CIL - costruire in laterizio - ottobre 2024

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Laterizi isolanti NORMABLOK . Più forti della grandine.

NORMABLOK PIÙ : il sistema in laterizio con isolante integrato.

La scelta sicura per realizzare pareti durature, termicamente isolate, sismicamente sicure, resistenti al fuoco e alla grandine.

La Fiera delle Costruzioni

progettazione, edilizia, impianti

SAIE È UN NUOVO SAIE: la fiera non dimentica il passato e guarda al futuro già oggi presente. L'occasione in cui la community delle costruzioni si incontra trovando ispirazione sulle più recenti novità proposte dalle aziende protagoniste del mercato.

Settori espositivi: Progettazione e Digitalizzazione, Edilizia, Impianti, Servizi

Saloni speciali dedicati a: Calcestruzzo, Infrastrutture, Serramenti, Finiture e Colore, Pavimenti e Rivestimenti, Macchine e Attrezzature, Offsite

L'appuntamento di riferimento per il mercato e i professionisti delle costruzioni

I numeri dell'ultima edizione di SAIE Bologna 2022

430 ESPOSITORI

I motivi della visita

Seguici su In collaborazione con Progetto e direzione

In copertina:

08014 arquitectura

Residenze pubbliche 07800

Platja d’en Bossa, Ibiza, Spagna

6 PANORAMA

• a cura della redazione

EDITORIALE

10 Intese istituzionali

a garanzia del sociale

• Marco Buttieri

PROGETTI

08014 arquitectura

12 Residenze pubbliche 07800

Platja d’en Bossa, Ibiza, Spagna

• Adolfo F. L. Baratta

Peris + Toral Arquitectes

20 Social Atrium - 54 Vpo Borrassà

Barcellona, Spagna

• Chiara Testoni

PICCO architetti

26 Social Housing Debouchè

Nichelino, Torino

• Riccardo Stermieri

Barreca & La Varra

32 5square Housing Sociale

via Antegnati, Milano

• Francesco Fulvi

Corvino + Multari

38 Social housing

Quarto, Napoli

• Pasqualino Solomita

38

INTERVISTA

Massimo Bricocoli

46 Abitare sociale per il rinnovamento delle città

• Alberto Ferraresi

STORIA E RESTAURO

50 Dal comparto urbano all’housing sociale: storia e trasformazione del quartiere ex Zuccherificio a Cesena

• Giulia Favaretto, Alessia Zampini

RICERCA

58 Applicazione di una copertura con Herotiles come buona pratica per l’adattamento climatico

• Elisa Di Giuseppe, Arianna Latini, Marco D’Orazio, Benedetta Ferrari, Ercole Finocchetti

NORMATIVA

66 Dall’efficientamento energetico alla decarbonizzazione degli edifici, la 4° versione dell'EPBD

• Costanzo Di Perna, Giada Remia

72 Sostenibilità e digitalizzazione al centro delle regole europee sui prodotti da costruzione

• Caterina Gargari, Giacomo Garzotti

CANTIERE

80 La muratura armata come sistema evoluto per la ricostruzione

• Massimo Mariani, Francesca Maioli

DETTAGLI

Avenier Cornejo Architectes

90 Effetti murari tra decorazione ed efficienza energetica

• Monica Lavagna

94 RECENSIONI

• a cura di Roberto Gamba

Promossa
196
Abitare sociale

Al Saie, inclusività e durabilità. Collettiva della ceramica “È per tutti. e dura per sempre!” è il titolo della collettiva, promossa da Confindustria Ceramica, che quest’anno riunisce dal 9 al 12 ottobre al SAIE, presso la fiera di BolognaPadiglione 26 -, aziende rappresentative dei comparti produttivi italiani di laterizi e piastrelle. Di generazione, in generazione per tutte le realtà residenziali (ma non solo …), i prodotti ceramici, anche nella loro significativa evoluzione tecnologica, rimangono intramontabili nelle applicazioni edilizie per l’inconfondibile qualità e affidabilità di sempre. Gli spazi espositivi presenteranno soluzioni costruttive per l’intero organismo edilizio, dalle maggiormente consolidate alle più innovative, al fine di rispondere alle numerose sfide

Premiati a Vienna i vincitori del Brick Award 24

Si è tenuta a Vienna nel giugno scorso l’undicesima edizione del premio biennale Brick Award, istituito nel 2004 da Wienerberger per promuovere l’innovazione e l’eccellenza dell’architettura in laterizio. 743 sono state le

delle grandi transizioni “ecologica e digitale” del nostro tempo.

Oltre agli stand aziendali, la collettiva della ceramica prevede: un’arena convegni che ospiterà tre eventi, sui temi delle residenze sociali per famiglie e studenti, delle forme e funzionalità dell’involucro edilizio e dello sviluppo sostenibile del patrimonio costruito; uno spazio istituzionale con istallazioni di mockup di soluzioni tecniche reali e approfondimenti specialistici relativi ad architetture e argomenti di grande attualità, pubblicati sulla rivista Costruire in Laterizio nel 2024; un corner per esperienze dimostrative della posa di piastrelle di grandi dimensioni a cura dei Maestri Piastrellisti di Assoposa. Sono poi stati confermati patrocinio e supporto per la finale della competizione di arte muraria Ediltrophy, organizzata da Formedil, che in questa edizione introdurrà nei manufatti oggetto di gara, insieme ai mattoni in laterizio, un rivestimento in piastrelle.

candidature provenienti da 54 paesi; 50 i candidati preselezionati a vincere in cinque categorie; oltre al vincitore assoluto del primo premio, in base a criteri quali estetica, sostenibilità e innovazione. Il montepremi complessivo è stato di € 27.000. Il primo premio è andato allo studio britannico

Níall McLaughlin Architects e al loro progetto “International Rugby Experience”(nella foto): centro espositivo ed eventi a Limerick, nella categoria “Condividere spazi pubblici”. La categoria “Sentirsi a casa” è stata vinta dallo studio paraguaiano Equipo de Arquitectura, la cui “Casa intermedia” utilizza blocchi di terreno compresso, che consentono un controllo della temperatura a basse emissioni. a cura di

Assegnato il Premio italiano di architettura

Fino al 25 settembre scorso sono stati esposti in una mostra nel Centro Archivi Architettura del Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, i progetti vincitori e finalisti della quinta edizione del Premio italiano di architettura, promosso dal Maxxi e da Triennale Milano. Tre i premi assegnati: vincitore per il miglior edificio è stato Pietro Martino Federico Pizzi di Milano con il progetto Cantina Vinicola il Ceresè (nella foto); il Premio under 35 è stato assegnato al gruppo Grazzini Tonazzini Colombo per l’installazione “Quintessenza”, inaugurata nella piazza del Maxxi contestualmente alla cerimonia; il Premio alla carriera a Pierluigi Nicolin, direttore della storica rivista di architettura Lotus International. La giuria presieduta da Lorenza Baroncelli era composta da Stefano

Il premio per “Vivere insieme” è andato al gruppo argentino Estudio Arqtipo per la combinazione di dieci unità abitative su uno stretto lotto d’angolo. Nella categoria “Lavorare insieme”, i due studi irlandesi Grafton Architects e O’Mahony Pike Architects si sono aggiudicati il primo posto con la nuova sede dell’Electricity Supply Board of Ireland, a Dublino. Il premio per “Costruire fuori dagli schemi” è andato a un progetto congiunto tra gli studi Hanghar dalla Spagna e Palma dal Messico: per la costruzione artistica temporanea in laterizi intitolata “Tipi di spazi” a Logroño. La giuria era composta da Christelle Avenier, Christine Conix, Ingrid van der Heijden, Wojciech Malecki, Boonserm Premthada.

Roberto Gamba

Boeri, Pippo Ciorra, Nina Bassoli, Cornelia Mattiacci, Sara Marini, Stefano Pujiatti e Michael Obrist. Il progetto vincitore è stato scelto tra i 32 candidati per aver saputo armonizzare le qualità simboliche e formali di una geometria pura come quella del cerchio e allo stesso tempo per il legame forte con il luogo, i materiali locali, il paesaggio. Tre fronti del fabbricato, emergenti per il digradare del terreno, si legano ai toni delle argille del luogo, anche tramite luci e ombre della tessitura a rilievo dei laterizi.

Convegno all’OAR sulla circolarità in edilizia

L’economia circolare, elemento fondamentale del Green Deal europeo, punta a prevenire la produzione di rifiuti; dare priorità alla riparazione e al riutilizzo; favorire l’uso di materie secondarie, da riciclo/recupero/ sottoprodotti. Nel settore delle costruzioni, l’economia circolare riguarda tutte le fasi di vita di prodotti e edifici, e risulta funzionale alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica solo se interessa cicli di vita lunghi.Se ne è parlato in occasione del convegno “Approcci circolari in edilizia. Innovazione tecnologica e processi produttivi”, svoltosi nel giugno scorso alla Casa dell’architettura di Roma, sede dell’Ordine egli Architetti. L’obiettivo del convegno, organizzato in collaborazione con Confindustria Ceramica, è stato quello di offrire un confronto per perseguire le adeguate tecnologie per la sostenibilità nel settore edilizio, favorendo modelli

circolari, in cui materiali e prodotti durevoli hanno più cicli di vita utile, con potenzialità di riciclo e riuso. In questo contesto, il settore delle costruzioni assume un ruolo significativo, poiché caratterizzato da una significativa intensità nel consumo di risorse e nella produzione di rifiuti. Con l’intervento di Alfonsina Di Fusco è stata illustrata la circolarità dei laterizi - dalla produzione alla costruzione, dall’uso e al fine vita, attraverso il recupero delle risorse; Caterina Gargari ha trattato le “Prestazioni ambientali nel ciclo di vita dei laterizi”; Jacopo Andreotti, approfondimenti sui “Potenziali scenari dei laterizi a fine vita: riciclo, recupero e riuso” e Riccardo Ballesio su “Tassonomia e principio DNSH: attività abilitanti per i laterizi”.

Normablok più fortissimo contro la grandine

NORMABLOK PIÙ, il sistema in laterizio con isolante integrato è la scelta sicura per realizzare pareti durature, termicamente isolate, sismicamente sicure, resistenti al fuoco e alla grandine.

La grandine è sicuramente uno tra gli agenti atmosferici in grado di arrecare maggior danno.

Negli ultimi anni la frequenza dei fenomeni metereologici violenti è aumentata e anche la nostra penisola è sempre più soggetta a questo tipo di eventi estremi.

Le tempeste di grandine, difficili da prevedere, rappresentano un evento devastante, in grado di infliggere ingenti danni alle colture, alle infrastrutture e, non da ultimo, alle abitazioni.

Ne sono una dimostrazione gli eventi della scorsa

estate: le violente grandinate, abbattutesi soprattutto nel nord Italia, hanno danneggiato seriamente le componenti edilizie più esposte, quali i tetti, gli infissi e le facciate rivestite con cappotti termici.

Si è visto infatti come le violente grandinate sono state capaci di danneggiare anche le pareti isolate con sistemi termici a cappotto, originando cavillature, crepe e fori sulle loro superfici. Queste importanti lesioni, oltre a rappresentare un danno estetico, compromettono la funzionalità e la durata del cappotto termico stesso e devono per forza essere riparate.

Riparare però un cappotto termico danneggiato non è così semplice; le varie aziende produttrici di tali sistemi hanno infatti messo a punto cicli di ripristino ad

SCHEDA TECNICA

Oggetto Laterizi isolanti Normablok – più forti della grandine

Localizzazione della produzione Soncino (CR)

Materiale utilzzato Normablok più. Poroton P800, Poroton P700 e P600

hoc che comportano necessariamente costi economici non indifferenti.

Ma allora, come è possibile costruire una parete efficiente termicamente e in grado di resistere alla grandine?

Tutti i blocchi della linea NORMABLOK PIÙ rappresentano sicuramente la soluzione più efficiente e duratura per realizzare pareti altamente isolanti e resistenti agli urti e alla grandine.

Per realizzare la linea Normablok Più, in funzione dello specifico campo d’impiego, si parte da blocchi Poroton P800, Poroton P700 e P600 capaci di garantire elevati valori di resistenza meccanica, da posare con giunti di malta tradizionale. Attraverso un sofisticato processo produttivo, unico nel suo genere, i fori vengono saturati con polistirene additivato di grafite ad alte prestazioni; il guscio in laterizio protegge il polistirene espanso contenuto nei fori, garantendone nel tempo le prestazioni.

Il risultato è una linea completa che permette di realizzare pareti monostrato portanti o di tamponamento adatte alle diverse zone sismiche, aventi eccellenti valori di trasmittanza e in grado di mantenere le prestazioni inalterate nel tempo.

LATERIZI DANESI

Contatto diretto info@danesilaterizi.it

A cura della redazione

Villa VSHouse

Il progetto guarda oltre l’immediato contesto urbanistico sul quale insiste, caratterizzato da una bassa densità edilizia, totalmente dedicata alla destinazione d’uso residenziale, interpretata dalla mono-tipologia unifamiliare, isolata o “a schiera”, per un massimo di due piani d’elevazione.

Esiste infatti un contesto extra-urbanistico emblematico di questo territorio frutto di un intreccio costante tra le sue peculiarità geografiche, morfologiche ed insediative.

La Cascina Cremasca ne rappresenta la sintesi tipologica: lo sviluppo planimetrico è lineare con affacci liberi verso la campagna, l’extro-versione contrapposta all’intro-verisone delle tipo a corte, le falde sono asimmetriche con la maggior estensione di quella rivolta a sud, le coperture non presentano sporti di gronda, il mattone faccia a vista in terracotta di SanMarco by Terreal Italia, prodotto con l’argilla estratta poco sotto il piano di campagna è l’elemento costruttivo principale: parete portante ma anche trama dell’apertura a “gelosia”, prototipo delle schermature solari e motivo architettonico replicabile come un pattern riconoscibile.

Metabolizzare queste nozioni serve a sostenere l’approccio narrativo al progetto che non può prescindere dall’i-

dea di “casa” plasmata sulle richiedeste dei Committenti che consistevano nell’abitare gli spazi domestici al piano terreno, sia nelle ore diurne che in quelle notturne, privilegiando il rapporto con gli spazi esterni, collegati da un circuito che inscrive l’edificio.

Da qui il concept: scomponendo il paradigma tipologico della Cascina dividiamo il volume ma moltiplichiamo gli affacci; nella dilatazione del costruito il patio rappresenta una pausa che genera punti di vista inattesi per traguardare i diversi locali interni attraverso l’esterno.

L’estremità occidentale punta verso sud piegando il corpo di fabbrica; la piega esaspera la tensione stirando il lato nord e comprimendo quello rivolto a sud dove chiude o, meglio, conclude la prospettiva ancorandosi alla morfologia del giardino.

La distribuzione spaziale interna scandisce il ritmo di questa manipolazione: la piega definisce l’ambito della zona giorno mentre il patio accompagna il passaggio alla zona notte; la porzione ricompresa, baricentrica rispetto all’estensione planimetrica, disimpegna la distribuzione verticale (scala ed ascensore) ed orizzontale (passaggio zona giorno – zona notte) con l’ingresso principale.

La sezione longitudinale è il riferimento più esplicito alla tipologia della Cascina: l’altezza generata dall’asimmetria delle falde diventa l’occasione per incastonare un soppalco destinato alla lettura ed al relax, posto in equilibrio

SCHEDA TECNICA

Oggetto Villa VShouse

Localizzazione Pandino (CR)

Cronologia 2018 - 2021

Progettazione architettonica

Tips Architects - Architetti Marco Venturelli, Paolo Capuano, Andrea Sfogliarini

Materiale utilizzato Mattone a pasta molle “tipo a mano” Linea Classico SanMarco colore Rosato di Terreal Italia

tra il soggiorno, sul quale si affaccia ed il terrazzo, ricavato come fosse un’apertura a tasca nella copertura e schermato dalla gelosia di mattoni rivolta verso il patio; anche da qui è possibile traguardare i diversi locali interni attraverso l’esterno. La differenza di quota tra gli ambienti diurni e quelli notturni è dovuta alla presenza di un piano interrato posto al di sotto della zona giorno, la cui quota di fondazione è stata determinata in base alla presenza ed escursione di acqua di falda; per questo, al fine di garantire l’impermeabilizzazione, le strutture interrate sono state realizzate con il sistema “vasca bianca”.

La tecnologia impiegata, i nodi costruttivi e le stratigrafie sono propedeutici alla realizzazione di un edifico conforme al protocollo CasaClima classe A, dalle prestazioni energetiche elevate.

Contatto diretto d.desiderio@terreal.it

TERREAL ITALIA

Intese istituzionali a garanzia del sociale

KEYWORDS

Accessibilità

Benessere abitativo

Integrazione sociale

Comunità

Partecipazione

Accessibility

Wellness housing

Social integration

Community Participation

LMarco Buttieri

Da luglio scorso, Presidente di Federcasa, la federazione che raggruppa a livello nazionale 84 Aziende Casa in Italia nel settore dell’Edilizia

Residenziale Pubblica e che si è dotata di un Ufficio Europa, di cui

Buttieri è stato Responsabile negli ultimi anni. Compito principale è stato quello di valorizzare l’attività federale anche a Bruxelles, oltre a sviluppare e mantenere relazioni costruttive con i Membri del Parlamento e i rappresentanti della Commissione.

a casa è il luogo in cui ogni individuo trova e realizza la propria dimensione, soprattutto in termini di benessere e di sicurezza: è il posto dove si custodiscono i ricordi, si vivono le esperienze più importanti, si coglie il presente e si progetta il futuro. Tutti abbiamo maturato esperienze dirette con il concetto di sentirsi a casa e nella maggior parte dei casi, lo consideriamo un fatto scontato, un diritto acquisito anche se per molti non è così. Al di là della valenza simbolica ed emozionale, la casa è anche un bene primario materiale, costoso e, per quanto essenziale, non a tutti accessibile. Per molte persone è destinata a rimanere una meta irraggiungibile o troppo faticosa da conquistare, per via degli sforzi economici necessari a comprarla e mantenerla. Anche per questo è nato l’housing sociale, che si aggiunge all’ERP1 e che reinventa il concetto dell’abitare in modo che il prezzo di un affitto non rappresenti più un ostacolo alla conquista di un posto da chiamare “casa”: stiamo parlando di una particolare forma di edilizia sociale e sostenibile, pensata per agevolare chi non può permettersi di comprare o affittare una casa ai prezzi correnti del libero mercato e al tempo stesso non possiede i requisiti per accedere alle graduatorie di assegnazione dell’edilizia residenziale pubblica.

Per sostenere queste fasce più deboli della popolazione, è necessario investire in iniziative concrete e credere in un’idea di benessere abitativo e integrazione sociale antica e moderna al tempo stesso, oltre che su un presupposto di sostenibilità economica, il concetto di housing sociale, infatti, è fondato anche sull’idea di comunità, di integrazione e di condivisione, dove la casa smette di essere uno spazio chiuso ed espande i suoi confini verso l’esterno, entrando a far parte di una vera e propria comunità residenziale, per esempio attraverso il cosiddetto co-housing.

Federcasa participates in the definition of objectives and instruments of housing policy, promotes the development of new intervention tools in the field of public housing, aiming to promote the quality of living and social life, works to improve the effectiveness of public real estate management

La progettazione partecipata è sicuramente l’elemento più interessante di questo percorso. La fase progettuale è il primo momento ad essere condiviso dai futuri abitanti, i quali scelgono fin da subito quali servizi e spazi adoperare e gestire in comune attraverso associazioni appositamente create. Può trattarsi di una lavanderia, una caffetteria, un orto condominiale, un micro-nido per l’infanzia, un car-sharing condominiale o qualsiasi cosa in grado di accrescere il livello di benessere per l’intera comunità. Quindi, oltre a garantire un alloggio per tutti, l’housing sociale può assicurare molteplici vantaggi, in quanto: risolve il problema delle disuguaglianze; favorisce l’integrazione sociale; stimola l’efficienza produttiva; innalza gli standard qualitativi nell’edilizia civile; garantisce equità nell’assegnazione degli alloggi sociali; genera dinamicità nel mercato immobiliare cha sta attraversando un momento di forte staticità; promuove il risparmio energetico e la riqualificazione ambientale. Questi progetti e le nuove tendenze di edilizia sociale, per essere efficaci, devono partire dalla profonda conoscenza delle esigenze territoriali, della ricognizione del patrimonio

esistente e disponibile, delle condizioni di accesso e assegnazione, delle possibili opportunità di risparmio ed efficientamento, delle risorse disponibili e necessarie ad affrontare gli investimenti, della ricerca di partenariati efficienti tra pubblico e privato, della situazione tecnico-amministrativa degli enti gestori coinvolti, delle normative europee, nazionali e regionali di riferimento, delle devianze e storture del sistema sulle quali è prioritario intervenire.Tutto ciò è possibile soltanto attraverso la raccolta e lo studio di dati, che spesso si faticano a reperire, facendo confluire e dialogare su sistemi informatici comuni.

Per questi motivi Federcasa ha voluto siglare un accordo con la Conferenza delle Regioni per lo scambio di dati, informazioni, notizie su ogni possibile fattore ed elemento di valutazione dello stato attuale del comparto e definire insieme strategie di gestione delle emergenze, oltre che dell’ordinaria amministrazione delle procedure relative all’edilizia sociale.

Proprio da questo confronto con i territori, emerge che su circa 760.000 alloggi di ERP, ci sono quasi 1,2 miliardi di morosità per canoni (la quota certamente maggiore) e per servizi o altre motivazioni, oltre 60.000 alloggi sfitti, con una percentuale del 7,32% sul totale, e più di 16.000 occupazioni, a fronte di appena 1.154 sgomberi avvenuti con successo. In un settore dove gli Enti e le Aziende di Federcasa, insieme alla stessa federazione che opera in raccordo e loro rappresentanza sui tavoli nazionali, svolgono di norma un’intensa ed efficace attività di gestione del patrimonio immobiliare di proprietà di altri soggetti, solitamente dei Comuni, e dei relativi servizi, garantendo con affitti medi di poco più di 100 euro al mese, un’amministrazione finanziaria e patrimoniale di indiscutibile valore aggiunto, il nostro mondo negli ultimi tempi è tornato pesantemente alla ribalta per alcune eccezioni davvero marginali e la strumentalizzazione di alcune situazioni limite che vale la pena di motivare. Ha fatto scalpore recentemente, per esempio, la polemica milanese sugli alloggi liberi e non assegnati, che sembra colpevolizzare in modo generico la gestione dell’Azienda competente per territorio, senza considerare in alcun modo che il vero problema della non assegnazione di detti alloggi non consiste nell’incapacità del “pubblico” di dare risposte ai cittadini più deboli, ma bensì nella condizione in cui versa detto patrimonio, che necessiterebbe di interventi urgenti per essere reso assegnabile a condizioni minime e necessarie alla civile abitazione di una famiglia. Sarebbe molto più facile comunicare ai lettori che non avendo risorse proprie o fondi dedicati per il patrimonio in modo consistente ormai da tempo, gli interventi di riqualificazione sismica, energetica, ristrutturazione e nuove realizzazioni, non sono fattibili per le nostre Aziende e Enti, che si trovano nella condizione di poter a malapena affrontare i costi manutentivi ordinari e le gestioni. Anche in questo caso, Federcasa ha inteso attivarsi negli ultimi mesi con il MIT, Ministero Infrastrutture e Trasporti, per ipotizzare due percorsi molto concreti di valorizzazione degli alloggi; da un lato, attraverso interventi di rigenerazione urbana da realizzare con l’apporto del privato, attraverso i partenariati previsti dal Codice dei contratti pubblici, e, dall’altro, con l’individuazione di risorse dedicate di origine europea e/o nazionale, da destinare alla riqualificazione del patrimonio immobiliare di ERP e ERS 2. É del tutto evidente che in un contesto dove la proprietà è di altri e il compito delle Aziende e Enti di Federcasa è quello di gestire un bene di proprietà di solito comunale, fatto di essere, per esempio, esentati dal pagamento dell’IMU3 costituirebbe una fonte di reddito indispensabile da reinvestire negli interventi che, a loro volta, garantirebbero la messa a nuovo di tutti quegli alloggi che oggi non possono essere assegnati, perché non presentano le condizioni minime tali da poterlo essere. In questo ambito si inseriscono i recenti accordi siglati e la richiesta di inserimento e partecipazione ai tavoli presso tutti i Ministeri competenti, per rappresentare in quelle sedi, con autorevolezza e determinazione, la posizione del mondo federale.

