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Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.
N° 22 - DICEMBRE/GENNAIO N° 22 - GENNAIO 2022
ISSN 2532 - 5345
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TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
I PROTAGONISTI DI QUESTO NUMERO
Alfredo Varini
LAND Nemesi Studio Matteo Thun & Partners Luca Colombo Studiotamat
ecoLogicStudio La top 100 mondiale delle imprese Fabrizio Leoni Architettura SOM STEFANO BOERI ARCHITETTI
LineaTstudio
Turbo all’edilizia con il Pnrr ARCHITETTURA
COSTRUZIONI
WOWHAUS
CANTIERI
Il Bosco Verticale cresce in mezzo mondo
BIFIRE
L’arte del cappotto è supersottile YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2022
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Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.
N° 22 - GENNAIO 2022
ISSN 2532 - 5345
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TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
Alfredo Varini
CANTIERI
Turbo all’edilizia con il Pnrr ARCHITETTURA
COSTRUZIONI
La top 100 mondiale delle imprese
BIFIRE
Il Bosco Verticale cresce in mezzo mondo
L’arte del cappotto è supersottile
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Il telaio visto da una nuova prospettiva
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TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
ANNO 7 - NUMERO 22 - DICEMBRE / GENNAIO 2022 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 - info@vgambinoeditore.it ISSN 2532 - 5345 Direttore responsabile / Publisher VIRGINIA GAMBINO virginia@vgambinoeditore.it Direttore Editoriale / Editorial Director LUCA MARIA FRANCESCO FABRIS Coordinatore editoriale / Editorial coordinator VERONICA MONACO Comitato scientifico / Scientific Committee GIAN LUCA BRUNETTI (Politecnico di Milano), EMILIA CORRADI (Politecnico di Milano), ANNA FRANGIPANE (Università di Udine), FAN FU (Beijing University of Civil Engineering and Architecture), MATTEO GAMBARO (Politecnico di Milano), FRANCESCO GASTALDI (Università IUAV di Venezia), WENJUN MA (Shanghai Jiao Tong University), GARRY MILEY (Waterford Institute of Technology), LJUBOMIR MIŠČEVIĆ (University of Zagreb), EMANUELE NABONI (Università di Parma), MATTEO UMBERTO POLI (Politecnico di Milano), ALESSANDRO ROGORA (Politecnico di Milano), ALBERTO SDEGNO (Università di Udine), VASO TROVA (University of Thessaly), ILARIA VALENTE (Politecnico di Milano) Collaboratori / Contributors VALENTINA ANGHINONI, RICCARDO MARIA BALZAROTTI, ILARIA BIZZO, PAOLO CALIARI, ANDREA CATTO, STEFANO CORNACCHINI, MASSIMO COLOMBO, CASSANDRA COZZA, FEDERICO DELLA PUPPA, ERNESTO FAVA, FRANCESCO GASTALDI, SARA GIUSTI, VALENTINA LABRIOLA, ROSSELLA LOCATELLI, SELENE MAESTRI (FOTOGRAFA), LUCA MERCALLI, ANNA MOLENTINI, VERONICA MONACO, ANDREA OLDANI, ALESSANDRO ROGORA, FRANCO SARO, ALBERTO SDEGNO, GERARDO SEMPREBON, LEONARDO ZUCCARO MARCHI Impaginazione e grafica / Layout and graphics RAFFAELLA SESIA Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari/ Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano / Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 / info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 32,00 - Copia singola € 7,50. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link www.virginiagambinoeditore.it/shop/abbonamenti oppure, fare richiesta via mail ad abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento
Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità / Frequency of publication: trimestrale - 4 numeri/anno. Poste Italiane Spa - Sped. In a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Trento. Registrazione / Registration: N. 343 del 04-12-2015 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003.
N°22 - DICEMBRE / GENNAIO 2022
SOMMARIO EDITORIALE Evoluzione 9 CONTENT ABSTRACTS 10
DOSSIER LA TOP 100 MONDIALE DELLE COSTRUZIONI Italia malata di nanismo 66
MONDO
ATTUALITÀ ITALIA
NEW YORK Alta sostenibilità a Manhattan 78
TREND Le costruzioni a passo di carica 12
SPAGNA Minimal blu a Barcellona 86
PNRR Luci accese sulle città 22
PAESI BASSI Bosco verticale formato export 92
TRIESTE Il green approda al vecchio porto 26 CUNEO Un'astronave atterra a Bra 32
URBAN VISION Se gli edifici salvassero il mondo 98 WORLD WIDE BUILD 104
PARMA La sostenibilità è una bella impresa 38 ROMA Passato e presente nella casatotem 48 TRANSIZIONE GREEN Un bel respiro nella bolla 52 BERGAMO Come nasce una smart city 56 Seggiole & Poltrone 60 L'ARCHITETTO SOSTENIBILE Mediterraneo da meditare 62
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TERRITORIO & SOCIETÀ Seconda vita per le città 112
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SOMMARIO
N°22 - DICEMBRE / GENNAIO 2022
STORIA DI COPERTINA BIFIRE La sottile arte del cappotto 114
INTERMEZZO Ha ancora senso? 120
BRIANZA PLASTICA Lunga vita con la vetroresina 146 ROCKWOOL Salto in alto di cinque classi 148
COSTRUIRE
SPECIALE SOSTENIBILITÀ
LATERLITE Poker vincente per l'edilizia 150
EDILIZIA Diario di un anno in una casa green 126
BRAGA Con noi il design diventa realtà 158
TERREAL ITALIA Il tetto isolato si fa in quattro 132
FARAONE Quel parapetto non teme la pioggia 162
SPECIALE CLIMATE CHANGE
UNIMETAL Arriva il bagno prefabbricato 166
DRENAGGIO Quelle acque sono di troppo 136 L'ARCHITETTO DIGITALE I rilievi? Sono più sicuri in 3D 141
DALIFORM GROUP Costruire light per ridurre i costi 170
INTORNO
COME SI FA
RUSSIA In passerella sul placido Moskva 172
TECNASFALTI Il comfort? È in Paradiso 144
UNDER 40
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CATANIA Quante idee in un container 180 OVERVIEW 186 EVENTI E NOTIZIE 188 ARCHILEGGERE 190 PROFESSIONE ARCHITETTO 192
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EDITORIALE
TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
Evoluzione
di Luca MF Fabris
Carissime Lettrici, cari Lettori, eccoci qui nel nuovo anno 2022! E come tutti gli anni siamo a chiederci se quello che è appena iniziato sarà un anno migliore o peggiore del precedente. In effetti sembra proprio che l’essere umano non possa sopportare che qualcosa si mantenga uguale, anche quando ci si trovasse di fronte a una qualità eccellente. Sempre dobbiamo alzare un po’ l’asticella delle nostre aspettative e mai, ma proprio mai, sembriamo accettare la stabilità e la ripetitività come una qualità. Probabilmente è per questo che, alla fine, amiamo le condizioni di crisi, quando tutto viene messo in discussione e alle volte sembra che sia impossibile provare soluzioni, perché la nostra fiducia in una evoluzione costante alla fine ci permette di guardare oltre e creare una realtà che solo poco prima sembrava solo alternativa se non addirittura impossibile. Tanto per dire, ma avreste mai pensato non solo di abituarvi a girare con una maschera sempre addosso (collettivamente, l’ultima volta che l’abbiamo fatto è stato durante il periodo di Casanova nella Venezia appestata…) e soprattutto di trovarvi a scegliere di quale colore comprarla? In una ventina d’anni di viaggi in Estremo Oriente, dove la mascherina è da sempre usata come presidio medico per rispetto della salute altrui, le ho sempre viste o bianche o celestine da chirurgo. Al massimo, quelle un po’ più simpatiche erano destinate ai bambini o agli adolescenti e, più che proteggere dal raffreddore, avevano il compito di isolare dalle particelle Pm2.5 presenti massicciamente nell’aria delle grandi conurbazioni asiatiche. Poi arriva la pandemia globale, ci adattiamo all’uso costante di questa cosa che è diventata una protesi a tutti gli effetti del nostro corpo e… il nostro senso estetico (c’è poco da fare, ce l’abbiamo nel sangue) ci porta prima a volerne nere (il nero fa sempre bon-ton, si sa, specie a Milano) e poi a volerle coordinate con il resto dell’outfit, ma poi, perché no?, anche a contrastarlo, coloratissime per mettere in rilievo la nostra individualità dirompente di fronte a qualcosa che per un attimo ci ha uniformati. Insomma, il genio ribelle italiano si vede anche in questo, la voglia costante d’essere unici e di dimostrare che, in fondo, esiste sempre una soluzione per sopravvivere anche alle situazioni peggiori. Ecco, io per l’anno appena iniziato auguro a tutti di trovare una mascherina del colore appropriato per sentirsi unici e affrontare con fiducia il futuro e continuare il nostro viaggio fra piccoli e grandi progressi che ci fanno evolvere trovando sempre nuove soluzioni. Soluzioni che, nel campo dell’edilizia, riguardano tecniche, materiali e idee che hanno come obiettivo unico la sostenibilità ambientale ora chiaramente delineato dalle strategie attivate tramite il Pnrr sulla base della spinta data dalla Commissione Europea per avviare quella transizione ecologica che la letteratura scientifica, anche quella legata al mondo dell’architettura e dell’ingegneria civile, indica come obiettivo totale e finale da più di 30 anni. YouBuild abbraccia da sempre questa missione, cercando di illustravi con articoli e progetti significativi cosa si sta profilando a scala locale e globale. In questo numero parliamo di Rigenerazione Urbana, anche con un approfondimento su Trieste e il piano per Porto Vecchio, e vi mostriamo una serie di progetti dove l’architettura si declina in combinazioni vincenti e sostenibili, come nella sede di Tesisquare di Studio Nemesi, nel Davines Village di Thun e Colombo, nell’AirBubble di ecoLogicStudio, nelle torri realizzate a Manhattan West e nel progetto futuribile Sequoia di Som, e nel nuovo Bosco Verticale riformulato a Eindhoven da Boeri. Ma non dimentichiamo il mondo dell’architettura degli interni con un appartamento monotonale raffinato di Fabrizio Leoni a Barcellona e una ristrutturazione intrigante a Roma di Studiotamat. E poi vi portiamo a Mosca con un parco riportato a nuova vita da Wowhaus e un progetto nato dal riuso di container a Catania di LineaTstudio. E poi c’è la Classifica delle prime cento Imprese di Costruzione in Italia, e ci sono tutte le nostre rubriche, fra cui segnalo la nuova ‘Seggiole & Poltrone’ per aggiornarsi su chi fa cosa ai vertici delle aziende con cui collaborate da professionisti. Quindi buona lettura e mi raccomando, scegliete bene il colore della maschera per affrontare con ottimismo e con noi il nuovo anno!
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CONTENT ABSTRACTS
Top 100 Building Industry traduzioni di / translations by Ernesto Fava
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hinese infrastructure construction enterprises are still anchored to the first places in the global building industry. The first five places of the global top 100 are occupied by five Chinese companies with a turnover that consists in the 41% of the total, corresponding to 641 billion dollars over 1.547 billion of the whole top 100. Anyway, the most significant data, beyond the overmentioned, is related to the fact that, during the pandemic year 2020, Chinese enterprises have constantly increased their turnover.
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URBAN REVOLUTION IN BERGAMO The “Bergamo la Città del Futuro” redevelopment maxi project is the result of an intense work by Vitali Real Estate and a talented multidisciplinary team, a mix of both internationally acclaimed architects such as Francisco Mangado and Joao Nunes, and local firms like Attilio Gobbi, Camillo Botticini and Matteo Facchinelli, in addition to a relevant number of consultants related to specific topics such as smart city, mobility, environment and participation. Actually, the project is huge. It consists in an action which transforms the aesthetic of an entire city and suggests a new development, an improvement of quality, concerning both sustainability and technology. The Masterplan consists in the redevelopment, regeneration, revitalization and valorisation of an extended urban area such as the Municipality of Bergamo: the intervention will be precious for its aim to overcome the obstacle of the railway axis (which, concretely, divides the town in two parts) and for its capacity to organically reconnect that specific urban area with the rest of the city centre.
pag 56
LIGHT BLUE BARCELONA Diagonal Azure, a private apartment in Barcelona designed by Fabrizio Leoni, becomes an operation of space discovery leading, for example, to enlighten interesting metal structures which evoke an almost post-industrial atmosphere, breaching with the existing context of a residential building from the late 1960s, located in one of the most prestigious neighbourhoods in Barcelona. By running longitudinally across the existing space, this element finally becomes the structure around which all the complex of horizontal planes, cabinet and wall systems connecting the two glass facades of the apartment are built. However, the process of re-organization of the space is not a mere redefinition of a new context of planes and volumes but it also consists in the arrangement of specific colours and materials.
pag 86
THE BUILDING INDUSTRY BOOM For the first time since the long economic and building industry crisis started in 2008, which lasted for ten long years, the Italian economy manifests positive dynamics, especially if compared to the ones of other European countries, by expressing a resilience and ability to re-asset that no one was expecting, even if we all were looking forward to. After a 2020 which set a -4,6% GDP for the international developed economies, the predictions are about
+5,6% for 2021 and +4,4% for 2022. In this scenario, Europe slowed more, with a -6% of 2020 meanwhile the eurozone suffered an even more critical decrease of -6,5%. Italy, as usual, slowed down more, with a -8,9% decrease in 2020. Nevertheless, according to the European Commission forecasts, the predictions for 2021 are positive, with a recovery of +4,8% at European level whereas, for once, Italy manifests an above-average increase of +5%.
pag 12
VERTICAL FOREST IN NETHERLANDS In the last autumn, Stefano Boeri Architetti Studio inaugurated a residential tower in Eindhoven, Netherlands, with the ambition to consolidate a dialogue between social and ecological issues. The project is located in Strijp-S, the creative neighbourhood par excellence in Eindhoven, previously owned by Philips society and recently redesigned by West 8, a place where to experiment new spaces and typologies among art, culture, work and social housing. The Trudo Tower becomes then a relevant and unprecedented variation of urban forestation that Boeri is exporting, experimenting and testing in a global scale, from Milano to Lausanne, Nanjing, Paris, Tirana, Shanghai, Utrecht, Liuzhou and finally Netherlands. If the first Vertical forest in Milan has been applied to residential interventions designed for a high-economy user, the current challenge is to relocate the new architecture of biodiversity in a low-cost real estate market, by maintaining the high quality.
pag 92
GREEN AND TOWERS IN MANHATTAN Skidmore, Owings & Merrill (Som) oversaw the general masterplan: the architectural design of three of the six buildings and only the structural par t of five buildings in Manhattan. The principal aim of the Masterplan consists in the definition of a series of public spaces located in the middle of the district which can be accessible from all the directions, except for the side facing Tenth Avenue, in order to guarantee a comfor table pedestrian connection from West to East, respectively between the Hudson Yards and the Pennsylvania Station. The MW1 and MW2 towers, which rise to a height of 300 meters and 285 meters respectively, mark the main access to the square. On the Ninth, the retreat of the towers with respect to the road surface and the consequent widening of the sidewalk generates an open space dotted with trees that shield from vehicular traffic and offer a pleasant shade to passers-by.
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ATTUALITÀ ITALIA
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Le costruzioni A PASSO DI CARICA L’analisi del settore indica una forte ripresa degli investimenti, che dovrebbe proseguire anche per il 2022. Ma il costo dei materiali potrebbe frenare la corsa a cura del Centro Studi YouTrade
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LA MASSIMA FACILITÀ DI POSA: PROGETTARE IN TEMPO REALE Il Cappotto prefabbricato con finitura in mattone faccia a vista Il sistema Terracoat® assicura una elevata performance termica dell’edificio, oltre a migliorare l’aspetto estetico, grazie ai listelli in terracotta faccia a vista a pasta molle nelle varietà di finiture e colori della gamma SanMarco e Pica. YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2022
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un prodotto di Granulati Zandobbio S.p.A.
EASY PAVING Il nuovo sistema di installazione Un prodotto di Granulati Zandobbio, ideato per facilitare la posa di pavimentazioni in pietra sinterizzata con lastre 40x80 cm in due diversi spessori: 2 e 3 cm. Il prodotto è composto al 100% da plastica riciclata post consumo ed è riciclabile al 100% dopo il suo utilizzo. La posa in appoggio semplifica e velocizza l’installazione che non necessita di colla o cemento. La sua struttura è stata ideata per evitare sbeccature e mantenere la fuga costante, senza l’ausilio di distanziatori. EASY PAVING è un prodotto resistente e carrabile per traffico leggero*, drenante e fonoassorbente. Essendo posato a secco, inoltre, il prodotto può essere rimosso facilmente per eventuali ispezioni. Guarda come è semplice posare EASY PAVING:
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Per lastre in pietra sinterizzata di Granulati Zandobbio 40x80 cm
Realizzato in plastica riciclata e riciclabile al 100%
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Garantisce una fuga costante senza l’ausilio di distanziatori
Permette il drenaggio continuo dell’acqua
Riduce il passaggio dei rumori esterni
RIUTILIZZABILE
FACILMENTE REMOVIBILE
PATENT PENDING
EVITA SBECCATURE
PAVIMENTO CONFORTEVOLE
Le linguette servono anche per proteggere la lastra
La materia del prodotto influisce sul comfort del pavimento posato
EASY PAVING può essere Il prodotto può essere Domanda di brevetto spostato e riutilizzato in rimosso facilmente per depositata diversi ambienti e contesti eventuali ispezioni YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2022 17
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RIGENERAZIONE URBANA
Luci accese SULLE CITTÀ Da Bruxelles stanno arrivando 2,8 miliardi di euro del Pnrr destinati a riqualificare centri storici e infrastrutture. Un’occasione irripetibile. E molti progetti sono già in pista di Paolo Caliari
S Brescia
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RIGENERAZIONE URBANA
GIRO D’ITALIA CON IL PINQUA
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Pesaro
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TRIESTE
Il green approda AL VECCHIO PORTO Lo studio Land ha progettato la riqualificazione dell’area, tra sostenibilità e cultura, per fare entrare la struttura portuale nello spazio percepito e vissuto della città di Valentina Labriola, Politecnico di Milano
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Un render del Molo Nautilus. Nella pagina a fianco, una visione del cosidetto ‘Asse Natura’. Courtesy Land
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Un’assonometria rappresentante l’Asse Cultura. Sotto, la definizione dei 5 assi operativi dell’intero progetto. Courtesy Land
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Assonometria di sintesi. Sotto una vista a volo d’uccello sul Nuovo Porto Vecchio di Trieste. Courtesy Land
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Un vista della costa sul Golfo di Trieste. Sotto lo Schema dei Moli. Courtesy Land
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Il cosidetto ‘Pentagramma Urbano’ ideato da Land Courtesy Land
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LA SCHEDA Programma: Riqualificazione Porto Vecchio Trieste Cliente: Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Comune di Trieste e Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale Progetto: LAND (Andreas Kipar, Matteo Pedaso, Davide Caspani, Mina Fiore, Leonardo Zuccaro Marchi, Mariangela Cerone) Cronologia: Marzo 2021 – in corso Info: www.landsrl.com Immagini: courtesy Land
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Un’astronave ATTERRA A BRA 32
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La nuova sede centrale di Tesisquare progettata dallo studio Nemesi, riflette nello stile architettonico l’attività tech del committente
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di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano
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Sezione sul fronte Est del DIG421. © Nemesi Architects. Sopra, vista notturna del fronte. © Luigi Filetici
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S Vista del fronte Ovest. Sopra, dettaglio sui volumi sospesi del fronte Ovest. © Luigi Filetici
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Masterplan completo: Piano Terra. © Nemesi Sopra fronte principale del DIG421. © Luigi Filetici
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Una sala meeting informale. Sotto, una delle sale meeting aperte sul paesaggio circostante. © Luigi Filetici
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Masterplan completo: Piano Primo. Sopra, rendering del campus completo. © Nemesi
LA SCHEDA Committente: Tesisquare Luogo: Roreto di Cerasco (Cuneo) Anno: 2019-2020 Progettista: Nemesi Studio di Ingegneria: EngUp Project Manager: Michele Molè — Nemesi General Contractor: F.lli Sartore Tenant: Fondazione DIG 421 Illuminazione: Studio Agnelli Interior design: Nemesi Verde: Bengala Landscape Architecture Info: www.nemesistudio.it Fotografie: © Luigi Filetici, courtesy Nemesi + Fondazione DIG 421
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La sostenibilità?
