Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE / TN - Virginia Gambino Editore - Viale Monte Ceneri 60 - Milano
Numero 8 - OTTOBRE 2018
Edilizia
Un trend tra ripresa e galleggiamento
Samia Come innovare nella tradizione
Prefa Un tetto-nave sul lago di Zurigo
MAZZONETTO VESTIS, I NUOVI COLORI SI ISPIRANO ALLA NATURA
TEGOLA R.16 DISTINGUITI E SCEGLI LA QUALITÀ
INSTALLATO E GARANTITO DA LATTONIERI PROFESSIONISTI
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Dove c’è metallo, c’è Rivit.it
Anno 3 - Numero 8 - ottobre 2018
ISOLAM-G
Isolamento e protezione al fuoco di solai, piani pilotis e autorimesse
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it
ISOLAM-G
la soluzione per l’isolamento termico, acustico e la protezione antincendio di
SOLAI PIANI PILOTIS AUTORIMESSE
Collaboratori / Contributors Valentina Anghinoni, Giacomo Casarin, Federico Della Puppa, Franco Saro, Giuseppe Rossi Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo Euro 18,00 - Estero annuo Euro 40,00 Anno 2017 periodicità trimestrale Copia singola Euro 5,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link http://www.youtradeweb.com/abbonati-alle-riviste/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero + 039 02 47761275 Spedizione in contrassegno Stampa / Printing Litotipografia Alcione
Protezione fino a REI 360 • ISOLAM-G è una doga rigida in lana di roccia biosolubile, verniciata sulla faccia a vista e sui bordi smussati con primer bianco; • ISOLAM-G è stato studiato per essere incollato direttamente sul solaio tramite il solo utilizzo di colla a base cementizia; • ISOLAM-G rappresenta una soluzione veloce, economica e dall’aspetto innovativo per proteggere efficacemente primi solai, piani pilotis e autorimesse dal caldo, dal freddo, dal rumore e dal fuoco.
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Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità / Frequency of publication trimestrale - 4 numeri /anno Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE / TN Registrazione / Registration: N. 222 del 10-04-2001 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti.
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editoriale
PRONTI AL 2019 CON TRE NOVITÀ
C
arissimi Associati, l’anno prossimo cadrà il 25esimo anniversario di fondazione della nostra Associazione. In tutti questi anni molto è stato fatto per la nostra categoria: dai volumi tecnici (Voci di capitolato, Manuale di progettazione e Posa e Termica delle coperture metalliche), all’edizione della prima rivista dedicata al settore (Lattoneria) fino alla presenza dell’Associazione nei gruppi di lavoro Uni. Negli ultimi anni, però, si è data una netta accelerata all’operato, grazie anche all’iscrizione di Pile in Finco. Nel 2019 uscirà finalmente la Prassi di Riferimento, edita da Pile e da un gruppo di esperti Uni, che normerà la figura professionale del Lattoniere edile, sia dal punto di vista delle competenze teoriche sia da quelle tecniche. Subito dopo uscirà anche la norma Uni sulla figura del Coperturista, inteso come posatore di tegole e pannelli coibentati. Il 2019 sarà anche l’anno di chiusura di CaseItaly, il progetto di internazionalizzazione del Made in Italy nel settore dell’involucro edilizio, creato da Acmi-Anfit-Assistes-Pile, che toccherà le tappe del Budma (Polonia), Construmat (Spagna) e Batimat (Francia). A questo proposito, volevo ringraziare gli associati che hanno creduto nel progetto iscrivendosi e avvalorando così l’operato dell’Associazione. Fabio Montagnoli - Ottobre 2018
sommario
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ottobre 2018
3 Editoriale Pronti al 2019 con tre novità
Le quotazioni in altalena a causa di dazi e tassi d’interesse
7 GLI ASSOCIATI PILE STORIA DI COPERTINA 11 Mazzonetto Vestis compie 10 anni e si colora di Cortex
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ATTUALITÀ 15 Costruzioni Tutto eè fermo, niente è immobile 20 Metalli Effetto Trump su rame e alluminio 22 Edilizia La tecnica per salire sul tetto che scotta 30 Sistemi costruttivi Come fare un tetto da Formula 1 IL CANTIERE DEL MESE 36 Prefa Una nave a scandole sul Lago di Zurigo
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LATTONIERE DEL MESE 42 Samia srl Lavorazione Lamiere Noi, artigiani tra hi-tech e tola
La tecnologia cambia anche il vecchio tetto
IMPRESE 46 Brianza Plastica Sotto il metallo c’è un’anima isolante
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- Ottobre 2018
Sul Lago di Zurigo una villa avveniristica
QUANDO GIÀ DA BAMBINO
ERI UN GENIO A TETRIS Scopri tutto sulla protezione anticaduta innovativa www.alpewa.it/lattoniere
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Associazione Nazionale tra Produttori e Installatori Lattoneria Edile CONSIGLIO DIRETTIVO 2016-2018
Costituita nel 1993, l’Associazione P.I.L.E. riunisce i principali Produttori e Installatori di Lattoneria Edile con lo scopo di diffondere la conoscenza dello stato dell’arte del settore. L’Associazione è unica a livello nazionale e costituisce il punto di riferimento dei prescrittori, delle imprese, degli operatori e degli applicatori. L’Associazione collabora con l’UNI, l’Ente di Unificazione Nazionale, partecipando alle riunioni per la stesura delle norme che riguardano il settore della lattoneria pluviale, delle coperture discontinue, dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche. È presente alle principali manifestazioni fieristiche nazionali dell’edilizia. Dà impulso a studi, ricerche di mercato ed organizza corsi di formazione professionale mirati a favorire l’innalzamento della professionalità e dello sviluppo tecnologico, manageriale e gestionale degli associati. In collaborazione con Gambino Editore dal 2016 pubblica la rivista specializzata del settore “LATTONERIA”.
Presidente Fabio Montagnoli Vicepresidente Nicola Tresoldi Segretario e tesoriere Palmiro Bartoli Consiglio direttivo Manuele Avanzolini Palmiro Bartoli Luca Ielapi Giordano Mazzonetto Nicola Tresoldi
Le pubblicazioni P.I.L.E. LATTONERIA Per le imprese di lattoneria, i coperturisti e i tecnici specializzati Lattoneria, dal 2016 edita da Virginia Gambino Editore, si rivolge alle imprese di lattoneria, ai coperturisti e ai tecnici, anche progettisti, che operano in questo specifico settore. Vengono presentate realizzazioni significative e descrizioni tecnico-prestazionali dei materiali e dei prodotti innovativi. Grande attenzione per la normativa, la sicurezza e per i dettagli costruttivi. Particolare cura viene dedicata agli aspetti applicativi, alle attrezzature, alle macchine per la preparazione e la posa dei diversi manufatti. È organo ufficiale del P.I.L.E. (Produttori Installatori Lattoneria Edile).
MANUALE DI PROGETTAZIONE E POSA È l’unico manuale completo che affronta tutti gli aspetti di progettazione ed esecuzione delle coperture metalliche e dei sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche. Uno strumento di lavoro pratico con soluzioni, materiali e suggerimenti illustrati attraverso oltre duecento disegni di dettaglio, trecento immagini e cinquanta tabelle. 210 pagine a colori, formato 20x28cm
VOCI DI CAPITOLATO Una raccolta organica e precisa di tutte le Voci di Capitolato per l’esecuzione delle opere di lattoneria metallica e copertura a falde. Oltre duecentocinquanta voci suddivise in trentotto capitoli vengono descritte e illustrate attraverso disegni e particolari costruttivi. 136 pagine a colori, formato 20x28cm
- Ottobre 2018
TERMICA DELLE COPERTURE METALLICHE Il volume è dedicato alle coperture e ai pacchetti di isolamento termico. Tredici soluzioni con quattro diversi tipi di isolante con una descrizione degli strati e soprattutto con il calcolo dei valori di trasmittanza termica e del potere fono isolante. 72 pagine a colori, formato 20x28cm
Associati
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2. MONTAGNOLI RINO Via Sandro Pertini 10, Arsago Seprio (VA) Telefono: 0331-768951- Fax: 0331-076287 info@montagnolirino.it- www.montagnolirino.it 3. TEGOMONT Via Novara 14, Arsago Seprio (VA) Telefono: 0331-769316 - Fax: 0331-767121 Email: info@tegomont.com- www.tegomont.com 4. BELLEA RAMON LATTONERIA Via S.Vittore 5, 21010 Arsago Seprio (VA) Telefono e Fax 0331-767259 lattoneriabellea@libero.it 5. ZETADI COPERTURE Via dell’Artigianato 10, 21010 Ferno (VA) Telefono: 0331-726408 - Fax: 0331-728465 info@zetadisrl.it - www.zetadisrl.it 6. SIDER-TRADING Via de Sanctis 23/A , Saronno (VA) Telefono: 0296-702211- Fax: 0296-700918 info@sider-trading.com -www.sider-trading.com 7. CEM GROUP s.r.l. Via Newton, 10, 20019 Settimo Milanese (MI) tel 02/335 91 272 - fax 02/335 90 417 www.cemelevatori.it-info@cemelevatori.it 8. DORIMI BUILDINGTECH Via Antonio Meucci 24, 20090 Buccinasco (MI) Telefono: 02 45708443 info@dorimi.it- www.dorimi.it 9. GE.SA Group Srl Via Emilia 27, Buccinasco (MI) Telefono: 02 45701420- Fax: 02 45700259 info@gesa-group.it- www.gesa-group.it 10. PLUVITECNICA Via dei Curti, 1066, Urgnano (BG) Telefono: 0358-93130- Fax: 0358-93040 info@pluvitecnica.com- www.pluvitecnica.com 11. ALPEMAC SRL Via Campagna Sopra 20/E, Lonato Del Garda (BS) Telefono: 030 2061781 - Fax. 030 2061782 info@alpemac.it - www.alpemac.it 12. ANTONIO CALATRONI Via Crispi Francesco 41, Santa Maria della versa (PV) Telefono: 0385-79604- Fax: 0385-798273 info@calatronicoperture.it - www.calatronicoperture.it
Diamo il benvenuto ai nuovi soci: • GE.SA GROUP SRL
1. IDROCENTRO Via Giolitti 92, Torre San Giorgio (CN) Telefono: 0172-9121 - Fax: 0172-96075 info@idrocentro.com - www.idrocentro.com
PIEMONTE
32. TECNO RAME Via dei Pecchi 111, Viareggio (LU) Telefono: 0584-1660269 - Fax: 0584-1660270 info@tecnorame.it - www.tecnorame.it 33. ASSIMP ITALIA Via Micali 22, Livorno (LI) Telefono: 0586-850797 / 345-6606691 info@assimpitalia.it - www.assimpitalia.it 34. REGO Srl Via Impruneta, 34 - 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Telefono: 0571 417189 - Fax: 0571 403111 mailto:info@rego.it www.rego.it - www.parapetti.it
TOSCANA 40. LAMECOP DI COPPOLA MARCO & C.
