YouTrade novembre 2024

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Da sinistra, Federico, Franco e Caterina Nessi
POSA A SECCO
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Nel corso del 2024 sarà realizzato un roadshow che porterà il marchio Emporium e i prodotti Dierre in giro per il paese a fianco dei nuovi affiliati. Un gadget importante sarà realizzato per premiare i visitatori durante queste giornate.

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www.dierre.com

Sommario Novembre 24

RUBRICHE

11 EDITORIALE I mini bonus sono la nuova normalità

12 INDEX Indici positivi per le costruzioni

16 OVERVIEW

18 ECONAUTA Immobili pubblici business nascosto

18 CHIACCHIERE IN CANTIERE Un bazooka per le infrastrutture

19 L'AVVOCATO Tutti convocati (ma senza tech)

20 I FATTI NOSTRI Uniti si sopravvive

22 DIGITAL NEWS

24 SEGGIOLE E POLTRONE

XVII CONVEGNO YOUTRADE

32 I PREMIATI Per i risultati o per l'abilità

44 L'EVENTO Edilizia 2025 tra speranza e preoccupazione

48 HARTMUT GOLDBOOM Per durare a lungo anticipare i trend

54 I DISTRIBUTORI Grandi, piccoli o medi?

60 LA CONGIUNTURA Come cambia il dopo bonus

68 GIULIANO NOCI L'unico futuro possibile è hi-tech

70 ALBERTO BUBBIO Che fare per il ricambio generazionale

72 I PRODUTTORI Dobbiamo passare dalla rivendita? Nì

78 EURO TOP 50 Ricetta francese per le rivendite

ATTUALITÀ

86 AIPE Così l'Eps è più vicino all'ambiente

92 CORTEXA Sistema cappotto ancora al centro

96 UNICMI Costruzioni metalliche senza ruggine

100 IMBALLAGGI Casse in legno e pallet sostenibili

STORIA DI COPERTINA

104 ETERNOO Pronti ad accogliere nuove realtà

109 ETERNOO Investe nell'intelligenza artificiale

RIVENDITE

112 MANAGEMENT Un abito su misura per le imprese

118 DEUS Dopo 20 anni il gruppo pensa in grande

124 HEIDELBERG MATERIALS - 1 Cemento Evozero in Sardegna

134 HEIDELBERG MATERIALS - 2 Dopo il superbonus, il Pnrr

138 GIEMME GROUP Passaggio morbido di testimone

146 SARI GROUP Senza confini per un'edilizia tutta in famiglia

156 VIDA Distribuzione sempre più verde

86 POLISTIRENE ED ECONOMIA CIRCOLARE

96 BRILLA IL MERCATO DELL'INVOLUCRO METALLICO

100

GLI IMBALLAGGI CHE NON IMPATTANO

DAL

194 RINFORZO

STRUTTURALE, NUOVA SFIDA

246 IL BAGNO DI TENDENZA SI TINGE DI VERDE

PRODUZIONE

168 SPEKTRA Cantiere digitale, una realtà anche per i rivenditori

170 BRIANZA PLASTICA La storica copertura restaurata e isolata

172 ETERNO IVICA La pavimentazione si ancora al terreno

174 T2D Tutti a scuola di ambiente con il laterizio

180 FRIULSIDER Con il riassetto è diventata ancora più forte

184 BASF Più Neopor con la direttiva Case green

186 MUOVIAMOCI Il magazzino è meglio anti-fragile

187 REGOLIAMOCI Bollino blu per appalti e manodopera

188 YOUTRADE NEWS

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

194 IL MERCATO Il consolidamento ha rinforzato i fatturati

200 FIBRE NET Una rete speciale anti sfondellamento

202 GENERAL ADMIXTURES Intonaco armato per il rinforzo

210 CUGINI Il rinforzo strutturale è su misura

212 LATERLITE Nuovo logo e qualità di sempre

214 BIEMME Il rinforzo è un lavoro di squadra

216 SAINT-GOBAIN Le malte giuste per il ripristino

218 CVR Gamma più solida con i nuovi prodotti

222 MAPEI Cantiere leggero per il rinforzo

224 G&P INTECH Italia più sicura con l'antisismica

230 LICATA Tris di soluzioni per il rinforzo

234 TORGGLER Malta premiscelata per il calcestruzzo

234 EDILTECO Massetti superleggeri

SPECIALE IMPERMEABILIZZAZIONE

236 POLYGLASS Addio problemi per le coperture con fotovoltaico

238 LEISTER La saldatrice che lavora per l'operatore

SPECIALE FISSAGGIO

240 KERAKOLL Rivestimenti e sottofondi fissati in cantiere

242 TORGGLER L'ancorante che in cantiere non si ferma

YOUTRADE CASA ARREDOBAGNO

246 IL MERCATO Chiusi in bagno assieme a green e tech

248 COSENTINO La superficie è studiata per il design

252 FRATTINI Dalla suite di rubinetti scorre la sostenibilità

256 CASA GREEN Cresce in Italia la sensibilità all'edilizia verde

262 EDILECO L'ufficio è verde se ci lavora anche la natura

268 SOSTENIBILMENTE Consumi più che dimezzati con l'efficienza

270 HOME AUTOMATION Smart home tra robot e Ai

271 VIMAR Tra le calli hotel hi-tech

ANNO 17 - NUMERO 154 NOVEMBRE 2024

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Sede legale: Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano (MI) - Italy

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Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Alessandro Bonvicino, Paolo Caliari, Stefano Crosato, Centro Studi YouTrade, Federico Della Puppa, Sara Giusti, Stefano Lavori,

Felice Marco Liberatore, Ludovico Lucchi, Selene Maestri (fotografa), Federico Mombarone, Davide Orbolato, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro Jerry Rota Stabelli

Impaginazione e grafica

Layout and graphics

Raffaella Sesia

Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di

Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari

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Redazione

Attraverso il tempo, efficace sempre.

I mini bonus diventano la nuova normalità

Il lungo addio ai bonus è vissuto dal mondo dell’edilizia con un dolore pari al tradimento della fidanzata. I distributori tornano a faticare per trovare il cliente. E devono smettere di vivere nel rimpianto del grosso, grasso fatturato cieco (che arrivava a prescindere). Tutti aspetti affiorati nel sentiment della platea del XVII Convegno YouTrade. Eppure, non tutti, come indica anche l’esito dell’instant poll durante l’evento, sono rassegnati a un declino. In fondo, c’era chi guadagnava anche senza i bonus. Ma, poi, gli incentivi fiscali sono davvero morti? Oppure sono solo dimagriti? Certo, la dieta è di quelle toste, assomiglia più a un’astinenza da oppiacei piuttosto che un regime detox per perdere qualche etto. Detto, questo, non tutto è perduto. Invece di rassegnarsi a una discesa all’inferno, gli operatori dell’edilizia possono fare i conti con quello che sarà il mercato 2025. E la legge di Bilancio in discussione in Parlamento prevede comunque, salvo modifiche strada facendo, che rimangano in vigore alcuni incentivi. Il punto di partenza è il bonus unico per le ristrutturazioni in uno standard di agevolazione fiscale al 50%. Anche se questo incentivo riguarda esclusivamente la legge di spesa per il 2025, sembra avere buone chance per diventare un punto di riferimento stabile, anche se al momento il governo ha previsto un decremento per gli anni successivi. La partita, però, è ancora tutta da giocare. In fondo, è quello che chiedono da anni gli operatori: regole certe e durature. Oddio, da un governo che ha cambiato tot volte le norme sul superbonus (che negli anni precedenti tutti, ma proprio tutti i partiti hanno sostenuto) si possono attendere anche altre modifiche, ma su questo punto almeno sembra improbabile.

Più in discussione sembra, invece, la relazione tra le detrazioni e il reddito dichiarato. Se lo sconto fiscale dovesse essere legato a un imponibile familiare sotto i 75 mila euro, come ipotizzato, questo potrebbe diventare un freno. Meno pesante, forse, la riduzione del bonus al 36% per le seconde case. È vero che parte della popolazione è proprietaria di immobili in cui non risiede, ma è certo che chi possiede villette, casali o appartamenti in luoghi ameni può probabilmente permettersi di eseguire lavori di ristrutturazione, mentre è comunque meno interessato a puntare su una riqualificazione per il risparmio energetico, se si escludono le location montane. Assai criticabile, invece, è la decisione di ridurre al 50% lo sconto anche per le opere legate al consolidamento antisisma. In un Paese come l’Italia, dove il suolo balla in continuazione, significa farsi del male. Quello che lo Stato può risparmiare risicando sugli incentivi, potrebbe essere costretto a spendere per la ricostruzione al primo sisma di un certo rilievo. Gli scongiuri sono ammessi.

Il servizio informativo per aggiornare i lettori, mese per mese, sugli andamenti mensili del mercato delle costruzioni, sui trend in atto e su quelli attesi nei prossimi mesi

Il settore continua a performare in modo più positivo rispetto all’industria. E le aspettative sono rosee

AINDICI POSITIVI

PER LE COSTRUZIONI

ottobre gli indicatori delle attese dei mercati mostrano un andamento in ripresa in molti indici, sia congiunturali sia di tendenza per i prossimi mesi: un dato positivo dopo il rallentamento dei mesi precedenti. Questa dinamica per la prima volta non interessa solo l’Italia, ma investe anche i Paesi europei, con un trend migliore in quelli dell’Area euro, anche se i valori rimangono comunque al di sotto della soglia dello zero che, ricordiamo, è la soglia che identifica la parità tra intervistati che vedono il mercato in flessione e quelli che invece lo stimano in crescita. Aspettative positive dunque, che portano i Paesi dell’Area euro verso la soglia di -5 punti percentuali, contro un valore nazionale che, grazie alla ripresa di settembre, si colloca a quasi +6 punti percentuali. Il divario è dunque di 11 punti tra la fiducia a livello europeo e quella nazionale, che a ottobre si colloca

ai valori più alti del 2024. Nonostante sia definitivamente finita la stagione del superbonus 110%, le aspettative delle imprese, traguardate certamente sulle anticipazioni dei bonus per le ristrutturazioni che, secondo le anticipazioni del Governo, dovrebbero comunque confermare la detrazione fiscale del 50% per le prime case, sono pertanto positive, spinte anche dall’avvio dei lavori del Pnrr, che finalmente fa sentire il suo peso sull’economia, e danno un segnale in controtendenza rispetto agli altri settori produttivi, in particolare quello dell’industria.

A livello nazionale il confronto tra gli indicatori relativi alla fiducia dei vari settori economici presenta una ripresa per i settori del commercio e delle costruzioni, in particolare con quest’ultimo settore in forte ripresa. Al contrario, servizi e industria frenano, con l’indicatore dell’industria che prosegue a registrare una flessione certamente dipendente dalla crisi te -

IN RIPRESA LA FIDUCIA DELLE IMPRESE, SIA A LIVELLO NAZIONALE CHE EUROPEO

Economic sentiment nelle costruzioni in Europa - Dati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario

elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat (DG ECFIN, European Commission)

desca e, in generale, da quella dell’automotive, crisi che impatta in modo consistente su alcuni settori produttivi a livello nazionale. Prosegue la ripresa, dopo il rallentamento di agosto, della fiducia dei consumatori, che tuttavia rimane ancora su valori negativi, pari a -15 punti percentuali, riportandosi ai valori medi di inizio anno. Valori che esprimono un sentiment di sfiducia rispetto al quadro di instabilità internazionale, mentre a livello nazionale evidenzia le attese di rallentamento del Pil.

Il settore delle costruzioni, in questo quadro, è in controtendenza in questi ultimi due mesi, con gli indicatori anticipatori relativi alle prospettive legate all’occupazione e all’andamento degli ordini e dei piani di costruzione delle imprese che evidenziano un recupero che porta il valore relativo all’occupazione nella piena media del 2024, a +8,6 punti percentuali, e con le aspettative rispetto a ordini e piani di costruzione a +5,2 punti percentuali. Si è dunque verificato quel rimbalzo tendenziale positivo del quale avevamo ipotizzato l’andamento lo scorso mese, un segnale che andrà poi visto con i prossimi dati di novembre e dicembre.

In questo quadro complessivo, e con l’aggiornamento più recente del livello della produzione edilizia, dato che Istat ha aggiornato al mese di agosto, emerge

come il settore delle costruzioni, nonostante l’andamento altalenante del 2024, mostra oggi un livello produttivo superiore a +36 punti percentuali rispetto a quello della media del 2021, anno in cui gli incentivi relativi al superbonus hanno dato una spinta notevole al settore. Si attendono, per ovvi motivi, i dati aggiornati ai mesi più recenti, al fine di monitorare con più precisione l’andamento della produzione, in quanto il mese di agosto è notoriamente un periodo di rallentamento dell’attività edilizia, in modo par-

A OTTOBRE IN RIPRESA LA FIDUCIA DI COSTRUZIONI, COMMERCIO E CONSUMATORI, MENTRE CALA NEI SERVIZI E PROSEGUE IL CALO NELL'INDUSTRIA

Economic sentiment dei settori economici in ItaliaDati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario

RIMBALZO POSITIVO PER L'OCCUPAZIONE ATTESA NEI PROSSIMI TRE MESI, IN RIPRESA ANCHE GLI ORDINI

Economic sentiment nelle costruzioni in Italia per i prossimi tre mesiDati destagionalizzati

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat (DG ECFIN, European Commission)
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

CALO FISIOLOGICO DELLA PRODUZIONE AD AGOSTO, CHE MANTIENE

TUTTAVIA LA MEDIA ANNUA A +36 PUNTI PERCENTUALI SUL 2021

Andamento della produzione nel settore delle costruzionidati destagionalizzati agosto 2023-agosto 2024 (base indice: 2021=100)

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

INFLAZIONE IN LEGGERA RIPRESA, ALLO 0,9% A OTTOBRE, MA SEMPRE SOTTO CONTROLLO Andamento del tasso di inflazione in ItaliaVariazione % sullo stesso mese dell'anno precedente

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

ticolare quest’anno a causa del clima poco favorevole. A livello di inflazione, anche se a ottobre si registra una leggera ripresa, nell’ordine di +0,2 punti percentuali, l’inflazione rimane sotto controllo e comunque al di sotto dell’1%. Un dato che si presenta dunque comunque positivo, anche se dovremo attendere i prossimi mesi per verificare se il rimbalzo è tecnico oppure congiunturale e di tendenza. La lieve accelerazione del tasso d’inflazione riflette principalmente l’andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,5% a +2,0%) sia non lavorati (da +0,3% a +3,3%) e, in misura minore, l’attenuazione della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -11,0% a -10,2%). Un sostegno alla dinamica dei prezzi si deve anche all’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,8%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla decisa decelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +10,4% a +2,0%) e dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +3,6%).

Nel mese di ottobre l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,8% e quella al netto dei soli beni energetici accelera a +1,9% (da +1,7%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno ampia rispetto al mese precedente (da -0,9% a -0,5%) e quella dei servizi risulta in decelerazione (da +2,8% a +2,6%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +3,1 punti percentuali (dai +3,7 di settembre). La stabilità sul piano congiunturale dell’indice generale risente delle dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte, la crescita dei prezzi Beni energetici regolamentati (+5,2%), dei Beni alimentari non lavorati (+2,7%) e lavorati (+0,6%) e dei Servizi vari (+0,4%); dall’altra, la diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei Beni energetici non regolamentati (-1,0%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. A cura del Centro Studi YouTrade

Il servizio informativo per aggiornare i lettori, mese per mese, sugli andamenti mensili del mercato delle costruzioni, sui trend in atto e su quelli attesi nei prossimi mesi

RUBRICHE

OVERVIEW

BERGAMO AL QUINTO POSTO NELLE COSTRUZIONI

•Secondo l’analisi pubblicata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, il mix superbonus-appalti ha consentito a Bergamo di raggiungere nel 2023 il quinto posto per valore aggiunto nelle costruzioni, con un totale di 3,491 miliardi di euro (+8,1%). In generale il sistema economico bergamasco nel 2023 ha toccato un valore aggiunto di 40,678 miliardi di euro (+6,2% rispetto al 2022), permettendo al capoluogo orobico di posizionarsi all’ottavo posto tra tutte le province italiane. In Lombardia Bergamo si è piazzata al terzo posto, dopo Milano (prima anche su base nazionale) e Brescia (quinta in Italia).

Fonte: https://www.ecodibergamo.it

LAVORO: OVER 50 RICOLLOCATI IN 5 MESI

•Nel primo semestre del 2024, il 70% dei lavoratori over 50 (impiegati di primo livello, quadri e dirigenti) coinvolti in processi di ristrutturazione o chiusura aziendale ha trovato una nuova occupazione in meno di cinque mesi grazie all’outplacement, e il 74% è stato ricollocato in ruoli uguali o superiori a quelli precedenti. Sono i numeri riportati da uno studio dell’Aiso, l’Associazione Italiana Società di Outplacement, che testimoniano il dinamismo del mercato del lavoro anche per le fasce di età più alte. Tra i settori con le maggiori possibilità di reinserimento ci sono chimica e farmaceutica, automotive ed engineering; le funzioni commerciali, amministrative o finance sono quelle che registrano l’aumento maggiore. Grazie all’esperienza e alle competenze accumulate in anni di lavoro, i lavoratori over 50 possono rappresentare un valore aggiunto per le imprese.

Fonte: https://www.ilsole24ore.com

ITALIANI E RISPARMIO: SUPERATI

5 MILA MILIARDI

•Con la centesima edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, organizzata come ogni anno da Acri (Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio), è stata presentata l’indagine sugli Italiani e il risparmio, realizzata insieme a Ipsos. «Al netto di alcune brevi interruzioni, nel corso del secolo trascorso, il risparmio degli italiani ha continuato a crescere, arrivando oggi a superare 5 mila miliardi, attestando l’Italia ai primi posti tra i paesi della Ue per propensione al risparmio, pur se con una distribuzione non omogenea sul territorio e tra classi di età», ha sintetizzato il presidente di Acri Giovanni Azzone. Un tesoretto che fa gola allo Stato. Il risparmio, come sottolinea Azzone, «nel nostro Paese è prevalentemente fermo sui conti correnti. Solo una minima percentuale viene investita in aziende che operano sul territorio nazionale e che possono generare occupazione e creare valore condiviso. Il Governo ha allo studio alcune misure per incentivare e accompagnare una radicale inversione di tendenza in questo campo, che potrebbe rivelarsi un potente volano di crescita per il sistema economico nazionale».

Fonte: https://www.acri.it

EDILIZIA PUBBLICA: 28 MILA CASE RIQUALIFICATE CON ENERGIESPRONG

•Comune di Milano, Fondazione Cariplo ed Edera lanciano Energiesprong Milano, un progetto triennale per l’efficienza energetica dell’edilizia pubblica con un piano di rinnovamento che coinvolgerà circa 28 mila unità, di proprietà comunale e gestite da MM, distribuite in 273 complessi immobiliari. L’iniziativa Energiesprong, sviluppata in Olanda, si fonda su un nuovo modello di riqualificazione dei fabbricati esistenti, attraverso l’uso di processi spinti di prefabbricazione e industrializzazione che consentono di intervenire senza spostare gli abitanti dalle loro case. In tutta Europa sono già oltre 12 mila gli interventi sviluppati con questo approccio e molti altri sono in fase di progettazione in tutto il mondo.

Fonte: https://www.ilsole24ore.com

IMBALLAGGI SOSTENIBILI: 118 AZIENDE PREMIATE

•Conai, il Consorzio nazionale Imballaggi, ha chiuso l’undicesima edizione di Eco Pack, il Bando per l’ecodesign, con un record di 414 candidature (+11% rispetto al 2023), segno della crescente attenzione delle aziende italiane verso un modello di produzione più sostenibile. Nell’ambito del bando sono stati premiati 248 casi di pack a ridotto impatto ambientale presentati da 118 aziende. Gli interventi promossi hanno permesso di ridurre del 27% le emissioni di anidride carbonica, di tagliare del 20% i consumi energetici e di abbattere del 18% i consumi idrici. Fra le leve di ecodesign più utilizzate ci sono la scelta di usare materiale riciclato, il risparmio di materia prima e il risparmio di materia prima vergine.

Fonte: https://www.conai.org

RUBRICHE

FEDERICO MOMBARONE

Giornalista

Immobili pubblici business nascosto

C'è un business che può coinvolgere il mondo dell’edilizia per i prossimi 30 anni. E non si tratta di un ennesimo incentivo. È, invece, quello che riguarda le proprietà dello Stato, gli immobili pubblici che vanno riqualificati. Qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora tanto da sistemare. Basti pensare che l’Agenzia del demanio gestisce qualcosa come 44 mila immobili, per un valore stimato di 62,8 miliardi di euro. E, per dare un’idea del business legato al real estate pubblico, nel 2023 l’Agenzia ha avviato interventi per 1,08 miliardi, tra risorse proprie e di altre amministrazioni. Tra l’altro, non si tratta di investimenti a fondo perduto. Tra i risultati delle riqualificazioni portate a termine, per esempio, c’è il risparmio di circa 70 milioni di euro in locazioni passive (quanto cioè la pubblica amministrazione versa ai privati per l’affitto di sedi non di proprietà dello Stato). Perché ci sono enti e società pubbliche che affittano immobili di proprietà privata per svolgere la propria attività. E, allo stesso tempo, ci sono immobili pubblici vuoti perché inagibili o non adatti a ospitare uffici. La riqualificazione di caserme o magazzini in disuso consente quindi anche un risparmio, che anno dopo anno, significa un sicuro beneficio per le casse dello Stato. Lo testimonia il fatto che le operazioni di intervento programmate consentiranno tagli di costi che dal 2027 raggiungeranno 147 milioni di euro annui, contribuendo all’abbattimento strutturale della spesa pubblica: è il «profitto» del piano di ripristino di immobili per circa 2,5 miliardi di euro avviato nel 2021. Non c’è solo il Pnrr, insomma. Per i prossimi due anni in vista c’è un Piano di investimenti immobiliari, che prevede nuove operazioni per 1 miliardo di euro (di cui 490 milioni spesi nel 2024), a cui si aggiungono 1,2 miliardi da fondi di altre amministrazioni, per un totale di 4,7 miliardi. Insomma, gli immobili pubblici sono diventati un po’ meno immobili per quanto riguarda la gestione. Secondo quanto reso noto dall’Agenzia, tra giugno 2021 e gennaio 2024 gli interventi complessivi (anche quelli di altre amministrazioni per cui il Demanio opera come stazione appaltante) sono aumentati del 62% da 399 a 648, mentre gli investimenti sono cresciuti del 166%. A giugno 2021 erano 1,7 miliardi, a gennaio scorso 4,7 miliardi circa. Ogni tanto una buona notizia ci vuole.

Un bazooka per le infrastrutture

Non basta l’Aspirina del Pnrr, per le infrastrutture italiane ci vuole il bazooka. Se la ricetta dell’analisi di EY, una delle più grandi società globali di consulenza fosse attuata, per sistemare ponti, condotti, strade di comunicazione, telecomunicazioni, sanità e via infrastrutturando, ci vorrebbero 447,8 miliardi da investire nei prossimi cinque anni.

L’EY Infrastructure Barometer, una ricerca focalizzata sullo stato delle strutture fondamentali per il Paese, non lascia dubbi: ci vuole una mobilitazione generale per rimodernare l’Italia. Le conclusioni sono anche il frutto di un sondaggio annuale, che ha coinvolto dirigenti di grandi aziende, investitori infrastrutturali, istituti finanziari e private equity attivi a livello mondiale nel settore delle infrastrutture e presenti anche in Italia. Dal sondaggio è emerso che il 66% degli interpellati prevede un incremento dei potenziali investitori e degli operatori finanziari nelle infrastrutture italiane nei prossimi 12 mesi.

Uno dei focus, per esempio, è quello dei trasporti, con lo sviluppo di linee ferroviarie ad alta velocità (111,9 miliardi di euro dei 183,3 miliardi sono già stanziati per tutta la rete ferroviaria). Da rivedere sono anche le infrastrutture stradali. Altro aspetto interessante: il 35% degli intervistati (+3% rispetto al 2023) ha intenzione di investire nel settore energetico, focalizzando l’attenzione sulle energie rinnovabili e sull’efficientamento energetico. La sostenibilità è un altro dei settori su cui puntare. Gli investitori sono sempre più orientati verso i requisiti Esg (Environmental, Social and Governance) nella selezione dei propri investimenti. C’è sempre più interesse a investire in transizione energetica, attività connesse con i cambiamenti climatici, sostenibilità sociale ed etica aziendale. Anzi, secondo il 60% degli intervistati, i criteri Esg sono stati i principali driver nella selezione degli investimenti o delle opportunità di finanziamento in Italia. E per il 35% degli investitori, sono anche i criteri utilizzati per identificare ed escludere gli investimenti non conformi ai principi di sostenibilità. Solamente il 5% degli intervistati dichiara di non considerare i criteri Esg nella selezione e nell’analisi degli asset.

CHIACCHIERE IN CANTIERE

FRANCO SARO Giornalista

del Foro di Milano lucchi@studiolucchi.eu

Tutti convocati (ma senza tech)

Con la sentenza 1734 del 12 giugno 2024, il Tribunale di Monza ha affermato che l’uso di strumenti come WhatsApp, e-mail ordinarie o sms, non possono essere utilizzati per la convocazione dell’assemblea, in quanto non soddisfano i requisiti di certezza ritenuti essenziali. Ai sensi dell’articolo 66 Disposizioni attuative del Codice civile, la comunicazione ai condomini di convocazione dell’assemblea con indicazione dell’ordine del giorno, deve avvenire con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, o con posta elettronica certificata (Pec), o con fax oppure mediante consegna a mano al diretto interessato con firma per accettazione. L’avviso di convocazione deve essere notificato almeno cinque giorni prima della data fissata per la riunione in prima convocazione e deve contenere indicazione del luogo e dell’ora in cui essa si svolgerà. Solo queste modalità sono ritenute sicure e soltanto con l’uso di tali strumenti si ha la certezza che la comunicazione giunga effettivamente ai destinatari. Mezzi di comunicazione differenti, come e-mail ordinaria, WhatsApp o sms, invece, non garantiscono quindi la certezza della ricezione, requisito essenziale per la validità dell’assemblea. Prima della riforma del 2012, l’articolo 66 non specificava quelle che dovevano essere le modalità di notifica, lasciando discrezionalità all’amministratore. Si poteva usare anche l’avviso nella cassetta della posta o l’affissione nell’atrio. Con la riforma è stata introdotto l’obbligo di ritenere certificata la ricezione da parte del destinatario. Non è dunque ammessa un’interpretazione estensiva della normativa che consenta l’introduzione di ulteriori mezzi diversi da quelli elencati, anche se richiesti dai condomini. Della stessa opinione era già stato il Tribunale di Roma con la sentenza del 2023, che evidenziava come l’articolo 72 delle disposizioni attuative del Codice civile prevedesse l’inderogabilità di detta disposizione anche da parte del regolamento condominiale. È importante sottolineare che, in caso di controversia, spetta all’amministratore, in qualità di rappresentante del condominio, l’obbligo di provare che la convocazione è avvenuta in base ai modi di legge, senza che possa addossare al condomino, che deduca l’invalidità dell’assemblea, la prova negativa di tale adempimento. In mancanza di prova, l’assemblea si presume convocata non a norma di legge e di conseguenza la delibera potrà essere annullata, come stabilito dall’articolo 1137 del Codice civile, su istanza dei dissenzienti o assenti poiché non ritualmente convocati.

L'AVVOCATO

Caratteristiche

Characteristics:

Lavorazione fino: 60 m

Lavorazione graffiato: 60 m 2/h 2/h

Lavorazione grezzo: 50 m2/h

Lavorazione premiscelati: 50 m2/h

Raschiatura e carteggiatura tinte: 40 m2/h

Fine plaster: 60 sq m/h

“Schratched” plaster: 60 sq m/h

Rough plaster: 50 sq m/h

Pre-mixed products: 50 sq m/h

Scraping and fine sanding of paints in general: 40 sq m/h

REV DRY 220 VOLT

Prevalenza 10 m

Prestazioni Lt 18 dipende dal materiale e rotore, statore Granulometria Da 0 a 4 mm. (Rotore e statore idoneo)

Head 10 m

Performances 18 lt. according to the kind of material, rotor, stator Granulometry From 0 to 4 mm. (Suitable rotor, stator)

Camera di miscelazione estraibile per perfetta pulizia di materiali agressivi, tipo colla da cappotto. La stessa è al suo interno trattata per effetto anti abrasione ed un effetto anti adesione (Brevettato).

Mixing chamber extractable for perfect cleaning also for aggressive materials, like “cappotto glue. Inside the chamber has a special treatment for anti abrasion effect and anti adesion effect (Patented).

ROBERTO ANGHINONI

Giornalista

OUNITI SI SOPRAVVIVE

vviamente, in un convegno dedicato ai temi più attuali del settore della distribuzione edile nazionale, come è stato quello organizzato da questa rivista lo scorso ottobre, non poteva mancare uno dei temi più cari e dibattuti: il progressivo processo di concentrazione delle rivendite di materiali edili. Il fatto che se ne parli diffusamente da una ventina d’anni non toglie quel velo di attualità che avvolge sempre queste discussioni. Quanti rivenditori edili si sono chiesti almeno una volta se sia il caso o meno di entrare a far parte di una organizzazione commerciale? Presumo tutti, per poi rispondersi in modo affermativo o negativo, ma comunque la grande maggioranza. Un altro fatto è che, magari, vent’anni fa i dubbi erano più o meno trascurabili, oppure la necessità di una decisione non così pressante. In vent’anni, però, il mercato è fortemente mutato, anche gli imprenditori della distribuzione hanno cambiato anche più volte il loro punto di vista, valutato le opportunità e i rischi. L’idea di perdere il pieno controllo della propria azienda un tempo era considerato un forte deterrente, oggi la cosa fa un po’ meno paura, anche perché tutti hanno capito che far parte di un gruppo, un consorzio, un’insegna, eccetera, non significa affatto rinunciare alla propria visione imprenditoriale, e che questa identità imprenditoriale può addirittura diventare più completa ed efficace nel momento in cui si creano nuovi punti di riferimento per la propria attività. C’è poi un altro fattore non trascurabile: che piaccia o meno, il percorso di concentrazione, già avvenuto in altri settori merceologici, va avanti imperterrito, e non accenna a fermarsi. E, molto spesso, la rivendita che aderisce ha immediati vantaggi competitivi come l’accesso a marchi per lei fino ad allora irraggiungibili, la possibilità di sfruttare determinate economie di scala, contratti commerciali più convenienti, e poi quel qualcosa di immateriale ma comunque percettibile che riguarda il fatto di far parte di una comunità, commerciale fin che si vuole, ma comunque fonte di collaborazioni, confronti e soprattutto servizi che ben difficilmente uno potrebbe avere lavorando

Insieme o da soli? Una domanda che rimbalza nella mente degli imprenditori della distribuzione edile da almeno un ventennio. Ognuno sino a oggi ha risposto a modo suo, anche perché la congiuntura degli ultimi anni ha posto il problema in secondo piano. Ma domani?

da indipendente. Sia ben chiaro: queste righe non sono e non vogliono essere uno spot per le aggregazioni di qualsiasi natura, anche perché, e non è la prima volta che lo scrivo, è necessario considerare il valore e la valenza dei multipoint, dove un’unica proprietà è probabilmente in grado di gestire in modo ancora più efficace le sfide del mercato, soprattutto dal punto di vista decisionale. Ma la forza economica per creare efficaci multipoint non è da tutti, soprattutto nel nostro mercato che rimane pur sempre molto polverizzato, spesso sottodimensionato e destinato ad accedere solo a determinate commesse economicamente sostenibili. Insomma, il famoso nanismo di cui tanto si è parlato. Quindi, quando il settore della ristrutturazione va a gonfie vele, come è stato negli scorsi anni, anche i piccoli riescono a ritargliarsi una discreta fetta di mercato. Oggi, però, quando ci attendiamo un brusco calo della manutenzione straordinaria, principale mercato delle rivendite edili e dei suoi clienti, e mentre il settore dei lavori pubblici sta decollando, ecco che il problema emerge. È avvenuto in passato, avviene ora, e probabilmente avverrà anche in futuro. È vero che il settore dei lavori pubblici, grazie al fenomeno tanto criticato quanto mai sopito dei subappalti, qualche briciola dal tavolo dei grandi contratti la fa cadere, ma la rivendita edile deve iniziare a ragionare in modo diverso perché, tanto per fare un esempio, secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Multicanalità Ferramenta, il dato medio del fatturato della ferramenta attraverso le vendite online ha raggiunto il 20% del totale, quadruplicando la sua percentuale in sei anni. Il trend è questo, e immagino che anche altre categorie di prodotti stiano mostrando la stessa tendenza. Un concorrente in più? Certo, e non lo scopriamo adesso. Ecco dunque che il processo di concentrazione cui accennavo all’inizio può rivelarsi utile, se non provvidenziale, per intraprendere percorsi di differenziazione o di accrescimento dell’offerta, di crescita culturale e di scambio di informazioni e di esperienze, tutti valori che saranno con molta probabilità indispensabili per competere nei prossimi anni.

L’isolamento in fibra di legno

PAVATEX® è la nuova gamma di isolanti in fibra di legno sviluppata da SOPREMA. Pensata per rispondere alle sfide di un’edilizia moderna e sostenibile, PAVATEX® rappresenta la perfetta sintesi tra alte prestazioni e rispetto per l’ambiente, garantendo un isolamento termico e acustico ottimale.

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Appuntamento dal 12 al 14 febbraio 2025 presso la Fiera di Bergamo per Caseitaly Expo, l’evento fieristico dedicato alle eccellenze nel settore dell’involucro edilizio. La manifestazione riunirà le migliori realtà e i potenziali clienti interessati a conoscere gli ultimi sviluppi e le innovazioni nell’ambito di chiusure, serramenti, maniglieria, schermature solari, lattoneria e coperture. Caseitaly Expo si propone inoltre di condividere con fornitori ed esperti una panoramica sulle innovazioni italiane in tecniche, materiali e attrezzature per l’edilizia.

Nel mondo gli investimenti per rendere intelligenti o smart le singole città, a fine 2023, hanno superato il trilione di euro. Ma non è tutto, entro i prossimi nove anni lo stesso mercato prevede di crescere con ricavi più che decuplicati fino a quota 12 trilioni (+1100%). Inoltre, nel corso del periodo preso in esame, si prevede anche una crescita media annuale composta (Cagr) di poco superiore al 23%. È il trend indicato dalla società di consulenza ingegneristca Power Systems Design.

https://www.casacondominio.net

SIF ITALIA

SI RIORGANIZZA

Sif Italia, società quotata sul mercato Euronext Growth Milan e attiva nel settore dell’amministrazione degli immobili, ha dato il via alla fase conclusiva di profonda riorganizzazione delle attività. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione, che ha fatto il punto sul processo che si è avviato nei mesi scorsi con l’ingresso prima del nuovo ad, Vincenzo Acunto, e poi con l’arrivo di nuovi manager in tutte le aree strategiche dell’azienda. Nell’ambito di questo rinnovamento, il Cda ha anche nominato Verena Reichhalter nuovo investor relator della società.

SEGGIOLE & POLTRONE

PER IL LEGNO

Giovanni Spatti, amministratore delegaato di Wood Beton e Camuna Prefabbricati, è stato nominato special advisor del consiglio di presidenza all’interno di Federazione Italiana delle Industrie della Filiera del Legno per i temi Grandi opere e Strutture ibride. La Federazione ha anche nominato Stefan Rubner special advisor per le Relazioni Industriali a livello europeo.

NICOLA MASIELLO

COUNTRY EXPERT DI BASF

Nicola Masiello, National Head Trainer Divisione Coatings di Basf Italia è stato nominato Country Expert. Grazie a questo programma di sviluppo dedicato ai profili tecnici, amplierà le proprie competenze e rafforzerà il proprio network.

JLG INDUSTRIES

CON DOS SANTOS

Jlg Industries (gruppo Oshkosh, produzione di piattaforme di lavoro aeree e sollevatori telescopici), ha nominato Rogerio dos Santos vicepresidente per la regione Emeai e responsabile della Strategia Globale, Fusioni e Acquisizioni per le attrezzature di accesso. Il manager aggiunge al suo attuale incarico di responsabile della strategia e delle fusioni e acquisizioni, la responsabilità della crescita redditizia della quota di mercato nella regione Europa, Medio Oriente, Africa e India. Dos Santos è entrato in JLG nel 2003 e nel corso della sua carriera ha ricoperto una serie di ruoli di crescente responsabilità. Prima di entrare in azienda, ha lavorato per Case New Holland sia in Italia che in Brasile, dove è stato responsabile dello sviluppo di nuovi prodotti per le macchine da costruzione.

RICHARD LEK SALE IN JOHNSON CONTROLS

Johnson Controls (edifici intelligenti) ha nominato Richard Lek vicepresidente e presidente di Building Solutions Europa, Medio Oriente, Africa e America Latina. In questo ruolo Lek sarà membro del comitato esecutivo e guiderà l’attuazione della strategia goto-market nell’area, utilizzando gli insights dei clienti e del mercato per cogliere nuove opportunità di crescita, offrendo un’esperienza di alto livello durante tutto il ciclo di vita dell’edificio. Lek succede a Marc Vandiepenbeeck, che continua a ricoprire il ruolo di vicepresidente esecutivo e direttore finanziario di Johnson Controls.

PASQUALONE IN MANELLI COSTRUZIONI

Giuseppe Pasqualone è il nuovo direttore generale di Manelli Costruzioni, impresa con sede a Monopoli (Bari), prossima alla quotazione in Borsa. Il manager lascia dopo quasi tre anni alla guida del Policlinico Riuniti di Foggia, dove ricopriva la stessa carica, quella di direttore generale. Manelli Costruzioni è specializzata in grandi opere infrastrutturali e progetti di edilizia complessa. L’ingresso di Pasqualone è parte di una strategia di consolidamento in vista dell’espansione sul mercato e della futura quotazione.

FABRIZIO CEPOLLINA

LE MACCHINE DI CASE CE

Case Construction Equipment (Case Ce) ha nominato Fabrizio Cepollina nuovo responsabile del settore Construction per l’Europa. Con oltre 26 anni di esperienza in Cnh In-

dustrial, Cepollina continuerà a ricoprire il ruolo di General Manager Ce Alliances, supervisionando le alleanze strategiche con altri costruttori e le decisioni chiave relative al portafoglio prodotti. Il manager ha maturato una lunga carriera nelle regioni Emea e Apac, ricoprendo ruoli di leadership che lo hanno reso esperto nel settore delle macchine movimento terra. Nel suo nuovo incarico, punta ad accelerare la crescita del business delle macchine movimento terra in Europa e migliorarere la soddisfazione dei clienti finali.

DUE NOMINE IN GSE ITALIA

In Gse Italia, filiale del gruppo internazionale specializzato nell’edilizia industriale, Giulio Della Torre (nella foto) è stato nominato Head of Logistics Activity, mentre Carlo Bianchessi assume il ruolo di Business Development Director. Della Torre vanta un’esperienza pluriennale nel real estate logistico, dove ha ricoperto ruoli chiave in aziende come Vailog e Segro e ha contribuito alla realizzazione di oltre 2,5 milioni di metri quadrati di edifici logistici. Carlo Bianchessi ha maturato competenze specifiche negli ambienti a contaminazione controllata, come quelli dei settori farmaceutico e microelettronico in oltre vent’anni di esperienza nel business development e in progetti di ingegneria industriale.

ALESSANDRO BOGO ENTRA IN COIMA

Alessandro Bogo è Head of Acquisitions del Gruppo Coima, società specializzata nell’investimento e gestione di patrimoni immobiliari. L’incarico rappresenta un tassello cruciale nella strategia del gruppo, che punta a espandere il patrimonio in gestione oltre i 12 miliardi di euro entro il 2026, con un forte focus su sostenibilità e transizione green. Bogo ha oltre 12 anni di esperienza nel mercato immobiliare europeo, maturata attraverso incarichi di rilievo presso Blackstone e Castlelake.

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A

partecipazione

I PREMIATI

PER I RISULTATI O PER L’ABILITÀ ECCO LA SELEZIONE

La serata che ha preceduto il convegno ha coniugato la convivialità, con una cena di business, alla consegna degli ambiti YouTrade Awards, riconoscimenti alle imprese per i traguardi di bilancio o per la qualità dell’offerta

Copyright: YouTrade

Business e convivialità, la formula migliore per fare networking fra aziende. Al XVII Convegno di YouTrade, a Ospitaletto di Pescantina, nella raffinata location di Villa Quaranta, la sera che precede la conferenza è sempre speciale. Allentate le tensioni dell’ufficio e degli affari, i 500

ospiti di Virginia Gambino Editore hanno avuto l’occasione di confrontarsi, stringere sodalizi e conoscersi meglio fra loro, ma parlare del loro business, di fronte a del buon cibo e a un bicchiere di vino. D’altronde, si sa, è così che nascono i rapporti migliori. Dopo l’aperitivo e la cena nella Villa, è stato il momento degli YouTrade Awards, un format ormai consolidato, quasi una tradizione, in cui Virginia Gambino Editore ha premiato i rappresentanti delle diverse categorie selezionate dal Centro Studi YouTrade all’interno del mondo della distribuzione. Una pioggia di targhe che hanno alzato, anche quest’anno, l’asticella per gli imprenditori. Ecco l’elenco dei premiati.

I PREMIATI

PREMI QUANTITATIVI

• Per la categoria BEST REVENUE (migliore fatturato) primo classificato:  ZANUTTA

Ha ritirato il premio PAOLO OLTRAMONTI –

Head Operation & Digital di Zanutta

Ha consegnato il premio GIOVANNI LEONARDI –Chief Marketing Officer di Unifix

• Per la categoria BEST REVENUE (migliore fatturato) secondo classificato:  ETERNOO

Ha ritirato il premio FEDERICO NESSIAmministratore Delegato di Eternoo

Ha consegnato il premio STEFANO RONCANDirettore Commerciale di Heidelberg Materials Italia

• Per la categoria BEST REVENUE (migliore fatturato) terzo classificato:  ORSOLINI AMEDEO

Ha ritirato il premio MARCO ORSOLINI -

Amministratore Delegato di Orsolini

Ha consegnato il premio FABRIZIO ZACCARONDirettore Commerciale di Eclisse Italia

• Per la categoria BEST PERFORMANCE (migliore incremento del fatturato 2023/2022): FOREDIL

Ha ritirato il premio CLAUDIO ORAZI –

Titolare di Foredil

Ha consegnato il premio ANDREA BALDO –Direttore Commerciale di XT INSULATION

• Per la categoria BEST TREND (maggior incremento biennale di fatturato 2023/2022): FOREDIL

Ha ritirato il premio CLAUDIO ORAZI -

Titolare di Foredil

Ha consegnato il premio FRANCESCO PETTENENON –

Amministratore Delegato di Fila Solutions

• Per la categoria BEST PROFITABILITY (impresa con utili più elevati in % sul fatturato): FORESTI - DISTRIBUZIONE LATERIZI

Ha ritirato il premio CESARE FORESTIAmministratore Delegato di Foresti

Ha consegnato il premio ROBERTO DANESIPresidente di Fornaci Laterizi Danesi

• Per la categoria BEST ROE (migliore ritorno sul capitale proprio investito): FOREDIL

Ha ritirato il premio CLAUDIO ORAZI -

Titolare di Foredil

Ha consegnato il premio GIUSEPPE CALZETTONIresponsabile marketing di Cvr

• Per la categoria BEST ROA (migliore redditività complessiva): BIGMAT CRESTA & DELFINO

Ha ritirato il premio il premio ALESSIA SCARINSCI –

General Manager di BigMat Cresta &Delfino

Ha consegnato il premio GIUSEPPE CAPELLO –

National Key Account di Masidef

• Per la categoria BEST ROS (migliore ritorno sulle vendite):

BOSCOLO BIELO IVANO

• Per la categoria BEST CASH FLOW (miglior cash flow in rapporto al fatturato): BOSCOLO BIELO IVANO

Ha ritirato il premio il premio IVANO BOSCOLO –

Amministratore Unico di Boscolo Bielo Ivano

Ha consegnato il premio SIMONE LORENZI –

Direttore Vendite Nord Italia di Fassa Bortolo

• Per la categoria BEST ROA-ROD (migliore leva

finanziaria): COLACCHIO FILIPPO (Gruppo Dec)

Ha ritirato il premio MASSIMO COLACCHIO –

Responsabile settore Edilizia di Colacchio Filippo

Ha consegnato il premio GIAN DOMENICO GIOVANNINI –

Amministratore Delegato di Laterlite Spa

• Per la categoria BEST IIF (migliore indice di indipendenza

finanziaria): SINED

Ha ritirato il premio ROBERTO MALANCA –

Responsabile commerciale di Sined

Ha consegnato il premio PAOLO PIROTTO –

Direttore Generale di Geoplast

PREMI QUALITATIVI

• Per la categoria BEST STRATEGY (migliore strategia):

G.M.G CENTROEDILE

Ha ritirato il premio GIORGIO FERRARI –

Amministratore Unico di G.M.G Centroedile

Ha consegnato il premio STEFANO MORGANTI -

Responsabile Marketing di Morganti

• Per la categoria BEST SHOWROOM (showroom più innovativo): BIGMAT NUOVA COMES

Ha ritirato il premio ANTONIO USSI –

Vice Direttore di BigMat Italia

Ha consegnato il premio FILIPPO VERGANI –

Responsabile vendite Nord Italia di Dierre

• Ex aequo

BEST SHOWROOM 4BILD

Ha ritirato il premio DANIELE MORETTI -

Direttore Generale di 4Bild

Ha consegnato il premio STEFANO RONCANDirettore commerciale di Heidelberg Materials Italia

• Per la categoria BEST HI-TECH (migliore utilizzo della tecnologia): MECSTORE CONSORTILE (GRUPPO MEC)

Ha ritirato il premio STEFANO PIZZATO -

Direttore di MecStore

Ha consegnato il premio MATTEO PONTARA –

Responsabile Tecnico Commerciale di Naturalia Bau

• Per la categoria BEST LOGISTIC (migliore organizzazione del magazzino): SIMONETTI GIUSEPPE & C.

Ha ritirato il premio CESARE SIMONETTI -

Titolare di Simonetti Giuseppe & C.

Ha consegnato il premio GIUSEPPE ANASTRELLI –

Direttore commerciale Italia di Fitt

• Per la categoria BEST E-COMMERCE (migliore implementazione delle vendite online): FVL EDILIZIA

Ha ritirato il premio LUCA FIENI –

Titolare di Fvl Edilizia

Ha consegnato il premio ROBERTO BARAZZA –

Target Manager di Rothoblaas

• Per la categoria BEST SALES NETWORK (migliore rete commerciale). FOREDIL

Ha ritirato il premio CLAUDIO ORAZI –

Titolare di Foredil

Ha consegnato il premio ALBERTO COLLEONIAmministratore Delegato di T2D

PREMI QUANTITATIVI

BEST REVENUES (migliore fatturato)

1° CLASSIFICATO - ZANUTTA

Ritira il premio PAOLO OLTRAMONTI (Head Operation & Digital)

Consegna il premio GIOVANNI LEONARDI (Chief Marketing Officer di Unifix)

BEST REVENUES (migliore fatturato)

3° CLASSIFICATO - ORSOLINI AMEDEO

Ritira il premio MARCO ORSOLINI (Amministratore Delegato)

Consegna il premio FABRIZIO ZACCARON (Direttore Commerciale di Eclisse Italia)

BEST REVENUES (migliore fatturato)

2° CLASSIFICATO - ETERNOO

Ritira il premio FEDERICO NESSI (Amministratore Delegato)

Consegna il premio STEFANO RONCAN (Direttore Commerciale di Heidelberg Materials Italia)

BEST PERFORMANCE (migliore incremento del fatturato 2023/2022) COMMERCIALE FOREDIL

Ritira il premio CLAUDIO ORAZI (Titolare)

Consegna il premio ANDREA BALDO (Direttore Commerciale di XT INSULATION)

BEST TREND

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(maggior incremento biennale di fatturato 2023/2022) FOREDIL

Ritira il premio CLAUDIO ORAZI (Titolare)

Consegna il premio FRANCESCO PETTENENON

(Amministratore Delegato di Fila Solutions)

BEST PROFITABILITY

(impresa con utili più elevati in % sul fatturato) FORESTI - DISTRIBUZIONE LATERIZI

Ritira il premio CESARE FORESTI (Amministratore Delegato)

Consegna il premio ROBERTO DANESI (Presidente di Fornaci Laterizi Danesi)

Copyright: YouTrade

BEST ROE (migliore ritorno sul capitale proprio investito) FOREDIL

Ritira il premio CLAUDIO ORAZI (Titolare)

Consegna il premio GIUSEPPE CALZETTONI (responsabile marketing Cvr)

BEST ROA (migliore redditività complessiva) 1° CLASSIFICATO - BIGMAT CRESTA & DELFINO

Ritira il premio ALESSIA SCARINSCI (General Manager)

Consegna il premio GIUSEPPE CAPELLO (National Key Account Masidef)

BEST ROS (migliore ritorno sulle vendite)

1° CLASSIFICATO E BEST CASH FLOW

(miglior cash flow in rapporto al fatturato)

BOSCOLO BIELO IVANO

Ritira il premio IVANO BOSCOLO (Amministratore Unico)

Consegna il premio SIMONE LORENZI (Direttore Vendite Nord Italia di Fassa Bortolo)

BEST IIF (migliore indice di indipendenza finanziaria) SINED

Ritira il premio ROBERTO MALANCA (Responsabile Commerciale)

Consegna il premio PAOLO PIROTTO (Direttore Generale di Geoplast)

BEST ROA-ROD (migliore leva finanziaria) COLACCHIO FILIPPO (GRUPPO DEC)

Ritira il premio MASSIMO COLACCHIO (Responsabile settore Edilizia)

Consegna il premio GIAN DOMENICO GIOVANNINI (Amministratore Delegato di Laterlite)

BEST STRATEGY (migliore strategia) G.M.G CENTROEDILE

Ritira il premio GIORGIO FERRARI (Amministratore Unico)

Consegna il premio STEFANO MORGANTI (Responsabile Marketing di Morganti)

BEST SHOWROOM (showroom più innovativo)

BIGMAT NUOVA COMES

Ritira il premio ANTONIO USSI (Vice Direttore BigMat Italia)

Consegna il premio FILIPPO VERGANI (Responsabile vendite Nord Italia di Dierre)

EX AEQUO BEST SHOWROOM (showroom più innovativo) 4BILD

Ritira il premio DANIELE MORETTI (Direttore Generale)

Consegna il premio STEFANO RONCAN (Direttore commerciale di Heidelberg Materials Italia)

KONCRETO 40

MALTA TIXOTROPICA STRUTTURALE

FIBRORINFORZATA SEMIRAPIDA

AD AZIONE PASSIVANTE PER IL RIPRISTINO MONOLITICO DEL CALCESTRUZZO

APPLICABILE IN SPESSORI DA 3 A 40 MM

Certificata per la protezione delle armature contro la corrosione in soli 5 mm come previsto dalla NORMA 1504-7

PREMI QUALITATIVI

Alte resistenze: 50 MPa (prestazione richiesta per classe R4≥45 MPa) Eccellente adesione: 3 Mpa (prestazione richiesta per classe R4≥2 MPa) Basso modulo elastico: 17 GPa (prestazione richiesta per classe R3≥15 GPa)

SCOPRILO!
Copyright: YouTrade
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BEST HI-TECH (migliore utilizzo della tecnologia) MECSTORE CONSORTILE (GRUPPO MEC)

Ritira il premio STEFANO PIZZATO (Direttore MecStore)

Consegna il premio MATTEO PONTARA (Responsabile Tecnico Commerciale Naturalia Bau)

Consegna il premio GIUSEPPE ANASTRELLI (Direttore commerciale Italia Fitt) Copyright: YouTrade

BEST E-COMMERCE (migliore implementazione delle vendite online) FVL EDILIZIA

Ritira il premio LUCA FIENI (Titolare)

Consegna il premio ROBERTO BARAZZA (Target Manager Rothoblaas)

BEST LOGISTIC (migliore organizzazione del magazzino) SIMONETTI GIUSEPPE & C.

Ritira il premio CESARE SIMONETTI (Titolare)

BEST SALES NETWORK (migliore rete commerciale) FOREDIL

Ritira il premio CLAUDIO ORAZI (Titolare)

Consegna il premio ALBERTO COLLEONI (Amministratore Delegato T2D)

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Sostegno con doppia regolazione (altezza e peso)
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XVII CONVEGNO YOUTRADE

L’EVENTO

L’EDILIZIA DEL 2025 TRA SPERANZA E PREOCCUPAZIONE

Record di presenze a Villa Quaranta, sede dell’evento, per discutere delle prospettive del settore. Ma anche delle strategie da scegliere in un momento che vede un processo di aggregazione che sembra inarrestabile

Copyright: YouTrade

Tra speranza e preoccupazione. Tra euforia e delusione. Tra curiosità e prudenza. Il XVII Convegno YouTrade che si è tenuto a Villa Quaranta, location veronese sede ormai tradizionale dell’evento, ha raccolto gli umori del popolo dell’edilizia, a partire dai distributori di materiali (e servizi, non bisogna dimenticarlo). Ad alternarsi nella mente e nello spirito degli oltre 400 partecipanti, un record, sono state le incertezze, ma anche i propositi, della nuova fase che interessa il settore. Con il bonus-cidio commesso dal governo, certamente senza dimenticare le ragioni logiche della decisione (anche se meno razionale è stata la strategia dello stop a singhiozzo), il mondo dell’edilizia si interroga sul domani. Che, con tutta probabilità, non significa un ritorno pari-pari agli anni ante superbonus. Perché, nel frattempo, le cose sono cambiate. È mutato il quadro geopolitico che, anche se è ignorato nel business di tutti i giorni, rimane un fattore di influenza sul mercato. Sono cambiati i materiali, le tecnologie e i modelli organizzativi, saliti inevitabilmente su un livello più alto. E non sono gli stessi neppure gli attori sul mercato, trasformati nelle aspettative oltre che per il fatturato. Quale rivenditore può sinceramente affermare di essere tale e quale lo stesso imprenditore del 2019, se si escludono le generalità anagrafiche?

QUALE MODELLO?

