Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE / TN - Virginia Gambino Editore - Viale Monte Ceneri 60 - Milano
Numero 7 - MARZO 2018
Coperture
Le ultime soluzioni per l’ultima superficie
Innovazione L’arte del metallo con le curve di Nieder
Camini & fumi La rinascita del fuoco
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Anno 3 - Numero 7 - marzo 2018
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Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità / Frequency of publication trimestrale - 4 numeri /anno Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE / TN Registrazione / Registration: N. 222 del 10-04-2001 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti.
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editoriale
NON TOCCATE I BONUS CASA
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algrado un apparente miglioramento della situazione economica italiana, il mercato delle costruzioni stenta a ripartire. L’aumento della materia prima e l’eccessiva burocrazia, limitano gli investimenti nel comparto edile, fermi a circa 120 miliardi di euro. Sicuramente a fare da padrone nel settore sono le manutenzioni sugli edifici preesistenti. La politica finora adottata dai governi sullo sgravio fiscale per l’efficientamento energetico ha
indubbiamente favorito la sopravvivenza delle Pmi italiane del settore. Secondo autorevoli studi, sarà questo il vero mercato trainante del prossimo futuro italiano: le ristrutturazioni e il conseguente efficientamento energetico. Quello che tutti ci auspichiamo è che le agevolazioni fiscali (del 55% e 65%) non vengano toccate, anzi, qualora sia possibile vengano aumentate, favorendo così l’indotto complessivo del settore, che dovrà necessariamente tornare a trainare l’economia italiana. Fabio Montagnoli
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sommario
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marzo 2018
5 Editoriale Non toccate i bonus casa
Alpemac: che cosa è successo nella tre giorni
7 GLI ASSOCIATI PILE STORIA DI COPERTINA 10 Prefa C’è una laurea sul piano più alto
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ATTUALITÀ 16 Progetto fuoco È bello mandare il business in fumo 18 Anfus Dai tubi di metallo esce la ripresa 22 Alpemac Tutte le novità della Open-house LATTONIERE DEL MESE 26 Nieder Fatevi cullare dalle onde (metalliche)
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SPECIALE TETTO 32 Coperture - 1 Va sopra tutto, ma non sottosopra 36 Coperture - 2 Alleanza di ferro con la tegola IMPRESE 44 Isal Logistica e formazione per una marcia in più 47 Rivit Bloccaggio perfetto sognando California 48 Prodotti Le novità delle imprese
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Che cosa sta cambiando nel mondo delle coperture
- Marzo 2018
La fantasia al potere con le lamiere di Nieder
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Associazione Nazionale tra Produttori e Installatori Lattoneria Edile CONSIGLIO DIRETTIVO 2016-2018
Costituita nel 1993, l’Associazione P.I.L.E. riunisce i principali Produttori e Installatori di Lattoneria Edile con lo scopo di diffondere la conoscenza dello stato dell’arte del settore. L’Associazione è unica a livello nazionale e costituisce il punto di riferimento dei prescrittori, delle imprese, degli operatori e degli applicatori. L’Associazione collabora con l’UNI, l’Ente di Unificazione Nazionale, partecipando alle riunioni per la stesura delle norme che riguardano il settore della lattoneria pluviale, delle coperture discontinue, dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche. È presente alle principali manifestazioni fieristiche nazionali dell’edilizia. Dà impulso a studi, ricerche di mercato ed organizza corsi di formazione professionale mirati a favorire l’innalzamento della professionalità e dello sviluppo tecnologico, manageriale e gestionale degli associati. In collaborazione con Gambino Editore dal 2016 pubblica la rivista specializzata del settore “LATTONERIA”.
Presidente Fabio Montagnoli Vicepresidente Nicola Tresoldi Segretario e tesoriere Palmiro Bartoli Consiglio direttivo Manuele Avanzolini Palmiro Bartoli Luca Ielapi Giordano Mazzonetto Nicola Tresoldi
Le pubblicazioni P.I.L.E. LATTONERIA Per le imprese di lattoneria, i coperturisti e i tecnici specializzati Lattoneria, dal 2016 edita da Virginia Gambino Editore, si rivolge alle imprese di lattoneria, ai coperturisti e ai tecnici, anche progettisti, che operano in questo specifico settore. Vengono presentate realizzazioni significative e descrizioni tecnico-prestazionali dei materiali e dei prodotti innovativi. Grande attenzione per la normativa, la sicurezza e per i dettagli costruttivi. Particolare cura viene dedicata agli aspetti applicativi, alle attrezzature, alle macchine per la preparazione e la posa dei diversi manufatti. È organo ufficiale del P.I.L.E. (Produttori Installatori Lattoneria Edile).
MANUALE DI PROGETTAZIONE E POSA È l’unico manuale completo che affronta tutti gli aspetti di progettazione ed esecuzione delle coperture metalliche e dei sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche. Uno strumento di lavoro pratico con soluzioni, materiali e suggerimenti illustrati attraverso oltre duecento disegni di dettaglio, trecento immagini e cinquanta tabelle. 210 pagine a colori, formato 20x28cm
VOCI DI CAPITOLATO Una raccolta organica e precisa di tutte le Voci di Capitolato per l’esecuzione delle opere di lattoneria metallica e copertura a falde. Oltre duecentocinquanta voci suddivise in trentotto capitoli vengono descritte e illustrate attraverso disegni e particolari costruttivi. 136 pagine a colori, formato 20x28cm
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TERMICA DELLE COPERTURE METALLICHE Il volume è dedicato alle coperture e ai pacchetti di isolamento termico. Tredici soluzioni con quattro diversi tipi di isolante con una descrizione degli strati e soprattutto con il calcolo dei valori di trasmittanza termica e del potere fono isolante. 72 pagine a colori, formato 20x28cm
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1. IDROCENTRO Via Giolitti 92, Torre San Giorgio (CN) Telefono: 0172-9121 - Fax: 0172-96075 info@idrocentro.com - www.idrocentro.com 2. F.I.E.R.I.S. Via Nazionale 49, Premosello Cuzzago (VB) Telefono: 0968-209155 - Fax: 0324-80219 info@eris.it
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PIEMONTE 33. TECNO RAME Via dei Pecchi 111, Viareggio (LU) Telefono: 0584-1660269 - Fax: 0584-1660270 info@tecnorame.it - www.tecnorame.it 34. ASSIMP ITALIA Via Micali 22, Livorno (LI) Telefono: 0586-850797 / 345-6606691 info@assimpitalia.it - www.assimpitalia.it 35. REGO Srl Via Impruneta, 34 - 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Telefono: 0571 417189 - Fax: 0571 403111 mailto:info@rego.it www.rego.it - www.parapetti.it
TOSCANA 41. LAMECOP DI COPPOLA MARCO & C.
Via Orsa Maggiore 1, Fonte Nuova (RM) Telefono: 0690-530135 - Fax: 0690-532423 info@lamecop.it - www.lamecop.it 42. BIANCHI ELIO Via Casilina, 2008, Monte Compatri (RM) Telefono: 06-9476105 - Fax: 06-9476564 info@bianchielio.it - www.bianchielio.it
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45. PROFILTEK Zona Industriale, Tito (PZ) Telefono: 0971-485178 - Fax: 0971-629157 commerciale@profilteksrl.com www.profilteksrl.com 46. LATTONERIA SASANIELLO Via dell’Artigianato 24, Matera (MT) Telefono: 0835-261464 - Fax: 0835-261464 info@sasaniello.it - www.sasaniello.it 47. LATTONERIA FUMAGALLI MAURILIO Lagonegro, Province of Potenza, Italy Telefono: 0973-22175 / 347-1128977 Fax: 0973-22175 fumagallimaurilio@yahoo.it www.lattoneriafumagalli.com
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LAZIO 51. HELPROOF Contrada Coda di Volpe sn, Rende (CS) Telefono: 0984-1806547 / 347-7695437 Fax: 0968-209829 info@helproofsrl.com - www.helproofsrl.com 52. METALTRADE ITALIA S.R.L. C.da Coda di Volpe Z.I. - 87036 Rende (CS) Telefono: 0984-838428 / 0984-1806794/5/6 Fax: 0984-1801794 commerciale@metaltradeitalia.com www.metaltradeitalia.com 53. SUPERGRONDA C.da Cutra Snc - 87010 Torano Scalo (CS) Telefono: 0984 506099 - Fax:0984 506006 info@supergronda.com www.supergronda.com 54. ISAL Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Telefono: 0968-209362 - Fax: 0968-209847 isal@ielapigroup.it - www.isalsrl.it 55. EUROPROFIL Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Telefono: 0968-209155 - Fax: 0968-209829 europrofil@ielapigroup.it - www.ielapigroup.it
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PUGLIA
Storia di copertina
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Prefa
C’è una laurea
SUL PIANO PIÙ ALTO L’azienda austriaca è specializzata nella costruzione di tetti e facciate in metallo, oltre che in sistemi di smaltimento acque e montaggio per impianti fotovoltaici. La formazione è un chiodo fisso, tant’è che negli anni ha messo a punto un ricco programma di corsi per installatori
IDENTIKIT Nome: Prefa Data e luogo di nascita: 1946, Lilienfeld (Austria) Professione: Progettazione, produzione e distribuzione di sistemi di rivestimento per tetti e facciate in alluminio Prodotti speciali: tetti e facciate in alluminio, sistemi di montaggio per il fotovoltaico, dighe, nastri e lastre Segni particolari: un tetto forte come un toro Fatturato 2016: 1,47 milioni di euro (Prefa Italia Srl)
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P