Via Orsa Maggiore 1, Fonte Nuova (RM) Telefono: 0690-530135 - Fax: 0690-532423 info@lamecop.it - www.lamecop.it 41. BIANCHI ELIO Via Casilina, 2008, Monte Compatri (RM) Telefono: 06-9476105 - Fax: 06-9476564 info@bianchielio.it - www.bianchielio.it
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44. PROFILTEK Zona Industriale, Tito (PZ) Telefono: 0971-485178 - Fax: 0971-629157 commerciale@profilteksrl.com www.profilteksrl.com 45. LATTONERIA SASANIELLO Via dell’Artigianato 24, Matera (MT) Telefono: 0835-261464 - Fax: 0835-261464 info@sasaniello.it - www.sasaniello.it 46. LATTONERIA FUMAGALLI MAURILIO Lagonegro, Province of Potenza, Italy Telefono: 0973-22175 / 347-1128977 Fax: 0973-22175 fumagallimaurilio@yahoo.it www.lattoneriafumagalli.com
BASILICATA
CALABRIA
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26 32 35. SUPERCANALI CANNA Via Industriale 4, Fossato di Vico (PG) Telefono: 0759-19425 - Fax: 0759-19695 info@supercanali.it - www.supercanali.it 36. F.LLI FAGIOLI Via Sandro Penna 109, Sant’Andrea delle Fratte (PG) Telefono: 075-5280758 - Fax: 0755-270191 info@fratellifagioli.it - www.fratellifagioli.it
UMBRIA
LAZIO 50. HELPROOF Contrada Concistocchi sn, Rende (CS) Telefono: 0984-1806547 / 347-7695437 Fax: 0968-209829 info@helproofsrl.com - www.helproofsrl.com 51. METALTRADE ITALIA S.R.L. C.da Coda di Volpe Z.I. - 87036 Rende (CS) Telefono: 0984-838428 / 0984-1806794/5/6 Fax: 0984-1801794 commerciale@metaltradeitalia.com www.metaltradeitalia.com 52. SUPERGRONDA C.da Cutra Snc - 87010 Torano Scalo (CS) Telefono: 0984 506099 - Fax:0984 506006 info@supergronda.com www.supergronda.com 53. ISAL Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Telefono: 0968-209362 - Fax: 0968-209847 isal@ielapigroup.it - www.isalsrl.it 54. EUROPROFIL Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Telefono: 0968-209155 - Fax: 0968-209829 europrofil@ielapigroup.it - www.ielapigroup.it
LOMBARDIA
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42. LATTONERIA F.LLI SILVESTRE Zona ASI loc. Pascarola, Caivano (NA) Telefono: 081-8359389 - Fax: 081-8360414 info@lattoneriasilvestre.it - www.grupposilvestre.com 43. CILENTO GRONDE Via Nazionale Ex. S.S. 18, c/da Tre Archi-Fraz. Vallo Scalo (SA) Telefono: 0974-715076 - Fax: 0974-715076 info@cilentogronde.com - www.cilentogronde.com
CAMPANIA
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13. SCHATZER ALOIS Via Julius Durst str. 20, Bressanone (BZ) Telefono: 0472-835612 - Fax: 0472-838 242 info@schatzer-alois.it - www.schatzer-alois.it 14. PREFA ITALIA SRL Via Negrelli 23, 39100 Bolzano (BZ) Telefono: 0471-068680 - Fax: 0471-068690 office.it@prefa.com - www.prefa.com 15. ALPEWA Via Negrelli 23, 39100 Bolzano (BZ) Telefono: 0471-065252 - Fax: 0471-065253 info@alpewa.it - www.alpewa.it 16. H. THERM ITALIA SAS Via Montini 2, 37014 Castelnuovo del Garda (VR) Telefono: 045-6450747 - Fax: 045-6450747 info@hthermitalia.com - www.hthermitalia.com 17. MAZZONETTO SPA Via Maestro Antonio Ceccon, 10, Loreggia, (PD) Italy Telefono: 049-9322611 - Fax: 049-9322650 mazzonetto@mazzonettometalli.it - www.mazzonettometalli.it 18. SELENA ITALIA Via G.Battista Ricci 6, 35131 Padova (PD) Tel: 049-767336 - Fax: 049-8843332 servizio.clienti@selena.com - www.tytan-italia.it 19. NUOVA 3L Via Prima Strada 6, 30030 Galta di Vigonovo (VE) Tel: 049-9831800 - Fax: 049-9831802 info@nuova3l.com - www.nuova3l.com 20. TRESOLDI METALLI Via Fanzaghe 108, Pozzonovo (PD) Telefono: 0429-773200 - Fax: 0429-773088 info@tresoldimetalli.it - www.tresoldimetalli.it
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21. C.L.C. SRL
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Via A. Volta 12, 36034 Malo (VI) Telefono: 0445-602577 - Fax: 0445-580120 info@clc-sr.com - www.clc-srl.com
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TRIVENETO
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ABRUZZO E MOLISE
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EMILIA ROMAGNA 37. BIAGETTI Via E. Fermi 2, Trecastelli (AN) Telefono: 0717-958296 - Fax: 0717-958296 info@biagettisrl.com - www.biagettisrl.com 38. F.P.L. Via Delle Industrie 2, Casteldardo (AN) Telefono: 071-7211023 - Fax: 0717-211023 info@fpllattoneria.it - www.fpllattoneria.it
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Via dei Pastai sn, Zona Industriale “scerne” Pineto (TE) Telefono: 085-936133 • 347-0937887 • 388-0506122 Fax: 085-936133 info@komy.it - www.komy.it
SICILIA
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39. DMG
55. F.I.O.M. Via E. Toti, 95 - 96019 ROSOLINI (SR) Telefono: 0931-857823 fiomsnc@gmail.com - www.fiomsnclattoneria.it
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22. ALUBEL Via E.Torricelli 8, Bagnolo In Piano (RE) Telefono: 0522-957511- Fax: 0522-951069 alubel@alubel.it- www.alubel.it 23. SICURPAL Via dei Mestieri 12, 41030 Battaglia (MO) Telefono: (+39) 059 818179 info@sicurpal.it - www.sicurpal.it 24. EDILTEC SRL Via Giardini, 474/M, 41124 Modena (MO) Tel. 059 2916411-Fax 059 344232 info@ediltec.com - www.ediltec.com 25. D.M. SISTEMI GROUP Via Fratelli Cervi, 2, Quarto Inferiore, Granarolo dell’Emilia (BO) Telefono: 0517-68854- Fax: 0517-68620 info@dmsistemi.eu- www.dmsistemi.eu 26. RIVIT Via Guglielmo Marconi 20, Ozzano dell’Emilia (BO) Telefono: 051-4171111 - Fax: 051-4171159 rivit@rivit.it - www.rivit.it 27. SYFI Via della Repubblica 42, Castel San Pietro Terme (BO) Telefono: 051 941191 - Fax: 051 941191 info@syfi.it - www.syfi.it 28. EUROPROFIL S.r.l. Filiale Via Monteorino 7, 48024 Massa Lombarda (RA) Telefono: 0545-81340 europrofil@ielapigroup.it - www.ielapigroup.it 29. ISAL S.r.l. Filiale Via Monteorino 7, Massa Lombarda (RA) Telefono: 0545-81340 isal@ielapigroup.it - www.isalsrl.it 30. TUBOZETA Via Gandhi 12, San Martino in Strada (FC) Telefono: 054385816 - Fax: 054383223 tubozeta@tubozeta.it - www.tubozeta.it 31. TECNOSTAFF Via dell’Artigianato, 21/23, Cusercoli, Civitella di Romagna (FC) Telefono: 0543-989773 - Fax: 0543-989223 info@tecnostaff.com - www.tecnostaff.com
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MARCHE 47. SUD METALLI Strada Torre Tresca 6B, Bari (BA) Telefono: 080-5611956 - Fax: 080-9904820 info@sudmetalli.it - www.sudmetalli.it 48. LATTONERIA DELLA MURGIA Via Iazzitiello C.da Panecuccio, 3 70029 Santeramo in Colle (BA) Telefono: 080-3037940 - Fax: 080-3037940 latt.dellamurgiasrl@libero.it 49. ARTIGIAN GIOVANNI RUSSO Viale dell’Artigianato, ZI, Francavilla Fontana (BR) Telefono: 0831-810844 - Fax: 0831-813620 artigian.grusso@libero.it - www.artigianrusso.com
PUGLIA
Storia di copertina
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Mazzonetto
Vestis compie 10 anni
E SI COLORA DI “CORTEX” La famiglia di nastri in alluminio rivestito si amplia con un prodotto che allude al rame, ma con una tonalità che si ispira all’acciaio Cor-Ten. Non solo: l’azienda padovana lancia su Facebook un concorso aperto a tutti i lattonieri
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U
n compleanno è un momento importante. Specialmente se è quello dei dieci anni, la data che festeggia Mazzonetto, che proprio due lustri fa ha avviato la promozione di Vestis, una famiglia di nastri in alluminio rivestito, con caratteristiche specifiche per la realizzazione di opere di lattoneria.