È UNA BELLA IMPRESA
S Il Davines Village, progettato dallo studio Matteo Thun & Partners + Luca Colombo per tradurre in architettura la filosofia green dell’azienda cosmetica 38
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di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini
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Vista serale della serra. © courtesy Davines
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Planimetria generale del Davines Village. Sopra, visione d’insieme del complesso. © Max Zambelli ,
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Vista del giardino d’inverno pubblico – l’uso dell’acqua sia per fattori estetici che climatici. © Max Zambelli
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Vista serale del giardino d’inverno. © courtesy Davines
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Schema sinottico del complesso
Vista del giardino d’inverno pubblico. © Max Zambelli
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Interno dell’area corsi per i parrucchieri. Sopra, interno della serra. © courtesy Davines
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Vista dei laboratori di ricerca. © courtesy Davines
Interno di uno spazio meeting. Sotto, interno del ristorante aziendale. © courtesy Davines
LA SCHEDA Cliente: Gruppo Davines Progetto: Matteo Thun & Partners + Luca Colombo Strutture: SCE project Impresa edile: Colombo Costruzioni Realizzazione: 2017 in corso Info: www.matteothun.com Fotografie: © Max Zambelli e courtesy Davines
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ATTUALITÀ ITALIA
ROMA
Passato e presente NELLA CASATOTEM In soli 65 metri quadrati Studiotamat ha sintetizzato storia e atmosfera della Capitale per un appartamento destinato a ospiti di passaggio di Rossella Locatelli, Naba
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Il grande totem centrale che separa living e camera. A destra, la camera da letto. Sotto, l’ingresso
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Il bagno. Sopra, la pianta e la sezione longitudinale
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I T LA SCHEDA Progetto: CASATOTEM Luogo: Trastevere, Roma Cliente: Privato Architetti: STUDIOTAMAT (Tommaso Amato, Matteo Soddu e Valentina Paiola) Consulente colori: Sabina Guidotti Esecuzione: 2021 Info: www.studiotamat.com Foto: Serena Eller Vainicher
OTTO CERTEZZE PER RISPARMIARE IL 24% SULLA BOLLETTA
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Il bagno: dettaglio della doccia
Grazie a uno studio, frutto di una convenzione tra OFFICINE RASERA srl e Consorzio Futuro in Ricerca, condotto presso i laboratori dell’Università di Ferrara, si è potuto constatare come il “SISTEMA ARIA” di Officine Rasera offra le migliori condizioni in fatto di risparmio energetico con un minimo del 24% garantito sulla bolletta. Lo studio ha messo in evidenza l’alta capacità ventilante in ingresso e soprattutto in falda, grazie al listello universale “UNO”, e in uscita con il nuovo “COLMOWINGS”. Il “SISTEMA ARIA” dispone di una vasta gamma di accessori per la posa a secco e l’ancoraggio di coppi e tegole. 1) VENTILAZIONE PIÙ EFFICIENTE 2) BENEFICI IN OGNI STAGIONE 3) MINOR COSTO COMPLESSIVO 4) TETTO ASCIUTTO E SANO
5) SISTEMA DI POSA A SECCO 6) STABILITÀ DEGLI ELEMENTI 7) POSA SEMPLICE E RAPIDA 8) FACILE MANUTENZIONE
YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2022 51 OFFICINE RASERA srl - Via Degli Artigiani, 35 - CROCETTA del MONTELLO - TV tel +39.0423.639823 - info@rasera.com - www.accessorirasera.com
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Un bel respiro NELLA BOLLA La Air Bubble air-purifying eco-machine progettata da ecoLogicStudio utilizza acqua e alghe per creare un microclima che purifica l’ambiente dagli inquinanti
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Vista esterna
di Gerardo Semprebon, Politecnico di Milano 52
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Interno. Sotto, Claudia Pasquero e Marco Poletto
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LA SCHEDA Cliente: Otrivin® Progetto: ecoLogicStudio (Claudia Pasquero e Marco Poletto) Collaboratori: Claudia Pasquero, Marco Poletto con Greta Ballschuh, Sheng Cao, Korbinian Enzinger, Claudia Handler, Riccardo Mangili, Alessandra Poletto, Eirini Tsomokou Partners accademici: Synthetic Landscape Lab IOUD Innsbruck University, Urban Morphogenesis Lab BPRO The Bartlett UCL Ingegneria strutturale: YIP London Biological Medium: Algomed Struttura gonfiabile: Pneumocell Sensori: Puckett Research, Almondo Info: www.ecologicstudio.com Foto: Naaro
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ATTUALITÀ ITALIA
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Come nasce
UNA SMART CITY Bergamo La Città del Futuro, progetto realizzato dal team di Vitali Group, assieme a un pool internazionale di architetti rivoluzionerà un'ampia area della città di Paolo Caliari
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Italia dà il meglio di sé quando c’è qualche emergenza da affrontare, come avviene in questo periodo, con la pandemia che ha fatto scattare quei maxi finanziamenti europei che si riassumono nella sigla Pnrr. Tra gli obiettivi strategici previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per esempio, vi è la rigenerazione urbana. Già, ma come si traduce questo proposito? Un esempio viene da Bergamo, la città forse più colpita dalla pandemia, che ora sta per diventare anche un centro innovativo sotto il profilo costruttivo e urbanistico. Una riscossa per la città che guarda avanti: non a caso
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Rendering di Experia Campus
Rendering della Stazione Europea con il belvedere. Sotto, vista della nuova stazione
il progetto si chiama Bergamo la Città del Futuro. I cardini del progetto sono intermodalità, formazione e sanità. «Il progetto prevede un nuovo Polo Intermodale, che serve al recupero e al rilancio dell’area dello scalo ferroviario dismesso, conosciuta anche con il nome di Porta Sud: sarà realizzato anche grazie a un contributo del Pnrr di 50 milioni di euro», precisa Giuseppe Bonacina, marketing manager di Vitali Group. «Altri 80 milioni sono previsti per la realizzazione del collegamento con bus elettrici e in corsia preferenziale tra Bergamo, il Kilometro Rosso e la sede universitaria di Dalmine». IL MASTERPLAN Bergamo la Città del Futuro è un progetto di riqualificazione frutto di un lavoro intenso da parte di Vitali e di un team multidisciplinare di grande valore, un mix di architetti di fama internazionale come Francisco Mangado e Joao Nunes, e architetti di casa nostra come Attilio Gobbi, Camillo Botticini e Matteo Facchinelli, oltre a un gran numero di consulenti sui temi di smart city, mobilità, energia, ambiente e partecipazione. Il progetto cambierà il volto alla città intera proponendo lo sviluppo e il miglioramento qualitativo di essa, sia per sostenibilità sia per applicazione tecnologica. Il
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polo attrattivo, dove insiste il terzo aeroporto italiano per numero di viaggiatori.
La Città del Sapere e della Conoscenza, prevede la realizzazione di un campus moderno destinato ad ospitare oltre 10 mila studenti
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Masterplan prevede la riqualificazione, rigenerazione e valorizzazione di una vasta area urbana del Comune di Bergamo: l'intervento servirà a superare la barriera dell'asse ferroviario, che divide in due la città, con l’obiettivo di riconnettere il tessuto del centro città con il tessuto urbano a sud dei binari. La trasformazione della zona di Porta Sud avverrà grazie alla realizzazione di nuove infrastrutture che miglioreranno i collegamenti urbani e offriranno gli standard urbanistici e architettonici delle smart city. Sarà perfezionato e integrato l’assetto viabilistico della città grazie a connessioni più efficaci e rapide tra i diversi sistemi di trasporto presenti e sarà ridisegnato lo schema plani-volumetrico delle aree, suddividendo e distribuendo in modo organico e integrato la pianificazione urbana. In questo modo si riuscirà a valorizzare le aree circostanti e a creare ambienti urbani di qualità. L’intervento si innesta in una città che negli anni è cresciuta fino a diventare un
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LA NUOVA STAZIONE Al centro degli interventi infrastrutturali vi è la nuova Stazione Europea (a ponte), un innovativa opera in grado di connettere i quattro principali sistemi di trasporto pubblico (le autolinee, che il Masterplan prevede di ricollocare a sud dell’asse ferroviario, le linee tranviarie Teb, la ferrovia e l’aeroporto di Orio al Serio). La stazione sarà «europea», poiché da un lato sarà di pari livello rispetto alle stazioni di molte città internazionali, e dall’altro perché connessa al resto del mondo grazie a una nuova linea ferroviaria che la collegherà all'aeroporto di Orio al Serio «il Caravaggio». Un belvedere, in asse con viale Papa Giovanni, offrirà agli utenti della nuova stazione la vista privilegiata su Città Alta e verso la città otto-novecentesca e il centro piacentiniano. E la stazione storica di Bergamo? Sarà mantenuta e rifunzionalizzata. L’intero nuovo Polo Intermodale sarà dotato di un nuovo sistema di accesso viabilistico, (direttamente connesso alla circonvallazione) che allevierà il traffico nei quartieri e aggiungerà un numero di parcheggi adeguato ai flussi. Nel complesso, a Bergamo per i prossimi anni sono previsti investimenti infrastrutturali per oltre 600 milioni di euro, che comprendono il citato collegamento ferroviario con l’aeroporto Internazionale di Orio al Serio, il raddoppio della linea ferroviaria Ponte San PietroMontello, la nuova linea tram T2, che trasformeranno la nuova stazione in un hub intermodale. Uno degli aspetti più interessanti è che l’area interessata dalla riqualificazione si trova nel centro città, a 300 metri dal centro storico, dove si registrano già oggi 50 mila passaggi giornalieri; un numero considerevole rispetto alle dimensioni della città, che raddoppierà grazie agli investimenti previsti.
IL PARCO URBANO Il progetto prevede la realizzazione di un parco che si diffonde all’interno del tessuto edificato e che si connette con i parchi esistenti limitrofi. Una fitta rete di circa 13 km, di percorsi pedonali e ciclabili, alcuni dei quali riservati a navette elettriche a guida autonoma, faciliteranno la mobilità all’interno del parco e permetteranno di superare la barriera della ferrovia. La superficie verde complessiva del progetto copre 100 mila metri quadrati, la messa a dimora di 3 mila nuovi alberi, 24 mila metri quadrati di nuove piazze. LA FORMAZIONE Uno dei punti focali di Bergamo la Città del Futuro è il campus scolastico. L’area è definita come Città del Sapere e della Conoscenza e prevede un campus moderno, destinato a ospitare circa 10 mila studenti, all’interno del quale la sinergia con le imprese del territorio genererà ricadute positive per l’innovazione dei processi e l’accesso al capitale umano. Gli spazi saranno flessibili, efficienti e funzionali a ospitare differenti attività formative in linea con le esigenze attuali e future delle nostre scuole. All’interno del campus scolastico sono inoltre previste funzioni complementari e servizi, anche residenziali, che permetteranno di far vivere questi luoghi 24 ore su 24. Il nuovo spazio sarà improntato all’innovazione, alla cultura, con una vocazione internazionale, con spazi dedicati alla didattica, spazi dedicati a servizi integrati, allo sport e nuove residenze temporanee. Rendering della Città della Cura e del Benessere
LA SANITÀ Altro cardine dell'intervento è la Città della Cura e del Benessere, che prevede la creazione di un centro di eccellenza sanitario finalizzato alla prevenzione, alla cura e alla ricerca medica. È uno spazio dedicato all’educazione e alla prevenzione sanitaria, che sarà sviluppato in collaborazione con l’Ats di Bergamo. Prevede anche degenze innovative, spazi dedicati alla ricerca, alla didattica, una scuola di alta formazione professionale e specializzazione medica post laurea e un nuovo centro congressi. IL RESIDENZIALE Le nuove residenze si affacceranno sul parco e risponderanno alle nuove esigenze e a nuovi stili di vita, un nuovo modo di abitare in termini di qualità dello spazio, ampi spazi aperti, servizi di quartiere e innovazione tecnologica, il tutto all’interno di un ambiente ottimizzato, sostenibile, controllato e connesso, punto di riferimento per lo sviluppo di città e quartieri a zero emissioni e carbon free.
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seggiole & poltrone Cavallari nuovo ad di Tecno/ Zanotta Enrico Cavallari è il nuovo amministratore delegato Tecno e Zanotta. Cavallari, 56 anni, laureato in Economia e Commercio all’Università di Bologna, ha maturato una rilevante esperienza internazionale in aziende come Colgate-Palmolive, Ferrero e Reckitt-Benckiser, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in marketing, sales e general management in Italia e in Lussemburgo, New York, Istanbul e Londra. Nel 2010 è rientrato in Italia per Technogym come Business Unit Director, con un passaggio in Axa come chief marketing & digital business officer. «Siamo felici di dare il benvenuto a Enrico come nostro ad. Le sue capacità di leadership, associate a un approccio imprenditivo, daranno nuovo impulso ai nostri progetti di crescita sui mercati internazionali», ha commentato Giuliano Mosconi, presidente di Tecno e Zanotta. Stefano Collicelli Cagol direttore al Luigi Pecci È Stefano Collicelli Cagol il nuovo direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. È stato nominato da Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, dopo la selezione della commissione esaminatrice composta da Bruno Corà, Sarah Cosulich, Guido Guerzoni e Lorenzo
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Sassoli de Bianchi. Collicelli Cagol guiderà per il prossimo triennio il Centro con l’obiettivo di presentare, collezionare, documentare e supportare le ricerche artistiche di arti visive e performative, cinema, musica, architettura, design, moda e letteratura. Il direttore è anche curatore di By Art Matters a Hangzhou, Cina, centro espositivo dedicato alle arti contemporanee. Dal 2018 al 2020 è stato curatore di Fondazione La Quadriennale di Roma. Ha insegnato Exhibition and Display al Master di II Livello Design for Arts del Politecnico di Torino e dal 2015 al 2017 è stato Curator at Large del Trondheim kunstmuseum, Norvegia. Nel 2014 ha ottenuto il suo PhD presso il dipartimento di Curating Contemporary Art del Royal College of Art di Londra. Aldo Isi al comando dei lavori Anas Nuovo consiglio di amministrazione di Anas (Gruppo FS Italiane), che è ora composto da Edoardo Valente (presidente), Aldo Isi, Antonella D’Andrea, Maria Cristina Giangiacomo e Carlo Palasciano Villamagna. Resterà in carica per il triennio 2021-2023, fino all’assemblea di approvazione del bilancio d’esercizio 2023. Il cda, su proposta del presidente Edoardo Valente, ha nominato Aldo Isi amministratore delegato e direttore generale. Isi, nato a Parma nel 1971, è laureato in Ingegneria Civile all’Università degli Studi di Parma e ha iniziato la sua carriera nel Gruppo Ferrovie dello Stato nel 1999, con incarichi di progettazione e direzione lavori nel settore Armamento e Opere Civili di Rete Ferroviaria. Ha
conseguito un Master in Gestione della Manutenzione Industriale e dal 2011 al 2014 ha rivestito l’incarico di responsabile della Direzione Territoriale Produzione di Bologna e, successivamente, dal 2014 al 2016 è stato responsabile della Direzione Territoriale Produzione di Milano. Nel dicembre 2018 Isi è stato nominato amministratore delegato e direttore generale Italferr, società di ingegneria del Gruppo Fs. Cambio al vertice del gruppo Rehau Uwe Böhlke è stato nominato Ceo di Rehau Industries, neonata società che riunisce al suo interno le Divisioni Building Solutions, Furniture Solutions, Industrial Solutions, Window Solutions nonché i servizi di gruppo. Böhlke continuerà a ricoprire anche la sua attuale funzione di Coo: prende il posto di William Christensen, che ha deciso di lasciare Rehau seguendo un nuovo percorso professionale. «Con la sua consolidata esperienza come Coo, Uwe Böhlke ha sviluppato efficacemente la nostra rete produttiva. Siamo felici che abbia accettato l’incarico di Ceo e siamo certi che saprà espandere ulteriormente Rehau Industries, insieme agli altri membri del consiglio di amministrazione», ha commentato Veit Wagner, presidente del supervisory board del Gruppo. Il Gruppo Rehau è composto dalle aziende Meraxis, Raumedic, Rehau Automotive, Rehau Industries e New Ventures. È specialista dei polimeri, produce e commercializza soluzioni per l’automotive, l’edilizia, l’arredamento, le tecnologie industriali, medicali e dei materiali.
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L’architetto sostenibile
DI ALESSANDRO ROGORA, POLITECNICO DI MILANO
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Mediterraneo da meditare Il Mediterraneo è uno specchio d’acqua di 2,51 milioni di chilometri quadrati con uno sviluppo costiero di 46 mila chilometri, sul quale si affacciano circa 450 milioni di persone. Dotato di un clima straordinario, che si ritrova in pochi luoghi del pianeta (qualche tratto costiero della California, uno spicchio di Sud Africa, piccole aree del Cile e dell’Australia), raccoglie una diversità biologica unica al mondo e da almeno 3 mila anni ha visto fiorire civiltà diverse, che hanno sempre mantenuto forti rapporti culturali e di scambio tra di loro. Tanto da poter considerare comuni alcuni elementi non solo nell’architettura, ma nel sapere in generale, almeno sulla sponda settentrionale di questo mare che attualmente definisce i confini meridionali dell’Unione Europea. Nelle regioni del Mediterraneo si potrebbe pensare che le condizioni climatiche influenzino l’architettura in maniera meno importante rispetto ai climi estremi che caratterizzano i Paesi del Nord o gli ambienti desertici. Invece, proprio nei climi in cui i problemi sono molteplici e le variazioni più lievi, la complessità del controllo aumenta, le soluzioni risultano maggiormente legate al microclima locale specifico e agli aspetti di cultura materiale. La complessità del clima mediterraneo ha portato a definire soluzioni per il controllo ambientale molto articolate per risolvere necessità termiche e luminose spesso conflittuali tra di loro, come la necessità contemporanea di illuminazione e riscaldamento nel periodo invernale e la protezione dalla radiazione solare nel periodo estivo. Un’esemplare risposta a questa complessità climatica è la finestra mediterranea con infisso vetrato, persiana con lamelle mobili all’esterno, anta interna per migliorare le prestazioni di isolamento termico e, a volte, tenda interna o esterna e aggetto in facciata. La molteplicità dei controlli possibili offerti da questa successione di elementi permette di raggiungere buone condizioni di comfort interno anche con condizioni climatiche estremamente variabili non solo rispetto all’alternarsi delle stagioni, ma anche nella stessa giornata. Non ci si limita alla sola finestra in facciata. Serre, logge, lucernari, oculi, lanterne, torri di ventilazione, condotti di illuminazione, hanno intriso l’architettura del Mediterraneo di valori ambientali, donandole complessità, ricchezza e a volte un pizzico di magia. Molto spesso, però, la lettura di questi dispositivi si è limitata al loro valore simbolico e semantico, senza comprenderne a fondo le modalità e le potenzialità di controllo che, in realtà, sono in grado
di offrire. D’altra parte, la letteratura tecnica ha focalizzato la propria attenzione al singolo elemento o componente edilizio di controllo senza riuscire a riportarne il comportamento a sistema, che è proprio del progetto di architettura. Abbiamo quindi le informazioni base per dimensionare un aggetto, una serra e un condotto di ventilazione, ma difficilmente siamo in grado di comprendere il funzionamento ambientale delle architetture. In generale, possiamo sostenere che nel Mediterraneo il controllo delle condizioni ambientali non avvenga attraverso singoli componenti edilizi (muri massivi o isolati, finestre ombreggiate), ma nella giustapposizione di elementi e ambienti adiacenti in cui si ha una variazione continua delle condizioni termiche e luminose. La sequenza di elementi di mediazione climatica tra interno ed esterno permette la creazione di microclimi favorevoli che vengono vissuti prevalentemente in determinati periodi dell’anno o della giornata e con modalità specifiche: patio, portico, galleria, umbracolo, veranda, preingresso, loggia, definiscono questa ricchezza spaziale a cui spesso corrisponde una altrettanto ricca strutturazione delle attività e delle relazioni sociali. Sotto un portico ci si ferma a discutere e si prende un caffè protetti dall’aggressivo sole estivo o ben riparati dalla pioggia e in condizioni termiche generalmente migliori anche nel pieno dell’inverno. Le condizioni ambientali sotto i portici permettono il fiorire del commercio minuto, mentre dagli spazi privati di preingresso delle case di paese si affacciano le anziane signore che dialogano con le vicine che si trovano al di là della strada, anch’esse ben protette dalla semioscurità e dalla privacy del proprio preingresso. La stessa struttura gerarchica della città antica, con strade-edifici e spazi pubblici-spazi privati, diventa molto più ricca e articolata in un intrico di androni, corti, passaggi coperti e ingressi di cui si fatica a capire la precisa collocazione e appartenenza. Proprio questa complessità ha reso possibile un efficace controllo delle condizioni ambientali nelle città del Mediterraneo ed è tale da far pensare che la città e la civiltà mediterranea affondino le proprie radici nella penombra (termine praticamente incomprensibile a chi vive nel Nord Europa). Come avrebbe potuto nascere la democrazia ad Atene, infatti, se non ci fossero stati i portici sotto cui incontrarsi e discutere? E come sarebbe possibile discutere e confrontarsi in maniera pacata e attenta in una torrida e abbagliante giornata estiva greca in assenza di elementi di mitigazione e controllo?
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La responsabilità di costruire per l’uomo e il suo domani.
Progettare e costruire è il nostro impegno. Abbiamo iniziato molti anni fa e continuiamo a farlo, consapevoli che dentro al nostro lavoro vi è una grande responsabilità. Rendere più rapidi e sicuri gli spostamenti, creare edifici sempre più sostenibili, confortevoli e moderni, trasformare tessuti urbani compromessi in luoghi dove vivere in una dimensione personale e collettiva, realizzare spazi per la ricerca e l’innovazione. Questa è la mission che ci guida: progettare e costruire per l’uomo, con lo sguardo sempre proiettato al domani.
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IMPRESE DI COSTRUZIONE
Uno sguardo sul business mondiale delle costruzioni attraverso il bilancio delle maggiori imprese. Risultato: l'Italia ha parecchia strada da compiere. Ma qualcosa si sta muovendo a cura del Centro Studi Youtrade
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I TOP 100 DELLE COSTRUZIONI
Italia malata DI NANISMO Nel panorama mondiale solo Saipem (37esima) e Webuild (54esima) entrano nella classifica dei maggiori gruppi mondiali, dominata dai colossi cinesi a cura del Centro Sudi YouTrade
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CLASSIFICA DELLE PRIME 100 IMPRESE DI COSTRUZIONE NEL MONDO (VALORI IN MILIARDI DI DOLLARI) Posizione
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CLASSIFICA DELLE PRIME 100 IMPRESE DI COSTRUZIONE EUROPEE (VALORI IN MILIARDI DI EURO) Posizione
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Qualità e sicurezza garantite da oltre
25 anni
di esperienza Progettiamo, produciamo e installiamo linee vita e sistemi anticaduta per la sicurezza dei lavoratori esposti al rischio di caduta dall'alto. YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2022
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GRADUATORIA DEI PAESI PER DIMENSIONE MEDIA DELLE IMPRESE
I dati evidenziano che nonostante lo scenario generale nel 2020 sia stato negativo le costruzioni in calo dell’8,9%, le imprese della top 100 sono riuscite complessivamente a consolidare il proprio mercato
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Miliardi di euro
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati CE e analisi bilanci consolidati
ANDAMENTO DEL MERCATO DELLE PRIME 100 IMPRESE DI COSTRUZIONI IN EUROPA (2010-2020) VALORI IN MILIARDI DI EURO
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Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati CE e analisi bilanci consolidati
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CLASSIFICA DELLE PRIME 100 IMPRESE DI COSTRUZIONE IN ITALIA (VALORI IN MIGLIAIA DI EURO) Posizione
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Giro d'affari 2019
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Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati registro camerale e Guamari
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È QUESTIONE DI FIDUCIA Credere che sia possibile, e renderlo possibile. Questa è fiducia.
Operiamo nell’industria del calcestruzzo gettato in opera, offrendo soluzioni integrate e servizi relativi alla tecnologia di casseforme e ponteggi. Il nostro Core business è principalmente basato sul noleggio e sulla vendita dei prodotti.
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Alta sostenibilità A MANHATTAN Due torri riqualificano una zona centrale della città: vantano la certificazione Leed-Gold e sono rivestite da vetri ad alta efficienza energetica. Grazie a un’abile soluzione di Gerardo Semprebon, Politecnico di Milano
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MW1 © Fadi Asmar. A destra, MW1, veduta dalla trentatreesima all’altezza della Pennsilvanya Station © Lucas Blair Simpson
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S MW1, veduta dalla Nona Avenue © Lucas Blair Simpson
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I T Inserimento nel contesto. Courtesy © SOM. Sopra, MW1, veduta dalla Nona Avenue © Fadi Asmar
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Schema strutturale di Manhattan West Two. Courtesy © SOM. Sopra, MW1, veduta dalla Trentatreesima Street. © Lucas Blair Simpson
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MW1, lobby © Lucas Blair Simpson
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Sezioni illustrative delle soluzioni strutturali adottate per MW1 e Two. Courtesy © SOM
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LA SCHEDA Manhattan West Luogo: New York, NY Progetto: Skidmore, Owings & Merrill (SOM) Collaboratori: Jaros, Baum & Bolles, Edgett Williams Consulting Group,Vidaris, Inc., Philip Habib & Associates, Mueser Rutledge Consulting Engineers, Spiers Major, James Corner Field Operations, Wilson, Ihrig & Associates, Inc., Cerami & Associates, Ducibella Venter & Santore, Parsons Brinckerhoff, William Vitacco Associates, Ltd, Weidlinger Associates Inc., Holland & Knight, Code Consultants, Inc. Cliente: Brookfield Properties Area di progetto: 19.880 mq Area costruita: 650.300 mq Altezza: 300 m (67 piani) Anno di completamento della costruzione: 2023 Anno di completamento del progetto: 2015 Fotografie: Lucas Blair Simpson, Fadi Asmar Info: www.som.com
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Communication dept. Faraone
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Minimal blu A BARCELLONA Il progetto Diagonal Azure dell’architetto Fabrizio Leoni per un appartamento privato, è caratterizzato da arredi fissi e dall’utilizzo del multistrato di betulla di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano
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Vista della zona giorno. A sinistra, il bancone della cucina. © Filippo Poli
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Vista della sala con il camino. Bagno padronale. © Filippo Poli
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Sopra, il lungo corridoio passante è ritmato dalla presenza dei pilastri originali in acciaio, trattati come sculture. A destra la spina centrale in blu cobalto. © Filippo Poli A sinistra, planimetria Generale. © Fabrizio Leoni
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A sinistra: schizzi concettuali e di studio per il blocco bancone del living-cucina. © Fabrizio Leoni Architettura Nella foto in alto a destra: cabina armadio passante tra la camera padronale e il bagno 'en suite'. © Filippo Poli
LA SCHEDA Cliente: Privato Luogo: Barcellona (Spagna) Anno: 2018-2020 Progetto e DL: Fabrizio Leoni Architettura (Fabrizio Leoni) Superficie: 250 m2 Importo Complessivo: Riservato Web: www.fabrizioleoniarchitettura.com Fotografie: © Filippo Poli courtesy Fabrizio Leoni Architettura
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MONDO
PAESI BASSI
Bosco verticale FORMATO EXPORT Lo studio milanese implementa il modello delle famose torri milanesi anche a Eindhoven, ma in un ambito più vicino al social housing che al lusso di Leonardo Zuccaro Marchi, Libera Università di Bolzano
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Vista ad angolo della Trudo Tower. A sinistra, vista delle terrazze a sbalzo della Trudo Tower verso il cielo. © Paolo Rosselli, courtesy Stefano Boeri Architetti
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Scorcio della Trudo Tower. © Paolo-Rosselli, courtesy of Stefano Boeri Architetti
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PAESI BASSI
La Trudo Tower è inserita entro Strijp-S a Eindhoven. © Paolo-Rosselli, courtesy of Stefano Boeri Architetti
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Spaccato Assonometrico della Trudo Tower in cui si evidenzia la relazione tra gli elementi di facciata e la vegetazione. courtesy Stefano Boeri Architetti
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La Trudo Tower è inserita entro Strijp-S a Eindhoven. © Paolo-Rosselli, courtesy of Stefano BoerI Architetti Sotto, assonometria di una unità abitativa tipica nella Trudo Tower. Courtesy Stefano Boeri Architetti
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LA SCHEDA Luogo: Strijp-S, Eindhoven, Olanda Cliente: Sint Trudo General contractor: Stam + De Koning Programma: Residenziale, Edilizia Sociale Progetto Architettonico: Stefano Boeri Architetti (Stefano Boeri con Francesca Cesa Bianchi e Paolo Russo con Giulia Chiatante e Elisa Versari) Consulente Paesaggio: Studio Laura Gatti Consulente Facciate: SCE Project Architetto progetto esecutivo: Inbo Superficie: SLP 11.500 mq Anno di costruzione: 2021 Info: www.stefanoboeriarchitetti.net Foto: © Paolo Rosselli, courtesy of Stefano Boeri Architetti
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MONDO
URBAN VISION
Se gli edifici SALVASSERO IL MONDO Al Cop26 di Glasgow lo studio Skidmore, Owings & Merrill ha presentato l’idea di costruzioni capaci di assorbire anidride carbonica invece di produrla, con bio-mattoni, alghe e...