L’esperienza, inevitabilmente, porta a nuove scelte. Una di queste è quella che ha focalizzato l’attenzione dei relatori e della platea: come comportarsi di fronte

Paolo Caliari

a un mercato che si concentra? L’aggregazione è un’opzione vincente? E, nel caso, con quale modello? Consorzi, gruppi, multipoint, aziende coagulanti, imprese in pieno orgasmo da shopping: le opzioni sul tappeto sono molte. Ma non sono tutte sono adatte per tutti. Insomma, quale strada intraprendere? Interrogativi strategici che, per questo, hanno incollato alla sedia i partecipanti in una maratona di informazioni sino al primo pomeriggio, quando è scattata l’ora del light lunch e, per una buona parte degli iscritti, quella del learning party: una nuova formula introdotta da Virginia Gambino Editore per rendere utile anche il tempo trascorso a tavola: cinque desk hanno raccolto altrettanti esperti, che hanno dialogato con i partecipanti tra una portata e l’altra.

L’OSPITE

Di argomenti di discussione, d’altra parte, durante il convegno ce ne sono stati parecchi. A cominciare dalla testimonianza portata da Hartmut Goldboom, direttore sviluppo aziendale del colosso tedesco Hagebau. La sua descrizione dell’azienda, che ha oltre 3 miliardi di fatturato e 350 soci, è stata seguita con attenzione grazie al servizio di traduzione simultanea. Non solo: il manager è stato chiamato a dialogare con i distributori italiani, ai quali non ha fatto mancare consigli e giudizi. Perché, come sempre, il Convegno YouTrade ha messo in primo piano la voce del mondo del commercio edile con un talk show particolarmente fitto. Sul palco, a parlare delle loro strategie, dell’appeal dei diversi sistemi distributivi e delle prospettive per il settore, sono stati chiamati rappresentanti di gruppi e consorzi, grandi multipoint e singoli imprenditori come Gianluca Bellini (direttore generale del Gruppo Made), Matteo Camillini (direttore di Bigmat Italia), Enrico Adinolfi (direttore del Consorzio Dec), Federico Nessi (ad di Eternoo), Marco Orsolini (direzione commerciale di Orsolini), Gianluca Zanutta (ad Zanutta), Raffaele Cerrone (titolare di Edilegno), Claudio Eustacchi (Ceo di Edilcasa Caccamo) e Claudio Orazi (titolare di Foredil). Un confronto durato quasi un’ora, ma che avrebbe potuto prolungarsi ancora per molto, data la tanta carne al fuoco.

LE PREVISIONI

Nell’evento veronese non è mancato, poi, il consueto appuntamento con le previsioni sull’andamento del settore curate dal coordinatore del Centro Studi YouTrade Federico Della Puppa, preceduto dalla fotografia congiunturale e concluso con una sintesi della top 50 della distribuzione, la classifica (anticipata sul numero di ottobre di YouTrade), che sarà

ulteriormente estesa e completata nella prossima pubblicazione dei Bilanci delle Costruzioni . Il Convegno YouTrade alterna sempre relazioni sui temi centrali per la vita delle imprese con l’analisi del sentiment degli operatori. È questo lo scopo dell’instant poll, che ha sondato le opinioni dei presenti. Gli argomenti proposti comprendevano le previsioni sul business e le strategie per affrontare la nuova fase: ne è emerso un quadro in bianco e nero, con idee chiare su alcuni aspetti, un po’ fumose su altri.

I PRODUTTORI

I lavori del Convegno, infine, si sono concentrati sulle relazioni di Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, che si è focalizzato sulle inevitabili scelte che legano la gestione imprenditoriale con la tecnologia, e di Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo presso l’Università Cattaneo-Liuc, che ha affrontato il delicato argomento del passaggio generazionale. Infine, è stata la volta dei produttori, con un talk show che è si è trasformato in un ping pong a distanza con i distributori negli interventi di Giuseppe Matera (sales manager North East di Heidelberg Materials), Bruno Broccanello (ad di Soprema Italia), Simone Lorenzi (direttore vendite Nord Italia di Fassa), Stefano Grandicelli (amministratore di Starplast), Gian Domenico Giovannini (ad di Laterlite) e Filippo Vergani (direttore vendite Nord Italia di Dierre). Appuntamento al 2025.

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XVII CONVEGNO YOUTRADE

Instant poll

IL SENTIMENT DEI RIVENDITORI? È POSITIVO

Il futuro non è quello che deve ancora avvenire, ma quello che noi oggi pensiamo avverrà. Insomma, tranne eventi imperscrutabili, come terremoti, alluvioni o decisioni del governo sul superbonus, il futuro è dato da quello che pensiamo proprio ora, in questo momento. Che, inevitabilmente, modificherà i prossimi secondi, minuti, ore, giorni. Per questo ascoltare le nostre aspettative è importante. Non a caso, c’è persino una legge dello Stato che vieta la pubblicazione di sondaggi nei 15 giorni che precedono le elezioni, per evitare l’effetto della cosiddetta predizione auto avverante. Perché le parole influenzano i pensieri. E così diventa interessante osservare il risultato dell’instant poll tra i partecipanti al XVII Convegno YouTrade. Un sondaggio che ha lo scopo di scoprire le intenzioni e gli umori degli operatori della distribuzione di materiali edili. Quest’anno il focus ha riguardato quattro aspetti: gli obiettivi per il prossimo futuro, la digitalizzazione, il ricambio generazionale e le attese per il 2025. Il risultato del sondaggio, mostrato in diretta durante l’evento, ha fotografato chiarezza di idee per alcuni aspetti, più incertezza per altri. La redditività dell’azienda, per esempio, è balzata subito al primo posto tra gli obiettivi strategici da perseguire, scelta da oltre la metà dei partecipanti al voto. Da notare anche che solo il 6% circa ha optato per l’obiettivo di non perdere fatturato. In sostanza, la risposta sembra far trapelare un certo ottimismo (bisogna fare più utili, il fatturato viene dopo). E sembra in sintonia

con questo mood anche la risposta al quesito sulle prospettive per il 2025. Quasi il 40% dei votanti ha espresso l’idea che il prossimo anno sarà di transizione, con vendite invariate: dato che i ricavi anche quest’anno sembrano mediamente positivi (anche se in misura minore rispetto al 2023), il risultato manifesta un’attesa positiva, che si aggiunge a chi resta molto ottimista (il 20%) e prevede altri 12 mesi con il segno più. Da notare, però, che un terzo si attende una diminuzione dei ricavi.

Nette anche le risposte riguardo all’implementazione di nuove tecnologie: oltre il 50% ritiene che la digitalizzazione debba servire per ridefinire i processi necessari per adeguare l’azienda al nuovo scenario. E più del 40% vede necessaria l’applicazione dei software per migliorare l’efficienza di attività come quelle del magazzino, amministrazione o vendite. Più sfumato il pensiero dei votanti riguardo al passaggio generazionale. Per il 35% il cambio della guardia in azienda è già stato previsto e per oltre il 26% è già un fatto compiuto. Resta, però, il 18% che non ha ancora affrontato l’argomento («è prematuro»), mentre oltre il 20% vede il futuro della propria azienda affidato a manager esterni, presumibilmente ancora da individuare.

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Il top manager del colosso tedesco Hagebau (6,5 miliardi di ricavi) ha tracciato un quadro con luci e molte ombre dell’edilizia in Germania. E ha descritto il modello di business adottato per crescere a quel livello

Se è vero il detto che l’erba del vicino è sempre la più verde, a sentire i numeri snocciolati da Hartmut Goldboom, direttore sviluppo aziendale Hagebau, colosso tedesco della distribuzione edile, al XVII Convegno Nazionale YouTrade, c’è da crederci. Il gruppo tedesco ha 1.500 punti vendita, 350 aziende socieazioniste, 6,56 miliardi di euro di volume di fatturazione

HARTMUT GOLDBOOM
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centrale, 60 anni di esperienza nel commercio di materiali da costruzione, legno e finiture. Hagebau è stabilmente dentro la top 500 delle aziende tedesche, oltre a essere presente anche in Austria, Svizzera, Lussemburgo, Francia, Belgio, Spagna e Paesi Bassi. «Dal 1964, anno della fondazione di Hagebau, un altro milestone nella storia dell’azienda è stata la fondazione di Hagebau Austria nel 1995, che è stata poi trasferita alla società madre nel 2012. Nel 1992 abbiamo sviluppato i primi pacchetti per la vendita nel commercio specializzato. Oggi possiamo dire che abbiamo un alto livello di specializzazione e un risultato operativo leggermente migliore rispetto a chi adotta un approccio generalista », ha spiegato il manager. «Abbiamo sviluppato il tema del marchio ombrello nel 2022 (strategia commerciale che prevede l’utilizzo del marchio della casa madre per coprire una vasta gamma di prodotti o servizi secondari ndr). Dal 2019 siamo attivi nel business online con Hagebau Connect, ultimo tassello dello sviluppo aziendale. Abbiamo cercato di rendere la nostra organizzazione allineata per la prossima generazione», ha raccontato il manager, 63 anni, amministratore delegato di Hagebau fino al 2019 e ora responsabile dello sviluppo degli azionisti. Goldboom fa parte del comitato esecutivo del commercio tedesco di materiali da costruzione, oltre che del comitato consultivo dei clienti dell’azienda tedesca Rockwool e del consiglio di sorveglianza della Baudatenbank.

COMMERCIO SPECIALIZZATO E AL DETTAGLIO

Presieduta da Jan Buck-Emden, Hagebau comprende oggi circa 350 azionisti legalmente indipendenti nel

commercio al dettaglio e specializzato. Al gruppo sono affiliate più di 1.500 sedi in sette paesi europei. Le aziende sono franchisee nel settore fai-da-te o case commerciali indipendenti per materiali da costruzione, legno o piastrelle. Hagebau opera su due binari: il commercio specializzato e la vendita al dettaglio, con negozi di bricolage (Hagebaumarkt), ferramenta (Hagebau kompakt) e dei garden center (Floraland). «Dei 6,56 miliardi di fatturazione centrale, due terzi proviene dai rivenditori specializzati e un terzo dai negozi di ferramenta e fai-da-te», ha commentato

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Goldboom. Hagebau opera attraverso diverse società. Hagebau Beratung&Beteiligung è la società di consulenza dell’azienda che si occupa di offrire un supporto non solo in ambito finanziario, ma anche per uno sviluppo imprenditoriale sostenibile. Per esempio, affrontando il tema, sempre più sentito anche in Italia, del passaggio generazionale. «Per non perdere le aziende della nostra rete che non hanno ricambio

generazionale, abbiamo l’opportunità di acquistare queste attività imprenditoriali con la nostra società di consulenza e investimento. Lo facciamo spesso, ma non gestiamo queste aziende direttamente, quindi non entriamo in concorrenza con i nostri azionisti. In questo processo abbiamo l’opportunità di agire rapidamente con la società di investimento per togliere le aziende dal mercato e poi rivenderle», ha spiegato Goldboom ai partecipanti al Convegno YouTrade. Altra società del distributore tedesco è quella che si occupa della gestione delle merci, del software e dei servizi per permettere agli azionisti di realizzare il loro core business. « Con Hagebau IT offriamo un sistema di franchising completo e perfettamente funzionante, dotato di un proprio software che può essere utilizzato sia nel canale specializzato che nella vendita al dettaglio. Circa il 70-75% delle nostre vendite viene gestito tramite i nostri sistemi software», ha chiarito il manager, che è passato poi a illustrare il ruolo della società di acquisto internazionale Arena, nome che è una sigla per il più grande del settore ferramenta. Fondata nel dicembre 2000 da Hagebau e Itm Enterprises, la società è responsabile del marketing degli appalti internazionali. «L'attenzione principale è rivolta all’Estremo Oriente, ma sempre più anche all'Europa dell'Est e ai rivenditori specializzati nella logistica», ha ricordato Goldboom.

LOGISTICA E FATTURAZIONE CENTRALIZZATA

La logistica è la specializzazione della società Hagebau Logistik che opera attraverso sei differenti sedi (Burgau, Herten, Neumünster, Schleinitz, Walsrode e Westerkappeln) che organizzano il flusso di merci controllato centralmente, dal fornitore alla sede. «Fino al 2012 queste sedi logistiche erano di proprietà dei nostri azionisti nelle rispettive regioni. Queste organizzazioni hanno sviluppato una vita propria, una propria gestione, i propri comitati consultivi. Poi abbiamo deciso di sviluppare un concetto logistico nazionale. A Walsrode, che è il magazzino centrale più recente (costruito tra il 2021 e il 2022 ndr), importiamo e riforniamo sia i negozi di ferramenta e i mercati di materiali da costruzione di Hagebau che i clienti del negozio online Hagebau.de». In qualità di fornitore di servizi logistici integrati, Hagebau Logistik offre agli azionisti diversi servizi:

• Magazzino centrale come fornitore di base: gli azionisti possono ridurre le scorte, lo spazio e i conseguenti costi logistici

• Controllo ottimizzato del flusso delle merci: per ogni ordine viene determinata la migliore catena di fornitura, per una consegna rapida ed economica

• Elevato livello di servizio: gli azionisti beneficiano di una maggiore frequenza di consegna e di risparmi

sui costi attraverso l’ispezione a monte delle merci in entrata

• Raggruppamento dei volumi degli ordini e dei flussi di merci: il magazzino centrale offre costi unitari inferiori e può consegnare anche piccole quantità a un prezzo ottimale

Il modello di business Hagebau si basa sulla fatturazione centralizzata. «Acquistiamo le merci e le vendiamo alla nostra azienda contemporaneamente sulla stessa fattura. La nostra azienda gode di un ordine aperto, quindi non esiste alcuna regolamentazione secondo cui una persona può acquistare fino a 100 mila euro, la successiva fino a 5 milioni. Naturalmente, abbiamo un sistema di controllo molto rigido e, soprattutto, un corrispondente sistema di sicurezza che deve essere rappresentato dagli azionisti», ha spiegato Goldboom.

CONGIUNTURA NEGATIVA

Il manager di Hagebau è poi passato a descrivere la situazione del mercato tedesco, a suo parere «a dir poco catastrofica». «Dopo aver mostrato l’andamento e il rapporto dal 1991 al 2024 tra permessi di costruire e costruzioni completate, Goldboom ha commentato: «Siamo tornati nel 2023 ad avere 300 mila permessi di costruire. Quello era l’obiettivo del nostro governo e ora ci stiamo stabilizzando a quel livello, quindi la situazione è davvero drammatica. Sul totale dei volumi delle costruzioni,

stimato in circa 570 miliardi di euro, il 57% riguarda l’edilizia abitativa, che si divide in due segmenti principali: la costruzione di nuovi edifici e la ristrutturazione del patrimonio esistente». E mentre il nuovo costituisce circa il 29,4% dei cantieri degli ultimi anni, la modernizzazione dell’esistente si prende il restante 70,6%. «La modernizzazione è l’arte di vendere, è l’arte del servizio. In questo contesto le aziende devono sviluppare il loro carisma per attirare i clienti. La modernizzazione è guidata anche da un secondo punto: la riluttanza dei private a investire a causa della difficile situazione globale. Molte persone preferiscono risparmiare i loro soldi per restare al sicuro», ha sottolineato il manager tedesco, riportando poi il caso Volkswagen. Il colosso automobilistico ha deciso di chiudere tre suoi stabilimenti in Germania, oltre a tagliare personale e stipendi: una decisione che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e la politica tedesca.

IL MERCATO TEDESCO

Approfondendo la situazione del mercato tedesco della distribuzione edile, per quanto riguarda il commercio specializzato e la vendita al dettaglio i due principali protagonisti sono Hagebau ed Eurobaustoff «che hanno modelli di business più o meno simili. Eurobaustoff non ha una tale sistematizzazione nella vendita al dettaglio, ha una propria società di logistica che però non è di proprietà dell’organizzazione principale», ha spiegato il manager.

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raccontato Goldboom. E ha proseguito: «Le costruzioni hanno un impatto fondamentale per l’economia nel suo complesso. La crisi delle costruzioni è legata alla crisi di domanda di forza lavoro, a uno sviluppo demografico controproducente e ai gas serra che rappresentano un ulteriore freno alla crescita». Il declino del settore edile porta anche all’erosione dei prezzi nel settore industriale. Le possibilità di aumentare la produttività sono state spesso esaurite. Le crisi innescata dal coronavirus e dalla guerra in Ucraina stanno ulteriormente accentuando gli effetti negativi sul settore edile e da parte dell’industria si è creata una pressione brutale sui risultati. «In Germania mancano più di 700 mila appartamenti. La crisi edilizia mette oltre 300 mila posti di lavoro a rischio, una mancanza di circa 25 miliardi di entrate fiscali», ha elencato Goldboom.

RICAMBIO GENERAZIONALE

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«C’è poi un grande blocco di realtà guidate dalla vendita al dettaglio con due-tre piccoli attori. Proseguendo l’analisi c’è un’alta densità di cooperazione nel settore del legno. Il nostro volume di acquisti nel legno è di 1 miliardo di euro, quindi abbiamo anche una quota significativa in questo settore con aziende leader. Ci sono poi alcune piccole cooperative speciali nel settore del cartongesso e nel settore della pittura». A fronte di un mercato così sfaccettato, quali sono stati gli effetti della crisi innescata dalla pandemia di coronavirus fino ad arrivare alle conseguenze della crisi ucraina? L’industria dei materiali da costruzione ha beneficiato fino al 2020 dell’eccellente sviluppo del settore edile. La pressione sugli utili è stata spesso compensata dall’aumento delle vendite, dall’aumento dei prezzi e dall’aumento della produttività. «Il coronavirus è stato il grande sconosciuto. In Germania è stato un vero stimolo per l’industria, è stato incredibile. C’erano aziende con problemi di successione che non hanno venduto perché non avevano mai guadagnato così tanti soldi come durante il covid. È poi emersa l’intera questione dell’energia con la guerra in Ucraina», ha

Un’altra criticità è il tema della successione: «Rendere le aziende adatte alla prossima generazione è una delle sfide più grandi che i proprietari devono superare oggi. Delle 350 aziende socie di Hagebau, circa 100-120 non ha nessuna successione regolamentata. Questo è un vero tallone d’Achille per l’organizzazione. Certo si può compensare con nuove acquisizioni, ma non serve a nulla se poi queste aziende muoiono alla base. Secondo il vecchio metodo «La struttura segue la strategia», ma oggi la cultura si mangia la strategia. È in atto un profondo processo di cambiamento culturale. Le persone hanno un rapporto completamente diverso con il mondo del lavoro. C’è bisogno di nuovi modelli e questo significa chiedersi come posizionare la propria azienda con successo in futuro», ha chiosato il manager. Quindi quale strategia mettere in campo per allinearsi a un mercato che cambia? «Come rivenditori siamo solitamente limitati a pensare in termini di prezzo di vendita», ha affermato Goldboom. «Ciò che invece possiamo influenzare sono i processi, i livelli di relazione, il servizio. Questa deve essere la prospettiva del commercio al dettaglio nei prossimi anni. Un approccio, che deve essere comune anche all’industria, per riqualificare la catena economica e ripensarla. La nostra raccomandazione è quella di creare processi interessanti, veloci ed efficienti, con i costi variabili più bassi, considerando che: le imprese di medie dimensioni hanno un enorme potenziale di crescita digitale; i vertici decisionali e i dipendenti devono rispondere in modo radicale ai desideri dei loro clienti; l’orientamento al cliente deve essere la massima priorità. Come nello sport, occorre anticipare le mosse dell’avversario, come il grande Dino Zoff, è alla base di una strategia per un successo duraturo».

I DISTRIBUTORI

GRANDI, PICCOLI O MEDI? MODELLI

A CONFRONTO

Gruppi come BigMat, Dec o Made, multipoint rampanti come Eternoo, Orsolini e Zanutta, oppure singole eccellenze come Edilcasa, Edilegno o Foredil in un pro e contro tra le diverse strategie. E viste con l’ottica di un manager tedesco

Alice Fugazza

A

ggregazioni e prospettive del settore al centro del talk show sulla distribuzione in Italia organizzato durante il XVII Convegno di YouTrade. Il panorama è complesso e mutevole e sul palco del convegno si sono trovati a discuterne Enrico Adinolfi, direttore generale Consorzio Dec, Gianluca Bellini, direttore generale del Gruppo Made, Matteo Camillini, direttore di BigMat Italia,

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Federico Nessi, amministratore delegato di Eternoo, Marco Orsolini, direzione commerciale di Orsolini, Gianluca Zanutta, amministratore delegato di Zanutta, Raffaele Cerrone, titolare di Edilegno, Claudio Eustacchi, Ceo di Edilcasa Caccamo e Claudio Orazi, titolare di Foredil.

CAMILLINI

Imprese diverse, ognuna con un suo modello di business. In che cosa ognuno si differenzia dagli altri? Camillini non ha esitato: «Il Gruppo BigMat è un consorzio: tutti sono soci allo stesso livello. In Italia i numeri sono importanti, contiamo 160 iscrizioni, 150 punti vendita e il fatturato aggregato di vendita dello scorso anno è di 1 miliardo di euro. A livello europeo, poiché il gruppo è presente anche all’estero, raccogliamo oltre un migliaio di punti vendita per 3

miliardi e mezzo di fatturato. BigMat è un progetto imprenditoriale, ed è questa la ragione di interesse di chi si avvicina a noi: offriamo un servizio per la crescita dell’azienda e della cultura. Il nostro marchio, inoltre, è un brand che esiste da oltre 45 anni, significativo a livello europeo e nazionale. Nel nostro Gruppo un imprenditore può osservare i processi, anticipare le evoluzioni, avere un punto di riferimento fisso. Può essere indipendente, ma anche interdipendente, trova risposte adeguate alle esigenze, sempre in sinergia con la nostra centrale».

BELLINI

Secondo Bellini, invece, l’italianità è un aspetto fondamentale, che caratterizza il Gruppo Made: «Siamo presenti in 18 regioni, con un fatturato che supera i 700 milioni. Oggi contiamo 220 punti

MATTEO CAMILLINI, DIRETTORE DI BIGMAT

ITALIA. SOTTO, GIANLUCA BELLINI, DIRETTORE GENERALE DI GRUPPO MADE

" RIVENDITE ITALIANE VISTE DALL’ESTEROL’ITALIA VISTA DALLA GERMANIA

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vendita con 178 ragioni sociali aggregate. Da poco abbiamo conquistato anche la Sicilia, con le adesioni di 20 imprenditori della distribuzione. Questa è la forza dell’aggregazione. È ovvio che siamo differenti da BigMat: loro sono un consorzio, noi una spa. Siamo una società che offre servizi a un network di imprenditori e investiamo in diversi campi. Con i nostri servizi creiamo opportunità di business per chi vive questa avventura assieme a noi, diffondiamo una cultura d’impresa di qualità, alziamo le probabilità di vendita e in più ci siamo dotati di due aree strategiche quali una divisione logistica efficiente e il progetto Made Distribuzione. La prima offre quattro piattaforme per servizi di stoccaggio per la distribuzione edile. Il progetto Made, nato nel 2018, è utile per non perdere quelle imprese che rischiavano di non avere un futuro, acquisendole direttamente. Una mission non facile, poiché vede il coinvolgimento del network degli imprenditori»

ADINOLFI

«Dec esiste da 20 anni, conta 227 soci, 260 punti vendita e un fatturato di 750 milioni di euro », ha esordito Adinolfi. « Siamo diversi da BigMat e Made. Ci occupiamo meno di servizi, il nostro obiettivo è quello di aiutare i nostri associati nelle pratiche di ogni giorno. Siamo più locali e principalmente interessati ad accrescere il prestigio del marchio e la cultura dei singoli soci, con un ottimo rapporto qualità prezzo. Siamo il gruppo che ha maggiori accordi commerciali, non solo quindi servizi, ma contatti e soprattutto contratti»

ORAZI

Claudio Orazi di Foredil ha costruito la sua impresa basandosi sul principio « vendere e incassare », come ha spiegato alla platea del convegno. « La nostra azienda, che ha base a Roma, è giovane. Abbiamo aperto il magazzino nel 2018 e avevamo bisogno di soldi, per questo con il superbonus abbiamo colto l'occasione e ci siamo ampliati, vendendo e incassando, appunto, a ripetizione. Da 3 milioni di fatturato siamo passati a 9, poi a 27 e, nell’ultimo anno siamo saliti a 67 milioni. Previsioni per il futuro? Ho programmato le aperture di tre punti vendita a Roma, ma siamo consci che la parte difficile arriva adesso, poiché dobbiamo assolutamente strutturarci: dal gestionale alle persone »

NESSI

Federico Nessi per i numeri ha una grande attenzione: «Persone, formazione e numeri. Questo è il nostro motto. Recentemente abbiamo cambiato nome al brand, da Eternedile a Eternoo, che ha

CLAUDIO ORAZI, TITOLARE DI FOREDIL. SOPRA, ENRICO ADINOLFI, DIRETTORE GENERALE CONSORZIO DEC. SOTTO FEDERICO NESSI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI ETERNOO

maggiore impatto e rimanda all’eternità del bene edile. Il nostro è un sistema valoriale forte, di famiglia, che spiega come la nostra realtà abbia radici profonde e di interconnessione. Questo è quello che permette l’andamento funzionale dell’azienda, assieme all’attenta formazione del nostro personale, che è composto anche da imprenditori e manager, e un’attenzione ossessiva ai numeri»

ORSOLINI

La centralità del ruolo dei collaboratori è emersa anche dalle parole di Orsolini, secondo il quale il buon andamento dell’azienda dipende quasi esclusivamente dalle persone che ci lavorano: «Siamo attivi da 144 anni e alla quinta generazione: la nostra storia si basa su tradizione e valori, pur adattandoci ai repentini cambiamenti di mercato. Con noi lavorano 500 persone e l’attenzione per i dipendenti è il nostro focus: con loro studiamo strategie e pianifichiamo, li formiamo e li supportiamo, selezionandoli in base al talento, all’entusiasmo e alla disciplina. Credo che i momenti difficili si possano attraversare solo con un team preparato»

ZANUTTA

Un’altra grande realtà è quella del gruppo Zanutta. «Siamo presenti da Trieste a Torino, con 52 filiali, mille dipendenti e 300 milioni di fatturato. Il mercato è nuovamente mutato e la preoccupazione sta nell’interpretare meglio il domani: più si è veloci, meglio ci si adatta», ha sottolineato Gianluca Zanutta. «Oggi le aziende devono cambiare in maniera strutturale e le sfide da vincere sono due: comprendere le nuove esigenze del cliente ed essere sempre più specifici. Per questo penso sia importante investire sul personale ed elevare le competenze delle risorse umane in maniera da fornire una risposta immediata. Il superbonus ce lo siamo ormai lasciati alle spalle, l’ho sempre valutato come un plus, non come la normalità. È necessario trovare un nuovo equilibrio e creare valore, per il qui ed ora». Zanutta ha anche acceso un faro sul ruolo dei produttori, criticando la strategia di bypassare il canale della distribuzione.

CERRONE

Per Cerrone, rivenditore (ma non solo) di Salerno e titolare di Edilegno, la chiave è la multi specializzazione in diversi settori, poiché al Sud la realtà è ben diversa dal Nord. «In Campania, a Salerno, non esistono multipoint per un mero fattore culturale e ambientale. Per questo, ho deciso di investire in diversi settori: ho aperto un’agenzia per il lavoro, due aziende di costruzione edile e una di distribuzione. Con tante attività riusciamo a gestire il business, ma con pochi rivenditori solidi. Aggregarsi? Difficile ».

RAFFAELE CERRONE, TITOLARE DI EDILEGNO SOPRA, GIANLUCA ZANUTTA, AMMINISTRATORE DELEGATO DI ZANUTTA. SOTTO, CLAUDIO EUSTACCHI, CEO DI EDILCASA CACCAMO

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EUSTACCHI

Un modello di business diverso, in una realtà differente, è quello raccontato da Eustacchi di Edilcasa Caccamo: «La nostra realtà esiste da 61 anni ed è a gestione familiare, operiamo da sempre nel maceratese. Professionalità e serietà con collaboratori e dipendenti sono i nostri tratti distintivi, il nostro orgoglio è aver conquistato negli anni uno zoccolo duro di clienti che ci supportano e ci accompagnano. Come facciamo la differenza? Mettendoci sempre a disposizione con un personale formato, capace e all’altezza », ha spiegato.

GOLDBOOM

I rivenditori italiani hanno poi dialogato con Hartmut Goldboom, direttore sviluppo aziendale del distributore tedesco Hagebau. Come vede la Germania il mondo della distribuzione in Italia è stata una delle tante domande poste all’ospite giunto da Amburgo. « Oggi il focus deve essere il cliente, i processi devono essere a misura di cliente, è necessario essere allineati. Il fai-da-te è un grande business, la superficie d’attacco, ma i rivenditori devono essere specializzati: è meglio progettare il processo e conoscere la materia», ha risposto il manager. Camillini ha poi chiesto come Hagebau sta trattando il tema del passaggio generazionale dei vari associati. «Cerchiamo sempre di essere proattivi, accompagnare l’imprenditore nel processo, mantenere l’azienda in famiglia, instaurando un dialogo costante tra le due generazioni», ha risposto Goldboom. Nessi, invece, ha domandato delucidazioni sulla spinosa gestione del credito: se il cliente non paga MARCO

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la ricevuta bancaria, consegnate lo stesso la merce? Dopo i preventivi il cliente ha la possibilità di rendere il materiale e pagare anticipatamente? E quant’è la quota della produzione verso il cliente diretto e, invece, quanto passa attraverso la distribuzione? Secondo il manager di Hagebau, «in Germania non esistono accordi standardizzati sui termini di pagamento: in media ci aggiriamo attorno ai 28-30 giorni e questo è anche il termine di pagamento che trasmettiamo ai nostri azionisti. Sappiamo, però, che oggi molti rivenditori specializzati hanno un’assicurazione sul credito per i loro appaltatori. Il concessionario è molto interessato a instaurare un dialogo diretto con il suo cliente e coprire il limite di credito fornito dalla compagnia assicurativa con prodotti e gamme che hanno un elevato valore economico. Sono pochissimi i rivenditori che garantiscono un elevato valore aggiunto per il rivenditore specializzato, cioè per i prodotti che hanno un margine molto basso, si tratta per lo più di prodotti come gli aggregati, la sabbia di cemento, i mattoni. Questi non sono così redditizi come i materiali isolanti, il cartongesso, l’alta impermeabilizzazione, i prodotti per piastrelle, i prodotti ceramici, gli additivi adesivi». L’aspetto finanziario è stato ribadito dall’ospite straniero: «La questione assicurativa è un aspetto che dipende molto dal cantiere. Quindi sono pochissimi i rivenditori che lavorano senza assicurazione, perciò il rischio di insolvenza di un’azienda specializzata non è molto elevato . Non voglio escluderlo, ma non credo che

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avremo a che fare con più insolvenze nei prossimi anni. La crisi del credito è stata affrontata ancora una volta ed è stata una spinta per noi del settore, perché molti investitori non hanno più puntato sulle azioni, ma si sono diretti sul mercato immobiliare ».

IL DIBATTITO

Anche Orsolini ha interrogato Goldbloom: la logistica per Hagebau come funziona? «Il magazzino centrale fornisce soltanto i nostri associati e i nostri operatori, l’assortimento in magazzino è per il faida-te. C’è sempre un dialogo continuo in merito alle richieste e ci muoviamo in base a quelle. Il dialogo, per i prodotti stoccati e consegnati e le rimanenze, è continuo e compare a monitor. Molto ruota attorno al fatturato ». Zanutta, invece, è stato curioso di capire come sono viste le rivendite italiane fuori dai confini nazionali. «Personalmente non avevo nessuna idea, poche impressioni, ma questo dialogo mi ha entusiasmato», ha risposto il manager tedesco. «Possiamo imparare molto gli uni dagli altri, anche se alla fine chi decide è il cliente e i prodotti sono interscambiabili. Il capitale, comunque, gioca un ruolo importante. Ritengo sia importante riflettere sulle modalità di trasporto su come fare arrivare il prodotto in cantiere e capire come far sviluppare il prodotto del nostro servizio, capire come creare vantaggio maggiore se forniamo i materiali portandoli alla base. Serve molta comunicazione, la definizione di un prezzo dipende dai servizi affinati, con uno scambio di idee approfondite tra noi e il cliente ».

LA CONGIUNTURA

COME CAMBIA L’EDILIZIA DEL DOPO BONUS

Rallentamento, ma non crollo. Il mercato, però, non deve contare solo sulle spinte del Pnrr e della direttiva europea Case green. L’obiettivo è consolidarsi sia in termini patrimoniali sia operativi

Federico Della Puppa

è un vecchio concept album di Fabrizio De Andrè intitolato Non al denaro, né all’amore, né al cielo nel quale ha messo in musica e cantato, come lui sapeva fare, alcune poetiche tratte dall’Antologia di Spoon River, celebre libro nel quale Edgar Lee Masters ha narrato una città partendo dalle epigrafi dei suoi abitanti. Potrebbe

essere un esercizio interessante, in un futuro remoto, narrare un settore, come quello delle costruzioni e in particolare della distribuzione di materiali edili, raccontandolo partendo da chi erano le imprese che lo costituivano e da quali sono state le loro storie. Perché oggi, parafrasando il titolo dell’album di De Andrè, più che al mercato, più che al sistema di incentivi, ovvero più che ai fattori esterni all’impresa e che costituiscono i vettori dello sviluppo del settore, le imprese per consolidare le loro capacità, sia in termini operativi, che patrimoniali ed economico-finanziari, devono guardare dentro a loro stesse, prima che al mercato e agli aiuti di Stato.

DOPO L’ABBUFFATA

Che il mercato, dopo l’abbuffata legata al superbonus, avrebbe inesorabilmente intrapreso una fase di rallentamento e flessione è un dato assodato e incontrovertibile, oltre che ampiamente annunciato. Ma il miglioramento di alcuni indicatori macroeconomici mette il settore delle costruzioni di fronte a scelte strategiche che non devono necessariamente fare i conti con scenari di grandi flessioni, di debacle o finanche di paventate crisi, come previsto da alcuni dei principali osservatori di mercato. Ma la riflessione deve essere molto più ampia e deve riguardare non solo come va il mercato, ma deve rispondere alla domanda «come vado io di fronte a un mercato che cambia », ovvero con quale struttura, quale organizzazione, quale strategia, quale dimensione. Con l’inflazione sotto controllo,

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con gli indicatori di fiducia che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, rimangono positivi, con una produzione che quest’anno si assesta a +37 punti percentuali rispetto alla media del mercato del 2021, anno già molto buono per il settore, con un Pil in pur debole crescita, con l’occupazione ancora in crescita, gli scenari in realtà non sono poi così negativi.

CALO CONTENUTO

Siamo di fronte a un rallentamento che riporta la nostra economia, e in particolare quella delle costruzioni, alle vecchie logiche di un tempo, quelle che io chiamo da tanti anni « economia del prefisso telefonico», con dinamiche sempre intorno allo zero per cento. L’economia nazionale quest’anno, se tutto va bene, crescerà a +0,7%, gli investimenti fissi lordi erano annunciati in crescita a +1,3%, ma nei primi sei mesi dell’anno sono cresciuti in realtà del +4,0%, secondo i dati Istat. Gli investimenti in costruzioni, annunciati in calo variabile dal 6% al 9%, secondo i vari enti e istituti, sempre secondo i dati Istat nei primi sei mesi dell’anno sono cresciuti del 7,7%. Certo, fino a marzo hanno potuto beneficiare della coda lunga e consistente del superbonus, ma è anche vero che proprio quest’anno il Pnrr ha iniziato a far sentire il suo peso nel mercato. Non dimentichiamo che siamo solo al 26% di spesa complessiva e che un terzo dei fondi del Pnrr è destinato a interventi nell’edilizia e nelle costruzioni.

LE DINAMICHE

La stessa Ance ha certificato che nei primi sei mesi del 2024 gli investimenti in costruzioni, rispetto ai primi sei mesi del 2023, sono stati in crescita del 7,3% (al

lordo dei costi per trasferimento dei diritti di proprietà), che la produzione nelle costruzioni tra gennaio e maggio è cresciuta dell’8,4%, che le ore lavorate, secondo i dati Cnce, sono aumentate del 3,9% e che i lavoratori iscritti alle casse edili sono incrementati del 5,5%. Dove sia la crisi o il rallentamento è tutto da capire. Certamente questi dati confermano che il livello produttivo nella nuova costruzione si dimostra più elevato di quello del recente passato, che la propensione alla spesa per ristrutturazioni, anche in ragione della dinamica delle compravendite, se supportato da incentivi adeguati (il 50% è un buon valore in questo senso) è stabile, e che sono in crescita gli investimenti legati al Pnrr. In base a questi elementi si può affermare che per i prossimi due anni il settore potrà contare in generale su un livello di galleggiamento che garantirà un atterraggio morbido rispetto ai picchi di crescita degli ultimi quattro anni, e comunque condizioni di stabilità. Come peraltro evidenziano le proiezioni e le stime dell’Ufficio studi di Unicmi, che prevede per il 2024 una leggerissima contrazione, nell’ordine di -0,4% e per il 2025 un leggero incremento, nell’ordine di +0,5%.

GALLEGGIAMENTO

Al di là delle dinamiche previste, comunque esemplificative di quella economia da prefisso telefonico di cui si diceva in precedenza, il punto nodale sul quale convergere al fine di identificare gli elementi di forza sui quali basare le proprie strategie non possono essere ricercati in fattori esterni all’impresa. Se il mercato non decolla, ma consolida sui valori, come si può crescere? Dobbiamo prendere la crescita zero come riferimento per i nostri esercizi di strategia. Se il mercato non cre-

XVII CONVEGNO YOUTRADE

sce è l’impresa che deve crescere non aspettando traini esterni, perché se il mercato aumenta tutte le imprese sono messe in condizioni di migliorare, così come se ci sono elementi straordinari che introducono fattori extra mercato, come è stato per il superbonus, tutte le imprese possono approfittarne. Ma se il mercato non cresce e vengono meno gli aiutini o aiutoni di Stato, ecco che la crescita diventa una sfida vera per l’impresa, che la deve impegnare a capire quali sono i suoi punti di forza, da giocarsi nella competizione, ma anche e soprattutto quali sono i suoi punti deboli, da analizzare a fondo, per trovare le modalità di risolverli in nuovi punti di forza.

I GRANDI VOLANO

In questo senso la lettura dei bilanci delle aziende di distribuzione edile fornisce un punto di partenza e un valido aiuto per analizzare quali sono oggi gli elementi sui quali poter costruire strategie di crescita in un mercato che non cresce. L’analisi di 672 bilanci, comprensivi delle migliori cento aziende del settore, rappresenta un campione assolutamente rilevante, pari a un giro d’affari di 5,6 miliardi di euro nel 2023, dei quali 3,4 miliardi relativi alle prime cento aziende. Le dinamiche rilevate evidenziano come le aziende top di settore, per dimensioni, siano anche quelle che hanno realizzato le migliori performance nel corso del 2023. Basti citare la crescita del 2,7% del fatturato contro una crescita media dello 0,4%, mostrando utili e indicatori finanziari sempre migliori di quelli della media generale. Sono alcuni anni ormai che si evidenzia come la dimensione aziendale oggi sia uno dei primi asset sui quali costruire la propria competitività al fine di ottimizzare anche la redditività. Ma l’analisi più approfondita dei dati di bilancio fa anche emergere un elemento non secondario, quando i numeri ci mostrano che forse il 2023 sarà ricordato in futuro come l’anno della selezione.

CHI FA PIÙ UTILI

Infatti, in un anno che dal punto di vista del mercato ha di fatto incrementato di poco i livelli produttivi e di vendita del precedente, toccando comunque un massimo storico per il settore, ecco che l’analisi delle dinamiche per classi dimensionali di impresa mostra come nella distribuzione edile chi ha fatturati sopra i 50 milioni di euro è riuscito a crescere con dinamiche più doppie quando non triple rispetto alla media della top 100, mentre le altre classi mostrano andamenti meno consistenti. Ma dove emerge la forza della dimensione aziendale è nella capacità di produrre utili, che in percentuale sul fatturato pesano per il 7,0% nelle aziende con oltre 100 milioni di euro, per scendere gradualmente al 6,1% in quelle con meno di 15 milioni di euro. Altro elemento che sottolinea la forza della dimensione aziendale come fattore competitivo è la disponibilità di pronta cassa, ovvero del rapporto tra cash flow e fatturato, che raggiunge la soglia dell’8,9% per le aziende di maggiori dimensioni per scendere al 7,6% in quelle di minore dimensione.

MIGLIORAMENTI

Un ulteriore dato positivo, da tenere sotto controllo, è che complessivamente le aziende di distribuzione di materiali edili nell’arco di quattro anni sono riuscite a ridurre l’esposizione finanziaria, in particolare quella legata al ciclo commerciale, ovvero alla differenza del numero di giorni che intercorre tra la data di pagamento al fornitore e quella di incasso dal cliente. Le aziende della top 100 sono passate dai 109 giorni medi del 2020 agli 86 del 2022 e ai 90 del 2023. La riduzione è sensibile ed esprime il tentativo di fare un po’ meno da banca ai propri clienti. Tuttavia, i margini per migliorare ci sono, soprattutto se incrociamo questi dati con quelli relativi alla copertura degli oneri finanziari, ovvero al

XVII CONVEGNO YOUTRADE

rapporto tra cash flow netto disponibile e oneri finanziari. In questo caso l’indicatore era migliorato fino al 2022, salendo dal 2,6% del 2019 al 6,6% del 2022, ma nel 2023 è di nuovo sceso al 3,5%. Un segnale che non è ancora un red alert, ma che non va sottovalutato.

VACCHE MAGRE

La riflessione che possiamo fare è se le nostre aziende in questi anni di vacche grasse hanno messo su muscoli oppure si sono gonfiate mettendo su pancia. Il tema non è secondario, anzi cruciale, perché paradossalmente in un’economia forte bisogna lavorare sui punti deboli. Se è il mercato che ha fatto crescere le nostre aziende e non siamo stati noi a essere cresciuti per le nostre capacità, il rischio è che saremo sempre dipendenti da ciò che accade fuori dalla nostra realtà imprenditoriale e la crescita del mercato invece di allenarci e farci mettere su muscoli ci ingrasserà e basta. Dunque, crescere non basta, bisogna avere una strategia e non adattarsi al mercato sfruttando il refrain di una vecchia e ben nota canzone che recitava «fin che la barca va…». Dobbiamo porci delle domande importanti, apparentemente semplici, ma strategiche in questo momento: conosciamo il mercato? Conosciamo noi stessi? Conosciamo i nostri competitor? E soprattutto, come affrontiamo il mercato?

OFFENSIVA GDO

Un esempio. La forte crescita e concorrenzialità della Gdo nel settore della distribuzione edile è sempre più tangibile. Il cambio di insegna da Bricoman a Tecnomat, che sottintende il passaggio da un mercato consumer-oriented a uno prosumer-oriented, e l’apertura del secondo Centro Edile di Leroy Merlin a Venezia-Marghera, dopo quello di Corsico, avvenuta il 2 ottobre con la creazione di uno spazio di oltre 1.700 metri quadrati dedicato al mondo dell’edilizia, evidenzia l’orientamento della Gdo verso il mondo delle imprese professionali. E ricordiamo che le due insegne, Tecnomat e Leroy Merlin, in Italia nel 2023 hanno fatturato 3,5 miliardi di euro. Tanto quanto la top 100, anche se non nello stesso identico settore. Ma loro sono due e la top 100, appunto, è fatta da cento

aziende. Quale forza hanno queste due insegne quando nel solo 2023 hanno prodotto assieme utili per oltre 113 milioni di euro?

MODELLO DI BUSINESS

Queste dinamiche, associate a una riduzione fisiologica della crescita del mercato, devono farci riflettere non solo su dove andrà il settore della distribuzione edile e dove andranno le sue aziende, ma soprattutto come decideranno di agire e in particolar modo con chi. Perché è del tutto evidente che da soli non si va da nessuna parte e adesso più che mai è il momento di mettersi assieme o di mettere assieme. Gruppi e consorzi da un lato e multipoint da un altro sono i soggetti che oggi, attraverso specifiche azioni sul territorio e con opportune politiche di crescita dimensionale, possono costruire l’ossatura di modelli di business dove l’improvvisazione non può trovare spazio, ma dove vincono la competitività, la conoscenza dei mercati e soprattutto l’efficienza operativa e l’efficacia commerciale.

ADDIO AIUTINI

Per il futuro non cerchiamo le soluzioni ai nostri problemi negli aiutini di Stato, siano essi incentivi, detrazioni fiscali e quant’altro. Quelli ci saranno comunque, in un regime meno eclatante di quello vissuto in questi quattro anni, ma non sono loro e non saranno loro a risolvere i nostri problemi. Dobbiamo rimboccarci le maniche e affrontare il mercato partendo da noi stessi, dalle nostre aziende, dal nostro patrimonio materiale e soprattutto dal nostro personale, vero asse strategico per la nostra crescita. Analizziamo e, se necessario, riorganizziamo i processi, ottimizziamo le performance, perché il nostro successo nel futuro non lo decreterà il mercato, ma lo sceglieremo noi, con le nostre scelte, le nostre strategie e le nostre azioni. Diceva William Thomson Kelvin, lo scienziato che stabilì la temperatura assoluta, «se non puoi misurare non puoi migliorare». Misuriamoci, ma non solo rispetto alla nostra concorrenza, misuriamoci al nostro interno. Perché è lì il vero motore della crescita e del successo.

GIULIANO NOCI

L’UNICO FUTURO POSSIBILE È QUELLO CON LA TECNOLOGIA

L’intervento del prorettore del Politecnico di Milano ha puntato sulle necessarie implementazioni di soluzioni hi-tech. A partire dall’utilizzo dei dati necessari per utilizzare l’intelligenza artificiale

«S

tiamo viven-

do la quiete prima della tempesta ». Così Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, ha aperto il suo intervento al XVII Convegno YouTrade, in cui ha fatto il punto su strategie per il futuro della distri-

Veronica Monaco

buzione edile, digitalizzazione e intelligenza artificiale. «Siamo in una fase di galleggiamento, condizione che ci dà due anni per evitare di annegare. E rischiamo di annegare perché le trasformazioni che dobbiamo portare avanti sono troppo importanti. Non è più il momento in cui si gioca la partita sui volumi di acquisto e di vendita. La partita si gioca sulla qualità del servizio e nella capacità di interfacciarsi col cliente, andando oltre il prodotto», ha sottolineato il professore.

LA RELAZIONE CON IL CLIENTE

Ma che cosa serve per andare oltre al prodotto? «Una chiara visione del processo d’acquisto del proprio target di mercato. La mia sensazione è che sarà difficile avere una proposta general purpose, valida per tutti», ha spiegato Noci. In più, è necessario selezionare il tipo di offerta: si può optare per una «fortissima specializzazione in uno specifico settore, ma questo comporta un’espansione territoriale. Oppure, si può decidere di allargare lo spettro di offerta. Tutti gli operatori del mercato si stanno domandando dove allargarsi, tutti tendono a fare tutto perché ciò che conta è la relazione col cliente. Non è più il prodotto che fa la differenza, ma la capacità di tenersi stretto il cliente». In tutto questo la tecnologia gioca un ruolo chiave. «Sia che abbia un portafoglio stretto di offerta, sia che abbia un portafoglio più largo, la tecnologia entra ovunque. Chi viene in negozio non ha bisogno solo del prodotto, ma di essere supportato in fase d’uso del prodotto».

ELEMENTI DI SERVIZIO

Le tecnologie digitali a supporto delle costruzioni sono moltissime. «Gemelli digitali degli edifici e dei cantieri, simulazioni, utilizzo dell’intelligenza artificiale per supportare la parte di progettazione», elenca il professore. «Il digitale offre anche ai rivenditori gli elementi di servizio che ai clienti servono e i clienti chiedono. In questo modo l’ecosistema digitale diventa una componente del prodotto che mette al centro il cliente per consolidarne la relazione e portare poi a una crescita di redditività». E qui arriva la prima nota dolente: «Sono preoccupato. In qualsiasi contesto italiano manca consapevolezza del ruolo che le tecnologie digitali giocano a supporto dei processi di relazione col mercato. Dobbiamo abituarci a concepire l’oggetto casa, l’edificio e il processo costruttivo come qualcosa che cambia in relazione alla disponibilità delle tecnologie digitali». In questo contesto i distributori di materiali edili giocano un ruolo potenzialmente importante a supporto di questa trasformazione. In un mercato in cui la tecnologia diventa sempre più un elemento cruciale per definire qualsiasi strategia, diventa fondamentale un upgrade di competenze. «Il tema delle risorse umane è probabilmente il più grande vincolo alla crescita futura, oltre al tema gigantesco di attrazione dei

più giovani. Combinando le tecnologie con la qualità delle persone sarà davvero possibile fare la differenza», ha affermato Noci.

ITALIA INDIETRO

La discussione sulla tecnologia non poteva non includere un excursus sull’intelligenza artificiale il cui dibattito in Italia, secondo il professore, è appiattito sulla dimensione etica e le conseguenze per il lavoro umano. «L’Italia sull’intelligenza artificiale mette 500 milioni di euro, la Francia 30 miliardi, l’Europa investe il 2% rispetto a quello che investono gli Stati Uniti. Gli altri Paesi stanno investendo moltissimo perché hanno capito che l’intelligenza artificiale non sostituirà l’uomo, ma aiuterà l’uomo cambiando in parte il lavoro. Il vero tema, quindi, diventa: cosa fare e come cambiare per incorporare l’intelligenza artificiale nelle aziende?», si è domandato Noci. «Per usare l’intelligenza artificiale serve una materia prima di cui le aziende scarseggiano: i dati. Macinando dati, i sistemi di tecnologie digitali aiutano moltissimo a personalizzare e gestire al meglio la relazione con i clienti», ha sottolineato il professore nel suo intervento. «I rivenditori devono vivere questo momento di galleggiamento in maniera vigile costruendo una strategia, consapevoli che per stare sul mercato vanno cambiate alcune componenti della ricetta. In questa ricetta la scelta del target di mercato è fondamentale. In più altri due ingredienti sono centrali: la tecnologia e la componente umana. Queste sono le fondamenta dei futuri centri di distribuzione», ha concluso Noci, esortando i rivenditori a non vedersi più come centri distribuzione ma come «centri di abilitazione alla costruzione» per avere successo.

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CHE COSA FARE PRIMA DEL RICAMBIO GENERAZIONALE

Il docente di economia ha riassunto i principi-guida di un corretto avvicendamento in azienda: puntare sulla professionalità, sulla trasparenza, ma soprattutto pensarci in tempo

Come gestire il passaggio generazionale? Ci vogliono poche regole, ma chiare. E un’efficace verifica dei requisiti fondamentali. Questa l’indicazione di Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo, presso l’Università Cattaneo-Liuc, che ha spiegato i passaggi fondamen-

Alice Fugazza

tali da attuare per tutte quelle aziende che stanno attraversando il fenomeno, durante il XVII Convegno Nazionale di YouTrade. «È un tema importante, fondamentale, che si è reso protagonista negli ultimi dieci anni, dato che sono tante le aziende che hanno attuato questo passaggio, alcune con successo, alcune no, ma non esiste la ricetta giusta, varia per ognuno»

TRE CAPOSALDI

Bubbio ha basato le sue considerazioni non solo sulla teoria, ma anche sullo studio e sull’osservazione di casi concreti, affrontati nel corso degli anni. «Passione, trasparenza e meritocrazia sono i tre caposaldi per attuare il cambiamento. La prima la deve individuare l’erede, il delfino, colui che prenderà il comando al posto vostro, che sia interno o esterno all’azienda, che decidiate di cedere lo scettro o di vendere», ha specificato l’esperto. «La trasparenza, poi, deve essere un compito vostro, in generale e durante il passaggio generazionale: se volete che le persone siano attente e motivate è necessario essere chiari e stabilire poche regole, ma che si capiscano subito. Non tante e confuse, come vedo accadere spesso. Il terzo caposaldo, la meritocrazia, è la possibilità di crescere all’interno

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dell’impresa. Basta gerarchie, è necessario sviluppare i ruoli e dare la possibilità alle persone di crescere sul piano professionale. Sono questi gli aspetti sui quali si gioca il successo dell’azienda »

NON IMPROVVISARE

Un altro aspetto importante è quello di non improvvisare o farsi trovare impreparati. In aziende il passaggio generazionale deve essere sempre pianificato per tempo, possibilmente con un anticipo di anni. «Il principio fondamentale deve essere quello di fare sempre il bene dell’azienda, il che significa garantirne la continuità nel tempo. Bisogna anche basarsi sulle competenze dell’individuo, che possono essere tecniche e specifiche di settore e poi, quelle manageriali, che sono differenti. Le prime ci sono, le seconde, non è detto. L’ultima caratteristica, forse la più importante per un amministratore delegato, è la capacità di saper concettualizzare, che deriva ovviamente dal saper ascoltare. Un consiglio che viene dal cuore? Bisogna buttare via le strutture organizzative e distribuire bene le responsabilità», ha concluso Bubbio.

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I PRODUTTORI

DOBBIAMO PASSARE DALLA RIVENDITA? LA RISPOSTA È UN NÌ

Stefano Roncan (Heidelberg Materials), Bruno Broccanello (Soprema Italia), Simone Lorenzi (Fassa Bortolo), Stefano Grandicelli (Starplast), Gian Domenico Giovannini (Laterlite) e Filippo Vergani (Dierre) rispondono ai distributori. Con opinioni differenti

Alice Fugazza

Hanno definito le loro strategie per i tempi, non facilissimi, che si prospettano. Perché il mercato è come una giostra alla quale bisogna saper stare saldamente attaccati. I produttori sono fiduciosi e l’ottimismo non manca, ma nemmeno la prudenza. Anche perché devono tenere il passo con l’evoluzione della filiera dell’edilizia e sanno anche che per vendere è necessario instaurare una profi-

cua partnership con i rivenditori. I quali, però, non sono mancati di rimproverare le aziende di bypassare troppo facilmente il canale della distribuzione, per vendere direttamente in cantiere. Ciononostante, per alcuni materiali, per esempio quelli destinati alle grandi opere, la via di vendita diretta all’impresa di costruzioni è probabilmente inevitabile. Ad alcuni esponenti della produzione, quindi, è spettata l’ultima parola del XVII Convegno di YouTrade, con il talk show conclusivo che in qualche modo è stato anche una risposta alle obiezioni sollevate dai distributori. Presenti sul palco Stefano Roncan, sales & marketing director di Heidelberg Materials, Bruno Broccanello, amministratore delegato di Soprema Italia, Simone Lorenzi, direttore vendite Nord Italia di Fassa Bortolo, Stefano Grandicelli, amministratore unico di Starplast, Gian Domenico Giovannini, amministratore delegato di Laterlite e Filippo Vergani, direttore vendite Nord Italia di Dierre.