L’idea di Mazzonetto era nata dall’esigenza di offrire agli installatori un materiale appropriato all’uso in aggraffatura. L’azienda aveva individuato quindi nell’alluminio il metallo del futuro, creando una famiglia di prodotti per aggraffatura e lattoneria, battezzata come Vestis. La soluzione ha rapidamente riscosso
Un impiego della gamma di prodotti Mazzonetto nella versione Cortex
Storia di copertina
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za hanno reso Vestis una famiglia di prodotti consolidati e comuni tra tutti gli operatori del mercato. Per festeggiare il decimo anniversario dalla sua nascita, Mazzonetto ha deciso di introdurre nella linea Vestis un nuovo colore: Cortex, che ancora una volta omaggia il metallo eterno, il rame in fase di ossidazione. Ma, allo stesso tempo, si adatta bene alle nuove tendenze dell’architettura, con una tonalità che si ispira all’acciaio Cor-Ten. L’alluminio si conferma il metallo in grado di supportare i desideri dei progettisti. Risolve le problematiche a cui altri materiali non possono sopperire, come cogliere il fascino del prezioso rame, ma con una superficie che non subisce il passare del tempo e degli agenti atmosferici, o cercare di ottenere l’effetto e la naturalezza dell’acciaio Cor-Ten senza la sgradevole conseguenza di rivoli di ruggine che scorrono sulle superfici su cui è posato. Sopra, grondaia e tubature in Cortex. A destra, l’intera gamma di accessori
un ampio successo, in particolare nella finitura Rame Roof, tonalità che ricorda il rame appena installato e che ben si sposa con l’architettura tipica in Italia. LE RAGIONI DEL SUCCESSO Come previsto dall’azienda di Loreggia (Padova), a distanza di dieci anni il mercato italiano privilegia l’uso dell’alluminio, in copertura, facciata e lattoneria, rispetto a tutti gli altri metalli. Leggerezza, duttilità e resisten-
FORMAZIONE AL PRIMO POSTO Mazzonetto propone una linea completa di accessori per lattoneria. Ha integrato la gamma con prodotti in tinta per la realizzazione di rivestimenti dell’edificio a regola d’arte e ne accompagna l’uso fornendo servizi all’installatore e al progettista. L’Accademia dell’azienda Xxxxxxx accoglie i lattonieri e offre un ambiente in cui confrontarsi sia con gli aspetti normativi dell’impiego del metallo in edilizia, che con le tradizioni e gli usi regionali che caratterizzano il mondo della lattoneria italiana, attraverso una fase teorica e una pratica, valorizzando così l’operato degli «artisti del tetto». Per garantire una corretta posa in opera, l’ufficio interno Atr (Area Tecnica Rivestimenti) affianca anche il progettista nella scoperta dell’impiego del metallo, nella risoluzione degli scogli progettuali e nella definizione di un corretto e completo progetto di rivestimento, dal manto di copertura a ciò che, invisibile, lo sostiene e lo rende duraturo senza richiedere manutenzione nel tempo.
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1) Testata 2) Gomiti di raccordo 3) Braga 4) Pluviale 5) Imbuto centrale 6) Imbuto laterale 7) Mini bocchetta sagomata 8) Mini bocchetta piana 9) Collari 10) Sostegni registrabili 11) Bandelle 12) Tiranti 13) Rete Forata
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DESTINATO A CHI PROGETTA Cortex è la sintesi perfetta tra la tradizione e l’innovazione del metallo in architettura, capace di adattarsi a costruzioni tradizionali e a strutture moderne, fondendosi armoniosamente con ambienti naturali, urbani e già impiegato anche negli interni di strutture commerciali con meravigliosi risultati estetici. Il successo rapido di Cortex sta proprio nella capacità di ispirarsi a quanto di più bello l’ambiente tradizionale italiano può offrire sfruttando la duratura esperienza dell’azienda con l’alluminio per ottenere un prodotto facile da lavorare e resistente nel tempo. IN CONCORSO Ma la new entry di Cortex non è l’unica iniziativa destinata a celebrare il decimo anniversario di Vestis. Mazzonetto, per aggiungere valore al lavoro di clienti e partner, ha deciso di istituire il concorso Vinci con Cortex, aperto a tutte le opere di lattoneria, mettendo così in risalto un’attività che rischia di non essere presa nella dovuta considerazione. Con la pubblicazione nella pagina Facebo-
ok Mazzonetto delle foto dei lavori realizzati da qualsiasi installatore italiano desideri partecipare, sono mostrate l’elevata capacità professionale e il gusto estetico dei lattonieri nell’uso di Cortex. Sarà possibile accedere al concorso fino al 30 novembre 2018, da una prima selezione in cui l’azienda considererà anche i Like ottenuti sul social da ciascun lavoro, emergeranno dieci finalisti tra i quali una giuria composta da architetti e installatori selezionerà il vincitore che verrà premiato con una piegatrice Schechtl Tbs 100 a fine gennaio 2019. L’iscrizione è semplice e veloce e può essere fatta attraverso il sito internet www.mazzonettometalli.it. Il concorso è uno dei mezzi attraverso cui l’azienda conferma la sua focalizzazione nel mondo della lattoneria e del rivestimento in metallo, percorso su cui intende concentrarsi per sviluppare la sua evoluzione e la sua crescita. Già dall’inizio del 2019 Mazzonetto presenterà infatti importanti novità per gli attori di questo mondo: installatori, distributori e con sempre maggior attenzione al progettista. Franco Saro
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Cortex è la sintesi perfetta tra la tradizione e l’innovazione del metallo in architettura, capace di adattarsi a costruzioni tradizionali e a strutture moderne
Attualità
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Economia & costruzioni
Tutto fermo
NIENTE È IMMOBILE La produzione industriale rallenta e la congiuntura dell’edilizia è legata alle decisioni del governo in materia di investimenti e sgravi fiscali. Intanto, 9 milioni di edifici hanno raggiunto i 40 anni di età e hanno necessità di una urgente riqualificazione
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siste la normalità in economia? La risposta ovviamente è no. L’economia non è una scienza esatta e, soprattutto, impone delle scelte. E, dunque, deve considerare molti fattori. Alcuni sono ormai codificati negli indicatori tipici con i quali rappresentiamo gli andamenti economici, altri sono indicati nelle aspettative imprenditoriali. Altri ancora sono mediati da studi, indagini, ricerche, interpretazioni. Ma una delle missioni che ha l’economia non è solo studiare ciò che è avvenuto e spiegare il perché di alcuni fenomeni. Dovrebbe essere, invece, la capacità di anticipare i fenomeni, individuare i trend e indirizzare le scelte imprenditoriali verso azioni in grado di migliorare le performance, siano esse produttive, economiche o finanziarie. L’economia è una scienza recente e per come l’abbiamo conosciuta nel passato e, per come l’abbiamo studiata prima all’università e poi frequentata nel nostro lavoro quotidiano, possiamo dire con certezza che le sue teorie e le sue interpretazioni hanno seguito lo sviluppo industriale e produttivo dalla rivoluzione industriale in poi. E di quella evoluzione è anche figlia, in quanto i lunghi trend economici e produttivi, con le varie ricadute sociali, dalla fine del Settecento a oggi hanno seguito l’andamento lineare della produzione industriale. Quella linearità che oggi è stata non solo messa in discussione dal nuovo approccio che deriva dall’adozione dell’economia circolare come nuovo paradigma
produttivo e, soprattutto, come nuova modalità di gestione dei flussi risorse-prodotti-consumi-rifiuti. Ma che è stata anche una delle cause della lunga crisi economica, una crisi che ha fatto comprendere come i vecchi modelli produttivi non fossero più in linea con i tempi e con le evoluzioni, oltre alle esigenze, della società. LE TANTE VARIABILI L’economia, dunque, non solo non è una scienza esatta, ma è anche uno strumento che deve adattarsi alle mutate condizioni ambientali, economiche e sociali. I cambiamenti climatici, il consumo di suolo, le variabili legate all’invecchiamento della popolazione, il mutamento dei modelli di consumo, l’esplosione del digitale e la nuova economia della sostenibilità sono tutti fattori che incidono direttamente sulle previsioni e con i quali l’economia deve confrontarsi in uno scenario che è diverso. Non è più quello dell’economia lineare della produzione industriale, ma è quello dell’economia circolare e della produzione digitale. Da lineare a circolare, da industriale a digitale, il cambiamento dei paradigmi modifica anche le analisi. Soprattutto, se nell’economia lineare i cicli produttivi e quelli delle crisi erano dominati da lunghi periodi di crescita, brevi crisi e poi riprese, nella nuova normalità il ciclo non si è ancora avviato e molto probabilmente non si avvierà, ma dovrà basarsi su andamenti molto
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I segnali positivi ci sono, ma sono discontinui, come testimoniano i dati sul clima di fiducia delle imprese di costruzioni
Attualità