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Manhattan: render dopo Urban Sequoia. A sinistra, render di un prototipo di Urban Sequoia
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Urban Sequoia: sezione schematica. Sopra, Urban Sequoia: schemi illustrativi del sistema modulare e dell’integrazione dei componenti tecnici nello schema di progetto. Courtesy © SOM
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Lagos: render dopo Urban Sequoia. Sopra, Lagos: render prima di Urban Sequoia
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URBAN VISION
Insediamento urbano dopo Urban Sequoia: integrazione delle reti coinvolte nel progetto a scala urbana. Courtesy © SOM Di rigore
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LA SCHEDA Progetto: Skidmore, Owings & Merrill (SOM) Anno: 2021 Web: www.som.com
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Il Giappone in Cina con 65 metri quadrati La ristrutturazione in stile nipponico di un appartamento a Hong Kong A Hong Kong, un appartamento di 65 metri quadrati, di proprietà di un praticante di medicina cinese, appassionato di cultura nipponica, e dell’anziana madre, è stato completamente ristrutturato in perfetto stile giapponese. L’intervento a cura dello Studio Hintegro, con un team coordinato dal titolare Keith Chan, ha saputo interpretare le esigenze del committente e caratterizzare con una precisa impronta stilistica l’intera abitazione grazie a un’attenzione rigorosa ai dettagli. Dalla shoji all’onsen La ricerca di materiali provenienti direttamente dal Giappone, come il legno che si ritrova in tante componenti dell’abitazione, e l’inserimento di elementi d’arredo realizzati su misura hanno contribuito a realizzare un ambiente unico e armonioso. Dalla porta di casa, caratterizzata da un campanello personalizzato in legno Tochi, si prosegue nell’ingresso. Qui una shoji, la tradizionale porta scorrevole giapponese progettata su misura da Hintegro, fa mostra di sé: la parte inferiore è rivestita di legno massello proveniente da Kyoto, decorata a mano con un motivo esagonale strutturato, mentre la parte superiore è trattata con una vernice speciale. Lo spazio viene poi definito da una scarpiera di forma curva, che funge da elemento di congiunzione e conduce verso il living. La zona giorno è stata studiata appositamente per consentire al proprietario e alla madre una totale esperienza di comfort abitativo. La cucina è separata, ma comunque comunicante con il soggiorno grazie a una parete scorrevole, che consente di interagire con gli eventuali ospiti o più semplicemente di guardare la televisione mentre si sta cucinando. Per completare
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a cura di Veronica Monaco
L’ATTENZIONE RIGOROSA AI DETTAGLI, LA RICERCA DI MATERIALI PROVENIENTI DIRETTAMENTE DAL GIAPPONE E L’INSERIMENTO DI ELEMENTI D’ARREDO REALIZZATI SU MISURA, SONO STATI I FATTORI CHIAVE CHE HANNO PERMESSO LA CREAZIONE DI UN AMBIENTE UNICO E ARMONIOSO
l’atmosfera giapponese si è prestata molta attenzione all’ambiente bagno: una vasca con accessori spa domina lo spazio, con la volontà di ricreare un onsen, le tipiche terme giapponesi. Per la rubinetteria è stata scelta la collezione Diametro35 Inox di Ritmonio, caratterizzata da un design essenziale e dalla pulizia delle forme.
Ristrutturazione abitazione privata Luogo: Hong Kong Progetto: Hintegro Committente: privato Foto credits: Keith Chan, Courtesy of Hintegro
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO
L’ufficio è biofilico Nell’ex area Rizzoli a Milano, Kengo Kuma firma insieme al botanico Stefano Mancuso Welcome, feeling at work, progetto che mira a diventare manifesto green per le città del futuro Un nuovo modo di vivere il lavoro a Milano. Questo è Welcome, feeling at work, il progetto in corso di realizzazione nell’ex area Rizzoli, vicino
al Parco Lambro. L’intento è quello di riqualificare l’intera zona e diventare un nuovo esempio di architettura organica, perfettamente integrata e modellata nell’ambiente che la ospita. L’ambizioso progetto promosso dalla piattaforma indipendente Europa Risorse e finanziato da un fondo gestito da PineBridge Benson Elliot, è firmato da Kengo Kuma & Associates e Stefano Mancuso, botanico di fama mondiale. Il cantiere verrà completato nel 2024. RENDER DELLA PIAZZA. SOPRA, RENDER GLASSHOUSE. RENDERS ® KENGO KUMA AND ASSOCIATES
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Lavoro e Natura L’ufficio biofilico di Milano mira a essere tra gli edifici più sostenibili mai realizzati, coniugando benessere della persona e rispetto dell’ambiente. La struttura vede l’utilizzo di tre materiali coniugati in maniera sinergica: calcestruzzo per le fondamenta e l’interrato, acciaio e legno per il fuori terra. Lo spazio architettonico è completamente integrato con la vegetazione e realizzato in materiali organici, per un totale di oltre 50 mila metri quadrati,
RENDER FACCIATA POSTERIORE. SOTTO, RENDER CORTILE RENDERS ® KENGO KUMA AND ASSOCIATES
KENGO KUMA
STEFANO MANCUSO
grandi risultati possano essere raggiunti semplicemente utilizzando e introducendo le piante nei luoghi della vita urbana. La mia idea di città del futuro è questa: una città in cui qualunque superficie sia coperta di piante», dichiara il professore.
strutturati in sei corpi inondati di luce naturale e flessibili, stratificati, ruotati e intrecciati tra loro, che digradano come anfiteatri naturali verso il Parco Lambro. Il complesso ospiterà uffici, auditorium, spazi di co-working, hall riservate agli incontri di lavoro, ma anche ristoranti e lounge, negozi, un supermercato, un’area wellness, luoghi per eventi temporanei e mostre. Filo verde Ogni elemento di Welcome, feeling at work è collegato da un filo verde: la Piazza, ricca di vegetazione e circondata da piccole colline; le Corti open air, destinate al lavoro informale e agli incontri; le Terrazze, concepite come estensioni degli spazi esterni, che ospiteranno orti, giardini fioriti, camminamenti; le Serre, luoghi speciali di lavoro, intrattenimento e svago.
«Dimenticate le città prima del covid-19. Dobbiamo accettare un’epoca di sfollamento e ritorno alla natura», commenta l’architetto Kengo Kuma. Il verde e le specie endemiche saranno dunque parte integrante del progetto architettonico: a questo aspetto concorrerà il prezioso lavoro del botanico e professore associato presso l’Università di Firenze, Stefano Mancuso, che darà un cruciale contributo affinché l’ufficio biofilico risulti tra i progetti più sostenibili mai realizzati. «La superficie occupata dalle città sul pianeta è intorno al 2% delle terre emerse. Da questa minuscola area provengono il 70% della CO2, all’incirca l’80% dei rifiuti prodotti dal pianeta e dunque comprendiamo all’istante che è l’idea della città che dobbiamo cambiare. Dobbiamo pensare a una città compatibile con l’ambiente e la mia opinione è che
Efficienza e sostenibilità Zero emissioni CO2, energie rinnovabili, controllo dei consumi, recupero dell’acqua permetteranno di raggiungere la massima sostenibilità dell’intervento, realizzando un progetto che anticipa il futuro degli spazi di lavoro. Salute e benessere delle persone con target di certificazione Well Platinum; efficienza energetica Leed Platinum; GLIcovid19 SPAZI INTERNI. rispetto delle linee guida anti SOPRA, ESPLOSO (Ashrae, Rheva, Aicarr e Rapporto ISS); ASSONOMETRICO DEL PROGETTO circolarità nei materiali da costruzione e nel loro utilizzo; nessun combustibile fossile; resilienza ai cambiamenti climatici per un futuro clima-neutro: è su questi pilastri che Welcome si propone come il più avanzato intervento ecologico in Europa.
Welcome, feeling at work Luogo: Via Angelo Rizzoli 2 , Milano Progetto: Kengo Kuma & Associates Committente: Europa Risorse Sgr spa Fondo di investimento: PineBridge Benson Elliot Area: oltre 50.000 mq
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Triangoli luminosi in India A Nuova Delhi i progettisti dello studio Conarch Architects firmano un nuovo edificio per uffici, caratterizzato da una scenografica facciata geometrica La composizione scultorea che caratterizza la facciata della JK House di Nuova Delhi spicca tra i palazzi di Pusa Road, in uno dei quartieri centrali più trafficati della città indiana. Progettato dallo studio Conarch Architects, l’edificio si sviluppa su sei piani e ospita spazi di lavoro open-space, sale conferenze e sale riunioni per 350 dipendenti. Opportunamente posizionato per beneficiare del sistema di trasporto pubblico della città, in crescente sviluppo, la struttura prevede un parcheggio di soli 25 posti auto. Questo ha permesso di ampliare le aree di servizio e le sale multiuso a disposizione dei dipendenti ai
LA FACCIATA FORMATA DA UNA COMPOSIZIONE DI FORME GEOMETRICHE CHE CREANO UN EFFETTO SCULTOREO E SCENOGRAFICO
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piani inferiori e interrati. Ai piani superiori, invece, sono stati realizzati workspace aperti e un tetto verde, in parte progettato come terrazza roof-top, da cui godere della vista panoramica sulla città. La facciata Oltre al concetto di funzionalità, i progettisti dello studio Conarch Architects hanno prestato grande attenzione anche all’estetica. La facciata è composta da una composizione tridimensionale di forme triangolari retroilluminate a Led, realizzate interamente in pietra acrilica Hi-Macs, nella tonalità Alpine White. Posizionate agli angoli dell’edificio, queste particolari composizioni geometriche aggiungono un tocco scultoreo all’intera realizzazione, valorizzandone forme e rilievi. L’effetto è reso ancora più scenografico dall’illuminazione notturna che trasforma questo banale angolo di strada in un punto di interesse per i passanti.
LA FACCIATA SI ACCENDE DI NOTTE GRAZIE ALLA RETROILLUMINAZIONE A LED
A tutta luce Caratterizzato da un andamento lungo e stretto, l’edificio della JK House poneva una grande sfida sul piano dell’illuminazione naturale, soprattutto per gli spazi di lavoro posizionati ai livelli inferiori e per le aree lontane dalle pareti esterne. Dato il ruolo fondamentale che la luce svolge sul benessere mentale e fisico degli occupanti, i progettisti hanno deciso di introdurre al centro un atrio di generose dimensioni per illuminare l’edificio dall’interno. Le pareti divisorie, le finiture in materiale leggero e le pareti divisorie in vetro a tutta altezza aiutano la penetrazione della luce nelle aree più lontane dalle finestre. Gli spazi di lavoro interni, realizzati in colori tenui e contrastanti, creano un’atmosfera elegante e non banale, a cui concorrono l’illuminazione personalizzata, i mobili integrati, il soffitto e il particolare design delle pareti.
JK House Cliente: J.C. Chaudhry Location: 32, Pusa Road, New Delhi, India Architetti: Conarch Architects Architetto principale: S.K. Goel Area: 40.000 mq Turn-Key Builder: RP Realtech Pvt Ltd Produzione: A.S. Interiors Materiale: Hi-Macs Alpine White S028 Foto: ©Prashant Dubey, Nitish Goel
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO L’INSERIMENTO DI SCALE IN ACCIAIO CON PEDATE IN LEGNO HA PERMESSO NON SOLO DI COLLEGARE I PIANI CON ELEMENTI VISIVAMENTE E STRUTTURALMENTE LEGGERI, MA ANCHE DI CREARE UN’ARMONIA ARCHITETTONICA IN UN VOLUME PENSATO SOLO NELLA SUA DIMENSIONE INGEGNERISTICO-MILITARE.
Questa casa non è (più) una caserma Il recupero di un’ex infrastruttura militare ha trasformato gli ampi volumi dei fabbricati in accoglienti e spaziosi open space pluripiano
infrastrutture militari per trasformarle in open space pluripiano, con abitazioni, uffici, spazi commerciali e servizi collettivi. In progetto c'è anche l’apertura di un centro di documentazione e ricerca sulla storia militare della cittadina.
Siamo a Ede, Paesi Bassi, a pochi chilometri dal confine con la Germania. Qui sorge l’ex centro di addestramento militare dell’esercito olandese: una serie di piazze d’armi, fabbricati per truppe e armamenti e caserme per fanteria, cavalleria e artiglieria, disposte in ordinata sequenza lungo gli ampi viali alberati. Dismessi da anni, questi enormi edifici sono stati al centro di un interessante progetto di recupero voluto dalla municipalità che, invece di costruire nuovi quartieri residenziali, ha deciso di riqualificare le
Il progetto Il progetto di recupero e riqualificazione dell’ex infrastruttura militare ha interessato fra l’altro alcuni fabbricati della Caserma Arthur Kool, composta da due volumi principali e da numerosi depositi in linea. Curato dallo studio di architettura Casa23, l’intervento ha mantenuto l’austera estetica esterna caratterizzata da solidi muri in mattoni a pasta scura e ampi tetti a doppia falda, e modificato radicalmente gli interni. L’involucro edilizio è stato inspessito, aggiungendo materiale
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termoisolante per ridurre le dispersioni termiche, e le ampie aperture presenti lungo le facciate sono state sfruttate a vantaggio dell’illuminazione naturale e ventilazione degli ambienti domestici. Per le camere, gli studi e gli spazi connettivi interni, realizzati sotto le coperture, è stato previsto il massiccio impiego di finestre da tetto. Lungo le falde, secondo un disegno regolare, sono stati infatti distribuiti 132 serramenti Ftw-V Fakro, di cui 25 equipaggiati con il sistema Z-Wave a comando elettrico per agevolare la movimentazione. Le nuove aperture hanno permesso di inondare di luce e aria i locali realizzati nei sottotetti, raggiungendo anche le zone giorno poste ai piani inferiori. Tutte le finestre sono dotate anche di tende avvolgibili esterne Amz Solar che, in caso di eccessivo irraggiamento solare
o surriscaldamento degli ambienti, sono in grado di aprirsi e chiudersi automaticamente.
IL PROGETTO HA MANTENUTO L’AUSTERA ESTETICA ESTERNA MODIFICANDO RADICALMENTE GLI INTERNI, ILLUMINATI GRAZIE ALLE FINESTRE DA TETTO INSTALLATE SULLE FALDE DELLA COPERTURA
Riconversione ex struttura militare Luogo: Ede (Paesi Bassi) Committente: Van Middendorp Construction Company Studio di architettura: Casa23 Finestre da tetto: Fakro Ftw-V U3 Z-Wave Tenda esterna: Amz Solar
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TERRITORIO & SOCIETÀ
Francesco Gastaldi, Università IUAV di Venezia
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a crisi del covid 19 aveva messo in discussione l’identità stessa di alcuni centri, provocando casi di ritrazione della presenza umana dai luoghi del lavoro, graduale abbandono di spazi aperti ed edificati e formazione di nuovi e potenziali vuoti urbani. Le immagini degli interni dei grattacieli deserti e le strade senza auto, i luoghi pubblici e del commercio con presenze rarefatte nei periodi più duri della pandemia, avevano dato addito a previsioni catastrofistiche per le città di tutto il globo. Tutto era introiettato dentro le mura domestiche. Dai primi di marzo del 2020 al luglio 2021 la città è stata in casa, tutti noi abbiamo ridefinito le nostre abitazioni ricavando spazi per il lavoro, per l’attività fisica, per le relazioni (spesso per via telematica). Abbiamo improvvisato fra le mura domestiche un ufficio, postazioni pc per la didattica a distanza, uno spazio per la pausa pranzo, vivendo il corridoio come deposito di materiali di lavoro. Le nostre routine erano, di colpo, andate in tilt. Un sistema che sembrava non vulnerabile è stato costretto a riorganizzarsi. La pandemia ci ha imposto la condizione sociale di rimanere chiusi in casa, privandoci dello spazio della città. Poi si è iniziato a pensare e riflettere su che cosa sarebbe rimasto di tutto questo dopo lo shock che abbiamo vissuto, ponendoci interrogativi e domande: il lavoro da remoto cesserà? La presenza quotidiana in ufficio sarà di nuovo la norma? Anche se il covid 19 passerà, un modo diverso di pensare al mondo e al modo in cui lavoriamo è destinato probabilmente a restare? E quali abitudini, consumi, stili di vita sono stati modificati nel periodo pandemico? Molti interrogativi sono aperti, ma possiamo dare una notizia: le città (almeno in Italia) non sono morte e, anzi, sembrano smaniose di tornare protagoniste. Sono tornati gli studenti, i lavoratori fuori sede, perfino molti turisti che dopo l’estate del boom hanno sete di colmare le vacanze perdute nel 2020. Anzi, le città sembrano aver superato il trauma e vogliono tornare a rappresentare, per la società occidentale, un vitale laboratorio creativo, che sperimenta strategie
di rilancio e nuove politiche di trasformazione urbana (aumento della competitività, riposizionamento economico, conferimento di nuove funzioni, correzione di squilibri e situazioni di disagio nei quartieri in crisi, maggiore dotazione di qualità urbana ed ambientale, nuove opportunità nel campo occupazionale e dei servizi, aumento dei flussi turistici e culturali). I progetti fervono, il peggio sembra superato o perfino mai avvenuto. Grazie a questa imprevista rinascita e all’evoluzione della situazione dovuta alla diffusione dei vaccini, le città non sono più necessariamente associate a un luogo negativo e al senso di vuoto. Si proiettano e investono sulle città buona parte degli sforzi per il raggiungimento di migliori condizioni di sviluppo sociale ed economico, ed è ormai consolidata la consapevolezza del ruolo che queste possono rivestire nella promozione dei singoli territori e sulla rinascita economica. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie informatiche e telematiche, e le forme di produzione e comunicazione immateriale, determinano decentramenti e indifferenze localizzative (es. il ritorno ai borghi o alle periferie e il south working) nelle città si assiste a un rinnovato ruolo della logistica (settore emerso come sempre più nevralgico nella pandemia) e continuano a concentrarsi le più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché a una consolidata importanza degli incontri personali e delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività economiche e lavorative. L’attenzione sembra essere focalizzata sulle zone centrali delle città che sono sempre meno vuote e rappresentano una vera e propria vetrina, e innescano meccanismi di sviluppo in grado di coinvolgere un sistema locale più vasto: queste, sono infatti le aree maggiormente appetibili per gli operatori privati, in cui gli investimenti garantiscono un ritorno non solo monetario, ma anche di prestigio. In uno scenario caratterizzato da una forte spinta competitiva fra sistemi urbani per assicurarsi nuove funzioni rilevanti, e attrarre imprese e turisti, gran parte del confronto si misura quindi sulle capacità di presentarsi secondo una veste rinnovata dopo il grande shock sistemico. Se il centro è lo spazio per eccellenza, attraverso cui la città si mette in mostra e si offre alla fruizione di residenti e popolazioni temporanee, i progetti e le azioni tese alla valorizzazione di queste aree definiranno la piena inversione di tendenza e la risposta più efficace alla crisi post covid. Forse, un nuovo rinascimento urbano è alle porte.
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Storia
DI COPERTINA BIFIRE
La sottile arte DEL CAPPOTTO
L’azienda lombarda ha messo a punto Vacunanex, sistema (certificato) che consente di isolare termicamente un edificio con soli 2 centimetri di spessore di Veronica Monaco 114
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Alfredo Varini, direttore tecnico commerciale Bifire
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n materiale isolante innovativo, ingombri ridotti al minimo, elevate prestazioni certificate e una posa facile e di rapida esecuzione. Tutto questo è Vacunanex Cappotto, il sistema prodotto interamente in Italia da Bifire, azienda di Desio (Monza Brianza) per l’isolamento termico di pareti e solai, sia interni che esterni. Ne parliamo con Alfredo Varini, direttore tecnico commerciale della società. Domanda. Il sistema a cappotto è protagonista del superbonus. Qual è la proposta di Bifire? Risposta. Il cappotto è uno dei principali sistemi utilizzati per l’isolamento termico degli edifici, uno degli interventi trainanti del superbonus. La proposta Bifire consiste in una soluzione tecnicamente avanzata, che permette di ottenere un’elevata prestazione termica con un bassissimo spessore. Il sistema si basa su un pannello sottovuoto Vip (Vacuum Insulated Panels ndr) realizzato con l’isolante Vacunanex, caratterizzato da un valore di conducibilità termica di 0,004 W/mk, un’efficacia dieci volte superiore agli isolanti tradizionali utilizzati oggi in edilizia. Questa caratteristica ha diversi vantaggi, tra cui una sensibile riduzione degli ingombri. I bassi spessori permettono di non ridurre il camminamento esterno, andando a occupare suolo pubblico o marciapiedi, e di non modificare elementi presenti in faccia, quali pluviali,
davanzali e persiane. In soli 2 centimetri di spessore il sistema Vacunanex Cappotto isola l’edificio, rispettando i requisiti richiesti dal superbonus. D. Il materiale è dunque compatibile con i requisiti richiesti dall’incentivo al 110%? R. Sì, abbiamo tutte le carte in regola per essere compatibili con il superbonus. Vacunanex Cappotto è certificato Remade in Italy per il contenuto di materiale riciclato, quindi è compatibile con i Cam. Inoltre, il prodotto è in possesso della marcatura Ce e della certificazione di conducibilità termica dichiarata rilasciata dall’Istituto Giordano secondo la Uni En Iso 10456. Inoltre possiede numerosi altri certificati a garanzia delle prestazioni del sistema. Per esempio, nonostante non sia un requisito necessario per l’ottenimento del superbonus, abbiamo ritenuto molto importante fornire certificazioni anche in tema di incombustibilità, oltre che di resistenza alla compressione e allo strappo. D. Il sistema Vacunanex Cappotto ha altri vantaggi? R. Rispetto ai sistemi tradizionali, un altro plus del nostro sistema è la posa. Vacunanex Cappotto non prevede, infatti, l’utilizzo di tasselli, ma solo l’incollaggio e la successiva rasatura. Il tutto in massimo 2 centimetri di spessore. Un vantaggio considerevole soprattutto sui balconi, poiché consente di ridurre al minimo l’ingombro.