Note

1. ERP, alloggi di edilizia residenziale pubblica, concessi in affitto a persone singole o a famiglie in condizione disagiata.

2. ERS, alloggi di edilizia residenziale sociale, convenzionata agevolata in cessione.

3. IMU, imposta municipale unica, è la tassa dovuta per il possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.

Adolfo F. L. Baratta, Professore Associato, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi Roma Tre

KEYWORDS

Edilizia residenziale pubblica

Costruire con l’ambiente

Muratura portante

Blocchi riempiti di terra

Laterizio a vista

Social housing

Building with the environment

Load-bearing masonry

Earth-filled blocks

Exposed brick

Anche se il 26 maggio 2023 è entrata in vigore la Legge 12 che regola il mercato degli affitti e il diritto all’abitazione, la Spagna da tempo ha adottato una politica liberale che ha privilegiato l’acquisto privato a discapito dell’edilizia residenziale pubblica. Dal 2019 l’Institut Balear de l’Habitatge (IBAVI, l’istituto di edilizia sociale delle isole Baleari) offre un differente modello, una politica abitativa pubblica che garantisce accessi facilitati prioritariamente a giovani e a famiglie in difficoltà economica: questa politica viene perseguita attraverso progetti sperimentali che tengono in considerazione il benessere abitativo, la qualità ambientale ed energetica oltre alla sostenibilità economica. Ai 1.753 alloggi già in gestione, cinque anni fa IBAVI ha avviato un programma che prevede la realizzazione di ulteriori 46 interventi (in parte già eseguiti) per un totale di 1.118 alloggi. La maggior parte di questi progetti è il risultato di concorsi pubblici e tutti hanno l’obiettivo di fronteggiare l’emergenza abitativa e l’emergenza climatica: non è un caso se la prestigiosa rivista El Croquis nel 2023 ha dedicato a IBAVI un numero monografico.

Un o degli esempi più riusciti di questo programma edilizio è certamente il complesso residenziale progettato dallo Studio 08014 arquitectura. Il complesso, costituito da 24 unità abitative, è situato a Platja d’En Bossa, insediamento a sud della città di Ibiza, un ambiente urbano principalmente dedicato allo sfruttamento del turismo di massa. L’edificio è collocato in un terreno pianeggiante di 43x43 m, a circa 5 m sul livello del mare. Pa rtendo dalla tradizionale architettura domestica dei climi caldi, con riferimenti all’architettura islamica e all’architettura tradizionale ibizenca, l’edificio definisce un volume isolato di quattro piani che rag -

As part of the housing program developed by IBAVI, Studio 08014 arquitectura has developed a project that, starting from the recovery and updating of the Mediterranean cultural and linguistic heritage, combines an important environmental and economic profile with a high aesthetic quality

giunge la massima occupazione ed edificabilità del terreno.

La struttura in muratura portante è articolata su una maglia approssimativamente quadrata che determina una corrispondenza tra il sistema strutturale e il sistema spaziale del progetto. Gli ambienti degli alloggi sono organizzati in due fasce concentriche: quella esterna con i soggiorni, le camere da letto e i servizi igienici, quella interna con il connettivo e le cucine. Al centro si trovano i collegamenti verticali da cui si accede a otto alloggi per piano, quattro con una camera da letto e quattro con due camere da letto.

Gr azie alle quattro corti, tutti gli ambienti presentano un doppio affaccio verso l’esterno, con evidenti vantaggi ambientali. Il progetto soddisfa molti indicatori di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, migliorando significativamente i valori stabiliti dalle normative vigenti con un linguaggio architettonico conforme agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

In particolare, in fase di produzione, limitando a 438,91 kgCO 2 /m 2 le emissioni di CO 2 generate dalla lavorazione dei materiali e delle soluzioni tecniche impiegate, è stato ridotta del 30% l’impronta carbonica rispetto alle soluzioni convenzionalmente adottate.

Gl i elementi in laterizio sono stati prodotti in forni con biomassa, mentre come isolanti sono stati utilizzati del cotone riciclato nell’involucro verticale e della posidonia essiccata in copertura. In fase progettuale, invece, sono state implementate le strategie passive che hanno portato a un consumo di energia primaria non rinnovabile di 10,7 KW/ m 2 /anno. Tali strategie includono un involucro verticale realizzato in blocchi di laterizio alleggerito riempiti di terra di scavo, soluzione che aumenta l’inerzia termica e migliora il comfort acustico, ambienti che presentano una ventilazione naturale trasversale e atri bioclimatici che, per effetto di un sistema di chiusure vetrate e protezioni solari praticabili, consentono di accumulare calore nelle stagioni fredde e di generare delle zone d’ombra ventilate nelle stagioni calde.

08014 arquitectura|Residenze pubbliche 07800|

Platja d’en Bossa, Ibiza, Spagna

Il monolitico complesso residenziale

In fine, l’ampio impiego vegetazionale, nelle corti e in copertura, e l’oculata gestione dell’acqua, raccolta in un’ampia cisterna interrata, concorrono a mitigare l’effetto isola di calore, creando un luogo confortevole anche in un clima arido come quello di Ibiza.

La maggiore qualità di questa architettura, che parte dal recupero e dall’aggiornamento del patrimonio culturale e linguistico del contesto mediterraneo, è che al risultato eticamente doveroso sotto il profilo ambientale ed economico associa un’elevata qualità estetica.

SCHEDA TECNICA

Oggetto Complesso residenziale pubblico

Località Platja d’en Bossa, Ibiza (ES)

Committente IBAVI Institut Balear de l’Habitatge

Progetto architettonico 08014 arquitectura (Adrià Guardiet, Sandra Torres)

Partner Masala Consultors (Strutture), Quadrifoli (Impianti), Aurea Acústica (Acustica), Societat Orgànica (Sostenibilità)

Cronologia 2018-2019 (progetto); 2020-2022 (costruzione)

Superficie 2.596 m2

Costo 3.930.000 Euro

Fotografie Pol Viladoms

Localizzazione

Dettaglio di alcuni alloggi: pianta piano terzo LEGENDA

1. Muratura portante in blocchi di laterizio alleggerito, cotti con biomassa e riempito in terra (sp. 19 cm);

2. Muratura portante in blocchi di laterizio alleggerito, cotti con biomassa (sp. 19 cm);

3. Muratura esterna (sp. 50 cm);

4. Parete di separazione in blocchi di laterizio alleggerito, cotti con biomassa (sp. 33 cm);

5. Parete di divisione in blocchi di laterizio alleggerito, cotti con biomassa (sp. 11 cm);

6. Trave in legno lamellare (14x20cm);

7. Travi in lamellare;

8. Giunto tra solette con elemento di fissaggio solido e a vista;

9. Finestra in larice vetro basso emissivo;

10. Davanzale in piastrelle di ceramica, cotte a biomassa;

11. Corrimano metallico lisce;

12. Serramento scorrevole in larice (sp. 40 mm);

13. Porta interna con telaio in larice;

14. Struttura con arcarecci in legno lamellare rinforzati con tralicci metallici;

15. Fioriera realizzata con blocchi di terracotta a nido d'ape (sp. 16 cm).

Pianta piano terra

08014 arquitectura|Residenze pubbliche 07800| Platja d’en Bossa, Ibiza, Spagna

Una delle quattro corti interne

Il riempimento dei blocchi con la terra di scavo

Dettaglio dell’involucro verticale.

1. Paramento interno in blocchi di laterizio alleggerito (19 cm);

2. Paramento esterno in blocchi di laterizio alleggerito (14 cm);

3. Diatono di collegamento costituito da un blocco di laterizio alleggerito (29 cm);

4. Blocco sottomultiplo di laterizio alleggerito in pasta (14 cm);

A. Blocco in laterizio alleggerito riempito di terra di scavo;

B. Blocco in laterizio alleggerito scialbato con bianco di calce per migliorare la tenuta all’acqua.

LEGENDA
La copertura di una corte senza e con schermatura per la protezione dall’irraggiamento

Peris + Toral Arquitectes

Social Atrium - 54 Vpo Borrassà Barcellona, Spagna

Chiara Testoni, Architetto, PhD

KEYWORDS

Abitare sociale

Atrio sociale

Familisterio

Efficienza climatica

Laterizio

Social housing

Social atrium

Familistère

Climate efficiency

Brickwork

Il quartiere di Besòs i Maresme, sviluppatosi senza una visione urbanistica coerente tra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso per soddisfare l’urgenza abitativa della working class barcelloneta, è da tempo oggetto di attenzione da parte del Comune che opera per rigenerarne il tessuto frammentario, punteggiato da officine e anonimi blocchi residenziali e originariamente carente delle necessarie infrastrutture.

È in questo solco che si situa il concorso bandito dall’Amministrazione nel 2016 per la realizzazione di un complesso di alloggi di edilizia sociale in Calle Lluís Borrassà, che ha visto come vincitore il progetto dello studio Peris + Toral Arquitectes con base a Barcellona, da tempo impegnato con particolare sensibilità nell’affrontare, tra l’altro, le sfide contemporanee correlate all’emergenza climatica e abitativa. L’intervento si ispira concettualmente, seppure ad una scala ridotta, al complesso residenziale della Cité Napoleon di Parigi realizzato nel 1851 per ospitare la comunità operaia in condizioni di salubrità e dignità, su modello del Falansterio di Fourier ma anche per favorire il controllo da parte del regime napoleonico di ceti sociali talvolta “turbolenti”. E d el predecessore francese, l’opera catalana riprende infatti – se non l’intento di vigilanza sociale – lo schema distributivo chiaro e funzionale: una sequenza di alloggi attestati lungo l’”atrio sociale”, un grande cortile centrale alto quattro piani, sormontato da una maestosa copertura vetrata e attraversato da aeree passerelle che distribuiscono alle singole unità abitative.

Olt re che come fulcro della vita relazionale del complesso e trait d’union tra la scala di quartiere e la dimensione privata dell’abi -

A social housing intervention in a district undergoing development in Barcelona, inspired by the workers’ large residential complexes of the past, finds in the “social atrium” the trait d’union between the “public” dimension of the neighbourhood and the “private” one of living, in airy and luminous spaces designed with bioclimatic sensitivity, to which the brick with its different textures gives warmth and materiality.

tare, lo spazio funge anche da “collettore solare” in inverno, introiettando la luce naturale dall’ampia copertura trasparente e da “camino di aerazione” in estate, grazie agli schermi murari traforati e alle prese d’aria posizionati ad hoc che favoriscono flussi di ventilazione incrociata.

Due tipologie edilizie, la torre e l’edificio a blocco, si ibridano in un unico corpo di fabbrica che comprende, sui primi quattro livelli del blocco, otto appartamenti per piano e, nei sei livelli della torre, quattro appartamenti per piano. Il piano terra ospita attrezzature di interesse comunitario (sala polivalente e servizi) e l’interrato il parcheggio. Una terrazza al quinto piano e un patio panoramico al decimo piano dilatano all’aperto le aree comuni. Uno schema strutturale puntiforme a travi e pilastri in cemento armato a vista con campata libera di 10 metri consente la massima flessibilità di layout negli appartamenti. Negli alloggi, la concentrazione del blocco di servizi e impianti all’ingresso consente di liberare lo spazio interno che si presta a diversi possibili allestimenti: dalla soluzione con soggiorno angolare e netta separazione tra la zona giorno e zona notte; a quella con le due camere da letto in posizione laterale e ambiente comune centrale; a quella in cui una stanza occupa la posizione centrale e ripartisce due ambienti diurni laterali, distinti ma visivamente interconnessi.

Materiale dominante della composizione è il laterizio, utilizzato in diverse tessiture sia nei fronti sia negli spazi di distribuzione. Nei prospetti esterni, la trama irregolare di aperture (in risposta alle diverse tipologie di appartamenti) anima la continuità massiva della muratura, che si stempera nei vuoti creati dai balconi e nelle gelosie a protezione dell’intimità dell’abitato.

Un’a tmosfera limpida e radiosa connota gli spazi comuni all’interno dove la luce crea vivaci giochi chiaroscurali filtrando dagli schermi traforati e riverberandosi sulle ruvide superfici in laterizio che, in continuità con i prospetti esterni, conferisce calore e matericità agli ambienti.

Peris + Toral Arquitectes| Social Atrium - 54 Vpo Borrassà| Barcellona, Spagna

Sezione longitudinale

SCHEDA TECNICA

Oggetto Social Atrium - 54 Vpo Borrassà

Località Barcellona, Catalogna – Spagna

Committente PMHB (Patronat Municipal de l’Habitatge de Barcelona)

Progetto architettonico Peris + Toral Arquitectes

Team di progetto Marta Peris, José Toral, Jaime Pastor

Progetto strutturale e impiantistico L3J Tècnics Associats

Cronologia 2016 (progettazione), 2019-2022 (costruzione)

Superficie 5.745,81 m2 (appartamenti)

Fotografie José Hevia

Premi Primo classificato Erich Mendelsohn Award 2023

Finalista Premio A+ 2023

Menzioni Premios Enor 2023, Beau 2023, Cscae 2023

Vista della terrazza panoramica e della gelosia in laterizio
Dettaglio Social Atrium Brick
Prospetto

PICCO architetti

Social Housing Debouchè Nichelino, Torino

Riccardo Stermieri, Architetto, libero professionista

KEYWORDS

Alpi

Corte

Affitto

Intergenerazionale

Densità abitativa

Tamponamento

multistrato in laterizio

Blocchi forati

Alps

Courtyard

Rent

Intergenerational

Population density

Clay multilayer infill

Hollow blocks

Negli ultimi anni il tema del social housing ha assunto maggiore rilevanza in Italia, spinto da esigenze socioeconomiche e demografiche legate all’invecchiamento della popolazione, all’accessibilità economica e all’evolversi dei modelli familiari. Il progetto di housing sociale Debouchè, progettato dallo studio PICCO architetti, risponde a queste necessità con 82 alloggi da destinare all’affitto a canone calmierato. L’intervento si inserisce in un’area libera al margine del comune di Nichelino, definendo il limite della zona residenziale urbana e con affaccio su aree verdi di pregio paesaggistico, come il parco naturale di Stupinigi e la catena alpina sullo sfondo. Com e primo intervento del piano urbanistico locale, il progetto prevede edifici residenziali disposti attorno a un ampio spazio comune, con torri sul lato ovest e edifici in linea sul lato est. L’impianto planimetrico chiarisce fin da subito l’obiettivo del progetto: definire un luogo di aggregazione e socializzazione per le persone. Le sagome degli edifici fanno apparire nella planimetria uno spazio “misurato”, mentre il susseguirsi di altezze diverse (da quattro a sette piani fuori terra) stabilisce un’immagine ricca e articolata del complesso edilizio. La scala dei volumi e il loro aspetto contemporaneo regolano questo luogo per le persone ove si respira un vero e proprio senso di città. Principalmente pedonale grazie ai parcheggi sotterranei, questo spazio urbano è curato nei dettagli a partire dal deciso basamento sul fronte sud che ne stabilisce la soglia di ingresso, fino al disegno della pavimentazione e delle aiuole verdi arricchite puntualmente

The Debouchè social housing project addresses current socio-economic needs with rent-controlled apartments. Located at the urban margins and overlooking green areas, the complex focuses on people through a large common space defined by towers and row buildings. Every detail is designed to foster an intergenerational context, transforming the complex into a gathering place where an authentic sense of city life can be felt.

da distese sedute continue.

Le 82 unità abitative - 6 per anziani autosufficienti, 13 per persone segnalate dal Comune, 63 per persone che non possono permettersi un affitto a prezzo di mercato - sono principalmente bilocali e trilocali e si distinguono in soluzioni diverse. L’edificio in linea, situato sul lato est dell’area, ospita al piano terra le sei unità dedicate al senior housing, dotate di giardino privato e accesso a servizi socio-assistenziali quotidiani per anziani. Ai piani superiori, gli alloggi sono organizzati logicamente in modo che le zone giorno si affacciano sullo spazio comune interno, mentre le camere da letto, più intime e riservate, si affacciano verso l’esterno. Dall’altra parte, collocati sul lato ovest dell’area, i due edifici torre sono il risultato di un disegno planimetrico spezzato e poligonale, dove i vari fronti dell’edificio non sono ortogonali tra loro ma hanno giaciture angolate. In particolare, la “piega” centrale ha la capacità di portare luce agli spazi distributivi e, al contempo, osservando l’involucro nella sua tridimensionalità, conferire al volume un forte slancio verticale.

Per quanto riguarda l’organizzazione degli alloggi si nota che, sebbene di dimensioni modeste, tutti dispongono di una loggia che offre a ogni utente uno spazio privato esterno con una vista straordinaria sulla catena alpina. Questo elemento caratterizza fortemente l’aspetto degli edifici: le logge, infatti, appaiono come dispositivi giustapposti ai volumi e contrapposti alla planarità delle facciate, o, in alternativa, ‘scavano’ gli angoli dei volumi, alleggerendone la massa architettonica.

Gli sforzi compositivi dei progettisti, tesi ad evitare monotonia e regolarità, si manifestano anche nel disegno delle finestre. Nelle superfici murarie, infatti, le aperture appaiono disallineate e arricchite da elementi compositivi come i riquadri di colore bianco, che amplificano la geometria di alcune finestre ed alimentano il movimento ricercato di facciata. Il p rogetto adotta un sistema costruttivo tradizionale, basato su una struttura por -

tante in calcestruzzo armato e murature di tamponamento. Queste ultime, realizzate con stratigrafia multistrato in laterizio forato di differenti tipologie ultimate con un isolamento esterno e una finitura ad intonaco, garantendo così le prestazioni energetiche. La palette esterna alterna toni caldi di terra e sabbia nelle superfici murarie a toni neutri di bianco e nero per elementi distintivi come le logge sporgenti e il basamento d’ingresso. L’uso attento del colore rende facilmente distinguibili i diversi edifici e i loro elementi architettonici. Ad esempio, la composizione tripartita degli edifici – costituiti da basamento, sviluppo e coronamento – è resa evidente dall’uso di portici per il rapporto con il suolo e dall’arretramento delle facciate con grandi terrazze per il rapporto con il cielo. Questa scelta progettuale, rafforzata dall’uso del colore, facilita la lettura delle componenti e genera varietà all’interno dell’intervento. Con l’housing Debouchè i progettisti consolidano l’esperienza maturata dalle diverse occasioni affrontate sul tema dell’e -

dilizia sociale – area EX SIVA, Corso Cervi, ROMEA, a titolo esemplificativo - confermando un’attiva ricerca tesa all’unitarietà dell’intervento e alla costruzione di luoghi per abitare.

SCHEDA TECNICA

Oggetto Social Housing Debouchè

Località Nichelino, Torino

Committente Cooperativa G. Di Vittorio

Coordinamento generale del progetto Arch. Graziella Mercuri

Progetto Architettonico PICCO Architetti Arch. Cristiano Picco con Arch. Ingeborg Weichart

Collaboratori Arch. Eva Amate

Progetto strutturale Ing. Giorgio Picarreta

Progetto impiantistico A Arch. Pier Paolo Valle

Impresa di costruzione Gruppo Piotto s.r.l.

Cronologia 2020 (progettazione) 2020-2022 (costruzione)

Volume 14.600 m 3

Fotografie Fabio Oggero

I tre volumi di progetto visti da sudovest
Sezioni e prospetti
Planimetria generale del piano terra
L’edificio in linea visto dal terrazzo del piano primo
Pianta piano terzo edificio a torre

5square Housing Sociale

via Antegnati, Milano

Barreca & La Varra
Francesco Fulvi, Ingegnere, PhD, Università di Parma

KEYWORDS

Recupero

Inclusività

Economia circolare

Sostenibilità

Edilizia sociale

Recovery

Inclusivity

Circular economy

Sustainability

Social housing

5Planivolumetrico

S quare di via Antegnati può essere considerato oggi un progetto esemplare. Materia Grigia “Matiere Grise” fu nel 2015 il titolo di una mostra al Pavillon de l’Arsenal, l’urban center di Parigi, corredata da una interessantissima pubblicazione dove furono presentati 75 progetti in cui materiali, riuso e architettura si fondevano intelligentemente insieme. La Materia Grigia nel caso di 5Square di via Antegnati è quanto hanno applicato i progettisti, nell’interrogarsi su come intervenire, cosa fare dei cinque grigi telai in cemento armato vecchi di trent’anni che all’epoca furono progettati per essere uffici e commercio. Recuperarli o demolirli generando tonnellate di macerie? Hanno semplicemente usato tutta la Matiere Grise a disposizione e quindi quello che sembrava uno svantaggio è stato trasformato, comunque non senza difficoltà, in un bel progetto di architettura di qualità, i cui aspetti sociali e tecnologici guardano a un domani più inclusivo e meno impattante per l’ambiente. Si tratta quindi del recupero di cinque fabbricati che per varie ragioni furono abbandonati prima di essere completati, da possibili ecomostri o rifiuti di cantiere sono stati trasformati in un complesso residenziale pulsante che ospita in sé varie tipologie di attività commerciali, che rendono vivo il quartiere e lo contaminano positivamente. Il grande problema di consumo di suolo, insieme a perdita di biodiversità e aumento delle temperature estive con ripetuti e continui fenomeni improvvisi, spesso violenti, nonché l’ormai ben nota isola di calore, suggeriscono sempre di più di effettuare ampie e approfondite valutazioni prima di demolire e ricostruire un edificio, per cercare invece sempre di recuperarlo come ci insegnano le regole base dell’economia circolare. In questo caso era presente solo il telaio

A good architectural, urban regenerative and social housing project demonstrates how the recovery of incomplete and abandoned buildings can become an opportunity to design with sustainable and inclusive perspective, guided by current technologies; thus a residential complex comes to life and also hosts various types of commercial activities

strutturale, che è stato opportunamente tamponato con muratura in blocchi di laterizio, poi rivestita da isolante in modo da eliminare completamente i ponti termici.

Il progetto urbano viene affrontato come un tutt’uno, la destinazione d’uso commerciale al piano terra lo rende vivo e attrattivo al resto del quartiere. Il sistema del verde è introdotto a varie scale, quella condominiale nelle corti interne, in copertura e a raccordo tra i cinque volumi, sono state disegnate delle aiuole con forme organiche: una scelta che aiuta molto a spezzare la rigidezza e il ritmo delle strutture dei volumi di partenza. Il tutto favorisce la socialità, il benessere visivo, il miglioramento del microclima e della qualità dell’aria.

