Poste Italiane SpA – Sped. In a.p. D.L. 353/2003 conv. In L. 46/2004, art. 1, c. 1 – DICB Milano Virginia Gambino Editore Srl – Viale Monte Ceneri 60 – 20155 Milano
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[ I BILANCI DELLE COSTRUZIONI ]
2018
CLASSIFICHE 2018
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[ I BILANCI DELLE COSTRUZIONI ]
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SOMMARIO
I B ILANCI DE L L E COST RU Z I ONI 2 0 1 6
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I CRITERI DI ANALISI Costruzioni ai raggi x attraverso 1370 imprese
SCENARIO GENERALE È stata solo una parentesi? Le classifiche delle prime 1370 società I numeri regione per regione
PRODUTTORI
Acciaio e tondino Attrezzature da cantiere Cemento e calcestruzzo Chimica per l’edilizia Climatizzazione e riscaldamento
Fissaggio Illuminotecnica Impiantistica elettrica Isolamento e impermeabilizzazione Laterizi Lattoneria Macchine da cantiere Piastrelle e rivestimenti Pitture e Vernici Prefabbricati Sanitari e arredobagno Serramenti e sistemi di chiusura, grigliati Materiale generico
DISTRIBUZIONE Materiali edili Idrotermosanitari Materiali elettrici
IMPRESE DI COSTRUZIONE SOCIETÀ DI INGEGNERIA Progettazione General contractor
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Come leggere i bilanci Le 1370 aziende in ordine alfabetico
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CLASSIFICHE 2018
I CONTI DI 1.370 AZIENDE PASSATI AL SETACCIO
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https://www.virginiagambinoeditore.it/categoria-prodotto/rivista-bilanci-delle-costruzioni/ I BILANCI DELLE COSTRUZIONI 2018 è il supplemento a YouTrade” n.94 di Novembre 2018 Direzione, redazione, abbonamenti, amministrazione e pubblicità / Head office, editorial office, subscrition, administration and advertising Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 – 20155 Milano (MI) – Italy Tel. +039 02 47761275 - info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it
Questo supplemento è stato realizzato dal Centro Studi YouTrade
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Stampa / Printing Litotipografia Alcione S.r.l. – Lavis (TN)
Registrazione / Registration N. 406 del 25/06/2008 del Tribunale Civile e Penale di Milano Periodicità / Frequency Mensile – Poste Italiane S.p.A. – Sped. in a.p. – D.L. 353/2003 conv. In L. 46/2004, art. 1, c. 1 – DICB Milano
Responsabilità / Responsability La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati dalla rivista è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Privacy / Privacy Ai sensi del D.Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore S.r.l. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D.Lgs. 196/2003.
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I BIL AN CI DELLE CO ST RUZ IO N I 2016
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I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 6
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I BIL AN CI DELLE CO ST RUZ IO N I 2016
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[ SCENARIO GENERALE ]
I CRITERI DI ANALISI
COSTRUZIONI AI RAGGI X ATTRAVERSO 1.370 IMPRESE
I bilanci di un intero settore passati al setaccio per scoprire lo stato di salute dei maggiori protagonisti sul mercato. Ecco come sono stati analizzati i conti, , con una importante novità rispetto agli anni passati
’ L
analisi condotta sui bilanci 2017 del settore delle costruzioni si basa, in questa edizione, sui documenti depositati da 1.371 aziende nei settori delle costruzioni, dell’ingegneria, della produzione (con riferimento alle seguenti categorie produttive: acciaio e tondino, attrezzature, cemento e calcestruzzo, chimica, climatizzazione, fissaggio, illuminotecnica, impiantistica, isolamento, laterizi, lattoneria, macchine, piastrelle e rivestimenti, pitture e vernici, prefabbricati, sanitari e arredobagno, serramenti e altre categorie) e della distribuzione di materiali edili, idrotermosanitari ed elettrici. Il valore del fatturato cumulato di queste società raggiunge quasi i 56 miliardi di euro. Come ricordato nelle scorse edizioni, la realtà dei comparti in esame risulta estremamente variegata e composta da società di grandi e a volte grandissime dimensioni, assieme a società di medie e medio-piccole dimensioni e, soprattutto, a una miriade di piccole e micro imprese. Questa differenziazione evidenzia
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già in prima analisi l’estrema complessità del settore e dei segmenti di indagine. CRITERI CIVILISTICI Le analisi, come già per lo scorso anno, prendono in considerazione solo i bilanci civilistici delle società, escludendo quindi quelli consolidati di gruppo, e le elaborazioni contengono i dati delle aziende i cui bilanci erano disponibili e reperibili sul portale del registro camerale nazionale alla data del 7 dicembre 2018. Rispetto al numero totale di bilanci analizzati, alcune aziende (solo tre su 1.371) hanno richiesto di non comparire nelle tabelle delle classifiche allegate e, dunque, sono state escluse, ma incluse nelle analisi complessive. Si tratta in ogni caso di aziende con bilanci compresi tra 1 e 3 milioni di euro. Va segnalato anche che, a differenza dello scorso anno, in alcune graduatorie non compaiono nomi illustri per vari motivi. Bauexpert, per esempio, è come noto uno dei player più importanti nel settore della distribuzione di materiali edili, ma non ha ancora reso disponibile il bilancio alla data di chiusura I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 7 6
delle nostre elaborazioni. Per alcuni soggetti, che hanno attivato azioni di fusione e di ridefinizione aziendale, come nel caso della neonata Dexive, non è stato possibile ricostruire in modo accurato il bilancio e, dunque, per una loro valutazione si rimanda al prossimo anno, quando sarà disponibile il civilistico della nuova realtà aziendale. Come si nota, in alcune graduatorie mancano, rispetto allo scorso anno, alcune aziende di grande dimensione. I motivi sono legati principalmente a condizioni di difficoltà, alcune peraltro ben note soprattutto per alcune primarie aziende del settore delle costruzioni. In alcuni casi l’assorbimento da parte di soggetti esteri di aziende italiane non permette di utilizzare le tipologie di bilancio depositate, perché non sono coerenti con i campi informativi dei bilanci standardizzati dal Registro Imprese nazionale. In alcuni casi, inoltre, alcune aziende di grandi dimensioni hanno presentato bilanci parziali o depositato solo le note integrative. Per questi casi non è dunque stato possibile ricostruire i valori e gli indici e, pertanto, tali imprese non sono state prese in considerazione. BIL ANC D ERUZ L L EIOCO RUZ IO N I 2017 I BIL AN CI IDELLE COI ST N I ST 2016
RICAVI, FATTURATO, GIRO D’AFFARI Dal punto di vista dell’analisi, va precisato che nel fatturato della singola azienda è compresa anche la quota derivata dalle esportazioni e, in generale, il frutto dell’attività della società al di fuori dai confini nazionali. In merito al fatturato cumulato della filiera, il valore complessivo è probabilmente sovrastimato, perché determinato per somma dei singoli fatturati di soggetti coinvolti in relazioni commerciali di tipo cliente/fornitore che possono indurre a una duplicazione di valori. Inoltre, quando nelle analisi si parla di fatturato, ci si riferisce alla differenza tra i ricavi caratteristici (cioè senza gli altri ricavi non operativi) e le variazioni dei lavori in corso, dunque a un valore che è generalmente uguale o inferiore a quello della produzione. In questo senso è sovrapponibile al concetto di «giro d’affari». Le valutazioni di sistema hanno necessariamente determinato l’esclusione, in fase di elaborazione e analisi aggregata, di alcuni rari casi di aziende, a causa di eccessive difformità nei dati rispetto alla media (i cosiddetti outlier) per
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[ SCENARIO GENERALE ] evidenziato per capire se e come le aziende possano contare sui finanziamenti bancari in eventuali strategie di sviluppo, ma anche se l’azienda possa essere percepita da potenziali creditori come rischiosa, poiché dipendente in modo eccessivo da capitali di terzi. Il secondo indicatore utilizzato in questo report è l’indice di liquidità immediata (o acid test), dato dal rapporto tra le attività correnti (escluso il magazzino) e le passività a breve termine, un indicatore che misura l’equilibrio finanziario dell’azienda in termini di capacità di fronteggiare più o meno tranquillamente gli impegni a breve. Ma senza tenere conto del magazzino che, per sua natura, pur essendo considerato elemento del capitale circolante, può assumere una valenza minore in termini di liquidità.