Il team di Bifire
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BIFIRE DI COPERTINA
L'isolante ad alte prestazioni Vacunanex
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Inoltre, Vacunanex Cappotto è ideale in tutti i centri storici, dove non si è possibile avere aggetto sul marciapiede e sulle vie pubbliche. D. Come siete arrivati a sviluppare questo materiale isolante? R. Produciamo Vacunanex da più di dieci anni, inizialmente per applicazioni differenti. Negli ultimi anni, l’interesse sempre maggiore del mercato verso il miglioramento delle prestazioni termiche degli edifici, e l’indirizzo preso anche dall’Europa in questa direzione, ci hanno spinto ad utilizzare Vacunanex anche nel sistema a cappotto. D. In Italia i progettisti conoscono a sufficienza il tema dell’isolamento termico? R. La maggior parte dei progettisti sono preparati. Magari non sono a conoscenza di tutti i dettagli di un isolante innovativo come il nostro, che rappresenta di fatto una nicchia del mercato, ma sono perfettamente in grado di informarsi tramite la documentazione tecnica che mettiamo a disposizione. I parametri comunicati sono tutti certificati, per cui il professionista può avere sempre un riscontro documentale ed essere tranquillo. D. Come viene distribuito il vostro prodotto? R. Tramite i rivenditori edili. D. Qual è il vostro rapporto con gli studi di pro-
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gettazione? R. Collaboriamo attivamente con gli studi di progettazione, a cui forniamo un supporto a 360 gradi. Qualora si renda necessario un chiarimento, i progettisti possono contattare telefonicamente o scrivere via mail al nostro ufficio tecnico, che offre una risposta tempestiva a qualsiasi richiesta. D. E in cantiere con le imprese? R. Generalmente in cantiere si attivano gli agenti di zona. Qualora fosse necessario un intervento più strutturato, l’ufficio tecnico è pronto a fare sopralluoghi e offrire un servizio di supporto diretto per spiegare alcuni dettagli realizzativi. Sul nostro sito internet è comunque presente tutta la documentazione di posa e video esplicativi per realizzare una installazione a regola d’arte. D. Il sistema Vacunanex Cappotto è customizzabile in base alle esigenze del cliente? R. I pannelli sono disponibili in quattro formati: 1000x600, 500x600, 100x600 e 100x200 millimetri. Qualora siano necessari dei tagli, la prestazione termica del pannello passa da 0,0004 W/mk a 0,0020 W/mk (20 millibar), in quanto si va a perdere la caratteristica del sottovuoto. Tuttavia, nel mondo dell’edilizia i principali isolanti si posizionano tra i 31 e i 35 millibar: le prestazioni del Vacunanex Cappotto restano ancora superiori alla
Sopra, il gruppo addetto a spedizioni, logistica e controllo qualità. A sinistra, rifinitura Vacunanex Cappotto
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Storia
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Oltre all’isolante Vacunanex, Bifire produce diverse soluzioni innovative, anche per la protezione passiva al fuoco
media, anche se inferiori ai valori del pannello integro. D. Sono necessari particolari competenze per la sua installazione? R. No. L’unica caratteristica peculiare del nostro prodotto è l'installazione senza l’utilizzo dei tasselli Si procede tramite incollaggio con frattazzo dentato da 1 centimetro. A seguire si esegue la rasatura armata e infine la finitura. D. Quali sono i criteri per determinare la qualità dell’installazione del sistema a cappotto? R. Se il cappotto non è stato installato correttamente, purtroppo lo si vede solo nel tempo, quando subentrano problematiche sui giunti o si notano colorazioni differenti in facciata in caso di umidità Bifire non può controllare il lavoro dell’installatore, tuttavia, il fatto che il nostro sistema sia certificato e facile da posare, rende davvero difficile sbagliare. D. Per chi non è un tecnico, i cappotti sembrano tutti uguali. Come si fa a distinguerli? R. Per distinguere Vacunanex Cappotto basta guardare l’ingombro. Mentre per gli altri sistemi parliamo di 10-15
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centimetri di materiale, nel nostro caso con 2 centimetri andiamo a risolvere il problema dell’isolamento termico. Nulla vieta di utilizzare un sistema misto, sfruttando i bassi spessori del nostro sistema dove c’è mancanza di spazio. Non sono rari i condomini in cui la facciata viene isolata con un cappotto tradizionale, mentre gli sfondati dei balconi con Vacunanex Cappotto. Non mancano infine i casi dove il nostro sistema è utilizzato per realizzare l’intera facciata. D. Quali sono i vantaggi in termini di riduzione della dispersione energetica? R. La dispersione energetica diminuisce tantissimo. Un cappotto realizzato con Vacunanex, con materiale isolante da 1 centimetro e spessore totale di 2,3 centimetri, ha una resistenza termica di 2,55 mqK/W, un valore molto elevato. Solo in alcuni casi si arriva a utilizzare uno spessore dell’isolante di 2 centimetri: ciò dipende dalla muratura esistente e della zona climatica in cui si trova l’edificio. D. In passato c’era una grossa differenza tra isolanti a basso e ad alto spessore a livello di costi. Adesso, la mancanza di materie prime e l’aumento dei prezzi, ha calmierato un po’ questa differenza? R. Sicuramente si è assottigliata, però si tratta di due tecnologie completamente diverse. I costi non sono raffrontabili, tant’è che in tutti i prezzari regionali e privati le voci hanno prezzi di riferimento completamente differenti. D. Alcuni casi di cronaca hanno portato l’attenzione sul pericolo di incendio... R. Il nostro prodotto è un materiale certificato totalmente incombustile, in classe A1 di reazione al fuoco. D. Un aspetto sempre più importante è anche quello della sostenibilità. Come si collocano i prodotti Bifire in questo ambito? R. È un aspetto a cui teniamo particolarmente. Il pannello Vacunanex Cappotto risponde ai requisiti Cam e possiede la documentazione Remade in Italy che certifica il contenuto di materiale riciclato. Inoltre, per ridurre ulteriormente il nostro impatto ambientale, abbiamo installato presso lo stabilimento pannelli fotovoltaici che forniscono l’energia necessaria per effettuare le lavorazioni. D. Da quanto tempo l’azienda è attiva sul mercato? R. Bifire è nata nel 2001 in seguito all’acquisizione di un ramo d’azienda di una società che commercializzava prodotti per la protezione al fuoco. Da sempre caratterizzata da un’attenzione molto forte all’innovazione, l'azienda ha deciso di produrre in casa materiali tecnologicamente avanzati per adattarsi al meglio alle esigenze del mercato. In quest’ottica nel 2010 è nato l’isolante Vacunanex e diversi altri prodotti per la protezione passiva al fuoco. Tutti i nostri prodotti sono il frutto di questa continua ricerca all’insegna dell’innovazione e del miglioramento costante.
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I BILANCI DELLE COSTRUZIONI 667 produttori
191 società di progettazione
130 imprese costruzioni
86 gestione immobiliari
8 gdo/gds
SUPPLEMENTO A YOUTRADE N.125
Poste Italiane SpA – Sped. In a.p. D.L. 353/2003 conv. In L. 46/2004, art. 1, c. 1 – DICB Milano Virginia Gambino Editore Srl – Viale Monte Ceneri 60 – 20155 Milano
[ I BILANCI DELLE COSTRUZIONI ]
866 distributori
[ I BILANCI DELLE COSTRUZIONI ] CLASSIFICHE 2021 L’ANALISI DEI CONTI DI 2.000 AZIENDE
La grande sfida
LE IMPRESE CHE VINCONO NELL’ANNO DEL VIRUS
Co ai Co er 2021
Geoplast Sostenibilità e redditività per l'edilizia GeoplastGlobal.com
2000 imprese dell’edilizia ai raggi X I Bilanci delle Costruzioni edizione 2021, contiene i dati di 1.948 imprese, per un totale di quasi 76 miliardi di euro di ricavi da vendite e prestazioni. Comprende l’analisi delle aziende di costruzioni, ingegneria, produzione (acciaio e tondino, attrezzature, cemento e calcestruzzo, chimica, climatizzazione, fissaggio, illuminotecnica, impiantistica, isolamento, laterizi, lattoneria, macchine, piastrelle e rivestimenti, pitture e vernici, prefabbricati, presagomatura, sanitari e arredobagno, serramenti e altre categorie) e della distribuzione di materiali edili, idrotermosanitari, elettrici, dei materiali per trattamento acque e drenaggio, ma anche della Gdo e della Gds del settore brico, ferramenta, materiali edili e per la casa e new entry come i servizi di gestione immobiliare, gli studi di architettura e i general contractor.
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INTERMEZZO
HA ANCORA SENSO?
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e c’è una cosa certa in questo periodo è che possiamo individuare un prima e un dopo, e poi leggerlo attraverso delle lenti deformanti. Ci sono eventi di due anni fa che vi sembreranno vicinissimi e altri lontanissimi. Fasi della nostra vita avvenute all’interno di questi due anni che si confondono e spesso non sappiamo propriamente collocare all’interno di un chiaro momento, perché il tempo, che dovrebbe essere una costante fissa, pare abbia iniziato a scorrere più lentamente del normale oppure sembra abbia accelerato senza ragione. In fin dei conti ci stiamo costruendo un sistema utile alla nostra sopravvivenza intellettuale e anche fisica di fronte alle condizioni mutate che hanno investito le nostre abitudini e, di conseguenza, il nostro mondo. Tutto questo è un processo di adattamento progressivo che «ci tocca dentro», perché parte dai sensi e modifica le nostre sensazioni, che poi sono quelle stimolazioni cognitive che descrivono chi siamo veramente. Siamo sempre lì. Penso, dunque sono. Percepisco, quindi comprendo. Osservo, quindi muto. L’essere umani comporta il cambiamento e ciò implica sempre anche una certa resilienza, perché ci piace adattarci avendo il tempo per farlo. Quando questo sembra venga a mancare, è tutto il nostro universo che è messo in discussione. Al solito tutte queste intuizioni, mutatis mutandis, non sono nuove e sono state già tutte affrontate dal pensiero filosofico. Vi ricordate la teoria post-moderna? Forse è più chiara adesso che a fine anni Ottanta. Abbiamo imparato parole nuove, abbiamo cercato di interpretare il mondo che ci siamo inventati e ne abbiamo cambiato le aggettivazioni (globale, fluido, interconnesso…), ma eravamo pronti? Un’altra possibilità di lettura della nostra contemporaneità, dove sicumera e fragilità si esaltano grazie anche all’esponenziale perdita della relazione di contatto a favore di quella molto ingannevole offerta dalla virtualità, è affidarsi alla sensibilità dell’artista. Ma, attenzione, perché anche l’artista vive le stesse nostre conflittualità e spesso le esalta, mandando segnali che interpretati diventano dirompenti. Loris Gréaud (1979) è uno degli artisti contemporanei più interessanti con un curriculum che, per certi versi, lo accomuna all’agire proprio degli architetti. Solo che se gli architetti progettano per creare qualcosa che resti, Gréaud apparentemente sembra lavorare solo sulla distruzione. Ma in effetti lavora sull’essenza e sulla potenza di azioni che, apparentemente banali, diventano emblematiche se applicate all’arte. Arte che, come spiegano bene i saggi introduttivi del critico
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francese Nicolas Bourriaud, non esiste di per sé, ma è solo una definizione derivata da un insieme di congetture, tutte opinabili, espresse dall’intelletto umano. E siccome siamo in un’epoca altamente complessa, dove spesso gli opposti sembrano scambiarsi il posto, siamo spesso di fronte all’impredicibile. Bourriaud asserisce che l’espressione di Gréaud è una rappresentazione della condizione dell’Antropocene, questo momento attuale in cui uomo (da leggersi come fabbricane di artifici) e Natura si trovano appaiati e in lotta per la sopravvivenza. Che cosa resterà? Come dobbiamo vivere questo momento che in tutto e per tutto è una crisi? Una riposta è l’impeto distruttivo di Gréaud che pervade questa raccolta di progetti (attenzione, non performance, ma progetti) realizzati lungo l’ultimo decennio. Le illustrazioni raccontano di progetti maniacali, ricerca ossessiva e vere opere d’arte o d’artigianato (come avvenuto con i vetri di Murano nel 2017) pensati, definiti e creati e poi bruciati, distrutti, sepolti. La soluzione all’attuale condizione umana è il nulla? No, è liberare nuovamente la forza pensatrice, darle una nuova possibilità rimettendola in circolo. Oltre le convenzioni e oltre l’attualità. Siamo di nuovo alle stelle visibili dalla caverna, come già ci raccontava Platone. In fin dei conti, dobbiamo sempre e solo ricordarci che siamo una collettività e che condividiamo tutto. E per questo dobbiamo reinventarci. E miglioraci. Rinascendo come la Fenice. (lmff )
Loris Gréaud, The Unplayed Notes & The Underground Sculpture Park — 2012-2020, a cura di Gréaudstudio, con testi di Nicolas Bourriaud, grafica di Realism Noir, 512 pp., 250 ill., Hatje-Cantz Publishers, 2022, euro 58,00. ISBN 9783775746205
Loris Gréaud, The Unplayed Notes Factory, 2017. Biennale di Venezia
© Loris Gréaud, Galerie Max Hetzler Paris | Berlin | London; Credits Photo: Gréaudstudio, courtesy Hatje-Cantz Publishers
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INTERMEZZO Loris Gréaud, The Unplayed Notes Museum, 2015
© Loris Gréaud, Dallas; Credits Photo: Minsk Studio, courtesy Hatje-Cantz Publishers
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Loris Gréaud, The Unplayed Notes Museum, 2015
© Loris Gréaud, Dallas; Credits Photo: Minsk Studio, courtesy Hatje-Cantz Publishers
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G LI SPECIALI CLIMATE CHANGE & EDILIZIA SOSTENIBILE
DRENAGGIO
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Cronaca di un cambiamento. Anzi, due. Uno è quello che riguarda tutto il mondo: il lento (ma non troppo) modificarsi delle temperature, sempre più alte, e il conseguente infittirsi di fenomeni atmosferici estremi. L'altro, che trovate nelle pagine seguenti, racconta invece di come si possa intervenire, tramite la progettazione, per rallentare o, meglio, fermare il declino climatico. E non si tratta di teorie, ma del diario di chi ha concretamente rivoluzionato un'abitazione, traformandola in edificio a consumo zero o quasi. E non è un caso che il protagonista sia un metereologo
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SPECIALE CLIMATECHANGE
EDILIZIA SOSTENIBILE
Diario di un anno
IN UNA CASA GREEN In un 2021 funestato da eventi climatici record, la ristrutturazione di un’abitazione tra le Alpi piemontesi testimonia che la strada giusta è il risparmio energetico di Luca Mercalli
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Luca Mercalli
Madrid, Spagna. La grande nevicata del gennaio 2021. A destra, l’esondazione del Lago di Como, agosto 2021
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I T In basso, a destra, la fioritura in anticipo dei ciliegi in Giappone, marzo 2021
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EDILIZIA SOSTENIBILE
L'eccezionale caldo dell'estate 2021 ha favorito diversi incendi in tutta la Penisola
La serie delle temperature medie annue dal 1866 all’Osservatorio di Moncalieri (Torino): anche il 2021 è stato tra i più caldi
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L’energia solare è tra le rinnovabili la più semplice da sfruttare ed è onnipresente. Ora sono disponibili anche pratici pannelli da fissare come le fioriere ai balconi
La nuova strada per il benessere Green Generation è il progetto di Isolmant per l'approvvigionamento sostenibile dei materiali, che ha portato l’azienda ad ottenere l’importante certificazione internazionale ISCC. Grazie a questa attività Isolmant oggi si impegna, in accordo con quanto previsto e richiesto dall’Agenda 2030, a inserire nella propria produzione materiali per l’isolamento acustico realizzati con una materia prima di origine non fossile. L’approvvigionamento responsabile di materiali sostenibili supporta il contributo alla bioeconomia senza modificare il processo di produzione né le prestazioni e le caratteristiche tecniche dei materiali.
Isolmant Green Generation: lo stesso punto di arrivo ma da un nuovo punto di partenza. Scopri di più su isolmant.it YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2022
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VAI A GREEN GENERATION
EDILIZIA SOSTENIBILE
L’impianto fotovoltaico da 6 kWp sul tetto della baita ai 1650 metri di Vazon, alta Val di Susa produce 7 Mwh all’anno. Sotto, la baita in comune di Oulx, borgata Vazon, vincitrice del CasaClima Award 2021 per la miglior ristrutturazione certificata con il protocollo altoatesino
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TERREAL ITALIA
Il tetto isolato SI FA IN QUATTRO L’azienda di laterizi propone pacchetti di copertura ad alte performance, studiati in collaborazione con un laboratorio di analisi termotecniche, che ha condotto i relativi calcoli prestazionali di Anna Molentini
Resort “Casa di Langa” a Cerreto Langhe (Cuneo) realizzato con Coppo Piemonte colore Ticino. A destra, l'hotel NH Collection a Murano (Venezia) realizzato con una miscelazione di colori di Coppo SanMarco Evo di Terreal Italia
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Stratigrafia 2 per massimizzare il risparmio energetico
Stratigrafia 1 per la microventilazione in copertura Stratigrafia 4 per tetti con listelli in cotto a pasta molle
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ifesa da agenti atmosferici sempre più estremi, isolamento d’estate e d’inverno, impermeabilizzazione e gestione della condensa, tenuta al vento e all’aria sono alcune delle prestazioni che un tetto performante deve possedere per svolgere appieno la sua funzione. Per questo la scelta degli elementi da posizionare in copertura è fondamentale: tutte le componenti devono svolgere il proprio ruolo in maniera efficace, oltre che interagire tra loro, affinché il tetto funzioni come un vero e proprio sistema. Per rispondere a
Stratigrafia 3 per tetto con tegole piane
questa esigenza, Terreal Italia, azienda di riferimento nella produzione e commercializzazione di sistemi di involucro in terracotta per l’architettura, mette a disposizione quattro differenti pacchetti di copertura ad alte performance, studiati in collaborazione con un laboratorio di analisi termotecniche che ha condotto i calcoli prestazionali. I pacchetti, destinati a tetti a falda, sia di nuova realizzazione sia ristrutturazione,, rispondono adeguatamente alle necessità di miglioramento energetico in qualsiasi zona climatica, a vantaggio del comfort abitativo e della durata nel tempo.
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Villa moderna a Montanera realizzata con Tegola Volnay colore Ardoise di Terreal Italia
MICROVENTILAZIONE La struttura portante è realizzata con travi di legno su cui poggiano le tavelle in cotto. La superficie realizzata viene rivestita con una membrana freno a vapore, opportunamente fissata con nastro butilico, che isola e protegge lo strato in laterizio dalla soletta collaborante in calcestruzzo. Sopra di esso viene posato lo strato di isolante in Eps ricoperto di uno strato di alluminio goffrato, disponibile in tre spessori (14, 16 e 18 centimetri), e dotato di listello fissa-tegola in acciaio zincato con trama forata per favorire la microventilazione. La soluzione presenta la tegola Coppo SanMarco Evo, color Adige, progettata per garantire performance e durata, ma è disponibile tutta la gamma di tegole e coppi Terreal Italia. Sono inclusi anche i componenti strategici in cotto e gli accessori funzionali e obbligatori per legge, quali aeratori, fermaneve (da definire entrambi in base ai metri quadri della falda), ganci di fissaggio tegole, griglia di aerazione, di partenza e la linea di colmo comprensiva di kit colmo ventilato e kit linea vita (Uni En 795:2012). RISPARMIO ENERGETICO La struttura in laterocemento è ricoperta con una membrana freno a vapore opportunamente fissata con nastro butilico per proteggere il solaio da infiltrazioni. La funzione di isolamento è assicurata dal pannello isolante in Eps, con certificazione Psv (Plastica Seconda Vita), e Osb, la cui conformazione con scanalature permette una prima ventilazione. Sopra all’isolante viene posata una membrana impermeabile e traspirante fissata con nastro butilico e una seconda ventilazione, sotto tegola, viene garantita dai listelli fissa-tegola micro forati. La copertura è realizzata con Tegole Novocoppo Pica colore nero. Sono inclusi anche i componenti strategici in cotto e gli accessori funzionali.
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TETTI E PARETI CON TEGOLE PIANE Il sistema, utilizzabile per tetti e/o pareti con o senza continuità, è costituito da un rivestimento in tegole piane nere (Volnay colore Ardoise) montato a secco su una struttura lignea a scomparsa. Sul solaio da rivestire viene posizionata una membrana freno a vapore e uno strato di isolante in lana di roccia continuo. Sopra viene realizzata un’orditura in legno sia per il posizionamento di una seconda membrana impermeabile e traspirante sia per la realizzazione del sistema di doppia ventilazione. Questa soluzione, in continuità tra tetto e parete, costituisce un involucro continuo dell’edificio particolarmente moderno. Anche qui sono inclusi anche i componenti strategici in cotto e gli accessori funzionali. LISTELLI A PASTA MOLLE Il sistema, utilizzabile per tetto e/o parete con o senza continuità, è costituito da un rivestimento in listelli di cotto a pasta molle Terreal Italia montato a secco su una struttura metallica a scomparsa. Sul solaio da rivestire viene posizionata una membrana freno a vapore e uno strato di isolante in Eps, con certificazione Psv, e Osb. Sopra viene posizionata una lastra metallica grecata, per garantire un’ottima ventilazione, e una membrana traspirante a rete tridimensionale, per consentire la dilatazione dei materiali, assorbire i rumori e asciugare più rapidamente il materiale di copertura in terracotta. In questo sistema la ventilazione è innescata nella linea di gronda dalle fessure di recupero dell’acqua piovana, diffusa attraverso le nervature della lamiera grecata, fino a sfociare nella linea di colmo. Questa soluzione, in continuità tra tetto e parete, costituisce un involucro continuo che conferisce all’edificio un’immagine fortemente contemporanea.
