Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE / TN - Virginia Gambino Editore - Viale Monte Ceneri 60 - Milano
Numero 11 - MARZO 2019
Manuele Avanzolini
Pile
Tutte le novitĂ 2019 annunciate in assemblea
Tetto I segreti delle coperture svelati da un tecnico
edizione
EXPOTORRE UN EVENTO UNICO 4 SETTORI MERCEOLOGICI
Giunto alla sua 10° edizione Expotorre un evento unico, dedicato al professionista ed al grande pubblico, alla casa, all’azienda, all’agricoltura, all’industria, all’idraulica, al riscaldamento, all’isolamento, alle energie alternative, all’ecologia, al tetto, al clima, alle fontane, alle piscine, al recupero acqua, ai materiali per l’edilizia. Oltre 250 espositori, 15.000 mq di superficie espositiva per un evento straordinario, che presenta soluzioni uniche nel loro genere per i 4 settori merceologici che vi permetterà di scoprire le ultime novità, acquisire crediti formativi, partecipare a corsi di aggiornamento e formazione, workshop e laboratori. ORARI: Venerdì dalle 10.00 alle 20.00 Sabato dalle 10.00 alle 20.00 Domenica dalle 10.00 alle 18.00
numero verde
800-577385
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Progetto Architettonico / Matteo Thun & Partners Cliente / Davines Luogo / Parma - Italia
IL RIVESTIMENTO A SERVIZIO DELL’ARCHITETTURA www.zintek.it
Il laminato zintek®, oltre a rispondere a esigenze funzionali di durabilità, riciclabilità e basso impatto ambientale, è un materiale versatile che dà forma anche alle complesse geometrie dell’architettura contemporanea. Nella nuova sede di Davines, il Davines Village, Zintek ha avuto un ruolo importante nella realizzazione dei caratteri fondamentali dell’intervento, condividendo con i progettisti il proprio “know-how” già nelle prime fasi di sviluppo del progetto architettonico, sviluppando gli elaborati grafici costruttivi, realizzando le sottostrutture e posando il rivestimento in laminato zinco-titanio zintek®.
ISOLANTI IN LANA DI ROCCIA E LANA DI VETRO
ISOLANTI PER OGNI SOLUZIONE
Anno 4 - Numero 11 - marzo 2019
Forniamo una gamma completa di isolanti naturali in lana di roccia ed in lana di vetro per l’isolamento termico, acustico e la protezione al fuoco.
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Bibbiano . Reggio Emilia Brescia Trebaseleghe . Padova
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Periodicità / Frequency of publication trimestrale - 4 numeri /anno Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% NE / TN Registrazione / Registration: N. 222 del 10-04-2001 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti.
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editoriale
ECONOMIA DIFFICILE, FORMAZIONE NECESSARIA
A
ssegnato agli archivi il primo trimestre dell’anno, ne restano ancora altri tre per capire se il 2019 sarà un annus horribilis oppure saremo riusciti a sfangarla dignitosamente. Al momento la realtà ci propone due notizie contrastanti. La prima, poco piacevole, riguarda le previsioni di tutti i maggiori istituti riguardo la nostra economia. C’è chi è più pessimista, come l’Ocse, che prevede recessione con un Pil a -0,2% e chi è meno gufo, come la Ue che stima una striminzita crescita dello 0,2%. Non cambia molto. Il governo, però, è più ottimista e vede nei provvedimenti proposti la chiave per invertire la rotta. Un governo pessimista non si è mai visto, ma chissà che il miracolo non possa avvenire. Speriamo. E per la lattoneria? In gran parte la nostra attività è legata all’edilizia. Un settore che lo scorso anno ha visto una debole ripresa, che sembrava preludere a un rilancio, seppure modesto. Il 2019, però, ha visto una nuova gelata, a dispetto del clima mite. Basteranno le modifiche annunciate ai bonus casa per rimettere in sesto l’edilizia? Il famoso sblocco delle opere pubbliche si tradurrà, davvero, in cantieri all’opera? Sono domande alle quali non saprebbe rispondere nemmeno un premio Nobel. Ma proprio l’incertezza offre una certezza: è proprio quando la strada diventa più difficile che è necessario avere gli strumenti necessari per affrontarla. Strumenti professionali, innanzitutto, come quelli che Pile, la nostra associazione, ha deciso di mettere a disposizione della categoria. Quest’anno, lo potete leggere nelle pagine successive, sarà un momento cruciale per la qualificazione professionale. Un’occasione formativa che vuole essere anche una selezione capace di garantire le capacità di chi opera come lattoniere. Per essere pronti quando sull’economia tornerà il sereno.
Fabio Montagnoli
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sommario
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marzo 2019
5 Editoriale Economia difficile, formazione necessaria 7 GLI ASSOCIATI PILE
Le iniziative (e le novità) di Pile per il 2019
ASSOCIAZIONE 10 Assemblea Pile Tutte le novità per il 2019
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STORIA DI COPERTINA 14 Rivit Non solo rivetti perfetti
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ATTUALITÀ 18 Alpemac Porte aperte ai lattonieri 26 Edilizia C’è un mondo sotto il tetto 38 Legge fallimentare Le nuove regole per chi non ce la fa 42 Droni Come salire al volo sotto il cielo SPECIALE LAMIERE GRECATE 46 Sandrini Metalli Una pennellata di colore in più 50 Linee vita Tanta sicurezza in pochi centimetri 54 Gruppo Ielapi Ne facciamo di tutti i colori
Il tetto visto da vicino: ecco i dettagli della copertura
IL CANTIERE DEL MESE 52 Alubel Il magazzino è tricolore IMPRESE 58 Gruppo Bergonzini Sfida senza confini a tutto campo 62 Zintek Questo ufficio è da vivere
46 - Marzo 2019
Le lamiere grecate sotto la lente
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Dal 1934... proteggiamo le vostre abitazioni
BONIFICHE AMIANTO - COPERTURE RESIDENZIALI E INDUSTRIALI - LATTONERIE - SISTEMI ANTICADUTA IMPIANTI FOTOVOLTAICI - CAPPOTTI TERMICI - ESTRATTORI PER RICICLO ARIA FACCIATE VENTILATE CIVILI E INDUSTRIALI - FRANGISOLE SERRAMENTI - PORTE - PARQUET PAVIMENTI GALLEGGIANTI PER ESTERNI - PARAPETTI E PENSILINE IN CRISTALLO Azienda certificata ISO 9001:2008 cert. n° AJAEU/09/11809 - Attestazioni SOA Cat OG1 cl III Cat 0S33 cl II Iscrizione Albo Gestori Ambientali N° MI004843 - Categoria 10A classe D e Categoria 5F
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21010 Arsago Seprio (VA) • Via S. Pertini, 10 (Zona Industriale) • Tel. 0331.768951 - Fax 0331.076287 info@montagnolirino.it - www.montagnolirino.it
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Associazione Nazionale tra Produttori e Installatori Lattoneria Edile CONSIGLIO DIRETTIVO 2018-2021
Costituita nel 1993, l’Associazione P.I.L.E. riunisce i principali Produttori e Installatori di Lattoneria Edile con lo scopo di diffondere la conoscenza dello stato dell’arte del settore. L’Associazione è unica a livello nazionale e costituisce il punto di riferimento dei prescrittori, delle imprese, degli operatori e degli applicatori. L’Associazione collabora con l’UNI, l’Ente di Unificazione Nazionale, partecipando alle riunioni per la stesura delle norme che riguardano il settore della lattoneria pluviale, delle coperture discontinue, dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche. È presente alle principali manifestazioni fieristiche nazionali dell’edilizia. Dà impulso a studi, ricerche di mercato ed organizza corsi di formazione professionale mirati a favorire l’innalzamento della professionalità e dello sviluppo tecnologico, manageriale e gestionale degli associati. In collaborazione con Gambino Editore dal 2016 pubblica la rivista specializzata del settore “LATTONERIA”.
Presidente Fabio Montagnoli Vicepresidente Nicola Tresoldi Segretario e tesoriere Palmiro Bartoli Consiglio direttivo Palmiro Bartoli Paolo Valmori Giordano Mazzonetto Nicola Tresoldi
Le pubblicazioni P.I.L.E. LATTONERIA Per le imprese di lattoneria, i coperturisti e i tecnici specializzati Lattoneria, dal 2016 edita da Virginia Gambino Editore, si rivolge alle imprese di lattoneria, ai coperturisti e ai tecnici, anche progettisti, che operano in questo specifico settore. Vengono presentate realizzazioni significative e descrizioni tecnico-prestazionali dei materiali e dei prodotti innovativi. Grande attenzione per la normativa, la sicurezza e per i dettagli costruttivi. Particolare cura viene dedicata agli aspetti applicativi, alle attrezzature, alle macchine per la preparazione e la posa dei diversi manufatti. È organo ufficiale del P.I.L.E. (Produttori Installatori Lattoneria Edile).
MANUALE DI PROGETTAZIONE E POSA È l’unico manuale completo che affronta tutti gli aspetti di progettazione ed esecuzione delle coperture metalliche e dei sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche. Uno strumento di lavoro pratico con soluzioni, materiali e suggerimenti illustrati attraverso oltre duecento disegni di dettaglio, trecento immagini e cinquanta tabelle. 210 pagine a colori, formato 20x28cm
VOCI DI CAPITOLATO Una raccolta organica e precisa di tutte le Voci di Capitolato per l’esecuzione delle opere di lattoneria metallica e copertura a falde. Oltre duecentocinquanta voci suddivise in trentotto capitoli vengono descritte e illustrate attraverso disegni e particolari costruttivi. 136 pagine a colori, formato 20x28cm
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TERMICA DELLE COPERTURE METALLICHE Il volume è dedicato alle coperture e ai pacchetti di isolamento termico. Tredici soluzioni con quattro diversi tipi di isolante con una descrizione degli strati e soprattutto con il calcolo dei valori di trasmittanza termica e del potere fono isolante. 72 pagine a colori, formato 20x28cm
Associati
Diamo il benvenuto ai nuovi soci: • F.B. LATTONERIE • SISTEMA MONTAGGI
2019 2019
2. MONTAGNOLI RINO Via Sandro Pertini 10, Arsago Seprio (VA) Telefono: 0331-768951- Fax: 0331-076287 info@montagnolirino.it- www.montagnolirino.it 3. TEGOMONT Via Novara 14, Arsago Seprio (VA) Telefono: 0331-769316 - Fax: 0331-767121 Email: info@tegomont.com- www.tegomont.com 4. BELLEA RAMON LATTONERIA Via S.Vittore 5, 21010 Arsago Seprio (VA) Telefono e Fax 0331-767259 lattoneriabellea@libero.it 5. CEM GROUP s.r.l. Via Newton, 10, 20019 Settimo Milanese (MI) tel 02/335 91 272 - fax 02/335 90 417 www.cemelevatori.it-info@cemelevatori.it 6. GE.SA Group Srl Via Emilia 27, Buccinasco (MI) Telefono: 02 45701420- Fax: 02 45700259 info@gesa-group.it- www.gesa-group.it 7. PLUVITECNICA Via dei Curti, 1066, Urgnano (BG) Telefono: 0358-93130- Fax: 0358-93040 info@pluvitecnica.com- www.pluvitecnica.com 8. ALPEMAC SRL Via Campagna Sopra 20/E, Lonato Del Garda (BS) Telefono: 030 2061781 - Fax. 030 2061782 info@alpemac.it - www.alpemac.it
LOMBARDIA
36. DMG Via dei Pastai sn, Zona Industriale “scerne” Pineto (TE) Telefono: 085-936133 • 347-0937887 • 388-0506122 Fax: 085-936133 info@komy.it - www.komy.it
1. IDROCENTRO Via Giolitti 92, Torre San Giorgio (CN) Telefono: 0172-9121 - Fax: 0172-96075 info@idrocentro.com - www.idrocentro.com
PIEMONTE
29. TECNO RAME Via dei Pecchi 111, Viareggio (LU) Telefono: 0584-1660269 - Fax: 0584-1660270 info@tecnorame.it - www.tecnorame.it 30. ASSIMP ITALIA Via Micali 22, Livorno (LI) Telefono: 0586-850797 / 345-6606691 info@assimpitalia.it - www.assimpitalia.it 31. REGO Srl Via Impruneta, 34 - 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Telefono: 0571 417189 - Fax: 0571 403111 mailto:info@rego.it www.rego.it - www.parapetti.it
TOSCANA 37. LAMECOP DI COPPOLA MARCO & C.