ALLEANZA

«Noi ci occupiamo di trattamento delle acque e di innovazione con i nostri materiali, un argomento oggi molto sentito. La nostra azienda è giovane e non abbiamo una grande conoscenza della platea dei rivenditori, ma ora vogliamo allargarci per offrire a tanti distributori i nostri prodotti. Ogni territorio ha le proprie specificità, è fondamentale per noi cogliere le opportunità che ci offre la distribuzione locale o, meglio, il nostro partner locale, per arrivare meglio al cliente finale », ha esordito Grandicelli. Per Vergani è necessario far parte tutti della stessa squadra, produttori e distributori: «Purtroppo la cultura del mercato italiano è sempre stata quella di arrivare direttamente nel cantiere. Al di là delle Alpi, invece, è difficile che un’impresa compri il prodotto direttamente dal produttore e non dal rivenditore. Altro aspetto fondamentale: se tutte le aziende passassero solo attraverso le rivendite sarebbe più semplice per servizi e logistica ».

FRAMMENTAZIONE

Anche i produttori, però, hanno le loro difficoltà con i rivenditori. Per esempio, si trovano di fronte un Paese con un'ampia frammentazione distributiva. «Posto che non tutti i prodotti sono vendibili attraverso la distribuzione, sicuramente la frammentazione per noi aziende è un punto dolente. In questo periodo storico di aggregazione, però, lo scenario è mutato, questo processo di semplificazione è di aiuto», ha spiegato Broccanello. «Prendere una posizione tra produttori e distributori è difficile», hanno sottolineato in sintonia Roncan e Giovannini. «Vendiamo su tutto il territorio nazionale e siamo

BRUNO BROCCANELLO, AMMINISTRATORE UNICO DI SOPREMA ITALIA. SOPRA, STEFANO GRANDICELLI, AMMINISTRATORE UNICO DI STARPLAST. SOTTO, STEFANO RONCAN, DI SALES & MARKETING DIRECTOR HEIDELBERG MATERIALS

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XVII CONVEGNO YOUTRADE

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FASSA BORTOLO.

GIOVANNINI AMMINISTRATORE DELEGATO DI LATERLITE. SOTTO, FILIPPO VERGANI, DIRETTORE VENDITE NORD ITALIA DI DIERRE

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dotati di logistiche per agevolare il trasporto presso rivendite piccole, medie e grandi. Con i piccoli ci troviamo da sempre molto bene, sono un valore e una presenza importante per i territori che serviamo, tuttavia i punti vendita sono frammentati», è il succo del loro discorso. «Serviamo tanti rivenditori diversi, ma abbiamo anche tante linee diverse. La differenza la fa chi si vuole evolvere, chi investe ed è lungimirante. Chi si ferma, invece, è perduto», ha riassunto Lorenzini.

IL PREZZO

Nel talk si è parlato anche del rapporto fra determinazione del prezzo e frammentazione di mercato, un tema oggi centrale. «Non è il prezzo che fa la differenza per poter crescere, è solo un mezzo per essere competitivi. Nelle rivendite di oggi si fa molta formazione per essere preparati a vendere il prodotto ed è proprio questo, assieme alla qualità, che fa la differenza», ha commentato Grandicelli. Un altro punto fondamentale è la capacità di affrontare il mercato strutturandosi. «Per la mia azienda, per esempio, un distributore con lo showroom è importante. Produrre e consegnare porte non è difficile, renderle visibili e valorizzarle è ovviamente un’altra cosa».

LE PROSPETTIVE

Quali sono le prospettive per il 2025? «Non nascondiamo che da settembre c’è stato un calo delle commesse, e così sarà anche per i prossimi mesi », suppone Vergani. Più positivo Grandicelli: «Vedo un futuro a gonfie vele, dobbiamo pensare positivo. Il mondo delle acque è in crescita, si tratta di un’opportunità che dovremmo sfruttare tutti, ma spetta a noi cercare di trasmettere una cultura alle rivendite. Ci concentreremo sul trasmettere la cultura, sul mantenere i nostri clienti». E per Lorenzi le dinamiche di mercato sono indecifrabili: «Rimane l’interrogativo sui prezzi e sulle materie prime, influenzati anche da agenti esterni». Giovannini si definisce, invece, ottimista-realista: «È in arrivo il Pnrr, un metadone che però va studiato e che potrebbe risollevare le sorti di qualcuno dopo la droga del superbonus. Dopo il ritorno alla normalità bisogna domandarsi su che cosa abbiamo investito, perché il mercato è più complicato » «Nel settore del cemento non ci sono stati cali straordinari, ma risultati eccellenti. Abbiamo lavorato sulla redditività, razionalizzando e compiendo scelte drastiche. Bisogna stare molto attenti agli investimenti e alla parte finanziaria », ha sottolineato Roncan. «Ed è necessario guardare i volumi, prima del fatturato, senza smettere di essere ottimisti», ha chiuso Broccanello.

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TOP 50 DELLA DISTRIBUZIONE EDILE EUROPEA

LA NOSTRA ESCLUSIVA ANALISI

DEI MAGGIORI GRUPPI ATTIVI

NEL COMMERCIO EDILE RIVELA

DISPARITÀ, MA ANCHE UN DATO

COMUNE: LE MAXI DIMENSIONI, CHE CONSENTONO ECONOMIE

DI SCALA (PER ORA) INARRIVABILI IN ITALIA. MA ANCHE DIFFERENZE

TRA I MODELLI ORGANIZZATIVI.

E A VINCERE È...

OSSIER TOP 50

RICETTA FRANCESE PER LE RIVENDITE

DI MATERIALI EDILI

L’analisi dei campioni europei (Italia esclusa) attivi nel settore delle costruzioni mette in evidenza il modello transalpino. Ma è nei Paesi del Nord che la redditività per addetto è più elevata

a cura del Centro Studi YouTrade

PERABBONATI

DOSSIER TOP 50

CLASSIFICA DEI GRUPPI E DELLE INSEGNE DELLA DISTRIBUZIONE EDILE IN EUROPA - TOP 50 (DATI 2023) SOLOPER

Pos.

Insegne e gruppi

Sede legale Area di mercato Tipologia Partecipazione a gruppi di vendita Fatturato (milioni €)

Punti vendita

Fatturato medio per punto vendita (milioni €)

Addetti

Numero medio di addetti per punto vendita

Fatturato medio per addetto (.000 €)

PERABBONATI

Insegne e gruppi

Sede legale

Area di mercato Tipologia

Partecipazione a gruppi di vendita

Fatturato (milioni €)

SOLOPER

Legenda:M=aziendamultinazionale;GDV=gruppodivendita;C/R=consorziooassociazioneoretedipiùimpreseindipendenti Fonte:elaborazioneCentroStudiYouTradesuindaginediretta.(*)Laddovenondesuntidadocumentazioneufficiale,idatisugliaddettisonostimatisullabasedelle principaliinformazionirintracciabiliinrete

Punti vendita

Fatturato medio per punto vendita (milioni €)

Addetti

Numero medio di addetti per punto vendita

Fatturato medio per addetto (.000 €)

PERABBONATI

Paesi delle sedi legali delle insegne N. insegne

Differenza del fatturato medio con media generale (.000 €) INDICATORI MEDI TERRITORIALI DELLE

Fatturato medio per punto vendita (milioni €) N. medio addetti per punto vendita

Fonte:elaborazioneCentroStudiYouTradesuindaginediretta

Fatturato medio per addetto (.000 €)

SOLOPERABBONATI

Fatturato

Pos.
Pos.
Fatturato

INDICATORI MEDI DELLA TOP 50 DELLA DISTRIBUZIONE EDILE IN EUROPA PER TIPOLOGIA ORGANIZZATIVA

N. insegne

ABBONATI

Fonte:elaborazioneCentroStudiYouTradesuindaginediretta

Operanti in ambito multinazionale

Fatturato medio per punto vendita (milioni €)

Numero medio di addetti per punto vendita

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AIPE

COSÌ L’EPS È PIÙ VICINO ALL'AMBIENTE

L’associazione celebra i 40 anni e fa il punto sulle prospettive delle aziende che producono polistirene. Con la consapevolezza che l’ecoimpatto rimane al centro dell’attenzione

Era il 1984 quando l’Associazione Italiana Polistirene Espanso è stata fondata. Allora come oggi i suoi obiettivi erano ben definiti: tutelare e promuovere l’immagine e la sostenibilità dell’Eps. Un proposito supportato e ribadito come un mantra dalle aziende associate, che appartengono sia al settore della produzione delle lastre per isolamento termico sia a quello dei manufatti destinati all’edilizia e all’imballaggio.

I RISULTATI

In quarant'anni di storia diversi sono i chilometri di strada percorsi dall'associazione e molti i risultati raggiunti, e altrettanti a cui ancora ambire. Ad Aipe sono associate le aziende produttrici di Eps, tra cui figurano le più importanti industrie chimiche europee e le aziende fabbricanti attrezzature per la sua lavorazione. A livello internazionale, l’associazione rappresenta l’Italia in seno a Eumeps, l’organizzazione europea che riunisce le asso-

Alice Fugazza
INIZIO LAVORI. NELLA PAGINA A FIANCO, ALESSANDRO AUGELLO, PRESIDENTE DI AIPE

ciazioni nazionali dei produttori di Eps. Inoltre opera a stretto contatto con enti e istituzioni, finalizzando la propria attività alla redazione di norme e protocolli nei settori edilizia, imballaggio ed economia circolare. Oggi i riflettori sono puntati sulla sostenibilità: l'associazione, infatti, collabora attivamente alla promozione della raccolta e riciclo dell’Eps in sinergia con Corepla e sostiene e promuove la ricerca di nuovi progetti di riutilizzo dell'Eps a livello nazionale ed europeo. Partecipa anche a Icesp, la piattaforma italiana dei principali attori dell’economia circolare, ed è coinvolta in circuiti virtuosi di riciclo per alcune tipologie di manufatti, tra cui le cassette per il pesce e gli imballaggi in Eps.

ALZARE L’ASTICELLA

L’impegno a 360 gradi nella promozione dell'Eps dura da quattro decenni, ma Aipe intende fare ancora di più, nonostante il periodo congiunturale non particolarmente positivo. Per presentare i nuovi traguardi l’associazione ha organizzato un convegno nella cornice del castello di San Gaudenzio, a Cervesina, in provincia di Pavia: oltre a festeggiare il quarantesimo anniversario dell'associazione, i riflettori sono stati puntati sulla sostenibilità, su cui sono intervenuti relatori di spicco.

Ad aprire i lavori, tra storia, prospettive e strategie, Alessandro Augello, presidente Aipe, Paolo

Garbagna, vicepresidente Imballaggio, Giuseppe Rinaldi, vice presidente Edilizia, assieme ai tre ex presidenti Augusto Baruzzi, Francesco Beduini e Luca Zappelli.

IL PRESENTE E LE PROSPETTIVE

I volumi di Eps (Polistirene Espanso Sinterizzato) riciclato in Italia hanno registrato un balzo del 25% nel triennio 2019-2022, superando le 20 mila tonnellate. Lo attestano i dati dell’indagine promossa da Aipe, presentati proprio in occasione della celebrazione dei suoi 40 anni di attività.

Guardando in generale al mercato delle materie

ABBIAMO FATTO TANTO, MA VA COMUNICATO MEGLIO

Alessandro Augello, presidente Aipe, Paolo Garbagna, vicepresidente Imballaggio, e Giuseppe Rinaldi, vice presidente Edilizia, presentano a YouTrade le loro previsioni e svelano le strategie dell'associazione per il futuro.

D. Nel 2022 c’è stato un record di consumi per l’Eps, cosa vi aspettate per il futuro?

Alessandro Augello. L’imballaggio è stabile, ma stimiamo grandi volumi per quest’anno e per il 2025. Per l’isolamento siamo invece consapevoli sarà diverso: abbiamo avuto il periodo d’oro del superbonus e stiamo affrontando diversi giri di vite, vogliamo batterci per una regolazione che sia sensata, ma comunque prevediamo una crescita.

D. Riciclo ed Eps: come sta andando l’accordo con Corepla?

Alessandro Augello. Ci sono grandi opportunità per competere meglio sul mercato: sono previsti investimenti e progetti mirati, questo processo sicuramente sta portando grandi vantaggi per massimizzare il riciclo. In questo senso è anche importante per il nostro futuro il progetto Life di Legambiente.

D. Quanto conta il comparto edilizia nel mondo dell’Eps?

Giuseppe Rinaldi. Tantissimo. Puntiamo a mantenere i risultati che abbiamo ottenuto nell’importante periodo del superbonus. Siamo cresciuti molto nell’isolamento termico, nel cappotto e in altre applicazioni, contiamo di diffondere la pratica e far conoscere ancora di più e meglio le proprietà, le applicazioni e la sostenibilità del materiale.

D. Isolamento e resistenza al fuoco: come è il mercato adesso. La resistenza fuoco come si veicola?

Giuseppe Rinaldi. Stiamo attuando una serie di attività volte al miglioramento: il materiale risponde bene con applicazioni specifiche e stratigrafia, i prodotti sono in linea con le normative europee.

D. E quali sono le principali sfide in questo settore?

Giuseppe Rinaldi. Sono tantissime. La prima è diffondere una cultura appropriata sull’Eps: è necessario combattere contro l’immagine creata in questi anni e necessario far emergere le ottime prestazioni. Se continuiamo a diffondere questa cultura, prevediamo una crescita».

D. Quale percorso è stato tracciato per l’imballaggio?

Paolo Garbagna. Le sfide per l’imballaggio sono molteplici, noi dobbiamo essere preparati e virtuosi, specialmente a fronte delle normative. La sfida principale è lavorare bene sulla comunicazione, cercando di cambiare un’emotività negativa che si è creata nei confronti dell’Eps, facendo risaltare quanto stiamo lavorando per sostenibilità e riciclo rispettando tutte le normative.

DA SINISTRA A DESTRA, ALESSANDRO AUGELLO, GIUSEPPE
RINALDI E PAOLO GARBAGNA DI AIPE

plastiche, anche nel 2023 si è registrata una crescita dei riciclati pre e post consumo rispetto all’anno precedente (1.337 kton, +0,8% rispetto al 2022), a fronte di volumi di produzione delle termoplastiche leggermente in diminuzione (5,05 milioni di tonnellate contro 5,4 milioni nel 2022). Per quanto riguarda l’andamento dei due principali settori applicativi dell’Eps, l’edilizia e l’imballaggio, in base alle prime stime si prevede per il 2024 una lieve crescita dei consumi del polistirene espanso sinterizzato nel settore imballaggio, mentre l’edilizia tiene sopra livelli pre-superbonus. «In questi anni, Aipe ha lavorato instancabilmente per lo sviluppo sostenibile del settore, affiancando le istituzioni nella definizione delle normative per l’edilizia, l’imballaggio e l’economia circolare, impegnandosi attivamente nel recupero e nel riciclo dell’Eps, promuovendo l’innovazione tecnologica e supportando l’aggiornamento professionale », ha spiegato Alessandro Augello, presidente Aipe. «Per il futuro, intendiamo proseguire il nostro commitment, consapevoli delle sfide complesse che ci attendono: consolidare le alleanze già in essere, sensibilizzare e accrescere la conoscenza, fondata su evidenze scientifiche, dei benefici del polisti-

rene espanso, un materiale unico, insostituibile in tante applicazioni, sostenibile e riciclabile al 100%, aumentare l’attenzione per la raccolta e il corretto smaltimento dell’Eps. Guardiamo al futuro con fiducia, certi che la sensibilizzazione di tutti gli attori della filiera, collaborazioni virtuose e l’innovazione ci permetteranno di raggiungere obiettivi concreti per un settore più resiliente e attento alle esigenze ambientali e sociali».

LE PEPS

Ai numeri positivi sul riciclato ha contribuito primariamente il circuito delle Peps, Piattaforme Corepla, per il riciclo degli imballi in Eps, a cui partecipano anche diverse aziende associate Aipe, assieme ad altri operatori, senza dimenticare l’apporto tramite i Criteri minimi ambientali edilizi e Cam arredi promossi dal ministero dell’Ambiente e previsti dal superbonus, che richiedono l’utilizzo di riciclati e/o di sottoprodotti con specifiche percentuali di riciclati nei nuovi manufatti immessi nel mercato. «Aumentare l’efficienza energetica degli edifici e, più in generale, il comfort abitativo, è uno degli obiettivi della riqualificazione edilizia in atto. L’impiego

DA SINISTRA, ALESSANDRO AUGELLO, PRESIDENTE DI AIPE

GIUSEPPE RINALDI, VICE PRESIDENTE

EDILIZIA DI AIPE E PAOLO GARBAGNA, VICE PRESIDENTE IMBALLAGGIO DI AIPE

dell’Eps per l’isolamento dell’involucro, grazie alle proprietà termiche e acustiche uniche del materiale, rappresenta una soluzione ideale su più fronti: dal benessere abitativo al risparmio in bolletta, passando per la riduzione delle emissioni di Co2 e della dipendenza energetica dai Paesi esteri», ha commentato Rinaldi, assicurando che l’impegno dell’associazione per la decarbonizzazione proseguirà anche in relazione alla Direttiva europea Case green. «L’Eps è un materiale da imballaggio sostenibile e riciclabile al 100%; lo confermano anche i recenti sviluppi normativi che a livello europeo e globale hanno visto il ritiro di alcuni tentativi di restrizione riconoscendone l’insostituibilità in numerose applicazioni e settori. Naturalmente, occorre proseguire nell’impegno per la sostenibilità e il riciclo, puntando in particolare sulla ricerca e sviluppo e sulle nuove tecnologie per massimizzare il ruolo che il materiale ha già in ambiti come il food waste, grazie al mantenimento della catena del freddo», ha aggiunto Garbagna.

TUTELA DELL’AMBIENTE

Le azioni volte alla tutela dell’ambiente, al riutilizzo e al miglioramento continuo da parte di associazione e aziende sono in aumento. Stretta la sinergia con l’estero, con un ampio sguardo sull’Europa, come ha testimoniato nel suo intervento Klaus Ries, presidente di Eumeps, che ha aggiunto suggerimenti e fornito un quadro preciso di quanto sta accadendo al di fuori dei confini nazionali. Particolarmente importante risulta la collaborazione di Aipe con Legambiente, come ha sottolineato Giorgio Zampetti, direttore generale dell’associazione. «Legambiente

è un alleato delle analisi e delle proposte dei temi di sviluppo, siamo convinti che il dialogo sia la chiave per collaborare con le imprese, per capire meglio come ridurre gli impatti ambientali, incentivare il riciclo. Il progetto Life, del quale Aipe è partner, è stato presentato e speriamo possa dare buoni frutti» Il futuro del riciclo è ricco di possibilità, tema affrontato da Vincenzo Lumia, direttore PlasticsEurope Italia, nel suo speech: «La vera distopia sarebbe un mondo senza plastica, quando invece si dovrebbe pensare al materiale e a tutte le sue declinazioni nell’ambito del riciclo chimico e della sostenibilità. Le previsioni sono quelle di diventare circolari al 65% entro il 2050. Noi siamo pronti, anche se l’incertezza è tanta »

RICICLO

Mario Jorizzo, responsabile della divisione Economia Circolare Enea, ha spiegato come migliorare il processo di riciclo e delle infrastrutture per il territorio, con gli ambiziosi progetti e obiettivi di vedere un paese autosufficiente, così come Antonio Furiano, Responsabile Area Tecnica e modelli innovativi riciclo Corepla, che ha affiancato per più di 20 anni Aipe nel lavoro di recupero dell’Eps. Giovanni Boz, amministratore delegato di Fantambiente e Claudia Gistri, direttrice tecnica di Certiquality, hanno spiegato come il recupero delle cassette del pesce in Eps e l’Operation Clean Sweep, contribuiscano significativamente a ridurre le emissioni di Co2 nell’ambiente e alla dispersione di plastica nei mari. Paolo Arcelli, direttore Plastic Consult, ha descritto nel dettaglio le ultime tendenze nel mercato dell’Eps, mentre Gian Luca Baldo, responsabile Life Cycle Engineering, è entrato nel dettaglio dell’evoluzione dei dati per il Life cycle assessment, mentre per innovazione e conformità per Industria 5.0, Mattia Alessio, direttore tecnico commerciale Alessiohitech, ha spiegato come l’Eps possa essere sostenibile anche nello stampaggio. L’efficientamento energetico negli edifici è stato al centro del business edile grazie al superbonus. Gli sforzi volti all’innovazione e alla tecnologia per il Green Building sono tantissimi, ha riepilogato Andrea Buoninsegni, Ceo di Plastedil: l’azienda ha inaugurato ormai anni fa un sistema con macchinari autonomi per produrre pannelli isolanti con sprechi bassissimi e con materiali altamente riciclabili. È stato, insomma, un convegno, ma anche un brainstorming, un momento di incontro per tutti gli attori della filiera che hanno accresciuto la consapevolezza che l'Eps non corrisponde a inquinamento, ma a possibilità, che si deve tradurre, con gli sforzi di tutti, in riciclo e sostenibilità.

SKYNET

Sistema costruttivo antisismico per vespai e compensazioni di quota

ANTISISMICO

CONFORME A NTC2018

ECONOMICO E SOSTENIBILE

Il sistema Skynet, comparato ai sistemi tradizionali, forma una soletta nervata rialzata dalle fondazioni o dal terreno per mezzo di pilastri con diametro conforme alle normative ed in grado di assorbire le sollecitazioni sismiche.

Il sistema è assolutamente innovativo: la puntellazione è formata da una serie di tubi Ø125 mm lasciati vuoti durante la fase di getto. In tal modo si minimizza la quantità di calcestruzzo utilizzata convogliandola solo nelle strutture portanti d’interesse .

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Skynet, l’innovativo sistema brevettato di casseforme modulari per la formazione di solette nervate sopraelevate conformi a Eurocodice ed American Concrete Institute (NTC2018, EC2, ACI318).

CORTEXA

SISTEMA CAPPOTTO ANCORA AL CENTRO PER I PROFESSIONISTI

Un sondaggio promosso dell’associazione tra 700 specialisti della riqualificazione energetica, conferma il ruolo di primo piano della coibentazione dell’involucro. Ma anche problemi da superare

Il green è un traguardo necessario per l’edilizia. E se il superbonus è andato in pensione, gli incentivi fiscali no, seppure ridimensionati. La legge di Bilancio 2025 prevede ancora la possibilità di detrarre il 50% della spesa: per chi vuole ridurre il consumo energetico della propria abitazione la notizia è positiva. Quindi, dato che il cappotto termico è il sistema più utilizzato per ottenere questo risultato, è interessante scoprire i risultati dell’indagine tra i progettisti promossa dal Centro Studi Cortexa che ha interrogato 700 professionisti. Obiettivo: comprendere prospettive, aspettative e bisogni della categoria per rendere la sostenibilità in edilizia realtà. L’indagine si innesta in un più ampio progetto di Cortexa, Etics for -55%, finalizzato a rendere sempre più tangibile

Alessandro Bonvicino

il contributo del sistema a cappotto per la sostenibilità in edilizia. «Dall’indagine emerge un cambiamento profondo e positivo nella percezione del ruolo della qualità dei sistemi da costruzione, della loro corretta progettazione e posa in opera», commenta Stefano Deri, Presidente di Cortexa.

IL PANEL

Il 90% dei partecipanti interrogati dal centro studi dell’associazione sono provenienti per lo più dal Nord Italia (66%). Sono ingegneri, architetti e geometri che hanno maturato una significativa esperienza in interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con il coinvolgimento del sistema a cappotto. Più del 40% dei

partecipanti ha realizzato oltre dieci interventi di questo tipo. I principali interventi di riqualificazione energetica riguardano gli edifici residenziali esistenti: il 55% degli intervistati si è occupato della riqualificazione di abitazioni indipendenti e il 27% di condomini. L’indagine ha esplorato anche il mondo dei committenti, mediante il punto di vista dei progettisti. Risultato: per il 72% la disponibilità di incentivi fiscali è determinante affinché i committenti procedano con gli interventi di riqualificazione. La mancanza di incentivi influisce moltissimo sulla decisione di riqualificare nel Centro Italia (73%), Isole (70%) e Sud Italia (59%). Ma meno al Nord.

EUROIGNORANZA

Ancora: oltre il 60% dei committenti è scarsamente informato sulla direttiva europea Case Green, mentre oltre il 30% non ne sa proprio nulla. Il 70% dei progettisti ritiene, invece, che i committenti siano ben informati sugli incentivi fiscali in vigore. La misura di risparmio energetico dell’edificio più proposta dai progettisti ai committenti è l’efficientamento dell’involucro edilizio mediante sistema a cappotto (88,15%): il concetto è che senza prima rendere efficiente l’involucro non è sensato investire, per esempio, in fonti alternative di energia. L’unica energia realmente sostenibile è quella risparmiata. Il sistema a cappotto è scelto dai committenti prevalentemente per migliorare il comfort della propria abitazione (30% delle risposte) con una differenza rispetto a quanto era emerso in un precedente sondaggio Cortexa del 2022, in base al quale il cappotto era scelto prevalentemente per raggiungere i requisiti di accesso agli incentivi fiscali o per ridurre i costi in bolletta. L’aumento delle temperature negli ultimi anni ha evidenziato l’esigenza di proteggere le abitazioni anche dal caldo, per ottenere comfort abitativo senza un incremento drastico dei costi per il raffrescamento. Nel sondaggio 2024 questo dato è particolarmente rilevante al Sud, nelle Isole e al Centro (rispettivamente 38%, 36% e 30%) rispetto al Nord (28%), dove la motivazione di scelta principale è il risparmio in bolletta. Le pareti di un edificio isolate con il cappotto acquisiscono un’elevata capacità termica, che consente di mantenere stabile la temperatura interna, riducendo il fabbisogno di raffreddamento degli edifici in estate e nei climi caldi.

HANDICAP COSTI

La principale obiezione del committente nella scelta di questo tipo di coibentazione, secondo il progettista, è il costo elevato (44%): secondo Cortexa si tratta di una percezione errata. Secondo i dati ufficiali di Enea relativi agli interventi incentivati con ecobonus, la coibentazione dell’involucro dell’edificio è la misura più efficace: garantisce un elevatissimo risparmio energetico al più basso costo per kW/h di energia risparmiata. Tuttavia,

A

DATI RELATIVI

AGLI

INTERVENTI FINANZIARI CON ECOBONUS. FONTE: RAPPORTO ENEA 2022 SULLE DETRAZIONI FISCALI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA (DATI 2021)

per via della complessità dell’intervento in facciata, la coibentazione dell’involucro è meno praticata ed è meritevole, per essere praticata su larga scala, di un supporto fiscale adeguato. Altri dati: oltre il 70% dei progettisti si dichiara poco informato sui contenuti della direttiva europea Ebpd, comunemente detta Case Green, che

MERCATO ITALIANO DEL SISTEMA A CAPPOTTO IN M2 PER ANNO E CONVERSIONE DEI M2 IN NUMERO DI CONDOMINI DA 4

PIANI CHE SI POSSONO

COIBENTARE CON IL TOTALE DEI M2 FONTE: CENTRO STUDI CORTEXA

PERCENTUALE DI RISPARMIO ENERGETICO DELL’INVOLUCRO EDILIZIO IN DIVERSI PAESI, IN RELAZIONE AL RISPARMIO TOTALE DELLA RIQUALIFICAZIONE. FONTE: EAE, ENERGY SAVING GUIDE 2024

viene ritenuta importante dal 71% e fondamentale dal 20% dei professionisti per migliorare la sostenibilità del patrimonio immobiliare.

I progettisti ravvisano nella mancanza di incentivi a lungo termine (80%) e di imprese formate, esperte e certificate (45%) i maggiori ostacoli all’implementazione della direttiva europea sull’efficienza e prestazione energetica degli edifici. Per il 76% dei progettisti il sistema a cappotto è determinante per raggiungere gli obiettivi previsti dalla direttiva europea Case Green, in quanto è la misura chiave per ridurre gli sprechi di energia dell’edificio. Tuttavia, il 73% dichiara che non è sufficiente scegliere un cappotto qualunque, bensì un sistema dotato di tutte le certificazioni necessarie, come raccomandato da Cortexa sin dal 2007: kit fornito da un unico produttore, dotato di Eta e marcatura Ce, progettato e posato a regola d’arte.

CASA CLIMA

Sempre secondo il sondaggio, il 70% dei progettisti ritiene la certificazione Casa Clima il principale protocollo che determina la sostenibilità di un edificio. Cortexa considera anche in questa informazione una significativa evoluzione del mercato. Il protocollo Casa Clima è quello che più di tutti si occupa di garantire non solo la corretta scelta e progettazione del sistema a cappotto, bensì ne verifica anche la corretta esecuzione. Vale a dire che gli attori della filiera edile stanno chiedendo certezze e qualità per tutto il processo di progettazione, costruzione e riqualificazione.

Ancora: il 41% dei progettisti richiede un supporto formativo e consulenziale sulla progettazione del sistema a cappotto da parte dei produttori, a sottolineare ulte-

riormente l’esigenza di essere messi nelle condizioni di progettare ed eseguire lavori a regola d’arte. Per il 54% è fondamentale avere più chiarezza sulle soluzioni incentivabili che consentono un reale risparmio energetico. Questo dato è molto importante e fa riferimento a tutti i materiali edili che si propongono come isolanti, ma non lo sono: questi materiali «miracolosi», sempre secondo Cortexa, non sono una reale alternativa all’isolamento termico con cappotto e, in virtù delle loro scarse prestazioni, non dovrebbero rientrare negli interventi che beneficiano degli incentivi fiscali.

POCHI TECNICI

Altri risultati del sondaggio: il 57% dei progettisti vorrebbe potere accedere a liste di imprese esperte e formate. Attualmente, i posatori di sistemi a cappotto con competenze volontariamente certificate secondo la norma Uni 11716 sono circa 6 mila (-33% rispetto a giugno 2022). Questo calo è legato alla riduzione degli incentivi fiscali e non lascia ben sperare sulla qualità di una eventuale massiccia ripartenza degli interventi di riqualificazione legati alla direttiva Case Green. Per l’85% dei progettisti i committenti interpretano la sostenibilità in edilizia come la riduzione dei consumi energetici degli edifici. Ancora una volta, il dato conferma che è passato il concetto chiave di efficientamento: inutile investire su qualsiasi

altra misura, se prima non vengono eliminati gli sprechi di energia degli edifici.

«I progettisti chiedono certificazioni ufficiali dei sistemi, imprese dalle competenze certificate, l’identificazione da parte del Governo delle priorità anche nella scelta di incentivare esclusivamente soluzioni in grado di fornire un contributo certo alla riduzione di consumi ed emissioni, quale il sistema a cappotto», conclude Deri. «Noi lavoriamo dal 2007 alla diffusione di una cultura del costruire sostenibile e delle riqualificazioni integrate, dove il sistema a cappotto gioca un ruolo chiave, in quanto in grado di eliminare e prevenire i principali sprechi di energia dell’edificio. Come Cortexa abbiamo fortemente voluto e collaborato allo sviluppo delle norme Uni/Tr 11715 per la progettazione e posa, interamente basata sul Manuale Cortexa, e Uni 11716 e per la certificazione delle competenze dei posatori di cappotto. Dal 2007 promuoviamo il sistema a cappotto di qualità, fornito come kit da un unico produttore, dotato di Eta e marcatura Ce. Perché la direttiva Case Green diventi realtà e porti dei benefici reali ai cittadini e allo Stato, chiediamo, assieme ai progettisti, qualità e rigore: che le norme per la progettazione e la posa, la certificazione delle competenze e il sistema a cappotto certificato come kit diventino requisiti indispensabili per accedere agli incentivi fiscali».

ATTUALITÀ

COSTRUZIONI METALLICHE SENZA RUGGINE

I dati relativi al segmento non residenziale analizzati dall’associazione indicano una crescita anche per il prossimo anno. Sempre positivi anche i margini

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Paolo Caliari

ATTUALITÀ

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ATTUALITÀ

CASSE IN LEGNO E PALLET CAMPIONI DI SOSTENIBILITÀ

Il primo studio sul ciclo di vita (Lca) dei sistemi di confezionamento di tipo industriale mette in luce i vantaggi del materiale naturale. Non sufficientemente riconosciuti a livello europeo

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Sara Giusti

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L'EVENTO DI ASSOIMBALLAGGI

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GLI IMBALLAGGI IN LEGNO, (PALLET, CASSE, CASSETTE), UNA VOLTA TERMINATO IL PROPRIO CICLO DI UTILIZZO, SUBISCONO UN PROCESSO PER CUI VENGONO TRASFORMATI IN COMPONENTI DI PANNELLI IN LEGNO CHE, A LORO VOLTA, SERVIRANNO A COSTITUIRE ARREDO

CRESCERE INSIEME: PRONTI AD ACCOGLIERE NUOVE REALTÀ

Il processo di aggregazione ha portato il gruppo a 70 punti vendita. Perché l'integrazione presenta vantaggi per chi cede l’attività e rimane come manager. E con una e-mail riservata si aprono le trattative

er anni il sonnacchioso settore della distribuzione edile si è mosso come la deriva dei continenti: con estrema lentezza. Ma in pochi anni il mondo è cambiato. Ora gruppi grandi e piccoli sembrano impegnati in una grande partita di Pacman, lo storico videogioco in cui l’obiettivo è mangiare tutti i punti all’interno di un labirinto chiuso, evitando però quattro letali fantasmi colorati. Perché nel processo di aggregazione non mancano trappole e insidie. La verità è che un processo di

DEI

VENDITA ETERNOO IN ITALIA. A SINISTRA, FRANCO NESSI AL CENTRO CON I FIGLI FEDERICO E CATERINA

MAPPA
PUNTI

STORIA DI COPERTINA

aggregazione gestito bene è sano e, se vogliamo, anche inevitabile. E le realtà più dinamiche, come Eternoo, hanno scelto di diventare più grandi, ma senza perdere il contatto con la realtà: «adelante con juicio» avrebbe detto Alessandro Manzoni. Una strategia che ha premiato il gruppo, che ha appena rinnovato la ragione sociale da Eternedile a Eternoo. Nata nel 1949 a Bologna, Eternoo è ora un’azienda che veleggia verso il migliaio di dipendenti, con 30 mila articoli specializzati in 70 punti vendita, come spiega l’amministratore delegato, Federico Nessi. Domanda. Il mondo della distribuzione edile attraversa una fase di concentrazione. Voi siete uno dei poli aggreganti: perché volete diventare più grandi? Risposta. Crescere non è una scelta, ma un dovere per la solidità di Eternoo, soprattutto in ottica prospettica. Se pensiamo che all’estero le realtà leader hanno centinaia di punti vendita, è facile capire che non si può sopravvivere senza una dimensione importante.

D. Vi siete dati un obiettivo?

R. Non abbiamo un unico obiettivo, anche perché una volta raggiunto è doveroso pensare a quello successivo. Di recente abbiamo portato tutti i nostri area manager e i manager della sede a fare un weekend tutti assieme, lontano dai nostri uffici, e ho regalato loro un libro che si intitola Il gioco infinito di Simon Sinek. Ecco, in questo

PUNTO VENDITA
ETERNOO A MANTOVA

STORIA DI COPERTINA

libro si spiega proprio come non esista un momento in cui l’azienda raggiunge un obiettivo e può ritenersi soddisfatta, perché il gioco non finisce mai.

D. Come scegliete le aziende da acquisire?

R. In realtà spesso sono le aziende a sceglierci, perché ci contattano chiedendoci di poterci conoscere per capire se ci sono i presupposti per poter cedere l’attività. In realtà a me non piace la parola cessione, perché abbiamo avuto tantissimi casi in cui l’imprenditore è rimasto all’interno dell’attività come store manager, oppure come area manager. Si tratta pertanto di integrazioni, dove sostanzialmente l’azienda mantiene l’assetto precedente e viene semplicemente integrata all’interno della nostra struttura, con tutti i vantaggi che ne conseguono per ambo le parti.

D. Quando fate queste operazioni, mantenete i dipendenti all’interno del punto vendita acquisito, oppure inserite del vostro personale?

tività. Questo vale anche per il titolare dell’azienda, che se accetta la nuova sfida, può anche divertirsi molto in una veste manageriale. Prendo come esempio Alessandro Carini, che ha deciso di entrare a fare parte di Eternoo nel 2023. Alessandro gestiva un punto vendita ad Arco (Trento) da oltre 10 milioni di ricavi e faceva parte del consorzio BigMat. Nonostante avesse notevoli qualità imprenditoriali, ha capito che scegliere di entrare a fare parte di Eternoo fosse una scelta lungimirante e oggi posso affermare con orgoglio che sia uno dei nostri migliori area manager. Serve coraggio per fare scelte di vita come questa, ma noi cerchiamo costantemente manager che abbiano spirito imprenditoriale, quindi che cosa c’è di meglio di un imprenditore che diventa manager?

D. Perché un imprenditore dovrebbe scegliere di diventare manager?

ESPOSIZIONE CERAMICHE E ARREDOBAGNO

R. Manteniamo i dipendenti del punto vendita! Questa è una di quelle domande che ci vengono fatte più spesso quando si parla di queste operazioni e ci sorprende, perché tutti sanno quanto sia difficile trovare personale, pertanto siamo molto felici di poter spiegare quanto per noi sia fondamentale che i dipendenti rimangano e continuino il lavoro che hanno sempre svolto per portare avanti l’at-

R. Scegliere di fare questa operazione è innanzitutto una scelta di vita, perché si tratta di imprenditori che hanno dedicato la loro esistenza alla propria azienda. Uno dei motivi per cui prendono questa decisione è la lungimiranza: guardando avanti dieci anni, comprendono che il mercato sarà sempre più complesso e competitivo. Pertanto, la dimensione sarà fondamentale per riuscire a sopravvivere. Un’altra ragione risiede nella qualità di vita:

un imprenditore deve svolgere attività molto stressanti, come il recupero crediti dei clienti, la gestione del flusso di cassa, la relazione con banche, commercialisti, eccetera. Diventare manager di Eternoo consente di concentrarsi sulla parte più divertente del nostro mestiere, ossia la vendita. Infine, mi preme sottolineare che diamo tantissima fiducia ai nostri collaboratori, perché d’altronde sono loro a essere sul campo tutti i giorni e delegare loro le decisioni è fondamentale per essere rapidi ed efficienti in un mercato che ti chiede innanzitutto rapidità. D. Come avviene, in pratica, il processo di acquisizione?

R. Dopo la trattativa, in cui si sono definite le condizioni contrattuali, si firma il preliminare di vendita. A questo punto, ci presentiamo ai futuri collaboratori dell’azienda che andremo a integrare e insieme al nostro team di acquisizioni si procede a fare due attività importanti: formazione e inserimento dati. Dopo circa due-tre mesi si procede quindi al passaggio vero e proprio dal notaio e in quel giorno, solitamente a inizio mese, il nuovo punto vendita comincia a fatturare con la nuova ragione sociale Eternoo Spa.

D. Qual è la differenza del vostro modello rispetto a quello di un consorzio?

R. La sostanziale differenza tra noi e un consorzio è rappresentata dal fatto che le decisioni valgono per tutti i 70 punti vendita, mentre un consorzio può dare degli input, ma non può obbligare i propri consorziati a prendere determinate decisioni, perché si tratta appunto di tante aziende distinte, con tanti imprenditori differenti. Faccio un esempio: se un cliente ha un pagamento con riba 30 giorni da un consorziato e un determinato prezzo sul cemento, lo stesso cliente può andare da un altro consorziato dove gli possono fare riba 90 giorni e un altro prezzo sul cemento. Questo chiaramente non può avvenire in Eternoo, dove i clienti hanno lo stesso pagamento in tutta Italia e la fatturazione è univoca.

D. Quali possono essere i vantaggi per chi vende?

R. Il primo vantaggio per chi vende è chiaramente di natura economica, perché mette al sicuro le fatiche di una vita. Oggi l’azienda ha un valore, mentre il futuro è incerto per chiunque. Un altro grande vantaggio è a livello di motivazione: fare il manager all’interno della nostra realtà consente di conoscere un modo di lavorare nuovo, che quando si combina con l’esperienza dell’imprenditore diventa vincente. Un altro grande vantaggio è la serenità: oggi l’imprenditore corre una quantità di rischi enorme. Basti pensare che la stragrande maggioranza delle aziende non dispone di un modello organizzativo 231 (il sistema volto a prevenire reati e a garantire la responsabilità amministrativa attraverso protocolli che regolano i processi aziendali sensibili ndr). Gli adempimenti che oggi necessita un’azienda sono davvero tantissimi e ci rendiamo conto che per un imprenditore con un singolo punto vendita sia

davvero complesso stare dietro a tutto, a maggior ragione quando ci si deve occupare di tutti gli aspetti dell’azienda, dalla vendita alla burocrazia. Faccio un esempio importante: suggerisco a tutti i nostri colleghi una valutazione tecnica dei certificati prevenzione incendi.

ETERNOO INVESTE

NELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER ESSERE AL SERVIZIO DELLE IMPRESE

«Ho deciso di investire personalmente in Webion perché sono convinto che l’intelligenza artificiale sia un’onda da cavalcare, non da subire. Webion è un’eccellenza nello sviluppo di soluzioni AI innovative per le aziende», spiega Federico Nessi. «Nel settore dell’edilizia, in particolare, esiste un significativo gap tecnologico rispetto ad altri ambiti, e riteniamo fondamentale colmarlo. Vogliamo innovare prima Eternoo e poi contribuire all’innovazione dell’intera filiera edile, mettendoci al servizio delle imprese».

Fondata nel febbraio 2022, Webion è un’azienda di Modena specializzata nella creazione di software personalizzati, calibrati sulle esigenze specifiche delle aziende. Distinguendosi per innovazione e approccio su misura, la società IT offre diverse tipologie di soluzioni: dal monitoraggio e controllo dei processi di produzione in tempo reale, allo sviluppo di piattaforme IoT, dalla manutenzione predittiva con algoritmi di machine learning all’implementazione di piattaforme ERP (Enterprise Resource Planning) e CRM (Customer Relationship Management).

STORIA DI COPERTINA

NUOVO PUNTO VENDITA A MARCHIO ETERNOO NELLA CITTÀ DI PARMA

Eternoo ha annunciato l’apertura di un nuovo punto vendita per la prima volta nella città di Parma, in Strada Beneceto 19/A, dove è possibile trovare una vasta gamma di prodotti e servizi dedicati al settore dell’edilizia, un reparto dedicato alle finiture a secco del cartongesso e una ferramenta professionale dotata di strumenti e attrezzature antinfortunistiche per supportare al meglio le attività.

Attraverso la crescita delle filiali, l’azienda Eternoo intende offrire una rete sempre più capillare al servizio dei cantieri d’Italia.

SHOWROOM AQVA

CERAMICHE, IL MARCHIO

ETERNOO PER LE FINITURE EDILI

D. Quanti sono oggi i vostri punti vendita?

R. Con l’acquisizione di Garbin a Vicenza siamo arrivati a 70 punti vendita.

D. E i dipendenti?

R. Siamo a circa 650 e speriamo presto di raggiungere il traguardo dei mille.

D. Aumentare il numero dei dipendenti significa anche necessariamente fare formazione. Come vi muovete?

R. Abbiamo una Academy che ci consente di fare formazione in modo efficace. Fare formazione è sicuramente la sfida più complessa quando si cresce velocemente ed è per questo che la stiamo strutturando in modo sempre più forte.

D. Chi valuta la possibilità di cessione della propria insegna come si mette in contatto con voi?

R. Abbiamo deciso di creare un’apposita e-mail:

acquisizioni@eternoo.it, con cui ci possono contattare nella massima riservatezza. Spesso gli imprenditori hanno paura a contattarci perché temono possa filtrare qualche informazione. Vogliamo sottolineare quanto per noi la riservatezza sia fondamentale. Questa e-mail è letta soltanto dal nostro ristretto team di acquisizioni nella totale riservatezza, che esamina le aziende e ce le sottopone. Se riteniamo che siano adatte a un incontro, proponiamo un appuntamento la cui finalità è soprattutto quella di conoscersi, perché dico sempre che è fondamentale piacersi innanzitutto dal punto di vista umano.

D. Diventare più grandi non vi spaventa data la fine dell’effetto superbonus?

R. La fine del superbonus ci conferma quanto sia fondamentale continuare a diventare grandi, perché con il calo del fatturato, la dimensione sarà ancora più importante per riuscire a competere.

D. Gli incentivi fiscali hanno cambiato l’attitudine dei distributori a creare business?

R. Purtroppo abbiamo visto che alcuni distributori sono tornati a fare condizioni di pagamento molto lunghe a imprese non meritevoli, generando una grande distorsione nel mercato. È sufficiente ricordare alla crisi del 2007-2008, che ha messo in ginocchio l’economia e ha colpito chiaramente quelle aziende che gestivano pagamenti lunghissimi, perché hanno avuto perdite su crediti molto più grandi, che le hanno affossate. A volte le aziende hanno la memoria corta e pensano che le cose possano andare bene per sempre, ma la realtà è che l’economia è ciclica e le grandi crisi arrivano periodicamente, mettendo chiaramente in forte difficoltà le imprese che concedono pagamenti esageratamente lunghi con grandi esposizioni a rischio.

D. Avete cambiato il nome: da Eternedile a Eternoo.

Vuole ricordare perché?

R. Vogliamo diventare un vero e proprio brand, così come lo è Esselunga nel suo settore. E per poterlo fare era necessario rinnovare l’immagine in maniera profonda, trasmettendo quello che per noi è un pilastro per il futuro, ossia l’innovazione. Investiamo e investiremo sempre di più nelle nuove tecnologie, che saranno un fattore di differenziazione fondamentale, sia per i nostri collaboratori, sia per i nostri clienti.

D. Previsioni per il 2025?

R. Pensiamo sarà un anno molto complesso, ma faremo di tutto per andare in controtendenza rispetto al mercato, grazie soprattutto alle acquisizioni. Invito quindi qualsiasi azienda abbia la curiosità di conoscerci per valutare di entrare a fare parte del nostro gruppo a scriverci all’e-mail che ho indicato. Fare un incontro non costa nulla e può chiarire molti aspetti senza alcun impegno. Conoscersi a livello umano ancora prima che professionale è alla base di qualsiasi operazione di successo.

Gli specialisti del rinforzo strutturale green

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Una precisa identità aziendale serve non solo a definire meglio gli obiettivi di business, ma anche a migliorare la produttività di chi lavora. Gli strumenti? Trasparenza, coinvolgimento e buon esempio dai piani alti

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I l c o n s o l i d a m e n t o s t r u t t u r a l e , u n ’ o p e r a f o n d a m e n t a l e p e r

g a r a n t i r e l a s i c u r e z z a e l a d u r a t a n e l t e m p o d e g l i e d i f i c i ,

s t a v i v e n d o u n a s i g n i f i c a t i v a e v o l u z i o n e g r a z i e a l l ’ i n t r o d u z i o n e

d i m a t e r i a l i i n n o v a t i v i e a l l ’ a t t e n z i o n e c r e s c e n t e v e r s o l a

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L E T U B A Z I O N I I N P O L I E T I L E N E D I S Y S T E M G R O U P

c o n l e l o r o c a r a t t e r i s t i c h e d i l e g g e r e z z a , r e s i s

r a p p r e s e n t a n o u n a s o l u z i o n e d i e l e v a t i s t a n d a

I n o l t r e , l ’ i n t e g r a z i o n e d e i C A M r e n d e q u e s t i i n

a l l a s i c u r e z z a a m b i e n t a l e

L ’ O B B L I G O D E I C A M

I C A M s o n o u n i n s i e m e d i r e q u i s i t i c h e d e v o n o e s

n e l l e p r o c e d u r e d i c o s t r u z i o n i e d i l i , o r i e n t a n d o l e

s o l u z i o n i p r o g e t t u a l i , p r o d o t t i o s e r v i z i m i g l i o r i s o

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N e l c a s o d e l c o n s o l i d a m e n t o s t r u t t u r a l e , l ’ a p p l i c a

p r o d o t t i o t t e m p e r a n t i a i C A M s i t r a d u c e i n :

s c e l t a d i m a t e r i a l i e c o - c o m p a t i b i l i : m a t e r i a l

p a r t e d a “ P L A S T I C A S E C O N D A V I T A ” , a b a s

a m b i e n t a l e e p r o d o t t i c o n l ’ a u s i l i o d i e n e r g i a

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S E C O N D A V I T A ” è t r a c c i a b i l e l u n g o t u t t a l a f

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d e l m a t e r i a l e r i c i c l a t o ;

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a t t e n t a a l l a s o s t e n i b i l i t à e d i f f e r e n z i a t i d a i t u o

C E R T I F I C A Z I O N I E G A R A N Z I E

System Group ha ottenuto le certificazioni:

“ I n s i e m e , p o s s i a m o c o s t r u i r e

u n f u t u r o p i ù v e r d e , u n p r o d o t t o

a l l a v o l t a , g a r a n t e n d o q u a l i t à

e s o s t e n i b i l i t à i n o g n i s c e l t a . ”

LE CINQUE REGOLE DA RISPETTARE

Che sia il Milan, la Juventus oppure l’Atalanta: la passione per la squadra di calcio preferita è qualcosa che accompagna un tifoso per tutta la vita. E con cui si identifica. Eppure, da un punto di vista strettamente economico, è un costo:

SOLOPERABBONATI

biglietti per lo stadio, magliette, abbonamenti televisivi, per non parlare delle trasferte per i più sfegatati. Ma non importa: l’appartenenza a un’entità precisa è un bisogno fondamentale dell’essere umano. E a volte, quando portata all’eccesso, ha anche un lato negativo, se comporta atteggiamenti di esclusione e discriminazione verso chi non fa parte dello stesso gruppo etnico, religioso o semplicemente sportivo. Ma questo è un altro discorso. Va notato, invece, che l’orgoglio per l’appartenenza a una fazione, partito, schieramento, tifoseria, associazione, fanclub e via raggruppando, molto spesso non riguarda l’attività che impegna gli individui per buona parte del loro tempo: il luogo di lavoro. Un dipendente, insomma,

ABBONATI

DEUS

DOPO 20 ANNI IL GRUPPO PENSA IN GRANDE

I festeggiamenti per il doppio decennale del consorzio coincidono con l’istituzione di una Commissione Sviluppo per valorizzare l’imprenditoria diffusa

Deus compie vent’anni. A festeggiare l’anniversario, in una serata unica nella cornice della Fornace di Sammontana a Montelupo Fiorentino (Firenze), si sono riunite le rivendite del

consorzio assieme al presidente Thomas Kerschbaumer, i membri del consiglio di amministrazione e della commissione tecnica, i partner della produzione e dei media. «Il ventennale Deus non è solo un traguardo, ma anche e soprattutto un punto di

partenza: progettiamo, giorno dopo giorno, la crescita mettendo in campo tutte le attività necessarie per costruire il nostro futuro», si legge in una nota del consorzio. Quella di Montelupo Fiorentino è il primo di una serie di appuntamenti annuali che

LA COMMISSIONE TECNICA DEUS

I

VENT'ANNI DI DEUS

Deus ha deciso di inaugurare lungo tutto lo Stivale per dare spazio alle varie realtà territoriali che ne compongono l’anima.

THOMAS KERSCHBAUMER

«Sono stati vent'anni di lavoro, di esperienza, di discussioni, di compromessi ma soprattutto di successi, di sfide superate e di traguardi raggiunti», ha commentato sul palco dell’evento Kerschbaumer. «Il fatto che un rapporto professionale duri vent’anni non è da poco. Non è stato sempre facile, però ci siamo riusciti e sono sicuro che lo faremo anche in futuro. Per far questo ci vogliono tante persone che credono nel progetto, che fanno un lavoro di squadra con una fiducia reciproca». A seguire è intervenuto Valerio Lermini, componente del consiglio di amministrazione, in Deus fin dagli esordi: «Vent’anni fa eravamo un gruppo di pionieri, di gente che sognava. Abbiamo creato questo gruppo dei gruppi, che molti vedevano con scetticismo. Noi stessi avevamo dei dubbi perché stavamo creando qualcosa di inedito in Italia. Siamo partiti spinti dall’amicizia, dalla stima reciproca e dalla voglia di creare qualcosa di nuovo, e con un po' d’orgoglio posso dire che ci siamo riusciti, pur tra mille difficoltà che abbiamo sempre superato brillantemente. C’è stata la crisi del 2008 che è durata quasi dieci anni, la pandemia, il superbonus. Oggi dobbiamo fare i conti con un mercato che si sta assestando, si sta normalizzando. Credo che la vita di gruppo serva anche a portare qualcosa di proprio perché diventi patrimonio di tutti e viceversa, in gruppo si superano meglio sia le difficoltà sia i momenti belli».

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEUS. SOPRA, LA COMMISSIONE SVILUPPO

Eclisse

CHI HA RICEVUTO GLI AWARDS

HaritiratoilpremioFabrizioZaccaron,direttorevenditeItalia.

Eclisse come Deus crede nell’impegno costante a vedere ciò che gli altri non vedono, vedere oltre lo stato dell’arte per immaginare la prossima generazione delle tecnologie a cui nessuno ha ancora pensato per dare al cliente il miglior prodotto e servizio possibile.

Fassa Bortolo

Ha ritirato il premio Maurizio Colista, direttore vendite. Marchio storico nel mondo dell’edilizia, Fassa Bortolo è da sempre partner Deus. L’attenzione alla qualità e alle materie prime, la ricerca, l’innovazione e il rispetto ambientale, rappresentano la visione dell’azienda, che si esprime con un impegno costante nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia per l’evoluzione dell’edilizia.

Industrie Cotto Possagno

Ha ritirato il premio Sabrina Cunial, direttrice vendite e marketing.