questioni normalmente derivanti da operazioni straordinarie di bilancio. LA MISURA DELLA PERFORMANCE Analogamente al report dello scorso anno, anche quest’anno la logica di lettura dei dati realizzata dal Centro Studi YouTrade si è concentrata sull’individuazione di indicatori performance, invece dei classici indicatori di crisi. Questa scelta risiede nella ricerca di indicatori originali in grado di traguardare i parametri medi delle aziende secondo un’ottica di sviluppo e di virtuosità rispetto ai dati medi, piuttosto che fotografare semplicemente quante aziende sono ancora in sofferenza. La novità di questo metodo, introdotto lo scorso anno, si rileva nella presenza di due indicatori specifici di bilancio che vanno a sommarsi a quelli classici. Il primo è l’indice di indipendenza finanziaria, che indica il grado di solidità patrimoniale dell’azienda in termini di rapporto tra il capitale proprio e il totale dell’attivo dello stato patrimoniale, o per converso il grado di capitalizzazione dell'impresa: si tratta di un indicatore importante nella panoramica dei parametri di definizione del merito creditizio, che dunque va Tabella 1 Valore del fatturato dei bilanci 2017 per settore di attività (milioni di euro)
N° 133 80 529 629 1.371
Settore di attività Imprese di costruzioni Società di ingegneria Industrie produttrici Distributori di materiali TOTALE
Fatturato (milioni di Euro) 11.649 6.882 28.278 8.909 55.717
Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade
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I SETTORI DI RIFERIMENTO La aziende sono suddivise e analizzate rispetto a quattro settori principali di riferimento. Quello a maggiore numerosità, ma soprattutto per dimensione cumulata del fatturato è relativo alle industrie produttrici di materiali, sistemi e componenti utilizzati dal sistema costruzioni, che con oltre 28 miliardi di euro di fatturato cumulato rappresenta quasi il 51% del valore complessivo dei bilanci analizzati. Le imprese di costruzioni prese a campione sono 133 (un notevole incremento rispetto alle 70 dello scorso anno), per un fatturato cumulato di poco inferiore ai 12 miliardi di euro, circa un quinto (20%) del fatturato complessivo. Una quota un po’ più bassa (18%) viene dalle 80 società di ingegneria (anche in questo caso con un incremento dell’orizzonte di lettura rispetto allo scorso anno), che contribuiscono con meno di 7 miliardi di euro al valore del fatturato complessivo. I distributori di materiali, ossia le società che commercializzano materiali edili, idrotermosanitari ed elettrici, sono 629 (erano 482 lo scorso anno, dunque con un campo di lettura molto più approfondito), ma essendo caratterizzati da realtà anche di piccola e piccolissima dimensione realizzano un fatturato totale quantificabile in poco meno di 9 miliardi di euro, che corrispondono a circa il 16% del fatturato del campione sotto esame. Complessivamente si tratta dunque di 1.371 bilanci analizzati e riportati sia nei quadri di sintesi, sia nelle graduatorie per singolo comparto e settore, ad eccezione delle già menzionate tre aziende che hanno richiesto di non comparire e che per tale motivo, lo ricordiamo, non compaiono nelle graduatorie ma sono state comunque ricomprese nelle analisi di settore. È solo per tale motivo che il numero totale di aziende presenti nella tabella di sintesi differisce da quello riportato nelle graduatorie generali. I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 6
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[ SCENARIO GENERALE ]
LA CONGIUNTURA
È STATA SOLO UNA PARENTESI?
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I conti 2017 delle imprese del settore delle costruzioni indicano un miglioramento, dopo la lunga crisi del decennio precedente. Ma il rallentamento dello scenario economico getta un’ombra sul 2018 e sul futuro
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l 2017 per l’economia italiana è stato un anno di graduale ripresa, in uno scenario internazionale ed europeo di consolidamento. Anche se nel corso del 2018 si sono ridotti gli effetti positivi, fino all’attuale fase di rallentamento e, per quanto riguarda l’Italia, di stagnazione. Tuttavia, al fine di inquadrare le analisi di bilancio all’interno del sistema economico del 2017, bisogna fare riferimento agli indicatori congiunturali misurati dalla Commissione europea e dall’Istat, così come ripresi dal Documento di Economia e di Finanza del Governo, in base a quanto riportato nei rispettivi documenti ufficiali: per la Commissione europea l’European Economic Forecast.Autumn 2018 e, per il ministero dell’Economia e delle Finanze la Nota di aggiornamento del Def 2018. I principali indicatori macroeconomici evidenziano una crescita dei consumi finali nazionali dell’1,5% (+1,2% nel 2016). Una crescita significativa, ma non eclatante come quella degli investimenti, che dopo il +2,9% del 2016 hanno fatto registrare un incremento del 4,3%. La dinamica del Pil ha potuto beneficiare di un consistente aumento delle esportazioni, +5,7% contro il +2,4% del 2016,
I BIL ANC I D E L L E CO ST RUZ IO N I 2018
dinamica superiore a quella delle importazioni, che con il +5,2% indicano indirettamente una ripresa di vigore della nostra economia. MA I 12 MESI PASSATI… Tuttavia nei documenti previsionali della Commissione europea e del Mef gli indicatori per il 2018 non sono così positivi e gli ultimi dati pubblicati da Istat a novembre 2018 indicano una sostanziale fase di stagnazione della nostra economia, che porterà sicuramente a rivedere i dati pubblicati a ottobre da Ce e ministero dell’Economia nel Def, che indicavano per il 2018 una crescita del Pil rispettivamente dell’1,1% e del 1,2%, con una flessione dei consumi privati pari a 0,4 punti percentuali, una riduzione della dinamica positiva degli investimenti e con una frenata significativa delle esportazioni. Tutto ciò rappresenta la cartina di tornasole della fragilità della nostra economia, ancora non del tutto uscita dalla lunga crisi e, forse, all’inizio di una nuova fase di stagnazione, per evitare la quale sarà fondamentale la definizione delle politiche economiche e finanziarie del Governo, in accordo con le decisioni e le richieste da parte di Bruxelles.
