YouBuild settembre 2020

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Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.

N° 17 - SETTEMBRE 2020

ISSN 2532 - 5345

YouBuild

TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI

CONVEGNO YOUBUILD

Rigenerazione urbana al centro dei lavori CLASSIFICHE

I Top 100 mondiali delle costruzioni

MAPEI

La grande occasione dei superbonus


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TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI

ANNO 5 - NUMERO 17 - SETTEMBRE 2020 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 - info@vgambinoeditore.it ISSN 2532 - 5345 Direttore responsabile / Publisher VIRGINIA GAMBINO virginia@vgambinoeditore.it Direttore Editoriale / Editorial Director LUCA MARIA FRANCESCO FABRIS Coordinatore editoriale / Editorial coordinator GIACOMO CASARIN Comitato scientifico / Scientific Committee GIAN LUCA BRUNETTI (Politecnico di Milano), ANNA FRANGIPANE (Università di Udine), FAN FU (Beijing University of Civil Engineering and Architecture), WENJUN MA (Shanghai Jiao Tong University), GARRY MILEY (Waterford Institute of Technology), LJUBOMIR MIŠČEVIĆ (University of Zagreb), EMANUELE NABONI (Royal Danish Academy of Fine Arts KADK), MATTEO UMBERTO POLI (Politecnico di Milano), VASO TROVA (University of Thessaly), ILARIA VALENTE (Politecnico di Milano) Collaboratori / Contributors VALENTINA ANGHINONI, GIOVANNI ARGENTO, RICCARDO MARIA BALZAROTTI, STEFANO CAPOLONGO, GIACOMO CASARIN, ANDREA CATTO, CASSANDRA COZZA, FEDERICO DELLA PUPPA, ERNESTO FAVA, MARCO GOLA, STEFANO LAVORI, SELENE MAESTRI (FOTOGRAFA), ANDREA MUZIO, ANDREA OLDANI, FRANCO SARO, GERARDO SEMPREBON, CRISTIANO VASSANELLI, SERGIO ZABOT Impaginazione e grafica / Layout and graphics RAFFAELLA SESIA

Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 21,00 - Copia singola € 7,50. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/ category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento

Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità / Frequency of publication: trimestrale - 4 numeri/anno. Poste Italiane Spa - Sped. In a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Trento. Registrazione / Registration: N. 343 del 04-12-2015 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. 2

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N°17 - SETTEMBRE 2020

SOMMARIO EDITORIALE Riprendere i fili 11 CONTENT ABSTRACTS 12

EVENTI IV CONVEGNO YOUBUILD Rigeneriamo le città 14 IV CONVEGNO YOUBUILD Tutta Milano a portata di mano 20 IV CONVEGNO YOUBUILD Più che Prato è una giungla 26 IV CONVEGNO YOUBUILD Bergamo rinasce con Chorus Life 32

DOSSIER COSTRUZIONI TOP 100 La classifica dei big mondiali 38

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ATTUALITÀ ITALIA RECUPERO Il granaio resta di sasso 48 RIQUALIFICAZIONE Un miracolo di sostenibilità 56 ARCHITETTURA POST COVID La cura giusta per gli ospedali 62 EDILIZIA Se il danno è programmato 66 CERSAIE 2021 La piastrella? Sarà digitale 70

MONDO OLANDA - 1 Polvere di stelle a Rotterdam 76


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COME SI FA FARAONE Sicurezza forte come il vetro 128 OLANDA - 2 Attici in gabbia di acciaio 82 MESSICO Ville nascoste, design palese 90

STORIA DI COPERTINA INCENTIVI FISCALI La guida di Mapei 96

INTERMEZZO Letture sovrapposte 104

SPECIALE IMPIANTI RIQUALIFICAZIONE Quale strada per cambiare 110

SPECIALE CONTROSOFFITTI TECNICHE & MATERIALI Un vestito al lato B della soletta 114 TECNASFALTI ISOLMANT Benessere dal soffitto 124

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BRIANZA PLASTICA Pronti a tutto per tetto o parete 132

INTORNO RUSSIA Aranciata alla tartara 136

UNDER 40 FIRENZE Cucine e tasting nella ex cappella 142 TORINO La bottega in verticale 148 WORLD WIDE BUILD 154 OVERVIEW 162 EVENTI E NOTIZIE 164 ARCHILEGGERE 166 PROFESSIONE ARCHITETTO 168


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EDITORIALE

TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI

Riprendere i fili

di Luca MF Fabris

Anche se è vero che le ferie non si fanno più solo ad agosto, da un pezzo, è anche vero che in quest’anno eccezionale tutto è uguale e tutto è così diverso. Forse mai come in questo frangente tutti abbiamo sentito il bisogno di fare una vacanza estiva, una di quelle «vere», di creare una bella bolla di vuoto che ci potesse portare via dall’ordinario e ci facesse sentire un po’ straordinari, che molto spesso ha coinciso con l’essere nuovamente normali: vedersi, trovarsi, gioire del poter essere nuovamente insieme. Insomma, di essere quegli animali sociali che siamo veramente. Dimenticando almeno per un po’ di essere diventati, prima per divertimento e poi per necessità, «animali social». E, inoltre, diciamocela chiaramente, abbiamo anche sentito il dovere, noi grande popolo di risparmiatori (i rapporti bancari dicono che non ci sono mai stati tanti liquidi sui nostri conti correnti), di ridare fiducia a quest’Italia martoriata nel corpo e al tempo stesso orgogliosa nello spirito. Abbiamo tutti, ciascuno a proprio modo e secondo le proprie possibilità, tentato di riavviare il Paese. Credendoci ancora, con un senso di appartenenza dopotutto non così scontato. Forse uno dei migliori do ut des che si potesse stabilire a livello interpersonale. Abbiamo tutti capito che l’economia circolare esiste davvero ed è, come minimo, nazionale. E che tutto, ma proprio tutto, può e deve essere inteso in un’ottica solidale di ampio respiro. Una solidarietà che ha avuto riflessi anche sull’Europa e sulle nuove possibilità di sviluppo dell’Unione. Tutto il sistema ha reagito. Un’altra volta il detto «non tutto il male vien per nuocere» ha avuto ragione. Quindi eccoci qui a settembre, pronti alla ripresa, pronti a tutto. Nel primo semestre di quest’anno abbiamo capito tante cose, abbiamo reagito e controbattuto. In una parola abbiamo dimostrato di avere un alto tasso di resilienza. Siamo mutati senza cambiare. Ci siamo affinati, preparati e siamo pronti a riprendere il filo della nostra avventura personale, sapendo di appartenere a un tutto di cui facciamo parte. Non è poco. Siamo al numero 17 di YouBuild . Vi devo confessare che il 17 è il «mio» numero e mi è simpatico a prescindere da qualunque significato vogliate darci. Diciamo che me lo porto dietro e finora mi ha dato grandi soddisfazioni. Quindi questo numero è un po’ speciale e ne sono orgoglioso, anche perché è stato pensato, scritto e impaginato in telelavoro. E oltre ai contenuti, anche le attività collaterali collegate alla rivista sono state programmate avendo una grande fiducia nel futuro, e qui voglio ringraziare il mio editore Virginia Gambino, e contando sull’interesse continuo dei nostri Lettori. È per questo che vi aspettiamo al prossimo IV Convegno YouBuild (che quest'anno sarà in edizione digitale), di cui nelle pagine seguenti potrete vedere i contenuti delle presentazioni degli esperti che abbiamo invitato. Il tema della Rigenerazione Urbana, affrontato anche in altri articoli presenti in questo numero, sarà affrontato durante il Congresso a più voci attraverso una rassegna ragionata di casi studi che abbracciano un arco territoriale che va da Milano a Verona, e non solo. Vi attendiamo numerosi per discuterne insieme. E poi vi portiamo tanta buona architettura e altri argomenti di discussione. Un lavoro di recupero che si fonde con la ricerca architettonica e materica progettato da Elasticofarm in Friuli, un supermarket olandese trasformato in una villa con patio da Mvrdv, un edificio energivoro rinnovato sostenibilmente da Cepezed a L’Aia, e delle ville attente all’ambiente realizzate a Puerto Escondido da Francisco Pardo. Vi invitiamo in Russia per visitare una piazza assolutamente contemporanea ma dal lontano passato ridisegnata da Drom, poi andiamo a Firenze per un piccolo grande lavoro di ristrutturazione amimetico ideato dagli under 40 di SuperSpatial e, quindi, a Torino con un intervento d’interni di Ernesto Fava. I progetti che scegliamo sono sempre commentati dai nostri autori in modo libero, personale e competente: YouBuild ama la critica di architettura costruttiva. Vogliamo offrire opinioni chiare e confrontarci con esperti dei vari settori che caratterizzano il mondo edile a tutte le sue scale. Per questo vi facciamo conoscere il Progetto Fra’ Sole, il progetto di sostenibilità che coinvolge l’intero complesso monumentale di Assisi, e poi parliamo di attualità affrontando il discorso dell’organizzazione dei centri ospedalieri post Covid-19, approfondiamo il discorso sulla coibentazione degli edifici e facciamo il punto sulle novità normative che vogliono le nuove costruzioni a profilo nZeb. E poi le nostre numerose rubriche, dove trovate anche un commiato a quell’artista mondiale che è stato Christo. Voglio, infine, fare un saluto personale all’architetto Giacomo Casarin, nostro valente segretario di redazione, che conclude qui la sua avventura con YouBuild , pronto per iniziarne nuove ed importanti altrove, ne sono certo. Care Lettrici, Cari Lettori: buona lettura. Noi siamo qui con voi a rimboccarci le maniche per fare meglio il nostro futuro insieme!

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CONTENT ABSTRACTS

Top 100 construction companies traduzioni di Ernesto Fava

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he top 100 construction companies world ranking involves a global business with a 8.500 billion euros turnover, which means around five times the Italian GDP. Still, even if they have chances to expand, our national contractors cannot emerge. Whereas our first national company ranks in tenth place, France confirms its role of European market category leader.

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BERGAMO RESTARTS WITH CHORUS LIFE We can use the «futuristic» adjective to describe the new digital village designed by Joseph di Pasquale in Bergamo. It is called Chorus Life and it will be located on an abandoned 150.000 square meters surface, consisting of a 6.500 seats arena, 1.000 parking places, a Spa connected to a medical center, a sky-jogging track, a hotel with 250 rooms and 80 residential units. Chorus Life, from the design of Domenico Bosatelli (patron of Gewiss, appointed Cavaliere del lavoro), will be completed by 2022. «The project adopts and implements all the most efficient technologies to reduce energy consumption and emissions, both during the construction and operation phases», explains the architect Joseph di Pasquale to the Youbuild team. He underlines the primary role of energy management and sustainability in a building.

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THE FORMER BARN BETWEEN STONES AND CONCRETE In a central Area of the San Quirino neighborhood in Pordenone, where many buildings are abandoned, ElasticoFarm, a studio managed by Stefano Pujatti, realized a design strategy that combined an interesting renovation of a degraded house with the unavoidable reconstruction and conversion of a former barn to a residential use. Both the volumes that, together with other urban materials, define an inner, fragmented, court, have been redesigned to become family homes. The bigger construction (House 1) responds to this challenge: how to integrate contemporary living needs with the intention to recover some elements from the past. The Old and the New alternate in the definition of space: outdoor, where the original stone façade is crossed by an overhanging concrete volume; indoor, where the stone masonry appears in multiple areas, revealing a deep interpenetration and mutual respect, rejecting any form of imitation or mimesis.

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RENOVATION OF THE NEW The construction systems’ technology evolves quickly. Never theless, a wrong laying, especially concerning insulation, is a common issue. The result? It becomes necessary to redevelop the New. Basically, this article could be titled «Renovation of the Renovated». Because renovation and energy efficiency are the typical interventions that can be inaccurately executed. In these cases, the client, more than paying for a redevelopment, finances a process that exasperates the existing criticalities, leading to the urgent need of a fur ther renovation. «In the last ten years, we assisted to a lack of design quality», explains Giuseppe Mosconi, manager of Linea Eco Klima (a brand of Geotecnica, focused on the construction supply chain consultancy with a par ticular commitment to disputes) to the Youbuild staff. «It is impossible for the contractor to guarantee a good installation without a previous, accurate, design».

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ORANGE SQUARE, RUSSIA Two are the essential requirements for a good design of public space. The first consists in the ability to define a location characterized by a unique, clear and recognizable identity. The second is the capacity to arrange a narration and to put it in relation with the most significant elements of the context. The Azatlyk square design in Naberežnye Čelny (Tar taria, Russia) from Drom studio (Rotterdam) has been developed according to these issues. It is a new, plural, dynamic and vibrant public space. The work of the architects star ted by the analysis of the existing area and the surrounding context, leading to the definition of a simple but courageous design. They rejected the self-referential shape of the existing volume, based on a central axis (designed to connect the Town Hall with the Lenin Museum) that was never made. The new project promotes a multiaxial space, able to establish new connections between the focal points surrounding the large public area, in order to ensure more dynamism and habitability.

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EVENTI

IV CONVEGNO YOUBUILD

Rigenerare le città

(E L’ARCHITETTURA) Cambiare in senso green il modo di vivere, costruire e riqualificare. È il tema del prossimo appuntamento. Con un argomento caldo come filo conduttore di Luca Maria Francesco Fabris

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i questi tempi, lo abbiamo provato tutti sulla nostra pelle, programmare le cose è difficile. Ma quando la volontà è potente si riesce a portare a termine quello che si desidera. Per cui ecco che il IV Convegno di YouBuild si terrà sempre con la formula del webinar, a causa della nota situazione sanitaria. Noi di YouBuild non vediamo l’ora di interagire con voi, potendoci confrontare al più presto e in sicurezza. Lo spostamento del luogo non influisce sui temi che il IV Convegno desidera affrontare: Rigenerazione Urbana e Riattivazione delle città sono le parole chiave degli interventi affrontati dagli esperti cui abbiamo chiesto di portarci testimonianza delle scelte programmatiche e delle soluzioni che possono apportare modifiche alle nostre città, ai loro tempi e alle relazioni fra noi concittadini. Discuteremo con voi una serie di policy e progetti su Milano, Bergamo e Verona accomunati dall’obiettivo di rigenerare

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la città attraverso un bilanciamento tra costruito e spazio verde pubblico che in Italia non ha precedenti e che vede concordi non solo cittadini e politici, ma anche gli sviluppatori. Il IV Convegno YouBuild sarà un momento di informazione sui temi più attuali riguardanti la pianificazione sostenibile della riqualificazione urbana, le motivazioni e la necessità della riforestazione urbana, l’innovazione tecnologica e ambientale nell’ambito delle costruzioni e tutte le nuove idee alla base della fase di riattivazione delle nostre città, anche dal punto di vista sanitario e del riuso di luoghi potenzialmente preziosi, ma ancora da includere nel processo di riorganizzazione della società urbana. Un’occasione di aggiornamento per tutti i tanti professionisti del settore delle costruzioni e della progettazione che vogliono comprendere il cambiamento culturale e fattuale in cui siamo immersi. Vi aspettiamo per un evento carico di informazioni e di prospettive per il nuovo comune futuro sostenibile.


Maria Chiara Pastore,

Nicola Russi

architetto Laboratorio Permanente, professore associato presso il Politecnico di Torino

ricercatore presso il Politecnico di Milano

UNA FORESTA PER MILANO METROPOLITANA

PALINSESTO E CITTÀ FUTURA

Riccardo Balzarotti

architetto Aoumm– assegnista di ricerca presso il Politecnico di Milano

La Città Metropolitana di Milano, come altre città in tutto il mondo, ha recentemente visto un’intensificazione degli eventi a rischio climatico, come le ondate di calore, che ha colpito duramente l’area urbana e i suoi abitanti. L’inquinamento atmosferico è un’altra emergenza ambientale che è particolarmente persistente nel nord Italia e deve essere arginata e ridotta. Forestami, un progetto del Politecnico di Milano e del Comune di Milano con la Città Metropolitana di Milano, il Parco Nord Milano e il Parco Agricolo Sud Milano, ha l’obiettivo di promuovere un’ambiziosa strategia di forestazione urbana al 2030 e costruire una visione strategica per l’integrazione di nuovi apparati vegetali nel capitale naturale esistente. L’obiettivo è migliorare l’infrastruttura verde e gli ecosistemi associati, implementando la presenza di alberi e arbusti nella città e nella sua area metropolitana, raggiungendo l’obiettivo di piantare 3 milioni di alberi entro il 2030, uno per ogni persona che vive nella Città Metropolitana di Milano.

COLLEGAMENTI LENTI PER UNA NUOVA PROSPETTIVA URBANA

Il periodo di lockdown imposto a causa della diffusione del covid-19 è avvenuto mentre eravamo impegnati su diversi progetti di sviluppo per lo spazio pubblico, tra i quali figura la nuova passerella ciclopedonale a San Cristoforo, importante nodo infrastrutturale nato con lo scopo di offrire un collegamento in mobilità lenta tra due quartieri di Milano fino ad oggi adiacenti, ma separati da barriere invalicabili. La pandemia ha accentuato la riflessione sull’importanza di risanare le separazioni che ad oggi esistono nello spazio pubblico, migliorando l’accessibilità delle aree verdi. Per avere aree aperte e pubbliche di prossimità, che oggi appaiono più che mai fondamentali per il sano vivere urbano, non è sempre necessario crearne di nuove; a volte è sufficiente un collegamento per dare una nuova prospettiva a un’intera area urbana. Si potrebbe dire, in questo senso, che i fenomeni di rigenerazione urbana non sono costituiti solo dalla riqualificazione e dal rinnovamento, ma anche dalla ricucitura di quello che già abbiamo nelle nostre città.

In un momento storico in cui il motore delle trasformazioni delle città italiane è alimentato da pratiche di riuso e riqualificazione del tessuto edilizio, la città esistente diventa il palinsesto per un progetto di città futura. Il masterplan Agenti climatici, vincitore del concorso internazionale per la riqualificazione degli scali ferroviari Farini e San Cristoforo, e la redazione delle linee guida del nuovo Piano di Governo del Territorio di Bergamo sono state l’occasione per definire un nuovo paradigma urbano che guarda nuovamente ai principi di sostenibilità che hanno segnato lo sviluppo dell’urbanistica fin dall’epoca classica. Una pianificazione urbana che si costruisce a partire dalla rigenerazione dell’ampia dotazione di servizi esistenti e degli investimenti pubblici che ad oggi non hanno avuto un ritorno economico e sociale sulla città. Questo patrimonio, diffuso ed omogeneo, rappresenta il supporto da cui si sviluppano le nuove strategie di trasformazione a diverse scale in grado di dare una risposta alle nuove sfide ambientali, sociali ed economiche del nostro tempo.

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IV CONVEGNO YOUBUILD

Francesco Gastaldi

professore associato presso l’Università IUAV di Venezia

RIGENERARE LA CITTÀ DIFFUSA

Stefano Capolongo

professore e direttore Dipartimento ABC del Politecnico di Milano.

UN DECALOGO DI STRATEGIE PER LA PROGETTAZIONE E GESTIONE DI OSPEDALI RESILIENTI

La recente pandemia ha messo in crisi il sistema sanitario. L’ondata di infezioni e pazienti malati critici ha testato la resilienza degli ospedali costringendo le organizzazioni a adottare soluzioni di emergenza. Un gruppo di lavoro ha dato origine ad un decalogo di strategie applicabili sia ai nuovi ospedali che negli ospedali esistenti, suddivise sul livello progettuale e organizzativo/gestionale. Le strategie relative al tema progettuale sono: 01. Localizzazione strategica; 02. Assetto tipologico; 03. Flessibilità e resilienza; 04. Programma funzionale; 05. Centralità dell’utente. Le strategie relative agli aspetti organizzativi/gestionali sono: 06. Rete sanitaria sul territorio; 07. Sicurezza per i pazienti; 08. HVAC e qualità dell’aria interna; 09. Arredi e materiali di finitura innovativi; 10. Innovazione digitale. La pandemia ha accelerato i processi di innovazione e trasformazione e le strategie gestionali e progettuali presentate possono consentire il raggiungimento di strutture resilienti.

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L’economia italiana sta attraversando la peggiore recessione, per intensità e durata, dal dopoguerra. La fase post covid-19 ha aperto nuovi interrogativi complessi, anche nella «città diffusa» sta emergendo una nuova domanda di governo del territorio, non più legata ad una fase espansiva, bensì al problema delle possibili destinazioni d’uso di strutture produttive, commerciali e per il tempo libero abbandonate, della limitazione della crescita edilizia e, più in generale, della transizione verso nuovi (e diversi) modelli di sviluppo. I fenomeni di dismissione hanno effetti e interdipendenze sulle realtà urbane più consolidate, la periferia degli anni Sessanta soffre, la villettopoli continuerà ad avere appeal? Emergono nuovi fenomeni da governare, queste tendenze si presentano come effetti locali di fenomeni globali, partecipano ad un processo di scale-making determinando cambiamenti di gravitazioni, riarticolazione di assetti gerarchici; decadenza di polarità; forme fisiche indeterminate, minore qualità degli spazi urbani e territoriali.

Federico Camerin

dottore di ricerca, Etsav-Uva de Valladolid e Fakultät Architektur und Urbanistik, Bauhaus-Universität Weimar

LA (COMPLESSA) RIGENERAZIONE DELLE AREE MILITARI DISMESSE

Lo status giuridico dei beni immobili pubblici in abbandono, come le proprietà immobiliari del Ministero della Difesa, costituisce un fattore in base al quale le loro caratteristiche intrinseche, ampie superfici e spazi aperti, manufatti architettonici di rilevante consistenza territoriale, possono rappresentare delle risorse per ripensare la città come infrastrutture territoriali resilienti. Il contributo analizza lo stato di attuazione dei processi di rigenerazione delle aree militari dismesse nelle municipalità di Milano e Verona attraverso una lettura critico-interpretativa delle vicende relative ai programmi e processi di dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare militare degli ultimi 30 anni, definendo il loro stato di attuazione nelle due città capoluogo, mettendone in evidenza gli elementi di opportunità e criticità.


YB LA RIGENERAZIONE URBANA

IV CONVEGNO NAZIONALE YOUBUILD 2020

WEBINAR VENERDÌ 20 NOVEMBRE 2020, ORE 14.30 PARTECIPAZIONE GRATUITA RICHIESTI I PATROCINI CON CFP PER I PROFESSIONISTI

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IV CONVEGNO YOUBUILD

Gian Arnaldo Caleffi

PROGRAMMA

architetto dello studio Architer

VERONA: UNA CITTÀ DI PROVINCIA DI FRONTE ALLA RIGENERAZIONE URBANA

Tre modalità di intervento per il capoluogo scaligero. La rigenerazione di un tratto della cinta muraria della città, il recupero e la valorizzazione degli spazi storici con la loro rifunzionalizzazione per le attività sportive delle giovani generazioni. Il progetto vincitore di un concorso di progettazione che prevede la ricomposizione del vallo murario attraverso l’eliminazione di ingombranti superfetazioni, compresa una piscina coperta comunale, e la realizzazione di un Parco della Cultura Urbana per skateboard, bouldering, workout, slackline e spazi per gli artisti di strada. Il rinnovo di un tessuto urbano, progetto e realizzazione della sostituzione di un fabbricato di sette piani di una clinica privata con un edificio intensivo residenziale e direzionale di dieci piani in un quartiere ad alta densità edilizia. Come un’edificazione di alta qualità architettonica e commerciale riesce a innescare rigenerazione urbana. Il restauro e la rifunzionalizzazione di un complesso militare austriaco, il progetto di riuso di un ex silos per le dettare alimentari in una struttura universitaria e civica, nell’ambito della rigenerazione di una vasta area abbandonata dai militari e trasformata in polo universitario.

ore 14:30

Saluti istituzionali

ore 14:40

La Rigenerazione urbana Federico Della Puppa, Centro Studi YouTrade

ore 15:00

Una Foresta per Milano Metropolitana Maria Chiara Pastore, ricercatore presso il Politecnico di Milano

ore 15:20

Collegamenti lenti per una nuova prospettiva urbana Riccardo Balzarotti, architetto Aoumm-ricercatore presso il Politecnico di Milano

ore 15:40

Palinsesto e città futura Nicola Russi, architetto Laboratorio Permanente, professore associato presso il Politecnico di Torino

ore 16:00

Un decalogo di strategie per la progettazione e gestione di ospedali resilienti Stefano Capolongo, professore e direttore Dipartimento ABC del Politecnico di Milano

ore 16:20

Rigenerare la città diffusa Francesco Gastaldi, professore associato presso l’Università Iuav di Venezia

ore 16:40

La (complessa) rigenerazione delle aree militari dismesse Federico Camerin, dottore di ricerca, ETSAV - UVA de Valladolid e Fakultät Architektur und Urbanistik, Bauhaus-Universität Weimar

ore 17:00

Verona: una città di provincia di fronte alla rigenerazione urbana Gian Arnaldo Caleffi, architetto studio Architer

ore 17:20

Talk show modera Luca Maria Francesco Fabris

ore 18:00

Fine lavori

Moderatore: Luca MF Fabris, direttore editoriale YouBuild

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EVENTI

IV CONVEGNO YOUBUILD

Tutta Milano

A PORTATA DI MANO Il Comune della cittĂ lombarda ha studiato un ambizioso piano che prevede una mutazione in senso green, che prevede traffico limitato e servizi di prossimitĂ nei quartieri di Federico Della Puppa

Corso Buenos Aires con gli interventi previsti

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urante il lockdown per il covid-19 chi ha avuto la possibilità, e in alcuni casi la fortuna, di poter girare le nostre città ha di certo avuto la sensazione di trovarsi in un mondo completamente diverso, nel quale non solo le città si erano svuotate dalle persone, ma soprattutto dalle auto. Immagini che solo in certi film di fantascienza eravamo abituati a vedere, ma che abbiamo potuto osservare più o meno tutti dal vivo. Se dal punto di vista economico la pandemia del 2020 porterà conseguenze rilevanti, va anche sottolineato come dal punto di vista sociale l’effetto quarantena ha fatto rivedere molti modelli, non

solo di consumo, ma di organizzazione stessa delle città. Così oggi assistiamo nelle grandi metropoli europee a nuovi progetti di revisione della mobilità, a partire dalle esperienze più innovative di Parigi e della strategia dei 15 minuti promossa dalla sindaca Anne Hidalgo, ovvero l’idea di costruire un sistema di servizi di prossimità che permetta di trasformare la Ville Lumiere anche nella ville du quart d’heure, ovvero la città post-auto dove si possa trovare tutto ciò di cui si ha bisogno a pochi minuti da casa. Secondo Hidalgo «questa è la condizione per la trasformazione ecologica della città che migliorerà al contempo la vita quotidiana dei parigini». Un progetto

Il sistema delle piste ciclabili a Milano

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Corso Venezia, stato di fatto e di progetto

Corso Venezia, stato di fatto e di progetto, sezione

nato da Carlos Moreno, professore alla Sorbonne che ha elaborato la sua proposta, poi fatta propria dalla sindaca rieletta qualche mese fa alla guida della capitale di Francia, su ispirazione del lavoro innovativo sulle metropoli di Jane Jacobs. TUTTI A PIEDI Liberare le città dalle auto è una delle strategie messe in campo dalle metropoli europee più avanzate in termini di progettualità green e di focalizzazione sulla città come luogo sociale. I casi di Amburgo e di Oslo sono certamente i più eclatanti, senza ovviamente dimenticare Copenhagen o, per restare in aree vicine a quelle italiane, Ljubljana che nel 2016 è stata Capitale verde europea proprio per la sua lotta al traffico e la liberazione e pedonalizzazione delle aree centrali della città. Ma se è difficile pensare le nostre città senza auto, dato che siamo ancora fortemente ancorati al modello novecentesco di sviluppo urbano e di uso privato degli spazi pubblici, le esigenze della nuova economia circolare e della sostenibilità come driver dello sviluppo futuro, impongono di rivedere le nostre scelte sulla mobilità, che sono poi scelte che riguardano il modello d’uso delle città e, quindi, anche gli impatti sociali che esse generano. Durante il confinamento per coronavirus abbiamo potuto constatare che è possibile vivere in modo diverso, al punto che c’è stata una vera e propria riscoperta dei negozi di vicinato. Per esempio, oltre alle forti esigenze di spazi verdi e di luoghi di qualità. Perfino i dati sul traffico raccontano questa incredibile e per certi aspetti fantascientifica azione collettiva che ha portato in quel periodo sulla rete stradale nazionale ad abbassare del 94% il traffico fino ad azzerarlo del tutto il 12 aprile, secondo i dati pubblicati da Mobility data lab su piattaforma Infoblu e Octo Telematics. ARIA PULITA Si potrebbe dire che tutto ciò che gli ambientalisti hanno predicato per anni e che Greta Thunberg ha messo a fuoco nel 2019, con il grande impatto mediatico della sua protesta, diventata poi proposta operativa perfino sui banchi dell’Onu, oggi avrebbero certamente meno rilevanza se non avessimo potuto vedere con i nostri occhi cosa significa, per fare un esempio, aria pulita e acque pulite, dalle strade di una Milano deserta ai canali di Venezia con l’acqua trasparente. E sulla scia di quanto accaduto alcune città italiane non sono state a guardare, ma hanno velocizzato i processi di cambiamento paradigmatico dei modelli di mobilità. In Italia la città che più nel passato aveva lavorato in questo senso e che oggi si presenta ancora una volta come città e metropoli innovativa è Milano, al punto che perfino Greta Thunberg ha elogiato pubblicamente le politiche per il dopo covid-19

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intraprese dalla nostra unica metropoli di respiro europeo. I progetti di mobilità sostenibile introdotti dal Comune di Milano hanno avuto riconoscimento mediatico, che si basa su una serie di scelte e di azioni che la giovane attivista ha commentato con la seguente frase: «Milano sta introducendo uno degli schemi più ambiziosi d’Europa, riallocando lo spazio stradale dalle auto al ciclismo e al camminare, in risposta alla crisi del coronavirus». DUE RUOTE Tutto nasce dall’annuncio del Comune di Milano della trasformazione, nel corso dell’estate, di 35 chilometri di strade in strade ciclabili e pedonali, che saranno trasformate con una rapida espansione sperimentale in tutta la città. Il piano si chiama Strade Aperte e comprende piste

Interventi di ciclopedonalizzazione, prima e dopo. Sotto, interventi previsti

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Nuovo itinerario ciclabile in Corso Buenos Aires

ciclabili temporanee a basso costo, marciapiedi nuovi e ampliati, limiti di velocità di 30 chilometri orari e strade prioritarie per pedoni e ciclisti. Il vicesindaco di Milano, Marco Granelli, ha argomentato questa scelta dicendo che «se tutti guidano un’auto, non c’è spazio per le persone, non c’è spazio per muoversi, non c’è spazio per attività commerciali al di fuori dei negozi. Certo, vogliamo riaprire l’economia, ma pensiamo che dovremmo farlo su una base diversa rispetto a prima. Pensiamo di dover reimmaginare Milano nella nuova situazione. Dobbiamo prepararci; ecco perché è così importante difendere anche una parte dell’economia, supportare bar, artigiani e ristoranti. Quando sarà finita, le città che hanno ancora questo tipo di economia avranno un vantaggio, e Milano vuole essere in quella categoria». Oltre ai 35 chilometri di strade cittadine riservate a bici e pedoni, il progetto prevede solo mezzi pubblici elettrici entro dieci anni, con notevole risparmio di CO2 e, dunque, minore impatto sull’aria cittadina. Ma l’impatto di queste scelte, che per voce del sindaco Beppe Sala sono destinate ad ampliarsi in futuro, avranno una conseguenza diretta sulla qualità della vita, che a Milano è anche qualità dello spazio pubblico e della nuova edilizia che, in questi anni post Expo, ha cambiato il volto della città. CITTÀ LENTA? Il cambiamento di passo, nella scelta amministrativa post covid-19, è pensare che una delle soluzioni alla mobilità urbana non è fare più piste ciclabili, ma aprire le strade

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già esistenti all’uso delle due ruote e all’uso pedonale, riducendo progressivamente l’uso delle auto, ovvero andando verso quel concetto di città lenta che potrebbe sembrare antitetico in una metropoli come Milano, ma che invece assume proprio per il suo carattere innovativo post pandemia un significato molto più esteso. Nel senso che la lentezza è piuttosto sinonimo di riappropriazione, di uso condiviso, ma soprattutto di uso consapevole della città. Peraltro, in una città che oggi per il 70% dei suoi cittadini deve svilupparsi sempre più verso pratiche green al punto che l’amministrazione, conscia di questa opportunità, ha promosso lo slogan «se vivi a un chilometro dal tuo ufficio, cammina o vai in bicicletta. È buono per noi e per te». Ma non è solo un tema legato alla mobilità dolce e lenta delle biciclette, quanto una trasformazione che porterà anche le auto e gli scooter elettrici a svolgere un ruolo fondamentale, grazie all’installazione di stazioni di ricarica per veicoli a batteria e parcheggi riservati. Il punto di partenza per la realizzazione di questo piano, che fa ampio ricorso a Zone 30 per limitare la velocità delle auto e in genere la creazione di aree dedicate a pedoni, ai ciclisti e alla micromobilità, sono i centralissimi corso Buenos Aires e corso Venezia, ai quali seguiranno interventi volti a favorire un diverso tipo di trasporto, con nuove aree pedonali e ciclabili, anche viale Monza, via Sardegna, via Buonarroti e viale Zara. SPOSTAMENTO Il tema della mobilità è uno dei temi più importanti nella


gestione delle città, soprattutto nelle fasi post covid-19, perché all’uso dei mezzi pubblici, per motivi di maggiore sicurezza sanitaria, potrebbero essere preferiti i mezzi privati, l’auto su tutti. Dunque impostare una azione di post emergenza come quella milanese potrebbe avere un senso non solo per riorganizzare l’approccio culturale alla mobilità urbana dei cittadini, che a Milano tuttavia già da anni sono abituati a utilizzare i mezzi pubblici, soprattutto metropolitana o i sistemi innovativi di car sharing e bike sharing. Ma se a queste azioni già positive si aggiungono barriere fisiche all’uso dell’auto, ciò potrebbe portare, assieme allo sviluppo e al sostegno della cosiddetta mobilità attiva (pedonalità e ciclabilità) e della micromobilità, un ripensamento dell’intermodalità, tema non nuovo a Milano. Lo sviluppo sostenibile oggi deve guardare sempre più all’integrazione delle soluzioni rispetto alle funzioni, anche per iniziare a costruire quel sistema urbano innovativo già presente in molte città europee basato sul concetto di ecoquartiere, ovvero un quartiere che esprime il senso della qualità della vita, dello sviluppo equo e di lungo periodo e dell’uso equilibrato delle risorse, ivi comprese quelle ambientali e legate all’uso del suolo, che nelle grandi città come Milano significa anche affrontare il tema della permeabilità e del drenaggio, per evitare inondazioni, come la storia recente ci illustra con troppa frequenza. La mobilità è uno dei tasselli fondamentali del nuovo urban design, che ricomprende il nuovo disegno dello spazio pubblico, delle relazioni tra gli edifici, del rapporto tra vuoti urbani e vuoti edificati (pensiamo a tutto il tema del dismesso), degli spazi sociali e dei luoghi di appartenenza che costituiscono la vera identità di una città, la sua immagine ma anche la sua capacità di essere attrattiva per le nuove generazioni e dunque perpetuare se stessa. INNOVAZIONE Milano è una città contemporanea e lo sarà sempre di più in futuro se saprà proseguire sulla strada dell’in-

novazione e del rinnovamento, lavorando sulle reti materiali e immateriali che garantiscono un uso armonico e equilibrato della città, puntando non solo sul recupero degli spazi, azione che in questi anni ne ha decretato il successo come capitale immobiliare d’Italia, ma anche sul recupero dell’ambiente urbano come luogo dove i cittadini possono muoversi con facilità. Se Parigi ha puntato sul diventare la metropoli del quarto d’ora, Milano potrebbe essere in futuro la risposta italiana ai modelli dei five minutes disctrict, ovvero dei quartieri dove in 5 minuti si raggiungono tutti i servizi utili al cittadino, dai negozi al parco pubblico, puntando sulla digitalizzazione come elemento di connessione tra cittadini, amministrazione e città, anche per condividere e coprogettare la futura qualità della vita, che è la battaglia che da molto tempo in molti proponiamo e che Greta ha così ben saputo condensare nella sua battaglia per la sostenibilità, una battaglia che Milano può e deve vincere, per essere di esempio a tutte le altre città italiane.