Da vent’anni a fianco del consorzio Deus, Industrie Cotto Possagno lavora per accrescere la qualità del costruire offrendo soluzioni per coperture che permettano un efficientamento energetico delle abitazioni e la crescita del loro valore economico. Per questo l’attività di ricerca e sviluppo di soluzioni di coperture a falda sostenibili è per l’azienda un impegno imprescindibile per contrastare i cambiamenti climatici.

Kerakoll

Ha ritirato il premio Massimiliano Ippolito, direttore vendite

Italia.

Kerakoll, partner storico del gruppo Deus, è una realtà multinazionale attiva nel settore dell’edilizia con tre business unit, focalizzate nel mondo della posa, dell’edilizia e delle superfici e un’offerta integrata di prodotti e servizi per costruire luoghi migliori in cui vivere e progettare il domani con la stessa passione di ieri.

Laterlite

Ha ritirato il premio Andrea Bandera, direttore commerciale Italia.

Da sempre in partnership con Deus, Laterlite con le divisioni Leca, LecaSistemi, Gras Calce e Ruregold, si impegna a proporre al mercato dell’edilizia soluzioni tecniche non solo leggere, ma anche innovative e sostenibili.

Aliaxis Italia

Ha ritirato il premio Giancarlo Emolo, sales area manager. Partner storico del consorzio, Aliaxis Italia è pioniere nel settore delle soluzioni sostenibili e innovative per utilizzare acqua e energia con tubazioni in plastica all’avanguardia che anticipano le esigenze in rapida evoluzione del mercato.

Xella

Ha ritirato il premio Domenico Pettine, sales area manager. Xella Italia è presente in Italia con i marchi Ytong, Multipor e offre un sistema costruttivo completo in calcestruzzo aerato autoclavato, costituito da un’ampia gamma di blocchi per murature, una gamma di malte e intonaci, per assicurare una completa compatibilità dei prodotti a garanzia della qualità della costruzione finale.

PREMIATA ANCHE YOUTRADE

L’evento è proseguito con la consegna dei premi ai partner storici del consorzio Deus: Eclisse, Fassa Bortolo, Industrie Cotto Possagno, Kerakoll, Laterlite, Aliaxis Redi e Xella (vedi box). Durante l’evento la rivista YouTrade è stata premiata in qualità di media partner. Riconoscimenti sono stati assegnati anche alla commissione tecnica «il nostro fiore all’occhiello», ha dichiarato Kerschbaumer. Sul palco sono saliti Pietro Piva, consigliere Deus e coordinatore della commissione tecnica, insieme a Stefano Francucci e Claudia Vallone di Gruppo Area De, Andrea Biagioni, Francesco Gostoli e Damiano Secchiaroli di Edilya Consortile, Genziana Carpena di Edilgroup, Carlo Finarelli del Gruppo Gde, Claudio Tempestini di Gruppo Gef, Martin Barbieri di Tophaus, Antonino Rizzo di Gruppo Uniedil, Martino Novello di Gruppo Stea, Alessia Bernardini di Gruppo Coried Rete d’impresa.

NUOVE PROCEDURE

Tra le novità annunciate durante la serata l’istituzione

all’interno del Deus della Commissione Sviluppo. A spiegarne l’essenza i due consiglieri del Cda, Carmela De Masi e Remo Pieretti. «L’idea della Commissione Sviluppo è nata quattro anni fa», ha spiegato De Masi. «Deus prima era semplicemente un gruppo di gruppi, poi si è aperto a tutti i punti vendita appartenenti al consorzio. Si è deciso di fare questo grande passaggio proprio per valorizzare quel concetto di imprenditoria diffusa che io credo sia la base della ricchezza italiana». Secondo la consigliera è dall’imprenditoria diffusa che possono nascere intuizioni e innovazioni, risposte nuove ai bisogni, visioni del futuro. Soprattutto, è nel legame

tra impresa e territorio che si consolida la ricchezza, che non è semplicemente da considerare in termini monetari, ma anche come relazioni, costruzioni di reti, di cultura comune, di rapporti di solidarietà. «Nel suo piccolo Deus vuole partire da questa imprenditoria diffusa chiedendo ai rivenditori consigli, pensieri, case history, per individuare nuove procedure e sviluppare nuove intuizioni. Anche nella differenza, la diversità è la nostra forza. Invitiamo tutti coloro che abbiano idee e consigli a scrivere nel form online sul sito del Deus, non solo con proposte per il gruppo d’acquisto ma anche con consigli su servizi utili a tutti», ha aggiunto Pieretti.

MOMENTI DALLA

CONSEGNA DEGLI

DEUS AWARDS. TRA I PREMIATI ANCHE YOUTRADE: HA RITIRATO IL PREMIO VIRGINIA GAMBINO

HEIDELBERG MATERIALS -1

PRESENTATO IL CEMENTO EVOZERO AI DISTRIBUTORI SARDI

Il roadshow del gruppo presso l’impianto di Samatzai (Sud Sardegna) ha messo in luce l’esigenza della migrazione verso un’edilizia sostenibile e le problematiche dei rivenditori nel mercato dell’isola

x

VISITA ALLO

Le tavole rotonde di Heidelberg Materials, organizzate da Virginia Gambino Editore, non si fermano: in Sardegna, nell’imponente stabilimento di Samatzai (Sud Sardegna), si è tenuto un nuovo incontro. La Sardegna è una terra che non lavora solo con il turismo, ma anche (e molto) con l’edilizia, un settore che oggi ha la possibilità di introdurre nel proprio Dna il fattore sostenibilità. Non è solo una filosofia, ma un’esigenza che l’Europa ha previsto espressamente, con il dimezzamento entro il 2030 delle emissioni di Co2 nell’ambiente. C’è ancora tanto su cui lavorare. Anche i produttori di cemento devono fare la propria parte, ed Heidelberg Materials ha fatto un primo, grande, importante passo per invertire la rotta, investendo su prodotti ecosostenibili e stabilimenti all’avanguardia. Ed è questo uno dei focus su cui si concentrano gli incontri con i distributori.

LA TAVOLA ROTONDA

Alla tavola rotonda di Samatzai erano presenti i rappresentanti del colosso del cemento: Mario Bartolucci, sales area manager con la rete commerciale sarda, Francesca Proietti, marketing analyst, Roberto Crescimbeni, Samatzai plant manager e Luigi Cerci, plant production manager, che si sono confrontati con i rivenditori: Giampiero Dessole, socio I&G Dessole Materiali Edili, Michele Cossu, di Uniedil dei Fratelli Cossu, Giuseppe Ghiani, di Edilteam, Alessandro Falqui Cao, gestore comparto rivendita di Frem Group, Claudio Dessì, socio di Dessì Commerciale, Cesare Manca, titolare della Cesare Manca, e Alessandro Angioni, gestore del punto vendita, e Pier Cadelano, titolare di Cadelano Ferro. Accanto a loro Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade, e Virginia Gambino nel ruolo di moderatrice.

IL PROGRAMMA

Il confronto è stato aperto da Crescimbeni, Bartolucci, Cerci e Proietti, che hanno illustrato la storia della cementeria e sottolineato come Heidelberg Materials si stia impegnando nei propri stabilimenti, Samatzai incluso, per il cambiamento ambientale. «In questi anni Heidelberg Materials ha attuato diversi miglioramenti a livello aziendale. Siamo passati dallo storico brand di Italcementi ad Heidelberg Materials, un nome forte, un’azienda globale, che vuole crescere, coinvolgere ed essere in prima linea per quanto

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riguarda i temi di attualità, uno fra tutti la sostenibilità: abbassare le emissioni, ridurre l’inquinamento, rendere l’aria più pulita e riciclare. Non sono solo slogan, ma una necessità. Per questo abbiamo fortemente voluto un confronto con i clienti del sacco. Come state vivendo questo momento?», ha chiesto Proietti ai riveditori, avviando la discussione. Subito sono stati evidenziati i principali problemi del territorio: l’inflazione, la difficoltà a smaltire i rifiuti all’interno delle rivendite e lo scarso

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interesse da parte dei clienti a essere più green. Almeno per il momento.

LE DIFFICOLTÀ

Alessandro Falqui Cao, direttore generale di Frem Group, ha spiegato che la sua rivendita crede fortemente nella rivoluzione ecosostenibile. «La sostenibilità ci interessa, vogliamo intraprendere azioni mirate. Da qualche anno abbiamo chiesto assisten-

LA TAVOLA ROTONDA

za ai fornitori e ai produttori con più informazioni in merito ai prodotti che commercializziamo, sulle composizioni, sulla provenienza. Abbiamo cercato di capire anche come smaltirli meglio, sono stati fatti diversi sforzi per ottenere comportamenti più corretti nei confronti dell’ambiente, ma abbiamo notato che l’interesse generale da parte degli attori della filiera sul territorio non è stato pari al nostro. Abbiamo

capito che la sostenibilità è un enorme contenitore, che racchiude ciò che si vuole far sapere, ma anche quello che non si vuol far sapere. Nel nostro intento non demordiamo, dobbiamo lavorare per cambiare la mentalità ». Si sono ritrovati nella medesima situazione anche Alessandro Angioni di Cesare Manca, Giuseppe Ghiani di Edilteam e Michele Cossu, socio Uni Edil F.lli Cossu.

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PRESENTATI I DATI DI MERCATO DELL'EDILIZIA IN SARDEGNA, A CURA DEL CENTRO STUDI YOUTRADE. A SINISTRA VIRGINIA GAMBINO MODERA L'INCONTRO CON I DISTRIBUTORI

ALCUNI PARTECIPANTI

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COMPETITIVITÀ

«Nella nostra rivendita abbiamo marchi che ci permettono di essere altamente competitivi nel mercato, ma per quanto riguarda la sostenibilità sono scettico», ha aggiunto Ghiani. «Nel nostro territorio, una delle maggiori difficoltà riguarda proprio lo smaltimento dei rifiuti. Dell’argomento si parla tanto, difficile pensare ad altre azioni dato che non riusciamo a ottenere nemmeno i bidoni per il secco. E il cliente, fra tutti questi ostacoli, non recepisce» «È vero, non ci sono segni di interesse: forse sarebbe opportuno avviare un servizio pensato ad

hoc per i rivenditori», ha chiosato Angioni. «Il periodo storico si presta a profonde riflessioni», ha argomentato Claudio Dessì. «L’ecosostenibilità tocca tutti, ma oltre allo smaltimento, è necessario comprendere le dinamiche di prezzo. In Sardegna i nostri clienti stanno vivendo l’inflazione…». «La nostra azienda esiste dal dopoguerra, il problema dello smaltimento è sentitissimo e noi siamo vicini alla città », ha spiegato Giampiero Dessole. «Vendiamo i prodotti Heidelberg Materials da sempre, crediamo nel marchio e nella serietà dell’azienda, siamo qui anche per studiare soluzioni e nuove proposte»

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DELLA TAVOLA ROTONDA

L’IMPATTO? DIVENTA ZERO

Roberto Crescimbeni, direttore della cementeria di Samatzai, ha illustrato ai rivenditori la mission di Heidelberg Materials: «Un’azienda che è diventata una garanzia nei decenni e che non smette di innovare. Nel 2023, da Italcementi, storico marchio che rimane ancora impresso nelle menti dei rivenditori, c'è stata la svolta con il brand Heidelberg Materials: uno dei principali produttori integrati di soluzioni e materiali per le costruzioni al mondo, nel settore del cemento, inerti e calcestruzzo preconfezionato. Un nuovo nome quindi, seguito dall’annuncio di una nuova mission, poiché l’azienda ha deciso di volgere lo sguardo all’evoluzione tecnologica e, soprattutto, all’impegno verso la sostenibilità. C’è stata, ed è ancora in corso, una rivoluzione di gamma di prodotti e servizi, con cementi sostenibili studiati per dimezzare le tonnellate di Co2 emesse dall’azienda entro il 2030. L’ambizioso obiettivo è quello di annullarle totalmente nel 2050. Oltre a promuovere un futuro circolare e resiliente, dove si stanno mettendo in atto azioni per riutilizzare materiali e ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, i cambiamenti coinvolgono ogni singolo impianto», ha spiegato il manager. Fra i fiori all’occhiello di Heidelberg Materials c’è il progetto dell’impianto di Brevik, in Norvegia, con la conseguente produzione del primo cemento net-zero carbon captured al mondo, ovvero evoZero.

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Mario Bartolucci, responsabile commerciale della zona tirrenica di Heidelberg Materials, ha sottolineato come a Samatzai l’impegno per il rispetto del territorio e ad abbassare le emissioni sia forte. «Non solo parole, ma soprattutto fatti: Heidelberg Materials si occupa ogni volta, dopo un intervento estrattivo, di effettuare un ripristino dei siti, esigendo un utilizzo responsabile delle acque e delle risorse, nella piena sicurezza dei lavori e della comunità locale. I valori sono trasmessi specialmente tramite la formazione dei nostri dipendenti e sono alla base delle nostre azioni quotidiane. I nostri sforzi si combinano per arrivare al net-zero, zero emissioni di Co2, per questo in Norvegia l’azienda ha investito e sta lavorando all’impianto di Brevik, dove l’anidride catturata sarà stoccata in siti dedicati (ex giacimenti di gas esausti). Non si tratta di uno slogan, ma di un reale cambiamento».

ROBERTO CRESCIMBENI
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MARIO BARTOLUCCI

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ALCUNI MOMENTI
DELLA VISITA ALLO
STABILIMENTO DI
SAMATZAI
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UNO STABILIMENTO CERTIFICATO

La cementeria di Samatzai è tra i più importanti asset industriali della Sardegna, un impianto che ha contribuito alla realizzazione di grandi opere e infrastrutture dell’Isola e che, negli anni, ha offerto occupazione a molte famiglie e imprese locali, sia per il lavoro diretto, sia attraverso l’indotto, ha spiegato Pierluigi Cerci, da 20 anni responsabile di produzione dell’impianto di Samatzai. «La cementeria ha iniziato la produzione nel settembre del 1973, con clinker e prodotti finiti, mentre tre anni dopo ha ricevuto la certificazione di qualità Iso 9002 e nel 2003 la certificazione ambientale Iso 14001. Nel 2011 l’impianto ha ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale e, appunto per la tutela ambientale, nel 2013 Italcementi ha siglato un Protocollo di Intesa con i Sindaci dei Comuni di Samatzai, Serrenti e Nuraminis e i Presidenti delle Province di Cagliari e Sud Sardegna per l’adozione di iniziative congiunte, volte a valorizzare il territorio e promuovere lo sviluppo sostenibile, nell’ottica del costante dialogo e dell’intesa tra l’azienda e le istituzioni territoriali. A partire dal 2015 la cementeria ha realizzato importanti interventi di ammodernamento, tra cui la costruzione del nuovo capannone per lo stoccaggio di alcuni combustibili, le nuove vasche per il primo trattamento delle acque piovane e una serie di interventi per il contenimento delle emissioni che hanno permesso alla cementeria di adeguarsi alle attuali Bat, ovvero alle migliori tecnologie sul mercato in questo ambito. All’attività di estrazione nelle cave, una di calcare e una di argilla, si affianca un uso responsabile delle risorse per contribuire alla riduzione degli impatti ambientali attraverso la stesura di piani di recupero in tutte le cave attive, con grande attenzione alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, ha aggiunto Cerci, con recupero finalizzato a garantire stabilità, sicurezza e qualità dell’ambiente naturale, anche in vista di usi futuri. Ma non solo. «È stata attivata sul sito del Comune di Samatzai un’area dedicata alla qualità dell’aria, nella quale è possibile consultare tutti i dati di emissione relativi e il monitoraggio in continuo della cementeria. L’iniziativa fa parte di una serie di azioni finalizzate a informare e a mettere a disposizione documentazione e dati ambientali in un’ottica di trasparenza e comunicazione

LA QUALITÀ

Reputazione e qualità dei prodotti sono i cardini principali di qualsiasi azienda, ha fatto notare Virginia Gambino. E Heidelberg Materials è un marchio di garanzia, anche nella sostenibilità. «È un punto di riferimento, difficilmente i clienti chiedono altro», hanno convenuto i presenti. «Per cambiare rotta ci vorrà del tempo, dobbiamo lavorare per confrontarci,

con la comunità locale», ha precisato il manager. «La capacità produttiva ammonta a 950 mila tonnellate di cemento all’anno. Per il cemento sfuso i clienti possono accedere direttamente a punti di carico muniti di pesa carrale e controllo automatico del riempimento. Per il cemento in sacchi sono installati impianti completamente automatizzati. Sono consegnati sacchi da 25 chili su pallet. La copertura con polietilene dei pallet consente di realizzare bancali sigillati e di garantire di conseguenza una migliore protezione da agenti atmosferici, una maggiore stabilità durante il trasporto e una più facile movimentazione in cantiere. L’evoluzione ecosostenibile dei prodotti è sempre più efficace».

C’è attenzione, insomma, per i lavoratori e per tutte le persone che operano nell’impianto. L’insieme delle iniziative intraprese ha portato, dal 2000, a una riduzione dell’indice di frequenza degli infortuni con assenza dal lavoro di circa l’80%. Il risultato è frutto di un percorso strutturato che ha visto negli anni numerose azioni nell’implementare un innovativo approccio globale che, attraverso i temi fondamentali della leadership, della motivazione, dell’organizzazione e degli standard per la sicurezza operativa ha coinvolto tutto il personale dell’azienda.

fare rete fra noi, promuovere prodotti all’avanguardia e combattere contro una grande distribuzione organizzata che oggi ha acquisito un atteggiamento d’assalto», hanno concordato Manca, Dessole, Cossu e Falqui Cao. «Non solo fra di noi, ma anche fra noi e i nostri clienti e poi insieme con il produttore, per studiare, informarci e costruire un futuro dove è possibile lavorare insieme ».

RIVENDITE LA STRADA È LUNGA PER LA SOSTENIBILITÀ

Giampiero Dessole, I & G.Dessole

L’azienda Dessole nasce a Sassari nel dopoguerra e ad oggi, continua la sua attività in tutto il territorio sardo. «Oltre ai materiali per l’edilizia da noi si trova di tutto, tra infissi, sanitari, rubinetteria, arredo bagno e tutto quello che occorre per gli ambienti che fanno casa, con marchi d’eccellenza. Siamo molto pronti anche sotto il profilo tecnico, offrendo una puntuale assistenza e consulenza in cantiere. Eravamo preparati al cambio di nome di Italcementi, ormai Heidelberg Materials, ma nella zona si usa ancora la prima denominazione, che rimane sinonimo di marchio di qualità. Siamo stati preparati dall’azienda a spiegare la novità alla nostra clientela. Come prodotto, il loro, rimane leader».

YouTrade

Michele Cossu, Uni Edil

Uni Edil nasce nel 2006, fondata da due fratelli e si occupa di edilizia, commercio al dettaglio,

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materiali, legnami e sanitari. Tutto quello che serve per l'abitazione lo si trova in provincia di Oristano. «Commercializziamo maggiormente il cemento in sacchi, gli inerti, la sabbia, i laterizi per la costruzione e serviamo quasi esclusivamente piccole imprese artigiane. La competenza tecnica conta, a mio avviso, moltissimo, tuttavia, non sono in molti che la pensano così: ai corsi ho registrato un calo di partecipazione ed è davvero un peccato. Per quanto riguarda il cemento, in questa materia non c’è bisogno di grande formazione, quanto di un'attenzione ai materiali utilizzati. Noi ci riforniamo da Heidelberg Materials con soddisfazione. Purtroppo, la svolta sostenibile non è apprezzata, anche se noi ci impegniamo in tal senso».

Giuseppe Ghiani, Edil Team

Edilteam si trova ad Assemini (Cagliari) si occupa di edilizia pesante, noleggio di mezzi e tratta materiali, attrezzature e macchinari per l’edilizia, avendo come unico cliente le imprese. Un’azienda fortemente strutturata, dove il cliente viene assistito a 360 gradi: dalla vendita, alle tecniche pratiche per la costruzione e per la riparazione, all’assistenza commerciale, fino al servizio di noleggio, molto richiesto. «Da noi sono richiesti materiali per la costruzione, ci fermiamo

Copyright: YouTrade

prima delle finiture. Il cemento sostenibile non è compreso dal mercato, poiché non è percepito né preso in considerazione. La mentalità oggi è ancora troppo acerba. Noi ci impegniamo per far passare il messaggio, ma il cliente non è interessato. I sacchi di Heidelberg Materials con il nuovo logo non hanno avuto un impatto diverso, l’importante è che non cambi la qualità».

Alessandro Falqui Cao, Frem Group

Dall’armatura alla struttura. Da 40 anni Frem Group, in provincia di Cagliari, e con un'altra sede a Melegnano (Milano) si occupa di materiale edile, quindi edilizia

MICHELE COSSU
GIAMPIERO DESSOLE Copyright:
GIUSEPPE GHIANI

pesante, presagomatura dell’acciaio (controllato e quindi sostenibile) e di un servizio di noleggio a freddo di macchinari e attrezzature. «Le linee di prodotto di Heidelberg Materials più vendute sono il Duracem 325, il Tecnocem 425, il Plastocem e Aly Easy. Di Heidelberg Materials apprezziamo molto il brand: il nome è la loro garanzia. Ma anche il fatto che l’azienda investa molto nell'edilizia sostenibile, nel divulgare un’etica sostenibile e nel tenere alti i propri valori. Per questo chiediamo loro di supportarci con la tracciabilità dei loro prodotti per lo smaltimento: sono tanti i clienti che ci chiedono come fare per smaltirli correttamente. Tuttavia, la sostenibilità non è poi così importante per i nostri clienti diretti, quanto per quelli indiretti. Ci impegniamo affinché la percezione cambi».

Claudio Dessì, Dessì

Dessì, in provincia di Cagliari, è un’azienda che da 50 anni opera in tutta la Sardegna ed è in continua

evoluzione: materiali edili, poi brico e tutto quello che serve per la casa e la ristorazione. «Siamo quattro fratelli, quattro soci, che lavorano in un territorio fortemente turistico. Ci occupiamo di edilizia nelle strutture ricettive e per la ristorazione, fino ai servizi per le seconde case. I clienti non sono ancora molto attenti alle certificazioni di prodotto, proviamo sempre a spiegarlo. Non è semplice far passare il cemento sostenibile come un valore aggiunto. Di Heidelberg Materials è interessante l’approccio alla sostenibilità e gli investimenti nei prodotti, ma nelle nostre zone urge un cambio di mentalità, per sganciarsi dalla logica del prezzo e concentrarsi sulla qualità».

Alessandro Angioni

La Cesare e Andrea Manca è un’azienda in provincia di Cagliari che si è ingrandita negli anni, pur mantenendo dinamiche familiari. Acquistano e vendono materiali per l’edilizia. Recente l’acquisizione di tre ulteriori punti vendita. Ha tutto il necessario per abitazioni ed edifici. «Siamo cresciuti perché abbiamo saputo cogliere le occasioni giuste al momento giusto, nonostante le crisi di mercato che si sono succedute. Acquistiamo e rivendiamo materiale per l’edilizia, cercando di fornire al cliente un servizio ottimale, preciso e veloce, potenziato ovviamente dalla logistica, con mezzi adeguati, consegne puntuali e un magazzino sempre ben fornito. Per il cemento il brand conta a seconda della posizione del territorio e della rivendita. Per esempio, per noi Heidelberg Materials è un marchio importante, conosciuto nel cagliaritano e che si identifica bene con il territorio. La sostenibilità ambientale non è ancora ben percepita dalla clientela. A noi interessa poiché abbiamo a cuore determinati aspetti, e ci impegneremo nel far permeare il messaggio».

CLAUDIO DESSÌ
ALESSANDRO FALQUI
ALESSANDRO ANGIONI

HEIDELBERG MATERIALS - 2

DOPO IL SUPERBONUS LA SARDEGNA CRESCE CON IL PNRR

Nell’isola l’incentivo al 110% ha spinto quasi 2,9 miliardi di investimenti. Ora il Piano di resilienza prevede la realizzazione di 8.600 progetti per 6,8 miliardi di spesa. Ma la distribuzione deve migliorare la redditività

IA cura del Centro Studi YouTrade

l mercato delle costruzioni in Sardegna vale poco meno di 4 miliardi di euro all’anno, con la provincia di Sassari che somma la percentuale maggiore, pari al 35,7%, seguita da Cagliari con il 29,8% e Sud Sardegna con il 15,3%, Nuoro somma l’11,2% e Oristano l’8,0%. In questo quadro prima il superbonus e il poi il Pnrr rappresentano due eccezionali vettori per lo sviluppo del mercato. Il

superbonus 110%, nei quattro anni di validità, secondo i dati pubblicati il 30 di settembre da Enea, ha prodotto 15.923 asseverazioni per interventi di riqualificazione e rigenerazione energetica, per un totale di quasi 2,9 miliardi di investimenti attivati, dei quali 2,8 ammessi a detrazione. Si tratta, nella media, di un mercato aggiuntivo di circa 700 milioni di euro all’anno, pari a circa il 20% di incremento medio annuo rispetto al periodo pre-superbonus. Complessivamente attraverso il superbonus sono stati riqualificati quasi 1.900 condomini, pari al 42,6% degli investimenti totali, oltre 10.800 edifici unifamiliari, per un totale pari al 45,5% degli investimenti, e 3.192 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, quasi il 12% degli investimenti. Condomini e villette sono stati dunque i principali oggetti della spesa, con valori medi di intervento pari a 643 mila euro per singolo intervento in condominio, oltre 120 mila euro per le vilette e case unifamiliari e oltre 107 mila euro per le altre unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

ATTERRAGGIO MORBIDO

Su questo mercato, che con la fine degli incentivi al 110% certamente subirà una riduzione della consistenza, anche se le detrazioni al 50% rimangono comunque ancora un sistema di defiscalizzazione conveniente ed efficace per il mercato privato, l’impatto dei lavori del Pnrr avrà ulteriori effetti positivi, considerando che dei 6,8 miliardi di euro previsti come spesa complessiva, dei quali 5,1 afferenti effettivamente ai fondi Pnrr e altri 1,7 miliardi relativi ad altri fondi, circa un terzo sono previsti per interventi afferenti al settore dell’edilizia e delle infrastrutture. Per la Sardegna, a patto che tutti gli interventi vengano effettivamente realizzati, visti i tempi stretti della loro attuazione, si tratta potenzialmente di un mercato aggiuntivo per il 2024-2026 di oltre 2 miliardi di euro, pari a una media di circa 600-700 milioni all’anno. Dunque, finito il superbonus, il Pnrr potrà garantire una continuità operativa e una sorta di inizio di atterraggio morbido, dopo le forti crescite di fatturato delle imprese che si sono registrate in questi anni di attività straordinaria legata agli incentivi fiscali nel mercato privato. Certamente il Pnrr cambia le regole del gioco, in quanto si sposta l’ago della bilancia dal privato al pubblico: molti interventi in realtà non riguardano solo infrastrutture, ma anche riqualificazione di edifici in ambiti di proprietà comunale (scuole, asili) o per servizi legati alla sanità. Per esempio, oltre alla realizzazione di interventi di infrastrutturazione per la mobilità dolce, come le piste ciclabili, tutte attività dove il settore della distribuzione di materiali edili può avere un ruolo importante nel supportare gli interventi.

LA NUOVA STAGIONE

Finita la stagione del superbonus si apre dunque quella del Pnrr, alla quale, non va dimenticato, si associa una ulteriore e interessante prospettiva di intervento e riqualificazione legata al mercato degli alloggi turistici e alla crescita della domanda di alloggi per affitti brevi. Un mercato difficile da quantificare, ma di estremo interesse nell’evoluzione dell’offerta di

alloggi in Sardegna, in particolare legata al nuovo turismo non solo del mare, ma anche della scoperta del territorio interno e delle sue bellezze. Inoltre, in questa grande crescita di mercato nel mondo del microrinnovo a scopo turistico non dobbiamo dimen-

ticarci del mercato ordinario del futuro, che oggi vede sette abitazioni su dieci aver raggiunto la soglia dei 40 anni di età, con evidenti necessità di intervento al di là delle opportunità degli incentivi fiscali, e delle opportunità di cambiamento epocale nel mercato date dalla forte crescita delle demolizioni e ricostruzioni, con lo sviluppo del mercato del recupero dei materiali da demolizione, favorito dalla recente approvazione del nuovo Regolamento End of waste, composto da nove articoli e tre allegati, che ha abrogato il dm 152/2022. Una nuova opportunità anche per i rivenditori edili che vorranno attivare presso le proprie sedi attività di recupero, riciclo e riuso dei prodotti da demolizione. Dal punto di vista delle prospettive future nel lungo periodo, non dimentichiamo infine la direttiva europea Epbd, altrimenti chiamata direttiva Case green, e le potenzialità che verranno dalla sua applicazione a livello nazionale, che vedrà la luce probabilmente nel 2026.

CAGLIARI E SASSARI MEGLIO

Dal punto di vista della dimensione e delle tendenze del mercato in Sardegna, analizzando le dinamiche di mercato a livello provinciale, si può osservare come la dinamica negli ultimi vent’anni sia stata particolarmente vivace nelle province di Cagliari e Sassari, che assieme rappresentano oltre il 65% del mercato delle costruzioni sardo, entrambe sopra la media sarda anche negli ultimi anni, mentre più lente appaiono le altre province, con il caso di Nuoro, quella che nell’arco degli ultimi vent’anni ha presentato le dinamiche di crescita meno consistenti. In questo quadro complessivo, analizzando il mercato sardo dal punto di vista delle dinamiche di mercato dei rivenditori edili, la base dati delle analisi di bilancio del Centro Studi YouTrade conta dieci aziende analizzate per un totale di 131,7 milioni di euro di fatturato nel 2022, con una crescita del 28,3% rispetto al 2021 e dell’80,7% rispetto al 2020. Ma se le performance di crescita appaiono migliori di quelle medie nazionali, è negli indicatori di redditività che si notano alcune debolezze del sistema della distribuzione di materiali edili della Sardegna. Infatti, le dinamiche del fatturato mostrano come a livello nazionale la crescita del 27,6% sia stata superata dal +28,3% del dato sardo. Dinamiche simili anche per il valore della produzione e nel valore aggiunto, che presenta addirittura oltre 6 punti percentuali di scarto positivo rispetto alla media nazionale.

CASH FLOW DEBOLE

Forti crescite per margini e utili sono segnali certamente positivi, ma analizzando il peso di alcuni indicatori sul fatturato emerge una debolezza sulla

Copyright: YouTrade

quale agire in futuro per migliorare le redditività delle aziende. A fronte di un cash flow sul fatturato pari al 7,7% a livello nazionale, la Sardegna presenta un valore medio del 5,9%. I margini tra il 2021 e il 2022 sono saliti dal 6,2% al 7,8% rispetto al valore della produzione, ma il gap con le medie nazionali rimane elevato, esattamente come nel caso degli utili sul fatturato, passati dal 3,4% al 4,5% tra il 2021 e il 2022, ma distanti dai valori medi nazionali pari al 4,7% e al 6,1% negli stessi anni. Questi indicatori evidenziano una minore capacità delle imprese di distribuzione di materiali edili della Sardegna di avere denaro pronta cassa e una redditività che consenta azioni innovative e di investimento, utili oggi a ridefinire il ruolo, il peso e l’operatività delle aziende nel nuovo quadro di mercato post superbonus, che presenta comunque buone opportunità di consolidamento delle attività nel futuro prossimo. Una buona base per pianificare lo sviluppo delle aziende da qui ai prossimi anni, quando il mercato subirà una riduzione fisiologica e nel quale la competizione sarà più accesa e dove saranno le aziende più pronte e preparate a poterla affrontare con fiducia e determinazione.

GIEMME

GROUP - GRUPPO MADE

PASSAGGIO MORBIDO

DA

GIORGIO

GIULIO

E

L’azienda veronese aderente a Gruppo Made ha programmato il ricambio generazionale tra i tre soci fondatori e quattro dipendenti. Isolamento, bioedilizia e finiture sono tra i principali plus

In Giemme Group è premiato l’impegno e il lavoro: il ricambio generazionale dell’azienda di Povegliano Veronese non coinvolgerà, come spesso succede, figli e parenti, ma i dipendenti, che dopo gavetta e formazione, sono pronti per essere investiti del ruolo di soci e prendere il timone della società. Marco Schiavo, Giulio Quarati e Giorgio Bonuzzi, i fondatori della rivendita, sono quasi pronti per godersi il meritato riposo della pensione, dopo aver costruito la loro solida realtà, oggi marchio di qualità della distribuzione edile nel veronese.

SINISTRA
BONUZZI,
QUARATI
MARCO SCHIAVO

L'ESTERNO DELLA RIVENDITA DI POVEGLIANO VERONESE, SOTTO GLI UFFICI

Domanda. Quando è nata Giemme Group?

Risposta. È nata dall’unione di due aziende: una che si occupava dei lavori di posa e l’altra che si occupava della vendita di materiali edili specialistici, non laterizi e cemento, ma isolanti, prodotti per l’acustica, l’antincendio, cartongesso e impermeabilizzazione.

Essendoci sempre stata una stretta collaborazione abbiamo sentito la necessità di unirci e fondare nel 1993

Giemme Group. Abbiamo proseguito con entrambe le attività: all’inizio è stato difficile, ma siamo cresciuti

con costanza, improntando sin da allora scelte ben precise, stabilendo chi seguire e scegliendo la nostra clientela con cura. Non abbiamo voluto espanderci territorialmente, bensì consolidarci nel veronese. Costruendo molto, sia materialmente sia personalmente, siamo passati dal cercare i clienti ad accoglierli. Dopo 40 anni, siamo conosciuti per impegno, qualità e professionalità. È una soddisfazione.

D. Di che cosa vi occupate principalmente?

R. Siamo specializzati nell’isolamento: termico, acu-

stico, antincendio e impermeabilizzazione, con tutti i materiali a disposizione.

D. Siete professionisti dell’isolamento a 360 gradi: dopo la droga del superbonus, come sta andando il settore e, di conseguenza, il vostro business?

R. C’è stata molta richiesta, ma abbiamo cercato di gestire il superbonus 110% con cautela per quanto riguarda gli acquisti, per timore di non trovare il materiale. Per quanto riguarda i lavori, eravamo coscienti che le agevolazioni erano a scadenza e abbiamo deciso di concentrarci solo sui clienti affidabili, senza farci travolgere dall’eccessiva richiesta. È andata comunque molto bene. Ora abbiamo registrato un calo nella richiesta dei sistemi a cappotto, ma si tratta di un ritorno alla normalità.

D. Che territorio servite?

R. Principalmente Verona e provincia. Ma ci spingiamo anche fuori: a Biella abbiamo realizzato la sala per sfilate della Fila quando c’era Alberto Tomba, la sala mostra dell’Aprilia con Valentino Rossi. Lavori di prestigio ottenuti grazie al duro lavoro e alla reputazione che abbiamo costruito.

D. Com’è strutturato il vostro punto vendita?

R. Abbiamo una piccola sala mostra con i prodotti tecnici e le finestre in esposizione, per far vedere anche al privato come viene fatto realmente il lavoro. Per il resto non abbiamo grandi esigenze, perché i nostri sono materiali tecnici. Il nostro magazzino è grande, ben rifornito e ottimamente strutturato.

D. Come si compone la vostra clientela?

R. Per quanto riguarda la parte commerciale pesa di più l’impresa, che rappresenta l'80% della nostra clientela, mentre il privato conta per il 20%. Ope-

riamo maggiormente con piccole e medie imprese: la selezione si basa sulla commessa da svolgere, ci concentriamo sulla qualità, anche delle persone.

D. Quali servizi di consulenza offrite e come sono strutturati?

R. Nei lavori è fondamentale il sopralluogo. Non si fa mai un preventivo senza prima andare a vedere di cosa si tratta. I nostri interventi non si classificano solo con la tipologia, ma teniamo conto di tutto l’insieme. Per alcuni lavori particolari, per esempio per l’antincen-

LA SALA MOSTRA CON ALCUNE DIMOSTRAZIONI DI APPLICAZIONE DEI MATERIALI

dio, abbiamo anche il supporto di tecnici esterni per calcoli tecnici e specifiche progettuali. Tante volte tecnico e progettista non sanno a chi rivolgersi, noi offriamo un pacchetto completo: seguiamo il lavoro dall’inizio, durante, alla fine e dopo. Siamo una presenza costante, in continuo contatto con il cliente.

D. Offrite anche altri servizi per impermeabiliz -

zazione, antincendio, risanamento, bioedilizia e avete anche il tintometro: quale sta andando per la maggiore?

R. Il cartongesso tiene ed è in crescita. Dopo il mattone e il cemento, ora si inizia ad apprezzarlo: è diventato d’uso, si è evoluto, ha prestazioni acustiche e di isolamento migliori, una resistenza meccanica di pre-

DIPENDENTE AL LAVORO SUL TINTOMETRO

CONSULENTI A DISPOSIZIONE

NEGLI UFFICI DI GIEMME GROUP

gio, ma soprattutto è cresciuta la sensibilità di privati, impresari e progettisti che valutano più frequentemente l’utilizzo di questo materiale. Ora la richiesta è tanta: forse siamo stati bravi nel seminare, forse è cambiata la mentalità, ma è una fruttuosa eredità che lasciamo a chi arriva dopo di noi. In calo è invece il cappotto, sono le normali oscillazioni del mercato.

D. Dopo 35 anni la vostra azienda sta vedendo un importante cambio generazionale. Come state affrontando il momento?

R. Gli anni sono passati velocemente e ci siamo ritrovati a dover prendere una decisione. Sin dal principio abbiamo deciso di lasciare figli e mogli fuori dagli affari e in questi anni, data la crescita costante dell’azienda, ne abbiamo escluso la chiusura. È difficile essere inglobati da altre aziende, così abbiamo osservato attentamente il nostro personale e abbiamo individuato, fra i 18 dipendenti, quattro successori: due del settore amministrativo-commerciale e due tecnici. Hanno accettato la proposta, sono recentemente subentrati come soci e ora siamo in pieno lavoro per la sostituzione. Il tutto dovrebbe durare un paio d’anni, poi l’azienda sarà condotta da loro. Li conosciamo da tempo, li abbiamo assunti

e formati e sappiamo che sono perfettamente in grado di assolvere il compito, sono persone molto capaci. Il personale per noi è sempre stato importantissimo, fondamentale: teniamo a tenere uniti tutti i dipendenti, la coesione fra le persone per noi è molto importante.

D. La vostra è un’azienda giovane?

R. L’età media dei dipendenti è di 40-50 anni. È difficile trovare un ricambio generazionale sufficientemente giovane. Abbiamo anche un corpo esterno di posa, un gruppo di artigiani che lavora per noi da molti anni, che più facilmente vede un turnover di persone giovani.

D. L’evoluzione tecnologica corre, come state al passo?

R. Abbiamo un gestionale progettato su misura per noi, smart e veloce, assieme a una strumentazione al passo dei tempi. Anche per il cantiere la tecnologia è fondamentale: grazie agli strumenti tecnologici riusciamo a monitorare in real time costi e materiale da utilizzare.

D. La formazione è importante: quali azioni state svolgendo in tal senso?

R. Corsi per la sicurezza, di formazione per i prodotti e per il lavoro in cantiere. Nella nostra sede abbiamo anche una sala attrezzata, utilizzata da noi e messa a

disposizione anche degli artigiani esterni. Un plus che ci premia, facendoci diventare un punto di riferimento sul territorio.

D. Fate parte del Gruppo Made: come vi siete avvicinati al network e quali sono i benefici?

R. Attorno a noi stanno crescendo grandi realtà, abbiamo sentito l’esigenza di trovare un appoggio per non sentirci soli nel mare magnum del mercato. Con Made abbiamo ricevuto entusiasmo e accettazione. I benefici sono molteplici: più contatti, più fornitori e

supporto nell’attività e sui prodotti. Made organizza continuamente corsi di aggiornamento, il che ci permette di rimanere al passo.

D. Come si è aperto il 2024 e quali le previsioni per il 2025?

R. Il 2024 è iniziato bene e si sta chiudendo altrettanto bene, seppur con qualche lieve calo. Speriamo nella stabilità per il 2025, anche se i problemi internazionali si ripercuoteranno sul mercato. Rimane accesa la speranza per il Pnrr.

AREA ESTERNA

SARI GROUP - GRUPPO MADE

SENZA CONFINI PER UN’EDILIZIA TUTTA IN FAMIGLIA

L’azienda varesina, che fa parte di Gruppo Made, spazia dai materiali al noleggio, dal real estate allo smaltimento e riciclo delle macerie, dalle finiture fino a ferramenta, logistica ed estrazione di inerti

Sari Group è una maxi-rivendita, di proprietà della famiglia Sazzani, che si trova in provincia di Varese, con base a Germignaga, a due passi dal Lago Maggiore e a pochi chilometri dal confine svizzero. L’azienda conta su due punti vendita e un’offerta a 360 gradi. Dalla produzione di materiale per la costruzione (con cave e impianti), alla rivendita di attrezzature per l’edilizia, alle finiture di interni, al real estate, fino allo smaltimento e al riciclo degli inerti, che danno vita a un nuovo

Alice Fugazza
PIETRO SAZZANI DI FRONTE AL PUNTO VENDITA DI GERMIGNAGA

materiale. Un circolo virtuoso, perfetto esempio per il settore edile. L’attività multispecializzata di Sari è in continua evoluzione. Come la famiglia Sazzani, testimonia Pietro, che assieme al papà Egidio, alla mamma Valeria e ai fratelli Umberto e Paola è titolare dell’azienda. Domanda. Dallo scavo, fino al tetto, dalle finiture

all’arredamento: Sari Group offre un servizio a 360 gradi. Come è nata l’azienda? Risposta. Sari Group è nata all’inizio degli anni Settanta grazie alla dedizione e allo spirito di mio padre Egidio. Sari è l’unione delle iniziali dei cognomi di mio papà (Sazzani) e mia mamma (Rigamonti). La società inizialmente si occupava di scavi e movimento

IL PUNTO VENDITA DI GERMIGNAGA (VARESE)
LA SALA MOSTRA

L'INTERNO DELLA RIVENDITA

terra. Poi, negli anni, seguendo le esigenze del mercato, si sono aggiunte diverse attività: nel 1993 la prima rivendita di materiali edili, nel 2002 il primo impianto di calcestruzzo, nel 2005 ci siamo trasferiti nella nuova sede di Germignaga. Nel 2009 è nata l'impresa di costruzioni Sari General Contractor. Nel 2010 abbiamo inaugurato il secondo impianto di calcestruzzo, nel 2011 la seconda cava a Balocco, in provincia di Vercelli, e nel 2016 siamo entrati nel mondo della gestione dei rifiuti con l’acquisizione del centro recupero a Besnate. Infine nel 2020 abbiamo aperto la Sari Real Estate per l’intermediazione immobiliare. Oggi il gruppo conta sette sedi: sei in provincia di Varese, una in provincia di Vercelli.

Abbiamo 50 dipendenti e il nostro claim «Edilizia a 360 gradi» riassume il nostro business: dagli scavi alla fornitura, agli aggregati e calcestruzzo, per passare all’edilizia pesante e alle finiture, fino alla casa. Nonostante la crescita, la nostra rimane una realtà a conduzione familiare: ognuno di noi è specialista nei diversi rami di attività, ma la coesione di fondo rimane.

D. Quali sono i vostri servizi principali?

R. La fornitura di aggregati naturali dalle nostre cave, gli scavi e le demolizioni, la fornitura di calcestruzzo. Tutto questo ci permette di essere in cantiere dall’inizio, aprendoci poi la strada alla fornitura di materiali edili fino alle finiture. Il real estate ci per-

mette di mettere in atto sinergie con tutti i nostri servizi. Insomma, siamo protagonisti nella maggior parte delle operazioni.

D. Che territorio coprite?

R. La nostra realtà si sviluppa unicamente in provincia di Varese, nello specifico nel Centronord. La morfologia del territorio è particolare e la capillarità delle nostre sedi ci permette di essere molto presenti e attivi. Poi, abbiamo la cava in provincia di Vercelli.

D. Avete più punti vendita, come sono strutturati?

R. Ogni sede ha un responsabile che fa capo alla proprietà: la nostra presenza è costante e si crea una gestione schematica. La rivendita di Germignaga è la nostra base storica e quella più fornita, abbiamo

materiali e mezzi per l’edilizia pesante, le finiture, un piccolo showroom, la fornitura di aggregati naturali e da riciclo, il deposito dei materiali per le nostre cave, produciamo calcestruzzo e abbiamo la piazzola di messa in riserva per il materiale. All’interno di questa sede, di 18 mila metri quadrati, lavorano 12 persone tra impiegati, magazzinieri e autisti, tutti formati per guidare il cliente, che sia impresario o privato, nell’acquisto e nelle scelte dei prodotti. Il rapporto umano di qualità per noi è fondamentale.

D. Come si compone la vostra clientela?

R. Il 70% è composto da imprese medio-piccole, oltre a quelle medio-grandi che vengono da fuori per lavorare sul territorio, e il 25% da privati.

D. Quali servizi di consulenza offrite?

R. Offriamo al meglio i classici servizi: il nostro personale è preparato, ha esperienza e competenza. Inoltre, i nostri dipendenti vengono formati attraverso corsi appositi, con fornitori e partner, per consulenze in prevendita, assistenza durante la vendita e anche per il post.

D. Fra i tanti segmenti dei quali vi occupate, quale è in crescita e quale in calo?

R. Il 2024 è stato molto positivo, tutti i nostri settori chiuderanno in crescita, con un incremento dal 7 al 10%. Il settore che va meglio e sul quale abbiamo

maggiori aspettative è quello del riciclo dei rifiuti: nonostante sia nato da poco, si sta evolvendo in maniera interessante. Non abbiamo registrato nessun calo, ma l’edilizia pesante è un po’ ferma.

D. Come è gestito il servizio di logistica?

R. Cerchiamo di ottimizzarla per rendere gli spostamenti snelli ed economici, con un occhio di riguardo per l’ambiente. Siamo dotati di un parco macchine attrezzato con oltre 60 mezzi tra camion, bilici e furgoni. Soddisfiamo sia esigenze che tempistiche.

D. Una buona impresa, per funzionare, deve essere ambidestra: siete proprietari di una cava di inerti, di un centro di riciclaggio e arrivate anche al real estate. Come si sono evoluti questi business e come fate a mantenerli con target elevati?

R. Volontà ed esigenza sono sempre andate a braccetto. Negli anni è stato naturale ampliarci, espanderci, evolverci, specialmente dopo la grande crisi del settore nel 2008. Ci siamo resi conto che dovevamo diversificarci e specializzarci, creando più sinergie per poter sopravvivere: è importante cercare di creare legami fra i vari settori, fra noi e l’utente finale. Questo fa una grande differenza. Recepiamo le esigenze del mercato e riusciamo ad assolverle, l’input nel nostro caso arriva da più parti.

D. Il noleggio è un segmento che si sta facendo

DISPONE DI UN EFFICIENTE SERVIZIO DI LOGISTICA

LA RIVENDITA

spazio nel mercato, quanto incide sul vostro business?

R. Abbiamo iniziato 12 anni fa, ma non incide tantissimo.

D. Pnrr: quali previsioni sui lavori?

R. Abbiamo già emesso dei preventivi e preso degli accordi: c’è richiesta per le infrastrutture, quali opere ferroviarie, edifici pubblici e genio civile come alvei, fiumi, torrenti, sistemazione idrogeologica del territorio. Aspettiamo di vedere l’evolversi di questi progetti, ma sicuramente il Pnrr è ben diverso dal superbonus 110%, dove siamo stati molto cauti.

D. La sostenibilità è una tematica importante oggi: quali iniziative avete messo in campo?

R. In primis abbiamo preso in carico con più consapevolezza la gestione dei rifiuti, dove cerchiamo di lavorare quanto più possibile in ottica di economia circolare, utilizzando sempre più aggregati riciclati e meno naturali. Stiamo lavorando per certificare gli aggregati da riciclo e quindi il nostro calcestruzzo. Ad aprile abbiamo deciso di dismettere il combustibile fossile, realizzando in azienda un impianto solare da 200 Kw. Inoltre, i nostri macchinari ben presto non saranno più a gasolio ma elettrici. In quest’ottica prestiamo particolare attenzione alle tendenze di mercato e ai prodotti che vendiamo. La sostenibilità è un argomento sicuramente molto sentito nelle nuove generazioni. Lavoriamo per far passare il concetto che

dobbiamo tutelare il nostro pianeta e di conseguenza la nostra salute, anche se nel nostro settore il fattore economico molte volte è troppo determinante.

D. Il riciclo dei rifiuti è un problema per molti imprenditori, come è nata l’idea del vostro centro di recupero?

R. L’idea del centro di recupero è nata 20 anni fa, attuata solamente nel 2016, quando abbiamo ritirato una società preposta per poter sviluppare i nostri progetti. Tra scavi e demolizioni, per noi è stato fondamentale possedere delle aree dove conferire il materiale. Alla fine siamo clienti di noi stessi. Estendere il progetto ai clienti è stato un plus: chi smaltisce, compra anche. Si tratta di un vero e proprio circolo virtuoso.

D. Tante attività da seguire oggi richiedono un’avanzata tecnologia: com’è organizzata in questo senso la vostra azienda?

R. Il nostro gestionale è efficiente e all’avanguardia, ma abbiamo sempre avuto attenzione alla presenza e al rapporto umano, vivendo quanto più possibile il territorio.

D. La formazione è altrettanto importante, quali le azioni volte in tal senso?

R. Lavoriamo sulla formazione interna ed esterna. La prima riguarda il personale, gestita internamente dal

nostro ingegnere Luca Bollini, addetto alla qualità, sicurezza e ambiente. Per la preparazione tecnica, in partnership con i nostri fornitori, portiamo avanti corsi di formazione presso di noi o presso le loro sedi, inclusi anche i webinar. Per quanto riguarda la formazione alla clientela, si svolge quasi esclusivamente in partnership con i fornitori: cerchiamo di coinvolgere tutti a 360 gradi. È fondamentale far investire il giusto tempo al cliente, per instillare una corretta conoscenza dei prodotti e dei processi, sapendolo coinvolgere.

D. Avete un sogno nel cassetto per il futuro?

R. Mantenere l’armonia e la coesione nella nostra azienda-famiglia .

D. Fate parte del Gruppo Made, quando e come vi siete avvicinati e quali sono i benefici?

R. Siamo entrati in Made come aderenti nel 2007. Una necessità per essere ancor di più al centro della scena, per essere al corrente di quello che accade nel mercato. È un’esperienza positiva e arricchente, ci ha permesso di conoscere persone, di creare sinergie. Tutte cose che da soli non saremmo riusciti a fare.

D. Come si chiuderà il 2024 e quali sono le previsioni per il 2025?

R. Il 2024 si chiude in crescita, con +7-10%. Per il 2025 non mi aspetto scossoni, ma stabilità.

L'ESTERNO DELLA RIVENDITA

LA DISTRIBUZIONE È UN BUSINESS SEMPRE PIÙ VERDE

Il rivenditore ha puntato per tempo su materiali e soluzioni green (anche per il Pnrr). E ha avviato un centro di recupero per rifiuti da cantiere

Anghinoni

Dal 2006 Vida è il punto di riferimento nella provincia di Brescia per chi cerca competenza tecnica nelle costruzioni, senza trascurare l’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. È noto, infatti, che il settore edile può, e deve, giocare un ruolo da protagonista nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, indispensabili per garantire risorse naturali e sicurezza ambientale alle future generazioni. Con i suoi sei punti vendita nel territorio bresciano, grazie alla recente acquisizione del magazzino di San Felice del Benaco, Vida copre capillarmente tutta la provincia, in particolar modo la zona del lago di Garda. «Una zona

VIDA

molto attiva », spiega il titolare, Michele Labellottini. «Nonostante ci sia molta concorrenza, c’è sempre un buon bagaglio di lavoro, anche grazie all’hotellerie e le seconde case legate al turismo estero». Domanda. Il claim di Vida è «Ecosoluzioni per edilizia »: quali caratteristiche vi rendono un’azienda sostenibile?

Risposta. Noi di Vida abbiamo scelto la sostenibilità già in tempi non sospetti. Da sempre ci siamo distinti, in tutta la provincia di Brescia, come una rivendita molto tecnica: siamo partiti con il commercio di prodotti chimici speciali per applicazioni edili, ma ci siamo subito spostati su prodotti naturali e per la bioedilizia. Un’altra caratteristica che ci rende più sostenibili è l’autoproduzione di energia con impianti fotovoltaici sui nostri capannoni principali, come quello di Vobarno (Brescia), il nostro magazzino più grande, che fa anche da logistica per gli altri punti vendita, dove abbiamo installato un impianto di 70 Kw. Un altro impianto si trova nel magazzino di Iseo. Poi, ed è una novità importante per la sostenibilità e che richiama il termine ecosoluzioni, abbiamo finalmente avviato un centro di recupero per rifiuti da cantiere, dopo due anni di preparazioni burocratiche.

D. Come funziona?

R. Non è solo per i rifiuti da demolizione, ma proprio per tutti i rifiuti da cantiere come plastiche, legno, bituminose, cartongesso, lane, e ci permette di dare ai nostri clienti un servizio a 360 gradi, dalla vendita di un prodotto al suo ultimo smaltimento. Per rendere possibile questo progetto, non solo abbiamo predisposto un servizio di container e camion con scavabili che consegniamo direttamente in cantiere, ma anche un tecnico competente per eseguire le analisi dei rifiuti e compilare gli appositi formulari. Siamo proprio noi,

infine, a portarli successivamente da uno smaltitore.

