ètrasparente Laclassifica deipiùgrandi
antisismica,antincendio N° 27 - MARZO 2023 ISSN 2532 - 5345
VETRARIA PESCINI GENERAL CONTRACTOR Vincenzo Omodeo
L’innovazione FERRARA
YouBuild YB
TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
ANNO 8 - NUMERO 27 - MARZO 2023
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising
Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy
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ISSN 2532 - 5345
Direttore responsabile / Publisher VIRGINIA GAMBINO virginia@vgambinoeditore.it
Direttore Editoriale / Editorial Director LUCA MARIA FRANCESCO FABRIS
Coordinatore editoriale / Editorial coordinator VERONICA MONACO
Comitato scientifico / Scientific Committee
ROBERTO BOLICI (Politecnico di Milano), GIAN LUCA BRUNETTI (Politecnico di Milano), EMILIA CORRADI (Politecnico di Milano), ANNA FRANGIPANE (Università di Udine), FAN FU (Beijing University of Civil Engineering and Architecture), MATTEO GAMBARO (Politecnico di Milano), FRANCESCO GASTALDI (Università IUAV di Venezia), WENJUN MA (Shanghai Jiao Tong University), GARRY MILEY (South East Technological University), LJUBOMIR MIŠČEVIĆ (University of Zagreb), EMANUELE NABONI (Università di Parma), MATTEO UMBERTO POLI (Politecnico di Milano), ALESSANDRO ROGORA (Politecnico di Milano), ALBERTO SDEGNO (Università di Udine), VASO TROVA (University of Thessaly), ILARIA VALENTE (Politecnico di Milano) GliarticolipubblicatisonostatipreventivamentesottopostiareferaggiodapartedelComitatoScientificodellaRivistaYouBuild. ThepublishedarticleshavepreviouslybeensubjectedtopeerreviewbytheScientificCommitteeoftheYouBuildMagazine.
Collaboratori / Contributors
VALENTINA ANGHINONI, RICCARDO MARIA BALZAROTTI, FEDERICO BELARDO, ILARIA BIZZO, ANDREA CATTO, STEFANO CORNACCHINI, FEDERICO DELLA PUPPA, ERNESTO FAVA, GIADA FRAPPA, MATTEO GAMBARO, FRANCESCO GASTALDI, SARA GIUSTI, VALENTINA LABRIOLA, ROSSELLA LOCATELLI, SELENE MAESTRI (FOTOGRAFA), ANNA MOLENTINI, VERONICA MONACO, ANDREA OLDANI, ALESSANDRO ROGORA, GIUSEPPE ROSSI, KEVIN SANTUS, FRANCO SARO , ALBERTO SDEGNO, GERARDO SEMPREBON, PIETRO VALLE, LEONARDO ZUCCARO MARCHI
Impaginazione e grafica / Layout and graphics RAFFAELLA SESIA
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Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento
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RISPETTO AMBIENTALE
L’ufficio Ricerca e Sviluppo di MVB® promuove da sempre lo studio e la messa in opera di prodotti eco-sostenibili che portino vantaggi effettivi ai clienti, agli utilizzatori finali e all’ambiente.
Molti sono gli ambiti nei quali tale rispetto dell’ambiente è esplicitato: dall’utilizzo di materiale “riciclato”, alle superfici certificate per S.R.I., alle esclusive soluzioni drenanti e filtranti.
CICLO DI VITA
Ecosostenibile
MATERIE PRIME: MVB® si avvale di fornitori limitrofi alla sede produttiva per limitare i trasporti e, di conseguenza, le emissioni di CO2
MANUTENZIONE E INTEGRAZIONE: I prodotti MVB® richiedono una manutenzione minima. Grazie alla posa “a secco” è possibile sostituirli o integrarli senza demolizioni ed emissioni di inquinanti e rumore.
PRODUZIONE: I prodotti MVB® sono realizzati a freddo e senza l’utilizzo di forni. Hanno un ridotto consumo di acqua, non riscaldano l’ambiente e non rilasciano CO2
NUOVA VITA: I prodotti MVB® possono essere recuperati, macinati e convertiti in inerti non inquinanti che rientrano nel ciclo produttivo.
ATTUALITÀ
STORIA DI
COSTRUTTIVI
ANTISISMICA - Come resistere al sisma
158
FIBRE NET - Strategia anti scossa
162
BIEMME - Sistema rinforzo marcato Ce 164
BIOISOTHERM - Quel cappotto ha i muscoli
166
SENINI - Il muro che respira utile all'ambiente 170
MAPEI - Il rinforzo inizia online
172
GEOPLAST - Le strutture in versione light
174
SAINT-GOBAIN GLASS - Il vetro hi-tech vedo-non vedo
176
SPECIALE FACCIATE
LE RAGIONI DEL CLIMA La narrativa del cambiamento
178
ISOPAN - Cappotto a secco nel residenziale
182
TERREAL ITALIA - Innovazione in facciata
184
ISOTEX - Un solo blocco, tre soluzioni 186
BF - Carta d'identità in superficie 190
SPECIALE ANTINCENDIO
SICUREZZA
Sistemi e materiali su doppio binario 192
DIERRE - Camera con vista sulla sicurezza
196
BIFIRE - Scudo al fuoco in millimetri
198
L'ARCHITETTO DIGITALE
Il futuro parametrico
202
COME SI FA
ECLISSE - Design minimo e porta con telaio doc 206
START-UP - Meno energia con i gemelli
208
COSTRUIRE
ALUBEL - Superfici ad hoc per i progettisti
210
CEAM - A scuola di ascensore 218
DALIFORM GROUP
Piastra light e aiuto hi-tech 220
WÜRTH - Una membrana intelligente
224
FREM MILANO - Quella blockchain è d'acciaio 226
INTORNO
CINA - Isole verdi nella corrente 228
UNDER 40
TREVISO - Condominio poroso in classe A4
LA MASSIMA FACILITÀ DI POSA:
PROGETTARE IN TEMPO REALE
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Il sistema Terracoat® assicura una elevata performance termica dell’edificio, oltre a migliorare l’aspetto estetico, grazie ai listelli in terracotta faccia a vista a pasta molle nelle varietà di finiture e colori della gamma SanMarco e Pica.
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SISTEMI GRECATICi affidiamo all’IA?
Care lettrici, cari lettori, in queste ultime settimane ho preso parte a due workshop internazionali, uno all’estero e l’altro qui in Italia. Nutro un particolare amore per questi momenti didattici divampato decenni fa, quand’ero studente di architettura e ho avuto la fortuna di partecipare ai pochi workshop che si svolgevano allora. Erano talmente una novità che non erano nemmeno riconosciuti come momenti didattici a sé stanti, come avviene ora, dove sono entrati a fare parte dell’offerta didattica regolare. Quello che ho imparato allora vale tutt’oggi. Sono momenti che, se svolti bene, accelerano lo sviluppo di conoscenze e soprattutto permettono di scambiare competenze. Se un workshop è fatto correttamente il ruolo discente-docente si pone al limite e tutti imparano da tutti attraverso una combinazione che coinvolge la teoria, che può essere messa in pratica, e la prassi, che può essere rivista sotto l’urto di nuove teorie. Che duri una settimana o un giorno è sempre un momento importante, anche per conoscere meglio i propri studenti (che alle volte in queste situazioni si disvelano) e i propri colleghi, perché si è tutti all’interno di uno stesso processo che deve trovare velocemente una soluzione (una fra le molteplici) che abbia un senso. Uno stress-test, si potrebbe dire, che si alimenta con l’adrenalina e, anche, con una sana competizione produttiva. Soprattutto, quello che ho imparato da queste attività è che nulla va perso. Anche quello che potrebbe sembrare sul momento un insuccesso, ripensato dopo qualche tempo assume nuova importanza e aiuta a non compiere più errori oppure, come è capitato, ti fa comprendere che la tua proposta, quella del tuo gruppo (perché nei workshop non sei mai da solo e non puoi fare la primadonna) non era stata capita perché troppo innovativa. Ritornando alle due esperienze recenti, per le quali confermo tutto quello detto finora, mi ha dato molto da pensare come all’estero qualunque proposta maturata durante il processo ideativo fosse conclusa dalla frase «e poi questo verrà sviluppato dall’Ia». Dove Ia sta per Intelligenza Artificiale. Quello che mi ha colpito e che a dire il vero ha colpito molto anche i miei studenti è come i loro colleghi pronunciassero questa frase in tono mistico, come se avessero affidato le loro idee a un’entità superiore, sicuramente imperscrutabile.
Per farla breve, sono stato molto orgoglioso quando i miei studenti hanno fatto notare che l’ Ia si basa comunque su una serie di dati inseriti dall’uomo, visto che al momento dell’autoapprendimento delle macchine non abbiamo ancora avuto contezza. È vero, stiamo affidando molto agli algoritmi, ma in questo momento (soprattutto a livello didattico) questo demandare riflette un’incapacità di volere gestire la logica di un processo e saperne valutare le conseguenze o le opportunità. Al workshop nostrano, al contrario, il discorso è stato portato sulle lezioni che ci sono arrivate dal passato e che sono tuttora valide non solo per intuizione, ma anche per le conseguenze che hanno prodotto sia in ambito scientifico sia nel mondo reale, quello che produce e vive. Ecco, mi sono chiesto, se 50 anni fa i pensatori che abbiamo analizzato si fossero detti solo «eccolo qui il problema, ma demando a un’altra entità la soluzione», dove saremmo adesso? In fin dei conti, la maggior parte degli scienziati che hanno affrontato il discorso del futuro e del suo sviluppo avevano compreso che questo non poteva essere completamente affidato alla tecnocrazia e che c’era un bisogno naturale di mantenere il governo delle cose in un ambito controllato dalla componente umana. Il concetto di sostenibilità (1987) deriva da questo pensiero. Il vedere le giovani generazioni che anche solo per gioco, in un workshop, si affidano anima e corpo alla tecnologia tecnocrate mi ha fatto riflettere che c’è molto ancora da fare e che forse abbiamo sbagliato qualcosa. E che dobbiamo rimediare. È per quello che anche in questo numero del vostro YouBuild continuiamo a tenere la barra impostata sulla progettazione eco-sostenibile, sull’innovazione delle nuove frontiere dell’edilizia e sulla circolarità. Tutti temi attuali che hanno delle radici antiche e solide, da cui possiamo imparare. E mettiamo l’accento sui temi del restauro (presentando il nuovo Palazzo dei Diamanti firmato Labics), della riqualificazione minimale (con l’intervento magistrale di Federico Mentil) e della ristrutturazione altamente tecnica e rispettosa (come avviene nell’intervento di Tobia Scarpa a Treviso). Questi sono solo alcuni dei tanti progetti che abbiamo raccolto per voi per dimostrare dove porta la ricerca progettuale unita a quella sui materiali e sulle tecniche, che potete ritrovare presentati anche nei tanti speciali e nelle rubriche settoriali che compongono il grande mosaico di questa rivista. Una proposta completa per affrontare il presente. A prova di Ia. [scritto ascoltando in loop Special Report, la raccolta dei remix degli irlandesi Telefís].
Sports and Architecture among the Mountains
traduzionidi /
translations by Ernesto FavaMoDusArchitects recently completed the Fieldhouse, a building that defines a new coexistence among spaces for sports, leisure, and social interaction. The centre is located in the hamlet of Laghetti, in the municipality of Egna, about half an hour from Bolzano, at the foot of the Monte Corno Natural Park mountain range. This architecture assumes an infrastructural character, working as a relational hub between paths and sports areas located at different elevations.
Pag 20
THE PALAZZO DEI DIAMANTI
RENOVATION IN FERRARA
The restoration and redevelopment project for the Palazzo dei Diamanti in Ferrara has been completed. The design comes from an international competition, divided in two phases and promoted by the Municipality. The tender has been won by the Rome-based Labics studio in collaboration with 3TI Progetti, out of more than 70 proposals. The central footbridge designed by Labics constitutes a neutral, essentially designed, flexible and functional object that, rather than interfering with the context of the palace, enhances a part of it which was until recently degraded.
Pag 52
30 GENERAL CONTRACTORS’ ACCOUNTS UNDER SCRUTINY
In 2021, there has been a clear market recovery in the design sector related to engineering companies operating as general contractors. This is an excellent signal for the 2022 upcoming results and expectations for 2023, as design companies will be increasingly involved in the realization of many ongoing construction sites, especially with the support of the Pnrr. The analysis of a sample of 30 balance sheets, which includes the main and most important companies in the field, reveals a good status for the sector, despite some limited exceptions due to cyclical rather than structural factors. Overall, the sample of 30 analysed companies in 2021 generated an aggregate turnover of over 8.9 billion euros, with a growth rate of 15.6% compared to 2020.
Pag 84
DESIGN WAVES ON THE LOIRE RIVER
Just a few miles away from Paris, in the southern part of Orléans, the banks of the Loire River (a UNESCO World Heritage site) host a new multi-purpose centre with a great evocative power: the Centre Orléans Métropole (Co’Met). The project
was designed by Ferrier Marchetti Studio, in cooperation with a multidisciplinary group of specialists including Chaix et Morel Associés, Populous, Agence Ter for landscape, Boa for lighting, and Peutz for acoustic design. Co’Met appears as a series of compact volumes enveloped in a white veil, an undulating skin that metaphorically echoes the flow of water.
Pag 90
THE BON PASTOR REGENERATION
The Bon Pastor neighbourhood, located in the northern side of Barcelona, has been recently regenerated. The redevelopment plan involved the demolition of some existing houses, built in 1929 as part of an affordable housing program. The previous urban tissue, which required a massive intervention, was originally developed as a place of great social life built around the road space. This particular characteristic influenced the architects’ focus on new volumes that could accommodate community spaces and, at the same time, maintain the possibility to design open spaces for residents.
Pag 116
ANTI-EARTHQUAKE TECHNICAL SOLUTIONS
One of the challenges that structural engineers increasingly face is the seismic upgrading of existing buildings, often designed to resist vertical loads only. In the field of reinforced concrete buildings, seismic isolation and the use of additional energy dissipation devices constitute the most advanced strategies for the overall strengthening of the structure . The first intervention strategy is based on reducing the demand for resistance to structural elements through the development of deformations in the isolators at the base of the building. The second solution involves the introduction of steel braces to dissipate part of the energy transmitted by the earthquake.
Pag 158
Il design SI ILLUMINA
Per capire quanto sia importante il Salone del Mobile è sufficiente partire da un paio di numeri: 57, il valore in miliardi della produzione dell’industria del legno e arredamento in Italia, e 37, cioè la percentuale di fatturato destinato all’export. Dunque, occhi puntati su divani, librerie, tavoli. Ma, in realtà, il sistema arredo non può più essere ridotto a singoli pezzi di mobilio o arredo, perché costituisce una galassia di prodotti interconnessi, e non solo il frutto di migliaia di progettisti e piccole imprese come un tempo. Ne è la prova anche l’edizione 2023, che torna normale, cioè come nel periodo pre-pandemico. Ma torna anche in un mondo diverso, per le tensioni geopolitiche, economiche e lo slittamento di abitudini e modi
Il maxi evento destinato a design e arredamento torna alla consuetudine con una raffica di appuntamenti collaterali, il tema della sostenibilità ed Euroluce
di vivere degli esseri umani. Tutto questo compone un mix difficile da sintetizzare, ma che ha spinto gli organizzatori a una titanica impresa di rinnovamento.
CREATIVITÀ
L’evento destinato a monopolizzare dal 18 al 23 aprile, Fiera Milano Rho, ma anche l’intera città lombarda si è presentato senza giacca e cravatta, optando per un look concreto, ma creativo, con un tocco di tecnologia a partire dal nome, che ha un punto (Salone del Mobile.Milano) come fosse un sito web. Partiamo dall’ambiente fieristico: un unico livello espositivo, con le aziende dei padiglioni superiori (8-12, 16-
E LA LUCE FU
Euroluce 2023 ha un concept e il fil rouge tematico preciso: The city of Lights. Il contenuto culturale interdisciplinare dell’evento è stato curato da Beppe Finessi. Lo studio Formafantasma, la piazza e arena per esperienze immersive Aurore, il progetto di 12 Costellazioni, intermezzi architettonici che ospiteranno esposizioni nell’esposizione a cura di Finessi, sono alcuni degli aspetti aggiuntivi all’expo. L’architetto Massimo Curzi, inoltre, curerà e allestirà la personale di Hélène Binet, una delle autrici più significative della fotografia contemporanea. Martina Sanzarello ha curato l'allestimento della mostra sulla classica lampadina a incandescenza. Matteo Pirola ha previsto una carrellata di stelle artificiali: apparecchi luminosi che i designerastronomi stanno indagando, oggetti che presentano accadimenti luminosi, sfere orbitanti, superfici riflettenti, eclissi abbaglianti, aurore colorate allestite dallo studio From outer Space. Michele Calzavara è, invece, il curatore di una rassegna d’immagini di architettura degli interni, dove protagonista è la luce artificiale: un percorso popolato di accenti e punti di luce, in cui riconoscere una fonte luminosa che abita e trasforma lo spazio in modo speciale. L’allestimento di questa mostra, realizzato da Berfu Bengisu Goren, ha una natura ibrida, poiché prevede la presenza simultanea di
due funzioni: lo spazio espositivo vero e proprio e uno spazio dedicato a workshop delle aziende espositrici, incontri professionali e dimostrazioni tecniche e tecnologiche. Infine, Maurizio Nannucci, tra i più potenti interpreti della luce artificiale nell’arte contemporanea, è l’autore di una grande un installazione site-specific, una lunga scritta luminosa al neon: «You can image the opposite» che, idealmente esorta a immaginare il contrario, a un fare creativo, curioso e virtuoso. C’è, poi,
la libreria specializzata in design, arte e illustrazione, a cui si aggiungono anche libri di letteratura, che, in varie declinazioni, esplorano il tema della luce. Sempre legato a Euroluce è il 24esimo SaloneSatellite, con oltre 550 soggetti. Tema di quest’anno è Design Schools–Universities/Building the (Im) possible. Process, Progress, Practice: tema che vuole sottolineare il contributo delle scuole alla formazione dei nuovi designer. Sono 27 le scuole e università che parteciperanno. Gli spazi del SaloneSatellite Award, alla sua 12a edizione saranno contraddistinti dalla presenza di sole e luna, elementi che segneranno l’estetica di tutta la manifestazione. Grandi telescopi, che permetteranno di ammirare un cielo che riflette il presente e il futuro del design. Euroluce, inoltre, omaggerà designer e aziende della luce con la mostra speciale Sate-light. 1998-2022 SaloneSatellite
young designers, allestita simbolicamente sul confine fra i due spazi: presenterà gran parte delle lampade progettate dai giovani che negli anni hanno preso parte alle varie edizioni del SaloneSatellite ed entrate in produzione grazie alla collaborazione con le tante aziende che hanno scommesso su queste promesse. Ospite del SaloneSatellite sarà anche Gaetano Pesce, invitato per raccontare i passi principali della sua lunga carriera e il suo apporto interdisciplinare al mondo del progetto, ma anche per trasmettere ispirazione, energia e passione ai giovani. E a Euroluce è previsto anche un nuovo programma di talk curato da Annalisa Rosso su tematiche come la transizione ecologica e il ruolo della tecnologia nel futuro prossimo, con interviste a Shigeru Ban, Nao Tamura, Kjetil Trædal Thorsen e Marius Myking di Snøhetta e Andrea D’Antrassi
LA
Salone del Mobile
170.308 metri quadrati di superficie netta espositiva
1.962 espositori
550 i designer del SaloneSatellite
Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project
1.091 espositori di cui 26% esteri per 136.058 metri quadrati
Euroluce
321 espositori di cui 45% esteri su oltre 30.250 metri quadrati
SaloneSatellite
550 designer e neo-laureandi
27 scuole internazionali di design su 4 mila metri quadrati
20) ricollocate in quello inferiore «per semplificare, migliorare e valorizzare la fruizione e l’esperienza di visita», hanno spiegato gli organizzatori. In più, c’è Euroluce (padiglioni 9-11 e 13-15), la biennale giunta alla 31esima edizione con nuovo layout ad anello ripensato dallo studio Lombardini22, definito smart, iper-fruibile e meglio connesso (vedi box). Ovvio che un evento del genere, come è ormai consuetudine, non è solo una esposizione di oggetti, ma anche l’occasione di informazione e cultura, con mostre, talk, workshop, installazioni site-specific.
LA LINEA GUIDA
«Una delle caratteristiche del Salone del Mobile è la sua capacità di evolvere per rispondere alle sfide più urgenti della contemporaneità. Lo abbiamo fatto nel 2021 inventando Supersalone, primo evento globale dopo i mesi durissimi della pandemia, con l’edizione dello scorso giugno, quando siamo tornati al format tradizionale accogliendo la sfida della sostenibilità, e continuiamo a farlo con l’edizione del 2023. Dopo tre anni, non era pensabile non ritornare ad aprile, la nostra tradizionale posizione nel calendario, come se nulla fosse avvenuto. Abbiamo lavorato per dare forma alle suggestioni e alle visioni emerse in questi anni a partire da domande fondamentali: quale nuovo ruolo per un evento come il Salone? Come e da dove iniziare a progettarne l’evoluzione?», commenta Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano. «Abbiamo raccolto le esigenze di chi il Salone lo fa e lo vive, espositori e visitatori, con più di 2.300 interviste e gruppi di lavoro tematici. È nata, così, l’idea di una mostra su un unico livello per facilitare i flussi e abbiamo fatto un lavoro quasi urbanistico sul disegno interno dei padiglioni. A partire da Euroluce, dedicata al mondo dell’illuminazione, così profondamente cambiato negli ultimi anni, abbiamo ridisegnato i percorsi integrando gli spazi delle aziende con contenuti culturali interdisciplinari che riguardano la relazione tra luce, architettura, arte e scienza. Una metamorfosi che in prospettiva interesserà tutto il Salone che ha l’ambizione di contribuire a ridisegnare il modello fieristico».
LE ATTESE
Il pre-evento suggerisce ottimismo: sono previsti 1.962 espositori, 550 giovani under 35 e 27 scuole di design. L’evento, inoltre, è stato previsto su diversi ambiti, tra Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project, Euroluce, SaloneSatellite, percorsi estetici e culturali, spazi esperienziali e aree di sosta e riposo, conferenze, workshop verticali, mostre tema-
tiche, bookshop, installazioni site specific e, ultimo ma non meno importante, connessioni di business. Non sarà una novità, invece, l’inevitabile focus sulla responsabilità ambientale, economica e sociale, tema ineludibile praticamente da tutti gli eventi fieristici. Per questo motivo il Salone ha intrapreso il percorso che lo porterà a ottenere la certificazione Iso 20121 per la gestione sostenibile dell’evento. L’attività di verifica svolta da Rina in questa fase ha già portato all’ottenimento del certificato di sostenibilità per la fase di progettazione. «L’iter di certificazione ci sta aiutando ad acquisire maggiori competenze internamente, ma anche nel dialogo costruttivo con tutti gli stakeholder coinvolti. Siamo un evento globale, come organizzatori sappiamo quanto sia importante condividere con tutte le aziende espositrici, gli allestitori, i visitatori, e tutto l’ecosistema del design, questa scelta etica e responsabile», commenta Porro.
BELLI E BUONI
Ma come si fa un Salone sostenibile? Per Euroluce, per esempio, ha immaginato con Formafantasma e Lombardini22, strutture modulari perché questo progetto possa avere una continuità, se non all’interno della fiera, in altri luoghi, come già accaduto per Design with Nature di Mario Cucinella. Inoltre, Il Salone ha avviato le procedure per individuare fornitori di materiali riciclati, riciclabili o riutilizzabili per la realizzazione delle parti comuni, e si adopererà per rigenerare le risorse consumate e assorbire i rifiuti prodotti, sceglierà partner istituzionali che abbiano
al centro della loro strategia una reale attenzione alle persone e al pianeta e ha già ampliato le linee guida per allestimenti sostenibili proposte l’anno scorso alle aziende espositrici. «Del concetto di sostenibilità FederlegnoArredo si è fatta promotrice, intraprendendo già da alcuni anni con i suoi associati un percorso che ci porterà a essere leader indiscussi in una materia che già ci vede eccellere, come dimostra anche il recente riconoscimento da parte dell’Onu quale prima filiera legno-arredo al mondo ad aderire al Global Compact. Federazione, imprenditori e Salone del Mobile stanno camminando all’unisono verso un obiettivo comune che racchiude in sé il valore più alto del fare impresa: la responsabilità verso il futuro», chiosa Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo.
I NUMERI CHE CONTANO
Alla fine, però, oltre agli aspetti culturali, stimolanti o di pura curiosità, il bilancio del Salone sarà legato al business. Il mercato italiano del legno-arredo lo scorso anno ha registrato +12,3%, grazie in particolare al contributo positivo di alcuni comparti, fra cui quello delle finiture per edilizia (porte, finestre, pavimenti in legno), frutto anche della politica pro-bonus. E per l’export si stima una crescita del 13,3%, trainata in particolare dagli Stati Uniti (terza destinazione dietro alla Francia e a pochissima distanza dalla Germania). Un trend destinato a proseguire? Se lo augura la filiera della progettazione e dell’arredamento, nella speranza che il burrascoso clima delle relazioni internazionali non si metta di mezzo.
Architettura PER SPORT
A Egna, in Sud Tirolo, un piccolo centro sportivo è stato connotato con elementi strutturali che esaltano la ricerca di un design integrato con il territorio. Ma anche diverso
Vista ravvicinata sulla caffetteria soprastata dalla torre di illuminazione. ©Gustav Willeit
PERABBONATI
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Vista frontale da cui si apprezza l’inserimento paesaggistico e l’articolazione volumetrica.
©Gustav WilleitPERABBONATI
Scala esterna nord. In evidenza il gioco prospettico con la torre di illuminazione e la matericità delle superfici in calcestruzzo.
©Gustav Willeit. Sopra, modello dell’edificio. In evidenza il rapporto tra l’orografia del terreno e la geometria dell’edificio.
