare una quantità costante di guerrieri evoluti nella terza attenzione. Hai scritto un sacco di cazzate. Credere alla maggior parte di esse è impossibile. Chiunque stia leggendo per la prima volta potrebbe pensare che tu sia pazzo. Non pensi di aver esagerato? No, non ho esagerato; è giunto il momento che queste informazioni vengano finalmente rese disponibili. Inizialmente è stato richiesto dai veggenti della terza attenzione che tutte le informazioni, vengano rilasciate al pubblico tramite gli scritti dei guerrieri sul percorso. Mettere in pratica questa richiesta era difficile per un sacco di ragioni. I guerrieri della prima attenzione ritenevano che tali informazioni avrebbero potuto danneggiare le persone che erano nuove sul percorso, (come se si stesse consegnando una pistola ad un bambino che si diverte a guardare i film di gangster) il risultato avrebbe potuto essere molto deleterio. Si temeva anche che si sarebbe potuta creare un nuovo tipo di “ vecchi veggenti”, consentendo a quelli della nostra razza che sfruttano gli altri esseri umani di utilizzare queste conoscenze a loro vantaggio. Però, quando si esaminò la cosa, ci si rese conto che la maggior parte di queste persone erano, da un certo punto di vista, consapevoli della maggior parte di queste informazioni. Rilasciando le informazioni avrebbe semplicemente permesso a coloro che vogliono essere guerrieri di spianare il campo di gioco a loro vantaggio. Altri guerrieri della prima attenzione temevano che la loro abilità di tendere l'agguato nella prima attenzione sarebbe stata minacciata, pensando fosse meglio "spargere la voce" in privato, dopo che gli apprendisti avevano più esperienza e maggiore potere personale, piuttosto che fronteggiare la cosa da novizi il che avrebbe potuto, forse, spaventare le potenziali reclute. I veggenti della terza attenzione però sanno che un potenziale apprendista deve essere consapevole in ciò che sta per essere coinvolto; anche se si trova al livello di base (uomo avvisato mezzo salvato). Solo allora possono prendere la propria decisione (di diventare guerrieri) senza sentire di essere stati in qualche modo fregati, truffati o imbrogliati. La questione “avrei voluto saperlo prima” potrebbe essere molto frustrante, e in alcuni casi potrebbe far si che un apprendista abbandoni l'addestramento ritornando alla “vita normale”. In definitiva si tratta di questo, è la tua vita, e affrontare questa sfida è una tua decisione. Le informazioni presentate qui possono aiutarvi nel vostro cammino. In ultima analisi, quando decidi di intraprendere la via del guerriero, la scelta riguarda molti livelli del tuo essere, sia che si tratti di 'mi sembra giusta' o 'sembra un'ottima scelta' o semplicemente qualcosa che è sempre stata parte di voi. Il tempo di far parte della mandria dei parassiti è finito; il tempo di combattere per la vostra libertà è arrivato.


