La visione periferica nel calcio

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VISIONE PERIFERICA

LUCA MONESE

LA VISIONE PERIFERICA NEL CALCIO L’IMPORTANZA DELLE CAPACITÀ VISIVE E SENSO-PERCETTIVE PER MIGLIORARE LE PRESTAZIONI DEL CALCIATORE

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L’AUTORE

Luca Monese Allenatore Uefa B

Luca Monese, originario di Garda (Verona), è laureato in Scienze delle attività motorie e sportive presso l’Università di Verona e allenatore UEFA B. Fin da giovanissimo lavora nel mondo del calcio professionistico e dilettantistico, ricoprendo diversi ruoli. Ha iniziato nel 2002 come preparatore atletico e aiuto selezionatore al Chievo Verona e ha collaborato con società dilettantistiche come il CastelnuovoSandrà. Per una stagione è stato il preparatore atletico della Primavera del Bardolino Calcio Femminile, conquistando la finale scudetto, e la stagione successiva preparatore atletico della Prima squadra, conquistando la Super Coppa Italiana. Terminata nel 2009 l’avventura con il Chievo è diventato il responsabile dell’Attività di base dell’Hellas Verona per due stagioni. Dal 2012 lavora per l’AC Milan come direttore tecnico per l’Academy del Milan a Chiba, Giappone. Ha pubblicato su Sport Sciences for Health alcuni studi sulla dipendenza da sport di resistenza. Dal 2017 è relatore con il National Strength and Conditioning Association (NSCA) in diverse università nipponiche.

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INTRODUZIONE Il Natal è una delle quattro regioni originarie del Sudafrica, un luogo affascinante, dove coste paradisiache incontrano altipiani silenziosi e il cuore dell’uomo coltiva ancora, con saggezza, il rispetto per la Madre Terra e il gusto per l’essenziale. Qui abita da generazioni la tribù degli Zulu, il cui saluto ha attraversato, con fama sempre crescente, aule universitarie, sale cinematografiche, meeting aziendali: “sawubona”, ovvero ”io ti vedo”. Tu esisti per me perché sei nel mio campo visivo. I miei occhi sono puntati su di te e non su altro. Hai la mia attenzione. Con la straordinaria forza della semplicità, questa formula di incontro evidenzia una verità spesso ignorata: il nostro rapporto con il mondo passa attraverso i sensi e il senso più rilevante è proprio la vista. Il nostro cervello lavora per immagini e la nostra struttura identitaria è un archivio accuratamente catalogato di sequenze visive che tengono traccia delle esperienze significative vissute negli anni, tessendo il racconto della nostra storia. I sensi sono il nostro collegamento con il mondo, il modo in cui leggiamo la realtà. Un’azione di gioco è un insieme di suoni, profumi, gusti, colori e informazioni raccolte dai nostri organi di senso e passate al cervello il quale, come un regista, le organizza in un’unica scena preparando nel frattempo il corpo a calarsi al meglio nella parte. Nel processo di incontro con la realtà (percezione), quindi, il nostro cervello è chiamato a compiere due processi fondamentali: selezionare le informazioni in entrata e organizzarle in maniera coerente attorno agli scopi che vogliamo perseguire. Tanto più ricca sarà la quantità di informazioni tra cui scegliere, tanto più accurata, di conseguenza, potrà essere la nostra risposta all’ambiente che ci circonda. È in questo contesto che si inserisce il contributo di questo libro, incentrato sullo sviluppo di una specifica abilità visiva, la visione periferica, con l’obiettivo di ottimizzare progressivamente le possibilità di scelta, e quindi di azione, del giocatore nello spazio. Il calcio è uno sport situazionale, dove gli stimoli visivi sono molteplici e la capacità selettiva del nostro cervello è costantemente stimolata. Oggetti in primo piano possono, La visione periferica nel calcio / 15


Visione periferica dell’occhio umano. Fonte: Wikimedia Commons.