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Pil in Italia nel secondo trimestre è stato dello 0,2%, che segue il +0,3% del trimestre precedente e che porta la previsione annua a +1,2%, un valore di 0,7 punti inferiore a quello stimato all’inizio dell’anno dal Governo e dai principali osservatori di settore. PIÙ INVESTIMENTI Il contributo alla crescita del Pil, ed è una notizia positiva, si deve soprattutto alla crescita degli investimenti fissi lordi (+2,9% nel secondo trimestre contro la diminuzione del -1,1% nel trimestre precedente), con incrementi dovuti soprattutto alla spesa per attrezzature di trasporto (9,2% contro 5% nel primo trimestre), impianti, macchinari e armamenti (7,5% contro -2,4%) e edilizia residenziale (+0,3 %). La produzione industriale è aumentata dello 0,3% e quella in costruzioni, secondo i dati Istat, è cresciuta dello 0,2%. Nella lettura della dinamica di lungo periodo il secondo trimestre 2018 è stato il trimestre con il ritmo più lento di espansione dal quarto trimestre del 2016. Questo rallentamento si deve certamente a fattori congiunturali non solo nazionali, ma anche internazionali. Compreso la frenata generale dell’economia europea, all’interno della quale, tuttavia, il settore delle costruzioni sta facendo segnare un trend positivo, in crescita del +2,6%. La crescita media del settore in Italia nell’ultimo periodo è stata però dello 0,8%, con una tendenza leggera al miglioramento nella seconda metà dell’anno, ma che difficilmente supererà la previsione già elaborata dal Centro Studi YouTrade di una crescita del settore fino a un massimo del +1,2% nel 2018.
diversificati tra crescite di brevissimo periodo e immediati rallentamenti e stagnazioni. È questo lo scenario attuale delle costruzioni, che si inserisce in una dinamica complessiva dell’economia italiana in rallentamento. Il tasso di crescita del
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IN ALTALENA I segnali positivi dunque ci sono, ma sono discontinui, come testimoniano i dati sul clima di fiducia delle imprese di costruzioni, in crescita, mentre gli andamenti degli ordini, anch’essi in miglioramento, non hanno ancora raggiunto la soglia dello zero psicologico, ovvero l’equilibrio tra chi indica ordini negativi e chi indica valori positivi. Per questo motivo i dati riferiti ai giudizi sulle attività delle imprese, prossimi allo zero, hanno subito una flessione negli ultimi mesi, con andamenti molto altalenanti mese per mese. Sono andamenti che si riflettono nell’andamento mensile del valore della produzione, e con i prezzi utilizzati come fattori anticongiunturali per mitigare le variazioni mese su mese. Complessivamente, lo scenario della produzione nel settore evidenzia una rotta di galleggiamento stabile, così come l’abbiamo definita nel recente Convegno nazionale YouTrade. Ma il segnale
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positivo della crescita delle ore lavorate non deve indurre a facili considerazioni. Tutto il settore delle costruzioni è in un forte deficit di produttività, uno dei temi rilevanti e strategici sui quali porre l’attenzione per il futuro. Le previsioni per il futuro, a breve termine, vedono una crescita che nell’anno si consoliderà tra lo 0,8% e il +1,2%, ma molto dipenderà dai segnali e dalle decisioni del Governo in tema di proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e le rigenerazioni energetiche e per l’antisismica. START AND STOP Ma ciò che va sottolineato è che in questo scenario complessivo non si può più affrontare la lettura del mercato con i vecchi strumenti legati ai soli investimenti fissi lordi o alla dinamica occupazionale e delle imprese. Per esempio, i cambiamenti repentini dell’output complessivo del settore indicano che le dinamiche e i trend sono molto più instabili e meno predeterminabili rispetto al passato. Nel 2018 c’è stata una crescita mensile
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del +7,9% a gennaio, una diminuzione del -1.6% a febbraio e una ulteriore diminuzione del -5,1% a marzo, una ripresa del 3,2% ad aprile e uno stop con un -0,2% a maggio, per poi vedere due mesi di crescita (+3,9% e +2,6%) a giugno e luglio, due mesi nei quali giocoforza l’attività edilizia è tra le più presenti economicamente per questioni legate al tempo. NUOVE LETTURE Tutto è cambiato e dunque tutto deve cambiare, compreso il nostro modo di leggere i dati. Come affrontare dunque questo cambiamento che abbiamo chiamato normalità e che qualcuno chiama nuova normalità? Analizzando i mercati potenziali e convincendoci che in realtà c’è ancora molto da fare. Per esempio, con riferimento al mercato residenziale, 9 milioni di edifici e 17 milioni di abitazioni occupate hanno già raggiunto la soglia dei 40 anni di età. Stiamo parlando del 74,1% degli edifici residenziali e del 71,4% delle abitazioni occupate, dunque le case abitate e vissute dalle famiglie italiane. Di che cosa sono fatti questi edifici, queste case e con quali materiali sono state realizzate? Come intervenire e con quali tecniche? Per rispondere alla prima domanda basta analizzare i dati Istat, che ci raccontano che 7 milioni di edifici sono costruiti in muratura, 3,6 milioni in cemento armato e 1,6 milioni con altri materiali strutturali. A oggi 6 milioni di edifici in muratura (pari all’86,6% del totale di quelli realizzati in muratura) hanno raggiunto i 40 anni di età e poco meno di 470 mila sono entrati nella soglia di quelli che hanno oltre 30 anni. Per quanto riguarda gli edifici in cemento armato le statistiche indicano che 2 milioni oggi hanno oltre 40 anni, ma altri 740 mila sono entrati nella soglia oltre i 30 anni. In sostanza, nei prossimi anni oltre un quinto di quanto edificato in cemento armato nel segmento residenziale entrerà in una prima fase di obsolescenza. Infine, un altro milione di edifici ha già oggi oltre 40 anni ed è stato edificato con altri sistemi costruttivi e altri 260 mila edifici già oggi hanno quasi superato la soglia dei 30 anni, iniziando la loro prima obsolescenza. Dei 12,2 milioni di edifici in totale, ben 2 milioni sono in mediocre o pessimo stato di conservazione. Questo è il nostro patrimonio residenziale edificato, ma poi dovremmo considerare tutto il non residenziale e le opere pubbliche già costruite sulle quale andrebbero fatte azioni di riqualificazione urgenti. Un mercato potenzialmente enorme, nel quale i prodotti della lattoneria potrebbero trovare molti spazi e campi di uso e applicazione. Federico Della Puppa
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Attualità
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Prezzi
Effetto Trump
SU RAME E ALLUMINIO La guerra dei dazi scatenata dal presidente americano ha travolto le quotazioni dei metalli. Una buona notizia? Macché. Secondo gli esperti la discesa riflette il timore di una nuova recessione globale
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e somme si tirano alla fine dell’anno. Ma, girata la boa dei sei mesi, è già lecito arrivare a qualche conclusione sul mercato internazionale dei metalli. La prima è che mai come in questo periodo il prezzo dei metalli industriali è senza bussola. Dove andrà a parare, non si sa. Ma di sicuro è riuscito a smentire tutte le previsioni azzardate a inizio 2018. Con alle spalle cinque anni di produzione industriale positiva (a livello globale) era facile, infatti, prevedere per quest’anno tensioni sui prezzi di rame e alluminio spinti dalla corsa al Pil dei Paesi industrializzati, da Cina e India. Così, nessuno si è stupito quando il rame ha toccato il prezzo massimo da quattro anni. Ma sono bastati pochi mesi e tutto è cambiato. Il prezzo del rame, il più importante dei metalli
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non ferrosi è andanto a picco, sceso da quasi 10.500 dollari a sotto la soglia psicologica dei 6mila dollari per tonnellata, per poi risalire a quota 7980. I primi ribassi hanno scatenato un’ondata di liquidazioni da parte degli operatori, che si è trasformata in valanga. E tutto questo è avvenuto nel giro di poche settimane. Il motivo? C’è chi ha puntato il dito sulla politica americana, cioè la guerra dei dazi imposta da Donald Trump. Meno scambi, meno richiesta da parte delle industrie, e quindi meno necessità di acquistare metalli. E via con le vendite. Se pensate, però, che il prezzo più basso di rame e alluminio sia una buona notizia per i lattonieri, forse siete fuori strada. Perché, secondo gli operatori, questo potrebbe essere il pessimo segnale di una nuova recessione
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su scala globale. L’Italia non ne sentiva il bisogno. Non a caso il rame è chiamato dagli operatori con il nomignolo di Doctor Copper, per la presunta capacità di misurare lo stato di salute dell’economia. E ora il Doctor sembra diagnosticare uno stato di salute precario per il prezzo dei metalli, ma anche della domanda globale. Oltre al rame, infatti, anche il prezzo degli altri metalli (e più in generale delle materie prime) è iniziato a scendere sotto la spinta delle guerre commerciali, passate da ventilata minaccia a realtà che può provocare una recessione. Secondo uno studio sulle materie prime presentato dalla Banca centrale francese, la crescita del Pil globale potrebbe subire una riduzione del 3% in due anni. L’aspetto paradossale è l’effetto boomerang