Via Orsa Maggiore 1, Fonte Nuova (RM) Telefono: 0690-530135 - Fax: 0690-532423 info@lamecop.it - www.lamecop.it 38. BIANCHI ELIO Via Casilina, 2008, Monte Compatri (RM) Telefono: 06-9476105 - Fax: 06-9476564 info@bianchielio.it - www.bianchielio.it
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41. PROFILTEK Zona Industriale, Tito (PZ) Telefono: 0971-485178 - Fax: 0971-629157 commerciale@profilteksrl.com www.profilteksrl.com 42. LATTONERIA SASANIELLO Via dell’Artigianato 24, Matera (MT) Telefono: 0835-261464 - Fax: 0835-261464 info@sasaniello.it - www.sasaniello.it 43. LATTONERIA FUMAGALLI MAURILIO Lagonegro, Province of Potenza, Italy Telefono: 0973-22175 / 347-1128977 Fax: 0973-22175 fumagallimaurilio@yahoo.it www.lattoneriafumagalli.com
BASILICATA
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UMBRIA
LAZIO 47. HELPROOF Contrada Concistocchi sn, Rende (CS) Telefono: 0984-1806547 / 347-7695437 Fax: 0968-209829 info@helproofsrl.com - www.helproofsrl.com 48. METALTRADE ITALIA S.R.L. Via Crati, 81 - 87036 Rende (CS) Telefono: 0984-838428 / 0984-1806794/5/6 Fax: 0984-1801794 commerciale@metaltradeitalia.com www.metaltradeitalia.com 49. SUPERGRONDA C.da Cutra Snc - 87010 Torano Scalo (CS) Telefono: 0984 506099 - Fax:0984 506006 info@supergronda.com www.supergronda.com 50. ISAL Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Telefono: 0968-209362 - Fax: 0968-209847 isal@ielapigroup.it - www.isalsrl.it 51. EUROPROFIL Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Telefono: 0968-209155 - Fax: 0968-209829 europrofil@ielapigroup.it - www.ielapigroup.it
ABRUZZO E MOLISE
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39. LATTONERIA F.LLI SILVESTRE Zona ASI loc. Pascarola, Caivano (NA) Telefono: 081-8359389 - Fax: 081-8360414 info@lattoneriasilvestre.it - www.grupposilvestre.com 40. CILENTO GRONDE Via Nazionale Ex. S.S. 18, c/da Tre Archi-Fraz. Vallo Scalo (SA) Telefono: 0974-715076 - Fax: 0974-715076 info@cilentogronde.com - www.cilentogronde.com
CAMPANIA
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9. SCHATZER ALOIS Via Julius Durst str. 20, Bressanone (BZ) Telefono: 0472-835612 - Fax: 0472-838 242 info@schatzer-alois.it - www.schatzer-alois.it 10. PREFA ITALIA SRL Via Negrelli 23, 39100 Bolzano (BZ) Telefono: 0471-068680 - Fax: 0471-068690 office.it@prefa.com - www.prefa.com 11. ALPEWA Via Negrelli 23, 39100 Bolzano (BZ) Telefono: 0471-065252 - Fax: 0471-065253 info@alpewa.it - www.alpewa.it 12. H. THERM ITALIA SAS Via Montini 2, 37014 Castelnuovo del Garda (VR) Telefono: 045-6450747 - Fax: 045-6450747 info@hthermitalia.com - www.hthermitalia.com 13. MAZZONETTO SPA Via Maestro Antonio Ceccon, 10, Loreggia, (PD) Italy Telefono: 049-9322611 - Fax: 049-9322650 mazzonetto@mazzonettometalli.it - www.mazzonettometalli.it 14. SELENA ITALIA Via G.Battista Ricci 6, 35131 Padova (PD) Tel: 049-767336 - Fax: 049-8843332 servizio.clienti@selena.com - www.tytan-italia.it 15. NUOVA 3L SRL Via Prima Strada 6, 30030 Galta di Vigonovo (VE) Tel: 049-9831800 - Fax: 049-9831802 info@nuova3l.com - www.nuova3l.com
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Via delle Industrie 22, 30175 Porto Marghera (VE) Tel: 041 2901866 - Fax: 041 2901834 zintek@zintek.it - www.zintek.it - mrtinsmith.zintek.it 17. TRESOLDI METALLI Via Fanzaghe 108, Pozzonovo (PD) Telefono: 0429-773200 - Fax: 0429-773088 info@tresoldimetalli.it - www.tresoldimetalli.it 18. C.L.C. SRL Via A. Volta 12, 36034 Malo (VI) Telefono: 0445-602577 - Fax: 0445-580120 info@clc-sr.com - www.clc-srl.com
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34. BIAGETTI Via E. Fermi 2, Trecastelli (AN) Telefono: 0717-958296 - Fax: 0717-958296 info@biagettisrl.com - www.biagettisrl.com 35. F.P.L. Via Delle Industrie 2, Casteldardo (AN) Telefono: 071-7211023 - Fax: 0717-211023 info@fpllattoneria.it - www.fpllattoneria.it
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19. ALUBEL Via E.Torricelli 8, Bagnolo In Piano (RE) Telefono: 0522-957511- Fax: 0522-951069 alubel@alubel.it- www.alubel.it 20. SICURPAL Via dei Mestieri 12, 41030 Battaglia (MO) Telefono: (+39) 059 818179 info@sicurpal.it - www.sicurpal.it 21. EDILTEC SRL Via Giardini, 474/M, 41124 Modena (MO) Tel. 059 2916411-Fax 059 344232 info@ediltec.com - www.ediltec.com 22. RIVIT Via Guglielmo Marconi 20, Ozzano dell’Emilia (BO) Telefono: 051-4171111 - Fax: 051-4171159 rivit@rivit.it - www.rivit.it 23. F.B. LATTONERIE Via Niccolò Copernico 3, 44012 Bondeno (FE) Telefono: 0532-898596 info@fblattonerie.it - www.fblattonerie.it 24. SISTEMA MONTAGGI Via Niccolò Copernico 3, 44012 Bondeno (FE) Telefono: 0532-898596 info@sistemamontaggi.it www.sistemamontaggi.it 25. EUROPROFIL S.r.l. Filiale Via Monteorino 7, 48024 Massa Lombarda (RA) Telefono: 0545-81340 europrofil@ielapigroup.it - www.ielapigroup.it 26. ISAL S.r.l. Filiale Via Monteorino 7, Massa Lombarda (RA) Telefono: 0545-81340 isal@ielapigroup.it - www.isalsrl.it 27. TUBOZETA Via Gandhi 12, San Martino in Strada (FC) Telefono: 054385816 - Fax: 054383223 tubozeta@tubozeta.it - www.tubozeta.it 28. TECNOSTAFF Via dell’Artigianato, 21/23, Cusercoli, Civitella di Romagna (FC) Telefono: 0543-989773 - Fax: 0543-989223 info@tecnostaff.com - www.tecnostaff.com
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MARCHE 44. SUD METALLI Strada Torre Tresca 6B, Bari (BA) Telefono: 080-5611956 - Fax: 080-9904820 info@sudmetalli.it - www.sudmetalli.it 45. LATTONERIA DELLA MURGIA Via Iazzitiello C.da Panecuccio, 3 70029 Santeramo in Colle (BA) Telefono: 080-3037940 - Fax: 080-3037940 latt.dellamurgiasrl@libero.it 46. ARTIGIAN GIOVANNI RUSSO Viale dell’Artigianato, ZI, Francavilla Fontana (BR) Telefono: 0831-810844 - Fax: 0831-813620 artigian.grusso@libero.it - www.artigianrusso.com
PUGLIA
Associazione
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Xxx Assemblea Pile
Xxx le novità Tutte XXX IL 2019 PER Xxx
«A
bbiamo messo le basi per la creazione della norma Uni, elemento imprescindibile per il riconoscimento della professione del lattoniere edile. Grazie a Caseitaly abbiamo varcato i confini nazionali attraverso le prime due tappe del progetto, al Fensterbau di Norimberga (Germania) e al Sib di Casablanca (Marocco). E inoltre…». È toccato a Fabio Montagnoli, presidente di Pile, tracciare un bilancio dell’attività dell’associazione e, più in generale, delXxx settore della lattoneria durante l’ultima assemblea nazionale, che si è svolta a Roma nello scorso gennaio. In quell’occasione il presidente dell’associazione dei produttori e installatori di lattoneria edile ha anche anticipato i progetti di breve-medio termine.
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UN ANNO SPECIALE Montagnoli ha anche ricordato ai soci che il 2019 è un anno speciale: l’associazione festeggia 25 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1993. Ma questo non è l’unico motivo: «L’anno appena passato è stato ricco di risultati positivi: con l’assenso dell’assemblea, abbiamo messo le basi per la creazione della norma Uni, elemento imprescindibile per il riconoscimento della professione del lattoniere edile; grazie a Caseitaly, abbiamo varcato i confini nazionali attraverso le prime due tappe del progetto, al Fensterbau di Norimberga (Germania) e al SIB di Casablanca (Marocco). Ultimo, ma non meno importante, il lavoro di formazione con Pilacademy, indispensabile per
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promuovere la qualità nel settore. Queste nostre iniziative sono fondamentali perché ci qualificano come principale punto di riferimento nazionale e internazionale per il comparto», ha spiegato. A sei anni dall’inizio del suo incarico, durato due mandati, Montagnoli ha ringraziato tutti i principali collaboratori di Pile, «senza i quali tutto questo lavoro non sarebbe stato possibile: innanzitutto i nostri soci, le associazioni che collaborano con noi e senza le quali non sarebbe possibile portare avanti i nostri principali progetti, mi riferisco in particolare a Finco e Uni». CASEITALY NON È UN CASO Caseitaly è il format innovativo creato per promuovere l’internazionalizzazione delle eccellenze italiane in ambito dell’involucro edilizio: attraverso la partecipazione a cinque fiere tra le più importanti dell’edilizia, le imprese che scelgono di aderire a questa iniziativa possono cogliere l’opportunità di crescere e incrementare la loro quota di export, con il vantaggio di essere sostenute da una organizzazione solida che si avvale di partnership esperte, come quelle di Finco e Ice (Agenzia statale per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) e anche quella del ministero dello Sviluppo Economico. Le associazioni che costituiscono Caseitaly, oltre a Pile in qualità di rappresentante delle eccellenze italiane per la lattoneria e le coperture, sono Acmi, Anfit, Assites relativamente a chiusure, serramenti e schermature solari.
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La riunione annuale dei soci ha confermato Montagnoli presidente e Tresoldi vice. Ma anche anticipato tante iniziative. A cominciare dal riconoscimento per chi adotterĂ la prassi di riferimento: oro, argento e bronzo
Questo è un anno speciale: l’associazione festeggia 25 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1993
Da sinistra, Mattia e Fabio Montagnoli e Giordano Mazzonetto
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Associazione
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Da sinistra, Mattia e Fabio Montagnoli e Giordano Mazzonetto
Da sinistra, Palmiro Bartoli, Manuele Avanzolini, Mattia Montagnoli e Luca Ielapi
Gianni Schiavon
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Roberto Maran, responsabile formazione Pile
BILANCIO SU CASEITALY L’assemblea di Roma è stata anche l’occasione per un bilancio dei primi due eventi di Caseitaly: in primo luogo, il Fensterbau di Norimberga che si è tenuto dal 21 al 24 marzo del 2018, dove è stato presentato ufficialmente il progetto. Un contesto geografico e di mercato molto interessante, perché Norimberga è un’area con economia in fermento e caratterizzata da una grande richiesta di manodopera. La presenza all’interno del padiglione è stata molto soddisfacente e i visitatori hanno mostrato interesse per un brand legato a doppio filo con il marchio Made in Italy. Per quanto riguarda la seconda tappa, al Sib (Casablanca, dal 21 al 25 novembre 2018), anche questa è stata riportata come un’esperienza positiva, perché sebbene il Marocco rappresenta un mercato completamente diverso dal nostro e per certi aspetti più complesso, racchiude enormi possibilità di sviluppo di business. Tra gli avvenimenti più rilevanti, l’incontro con l’Ordine degli Architetti locale, e la pubblicazione successiva all’evento di un articolo sul giornale di Casablanca, con la presentazione del padiglione Italia e quello Caseitaly in cui sono stati riportati tutti i marchi delle aziende partecipanti. Alcuni soci presenti all’evento hanno confermato come questo progetto abbia una portata positiva: essere presenti a importanti fiere internazionali caratterizzate da una grossa affluenza è un’occasione imperdibile per sondare nuovi mercati e per espandere il proprio lavoro. La tappa successiva è stata quella del Budma (Polonia), che si è svolta a febbraio di quest’anno. E ora seguiranno Costrumat, di Barcellona (Spagna, dal 14 al 17 maggio 2019) per poi chiudere l’anno con Batimat di Parigi (Francia, dal 4 all’8 novembre 2019). Ma non finisce qui, perché sta già bollendo in pentola un’altra iniziativa: continuare l’avventura di Caseitaly anche nel 2020 con la presenza al Big Five 2020 di Dubai in concomitanza con l’Expo Dubai dello stesso anno, all’interno del padiglione Italia. LA LEZIONE DI PILACADEMY Pile, dai tempi della sua fondazione, vuole riunire i principali produttori e installatori di lattoneria edile per promuovere sinergicamente la conoscenza e lo stato dell’arte del settore. In questa direzione si delinea il progetto Pilacademy, con l’obiettivo di diventare la scuola di lattoneria italiana più qualificata. Ma questa iniziativa sottende un importante aspetto, come ha sottolineato più volte Roberto Maran, ingegnere e consigliere incaricato di FincAcademy e principale addetto alla scrittura della Prassi di Riferimento, alla base del progetto: «La chiave è trasformare il mestiere del lattoniere in una professione», ha ricordato.
13 Pilacademy è, dunque, una scuola che progetta e realizza programmi formativi e che certifica le competenze acquisite e possedute nell’ambito della lattoneria edile. Per promuovere e avviare la sua realizzazione, Pile ha costituito un tavolo di lavoro dedicato alla creazione della Prassi di Riferimento, una soluzione di Uni, l’Ente Italiano di Normazione, per definire una prescrizione tecnica proprietaria, che nel tempo potrà evolvere in norma, se questa riesce a provare la validità sul mercato trascorso un periodo di cinque anni. La Prassi di Riferimento, ha sottolineato Maran, «è così importante perché è lo strumento normativo grazie al quale è possibile certificare le competenze acquisite dai partecipanti ai corsi». Il 2018 è stato un anno molto intenso per chi ha lavorato a questo progetto, un team composto da alcuni membri Pile (Maurilio Fumagalli, Fabio e Mattia Montagnoli, Federico Zanin e Gianluca Zenari), da Doriana Cotza della divisione Innovazione di Uni e, come già anticipato, Maran, che è anche fondatore di NextStrategy. I CINQUE PROFILI DEL LATTONIERE Nella Prassi di Riferimento sono delineati anche i profili professionali da certificare, ognuno caratterizzato da diverse competenze: partendo da lattoniere piegatore, installatore (che a sua volta si divide in tre diversi gradi di specializzazione, di cornice, installatore di copertura e di facciata) fino al Mastro lattoniere. Sempre nella prassi sono previsti tre livelli di corsi, in base alla difficoltà dei contenuti e al grado di esperienza necessaria. Attualmente la prassi è alla sua terza stesura, la quarta sarà la penultima in vista della versione definitiva, che si intende ultimare e rendere operativa dalla seconda metà del 2019. Nelle prossime riunioni è stato annunciato che si spiegherà il contenuto specifico dei corsi, proprio perché la creazione della Pilacademy si avvale anche del contributo dei soci Pile. Anche i luoghi della scuola e le docenze sono ancora in fase di discussione.