Primi interventi a San-Babila. Sotto, sezione della nuova ciclopedonabilità nei controviali milanesi

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EVENTI

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Più che Prato È UNA GIUNGLA Si chiama Urban Jungle il progetto che ha l’obiettivo di rigenerare in chiave green tre ampi spazi in disuso della città toscana vicino a Firenze di Federico Della Puppa

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hi vorrebbe mai vivere nella Manchester della Toscana? Essere considerata periferia industriale di Firenze, primario distretto del tessile, con corollario di laboratori cinesi, e città-fabbrica che nel tempo ha vissuto uno sviluppo senza eguali, fa di Prato un luogo che potrebbe sembrare distante anni luce dalla radice del suo nome. Paradossale, infatti, che un luogo che si chiama Prato sia il luogo industriale per antonomasia, che ha sofferto più di altri la crisi economica e industriale del recente passato. Al punto


che, come ha avuto modo di sottolineare Edoardo Nesi, premio Strega per Storia della mia gente, «Prato è stata più brava a raccontare il proprio declino che il periodo in cui le cose funzionavano». Il racconto, lo storytelling, ovvero la narrazione, oggi sono elementi cruciali del marketing territoriale, che non va visto in senso turistico, ma per la capacità di essere città attrattive dal punto di vista sociale, economico e ambientale. In questa logica Prato da molti anni sta portando avanti politiche di rinnovo urbano e rigenerazione ambientale tra le più innovative in Italia, al punto che oggi, nelle statistiche Istat, Prato è una delle città con il più alto valore di metri quadri di verde per abitante, circa 39. Dunque Prato come Manchester? Non proprio, ma vediamo anche il perché. RIDEFINIZIONE Prato da molti anni ha intrapreso una strategia di ridefinizione green della città, con l’adozione di un nuovo strumento urbanistico che ha puntato moltissimo sul rinnovo e sulla riqualificazione, spingendo anche verso la demolizione e ricostruzione, agendo non solo limitando il

consumo di suolo, ma proponendo il riuso di spazi inutilizzati o sottoutilizzati per nuove funzioni e destinazioni d’uso. E, soprattutto, puntando sull’asse verde costituito dall’alveo del Bisenzio, facendolo diventare un parco fluviale di 100 ettari, recuperando dunque un rapporto armonico tra la città e il suo fiume, un rapporto storico basato sulla relazione tra l’acqua e le industrie tessili. Tra i tanti progetti attivati in questo ambito di rinnovo urbano, va segnalato il progetto Prius, che gode di un finanziamento nazionale di 10,5 milioni di euro, per la riqualificazione urbana e la sicurezza di un’area prossima al centro storico. Il progetto prevede la riqualificazione di un’area di 1,25 chilometri quadri soggetta a fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale e riguarda il restauro di Palazzo Pacchiani, del Bastione delle Forche e la riqualificazione del parco fluviale del Bisenzio in tutta l’area che va dal Serraglio fino ai confini con Campi Bisenzio. Gli edifici recuperati vedranno l’installazione di servizi pubblici, uffici comunali e altri servizi destinati alla collettività e ai servizi al cittadino. INTEGRAZIONE Obiettivo del progetto inoltre è integrare piazza Mercatale e piazza San Marco nella rete della ciclopedonalità, altro tratto distintivo del nuovo corso urbanistico di Prato, inserito nel Pums, il Piano urbano per la mobilità sostenibile, che individua le linee guida per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’aria, attraverso l’adeguamento degli impianti di riscaldamento pubblici e privati, la riduzione del traffico privato con il potenzia-

Prato Urban Jungle, il verde invade la città e il verde come elemento diffuso. A sinistra, il parco centrale di Prato

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Il verde come infrastruttura diffusa nel centro di Prato

mento del trasporto pubblico e dell’uso della bicicletta. In questo contesto Prato punta a realizzare interventi di arredo urbano e servizi legati al divertimento e alle attività ludico-sportive, che caratterizzano oggi tutte le azioni di riqualificazione urbana delle più innovative città europee e che a Prato trovano luogo nella riqualificazione dell’area fluviale che va dalla zona dal Ponte Datini fino a Gonfienti. In questo quadro, particolare rilevanza assume il progetto Riversibility, che riguarda la realizzazione del Parco fluviale del Bisenzio e che restituirà alla città un’infrastruttura ecologica fruibile da tutti, aumentando la percezione di sicurezza e soprattutto puntando sulle potenzialità legate al benessere e al tempo libero. Nello stesso filone di interventi si inserisc e il Parco Centrale di Prato, uno spazio verde attrezzato di tre ettari all’interno delle mura storiche della città. CONCRETEZZA Questa attenzione per l’ambiente non va tuttavia confusa con una azione di greenwashing, pratica purtroppo

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molto presente in alcune città italiane, e che fa sì che le nostre città non siano mai messe ai vertici europei delle classifiche sulla sostenibilità, così come le nostre città non siano mai in grado di partecipare con successo, arrivando almeno nelle cinquine finali delle candidature a Capitali green europee. Prato in realtà attraverso un insieme integrato di azioni inserite in strategie di lungo periodo sta procedendo proprio su questa strada. Ma forse ciò che non si sa è che a Prato il rispetto per l’ambiente ha radici nel lontano passato, in quanto è stata una delle prime città d’Italia a investire nella raccolta differenziata dei rifiuti (oggi viene riciclato oltre il 48% dei materiali raccolti) e fino dagli anni Ottanta è in funzione un impianto per la depurazione delle acque che, grazie a un apposito acquedotto industriale, consente di riutilizzare le risorse idriche per alimentare le attività produttive umide tipiche dell’industria tessile (tintorie, rifinizioni). Ma la radice green di Prato è ancora più antica, in quanto fino dall’Ottocento l’industria tessile è stata al centro di processi di economia circolare molto avanzati, molto


prima che l’economia circolare diventasse il nuovo driver dello sviluppo. Punto centrale di questa politica di riuso dei materiali è la lana cardata rigenerata che ha fatto la fortuna del territorio riutilizzando scarti e avanzi a salvaguardia dell’ambiente. CONTROLLO DEI PROCESSI Oggi a Prato le produzioni sono tracciate con metodologie che consentono di controllarne i processi e dal 2008 la Camera di Commercio di Prato, assieme al Consorzio per la valorizzazione dei prodotti tessili cardati, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha dato vita a una disciplinare e un marchio (Cardato recycled) che evidenzia la vocazione alla sostenibilità ambientale della città e delle sue imprese, al punto che oggi un gruppo di aziende della filiera del distretto tessile, tra le prime al mondo e con il supporto di Confindustria, hanno aderito al progetto di Greenpeace denominato Detox, dando vita al Consorzio Italiano Implementazione Detox. Ma l’implementazione dell’economia circolare in città non si ferma alle produzioni tessili. Il Comune di Prato oggi è stato selezionato dalla Commissione Europea per partecipare a un nuovo Action Plan del programma europeo Urbact III, il network che promuove lo sviluppo urbano sostenibile, con il progetto Urge (circUlaR buil-

dinG citiEs), un progetto che sviluppa politiche urbane integrate sulla circolarità nel settore edilizio assieme alle città di Utrecht, Monaco, Copenhagen, Kavala, Granada, Riga, Oeste e Nigrad. Il tema al centro del progetto è la circolarità e la sostenibilità degli edifici e degli appalti e la città di Prato elaborerà all’interno di questo progetto uno strumento per misurare l’impatto ambientale ed economico legato alla demolizione degli edifici, mappando e tracciando il flusso dei materiali. L’obiettivo è favorire la circolarità nel settore edile per limitare il consumo di risorse naturali e limitare l’inquinamento, visto che il 40% dei rifiuti solidi urbani proviene da costruzioni e demolizioni e solo il 20-30% di questi viene riciclato o riutilizzato, a causa della mancanza di informazioni sui contenuti degli edifici e della scarsa attenzione al riuso in fase di progettazione. RILANCIO Altro progetto strategico che la città sta portando avanti con molta determinazione è il rilancio del Macrolotto Zero, una delle prime Apea (Aree produttive ecologicamente attrezzate) d’Italia, che oggi sta vivendo una riconversione attraverso il progetto integrato di innovazione urbana Creative District, un progetto che vale oltre 8 milioni di euro, di cui 6 di

L'area centrale di Prato e il disegno del verde che infrastruttura la città dentro le mura

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Il rendering del nuovo mercato metropolitano

contributi regionali e più di 2 milioni di investimenti comunali. Il progetto si è classificato al primo posto di una graduatoria regionale finalizzata a finanziare progetti di rigenerazione urbana attraverso lo stanziamento, su bando, di 46 milioni di euro. Ma il progetto che più di tutti oggi disegna Prato come una delle città italiane più innovative nell’ambito della rigenerazione urbana è quello finalizzato a rinaturalizzare alcuni quartieri in modo sostenibile e socialmente inclusivo attraverso lo sviluppo di giungle urbane. Il progetto si chiama infatti Prato Urban Jungle e, come sottolinea l’architetto Valerio Barberis, assessore all’Urbanistica e all’Ambiente della città di Prato, «rinnoverà i distretti di Prato con maggiore criticità sociale, produttiva e ambientale, in modo sostenibile e inclusivo sviluppando aree ad alta densità verde, le cosiddette giungle urbane, che verranno innestate nel paesaggio urbano moltiplicando la capacità naturale delle piante di abbattere le sostanze inquinanti e restituendo il territorio all’uso delle persone, trasformando le aree di marginalità in veri e propri punti di benessere verde all’interno della città. Urban Jungles sarà co-progettata con aiuto dei cittadini, attraverso una pianificazione urbana condivisa facilitata dall’uso di piattaforme digitali, che aprirà la gestione alla comunità, aumentando l’inclusione e favorendo lo sviluppo diffuso e sostenibile dell’ambiente».

LA SCHEDA IL PROGETTO IN NUMERI • 65% del comune di Prato coperto da vegetazione • 29.151 alberi registrati, con una superficie fogliare di circa 388 ettari, che generano benefici economici pari a 439.000 Euro all’anno • 3.715 Kg all’anno di inquinanti atmosferici rimossi dagli alberi, equivalenti a un beneficio economico di Euro 224.500 all’anno • 2.010 Mwh di risparmi energetici equivalenti a un vantaggio economico di Euro 191.000 all’anno • 7.900 m3 di acqua meteorica intercettata equivalente a un beneficio economico di Euro 15.000 all’anno • 869.500 Euro all’anno di beneficio economico totale creato dal progetto a fronte di un investimento su fondi europei FESR di 2.959.792.00 Euro

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DUE OBIETTIVI Il progetto intende raggiungere due obiettivi principali: la rigenerazione di aree urbane in disuso, sottoutilizzate o in declino attraverso la riallocazione di edifici e spazi verso un uso nuovo, più creativo e sostenibile. Questo riguarda in particolare elementi architettonici urbani che appartengono alla memoria collettiva e all’identità della città, per esempio vecchi capannoni industriali, dintorni di case sociali, edifici storici, la cui valorizzazione richiede un efficace ripristino dello spazio e del suolo, un alleggerimento della densità urbana e l’ideazione di nuove funzionalità che possano ripristinarne l’uso e la fruizione condivisi. Inoltre, la creazione di hub verdi tra la comunità in grado di costruire nuove isole verdi ad alta densità, strutture e aree di fruizione ambientale, sportiva, culturale e sociale. TRE AREE Le aree cittadine coinvolte saranno tre e coinvolgeranno una superficie privata (l’edificio Estra e i suoi dintorni situati in una complessa area urbana che si affaccia sulla più trafficata via pubblica della città con il passaggio giornaliero di 50 mila veicoli), un’area ad alta densità di popolazione caratterizzata dalla presenza di alloggi sociali e riguarderà un edificio molto complesso costituito da 152 appartamenti abitati da circa 500 persone, e il Macrolotto Zero, storico quartiere della città caratterizzato da spazi sottoutilizzati. L’edificio individuato è quello in via Giordano, che sarà destinato al nuovo mercato metropolitano della città. La soluzione proposta integra innovazioni radicali che non sono mai state utilizzate o testate prima a livello di città ed è interessante il concetto innovativo di urban jungle, che va oltre il tradizionale concetto di forestazione urbana. Invece di ricostruire le aree dense della città, la vegetazione può colonizzare gli obiettivi posizionando il verde sul maggior numero possibile di superfici e spazi, il più vicino possibile al luogo in cui vengono rilevate le criticità (isola di calore, inquinamento o necessità di creare spazi socialmente utili e utilizzabili). Questo approccio innovativo può essere applicato nelle nuove azioni di pianificazione urbana per la creazione di infrastrutture verdi e costituisce un banco di prova efficace per la replica in altri siti o città, fornendo informazioni coerenti per la progettazione di futuri edifici pubblici o privati e di aree urbane. Prato si dimostra, dunque, molto attiva non solo su singoli progetti, ma con una visione di insieme che promouove la sostenibilità in modo integrato. Una visione innovativa utile a promuovere un modo diverso di applicare la sostenibilità alle azioni di rigenerazione urbana delle nostre città.


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EVENTI

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Bergamo rinasce CON CHORUS LIFE

Materiali e soluzioni innovative per il progetto voluto da Domenico Bosatelli, disegnato dall’architetto Joseph di Pasquale dello studio JDP Architects di Milano e realizzato da Costim di Giacomo Casarin 32

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S

i può usare un aggettivo come avveniristico per descrivere il nuovo villaggio digitale progettato da Joseph di Pasquale a Bergamo. Si chiama Chorus Life e sorgerà su un’area abbandonata di circa 150 mila metri quadri, con un’arena fino a 6.500 posti, un parcheggio da mille auto, una Spa con annesso centro medico, un percorso sky-jogging, un hotel da 110 camere e un residence da 80 alloggi. Concepito da Domenico Bosatelli, patron di Gewiss nonché Cavaliere del lavoro, Chorus Life dovrebbe essere completato entro il 2022. «Il progetto adotta e implementa tutte le tecnologie più avanzate volte alla riduzione dei consumi e alla riduzione dell’impronta ambientale in termini di emissioni sia nella costruzione che nella fase di esercizio», spiega a YouBuild l’architetto Joseph di Pasquale, che sottolinea il ruolo di primaria importanza della gestione


Panoramica sul sistema delle piazze. Sopra, la mappa del progetto. Nella pagina a fianco, vista aerea dell'hotel

Da sinistra Francesco Percassi, Domenico Bosatelli e Joseph di Pasquale

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BERGAMO

I circa 150 mila metri quadri dell'area di intervento

I PROTAGONISTI La costruzione di Chorus Life Bergamo (investimento totale di circa 200 milioni di euro) è ora nel vivo e si punta a inaugurare il digital district progettato da Joseph di Pasquale entro il 2022. L’investimento è curato da Costim, holding industriale unica nel panorama nazionale, attiva, anche per il tramite delle realtà operative parte del nuovo Gruppo (Impresa Percassi, Elmet Gsm, Gualini), lungo tutta la filiera del real estate per la realizzazione di progetti chiavi in mano, per conto proprio e di terzi. Con la figura di Francesco Percassi come presidente, Costim è una joint venture paritetica che integra competenze industriali e organizzative del partner industriale Immobiliare Percassi (presente da oltre 50 anni nel settore immobiliare e delle costruzioni) con l’affidabilità, l’innovazione e la solidità del partner finanziario Polifin (holding di partecipazione del cavaliere del lavoro Domenico Bosatelli che controlla Gewiss e Chorus Life, promotrice dell’intervento di riqualificazione a Bergamo). Impresa Percassi, storica società bergamasca, riconosciuta tra i principali general contractor nel settore dell’edilizia privata in Italia, sta operando nel cantiere di Chorus Life Bergamo che vedrà il raggiungimento di picchi giornalieri di 500 unità tra maestranze, tecnici e professionisti.

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energetica e della sostenibilità. Domanda. Com’è nato il progetto Chorus Life? Risposta. Il progetto è nato dal desiderio del cavalier Bosatelli di realizzare un laboratorio applicativo di tutte le più avanzate tecnologie di smart-city attraverso una reale sperimentazione urbana che diventasse un luogo di interscambio e di socialità intergenerazionale. Per questo motivo il cuore del progetto è rappresentato dal sistema delle piazze, una sequenza di spazi urbani totalmente pedonalizzati e integrati che innervano tutte le funzioni presenti nel campus e che si attestano su due fermate della tramvia urbana, con destinazioni sia dal centro città che dal territorio circostante. Nella fase di concezione iniziale la collaborazione e il dialogo molto intensi con il cavalier Bosatelli mi hanno consentito di trasformare il suo racconto di questo desiderio di vita corale in spazi urbani e architettura. Nel giro di alcuni mesi questo lavoro si è concretizzato in un masterplan e in un plastico, presentati al pubblico e alla città nel novembre del 2017. Da quel momento il progetto non è più cambiato ed è iniziato l’iter burocratico che ha portato alla variante urbanistica, all’accordo di programma, al deposito del permesso di costruire, al completamento della bonifica e all’inizio degli scavi. Il vero inizio di Chorus Life avverrà con l’inaugurazione del complesso prevista per il 2022. D. Partiamo dal programma funzionale. Quali saranno le diverse destinazioni d’uso? R. Le funzioni che si sviluppano lungo il sistema delle piazze riproducono la molteplicità di quelle attività che conferiscono a un contesto costruito i caratteri dell’urbanità. In primis un grande spazio di ritrovo, l’Arena, concepito come una piazza coperta in totale continuità con il sistema di quelle esterne. Sarà utilizzata 365 giorni l’anno e in grado di accogliere anche eventi sportivi per 5 mila spettatori, oppure spettacoli, eventi espositivi, corporate ecc. Il sistema delle piazze innerva un boulevard commerciale con circa 40 negozi. Sulle piazze si innesta

LA SCHEDA Concept: cav. lav. Domenico Bosatelli Progetto: arch. Joseph Di Pasquale – JDP Architects Luogo: Bergamo Area d’intervento: 150.000 mq Area privata: 65.000 mq Superficie lorda pavimentata: 43.000 mq Aree piazze e spazi verdi: 30.000 mq il ristopub, un grande spazio multifood coperto, dotato di uno spazio bambini dedicato e anch’esso immaginato come una piazza coperta sempre aperta e predisposta anche come spazio di studio con servizi di coworking e un mezzanino dedicato ad attività per adolescenti (sport elettronici) e associazioni. Il perimetro del sistema delle piazze è completato con una cortina edilizia verso le strade a ovest e a nord, che contiene a sud anche un hotel con 110 camere, 90 appartamenti, un centro wellbeing con una grande spa, un centro fitness, un playground tematizzato per i bambini, il centro medico e un centro salute dedicato alla prevenzione primaria (attività motoria, alimentazione e socialità). D. In questa varietà di funzioni, con quale aggettivo si può descrivere meglio Chorus Life? Qual è l’aspetto più caratterizzante che spicca sugli altri? R. Sicuramente la parola chiave che lega tutte queste funzioni è esperienza memorabile, come dice il futuro direttore di Chorus Life, Silvio Giannino. Questo è l’aspetto che distingue l’approccio di Chorus Life rispetto alla multifunzionalità tradizionale. Non avremo, infatti, edifici distinti per funzione, ma un unico organismo urbano che integra le diverse funzioni. Sia fisicamente, sia dal punto di vista gestionale. D. Quali saranno i prezzi delle residenze? R. Le residenze non saranno messe in vendita, ma com-

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Operazioni di scavo e di contenimento

prese in un abbonamento a servizi abitativi che, oltre alla disponibilità dello spazio, comprenderà funzioni di base come energia, pulizie, costi di gestione. Questo consentirà di integrare on demand anche tutti i servizi di campus disponibili in Chorus Life, come quelli di wellness, food, mobilità smart, contenuti tv, intrattenimento, home working, co-working. Gli utenti potranno configurare il loro canone secondo le loro preferenze e delle loro esigenze. D. Ci sono materiali che fanno da protagonisti all’interno del progetto? R. La scelta dei materiali di Chorus Life è stata fatta con il primario criterio della durabilità e della massima riduzione dei costi di manutenzione. Oggi le tecnologie disponibili consentono di selezionare materiali che garantiscono queste prestazioni e, allo stesso tempo, possiedono caratteristiche tattili e di confort visivo di alto livello, necessarie per raggiungere gli obiettivi di piacevolezza e di accoglienza che saranno al centro dell’esperienza. Ma non voglio aggiungere di più, perché desidero preservare in chi legge la sensazione di sorpresa che desideriamo possano provare gli ospiti quando entreranno la prima volta nelle piazze di Chorus Life. D. Rigenerazione urbana significa anche sostenibilità. Quali sono gli aspetti più pertinenti a questo ambito? R. Il progetto adotta e implementa tutte le tecnologie più avanzate volte alla riduzione dei consumi e alla riduzione dell’impronta ambientale in termini di emissioni sia nella costruzione che nella fase di esercizio. Chorus Life, però, intende andare oltre, e lo fa considerando i risultati in termini di sostenibilità, come l’insieme tra i comportamenti del sistema edificio e i comportamenti di coloro che lo utilizzano. È per questo che il progetto sta puntando su un’interfaccia utente e su tecnologie che consentano agli stessi utilizzatori non soltanto di configurare ed accedere ai servizi di Chorus Life, ma anche di avere consapevolezza degli impatti dei propri comportamenti sul bilancio complessivo della sostenibilità. Questo per

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innescare una sorta di gioco dei comportamenti sostenibili basato su di un principio premiale, che consenta cioè di condividere con l’utente stesso i vantaggi generati dai suoi comportamenti sostenibili, concretizzandoli sotto forma di bonus/servizi spendibili all’interno del campus. D. In che cosa consiste il sistema di Smart Grid progettato per distribuire l’energia? R. La proprietà unica e la gestione integrata delle attività permette di considerare di fatto tutto il campus come un’unica utenza per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. Qualora questo si traducesse in un unico Pod (Point of delivery, punto di prelievo ndr) di fornitura di energia si potrebbe generare una smart grid, ossia l’ottimizzazione in un unico bilancio energetico di tutte le variabilità dei singoli assorbimenti delle attività del campus con le economie consentite dell’autoproduzione e dello storage in situ. È stato dimostrato che un sistema Smart Grid consente un risparmio energetico medio del 40% rispetto ad un equivalente sistema tradizionale. D. Si può definire Chorus Life come uno Smart District. Come inciderà la piattaforma per sistemi urbani Gsm? R. La definizione di Smart District è ormai una definizione po’ abusata e forse è diventato un contenitore valido per una varietà troppo estesa di contenuti. La piattaforma per sistemi urbani Gsm (Global system model) costituisce la vera novità che Chorus Life inaugura nel mondo del real estate. L’ambizione è quella di andare oltre la gestione energetica e prestazionale del sistema edificio, per immaginare un sistema di gestione digitale esteso all’interazione tra sistema edificio e comportamenti umani, attraverso il coinvolgimento degli utenti negli obiettivi sia di sostenibilità che di redditività delle funzioni e delle attività del campus. Di conseguenza, oltre che di Smart District, per definire Chorus Life potremmo parlare anche e forse più propriamente di Digital District.


DOSSIER YouBuild LE PRIME

100

IMPRESE MONDIALI DI COSTRUZIONI Nelle pagine seguenti pubblichiamo un documento che è allo stesso tempo una materia di riflessione e uno strumento di lavoro: le prime cento imprese del settore delle costruzioni a livello mondiale ed europeo sono state classificate, analizzate e valutate. Comprese quelle italiane. Risultato? Il nostro Paese è un nano in mezzo a giganti, soprattutto asiatici. O, se preferite, il vaso di coccio tra quelli di ferro. Ma c'è anche una buona notizia: l'Italia ha ancora ampio spazio per crescere a cura del Centro Studi Youtrade

YouBuild - SET TEMBRE 2020

37


IMPRESE DI COSTRUZIONI TOP 100

DOSSIER

La classifica DEI BIG MONDIALI Il settore muove un giro d’affari di 8.500 miliardi di euro, cinque volte il Pil italiano. Ma la prima nostra azienda in classifica realizza impianti petroliferi ed è solo al 32esimo posto a cura del Centro Studi Youtrade

I

l settore delle costruzioni è uno dei più grandi settori produttivi dell’economia mondiale. Secondo la società di consulenza McKinsey, il settore rappresenta un volume pari a circa 10 mila miliardi di dollari (circa 8.500 miliardi di euro) investiti ogni anno in beni e servizi legati all’edilizia. L’output complessivo delle costruzioni in Europa, secondo dati di fonte Fiec (la Federazione europea dei costruttori alla quale per l’Italia aderisce Ance), nel 2018 ha prodotto investimenti per 1.427 miliardi di euro, 351 dei quali in Germania, seguita da Regno Unito (194 miliardi) e Francia (182), con l’Italia che si piazza al quarto posto con 128 miliardi, appena prima della Spagna (124). A livello globale il primo paese per output della produzione è la Cina, con oltre 3.250 miliardi di dollari nel 2018 (circa 2.750 miliardi di euro), mentre gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato mondiale, con 1.220

38

YouBuild - SET TEMBRE 2020


miliardi di dollari (1.035 miliardi di euro) e il Giappone il terzo, con l’equivalente di 439 miliardi di euro. A livello mondiale i mercati in più forte espansione, secondo analisi realizzate da Globaldata e riferite allo scenario pre-covid (che prevede un rallentamento generale e una ripresa degli investimenti con un ritorno alla normalità a partire dal prossimo anno, dunque con uno scostamento delle previsioni di circa un anno), vedono in forte crescita i Paesi africani e del Sud-Est asiatico, con tassi di crescita annui superiori al 6%, mentre Cina, Giappone e gli altri Paesi dell’Asia del Nord e l’Europa dell’Est manterranno un tasso di crescita pari a circa il 4% annuo. I mercati europei e Nord americani, ormai maturi, si muoveranno con tassi di crescita del 2-2,5% annuo. A livello globale il Nord-Est asiatico rappresenta il primo mercato mondiale, seguito dall’Europa continentale, che se associata all’Europa dell’Est è il secondo più importante ambito di mercato mondiale. La Cina è indubbiamente il primo mercato globale, per dimensione e crescita, con un tasso annuo medio previsto nei prossimi anni del 5% e non è un caso che tra le prime cinque imprese mondiali del settore delle costruzioni le prime quattro siano cinesi.