per gli Usa: secondo gli analisti, i dazi si stanno ritorcendo anche contro i produttori che Donald Trump puntava a difendere. Per esempio Alcoa, gigante americano dell’alluminio ha lanciato un profit warning (allarme su una diminuzione degli utili previsti) legato anche all’introduzione delle tariffe doganali, definite un ostacolo «significativo» dal ceo Roy Harvey. Il gruppo ha tagliato le previsioni sul suo risultato economico 2018 di 300-400 milioni di dollari. Le quotazioni dell’alluminio non sono state esenti dall’effetto Trump: al mercato dei metalli di Londra la performance della commodity da inizio anno è negativa. E lo stesso discorso vale per tutti gli altri non ferrosi, a eccezione del nickel. Giuseppe Rossi
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Economia in rallentamento, flessioni in comparti come in quello delle coperture. E timori sul futuro dei bonus casa. Il settore vive un momento di incertezza. La soluzione? Rendere le imprese piĂš competitive
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economia italiana, nella calda e strana estate, scottava. Ma non perché corresse veloce e la fatica la scaldasse e la facesse sudare, quanto piuttosto perché non ha ancora attivato anticorpi sufficienti a riprendere fiato dopo la lunga crisi. E, quindi, si trova ancora una volta di fronte a un termometro che misura una febbre che non passa, che tarda a essere curata con le medicine giuste e dove i nuovi dottori, alias il nuovo governo, procedono con annunci e ipotesi, ma senza scrivere ancora la giusta ricetta. E, anzi, sono
messe in dubbio le medicine fino a oggi usate. Per esempio, gli incentivi fiscali. E proponendone altre che non solo non convincono, ma che, per proseguire nella metafora, non sono adeguatamente testate e il cui esito non solo è dubbio, ma sicuramente controproducente. INCUBO PER I BONUS La bozza di decreto rispetto alle nuove regole sugli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie è simile a una ricetta di un medico che di fronte al capezzale di un malato riduce
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nifestarsi in Italia, mentre a livello europeo le ombre sono poche ormai. L’economia europea prosegue infatti la sua corsa, consolidando una crescita media trimestrale compresa tra il 2,5% e il 2,8%, con una crescita media della produzione nelle costruzioni tra il 2,3% e il 2,5%, dunque in linea con la dinamica del Pil. In Italia lo scenario economico, pur positivo, mette in evidenza ombre che iniziano a farsi notare, dato che dalle aspettative positive di +1,9% di inizio anno siamo giunti dopo sei mesi ad un più prudente +1,3%. In questo contesto la crescita del settore delle costruzioni è pari ad oggi ad un +0,6%, con una tendenza al miglioramento ma con un valore ben lontano dal Pil. Dunque, l’Europa corre e l’Italia arranca e in questa dinamica le costruzioni italiane mostrano di non essere in sintonia con il cambiamento e l’avanzamento, pur se lento, della nostra economia.
le dosi del medicinale che può guarirlo. Ma dobbiamo renderci conto che ci sono malattie che necessitano di medicine che vanno assunte costantemente per tutta la vita. Pensiamo, per esempio, alle malattie coronariche, dove gli anticoagulanti vanno presi ogni giorno, tutti i giorni, per sempre, e non a dosi omeopatiche. Ecco, l’edilizia è il malato di fronte al quale i medici continuano a fare consulti senza tener conto delle condizioni effettive del malato stesso, del mercato cioè, che è un mercato che se non viene adeguatamente stimolato, non riattiva i processi cellulari. E il mercato soffre, suda non per il caldo estivo, ma per una febbre difficile da curare. Alcune parti del corpo soffrono di più di altre, anche perché il sistema non aiuta. Uscendo dalla metafora, il sistema si chiama ripresa economica, che tarda a ma-
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IMPRESE DELUSE In questo quadro gli annunci del nuovo governo non stanno agendo positivamente sulla fiducia delle imprese, come evidenziano alcuni dati tendenziali relativi alle aspettative delle imprese. I dati Istat sulla fiducia delle imprese di costruzioni presentano infatti un andamento in crescita nel lungo periodo, nonostante repentini cali recenti, ma lo scenario mostra ordini che non decollano e valori negativi rispetto ai giudizi sulle attività produttive delle imprese, un sentiment del mercato che non lascia per ora intravvedere spinte decise alla ripresa. In base alle rilevazioni dell’Istat, la tendenza per il futuro è debolmente positiva ma a ben osservare si deve più alla dinamica dei prezzi, utilizzati come calmierante congiunturale. Il quadro complessivo è quello di un settore che non è ancora pronto alla nuova normalità del galleggiamento di lungo periodo. Le costruzioni non crescono e dunque la redditività e la competitività vanno trovate e andranno trovate in futuro nel miglioramento della produttività del settore, una produttività che oggi è inferiore di quasi venti punti a quella del 1985 e di quasi 30 punti a quella di inizio anni Sessanta, mentre il settore manifatturiero nello stesso periodo è passato da 100 a 250. Le nuove tipologie costruttive, i nuovi sistemi di produzione off-site e soprattutto una migliore organizzazione della filiera sono fattori sui quali si può lanciare una sfida sul futuro delle costruzioni, una sfida che non si gioca più sullo scarto tra prezzi correnti e
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costanti, sul gioco allo sfruttamento dell’inf lazione o di fattori extrasettoriali, ma che si deve giocare sulla capacità delle imprese di riorganizzarsi e ottimizzare i propri processi, da quelli produttivi a quelli gestionali. COPERTURE IN CRISI Ciò è valido soprattutto in comparti storici come quello dei prodotti per le coperture e i tetti, dove il sistema della lattoneria gioca un ruolo importante nella costruzione del «sistema tetto» e soprattutto nella gestione dell’acqua, ma anche dell’aria (per esempio, con le canne fumarie). Il sistema tetto in questi ultimi anni, nonostante gli incentivi fiscali, ha subito una contrazione significativa del mercato. Qualche numero ci aiuta a capire il trend. Nel 2006 il sistema dei laterizi per le coperture rappresentava un mercato di quasi 2 milioni di tonnellate, delle quali 1,3 milioni di tegole, 550 mila di coppi e il resto pezzi speciali per coperture. Nel 2017 la produzione è sostanzialmente la metà di quella di dieci anni prima, con poco più di 1 milione di tonnellate delle quali 770 mila di tegole (in calo dell’11% rispetto al 2016), 220 mila di coppi (+7% sul 2016) e il resto pezzi speciali (in calo del 16% sul 2016). Nel 2006 il sistema delle impermeabilizzazioni in membrana di bitume polimero ha rappresentato un mercato complessivo di 180 milioni di m 2 in Italia, dei quali 53 milioni per coperture impermeabilizzate (il resto si riferisce a viadotti, pareti contro terra, ecc.). Dieci anni dopo la produzione il consumo è sceso a 83 milioni di metri quadrati, dei quali 24 milioni per coperture impermeabilizzate. IN CALO DELLA METÀ La dinamica negativa del sistema tetto è ben rappresentata in questi numeri, che evidenziano un calo di circa la metà del mercato dal periodo pre-crisi all’ultimo anno, un calo non solo fisiologico, dovuto alla riduzione della nuova costruzione, ma certamente anche a un cambiamento strutturale del mercato in termini di interventi e di investimenti sul tetto, che si sono ridotti come in tutto il mercato delle costruzioni, ma che in questo settore sono stati anche più rilevanti. È evidente che le dinamiche di settori maggiormente trasversali, come quello della lattoneria, scontino in qualche modo comunque la flessione del nuovo e soprattutto i minori investimenti sul sistema tetto. Ma ci sono anche driver specifici del settore. Per esempio, gli interventi di ristrutturazione che riguardano solo la sostituzione delle grondaie o gli in-
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terventi sui camini o la realizzazione ex novo di canne fumarie a norma. Indicano come il settore pur nella difficoltà di mercato complessiva possa trovare, soprattutto in una migliore gestione delle imprese e in una focalizzazione sull’ottimizzazione dei processi produttivi e distributivi, degli ambiti nei quali esprimere una migliore competitività. Le analisi sui bilanci delle aziende del settore indicano infatti flessioni di fatturato minori di quelle di altri settori, ma soprattutto evidenziano che molte imprese nonostante le dinamiche di galleggiamento del mercato abbiano saputo fare utili, dunque ottimizzando i processi e migliorando la propria produttività.