D. Perché avete pensato di introdurre prodotti particolarmente attenti alle esigenze ambientali?

R. Siamo sempre stati una rivendita molto tecnica, specializzata e, devo dire, siamo sempre stati lungimiranti: abbiamo da subito inserito prodotti bio, prodotti tecnici per l’isolamento termico e acustico, ancora molto prima dell’arrivo dei bonus. Sicuramente negli ultimi anni c’è stato un incremento importante nella richiesta di queste soluzioni, legato ai bonus edilizi. Un’altra nostra intuizione è stata sull’importanza della logistica, quindi di avere tutto il materiale a terra perché, a mio giudizio, più si va avanti e meno le imprese edili saranno organizzate per

VISTA DALL'ESTERNO DEL MAGAZZINO DI VOBARNO (BRESCIA). NELLA PAGINA A FIANCO, MICHELE LABELLOTTINI

RIVENDITE green

IDENTIKIT DI UN MULTIPOINT ECOSOSTENIBILE

Vida è un multipoint con sei punti vendita, tutti nella provincia di Brescia. Il magazzino di Vobarno è quello più grande, serve da centro logistico anche per gli altri cinque punti vendita, e ospita anche il centro di sagomatura ferro per cementi armati. La sede legale, con magazzino edile e sala mostra, è a Provaglio d’Iseo. Questi due magazzini sono stati muniti di impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia elettrica. Gli altri punti sono a Idro, Gavardo, Toscolano Maderno. I punti vendita di Vobarno, Toscolano, Provaglio e San Felice ospitano anche il centro colore. L’ultima acquisizione è stata il magazzino di San Felice del Benaco.

fare magazzino. Quindi, è veramente importante che un magazzino edile sia un magazzino a tutti gli effetti. A conferma di ciò, durante il superbonus 110%, avendo fatto molte scorte, siamo riusciti a rifornire di materiali isolanti persino altre rivendite della zona.

D. Che cosa vi ha spinto a scegliere un’impronta green per la vostra attività?

R. A mio giudizio, non bisogna mai sedersi e tornare sui propri passi ma bisogna guardare avanti. Perciò, noi siamo

sempre alla ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie, per differenziarci dal mercato e, soprattutto, per dare ai nostri clienti soluzioni che possano far risparmiare tempo e che li differenzino a loro volta. Sono convinto che un cliente acculturato e formato prenda di conseguenza scelte acculturate e lungimiranti. È la nostra filosofia per crescere come azienda, ma anche per far crescere il nostro cliente con noi.

D. Quali sono, invece, i prodotti sostenibili attualmente più richiesti? E quali soddisfazioni vi danno a livello di business?

R. I prodotti isolanti la fanno ancora da padrone, anche se una grandissima fetta di mercato è data da tutti i prodotti per il ripristino, il rinforzo strutturale e il restauro, sia conservativo che di efficientamento energetico e acustico. In questo senso il Pnrr sicuramente ci darà una mano. E tengo moltissimo a sottolineare che il Pnrr non è un’opportunità adatta a tutti i magazzini, perché occorre una tracciabilità di filiera, una puntuale documentazione da dare al cliente ogni qual volta ritira un prodotto, che deve essere conforme ai Cam o con Epd, o diversamente certificato. Noi siamo assolutamente pronti e formati su queste procedure, tant’è che abbiamo strutturato un ufficio apposta per tutti i nostri clienti che fanno Pnrr, per poter dar loro tutta l’assistenza necessaria. Questa è una tipologia di prodotti che dà buone soddisfazioni e un buon ritorno economico. Dopo quattro anni molto particolari per il mercato e per le rivendite, adesso all’orizzonte si vede un po’di calo, per cui bisogna cercare nuove fette di

mercato ed essere presenti in tutti i segmenti del nostro settore, per continuare a sviluppare il business. Anche per questo motivo noi facciamo tanta formazione, sia per i nostri clienti che per tutte le persone che lavorano per la nostra azienda.

D. Quante ore dedicate alla formazione?

R. I nostri tecnici fanno almeno una ventina di ore di formazione al mese. In più, facciamo continuamente corsi e incontri con i nostri clienti, un servizio sempre più gradito e che ha permesso anche alle nuove generazioni che si affacciano nel nostro settore di comprendere l’importanza di una corretta formazione, perché possono specializzarsi nelle diverse fette di mercato: dal secco, a essere installatori professionisti, a fare corsi di formazione presso i nostri formatori che li certificano. Il nostro cliente, insomma, ci vede come un punto di riferimento anche per la formazione.

D. Come è composta la vostra clientela?

R. Da imprese edili di tutte le dimensioni, da quelle grandi e strutturate fino al singolo artigiano. Vengono da noi anche parecchi privati, perché abbiamo uno showroom importante, con tintometro, colore e ferramenta. Altra cosa molto importante, quasi tutti i nostri meeting di formazione sono rivolti esclusivamente ai progettisti. Abbiamo un database con una sessantina di studi di progettazione della provincia di Brescia che ci chiamano continuamente per fare consulenza e formazione.

D. Può fare un ritratto del cliente sostenibile?

R. Certamente. Faccio una premessa: la vendita del pro-

dotto sostenibile parte dalla progettazione. Quindi, il cliente sostenibile spesso è un progettista attento alla sostenibilità dei materiali, che farà capitolati e progetti inserendo questa tipologia di prodotti. Proprio da qui parte il volano che fa vendere e distribuire i prodotti sostenibili per tutta la filiera. Poi, c’è il cliente privato. Tanti privati, infatti, ci chiedono quale sia il materiale migliore, ci domandano come noi costruiremmo la nostra casa, quindi si fidano della nostra esperienza. Aggiungo che il cliente sostenibile è tendenzialmente abbastanza giovane, però il punto di partenza è sempre lo studio di progettazione.

D. Capita che qualcuno si rivolga a voi proprio perché in cerca di una consulenza più green rispetto a quella offerta dai vostri concorrenti?

R. Assolutamente sì. Come già accennato, la nostra azienda è molto conosciuta in provincia per essere molto tecnica e specializzata. Il nostro cliente sa che quando si rivolge a noi per un problema o semplicemente con una domanda esce con una risposta puntuale, che accontenta sia il cliente privato, sia l’impresa che il progettista. Siamo conosciuti proprio per questa nostra caratteristica e lo dimostra anche il nostro continuo dialogo con i progettisti che ci chiamano per avere il nostro punto di vista.

D. Invece, quando la sostenibilità non è richiesta esplicitamente, come riuscite a sensibilizzare il cliente?

R. Cerchiamo sempre di stimolare i nostri interlocutori con la formazione. I nostri consulenti non sono dei semplici venditori, ma tecnici, geometri che seguono il

MAGAZZINO LOGISTICO CON STOCCAGGIO VERTICALE. NELLA PAGINA A FIANCO, AREA ESPOSITIVA ALL'ESTERNO DEL PUNTO VENDITA DI VOBARNO (BRESCIA)

cliente in tutto e per tutto. Spieghiamo l’importanza della sostenibilità e del prodotto green, che sicuramente anche grazie ai Cam stanno diventando pane comune. Ma, ripeto, la formazione è fondamentale, perché persone formate e acculturate fanno scelte intelligenti e ragionate. D. I costi di questi prodotti sono ancora percepiti come un ostacolo?

R. Ormai i concetti di risparmio energetico, dei plus offerti da un prodotto di qualità superiore, sono recepiti dagli attori della filiera. Poi, purtroppo, non sempre si riesce a tenere un prezzo adeguato perché la concorrenza sul mercato c’è, e nei momenti di calo riaffiora il problema dell’abbassamento dei prezzi. Però, se si viaggia con una struttura di un certo tipo e si dà un servizio impeccabile, si riesce a fare la differenza. Anche i fornitori oggi hanno fatto passi da gigante sulla sostenibilità perché hanno dovuto trasformarsi e adeguarsi alla richiesta di maggiore rispetto dell’ambiente. È una crescita che stiamo facendo insieme.

D. Quindi, secondo lei quanto, a oggi, il mercato è maturo rispetto all’uso di soluzioni sostenibili?

R. Siamo agli inizi. Però il mercato corre, e corre veloce. Secondo me, la velocità del nostro settore negli ultimi cinque anni ha preso una crescita esponenziale che non si fermerà, perché anche la tecnologia incalza. Ci sono ancora grandi margini di crescita ma a mio avviso la strada è tracciata. Il futuro è questo.

D. I produttori vi supportano sufficientemente?

R. Premetto che anche sul fronte della produzione, negli ultimi anni c’è stata una selezione, come per le rivendite: ci sono quelle tecniche, che fanno formazione e sono sul pezzo e la stessa identica cosa vale anche per i fornitori. Quelli che hanno capito questo cambiamento ci aiutano,

ci danno gli strumenti, fanno formazione insieme a noi. Personalmente, io non scelgo il prodotto, ma il fornitore: deve andare alla nostra stessa velocità e avere il nostro stesso obiettivo, per creare sinergie vincenti e continuare a creare la strada della sostenibilità.

D. Quali sono gli strumenti e le azioni vincenti?

R. Un esempio concreto di supporto che riceviamo dai nostri fornitori sono i quaderni tecnici sul restauro, il rinforzo strutturale, sui prodotti naturali; per quanto riguarda i Cam, ricevere già tutto un sistema di schede tecniche e certificazioni che rispecchino le richieste. Altro esempio, sugli isolanti, offrire un’ampia proposta di materiali di varie tipologie, sempre accompagnate dai Cam, schede tecniche e certificazioni sempre chiare e disponibili, in modo da poter aiutare il nostro cliente. Ma non solo: per esempio, con Heidelberg Materials, grazie alle loro iniziative per i rivenditori partner abbiamo visitato il loro stabilimento di Rezzato e conosciuto da vicino tutte le azioni per rendere la loro produzione più sostenibile.

D. Quale sarà, secondo lei, il trend dei prodotti sostenibili per l’edilizia nel prossimo futuro?

R. La strada è già tracciata. Sicuramente cresceranno e saranno sempre più presenti nella rivendita edile. Per le ditte più grandi tra un paio di anni sarà obbligatorio redigere il bilancio di sostenibilità. Noi ci stiamo già muovendo, anche se non è ancora obbligatorio nel nostro settore però riteniamo sia molto importante perché oltre ai prodotti, anche le aziende devono diventare sostenibili. Sono convinto che la mia azienda sia un punto di riferimento della provincia di Brescia ma anche al di fuori, perché noi seguiamo i nostri clienti ovunque, per quanto riguarda prodotti tecnici, sostenibili e sostenibilità in generale.

AREA FERRAMENTA NEL MAGAZZINO DI VOBARNO (BS)
Impiego in hotel strutture ricettive ospedali, condomini centri commerciali
Industrializzazione del cantiere
Progettazione e assemblaggio

ZANUTTA A VENARIA REALE

Zanutta si espande ancora e apre un nuovo punto vendita a Venaria Reale (Torino). Sabato 26 ottobre Zanutta ha inaugurato il negozio con un evento speciale arricchito dalla presenza di Gigi Buffon, dirigente sportivo ed ex portiere della Juventus, del sindaco Fabio Giulivi e di Andrea Tronzano, assessore regionale per l’economia. Si tratta di uno spazio di 7 mila metri quadrati dedicato all’arredobagno e alla casa, oltre che a termoidraulica e ferramenta. Un’unione di design e qualità per offrire un’esperienza completa. Presente anche l’amministratore delegato di Zanutta, Gianluca Zanutta, che ha ringraziato i presenti e sottolineato l’importanza di questo investimento per il territorio, anche in termini occupazionali: «Per noi è motivo di orgoglio sentirci definiti un vero made in family, una definizione che racchiude appieno il nostro spirito di dedizione e passione».

ORSOLINI AL PREMIO EY L’IMPRENDITORE DELL’ANNO 2024

Orsolini Amedeo, azienda di riferimento nel settore edile italiano, ha ricevuto la prestigiosa menzione speciale «Un secolo di eccellenza» durante la cerimonia del Premio EY L’Imprenditore dell’Anno 2024. Il riconoscimento celebra le realtà imprenditoriali italiane che si distinguono per una tradizione ultracentenaria di innovazione, qualità e crescita sostenibile. «Questo riconoscimento rappresenta un tributo all’impegno e alla passione che la nostra famiglia e i nostri collaboratori hanno dedicato per oltre un secolo. È una testimonianza di come tradizione e innovazione possano convivere, contribuendo a costruire un futuro sostenibile e solido per il settore dell’edilizia e per le comunità che serviamo», ha commentato Rino Orsolini, amministratore unico dell’azienda. Fondata oltre cento anni fa, Orsolini Amedeo è diventata un simbolo di eccellenza e affidabilità, evolvendosi costantemente per rispondere alle sfide del mercato con soluzioni innovative e sostenibili, mantenendo al contempo un forte legame con le sue radici storiche. Il Premio EY L’Imprenditore dell’Anno, giunto alla sua XXVII edizione, riconosce gli imprenditori italiani che, grazie alla loro visione strategica, capacità innovativa e impegno verso la sostenibilità, hanno contribuito significativamente alla crescita economica e sociale del Paese. La giuria, composta da illustri rappresentanti del panorama imprenditoriale e accademico italiano, ha riconosciuto il valore unico di Orsolini Amedeo come modello di eccellenza aziendale che continua a ispirare le nuove generazioni. Orsolini è una delle realtà della distribuzione specializzata di materiali edili, termoidraulica, pavimenti, bagni, cucine e infissi, più importanti e longeve d’Italia con i suoi 34 punti vendita presenti in sei regioni (Lazio, Umbria, Toscana, Abruzzo, Molise e Lombardia) e i suoi quasi 145 anni di storia. L’azienda è oggi una solida e affermata realtà con un fatturato di oltre 170 milioni di euro e più di 500 dipendenti.

4BILD APRE A MONZA

Con la serata dedicata al premio Metro d’Oro, a inizio ottobre, ha aperto le porte il 4Bild Loft di Monza, in via Bainsizza: 700 metri quadrati dedicati al mondo dell’abitare, che riprendono la filosofia del progetto sviluppato nel 4Bild Loft di Milano. Lo spazio è stato descritto da Chiara Freri, direttrice Marketing e Partner 4Bild: «Nel 2019, con l’apertura di un nuovo punto vendita in via Luciano 16 a Milano abbiamo creato una nuova insegna 4Bild, che è quella che definisce lo spazio: 4Bild Loft. L’idea di questo nome nasce dall’esigenza di caratterizzare in modo differente questi luoghi dagli showroom 4Bild Casa. Uno spazio che diventa luogo, esperienza, offerta, progetto e consulenza.

4Bild Loft è un insieme per creare la casa con progettisti, imprese, ufficio stile, artigiani, tecnologia e bellezza delle grandi lastre. Nel loft di Monza sarà possibile anche partecipare a eventi, design lab, work shop, ma anche progettare, costruire, ristrutturare e valorizzare le case del domani».

MA.GI.RO ADERISCE A DEC

L'azienda Ma.Gi.Ro, grossista che opera nel settore dei materiali da costruzione e presente nel mercato dei mattoni, gesso e prodotti in gesso, ha aderito al grande gruppo Dec. Un networking importante, dunque, che arriva fino al Sud, a Salerno, dove è situata la rivendita. Grazie alla sua adesione al grande network Dec, Ma.Gi.Ro. oggi è in grado di offrire una vasta gamma di prodotti, tutti accumunati da un ottimo rapporto qualità prezzo.

Grazie a uno studio frutto di una convenzione tra OFFICINE RASERA srl e Consorzio Futuro in Ricerca, condotto presso i laboratori dell’Università di Ferrara, si è potuto constatare come il “SISTEMA ARIA” di Officine Rasera offra le migliori condizioni in fatto di risparmio energetico con un minimo del 24% garantito sulla bolletta Lo studio ha messo in evidenza l’alta capacità ventilante in ingresso e soprattutto in falda, grazie al listello universale “UNO”, e in uscita con il nuovo “COLMOWINGS”.

Il “SISTEMA ARIA” dispone di una vasta gamma di accessori per la posa a secco e l’ancoraggio di coppi e tegole

1) VENTILAZIONE PIÙ EFFICIENTE

2) BENEFICI IN OGNI STAGIONE

3) MINOR COSTO COMPLESSIVO

4) TETTO ASCIUTTO E SANO

5) SISTEMA DI POSA A SECCO

6) STABILITÀ DEGLI ELEMENTI

7) POSA SEMPLICE E RAPIDA

8) FACILE MANUTENZIONE

OFFICINE RASERA srl

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Il perfetto rapporto geometrico tra corpo e leva esalta il valore ergonomico della collezione 3Tre, disegnata da Andrea Zani in collaborazione con la Palazzani Design Unit. 3Tre è la collezione ideale per qualsiasi tipo di ambiente, unisce avanzate tecnologie di lavorazione e finitura industriale dei metalli, con un look ordinato, slanciato e minimalista.

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3 Striature e venature forti e profonde, un’avvolgente percezione di lussuosa eleganza e forza espressiva della materia: è l’essenza del nuovo colore della collezione Onice Reale, il Nero, che si aggiunge alle sei varianti già presenti. Armonioso equilibrio ed elegante, che dona a spazi residenziali e commerciali un design esclusivo. 4 Novellini, eccellenza italiana nel mondo dell’arredobagno, presenta la collezione di box doccia Riga, firmata dal designer Marco Pellici e dall’R&D Novellini. Una serie concepita per esaudire il desiderio di un ambiente bagno dallo stile contemporaneo. Lineari con ampie superfici vetrate, i box doccia Riga sono l’opzione minimalista in linea con le attuali tendenze d’arredo.5 Panzeri ha presentato la sua nuova collezione di lampade Roma, progettata da Alessandro Scandurra. Design sofisticato e materiali di alta qualità, Roma trae ispirazione dall’estetica classica e dalla purezza della colonna dorica. La sua forma scanalata non solo cattura, ma 3 2

Scaldasalviette e scalda-accappatoio elettrico realizzato in acciaio inossidabile. Si chiama Equilibrio, un sistema modulare composto da uno o più elementi, alimentato a energia elettrica a basso voltaggio, secondo i principi del risparmio energetico a cui fa riferimento tutta la produzione Cea. Equilibrio si adatta facilmente a ogni ambiente e presenta un design pulito e lineare.

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diffonde la luce in modo armonioso, unendo classico e moderno. 6 L’unicità della pietra vicentina è evocata dalla collezione Mystone Berici. Un gres porcellanato effetto pietra, che raccoglie le caratteristiche più nobili del materiale. La perfetta sovrapposizione tra grafiche e strutture della superficie ceramica, espressa dalla Premium Technology 3D Ink, sottolinea il potenziale sia tecnico sia espressivo che la tecnologia consente per una resa materica di straordinaria verosimiglianza. 7 La nuova collezione di mobili Almaza di Ronal Bathrooms si distingue per il frontale alto che si estende oltre il top. La chiusura doccia è caratterizzata da linee pulite e da un profilo in metallo satinato. 8 Ascot celebra la ceramica come un brand di ricerca e avanguardia tecnologica, proponendo una visione d’impresa dinamica che mette al centro il design e valorizza i progettisti. Due eccellenze, Ascot Everytile e Dom Design Lab, si uniscono per creare un brand più competitivo.

Il nuovo lavabo monolite Ercole di Arbi Arredobagno si distingue per la perfetta integrazione tra base e lavabo, dando vita a un complemento armonioso e raffinato. La base cilindrica è realizzata in legno di rovere con lavorazione Bricks, un dettaglio decorativo distintivo che, attraverso l’affascinante gioco di ombre e prospettive, dona profondità e carattere al frontale.

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Stare all’aperto e percepire la natura sotto ai piedi. Con l’innovativa tecnologia Dinamika, Del Conca si spinge oltre i confini interni dell’abitazione e presenta la nuova collezione Outdoor Edition: una gamma di prodotti specifica per pavimentazioni da esterno con venature profonde e autentiche, interpretano texture lapidee e lignee, dall’effetto iper realistico.

TO BUILD

IMPERMEABILIZZAZIONE CON TRIFLEX PRODETAIL

Triflex ProDetail, a base di Pmma, grazie alla sua forma liquida, garantisce l’impermeabilizzazione anche delle forme architettoniche più complesse, dei dettagli e dei giunti. Il sistema può essere impiegato tutto l’anno in virtù dei tempi di indurimento particolarmente ridotti,

anche in base a basse e alte temperature. Può inoltre essere efficacemente utilizzato in lavori di impermeabilizzazioni su edifici esistenti, in combinazione con materiali già presenti, poiché non necessità di smantellamento, garantendo così sostenibilità economica e ambientale.

PRESTAZIONI ELEVATE CON ACTIS, HYBRIS

Prodotto di punta della gamma Actis, Hybris è l’isolante termoriflettente alveolare che garantisce prestazioni elevate e certificate. La speciale geometria di questo prodotto alveolare contribuisce alle prestazioni termiche dell’isolamento. Grazie al suo materiale composito assicura un isolamento duraturo, una elevatissima resistenza meccanica e l’assoluta impermeabilità all’aria e all’umidità. La prestazione termica elevata in basso spessore permette un isolamento duraturo nel tempo grazie alla sua composizione che non si altera con

il passare degli anni. La resistenza termica intrinseca del prodotto varia, in funzione dello spessore, da 1,50 a 7,15 m2K/W. Hybris è un prodotto anche particolarmente sicuro per gli installatori: leggero, non irritante, privo di polvere e pulito. Grazie alla sua composizione base in polietilene che è un materiale adatto per il riciclo.

CON SCHÜCO AD UP

ACCESSO PER TUTTI CON SCHÜCO AD UP

I sistemi in alluminio Schüco Ad Up (Aluminium Door Universal Platform) rivoluzionano il tradizionale concetto di porta vista come elemento di sepa -

razione, trasformandosi in un esempio perfetto di architettura inclusiva. Grazie alla soglia piana a filo pavimento, permettono un accesso comodo e sicuro a ogni tipologia di utente (anziani, bambini o persone disabili in sedia a rotelle); grazie alla possibilità di personalizzare la modalità di apertura verso l’interno o verso l’esterno, consentono una maggiore libertà di movimento. Così, la porta non è più barriera, ma soglia, indispensabile per una connessione osmotica tra indoor e outdoor, indice di comfort abitativo e garanzia di benessere dell’individuo.

LA CONTROSERRATURA A TESTATA LUNGA

Multitop Matic Exit si conferma la soluzione studiata per porte antipanico e/o tagliafuoco di edifici pubblici e commerciali a elevata affluenza. Il nuovo sistema automatico, per porte a una o due ante in alluminio e ferro, introduce sul mercato l’unica controserratura con testata lunga Made in Italy. La soluzione Cisa combina la massima protezione contro l’intrusione, con la garanzia di uscita rapida in caso di emergenza. Multitop Matic Exit è una soluzione completa per porte a due ante, assicura la chiusura automatica e in sicurezza dell’anta principale sul montante fisso, la controserratura e il riarmo automatico contribuiscono alla chiusura sicura anche dell’anta secondaria.

RAUVIPEX, SISTEMA PER IL

TELERISCALDAMENTO

Per una fornitura di calore a impatto zero, è necessario sviluppare energie rinnovabili, recuperare il calore residuo, installare un maggior numero di pompe di calore e, soprattutto, accelerare il potenziamento delle reti attraverso soluzioni affidabili e sicure. Con questo obiettivo, la divisione Building Solutions di Rehau ha sviluppato Rauvipex, il nuovo sistema universale per il teleriscaldamento caratterizzato da massima flessibilità e durata nel tempo. Impiegando formule polimeriche speciali per garantire massimi livelli di isolamento, tenuta ed elasticità, la novità Rehau si configura come la soluzione per il teleriscaldamento più versatile attualmente sul mercato.

WAVIN ITALIA

LANCIA SENTIO

SMART CONNECT

il nuovo software riservato ai partner dell’azienda (centri di assistenza tecnica e Installatori Win) per poter accedere da remoto ai sistemi di controllo Sentio dei propri clienti. Un applicativo che permette di risolvere le problematiche di minore entità senza recarsi sul posto e di affrontare con maggiore consapevolezza anche le questioni più complesse, con conseguente risparmio di tempo e costi per tutti gli attori coinvolti.

CONTROLRIV GEN3 PER CONTROLLARE IL FISSAGGIO

Dall’esperienza di Rivit nei sistemi di fissaggio, nasce Controlriv Gen3, il dispositivo elettronico industriale made in Italy che verifica in tempo reale il corretto sistema di fissaggio, pensato per ambiti industriali quale automotive, carpenteria pesante, automazione industriale, assemblaggi vari e sistemi di movimentazione handling. Controlriv Gen3 si colloca in una posizione molto competitiva sul mercato: un unico modello permette infatti di verificare il corretto fissaggio del rivetto-inserto-

bullone a strappo attraverso il controllo di ogni tool Rivit a cui è collegato. Segnala tempestivamente eventuali errori, risparmiando tempo e costi. Grazie alla sua versatilità, può essere utilizzato in due modalità: stand-alone o cluster (una rete di dispositivi collegati tra di loro).

UN NUOVO FILTRO RBM RIPULISCE GLI IMPIANTI

Impianti puliti e sempre più efficienti grazie al nuovo filtro magnetico Mg line (serie 4162) con intercettazione frontale. Ideato e messo sul mercato da Rbm per risolvere problemi impiantistici specifici dovuti alla presenza di particelle, soprattutto ruggine e sabbia, che nel tempo si formano per effetto della corrosione e delle incrostazioni durante il normale funzionamento di un impianto e che possono causare intasamenti, rotture e perdite di efficienza. Il filtro magnetico Rbm ripulisce l’impianto da tali particelle, prolungando quindi la vita delle caldaie e mantenendo in piena efficienza il sistema.

TERMOSTATO SMART DA PARETE DI VIMAR

Design elegante, linee pulite ed essenziali, spessore ridotto ed ergonomia funzionale. Questo è il nuovo termostato Smart da parete sviluppato da Vimar su due tecnologie: con connettività wi-fi e 4G Lte, per essere connesso alle reti mobili di ultima generazione. Facile da utilizzare grazie ai comandi intuitivi, il nuovo termostato smart, è disponibile anche in finitura nera e schermo animato a matrice Led, che ne semplifica la lettura da distante.

Wavin Italia lancia Sentio Smart Connect,

SPEKTRA

CANTIERE DIGITALE UNA REALTÀ ANCHE PER I RIVENDITORI

L’azienda nota per i suoi strumenti di misurazione offre diverse soluzioni alle imprese: per il design, la progettazione e la costruzione di un edificio. Con risparmi fino al 30%

Da 40 anni in Italia, Spektra è conosciuta principalmente per i suoi strumenti di misura, ossia livelli, tracciatori e misuratori laser. «In realtà l’azienda è molto di più», afferma il general manager Massimo Combi. «Oggi siamo in grado di offrire alla nostra clientela un’offerta allargata, dal concepimento del progetto fino alla gestione del cantiere. Dal design alla progettazione fino alla costruzione di un edifico, abbiamo una soluzione specifica. Questo ci consente di offrire ai nostri potenziali clienti la possibilità di connettere tutte le fasi per la realizzazione di una costruzione e ridurre drasticamente la complessità e i costi, con un beneficio economico che può arrivare fino a un risparmio del 30%».

Nata nel 1981 con la divisione Tools (strumenti di misura laser), oggi le soluzioni di Spektra comprendono tecnologie Hardware e software di progettazione e condivisione dei dati per il settore delle costruzioni e del movimento terra, del real estate e dell’agricoltura di precisione, l'azienda dal 2013 fa parte del Gruppo americano Trimble, pioniere nella tecnologia Gps «Se guardiamo i clienti che entrano in rivendita tutti han-

MASSIMO COMBI, GENERAL MANAGER SPEKTRA.

no bisogno dei nostri prodotti per livellare, allineare, piombare e squadrare. Oggi abbiamo sul territorio nazionale oltre mille rivenditori che consideriamo partner strategici per servire i nostri clienti e renderli più efficienti e più precisi», dichiara Amath Thiam, business manager della divisione Tools. «Consideriamo il punto vendita un partner strategico con cui collaborare per servire al meglio il cliente finale. Cerchiamo sempre di accompagnare il personale del punto vendita con un programma di formazione, sia presso il negozio che in azienda, all’interno dell’Innovation Center», costruito appositamente presso la sede di Vimercate (Monza Brianza) per ospitare eventi e corsi.

TECNOLOGIA ESSENZIALE

«Conosco il mondo delle costruzioni da più di 40 anni e

devo dire che in Italia la tecnologia non è ancora entrata in maniera preponderante», commenta Combi. «Ma, così come è avvenuto in altri settori, come quello bancario e il trasporto aereo, anche in edilizia la tecnologia può aiutare moltissimo le imprese a diventare molto più competitive». Con Spektra, quindi, il cantiere digitale non è più un’opzione, ma realtà. «Noi abbiamo la tecnologia e la competenza per promuovere la tecnologia, i rivenditori hanno le risorse e la clientela. Mettendoci insieme possiamo riuscire veramente a fare sinergia. I rivenditori più avveduti e innovativi, che sapranno cogliere con noi questa opportunità, ne trarranno grande beneficio. I clienti si affideranno a questi rivenditori non solo perché offrono servizi e soluzioni, ma soprattutto perché portano innovazione, aiutando le imprese a diventare più competitive e resistere nel medio-lungo periodo».

LE SOLUZIONI SPEKTRA PER IL CANTIERE. IN ALTO, AMATH THIAM, BUSINESS MANAGER DELLA DIVISIONE TOOLS

PRODUZIONE

BRIANZA PLASTICA

LA STORICA COPERTURA RESTAURATA E ISOLATA

I lavori di ripristino a Villa Nogarola, nel Veronese, sono stati eseguiti con l’utilizzo del telo traspirante Elytex-N e del sistema termoisolante ventilato Isotec, che vanta elevate prestazioni

IMonaco

sotec di Brianza Plastica è protagonista del recupero della copertura dell’ala nord di Villa Nogarola a Castel D’Azzano (Verona). Appartenuto alla famiglia dei conti Nogarola, l’edificio vanta una storia secolare che nel tempo l’ha visto trasformarsi da baluardo difensivo a dimora signorile, fino a diventare nel 1997 sede di rappresentanza del Comune, oltre ad accogliere anche gli uffici della polizia municipale e della biblioteca. L’ala nord, ancora inutilizzata, è stata recentemente oggetto di un intervento di recupero della copertura, reso urgente dall’avanzato stato di ammaloramento, con piccoli cedi-

L’ALA NORD DI VILLA NOGAROLA, RECENTEMENTE OGGETTO DI UN INTERVENTO DI RECUPERO DELLA COPERTURA. IN ALTO A DESTRA, IL SISTEMA ISOTEC DI BRIANZA PLASTICA

Veronica

menti localizzati e diffusi avvallamenti nella struttura. L’intervento è stato eseguito dalla ditta Lavelli Costruzioni di Peschiera del Garda (Verona), con la direzione lavori dell’architetto Adolfo Butturini.

CONSOLIDAMENTO

Dopo un’attenta valutazione dello stato conservativo della struttura di copertura sono stati realizzati interventi consolidanti alle capriate e alle strutture principali e secondarie recuperabili. Gli elementi lignei compromessi sono stati sostituiti con travi di equiparabile fattura, operando un risanamento conservativo attento e rispettoso della storicità dell’insieme. L’orditura di travetti è stata sostituita integralmente. Le tavelle forate, di tipo industriale anni Settanta, sono state completamente sostituite da tavelline in cotto tipo fatte a mano per ridare dignità al sottotetto, che potrà così essere lasciato a vista per gli utilizzi futuri. Le tavelle storiche in cotto in buono stato sono state invece recuperate e riutilizzate in due locali del corpo centrale, ricreando l’effetto antico e privilegiando la coerenza nell’aspetto a vista degli ambienti sottotetto.

ABBINAMENTO

Sulla struttura portante della copertura così restaurata, previa stesura del telo traspirante Elytex-N di Brianza Plastica, è stato posato il sistema termoisolante ventilato Isotec nello spessore 80 millimetri e passo 36,5 centimetri, al cui correntino sono stati agganciati bicoppi di canale. Questi, abbinati a coppi di coperta anticati, sono stati scelti per la loro maggiore stabilità sia in fase di cantiere che per la successiva fase in opera, come fermo supporto per i coppi di coperta. Il sistema Isotec ha permesso di procedere speditamente nell’esecuzione del pacchetto di copertura, poiché con un unico passaggio di posa è stato possibile realizzare un impalcato portante, isolante e ventilato, che funge da seconda impermeabilizzazione in caso di rottura accidentale del manto, oltre ad assolvere la funzione di supporto per le tegole. Completa la lavorazione la posa di coppi anticati, che contribuiscono a rendere armonico l’effetto finale della copertura.

I VANTAGGI

Grazie alle sue elevate prestazioni termiche (λD=0,022 W/ mK), il sistema Isotec consente di realizzare un isolamento performante, coadiuvato dai vantaggi della ventilazione sottotegola. Per creare il passaggio costante d’aria sono stati utilizzati i vari elementi di completamento del sistema, come le staffe portacolmo al vertice delle falde per creare il colmo ventilato da cui fuoriesce il flusso d’aria che parte dalla linea di gronda e scorre sotto il manto di copertura. La ventilazione naturale favorisce la rapida asciugatura degli elementi in laterizio d’inverno e il rapido deflusso di umidità e condensa, mentre d’estate fa scorrere via il calore in eccesso originato dall’irraggiamento solare diretto.

LE RAGIONI DELLA SCELTA

«Il sistema Isotec, posato completamente a secco, con le opportune accortezze inerenti la regolazione dei tirafondi, consente di gestire con semplicità la non perfetta planarità delle strutture di coperto, nate per le tavelline e non per un assito, e quindi non perfettamente piane, ottenendo un’opera eseguita a regola d’arte», spiega l’architetto Bruno Maffezzoli (nella foto), direttore tecnico per i restauri dell’impresa Lavelli Costruzioni. «Inoltre, consente di lavorare in sicurezza sul piano in tavelline di cotto, perché, partendo con la posa dei pannelli dalla gronda e risalendo verso il colmo, le maestranze possono muoversi sul piano appena posato anziché sul fragile piano in cotto, evitando danni allo stesso e possibili infortuni. Un’altra particolarità dell’opera è certamente la presenza del tratto di merlatura sulla testa del corpo costruttivo, che ha richiesto un trattamento particolare per gestire il deflusso delle acque meteoriche, con la realizzazione di una scossalina di lattoneria molto larga e alta, per far sì che la pioggia possa facilmente essere incanalata agli scarichi o, nel caso di intasamento degli stessi, possa tracimare all’esterno della merlatura prima di infiltrarsi sotto i manti impermeabilizzanti. La larga fascia in lattoneria, che ha richiesto l’eliminazione dei correntini dei pannelli per mantenerla sul piano di scolo dell’acqua, facilita future manutenzioni (pulizia guano, etc.) senza che sia necessario il calpestìo dei coppi».

LA SCHEDA

• Tipologia: edificio storico

• Intervento: ripristino ed efficientamento energetico della copertura

• Ubicazione: Castel D’Azzano (Verona)

• Committenza: Comune di Castel D’Azzano (Verona)

• Progetto e Direzione lavori: Arch. Adolfo Butturini

• Impresa: Lavelli Costruzioni snc, Peschiera del Garda (Verona)

• Direttore tecnico dell’impresa: Arch Bruno Maffezzoli, Lavelli Costruzioni snc

• Isolamento copertura: Isotec di Brianza Plastica - spessore 80 mm - passo 36,5 cm

• Rivestimento di copertura: bicoppo di canale con dentelli e coppi di coperta anticati

ETERNO IVICA

LA PAVIMENTAZIONE SI ANCORA AL TERRENO

Terra-Fix è un nuovo accessorio che consente di posare il deck direttamente su erba o terra in modo rapido e intuitivo. L’installazione si completa con i travetti Woodeck System

La posa di pavimenti sopraelevati diventa ancora più semplice con Terra-Fix, il nuovo ac cessorio di Eterno Ivica che consente di posare la pavimentazione direttamente su erba o terra in modo rapido e intuitivo. Facile da utilizzare, Terra-Fix riduce il tempo e lo sforzo per il posatore. Dopo aver assemblato il dispositivo e averlo posizionato secondo le esigenze di posa della pavimentazione, si procede a battere nel terreno ponendo sopra l’accessorio la piastra di battuta.

I SUPPORTI

La piastra di battuta., disponibile separatamente, rende Terra-Fix resistente e robusto, arrivando a sopportare anche l’installazione con un martello a percussione. Il posatore deve solo prestare attenzione a due dettagli: che il terreno non sia inzuppato d’acqua, compattato o roccioso e che non vi siano tubature o servizi inter-

rati. Una volta installati i Terra-Fix e i supporti, la struttura del deck può essere costruita con i travetti in allumino Woodeck System di Eterno Ivica o con qualsiasi altro travetto in alluminio o legno disponibile sul mercato.

CON AUTOLIVELLANTI

Grazie alla posa diretta sul terreno, la nuova soluzione Eterno Ivica riduce l’impiego di manodopera e l’utilizzo di materiale. Per utilizzare Terra-Fix è infatti sufficiente martellarlo nel terreno, rendendo non più necessaria la realizzazione di sottofondi in cemento. Ideato in acciaio zincato verniciato a polvere, è in grado di resistere alle intemperie nel tempo. L’accessorio è compatibile con tutti i supporti Eterno Ivica: è inoltre possibile compensare un’eventuale pendenza del suolo scegliendo i supporti autolivellanti Pe, Se e Se dell’azienda.

Sara Giusti

TUTTI A SCUOLA DI AMBIENTE CON IL LATERIZIO

L’azienda è protagonista di un’iniziativa didattica con un istituto umbro.

Ragazzi in visita nello stabilimento con un laboratorio per insegnare attività e tecnologie dell’industria

«G

uarda le cose come se le vedessi per la prima volta, con gli occhi di un bambino, fresco di meraviglia», raccomandava l’artista statunitense Joseph Cornell. E di meraviglia sono stati colmi gli occhi dei 250 ragazzi della scuola secondaria di primo grado CocchiAosta di Todi (Perugia), varcando le porte dello stabilimento umbro di T2D, principale produttore di laterizi in Italia, per l’iniziativa di formazione del percorso «Argilla e movimento», ideato dall’azienda in collaborazione con l’Ecomuseo dell’Argilla Munlab di Cambiano (Torino).

T2D
Veronica Monaco

PORTE APERTE

L’iniziativa didattica si è sviluppata nell’arco di quattro mattinate, dal 22 al 25 ottobre, e ha coinvolto ragazzi tra i dieci e gli undici anni di nove classi diverse dell’istituto tudertino. «Questo evento non vuole essere un’iniziativa una tantum, ma desideriamo protrarla nel tempo. Siamo abituati ad aprire le porte dei nostri stabilimenti a figure legate al mondo professionale, come rivendite, progettisti, imprese, università e scuole di geometri. Adesso vogliamo coinvolgere anche i ragazzi più giovani», afferma Alessandro Andreucci, responsabile marketing dell’azienda. «Vogliamo mostrare ai più giovani come un’azienda moderna possa essere un luogo sicuro, accogliente, pulito e vivibile, e avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. In questa società, dove tutto è digitale, dove si è persa la manualità nel fare le cose, gli studenti possono contemplare mestieri che possiamo definire tradizionali. Intendiamo inoltre favorire una maggiore conoscenza sulla produzione dei laterizi e mostrare il know how, le tecnologie dell’industria 4.0 e soprattutto la sostenibilità, sia dei prodotti che relativa alla gestione degli stabilimenti», spiega il manager.

MANUFATTI DI ARGILLA

Alla riscoperta della manualità è legato anche il laboratorio che ha concluso la visita allo stabilimento produttivo, in cui i ragazzi sono stati chiamati a realizzare dei manufatti con l’argilla. Con la manipolazione dell’argilla gli studenti hanno interagito con terra, acqua e fuoco, i tre elementi naturali alla base della produzione del laterizio. Liberando la propria fantasia, ogni ragazzo ha creato la sua piccola opera d’arte. I manufatti, realizzati in argilla cruda, verranno successivamente cotti nei forni dell’azienda, per poi essere trasferiti presso l’istituto scolastico e mostrati all’interno di una installazione. L’installazione, chiamata Biomuro, trae spunto

AL CENTRO, MATTONE IN ARGILLA CRUDA. SOPRA, INSTALLAZIONE BIOMURO

PRODUZIONE

MANIPOLAZIONE DELL'ARGILLA

dalla ricerca dell'architetto Cesario Carena, che ha declinato l’idea dei gabbioni di contenimento fatti con reti elettrosaldate e riempiti di pietre in un’opera di design in cui la struttura di rete elettrosaldata ingloba manufatti di terracotta, laterizi di scarto riciclati dalla produzione industriale, piccole piante resistenti che colonizzano la struttura, uova nido di terracotta che accolgono uccelli. In questo caso il Biomuro , progettato ad hoc per lo stabilimento T2D di Todi, accoglierà tutte le opere dei ragazzi senza soluzione di continuità, ampliandosi nel tempo grazie dal contributo delle classi che si susseguiranno nell’esperienza creativa con l’argilla.

UN MATTONE SPECIALE

Ma l’iniziativa Argilla e movimento non si esaurisce qui. Oltre al percorso intitolato «Un altro mattone», che ha coinvolto i ragazzi delle prime classi delle scuole secondarie di primo grado, T2D e Munlab hanno previsto altri due progetti che saranno programmati nella prossima primavera: «Un altro paesaggio» e «Un altro materiale». Il percorso «Un altro paesaggio», dedicato alle seconde classi, si concentrerà sulla zona della cava e il suo rapporto con il territorio circostante. «Questo percorso vuole portare gli studenti a riflettere su come l’industria può contribuire alla trasformazione positiva del territorio», spiega Andreucci. La zona di estrazione della materia prima del sito produttivo T2D di Todi

PRODUZIONE

COSÌ MUNLAB

RACCONTA T2D

«Ringrazio T2D per averci coinvolto in questo bel progetto di didattica incentrata sull’esperienza diretta dell’argilla. È stimolante esportare le nostre competenze ormai ventennali in un nuovo contesto e un’opportunità preziosa per avviare nuove progettazioni: l’entusiasmo mostrato dai ragazzi e dai docenti ci incoraggia. Lo stabilimento T2D di Todi è una realtà dinamica e innovativa, accogliente e disponibile a sperimentare il coinvolgimento di studenti e abitanti nell’esplorazione creativa di un materiale e del suo ciclo produttivo», commenta Elena Carena, direttrice del Munlab Ecomuseo dell’Argilla, aderente alla Rete degli Ecomusei del Piemonte e alla Rete degli Ecomusei Italiani. Nato nel 2001 per volontà dell’Associazione La Fornace Spazio Permanente, attiva dal 1993 negli spazi dismessi della Fornace Carena di Cambiano (Torino), Munlab - Ecomuseo dell’Argilla prende il suo nome da mun, parola che in piemontese indica il mattone. Fin dalla sua fondazione l’obiettivo dell'ecomuseo è stato quello di raccontare la comunità di Cambiano e dei lavoratori di fornace, gli edifici dismessi e l’ex cava di argilla della Fornace Carena, e la realtà di un materiale come l’argilla, attraverso l’arte e il design. Così gli spazi della produzione della fornace sono diventati fucine creative di idee e sperimentazioni. Inoltre, Munlab organizza numerose attività didattiche pensate per diverse età, dai più piccoli che frequentano l’ultimo anno del nido fino agli studenti dell’università. Dal 2023 il Munlab ha il supporto di T2D, in sintonia con l’obiettivo aziendale di proporre formazione e informazione per diffondere la cultura dell’argilla e del costruire di qualità.

è infatti inglobata all’interno di un’oasi naturale che si estende per oltre 60 ettari. All’interno di quest’area, tra boschi e colline, è possibile incontrare anche diverse specie animali al libero pascolo. «Nella cava di Todi c’è una gestione rispettosa nei confronti della natura circostante, con attività di ripristino ambientale periodico della zona di escavo della materia prima. In più, dietro questa cava, sono stati installati anche impianti fotovoltaici per un incrementare l’utilizzo di energie rinnovabili». Il terzo format, «Un altro materiale», è invece dedicato alle classi terze delle scuole primarie di secondo grado e prevede un percorso più tecnico, con visite più approfondite sui materiali e i processi produttivi. «Per noi è molto importante far conoscere da vicino la nostra realtà, i principi che guidano le nostre attività quotidiane e il senso di appartenenza nei confronti del territorio, inteso sia come natura sia come comunità locale, nel segno di una sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale», dichiara Andreucci.

VISITA NELLO STABILIMENTO T2D DI TODI (PERUGIA)

FEEDBACK POSITIVO

«Abbiamo ricevuto feedback assolutamente positivi da parte dei docenti dell’istituto scolastico CocchiAosta e proprio sulla base di questo riscontro vogliamo allargare questa iniziativa alle altre scuole dell’Umbria e delle regioni in cui siamo presenti con i nostri stabilimenti», racconta il responsabile marketing di T2D. «In Piemonte, dove siamo già attivi da anni con questa attività di formazione insieme all’Ecomuseo Munlab, vorremmo crescere ancora di più. Il loro supporto è stato fondamentale per esportare il progetto didattico Argilla in movimento da Cambiano (Torino) a Todi, fino a toccare in futuro anche Gabbro (Livorno) e Masserano (Biella)». Con questa attività T2D continua a coltivare il suo impegno verso la formazione, finora rivolta in particolar modo al target professionale. Nel 2024 l’azienda ha realizzato oltre 30 eventi con crediti formativi per i progettisti e oltre 120 eventi con le imprese, sia in azienda che direttamente in cantiere, e con i rivenditori. T2D collabora da sempre con il mondo accademico e con il consorzio Poroton, veicolando anche le competenze dei maggiori esponenti ed esperti del settore del mondo dei laterizi.

LA

FRIULSIDER

CON IL RIASSETTO È DIVENTATA ANCORA PIÙ FORTE

L’azienda ha incorporato Si.Cop Etanco ed è diventata headquarters del gruppo americano Simpson Strong-Tie per l’Europa Sud: un passo strategico nel processo di espansione

Aria di novità in Friulsider, che all’inizio di novembre ha incorporato Si.Cop Etanco, filiale italiana del gruppo francese Etanco. Specializzato nel settore dei fissaggi e degli accessori per le coperture e le facciate ventilate, Etanco serve oltre 18 mila clienti distribuiti in più di 50 Paesi in tutto il mondo, generando un fatturato di 260 milioni di euro all’anno. Nel 2022 il Gruppo francese è stato acquisito dalla multinazionale americana Simpson Strong-Tie. La fusione Si.Cop Etanco-Friulsider si inserisce dunque all’interno di questa operazione e rientra in una serie di sinergie messe in atto da Simpson Strong-Tie al fine di consolidare la presenza

del gruppo in Europa. Gli spazi produttivi e logistici di Friulsider presso lo stabilimento di San Giovanni al Natisone (Udine) sono stati recentemente potenziati, anche per sostenere la crescita e accogliere la business unit Etanco, ottimizzando flussi e gestione, mentre gli uffici commerciali e la sede operativa restano a Milano per garantire continuità di servizio ai clienti. Ne parliamo con Fabrizio Tofoni, già direttore vendite e marketing di Friulsider, nominato da novembre amministratore delegato di Friulsider e nuovo direttore regionale della branch Europa del Sud di Simpson Strong-Tie. Domanda. Quali saranno le responsabilità del suo incarico e quali obiettivi intende raggiungere?

Riposta. I prossimi mesi si presentano molto sfidanti, perché il mercato si annuncia stabile, ma grazie alla recente fusione saremo in grado di diversificare e aprire a nuovi mercati. Gli obiettivi rientrano in un piano strategico che guarda fino al 2030. Volendo riassumere in poche righe le priorità, punteremo a valorizzare le persone, aumentare l’efficienza, sfruttando le sinergie di gruppo e sostenere le vendite. Il Piano prevede crescite importanti e stiamo valutando ulteriori investimenti necessari.

D. Quali sono state le principali tappe dello sviluppo di Friulsider dalla sua fondazione a oggi?

R. Friulsider nasce nel 1966 come azienda per la produzione di viti, ma presto è diventata un’importante realtà del territorio sviluppando il suo portfolio con la produzione di tasselli in nylon (1978) e metallici (1981). Tra gli anni Novanta e Duemila lo stabilimento si è ampliato con l’introduzione del primo impianto di assemblaggio automatico, il reparto dedicato alla produzione plastica

e il laboratorio interno. Inoltre, durante questo periodo Friulsider ha cominciato a espandersi oltre i confini nazionali con l’acquisizione della filiale nel Regno Unito. Nel 2008 Friulsider è entrata a far parte del Gruppo francese Etanco, realtà internazionale specializzata nel settore dei sistemi di fissaggio per l’involucro edilizio. Negli anni successivi il focus è stato sulla qualità di prodotto, puntando all’ottenimento di certificazioni e allo sviluppo di soluzioni riconosciute per l’edilizia sismica. Nell’aprile 2022 il gruppo Etanco, e quindi anche Friulsider, è stato acquisito dalla multinazionale americana Simpson Strong-Tie, leader mondiale nelle soluzioni strutturali. D. Che cos’è cambiato per voi con l’acquisizione?

R. L’acquisizione da parte di Simpson è stata sicuramente una svolta positiva per l’azienda. Siamo entrati a far parte di una multinazionale forte e riconosciuta in tutto il mondo. Sin da subito gli investimenti del gruppo americano sulla sede friulana sono stati notevoli, portando a un ampliamento di circa 10 mila metri quadrati dello stabilimento. Abbiamo ingrandito il magazzino e ricollocato i dipartimenti di confezionamento e assemblaggio, aumentando l’efficienza anche grazie all’introduzione di veicoli automatizzati. Inoltre, l’arrivo di Simpson ci ha permesso di ampliare il nostro portafoglio prodotti, introducendo numerose soluzioni progettate per l’edilizia legno, settore in cui Simpson è leader mondiale. A seguito dell’acquisizione abbiamo lanciato infatti sul mercato italiano la gamma di connessioni per legno e durante il 2024 abbiamo rafforzato l’offerta con l’aggiunta di più di cento nuovi prodotti.

D. Dal 2022 Friulsider è anche responsabile per il

LO STABILIMENTO

FRIULSIDER DI SAN GIOVANNI AL NATISONE (UDINE). A SINISTRA, FABRIZIO

TOFONI NOMINATO

DA NOVEMBRE NUOVO

AMMINISTRATORE

DELEGATO DI FRIULSIDER E NUOVO

DIRETTORE REGIONALE

DELLA BRANCH EUROPA DEL SUD DI SIMPSON STRONG-TIE

PRODUZIONE

IL

Sud Europa all’interno del gruppo multinazionale: che cosa ha comportato questo per l’azienda?

R. Con l’acquisizione Friulsider è diventata headquarters della branch dell’Europa del Sud, che comprende Italia, Spagna e Portogallo. Questo sicuramente è dovuto alla posizione strategica, un polo logistico e distributivo chiave per tutto il continente. In quanto sede della filiale, molti reparti saranno centralizzati e coordinati direttamente da San Giovanni al Natisone (Udine).

D. Da novembre Si.Cop Etanco è stata incorporata in Friulsider: che cosa cambierà per voi? E per i vostri clienti?

R. La fusione segna un passo strategico all’interno di un processo di espansione e consolidamento della presenza in Europa da parte di Simpson e punta a ottimizzare i processi aziendali e i flussi operativi. Questa operazione ci permetterà di sfruttare le sinergie tra le due realtà e sviluppare nuove opportunità soprattutto guardando all’ambito della sostenibilità e dell’efficienza energetica. Dal punto di vista organizzativo, Si.Cop Etanco è diventata una business unit della società Friulsider e il magazzino lombardo è stato spostato a San Giovanni al Natisone, anche in forza del recente ampliamento. D. Ci saranno ripercussioni sui clienti e sulla rete vendita?

R. Per i clienti nel concreto non cambierà nulla, l’offerta a marchio Etanco non subirà alcuna modifica e i contatti commerciali rimarranno gli stessi, garantendo continuità e lo stesso livello di servizio. Non ci saranno ripercussioni neanche sulla rete vendita, perché le due realtà hanno canali distributivi differenti: Friulsider si appoggia a un team di agenzie presenti su tutto il territorio nazionale, mentre Etanco mantiene una strategia di distribuzione diretta.

D. Friulsider si distingue per l’innovazione, la qualità

e la vasta gamma di soluzioni tecniche offerte a livello internazionale. Quali prodotti offrite in Italia?

R. La gamma Friulsider è vasta e completa. Comprende sei linee di prodotto: fissaggi metallici, fissaggi chimici, fissaggi plastici, viti autofilettanti e autoperforanti, fissaggi per legno e bulloneria. I nostri fissaggi metallici includono ancoranti come gli storici FM 753 e ATS evo, anche nelle versioni con certificazione sismica. Tra i fissaggi in nylon invece spiccano sicuramente i tasselli prolungati ad alte prestazioni, X3 e FM-X5 sviluppati per l’involucro edilizio, e la gamma universale dell’X1 ideale per tutti i supporti. Con l’acquisizione di Simpson abbiamo poi ampliato notevolmente la nostra linea di fissaggi per legno, dedicando un catalogo esclusivamente a queste soluzioni.

D. Quali sono i vostri prodotti di punta?

R. Sicuramente tra i nostri fissaggi metallici spicca il nuovo FM 753 evo, lanciato proprio all’inizio del 2024. La nuova gamma dell’ancorante pesante passante è stata un grande progetto di innovazione portato avanti dall’azienda, in quanto ha visto la riprogettazione di un tassello storico del nostro portafoglio prodotti. Il 753 evo è in media il 30% più performante rispetto ai precedenti e comprende una gamma certificata molto più estesa. Nella prima parte del 2025 verrà installato un nuovo macchinario dedicato proprio alla produzione di questo tassello, a dimostrazione di quanto crediamo in questa innovazione.

D. Quali sono i vostri canali di distribuzione?

R. Friulsider opera principalmente tramite una solida rete vendita nazionale: abbiamo più di 20 agenzie in tutta Italia che si occupano del canale della rivendita e corrispondono a più del 50% del fatturato totale. Serviamo anche numerosi grossisti attraverso un canale dedicato. Inoltre, sempre con personale interno gestiamo diversi clienti del mondo dell’industria ai quali prepariamo kit personalizzati e diversi esponenti del mondo del fai-da-te. Anche l’export è gestito direttamente dal nostro commerciale interno raggiungendo circa 60 Paesi in tutto il mondo in sinergia con il Gruppo. Negli ultimi anni, soprattutto grazie all’acquisizione americana, il nostro target si è ampliato e diversificato. Stiamo puntando sempre più al target di progettisti e architetti. I nostri prodotti sono progettati per l’edilizia strutturale e quindi diventa di fondamentale importanza per noi che siano direttamente inseriti nei progetti.

D. Come si articola il vostro rapporto con i rivenditori di materiali edili?

R. Il nostro target principale negli ultimi 50 anni è sempre stata la rivendita. Supportiamo le agenzie con la nostra presenza in occasione di eventi open house, tramite progetti di formazione e il servizio di merchandising con scaffalature brandizzate.