Uni; Argento per quelle imprese che, oltre ad aver adottato la prassi presentano anche un lattoniere dipendente certificato. Infine, la certificazione Oro se almeno la metà dei dipendenti è certificata, oltre naturalmente all’adozione della prassi. PRESIDENTE E CONSIGLIO DIRETTIVO Durante l’assemblea si sono svolte anche le votazioni per il rinnovo del Consiglio direttivo e della figura del presidente dell’associazione per il triennio 2019- 2021. Fabio Montagnoli è stato confermato alla presidenza e Nicola Tresoldi al ruolo di vicepresidente. Il consiglio direttivo invece è composto da Paolo Valmori, Palmiro Bartoli, Giordano Mazzonetto e Nicola Tresoldi. Durante l’approvazione del bilancio preventivo per il 2019 la maggioranza dei soci ha votato a favore di un aumento del 10% della quota associativa rispetto al suo attuale valore. Valentina Anghinoni
CERTIFICAZIONI PER IL PROFESSIONISTA Un altro aspetto fondamentale della certificazione è che essa si rivolge sia al singolo lattoniere che desidera qualificarsi professionalmente, sia all’azienda di lattoneria, con una distinzione. Il lattoniere professionista sarà certificato da un ente terzo preposto, mentre l’azienda di lattoneria che desidera anch’essa distinguersi qualitativamente, potrà ricevere l’attestato di certificazione delle competenze da Pile, previsto su tre differenti livelli: Bronzo per quelle aziende che scelgono di adottare la Prassi di Riferimento, e dunque di offrire un servizio conforme ai contenuti stabiliti insieme a
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Da sinistra, Luca Ielapi, Fabio Montagnoli, Giordano Mazzonetto, Paolo Valmori, Palmiro Bartoli
Il consiglio direttivo è composto da Paolo Valmori, Palmiro Bartoli, Giordano Mazzonetto e Nicola Tresoldi
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Rivit
Non solo
RIVETTI PERFETTI
Al Made l’azienda guidata da Manuele Avanzolini ha presentato la sua ampia gamma di prodotti. Che comprende anche utensili manuali, profilatrici e le centinatrici di ultima generazione firmate Dimos. Con cui l’azienda emiliana ha rinnovato l’accordo per il settore dell’aggraffatura
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Manuele Avanzolini
ivit è conosciuta come una delle aziende leader nella produzione e distribuzione di sistemi per il fissaggio e utensili per l’assemblaggio e la lavorazione della lamiera. È apprezzata in tutta Italia grazie a una rete vendita professionale e rivenditori piegatori, mentre all’estero è presente in più di 60 Paesi tramite distributori esclusivi e 2 sedi dirette: Rivit India e Rivit Marocco, controllate al 100% da Rivit Italia. Nata nel 1973, in oltre 45 anni di esperienza ha sviluppato una divisione edilizia che propone soluzioni di fissaggio (rivetti, tasselli, ancoranti chimici, viti per coperture, viti in acciaio e inox, cappellotti, staffe fermaneve), utensili
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HP18K punzonatrice
N1R 05852
SC3R pinza
Cesoia M2006
manuali (rivettatrici, cesoie, pinze piegatrici stringitubo, bicchieratrici, scantonatrici) e macchine per la deformazione della lamiera e per l’aggraffatura (piegatrici, calandre, centinatrici, aggraffatrici, profilatrici, punzonatrici). LE NOVITÀ DAL MADE «La nostra gamma di prodotti è stata presentata al Made Expo, dove abbiamo proposto sia i fissaggi, che sono il nostro punto di forza, sia le novità che Rivit introduce ogni anno per soddisfare le diverse esigenze di lavoro», spiega Manuele Avanzolini, amministratore delegato dell’azienda. «La gamma dei fissaggi Rivit raggruppa rivetti, tasselli e viti colorate, disponibili in diverse colorazioni, per le applicazioni che necessitano di un fissaggio esteticamente apprezzabile. Di recente è stata aggiunta la finitura Corten, molto richiesta nel settore delle coperture». In più, al Made Rivit ha rinnovato la collaborazione con Dimos, di cui è distributore in Italia, per assicurarsi un partner di prestigio nel settore dell’aggraffatura: in fiera sono state presentate le profilatrici e le centinatrici di nuova generazione. IL PEZZO FORTE I rivetti a strappo sono sistemi di fissaggio che permettono di realizzare giunzioni rapide e alla cieca, operando quindi da un solo lato. A testa tonda, svasata o larga, vengono prodotti e distribuiti in diverse lunghezze e diametri, oltre che in differenti materiali, come alluminio, acciaio zincato, rame, acciaio inox e cupronichel. I rivetti possono essere realizzati nei colori della scala Ral per essere applicati a vista sulle superfici verniciate e garantire un ottimo risultato este-
tico. I rivetti in rame, per esempio, sono ideali per il settore edilizio: possono avere il chiodo in ferro, in ottone o in bronzo e sono indicati come soluzione ottimale per il fissaggio su rame. DAL TASSELLO ALLE VITI I tasselli a martello per il fissaggio di scossaline e bandinelle offrono il notevole vantaggio di poter essere applicati direttamente, con una sola operazione, subito dopo aver eseguito la foratura. Tutte le tipologie sono disponibili in varie colorazioni. Tx offre, rispetto ai tasselli standard, una maggior larghezza della testa, di diametro 14 mm, che permette di ricoprire completamente la testa del tassello, oppure una versione con rondella modello Rrx in rame, Tdm o inox. Mentre la serie Rvx monta una rondella vulcanizzata, che rende il fissaggio a prova di infiltrazioni d’acqua. Tutti assemblati con tassello diametro 6.0. Le viti Vvx sono composte invece da una vite inox con rondella sottotesta in inox e guarnizione in Epdm. Sono adatte a lavori di lattoneria, fissaggio scossaline, rivestimenti in legno e anche in cemento, utilizzando tasselli dal diametro 6.0. In diverse colorazioni, come testa di moro, bianco grigio, verde muschio, rosso siena e molte altre finiture. UTENSILI MANUALI Di utensili manuali, Rivit propone la linea Malco, tra cui la pinza stringitubo Sc3r a tre denti, che è progettata per stringere le parti terminali dei tubi di rame in modo da poterli inserire in altri tubi. Le pinze piegatrici a doppia leva permettono di piegare, appiattire e raddrizzare il metallo con facilità. Le cesoie M2006 – M2007 a lama panciuta per taglio destro o sinistro hanno
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«La gamma dei fissaggi Rivit raggruppa rivetti, tasselli e viti colorate, disponibili in diverse colorazioni, per le applicazioni che necessitano di un fissaggio esteticamente apprezzabile»
Storia di copertina
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RIV750
Turbo Shear
RIV18
Rivit, nata nel 1973, ha sviluppato tre macro divisioni: industria, edilizia e rivendita
punte levigate che ne permettono l’utilizzo in angoli o fori ciechi e garantiscono una capacità di taglio di 12/10. La punzonatrice Hp18k è un utensile a doppia leva corredato di punzoni di diametro 3,25 mm e 5,0 mm e con spessore di foratura di 15/10 per il rame e 10/10 per l’acciaio inox, mentre la scantonatrice N1r è in grado di intagliare nella lamiera triangoli di circa 30°, in modo da creare quella serie di linguette che, una volta modellate, permettono la giunzione di canali, negli angoli, di testate, bocchette ecc. FASTENERS & TOOLS Tutte le linee di fasteners sono completate dall’offerta di utensili specifici per la loro installazione: le rivettatrici Rivit per rivetti e inserti.
Centinatrice Dimos
Tra le novità c’è Riv18 la rivettatrice manuale per rivetti fino al 4.8, l’ideale per fissare in modo rapido la lamiera. Dotata di 4 testine regolabili per rivetti di diametro 2.4, 3.0/3.2, 4.0, 4.8 (4.8 solo alluminio). Le rivettatrici a batteria Riv750 e Riv760, invece, uniscono la qualità del lavoro alla libertà di movimento: grazie alla praticità delle batterie al Litio assicurano una maggior autonomia rispetto a quelle tradizionali, a parità di potenza. Le cesoie per trapano Turbo Shear sono sinonimo di tagli veloci e puliti su tutte le superfici, mentre il modello classico Tshd Malco è pensato per il taglio della lamiera, con una testa leggera che permette un facile controllo, anche con una sola mano, e una capacità di taglio acciaio fino a uno spessore massimo di 12/10.
Profilatrice Dimos
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Piegatrice Supermax
OLTRE LA TRADIZIONE Nel settore delle coperture Rivit propone da tempo macchine e attrezzature per il sistema dell’aggraffatura, un approccio di lavoro diverso dalla tradizionale posatura, basato sulla piegatura della lamiera senza l’utilizzo di fissaggi a vista. L’aggraffatura si ottiene sovrapponendo prima i due lembi di lamiera da unire, che si ripiegano insieme due volte su sé stessi ottenendo un’unione stabile e duratura. In pratica, si tratta di una bordatura ripiegata su sé stessa dei due lati da unire. L’innovativa serie di macchine di profilatura e curvatura Dimos (con cui Rivit ha rinnovato la collaborazione al Made Expo), è progettata per tutti i tipi di metallo (alluminio, zincato, acciaio) e dotata di regolazione auto-
Aggraffatrice da trapano
Piegtrice RVX200
matica che consente l’utilizzo senza utensili. Le profilatrici Dipro permettono di realizzare il profilo 1 e per la loro compattezza sono ideali per l’uso in cantiere, mentre la centinatrice produce lamiere da piane a curve, ed è in grado di assottigliare le lamiere in poche operazioni. La nuova aggraffatrice universale Rivit per trapano, invece, è in grado di eseguire la doppia aggraffatura, chiudendo il profilo in due passaggi. Con la possibilità di aggraffare anche coperture centinate con ampio raggio. MANUALE E MECCANICA Le pinze piegatrici permettono di ripiegare con facilità e in maniera solida sui profili a U i profili a L, o i nastri preprofilati. Anche se i pannelli vengono fissati con graffette, siano esse fisse o scorrevoli, sulla superficie della lamiera non si notano impronte o ammaccature. La linea Draco propone diversi modelli, per aggraffature ad angolo o verticali/orizzontali. Per deformare la lamiera, invece, Rivit possiede un’ampia gamma di piegatrici: la Rvx200 ha la caratteristica di essere aperta sul retro, permettendo all’utilizzatore di piegare lamiere più profonde e in forme più complesse, fino a un massimo di spessore 8/10, con piega massima di 2 metri. Il modello Supermax della Tapco è progettato con rivoluzionario sistema di sostegno, realizzato con alluminio indurito e acciaio rinforzato che aumenta la capacità di piegatura senza l’unione dei materiali. I modelli permettono una larghezza della piega di 3,2 metri, 3,8 metri e 4,4 metri. Rivit vi aspetta alla fiera Lamiera a Milano dal 15 al 18 maggio presso il Pad. 18 - Stand F10 per vedere e provare tutte le novità. Giacomo Casarin
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Attualità
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Alpemac
Porte aperte
AI LATTONIERI È tornata l’Open House dell’azienda di Lonato, che ha aperto i battenti per far entrare il meglio della lattoneria attuale e non solo. Perché l’evento che dura ormai da diciotto anni, simile a una fiera, è un punto di riferimento per il settore lattoneria, unico nel suo genere.
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lpemac, nasce nel 2015 ma fonda le sue radici in Alpewa, azienda presente sul mercato della lattoneria dal 1950. La divisione macchine, da sempre coordinata dall’attuale titolare Dieter Niederfriniger si è trasformata in un’azienda leader nel settore macchinari per la lavorazione della lamiera, facendo da ponte tra produttori dell’area tedesca e il mercato Italiano sempre più affamato di tecnologia. L’idea di Dieter ha portato un intenso sviluppo nella vendita di macchinari nel settore industriale, che ben si sposa con la pregressa esperienza nel settore della lattoneria, seguito attualmente da Flavio Baietti. Open House di Alpemac non è solo una vetrina dei prodotti trattati dall’azienda, ma occasione di scambio tra aziende operanti nel settore dell’edilizia che hanno in comu-
ne le necessità del cliente lattoniere. Alpemac ha ospitato in ordine: Fassi Gru, il gruppo Cela, abbigliamento tecnico Snickers, i droni dell’azienda FlyFranciacorta e tanto altro. Grande spazio dedicato ai macchinari usati, mercato in espansione che permette ad Alpemac di superare i confini nazionali proponendo il proprio servizio in tutto il mondo. Alpemac, ritira l’usato, lo ricondiziona e lo re-immette sul mercato, perfettamente funzionante. Grazie alle attività di ricerca e sviluppo (R&S) ed alla collaborazione esclusiva con Triveneta Impianti, Alpemac propone su alcuni dei suoi macchinari un retrofit sostanziale ridando nuova vita alle piegatrici. In occasione dell’open house Alpemac ha presentato una squadra sempre più nutrita di tecnici sui quali non smette di investire. Dario Oro
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«Il settore dell’usato sta crescendo sempre di più in Italia e nel mondo, perché è un’opportunità sia per il cliente sia per la nostra azienda»
La Open House nella sede di Alpemac. Sotto, Flavio Baietti a sinistra e Dieter Niederfriniger a destra
Attualità
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THALMANN A DOPPIA BANDIERA
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Marco Cappello, titolare e managing director Thalmann
Thalmann è un costruttore di macchine di piegatrici a bandiera singole e doppie, dove è leader in tecnologia a livello mondiale. In Italia lavoriamo sia nel settore della lattoneria con il 60% della produzione sia in quello industriale con il 40%. Il sistema a bandiera, differenziandosi dai sistemi tradizionali, offre diversi vantaggi tra i quali il rispetto della natura del materiale, precisione costante e movimentazione automatica. Il risultato di tutto ciò sono pezzi estremamente precisi, esenti da errori con un eccezionale abbattimento dei costi della mano d’opera. Il segreto del successo di Thalmann risiede nell’ascoltare sempre il cliente, investire in nuove idee e reinventarsi senza mai fermarsi. Niente capita per caso o all’improvviso, ci vuole pazienza e soprattutto un impegno costante. Le richieste sempre più particolareggiate dal punto di vista architettonico sia in coperture, ma soprattutto in facciate richiedono tecnologie di piegatura sempre più flessibili veloci e precise. In queste nuove esigenze il metallo è il materiale che più si sposa per leggerezza, lavorabilità, durata e varietà di colori e scarsa manutenzione. Una referenza degna di nota è rappresentata dal tetto metallico dell’aeroporto di Jeddah in Arabia Saudita dove la nostra Thalmann doppia bandiera 10metri è stata inserita in una vera e propria officina mobile ed ha prodotto ininterrottamente i 66.000mq di copertura. Tornando a realtà più piccole, il lattoniere del futuro sarà sempre più un artista che un mero esecutore di idee altrui e noi lo seguiamo nel suo percorso con tecnologie sempre più customizzate. Il mercato italiano va a gonfie vele grazie anche alla presenza costante di un partner come Alpemac.
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SAFAN DARLEY AD ALTA PRECISIONE
Umberto Strappini, manager centro-sud Italia Alpemac
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Alpemac tratta il marchio SafanDarley che si distingue sul mercato per l’alta precisione, la riduzione di oltre il 30% del tempo ciclo, semplicità di programmazione, necessità di scarsa manutenzione, completamente elettrico, risparmio energetico pari al 50%, non utilizza olio, silenzioso. SafanDarley ha numerosi anni di esperienza nella costruzione di pressopiegatrici e vanta la più vasta gamma di modelli a partire dalla 35T da 1250mm di lunghezza utile fino alla 300T con 4080mm di lunghezza di piega. I nuovi sensori laser blu offrono un vantaggio importante rispetto al solito rosso. La luce laser è spesso influenzata dalle condizioni locali. Lo spettro di luce blu dell’E-Bend L Blue è molto più facile da distinguere dalla luce “naturale”, quindi i riflessi non interferiscono con la misurazione. Il sistema risponde alle misure in una fase precedente e consente un lavoro più rapido e più accurato. SafanDarley è l’inventore del sistema integrato di fotocellule ovvero da semplice dispositivo di sicurezza le fotocellule sono diventate parte integrante del ciclo di produzione con l’obiettivo raggiunto di far lavorare l’operatore mediante tre fasi distinte, la più interessante delle quali è quella dove l’operatore può fare a meno del pedale».
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I PANNELLI IN SCHIUMA POLYISO PIR PANELS FOR THERMAL INSULATION
La nostra gamma di pannelli in poliuretano espanso permette di raggiungere importanti traguardi di isolamento termico attraverso molteplici caratteristiche: λD fino a 0,022 W/mK Resistenza alla compressione fino a 200 kPa Reazione al fuoco fino ad Euroclasse B s1 d0 Struttura a celle chiuse che permette scarso assorbimento d’acqua Permeabilità al vapore variabile in funzione del rivestimento Leggerezza e lavorabilità in cantiere Durabilità e limitato impatto ambientale
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Attualità
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EUROMAC, PUNZONATRICI E FLESSIBILITÀ
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Cesare Borghi, responsabile commerciale Euromac Italia
Euromac è un’azienda familiare fondata nel 1986. Abbiamo iniziato a produrre un piccolo numero di macchine particolari, per poi migliorare costantemente il nostro prodotto grazie alla conoscenza di nuove tecnologie, fino ad arrivare al nostro prodotto di punta costituito dalle punzonatrici automatiche per lamiera. Di recente abbiamo prodotto una macchina con utensili speciali, per lavorare le sagome della lamiera grecata. Euromac è un’azienda in netta crescita, che vuole migliorare di giorno in giorno. Partendo da un fatturato consolidato di 30 milioni i nostri progetti per il futuro sono l’ampliamento della sede produttiva che prevede la costruzione di un capannone di 4 mila metri quadri e lo sviluppo di prodotti sempre più tecnologici e performanti.
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UTENSILI MALCO: GARANTITI A VITA
Stefano Mariani, direttore commerciale Europa Malco
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La Malco è un’azienda statunitense che esiste dal 1950 e produce utensili specializzati per la lattoneria. Abbiamo clienti in tutta Europa e da alcuni anni tra i nostri distributori c’è anche Alpemac, con cui abbiamo una collaborazione di successo. Tra i nostri prodotti innovativi ci sono utensili brevettati, come l’accessorio per trapano che sfrutta l’energia dell’utensile per diventare cesoia: costa meno ed è più versatile di uno strumento elettrico tradizionale. In Europa vendiamo una gamma di prodotti selezionati rispetto agli Stati Uniti: sono circa 200 articoli, tutti rigorosamente made in Usa e tutti stoccati in Lussemburgo, da cui spediamo al massimo in 48 ore in tutta Europa, anche per quantitativi minimi. Dulcis in fundo, il livello qualitativo dei prodotti è sempre massimo e per questo sono tutti coperti da una garanzia a vita, con cui il cliente può sostituire l’articolo o farsi rimborsare il valore».