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[ SCENARIO GENERALE ] LA FRENATA Non va dimenticato, infatti, che nel terzo trimestre del 2018 i dati relativi al Pil indicano un rallentamento (-0,1%) rispetto al trimestre precedente, un dato per la prima volta negativo da molti trimestri di lenta, o lentissima, ma in ogni caso positiva crescita. La stima preliminare, presentata anche all’evento di YouTrade Academy organizzato da Virginia Gambino Editore a Bergamo il 13 novembre 2018, che vedeva assestarsi a zero la crescita, è dunque stata rivista ulteriormente al ribasso dall’Istat, portando l’aumento tendenziale allo 0,7% dallo 0,8% della stima preliminare, dunque peggiore delle attese. Considerando che nel secondo trimestre la crescita per il 2018 era prevista a +1,2%, i dati certificano un preoccupante rallentamento dopo oltre tre anni di crescita, allontanando sempre più l’Italia al trend medio registrato dall'Eurozona (+1,6%), e aprendo alle prime congetture di alcuni analisti sullo spettro dell’avvio di una pur debole per ora, recessione. Complessivamente la variazione annuale del Pil è dunque inferiore non solo alle attese troppo positive del Governo (sulle quali tuttavia pesa il gioco della costruzione di una manovra economica a deficit), ma anche alle più recenti previsioni dei principali organismi economici sovranazionali, non solo Ce, ma anche Fondo Monetario e Ocse. MENO INVESTIMENTI Su questi andamenti negativi pesa non solo l’andamento della domanda interna, in riduzione dello -0,1%, ma soprattutto il rallentamento degli investimenti fissi lordi, in calo del -1,1%. E tra i settori produttivi, mentre si registra un buon andamento del valore aggiunto dell’agricoltura, frenano tutti gli altri comparti, dall’industria alle costruzioni, fino al terziario e ai servizi. Questi dati si ripercuotono nell’indice di fiducia dei consumatori e delle imprese. Secondo i dati più recenti, appena pubblicati da Istat, a novembre 2018 l’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso da 116,5 a 114,8, quello relativo alle imprese è diminuito per il quinto mese consecutivo, passando da 102,5 a 101,1. Se le attese per i consumatori sono negative in tutti campi, analogamente anche per le imprese dei vari settori c’è questo peggioramento, nel manifatturiero (che passa da 104,9 a 104,4), nelle costruzioni che scendono di ben 6,5 punti (da 138,9 a 132,5) e nei servizi (da 103,6 a 101,8). Nel settore delle costruzioni, in particolare, si registra un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle aspettative sull’occupazione, al quale si associa un andamento negativo dei prezzi, che indica anch’esso una evidente stagnazione del mercato. Pertanto anche le indicazioni sullo stato di crescita
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Tabella 1 - Italia. Principali indicatori macroeconomici. Previsioni a confronto 2017-2018
Tabella 1 - Italia. Principali indicatori macroeconomici. Previsioni a confronto 2017-2018 (varia (variazioni % annue) Indicatori macroeconomici
2017
DEF 1,6
CE 1,1
2018
PIL
CE 1,6
DEF 1,2
Consumi privati
1,5
1,5
1,0
1,1
Consumi pubblici
-0,1
-0,1
0,0
0,4
Investimenti totali
4,3
4,3
3,7
4,4
di cui - Costruzioni
1,6
1,6
1,4
1,4
Importazioni
5,2
5,2
2,6
1,7
Esportazioni
5,7
5,7
1,6
0,4
Fonti: Commissione Europea, "European Economic Forecast. Autumn 2018", Ministero Economia e Finanze "Nota di aggiornamento del DEF 2018" Grafico 1 - Italia. Indice della produzione nelle costruzioni. Settembre 2016 – agosto 2018 (dati mensili destagionalizzati; base 2015)
105 104 103 102 101 100 99 98 97 96 95 94 93 92 91
S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A 2016
2017
2018
Elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati Istat Grafico 2 - Italia. Valore aggiunto dei macrosettori di attività. Anni 2009-2020 (variazioni % su anno precedente)
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati Prometeia (rilascio ottobre 2018) I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 6
I BIL AN CI DELLE CO ST RUZ IO N I 2016
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[ SCENARIO GENERALE ] del settore, valutate pari a +1,4% in termini previsionali dal punto di vista degli investimenti per il 2018 dovranno essere riviste quasi certamente al ribasso. Ed è per questo motivo che è sempre più difficile fare previsioni, al punto che le analisi di bilancio, che invece analizzano quanto accaduto a livello di imprese e di settori, permettono una lettura scevra da fattori congiunturali e previsionali e può evidenziare quali imprese sono cresciute, in quali settori e in quali segmenti. Secondo i dati Istat destagionalizzati, l’indice della produzione nelle costruzioni nel periodo settembre 2016-agosto 2018 ha visto un incremento medio dell’attività, anche se l’indice complessivo supera di poco il 100, ovvero la base dati 2015. A indicare che la produzione c’è, ma galleggia attorno a un quadro di investimenti che non cresce in modo costante e consistente. È ciò che in gergo viene definita oggi nuova normalità e fa riferimento ad un quadro che se rapportato al 2010 evidenzia la perdita di 30 punti, ovvero del 30% degli investimenti e dunque del giro d’affari del settore, e che solo a partire dal 2016 ha consolidato un valore medio di crescita vicino e a volte di poco superiore all’1%. In questo quadro di lungo periodo il settore delle costruzioni ha visto crescere nel 2017 la produzione e, dunque, gli indicatori positivi dal punto di vista macroeconomico dovrebbero in qualche modo riverberarsi in quelli dei bilanci delle