refa è nata nel 1946 a Lilienfeld, in Austria, un Paese alle prese con la ricostruzione post bellica. Da allora, e sono passati più di settant’anni, l’azienda sviluppa, produce e vende sistemi per coperture e facciate in alluminio. Punto di forza dell’azienda è la qualità della materia prima unita alla sapienza dei suoi installatori. Perché solo una messa in posa a regola d’arte garantisce la bontà e la durabilità di un lavoro. Prefa ha la sua sede italiana a Bolzano, dove si è impegnata a offrire un servizio in più ai professionisti: quello della formazione, grazie alla sua Academy. «La nostra nuova sala corsi a Bolzano è diventata di fatto la casa dei lattonieri, o meglio la loro palestra dove allenarsi, esercitarsi e confrontarsi», spiega Matteo Fedrici, consulente tecnico Prefa. Domanda. Imparare a fare un tetto: ma ce n’è
veramente bisogno? Chi lavora da tanto tempo potrebbe considerarlo superfluo. Risposta. Siamo in un mondo sempre più specializzato, in tutti i settori, al di là della sola edilizia. C’è un bisogno crescente di specialisti: ogni ambito diventa sempre più ricco di dettagli e nozioni. Oggi il cliente finale privato può accedere a molte più informazioni, con fiere e siti internet. Però bisogna saperle gestire, capirle e metterle in pratica. Ecco, la figura preposta a fare questo è l’installatore, che realizza i tetti. Per questo, certo che c’è bisogno di insegnare come si fanno (e bene) le coperture degli edifici. Anche per poter dialogare meglio con gli utenti finali, che danno lavoro a tutti noi: dalle aziende produttrici agli installatori. D. Quali sono le lacune più comuni nella preparazione degli specialisti del tetto? I corsi di formazione. Nella pagina a fianco, Matteo Fedrici, consulente tecnico Prefa
«C’è bisogno di specialisti: ogni ambito diventa sempre più ricco di dettagli e nozioni»
Storia di copertina
12 Mazzonetto fornisce laminati, tubi e accessori per lattoneria in rame, acciaio preverniciato, zinco titanio e alluminio Nei corsi si insegna a impostare la copertura in modo facile e veloce, facendo in modo che non si comettano errori che possano inficiare i lavori collegati. È fondamentale il ruolo del mastro lattoniere Elmar Waldboth
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R. Farei un discorso più ampio: l’edilizia in toto ha bisogno di una rinfrescata a livello di idee e di prodotti. Tantissimi nostri clienti che fanno corsi vogliono imparare cose nuove, ma le imprese edili fanno fatica a cambiare il loro modus operandi. Però bisogna cambiare perché si evolve il cliente finale. Insomma, più che le lacune che ci possono essere tra gli specialisti del tetto, penso che sia un bene alzare la qualità dell’edilizia in generale. D. Quali sono i focus e gli obiettivi dell’Academy Prefa? R. Costruire una rete di installatori preparata e di qualità sempre più convinta nel proporre il sistema di copertura metallica in alluminio. Per
fare questo abbiamo scelto di partire dalla tecnica, trasferendo il nostro bagaglio di conoscenze tecniche a chi vuole imparare. Vogliamo rendere l’installatore preparato a gestire qualsiasi situazione possa trovare sul mercato a livello tecnico. Partendo dall’abc, insegniamo come impostare la copertura in modo facile e veloce, facendo in modo che non si facciano errori che possano inficiare i lavori collegati. In tutto questo è fondamentale il ruolo del nostro mastro lattoniere Elmar Waldboth. D. Oltre le nozioni tecniche, date anche una formazione di carattere commerciale? R. Sì, i nostri corsi sono strutturati per costruire un rapporto (e un gruppo) di lavoro, non solo
IL LATTONIERE? LAVORERÀ SUL DESIGN
ELMAR WALDBOTH È MASTRO LATTONIERE E ISTRUTTORE TECNICO PREFA Domanda. Come e quando ha iniziato questa attività? Risposta. Sono partito nel 1993 come lattoniere in un’azienda. Nel 2000 sono diventato istruttore per Alpewa e dunque per Prefa. D. Com’è cambiato il mondo della lattoneria in questo quarto di secolo? R. Tantissimo, perché all’epoca c’erano pochi metalli e pochi sistemi e tecniche di copertura. Oggi è tutto diverso, sia per la gamma di materiali, di prodotti e di soluzioni. In più, ci sono molte più aziende del settore. Poi, un tempo il lavoro era più manuale: oggi, grazie alla tecnologia, ci sono diversi apparecchi e macchinari che aiutano a fare le lavorazioni sul tetto e il rivestimento delle facciate. D. Quali caratteristiche deve avere il buon lattoniere? Xxxxxxx R. Avere una buona mano per gestire gli attrezzi e la capacità di prefigurarsi mentalmente il lavoro finito, così da saper muoversi bene passo dopo passo in corso d’opera. D. Il suo ruolo nella scuola Prefa è centrale. Che cosa le comunica questa posizione? R. Mi dà una cosa davvero preziosa: la possibilità di confrontarmi con tante realtà, culture e professionisti diversi, in tutt’Italia. D. Come sarà il lattoniere del futuro? R. Non tanto diverso da quello di adesso, in verità. Sicuramente cambieranno le strutture: più lineari e architettoniche. Insomma, la lattoneria sarà sempre più design.
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per insegnare come si fanno i dettagli tecnici. È importante trasferire la nostra esperienza commerciale, di vendita e di rapporto con il cliente a chi non ne è in possesso, essendo essenzialmente un artigiano puro. D. A chi vi rivolgete principalmente? R. A tutti i lattonieri e ai professionisti del settore delle coperture: chi vuole imparare a lavorare con i nostri sistemi e pacchetti di copertura è il benvenuto. Per tutte le informazioni relative alla partecipazione basta fare un salto sul nostro sito per avere una panoramica completa dei nostri servizi. D. Come sono strutturati i corsi di formazione? R. Sono molto, molto pratici: ci piace e piace
anche ai corsisti. Perché è gente che ha voglia di fare e che ha fatto dell’artigianato il proprio vanto. La nostra nuova sala corsi a Bolzano è diventata di fatto la casa dei lattonieri, o meglio la loro palestra dove allenarsi, esercitarsi e confrontarsi. D. Quali sono i vantaggi di frequentare i vostri corsi? R. Anzitutto, oltre a ottenere un attestato di partecipazione, c’è la possibilità di differenziarsi dalla concorrenza: se impari a fare una cosa e sai farla meglio, sai anche presentarla in modo più efficace al cliente. In questo modo crei valore aggiunto e puoi venderti meglio, uscendo dalle deleterie dinamiche del prezzo al ribasso. D. Quali riscontri avete ottenuto finora?
«Chi partecipa ottiene un attestato e si differenzia dai concorrenti»
INSEGNIAMO ANCHE LA PASSIONE LAURA PATERNOSTER, responsabile marketing Prefa: «Organizzando i corsi e facendo toccare con mano i prodotti Prefa, trasferiamo la passione per il nostro lavoro, oltre che tutti i vantaggi di posa, qualità e performance dei nostri sistemi. A volte troviamo un po’ di diffidenza, perché ci rivolgiamo a professionisti che hanno alle spalle decenni di lavoro e che sono restii a imparare, pensando di non averne bisogno. Invece, c’è sempre da imparare e la nostra volontà è quella di dare sempre competenze utili per andare avanti e migliorarsi nel proprio lavoro».
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Storia di copertina
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COSÌ MIGLIORIAMO LA NOSTRA PROFESSIONALITÀ GIORGIO BAÙ, CENTRO TETTI Domanda. Perché ha deciso di iscriversi all’Academy Prefa? Risposta. Semplice, per imparare e migliorare. In materia di tetto sono molto preparato e ho grande esperienza, mentre per quanto concerne la facciata ho da imparare: eccomi qui. Per cui, dopo aver frequentato sempre dei corsi Prefa sul tetto, ora mi dedico alle facciate. Prefa è un’azienda seria capace di dare sempre quel qualcosa in più a livello tecnico, insegnando bene come si fanno i lavori. D. Quali vantaggi riscontra nel quotidiano? R. Sono più accreditato agli occhi dei clienti: un utente finale si fida di più di un installatore che si forma di continuo e che ha attestati da mostrare in aggiunta al suo sapere manuale. Mi voglio sempre migliorare, per cui appena posso vengo qui ad aggiornarmi e a confrontarmi con i colleghi lattonieri.
ANDREA PAVAN, FRATELLI PAVAN Domanda. È il primo corso che frequenta? Risposta. No, è il terzo con Prefa. Sono occasioni importanti per imparare veramente bene: la parte teorica e quella pratica sono sviluppate in modo chiaro e completo. Nel quotidiano del cantiere, poi, riusciamo ad affrontare i problemi e a risolverli agilmente, visto che li abbiamo già studiati e approfonditi in Academy grazie agli insegnamenti pratici di Elmar Waldboth. D. Altri benefici? R. Per esempio, avere una visione più ampia del mondo della lattoneria, venendo a conoscenza di tutti gli elementi del lavoro e di tutte le tipicità edili e costruttive del territorio italiano.
R. I feedback arrivati sono ottimi e ne siamo orgogliosi. Molti, finito un corso, si iscrivono a un secondo: c’è sempre da imparare. D. Tetto e coibentazione: quale formazione fornite in materia di isolamento? R. Proprio da questo anno abbiamo inserito un nuovo corso: in collaborazione con l’azienda Bauder entriamo nel dettaglio delle stratigrafie della copertura. In questo modo l’installatore impara una cosa molto importante, ovvero se il tetto sul quale sta mettendo mano è stato fatto bene o meno, così da sapere come comportarsi nel suo lavoro: i lattonieri sono più che contenti di questa opportunità. Per esperienza posso dire che, spesso e volentieri, i difetti nella coibentazione sono da attribuire alla copertura: nel 90% dei casi il problema sta in come è stato realizzato il pacchetto isolante. Il tetto è un sistema, ed è complesso.