Tratto dal sito di Marco Baston http://www.sciamanesimo-tolteco.it/il-suggeritore/ Il seguente argomento è dei più spinosi in assoluto, ma allo stesso tempo rappresenta la risposta a molte domande che tutti si fanno prima o poi. Perché gli esseri umani si trovano nelle condizioni attuali? Come mai siamo capaci di esprimere genialità, immaginazione, intelligenza, comprensione, amore, insomma tutto ciò che di bello è in noi e al tempo stesso crudeltà, stupidità assoluta, rigidità senza scampo, disperazione, ferocia illimitata, avidità….. tutto ciò che esiste di peggio. Perché mai ci siamo chiusi volontariamente in una gabbia sociale? Una spiegazione c’è; è insieme la più semplice e la più assurda. I nostri pensieri non ci appartengono, ciò che crediamo essere la nostra mente è in realtà la mente di un invasore, una mente aliena installata per uno scopo ben preciso. Dico aliena nel senso di “altro da noi”, non serve andare a scomodare gli extraterrestri: in questo mondo c’è già molto più di quanto noi crediamo. Il nostro parassita non è altro che un’altra forma di vita che normalmente non percepiamo, ma che, aggiungo, sarebbe in realtà percepibile. E’ l’uomo nero che vediamo da bambini, ma non possiamo seguitare a mantenerne la percezione perché, altrimenti, verremmo discriminati dai nostri simili. I Toltechi anche in questo caso non mancano di fantasia e si sono divertiti a trovare i nomi più diversi per definire questi esseri. Carlos Castaneda ne parla molto esaurientemente in “Il lato attivo dell’infinito”, descrivendo il momento in cui Don Juan Matus lo guida a percepirli, a vederli chiaramente, chiamandoli “voladores” (quelli che volano). E di nuovo ne parla Armando Torres in “Incontri con il Nagual” e anche in “Gli Insegnamenti di Carlos Castaneda e altri stregoni”. Per cui non starò qui a ripetere quanto già descritto da loro, cercherò invece di fornirti ulteriori informazioni, utili spero. Nel mio lignaggio vengono chiamati anche “suggeritori” e questo dovrebbe darti un’idea ben precisa di quello che fanno continuamente. Perché non puoi spegnere i pensieri a volontà? E’ semplice: perché non sono tuoi. Questi esseri condizionano ogni nostro pensiero, sentimento, azione. Hanno plasmato l’intera nostra società e tutto questo con l’unico scopo di utilizzarci come fonte alimentare. Ci strizzano come limoni tirando fuori ogni goccia di energia utile, lasciandoci solo il minimo vitale. Ci hanno fornito, tra l’altro, l’illusione di trovarci al vertice della catena alimentare, di dominare il mondo e di non poter essere soggetti ad alcuna forma di predazione. Questa convinzione agevola grandemente il compito del parassita. Il controllo che il suggeritore ha su di noi si basa essenzialmente sulla concentrazione dell’attenzione su noi stessi. Già: il mitico senso di importanza personale. Ma ora veniamo a noi. Bando alle ciance occupiamoci della guerra di liberazione, perché l’atto fondante, la decisione su cui un guerriero basa ogni


sua futura azione è quella di disfarsi della mente aliena. Tutto qui? Basta deciderlo? Beh, allora è fatta! Purtroppo non è così semplice, c’è di mezzo la nostra immagine nutrita e ingrassata per tanti, tanti anni. Gli vogliamo così bene, la viziamo da sempre, l’abbiamo viziata noi e l’hanno viziata i nostri genitori, gli amici, gli amanti, persino i nemici dando energia alle nostre esplosioni di autopietismo ed egomania…….IO, IO, IO, IO,IO, IO, IO, IO, IO….……e via, verso l’infinita reiterazione di se stessi. Siamo attaccati con le unghie e coi denti alla nostra immagine e a tutto ciò che la alimenta, devo fare tutto l’elenco? La nostra storia personale, eh come gli vogliamo bene, che bel peso da portarsi dietro. Ma non ti senti raccontare sempre le stesse cose? Davvero non te ne accorgi? Che noia sterminata. Poi, chiaro, tutte le amate abitudini, che ci rendono così riconoscibili……a chi? La ripetizioni degli stessi cicli pensiero – sentimento – azione. Naturalmente, come dicevo, il senso di importanza personale, che è più esatto definire come “attenzione a se stessi”……continuativa e ossessiva. La nostra intera civiltà, le religioni, i