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DISPOSITIVI DI QUALITA’ PER LA SICUREZZA SU COPERTURE IN LAMIERA
•Certiicato secondo le norme UNI EN 795:2012 e UNI 11578:2015 •Certiicato per l’utilizzo no a 4 persone •Soluzione ideale per coperture in lamiera grecata •Piastra con possibilità di ssaggio su greche con interassi diversi •Piastra di altissima qualità in acciaio inox AISI 304 elettrolucidata •Carichi minimi trasmessi alla copertura in caso di caduta
Per più informazioni visita il nostro sito web
www.sicurpal.it
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Attualità
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ELEMATIC: FOCUS SUL FISSAGGIO
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Sandro Scarpari, direttore vendite Elematic
All’Open House 2019 abbiamo presentato prodotti per lattonieri e coperturisti in legno. Il gruppo Itw produce attrezzatura all’avanguardia per quanto riguarda i sistemi a gas, oltre a quelli pneumatici più tradizionali. In questi giorni vogliamo spingere maggiormente sulle attrezzature per il fissaggio delle staffe delle coperture in lamiera e sulle chiodatrici a gas per i tetti in legno. In più, sempre a gas presentiamo un prodotto per il fissaggio della tegola canadese su legno. Siamo grati ad Alpemac di averci concesso l’opportunità di entrare in contatto diretto col cliente finale. Noi nasciamo dal cantiere, infatti le nostre idee nascono dal cantiere e da esso traiamo lo spunto per innovare.»
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TRUMPF CON PANASONIC
Riccardo Boatta, tecnico dimostratore Trumpf
Trumpf presenta all’Open House 2019 elettroutensili manuali per taglio lamiera, elettroutensili per chiusure Pittsburgh per le canalizzazioni, la speciale sega per pannelli sandwitch oltre che articoli per la clinciatura. Panasonic, presenta la nuova gamma di elettroutensili a batteria innovativi (avvitatori, tassellatori, chiavi a impulsi, ecc...) che possiedono caratteristiche di protezione dalla polvere e dall’umidità, fondamentali nel lavoro del lattoniere. Panasonic è attualmente l’unica azienda al mondo a costruire sia la batteria che il corpo macchina, e anche per questo la qualità e le prestazioni sono ai massimi livelli».
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SNICKERS, QUALITÀ DA PROVARE
Antonio Fileccia, agente per la Lombardia Snickers
Snickers produce abbigliamento di altissima qualità per l’artigiano, a cui ci siamo avvicinati grazie all’Open House. L’evento organizzato da Alpemac rappresenta infatti un’occasione per raggiungere e conoscere il cliente direttamente. L’abbigliamento di qualità studiato per un uso intensivo senza tralasciare l’immagine, infatti dà, a chi lo indossa, sia senso di comodità che di professionalità. Nella realtà si possono considerare un vero e proprio strumento di lavoro con un’attenzione particolare per i materiali e la fattura.”
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STUBAI: LA CARICA DEI 700
Peter Resch, sviluppo e vendita prodotti Stubai
Stubai è una ditta austriaca storica per il settore della lattoneria che esiste da circa 120 anni. Produciamo attrezzi manuali, dalle classiche forbici alle pinze con le più svariate forme, che ben si adattano al lavoro artigianale del lattoniere. Il nostro catalogo è ben fornito e conta circa 700 articoli per la lattoneria».
STYLE LIVING DALL’ALTO
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Michele Valloncini, FlyFranciacorta e Style Living
Style Living ha studiato un kit per lattonieri formato da tre batterie e dal drone Dji Spark, che viene alleggerito per rimanere sotto i 300 grammi di peso in modo che risulti inoffensivo e quindi legale, anche per poter essere utilizzato nelle zone abitate. Il lattoniere può così lavorare in completa sicurezza, con un prodotto finale di qualità che presenta una telecamera full hd perfetta per i sopralluoghi».
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Tecnica & edilizia
C’è un mondo
SOTTO IL TETTO La Xxxcopertura si è evoluta in sistema. E per il lattoniere è spesso difficile decidere qual è l’intervento migliore da intraprendere. Per questo conoscere da vicino tecniche e materiali che si trovano all’ultimo piano può essere essenziale. Ecco una breve rassegna
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ra tutti gli elementi costruttivi la copertura è con ogni probabilità quella preposta a subire la quasi totalità delle sollecitazioni esterne e dovrà essere in grado di rispondere positivamente a problematiche relative all’isolamento termico e acustico, all’impermeabilità del manufatto, oltre a dover resistere sotto l’aspetto strutturale e all’aggressione degli agenti atmosferici più severi. La copertura di un edificio, che fino agli anni Cinquanta è stata relegata a fornire una prestazione con la sola funzione di ombrello, deve essere invece rivista e intesa Xxx come un’interessante opportunità di rendere fruibile uno spazio multifunzionale aggiuntivo e distintivo per una costruzione. Una copertura piana, per esempio, oltre a essere progettata per ottemperare le varie richieste normative e legislative, può essere destinata ad altre importanti funzioni.
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CLIMA ED ESTETICA La copertura può essere destinata a giardino, con notevole resa estetica, comfort termico e di regolazione degli eventi meteorici, può contribuire alla limitazione del fabbisogno energetico della costruzione ed essere sede di produzione di energia elettrica grazie agli impianti solari o fotovoltaici e può infine essere adibita a parcheggio o a terrazza e diventare un nuovo spazio dove trascorrere il tempo libero. Affinché questi spazi siano usufruibili nel tempo e siano dotati delle giuste garanzie di durata, si deve assistere a una presa di coscienza da parte di tutti gli attori del processo di edificazione, a partire dai committenti per procedere con i progettisti e finire con i fruitori finali. La complessità e le molteplici declinazioni e destinazioni del sistema tetto, devono essere oggetto di un’approfondita analisi preliminare
27 da parte dei progettisti e una conseguente attenzione sia nella scelta delle tipologie di materiali e delle scelte costruttive, che per le modalità applicative. Le coperture dovranno essere in grado di garantire livelli di qualità adeguati sotto svariati aspetti prestazionali, per non incorrere nelle classiche patologie da infiltrazione che oggi mettono spesso in ginocchio il sistema tetto e l’economia edile nazionale. LE SOLUZIONI TECNICHE Negli ultimi trent’anni di storia dell’edilizia nazionale il panorama relativo ai sistemi di impermeabilizzazione si è enormemente arricchito sotto il profilo delle soluzioni tecniche e dei materiali proposti sul mercato. Alle tradizionali membrane bituminose prefabbricate in rotoli, conosciute dagli anni Sessanta si sono aggiunte molteplici soluzioni tecniche d’intervento con diverse tipologie di materiali e modalità applicative che potremmo così suddividere: • i teli sintetici a base di Pvc (poli vinil cloruro), Tpo (poliolefine), Hdpe (polietilene ad alta densità), Epdm (gomma vulcanizzata) ed Eva (etil vinil acetato); • la bentonite (derivato dell’argilla che si espande naturalmente a contatto con l’acqua e diventa impermeabile); • la poliurea (rivestimento elastomerico nato da una miscela di diisocianato e diammina) e altro; • gli impermeabilizzanti liquidi, bi-componenti a base cementizia o mono-componenti a base di polimeri elastici mescolati a bitume o resine sintetiche, in dispersione acquosa o a solvente. OPPORTUNITÀ E LIMITI Tale fermento produttivo ha arricchito il mercato dell’impermeabilizzazione di opportunità tecnologiche, ma al contempo è stato possibi-
PERCHÉ È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE Il comparto edile nazionale, pungolato da una sempre maggior attenzione e conoscenza degli utenti finali e sospinto dall’avvento di nuove tecnologie, materiali e sistemi costruttivi, è forzatamente orientato a un lento, ma inesorabile bisogno di cambiamento sia sotto il profilo dell’offerta che sotto l’aspetto della gestione del processo produttivo. Edilizia 4.0, Cam e protocolli per la qualificazione ambientale ed energetica, stanno alzando il livello di qualità delle costruzioni richiedendo una sempre maggiore specializzazione e competenza a tutti gli attori della filiera edile, spinti ad acquisire conoscenze trasversali per fornire manufatti edili durevoli e confortevoli. In questo contesto storico anche le coperture dei nostri edifici sono oggetto di nuovo interesse per la loro prerogativa di fornire spazi vivibili senza la necessità di ulteriori superfici e candidandosi di conseguenza a diventare un’importante riserva di spazi finora sfruttata molto marginalmente. In quest’ottica la figura del lattoniere svolge un ruolo baricentro di primaria importanza sia sotto il profilo della funzionalità e della durata delle coperture che sotto l’aspetto della resa estetica, grazie alle molteplici soluzioni per coperture metalliche e accessori di finiture di coperture impermeabilizzate con metodi e materiali tradizionali. Profili di finitura, scossaline, copertine, canali di gronda, pluviali e altro sono elementi speciali fondamentali per una corretta tenuta impermeabile di un tetto e per la sua resa estetica, da cui non si può assolutamente prescindere e per cui è necessaria una maggiore sensibilità da parte dei prescrittori che spesso demandano ad altri la progettazione di questi basilari elementi, incappando negli errori (od orrori) che portano alle conseguenze di seguito rappresentate.
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Attualità
28 le registrare un deciso impoverimento, quasi una dicotomia, in merito alla preparazione e alla competenza degli operatori preposti alla progettazione dei sistemi impermeabili e degli specialisti impegnati nella posa in opera dei materiali, al punto da raggiungere un desolante primato: nel nostro Paese il numero dei contenziosi civili in materia di infiltrazioni d’acqua copre il 60% del totale delle cause in materia di edilizia e l’ammontare dei costi per il ripristino e il risanamento di tali problematiche, ha raggiunto il 30-40% di tutti gli investimenti effettuati in manutenzione degli immobili, toccando livelli di grandezza assimilabili a una legge di Bilancio. MENO OPERATORI Le vicissitudini di mercato annesse al decremento dei volumi d’affari e le altre difficoltà legate alla riscossione dei crediti, hanno portato le varie società specializzate nell’applicazione di sistemi impermeabili verso un periodo di profonda recessione. Con il risultato finale che sul panorama nazionale il numero degli applicatori preparati e affidabili, si è ridotto in maniera sensibile, lasciando il campo libero ad operatori volenterosi, ma privi delle conoscenze e dell’esperienza necessaria per portare a termine una lavorazione che rispetti la regola d’arte, ma sempre pronti a concedere uno sconto per aggiudicarsi il lavoro. Tali premesse, unite alla necessità di praticare prezzi sempre più bassi per aggiudicarsi un lavoro, portano a un risultato che mina gravemente la qualità e la durabilità dell’intervento, sacrificando per necessità o per poca conoscenza, una serie di norme di buona pratica nella determinazione e nella progettazione del sistema tetto.
A destra, i pannelli adibiti a isolamento termico di una copertura, sono dislocati a seguito dell’errato o mancante fissaggio meccanico, causando evidenti problemi sotto l’aspetto della tenuta del manto impermeabile e dell’isolamento termico della copertura stessa.
GLI ERRORI Tale situazione comporta una lunga serie di errori esecutivi immediatamente visibili a un occhio esperto e a una notevole quantità di patologie con «periodi di incubazione» più dilatati nel tempo, che traggono fondamentalmente origine da tre cause che in qualche sfortunatissimo caso agiscono in modo simultaneo: • mancanza di una progettazione o scarsa competenza dei progettisti in materia di coordinamento e controllo delle lavorazioni che vengono svolte in copertura; • scarse conoscenze delle tecniche di posa richiesta da parte di posatori improvvisati e sotto pagati; • scelta di materiali economici indipendentemente dalla necessità dell’intervento e
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dalla destinazione d’uso di una struttura; mancanza di un programma di manutenzione capace di scandire le tempistiche e le modalità di controllo volte all’analisi delle condizioni del manto impermeabile.
Nelle immagini è possibile prendere visione di un fenomeno derivante dagli effetti delle sollecitazioni termiche e meccaniche a cui vengono sottoposti i manti lasciati a vista sulle coperture in casistiche dove è stata eseguita un’errata o incompleta stabilizzazione della stratigrafia
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Rivestimenti per un‘architettura
OLTRE LO STANDARD
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Attualità
30 Una volta determinata la tipologia di materiale impermeabile, risulta di capitale importanza procedere a un’attenta progettazione
GLI EFFETTI NEGATIVI In alcune immagini è possibile prendere visione di un fenomeno derivante dagli effetti delle sollecitazioni termiche e meccaniche a cui vengono sottoposti i manti lasciati a vista sulle coperture in casistiche dove è stata eseguita un’errata o incompleta stabilizzazione della stratigrafia. Per esempio, con i pannelli adibiti a isolamento termico di una copertura dislocati a seguito dell’errato o mancante fissaggio meccanico, causando evidenti problemi sotto l’aspetto della tenuta del manto impermeabile e dell’isolamento termico della copertura stessa.
La mancanza di manutenzione programmata comporta una diminuzione della vita operativa media di un manto impermeabile, indipendentemente dalla tipologia, sintetico, bituminoso, a base di Epdm o altro. Accumulo di sporcizia, vegetazione spontanea e incuria, possono essere cause primarie di infiltrazioni da rottura del manto, oltre che derivanti dall’otturazione parziale o completa degli scarichi. Al fine di valutare compiutamente quali soluzioni adottare per l’impermeabilizzazione di una struttura edile, civile o industriale che sia, è necessa-
Esempio di tetto caldo, con membrana per il controllo del vapore, isolamento termico e doppio strato di membrana bitume-polimero e di tetto freddo, con finitura in ghiaia posata su isolante termico e membrana sintetica
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ria un’approfondita conoscenza delle tipologie di sollecitazioni a cui sono sottoposti i manti di copertura per tutta la durata della loro vita operativa e quale sia la destinazione d’uso dell’elemento oggetto dell’impermeabilizzazione. CONOSCERE I MATERIALI Abbiamo visto prima che le tecnologie e i materiali impermeabilizzanti a disposizione sono molteplici e possono coprire abbondantemente tutte le necessità d’intervento, ognuno con determinate caratteristiche distintive e modalità applicative. Approfondendo la conoscenza dei materiali ed analizzando compiutamente la destinazione d’uso e le caratteristiche dell’intervento, sarà quindi possibile determinare con correttezza quali tecniche siano più confacenti alla risoluzione di un determinato problema applicativo e secondo quali schemi di posa sarà possibile ottenere il massimo risultato. Una volta determinata la tipologia di materiale impermeabile, risulta di capitale importanza procedere a un’attenta progettazione capace di individuare quali siano le sollecitazioni a cui il manto dovrà resistere durante la sua vita operativa, effettuando una serie di valutazioni: • Il supporto su cui verrà applicato il primo strato di membrana; • L’eventuale necessità di uno strato di controllo della migrazione del vapore a tipologia e lo spessore di isolante termico ed i metodi di fissaggio; • La tipologia di manto impermeabile; • La protezione del manto impermeabile; • Sviluppo di eventuali dettagli (raccordi, scarichi, corpi emergenti, carichi in copertura…). • Eventuali opere accessorie (profili metallici, scossaline, opere di lattoneria…); Nel caso di coperture piane con manti impermeabili a vista ed isolamento termico, il progettista dovrà scegliere tra due filosofie d’intervento in merito al posizionamento dello
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32 Il progetto deve tenere conto degli eventuali interventi accessori, come profili metallici, scossaline, e le opere di lattoneria
strato adibito ad isolamento termico, tra: • Il tetto caldo, cioè composto da uno strato di controllo del vapore, l’isolante termico e uno o due strati di manto impermeabile. • Il tetto freddo, in questo caso l’impermeabilizzazione funge anche da controllo del vapore e l’isolante è verso l’esterno, solitamente protetto da una zavorra (ghiaia, cemento, pavimenti galleggianti…). La prima tecnica è oggi la tipologia regina per le membrane, mentre la seconda è più sfruttata per la posa dei teli sintetici, a base di Pvc (polivinil cloruro), Tpo (poliolefine), Eva (etil vinil acetato), Epdm (Gomma vulcanizzata). Come per tutte le cose, anche in questo caso i vantaggi e gli svantaggi si spartiscono. Se per la tecnica del tetto caldo si schierano in molti grazie alla facilità di ricerca del potenziale guasto (nel caso della totale aderenza), alla leggerezza (non necessita zavorra), alla facilità di manutenzione e riparazione (non si deve spostare la zavorra) ed alla capacità di mantenere l’isolante protetto dagli agenti atmosferici, ad appannaggio del tetto freddo avremmo costi più contenuti (si risparmia uno strato).