18 / Luca Monese


CAPITOLO 2

ALLENARE LA VISIONE PERIFERICA L’allenamento è fondamentale nel calcio e non solo. L’allenamento, infatti, è un’attività che trascende gli aspetti tecnico, tattico, atletico e motorio (caratteristici del gioco del calcio), ma comprende un insieme di esercitazioni volte a migliorare tutti quegli aspetti legati alla percezione degli elementi esterni da parte del giocatore. Uno dei più significativi è il lavoro sulla vista per poter gestire al meglio i movimenti e le decisioni da prendere nelle diverse situazioni di gioco. Il fulcro che lega l’integrazione di tutte queste capacità fondamentali è proprio la visuale periferica: è ciò che consente ai calciatori di poter gestire più situazioni contemporaneamente. Si potrebbe fallacemente pensare che si tratti di una capacità innata o comunque non allenabile. Ma non è così: l’esempio migliore di chi riesce implementare la propria visione periferica è rappresentato dalla categoria dei giocolieri: questi, attraverso esercitazioni continue atte ad ampliare e implementare il proprio campo visivo, riescono ad avere un controllo massimo su tantissimi oggetti contemporaneamente, migliorando allo stesso tempo la propria capacità oculo-manuale (cioè il riuscire a unire la percezione visiva al movimento delle mani e delle braccia) e oculo-podalica (ovvero la capacità di unire gli input legati alla vista ai movimenti di gambe e piedi). Nel calcio in particolare questo tipo di abilità dev’essere allenata in più situazioni possibili. Se ad esempio facessimo svolgere esclusivamente esercitazioni analitiche (come il passaggio frontale a coppie o il palleggio) potenzieremmo solamente ciò che concerne la visuale centrale. Così facendo, una volta in campo il calciatore si troverebbe in difficoltà nel gestire una molteplicità di input contemporaneamente, La visione periferica nel calcio / 19


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PASSAGGIO CON CONTROLLO ORIENTATO A TRE GIOCATORI

MEZZO OPERATIVO

Esercizio

DURATA 20 minuti

OBIETTIVI • Visione periferica • Orientamento • Trasmissione • Controllo orientato

MATERIALE • 6 cinesini • 3 casacche di colori diversi • 1 pallone

PREPARAZIONE Area di gioco: 15×15 metri Giocatori: 4 Numero di serie: 2 da 8 minuti con 2 minuti di recupero tra le serie

ORGANIZZAZIONE

Disporre sei cinesini in campo in modo da formare un esagono. Un giocatore si colloca all’interno dell’area di gioco, mentre altri tre si posizionano all’esterno. Ogni giocatore indossa una casacca di colore diverso. Un giocatore esterno parte in possesso di un pallone.

DESCRIZIONE

• I giocatori all’esterno dell’esagono si muovono sul perimetro senza mai entrare e cercando di cambiare direzione quando lo desiderano • Il giocatore all’interno dell’esagono deve posizionarsi tenendo continuamente sotto controllo sia il giocatore con la palla sia i due giocatori esterni 36 / Luca Monese


• Il compito dell’allenatore è di chiamare il colore corrispondente alla casacca di un giocatore esterno senza palla che sta correndo attorno all’esagono • A questo punto il giocatore in possesso di palla deve trasmetterla al compagno posto al centro dello spazio centrale che, con un controllo orientato e una successiva trasmissione, passa la palla al giocatore del colore chiamato dall’allenatore • Ogni atleta gioca al centro dell’esagono per 2 minuti per puoi cambiare posizione a rotazione

REGOLE

• I giocatori all’esterno non possono entrare nella figura, devono restare sempre in movimento cambiando ogni tanto la direzione della propria corsa • Il giocatore all’interno non deve mai fermarsi, cercando di muoversi e adattare la posizione tenendo sotto controllo tutti i compagni attraverso la visione periferica • È consentito passare la palla solo al giocatore del colore chiamato dall’allenatore

VARIANTI

1. Si può proporre l’esercizio sotto forma di competizione tra più gruppi, in cui riceve un punto il giocatore che per primo riesce a passare la palla al compagno con la casacca del colore chiamato dall’allenatore 2. Cambiare i tempi di chiamata: in base all’abilità dei ragazzi, al fine di migliorare ancor più la visione periferica, al via dell’allenatore parte il passaggio, ma solo dopo il suddetto comando viene chiamato il colore che traccia la traiettoria del passaggio

TEMI PER L’ALLENATORE

• Punti chiave: attenzione massima al giocatore centrale che deve mantenere sotto controllo i tre compagni esterni, grazie alla visione centrale e periferica e all’aggiustamento della postura • Conduzione: far sì che i giocatori non fermino mai la loro corsa (anche se lenta), poiché in questo modo il giocatore al centro è obbligato a lavorare la sua visione periferica • Correzioni: chiedere al giocatore centrale di trovare il modo migliore per essere sempre pronto ad effettuare velocemente e correttamente la ricezione e quindi la trasmissione La visione periferica nel calcio / 37


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