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SPECIALE CLIMATECHANGE
DRENAGGIO
Quelle acque SONO DI TROPPO Le regole per un corretto scorrimento dei flussi idrici sulle superfici di opere pubbliche o edifici: alla base ci deve essere il corretto calcolo della permeabilità di Massimo Colombo, ingegnere civile e ambientale, libero professionista
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COEFFICIENTI DI PERMEABILITÀ PER VARI TIPI DI MATERIALI (M/SEC) Tipologia di materiale
Coefficiente di permeabilità (m/sec)
VALORI INDICATIVI DI POROSITÀ E POROSITÀ EFFICACE PER TIPOLOGIA DI MATERIALI Tipologia di materiale
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L'ARCHITETTO DIGITALE
Alberto Sdegno, Direttore del Master in Building Information Modeling presso l'Università di Udine
I rilievi? Sono più sicuri in 3D
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ino al secolo scorso rilevare un’architettura era sinonimo di una lenta operazione di misurazione con l’aiuto di squadre, cordelle, triplometri. La macchina fotografica, poi, poteva svolgere un ruolo ausiliario, per registrare immagini che sarebbero servite all’operatore per integrare gli eidotipi (schizzi eseguiti a mano libera da esperti disegnatori davanti al manufatto) con la messa in pulito dei disegni. L’abilità del rilevatore permetteva di ridurre al minimo gli errori, ma l’approssimazione era comunque fatta quasi sempre al centimetro, per cui ulteriori aggiustamenti venivano eseguiti una volta terminata la fase «di campagna» con il rientro in studio e l’organizzazione dei vari elaborati grafici di base. Tutto ciò permetteva comunque di ottenere materiale di grande qualità, se l’attenzione era riposta nella delicatissima fase di raccolta delle informazioni: si pensi agli schizzi di rilievo di Andrea Palladio,Antonio da Sangallo il giovane o di Baldassarre Peruzzi, che con grande accuratezza hanno misurato e disegnato i più piccoli particolari dei resti della Roma antica. Pur utilizzando strumentazione tecnica di tipo ottico per la misurazione degli angoli, quale probabilmente il teodolite, il cui nome di derivazione araba è «al idat» o qualcosa di simile, potevano con buona approssimazione ottenere quote di punti inaccessibili, come altezze di edifici e planimetrie urbane. La pianta di Roma di Raffaello Sanzio, più volte studiata e analizzata, documenta un’alta qualità di lavoro, oltre a una precisione elevata, confermata dalla destrezza dell’artista nelle sue opere pittoriche. Con l’introduzione delle tecnologie elettroniche nell’ultimo trentennio del Novecento, si pensi al distanziometro laser, ma anche al teodolite, l’accuratezza comincia a essere maggiore e il rilievo più oggettivo. La stazione totale, unione di misuratore di angoli e di distanza tra punti, restituisce un insieme di dati che poteva essere gestito anche attraverso vari software. L’introduzione di sistemi Cad tra gli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo, ha permesso di vedere punti luminosi su monitor che venivano uniti come avviene nei giochi di enigmografia, in cui il disegnatore ricompone la figura celata collegando punti numerati in sequenza. Ma, mentre l’acquisizione della stazione totale era sostanzialmente gestita da un operatore che mirava a punti significativi da rilevare (uno spigolo di una finestra, un’estremità di una facciata, un’intersezione di linee) lo scanner 3D ha introdotto l’automatismo. Il meccanismo rotatorio automatizzato, infatti, prevede l’acquisizione
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Nuvola di punti in falsi colori del cortile dei Tolentini a Venezia (rilievo di A. Sdegno con P. Vernier, elab. Iuav-Circe)
Nuvola di punti in modalità truecolor del cortile dei Tolentini a Venezia (rilievo di A. Sdegno con P. Vernier, elab. Iuav-Circe)
a tutto campo di punti della scena, in modo che nel giro di pochi minuti siano registrate enormi masse di dati, nell’ordine di milioni di punti, che non a caso sono chiamati «nuvole di punti». Con il tempo, il campionamento di questi pixel spaziali, con coordinate tridimensionali, ha permesso l’annotazione del valore cromatico, differenziato in due differenti tipologie: da un lato la visualizzazione in falsi colori per sottolineare la distanza del punto dallo strumento di rilevamento e, quindi, la qualità del dato. Dall’altro il colore effettivo, modalità truecolor, del materiale che veniva acquisito, in modo da assicurarsi la restituzione della copia esatta, un effettivo clone digitale, del manufatto oggetto di indagine. Questo sostanziale cambiamento nell’attività di rilievo è stato registrato anche nel documento Dichiarazione sul rilevamento architettonico del novembre 2000, in cui si fa esplicito riferimento alla costruzione di un modello tridimensionale semplificato che, grazie alle sue caratteristiche digitali, può essere facilmente interrogato per avere informazioni su dati metrici, geometrici, figurativi, strutturali, oltre a informazioni sui materiali, le tecniche costruttive, il degrado fisico. Proprio questi ultimi aspetti, infatti, erano spesso registrati in maniera non corretta, grazie a integrazioni a mano libera sui disegni di prospetto, risultando difficili da controllare per quanto concerne le operazioni di risanamento e intervento diretto in fase di conservazione o restauro. Con il campionamento a scansione lineare al laser, il deterioramento della superficie viene
a essere puntualmente registrato per ogni punto del modello, così da documentare nel tempo le operazioni condotte. Se pensiamo poi ad edifici con fessurazioni, lacerazioni, o sottoposti a dissesto ambientale (scosse telluriche, cedimenti strutturali, ecc.) possiamo riconoscere a questa nuova modalità operativa una valenza ulteriore: quella di monitorare il patrimonio edilizio in un intervallo temporale. Sensori georeferenziati sono, infatti, in continuazione collocati su manufatti a rischio, in modo da inviare informazioni micrometriche che garantiscono un controllo strutturale indispensabile per la salvaguardia del bene e dei suoi abitanti, così da trasformare l’oggetto architettonico che andiamo a studiare, apparentemente statico, in un modello digitale dinamico, i cui piccoli spostamenti allertano i vari operatori che possono intervenire prontamente. Se ogni edificio fosse sottoposto a controllo numerico con le tecnologie digitali ormai disponibili, si potrebbero evitare molti disastri dovuti a criticità costruttive o a scarsa/assente manutenzione. E forse anche lo straordinario ponte sul torrente Polcevera di Genova, realizzato da Riccardo Morandi ormai poco più di mezzo secolo fa, sarebbe ancora lì. A ricordarci sia la genialità del progettista, sia il fatto che i sensori presenti sulla struttura non devono per alcun motivo essere tolti, come è avvenuto in questo caso, tra l’altro, ironia della sorte, proprio in occasione di lavori di manutenzione.
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PRODOTTI EVOLUTI PER IL MONDO DELLE COSTRUZIONI
solai alleggeriti, platee di fondazione
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vespai aerati, intercapedini tecniche, vasche di accumulo e dispersione acque meteoriche
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COME SI
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SOLUZIONI & PROGETTI In questo numero: Isolamento, Coperture
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TECNASFALTI Il comfort in Paradiso BRIANZA PLASTICA Lunga vita con la vetroresina
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ROCKWOOL Salto in alto in cinque classi
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COME SI FA
Tecnasfalti
Vicino a Lugano gli appartamenti della Residenza Parco Lago progettati dallo studio Renzetti & Partners hanno scelto i pannelli Isolmant Fibra hd per l’isolamento acustico
Il comfort? È in Paradiso di Sara Giusti
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on una promessa contenuta già nel nome, il comune di Paradiso, all’ingresso sud di Lugano, ospita la Residenza Parco Lago, un complesso di 120 appartamenti in classe A++ circondati dal verde, realizzati all’insegna del massimo comfort, con l’utilizzo di sistemi costruttivi e tecnologie di ultima generazione. Grande attenzione è stata data anche alla dimensione acustica, con le soluzioni a marchio Isolmant di Tecnasfalti, specializzata da oltre 40 anni nell’isolamento acustico e termico nelle costruzioni civili e industriali. «L’applicazione delle soluzioni Isolmant, unitamente al resto delle scelte progettuali effettuate per garantire il massimo benessere abitativo, incrementano il valore e la qualità del complesso residenziale, rendendolo sicuramente una scelta ideale per chi ricerca un immobile che offra un design a misura delle proprie esigenze ma con un comfort espresso a 360 gradi», afferma l’architetto Ivan Testa, a capo del progetto.
NEL VERDE Progettati dallo studio Renzetti & Partners, gli appartamenti della Residenza Parco Lago Lugano si trovano in prossimità di Casa Vassalli, uno degli edifici più antichi della città. Assieme al suo laghetto artificiale, che rimarrà parte integrante del quartiere, il complesso è
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protagonista di un più ampio intervento di rinnovamento che prevede anche l’apertura di un parco in favore dei residenti della zona. Sviluppato su una superficie lorda di circa 14 mila metri quadri, la nuova area residenziale è composta da cinque edifici di sette piani fuori terra, posizionati al centro della proprietà, proprio per potersi distaccare dal contesto esistente già intensamente costruito, generando così ampi spazi di luce e respiro. In corrispondenza degli accessi veicolari è prevista anche la costruzione di una superficie commerciale
Isolmant, Fibra hd . Sotto, gli interni degli appartamenti di Parco Lago Lugano. Courtesy of ©Renzetti & Partners
di circa 700 metri quadri, per offrire agli abitanti diversi servizi e instaurare un dialogo con il tessuto urbano circostante. A completare il tutto troveranno spazio molte superfici verdi, tra giardini privati e ampie terrazze, mentre la vegetazione verticale diventerà un elemento architettonico integrato alla facciata.
CAMERA CON VISTA La stratigrafia della pavimentazione degli appartamenti. Sopra, la posa di Isolmant Fibra hd
Gli esterni del complesso residenziale Parco Lago di Lugano. Courtesy of ©Renzetti & Partners
Dal punto di vista costruttivo gli edifici sono stati realizzati con sistemi a secco per la costruzione di pareti, plafoni, sottofondi e strutture secondarie, impianti di domotica di ultima generazione, finiture di pregio e la tecnologia e l’innovazione acustica firmata Isolmant per la riduzione dei rumori provenienti sia dall’ambiente esterno sia dall’interno degli appartamenti. In particolare, per l’isolamento acustico dai rumori da calpestio i progettisti hanno scelto Isolmant Fibra hd, di cui sono stati posati complessivamente oltre 12 mila metri quadri di prodotto, forniti dal distributore Somazzi Dario materiali da costruzione di Bironico (Lugano). Inalterabile nel tempo, di durata illimitata, atossico, ecologico, riciclabile, Voc free e in linea con quanto previsto dai requisiti dei Cam, Isolmant Fibra hd vanta una bassa conducibilità termica e una notevole semplicità di posa grazie al formato e alla leggerezza che consentono una facile movimentazione in cantiere. Inoltre, Isolmant Fibra hd contribuisce al conseguimento dei crediti per le certificazioni ambientali Leed e Itaca.
RESILIENZA Lo strato resiliente dello spessore di 10 millimetri, realizzato in fibra di poliestere Fibtec hd ad elevata densità, è stato sviluppato specificamente da Isolmant per la creazione di massetti a secco con sottofondi granulari, come nel progetto Parco Lago di Lugano. Isolmant Fibra hd è stato infatti inserito in una stratigrafia orizzontale a basso spessore, con un pacchetto totale di circa 12 centimetri, composto da un primo strato di livellamento a secco (di 4 centimetri) realizzato in granulato, Isolmant Fibra hd, sottofondo in pannelli di gesso-fibra che ospitano i circuiti ad acqua dell’impianto radiante di riscaldamento e raffrescamento, un pannello di compensazione e infine la pavimentazione di finitura in legno o ceramica.
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COME SI FA
Brianza Plastica
Dopo oltre trent'anni di utilizzo, le coperture Elyplast del Centro Polifunzionale La Piazza di Favaro Veneto sono state sostituite con lo stesso tipo di materiale, confermato per la sua resistenza alle intemperie e la piacevole trasparenza
Lunga vita con la vetroresina di Veronica Monaco
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distanza di tre decenni dalla loro realizzazione, le coperture del Centro Polifunzionale La Piazza di Favaro Veneto, alle porte di Venezia, necessitavano di un intervento di ristrutturazione, oltre che di riefficientamento energetico-impiantistico. Realizzate in lastre di vetroresina Elyplast di Brianza Plastica, e rimaste in esercizio dai primi anni Novanta senza particolari problematiche, le coperture iniziavano a manifestare i primi segni di naturale invecchiamento estetico. Il progetto di ristrutturazione, seguito da Rey Venezia, con la direzione artistica dell'architetto Luca Musi, ha preso in analisi differenti soluzioni di rivestimento, fino a riconfermare la scelta compiuta in origine. Il progettista, infatti, ha optato nuovamente per le lastre Elyplast, rinforzate con fibra di vetro (Prfv) e dotate di una protezione specifica ai raggi uv. La ristrutturazione è stata completata con l’inserimento di oltre 2 mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici e tecnologie Led per il relamping.
LUCE NATURALE E PROTEZIONE AI RAGGI UV Progettato a fine anni Ottanta, e realizzato nei primi anni Novanta, il centro La Piazza ha voluto porsi come sperimentazione urbanistica: il risultato è un polo di servizio integrato e immerso nel tessuto urbano della cittadina di Favaro Veneto, aperto e ampiamente innervato alle principali percorrenze urbane, con spazi commerciali, direzionali e anche a uso pubblico e di servizio alla comunità. L’edificio, caratterizzato da un ampio spazio centrale, sormontato da una copertura piramidale traslucida di grandi dimensioni, si snoda attraverso quattro diversi settori collocati a livelli intermedi, collegati da una serie di rampe senza barriere architettoniche. Affinché gli ambienti potessero usufruire del massimo apporto di luce naturale, tutte le coperture dell’edificio sono state lasciate a vista.
Sommario
Titolo autore
N
ato dall’intretesto
TETITOLINO Dal punto di vitesto
Il Centro Polifunzionale di Favaro Veneto, caratterizzato da un ampio spazio centrale, sormontato da una copertura piramidale traslucida Dida
TITOLO Hgoepgeprpg
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YouBuild - SET TEMBRE/ 2021 DICEMBRE GENNAIO 2022
Resistenti, leggere e durature, le lastre in vetroresina Elyplast offrono anche protezione dal sole grazie al trattamento superficiale anti uv
UN LAVORO DI 20 GIORNI Oltre a donare continuità estetica con l’esistente, grazie alla sua leggerezza e semplicità di manovra in quota, Elyplast ha offerto anche un notevole risparmio in termini di costi, tempi e indubbi vantaggi in termini di sicurezza. I tre applicatori, impegnati nell’intervento di sostituzione delle coperture, estese su 2.700 metri quadrati, hanno potuto maneggiare le lastre senza ausili meccanici (come ventose, gru, piattaforme), altrimenti necessari in caso di materiali più pesanti, e completare il lavoro in soli 20 giorni. Le nuove lastre Elyplast sono state scelte nella massima grammatura disponibile (2,3 kg/m2), con trattamento superficiale anti-uv e nel colore azzurro, tonalità che, filtrando la luce naturale, crea negli ambienti interni atmosfere particolari, con accenti che richiamano la vita subacquea. Viceversa, al buio, le coperture traslucide creano un originale effetto lanterna, emergendo nel contesto urbano con eleganza e discrezione.
TIPOLOGIA: Ristrutturazione, edificio commerciale PROGETTO: Centro commerciale La Piazza UBICAZIONE: Favaro Veneto (Venezia) PROGETTO RISTRUTTURAZIONE: Rey Venezia DIREZIONE ARTISTICA: Arch. Luca Musi PROGETTO SICUREZZA: Arch. Pietro Coletti POSA DELLE COPERTURE: Caliber di Verona LASTRE DA COPERTURA: Lastre grecate in vetroresina Elyplast di Brianza Plastica, colore azzurro SUPERFICIE COPERTURE: 2700 mq RIVENDITORE LASTRE ELYPLAST: Brex Gasparini Rappresentanze
ANALISI COMPARATIVA Per il rifacimento della copertura, l’architetto Luca Musi ha preso in analisi differenti soluzioni di rivestimento. In prima istanza è stato considerato il vetro: dopo un’attenta valutazione, l’opzione è stata tuttavia scartata per gli elevati costi, il considerevole peso del materiale gravante sulle strutture esistenti e la necessità di sostituire periodicamente le guarnizioni dei telai, che hanno durata limitata e richiedono comunque un monitoraggio regolare. Per la tipologia e le esigenze espresse dal progetto, successivamente anche materiali quali il plexiglass e il policarbonato sono risultati poco convincenti: per i maggiori costi il primo, per la minore resistenza il secondo. Il progettista, dunque, ha rivalutato e confermato la scelta delle lastre Elyplast in sostituzione di quelle esistenti, nello stesso colore azzurro e profilo grecato delle soluzioni originarie. «Le lastre in vetroresina Elyplast offrono caratteristiche tecniche dinamiche. Abbiamo ribadito quindi la scelta di un materiale apparentemente meno nobile, ma funzionalmente prestante e dalle interessanti potenzialità, anche estetiche, dovute alla particolare traslucenza, quasi metallica qualora retroilluminata», spiega l’architetto. «Resistente, leggero e duraturo, Elyplast è in grado di rivalorizzare l’aspetto estetico del complesso, senza stravolgerlo e offre una grande resistenza alle intemperie, agli urti e alla grandine, che in tutti questi anni di esercizio sulla copertura del centro si sono fatti ampiamente apprezzare», conclude.
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YB
COME SI FA
Rockwool
In Trentino un’abitazione monofamiliare ha scelto la lana di roccia per coibentare la villetta. Risultato: consumi energetici più che dimezzati e maggiore comfort. E, inoltre, la possibilità di utilizzare il superbonus 110%
Salto in alto di cinque classi di Franco Saro
L'abitazione monofamiliare nel comune di Storo, in Trentino, progettata dall'ingegnere Enzo Cattarina, è passata da classe D ad A3 con l'isolamento firmato Rockwool
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Q
uanto conta un corretto isolamento nella riqualificazione di un edificio che ambisce al superbonus? La legge richiede un salto di almeno due classi energetiche. Ma si può fare molto di più: si può arrivare a migliorare facilmente di cinque classi, come testimonia il caso di un’abitazione monofamiliare degli anni Settanta nel comune di Storo, in Trentino, passata da classe D ad A3. L’edificio è stato oggetto di un intervento di riqualificazione energetica: la trasformazione architettonica ha avuto accesso al super sconto fiscale, grazie all’intervento sull’isolamento e sulla parte impiantistica. E all’opportunità di utilizzare materiali di qualità, valorizzando l’immobile senza dover affrontare costi aggiuntivi.
LE CARATTERISTICHE La struttura è una costruzione tipica degli anni Settanta, su due piani con un sottotetto non abitabile e un’autorimessa. Le murature esterne sono in mattone forato di spessore 35 centimetri, con solai da 30 centimetri e una copertura in legno non isolata. La non adeguata coibentazione, in un comune situato a una certa altitudine, comportava notevoli dispersioni termiche con consumi, e conseguenti spese di riscaldamento, particolarmente elevate, nonostante fossero già stati effettuati in passato alcuni interventi sui serramenti e sugli impianti, con l’installazione di una caldaia a condensazione, di una stufa a pellet, di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e di alcuni pannelli solari termici. Eppure l’edificio aveva una classe energetica D.
IL PROGETTO Il progetto di riqualificazione ha previsto quindi l’applicazione di un sistema a cappotto in lana di roccia sulle pareti esterne verticali, la coibentazione dell’ultimo solaio e l’installazione di un impianto fotovoltaico con accumulo. Come primo passo per una riqualificazione efficace, è stato sicuramente importante adeguare l’isolamento dell’involucro. In questo modo si sono ridotte le dispersioni di calore, massimizzando di conseguenza l’efficienza dell’impianto di riscaldamento e il comfort abitativo. Un cappotto termico applicato a regola d’arte rappresenta, infatti, un punto di riferimento certo, nei progetti di riqualificazione energetica, e offre garanzie di risparmio e sostenibilità per decenni.
PROTEZIONE DAL FUOCO Gli incentivi fiscali in questo caso sono stati sicuramente una leva motivazionale molto forte, in quanto hanno consentito alla famiglia di scegliere materiali di qualità, senza dover affrontare costi aggiuntivi.
Utilizzando le soluzioni in lana di roccia Rockwool, infatti, la casa risulta valorizzata perché beneficia di una serie di vantaggi, a breve e lungo termine. Il sistema a cappotto Rockwool RedArt per l’isolamento delle facciate consente di abbattere i consumi energetici per il riscaldamento, con risparmi spesso superiori anche al 50% e migliora sensibilmente il comfort dell’abitazione, in termini di miglior coibentazione termica e acustica, nonché di protezione dall’umidità e dal fuoco (Euroclasse A1) e di durabilità. Una soluzione che converte l’investimento sull’immobile in una valorizzazione e, allo stesso tempo, un contributo concreto alla tutela dell’ambiente. La soluzione di Rockwool, infatti, risponde ai Criteri ambientali minimi che servono a valutare la sostenibilità di un prodotto durante l’intero ciclo di vita.
L’EFFETTO DEI MATERIALI Il progetto ha scelto l’applicazione del sistema di isolamento termico a cappotto in lana di roccia Rockwool RedArt sulle pareti esterne verticali. Il sistema di isolamento termico, oltre ad offrire la soluzione ideale per la riduzione delle dispersioni termiche dell’involucro, garantisce comfort invernale ed estivo e protezione dalle muffe, dall'umidità e dal fuoco. In particolare, all’interno del sistema di isolamento termico a cappotto, qui è stato utilizzato il pannello rigido non rivestito a doppia densità Frontrock Max Plus, specificamente studiato per la coibentazione di edifici ad alta efficienza energetica, con un valore di conducibilità termica λD=0,035 W/(mK). Sulla copertura è stato poi installato un impianto fotovoltaico da 6.16 kWp, abbinato ad una batteria da 12.8 kWh di capacità di accumulo. Il sistema RedArt offre inoltre versatilità estetica, dal momento che consente di scegliere tra 240 diverse finiture. In questo caso è stata scelta una finitura che gioca con un’alternanza di colori chiari beige e nocciola. A completamento dell’intervento, è stata effettuata la coibentazione con lana di roccia anche dell’ultimo solaio. La dispersione del calore attraverso il tetto di un edificio, infatti, rappresenta una parte significativa delle perdite per trasmissione attraverso l’involucro edilizio: l’isolamento della copertura assume quindi un ruolo fondamentale sia dal punto di vista del risparmio energetico che del miglioramento del comfort abitativo estivo e invernale. Da un confronto tra i dati del mese di dicembre 2021 (post-intervento) e quelli di dicembre 2020 (pre-intervento) risulta un risparmio di oltre il 65%, in termini sia economici che di energia primaria utilizzata per il riscaldamento. «È importante sottolineare che il sistema fotovoltaico non è al momento attivo e i risultati sono esclusivamente imputabili all’installazione del sistema a cappotto», spiega l'ingegnere Enzo Cattarina, progettista dell'intervento.