VENTO DELL’EST Se allarghiamo lo sguardo alle prime dieci, le imprese cinesi piazzate ai vertici della classifica mondiale sono sei, con un volume d’affari complessivo nel 2019 di 607 miliardi di dollari (circa 513 miliardi di euro). Complessivamente l’analisi delle performance delle imprese inserite nella top 200 mondiale, la classifica elaborata ogni anno da IC, vede un giro d’affari complessivo di 1.744 miliardi di dollari in crescita del 4% rispetto all’anno precedente, con la top 100 che vale l’88% del totale e la top 10 il 45%. Ma il dato più interessante è che la dimensione di impresa anche nella top mondiale dei costruttori è l’elemento in grado di rappresentare la differenza nelle performance di mercato. Basti pensare che le imprese nella top 100 sono cresciute tra il 2018 e il 2019 nel giro d’affari del 4,9%, quasi un punto percentuale in più rispetto alla media della top 200, e che le imprese della top 10 rappresentano ben il 45% del giro d’affari della top 200, con un volume pari a 777 miliardi di dollari (pari al 7,8% dell’output della produzione mondiale) e che tra il 2018 e il 2019 hanno visto un aumento del giro d’affari del 9,8%. Dunque, le prime 200 imprese di costruzione del mondo rappresentano poco meno di un sesto del giro d’affari mondiale, ma le prime dieci sono le imprese che evidenziano le migliori performance, come evidenziano le differenze in valore assoluto nella crescita del fatturato. Tra queste sei sono cinesi (China State Construction & Engineering, China Railway Group, China Railway Construction Corporation, China Communications Construction, Metallurgical Corporation China of China, Shanghai Construction Group), ben due sono francesi (Vinci e Bouygues’ Construction Divisions), una è spagnola (Acs) e una tedesca (Hochtief). ITALIA LONTANA La prima azienda italiana in classifica è Saipem, al 32esimo posto con 10,2 miliardi di dollari), seguita da Salini Impregilo (oggi Webuild) al 65esimo posto con 5,35 miliardi di dollari, da Astaldi (in pratica assorbita ora da Webuild) al 112esimo (3,24 miliardi di dollari), da Techint Engineering & Construction al 165esimo (1,74 miliardi di dollari) e da Cmc Ravenna al 194esimo (1,12 miliardi di dollari). Nella top 200 mondiale il Paese più rappresentato è il Giappone (34 imprese) seguito dagli Stati Uniti, ma sono i cinesi e i francesi ad avere la taglia migliore dal punto di vista del giro d’affari. La Cina è presente con nove imprese per un totale di 631 miliardi di dollari (36,2% del totale della top 200) e una media per azienda di 70 miliardi di dollari, mentre la Francia ha otto aziende in classifica, con un volume d’affari di 139,8 miliardi di dollari (8% del totale) e una media per azienda di 17,5 miliardi. Le imprese statunitensi e giapponesi hanno medie intorno ai 5-6 miliardi di dollari. Per giro d’affari

YouBuild - SET TEMBRE 2020

39


IMPRESE DI COSTRUZIONI TOP 100

VALORE DELLA PRODUZIONE DELLE MAGGIORI IMPRESE MONDIALI DI COSTRUZIONE (MILIARDI DI DOLLARI) top 200

top 100

top 10

2018

1.677

1.459

708

2019

1.744

1.531

777

incremento in valore assoluto

67

72

70

var. %

4,0

4,9

9,8

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati IC

l’Italia è al decimo posto, con 25,3 miliardi di dollari (1,5% del totale), una media di poco più di 4 miliardi di dollari per impresa e una bassa produttività, pari a 275 mila dollari per addetto, contro i 312 mila dollari delle imprese francesi, i 500 mila dollari delle imprese cinesi e soprattutto contro i 600 mila delle imprese statunitensi e gli oltre 920 mila di quelle giapponesi. A livello di produttività peggio dell’Italia fanno solo il Canada, la Spagna, la Grecia, la Russia, il Messico, il Sud Africa e la Turchia. E questo è un primo elemento di riflessione sul quale porre l’attenzione, perché non solo abbiamo poche e piccole imprese a competere sui mercati mondiali delle costruzioni, ma il livello di produttività potrebbe avere forti margini di miglioramento. Dunque, è vero che come Paese ed imprese non siamo molto competitivi, ma i margini per migliorare ci sono e possono essere trovati confrontando le nostre performance con quelle delle migliori aziende europee. EUROCOSTRUZIONI A livello europeo il settore delle costruzioni rappresenta un sistema produttivo composto da 3,3 milioni di imprese e 14,8 milioni di addetti, con un effetto moltiplicatore di 1:2, come emerge dallo studio Monitoring of sectoral employment realizzato dalla Dg Empl della Commissione Europea. Con riferimento all’Europa a 28 Paesi (compreso Regno Unito, dunque secondo i dati pre-Brexit), il settore delle costruzioni rappresenta il 29% del totale degli addetti dell’industria e il 6,4% del totale dell’occupazione. A livello economico produce il 9% del Pil europeo (sempre con la Ue a 28) e il giro d’affari nel 2018 è valutato dalla Fiec in 1.427 miliardi di euro, che diventano 1.594 ag-

giungendo il giro d’affari di Norvegia e Turchia e portando il totale al 18,7% del giro d’affari mondiale del settore. In Europa gli investimenti riguardano per il 22,7% il settore della nuova costruzione residenziale, per il 25,8% il settore del recupero e delle manutenzioni residenziali, per il 32,1% il settore non residenziale e per il restante 19,4% il settore delle opere pubbliche. Il mercato italiano rappresenta l’8% del totale europeo allargato a Norvegia e Turchia e il 9% del totale dell’Europa a 28 paesi. La Germania è il primo mercato, con 351 miliardi di euro (22% del totale) che realizza con il 14,8% degli addetti e il 9,8% delle imprese, pertanto è anche uno dei paesi con la più alta produttività per impresa (quasi 1 milione di euro) e per addetto (quasi 140 mila euro), contro una media italiana di 250 mila euro per impresa e 92 mila euro per addetto. Il Paese con la più alta produttività per impresa è il Lussemburgo, mentre quello con la più alta produttività per addetto è la Danimarca, se consideriamo solo l’Europa a 28, ma nella realtà il valore più elevato lo presenta la Norvegia, con 240 mila euro per addetto. ANNO D’ORO In questo quadro il 2019 è stato un anno particolarmente positivo per le maggiori imprese europee di costruzione. La top 100 del settore, secondo i dati pubblicati da Ce, ha sommato infatti un valore della produzione pari a 480 miliardi, con una crescita pari al 2,1% rispetto alle prime cento imprese del 2018. Ma se si restringe il campo alle prime 50 il dato migliora, passando a una crescita del 3,3%. Se si restringe ulteriormente alle prime dieci imprese, il valore sale al 5,8%. Dunque, esattamente come nell’analisi delle imprese al top su scala mondiale, anche

VALORE DELLA PRODUZIONE DELLE MAGGIORI IMPRESE EUROPEE DI COSTRUZIONE (MILIARDI DI EURO) top 200

top 100

top 10

2018

470

393

216

2019

480

406

232

incremento in valore assoluto

10

13

16

var. %

2,1

3,3

7,5

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati IC

40

YouBuild - SET TEMBRE 2020


IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN EUROPA (2018) % su

Produttività % addetti per addetto (euro)

Imprese (migliaia)

Produttività per impresa % imprese (migliaia euro)

Output (miliardi €)

TOTALE

Addetti (milioni)

Germania

351

22,0

2.529

14,8

138.790

366

9,8

959

Regno Unito

194

12,2

2.333

13,7

83.155

314

8,4

618

Francia

182

11,4

1.765

10,4

103.116

440

11,8

414

Italia

128

8,0

1.395

8,2

91.756

509

13,7

251

Spagna

124

7,8

1.222

7,2

101.473

413

11,1

300

Olanda

73

4,6

461

2,7

158.351

174

4,7

420

Svezia

57

3,6

350

2,1

162.857

106

2,8

538

Polonia

50

3,1

1.188

7,0

42.088

160

4,3

313

Belgio

47

2,9

281

1,6

167.260

111

3,0

423

Austria

42

2,6

286

1,7

146.853

36

1,0

1.167

Danimarca

32

2,0

190

1,1

168.421

33

0,9

970

Finlandia

30

1,9

207

1,2

144.928

41

1,1

732

Irlanda

24

1,5

143

0,8

167.832

52

1,4

462

Rep. Ceca

20

1,3

370

2,2

54.054

173

4,6

116

Portogallo

12

0,8

313

1,8

38.339

43

1,2

279

Slovacchia

10

0,6

170

1,0

58.824

12

0,3

833

Romania

9

0,6

455

2,7

19.780

87

2,3

103

Grecia

8

0,5

152

0,9

52.632

61

1,6

131

Ungheria

8

0,5

381

2,2

20.997

101

2,7

79

Bulgaria

6

0,4

184

1,1

32.609

20

0,5

300

Lussemburgo

6

0,4

45

0,3

133.333

4

0,1

1.500

Estonia

3

0,2

50

0,3

60.000

12

0,3

250

Lituania

3

0,2

100

0,6

30.000

8

0,2

375

Slovenia

2

0,1

58

0,3

34.483

18

0,5

111

Lettonia

2

0,1

68

0,4

29.412

12

0,3

167

Cipro

2

0,1

34

0,2

58.824

7

0,2

286

Croazia

2

0,1

77

0,5

25.974

15

0,4

133

Malta

1

0,1

12

0,1

83.333

6

0,2

167

1.427

89,5

14.819

87,0

96.295

3.334

89,6

428

114

7,2

1.992

11,7

57.229

330

8,9

345

53

3,3

220

1,3

240.909

58

1,6

914

1.594

100,0

17.031

100,0

93.594

3.722

100,0

428

EU a 28 paesi Turchia Norvegia TOTALE

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati IC

YouBuild - SET TEMBRE 2020

41


IMPRESE DI COSTRUZIONI TOP 100

ANDAMENTO DEI PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI DELLE PRIME DIECI SOCIETÀ DI COSTRUZIONI EUROPEE (VALORI IN MILIONI D Fatturato 2019

Margine operativo lordo

2018

var. %

2019

2018

var. %

Vinci

Francia

48.753

43.519

12,0

5.734

4.997

14,7

ACS

Spagna

39.048

36.658

6,5

3.148

2.941

7,0

Bouygues

Francia

37.929

35.555

6,7

1.696

1.829

-7,3

Hochtief

Germania

25.852

23.882

8,2

1.892

1.686

12,2

Eiffage

Francia

18.690

16.890

10,7

1.937

1.806

7,3

Skanska

Svezia

16.672

16.564

0,7

708

549

29,0

Strabag

Austria

15.668

15.221

2,9

1.113

953

16,8

TechnipFMC

Regno Unito

11.392

10.663

6,8

1.246

933

33,6

Balfour Beatty

Regno Unito

9.350

8.680

7,7

246

228

7,9

Saipem

Italia

9.099

8.526

6,7

609

534

14,0

232.453

216.158

7,5

18.329

16.456

11,4

Totale primi dieci gruppi europei

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su bilanci consolidati delle imprese * il totale è al netto delle perdite di TechnipFMC ** il valore medio totale è al netto del risultato di TechnipFMC

a livello europeo la dimensione di impresa è un elemento che rappresenta una variabile strategica nelle performance di mercato. La Francia è il Paese che occupa il primo posto nella top ten dell’edilizia europea, con ben tre imprese, che peraltro piazzandosi al primo, terzo e quinto posto, in realtà rappresentano i tre quinti della top five. Vinci, la divisione costruzioni di Bouygues e Eiffage sommano da sole oltre 105 miliardi di giro d’affari, dei quali 48,7 della sola Vinci, l’impresa top europea che anche nel 2019 conferma la sua leadership, in piena continuità con l’anno precedente, peraltro con una crescita del giro d’affari del 12%. Nella top ten europea al secondo posto si trova Acs, impresa spagnola con 39 miliardi di giro d’affari,

42

YouBuild - SET TEMBRE 2020

seguita dalla francese Bouygues Construction Division con 37,9, dalla tedesca Hochtief (25,8 miliardi), dalla francese Eiffage (18,7 miliardi), dalla svedese Skanska (16,3 miliardi), dall’austriaca Strabag (15,7 miliardi), dalle inglesi TechnipFmc (12,0 miliardi) e Balfour Beatty con 9,3 miliardi di euro. Chiude la top ten la nostra Saipem (specializzata in impianti per il settore petrolifero e prima azienda italiana in classifica al decimo posto assoluto in Europa) con 9 miliardi. LA GRANDEUR La classifica dei cento maggiori costruttori e appaltatori europei vede le imprese francesi al primo posto, non solo come imprese ma anche come Paese, con otto società che nel 2019 hanno prodotto un fatturato complessivo di 124,7 miliardi di euro, 105,3 dei quali derivanti dalle prime tre aziende francesi (Vinci, Bouygues ed Eiffage). Il Regno Unito è il secondo Paese in termini di fatturato, ma è il primo per numero di imprese, ben 23, presenti nell’elenco elaborato da Ce, con un fatturato aggregato di 79,3 miliardi di euro. Il terzo Paese per numero di società e di fatturato è la Spagna, con 11 società presenti nell’elenco che sommano un fatturato di 76 miliardi di euro, 39 dei quali prodotti dalla prima spagnola, seconda in classifica, ovvero Acs. La Germania è al quarto posto per numero di imprese e fatturato, dato che è presente con sette società che hanno prodotto un giro d’affari complessivo di 42,1 miliardi di euro, 25,8 dei quali prodotti dalla sola Hochtief. Al quinto posto c’è l’Italia con nove società, le quali nel 2019 hanno prodotto un fatturato totale di 25 miliardi di euro, 9 dei quali derivanti dalla sola Saipem, che nella top 100 europea occupa il nono posto.


DI EURO) MOL/fatturato

Utili/perdite*

2019

2018

diff.

2019

2018

11,8

11,5

0,3

3.408

8,1

8,0

0,0

4,5

5,1

7,3

Utile netto/fatturato** var. %

2019

2018

diff.

3.057

11,5

7,0

7,0

-0,0

2.126

2.050

3,7

5,4

5,6

-0,1

-0,7

1.184

1.308

-9,5

3,1

3,7

-0,6

7,1

0,3

1.192

1.124

6,0

4,6

4,7

-0,1

10,4

10,7

-0,3

1.113

965

15,3

6,0

5,7

0,2

4,2

3,3

0,9

583

443

31,6

3,5

2,7

0,8

7,1

6,3

0,8

603

558

8,1

3,8

3,7

0,2

10,9

8,7

2,2

(2.412)

(1.618)

49,0

(21,2)

(15,2)

-6,0

2,6

2,6

0,0

207

199

4,0

2,2

2,3

-0,1

6,7

6,3

0,4

381

281

35,6

4,2

3,3

0,9

7,9

7,6

0,3

10.797

9.985

8,1

4,6

4,6

0,0

Le altre aziende italiane presenti in questa classifica sono Salini Impregilo (ora Webuild) al 24esimo posto con 4,7 miliardi, Maire Tecnimont (che si occupa in particolare di impiantistica industriale) al 42esimo posto con 3,3 miliardi, Astaldi al 47esimo posto, Techint Engineering & Construction al 72esimo posto con 1,5 miliardi di euro, Cmc Ravenna all’89esimo posto con 1 miliardo, Condotte d’Acqua al 94esimo posto con 852 milioni di euro, Bonatti al 97esimo posto con 792 milioni e infine Pizzarotti al 98esimo posto con 761 milioni di euro. I PRIMI DIECI Analizzando solo le imprese della top ten europea, ovvero quelle più performanti in termini di fatturato, ma anche di variazioni congiunturali, le elaborazioni originali del Centro Studi YouTrade sui dati di bilancio consolidati delle imprese evidenziano in generale una ottima performance di fatturato, con una crescita del 7,5% rispetto al 2018, più che tripla rispetto alle prime cento e circa due volte e mezza più elevata di quelle delle prime 50 aziende. In sostanza, i migliori del mercato si comportano da leader e offrono un quadro molto interessante dal punto di vista economico, con un incremento generale del margine operativo lordo dell’11,4% e una media complessiva del 7,9% del Mol sul fatturato, un valore in crescita e che in alcune società supera il 10% e raggiunge nel caso del leader Vinci, il valore di 11,8%. In crescita anche gli utili che mediamente (al netto del risultato di TechnipFmc, che accusa perdite in conseguenza di azioni di impairment, cioè di riclassificazione in bilancio per la riduzione di valore delle attività) sono pari ad una crescita dell’8,1%, con un peso complessivo sul fatturato del 4,6%. Il signifi-

cato della già richiamata strategicità della dimensione di impresa associata a questi valori risiede nella dimensione assoluta del valore del margine e soprattutto degli utili. Su 232,5 miliardi di euro di fatturato si tratta di un margine assoluto di 18,3 miliardi e utili per 10,8 (al netto delle perdite di TechnipFmc). Nel caso di Vinci, la prima in classifica, i valori sono rispettivamente di 5,7 miliardi e di 3,4 miliardi di euro. Con utili di questa dimensione gli investimenti e le risposte, non solo economiche, ma anche finanziarie agli azionisti, sono indubbiamente di una portata quantitativa rilevante. La dimensione fa la differenza, e la fa anche nel caso di Saipem, l’unica nostra impresa inserita nella top ten, che a fronte di un fatturato in crescita del 6,7% evidenzia un margine in aumento del 14% e utili in crescita del 35%, con un valore di questi ultimi che pesano per il 4,2% sul fatturato, decisamente indicatori di un’ottima annata.

YouBuild - SET TEMBRE 2020

43


CLASSIFICA DELLE PRIME 100 IMPRESE DI COSTRUZIONE NEL MONDO Fatturato (mld dollari) Posizione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51

Società China State Construction & Engineering China Railway Group China Railway Construction Corporation China Communications Construction Vinci Metallurgical Corporation of China ACS Bouygues Shanghai Construction Group Hochtief Lennar Sekisui House Bechtel Eiffage Larsen & Toubro E&C Fluor Obayashi Kajima Corporation Skanska D R Horton Strabag Taisei Corporation China Gezhouba Shimizu Corporation Hyundai Engineering & Construction Doosan Heavy Industries & Construction TechnipFMC Jacobs Engineering Takenaka Corporation Lendlease Group PulteGroup Saipem CIMIC Group Balfour Beatty Emcor Group GS Engineering & Construction Whiting-Turner Contracting McDermott International Daelim Peter Kiewit Bam Group Acciona China State Construction International Holding Spie Haseko SNC-Lavalin Daewoo Engineering & Construction NVR Toll Brothers FCC Ferrovial

Paese Cina Cina Cina Cina Francia Cina Spagna Francia Cina Germania Stati Uniti Giappone Stati Uniti Francia India Stati Uniti Giappone Giappone Svezia Stati Uniti Austria Giappone Cina Giappone Corea del Sud Corea del Sud Regno Unito Stati Uniti Giappone Australia Stati Uniti Italia Australia Regno Unito Stati Uniti Corea del Sud Stati Uniti Stati Uniti Corea del Sud Stati Uniti Olanda Spagna Hong Kong Francia Giappone Canada Corea del Sud Stati Uniti Stati Uniti Spagna Spagna

2019

2018

203,101 124,333 120,676 80,742 54,656 49,208 43,776 42,521 29,488 28,981 22,256 22,205 21,800 20,953 20,533 19,200 19,060 18,487 18,300 17,592 17,565 16,102 15,754 15,754 14,842 13,451 13,436 12,689 12,430 11,179 10,212 10,201 9,927 9,338 9,174 8,948 8,669 8,425 8,332 8,200 8,082 8,061 7,947 7,795 7,778 7,658 7,432 7,260 7,223 7,036 6,787

178,910 111,039 109,622 73,916 52,125 43,394 43,280 41,978 25,423 28,196 20,568 19,567 25,500 19,941 16,672 19,166 18,474 17,882 19,672 16,068 17,970 14,953 15,047 15,080 14,934 13,176 15,085 14,984 12,260 12,386 10,187 10,066 10,964 8,853 8,130 11,728 6,173 6,705 9,805 8,800 8,509 8,865 7,098 7,902 7,629 9,467 7,032 7,143 7,072 6,773

Var. % 13,5 12,0 10,1 9,2 4,9 13,4 1,1 1,3 16,0 2,8 8,2 13,5 -14,5 5,1 23,2 0,2 3,2 3,4 -7,0 9,5 -2,3 7,7 4,7 4,5 -0,6 2,1 -10,9 -15,3 1,4 -9,7 0,2 1,3 -9,5 5,5 12,8 -23,7 40,4 25,7 -15,0 -6,8 -5,0 -9,1 12,0 -1,4 -3,6 0,4 -21,5 3,2 1,1 -0,5 0,2


Fatturato (mld dollari) Posizione 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100

SocietĂ VolkerWessels NCC Group Barratt Developments Consolidated Contractors Company Peab Gilbane Building Kandenko KBR Taylor Wimpey Porr Samsung Engineering Petrofac Kinden Salini Impregilo (Webuild SpA) Kier Group Penta-Ocean Construction Tecnicas Reunidas Fayat Group M.A.Mortenson Sinohydro Ed ZĂźblin Implenia Bilfinger Toda Ackermans & van Haaren Nexity Sacyr Vallehermoso Persimmon Hensel Phelps Lotte Engineering & Construction KB Home Maeda Corporation Tutor Perini JGC Sumitomo Mitsui Construction DPR Construction Bellway Compagnie D'Entreprises CFE SA Kumagai Gumi Parsons Corporation Nippo McCarthy Building Morgan Sindall Interserve YIT Besix Veidekke Maire Tecnimont Meritage Homes

TOTALE TOP 100 MONDIALE Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati IC

Paese

2019

2018

Var. %

Olanda Svezia Regno Unito Grecia Svezia Stati Uniti Giappone Stati Uniti Regno Unito Austria Corea del Sud Regno Unito Giappone Italia Regno Unito Giappone Spagna Francia Stati Uniti Cina Germania Svizzera Germania Giappone Belgio Francia Spagna Regno Unito Stati Uniti Corea del Sud Stati Uniti Giappone Stati Uniti Giappone Giappone Stati Uniti Regno Unito Belgio Giappone Stati Uniti Giappone Stati Uniti Regno Unito Regno Unito Finlandia Belgio Norvegia Italia Stati Uniti

6,406 6,166 6,083 5,976 5,718 5,706 5,665 5,639 5,544 5,471 5,470 5,463 5,387 5,348 5,283 5,276 5,268 5,157 5,046 5,008 4,933 4,861 4,851 4,791 4,787 4,709 4,674 4,661 4,604 4,559 4,553 4,485 4,451 4,421 4,343 4,250 4,104 4,063 4,010 3,955 3,945 3,926 3,922 3,851 3,802 3,735 3,725 3,697 3,667

6,994 7,065 6,508 5,691 6,011 4,912 5,104 4,913 5,450 5,855 4,891 5,836 4,721 5,743 5,634 4,909 5,190 5,157 3,338 4,926 4,011 4,422 4,903 4,623 5,263 4,651 4,481 4,990 3,360 5,215 4,547 4,457 4,455 5,609 4,065 4,600 3,948 4,298 3,524 3,098 3,743 3,700 3,967 3,834 4,356 3,001 4,354 4,266 3,528

-8,4 -12,7 -6,5 5,0 -4,9 16,2 11,0 14,8 1,7 -6,6 11,8 -6,4 14,1 -6,9 -6,2 7,5 1,5 0,0 51,2 1,7 23,0 9,9 -1,1 3,6 -9,0 1,2 4,3 -6,6 37,0 -12,6 0,1 0,6 -0,1 -21,2 6,8 -7,6 4,0 -5,5 13,8 27,7 5,4 6,1 -1,1 0,4 -12,7 24,5 -14,4 -13,3 3,9

1.530,970

1.456,356

5,1


CLASSIFICA DELLE PRIME 100 IMPRESE DI COSTRUZIONE EUROPEE Fatturato (mld dollari) Posizione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51

Società Vinci ACS Bouygues Hochtief Eiffage Skanska Strabag TechnipFMC Balfour Beatty Saipem Bam Group Acciona Spie FCC Ferrovial VolkerWessels NCC Group Barratt Developments Consolidated Contractors Company Peab Taylor Wimpey Porr Petrofac Salini Impregilo (Webuild SpA) Kier Group Tecnicas Reunidas Fayat Group Ed Züblin Implenia Bilfinger Ackermans & van Haaren Nexity Sacyr Vallehermoso Persimmon Bellway Compagnie D'Entreprises CFE SA Morgan Sindall Interserve YIT Besix Veidekke Maire Tecnimont Galliford Try DEME Obrascon Huarte Lain ISG Astaldi Mota Engil Goldbeckbau Swietelsky Boskalis Westminster

Paese

2019

2018

Francia Spagna Francia Germania Francia Svezia Austria Regno Unito Regno Unito Italia Olanda Spagna Francia Spagna Spagna Olanda Svezia Regno Unito Grecia Svezia Regno Unito Austria Regno Unito Italia Regno Unito Spagna Francia Germania Svizzera Germania Belgio Francia Spagna Regno Unito Regno Unito Belgio Regno Unito Regno Unito Finlandia Belgio Norvegia Italia Regno Unito Belgio Spagna Regno Unito Italia Portogallo Germania Austria Olanda

48,753 39,048 37,929 25,852 18,690 16,672 15,668 11,392 9,350 9,099 7,209 7,190 6,953 6,276 6,054 5,714 5,500 5,426 5,330 5,101 4,946 4,880 4,873 4,771 4,713 4,699 4,600 4,400 4,336 4,327 4,270 4,201 4,169 4,157 3,661 3,624 3,499 3,435 3,392 3,332 3,322 3,297 3,091 3,000 2,960 2,949 1,369 2,827 2,782 2,673 2,645

43,519 36,658 35,555 23,882 16,890 16,564 15,221 10,663 8,680 8,526 7,207 7,509 6,693 5,990 5,737 5,924 6,486 5,936 4,853 5,518 4,971 4,959 5,323 4,864 5,139 4,396 4,368 3,397 4,008 4,153 4,458 3,940 3,796 4,551 3,601 3,641 3,619 3,497 3,689 2,542 3,806 3,614 3,569 2,646 2,907 2,679 0,882 2,801 2,551 2,213 2,569

Var. % 12,0 6,5 6,7 8,2 10,7 0,7 2,9 6,8 7,7 6,7 0,0 -4,2 3,9 4,8 5,5 -3,5 -15,2 -8,6 9,8 -7,6 -0,5 -1,6 -8,5 -1,9 -8,3 6,9 5,3 29,5 8,2 4,2 -4,2 6,6 9,8 -8,7 1,7 -0,5 -3,3 -1,8 -8,1 31,1 -12,7 -8,8 -13,4 13,4 1,8 10,1 55,2 0,9 9,1 20,8 3,0


Fatturato (mld dollari) Posizione 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100

Società Keller Group Redrow Laing O'Rourke Berkeley Group Tekfen Holding NGE Isolux Corsan AF Gruppen Max Boegl Bloor Holdings Strukton Groep Mostotrest Van Oord Budimex SA TBI Holdings BV Per Aarsleff AS Wates Group Jan De Nul Heijmans Enka Techint Engineering & Construction Abengoa LSR JM Kaufman & Broad Bauer Glavstroy Costain Group Ellaktor Köster Willmott Dixon Dura Vermeer GEK Terna Comsa EMTE Bowmer & Kirkland SRV Group Renaissance Construction CMC Ravenna Grupo San Jose Van Wijnen Teixeira Duarte RZD Story Condotte Metrostav AS Miller Homes Bonatti Pizzarotti Renew Holdings Sisk Group

TOTALE TOP 100 MONDIALE Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati IC

Paese

2019

2018

Var. %

Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Turchia Francia Spagna Norvegia Germania Regno Unito Olanda Russia Olanda Polonia Olanda Danimarca Regno Unito Belgio Olanda Turchia Italia Spagna Russia Svezia Francia Germania Russia Regno Unito Grecia Germania Regno Unito Olanda Grecia Spagna Regno Unito Finlandia Turchia Italia Spagna Olanda Portogallo Russia Italia Rep. Ceca Regno Unito Italia Italia Regno Unito Irlanda

2,621 2,406 2,188 2,188 2,132 2,129 2,100 2,050 1,995 1,929 1,916 1,903 1,900 1,878 1,800 1,777 1,763 1,708 1,600 1,567 1,552 1,493 1,474 1,474 1,472 1,470 1,335 1,316 1,273 1,250 1,249 1,183 1,155 1,100 1,082 1,060 1,022 1,000 0,958 0,900 0,877 0,868 0,852 0,846 0,834 0,792 0,761 0,682 0,625

2,709 2,338 2,243 3,601 2,127 2,028 2,000 2,009 1,900 1,837 1,916 2,784 1,880 1,693 1,708 1,626 1,827 1,707 1,579 2,211 1,515 1,303 1,975 1,656 1,558 1,589 1,484 1,782 1,857 1,210 1,611 1,200 1,402 1,125 1,141 0,959 1,401 0,988 0,758 0,850 0,873 0,877 0,844 0,818 0,822 2,150 0,658 0,658 0,600

-3,2 2,9 -2,5 -39,2 0,2 5,0 5,0 2,0 5,0 5,0 0,0 -31,6 1,1 10,9 5,4 9,3 -3,5 0,1 1,3 -29,1 2,4 14,6 -25,4 -11,0 -5,5 -7,5 -10,0 -26,2 -31,4 3,3 -22,5 -1,4 -17,6 -2,2 -5,2 10,5 -27,1 1,2 26,4 5,9 0,5 -1,0 0,9 3,4 1,5 -63,2 15,7 3,6 4,2

479,911

468,547

2,4


ATTUALITÀ ITALIA

RECUPERO

Il granaio RESTA DI SASSO Vicino a Pordenone un vecchio rudere è stato ripensato a uso residenziale con un’aggregazione di volumi che ha accostato la pietra con il calcestruzzo aggettante

di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University - Politecnico di Milano

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House 2

House 1

I

n un’area centrale dell’abitato di San Quirino (Pordenone) caratterizzata dalla presenza di manufatti abbandonati, ElasticoFarm, studio diretto da Stefano Pujatti, ha messo in pratica una strategia di progetto che coniuga un interessante recupero di una casa in avanzato stato di degrado con un’inevitabile ricostruzione e la riconversione a uso residenziale di un ex-granaio. Entrambi i volumi, che insieme ad altri materiali urbani definiscono una corte interna dal carattere frammentario, sono ripensati come dimore unifamiliari.

Vista esterna di House 2. A sinistra, vista esterna di House 1

INTEGRAZIONE L’edificio più grande (House 1) affronta la sfida di come integrare le esigenze dell’abitare contemporaneo con la volontà di recuperare alcuni elementi ereditati dal passato. La risposta architettonica consiste nel mantenere gli elementi considerati di pregio, tra cui i muri in sasso e il porticato ad archi, all’interno dei quali prende forma «un nuovo organismo, caratterizzato da un’aggregazione di volumi scatolari che slittando tra loro a diversi livelli creano spazi complessi», come scrive Valeria Brero nel volume, a cura di Luca Maria Francesco Fabris, Architettura al Sangue (Maggioli, 2008). Questi movimenti sono l’essenza del progetto e interessano sia le parti strutturali sia quelle di chiusura, aprendo un dialogo tettonico che coinvolge i quattro elementi semperiani (le funzioni sociali fondamentali comuni alla vita), focolare incluso. Il vecchio e il nuovo si alternano nella definizione degli spazi sia all’esterno,

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RECUPERO

House 1

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Vista esterna di House 1

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Vista esterna di House 1. A sinistra, sezioni

House 1

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RECUPERO

House 1

Pianta piano terra. Sopra, viste interne di House 1

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Viste esterne House 2

House 2

dove l’involucro lapideo originario viene bucato da un volume in calcestruzzo aggettante, sia all’interno, dove in diversi punti riappare la compagine muraria a sasso, rivelando una profonda compenetrazione e rispetto reciproco che non cede a imitazioni o mimetismi. RICOSTRUZIONE L’edificio minore (House 2) è il risultato di una demolizione e ricostruzione. Qui, in assenza dei vincoli strutturali che caratterizzano la House 1, ElasticoFarm inverte il ruolo delle pareti di sasso, mutandole da corpi portanti ad elementi decorativi che, attraverso usi inattesi, diventano gli ingredienti primari del disegno delle facciate. L’assemblaggio inaspettato dei materiali, mai banale e sempre architettonico, rappresenta un tema ricorrente nell’opera di Stefano Pujatti, che appare in tutta la sua forza nel famoso progetto Atelier Fleuriste a Chiari (Torino), e che esplora la questione della trasmissione dei carichi, filone di ricerca fondante nella pratica architettonica, in modo popperiano e, per questo, sempre originale. I sassi appesi per file ordinate, a spiedino si potrebbe dire, diventano l’ultima sfida ironica alla forza di gravità, che acquista ancora più senso nel contesto di fragilità sismica che interessa il luogo. L’uso equilibrato di materiali costruttivi etero-

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Pianta primo piano. Sotto, viste esterne di House 2

House 2

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House 2 Vista interna di House 2

LA SCHEDA Luogo: San Quirino (Pordenone) Nome progetto: Stoned Cliente: privato Progetto: ELASTICOFarm (Stefano Pujatti, Alberto Del Maschio,Valeria Brero, Corrado Curti, Daniele Almondo, Andrea Rosada, Serena Nano, Marco Burigana) Strutture: Antonio Colonnello Impianti: Proj-system Impresa: Bedin e Arrigò Info: www.elasticofarm.com Data di completamento: 2011 (House 1), 2018 (House 2) Superficie costruita: 420 m2 (300 + 120) Programma: residenza Fotografie: Elisabetta Crovato (House 1), Mattia Balsamini (House 2)

genei, dal calcestruzzo, all’acciao, al legno, permette di legare armoniosamente gli interventi conservativi, concentrati nella House 1, con quelli trasformativi. In particolare, l’uso del cemento armato, che nei sistemi portanti di entrambi gli edifici garantisce gli standard strutturali richiesti nelle aree ad alto rischio sismico, diventa ingrediente fondamentale nella determinazione dello spazio sia in senso geometrico, grazie all’efficace articolazione del programma funzionale, sia in senso materico, riuscendo a esaltare i caratteri espressivi degli elementi locali. Come l’uso del sasso, qui vettore di carica e senso identitari. I due interventi, pur essendo riconducibili a un gesto unico, sono stati completati nell’arco temporale di sette anni, mettendo in luce lo spessore culturale di un progetto che, distanziandosi da ogni forma stilistica o di maniera, pone, senza risparmiarsi, la qualità dello spazio al centro delle scelte architettoniche, preferendo l’accostamento ironico a ogni vezzo di autocompiacimento.