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RESISTERE O SALTARE È il miglior modo per affrontare il mercato, perché da un tetto che scotta, come ricorda la famosa battuta del film omonimo, si può scegliere di saltare giù oppure di resistere. E questo è certamente il momento di resistere e di raccogliere tutte le forze interne che le nostre imprese hanno. Perché per ora aiuti dall’esterno non se ne vedono. Con un’economia in rallentamento, con una incertezza politica evidente, nonostante il nuovo governo, con flessioni rilevanti in comparti strategici per la lattoneria, come in quello delle coperture, costruire prospettive di sviluppo per le imprese significa puntare sul miglioramento dei processi, sull’ottimizzazione della filiera, sulle sinergie con il sistema distributivo, sulla qualificazione del settore e dei suoi addetti, significa in sostanza camminare sul tetto che scotta facendo i passi giusti. Federico Della Puppa
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Come fare un tetto DA FORMULA 1
In una cittadina olandese una serie di casette a schiera sono state riqualificate, a partire dalla copertura, in una decina di giorni e senza trasferire gli abitanti degli edifici. Il segreto? Spazio alla progettazione Bim, agli elementi prefabbricati, al montaggio veloce e poi...
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he fare dei tanti capannoni vuoti che la crisi economica ha lasciato sul campo? Solo in Veneto una recente ricerca voluta da Confartigianato Imprese Veneto ne ha contati poco più di 10 mila. Siamo un Paese che ha costruito tanto, troppo, e che fatica a reinventare ciò che è stato edificato. Ma alle volte le soluzioni che noi non vediamo, perché ancorati alle funzioni
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originarie di certi luoghi, possono arrivare dall’esterno, non da altri, ma dalla stessa evoluzione tecnologica che, oggi, sta producendo modificazioni rilevanti in molti processi produttivi, anche nel settore dell’edilizia e delle costruzioni. Innovare significa letteralmente «alterare l’ordine delle cose per farne di nuove», ovvero guardare in modo diverso ai prodotti, ai sistemi, alle azioni, ai processi.
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In edilizia l’innovazione oggi passa attraverso la trasformazione dei processi costruttivi in produttivi. La differenza potrebbe sembrare minima, ma in realtà nasconde un abisso, una faglia profonda, un solco rilevante che rappresenta una discontinuità nell’evoluzione del settore. E come tutte le discontinuità produce cambiamento, quello vero. UNA CASA A COLPI DI BIT Questa discontinuità si chiama digitale e si tratta dell’applicazione di tecniche di gestione dei processi prima ancora che in tecniche costruttive o in materiali innovativi. Il Bim è il motore di questo cambiamento, ma prima ancora non è il fattore tecnico e tecnologico a governare il cambiamento, quanto la vera
necessità di produrre innovazione che non sia solo legata alle nuove scoperte di materiali, prodotti e sistemi costruttivi innovativi, ma soprattutto nell’ottimizzazione dei processi al fine di velocizzare e migliorare le azioni di cantiere, riducendo tempi e costi di produzione. La vera innovazione non è nei prodotti, non solo, ma è soprattutto nella gestione dei processi, nella velocizzazione delle fasi di lavoro, al fine di ridurre i costi produttivi, soprattutto le ore/ uomo, e i tempi di produzione, riducendo i tempi di cantiere e ottimizzando le fasi produttive, integrandole fin dalla progettazione. Nel caso degli interventi sul costruito, sull’edificato, nei processi di riqualificazione urbana ed edilizia, il tema risale ancora più indietro, prima ancora della progettazione, e inizia fin A fianco, alcune fasi del Pilot Stroomversnelling Heerhugowaard. Si tratta di un intervento di riqualificazione di un intero caseggiato di Heerhugowaard, cittadina dell’Olanda settentrionale. Il complesso è composto da più unità abitative, molto simili alle nostre villette a schiera e la riqualificazione è stata realizzata in soli dieci giorni e con l’impiego di sei addetti
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La produzione edilizia che usa il Bim sposta dal cantiere alla fabbrica il processo, assegna maggiore competenza al sistema architettonico e progettuale, riduce tempi e costi e ottimizza i risultati. È un modo ibrido di produrre, un modo che unisce edilizia e manifattura, progettazione e industria, digitale e artigianalità, con tempi di realizzazione industriali
dalle fasi di rilievo e di individuazione delle soluzioni in grado di interagire con l’esistente e migliorarne la qualità, rinnovando al contempo i processi. DAL PICCOLO AL GRANDE Il digitale entra pesantemente oggi nel cambiamento epocale del mercato in modo strutturale, perché, per esempio, nei processi di riqualificazione edilizia è dal digitale che si parte, con rilievi micrometrici dell’esistente. E, a partire da questi, lo studio tridimensionale delle soluzioni più adeguate per rinnovare il patrimonio edificato. Il Bim, ovvero la gestione digitale dei processi costruttivi, modifica l’approccio e offre soluzioni innovative perché la stretta correlazione tra rilievo dell’edificio, ideazione delle soluzioni, integrazioni con i prodotti industriali per le costruzioni e scelta dei sistemi, molti dei quali ormai prefabbricati e realizzati off-site, permettono un controllo molto più attento non solo del processo e una adeguata definizione degli elementi prestazionali delle scelte progettuali e realizzative, ma anche dei tempi di realizzazione e dei costi, eliminando errori e sfridi. Dunque consentendo di risparmiare. Il cantiere dunque si trasforma, e nella nuova dimensione della produzione edilizia il cantiere non è più il luogo della produzione ma il luogo dell’assemblaggio. E questo avviene e può avvenire perché l’edilizia oggi si sposta dal cantiere in altri luoghi, l’edilizia diventa off-si-
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te e non più on-site. Produrre fuori dal cantiere significa costruire le soluzioni in altri luoghi per poi trasportarle in cantiere e assemblarle. VUOTI A PERDERE? Che cosa c’entrano i capannoni inutilizzati? C’entrano, e molto. I tanti luoghi che un tempo erano dedicati alla produzione industriale oggi possono diventare aree di produzione off-site per l’edilizia. Sono luoghi nei quali con adeguati impianti e macchinari si possono pre-produrre e assemblare, per esempio, pareti esterne prefabbricate e studiare tutte le connessioni tra i diversi elementi costruttivi, utilizzando e realizzando agganci e profili specifici in grado di risolvere una delle questioni più rilevanti dei processi di riqualificazione edilizia. E cioè il fatto che si possa intervenire riducendo non solo i tempi, e dunque i costi, ma soprattutto permettendo a chi abita, vive o lavora negli edifici da riqualificare, di continuare a utilizzare gli edifici stessi. L’edilizia off-site è la migliore risposta integrata a un percorso di necessaria evoluzione del settore, che nel nostro Paese deve in qualche modo ancora iniziare e del quale si discute da tempo, ma che trova immediata e pronta applicazione in altri Paesi, soprattutto nel Nord Europa. E, dunque, così come dalla Germania e dai Paesi scandinavi abbiamo imparato a costruire a energia quasi zero, anzi a costruire in modo passivo, riducendo i consumi energetici a zero e in alcuni casi a produrre
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Attualità
34 edifici che producono più energia di quella che consumano, oggi l’innovazione alla quale dobbiamo ispirarci è quella dei modelli olandesi di rigenerazione edilizia off-site, dove tutto ciò che serve è prodotto in altri luoghi e montato direttamente sugli edifici esistenti, con riduzioni drastiche dei tempi di produzione e, soprattutto, con ottimizzazione dell’uso della forza lavoro e dunque dei costi complessivi di intervento. LE FRONTIERE DEL BUILDING Una ricerca nel web con parole chiave come «off site building solutions» permette di vedere come e cosa si può produrre in questo settore, quali frontiere ci attendono e misurare anche la nostra distanza, una distanza tutta da colmare, tra chi già opera in questo modo con efficacia delle soluzioni ed efficienza del processo. Perché il cuore dell’edilizia off-site è nella gestione del processo. Per rendersene conto basta guardare il video del timelapse del cantiere pilota che si può trovare digitando su YouTube «Pilot Stroomversnelling Heerhugowaard». Il timelapse mostra come una riqualificazione di un intero caseggiato composto da più unità abitative, molto simili alle nostre villette a schiera, possa essere realizzata in dieci giorni e con sei addetti. Dieci giorni e sei uomini. Sembra impossibile, eppure il filmato visualizza un processo che è stato in tutti i suoi dettagli costruito off-site, dopo una fase di accurata progettazione e produzione, governata dal Bim e dove la fase iniziale di rilievo