imprese. E come vedremo infatti è così, anche se non per tutti i segmenti e non tutti i settori. Per quanto riguarda il futuro, le ultime previsioni rilasciate da Prometeia relativamente alla dinamica degli investimenti in costruzioni in termini reali stimano un incremento piuttosto contenuto e pari al +1,0% per il 2017. Dunque, un valore più prudenziale di quello indicato sia dalla Commissione Europea che dal Mef, e vede un consolidamento a +1,1% nel 2018 e per il 2019 indica una crescita ancora contenuta, pari a +1,3%, mentre la vera ripresa si dovrebbe avere nel 2020 con un valore atteso di +2,7%. È vero anche che il consolidamento della crescita e il prolungamento degli incentivi per le ristrutturazioni e le riqualificazioni, nonché le nuove politiche orientate a una espansione degli investimenti pubblici, potrebbero spingere gli investimenti in costruzioni a un valore superiore nel 2019, per poi iniziare un assestamento intorno ai due punti percentuali negli anni a seguire. IN CERCA DI CREDITO Queste difficoltà si sommano a quelle dovute all’andamento del credito per le imprese, che nel 2017 non accennava a mostrare segni di inversione di tendenza. Un diverso orientamento si è potuto
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Grafico 3 - Italia. Prestiti bancari e sofferenze bancarie nelle costruzioni (importi in essere al 30 giugno, in milioni di euro). Anni 2013-2018 164.733
158.552
153.332
141.110
126.091 104.070
2013
2014
2015
2016
2017
38.888
40.089
39.579
2018
31.690 26.934
23.641
2013
2014
2015
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2017
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Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Banca d'Italia registrare solo nel 2018 per quanto riguarda la riduzione complessiva delle sofferenze bancarie, mentre è fattore ormai consolidato la riduzione costante degli impieghi e, dunque, del credito alle imprese. Tra il 2012 e il 2017 gli impegni bancari nelle costruzioni sono diminuiti quasi del 30%, con un credit crunch del -15% registrato solo tra la metà del 2016 e la metà del 2017, il dato peggiore dall’inizio della serie. Come già sottolineato lo scorso anno, è di tutta evidenza che sono le imprese i primi soggetti a fare le spese di gestioni spesso poco oculate da parte degli istituti di credito, che in passato hanno spesso concesso crediti a chi non Grafico 4 - Totale imprese. Variazione % del fatturato su anno precedente (in valori correnti)
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade (2014-2017); per gli anni precedenti elaborazioni Cresme per YouTrade (2004-2013) I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 6
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[ SCENARIO GENERALE ] Tabella 2 - Variazione % del fatturato sull’anno precedente. Anni 1997–2017 (in valori correnti) Tabella 2 – Variazione % del fatturato sull’anno precedente. Anni 1997–2017 (in valori correnti)
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
TOTALE IMPRESE
Costruttori
Società di ingegneria
6,2 7,9 1 11,7 8,9 1,7 -14,8 3,6 4,3 -6,2 -4,7 1,0 1,1 -0,6 4,9
12,2 6,2 11,4 4,0 15,1 5,5 16,7 12,6 4,1 3,9 8,5 2,5 -2,3 1,0 4,9 -5,2 0,9 8,3 3,9 -3,8 1,1
-5,7 1,8 0,9 11,0 12,9 6,4 7,4 -2,0 -3,8 19,8 11,0 6,5 -4,8 -4,4 2,7 -3,0 -7,4 0,9 -10,6 -6,1 2,1
Produttori di materiali e componenti 5,2 4,1 10,7 11,0 4,7 5,7 4,7 8,5 1,7 11,2 8,4 -0,6 -25,2 8,3 5,2 -7,2 -5,4 -1,5 4,0 1,3 6,9
Distributori materiali edili
Distributori materiali ITS
Distributori materiali elettrici
Distributori tratt.to acque e drenggio
12,1 7 13 4,9 9,4 5,8 -0,4 -14,1 -1,5 1,3 -10,9 -4,9 -2,3 0,2 0,9 3,6
1,6 5,0 11,0 7,6 7,4 8,4 5,9 7,4 4,3 13,9 7,9 -0,3 -9,4 0,9 0,6 -5,6 -1,1 -3,2 3,6 7,9 4,0
0,5 11,9 3,4 18,8 10,4 1,5 -10,2 24,9 4,4 -10,8 -10,0 1,6 9,8 4,1 7,8
7,8
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade (2014-2017); per gli anni precedenti elaborazioni Cresme per YouTrade
C'è stata una vera crescita del fatturato pari al 4,9%
ne aveva effettivo merito, arrivando oggi a invertire la rotta, che tuttavia non giustifica la stretta che le imprese, soprattutto quelle attive sul mercato, stanno subendo negli ultimi anni. La riduzione rilevante delle sofferenze nel 2018 potrebbe portare in futuro a rivedere le politiche di concessione dei prestiti, non più basati sul sistema tradizionale di valutazione del bene edilizio ma su un sistema che guardi anche alla qualità della proposta, ad esempio contemplando sostenibilità e valore d’uso del bene, dunque non solo il valore immobiliare puro. UN PRIMO SEGNALE POSITIVO In questo quadro complessivo, l’analisi dei bilanci delle imprese che fanno capo al sistema delle costruzioni offre come sempre un contributo utile alla definizione del quadro di un comparto che non riesce ancora a lasciarsi alle spalle le difficoltà del passato. Dopo la drastica caduta del fatturato delle imprese del sistema delle costruzioni registrata nel 2009 e la nuova flessione del 2012, la stabilizzazione della dinamica del fatturato complessiva nel 2014 e nel 2015 intorno al punto percentuale di crescita sembrava effettivamente confermare che la ripresa macroeconomica e del sistema Paese si fosse perfettamente trasferita anche sul sistema delle costruzioni. Come osservato lo scorso anno, l’esame dei bilanci consuntivi del 2016 ha mostrato però ancora degli elementi di debolezza, testimoniati dalla flessione dello 0,6% del fatturato cumulato. Ma la vera sorpresa è la lettura relativa al 2017, che indica come vi sia stata una vera crescita del fatturato delle imprese campionate pari al 4,9%.