miti, la scienza, le relazioni personali; tutto è costruito all’unico scopo di adorare, ammirare, valutare, soppesare se stessi nella figura dell’uomo. E poi convinzioni, convinzioni, convinzioni….. Bene, iniziamo a smontare tutto. Ricordati, per cominciare, che noi siamo esseri umani solo incidentalmente e questa casualità mantiene la sua presa solo attraverso le convinzioni che abbiamo messo insieme nel corso dell’esistenza. Tu sei solo la posizione del punto di unione, nient’altro. Questa presa di coscienza però non può essere casuale. Ciò che mette veramente in fuga il suggeritore è lo sviluppo di una speciale disciplina che si genera dal centro per l’aspetto vibratorio dell’energia. Come ottenerla? Per mezzo di tutto ciò che fanno i guerrieri. In particolare raccomando la ricapitolazione, la contemplazione definitiva e tutte le parti dell’agguato che combattono abitudini e senso di importanza personale. Un suggerimento pratico immediato…usa gli impulsi del suggeritore a suo svantaggio. I tuoi sentimenti canalizzano l’energia attraverso l’uso modulato dell’attenzione; non serve opporsi bisogna invece deviare la direzione dell’energia una volta che si sia resa disponibile. quindi puoi usare gli impulsi del suggeritore per modificare lo stato della realtà, per muovere il punto di unione una volta che l’energia legata ad un determinato sentimento sia stata liberata. I guerrieri, nella loro lotta di liberazione, traggono dalla mente aliena il massimo vantaggio possibile. Usano la sfida col suggeritore per mettere perfettamente a punto i fondamenti dell’agguato. Grazie alla loro disciplina e all’applicazione di un intento inflessibile essi riescono alla fine a realizzare una depressione energetica che costringe il suggeritore a fare una scelta definitiva: fuggire o dover cedere al guerriero la gran parte della propria disponibilità energetica.


Depredatori di Coscienza Tratto da: Armando Torres – Incontri con il Nagual La continuazione della nostra conversazione arrivò anni più tardi. In quell'occasione Carlos portò ad una delle sue riunioni un concetto completamente nuovo e da far accapponare la pelle, che risvegliò le più appassionate controversie. - L'uomo -disse- è un essere magico, ha la capacità di volare per l'universo allo stesso modo che qualsiasi altra delle milioni di coscienze che esistono. Ma ad un certo momento della sua storia ha perso la libertà. Adesso la sua mente non è più sua, è un'intrusione. Affermò che noi esseri umani siamo ostaggi di un insieme di entità cosmiche che si dedicano al saccheggio, che gli stregoni chiamano "voladores". Disse che questo era un tema molto segreto per gli antichi veggenti ma che, a causa di un indizio, lui aveva capito che era già tempo di divulgarlo. Il segnale era stata una foto fatta da Tony, un buddista cristiano suo amico. In essa appariva nitidamente la figura di un essere oscuro e abominevole sospeso su una moltitudine di fedeli riuniti alle piramidi di Teotihuacan. - Le mie compagne ed io determinammo che già era tempo di far conoscere la nostra vera situazione come esseri sociali, anche a costo di tutta la diffidenza che tali informazioni possano generare nel pubblico. Quando mi si presentò l'opportunità, gli chiesi che mi dicesse qualcosa in più sui voladores e mi raccontò uno degli aspetti più terrificanti del mondo di don Juan: che noi siamo prigionieri di esseri venuti dai confini dell'universo che ci usano con la stessa disinvoltura con la quale noi usiamo i polli. Spiegò: - La porzione dell'universo alla quale abbiamo accesso è il campo di operazioni di due forme radicalmente diverse di coscienza. Una, alla quale appartengono le piante e gli animali, incluso l'uomo, è una coscienza biancastra, giovane, generatrice di energia. L'altra è una coscienza infinitamente più vecchia e parassitaria, padrona di una quantità immensa di conoscenze. - Oltre agli uomini e agli altri esseri che abitano questa terra, c'è nell'universo una immensa varietà di entità inorganiche. Esse sono presenti tra di noi e in certe occasioni si rendono visibili. Li chiamiamo fantasmi o apparizioni. Una di queste specie, che i