Dal punto di vista architettonico l’inserimento della destinazione d’uso residenziale ha comportato uno studio molto approfondito del layout, sia per adattare corpi di fabbrica nati per ospitare uffici, sia per dare varietà tipologica. A questo scopo sono state realizzate quattro scale sui lati esterni a Nord e a Sud come volumi indipendenti, che però si omogenizzano nel disegno complessivo dando proporzioni nuove al volume esistente, al punto che dall’esterno non si distinguono come classici connettivi verticali. Queste scale permettono di raggiungere dall’interno o dalla facciata attraverso ballatoi tutte le tipologie di appartamenti proposte dai progettisti, dando nello stesso tempo un’idea di ordine, ritmo e pulizia nella facciata.

La presenza di balconi molto profondi esistenti nel progetto originario ha permesso di realizzare logge che offrono sia qualità abitativa come filtro tra interno ed esterno, sia oltre che qualità architettonica alla facciata mossa anche dalla presenza di frangisole posizionati con angoli differenti rispetto al piano della facciata. In un’epoca in cui siamo chiamati a salvaguardare le risorse e nello stesso tempo a favorire con l’architettura le relazioni sociali, questo intervento rappresenta un ottimo riferimento per coloro che si approcciano una progettazione integrata e attenta alla sostenibilità intesa come ambientale, economica, ma soprattutto sociale.

SCHEDA TECNICA

Oggetto 5square Housing Sociale

Località Milano - Italia

Committente REDO s.g.r. Società Benefit - Fondo Immobiliare di Lombardia Comparto Uno

Progetto architettonico Barreca & La Varra

Collaboratori Luca Sala (team leader), Chiara Capponi, Federico Bettin, Elisa Giannini, Margherita Napolitani, Simone Marelli, Luigi Tambuscio, Andi Driza

Progetto strutturale Arching s.r.l.

Progetto impiantistico Ariatta Ingegneria dei sistemi s.r.l.

Impresa di costruzione CO.GE.VI. spa

Cronologia 2017-2022 (progetto preliminare, definitivo e direzione artistica) 2019-2022 (costruzione)

Superficie

34.650 m2 (area d’intervento) 35.610 m2 (slp totale)

Costo complessivo 39.000.000 Euro

Fotografie

Carola Merello

Vista angolare del complesso residenziale e spazi all'aperto
Primi interventi di tamponamento
Dettagli costruttivi
Nella pagina a fianco, strategie per l’ombreggiamento in facciata
Pasqualino Solomita, Architetto, PhD, libero professionista
Corvino + Multari
Social housing Quarto, Napoli

KEYWORDS

Edilizia sociale

Peep

Corte

Mattoni faccia a vista

Tamponamento multistrato in laterizio

Blocchi e forati

Social housing

Peep

Court

Facing bricks

Clay multilayer infill

Normal and hollow blocks

La città di Quarto, situata a nord-ovest di Napoli, si estende con i suoi circa 40 mila abitanti nella cosiddetta “Piana di Quarto” che rappresenta, con la propria depressione del sottosuolo, il più grande cratere spento dei Campi Flegrei. Qui gli architetti Vincenzo Corvino e Giovanni Multari hanno progettato nella zona Peep - Piani edilizia economica popolare - un nuovo edificio residenziale pubblico con 24 alloggi. Forti di una lunga esperienza, caratterizzata da una costante curiosità che ha contraddistinto il loro lavoro fatto di studi e ricerche, sia in ambito accademico e professionale, lo studio Corvino + Multari declina il proprio operato con una intensa produzione architettonica in cui emergono, attraverso un’ampia sperimentazione, cultura del progetto e senso di appartenenza al contesto mediterraneo.

L’edificio di edilizia popolare, segnalato con la menzione al Premio Campania INARCHITETTURA 2015, risponde ai criteri di flessibilità nel rispetto delle esigenze residenziali con scelte distributive e linguistiche che danno riconoscibilità individuale agli elementi che lo compongono: i volumi degli alloggi, le scale, la copertura piana, il basamento, i passaggi verso gli orti, gli spazi aperti e le relazioni con gli edifici al contorno.

In serito all’interno di un piano di lottizzazione parzialmente sviluppato, l’edificio si contraddistingue per la scansione dei suoi volumi: alla compattezza delle pareti in mattoni faccia a vista, verso l’esterno si contrappone la pulizia formale delle pareti bianche intonacate, intervallate dai diaframmi dei brise-soleil verso la corte interna. Elemento unificatore dell’intero complesso è il basa-

The residential building with its 24 apartments by the Corvino + Multari studio responds to the criteria of flexibility with distribution and linguistic choices that give individual recognition to the elements that compose it: the volumes of the apartments, the stairs, the flat roof, the base, the passages towards the vegetable gardens, open spaces and relationships with the surrounding buildings

mento in pietra lavica, memoria dell’attività vulcanica dei Campi Flegrei. Caratterizzato da un asse di simmetria, l’impianto tipologico a “C” dell’edificio residenziale rivela dunque la doppia anima dei suoi due prospetti principali. Quello lungo il fronte strada, con il ritmo delle logge orizzontali “a sottrarre” il pieno delle pareti in mattoni facci a vista, è intervallato dall’aggetto di piccoli balconi intonacati e ruotati di 45° e dal parallelepipedo bianco della parete centrale che segnala l’accesso e la distribuzione ai diversi livelli. Analogamente anche i due angoli esterni per sottrazione enfatizzano con il corpo bianco del volume verticale l’accesso e la distribuzione ai vari piani. Il fronte interno “abbraccia” la corte e scansiona gli spazi di relazione tra le parti. Le superfici intonacate di bianco sono ritmate dalle ampie aperture delle logge rettangolari che definiscono con il sistema dei brise-soleil una percezione dinamica dei prospetti che varia col variare delle diverse disposizioni degli stessi.

I t amponamenti dell’intero edificio sono quindi realizzati in multistrato di laterizio con due tipologie di paramento esterno: rivestimento faccia a vista e muratura in blocchi intonacati. Entrambi le soluzioni di tamponamento prevedono uno strato isolante protetto nell’intercapedine e un paramento interno in forati di laterizio. I m ateriali utilizzati riflettono la scelta dei progettisti di affidarsi alle caratteristiche di durabilità degli stessi. E anche in merito alle sistemazioni esterne, il progetto accoglie e armonizza in un disegno unitario le giaciture degli interventi circostanti. Tale spazio aperto, ricco di alberi ed arbusti da frutta e da fiore, ospitando anche gli orti privati, rimanda alla tradizione agricola del territorio di appartenenza

Il prospetto est è caratterizzato da un elevato rapporto tra la superficie trasparente e quella opaca per sfruttare gli apporti solari; presenta un sistema di pareti-camino e un sistema di brise-soleil.  Il prospetto nord-ovest presenta delle aperture trasparenti limitate per ridurre le disper-

sioni. Gli spazi interni sono distribuiti in modo da privilegiare la disposizione a sud-ovest dei locali a maggiore fruizione, quali soggiorno-pranzo e camere da letto matrimoniali e per ragazzi, mentre gli altri locali, quali cucine, servizi igienici, pluriuso e ulteriori camere da letto per ragazzi, sono disposti a nord-est. In relazione alle caratteristiche energetiche dell’edificio, questo è dotato di un sistema solare passivo e attivo. Il primo è costituito da camini solari integrati nelle facciate sud, est e ovest, in corrispondenza delle camere da letto. Questo sistema consente di convertire la radiazione solare in calore utilizzabile per il riscaldamento dell’edificio. Il calore viene distribuito attraverso canali che consentono l’accumulo nello spessore del solaio, progettato con un’opportuna inerzia che consenta la cessione del calore durante le ore meno calde. Tale sistema copre circa il 30% del fabbisogno termico annuale. Dal punto di vista tipologico il complesso residenziale si compone di 24 alloggi disposti in linea lungo l’asse principale nordsud, serviti da tre corpi scala-ascensore, organizzati su quattro livelli abita -

tivi, oltre il seminterrato destinato a garage. In particolare gli alloggi situati al piano terra sono dotati di orti privati accessibili direttamente dalla corte. L’alloggio-tipo comprende: soggiorno-pranzo, cucina, ripostiglio, disimpegno, pluriuso, 3 camere da letto, 2 servizi igienici, balcone e 2 logge. Una architettura semplice in cui la scelta dei materiali e la conformazione dei pieni e dei vuoti e l’articolazione dei volumi ha consentito di definire un edificio identitario il cui senso di appartenenza e rispetto assume un ruolo fondante.

SCHEDA TECNICA

Oggetto Social housing

Località Quarto, Napoli Committente Cooperativa Edilizia Lavoratori Telefonici

Progetto Architettonico Corvino + Multari Cronologia 2009 (progettazione), 2013 (costruzione)

Superficie

2950 m2

Costo complessivo 3.879.000 Euro

Fotografie
Studio F64 - Paolo Cappelli & Maurizio Criscuolo
Fronte principale
Fronte corte interna
Planimetria piano tipo
Corvino + Multari | Social housing | Quarto, Napoli
Stratigrafie di tamponamento con rivestimento in mattoni faccia a vista

Stratigrafie di tamponamento con paramento esterno in muratura di laterizio intonacata

Dettaglio prospetto mattoni faccia a vista

Massimo Bricocoli Abitare sociale per il rinnovamento delle città

libero professionista

KEYWORDS

Inclusione

Valore sociale

Protezione

Riqualificazione

Inclusion

Social value

Security

Requalification

Massimo Bricocoli

Professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica e dal 2020 Direttore del Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano dove è docente di Housing and Neighbourhoods e Urban Ethnography. Si occupa di forme e modi dell’azione pubblica nel governo del territorio, dei nessi tra politiche di welfare e pianificazione urbanistica, di progetti di housing. È coordinatore scientifico di OCA, Osservatorio Casa Abbordabile di Milano Metropolitana.

Da poco è pubblicato lo studio “La gestione strategica dei servizi abitativi. Una ricerca sul campo”. Ci può introdurre ai contenuti essenziali di questo lavoro? Quali principali conclusioni avete potuto trarre?

Il volume (Egea editore) curato insieme a Raffaella Saporito e Eleonora Perobelli (SDA Bocconi) illustra gli esiti di una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori delle due università e finanziata da Fondazione Cariplo (Bando Inequalities Research 2022). La ricerca ha analizzato il tema della disuguaglianza nei quartieri di edilizia pubblica a Milano e il contributo che al-

Integrated and strategic management of urban planning can promote social inclusion and reduce inequalities. The lack of innovation in national policies contrasts with advanced experiments abroad. The technical and aestethic quality of materials is crucial for the wellness of residents and can be a driving force for realign ourselves with the more innovative realities.

cuni modelli di gestione possono offrire per favorire l’inclusione sociale degli inquilini. Lo studio ha combinato dati quantitativi del profilo degli inquilini degli alloggi di ALER, Aziende Lombarde per l’Edilizia Residenziale, a Milano con oltre cento interviste sul campo svolte in due quartieri della città (Stadera e San Siro), e restituisce con evidenza il valore sociale generato dai servizi abitativi quando la gestione del patrimonio è radicata in una prospettiva strategica, che supera i vecchi steccati di una gestione sociale contrapposta a quella tecnica ed amministrativa. Dalle interviste emerge che il principale elemento di valore per gli inquilini è quello di protezione sociale ed inclusione. L’edilizia residenziale pubblica rappresenta un approdo sicuro per individui e famiglie in difficoltà, contribuendo alla coesione sociale e alla stabilità economica in una città esposta a forte tensione abitativa come Milano. Il modello gestionale che risulta più efficace è quello che si basa su servizi di prossimità e figure di presidio (a partire dalla presenza del custode) che svolgono una funzione di antenna sociale e di garanzia del rispetto del patto di convivenza, contribuendo alla riduzione dei conflitti. Risulta importante non separare aspetti tecnici, amministrativi e sociali. In molte situazioni è dalla gestione di questioni tecniche ed amministrative che si possono prevenire o gestire criticità di natura sociale. Questo approccio promuove una visione integrata e proattiva nella gestione dei servizi abitativi pubblici.

Quali sono le più significative differenze delle politiche abitative finalizzate all’abitare sociale, fra Italia e più prossime realtà europee? In questo numero della rivista presentiamo per esempio casi spagnoli e francesi.

In Francia le politiche orientate all’abitare sociale stanno sperimentando soluzioni di frontiera e fortemente innovative. A Parigi, per eccellenza la città in cui la tensione abitativa è maggiore, si sta incrementando lo stock abitativo pubblico attraverso l’acquisizione di immobili dismessi. La nuova edificazione e il recupero dello stock esistente si cimenta con interventi finalizzati a migliorare e rendere più adeguate le soluzioni abitative alle esigenze contemporanee. Per molti versi considero che insieme a un investimento assai contenuto nella produzione di nuovi alloggi, nel nostro paese sono mancate in questi anni sperimentazioni di interesse sul piano del progetto architettonico. E mi riferisco sia alla produzione di nuova edilizia sociale sia agli interventi di recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica esistente. In questi ultimi casi si tratta sistematicamente di interventi di efficientamento energetico o di manutenzione straordinario o ripristino, ma non si interviene mai nella direzione di riarticolare le tipologie di offerta, le soluzioni abitative, e neppure si interviene per ridefinire sul piano morfologico gli assetti dei quartieri. Interventi di densificazione, di sopralzo o di integrazione degli immobili sono praticati in molti paesi europei, non in Italia. Nel volume “Milano per chi? Se la città attrattiva è sempre meno abbordabile” edito da Letteraventidue nel 2024, insieme a Marco Peverini forniamo una ampia serie di dati che bene esprime le criticità dell’accesso alla casa in assenza di robuste politiche abitative pubbliche.

La legislazione italiana: l’edilizia sociale pubblica e la locazione a lungo termine privata costituiscono entrambe vere realtà di alloggio sociale?

La produzione di edilizia residenziale pubblica in Italia è sostanzialmente ferma. I dati

che segnalano la disponibilità di nuovi alloggi si riferiscono in genere a interventi di ripristino di alloggi sfitti che sono rimessi in uso e assegnati. Per questo, l’edilizia residenziale pubblica è certamente un’offerta sociale di abitazioni ma che – in ragione della limitatezza dello stock e di scarsità di disponibilità – è per lo più destinata ad essere assegnata a persone e nuclei familiari in condizioni di forte disagio. Mentre invece, la locazione a lungo termine privata di per sé non può essere affatto considerata alla stregua di un alloggio sociale. Ricordiamoci che la locazione in Italia è sostanzialmente priva di regolazione. Nessuna norma fissa i canoni di locazione massimi, per cui ciascun proprietario può liberamente determinare il costo di un alloggio da cedere in affitto. Inoltre, i contratti a lungo termine (4+4 anni) sono in forte diminuzione, a vantaggio non solo degli “affitti a breve termine” destinati ai turisti, ma di contratti brevi che consentono in molti casi ai proprietari di innalzare il canone ad ogni scadenza di contratto. L’effetto combinato è quello di un incremento dei canoni e a meno di interventi di regolazione pubblica, difficilmente possiamo annoverare la locazione a lungo termine privata quale componente dell’offerta di alloggi sociali.

Quale relazione può esistere, se esiste, fra degrado urbano e disagio sociale?

È una relazione spesso erroneamente identificata, quasi fosse di causa effetto. Il degrado urbano ed edilizio certamente si associa a condizioni di vita disagevoli ed è l’esito di un’assenza di investimenti e di risorse limitate nella manutenzione e cura di un contesto. D’altra parte, ambiti in cui la qualità dell’ambiente urbano e del patrimonio edilizio è minore, possono essere sì indicati come problematici ma d’altra parte, consentono a molti di disporre di alloggi modesti ma al contempo abbordabili. E questa è una qualità importante, soprattutto nelle città più dinamiche e attrattive, in cui qualsiasi inter-

vento di qualificazione e miglioramento del contesto urbano produce inesorabilmente un aumento dei valori immobiliari e quindi costi abitativi maggiori che possono arrivare ad escludere ampie fasce di popolazione locale.

Rigenerare la città: il Social Housing può essere opportunità di rinnovamento urbano e sociale?

Ho il sospetto che ancora una volta sia importante precisare cosa intendiamo per social housing. In questi anni si è parlato molto di housing sociale, una fascia di offerta prodotta tipicamente dalle fondazioni bancarie con capitali “pazienti” che si è attestata in una fascia intermedia tra il mercato privato e l’offerta di edilizia residenziale pubblica.

Credo che sia importante rifarsi alla definizione di legge, che definisce l’edilizia residenziale sociale e considerare che

certamente in molte città l’offerta di alloggi abbordabili è condizione fondamentale per l’accesso alla casa di fasce di popolazioni rilevanti per lo sviluppo economico, urbano e sociale della città.

Riqualificazione energetica e sismica, durabilità e salubrità dei materiali. Possono affidabilità e avanzamenti della tecnica costruttiva corrispondere al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti degli edifici e della città?

Certamente sì. Una serie di fattori ha guadagnato crescente attenzione fa parte della ricerca e della produzione edilizia e certamente vi è forte attenzione per il contributo che le tecniche possono dare alla qualità della vita. È fondamentale alimentare contesti trasversali di discussione, in cui si riescano a produrre avanzamenti di rilievo sul fronte tecnico rispetto alle condizioni di benessere abitativo complessivo integrandole con le dimensioni più generali e comprensive della progettazione urbanistica e architettonica. Il rischio altrimenti è quello di un fuoco ristretto alle prestazioni degli edifici, quasi fossero oggetti inabitati.

Come i materiali e le loro rese tecniche ed estetiche contribuiscono ad accrescere negli abitanti senso di appartenenza ai luoghi?

Un ciclo seminariale che abbiamo organizzato nella tarda primavera del 2024 con una importante azienda che produce materiali per l’edilizia ha proprio traguardato il ruolo che i materiali possono giocare anche nella elaborazione di progetti per la residenza che segnano fortemente la qualità estetica e contestuale dei progetti abitativi tanto da rendere alcuni progetti di housing quasi “iconici” nel testimoniare la frontiera delle nuove forme abitative.

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Dal comparto urbano all’housing sociale: storia e trasformazione del quartiere ex Zuccherificio a Cesena

Il progetto per il quartiere ex Zuccherificio a Cesena, realizzato dallo Studio Gregotti Associati International, è oggi riconosciuto per la sua rilevanza architettonica e si caratterizza per l'uso del laterizio faccia a vista, affrontando una serie di sfide conservative

Giulia Favaretto, Università di Bologna – Dipartimento di Architettura, giulia.favaretto2@unibo.it

Alessia Zampini, Università di Bologna – Dipartimento di Architettura, alessia.zampini2@unibo.it

KEYWORDS

Vittorio Gregotti

Sviluppo urbano Archeologia industriale

Edilizia sociale Conservazione

Vittorio Gregotti

Urban development

Industrial archaeology

Social housing Conservation

Vittorio Gregotti per il quartiere ex Zuccherificio a Cesena

Tra i tasselli della storia di Cesena, vi è certamente quello legato all’attività dello Zuccherificio della Società Italiana Industria Zuccheri, passato poi alla Società Romana Zuccheri1. Realizzato tra il 1900 e il 1901, tale impianto costituiva un perno produttivo, punto di cerniera tra il tessuto urbano della città e il paesaggio agricolo limitrofo. Danneggiato durante la Seconda guerra mondiale, tale comparto chiude i propri battenti nel 1978, a causa del fallimento dell’azienda (fig. 1).

Proprio per l’area dello Zuccherificio, è a di-

stanza di un decennio dalla chiusura dello stesso che lo Studio Gregotti Associati International predispone un progetto finalizzato alla valorizzazione di tale frammento di città, ormai caduto in disuso. Riconoscendone il potenziale legato a una collocazione situata in prossimità del centro storico, affacciata sul fiume Savio e vicina alla stazione ferroviaria e all’uscita della tangenziale, il progetto si pone l’obiettivo di ricucire tale frazione urbana al nucleo storico cittadino, recuperandone il ruolo di cerniera2

Elaborato a partire dal 1989, con la stesura del piano particolareggiato approvato nel 1992,

From urban complex to social housing: history and transformation of the former Zuccherificio neighbourhood in Cesena

Between the 20th and 21st centuries, Cesena experienced significant urban development, resulting in a new urban area featuring social housing, student housing, commercial buildings, and a new university campus for the University of Bologna. This initiative, begun in 1989, involved the former Zuccherificio industrial area, located northwest of Cesena’s historic center. The project by Associati International Gregotti was included in the “Census of Italian

Architecture from 1945 to the present” by the Ministry of Culture’s Directorate General for Contemporary Creativity. It is recognized for its national architectural significance, the involvement of Vittorio Gregotti and his firm, and the quality of the complex within its urban context. The complex stands out for its urban and formal compositional research and the use of exposed brickwork for all buildings. This approach aimed to reconnect with the site’s industrial past but has

faced conservation challenges like salt efflorescence and internal comfort issues. The owner, using the 110% Superbonus incentives, has decided to add thermal insulation to the social housing building, raising various issues. This reflection explores the history, materials, and transformations of this contemporary architecture, which has combined living quality with technological research since its inception and now faces significant conservation challenges.

Dal comparto urbano all’housing sociale: storia e trasformazione del quartiere ex Zuccherificio a Cesena

tale intervento sceglie di condurre un’operazione di demolizione del comparto, a eccezione della ciminiera 3 , preservata come segnale urbano di riconoscibilità, traccia della preesistenza e testimonianza di un luogo, pezzo di storia della realtà sociale e produttiva cesenate. Sebbene la componente conservativa non sia stata, in quegli anni, ciò che ha animato il progetto, oggi esso costituisce la traccia di un’ulteriore stratificazione che, a tutti gli effetti, rappresenta un tassello della storia dell’architettura contemporanea.

L’intervento, condotto a cavallo tra XX e XXI secolo, fa parte di un piano di riqualificazione di una frazione urbana con un’estensione di circa 220.000 m 2 , situata a nord-ovest rispetto al centro storico di Cesena. Il piano ha portato alla realizzazione di un nuovo quartiere connotato dal dialogo tra spazio pubblico e privato (fig. 2). Articolato su più livelli che seguono la conformazione del terreno, l’insediamento presenta una sequenza di spazi aperti e volumi costruiti, con funzioni dedicate al residenziale, al commerciale e al terziario. Il nuovo comparto urbano ospita infatti edifici di abitazione – con palazzine residenziali, architetture PEEP (Piano Edilizia Economica Popolare) e un residence per anziani –, assieme a luoghi per il commercio e il ristoro, nonché a un cen-

1. L’impianto produttivo dello Zuccherificio prima dell’intervento [4, p. 11]

2. Il quartiere ex Zuccherificio. Foto G. Favaretto, 2024

tro direzionale con uffici (fig. 3-4). Inoltre, è qui che trova la propria sede il Campus di Cesena dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (fig. 5). Inaugurato nel 2018, il campus, a sua volta, non solo ospita le attività didattiche, di ricerca e amministrative del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Architettura e di Corsi di Laurea in Ingegneria, con i relativi servizi, ma accoglie una biblioteca e uno studentato 4 . A completare il quartiere, una «concatenazione complessa» 5 di spazi pubblici aperti, aree verdi, parcheggi, collegamenti viari e percorsi ciclo-pedonali. Trasposizione in forma costruita di una ricerca progettuale attenta all’origine della forma, aspetto che Vittorio Gregotti contempla in Paul Cézanne 6 , l’intervento è frutto di un progetto

unitario, nel quale le architetture del complesso parlano uno stesso linguaggio non soltanto compositivo, ma anche materico. Il laterizio faccia a vista, adottato non come elemento di murature portanti, bensì come materiale di rivestimento, connota l’intero comparto e trova un riverbero anche nelle pavimentazioni degli spazi pubblici. Alternato al ricorso ad altri materiali, quali il vetro, il cemento, gli elementi di finitura lapidei e gli intonaci bianchi, che in corrispondenza del volume adibito a biblioteca e dormitorio studentesco lasciano spazio ad ampie superfici intonacate di colore grigio, il laterizio caratterizza tutti i volumi del comparto. Tale materiale, inoltre, non solo costituisce un tratto ricorrente, in grado di contribuire al conferimento di unitarietà al progetto,

3. Un edificio di abitazioni del comparto. Foto G. Favaretto, 2024
4. Il centro direzionale.
Foto G. Favaretto, 202. A destra
5. Il Campus di Cesena, corte interna. Foto G. Favaretto, 2024

Il Thermopolium ostiense: storia e restauro di un wine-bar di età imperiale

Dal comparto urbano all’housing sociale: storia e trasformazione del quartiere ex Zuccherificio a Cesena

ma richiama anche il mattone impiegato per la fabbrica dello Zuccherificio mediante un uso contemporaneo che tenta di ristabilire un legame con la storia del comparto produttivo e la memoria industriale della città.