16
È il segno di una inversione di tendenza che, come vedremo, ha tuttavia alcuni elementi di specificità che non consentono comunque di generalizzare il dato a tutte le imprese, in quanto alcuni comparti e alcuni segmenti si espandono, altri si stabilizzano, altri ancora continuano a perdere terreno. Il fatturato, che come noto viene utilizzato come indicatore sintetico delle performance del campione di 1.371 imprese, evidenzia il persistere di differenze significative tra i settori. Non più, come nel 2016, con andamenti molto differenziati tra dinamiche negative e positive, ma esclusivamente nelle dinamiche che, per alcuni settori, indicano dei veri e propri boom. Segno di una inversione di tendenza e, soprattutto, del cambiamento del mercato. Se nel 2015 si rilevava una dinamica di crescita del fatturato per quasi tutti i settori e se nel 2016 i bilanci hanno segnato invece una netta differenziazione tra i costruttori e le società di ingegneria da una parte, che perdevano rispettivamente il 3,8% ed il 6,1%, e i produttori di materiali e componenti e la distribuzione dall’altra, che si mantenevano in area positiva con una crescita del fatturato rispettivamente del +1,3% e del +4,1%, nel 2017 tutti i comparti hanno fatto registrare un miglioramento. Si va dal debole +1,1% dei costruttori al significativo +2,1% delle società di ingegneria (che arriva dopo due anni molto difficili), agli incrementi consistenti dei rivenditori edili (+3,6%), dei rivenditori di materiale idrotermosanitario (+4,0%), dei produttori di materiali e componenti (+6,9%) e soprattutto dei distributori di materiale elettrico (+7,8%), i quali hanno fatto registrare la crescita più elevata, anaI B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 8
[ SCENARIO GENERALE ] Grafico 5 - Totale imprese. Variazioni % del fatturato per classi dimensionali delle imprese (in milioni di euro). Anno 2017 su 2016
-1,2%
Il calo di fatturato delle aziende sotto 15 milioni
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade loga a quella della nuova categoria specializzata, e che rappresenta una new entry dal punto di vista della differenziazione dei dati, dei distributori di materiali per il trattamento delle acque e del drenaggio, che hanno avuto complessivamente una crescita del 7,8% del fatturato rispetto al 2016. IMPRESE MIGNON Lo scorso anno avevamo osservato come, a differenza di quanto accaduto nel 2014 e nel 2015, nel 2016 la distribuzione delle performance positive di impresa aveva una figura «a campana», con le piccole imprese in calo assieme alle grandi e con i buoni risultati invece delle imprese di media dimensione. Nel 2017 le dinamiche, complessivamente positive per tutti i segmenti, rimangono negative solo
per le imprese di piccola dimensione, con fatturati inferiori ai 15 milioni di euro. Per loro c’è stato un calo meno rilevante del 2016, quando era stato segnato un -3,5%, ma comunque con un andamento medio negativo pari a -1,2%. Lo scenario del 2017 evidenzia una dinamica che modifica ancora la visione del sistema di imprese e della competitività sul mercato. In un mercato in difficoltà le grandi e piccole imprese subiscono le peggiori conseguenze, le une per la dimensione e le altre per lo stesso motivo, ovviamente rovesciato. La «micronizzazione» non consente di affrontare in modo strutturale le avversità, mentre le medie imprese agiscono in modo resiliente e dunque più adatto alle dinamiche di mercato. Nel 2017 sono le grandi imprese, invece, a segnare il migliore risultato, seguite da
Tabella 3 - Totale imprese. Variazioni % del fatturato per classi dimensionali delle imprese espresse in milioni di euro. Anni 2007-2017
Variazioni annue 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Oltre 500
Da 250 a 500
Da 100 a 250
Da 50 a 100
Da 15 a 50
Meno di 15
Totale
12,9 7,4 -10,5 5,9 10,5 -5,4 -6,5 5,7 0,7 -2,5 7,8
5,3 -1,7 -18,8 7,1 4,4 -3,9 -2,1 -2,7 1,5 -3,7 3,5
10,4 0,6 -17,0 2,3 0,1 -4,4 -2,2 -1,3 2,2 2,3 5,7
7,3 -1,9 -16,0 3,8 1,8 -7,1 -3,7 -0,6 2,9 4,0 6,2
5,6 -3,3 -13,9 -2,8 -3,3 -10,7 -5,3 -1,7 -1,2 -0,8 3,5
0,1 -5,4 -20,1 -7,3 -9,5 -17,5 -11,9 -9,5 -0,8 -3,5 -1,2
8,9 1,7 -14,8 3,6 4,3 -6,2 -4,7 1,0 1,1 -0,6 4,9
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade (2014-2017); per gli anni precedenti elaborazioni Cresme per YouTrade I BIL ANC I D E L L E CO ST RUZ IO N I 2018
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[ SCENARIO GENERALE ]
+7,8%
quelle di taglia media. In un mercato che riprende, pur debolmente, la sua corsa, la grande dimensione permette economie non solo di scala ma anche di scopo. Come testimoniano peraltro molte fusioni e acquisizioni avvenute nel corso dell’anno e anche nel 2018, che hanno modificato i player, soprattutto i big, in alcuni settori.
L'aumento di ricavi delle aziende oltre 500 milioni
LE GRANDI ALLA GRANDE Partendo proprio dalle classi virtuose, che insieme rappresentano poco più del 37% del campione analizzato, si evidenzia come le big, ovvero le aziende con oltre 500 milioni di fatturato, siano cresciute del 7,8%, mentre quelle tra 250 e 500 milioni di euro del 3,5%. Ottima performance per le aziende con fatturato tra 100 e 250 milioni di euro, che aumentano il giro d’affari del 5,7%, una crescita superiore a quella del 2016, e ancora meglio fanno quelle con fatturato compreso tra 50 e 100 milioni, che con un risultato di +6,2%, aumentano di oltre 2 punti percentuali il trend già buono dell’anno precedente. Ancora bene fanno le aziende tra 15 e 50 milioni di fatturato, con una crescita media del +3,5%. Venendo alla coda, che più che altro è il corpo del campione se si considera il peso che ha in termini di aziende sul campione complessivo (62,6%), le aziende al di sotto dei 15 milioni perdono ancora terreno: -1,2% nel 2017, dopo la caduta del nel 2016 del 3,5% e dopo che nel 2015 erano riuscite a contenere le perdite a -0,8%. La micronizzazione aziendale, che un tempo era definita come la qua-