veggenti descrivono come enormi figure volanti di colore nero, è arrivata ad un certo momento dalla profondità del Cosmo e ha trovato un'oasi di coscienza nel nostro mondo. Essi si sono specializzali nel "mungerci". - Questo è incredibile! - esclamai, - Lo so, ma è la più pura e terrorizzante verità. Ti sei mai chiesto il perché degli alti e bassi energetici ed emotivi della gente? È il predatore che viene periodicamente a raccogliere la sua quota di coscienza. Ne lasciano solamente una quantità sufficiente perché continuiamo a vivere, e a volte neanche per quello. - Cosa intendi dire? - Che qualche volta esagerano e la persona si ammalata gravemente e


persino muore. Non credevo alle mie orecchie. - Vuoi dire che siamo tutti divorati mentre siamo in vita? - gli chiesi. Sorrise. - Beh, non ci "mangiano" letteralmente, ciò che fanno è un trasferimento vibratorio. La coscienza è energia e loro possono allinearsi a noi. Siccome per natura sono sempre affamati e noi invece traspiriamo luce, il risultato di questo allineamento può essere descritto unicamente come saccheggio energetico. - Ma perché lo fanno? - Perché, in un piano cosmico, l'energia è la valuta più forte e tutti la vogliono, e noi siamo una razza vitale, piena di alimento. Ogni cosa viva ne mangia un'altra e sempre il più potente esce vincitore. Chi l'ha detto che l'uomo è sulla vetta della catena alimentare? Questa visione poteva solamente venire in mente ad un essere umano. Per gli inorganici, siamo noi la preda. Gli commentai che mi era inconcepibile pensare che entità più coscienti di noi arrivassero a quel grado di rapina. Rispose: - Ma cosa credi di star facendo tu quando ti mangi una lattuga o una bistecca? Stai mangiando vita! La tua sensibilità è ipocrita. I depredatori cosmici non sono né più né meno crudeli di noi. Quando una razza più forte consuma un'altra inferiore, sta aiutando la sua energia a evolvere. - Ti ho già detto che nell'universo c'è solo guerra. Gli scontri degli uomini sono un riflesso di ciò che accade là fuori. È normale che una specie tenti di consumarne un'altra; la caratteristica di un guerriero è di non lagnarsi per questo e fare in modo di sopravvivere. - E come ci consumano? - Tramite le nostre emozioni, opportunamente dirette dal chiacchiericcio interno. Hanno disegnato l'ambiente sociale in modo tale che stiamo tutto il tempo emettendo ondate di emozioni che vengono immediatamente assorbite. Soprattutto a loro piacciono gli attacchi di ego, sono un boccone squisito. Tali emozioni sono le stesse in qualsiasi luogo dell'universo dove si presentano e loro hanno imparato a metabolizzarle. - Alcuni ci consumano attraverso la nostra lussuria, la rabbia o la paura; altri preferiscono sentimenti più delicati, come l'amore o la tenerezza. Ma tutti loro sono interessati alla stessa cosa. Di solito ci attaccano nell'area della testa, il cuore o il ventre, laddove conserviamo il grosso della nostra energia. - Attaccano anche gli animali? - Quegli esseri usano tutto ciò che è disponibile, ma preferiscono la coscienza organizzata. Prosciugano gli animali e le piante a seconda della loro attenzione, che non è troppo fissa. Ugualmente attaccano altri esseri inorganici, ma se li vedono li evitano, come noi evitiamo le zanzare. Il solo che cade tutto intero nella loro trappola è l'uomo. - Come è possibile che tutto ciò stia accadendo senza che ce ne rendiamo conto? - Perché ereditiamo l'interscambio con quegli esseri quasi come una condizione genetica, e adesso ci sembra qualcosa di naturale. Quando la creatura nasce, la madre la offre come cibo, senza rendersene conto, perché anche la sua mente è dominata. Battezzandola firma un accordo. A partire da quel momento si sforza di inculcarle modalità di comportamento accettabili, la addomestica, smorza il suo lato guerriero e lo trasforma in una pecora mite. - Quando un ragazzo vien fuori sufficientemente energetico da rifiutare