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ATTUALITÀ ITALIA

RIQUALIFICAZIONE

Un miracolo DI SOSTENIBILITÀ Il protocollo d’intesa del Sacro Convento di Assisi per migliorare l’efficienza energetica del complesso monumentale, nell’ambito del progetto Fra’ Sole di Giacomo Casarin

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F

ra’ Sole. Non poteva che chiamarsi così il progetto di sostenibilità che coinvolge l’intero complesso monumentale di Assisi. Acqua, rifiuti ed energia sono gli elementi chiave per ridurre i consumi e migliorare l’impatto ambientale dovuto al passaggio, negli anni, di milioni di pellegrini. I soggetti promotori del progetto sono la Custodia generale del Sacro Convento, Arpa Umbria e Sisifo, una società di consulenza strategica per la resilienza e la sostenibilità nell’ottica della circular economy. «Sul tema energetico gli studi sono stati molto approfonditi», conferma a YouBuild Giuseppe Lanzi, amministratore unico di Sisifo. «Siamo già passati a fonti rinnovabili al 100% con Erg. Sugli infissi, poi, vogliamo applicare delle pellicole fotovoltaiche». Ecco tutte le novità sul progetto di Assisi. Domanda. Quando e come è nato il progetto Fra’ Sole? Risposta. Con Fra’ Sole stiamo entrando nel terzo anno di attività. Quasi nel quarto, se consideriamo anche la lunga fase di studio. Questo progetto nasce da un incontro fortunato del sottoscritto con il professore Walter Ganapini, all’epoca il direttore dell’Arpa Umbria, e Frà Mauro Gambetti, ingegnere nonché attuale padre custode del Sacro Convento. È nato tutto da una provocazione: migliorare la raccolta differenziata all’interno del Sacro Convento. Abbiamo così iniziato a studiare le attività del

Giuseppe Lanzi

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RIQUALIFICAZIONE

COSÌ TERNA HA FORNITO LA TENSIONE NECESSARIA L’intervento ad Assisi passa anche attraverso la collaborazione Terna, la società che gestisce e distribusce l’energia elettrica in Italia. Come spiegano Daniele Calcinai (Project Management & Service Terna Energy Solutions) e Tiziano Pochesci e Matteo Tulli (Ingegneria dell’Offerta, Terna Energy Solutions). Domanda. In cosa consistono gli interventi che Terna realizzerà all’interno del Convento di Assisi? Calcinai. Il progetto proposto si compone di una serie di interventi che congiuntamente, una volta implementati, permetteranno di ottimizzare al massimo i consumi e l’efficienza energetica del polo monumentale permettendo al Complesso di Assisi di diventare un esempio di sostenibilità sia per i residenti che per i pellegrini. L’ambito progettuale si articola in tre settori d’intervento: un impianto di micro-trigenerazione ad alto rendimento, una stazione di ricarica per mobilità elettrica e un sistema di monitoraggio e diagnostica avanzata dei principali vettori energetici. L’impianto di micro-trigenerazione da 50 kWe sarà esercito ad inseguimento del carico termico in maniera da massimizzare il rendimento globale di macchina in assetto combinato heat and power. Nei mesi invernali il calore reso disponibile dai circuiti di raffreddamento del motore endotermico e dai fumi di scarico sarà impiegato per il riscaldamento degli ambienti interni e per la produzione di acqua calda sanitaria, mentre nei mesi estivi il calore sarà utilizzato per la produzione di acqua refrigerata mediante ciclo ad assorbimento con potenzialità pari a 70 kWf. D. E per quanto riguarda il progetto di mobilità? Calcinai. La stazione di mobilità elettrica sarà composta da due Evse (Electric vehicle supply equipment), una da 7,4 kW e una da 22,0 kW, da due prese ognuna, che permetteranno, grazie al funzionamento Smart Charging, di massimizzare l’autoconsumo dell’energia prodotta dal micro-trigeneratore negli orari in cui la richiesta di carico elettrico sarà bassa, fornendo al complesso monumentale un’infrastruttura adeguata rispetto alla crescente diffusione di mobilità elettrica. Il sistema di monitoraggio e diagnosi Diana permetterà di monitorare e storicizzare i principali vettori energetici consumati o trasformati dagli impianti all’interno del

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convento francescano. In particolare, saranno monitorate le utenze elettriche e le varie diramazioni termiche dell’impianto di distribuzione dei fluidi climatizzanti. L’obiettivo è creare un sistema puntuale di contabilizzazione dell’energia attraverso la piattaforma di diagnostica avanzata Diana al fine di determinare i profili di consumo dei vari vettori e, successivamente, diagnosticare eventuali criticità o malfunzionamenti tramite gli indicatori di performance. Un progetto di sostenibilità che porrà il Complesso Monumentale di Assisi in una posizione di avanguardia rispetto alla transizione energetica in atto nel Paese. D. In precedenza, di che tipo erano gli impianti esistenti? E come migliorerà adesso la parte energetica dell’edificio rispetto al passato? Pochesci e Tulli. In passato il complesso era dotato di tre caldaie tradizionali a metano da circa 700 kWt ciascuna,sia per il riscaldamento che per la produzione di acqua calda sanitaria. Dall’inverno 2018 due di queste macchine sono state destinate a una funzione di backup, a seguito dell’allaccio alla rete di teleriscaldamento comunale con uno scambiatore di calore da 1,2 MWt e all’ausilio di alcune sottostazioni termiche secondarie interne. Inoltre, tutte le pompe idrauliche dei circuiti termici dell’impianto sono state sostituite con delle pompe a inverter con contemporanea coibentazione di tutti i tratti caldi e freddi della distribuzione termica. Oggi tutti i radiatori negli ambienti interni sono stati dotati di valvole termostatiche a regolazione manuale ed è prevista a breve l’installazione di nuove valvole automatizzate asservibili al sistema di monitoraggio, controllo e registrazione dei consumi Diana. L’acqua calda sanitaria viene prodotta principalmente da una caldaia a condensazione di recente installazione, da 60 kWt di potenza, che è coadiuvata da pannelli solari termici nel periodo estivo. Mentre precedentemente si faceva ricorso a una delle caldaie da 700 kW usata anche per il riscaldamento. La gestione della produzione di Acs e il suo utilizzo nel corso della giornata avviene tramite l’ausilio di un accumulo da 3 mila litri, data la forte variabilità giornaliera della domanda. Alle spalle dell’attuale centrale termica, in una piccola zona non coperta, è posizionato un chiller frigo da circa 290 kWf in fase di sostituzione


convento e ci siamo resi conto che, da quando era subentrato Padre Gambetti, erano già state svolte una serie di attività importanti per la riqualificazione della struttura, ma mancava ancora un quadro d’insieme. Grazie al know how di Walter Ganapini abbiamo approfondito i dati. Ci siamo detti: perché non realizzare allora un progetto strutturato? Per prima cosa è stato firmato un protocollo d’intesa, anomalo e molto originale, tra Sisifo (un’azienda), la Custodia del Sacro Convento (ente ecclesiastico) e Arpa Umbria (ente governativo). Per andare a

lavorare su un immobile in territorio italiano, ma di proprietà del Vaticano. Dopo aver raccolto i dati, li abbiamo presentati al ministero dell’Ambiente, che ha dato il patrocinio al progetto. D. Di che cosa si occupa Sisifo? R. Oggi Sisifo è una società di consulenza sui temi della sostenibilità e della resilienza. Su questo fronte è in grado di gestire progetti complessi: per esempio, è stata ideatrice e coordinatrice di Bio4Expo, in occasione di Expo 2015, oppure di Fra’ Sole, progetto di sostenibilità del Sacro Convento di Assisi. Ci

con uno a più elevato Cop e maggior potenza nominale per via di nuovi locali da refrigerare nelle prossime stagioni estive. Il sistema di distribuzione e utilizzazione dell’energia elettrica si origina subito a valle del punto di consegna in media tensione (Mt) a 20 kV dell’ente distributore locale. D. E per quanto riguarda gli impianti esistenti? Pochesci e Tulli. Il complesso monumentale è alimentato da un sistema di distribuzione dell’energia elettrica puramente radiale in bassa tensione (Bt), servito da un solo punto di consegna bidirezionale dell’energia e da una cabina secondaria di trasformazione mediabassa tensione. In tale maniera, i diversi montanti trifase e monofase in partenza da power center principale alimentano i diversi quadri locali a varie destinazioni d’uso (centrale termica, uffici, sale convegni, alloggi e similari).La realizzazione dei nuovi impianti di autoproduzione dell’energia elettrica e termica per il Sacro Convento consentirà, tra i vari benefici economici, energetici e ambientali, di ridurre notevolmente il consumo di energia primaria, sia essa sotto forma di energia elettrica o gas naturale, nell’arco dell’intero ciclo di vita delle nuove opere. Ciò deriva dal passaggio da una produzione separata dei vettori energetici (energia elettrica, calore e freddo) ad una di tipo congiunta, la quale permette di ottenere rendimenti equivalenti di trasformazione considerevolmente migliori dei precedenti. Tale miglioramento dell’efficienza si traduce in un risparmio di energia primaria (anche detto Pes, Primary energy saving) pari a circa il 21% su base annua rispetto all’attuale ammontare globale dei consumi del complesso monumentale e ad un abbattimento di emissioni di CO2 equivalenti di almeno 35 tonnellate/anno. Lo stesso impianto di trigenerazione si sposerà perfettamente con la riconversione del parco auto a servizio della comunità verso veicoli di tipo full-electric, in conseguenza del massimo sfruttamento dell’energia elettrica prodotta all’interno del complesso. D. Il sistema migliorerà anche la classe energetica del Convento? Pochesci e Tulli. L’insieme di interventi messi in campo per il Sacro Convento migliorerà la prestazione energetica dell’edificio lato produzione di energia, sopperendo a una buona parte di

Nella pagina a fianco, il nuovo impianto di compostaggio

fabbisogno di energia elettrica, calore e raffrescamento delle utenze del Convento. Il contributo della trigenerazione quindi gioca un peso importante nella determinazione della classe energetica, la cui determinazione tuttavia porta in conto numerosi altri fattori, che esulano dal perimetro della trigenerazione, tra cui anche eventuali interventi eseguiti sull’involucro edilizio o i rendimenti delle macchine precedentemente installate, e mantenute come back-up, nell’assetto attuale. Vista la difficoltà a intraprendere azioni migliorative sull’involucro del convento, per via degli stringenti vincoli architettonici a cui è sottoposto l’edificio, e vista la globalità delle considerazioni da fare per il calcolo della classe energetica, non è stato possibile determinare puntualmente il nuovo posizionamento. Resta chiaro che il miglioramento dell’utilizzo dell’energia apportato dal sistema di trigenerazione contribuirà in modo significativamente positivo alla determinazione della nuova classe energetica, mentre il sistema di monitoraggio energetico tramite piattaforma avanzata Diana concorrerà a individuare le aree maggiormente critiche per poter circoscrivere quegli interventi maggiormente utili all’ulteriore miglioramento delle prestazioni energetiche. D. Ci sono in programma ulteriori interventi sull’involucro edilizio che possono combinarsi all’azione del trigeneratore per un migliore efficientamento energetico? Calcinai. Al momento sono stati esclusi interventi sull’involucro edilizio, eventuali interventi mirati all’ulteriore miglioramento delle prestazioni energetiche del complesso monumentale potranno essere valutati successivamente alla rielaborazione post-monitoraggio degli indici di performance che saranno puntualmente restituiti dal sistema di diagnosi avanzata Diana per ogni utenza monitorata. Con il monitoraggio termico ed elettrico delle principali grandezze fisiche (Potenze, Energie e Temperature dei vettori climatizzanti) sarà possibile individuare eventuali criticità o malfunzionamenti nell’utilizzo dell’energia e discriminare l’imputazione della criticità. Individuata l’inefficienza nel sistema si potranno valutare eventuali interventi per il miglioramento delle performance energetiche che potranno riguardare interventi sugli impianti o sull’involucro edilizio.

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Raccolta differenziata

Promotori, partner e patrocini del progetto Fra' Sole

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siamo occupati della sostenibilità di eventi nazionali e internazionali, ma abbiamo lavorato anche con autorità religiose, sia con papa Francesco e con papa Benedetto, sia con il Dalai Lama. I nostri clienti fanno parte di quel mondo che viene normalmente definito Circolar Economy. O meglio, attualmente, Bio Economy. D. Per la riqualificazione del complesso monumentale di Assisi, da che cosa siete partiti? R. In primis, ci siamo resi conto che la raccolta differenziata aveva delle problematiche. Abbiamo rinnovato l’intero sistema di differenziazione, con l’apporto di bidoni personalizzati negli uffici. Allo stesso tempo, insieme al Cic (Consorzio italiano compostatori) abbiamo progettato un piccolo impianto di compostaggio utile per la selva e il grande uliveto proprietà del Sacro Convento. Ma anche per l’orto curato dai frati. Allo stesso tempo abbiamo iniziato a far loro formazione per coinvolgerli e renderli responsabili delle attività sostenibili. Sul fronte della riduzione dell’impatto ambientale, abbiamo anche inserito degli erogatori di acqua, in modo da eliminare l’uso della plastica. E, fatto ancora più interessante, sono state trovate delle antiche cisterne interrate rimesse in funzione. D. Quali interventi edilizi ha subito la struttura del Sacro Convento? R. Una premessa: la basilica superiore e la basilica inferiore non hanno né riscaldamento né raffrescamento. All’interno bisogna mantenere il microclima che ha permesso agli affreschi di Giotto di mantenersi fino a oggi. Nella parte del Convento, invece, la miglioria fondamentale è consistita nel cambio dei serramenti, là dove è stato possibile. Si tratta di modernissimi infissi, ma con un aspetto antiquato, approvato dalla Soprintendenza. D. Per quanto riguarda il tema energetico? R. Sul tema energetico gli studi sono stati ancora più approfonditi. Siamo già passati a fonti rinnovabili al 100% con Erg. Sugli infissi, poi, vogliamo applicare delle pellicole fotovoltaiche. Infine, siamo arrivati da poco a firmare un accordo con Terna per cui il Sacro Convento sarà modernizzato con un impianto di trigenerazione (cogenerazione che, oltre a produrre energia elettrica, consente di utilizzare l’energia termica recuperata dalla trasformazione termodinamica anche per produrre energia frigorifera, ndr). Tra gli obiettivi che ci siamo posti per la fine dell’anno c’è la redazione di un disciplinare tecnico su come organizzare un progetto di sostenibilità di questo tipo. Una vera e propria pubblicazione scientifica con i risultati raggiunti alla chiusura degli interventi.


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ATTUALITÀ ITALIA

ARCHITETTURA POST COVID

La cura giusta PER GLI OSPEDALI

L’emergenza coronavirus ha cambiato il paradigma di organizzazione dei centri sanitari. Che devono diventare ecosistemi di protezione della salute

di Stefano Capolongo e Marco Gola, Politecnico di Milano 62

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L’

emergenza a causa della pandemia di coronavirus ha messo in grave crisi l’intero sistema sanitario. In particolare, gli ospedali hanno avuto a che fare con un elevato numero di presenze al pronto soccorso e una richiesta di letti per malattie infettive mai affrontate negli ultimi anni. Infatti, i casi di covid-19 hanno saturato i dipartimenti di emergenza e le unità di terapia intensiva e gli ospedali hanno dovuto adattare lo spazio disponibile per ottenere rapidamente posti letto. La pandemia ha messo in luce le criticità strutturali

e organizzative delle strutture sanitarie evidenziando la grande carenza di flessibilità e resilienza, e la scarsa efficienza con cui sono riusciti ad affrontare l’ondata imprevista di pazienti. Infatti, durante l’emergenza molti ospedali hanno presto esaurito lo spazio e le risorse utili per fronteggiare due grandi aspetti dell’emergenza: trattare pazienti con una grave sintomatologia e arginare la diffusione del virus tra degenti, visitatori e operatori sanitari. In aggiunta, la mancanza di una rete della salute ben strutturata sul territorio ha fortemente influito sulla situazione.

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ARCHITETTURA POST COVID

Il Policlinico Sant'Orsola di Bologna, con all'esterno una tenda sanitaria allestita per l'emergenza covid-19

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STRATEGIA CERCASI Per poter affrontare l’emergenza, progettisti e decision-maker si sono affrettati a realizzare rapide soluzioni di conversione di strutture alberghiere, centri sportivi, e parchi cittadini in aree sanitarie rivelando una serie di difficoltà dovute all’impossibilità strutturale di delocalizzare le aree intensive dall’organismo ospedaliero. Buona parte delle attività di contrasto del covid-19 sono pertanto state progettate sul campo con soluzioni ad-hoc ed estremamente variegate secondo le specifiche esigenze del singolo ospedale, dipartimento o area funzionale. La mancanza di una strategia unitaria non è solo da ricercarsi nella complessità del tema emergenziale, ma soprattutto nell’elevata complessità dell’architettura ospedaliera. Infatti, per dimensioni e volumi di attività, l’ospedale è assimilabile a una città caratterizzata da stratificazioni di reti di servizi che, con modalità e finalità specifiche differenti, si distribuiscono in tutte le aree interne ed esterne.

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CONDIZIONI CRITICHE In generale, lo stato di conservazione degli ospedali versa però in condizioni critiche, con particolare riferimento alla situazione italiana. Si stima infatti che buona parte del parco ospedaliero abbia esaurito il suo ciclo di vita e oltre la metà non sia adeguato ai nuovi modelli organizzativi. Questo stato di obsolescenza ha infatti contribuito a complicare ulteriormente la gestione di questa particolare pandemia. Durante l’emergenza sanitaria e in sinergia alla trasformazione organizzativa, gli ospedali si sono concentrati su diverse strategie, tra cui la definizione di aree cuscinetto tra reparti, la divisione tra zone contaminate e non, la trasformazione di spazi high care con impiantistica avanzata, come sale operatorie per interventi elettivi posticipati, la realizzazione di aree di vestizione e decontaminazione per gli operatori sanitari, la creazione di nuovi volumi con tecnologie prefabbricate ove presenti superfici libere ben connesse alla piastra sanitaria e la rifunziona-


lizzazione di ambienti, raramente già predisposti (spazi polmone) o più frequentemente da attrezzare per l’emergenza (come palestre, parcheggi, ecc.). CONTAGI Un altro aspetto fondamentale è la trasmissione e diffusione del virus negli ambienti sanitari. La mancanza di dati e protocolli scientificamente validati ha imposto a ciascun ospedale di adottare soluzioni ad hoc, a volte basate su modelli di precedenti epidemie. Per far fronte a queste situazioni infatti l’applicazione di rigidi protocolli per il controllo delle infezioni nei corridoi, nelle soglie chiave come le entrate può essere fondamentale per gestire al meglio l’operatività del personale che può essere facilmente soggetto al contagio. In generale, come in molte altre sfere e attività economiche, questa pandemia ha accelerato tutti quei processi di innovazione e digitalizzazione dello smart hospital. Il tema della cura da casa, l’ausilio di smart device per il dialogo con il medico e l’uso pervasivo di app per monitorare alcuni parametri di salute, sono solo alcune delle tendenze che da ora entreranno necessariamente nella quotidianità. Allo stesso modo l’ospedale, che a fronte di questo graduale processo di dematerializzazione e delocalizzazione delle attività clinico-diagnostiche più smart, si proponeva come centro di altissima specialità per il trattamento e la cura di pazienti acuti, per la ricerca clinica e sperimentale di alto livello, per la diagnostica e le operazioni più complesse, non fa altro che riaffermare questa sua vocazione in termini ancora più forti. NUOVA PROSPETTIVA Inoltre, in una prospettiva di era post-antibiotica o comunque di eventuali pandemie a carattere altamente infettivo, l’ospedale dovrà sempre di più riflettere sul suo ruolo di promozione e protezione della salute in particolar modo verso gli utenti più fragili. In conclusione, alla luce della recente pandemia e delle molteplici soluzioni e sperimentazioni proposte, l’ospedale del futuro dovrà essere un ecosistema resiliente al cambiamento e capace di proteggere la salute degli utenti, al mutare delle esigenze sociali, economiche, ambientali ed epidemiologiche del contesto in cui è inserito. Si rivela fondamentale, inoltre, promuovere azioni di monitoraggio per il miglioramento della qualità attraverso strumenti di valutazione basati sulle evidenze scientifiche per poter sviluppare una nuova progettualità per l’ospedale futuro e futuribile.

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ATTUALITÀ ITALIA

EDILIZIA

Se il danno È PROGRAMMATO La tecnologia dei sistemi costruttivi si evolve velocemente. Eppure si assiste a messe in opera imperfette, dettate da mancate conoscenze e incompetenza dei posatori. Risultato: è necessario riqualificare anche il nuovo Giuseppe Mosconi

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di Giovanni Argento

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uesto articolo si potrebbe anche intitolare «La riqualificazione della riqualificazione». Già, perché oltre che per le nuove costruzioni, anche gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico possono essere svolti senza che venga restituita una attesa qualità. In questi casi non viene pagata una riqualificazione, bensì un intervento che porta alla degenerazione dei problemi spesso già esistenti, che dovrà necessariamente portare a una nuova ristrutturazione. «Da dieci anni a questa parte è spesso mancata la qualità del progetto ma, contestualmente, anche le competenze e conoscenze delle maestranze si sono fatte attendere», spiega a YouBuild Giuseppe Mosconi, responsabile di Linea Eco Klima (brand di Geotecnica Srl, che segue la consulenza nell’ambito della filiera edile, anche con particolare impegno sui contenziosi). Domanda. Quando è nata l’esigenza della riquali-


ficazione del nuovo? Risposta. La riqualificazione del nuovo è un concetto coniato poco tempo fa. Si afferma l’esigenza di risolvere problemi legati a edifici che hanno pochi anni di vita, con riferimento alla programmazione di danni a livello progettuale ed esecutivo. Si tratta di un fenomeno che stiamo affrontando da 8 anni a questa parte. Per quanto ci riguarda i problemi più «gettonati» hanno riguardato i rivestimenti esterni a cappotto, le impermeabilizzazioni e la comparsa di muffe negli ambienti indoor, nonché la proliferazione di alghe su superfici esterne. D. Ci troviamo di fronte a una filiera impreparata? R. Consideriamo il cappotto. Negli ultimi dieci anni non sempre la qualità si è rivelata delle migliori. La progettazione esecutiva particolareggiata, riferita al sistema cappotto richiede una serie di indicazioni, in molti casi risultate non dettagliate. Solo per esempio, segnalo: il taglio del pannello in determinate zone, il prevedere tutta una serie di elementi di circostanza con reti premontate, il definire preliminarmente lo spessore della rasatura in funzione del materiale costituente l’isolamento, e altro ancora. A livello progettuale esistono poi una serie di situazioni relative alla fisica dell’edificio, che vanno valutate preliminarmente. Alla complessità dei nuovi sistemi costruttivi , nonché materiali, devono corrispondere conoscenze e competenze, sia dei professionisti che degli operatori. Il mercato richiede professionalità, restituita da una necessaria imprescindibile formazione specifica di tutta la filiera. D. Un esempio concreto di intervento su edificio riqualificato in precedenza?

R. Sta partendo un contenzioso riferito a un importante condominio di Verona. Sei anni fa è stato installato un isolamento a cappotto di basso spessore (6 centimetri) che oggi ha diversi problemi. La proposta è stata quella di sfruttare il superbonus 110%, in questo caso specifico potrà essere possibile intervenire andando a sovrapporre un nuovo cappotto da 10 centimetri con posa garantita, oltre ad altri interventi finalizzati al miglioramento tramite l'aumento delle necessarie due classi energetiche. Fondamentale, prima di partire con la progettazione esecutiva e le operatività di cantiere, sarà la diagnostica. Necessaria al fine di restituire un preciso stato di fatto per affrontare analisi progettuali ed esecutive finalizzate a scongiurare danni. D. Su che cosa potrebbe puntare la filiera edile? R. Ribadisco con forza, la parola d’ordine è formazione, sia per tecnici che per imprese e operatori. L’obiettivo è, e deve essere, quello di migliorare qualità e durabilità del costruito. In primis, la riqualificazione va progettata, evidenziando una serie di situazioni che è necessario dettagliare con esecutivi chiari, colorati e comprensibili per chi dovrà affrontare le fasi operative. D. Quali sono gli altri elementi dell’edificio dove spesso si riscontrano dei problemi e che quindi richiedono interventi di sistemazione? R. Ancora prima dei problemi sul cappotto, ci sono le infiltrazioni, che rappresentano oltre il 60% dei contenziosi. Seguono le muffe all’interno delle unità abitative, la proliferazione delle alghe in facciata, la mancata tenuta dei serramenti con formazione di condense interstiziali, l’attacco fungino sulle strutture Parete interna con proliferazione di muffa

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EDILIZIA

A SCUOLA DI QUALITÀ Il corso CQ torna online a partire dal 29 settembre. Promosso dalla filiera delle costruzioni di Verona, in particolare dagli ordini degli ingegneri e degli architetti, dai collegi dei geometri e dei periti industriali e Ance, il corso è un progetto condiviso che, da dieci anni a questa parte, ha permesso di predisporre un percorso formativo di 80 ore, in grado di allineare le conoscenze di professionisti e imprenditori. Fondamentale obiettivo del corso è quello di creare un linguaggio, a beneficio della filiera edile e del cliente finale, per una massima soddisfazione di tutti gli attori coinvolti. Per maggiori informazioni, visitare il sito www.costruireinqualita.it

in legno… Molto spesso, se l'impresa ha una corretta conoscenza dei materiali e dei sistemi, eventuali possibili criticità vengono discusse preliminarmente con il progettista. Degno di nota è anche un fondamentale ragionamento basato sulle percentuali: se il materiale riveste un’importanza del 30%, la posa in opera, diversamente, possiamo considerare si attesti al 70%. D. Quindi, con riferimento all'impresa, in che modo I problemi più frequenti negli edifici, anche con pochi anni di vita, riguardano i rivestimenti esterni a cappotto, le impermeabilizzazioni e la proliferazione di alghe sulle superfici esterne

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ci si potrebbe orientare? R. Prima di richiedere un preventivo alle imprese, è necessario conoscerne la struttura e l’organizzazione: come operano, la tipologia di formazione delle maestranze e degli operatori collegati. Tutto ciò che può metterci nelle condizioni di comprenderne e determinarene il valore. L’errore molto spesso è quello di rincorrere il prezzo, tralasciando tutte le valutazioni che porterebbero alla scelta di un partner affidabile , e quindi di valore. D. Esiste anche una parte di edifici nuovi, invenduti, mai abitati, cosa si potrebbe fare? R. Una delle soluzioni possibili per questi edifici è farli diventare oggetto di interventi di riqualificazione. In questi casi si dovrà lavorare non solo per aumentare la classe energetica, ma anche per ottenere delle certificazioni volontarie, in modo che la posizione dell’edificio sul mercato migliori, quindi ragionare sul marketing dell’operazione. Oggi la richiesta del mercato sta affrontando una flessione ma non è ferma. Il mercato è particolarmente attento a nuovi valori quali il comfort e la salubrità indoor, che vanno oltre l’efficienza energetica. Situazione rafforzata indubbiamente dalle vicissitudini recentemente trascorse, ancora presenti nel tessuto sociale.


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ATTUALITÀ ITALIA

CERSAIE 2021

La piastrella? SARÀ ANCHE DIGITALE Il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, anticipa i programmi per la prossima fiera, che affiancherà una piattaforma virtuale per aziende e progettisti

di Stefano Lavori 70

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no stop ai box che non compromette la gara. Perché, per fortuna, la ceramica italiana continua a essere competitiva sul circuito internazionale: nel 2019 ha fatturato 6,5 miliardi di euro, con oltre 27 mila addetti. E, in particolare, per il comparto piastrelle l’export ha toccato i 4,5 miliardi di euro con investimenti per 373 milioni, rispettivamente 84% e 7% del fatturato. Ma, poi, è arrivato il covid: una specie di Morte Nera per l’industria (non solo quella italiana), che ha frenato il sistema, con la stima di perdita di 350 milioni di euro nei soli due mesi aprile e maggio 2020. E con l’inevitabile slittamento del Cersaie, la fiera internazionale di riferimento del settore, rimandata al 2021. Ma, appunto, si tratta in una fermata ai box, non certo di un ritiro dal campionato, spiega il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, in questa intervista. Domanda. Il Cersaie è una delle poche fiere italiane del settore veramente internazionale. Non avete il timore che con l’emergenza covid anche

Giovanni Savorani. Sotto, piastrelle di Lustri Veneziani. Nella pagina a fianco, la fiera Cersaie 2019

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CERSAIE 2021

Le sticks di Mosaico+

nel 2021 ci possano essere ancora problemi per la presenza di espositori e visitatori dai 40 Paesi che di solito conf luiscono a questo appuntamento? Risposta. L’internazionalità di Cersaie si conferma tanto negli espositori, pari a un terzo del totale, che nei visitatori, dove gli esteri sfiorano il 50% delle presenze. Per l’edizione di Cersaie 2021, che si terrà tra un anno, sarà necessario considerare anche una l’ipotesi di convivenza con il virus, che si affronta sia attraverso un protocollo di sicurezza lungo tutta la filiera (trasporti internazionali e locali, ospitalità alberghiera, ristorazione, accesso in fiera e negli stand), sia con la creazione di un Cersaie che alla parte fisica ne affianchi una digitale. Con l’obiettivo di ampliare la platea degli operatori e di gestire l’eventuale impossibilità, da parte di qualcuno, di prendere parte all’evento in presenza. D. I mesi che separano dall’apertura del Cersaie prevedono un fitto programma di eventi. Quali sono quelli più importanti? R. Dall’inverno del 2020, senza interrompersi nemmeno durante il lockdown, Cersaie ha mantenuto

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un dialogo costante con le aziende espositrici e con i distributori, architetti e progettisti, attraverso un ricco calendario di incontri diffusi attraverso la piattaforma digitale di Cersaie Tv. Le conversazioni con Renzo Piano e Frank Ghery durante il lockdown, quelle con le protagoniste al femminile dell’architettura contemporanea, per arrivare ai commenti di alcuni operatori professionali che hanno visitato Cersaie in passato ne sono stati alcuni dei capisaldi. Da settembre realizzeremo in digitale 18 Cafè della Stampa, conversazioni di altrettante testate di architettura ed interior design, e la cerimonia per la consegna dei premi di Architettura Design Competition e la Ceramica ed il Progetto. A seguire incontri, sempre in modalità webinair, sul tema del contract, della posa e su come l’architettura sta cambiando in tempi di Covid. D. Nella prossima edizione sarà allestito lo spazio Contract hall nel padiglione 18 dove si potranno creare nuove connessioni tra il mondo della ceramica e altri settori: cucine, outdoor, wellness. Com’è nata questa idea?


Uno stand espositivo di Cersaie 2019

R. Dall’incontro di due diversi punti di partenza. Da un lato l’industria ceramica che trova nel mondo del contract crescenti opportunità di business; dall’altro il visitatore di Cersaie che richiede di poter avere una visione completa delle merceologie. A Cersaie esporranno, accanto a piastrelle e arredobagno, anche imprese leader nei settori delle cucine, illuminotecnica, soluzioni per il wellness, le finiture di interni e l’outdoor. Merceologie che in molti casi sono già presenti anche nei punti vendita e che possono trovare a Cersaie l’intera gamma di offerta. D. Quali sono le principali novità di Archincont(r) act, l’area destinata agli studi di architettura? R. La novità sta nella continuità del rapporto con il mondo del real estate, già avviata nella prima edizione, e nella possibilità di mostrare come la ceramica possa essere protagonista anche in progetti di questo tipo. Si tratta di aree di possibile sviluppo particolarmente ampie, importanti e su scala mondiale. D. I progettisti hanno davvero compreso le possibilità compositive del materiale ceramico?

R. Per un’industria come la nostra, che opera in tutto il mondo, diventa difficile dare una risposta univoca. La situazione è diversa da professionista a professionista, e da Paese a Paese. Fermo restando che la ceramica è materiale conosciuto e utilizzato dai progettisti, molto rimane da fare, nel senso che ancora molti non ne conoscono le caratteristiche intrinseche del prodotto. In questo senso abbiamo lanciato, in Italia e nel mondo, la campagna I valori della ceramica, che si pone proprio questo obiettivo verso il consumatore finale e il progettista. A questo va aggiunto che le destinazioni d’uso, grazie anche all’impiego di lastre ceramiche, continuano ad aumentare, cosa per la quale dobbiamo continuare a informare tutti su queste opportunità. D. Negli anni scorsi il trend è stato quello delle piastrelle con dimensioni maxi. Qual è la nuova tendenza? R. Questa è una tendenza che si conferma, anche grazie all’uso delle lastre in architettura, ma senza dimenticare che la parte ancora preponderante del prodotto ha dimensioni inferiori al metro di lato.