©Juergen Eheim
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L’angolo trasparente della caffetteria che inquadra il paesaggio vallivo. ©Gustav Willeit
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LA SCHEDA
Opera: Fieldhouse
Cliente: Comune di Egna
Luogo: Via Cava 31, Laghetti (Egna), Bolzano
Progetto: MoDusArchitects (Sandy Attia, Matteo Scagnol con Anna Valandro)
Studio di fattibilità: 2017
Progettazione: 2018-2020
Costruzione: 2021-2022
Superficie complessiva: 1.080 mq (piano terra: 650 mq; primo piano: 430 mq)
Impresa: Edil Vanzo Costruzioni
Ingegneria strutturale e impianti: 3M Engineering
Materiali: Fornitore calcestruzzo facciavista: Beton Lana
Bocciardatura: Designtrend
Foto edificio: Gustav Willeit
Foto modello: Jürgen Eheim (da indicare solo se si inserisce il modello nell’impaginato)
Info: modusarchitects.com
Sezione trasversale. L’edificio raccorda le diverse quote e si apre al paesaggio vallivo. Assonometria. L’edificio raccorda quote diverse e media la transizione dal piazzale di accesso ai campi da gioco, creando spazi per la comunità
Una montagna PER QUATTRO
Un’abitazione indipendente è stata progettata dallo studio Ev + A Lab come un volume composto da ambienti separati, ma collegati. Con un matrimonio tra il legno e il cemento
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LA SCHEDA
Cliente: Privato
Progetto: EV + A Lab (Alfredo Vanotti
Architetto)
Strutture e Energetica: Rinaldo Del Nero
Impianti elettrici: Cusini Andrea
Impianti meccanici: AirSystem
Impresa edile: Re.iv
Progetto illuminotecnico: LumenWatt
Realizzazione: inizio lavori 2018 - fine lavori
2022
Info: www.alfredovanottiarchitetto.it
Fotografie: Marcello Mariana
Pianta piano terra. A sinistra, la zona notte caratterizzata da una luce diffusa e neutra
Divisione CON REVISIONE
In Carnia l’architetto Federico Mentil ha riadattato e frazionato una semplice casa unifamiliare con piccoli aggiustamenti, ma senza stravolgere il preesistente
Dettaglio sul volume di ampliamento. Le piccole piante del giardino erodono l'architettura. Nella pagina a fianco, il percorso si prolunga come una galleria che termina sulla vista del giardino
PERABBONATI
La facciata sulla strada comunale. L'accesso all'ampliamento si intravede lasciando libero il fronte della casa padronale
SOLOPERABBONATI
L'ampliamento cerca sempre una relazione con il giardino sul retro della casa padronale. Sotto, il nuovo ingresso alla casa padronale ridisegnato solamente con una nuova porta e l'armadio d'ingresso
SOLOPERABBONATI
ABBONATI
La demolizione di un muro nella casa padronale ha generato nuove possibilit à Uno spazio che si affaccia sul giardino. Sotto, l'accesso dall'ampliamento sullo spazio condiviso
architettonico. Non più muri in cemento armato, ma legno di pino. Sotto, lo spazio corridoio si articola dilatandosi verso il luogo di condivisione tra le due unit à abitative
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LA SCHEDA
Casa De Franceschi
Luogo: Casteons di Paluzza (Udine)
Committente: Giacomo e Lucia De Franceschi
Progetto: Federico Mentil
Consulente: Marino Pavoni
Strutture: Andrea Bonanni
Cronologia: 2019 – 2022
Foto: Alessandra Bello
Info: www.ceschiamentil.com
Il progetto VISTO DA DENTRO
di Valentina Labriola, Politecnico di Torino Prospetto della piazza venendo da Corso Buenos Aires. Sotto, render dello spazio pubblico rialzato con vegetazione
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La rigenerazione radicale della grande piazza Loreto curata da Nhood Italy
è preceduta da Loc 2026, uno spazio informativo e di discussione con i cittadini
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Render della piazza arrivando da Corso Buenos Aires. Nella pagina a fianco, render del progetto della piazza nel contesto
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LA SCHEDA
Progetto: LOC 26 (LOC - Loreto Open Community)
Luogo: Via Porpora 10, Milano
Team di progetto: Project, Sustainability & BIM
Management: Arcadis Italia
Progettazione architettonica: Metrogramma
Milano (Andrea Boschetti, Arianna Piva)
Progettazione architettonica Edificio Via Porpora
10: andreacaputo.com (Andrea Caputo, Marcello Stabile)
Progettazione Mobilità e Flussi: MIC-HUB
(Federico Parolotto)
Progettazione del Verde e consulenza
paesaggistica: LAND Italia (Andreas Kipar)
Progettazione Strutturale: SIST – Studio
Ingegneria Strutturale Organte &; Bortot (Mario Organte)
Progettazione Impiantistica: MANENS – TIFS (Daniele Sartori)
CSP: Gabriele Maragotto
Processi partecipativi: Temporiuso (Isabella Inti),
FROM (Stefano Daelli)
Partner e consulenti: SIEMENS, IGPDecaux, Helexia
Qui sopra, da sinistra, Carlo Masseroli di Nhood, l’assessore milanese Giancarlo Tancredi e l’arch. Andrea Boschetti di Metrogramma il giorno dell’inaugurazione. Sotto un ambiente espositivo di Loc 26 con la pavimentazione-render e monitor espositivi
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SUPER LEGGERO E ULTRA RESISTENTE
Pannello cassero in Styropor® per solai in calcestruzzo armato
TERMOSOLAIO è un pannello cassero a rimanere per realizzare solai portanti in calcestruzzo armato gettati in opera da calpestio o copertura I pannelli possono essere accessoriati di tralicci per garantire una autoportanza in prima fase fino a 2 metri e di profili per finitura in cartongesso.
La leggerezza dei pannelli permette di essere movimentati a mano da soli due operatori. Una volta posati sono subito pedonabili in tutta sicurezza .
TERMOSOLAIO è la soluzione ideale per reallizzare edifici antisismici ad alte prestazioni energetiche
TERMOSOLAIO+ utilizza materiale isolante totalmente in Styropor® BMBcert™ prodotto secondo un processo in cui il 100% delle fonti fossili primarie viene sostituito da fonti rinnovabili, ovvero biomassa.
Una passerella SUL RINASCIMENTO
Il celebre Palazzo dei Diamanti ha completato i lavori di restauro curati da Labics e 3TI. Tra sale espositive, tecnologia e uno spettacolare passaggio tra le due ali dello storico edificio
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Le geometrie della passerella riprendono quelle storiche del brolo. A sinistra, le proporzioni tra pieni e vuoti e il ruolo di filtro giocato dalla passerella
La sequenza di spazi tra il Palazzo dei diamanti, gli spazi vuoti e la nuova passerella. Sopra, l’insieme architettonico che tiene insieme il Palazzo, il giardino e la passerella
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Assonometria con in evidenza la nuova passerella. Sotto, la nuova passerella che si estende nel giardino
La passerellaSOLOPER
principale.
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Sezione che taglia il cortile principale e i cortili minori, le “stanze a cielo aperto”
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Sezione che mostra la nuova passerella lignea
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LA SCHEDA
Progetto: Ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo dei Diamanti
Committente: Comune di Ferrara
Rup: Arch. Natascia Frasson
Progetto architettonico e direzione lavori: Labics (Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori)
Strutture e impianti: 3TI progetti italia
Opere di restauro: Elisabetta Fabbri
Allestimento: Giovanni de Vito
Paesaggio: Stefano Olivari
Luce del giardino: Massimiliano Baldieri
Imprese e fornitori: Buozzi, iMartini, Visual, Techologica, Mornico legnami, Arcadia
Foto: © Marco Cappelletti, courtesy Labics
PAVIMENTAZIONI IN GHIAIA STABILIZZATE E DRENANTI
La soluzione consigliata per stabilizzare granulati e ciottoli decorativi e ottenere i migliori risultati per una pavimentazione economica, stabile, solida e duratura.
VANTAGGI
• Pavimentazione drenante al 100%
• Polipropilene riciclabile
• Economico e duraturo
• Rimedio per le erbe infestanti
• Facile da posare
• Resistente al gelo e al sale
• Evita solchi al passaggio dei mezzi
• Non necessita di manutenzione
Progettare È PIÙ CIRCOLARE
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Il concetto di riuso e riciclo sembra essere entrato nell’agenda dell’economia. Un’idea che l’architettura ha già assimilato con molti esempi convincenti
di Kevin Santus, Politecnico di MilanoTemi e progetti di economia
circolare.Illustrazione di Kevin Santus
Incremento del valore dato da un incremento della durata nella vita del prodotto.
Utilizzo di risosrse rinnovabili per la produzione di energia. Uso di materiali non tossici e che utilizzino risosrse naturali rinnovabili.
FASE DI PRODUZIONE RECYCLE
Risorse FASEDIUSO CER Y C L E
Lo schema raffigura i principali elementi riguardanti il tema della circolarità.
Illustrazione di Kevin Santus
REUSE
Sviluppo di strategie di progetto quali riuso di elementi, costruzione a secco, modularità, etc.
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ECOSCEGLI logicamente
FINESTRE IN PVC ECO-FRIENDLY
Le finestre FAKRO in PVC sono realizzate con componenti riciclati e i materiali con cui sono prodotte possono essere a loro volta riutilizzati praticamente al 100%. Sono una scelta sostenibile e possono essere installate in qualsiasi vano, anche quelli ad alta concentrazione di umidità come bagni e cucine.
Le finestre FAKRO in PVC offrono:
- resistenza e durabilità – non assorbono l’umidità, non necessitano di verniciatura e il vetro è coperto da garanzia illimitata per danni da grandine.
- possibilità di adattarsi a qualsiasi stile di interior
– sono disponibili nel colore bianco e in due finiture effetto legno, pino naturale o rovere.
- elevata sicurezza – sono dotate del sistema di rinforzo della costruzione topSafe che garantisce una maggiore resistenza allo scasso.
Quel restauro È UN MIRACOLO
L'ex chiesa di San Teonisto è stata ripristinata dall’architetto Tobia
Scarpa su incarico della Fondazione
Benetton. Soluzioni innovative senza alterare lo spirito architettonico
di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano
Veduta verso l’abside dalle due tribune aperte e con il parterre allestito.
In alto a destra, l’eleganza classica del portale d’ingresso a San Teonisto su Via San Niccolò a Treviso
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Veduta controcampo verso l’uscita dalla chiesa, dove spiccano i dettagli architettonici di Tobia Scarpa
travi n accia o sostegno controsoffitto
sopraelevato n legno portata 500 kg/mq
reazione al fuoco
nuova passerella n accia o per ispez oni imp anti tribuna mob le n legno lamellare e ferro EI60 rivestimenti classe 1 sedute classe 2 luc segnapasso 0 5 mt
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LA SCHEDA
Cliente: Fondazione Benetton Studi Ricerche
Luogo: Treviso
Progetto: Tobia Scarpa
Collaboratori: Fabrizio Amoroso, Ilaria
Cavallari, Alberto Vendrame
Anno: 2014-2017 (restauro) 2023 (riapertura)
Fotografie: Nicoletta Boraso
2
1 Industrializzazione del cantiere
Progettazione e assemblaggio
3
4 Complete di sanitari, rivestimenti e finiture di alta qualità
Impiego in hotel strutture ricettive ospedali, condomini centri commerciali
Perché la città SARÀ VEGETALE
In occasione della laurea honoris causa in Scienze chimiche, l’architetto del Bosco Verticale ha indicato la strada da seguire per coniugare il rispetto dell’ambiente con la progettazione
di Gerardo Semprebon, Politecnico di Milano
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Stefano Boeri mostra il diploma di dottorato appena ricevuto, sotto un momento della lectio magistralis. A sinistra, una vista del Bosco Verticale a Milano ( foto di Dimitar Harizanov )
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ARREDA MENTE
di Rossella Locatelli
Politecnico di Milano A casa CON MANGIAROTTI 1
Nel 1951, prima di partire per Chicago come visiting professor all’Institute of Design, Angelo Mangiarotti ha ricevuto dall’amico Ernesto Nathan Rogers una lettera di presentazione per Mies Van der Rohe. Giunto nella città, il giovane architetto ha dedicato la maggior parte del tempo libero a indagare la parte anonima di Chicago e le applicazioni del Balloon Frame. Intanto, nonostante l’ammirazione, la lettera per il grande maestro si era sgualcita nelle sue tasche. L’episodio inquadra quanto Mangiarotti abbia sempre cercato un proprio linguaggio, mettendo in relazione, attraverso la verità costruttiva dei materiali e delle tecniche, il progetto e la libertà fruitiva con l’innovazione formale e spaziale. Un grande architetto, protagonista della progettazione italiana nel secondo Dopoguerra, capace di portare avanti le sue ricerche tra architettura, scultura e design.
MOBILI BASE
Nei suoi arredi, ancora oggi desiderabili e percepiti da alcuni clienti quasi come un attestato di un gusto sofisticato non per tutti, al pari del possedere la lounge chair di Ray e Charles Eames, leggiamo molti dei canoni del suo linguaggio. Nel sistema modulare in legno Cavalletto, immaginato e brevettato ormai più di cinquant’anni fa, emerge la convinzione dell’architetto che l’estetica sia già funzione dell’oggetto. Il modulo base con la sua particolare forma a V rovesciata, sovrapponibile mediante un semplice giunto a gravità, grazie un sistema a incastro può essere personalizzato, adattato a tutte le esigenze con piani e contenitori chiusi o aperti. Nei monumentali tavoli degli anni Settanta è tradotta in arredo la sua lunga indagine intorno all’incastro netto e leggibile, mai nascosto, derivante dalle sue riflessioni in architettura intorno alla prefabbricazione, per Mangiarotti lontana da ogni forma di appiattimento o di tetra omologazione e intesa piuttosto come rispetto della verità del costruito. Così, accanto alle forme organiche dei marmi di Eros, il primo di una serie di mobili privi di giunzioni e serraggi, e di Eccentrico, un vero capolavoro nel suo azzardato rispetto delle leggi della statica in piccola scala, compare Incas, che declina la stessa intuizione costruttiva in un altro materiale, la pietra serena. Tutti questi progetti sono stati pensati intorno a un incastro a gravità tra il piano e le gambe del tavolo, ottenuto grazie alle geometrie delle sezioni tronco-coniche, tronco-piramidali o trapezoidali dei supporti. Si tratta di sistemi costruttivi e compositivi cui ritornerà, lavorando quasi solo sul cilindro, alla fine degli anni ottanta con la libreria in marmo Loico. Non manca nell’arredo di Mangiarotti la rilettura, sempre secondo una visione personale, di altri linguaggi, come quello del design scandinavo. Nella sedia 3T schienale e seduta sono definite da un foglio in cuoio in cui si inserisce la gamba posteriore più alta. Ancora una volta è l’incastro studiato, disegnato, che è posto al centro, rendendo l’arredo riconducibile al lavoro di Mangiarotti.
FANTASIA IN VILLA
Nel suo disegno rigoroso per l’architettura d’interni, per capirci, cercate gli scatti di Alfa Castaldi della meravigliosa villa che Mangiarotti aveva progettato nel 1971 per la stilista Mila Schön a Somma Lombarda, tutto riflette una grande libertà compostitiva, tra i colori, i materiali iconici come il marmo e il legno massello o sensuali come il cuoio, tra le tipologie costruttive e le loro geometrie, tornite, fluide o cartesiane. Come ha scritto Fulvio Irace in occasione della bella mostra Angelo Mangiarotti. Quando le strutture prendono forma, alla Triennale di Milano e di cui è uno dei curatori, se è vero che questo maestro ha «reinventato l’eterno archetipo della trave e del pilastro, declinandolo per tutta la vita in una strabiliante gamma di variazioni, è altrettanto indubbio che nella sua opera sia contenuta una vena espressiva di grande potenza plastica e scultorea, che lo colloca nel dominio dell’arte oltre che dell’architettura e del design».
Foto:
1- Progetto: Tavolo basso ECCENTRICO, 1979 Courtesy Agape Casa 3 - Progetto: Tavolo in marmo nero EROS, 1971seggiole & poltrone
Maria Martino al vertice di Mario Cucinella Architects
Martina Martino è amministratore delegato di Mca, Mario Cucinella Architects, studio di architettura fondato
nel 1992 a Parigi da Mario Cucinella, oggi con sede a Bologna e Milano e composto da oltre cento professionisti. Martino ha una laurea in Ingegneria Civile conseguita all’Università Roma Tre ed è ricercatrice all’Università di Berkeley. La professionista ha alle spalle una carriera decennale maturata in primarie realtà internazionali in ambito ingegneristico e di sviluppo/ consulenza immobiliare. Prima del suo ingresso in Mca è stata Operations Director in Hill International, società internazionale tra i principali player nello sviluppo e consulenza immobiliare. In precedenza ha ricoperto il ruolo di Operations Manager di IFA Residential Services, società quotata alla Kuwait Stock Exchange e leader nello sviluppo di hotel mixed-use e resort nel settore del lusso.
Percassi nomina Ceo
Giorgio Cucchi
Il Cda di Impresa Percassi, general contractor leader nell’edilizia privata, ha nominato Giorgio Cucchi nuovo amministratore delegato. Il manager
succede a Jacopo Palermo, al vertice dell’azienda dal 2014 e amministratore delegato di Costim in carica dal 2019, che ha assunto la carica di presidente. Cucchi rientra nella strategia del Gruppo Costim «di continua evoluzione e consolidamento del management team attraverso l’inserimento di manager di elevata seniority e comprovata esperienza». Cucchi arriva da Sacmi, gruppo di Imola in cui è stato country general manager.
Matteo Iori
sale in Imer Access
Cambio della guardia a Imer Access, divisione dell’azienda attiva nella produzione delle linee Piattaforme aeree semoventi a pantografo e Piattaforme cingolate. Paolo Pianigiani, direttore commerciale della divisione, si congederà dall’azienda per pensionamento. Lo sostituisce Matteo Iori, attuale responsabile dell’area Customer Care, da anni figura di spicco della divisione Access nella quale ha sviluppato rilevanti competenze sia nella vendita che nel post-vendita e maturato un’ampia esperienza sia a livello nazionale che internazionale.
Al vertice di Vetraria Pescini arriva Vincenzo Omodeo Zorini Vincenzo Omodeo Zorini sostitusce Davide Bonora al vertice di Vetraria Pescini. L’azienda, con 50 anni di storia è oggi
affiancata da Aluvetro, nata nel 2014 come suo spin-off e diventata in breve tempo riferimento di settore per i parapetti e balaustre in vetro per interni ed esterni. Con Eddy Pescini, alla guida come Ceo, il Gruppo, nato come piccola azienda familiare nel 1972 per iniziativa di Giuseppe Pescini, ha visto negli anni una crescita costante sia per la parte di Vetraria sia di Aluvetro. Zorini, 36 anni è parte dello staff dal 2009. Davide Bonora prosegue il suo percorso all’interno del gruppo come direttore generale dell’unità di business Aluvetro, impegnandosi nel processo di internazionalizzazione dell’azienda.
Elica, a Ghisla
le pompe di calore
Elica, gruppo specializzato nella produzione di sistemi di aspirazione da cucina, nomina Fabrizio Ghisla nel ruolo di general manager di Emc Fime, branch che opera nella progettazione e produzione di motori elettrici per elettrodomestici e per caldaie da riscaldamento. Ghisla guiderà l’azienda verso gli obiettivi del 2023, che prevedono un programma di ampliamento dell’offerta di prodotti Hydrogen Ready e un’accelerazione nel segmento delle pompe di calore.
L’architetto sostenibile
DI ALESSANDRO ROGORA, POLITECNICO DI MILANO
Il bello che non urla
Come funzionano gli edifici: è il titolo della prima lezione che ogni anno propongo ai miei studenti. Lo faccio nel tentativo di operare una sorta di pulizia semantica rispetto alle immagini di architetture che quotidianamente bombardano i nostri giovani attraverso le riviste patinate ma, ancor di più, attraverso i canali dedicati al tema dei social media.
Spinti da una affannosa ricerca del nuovo, che permetta di emergere in questo mondo gorgogliante di immagini, inteso come qualcosa di mai visto prima, i professionisti più blasonati inventano grattacieli pendenti, attorcigliati e curvi che sfidano le leggi della fisica e la logica del costruire per affermare la propria diversità (dell’opera e dello stesso progettista). Non intendo con la mia lezione comunicare agli studenti che la ricerca del nuovo sia un fatto sbagliato in sé, ma semplicemente che esistono principi del buon costruire e regole di base che dovrebbero essere ricordate e tenute in massima considerazione nello sviluppo dei progetti e che nella carriera di un professionista è, a mio modesto avviso, da preferire un percorso evolutivo, piuttosto che la ricerca dell’immagine gratuita e trasgressiva a prescindere. Li invito quindi a imparare l’arte, apprendere bene i fondamentali (un po’ come accade in qualsiasi disciplina), iniziare a progettare architetture semplici di cui riescano a dominare la complessità e il funzionamento, per poi muoversi verso soluzioni più articolate e ardite. L’esperienza professionale acquisita nel tempo favorisce la capacità di controllo del progetto e permette di inserire ogni volta di più elementi e soluzioni innovative in maniera armonica, garantendola possibilità di controllo anche in progetti complessi.
A lezione da Picasso
A sostegno di questa tesi invito gli studenti a visitare il Museo Picasso di Barcellona che mostra la perizia del maestro come pittore classico. Picasso, pur bravissimo nell’espressione pittorica figurativa, iniziò un percorso di ricerca e di crescita che lo portò a un certo punto della propria carriera artistica ad abbracciare il cubismo. Un percorso analogo lo fece Piet Mondrian, che conosciamo per le sue composizioni geometriche, ma pur essendo un ottimo paesaggista arrivò al Neoplasticismo attraverso un percorso evolutivo complesso e faticoso. Al giorno d’oggi nelle arti la stravaganza sembra dominare sulla tecnica, tanto che l’esecuzione è spesso demandata a terzi senza alcun intervento da parte dell’artista, se non per la creazione dell’idea, che immediatamente invecchia per lasciare spazio a una nuova invenzione.
La prova del tempo
Se da un lato non sono certo che la famosa e provocatoria opera Merda d’artista (1961) di Piero Manzoni raggiungerà nei secoli la stessa imperitura fama dei Bronzi di Riace o de La Dama con l’ermellino di Leonardo, sono abbastanza convinto che poche saranno le architetture forzosamente strane che raggiungeranno l’analogo obiettivo di sopravvivere all’eventuale gloria effimera contemporanea. Anche perché l’architettura è scienza ed arte nell’accezione di «attività creativa da cui nascono prodotti culturali a cui si riconosce un valore estetico»
(vocabolario Treccani), tratta di oggetti usati (potremmo dire abitati) e, quindi, l’atto creativo ha gradi di libertà assai minori rispetto a un dipinto, una scultura o un brano musicale.
Qualità diffusa
Tornando all’esperienza di studio presso la Facoltà di Architettura (a quei tempi non di parlava ancora di Scuole di Architettura) ricordo come durante la mia formazione incontrai a Helsinki l’architetto Bruno Erat, ottimo professionista e colto docente universitario. In quegli anni si iniziava ad affermare Mario Botta come progettista. Essendo Bruno di origini svizzere gli domandai se apprezzasse l’opera degli architetti della scuola ticinese, aspettandomi naturalmente una risposta entusiasta o, quanto meno, positiva. Pur riconoscendo l’indubbia qualità delle realizzazioni ticinesi, Bruno Erat disse di apprezzare in quello stile le ville isolate nella campagna svizzera, ma mi chiese di immaginare come sarebbe stata una città interamente fatta di edifici di quel tipo. Continuò poi la sua riflessione dicendo che, secondo lui, una città dovesse avere al massimo una cattedrale e che noi architetti dovremmo lavorare per una qualità diffusa, non pensare di lasciare sempre un segno forte, perché cercare di costruire una «cattedrale» per ogni progetto rischia di produrre una cacofonia e non una musica.
La normalità
In quell’occasione coniammo l’espressione «architetto condotto», un termine che ciclicamente ripeto ai miei studenti per definire il nostro lavoro. Per garantire una buona qualità dell’architettura, della città e del paesaggio dobbiamo diventare architetti condotti, progettare edifici in cui le persone vivano bene ed imparare ad astenerci dal desiderio di costruire sempre cose diverse ed eccezionali. Se ho espresso un parere critico rispetto all’atto artistico sconsiderato, non intendo sostenere che l’architettura debba essere la soluzione meccanica all’insieme dei problemi funzionali posti dal progetto. Il fallimento dell’approccio funzionalista è stato ben descritto da Peter Blake nel suo libro La forma segue il fiasco (1977), testo che credo debba essere parte della formazione di ogni progettista. Personalmente amo l’architettura finlandese e quella dell’area scandinava in generale. Mi piace l’approccio nordico, il modo in cui la gente si relaziona quotidianamente alla natura, trovo questo approccio ecologico perché parte da una posizione di grande rispetto della natura e dalla disponibilità degli uomini ad ascoltare e modificare i propri comportamenti se e quando la natura lo richiede. Questo approccio vale per le opere dei grandi maestri del Nord, ma anche e particolarmente per l’architettura diffusa che generalmente cerca un equilibrio basato sul rispetto assoluto della natura di cui l’uomo capisce di essere parte integrante.
Ricordare come funzionano gli edifici, quali sono le regole base della statica, della fisica e della biologia, credo aiuti a riportare l’architettura alla sua dimensione di (apparente) semplicità all’interno di un mondo di relazioni tremendamente complesso qual è l’ambiente di cui il progetto diventa parte contribuendo a determinarne il funzionamento.
Campus SDA Bocconi, Milano
San.Co, brand del Zanini S.p.A., da più di 30 anni sviluppa e fornisce soluzioni tagliafuoco e tagliafumo in legno e vetro secondo i più alti standard di sicurezza.
I prodotti San.Co sono certificati FSC, PEFC e VOC Leed v4.1
Per lo studentato milanese di Bocconi, San.Co ha fornito tute le porte degli alloggi, garantendo un risultato estetico di altissimo livello.
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GENERAL CONTRACTOR
Fare tanto, quasi tutto, per tutti. Il lavoro dei general contractor non ha (quasi) confini. E anche la loro identità spesso non appare ben definita, tra grandi opere e progettazione trasversale per i più diversi ambiti. Ma questi gruppi sono anche cuore e mente di tanti cantieri italiani e non. Da tenere d'occhio
I progettisti top DEL TUTTO COMPRESO
di medie dimensioni
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Le società diingegneria a ciclo completo prese in considerazione mostrano una crescita del 15,6%. Ma le realtà che hanno corso di più sono quelle
PROGETTAZIONE. VARIAZIONI % DEL FATTURATO SU ANNO PRECEDENTE (IN VALORI CORRENTI)
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SOCIETÀ GENERAL CONTRACTOR. VARIAZIONI % DEL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE (IN MILIONI DI EURO). ANNO 2021 SU 2020
IL CRUSCOTTO DELLE TOP 30 SOC. INGEGNERIA GENERAL CONTRACTOR - ANNO 2021
Variazioni percentuali delle dinamiche economiche tra il 2020 e il 2021
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Dopo anni di pochi alti e molti bassi, il settore della progettazione legata alle società di ingegneria che operano come general contractor vede una netta ripresa del mercato. Un ottimo segnale in vista dei risultati del 2022 e delle attese per il 2023, che soprattutto
OTTO CERTEZZE PER RISPARMIARE IL 24% SULLA BOLLETTA
grazie al Pnrr vedranno sempre più impegnate le aziende di progettazione anche nella realizzazione dei tanti cantieri aperti nel nostro Paese. L’analisi di un campione di 30 bilanci, che contiene i principali e più importanti player del settore, indica un buon stato di salute del comparto, con alcune e limitate
Grazie a uno studio, frutto di una convenzione tra OFFICINE RASERA srl e Consorzio Futuro in Ricerca, condotto presso i laboratori dell’Università di Ferrara, si è potuto constatare come il “SISTEMA ARIA” di Officine Rasera offra le migliori condizioni in fatto di risparmio energetico con un minimo del 24% garantito sulla bolletta Lo studio ha messo in evidenza l’alta capacità ventilante in ingresso e soprattutto in falda, grazie al listello universale “UNO”, e in uscita con il nuovo “COLMOWINGS”.