I PASSI SUCCESSIVI Una volta determinata la stratigrafia di copertura, la scelta della tipologia di isolante termico riveste un ruolo centrale nella prestazione del tetto, sia sotto l’aspetto della limitazione delle dispersioni termiche, che sotto il profilo dell’isolamento acustico e della stabilità del manto di tenuta impermeabile. Se, per esempio, la copertura è stata pensata per essere destinata a parcheggio al di sopra di ambienti riscaldati, l’isolante dovrà avere elevate caratteristiche di resistenza alla compressione per riuscire a sopportare i carichi previsti. Saranno quindi da privilegiare nelle scelte isolanti come il vetro cellulare, la perlite espansa, l’Xps e il poliuretano ad alta densità. Se, invece, la copertura fosse per esempio con struttura in legno, la scelta dell’isolante termico dovrà considerare il basso valore di sfasamento termico estivo e la limitata capacità isolante acustica della struttura e compensare tale mancanza con isolanti dotati di alti valori di calore specifico e saranno quindi preferibili isolanti di costituzione fibrosa a elevata densità come le lane minerali, le fibre naturali e quelle sintetiche. Nei casi di coperture con manti impermeabili
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Risvolto verticale in doppio strato
Giunto strutturale verticale con manto in mono strato
Bocchettone orizzontale con manto in doppio strato
Stratigrafia di copertura a giardino
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Giunto strutturale piano protetto, con manto in mono strato
Dettaglio del sistema di posa su coperture con FV
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Attualità
34 Una superficie che riflette molto si scalda poco. E quelle metalliche lucide possono avere emissività molto basse, circa 5%
a vista (quindi senza nessuna ulteriore zavorra) la tipologia di isolante termico prescelto andrà inoltre a influire sulle modalità e le quantità dei fissaggi meccanici necessari per garantire la coesione dei vari strati del pacchetto, vero segreto per l’ottenimento di un pacchetto di copertura stabile, efficiente e duraturo. ANALIZZARE I DETTAGLI Stabiliti i materiali e la stratigrafia del pacchetto di copertura, al progettista è richiesto di analizzare e indicare i dettagli esecutivi riguardanti le tecniche di fissaggio dei pannelli isolanti e la metodologia di posa dell’impermeabilizzazione, al fine di poter esercitare un coordinamento dell’intervento ed un corretto controllo dell’avanzamento delle lavorazioni. Se, infine, la copertura dovrà avere destinazioni specifiche, quali i tetti verdi o adibiti a impianto fotovoltaico, sarà necessario effettuare alcune considerazioni e scelte relativamente alla tipologia di membrana impermeabile che verrà posata come ultimo strato. Per le coperture a giardino sarà infatti necessario prevedere un materiale impermeabile certificato con capacità di resistere all’aggressione delle radici, così come nei casi di impianti fotovoltaici in copertura di determinate potenze, sarà necessario prevedere un ultimo strato capace di rispondere alla certificazione BRoofT2, come richiesto dalla Nota dei Vigili del Fuoco prot. N. 1324 del 7 febbraio 2012, in materia di resistenza al fuoco in presenza di impianti fotovoltaici. IMPATTO AMBIENTALE Un processo di valutazione preventiva, dettagliata progettazione e corretta posa in opera, porta alla costituzione di coperture funzionali e di lunga durata, limitando di conseguenza anche l’impatto ambientale causato da frequenti e inaspettati rifacimenti e sancisce l’effettivo passaggio dal concetto di tetto a quello di sistema tetto. La copertura di un edifico, diversamente dal passato, in cui la sua unica funzione era di mantenere l’impermeabilità del manufatto edilizio, oggi può essere un elemento di grande rilievo per partecipare a risolvere le attuali problematiche di limitazione del fabbisogno energetico, oltre a diventare uno spazio usufruibile dagli utilizzatori. Coperture isolate, tetti a giardino e coperture sfruttate per la produzione di energie rinnovabili sono ad oggi sempre più sfruttate per la limitazione del fabbisogno energetico e sempre più diffuse sul territorio nazionale grazie alla loro efficacia. In materia di limitazione del fabbisogno energetico per la stagione estiva, è possibile registrare tra le ultime tendenze, un avvicinamento ad una tecnica
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di raffrescamento passivo molto diffusa negli Stati Uniti: i Cool Roof. I COOL ROOF Il termine anglosassone Cool Roof identifica una classe di prodotti per l’efficienza energetica in edilizia in regime estivo caratterizzati da elevata rilfettanza solare ed elevata emissività termica all’infrarosso. La riflettanza solare è il parametro che quantifica la capacità di una superfice di riflettere l’energia della radiazione solare che incide su di essa. Una superficie che riflette molto si scalda poco, una che riflette poco si scalda molto. Materiali con buon effetto antisolare hanno riflettanza al di sopra del 70%, materiali con ottime proprietà antisolari hanno riflettanza sopra l’80%. L’emissività termica è la proprietà che quantifica l’attitudine di una superficie a emettere energia sotto forma di onde elettromagnetiche nello spettro della radiazione infrarossa termica. Un tipico materiale basso emissivo è una lamina metallica lucida. Anche se essa è riflettente, sotto il sole si scalda molto, perché è poco emissiva e perciò trattiene tutto il calore che non ha riflesso. In genere, materiali che non presentano una superficie metallica lucida hanno una elevata emissività, prossima al 90%. Superfici metalliche lucide possono avere emissività molto basse, circa 5%. Per essere classificato come cool roof un materiale deve avere riflettanza ed emissività certificate da un laboratorio accreditato. I cool roof sono particolarmente efficaci nel favorire l’efficienza energetica degli edifici in regime estivo perché risolvono il problema ancora prima che si crei, impedendo cioè che l’energia del sole surriscaldi gli edifici e comprometta il comfort delle persone al loro interno. Quando ciò accade, infatti, la temperatura percepita dagli esseri viventi contenuti nelle strutture è maggiore di quella dell’aria che li circonda a causa del così detto «effetto testa calda», ovvero la sensazione di disagio termico che si prova a vista di una parete o di un soffitto surriscaldato. Il principio è lo stesso che verifichiamo Copertura piana di edificio civile impermeabilizzata con membrane bitume-polimero e trattata con pitture anti-solare bianche ad elevata riflettenza solare ed emissività all’infrarosso
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UNA STORIA LUNGA QUANTO IL MONDO Pe Fin dai primi insediamenti umani del Pleistocene, l’uomo ha sentito la necessità di trovare un rifugio che lo mettesse nella condizione di essere riparato dagli agenti atmosferici e difeso dai potenziali pericoli provenienti dall’esterno. Le necessità dei nostri antenati in termini di sopravvivenza, hanno poi reso necessari altri repentini cambiamenti del modus vivendi e da esistenze separate, quasi nascoste, si è passati velocemente a forme organizzative che prevedevano la creazione di piccoli contesti proto-urbani dove l’unione di più persone e lo sfruttamento di territori sempre più vasti e lontani, portarono nuovi bisogni che fecero da traino alle prime rudimentali costruzioni edili civili e alla costituzione dei primi villaggi. I PRIMORDI Queste prime realizzazioni effettuate in paglia, legna, pietre o altro materiale di facile reperimento, erano composte da due soli elementi costruttivi, le pareti esterne ed il tetto, sufficienti a fornire la risposta a due prioritarie necessità che non si sono mai modificate nel tempo: il riparo dalle intemperie e la protezione della proprietà privata. L’evoluzione delle modalità costruttive è stata lenta ma inesorabile e da manufatti rudimentali si è passati in epoca romana, a una «rivoluzione edilizia» che introdusse il concetto di edificio, grazie alla scoperta di nuovi materiali e possibilità architettoniche senza precedenti. Il concetto di casa ha subito notevoli cambiamenti di concerto con l’evoluzione umana ed è passato dal dover soddisfare la sola funzione di mero rifugio temporaneo ad abbracciare altre prerogative come la solidità, la durabilità, il comfort e la resa estetica, tutti aspetti che ritroviamo riassunti nella domus romana. SPAZI E TECNICHE Osservando la razionale distribuzione degli spazi, le tecniche costruttive, la ricerca dei materiali e l’architettura pulita e funzionale della domus romana, risulta immediato provare un profondo senso di ammirazione per i professionisti dell’epoca e prendere coscienza di quanto poco sia cambiato il
concetto di abitazione negli ultimi 2 mila anni. L’architettura attuale si fonda ancora su principi del tutto simili a quelli romani, per quanto riguarda la funzionalità e la distribuzione degli spazi, ma con opportunità esecutive e materiali di nuova concezione, in grado di allargare il concetto di comfort e toccare altri nobili obiettivi tra cui il contenimento del fabbisogno energetico, la salubrità e il contenimento dell’impatto ambientale. LA FUNZIONE PRINCIPALE Per raggiungere questi obiettivi, tutti gli elementi costruttivi devono essere valutati e pensati non solo per la loro funzione principale, ma anche per contribuire a risolvere problematiche relative all’isolamento termico ed acustico, all’impermeabilità del manufatto ed alla sua capacità di resistere dal punto di vista sismico o altro. Le fondazioni, le pareti perimetrali e la copertura degli edifici rivestono oggi un ruolo cardine per l’ottenimento dei livelli di comfort voluti dal mercato e per l’adeguamento alle varie richieste normative e legislative e devono essere progettati con una nuova filosofia multi disciplinare, capace di pensare i vari elementi non più come un mero componente strutturale di una costruzione, bensì come un importante ingranaggio di un sistema complesso, mutuamente interconnesso e proteso all’ottenimento di una serie di prestazioni. Le fondazioni, oltre ad essere il basamento delle costruzioni, dovranno garantire adeguate risposte in caso di sisma, un corretto livello di isolamento termico per evitare dispersioni energetiche verso il terreno e dovranno essere sede di importanti interventi atti a garantire l’impermeabilità del manufatto, lavorazione che riveste notevole influenza in termini di durabilità e conservazione della costruzione. Le pareti perimetrali e i loro componenti costituenti, come le parti opache (murature), quelle trasparenti (serramenti) e gli eventuali piccoli elementi di foratura come le bocchette per la ventilazione meccanica controllata ed i cassonetti degli avvolgibili, sono preposti a fornire un adeguato livello di isolamento termico, isolamento dai rumori esterni e protezione all’acqua.
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36 Copertura piana industriale a shed trattata con vernice riflettente
in scala maggiore tutte le volte che ci scaldiamo davanti al caminetto. Ciò che scalda non è l’aria, ma l’irraggiamento che proviene dal focolare. Il problema è sentito tanto negli edifici dotati di aria condizionata, come in quelli senza. Negli edifici sprovvisti di aria condizionata le persone sono esposte alla radiazione diretta proveniente dal tetto surriscaldato dal sole.
Una copertura potenzialmente può avere una vita operativa di 25-30 anni, ma ha bisogno di precise scelte progettuali nell’individuazione dei materiali
GLI EFFETTI L’effetto del rivestimento Cool è immediato ed estremamente significativo sia sotto l’aspetto della temperatura superficiale del manto impermeabilizzante (in estate le finiture scure possono arrivare a sfiorare anche gli 80 gradi, il trattamento con pitture anti solari può ridurre tale temperatura di 32-35 gradi) che per quanto riguarda la limitazione della temperatura interna che può essere decrementata di 3-5 gradi nei locali posti a contatto diretto con la copertura stessa. Negli Stati Uniti hanno avuto un notevole successo (basti pensare che negli Stati maggiormente esposti al problema del surriscaldamento estivo, come la Florida e la California, la presenza di rivestimenti bianchissimi è sfruttata per il 35% delle coperture piane) e sono una soluzione facile ed efficace al surriscaldamento estivo degli edifici: sempre più progettisti raccomandano questo intervento di grande impatto e di costo contenuto, sia per quanto riguarda l’edilizia civile (condomini o abitazioni) che per quanto concerne l’ambito industriale dove è richiesta una temperatura confortevole o dove, al di sotto della copertura, la temperatura deve essere controllata per conservare alimenti, medicinali oppure ospitare animali. L’applicazione di materiali e pitture riflettenti sulle coperture e sulle pareti esterne degli edifici porta
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una serie di importanti vantaggi sulla durabilità e l’efficienza degli elementi edilizi, senza alcun impatto sull’uomo e sull’ambiente: • Riduzione della necessità di climatizzazione estiva e conseguente incremento del comfort degli occupanti e limitazione dei costi energetici. • Incremento della durata dei materiali da costruzione grazie alla diminuzione del gradiente di temperatura d’esercizio e la limitazione degli shock termici. • Miglioramento delle prestazioni dei materiali adibiti a isolamento termico (uno dei coefficienti di correzione per la valutazione della conduttività di progetto riguarda proprio il gradiente di temperatura d’esercizio a cui viene sottoposto l’isolante). • Incremento, nell’ordine del 4-6 %, della produzione di energia elettrica da sistemi fotovoltaici, grazie ad un duplice effetto: una limitazione della temperatura superficiale dei manti a vista che aumenta il rendimento energetico dei pannelli e la possibilità di ricevere energia solare per riflessione diretta sulla copertura stessa. LA DURATA Una copertura che potenzialmente può avere una vita operativa di 25-30 anni ha bisogno di precise scelte progettuali nell’individuazione dei materiali, ottime capacità applicative ed un sistema chiaro di manutenzione programmata nel tempo; solo l’insieme di questi tre fattori può garantire la prestazione e la durata. La tendenza imposta dal futuro sovraffollamento globale e la salvaguardia dei territori incontaminati porterà a un sempre maggiore sfruttamento delle superfici esistenti, limitando di fatto l’espansione edilizia orizzontale nei grandi centri urbani. Giardini idroponici sui balconi, impianti di produzione di energia sulle coperture, giardini pensili come luoghi di svago e ritrovo, sono le prime avvisaglie che ci proiettano nel futuro dell’edilizia, un futuro a dire degli esperti, che vedrà una popolazione meno attaccata al mattone e più volatile, che cerca soluzioni abitative non più legate solo all’acquisto ma sempre più portato alle proposte di smart living. Ristrutturazione, riqualificazione, risanamento e ricondizionamento saranno con ogni probabilità le parole a cui dovrà legare il suo destino l’edilizia nazionale. Un prodotto immobiliare solido e sicuro, duraturo, salubre e di impatto ambientale limitato, capace di auto produrre l’energia di cui abbisogna, è quanto il mercato attende di ricevere. Cristiano Vassanelli
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Attualità
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Legge fallimentare
Le nuove regole
PER CHI NON CE LA FA Norme pià strette, ma anche possibilità di ripartire: più garanzie soprattutto per i creditori. Le società commerciali non potranno più essere gestite come quelle artigiane. Ecco cosa cambia per le Pmi
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on la pubblicazione in Gazzetta Uff iciale del d.lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019 diventa parzialmente operativo (dal 16 febbraio 2019) per tutte le imprese il nuovo Codice sulla crisi d’impresa e l’insolvenza. In verità, ai sensi dell’articolo 389 del decreto, l’entrata in vigore del provvedimento è postergata di 18 mesi dalla sua pubblicazione (quindi, al 16 agosto 2020). Ma attenzione, con due importanti eccezioni. Lo stesso articolo 389 prevede l’ordinaria entrata in vigore (quindi, al trentesimo giorno successivo dalla pubblicazione) per alcuni fondamentali articoli del Codice, in particolare meritano attenzione: gli articoli 375, 377, 378, 379 della Parte Seconda del Codice intitolata, un po’ riduttivamente vista la portata epocale del cambiamento paradigmatico che essa comporterà per le imprese, Modifiche al codice civile, e gli articoli 385, 386, 387, 388 della Terza Parte del Codice intitolata Garanzie a favore di immobili da costruire, dedicata espressamente alle imprese
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39 del comparto edile e che, presumibilmente, cambierà radicalmente il modo di fare impresa nel settore delle costruzioni. RIVOLUZIONE TOTALE Da ultimo, ma non per ultimo come importanza, il terzo comma dell’articolo 379 (che, come abbiamo detto, entra in vigore da subito stante il disposto dell’articolo 389) contiene una parziale deroga all’entrata in vigore. Infatti, «le società a responsabilità limitata e le cooperative costituite all’entrata in vigore del presente articolo (quindi, attenzione, non quelle costituite dopo l’entrata in vigore per il quale si presume l’obbligo scatti da subito, ndr) (…) devono provvedere a nominare gli organi di controllo o il revisore (quindi, come si evince dalla congiunzione o anche in alternativa, ndr) e, se necessario [e potrebbe non esserlo quando lo statuto rinvia genericamente all’articolo 2477 del codice civile, ndr], a uniformare l’atto costitutivo e lo statuto alle disposizioni di cui al predetto comma entro nove mesi (quindi, entro il 16 dicembre 2019, ndr) dalla predetta data». Ma in concreto, alla luce delle nuove stringenti disposizioni contenute nel nuovo Codice sulla crisi d’impresa e l’insolvenza, cosa cambia in concreto per le imprese italiane ed in particolare per quelle del comparto edile? Verrebbe da dire: «tutto». Ma andiamo con ordine. PARADIGMA CULTURALE Innanzitutto, il nuovo Codice, impropriamente definito Riforma delle legge fallimentare, introduce un nuovo paradigma culturale nel fare impresa finora valido (e con ampie eccezioni) solo per le aziende di maggiori dimensioni costituite in forma di spa. La sopravvivenza dell’impresa è un obiettivo di interesse pubblico e va tutelato e salvaguardato indipendentemente dalle sorti dell’imprenditore che l’ha costituita e gestita. Tradotto: il patrimonio sociale dovrà essere preservato a garanzia soprattutto dei terzi creditori che sopportano direttamente il rischio d’insolvenza e non saranno più tollerate forme più o meno elusive di commistione tra patrimonio personale e patrimonio aziendale (non raramente, accompagnate a vere e proprie distrazioni di risorse finanziarie e non solo per finalità personali).