Seppur richiamanti quelli della preesistenza, sono proprio i nuovi materiali adottati per il complesso a manifestare, oggi, fenomeni di degrado7 che denotano l’importanza del governo del passaggio dalla fase di progettazione a quella dell’esecuzione dell’architettura.

Vittorio Gregotti avrebbe parlato di «rinuncia alla durata dell’opera di architettura come metafora di eternità» 8 . I materiali della produzione industriale, rispetto a quelli del cantiere tradizionale, concorrono ad accelerare l’invecchiamento dell’opera, ulteriormente accentuato da possibili problemi legati alla compatibilità materica, alla tecnica costruttiva o alla modalità di esecuzione. Eppure, sono proprio tali materiali a costituire la fisicità di architetture che impongono di individuare i mezzi per rallentarne l’invecchiamento e trasmettere al futuro opere del patrimonio architettonico contemporaneo9

Il nuovo quartiere ex Zuccherificio a Cesena è infatti oggi presente nel “Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura10. Non secondario è il valore qualitativo del complesso all’interno del contesto urbano in cui esso è situato. Certamente, però, ciò denota anche una riconosciuta importanza di tale opera nel panorama della ricerca architettonica nazionale, nonché il riconoscimento del merito a un progetto che porta una firma di rilievo, quella di Vittorio Gregotti e del suo studio, che ha contribuito al farsi della storia dell’architettura contemporanea italiana. [GF]

L’edilizia sociale. Una ricerca formale tra sperimentazione, materia e qualità dell’abitare

Nella varietà di funzioni proposte dallo studio Vittorio Gregotti International per il progetto del nuovo quartiere ex Zuccherificio, la residenza ha assunto un ruolo cruciale non solo in termini

di sperimentazione formale, tipologica e materica, ma soprattutto per quanto riguarda uno dei temi più complessi rispetto all’intervento per la città storica, ovvero la ricostruzione del tessuto sociale di un’area rimasta per lungo tempo marginale e dedicata in via esclusiva alla produzione industriale. Delle 288 abitazioni previste dal progetto, articolate in due diverse aree del comparto, circa la metà sono state infatti destinate ad affitti calmierati: 28 alloggi destinati agli anziani, 15 agli studenti, 72 alle famiglie e i rimanenti 12 di proprietà comunale11. Ciò ha permesso di attribuire alla residenza sociale una funzione fondamentale per uno sviluppo dell’area basato su quella mescolanza di funzioni, ed eterogenia sociale di cui lo stesso Gregotti volle farsi interprete12

L’area sud del comparto funge da cerniera di collegamento con il centro storico e qui il tema della residenza sociale è declinato in una sequenza di cinque edifici a blocco dove ad essere enfatizzati sono il rapporto con il verde pubblico e il paesaggio fluviale circostante. Per rispondere al pericolo di esondazione del fiume (come tristemente verificatosi nel 2023) e per dotare gli alloggi di parcheggi pertinenziali, l’intera area è stata inoltre soprelevata di 3 metri rispetto alla quota di campagna. Tale scelta ha determinato un piano unitario, compositivamente enfatizzato da una pensilina in grado di connettere orizzontalmente i vari edifici, ma capace al tempo stesso di garantire ai residenti un accesso diretto, pedonale e coperto alle aree di verde pubblico (fig. 6). Dal punto di vista distri-

6. Edilizia residenziale del comparto sud. Edificio a blocco con accesso al piano terra rialzato.

Foto P. Solomita, 2024

7. Edilizia residenziale del comparto sud. Planimetrie piani tipo [2, p. 134]

8. Blocco residenziale ad H con corte semi privata aperta alla percorrenza. Foto A. Zampini, 2024

butivo, ciascuno dei cinque edifici residenziali si imposta poi su un asse centrale di simmetria, determinato da un muro portante a sviluppo terra cielo e dal corpo scala, attorno ai quali si articolano i corridoi di distribuzione delle unità abitative, quattro al piano terra rialzato, tre ai piani superiori (fig. 7). A rafforzare ulteriormente il rapporto visivo con il contesto circostante profondamente connotato dalla qualità dello spazio verde, appare inoltre interessante la volontà di dotare ciascuna unità di ampie logge e terrazzi per instaurare un costante rapporto visivo con il parco fluviale (fig. 6).

Nell’area a nord, Gregotti sperimenta invece il tema dell’edificio residenziale a corte, destinandone una parte agli studenti. Dopo l’esperienza milanese a Bicocca, a Cesena è proprio il rapporto con lo spazio semi privato della corte ad accrescere la relazione con il contesto. Il generale livello di sicurezza della città ha infatti permesso di lasciare questo spazio aperto alla percorrenza divenendo di fatto un filtro continuo tra la via che delimita il confine orientale del comparto e il percorso ciclopedonale che costeggia il sedime del fiume Savio (fig. 8). Tuttavia, nonostante l’attenzione dedicata all’attraversamento est-ovest, per lungo tempo i tre edifici residenziali a corte, articolati secondo una sequenza planimetrica ad H, I, H, hanno rappresentato un margine isolato dell’insediamento. Solo grazie alla successiva edificazione degli edifici del Campus universitario nell’area settentrionale, previsti nel masterplan iniziale ma stralciati dalla prima fase dei lavori di costruzione, il comparto ha finalmente assunto la vibrante vitalità auspicata in fase di progetto. Fungendo da luogo di lavoro, studio e aggregazione il Campus è andato infatti a costituire un nuovo polo attrattore ponendo le residenze studentesche in diretta continuità con i luoghi dello studio, ha alimentato il fiorire di nuove attività economiche e contribuito, in senso lato, alla qualità della vita nel quartiere.

Dal comparto urbano all’housing sociale: storia e trasformazione del quartiere ex Zuccherificio a Cesena

Il tema della qualità dell’abitare trova un’ulteriore specifica attenzione nel progetto degli interni delle residenze studentesche. All’interno dei singoli alloggi è infatti sempre garantito uno spazio personale dedicato allo studio mentre di eguale importanza si rivelano gli spazi comunitari. Il piano terra del volume ad H posto più a nord, dove sono concentrati le residenze universitarie, mette infatti a disposizione di tutti gli studenti servizi quali una lavanderia comune e spazi aggregativi da utilizzare per lo studio in piccoli gruppi oppure per lo sviluppo della socialità. Tali spazi, trovandosi in diretta continuità con le aree verdi della corte semi privata, dell’area del Campus e del percorso ciclopedonale stabiliscono così interessanti sinergie e una successione di funzioni. Ma a costituire il vero filo conduttore tra le due aree è proprio la continuità materica data dall’utilizzo del rivestimento in laterizio abbinata a pochi elementi bianchi, accuratamente scelti per enfatizzare dettagli architettonici. Ne sono un esempio la pietra delle banchine delle finestre, oppure la lamiera metallica impiegata per enfatizzare le imbotti dei vani finestra, le converse delle pensiline che abbracciano gli spazi comuni, o messe in opera per proteggere i muri sommitali dando così continuità e ritmo alla composizione. Il laterizio però, cifra materica e chiave interpretativa del passato di questa ex area produttiva, non assume funzione strutturale ma è declinato essenzialmente come rivestimento. La struttura portante a telaio è infatti realizzata in calcestruzzo armato, mentre la muratura di tamponamento è composta da blocchi interni (di cui non è stato possibile verificare la natura), lana di roccia e lastre di cartongesso sostenute da una struttura metallica accuratamente dimensionata per garantire la presenza dell’intercapedine isolata. Proprio ai pannelli di cartongesso, grazie ad una rete porta intonaco specifica, è applicato il rivestimento in listelli di laterizio che assume uno spessore di circa 1 cm ed è allettato mediante malta a base cementizia (fig. 9). Tale scelta tecnologica13 declina una ricerca espressiva molto forte che ha permesso ai progettisti di assumere l’aspetto materico del laterizio quale componente iden-

titaria dell’intero progetto in segno di continuità con la precedente vocazione produttiva del quartiere. Tuttavia, come si vedrà, ha inciso profondamente sullo stato di conservazione delle superfici di questa architettura contemporanea. Uno stato di conservazione che, grazie alla durabilità del materiale laterizio, anche se utilizzato in forma di rivestimento di esiguo spessore, ha permesso di assicurare un buon livello di resilienza delle facciate nonostante alcune problematiche insorte per effetto di una progettazione e/o esecuzione non sempre a regola d’arte. [AZ]

Lo stato di conservazione. Il laterizio come ‘cartina tornasole’ Un’accurata osservazione delle diverse architetture che compongono l’intero quartiere dell’ex Zuccherificio – sia destinate alla residenza sociale sia alle altre funzioni – permette di evidenziare alcune problematiche conservative, direttamente riconducibili a mancanze nelle fasi di progettazione o a difetti esecutivi delle tecnologie costruttive impiegate. Il rivestimento in laterizio, ampiamente diffuso per la sua elevata resistenza meccanica in grado di limitare la presenza di eventuali fenomeni di fessurazione o scagliatura, può rivelare l’esistenza “sottocutanea” di errori costruttivi o variazioni delle condizioni dei materiali, anche a pochissimi anni di distanza dalla costruzione. L’utilizzo di malte cementizie per i giunti di allettamento e per l’adesione del rivestimento al supporto retrostante, ad esempio, può condurre alla presenza di efflorescenze saline dovute alle migrazioni dei sali solubili presenti nell’impasto cementizio14 che, andando a cristallizzare su ampie porzioni del paramento, possono affliggere le aree meno esposte all’irraggiamento solare (fig. 9). Allo stesso modo, la rottura dei pluviali incorporati all’interno della muratura viene manifestata dall’umidità localizzata, che può condurre all’insorgere di macchie e patine biologiche. Il medesimo fenomeno si riscontra in maniera diffusa anche ai lati delle forometrie, dove il dilavamento delle piogge si combina ai depositi superficiali presenti sulle superfici orizzontali, generando colature sui pro-

spetti (fig. 9). Infiltrazioni d’acqua sono inoltre visibili agli intradossi dei solai delle logge in aggetto delle unità residenziali, dimostrando come anche nel caso preso in esame, il tema della corretta regimentazione delle acque appaia centrale al fine di evitare l’insorgere di ulteriori patologie (efflorescenze, macchie, cedimenti, ecc.).

Estendendo l’osservazione alle generali condizioni di conservazione del comparto occorre

inoltre evidenziare come i paramenti murari, con le loro estese dimensioni, spesso prive di aperture, rappresentino una superfice privilegiata per i writers che, ciclicamente, imbrattano alcune di queste superfici con graffiti che rimangono confinati nella dimensione dell’atto vandalico (fig. 9). Anche in questa occasione, tuttavia, il rivestimento in laterizio mette in evidenza interessanti proprietà, consentendo una rapida pulitura, mentre la vitalità del quartiere sembra scongiurare il dilagare di tale fenomeno che fortunatamente resta confinato a piccole porzioni. [GF, AZ]

Gli interventi più recenti

Quanto appena esposto richiama l’avvio di una riflessione inerente alla scarsa sensibilità, ancora più grave se riscontrata in chi interviene sul patrimonio, nei confronti di architetture contemporanee che, come evidenziato anche grazie al censimento nazionale sopra citato, sono riconosciute come opere degne di nota e di tutela. L’attenzione rivolta al tema della riqualificazione energetica, affrontato senza considerare la rilevanza architettonica del comparto, ha infatti portato all’introduzione, nel 2023, di un rivestimento a cappotto sugli esterni di una frazione del complesso (fig. 10). L’intervento è stato condotto per il raggiungimento di un maggiore livello di isolamento termico che ha spinto la proprietà di una porzione di comparto dedicato alla residenza sociale a ricorrere a una soluzione – in virtù dell’intera co-

9. Stato di conservazione delle superfici in laterizio.
Foto A. Zampini, 2024

Il Thermopolium ostiense: storia e restauro di un wine-bar di età imperiale

Dal comparto urbano all’housing sociale: storia e trasformazione del quartiere ex Zuccherificio a Cesena

SITOGRAFIA

• <https://catalogo.beniculturali.it/detail/ibc/ ArchitecturalOrLandscapeHeritage/187754> [23.07.2024]

• <https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/schedaopera?id=152> [23.07.2024]

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] A.M. Biscaglia (a cura di), Cesena_ex Zuccherificio_01: dal cantiere ai primi insediamenti abitativi, Danilo Montanari Editore, Ravenna, 2003.

[2] G. Braghieri, A. Trentin, M. Agnoletto (a cura di), Spazi della città e forme dell’abitare. 1910-2010: Scenari sociali nella storia dell’edilizia popolare di Forlì-Cesena, CLUEB, Bologna, 2010.

[3] “Cappotto” all’ex zuccherificio. «È uno sfregio architettonico», in “Corriere Romagna”, 14 aprile 2023, p. 15.

[4] AA.VV., Cesena. Il nuovo quartiere Ex Zuccherificio: testimonianze e immagini, Cassa di Risparmio di Cesena, Fondazione Banca, Cesena, 2006.

[5] R. Gamba, Gregotti Associati. Insediamento nell’area ex Eridania a Cesena, Costruire in Laterizio (101), settembre-ottobre 2004, pp. 34-39.

[6] V. Gregotti, Metafore di eternità, Domus (795), luglio-agosto 1997, pp. 4-10.

[7] V. Gregotti, Tre forme di architettura mancata, Einaudi, Torino, 2010.

[8] V. Gregotti, L’architettura di Cézanne, Skira, Milano, 2011.

[9] V. Gregotti, Trasformazione dell'area dell'ex Zuccherificio Cesena, 1989/ in corso, I Beni Culturali: tutela, valorizzazione e attività culturali, architettura contemporanea e bioarchitettura (4-5), luglio-ottobre 2008, pp. 51-58.

pertura dei costi prevista dagli incentivi del Superbonus 110% – che non tiene in alcun modo conto della preesistenza. L’applicazione del rivestimento a cappotto in uno degli edifici dedicati al social housing ha infatti portato non solo alla variazione di rapporti proporzionali, ma anche alla perdita di quel rivestimento esterno caratteristico in laterizio faccia a vista.

Il nuovo sistema di coibentazione, finito a intonaco color mattone, mostra, come anticipato, una ridotta sensibilità nei confronti del progetto architettonico che ha portato alla realizzazione del complesso, nonché una scarsa attenzione al valore della scelta materica del progettista. Scelta che, compromettendo l’equilibrio termo-igrometrico, predispone anche a potenziali formazioni di muffe e a rischi di salubrità per gli ambienti interni, oltreché depotenziare la funzione protettiva di facciata tipica del rivestimento in laterizio.

Fa riflettere l’applicazione “indiscriminata” della normativa, così come l’autorizzazione ricevuta dalla cooperativa proprietaria. Ciò, infatti, ha sollevato non poche questioni15, a partire da quelle mosse dai residenti del quartiere, consapevoli dell’interesse architettonico dei manufatti in cui essi vivono. [GF, AZ]

[10] Patologie e difetti delle murature faccia a vista il progetto, in J. M. Piaggio, Il Mattone a vista: conoscerlo bene per usarlo meglio, ANDIL, Assolaterizi.

Note

1. La Società Romana Zuccheri era un’associata del Gruppo Maraldi di Cesena, con maggioranza azionaria appartenente alla Società Anonima Eridania Zuccherifici Nazionali di Genova. Cfr. <https://catalogo.beniculturali.it/detail/ ibc/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/187754> [23.07.2024].

2. Per approfondimenti ulteriori sull’intervento condotto, si vedano i riferimenti bibliografici [1; 4; 5; 9].

3. La ciminiera viene dichiarata di interesse culturale nel 2006. Ibidem.

4. Sono in corso di svolgimento i lavori per la realizzazione del nuovo edificio per gli studi in Psicologia.

5. Cfr. [4, p. 24].

6. Cfr. [8].

7. Per un approfondimento su questo tema si rimanda ai paragrafi conclusivi del presente contributo.

8. Cfr. [6; 7].

9. Il riconoscimento di valore nell’opera architettonica costituisce la base di qualsiasi intervento di salvaguardia. La mancanza di esso può condurre a operazioni scriteriate come quelle esposte nell’ultimo paragrafo di tale articolo.

10. Cfr. <https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/schedaopera?id=152> [23.07.2024].

11. Cfr. [2].

12. Ibidem.

13. Il pacchetto costruttivo è stato osservato nel volume della biblioteca, in seguito ad un incidente stradale che ha messo a nudo la stratigrafia del paramento fino allo strato di isolante in lana di roccia, ma si presume possa rappresentare la scelta impiegata diffusamente per l’intero comparto.

14. Nel capitolato di appalto andrebbe richiesto, per le forniture di malta e mattoni, l’assenza, certificata, di sali efflorescenti, mentre per l’esecuzione andrebbe imposto che non venga adoperato nessun additivo nella malta senza un’esplicita autorizzazione della direzione lavori, così come si dovrebbe esigere che l’immagazzinamento dei materiali avvenga in modo da evitare che essi possano venire a contatto con sostanze contenenti sali efflorescenti.

15. Cfr. [3, p. 15].

10. L’applicazione del cappotto esterno su uno degli edifici dedicati al social housing. Foto G. Favaretto, 2024

Applicazione di una copertura con Herotiles come buona pratica per l’adattamento climatico

Nell’ambito del progetto europeo LIFE SUPERHERO è stata realizzata una nuova copertura in laterizio ventilata e traspirante (HPR) con le innovative tegole Herotiles su due edifici sociali, per dimostrarne la semplicità realizzativa e i benefici energetico-ambientali

Elisa Di Giuseppe, Professoressa Associata, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Architettura, Università Politecnica delle Marche

Arianna Latini, Assegnista di Ricerca, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Architettura, Università Politecnica delle Marche

Marco D’Orazio, Professore Ordinario, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Architettura, Università Politecnica delle Marche

Benedetta Ferrari, Coordinatrice del progetto LIFE SUPERHERO, Centro Ceramico, Sassuolo

Ercole Finocchetti, Ingegnere Consulente, Azienda Casa Emilia-Romagna

KEYWORDS

EPBD

Efficienza energetica

Obiettivi

Inerzia termica

Strategie passive

EPBD

Energy efficiency

Objectives

Thermal inertia

Passive strategies

Surriscaldamento globale e “povertà energetica”

In conseguenza del surriscaldamento globale, insieme all’incremento generalizzato della temperatura dell’aria, negli ultimi 15 anni in Europa sono particolarmente cresciute, per frequenza e intensità, le cosiddette “ondate di calore” estive, anche in Paesi dal clima generalmente freddo e temperato. In relazione all’incremento dell’urbanizzazione [1], anche il fenomeno dell’ “Isola di Calore”, che comporta una mag -

Application of a Herotiles-based Roof as a good practice for climate adaptation

As a consequence of global warming, together with the general increase in air temperature, the so-called summer “heat waves” have particularly increased in frequency and intensity in Europe in recent years, even in countries with a generally cold and temperate climate. In the coming decades, this will lead to increasingly higher temperatures even inside buildings, especially in existing

giore temperatura dell’aria nelle zone dense delle città rispetto alle aree rurali, è destinato ad aggravarsi [2].

La combinazione di questi fenomeni comporterà, nei prossimi decenni, temperature sempre più elevate anche all’interno degli edifici, soprattutto in quelli esistenti, di scarsa qualità costruttiva e a basse prestazioni energetiche. L’intenso utilizzo della climatizzazione degli edifici e le conseguenti emissioni, in risposta al surriscaldamento di città ed edifici, contribuiranno ad

ones with poor construction quality and low energy performance. Low-income families will be more affected by thermal discomfort and related health risks, as they are unable to afford the costs of purchasing and using air conditioning systems. In this context, it is therefore urgent to experiment and adopt climate adaptation strategies to improve summer comfort in buildings, especially in social housing, which are often largely

affected by the phenomenon of “energy poverty”. The LIFE SUPERHERO project demonstrates the passive cooling effectiveness of Ventilated and air Permeable Roofs (VPR). Two examples of VPR with high-performance cooling tiles (the “Herotiles”) are applied to two social buildings in Reggio Emilia (Italy), as good climate practice and fort the benefit of the comfort and well-being of the occupants.

Applicazione di una copertura con Herotiles come buona pratica per l’adattamento climatico

aggravare l’attuale emergenza climatica, in una sorta di “circolo vizioso” ambientale. I nuclei familiari a basso reddito risulteranno maggiormente colpiti da discomfort termico e correlati rischi per la salute, in quanto non in grado di sostenere le spese per l’acquisto e l’utilizzo di impianti di climatizzazione [3-6]. Le conseguenze sociali ed economiche dirette e indirette pongono importanti sfide per il futuro dell’economia e della qualità della vita [7]. In questo contesto risulta quindi urgente sperimentare e adottare strategie di adattamento climatico per migliorare il comfort estivo negli edifici, specialmente in quelli residenziali, spesso interessati dal fenomeno della “povertà energetica”.

Il tetto HBR come strategia sostenibile ed economica per l’adattamento climatico Il settore delle costruzioni è uno dei più impattanti sul clima nell’Unione Europea. Attualmente, circa il 45% degli edifici nell’UE è stato costruito prima degli anni Novanta e quasi il 75% del patrimonio edilizio è energeticamente inefficiente, mentre il tasso di ristrutturazione è molto basso [8]. Pertanto, la riqualificazione di edifici esistenti ha un grande potenziale per affrontare la sfida del surriscaldamento urbano. Un’efficace risposta al surriscaldamento degli edifici è l’adozione di tecnologie di “raffrescamento passivo” dell’involucro edilizio, che riducono le temperature dei materiali e dell’aria circostante senza l’uso attivo di energia. Il fabbisogno di energia per il raffrescamento degli edifici è strettamente correlato alla quantità di superficie di involucro esposta al sole. Le tecnologie di copertura giocano quindi un ruolo fondamentale. Tra queste, i tetti ventilati e traspiranti (Ventilated and air Permeable Roofs, VPR) con tegole in laterizio sono particolarmente efficaci nel dissipare il calore solare accumulato, sia attraverso la ventilazione sotto-manto (effetto camino) sia per “traspirazione” attraverso le tegole (ventilazione intra-tegola) (fig.1).