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D. Ma qual è il punto più debole della filiera, l’installatore o il rivenditore? R. Secondo me l’anello debole non è una figura predefinita, bensì un qualcosa di più ampio: mi riferisco alla cultura generale che attualmente c’è nell’edilizia. Faccio un esempio: ho moltissimo a che fare con architetti e mi rendo conto che hanno troppe cose a cui pensare, perché le case stanno diventando un involucro complicatissimo e difficile da gestire da soli. Quindi, il punto debole è la complessità che sta assumendo il sistema costruttivo. Nell’edilizia si interfacciano numerosi lavoratori e lavorazioni: è necessario mettere tutti insieme affinché tutti parlino la stessa lingua. Non bisogna ragionare a compartimenti stagni, ma in concertazione. La mancanza di dialogo tra le varie figure è solo deleteria per l’intera filiera. Fabio Franchini
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Attualità
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Progetto fuoco
È bello mandare
IL BUSINESS IN FUMO Canne fumarie, camini, impianti di aerazione: la più importante manifestazione internazionale di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna è andata in scena a Verona. Ecco le novità di un settore bollente
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ra il 1967 e i Doors di Jim Morrison cantavano Light my fire. Altri tempi, ormai passati. Tutti gli anni, però, a Veronafiere il fuoco torna ad ardere con forza e diventa protagonista assoluto della kermesse internazionale dedicata, appunto, all’elemento naturale primordiale. L’undicesima edizione di Progetto Fuoco è stata, è il caso di dirlo, scoppiettante: vi hanno partecipato 782 aziende (+5% rispetto all’appuntamento precedente), di cui 322 estere per un totale di 39 Paesi rappresentati. Oltre 70mila visitatori hanno calpestato 115mila metri quadri di superficie espositiva potendo ammirare 3mila novità, tra cui 250 prodotti funzionanti grazie all’impianto di aspirazione fumi. Il tutto arricchito da numerosi eventi collaterali di approfondimento, quali workshop, convegni e dimostrazioni pratiche. Maurizio Danese, presidente di Veronafiere ha
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così commentato il successo della manifestazione: «Progetto Fuoco 2018 ha confermato Verona polo mondiale per ogni soluzione improntata al riscaldamento da biomasse legnose, registrando un aumento sia sul fronte delle aziende espositrici che degli operatori. Il successo testimonia la crescente importanza del settore, a livello di mercato e in ottica di sostenibilità ambientale: temi a cui bisogna guardare su scala globale. Anche per questo abbiamo reso la manifestazione sempre più internazionale, come ha dimostrato questa edizione che ha visto la presenza di circa 16.500 visitatori esteri (+20% rispetto alla passata edizione), arrivati da 70 nazioni». E se l’appuntamento con la dodicesima edizione è fissato al 2020, dal 19 al 23 febbraio, ora vediamo che cosa abbiamo trovato girando tra gli stand. Fabio Franchini
17 Aria calda senza polveri
Thomas Mantovani responsabile tecnico Bluenergy
«A Progetto Fuoco abbiamo presen tato un generatore ad aria calda a condensazione, un sistema comple tamente modulante che garantisce basse emissioni di polveri sottili e alti rendimenti. La capacità modulare permette al condensatore di essere successivamente implementato con funzioni nuove; inoltre, grazie a un sistema a stratificazione riscalda gli ambienti con una potenza termica inferiore, diminuendo le dispersioni termiche nell’edificio. E il mercato ci dà ragione. Infatti, la domanda va su prodotti affidabili e altamente effi cienti (che non hanno bisogno di ma nutenzione) come i nostri: la qualità paga, sempre. Costruiamo caldaie a pellet e generatori ad aria calda, siste mi completi per riscaldare e per i cicli produttivi dove c’è bisogno di ener gia termica. E i clienti sono sempre rimasti soddisfatti della nostra offer ta: dai gestori del calore alle aziende che hanno cicli produttivi industriali, passando per la cosiddetta signora Maria. Per chiudere, il 2017 è anda to molto bene, con una crescita del fatturato del 30%, e il 2018 è iniziato col vento in poppa: le premesse sono molto buone».
Ecottetto e canna a prova di legno
Ilaria Portioli titolare e responsabile commerciale Etna
Novità 2018
Cristina Lazzari, responsabile marketing EdilKamin «In fiera abbiamo esposto la nuova linea di inserti a legna, INWOOD: si tratta di vari modelli con vetro fronta le, trifacciale e con vetro laterale, de stro e sinistro, una gamma di design per rivisitare vecchi caminetti o rea lizzarne di nuovi. Per quanto riguarda il riscaldamento ad acqua, abbiamo esposto il nuovo termocamino a pel let IDROPELLBOX 30, mentre per le stufe a pellet abbiamo scelto di espor re KLIK di facile uso per tutti ed EVIA, arrotondata e dalle linee morbide, con doppio vetro. Inoltre, una serie di stufe a pellet profonde solo 30 cen timetri, sia tradizionali che stagne: queste ultime non prelevano aria da gli ambienti. Le novità stanno riscuo tendo un buon successo. Edilkamin è una realtà in continua evo luzione e dopo oltre 50 anni è presen te oggi in più di 30 nazioni con oltre 1000 rivenditori. Affidabilità e sicu rezza sono i nostri marchi di fabbrica, insieme alla qualità e al valore tecno logico dei nostri prodotti. Il mercato ha un trend positivo, grazie anche alle normative sul conto termico, un’a gevolazione importante che ha dato una bella spinta a tutto il comparto».
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«Due sono i prodotti che Etna ha voluto mettere in mostra a Progetto Fuoco. Il primo si chiama Ecotetto e rappresen ta una soluzione ideale per l’attraversa mento dei tetti in legno. Si tratta di una canna fumaria a doppia parete che può essere posata direttamente a contatto con il legno senza alcun problema di surriscaldamento e incendio da fulig gine. La seconda novità consiste in una nuova linea smalto per le stufe a pellet: acciaio al carbonio con spessore 0,8 millimetri smaltato internamente ed esternamente, che ha passato con suc cesso tutti i test di combustione com preso quello di corrosione».
Attualità
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ANFUS: DAI TUBI DI METALLO ESCE LA RIPRESA Anche gli spazzacamini si devono aggiornare: «L’involucro edilizio si sta evolvendo, per cui non ci si può fermare, bensì rimboccarsi le maniche di continuo per saperne sempre di più», racconta a Lattoneria durante Progetto Fuoco Massimo Pistolesi, vice presidente Anfus (a destra nella foto). Domanda. Qual è l’attività dell’Associazione nazionale fumisti e spazzacamini? Risposta. Anfus è nata nel 1992, dall’intuizione di Giovanni Paoletti: percepito il vuoto normativo e l’assenza di una regolamentazione nel settore dell’installazione e della manutenzione degli impianti di riscaldamento a legna e pellet, assieme a Andrea Marucci ha fondato l’associazione. L’obiettivo, fin dall’inizio, è stato quello di dare un volto istituzionale alla professione del fumista e dello spazzacamino e, parallelamente, di investire sulla loro formazione tecnica e lavorativa. Oggi siamo un punto di riferimento assoluto per il comparto: abbiamo 560 aziende associate, per un totale di circa 8mila operatori tra produttori, installatori, progettisti, fumisti e spazzacamini. D. Quali servizi offrite? R. Offriamo servizi a 360°: formazione, informazione, assistenza tecnica e promozione per tutti i tecnici del comparto biomasse. La nostra “punta di diamante” è la formazione tecnica professionale che eroghiamo in tutta Italia. Subito dopo la sua nascita, Anfus ha dato vita alla Fuspa, scuola nazionale fumisti e spazzacamini: ogni anno forma circa 450 allievi in tutta Italia, dal Trentino fino alla Sicilia, grazie a un personale docente fatto sia di accademici che di artigiani professionisti. La preparazione tecnica è imprescindibile per lavorare bene, in sicurezza e offrire un servizio di qualità all’utente finale. Per cui la nostra missione è formare al meglio i manutentori dei sistemi fumari di domani e aggiornare i professionisti di oggi, perché c’è sempre bisogno di imparare: il settore è in forte crescita sul fronte dei servizi, perciò c’è necessità di tanta formazione costante. L’involucro edilizio si sta evolvendo, per cui non ci si può
fermare, bensì rimboccarsi le maniche di continuo per saperne sempre di più. D. Quali sono le novità più importanti che negli ultimi anni hanno toccato il comparto? R. Dal 2008 non esiste più distinzione tecnico/normativa tra combustibili solidi, liquidi e gassosi con l’entrata in vigore del DM 37/08. Questa è una svolta epocale, che insieme all’introduzione del DPR 74/13, porta i caminetti e le stufe alla pari degli impianti termici. Gli apparecchi domestici alimentati a pellet e legna, di potenza nominale fino ai 35kW, sono impianti e come tali devono essere trattati, in tutto il loro percorso dalla produzione alla vendita, installazione e manutenzione obbligatoria. D. Ma il privato cittadino come fa a riconoscere un professionista serio e qualificato? R. Per andare sul sicuro deve rivolgersi alla nostra associazione, così da farsi indicare il fumista e lo spazzacamino di zona più vicino: in questo modo sa che ha a che fare con un professionista preparato e qualificato, e non un soggetto improvvisato. Un consiglio all’utente finale: verificate se il soggetto che contattate ha l’abilitazione professionale. Diffidate da chi non ha il patentino... D. Qual è il trend del mercato? R. La crisi dell’edilizia ha toccato anche il nostro settore, inutile negarlo. Ma è in atto un grosso cambiamento radicale e sociale, perché le crisi sono passeggere e non durano certo dieci e passa anni. Bisogna capire dove sta andando questo rinnovamento e seguire la giusta strada. E adesso il mercato va con forza verso il servizio per gli impianti a pellet e legna. Nel 2017 è successo qualcosa di strano e del tutto inaspettato: le previsioni delle grosse aziende produttrici del comparto pensavano che il mercato andasse in stallo e invece c’è stata una crescita importante, anche a due cifre. Come andrà il 2018 non si sa: un po’ di traino del 2017 c’è e l’edilizia si è un po’ riassestata. Per cui può essere che la tendenza rimanga positiva, ma è azzardato fare previsioni.