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CERSAIE 2021

Il lavabo Bolgheri di antoniolupi

DAL MOSAICO AI COLORI, ECCO I TREND 2021 La filiera della ceramica è già al lavoro per recuperare il tempo perduto e preparare l’appuntamento del 2021, a Bologna, dal 27 settembre al 1 ottobre. Come spiega Andrea Serri, responsabile comunicazione di Confindustria Ceramica, che sottolinea a YouBuild l’importanza di mantenere vivo il legame con gli operatori commerciali e gli espositori nei 12 mesi che separano i visitatori dall’apertura della fiera. È già previsto, infatti, un fitto programma di eventi. «La prima iniziativa finalizzata ad approfondire tematiche d’interesse è il Caffè della Stampa, format già conosciuto all’interno di Cersaie, che presenta conversazioni con illustri ospiti su argomenti di attualità riguardanti l’architettura e il design. Le giornate saranno presentate il 23 settembre a Sassuolo e diventeranno un appuntamento fisso per i tre mesi successivi», spiega il portavoce di Confindustria Ceramica. Mentre il secondo appuntamento si terrà il 9 novembre a Bologna e sarà dedicato al concetto della ceramica come materiale salubre. «Per la prima volta in 38 anni, Cersaie 2020 avrebbe avuto un titolo: La salubrità della ceramica per ripensa-

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re l’Abitare e l’Architettura. Questo indica quanto stia diventando importante un nuovo aspetto all’interno del mondo del design, ovvero la capacità di declinare la nuova progettualità con l’uso della ceramica sanitaria». «La Contract Hall sarebbe stata la novità dell’edizione 2020, e l’interesse verso questo fronte rimane inalterata. Lo progetteremo meglio per l’anno prossimo», conferma Serri. «Proprio all’interno del mondo del contract avevamo immaginato un’area dedicata alla cucina, sia interna che esterna, che può ospitare lastre ceramiche di 2 cm di spessore, così come lastre sottili di 5-6 millimetri che possono fungere da ottimi piani di appoggio. In questo senso la cucina diventa un elemento cardine del progetto qualora si sviluppi uno spazio dedicato al contract», spiega il manager. Il minimal ha un po’ stancato? Lo stile nordico rimane un must per i bagni di piccole dimensioni, ma l’attenzione ai dettagli, ai materiali e ai colori riveste sempre più importanza. Non più solo ceramica bianca, quindi, ma anche piastrelle dalle tinte pastello, resine e marmi. Soprattutto, texture di ogni tipo applicabili sia sulle


Penso che la cosa più importante per la nostra industria sia l’essere in grado di produrre materiali utili nelle diverse destinazioni d’uso, che abbiano formati che spaziano da quelli del mosaico alle grandi lastre. D. C’è un tratto distintivo delle aziende italiane, rispetto a quelle estere, nella produzione delle ceramiche? R. Ce ne sono almeno tre. L’attenzione alla sostenibilità e al rispetto delle persone, il livello di innovazione tecnologica, la costante ricerca del bello. Si tratta di un patrimonio che ci appartiene e che caratterizza da sempre, accanto alle doti relazionali con il sistema della distribuzione, l’industria ceramica italiana. D. Le aziende della ceramica italiana sono state tra quelle che più hanno utilizzato gli incentivi di Industria 4.0. Che cosa è cambiato? R. Grazie a investimenti che, negli ultimi sei anni, sono stati superiori ai 2,4 miliardi di euro, le nostre fabbriche sono entrate all’interno di una nuova dimensione del fare ceramica. Quella più evoluta e avanzata, a livello mondiale, in grado di realizzare i prodotti più performanti e migliori. D. L’Unione Europea in passato è intervenuta per ar-

ginare il dumping cinese. Qual è la situazione adesso? R. I dazi antidumping sulle piastrelle fabbricate in Cina scadono nel 2022, mentre quello sulle stoviglie il 2024. Attraverso l’articolato percorso, normato e regolato a livello internazionale, sono stati applicati dazi per compensare la distorsione della concorrenza delle esportazioni cinesi. Questo ha portato a una riduzione della quota di ceramica cinese in Europa, lasciando libertà al consumatore di scegliere quale prodotto preferire. D. Nel 2021 si affiancherà la fiera fisica a un’esperienza digitale immersiva. Quali sono i principali elementi pensati per catturare l’attenzione del visitatore virtuale? Avete già avuto la possibilità di esplorare il feedback di iniziative simili? R. Abbiamo avviato una riflessione finalizzata ad affiancare il Cersaie fisico, momento centrale di confronto con il mercato, a un Cersaie virtuale, che possa valorizzare tanto la partecipazione del visitatore che quella dell’espositore. Siamo ancora nella fase di analisi e approfondimento di esigenze, strumenti ed obiettivi, ma confermiamo l’obiettivo di creare anche un Cersaie digitale.

pareti sia sui pavimenti. Ma anche agli arredi e ai mobili bagno. La stanza del benessere diventa un ambiente carico di personalità, anche perché il bagno del futuro si connette con sempre maggiore insistenza alla zona notte e viene quindi influenzato dallo stile personale. Per questo motivo tutti i nuovi prodotti che fanno tendenza nel 2020 sono customizzabili, dai rivestimenti ai complementi d’arredo, dai mobili bagno ai sanitari. Altro trend: nel bagno torna con entusiasmo il mosaico. Soprattutto in sistemi di materia+texture+formati+colori che consentono di personalizzare ogni superficie. La novità consiste nella possibilità di applicare un mosaico anche a pavimento, grazie alla resistenza dei materiali. Un esempio su tutti: la linea sticks di Mosaico+. Formata da una stecca base che misura 5x3 centimetri, è disponibile in due varianti: una con una leggerissima texture che attribuisce un segno manuale alla materia (Smooth) e l’altra composta da tre diverse texture miscelate in maniera casuale (Mix). Le sticks sono elementi che possono essere utilizzati liberamente per comporre infinite soluzioni di posa. Se le textu-

re si impreziosiscono, i materiali si innovano. Basti pensare al Cristalmood di Bolgheri, il nuovo lavabo freestanding di antoniolupi. Si tratta di una resina trasparente, colorabile e resistente, sviluppata appositamente per realizzare oggetti funzionali e abbinabili ai più diversi materiali. Mentre il lavabo è realizzato in Cristalmood, il basamento è prodotto con il recupero del sughero ricomposto mediante l’utilizzo di sole resine naturali, poi rifinito a mano per ottenere un effetto di morbidezza. Tema di primaria importanza, l’attenzione all’ecosostenibilità, che vede le aziende del settore impegnate in processi produttivi che sfruttano l’energia generata da impianti fotovoltaici e prevedono il totale riciclo dell’acqua utilizzata nella lavorazione della ceramica. Anche i procedimenti di installazione vengono toccati da questa sempre più radicata sensibilità: Industrie Cotto Possagno, per esempio, ha annunciato il lancio del rivoluzionario sistema di posa tramite magnete, studiato in collaborazione con l’azienda vicentina MagneticSkin. Una soluzione innovativa per cui non vengono utilizzati né collanti né stucco, impiegati invece per la posa tradizionale.

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MONDO

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Polvere di stelle A ROTTERDAM

Una villa ispirata ai riad marocchini con piastrelle smaltate in blu per la piscina e rivestimenti in cotto per i pavimenti. Tra tecnologia e decorazione di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano

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N

el percorso di costruzione del loro timbro progettuale, i grandi maestri hanno spesso trovato nel tema della casa unifamiliare l’occasione per applicare in maniera distinguibile un’idea personale di architettura, facendone di fatto dei manifesti. Sono esempi tra i più cristallini la Villa Savoye di Le Corbusier, la Farnsworth House di Mies van der Rohe, e la Casa sulla Cascata di Wright o ancora le House di Eisenman e la Villa dall’Ava di Koolhaas, ma l’elenco, per essere esaustivo, sarebbe incredibilmente lungo. Il progetto della Villa Stardust di Mvrdv a Rotterdam, sebbene non sia una manifestazione così esplicita dei fondamenti compositivi dello studio olandese, presenta elementi interessanti nell’applicazione della loro visione del progetto alla dimensione domestica.

PENSIERO LATERALE Per fare un parallelismo all’interno del corpus dello stesso studio, è sicuramente più paradigmatico il Balancing Barn del 2010. Quel progetto/manifesto si presentava come sintesi di tematiche ricorrenti: il far ricorso al pensiero laterale nel risolvere le tematiche architettoniche, un utilizzo scenografico e mimetico delle megastrutture, la citazione ironica del tradizionale e del vernacolare, lo storytelling, ovvero l’intuitiva comunicabilità del processo generativo dell’idea. Villa Stardust mostra alcune di queste caratteristiche a partire dal contesto fuori dagli schemi in cui matura. La residenza nasce riadattando un vecchio immobile commerciale dismesso, composto da un’ampia metratura su un unico livello di circa mille metri quadri, una piccolissima corte e un grado di visibilità

Vista del patio al tramonto. A sinistra, vista del giardino mediterraneo, Daria Scagliola courtesy MVRDV

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OLANDA -1

Vista del living room. Sopra, la vetrata continua del living room. Daria Scagliola courtesy MVRDV

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dall’esterno poco compatibile con la privacy di un ambiente domestico. La scelta principale è quella di sacrificare la superficie utile, riducendola a 770 metri quadri, in favore di una corte centrale che diventa il punto focale di tutto lo spazio: questa fornisce luce, ventilazione naturale e spazi relax all’aperto in un contesto totalmente privato. Attorno alla corte, sulla quale affacciano tutti gli ambienti principali, si sviluppa una pianta ortogonale, regolare e severa. MATERIALI CALDI Il nome stesso della villa non è casuale: non descrive banalmente lo spazio (come fosse, per esempio, casa a corte), ma ritrae una scena di utilizzo affascinante ed evocativa come l’uscire la sera per godere del cielo

stellato. La palette dei materiali è mirata ad accentuare il contrasto tra lo spazio esterno e quello interno. Il giardino è caratterizzato da materiali caldi, accenti di colore e un aspetto fortemente mediterraneo, fatto di citazioni esplicite ai riad marocchini con piastrelle smaltate in blu per la piscina e rivestimenti in cotto per i pavimenti. L’interno presenta invece materiali asciutti nella loro estetica industriale e dalle tinte neutre. Questi due mondi alternativi sono spesso miscelati dallo studio Mvrdv che accosta in maniera disinvolta componenti freddamente tecnologici a soluzioni estremamente decorative, il cui esempio forse più alto, nel quale i due mondi si fondono addirittura nello stesso dettaglio, si trova nella facciata in vetro per il negozio Hermès di Amsterdam.

Planimetria Generale. Courtesy MVRDV

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La cucina a vista con la sala da pranzo. Daria Scagliola courtesy MVRDV

LA SCHEDA

Vista sul patio da una delle camere. Daria Scagliola courtesy MVRDV

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LEGNO DI ABETE La linea di demarcazione tra i due ambiti è rappresentata dalle grandi finestrature a tutta altezza realizzate in abete di Douglas. L’utilizzo del legno naturale, materiale che in modi diversi si utilizza a tutte le latitudini, accentua il ruolo di mediazione che assume la facciata continua posta su tutto il perimetro della corte. Sebbene Villa Stardust non sia dunque totalmente paradigmatica del lavoro dello studio Mvrdv, ne incarna alcune tematiche ricorrenti che riescono ugualmente a mostrare come il tema della residenza privata sia occasione di focalizzare in piccoli spazi domestici un approccio architettonico che non solo regge il salto di scala, ma ne è addirittura enfatizzato dalla concentrazione, come se si trattasse di un’essenza.

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Luogo: Rotterdam Cliente: privato Funzione: Residenza privata Progettista: MVRDV (Winy Maas, Jacob van Rijs, Nathalie de Vries) Founding Partner incaricato: Nathalie de Vries Partner/Director: Fokke Moerel Design Team: Roy Sieljes, Elien Deceuninck, Daniella Persson, Natalia Lipczuk Project Management: DEGVAST huisadvies & ontwerp, Ron de Gast Impresa: AvT interieur en bouw, Adriaan van Trigt Consulente per le specie arboree: Stek, Rotterdam Superficie villa: 770 mq Anno: 2020 Copyright: MVRDV 2018 Info: mvrdv.nl


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MONDO

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Attici in gabbia DI ACCIAIO

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La ex sede della Shell è stata trasformata in immobile con ampie abitazioni. E più dell’80% dei materiali risultati dalle demolizioni è stato riusato altrove di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University-Politecnico di Milano

L

o studio olandese Cepezed ha recentemente completato la conversione a uso residenziale degli ex uffici della Shell a L’Aia, da destinare ai segmenti più alti del mercato. I problemi maggiori affrontati dai progettisti hanno riguardano l’obsolescenza estetica, funzionale e termo-igrometrica di questo gigante modernista. Il complesso, che si compone di due elementi formati da un edificio in linea molto alto e da un corpo minore disposto ad angolo retto, è stato disegnato nel 1968 da Hendrik

Vista di insieme


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Stato di fatto. Sotto, durante la costruzione

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Emile (Hans) Oud, figlio del celebre Jacobus Johannes Pieter Oud. L’edificio alto, che si impone sulla scena urbana grazie alle sue abbondanti dimensioni, permette di dominare il vicino litorale, da un lato, e l’aggregato urbano, dall’altro. AREA VERDE La scritta «Living in the park, enjoying the city», che si legge entrando nel complesso dopo aver parcheggiato l’automobile in uno dei due livelli interrati, chiarisce fin da subito la posizione strategica del complesso. Infatti, il corpo più alto lambisce una strada carrabile secondaria e si inserisce all’interno di un’area verde che impreziosisce il sito di intervento. Per quanto riguarda questo volume alto, gli architetti mantengono la caratteristica di affaccio singolo per gli appartamenti, in ragione dello schema strutturale e distributivo esistente. Per ovviare al deficit di profondità del corpo

Sezioni

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Edificio ricostruito

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di fabbrica, da un lato gli spazi di servizio sono posizionati in mezzeria, sulla stessa linea dei sistemi di risalita centrali, concedendo spazio prezioso per creare generosi ambienti giorno e ampie logge. Dall’altro lato, l’aggiunta di una gabbia in acciaio permette di guadagnare 3 metri di aggetto permettendo di riorganizzare e ridisegnare la facciata.

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IL BELLO DEL SOLAIO La scelta di enfatizzare i solai si interpreta nella chiave di una rilettura critica del linguaggio modernista adattato alle esigenze contemporanee. Il fitto passo strutturale (1,8 metri) offre un interessante grado di flessibilitĂ alla variazione tipologica, come si evince dalle piante dei piani tipo. In questo modo, trovano spazio 180 appartamenti,


includendo degli alloggi temporanei, il cui taglio varia dai 70 ai 200 metri quadrati. In aggiunta, otto generosi attici, ampi da 165 a 300 metri quadri coronano gli ultimi piani dell’edificio. L’edificio minore è stato ricostruito sulle fondazioni di quello demolito, inadatto a ospitare unità residenziali. Qui trovano posto simplex e duplex perfettamente integrati ai diversi livelli dei parcheggi, del parco

e del giardino pubblico. Lo spazio aperto è totalmente riorganizzato attraverso un progetto di paesaggio che mette in risalto il quinto prospetto del complesso abitato: il giardino pubblico. Lo spostamento di tutti i parcheggi, anche quelli lungo la strada, nel sottosuolo libera il piano terra a un disegno proporzionato e funzionale, definito da elementi vegetali e in acciaio corten.

Vista esterna

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Pianta piano tipo. A destra, vista interna, reception

LA SCHEDA Luogo: L’Aia Cliente: od75 b.v. Progetto: architectenbureau cepezed Interni: cepezedinterieur Strutture: IMd Raadgevende Ingenieurs Acciai: Bentstaal Facciate: Rollecate Building services: Technion e The James Company Impianti, sostenibilità, acustica e antincendio: DGMR Business plan: Bremen Bouwadviseurs Paesaggio: Karres en Brands Riciclo materiali: Repurpose Contractor: Züblin Nederland, André Winkel Sloopwerken e Envo Data di completamento: 2011 (House 1), 2018 (House 2) Superficie costruita: 49.380 mq Programma: residenza Fotografie: Lucas van der Wee | cepezed e Léon van Woerkom | cepezed Info: cepezed.nl

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Pianta piano terra. Sopra, vista interna

USO E RIUSO Come richiesto dalla normativa locale, grande attenzione è stata posta sugli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, attraverso il reimpiego sistematico di tutti i materiali riutilizzabili. In parallelo, più dell’80% dei materiali risultati dalle demolizioni è stato riusato altrove, secondo le logiche dell’economia circolare. Queste scelte progettuali concorrono a valorizzare al massimo lo stato di fatto senza rinunciare ad uno slancio trasformativo significativo. È proprio questo atteggiamento progettuale, sensibile alle esigenze dell’oggi, che riabilita audacemente un manufatto che, seppur ingombrante, ritrova un ruolo decisivo nello scacchiere urbano.

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MONDO

MESSICO

Ville nascoste DESIGN PALESE

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A Puerto Escondido il complesso composto da 16 unità progettate dallo studio Francisco Pardo. Con una speciale attenzione per l’ambiente di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University Politecnico di Milano.

P

rogettate dallo studio Francisco Pardo Arquitecto, le Ville Nascoste (Villas Escondida) si trovano a 50 metri dall’Oceano Pacifico, su una scogliera che domina la baia di Puerto Escondido, in Messico. Secondo la leggenda, il toponimo Porto Nascosto deriva da un’avventurosa fuga di una ragazza che viveva in un villaggio nelle vicinanze. Rapita dai pirati guidati dal temibile Andrés Drake, fratello del più noto Sir Francis Drake, riuscì a fuggire e si nascose in queste spiagge allora disabitate, dando origine al mito della Baia della Nascosta (Bahia de la Escondida). Il centro abitato è oggi noto per le sue ampie spiagge, che ne fanno una delle attrazioni turistiche più gettonate della costa dell’Oaxaca. Prospetto longitudinale. A sinistra, vista complessiva. © Onnis Luque

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MESSICO

Sezione longitudinale. A sinistra, planimetria generale. Sopra, vista terrazza. © Onnis Luque

MORFOLOGIA Il complesso si inserisce nel contesto adattandosi alla topografia della scogliera, che impone una pendenza compresa tra i 20 e i 40 gradi e offre la possibilità di organizzare una sequenza di terrazze. È su questa condizione specifica che i progettisti incardinano il nuovo complesso residenziale, mettendo a punto un’unità abitativa tipo che viene replicata e variata assecondando i vincoli spaziali imposti dal sito. L’articolazione degli spazi offre ai residenti un’emozionante relazione con lo spazio esterno, che si estende fino alla linea dell’orizzonte e garantisce adeguato ombreggiamento e ventilazione. «Questa scelta insediativa si adatta con naturalezza alla topografia esistente. Le ville

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costruiscono un rapporto simbiotico e armonico tra spazio abitato, Oceano Pacifico e residenti, arricchito da straordinarie viste panoramiche», afferma Francisco Pardo, fondatore dello studio. AMPIO SPAZIO Il complesso comprende 16 residenze di 150 metri quadri senza includere le terrazze, che misurano 70 metri quadri. Nonostante l’alta densità, le unità sembrano più ville che appartamenti. Ogni casa è composta da due

Pianta tipo

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MESSICO

Percorsi di accesso. © Onnis Luque

Interni. ©Mauricio Guerrero

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Continuità tra interno ed esterno. © Onnis Luque

o tre camere da letto, uno spazio giorno e una terrazza privata, dotata di piscina e sistemi di ombreggiamento. L’attento posizionamento di specie arboree sul perimetro garantisce un soddisfacente livello di privacy e diventa elemento architettonico sia di definizione dello spazio che di inquadramento della vista panoramica. In aggiunta, tre tipi di aree comuni sono presenti in copertura: il bar con area di sosta, la piscina principale con solarium e la piscina più piccola per i bambini. Si accede agli appartamenti attraverso un sistema di percorsi e passerelle punteggiati da elementi naturali che talvolta si appoggiano alla pendenza esistente, talvolta si staccano dal suolo. Le Ville Nascoste sono costruite con una semplice struttura in cemento armato, solai nervati e pareti realizzate con blocchi di cemento e sabbia. Questo sistema ha permesso di ottenere flessibilità nell’organizzazione dello spazio e allo stesso tempo solidità strutturale, requisito indispensabile in un’area frequentemente colpita dai terremoti. I principali dettagli di finitura delle facciate esterne e degli interni sono realizzati in pietra Chukun e legno Macuil, entrambi elementi locali. All’interno, le ville offrono un luogo confortevole per rilassarsi e rifugiarsi dal sole. Il legno dai toni naturali avvolge lo spazio interno che risulta perfettamente integrato agli elementi strutturali. L’atmosfera calda che ne deriva rafforza il sodalizio tra interno ed esterno, offrendo al cuore della casa una porzione di spazio infinito da contemplare, sentire, abitare. EQUILIBRIO Le Ville Nascoste progettate dallo studio Francisco

Pardo Arquitecto propongono un’interessante punto di equilibrio tra il riconoscimento di un paesaggio di pregio da proteggere e l’inevitabile alterazione dello stesso. La scelta insediativa, pur evitando mimetismi, tenta una forte integrazione con i caratteri morfologici del sito. È questo atteggiamento che, senza cedere sul terreno scivoloso del gesto architettonico, ma attento a rimisurare uno spazio eccezionale, lascia immaginare un abitare esteticamente sostenibile.

LA SCHEDA Luogo: Puerto Escondido, Oaxaca, México Progetto: Francisco Pardo Collaboratori: Wilfrido Estrada (capoprogetto), Rosa Medrano, Karen Burkart, Víctor Cruz, Iván Saucedo,Vania Torres, Tiberio Wallentin CONSULENZE PRINCIPALI Progetto d’interni: La Metropolitana, Década Muebles Arredi fissi: Alfonso Suarez, Factotum Arquitectura Impresa: Gumaro Lizárraga, Grupo GLM Data di completamento: 2020 Superficie lorda costruita: 8.310 mq Fotografie: Onnis Luque e Mauricio Guerrero Disegni: Francisco Pardo Arquitecto Info: www.franciscopardo.mx

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Storia

XXX DI COPERTINA INCENTIVI FISCALI

La guida Mapei AI BONUS 2020

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L’azienda milanese scende in campo con un servizio di consulenza per la scelta delle migliori soluzioni Mapei per tutti gli interventi agevolati previsti dai Bonus Casa di Franco Saro

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Storia

INCENTIVI FISCALI

DI COPERTINA

S In questo condominio ad Angera, Varese, la finitura delle facciate con il sistema S il ancolor è stata preceduta dal ripristino del calcestruzzo effettuato con P l anitop R asa &R ipar a , e dalla ricostruzione e rasatura dell’intonaco, per il quale è stata scelta la malta P l anitop 200

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uperbonus, cioè super occasione per progettisti, imprese e, ovviamente, proprietari di immobili. Il Santo Graal dell’edilizia è, probabilmente, una coincidenza cosmica che capita ogni 76 anni come la cometa di Halley. Insomma, è il treno da non perdere. E non solo per business, ma anche perché può davvero contribuire a migliorare l’ambiente, con un minore consumo energetico degli edifici e, più in generale l’economia del Paese. Premesso questo, è necessario affrontare i diversi aspetti che sono necessari per ottenere le asseverazioni di un «tecnico abilitato» che appartenga a un Ordine o a un Collegio, nonché il rispetto dei requisiti tecnici che consentano di accedere all’incentivo fiscale. Impegno che non sempre appare agevole, specialmente per realtà di piccole o medie dimensioni. Per questo ci sono aziende che hanno scelto di mettere a disposizione la propria esperienza

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a fianco di chi progetta e lavora in cantiere. È il caso di Mapei, che ha messo a punto una guida in grado di orientare le scelte e chiarire il campo di intervento.

BONUS RISTRUTTURAZIONE Consente la detrazione (fruibile da soggetti IRPEF) pari al 50% delle spese sostenute, sino a un massimo di spesa di 96.000 euro a unità immobiliare. La detrazione viene fruita per 10 anni a par tire dall’anno di sostenimento delle spese e spetta ai contribuenti che effettuano lavori di restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia.


LA GUIDA Anche perché non esiste mai un’unica soluzione: le possibilità di combinazione delle detrazioni all’interno dello stesso intervento sono numerose. Il supporto ai professionisti sulla scelta delle soluzioni tecniche più idonee parte, quindi, dalla documentazione in formato pdf Mapei e i Bonus Casa rivolta a tutti coloro interessati a usufruire delle detrazioni e degli incentivi per il rinnovamento delle proprie case o immobili. Il file è scaricabile online all’indirizzo www.mapei.com/it/it/ mapei-bonus-casa. Oltre a offrire una panoramica sui diversi Bonus Casa, il documento propone una guida sintetica e immediata che evidenzia le aliquote, gli anni di fruizione, i soggetti interessati, le detrazioni limite per unità immobiliare, le tipologie di immobile, gli interventi agevolati, detrazioni cedibili e sconti in fattura.

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Storia

DI COPERTINA

INCENTIVI FISCALI

La riqualificazione di questo appartamento a Milano ha visto il rinforzo strutturale del solaio in legno con P l anitop H pc F loor , oltre al rifacimento dei supporti, l’insonorizzazione dei piani di calpestio e la posa del parquet

SUPER SISMABONUS Si applica agli interventi di messa in sicurezza e di consolidamento strutturale degli edifici esistenti in zona 1, 2, 3. La spesa massima agevolabile è di 96 mila euro per unità immobiliare, dove per unità immobiliare si intende tutti gli immobili di tipo abitativo e quelli utilizzati per attività produttive (attività agricole, professionali, produttive di beni e servizi, commerciali o non commerciali). Al posto della detrazione, il committente può ottenere uno sconto in fattura da parte del fornitore, che ottiene in cambio un credito di imposta equivalente e cedibile; oppure matura un credito di imposta che può a sua volta cedere. Qualora si intenda usufruire del super sismabonus, dovrà essere verificata ed asseverata la congruità dei prezzi da parte di uno dei tecnici coinvolti nel processo di riqualificazione e la spesa massima agevolabile è di 96 mila euro a unità immobiliare. Diversamente dal Super Ecobonus, non c’è una limitazione sul numero di unità immobiliari cui può applicarsi.

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L'antico edificio nobiliare Palazzo Filangeri dei Principi di Cutò a Palermo è stato oggetto di alcuni interventi finalizzati al recupero della facciata e al ripristino dei dettagli storici. Sotto, dopo la rasatura realizzata con la malta traspirante M apeantique FC G rosso , è stato applicato il sistema silossanico idrorepellente S il ancolor P ittur a P lus

LA CONSULENZA Inoltre, per ogni tipologia di intervento il documento presenta le soluzioni Mapei più indicate. Per esempio, per interventi di coibentazione degli edifici Mapei propone Mapetherm, in abbinamento alle pitture della gamma Silancolor o Quarzolite e Mapetherm tile system (per rivestimenti in gres porcellanato o pietra ricostruita). Invece, per interventi di adeguamento sismico e rinforzo strutturale di solai suggerisce Planitop hpc floor da abbinare a soluzioni per la posa di sistemi contro i rumori da calpestio e la posa di pavimenti (ceramica, parquet). Con 20 linee di prodotto, le soluzioni Mapei possono essere adottate in tutti gli interventi di riqualificazione proposti nei Bonus Casa. Dalle fondamenta alle coperture, l’azienda propone prodotti certificati e perfettamente integrabili in sistemi omogenei per

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Storia

DI COPERTINA

INCENTIVI FISCALI

Per questo palazzo a Roma, in Via Vespasiano Mapei ha proposto il ciclo di prodotti M ape -A ntique per il risanamento e il consolidamento di murature ed intonaci e il sistema di finitura S ilexcolor P ittur a

BONUS FACCIATE Di recente introduzione, il Bonus Facciate incentiva la riqualificazione delle facciate esterne degli edifici e consente di detrarre fino al 90% dei costi sostenuti nel 2020. Precisamente gli interventi a cui si può applicare la detrazione riguardano gli edifici ubicati in zona A (centro storico) e B (totalmente o parzialmente edificata), come individuate dal decreto ministeriale n. 1444/1968, o in quelle a queste assimilabili secondo quanto chiarito dal MiBACT. Nello specifico sono incentivati solo: - gli interventi sulle strutture opache della facciata; - i lavori su balconi, ornamenti, marmi e fregi; - la pulitura della facciata; - la tinteggiatura esterna dell’edificio. Qualora l’intervento interessi più del 10% dell’intonaco

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della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, dovranno essere soddisfatti i requisiti di cui al Decreto Ministeriale dello Sviluppo Economico (MISE) del 26 giugno 2015 e, in termini di trasmittanza termica, quelli di cui alla Tabella 2 del Decreto MISE del 26 gennaio 2010. In tal caso si applicheranno le disposizioni di cui ai commi 3-bis e 3-ter dell’art.14 del D.L. n. 63/2013, ai fini delle verifiche e dei controlli svolti dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Il contribuente potrà optare se fruire della detrazione del 90% o delle detrazioni previste dal cosiddetto Ecobonus (con aliquote che variano dal 65% al 75%). In seguito all’entrata in vigore del DL Rilancio, anche le spese sostenute agevolabili con il Bonus Facciate godono di una detrazione cedibile o convertibile in uno sconto in fattura da parte del fornitore.


SUPER ECOBONUS Si applica a tre tipologie di interventi definiti trainanti, in quanto in grado di estendere l’aliquota del 110% anche alle detrazioni previste dall’art. 14 del DL 63/2013, che già godevano della detrazione del 50%-65%-70%75%. Gli interventi trainanti sono due relativi al sistema impiantistico e uno relativo all’involucro, ovvero la coibentazione delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo. La detrazione è calcolata su un ammontare complessivo delle spese

variabile in funzione del numero di unità immobiliari (50 mila euro se edificio unifamiliare, 40 mila euro per condomini sino a otto unità immobiliari, 30 mila euro per condomini oltre le otto unità immobiliari) moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. I materiali isolanti impiegati devono essere conformi a quanto previsto dal decreto ministeriale sui Criteri Ambientali Minimi in edilizia. Il Superbonus spetta per le spese sostenute dalle persone fisiche per interventi realizzati su un massimo di due unità immobiliari (eventualmente anche seconda casa). Questa limitazione non vale qualora gli interventi siano effettuati in contesto condominiale sulle parti comuni dell’edificio. Per le residenze Smart di Lainate Mapei ha proposto il sistema a cappotto M apetherm System , che assicura un efficace isolamento termico, ed E l astocolor Tonachino P lus , rivestimento elastomerico fibrorinforzato e idrorepellente, che assicura un’ottima resistenza ad alghe e muffe

rispondere alle necessità dei progettisti e garantire risultati di qualità a committenti e utenti finali. Visitando la landing page, oltre a consultare tutte le informazioni sopra citate, è inoltre possibile iscriversi o accedere al proprio account e richiedere una consulenza tecnica Mapei gratuita. Il servizio serve a consigliare i clienti e orientarli nella scelta delle soluzioni e dei sistemi in funzione dell’intervento che andranno a realizzare, garantendo la miglior esperienza possibile nell’ambito della riqualificazione edilizia. Infine, sempre con l’obiettivo di fornire consulenza e supporto ai propri clienti, il gruppo milanese mette a disposizione un network di sedi e Specification Centre in tutto il territorio italiano, per informare e formare i propri clienti e invitare a sperimentare nuove soluzioni, studiate nei laboratori di Ricerca & Sviluppo Mapei.

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INTERMEZZO

LETTURE SOVRAPPOSTE

I

l 20 maggio scorso è scomparso Christo, una delle più importanti figure dell’arte contemporanea. Nato in Bulgaria nel 1935, Christo Vladimirov Javacheff fugge al regime comunista e si rifugia prima a Parigi, dove conosce la futura moglie e partner artistica, la coetanea Jeanne-Claude Denat de Guillebon scomparsa nel 2009, e poi in America dove inizia e sviluppa un percorso artistico unico. Con una solida preparazione artistica alle spalle e un’abilità grafica innata, Christo probabilmente non appartiene a nessuna delle famiglie artistiche che hanno popolato il mondo dei musei e delle gallerie negli ultimi 50 anni. Eppure il suo lavoro è al tempo stesso ascrivibile in molte di quelle aree stilistiche che i critici e storici d’arte sanno ben perimetrare. A mio personale parere, l’opera di Christo, che dal 1995 firmerà le sue realizzazioni come Christo e Jeanne-Claude testimoniando al mondo il ruolo della moglie nelle loro imprese, è un sistema che agisce a più scale dove la natura artistica, sempre in primo piano, fa parte di un tutt’uno con la logica e l’ingegnerizzazione. Insomma, è un prodotto transdisciplinare che può essere interpretato attraverso livelli di lettura anche molto diversi fra loro. Se forse nelle prime opere, gli impacchettamenti trasparenti di piccoli oggetti del 1963, arche che affrontano il passare del tempo nella loro immutabilità, si può leggere un accento che va dal concettuale al minimal (quello che è certo è che Christo non è mai pop), le cose si complicano con il crescere degli

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oggetti che la coppia artistica decide di alterare rinchiudendole oppure avvolgendole in drappi stretti da corde, che alle volte raggiungono lunghezze immense. Ma a dire il vero, non sempre, gli oggetti, a prescindere dalla scala, vengono racchiusi, alle volte vengono circondati, sottolineati, ridisegnati da drappi colorati, facendo virare l’arte di Christo e Jeanne-Claude in quella che potrebbe essere la deriva della Land-Art. Ma la loro arte sfugge sempre a qualsiasi categorizzazione perché, per loro stessa ammissione non è mai politica, pur provocando sempre una grande eco sulla politica contestuale di ogni epoca (e in questi 50 anni, di epoche ne abbiamo vissute tante ) è sempre stata «a tempo», tutte le realizzazioni a grande e grandissima scala, di solito preparate in modo maniacale con anni e anni di studi e «lavori di preparazione» (come Christo chiamava i suoi bellissimi schizzi e collage) sono durate per brevi periodi, poi tutto è sempre stato smantellato, e nell’ultimo progetto, il Floating Piers sul Lago di Iseo, anche completamente riciclato. Insomma, l’arte di Christo e Jeanne-Claude è figlia del nostro tempo: ne è la rappresentazione e soprattutto ne è l’interpretazione. L’impacchettamento del Reichstag a Berlino (compiutosi nel 1995) è un progetto nato negli anni Settanta, quando ancora c’era la Guerra Fredda: un’idea che ha segnato la politica tedesca con ampie discussioni che trascendevano dal mero intervento artistico per entrare nell’ambito della simbologia politica e sociale. Le Surrounded Islands

(1983) possono essere lette anche come un richiamo alla necessità di abbracciare il discorso ecologico, ma non sono un’opera ecologista. Gli Umbrellas (1991) che ritroviamo negli Stati Uniti e in Giappone possono essere interpretati come un monito sulla globalizzazione, ma a quei tempi il termine era ancora ignoto. Personalmente ho potuto sperimentare due installazioni di Christo e Jeanne-Claude, una al Gasometer di Oberhausen The Wall (1999), 13.600 barili di petrolio impilati per ottenere un muro impenetrabile, all’interno di un ex deposito di gas, che potrebbe da essere letto come una protesta contro lo spreco energetico, e The Foating Piers (2016) l’incredibile promenade galleggiante sull’acqua dove l’elemento artistico, di per sé stupefacente, anche dal punto di vista ingegneristico, lasciava spazio a una lettura «sociale» dell’opera che era in effetti un enorme esperimento di riscoperta del valore umano rispetto all’immensità della Natura. Tutta l’opera di Christo e Jeanne-Claude è raccolta in un bel catalogo preparato in occasione di una retrospettiva basata sulle tante opere presenti nella collezione dei coniugi Ingrid e Thomas Jochheim, chiusasi a Berlino lo scorso agosto. Una preziosa testimonianza che ora appare anche come un lascito aperto per essere ulteriormente interpretato e con una postilla intrigante: l’Impacchettamento dell’Arco di Trionfo a Parigi atteso per questo settembre. Perché Christo e Jeanne-Claude non conoscono il rigore del tempo.(lmff )


Christo and Jeanne-Claude | Projects 1963-2020, con testi di Friedhelm Hütte, Ingrid e Thomas Jochheim, Matthias Koddenberg, a cura di Deutsche Bank AG/PalaisPopulaire, Kerber Verlag, 2020, 176 pagine, ca. 135 illustrazioni, euro 29,95. ISBN 9783735606495. Info: www.kerberverlag.com

Christo, Wrapped Appliqués, 1963 © Christo, per gentile concessione Deutsche Bank AG/PalaisPopulairertesy Hatje-

Cantz Publishers.