Rispetto ad altre tecnologie diffuse negli ultimi decenni, come i manti riflettenti o le coperture verdi, che richiedono costanti interventi di manutenzione per mantenere le loro prestazioni nel tempo, i VPR, realizzati con tegole in laterizio, offrono elevata durabilità e prestazioni stabili. La strategia dei VPR, sostenibile ed economica, è molto promettente sia per la mitigazione del surriscaldamento (riduzione del consumo di energia per la climatizzazione) sia per l’adattamento ad esso (riduzione delle temperature esterne del tetto e dell’isola di calore, oltre che delle temperature interne all’edificio).

Il progetto LIFE per la promozione di tetti ventilati e traspiranti

Il progetto europeo LIFE SUPERHERO1, che coinvolge 10 partners provenienti da Italia, Francia e Spagna, è nato dall’esigenza di diffondere il raffrescamento passivo degli edifici come strategia efficace di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici [9]. Tale strategia si basa sull’installazione di VPR, sia in caso di ristrutturazione di edifici esistenti sia per le nuove costruzioni, realizzati tramite una sinergia ottimale tra componente sviluppato (tegola in laterizio) e sistema di montaggio specifico e ottimizzato. La convinzione dell’efficacia di tale soluzione deriva dai risultati di un progetto europeo precedente, LIFE HEROTILE 2 , in cui sono stati sviluppati e testati nuovi tipi di tegole in laterizio, chiamati “Herotiles”, disegnati con una particolare forma aerodinamica, in grado di ottimizzare la ventilazione e permeabilità dell’aria attraverso il manto, ottenendo una notevole limitazione dei flussi termici estivi entranti causati

1. Tetto ventilato e tetto “ventilato e traspirante” (VPR), caratterizzato da ventilazione sottomanto e intra-tegola

2. Gli edifici sociali dimostratori del progetto LIFE SUPERHERO.

3. Le fasi di riqualificazione degli edifici

dell’elevato irraggiamento solare. LIFE SUPERHERO mira a dimostrare che i vantaggi di un VPR, e in particolare di un HBR (Herotiles-Based Roof, tetto VPR con Herotiles), sono legati non solo alla riduzione dei consumi per la climatizzazione estiva dell’edificio (come dimostrato in LIFE HEROTILE) ma anche al contenimento del surriscaldamento urbano, grazie alla riduzione della temperatura della copertura stessa. A questo scopo il progetto prevede una strategia basata su attività di aggiornamento di norme e regolamenti esistenti sul tema del raffrescamento passivo degli edifici; di sviluppo di software di calcolo dei benefici energetici, ambientali ed economici di VPR e HBR a supporto di

consulenti, progettisti, pubbliche amministrazioni; di trasferimento tecnologico e replicabilità industriale per favorire la penetrazione nel mercato della tecnologia HBR. Una importante azione del progetto riguarda l’implementazione di una specifica linea guida per la ristrutturazione della copertura di un edificio con tecnologia HBR, anche anche in caso di trasformazione da tetto piano a tetto a falde. Il sistema HBR sarà installato su due edifici sociali a Reggio Emilia, gestiti da Azienda Casa Emilia-Romagna, per dimostrare la sua facile ed economica realizzazione. Il monitoraggio termico della nuova copertura e degli ambienti residenziali, e dei comportamenti messi in atto dagli occupanti per rispondere alle loro esigenze di comfort, fornirà una ampia base dati per dimostrare il beneficio ambientale della soluzione HBR. L’opportuna diffusione dei risultati aumenterà la consapevolezza delle parti interessate, dai privati cittadini alle pubbliche amministrazioni, sull’efficacia del raffrescamento passivo dato da VPR e HBR e permetterà di diffonderne l’utilizzo come buona pratica di mitigazione e adattamento climatico.

Gli edifici sociali dimostratori. Lo stato di fatto

Il progetto LIFE SUPERHERO prevede l’installazione del sistema HBR su due edifici di edilizia residenziale sociale situati a Reggio Emilia (fig. 2), città caratterizzata un clima tipicamente continentale con temperature molto rigide d’inverno e caldo afoso in estate. La costruzione di tali dimostratori risale all’inizio degli anni ’80 ed è caratterizzata da materiali e tecnologie con prestazioni energetiche piuttosto scadenti risultando in scarso benessere interno per gli occupanti ed elevati consumi energetici. In particolare, l’involucro edilizio e le partizioni verticali interne tra abitazioni e scale sono costituite da pannelli prefabbricati non isolati in calcestruzzo con intonaco esterno e interno, le finestre con doppi vetri, mentre i solai sono realizzati in lastre di cemento

Applicazione di una copertura con Herotiles come buona pratica per l’adattamento climatico

armato non isolate. Ispezioni e carotaggi, condotti all’inizio del progetto, hanno permesso di definire la stratigrafia della copertura piana esistente che risulta costituita da una soletta prefabbricata in laterocemento armato isolato su cui è applicato un secondo strato di calcestruzzo, una guaina impermeabilizzante, uno strato di ghiaia e una lamiera d’acciaio per garantire l’impermeabilizzazione all’acqua della copertura. Il sistema di riscaldamento è centralizzato con una caldaia a gas naturale tradizionale situata nella centrale termica posta al piano terra di entrambi gli edifici. Inoltre, tutti gli appartamenti sono dotati di pompe di calore multi-split per l’aria condizionata in soggiorni e camere da letto. Di conseguenza, gli edifici rappresentano un contesto appropriato per sviluppare una buona pratica utile a riqualificare coperture piane esistenti in coperture a falda leggere con HBR, riducendo la temperatura della copertura stessa e l’uso di aria condizionata nel periodo estivo.

La riqualificazione degli edifici e il piano di monitoraggio

Gli edifici dimostratori sono stati completamente riqualificati in due fasi:

• ad inizio 2023, è stata realizzata la riqualificazione dell’involucro verticale. In particolare, gli interventi hanno incluso l’installazione di un sistema di isolamento esterno “a cappotto” e la sostituzione dei serramenti esistenti;

• a partire da aprile 2024, tramite il progetto LIFE SUPERHERO, è attualmente in corso la riqualifcazione delle coperture di entrambi gli edifici con il sistema HBR. È prevista la realizzazione di un nuovo solaio coperto da un tetto a falde realizzato con due tipologie HEROTILE: tegole portoghesi fornite dall’azienda ICP per l’edificio #1 e tegole Marsigliesi fornite dall’azienda TERREAL per l’edificio #2 (fig. 2).

Contemporaneamente alle fasi di riqualificazione degli edifici, la prestazione termica ed energetica degli edifici è stata monitorata durante 3 periodi estivi tra il 2022 e il

2024, come mostrato nella figura 3. Durante il periodo estivo del 2022, gli strati esterni aggiunti alla stratigrafie delle coperture post-costruzione (ghiaia e lamiera metallica) sono stati rimossi in alcuni punti per eseguire nuove misurazioni.

La realizzazione della nuova copertura HBR

Sui due edifici dimostratori è realizzata una sopraelevazione con coperatura a falde, rifinita con tegole Herotiles del tipo “portoghese” su un edificio e del tipo “marsigliese” sull’altro, così da ottenere dati sulle prestazioni delle due tipologie di tegole e linee guida di installazione specializzate. Gli interventi per la realizzazione della nuova copertura si possono sintetizzare nelle lavorazioni a seguire (fig. 4):

• rimozione, parziale, della copertura esistente, comprensiva dello strato di ghiaia presente;

• realizzazione di struttura principale con capriate e travi in legno massello;

• realizzazione di struttura secondaria con arcarecci in legno, disposti sull’orditura principale;

• realizzazione di un tavolato di confinamento disposto uniformemente sulla struttura secondaria;

• posa di telo impermabile e traspirante a protezione della struttura lignea;

• realizzazione di listelli come sottostruttura di posa delle tegole;

• posa in opera delle tegole inclusi i pezzi “speciali” per garantire la massima ventilazione e traspirazione a regola d’arte. Al momento della redazione del presente contributo, risulta ultimata una parte della copertura con tegole Herotiles portoghesi (fig. 5), mentre la conclusione dei lavori è prevista per ottobre 2024.

Il monitoraggio termico e dei comportamenti correlati all’uso dell’energia da parte degli occupanti Nell’estate del 2021 è stato installato un complesso sistema di monitoraggio volto

4. Alcune fasi realizzative della nuova copertura con tegole Herotiles portoghesi su uno dei due edifici dimostratori del progetto LIFE SUPERHERO

a raccogliere dati su condizioni ambientali esterne, interne, il comportamento degli occupanti e la prestazione della copertura. In particolare, è stato utilizzato un sistema di comunicazione LoRaWAN e numerosi dispositivi wireless a basso impatto sulla quotidianità degli occupanti degli edifici (fig. 6).

Nello specifico, la misura delle condizioni ambientali esterne (temperatura e umidità dell’aria, direzione e velocità del vento, pioggia, radiazione solare) avviene tramite una stazione climatica installata a 1,5 m di altezza sulla copertura dell’edificio #2.

dità dell’aria, temperatura dell’aria interna, illuminamento, emissioni di CO2, presenza, tramite sensori installati a parete. Il comportamento degli occupanti in relazione all’attività di apertura/chiusura delle finestre viene monitorato attraverso sensori di piccole dimensioni montati sugli infissi. Il consumo di energia per l’utilizzo dell’impianti di raffrescamento è misurato attraverso un contatore di energia.

5. Nuova copertura di tegole Herotiles portoghesi, con sensori per il monitoraggio della temperatura superficiale del manto e della temperatura dell’aria

Per quanto riguarda le condizioni ambientali interne e il comportamento degli occupanti, vengono monitorate un totale di 24 stanze in 10 appartamenti all’ultimo piano di entrambi gli edifici, di cui solo 4 appartamenti sono attualmente occupati (fig. 7).

Nelle zone giorno e camere degli appartamenti monitorati, vengono rilevate le condizioni ambientali interne in termini di umi -

Le prestazioni termiche esterne/interne del tetto sono state rilevate in due punti delle copertura per ogni edificio (fig. 8). In particolare, all’estradosso della copertura vengono acquisiti dati relativi a temperatura superficiale, temperatura dell’aria vicino alla superficie del tetto, mentre all’intradosso vengono rilevati i valori di temperatura superficiale del soffitto e il relativo flusso di calore. L’intero sistema è alimentato da un pannello fotovoltaico situato sul tetto di ogni edificio. Successivamente all’installazione del sistema HBR, il numero di sonde per rilevare le prestazioni termiche del tetto è stato implementato con un ulteriore sensore per la misura del flusso di calore passante attraverso la copertura per ogni punto monitorato.

Tale complesso sistema di monitoraggio rende disponibili una moltitudine di dati di natura dinamica e multidimensionale su lungo periodo. In risposta agli obiettivi del progetto, le seguenti analisi veranno condotte (sui dati dal 1° giugno al 31 agosto di ogni stagione estiva): • Prestazioni termiche della copertura con tegole HeroTILE. Il confronto delle temperatura superficiale esterna e interna della copertura e l’analisi del flusso di calore passante attraverso la copertura stessa, rispetto alla condizione iniziale

Applicazione di una copertura con Herotiles come buona pratica per l’adattamento climatico

degli edifici con tetto piano, permetteranno di dimostrare l’efficacia della soluzione offerta dalle coperture HBR.

• Qualità ambientale interna e comportamento degli utenti. Tecniche Data Mining di clustering e classificazione con alberi decisionali sono necessarie per analizzare efficacemente tali dati in forma di serie storiche. In particolare, tramite processi di clustering sarà possibile analizzare l’andamento di variabili originate raggruppando in maniera automatizzata i profili giornalieri delle grandezze rilevate. Sarà possibile estrarre i profili tipici per ogni gruppo e successivamente, tramite analisi post-clustering basate su alberi decisionali, individuare i principali fattori di influenza di ogni gruppo. Possibili fattori da considerare possono essere di tipo contestuale, quali esposizione, dimensione, destinazione d’uso degli ambienti monitorati in entrambi gli edifici, e dinamico, legati alle condizioni ambientali esterne o al comportamento degli occupanti, quali il numero di ore di accensione dell’aria condizionata, di apertura/chiusura di finestre e oscuranti e occupazione degli ambienti stessi per giorno.

• Condizioni ambientali esterne. Le analisi dei dati meteorologici renderanno disponibili informazioni sulle condizioni ambientali esterne quale variabile primaria per la comprensione delle prestazioni dell’involucro, della qualità ambientale interna e

conseguente risposta comportamentale degli occupanti dell’edificio. Inoltre, per affrontare le naturali differenze climatiche di diverse stagioni di monitoraggio e rendere i risultati confrontabili, uno step essenziale riguarderà la normalizzazione dei dati raccolti nelle rispettive condizioni ambientali esterne (temperatura esterna, umidità, radiazione solare, vento).

Tali dati costituiscono anche la base per la calibrazione e validazione dei modelli energetici dinamici (Building Energy Models) di entrambi gli edifici realizzati con i software Design Builder ed Energy Plus per effettuare ulteriori analisi parametriche.

Conclusioni

Il progetto LIFE SUPERHERO dimostra che un tetto ventilato e traspirante, costruito con

6. Il sistema di monitoraggio degli edifici dimostratori

7. Ambienti monitorati per ogni edificio dimostratore (b= camere, L=zona giorno, arancione = appartmenti occupati, azzurro = appartamenti sfitti)

Note

1. Il progetto LIFE SUPERHERO (Sustainability and PERformances for HEROTILEbased energy efficient roofs), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma LIFE Adattamento ai Cambiamenti Climatici, è stato avviato il 1° luglio 2020 e ha durata di cinque anni. Prevede la partecipazione di dieci partners tra soggetti industriali, associazioni di produttori, amministrazioni urbane ed enti per l’edilizia sociale, università e istituti di ricerca, provenienti da Francia, Italia e Spagna. Il coordinatore del progetto è il Centro Ceramico di Bologna.

2. Il progetto LIFE HEROTILE (High energy savings in the cooling of buildings by the Roof tiles shape optimisation through a better above sheating ventilation), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma LIFE Adattamento ai Cambiamenti Climatici, è stato condotto dal 2015 al 2019 e ha visto la partecipazione di sei partners provenienti da Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e Israele.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

tegole in laterizio innovative, le HEROTILES, costituisce una tecnologia di copertura alternativa ed efficace, sia per limitare il fabbisogno energetico di raffrescamento sia per ridurre il fenomeno del surriscaldamento urbano. Il risultati del progetto, fondati su solide basi scientifiche, permetteranno al legislatore, e di conseguenza ai progettisti, di scegliere soluzioni alternative per ridurre la temperatura della superficie esterna di un edificio, basati sulla ventilazione e permeabilità dell’involucro edilizio. Tale strategia risulta in controtendenza rispetto alla odierna volontà di selezionare principalmente materiali per il manto a elevata riflettenza solare, con il rischio che la prestazione fornita da tale proprietà ottica degradi velocemente a causa del deposito di polveri e del naturale invecchiamento del materiale. La realizzazione di HBR sugli edifici sociali di Reggio Emilia fornisce una buona pratica, semplice ed economica, per ristrutturare una copertura ottenendo risultati di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, anche a vantaggio del benessere degli occupanti degli edifici.

Riconoscimenti

La ricerca è finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Progetto LIFE SUPERHERO, SUstainability and PERformances for HEROTILE-based energy efficient roofs, LIFE19 CCA/IT/001194.

[1] European Environment Agency, The European environment — state and outlook 2020. https://www.eea.europa.eu/publications/soer-2020 (ultimo accesso: 3 Luglio 2024).

[2] K. Deilami, M. Kamruzzaman, Y. Liu, Urban heat island effect: A systematic review of spatio-temporal factors, data, methods, and mitigation measures, International Journal of Applied Earth Observation and Geoinformation. 67 (2018) 30–42. doi:10.1016/j.jag.2017.12.009.

[3] Y. Zhang, S. Hu, D. Yan, S. Guo, P. Li, Exploring cooling pattern of low-income households in urban China based on a large-scale questionnaire survey: A case study in Beijing, Energy Build. 236 (2021) 110783. https://doi.org/10.1016/j.enbuild.2021.110783.

[4] A. Sakka, M. Santamouris, I. Livada, F. Nicol, M. Wilson, On the thermal performance of low income housing during heat waves, Energy Build. 49 (2012) 69–77. https://doi.org/10.1016/j.enbuild.2012.01.023.

[5] A. Mastrucci, E. Byers, S. Pachauri, N.D. Rao, Improving the SDG energy poverty targets: Residential cooling needs in the Global South, Energy Build. 186 (2019) 405–415. https://doi.org/10.1016/j.enbuild.2019.01.015.

[6] MARACCHINI G., DI GIUSEPPE E., D’ORAZIO M. Energy Poverty and Heatwaves. Experimental Investigation on Low-Income Households’ Energy Behavior. In: Littlewood, J., Howlett, R.J., Jain, L.C. (eds) Sustainability in Energy and Buildings 2022. SEB 2022. Smart Innovation, Systems and Technologies, vol 336, pp 271–280. Springer, Singapore. ISBN: 978-981-19-8768-7

[7] European Environment Agency, EEA Report 12/2016. Urban adaptation to climate change in Europe 2016. Transforming cities in a changing climate, 2016. doi:10.2800/021466.

[8] Direttiva (UE) 2024/1275 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia.

[9] DI GIUSEPPE E., BONVICINI G., BIGNOZZI M.C., D’ORAZIO M., Il progetto LIFE SUPERHERO sulle coperture in laterizio ventilate e traspiranti, Costruire in Laterizio 184, 2020, pp. 64-69, Tecniche Nuove editore, ISSN: 0394-1599.

8. Posizione dei sensori per l’analisi della prestazione della copertura prima e dopo l’installazione dell’HBR

Dall’efficientamento energetico alla decarbonizzazione degli edifici, la 4° versione dell'EPBD

Il nuovo orientamento della Direttiva sulla prestazione energetica in edilizia, con l’abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra nell’intero ciclo di vita degli edifici, mira alla neutralità climatica del patrimonio costruito. Ciascun Stato membrò sarà responsabile dell’adozione, in funzione delle specifiche condizioni sociali, economiche e ambientali

Costanzo Di Perna, Professore Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale, Università Politecnica delle Marche

Giada Remia, Dottore Magistrale in Ingegneria Edile, Università Politecnica delle Marche

KEYWORDS

EPBD

Efficienza energetica

Obiettivi

Inerzia termica

Strategie passive

EPBD

Energy efficiency

Objectives

Thermal inertia

Passive strategies

La Direttiva UE 2024/1275 sulla prestazione energetica in edilizia (di seguito individuata dalla sigla EPBD4, Energy Performance of Buildings Directive), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale UE l’8 maggio 2024, nasce dalle modifiche sostanziali che si sono rese necessarie alla precedente Direttiva 2010/31/UE [1, 2].

La Commissione europea, nell’ambito del Green Deal, punta infatti al miglioramento della prestazione energetica degli edifici, in considerazione del fatto che ad oggi il 40% dell’energia usata in Europa è associata ai consumi energetici degli edifici e che il 75% degli edifici risulta inefficiente sul piano energetico; inoltre, il 36% delle emissioni di gas a effetto serra risulta riconducibile al settore

dell’edilizia (fig. 1, [3]).

Già nel 2022, a livello internazionale, gli edifici risultavano responsabili del 34% della domanda energetica globale e del 37% delle emissioni di anidride carbonica (CO 2 ) correlate all'energia e ai processi (fig. 2). In particolare, il Global Status Report for Buildings and Construction - pubblicazione di punta della Global Alliance for Buildings and Construction - indicava nel dettaglio i contributi specifici dell’intera filiera delle costruzioni, a partire dalla produzione dei materiali alla cantierizzazione, fino alla fase operativa [4]. In questo scenario, si registra chiaramente il peso rilevante della fase d’uso degli edifici rispetto all’impatto dell’industria manufatturiera.

4° Version of EPBD: from energy efficiency to decarbonization of buildings

EU Directive 2024/1275 on energy performance in buildings, published in the EU Official Journal on 8 May 2024, is the result of substantial changes to the previous Directive 2010/31/EU. The European Commission is aiming to improve the energy performance of buildings, and as 40% of the energy used in Europe is currently associated with the

energy consumption of buildings and 75% of buildings are inefficient; in addition, 36% of greenhouse gas emissions are attributable to the construction sector. The EU Directive sets out a number of objectives to be achieved for both new and existing buildings, The aim is to achieve a gradual upgrading of the building sector in the Member States.

To do this, Member States will have to implement the directive and implement strategies to achieve the stated objectives. Among these strategies, it is important to deepen the choice of strategies that can have a greater impact during the summer, because of climate change, temperatures are rising, leading to mild winters and warmer summers.

Dall’efficientamento energetico alla decarbonizzazione degli edifici, la 4° versione dell'EPBD

Ciò nonostante, l’EPBD4, strumento legislativo sviluppato principalmente per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra al fine di contrastare i cambiamenti climatici, si inquadra con valutazioni e verifiche nell’intero ciclo di vita degli edifici con l’obiettivo di una più ampia filiera a neutralità climatica zero entro il 2050. Tale obiettivo dovrà tenere comunque conto delle condizioni locali, climatiche esterne, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.

Principali disposizioni

L’EPBD4 ha previsto nuove significative disposizioni (art. 1) rispetto alla direttiva precedente. Di seguito sono esposte le principali misure riportate nella direttiva con i relativi articoli di riferimento:

• realizzazione di un quadro legislativo comune e generale, contenete una metodologia di calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e delle unità im-

mobiliari (art. 4, Allegato I);

• fissazione di requisiti minimi di prestazione energetica di edifici e unità immobiliari di nuova costruzione ed esistenti (art. 5). Gli stati membri sono tenuti ad adottare requisiti minimi di prestazione energetica al fine di raggiungere dei livelli ottimali in funzione dei costi sostenuti. Tali costi devono essere calcolati sulla base di un quadro metodologico comparativo che distinguerà tra edifici di nuova costruzione ed esistenti, oltre a considerare diverse tipologie edilizie (art. 6, Allegato VII);

• introduzione dei passaporti di ristrutturazione (art. 12, Allegato VIII). Entro il 29 maggio 2026, ogni Stato membro deve definire un sistema per la gestione dei passaporti di ristrutturazione, il cui contenuto è specificato nell’Allegato VIII. Tale sistema può essere utilizzato dai proprietari di edifici su base volontaria, ad eccezione in cui lo Stato membro non decida di

1. Gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE (Fonte: Consiglio dell’Unione europea, [3])

2. Quote dei consumi di energia (a sinistra) e delle emissioni globali (a destra) della filiera edilizia rispetto a tutti gli altri settori.