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COSTRUIRE
LATERLITE
Poker vincente PER L’EDILIZIA
Leca, Gras Calce, Ruregold e Leca Sistemi riunite sotto il cappello del gruppo produttore di argilla espansa e premiscelati leggeri. Che amplia l’orizzonte, con vantaggi anche per i clienti 150
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di Veronica Monaco
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n gruppo con quattro anime che lavorano in sinergia per offrire al mercato dell’edilizia e delle infrastrutture soluzioni sempre più performanti nel campo della ristrutturazione, consolidamento e manutenzione straordinaria degli edifici. Con questa strategia il Gruppo Laterlite ha ufficializzato la fusione per incorporazione delle sue società Leca, Gras Calce, Ruregold e Leca Sistemi, effettiva da gennaio 2022. L’amministratore delegato Gian Domenico Giovannini spiega a YouBuild le novità di questa operazione e i vantaggi che porterà al mondo della progettazione. Domanda. Laterlite ha costituito in poco tempo un polo integrato per l’edilizia. Qual è la strategia? Risposta. Con le ultime due acquisizioni di Gras Calce, completata nel 2020, e di Ruregold nel 2019, il Gruppo Laterlite vuole porsi al mercato in maniera diversa. Non più solo come produttore di argilla espansa e premiscelati leggeri, ma come leader di mercato nella produzione di un’ampia gamma di so-
Lo stabilimento a Trezzo sull'Adda (Milano). A sinistra, Gian Domenico Giovannini, amministratore delegato Laterlite
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luzioni competitive, di qualità e sostenibili. A partire da gennaio 2022, con la fusione per incorporazione di Laterite con le proprie controllate Gras Calce, Ruregold e Leca Sistemi, nascerà un’unica azienda con quattro divisioni, per mantenere la storicità dei marchi, ognuna rappresentativa di una specifica eccellenza del mercato: Laterlite per la produzione di argilla espansa e premiscelati leggeri, sottofondi e calcestruzzi; Gras Calce, inventrice del predosato, per malte bastarde, massetti e calcestruzzi; Ruregold per i rinforzi strutturali con tecnologia Frcm e Crm; Leca Sistemi, player di primo piano nel mercato dei blocchi in calcestruzzo vibrocompressi, sia tradizionali che alleggeriti. D. Il prossimo passo vedrà una sinergia ancora più stretta tra i marchi. Come avverrà? R. Le sinergie che stiamo sviluppando sono differenti in base al target di riferimento. Grande lavoro verrà Ultrabeton Gras Calce in gondola sui canali veneziani. Sopra, lo stabilimento di Rubbiano in uno scatto del fotografo Gabriele Basilico
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sviluppato con i progettisti attraverso corsi di formazione e una struttura dedicata alla promozione dei nostri prodotti e alla promozione tecnica in cantiere. Proprio per il mondo della progettazione stiamo lavorando per potenziare tutta una serie di servizi a partire dall’ufficio tecnico con sede a Milano, che offrirà un servizio potenziato per il calcolo strutturale. I nostri ingegneri realizzano più di 800 calcoli strutturali ogni anno: grazie alle sinergie messe in campo con la fusione, saremo in grado di offrire assistenza tecnica e progettuale a 360 gradi, non solo per il rinforzo dei solai con i sistemi Leca, ma anche per il rinforzo strutturale con le tecnologie Ruregold. Oltre a mettere a disposizione tavole tecniche, voci di capitolato e tutto ciò che serve al mondo della progettazione in questo momento di particolare effervescenza del mercato. Inoltre, abbiamo sviluppato ulteriormente il servizio di customer service in cantiere, con un team di professionisti in grado di individuare le soluzioni tecniche più adeguate e offrire indicazioni di posa e consigli tecnici. Questo servizio è molto apprezzato sia dai progettisti che dalle maestranze. D. Fate anche formazione per i progettisti? R. Il nuovo centro di formazione nato a Trezzo sull’Adda, in provincia di Milano, sta muovendo i primi passi, nonostante le difficoltà imposte della pandemia. Il centro si pone l’obiettivo di divulgare la conoscenza sui sistemi di rinforzo strutturale a tutta la filiera, con un approccio sia tecnico che pratico. Proprio il superbonus 110% ha dato un boost alle soluzioni antisismiche, e c’è una grande richiesta di approfondimento sulle tematiche del rinforzo strutturale orizzontale e verticale. Ogni volta che si aprono le iscrizioni per un corso si arriva in poco tempo a esaurire i posti disponibili. D. Qual è il vantaggio di questa fusione per il Gruppo? R. Innanzitutto, vi sarà una razionalizzazione pro-
duttiva e organizzativa, oltre a sinergie commerciali e logistiche. Per il 2022 abbiamo un budget di investimenti di oltre 10 milioni di euro, che consentirà di sviluppare i quattro marchi con una struttura produttiva e logistica su tutto il territorio nazionale. In particolare lo stabilimento di Trezzo sull’Adda, storicamente destinato alla produzione dei prodotti Gras Calce, sarà dedicato anche ai prodotti a marchio Leca e Ruregold, con l’obiettivo di diventare il polo produttivo di riferimento per tutta la Lombardia e il Nord Italia. Proprio qui in primavera ultimeremo il nuovo impianto per la produzione di premiscelati. Per quanto riguarda lo stabilimento di Parma, oggi dedicato ai prodotti Leca e Gras Calce, a breve vedrà l'inserimento anche dei prodotti Ruregold, puntando a diventare riferimento per il Centro Italia. Infine, un altro investimento importante riguarderà lo stabilimento Leca di Lentella, in Abruzzo, riferimento per il Centro-Sud, dove a breve inizierà la produzione anche dei prodotti predosati Gras Calce. I tre poli produttivi, sommati ai tre stabilimenti Leca Blocchi e al deposito in Sicilia, permette al Gruppo Laterlite di sviluppare una sinergia produttiva e logistica, che andrà a beneficio di tutto il mercato e della distribuzione nazionale. D. Ci sono anche vantaggi per i clienti? R. I clienti potranno avvantaggiarsi di una semplificazione a livello commerciale e di una maggiore offerta integrata di prodotto. D. Che cosa significa, nella pratica, una partita Iva unica? R. Il processo di fusione sarà per incorporazione: rimarrà dunque la partita Iva storica di Laterite, che assorbirà quelle delle società Gras Calce, Ruregold e Leca Sistemi. Questo semplificherà il processo gestionale e amministrativo, sia del Gruppo che dei clienti. Una partita Iva unica significa una sola bolla, una sola fattura, una sola condizione di pagamento, un unico affidamento per il cliente. In caso di gruppi d’acquisto un unico contratto, magari con bonus differenti per le diverse divisioni. Insomma una semplificazione a tutto tondo. D. L’offerta integrata di prodotti in che modo si concretizza? R. Attraverso il nostro customer service di cantiere è possibile individuare soluzioni che si intersecano sotto il denominatore comune della ristrutturazione, del consolidamento antisismico e della manutenzione straordinaria. Per esempio, nel caso del consolidamento di un solaio in legno o calcestruzzo, si può allargare il campo anche alle soluzioni per il consolidamento delle murature con i sistemi Crm o Frcm di Ruregold, per il jacketing dei pilastri con il calce-
Linea di produzione dello stabilimento di Trezzo sull'Adda (Milano)
Pareti in Lecablocco Tagliafuoco
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Palazzo dei Priori a Fermo. A destra, Palazzo Bogino, Torino. Sotto, Hotel Danieli, Venezia
struzzo Compact di Gras Calce o per la realizzazione di manufatti in ambienti aggressivi con l’Ultrabeton, sempre di Gras Calce. Questo vale anche nel mondo delle infrastrutture. Spesso Ruregold viene chiamata nell’ambito del consolidamento di ponti ad arco in muratura. Nello stesso contesto Laterite può offrire betoncini o calcestruzzi leggeri per gli impalcati. D. Oltre alle acquisizioni, Laterlite ha investito anche sulla logistica. In che modo? R. Per essere competitivi oggi sul mercato bisogna offrire un eccellente livello di servizio e dare disponibilità di prodotti in tempi rapidi. Con l’acquisizione di Gras Calce abbiamo preso possesso di una eccezionale piattaforma logistica di 20 mila metri quadri coperti nella provincia di Milano, che a nostro avviso sarà il mercato trainante nel prossimo quinquennio. A Parma abbiamo già ampliato e amplieremo ancora gli spazi dedicati alla logistica, e la stessa cosa succederà a Lentella, dove proprio in queste settimane stiamo allargando i piazzali e iniziando a impostare il nuovo impianto di predosati. D. Avete in arrivo novità sotto il profilo dei prodotti? R. Il momento è molto dinamico, per non dire frenetico, e questo costringe spesso a focalizzarsi sulle soluzioni già disponibili, ma abbiamo diverse novità in arrivo nell’ambito della ristrutturazione e del consolidamento. Si tratta di nuovi prodotti per il consolidamento della gamma Centrostorico di Laterite, che lanceremo verso marzo 2022, e nuovi sistemi Ruregold studiati per rispondere alle esigenze del superbonus 110% e dell’antiribaltamento delle pareti di tamponamento, che lanceremo nel corso del pros-
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simo anno. Con Gras Calce stiamo invece lanciando una gamma di intonaci, anche strutturali sia a base cemento che calce idraulica Nhl, per il rinforzo e il ripristino delle murature. D. I nuovi prodotti nascono più in cantiere o in laboratorio? R. Dipende. Per Gras Calce è proprio l’artigiano e la manualità che guidano la ricerca e sviluppo dei nuovi prodotti, mentre in Ruregold la filosofia è diametralmente opposta e mette al primo posto le esigenze prestazionali richieste dai progettisti. Leca è un po’ a metà strada. Sono tutti approcci che vanno valorizzati, con l’obiettivo di offrire prodotti dall’elevato contenuto tecnico, ma caratterizzati da una posa in opera più snella e semplice. D. Come impatterà sul mercato e sulla vostra offerta il rincaro dei prezzi delle materie prime? R. L’anno scorso i prezzi sono saliti parecchio: oltre al cemento, sono aumentati i costi della plastica e del legno per gli imballaggi, oltre a tanti additivi. Negli ultimi tre-quattro mesi siamo di fronte a un rincaro impazzito dei costi energetici e del metano che utilizziamo per la produzione dell’argilla espansa. A ciò da gennaio 2022 si aggiungerà un importante rincaro del cemento. Insomma, stiamo vivendo un momento sicuramente complicato: le cifre sono davvero incredibili, tuttavia come produttori abbiamo anche il compito di assorbire e mediare un po’ questi picchi. Al momento abbiamo in corso una revisione dei listini, con aumenti che saranno rilasciati a cavallo dell’anno, che però non compensano i rincari energetici che stiamo subendo. D. Prevedete che il crunch sui materiali continui
o si allenti? R. In Italia alla congiuntura internazionale si è sommato un momento particolarmente caldo dovuto agli incentivi fiscali, in particolare al superbonus 110% , soprattutto nelle regioni del Centro-Sud. Spero che la situazione si stemperi nei prossimi mesi, altrimenti diventerà davvero difficile lavorare e pianificare le attività. D. Ci sono ripercussioni sul fronte della distribuzione? R. Abbiamo lavorato molto per cercare di ridurre al minimo i disservizi. Abbiamo allungato i turni di
Presso il centro di formazione si svolgono eventi per progettisti, rivenditori di materiali edili, posatori e imprese per progettare e costruire con i sistemi Leca, CentroStorico, Ruregold e LecaSistemi
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Il centro formazione Laterlite a Trezzo sull'Adda (Milano)
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consegna e i turni di produzione, abbiamo aumentato le scorte strategiche, abbiamo ordinato il materiale per tempo, quindi tutto sommato siamo riusciti a rispondere bene alla situazione contingente. C’è da dire che la filiera è molto nervosa, le imprese hanno fretta di chiudere i lavori entro l’anno, e ogni tanto non riusciamo a star dietro alla domanda, specialmente quando le materie prime devono arrivare dall’estero. Abbiamo avuto qualche rallentamento in particolare per alcuni prodotti per il consolidamento strutturale, sempre per situazioni dipendenti dalla congiuntura internazionale. D. Com’è andato il 2021? R. Pensiamo di chiudere l'anno con una crescita oltre il 20%, in linea con i fatturati del 2019. Siamo molto soddisfatti, anche se la dinamica dei costi degli ultimi mesi ha creato un’erosione sui margini, a cui cercheremo di far fronte con una maggiore produttività e il riequilibrio dei listini a fine anno. Il mercato delle nuove costruzioni è cresciuto in maniera abbastanza organica, ma è sul mondo della ristrutturazione, della manutenzione straordinaria e del rinforzo strutturale che si gioca la vera partita. I marchi Leca, Ruregold e Gras Calce sono cresciuti in maniera veramente importante, soprattutto in certe regioni del Sud Italia. D. Quali sono le previsioni per il prossimo anno? R. Entriamo nel prossimo anno con un mercato an-
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cora molto vivace. Se guardiamo gli ultimi mesi del 2021, Laterlite è cresciuta del 20-25% rispetto ai già ottimi mesi di fine 2020. Riteniamo dunque che tutto il 2022, e buona parte del 2023, sarà un periodo molto caldo. L’unico dubbio riguarda questa dinamica di inflazione, che rischia di bloccare alcuni lavori e rallentarne altri, a cui si somma la mancanza di materiali. È anche vero che la domanda è sostenuta dagli incentivi, che però hanno comunque una data di scadenza. Si vedrà, speriamo solo che non ci sia uno stop troppo brusco, ma una riduzione graduale. D. Ci saranno ripercussioni con la rimodulazione dei superbonus? R. Gli incentivi sono un’opportunità importante e il meccanismo della cessione del credito ha sbloccato tanti cantieri potenziali, ma con un costo insostenibile nel lungo periodo per i bilanci dello Stato. Il nostro auspicio è che ci sia una graduale trasformazione degli attuali bonus in modo che diventino supporti strutturali per la transizione energetica, necessaria all’Italia per mettere in sicurezza il suo patrimonio edilizio e rispettare gli obiettivi di sostenibilità e lotta al climate change imposti dalla Comunità europea. La filiera assieme ai legislatori dovrà procedere su questo indirizzo con strumenti organici, che durino più tempo e consentano una programmazione e una migliore gestione dei lavori.
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COSTRUIRE
BRAGA
Con noi il design DIVENTA REALTÀ Architettura d’interni chiavi in mano: le soluzioni di Arte + Partners sono utilizzate ora dal progetto dello studio De Lucchi per le Gallerie d’Italia di Napoli
Park Hyatt Spa, Ekaterinburg (Russia)
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di Veronica Monaco
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otel, ristoranti, negozi, uffici, spazi wellness ed eventi. Non c’è ambito nel mondo del contract che Arte+Partners, marchio del Gruppo Braga specializzato nella progettazione e realizzazione di architetture d’interni chiavi in mano, non sia in grado di realizzare. In collaborazione con architetti e designer di tutto il mondo, il team di Arte+Partners mette a disposizione competenze di alto livello durante ogni fase del progetto, del cantiere e della gestione dell’opera dopo la sua realizzazione. Tante le referenze già portate a termine, dalla Torre Generali a City Life di Milano, al Park Hyatt Restaurant dello studio Valode & Pistre a Ekaterinburg (Russia), oppure all’Hotel de Paris di Montecarlo, progettato da Moretti Interiors. Il managing director Romeo Telatin spiega a YouBuild i servizi e i punti di forza dell’azienda. Domanda. Arte + Partners è il brand del Gruppo Braga che si occupa di architettura di interni chiavi
in mano. Come si svolge il vostro lavoro di interior contractor e quali sono i valori di base che guidano le scelte progettuali? Risposta. Tra i nostri clienti ci sono architetti e designer di fama internazionale. Le collaborazioni che si creano ci permettono di sviluppare progetti nella loro totalità, dallo studio del layout iniziale alla consegna chiavi in mano. Ci impegniamo quotidianamente per individuare metodi e strumenti innovativi, oltre a un attento studio dei materiali e della lavorazione. E negli ultimi anni siamo coinvolti in analisi e studi che portano a una riqualificazione dei materiali, dalla loro natura alla loro lavorazione. D. Come siete organizzati in azienda? R. La nostra divisione contract conta circa 30 persone. Ogni professionalità permette di consegnare ogni giorno valore ai clienti, facendo sì che tutte le risorse siano coordinate tra di loro verso obiettivi comuni. D. Quali sono le richieste più frequenti da parte dei vostri clienti in termini di servizi? R. I nostri clienti, per lo più studi di architettura, designer o general contractor, chiedono uno studio attento del progetto. Ingegnerizziamo l’idea del progettista
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Residenza privata. Sotto, a sinistra Walter Smith a Lagos in Nigeria; a destra, interno di un negozio Replay
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attraverso un’analisi attenta e dettagliata, dallo studio dei campioni alla realizzazione di mock up in scala 1:1. Poniamo molta attenzione alla scelta di materiali e finiture innovative, sia in termini di sostenibilità che in termini di qualità. D. L’azienda opera in vari ambiti, dall’hotellerie agli spazi commerciali, dai ristornati alle aree wellness. Qual è il settore in cui operate più frequentemente? R. Siamo attivi in tutti i settori del contract, dall’hotellerie, al wellness, al settore commerciale alla ristorazione fino ad arrivare a ville private. Siamo orientati verso
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arredi su misura, soluzioni sempre più complesse e ricercate in termini sia di forma che di utilizzo dei materiali. D. C’è sufficiente attenzione da parte dei committenti ai temi della sostenibilità ambientale? R. I committenti sono molto attenti ai temi della sostenibilità e vengono richieste nuove certificazioni sugli usi di formaldeide e vernici. La nostra azienda si impegna ad avere certificazioni e riconoscimenti Iso per garantire la massima qualità del prodotto. D. Sul fronte dei materiali, quali sono i più richiesti? R. Ogni studio di architettura possiede un’impronta
Arte + Partners collabora anche ad allestimenti per mostre d'arte: in foto l'esposizione Mindful Hands realizzata alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia
che lo caratterizza: per esempio, lo studio Zaha Hadid è conosciuto per la sinuosità delle forme, mentre lo studio di Michele De Lucchi per l’utilizzo nel legno nella sua essenza più pura. Ogni stile è poi adattato alle esigenze del progetto in cui l'architetto o il progettista sono chiamati a operare. Non c’è un materiale particolare, ma un’attenzione sempre più forte alle caratteristiche di quanto viene utilizzato, alla sua sostenibilità e qualità. In più, come Arte+Partners ci impegnano quotidianamente nello studio di materiali innovativi. D. Per realizzare i vostri prodotti utilizzate macchinari e attrezzature di ultima generazione: di che cosa si tratta? R. Utilizziamo macchine a controllo numerico e macchine a cinque assi, il top di gamma nella lavorazione del legno. Con queste macchine riusciamo a rendere la tridimensionalità e realizzare forme impensabili fino a qualche anno fa. Inoltre, ci serviamo di software specifici legati a queste macchine a controllo numerico, oltre ad Autocad per la progettazione e Rhino e SolidWorks
per la moderazione 3D. D. Come sono affrontate, invece, logistica e successivo montaggio? R. Offrendo un servizio chiavi in mano. Oltre alla progettazione iniziale disponiamo anche del servizio di trasporto e montaggio in loco con squadre di posatori selezionate. Una volta che l’installazione è pronta, viene premontata in azienda e poi affidata alle squadre di montatori che si recano in cantiere, in ogni parte del mondo, per il fit out e il montaggio finale. D. Che tipo di supporto offrite ai progettisti e architetti che si rivolgono a voi? R. L’idea del progettista o dell’architetto che decide di affidarsi a noi è ingegnerizzata attraverso un’analisi attenta e dettagliata. Creiamo cartelle di campioni, studiamo e realizziamo mock up e riproduzioni 1:1 o in scala dei singoli elementi o di interi ambienti. In fase di progetto individuiamo eventuali criticità e lavoriamo in sinergia con la direzione lavori, offrendo estrema contezza dei processi costruttivi e delle varie tempistiche da rispettare. Nelle fasi costruttive, infine, garantiamo un attento controllo della qualità e dell’affidabilità dei montaggi. Inoltre, offriamo al cliente un servizio di assistenza e manutenzione e una garanzia sul prodotto valida per il periodo concordato contrattualmente D. State lavorando a qualche nuovo progetto? R. Abbiamo molte novità in cantiere. Ci è arrivata da poco la notizia che siamo stati scelti per la fornitura e la realizzazione degli arredi alle Gallerie d’Italia di Napoli, su progetto dello studio Amdl Circle guidato dall’architetto Michele De Lucchi, e per noi è una grande soddisfazione. Inoltre, abbiamo partecipato a progetti di interior per residenze private, tra cui una prestigiosa location in Kazakistan, e al momento stiamo realizzando dei mock up per un’abitazione a BuKovic. Per quanto riguarda l’hotellerie abbiamo di recente collaborato all’Hotel Romeo a Roma, progettato dallo studio di Zaha Hadid, all'Antognolla Resort Golf Club a Perugia, in un castello immerso nel verde delle colline dell’Umbria, e al City Of Dreams a Cipro, un moderno resort integrato, uno dei più grandi in Europa.
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FARAONE
Quel parapetto NON TEME LA PIOGGIA
L’azienda, in partnership con Hilti, ha messo a punto una soluzione per la perfetta impermeabilizzazione dei punti di ancoraggio della struttura. Con un test dai risultati sorprendenti di Valentina Anghinoni
I team Faraone e Hilti al webinar di presentazione della novità tecnica. Da sinistra, Ing. Vedrana Cokic, Ing. Marina Canestrini, Ing. Gabriele Romagnoli, Flavio Faraone e Sebastiano Franco
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nstallare nuovi parapetti in vetro su solai esistenti in calcestruzzo, garantendo una totale impermeabilizzazione alle possibili infiltrazioni. Questa è stata la sfida accolta, e vinta, da Faraone Srl in partnership con Hilti, azienda leader nei sistemi di ancoraggio. Gli staff tecnici delle rispettive aziende hanno condotto un innovativo studio sperimentale per indagare quale sia il sistema più performante per la sostituzione e posa dei parapetti, a prova di possibili esposizioni all’acqua e all’umidità. Infatti, in caso di intervento su elementi orizzontali (come pavimenti, solai o coperture) già esistenti e già provvisti di guaina impermeabilizzante, il rischio è quello di forare questa protezione. Ripristinare la barriera impermeabilizzante è solitamente un’operazione non banale e che richiede adeguata manodopera, know-how e, soprattutto, i giusti prodotti. PARTNERSHIP TECNICA Infatti, non tutti gli ancoranti chimici sono uguali: in caso di eventi meteorologici di forte intensità, la classica resina chimica standard, come ad esempio una poliestere, per l’inghisaggio a terra del profilo del parapetto non è impermeabile e il rischio è che l’acqua possa infiltrarsi dai sistemi di fissaggio a pavimento. E, di conseguenza, provocare danni, non solamente estetici, ma soprattutto strutturali. Per questo Faraone Architetture Trasparenti, azienda produttrice specializzata nei parapetti in vetro di qualità, per dare una risposta certa a tutti quei progetti dove è indispensabile assicurare una protezione
totale dal problema delle infiltrazioni, ha siglato una partnership con Hilti, impresa leader nei sistemi di ancoraggio. La soluzione individuata grazie a questa collaborazione prevede l’uso della resina epossidica Hilti Hit-Re 500 V4, ad alta viscosità e con certificazione subacquea, garantita agli alti carichi, insieme alla Barra filettata inox A4 M12x160 mm, in abbinamento alle linee di parapetto in vetro Ninfa e Maior. I CAMPIONI I risultati ottenuti sono confermati da una prova di tipo sperimentale, per la quale sono stati predisposti sei campioni di dimensione 300x300x235 millimetri, a simulare la stratigrafia di una soletta tipo, sottoposti a diverse pressioni per diverse durate di tempo. Al termine della prova, i campioni sono stati sezionati ed è stata analizzata l’eventuale presenza di acqua, sia nel massetto che nel calcestruzzo. Per prima cosa, nei sei campioni di soletta è stato eseguito un foro da 14 millimetri al centro, tramite rotopercussione. Poi, è stata eseguita la pulizia dei fori, operazione indispensabile in quanto la presenza di polvere può ridurre il potere adesivo della resina e portare alla perdita fino al 70% del carico di progetto. Successivamente è avvenuto l’inghisaggio delle sei barre inox 12x160 millimetri, mediante la resina Hilti Hit-Re 500 V4, con una profondità di infissione della barra nel calcestruzzo di 60 millimetri circa. LA PROVA TECNICA Per eseguire la prova tecnica, invece, è stata iniettata acqua in pressione sulla testa della barra filettata
LA PROBLEMATICA
La prova è stata condotta su un'esatta simulazione della stratigrafia di una soletta tipo. Infatti, le infiltrazioni d'acqua in questi elementi possono provocare fastidiosi e pericolosi danni estetici e strutturali (come nelle immagini a sinistra)
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FARAONE
ESEMPIO DI INSTALLAZIONE DI PARAPETTO SERIE NINFA 6 SU SOLAIO
IL WEBINAR Faraone e Hilti hanno presentato insieme i risultati della propria ricerca durante un webinar dedicato, lo scorso 20 gennaio. Presenti, Flavio Faraone (ceo), Gabriele Romagnoli (ingegnere) e per HILTI Franco Sebastiano (responsabile vendite), Georgios Markousis (trade marketing manager), Enis Kerkeni (Product Manager), Vedrana Cokic e Marina Canestrini (ingegneri). La registrazione dell'evento è disponibile al link https://bit.ly/faraonehilti-webinar1
Guarda il webinar
QUELLA NINFA CHE SEDUCE In 52 anni di storia, l’azienda fondata da Sabatino Faraone si è prima specializzata nella posa e fornitura di infissi e facciate continue portando, nel 2008 i primi sistemi di facciata puntuale in Italia. Nello stesso anno è stata lanciata la serie Ninfa, il primo sistema di parapetto tutto vetro. Dal 2012 la serie Ninfa è stata una delle più vendute nel Paese, con 800 mila metri già consegnati e installati. Attualmente i prodotti di punta dell’azienda sono i parapetti tuttovetro della serie Ninfa 6 e della serie Maior, in alluminio e vetro, entrambi adatti sia ai nuovi progetti che alle ristrutturazioni. Grazie all’esperienza trentennale direttamente nei cantieri, l’azienda ha sviluppato un know-how unico che, nel processo di innovazione dei propri prodotti si traduce nel porre sempre al primo posto la ricerca di una soluzione ai problemi tecnici e, successivamente, al lancio di prodotti che rispecchiano queste esigenze. Faraone (www.faraone.it) offre dunque non solo prodotti, ma in primo luogo una continua consulenza che sfocia nella vendita. Anche la partnership con Hilti nasce su queste basi, offrendo ai professionisti progettisti e installatori un supporto a 360 gradi, dal pre al post vendita, su tutto il territorio.