e non manageriali nella gestione delle proprie imprese. Come noto, ai sensi dell’articolo 2 e 3 della L.443/1985 è artigiano colui che: «(...) esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare l’impresa artigiana, assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi attinenti alla sua direzione e gestione e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo». Il problema sorge quando l’artigiano, grazie al suo lavoro e alle sue capacità professionali, espande la sua attività costituendo una società commerciale (e quello che in prevalenza stoicamente è accaduto in Italia a partire dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri). In questo caso, si costituiscono realtà imprenditoriali anche di significativa dimensione operativa e organizzativa, ma con la testa, cioè il centro decisionale e direzionale, da artigiano. NO ALLA COMMISTIONE L’artigiano, di norma, ricava dal frutto della sua attività quanto necessario per le sue necessità personali (il sostentamento suo e della sua famiglia) con un’evidente e fisiologica commistione tra patrimonio d’impresa e patrimonio personale. Ma quando questo accade nell’impresa commerciale costituita in forma societaria di capitale (spa, srl, società cooperative), e in Italia la storia insegna che questo è successo troppo spesso ed anche di recente, i risultati possono essere disastrosi portando inevitabilmente alla crisi d’impresa e spesso all’insolvenza. Fatta questa purtroppo incresciosa premessa, che cosa impongono le nuove regole del gioco? Proviamo a evidenziare le principali due novità introdotte dal Legislatore. In primis, deve cambiare il paradigma culturale aziendale. L’attività
PIENA RESPONSABILITÀ È un passaggio epocale, che implica un profondo cambiamento culturale da parte di tutta la classe imprenditoriale italiana che, per lo più, ha mantenuto connotazioni artigianali
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Attualità
40 Le aziende dovranno adottare un sistema di gestione dei rischi d’impresa
d’impresa è soggetta sempre a fattori di rischio, sia specifici o, come si suole dire, idiosincratici (di settore, strategici, economico-finanziari ed operativi) che sistemici (congiuntura economica generale). In particolare, le imprese di costruzioni operano in un settore merceologico soggetto ad elevati rischi, per lo più trasferiti a terzi (banche, fornitori, clienti ed Erario). Di norma, un cantiere ha una durata media di tre anni e gli impegni finanziari (cash outflow certi) relativi al capitale investito sono strutturalmente anticipati rispetto all’incasso dei ricavi dei Sal (cash inflow incerti). Tale sfasamento temporale produce un ingente fabbisogno finanziario che di norma è coperto ricorrendo al credito (di fornitura, bancario o anticipi da clienti). GARANZIE CAUZIONALI Quando un cantiere si ferma per insolvenza dell’impresa di costruzione, chi ci rimette sono i soliti noti: banche, Erario, fornitori e clienti. Con l’entrata in vigore del nuovo Codice questo non sarà più possibile (o lo sarà molto meno) poiché l’impresa di costruzione sarà costretta a operare con maggiori mezzi propri (non a caso definiti capitali di rischio, per connotare la caratteristica di essere destinati esclusivamente a garanzia degli impegni dei terzi creditori). Inoltre, per effetto del combinato disposto degli articoli 385, 386, 387, 388 della Terza Parte del Codice intitolata Garanzie a favore di immobili da costruire, dovrà necessariamente precostituire forme di garanzia cauzionale (fideiussioni bancarie o polizze assicurative) che possano intervenire, a integrazione del capitale pro-
prio, a coperture delle perdite inattese derivanti dal rischio d’impresa (è il così detto capitale economico) a salvaguardia degli interessi dei terzi creditori. E questo sembra già un bel cambiamento. In secundis, le società commerciali non potranno più essere gestite come imprese artigiane, con l’imprenditore e i suoi familiari che dirigono e controllano al tempo stesso l’azienda. Anche nelle srl gli amministratori dovranno possedere, come già oggi accade nelle spa, adeguate competenze professionali e sufficiente capacità decisionale e dovranno essere affiancati da adeguate risorse umane (interne o esterne) dotate di sufficiente autonomia operativa e indipendenza di giudizio. Si pensi, per esempio, al ruolo svolto dal sindaco quando presente, figura che dovrà cambiare radicalmente il suo rapporto con gli amministratori-imprenditori (oggi per lo più scarsamente incisivo e indipendente), svolgendo un vero e proprio ruolo di garanzia nei confronti di tutte le terze parti potatrici di interessi nei confronti dell’impresa e di tempestivo segnalatore degli indicatori di crisi aziendale. LA RISK GOVERNANCE Inoltre, dovranno dotare l’impresa di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati (secondo comma dell’articolo 2086 del codice civile, così come riformulato dall’articolo 375 dello stesso) alla natura e dimensione aziendale e adottare un sistema di gestione dei rischi d’impresa (Risk Governance) che consenta tra l’altro di intercettare tempestivamente e in via preventiva i primi sintomi delle crisi d’impresa (adeguata verifica), diagnosticarne le cause (diagnosi del rischio a breve e medio termine), pianificare in tempo le azioni correttive e negoziali con le controparti (recovery plan) e conseguentemente adottare prontamente azioni correttive di riequilibrio economico-finanziario (recovery action). In caso di inosservanza delle nuove regole essi, stante il disposto dell’articolo 378, incorreranno in rilevanti responsabilità personali (patrimoniali ma anche penali) nei confronti (e qui forse sta la novità più rilevante) di tutti i terzi (banche, fornitori, clienti ed Erario) che potranno agire nei loro confronti anche prima della dichiarazione d’insolvenza. * Odcec di Milano, Associato Aidc – Associazione Italiana Dottori Commercialisti e socio Aifirm, Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers a cura di Massimo Talone*
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Attualità
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Xxx business Nuovi
Xxx salire al volo Come XXX SOTTO IL CIELO
IXxx droni sono il nuovo trend nel settore delle costruzioni. All’estero sono utilizzati sempre più spesso in cantiere per rilevamenti, controlli, rapporti sullo stato avanzamento lavori, visione delle coperture. E sono essenziali per chi utilizza il Bim. Ma bisogna saperli usare
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se il lattoniere prendesse il volo? Non in senso letterale, intendiamoci. Ma, probabilmente, un lattoniere che lavora per l’edilizia dovrebbe considerare quello che è uno dei trend emergenti nel settore delle costruzioni: la visione dall’alto. Ora, infatti, farsi un’idea dei lavori è molto più semplice: i droni sono impiegati da un sempre maggior numero di settori, dall’industria all’ambiente fino, appunto, a quello dell’edilizia. In altri Paesi, come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia i piccoli quadricotteri sono ormai entrati a far parte della filiera dell’edilizia, dalla progettazione alla realizzazione Xxx finale di un edificio. Ed è già partita la caccia agli specialisti nell’utilizzo applicato delle piccole macchine volanti.
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UN AMPIO SPETTRO La tecnologia del drone, noto anche come Uav (Unmanned aerial vehicle), è utilizzata nel settore delle costruzioni per molte buone ragioni (vedi box). Il drone è anche uno strumento che migliora la comunicazione, la sicurezza e il marketing, ma nel processo di costruzione può offrire molti altri vantaggi, compresa la cattura di immagini in tempo reale in zone difficilmente accessibili. Per esempio, un’immagine presa dall’alto può fornire ai lattonieri, ma anche a ingegneri e topografi, informazioni essenziali quando si tenta di identificare e correggere i difetti dell’edificio. Non solo, un drone può essere utile per la valutazione delle condizioni del sito, per aiutare la pianificazione e il layout del cantiere, catturare foto dell’avanzamento lavori, per
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l’esecuzione di scansioni 3D di strutture esistenti, per la creazione di modelli di edifici virtuali, per l’assistenza alla manutenzione continua e valutazione di eventuali danni. Ci sono anche, ovviamente, molti aspetti legati all’economicità: per esempio, chi ha acquistato un immobile può ottenere una migliore comprensione del suo investimento facendo volare un drone sopra la proprietà.
Un altro possibile impiego: molti siti richiedono lavori di rimozione di detriti o terra. E grazie a un software i droni possono misurare le dimensioni, rilevare i cambiamenti di quota e stimare il volume di materiale da rimuovere di un sito. Questo offre un’idea migliore di quanto materiale è necessario per riempire buchi e livellare il sito. MA L’ITALIA È INDIETRO Per ora chi si occupa di edilizia, almeno in Italia, non sembra molto preparato sull’argomento droni. Ma è un errore, che rischia di lasciare a terra (è il caso di dirlo) un business. Per esempio, già nella scorsa primavera il principale produttore cinese di droni, DJI, ha annunciato il più grande ordine di droni: il gigante giapponese delle costruzioni Komatsu ha ordinato mille quadricotteri per aiutare a sorvegliare e monitorare i progetti. All’inizio del 2016, Clayco, appaltatore, impresa di progettazione e costruzioni con sede a Chicago, ha lanciato Uplift Data Partners. Si tratta di un sistema completo di tecnologia per drone con otto tipi di missione già predisposti: i set comprendono, per esempio, l’ispezione termica, il rilevamento e la mappatura degli immobili. La società può analizzare i dati e consegnarli per un modello Bim. Uplift è anche in grado di lavorare con i «beni condivisi» delle aziende che lo impiegano. Clayco offre anche la garanzia tecnica e un team di progettazione e costruzione virtuale. «Questo è un modello di business completo e senza problemi», ha sostenuto Suzanne El-Moursi, presidente di Uplift. L’azienda americana dispone al momento di 144 piloti-operatori in grado di utilizzare i droni in cantiere e prevede di raddoppia-
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Un’immagine presa dall’alto può fornire ai lattonieri, ma anche a ingegneri e topografi, informazioni essenziali
Attualità
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NOVE RAGIONI PER DOTARSI DI UN DRONEXxx
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1. SUPERVISIONE La maggior parte delle analisi sugli edifici da riqualificare richiede visibilità del tetto per identificare le condizioni e valutare eventuali difetti. Spesso l’accesso a un tetto è complicato e comporta un’impalcatura, l’uso di scale e la messa in conto di un possibile incidente. Oltre che dei costi connessi. Un piccolo drone può far risparmiare tempo, denaro e ridurre i rischi per la sicurezza. 2. ISPEZIONE DEL CANTIERE Se il cantiere è occupato da macchinari e murature in fase di realizzazione, una ispezione generale può essere complicata. Un piccolo veivolo può effettuare un’ispezione visiva delle aree, magari quelle con maggiori rischi, oltre che far risparmiare tempo. Inoltre, le ispezioni sul sito possono essere intraprese con maggiore regolarità e coprire aree più ampie. 3. SALUTE E SICUREZZA L’utilizzo di un drone per sorvolare un sito può mostrare i rischi nascosti in un cantiere (nel 2018 la media è stata di tre morti al giorno sui luoghi di lavoro). E consentire, quindi, di rimuovere i problemi prima che avvengano incidenti. 4. MANUTENZIONE Le ispezioni per la manutenzione di ponti, torri, tetti e impalcature, può spesso comportare costose modalità di accesso, con il personale del cantiere che lavora in quota. I droni sono in grado di fornire in modo più rapido e più semplice una visione con filmati in alta definizione riducendo costi e rischio. 5. AVANZAMENTO DEI LAVORI Le relazioni sui progressi
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costruttivi sono spesso preparate mensilmente per registrare lo stato di avanzamento dei lavori. Di solito un geometra o il capo cantiere documenta la situazione scattando delle fotografie. Una visione di insieme dall’alto può sintetizzare meglio i lavori del cantiere. PROMOZIONE Non conta solo costruire o riqualificare un edificio. Poi, bisogna vendere l’immobile. Un video girato da un drone in alta definizione o 4k ha un forte impatto di comunicazione, perfetto per il marketing. VISIONE IN SOGGETTIVA Si chiama visione in soggettiva il movimento di una telecamera che mostra virtualmente quello che vedrebbe in prima persona lo spettatore o, in questo caso, a chi si occupa dell’immobile: il cliente, oppure il proprietario, l’architetto, eccetera. SCANSIONE LASER Per il Bim occorre avere a disposizione dati precisi. Spesso per un geometra può essere difficile ottenere l’accesso a una posizione adatta per la scansione laser nelle aree più estreme di un edificio. Questa difficoltà si traduce spesso nella mancanza di informazioni vitali. La scansione laser dai droni è diventata un metodo per catturare i dettagli esatti di topografia, edifici e paesaggi urbani. IMMAGINI TERMOGRAFICHE I droni possono essere utilizzati per effettuare registrazioni di immagini termiche per valutare potenziali punti freddi negli edifici o punti di calore nelle aree in cui sono presenti componenti elettrici.