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BASF

PIÙ NEOPOR CON LA DIRETTIVA CASE GREEN

Per raggiungere gli obiettivi UE al 2050, l’azienda tedesca espande la capacità produttiva di 50 mila tonnellate l’anno nel sito di Ludwigshafen. Emissioni ridotte con Neopor Bmb e Mcycled

Per i prossimi anni Basf prevede un significativo aumento della domanda di materiali per le ristrutturazioni di edifici ad alta efficienza energetica. Per questo ha deciso di espandere la capacità produttiva di Neopor di 50 mila tonnellate l’anno nel sito di Ludwigshafen (Germania). L’avvio dei nuovi impianti produttivi è previsto per l’inizio del 2027.

LA STRATEGIA

L’Unione Europea vuole rendere il settore edilizio climaticamente neutrale entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo l’attuazione della direttiva Europea sul rendimento energetico nell’edilizia, recentemente aggiornata e conosciuta come Direttiva Case Green (Epbd IV), impone in tutti gli Stati membri il rispetto di requisiti

Sara Giusti

stringenti. «In base al metodo Basf di valutazione della sostenibilità TripleS (Sustainable Solution Steering), Neopor è classificato come Pioneer, cioè di categoria top, e fa parte delle nostre SustainableFuture Solutions», ha commentato Stephan Kothrade, membro del consiglio di amministrazione e Chief Technology Officer di Basf. «Vogliamo continuare ad essere l’azienda chimica di riferimento e contribuire alla trasformazione verde dei nostri clienti. In quest’ottica, Neopor è un ottimo esempio per raggiungere l’obiettivo».

ISOLAMENTO

Neopor è un granulato di polistirene espandibile (Eps) che contiene grafite. È principalmente impiegato come materia prima per la produzione di materiali isolanti ad alta efficienza energetica per il sistema cappotto. La grafite conferisce al materiale il tipico colore grigio e ne migliora le prestazioni di isolamento fino a +30% rispetto all’Eps bianco. «Una copertura ben isolata è essenziale per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere gli obiettivi climatici. È anche un prerequisito per un uso efficace dei più moderni sistemi di riscaldamento. I nostri materiali isolanti in Eps svolgono un ruolo centrale in questo senso», ha aggiunto Klaus Ries, Head of Business Management Styrenics Europe di Basf. «Nel loro ciclo di vita, essi riducono significativamente le emissioni di Co2 e il consumo di energia per riscaldamento e raffreddamento dell’edificio. Oltre a risultare vantaggioso per il clima, ciò consente anche di risparmiare sui costi energetici. Neopor è uno dei materiali isolanti più eco-efficienti: offre eccellenti valori di isolamento, è facile da lavorare, economico e riciclabile».

ANCORA PIÙ SOSTENIBILE

Neopor Bmb di Basf ha un’impronta di Co2 significativamente ridotta rispetto al Neopor classico. Per la sua produzione, infatti, le materie prime fossili sono sostituite con una quantità corrispondenti di materie prime rinnovabili. L’allocazione della quota di materie prime rinnovabili al prodotto secondo l’approccio del bilanciamento di massa è certificata in modo indipendente da Redcert2. Nella produzione di Neopor F5 Mcycled sono i rifiuti in Eps riciclati meccanicamente ad essere parzialmente utilizzati come materia prime. Sia il materiale riciclato utilizzato che le materie prime isolanti sono certificati Redcert2.

MENO CO2

Già nella forma tradizionale i materiali isolanti in Neopor offrono un contributo significativo all’edilizia sostenibile. Con Neopor Bmb e Neopor Mcycled, Basf porta sul mercato prodotti con profili di sostenibilità ulteriormente ottimizzati. Oltre a ridurre le emissioni di Co2 generate durante l’uso dell’edificio, l’impiego di Neopor Bmb e Neopor Mcycled abbassa anche l’impronta di Co2 dell’edificio stesso, mantenendo le medesime qualità e l’effetto isolante ottimizzato di Neopor classico.

LO STABILIMENTO BASF DI LUDWIGSHAFEN (GERMANIA). A SINISTRA, PANNELLO IN NEOPOR CON GRAFITE

RUBRICHE

MUOVIAMOCI

ANDREA

PAYARO

Docente, esperto del ministero dello

Sviluppo Economico (Ice)

IIL MAGAZZINO È MEGLIO

SE ANTI-FRAGILE

l concetto di anti-fragilità applicato al magazzino parte da un’idea ispirata dal lavoro del filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb, presentata nel suo libro Antifragile. Mentre i sistemi fragili tendono a rompersi o deteriorarsi quando esposti a shock o incertezze, un sistema anti-fragile non solo resiste, ma migliora e si rafforza in condizioni di volatilità, disordine e stress. Il termine potrebbe essere confuso con quello ben più noto di resilienza. Dal punto di vista teorico la differenza principale tra antifragilità e resilienza sta nel modo in cui i sistemi reagiscono agli shock e alle difficoltà. La resilienza si riferisce alla capacità di un sistema o di un’organizzazione di resistere agli shock o di ritornare allo stato originale dopo un evento avverso. L’antifragilità, invece, si riferisce alla capacità di un sistema di migliorare o diventare più forte quando esposto a stress, incertezze o eventi avversi. In altre parole, un sistema anti-fragile trae vantaggio dall’instabilità. Il concetto di anti-fragilità può essere contestualizzato anche nell’ambito di un’area dedicata allo stoccaggio, per cui il magazzino anti-fragile potrebbe essere organizzato secondo le seguenti indicazioni:

• Processi semplici e modulari, facilmente riconfigurabili sulla base delle specifiche necessità. Più i processi sono semplici e più possono essere trasferiti da persona a persona senza compromettere la capacità operativa.

• Un magazzino anti-fragile non dipende da una sola fonte di approvvigionamento o da un’unica configurazione di inventario, ma usa fornitori alternativi che vengono attivati rapidamente in caso di improvvise interruzioni. Nasce l’esigenza di gestire opportunamente un database manutenuto costantemente per essere in grado di suggerire il fornitore giusto nel momento giusto.

• I sistemi di gestione di un magazzino anti-fragile si basano su tecnologie come l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’Internet of Things (IoT). Queste tecnologie raccolgono e analizzano dati in tempo reale, consentendo previsioni più accurate e reazioni rapide a cambiamenti imprevisti. Per esempio, possono anticipare picchi di domanda o problemi nei trasporti.

• Un magazzino anti-fragile bilancia l’approccio just-in-time (che minimizza i livelli di scorte nel magazzino per ridurre i costi) con il “just-in-case”, mantenendo scorte di sicurezza per rispondere agli imprevisti. Questa diversificazione permette di mantenere l’agilità e di sfruttare le opportunità create da cambiamenti inattesi.

• La condivisione in tempo reale delle informazioni consente una reazione collettiva più rapida e una migliore ottimizzazione della catena di approvvigionamento, rendendo il magazzino capace di migliorare le sue performance anche quando la situazione diventa caotica.

• Il magazzino anti-fragile non aspetta che le crisi si verifichino per agire, ma sperimenta costantemente nuovi approcci per migliorare la sua efficienza. Per esempio, anche in condizioni di normalità per essere meglio preparati, possono essere testati o simulati nuovi layout, diversi strumenti di automazione o modalità differenti di gestione delle scorte per rispondere a eventuali shock futuri.

Data la volatilità e imprevedibilità degli eventi che si sono verificati negli ultimi anni e che continuano a succedersi, diventa fondamentale per le aziende applicare le regole di antifragilità elencate al fine di poter rispondere prontamente alle nuove sfide del mercato.

RUBRICHE BOLLINO BLU PER APPALTI

ALESSANDRO BONVICINO REGOLIAMOCI

CE MANODOPERA

i sono delle novità che riguardano la verifica di congruità del costo della manodopera negli appalti edili pubblici e privati. Le modifiche sono la conseguenza della conversione in legge del decreto Coesione, convertito dalla legge 95/2024, che ha introdotto ulteriori variazioni rispetto a quanto previsto. Va ricordato che le norme riguardano non solo le opere per appalti pubblici, ma anche privati. Secondo la legge, dunque, il committente ha l’obbligo, che precede il saldo all’impresa esecutrice, di verificare che l’importo minimo di manodopera necessario per la realizzazione di un’opera edile, considerata la tipologia di lavorazione e la quantità di imprese presenti nel cantiere, sia congruo rispetto ai parametri riportati nell’allegato al decreto ministeriale del 2021, che le stabilisce. Il provvedimento a cui fa riferimento ha fissato le percentuali di incidenza minima della manodopera sul valore dell’opera, rispetto a diverse opere edili. A sua volta, il decreto del 2021 si riferisce alla definizione contenuta nell’allegato X del decreto legislativo 81/2008 in materia di sicurezza sul lavoro. Che ovviamente coinvolge anche l’attività edile, comprese quelle affini, direttamente e funzionalmente connesse all’attività resa dall’impresa affidataria dei lavori. Insomma, tutte le attività per le quali si applica la contrattazione collettiva edile, nazionale e territoriale. Dunque, la legge ora prevede che nell’ambito degli

appalti pubblici e privati di realizzazione dei lavori edili prima di procedere al saldo finale dei lavori il responsabile del progetto, negli appalti pubblici, e il direttore dei lavori, o il committente abbiano l’obbligo di verificare la congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva. L’obbligo riguarda imprese affidatarie, in appalto o subappalto e i lavoratori autonomi.

La legge precisa anche i tempi: per i lavori pubblici, la congruità per la manodopera va richiesta in occasione della presentazione dell’ultimo stato di avanzamento dei lavori da parte dell’impresa, prima di procedere al saldo finale dei lavori. Per i lavori privati, invece, deve essere dimostrata prima dell’erogazione del saldo finale da parte del committente. Come si ottiene il bollino blu? L’attestazione di congruità è rilasciata, entro dieci giorni dalla richiesta, dalla Cassa EdileEdilcassa territorialmente competente. La domanda deve essere presentata dall’impresa affidataria o da un soggetto delegato, o dal committente. Cassa EdileEdilcassa, se riscontra irregolarità, invita l’impresa a regolarizzare la propria posizione entro il termine di 15 giorni, attraverso il versamento in Cassa EdileEdilcassa dell’importo corrispondente alla differenza di costo del lavoro necessaria per raggiungere la percentuale stabilita per la congruità. La regolarizzazione consente il rilascio dell’attestazione di congruità.

Great Place To Work per Ard Raccanello

ARD Raccanello, azienda specializzata nella produzione di sistemi vernicianti per l’edilizia professionale, ha ottenuto, per il secondo anno consecutivo, la certificazione Great Place to Work in Italia, riconoscimento rilasciato da Gptw che attesta la qualità e la positività dell’ambiente di lavoro. A dare ulteriore concretezza a questo riconoscimento si aggiunge la conferma del posizionamento di ARD tra le top 10 industrie italiane nel ranking Best Workplaces for Blue Collar. Il quinto posto nella classifica stilata da Gptw è l'espressione dell'attenzione di ARD alle condizioni di lavoro, al benessere e alla formazione professionale di una categoria cruciale come i Blue Collar, le cui voci e istanze tengono vivo il settore industriale. La certificazione Great Place to Work si ottiene in seguito a un’approfondita analisi del

clima aziendale in cui viene ascoltata la people experience. Il risultato deriva dalle opinioni dei collaboratori associate a cinque parametri chiave (credibilità, rispetto, equità, orgoglio e coesione), tutti in crescita rispetto al 2023, opportunamente declinati all’interno di un questionario di libera compilazione e da un report da parte dell’azienda sulle politiche di gestione Hr. «Siamo davvero felici di aver ottenuto questi riconoscimenti, perché dimostrano realmente che il nostro impegno a creare un luogo di lavoro positivo e stimolante sta dando i suoi frutti. È logico che il benessere dei dipendenti sia la condizione indispensabile perché l'azienda stessa sia un luogo di crescita e prosperità per tutti», è il commento di Luigi Gorza, amministratore delegato di ARD Raccanello (nell’immagine assieme a Ilaria Raccanello).

1. Mapei tra i World’s Best Employers 2024

M apei è anche quest’anno tra i World’s Best Employers 2024, classifica annuale stilata da Forbes in collaborazione con la piattaforma digitale Statista, che include le 850 aziende, di cui 16 italiane, più virtuose nella gestione dei propri dipendenti. Un riconoscimento che premia l’impegno costante del Gruppo a livello globale nel garantire ai propri collaboratori un ambiente di lavoro stimolante e inclusivo, dove crescere personalmente e professionalmente. L’indagine ha coinvolto oltre 300 mila dipendenti in oltre 50 Paesi

del mondo che lavorano in aziende multinazionali con contano più di mille dipendenti. Agli intervistati è stato chiesto di rispondere tramite un sondaggio online ad alcune domande in merito alla qualità del proprio datore di lavoro secondo diversi criteri quali la retribuzione, le opportunità di crescita, le opzioni di lavoro a distanza, l’equilibrio tra lavoro e vita privata e molti altri. È stato domandato loro anche quanto sarebbero disposti a consigliare la propria azienda a familiari o amici. Le risposte sono state poi analizzate e confrontate per stilare l’elenco degli 850 migliori datori di lavoro al mondo. «Per il Gruppo Mapei essere tra i World’s Best Employers rappresenta un prestigioso riconoscimento a livello globale. Oggi, con oltre 12.500 persone in 57 Paesi del mondo e 96 consociate, siamo un’unica squadra che condivide valori come l’impegno, la ricerca dell’eccellenza e la passione. Tutto questo è il frutto di politiche e iniziative messe in atto dal Gruppo nei diversi territori con l’obiettivo di stimolare e promuovere la crescita professionale, lo sviluppo di nuove risorse e tutelare il benessere di tutti i nostri dipendenti», commenta Giuseppe Castelli, Direttore risorse umane Gruppo Mapei.

2. Agc, accordo per il vetro riciclato

L’Unione Europea si è impegnata a conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. AGC Glass Europe, azienda nel settore del vetro piano, è impegnata

in prima linea per fornire un concreto apporto non solo attraverso prodotti innovativi sostenibili, ma anche con lo sviluppo di nuovi metodi per ridurre le emissioni industriali. Con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica nel 2050, l’azienda ha fissato per il 2030 il target del - 30%, nei termini di emissioni dirette (Scope 1 e 2) ed indirette dall’acquisto di energia elettrica (Scope 3). In questo importante processo, il vetro piano riciclato (rottame) è diventato una materia prima strategica. AGC Glass Europe ha recentemente siglato una partnership strategica con Rosi, realtà all’avanguardia nel recupero e riciclo di materie prime ad alto valore dall’industria fotovoltaica. Firmato a Saint Honoré (Francia), alla presenza di Itochu, un importante investitore di Rosi, quest’accordo rappresenta una tappa fondamentale verso la creazione di una catena del valore più sostenibile per le industrie solare e del vetro. Attraverso questa collaborazione, le due aziende puntano a riciclare elevati volumi di vetro fotovoltaico nella produzione di vetro piano, evitando il downcycling di un cullet d’alta qualità. Ciò non solo fornisce la materia prima necessaria per l'industria del vetro, ma riduce anche l'impatto della produzione sul cambiamento climatico e genera il miglioramento del ciclo di vita dei pannelli fotovoltaici.

3. Fervi apre in Cina

Qingdao Fervi International Trading è la nuova società di Fervi Group con sede nell’omonima città portuale cinese, un punto strategico per migliorare logistica e go-to-market puntando sull’internazionalizzazione del Gruppo. L’azienda ha ampliato la propria rete internazionale inaugurando una nuova sede a Qingdao, una delle città portuali economicamente più rilevanti della Cina, snodo logistico internazionale strategico a cui anche le altre aziende del Gruppo (Rivit, Vogel Germany, Riflex Abrasives, Sitges SL) possono fare riferimento per sviluppare e accelerare le attività quotidiane con tutti i partner del sud-est asiatico. L’apertura di una società

in Cina, controllata al 100% dalla capogruppo Fervi, consolida dunque il processo di internazionalizzazione del Gruppo, aggiungendo una sede cinese ai due uffici esteri di Rivit in India e Marocco, alla sede centrale di Vogel in Germania e alla sede centrale spagnola di Sitges SL, offrendo un punto di riferimento di rilevanza strategica a tutte le attività delle aziende del Gruppo, soprattutto per quanto riguarda la logistica, il controllo qualità, le certificazioni e gli adeguamenti normativi e burocratici prima che i prodotti arrivino sul mercato, migliorando in questo modo tutta la gestione della filiera, dalla progettazione allo scouting fino ad arrivare all’introduzione sul mercato. «L’apertura della Qingdao Fervi International Trading è per noi un passo necessario e fondamentale che consolida la dimensione internazionale di un Gruppo come il nostro che opera in oltre 50 Paesi. L’apertura in Cina risulta infatti strategica per velocizzare e facilitare le operazioni di controllo delle merci che partono da questa area, semplificando tutte le procedure doganali e di relazione con il nostro network di partner internazionali. In questo modo avremo la possibilità di alzare ulteriormente i nostri standard di servizio e qualità della nostra offerta, rendendo ancora più fluido il go-to-market di tutti i prodotti dei nostri marchi, a beneficio della catena commerciale e degli utenti finali», ha commentato Guido Greco, amministratore delegato di Fervi Group.

4. Più fotovoltaico per Saint-Gobain Italia

S aint-Gobain Italia ha inaugurato l’impianto fotovoltaico installato nello stabilimento di Vidalengo di Caravaggio (Bergamo), che, con una superficie di 70 mila metri quadrati, si estende anche al Comune di Treviglio. Grazie agli oltre 7,1 GWh di energia verde generata annualmente, l’impianto sposta a favore delle rinnovabili il mix energetico che alimenta il

DA SINISTRA, MARCO MASETTI, GUIDO GRECO E MR. YANG

sito e riduce di 2 mila tonnellate di Co2 equivalenti le emissioni di gas serra nell’ambiente. L’azienda si conferma all’avanguardia dell’innovazione sostenibile applicata all’edilizia moderna con l’inaugurazione del grande impianto fotovoltaico da 4,65 MW. Lo stabilimento impiega circa 90 dipendenti e genera un indotto locale per oltre 50 imprese tra aziende di trasporto, manutenzione e servizi generali. Grazie al sito di Vidalengo, Saint-Gobain Italia propone sul mercato i prodotti a marchio Isover per l’isolamento termo-acustico destinati ai settori dell’edilizia, dell’industria e della marina, attraverso un approccio di sviluppo sempre più sostenibile per offrire soluzioni e sistemi volti al risparmio energetico e a un reale abbattimento delle emissioni. In linea con l’obiettivo del Gruppo di raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050, tutti i processi industriali dell’impianto sono studiati per massimizzare l’efficienza energetica riducendo il più possibile l'impatto sull'ambiente. L’impianto, realizzato da Metlen Energy & Metals, azienda con lunga esperienza in progetti simili, a regime garantirà che una quota rilevante del fabbisogno energetico del sito sia soddisfatta da fonte rinnovabile.

5. Il futuro dei tubi per Pvc4pipes

N uovi materiali, nuove tecnologie e nuova attenzione per l’impatto ambientale. Sono sfide anche per l’industria dei tubi in Pvc, come testimonia la terza conferenza di Pvc4Pipes dal titolo Sviluppo del mercato attraverso l'innovazione. Pvc4Pipes è la piattaforma di European Council of Vinyl Manufacturers (ECVM) dedicata alla filiera dei tubi in Pvc. I temi chiave esplorati da esperti internazionali hanno evidenziato le tendenze in materia di sostenibilità nelle reti di tubi in Pvc, i progetti innovativi che affrontano le sfide dei materiali e gli sviluppi della normativa europea.

La conferenza, che si è svolta a Praga, ha riunito circa 120 partecipanti da 26 Paesi, in rappresentanza dell'intera filiera, utilities, produttori di tubi, compoundatori, produttori di attrezzature, fornitori di materie prime ed enti di certificazione. «I tubi in Pvc hanno dimostrato sicurezza d'uso, durata verificata, economicità ed eco-efficienza per oltre otto decenni. Ciò li ha resi una scelta sostenibile per la fornitura di servizi essenziali nei settori acqua, gas e fognature per tutto questo periodo», ha detto Vincent Elizaveta Harkusha di Chem-Courier che ha esaminato come le dinamiche di mercato, in particolare i prezzi delle materie prime e dell'offerta da una parte, e il settore chiave di consumo – edilizia e costruzione – dall'altra, stiano plasmando l'attuale panorama dell’industria nell’Europa centrale. Marco Secchiari di Sica ha descritto i processi innovativi che consentono di collegare tubi in Pvc-O senza perdere le loro notevoli prestazioni meccaniche. Questi processi portano ulteriori vantaggi alle aziende idriche che scelgono i tubi in Pvc-O per le loro reti di distribuzione.

6. Il Bilancio di sostenibilità di Sicer

S icer ha presentato il suo primo Bilancio di Sostenibilità, report che ha come riferimento il 2023 e che fornisce una panoramica dettagliata delle attività e delle pratiche virtuose intraprese dall’azienda da un punto di vista ambientale, sociale e di governance. Sicer è uno storico colorificio ceramico con oltre 30 anni di esperienza nella progettazione, produzione e distribuzione di materiali per la smaltatura e decorazione ceramica come fritte, smalti, graniglie ed inchiostri. Il documento rappresenta un traguardo fondamentale nella storia dell’azienda, evidenziando l’impegno concreto di Sicer verso pratiche più sostenibili e responsabili. Il presidente, Gianfranco Padovani, nella lettera rivolta agli stakeholder, ha sottolineato l’importanza di questo primo Bilancio di Sostenibilità, evidenziando come l’azienda abbia lavorato con dedizione per integrare pratiche sostenibili in ogni aspetto delle proprie attività. «La decisione di intraprendere questo percorso sostenibile nasce dalla consapevolezza che le aziende hanno il potere e la responsabilità di influenzare la società e l’economia in modo significativo. Parlare di sostenibilità significa fare riferimento a una nuova concezione dell’attività imprenditoriale, secondo cui il fine ultimo dell’azienda deve comprendere la creazione di valore economico, ambientale e sociale nel lungo periodo, a vantaggio di tutti gli stakeholder e delle esigenze delle generazioni future», afferma Padovani.

Terra-Fix

Innovative Deck Footing

Terra-Fix è il nuovo esclusivo accessorio per il Woodeck System di Eterno Ivica che consente di posare un pavimento sopraelevato direttamente su erba o terra. Terra-Fix è realizzato in acciaio zincato verniciato a polvere, per resistere alle intemperie nel tempo. L’installazione del Terra-Fix non richiede scavo o calcestruzzo.

Qualsiasi supporto di Eterno Ivica può essere posizionato sulla parte superiore del Terra-Fix; grazie alle teste autolivellanti dei supporti PR, SE e SR, non c’è bisogno di assicurarsi che il Terra-fix sia livellato durante l’installazione. Una volta installati i Terra-Fix e i supporti, la struttura del deck può essere costruita con i travetti in allumino della gamma Woodeck di Eterno Ivica o con qualsiasi altro travetto in alluminio o legno disponibile sul mercato.

CONSOLIDAMENTO E RINFORZO

STRUTTURALE: PROBLEMI, SOLUZIONI E PROPOSTE DALLE AZIENDE 236

FISSAGGIO CHIMICO

LA SICUREZZA HA RINFORZATO ANCHE I FATTURATI

ABBONATI

Il settore, nelle 34 aziende considerate dall’analisi, è cresciuto del 74,4% dal 2021. È l’effetto degli incentivi fiscali, ma anche della necessità di intervenire su gran parte del patrimonio immobiliare vetusto

a cura del Centro Studi YouTrade

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

FATTURATO 2020-2023 E UTILI 2022-2023 DELLE AZIENDE OPERANTI NEL SETTORE DEL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE (VALORI IN MIGLIAIA DI EURO)

FATTURATO

RAGIONE SOCIALE

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

PERABBONATI

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

FATTURATO 2020-2023 E UTILI 2022-2023 PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE AZIENDE OPERANTI NEL SETTORE DEL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE (VALORI IN MIGLIAIA DI EURO)

VARIAZIONE % DEL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE PRODUTTRICI DI MATERIALI PER IL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE. ANNO 2023 SU 2022

VARIAZIONE % DEL FATTURATO A CONFRONTO PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE DI PRODUZONE DI MATERIALI PER IL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE

SOLOPERABBONATI

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

UTILE NETTO 2023 2022 in % su FATTURATO 2023 in % su FATTURATO 2022

INDICATORI A CONFRONTO: VARIAZIONE % FATTURATO E UTILI IN % SUL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE. ANNO 2023 SU 2022

ABBONATI

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

FIBRE NET

UNA RETE SPECIALE PER PREVENIRE LO SFONDELLAMENTO

Life+ è un sistema per la messa in sicurezza dei solai che utilizza reti in fibra di vetro impregnate con resina termoindurenti fissate sui travetti attraverso sistemi di connessione strutturale

Solai in laterocemento, acciaio e legno: l’usura, il tempo e una lunga serie di fattori possono provocarne lo sfondellamento, ovvero la caduta accidentale di porzioni di intonaco o pignatte. Il fenomeno rappresenta un pericolo per l’incolumità delle persone: è sufficiente ricordare che il crollo improvviso di una porzione di soffitto comporta il distacco di circa 25-40 chilogrammi per metro quadrato di materiale, fino a 90 chilogrammi per metro quadrato nei casi più importanti. Un problema che, tra l’altro, è comune in quasi la metà delle scuole (vedi box) e degli edifici pubblici in Italia e, in linea generale, nei fabbricati costruiti tra gli anni Quaranta e Settanta. I crolli possono essere legati a errori di progettazione, esecuzione, scelta dei materiali, alla modifica delle condizioni statiche o ambientali del solaio e alla mancanza di un adeguato piano di manutenzione. I segnali da non sottovalutare sono le fessurazioni dell’intonaco e segni di degrado in superficie come, ad esempio, infiltrazioni o rigonfiamenti e distacchi parziali, anche se di piccole dimensioni.

SICUREZZA

Per garantire la tenuta allo sfondellamento, Fibre Net ha creato Life+, un sistema per la messa in sicurezza dei solai che prevede l’applicazione di reti preformate in fibra di vetro e resina termoindurente fissate sui travetti, all’intradosso del solaio, attraverso sistemi di connessione strutturale specificatamente dimensionati, ottenendo un efficace contenimento degli elementi soggetti a distacco. Una volta realizzata la messa in sicurezza, il sistema può essere lasciato a vista, intonacato o rivestito con un controsoffitto.

FACILE TRASPORTO

La leggerezza della rete disponibile in rotoli facili da movimentare

A CREMONA CONSOLIDAMENTO IN CATTEDRA

Alcuni locali della scuola primaria Leonida Bissolati di Cremona hanno richiesto un intervento di messa in sicurezza all’intradosso dei solai a fronte del rilievo di uno stato di degrado avanzato degli intonaci di finitura.

Nell’ambito dell’ampia campagna di indagini realizzata sul proprio patrimonio scolastico dall’amministrazione comunale di Cremona nella scuola, è stato verificato che i solai in laterocemento riportavano uno stato di degrado limitato, per questo gli interventi di messa in sicurezza hanno riguardato quasi esclusivamente una serie di locali accessori e di servizio, senza interessare le aule adibite alla didattica.

Gli interventi eseguiti con sistema Life+ hanno visto la posa della rete in Gfrp (Glass Fiber Reinforced Polymer)

LE CARATTERISTICHE

• Reversibilità dell’intervento

• Elevata resistenza meccanica

• Progettato per diverse tipologie di solaio

• Amagnetico e radiotrasparente

• Semplice installazione

• Traspirabilità

• Assenza di corrosione

• Classe di reazione al fuoco A2

• Sistema eco-compatibile

• Sistema testato e certificato

• Rinforzo a basso peso e spessore APPLICAZIONE SISTEMA

e di connettori metallici appositamente dimensionati. La rete, fornita in rotoli, è stata semplicemente applicata srotolandola, tagliando la porzione necessaria e stendendola nell’intradosso del solaio lungo la direzione ortogonale all’orientamento dello stesso. Una volta posizionata, e trattenuta in aderenza al solaio con puntelli temporanei, è stata tesa e fissata in corrispondenza dei travetti con connettori meccanici in acciaio zincato. La facilità di posa del sistema ha consentito il suo utilizzo anche in locali con presenza di elementi tecnologici, come tubi di esalazione e corpi illuminanti con impianti di distribuzione elettrica a vista. Nei locali interessati all’intervento di messa in sicurezza la rete in Gfrp è stata lasciata a vista.

consente una posa facile e veloce, applicando, se prevista, la malta in un unico strato e senza necessità di operare fresco su fresco. Il risultato è una riduzione dei tempi, dei costi di posa e una miglior gestione del cantiere. Il sistema Life+ rappresenta una soluzione di facile impiego, laddove sia necessario un intervento di messa in sicurezza dell’intradosso dei solai veloce ed efficace.

GENERAL ADMIXTURES

INTONACO ARMATO PER IL RINFORZO DELLE MURATURE

Il sistema Structure crm utilizza componenti in fibra di vetro Gfrp, specifiche malte premiscelate a base calce o di leganti idraulici con diversa classe di resistenza, per risolvere alcune frequenti criticità

Felice Marco Liberatore, Davide Orbolato, Stefano Crosato, Jerry Rota Stabelli*

L’

Italia è un Paese che quotidianamente convive con una situazione particolarmente delicata dal punto di vista della sicurezza strutturale a causa della coesistenza di due condizioni purtroppo contrastanti: da un lato, un patrimonio edilizio estremamente variegato, che riflette le conoscenze e le tecniche costruttive di epoche in cui la necessità di conseguire una adeguata capacità di resistenza al sisma non era contemplata, e dall'altro, un territorio nazionale ormai classificato come zona sismica. Anche se con livelli di rischio differenti a seconda della ubicazione, nessuna struttura «datata» può ritenersi completamente al riparo da possibili eventi tellurici.

INADEGUATEZZA STRUTTURALE

Quanto ora detto comporta una generale inadeguatezza della stragrande maggioranza delle costruzioni esistenti. Tra queste, quelle con struttura portante in muratura destano non poche preoccupazioni, sia perché sono le più vetuste e sia perché spesso realizzate con materiali poveri e schemi strutturali che non prevedevano la capacità di resistere, oltre alle canoniche azioni verticali, anche a possibili forze orizzontali. A tale riguardo, senza la pretesa di voler essere esaustivi, si richiamano le principali carenze strutturali che concorrono a ridurre la sicurezza delle strutture in muratura:

a. La scarsa qualità della tessitura muraria: numerosi edifici, per lo più a destinazione residenziale, sono stati realizzati con apparecchiature murarie eterogenee, costituite da blocchi in pietra grossolanamente squadrate, malte povere e giunti molto irregolari. Tutto questo comporta prestazioni del «materiale muratura » estremamente limitate e quindi inadeguate a fronteggiare le sollecitazioni derivanti dall’azione sismica.

b. Il diffuso impiego di muratura a doppio paramento, con limitate interconnessioni (diatoni) e nuclei piuttosto poveri (si pensi, come esempio estremo, alle note murature a sacco). Questo aspetto, evidentemente, riduce la capacità portante delle strutture verticali.

c. Il ridotto (o, spesso, del tutto assente) ammorsamento tra le murature portanti tessute nelle diverse direzioni. Complice anche la condizione di cui al precedente punto « a », risultava difficile realizzare efficaci ammorsamenti tra le murature, impedendo così, durante l’evento sismico, la collaborazione strutturale tra tutte le pareti.

d. La presenza di elementi strutturali di tipo spingente, quali le volte o gli archi. Detti elementi, esercitando spinte orizzontali sugli elementi verticali, favoriscono l’insorgenza di meccanismi di rottura durante l’evento sismico.

e. Nel caso di orizzontamenti piani, tipicamente realizzati con travi in legno o putrelle in acciaio, il mancato collegamento tra le singole travi del solaio e la muratura portante accentua il problema di cui al precedente punto « c ».

f. Assenza dei cordoli di piano in corrispondenza dell’appoggio dei solai (in cemento armato) sulla muratura. Tale condizione, assieme a quella descritta in « c », comporta il mancato funzionamento scatolare della struttura, con conseguente forte penalizzazione della risposta globale della costruzione al sisma.

Nella Tabella 1, che ripropone quella della Circolare applicativa

N. 7 del 21 gennaio 2019, è evidente come le prestazioni delle

diverse tipologie murarie siano ovviamente legate alla loro qualità realizzativa. È altresì evidente come le murature più irregolari, che molto spesso troviamo nell’ambito delle piccole strutture residenziali realizzate nel secolo scorso, siano caratterizzate da prestazioni estremamente limitate, sia in termini di resistenza a compressione (f) che di resistenza a taglio (τ0).

CONSOLIDAMENTO E TECNICHE DI INTERVENTO

Alla luce di quanto sinteticamente descritto, è evidente l’importanza degli interventi di consolidamento, miglioramento o adeguamento sismico auspicati sulla totalità delle strutture esistenti. Il decreto ministeriale 17 gennaio 2018 indica, per le diverse tipologie strutturali, una serie di possibili interventi che possono migliorare notevolmente le prestazioni strutturali. Per le strutture in muratura, in particolare per quelle caratterizzate da prestazioni scadenti o modeste, si segnalano:

I. Iniezioni di miscele leganti;

II. Intonaco armato;

III. Ristilatura armata dei giunti e connessione dei paramenti. Ulteriori interventi, spesso impiegati nel consolidamento di strutture in murature, sono:

IV. Interventi di «scuci e cuci» per il ripristino localizzato di porzioni di muratura danneggiate;

V. Perforazioni armate per il collegamento delle murature debolmente connesse o totalmente disconnesse;

VI. Realizzazione di solette collaboranti sui solai esistenti, debitamente collegate alle murature portanti, utili a realizzare efficaci diaframmi di piano e ripartire efficacemente l’azione sismica del singolo impalcato sulle murature portanti;

VII. Inserimento di tiranti o catene per favorire il comportamento d’assieme del fabbricato ed evitare meccanismi di ribaltamento delle pareti fuori dal loro piano.

Prima di approfondire nel dettaglio l’intervento di intonaco armato,

TABELLA 1 - PRESTAZIONI DELLE TIPOLOGIE MURARIE

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

argomento principale del presente articolo, riserviamo poche righe a due delle tecniche ora richiamate in quanto spesso impiegate, in sinergia con l’intonaco armato, nell’ambito del consolidamento di vecchie strutture in muratura.

Innanzitutto, le iniezioni di miscele leganti, che mirano al miglioramento delle caratteristiche meccaniche delle murature caratterizzate da elevati vuoti interni (per esempio, murature in pietra o miste di tipo irregolare, con malte di scarsa qualità). Per queste tipologie murarie, le iniezioni rappresentano spesso un necessario intervento preliminare a tutti gli altri interventi. Aspetti esecutivi essenziali di tale tecnica sono la scelta della adeguata miscela di riempimento (aspetto tecnologico) e la scelta della corretta pressione di iniezione (aspetto tecnico).

Rispetto al passato, quando venivano impiegate semplici boiacche

FIGURA 1

INIETTANDO MURATURE ESISTENTI CARATTERIZZATE DA RILEVANTI

VUOTI INTERNI MEDIANTE SPECIFICHE MALTE PREMISCELATE SARÀ POSSIBILE CONSOLIDARLE E MIGLIORARNE LE PRESTAZIONI. TALE INTERVENTO È (SOPRATTUTTO PER LE MURATURE IRREGOLARI E POCO CONSISTENTI) PRELIMINARE ALLA SUCCESSIVA REALIZZAZIONE DI INTONACO ARMATO

cementizie improvvisate in cantiere, oggi il mercato offre specifici prodotti premiscelati (Linea S tructure fill M10 di General Admixtures), sia a base calce sia a base cemento, per il confezionamento di boiacche da iniezione, caratterizzate da:

1. Prestazioni meccaniche controllate (Marcatura Ce)

2. Ridotti valori di ritiro

3. Elevata compatibilità fisico-chimica con la muratura Altro intervento spesso utilizzato nell’ambito del consolidamento di strutture in muratura è la realizzazione di solette collaboranti all’estradosso dei solai esistenti (tipicamente realizzati con travi in legno o putrelle in acciaio), utile, come detto, a conferire elevata rigidezza nel piano agli orizzontamenti e, quindi, ripartire i taglianti di piano in proporzione alla rigidezza delle strutture verticali portanti. Inoltre, la realizzazione di tali solette costituisce l’occasione per collegare efficacemente i solai alle murature. Interessanti interventi di questo tipo sono stati realizzati impiegando, in sostituzione del calcestruzzo ordinario, l’innovativo microcalcestruzzo fibrorinforzato a elevate prestazioni C omposite M130. Questo materiale, noto con l’acronimo H pfrc (High Performance Fiber Reinforced Concrete) ha consentito di ottimizzare lo spessore della cappa e di

eliminare, grazie alla presenza di un rilevante contenuto di fibre metalliche, la canonica rete elettrosaldata impiegata generalmente in questi casi.

LA REALIZZAZIONE DI UNA CAPPA COLLABORANTE A BASSO SPESSORE IN HPFRC (Composite M130) SU SOLAI CON STRUTTURA IN LEGNO O ACCIAIO È UTILE A IRRIGIDIRE GLI ORIZZONTAMENTI NEL LORO PIANO E A COLLEGARE I SOLAI ALLE MURATURE PERIMETRALI. DETTO INTERVENTO MIGLIORA SIGNIFICATIVAMENTE LA RISPOSTA SISMICA GLOBALE DELL’EDIFICIO, CONSENTENDO DI PERVENIRE, IN SINERGIA MAGARI CON UN INTERVENTO GENERALIZZATO DI INTONACO ARMATO, AL COSIDDETTO COMPORTAMENTO SCATOLARE

FIGURA 2

FIGURA 3 IN (I) E (II) SI RAPPRESENTA LO SCHEMA GRAFICO DEL TRADIZIONALE INTERVENTO DI INTONACO ARMATO APPLICATO A UNA MURATURA ESISTENTE. LE DUE FODERE DI MALTA CEMENTIZIA RISULTANO ARMATE CON UNA RETE ELETTROSALDATA E COLLEGATE RECIPROCAMENTE DA SPEZZONI DI ARMATURA (CONNETTORI). LA BUONA PRATICA SUGGERISCE SEMPRE DI COLLEGARE IL NUOVO INTONACO CON GLI ALTRI ELEMENTI CIRCOSTANTI (MURATURE ORTOGONALI, FONDAZIONI). IN (III) L’EFFETTO DI SPANCIAMENTO CHE UNA MURATURA NON COLLEGATA TRASVERSALMENTE (PARAMENTI INDIPENDENTI) POTREBBE SUBIRE A CAUSA DI UN RILEVANTE CARICO DI COMPRESSIONE E IN (IV) LA MITIGAZIONE DI TALE EFFETTO DA PARTE DELLE CONNESSIONI TRASVERSALI INSTALLATE ASSIEME ALL’INTONACO ARMATO

TECNICA DELL’INTONACO ARMATO

Quella dell’intonaco armato è, assieme a quelle brevemente richiamate all’inizio del paragrafo precedente, una tecnica di intervento tradizionale, eseguita per molti anni con lo scopo di consolidare e rinforzare strutture murarie esistenti. In particolare, il suo impiego è consigliato per murature incoerenti, fortemente danneggiate o fortemente sollecitate (sia staticamente che sismicamente) e, quindi, bisognose di un incremento di resistenza e di rigidezza. La tecnica tradizionale, consisteva nella realizzazione di fodere (di spessore di 3÷5 centimetri) in malta cementizia o calcestruzzo applicate in aderenza alle facce della muratura, armate con una rete elettrosaldata e collegate al supporto mediante connettori metallici (ricavati anch’essi da armature metalliche).

I principali vantaggi della tecnica dell’intonaco armato, validi tutt’oggi con la tecnica del Crm (trattata più avanti) sono:

• Incremento di resistenza della parete, sia nel piano che fuori dal piano;

• Connessione trasversale dei paramenti;

• Cucitura di eventuali lesioni isolate;

• Semplicità di esecuzione;

• Semplice reperibilità dei singoli componenti.

• In definitiva, costo di intervento contenuto;

FIGURA 4

UNA INADEGUATA DISTRIBUZIONE DELL’INTERVENTO DI INTONACO ARMATO PUÒ DETERMINARE UNO SBILANCIAMENTO DELLE RIGIDEZZE (IMMAGINE A SINISTRA) CON CONSEGUENTE ESPOSIZIONE A MOVIMENTI TORSIONALI DURANTE IL SISMA. AL CONTRARIO, UNA DISTRIBUZIONE RAGIONATA DELL’INTERVENTO (IMMAGINE A DESTRA) CONSENTE DI EVITARE ECCENTRICITÀ TRA IL CENTRO DI MASSA E CENTRO DI RIGIDEZZA DELL’IMPALCATO, FAVORENDO MOVIMENTI DI TIPO TRASLAZIONALE DURANTE IL SISMA.

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

Le raccomandazioni essenziali per questa tecnica di intervento sono:

1. Le fodere di rinforzo dovrebbero essere realizzate su entrambi i paramenti, prevedendo la adeguata loro connessione trasversale;

2. L’intervento andrebbe distribuito in maniera razionale, in modo da evitare una eccentricità tra il centro di rigidezza (Cr) e il centro di massa (Cm) del singolo impalcato, con conseguente nascita di effetti torsionali in caso di evento sismico (Figura 4).

Purtroppo, la tecnica tradizionale dell’intonaco armato aveva due rilevanti punti di debolezza legati alla natura dei materiali impiegati:

A. La malta utilizzata per la realizzazione dell’intonaco era confezionata direttamente in cantiere a partire dal cemento e dalla sabbia disponibile. Le sue prestazioni erano molto variabili e la sua rigidezza era spesso rilevante, se confrontata con quella della muratura. Questo poteva determinare problemi sull’adesione malta-supporto. Inoltre, si trascuravano al tempo gli aspetti legati alla compatibilità chimica tra muratura e malta, rischiando di incorrere in possibili reazioni chimiche tra sostanze presenti nella muratura (per esempio, gesso) e la malta stessa.

B. L’armatura metallica era esposta al rischio di corrosione. Dopo breve tempo, anche a causa della rilevante porosità dell’intonaco e degli esigui spessori di copriferro, le armature si depassivavano (tipicamente per carbonatazione) ed in breve di corrodevano (Figura 5).

nali armature, di innovativi materiali compositi, che combinano la elevata resistenza a trazione con la sostanziale immunità nei confronti della corrosione.

Tali materiali (Frp) sono alla base del moderno intonaco armato, il cosiddetto Sistema Crm, ed in particolare del Sistema S tructure crm di General Admixtures che, per l’esattezza, utilizza componenti in fibra di vetro G frp (Glass Fiber Reinforced Polymers). Specifiche malte premiscelate (Linea Structure WM), disponibili in diversa natura (a base calce o a base di leganti idraulici) e diversa classe di resistenza (da M5 fino a M30), completano il Sistema andando a risolvere alcune delle criticità esposte nel paragrafo precedente (costanza delle prestazioni e compatibilità chimicomeccanica con il supporto).

Trattandosi di interventi strutturali, il sistema Structure Crm risponde ai requisiti di identificazione e qualificazione richiesti dal decreto ministeriale 17 gennaio 2018 per i materiali e prodotti per uso strutturale (§11.1). Nella fattispecie, esso è accompagnato da Certificazione Eta N. 24/0455 rilasciata in conformità all’E ad (European Assessment Document) N. 340392-00-0104.

LE SPECIFICITÀ

L’intonaco armato Structure Crm , proposto da General Admixtures per interventi di consolidamento e rinforzo di strutture in muratura, è costituito dalle seguenti componenti:

• Rete preformata in fibra di vetro Gfrp (Structure net Crm), come elemento di rinforzo diffuso della matrice inorganica. Sono disponibili diverse geometrie, in termini di passo delle singole barre (maglie da 33, 66 e 99 millimetri);

• Elementi angolari in fibra di vetro Gfrp (Structure Edge Crm), necessari per conferire continuità al rinforzo in corrispondenza degli spigoli. Anche gli angolari sono disponibili in diverse geometrie in termini di passo delle singole barre (maglie da 33, 66 e 99 millimetri);

• Connettori rigidi in fibra di vetro Gfrp (Structure Fix Crm), con relativi fazzoletti di ripartizione (Structure Bit 3 Crm), sempre in Gfrp;

• Malta a uso strutturale, disponibile sia a base calce (Structure Wm Nhl) che a base di leganti idraulici (Structure Wm) L’ancoraggio dei connettori viene effettuato mediante resina vinilestere con Certificazione Sismica (Structure Bond Vb).

SISTEMA STRUCTURE CRM

In merito all’intervento di intonaco armato, la Circolare n.7 del 21 gennaio 2019 indica che «l e fodere possono essere realizzate con malte a base di cemento o di calce e armature in reti o tessuti di acciaio inossidabile, oppure con materiali compositi, utilizzando fibre di carbonio, vetro o aramidiche ». Questa indicazione, certamente frutto della esigenza di affrontare e risolvere il problema della durabilità dell’intervento (vedi paragrafo precedente), legittima (e, di fatto, obbliga) l’impiego, in sostituzione delle tradizio -

La procedura posa in opera dell’intonaco armato di cui al sistema ora descritto non è sostanzialmente diversa da quella dell’intonaco armato tradizionale. Dopo la preparazione del supporto, consistente nella rimozione degli intonaci e rivestimenti esistenti e pulizia generale delle superficie, si procede infatti con la installazione delle componenti G frp, ovvero della rete preformata e, in corrispondenza degli spigoli, degli elementi angolari. Durante il posizionamento del rinforzo si installano i connettori, sia quelli in parete (con tipica forma a L) sia quelli di continuità (con forma dritta). Nel caso dei connettori in parete, è previsto il posizionamento di uno specifico fazzoletto di ripartizione. Terminata l’installazione delle diverse componenti di rinforzo Grfp, si procede alla stesura delle fodere di intonaco, con spessori che generalmente variano tra i 3 e i 5 centimetri.

FIGURA 5
DEGRADO PREMATURO DI UN INTONACO ARMATO TRADIZIONALE
DOVUTO ALLA CORROSIONE DEL RINFORZO METALLICO

FIGURA 6

COMPONENTI DEL SISTEMA structure crm

Il nuovo intonaco armato, realizzato con il sistema Structure Crm , aggiunge vantaggi alla tecnica tradizionale (vedi paragrafo 3) e ne risolve alcune criticità:

1. Riduzione del peso degli elementi di rinforzo, con conseguente semplificazione delle fasi di movimentazione e installazione;

2. Massima compatibilità con le malte, sia a base calce che a base di leganti idraulici;

FIGURA 7

PRINCIPALI FASI APPLICATIVE DEL SISTEMA structure crm (INTONACO ARMATO).

3. Elevata durabilità degli interventi, grazie alla completa insensibilità delle fibre Gfrp alla corrosione;

4. Elevati standard di controllo e quindi costanza delle prestazioni, sia sulle fibre G frp che sulle malte premiscelate (Mercature Ce e Certificazione Eta);

5. Ottima compatibilità chimica, fisica e meccanica tra le innovative malte premiscelate ed i supporti in muratura. Anche per i Sistemi Crm rimane valida la raccomandazione di eseguire l’intervento su entrambe le facce della muratura. Tuttavia, condizioni operative specifiche possono a volte impedire la realizzazione dell’intervento completo, consentendo, per esempio, la sola applicazione esterna. Questa evenienza è contemplata nel documento E ad (European Assessment Document) N. 340392-000104, riferimento utilizzato per l’ottenimento della Certificazione Eta dei sistemi Crm. Inoltre, la stessa circolare n.7 del 21 gennaio 2019, pur ribadendo l’importanza della doppia fodera, non esclude in maniera definitiva e categorica l’intervento parziale. Infatti, al paragrafo C8.5.3.1 recita: «Si rileva che il consolidamento con intonaco armato non ha alcuna efficacia in assenza di sistematiche connessioni trasversali e la sua efficacia è ridotta quando realizzato su un solo paramento ».

È chiaro, quindi che, mentre l'installazione dei connettori trasversali è una condizione imprescindibile affinché l’intervento sia efficace, quella della doppia fodera è una condizione ottimale e, in sua assenza, l’efficacia dell’intervento risulta (ovviamente)

(A) POSIZIONAMENTO DELLA RETE DI RINFORZO. (B) POSIZIONAMENTO DEGLI ELEMENTI ANGOLARI. (C) INSTALLAZIONE DEI CONNETTORI. (D) APPLICAZIONE DELLA MALTA (IN FIGURA, BEN DISTINTE, LE DUE MANI APPLICATIVE)

A B

C D

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

penalizzata. Purtroppo, la normativa non fornisce indicazioni sul grado di riduzione di detta efficacia, pertanto, di volta in volta, sarà il progettista che dovrà opportunamente valutarlo.

ASPETTI PROGETTUALI

L’approccio di calcolo proposto dalla circolare citata si basa sulla assunzione, a fronte della realizzazione di uno o più interventi di consolidamento e/o rinforzo, di coefficienti migliorativi (Tabella 2) che di fatto incrementano le prestazioni della muratura originaria (vedi Tabella 1).

Nel caso in cui si applichino contemporaneamente diverse tipologie di intervento, i relativi coefficienti migliorativi si potranno cumulare (moltiplicandoli tra loro), considerando al più due interventi. Il coefficiente risultante non dovrà superare il massimo coefficiente complessivo esposto nell’ultima colonna della tabella 2. Utilizzando l’approccio di calcolo proposto, si vuole valutare, a titolo di esempio, l’effetto di rinforzo del sistema Structure Crm su un maschio murario realizzato in muratura a conci sbozzati, con paramenti di spessore disomogeneo, cosi come prestazionalmente definita dalla tabella 1

Parametri di Input (Tabella 3)

Parametri di calcolo

Partendo dai valori medi individuati attraverso la Tabella 1 (sono stati assunti i valori minimi degli intervalli proposti, disponendo, per ipotesi, di un livello di conoscenza LC1), si applicano gli opportuni coefficienti di sicurezza per ottenere i parametri di progetto. Ipotizzando di effettuare verifiche di carattere sismico, si assume un

TABELLA 2 - COEFFICIENTI MIGLIORATIVI
TABELLA 3

coefficiente parziale di sicurezza per la muratura γM = 2 (Par. 7.8.1.1 Ntc 2018). I valori di calcolo delle resistenze sono ottenuti dividendo i valori medi per i rispettivi fattori di confidenza e per il coefficiente parziale di sicurezza (Par. C8.7.1.3.1.1 Circolare). In definitiva:

fd = 2 / (1.35 x 2) = 0.74 MPa

τ0d = 0.035 / (1.35 x 2) = 0.013 MPa

Applicando il sistema Structure Crm su entrambe le facce del paramento murario, si potrà adottare un coefficiente migliorativo (come da tabella 2) pari a 2. Pertanto, le prestazioni di calcolo postintervento saranno:

fd, CRM = fd x 2 = 1.48 MPa

τ0d, CRM = τ0d x 2 = 0.026 MPa

Resistenza alla pressoflessione nel piano

A fronte dei parametri di calcolo ora determinati (sia per la muratura tal quale che per quella rinforzata) si determinano i domini di resistenza N – M (Sforzo normale – Momento flettente) della muratura utilizzando l’espressione [7.8.2] delle Ntc 2018:

dove:

L: Lunghezza della parete;

t: Spessore della parete;

σ0 : Tensione normale media agente sulla sezione; fd : Resistenza a compressione di progetto.

Facendo variare lo sforzo normale N (e quindi la tensione σ0) si ottengono corrispondenti i valori di Mu . Le coppie (N, Mu) consentono di costruire i domini di resistenza delle sezioni (originaria e rinforzata), riportati nella figura 8.

Si evidenzia un rilevante incremento della capacità portante del setto, soprattutto per valori medio-alti dello sforzo normale di compressione (N). Il consolidamento con il sistema Structure

Crm consente inoltre di raggiungere valori dello sforzo normale maggiori di quelli possibili in sua assenza.

Resistenza a Taglio nel piano della muratura

Si determinano le curve N – Vt (Sforzo normale – Taglio) della muratura utilizzando, sia per la condizione originaria che per quella rinforzata, l’espressione [C8.7.1.16] della Circolare:

con:

L: Lunghezza della parete;

t: Spessore della parete;

σ0 : Tensione normale media agente sulla sezione;

τ0d: Resistenza a taglio di progetto.

b: Coefficiente legato alla snellezza della parete (b = h/L, con il limite 1 b < 1.5)

Facendo variare lo sforzo normale N (e quindi la tensione σ0) si ottengono i valori di Vt corrispondenti. Le coppie (N, Vt) consentono di costruire le curve N – V t delle sezioni (originaria e rinforzata), riportati nella figura 9.

FIGURA 9

INCREMENTO DELLA RESISTENZA A PRESSOFLESSIONE (NEL PIANO) DEL PANNELLO DI MURATURA RINFORZATO CON INTONACO ARMATO structure crm (SPESSORE DI 40 MILLIMETRI SULLE DUE FACCE DELLA MURATURA)

Si evidenzia, anche in termini di taglio resistente, un rilevante incremento della capacità portante del setto. Rispetto a quanto avviene per la resistenza a pressoflessione nel piano, l’incremento di resistenza a taglio è significativo anche per bassi valori dello sforzo normale (per N = 0, la resistenza a taglio della parete rinforzata è doppia rispetto a quella della parete originaria).

*Gli autori fanno parte della Divisione Ingegneria e Ricerca & Sviluppo di General Admixtures

FIGURA 8
INCREMENTO DELLA RESISTENZA A PRESSOFLESSIONE (NEL PIANO) DEL PANNELLO DI MURATURA RINFORZATO CON INTONACO ARMATO structure crm (SPESSORE DI 40 MILLIMETRI SULLE DUE FACCE DELLA MURATURA).

CUGINI

IL RINFORZO STRUTTURALE È SU MISURA

L’azienda ha messo a punto nuove soluzioni per la protezione degli edifici, come Xnet Fort, Xnet Anti-S e Xnet Anti-R, studiate per risolvere qualsiasi problema di consolidamento

Facilità di posa, adattabilità alle diverse geometrie strutturali ed elevate prestazioni meccaniche sono i punti di forza dei sistemi Crm per il rinforzo strutturale. Cugini, azienda storica nella produzione di materiali per l’edilizia, ha messo a punto nuove soluzioni per la protezione degli edifici esistenti, anche sottoposti alla tutela delle Belle Arti.