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Attualità
20 Efficienza fa rima con estetica Chiara Palazzetti responsabile comunicazione e marketing Palazzetti «A questa edizione di Progetto Fuoco, abbiamo portato un’evoluzione dei nostri prodotti per il riscaldamento delle case attraverso una più efficiente di stribuzione e gestione dell’aria calda: prodotti più potenti e tecnologici, forti di un’applicazione per la gestione da remoto, direttamente dallo smartphone. Il nostro, fortunatamente, è un settore in sviluppo: oggi è possibile riscaldare, e farlo bene, la propria casa con prodotti ecologici e piacevoli esteticamen te allo stesso tempo. Tanta tecnologia e altrettanto design in un colpo solo. Palazzetti può fare affidamento su una vasta rete di specialisti che conoscono ormai da tanti anni la nostra offerta commerciale: i nostri sono prodotti ad alta competenza tecnica e chi li tratta deve essere formato e preparato, spaziando dal campo dell’edilizia a quello delle finiture, passando per l’arredamento in senso stretto. La nostra sfida e volontà è immettere sul mercato prodotti mi gliori, sempre più efficienti, così da invogliare il cliente a rinnovare la propria casa con prodotti qualitativi, performanti e tecnologici, ma anche dal sapore antico. Il nostro è un settore piccolo per certi versi, ma molto interessante per una bella fetta di clientela: bisogna essere sempre all’avanguardia, unendo estetica e prestazioni. Il settore sta viaggiando su ottimi binari, agevolato dal conto termico, e i nostri prodotti sono spesso scelti per sostituire articoli già esistenti e meno efficienti. In generale, c’è più fiducia e si lavora molto in ottica di ristrutturazione: per quello che ci riguarda personalmente, la ripresa c’è e la tocchiamo con mano».
Per i camini conta il know-how
Stefano Serra tecnico commerciale Camini Wierer
«A Progetto Fuoco 2018 non abbiamo presentato novità particolari, perché ab biamo fatto una scelta diversa: riproporre, con rinnovata forza, la nostra storia e offerta commerciale. Camini Wierer è un’azienda storica e di assoluto riferimento per il comparto, oltre che essere leader nazionale. Il nostro punto di forza, insie me alla storia, è il know-how tecnico. Nel settore delle canne fumarie c’è sempre più concorrenza, sia italiana che straniera: grazie alla produzione di assoluta qualità non temiamo nessuno. Negli ultimi anni si è imposta con decisione l’importanza del servizio, che vale ben di più del prezzo. Circa cinque anni fa abbiamo aperto una fi liale a Milano per presidiare proficuamente il territorio e curare al meglio la clientela, migliorando i trasporti e ottimizzando tutte le fasi del nostro lavoro. Inoltre, siamo sempre molto attenti al discorso normativo, tant’è che vogliamo sviluppare i nostri prodotti di pari passo con l’evoluzione e l’aggiornamento delle normative tecniche. E i nostri interlocutori, grande distribuzione organizzata, rivenditori e specialisti, che lavorano utilizzando i nostri prodotti e realizzano le più svariate soluzioni impiantisti che per l’evacuazione dei fumi, ci fanno avere feedback positivi, anche se il mercato continua a non decollare come si vorrebbe».
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Attualità
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Alpemac
Tutte le novità
DELLA OPEN-HOUSE L’azienda di Lonato del Garda, specializzata nella distribuzione di macchinari per la lavorazione della lamiera per la lattoneria e l’industria, ha chiuso con successo la tre giorni 2018, un evento-successo che ha attirato centinaia di clienti e fornitori
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Esposizione interna durante l’Openhouse.
alla Alpewa, azienda familiare nata a Bolzano nel 1948 e specializzata nella distribuzione di elementi per la lattoneria, è nata nel 2015 la Alpemac, specializzata nel ramo macchinari e attrezzatura per la lavorazione della lamiera, insediata a Lonato del Garda. Il responsabile commerciale Flavio Baietti ha accettato volentieri di raccontare a
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Lattoneria l’evento Open-house 2018: tre giorni, dall’8 al 10 marzo, in cui l’azienda ha aperto le porte a fornitori e clienti per favorire la conoscenza reciproca e aumentare il giro d’affari assieme alla comunicazione. «Si tratta di una tradizione consolidata, ormai» spiega Baietti «è un’iniziativa che portiamo avanti da vent’anni e che nel tempo si è evoluta,
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in armonia con l’evoluzione e la crescita dell’azienda. Siamo passati dai piccoli raduni con i fornitori tedeschi alla realtà odierna, in cui un evento come il nostro, che presenta proposte di alto livello per l’industria e la lattoneria, coinvolge ventisei aziende diverse». Domanda. Possiamo considerarla una mini-fiera? Risposta. Senz’altro, è una fiera basata su un’idea innovativa: ospitare anche altre aziende
che non hanno un rapporto commerciale diretto con noi, ma sono potenziali fornitori dei nostri clienti, come chi vende droni o cestelli idraulici per lavori aerei, o furgoni Iveco. Tutto ciò per creare un evento ancora più grande e un’offerta differenziata. D. Qual era la tipologia degli espositori e dei clienti? R. Oltre ai nuovi fornitori che ho menzionato, il cuore dell’esposizione era equamente diviso
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L’esterno dell’azienda. Sotto, il responsabile commerciale di Alpemac, Flavio Baietti, parla con Renato Romagna titolare della Forstner
Attualità
24 Siamo molto soddisfatti, perché puntualmente ogni anno aumenta il numero dei visitatori
il team dell’azienda di Lonato del Garda
tra industria e lattoneria. Per quanto riguarda la nostra esposizione, avevamo pannellatrici automatiche di Ras e piegatrici elettriche SafanDarley, per l’industria. La lattoneria era invece rappresentata da piegatrici Thalmann, piegatrici Jorns, linee di taglio Forstner, profilatrici Schlebach. D. Com’è andata rispetto agli anni precedenti? R. Ottimamente, nonostante il tempo variabile che non ha influito sulle visite. Siamo anzi molto soddisfatti, perché constatiamo puntualmente che ogni anno aumenta il numero dei visitatori: quest’anno non ha fatto eccezione. Per il marchio Thalmann, di cui abbiamo la rappresentanza in Austria, abbiamo avuto come ospiti anche molti austriaci. D. Di quanti visitatori parliamo? R. Circa 400. D. Qual è l’obiettivo, direi il tornaconto di questa vostra iniziativa, al di là dell’ovvio ritorno di immagine? R. Il vantaggio è prezioso, anche se difficilmente quantificabile: l’Open-house crea un anello di congiunzione molto stretto tra fornitori e area vendita, tra agenti e clienti. L’organizzazione di una visita, una cena comune, in una parola il formarsi di un rapporto umano tra personale interno e venditori è fondamentale per la creazione di un rapporto di lavoro
più stretto, che aumenta la fiducia reciproca e stabilisce una nuova motivazione, destinata a durare nel tempo. Per ottenere questo risultato è necessario, o aiuta molto, che persone che per mesi si parlano solo al telefono passino qualche giorno insieme, si conoscano. L’altro, innegabile risultato positivo della nostra Open-house è la possibilità di fare nuove proposte al cliente, senza dover avere a che fare con la concorrenza, come accade invece in una normale fiera. È possibile dedicarsi ai clienti e alle loro esigenze prendendosi tutto il tempo necessario. D. Come descriverebbe Alpemac oggi? R. La nostra è un azienda da 15 milioni di fatturato, con 15 persone. È una realtà dinamica, in continua evoluzione, come dimostrano le nostre iniziative: abbiamo una nuova rappresentanza di macchine elettriche per l’industria, della SafanDarley, e siamo in via di internazionalizzazione, grazie soprattutto alla proposta dell’usato in tutto il mondo. Il nostro obiettivo è arrivare a realizzare venti milioni di fatturato. Per dare impulso alle vendite abbiamo assunto tre persone nell’area. Per concludere direi che il comparto che ha il vento in poppa in questo momento è l’industria, anche se la lattoneria continua a presentare buoni numeri. Matteo Caffa
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Lattoniere del mese
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TeXe Nieder
SiaXri cullare Fatevi
CX DALLE ONDE (METALLICHE) L’impresa pXa L’azienda valtellinese, che è specializzata in coperture e facciate, ha realizzato un mix vincente tra tecnica ed estetica con Wavin, un rivestimento fluttuante e personalizzabile composto da pannelli tridimensionali. È il trionfo del design eX SotXci, Lucca
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A
prire un’azienda di lattoneria puntando tutto su un design d’avanguardia. È stata la «folle» idea di Jürgen Niederfriniger, che sette anni fa ha fatto la sua piccola-grande rivoluzione a Castione Andevenno, in provincia di Sondrio, dove ha fondato la Nieder. Così, quello che poteva sembrare un azzardo fantascientifico è diventata una bella realtà imprenditoriale: l’imprenditore ha scommesso sulle pareti metalliche mobili e ha vinto. Con la sua grande passione per il lavoro, tanta sperimentazione e tantissimo estro, ha creato un macchinario per dare forma alla sua intuizione. Wavin, prodotto di punta della produzione Nieder, «è un sistema di rivestimento composto da pannelli tridimensionali in metallo, la cui forma si ispira alle onde marine nel loro fluttuare, applicabile a progetti sia di interior design che di design architettonico» spiega Niederfriniger. Domanda. Qual è la sua storia di lattoniere? Risposta. È tutta una questione di famiglia: mio nonno faceva il lattoniere in Alto Adige, idem mio padre. Io non avevo voglia di studiare e così quando ero ancora un ragazzino, a 14 anni, ho iniziato la scuola professionale di lattoniere. Poi ho iniziato a lavorare e… eccoci qui. La Nieder è arrivata sette anni fa: ho iniziato da solo qui a Sondrio, dove mi sono trasferito per amore. Da piccola officina ci siamo trasformati in un’azienda consolidata, che produce e installa: siamo una decina e facciamo tutto, dalla a alla zeta. D. Come ci siete riusciti? R. Facendo tantissima ricerca e sviluppo sui materiali, cosa che continuiamo a fare con im-
pegno e dedizione continui. Questo perché il nostro obiettivo è quello di arrivare a fare facciate e tetti sempre più customizzati, oltre che tridimensionali. E stiamo studiando nuovi modi per far muovere queste particolari facciate, forse fin troppo particolari… D. In che senso? R. In un certo verso, Wavin è un prodotto così tanto futuristico che è paradossalmente quasi difficile da vendere sul mercato architettonico attuale. Nato e brevettato ormai una decina di anni fa per ricoprire gli esterni, ci è stato richiesto principalmente per piccoli interventi di interior design. Però adesso abbiamo in ballo due cantieri da mille metri l’uno in cui le nostre onde saranno protagoniste. D. Racconti un po’ le caratteristiche di questo innovativo prodotto… R. Wavin è un sistema di pannelli tridimensionali in metallo (alluminio, rame, zinco titanio) dalla forma ondulata, proposto in un’innumerevole varietà di colori e con la possibilità di applicare una retroilluminazione a led che fuoriesca dal profilo microforato dell’onda. Wavin è leggero ma solido, di facile e veloce montaggio: l’assemblaggio è a incastro senza l’impiego di viti o perni visibili. La sua versatilità lo porta ad essere applicato a progetti di design d’interni, come rivestimento di pareti o complemento. Montato all’esterno, Wavin dà all’edificio un senso di apertura e di ampiezza visiva dei volumi, anche quando le dimensioni in sé sono ridotte. D. Grazie alla tecnologia, quanto sono cambiati i materiali negli ultimi anni?