Nota: Buildings construction industry si riferisce a materiali come calcestruzzo, acciaio e alluminio. Gli altri materiali sono mostrati separatamente, v. Brick and glass. (Fonte: Global Status Report for Buildings and Construction 2022 (GlobalABC), [4]).

rendere l’utilizzo del sistema obbligatorio. Il passaporto di ristrutturazione deve essere rilasciato in formato digitale idoneo alla stampa da un esperto qualificato o certificato;

• introduzione dei piani nazionali di ristrutturazione degli edifici (art. 3, Allegato II). Ogni Stato membro deve stabilire un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici al fine di garantire la ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, con lo scopo di ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050. Lo scopo dei piani nazionali è di trasformare gli edifici esistenti in edifici a emissioni zero. Tali piani devono comprendere: una rassegna del parco immobiliare nazionale per tipologia di edifici, una tabella di marcia con obiettivi stabiliti a livello nazionale, indicatori di progresso misurabili, una stima degli investimenti necessari e del risparmio energetico atteso, un’indicazione delle norme minime di prestazione energetica per edifici residenziali e non residenziali;

• nuova certificazione della prestazione energetica degli edifici o delle unità immobiliari (art. 19, Allegato V). Entro il 29 maggio 2026 l’attestato di prestazione energetica deve essere conforme al modello riportato nell’Allegato V. Esso deve contenere la classe di prestazione energetica dell’edificio su una scala chiusa che utilizza solo le lettere da A a G. La lettera A corrisponde agli edifici a emissioni zero e la lettera G corrisponde agli edifici con le prestazioni peggiori del parco immobiliare nazionale al momento dell’introduzione della scala. Sono introdotte nell’attestato di prestazione energetica (a partire dal 2028 per gli edifici oltre i 1.000 m 2 e dal 2030 per tutti gli edifici) le emissioni di gas a effetto serra e il valore del GWP (Global Warming Potential) nell’intero ciclo di vita dell’edificio, con limiti massimi decrescenti a par-

tire dal 2030 differenziati per zone climatiche e tipologie di edifici;

• istituzione di sportelli unici per consulenze e servizi inerenti alla prestazione energetica nell’edilizia (art. 18);

• fondazione di banche dati della prestazione energetica nell’edilizia (art. 22). Ogni Stato membro dovrà creare una banca dati nazionale che permetta di raccogliere dati sulla prestazione energetica dei singoli edifici e dell’intero parco immobiliare nazionale. Tali banche dati possono essere costituite da una serie di banche dati interconnesse. La banca dati deve permettere di raccogliere da tutte le fonti pertinenti i dati relativi ad attestati di prestazione energetica, ispezioni degli impianti, passaporto di ristrutturazione, indicatore della predisposizione all’intelligenza e altri dati relativi all’energia calcolata o misurata degli edifici contemplati.

Obiettivi

Edifici di nuova costruzione. L’obiettivo principale dalla Direttiva EPBD4 è quello di ottenere un parco immobiliare climaticamente neutro entro il 2050, realizzando edifici definiti “a emissioni zero” conformemente all’articolo 11. Nello specifico, gli edifici di nuova costruzione (art. 7) dovranno essere a emissioni nulle a decorrere dal 1° gennaio 2028 se di proprietà pubblica, mentre per tutti gli altri edifici dal 1° gennaio 2030. Fino a queste date, gli Stati membri devono comunque provvedere affinché tutti gli edifici di nuova costruzione siano almeno a energia quasi zero (NZEB) e che soddisfino i requisiti minimi di prestazione energetica fissati in conformità all’articolo 5 della Direttiva. Edifici esistenti non residenziali. Ogni Stato membro è tenuto a fissare due “soglie massime di prestazione energetica”, espresse in kWh/m 2 anno, in funzione del consumo energetico del parco immobiliare non residenziale al 1° gennaio 2020. La prima soglia deve essere stabilità affinché il 16% del parco immobiliare nazionale non residenziale superi tale soglia (soglia del 16 %); la seconda deve es-

Dall’efficientamento energetico alla decarbonizzazione degli edifici, la 4° versione dell'EPBD

sere stabilità affinché il 26 % del parco immobiliare non residenziale nazionale superi tale soglia (soglia del 26%). Queste soglie hanno lo scopo di perseguire le finalità indicate dalla Direttiva, ovvero tutti gli edifici non residenziali devono essere al di sotto della soglia del:

• 16% dal 1° gennaio 2030;

• 26% dal 1° gennaio 2033. Il rispetto delle soglie da parte di singoli edifici non residenziali è verificato sulla base di attestati di prestazione energetica. Edifici esistenti residenziali. Gli obiettivi che pone la Direttiva per gli edifici esistenti residenziali riguardano la diminuzione del consumo medio di energia primaria da essi utilizzata, pari ad almeno il:

• 16% rispetto al 2020 entro il 2030;

• 20-22% rispetto al 2020 entro il 2035. Inoltre, gli Stati membri devono ottenere un calo del consumo medio di energia primaria maggiore o uguale al 55%, tramite la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori. La chiave per perseguire questo scopo sarà quindi la ristrutturazione importante del comportato immobiliare residenziale.

GWP per la misura della decarbonizzazione

Al fine di traguardare la neutralità climatica dell’intero patrimonio costruito, come suddetto, l’EPBD4 prevede l’obbligo di calcolare il potenziale di riscaldamento globaleGlobal Warming Potential, GWP - nel corso del ciclo di vita degli edifici (fig. 3). I criteri applicativi di quest’ultima novità sostanziale sono esplicitati all’articolo 9, dove vengono definiti tutti i contributi in ambito edilizio alle emissioni che determinano i cambiamenti climatici. Più precisamente, il GWP cumulativo combina le emissioni di gas a effetto serra incorporate nei materiali da costruzione con le emissioni dirette e indirette rilasciate nella fase d’uso.

In tal modo, l’EPBD4 fissa dunque la verifica e l’attenzione sul GWP che rappresenta un unico indicatore d’impatto della sostenibilità edilizia, a discapito di tutte le altre catego -

LEGENDA

Embodied Carbon (Carbonio incorporato)

Comprende le emissioni derivanti da ogni fase del ciclo di vita dell'edificio, escludendo quelle operative e di riutilizzo/recupero/riciclo. Comprende pertanto la fase di produzione (A1-A3), quella di installazione (A4-A5), parte di quella d’uso (B1-B5) e quella di fine vita (C1-C4).

Operational Carbon (Carbonio operativo)

Comprende le emissioni di CO2 associate all'utilizzo di energia per il riscaldamento ed il raffreddamento di un edificio durante la sua fase di utilizzo (B6), nonché l'utilizzo operativo di acqua (B7).

Whole-life Carbon (Carbonio dell’intero ciclo di vita)

Comprende le emissioni di CO2 derivanti dall'intero ciclo di vita dell'edificio, ovvero comprensivo sia il carbonio incorporato che quello operativo. Sono comprese le seguenti fasi del ciclo di vita: A1-A5, B1-B7 e C1-C4

Upfront Carbon (Carbonio della fase iniziale)

Comprende le emissioni di CO2 associate alla fase di produzione dei materiali (A1-A3) e alla loro installazione (A4-A5), ovvero tutte le emissioni di carbonio rilasciate in atmosfera prima che il prodotto inizi la sua fase di utilizzo all’interno dell’edificio.

Circular Economy (Economia Circolare)

Quantifica il livello di circolarità in termini di Embodied Carbon risparmiata nel processo di produzione di nuovi materiali e prodotti, realizzati tramite reimpiego dei rifiuti e materiali a fine vita. Inoltre questa fase tiene conto dell’eventuale quota di emissioni compensate attraverso attività di Off-setting (es. progetti di energia rinnovabile, protezione delle foreste, etc.)

rie riconosciute dal nuovo CPR (Regolamento prodotti da costruzione, di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE) come caratteristiche ambientali essenziali alla valutazione del ciclo di vita di un prodotto.

Ristrutturazione vs demolizione e ricostruzione

La ristrutturazione importante consiste in uno o più interventi mirati a migliorare la prestazione energetica dell’edificio. Con riferimento alla prestazione termica invernale, è noto che la riduzione dei valori di trasmittanza dell’involucro edilizio esistente opaco e trasparente si ottiene ad esempio attraverso l’istallazione di un isolamento esterno o interno, con la sostituzione degli infissi insieme al cambio del generatore. Questi inter-

3. Ciclo di vita dell’edificio e Global Warming Potential in funzione delle fasi considerate (Fonte: Confindustria Ceramica [5])

venti che appaiono ovviamente meno invasivi rispetto alla demolizione e ricostruzione dell’edificio non sempre rappresentano la soluzione ottimale.

In Italia di fatto esistono numerosi edifici la cui demolizione e ricostruzione può risultare più conveniente rispetto a una ristrutturazione, sulla base di un’analisi costi benefici. Il patrimonio edilizio italiano è molto datato e, oltre a non essere efficiente dal punto di vista energetico, il più delle volte si presenta particolarmente vulnerabile dal punto di vista sismico. Per perseguire gli intenti fissati dalla Direttiva, diventa necessario quindi svolgere, in funzione dei diversi casi studio, delle analisi puntuali riguardanti i costi, il ciclo di vita dell’edificio, la sua struttura, l’eventuale pregio architettonico, in modo da valutare la scelta migliore per raggiungere tali obiettivi. La demolizione e ricostruzione sicuramente, sebbene più onerosa da governare, richiedendo tempi più lunghi e la gestione degli occupanti che abitano il relativo immobile, fornisce tuttavia la possibilità di ottenere nuovi edifici realmente efficienti e sicuri senza il vicolo di una struttura esistente.

Per riqualificare un edificio non è sempre sufficiente realizzare un cappotto esterno o sostituire gli infissi. Spesso questi interventi portano a conseguenze interne non sanabili, come la comparsa di muffa e/o condensa poiché la struttura originale non è stata proget-

tata per ospitare un isolamento. La realizzazione di una nuova costruzione dà anche l’opportunità di scegliere e impiegare prodotti e sistemi più sostenibili e duraturi, rispetto a materiali isolanti di origine fossile, come i laterizi alleggeriti a elevato isolamento termico. Inoltre, può essere perseguita una progettazione più consapevole soprattutto dal punto di vista del comfort estivo: isolare una struttura esistente con un sistema a cappotto, senza intervenire sugli infissi, porta a un surriscaldamento estivo all’interno dell’edificio. Una struttura in muratura invece, grazie alla sua elevata inerzia termica, permette di controllare e contenere in modo migliore le elevate temperature che ormai caratterizzano l’estate mediterranea.

Regime estivo: il ruolo fondamentale dell’inerzia termica

Come già accennato, il cambiamento climatico ha portato a un aumento considerevole delle temperature durate il periodo estivo, oltre a prolungarne la durata. Non si può considerare solo l’efficientamento energetico in regime invernale e non può essere considerata accettabile la sola installazione di sistemi di climatizzazione per contrastare le alte temperature. Questi impianti, oltre ad alimentare il fenomeno delle isole di calore urbane, in assenza di pannelli fotovoltaici utilizzano la sola energia elettrica prelevata dalla rete. Si ricordi che più della metà dell’energia elettrica prodotta in Italia non deriva da fonti rinnovabili, inoltre l’infrastruttura elettrica non è stata progettata per alimentare questo numero sempre crescente di impianti di climatizzazione. Anche la stessa Direttiva EPBD4 indica come soluzioni per contrastare il surriscaldamento estivo l’inerzia termica e l’ombreggiamento. L’inerzia termica ha un ruolo fondamentale nel periodo estivo, infatti un involucro edilizio con elevata inerzia permette di ottenere temperature interne minori [6] e di sfasare nel tempo l’onda di calore. Per realizzare un involucro con elevata inerzia termica è necessario utilizzare soluzioni costruttive massive (fig. 4) e non limitarsi a isolare con il classico cappotto. In let-

4. Esempio di soluzione massiva realizzata con blocchi di laterizio ad elevato isolamento termico per sperimentazione in sito [6]

Dall’efficientamento energetico alla decarbonizzazione degli edifici, la 4° versione dell'EPBD

teratura è possibile individuare numerosi studi [6,7,8] che evidenziano come una maggiore inerzia termica consenta di ottenere temperature notevolmente minori rispetto a strutture leggere e quindi con inerzia termica quasi nulla. Nel grafico di figura 5 sono riportati i risultati di una sperimentazione condotta per il confronto tra l’utilizzo di una struttura massiva e leggera, monitorando la temperatura dell’aria interna. Come è possibile osservare, la temperatura dell’aria risulta notevolmente minore nella struttura massiva piuttosto che in quella leggera, raggiungendo una differenza massima di 4°C.

Conclusioni

Il contesto climatico che stiamo affrontando, necessità di una profonda riflessione su come progettare i nuovi edifici e come riqualificare

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

quelli esistenti. Le problematiche evidenti nel nostro territorio sono relative al surriscaldamento degli edifici in fase estiva. La soluzione è ormai nota a livello tecnologico, con la possibilità di ridurre i consumi e migliorare il comfort attraverso l’utilizzo di sistemi di accumulo che si basano sulla massa e sulla notevole importanza delle schermature solari. Tali aspetti sono ben evidenziati negli articoli della nuova direttiva, ora però da indicazioni generiche si dovranno definire limiti e metodi di valutazione nazionali attraverso decreti attuativi. Le analisi dovranno valutare non solo i consumi energetici ma anche, come richiesto dalla direttiva, le emissioni di CO 2 sia in fase operativa che nell’intero ciclo di vita dell’edificio, fornendo così una indicazione importante sulla distribuzione delle emissioni in un edificio.

5. Andamento delle temperature dell’aria interna: confronto tra struttura massiva (MS) e quella leggera (LG).

[1] EPBD4 - DIRETTIVA (UE) 2024/1275 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia

[2] EPBD - DIRETTIVA (UE) 2010/31 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia

[3] “Pronti per il 55%”: il Consiglio e il Parlamento raggiungono un accordo sulla proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (2023) https://www.consilium.europa.eu/it/infographics/fit-for-55-making-buildingsin-the-eu-greener/

[4] Global Status Report for Buildings and Construction (Buildings-GSR) 2022, published by the UN Environment Programme (UNEP) and the Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC) https://globalabc.org/our-work/ tracking-progress-global-status-report

[5] Confindustria Ceramica, Potenziale di riscaldamento globale delle piastrelle di ceramica. Limiti ed applicazioni dell’Embodied Carbon, Maggio 2023

[6] Di Perna, C., Summa, S., Remia, G., Vantaggi delle strutture massive sul comfort termico in fase estiva, Costruire in Laterizio, 191 (2023), 64-69.

[7] S. Summa, G. Remia, C. Di Perna, F. Stazi, Experimental and numerical study on a new thermal masonry block by comparison with traditional walls, Energy and Buildings, Volume 292, 1 August 2023, 113125 (2023) https://www. sciencedirect.com/science/article/pii/S0378778823003559

[8] Nicol. F, Humphreys. M e Roaf. S, Adaptive thermal comfort – principles and practice, Earthscan (2013)

Sostenibilità e digitalizzazione al centro delle regole europee sui prodotti da costruzione

Sulla transizione ecologica in edilizia, le principali novità comunitarie riguardano le revisioni della Direttiva EPBD e del Regolamento CPR. Il nuovo CPR, oltre ai necessari allineamenti alla EPBD, riconosce alla durabilità un ruolo fondamentale - in accordo con il Regolamento Ecodesign - e introduce ulteriori elementi innovativi funzionali all’immissione sul mercato

Caterina Gargari, Architetto PhD, Coordinatore GL UNI “Sostenibilità in edilizia”, membro CEN TC350 Sustainability of construction works

Giacomo Garzotti, Cerame-Unie - Construction and Sustainability

KEYWORDS

Prodotti da costruzione

Regolamento europeo

Sostenibilità ambientale, Durabilità

Requisiti ambientali

Passaporto digitale

Construction products

European regulation

Environmental sustainability

Durability

Environmental requirements

Digital passport

Lo scorso 10 aprile il Parlamento europeo ha approvato il testo del nuovo Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR), che sostituirà il Regolamento (UE) n. 305/2011 [1], attualmente vigente. Il Consiglio dell’Unione europea dovrà riunirsi, probabilmente entro il 2024, per adottare formalmente il testo, che sarà quindi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE. Le nuove disposizioni saranno implementate una volta che sarà trascorso un anno dall’entrata in vigore del Regolamento, ad eccezione degli articoli relativi alla definizione e adozione delle norme armonizzate e delle informazioni d’uso e di sicurezza, che saranno vi-

genti dalla data di applicazione. Il mercato europeo dei prodotti da costruzione rappresenta uno dei settori più strategici del panorama economico comunitario, producendo il 10% del valore aggiunto complessivo dell’economia dell’UE e impiegando circa 25 milioni di lavoratori in 430.000 aziende, la maggior parte delle quali rientrante nella categoria delle piccole e medie imprese [2]. La difficile ripartenza post-pandemica e le conseguenze del conflitto russo-ucraino – soprattutto sui prezzi dell’energia e delle materie prime, nonché sulla stabilità delle catene di approvvigionamento globali – hanno tuttavia

Sustainability and digitalisation at the center of the innovative European rules of construction products

The European institutions are promoting an intense regulatory activity responding to the aims of the ecological transition, as set out by the European Green Deal. In the construction sector, the main novelties concern the revision of the Directive on the Energy Performance of Buildings (EPBD) and of the Construction Products Regulation (CPR). The new CPR, in particular, in addition to the required provisions for compliance with the revised EPBD, introduces innovative elements related

to the safety and simplification of the construction products market. Last April, the European Parliament approved the text of the new CPR, which will repeal the Regulation (EU) No. 305/2011, currently enforced [1]. The Council of the EU is expected to formally adopt the text in Autumn: the Regulation will then be published on the Official Journal of the European Union before entering into force. With the revised CPR, Brussels aims to strengthen the functioning of the single market for construction

products, contributing to the goals of the ecological and digital transition. The two major innovations provided by the Regulation are indeed the obligation to declare the sustainability performance of products and the establishment of a digital products passport. In line with the criteria set by the Ecodesign Regulation (ESPR), the new CPR will also recognise durability as a key aspect for construction products, requiring operators to provide information on this aspect when placing their products on the market.

Sostenibilità e digitalizzazione al centro delle regole europe sui prodotti da costruzione

reso evidente la necessità di operare al fine di rafforzare la resilienza e l’efficienza del mercato comune dei prodotti da costruzione.

La proposta di revisione del Regolamento Prodotti da Costruzione è stata presentata dalla Commissione europea nel marzo 2022, in seguito a un’attenta analisi dell’implementazione del testo in vigore. Con il nuovo CPR, Bruxelles mira a rafforzare il funzionamento del mercato unico dei prodotti da costruzione, contribuendo alle transizioni ecologica e digitale, in particolare al conseguimento di «un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva» [3]. La necessità di adeguare le norme vigenti ai nuovi obiettivi e alle nuove politiche comunitarie in materia di economia circolare era stata rilevata anche dal Consiglio dell’Unione europea nel 2019, con un’apposita comunicazione, dove si sottolineava l’importanza di «agevolare la circolarità dei prodotti da costruzione» e di «impegnarsi a fondo per includere le relative caratteristiche essenziali necessarie alle specifiche tecniche (armonizzate)» [4].

Allo stesso tempo, al fine dell’opportuno adeguamento agli ambiziosi obiettivi fissati dal Green Deal europeo, dopo un lungo iter legislativo del Parlamento europeo e del Consiglio, il testo definitivo della Direttiva europea, EPBD4 “Energy Performance of Buildings Directive” è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE l’8 maggio scorso. Quest’ultima versione della cosiddetta direttiva “case green” disciplina, insieme all’efficienza energetica, ora anche la decarbonizzazione degli edifici con il proposito di ridurre al minimo l’impronta ambientale degli stessi. A tale proposito, il nuovo CPR, imponendo l’obbligo di soddisfare il requisito dell’uso sostenibile delle risorse naturali per le opere, prescrive di conseguenza la dichiarazione di specifici indicatori delle emissioni climalteranti per tutti i prodotti da costruzione immessi sul mercato europeo [5]. Rimane comunque di competenza dei singoli Stati Membri la possibilità di disciplinare l’uso dei prodotti da costruzione stabilendo valori soglia di ciascuna prestazione e le relative caratteristiche essenziali (fig. 1). Inol-

tre, contemporaneamente all’iter normativo del CPR, la Commissione europea ha avviato anche il dialogo con i Paesi dell’UE per pianificare e gestire il lavoro di adattamento dell’acquis, ovvero di tutte le norme tecniche armonizzate, per ciascuna famiglia di prodotto da costruzione.

Innovazioni del nuovo Regolamento

Il CPR regola l’immissione e la messa a disposizione sul mercato di prodotti da costruzione, stabilendo norme armonizzate per esprimere la performance ambientale e di sicurezza dei prodotti in relazione alle loro caratteristiche essenziali e definendo specifici requisiti ambientali, funzionali e di sicurezza. Analogamente a quanto previsto dal Regolamento (UE) n.305/2011 [6], anche il nuovo CPR elenca l’insieme dei requisiti di base che ogni opera da costruzione deve soddisfare, aggiungendone uno relativo alle emissioni nell’ambiente esterno. Il nuovo requisito prevede che le opere da costruzione siano concepite, realizzate, utilizzate, sottoposte a manutenzione e demolite in modo da non presentare lungo l’intero ciclo di vita rischi relativamente all’emissione di sostanze, microplastiche o radiazioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo; nonché all’integrità degli edifici e al rilascio di emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La lista completa dei requisiti di base è disponibile di seguito per le opere di costruzione: 1. integrità strutturale; 2. sicurezza antincendio; 3. protezione contro impatti negativi sull’i-

1. Competenze nazionali ed europee relative alle prestazioni dei prodotti da costruzione (fonte: Construction Products Europe)

giene e sulla salute;

4. sicurezza e accessibilità;

5. resistenza al passaggio del suono e proprietà acustiche;

6. efficienza energetica e prestazioni termiche;

7. emissioni nell’ambiente esterno;

8. uso sostenibile delle risorse naturali. Il nuovo testo chiarisce all’articolo 5 il meccanismo di adozione delle norme tecniche armonizzate per ogni categoria di prodotto. Il compito di adottare standard comuni per la definizione della metodologia e dei criteri per valutare la prestazione di un prodotto rispetto alle sue caratteristiche essenziali spetta agli organi europei di normazione competenti. La Commissione europea dovrà tuttavia occuparsi di inoltrare le richieste di standardizzazione, seguendo una lista di priorità predeterminata, e di rendere ogni standard vincolante tramite l’adozione di un atto di esecuzione. Tra i temi più sensibili in materia di circolarità, il nuovo Regolamento prevede disposizioni specifiche anche per il riciclo e il riuso dei prodotti da costruzione. In particolare, il testo prevede la possibilità di adottare specifiche norme tecniche armonizzate per i prodotti usati o rifabbricati, a patto che questi non rientrino nella definizione di rifiuto1 così come fornita dalla Direttiva 2008/98/CE [7]. D’altro canto, il CPR non si applicherà ai prodotti direttamente re-impiegati in una medesima opera edile, venendo a meno in questo caso il requisito essenziale della re-immissione sul mercato. Nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità e durabilità dei prodotti da costruzione, il Regolamento apre anche alla possibilità per la Commissione di adottare, tramite specifici atti delegati, precisi obblighi in capo ai fabbricanti per assicurare la reperibilità sul mercato dei pezzi di ricambio per determinati prodotti. Il Regolamento prevede, come suddetto, anche disposizioni per incentivare la diffusione di “appalti pubblici verdi” presso gli Stati membri. In conformità con l’articolo 83, la Commissione ha la facoltà di adottare un atto delegato per definire i requisiti minimi di sostenibilità ambientale che dovranno essere rispettati da am-

ministrazioni aggiudicatrici ed enti aggiudicatori degli appalti rientranti nell’ambito di applicazione delle Direttive 2014/24/UE e 2014/25/ UE e richiedenti specifiche prestazioni minime di sostenibilità ambientale [8, 9]. Tali requisiti dovranno essere redatti dalla Commissione previa consultazione degli esperti designati dagli Stati membri e dei rilevanti stakeholder: entro il 31 dicembre 2026, l’esecutivo comunitario dovrà pubblicare una valutazione d’impatto che consideri le conseguenze del provvedimento sulle singole categorie di prodotto, sulle dinamiche di mercato e la concorrenza, sull’ambiente, nonché la fattibilità economica per amministrazioni aggiudicatrici ed enti aggiudicatori, con particolare riguardo per le piccole e medie imprese.