lità imprenditoriale italiana del piccolo è bello non paga più e anzi espone queste imprese a difficoltà aggiuntive in un quadro che, invece, per gli altri player è assolutamente positivo. Considerando che il campione è rappresentativo comunque di aziende strutturate, ovvero società di capitali, l’eventuale allargamento del ragionamento al sistema delle società di persone e delle ditte individuali, che costituiscono il corpo produttivo delle costruzioni, evidenzia che il comparto non risponde in modo adeguato alle esigenze del cambiamento e solo chi ha spalle e struttura organizzativa e imprenditoriale oggi può agganciare, dove presenti, i trend positivi. LE PERFORMANCE DELLE COSTRUZIONI Il settore delle costruzioni, nei suoi diversi componenti di filiera ma in ottica complessiva, sta evolvendo positivamente o negativamente? E, soprattutto, quali sono i punti deboli? Il punto principale è se il sistema delle costruzioni stia cambiando non solo in quantità, ma anche in qualità dei risultati aziendali. O se, invece, sta ancora sopravvivendo e galleggiando su un clima moderatamente positivo come quello che il nostro Paese vive più o meno dalla metà del 2016. Un clima che in questo momento cambia e rallenta. Il settore saprà rispondere alle sollecitazioni del mercato? Guardando all'evoluzione del giro d'affari, decisamente positiva in termini assoluti (+4,9%), va segnalato che oltre il 64% di aziende rileva una crescita del fatturato. È un dato che lo scorso anno
Grafico 6 - Indicatori di performance per il totale delle imprese. Anno 2017
64,1%
IMPRESE CON FATTURATO IN AUMENTO
+4,9%
Variazione % cumulata:
BUONO O OTTIMO Valore % globale:
(2)
82,7% 45,6% 4,9%
POSITIVO
IMPRESE CON BILANCIO IN UTILE
2,7% IMPRESE CON SOLIDITÀ PATRIMONIALE
% utile sul fatturato:
IMPRESE CON ROE POSITIVO
IMPRESE CON ROS
82,9%
ALMENO SUFFICIENTE BUONA O OTTIMA Valore indice globale:
(3)
89,3% 66,3% 37,6
BUONO O OTTIMO Valore % globale:
(1)
85,2% 23,3% 4,2%
IMPRESE CON SOLVIBILI-TÀ ALMENO SUFFICIENTE BUONA O OTTIMA Valore indice globale:
(4)
61,6% 37,5% 0,89
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade
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I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 8
I BIL ANC I D E L L E CO ST RUZ IO N I 2018
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[ SCENARIO GENERALE ] Grafico 7 - Indicatori di performance per il totale delle imprese: distribuzione del campione
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade era fermo al 52%. Dunque, con un miglioramento di ben 12 punti percentuali. I risultati relativamente agli utili prodotti sono in linea con quelli dello scorso anno, con una incidenza del 2,7% sul fatturato 2017 (ricordiamo che era dell’1,3% nel 2015) e l’82,9% delle imprese si è collocata in ambito remunerativo. Sembra, dunque, che l’azione di mercato abbia consolidato non solo la crescita del giro d’affari ma anche la redditività d’impresa. LA CHIAVE DEI RISULTATI Grafico 8 - Incremento del fatturato 2017/2016 e redditività 2017
Perde fatturato, redditività positiva
In crescita
25,7%
57,2%
40%
% u*le ne.o sul fa.urato 2017
30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% -40% -40%
-30%
-20%
-10%
0%
10%
20%
10,1% In crisi
Redditività negativa Variazione % del fa.urato 2017 / 2016
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade
20
30%
7,0%
40%
I due indicatori principe della redditività delle aziende, ossia la redditività delle vendite (Ros, return on sale) e quella complessiva dei mezzi propri, ovvero del ritorno sul capitale proprio (Roe, return on equity), sono positivi rispettivamente per l’85% delle aziende (era l’83% nel 2016) e per quasi l’83% (era il 78% nel 2016), ma come va sottolineato questi di per sé non sono indice di salute del settore. Va precisato infatti che il valore medio del Roe (4,9%) è superiore all'indice medio d'inflazione registrato nel 2017, e dunque questo indicatore è in realtà un indicatore di salute, suffragato da oltre il 45% delle aziende che presentano una performance di assoluto livello (era il 37% nel 2016), con Roe superiore al 6% (dunque 5 punti oltre l’inflazione). Qualche incrinatura si evidenzia invece nella lettura del Ros, che con un valore medio del 4,2% non può ritenersi del tutto soddisfacente (pur essendo influenzato dal settore in cui opera l'azienda e dalle dinamiche congiunturali dell'economia, inizia a potersi considerare sufficiente intorno al 4%) e poco meno di un quarto del campione si attesta su livelli di virtuosità (con Ros sopra il 6%). Va sicuramente bene invece l'esame della solidità patrimoniale delle imprese, che con un valore medio dell'indice di indipendenza finanziaria di oltre 37 punti, in miglioramento di tre punti rispetto al 2016, che pone oggi il sistema delle costruzioni su livelli di basso rischio (la sufficienza si raggiunge mediamente sopra i 10 punti) e due terzi delle aziende si colloca su livelli buoni o ottimi (sopra i 20 punti). Un po' meno eclatanti, ma comunque di tutto rispetto, sono gli elementi che emergono sul fronte della solvibilità delle imprese, con quasi il 62% ad esprimere la sufficienza nella liquidità aziendale e il 37,5% (analogamente a quanto registrato nel 2016) in condizioni buone o ottime (valore dell'indice superiore a 1,2). Rimane l’attenzione sul valore medio inferiore a 1, che non può far dormire sogni tranquilli, poiché troppo I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 8
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STEPPING INSIDE: Eterno Ivica presenta il pavimento sopraelevato da interno I BIL ANC I D E L L E CO ST RUZ IO N I 2018
w w w. e t e r n o i v i ca . co m
21
[ SCENARIO GENERALE ]
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Grafico 9 - Dimensione del fatturato e redditività 2017
40%
% u$le ne(o sul fa(urato 2017
30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% -40%
0
100
200
300
400
500
600
Dimensione del fa(urato 2017 (milioni di euro) Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade Grafico 10 - Ros e utile netto 2017
Produzione in perdita, utile finanziario
Produzione in crescita, utile finanziario
2,3%
80,6%
40% 30%
% u-le ne1o sul fa1urato 2017