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«È un prodotto così tanto futuristico che è quasi difficile da vendere sul mercato architettonico attuale»
Wavin è un sistema di pannelli tridimensionali in metallo. Nel riquadro, Jürgen Niederfriniger
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Un esempio dell’utilizzo di Wavin
«Una volta c’era solo il rame, poi è arrivato lo zinco-titanio. Adesso è l’alluminio, per costi e poliedricità, ad avere i riflettori»
R. Molto. Una volta c’era solo il rame, poi è arrivato lo zinco-titanio, mentre adesso è l’alluminio, per costi e poliedricità, a spadroneggiare. Comunque, siamo ancora nel bel mezzo dello sviluppo dei materiali. Faccio un esempio: noi siamo sempre proiettati al futuro e allora ci siamo mossi sul versante della termoformatura della plastica. In futuro la plastica sarà sempre più riciclata e raffinata per essere (ri)utilizzata anche per il rivestimento delle facciate: con certi macchinari si riesce a termoformarla, creando pannelli tutti diversi tra loro. E questa è una grande sfida architettonica. D. Vuole dire che la plastica potrebbe essere il materiale del futuro? R. Sì, è probabile. Noi abbiamo fatto delle prove e funziona. D. Apriamo il capitolo clientela. Avete un
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cliente tipo? R. Lavoriamo tanto con gli architetti, ma altrettanto con i privati. Poi, non mancano certo le imprese di costruzione. In più, da un anno abbiamo iniziato a fare una cosa nuova che vogliamo sempre più sviluppare: facciamo i render ai clienti, dando loro l’idea di come sarà l’involucro una volta finito. In questo modo riusciamo ad agganciare direttamente l’utente finale. D. Com’è cambiata la clientela negli ultimi anni? R. Oggi è decisamente più esigente. Ecco perché la Nieder investe con forza nella personalizzazione della sua offerta. Differenziarsi paga, soprattutto in vista di un futuro in cui la prefabbricazione dominerà la scena, semplificando i materiali e il loro montaggio. D. Quali sono le criticità quotidiane nel suo lavoro? R. La mia difficoltà maggiore sta nella capacità di incastrare tutti i lavori: il cliente quando decide di fare un lavoro pretende che sia fatto l’indomani. Perciò, la programmazione e l’organizzazione sono due requisiti imprescindibili per lavorare tanto e bene. D. C’è abbastanza preparazione professionale nel settore? L’associazione Pile si è impegnata a creare una scuola di formazione per lattonieri, riconoscendone ufficialmente il profilo professionale… R. Mi permetto di dire che, attualmente, a livello di formazione le lacune italiane ci sono
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Lattoniere del mese
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La sede di Nieder, a Castione Andevenno (Sondrio).
e si vedono. Però, finalmente, qualcosa si sta muovendo in questo senso e me ne compiaccio. Bisognerebbe interfacciarsi di più con le aziende per capire quali sono le competenze di cui hanno bisogno, così da formare personale qualificato e idoneo a ricoprire le posizioni scoperte. Parlando per esperienza personale, mi capita spesso e volentieri di ricercare lattonieri per dei lavori: ecco, vado in difficoltà perché non trovo profili all’altezza del compito. Questo è un gran peccato. D. Come sarà il lattoniere del futuro? Come lei? R. Dovrà essere un artigiano-artista attrezzato con macchinari d’avanguardia e capace di lavorare e personalizzare tutti i materiali. Il tutto in concertazione con altri lattonieri e studi di architettura, con i quali si devono creare sinergie e sodalizi professionali. Basta guardare qualsiasi film futuristico e vedere come sono fatti i palazzi: vetro e metallo. E il metallo è il nostro pane quotidiano. Per cui invito ogni lattoniere a contattarci: collaboriamo, facciamo rete, cresciamo insieme. D. Come sta andando il mercato? R. Dopo l’impasse dell’anno scorso, in cui dall’inizio dell’anno fino ad agosto è stato praticamente tutto fermo, adesso c’è un bel movimento: il 2018 è partito col piede giusto e credo possa essere un’ottima annata. D. Ma dove opera la Nieder? R. Soprattutto in Italia, da Nord a Sud, ma non mancano le puntate in Svizzera. Infatti, vo-
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gliamo sviluppare l’attività in Svizzera tedesca, dove c’è grande curiosità verso il nostro lavoro di ricerca e sviluppo. D. C’è qualcosa di grosso che bolle in pentola? R. Sì, da inizio anno devo dire che c’è parecchio, soprattutto se facciamo il confronto con lo stesso periodo degli anni precedenti, in cui nei primi mesi non c’è mai stato un gran fermento. Il che ci fa ben sperare. Diciamo che in pentola potrebbe esserci anche qualcosa di grosso, che ci potrebbe vedere dispiegati dal Mar Ligure alle Prealpi, il tutto senza tralasciare la nostra Valtellina, e anche alle prese con le coperture di un nuovo centro commerciale e le facciate di una importante realtà produttiva, dalla quale siamo stati interpellati per dare una nuova forma e vita a quello che attualmente è un cubo di edificio. Fabio Franchini
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Va sopra tutto,
MA NON SOTTOSOPRA
La copertura di un edificio è la struttura più delicata: non solo deve resistere alle intemperie, ma anche assicurare il più possibile una climatizzazione naturale. Così lattonieri e produttori fanno sistema
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elle storie di Goscinny e Uderzo dedicate ad Asterix e Obelix, e alla loro vita nel villaggio ribelle che non vuole arrendersi al potere di Giulio Cesare, c’è un trait d’union costante dato dalla pozione magica che il druido Panoramix prepara per gli abitanti del villaggio e che dona loro una forza sovrumana con la quale combattere il nemico. Sebbene con tale pozione il villaggio sia invincibile c’è un’unica cosa, un refrain costante in tutte le storie di questo storico fumetto francese, che non può essere combattuta neppure con le pozioni e la magia. Si tratta della paura che «il cielo cada sopra la testa» degli abitanti del villaggio. Per esempio, «(…) mentre i Romani sono terrorizzati dai Galli, anche i Galli hanno a volte paura… dei Romani? No di certo! L’unica cosa di cui hanno paura è
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che il cielo possa cadergli sulla testa». Così quando si presentano condizioni molto particolari, per esempio, un temporale particolarmente minaccioso, tutti i personaggi si rifugiano nella casa del capo del villaggio, e attendono speranzosi che «il cielo non cada sulla loro testa». È interessante notare come tutte le storie della lunga saga di Asterix abbiano questo nemico imperscrutabile e immateriale, dato dalla paura dell’ignoto, da ciò che non si può governare, se non sperando che il tetto delle case e soprattutto della casa più solida e importante del paese, quella del capo del villaggio, riesca a riparare tutti dalle avversità. PERICOLO SONDA Il cielo che ci cade sulla testa in Italia è diventato anche un libro, scritto da Ettore Perozzi ed
33 edito da Il Mulino, che racconta un rischio che nelle scorse settimane ha tenuto col fiato sospeso l’Italia, ovvero il rischio che il rientro nell’atmosfera di una sonda cinese potesse avvenire nei cieli italiani, con conseguenze potenzialmente imprevedibili e pericolose. La sonda all’impatto con l’atmosfera terrestre si è poi disintegrata e i resti sono caduti nell’Oceano Pacifico, ma per alcuni giorni tutti i media italiani raccontavano e mettevano in guardia rispetto a un rischio difficile da calcolare. Talmente difficile che i calcoli dei primi giorni si sono rivelati tutti errati. Ma al di là dei numeri, abbiamo scoperto, come Asterix, che il cielo può effettivamente caderci sulla testa. Il libro di Perozzi racconta proprio del rischio di impatto asteroidale sulla Terra, un pericolo costantemente monitorato da scienziati e astronomi nel mondo, e come sia possibile migliorare la qualità della prevenzione da impatto. In questo caso la prevenzione e il monitoraggio continuo e costante è l’unica arma possibile, ma non è diverso il monitoraggio continuo e costante delle condizioni atmosferiche, con le previsioni del tempo che sono sempre più accurate e che in molti casi, grazie alla prevenzione, sono in grado di limitare i danni. Si pensi ai nubifragi e alle cosiddette bombe d’acqua, che cadono con sempre più frequenza nei nostri cieli, dati i cambiamenti climatici che purtroppo stiamo vivendo. LA NATURA TEMIBILE Il paradosso è che oggi abbiamo moltissime tecnologie a disposizione ma il rischio che il cielo, in varie forme, possa caderci sulla testa è sempre presente. Lo hanno imparato di re-
cente i partecipanti alla più grande fiera mondiale della tecnologia, il Consumer Electronics Show, che si tiene ogni anno a Las Vegas. La città americana, capitale del futuro per una settimana, ha scoperto che dal tetto può piovere e nonostante tutta la tecnologia esposta la soluzione per ripararsi è stata usare dei vecchi e molto analogici secchi. Le infiltrazioni d’acqua dai tetti dei padiglioni dovute alla pioggia proprio nel primo giorno di apertura della fiera, hanno costretto gli organizzatori a correre al riparo, in tutti i sensi, usando metodi molto tradizionali, ovvero con grossi bidoni di plastica per raccogliere l’acqua ed evitare allagamenti. Ecco che nella fiera mondiale della tecnologia, una delle prime e più importanti tecnologie inventate dall’uomo, il tetto sopra la testa fa acqua perché non è stato provveduto alla manutenzione e non sono state attivate soluzioni adeguate a far sì che potesse compiere il proprio «lavoro», cioè riparare dalle intemperie. SPEGNETE LA LUCE Ma cosa può caderci sulla testa, oltre ai potenziali e molto rari asteroidi e alla molto più diffusa pioggia? C’è una manifestazione fisica molto positiva che colpisce ogni giorno i nostri tetti e che sfruttiamo molto poco, a conti fatti: l’irraggiamento solare. Certo, abbiamo usato il tetto in questi anni, grazie agli incentivi fiscali legati prima ai conti energia e poi alle detrazioni Irpef, per installare pannelli fotovoltaici e sistemi solari termici per produrre acqua calda sanitaria. Ma in questo caso abbiamo usato il tetto come un succedaneo del terreno. Abbiamo cioè siste-
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I sandwich utilizzati per produrre tetti sono sempre più un insieme di elementi che costituiscono un pacchetto di soluzioni per lo più prodotte e assemblate fuori cantiere
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La tegola fotovoltaica è un elemento tradizionale al quale è associata tecnologia che permette di svolgere più funzioni
mato sul tetto ciò che si poteva mettere anche altrove, usando la copertura solo come un supporto, come un substrato esistente, inutilizzato e dunque utilizzabile. Bene, ma poi? È solo questa l’innovazione che possiamo pensare per il tetto? Ovviamente la risposta è no, anzi. Il sistema tetto, come spesso è ormai chiamato, è un insieme di soluzioni che integrano vari elementi e che consentono, con molti materiali e soluzioni innovative, di ridurre l’impatto del freddo e del caldo, di aumentare la ventilazione, di recuperare energia, riducendo i consumi, di migliorare lo scambio di temperature e di umidità tra l’edificio e l’esterno e soprattutto di proteggere dalle infiltrazioni, non solo grazie alle guaine impermeabili, ma anche grazie a prodotti microtraspiranti. I sandwich che oggi sono utilizzati per produrre tetti sono sempre più un insieme di elementi che costituiscono un pacchetto di soluzioni complete, per lo più prodotte e assemblate fuori cantiere e montate sull’edificio. SCOPRIRE LE COPERTURE Il tetto è sempre più un luogo di sperimentazione e innovazione, ma anche di trasformazione reale dell’edilizia da una pratica di cantiere alla produzione off site, cioè al montaggio in cantiere di strutture prodotte altrove. Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni integrali queste pratiche sono comuni e rappresentano la conseguenza dell’evoluzione anche nell’edilizia della produzione digitale, che deriva dall’uso di procedure standardizzabili e utilizzabili con il Bim (progettazione digitale).