SISTEMA CRM

I sistemi Crm rientrano nella categoria dei sistemi per il rinforzo strutturale e la loro diffusione negli interventi di recupero è sempre maggiore.Il sistema Crm Cugini Xnet Fort prevede l’impiego di una rete preformata in Gfrp (Glass Fiber Reinforced Polymer), inglobata in una malta per uso strutturale Calcevita Strutturale o Restaurmix K05F, vincolata tramite connettori alla muratura da rinforzare. Questa metodologia di rinforzo consente di ottenere una bassa invasività dell’intervento e una maggiore rapidità di applicazione, con un contenimento dei costi. I sistemi Crm sono impiegati principalmente per migliorare il comportamento A SINISTRA, CALCEVITA STRUTTURALE – M15

Sistema XNET ANTI-S

FISSAGGIO MECCANICO ULTRACUT FBS II 6 US + DISCO DTM80

FISSAGGIO MECCANICO ULTRACUT FBS II 6 US + DISCO DTM80

APPLICAZIONE DEL SISTEMA ANTI-SFONDELLAMENTO A SINGOLO

RETE XNET-B130 o B220

FISSAGGIO MECCANICO ULTRACUT FBS II 6 US + DISCO DTM80

FAF 2 o FAF 3

RETE XNET-B130 o B220

INTONACO RASANTE RESTAURMIX KR100 F

INTONACO RASANTE RESTAURMIX KR100 F

INTONACO RASANTE RESTAURMIX KR100 F

Sistema XNET ANTI-R

Sistema XNET ANTI-R

Sistema XNET ANTI-R

SEGNALINO RIMOVIBILE

RIMOVIBILE

FISSAGGIO MECCANICO ULTRACUT FBS II 6 US + DISCO DTM80

SEGNALINO RIMOVIBILE

FISSAGGIO MECCANICO ULTRACUT FBS II 6 US + DISCO DTM80

FISSAGGIO MECCANICO ULTRACUT FBS II 6 US + DISCO DTM80

STRATIGRAFIE CON APPLICAZIONE DEI

SISTEMI XNET ANTI-S E XNET ANTI-R. A SINISTRA LE MALTE

RESTAURMIX KR100 F E RESTAURMIX K05 F

strutturale degli edifici storici, sottoposti e non alla tutela delle Belle Arti, soprattutto in caso di sisma. Il sistema Xnet Fort ha ottenuto la prestigiosa certificazione Eta, a garanzia dell’elevata qualità e efficacia della soluzione di consolidamento strutturale in termini di sicurezza, prestazioni e affidabilità.

ANTI-SFONDELLAMENTO

Il fenomeno dello sfondellamento dei solai consiste nel distacco improvviso delle parti inferiori delle pignatte del solaio, rappresentando un rischio serio per l’incolumità delle persone. L’adozione di tecniche di consolidamento adeguate può prevenire danni futuri e garantire la sicurezza degli occupanti. La soluzione Xnet Anti-S di Cugini prevede l’applicazione di reti preformate in fibra naturale di basalto, impregnate con resine polimeriche, fissate ai travetti all’intradosso del solaio tramite connessione meccanica in acciaio, a cui si aggiunge l’applicazione

RETE DI ARMATURA IN FIBRA DI BASALTO XNET-B130 o B220

SECONDO STRATO DI MALTA (5-8mm)

SECONDO STRATO DI MALTA (5-8mm)

RETE DI ARMATURA IN FIBRA DI BASALTO XNET-B130 o B220

DI MALTA (5-8mm)

PRIMO STRATO DI MALTA (5-8mm)

RETE DI ARMATURA IN FIBRA DI BASALTO XNET-B130 o B220

PRIMO STRATO DI MALTA (5-8mm)

PRIMO STRATO DI MALTA (5-8mm)

dell'intonaco rasante Restaurmix KR100 F, altamente tixotropico, che fornisce un ulteriore contributo meccanico per la solidità dell’intero sistema. La posa è semplice e rapida, il sistema è a basso spessore, per un intervento leggero e poco invasivo e l’adesione è elevata, per garantire la durabilità nel tempo.

ANTI-RIBALTAMENTO

Il presidio anti-ribaltamento Xnet Anti-R è un sistema progettato per evitare che le pareti di tamponamento di un edificio si ribaltino durante eventi sismici. Il sistema studiato da Cugini prevede l’applicazione di reti preformate in fibra naturale di basalto fissate al telaio portante con connettori in acciaio, a cui viene aggiunta una matrice organica (Restaurmix K05 F / Restaurmix KR100 F / Calcevita Strutturale) per ottenere un efficace contenimento della tamponatura in caso di ribaltamento, contribuendo inoltre a un miglioramento sismico generale dell’edificio.

SEGNALINO
RETE XNET-B130 o B220
ANGOLARE FAF 2 o FAF 3
Sistema XNET ANTI-S
SECONDO STRATO
ANGOLARE

LATERLITE

NUOVO LOGO E QUALITÀ DI SEMPRE

L'azienda che comprende i marchi Leca, CentroStorico, LecaBlocco, GrasCalce, RureGold e PreMix si rinnova. E lancia la campagna «Sopra-Sotto?» che sintetizza l’offerta di soluzioni per interventi in estradosso o intradosso

Alice Fugazza

Laterlite, con i suoi sei brand Leca, CentroStorico, LecaBlocco, GrasCalce, RureGold e PreMix, ha lanciato la sua nuova immagine coordinata. La nuova identità è espressa dal logo e dal payoff «Le tue soluzioni per costruire», che vuole sottolineare la vicinanza alle esigenze dei propri clienti grazie a una gamma di soluzioni complete, affidabili e sostenibili. Il rebranding ha l’obiettivo di presentare un’azienda che, pur mantenendo e valorizzando le identità dei sei diversi marchi, tutti leader nel proprio settore di riferimento, rimane un interlocutore unico e competente, capace di fornire risposte a chi opera nel mercato dell’edilizia e delle infrastrutture. Con un’ampia gamma di soluzioni, Laterlite vanta un solido know-how e un ventaglio di prodotti che consentono di soddisfare esigenze tecniche in quello che, da sempre, è un settore chiave per il mondo delle costruzioni in Italia: la riqualificazione del patrimonio esistente e, in particolare, il consolidamento dei solai.

CONSOLIDAMENTO

Proprio al consolidamento dei solai in calcestruzzo è dedicata l’ultima campagna intitolata «Sopra-Sotto?» in cui Laterlite propone diverse soluzioni adatte a ogni tipologia di cantiere. Perché la scelta adatta per il consolidamento strutturale va valutata in funzione del contesto esistente, secondo la tipologia di solaio e del suo stato di degrado, lo spessore disponibile, la necessità di contenimento del peso, la possibilità di intervenire nella parte superiore (estradosso) e/o inferiore (intradosso). «Sopra o Sotto», appunto, come recita il claim della campagna: in entrambi i casi Laterlite ha una soluzione tecnica.

PIÙ LEGGEREZZA

Per gli interventi all’estradosso sono prodotti di riferimento i calcestruzzi leggeri Leca, posati in abbinamento ai connettori CentroStorico per consolidare i solai senza gravare sulle strutture esistenti. L’efficacia del consolidamento dipende anche dalla leggerezza della soluzione: l’unione

dei calcestruzzi e dei massetti Leca permette di ridurre il peso sulle strutture sino a circa il 40% rispetto a un sistema tradizionale. In alternativa, si può intervenire con soluzioni a basso spessore con i microcalcestruzzi fibrorinforzati Hpc (CentroStorico e Ruregold), eventualmente abbinati con il Connettore Chimico o Mini Connettore Calcestruzzo, per realizzare soluzioni di consolidamento statico in spessori contenuti a partire da soli 2 centimetri.

RIPRISTINO

Tra le soluzioni destinate ala parte inferiore del solaio, cioè all’intradosso, l’azienda propone soluzioni per il ripristino dei travetti in calcestruzzo armato: in caso di degrado, è possibile trattare i ferri d’armatura con il Passivante e poi ricostruire la geometria del travetto con MX-R4 Ripristino. Nel caso fosse necessario integrare l’armatura, è possibile scegliere il sistema di rinforzo strutturale Frcm composto dalla rete Pbo-Mesh 105 e dalla matrice cementizia MX-Pbo Calcestruzzo. Laterlite propone anche soluzioni specifiche per contrastare il fenomeno dello sfondellamento, cioè il distacco e la successiva caduta delle cartelle inferiori dei blocchi di alleggerimento inseriti nei solai in laterocemento. Anche in questo caso sono disponibili più opzioni, affinché ognuno possa scegliere quella più adatta per il proprio cantiere: Safenet è prestazionale, pratico e veloce da posare; Stucanet specifico per solai molto sfondellati; oppure il sistema tradizionale Armanet. La gamma completa di soluzioni per il consolidamento dei solai include anche prodotti specifici per riqualificare solai in legno e in acciaio. Le soluzioni Laterlite sono certificate con test sperimentali presso i laboratori prove e materiali del Politecnico di Milano e delle Università di Bergamo, Trieste e Padova per comprovare le elevate prestazioni di consolidamento, in tutti i contesti.

RINFORZO INTRADOSSALE SISTEMA FRCM DI RUREGOLD

RINFORZO ESTRADOSSALE CON MICROCALCESTRUZZI HPC CENTROSTORICO E RUREGOLD

BIEMME

IL RINFORZO È UN LAVORO DI SQUADRA

Il Sistema Armatex

Total Eta si presenta come una soluzione all’avanguardia per interventi di qualità e durata. Il punto di forza è la combinazione di componenti altamente specializzati

Pensato per il consolidamento e la riqualificazione degli edifici in muratura, il Sistema Armatex Total Eta di Biemme si pone come una soluzione all’avanguardia. Questo sistema non solo garantisce interventi di qualità e durata, ma contribuisce alla tutela del patrimonio edilizio con soluzioni tecnologiche sostenibili e innovative. Inoltre, è certificato Eta offrendo la sicurezza di un prodotto conforme alle normative europee.

Sara Giusti

IL SISTEMA ARMATEX TOTAL ETA È APPLICABILE SIA ALL’INTERNO CHE ALL’ESTERNO DEGLI EDIFICI, CON SPESSORI VARIABILI DA 5 A 40 MILLIMETRI

MATTONI E PIETRA

Progettato per rispondere alle necessità di rinforzo strutturale, migliorando le caratteristiche meccaniche degli edifici in muratura, come la resistenza e la rigidezza, il Sistema Armatex Total Eta è particolarmente indicato per mattoni pieni, pietra naturale e tufo, garantendo un’ottima performance anche in caso di eventi sismici. Il Sistema Armatex Total Eta offre flessibilità d’uso ed è applicabile sia all’interno che all’esterno degli edifici, con spessori variabili da 5 a 40 millimetri, prestandosi a numerosi interventi: consolidamento flessionale, messa in sicurezza contro il ribaltamento delle murature, aumento della rigidità e resistenza strutturale. Tra i principali punti di forza vi è la possibilità di interventi non invasivi, che rispettano l’estetica originale degli edifici e riducono i tempi di posa. Inoltre, questo sistema è compatibile con i bonus fiscali come il sismabonus.

La forza del Sistema Armatex Total Eta di Biemme risiede nella combinazione di componenti altamente specializzati: Glasstex Struktura 590 Eta, rete strutturale biassiale in fibra di vetro Ar, resistente agli alcali e capace di adattarsi alle superfici irregolari; Bm Idro Frcm M15, malta strutturale a base di calce naturale idraulica, conforme alle normative Uni En; Connettori Open-Hand, elementi progettati per incrementare la resistenza a taglio e migliorare il confinamento delle murature; Bm Iniezione, malta fluida ad alta resistenza per l’inghisaggio dei connettori. Il processo di posa del sistema è semplice e strutturato. Dopo aver preparato le superfici, con la rimozione di elementi degradati, si procede applicando i connettori, mediante perforazione e utilizzo di malte specifiche. Infine, si opera con la stratificazione della rete e della malta, garantendo un’adesione ottimale.

LA FORMULA

SAINT-GOBAIN

LE MALTE GIUSTE PER IL RIPRISTINO DEL CALCESTRUZZO

La gamma webertec comprende prodotti a presa normale, rapida, fibrata, a differenti granulometrie, per usi interni o esterni, a mano o a macchina, marcatura Ce En1504

Come ripristinare il calcestruzzo in modo definitivo e duraturo? Saint-Gobain risponde con le malte in classe R4 webertec ripara ultra e webertec ripararapido ultra, idonee per interventi strutturali e caratterizzate da un’ottima lavorabilità anche per applicazioni sovra-testa, come travi e travetti del solaio.

RIPARAZIONE

Tutte le strutture in cemento armato sono naturalmente soggette a possibili processi di degrado. Gli ammaloramenti possono essere determinati da fattori di tipo fisico, come gli agenti atmosferici inquinanti, i cicli di gelo-disgelo, le piogge acide, o di tipo chimico

LE SOLUZIONI SAINT-GOBAIN

GARANTISCONO OTTIMA

LAVORABILITÀ E INTERVENTI

DURATURI NEL TEMPO

come l’attacco dei cloruri o la carbonatazione. O, ancora, possono essere connessi a cause meccaniche dovute alla scarsa qualità dei materiali, errori di posa in opera, urti o incendi. Il danneggiamento può coinvolgere la parte più superficiale e arrivare fino in profondità, manifestandosi con distacco del copriferro o di volumi maggiori fino all’interno dell’elemento, armatura arrugginita, perdita di prestazione dell’elemento. Situazioni che possono essere risolte con l’uso di materiali specifici come le malte da ripristino webertec. Le soluzioni Saint-Gobain, sempre tecnologicamente aggiornate grazie alla costante ricerca dei laboratori dell’azienda, garantiscono interventi duraturi nel tempo, in linea con le normative vigenti.

LA GAMMA

La gamma webertec è composta da malte da ripristino a presa normale, medio-rapide e rapide, fibrate, differenti granulometrie, per usi interni o esterni, a mano o a macchina, marcatura Ce En1504, e si

completa con malte passivanti, finiture anti-carbonatati, decorativi colorati elastomerici. Tra le soluzioni proposte da Saint-Gobain spiccano webertec ripara ultra a granulometria fine, idonea anche per la finitura estetica. Caratterizzata da presa con tempi medio-rapidi, per interventi anche ad alte temperature ambientali, è dotata di ottima lavorabilità e adesione per applicazioni anche sovra-testa.

NOVITÀ

Di recente è stata lanciata anche la malta webertec ripararapido ultra. Si tratta di una malta tixotropica R4 a presa rapida per ripristinare, riparare e proteggere elementi in calcestruzzo armato. Il prodotto non necessita di passivazione del ferro (test effettuati presso laboratorio esterno), ha un’ottima lavorabilità anche per applicazioni sovra-testa (travetti del solaio, travi) senza fenomeni di spanciamento, colature, distacco ed è ideale per applicazioni con cestello mobile grazie alla veloce messa in esercizio.

CVR

GAMMA PIÙ SOLIDA CON I NUOVI PRODOTTI INNOVATIVI

L’azienda ha da poco introdotto

Supergrout rasatura, progettata per interventi di ripristino e protezione a basso spessore. Formulazione rinnovata per Koncreto 40, una malta ad elevate resistenze e bassomodulo elastico

on oltre 40 anni di esperienza nella progettazione e produzione di malte premiscelate e prodotti chimici per l’edilizia ad alto valore tecnologico, Cvr offre un’ampia gamma di soluzioni per il rinforzo delle strutture in muratura e il ripristino di strutture in cemento armato, oltre ad aver sviluppato una linea di prodotti specifici per il restauro degli edifici storici. YouTrade ha

MICHELE MENICHETTI, PRODUCT MANAGER CVR. A DESTRA, APPLICAZIONE DI UN SISTEMA DI RINFORZO STRUTTURALE

incontrato l’ingegnere e product manager Michele Menichetti, che ha illustrato le caratteristiche tecniche dei prodotti ideati dall’azienda di Gubbio e i loro principali vantaggi.

Domanda. Quali sono i prodotti di punta dell’azienda nell’ambito del rinforzo delle strutture in muratura?

Risposta. Si tratta di sistemi Crm, ovvero Composite Reinforced Mortar. L’intonaco viene armato con reti, connettori e angolari realizzati in materiale composito, in particolare fibra di vetro, impregnata con resina epossidica.

D. Quali prodotti offrite, invece, per il ripristino di strutture in calcestruzzo armato?

R. Per il ripristino delle strutture in calcestruzzo armato è disponibile una vasta gamma di prodotti con diverse caratteristiche. Abbiamo prodotti colabili e prodotti tixotropici, con diverse granulometrie, diversi tempi di presa e diverse classi di resistenza, a partire da soluzioni per uso non strutturale di classe R2, fino ad arrivare a malte strutturali di classe R3 e R4. Questi prodotti hanno anche requisiti particolari, per esempio la protezione contro la corrosione delle barre d’armatura e la protezione della superficie del calcestruzzo contro fenomeni aggressivi provenienti dall’ambiente esterno.

D. Quali sono i plus dei vostri prodotti-sistemi?

R. Sicuramente partiamo dalla qualità delle materie prime utilizzate per la loro realizzazione. Il lavoro di ricerca e sviluppo che sta dietro un prodotto o sistema Cvr è sempre finalizzato alla qualità

finale del materiale. Anche per quanto riguarda l’ambito normativo, disponiamo di tutte le certificazioni necessarie all’utilizzo dei nostri prodotti a scopi strutturali. Il tutto è finalizzato a garantire la qualità e la durabilità degli interventi.

D. Quanto è importante lavorare in ottica di sistema?

R. Il concetto di sistema è un elemento chiave. A volte c’è la tendenza a concentrarsi su un singolo prodotto, ma molto spesso l’efficacia di un intervento di consolidamento strutturale è proprio quella di intervenire in ottica di sistema, quindi prevedere prodotti concepiti per lavorare insieme. È la collaborazione dei vari elementi che va a influire sull’efficacia dell’intervento finale.

D. Avete lanciato recentemente qualche novità per quanto riguarda i sistemi di consolidamento?

R. Abbiamo introdotto i sistemi di consolidamento Crm nel 2021 e da allora hanno preso sempre più mercato. Sono sistemi che vengono ancora definiti innovativi, anche se ormai diversi anni di storia ne dimostrano la validità. Fortunatamente anche in ambito normativo sono stati recepiti al 100%, quindi è diventato più semplice anche la prescrizione di questi sistemi da parte dei progettisti. I nostri sistemi Netfix Crm si differenziano sostanzialmente per la rete. Il sistema Netfix Crm 490 fa uso di una rete in fibra di vetro da 490 g/m2 e una maglia 80x80 millimetri, mentre Netfix Crm 980 usa una rete più pesante da 980 g/m2 con una maglia 40x40 millimetri. Restano invariati gli altri elementi quali connettori, ancoranti

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

chimici e angolari. La scelta del sistema ovviamente dipende dai criteri progettuali.

D. E per il rispristino del calcestruzzo armato?

R. Per quanto riguarda il rispristino del calcestruzzo armato abbiamo due nuovi prodotti. Il più recente si chiama Supergrout rasatura. Si tratta di una rasatura minerale progettata specificamente per interventi di ripristino a basso spessore. In particolare, si pone l’obiettivo di offrire la massima protezione alle opere in calcestruzzo armato, sia come primo intervento di ripristino, sia su strutture nuove, al fine di garantire la durabilità del calcestruzzo che purtroppo è uno dei talloni d’Achille di questa tipologia costruttiva. Un altro prodotto di spicco è la malta Koncreto 40, che abbiamo lanciato qualche anno fa e che è stata recentemente riformulata per offrire una caratteristica particolare, ovvero garantire elevate resistenze meccaniche ma un basso modulo elastico. Quindi, di fatto, per i parametri meccanici Koncreto 40 sarebbe una malta con classe di resistenza R4, mentre, peculiarità unica nel suo genere, possiede un modulo elastico ridotto che la caratterizza come classe R3. Questo ne garantisce la compatibilità con qualsiasi tipo di calcestruzzo. Se

si utilizza una malta molto rigida, quindi con elevato modulo elastico su calcestruzzi esistenti che hanno caratteristiche meccaniche moderate, il rischio è di avere nel tempo fenomeni di distacco, dati proprio dall’incompatibilità tra i due materiali. Con Koncreto 40 questo non avviene. Questo prodotto ha anche altre caratteristiche importanti di protezione superficiale del calcestruzzo: Koncreto 40 agisce quindi anche come rasante protettivo e allo stesso tempo garantisce la passivazione delle barre di armatura, evitando di dover ricorrere al trattamento preliminare passivante dei ferri contro la corrosione.

D. Il degrado dei manufatti cementizi crea un costante decadimento delle prestazioni. C vr ha messo a punto una tecnologia innovativa: più il prodotto viene attaccato, più si rafforza. Ci può spiegare meglio di che cosa si tratta?

R. Tutte le nostre malte da ripristino sono basate sulla Self Curing Technology, che salvaguarda la durabilità delle opere in calcestruzzo armato. In particolare, il principio che sta dietro questa tecnologia è l’utilizzo di componenti a reattività pozzolanica all’interno delle formulazioni. Queste componenti vanno sostanzialmente a legarsi nel corso della vita in opera del calcestruzzo, materiale soggetto fisiologicamente a fenomeni di deperimento naturale delle prestazioni meccaniche. Grazie alle reazioni pozzolaniche siamo in grado di garantire le massime prestazioni nel corso dei decenni.

D. C vr propone anche prodotti per il restauro storico con la linea per la bioedilizia: quali sono le caratteristiche di queste soluzioni?

R. Nel contesto del restauro storico proponiamo due linee di prodotti. La prima, più tradizionale, è la linea Fior di Calce a base di calce idraulica naturale, quindi prodotti esenti da cemento. Siamo stati tra i primi a sviluppare una linea di questo tipo alla fine degli anni Novanta e oggi proponiamo un sistema completo di prodotti per intervenire nel contesto del restauro storico e della bioedilizia, tra cui malte, rinzaffi, intonaci, malte da iniezione, rasature e finiture. Abbiamo inoltre sviluppato Kalcyca, una linea molto più recente che nasce da un brevetto sull’omonimo legante, che abbiamo ottenuto nel 2020. Questa linea nasce con l’obiettivo di risolvere un’esigenza molto importante nell’ambito del restauro storico, ovvero coniugare la compatibilità con i materiali esistenti con elevate prestazioni meccaniche, impossibili da raggiungere con la sola calce. Per ovviare a questa criticità abbiamo avviato un progetto di ricerca all’interno del progetto europeo Heracles, durato dal 2016 al 2019, nel quale ci è stato chiesto di sviluppare un materiale compatibile con quelli usati in antichità e che non contenesse cemento, resine sintetiche o altri materiali «moderni».

D. Può raccontare qualcosa in più su questo progetto?

R. Il progetto Heracles aveva come scopo principale quello di studiare l’effetto del cambiamento climatico sul patrimonio storicomonumentale. È stato un progetto fortemente multidisciplinare che ha previsto diverse operazioni, dal monitoraggio strutturale di alcune opere fino allo studio del cambiamento climatico, passando dallo sviluppo di una piattaforma multimediale per la gestione delle informazioni. In questo progetto Cvr è stata chiamata in causa per sviluppare e intervenire sui siti oggetto di studio, cioè il Palazzo dei Consoli e le mura urbiche di Gubbio, oltre alla Fortezza

IL PALAZZO DI CNOSSO A CRETA. A DESTRA, LA SEDE CVR

veneziana e il Palazzo di Cnosso, il secondo sito archeologico più vecchio d’Europa, a Creta. A seguito di questo studio, nella fase conclusiva del progetto, è stato richiesto di sviluppare dei prodotti che potessero essere utilizzati nel consolidamento e nel restauro storico e che combinassero i massimi criteri di compatibilità con elevate resistenze meccaniche per garantire l’efficienza degli interventi. In tutto il progetto Heracles ha coinvolto sedici partner di tutta Europa, con capofila il Cnr

D. I vostri prodotti sono distribuiti in tutta Italia?

R. Sono distribuiti in maniera capillare nel Centro e Sud Italia, mentre il mercato del Nord Italia è in fase di potenziamento.

D. Fate della formazione dedicata sui temi del consolidamento strutturale?

R. Sì, organizziamo corsi rivolti alle imprese in collaborazione con alcuni nostri clienti rivenditori. Facciamo inoltre degli eventi in azienda mirati a progettisti, applicatori e stakeholder del settore, e qualche seminario con crediti formativi in collaborazione con gli ordini professionali.

D. Avete in programma iniziative specifiche per le rivendite edili?

R. Con le rivendite già da anni facciamo incontri tecnici e meeting nelle loro sedi o sul territorio. Organizziamo circa 50 eventi l’anno assieme alle rivendite, e organizziamo anche degli open day nei punti vendita con uno stand dove vengono offerte informazioni tecniche. Nelle rivendite per Cvr c’è sempre la porta aperta, abbiamo un ottimo rapporto con i nostri clienti, sempre felici di accogliere eventi che riguardano tematiche così delicate come quelle del consolidamento strutturale. La voglia di Cvr di fare squadra e riunire gli interlocutori coinvolti in queste tematiche viene vista in modo molto positivo dalle rivendite.

D. Nel 2023 è stata realizzata una nuova unit à produttiva adia-

cente alla sede storica. Con quale obiettivo?

R. Qualche anno fa siamo arrivati quasi a saturare la capacità produttiva del vecchio impianto. Quindi abbiamo deciso di aprire una nuova unità produttiva, da un lato per aumentare i volumi e produrre più materiale, dall’altro per avvalerci di strumentazioni e impianti più avanzati a livello tecnologico e alzare il livello della qualità del prodotto finito.

D. C vr ha pubblicato il Bilancio di Sostenibilità 2023: quali sono i principali traguardi che avete raggiunto?

R. La sostenibilità è un tema molto delicato e complesso. Oggi siamo tutti portati a pensare solo in termini di sostenibilità ambientale, in realtà il panorama è molto più ampio e tocca anche aspetti sociali e di governance. Proprio per questo motivo l’azienda ha deciso di intraprendere uno studio sistematico di questo tema, che è partito dal bilancio di sostenibilità pubblicato quest’anno. Abbiamo voluto stabilire un punto di partenza sulla base del quale sviluppare il progetto di sostenibilità di Cvr , ponendoci degli obiettivi da migliorare anno dopo anno. Tutta l’azienda tiene molto alla sostenibilità e quindi sarà uno dei temi centrali su cui lavoreremo nei prossimi anni.

D. Quali sono i vostri progetti nel cassetto per il 2025?

R. Lavoreremo su nuovi prodotti. È in programma un ampliamento della gamma anche per il consolidamento strutturale, sia di edifici in muratura che in calcestruzzo armato. Qualche novità sarà in arrivo già nei primi mesi del prossimo anno. Anche a livello di servizi ci saranno novità: in modo particolare stiamo puntando a rafforzare il supporto tecnico sia in fase di realizzazione dell’opera che in fase di progettazione. Ci stiamo strutturando per offrire un supporto tecnico sistematico ai progettisti, ai tecnici e alle direzioni lavori per affiancarli non solo nelle fasi di realizzazione, ma anche di progettazione.

CANTIERE LEGGERO PER IL RINFORZO STRUTTURALE

Crm System-Mapenet Emr è caratterizzato da grande leggerezza, maneggiabilità e facilità di applicazione. Presenta elevata duttilità e assicura un'ottima resistenza a trazione, ad aggressioni chimiche e agenti atmosferici

La tecnica C rm (Composite Reinforced Mortar) prevede un intervento attraverso rinforzi a base fibrosa preformati e malte inorganiche. Si tratta di una delle principali soluzioni di rinforzo. Tra quelle innovative presenti sul mercato Crm System-Mapenet Emr è caratterizzata da grande leggerezza, maneggiabilità e facilità di applicazione e assicura un’ottima resistenza a trazione, elevata duttilità e un’eccellente resistenza alle aggressioni chimiche e agli agenti atmosferici. Quella di Mapei è una soluzione completa e a ridotto impatto ambientale, che sfrutta i sistemi compositi Crm per garantire elevate prestazioni a edifici in muratura o calcestruzzo oggetto di interventi di consolidamento o rinforzo strutturale. C rm System-Mapenet E mr si presenta

come un’evoluzione, rispetto al tradizionale sistema di rinforzo con intonaco armato, che comprende le reti preformate Mapenet E mr , con maglie di dimensioni variabili (33/66/99), connettori di varia lunghezza e angolari preformati e le malte inorganiche Mapewall Intonaca&Rinforza e Mape-Antique Nhl Eco Strutturale, applicabili in spessori di 3-4 centimetri e in grado di coprire anche murature molto irregolari.

INCREMENTO DELLA CAPACITÀ

Oltre a garantire alle strutture elevata stabilità dimensionale, un incremento della capacità portante e una ripartizione più uniforme delle sollecitazioni, a distinguere Crm System-Mapenet E mr da ogni altra soluzione disponibile sul mercato è il ridotto impatto ambientale di tutti i suoi componenti. Le sue emissioni di Co2 sono infatti misurate lungo tutto il ciclo di vita per l’anno 2024 con la metodologia L ca (Life Cycle Assessment), verificate e certificate tramite Epd (Environmental Product Declaration) e compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste. Una soluzione a ridotto impatto ambientale e altamente durevole come confermato da test in ambienti aggressivi per oltre 3 mila ore. Un’ulteriore prova dell’impegno costante per l’ambiente, il pianeta, le persone e la biodiversità. Un traguardo raggiunto grazie al lavoro di Ricerca & Sviluppo dei Laboratori Mapei e alla passione dell’azienda per l’innovazione.

MAPEI
Paolo Caliari

G&P INTECH

ITALIA PIÙ SICURA CON GLI INTERVENTI ANTISISMICI

L’azienda ha una lunga esperienza nel ripristino e nei rinforzi strutturali. Le certificazioni dei sistemi Frp, Frcm, Crm testimoniano affidabilità e competenza tecnica. L’impatto dei lavori Pnrr sul business del gruppo è del 30-40%

Se si parla di consolidamento e rinforzo strutturale, isolamento sismico e impermeabilizzazione delle fondazioni, l’azienda veneta G&P intech è una delle principali realtà di riferimento in ambito nazionale e internazionale, ed è stata recentemente insignita del riconoscimento nazionale di azienda Leader della Crescita 2025 da parte de Il Sole 24 Ore. Grazie ai programmi di ricerca con le università, start-up e alla partnership con studi di ingegneria in Italia e nel mondo, l'azienda è in grado di fornire tecnologie innovative per la protezione e il miglioramento sismico degli edifici. L’amministratore delegato di G&P intech, Giorgio Giacomin, spiega a YouTrade quali prospettive

GIORGIO GIACOMIN, AMMINISTRATORE DELEGATO G&P INTECH

si aprono per il settore, anche alla luce del P nrr , e perché in un ambito delicato come quello del consolidamento e dell’antisismica è fondamentale perseguire la massima specializzazione, anche da parte dei distributori.

Domanda. G&P Intech ha una lunga esperienza nei prodotti e nelle tecnologie innovative nel settore del consolidamento e rinforzo strutturale. Come è nata questa competenza? Risposta. G&P intech è una società che opera da molti anni nel settore dei materiali e delle tecnologie nel campo delle costruzioni, in particolare per la riqualificazione strutturale e funzionale delle opere. Lo sviluppo di competenze e l’inserimento di tecnologie si sono accumulate in anni di esperienza e di presenza nelle aree soggette ad eventi sismici. Parlo in particolare dei rinforzi strutturali, sistemi F rp, F rcm e C rm , ma anche dell’isolamento e della dissipazione sismica. Operiamo da molti anni nell’ambito di programmi di ricerca e sperimentali con il mondo accademico, dei laboratori e attraverso partnership industriali europee volte all’innovazione e all’affidabilità tecnologica.

D. Quando è nata l’azienda?

R. G&P intech nasce incamerando competenze ed esperienze dei fondatori fin dagli anni Ottanta con 35 anni di attività nel mondo dei prodotti e delle tecnologie per le costruzioni. L’azienda opera oggi all’interno di un gruppo di società e fa riferimento a una holding di famiglia.

D. L’azienda opera nel mercato nazionale e internazionale. In che modo?

R. Almeno l’80% della nostra attività si svolge nel mercato nazio -

nale. Siamo impegnati da molti anni nella ricostruzione post-sisma a L’Aquila, nel Centro Italia, in Emilia, Ischia e Catania, e grazie alla nostra esperienza e competenza abbiamo sviluppato tecnologie innovative per il ripristino, il consolidamento e la ricostruzione degli edifici. Oggi il nostro impegno è rivolto prevalentemente al tema della prevenzione sismica. Negli ultimi sette anni, abbiamo sviluppato anche una presenza internazionale attraverso partnership locali soprattutto sui temi dell’antisismica e della ristrutturazione nell’area balcanica e in Centro-Sud America. La nostra attività all’estero si occupa principalmente di portare e diffondere, attraverso la formazione, il nostro know-how in merito a tecnologie, prodotti, qualificazioni e linee guida di intervento.

D. Come è organizzata la struttura tecnica e commerciale?

R. L’azienda ha una sede centrale ad Altavilla Vicentina (Vicenza)

BASILICA DI SANTA MARIA DI COLLEMAGGIO A L’AQUILA IL CUI RESTAURO HA VINTO IL PREMIO EUROPEAN HERITAGE AWARD 2020

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

e uffici di coordinamento tecnico-commerciale di area ad Assago (Milano), Tolentino (Macerata), Pescara e in Sicilia. Cerchiamo di essere vicini alle esigenze del territorio attraverso capi area e agenzie, avvalendoci di consulenti e ditte fiduciarie e specializzate di posa. Produciamo e forniamo materiali e tecnologie alle imprese e alla distribuzione con consulenza ingegneristica e assistenza nei cantieri. Centralmente abbiamo la Direzione Tecnica che coordina l’attività di consulenza nei territori.

D. Come sono distribuiti i vostri prodotti?

R. Forti di una collaudata esperienza di mercato anche a seguito della rilevante attività svolta nell’ambito del sismabonus, in particolare nel settore dei rinforzi strutturali certificati a livello ministeriale, abbiamo lanciato nel 2023 la campagna «Costruiamo insieme un futuro più sicuro e sostenibile» rivolta alla distribuzione di materiali edili. Oggi abbiamo raggiunto un buon numero di affiliati con realtà presenti nelle varie province italiane che distribuiscono le nostre tecnologie, supportati dai capi area e dalle agenzie di zona. La campagna in corso prevede numerosi vantaggi per il rivenditore, tra cui rispetto d’area, formazione, incentivazioni e premi. L’azienda sta crescendo molto attraverso la distribuzione e prevediamo interessanti e crescenti sviluppi commerciali a vantaggio di chi lavora con noi.

D. In percentuale quanto conta il canale della distribuzione oggi?

R. In passato pesava molto meno, oggi possiamo dire che un buon 60% del nostro lavoro passa attraverso la distribuzione. Ed è in costante crescita.

D. Che cosa deve sapere il distributore per sottolineare le caratteristiche dei prodotti per il consolidamento?

R. Credo che da parte della distribuzione crescere in termini di competenze e conoscenza dei prodotti che si propongono sia un percorso obbligato. La formazione è molto importante, così come essere partner dei clienti nel territorio. Senza formazione non è possibile individuare e consigliare la soluzione migliore e più adatta al caso in esame. È inoltre necessario che la distribuzione diventi più proattiva, non si limiti cioè a vivere passivamente il mercato ma cerchi di essere propositiva, mettendo in atto politiche territoriali locali in grado di far crescere il business, anche con il supporto della nostra azienda.

D. Fate formazione dedicata alle rivendite?

R. Sì, chi lavora con noi può contare su una formazione diretta e indiretta. Puntiamo molto sul concetto di partnership. G&P intech è un’azienda tecnica che lavora in settori di alto profilo tecnico, anche piuttosto sensibili, per cui è necessario mettere sempre in campo competenza, esperienza e affidabilità. Siamo assolutamente strutturati a formare e seguire le rivendite partner nel territorio. Sarebbe inoltre importante che le rivendite si dotassero al loro interno di un ufficio tecnico in grado di dare ai clienti adeguata assistenza.

D. Che cosa significa essere partner tecnologico e fornitore?

R. Competenza, esperienza, specializzazione, supporto tecnico, assistenza nel territorio: sono tutte caratteristiche di un’azienda che si pone come partner non solo del mondo della progettazione, ma anche della distribuzione. Sono due canali importanti che hanno

SISTEMI DI RINFORZO CRM (COMPOSITE REINFORCED MORTAR)

logiche e percorsi diversi, ma entrambi sono fondamentali per la qualità del risultato finale.

D. Riassumendo, quali sono i vostri ambiti operativi principali?

R. G&P intech opera principalmente in tre ambiti di cui il più riconosciuto è quello dei rinforzi strutturali e dell’antisismica. Sono altresì importanti i settori delle impermeabilizzazioni con sistemi attivi perlopiù rivolti alle nuove costruzioni, in particolare per fondazioni, gallerie, metropolitane, parcheggi ed edifici con interrati. Stiamo inoltre sviluppando tecnologie innovative per il risparmio energetico ad alta efficienza e sostenibilità. Operiamo nel campo dei beni culturali, delle infrastrutture e dell’edilizia civile e industriale. Queste aree di intervento si combinano con le nostre linee tecnologiche, Safe Building per il tema della sicurezza sismica e ristrutturazione, Waterguard per il tema dell’acqua, Energy Balance per il tema energetico. Stiamo inoltre implementando una piattaforma fortemente innovativa per i progettisti che sarà disponibile dalla prossima primavera. La piattaforma in Bim Revit assistita da una intelligenza artificiale è stata ideata e strutturata per permettere ai progettisti di operare in modo intuitivo, rapido, efficiente. La piattaforma conterrà l’intera libreria dei prodotti, dettagli tecnici e schemi di lavoro avanzati, prezzari, analisi economiche, capitolati, applicativi di calcolo e altre informazioni. Questo progetto, tra gli altri, si inserisce all’interno della recente operazione di rebranding voluta dall’azienda al fine di rafforzare i programmi futuri assieme all’impegno sul fronte della digitalizzazione, informatizzazione, sostenibilità.

D. Entrando nello specifico del consolidamento, che tipologia

SISTEMI DI RINFORZO FRP (FIBER REINFORCED POLYMERS)
SISTEMI DI RINFORZO FRCM (FIBER REINFORCED CEMENTITIOUS MATRIX)

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

di sistemi offrite?

R. Siamo una delle aziende con più sistemi di rinforzo strutturale certificati a livello nazionale. Offriamo i sistemi dotati di Cvt ai sensi di norma quali Frp, Frcm, Crm, in fibre di carbonio e basalto, reti in vetro A r , carbonio, basalto e preformate, tessuti in acciaio Uhtss , vari sistemi di ancoraggio, malte in calce e cementizie, resine, sigillanti e adesivi strutturali. Inoltre abbiamo sviluppato sistemi in fibra naturale.

D. Ci sono referenze particolarmente significative che potete citare in questo ambito di intervento?

R. Molti sono i cantieri in cui operiamo annualmente. Tra questi la Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila, , il cui restauro ha vinto il premio European Heritage Awards 2020 rilasciato da Europa Nostra e dalla Commissione Europea. Stiamo operando da circa tre anni nel consolidamento e miglioramento sismico dell’ex Arsenale austriaco Franz Josef I a Verona, un lavoro complessivo da quasi 50 milioni di euro. Siamo impegnati in interventi di consolidamento nella zona di Brera a Milano, a Roma e a Firenze, soprattutto nell’ambito dei centri storici. Se parliamo di infrastrutture, siamo intervenuti nel consolidamento del ponte sul Po sulla A7 Milano-Serravalle, nella riqualificazione strutturale e allargamento della terza corsia della A14 Adriatica, nel consolidamento delle pavimentazioni viabili dei ponti in acciaio per la città metropolitana di Venezia. Siamo tuttora impegnati nella riqualificazione strutturale delle gallerie stradali sulla A1 Variante di Valico e in ambito strade A nas. Nel campo dell’isolamento sismico abbiamo molti progetti anche P nrr per le strutture ospedaliere e scolastiche, come il caso realizzato della clinica Villa Serena di Jesi e la scuola Gigli di Recanati in corso dove sono installati i nostri isolatori sismici.

D. L’azienda è partner di gruppi leader internazionali di settore. Di quale tipo di rapporto si tratta?

R. La nostra divisione Hirun International, che si occupa di isolamento e dissipazione sismica per il settore civile ed industriale, è in partnership con una multinazionale di Taiwan. Assieme a società

statunitensi e inglesi siamo inoltre impegnati nello sviluppo di nuove tecnologie, tra cui l’innovativa tecnologia della protezione catodica ad anodi ibridi sacrificali per le barre di armatura dei cementi armati.

D. Queste soluzioni sono anche brevettate?

R. Non sempre c’è un vero e proprio brevetto, in genere sono tecnologie dotate di marcature Ce che fanno riferimento alle norme europee. Oggi gran parte dei prodotti e dei sistemi utilizzati nelle costruzioni richiedono certificazioni ai sensi delle norme nazionali ed europee.

D. Quali sono le caratteristiche distintive delle vostre soluzioni rispetto ad altre e dal punto di vista qualitativo a quali standard rispondono?

R. Se parliamo di rinforzo strutturale e di sistemi antisismici, le tecnologie e i prodotti hanno norme di riferimento a cui attenersi ai fini della certificazione e immissione dei prodotti nel mercato. La nostra mission va nella direzione di puntare sempre più su sistemi ad alta durabilità, che riducano le manutenzioni soprattutto per le grandi opere infrastrutturali. Stiamo lavorando molto anche sul tema della sostenibilità, anche nell’ottica del nuovo regolamento europeo dei prodotti da costruzione.

D. Quali sono i prodotti più richiesti?

R. Quello dei rinforzi strutturali è il settore settore per noi di maggiore riconoscibilità e dove abbiamo una domanda crescente di mercato. Abbiamo inoltre in programma per il 2025 piani di sviluppo e marketing anche su altre linee di prodotti e tecnologie.

D. Oltre al consolidamento siete presenti anche nelle impermeabilizzazioni. Con quale proposta?

R. Siamo presenti da oltre 30 anni nel mercato con le nostre soluzioni di impermeabilizzazione attive, come le membrane bentonitiche o i sistemi idroespandibili e «a vasca bianca». Si chiamano attivi perché garantiscono la tenuta all’acqua bilanciando la propria azione sulla pressione d’acqua che agisce sulla struttura. Tali sistemi hanno inoltre durabilità pari all’opera stessa.

D. L’Italia ha un grosso problema di manutenzione di opere pubbliche. Pensate che il Pnrr possa servire?

R. Il P nrr ha il pregio di essere un importante volano economico per il nostro Paese e ha introdotto alcuni parametri molto importanti soprattutto relativi alla sostenibilità e durabilità delle opere pubbliche. Parte dei fondi sono destinati alla riqualificazione delle opere pubbliche e in tal senso consentiranno una migliore fruibilità da parte dell’utenza e del cittadino. Allo stato attuale il problema che vedo è l’avanzamento dei lavori, che a oggi è circa del 25-30%, con il tempo a disposizione invece molto ridotto per il completamento delle opere. Sarà auspicabile una proroga sui tempi di attuazione.

D. Quindi quali prospettive vede?

R. Una volta finita la stagione dei bonus, che ha dato opportunità di crescita negli ultimi anni, il P nrr ha aperto prospettive importanti per il settore delle costruzioni. Mentre il mercato dell’edilizia privata diventa più difficile da intercettare, il settore pubblico riserva importanti sbocchi economici nell’ambito delle costruzioni.

D. Qual sarà l’impatto del Pnrr sul vostro business?

R. Abbastanza importante, tra il 30-40%.

GIORGIO GIACOMIN IN UN CONVEGNO FORMATIVO – ORDINE DEGLI INGEGNERI DI NAPOLI

D. I bonus per il consolidamento sono stati quelli meno utilizzati. Perché?

R. Quando è stato istituito, nel 2017, il sismabonus è stato uno strumento molto interessante, che prevedeva la cosiddetta premialità di classe di rischio, cioè si riceveva una contribuzione del 70-85% sull’effettiva riduzione del rischio sismico dell’edificio. Con l’avvento del superbonus, per velocizzare gli interventi, il discorso del salto di classe è sparito, lasciando un generico concetto di miglioramento sismico. Fino all’estate del 2021 di sismica non si parlava negli interventi edilizi e anche la percezione delle persone non era focalizzata su questo tema. Nella prima fase del superbonus la maggior parte si è concentrata sul tema energetico. Nel 2022 le circostanze hanno portato a considerare la parte sismica importante anche ai fini dell’equilibrio finanziario del superbonus. Ci si è resi conto, complice l’aumento dei prezzi, che intervenire sull’efficientamento energetico dell’edificio senza operare anche ai fini della sicurezza strutturale non era finanziariamente sostenibile; oltre al fatto che nel frattempo si erano introdotti criteri di miglioramento sismico dei condomini con interventi meno invasivi, veloci e realizzabili all’esterno della struttura. Del 4% degli edifici privati su cui si è intervenuto, la parte sismica ha interessato purtroppo solo il 30% circa degli edifici. In qualità

di fornitori e consulenti tecnici per il sisma in due anni e mezzo abbiamo partecipato a lavori in oltre 800 condomini. Riteniamo che tale misura fiscale sia stata un’occasione perduta per efficientare sismicamente ed energeticamente edifici privati, ed in particolare i condomini. Meglio sarebbe stato se l’incentivo fosse stato modulato diversamente e soprattutto reso strutturale. Auspichiamo che il Governo voglia reinserire incentivi fiscali di lungo periodo che possano consentire un’effettiva ed efficace politica di interventi a favore della sicurezza sismica, fondamentale in Italia, e del Green Deal per una consistente decarbonizzazione di cui il patrimonio edilizio rappresenta uno dei più rilevanti problemi ai fini della sostenibilità ambientale.

D. Com’è andato il 2024 e quali sono le vostre aspettative per il 2025?

R. Il 2024 sarà un anno di transizione, complici la situazione geopolitica internazionale, una crisi industriale strisciante nel nord Europa, la riduzione dell’effetto bonus edilizi e la lentezza dell’avviamento dei cantieri del P nrr in Italia. Abbiamo pertanto cercato di consolidare le nostre posizioni e puntare ai prossimi anni attraverso lo sviluppo di innovazioni importanti, di prodotto e di processo, e di operare una transizione aziendale verso la società benefit e i nuovi parametri E sg.

LICATA

TRIS DI SOLUZIONI

PER IL RINFORZO STRUTTURALE

L’azienda ha sviluppato tre sistemi completi per intervenire su strutture da consolidare: da quello Frp in fibra di carbonio al metodo Frcm con elementi a basso spessore, fino al Crm a matrice cementizia

PRODOTTI LICATA PER IL RINFORZO STRUTTURALE

sperienza, know how e tecnologie innovative fanno di Licata uno dei principali player del mondo dei sistemi e soluzioni per il ripristino e il restauro conservativo. La recente acquisizione di Fip Chemicals nel 2020 ha inoltre espanso il raggio di azione dell’azienda siciliana, che ha stabilimenti anche a Pognano (Bergamo), Teolo (Padova) e Narni (Terni), al settore della manutenzione e ripristino delle opere infrastrutturali. Paolo Leone, appena nominato direttore vendite infrastrutture, racconta a YouTrade i vantaggi di questa specializzazione a 360 gradi e i plus dei sistemi di consolidamento messi a punto dall’azienda che ha anche aperto un nuovo centro di ricerca e sviluppo.

Domanda. Ripercorriamo brevemente la storia di Licata: quando è nata l’azienda e come si è sviluppata nel corso degli anni?

Risposta. Licata è stata fondata in Sicilia nei primi anni Ottanta e si è fatta conoscere nel mondo dell’edilizia professionale quale produttore

di sistemi e soluzioni complete per il ripristino e il restauro conservativo, oltre che per i suoi innovativi sistemi per il rinnovo delle infrastrutture. Negli anni successivi l’azienda è cresciuta rapidamente con l’apertura di nuovi impianti produttivi e piattaforme logistiche e si è distinta sempre più nei settori dei sistemi Etics per l’involucro, pitture per esterni, collanti e impermeabilizzanti per l’edilizia. Una efficace politica di acquisizioni ha portato la famiglia Licata nel 2020 a inglobare il brand, le tecnologie e la produzione di Fip Chemicals, industria specializzata nella produzione di materiali per la manutenzione delle infrastrutture, presente dal 1970 nel settore della chimica e delle costruzioni. Questa è l’ultima acquisizione in termini di tempo, ma non in termini di intenzioni. Attualmente siamo presenti con impianti logistici e produttivi a Pognano (Bergamo), Teolo (Padova), Narni (Terni) e Canicattì (Agrigento), e con la sede della direzione generale a Roma. A oggi, quindi, Licata si colloca tra i principali player nell’ambito della manutenzione e ripristino delle infrastrutture con tecnologie idonee al rinforzo strutturale, alla realizzazione di giunti autostradali, malte tecniche per il ripristino del calcestruzzo, impermeabilizzazione delle strutture e inghisaggi strutturali.

D. In un intervento di rinforzo e consolidamento strutturale quali sono gli obiettivi principali da raggiungere?

R. Il consolidamento strutturale è l’insieme delle azioni e tecniche di intervento volte a migliorare la sicurezza degli edifici esistenti. L’incremento della sicurezza strutturale può riguardare singoli elementi della costruzione, come nel caso di interventi localizzati o riparazioni, oppure può riguardare l’intero manufatto, come nel caso di interventi di miglioramento o adeguamento strutturale. La scelta dell’intervento di consolidamento strutturale da adottare ha l’obiettivo di contrastare lo sviluppo di meccanismi locali e migliorare il comportamento della struttura aumentando il livello di sicurezza dei suoi fruitori. Nell’ambito degli interventi di miglioramento sismico, il sismabonus 110% utilizzato in edifici in calcestruzzo e muratura in questi ultimi anni ha

fatto crescere e guidato i lavori, fissando gli obiettivi principali da raggiungere. In questo ambito vengono sempre più utilizzati i sistemi di consolidamento strutturale con materiali compositi Frp, a matrice polimerica, e Frcm e Crm, a matrice cementizia. Questi sistemi sono caratterizzati da specifiche proprietà meccaniche, di resistenza al fuoco e di traspirabilità, che li rendono utilizzabili nella quasi totalità degli interventi strutturali. È necessario conoscere le caratteristiche dei sistemi al fine di garantire che siano compatibili con quelle richieste dal progetto di consolidamento.

D. Quali soluzioni offrite?

R. Licata ha sviluppato negli anni tre sistemi completi, e siamo in fase di ampliamento con nuovi prodotti. Abbiamo sistemi Frp in fibra di carbonio con i tessuti e le lamine più richieste all’interno di progetti di manutenzione sismica o adeguamento statico. Offriamo anche sistemi Frcm, cioè rinforzi a basso spessore con reti a matrice cementizia, e sistemi antiribaltamento e antisfondellamento, che sono quelli più applicati in ambito sismico, soprattutto in edilizia scolastica. Infine, per quanto riguarda i sistemi Crm, pur avendo una gamma completa di prodotti, abbiamo anche definito una linea distintiva di sistemi con reti che hanno caratteristiche distintive sia in termini di misure che di performance tecniche.

D. Che vantaggi comportano queste reti in cantiere?

R. La possibilità di progettare più facilmente sistemi a matrice cementizia nei rinforzi strutturali meno invasivi e meno complicati da applicare. Sicuramente il dato più importante sono le performance migliorative in termini di resistenza a pressione e compressione rispetto ad altri sistemi.

D. Come si sceglie il prodotto più adatto all’intervento da eseguire?

R. La responsabilità ricade sul progettista titolare. I produttori non emettono progetti strutturali firmati. È però necessario che i produttori forniscano tutta l’assistenza necessaria al professionista per poter gestire e inserire prodotti specifici all’interno del progetto. Licata dispone di un efficiente studio di ingegneria, che provvede al supporto tecnico per la scelta delle soluzioni tecniche da adottare e per offrire un confronto sul

MALTA RESINFIP.
SOPRA, PAOLO LEONE

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

LA CURA GIUSTA PER L’OSPEDALE DI CATANIA

I lavori infrastrutturali non sono solo cantieri stradali, ponti e viadotti: esiste una altissima necessità di interventi anche in ambito ospedaliero e scolastico. Questa importante fetta di mercato rappresenta l’esempio di come Licata collabori fattivamente con le rivendite sul territorio anche in ambito infrastrutturale. «Siamo certi che ci sarà una enorme crescita gestita con i nostri partner distributori edili in questo settore, non propriamente riconosciuto come infrastrutturale, ma dove la distribuzione edile è presente tutti i giorni con i

propri clienti», spiega Paolo Leone. Un esempio è l’intervento portato avanti da Licata all’Ospedale di Catania, che aveva l’obiettivo di aumentare la portata statica del solaio a causa della posa di una nuova unità Tac. I materiali utilizzati sono stati nello specifico l’adesivo universale ResinFip Vebond C120, il tessuto unidirezionale in fibra di carbonio FiberFip Carbon T-UNI 230, FiberFip Primer 800, l’adesivo epossidico FiberFip adesivo 800 e FiberFip Connect. I materiali sono stati forniti dal rivenditore Alesi di Alcamo (Trapani).

problema da risolvere e l’obiettivo da raggiungere. Crediamo molto nel fatto che i produttori debbano diventare dei partner tecnici e non solo dei meri fornitori, ed è per questo che ci siamo strutturati in tal senso.

D. Alla luce della vostra esperienza, qual è il livello di preparazione dei progettisti su queste tematiche?

R. Per quanto riguarda la struttura pesante o i grandi interventi di rinforzo strutturale abbiamo sempre trovato professionisti molto preparati. Ampliando il concetto all’adeguamento sismico, visto anche l’incremento degli interventi minori sulla scia del Pnrr, c’è una grande percentuale di ingegneri, che prima non si occupavano specificamente di queste problematiche, che si stanno affacciando al mercato dei rinforzi strutturali. Abbiamo riscontrato che da parte dei produttori è oggi assolutamente necessario fornire assistenza a queste figure, sia durante la progettazione sia in fase di installazione dei prodotti. Aumentando il numero di professionisti che si occupano di consolidamento strutturale è necessario anche puntare su una formazione specifica. Licata, oltre all’assistenza tecnica

in fase di progettazione, dispone di un team che si occupa di addestrare in laboratorio e assistere a inizio cantiere le maestranze che si occupano dei lavori di rinforzo strutturale.