quell'imposizione, ma non abbastanza per entrare nel cammino del guerriero, diventa un ribelle o un disadattato sociale. - Il vantaggio dei voladores risiede nella differenza fra i nostri livelli di coscienza. Loro sono entità molto potenti e vaste; l'idea che noi abbiamo di loro è equivalente a quella che ha una formica di noi. - Comunque, la loro presenza è dolorosa e si può misurare in diversi modi. Per esempio, quando ci provocano attacchi di razionalità o di sfiducia, o ci sentiamo tentati di violare le nostre decisioni. I pazzi li possono scoprire molto facilmente, troppo direi io, giacché sentono fisicamente come questi esseri si posano sulle loro spalle, generando paranoie. Il suicidio è la firma del volador, perché la sua mente è omicida potenziale. - Dici che si tratta di uno scambio; ma cosa ci guadagniamo noi con una simile spoliazione? - In cambio della nostra energia, i voladores ci hanno dato la mente, gli attaccamenti e l'ego. Per loro noi non siamo i loro schiavi, ma una specie di operai salariati. Hanno privilegiato una razza primitiva e gli hanno fatto il dono del pensare, il che ci ha fatto evolvere, di più, ci ha civilizzati. Se non fosse per loro saremmo ancora nascosti nelle caverne o facendo nidi sulle cime degli alberi. - I voladores ci dominano attraverso le nostre tradizioni e abitudini. Sono i padroni delle religioni, i creatori della Storia. Ascoltiamo la loro voce alla radio e leggiamo le loro idee sui giornali. Loro usano tutti i nostri mezzi di informazione ed i nostri sistemi di credenze. La loro strategia è magnifica. Per esempio, ci fu un uomo onesto che parlò di amore e libertà; loro hanno trasformato tutto in autocompassione e servilismo. Lo fanno con tutti, anche con i naguales. Per questa ragione il lavoro di uno stregone è solitario. - Per millenni, i voladores hanno preparato piani per collettivizzarci. Ci fu un'epoca nella quale divennero così spudorati che si mostrarono persino in pubblico e le genti li rappresentarono in pietra. Erano tempi oscuri, pullulavano dappertutto. Ma ora la loro strategia è divenuta così intelligente che neanche sappiamo che esistono. In passato ci agganciavano con la credulità, oggi con il materialismo. Sono loro i responsabili per il fatto che l'aspirazione dell'uomo di oggi sia quella di non dover pensare da sé; osserva solo quanto tempo qualcuno riesce a stare in silenzio! - Perché quel cambiamento nella loro strategia? - Perché in questo momento stanno correndo un grande rischio. L'umanità sta in contatto molto rapido e chiunque può informarsi. O ci riempono la testa, bombardandoci giorno e notte con ogni tipo di suggestioni, o ci saranno alcuni che si renderanno conto ed avvertiranno gli altri. - Cosa succederebbe se riuscissimo a respingere quelle entità? - In una settimana recupereremmo la nostra vitalità e staremmo brillando di nuovo. Ma, in quanto esseri umani normali, non possiamo pensare a questa possibilità, perché implicherebbe andare contro a tutto ciò che è socialmente accettabile. Fortunatamente, noi stregoni abbiamo un'arma: la disciplina. - L'incontro con gli inorganici è graduale. All'inizio non li notiamo. Ma un apprendista comincia a vederli nel sognare poi nella veglia, cosa che può farlo impazzire se non impara a comportarsi come un guerriero. Quando ne è consapevole, può affrontarli. - Gli stregoni manipolano la mente estranea facendosi cacciatori di energia. È con questo fine che io e le mie compagne abbiamo disegnato per le


masse gli esercizi di Tensegrità, che hanno la virtù di liberarci dalla mente del volador. - In questo senso lo stregone è un opportunista. Approfitta della spinta che gli hanno dato e dice al suo sfruttatore: "Grazie di tutto, arrivederci! L'accordo che avete fatto era coi miei antenati, non con me". Ricapitolando la sua vita, sta letteralmente togliendo il cibo di bocca al volador. È come se arrivassimo al negozio e restituissimo il prodotto al negoziante esigendogli: ''Ridammi i miei soldi!". Agli inorganici questo non piace, ma non possono farci niente. - Il nostro vantaggio è che di noi si può fare a meno, c'è molto cibo in giro! Una posizione di allerta totale, che non è altro che disciplina, crea condizioni tali nella nostra attenzione che smettiamo di essere appetitosi per quegli esseri. In tal caso, girano i tacchi e ci lasciano tranquilli.