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Christo and Jeanne-Claude, The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), 2014 © Christo, per gentile concessione Deutsche Bank AG/PalaisPopulaire

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Christo and Jeanne-Claude, Arc de Triomphe, Wrapped (Project for Paris) Place de l’Etoile – Charles de Gaulle, 2019 © Christo, per gentile concessione Deutsche Bank AG/PalaisPopulaire

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110 Si fa presto a dire superbonus. Già, ma la legge ha fissato precisi paletti per chi intende riqualificare l'edificio usufruendo dello sconto del 110%, per ottenere i lavori gratis. Ecco perché bisogna fare attenzione agli impianti, uno dei tre pilastri su cui si poggia il super incentivo. Bisogna sempre puntare in alto, insomma. Come nel caso del controsoffitto, una superficie che nasconde molte novità da scoprire

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Quale strada PER CAMBIARE

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La realizzazione di nuovi edifici a energia quasi zero (nZeb) è facilmente perseguibile, anche con l’adozione delle pompe di calore, uno dei pilastri degli incentivi. Ma a una condizione di Sergio Zabot, ingegnere

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l decreto legislativo 10 giugno 2020 n. 48, nel recepire la direttiva Ue 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio, ha introdotto la cosiddetta Strategia di Ristrutturazione a Lungo Termine (Srlt) per sostenere la ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali sia pubblici sia privati, al fine di ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050, e facilitando la trasformazione, efficace in termini di costi, degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero. La strategia di ristrutturazione a lungo termine, inoltre, è recepita nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec). MA QUANTO MI COSTA? Le bollette energetiche per il riscaldamento e il raffrescamento sono molto elevate e, a livello europeo, rappresentano oltre il 40% dei consumi totali di energia. In molti paesi europei sono già stati avviati piani di sostegno e di industrializzazione per l’edilizia sostenibile, utilizzando nuovi materiali, sistemi tecnologici e tecniche di costruzione innovative, con massicci investimenti sia nel settore pubblico sia in quello privato. I vari componenti tecnologici sia passivi sia attivi che concorrono alla riduzione dei consumi di energia da fonte fossile devono far parte di un quadro in cui essi siano fortemente sinergici. Pertanto, ridurre il fabbisogno di energia degli involucri edilizi, costituisce un prerequisito indispensabile perché le nuove tecnologie energetiche e le fonti rinnovabili in particolare possano essere dispiegate efficacemente, consentendo loro una rapida penetrazione fino a diventare la quota preponderante di input energetico negli edifici. QUASI NIENTE Tuttavia, da una parte la realizzazione di nuovi edifici a energia quasi zero (nZeb) è facilmente perseguibile grazie a una accurata progettazione integrata che contempli il ricorso a super isolamenti, serramenti performanti, sistemi di riscaldamento a bassa temperatura,

Un sistema di facciata verde è in grado di aumentare l'isolamento dell'involucro edilizio

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SUPERBONUS

Installazione di pannelli fotovoltaici in copertura. Nella pagina a fianco, pompe di calore esterne

pompe di calore, sistemi di ventilazione meccanica controllata, impianti solari termici e fotovoltaici, impianti a biomassa e biocombustibili, sistemi di regolazione e controllo. Dall’altra parte, però, il recupero e l’adeguamento energetico degli edifici e degli impianti esistenti è molto più problematico, colpa soprattutto del diffuso degrado edilizio e della carenza di manutenzione, oltre che di concezioni architettoniche obsolete degli edifici esistenti. Ciò giustifica il cosiddetto super ecobonus per la riqualificazione energetica, incentivo introdotto dall’attuale Governo per utilizzare la riqualificazione del parco edilizio quale volano per la ripresa economica. LO STATUS La gran parte dello stock edilizio esistente è caratterizzato infatti da involucri scarsamente coibentati, da impianti di riscaldamento ad alta temperatura, da scarsità di impianti alimentati da fonti rinnovabili, da assenza di sistemi di recupero energetico sull’aria di ricambio, oltre che da sistemi di regolazione e controllo di scarsa efficacia. Il riscaldamento alimentato a gasolio è stato quasi completamente sostituito dal gas naturale, che comunque, anche con la tecnologia della condensazione, brucia

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combustibile a temperature elevate, oltre i mille gradi, per ottenere acqua calda intorno ai 60-70 gradi, che alimenta reti di distribuzione e corpi scaldanti dimensionati per quelle temperature. Per non parlare della produzione di acqua calda sanitaria (Acs) che brucia combustibili pregiati o peggio energia elettrica, per ottenere acqua calda a non più di 40 gradi. L’ULTIMA FRONTIERA La sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore rappresenta l’ultima frontiera delle tecnologie ad elevata efficienza energetica e basso impatto ambientale. Basti pensare che il rendimento di «secondo principio» di una caldaia a gas, quindi in termini prettamente entropici, raggiunge a malapena il 3%, mentre quello di una pompa di calore è mediamente dieci volte superiore. Ciò è dovuto al fatto che, nelle moderne pompe di calore, per ogni kWh di energia elettrica utilizzata per il funzionamento del compressore, se ne possono recuperare gratuitamente almeno tre dall’ambiente esterno. Se, poi, il kWh elettrico è prodotto da un impianto fotovoltaico o proviene comunque da energia rinnovabile, tutto l’impianto di riscaldamento o di raffreddamento risulta a zero emissioni di carbonio.


DIVERSI LIVELLI Ma l’introduzione massiccia delle pompe di calore nei sistemi di riscaldamento esistenti è resa problematica proprio dai diversi livelli di temperatura su cui esse esplicano le efficienze più elevate. Le pompe di calore, infatti, raggiungono livelli di prestazione più alti quanto più è ridotta la differenza di temperatura tra il fluido immesso nella rete di distribuzione dell’edificio e il mezzo a cui viene sottratto o ceduto il calore, tipicamente acqua di falda, terreno o anche aria esterna. Una riqualificazione impiantistica basata su pompe di calore presuppone oltre che alla realizzazione del sistema di scambio termico, particolarmente oneroso se basato su sonde geotermiche, l’adeguamento del sistema di distribuzione dei fluidi termici e frigoriferi, l’introduzione di sistemi di ventilazione meccanica controllata e di sistemi di regolazione e controllo adeguati. In sistesi, gli interventi di riqualificazione edilizia integrati, possono rivelarsi particolarmente dispendiosi, soprattutto se realizzati con sistemi a pompa di calore, ma possono portare a risultati efficaci e conseguire risparmi futuri consistenti, favorendo quello sviluppo sostenibile e duraturo, di cui abbiamo drammaticamente bisogno.

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TECNICHE & MATERIALI

Un vestito al lato B DELLA SOLETTA

Scegliere il pannello giusto per insonorizzare o coibentare un ambiente non è semplice: la fisica dei materiali prevede rigorosi calcoli per individuare la soluzione adeguata, che sia un luogo pubblico o un'abitazione. Ecco quali sono i criteri da seguire di Cristiano Vassanelli 114

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S

arà certamente capitato anche a voi di prendere posto all’interno di un locale ristorante e dopo pochi istanti, di accorgervi che la comunicazione verbale con le altre persone sedute al vostro tavolo risulta complicatissima a causa della presenza di altri avventori che, come voi, stanno faticando a comprendersi l’uno con l’altro. Istintivamente, quando non riusciamo a farci comprendere con un tono di voce normale, alziamo il nostro nella speranza di prevaricare le chiacchiere altrui e farci finalmente capire. Ma è la medesima tecnica sfruttata da tutti gli altri avventori: il risultato finale sarà solo di elevare il livello di tutte le voci e, quindi, il rumore prodotto all’interno del locale. Siamo in presenza di un fenomeno acustico che in molti conoscono con il nome di effetto eco, ma che sarebbe più preciso definire eccesso di riverberazione o riflessione sonora.


FISICA DEL RUMORE Accade che la voce umana o qualunque altra emissione sonora, mano a mano che si allontana dalla sorgente (la nostra bocca, per esempio) secondo una distribuzione spaziale a onde sferiche, incontra una serie di superfici su cui l’energia sonora è più o meno riflessa in base alla tipologia di finitura. Quando l’onda sonora incontra superfici molto lisce e rigide, come pavimenti rivestiti di materiali lapidei (gres, ceramica, cotto, marmo), pavimenti in legno incollati, pareti intonacate al civile o a gesso fino, specchi, vetrate particolarmente rigide, saremo in presenza di una forte riflessione di energia come esemplificato nell’immagine a fianco, rappresentativa di un locale adibito a sala conferenze. QUALITÀ DEL SUONO La condizione appena descritta è purtroppo piuttosto frequente nei locali adibiti a ristorazione e all’interno delle aule scolastiche ed è relativa ad una mancata valutazione della qualità acustica dei locali, tematica tra le più affascinanti della fisica, conosciuta e praticata da millenni in tutti gli edifici con destinazione d’uso rivolta al pubblico, sia a livello ristorativo che di intrattenimento, divulgativo, religioso o di pubblico spettacolo. Ristoranti, cinema, sale conferenze, teatri, auditorium, ambienti scolastici, sale di registrazione, palestre, e palazzetti, solo per elencare le destinazioni d’uso più rappresentative, sono e dovrebbero sempre essere sottoposte preliminarmente a un approfondito studio della condizione acustica, necessario a governare la qualità della trasmissione sonora, sia essa vocale, strumentale o elettro-amplificata, in riferimento alla finalità del locale stesso. Affinché sia possibile procedere a tali delicate valutazioni è necessario introdurre alcuni nuovi concetti, che

definiscono i parametri acustici che determinano lo studio ed il controllo della qualità acustica di un locale. Per qualificare acusticamente un locale esistono diverse possibilità in base alla destinazione d’uso del locale e alle necessità legate alla destinazione stessa. Se per un ristorante potrà bastare una valutazione della qualità acustica interna piuttosto grossolana, affidandosi alla sola stima preventiva del tempo di riverberazione, per una aula scolastica, sala conferenze o auditorium sarà necessario approfondire ulteriormente le tematiche legate all’intelligibilità della comunicazione verbale e stimare altri parametri legati alla chiarezza, come ben specificato all’interno della nuova Norma Uni 11532-2 che tratta proprio la qualità acustica delle aule scolastiche e sale adibite alla comunicazione vocale. Tale norma ha raccolto, in pratica, le sollecitazioni contenute all’interno del decreto che ha introdotto i Cam (Criteri ambientali minimi) e stabilito le modalità di calcolo, i limiti a cui riferirsi e le tecniche di verifica in opera di altri due parametri oltre al tempo di riverberazione. Tali parametri sono in C50 (che determina la chiarezza del segnale vocale) e lo Sti (Speech Trasmission Index, che determina in buona sostanza quanto della comunicazione verbale è stato possibile apprendere). I parametri più significativi per procedere ad una valutazione della qualità acustica di un ambiente sono: • Il tempo di riverberazione, misurato in secondi (s), rappresenta in buona sostanza l’effetto eco, cioè il protrarsi della coda sonora; è definito come il tempo in secondi che impiegherà un segnale sonoro di tipo impulsivo di forte entità (come ad esempio lo scoppio di un palloncino) a decadere di 60 dB, per tale ragione è conosciuto come T60. • Il coefficiente di assorbimento acustico è un pa-

Esempio di piccola sala conferenza con evidenza delle riflessioni delle varie superfici

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TECNICHE & MATERIALI

rametro adimensionale (cioè senza unità di misura) che rappresenta la percentuale dell’energia riflessa da una determinata superficie, è un valore compreso tra 0 e 1, dove assorbimento zero significa che quella porzione di superficie riflette in pratica il 100% dell’energia sonora e quindi non assorbe nulla, mentre assorbimento 1 significa che la superficie è in grado di assorbire il 100% dell’energia sonora. In realtà, il coefficiente di assorbimento acustico indicato con la lettera greca αw, non potrà mai arrivare né a zero né tantomeno a 1, ma sarà sempre contenuto all’interno di questo intervallo (volendo esprimere tale concetto con notazione matematica avremo la 0 < αw < 1). Ogni superficie avrà di conseguenza un valore di assorbimento in base al tipo di finitura superficiale ed alla flessibilità del supporto su cui è applicata la finitura, più il valore tenderà a zero più ci troveremo elementi riflettenti, e tempi di riverberazione elevati nell’ordine di qualche secondo (1÷8 s), più il valore sarà prossimo a 1 meno riflessioni avremo e l’effetto sarà di un ambiente più “asciutto”, cioè con Tempi di Riverberazione nell’ordine di qualche decimo di secondo. • L’area di assorbimento equivalente, indicata con il simbolo Aeq e misurata in metri quadri, è la sommatoria dei prodotti che si ottengono moltiplicando l’area di una determinata porzione di superficie per il coefficiente di assorbimento acustico della finitura di quella determinata porzione (volendo esprimere tale concetto con notazione matematica avremo Σαi A i dove il pedice i sta ad indicare ogni superficie presa in esame); tale sommatoria dovrà comprendere tutte le superfici presenti all’interno di un locale, comprendendo sia quelle degli elementi che confinano il locale sia quelle di tutti gli arredi presenti all’interno del locale stesso, persone comprese.

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L’indice di chiarezza C50, introdotto da Reichart e Leumann nel 1974, è un parametro che si misura in dB e valuta la nitidezza della percezione di un segnale sonoro nel tempo; si ottiene per confronto tra l’energia sonora delle riflessioni acustiche iniziali (prime riflessioni) con l’energia sonora delle riflessioni che arrivano più ritardate (riflessioni di II e III ordine). • L’indice di trasmissione del parlato (Sti) è un parametro che determina l’intelligibilità di una comunicazione verbale, detto in modo un po’ brutale è in buona sostanza la quantità di segnale che riusciamo a capire all’interno di una comunicazione verbale. Ha valore adimensionale compreso tra 0 e 1 (lo possiamo anche esprimere in percentuale), ad un valore dello STI di 0,45 (45%) corrisponde una comprensione del 45% della comunicazione sonora, ad un valore dello STI di 0,95 (95%) corrisponde un apprendimento di quanto comunicato quasi completo. Tra tutti i parametri sopra definiti è necessario fare un chiarimento in relazione a cosa essi significhino e quali informazioni progettuali possono darci. Volendo affinare la trattazione, potremmo dire che il tempo di riverberazione è un parametro che dipende esclusivamente dalle proprietà dell’ambiente. In realtà, quindi, non sarebbe un parametro che definisce la qualità acustica, ma solo le caratteristiche di un ambiente. In definitiva, non è detto che un determinato ambiente con un buon valore del tempo di riverberazione (di cui parleremo dopo) non implica che la qualità acustica di quell’area sia elevata o idonea, in quanto quest’ultima è influenzata anche da altri fattori acustici, quali la qualità del segnale (la comunicazione verbale o sonora), la presenza di apparecchi per la riproduzione sonora ed il loro posizionamento e dal rumore di fondo presente all’interno di un ambiente. L’indice di chiarezza, invece, è un parametro che qualifica la condizione acustica in quanto determina la possibilità che il segnale primario (quello che vorremmo comunicare) non sia distorto dalle riflessioni al punto di limitarne drasticamente la comprensione. Lo Sti, infine, è il parametro che più di tutti descrive la qualità acustica di un ambiente, prende in considerazione il segnale sonoro primario e ne valuta la sua intelligibilità in tutti i luoghi dell’ambiente stesso, valutando quanto del segnale possa essere appreso in presenza di altri fattori che ne potrebbero determinare la distorsione come una cattiva distribuzione dei punti di diffusione del segnale, un rumore di fondo elevato o la presenza di una riverberazione eccessiva. Quando si valuta la caratterizzazione acustica di un locale, la discriminante che determina la valutazione del


tempo di riverberazione più idoneo (definito Tempo di riverberazione ottimo e indicato con il simbolo T60 Ott) è legata alla destinazione d’uso del locale stesso. Ogni locale o sala ha un suo T60 Ott che possiamo trovare in forma grafica (come rappresentato a lato) o procedendo tramite formule sperimentali di calcolo, per locali di ascolto musicale: 2.5 e

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attorno a 0,1 (la maggioranza dei casi) e molto simili. Ma per ambienti con assorbimenti elevati e con superfici aventi coefficienti di assorbimento molto diversi, tale formula risulta inadeguata. Volendo diminuire il grado di approssimazione sarà possibile procedere con una misura diretta del tempo di riverberazione tramite un rilievo fonometrico (il fonometro è lo strumento adibito alla misura dei fenomeni sonori), fino ad arrivare ad una modellazione al software, capace di descrivere e simulare la situazione acustica di un locale con margini di errore molto contenuti e volendo, spingersi oltre con la valutazione dell’indice di chiarezza e dello Sti.

50.000

Volume (mc)

T60 Ott = 0,1 V o per locali adibiti ad ascolto del parlato (inclusi ristoranti, uffici, ecc): T60 Ott = 0,5 + 0,0001 V (valide per medie frequenze tra 500 Hz e 3000 Hz).

IL CASO PRATICO Senza voler addentrarsi in problematiche troppo complesse e appesantire troppo la trattazione, a scopo divulgativo proviamo a prendere in considerazione un caso studio di applicazione delle tecniche di correzione acustica di un locale adibito a comunicazione verbale, ad esempio una piccola sala conferenze o aula universitaria e descrivere di seguito il procedimento di calcolo previsionale. Ipotizziamo che la nostra sala abbia una superficie di 80 metri quadri e un'altezza interna di 4,3 metri. La sala ha sei superfici interne che interessano il calcolo del tempo di riverberazione, il pavimento rivestito di piastrelle in gres, le pareti e il soffitto

Una volta noti questi parametri, per poter effettuare un calcolo preventivo del tempo di riverberazione, avremo bisogno di un ultimo parametro geometrico del locale, il suo Volume, indicato con il simbolo V e misurato in metri cubi. Come precedentemente descritto, il calcolo teorico del Tempo di Riverberazione è legato ai parametri acustici e geometrici del locale oggetto di studio, tramite una legge sperimentale conosciuta come Formula di Sabine(1) e di seguito riportata: V V T60 = 0,16 = Σαi A i α1A1 + α2 A 2 + α3A 3 + ……..+ αn A n Tale formula ha chiaramente carattere approssimativo e alcuni limiti di applicabilità: può essere sfruttata per situazioni dove le caratteristiche geometriche del locale sono piuttosto regolari (non ci sono sproporzioni tra le dimensioni) e, comunque, per ambienti in cui le superfici abbiano valori di assorbimento acustico bassi,

(1) Wallace Clement Sabine (13 giugno 1868 – 10 gennaio 1919): Fisico statunitense precursore degli studi sull’acustica architettonica. Tra i primi a sperimentare il tempo di decadimento del suono su varie frequenze, in presenza di diversi materiali, scoprì inoltre che il corpo di una persona ha le capacità di assorbimento di circa 6 poltrone imbottite. Grazie a questi esperimenti fu il primo a stabilire una connessione tra le dimensioni di una sala e la capacità di assorbimento acustico delle superfici presenti.

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TECNICHE & MATERIALI

finiti con intonaco civile dipinto. All’interno della sala sono presenti: un desk relatori in legno, con superfici di 5 metri quadri, con quattro seggiole, sempre in legno, ognuna con una superficie di 0,10 metri quadri e altre 30 seggiole per gli astanti, per un totale di 34. La sala ha una porta d’ingresso in vetro con superficie di 9,7 metri quadri, due finestre aventi superficie complessiva di 3,6 metri quadri e una lavagna di superficie 6 metri quadri. A ogni superficie considerata corrisponderà un determinato coefficiente di assorbimento acustico a diverse frequenze predefinite (125 Hz, 250 Hz, 500 Hz, 1000 Hz, 2000 Hz e 4000 Hz), che è possibile trovare in forma tabellare, consultando letteratura tecnica di settore o semplicemente tramite una ricerca sul web. Nel nostro caso, per facilitare i calcoli prenderemo in esame solo i coefficienti di assorbimento a 500 Hz e faremo una simulazione considerando la sala ristorante vuota e completamente riempita di avventori, anche se il calcolo sarebbe da sviluppare e ripetere per ogni frequenza sopra indicata e per quattro diverse condizioni di presenza di avventori (sala vuota, sala piena per metà, sala piena al 75% e completamente piena), al fine di ottenere uno spettro del tempo di riverberazione sulle varie frequenze e una serie di condizioni di frequentazione del locale. In estrema sintesi, al termine di una valutazione teorica di un determinato locale affetto da problematiche di carente qualità acustica si dovrebbe ottenere un grafico costituito da quattro curve rappresentanti

Tipo di finitura superficiale Pavimento in gres

Area della superficie [m2]

diversi andamenti del tempo di riverberazione in dipendenza della presenza degli astanti, sviluppate su tutte le frequenze, come riportato nell’immagine a lato, rappresentativa dello studio effettuato per una sala adibita musica strumentale elettro-amplificata. Tornando al nostro calcolo semplificato, la prima valutazione da fare è relativa al calcolo del tempo di riverberazione ottimo, secondo la formula prima presentata, valida per ambienti adibiti ad ascolto del parlato: T60 Ott = 0,5 + 0,0001 V Calcolo del Volume del locale: V = A x h = 80 x 4,3 = 344 m 3 Calcolo del tempo di riverberazione ottimo del locale: T60 Ott = 0,5 + 0,0001 V = 0,5 + 0,0001 x 344 = 0,534 s ≈ 0,53 S Determiniamo poi le tipologie di superfici assorbenti presenti all’interno della sala ristorazione (vedi tabella). Stabiliti i valori dei coefficienti di assorbimento acustico è ora possibile effettuare il calcolo del tempo di riverberazione nella condizione esistente, con la sala da pranzo completamente vuota (verrà quindi presa in considerazione l’Area di assorbimento equivalente delle seggiole senza persone) secondo la seguente procedura:

Coeff. Assorbimento acustico

80

0,02

220,7

0,02

5

0,02

Vetro della porta

9,7

0,04

Legno delle seggiole vuote

3,4

0,05

Sedie occupate

3,4

0,66

6

0,03

3,6

0,03

Intonaco civile dipinto Legno del desk

Plastica della lavagna Vetro delle finestre

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Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente: Aeq = Σαi A i = (80 x 0,02) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,05) + (6 x 0,03) + (3,6 x 0,03) = 6,96 m 2 Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il Tempo di Riverberazione: V 344 T60 = 0,16 = 0,16 = 7,91 s(sala vuota) Σαi A 6,96 Il valore ottenuto dimostra che il tempo di riverberazione con sala vuota è decisamente superiore a quello ottimo calcolato in precedenza. Rifacciamo ora il calcolo considerando la sala completamente riempita di astanti, sostituendo l’area di assorbimento delle seggiole vuote con quella relativa alle seggiole occupate al 100%. Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente: Aeq = Σαi A i = (80 x 0,02) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,66) + (6 x 0,03) + (3,6 x 0,03) = 9,04 m 2 Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il Tempo di Riverberazione: T60 = 0,16

V

= 0,16 Σαi A i

344 = 6,08 s(sala piena) 9,04

La presenza degli astanti ha quindi diminuito il tempo di riverberazione in modo evidente ma non abbastanza da avvicinarsi a quello ottimo calcolato in precedenza. In questi casi per abbassare ulteriormente il valore del tempo di riverberazione, sarà necessario procedere inserendo delle superfici con valori di assorbimento acustico superiori rispetto alle superfici esistenti e reiterare il calcolo simulando la nuova condizione. In concerto con la proprietà dell’attività, e guidati da un professionista, si procederà a valutare quali superfici siano disponibili per effettuare l’intervento di correzione acustica della sala, non tralasciando

gli aspetti legati all’economia dell’intervento, alla resa estetica, alla praticità ed alla durata dello stesso. A meno di casi eccezionali le superfici solitamente preposte agli interventi di correzione acustica sono i soffitti in primis e, poi, le pareti. I pavimenti sono solitamente esclusi per questioni di praticità e invasività dell’intervento. LE SOLUZIONI Le soluzioni fonoassorbenti oggi disponibili sul mercato sono molteplici e possono soddisfare tutte le richieste sia sotto l’aspetto prestazionale che della resa estetica. Di seguito una panoramica delle tecniche maggiormente diffuse: • controsoffitti fonoassorbenti a spessore variabile • tendaggi in prossimità delle finestre • contropareti assorbenti a spessore variabile • elementi di arredo da applicare a parete • deflettori (baffles) pendenti da applicare a soffitto • punti luce o lampadari fonoassorbenti • carte da parati fonoassorbenti • intonaci fonoassorbenti Tali opportunità di correzione acustica saranno da valutare in base ad una serie di discriminanti che faranno pendere per l’una o per l’altra tecnica d’intervento, a grandi linee comunque, alcune tecniche e materiali hanno già una specifica destinazione d’uso o una nicchia di mercato consolidata nel tempo. Fisicamente esistono tre grandi famiglie di tecniche d’intervento che funzionano secondo diversi fenomeni: • assorbimento acustico fornito dal tipo di finitura • assorbimento acustico per vibrazione di un pannello • assorbimento acustico per risonanza di cavità (che sfruttano la teoria del risuonatore di Helmotz(2)) Nella prima famiglia troveremo tutti i materiali a base di tessuti (sintetici e naturali), fissati su telai in legno o alluminio o incollati direttamente al supporto tramite collanti o altre metodologie (per esempio, con il velcro). Pannelli di varie forme geometriche, tendaggi, imbottiture di sedie o poltrone, rivestimenti e carte da parati, arazzi e quant’altro abbia costituzione fibrosa o porosa, come evidenziato nelle immagini. Tale tecnica di fono assorbimento funziona grazie all’irregolarità delle superfici e alla loro costituzione

(2) Hermann Von Helmotz (31 agosto 1821 – 8 settembre 1894): Medico, fisiologo e fisico tedesco, tra gli scienziati più poliedrici della sua epoca. I suoi risonatori sono dispositivi oscillanti che a determinate frequenze entrano in vibrazione in base alla loro geometria, vengono sfruttati per neutralizzare determinate frequenze in campo di acustica architettonica e nel campo automobilistico, se ancora oggi il rombo della Porche è tra i suoni più amati dagli appassionati, lo dobbiamo proprio ai risonatori Helmotz, che vengono inseriti per ottimizzare i gas di scarico conferendo l’inconfondibile sound.

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TECNICHE & MATERIALI

Esempi di pannelli fonoassorbenti applicati a parete

capace di non far riflettere completamente l’onda sonora incidente, imbrigliata tra le fibre aventi disposizione tridimensionale irregolare e casuale. I DEFLETTORI Con lo stesso principio lavorano anche i deflettori (baffles) che, in ambienti dotati di grandi altezze, possono essere posati in verticale incrementando la superficie assorbente e fornendo quindi un’ottima soluzione sia sotto l’aspetto prestazionale che sotto il profilo estetico (la loro distribuzione potrà essere inclinata, seguire delle curve o altro in modo da liberare la fantasia del progettista d’interni). Tali soluzioni possono essere sfruttate per quasi tutti gli ambienti, sale di ristorazione, uffici, mense, sale riunioni, aule scolastiche, discoteche e altro. La seconda famiglia è composta dai controsoffitti e le contropareti, in gesso rivestito, metallo o legno, montate su telai metallici o su listelli in legno, che riescono a fornire buoni valori di assorbimento grazie alla vibrazione indotta dall’onda sonora. Un suono quando incontra una superficie cede una quota di energia per attraversarla, se l’elemento è flessibile ed elastico, tale energia metterà in movimento l’elemento stesso, sottraendola all’energia sonora e ottenendo, quindi, il risultato di limitare l’energia riflessa responsabile del fastidioso riverbero. La terza e ultima famiglia è rappresentata da pannelli forati, sempre in gesso rivestito, metallo o legno. I fori presenti saranno dimensionati in modo da colpire selettivamente le frequenze che interessano il riverbero, un po’ come se fossero dei colli di bottiglia in cui un suono, una volta entrato, non riesce ad uscire a meno di un forte decremento di energia, in quanto intrappolato dalla geometria della cavità. Se a ogni foro corrisponde un assorbimento a una determinata frequenza, tali sistemi rischierebbero di risultare troppo selettivi e, quindi, confinati a destinazioni d’uso iper specifiche. Per risolvere tale

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questione i produttori hanno studiato versioni di pannelli con fori a diametro e forme variabili, capaci di intervenire su un ampio spettro di frequenze, ampliando di conseguenza l’effetto fonoassorbente del sistema. MATERIALI FIBROSI Un’ulteriore miglioria a tali sistemi è stata effettuata inserendo dei materiali fibrosi a media densità (solitamente a base di fibre minerali o sintetiche di poliestere con densità tra i 20 kg/m3 ed i 50 kg/m3) tra i montanti della struttura che sostengono la lastra forata e la muratura su cui la stessa è stata vincolata, in tal modo si amplia ancora l’effetto fonoassorbente dell’intervento. Queste nuove conoscenze hanno portato il mercato a proporre sistemi fonoassorbenti che, in pratica, raggruppano tutte e tre le modalità di fonoassorbimento in una sola soluzione composta da pannelli vibranti dotati di forature a diametro e geometria variabile, con pannelli fibrosi interposti nell’intercapedine, disponibili in lastre di gesso rivestito, metallo o legno delle migliori essenze, capaci di ottimi risultati ed eccellenti rese estetiche e sempre più presenti in locali quali auditorium e grandi sale conferenze, prestigiose sedi aziendali, uffici, hall di aeroporti e altro, come esemplificato dalle immagini. EFFETTO PLAFOND Tornando ancora al nostro caso studio, ipotizziamo quindi che per la nostra piccola sala conferenze sia stato messo a disposizione il soffitto come superficie preposta all’intervento fonoassorbente e che sia stato concesso un ribassamento di circa 30 centimetri. Per quanto concerne la resa estetica dell’intervento, la proprietà ha richiesto, inoltre, una soluzione non troppo onerosa ma di una certa resa estetica, possibilmente allineata alle tendenze moderne. In considerazione delle indicazioni della proprietà viene effettuata, quindi, una ricerca e formulate una serie


di proposte, diverse per prestazione, costi e resa estetica in modo da poter valutare quale soluzione sia quella dotata del miglior rapporto qualità/ prezzo/resa. Immaginiamo che in concerto con la proprietà la scelta sia caduta su moduli quadrati (dimensioni 1200 x 1200 millimetri e spessore 5 centimetri) da applicare a soffitto, costituiti da telai in legno su misura e forme a scelta, riempiti di materiale fonoassorbente di tipo fibroso (come fibra di poliestere o fibre minerali) e rivestiti di tessuto non tessuto o di tessuti naturali, disponibili anche in diverse colorazioni. In considerazione dell’elevato tempo di riverberazione, come primo tentativo di calcolo si decide di considerare una quantità di pannelli in grado di occupare circa l’80% della superficie del soffitto, lasciando alcuni spazi tra gli uni e gli altri per sfruttare l’assorbimento anche della parte superiore del pannello, come esemplificato nelle immagini. Il valore del coefficiente di assorbimento acustico di questi pannelli a 500 Hz indicato nelle schede tecniche del produttore è pari a 0,79. Stabiliti i nuovi valori dei coefficienti di assorbimento acustico dopo l’intervento correttivo è ora possibile effettuare il calcolo del tempo di riverberazione nella condizione corretta, di nuovo con la sala completamente vuota (è presa in considerazione l’area di assorbimento equivalente delle seggiole senza persone) secondo la seguente procedura: Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente:

Esempi di pannelli fonoassorbenti a soffitto

Aeq = Σαi A i = (22,4 x 0,02) + (57,6 x 0,79) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,05) + (6 x 0,03) + 83,6 x 0,03) = 51,3 m 2 Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il tempo di riverberazione: V 344 T60 = 0,16 = 0,16 = 1,07 s (sala vuota) Σαi A i 51,3 Il valore ottenuto dimostra che l’intervento di correzione acustica ha avuto un impatto decisamente importante, decrementando di circa 4,5 s il tempo di riverberazione con sala vuota e avvicinandosi al livello ottimo. Rifacciamo ora il calcolo considerando la sala ristorazione completamente riempita di avventori, sostituendo l’Area di assorbimento delle seggiole vuote con quella relativa alle seggiole occupate al 100%.