Il “SISTEMA ARIA” dispone di una vasta gamma di accessori per la posa a secco e l’ancoraggio di coppi e tegole
1) VENTILAZIONE PIÙ EFFICIENTE
2) BENEFICI IN OGNI STAGIONE
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5) SISTEMA DI POSA A SECCO
6) STABILITÀ DEGLI ELEMENTI
7) POSA SEMPLICE E RAPIDA
8) FACILE MANUTENZIONE
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Il drappo DELLA LOIRA
A sud di Orléans nasce Co’Met, centro polivalente dalla grande forza evocativa. Uso ridotto di materiali e attenzione alla sostenibilità su progetto di Ferrier Marchetti Studio
di Leonardo Zuccaro Marchi, Politecnico di Milano. Foto di Luc Boegly
Collegamento tra volumi. A sinistra, dettaglio di facciata
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Sistemi isolanti di ancoraggio su cappotto termico
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Novità ... ogni lato è utilizzabile con il cardine a passo metrico o a mordente
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LA SCHEDA
Luogo: Orléans, Francia
Cliente: Orléans Métropole
Progettisti: Ferrier Marchetti Studio. Gruppo di progetto: Ferrier Marchetti Studio, Chaix et Morel Associés con Populous, TER, BOA, PEUTZ
Programma: arena, spazio polivalente per spettacoli sportivi o di spettacolo, insieme al palazzetto dello sport del club Orléans Loiret Basket, Centro Congressi, sala sottocommissioni, ristorante e terrazza, Centro espositivo
Dimensioni: Area: 52.000 mq; Arena: 23.000 mq; Centro Congressi: 20.000 mq; Convention center: 9.000 m²; Spazi esterni: 20 ha
Progettazione: 2017 – Realizzazione: 2023
Disegni: Ferrier Marchetti Studio, con gruppo di progetto
Foto: Luc Boegly courtesy of Ferrier Marchetti Studio
Info: ferriermarchetti.studio
Usato sicuro PER PNEUMATICI
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Il colosso Michelin ha compiuto una riqualificazione dell’area di Clemont-Ferrand, dove si trova il suo headquarters. Con il riuso di materiali d’epocadi Maria Balzarotti Politecnico di Milano Vista notturna della pensilina prospicente la rinnovata serra tropicale
Vista di dettaglio della pensilina in abete di Douglas e del rivestimento in pietra lavica. Sotto, vista di insieme del nuovo fronte su Place de Carmes, a lavori ultimati nel 2021
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Vista del sito Michelin nel 2018, prima dell’inizio dei lavori. Sotto, schema dell’utilizzo dei principali materiali locali e di recuperoABBONATI
Vista della nuova caffetteria, aperta anche al pubblico, al piano terreno. Sopra, vista interna della serra tropicale, con presenti specie arboree legate alla produzione della gomma
Vista interna della nuova hall di accesso a tutto il polo Michelin. Sotto, sezione longitudinale sulla serra tropicale
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Vista di uno degli spazi di lavoro informali al primo piano, progettati in accordo alle richieste ed esigenze degli utenti
Planimetria del piano terra. Sotto, vista di dettaglio del banco reception, realizzato in pietra lavica di origine locale
LA SCHEDA
Luogo: Clermont-Ferrand, Francia
Cliente: Michelin
Progettisti: Encore Heureux Architectes + Construire
Project manager: MPF Michelin
Paesaggista: Base
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Strutture e facciate: DVVD
Computi: Hecos
Impianti: Alto
Progetto acustico: Atelier Rouch
Progetto viabilità: Ateve
Dimensione: 11.000 mq
Budget: Euro 26.000.000
Progettazione: 2016-2018 –
Realizzazione: 2018-2021
Info: encoreheureux.org
Fotografie: ©Cyrus Cornut ©Nicolas Trouillard
PENSA SE QUESTO FOSSE L’UNICO TERREMOTO DI CASA
Il sisma è un evento imprevedibile che richiede risposte adeguate e sistemi di assoluto valore Laterizi Stabila. La qualità che protegge
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Matière Première
Architecture rinasce da una A-frame house esistente, costruita alla fine degli anni Cinquanta sulle sponde del lago
Memphrémagog
di Riccardo Maria Balzarotti Politecnico di MilanoVista del deck esterno, circondato dalle piante autoctone, alcune delle quali aggiunte a conclusione del cantiere per stimolare la ricucitura vegetale
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Vista del fronte principale del cottage dal lago Memphrémagog.
A destra, vista del lato sud, con il deck di collegamento e la porta di ingresso, dove si può apprezzare la quasi totale coincidenza tra sagoma esterna e spazi interni, tema architettonico che esalta la semplicità tecnica delle A-frame house
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Vista della zona giorno, al di sotto del mezzanino e verso il secondo volume che contiene la cucina
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Vista dalla zona soggiorno verso il deck esterno sul lago. La massimizzazione della vista panoramica e della luce naturale sono principi che si sposano bene con la semplice tipologia della sezione ad A della struttura.
Sopra, vista interna del cottage prima dell’inizio dei lavori di rinnovamento
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Vista dalla zona notte, verso la rete sospesa per zona relax e lettura, espediente che consente di eliminare il parapetto del mezzanino. Sotto, vista del locale cucina, caratterizzata come tutto l’intervento da tinte neutre e chiare che massimizzano la riflessione della luce naturale
Pianta del mezzanino. Sopra, piante del piano terra
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LA SCHEDA
Luogo: Lago Memphrémagog, Magog, Quebec, Canada
Cliente: Privato
Progettisti: Matière Première Architecture
General contractor: NuDrom
Dimensione: 75 mq
Realizzazione: 2020
Fotografie: ©Ian Balmorel
Info: www.matierepremierearchitecture.ca
Social housing IN CREMA CATALANA
I nuovi condomini nel quartiere Bon Pastor a Barcellona utilizzano materiali come il laterizio e unità che mettono in relazione l’ambiente e il rapporto tra gli inquilini di Kevin Santus, Politecnico
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di MilanoFacciata
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Sezione con relativo studio della ventilazione naturale.
Sopra, dettaglio della facciata
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LA SCHEDA
Luogo: Barcellona
Progetto: Housing sociale Bon Pastor
Progettista: Peris Toral Arquitectes (Marta Peris, José Toral, Jaime Pastor)
Realizzazione: 2022
Info: peristoral.com
Foto: José Hevia, courtesy of Peris+Toral Arquitectes
Vista interna del corpo scala. Sopra, sezione del progetto Vista del dettaglio dei balconi come elementi sospesi e leggeriVista di una terrazza. A destra, vista interna di un’unità abitativa
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Com’è verde IL TERRENO
Lo studio olandese Mvrdv ha studiato un progetto per rivitalizzare un quartiere di Palma di Maiorca: tanti colori, riciclo dell’acqua e punti di socializzazione
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Render/ Vista assonometrica di Las Casitas. A destra, vista degli edifici rossi di Las Casitas. Sopra, vista terrazze rosse di
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Render/ Vista assonometrica di Las Fabri-Casas Vista di Las Fabri-Casas ed edificio in terra compressa. Sopra, vista di Las Fabri-CasasSOLOPERABBONATI
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Vista del Gomila Center e Vista degli edifici rossi di Las Casitas. Sopra, render/ Vista assonometrica del Gomila Center
Render/ Vista assonometrica dell’edificio in terra battuta
Render/ Vista assonometrica di Villa da realizzare
Render/ Vista assonometrica di Casa Virginia, da realizzare
Vista dall’alto degli interventi su Plaza Gomila. Foto orientata a Ovest
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LA SCHEDA
Luogo: Palma de Mallorca, Spagna
Cliente: Doakid & Forch Med
Programma: Residenziale e commerciale, compresi spazi comuni e servizi
Progettisti: MVRDV (Winy Maas, Jacob van Rijs, Nathalie de Vries con Fokke Moerel) + GRAS
Reynés Arquitectos
Co-progettisti: GRAS Reynés Arquitectos
(Guillermo Reynes, Mayca Sánchez Carvajal, Alejandro Domingo Leal, Mikolaj Zajda Giacomo Sorino, Mariano Esposito)
Design Team: Jose Ignacio Velasco Martin, Jonathan Schuster, Samuel Delgado, Mathias
Pudelko, Marek Nosek, Jonas Andresen, Alicja
Pawlak, Simone Costa, Ranmalie Mataraarachchi, Carl Jarneving
Strutture: EA Engineers Assessors
Grafica: Mario Eskenazi, Arauna
Fotografia: © Daria Scagliola, © MVRDV, © Jannes Linders
Disegni: © MVRDV + GRAS
Dimensioni: 15.000 mq
Foto di: Daria Scagliola, Mvrdv Jannes Linders, courtesy of © MVRDV + GRAS
ABBONATI
Vista da un terrazzo del Gomila CenterWorld wide build
ARCHITETTURE NEL MONDO
UNA FACCIATA DI BRONZO
Un progetto innovativo che unisce passato e presente a cura dello studio Nussmüller Architekten di Graz
A Leoben, in Austria, gli architetti dello studio Nussmüller Architekten di Graz hanno abilmente integrato una residenza per studenti di tre piani nel complesso storico della Chiesa di San Giacomo, creando uno spazio abitativo per 20
ospiti e spazi polifunzionali pensati come punto di aggregazione culturale. La struttura del Collegium Jacobinum è realizzata in legno, materiale leggero e duttile che ha permesso di dar vita a forme architettoniche inusuali, sorrette da un lato su pochi pilastri. L’edificio confina con la canonica esistente, segue il corso leggermente curvo della strada e sovrasta lo storico muro del cimitero, uscito indenne dalla fase costruttiva restando in gran parte intatto. Lo spazio sotto la parte aggettante dell’edificio
permette il libero accesso alla chiesa, protegge la zona d’ingresso e funge da parcheggio per le biciclette.
Curvatura perfetta
La facciata, realizzata con un rivestimento in alluminio a doghe Prefa, si presenta su un lato convessa e sull’altro concava, in modo da assorbire le differenti dilatazioni di superficie e di materiale. Con doghe di lunghezze diverse si è ottenuta una texture espressiva e originale, con le fughe
a cura di Veronica Monacodistribuite in modo irregolare sull’intera facciata, che risaltano la forma ad arco del corpo dell’e dificio. Allo stesso tempo, le doghe montate a scorri mento sono in grado di resistere alla dilatazione che si verifica sull’arco della facciata. Anche sulle facciate laterali, gli elementi di allu minio risultano coerenti e dalle superfici omogenee. A seconda delle condizioni climatiche, i colori della facciata brillano nelle tonalità dall’oro, al bronzo al caldo marrone, riprendendo i colori dell’antico muro della chiesa e contribuendo a integrare il nuovo edificio all’interno del complesso storico. L’esperto e creativo lattoniere Helmut Legenstein, capocantiere dell’azienda Spitzer Dach, ha accompagnato la costruzione della facciata Prefa dalla progettazione fino alla realizzazione. In collaborazione con gli architetti dello studio Nussmüller ha curato la posa della facciata in doghe, elaborando lo schema
di posa e calcolando con precisione le fughe necessarie alla realizzazione della facciata, valutando anche la potenziale dilatazione longitudinale.
Progetto: nuova costruzione, Collegium Jacobinum
Luogo: Leoben, Austria
Architetti: Nussmüller Architekten
Installatori: Spitzer Dach
Rivestimento Facciata: doga Prefa, colore bronzo
Foto: Prefa | Croce & Wir
LA FACCIATA DEL COLLEGIUM JACOBINUM CON RIVESTIMENTO IN DOGHE DI ALLUMINIO PREFA DI LUNGHEZZE DIVERSEWorld wide build
BLACK HOUSE
A due ore d’auto da Monaco di Baviera, una casa sulle rive dell’Ammersee spicca per il suo peculiare colore nero derivato da un trattamento di carbonizzazione delle facciate
Attratto dai progetti su piccola scala, l’architetto tedesco Fabian Wagner ha firmato il progetto di ampliamento di una casa preesistente sulle rive del lago Ammersee, vicino a Monaco di Baviera, in Germania. Nonostante lo spazio non mancasse, il piano regolatore non consentiva la costruzione di una nuova casa indipendente su questo appezzamento, per cui si è dovuto optare per una costruzione dalle piccolissime dimensioni (6 x 3,80 metri) dal carattere monolitico, che apparisse a tutti gli effetti distaccata dalla preesistenza senza esserlo del tutto.
Materiali naturali
Per le facciate esterne è stato scelto il legno
L’UTILIZZO DI DUE ENORMI PORTE A BILICO IN ROVERE FANNO SÌ CHE L’AREA ESTERNA ALL’ABITAZIONE SI PRESENTI COME UNA VERA E PROPRIA ESTENSIONE DEL SOGGIORNOdi abete rosso: il materiale, sottoposto a un trattamento di carbonizzazione, ha conferito all’edificio un peculiare colore nero. Lo strato carbonizzato, fra l’altro, protegge l’esterno della casa dall’impatto negativo di agenti come le precipitazioni atmosferiche e l’attacco da parte di insetti. Anche per gli interni sono stati selezionati materiali da costruzione sostenibili, tutti rifiniti in maniera naturale, senza alcun tipo di trattamento chimico. I pavimenti, le pareti e i soffitti, sempre in legno di abete rosso, creano la sensazione di maggiore spazio. Tutte le installazioni, come tubazioni e riscaldamento, sono celate all’interno delle pareti in calcestruzzo; le finestre e la loro angolazione permettono di godere di una stupenda visuale sul giardino.
Porte a bilico
I vari livelli su cui si sviluppa l’edificio regalano all’abitazione un aspetto molto
dinamico, con un design che ricalca la conformazione del paesaggio circostante. Una delle soluzioni progettuali più efficaci che hanno consentito alla casa di integrarsi con il paesaggio senza rinunciare alla spettacolare vista è stata l’utilizzo di due enormi porte a bilico in rovere: alte 1,9 metri e larghe 3,35 metri e 1,8 metri, si aprono sul terrazzo, e che fanno sì che l’area esterna all’abitazione si presenti come una vera e propria estensione del soggiorno. Le porte sono equipaggiate con cerniere System M di FritsJurgens che garantiscono un movimento fluido ed elegante in linea con l’estetica generale della casa.
Progetto: Black House, ampliamento
Luogo: Ammersee, Germania
Committente: privato
Architetto: Fabian Wagner
World wide build
RISTRUTTURAZIONE TROPICALE
Eleganza e tocchi coloniali sono gli elementi che fanno da trait d’union del progetto di rinnovamento di un hotel di lusso sul Mar dei Caraibi
Per adeguarsi alle nuove tendenze del design e potenziare la propria offerta alberghiera a Montego Bay, in Giamaica, il gruppo alberghiero spagnolo Palladium Hotel Group ha promosso una profonda ristrutturazione del Grand Palladium Jamaica Resort & Spa. Il progetto, realizzato grazie a un investimento di 27,5 milioni di dollari, consiste nella ristrutturazione delle zone comuni e il rinnovo completo delle 537 camere dell’hotel, tra le quali verranno incluse 48 suite di due nuove categorie, dotate di terrazza, piscina privata e vista sul mare. Verranno inoltre rinnovate diverse aree comuni come la lobby, uno dei ristoranti show-cooking e uno dei bar più iconici.
Dettagli coloniali Progettato ed eseguito da Urcoisa Interior Design (UID), l’intervento intende
L’INTERVENTO DI RISTRUTTURAZIONE RICHIAMA LO STILE COLONIALE INGLESE, OLTRE A INTEGRARE LA NATURA NEL DESIGN E NELLA DECORAZIONE DEGLI INTERNI
richiamare lo stile coloniale inglese dell’intero resort, oltre a integrare la natura nel design e nella decorazione degli interni attraverso colori, texture e materiali naturali. Nelle camere spicca l’uso di colori chiari abbinati al marrone, al nero e al verde, di elementi in marmo e legno massiccio, nonché di texture e tessuti naturali, tra cui un pannello in tessuto intrecciato posto dietro la testata del letto.
Lusso vista mare
Delle 537 camere che compongono il Grand Palladium Jamaica Resort & Spa, degne di nota sono le 48 suite con vista sul mare: circondate dal verde, sono swim-up con piscina privata (di 8 mq per le Junior Suite e 15 mq per le Superior) e terrazza, rispettivamente di 15 mq e 44 mq (praticamente un bilocale!) completamente attrezzate con divani, sedie e tavoli e un pergolato in legno. I bagni sono tutti dotati di vasca e doccia idromassaggio, e in alcune camere i bagni sono aperti per far diventare la vasca la protagonista della stanza. Anche l’efficienza energetica e la tecnologia giocano un ruolo importante: tutte le camere sono dotate di sistemi di risparmio energetico con sensori per la luce e l’aria condizionata
e le piscine sono riscaldate con un sistema efficiente che utilizza pompe di calore.
Spazi comuni
La ristrutturazione si è concentrata anche sulla valorizzazione di alcuni spazi comuni, come l’Infinity Saloon Bar, da cui si gode di una spettacolare vista sul Mar dei Caraibi. Le righe bianche e nere dei tessuti si combinano perfettamente con il tocco tropicale del murale del bar, decorato con piastrelle bianche con disegni floreali e vegetali e l’immagine del colibrì, l’uccello nazionale della Giamaica. Nella lobby, lo stile coloniale inglese del resort è stato ulteriormente valorizzato, dando importanza al legno massiccio e agli arredi comodi e spaziosi. Inoltre, nell’area della reception, le pareti sono rivestite di tralicci bianchi e specchi.
Progetto: ristrutturazione Grand
Palladium Jamaica Resort & Spa
Luogo: Montego Bay, Giamaica
Committente: Palladium Hotel Group
Progettisti: Urcoisa Interior Design (UID)
World wide build
INDUSTRIALE ACCOGLIENZA
Nella capitale del design olandese, un loft gioca con materiali, arredi, accessori per dare vita a un ambiente caldo e confortevole
A Eindhoven (Paesi Bassi), i designer François Hannes, Egon Deuze e lo studio di interior design Willuks hanno progettato un loft in cui la rigorosità dei dettagli industriali è controbilanciata da materiali, arredi, accessori e illuminazione in grado di creare un ambiente caldo e accogliente. Per conseguire questo risultato il legno è stato scelto come materiale principale: il suo calore e la bellezza naturale contribuiscono a smorzare la natura fredda e moderna delle travi in cemento a vista. Grande attenzione anche alla scelta dei tessuti, per cui sono stati preferiti materiali morbidi e caldi come il velluto, il pile sherpa e la lana per cuscini e tappeti, sia nella camera da letto sia nella sala da pranzo.
Chiaro e scuro
Nella zona cucina, una grande isola ed elettrodomestici di colore scuro condividono lo spazio con arredi impiallacciati in rovere chiaro. Alle due estremità dell’isola centrale due tavoli danno continuità alla stanza,
collegandola alla sala da pranzo, dietro cui è situata una splendida sala lettura in cui campeggia una libreria su misura con tocchi di luce calda tra le mensole. Per la sala lettura e la camera da letto, i designer hanno potuto optare per arredi in impiallacciato in rovere più scuro, sfruttando la presenza di grandi finestre che rendono il loft molto luminoso. Pur avendo uno spazio con molta luce, la scelta delle lampade è stata fondamentale per ottenere un’atmosfera accogliente e familiare.
Come in una spa
Il bagno ospita una Jacuzzi e una sauna, oltre a un’ampia doccia a tutta altezza. Rivestimenti semplici si affiancano ad arredi impiallacciati in rovere e dettagli decorativi nei toni dell’oro. All’estetica si aggiunge la funzionalità
di materiali innovativi come Himacs, la pietra acrilica di LX Hausys, che dà forma al lavabo nella brillante tonalità Alpine White. La superficie non porosa e priva di giunti visibili impedisce la proliferazione di germi e batteri, mentre la resistenza a urti e graffi garantisce durata nel tempo e facilità di manutenzione.
Progetto: loft, residenziale
Luogo: Eindhoven, Paesi Bassi
Design: François Hannes, Egon Deuze
Fabbricazione: Willuks
Interieurprojecten B.V. Egon Deuze
Fornitore Himacs: Baars & Bloemhoff
Materiale: Himacs Alpine White S028
Foto: Peter Baas
TERRITORIO & SOCIETÀ
In Italia il termine urbicidio acquista diffusione nel 2010 con il volume di Francesco Mazzucchelli (Urbicidio. Il senso dei luoghi tra distruzioni e ricostruzioni nella ex Jugoslavia, per i tipi di Bononia University Press), che concentra il suo studio sulle città di Belgrado, Sarajevo e Mostar. L’esempio più efficace e tragico è probabilmente Sarajevo, rimasta sotto assedio per più di 1.400 giorni, da aprile 1992 a febbraio 1996. Il mito narra anche che Belgrado nei suoi 2.400 anni di storia sia stata distrutta 40 volte, ed altrettante ricostruita, l’ultima a seguito del bombardamento della Nato nel 1999. Se si dice Mostar si evoca in un istante il suo ponte a campata unica, che collega le due parti della città, simbolo dell’unione multientica che lì esiste(va). Abbatterlo così, come ricostruirlo, ha avuto una portata valoriale simbolica ben più grande della mera -per quanto mirabile- azione architettonica. Urbicidio è certamente ciò che è avvenuto in ex-Jugoslavia, che per Bogdan Bogdanović, architetto ed ex sindaco di Belgrado (19821986), è «un’opposizione manifesta e violenta ai più alti valori della civiltà». Un evento che riguarda certo la distruzione fisica delle città, ma anche di più, poiché involve la distruzione simbolica della cultura, dello spirito e della convivenza sociale che la città riesce a esprimere nel tempo antecedente alla distruzione. La ferocia bellica sta rischiando di cancellare i centri urbani e la storia culturale del popolo ucraino, beni riconosciuti anche come patrimonio mondiale dell’umanità: la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, il centro storico medievale di Leopoli e la scalinata Potemkin di Odessa. Distruggere il patrimonio artistico e culturale sembra essere uno degli obiettivi di questa guerra. L’opera di ricostruzione dovrebbe ben interrogarsi prima di attuarsi liberamente, onde evitare di portare fino in fondo l’urbicidio, poiché come costruiamo le città è, nemmeno troppo simbolicamente, come costruiamo la memoria del popolo. Esiste dal 1954 una norma della Convenzione dell’Aja, che
ambisce a tutelare il patrimonio culturale durante i conflitti armati, memore tra le altre della tragica distruzione della città tedesca di Dresda tra il 13 e il 15 febbraio 1945. E’ evidente che chi compie urbicidio viola la Convenzione. In Ucraina viene certamente condotta dalla Russia una guerra alle città, non solo per colpire i civili, ma anche per colpirne i simboli nazionali, per abbattere e cancellare fisicamente elementi identitari. Le tensioni, attive già da anni, e l’azione missilistica russa, stanno causando lesioni e danni alla popolazione locale e devastazione del settore residenziale, di impianti industriali e di infrastrutture sociali, produttive e di trasporto. E in questo scenario di guerra si manifesta un cambiamento radicale nella destinazione d’uso dei luoghi e degli spazi urbani. Città vuote, strade deserte, piazze occupate da carri armati, distruzione e macerie. Gli ospedali sono obiettivi militari, i luoghi di culto trasformati in ripari e le metropolitane, tradizionalmente considerate poco sicure di notte, sono diventate uno dei luoghi più idonei per proteggersi la notte. Le città sono davvero l’opera più alta e complessa che le società sanno realizzare. Ma la sfida ancor più ardua sarà la ricostruzione in seguito alla demolizione bellica. Essa deve fare i conti con la memoria che il nemico ha tentato di cancellare, ma è anche correlata al progresso che punta a superare il dolore della ferita inflitta dalla guerra, guardando al futuro. Tuttavia, la memoria si può cancellare anche attraverso la ricostruzione di ciò che è andato perso o distrutto poiché alle molteplici tipologie e grammatiche del restauro corrispondono diversi modi di ricordare o dimenticare. Nel ricostruire è necessario valutare i criteri che determineranno il tipo di memoria che si creerà. La Russia stessa nelle città conquistate ha avviato una decisa opera di ricostruzione: a Mariupol è stata già annunciato un piano generale di ricostruzione e sviluppo da qui al 2040, con il chiaro obiettivo di dimostrare la capacità di benessere e sicurezza che può offrire.
RIPETIZIONE AL QUADRATO
Ho sempre ammirato chi riesce a svolgere con perseveranza una qualsiasi attività allo scopo di portarla a un miglioramento funzionale o estetico. Penso a chi decide di imparare a suonare uno strumento o a danzare, chi si impegna nella calligrafia, chi si cimenta con una ricetta perseverando fino a ottenere il risultato voluto. Ma gli esempi potrebbero essere molteplici e senz’altro voi ne avrete pensati altri. Alla base di tutto, ovviamente, c’è la forza di volontà, che però deve trovare supporto nella gioia del fare. Se la ripetizione diventa routine non si progredisce, si ripete e basta. Bisogna che nell’atto della ripetizione si inseriscano la gioia, l’ispirazione e la sicurezza che tutto questo ripetere abbia un senso e possa portare a un altro, nuovo livello. Ripetere per migliorarsi, migliorare per fare un passo avanti. Ripetere senza sentire la fatica e, soprattutto, ripetere senza pensare che si sta ripetendo. Ogni volta un qualcosa rinnova la ripetizione dell’atto, mai meccanico: gli strumenti, il luogo, il tempo, noi stessi. Panta rei. Tutto diviene anche se può cambiare solo impercettibilmente. La ripetizione è al tempo stesso novità e immanenza. Ha ragione sia la visione occidentale per cui nulla può essere «lo stesso» se rifatto sia la versione orientale per cui la ripetizione contiene l’invarianza del sempre.
Josef Albers (1888, 1976) è di certo ricordato per i suoi tanti Omaggio al Quadrato. Una produzione di dipinti che definire ripetitivi è pleonastica. Eppure, è proprio grazie a questa continua ripetizione che l’artista tedesco ha costruito la sua fama. Una fama tarda, arrivata ben dopo che avesse ricevuto l’investitura di grande docente d’arte contemporanea, prima alla Bauhaus di Weimar e poi in America, con una carriera da professore ripresa in Carolina del Nord e poi a Yale. Teorico della pittura astratta, aveva studiato proprio alla Bauhaus sotto Paul Klee, aveva fatto della didattica la sua maggiore attività finché nel 1950 non dipinge il primo quadrato nel quadrato ovvero il primo Omaggio al Quadrato cui seguiranno molti altri. Anche se, come si può leggere nel bellissimo, completo, catalogo curato da Heinz Liesbrock stampato in occasione dall’ampliamento del Museo Quadrat di Bottropp, la città natale di Albers, cui l’artista prima e la moglie dopo ha donato molte delle sue composizioni, il quadrato arriva sulla masonite (ma anche sulla carta… ovunque) quasi per caso. A spostare un po’ gli accenti della lettura dell’arte di Albers pare che il quadrato si sia praticamente autogenerato e ma soprattutto è chiaro che non debba essere inteso come un mero quadrato geometrico, ma come pura superficie che, come ha detto Albers in una presentazione dei suoi lavori, «era utile per permettere al colore di manifestarsi». Sono parole che portano subito alla mente altre parole dette e scritte da Klee e Kandinskij. Parole che sono un manifesto e che identificano la posizione dell’artista come tramite, come filtro per documentare qualcosa che deve essere interpretato per essere compreso. E poi diventare vulgata. Ci sono due foto molto belle di Albers al lavoro, nel catalogo. Da una parte il professore quasi inginocchiato a valutare i
lavori poggiati a terra degli studenti, che gli stanno attorno con un’informale riverenza; dall’altra l’artista che con fogli trasparenti e vari quadrati di grandezze e sfumature diverse sta valutando come sovrapporre le diverse tonalità del quadrato che si deve porre sopra l’altro quadrato da sovrapporre sull’altro quadrato cui verrà sovrapposto ordinatamente l’altro quadrato (insomma, quadrato alla quarta…). Questo rigore delle quattro delle superfici sovrapposte in modo proporzionato e proporzionale, l’infinito variare delle tonalità avvicinate per affinità, per complementarità, per contrapposizione. Nella loro sovrapposizione le quattro superfici creano una profondità, una terza dimensione invisibile che viene avvertita, sospesa e vibrante, oltre il piano definito dal puro colore.