L'Energia Parassita Tratto da: Armando Torres – Gli Insegnamenti di Carlos Castaneda e altri stregoni

In un'altra occasione, Padre Graciano, che era il parroco di un villaggio vicino, portò alla nostra attenzione una ricca e colta donna straniera, che soffriva di svenimenti improvvisi. Questa signora non credeva ai guaritori indigeni, ma avendo già consultato i migliori specialisti del capo, senza che nessuno fosse in grado di spiegare quello che aveva o quello che le stava accadendo. Aveva accettato di venire per consultarsi con i guaritori come ultima risorsa. Il suo arrivo provocò una grande agitazione, dal momento che tutti volevano vederla. Anch'io ero. Tuttavia, a quel tempo ero un principiante. Quando guardai la signora, non percepii nulla di rimarchevole. Doña Silvia, in seguito, mi disse che ciò che aveva sconvolto tutti era il modo in cui la donna aveva un parassita aggrappato alla sua energia. Questo parassita era la creatura descritta nei libri di Castaneda come voladores. Venne percepito dai veggenti come una macchia scura aggrappata al suo lato destro. Stava consumando la povera donna in un modo tale da ucciderla. Avrebbe aspettato che lei recuperasse un po', per poi attaccarla di nuovo. Questa era la causa dei sui svenimenti. Fu necessario un trattamento di pulizia con piante e fumo. In aggiunta, venne tenuta in quarantena, finché fu possibile liberarla dal parassita che le stava aggrappato. Al paziente piacque sia il processo di guarigione che i suoi risultati. La donna, essendo benestante, voleva pagare per i servizi di doña Silvia, ma doña Silvia rifiutò. Invece, chiese alla signora che facesse il pagamento a favore della chiesa di Padre Graciano. Il padre che stava lavorando con molti orfani nel villaggio aveva bisogno di aiuti, così la ricca signora lasciò i soldi alla Chiesa.


Estratto dal libro "Nahualtecas" di: Domingo Delgado Solórzano ......… La sua figura stava sbiadendo nel pronunciare le sue ultime parole. La pietra si spense. Sapevo di non doverla toccare. Accesi la torcia e lasciai la grotta. Benedetto pianeta. Chi ci ha mandato qui per pagare che cosa? Inferno chiamato terra. Pieno di bestie feroci per rendere la nostra condanna impossibile. Ci mettono a disposizione dei miserabili organismi geneticamente difettosi. Malattie; il castigo fondamentale. Ma la più brutale, non uno per uno abbiamo ottenuto. Hanno inviato milioni di persone. La crudeltà, l'avidità, la corruzione, la mancanza totale di rispetto per la vita. La guerra, queste sono le nostre pene reali. Il sistema solare è la più grande prigione per l'ambiente cosmico. Al momento della morte, smembrano la nostra coscienza e spremono l'ultima parte della nostra percezione. Raccolgono dolore e piacere. Conditi ed inscatolati pronti da inghiottire come carne in scatola. Siamo per meta’ discendenti di angeli caduti. Quelli in carcere su Giove si allevano per l’alimentazione. Sono più grandi, succosi e saporiti di noi semplici esseri umani. Ci hanno messo nei mondi prigione, ottenendo nutrimento dal dolore e piacere e ... Saltando pietre e tronchi caduti scesi giù per la montagna sentendomi come un magro maiale aromatizzato. L'unificazione delle forze di espansione (espansione / aumento) è legato alla relatività, contraddizioni e arbitrari della percezione del luogo scaglionato a località ellittica che lo formano. Tutto è così relativo come la coscienza costruttivista, quanto contraria e incerta è la coscienza interpretativa, e quanto arbitraria sia la percezione collettiva della coscienza. Per questo …


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