vicino alla soglia di sufficienza (0,9), determinando dunque una condizione generale che deve ancora trovare un buon equilibrio tra crediti e debiti a breve termine. Il miglioramento della situazione nel 2017 rispetto al 2016 e al 2015 si evidenzia anche nella lettura congiunta delle dinamiche del fatturato e della redditività aziendale, che quest’anno vedono comunque uno spostamento di una quota importanti di aziende verso una redditività positiva. Ma andiamo con ordine: le aziende in crescita, che aumentano il fatturato e chiudono il 2017 in utile, sono il 57,2%, quasi 13 punti percentuali in più rispetto al 44,6% registrato nel 2016. Diminuiscono le imprese che perdono fatturato, ma mantengono gli utili in attivo, evidenziando la capacità di riorganizzare l’impresa e migliorare le performance gestionali interne, e rimangono invece stabili le aziende che presentano crescite di mercato, ma utili negativi, ovvero aziende ancora troppo sbilanciate su investimenti che appesantiscono l’attività aziendale. Infine, ed è una buona notizia, diminuisce significativamente la percentuale di aziende in perdita di fatturato e di utili, ovvero le aziende veramente in crisi, pari al 10,1%, un valore 4 punti percentuali più basso di quello registrato lo scorso anno (quando erano il 14,2% del campione). Il recupero della redditività è evidenziato anche dal miglioramento della quota di imprese che nel sistema delle costruzioni hanno presentato un bilancio in utile e il Ros di segno positivo: dal 71,7% del 2015 si è saliti al 76% del 2016 per arrivare all’80,6% del 2017. Aumenta, quindi, la presenza di aziende che raggiungono l’efficienza riuscendo almeno a coprire i costi di produzione e contemporaneamente a conseguire un utile di bilancio. Diminuiscono inoltre le imprese con bilancio in perdita e Ros negativo: se nel 2015 a realizzare una produzione in perdita accompagnata da perdite finanziarie erano il 17% delle società esaminate, la quota delle situazioni più critiche si è ridotta nel 2016 al 14,9% e nel 2017 il valore rilevato riduce ulteriormente questo indicatore al 12,6%. Nel quadro delle ormai consuete analisi del sistema della distribuzione delle imprese in un’ottica di misurazione della loro performance può essere interessante leggere congiuntamente la quota percentuale di utile prodotto rispetto al fatturato nei due esercizi consecutivi. Detto che l’82,9% delle aziende ha chiuso il 2017 in utile, quasi il 75% aveva prodotto profitti anche nel 2016, pertanto si rafforza lo zoccolo duro di aziende che si sono ristrutturate o riposizionate in modo adeguato per rispondere al cambiamento del clima economico in atto. Ma anche quest’anno, analogamente a quanto
20% 10% 0% -10% -20% -30% -40% -40%
-30%
-20%
-10%
0%
12,6% Produzione in perdita, perdite finanziarie
10%
20%
30%
40%
4,5% ROS 2017
Produzione in crescita, perdite finanziarie
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 8
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Sistemi per costruire
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[ SCENARIO GENERALE ]
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Grafico 11 - Utile netto sul fatturato: quote 2017 e 2016 a confronto
In ripresa
In crescita
7,9%
75,0%
40%
53,1%
% u,le ne0o sul fa0urato 2017
30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% -40% -40%
-30%
-20%
-10%
0%
10%
20%
11,0%
30%
40%
6,1%
In crisi
In difficoltà % u,le ne0o sul fa0urato 2016
Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade Grafico 12 - Ros: valori 2017 e 2016 a confronto
In ripresa
In crescita
5,4%
79,9%
40%
15,6%
30% 20%
ROS 2017
registrato lo scorso anno, c’è un altro dato interessante da evidenziare nelle pieghe di questa analisi, ovvero che il 53,1% delle aziende è riuscita nel 2017 ad incrementare gli utili conseguiti nel 2016 (era il 48,4% lo scorso anno). Se a questa quota di distributori in espansione aggiungiamo coloro che hanno invertito i risultati aziendali, passando cioè da una perdita netta ad un utile (15,9%) si può dire che oltre il 60% delle imprese ha certamente migliorato le posizioni di guadagno economico. Dal punto di vista del valore del Ros positivo, come noto questa è una condizione necessaria, ma non sufficiente per dire che un’azienda sia redditiva. È bene, infatti, considerare congiuntamente due aspetti: il primo riguarda i risultati dell’indice nei due esercizi consecutivi, ed effettivamente sembra che la redditività aziendale si sia ben stabilizzata, dato che quasi l’80% delle aziende ha registrato un Ros positivo sia nel 2016 che nel 2017. Va però anche evidenziato che solo il 15,6% delle aziende possono essere definite a buona o ottima redditività in entrambi gli anni, avendo registrato un Ros superiore al 6% in entrambe le annate, confermando come i risultati debbano trovare ulteriori consolidamenti per essere estesi a tutto il comparto e non solo a una élite minoritaria di virtuosi. Per quanto riguarda la solidità patrimoniale delle aziende, misurata dall’indice di indipendenza finanziaria, le notizie migliorano: a fianco di risultati confortanti nel 2017, anche l’esame congiunto dei valori 2016 mostra elementi di assoluto rilievo, con quasi due terzi delle aziende con un livello buono o ottimo di indipendenza finanziaria in entrambi gli anni (63% del campione). Nell’area di vera criticità, rappresentata da coloro che rischiano di reperire con difficoltà forme di finanziamento perché valutate troppo dipendenti da finanziamenti esterni già in essere sia nel 2016 che nel 2017, si colloca poco meno dell’8% delle aziende. L’indicatore di solidità patrimoniale, ovvero l’indice di liquidità immediata, tra gli indicatori di performance considerati rimane quello meno robusto. E, forse, non potrebbe essere altrimenti, in una fase ancora di uscita da un lunghissimo periodo recessivo e di estrema difficoltà come quello affrontato dal 2012 in poi. Fermo restando che sopra la soglia critica di liquidità sono comunque la maggioranza delle aziende, la misurazione vera della performance viene dalla registrazione delle dinamiche pluriennali e dall’intensità dei miglioramenti degli indicatori. In questo quadro, analogamente a quanto registrato nel 2016, poco più di tre imprese su dieci possono essere considerate effettivamente solide dal punto di vista della liquidità, poiché il valore dell’indicatore è stato calcolato superiore a 1,2 in entrambi gli esercizi.