Per certi versi l’arte di Albers trascende l’astrattismo, diventa di fatto figurativa, come quando uno degli Omaggi riporta nel titolo da Pietro della Francesca. E improvvisamente ti trovi a vedere oltre quei quadrati brunastri e scopri che le tonalità ti stanno portando dentro a La Flagellazione di Cristo del grande toscano.
Per un attimo il lavoro di Albers potrebbe apparire quello che molti professionisti della grafica fanno con i Pantone (che però tentano di descrivere la realtà del colore) o alcune app (che però estraggono le pallette dalle immagini). Qui siamo di fronte a un lavoro unico di trasmutazione della materia che dallo stato solido porta alla sublimazione. E forse proprio per questo Albers ha avuto fra i suoi più convinti estimatori alcuni dei suoi studenti (uno per tutti, Robert Rauschenberg) che poi non l’hanno seguito, diventando esponenti della Minimal Art e della PopArt. Il Maestro insegna e semina. Il tempo raccoglie e la lezione diventa altra. (Luca MF Fabris)
Josef Albers: Homage to the Square 1950-1976, Heinz Liesbrock (a cura di), con testi di Gottfried Boehm, Vincent Broqua, Fritz Horstman, Raimer Jochims, Donald Judd, Heinz Liesbrock, Amy Jean Porter, Jeannette Redensek, Margit Rowell, Nicholas Fox Weber, graphic desin di Ingo Offermanns, HatjeCantz Publishers, 356 pagine, 2022. Euro, 64,00. ISBN 9783775754163. Info: www.hatjecantz.de
Innovazione CRISTALLINA
di Veronica MonacoLa transizione ecologica e gli obiettivi di efficientamento energetico posti anche dall’Unione europea, non ultima la revisione all’Epbd approvata a gennaio in una commissione del Parlamento che indica per gli edifici residenziali il raggiungimento almeno della classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033, pone l’urgenza di massimizzare gli sforzi per il rinnovo degli edifici, responsabili di oltre il 40% delle emissioni inquinanti. Secondo uno studio pubblicato nel 2019 da Cédric Janssens, segretario generale dell’associazione Glass Fibre Europe, nell’ambito degli accordi di Parigi
Vetri performanti, capaci di isolare, ma anche di resistere a un’effrazione senza appesantire la superficie delle finestre. Così l’azienda bresciana svela le sue novitàVincenzo Omodeo Zorini, direttore generale Vetraria Pescini
VETRARIA PESCINI
sul clima, «raddoppiando il tasso di rinnovamento delle finestre e installando vetri ad alte prestazioni, il patrimonio edilizio europeo ridurrebbe del 14% il consumo di energia e le relative emissioni entro il 2030. Considerando che le finestre rimangono in uso per molto tempo, per assicurare un risparmio energetico di lungo termine è importante installare fin d’ora prodotti ad alta efficienza». Come i vetri Optimus 60 e Optimus 70 prodotti da Vetraria Pescini, azienda di Orzinuovi (Brescia), che ha da poco festeggiato i suoi cinquant’anni di attività. YouBuild ha incontrato il neo direttore generale Vincenzo Omodeo Zorini, per scoprire le opportunità offerte dai prodotti di nuova generazione e i prossimi sviluppi della società. Domanda. Per stare sul mercato è necessaria la ca-
pacità di innovare: quali sono le vostre specificità?
Risposta. Vetraria Pescini punta su tre obiettivi: innovazione delle certificazioni e del controllo di gestione, per essere sempre più accurati e precisi; studio di nuovi prodotti per rispondere alle esigenze del mercato, magari con un ampliamento della gamma Optimus; efficientamento tecnologico dell’azienda, sia in termini di macchinari che a livello informatico.
D. Quali sono i plus dei vostri sistemi rispetto agli altri prodotti presenti sul mercato?
R. Oltre all’aspetto tecnologico credo che il nostro punto di forza sia l’approccio al cliente. Ogni persona in azienda si prende cura della singola commessa come se fosse la propria: di conseguenza il cliente non si sente mai abbandonato, usufruendo di tempi di consegna
certi e prodotti di qualità in linea con le esigenze del mercato. L’azienda punta quindi all’efficienza attraverso la presenza del customer service, grazie all’affidabilità e serietà dei fornitori che contribuiscono a garantire una continuità di produzione.
D. Come sono cambiate negli ultimi anni le esigenze del mercato?
R. È diventato sempre più tecnico. Il cliente privato ha assunto competenze e informazioni sui prodotti che acquista per la propria casa, soprattutto perché si tratta di soluzioni longeve, che restano installate per qualche decennio. Da sempre la prescrizione del vetro in ambito architettonico e del terziario ricopre uno dei ruoli fondamentali. Vetraria Pescini persegue la formazione e informazione, ponendosi come consulente e non come semplice produttore o venditore di vetrate isolanti, puntando sulla comunicazione tecnica. Per quanto riguarda i serramentisti, che sono il nostro cliente primario, invece, il mercato richiede certezze da parte dei fornitori sulle date di consegna e sulla qualità dei prodotti. Soprattutto negli ultimi due anni, in cui la crisi della supply chain è diventata evidente, per Vetraria Pescini essere un fornitore serio e onesto è stato un fattore di vantaggio.
D. Quali sono gli elementi da considerare per una
corretta progettazione delle vetrate isolanti?
R. Nel residenziale sono quattro gli elementi da prendere in considerazione: il livello di abbattimento termico, solare e acustico, oltre alla sicurezza. Non sempre questi fattori sono presi in considerazione e spesso se ne perde traccia durante la filiera. Il nostro compito vuole essere anche quello di supportare e sensibilizzare il mercato a trattare queste tematiche con maggiore consapevolezza, per avere la prescrizione più corretta e vicina alle esigenze reali degli utenti finali. Fortunatamente abbiamo riscontri spesso positivi e le collaborazioni con le reti vendite dei nostri clienti sono sempre molto proficue.
D. Quindi, una parte fondamentale del vostro lavoro è fare formazione?
R. Assolutamente sì. Nel 2023 e 2024 sono previste numerose iniziative di formazione rivolte ai serramentisti e al mondo dei professionisti di settore. Si è manifestata la necessità di trovare nuove chiavi di lettura e vendere prodotti puntando alla qualità e non più alla quantità.Non è sufficiente prestare attenzione solo all’infisso, inteso come profilo e accessori, o alla posa, ma diventa ora estremamente necessario iniziare a considerare anche il vetro che, tra l’altro, rappresenta il 90% di superficie di una finestra.
La famiglia Pescini e i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario dell’azienda
VETRARIA PESCINI
D. Quanto cambia realizzare una vetrata performante rispetto a un prodotto standard?
R. Si può realizzare la vetrata isolante più performante possibile senza grosse problematiche. Il coating, che conferisce caratteristiche di isolamento termico e abbattimento solare, non incide sul peso. Il numero di strati plastici necessari per raggiungere le caratteristiche di sicurezza aumenta la massa del vetro in decimi di millimetro, senza inficiare sensibilmente sulla massa e sul colore. Analogamente per l’acustica, che è correlata
COSÌ RAGGIUNGE L’ OPTIMUS
La linea di vetrate di nuova generazione Optimus di Vetraria Pescini rappresenta l’evoluzione nel settore dei vetri funzionali che combinano trasparenza, massima trasmissione luminosa, controllo solare ed efficienza energetica. Due le soluzioni disponibili: Optimus 70, ideale per il residenziale, grazie ai bassi valori di trasmittanza totale e indice di selettività assicura efficienza energetica minimizzando i costi per riscaldamento e l’aria condizionata e mantenendo un’ottima luminosità interna; Optimus 60 che combina isolamento termico e protezione solare, assicurando anche un’elevata trasparenza e riflessione neutra. Ideale per interventi di nuova realizzazione o ristrutturazione di edifici esistenti, grazie alla bassa trasmittanza totale, con Optimus 60 si ottiene una selettività superiore a 2,0. Per una migliore valutazione del prodotto da inserire nei progetti, l’azienda ha recentemente presentato Optimus Box, raccolta di campionature corredata da differenti cataloghi tecnici, che è possibile richiedere attraverso il sito internet di Vetraria Pescini nell’area download.
alla massa. Dunque, per realizzare una finestra standard 80x120 centimetri, è possibile, senza troppe difficoltà, inserire un vetro performante in termini di sicurezza, abbattimento acustico, solare e termico, con differenze irrisorie in termini di peso e trasparenze.
D. Quali sono le caratteristiche tecniche dei vostri prodotti più apprezzate dai clienti?
R. Nel corso degli anni, oltre a considerare semplicemente l’abbattimento termico e la protezione invernale per mantenere il caldo all’interno delle case,
il mercato è diventato sempre più sensibile al tema dell’irraggiamento solare e della schermatura estiva. Si è passati, sicuramente a causa dell’impatto elevato sui bilanci familiari delle spese di raffrescamento, alla richiesta di prodotti selettivi, anche di prima fascia, a cui Vetraria Pescini risponde con due proposte. Una prima opzione vede l’inserimento all’interno della vetrata isolante di una tenda tecnica che non richiede nessun tipo di manutenzione. La seconda proposta riguarda una gamma di prodotti specifici proprio per le esigenze di schermatura solare: la linea Optimus. I vetri Optimus 70 e Optimus 60 soddisfano le esigenze di abbattimento termico e solare per quanto riguarda il settore residenziale e il terziario. Il nostro approccio è sempre stato quello di rendere «democratici» anche i prodotti più tecnologici, che solitamente vengono applicati nei progetti di architettura e nella grande cantieristica. Inoltre, c’è sempre più attenzione al tema dell’isolamento acustico, un mercato che nel corso degli anni è cresciuto molto, e alla sicurezza.
VETRARIA PESCINI
D. Soffermiamoci sul tema della sicurezza: com’è la situazione oggi?
R. Noi partiamo dal discorso dell’antinfortunistica, senza la quale non si può parlare di sicurezza. Il mercato italiano, diversamente dai Paesi esteri, prevede l’utilizzo di vetrate stratificate, che in caso di rottura non si frantumano e possono essere semplicemente sostituite senza pericolo. Fino a 15 anni fa la classica vetrata in vetro ricotto era il minimo garantito in termini di prescrizione tecnica; oggi questa soluzione è praticamente sparita a favore della doppia lastra stratificata. Negli ultimi tre anni c’è stato un salto di qualità, anche perché c’è una responsabilità dell’installatore. Tanti nostri serramentisti hanno voluto alzare l’asticella della sicurezza andando oltre il minimo tecnico garantito e questo ci fa estremamente piacere. Alla sicurezza antinfortunistica si può aggiungere poi il discorso della resistenza antieffrazione. Vetraria Pescini ha diverse tipologie di lastre vetrificate sempre disponibili a magazzino.
D. L’antieffrazione è una caratteristica richiesta?
TUTTI IN GLASS GROUP
Glass Group è un hub di filiera per il mercato italiano e internazionale del vetro. Fondato nel 2009 riunisce primarie industrie vetrarie con esperienza pluridecennale nella produzione di vetrate isolanti. Al gruppo aderiscono 23 aziende vetrarie dislocate in tutta Italia, tra cui Vetraria Pescini, che è anche uno dei soci fondatori. La mission di Glass Group mira a valorizzare tecnologia, know how, investimenti e avviare processi di sviluppo tecnologico della rete di industrie vetrarie, diventando un luogo di incontro, confronto e formazione per tutti gli stakeholder nel settore dell’edilizia, architettura e design.
LE VENEZIANE NEL VETROCAMERA
Il sistema di vetrocamera con veneziane rappresenta una soluzione consolidata per offrire la possibilità di regolazione della luce, della privacy e dell’oscuramento con una sola tenda, con semplicità, praticità e funzionalità: le veneziane, posizionate all’interno della vetrata, si movimentano in modo automatico, collegando le tende direttamente all’impianto elettrico. Una soluzione estremamente performante che si adatta sia ai contesti residenziali sia agli uffici.
R. Ancora poco, dovremo creare una maggiore consapevolezza, da parte degli installatori, sull’importanza di questo elemento. La tecnologia c’è, ma manca la conoscenza approfondita di quello che il mercato può offrire. Per passare da una vetrata stratificata a una antieffrazione basta prevedere l’inserimento di quattro strati plastici aggiuntivi come proposta iniziale, fino a stratigrafie più complesse.
D. Come si misura la sicurezza?
R. Ci sono delle normative di riferimento molto rigide, come la Uni 7697, norma principe per quanto riguarda il mondo del vetro e fiore all’occhiello italiano, che di recente ha anche visto un aggiornamento. All’interno di questa norma sono riportate tutte le performance del vetro anche in funzione della destinazione d’uso dell’immobile e dell’installazione. La normativa però prescrive il termine minimo di condizioni obbligatorie, non racconta le esigenze del cliente privato. Per questo consigliamo sempre ai serramentisti e agli installatori di chiedere sempre ai clienti quali sono le loro aspettative in termini di sicurezza.
D. Come comunicate il valore dei vostri prodotti tecnologici al mercato?
In foto e sotto, le soluzioni con tenda integrata all’interno del vetro proposte da Vetraria Pescini
DI
VETRARIA PESCINI
TRASPARENZE A PROVA DI ISLANDA
Le vetrate ad alte prestazioni Vetraria Pescini rappresentano una soluzione per il mercato residenziale e il benessere abitativo in grado di garantire elevate prestazioni in tutte le stagioni e in qualsiasi condizione climatica. Tra le referenze in grado di sintetizzare le performance di Optimus 60 c’è la realizzazione delle vetrate di un edificio abitativo in Islanda, Paese con clima particolarmente rigido. Per questo progetto residenziale è stato fornito un vetro doppio temperato Optimus 60, un prodotto estremamente spinto in termini di performance. In considerazione del clima tipico del Paese, si pensava di dover portare calore all’interno dell’abitazione, invece, trattandosi di un’applicazione tutto vetro, si è reso necessario anche schermarla.
R. Molti investimenti di marketing sono stati destinati, nel corso del 2022, proprio alla gamma Optimus. Per promuovere i nostri prodotti abbiamo realizzato Optimus Box, una raccolta di campionature corredata da cataloghi tecnici. All’interno i nostri clienti, installatori e serramentisti, trovano due campioni di vetrate isolanti Optimus 70 e Optimus 60, un fascicolo tecnico-commerciale con alcune case history, un campionario cromatico delle canaline, gadget e un racconto corporate di Vetraria Pescini. L’obiettivo è sensibilizzare e far conoscere la nostra realtà e i nostri prodotti a tutto il mercato.
D. E ai progettisti?
R. Per i progettisti faremo delle azioni ancora più specifiche nei prossimi mesi. L’Optimus Box è un punto di partenza per raccontare prodotti che per Vetraria Pescini sono diventati quasi delle commodities, lo standard minimo da approcciare per le nuove progettazioni.
D. Quali iniziative farete per gli studi di progettazione?
R. Il primo step è farci conoscere presso gli studi di progettazione e raccontare il nostro tipo di approccio. Poi, realizzeremo eventi, anche in azienda, per mostrare la nostra produzione e andremo direttamente nei singoli studi per fare formazione e consulenza nell’ambito della progettazione e della scelta del prodotto migliore, valutando anche i tempi di approvvigionamento.
D. Ci sono prodotti di altissima tecnologia per cui c’è
meno richiesta?
R. Il vetro deve essere estremamente performante. Il mercato punta molto sulle caratteristiche di trasparenza, tralasciando altri aspetti molto importanti. Per esempio, la tenda all’interno del vetro, a prescindere dall’apprezzamento estetico, è una soluzione oggi poco conosciuta, con un valore aggiunto fondamentale perché consente un’ottima schermatura solare e risolve tante situazioni architettoniche. È un prodotto collaudato, che non richiede manutenzione, ed è disponibile in varie versioni, dal modello con lamella tradizionale in alluminio al tessuto oscurante o filtrante. Questa soluzione può anche integrarsi nel sistema domotico della casa, oltre a essere disponibile anche con un attuatore a batteria che non richiede corrente elettrica, particolarmente indicato negli interventi di ristrutturazione. L’anno scorso abbiamo realizzato qualche miglialio di pannelli con tenda integrata, ma è un prodotto che ha ancora ottime possibilità di crescita se correttamente presentato ai progettisti.
D. Qual è il rapporto tra le vetrate e i vari incentivi fiscali?
R. C’è una correlazione molto forte tra le vetrate isolanti e l’edilizia di rinnovo. Nel 2022 oltre il 60% del mercato si è concentrato sulla ristrutturazione, ma solo il 10% degli interventi è stato toccato dal superbonus. Il taglio dell’incentivo e lo stop sulle cessioni dei crediti può pre-
occupare per il conseguente calo dell’edilizia di rinnovo, ma a questa flessione potrebbe corrispondere un aumento delle nuove costruzioni, che negli ultimi due anni ha subito un rallentamento. Non dimentichiamo che c’è anche il Pnrr con scadenze abbastanza impellenti. Siamo di fronte a una fase di riassestamento degli asset aziendali e di mercato: le aziende dovranno essere in grado di cavalcare il cambiamento ed essere reattive e propositive.
D. Un sistema di vetrate modulare lascia spazio alla creatività del progettista?
R. Il progettista deve muoversi all’interno della gamma dei prodotti realizzati dalle aziende produttrici, quindi la scelta potrebbe sembrare un po’ limitante. Tuttavia, esistono talmente tante tipologie di coating, stratigrafie e plastici che il progettista può davvero «sbizzarrirsi» e trovare la soluzione più idonea. Dobbiamo bilanciare l’aspetto statico (stratigrafia) con quello spettrofotometrico (coating e colorazioni) e noi diamo supporto nel trovare il giusto bilanciamento tra i due aspetti.
D. Vetraria Pescini è sul mercato da molti anni. L’anno scorso avete festeggiato il vostro cinquantesimo anniversario. Quali sono state le principali tappe della vostra storia?
R. L’anno scorso abbiamo festeggiato il cinquantesimo anniversario dalla fondazione dell’azienda con un evento molto bello, che ha rimarcato l’essenza familiare
VETRARIA PESCINI
del Gruppo Pescini, che è il nostro punto di forza. Abbiamo condiviso negli anni le difficoltà del settore e combattuto con tutte le nostre energie in un mercato complesso. Condividere le difficoltà ci ha portato a legare molto e approcciare il lavoro in maniera molto viscerale. Vetraria Pescini è stata fondata nel 1972 da Giuseppe Pescini e sua moglie Gabriella. Inizialmente è nata come una piccola vetreria di paese e il suo target di riferimento erano i privati. Nel corso degli anni l’azienda si è sviluppata costantemente, fino a fare il primo salto di qualità negli anni Duemila, quando alla guida dell’azienda è arrivato Eddy Pescini, figlio primogenito dei titolari e attuale amministratore delegato del Gruppo, affiancato dai fratelli Davide e Michela, ognuno impegnato in ruoli differenti.
D. Che cosa è cambiato con l’ingresso dell’attuale titolare?
R. Unendo una visione di lungo periodo e un approccio concreto al mercato, Eddy Pescini ha dato uno sviluppo industriale all’azienda. Nel 2002, dalla prima sede storica in centro a Orzinuovi, la società si è spostata nella zona industriale e il fatturato ha iniziato a crescere. L’azienda ha iniziato a installare macchinari più performanti, soprattutto per il taglio, e rinnovare i macchinari per l’assemblaggio e la trasformazione del vetro. Ogni anno sono state inserite novità nel
parco macchine con grandi investimenti in tecnologia e nella struttura industriale. Poi, è arrivato il primo contraccolpo legato alla crisi dei mutui subprime, che ha colpito dopo un anno e mezzo anche l’edilizia. Dal 2010 al 2014 abbiamo vissuto una fase calante abbastanza critica, in cui il mercato delle vetrate isolanti si è quasi dimezzato in pochi anni.
D. È stato il momento più difficile che avete vissuto?
R. Dover affrontare questo momento critico ha portato un grande stress psicologico ed emotivo, che ha consolidato l’idea di famiglia e la necessità di fare fronte comune alle difficoltà esterne. Tra il 2015 e il 2016 si è aperto qualche spiraglio e la proprietà ha inserito la nuova figura del direttore generale per cercare di strutturare al meglio sia Vetraria Pescini sia Aluvetro, società spin-off dell’azienda specializzata nel settore dei parapetti in vetro. Questa prima figura, che arrivava dal mondo dell’edilizia prefabbricata, ha dato delle ottime basi su cui costruire il futuro dell’azienda.
D. Quindi avete fatto un ulteriore salto di qualità?
R. C’è stato un avanzamento sia in termini organizzativi sia di personale, grazie allo sviluppo della rete vendita e dell’ufficio di back office. L’impronta del primo direttore generale si è sentita e ha dato la possibilità al gruppo di rendersi consapevole della sua forza. In quel periodo l’azienda ha realizzato una prima grande crescita, pas-
sando tra il 2016 e il 2019 da 4,5 milioni a 8,5 milioni di euro di ricavi. Nel 2020 è arrivato il covid, con un mese e mezzo di mancati ricavi, e in seguito l’esplosione della domanda, che ci ha saturato sia dal punto di vista della produzione che delle vendite. Dal 2021 al 2022 abbiamo lavorato molto sull’efficientamento industriale, passando da una a due linee di produzione su doppio turno. Questa organizzazione ci permette attualmente di recuperare volumi qualora ci fossero criticità o aumentare istantaneamente la nostra produttività per commesse importanti. L’obiettivo per il 2023 è continuare a posizionarci non solo come produttori, ma consulenti del vetro, affiancando i clienti nella progettazione e nella scelta dei prodotti con una cura sartoriale.
D. Siete presenti anche all’estero?
R. Non direttamente come Vetraria Pescini, ma come Aluvetro, con cui proponiamo il nostro sistema di balaustre brevettato. Aluvetro è uno spin-off dell’azienda nato nel 2014 per concentrarsi sui parapetti in alluminio vetro, in Italia e all’estero, un mercato estremamente interessante.
D. Quanto fattura l’azienda oggi e quanti dipendenti occupa?
R. La chiusura 2022 si è attestata a 15,7 milioni di euro di ricavi. Sono impiegate 65 persone e cinque professionisti esterni che lavorano quasi esclusivamente per Vetraria Pescini. Sono state prodotte 150 mila vetrate isolanti e l’obiettivo per il 2023 è puntare a stabilizzare e far crescere, in maniera sostenibile, volumi e ricavi.
D. L’upgrade industriale su cui state lavorando che cosa riguarda?
R. L’upgrade industriale riguarda la lavorazione e gestione delle grandi lastre, partendo direttamente dallo scari-
co in magazzino che andremo ad ampliare a settembre. L’obiettivo è di arrivare entro tre-quattro anni a poter gestire integralmente le vetrate di grandi dimensioni fino a 6x3,21 metri. Siamo partiti dall’assemblaggio, con l’acquisto di una nuova sigillatrice, ma andremo a effettuare un revamping di tutti i macchinari per gestire i volumi di questi prodotti, sempre più richiesti soprattutto nelle nuove costruzioni residenziali e nel terziario. L’architettura moderna richiede sempre di più grandi vetrate, trasparenti, in grado di massimizzare l’apporto di luce e garantire un bell’affaccio sull’esterno.
D. Il vetro ha una lavorazione molto energivora. Come avete affrontato l’aumento dei costi dell’energia?
R. C’è stata una distorsione eccessiva del mercato con quotazioni settimanali o mensili dettate dall’andamento degli indici energetici e dell’alluminio. Vetraria Pescini, come tutte le vetrerie di Glass Group, di cui siamo soci fondatori, ha sempre venduto ad addizionale inclusa, per dare alla clientela certezze sul reale prezzo di acquisto e non creare effetti sorpresa in fattura. La mossa commerciale è stata rispettare la filiera, altrimenti avremmo creato ulteriore confusione. Abbiamo assorbito pesantemente una parte degli aumenti senza ribaltarli sul mercato perché alla nostra clientela bisognava dare dei punti fermi.
D. Qual è la chiave del vostro successo?
R. Vetraria Pescini è un’azienda familiare, caratterizzata da un grande senso di appartenenza che motiva tutti i componenti dell’azienda. Possiamo vantare preziose competenze tra il personale, sia a livello artigianale, sulla lavorazione del vetro, sia a livello commerciale, oltre al fatto di avere una sorta di guida di lungo corso nella persona di Eddy Pescini.
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NUOVI SISTEMI COSTRUTTIVI: SISTEMI PER ADEGUAMENTO SISMICO 158
FACCIATE VENTILATE, NUOVI MATERIALI, RIQUALIFICAZIONE E RETROFIT 178
SISTEMI E SOLUZIONI PER LA PROTEZIONE ANTINCENDIO 192
Come resistere AL SISMA
di Giada Frappa, Università degli Studi di Udine
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Dalla cerchiatura dei manufatti all’impiego di materiali fibrorinforzati: le tecniche più utilizzate per aumentare la solidità delle strutture
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Strategia ANTI SCOSSA
di Franco SaroCostringere la struttura di un edificio a sopportare le scosse di terremoto a beneficio, ovviamente, di chi ci abita. È la filosofia del progetto Constrain (parola che in inglese significa vincolare), a cui ha collaborato Fibre Net. Si tratta di un programma di cooperazione tra Italia-Slovenia che ha coinvolto cinque province italiane (Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, Venezia) e cinque regioni slovene. Due aree, quella italiana e quella slovena, particolarmente a rischio tellurico. Lo studio dei danni causati dagli eventi sismici ha portato alla conclusione che ci sono diversi punti deboli caratteristici degli edifici in muratura, come
Il progetto Constrain tra Italia e Slovenia e la soluzione di consolidamento delle murature grazie all’applicazione di malte rinforzate con materiali compositi
il collegamento inadeguato tra elementi strutturali, la disposizione inadeguata degli elementi strutturali (in pianta e in elevazione), la resistenza inadeguata della muratura e i problemi legati alla fondazione e al suolo.