D. E dal punto di vista delle maestranze a che punto siamo?

R. Come per i progettisti, c’è ancora da fare. Questi sistemi sono il grande punto di contatto tra edilizia tradizionale e i prodotti per le infrastrutture. Ci sono tantissime aziende di edilizia tradizionale che si stanno affacciando a questo settore e hanno la necessità di essere istruite e seguite. Licata ha fondato una accademia proprio con l’obiettivo di offrire una formazione continua sia agli ingegneri che alle maestranze che lavorano in questo ambito.

D. Si tratta del nuovo centro di ricerca e sviluppo che avete aperto nel 2023?

R. Sì, è il nostro fiore all’occhiello. LicataLab ha lo scopo di essere un luogo di formazione aperto e permanente per tutti: professionisti, clienti, rete vendita e personale interno, anche non direttamente implicato nella

vendita. Per questo è stato anche costituito un team, chiamato Licata Academy. L’anima del LicataLab è il laboratorio di ricerca e sviluppo attraverso il quale sfrutteremo tutte le tecnologie proprietarie derivanti dall’acquisizione di Fip Chemicals e i progetti della nostra attività di ricerca per innovare, testare, certificare nuove soluzioni per un mercato dell’edilizia sempre più attento in termini di ambiente, sostenibilità e attenzione alla sicurezza di chi lavora in cantiere. I nostri prodotti sono tutti i certificati Cam, un vantaggio per le opere pubbliche: prodotti sprovvisti di questi certificati, infatti, non possono accedere alla fornitura sui cantieri.

D. Quali sono dunque i principali vantaggi dei vostri sistemi di consolidamento?

R. Fermo restando che le linee guida per i sistemi di rinforzo strutturale confinano l’intervento entro limiti molto precisi, i sistemi Licata hanno parecchi vantaggi. Si adattano a tutti i software esistenti e offrono soluzioni alternative all'interno dei sistemi Crm. Inoltre, avendo l’azienda una tecnologia proprietaria nel settore delle resine epossidiche e delle malte, non dipendiamo mai da fluttuazioni dei prezzi decise dai fornitori o problemi di shortage delle materie prime, né soprattutto da potenziali differenze di performance dei prodotti realizzati in lotti diversi. Un altro aspetto molto importante è sicuramente la lavorabilità dei prodotti. Parlando in termini di incremento di cantieri e di nuove aziende che si affacciano al mercato delle infrastrutture grazie al Pnrr, sicuramente la lavorabilità dei prodotti è un aspetto non trascurabile.

D. Parlando di Pnrr, quali prospettive e opportunità vedete per il futuro?

R. Il Pnrr è sicuramente la grande attrattiva degli ultimi anni e del futuro. Non è chiaro quali saranno gli sviluppi effettivi. Al momento le richieste di progetti sono in aumento, ma c’è ancora abbastanza confusione.

D. Anche il concetto di durabilità è fondamentale: come si pongono i vostri prodotti da questo punto di vista?

R. Come dicevo prima, le linee guida determinano anche la potenziale durabilità di questi sistemi. I sistemi Licata sono certificati secondo le linee guida e rientrano perfettamente in questi parametri. Vorrei però espandere questo concetto: ormai da qualche anno nell’edilizia infrastrutturale si sta parlando sempre più della vita utile dei manufatti in calcestruzzo, soprattutto quelli manutenuti. Licata sta seguendo direttamente questo discorso insieme a player nazionali e università ampliando il discorso della durabilità oltre i singoli sistemi. A breve avremo delle novità in

termini di nuovi prodotti e sistemi.

D. I prodotti per il consolidamento Licata sono certificati?

R. Assolutamente sì. Le due grandi famiglie di normative che guidano queste tipologie di prodotti sono la Valutazione Tecnica Europea (Eta) e il Certificato di Validazione Tecnica (Cvt) che viene rilasciato a livello nazionale. I nostri prodotti Frp, quindi in fibra di carbonio, sono sottomessi all’emissione della Cvt, quindi siamo assolutamente allineati. Anche per i sistemi Crm e Frcm siamo allineati con le normative Eta Il discorso è diverso per i sistemi antiribaltamento e antisfondellamento, che non hanno una certificazione di riferimento, ma che si rifanno a prove eseguite presso laboratori accreditati al ministero dei Lavori pubblici. In questo caso Licata si avvale del servizio di certificazione del Politecnico di Milano. Tutti i nostri altri marchi in ambito strutturale, quinti BetonFib e ResinFip, sono conformi a tutte le normative Uni En e alla marcatura Ce, e sono presenti nei capitolati dei maggiori committenti o proprietari di opere pubbliche e private in Italia come ad esempio Anas, Ferrovie dello Stato, Autostrade per l’Italia. Licata inoltre fa parte del consorzio Cortexa che certifica l’adozione di criteri molto severi all’interno della filiera dell’isolamento a cappotto, dalla selezione e produzione dei prodotti componenti il ciclo all’assistenza in fase di posa.

D. Come si articola il vostro rapporto con le rivendite di materiali per edilizia?

R. Nascendo nell’edilizia, Licata da sempre predilige e tutela il rapporto con le rivendite edili e i gruppi a cui appartengono. Sul territorio tutte le attività di vendita sono possibilmente veicolate tramite le rivendite, e con le stesse si lavora fianco a fianco per gestire sempre meglio i clienti e i loro cantieri. In particolare, i sistemi per il settore del rinforzo strutturale, che è il punto di contatto tra i prodotti tecnici da infrastruttura e il mondo dell’edilizia, sono sempre più richiesti e promossi attraverso il canale dei distributori.

D. I rivenditori sono abbastanza informati sui temi del consolidamento?

R. Il training è parte fondante del processo di vendita. Per questo non smettiamo mai di coinvolgere tutta la filiera in questo processo di formazione. Offriamo supporto diretto per la gestione tecnico-progettuale del cantiere, ovviamente anche alle nostre rivendite, e per i nostri partner rivenditori abbiamo in programma giornate formative dedicate su base mensile presso le loro sedi, sia per i banconisti che per la rete vendita.

D. Com’è andato il 2024 e quali sono le vostre prospettive sul prossimo anno?

R. Il 2024 ha rappresentato il momento di passaggio dalla bolla del superbonus 110% a nuovi scenari, guidati anche dalla spinta del Pnrr, un’occasione per il mercato edile e per quello della distribuzione, attualmente in fase di grande cambiamento. Le prospettive anche per l’anno prossimo sono buone e confermiamo i nostri trend di crescita, che al momento sono a doppia cifra. Licata continuerà la propria espansione nel mercato edile e infrastrutturale in Italia e all’estero, guardando al futuro con ottimismo e passione, certa dei suoi mezzi e delle sue potenzialità. Sono molto poche le aziende che hanno una produzione interna così completa e ben distribuita sul territorio nazionale. Il nostro claim recita «Custodi del passato, creatori del futuro», ma siamo certi del presente. In questo momento stiamo inserendo personale e organizzando nuovi team proprio per rispondere alle grandi sfide che ci aspettano nei prossimi anni.

SPECIALE CONSOLIDAMENTO

Torggler MALTA PREMISCELATA PER IL CALCESTRUZZO

Pronta all’uso, Restauro R4 è la malta premiscelata monocomponente di Torggler per la ricostruzione e la protezione del calcestruzzo e del calcestruzzo armato, per mezzo di malta idraulica di tipo Pcc e classe R4 secondo la norma En 1504-3. Fibrorinforzata, antiritiro e a presa normale, la malta è studiata per applicazione in verticale o a soffitto, senza necessità di casseri, per intonaci strutturali, ricostruzione del copriferro, restauro di elementi in calcestruzzo armato. Il prodotto è leggermente espansivo sia in fase plastica sia in fase di post-indurimento per contrastare la formazione di fessurazioni. Utilizzabile in spessori compresi fra 10 e 40 millimetri, si applica facilmente sia manualmente che a spruzzo con idonea pompa senza riscontrare segni di colatura. Garantisce elevate caratteristiche meccaniche con particolare riferimento alla resistenza alla flessione, parametro importante per riparazioni a regola d’arte del cemento armato.

VOLTECO

MASSETTI SUPER LEGGERI CON LA CHAPE XXS

VOLTECO

La Chape XXs è il massetto di Edilteco due volte più leggero di uno tradizionale (la densità dell’impasto è di 1200 kg/m3) e ammette uno spessore minimo di applicazione di 1 centimetro. Pronto all’uso e compatibile con tutti i rivestimenti per pavimenti, questo massetto leggero e fibrorinforzato è destinato a migliorare l’abbattimento acustico di tutti i rivestimenti per pavimenti. Grazie alla sua leggerezza La Chape XXs non sovraccarica le strutture. La leggerezza non va a discapito della resistenza: è fibrorinforzato e ha elevate proprietà meccaniche. La sua facilità di realizzazione ne consente l’utilizzo per molteplici scopi: massetti in aggancio o desolidarizzati, formazione di pendenze,

sottofondi di livellamento, isolamento dai rumori da impatto; in copertura senza pendenza o con pendenza fino al 15%, con manto di impermeabilizzazione.

Edilteco

Abbonamento YouTrade estero € 258 euro 1 anno

Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link https://www.virginiagambinoeditore.it/ oppure, fare richiesta via mail ad abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero +39 02 47761275

Riceverai in OMAGGIO una copia de “I

SPECIALE IMPERMEABILIZZAZIONE

POLYGLASS

ADDIO PROBLEMI PER LE COPERTURE CON FOTOVOLTAICO

Le membrane XFire nascono dall’esigenza di affrontare due questioni centrali nel panorama edilizio odierno: la diffusione degli impianti sui tetti e l’incremento di eventi meteorologici estremi

n un panorama edilizio sempre più esigente, Polyglass promuove l’innovazione e la sicurezza attraverso le membrane impermeabili XFire. Questa nuova frontiera nell’impermeabilizzazione e nella protezione antincendio rappresenta un passo avanti per un ambiente edilizio più sicuro e protetto, anticipando le sfide del futuro con soluzioni robuste e affidabili.

La linea XFire di Polyglass è composta da:

• Futura XFire P 4mm + G F

(flessibilità a freddo ≤-25 °C; Classe S)

• Futura XFire P 4mm S F

(flessibilità a freddo ≤-25 °C; Classe S)

• Polyflex XFire P 4mm + G F

RESISTENZA AL FUOCO

LA LINEA

(flessibilità a freddo ≤-20 °C; Classe S)

• Polybond XFire P 4,5 kg G F

(flessibilità a freddo ≤-15 °C)

• Antiradice XFire P 4 mm S F

(flessibilità a freddo ≤-15 °C; Classe 1)

La nuova gamma di membrane XFire di Polyglass nasce dall’esigenza di affrontare due questioni centrali nel contesto edilizio odierno: la diffusione degli impianti fotovoltaici sulle coperture e l’incremento di eventi meteorologici estremi. Questi fattori hanno reso prioritario lo sviluppo di materiali che garantiscano sicurezza, impermeabilità e resistenza al fuoco, prevenendo incidenti legati a cortocircuiti o incendi causati da malfunzionamenti di sistemi fotovoltaici. Grazie alla classificazione Broof (t2), le membrane XFire offrono la massima protezione anche in situazioni critiche, assicurando la tenuta delle coperture e la sicurezza dell’intero edificio.

PROTEZIONE CERTIFICATA

Le membrane XFire offrono una protezione certificata contro la propagazione del fuoco, rispondendo pienamente ai requisiti delle

nuove direttive italiane, tra cui la Regola Tecnica Verticale (Rtv) V.13, che richiedono standard sempre più elevati di prevenzione incendi per gli edifici civili, sia pubblici che privati. Un ulteriore valore aggiunto risiede nella loro versatilità. Non solo garantiscono impermeabilità e sicurezza nelle coperture a vista, ma sono adatte anche per coperture zavorrate, a verde o con pavimentazioni galleggianti, dimostrando un’eccellente adattabilità a diverse tipologie di edifici e condizioni climatiche. Inoltre, l’integrazione con impianti fotovoltaici è facilitata dall’elevata resistenza al freddo e dalla capacità di resistere a condizioni ambientali estreme, quali grandine e forti escursioni termiche. La semplicità di installazione e la durabilità delle membrane XFire offrono ulteriori vantaggi. La loro applicabilità migliorata permette di ridurre tempi e costi di posa, garantendo al contempo un investimento a lungo termine per la protezione degli edifici.

LA SALDATRICE CHE LAVORA PER L’OPERATORE

Il nuovo modello

Varimat 700 dispone di un controllo intelligente della potenza per fornire la giusta quantità di energia. Inoltre, si può controllare da un tablet o dal pc il lavoro eseguito

econdo gli esperti, i fattori fondamentali per impermeabilizzare le coperture sono il materiale utilizzato, il macchinario di saldatura e l’operatore. Leister da tempo progetta le proprie saldatrici cercando di migliorare non solo l’aspetto macchina, ma anche l’interfaccia con l’operatore, così da intervenire su tutti e tre gli aspetti determinanti per la qualità del lavoro. La nuova saldatrice automatica Varimat 700 è stata sviluppata seguendo questa filosofia. Tra i suoi vantaggi c’è una pressione sulla ruota di saldatura di 6 chilogrammi, maggiore rispetto al modello precedente, a beneficio di una saldatura perfetta in ogni condizione, grazie a una diversa distribuzione dei pesi, senza quindi variare il peso complessivo.

VANTAGGI TECNICI

In più, l’utensile ha un’elettronica che dispone di un controllo intelligente della potenza della macchina, così da fornire sempre la giusta quantità di energia anche nel caso di bassa tensione di alimentazione. Il Leister Quality System (LQS), inoltre, registra i parametri di saldatura, per controllare da un tablet o dal pc il lavoro eseguito e produrre facilmente report per il proprio ufficio tecnico o per la committenza. Ancora, ha un asse delle ruote posteriori retrattile, per facilitare saldature vicino a parapetti o lucernari ma anche per evitare il passaggio delle ruote sui rilievi dei fissaggi meccanici.

La saldatrice automatica Varimat 700 può funzionare sia con alimentazione a 400V che a 230V in maniera da adattarsi alla tensione presente in cantiere. Infine, è disponibile anche nelle versioni 500 e 300, per offrire la soluzione più adeguata a ogni cliente.

SAINT-GOBAIN PER IL PNRR

Soluzioni per l’efficientamento energetico e la sicurezza antisismica

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RIVESTIMENTI E SOTTOFONDI FISSATI IN CANTIERE

La linea di gel-adesivi H40 si arricchisce con due nuovi prodotti: H40 Gel e H40 Tech. Utilizzano

la Gel-Technology, che riesce a ottimizzare lavorabilità e prestazioni dei collanti

La crescente complessità dei cantieri, dove sottofondi sempre più tecnici e rivestimenti sempre più evoluti comportano sollecitazioni particolarmente critiche, rende necessaria la formulazione di adesivi ancora più performanti. Per questo motivo Kerakoll ha messo a punto la linea di gel-adesivi H40, che si arricchisce con due nuovi prodotti: H40 Gel e H40 Tech. Tutti i prodotti della linea H40 di Kerakoll utilizzano la Gel-Technology, frontiera innovativa nella ricerca tecnico-scientifica dell’azienda, che ottimizza le caratteristiche di lavorabilità e le prestazioni degli adesivi. L’introduzione di nuovi additivi ad alte prestazioni permette di offrire adesione, flessibilità e durabilità superiori.

LA LINEA DI GEL-ADESIVI
H40 DI KERAKOLL MIGLIORA
L'EFFICIENZA DEL PROCESSO
DI POSA

LA GAMMA H40 È

TESTATA CON METODO

GT CHE SIMULA LE SOLLECITAZIONI REALI A CUI SONO SOTTOPOSTI

I PRODOTTI SU SISTEMI INCOLLATI

CINQUE PRODOTTI IN GAMMA

La gamma di gel-adesivi H40 di Kerakoll si compone oggi di cinque prodotti:

• H40 No Limits: il primo gel-adesivo strutturale, flessibile multiuso, tixotropico e fluido. Adatto per la posa su qualsiasi sottofondo, ad alti e bassi spessori, anche in condizioni particolarmente difficili.

• H40 Gel: la nuova generazione di gel-adesivi altamente flessibile. Ideale per ogni tipo di formato, specialmente per grandi lastre, offre una soluzione ottimale anche in condizioni di posa sfavorevoli o che richiedono tempistiche elevate.

• H40 Tech: ultra flessibile, ad adesione superiore, è ideale in cantieri tecnologicamente avanzati per lavorare in totale sicurezza sui fondi più flessibili e in condizioni di esercizio che prevedono sollecitazioni complesse.

• H40 Extreme: ibrido, strutturale, multiuso, extraflessibile ed extra-lavorabile. Particolarmente indicato in condizioni che richiedono adesione e flessibilità estrema.

• H40 Revolution: ad adesione accelerata e lungo tempo di lavorabilità, è ideale per lavori che necessitano di una rapida pedonabilità e messa in servizio, anche a basse temperature, e per la posa di pietre naturali sensibili all’acqua.

FACILE APPLICAZIONE

L’ampliamento della gamma permette di individuare soluzioni adatte per ogni contesto, garantendo facilità di applicazione, riducendo i tempi di lavoro e migliorando l’efficienza complessiva del processo di posa. La gamma di gel-adesivi H40 è testata con Metodo GT (Gel Technology), un insieme di prove strumentali sviluppate da Kerakoll per simulare le sollecitazioni reali a cui sono sottoposti i prodotti e verificare in maniera concreta le tensioni che agiscono su un sistema incollato, così da misurarne il grado di flessibilità e garantirne la durabilità.

TORGGLER

L’ANCORANTE CHE IN CANTIERE NON SI FERMA

Ca Poly, bicomponente a base di resina poliestere senza stirene, può essere utilizzato su calcestruzzo non fessurato, muratura piena, semipiena e forata, anche se i supporti sono debolmente umidi

Riconosciuto sul mercato come produttore di materiali tecnici per l’edilizia di alta qualità, Torggler propone una vasta gamma di soluzioni per l’ancoraggio e il fissaggio. Oltre a facilitare il lavoro di installatori professionali, esperti di edilizia o appassionati del fai-da-te, i prodotti dell’azienda sono studiati per garantire una efficacia nel lungo periodo. Tra le proposte più recenti in tema di ancoraggio chimico c’è Ca Poly, bicomponente a base di resina poliestere senza stirene per fissaggi comuni.

RAPIDITÀ D’USO

Ca Poly può essere utilizzato su calcestruzzo non fessurato, muratura piena, semipiena e forata, sia in laterizio che nel caso di blocchi di cemento e calcestruzzo cellulare autoclavato, anche qualora i supporti siano debolmente umidi. In combinazione con l’utilizzo di barre filettate trova impiego in molte situazioni di cantiere per fissaggi di elementi di peso medio, legati alla carpenteria leggera, dove vi sia l’esigenza di una rapida messa in esercizio senza che si creino tensioni nel supporto, per esempio, la posa di elementi oscuranti, persiane, serramenti, portoni, condizionatori, recinzioni, antenne, sistemi di allarme, corpi illuminanti, segnaletica pubblicitaria. L’assenza di stirene ne consente l’utilizzo anche in ambienti chiusi.

AVVITARE LA BARRA FINO ALL'USCITA DEL PRODOTTO IN ECCESSO

MARCATO CE

Marcato Ce con Valutazione Tecnica Europea (Eta) per ancoraggi su muratura in mattoni forati e per ancoraggi su calcestruzzo non fessurato in abbinamento a barre filettate, l’ancorante chimico Ca Poly di Torggler si caratterizza per una capacità di penetrazione nelle porosità e nelle zone cave. L’omologazione per fissaggi con profondità di ancoraggio variabile da 6 a 32 centimetri consente un’elevata flessibilità di impiego, fino a 20 volte il diametro della barra filettata. Le temperature del supporto durante l’installazione variano da zero a 30 gradi centigradi. Le temperature di esercizio certificate rientrano negli intervalli da -40 a +40 gradi con una temperatura massima nel lungo periodo pari a 24 gradi e da 40 a 50 gradi con una temperatura massima di 40 gradi.

INSERIRE IL MIXER NELL'ASOLA E SFILARE LA CLIP METALLICA
ESTRUDERE IL PRODOTTO FINO A OTTENERE UN GRIGLIO OMOGENEO
EROGARE FINO ALL'USCITA DAI FORI DELLA GABBIETTA

UN RELAX DI DESIGN casa

Chiusi in bagno assieme A GREEN E TECH SOLOPER

Dopo la frenata del 2023 il mercato di mobili, ceramiche e accessori per la toilette è indicato in ripresa di oltre il 10%. E anche il 2025 non dovrebbe essere negativo

PERABBONATI

COSENTINO

La superficie è studiata PER IL DESIGN

La prima villa in Italia realizzata quasi completamente con Dekton, una miscela sofisticata di vetro, materiali porcellanati ricavati da oltre 20 minerali naturali e materiali riciclati

Firmata dall’architetto Alaa Negm, Villa Labriola a Corsico (Milano) è la prima villa in Italia realizzata quasi totalmente in Dekton by Cosentino, una miscela sofisticata di vetro, materiali porcellanati ricavati da oltre 20 minerali naturali e materiali riciclati, che compongono una superficie ultracompatta declinata in lastre di grande formato fino a 320x 144 centimetri.

COLLEZIONE PIETRA

KODE NEI COLORI SABBIA, MARMORIO E TRAVERTINE

PHOTO CREDIT

DAVID ZANARDI

LE LASTRE

Le lastre di Cosentino sono protagoniste anche dell’ambiente bagno della villa. Al primo piano, dove sono presenti due bagni, Dekton è stato utilizzato in due modalità differenti: superfici marmorizzate

Onirika Neural, caratterizzate da sottili venature scure su fondo bianco, nel primo; Pietra Kode Sabbia, che ricodificano fedelmente il colore e la texture del travertino, nel secondo. Il bagno padronale al secondo piano, invece, ha lavabo, rivestimento parete e pavimento in Marmorio. La collezione Pietra Kode Travertine nei colori Sabbia e Marmorio è ripresa anche all’esterno per le mura di cinta, la cucina e il bagno turco.

LE APPLICAZIONI

Dekton by Cosentino permette una vasta gamma di applicazioni outdoor e indoor, grazie anche all’ampia disponibilità di spessori: 0,4 – 0,8 – 1,2 - 2 e 3 centimetri. A impatto zero, nel 2020, ha ottenuto la certificazione Carbon Neutral per l’intera gamma di colori, distinguendosi come l’unica superficie a zero emissioni di carbonio. Tutti i colori Dekton incorporano dal 15 all’85% di materiali riciclati dal processo di produzione del prodotto. Il marchio offre inoltre una garanzia di 25 anni.

LAVABO IN ONIRIKA NEURAL. PHOTO CREDIT
DAVID ZANARDI

casa

LE COLLEZIONI DEKTON

SONO STATE UTILIZZATE PER TUTTE LE SUPERFICI DI VILLA LABRIOLA.

CREDIT DAVID ZANARDI

ANCHE IN FACCIATA

Le collezioni Dekton sono state utilizzate per tutte le superfici di Villa Labriola. In facciata le lastre Laurent, di un intenso sfondo marrone attraversato da venature dorate, sono contrapposte alla tonalità chiara delle lastre Kraftizen Nacre, utilizzate per pavimentazione esterna, patio, piscina e terrazze. La pavimentazione in Nacre, in soluzione di continuità visiva prosegue all’interno in alcuni ambienti del basement come l’ingresso, il living, la cucina e il bagno. «La versatilità delle superfici Dekton ha permesso di creare grandi superfici senza giunture, garantendo una continuità visiva che amplifica la percezione dello spazio», commenta l’architetto Alaa Negm. «Inoltre, le proprietà tecniche delle lastre assicurano che la villa mantenga la sua bellezza estetica nel tempo, anche negli spazi esterni, dove materiali meno resistenti potrebbero deteriorarsi. Infine, la sostenibilità del prodotto e del processo produttivo riflette il nostro impegno verso l’architettura sostenibile e responsabile».

RESISTENZA

Oltre a rispondere ai requisiti di sostenibilità, qualità, durata e design in ogni applicazione, le lastre Dekton sono risultate la scelta vincente in particolare in bagno e in cucina grazie all’elevata resistenza alle macchie, ai graffi, al calore e ai prodotti chimici aggressivi. In oudoor assicurano inoltre resistenza ai raggi Uv, pioggia, temperature estreme e gelo. In più la bassissima porosità delle superfici e l’elevata resistenza all’idrolisi e agli shock termici ne fanno il rivestimento ideale anche per la piscina e l’area spa.

Rinforzi strutturali

Sistemi certificati e soluzioni innovative di ingegneria sismica per il ripristino, il restauro e il rinforzo strutturale con materiali compositi FRP FRCM CRM

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Da quella suite di rubinetti scorre LA SOSTENIBILITÀ

La collezione Lea è composta da 20 differenti articoli per il bagno: otto tipologie di lavabo soprapiano, due batterie da incasso e uno a pavimento. E il dispositivo Save Water consente un minore consumo di acqua

La rubinetteria è una delle protagoniste dell’ambiente bagno. Coniugando eleganza e attenzione all’ambiente, grazie al doppio dispositivo che permette di controllare l’erogazione dell’acqua, la collezione di rubinetti e miscelatori Lea di Frattini offre una risposta a chi ama uno stile contemporaneo, senza rinunciare alla tecnologia e alla sostenibilità.

DOCCETTE A MANO

La collezione Lea è composta da 20 differenti articoli per il bagno: otto tipologie di lavabo soprapiano (normale, medio e alto con o senza scarico); due batterie lavabo da incasso (con o senza piastra a muro) e un lavabo a pavimento, che si completano con il miscelatore bidet

L'AMBIENTE BAGNO SI VESTE DI ELEGANZA CON LA COLLEZIONE DI RUBINETTERIA LEA DI FRATTINI

e incasso doccia, vasca-doccia e vasca a pavimento. Al consueto rubinetto bidet, infine, si affiancano anche soluzioni dotate di shut-off, piccole e pratiche doccette a mano, complete di flessibile antitorsione, che vengono installate accanto al sanitario tramite una presa d’acqua a muro con supporto. La rubinetteria monocomando in ottone Lea è prodotta al 100% in Italia nello stabilimento di San Maurizio d’Opaglio (Novara) ed è declinabile in otto finiture: cromato, cromo nero, dorato, inox, nero matt, rosa antico e oro antico, a cui si aggiunge la nuova finitura in oro rosa.

SOSTENIBILITÀ

Nel percorso di ecosostenibilità promosso da Frattini, Lea è una rubinetteria attenta all’ambiente e al rispetto dell’ecosistema. Ciascuno dei monocomandi per lavabo o per bidet è contraddistinto dal dispositivo Save Water, ossia un aeratore con consumo inferiore ai 6 litri al minuto, requisito necessario per accedere al bonus idrico. I rubinetti Lea sono inoltre dotati di cartuccia Energy Saving grazie alla quale, quando la leva si trova in posizione allineata rispetto alla bocca del rubinetto eroga solo l’acqua fredda, mentre per l’erogazione di acqua calda è necessario un movimento volontario della leva verso sinistra. Una preziosa caratteristica che evita la richiesta accidentale o involontaria di acqua calda, permettendo un notevole risparmio energetico. Infine, l’attenzione all’ambiente si manifesta anche nella scelta di materiali durevoli e resistenti. Tutti i prodotti della linea Lea sono realizzati in ottone dezincificato, materiale ecologico, perché riciclabile e durevole, per via della sua elevata resistenza alla corrosione.

I MONOCOMANDI PER LAVABO

O PER BIDET ONO DOTATI DI DISPOSITIVO SAVE WATER, UN

AERATORE CON CONSUMO

INFERIORE AI 6 LITRI AL MINUTO

Ponte

DESIGN IN VASCA CON 650EVO

Si chiama 650Evo l’ultimo progetto presentato da Ponte Giulio, una nuova linea di vasche con porta sviluppata in collaborazione con il designer Paolo Parea. Inserita nel progetto Life Caring Design per un bagno confortevole, 650Evo comprende tre modelli di diversa lunghezza, ciascuno dei quali offre una soluzione comoda e compatta per contesti di dimensioni ridotte come gli ambienti bagno

domestici. La superficie calpestabile oscilla tra i 0,6 e gli 0,77 metri quadrati ed è totalmente priva di ostacoli. Un seggiolino ribaltabile (150 chilogrammi di tenuta) offre il giusto comfort in fase di seduta. Attrezzate con pannelli in vetro o aste tenda, le vasche 650Evo possono svolgere anche la funzione di cabine doccia, aumentando il senso di privacy ed intimità tipico dell’ambiente bagno.

LE VASCHE 650EVO

POSSONO SVOLGERE

ANCHE LA FUNZIONE DI

CABINE DOCCIA

Pucci LA PRIMA CASSETTA GREEN

Dal 1995 Pucci produce la cassetta a doppio scarico con capacità massima di 6 litri. Da allora usare l’acqua in modo razionale, soprattutto nel bagno, è diventata un’esigenza economica, ecologica ed etica. La cassetta Pucci Eco 6-3 litri a corpo ridotto è un prodotto particolarmente versatile e utile in molti contesti: di fatto utilizza la minor quantità d’acqua, 6 litri con lo scarico pieno e 3 litri in quello ridotto. Le recenti normative europee che promuovono la sostenibilità ambientale spingono all’adozione di dispositivi che riducano al massimo lo spreco d’acqua. La 6-3 litri è diventata così la cassetta che risponde meglio alle normative U e , recepite ormai anche in ambito nazionale e regionale. Poiché aiuta a rispettare i beni comuni e ridurre i costi, è ideale in tutte le ristrutturazioni, a partire dai servizi a uso pubblico di alberghi, scuole, ospedali e ogni tipo di comunità (situazioni in cui lo spreco dell’acqua è ancora più forte) e anche nei nuovi bagni delle abitazioni. È disponibile anche sui sistemi Pucci Rapido e Modulo che velocizzano l’installazione di vasi wc sospesi.

SONDAGGI

CRESCE IN ITALIA LA SENSIBILITÀ ALL’EDILIZIA GREEN

La seconda edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile promosso da Saint-Gobain rileva un’accresciuta attenzione verso i temi del costruire nel rispetto dell’ambiente. Ancora scarsa, però, la consapevolezza degli aspetti legati alla salute

PERABBONATI

Paolo Caliari

SOLOPERABBONATI

Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori...YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica informazioni utili, pratiche e aggiornate sul mondo dell’architettura contemporanea e della riqualificazione, ponendo particolare attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, ai prodotti innovativi e ai processi produttivi e di cantiere, alla progettazione in dettaglio e all’ingegnerizzazione dell’architettura, all’innovazione e al cambiamento della professione. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.

Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in pochi anni uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni, in modo particolare di progettisti e costruttori edili. YouBuild – Progettare e Costruire Sostenibile, racconta i grandi processi che stanno attraversando il XXI Secolo e come impattano sulle Costruzioni mutandone il Dna lungo l’intera filiera produttiva. Insieme alla Sostenibilità, un altro grande driver di trasformazione è rappresentato dalla Digitalizzazione del mondo del lavoro e con esso dei processi organizzativi e della produzione. L’era digitale è senza dubbio più efficiente ma non è priva di insidie. La rivista ha cadenza bimestrale e si avvale della direzione editoriale di Livia Randaccio e della direzione scientifica del prof. Emanuele Naboni. La cultura del progetto e della costruzione sostenibile viene fotografata nel suo divenire quotidiano attraverso le linee guida normative, associative e realizzative dell’ambiente costruito Con l’ambizione di dare un contributo fattivo affinchè il “carbon thinking” possa diventare il paradigma dominante del settore. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.

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EDILECO

L’UFFICIO È VERDE SE CI LAVORA ANCHE LA NATURA

La società cooperativa valdostana specializzata in costruzioni e riqualificazioni ecocompatibili ha inaugurato a Milano The Forest, spazio espositivo e primo ambiente certificato in Italia con il Biophilic Quality Index

Si chiama The Forest, l’Hub di Milano inaugurato a ridosso del quartiere delle Cinque Vie, da Edileco. È un ufficio, ma non solo: si tratta anche di uno spazio espositivo, un luogo per presentare progetti, incontrarsi, accogliere brainstorming, in un ambiente naturale con oltre 300 specie di essenze verdi ed energicamente efficiente, dove la qualità dell’aria è eccellente, e affaticamento cognitivo e stress sono significativamente ridotti. Insomma, per chi si reca al suo interno quotidianamente è un piacere chiamarlo luogo di lavoro.

TRE LIVELLI

L’Hub è uno spazio di 500 metri quadrati distribuiti su tre livelli. Uno spazio che condensa arte e metodo scientifico, che si distingue anche in termini di efficienza energetica. Si sviluppa su tre livelli: piano terra, con reception e ambiente verde, con tanto di sala d’attesa che ospita un albero centrale e una fontana che simula il movimento dell’acqua di montagna. All’interno dell’intera struttura funziona un sistema di purificazione dell’aria: l’aria calda che sale è raccolta nei tubi interni e filtrata, mentre quella inquinata viene riportata verso il basso per essere trattata, simulando il processo naturale di fotosintesi clorofilliana. Al primo piano si trova l’open space dove luce naturale, forme organiche e materiali naturali si uniscono per fornire isolamento energetico e acustico. Nel piano interrato ci sono le sale meeting flessibili, con pareti vetrate e fonoassorbenti, una ma-

Alice Fugazza
GLI SPAZI ALL'INTERNO DELL'HUB DI MILANO, THE FOREST

CASA green

terioteca e un locale stampa, oltre ad aree dedicate ai dipendenti, come la zona break, la cucina e spazi per il relax e la socializzazione. Il pavimento sopraelevato preesistente è stato recuperato per motivi di sostenibilità: offre accesso ai cablaggi e mantiene un’estetica pulita, mentre un avanzato impianto di trattamento dell’aria garantisce ventilazione e controllo della temperatura.

LA STORIA

«Il nostro progetto è nato ad Aosta, 20 anni fa. Io e i miei soci eravamo dei giovani progettisti che avevano

un sogno: creare valore sociale, ambientale ed economico da riflettere in un unico posto di lavoro, partendo dai nostri uffici», spiega Davide Trapani, presidente di Edileco. «Abbiamo sempre tenuto a progettare spazi che rispecchiano la nostra mission. Ora la nostra azienda conta 50 soci e 150 dipendenti che condividono i nostri obiettivi, nonostante una realtà che si scontra costantemente con l’ideale di creare un vero welfare aziendale per le persone che lavorano. Non pensavamo di arrivare a Milano, eppure ce l’abbiamo fatta. Siamo orgogliosi di aver realizzato il primo ufficio in Italia certificato in Biophilic Design, per restituire a tutti i nostri collaboratori uno spazio in cui possano godere del massimo benessere lavorativo. L’attenzione alle persone è per noi il cuore pulsante che muove ogni decisione aziendale: dopo aver regalato un mese di ferie extra nel corso del 2024, questo nuovo ufficio vuole essere un ulteriore segnale verso tutte le persone che ogni giorno permettono a Edileco di crescere. Con questa nuova sede, non solo rafforziamo la nostra presenza in Italia, ma ci impegniamo nel promuovere scelte progettuali che integrano elementi funzionali, efficienza energetica e soluzioni artistiche, per restituire un ambiente di lavoro stimolante, sostenibile, produttivo e anche bello».

INDICE QUANTITATIVO

The Forest è il primo ambiente certificato in Italia con il Biophilic Quality Index (Bqi), l’indice quantitativo che consente di valutare l’aderenza ai principi della biofilia, ovvero l’orientamento dell’essere umano a trovare benessere nel contatto con la natura. Trasformare lo

DIPENDENTI EDILECO AL LAVORO
DAVIDE TRAPANI, PRESIDENTE DI EDILECO

spazio di lavoro in un luogo funzionale, esteticamente appagante e incentrato sul benessere è l’obiettivo del Biophilic Design, l’approccio all’architettura e all’interior design che integra elementi naturali nella progettazione degli spazi interni, per migliorare la condizione psico-fisica delle persone, aumentando i livelli percepiti di energia (+76%) e felicità (+78%).

NUOVA SEDE

Con Milano Hub Edileco porta questa visione nel capoluogo lombardo con la nuova sede aziendale realizzata secondo i principi della biofilia. The Forest, infatti, è stata l’occasione per sperimentare un moderno modello di progettazione attraverso un concept che ha permesso all’azienda di realizzare il primo ufficio d’Italia certificato in Biophilic Design, anche grazie alla collaborazione con l’Università della Valle d’Aosta e in particolare con il gruppo di Ricerca Green-Leaf diretto da Giuseppe Barbiero, ricercatore di Ecologia all’Università della Valle d’Aosta e massimo esperto di Biofilia in Italia e tra i più riconosciuti a livello internazionale, direttore del Laboratorio di Ecologia Affettiva (Green Leaf).

L’approccio alla biofilia è, in molti casi, ancora poco metodologico: stabilire con certezza se un ambiente rispetta i principi del Biophilic Design può essere complesso, per via della soggettività degli elementi che contribuiscono a definire uno spazio in linea con questo principio. Edileco ha invece scelto un approccio scientifico e ha ottenuto la certificazione attraverso la valutazione di Barbiero e della collega Rita Berto, psicologa ambientale. Il criterio scelto

misura e quantifica in maniera oggettiva e standardizzata il livello di Biophilic Design e di rigenerazione di un ambiente.

EDIFICI SOSTENIBILI

Per realizzare l’ufficio milanese l’azienda valdostana si è basata non solo sulla propria esperienza ventennale nella progettazione e realizzazione di edifici ecosostenibili, ma anche sull’aderenza ai 15 pattern del Biophilic Design sviluppati da Terrapin Bright

GIUSEPPE BARBIERO, DIRETTORE DEL LABORATORIO DI ECOLOGIA AFFETTIVA (GREEN LEAF), UNIVERSITÀ DELLA VALLE D'AOSTA

CASA green

Green (società di consulenza sulla sostenibilità) incentrati sulla relazione con la natura, sulla biologia umana e sulla progettazione dell’ambiente. Edileco si è avvalsa anche della consulenza di Alice Venturella, borsista di ricerca presso Università della Valle d’Aosta, che ha verificato i dati delle misurazioni della qualità dell’aria pre e post intervento e ha supportato il team di progettazione di Edileco nel rispettare i 15 pattern di Biophilic Design. «Il nostro laboratorio ha sviluppato il Biophilic Quality Index, un sistema di valutazione del potere rigenerativo degli ambienti costruiti. Il B qi si basa su una serie di costrutti selezionati in base all’efficacia della prova che favoriscono la rigenerazione dalla fatica mentale e il recupero dallo stress. Ciò che differenzia il B qi dagli altri sistemi di certificazione del Biophilic Design è il suo carattere quantitativo, anziché qualitativo. Ciò permette di prevedere con buona accuratezza gli effetti sul benessere cognitivo ed emotivo, a breve e a medio termine, del contatto continuativo con la natura garantito dal Biophilic Design. Questo non è solo un punto di arrivo, ma anche di partenza», precisa Barbiero.

DESIGN E AMBIENTE

Il risultato è un ambiente che indica come la biofilia possa essere integrata nel design architettonico, creando spazi di lavoro efficienti e orientati al benessere delle persone. Inoltre, il Milano Hub si distingue

SPAZI INTERNI. SOTTO, SEDE EDILECO DI NUS (AO)

per la riqualificazione energetica della porzione di fabbricato interessata dai lavori: Edileco ha curato gli interventi dell’involucro esistente, delle superfici vetrate, delle partizioni interne e degli orizzontamenti e, pur intervenendo su una porzione limitata di un edificio esistente localizzato in centro città, ha ottenuto il miglioramento di due classi energetiche. Un’attenzione particolare è stata riservata alla selezione dei materiali: tradizionali elementi edilizi come legno e pietra sono stati accostati a elementi moderni come acciaio e vetro. L’arredamento è stato realizzato completamente su misura, per adattarsi al meglio allo spazio anche in fase di lavori.

LA SFIDA

«La richiesta per i diritti sul lavoro e per il benessere sono iniziate in tempi lontani, forse nell’Ottocento, come testimonia l’arte e come è ricorrente nella storia. Rimane oggi una sfida, dichiarata in passato, da dover ancora affrontare: quindi occorre per il mondo di oggi, attrezzarsi e organizzarsi. Ascolto, studio e metodo per disegnare il futuro in quest’azienda sono presenti», commenta Gian Luca Granziera, co-founder Manifesto #ArteManagement. «The Forest è il risultato di un anno di lavoro su progetto complesso e innovativo, è un passo in più per portare valore aggiunto nel mercato», nota Andrea Nembro, responsabile Sviluppo Business & progetti speciali di Edileco. Con l’Hub abbiamo coniugato due mondi tramite la natura: la Valle d’Ao-

sta, quindi natura e foresta, e la frenetica Milano. The Forest è il nostro orgoglio: un ufficio, uno showroom, un laboratorio creativo in centro a Milano in cui ogni dettaglio architettonico e ingegneristico è pensato per favorire la connessione con la natura, migliorando il benessere dei dipendenti e riducendo lo stress. Uno spazio che trasforma il concetto di habitat lavorativo e che non solo promuove la produttività, ma crea un ambiente che nutre il corpo e la mente. È stata una sfida che abbiamo vinto, sia progettualmente, modificando l’architettura e l’impiantistica dell’edificio, facendo sopravvivere al proprio interno 300 specie differenti di piante, rendendo l’edificio sostenibile a 360 gradi, coniugando insomma ingegneria e natura, soddisfando il senso di meraviglia».

I VANTAGGI

Secondo Edileco, negli ambienti in cui la natura è protagonista si registra un aumento del 76% nei livelli percepiti di energia e del 78% di felicità da parte dei dipendenti. Introdurre suoni della natura, che vadano a sostituire quelli di un ambiente urbano, può invece migliorare le prestazioni cognitive, in media del 13,9%. L’azienda, con la sua visione innovativa, con il suo Milano Hub, con il concept The Forest vuole quindi non solo rispettare l’ambiente, ma anche valorizzare il suo capitale umano, dimostrando che il benessere dei dipendenti e la produttività aziendale possono andare di pari passo grazie al Biophilic Design.

DA SINISTRA, GIAN LUCA GRANZIERA, CULTURE AND PEOPLE MANAGER

DI INTESA SANPAOLO

E ANDREA NEMBRO, RESPONSABILE SVILUPPO

BUSINESS & PROGETTI

SPECIALI DI EDILECO

SOSTENIBILMENTE

PAOLO

CONSUMI PIÙ CHE DIMEZZATI

CON L’EFFICIENZA

Edilizia green, ma quanto mi costi? C’è chi obietta, spesso con ragione, riguardo il prezzo dei materiali con bollino verde, quelli più sostenibili. Ebbene, sì, spesso (ma non sempre) costa più di quelli prodotti con metodi tradizionali. Ma il bilancio di pro e contro non dovrebbe finire qui. Perché c’è anche un dopo. Ci sono, cioè, i vantaggi che compensano un esborso iniziale più alto. Per esempio, la società di consulenza The European House-Ambrosetti ha calcolato quanto sarebbe vantaggioso riqualificare il patrimonio immobiliare italiano. Risultato: si potrebbero ridurre del 53-57% i consumi energetici, oltre a produrre il 44% di Co2 in meno, calcolando che riscaldamento e raffrescamento pesano per il 67,8% dei consumi. Insomma, una bolletta più che dimezzata negli anni porterebbe a maggiori benefici rispetto alla spesa affrontata per rendere meno energivori gli edifici.

Ambrosetti ha calcolato due scenari: uno che considera 24 milioni di abitazioni, e uno che ne calcola un panel più ristretto di 9 milioni di abitazioni. Quest’ultimo caso riguarda gli edifici in cui è più semplice la riqualificazione e l’uso di tecnologie avanzate. La base di calcolo sono stati i consumi finali di energia nel residenziale in Italia (374,4 terawattora). Partendo

da queste considerazioni, gli analisti di Ambrosetti hanno calcolato che se tutti gli edifici fossero dotati di tecnologie efficienti, si riuscirebbero a ridurre di oltre la metà i consumi energetici e del 7-8% quelli idrici. La riduzione delle emissioni di Co2 sarebbe del 40-44% (18-22 milioni di tonnellate di Co2, ovvero quelle degli impianti di riscaldamento dei Paesi Bassi). Quel livello sarebbe il massimo possibile del green. Ma, in pratica, non è raggiungibile. In uno scenario più vicino alla realtà, però, l’efficientamento può comunque ridurre fino al 29% i consumi energetici e fino al 5% quelli idrici, che equivalgono al 20-24% di emissioni di Co2 in meno. Attenzione: il calcolo non considera solo una semplice applicazione di un cappotto termico, ma un efficientamento più pervasivo, compresa la sostituzione degli elettrodomestici o il numero di edifici riscaldati con caldaie a metano come quota del parco edilizio soggetto a riconversione. Non solo: per una casa effettivamente green e per raggiungere il massimo dell’efficienza, Ambrosetti considera anche l’utilizzo di dispositivi smart collegati in rete, quelli della cosiddetta home automation. Perché la vera riduzione dei consumi non si ottiene solo migliorando uno spicchio di edificio, ma cambiando il modello stesso di uso delle abitazioni.

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HOME AUTOMATION

SMART HOME

TRA ROBOT E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’automazione domestica grazie al digitale è stato uno dei fili conduttori della recente Ifa a Berlino, una delle fiere più importanti per la tecnologia. Non sorprende che la parola magica delle proposte sia stata quella dell’intelligenza artificiale generativa. Come può essere utile in casa? Non certo per i compiti più semplici, che sono già automatizzati a sufficienza. L’Ai dovrebbe essere invece, secondo le premesse, un motore capace di far fare un salto di qualità a quella che veniva chiamata domotica, termine che è restrittivo rispetto alle soluzioni adottate nel tempo. In pole position per un balzo in avanti dei sistemi domestici hi-tech sono anche i produttori di processori. Qualcomm e Intel hanno presentato chip dedicati ai dispositivi per la casa che per performance (e prezzo più basso rispetto ai precedenti) rendono i computer domestici integrati con l’intelligenza artificiale. Ma sono le soluzioni di produttori come Samsung ad accendere la fantasia di che cosa può diventare l’ambiente domestico. Il colosso coreano, per esempio, utilizza l’Ai anche per gli elettrodomestici, capaci così di un migliore risparmio energetico. Ci sono anche i frigoriferi dotati di intelligenza artificiale. La serie AI Hybrid utilizza due fonti di energia, un compressore e la tecnologia di raffreddamento Peltier, per gestire in modo evoluto richieste di energia maggiori rispetto alla norma. Senza dimenticare le lavatrici, capaci di fugare qualsiasi dubbio sulla scelta del lavaggio e che, grazie all’intelligenza artificiale, scelgono la giusta temperatura dell’acqua nel lavaggio, e in questo modo riducono i consumi. Tecnologia dedicata alla smart home anche da Lg, anche in questo caso collegata all’intelligenza artificiale. Per esempio, la casa coreana ha presentato il robot Ai Smart home hub, che risponde ai comandi vocali e fa da raccordo digitale per la casa connessa. Gli umanoidi sono, forse, i dispositivi capaci più di altri di accendere la fantasia e, anche in questo caso, alla base c’è un sistema di intelligenza artificiale generativa che consente alla macchina di apprendere sempre meglio le sue mansioni.

Non c’è solo l’intelligenza artificiale, in ogni caso, per la casa hi-tech. La cinese Dreame ha mostrato un aspirapolvere dotato di una tencologica che lo rende capace di piegarsi di 180 gradi, per arrivare là dove lo sporco sembra irraggiungibile, oltre a un robot pulisci pavimento con acqua calda. Alle innovazioni asiatiche, l’Europa risponde con Bosch, che ha presentato BlueMovement (al momento attiva solo in Germania e Olanda), che gestisce l’offerta di tutti gli elettrodomestici più avanzati, ma proponendone il noleggio e non l’acquisto.

Giuseppe Rossi

TRA LE CALLI L’HOTEL È TECH

A Venezia la ristrutturazione del Radisson Hotel a Palazzo Nani è stata portata a termine con i dispositivi della serie Eikon Exé

AVenezia il nuovo Radisson Collection Hotel, ospitato a Palazzo Nani, è stato oggetto di un lungo intervento di restauro, curato dallo Studio Marco Piva per l’interior design e da Venice Plan per l’architettura e la direzione lavori. L’edificio era di proprietà dell’antica famiglia Nani e poi diventato caserma austriaca, scuola, e ora hotel con 52 tra camere e suite, a cui si aggiungono tre appartamenti privati. Nel processo di ristrutturazione l’aspetto dei cablaggi è stato affidato ai dispositivi di Vimar con la serie Eikon Exé: sono comandi tradizionali, color grigio antracite, che combinano la finitura del comando a quella della placca. I dispositivi installati sono perfettamente visibili e disposti in forma ordinata in ogni area dell’hotel, con un’unica combinazione di colore per la placca, in metallo grigio antracite, oppure in bronzo scuro spazzolato nelle colonnine presenti all’interno delle camere affrescate, inserite per preservare l’integrità delle pareti. Anche i sistemi Elvox Videocitofonia di Vimar sono rientrati nelle scelte di design. Sulla

porta della facciata esterna è stata posta la targa esterna Patavium, realizzata in ottone, mentre per i Luxury Apartments, è stata scelta la targa alfanumerica Pixel in ardesia a due pulsanti, perfettamente integrata sulla parete in mattoni faccia a vista. «Con il progetto di Palazzo Nani abbiamo voluto creare a Venezia un luogo speciale in grado di offrire il meglio dell’ospitalità in un contesto attrattivo e osmotico», spiega Marco Piva. «Un nuovo concetto di lusso che combina in un insieme armonico, storia, arte e design per offrire a ospiti e visitatori l’accoglienza più raffinata in continuità con la migliore tradizione veneziana. Palazzo Nani, grazie al meticoloso restauro delle sue parti monumentali, dei suoi fregi e dei meravigliosi affreschi è tornato a nuova vita e continuerà a tramandare la sua intrinseca bellezza anche attraverso un interior design non invasivo, ma elegante e leggero. Un design attento alle scelte formali e materiche, ai cromatismi e alle texture che mira a configurare una nuova sofisticata scenografia, un contributo alla magnificenza della città».

HIGH TECH

AUMENTA IL BUSINESS DEL SOFTWARE PER L’EDILIZIA

Il software per l’edilizia è un business di 3,7 miliardi di dollari a livello globale. Ed è in crescita. Secondo un’analisi di Precedence Research, il business è destinato a balzare oltre gli 8 miliardi entro il 2033, con un tasso di crescita annuale del 9,2%. I progetti di smart city in Europa sono una delle cause della crescita: le piattaforme software sono strumenti sempre più essenziali per progettisti e pubbliche amministrazioni. Queste piattaforme consentono di pianificare interventi in modo più efficiente, riducendo tempi, rischi ed extra costi.

IN AUMENTO I PAGAMENTI DIGITALI

I pagamenti digitali in Italia hanno raggiunto i 223 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2024 (+8,6% rispetto a un anno fa). Il 10% del valore delle transazioni con carta all’interno dei negozi fisici italiani (ol-

tre 18 miliardi di euro) deriva dalla spesa dei turisti esteri. Il valore dei pagamenti in modalità contactless (sia tramite carte sia tramite wallet Nfc) ha superato i 130 miliardi di euro (+23%), ormai quasi nove pagamenti su dieci in negozio sono in modalità senza contatto. I pagamenti effettuati da smartphone o dispositivi wearable in prossimità (ossia all’interno dei punti vendita) crescono sia per valore transato (+58%, per un totale di 19,9 miliardi di euro) sia per numero di transazioni (oltre 760 milioni in 6 mesi, +68% rispetto a dodici mesi fa). Sono i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano.

AMAZON ITALIA A 19 MILA DIPENDENTI

Amazon cresce ancora in Italia. In 14 anni di presenza ha investito oltre 20 miliardi, di cui 4 miliardi solo nel 2023. Non solo Amazon ha deciso di arrivare a 19 mila dipendenti a tempo indeterminato in Italia entro fine 2024. Il colosso dell’ecommerce conta su oltre 60 strutture nel nostro Paese tra sedi logistiche, uffici, data center e servizio clienti. Nel 2023 è arrivata la sede Amazon Web Services a Roma, con oltre 100 dipendenti, mentre a settembre quest’anno si è aggiunto il centro di approvvigionamento di Alessandria che si prevede creerà fino a 700 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato in tre anni. Con un investimento di 180

milioni di euro nel 2025 sarà aperto l’undicesimo centro di distribuzione Amazon Italia a Jesi, in provincia di Ancona.

LA WEB TAX INCOMBE SULLE PMI

Secondo quanto previsto dalla bozza di legge di Bilancio, sono in arrivo novità sui limiti per il pagamento della web tax, oggi riservata a chi ha oltre 750 milioni di euro di ricavi, dei quali 5,5 milioni in Italia. Con l’allargamento, tutti dovrebbero pagare il 3% di quello che guadagnano come web tax, indipendentemente dai loro ricavi, anche le piccole imprese. L’aliquota del 3% sui ricavi (non sugli utili) generati dalle imprese digitali, accompagnata dall’eliminazione dei limiti dimensionali previsti in precedenza potrebbe essere un colpo di grazia per Pmi e startup. Dopo le proteste, potrebbe però essere introdotto un correttivo per non colpire le imprese più piccole.

È MILANO

LA CITTÀ PIÙ SMART

È Milano la città più smart d’Italia. Lo indica City Vision Score, classifica arrivata alla sua seconda edizione, realizzata da Blum e dalla società di consulenza Prokalos. Nella top 10 dei Comuni smart emerge anche che non ce n’è nemmeno uno dal Centro in giù, dato che indica un forte gap tra Nord e il resto d’Italia. Roma si trova al 46esimo posto tra i capoluoghi più smart e al 1.412esimo posto di quello di tutti i Comuni. La classifica aggrega e sintetizza 30 indicatori elementari riferiti a sei dimensioni del concetto di smart city: smart governance, smart economy, smart environment, smart living, smart mobility, smart people.

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