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TECNICHE & MATERIALI

Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente: Aeq = Σαi A i = (22,4 x 0,02) + (57,6 x 0,79) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,66) + (6 x 0,03) + 83,6 x 0,03) = 53,4 m 2 Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il tempo di riverberazione: V 344 T60 = 0,16 = 0,16 = 1,03 s(sala piena) Σαi A i 53,4

Vista interna con baffles orizzontali appesi

Già con valori del T60 di questa entità il problema del riverbero è decisamente migliorato e potrebbe essere sufficiente a fornire un comfort adeguato agli astanti ma volendo arrivare al Tempo di Riverberazione ottimo le possibilità d’intervento potrebbero essere diverse: • incrementare la presenza dei pannelli a soffitto (passando dal 72% al 90% di copertura dei pannelli fonoassorbenti, si otterrebbe un valore del T60 a sala piene pari a 0,85 s e quindi molto prossimo al T60 ottimo) • inserire qualche arredo fonoassorbente a parete per recuperare circa 10 m 2 di superficie acusticamente attiva • valutare la possibilità di usare i baffles sospesi verticalmente per incrementare la superficie a parità di pannelli, sfruttando l’altezza del locale • inserire dei bass trap (trappole per segnali sonori a basse frequenze) negli angoli formati da pannelli di cartongesso con foratura adeguata (fori di grande diametro) per intercettare le basse frequenze Una volta determinato l’intervento di correzione acustica dell’ambiente, sarà possibile procedere a una simulazione preventiva dell’indice di chiarezza, che dovrà almeno

Esempi di bass trap fonoassorbenti negli angoli e baffles sospesi in verticale

essere maggiore di zero e con l’aggiunta di informazioni relative all’impianto di diffusione sonora ed alle altre condizioni acustiche della sala, procedere alla valutazione preventiva dello Sti ed eventualmente operare altre correzioni che consentano di portare tale valore sopra alla soglia di 0,55 (55%), come richiesto dalla normativa. In conclusione, un problema di eccessivo riverbero, sia esso riferito ad un cinema o teatro, a una mensa o agriturismo, a una sala conferenze o un grande ufficio, può essere affrontato e risolto nella maggioranza dei casi, con interventi di differenti tipologie, dalle più economiche alle più architettonicamente pregevoli, con materiali e sistemi diversi in base alle singole necessità del luogo. Insomma, le strade del fono assorbimento sono infinite…

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Certificazioni porte: IT EI30 / EI60

EN EI30

Test porte:

Dump heat

Shock thermal

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SPECIALE CONTROSOFFITTI

TECNASFALTI ISOLMANT

Benessere DAL SOFFITTO Installabile senza l’utilizzo di colle, il pannello fonoassorbente isolspace sky è privo di leganti fenolici o formaldeide. Ed è realizzato con una fibra sostenibile di Giovanni Argento

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R

endere il soffitto fonoassorbente con un unico prodotto. Con isolspace sky è semplice. La soluzione sviluppata ad hoc da isolspace riduce la propagazione delle riflessioni sonore all’interno di un ambiente chiuso. Negli spazi destinati alle attività quotidiane come uffici, mense, open space, scuole o palestre, il soffitto rappresenta, infatti, la superficie più esposta, dal momento che riceve direttamente i raggi sonori delle sorgenti e li riflette secondo le regole dell’acustica geometrica. Per questo motivo un controsoffitto fonoassorbente è la soluzione ideale. PANNELLI GREEN Pensati appositamente per la correzione acustica in presenza di controsoffitti modulari, i pannelli isolspace sky si installano direttamente nell’orditura metallica senza l’utilizzo di colle o ulteriori fissaggi, sostituendosi ai normali quadrotti in cartongesso. Facile e veloce da posare, il prodotto di Isolmant è composto da Isolfibtec Stl, fibra totalmente atossica, anallergica, idrorepellente, che non favorisce l’accumulo di polvere e che è ottenuta da riciclo di materiale post consumo. QUALSIASI AMBIENTE Certificato per la reazione al fuoco in EuroClasse

ALLA RICERCA DEL COMFORT Presente da oltre 40 anni sul mercato dell’isolamento acustico e termico nelle costruzioni civili e industriali con il marchio Isolmant, Tecnasfalti ha da sempre come obiettivo il benessere e il comfort abitativo delle persone che negli edifici vivono e lavorano. Ricerca, qualità, tecnologia e innovazione sono i capisaldi di una realtà che non smette di evolversi per rispondere alle esigenze del mercato. Esperienza e profonda conoscenza dei materiali hanno portato Tecnasfalti allo sviluppo di soluzioni all’avanguardia, come isolspace, il brand per la fonocorrezione di design, una problematica sempre più attuale e diffusa che l’azienda ha saputo anticipare e affrontare con prodotti altamente personalizzabili per interventi tailor made che uniscono design e funzionalità, elevate prestazioni acustiche e dimensione estetica.

B-s2, d0, isolspace sky può essere applicato in ogni locale, conformemente alle specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi. Privo nella sua composizione di leganti fenolici o formaldeide, isolspace sky è disponibile nella versione standard nei colori bianco, nero e grigio melange, tonalità neutre che si addicono a qualsiasi ambiente, mentre su richiesta è possibile personalizzare la colorazione superficiale scegliendo il colore Pantone preferito e che più si addice al contesto.

Controsoffitto con pannelli fonoassorbenti isolspace sky

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AL LAVORO CON YOUBUILD XXX

Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori... YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica anche informazioni utili, pratiche, aggiornate. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.

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YB

COME SI

FA

SOLUZIONI & PROGETTI In questo numero: parapetti e soluzioni per l’isolamento termico

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PARAPETTI Sicurezza forte come il vetro

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BRIANZA PLASTICA Pronti a tutto per tetto o parete

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YB

COME SI FA

Balconi sicuri? Inquadra il Qr Code e fai il check-up https://bit.ly/l_balconisicuri

hiello Faraone

Sommario I parapetti sono testati con i massimi requisiti di solidità, come nel caso dell’edificio residenziale F5 di Cuneo

Titolo Sicurezza forte come il vetro autore

di Franco Saro

N

ato dall’intretesto

TETITOLINO Dal punto di vitesto

Dida

TITOLO Hgoepgeprpg

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A

ffrontare il tema della sicurezza in architettura è fondamentale. E quando si parla di sistemi in vetro e soprattutto di parapetti in vetro, diventa d’obbligo. In molti trascurano questo aspetto: tuttavia, è importante conoscere a fondo il comportamento del vetro in ogni situazione legata al sistema impiegato, al tipo di fissaggio, al tipo di solaio o pavimento. Per questo Faraone Architetture Trasparenti ha creato un laboratorio interno certificato, che testa sia i nuovi prodotti in uscita sia le soluzioni richieste dai clienti. L’azienda di Tortoreto (Teramo) è riuscita così a raccogliere moltissimi casi di «balconi al limite» che, anche se sembra strano, non riguarda solo vecchi parapetti. Diverse volte, infatti, anche soluzioni nuove risultano con sicurezza pari a zero.

CHECK-UP Secondo le rilevazioni dell’azienda, in Italia il 90% dei parapetti non è a norma. Ed è proprio per questo motivo che Faraone consiglia un check-up dei propri balconi, terrazzi, scalinate, ballatoi che può avvenire tramite un autocontrollo, una richiesta diretta di check-up direttamente a Faraone o a un suo partner locale. In questo modo

sarà più facile valutare se è necessario un intervento immediato o da programmare. Una volta effettuato il controllo, è importante sostituire il parapetto esistente non sicuro con un sistema a norma, per esempio Ninfa, Alba Magic, Olimpia, Maior, garantendo una posa a regola d’arte con il sistema di fissaggio più idoneo secondo la destinazione d’uso, sia che si trovi fissato su cemento, trave metallica, legno lamellare o che sia fissato a pavimento, a solaio, affogato, interno muretto. Oltre alle famiglie Ninfa tuttovetro e Maior in alluminio e vetro, Faraone da poco ha inserito nel mercato Olimpia, parapetti che intercettano le ultime tendenze in architettura con soluzioni in vetro, lamiera, bacchette, fasce, e Alba Magic, il primo sistema al mondo in grado di rispondere alle ultime normative.

NUOVE NORME Non tutti sanno, infatti, che è importante ricevere l’attestato di prova completo e verificare che l’esame sia superato secondo le norme attuali e che, quindi, non facciano riferimento per esempio a vecchie Uni del

L’edificio residenziale F5 di Cuneo, progetto selezionato ed inserito nella collana Progetti d’Eccellenza Faraone

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COME SI FA

hiello Faraone

Il sistema tuttovetro Ninfa ha una resistenza da 200 a 1000 chilogrammi al metro, superando anche la prova dell’uragano per lavori internazionali negli Usa

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Casi di balconi al limite con sicurezza pari a zero

secolo scorso. Troppo spesso i clienti trascurano la progettazione dei loro ambienti o si affidano a non professionisti del settore, ottenendo in cambio un prodotto non solo non soddisfacente ma soprattutto non sicuro. Scegliere di lavorare solo con installatori e rivenditori che rispettano le normative di sicurezza, ribadisce Faraone, significa avere un parapetto in vetro solido, di alta qualità ed estremamente sicuro. Non esiste in realtà il vetro migliore da scegliere, in quanto oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante. C’è, invece, il giusto pacchetto

tecnologico (sistema + vetro) in grado di raggiungere o meno performance richieste per quell’applicazione ad uso pubblico o privato. La tecnologia Faraone, per esempio, è stata usata per l’edificio residenziale F5 di Cuneo, progetto selezionato ed inserito nella collana Progetti d’Eccellenza Faraone. Nel caso del sistema Ninfa, per esempio, la resistenza è da 200 chilogrammi (uso privato) a 1000 chilogrammi al metro per uso pubblico (come per gli stadi) superando anche la prova dell’uragano per lavori internazionali negli Usa.

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COME SI FA

Brianza Plastica

La gamma completa di soluzioni per l’isolamento termico degli edifici, ideale per interventi di riqualificazione energetica incentivati dal Superbonus 110%: massima compatibilità e grande facilità di impiego sono tra i punti di forza

Pronti a tutto per tetto o parete di Franco Saro

P

er contenere il fabbisogno energetico degli edifici, prima di progettare e dimensionare gli impianti, occorre partire dalla coibentazione dell’involucro edilizio (isolamento delle pareti esterne e coperture, in abbinamento a infissi a bassa trasmittanza termica), riducendo al minimo gli sprechi e i fabbisogni energetici dell’edificio. Tutto questo nella logica di una progettazione integrata, che permetta al sistema-edificio di essere il più possibile efficiente nel suo corso di vita. Un ottimo isolamento termico dell’intero involucro dà luogo a molteplici vantaggi in termini energetici, economici, di salubrità e comfort indoor

Un esempio di facciata ventilata con il sistema Isotec Parete rivestito con lastre in travertino

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e di durabilità per l’edificio. Un edificio ben isolato necessita di minore energia per il riscaldamento e il condizionamento, mantiene ottimali livelli di comfort più a lungo, permette agli impianti termotecnici di lavorare in condizioni di temperatura meno severe, con minori divari rispetto alla temperatura di comfort. Avere a disposizione una gamma completa per l’isolamento di tutto l'involucro è, quindi, un plus per chi progetta. Il sistema termoisolante Isotec di Brianza Plastica, per esempio, consente di creare una coibentazione continua ed omogenea di tutto l’involucro edilizio, eliminando i


ponti termici. Le due varianti per tetto e facciate, Isotec ed Isotec Parete, si posano completamente a secco, con grande rapidità, adattandosi a qualsiasi tipo di scelta estetica ed architettonica. Tutti i prodotti della gamma sono leggeri e facili da lavorare e permettono di realizzare con semplicità un sistema portante, termoisolante, ventilato, per un elevato comfort abitativo. Inoltre, sono ideali sia per la realizzazione di nuovi edifici ad alte prestazioni isolanti che per interventi di ristrutturazione e riefficientamento energetico degli edifici esistenti. Inoltre, sono conformi ai Criteri Ambientali Minimi (Cam), requisito necessario per poter

accedere al superbonus 110%, e sono corredati della mappatura Leed in base alla nuova versione V4. Sia in copertura che in facciata, Isotec vanta una compatibilità universale: è adatto per essere installato su tutti i tipi di strutture portanti e ideale in abbinamento a tutte le tipologie di rivestimento e, siano esse continue o discontinue, con la massima semplicità e velocità di posa. Il suo doppio grado di compatibilità lo rende una soluzione unica, che lascia aperte tutte le possibilità di progettazione tecnica e di scelta estetica sia delle coperture che delle facciate. La compatibilità universale in copertura

Esempi di facciate ventilate realizzate con Isotec Parete: a sinistra in abbinamento con doppio rivestimento in doghe in legno e lastre porta-intonaco; a destra in abbinamento con lastre in grès e lastre in fibrocemento. Sopra: esempi di abbinamento con vari tipi di rivestimento (lastre in fibrocemento, grès, H pl , lastre metalliche) e possibilità di posa del pannello in orizzontale e verticale

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YB

COME SI FA

hiello Plastica Brianza

In questa pagina, copertura realizzata con Isotec Parete in abbinamento a lastre metalliche a scatto e, sotto, copertura con Isotec abbinato a lastre metalliche grecate e a coppi tradizionali

consente l’abbinamento con qualsiasi tipo di rivestimento: da quelli classici in coppi o tegole (con pendenze del tetto a partire dal 30%), alle lastre continue in fibrocemento o fibro-bituminose (a partire da pendenze del 15%), mentre in abbinamento alle lastre metalliche a scatto, Isotec può essere applicato su coperture con pendenze bassissime, a partire dall’1%. L’impiego per l’isolamento del tetto consente di progettare falde anche con bassissime pendenze, utilizzando un manto di copertura adeguato, scegliere il passo del pannello in base alla dimensione del rivestimento, posare e/o fissare il manto di copertura direttamente sul correntino, senza necessità di realizzare ulteriori sottostrutture di supporto, ottimizzando i tempi di posa. Il correntino metallico asolato del sistema Isotec, preassemblato al pannello in stabilimento, offre un appoggio sicuro per qualsiasi rivestimento ed è un punto di ancoraggio saldo per qualsiasi tipo di fissaggio, da scegliere in funzione del tipo di manto di copertura scelto. Anche Isotec Parete, sistema per facciate ventilate, si caratterizza per il doppio grado di compatibilità: i pannelli si applicano infatti ad ogni genere di struttura, sia continua che discontinua, e sono in grado di supportare rivestimenti per facciata sia leggeri che pesanti, con soluzioni di fissaggio adeguati per ogni tipologia di materiale prescelto, dalle lastre in grès alle doghe in legno o in metallo, dalle pregiate lastre in pietra naturale ai pannelli in Hpl, fino ai pannelli in fibrocemento porta-intonaco, consentendo quindi di spaziare da stili ultra-moderni alla conservazione di configurazioni tradizionali rasate a intonaco. In caso di ristrutturazione, il sistema Isotec Parete consente di intervenire direttamente sull’intonaco tassellando il pannello sulla superficie esistente, senza necessità di rimozione dello stesso, con evidente risparmio di costi e tempi di realizzazione. Con un unico intervento ed un solo passaggio di posa, è quindi possibile riefficientare energeticamente l’edificio, con un impatto significativo in termini di risparmio energetico e comfort abitativo e, al tempo stesso, riqualificare esteticamente la facciata, senza limiti alla progettazione architettonica.

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INTORNO

RUSSIA

Aranciata ALLA TARTARA A NabereĹžnye lo studio Drom di Rotterdam ha ripensato piazza Azatlyk, con una nuova promenade su cui affacciano padiglioni, spazi gioco e una piattaforma a spirale orange di Andrea Oldani, Politecnico di Milano

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La «piazza verde», caratterizzata da un anfiteatro che cela al suo interno una caffetteria. Ph. Evgeny Evgrafov A sinistra, vista della piazza. In primo piano la piattaforma panoramica a spirale, verniciata in arancione Kamaz. Photo: Evgeny Evgrafov

U

na discreta tradizione di studi ha equiparato gli spazi aperti urbani all’ambiente domestico, spiegandoli come «grandi interni» delle città. Parti di un organismo unitario che possono essere considerate come le stanze di una casa per via delle affinità che si possono stabilire tra le pareti di un vano e i fronti del costruito, tra la successione di ambienti e la concatenazione di vuoti; elementi messi in relazione da un suolo disegnato e modellato come un grande piano di connessione.

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RUSSIA

Masterplan dell’intervento

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L’IDENTITÀ Questa semplice analogia fa emergere due dei requisiti immancabili di un buon progetto di spazio pubblico. Il primo, risiede nella capacità di presentarsi come un luogo caratterizzato da una identità specifica, chiara e riconoscibile. Il secondo, di disporre di un efficace programma narrativo al suo interno e della capacità di porsi in relazione con gli elementi che fanno da caposaldo al suo intorno. Si tratta di temi che sono stati al centro delle riflessioni che hanno guidato lo studio Drom di Rotterdam nella stesura del progetto di piazza Azatlyk, a Naberežnye Čelny (Tartaria, Russia), nuovo spazio pubblico plurale, dinamico e vibrante. Il lavoro degli architetti è partito dalla analisi dello spazio esistente e del contesto di pertinenza, muovendo da una scelta molto semplice e allo stesso tempo coraggiosa. Hanno così deciso di rompere la forma autoreferenziale dell’impianto preesistente, basato su un asse centrale che avrebbe dovuto collegare il municipio con il museo di Lenin, mai realizzato, in favore di una multi-assialità in grado

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di impostare nuove relazioni tra i punti nodali che si dispongono al contorno del vasto spazio pubblico, in modo da garantirne dinamicità e abitabilità. SPAZI SUDDIVISI Si genera così una nuova promenade su cui affacciano padiglioni, spazi gioco e una piattaforma panoramica a spirale, verniciata in arancione Kamaz, colore tipico degli autocarri prodotti in città. Ciò permette la suddivisione dello spazio centrale in tre diverse stanze, ognuna dotata di un carattere peculiare. A est, la piazza degli eventi è un ambito urbano che viene utilizzato anche per i mercati settimanali all’aperto. Accanto si trova la piazza verde, un luogo rilassante con un anfiteatro e un ampio prato che evidenzia il variare delle stagioni, infine, la piazza della cultura, valorizzata tramite la disposizione di una vasca circolare poco profonda per il gioco. Tutti questi spazi sono caratterizzati da una presenza architettonica dotata di un certo grado di ibridazione: l’anfiteatro contiene al suo interno una caffetteria, la piattaforma panoramica a spirale aggiunge una dimensione verticale allo spazio e


Vista a volo d’uccello che mostra la successione di tre stanze: la “piazza della cultura” (in primo piano), la “piazza verde” (nel mezzo) e, infine, la “piazza degli eventi” (sullo sfondo). Photo: Dmitry Chebanenko

Viste zenitali della piazza. Arredi, piantumazioni, tessiture. Photo: Dmitry Chebanenko

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RUSSIA

La “piazza della cultura”, una delle stanze di Azatlyk Square pensata come luogo in grado di variare la sua identità nel corso delle stagioni

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Diagrammi delle logiche di intervento

LA SCHEDA Progetto: Piazza Azatlyk Luogo: Naberežnye Čelny (Repubblica del Tatarstan, Russia) Cliente: Strelka KB, DOM.RF Progetto: DROM (Timur Karimullin, Sofia Koutsenko, Timur Shabaev) Collaboratori: Asaf Barnea, Aga Batkiewicz, Valentina Ciccotosto, Elif Gözde Öztoprak, Roos Pulskens, Pratyusha Suryakant Consulenti: Strelka KB, KMT-PRO, NOVASCAPE Info: d-r-o-m.com Anno: 2017/2020 Area sito: 7.8 Ha Costo: 4.500.000 €

la piscina circolare viene convertita, in inverno, in una pista di pattinaggio su ghiaccio. Un altro elemento che conferisce un carattere particolare all’ambiente è la presenza di alcuni movimenti di suolo, colline piantumate, disposte in modo da proteggere gli spazi dai forti venti trasversali e dal sole. ELEMENTI DI ARREDO L’insieme è contraddistinto da una attenzione costante nella scelta dei materiali e degli elementi di arredo. Ciò è evidente nelle pavimentazioni, che variano in base alla natura e al senso degli spazi, oltre che negli arredi urbani e negli elementi di illuminazione, realizzati su disegno da produttori locali. Non manca una cura specifica nella scelta del verde che ha privilegiato specie locali di tigli, aceri rossi e abeti rossi e blu. Tutti questi aspetti hanno favorito la naturale integrazione dei nuovi spazi nel centro città con un progetto attento all’ambiente, resiliente e finanziariamente sostenibile.

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ITALIA UNDER 40

FIRENZE

Cucine e tasting

NELLA EX CAPPELLA

Lo showroom progettato dallo studio SuperSpatial nello storico complesso di Ognissanti. Antichi elementi architettonici convivono con una rivisitazione dell’ambiente di Andrea Muzio

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S

uperSpatial è il nome dello studio di architettura fondato nel 2017 da Antonio La Marca, Andrea Govi (entrambi classe 1992) e Matteo Gullo (classe 1993). I tre architetti, laureati al Politecnico di Milano, nonostante la giovane età vantano già parecchia perizia nel settore, con alle spalle un’esperienza come progettisti nello studio di Oma a Rotterdam, oltre a premi e menzioni in concorsi internazionali. Nel 2018 allo Studio è stata commissionata da Officine Gullo la progettazione di uno showroom di cucine in metallo a Firenze, all’interno di una ex cappella nel complesso di Ognissanti. Nonostante la parte centrale del complesso (chiesa e cimitero), contenga pregevoli dipinti di vari maestri del Rinascimento e

abbia mantenuto la sua funzione religiosa, la parte interessata dal progetto è stata da tempo sconsacrata e alterata da precedenti interventi a scopi commerciali. Lo spazio all’interno della cappella, infatti, durante il secolo scorso è stato più volte riadattato come cappella funeraria, fino a cinema e night club e, di recente, un negozio di abbigliamento. Nel corso di queste alterazioni l’area in origine destinata all’altare è stata completamente nascosta, così come la maggior parte della superficie muraria e delle chiusure orizzontali. Attraverso il nuovo progetto, SuperStudio ha deciso di ridare dignità all’edificio, riportando alla luce i layers storici da tempo nascosti dagli strati più recenti, mantenendo tuttavia tracce di tutti gli interventi attuati in passato.

Vista esterna del complesso di Ognissanti. A sinistra, vista da lontano sull’area di esposizione. Da notare l’illuminamento su tensostruttura che può essere regolato

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FIRENZE

Sezione trasversale dell’edificio. Sotto, vista sulla struttura polifunzionale, piano terra. Il piano superiore rimane completamente nascosto

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Dettaglio della scala con vista verso la zona espositiva

LAVORI IN CORSO Il progetto non è partito da un’idea definita, ma è il risultato di un pensiero continuamente modificato e integrato a seguito dei sopralluoghi in cantiere, dovendo interfacciarsi con la continua riscoperta di elementi murari ormai dimenticati. Il lavoro dimostra così la flessibilità degli architetti e la capacità di saper adattare il progetto in corso d’opera. L’elemento principale è la struttura a pianta triangolare, inserita negli anni Ottanta e ora organizzata su due piani, svestita da ciò che è superfluo per essere ripensata come un monolite all’interno della cappella, intenzionalmente diverso rispetto allo spazio restante. Il piano terra di questa struttura è concepito come un’area totalmente flessibile, adatta a ospitare eventi, mostre, esperienze di realtà virtuale e proiezioni cinematografiche. Per garantirne la massima flessibilità, la struttura è resa accessibile da più punti, attraverso percorsi studiati per arricchire l’esperienza del visitatore. Il piano superiore è invece concepito come area per tasting esperienziale ed è accessibile attraverso una scala il cui posizionamento gioca un ruolo fondamentale, ricalcando le vie di passaggio presenti nell’impianto originale della cappella e da tempo cancellate. UN PIANO FORTE L’idea progettuale è non rivelare nulla del piano superiore, che rimane completamente nascosto fino a quando non vi si accede. Si ha così una transizione improvvisa da uno spazio all’altro. E tale scelta permette ai visitatori di scoprire quindi, una volta saliti, un ambiente inaspet-

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FIRENZE

Dettagli finiture e materiali

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tato, rendendo l’esperienza inconsueta e interessante. Tutte le nuove funzioni inserite sono frutto di una attenta riflessione volta a comprendere come aggiungere valore allo spazio preesistente. È così rivisitato il concetto di showroom: si passa dall’idea classica del mostrare il maggior numero possibile di prodotti a quella di stupire il pubblico, dando importanza centrale all’esperienza piuttosto che al contenuto. La parte di

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esposizione, infatti, con modeste dimensioni, riesce a entrare in armonia con le preesistenze, così da fondere l’eleganza del contemporaneo con la bellezza delle forme del passato. TENSOSTRUTTURA Al pari delle aggiunte funzionali, anche i materiali sono stati scelti con grande attenzione per il


Pianta piano terra, in cui si può notare la struttura centrale di pianta triangolare, la parte di esposizione nella zona a nord e le scale nascoste alla vista da un setto murario. Sotto, dettagli architettonici

dettaglio. La zona multifunzionale è sviluppata con un chiaro taglio contemporaneo. Al contempo, gli strati più recenti delle pareti, come anche le piastrelle, sono rimossi per rivelare il passato dell ’edif icio. Il controsoff itto in cartongesso è

stato sostituito da una tensostruttura a rete, che permette un’ampia f lessibilità del sistema di illuminazione, dato che le luci possono essere puntate in modi diversi, per ricreare l’ambiente più adatto a seconda delle necessità.

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ITALIA UNDER 40

TORINO

La bottega IN VERTICALE

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Gli elementi dell’architettura industriale sono serviti per ridefinire lo spazio di uno studio di grafica pubblicitaria. Con un pizzico d’ironia e puntando sulla trasparenza di Ernesto Fava

Vista sull'ingresso dall'ultimo piano soppalcato. A sinistra, ingresso allo studio dal cortile dell'ex Arsenale

I

l quartiere del Borgo Dora, a Torino, è uno dei luoghi più iconici della città. Collettivamente è riconosciuto per il Balon, un grande mercato delle pulci che, assieme alla zona di Porta Palazzo, costituisce l’area mercantile più grande d’Europa. Ad accentuarne il carattere simbolico contribuisce l’enorme pallone aerostatico, visibile da ogni angolo della città, che si leva la seconda domenica di ogni mese per celebrare l’apertura del Gran Balon, a cui partecipano più di 250 espositori e negozi d’antiquariato della zona. Questa singolare porzione di città si distingue per il forte carattere popolare, la mixité sociale, culturale e la presenza di un micro commercio diffuso. Un luogo pieno di contraddizioni, in cui la forte immigrazione dell’ultimo ventennio ha generato un positivo spirito cosmopolita parallelo a tensioni e degrado, in cui un processo di gentrificazione già in atto mira a riqualificare alcune aree ma rischia di sfumare quel carattere informale che tanto impreziosisce le vie del Borgo. LA GRANDE PIAZZA In questo contesto si inserisce, in maniera abbastanza silenziosa, una rete di produzione artistica di alto livello, il cui spazio fisico si condensa nel Cortile del Maglio, un’enorme struttura a corte, caratterizzata da una grande piazza semicoperta che un tempo costituiva l’Arsenale Militare. Intorno a questo luogo di incontro si insediano numerose attività produttive legate al mondo dell’arte e della grafica, spinte dal relativamente basso costo degli affitti di spazi destinati a ufficio, morfologicamente caratterizzati da volumi stretti, lunghi e particolarmente alti (circa 9 metri), che ricordano la struttura del lotto gotico medioevale, funzionalmente organizzato come tool-house (casa-bottega). VERTICALIZZAZIONE Da qui la mia filosofia di progetto, quella di ridefinire uno spazio verticale, destinato a studio di grafica pubblicitaria, sviluppato su più piani «trasparenti», in cui da ogni punto sia possibile avere una visione d’insieme, nel quale si condensano funzioni diverse in base alla quota, dove è fondamentale valorizzare l’intensa produzione artistica di chi lo utilizza. Il cliente, Silvio Cocco, è un

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TORINO

Spaccato con destinazioni d'uso. Sopra, la copertura della piazza dell'ex Arsenale

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Vista sulla copertura dell'ex Arsenale. Sopra, vista interna della piazza coperta del cortile del Maglio

grafico che opera nel territorio nazionale e internazionale come collaboratore per grandi aziende come Ferrero e che sviluppa autonomamente un suo percorso artistico che si è tradotto in un’intensa produzione di opere digitali (studi figurativi, del linguaggio, del font) e scultoree. Da questi presupposti emerge la necessità di articolare una nuova architettura che permetta di svolgere lavoro d’ufficio ma che consenta anche di esercitare, come in un vero e proprio laboratorio, la propria attività d’artista. SOPPALCO Si è deciso dunque di mantenere i due piani esistenti, ma di aggiungere un grande soppalco che definisse un nuovo volume con affaccio diretto sulla copertura dell’ex Arsenale militare. Il senso di architettura trasparente, vuota, priva di eccessivi ostacoli visivi, è stato reso grazie all’utilizzo di elementi caratteristici dell’architettura industriale, come i grigliati che definiscono i nuovi piani di calpestio, le travi in acciaio lasciate al grezzo e un alto palo da pompiere che collega l’ultimo livello al foyer d’ingresso, dal quale il titolare dello studio si lancia (letteralmente) per accogliere i nuovi clienti. Un gioco di doppie e triple altezze, in cui l’arretramento dei solai superiori contribuisce ad alleggerire la struttura e a dare ulteriore slancio verticale allo spazio.

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TORINO

Vista sulla scalla di collegamento tra ingresso e primo piano soppalcato. Sopra, vista sulle postazioni dei collaboratori al piano primo

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Vista dall'ufficio del titolare al secondo piano soppalcato

CAVI D’ACCIAIO A questi elementi si aggiungono accorgimenti raffinati che vogliono riprendere in maniera diretta la psicologia del committente: una rete contorta di cavi in acciaio percorre tutto il fabbricato, sostituendo le balaustre in un groviglio accidentale che vuole essere metafora di un modo di pensare articolato, quasi cervellotico, che si rivede nella sua produzione artistica, capace di analizzare un tema da infinite prospettive e abilissima nel restituirne altrettante rielaborazioni. Un’architettura che parla direttamente alla psicologia umana, utilizzando l’arte come veicolo di connessione. L’organizzazione delle funzioni riprende la logica della tool-house, tipologia abitativa caratteristica dei borghi medioevali nazionali, ma che è facilmente rintracciabile in contesti urbani internazionali, anche extraeuropei (molti insediamenti informali delle megalopoli indiane, per esempio, sono strutturati nello stesso modo): al piano terra, spazio più vicino alla strada e alla piazza, si è deciso di organizzare un ambiente di contatto con le persone del borgo, diviso in ingresso, laboratorio e spazio espositivo. Il primo piano ospita alcune postazioni informatiche disponibili per collaboratori o eventuali subaffittuari e un bagno di servizio, evidenziato da un volume tinta gialla con grafiche a parete fatte su misura per il cliente, a indicare ironicamente la funzione di servizi maschili/femminili. All’ultimo piano, un piccolo salotto direttamente collegato alla copertura, e la postazione del titolare, posta su un enorme grigliato affiancato da un palo in ferro collegato alle esistenti travi in cemento armato, che consente di tuffarsi fino all’ingresso per accogliere i nuovi clienti. Una soluzione estrema, eccentrica, che si ricollega alla personalità del cliente e alla sua esperienza nel corpo degli Alpini. ECCENTRICITÀ In sintesi, il progetto dello Studio Cocco in Borgo Dora è il frutto di un'attenta analisi morfologica e socio-economica del contesto di quartiere nel quale è inserito. Nasce un’architettura eccentrica, in simbiosi con la personalità e la professione del committente, ma anche con il contesto produttivo dell’area, conforme ad una tipologia edilizia (quella della tool-house) con radici storiche profondissime, riscontrabile in più parti d’Italia e del mondo. DALL’ARCHITETTURA ALL’ARTE Ernesto Fava è un giovane architetto freelance, certificato Bim Specialist. Laureato nel 2016 al Politecnico di Torino, ha lavorato come assistente di project manager e designer in un'impresa edile specializzata in strutture in legno lamellare. Oggi collabora con architetti e uffici per progetti privati (principalmente ville) e pubblici (scuole in particolare). È anche illustratore e designer.