PUNTI DEBOLI
Gli edifici con connessioni inadeguate tra gli elementi strutturali tendono a scomporsi in singoli elementi in seguito alle scosse. Al contrario, se le connessioni sono adeguate, le pareti contribuiscono assieme alla resistenza sismica, mentre debole resistenza della muratura comporta rotture dei vari elementi per disgregazione, separazione degli strati, fessurazione diagonale, scorrimento o pressoflessione. Fibre Net, azienda friulana è specializzata, tra l’altro, in materiali e tecniche per il rinforzo degli edifici in muratura, con materiali innovativi che hanno l’obiettivo di garantire la protezione sismica. Con il progetto Constrain l’azienda ha sperimentato sistemi efficaci per consolidare gli edifici: la novità consiste nella capacità di rinforzare i volumi anche con un intervento dall’esterno. Come? Con l’applicazione del sistema Ri-Struttura, primo Crm (Composite Reinforced Mortar) ad aver ottenuto la marcatura Ce
VERIFICA SUL CAMPO
La tecnica è stata, ovviamente, verificata sperimentalmente. I tecnici hanno sottoposto ciclicamente ad analisi elementi murari rinforzati, con prove di tagliocompressione (maschi murari), taglio flessione (fasce di piano) e flessione fuori piano (pareti). Sono stati sottoposti a verifiche tre tipi di muratura: in pietrame a due paramenti e in mattoni a singolo e a doppio paramento. Non solo. È stato controllato un edificio in scala reale, composto da due piani fuori terra in muratura di pietra a doppio paramento per verificare l’efficacia della tecnica in condizioni reali. Il risultato è stato soddisfacente: in effetti il rinforzo ha migliorato le prestazioni antisismiche. Lo studio ha portato quindi a elaborare simulazioni numeriche sul comportamento di un edificio in muratura, per evidenziare il livello di prestazioni in funzione anti terremoto nell’ipotesi di un rinforzo applicato solo dal lato esterno delle murature perimetrali oppure su entrambi i lati delle portanti.
RI-STRUTTURA, LA STRATEGIA DI SICUREZZA
Ri-Struttura è il sistema di rinforzo strutturale sviluppato secondo la tecnica dell’intonaco armato C rm (Composite Reinforced Mortar) che utilizza reti, connettori e angolari preformati in G frp (Glass Fiber Reinforced Polymer) marcati C e e dotati di Accertamento di Equivalenza n. 9946.17-12-2020 in conformità ai requisiti previsti nel Cap. 11.1 delle N tc 2018. Ri-Struttura si completa con malte da intonaco strutturali a base di calce o cementizie di spessore minimo 3 centimetri. L’intervento permette di ottenere un miglioramento strutturale omogeneo e diffuso, con elevate caratteristiche meccaniche e di duttilità e con un incremento modesto di rigidezza della struttura. L’assenza di corrosione del rinforzo garantisce un’elevata durabilità ed efficacia del sistema nel tempo e consente di mantenere bassi spessori limitando l’incremento dei carichi complessivi. Il sistema è reversibile e migliora la resistenza a taglio, a compressione e a flessione della muratura. Ri-Struttura rappresenta una soluzione di facile impiego, soprattutto su edifici in muratura storica laddove è necessario un efficace intervento di consolidamento e miglioramento strutturale con modalità non invasive e compatibili spesso in condizioni operative e logistiche complesse. La leggerezza dei materiali, la disponibilità delle reti in rotoli fino a 100 m 2 rende facile la movimentazione e veloce la posa che prevede l’applicazione della malta in modalità manuale o automatica in un unico strato e senza necessità di operare «fresco su fresco». Il risultato è una riduzione dei tempi e dei costi di posa e una migliore organizzazione del cantiere.
Sistema di rinforzo MARCATO CE
Biemme ha investito e continua a investire sulla sperimentazione di nuove tecnologie e nuovi materiali, garantendo alla propria clientela prodotti sempre più all’avanguardia. Questa filosofia basata sull’innovazione ha portato l’azienda a creare il nuovo Sistema Armatex Total Eta per il consolidamento e la riqualificazione strutturale, testato e validato su ogni tipologia di supporto, in particolare laterizi pieni, tufo e pietra naturale.
RETE IN FIBRA
Adatto al consolidamento e alla riqualificazione strut-
Il nuovo Sistema Armatex Total Eta per il consolidamento e la riqualificazione strutturale è testato e validato su ogni tipologia di supporto, in particolare laterizi pieni, tufo e pietra naturale
turale di elementi in muratura, il Sistema Armatex
Total Eta è un kit Frcs (Fiber Reinforced Composite System), applicabile sia a basso spessore (Frcm) sia per spessori elevati (Crm). Il kit è composto da una rete in fibra di vetro alcali resistente, da una malta strutturale a base calce e da connettori pre-resinati open-end in fibra di vetro alcali-resistente. Inteso sia come elemento di messa in sicurezza, di rinforzo a flessione, taglio, sforzo assiale e presso-flessione, che come miglioramento delle prestazioni meccaniche di resistenza e rigidezza, nei casi di carichi statici, sismici e dinamici, il Sistema
Aramatex Total Eta di Biemme ha anche lo scopo di incrementare la resistenza di elementi strutturali danneggiati o sotto-dimensionati e di aumentarne la duttilità nei confronti delle azioni sismiche.
ESTERNO E INTERNO
Il sistema Frcs Armatex Total Eta può essere applicato su superfici interne ed esterne dei paramenti murari con spessori variabili tra i 5 e i 40 millimetri. La rete strutturale, biassiale (0-90 gradi) e bilanciata, in vetro alcali-resistente con percentuale superiore al 16% di biossido di zirconio, è ricoperta da un appretto protettivo di tipo termoindurente. Tale appretto rende comunque la rete modellabile, adattabile alle forme delle superfici su cui deve essere applicata, senza memoria di forma. La rete, inoltre, è caratterizzata da una superficie scabra, ottenuta tramite applicazione di filler al fine di aumentare le performance di adesione alla matrice inorganica. La rete si applica al supporto mediante malta strutturale a base calce Nhl M15 marcata Ce, in accordo alle norme Uni En 459-1 e Uni En 998-2 in sistema 2+. In funzione della tipologia di intervento, i connettori trasversali di tipo a fiocco pre-resinati possono essere applicati tramite inghisaggio con malta da iniezione a base calce, in modalità passante o da un lato della muratura, per aumentare la resistenza a taglio e l’efficacia di confinamento dell’e-
lemento strutturale di supporto. Il sistema può essere applicato anche in più strati.
LE CERTIFICAZIONI
In mancanza di normative armonizzate, l’Eta per prodotti da costruzione destinati a uso strutturale è un documento di natura volontaria, basato sulla scrittura di una specifica tecnica armonizzata: il Documento per la valutazione europea (E ad). L’ottenimento di un Eta , con il conseguente marchio Ce permette l’impiego dei prodotti certificati oltre che su tutto il territorio nazionale anche a livello europeo. Biemme, grazie alla collaborazione con Itc-Cnr , ha intrapreso tale percorso per il Sistema Armatex Total Eta. La campagna prove è stata estremamente dettagliata e mirata alla garanzia di una tecnica di consolidamento che consentisse al progettista di scegliere un sistema di rinforzo unico che unisse tecnologia Frcs e Crm
Quel cappotto HA I MUSCOLI
Per
di Franco SaroNon basta stare al caldo, è necessario anche che l’edificio sia sicuro. Per esempio, che non crolli alla prima scossa tellurica, una delle tante che purtroppo ricorrono in Italia. È stato questo l’obiettivo per l’intervento di ristrutturazione in un complesso residenziale a Milano costituito da due edifici simili, che ospitano 48 unità abitative, separati da un cortile interno. I lavori hanno interessato il recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti e operazioni di manutenzione straordinaria con interventi di adeguamento sismico, isolamento dell’involucro esistente, sostituzione del generatore di calore e installazione di nuovi ascensori per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
GLI INTERVENTI
I due edifici si compongono rispettivamente di quattro piani fuori terra adibiti a residenza, un livello interrato con le cantine, e il sottotetto, che ospita una soffitta non accessibile oggetto di recupero. Non erano visibili segni di cedimento del piano di fondazione, mentre nella muratura portante perimetrale, nonostante l’assenza di fessure degne di rilievo, si è intervenuto a rinforzo con intonaco armato sul prospetto lato cortile. La struttura portante degli edifici è costituita da pareti perimetrali in muratura da 30 centimetri, in un
rendere due edifici residenziali isolati termicamente, ma anche antisismici, sono stati utilizzati i blocchi cassero pressemblati Argisol, che vantano una doppia funzionalità
discreto stato di conservazione, e pilastri con interassi di circa 4 metri, con trave interpiano che funge da appoggio per i solai. Gli orizzontamenti sono a travetti prefabbricati ed elementi di alleggerimento in laterizio con luce massima di 5 metri. Per gli orizzontamenti si è previsto il consolidamento tramite scarifica della cappa cementizia esistente e degradata e la successiva posa di adesivo epossidico e nuova struttura cementizia collaborante a rinforzo della struttura. Il tetto è a quattro falde, con muricci e tavelle in laterizio. Le fondazioni sono costituite da una trave rovescia lungo
le pareti e plinti in calcestruzzo. Con l’occasione si è proceduto alla sostituzione delle murature sopra all’ultimo solaio, alzando l’altezza utile del piano mansardato e rifacendo la copertura.
CAPPOTTO SISMICO
Obiettivi dell’intervento sono stati il rinforzo strutturale e antisismico con una resistenza pari a quella di un edificio nuovo, e l’isolamento termico, a partire dall’involucro opaco, con l’accortezza di sostituire anche serramenti interni, avvolgibili e davanzali. Il tutto agevolato dagli incentivi fiscali, superbonus ed ecobonus. Per raggiungere il traguardo sono stati scelti i casseri Argisol di Bioisotherm, per un utilizzo a cappotto sismico con la realizzazione di un esoscheletro di controventamento in aderenza alle facciate. La tecnica utilizzata consiste nel porre in aderenza alle pareti esterne dell’edificio esistente, la cassaforma Argisol per realizzare delle pareti antisismiche in calcestruzzo armato che risultano termicamente isolate grazie alle lastre isolanti che compongono i vari casseri e rimangono permanente installate in opera a maturazione del calcestruzzo. Nel caso in esame si è intervenuto
LE CARATTERISTICHE TECNICHE
Argisol è un sistema di costruzione modulare, costituito da una serie completa di blocchi cassero preassemblati con i quali si realizzano pareti portanti in calcestruzzo armato gettato in opera, termicamente isolate e pronte per la finitura finale. Il materiale isolante è Eps Neopor (polistirene espanso sinterizzato additivato con grafite a conducibilità termica migliorata - lD = 0.031 W/mK). La casseforma Argisol viene elevata in aderenza al fabbricato, con la lastra più sottile adiacente al profilo esterno che verrà tassellata a punti come nel caso del cappotto. La cavità centrale della casseforma Argisol andrà a realizzare la nuova parete resistente in calcestruzzo armato che sarà opportunamente collegata in fondazione e ai cordoli/travi di piani e a tutte le parti strutturali dell’edificio esistente con opportuni connettori metallici, barre filettate o ferri inghisati. La tecnica permette anche una ridotta invasività del cantiere, in quanto permette di operare solamente dall’esterno permettendo la continuazione delle attività all’interno dell’edificio, soluzione particolarmente adatta per quegli edifici strategici che non possono permettere interruzioni d’uso. Argisol permette di realizzare tutta una serie di pareti di controventamento in calcestruzzo armato termicamente isolato in aderenza all’edificio esistente in una unica soluzione costruttiva, conseguendo il raggiungimento delle severe verifiche strutturali di adeguamento sismico come previsto dalle Ntc 2018, aumentando la sicurezza antisismica dell’intero edificio alla pari di un edificio di nuova costruzione. Inoltre permette il facile superamento degli standard di efficientamento energetico in termini di trasmittanza termica e di comportamento in regime estivo e allo stesso tempo la correzione di eventuali ponti termici. Ai fini della redazione del computo economico il sistema Argisol è presente nel prezzario Dei alla voce Murature isolanti con pannelli e blocchi cassero.
con singole pareti antisismiche opportunamente disposte nel perimetro. L’utilizzo di questa tecnica ha permesso di raggiungere l’adeguamento antisismico e il miglioramento energetico realizzando tutta una serie di pareti in calcestruzzo armato già termicamente isolate. Inoltre, è stato utilizzato il sistema Etics BioKP a cappotto termico con lastre in Eps a conduttività migliorata per l’isolamento dell’edificio e relativa finitura finale superficiale. L’intervento ha permesso di accedere e rientrare nei tempi del Superbonus 110%.
BARRIERE ARCHITETTONICHE
Una delle volontà della committenza era quella dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Pertanto, si sono studiati nuovi vani ascensori in calcestruzzo armato, opportunamente distribuiti attorno al perimetro dell’edificio. Questi, oltre a fornire il servizio automatizzato di elevazione al piano erano dei veri e propri vani di controventamento in grado di resistere alle azioni sismiche. Però, ai fini del raggiungimento dell’adeguamento sismico richiesto, questi nuclei non erano sufficienti a resistere appieno alle azioni sismiche, pertanto, si è deciso di intervenire con l’introduzione di pareti in calcestruzzo armato Argisol posizionate in modo strategico nelle direzioni principali del fabbricato.
DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE
Il sistema Argisol è un sistema di costruzione modulare, costituito da una serie completa di blocchi cassero preassemblati con i quali si realizzano pareti portanti in calcestruzzo armato gettato in opera, termicamente isolate e pronte per la finitura finale. A completamento del sistema, i pannelli Termosolaio permettono di realizzare solai in calcestruzzo armato di interpiano, di copertura o di fondazione preisolati nella struttura stessa e accessoriati per la predisposizione con finitura in cartongesso. I pannelli Termosolaio vengono consegnati a misura e sono facilmente movimentabili a mano. Una volta posati, grazie alla loro autoportanza sono subito pedonabili in tutta sicurezza. La leggerezza del solaio a maturazione ultimata è circa il 25-30% in meno rispetto a un solaio tradizionale e questo lo rende particolarmente adatto alle ristrutturazioni. Il sistema costruttivo Bioisotherm risulta ideale per realizzare edifici di qualsiasi forma e destinazione d’uso con eccellenti prestazioni di sismo-resistenza, privi di dispersioni energetiche grazie al duplice isolamento termico (interno/esterno) in Eps Neopor, orientati alla certificazione nZEB (classe A4, CasaClima Gold), in grado di ottenere opportuni punteggi nei più diffusi protocolli di sostenibilità, grazie al processo
di produzione con metodo BioMass Balance (Bmb) di Basf, in cui le fonti fossili primarie necessarie per la produzione sono interamente sostituite con fonti rinnovabili certificate e sostenibili ovvero biomassa (come rifiuti organici e scarti di produzione). La leggerezza dei vari elementi facilita il lavoro degli addetti e la semplicità di posa non necessita di maestranze particolari. Ciò si traduce in tempi di cantieri più brevi e costi contenuti rispetto a tecnologie tradizionali. Bioisotherm offre un servizio di assistenza alla progettazione, integrata dalla modellazione Bim in modo da restituire al cliente l’elenco completo di tutti gli elementi che arrivano in cantiere e assicurare all’impresa costi certi della fornitura; e assistenza in cantiere all’impresa fin dalle prima fasi.
Il muro che respira UTILE ALL’AMBIENTE
Composto da canapulo, calce aerea, probiotici e acqua, Blocco Ambiente della linea Tecnocanapa offre, in una
La crisi ambientale influisce sui requisiti degli involucri edilizi, tanto che è sempre più frequente l’applicazione alle pareti perimetrali degli edifici di uno strato isolante, meglio conosciuto come cappotto termico, con l’obiettivo di abbassare il fabbisogno energetico dell’edificio e di conseguenza le emissioni inquinanti. Le pareti di un edificio diventano così non solo una protezione dall’esterno, ma dei veri e propri filtri a cui delegare la gestione del calore, dell’umidità e della salubrità dell’aria. Tuttavia, la cattiva traspirabilità dei materiali sintetici e minerali, se associata a
soluzione unica, un’alternativa al binomio muratura e cappotto
una posa scorretta, è causa diversi problemi. Per esempio, la formazione di condense interstiziali, muffe, e un generale discomfort abitativo.
ELEMENTI NATURALI
Composto unicamente da canapulo, calce aerea, probiotici e acqua, Blocco Ambiente della linea Tecnocanapa di Senini offre, in una soluzione unica, un’alternativa al binomio muratura e cappotto. Il canapulo subisce un processo di mineralizzazione da parte della calce, al termine del quale diventa immarcescibile, proprio come un minerale. La consistenza massiva della calce, unita alle proprietà isolanti del canapulo, restituisce un prodotto resistente ma leggero, che mantiene la casa fresca d’estate e calda d’inverno. Oltre alla semplificazione del pacchetto murario e la riduzione delle fasi di posa, per un cantiere veloce, Blocco Ambiente consente il reimpiego degli scarti come isolante sfuso nelle intercapedini o nei sottofondi. Inoltre, la capacità dei biocompositi di canapa e calce di sottrarre fino a 105 chilogrammi di Co2 dall’atmosfera per ogni metro cubo impiegato è confermata da certificato Epd.
PRODOTTI BREVETTATI
Tecnocanapa di Senini è la gamma completa di prodotti brevettati e soluzioni complete per l’involucro in canapa e calce. Azienda specializzata nel settore dei pavimenti, blocchi e cordoli, Senini è da sempre impegnata nello sviluppo di prodotti ecocompatibili. Realizzati con biocompositi di canapa e calce, Blocco Ambiente, Bio Beton Pronto e Bio Beton 500 Venezia sono soluzioni ideali per la nuova costruzione e la ristrutturazione, in grado di massimizzare salubrità, risparmio energetico e comfort abitativo.
Il rinforzo INIZIA ONLINE
L’azienda
di Anna MolentiniEffettuare il corretto dimensionamento di un sistema di rinforzo, soprattutto su edifici esistenti, è spesso un’operazione molto complessa. Per supportare i progettisti in questa fase, Mapei mette a disposizione Mapei Structural Design, un innovativo strumento di calcolo in grado di effettuare verifiche locali di elementi strutturali di edifici esistenti in modo rapido e affidabile. Disponibile gratuitamente sul sito mapei.it e accessibile da pc, tablet o smartphone, senza necessità di installazione, Mapei Structural Design è stato sviluppato in collaborazione con Eucentre, centro d’informatica e ricerca internazionale nel settore dell’ingegneria sismica e strutturale.
MAPEI STRUCTURAL DESIGN
Mapei Structural Design è l’evoluzione più recente del servizio messo a disposizione oltre dieci anni fa da Mapei, a riconferma dell’impegno dell’azienda nel supportare il lavoro di progettisti e professionisti del settore. I calcoli sono basati sulle più recenti normative di riferimento internazionali ed è possibile scegliere la
lingua di utilizzo fra italiano, inglese e spagnolo. Sono inoltre disponibili un manuale, con esempi di calcolo e spiegazioni tecniche, e video tutorial nella pagina dedicata su YouTube.
MODULI
Per accedere a Mapei Structural Design è sufficiente utilizzare le credenziali inserite al momento della registrazione al sito Mapei. Una volta eseguito l’accesso, sarà possibile visualizzare i progetti realizzati o crearne di nuovi scegliendo fra i diversi moduli previsti: elementi in calcestruzzo armato; edifici in muratura; travi e solai in legno; elementi secondari non strutturali. Ciascun modulo è suddiviso in due parti che evidenziano le prestazioni della sezione esistente e quella rinforzata con i sistemi Mapei. In qualsiasi momento è possibile visualizzare le schede tecniche dei materiali e l’help online. Al termine del dimensionamento è possibile salvare il progetto e creare una specifica relazione di calcolo in formato Word, facilmente modificabile, in cui sono esplicitati tutti i passaggi del calcolo.
mette a disposizione dei progettisti un innovativo strumento di calcolo in grado di compiere verifiche locali di elementi strutturali di edifici esistenti in modo rapido e affidabile
Le strutture IN VERSIONE LIGHT
L’azienda presenta Skynet, cassaforma conforme all’Eurocodice per i riempimenti strutturali. Tra le novità anche Nuovo Nautilus Evo, cassero modulare in plastica riciclata per solai alleggeriti
Con 20 anni di esperienza nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e materiali, Geoplast ha all’attivo oltre 40 innovazioni che uniscono sostenibilità e redditività nei progetti di costruzione. Tra queste, un’ampia gamma di prodotti per la realizzazione di vespai, fondazioni ventilate, solai, coperture dei tetti e protezione delle pareti interrate. Tra le più recenti novità dell’azienda di Grantorto (Padova) c’è Nuovo Nautilus Evo, un cassero modulare in plastica riciclata progettato per l’alleggerimento dei solai in calcestruz-
zo armato. Questa soluzione consente di limitare in modo significativo l’utilizzo di calcestruzzo e di ferro, con conseguenti benefici in termini economici e di risposta sismica dell’edificio.
PESI LEGGERI
Con Nuovo Nautilus Evo di Geoplast si possono realizzare impalcati caratterizzati da grandi luci, a intradosso piano, alleggeriti e in grado di sorreggere carichi importanti, con una riduzione di consumo di calcestruzzo e di ferro valutabile fino al 25-30%. Grazie alla sua impilabilità e leggerezza, Nuovo Nautilus Evo occupa poco spazio in cantiere, si movimenta facilmente senza ricorrere a mezzi meccanici di sollevamento ed è semplice e veloce da posare. Tramite il cono centrale l’operatore può monitorare visivamente la distribuzione del calcestruzzo nella fase di getto fino all’effettivo completamento della soletta inferiore, evitando così spiacevoli e onerosi fenomeni di sollevamento degli elementi. L’ufficio Tecnico di Geoplast fornisce, inoltre, il calcolo strutturale del solaio, l’elaborato grafico con schema di posa degli elementi e, ove richiesto, l’assistenza durante la posa.
CONFORME ALL’EUROCODICE
Altra novità in casa Geoplast è Skynet, l’unica cassaforma leggera per i riempimenti strutturali conforme all’Eurocodice. Presentato a febbraio 2023, Skynet è un cassero in plastica riciclata progettato per realizzare riempimenti strutturali in calcestruzzo e compensazioni di quota, evitando di utilizzare materiali come la ghiaia o la terra compattata che, oltre a essere complessivamente instabili, non rispondono ai criteri di sostenibilità ambientale. Una scelta sostenibile, che
consente di realizzare lastre nervate in grado di reggere carichi elevati, sorrette da pilastri strutturali pienamente conformi alle normative dettate dall’Eurocodice (E c2), Ntc 2018 e Aci 213. Intuitivo e semplice da installare, Skynet riduce le tempistiche di costruzione dell’80%. Il prodotto è composto da una griglia di base, da tubi di Ø250 o Ø300 millimetri per il getto di pilastri strutturali, e tubi da Ø125 millimetri che sostengono il cassero superiore per il getto di solette sopraelevate. Skynet è modulare e consente distanze variabili dei pilastri, a seconda delle esigenze del progetto.
Il vetro hi-tech VEDO-NON VEDO
Sembra fantascienza, ma è realtà. La soluzione Saint-Gobain Glass Italia Priva-Lite è un vetro attivo che, grazie all’effetto della corrente elettrica, è in grado di passare immediatamente dallo stato traslucido a quello trasparente, senza alterazioni significative della trasmissione luminosa.
CRISTALLI LIQUIDI
Priva-Lite è un vetro stratificato composto da due lastre extra-chiare con un film a cristalli liquidi L cd inserito tra due fogli di Eva o P vb. In posizione spen-
di Sara GiustiPriva-Lite è una superficie attiva che, grazie all’effetto della corrente elettrica, è in grado di passare immediatamente dallo stato traslucido a quello trasparente
ta (off) i cristalli liquidi non sono allineati: il vetro risulta traslucido e il suo aspetto satinato permette il passaggio della luce senza permettere la visione. In posizione accesa (on) i cristalli liquidi sollecitati dalla corrente si allineano, permettendo al vetro di diventare trasparente all’istante. Queste caratteristiche lo rendono adatto a svariate applicazioni, come pareti interne, porte a battente e scorrevoli, finestre con doppi e tripli vetri, vetrine di edifici commerciali, macchinari e oggetti connessi. Grazie alla sua tecnologia, che permette di valorizzare gli ambienti con la sua impronta hi-tech, è una soluzione per la gestione degli spazi e della privacy a richiesta. È inoltre in grado di rispondere a richieste prestazionali in termini di isolamento termico e acustico, sicurezza, senza tralasciare il basso consumo elettrico richiesto per il cambio di stato, immediato e silenzioso, e una protezione costante contro i raggi Uv.
ANCHE IN VETRATA
Nella sua struttura standard Priva-Lite è composto da un vetro stratificato 55.4 con uno spessore di 12 millimetri. Il vetro può essere temprato, indurito, colorato, serigrafato e curvato. È possibile utiliz -
zarlo all’esterno mettendolo obbligatoriamente in vetrata isolante abbinato alla gamma dei prodotti Saint-Gobain Glass: a isolamento termico rinforzato Planitherm, a controllo solare Cool-Lite, per la sicurezza Stadip Protect, per il comfort acustico Stadip Silence. Priva-Lite può essere intelaiato sui quattro lati o fissato su due lati, e affiancato sugli altri due, per avere un effetto continuo e liscio nelle pareti interne. Secondo la dimensione del pannello di vetro, gli elettrodi possono essere posizionati in alto, in basso o ai lati con la sola uscita di un cavo al centro dalla parte degli elettrodi.
La narrativa DEL CAMBIAMENTO
Autori come Vassalli e Franzen
hanno tradotto in letteratura
il dramma del climate change.
Così anche l’involucro deve fare
i conti con l’intero ciclo d’uso
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Cappotto a secco NEL RESIDENZIALE
La riqualificazione dei condomini rappresenta un importante passo per la transizione energetica, soprattutto per quelli più datati e inefficienti. Come quelli che compongono il complesso residenziale delle Torri di Villazzano Tre e Madonna Bianca, a Sud di Trento, composto da 14 edifici da 52 alloggi ciascuno, sorti a metà degli anni Settanta per mettere un freno all’emergenza abitativa. Inserito all’interno del Progetto Stardust del 2018, nell’ambito del Programma Horizon 2020, l’intervento di riqualificazione prevede un investimento di oltre 10 milioni di euro e punta alla riqualificazione degli impianti tecnologici e al risanamento energetico con un passaggio dalla classe energetica E alla classe A3, sfruttando anche le opportunità offerte dal sismabonus e dal superbonus.
OFF-SITE
di Anna MolentiniDopo che l’impresa Collini Lavori di Trento si è aggiudicata l’appalto, l’intervento di riqualificazione è partito
Il sistema di facciata AddCross assicura elevate performance in termini di isolamento termico.