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mediante appositi ugelli. Il test è stato eseguito in due modalità differenti, in base ad altrettante normative: nel primo caso, a 0,5 bar per 8,3 giorni, secondo la norma Rvs 15.04.12 Bridges – Equipment of Bridges – Anchoring in concrete. Nel secondo caso invece, i campioni sono stati soggetti a una pressione di 5 bar per tre giorni, in accordo alla norma En 12390-8:2019 Testing hardened concrete – Depth of penetration of water under pressure. I risultati sono stati sorprendenti: basti pensare che la prova a 0,5 bar simula una colonna d’acqua di 5 metri al di sopra del fissaggio, come se il profilo Ninfa venisse installato sul fondo di una piscina con 5 metri d’acqua, per 200 ore (8,3 giorni). Nella prova a 5 bar, invece, la colonna d’acqua simulata è di ben 50 metri al di sopra del fissaggio. Esattamente come se il profilo Ninfa venisse installato sul fondo di una piscina con 50 metri d’acqua. CONCLUSIONI Lo studio sperimentale di resistenza alle infiltrazioni con la resina Hilti Hit-Re 500 V4 ha mostrato un eccellente comportamento nei confronti della penetrazione all’acqua nei campioni di solaio. Infatti, anche nelle condizioni più estreme, con pressione a 5 bar per tre giorni, non si è rilevata acqua nel calcestruzzo. Ciò sta a indicare un’ottima adesione tra la resina Hilti, la barra filettata e la guaina bituminosa (precedentemente forata con rotopercussione). Per tale motivo, in tutti i casi in cui è necessario forare la guaina per l’installazione di parapetti Ninfa e Maior, utilizzare la resina Hilti Hit-Re 500 V4 e barre filettate inox A4 può essere una valida soluzione per limitare le infiltrazioni in balconi e solai esposti alle intemperie. Ovviamente, affinché la soluzione sia efficace e valida, bisogna attenersi alle linee guida di installazione del parapetto Ninfa/Maior fornite dalla Faraone e alle istruzioni di installazione dell’inghiasaggio chimico fornite da Hilti.
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Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori...YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica informazioni utili, pratiche e aggiornate sul mondo dell’architettura contemporanea e della riqualificazione, ponendo particolare attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, ai prodotti innovativi e ai processi produttivi e di cantiere, alla progettazione in dettaglio e all’ingegnerizzazione dell’architettura, all’innovazione e al cambiamento della professione. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.
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COSTRUIRE
UNIMETAL
Arriva il bagno PREFABBRICATO L’azienda propone una struttura completa, trasportabile e facilmente installabile. È destinata a scuole, ospedali, edifici pubblici. Ed è personalizzabile in base al progetto di Veronica Monaco
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no dei grandi trend che stanno segnando il mondo delle costruzioni si chiama prefabbricazione. Concetto associato in passato all’edilizia di emergenza, la prefabbricazione è oggi uno dei settori più innovativi dell'edilizia, in grado di rispondere appieno alle esigenze dei cantieri moderni in termini di ottimizzazione dei tempi e dei costi, oltre che certezza di risultati garantiti. A individuare
Da sinistra, Umberto Chiarva, responsabile commerciale senior di Idrocentro e Marco Rinero, responsabile commerciale Unimetal
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i vantaggi offerti dal mondo dell’edilizia off site è intervenuta anche Unimetal, azienda del gruppo Idrocentro specializzata nella produzione di coperture metalliche e pannelli coibentati, che ha recentemente aperto una nuova divisione dedicata alla realizzazione di moduli bagno prefabbricati. Completamente personalizzabili, le cellule bagno sono assemblate nello stabilimento Unimetal di Torre San Giorgio (Cuneo) per poi essere
montate all’interno di opere pubbliche o private, precisa a YouBuild Umberto Chiarva, responsabile commerciale senior di Idrocentro. Domanda. Unimetal opera da anni nel settore della lattoneria e della produzione di coperture civili. Qual è stata la considerazione che vi ha portato a introdurre i bagni prefabbricati all’interno della vostra proposta? Risposta. Unimetal è un’azienda versatile che guarda trasversalmente al mercato dell'edilizia. Oltre a essere attiva da anni nella produzione di pannelli coibentati, rivestimenti di facciate, coperture e solai, l’azienda ha deciso di affacciarsi al mondo delle cellule bagno e dei monoblocchi prefabbricati da cantiere. Lavorando a stretto contatto con i prefabbricatori di capannoni industriali, ci siamo resi conto che in questi anni c’è stato un incremento esponenziale nella richiesta di questo tipo di soluzioni, non solo in ambito industriale, ma anche residenziale, ricettivo e ospedaliero. In cantiere il tempo è tiranno: realizzare off site gli elementi destinati a un edificio consente di ottimizzare i tempi di produzione e avanzamento del cantiere, rispettare i tempi di consegna e tenere sotto controllo i costi. A fronte di tutte queste valutazioni abbiamo deciso di aprire la nuova divisione Unimetal-block dedicata alla costruzione delle cellule bagno prefabbricate. D. Da quanto avete introdotto questa divisione e come sta andando? R. Abbiamo iniziato a realizzare le prime cellule bagno l’anno scorso. In questo momento il mercato è in grande fermento, soprattutto grazie agli incentivi fiscali, e la domanda è in aumento. Siamo molto soddisfatti e auspichiamo di continuare così. D. A quali tipologie di edifici sono destinate le vostre cellule bagno? R. I campi di applicazione sono molteplici, dalle nuove strutture alberghiere a quelle ospedaliere, dai nuovi complessi residenziali a quelli scolastici. Si tratta comunque sempre di nuove costruzioni. Al momento le strutture in cui le nostre cellule bagno sono più richieste sono quelle ricettive e i complessi abitativi. Ci stiamo affacciando anche al mondo ospedaliero, in cui si stanno aprendo grandi opportunità. D. Come sono realizzate? R. Le cellule bagno sono realizzate con una base in calcestruzzo alleggerito, sulla quale si sviluppa una struttura verticale in acciaio che consente di mantenere una buona rigidità e un peso contenuto. Quest’ultimo elemento è molto importante, poiché consente alla cellula di non gravare eccessivamente sulle strutture in cui dovrà essere alloggiata e di essere movimentata facilmente. In più, i moduli sono realizzati completi di impianti elettrici e idraulici, oltre che di tutte le finiture, dai pavimenti ai rivestimenti, fino ai sanitari.
D. Le finiture possono essere personalizzate? R. La committenza affiancata dai nostri tecnici ha piena libertà di scelta. Grazie alla partnership con Idrocentro, abbiamo un’ampia gamma di materiali a nostra disposizione, che ci consente di offrire grande flessibilità nel design di queste cellule. D. Ci sono particolari tendenze nelle richieste dei materiali? R. No, i materiali richiesti si differenziano molto in La cellula bagno prefabbricata di Unimetal.
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UNIMETAL
Rendering del modulo bagno prefabbricato di Unimetal
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base della destinazione d’uso dell’edificio. Lasciamo grande libertà alla fantasia dei progettisti. D. Ci sono altri vantaggi nell’utilizzo di questo tipo di strutture? R. Oltre all’ottimizzazione dei tempi di cantiere, al peso ridotto e alla grande flessibilità nel design, l’utilizzo delle cellule bagno prefabbricate consente al progettista o all’impresa di avere un unico referente che li accompagna dalla progettazione alla posa. Ciò permette di poter beneficiare di un coordinamento completo e univoco che lega tutte le fasi del percorso, dagli accordi iniziali alla consegna: un’esigenza molto sentita in cantiere. Un altro vantaggio è la trasparenza sui costi: una volta eseguito il progetto e fornito il preventivo, il cliente ha una visione chiara in termini di budget e non deve far fronte a costi aggiuntivi non programmati. D. Ci sono differenze visibili con un bagno in muratura? R. La cellula bagno è progettata per integrarsi perfettamente nell’edificio, senza alcuna differenza visibile con un bagno in muratura. D. Ci sono regole o norme da rispettare? R. Sicuramente a fini igienici si seguono le normali normative in fatto di progettazione e costruzione, il bagno deve essere perfettamente integrato nel contesto e garantire le normali funzionalità. Una delle regole a livello costruttivo, data la sua costruzione in fabbrica, è quella
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che si possa movimentare per mezzo di rimorchi. D. Vi occupate direttamente anche del trasporto? R. Sì, ci occupiamo noi del trasporto. Una volta imballato accuratamente il modulo, viene caricato sui rimorchi e trasportato in cantiere. Successivamente tramite degli appositi ganci posizionati attorno alla cellula, il modulo viene sollevato mediante gru e posizionato orizzontalmente all’interno dell’edificio. D. Come avviene il montaggio del blocco? R. Il blocco è prelevato dal mezzo e alloggiato all’interno dell’edificio orizzontalmente. Non può essere posizionato verticalmente, cioè non può essere calato dall’alto verso il basso. Una volta realizzati i solai e quando c’è la necessità di inserire il bagno, si procede come descritto precedentemente, infilando le cellule all’interno dell’edificio. D. Come si collegano al resto di un edificio? R. La cellula bagno è completa di impianti, sia elettrici che idraulici. Vengono appositamente lasciate tutte le predisposizioni in modo che, una volta posizionata nel giusto alloggiamento, l’impresa possa procedere con i lavori. D. Quali sono le dimensioni? R. Non ci sono dimensioni standard, variano in funzione del progetto. Unico vincolo, la trasportabilità. D. Occorrono competenze particolari per l’installazione? R. Per installarli no, per realizzarli sì. Unimetal si avvale di artigiani specializzati e di un team all’avanguardia in grado di seguire i progettisti e offrire un servizio ottimale, dalla progettazione alla posa. D. Quali sono i principali clienti che vi chiedono questo tipo di prodotto? R. Solitamente si tratta di general contractor e progettisti. Veniamo contattati dai progettisti e dalle imprese che ci chiedono questo tipo di soluzione. Seguiamo passo passo le indicazioni della committenza, garantendo al cliente la sicurezza di poter contare su un referente unico. D. Quali sono le altre aree di attività dell’azienda? R. L’azienda Unimetal fa parte del gruppo Idrocentro, che si occupa della fornitura di materiale termoidraulico e sanitario, in ambito sia civile che industriale. Sono collegate al gruppo anche altre società : Meglioalge dedicata al settore dell’arredobagno, wellness, pavimenti, rivestimenti e cucine; Abitare, che si occupa della distribuzione di materiale edile; Evac, che propone una gamma completa di tutti i componenti necessari per realizzare un sistema aeraulico; Esi Irrigazione, specializzata nelle forniture per impianti di irrigazione e piscine; Baggi Lux, società dedicata alla produzione di lucernari in resina ultraleggeri ed evacuatori naturali di fumo e calore. Da quest’anno inoltre si è aggiunta la società Veglio Lux per la distribuzione di materiale elettrico. Un gruppo nato con l’obiettivo di fornire un servizio sempre più completo e specializzato per affrontare il mercato di domani.
CE L L U L E B AGN O PRE FAB BRI CAT E NUOVO REPA R T O P R OD UT T I V O U N I M ETAL Un im et al s i oc c u p a d i re a l i z z a z i o n e vendi t a e nol eggi o di m od ul i b a g n o p re fa b b r i c a ti . G ra z i e a ques t a t i pol ogi a di ce l l ul e è p os s i b i l e di m ez z a re i te m p i d i rea l i zza zi one di s i s tem i s a n it a ri al l’ i n te r n o di st r utt u re p r i va te, pubbl i c he o r i c et t i ve, a d at t a n d osi a l l e n e c e ssi tà d e l c a so e a l l e r i c hi es te del cliente . L’a s s em b l a g g io , effe tt u a to d a n o str i opera i s pec i a li zza t i , avv ie n e a l l’ in te r n o de l n o st ro sta b i l i m e nto dove s ono ga ra nt i te l a q ua l it à e l a c u ra de i d e tt a gl i , si a i n fa s e di proget to, c he nel l a s cel t a d e i ma te r i a l i e n e l l a c o st r uzi one del l a c el l ul a prefabbricata.
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COSTRUIRE
DALIFORM GROUP
Costruire light
PER RIDURRE I COSTI R Il sistema U-Boot Beton consente di realizzare solai alleggeriti, capaci di sopportare carichi importanti, anche con una riduzione di calcestruzzo valutabile fino al 25% di Franco Saro
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idurre il trasporto di ingenti quantità di materiale, diminuire i volumi in cantiere per lo stoccaggio degli alleggerimenti: sono alcuni degli obiettivi raggiunti nella realizzazione del nuovo Polo logistico e produttivo Vimar a Marostica (Vicenza), un ambizioso progetto che coinvolge un’area complessiva di 70 mila metri quadrati. La richiesta della progettazione architettonica comportava la realizzazione di solai caratterizzati da campate con luci importanti pari a 14x14 metri, con sbalzi fino a 5,8 metri, senza strutture emergenti e con l’intradosso liscio. Altro dato fondamentale della progettazione strutturale è stato proporre una tecnologia realizzativa che permettesse di ottenere una struttura leggera con bassa deformabilità, ma con una frequenza propria dei solai atta a garantire un ideale livello di comfort per gli utilizzatori.
PRESTAZIONI PERFETTE Traguardo raggiunto con l’inserimento del sistema UBoot Beton di Daliform Group: è stato possibile così realizzare strutture che rispondessero perfettamente a tutte le prestazioni richieste e paragonabili ai prefabbricati alleggeriti (previsti nel progetto originale), ma con i pregi estetici di una struttura realizzata in opera, permettendo di soddisfare le esigenze architettoniche. Non meno importanti sono stati i vantaggi nella logistica di cantiere, grazie alla leggerezza e l’impilabilità del cassero di Daliform Group, che consente di trasportare fino a 7 mila metri quadrati a bilico, e permette così di risparmiare in termini di costi di trasporto e di ridurre i volumi in cantiere per lo stoccaggio degli alleggerimenti. MATERIALE RICICLATO La soluzione adottata ha il vantaggio di migliorare le prestazioni dei solai minimizzando costi d’opera e materie prime impiegate. Daliform Group ha studiato come inserire degli elementi cavi in polipropilene riciclato, gli U-Boot Beton, all’interno delle strutture orizzontali. Con questo sistema si ottiene un’ottimizzazione della distribuzione delle masse di calcestruzzo, riducendone così la quantità impiegata. Solitamente si è portati a stimare il solo vantaggio derivato dall’impiego del solaio alleggerito con l’U-
Boot Beton limitandosi al raffronto tra risparmio di calcestruzzo e costo dell’alleggerimento a livello dei soli solai. In questo modo, però, non si colgono i consistenti vantaggi economici, pratici e di esecuzione che l’U-Boot Beton consente di ottenere sull’intera struttura (anche in sede di variante).
Il polo logistico e produttivo Vimar a Marostica (Vicenza), realizzato con il sistema U-Boot Beton di Daliform Group
LAVORAZIONE RIDOTTA Un altro vantaggio, per esempio, è il risparmio di acciaio sui solai (in media del 15%), pilastri e fondazioni (20%). Inoltre, vanno messi in conto il risparmio di calcestruzzo sui solai (in media del 25%) e, anche se di modesta entità, su colonne e fondazioni, la riduzione delle azioni sismiche e gravitazionali connesse al minor peso dell’edificio, pilastri e fondazioni più snelle, minori costi di sbancamento per le fondazioni, maggiore libertà nella disposizione, anche irregolare, dei pilastri a beneficio della qualità architettonica dell’opera, la riduzione delle operazioni di lavorazione e di trasferimento in quota degli alleggerimenti, i vantaggi nella logistica di cantiere. Per questo U-Boot Beton può essere la soluzione ideale per realizzare solette di grande luce e/o grande portata: si presta in modo particolare per strutture che necessitano di notevoli spazi liberi, come edifici direzionali, commerciali e industriali, ma anche nel campo dell’edilizia pubblica, civile e residenziale.
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In passerella SUL PLACIDO MOSKVA Un’area del fiume che scorre vicino alla capitale russa è stata riqualificata in parco fluviale dallo studio Wowhaus con l’utilizzo di passaggi in legno. E di una torre-faro di Andrea Oldani, Politecnico di Milano
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Vista della porzione centrale del parco con la torre-faro che segna il punto di transizione tra la parte urbana e l’area naturale
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Vista della porzione a nord del parco caratterizzata dall’area umida e una forte componente naturale. Sotto, diagramma funzionale delle aree del nuovo parco
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In queste tre immagini il nuovo rapporto tra naturalità e artificialità. In alto le trame del parco e i punti nodali, nel mezzo una vista aerea del percorso sulle aree umide e, sotto, il suo utilizzo da parte dei visitatori.
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Un’assonometria del manufatto divenuto simbolo del nuovo progetto paesaggistico
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Una delle aree attrezzate coperte
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La torre-faro che si imposta come landmark dell’area. Sotto, il nuovo parco nel sistema degli spazi aperti lungo il fiume Moskva
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Un angolo del parco usato per la pesca amatoriale. Sopra, la planimetria generale con l’indicazione delle nuove attrazioni
LA SCHEDA Nome: Park on the Banks of the Moskva River in Kapotnya Committente: The Institute of Urban and Systems Designing – Moscow Progetto: Wowhaus (Dmitry Likin, Oleg Shapiro) con Tatyana Starchenko e Vladimir Belyakov; collaboratori:Yanina Smagina, Zhanna Galut, Sofia Zhukova, Aleksandra Plotnikova; Project manager: Diana Dolgopolova Superficie: 34,2 ha Anno Completamento: 2020 Web: wowhaus.ru Fotografie: Daniil Annenkov; Artour Shustrov
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I T A Il container completamente aperto. Nella pagina a fianco, schizzo del contesto portuale
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Il container completamente aperto
Schizzo del meccanismo di apertura del container
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Schizzo del container come elemento modulare
Schizzo del container come elemento modulare
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Il container chiuso con gli elementi di arredo fissi in lamiera
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Sezione longitudinale container aperto. Sopra, il contesto portuale
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I T Dall'alto, pianta del container aperto e pianta della copertura container aperto
LA SCHEDA Cliente: Al Vicolo Pizza & Vino Progetto: LineaTstudio (Salvatore Terranova e Giorgia Testa) Impianti elettrici: Archas Impianti meccanici: Archas Impresa edile: Archas, Chiavetta Containers & Trailers Realizzazione: 2019 Fotografie: Alfio Garozzo Info: www.lineatstudio.it
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a cura di Veronica Monaco
QUESTA SCUOLA È DA PREMIO
Promosso da Fondazione Sodalitas, in collaborazione con Anci e con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero della Transizione Ecologica e della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, il contest Cresco Award – Città Sostenibili ha l’obiettivo di far emergere l’impegno delle municipalità nel far crescere i territori dal punto di vista economico, sociale e ambientale, in modo sostenibile. Alla sua sesta edizione, il concorso ha assegnato al progetto Green Public Procurement e la sostenibilità: la scuola Brancati, del Comune di Pesaro, il premio Impresa Mapei Sistemi sostenibili di isolamento termico a cappotto nei
progetti di riqualificazione energetica per l’edilizia residenziale pubblica. Sviluppato dall’architetto Margherita Finamore, l’intervento di riqualificazione ha permesso all’edificio di raggiungere il riconoscimento Leed v4 BD+C: School di Livello Platino, portando la scuola a essere il primo edificio scolastico certificato Leed Platinum in Europa. Un risultato raggiunto grazie all’accurata scelta di tecnologie efficienti dal punto di vista termoigrometrico, acustico e illuminotecnico e all’attenzione ai temi del benessere e della salubrità indoor. Soprannominata dagli studenti “la scuola salva pianeta”, la scuola secondaria di primo grado Antonio Brancati, vuole essere un edificio scolastico realmente sostenibile mediante l’applicazione dei principi dell’economia circolare e utilizzando un nuovo approccio di appalti pubblici. crescoaward.ideatre60.it mapei.com/it
CRESCE LA FAMIGLIA DI LAVABI O_O Il progetto O_O, che ha segnato il ritorno di Bartoli Design al mondo del bagno e l’inizio della collaborazione con Rexa Design, si amplia attraverso nuove finiture: il Corian (bianco Glacier White, nero Deep Nocturne, grigio Deep Cloud e Dune Prima) e il marmo, nelle preziose varianti Nero Marquinia e Carrara, a cui è stato aggiunto l’innovativo trattamento Acid Shield contro agenti acidi, coloranti e grassi. Nato come lavabo freestanding e poi sviluppatosi nelle versioni da appoggio e sospeso, O_O è oggi una famiglia completa di lavabi dalla rilevanza scultorea. Nei modelli freestanding e sospeso a muro, base e vasca si combinano in un equilibrio formale. Lo slittamento della vasca permette di realizzare una sede per il rubinetto sulla base oppure la creazione
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di un piccolo piano di appoggio quando il rubinetto viene posizionato a parete o a pavimento. Nella variante ad appoggio a contrapporsi ci sono il netto e lineare parallelepipedo della base con la cilindrica e sinuosa vasca aggettante, per una sorta di equilibrio sospeso che colpisce. bartolidesign.it
TESSUTO TECNICO PER L’ARCHITETTURA
La copertura della promenade di Expo 2020 Dubai porta la firma di i-Mesh, giovane azienda marchigiana che ha realizzato i 2,7 chilometri di tessuto che sono serviti a ricoprire le passerelle principali che collegano i vari padiglioni, per una superficie totale di 52.500 metri quadri. Realizzato in materiale tessile high-tech e green, questo nuovo tessuto tecnico protegge dal caldo durante il giorno, senza impedire la visione del cielo e il passaggio dell’aria, e si trasforma in uno schermo di proiezione durante la notte. Composto da due elementi - sei tipi di fibre, di cui quattro minerali, e un polimero termoplastico - i-Mesh è leggero ed estremamente resistente, si installa e smonta con grande facilità, e può essere riutilizzato più volte in modi diversi, sia all’esterno che all’interno. Prodotto esclusivamente in pannelli su misura, secondo una logica zero waste, non possiede una trama standard, ma viene creato sulla base delle specifiche esigenze del progettista. Per le Shade Structures di Expo 2020 Dubai lo studio tedesco Werner Sobek ha optato per un pattern che richiama i motivi di una moderna “Mashrabiya”, lo schermo traforato tradizionalmente usato nell’architettura dei Paesi arabi. La collaborazione con i-Mesh ha consentito di costruire la più grande copertura retrattile mai realizzata. i-mesh.eu
COLORI IN REALTÀ VIRTUALE Cromology Italia, azienda specializzata nella produzione e vendita di vernici e pitture per edilizia, ha lanciato la nuova applicazione Color Design App, che permette di testare attraverso la fotocamera del proprio dispositivo Android e iOS 1236 colori del catalogo Cromology. Uno strumento utile per tutti coloro che vogliono realizzare dei progetti di decorazione e che consente di sperimentare, grazie alla tecnologia della realtà aumentata, diverse associazioni di colori direttamente sulle pareti. I colori sono suddivisi in sette gamme cromatiche in base alle tonalità: bianco, beige, pastello e grigio per ambienti dolci; ocra e marrone per ambienti naturali e morbidi; blu che ricorda la calma dell’acqua; verde per un richiamo della natura; giallo per ambienti luminosi; rosa, rosso e porpora per un effetto vellutato; viola per ottenere effetti unici. All’interno dell’app sono presenti anche altri strumenti. Tra questi, l’opzione “Cattura il colore”, che permette di catturare con un semplice
I VINCITORI DEL THE QUINQUENNIAL TILE AWARD
clic i colori desiderati direttamente dalle superfici, e l’opzione di salvataggio del colore desiderato tra i preferiti. Per i progettisti, Cromology mette a disposizione il team di esperti del colore del Color Design Center a supporto dei piani di decorazione e della ricerca delle migliori soluzioni per ogni tipo di stanza. cromology.it
IL MISCELATORE SI VESTE DI LEGNO Disegnato da Nilo Gioacchini per Nobili Rubinetterie il miscelatore Dress può essere rivestito in legno così da creare un unicum inedito con piani d’appoggio, pavimenti e mobili. Le due superfici piane arrotondate che individuano la bocca di erogazione e la leva di comando possono cambiare pelle con quattro nuance effetto legno, dalla più chiara alla più scura: Shabby Wood, Heritage Wood, Vanilla Wood e Tobacco Wood. Il corpo del miscelatore è in ottone cromato in tre diverse altezze, per adattarsi a diversi tipi di lavabo, dai classici 17,6 ai 27,4 centimetri. La cartuccia di miscelazione Nobili Widd 28 è disegnata in modo da opporre una lieve resistenza nell’apertura della leva a metà della portata: un
modo empirico ma efficace per ridurre i consumi già particolarmente bassi di questa rubinetteria, con una portata di 5 lt/min.Oltre alle quattro finiture effetto legno, il miscelatore Dress può essere personalizzato in molti colori e varianti a scelta fra altre cinque macro-palette: Colour, Wood, Fenix, Matter, Carbon e la preziosa lavorazione Guilloché. nobili.it
House Jonker è il vincitore del premio internazionale The Quinquennial Tile Award, organizzato da Fincibec Group con l’obiettivo di valorizzare le opere di architettura e design realizzate con le superfici ceramiche Monocibec, Century e Naxos, le tre aziende del gruppo. Residenza privata costruita all’interno dell’Oubaai Golf Estate, a George, in Sudafrica, House Jonker è stata progettata dall’architetto Yvette Buitendag dello studio Buitendag Architecture. Situata accanto alla Herolds Bay, uno degli scorci più caratteristici della Garden Route, con una vista a 180 gradi sull’Oceano Indiano, la villa è caratterizzata da un’architettura integrata nella natura. L’effetto immersivo è completato dall’attenzione alle scelte d’interior design, curate da Marie LeRoux De Lange. Il gres porcellanato Uptown di Century è stato impiegato per armonizzare interni ed esterni alla peculiare gamma cromatica del paesaggio circostante. Al secondo posto la nuova sede del Gruppo Zschimmer & Schwarz a Lahnstein, in Germania, che ha optato per le finiture ceramiche Century Glam, nel colore Antracite, per caratterizzare il design dell’edificio, mentre la medaglia di bronzo è andata al Dream Garden realizzato nell’esclusiva zona residenziale di Solihull (West Midlands, UK), dove le soluzioni per l’outdoor Monocibec Dolomite Grey Major hanno offerto le prestazioni indispensabili per pavimentare parte dell’area verde e realizzare un vasto spazio attrezzato per la vita all’aria aperta. fincibec.it
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eventi &notizie a cura di Veronica Monaco
ARCHITECTURE STUDENT CONTEST 2022
S
ono aperte le iscrizioni all’Architecture
(Varsavia Est), nel rispetto delle linee guida
step internazionale, che si concluderà con
Student Contest, il concorso
del contest incentrate sull’integrazione fra
la premiazione dei vincitori assoluti che si
organizzato da Saint-Gobain che
design, efficienza energetica e sostenibilità.