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IRRAGGIAMENTO SOLARE Dove ancora c’è possibilità di innovare e di aumentare la penetrazione di prodotti innovativi è nell’intervento sull’esistente laddove non sia possibile, per motivi statici, o non sia conveniente, per convenienza economica, sostituire tutto il tetto. In questi casi la cattura di ciò che ci cade sulla testa, l’irraggiamento solare, può essere realizzata utilizzando le soluzioni legate alla sostituzione delle tegole e delle componenti affini con elementi fotovoltaici. In questo caso, a differenza dell’installazione dei pannelli sul tetto, l’integrazione tra gli elementi è massima. La tegola fotovoltaica è un elemento tradizionale al quale viene associato un elemento tecnologico che permette dunque di svolgere più funzioni contemporaneamente. IDEA INTEGRAZIONE Sono molti i produttori ad aver proposto in questi anni prodotti integrati, cercando soluzioni nei componenti anche più tradizionali, proponendo ad esempio tegole in coppo integrate da piccoli moduli fotovoltaici, ma la notizia che dimostra che sul tetto c’è ancora molto da fare, da sperimentare e, soprattutto, da innovare e proporre al mercato, viene dalla strategia di un grande innovatore come Elon Musk e dalla sua Tesla, che propone e produce tegole solari in varie forme e con modalità legate alle diverse tipologie di tetti esistenti. IL TETTO CHE PRODUCE ENERGIA Il solar roof di Tesla non è tanto importante dal punto di vista del prodotto in sé, dato che altri
35 produttori anche italiani si sono cimentati in questi anni in soluzioni analoghe, quanto dal punto di vista del mercato. Tesla è un marchio innovativo che anticipa i tempi, produce auto elettriche predisposte per la guida autonoma. Tutto si fa via internet, dagli ordini alle consegne, esattamente come Amazon. Il digitale diventa non solo uno strumento di informazione, ma un veicolo di relazione tra un produttore altamente tecnologico, i suoi prodotti altamente prestazionali e l’utente finale in cerca di innovazione e di risparmio nella gestione dei consumi della propria abitazione. QUESTIONE SOCIALE Perché il punto vero, in questa grande rivoluzione digitale che l’economia sta vivendo e che anche il mercato delle costruzioni sta iniziando a conoscere, è che l’innovazione non è più un fatto tecnico, ma può diventare un aspetto sociale, spostandosi dalle logiche delle fiere di settore ai siti web che fanno sognare il futuro e lo rendono vicino e, alle volte, raggiungibile. Prenotare metri quadri di tegole fotovoltaiche online, significa avvicinare sempre più l’utente finale a un mondo, quello della ristrutturazione, che usa la tecnologia per produrre risparmi e aumentare il benessere, che un tempo era appannaggio solo dei tecnici.
IDEA IKEA Non siamo ancora ai livelli di Ikea, dove scegli il mobile, lo compri, lo porti a casa e lo monti seguendo le istruzioni, ma poco ci manca. Il tetto un tempo era esclusivo territorio dei professionisti, delle imprese che avevano le conoscenze e i mezzi, per esempio per stendere le guaine impermeabilizzanti. Ma la tecnologia oggi offre soluzioni innovative in molti campi, perfino in quello delle guaine, non solo in quello delle tegole fotovoltaiche o dei pannelli sandwich. Il mercato si sposta sempre più verso l’utente finale anche nel tetto, dunque, ma non dobbiamo temere che il modello Ikea nell’edilizia annulli la necessità di avere professionisti e imprese in grado di operare in questo mercato e proporre e installare le soluzioni più adeguate. Dobbiamo solo temere che l’utente finale sia più informato dei tecnici e dei progettisti, delle imprese e degli installatori e per scongiurare questo pericolo l’unica strada è formazione, informazione e conoscenza. Bisogna essere un passo avanti, mettere un riparo a questo rischio, costruire un tetto alla nostra attività, ma immateriale: si chiama conoscenza. Federico Della Puppa
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We know how.
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Alleanza di ferro
CON LA TEGOLA Prodotti, soluzioni e tecnologie studiate dalle aziende per le coperture degli edifici. Che consentono di portare a termine lavori a regola d’arte. Perché chi si occupa della lamiera deve essere al passo dei tempi. E, soprattutto, saper dialogare con tutti i componenti del «sistema» SICURLIVE
IN CIMA, MA SENZA PERICOLI IVAN GIORI, direttore commerciale Sicurlive «Oggi il tetto è diventato un vero e proprio posto di lavoro essendo presenti su di esso numerosi impianti che nel corso dell’anno necessitano di interventi di manutenzione: antenne, impianti fotovoltaici o solari termici. Essendo un posto di lavoro è necessario rispettare tutti i crismi inerenti la sicurezza sui posti di lavoro ed in particolare per i lavori in quota. L’installazione delle “linee vita” è solitamente la soluzione più proposta ed economicamente la più conveniente che non deve essere considerata come una spesa straordinaria, ma come un investimento sui costi delle future manutenzioni. Al momento tuttavia la situazione del mercato è ancora molto caotica: nonostante vi sia un obbligo nazionale che impone l’installazione delle “linee vita”, l’obbligo non viene recepito da tutte le Regioni in egual modo. Ogni impianto realizzato è frutto di una progettazione personalizzata che tiene conto delle caratteristiche specifiche di ogni singolo intervento: negli edifici residenziali vengono utilizzati sostanzialmente elementi certificati secondo le Norme UNI in vigore, mentre a livello industriale e terziario questi elementi vengono spesso integrati con “dispositivi di protezione collettiva” quali parapetti, ponteggi o reti anticaduta. Un impianto eseguito a regola d’arte necessita di una attenta progettazione mirata alla risoluzione di eventuali problematiche presenti in copertura, un prodotto efficace ed efficiente ed una installazione a regola d’arte eseguita da personale abilitato. I rivenditori che da sempre hanno avuto a cuore la sicurezza hanno organizzato tutta la filiera operativa, individuando professionisti specifici per ciascuna attività: chi redige il progetto, l’azienda che offre prodotti certificati efficaci ed efficienti, gli installatori dotati delle necessarie abilitazioni per lavorare in quota, chi redige la documentazione tecnica, dall’elaborato grafico alle relazioni di calcolo. Altri rivenditori invece preferiscono rivolgersi ad aziende come Sicurlive Group Srl che sono in grado di occuparsi di tutto, dalla realizzazione del prodotto, alla certificazione, dalla progettazione all’installazione e al collaudo. Sicurlive Group organizza numerosi corsi all’interno del proprio centro di formazione, su un’area di 5000 mq suddiviso in aree tematiche e aule attrezzate. I corsi sono certificati da Aifos, e a richiesta possono essere svolti presso la sede del cliente».