E preassemblando tutti gli elementi presso filiere di lavorazione certificate si accelera il montaggio
dalla Torre 8 del complesso Madonna Bianca, un condominio di 13 piani per il quale è stato scelto il sistema di facciata AddCross di Isopan, il primo cappotto a secco assemblato con tecnologia completamente off-site negli stabilimenti dell’azienda a Trevenzuolo (Verona). Il cuore prestazionale del sistema è costituito dal pannello sandwich Isopan, il cui nucleo isolante assicura elevate performance in termini di isolamento termico. Grazie all’uso di materiali coibenti e rivestimenti metallici, garantisce prestazioni inalterate nel tempo. Per il prospetto est della Torre è stata impiegata la finitura Naked con lamiera preverniciata Concrete effetto cemento, mentre per i prospetti nord e sud è stata scelta una finitura esterna in grès porcellanato. Selezionate all’interno di un’ampia gamma, le due finiture hanno permesso di garantire il più alto grado di somiglianza con il rivesti-
mento originale, come richiesto ai progettisti in quanto l’intervento è sottoposto a vincolo paesaggistico. La fine del cantiere è prevista per questa primavera.
TECNOLOGIA ADDCROSS
Grazie alla tecnologia off-site AddCross di Isopan le operazioni di intervento in cantiere sono ridotte al minimo a garanzia della qualità e velocità di realizzazione. Preassemblando tutti gli elementi presso filiere di lavorazione certificate, è infatti possibile offrire maggiore precisione di applicazione e tempi certi di installazione. AddCross è inoltre facile da applicare, in qualsiasi condizione atmosferica e su qualsiasi tipologia di struttura portante. L’installazione avviene con ponteggi mobili, riducendo il disagio per chi abita l’edificio. Il ridotto spessore del sistema, grazie soprattutto alla tecnologia Leaf del pannello Isopan, non solo consente di ottenere trasmittanze termiche fino al 20% inferiori rispetto a un prodotto standard, ma conferisce elevata leggerezza, requisito fondamentale per non gravare sulle strutture portanti esistenti. Inoltre, lo spessore contenuto del pacchetto coibente permette di non penalizzare l’illuminazione degli appartamenti. La vasta gamma di rivestimenti consente di far fronte a qualsiasi esigenza prestazionale, estetica o progettuale, per la massima flessibilità architettonica.
LA SCHEDA
Progetto: Torre 8 Madonna Bianca
Luogo: Trento
Intervento: riqualificazione energetica e sisimica
Sistema di facciata: AddCross Isopan
Fornitura: 2000 metri quadrati
Innovazione IN FACCIATA
piterak® slim
piterak® slim is a large size terracotta rainscreen cladding with overlapping horizontal joints. it is installed clips fixed on vertical profiles. Used with the V-clip® system, it is officially approved for vertical installation. piterak® slim is tough, rated Q4 for impact resistance and versatile with large range of colours standards glazed and custom possibilities.
di Sara GiustiFrom 20 to 60 cm height and up to 180 cm length, piterak lim expands to offer a great modularity and improve terracotta façade potential.
Piterak è un sistema di chiusura verticale opaca in cui una lama d’aria interrompe la continuità fisica tra il rivestimento e gli strati della parete stessa. Interamente montato a secco
Tradizionale per definizione, il laterizio è capace anche di rinnovarsi ed evolversi, restando sempre al passo con le moderne esigenze dell’architettura e delle costruzioni. Un esempio è Piterak, il sistema di facciata ventilata proposto da Terreal Italia proposto in due spessori differenti: 30 e 18 millimetri, rispettivamente per la versione Slim e XS.
QUALITÀ ESTETICHE
general infoRmAtion
tipo di produzione, in impianti che sfruttano le più moderne tecnologie.
DUE SPESSORI
• Panels installed with clips on a metal vertical framework fixed to the wall
• the vertical uprights are aligned with the open joints. their shape drains rainwater in order to protect both the wall and the insulation
• very simple to replace one broken panel
• Air gap for ventilation minimum 20mm
• vertical joints : 10 to 20 mm
• 45° mitre available from factory
Piterak è un sistema di chiusura verticale opaca in cui una lama d’aria interrompe la continuità fisica tra il rivestimento e gli strati della parete stessa. Il sistema, interamente montato a secco, è costituito da un rivestimento di facciata in elementi di cotto realizzati per estrusione, dotati di elevate qualità estetiche, acustiche e termiche, e messi in opera tramite dispositivi di sospensione e fissaggio meccanico appositamente progettati. I giunti orizzontali chiusi sono sovrapposti per una migliore impermeabilità alla pioggia, mentre il peso ridotto e gli spessori rendono il sistema idoneo per interventi di riqualificazione energetica in edifici esistenti, garantendo alte prestazioni dal punto di vista del risparmio energetico, della qualità estetica e della durabilità della facciata. Gli elementi sono realizzati a partire da particolari argille selezionate per questo
Dal design elegante e contemporaneo, Piterak Slim arriva fino a 600x1800 millimetri, con peso e spessore ridotti: 30 millimetri per 48 chilogrammi al metro quadrato. Il sistema consente un’ottima schermatura alla pioggia, resistenze all’urto e al vento (sollecitazioni a flessione) ed è disponibile con particolari finiture superficiali, quali rigata, scanalata e bocciardata e smaltata. Piterak XS è la versione di medio formato: ogni modulo misura fino a 400x1500 millimetri, con uno spessore ridotto di 18 millimetri e un peso di 30 chilogrammi al metro quadrato. Leggero e facile da installare, è idoneo su grandi superfici ed è disponibile con finitura smaltata, liscia e rigata.
Un solo blocco TRE SOLUZIONI
Specializzata nella produzione di blocchi cassero e solai in legno cemento, Isotex presenta il nuovo blocco Isotex Air, che consente in un’unica operazione di posa, semplice e veloce, di realizzare struttura antisismica, isolata termicamente con «cappotto protetto» con parete ventilata integrata, ottimizzando tempi e costi di cantiere. Ne parliamo con Loris Chinello, Amministratore dell’azienda.
Domanda. Quali sono i vantaggi del sistema costruttivo Isotex?
Risposta. Il sistema costruttivo Isotex, con blocchi e solai in legno cemento, rappresenta l’alternativa più utilizzata rispetto ai sistemi tradizionali. Per la realizzazione di tutti i prodotti sono utilizzate materie prime di qualità, come legno di abete non trattato e 100% riciclato, cemento Portland puro al 99%, ossido di ferro. Privi di additivi e sostanze chimiche, i nostri prodotti sono certificati per la bioedilizia e sono un punto di riferimento per chi costruisce edifici e case ecosostenibili e in accordo con le nuove normative di costruzione. Grazie alla facilità di impiego, alle caratteristiche tecniche, al comfort abitativo e ai costi competitivi, Isotex trova un grande riscontro da parte di tecnici, costruttori e acquirenti.
D. Quando è nata l’azienda?
R. Il blocco Isotex è nato in Germania nel 1946 ed è presente in Italia dal 1985. Isotex in Europa ha realizzato più di 400 mila abitazioni ecosostenibili e antisismiche. Oggi l’azienda conta su uno staff di un centinaio di persone tra dipendenti e agenti, che coprono capillarmente tutto il territorio nazionale e internazionale. Gli impianti di produzione completamente automatizzati e collaudati, garantiscono qualità e quantità costanti. L’azienda si è contraddistinta negli anni per ricerca, innovazione e qualità dei prodotti, diventando la maggiore realtà europea nel settore della produzione di blocchi cassero e solai in legno cemento.
di Sara GiustiD. Di recente avete presentato un nuovo prodotto,
Isotex Air consente in un’unica operazione di posa di realizzare una struttura portante con isolamento a cappotto protetto e parete ventilata, riducendo tempi e costi di cantiere
Da sinistra, Loris ed Eros Chinello, titolari di Isotex. A destra, vista assonometrica parete con Blocco ventilato Isotex Air. Sotto, vista in pianta
Isotex Air: di che cosa si tratta e perché avete deciso di realizzarlo?
R. In diverse occasioni ci siamo accorti che il sistema tradizionale di parete ventilata presentava alcuni ostacoli o limiti di realizzazione, perché tecnologicamente complessa e laboriosa da posare. Inoltre necessita di manodopera specializzata e di molto coordinamento delle attività di cantiere, facendo lievitare i costi di realizzazione finali. Per questi motivi abbiamo voluto ovviare a queste problematiche creando un prodotto innovativo e unico nel suo genere come il blocco ventilato Isotex Air. La geometria del blocco cassero in legno cemento Isotex standard è stata ripensata con lo scopo di ricavare al suo interno una parete ventilata, ovviamente sul lato rivolto verso l’esterno dell’edificio. Attraverso la posa in opera del nuovo blocco in legno cemento Isotex Air si configura, con una sola operazio-
ESTERNO
INTERNO
INTONACO ESTERNO
CANALI DI VENTILAZIONE
INSERTO ISOLANTE IN EPS CON GRAFITE ECOSOSTENIBILE
ARMATURA VERTICALE
GETTO IN CALCESTRUZZO
ARMATURA ORIZZONTALE ISOTEX AIR: BLOCCO CASSERO IN LEGNO CEMENTO PER PARETE VENTILATA
INTONACO INTERNO
ne semplice e veloce, la realizzazione di un triplice intervento: struttura con parete estesa debolmente armata gettata all’interno di blocchi cassero in legno cemento Isotex, l’isolamento termico con «cappotto protetto» in grafite Neopor Bmbcert di Basf e parete ventilata integrata nella geometria del blocco cassero in legno cemento.
D. Quali sono i vantaggi del nuovo blocco con parete
ventilata integrata Isotex Air?
R. La parete ventilata è parte integrante del blocco cassero in legno cemento Isotex. Pertanto, la tradizionale complessità stratigrafica e tecnologica dei sistemi tradizionali utilizzati per realizzare questo tipo di interventi è superata. Questo perché con un unico blocco cassero, e quindi con una sola operazione di posa semplice e veloce, si ottiene la realizzazione di struttura, isolamento termico e parete ventilata. I costi di realizzazione sono significativamente più contenuti, sia per una diminuzione nella fornitura del materiale sia per la riduzione delle tempistiche di cantiere, anche perché non è richiesto l’intervento di manodopera specializzata. Grazie alla parete ventilata inclusa nella conformazione del blocco si migliora notevolmente il funzionamento estivo della facciata. Inoltre, come la tradizionale gamma blocchi Isotex, anche il blocco Isotex Air presenta un’apposita sottogamma di pezzi speciali (blocco spalla, angolo, pass, correa) finalizzata all’eliminazione dei potenziali ponti termici, scongiurati anche grazie all’eliminazione delle tipiche connessioni e giunzioni di una tradizionale parete ventilata. Nel caso dell’innovazione proposta da Isotex, infatti, connettori e perni non sono presenti.
D. Ci sono altri vantaggi?
R. Sì, per esempio, le prestazioni antincendio. Una parete non intonacata in blocchi cassero Isotex con isolante è classificata R ei 120. I blocchi con isolante hanno classe di reazione al fuoco B-s1,d0 e hanno superato brillantemente la prova francese su grande scala Lepir 2, che valuta il comportamento al fuoco di facciata degli edifici. Inoltre, il prodotto vanta eccellenti prestazioni
di resistenza meccanica, comprovata dai risultati di prova a trazione (prova allo strappo).
D. Questi vantaggi tecnici come si traducono per l’utilizzatore finale?
R. L’inserto isolante continuo e sempre protetto all’interno del blocco cassero in legno cemento, unito ai vantaggi della ventilazione, consente di attenuare notevolmente la temperatura superficiale esterna nel periodo estivo e mantenere costante la temperatura all’interno dell’abitazione, garantendo una riduzione dei costi di energia per il raffrescamento e una diminuzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Inoltre la superficie esterna del blocco in legno cemento favorisce un ottimo aggrappo e tenuta per intonaci e collanti, permettendo grande libertà nella scelta del tipo di finitura, come mattoncini a vista, piastrelle o pietra.
D. Avete già progetti in previsione con la nuova soluzione Isotex Air?
R. Sì certamente. Il nuovo blocco cassero Isotex Air con parete ventilata integrata, con nostro grande piacere, è stato capito immediatamente in tutti i suoi vantaggi e ad aprile 2023 siamo già in partenza con un interessante progetto nella provincia di Venezia costituito da sei edifici di quattro piani per un totale di 50 abitazioni.
D. Come si sta muovendo Isotex per affrontare il cambiamento climatico e l’economia circolare?
R. Economia circolare, architettura sostenibile ed ecologia fanno parte del Dna della nostra azienda. Fin dal 1985 abbiamo sviluppato un sistema costruttivo che si basa su materie prime naturali, di qualità e con un basso impatto ecologico. Gli edifici realizzati con il sistema costruttivo Isotex sono efficienti dal punto di vista energetico e possono raggiungere alte classificazioni come A4 e nZeb contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 e assicurando un eccellente comfort abitativo. Siamo accreditati presso Anab/Icea (Associazione Nazionale Bioedilizia), abbiamo ottenuto la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (Epd), certificando l’intera gamma dei nostri prodotti. Tutta la nostra produzione si basa sull’utilizzo di legno di abete 100% di recupero e utilizza processi industriali in grado di limitare notevolmente le emissioni in atmosfera. Eventuali prodotti difettosi e scarti di fresatura vengono inoltre poi macinati e reinseriti nel processo produttivo, senza immettere alcun rifiuto nell’ambiente. Il nostro impianto fotovoltaico riduce di circa il 40% il nostro fabbisogno di energia elettrica.
D. Sul fronte della sostenibilità si inserisce anche la nuova gamma di blocchi con isolante Isotex Total Green 100% riciclato: quali sono le caratteristiche?
R. La nuova gamma di blocchi cassero in legno cemento di Isotex hanno isolante ecosostenibile 100% riciclato made of Neopor Bmbcert di Basf. Questo permette di sostituire completamente l’impiego di
fonti fossili primarie con fonti rinnovabili certificate e sostenibili, ovvero biomassa (scarti o rifiuti organici), riducendo le emissioni di CO2 del 42% rispetto al Neopor tradizionale. La nuova gamma blocchi ecosostenibile ha ottenuto la certificazione ReMade In Italy con etichetta in Classe A+. Aver ottenuto questa certificazione significa inserirsi a pieno titolo nell’economia circolare, immettendo sul mercato edile prodotti affidabili, sostenibili, tracciabili e innovativi. Questa novità è stata presentata al Klimahouse 2023, dove Isotex è stata presente.
D. Ci sono altre novità che avete deciso di presentare a Bolzano?
R. Sì, le nuove certificazioni Eurofins per i blocchi e solai in legno cemento Isotex, che sono rientrati nella categoria a bassissima emissione di Voc (Composti Organici Volatili), rispettando i più severi standard europei e internazionali. Il legno cemento Isotex è stato classificato Indoor Air Comfort Gold e il legno cemento con isolante Neopor Bmbcert di Basf è stato classificato Indoor Air Comfort, ottenendo in aggiunta il rispetto dei protocolli ambientali Leed e Breeam. Inoltre, abbiamo presentato i risultati del nuovo test Lepir 2 per il comportamento al fuoco di facciata realizzato presso il rinomato laboratorio specializzato Efectis in Francia. Il test è stato effettuato su una parete con spessore di 44 centimetri costruita con blocchi cassero Isotex con all’interno 23 centimetri di isolante Eps grafite Neopor. I risultati ottenuti dalla prova sono stati eccellenti, sia come comportamento al fuoco che come mancata emissione di gas tossici nocivi alla salute umana. Chi utilizzerà il sistema costruttivo in legno cemento Isotex è perfettamente in regola con la cogente normativa sul comportamento al fuoco di facciata, e chi acquisterà queste abitazioni avrà fatto un ottimo investimento proiettato nel tempo, in ottica di sicurezza, sostenibilità e di comfort abitativo.
Carta d’identità IN SUPERFICIE
Core business di Bf, azienda di Borgo Chiese (Trento), la facciata ventilata è una soluzione per il rivestimento degli edifici, che consente la maggiore libertà d’espressione sotto il profilo estetico, oltre a offrire molteplici vantaggi dal punto di vista dell’isolamento, grazie alla naturale circolazione dell’aria tra le pareti e i pannelli applicati, e della protezione dagli agenti atmosferici. Proprio per questo è stata la soluzione scelta da Bm Group, azienda industriale italiana fondata nel 1993 in Valle del Chiese (Trento) e pioniera nei campi dell’innovazione tecnologica per l’industria e degli impianti energetici da fonti rinnovabili. Il gruppo ha deciso di realizzare un nuovo stabilimento dove convogliare tutti i reparti dell’azienda, compresa la software house Soft-Technologies.
IL PERCORSO
di Anna Molentini«In pochi anni siamo passati da essere un’azienda locale
Per il suo headquarters in Valle del Chiese (Trento) BM Group ha scelto una facciata ventilata composta da pannelli in Hpl tinta pietra che riflettesse la filosofia dell’azienda
a essere un gruppo di aziende con competenze diverse ma complementari. A un certo punto ci siamo trovati ad avere due sedi poco distanti una dall’altra. Così, poco più di un anno fa, insieme agli altri soci, abbiamo deciso di realizzare un nuovo stabilimento», spiega Alex Bottini, Cso Energy and Board Member Bm Group. «Abbiamo quindi chiesto alla Provincia di Trento di riconvertire una grande area in disuso di sua proprietà situata, sempre a Borgo Chiese. Definito l’accordo, sono iniziati i lavori e, su un totale di 30 mila metri quadrati di superficie, 10 mila sono occupati da uffici, officina, magazzino, sale meeting e formazione. Eravamo consapevoli che l’incremento della capacità produttiva di Bm Group avrebbe avuto un impatto positivo sui processi produttivi, sulla logistica e sulla collaborazione con i fornitori. Oggi il nostro stabilimento è completamente green e plastic free». Anche la scelta di Bf come fornitore è avvenuta a chilometro zero. «La Valle del Chiese, così come il Trentino, ospitano numerosi casi di eccellenza che uniscono i punti di forza dell’artigianalità tradizionale allo spirito innovatore. Bf è un esempio concreto. Nel momento in cui la qualità a cui noi aspiriamo è disponibile sul territorio, la scelta del fornitore è stata semplice», conferma Bottini.
PASSIONE E INNOVAZIONE
La richiesta del committente è stata quella di esprimere l’identità aziendale, fatta di passione, innovazione, determinazione, futuro, attraverso il colore, le forme e i materiali della nuova sede. Per questo progetto Bf ha optato per pannelli in Hpl tinta pietra da 3600x1300 millimetri, posati in verticale con giunte sfalsate, poiché la quota superiore della facciata non era orizzontale, ma inclinata, come anche la parte laterale. All’interno della facciata sono state inseriti profili in alluminio, dove sono stati applicati dei led colorati. Il capannone, dotato di un’altezza di 7 metri, ha visto la creazione di una struttura con profili e staffe di varie dimensioni, per ottenere l’inclinazione e alzare la facciata fino a 9 metri. Per dare ulteriore movimento sono stati creati dei portali utilizzando una barraccatura in alluminio rivestita con pannelli di colore rosso.
DESIGN ESCLUSIVO
Oltre all’Hpl, l’azienda trentina Bf utilizza per i suoi progetti anche legno e vetro, da soli o abbinati tra di loro, per creare un design esclusivo. Lo staff dell’azienda collabora con architetti e progettisti con soluzioni su misura di ogni progetto, puntando sempre sull’individualità e coniugando rigore e creatività italiana. Funzione, armonia estetica e posa professionale caratterizzano le realizzazioni Bf, sempre curate nel dettaglio e attente alla qualità del prodotto. Oltre alle facciate ventilate, l’azienda propone varie soluzioni per esterni, adatte a tutte le esigenze:
assenza di manutenzione, privacy, legno tradizionale o trasparenza del vetro per viste mozzafiato. Ed è proprio grazie all’esperienza ventennale nei parapetti che Bf ha creato un montante in alluminio certificato per la spinta di 200 chilogrammi nel rispetto delle normative vigenti.
La facciata di B m Group prima e durante i lavori. Sotto, la facciata completata
Sistemi e materiali SU DOPPIO BINARIO
Le strategie progettuali per prevenire danni causati dal fuoco possono essere attive (azioni dirette) o passive (di contenimento delle fiamme). Ecco le regole
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Camera con vista SULLA SICUREZZA
L’Hotel Radisson, che ha preso il posto nel palazzo Liberty del Touring Club a Milano, ha adottato le porte tagliafuoco New Idra, dotate di un maniglione no panic
Palazzo Bertarelli, una delle più belle espressioni del tardo Liberty a Milano e sede storica del Touring Club Italiano è stato restaurato nel 2021 dallo studio Marco Piva. L’edificio ospita oggi il nuovo Radisson Collection Hotel, meta milanese del turismo di lusso. Il progetto dello studio Piva ha riportato l’imponente edificio costruito nel 1915 alla sua bellezza originaria, con spazi che permettono un viaggio culturale tra passato e futuro. Senza trascurare l’aspetto della sicurezza: le 89 stanze del nuovo hotel sono state dotate di porte Dierre. La ragione della scelta sta nel lavoro di personalizzazione di porte tagliafuoco, multifunzione e interne, costruite su misura per uniformarsi allo stile del progetto architettonico dell’hotel a cinque stelle.
TOTAL BLACK
La trasformazione l’edificio non ha perso i riferimenti al mondo Touring come il recupero della straordinaria libreria storica e dell’agenzia di viaggio, due punti di riferimento per i viaggiatori italiani. Stanze e spazi comuni sono stati protetti da porte tagliafuoco in acciaio New Idra (EI2 60/90) in versione total black e dotate di un originale maniglione antipanico no panic argento, progettate dal brand tutto italiano fondato da Vincenzo De Robertis. Cerniere a scomparsa e chiudiporta nascosto contribuiscono a sottolineare lo stile delle finiture originali pensate per l’hotel. Progettate per adattarsi a ogni spazio, le porte adottano un sistema costruttivo che ne facilita la posa. Tra le caratteristiche in evidenza le guarnizioni tagliafuoco collocate direttamente all’interno del telaio, per garantire una migliore tenuta e una piena efficienza anche dopo numerosi cicli di apertura dell’anta.
RACCOMANDATO DA MAIA
La porta tagliafuoco New Idra è stata anche la prima a ottenere il contrassegno Raccomandato da Maia, la certificazione creata dall’associazione che riunisce manutentori, installatori e assemblatori del settore antincendio. Proteggere dal rumore (oltre che dal fuoco) è compito delle porte tagliafuoco in legno Opera Disuper, che possono raggiungere un valore di isolamento acustico fino a 47dB. Collocate all’ingresso di ogni stanza, le porte Dierre hanno un Ud (trasmittanza termica) di 1,1 W/m2K e nella versione Opera Disuper60, in grado cioè di resistere per un’ora all’attacco delle fiamme. Le porte Opera sono anche le prime a norma Uni 1634 con certificato per il montaggio su pareti in cartongesso antifuoco, oltre che sui laterizi. Per il Radisson Collection Hotel Dierre ha fornito sopraporta e inserti speciali e installato cerniere a scomparsa che mettono in evidenza la lavorazione
dell’anta. Funzionalità, prestazioni tecniche e attenzione all’estetica caratterizzano anche tutte le altre soluzioni prodotte su misura dall’azienda. Come le porte dei bagni, con la perfetta complanarità tra anta e coprifilo è garantita dal nuovo telaio rasé, porte speciali a specchio, le porte multiuso Multipla e i portoni tagliafuoco scorrevoli Rolling nei garage.
Scudo al fuoco IN MILLIMETRI
Elevate performance di isolamento termico e incombustibilità si sposano con Vacunenaex, la soluzione innovativa e ad alto contenuto tecnologico di Bifire, azienda di Desio (Monza Brianza) specializzata in prodotti per l’isolamento termico e per la protezione al fuoco in edilizia, industria e marina. Ne parliamo con il responsabile tecnico Mauro Ravelli.
Domanda. Bifire propone pannelli isolanti: quanto sono resistenti al fuoco?
Risposta. È più corretto parlare di reazione al fuoco. I nostri pannelli isolanti hanno una reazione al fuoco A1, sono cioè incombustibili e non contribuiscono in nessun modo all’incendio.
D. Come sono composti?
R. Il nostro pannello isolante principale è il Vacunanex, composto da polveri micronizzate a base di ossido di silice, pressate e poi imbustate sottovuoto. Sulle due facce principali il pannello è protetto da una lastra in cemento da 3 millimetri. Vacunanex è disponibile in tre versioni, a seconda del tipo di applicazione: cappotto, Roof e Bs.
D. È una soluzione certificata?
R. Assolutamente sì, abbiamo certificazioni a livello di reazione al fuoco, di isolamento termico e di resistenza alla compressione. In più, vantiamo certificazioni per il contenuto di riciclato e per diverse resistenze meccaniche, come quella allo strappo e al taglio.
D. Possiamo citare le certificazioni più importanti?
Le sorprendenti caratteristiche del pannello isolante Vacunanex, composto da polveri micronizzate a base di ossido di silice pressate e poi imbustate sottovuoto. Ed è certificato
R. La certificazione più importante è la conducibilità termica dichiarata secondo la norma En10456 del 2008 con l’ottimo risultato di 0,004 W/mK. La seconda certificazione è quella della reazione al fuoco ottenuta secondo la En13501, parte 1, e classifica il prodotto in classe A1 secondo le norme europee. Per concludere, il pacchetto di certificazioni fondamentali per la vendita del prodotto comprende quella relativa ai Cam attraverso il protocollo Remade in Italy.
D. Qual è la caratteristica più vantaggiosa del vostro prodotto?
R. Oltre alle performance di isolamento, la caratteristica principale del sistema è l’enorme risparmio in termini di spessore. Vacunanex diventa vincente nel momento in cui non si ha spazio da offrire al sistema di isolamento, poiché si riesce ad ottenere lo stesso potere isolante con un decimo dello spessore.
D. Ci sono altre caratteristiche che differiscono dalle soluzioni presenti sul mercato?
R. Rispetto a una porzione di concorrenza, l’incombustibilità è un altro fattore importante. L’introduzione della nuova regola tecnica verticale 13 impone in alcuni casi l’obbligo di installare pannelli incombustibili, mentre in altre situazioni è solo consigliato. Un pannello come Vacunanex va bene ovunque, proprio perché incombustibile, quindi agevola di molto la progettazione.
D. Quindi, riassumendo, quali sono i plus della soluzione?
R. Basso spessore, incombustibilità, altissimo potere isolante e poi, ultimo ma non meno importante, la robustezza. Un pannello realizzato con altri materiali è
comprimibile e può rovinarsi facilmente a seguito di un urto o un impatto accidentale. Vacunanex no: il pannello non si rovina, non si comprime, non si sfonda e resiste agli impatti.
D. Come si installa questo prodotto?
R. Nella versione cappotto Vacunanex si installa con semplice incollaggio senza tassellatura: essendo sottovuoto, con la tassellatura si andrebbe a bucare il materiale e quindi a perdere parte della prestazione isolante. Il pannello è poi rivestito con una rasatura armata. Sia la colla sia il rasante sono forniti da Bifire, in modo da offrire un pacchetto completo. Nella versione Roof, che prevede l’installazione dell’isolante in copertura, Vacunanex è applicato in semplice appoggio sulla copertura. Se la copertura è inclinata, è utilizzata una colla poliuretanica per fissare i pannelli ed evitare che scivolino verso il basso. Infine, viene tutto ricoperto da una guaina, sfiammata direttamente sui pannelli. L’ultima versione del pannello è il Bs, usato principalmente sotto massetto. Sulla soletta è posato il pannello: non serve incollarlo, basta giuntare con l’apposito nastro un pannello con l’altro e poi gettare il massetto. Dopodiché si completa la stratigrafia con un sistema di riscaldamento a pavimento o direttamente con il rivestimento scelto.