re i propri sistemi di velivoli senza pilota. La banca d’affari Goldman Sachs stima che entro il 2020 il solo settore dell’edilizia statunitense potrebbe spendere 1,3 miliardi di dollari per acquistare 44.300 droni e supportare apparecchiature e software. La spesa globale per i droni durante questo periodo potrebbe superare gli 11 miliardi di dollari per 372.120 unità. Insomma, il business è dietro l’angolo. ESEMPI PRATICI Uno studio di architettura, Harley Ellis Devereaux, ha lavorato a un progetto per la costruzione di sei edifici contemporaneamente. La tecnologia del drone è stata «estremamente utile» per generare rapporti sui progressi, ha commentato Jason Rostar, manager per l’hi-tech dello studio. «Da un punto di vista puramente documentale e di marketing sul campo stiamo riscontrando un uso frequente dei droni». A Birmingham la società di costruzioni Brasfield & Gorrie è stata una delle prime aziende di costruzioni a gestire i droni per mappare oltre 600 ettari su 29 siti. E secondo Dick Zhang,
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fondatore e Ceo di Identified Technologies, un fornitore di servizi con sede a Pittsburgh che gestisce ogni aspetto del flusso di lavoro, dai piani di volo all’analisi dei dati, un singolo drone può ispezionare un cantiere di 40 ettari in soli nove minuti. A giudizio degli esperti, il volo di un drone di 30 minuti su 20 ettari può produrre circa 20 milioni di punti di dati rispetto ai 500-1000 usando metodi tradizionali di rilevamento del terreno. I dati possono poi essere «cuciti» insieme attraverso la fotogrammetria per creare immagini 3D entro 12 ore. Insomma, il business ha una rotta precisa. Ma per vendere i quadricotteri i rivenditori italiani dovranno attrezzarsi anche dal punto di vista delle competenze tecniche necessarie: oltre alla scelta degli apparecchi volanti (con prezzi al pubblico che vanno da circa 150 per quelli non professionali a oltre mille euro per i dispositivi più avanzati), è necessario assicurare anche assistenza tecnica. Tutti aspetti che, se non curati, invece di far decollare il business potrebbero lasciarlo a terra. Giuseppe Rossi
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SANDRINI metalli
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Speciale lamiere grecate
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Sandrini Metalli
Una pennellata
DI COLORE IN PIÙ S L’azienda bergamasca spiega perché ha raccolto successi con il suo prodotto di punta. E indica le tendenze del mercato, che richiede sempre più superfici dalle tonalità innovative
Un quadro realizzato con materiali Sandrini Metalli
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andrini Metalli, azienda nata nel Bresciano, il distretto italiano della metallurgia, per poi espandersi nell’area di Bergamo, ha un rapporto speciale con le lamiere grecate. «Questo tipo di prodotto è sul mercato da molto tempo e non si apre a enormi innovazioni», spiega in questa intervista Alberto Damioli, direttore commerciale di Sandrini Metalli. Domanda. Da quanto tempo Sandrini Metalli ha inserito il prodotto lamiere grecate nella sua offerta? Risposta. La prima linea di profilatura è stata installata dall’azienda 50 anni fa, ma la vera
47 evoluzione si può ricondurre nell’arco degli ultimi dieci anni, dove abbiamo investito tantissimo in questo settore e oggi possiamo vantare la gamma prodotti più completa in Italia per quanto riguarda la lamiera grecata. Arriviamo ad avere 25 sagome differenti di lamiere grecate, dal rivestimento di facciata alle coperture fino ai solai, sia collaboranti che a secco. D. Qual è il vostro cavallo di battaglia? R. In facciata è sicuramente l’ondulato: il Sand 18, insieme al Sand 20, la lamiera più versatile dell’intera gamma. Al momento stiamo fornendo molte lamiere grecate per solai di copertura grandi luci, utilizzate nei vasti complessi logistici di aziende come Amazon, Ikea, Zalando, Zara, ecc. che stanno sorgendo già da alcuni anni. In questi nuovi poli le strutture hanno campate maggiori e le lamiere fungono da elementi strutturali sui quali vengono posati uno strato isolante e un manto di copertura per rendere impermeabile il fabbricato. In Italia questo mercato sta vivendo un periodo di espansione. D. Come è andato il mercato negli ultimi anni? R. Il mercato della lamiera grecata, per la nostra azienda, è in crescita, anche perché c’è la
possibilità di spaziare su più clienti: installatori, carpenterie, prefabbricatori , imprese, privati. Il prodotto è versatile e la sua crescita deriva dalla grande libertà in ambito applicativo, oltre alla eco-compatibilità dei materiali impiegati. D. Parte della vostra produzione va anche all’estero? R. Lavoriamo principalmente in ambito nazionale, ma grazie alla nostra struttura capillare e preparata, uno degli obiettivi per il futuro rimane quello di internazionalizzarci. In questo senso, abbiamo già fatto importanti commesse all’estero, una delle nostre case history più interessanti è sicuramente la centrale elettrica di Mae Moh, a Lampang, in Thailandia, dove abbiamo fornito lamiere grecate sia per copertura che per rivestimento di facciata. Si tratta di una fornitura cominciata nel 2016 e terminata nel 2018, di circa 130 mila metri quadri, dove abbiamo fornito i nostri profili Sand 20 e Sand 35, vincendo la concorrenza agguerrita di competitor thailandesi, australiani e cinesi. D. Il 2019 si è aperto all’insegna dell’incertezza. Voi che cosa vi aspettate? R. Sicuramente siamo preoccupati, perché l’incertezza frena gli investimenti. Per quanto
«Arriviamo ad avere 25 sagome differenti di lamiere grecate, dal rivestimento di facciata alle coperture fino ai solai, sia collaboranti che a secco»
Alberto Damioli, direttore commerciale di Sandrini Metalli. A sinistra, un solaio grandi luci in fase di profilatura
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Speciale lamiere grecate
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La centrale elettrica Mae Moh di Lampang, Thailandia. Sandrini Metalli ha fornito le lamiere grecate per copertura e rivestimento di facciata Sand 20 perforata e Sand 35. La superficie è di 131 mila metri quadri
siano importanti queste dinamiche, però, l’azienda resta concentrata nel portare a termine i progetti ed i programmi con impegno e buona volontà, a prescindere dalla situazione nazionale, anche se questa non aiuta. Speriamo venga fatta chiarezza, e quest’ultima serva come traino per i grossi gruppi d’imprese, per gli investimenti nel nostro Paese. Nonostante tutto, per il 2019 ci aspettiamo una crescita del
10% rispetto al 2018. E i primi mesi dell’anno sono stati chiusi in linea con questo trend. D. Quali sono i vostri clienti principali e quali servizi offrite? R. I clienti spaziano dal prefabbricatore, all’installatore, ai rivenditori siderurgici più che edili. Per quanto riguarda il servizio, riusciamo a completare la consegna in 7-10 giorni, al massimo 15, durante tutto l’anno. In più, abbiamo anche un Ufficio Tecnico interno che è in grado di informare e consigliare il cliente sia nel pre che nel post vendita. D. Quali sono le principali tendenze a livello tecnologico e di design delle lamiere grecate? R. Questo prodotto è sul mercato da molto tempo e non si apre a enormi innovazioni dal punto di vista tecnico. Sono sempre più richiesti colori speciali su misura e prodotti in alluminio con finiture che rimandano al corten, al rame invecchiato, allo zinco titanio. L’azienda punta per il futuro ad un prodotto per coperture piane, in maniera da aggredire una nuova fetta di mercato. Giacomo Casarin
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Linee vita
Tanta sicurezza
IN POCHI CENTIMETRI Il sistema Sicurlam consiste in una piastra che distribuisce i carichi dell’operatore in caso di caduta su una superficie ampia, a garanzia della tenuta, anche se il metallo ha uno spessore ridotto di 0,5 millimetri. E grazie agli opportuni rinforzi il carico è distribuito su più lamiere
È
una piccola piastra di acciaio, ma ha un grande valore: salva vite umane. Serve, infatti, per distribuire i carichi su vaste superfici per non danneggiare la copertura in caso di caduta dell’operatore: non a caso Sicurlam è un prodotto molto richiesto per ampie coperture industriali in lamiera. «Si presta nel settore industriale, per coperture ampie e linee vita di lunghezze elevate», spiega Giampiero Morandi, titolare di Sicurpal, che racconta le funzionalità e l’importanza per la sicurezza del prodotto: «Le lamiere di rinforzo opportunamente sagomate, di lunghezza 100 centimetri circa, servono per distribuire il carico su più fogli di lamiera e sono funzionali a irrigidire la struttura di fissaggio della piastra». Domanda. Che cos’è Sicurlam e quali sono i suoi punti forti? Risposta. Sicurlam è un prodotto di Sicurpal nato nel 2014, che si è poi evoluto come dimensioni. A oggi è stato ottimizzato per ridurre i carichi su supporti in lamiera: distribuendo il peso uniformemente, assicura una resistenza ottimale anche su lamiere di spessore ridotto, fino a 0,5 millimetri. Sicurlam è completamente in acciaio inox Aisi 304 e viene ancorato con rivetti a strappo per garantire rispettivamente la qualità e la tenuta del supporto nel tempo.
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D. Per quali esigenze è nato Sicurlam? R. Il dispositivo è stato creato per garantire la tenuta su strutture molto deboli. Per esempio, le coperture in lamiera grecata possono avere spessori molto ridotti (0,4 mm), che ci obbligano a verificare attentamente sia la resistenza del fissaggio alla piastra alla lamiera, sia la resistenza tra il fissaggio della lamiera alla struttura portante. Le dimensioni della piastra Sicurlam e l’ampia superficie coinvolta permettono di distribuire i carichi e creare un insieme perfetto per assicurare la resistenza del sistema. D. In che ambito è maggiormente utilizzato? R. Si presta a coperture di dimensioni notevoli. Per questo Sicurlam è molto richiesto nel settore industriale, per coperture ampie e linee vita di lunghezze elevate. D. Richiede un particolare tipo di attenzione? R. Un particolare molto delicato è rappresentato dalla verifica della lamiera, dove l’operatore si andrà ad ancorare. Bisogna fare molta attenzione a come è stata fissata la lamiera e, normalmente, si procede a un ulteriore rinforzo dell’ancoraggio della lamiera alla struttura portante. In questo caso è indispensabile una corretta progettazione per verificare attentamente tutte le parti in gioco. D. Nello specifico, come funziona la distri-
buzione dei pesi? R. Il dispositivo è normalmente ancorato, soprattutto nelle lamiere di 0,5 millimetri, con l’ausilio di due lamiere di rinforzo opportunamente sagomate di lunghezza 100 centimetri circa. Questi elementi servono per distribuire il carico su più fogli di lamiera e sono funzionali a irrigidire la struttura di fissaggio della piastra. Dalle prove tecniche-distruttive fatte è emerso che in questo modo si riesce a garantire una tenuta perfetta, ricordandosi di rinforzare La piastra Sicurlam e le lamiere di rinforzo. A sinistra, Giampiero Morandi, titolare di Sicurpal
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LINEE VITA E SISTEMI DI ANCORAGGI XxxLA REVISIONE E L’ISPEZIONE PERIODICA? PERCHÉ Il committente o datore di lavoro, come da Testo Unico - D.Lgs 81/2008, ha l’obbligo di analizzare e proporre soluzioni per eliminare, o ridurre al minimo, il rischio di caduta per gli addetti ai lavori in quota. Gli operatori devono quindi essere informati sulle caratteristiche della copertura, sui potenziali pericoli e sulle caratteristiche del sistema di ancoraggio installato. La linea vita dovrà poi essere periodicamente manutenuta, al fine di conservare il sistema efficiente e in buone condizioni, in grado di garantire e tutelare la sicurezza degli addetti ai lavori. Per questo, un sistema di ancoraggio deve obbligatoriamente essere progettato da un tecnico abilitato.
Il progettista dovrà svolgere: A) una corretta valutazione dei rischi; B) una valutazione strutturale delle zone di fissaggio dei dispositivi. Il progettista valuterà poi il sistema più idoneo per caratteristiche tecniche, economiche, estetiche, verificando inoltre che i montatori rispettino le disposizioni fornite, utilizzino Dpi e consultino i manuali tecnici dei produttori dei dispositivi. Tutti gli impianti già installati devono essere accompagnati da regolare documentazione e certificato di corretto montaggio: e se non sono presenti? Il committente, per avere la certezza di scegliere un prodotto di qualità, deve pretendere che il progettista e il montatore siano tecnici qualificati, in grado di dimostrare di avere attestati di formazione specifici sull’argomento. Dovrà inoltre conservare i documenti del montaggio e manutenere periodicamente il sistema. Le norme tecniche di riferimento sono: - UNI 11560:2014: periodicità e modalità di svolgimento manutenzione periodica sistemi di ancoraggio; - UNI 11578:2015: dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione permanente - Requisiti e metodi di prova.
l’ancoraggio della lamiera stessa alla struttura, come già detto. D. Rilasciate anche una certificazione, giusto? R. Alla fine del montaggio, Sicurpal rilascia sempre una certificazione di corretta posa, un progetto e un elaborato tecnico che garantisce la perfetta tenuta di tutto l’insieme del sistema di ancoraggio. D. E la manutenzione? R. Come da norma UNI 11560:2014, la ma-
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nutenzione prevista consiste in un’ispezione periodica visiva dopo due anni e in un’ispezione periodica strumentale dopo quattro anni. D. A livello di costi, come si piazza sul mercato? R. Sicurlam è un prodotto che si posiziona sul mercato con un rapporto prezzo-qualità medio-alto. Per materiali e struttura non è un prodotto altamente economico, ma rimane in una fascia media di prezzo. Dario Oro
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Gruppo Ielapi
Ne facciamo
DI TUTTI I COLORI Aumentano le richieste di finiture particolari, spiegano dal gruppo con sede in Calabria e forte presenza al Nord. Fondato da un lattoniere, con questo forte background l’azienda è cresciuta e si è evoluta nella progettazione di macchine. Anche per realizzare prodotti sofisticati
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a lamiera grecata è in continua crescita. Parola di Francesco Borzumati, direttore commerciale e marketing di Europrofil, Gruppo Ielapi, che sottolinea come il materiale si stia nobilitando: «Aumentano le richieste di finiture particolari, oltre a quelle di nuovi colori». E il Gruppo Ielapi cavalca la domanda anche grazie agli accessori per il montaggio delle coperture metalliche, oltre alla lamiera grecata nuda e cruda. «La nostra è un’offerta completa», spiega Borzu-
Francesco Borzumati, direttore commerciale e marketing di Europrofil, Gruppo Ielapi
mati, «che va dalla produzione al manufatto, fino agli accessori». Domanda. Come sta andando il mercato delle lamiere grecate? Risposta. Il mercato della lamiera è in crescita costante, ma negli ultimi tempi si sta modificando la richiesta dei clienti in termini di finiture e di colori. Per anni la lamiera grecata è stato un prodotto tipicamente industriale, utilizzato per la copertura di capannoni dove spesso non esisteva una particolare attenzione estetica e sui colori: l’Italia si divideva infatti tra il rosso e il testa di moro. Oggi, invece, il materiale si sta nobilitando e aumentano le richieste di finiture particolari, oltre a quelle di nuovi colori: si parla di monocromie e in particolare tonalità di grigio, partendo dal silver
55 fino ad arrivare a sfumature più scure. Del resto è una logica conseguenza dell’impiego del metallo nell’edilizia civile e residenziale, oggi spinto anche dalle normative antisismiche, tanto nel rifacimento che nel nuovo. D. Di che cosa si occupa il Gruppo Ielapi? R. Noi produciamo la lamiera grecata nuda, ma realizziamo anche tutti gli accessori per poter montare le coperture. Articoli fondamentali che, per esempio, i produttori di lamiera coibentata generalmente non producono. Parliamo di pressopiegati fustellati: semicolmi, testate, frontalini e tutto un insieme di accessori che servono a completare il lavoro a regola d’arte. D. Qual è il plus che avete rispetto alla concorrenza? R. Uno dei nostri punti di forza è quello di avere un forte background nella lattoneria, che ci ha portato a produrre direttamente le macchine per la lavorazione dei metalli: la nostra è quindi un’offerta completa che va dalla produzione al manufatto, fino agli accessori. Facciamo tutto in casa. D. Da dove deriva questa conoscenza del settore? R. È molto semplice: il papà di Gianfranco e Luca Ielapi faceva il lattoniere. E nessun fornitore può comprendere al meglio i bisogni del cliente se prima non è stato egli stesso cliente. Sono venute da sé l’evoluzione, la crescita, il focus sulla progettazione delle macchine e l’intuizione per la realizzazione di alcuni prodotti estremamente particolari. Come il Tuboraggio, elemento di collegamento tra gronda e pluviali che viene realizzato in un pezzo unico, curvato con delle plissettature e senza giunzioni, grazie a una macchina costruita ad hoc. D. Il Gruppo nasce in Calabria, a Lamezia Ter-
me, ma in Italia dove siete maggiormente presenti? R. È normale che ci sia un retaggio forte nelle regioni del Sud, ma la scelta imprenditoriale dei fratelli Ielapi è stata quella, tre anni fa, di aprire un punto di produzione a Massa Lombarda, quindi in Romagna dove ci sono tanti che lavorano il metallo. È questa la strada per essere più presenti al Nord: vicini ai clienti e pronti a soddisfare i loro bisogni. Attualmente siamo presenti in tutta Italia ed in alcune regioni abbiamo un fatturato importante. D. Infine, come è strutturata l’azienda e che cosa vi aspettate per il 2019? R. Come numero di dipendenti siamo più di 70 e nel 2018 abbiamo fatturato intorno ai 18 milioni di euro. Per il 2019 ci aspettiamo un anno positivo, perché il mercato della lattoneria è in crescita e l’anno scorso abbiamo chiuso con percentuali di incremento di fatturato superiori alla media nazionale: non possiamo che crescere ancora! Giacomo Casarin
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Luca Ielapi, amministratore delegato Isal, Industria Stampaggi Accessori Lattoneria di Lamezia Terme (Catanzaro)
Cantiere del mese
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Alubel
Il magazzino
TRICOLORE A Santena (Torino) la rivendita edile Costruire ha scelto una nuova facciata in alluminio preverniciato di tre diverse tonalità: un’alternanza di chiari e scuri con sfumature di silver, grigio antracite e blu genziana
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Il nuovo magazzino edile di Costruire si distingue dal contesto per il carattere del suo rivestimento
Santena, in provincia di Torino, la pianura è caratterizzata da una vocazione agricola ancora forte, ma che si è aperta negli ultimi decenni allo sviluppo industriale e terziario, soprattutto grazie alla vicinanza del capoluogo piemontese. Il paesaggio si è trasformato rapidamente e come in tutto il Nord Italia sono sorti insediamenti produttivi, il più delle volte costituiti da capannoni prefabbricati di cemento.