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e di definizione micrometrica delle soluzioni è il primo punto dal quale partire. MODELLO IBRIDO La produzione edilizia che usa il Bim sposta dal cantiere alla fabbrica il processo, assegna maggiore competenza al sistema architettonico e progettuale, riduce tempi e costi e ottimizza i risultati. È un modo ibrido di produrre, un modo che unisce edilizia e manifattura, progettazione e industria, digitale e artigianalità, realizzando a ritmi industriali prodotti che si potrebbero definire sartoriali, perché cuciti direttamente addosso agli edifici. Ma la doppia chiave interpretativa di questo cambiamento epocale non è solo nella rivoluzione del cantiere e della produzione edilizia, sia nel nuovo che soprattutto nella riqualificazione, piuttosto è nella possibilità di spostare la produzione in luoghi oggi inutilizzati e abbandonati. Dunque, realizzando al contempo una doppia soluzione. Ma se analizziamo a fondo l’edilizia off-site scopriamo che c’è una terza azione che si genera e produce valore, ovvero la nascita di nuovi sistemi di business e nuovi modelli di intervento, dove progettazione, produzione industriale, realizzazione e gestione si integrano strettamente tra loro. Il digitale è il motore di questo cambiamento. Alimentiamolo come si deve, studiando come in altri Paesi queste soluzioni siano oggi già ampiamente utilizzate. La conoscenza è il nostro vero motore. Alimentiamola. Federico Della Puppa
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Il design innovativo è il segno distintivo della Flexhouse, villa dell’architetto svizzero Stefan Camenzind. Gli esclusivi elementi di rivestimento in alluminio hanno consentito la realizzazione di un nuovo progetto dall’estetica sorprendente
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on c’è nessuno più di un architetto che sia esigente quando si progetta e realizza un edificio. A maggior ragione se l’edificio è quello della sua abitazione: una specie di biglietto da visita in tre dimensioni per i futuri clienti. Per questo l’architetto svizzero Stefan Camenzind, di Zurigo, ha scelto come elemento distintivo l’impiego massiccio della lattoneria. «La ragion d’essere dell’architettura poggia sulle esigenze di chi utilizza e, di conseguenza, infonde vita in un edificio», spiega Camenzind, che per la sua villa privata sul Lago di Zurigo ha scelto di non lesinare in originalità. Inusuali sono le dimensioni e le geometrie dell’involucro e i materiali costruttivi. E, in particolare, un elemento costruttivo eclettico e versatile: la scandola romboidale Prefa per copertura. NATURA E TECNOLOGIA Il risultato? Le linee futuristiche della residenza per le vacanze si abbinano alla natura, in una sintesi armonica e una disinvoltura che non la-
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La villa dell’architetto svizzero Stefan Camenzind, sul Lago di Zurigo
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scia nulla al caso: con la sua Flexhouse, Stefan Camenzind ha materializzato la filosofia dello user-centered design in un’interpretazione su misura per sé. Non c’è dubbio che la villa attiri gli sguardi come una nave interstellare giunta da un altro universo. Esternamente di una spettacolarità irruenta, al suo interno riserva un calore domestico che non si isola dall’ambiente circo-
stante, ma anzi accoglie la natura e i dintorni dentro casa. Un’ambizione progettuale che Stefan Camenzind, socio dello studio di architettura e progettazione Evolution Design di Zurigo e convinto sostenitore di un approccio progettuale fondato sulle esigenze abitative e lavorative individuali degli utenti, ha voluto realizzare anche per se stesso.
Le Scandole romboidali Prefa hanno il vantaggio di non essere rettangolari. Presentano, invece, questa forma particolare che irradia serenità e vitalità, dando origine a una tramatura molto vicina ai motivi osservabili in natura
«QUESTA FORMA IRRADIA SERENITÀ» L’elemento distintivo nella facciata anteriore della casa colpisce con la sua ampia superficie vetrata. Sulle curve non passano inosservate le piccole scandole romboidali di colore bianco puro a marchio Prefa. «Siccome questi archi hanno una presenza molto forte, ci siamo premurati di trovare un rivestimento che potesse far proprio questo movimento e perpetuarlo visivamente anche attraverso il colore», spiega Camenzind. Considerando gli aspetti della manutenzione, della lunghissima durata nel tempo, delle possibilità di lavorazione e di colorazione, l’architetto ha rivolto la scelta alle Scandole per coperture in alluminio della Prefa, una interpretazione moderna e tecnologica, che si è rivelata perfetta. «A differenza di quelle comuni, le Scandole Romboidali Prefa hanno il vantaggio di non essere rettangolari. Presentano, invece, questa forma particolare che irradia serenità e vitalità, dando origine a una tramatura molto vicina ai motivi osservabili in natura. Una scelta, quindi, che semplicemente collimava al meglio con l’idea che le curve trasportano la natura dentro l’edificio.» A favore della scelta di questo materiale per la copertura hanno giocato anche la facilità della posa e la flessibilità del materiale. «L’edificio sembra semplice, ma presenta invece una geometria molto complessa poiché ha pianta trapezoidale. Da ciò nasce l’esigenza di operare tagli obliqui», continua il professionista svizzero. Le Scandole Prefa, infatti, aderiscono perfettamente alla geometria. «Non bisogna costringere il materiale a fare cose che non vuole», sostiene Camenzind, lodando la grande versatilità e malleabilità dei prodotti in alluminio dell’azienda austriaca, che ha utilizzato per la prima volta. «La consistenza, la malleabilità, ma anche il rapporto qualità-prezzo sono davvero buoni. E la misura è fantastica».
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41 L’IDEA FORTE Camenzind, artefice di progetti di grande successo per varie sedi aziendali di Google, punta a comprendere quali siano le esigenze specifiche dei suoi committenti. «I nostri edifici sono pensati per le persone, componente che negli ultimi anni è stata spesso trascurata dai progettisti. Il dibattito su come, attraverso l’architettura, si possano generare motivazione, efficienza e un legame emotivo, ovvero un senso di identificazione del fruitore, si affronta poco», critica. Camenzind mette in pratica questa linea di pensiero non soltanto per le aziende, ma anche per committenti privati, e ora per se stesso. Più libertà, più flessibilità, più spazio: questa è nella sua massima espressione la Flexhouse, concetto che anche nel nome fa riferimento alla filosofia user-centered. «Ciò spiega anche perché la casa non risulti statica come le altre. Ha forme molto più sinuose, più ricche di movimento. Sembra una nave ormeggiata», dice Camenzind, che con essa si è creato un porto per la sua privacy, un domicilio sui generis per forma e atmosfera la cui singolarità, tuttavia, fa da ovvia protagonista. DINAMISMO E TRANQUILLITÀ La forma particolare della villa ha, però, anche una spiegazione pratica: «Il lotto di terreno
stretto, di forma non rettangolare aveva già insito in sé un certo dinamismo. Poi c’è la mobilità della ferrovia a tergo, il moto delle acque del lago e la topografia del pendio. Partendo da queste premesse è sorto un edificio in grado di gestire questo dinamismo, ma anche di integrarlo e di dargli ampiezza», racconta l’architetto. Il disegno, relativamente semplice, prevede piani chiusi su lati alterni da una curva realizzata con archi di legno, il che dà un’impressione di movimento e al contempo accoglie la luce e il contesto d’intorno all’interno dell’edificio. «Anche quando sono dentro la casa resto collegato con il mondo esterno. Sento il cielo, sento il sole, vedo il vento dal mio nido sicuro, nel quale posso rifugiarmi». Giuseppe Rossi
L’architetto svizzero Stefan Camenzind, artefice di progetti di grande successo come diverse sedi di Google
SOLO 0,7 MILLIMETRI E SUPER LEGGEREZZA La scandola romboidale Prefa soddisfa esigenze geometriche e architettoniche complesse. Merito anche del fatto che, con i suoi 0,7 millimetri di spessore, il materiale risulta particolarmente leggero e plasmabile. Grazie alle sue esigue dimensioni, il materiale non teme tempeste né ruggine e si contraddistingue pertanto per l’eccezionale durabilità oltre che per il sorprendente peso piuma di 3,0 chilogrammi per metro quadro. SCHEDA PRODOTTO: Scandola romboidale Prefa MATERIALE: alluminio preverniciato, spessore 0,7 mm, doppio strato di verniciatura poliammidica poliuretanica COLORE: bianco puro FISSAGGIO: 1 chiodo zigrinato per scandola = 34 chiodi zigrinati a m² PESO: 3,0 kg/m² POSA: tavolato (almeno 24 mm di spessore) DIMENSIONI: 305 × 175 mm (copertura utile)
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Samia S.r.l. Lavorazione Lamiere
Noi, artigiani
TRA HI-TECH E TOLA Innovare o rimanere fedeli alle origini? C’è chi usa la tecnologia dimenticando da dove è venuto e chi, invece, fabbrica esclusivamente ricordando. Nel mezzo c’è l’azienda artigiana di Roberto Fantaguzzi e Giuliano Stella. Che assieme alla loro famiglia e i loro 15 dipendenti uniscono il futuro alla tradizione
Cupola di un campanile in rame
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Intervento realizzato in aggraffatura angolare con zinco titanio. L’esito è un nuovo-antico che non ha alterato l’immagine della struttura garantendo però la ventilazione naturale