D. Il pannello ha misure standard o è possibile adattarlo a superfici diverse?
R. Per la versione a cappotto e la versione Roof, disponiamo di quattro misure standard, dalla più grande (1000x600 millimetri) alla più piccola (100x200 millimetri), quindi bisogna gestire le varie dimensioni per riempire tutta la superfice da isolare. Per la versione Bs,
invece, chiediamo al progettista di inviarci un rilevo della superficie da rivestire e procediamo realizzando pannelli a misura.
D. Ci sono particolari aspetti da curare in cantiere?
R. Niente di particolare se non evitare la tassellatura in caso di cappotto e pulire bene le superfici di appoggio del pannello nelle due altre applicazioni. Se la superficie risultasse sporca di detriti o macerie, si rischia di rovinare o tagliare il pannello.
D. Gli studi di progettazione conoscono la vostra soluzione?
R. Molti sì, altrettanti meno. Riceviamo tante telefonate di progettisti interessati al prodotto. Abbiamo fatto tanta attività di comunicazione e il superbonus ci ha aiutato sicuramente, però c’è ancora tanto da fare.
D. Fornite un servizio di consulenza alle imprese?
R. Sì, sia telefonico che in loco, con sopralluoghi. La nostra disponibilità è sempre totale.
D. Quali sono i principali quesiti che vi pongono i progettisti quando chiedono il vostro supporto tecnico?
R. Per quanto riguarda il settore dell’isolamento c’è tanta curiosità sul fatto che la soluzione sia sottovuoto. C’è anche un po’ di scetticismo iniziale sul valore lambda così basso, poiché 4 milliwatt è un traguardo davvero irraggiungibile per qualsiasi altra tecnologia. Ma parlano le certificazioni: per norma e per scelta aziendale qualsiasi dato in scheda tecnica è certificato in laboratorio. La politica Bifire è quella di certificare ogni dato attraverso misurazioni realizzate presso laboratori terzi: questo ci dà una credibilità che toglie ogni dubbio.
D. Riguardo alla sostenibilità, come si pongono le soluzioni Bifire?
R. Bifire si è già mossa, e si sta muovendo per i prodotti più recenti, per ottenere le varie certificazioni Epd; ogni prodotto è inoltrecoperto da una certificazione sull’emissioni di Voc. L’attenzione verso la sostenibilità dei prodotti è molto alta, e andrà sempre implementata: l’argomento è di prim’ordine, soprattutto nel settore dei materiali isolanti.
D. Riguardo alle norme antincendio, in Italia c’è necessità di modificare le regole?
R. In Italia siamo già a un ottimo livello, soprattutto se guardiamo ad altri paesi in Europa, ma anche oltreoceano. Andrebbe forse data più importanza alla reazione al fuoco dei materiali: disporre di elementi che non partecipano all’incendio in luoghi strategici è decisamente un vantaggio.
D. I vostri pannelli possono essere considerati parte della prevenzione incendi?
R. Sì, soprattutto per il fatto che sono incombustibili e quindi non aggravano la situazione nel progetto di prevenzione incendi apportando nuovo materiale combustibile.
L'ARCHITETTO DIGITALE
IL FUTURO PARAMETRICO
Tra le molte novità introdotte dalla tecnologia digitale nel campo dell’architettura bisogna annoverare i sistemi di gestione parametrica di una morfologia. A differenza della tradizionale staticità formale, un progetto spesso era pensato grazie e schemi geometrici relativamente semplici, dai quali si passava a una
definizione di dettaglio che ne permettevano la costruibilità, nel caso di un’architettura prodotta con sistemi computazionali la configurazione non è univoca, ma può mutare in continuazione.
Vero è che da sempre il progetto nasce grazie a variazioni multiple di idee, che attraverso un lento procedere cercano di farsi strada verso la soluzione finale. La novità, però, sta nel fatto che mentre in passato il cambiamento richiedeva continui ridisegni delle singole parti, basti pensare alla stratificazione delle molte varianti presenti nei disegni di Carlo Scarpa, solo per fare un esempio, la tecnologia parametrica tiene conto delle modifiche e aggiorna in continuazione il database, in modo che i dettagli soddisfino il cambiamento che di volta in volta si propone. In realtà già gli ordini architettonici, costruiti sul modulo del diametro del fusto della colonna, prevedevano tale possibilità. E non è un caso che Andrea Palladio abbia trasferito al corpo di fabbrica la modularità che aveva ben compreso nell’analisi della colonna. Le sue ville, tutte basate su di uno schema abbastanza rigoroso, composto da corpo centrale, barchesse laterali, timpano e ordini architettonici a indicarne l’ingresso, hanno un’articolazione degli spazi interni che, come bene ha compreso Rudolf Wittkower nel saggio sull’architettura del vicentino nel suo libro Principi architettonici nell’età dell’umanesimo (prima edizione 1949), ha costituito un caso esemplare di architettura parametrica ante litteram, basata appunto sulla variazione sintattica di elementi costanti.
Variazioni formali
Indubbiamente oggi le variazioni sono soprattutto formali, per cui il controllo geometrico di forme complesse può essere disposto grazie alla variazione numerica di alcuni fattori che regolano la geometria. Il caso dell’edificio per abitazioni Turning Torso, realizzato da Santiago Calatrava nel 2005 a Malmö, in Svezia, è abbastanza singolare perché prevede la torsione ricorsiva di una pianta per un’altezza di circa 190 metri. Tutti gli elementi, quali aperture, solai, sono inseriti nel processo parametrico di controllo generale, così da adattarsi alla rotazione complessiva del corpo di fabbrica. Una volta costruito uno schema regolare, pertanto, il progettista inserisce tutti i dettagli architettonici, così che, una volta generata la rotazione dell’intero oggetto, le parti si dimensionano automaticamente, adattandosi alla nuova conformazione. È interessante notare, inoltre, che le variazioni parametriche possono essere nidificate una all’interno dell’altra, vale a dire che posso generare infinite modifiche della forma nello spazio tali da essere realizzate tenendo conto della forma algoritmica originata in precedenza e che potrà essere ulteriormente variata da una successiva modifica.
Geometria crescente
Per esempio, possono creare una torsione del mio volume e successivamente una rotazione, ed eventualmente una inclinazione,
ottenendo quindi una geometria a crescente complessità morfologica. Resta inteso che è possibile in ogni istante disattivare alcune deformazioni, in modo da salvaguardare la cronologia dell’intervento formale e ripristinare sempre un particolare stato di avanzamento della mia deformazione.
Le tre torri del quartiere Citylife di Milano rappresentano molto bene questa operazione di trasformazione parametrica: mentre la torre Isozaki è a sviluppo lineare verso l’asse Z (modellazione digitale realizzata grazie a primitive grafiche a estrusione semplice), per il quale l’edificio è chiamato anche Il Dritto, la torre Hadid ha un avvitamento a torsione, simile al Turning Torso di Calatrava già visto, che gli ha fatto attribuire il nome Lo Storto (con l’uso di un twisting algorithm). Infine, vi è la Torre Libeskind, costruita a partire da una curvatura della forma, per la quale viene chiamata Il Curvo (ovvero costruita grazie ad una funzione di tipo bending). In tutti questi casi, l’impiego della metodologia di Building Information Modeling ha garantito proprio quel controllo dei singoli dettagli che ne ha permesso la costruibilità.
Staticità verificata
Non serve aggiungere che parallelamente alla variazione formale, il software integrato riesce a verificare anche la staticità dell’opera, il computo economico dei materiali e della lavorazione e tutte le analisi di ordine energetico che sono ormai un indispensabile strumento per il progettista che usa gli strumenti digitali.
Infine, bisogna tener conto del fatto che, sebbene molti autori abbiano utilizzato i principi di quella che ora viene chiamata l’architettura parametrica, si pensi anche alle ricerche di Frei Otto, Luigi Moretti e Félix Candela, tra i momenti più significativi si deve sottolineare il recente contributo di Patrik Schumacher, per molti anni al fianco proprio di Zaha Hadid e che alla sua ha assunto la direzione dello Studio Zha. Nel suo testo, intitolato Parametricism as style - Parametricist Manifesto, presentato alla 11esima Biennale di Architettura di Venezia del 2008, è definito, anche dal punto di vista teorico, quella che l’autore considera la vera rivoluzione introdotta dalla tecnologia digitale nel campo della generazione morfologica dell’architettura, ulteriormente sviluppata nel successivo saggio apparso nel volume Parametricism 2.0, a cura dello stesso Schumacher (2016), in cui progetti di vari autori sono raccolti assieme a contributi teorici per dare maggiore risalto a questo innovativo metodo di progettazione.
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YB COME SI FA SOLUZIONI & PROGETTI
206 ECLISSE Ristrutturazione smart con tanto design
Design minimal e porta con telaio doc
AFermo, un edificio anni Cinquanta costruito dal nonno, già abitazione dei genitori e degli zii, è diventato anche la casa dell’architetto Francesco Valentini che ne ha ristrutturato il sottotetto all’ultimo piano. L’avvio dei lavori è coinciso con l’inizio della pandemia di covid-19: il conseguente rallentamento imprevisto del cantiere ha dato il tempo per ripensare al progetto iniziale. «Ogni casa deve essere diversa, avere una propria identità, quella di chi ci andrà vivere, non certo quella di chi la progetta. La professione dell’architetto è una piccola responsabilità sociale. Il rapporto fra progettista e committente deve basarsi sull’ascolto. I primi incontri servono a conoscere la persona che dovrà vivere la casa. Lo stesso metodo ho cercato di applicarlo a me stesso in questo progetto. L’architetto diventa uno strumento al servizio del committente e si fa carico dei suoi bisogni ed esigenze. La casa deve far star bene e non essere un luogo di rappresentanza. Il covid in questo senso ha fatto emergere molte lacune nella progettazione delle case e ci ha fatto capire che esistono degli spazi in cui in realtà non stiamo poi così bene», racconta Valentini.
OPEN SPACE
La suddivisione degli spazi prima della ristrutturazione era rigorosa, con ambienti nettamente separati e spazi angusti e poco vivibili. Il progettista è intervenuto abbattendo tutte le pareti che delimitavano le stanze, tranne le due che racchiudevano la camera matrimoniale. In questo ambiente privo di divisioni, il progettista ha concepito lo spazio come una scatola neutra in cui inserire mobili che diventano separatori degli ambienti. Valentini ha disegnato personalmente la maggior parte dei mobili e lavorato con materiali e toni autentici, pietra e legno insieme a pochi colori. Pavimenti, pareti e soffitti appaiono in un’unica tinta: a terra è stato posato un cemento resina grigio caldo molto chiaro, abbinato alla finitura della parete in intonaco a base roccia di Gambassi.
VOLUMI E SOSPENSIONI
I mobili sono stati utilizzati come quinta e hanno colori più forti e caratterizzanti. Un esempio sono le quattro colonne nere della cucina,
Un edificio anni Cinquanta di Fermo è stato ristrutturato con una selezione rigorosa degli spazi direttamente dal committente-architetto. Che ha scelto un ingresso svasato a 40 gradi, che aggiunge un tocco anticonvenzionale
Eclisse 40 Collection: il lato strombato. A destra, il lato filomuro
solitamente allineate e qui, invece, posizionate al centro, accoppiate due a due di schiena, come un parallelepipedo che fluttua nello spazio. Gli altri arredi non toccano terra e appaiono sospesi. Anche il tavolo della cucina è realizzato su disegno dell’architetto, semplice e lineare con una struttura in ferro e un piano rivestito in graniglia di varie pezzature.
ECLISSE 40 COLLECTION
Eclisse 40 Collection, il telaio per porte svasate a 40 gradi, si trova posizionato in entrata. Il lato filomuro è posto all’esterno, mentre quello strombato si affaccia sulla scala interna. Il telaio color tobacco insieme alla maniglia in tinta sono gli unici due elementi in contrapposizione ai colori tenui circostanti. Speciale è anche il punto di osservazione, non convenzionale, dall’alto verso il basso che enfatizza la tridimensionalità della vista. Minimal ed eleganti anche il resto delle porte, scorrevoli esterno muro con sistema a scomparsa prive di maniglia. Tutte le porte sono rivestite con lo stesso intonaco delle pareti, in totale uniformità. I serramenti in alluminio a triplo vetro montano un telaio invisibile dall’esterno che lasciano la percezione tutto vetro. La maniglia 40+1 di questi serramenti è la stessa montata anche su Eclisse 40 Collection.
PROGETTO: ristrutturazione
LUOGO: Fermo
ANNO: 2020
PROGETTISTA: architetto Francesco Valentini
DIMENSIONE: 110 metri quadri
Start-up
di Valentina AnghinoniMeno energia con i gemelli
La società ha l’obiettivo di potenziare i dati relativi agli edifici con una rappresentazione virtuale, utile per operatori immobiliari, progettisti e proprietari
Utwin
Ut win è una start-up nata nel 2020 con un obiettivo molto chiaro: potenziare i dati degli edifici attraverso i gemelli digitali (cioè la rappresentazione virtuale di un’entità fisica), offrendo supporto a proprietari, gestori e operatori immobiliari nell’utilizzo dei dati, in modo più sostenibile e collaborativo. L’utilizzo di gemelli digitali, infatti, consente una maggiore consapevolezza degli immobili, indispensabile per ottenere un parco immobiliare più intelligente, connesso e sostenibile. La piattaforma Ut win è una soluzione centralizzata di gestione dei dati per edifici e infrastrutture, utile per ottenere punteggi per le certificazioni Leed e Breeam e permette di tenere traccia di tutti i dati degli immobili in un’unica interfaccia, per una gestione dell’edificio a 360° durante il suo ciclo di vita.
VERSO IL BIM E OLTRE
Grazie a una profonda esperienza e know-how nel Building Information Modeling (il Bim), punto di partenza per la digitalizzazione degli edifici, e a una solida formazione in ingegneria civile e delle costruzioni, la società ha digitalizzato oltre 1 milione di metri quadrati di immobili e infrastrutture esistenti in tre Paesi (Italia, Spagna ed Emirati Arabi Uniti). Inoltre, grazie alla sua piattaforma di smart building, Ut win contribuisce a fornire maggiore consapevolezza dei consumi, il primo passo per efficientare il consumo energetico. I dati dell’edificio sono misurati e confrontati precisamente con sensori e strumenti Internet of Things che tracciano metriche tra cui carbon footprint, efficienza energetica, qualità e utilizzo dell’acqua, qualità dell’aria interna, utilizzo dello spazio e monitoraggio dell’occupazione. Altri segni particolari di Utwin, che si avvale di un team internazionale in crescita
e con meno di 35 anni, riguardano i lavori per Lavazza, Amazon e Svicom. Ut win ha definito la sua strategia Esg attraverso i tre pilastri chiave sintetizzati dall’acronimo: ambiente, sociale e governance. Gli obiettivi sono strettamente allineati ai target di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
INVESTITORI E PREMI
Recentemente Ut win ha raccolto 400 mila di euro di investimenti per il suo seed round. L’annuncio segue l’attività di rebranding da Strategic Bim a Utwin. Il round di investimento è stato guidato da Cdp Venture Capital, che ha investito in Ut win dopo Techstars, l’acceleratore di startup leader negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi la società è stata supportata anche da Intesa Sanpaolo, il principale istituto bancario italiano, con la vittoria del concorso Esg Climate in Action. «Con questo finanziamento avremo l’opportunità di espandere la nostra presenza internazionale, far crescere la notorietà del marchio e accelerare la nostra pipeline di ricerca e sviluppo», ha commentato Roberto Demarchi, Ceo di Ut win. «Sono entusiasta della crescita che siamo riusciti a realizzare e dell’impatto che abbiamo avuto, in così poco tempo, per i proprietari di edifici e i gestori di immobili». Un percorso aziendale, insomma, che conferma le potenzialità di sviluppo dell’ambito delle tecnologie digitali dedicate al mondo delle costruzioni.
IlGruppoG&Pintech,fortediun’esperienzadioltre35anni,vantauna storiaunicaericonosciutanelpanoramanazionaleedinternazionale delletecnologieantisismicheediristrutturazioneperlaricostruzione posteventicalamitosieperlaprevenzionedelcostruitoesistente.
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Superfici ad hoc PER I PROGETTISTI
di Veronica Monaco
Elevate prestazioni, versatilità, resistenza ed eleganza sono caratteristiche che accomunano i più recenti progetti di riqualificazione. Matteo Minelli, funzionario tecnico commerciale di Alubel, azienda emiliana specializzata nella produzione di innovativi sistemi metallici per l’involucro, spiega a YouBuild che cosa comporta affidarsi a un unico interlocutore in grado di offrire non solo prodotti certificati e durevoli, ma veri e propri pacchetti completi in grado di rispondere alle esigenze di isolamento, posa e dimensioni variabili e massima personalizzazione estetica. Domanda. Quali soluzioni propone Alubel per le facciate?
Risposta. Mentre sulle coperture si ha la tendenza a prediligere l’acciaio preverniciato, per i rivestimenti di facciata il materiale principe resta l’alluminio per le sue doti estetiche, di durabilità e per il migliore rapporto qualità-prezzo. Alubel propone la doga in alluminio AluSkin in una ventina di colorazioni standard per andare incontro a qualsiasi esigenza progettuale.
D. Quali sono i plus di Alu-Skin?
R. Alu-Skin è una doga a due passi, con larghezza massima di 299 o 309 millimetri, secondo si scelga la soluzione con o senza scuretto. Il fissaggio è sempre nascosto e le testate sono chiuse e già ribattute, in modo da evitare di utilizzare delle lattonerie a copertura dei giunti che risulterebbero antiestetiche. Per tutte queste caratteristiche, la doga Alu-Skin risulta l’elemento più elegante che possiamo proporre nell’edilizia civile, dove si guarda più all’estetica. Altre soluzioni di rivestimento di facciata sono i pannelli Easy Wand o le lastre grecate come Ond-All o il profilo Alubel 28.
D. Quali sono i vantaggi di scegliere un sistema di rivestimento Alubel?
L’azienda è specializzata in soluzioni per tetti e facciate che concedono un’ampia possibilità di applicazione. Senza dimenticare le specifiche tecniche di alta qualitàL’architetto Matteo Minelli, tecnico-commerciale di Alubel
R. Ragioniamo sempre in ottica di sistema. La nostra preoccupazione è quella di garantire a livello tecnico una soluzione completa che prevede anche tutto ciò che sta sotto o dietro il rivestimento. Possiamo fornire sottostrutture regolabile per alloggiare sia il pacchetto isolante che l’eventuale canale di ventilazione, con un sistema di staffe e montanti fondamentale anche per mettere a piombo le facciate. Spesso i fabbricati su cui lavoriamo sono datati e le pareti non sono perfettamente dritte: con questo espediente riusciamo invece a garantire un risultato sempre a regola d’arte.
D. Alubel propone soluzioni tagliate su misura anche per le coperture?
R. In copertura sicuramente la linea Coppo è la più richiesta. All’interno di questa linea troviamo Isocoppo Piano, il pannello coibentato stampato a forma di coppo che unisce l’estetica del coppo tradizionale a uno strato di materiale isolante in poliuretano. Al momento abbiamo raggiunto i 100 millimetri di spessore continuo, che contribuisce a migliorare le performance di trasmittanza in linea con le richieste di isolamento dei progettisti. Abbiamo assistito anche a una notevole crescita della linea Sottocoppo, il sistema metallico da sottocopertura, che finora ha avuto ottimi riscontri sia nella versione di lastra nuda che coibentata. Dobbiamo ancora misurarci con la concorrenza del sottocoppo in fibrocemento, ma anche a fronte di un prezzo più elevato, il nostro prodotto è riconosciuto per le sue qualità: oltra a una maggiore durabilità, Sottocoppo consente di poter alloggiare sullo stesso piano anche gli impianti fotovoltaici e solari, un plus importante in funzione dei bonus fiscali per l’efficientamento energetico. Alubel propone un’ampia gamma di soluzioni che consentono di alloggiare gli impianti con profili speciali in alluminio estruso, garantendo la massima integrazione sulla superficie del tetto.
D. Su quali tipologie di tetto possono essere utilizzate le vostre soluzioni?
R. Alubel ha sempre studiato lastre su misura in grado di adattarsi a tutte le tipologie di copertura, anche in base alla pendenza del tetto. Spesso ci scontriamo con concorrenti monoprodotto o legati a una particolare tipologia di copertura, che erroneamente consigliano prodotti poco adatti spacciandoli per universali. La nostra fortuna è invece quella di garantire una gamma completa in modo da proporre sempre soluzioni cucite su misura.
D. Il sistema tetto consente anche la ventilazione?
R. La ventilazione è sicuramente un aspetto importante da considerare sempre in base alla tipologia di copertura. La ventilazione si innesca quando c’è una pendenza minima per garantire l’effetto camino. Nei condomini si ragiona con pendenze dal 25-30% in su: in questi casi può essere importante prevedere un sistema di ventilazione, che comporta vantaggi sia nella stagione estiva, consen-
tendo di abbattere il calore che va a scaldare la superficie esterna del pannello, sia in quella invernale, evitando la formazione di condensa all’interno del pacchetto.
D. Qual è l’apporto in termini di risparmio energetico?
R. Nel corso degli anni le normative sono diventate sempre più restrittive, con parametri da rispettare secondo le fasce climatiche, sia per i nuovi edifici che per le riqualificazioni. Questo aggiornamento delle normative ci ha portato a dover adeguare nel corso degli anni la gamma di spessori di poliuretano per garantire determinate trasmittanze. Per esempio, da quest’anno saranno disponibili spessori fino a 20 centimetri di poliuretano che consentono di rispettare parametri sempre più stringenti.
D. I vostri prodotti rispondono ai requisiti Cam?
R. Tutti i nostri prodotti rispettano i requisiti Cam. Abbiamo dichiarazioni rispetto a requisiti specifici che riguardano sia la gamma di prodotti contenenti poliuretano, che è quella più monitorata perché contenente materiale di provenienza chimica, sia le lastre nude, dove il tema principale è quello del colore delle verniciature legato all’indice di riflettanza solare, cioè la capacità di riflettere o assorbire la luce del sole. Vengono poi valutati il contenuto di materiale riciclato presente nei prodotti, così come l’emissione di sostanze nocive, fino ad arrivare
ALUBEL, UNA STORIA DI SUCCESSO
Nata alla fine degli anni Ottanta, Alubel ha sempre fatto dell’innovazione il suo punto di forza. «Fin dagli esordi il suo obiettivo è stato quello di rivoluzionare il mercato delle coperture in Italia puntando decisamente sulle coperture metalliche che nel resto d’Europa costituivano già un materiale di uso comune», racconta Minelli. Dopo il settore industriale, le coperture metalliche hanno cominciato a conoscere sempre più successo anche nel settore civile. «L’azienda è nata con il profilo Alubel 28 della gamma delle lastre grecate. Inizialmente queste lastre si usavano nude in combinazione con i materiali isolanti che venivano posati a parte, fino a quando Alubel ha pensato di proporre pacchetto completi comprensivi di isolamento, sottostruttura, fissaggi, lastre di tenuta, lattoneria ed elementi di raccordo ai corpi emergenti». Un’idea vincente che ha consentito all’azienda di portare avanti numerosi cantieri, dimostrando la qualità delle sue applicazioni. «Il passo successivo è stato quello di introdurre la gamma dei pannelli sandwich, a partire dal pannello a cinque greche intorno alla metà degli anni Novanta», prosegue Minelli. «Questa novità ha permesso all’azienda di realizzare un importante salto di fatturato, in quanto questo prodotto ha riscosso un immediato successo sul mercato, garantendo la miglior efficienza in termini di risparmio di tempo e denaro». Ma è con Isocoppo che Alubel decreta il suo più grande trionfo, lanciando la prima lastra sagomata a forma di coppo antico. «Poco prima del 2000 siamo stati i primi a lanciare questo tipo di sagoma che riprende quella del coppo tradizionale, più ampio, che a livello estetico risulta essere la più apprezzata. Tutt’oggi siamo rimasti gli unici ad avere questo tipo di sagoma, che i concorrenti hanno cercato di imitare scegliendo però quella del coppo più moderno e stretto. Questo prodotto ci ha dato una spinta incredibile e ci ha lanciato in maniera definitiva anche nel settore civile». Negli anni del primo boom del fotovoltaico, tra il 2006 e il 2007, Alubel ha lanciato Tek 28 che combina l’esperienza nei pannelli sandwich con quella delle lastre grecate, cercando di creare una nuova tipologia di pannelli coibentati a doppia lamiera non ancora presente sul mercato. Nel 2015 l’azienda è infine sbarcata anche nel mondo dei rivestimenti di facciata. «Avevamo alcuni prodotti adattabili alle facciate, come le lastre grecate, ma abbiamo deciso di studiare una gamma dedicata e abbiamo lanciato Easy- Wand, un nuovo pannello coibentato di design, completamente liscio, dal fissaggio nascosto che unisce i vantaggi della leggerezza, resistenza e facilità di posa», aggiunge il tecnico. Da allora le novità si sono accumulate per rispondere alle esigenze di un mercato in crescita, e sono allo studio ulteriori nuovi prodotti per rispettare normative sempre più stringenti in termini di isolamento termico. I rivestimenti in parete potranno inoltre godere di nuove finiture con fissaggi nascosti e a vista. Come nel caso della doga Alu-Skin, l’azienda ha previsto la possibilità di distanziare anche gli altri pannelli con uno scuretto di 1 centimetro. Per le coperture sono invece in arrivo nuovi giunti che riguarderanno gli spessori maggiori, quindi dal 100 millimetri in su, con una versione diagonale e una a labirinto.
al tema dell’isolamento termico e acustico.
D. Ci sono particolari aspetti tecnici da controllare durante la posa dei vostri prodotti?
R. Alubel possiede un elevato know how tecnico che le consente di dialogare sia con i progettisti sia con i posatori, offrendo un supporto tecnico. Nell’ambito delle coperture metalliche è molto importante il fissaggio. Purtroppo negli ultimi anni, per motivi di risparmio e di rapidità, abbiamo visto alcuni installatori lesinare sul numero di fissaggi o scegliere accessori sbagliati, non solo per fissare la lastra alla sottostruttura, ma anche per assicurare la sottostruttura al solaio. Questo ha portato allo scoperchiamento delle coperture in occasione di eventi meteorologici estremi, che ormai sono sempre più frequenti. Oltre al tema del fissaggio, è importante anche il tema delle lattonerie come colmi, canali di gronda e scossaline. Questi elementi contribuiscono in maniera sostanziale alla tenuta all’acqua e devono resistere in caso di forte vento, per questo vanno realizzate con i giusti spessori e ancorate adeguatamente con i giusti rivetti, cosa che non avviene sempre. Anche per i pannelli fotovoltaici, spesso notiamo che vengono utilizzati elementi estrusi con rivetti ancorati solo alla lastra metallica, che però non ha spessore adeguato per garantire una opportuna resistenza allo strappo. La soluzione migliore è sempre quella di ancorarsi alla sottostruttura con viti adeguate in base alla struttura.