8° Requisito: uso sostenibile delle risorse naturali Il Regolamento (UE) n. 305/2011 aveva già segnato la “svolta” ambientale nella dichiarazione di prestazione dei prodotti da costruzione introducendo al punto 7 dell’Allegato I il requisito quadro relativo all’uso sostenibile delle risorse naturali. Il soddisfacimento di questo settimo requisito, ossia che l’uso delle risorse naturali nella progettazione, realizzazione e demolizione delle opere di costruzione fosse sostenibile, derivava dalla certezza del riuso o riciclo dopo la demolizione, dalla durabilità dell’opera, dall’utilizzo di materie prime secondarie ed ecologicamente compatibili.

Un proposito sfidante, per una prestazione che, seppur nel Reg. (UE) n. 305/2011 ancora non specificata nelle caratteristiche essenziali, comunque riferiva alle dichiarazioni ambientali di prodotto (Art. 56) quale strumento per la sua valutazione.

Caratteristiche fissate e compiutamente elencate nell’Allegato II, che individua le diciannove caratteristiche ambientali essenziali predeterminate relative alla valutazione del ciclo di vita di un prodotto, mutuandole direttamente dalle tabelle 3 e 4 della norma EN15804 [10], standard per lo sviluppo delle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD), citato al punto (7) quale norma europea armonizzata di rife-

Tabella I. Gli indicatori

Sostenibilità e digitalizzazione al centro delle regole europe sui prodotti da costruzione

di impatto ambientale

della

norma EN15804:2012+A2:2019/AC:2021, tabelle 3 e 4.

Categorie di Impatto

Indicatore

INDICATORI OBBLIGATORI

Cambiamento Climatico - Totale

Cambiamento Climatico - Fossile

Cambiamento Climatico - Biogenico

Cambiamento Climatico – Uso del suolo e cambiamento dell’uso del suolo

Riduzione dello strato di Ozono

Acidificazione

Eutrofizzazione dell’acqua dolce

Eutrofizzazione dell’acqua marina

Eutrofizzazione terrestre

Formazione di uno strato fotochimico

Esaurimento delle risorse abiotiche – minerali e metalli

Esaurimento delle risorse abiotiche – combustibili fossili

Consumo di acqua

Emissioni di particolato

Radiazioni Ionizzanti, salute umana

Eco-tossicità (acqua dolce)

Tossicità Umana, effetti cancerogeni

Tossicità Umana, effetti non cancerogeni

Impatti correlati all’uso del suolo / qualità del suolo

Global Warming Potential total (GWP-total)

Global Warming Potential fossil fuels (GWP-total)

Global Warming Potential fossil biogenic (GWP-biogenic)

Global Warming Potential land use and land use change (GWP-luluc)

Depletion potential of the stratospheric ozone layer (ODP)

Unità di misura (espressa per unità funzionale o unità dichiarata)

kg CO2 eq.

kg CO2 eq.

kg CO2 eq.

kg CO2 eq.

kg CFC 11 eq.

Acidification potential, Accumulated Exceedance (AP) mol H+ eq.

Eutrophication potential, fraction of nutrients reaching freshwater end compartment (EP-freshwater) Kg P eq.

Eutrophication potential, fraction of nutrients reaching marine end compartment (EP-marine)

Kg N eq.

Eutrophication potential, Accumulated Exceedance (EP-terrestrial) mol N eq.

Formation potential of tropospheric. ozone (POCP)

kg NMVOC eq.

Abiotic depletion potential for nonfossil resources (ADP minerals&metals) kg Sb eq.

Abiotic depletion for fossil resources potential (ADP-fossil) MJ, net calorific value

Water (user) deprivation potential, deprivation-weighted water consumption (WDP) m3

INDICATORI ADDIZIONALI

Potential incidence of disease due to PM emissions (PM) Disease incidence

Potential Human exposure efficiency relative to U235 (IRP) kBq U235 eq.

Potential Comparative Toxic Unit for ecosystems (ETP-fw)

Potential Comparative Toxic Unit for humans (HTP-c)

Potential Comparative Toxic Unit for humans (HTP-nc)

CTUe

CTUh

CTUh

Potential soil quality index (SQP) dimensionless

rimento per il calcolo della sostenibilità ambientale dei prodotti da costruzione (tabella I). Il nuovo testo del CPR, obbligando a una valutazione della sostenibilità dei prodotti da costruzione espressa attraverso tutti gli indicatori ambientali previsti dalla norma EN 15804 (sia quelli obbligatori, sia quelli addizionali) riconosce l’equivalenza e la complementarietà dei succitati indicatori nel descrivere e determinare il requisito relativo all’uso sostenibile delle risorse naturali, in una visione completa e non semplificata della complessità che la valutazione e misura della sostenibilità porta con se. Questo approccio recepisce interamente il lungo lavoro di analisi del gruppo di lavoro del comitato normativo europeo CEN TC 350 Sustainability of construction works nella identificazione degli indicatori di impatto ambientale, dei parametri descrittori del consumo di risorse, delle informazioni ambientali sulle categorie di rifiuti e sui flussi in uscita, nonché sul contenuto di carbonio biogenico che oggi costituiscono il cuore della norma EN15804, riconoscendone di fatto la validità e consistenza scientifica nella rappresentazione degli impatti ambientali dei prodotti e delle opere da costruzione. Il requisito di uso sostenibile delle risorse naturali risponde a numerosi degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda 2030 [11] e mira, nel ciclo di vita delle opere da costruzione, a garantire:

a. la massimizzazione dell’utilizzo efficiente sotto il profilo delle risorse di materie prime e secondarie ad elevata sostenibilità ambientale;

b. la riduzione al minimo della quantità complessiva di materie prime utilizzate;

c. la riduzione al minimo della quantità complessiva di energia incorporata;

d. la riduzione al minimo dei rifiuti prodotti;

e. la riduzione al minimo dell’uso complessivo di acqua potabile e di acque grigie;

f. la massimizzazione del riutilizzo o della riciclabilità delle opere di costruzione, in parte o interamente, e dei loro materiali dopo lo smantellamento o la demolizione;

g. la facilit à dello smantellamento.

Durabilità e circolarità

Sempre ai fini dei requisiti ambientali, è posta particolare attenzione alla massimizzazione della durabilità e del contenuto di riutilizzato, riciclato e sottoprodotto, alla limitazione dei trasporti e alla facilità di manutenzione e alla possibilità di riciclabilità, riuso, rifabbricazione e rigenerazione (Allegato III, 3.1).

La circolarità, dalla produzione al fine vita dell’edificio, risulta quindi fortemente sostenuta favorendo così produzioni maggiormente rispettose dei criteri di economia circolare (fig. 2).

Essendo poi l’economia circolare in edilizia funzionale alla sostenibilità solo se interessa cicli di vita lunghi, d’accordo con i principi del Regolamento Ecodesign ESPR entrato in vigore in luglio [12], il CPR ha coerentemente valorizzato il più possibile la durabilità dei pro-

Sostenibilità e digitalizzazione al centro delle regole europe sui prodotti da costruzione

dotti e delle opere da costruzione.

La durata di vita utile media e minima stimata per l’uso dichiarato (Allegato IV, 1.2) diventa quindi un’informazione obbligatoria tra quelle da includere nella descrizione del prodotto da costruzione, da riportare nella Dichiarazione di Prestazione e di Conformità (allegato V, 1.(f)).

Il riconoscimento del rilevante ruolo della durabilità in edilizia è, infatti, fondamentale proprio a ottimizzare ed efficientare la fase operativa, ovvero d‘uso delle opere, allo scopo di preservare le risorse naturali e limitare gli sprechi, abbattendo gli impatti ambientali e contenendo i costi conseguenti.

Dichiarazione di prestazione e conformità

Ai sensi dell’articolo 13 del nuovo CPR, per i

prodotti che rientrano nel campo di applicazione di una specifica tecnica armonizzata, il fabbricante è tenuto a redigere e rilasciare, prima dell’immissione sul mercato, un’apposita dichiarazione di prestazione e conformità. Il documento esprime la prestazione di un prodotto in relazione alle sue caratteristiche essenziali, in conformità con le norme tecniche applicate o con un documento per la valutazione europea. La dichiarazione deve includere anche informazioni circa la performance del prodotto in termini di sostenibilità ambientale, documentandone le caratteristiche elencate negli allegati al Regolamento. Soltanto i prodotti per i quali è stata correttamente redatta la dichiarazione di prestazione e conformità potranno esporre il marchio CE. Al fabbricante è richiesto di rilasciare una

2. Circolarità del laterizio nelle 5 fasi: produzione, costruzione, uso, fine vita e recupero risorse. (fonte: Confindustria Ceramica)

3. Passaporto digitale di prodotto. Panoramica delle iniziative del pacchetto Economia circolare.

©COM(2022) 140 final, Prodotti sostenibili dall’eccezione alla regola

copia elettronica della dichiarazione per ogni prodotto reso disponibile sul mercato. In alternativa, il documento può essere reso disponibile anche su un sito Web, a patto che questo sia facilmente accessibile agli utenti in un formato non modificabile e scaricabile. La dichiarazione dovrà essere fornita nella lingua o nelle lingue richieste dallo Stato membro nel quale il fabbricante intende immettere sul mercato il prodotto: un altro operatore economico che mette a disposizione il medesimo prodotto in un diverso Stato membro dovrà occuparsi di fornire una versione tradotta della dichiarazione insieme all’originale. Il nuovo CPR prevede anche delle specifiche esenzioni rispetto all’obbligo di redigere la dichiarazione all’immissione di un prodotto da costruzione sul mercato. Le disposizioni di cui sopra non si applicheranno, infatti, ai prodotti fabbricati individualmente e non in serie in seguito a una specifica ordinazione, e successivamente installati in una singola e identificabile opera di costruzione dal medesimo fabbricante.

Allo stesso modo, il Regolamento esclude dal campo di applicazione della dichiarazione di prestazione e conformità i prodotti fabbricati con metodi esclusivamente atti alla conservazione o al restauro del patrimonio.

Passaporto digitale del prodotto

Tra le principali novità del testo, il nuovo CPR al capo X conferisce alla Commissione europea il potere di adottare gli atti delegati necessari all’istituzione di un sistema di passaporto digitale per i prodotti da costruzione (Digital Product Passport - DPP). Le caratteristiche di questo strumento dovranno essere compatibili con le disposizioni contenute nel Regolamento quadro per l’elaborazione delle specifiche di progettazione ecocompatibili dei prodotti sostenibili (ESPR – fig.3). Una volta che il sistema sarà in vigore, i fabbricanti avranno 18 mesi per conformarsi alle misure ivi contenute, ma il passaporto digitale potrà essere utilizzato anche prima di tale data, benché solo su base volontaria. Sebbene sia necessario attendere la definizione degli atti delegati per conoscere in dettaglio il funzionamento di questo nuovo strumento, il testo del CPR accenna già i tratti essenziali del passaporto digitale per i prodotti da costruzione. Questo dovrà infatti includere copia della dichiarazione di prestazione e conformità e della documentazione tecnica richiesta, oltre alle necessarie informazioni d’uso e di sicurezza relative al prodotto. Ogni passaporto dovrà corrispondere un singolo “prodotto-tipo” 2 ed essere accessibile e facilmente consultabile on-line per un periodo di almeno 25 anni dall’immissione sul mercato dell’ultimo prodotto corrispondente.

Sostenibilità e digitalizzazione al centro delle regole europe sui prodotti da costruzione

Conclusioni

Il nuovo CPR fornisce le regole a livello di prodotti da costruzioni per governare le due grandi transizioni “ecologica e digitale” oggi in atto anche nel settore dell’edilizia, ma certamente lo sviluppo sostenibile del patrimonio costruito insieme alla decarbonizzazione dell’intera filiera rappresentano al momento il traguardo più stringente. I numerosi indicatori di impatto ambientale previsti dal CPR, come dalla EN 15804, vanno correttamente valutati nell’intero ciclo di vita dell’edificio e nessuno indicatore deve prevalere a discapito degli altri, per non compromette le restanti categorie d’impatto. È chiaro quindi che la sostenibilità è concetto

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

multi-dimensione. Da precisare, invece, che la Direttiva EPBD4 si inquadra in una specifica dimensione, che restringe così “arbitrariamente” la sostenibilità degli edifici ad un unico indicatore d’impatto: il potenziale di riscaldamento globale che combina le emissioni di gas a effetto serra incorporate nei materiali da costruzione con le emissioni dirette e indirette rilasciate nella fase d’uso dell’edificio [13]. Vanno evitate dunque distorsioni a causa di scelte su singoli obiettivi ambientali, basandosi sempre su analisi LCA, Life Cycle Assesment, per scenari tecnologici ed economici concreti con riferimento alla durata di vita utile dell’opera; che sia coerentemente la più estesa possibile [14, 15].

[1] Regolamento (UE) n. 305/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE del Consiglio.

[2] Commissione europea, Factsheet on the Revised Construction Products Regulation, 30 marzo 2022.

[3] Commissione europea, COM (2022) 144, Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, modifica il regolamento (UE) 2019/1020 e abroga il regolamento (UE) n. 305/2011.

[4] Consiglio dell’Unione europea, 13814/19, Conclusioni del Consiglio sull’economia circolare nel settore delle costruzioni (8 novembre 2019).

[5] Alfonsina Di Fusco, Verso la transizione ecologica, a partire dai CAM Edilizia. YouBuild, settembre 2024.

[6] A. A. Di Fusco, Gli adempimenti al CPR n.305/11 per i prodotti in laterizio, Costruire in Laterizio 155, 64-68 (2013).

[7] Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive.

[8] Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE.

[9] Direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE.

[10] EN15804:2012+A2:2019/AC Sustainability of construction works - Environmental product declarations - Core rules for the product category of construction products.

[11] The 2030 Agenda For Sustainable Development, A/RES/70/1 United Nations, 25 Settembre 2015.

[12] Regolamento (UE) 2024/1781 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 giugno 2024 che stabilisce il quadro per la definizione dei requisiti di progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili, modifica la direttiva (UE) 2020/1828 e il regolamento (UE) 2023/1542 e abroga la direttiva 2009/125/CE.

[13] Position paper di Confindustria Ceramica su “La transizione ecologica in edilizia. Oltre la direttiva EPBD” Giugno 2024. https://laterizio.it/images/NEWSLETTER/2024/06_giugno/Paper_la_transizione_ecologica_in_edilizia.pdf

[14] Dossier “Il principio di neutralità dei materiali da costruzione per la sostenibilità dell’edificio nel ciclo di vita” - Febbraio 2022, a cura di Caterina Gargari e Fabio Fantozzi, promosso da Confindustria Ceramica e Federbeton. https://www.laterizio.it/images/CONTENTS/ARTICLES/RICERCA/2022/188/ POSITIONPAPER_04032022_DEF.pdf

[15] Dirk-Jan Simons Gerwin Beukhof, Harry Croezen, Hilko van der Leij, Els Ribbers, Matthew Doe, Jeannette Levels, David van Nunen, Susanne Visch. Carbon Accounting for Building Materials An assessment of Global Warming Potential of biobased construction products, 2022. www.ca4bm.org

Note

1. La Direttiva 2008/98/CE, nota come direttiva quadro sui rifiuti, definisce come “rifiuto” «Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi».

2. Il CPR definisce come “prodotto-tipo” «Il modello astratto di singoli prodotti, determinato dall’uso previsto e da una serie di caratteristiche che escludono qualsiasi variazione per quanto riguarda la prestazione o il rispetto dei requisiti dei prodotti stabiliti nel presente regolamento o in conformità ad esso, fabbricati tramite uno specifico processo di produzione utilizzando una determinata combinazione di materie prime o componenti».

La muratura armata come sistema evoluto per la ricostruzione

La demolizione di un fabbricato rurale nel contesto agricolo della pianura emiliana, a sud di Modena, ha permesso la ricostruzione di due unità residenziali che evidenziano i notevoli vantaggi del sistema costruttivo in muratura armata a isolamento diffuso, Normablok Più di Fornaci Laterizi Danesi, che consente di raggiungere obiettivi di carattere antisismico e di efficienza energetica

Massimo Mariani, Architetto, PhD, Assegnista di Ricerca, Università degli Studi Roma Tre

Francesca Maioli, Architetto, libero professionista

KEYWORDS

Architettura rurale

Forma e funzione

Demolizione e ricostruzione

Muratura armata

Blocchi a isolamento diffuso

Rural architecture

Form and function

Demolition and reconstruction

Reinforced masonry

Diffuse insulation blocks

A causa del declino delle attività e lo sviluppo dei processi di industrializzazione avvenuti nel corso del Novecento, abbandono e degrado delle architetture rurali e dei manufatti agricoli sono cosa ormai nota nel panorama nazionale italiano. Allo stesso tempo, fortunatamente, l’architettura rurale è oggetto di studi e di ricerche che in differenti ambiti mirano alla conoscenza e alla valorizzazione di tale patrimonio culturale.

È a partire dagli anni Cinquanta che gli studiosi definiscono la geografia dell’edilizia rurale riconoscendo il rapporto tra forme insediative e funzioni produttive e di vita quotidiana.

Tra le azioni pubbliche più recenti risulta esemplificativo l’avviso pubblico che il Ministero della Cultura, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha emanato nell’anno 2022 per ricevere proposte di intervento per il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e del paesaggistico rurale con lo scopo di promuovere un sistematico processo di conservazione e valorizzazione di edifici e paesaggi storici e rurali.

La Missione 1 Componente 3 riguarda l’Investimento 2.2 “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale” che inquadra i seguenti obiettivi1:

• preservare i valori dei paesaggi rurali storici attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni della cultura materiale e immateriale

e al mantenimento e ripristino della qualità paesaggistica dei luoghi;

• promuovere la creazione di iniziative e attività legate ad una fruizione turistico-culturale sostenibile, alle tradizioni e alla cultura locale.

Attraverso il PNRR inoltre è stato possibile finanziare un progetto elaborato dallo stesso Ministero denominato “Censimento dell’architettura rurale nazionale” che promuove l’identificazione e la catalogazione di strutture edilizie rurali inserite in luoghi che riflettono la tradizione storica agricola2

Si sviluppano così indagini in grado di sistematizzare tipologie edilizie come prodotto concreto tra forma e funzione in stretta relazione con lo scenario geoeconomico dell’epoca di costruzione.

Valori significativi per un Paese che si caratterizza per una consistente eterogeneità ambientale e che manifesta la necessità di una presa di coscienza utile alla salvaguardia di tale tradizione in ambito locale, senza alcuna distinzione di contesto territoriale.

Il territorio della pianura centro settentrionale, ad esempio, inquadra un sistema agricolo-fluviale che in Emilia-Romagna ha condizionato gli insediamenti rurali e le loro architetture comportando differenze tipologiche e morfologiche per ogni zona geografica confinata [1]. Nel caso dell’attuale area del Comune di Modena, sud-

divisa in quattro circoscrizioni, si riscontra una notevole e apprezzabile varietà di tipi oggetto di studi e rilievi che nel corso del tempo hanno permesso sistematizzazioni funzionali in ordine a peculiarità comuni [2].

Tra i più menzionati, Mario Ortolani, docente e ricercatore in diversi ambiti di Geografia, pubblica nel 1953 “La casa rurale nella pianura emiliana” all’interno di una collana sulle dimore rurali in Italia fondata dal precedente studioso in materia Renato Biasutti. La classificazione proposta, che rappresenta ancora oggi un importante riferimento, individua i caratteri di tre differenti categorie:

• forme complesse a elementi separati;

• forme complesse a corte;

• forme a elementi giustapposti. Se le prime due si presentano come insediamenti con manufatti distinti per ogni funzione e destinazione d’uso, la terza concentra in un unico manufatto rurale e sotto lo stesso tetto la residenza, il rustico (stalla - fienile) e il portico: garantendo apporto di calore e luce per il lavoro alle prime ore del mattino.

Quest’ultima contraddistingue il caso specifico descritto di seguito: un edificio non più in grado di soddisfare le esigenze della vita attuale e fortemente compromesso nel proprio sistema edificio-impianti ma intrinseco di valore tipologico

e morfologico riproposto in chiave contemporanea attraverso una soluzione progettuale di demolizione e ricostruzione in muratura armata.

Stato di fatto e soluzione progettuale

Il fabbricato rurale oggetto di intervento insiste a sud della città di Modena, fuori dal perimetro del centro abitato di San Damaso, una località inclusa nella Circoscrizione 3 del Comune di Modena.

Inserito in un insediamento agricolo facente parte di un sistema ambientale naturale caratterizzato da superfici aperte coltivate e bacini d’acqua, denota i principi generativi della composizione architettonica e costruttiva a elementi giustapposti per i quali è stata ipotizzata la costruzione attorno alla seconda metà degli anni ’40 del Novecento.

Attraverso una ricostruzione grafica l’immobile risulta, infatti, volumetricamente compatto e planimetricamente tripartito: la zona residenziale a est, il portico a ovest e il “rustico” posto centralmente.

Nello specifico, la residenza si compone di tre livelli con zona giorno, cantina e rimessa al piano terra, zona notte al piano primo e zona di servizio sottotetto; il “rustico” ospita la stalla e il fienile su due livelli separati; le colonne del portico si sviluppano per l’in -

Rendering del progetto: il nuovo portico a est

tera altezza conformando un doppio volume aperto sul lato lungo e coperto.

Al netto degli interventi che ne hanno mutato l’involucro originario, da un punto di vista sia materico sia compositivo, la tecnologia costruttiva tratta tecniche tradizionali e locali con muratura e colonne in mattoni pieni di laterizio con tessitura parzialmente a vista, solai in legno. La sagoma della copertura a capanna, il cui manto è definito da soli coppi in laterizio, caratterizzante i fronti nord e sud presenta un lieve dislivello della linea del

colmo che sfalsa verticalmente le due falde. L’analisi tecnica sulla consistenza attuale dell’edificio ha rilevato numerose emergenze di carattere tecnologico e strutturale: esternamente le lesioni risultano diffuse in verticale sia in corrispondenza delle aperture sia a confine tra diversi paramenti murari.

La superficie a copertura di quest’ultimo presenta, in generale, uno stato decisamente pericolante e risulta crollata nella porzione più a sud.

All’interno sono stati invece riscontrati im -

Fronte sud ed est del vecchio fabbricato rurale

portanti distacchi degli orizzontamenti e lesioni verticali passanti, rendendo praticamente inaccessibili i vani del secondo livello e del sottotetto.

Altri danneggiamenti sono stati ricondotti all’assenza diffusa di ammorsamenti d’angolo con conseguente disgregazione localizzata tra le murature ortogonali.

Uno stato conservativo alterato nel tempo e divenuto fragile principalmente a causa degli sviluppi del lavoro agricolo contemporaneo per il quale è stato necessario programmare un intervento radicale ma in continuità con la contesto rurale.

In tal senso il progetto, in linea con le disposizioni dell’Organo comunale preposto alla qualità architettonica e paesaggistica, ha previsto la ricostruzione sul sedime storico del medesimo volume e la riproposizione del portico a est, dichiarando così la volontà di valorizzare l’identità rurale.

In particolare, il nuovo involucro accoglie un disegno regolare delle aperture che in parte ripropongono la geometria delle vecchie finestre

- fronte ovest - e in parte si configurano come portefinestre - primo livello fronte est - in mezzeria degli interassi delle colonne esterne, rievocando la ex funzione rustica.