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NUOVO ASPETTO Uno simile all’altro, gli edifici industriali di Santena sono stati tutti costruiti in calcestruzzo a vista. Ma la monotonia del grigio, caratteristica predominante dell’area, è stata interrotta dal nuovo magazzino edile di Costruire, azienda che si distingue dal contesto per il carattere del suo rivestimento. Una soluzione semplice, efficace ed elegante quella che l’ufficio tecnico di Alubel ha proposto alla proprietà, desiderosa di
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A fianco, il rivestimento della facciata con i pannelli Easy Wand in alluminio preverniciato
personalizzare un anonimo edificio prefabbricato di nuova costruzione: un rivestimento della facciata con i pannelli Easy Wand in alluminio preverniciato di tre diversi colori, silver, grigio antracite e blu genziana. RIVESTIMENTO CON RITMO I pannelli Easy Wand di Alubel conferiscono ritmo alla facciata con alternanza di chiari e scuri, dove un tocco di colore evidenzia il portale d’ingresso, rendendo l’edificio unico e riconoscibile. Il risultato ottenuto è un abito su misura, frutto dell’esperienza di Alubel, che ha sviluppato un sistema di rivestimento adattabile a ogni esigenza, grazie all’ampia disponibilità di soluzioni per qualsiasi tipo di dettaglio costruttivo. La qualità dei materiali e dei componenti utilizzati garantisce infine la massima resistenza alle intemperie e la durabilità della facciata. Dario Oro
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LA SCHEDA COMMITTENTE: Costruire Srl LUOGO: Santena (Torino) TIPOLOGIA D’INTERVENTO: nuovo rivestimento in alluminio PRODOTTO: pannelli Easy Wand, Alubel
La qualità dei materiali e dei componenti garantisce la massima resistenza alle intemperie e la durabilità della facciata
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Imprese
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Gruppo Bergonzini
Sfida senza confini A TUTTO CAMPO
L’azienda nata in provincia di Ferrara si è diversificata per lavorare con facciate e rivestimenti, coperture e opere edili, oltre che la lamiera. E opera molto anche all’estero, racconta Franco Bergonzini
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partito tutto da una piccola azienda artigianale, che poi è diventata una società di capitali. Da lì è stato un continuo crescendo per il Gruppo Bergonzini, che si è diversificato in differenti settori di mercato. Fino a operare per grossi impianti in giro per l’Europa. «Abbiamo un’area di 5 mila metri quadri coperti su una superficie di 12 mila metri quadri, con 55 dipendenti», spiega Franco Bergonzini, titolare Gruppo Bergonzini. «La Sistema Montaggi è nata nel 1989 e si occupa di facciate in lamiera. A seguire, nel 2004, è nata la Sistemi di Costruzioni, che si focalizza sul montaggio e la restaurazione delle coperture, ma anche su diverse opere edili. Infine, due anni fa è iniziata l’avventura di Fb Lattonerie, un reparto apposito per la lavorazione delle lamiere». La sede del Gruppo Bergonzini a Bondeno (Ferrara). Nella pagina a fianco, Franco Bergonzini
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Imprese
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Alcuni lavori in lamiera di Fb Lattonerie.
Domanda. Qual è la storia del vostro gruppo? Risposta. Quest’anno festeggiamo 30 anni. Siamo nati da una piccola impresa di mano d’opera per conto terzi e nel corso del tempo abbiamo raggiunto un’esperienza che ci ha fatto conoscere dagli studi di progettazione. Con serietà e capacità l’azienda è cresciuta fino a espandersi da Ferrara a Bologna, Modena e in tutta l’Emilia Romagna. D. Siete attivi soprattutto nel settore industriale, vero? R. Sì, anche se con il tempo siamo arrivati all’edilizia, ma industrializzata, ovvero grandi opere e capannoni. Siamo nati come montatori di acciaio prefabbricato, per poi diventare esperti anche nelle
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coperture: ci siamo anche specializzati in attività di bonifica attraverso la sostituzione dei tetti in amianto. D. Dopo quanto tempo la vostra attività ha subìto il primo cambiamento? R. Già dopo dieci anni l’impresa artigianale è diventata una srl con più maestranze e un ben più fornito parco macchine. Dal 2004 in poi è stato tutto un crescendo, perché abbiamo aumentato i settori di mercato in cui muoverci: dal montaggio alla bonifica delle coperture, fino alla lattoneria e ai rivestimenti. Oggi la Sistema Montaggi, realtà del gruppo nata nel 1989, è classificata OS18 B per le facciate in lamiera. A seguire è anche nata nel 2017 la Fb Lattonerie, che è un reparto apposito per la lavorazione delle lamiere, i cui profili sono inventati da noi per creare facciate ad hoc progettate grazie all’esperienza del gruppo. D. Oltre alla Sistemi Montaggi e la Fb Lattonerie, qual è la terza realtà del gruppo? R. La Sistemi di Costruzioni. È nata nel 2004 ed è dedicata al montaggio e la restaurazione delle coperture, oltre che alla loro impermeabilizzazione e a tutti i lavori edili che ne conseguono. Ma è anche un’impresa di costruzione vera e propria, che realizza manufatti soprattutto in calcestruzzo prefabbricato cementizio. D. Qual è il vostro punto di forza? R. Nei 5 mila metri quadri di officina abbiamo quattro macchine che ci permettono di realizza-
61 re e consegnare il prodotto in tempi rapidissimi. Parliamo di 24-48 ore. D. Ci da qualche dato in più sul gruppo? R. Abbiamo un’area di 5 mila metri quadri coperti su una superficie di 12 mila, con 55 dipendenti. La nostra vecchia sede invece rappresenta ancora un’appendice di mille metri quadri dove manteniamo il lavoro di officina meccanica e carpenteria. Il tutto per un fatturato di 9 milioni di euro nel 2018. D. Operate anche a livello internazionale? R. Personalmente, ho fatto in passato esperienze in Nigeria e Camerun, ma ultimamente operiamo per grossi impianti in giro per l’Europa: ora siamo presenti in Francia, ad Anversa e Amsterdam. Come Sistemi Montaggi, quindi, stiamo operando anche all’estero, oltre che in Italia: proprio ora ci stiamo proponendo per un grande progetto in Marocco. D. Che cosa contraddistingue all’estero le aziende italiane? R. Le nostre aziende sono famose per la manifattura e i prodotti di qualità, oltre che per l’ingegno e la preparazione tecnica. Ritengo che la forza dell’azienda italiana sia la capacità tecnico-organizzativa e produttiva. D. Secondo lei come è cambiata la figura del lattoniere negli ultimi anni? R. Una volta si utilizzavano modalità e attrezzature molto diverse dalle tecnologie odierne. I tempi di lavorazione erano infiniti rispetto a oggi, dove ci sono macchine che producono qualsiasi manufatto di qualsiasi forma in poco tempo. Adesso le attrezzature sono leggere, veloci e automatizzate. D. Quali sono oggi i principali clienti del gruppo? R. Clienti generalmente privati, tra industria e studi di progettazione, che nel corso degli anni abbiamo servito sia negli ampliamenti sia negli adeguamenti di prefabbricati. E sono rimasti clienti fedeli, perché hanno trovato un servizio di qualità. D. Come sono le aspettative per il 2019? R. Dopo un inizio anno incerto, ora stanno ar-
rivando lavori interessanti. Ma l’idea di crescere potrebbe venire dal reparto di Fb Lattonerie, dove stanno implementando sempre più i clienti. Mentre la Montaggi e la Costruzioni vanno avanti a forza di commesse importanti, per le quali ci vuole più tempo e mi aspetto di chiudere il 2019 con un fatturato uguale a quello dell’anno precedente. D. Parliamo del vostro impegno nello sport, da dove è nato? R. Da sempre ci adoperiamo per aiutare le realtà locali. Personalmente, sono stato presidente del Casaglia Calcio e l’arrivo della Spal in serie A ha rappresentato un’occasione unica di festa e da prendere al volo. Per noi, la pubblicità viene soprattutto dal passaparola riguardante le belle esecuzioni realizzate dall’azienda, ma questo impegno nei centri sportivi, oltre a essere una grande soddisfazione personale, porta a frequentare altre aziende sostenitrici dello sport che potrebbero essere potenziali clienti o partner. D. Come vede il futuro della sua attività? R. Mi sto prodigando per circondarmi di gente capace e giovane. Le aziende crescono quando all’interno ci sono persone capaci. L’improvvisarsi non premia in questo settore: per fare strada bisogna contare su collaboratori che hanno capacità simili alle proprie. Giovanni Argento
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«Ho fatto in passato esperienze in Nigeria e Camerun, ma oggi operiamo per grossi impianti in giro per l’Europa: ora siamo presenti in Francia, ad Anversa e Amsterdam»
Imprese
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Zintek
Questo ufficio È DA VIVERE
Nel quartiere Bicocca, a Milano, è stata riqualificata un’intera area industriale. L’intervento commissionato da Prysmian per la nuova sede è cresciuto e cambiato in corso d’opera fino a ottenere la certificazione Leed Platinum. Anche grazie al laminato in zinco-titanio zintek
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Open space e serre verdi caratterizzano gli uffici disegnati per il nuovo headquarters di Prysmian. A fianco, Maurizio Varratta
randi open space, arredi inclusivi, serre verdi caratterizzano gli uffici disegnati per il nuovo headquarters di Prysmian Group dall’architetto Maurizio Varratta, che ha saputo concretizzare le necessità del committente adattandole a quelle del territorio. Il contesto è stato in questo caso importantissimo. Zintek ha partecipato alla trasformazione dell’area industriale, inserita nel quartiere Bicocca, fornendo il suo laminato in zinco-titanio zintek e offrendo consulenza applicativa per reinventare un luogo del passato riproiettandolo in un futuro di riqualificazione, come già avvenuto in diversi progetti a Venezia Porto Marghera dove la società affonda le sue radici dal lontano 1936.
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Imprese
64 È un materiale non solo resistente e durevole, ma anche funzionale e gradevole esteticamente
In basso, lo zintek. A destra, Gianni Schiavon, Ceo di Zintek
NUOVA CONCEZIONE La concezione di ambiente lavorativo di Prysmian Group si sposa con la filosofia di Zintek e si concretizza nelle grandi serre verdi e negli open space del nuovo complesso. L’alternanza di volumi svuotati e spazi d’ufficio rivoluziona il vecchio binomio produttività-scrivania, che viene scardinato per dar luogo a una concezione più libera e creativa del lavoro: il complesso è composto da quattro corpi di fabbrica, intervallati da due grandi serre bioclimatiche, ovvero degli spazi a tutta altezza ottenuti svuotando le campate preesistenti e dotandole di ampie vetrate, che permettono alla luce naturale di penetrare all’interno in modo diffuso. CONTROLLO ENERGETICO Entrambe le falde sono provviste internamente di tende meccanizzate per il controllo della luminosità e dell’abbagliamento, mentre a sud sono anche dotate di lamelle brise-soleil in alluminio microforato, orientabili meccanicamente in modo da controllare l’apporto di calore dovuto alla luce del sole diretta. Il tutto consente di ottenere migliori prestazioni energetiche, soprattutto la scelta di installare su tutte le falde a sud delle pannellature fotovoltaiche che, oltre a produrre energia, riducono ulteriormente il riscaldamento dovuto dal sole. All’interno delle serre sono stati installati tutti i sistemi di collegamento verticale fra i diversi piani degli edifici e sono state realizzate ampie aree verdi arredate con colture adatte a vivere all’interno di aree climatizzate artificialmente. Il progetto è cresciuto e cambiato in corso d’opera, nell’ottica di un intervento più sostenibile possibile, che alla fine ha raggiunto il livello Platinum della certificazione Leed. L’IMPORTANZA DELLA PELLE L’involucro esterno dell’edificio principale ha mantenuto inalterati gli ingombri, le geometrie e le quote altimetriche. Il fronte sud ha subito un pesante intervento di ristrutturazione, consistito nell’eliminazione del vecchio muro in mattoni e nella creazione di una nuova facciata caratterizzata da schermature solari fisse e mobili, in legno e alluminio anodizzato-verniciato. Mentre le coperture esistenti sono state sostituite da un rivestimento che offre migliori prestazioni termoacustiche, realizzato con pannelli modulari in zinco-titanio zintek. Lo stesso trattamento hanno subito i fronti est e ovest, dove il muro in mattoni esistente è stato sostituito dalle stesse pannellature previste per la copertura e, in più, sono state aggiunte scale di sicurezza in carpen-
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teria metallica verniciata, che si armonizzano plasticamente con la facciata retrostante. La copertura dell’headquarters di Prysmian Group è stata realizzata dalla Zintek di Venezia Porto Marghera, produttrice del laminato di zinco-titanio zintek, un materiale non solo resistente e durevole, ma anche funzionale ed esteticamente gradevole: si tratta infatti di una lega metallica non ferrosa composta da zinco, rame e titanio, la cui combinazione riduce il coefficiente di dilatazione dello zinco e ne aumenta la resistenza alla trazione. IL SISTEMA DI RIVESTIMENTO Le coperture dell’edificio sono realizzate con lastre poste in continuità e unite con aggraffatura doppia, in modo da assumere l’aspetto di un manto regolare e omogeneo, non influenzato dalle variazioni di temperatura ed esente da manutenzione grazie alle peculiarità del materiale zintek che si ricopre col tempo di uno strato protettivo stabile. Questa pelle in laminato è stata posata su una stratigrafia isolante e ventilata che consente la dissipazione dell’umidità e un efficace ricircolo dell’aria: nello specifico, per creare l’intercapedine di ventilazione sono stati usati listelli in legno a passo costante che separano la parte sottostante composta da due strati di isolante ad alta intensità e una membrana traspirante impermeabile da quella sovrastante costituita da un tavolato in legno e una stuoia a filamenti su cui è appoggiato lo zintek. E lo speciale rivestimento non si limita a ricoprire l’esterno dell’edificio: l’uso del materiale ha consentito di mantenere l’idea di leggerezza cara all’architetto Varratta anche nelle controsoffittature dei corridoi sospesi interni che collegano un edificio all’altro, garantendo solidità e sicurezza. Giacomo Casarin
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