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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Tra arte e natura Annidata nel canyon di Santa Monica, la villa progettata da Conner + Perry Architects si adatta perfettamente all’ambiente naturale. Sia per il rivestimento realizzato in legno carbonizzato (Shou Sugi Ban) sia per gli interni che riflettono i materiali del bosco Gli esperti di architettura organica Kristopher Conner e James Perry sono stati incaricati di progettare una residenza che si adattasse allo stile di vita di una coppia profondamente radicata a Los Angeles. Il risultato è una casa che si fonde nel paesaggio di Santa Monica Canyon, tra le querce e gli eucalipto che circondano la proprietà. Il design include grandi finestre che incorniciano gli alberi, ampi cornicioni sporgenti e pareti esterne in vetro completamente apribili su un cortile centrale. Inoltre, i

GLI ESTERNI DELLA CASA SONO CARATTERIZZATI DA LEGNO, FINESTRE A NASTRO E CORNICIONI SPORGENTI. SOPRA, L'EDIFICIO SI FONDE NEL PAESAGGIO DI SANTA MONICA CANYON, LOS ANGELES

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a cura di Giacomo Casarin


LA RELAZIONE TRA INTERNO ED ESTERNO. SOTTO, IL BAGNO PADRONALE È IL PIÙ GRANDE E IL PIÙ ILLUMINATO DELLA CASA, ANCHE GRAZIE A UN AMPIO LUCERNAIO

committenti hanno cercato di riutilizzare il legno di eucalipto raccolto nella proprietà per realizzare mobili da esterno ed elementi chiave della casa, come le grandi porte d’ingresso. Proposito sostenibile I materiali che rivestono la residenza sono stati selezionati per la loro natura organica, la capacità di invecchiare bene e la compatibilità con il clima: ne sono esempi il legno carbonizzato (Shou Sugi Ban), il rame, l’acciaio ossidato e il cemento. Allo stesso modo i materiali interni sono stati scelti per riflettere la natura esterna, come il mix di pietra calcarea grigia e rovere francese utilizzato per il pavimento, l’ottone vissuto, gli elementi in acciaio annerito e la grande varietà di marmi e piastrelle presenti, tra cui le piastrelle d’arte di Lubna Chowdhary. In questo modo la casa diventa un contenitore dove gli elementi naturali si confondono con la preziosa collezione d’arte dei committenti.

Rustic Canyon Residence Progetto: Conner + Perry Architects conner-perry.com Luogo: Los Angeles, USA Interior: Olivia Williams Interior Design, Merrell Design Co.

Impresa edile: RAM Development and Construction Company, Inc., Dick Minium Construction Landscape: Landscape Workspace Foto: Taiyo Watanabe

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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO

IL VOLUME IN VETRO DEI NUOVI UFFICI DELLA SOCIETÀ AMVEST AD AMSTERDAM. SOTTO, LO SPAZIOSO INTERNO A DOPPIA ALTEZZA

Tgklgklkg XXXXXX eo Marino sf X

Lxxxx: xxxxxx

Un ufficio che invoglia Doppie altezze, tanta luce e servizi integrati sono i plus dell’ultimo progetto di Firm Architects e Rietveld Architects. Ma la nuova sede della

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società Amvest ad Amsterdam, oltre all’attenzione per il lavoratore, pone come principio base anche i materiali riciclati e la sostenibilità

In questo momento storico dove il lavoro e la vita privata sono sempre più intrecciati, un ufficio diventa più di un insieme di scrivanie e sedie. Più


IL CAMPO SPORTIVO AL PIANO PRIMO. SOTTO, LA PISCINA AL PIANO TERRA

IL TAPPETO SEMBRA LA VERSIONE IN TESSUTO DI UN PAVIMENTO DI CEMENTO, ALLUDENDO ALLA VECCHIA FABBRICA DI CALCESTRUZZO CHE SI TROVAVA SULL’AREA DI PROGETTO. A SINISTRA, LA GRANDE SCALA CENTRALE

che mai, inizia a emergere l’influenza dell’ambiente di lavoro, che non può essere esclusivamente la propria casa, come molti hanno sperimentato nel periodo di lockdown dovuto al covid-19. Un ambiente ben progettato porta a una maggiore produttività, a un minore assenteismo e a una maggior connessione con l’identità dell’azienda. Questi principi sono alla base del design della nuova sede di Amvest, ad Amsterdam, sia per quanto riguarda l’esterno progettato da Rietveld Architects sia per gli interni realizzati da Firm Architects. Amvest è una società attiva nella gestione e sviluppo di investimenti per il mercato immobiliare olandese, con un obiettivo per questo progetto: farlo diventare una best practice delle proprie qualità imprenditoriali, e farlo nella capitale, nello specifico in un’ex zona industriale trasformata in una zona residenziale. A misura di dipendente Il progetto è tutt’altro che standard. Ogni cosa, infatti, è realizzata su misura: ad esempio il tappeto, prodotto in modo sostenibile, sembra la versione in tessuto di un pavimento di cemento, alludendo alla vecchia fabbrica di calcestruzzo che si trovava sull’area di progetto. Le zone relax, poi, presentano un pavimento in rovere riciclato, a spina di pesce, con uno strato magnetico

che esclude la colla e che consente il riutilizzo in futuro. Gli spazi dell’ufficio si aprono su doppie altezze che consentono ai dipendenti di ampliare la vista e incoraggiano l’uso della scala centrale. Anche se è disponibile un ascensore di venti metri quadrati. Le scrivanie su misura sono regolabili in altezza e tutte situate sullo stesso piano per stimolare l’interazione. Per di più, sono posizionate lungo le finestre a doppia altezza per consentire l’apporto di un’ottimale quantità di luce naturale. All’ultimo piano, infine, panche e

tavoli speciali sono integrati nel soffitto e possono essere utilizzati in pochi secondi, premendo un pulsante.

Amvest Office Committente: Amvest Progetto: Firm Architects; Rietveld Architects - firmarchitects.com; rietveldarchitects.com Luogo: Amsterdam, Paesi Bassi Fine lavori: 2019 Foto: Studio de Nooyer

GLI SPAZI INTERNI. SOPRA, ESPLOSO ASSONOMETRICO DEL PROGETTO

MODELLO ASSONOMETRICO SEZIONATO

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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Ristorante tropicale Cucina vegana e architettura attenta alla sostenibilità. Ecco il mix attrattivo del nuovo locale Cajuí a San Paolo, in Brasile, dove la luce rappresenta l’aspetto più importante. Anche perché la volontà dei progettisti di Vaga era riprodurre l’estetica del Cerrado brasiliano I principi essenziali del ristorante Cajuí a San Paolo sono cucina vegana e ingredienti biologici forniti da piccoli produttori di diverse regioni del Brasile (Cajuí è un frutto nativo del Cerrado brasiliano che appartiene alla famiglia degli anacardi). Seguono i principi architettonici: uno spazio progettato con molta luce naturale accessibile a tutti, anche agli animali domestici. Le sfide da affrontare nella ristrutturazione per lo studio Vaga sono state l’inclinazione del sito e la LA PRIMA SALA DEL RISTORANTE CON VISTA VERSO L'ESTERNO. Tgklgklkg SOPRA, LA SECONDA SALA LE CAMERE DELL'ALBERGO FORMANO SCATOLE eo Marino sf SOSPESE, ANGOLATE DIVERSAMENTE PER INCORNICIARE DIVERSI PANORAMI

X

Lxxxx: xxxxxx

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difficile illuminazione dovuta alla trama stretta dell’edificato, che era interamente coperto. Innanzitutto, lo spazio è stato diviso in due zone da un piccolo volume, contenente il bagno per disabili e il bar, per ottenere un miglioramento logistico e funzionale. Di conseguenza, la circolazione è diventata più f luida e intuitiva, anche grazie alla realizzazione delle nuove scale. Infine, per rendere il ristorante accessibile a tutti, è stata installata una piattaforma mobile elevabile dal livello del marciapiede al livello della prima sala e del bar. Intima trasparenza

LO SPAZIO È STATO DIVISO IN DUE ZONE DA UN PICCOLO VOLUME, CHE COMPRENDE IL BAR E IL BAGNO PER I DISABILI. SOTTO, L'ENTRATA DEL RISTORANTE

AMPI SPAZI DI CIRCOLAZIONE APERTI E CORTILI CONSENTONO LA VENTILAZIONE NATURALE DELL'EDIFICIO

L’interazione tra luce e colore è stata interpretata come una questione basilare durante il processo di progettazione, in modo che illuminazione, tinte e materiali creassero un ambiente che alludesse esteticamente al Cerrado brasiliano. Su questo fronte, il progetto è partito dalla scelta di rimuovere tutto ciò che incupiva l’ambiente e apporre invece una leggera struttura in legno al corpo dell’edificio esistente. Soprattutto, la copertura traslucida sopra posizionata favorisce l’ingresso di luce naturale che, filtrata attraverso un rivestimento organico in juta, influenza il colore dell’ambiente interno durante le diverse ore del giorno. Sempre con riferimento al terreno del Cerrado, il pavimento è stato realizzato in cemento con pigmentazione rossa, per agire in armonia con la luce e contribuire a trasmettere l’atmosfera desiderata. Infine, una nota sostenibile: la maggior parte degli scarti generati in cantiere sono stati riutilizzati, sia per il pavimento dell’area di attesa sia per il soffitto di bambù nella parte posteriore del lotto.

Cajuí Restaurant Progetto: VAGA - vaga.arq.br Luogo: San Paolo, Brasile Fine lavori: 2020 Foto: Pedro Napolitano Prata

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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO La scatola bianca Il candido volume di una nuova casa messicana è stato scavato dallo studio Wewi per generare terrazze e cortili. Ma la dinamicità compositiva si scopre ancor più all’interno, dove due spazi a doppia altezza si intersecano in verticale per creare una diagonale a tripla altezza

L'ESTERNO BIANCO DELLA CASA. A DESTRA, L'INTERNO È ARTICOLATO DA DUE DOPPIE ALTEZZE CHE SI INTERSECANO IN VERTICALE PER GENERARE UNA DIAGONALE A TRIPLA ALTEZZA

La casa progettata da Wewi Studio si trova su un terreno angolare di 160 metri quadri, ma lo schema comunemente utilizzato in questo tipo di lotti è stato invertito. Il posto auto, infatti, è stato pensato sul retro, mentre l’angolo esposto alle due strade non viene chiuso, bensì aperto grazie al giardino, in posizione tale da collegarsi all’adiacente parco esistente, per generare un senso di estensione verde. Allo stesso modo, vengono miratamente aperte delle brecce nel volume della casa: le parti sottratte alla grande scatola bianca diventano terrazze private e cortili concepiti per incorniciare specifiche viste sul paesaggio. Spazio all’altezza Anche la distribuzione degli spazi interni risponde all’orientamento del lotto. Le strutture di servizio, le scale e la piscina si trovano a ovest, per assorbire il calore del pomeriggio, mentre le camere da letto e le aree comuni sono a est, per ricevere la brezza marina di Puerto Morales. La semplicità esterna, candida e formalmente

LA TERRAZZA DELL'ULTIMO PIANO. A FIANCO, IL VOLUME SCATOLARE DELLA CASA VISTO DALL'ESTERNO

pulita, è contrastata da un interno articolato da due doppie altezze che si intersecano in verticale per generare una diagonale a tripla altezza. Il risultato è un ambiente più ampio, dinamico e ventilato. Dove i corridoi con soffitti bassi servono per creare una transizione spaziale che genera un contrasto con la doppia altezza. Infine, per unificare gli ambienti attraverso il colore è stata utilizzata una gamma limitata di materiali, tra cui

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pioppo, travertino e il locale chukum, ottenuto dalle radici dell’omonima pianta.

House Nizuc 01 Progetto: WEWI Studio instagram.com/wewi.studio Luogo: Puerto Morelos, Messico Fine lavori: 2019 Foto: Cesar Bejar Studio


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a cura di Giacomo Casarin

LA TEGOLA SINISTRA PERFORMANTE DI TERREAL Tradizionale, anche se ha recepito ogni istanza di innovazione e progresso tecnologico, Romane Evolution è una tegola sinistra che necessita di soli 13 pezzi per ogni metro quadro di copertura. Con la purezza delle sue linee sottili, la curva vigorosa e slanciata, i colori, veste sia le case tradizionali sia quelle contemporanee. È progettata con una serie di accessori specifici che garantiscono un’installazione a secco semplice ed economica. La garanzia è di 30 anni e le performance sono alte. Il marchio NF, infatti, certifica che Romane Evolution è conforme a particolari specifiche tecniche, con requisiti più rigorosi di quelli stabiliti dalle norme in vigore: costituisce quindi una vera garanzia di qualità costante. Il marchio NF FP (bassa pendenza) consente l’installazione su pendenze inferiori a quelle menzionate nella norma NF P 31202 (DTU 40.21). Inoltre, si applicano le

Ecco l’ultima novità di Porcelanosa: una selezione di divani moderni, di alta qualità, concepiti per aggiungere un tocco chic al salotto. Ci sono divani per tutti i gusti, e personalizzarli dipende solo ed esclusivamente dall’utente: lo conferma il marchio Gamadecor di Porcelanosa Grupo. Infatti, con la personalizzazione, il comfort e il benessere come valori primari, gli arredi dell’azienda sono caratterizzati

Regole professionali per la posa in lieve pendenza di tegole con incastro o rilievo scorrevole. sanmarco.it

BAT, LA PRIVACY È ESTETICA L’offerta Bat rispecchia le capacità di visione e strategia necessarie per progettare luoghi che garantiscano un’accoglienza confortevole delle persone. Ely è la nuova tenda laterale per uso esterno in grado di rispondere alle esigenze contemporanee di ristoranti, hotel, boutique hotel e altri ambienti contract di aumentare gli spazi fruibili dai clienti, in completa sicurezza, o di rimodernare l’area esterna del proprio locale. Si tratta di una tenda laterale combinabile nel colore e tessuto, che viene utilizzata come separatore per

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PORCELANOSA A TUTTO COMFORT

creare zone ben distinte. Utile sia quando si desidera una maggiore privacy, sia per grandi spazi esterni pubblici in cui si vogliono delimitare aree specifiche. Grazie alla sua struttura lineare, alla facilità di assemblaggio e al design minimale, Ely è la soluzione ideale che coniuga le esigenze di protezione solare a quelle di arredo. Al palo centrale possono essere collegate fino a quattro tende per dividere lo spazio in altrettanti settori, in modo da ottimizzare e ridistribuire gli spazi. batgroup.com

da versatilità ed ergonomia: sono stati progettati utilizzando materiali pregiati e il loro principale vantaggio è di adattarsi alle caratteristiche di ogni salotto. Grazie alla struttura flessibile, al telaio rimovibile e alle gomme di diversa consistenza, risultano perfetti per gli open space e garantiscono una forma del divano che non si deteriora. Tra gli aspetti che consentono di rinnovare facilmente gli interni della casa ci sono le molteplici tappezzerie e la possibilità di disporre i braccioli verso un lato o verso l’altro, dato che gli elementi del divano sono simmetrici. Inoltre, molte delle sue parti, come la base, il cuscino o lo schienale, sono sfoderabili perché fissate con velcro e grazie a un sistema di rimozione cucito con cerniere lampo. Un plus che facilita la pulizia, insieme alla tecnologia Aquaclean, con cui sono trattati i tessuti. porcelanosa.com


KE OUTDOOR DESIGN PUNTA SU IGIENE E SICUREZZA La richiesta di una sempre maggiore garanzia di igiene e sanificazione di superfici e ambienti è un tema al quale oggi si è particolarmente sensibili. Mai come in questo periodo, spazi puliti e protetti sono fondamentali per essere certi di fruire gli spazi esterni in totale sicurezza. KE risponde a queste esigenze con una soluzione innovativa: Cool & Safe, un sistema nebulizzante integrabile per i modelli Kedry Prime e Isola 3, che permette di pressurizzare l’acqua per mezzo di un sistema pompante ad alta pressione, in modo da diffondere una nebbia ultra fine che consente un abbassamento di temperatura nella zona interessata. Pressurizzando una miscela di acqua e perossido di idrogeno, è anche possibile sanificare ambienti e superfici, nonché la pergola stessa, nel caso in cui sia dotata di chiusure laterali. Infine, il

sistema è adattabile per pressurizzare una miscela di acqua unita ad olii essenziali per creare una piacevole atmosfera rilassante. In estate è quindi

possibile creare delle miscele con olii specifici come la citronella che aiutano a tenere lontane le zanzare. keoutdoordesign.com

VITTORIA HUB, ECOSISTEMA DI INNOVAZIONE Vittoria Assicurazioni ha ideato Vittoria hub, incubatore Insurtech dedicato alla open innovation, per favorire la circolazione di idee e la crescita di nuovi modelli di business assicurativi. Si tratta di uno spazio di lavoro all’interno del Parco Vittoria Business Center, in prossimità dell’headquarter di Vittoria Assicurazioni, a Milano. Degw, brand del Gruppo Lombardini22 dedicato al workplace, ha concepito e progettato un ambiente di 630 metri quadri che prevede spazi di lavoro e collaborazione flessibili e moderni. L’open-space centrale è diviso da un sistema di binari sospesi dotati di pannelli fonoassorbenti scorrevoli ed è circondato da aree di supporto concepite per le esigenze di concentrazione e di lavoro

individuale, per meeting e riunioni riservate, connotate dall’uso di pareti vetrate con struttura metallica a vista in stile industrial. Ai classici tavoli fissi si affiancano tavoli pentagonali riconfigurabili illuminati da lampade puntuali con cupole in tessuto acustico di Ateljé Lyktan. Gli impianti sono dipinti di nero e lasciati a

vista per amplificare la percezione di laboratorio creativo insieme al rivestimento acustico del soffitto in legno magnesite, mentre gli armadi, le librerie, il banco reception, le strutture metalliche per lampade e piante sono arredi custom progettati da Degw e realizzati da Ferrari Arredamenti. dewg.it

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eventi &notizie a cura di Giacomo Casarin

MERAVIGLIE D’ITALIA online

I

n questi tempi di incertezza e di

Arts & Culture raccoglie e rende

online, i paesaggi e molto altro:

non facili spostamenti, è possibile

immediatamente accessibile a tutti

dalle arti, all’architettura, ai paesaggi

esplorare più di 150 istituzioni

l’incredibile patrimonio culturale italiano

iconici, fino al patrimonio immenso

culturali per scoprire i capolavori

finora digitalizzato sulla piattaforma. Il

testimoniato dal cibo, dall’artigianato,

e i paesaggi che compongono il

progetto comprende oltre 150 istituzioni

dallo spettacolo, dalla scienza e dalla

caratteristico patrimonio culturale

culturali italiane già partner della

tecnologia, insieme a tanti tour virtuali

italiano. Dove? Su Meraviglie d’Italia,

piattaforma Google Arts & Culture,

in collaborazione con Street View.

il nuovo progetto con cui Google

evidenziandone i capolavori, le mostre

artsandculture.google.com

FATEVI ILLUMINARE dal design

C

on il titolo Ingo Maurer intim.

2019 a Monaco di Baviera, ha lavorato

luminosi, piatti o carta da parati, ma

Design or what?, la Neue

fino alla fine al progetto di questa mostra

anche molte semplici lampadine. Che

Sammlung, Pinakothek der

retrospettiva. Circa 80 creazioni offrono

sembrano semplici, ma non lo sono.

Moderne di Monaco di Baviera dedica

uno sguardo globale su tutte le fasi della

Alcuni oggetti, poi, sono stati realizzati

fino al 18 ottobre 2020 una grande

creatività del lighting designer tedesco,

appositamente, come una versione

esposizione a uno dei più autorevoli

dagli anni Sessanta a oggi. In mostra ci

speciale di Golden Ribbon e delle

designer della luce del nostro tempo.

saranno tecnologie raffinate e materiali

applique Eclipse Ellipse.

Ingo Maurer, scomparso il 21 ottobre

inaspettati, tra cui tubi da giardino

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YouBuild - SET TEMBRE 2020

dnstdm.de


BANKSY a Ferrara

O

riginario di Bristol, Banksy è considerato uno dei maggiori esponenti della Street Art. Il

celeberrimo quanto misterioso writer anglosassone rappresenta il più grande artista globale del nuovo millennio e il più esemplare caso di popolarità per un autore vivente dai tempi di Andy Warhol. A parlare, al posto dell’artista che nessuno ha mai visto e di cui nessuno conosce il volto, sono le sue opere. Opere di inaudita potenza etica, evocativa e tematica. Banksy rappresenta la miglior evoluzione della Pop Art originaria, l’unico che ha connesso le radici del pop, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale. Al Palazzo

fino al 27 settembre: dipinti, serigrafie e

che dà conto dell’intera produzione

dei Diamanti di Ferrara sono raccolte oltre

stencil, oggetti installativi e memorabilia

dell’artista britannico.

100 opere e oggetti originali, in mostra

si mescolano in un percorso espositivo

IL DESIGN D’AUTORE riparte d’ottobre

palazzodiamanti.it

L

a seconda edizione di Edit Napoli, la fiera dedicata al design d’autore e alle eccellenze artigiane, si terrà

nei giorni 16-18 ottobre 2020. Partendo dall’importanza di un evento pubblico e dalla riflessione sul ruolo del design e del progetto, Edit Napoli guarda ai suoi valori fondanti: a un design intelligente dal prezzo misurato che nutre profondo rispetto per il patrimonio culturale, ma anche a designer, aziende e artigiani che fondono idee contemporanee ai saperi antichi del fare. Confermata come location d’eccezione il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, a cui si affiancherà un programma di attività collaterali che coinvolgerà luoghi storici come il Teatro di San Carlo, il Museo Archeologico Nazionale e il Museo di Capodimonte. Edit Napoli ha selezionato un gruppo specifico di produttori internazionali indipendenti, artigiani e produttori illuminati, concentrandosi sulla qualità. Tra i progetti presentati, il miglior inedito 2020 sarà votato da una commissione di esperti che dovrà scegliere il design che più rispecchia i valori di utilità, rispetto per il patrimonio culturale e prezzo ben calibrato. editnapoli.com

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ARCHILEGGERE Recensioni di Cassandra Cozza, Politecnico di Milano

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IL GESTO SACRO Una conversazione con Mario Botta

“Il primo gesto architettonico, quello di tracciare un perimetro, di separare un microcosmo interno, scelto dall’uomo, dal macrocosmo esterno rappresentato dall’infinità della natura, porta con sé l’idea del sacro; richiama il gesto primordiale del segno tracciato dall’uomo sulla terra nell’atto di recingere”. Un’inedita conversazione con Mario Botta apre un nuovo squarcio sul suo percorso umano e professionale e svela i principi fondanti della sua architettura.

IL GESTO SACRO. UNA CONVERSAZIONE CON MARIO BOTTA Sergio Massironi, Beatrice Basile

Lingua Italiano Editore Electa Anno 2020 Misure 15 x 24 cm, pp. 124 ISBN 9788891890108 Prezzo di copertina 22 euro Gli autori indagano e restituiscono attraverso tre diverse forme narrative il senso dell’architettura sacra, e dell’architettura tutta, per Mario Botta. Una indagine fotografica sul senso del sacro intitolata I Maestri. Un alfabeto visivo introduce il tema attraverso una affascinante sequenza di fotografie d’epoca che ritraggono alcuni spazi sacri del Novecento. L’intervista, invece, è corredata da numerosi schizzi delle opere dell’architetto ticinese ed è una conversazione pacata e intensa sui temi filosofici che sottostanno all’architettura, alla sua pratica e strumenti. In essa l’architetto e gli autori affrontano questioni come il senso di identità e di radicamento, il ruolo del frammento e della interpretazione della tradizione, la memoria, la metafora, il senso del sacro. Mario Botta afferma che «progettare il nuovo riconoscendo l’importanza di alcuni valori già consolidati della storia: il linguaggio contemporaneo più espressivo si nutre sempre del grande passato». Infine, un rilievo fotografico della chiesetta di Mogno illustra la descrizione di alcuni principi fondamentali: elementi fondativi della stessa architettura carichi di valore simbolico che caratterizzano la ricerca di Mario Botta sul tema del sacro.

BUILDING GREEN FUTURES MARIO CUCINELLA ARCHITECTS Anna Mainoli (a cura di) Lingua Italiano Editore Forma Edizioni Anno 2020 Misure 24 x 30 cm, pp. 225 ISBN 9788855210232 Prezzo di copertina 65 euro Il volume pone l’accento sugli ultimi 20 anni di progetti e realizzazioni dello studio bolognese diretto da Mario Cucinella. Più che un catalogo ragionato, un ragionamento sull’architettura contemporanea e le sue implicazioni ambientali attraverso lo sviluppo di un pensiero che, partendo da alcune analogie sistematiche e potenziali, interpreta il progetto di architettura come affine ai sistemi vegetali. La dimensione ambientale diventa così l’elemento noto e coerente sul quale definire tutto il disegno di architettura cogliendo ed interpretando quello che molto spesso la cultura ci ha tramandato, ma è andato perso. Le architetture di Mario Cucinella, raggruppate in capitoli secondo le tematiche di utilizzo dei manufatti, ci portano in un viaggio dove la modellazione progettuale e le tecnologie costruttive più aggiornate si fondono con la sapienza antica. Cucinella indica la via per raggiungere un nuovo futuro coerente e sostenibile in un saggio e in un’intervista in cui ritroviamo anche il pensiero di Stefano Mancuso, il noto botanico italiano studioso di neurobiologia vegetale. L’architettura del futuro è verde, e imparare dagli esseri vegetali il senso dell’equilibrio ambientale un dovere.


La riflessione sul concetto di confine – di origine antica ma quanto mai attuale – mette in luce come, sebbene il mondo tenda a innalzare barriere, la natura ne dimostri l’inutilità. Boundary Landscapes raccoglie saggi e interventi che, a partire dai temi dell’architettura, della città e del paesaggio, riflettono sui processi di trasformazione dei luoghi e sulla valorizzazione dei loro beni materiali e immateriali, con l’obiettivo di sollecitare un articolato dibattito interdisciplinare su esperienze teoriche e progettuali.

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Saggi introduttivi di Alberto Ferlenga e João Nunes

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BOUNDARY LANDSCAPES

THE BOTANICAL CITY

Silvia Dalzero, Andrea Iorio, Olivia Longo, Claudia Pirina, Salvatore Rugino, Davide Sigurtà (a cura di)

Matthew Gandy / Sandra Jasper (Eds.)

Lingua Italiano e Inglese Editore tab edizioni Collana Confini Anno 2020 Misure 17 x 22 cm, pp. 364 ISBN 9788831352468 Prezzo di copertina 42 euro Qual è il ruolo di confini, limiti, barriere e muri nella società contemporanea? E come trasformano lo spazio e i luoghi attraverso elementi fisici? Qual è il loro rapporto con le barriere naturali e quale il loro potenziale per i luoghi nei quali si trovano? Con quali conseguenze e quali interazioni o interferenze tra la scala locale e quella globale? Qual è il ruolo dell’uomo e quale quello dei processi naturali? Boundary Landscapes è un libro corposo che raccoglie saggi teorici ed esperienze progettuali. Questi delineano una geografia sul tema trattando la vasta tassonomia di temi sui limiti e paesaggi di confine che si muovono tra le discipline dell’architettura, della città e del paesaggio. Il progetto editoriale nasce a seguito del convegno internazionale Boundary Landscapes del 2018. Il volume si apre con un capitolo che raccoglie una interessante serie di posizioni teoriche e si compone dei seguenti cinque capitoli tematici curati da diversi autori: La casa senza militi. In-between vs Unheimliche; Relazioni al limite! Periferie e spazio pubblico; Wallscome. Una nuova mappa di mondo; I confini come patrimonio. Memorie e identità europee; Il riuso dei paesaggi di guerra.

Lingua Inglese Editore Jovis Verlag Anno 2020 Misure 16,8 x 24 cm, pp. 324 ISBN 9783868595192 Prezzo di copertina 32 euro Quanto conosciamo le nostre città? Quanti luoghi vengono trascurati o considerati marginali e senza importanza? Questa raccolta di saggi dà nuova dignità a quello che rimane e spesso viene considerato come elemento di risulta e vuoto urbano. Un viaggio interessante attraverso un non-luogo, quello delle erbacce che troviamo lungo le vie, i viali nelle periferie come in centro. Luoghi che inaspettatamente mostrano la natura, offrendo uno sguardo affascinante su complesse ecologie globali e nuove approcci alla natura che emergono in tutto il mondo. Il volume raccoglie dei saggi che esplorano le dimensioni botaniche dello spazio urbano, spaziando dagli sforzi scientifici per comprendere le dinamiche distintive della flora urbana al modo in cui la vegetazione spontanea abbia ispirato artisti e scrittori. Il libro comprende cinque sezioni tematiche: Storie e tassonomie, Botanizzare l’asfalto, L’arte della flora urbana, Esperimenti nella non progettazione e Immaginazioni cartografiche. I saggi esplorano gli sviluppi a Berlino, Londra, Lahore, Tokyo e molte altre città, nonché riflessioni più filosofiche sul significato della natura urbana durante l’Antropocene.

Cassandra Cozza, (Polla, 1978) Ricercatore in Composizione architettonica e urbana del Dipar timento DAStU del Politecnico di Milano, dove si è laureata in Architettura e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana, svolge e ha svolto attività di ricerca in Italia (PRIN MIUR) e all’estero. Architetto, tutor del dottorato PAU, ha divulgato gli esiti dei suoi studi attraverso pubblicazioni, seminari e mostre. Insegna Progettazione architettonica e urbana presso la scuola AUIC del Politecnico di Milano, dove è anche teaching coordinator dell’International PhD Summer School Heritage and Design

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Professione Architetto Specializzazioni

Impossibile essere tuttologi in architettura, bisogna aggregare le esperienze

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di Andrea Catto, Segretario Ordine degli Architetti Ppc di Pordenone

Esperti in società D i recente, e con sempre più forza, un sentire comune tra i colleghi pretende che gli architetti siano capaci di risolvere gli innumerevoli problemi del nostro tempo, abili registi nella sfida ambientale e nei fragili processi sociali ed economici, fornitori di pronte soluzioni che abbracciano fenomeni complessi, con conoscenze che spaziano dall’economia alla statistica, dalla sociologia alla biologia, secondo una supposta visione universalistica, quanto mai anacronistica. Si ha talvolta l’impressione che tale sedicente azione salvifica serva a molti di noi per fuggire dal quotidiano più che per dare risposte attraverso l’architettura. Aldo Rossi nel 1966 aveva chiarito quanto la formazione dell’architetto dipendesse da un approccio scientifico alla progettazione, con cui affrontare problemi di natura diversa, intuendo però che tra libertà accademica e realtà della professione vi sono delle radicali, quanto necessarie, differenze. Dobbiamo constatare, poi, che la visione olistica della figura dell’architetto è stata erosa negli ultimi decenni dalla tendenza alla specializzazione disciplinare, che ha trasformato le offerte formative degli atenei riguardo all’attività professionale, divenendo la condizione necessaria nei criteri di selezione nelle gare e più in generale per l’affidamento degli incarichi. Ciò non significa che i professionisti debbano abbandonare la ricerca, lasciando alle università la componente etica e «politica» dell’architettura. Ci si interroga piuttosto su quale soggetto professionale possa rispondere concretamente e in maniera adeguata a tale compito.

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Questo tema potrà apparirvi accademico e datato (La Torre di Babele di Ludovico Quaroni resta un libro di una novità sconvolgente, con i suoi 53 anni), ma è nuovamente al centro del dibattito che vede professionisti, Ordini territoriali e università ridefinire la figura dell’architetto e il significato di progetto architettonico, con la bozza di riforma dell’ordinamento professionale proposta dal Consiglio Nazionale. Il documento introduce interessanti novità, come il ritorno alla figura unica dell’architetto con percorsi di specializzazione, sopprimendo le qualifiche di pianificatore, paesaggista e conservatore o, ancora, l’introduzione del tirocinio obbligatorio, in un tentativo di sistematizzazione delle decine di norme che dal Regio decreto del 1925 disciplinano l’attività professionale. Per avere quel bagaglio universale di conoscenze prima citate, sarebbero necessarie numerose esperienze lavorative in quei settori, situazione difficilmente ipotizzabile per un professionista, per cui gli unici soggetti titolati ad affrontare temi come la rigenerazione urbana, l’architettura dell’emergenza oppure un edificio scolastico contemporaneo sembrano essere le società professionali, dotate di curricula variegati. Tale realtà necessaria e strategica non è però al centro della bozza di riforma, ancora orientata alla figura dell’architetto singolo che, come abbiamo capito, rappresenta il male irrisolto della nostra professione. Viene spontaneo chiedersi, e il quesito non trova per ora risposta, quale sia la ragione che impedisce agli architetti italiani di strutturarsi in realtà composite, anziché affrontare le sfide con cieca individualità.


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