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amia si occupa dal 1977 di taglio e piega della lamiera. Ha sempre fabbricato grondaie e profili per la lattoneria, e ora ricopre l’intera gamma di prodotti del settore: dalla spianatura dei coils alla profilatura e piegatura, dalla saldatura allo stampaggio degli accessori. Roberto Fantaguzzi, socio titolare dell’azienda, racconta come la produzione interna sia stata arricchita grazie alla dotazione di impianti tecnologicamente avanzati per taglio laser 2D/3D, punzonatura e carpenteria leggera. Senza dimenticarsi però delle proprie origini tradizionali, grazie alle quali è nata anche Tole, una linea di accessori in tòla, un termine comunemente usato dai lattonieri della Langa per indicare una lamina di metallo sottile. Domanda. In che zona opera Samia? Risposta. Si trova a 4 chilometri da Alba, a Roddi, primo paese all’ingresso della Langa del Barolo, zona patrimonio dell’Unesco e palcoscenico naturale di vigne e castelli. Da sempre abbiamo lavorato con clienti sul territorio, in una fascia operativa di massimo 50 chilometri dalla nostra sede. D. Quali sono i vostri progetti più interessanti? R. Ci piace fare le cose semplici, ma è logico
Roberto Fantaguzzi
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Cantina a Barolo con rivestimento in rame in doppia aggraffatura. Sotto, concessionaria con facciata in zinco titanio a doghe
che un profilo di grondaia a 20 metri d’altezza lascia meno segno di una facciata interamente lavorata in rame. E in questo senso uno dei progetti che ci ha dato più soddisfazione è stata la ristrutturazione di una cascina vinicola d’epoca con interventi in zinco titanio, un complesso storico bianco con un elemento a
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torre interamente rivestito in lamiera. D. A proposito di zinco titanio, quali sono i materiali e le principali tecniche che utilizzate? R. Quelli che erano i cavalli di battaglia di poco tempo fa, come il rame, lasciano spazio a nuovi materiali come alluminio trattato e riverniciato. Con finiture sempre più ricercate. Mentre le tecniche non sono cambiate più di tanto: la doppia aggraffatura, elegante e performante, è sempre più in voga. Molti clienti hanno dovuto sostituire, una o due volte, ripristini in lamiera che erano stati fatti con tecniche diverse e che non hanno superato l’esame del tempo. Sempre più spesso le persone se ne rendono conto e tendono a scegliere una maggiore qualità con la doppia aggraffatura. D. La qualità è anche estetica? Quanto è importante il design? R. Diciamo un 40%, perché i clienti guardano innanzitutto il prezzo. Le cifre sono importanti, anche perché prima di arrivare a posare la prima lastra di lamiera su un tetto si è già spesa una parte di denaro in burocrazia. D. Invece, quanto incide la tecnologia nel vostro lavoro? R. Tantissimo. Perché se fino a quindici anni
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fa un semplice cappello, un angolo o un camino erano lavoro per poche persone molto specializzate in grado di offrire la massima qualità, oggi nel bene e nel male, i software e i macchinari permettono alle lavorazioni di essere molto più precise e performanti. D. Qual è il macchinario più complesso che utilizzate? R. Per esempio, un taglio laser che lavora su cinque assi, sia bidimensionale che tridimensionale. Che consente di realizzare particolari strutturali ricavandoli da profili o sagome commerciali, senza dover usare saldature o fissaggi meccanici. Poi ci affidiamo a piegatrici a bandiera che piegano positivo e negativo, punzonatrici per i tranci e l’imbuttitura del metallo, insieme a una serie di macchine a controllo numerico che ci permettono di essere precisi e costanti. D. Si può dire che il lavoro del lattoniere va in questa direzione? R. Sì, anche se l’artigiano con poco più delle mani fa un ottimo lavoro. E questa importante esperienza è stata trasmessa da un nostro collega ormai in pensione a due nostri ragazzi, che hanno imparato il mestiere e riescono a dare un tocco personale a tutti i pezzi che
facciamo su misura. Da qui è nato anche il brand Tole, improntato sulla sartoria metallica, dove l’esperienza permette di lavorare una lamina di metallo abbastanza sottile (la tòla, appunto) da poter essere facilmente sagomata, a mano o con l’ausilio di utensili o macchinari, per essere trasformata in oggetti utili, belli da vedere, resistenti al tempo. E che si ispirano alla creatività contadina, quell’arte di arrangiarsi che nell’immediato dopoguerra ha saputo inventarsi oggetti di uso quotidiano per la casa e il lavoro, utilizzando i rottami di metallo ovunque abbandonati durante gli anni del conflitto. D. Infine, come si prepara la vostra azienda alle sfide del futuro? R. Tra gli obiettivi immediati c’è l’installazione di un nuovo macchinario a fibra ottica per tagliare spessori maggiori di rame, ottone e alluminio. Anche per ottenere più spazio nell’ottica industriale, oltre a quella edile. Infine, volevo sottolineare che io sono una delle 16 persone che ogni giorno si impegnano nel loro lavoro, sia nell’ufficio commerciale sia in quello tecnico, oltre che nell’officina, divisa appunto in produzione e produzione artigiana. Giacomo Casarin
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Ingresso di cantina vinicola con rivestimento in zinco titanio in doppia aggraffatura
Imprese
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Brianza Plastica
Sotto il metallo
UN’ANIMA ISOLANTE Nieder ha rinnovato l’involucro esterno della sua sede in Valtellina con l’unione di design, lavoro di lattoneria e isolamento termico. Risultato raggiunto grazie alla facciata ventilata realizzata con il sistema Isotec Parete
C Nieder, azienda di Castione Andevenno (Sondrio) specializzata nella realizzazione di sistemi per coperture e facciate metalliche
ome può essere la facciata della sede di un’azienda che si occupa di rivestimenti in metallo? La risposta sembra scontata. Ma non troppo: perché dietro il rivestimento metallico, molto di design, c’è una tecnologia costruttiva che consente alla parete di essere in linea con le necessità di risparmio energetico. È il caso di Nieder, azienda di Castione
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Andevenno (Sondrio) specializzata nella realizzazione di sistemi per coperture e facciate metalliche, che ha maturato l’esigenza di rinnovare l’estetica delle facciate del proprio showroom e, allo stesso tempo, di migliorare la protezione termica dell’involucro. Il rapporto di conoscenza delle soluzioni Brianza Plastica, nato da anni di collaborazione professionale e installazione dei sistemi, è stato naturale per il titolare, Jürgen Niederfriniger. L’impresa ha quindi scelto il sistema Isotec Parete per rinnovare le facciate della sede dell’azienda. Un obiettivo che aveva come presupposto quello di trovare una soluzione in linea con la creatività e lo spirito artigianale di soluzioni customizzate, diverse ed evolute di Nieder. Insomma, una facciata che rispetti la filosofia dell’azienda. Principi fondanti che sono paralleli a quelli di Brianza Plastica, che si concretizzano nell’attenzione alla qualità dei materiali, nella ricerca continua e sistematica di soluzioni tecnologiche all’avanguardia, nella semplicità di installazione e nella massima efficacia dei risultati. CAMBIAMENTI STRUTTURALI Per l’efficientamento energetico della propria sede, Nieder ha dunque adottato la soluzione tecnica della facciata ventilata realizzata con il sistema Isotec Parete, costituito da pannelli termoisolanti in poliuretano espanso rigido di spessore 120 millimetri, rivestito in lamina di alluminio e dal correntino metallico integrato, preaccoppiati in stabilimen-
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to. Questa soluzione permette di realizzare rapidamente e con semplicità un impalcato portante, termoisolante e ventilato, la cui continuità, assicurata dalla battentatura perimetrale, lo rende privo di ponti termici. Il correntino asolato in acciaio protetto svolge la funzione ottimale di supporto per il rivestimento e crea un’efficace camera di areazione. La ventilazione che si attiva naturalmente dietro il rivestimento migliora infatti le condizioni di benessere termoigrometrico all’interno degli ambienti, favorendo nella stagione estiva lo smaltimento del calore trasmesso dalle superfici esterne irradiate e permettendo, durante la stagione invernale, il rapido smaltimento dell’umidità. Nel caso della facciata di Nieder, la versatilità e la compatibilità universale del sistema ha dato prova di sé: i pannelli Isotec Parete sono stati fissati con semplicità al supporto esistente, costituito da pannelli di tamponamento prefabbricati in cemento, mentre per il rivestimento esterno i maestri lattonieri di Nieder hanno lavorato pannelli di alluminio realizzando su misura l’elegante abito che ha impreziosito la nuova immagine della sede. I 150 metri quadri della facciata sono stati così rivestiti artigianalmente con una texture geometrica irregolare e tridimensionale, testimonianza e simbolo della ricerca continua di soluzioni personalizzate e non standardizzate. La sottostruttura metallica formata dai correntini in acciaio integrati nei pannelli Isotec Parete, si è prestata a supportare con estrema facilità il particolare rivestimento,
agevolandone la posa e il fissaggio. In meno di un mese, grazie all’impiego della soluzione di Brianza Plastica, Nieder ha potuto presentarsi al mercato con una veste nuova e apprezzare i vantaggi di risparmio e comfort di un involucro energeticamente efficiente, senza interrompere le proprie attività e senza disagi per i propri clienti. Franco Saro
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