Le due nuove unità residenziali progettate,

SCHEDA TECNICA

Oggetto Unità residenziale privata

Località

Stato di progetto: pianta piano terra

Località San Damaso, Modena

Progetto Architettonico e direzione lavori Geom. Fabio Reggiani

Progetto strutturale e direzione lavori Ing. Enrico Ventura

Indagini geologiche Geol. Francesco Dettori

Collaudatore Ing. Alberto Borghi

3D artist Ing. Annalisa Prati

Impresa di costruzione PM edilizia srls

Cronologia 2022-2024

Superficie 286 m2

Produttore laterizi Fornaci Laterizi Danesi S.p.A. stabilimenti di Soncino (CR) e di Lugagnano Val d’Arda (PC)

Stato di progetto: prospetto est

Stato di progetto: prospetto sud

mente a est, illuminata da finestrature sago mate come la vecchia stalla.

Come in origine, il progetto include un vano rimessa.

Gli elementi presentano caratteristiche materiche e geometriche idonee al luogo, come le superfici opache intonacate, i davanzali sagomati in cemento, gli scuri esterni, la copertura a capanna tradizionale in legno a vista e coppi di laterizio.

tutti i fori con isolamento diffuso [3].

Un modello evoluto dalle elevate prestazioni meccaniche e termiche che integrano quelle acustiche e di comportamento al fuoco tipiche delle soluzioni in laterizio, senza dimenticare la durata nel tempo.

Il sistema costruttivo e il cantiere

Il sistema strutturale impiegato per l’intervento di demolizione e ricostruzione connette tradi-

zione e modernità delle tecniche del costruire, integrando componenti evoluti al fine di raggiungere gli obiettivi di carattere antisismico e di efficienza energetica [4].

Mantenendo fissa la rispondenza ambientale della soluzione, i laterizi scelti per tali obiettivi fanno parte della linea Normablok Più CAM: prodotti adatti alle diverse zone sismiche e conformi alle richieste dei Criteri Ambientali Minimi necessarie per l’ottenimento di bonus edilizi in vigore all’apertura del cantiere attraverso l’integrazione di EPS Neopor® BMB di BASF, un EPS derivato da materie prime rinnovabili e non fossili 3 . Tra gli altri, questa linea di prodotti trova la massima efficienza di utilizzo proprio nelle operazioni di demolizione e ricostruzione in linea con il Decreto Semplifica-

zioni [5] che ha trattato la ricostruzione di edifici come interventi di ristrutturazione edilizia. Nel caso specifico sono stati messi in opera gli elementi Normablok Più CAM S40 MA, ovvero blocchi alleggeriti in pasta aventi forometria saturata con polistirene additivato con grafite che realizzano murature armate monoblocco dello spesso di 40 cm senza la necessità di ulteriori applicazioni per l’efficientamento energetico. Una soluzione tecnica che, inoltre, concede ulteriori fattori operativi postivi in quanto facilita la posa, ottimizza le attività e favorisce la pulizia di cantiere, oltre a condizioni ambientali come l’incremento del comfort termo-acustico interno dell’involucro. Alcuni tratti di muratura portante “interni al perimetro”, armati anch’essi ma non impegnati al contenimento energetico sono stati

Dettaglio tecnologico del nodo di copertura

Lunghezza

NORMABLOK PIÙ CAM S40 MA

Caratteristiche generali

Caratteristiche strutturali

Resistenza media a compressione nella direzione dei carichi verticali 15 N/mm2

Resistenza media a compressione nella direzione ortogonale ai carichi verticali 3 N/mm2

Campo di impiego

Muratura portante armata o ordinaria in zona sismica Muratura di tamponamento

Caratteristiche termiche

Conducibilità termica della parete con malta termica Danesi MTM10

Trasmittanza parete con malta termica Danesi MTM10 e intonaco tradizionale

Sfasamento (malta tradizionale - parete intonacata)

Attenuazione (malta tradizionale - parete intonacata)

Trasmittanza termica periodica (malta tradizionale - parete intonacata)

Massa superficiale al netto degli intonaci

Calore specifico

W/m2K

W/m2K

kg/m2

J/KgK

dell’incastro

Sopra,, la posa dei primi corsi a isolamento diffuso dei tratti “interni” per il taglio termico.
Un particolare
d’angolo. Sotto, schema assonometrico della muratura armata

disposti per un altro tipo di blocchi, i Poroton P800 MA 30.19.21. Per mantenere il taglio termico tra le fondazioni dirette continue ordinarie in calcestruzzo armato e tali blocchi in elevazione, i primi corsi sono realizzati con laterizi a isolamento diffuso Normablok Più CAM 30.19.21 MA. L’esecuzione delle murature è avvenuta con malta Danesi MTM10 di Classe M10 con resistenza a compressione superiore a 10 Mpa (100 kg/cm2) e ulteriori funzioni termiche. Nel rispetto della normativa vigente, l’armatura si è concretizzata in barre ad aderenza migliorata B450C: le armature orizzontali (ø 8 mm) sono state inserite a corsi alterni nei giunti - circa 40 cm - con sovrapposizione di almeno 60 cm e ancoraggio con le verticali alle estremità; le armature verticali (ø 16 mm) sono state sistemate alle estremità, nelle intersezioni e in corrispondenza delle aperture, in generale senza superare i 4 m di interasse.

A completamento dell’intero sistema edilizio, come la copertura anche gli orizzontamenti del primo e del secondo livello sono stati realizzati in legno e in corrispondenza dei cordoli in calcestruzzo armato è stato

POROTON P800 MA 30.19.21

Caratteristiche strutturali

Resistenza media a compressione nella direzione dei carichi verticali

Resistenza media a compressione nella direzione ortogonale ai carichi verticali

Campo di impiego

Conducibilità termica della parete con malta termica Danesi MTM10

Trasmittanza parete con malta tradizionale e intonaco tradizionale

Trasmittanza parete con malta termica Danesi MTM10

Sfasamento (malta tradizionale - parete intonacata)

Attenuazione (malta tradizionale - parete intonacata)

Trasmittanza termica periodica (malta tradizionale - parete intonacata)

Massa superficiale al netto degli intonaci

NORMABLOK PIÙ CAM 30.19.21 MA

Caratteristiche generali

Caratteristiche strutturali

Resistenza media a compressione nella direzione dei carichi verticali 15 N/mm2

Resistenza media a compressione nella direzione ortogonale ai carichi verticali 3 N/mm2

Campo di impiego

Muratura portante armata o ordinaria in zona sismica Muratura di tamponamento

Caratteristiche termiche Spessore

Conducibilità termica della parete con malta tradizionale 0,144 W/mK

Conducibilità termica della parete con malta termica Danesi MTM10 0,101 W/mK

Trasmittanza parete con malta tradizionale e intonaco tradizionale 0,435 W/m2K

Trasmittanza parete con malta termica Danesi MTM10 0,314 W/m2K

Sfasamento (malta tradizionale - parete intonacata) 18,32 ore

Attenuazione (malta tradizionale - parete intonacata) 0,006

Trasmittanza termica periodica (malta tradizionale - parete intonacata)

Massa superficiale al netto degli intonaci

Calore specifico

Coefficiente di diffusione del vapore acqueo

stato di avanzamento

W/m2K

kg/m2

J/KgK

corretto il ponte termico con l’integrazione dei blocchi speciali Normablok Più CAM 8.24, 5.47, 5 inc. 8: tramezza in laterizio alleggerito in pasta con i fori saturi di polistirene additivato di grafite come i precedenti. Un gamma ampia e completa quella di Fornaci Laterizi Danesi in grado di rispondere alle disposizioni di tipo normativo con prodotti connessi alla buona pratica del costruire e ai cambiamenti esigenziali delle realtà contemporanee.

Lo
della muratura armata al piano primo. Sotto,le prime fasi di montaggio della copertura

La tramezza con isolamento interposto a correzione del ponte termico del cordolo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] A. Gaiani. Caratteri tipologici e morfologico degli insediamenti rurali nella pianura emiliana, Costruire in Laterizio, 47 (1995), pp. 332-343.

[2] M. Maggioli. Ortolani, Mario in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 79 (2013). Disponibile al link https://www.treccani.it/enciclopedia/mario-ortolani_ (Dizionario-Biografico)/

[3] A. Baratta; L. Calcagnini; A. Magarò; C. Piferi. L’evoluzione dei prodotti in laterizio. I blocchi a isolamento diffuso per murature armate. Costruire in laterizio, 176 (2018), pp. 82-87.

[4] M. Mariani. Innovazioni e prestazioni tecnologiche del laterizio per un complesso immobiliare del nord Italia, Costruire in Laterizio, 186 (2021), pp. 84-89.

[5] D.L. “Rilancio” 19 maggio 2020, n. 34.

Note

Campo di impiego

termica della parete con malta tradizionale

Conducibilità termica della parete con malta termica Danesi MTM10

Trasmittanza parete con malta tradizionale e intonaco tradizionale

Trasmittanza parete con malta termica Danesi MTM10 e intonaco trazionale

Sfasamento (malta tradizionale - parete intonacata)

Attenuazione (malta tradizionale - parete intonacata)

Trasmittanza termica periodica (malta tradizionale - parete intonacata)

W/m2K Massa superficiale al netto degli intonaci

1. Per maggiori informazioni si veda https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/avvisi-e-bandi/pnrr-rurale

2. Per maggiori informazioni si veda https://caserurali.cultura.gov.it

3. Per maggiori informazioni si veda https://www.danesilaterizi.it/prodotti/normablok-piu-cam/

Effetti murari tra decorazione ed efficienza energetica

La collocazione in contesto storico e l’istanza di efficienza energetica porta i progettisti a ideare un involucro performante ma capace di inserirsi armoniosamente, grazie alla reinterpretazione di motivi decorativi di edifici limitrofi con disegni geometrici e variazioni nella tessitura in laterizio

Monica Lavagna, Professore Associato, Dipartimento ABC Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito, Politecnico di Milano

KEYWORDS

Faccia a vista

Efficienza energetica

Residenza sociale

Qualità ambientale

Facing brick

Energy efficiency

Social housing

Environmental quality

Habitat Social Français, tramite un concorso, ha promosso la realizzazione di un edificio di social housing, costituito da 22 alloggi e da due spazi commerciali nel basamento, in una strada nel 12° arrondissement di Parigi dove sono presenti diversi edifici storici. Con l’obiettivo di realizzare un edificio a “energia positiva”, ossia che produce più energia di quanta ne consuma, e certificato HQE (Alta Qualità Ambientale), gli architetti hanno attuato diverse strategie, tra cui la compattezza del volume, l’involucro massivo e ben isolato, la ventilazione naturale trasversale, la copertura piana dotata di pannelli fotovoltaici e l’uso di una caldaia a biomassa. L a sfida è stata costruire un edificio innovativo, innestandosi in una cortina edilizia di edifici storici.

L’edificio preesistente, che è stato demolito e sostituito, era leggermente avanzato rispetto agli altri edifici in cortina: si è scelto di mantenere questa sporgenza, ingentilendo lo spigolo che si viene a creare, tramite un arrotondamento dell’angolo. La differenza di sporgenza viene annullata agli ultimi piani, attraverso degli arretramenti a gradoni, che generano delle terrazze fruibili dagli alloggi

L a scelta del rivestimento in mattoni faccia a vista, crea una continuità con il contesto storico,

The location in a historical context and the need for energy efficiency led the designers to create a high-performance envelope that could fit in harmoniously, with the reinterpretation of decorative motifs from neighbouring buildings through geometric designs and variations in the brick texture

evitando di generare contrasti materici. Inoltre, dal momento che le facciate storiche sono decorate, anche il progetto propone dei motivi decorativi, creati con la tessitura muraria.

Innanzitutto, la facciata si compone di modanature e rientranze modulari, determinate dallo slittamento del paramento in mattoni faccia a vista, articolando il piano della facciata. Entro tali specchiature rientranti si collocano le aperture, che si inseriscono in maniera alternata, dividendo i moduli a metà.

Inoltre, la tessitura dei mattoni prevede variazioni che creano dei disegni decorativi. Una prima tipologia di disegno decorativo viene ottenuto dall’uso di alcuni mattoni di dimensioni ridotte, che creano l’effetto di bucature, in realtà determinate dall’ombra generata dalla riduzione di profondità dei mattoni.

U na seconda tipologia di disegno decorativo viene ottenuto dall’inserimento di mattoni in vetro o smaltati in azzurro, che propriamente disegnano nella facciata delle decorazioni geometriche. Questi giochi decorativi animano la facciata, che però si propone come un elemento omogeneo e minimale. Tale effetto deriva dalla monomatericità e uniformità del prospetto, dal minimalismo delle scossaline, dalla invisibilità dei parapetti in vetro e dalla scelta di pannelli di schermatura scorrevoli che vanno a scomparsa nell’intercapedine della muratura. Ne risulta un involucro lineare, ingentilito dalla curvatura dell’angolo perimetrale, che riesce a instaurare un dialogo equilibrato con l’intorno, pur traguardando alte prestazioni energetiche.

3

Avenier Cornejo architectes, edificio residenziale, Rue de Charenton, Parigi, 2019

HARQUITECTES , Cantina Clos Pachem, Gratallops, 2019

Dettaglio 1

Sezioni verticali del fronte principale verso strada

La facciata perimetrale rivolta a nord, verso strada, è costituita da una doppia parete con paramento esterno di mattoni faccia a vista, caratterizzato dallo slittamento dei mattoni al fine di creare delle modanature che delimitano dei riquadri modulari. Tali riquadri ospitano sia le aperture sia le pareti opache, in maniera alternata all’interno della facciata.

Legenda

1. mattoni faccia a vista del paramento esterno

2. serramento

3. isolante minerale

4. setto in calcestruzzo

5. profili di fissaggio dei mattoni

Vista complessiva della facciata su Rue de Charenton. © Schnepp Renou

Vista del rapporto con edificio esistente. © SchneppRenou

I disegni sono stati rielaborati da Matteo Fasciolo sulla base della documentazione cortesemente messa a disposizione da Avenier Cornejo architectes.

Dettaglio 2

Sezione orizzontale in corrispondenza del riquadro con finestra

Nei riquadri modulari definiti dall’arretramento dei mattoni, si collocano le aperture, che occupano metà modulo. Per realizzare un effetto minimalista, i serramenti sono collocati a filo interno, nascondendo il telaio fisso nella mazzetta, e sono dotati di parapetto in vetro, e di pannello di schermatura, che scorre nell’intercapedine tra i mattoni e l’isolante, a scomparsa.

Legenda

1. scossalina metallica

2. parapetto in vetro

3. serramento apribile

4. mattoni faccia a vista

5. schermatura scorrevole

6. isolante minerale

7. setto in calcestruzzo

Vista frontale della facciata con le variazioni di modulo.

©Avenier Cornejo architectes

Vista delle modalità di fissaggio del paramento in mattoni.

©Grégoire Noble

HARQUITECTES , Cantina Clos Pachem, Gratallops, 2019

Dettaglio 3

Sezione orizzontale in corrispondenza del riquadro con parete opaca.

Solamente all’interno dei riquadri si giocano i motivi decorativi della tessitura. Pur essendo a una testa, la tessitura vede un’alternanza di mattoni di testa e di fascia, dove i mattoni di testa hanno a volte profondità dimezzata, creando una sorta di effetto “bucatura”. In alcuni riquadri sono inoltre presenti disegni geometrici creati con la colorazione smaltata dei mattoni.

Legenda

1. mattoni faccia a vista del paramento esterno

2. profilo di fissaggio dei mattoni esterni

3. isolante minerale

4. setto in calcestruzzo

Vista dell’arretramento a gradoni degli ultimi piani. ©Schnepp Renou

Vista in dettaglio della tessitura muraria con mattoni in vetro. ©Augustin Dupuid

Progetti e disegni a confronto

Efficaci planimetrie, sezioni e prospetti illustrano innovativi progetti d’abitazione, ordinati cronologicamente nel volume, ideato da Orsina Pierini (Politecnico di Milano), che ha invitato all’iniziativa la Espegel (Universidad Politécnica di Madrid), van Gameren (Delft University of Technology) e Swenarton (University of Liverpool).Il libro rivolge attenzione alla relazione tra pubblico e privato, urbano e domestico, città e abitazione, con una selezione che include idee di città e identifica invarianti, rispetto a diversi modi di relazionarsi e creare collettività, aggregazione di abitazioni in quartieri, in isolati urbani, o dispersione di case sul territorio.

Documentano gli 87 progetti (sia esempi noti, che novità) 700 disegni preparati appositamente e standardizzati per consentire confronti a tre scale diverse: 1:10000 per la posizione nella città, 1:1000 o 1:500 per la definizione del complesso e 1:250 per la descrizione dei tipi.

I saggi degli autori esplorano temi di edilizia abitativa: la città europea, gli strumenti per la progettazione; i riferimenti a tradizione e innovazione; la condizione liminale dello spazio architettonico riguardo a sostenibilità sociale, materiale e urbana; la strada e i modelli di edilizia residenziale urbana.

Housing atlas. Europe 20th century

■ Orsina Simona Pierini, Carmen Espegel, Dick van Gameren and Mark Swenarton

Lund Humphries Publishers Ltd (Londra), 2023 Pp. 384, € 81,20

Architettura economica

I due architetti a cui il volume è dedicato, con foto di Marco Introini e Paolo Rosselli, si sono laureati al Politecnico di Milano; poi la Mainardi ha insegnato all’Accademia di Mendrisio; Caruso è stato direttore di “Archi”, organo della Società Ingegneri e Architetti Svizzeri (SIA).

Nei saggi di presentazione dei ventuno insediamenti illustrati, realizzati tra il 1985 e il 2021 (due sono progetti di concorso), Gubler afferma che il libro “vuole rilanciare il dibattito sull’alloggio economico”, a cui molto gli autori si sono dedicati; Ortelli, nell’intervista, riporta i criteri con cui sono stati concepiti i progetti della residenza raccolti; Consonni sottolinea la rilevanza storica dei progetti, che testimoniano gli sforzi compiuti dagli Enti locali attuatori, dal movimento cooperativo e da una parte delle imprese edili, “per contrastare la tendenza al disfacimento degli insediamenti e per affermare un ruolo dell’intervento pubblico sul tema della casa”. Di ciascuna architettura viene evidenziata la qualità dell’inserimento territoriale, la chiara definizione tipologica, planimetrica e distributiva, l’apprezzabilità delle morfologie architettoniche adottate e la loro significatività e riconoscibilità, nei contesti periurbani in cui si inseriscono.

Disegno arte architettura

Ilario Fioravanti (1922 – 2012), architetto professionista, pittore, insegnante, incisore e scultore, ha progettato di tutto. Il volume, promosso dal Comune di Cesena, nell’ambito di una ricerca dell’Università di Bologna – sede di Cesena (a cui gli autori fanno riferimento), finalizzata a una recente mostra, propone itinerari tra architetture e opere d’arte in Emilia Romagna.

Comprende foto inedite, disegni originali, selezionati tra gli oltre 500 progetti riordinati e catalogati da Giovanna Caniatti, per la Soprintendenza archivistica e bibliografica; da Trentin e Solomita per l’Università.

Tra gli scritti (di autori vari) c’è una conversazione con Vittorino Andreoli; saggi sulla formazione fiorentina; sul tema del monumento e dell’arte pubblica; sull’opera “Il compianto”; sull’attività scultorea; sulla dimensione urbana e paesaggistica delle architetture; sulla forma dell’archivio.

La schedatura e mappatura riguarda una selezione di opere d’arte su suolo pubblico e, a Cesena: il quartiere Vigne “INA-Casa”; la casa studio in via Uberti; il Palazzo Almerici; la palazzina residenziale in via Madonna delle Rose; il monastero dello Spirito Santo; a Mercato Saraceno: il grande mercato coperto (non realizzato).

Paesaggio e cura dei luoghi

Il Premio promosso dal 1990 dalla Fondazione Benetton Studi e ricerche è un progetto dedicato a luoghi particolarmente densi di natura, memoria e invenzione, che vuole contribuire a elevare e diffondere la cultura del paesaggio e della cura dei luoghi. La trentatreesima edizione è stata dedicata a uno spazio di San Ángel, Città del Messico, dove nel Novecento si sono sviluppati nuovi quartieri, con la Città Universitaria, delimitata da una grande opera d’arte collettiva che emerge da una vasta superficie lavica: un anello dentato di 120 metri di diametro, composto da 64 prismi in cemento, che circoscrive un brano di suolo lavico.

Voluto dall’Università nel 1979, esprime, nel cuore della Riserva Ecologica del Pedregal, il valore del Xitle, un paesaggio di pietra, ricco di una natura vegetale e animale varia e preziosa in termini ecologici e storici, forgiato da un’eruzione vulcanica circa duemila anni fa. Il volume (in italiano, spagnolo e inglese) riporta i contributi di oltre venti autori, per lo più messicani e racconta, dal punto di vista di discipline differenti, paesaggio, architettura, arte, ecologia, archeologia, geologia, biologia, botanica, con belle foto di diversi fotografi contemporanei e dei primi del Novecento.

Caruso Mainardi Architetti. Abitazioni

■ con scritti di Giancarlo Consonni, Jacques Gubler, Luca Ortelli

Electa (Milano), 2023

Pagine 144, 35 euro

Ilario Fioravanti. Architettura come Arte

■ a cura di Stefania Rössl, Ulisse Tramonti, Annalisa Trentin Sagep Editori (Genova), 2024 Pp. 352 - € 40,00

L’Espacio Escultórico nel Pedregal de San Ángel, Città del Messico. Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino XXXIII edizione, 2023-2024

■ a cura di Patrizia Boschiero e Luigi Latini

Fondazione Benetton Studi Ricerche –Antiga (Treviso), 2024

Pagine 300, € 25

Direttore responsabile/Editor in Chief

Andrea Serri aserri@confindustriaceramica.it telefono 0536.818280

Direzione editoriale/Editorial Direction

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Redazione/Editorial O ffice: Livia Randaccio (responsabile) Livia@vgambinoeditore.it tel. 02 47761275

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Comitato scientifico/ Scientific Advisory Board

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Comitato direttivo/Managing Board

Luigi Di Carlantonio, Vincenzo Briziarelli, Mario Cunial, Roberto Danesi

Coordinamento stampa, grafica e impaginazione/Printing Coordination, Graphic & Editing

Raffaella Sesia

Hanno collaborato a questo fascicolo/ Contributors to This Edition

Alberto Ferraresi (curatore Architettura), Adolfo F. L. Baratta, Marco Buttieri, Elisa Di Giuseppe, Marco D’Orazio, Costanzo Di Perna, Giulia Favaretto, Benedetta Ferrari, Ercole Finocchetti, Francesco Fulvi Roberto Gamba, Caterina Gargari, Giacomo Garzotti, Arianna Latini, Monica Lavagna, Francesca Maioli, Massimo Mariani, Giada Remia, Riccardo Stermieri, Pasqualino Solomita, Chiara Testoni, Alessia Zampini

Abbonamenti/Subscriptions

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Costruire in laterizio per la sostenibilità ambientale

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Strategie ESG per un’edilizia sostenibile

L’attenzione di Wienerberger per l’Ambiente ruota attorno a tre importanti pilastri: biodiversità, decarbonizzazione ed economia circolare. L’obiettivo è quello di fornire, da un lato, soluzioni innovative dall’elevata durabilità che permettano di realizzare edifici energeticamente efficienti e, dall’altro, quello di ottimizzare le proprie attività produttive con un processo di costante miglioramento

Le soluzioni in laterizio Wienerberger sono conformi ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) grazie alla Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD), redatta a partire da un’analisi del ciclo di vita (LCA) dei processi produttivi.

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