aggiudicheranno un premio di 5 mila euro.
premia ogni anno i migliori progetti di
Sarà infatti Varsavia la città ospite del
saint-gobain.it/architecture-student-contest
riqualificazione urbana proposti dagli
concorso, dove si svolgerà anche
studenti di architettura e ingegneria delle
l’evento di premiazione finale
università italiane. Fino al 31 marzo 2022 i
dall’8 al 10 giugno 2022. Il team
partecipanti avranno tempo per presentare
che si classificherà primo alla
il proprio lavoro, quest’anno focalizzato
fase nazionale, oltre a vincere
sulla riqualificazione dell’area attorno alla
un premio di 2.500 euro, avrà
stazione ferroviaria di Warszawa Wschodnia
diritto di accedere al secondo
LA SCUOLA MELOPEE DI GAND vince il BMIAA 2021
L
o studio belga XDGA – Xaveer De Geyter Architects vince il Gran Premio Internazionale del BigMat International
Architecture Award 2021, il premio biennale ideato e promosso dal Gruppo BigMat, con il progetto della scuola Melopee di Gand, che ospita in un unico complesso asilo nido, scuola elementare, doposcuola e strutture sportive utilizzate sia dagli alunni sia dal quartiere. Per riuscire a includere tutte queste attività e gestire la complessità tra ambiente interno-esterno, la costruzione principale è stata suddivisa in due metà unite da uno scheletro in acciaio galvanizzato Nel volume più interno, le facciate sono state progettate come un patchwork di policarbonato opaco e lucido, vetro e feritoie in alluminio, mentre la struttura esterna è ricoperta di vegetazione che si arrampica su una rete in acciaio, sulla quale sono state ritagliate diverse finestre. «Sono onorato e allo stesso tempo sorpreso di aver
Da sinistra Fabrice Maude, presidente BigMat International, Xaveer De Geyter vincitore Gran Premio Internazionale BMIAA ’21, Jesus Aparicio, presidente giuria BMIAA ’21
ricevuto per la seconda volta questo riconoscimento così prestigioso; un premio attraverso cui BigMat conferma il suo ruolo di primo piano nel sostenere e promuovere in modo super partes la qualità e l’eccellenza architettonica europea», ha dichiarato l’architetto Xaveer De Geyter. Oltre al Gran Premio sono stati assegnati i sei Premi Nazionali BigMat ’21 e una Menzione Speciale ai progetti di piccola scala. A vincere il Premio Nazionale per l’Italia è stato Onsite Studio di Milano con il progetto Pirelli Learning Center, sviluppato all’interno del quartiere industriale Bicocca, che ha conquistato la giuria per la sua architettura contemporanea. architectureaward.bigmat.com
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MYPLANT & GARDEN, dove il verde incontra l’architettura
NERI&HU: TRAVERSING THRESHOLDS al Maxxi di Roma
R
esta aperta fino al
il dialogo tra pieno e vuoto,
6 febbraio 2022 al
l’accostamento creativo dei
Maxxi di Roma la
materiali. Proprio su quest’ultimo
mostra Neri&Hu: Traversing
punto, la presenza di Alcantara
Thresholds, a cura di Domitilla
rende l’opera un vero punto
Dardi. Inserita all’interno del
di connessione tra passato e
progetto Studio Visit, realizzato
presente. L’opera di Neri&Hu
in collaborazione con l’azienda
si aggiunge a quelle realizzate
Alcantara e incentrato attorno
da Nanda Vigo, Formafantasma,
alla ricerca sui temi della
Konstantin Grcic per le passate
progettazione contemporanea,
edizioni di Studio Visit, ora parte
e confronto tra le migliori realtà italiane e
la mostra vede quest’anno lo
della collezione permanente del
internazionali delle filiere verdi. Dal 23 al
studio Neri&Hu, con sede a
Maxxi Architettura.
25 febbraio 2022, la manifestazione ospiterà
Shanghai, confrontarsi con uno
lyndon neri's sketch
alcantara.com maxxi.art/events/neri-hu/
dei massimi autori presenti
T
orna a Fiera Milano-Rho Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, un’occasione di incontro
le più importanti novità del settore ortoflorovivaistico, del garden e del paesaggio.
negli archivi del Maxxi: Carlo Scarpa. A
Il padiglione 12 sarà dedicato da un lato al
identificare la lettura scarpiana da parte dello
mondo del fiore reciso e della decorazione
studio di progettazione è la nozione di soglia,
home & garden, dall’altro al verde e al
concetto presente sia nel cinese «jian» che
garden care. Il padiglione 16 ospiterà
nel giapponese «ma», traducibili con spazio
l’offerta di servizi, tecnica, fiori e piante in
o pausa, intesa in senso architettonico come
vaso, mentre il padiglione 20 accoglierà
mediazione fisica tra due ambienti spaziali
un’ampia selezione di prodotti da vivaio,
contrastanti. L’installazione di Lyndon Neri e
approfondimenti paesaggistici, proposte per i
Rossana Hu rilegge la visione di Scarpa nei
campi sportivi, la manutenzione del verde e il
suoi nodi centrali: l’invenzione del dettaglio,
motorgarden, che avrà a disposizione anche
Lyndon Neri & Rossana Hu by Jiaxi Yang & Zhu Zhe
Neri&Hu group photo 2020
un’area dimostrativa esterna. A Myplant si parlerà anche di molti temi cruciali per il mondo dell’architettura e del progetto: dal ruolo delle pubbliche amministrazioni e dei progettisti nel ridefinire le politiche di rigenerazione urbana in chiave green all’edilizia specializzata nella ideazione, costruzione e ristrutturazione degli spazi verdi
Neri&Hu Traversing Thresholds
multiscala. myplantgarden.com
CONCORSO Re-Use Italy 2021
G
raphisoft, fornitore globale di
il progetto Re-use Italy di quest’anno
soluzioni Bim per i progettisti,
raccoglie idee e progetti per il riuso della
partecipa alla quarta edizione
Chiesa di San Giovanni in Val di Lago
del concorso internazionale Re-Use Italy
a San Lorenzo Nuovo (Viterbo), oggi in
fornendo a tutti i partecipanti una licenza
completo stato di abbandono. Il concorso,
febbraio 2022. I progetti vincitori verranno
Archicad Educational aggiornata all’ultima
aperto ad architetti, ingegneri e studenti,
esposti in una mostra a San Lorenzo Nuovo
release, che scadrà alla chiusura del contest.
chiede ai partecipanti di trasformare la
nell’aprile 2022 e i premiati verranno invitati
Nato con l’intento di promuovere il riuso
rovina in un centro per i pellegrini della
a presentare il progetto alla cittadinanza.
e la riqualificazione di edifici storici e di
Via Francigena e per eventi culturali. Il
grande valore architettonico abbandonati,
termine per la consegna dei progetti è il 10
reuseitaly.com/competitions/ reuse-the-lake-chapel/
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ARCHILEGGERE
YASMEEN LARI. AN ARCHITECT Fabrizia Berlingieri, Emilia Corradi, Cassandra Cozza, Imma Forino
Lingua Inglese Editore Pearson Italia Anno 2021 Misure 17 x 24 cm, pp. 144 ISBN 9788891927552 (cartaceo),
Andrea Di Franco, Marianna Frangipane, Gianfranco Orsenigo
14,70 euro (PDF)
Lingua Italiano Editore Maggioli Editore Anno 2021 Misure 17 x 24 cm, pp. 106 ISBN 9788891639011 Prezzo di copertina 14,00 euro
Questa monografia rappresenta la prima raccolta sistematica
Gli autori di questo libro fanno parte di un gruppo di ricerca-
donna del Pakistan, che ha dedicato la sua vita ai diritti
in contesti urbani marginali. I saggi introduttivi illustra-
9788891927569 (PDF)
Prezzo di copertina 21,00 euro (cartaceo),
dei lavori e degli scritti di Yasmeen Lari, primo architetto dei più indigenti e alla sostenibilità ambientale, ed è stata redatta in occasione del conferimento, nell’ottobre scorso, della laurea magistrale ad honorem in Architettura e
Ingegneria Edile-Architettura da parte del Politecnico di
Milano. La prima parte del libro contiene alcuni saggi critici nei quali le autrici documentano e illustrano il profilo e le
innumerevoli attività che caratterizzano l’importante opera
di Yasmeen Lari: la formazione in Europa, le principali
opere architettoniche realizzate in Pakistan durante l’attività professionale svolta con lo studio Lari Associates, il lavoro
per il riconoscimento e la regolamentazione della professione
di architetto, la fondazione della Heritage Foundation of Pakistan e il lavoro sul riconoscimento e sulla documentazione
del patrimonio storico e culturale locale attraverso ricerche
sul campo e pratiche di partecipazione orientate anche alla coesione sociale, l’impegno per la protezione, la conservazione, la messa in sicurezza e il restauro del patrimonio
storico, nell’architettura umanitaria e di ricostruzione post catastrofe orientato alla realizzazione di una giustizia sociale
ed ecologica, alla lotta alla povertà e all’emancipazione
femminile. Un libro per conoscere e approfondire il lavoro Recensioni di Cassandra Cozza, Politecnico di Milano
LE DOMANDE DEL PROGETTO. SPERIMENTAZIONI NEI MARGINI URBANI
di questa architetta pakistana che costituisce un contributo importante al dibattito sull’architettura socialmente ed ecologicamente sostenibile.
azione che ha condotto alcune sperimentazioni progettuali
no nuove prospettive di ricerca sul tema del progetto di architettura come pratica sociale attraverso riflessioni di
natura metodologica. Il progetto in questi luoghi fragili
deve indagare la complessità antropogeografica e poter
fare domande, cioè essere strumento di comprensione per non eludere la complessità dei fenomeni presenti. Partendo dallo stato critico dei sistemi analizzati, si tenta di definire
come il progetto di architettura dello spazio collettivo in ambiti urbani connotati da particolari criticità, quali spazi
pubblici esterni e spazi comuni interni di quartieri o ag-
glomerati di edilizia pubblica oppure spazi comuni interni
alle strutture carcerarie, possa diventare uno strumento utile per migliorare la qualità formale e d’uso dei luoghi
grazie all’esplorazione del carattere relazionale dello spazio collettivo. La seconda parte, invece, illustra otto sperimentazioni progettuali sui margini urbani condotte tra il 2017 e
il 2020 attraverso un quaderno dal campo, sperimentazioni che fanno parte delle ricerche West Road Project. La strada
dell’ovest (Polisocial Award 2017-2020), L’architettura del carcere: da spazio di detenzione a spazio di relazione (Fondo di Ateneo per la Ricerca di Base 2016-2018), Cortile
Spettacolare. Sperimentazione di progettazione partecipata e performativa in un cortile di edilizia pubblica nel cuore
del quartiere popolare San Siro (MiBACT 2019-2020) e
Caravansaray. Un progetto di drammaturgia partecipata per la rigenerazione di spazi urbani periferici (Bando C57,
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Fondazione di Comunità 2019-2020).
HAMBURG – POSITIONS, PLANS, PROJECTS. BUILDING URBAN SPACES
TOOLS FOR IDEAS. INTRODUCTION TO ARCHITECTURAL DESIGN
Olaf Bartels / Behörde für Stadtentwicklung und
Christian Gänshirt
Wohnen (eds.)
Lingua Inglese Editore Jovis Anno 2021 Misure 19,5 x 29,2 cm, pp. 350 ISBN 9783868596342 Prezzo di copertina 35 euro Amburgo è la città portuale più grande della Germania
e nel 2030 dovrebbe raggiungere i 2 milioni di abitanti.
Per potersi sviluppare in modo adeguato, migliorando la
Lingua Inglese Editore Birkhäuser Basel Anno 2021 Misure 17 x 24 cm, pp. 400 ISBN 9783035621747 Prezzo di copertina 38,95 euro Come si impara a progettare? Come possiamo proget-
tare meglio? Questo volume è la versione aggiornata e ampliata di un libro di riferimento della teoria architettonica contemporanea che, dopo più di un decennio
qualità della vita urbana, la città ha avviato un attento
dalla sua prima edizione, riprende il dibattito culturale
urbani. Una crescita prevalentemente interna, che è
getto, tools of design, e sul progetto come strumento,
lavoro di trasformazione delle periferie e degli spazi localizzata specialmente nelle aree industriali, portuali
e ferroviarie abbandonate. Luoghi come HafenCity,
che diventano nuovi quartieri della città densificando
i tessuti edilizi e completando la struttura urbana. Progetti di urbanistica, di architettura e di architettura del paesaggio che stanno implementando lo spazio pubblico,
specialmente lungo i corridoi chiamati Magistralen, e aggiornando i quartieri modernisti del dopoguerra,
preservando l’affordability delle residenze e fornendo luoghi di lavoro moderni con l’obiettivo di creare la varietà attraverso la diversità, promuovendo la tolleranza, l’incontro e lo scambio e, allo stesso tempo, preservando
la privacy. Il libro si sviluppa per capitoli, ognuno dei quali inizia con interviste ad attori implicati nelle tra-
sformazioni urbane illustrate e si completa con una ricca
selezione di progetti: Prospects presenta le prospettive
di sviluppo e di espansione urbana attraverso i progetti di grande scala. Urban Spaces traccia i dettagli dello
sviluppo delle parti più centrali della città, Networks i
sistemi infrastrutturali analizzandoli sia per il loro ruolo
connettivo che per la capacità di creare spazi urbani. Un Photo Essay e delle riflessioni sulle procedure, come i processi partecipativi o il progetto come processo, completano l’opera.
e i nuovi risultati della ricerca sugli strumenti del pro-
Cassandra Cozza, (Polla, 1978) Ricercatore in Composizione architettonica e urbana del Dipar timento DAStU del Politecnico di Milano, dove si è laureata in Architettura e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana, svolge e ha svolto attività di ricerca in Italia (PRIN MIUR) e all’estero. Architetto, tutor del dottorato PAU, ha divulgato gli esiti dei suoi studi attraverso pubblicazioni, seminari e mostre. Insegna Progettazione architettonica e urbana presso la scuola AUIC del Politecnico di Milano, dove è anche teaching coordinator dell’International PhD Summer School Heritage and Design
design tool. Un punto di vista che propone di non con-
centrarsi sui metodi o sui risultati del progetto quanto piuttosto sull’atto del progettare. Tale azione, complessa
e sfaccettata, coniuga teoria e pratica, si fonda sulla
percezione spaziale e sul pensiero critico e necessita sia di competenze artistiche che di solide basi scientifiche.
L’autore, infatti, non presenta un particolare approccio
o metodo progettuale ma le interazioni tra i progettisti, gli strumenti a loro disposizione e i materiali del loro lavoro, quali concezioni architettoniche, idee e progetti che i rispettivi media veicolano. Interazioni che
descrive attraverso una matrice aperta che illustra una tassonomia di azioni progettuali esistenti collocandole in una struttura. Per descrivere la progettazione archi-
tettonica attraverso i suoi media e strumenti, Gänshirt struttura il discorso in tre capitoli: Fundamentals nel
quale fornisce una panoramica sulle attuali cognizioni e teorie del progetto, Tools nel quale descrive gli stru-
menti che usiamo per progettare e Practice nel quale indaga come applicare gli strumenti progettuali per
migliorare il mondo nel quale viviamo. Il libro descrive la varietà di strumenti disponibili per il progetto di
architettura e illustra come usarli in modo produttivo e contemporaneo.
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Professione Architetto di Andrea Catto, Segretario Ordine degli Architetti Ppc di Pordenone
Ordine degli architetti Il difficile rapporto tra progettisti e le strategie previste dal Pnrr
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Professionisti della resilienza
I
n questi mesi molte categorie professionali e altri portatori di interesse si stanno preparando ad accogliere e orientare le misure di rilancio economico contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non ultimi gli architetti che, con l’autoreferenzialità di cui abbiamo parlato altre volte, credono giusto rivendicare, con la propria specifica competenza professionale e culturale, un ruolo primario tanto nei processi di rigenerazione urbana quanto in quelli di efficienza energetica e riqualificazione del patrimonio edilizio. Ancora una volta, ahimè, abbiamo dovuto assistere non solo all’assenza di una strategia complessa per il Paese, sostenuta dall’analisi dello stato degli edifici, delle città e del territorio italiano, ma anche di non essere neppure menzionati tra le categorie professionali chiamate ad affiancare le amministrazioni pubbliche nella gestione delle attività connesse al Pnrr. La tempestiva denuncia del Consiglio Nazionale degli Architetti ha fatto sì che il governo abbia poi garantito il reclutamento anche alla nostra professione, ma il fatto in sé descrive la reale condizione degli architetti italiani, invisibili e isolati rispetto ai colleghi ingegneri, geometri eccetera, forse a causa di un percepito scarso pragmatismo del nostro modo di lavorare o di scetticismo sulla nostra preparazione tecnica. Ciò ci interroga ancora una volta sul significato ontologico del mestiere, ma ancor più ci dovrebbe invitare a esaminare in maniera critica le misure introdotte, non solo con
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l’entusiasmo per l’immediato effetto economico ed occupazionale positivo, ma valutando anche gli effetti a lungo termine generati dall’azione del Governo, che peraltro potrebbe renderci sempre più prestatori di servizi piuttosto che di utile ingegno per la collettività. Eppure, l’approvazione delle linee guida per l’architettura da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, l’interesse dimostrato nell’avvio dell’iter per una legge dell’architettura in linea con gli altri Paesi europei (non ultima la Spagna, dove si sta elaborando un interessante percorso partecipativo) e, infine, il ruolo nella Costituzione della tutela dell’ambiente (articoli 8, 41) faceva sperare in una nuova coscienza che si sarebbe immediatamente tradotta in una domanda vera di architettura e di città. Invece, leggendo il Pnrr si ha l’impressione che i capitoli di investimento siano generati da una logica di equa spartizione delle risorse, ma in assenza di una qualsiasi scelta di priorità e strategie per il Paese: è sufficiente notare come i finanziamenti destinati alla tutela del territorio e della risorsa idrica (complessivamente 15,06 miliardi di euro) siano eguagliati dagli interventi sul miglioramento degli immobili (15,36 miliardi), in larga parte di proprietà privata. Si è in pratica confermata la vocazione storica della cultura del mattone che, invece di tendere all’auspicato riaddensamento e al rinnovamento urbano (che assumono sempre più il carattere di manifesti evergreen per la politica), sembra piuttosto rafforzare la tendenza opposta, in uno strano paradosso in cui il problema diviene la soluzione del problema stesso. Emblematico è il fatto che il maggior numero di domande di superbonus (dati Osservatorio Enea) si concentri in quelle regioni che continuano a registrare un ingente consumo di suolo. La questione passa però totalmente inosservata e non si trovano prese di posizioni autorevoli al riguardo. Credo si stiano anteponendo gli interessi privati e le ragioni di fatturato a quelle di natura etica, confermando quanto sia ben lontana quella figura di «architetto demiurgo» con la quale vorremmo essere pubblicamente riconosciuti.
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