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DATI TECNICI da 155 a 600
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CARI RIVENDITORI PUNTATE IN ALTO ROBERTO GATTI, direttore commerciale Italia di Brianza Plastica Brianza Plastica ha sviluppato soluzioni speciali per le coperture da oltre mezzo secolo: il direttore commerciale spiega perché è importante il mercato legato alla superficie più esterna di un edificio Il tetto è un terreno per specialisti. «Siamo presenti e disponibili per affrontare tecnicamente e commercialmente, insieme alla rivendita, qualsiasi argomento o criticità possa scaturire da una trattativa con un cliente», spiega Roberto Gatti, direttore commerciale Italia di Brianza Plastica. Domanda. Come si è evoluta l’azienda e quali sono gli ultimi prodotti inseriti? Risposta. Brianza Plastica è un esempio di come l’imprenditoria italiana riesca a districarsi nella palude della crisi grazie a diversificazione, innovazione, qualità, servizio e comunicazione. L’ingresso in mercati diversi dall’edilizia ha permesso di compensare il calo del mercato italiano di questi ultimi anni. L’innovazione ci ha consentito di proporci sull’intero involucro e non solo sulla copertura e quindi di affrontare un mercato sicuramente più ampio. La continua attenzione a qualità, servizio e comunicazione ci sta guidando. Abbiamo intrapreso anche la strada della sperimentazione e della ricerca in opera, insieme al Politecnico di Milano, per
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validare con i numeri le prestazioni legate alla ventilazione in facciata e in copertura. I risultati sono stati molto interessanti e inizierà ora la divulgazione ai progettisti. D. Focalizzandoci in particolare sul tetto, quali sono le novità Brianza Plastica e quali i plus? R. Da sempre Brianza Plastica ha spinto il concetto di sistema in copertura e si è attrezzata per fornire al cliente un servizio a tutto tondo. Preventivazione, assistenza tecnica al cliente in fase di progetto, assistenza di posa in cantiere alle imprese che approcciano il sistema Isotec per la prima volta, supporto postvendita, tempi di consegna adeguati e, non ultima, la promozione costante che genera i capitolati dei prescrittori, sono tutti servizi che abbiamo migliorato negli ultimi anni. Questi sono i plus che il mercato ci ha sempre riconosciuto, oltre alla qualità dei prodotti, e che fanno la differenza rispetto a chi non ha una struttura tecnico-commerciale competente e disponibile. Con riferimento al prodotto, abbiamo oggi una gamma completa con vari tipi di correntino, che permettono l’applicazione di ogni tipo di copertura in laterizio, in metallo o in altri materiali. Sul fronte spessori abbiamo ampliato la proposta, fino all’attuale spessore massimo di 160 millimetri. D. Quali consigli vi sentite di dare ai rivenditori per trattare in maniera ottimale questi prodotti? R. Oggi purtroppo la rivendita edile generalista è poco strutturata, si autoesclude da un mercato che chiede competenze sempre più elevate, anche nei confronti dei privati che si informano prima di acquistare. Il consiglio che mi sento di dare è di interpellarci: noi siamo presenti e disponibili per affrontare tecnicamente e commercialmente, insieme alla rivendita, qualsiasi argomento o criticità possa scaturire da una trattativa con un cliente. Diverso è l’approccio della rivendita strutturata, che forse ha compreso meglio che il fornitore deve diventare un partner con cui collaborare e di cui fidarsi. Troppo spesso, purtroppo, il rapporto con la rivendita si riduce alla valutazione del solo prezzo. D. Come si articola il vostro rapporto con la distribuzione? R. A tutti i rivenditori sono offerti i servizi prima citati e la disponibilità della nostra rete commerciale, ma pochi la sfruttano e instaurano un
39 vero rapporto di collaborazione. Formazione ai banconisti e organizzazione di incontri con imprese clienti sono attività che possiamo svolgere insieme ai rivenditori. Oggi, in generale, i rivenditori hanno ridotto i livelli di stock di prodotti e quindi molto spesso la mancanza di programmazione del cliente-impresa si ripercuote sul fornitore, che deve sempre correre per produrre e consegnare in tempi a volte impossibili. Questo è un punto dolente che genera complicazioni nei rapporti. D. Che tipo di supporto fornite a livello di marketing e a livello tecnico? R. L’attività che svolge il nostro reparto mar-
keting è volta all’organizzazione di eventi di formazione per progettisti sull’intero territorio nazionale, all’invio di newsletter di aggiornamento su nuovi prodotti o importanti referenze, all’organizzazione di fiere, alla gestione di campagne di comunicazione su riviste di settore e portali di edilizia, al coordinamento della nostra presenza sui social. Attività che hanno come obiettivo far conoscere i nostri sistemi isolanti a un pubblico sempre più vasto e agevolare la redazione di capitolati. Altra attività importante è la redazione della documentazione commerciale e tecnica, base per ogni approccio con clienti e progettisti.
NAPOLI VISTA CIELO L’edificio oggetto di un intervento di ristrutturazione fa parte del complesso noto come I Quattro Palazzi, a Napoli. Il lavoro, curato dai progettisti dello Studio Gnosis, è stato sviluppato con la finalità di tutelare e conservare l’architettura esistente, dando vita a fondi per attività commerciali e 80 unità residenziali dal secondo piano fino al sottotetto. Ciò ha reso necessaria la realizzazione di una nuova copertura. Per prima cosa è stato smantellato il vecchio tetto in legno, con struttura prevalentemente metallica. Il nuovo pacchetto di copertura è stato progettato prevedendo un’orditura metallica rivestita in legno a cui si sovrappone il sistema isolante ventilato Isotec di Brianza Plastica, in spessore 100 millimetri. Formato da un’anima isolante a elevate prestazioni, in poliuretano espanso rigido, e da un correntino metallico asolato, integrato nel pannello, Isotec crea una camera di ventilazione fra l’isolamento e il rivestimento in tegole marsigliesi. Il sistema di Brianza Plastica ha permesso di realizzare velocemente e senza nessun aggravio di peso sulle strutture esistenti, un sistema a secco, garantendo il pieno rispetto delle vigenti normative sul risparmio energetico e consentendo di realizzare una ristrutturazione di un edificio storico con appartamenti in classe energetica A2 e A3.
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IL TETTO DIVENTA VERTICALE SanMarco-Terreal ha presentato il nuovo sistema di rivestimento Bardage Tuiles, che permette di posare tegole piane in continuità tra tetto e parete, senza stacco o cambio di materiale: un’idea moderna di involucro architettonico continuo. La struttura portante dell’edificio è così rivestita da una membrana (Dry Tex) con funzione di freno al vapore e uno strato isolante continuo. I montanti verticali sono fissati alla struttura mediante staffe con possibilità di regolazione tridimensionale, mentre una membrana impermeabile traspirante di tenuta all’aria (Wind Tex) è bloccata da ulteriori montanti, sui quali sono fissati i correnti orizzontali per il sostegno e l’ancoraggio del rivestimento di tegole piatte di grande formato Volnay. Ultime nate in casa SanMarco, le tegole Volnay sono eleganti e performanti, dotate di un design rigoroso che regala al tetto una bellezza essenziale e moderna. Particolari colorazioni, che vanno dal bruno fino all’ardesia e al grigio, arricchiscono le scelte di progettisti e clienti che vogliono esplorare combinazioni ed effetti cromatici originali.
nali e Marco Sartori (Studio Archinproject) ad aderire alle esigenze di modernità del linguaggio architettonico e di innovazione e qualità. La scelta dei materiali è ricaduta sulla facciata ventilata Terreal, declinazione moderna del rivestimento in laterizio come «pelle» dell’edificio, realizzata con Zephir 30x60,5 centimetri, nel colore grigio perla, e sulla tegola piana Volnay, in grigio ardesia. In particolare la scelta della tegola piana ha risposto all’esigenza di ripensare alla copertura tradizionale a falde attraverso l’utilizzo di un elemento discontinuo piano in laterizio.
PERFORMANCE NEL PAVESE Un caso di applicazione della tegola piana Volnay e della facciata ventilata Zephir è quello di una villa privata a Villanterio, in provincia di Pavia. I prodotti in laterizio SanMarco hanno aiutato i progettisti Walter To-
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Speciale
42 OFFICINE RASERA
IL MASSIMO CON GLI ACCESSORI PER TETTI VENTILATI STEFANO DONADINI, progettista ufficio tecnico Officine Rasera «Officine Rasera è un’azienda leader nella produzione di minuteria metallica che offre prodotti diversificati per diversi settori, dall’automotive al giardinaggio fino all’edilizia. In particolare in questo settore siamo presenti da più di 30 anni: siamo partiti con i classici ganci per coppi, poi nel tempo abbiamo sviluppato numerosi brevetti, dai sottocolmi di ventilazione fino alle griglie di gronda. Oggi produciamo elementi e accessori per la ventilazione del tetto, teli traspiranti, freno vapore e barriera vapore, sistemi
di sicurezza sul lavoro in quota: in questo modo riusciamo a coprire tutti i campi dell’accessoristica in copertura. Anche il lattoniere trova prodotti dedicati, come i teli per lamiere grecate e aggraffate e linee vita progettate specificamente per lavorare su lamiera. I nostri prodotti sono tutti certificati e abbiamo strumenti di misura e controllo molto precisi e sofisticati che ci permettono di garantire una qualità elevata e costante. Operiamo con una rete vendita di 30 agenti dislocati in tutta Italia e lavoriamo anche all’estero, principalmente nell’ambito della minuteria metallica. Alla rivendita edile offriamo un supporto completo, con strumenti online e consegne nell’ordine di due-cinque giorni lavorativi. Stiamo puntando molto sul settore dell’edilizia e crediamo in un paio di anni di aumentare di un terzo il nostro fatturato. Nonostante la crisi siamo sempre riusciti a rimanere competitivi sul mercato, senza dover mai rinunciare alla qualità dei nostri prodotti. Il segreto è non fermarsi mai».
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VERSO IL CIELO SENZA LIMITI MASSIMO GIANI, socio Cam (ex Pr Italia) «Pr Italia è confluita in Cam, azienda già presente sul mercato dal 1987. Da quest’anno abbiamo infatti deciso di convogliare tutti i nostri brand, tra cui il nostro marchio in esclusiva Mage Roof, in un’unica realtà. Ormai risultava dispersivo avere un’azienda commerciale e un’altra produttiva. Siamo specializzati in accessori per tetti, in particolare ventilati: sottocolmi e portalistelli, raccordi, ganci per colmo e coppo, teli e nastri per teli, protezioni, naselli fermaneve, profili, reti, tasselli. Abbiamo una rete vendita di agenti che copre il 60%
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del territorio italiano, offriamo supporto tecnico e assistenza in cantiere, seguiamo anche la progettazione e l’esecuzione della posa. Il nostro cliente tipo è il magazzino edile, a cui siamo in grado di offrire prodotti con un ottimo rapporto qualità-prezzo e un servizio rapido e snello. Abbiamo sempre puntato alla qualità, non al prezzo: questo il mercato l’ha recepito, è stata la scelta giusta, nonostante anche noi con la crisi abbiamo accusato una flessione. Quest’anno mi aspetto invece una piccola crescita».