10% 0% -10% -20% -30% -40% -40%
-30%
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-10%
0%
10%
20%
30%
40%
8,9%
5,8%
In crisi
In difficoltà ROS 2016
Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 8
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[ SCENARIO GENERALE ]
DISTRIBUZIONE E PRODUZIONE La crescita complessiva registrata dai produttori di materiali per l’edilizia e dai distributori di materiali è di certo legata in parte anche alle esportazioni. Ma l’aumento di 15 punti percentuali nella quota di aziende con fatturato in crescita è un buon indice della ripresa produttiva nel 2017. Il dato si associa alla crescita di circa 10 punti della quota di distributori di materiali con fatturato in aumento, con una percentuale che supera il 62%. È un valore leggermente superiore a quello delle società di ingegneria, che sembrano aver superato l’impasse subito nel 2016, quando solo il 45% delle imprese aveva il fatturato in crescita, mentre segnano il passo, pur in crescita, le imprese di costruzione, con un aumento inferiore a 5 punti percentuali, segno di una difficoltà non del tutto superata. LA BUONA NOTIZIA Guardando invece alle imprese che chiudono l’anno con un utile di bilancio, le proporzioni sui totali di comparto si fanno sicuramente più consistenti, e questa è la vera buona notizia: le imprese di costruzione sono quelle che fanno il balzo maggiore, pari a 10 punti percentuali, con l’87,9% che generano utili. È un valore molto elevato, che evidenzia come nonostante il fatturato possa in alcuni casi non crescere, la riorganizzazione aziendale permette di ottimizzare la gestione e dunque ridurre le per-
26
Grafico 13- Equilibro finanziario: valori 2017 e 2016 a confronto
In miglioramento
Equilibrio finanziario
4,5%
56,6%
3,0
32,5%
2,7
Indice di liquidità immediata 2017
2,4 2,1 1,8 1,5 1,2 0,9 0,6 0,3 0,0
17,7%
-0,3 -0,3 0,0 0,3 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8 2,1 2,4 2,7 3,0
33,9%
5,0%
Scarsa liquidità
In peggioramento
Indice di liquidità immediata 2016
Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade Grafico 14 - Solidità patrimoniale: valori 2017 e 2016 a confronto
In miglioramento
Solidità patrimoniale
2,4%
86,6%
100
63,0%
90
Indice di indipendenza finanziaria 2017
Per contro, non è affatto marginale la percentuale di aziende in condizione critica, anche se leggermente inferiore allo scorso anno, 17,7% contro 18,5%. Sono aziende con due esercizi consecutivi in crisi di liquidità (valore dell’indice inferiore a 0,7) quindi a rischio di default in caso di escussione anticipata di debiti da parte di fornitori, istituti di credito o altri finanziatori. In chiusura si riportano alcuni elementi essenziali delle differenti dinamiche che le diverse tipologie di attività del sistema costruzioni hanno subito dall’avvio della crisi, elementi che verranno approfonditi nei prossimi capitoli con un’analisi puntuale dell’andamento dei bilanci delle singole categorie. L’esame del fatturato delle 1.371 imprese del campione ha posto in evidenza come le tendenze nel 2017 dal punto di vista del volume d’affari siano state in generale positive, con alcune categorie che presentano indicatori migliori, segno di una maggiore capacità organizzativa e competitiva sul mercato rispetto agli altri settori della filiera. Le industrie di produzione di materiali e attrezzature sono i soggetti che nel 2017 sono riusciti ad avere un portafoglio ordini più ampio rispetto a quanto verificato l’anno precedente, ma rispetto al 2016 migliorano di molto anche gli indicatori relativi alle altre categorie.
7,6%
80 70 60 50 40 30 20 10 0 -10
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
9,2%
80
90 100
1,8%
Rischiosità patrimoniale
In peggioramento
Indice di indipendenza finanziaria 2016
Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade I B I L A NC I D EL L E CO STRUZIO N I 2 0 1 8
CALIPSO CHIC
la decorazione che diventa elegante CALIPSO CHIC di CAP Arreghini è una pittura decorativa con effetto perlescente metallizzato luccicante, ideale per ottenere un risultato estetico raffinato e di grande stile. CALIPSO CHIC genera una finitura sabbiata e metallizzata, in grado di creare un gioco di riflessi in base all’orientamento della luce. Disponibile in 52 nuance, più la base Silver, permette di realizzare ambienti unici e personalizzabili.
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[ SCENARIO GENERALE ] dite e migliorare la performance. Crescono anche le quote per i distributori, che passano dall’81,1% all’85,4%, e aumentano anche quelle dei produttori di materiali, in aumento di quasi 3 punti percentuali, e delle società di ingegneria, in aumento di 6 punti percentuali. Buone notizie anche dal fronte della capacità dei ricavi di coprire i costi della gestione caratteristica dell’azienda, dove tutti i comparti superano il valore dell ’80%, ov vero quattro imprese su cinque con Ros positivo, con una crescita molto interessante delle percentuali di imprese con un rapporto buono se non ottimo dell ’indicatore. Dunque non solo positivo, ma superiore alla so-
glia del 6%, con ottime percentuali per quanto riguarda le imprese di costruzioni e le società di ingegneria, mentre indicatori più contenuti sono quelli riferiti alle aziende della distribuzione di materiali. Infine, tra i nuovi indicatori, la solidità patrimoniale complessivamente più ampia si legge tra le industrie produttrici (oltre 92%), mentre per la tranquillità dal punto di vista della liquidità si va dal 65% e più delle società di ingegneria e dei produttori di materiali, con queste ultime che evidenziano anche una alta percentuale di imprese con buona o addirittura ottima solidità, con l’indicatore che supera il 45% del campione.
Tabella 4 - Indicatori di performance per tipologia di attività Tabella 4 Indicatori di performance per tipologia di attività CON FATTURATO IN AUMENTO 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 CON BILANCIO IN UTILE 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 CON ROS POSITIVO 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 CON SOLIDITÀ PATRIMONIALE 2016 2017 CON SOLVIBILITÀ 2016 2017
Imprese di costruzioni
Società di ingegneria
Industrie produttrici
Distributori di materiali
66,2 53,0 44,5 46,8 48,1 36,8 45,1 43,9 46,3 45,5 50,0
64,1 66,3 41,7 49,0 44,4 46,0 39,2 54,8 45,6 45,6 60,0
70,2 42,1 8,3 53,8 54,0 21,2 34,1 47,1 57,4 54,5 70,7
73,3 45,0 12,0 55,3 55,4 17,4 30,4 35,5 51,2 51,6 62,1
92,8 83,0 83,4 77,6 66,9 61,1 68,0 73,8 79,3 77,9 87,9
88,0 85,0 86,1 82,0 83,8 85,0 86,6 75,3 79,4 76,5 82,5
86,7 72,6 60,2 62,3 64,3 56,5 62,1 64,1 71,3 76,0 78,8
84,5 75,0 64,2 76,4 75,8 75,9 67,5 73,7 78,0 81,1 85,4
95,4 91,0 85,5 81,0 70,9 64,6 75,8 79,4 80,5 buono/ottimo 24,7 34,8
88,0 88,0 87,1 84,0 83,8 80,0 81,8 77,4 77,9 buono/ottimo 32,4 38,8
92,2 81,2 69,4 67,2 64,1 60,7 67,0 73,6 76,4 buono/ottimo 29,0 30,4
95,4 90,1 79,5 83,6 85,3 78,2 73,7 78,7 82,5 buono/ottimo 11,9 12,9
positivo 83,1 90,9 almeno sufficiente 75,3 81,1 almeno sufficiente 40,3 52,3
buona/ottima 50,6 56,1 buona/ottima 23,4 29,5
positivo 75,0 82,5 almeno sufficiente 77,9 83,8 almeno sufficiente 52,9 65,0
buona/ottima 54,4 60,0 buona/ottima 29,4 38,8
positivo 81,6 81,1 almeno sufficiente 91,7 92,6 almeno sufficiente 64,4 65,8
buona/ottima 74,9 74,5 buona/ottima 42,7 45,2
positivo 85,2 87,7 almeno sufficiente 90,2 89,0 almeno sufficiente 57,8 59,6
buona/ottima 64,7 62,4 buona/ottima 34,7 32,6
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade (2014-2017); per gli anni precedenti elaborazioni Cresme per YouTrade
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