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Logistica e formazione
PER UNA MARCIA IN PIÙ Far crescere un’azienda in un’area in cui mancano i servizi vale doppio, spiega Luca Ielapi, ad dell’azienda di Lamezia Terme. Che ha superato la crisi dell’edilizia grazie alla qualità e al servizio al cliente. Puntando su capitale umano e gestione del magazzino
Luca Ielapi, amministratore delegato Isal, Industria Stampaggi Accessori Lattoneria di Lamezia Terme (Catanzaro)
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ndustria Stampaggi Accessori Lattoneria. In una parola, Isal. Che da vent’anni a Lamezia Terme (Catanzaro) produce e distribuisce accessori per la lattoneria e macchine per la lavorazione della lamiera. Fa strano, ma anche in anni bui per il mondo delle costruzioni c’è chi riesce a svilupparsi tanto e bene, puntando sulle competenze e l’artigianalità, sapendo ben coniugarle con quanto di meglio riesce a offrire lo sviluppo tecnologico. «Chi si rivolge a noi trova sia la completezza che un servizio attento: essere sempre vicini alle esigenze del cliente è importantissimo. In questi anni in cui il mercato è in piena e radicale evoluzione, tutto ciò ci sta facendo crescere» racconta Luca Ielapi, amministrato-
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re delegato Isal. Domanda. Facciamo l’identikit della Isal? Risposta. Isal, Industria Stampaggi Accessori Lattoneria, nasce nel 1998: si occupa sia della produzione di accessori per la lattoneria sia della costruzione di macchine per la lavorazione della lamiera. Grazie ai nostri macchinari di ultima generazione a controllo numerico, stampiamo accessori, lavoriamo la lamiera, costruiamo profilatrici per grondaie, impianti di profilatura, stampi tranciatura e imbutitura, impianti per produzione canne fumarie e aspi svolgitori. Inoltre, siamo distributori esclusivi per l’Italia di una piegatrice a bandiera. Il tutto garantendo un efficiente servizio di assistenza tecnica ai clienti.
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D. Insomma, fate praticamente tutto… R. Proprio così. Costruiamo le nostre attrezzature e facciamo noi la manutenzione di ogni singolo impianto che si trova all’interno del ciclo produttivo. E grazie ai nostri mastro lattonieri provvediamo anche all’assemblaggio manuale dei componenti di lattoneria che stampiamo. Inoltre, abbiamo un magazzino dove confezioniamo e stocchiamo tutta la nostra produzione: in 24 ore l’ordine parte e arriva al cliente. Abbiamo investito sempre molto sulla logistica e sul capitale umano per avere quella marcia in più. D. È questo il vostro punto di forza? R. Sì, unito all’alto livello qualitativo della nostra produzione. Livello che abbiamo raggiunto gra-
zie all’alta tecnologia di cui ci serviamo. In aggiunta, nostro plus è l’ampiezza della gamma e del servizio, a 360 gradi e a prezzi molto concorrenziali. Chi si rivolge a noi trova sia la completezza che un servizio attento: essere sempre vicini alle esigenze del cliente è importantissimo. In questi anni in cui il mercato è in piena e radicale evoluzione, tutto ciò ci sta facendo crescere. D. Il mercato come risponde? R. Molto bene. Dal 2006 a oggi, nonostante la lunga crisi che ha colpito l’edilizia e un contesto non sempre amico, siamo in crescita. Tant’è che da qualche anno abbiamo fatto un investimento molto importante, aprendo a Massa Lombarda (Imola) uno stabilimento produttivo supple-
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«Abbiamo investito sempre molto sulla logistica e sul capitale umano per avere quella marcia in più»
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LATTONIERI NON CI SI IMPROVVISA ROCCO MAZZONE, DIRETTORE COMMERCIALE DI ISAL Xxx
Domanda. Come è cambiata negli ultimi anni la figura del lattoniere? Risposta. Si è evoluta molto grazie allo sviluppo di tutti gli strumenti che utilizza per svolgere il suo mestiere quotidiano. Il lattoniere oggi è più sofisticato e tecnologico, ma c’è sempre chi lavora con strumenti artigianali e fa vere e proprie opere d’arte, lavorando per esempio il rame come si faceva una volta. D. Quanto conta avere un lavoro di lattoneria ben fatto sul tetto? R. Tantissimo, così da evitare il fastidioso e dispendioso insorgere di problematiche circa la durabilità della copertura. Un lavoro non fatto alla regola dell’arte comporta una serie di problemi che possono compromettere la struttura. Diciamolo chiaro e tondo: lattonieri non ci si improvvisa. Però, purtroppo, succede spesso. D. Apriamo il capitolo formazione? R. L’associazione PILE si è attivata da diverso tempo per creare una scuola certificata di avviamento professionale e di formazione: si tratta di un’iniziativa lodevole che vuole salvaguardare la categoria e tramandare un mestiere importante che non può certo sparire. D. Come dovrà essere secondo lei il lattoniere del futuro? R. Un po’ più estroso, capace di fare cose particolari e fuori standard, così da distinguersi dagli altri.
«Il fatturato è in crescita, gli orizzonti sono molto interessanti: vogliamo conquistare il mercato del Centro-Nord»
mentare alla nostra casa madre di Lamezia Terme. Abbiamo preso un capannone (2700 metri quadri di coperto e 5mila di piazzale) e lo abbiamo completamente ristrutturato per installare le nostre macchine. Qui lavorano sei persone, il responsabile di filiale e cinque dipendenti che si occupano della produzione, preparazione e spedizione della merce. D. E come sta andando? R. Anche qui, molto bene. Il fatturato è in crescita e gli orizzonti sono molto interessanti: vogliamo conquistare il mercato del Centro-Nord, dopo essere un punto di riferimento per la Calabria e il Meridione. È stato un grosso passo, ma lo abbiamo fatto bene e le soddisfazioni, infatti, stanno arrivando. D. Riscontrate differenze nelle richieste da Nord
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a Sud? R. Sì, perché ogni regione ha le sue caratteristiche costruttive: cambiano i materiali e mutano le richieste. Ma noi soddisfiamo tutti, senza problemi. D. Anche se non avete risentito della stagnazione, qualcosa è cambiato dal periodo pre-crisi ad adesso? R. Di sicuro in passato si lavorava più in quantità e meno in qualità, mentre oggi che c’è meno quantità si dà il giusto peso al lato qualitativo. Noi dalla nostra, lavoriamo con forza sul valore aggiunto immettendo sul mercato prodotti nuovi e innovativi che ci rendano sempre più leader di settore. D. È difficile fare imprenditoria al Sud? R. Per rendere l’idea, io dico sempre che un imprenditore del Sud vale il doppio rispetto a uno del Nord. Perché qui soffriamo la mancanza di servizi da parte delle istituzioni e ci scontriamo con grossi problemi strutturali: dalla maggior difficoltà del credito alla mancanza di infrastrutture stradali all’altezza e anche, visto che ci è successo, di poter fare affidamento sulla fibra ottica per le linee telefoniche. Ma noi ci siamo sempre difesi. D. Il lato positivo? R. La resilienza. Affrontare così tanti problemi e poi superarli ti fortifica moltissimo. D. Per concludere, qual è il sogno nel cassetto? R. Lavorare in un contesto meno complicato ed essere fra una decina d’anni ancor meglio posizionati e riconosciuti sul mercato. È vero, siamo già un punto di riferimento, ma vogliamo fare ancora meglio. Fabio Franchini
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SOGNANDO CALIFORNIA L’azienda emiliana ha ottenuto la distribuzione esclusiva per l’Italia della linea di prodotti dell’americana StrongHand, con utensili per tutti i tipi di fissaggio in operazioni di saldatura, assemblaggio e riparazione
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ecnologia a stelle e strisce per i lattonieri italiani. È la gamma StrongHand, distribuita in esclusiva per l’Italia da Rivit, che comprende strettoi, adatti per tutti i tipi di applicazioni di bloccaggio (dal metallo alla plastica, dai pezzi piani a quelli sagomati); bloccaggi magnetici, perfetti per il posizionamento e bloccaggio, a diverse angolazioni, nelle operazioni di saldatura; pinze multiuso, autobloccanti, per tubo e speciali, quando occorre un bloccaggio rapido ma sicuro dei pezzi. Le linee sono corredate da una ampia gamma di accessori e attrezzature speciali, come i tavoli da saldatura, ideali per ampliare e combinare fra loro le funzionalità dei diversi utensili e soddisfare tutte le esigenze del professionista
della saldatura. StrongHand, azienda californiana nata negli Usa più di 30 anni fa, da sempre sviluppa i propri prodotti lavorando a contatto diretto con saldatori e artigiani, per creare insieme a loro strumenti di bloccaggio innovativi, che consentono una configurazione rapida e corretta dei pezzi, indispensabile per lavorare in modo veloce, preciso e sicuro. L’azienda di Ozzano dell’Emilia (Bologna) da sempre ricerca soluzioni rapide e innovative e prodotti qualitativamente all’avanguardia e ha scelto StrongHand per confermarsi punto di riferimento nel mercato dei sistemi professionali di fissaggio, degli utensili e delle macchine per l’assemblaggio e la deformazione della lamiera. Valentina Gavarini
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Nuovo Sottocoppo metallico l’innovazione che rompe con il passato
Sottocoppo metallico nasce dall’esigenza di abbattere i limiti di tutti i sistemi di sottocopertura presenti fino a oggi sul mercato: l’utilizzo del laterizio infatti è ancora fortemente legato all’uso di supporti inferiori pesanti, poco duraturi e con limiti dimensionali. Sfruttando il know how del metallo abbiamo rivoluzionato il mercato con questa nuova soluzione applicativa.
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