D. Quali servizi ai progettisti accompagnano la vostra offerta?
R. Supportiamo i progettisti offrendo consulenza tecnica sui materiali e sui prodotti più adeguati rispetto all’intervento da realizzare. La nostra azienda ha sempre puntato su prodotti che si distinguessero dalla massa, prestando grande attenzione alla parte tecnica e al design, offrendo vere e proprie novità al mercato.
D. I progettisti apprezzano i vostri prodotti? Alubel ha sempre puntato sulla promozione. Nel corso degli anni, anche grazie agli strumenti digitali e al marketing, siamo riusciti ad allargare il bacino in maniera notevole, riservando un occhio di riguardo ai progettisti. Ancora oggi i nostri tecnici commerciali si occupano di visitare gli studi di progettazione, e di recente abbiamo introdotto una nuova figura che si occupa solo degli studi di progettazione nel Nord Italia e che ci darà un grande sup-
Alcune
porto soprattutto nell’ambito delle facciate. Non si tratta solo di mostrare i prodotti ma anche tutte le possibilità di applicazione.
D. Quali zone d’Italia coprite?
R. Lavoriamo su tutto il territorio nazionale grazie a un’ampia rete di figure commerciali interne che di agenti. Con una struttura tecnica interna e dei commerciali molto preparati riusciamo a rapportarci con tutta Italia, seguendo cantieri dalla Sicilia all’Alto Adige, fin dalla fase della progettazione.
D. Lavorate anche con l’estero?
R. Lavoriamo principalmente con Spagna, Francia, Nord Africa, Svizzera e i Paesi dell’ex Jugoslavia. Il limite per i materiali pesanti come quelli che trattiamo in Alubel è quello del trasporto: andare troppo lontano incide notevolmente sui costi. Questo però non ci ha impedito di raggiungere anche il mercato delle Americhe e l’Australia.
D. Nonostante sia stato ritoccato al 90%, il superbonus resta un’occasione eccezionale. Quali sono le vostre previsioni?
Risposta. Fare previsioni non è mai facile. Se ragioniamo sull’anno passato, possiamo augurarci che con il miglioramento di certe condizioni geopolitiche si possa andare verso una maggiore serenità, anche negli investimenti che i committenti rivolgono ai nostri prodotti. Nel 2022, grazie al vantaggio del credito al 110%, c’è stato un incremento notevole nella vendita di alcuni prodotti Alubel della linea Isocoppo e della sua versione coibentata Isocoppo Tek. Anche se l’edilizia civile è ancora indirizzata verso il materiale della tradizione, un contributo importante è stato dato anche dai pannelli metallici come Alubel Dach,
la lastra per coperture a cinque greche, che riesce a offrire uno spessore di isolamento importante di 10-12 centimetri a un prezzo più vantaggioso. Per le facciate il 2022 non è stato un anno particolarmente positivo: l’incertezza economica ha portato a un rallentamento degli investimenti sui lavori non necessari, ma ci auguriamo che quest’anno il trend possa migliorare. In Italia il mercato dell’edilizia è in larga parte trascinato dai bonus, senza i quali molti lavori non si farebbero. Nel 2023 gli incentivi continueranno a esserci, anche se rivisti, e questo non dovrebbe portare a un grande rallentamento nel numero dei cantieri.
D. Il prezzo dei metalli si è stabilizzato?
R. Dopo uno spaventoso periodo di rialzi, iniziato nel 2020 a seguito dell’epidemia di covid e proseguito con lo scoppio della guerra russo-ucraina, c’è stato un calo dei prezzi da settembre-ottobre 2022, anche se stanno arrivando le prime avvisaglie di nuovi rialzi, in particolare per il ferro. Purtroppo questi fenomeni dipendono da eventi geopolitici che legano in maniera indissolubile il mondo globalizzato e che è difficile prevedere.
D. Come state affrontando questa situazione?
R. Aggiornando costantemente il prezzo dei listini. Nel periodo del covid i listini sono arrivati ad avere una validità massima di una settimana, quando regolarmente restavano in vigore anche un mese. Allo stato attuale la validità è di circa due settimane.
D. Oltre il rincaro delle materie prime c’è stato anche un rialzo dei prezzi dell’energia. Come l’avete gestito?
R. Con attenzione e oculatezza. Già in tempi non sospetti, abbiamo installato un impianto fotovoltaico nella nuova sede produttiva di 10 mila metri quadrati inaugurata nel 2008. Questo impianto, che va a servire
il dispendio energetico dello stabilimento e di parte degli uffici, è tornato molto utile per abbattere i costi dell’energia. Anche la nuova sede che stiamo realizzando a Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia) prevede in copertura un impianto fotovoltaico oltre a colonnine per la ricarica delle auto elettriche.
D. Oltre alla nuova sede sono in arrivo tante novità: possiamo anticiparle?
R. Parte della nuova sede è destinata a un nuovo capannone, lungo quasi 200 metri, che ospiterà le nuove profilatrici che producono i pannelli sandwich a parete e copertura. Si tratta di macchinari molto più performanti e aggiornati nei sistemi di cambio spessore e overlapping. Inoltre prevedono la possibilità di utilizzare spessori sempre più elevati, 20 millimetri in copertura e 150 millimetri in parete, per rispettare le normative sempre più stringenti in termini di isolamento termico. Le novità di prodotto sono rivolte principalmente alle facciate con nuove finiture e la possibilità di realizzare, come nel caso della doga Alu-Skin uno scuretto di 1 centimetro per distanziare i pannelli, una caratteristica sempre più richiesta dai progettisti. Sono in arrivo anche nuovi giunti che riguarderanno gli spessori maggiori, quindi dal 100 millimetri in su. Per il pannello in copertura lanceremo un giunto diagonale, una vera e propria novità per il settore che consente di eliminare il rischio di ponti termici e di formazione di condensa. Nel caso invece delle pareti, abbiamo sviluppato un giunto a labirinto, lo stesso utilizzato anche per le celle frigorifere, per andare a isolare meglio ambienti con temperature molto basse e con cui potremo approcciare anche un nuovo tipo di clientela.
A scuola DI ASCENSORE C
on 1 milione di impianti installati, l’Italia è il secondo Paese con più ascensori al mondo. Tuttavia, il 50% degli ascensori in esercizio ha più di trent’anni e oltre il 60% non è dotato di tecnologie moderne. Un problema non solo per l’impatto a livello di consumi energetici, ma anche per la sicurezza, argomento di primo piano per Ceam, storica azienda ascensoristica bolognese, operativa sul mercato dal 1947. Il punto di riferimento è la normativa ascensori contenuta nel Dpr 162/1999, con relative modifiche apportate dal Dpr 23/2017 in attuazione della direttiva ascensori Ue 33/2014, in cui sono disciplinati tutti gli aspetti relativi alla costruzione, installazione, messa in esercizio, controllo e manutenzione ascensori. Per raggiungere gli elevati standard di sicurezza che il Gruppo Ceam si impone, ovviamente, è imprescindibile anche un rigoroso rispetto delle normative.
La ricerca della massima sicurezza ha convinto l’azienda bolognese a puntare sulla formazione dei tecnici, per assicurare la migliore installazione e manutenzione degli impianti
LA PROGETTAZIONE
La sicurezza è parte integrante di ogni attività di Ceam, dalla progettazione dell’impianto ascensore fino alla sua installazione e manutenzione, definendo costantemente i più alti standard e requisiti. Uno dei fattori essenziali risulta la continua formazione che il personale tecnico riceve ogni anno su aspetti riconducibili ad analisi di settore, a near miss (quasi incidenti) o incidenti avvenuti nell’ambito ascensoristico, e ad aspetti tecnici rivolti sia alle nuove tecnologie sia alle lavorazioni relative alla manutenzione e alla riparazione di impianti esistenti, che occupano ancora la maggior parte degli elevatori in servizio. La formazione tecnica è realizzata principalmente all’interno del Training Center di Bologna, dove l’installazione di numerosi simulatori permette di riprodurre quanto presente nel parco impianti in gestione, garantendo ogni anno oltre 8 mila ore di formazione ai tecnici di tutto il Gruppo. Addestramento, formazione e continuo aggiornamento, siano essi svolti in presenza, in modalità e-learning o in autoapprendimento utilizzando piattaforme che permettono erogazione di efficaci moduli formativi, coinvolgono ogni singolo lavoratore di Ceam per circa 30 ore all’anno.
VERIFICHE INTERNE
Il personale tecnico è sottoposto a un programma annuale di audit con verifiche ispettive su campo, finalizzato alla valutazione delle conoscenze acquisite e delle procedure necessarie a svolgere le attività quotidiane, evidenziando capacità di identificazione dei rischi e attuazione di soluzioni che vanno a salvaguardare la sicurezza degli utenti e quella dei tecnici
La sicurezza è parte integrante di ogni attività di Gruppo Ceam, dalla progettazione dell’impianto ascensore fino alla sua installazione e manutenzione
PRENDERSI CURA DELLA SICUREZZA DI TUTTI
Così il Gruppo Ceam si prende attivamente cura dei propri dipendenti e collaboratori:
• eliminando i rischi di incidente per gli utenti degli impianti che installa e mantiene in servizio, integrando impegni sulla sicurezza in ogni procedura e metodo di lavoro, nello sviluppo di ogni nuovo prodotto, negli investimenti e nelle relazioni con clienti e fornitori
• garantendo sempre il rispetto della normativa e di elevati standard, stabilendo obiettivi chiari, mantenendo un sistema di gestione della sicurezza, salute e ambiente e verificando in modo sistematico le prestazioni
• verificando costantemente l’ambiente di lavoro, le attrezzature, le procedure per eseguire tutte le attività di manutenzione, riparazione e installazione, per migliorare i metodi di lavoro
• valutando costantemente i rischi prima di iniziare un lavoro e adottando le misure preventive necessarie, tra cui l’interruzione delle attività se le opportune condizioni di sicurezza non sono tutte verificate per i dipendenti, gli utenti e i clienti
• utilizzando esclusivamente imprese e partner qualificati, promuovendo la loro continua crescita sugli aspetti di sicurezza e ambiente
• assicurando la necessaria e regolare formazione affinché vengano comprese, a ogni livello, le responsabilità verso la salute e la sicurezza propria e dei colleghi e verso l’ambiente
• lavorando con costanza sulla promozione della salute e del benessere dei dipendenti e di chi lavora con e per l’azienda
stessi. Sono inoltre organizzati incontri periodici, dedicati anche a tutti gli appaltatori, in cui sono rimarcati i principi a cui il gruppo è legato e in cui vengono presentate nuove soluzioni in un’ottica di miglioramento continuo.
Piastra light E AIUTO HI-TECH
L’azienda produttrice dei casseri a perdere U-Boot Beton, ha messo a punto un software per aiutare i professionisti nel loro lavoro, oltre a un manuale sui solai alleggeriti in calcestruzzo armato e a librerie Bim
di Sara GiustiLa crescente diffusione delle piastre in calcestruzzo armato e l’importanza che hanno assunto nel mondo delle costruzioni impongono ai progettisti l’utilizzo di strumenti in grado di supportarli nelle analisi strutturali propedeutiche al corretto dimensionamento. Proprio per questo motivo Daliform Group, produttore del sistema di casseri a perdere U-Boot Beton per solai alleggeriti bidirezionali, ha messo a punto un software per aiutare i professionisti nel loro lavoro, oltre a un manuale tecnico e a librerie Bim liberamente scaricabili dal sito internet dell’azienda.
VANTAGGI PROGETTUALI
Lo sviluppo e l’utilizzo delle piastre è motivato da una combinazione di vantaggi costruttivi e progettuali: per esempio, la possibilità di realizzare solai a intradosso piano, ottenendo una notevole semplificazione nella morfologia della casseratura e consentendo lavorazioni più celeri ed economiche. Allo stesso tempo, dal punto di vista architettonico l’intradosso piano facilita il passaggio degli impianti, garantendo una migliore resa estetica della superficie. Altro vantaggio è la possibilità di disporre le strutture verticali di supporto (appoggi) anche in modo irregolare, grazie al meccanismo di trasferimento dei carichi multidirezionale delle piastre. Inoltre, il minore ingombro delle strutture a piastra rispetto a soluzioni con travi emergenti (intradossate o estradossate) porta a un risparmio di volume degli ambienti, particolarmente consistente soprattutto negli edifici alti. I solai a piastra alleggeriti rappresentano la naturale evoluzione del sistema a piastra, e si realizzano creando dei vuoti, disposti secondo una maglia regolare,
all’interno dello spessore della soletta. Grazie ai vuoti all’interno della piastra si possono raggiungere altezze elevate, pur mantenendo il peso molto al di sotto di quello di una piastra piena, penalizzando di poco la rigidezza della struttura e risultando particolarmente adatte a luci medio-grandi. La riduzione di peso delle strutture orizzontali con piastre alleggerite è molto vantaggiosa anche in ottica antisismica, per la notevole diminuzione delle masse sismicamente eccitabili degli impalcati.
VANTAGGI COSTRUTTIVI
Di forma tronco-piramidale, con dimensioni in pianta di 52x52 centimetri e con diverse altezze disponibili, i casseri a perdere in plastica riciclata U-Boot Beton di Daliform Group consentono di realizzare piastre in calcestruzzo armato alleggerite, costituite da un reticolo di nervature mutuamente ortogonali e interconnesse, e solidali a una soletta continua all’intradosso e una all’estradosso. La doppia soletta garantisce la collaborazione fra le nervature ortogonali e fornisce adeguata rigidezza torsionale alle sezioni dell’impalcato, così da garantire un meccanismo bidirezionale di trasferimento dei carichi trasversali. Il comportamento strutturale di una piastra alleggerita con elementi U-Boot Beton è dunque quello bidirezionale tipico delle piastre piene, con il vantaggio di una consistente riduzione di peso e un risparmio sia di calcestruzzo sia di acciaio di armatura. Numerose attestazioni, relative a prove di laboratorio e analisi numeriche, comprovano la piena efficacia del meccanismo resistente bidirezionale del sistema (comportamento a piastra).
U-Boot Beton, il sistema di casseri a perdere di Daliform Group per solai alleggeriti bidirezionali. A sinistra, posa presso il cantiere Mall of Sousse (Tunisia)
BASTA UN PC
Pensando alle esigenze dei progettisti che affrontano lo studio delle piastre alleggerite, Daliform Group ha predisposto U-Boot Beton Design Software, disponibile gratuitamente, previa registrazione, sul sito web dell’azienda. Il software fornisce tutti i dati necessari per svolgere correttamente le analisi strutturali propedeutiche al dimensionamento della piastra secondo la normativa europea (En 1992-1-1_2005) o la normativa statunitense (Aci 318-11). La scelta stessa dei materiali per la composizione della piastra alleggerita nel software terrà conto della normativa selezionata e di conseguenza dei materiali codificati.
QUADERNO TECNICO CON IL POLIMI
A conclusione di un progetto di ricerca sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano, Daliform Group ha contribuito alla pubblicazione del quaderno tecnico «Solai alleggeriti in calcestruzzo armato soggetti ad azioni gravitazionali e sismiche-Analisi e progetto di piastre alleggerite con l’impiego del sistema U-Boot Beton» (Flaccovio Editore), rivolto a tutti i professionisti dell’edilizia che desiderano approfondire lo studio di questa soluzione per il miglioramento della risposta sismica degli edifici, anche in considerazione della forte sismicità del territorio italiano. All’interno del manuale sono descritte le basi concettuali, costruttive e strutturali del sistema, ne viene studiata la risposta sismica e approfondite le verifiche necessarie per ogni progetto, come quelle per la resistenza a pu zonamento e taglio con carichi gravitazionali e della massima deformabilità in presenza di carichi sismici. Sono presenti anche i risultati di prove sperimentali e la loro interpretazione con modelli giuridici.Tutti i capitoli sono completati dalla relativa bibliografia scientifica e tecnica.
L’immissione dei dati geometrici e delle armature è sempre rappresentata in modo chiaro da una visualizzazione grafica della sezione del solaio in 3D, in cui sono visibili gli alleggerimenti U-Boot Beton e le armature previste per la flessione e per il taglio. Con il mouse il progettista può muovere semplicemente il modello 3D della porzione di solaio rappresentata, inclinando e zoomando a piacere. Il software aggiorna rapidamente la rappresentazione della piastra al variare delle sue caratteristiche geometriche e delle armature previste in progetto, introdotte dall’utente. Nella sezione Vista, U-Boot Beton Design Software presenta un’ulteriore gamma di opzioni: per esempio, è possibile visualizzare o meno le armature (armatura di base, armatura integrativa, armatura a taglio) all’interno della sezione; riportare il modello in posizioni predeterminate; inserire i dati geometrici del solaio direttamente dall’input grafico delle quote parametriche.
IL SOFTWARE
Il programma riconosce anche l’inserimento di dati scorretti generando un messaggio di avvertimento. Il software permette il controllo della compatibilità tra gli spessori delle solette scelte e il diametro delle armature in esse previste, una volta impostato il copriferro minimo da rispettare. Inoltre, verifica l’ammissibilità tra la larghezza delle nervature, il diametro e il numero di ferri dell’armatura in esse previsti. Il software effettua anche un controllo per l’armatura a taglio verificando automaticamente che il passo minimo da normativa, rapportato all’altezza utile del solaio, sia garantito. Ancora: la sezione Sforzi di progetto illustra le verifiche dei momenti resistenti e del taglio resistente effettuato rispetto ai valori delle sollecitazioni di progetto, evidenziando immediatamente le verifiche non soddisfatte. Nella sezione Anteprima Report, l’utente ha a disposizione diverse utilità: download del report di calcolo completo; delle prescrizioni tecniche di utilizzo del sistema U-Boot Beton; della scheda tecnica per l’altezza considerata; delle sezioni in formato dxf del solaio analizzato e del modello fbx del cassero.
FREE DOWNLOAD
Daliform Group mette anche a disposizione gratuitamente per il download i file Bim (Revit, AllPlan e ifc Industry Foundation Classes) dei propri prodotti: sempre sul sito dell’azienda, oltre a U-Boot Beton per solai alleggeriti e platee di fondazione, nella sezione Librerie Bim sono disponibili i file Bim di Iglu’ e Iglu’ Plus per vespai ventilati e intercapedini tecniche e del sistema Atlantis per vespai aerati, intercapedini tecniche, vasche di accumulo e dispersione acque meteoriche.
Una membrana INTELLIGENTE
La soluzione freno vapore igrovariabile Wütop Thermo
Vario
di Anna MolentiniAll’interno di una casa gli abitanti cucinano, si lavano, magari disperdono umidità loro stessi: tutte queste attività generano vapore che è poi assorbito dall’aria calda interna all’ambiente abitato. A causa delle differenze climatiche tra ambienti interni ed esterni il vapore tende a migrare attraversando le superfici opache (pareti e coperture) e i serramenti. Quando, però, nella stratigrafia della parete l’aria calda e umida incontra superfici a bassa temperatura si può assistere al fenomeno della condensa, il cui accumulo rappresenta una pericolosa minaccia per qualsiasi
Sd di Würth è impermeabile e si utilizza per limitare il passaggio del vapore acqueo, sfruttando i vantaggi della tecnologia poliestere
edificio. Oltre alla formazione di muffe, a lungo andare potrebbe venir compromesso l’isolamento termico, e sare anche danni importanti alla struttura. il corretto impiego di membrane e schermi traspiranti risulta fondamentale per scongiurare tali rischi.
L’APPLICAZIONE
La norma Uni 11470, attiva in Italia dal 2013, definisce le modalità di applicazione e l’utilizzo degli schermi e delle membrane traspiranti sintetiche. All’interno della norma si può quindi trovare una definizione precisa di schermo freno vapore, membra traspirante e barriera vapore, a che cosa servono e i dettagli di come applicarli. Un particolare e innovativo strato funzionale dell’involucro edilizio è rappresentato della membrana freno vapore igrovariabile Wütop Thermo Vario Sd di Würth. Si tratta di un elemento impermeabile di tenuta all’aria da utilizzare per limitare il passaggio del vapore acqueo che sfrutta i vantaggi della tecnologia poliestere. Quindi, è in grado di modificare attivamente la propria resistenza alla diffusione del vapore (valore di traspirabilità variabile da Sd = 0.18 m a Sd = 20 m) in base alle esigenze e al grado di umidità ambientale.
L’IMPORTANZA DEI DETTAGLI
Per un edificio in legno resistente e duraturo nel tempo, come per ogni altro sistema costruttivo, la progettazione e l’esecuzione devono essere curati nei minimi dettagli. Il posizionamento degli elementi lignei rispetto al terreno o dove sia presente acqua, la scelta dei materiali e la definizione dei dettagli sono aspetti fondamentali che devono essere presi in considerazione già in fase di progetto e sin dall’inizio del lavoro. In generale, tutte le membrane sintetiche hanno il merito di assicurare la tenuta dell’aria dell’involucro ed evitare così perdite energetiche, nonché di proteggere l’isolante termico mantenendolo asciutto e in assenza di condensa interstiziale in modo da aumentarne la durata. L’efficienza delle membrane
sintetiche dipende però sensibilmente dal modo in cui sono applicate. Solo un’esecuzione a regola d’arte ne garantisce i vantaggi. Il telo deve essere fissato meccanicamente con chiodi o graffette, ma va posta particolare cura nella sigillatura delle sovrapposizioni con i nastri adesivi della linea Würth Eurasol e nei raccordi con altri elementi costruttivi come camini, canne fumarie, pareti, cordoli. Anche i passaggi degli impianti tecnologici attraverso le strutture in elevazione devono essere accuratamente sigillati. Una soluzione semplice ma altrettanto efficace è l’impiego di manicotti adesivi che garantiscono la corretta tenuta all’aria o al vento dell’involucro.
I nastri adesivi della linea Würth Eurasol per la corretta sigillatura delle membrane. Sopra, la membrana Wütop Thermo Vario S d di Würth
Quella blockchain È DI ACCIAIO
Veronica MonacoLa blockchain applicata alle costruzioni. Da oltre dieci anni presente nel mercato della presagomatura, assemblaggio e posa dell’acciaio per cemento armato, Frem Milano ha introdotto un sistema di registro distribuito per tracciare i suoi prodotti. Facciamo un passo indietro. La blockchain, letteralmente catena di blocchi, è una gestione di informazioni che sfrutta le caratteristiche della rete per gestire e aggiornare, in maniera certificata e sicura (perché i dati non sono custoditi in un unico server, ma sono diffusi tra una nuvola di computer), un registro di dati in maniera aperta, condivisa e distribuita senza la necessità di una centrale di controllo e verifica. Dalle transazioni commerciali online ai sistemi di gestione del copyright, fino ai token bancari, il mondo della tecnologia blockchain sta prendendo sempre più piede, fino ad arrivare anche al mondo dell’edilizia grazie allo spirito di innovazione di Frem Milano. Ne parliamo con il responsabile commerciale, Eugenio Fadda. Domanda. Quando avete iniziato a pensare a questo sistema e quando lo avete introdotto?
Risposta. Abbiamo iniziato a pensare a una blockchain applicata alle costruzioni da quando questa parola è
Il sistema software che consente di tracciare in modo sicuro l’origine e i passaggi commerciali di un materiale, a cominciare dai presagomati, si estende all’edilizia
di
diventata mainstream. Occupandosi di strutture, per Frem diventava fondamentale spingere nella direzione della massima trasparenza e tracciabilità dei prodotti, a partire dalle materie prime. Per fortuna non è stato particolarmente complicato perché già utilizzavamo internamente una mappatura che mettevamo a disposizione dei clienti, quindi creare un sistema blockchain è stato solamente un passo in più che non ha cambiato più di tanto il nostro modus operandi. Ci abbiamo lavorato per circa un anno e da poco è già operativo grazie al prezioso supporto di un team sardo, tra i massimi esperti di Algorand, la criptovaluta e protocollo blockchain creato dal professore del M it Silvio Micali, assieme alla collega Shafi Goldwasser. Silvio Micali è un prestigioso rappresentante dell’Italia nel mondo che ha sempre avuto l’obiettivo di far svoltare le Pmi italiane dal punto di vista informatico.
D. Che cosa certifica nel dettaglio la tecnologia che avete ideato?
R. Al momento questa procedura riguarda soprattutto l’acciaio presagomato. Stiamo cercando partnership con altre aziende che si occupano di strutture, solai e calcestruzzo e laboratori prove, per creare una specie di fascicolo della struttura as built, cioè non come è stata progettata, ma come è stata costruita. Il fascicolo del fabbricato aiuta enormemente la redazione della relazione a struttura ultimata, un onere già previsto dalle norme tecniche, che solitamente deve realizzare l’impresa costruttrice sotto l’ordine della direzione lavori, ed è necessario per ottenere il collaudo statico. Cristallizzare queste informazioni in un registro di informazioni certificate e controllabili è un enorme passo in avanti, che permetterebbe anche di arrivare
al famoso catasto elettronico.
D. È già attivo?
R. Funziona già in Sardegna, dove abbiamo più di una struttura certificata, ma non ancora in blockchain. A Milano stiamo lavorando con partner che si occupano di solai per attivarlo in maniera sistematica. Al momento abbiamo fatto due progetti in provincia di Milano: il primo è un nuovo complesso residenziale a Cerro al Lambro, il secondo è una centrale A2A Lacchiarella.
D. Quali sono dunque i vantaggi?
R. Con questo sistema il cliente finale sa esattamente che cosa ha comprato. Spesso bisogna affidarsi a consulenze molto costose per conoscere i criteri con cui è stato costruito un appartamento o una casa. In questo modo tutto è tracciato e anche i futuri interventi sono più semplici. Oltre a una trasparenza sull’intera struttura, questo sistema consente anche di tracciare il valore economico della costruzione. Questo permette a chi compra la casa di avere a disposizione tutta la documentazione, ma dà anche allo Stato accesso a queste informazioni, agevolandolo nei controlli. È un valore aggiunto per tutta la filiera e nel prossimo futuro potrebbe essere la base per dare vita a un vero e proprio archivio digitale di come è stata realizzata ogni singola casa in Italia.
D. Ha costi maggiori?
R. No, non ci sono costi extra, è un servizio postvendita che offriamo ai clienti che comprano l’acciaio presagomato presso Frem. In questo modo cerchiamo di essere più competitivi e portare valore aggiunto, facendo sì che il prezzo non sia l’unica voce in capitolo nelle trattative.
Isole verdi NELLA CORRENTE
Un grande parco acquatico vicino
alla città di Nanchang progettato
dallo studio Turenscape
ha bonificato un’area inquinata
dallo sviluppo industriale
PERABBONATI
Le specie di alberi prevalenti offrono una spettacolare variazione cromatica in rapporto all’alternarsi delle stagioni
Un belvedere elevato offre la possibilità di uno sguardo complessivo sull’intero bacino del parco. Sotto, i percorsi posti sulla quota pi ù elevata degli elementi insulari misurano l’andamento morfologico e rendono evidenti gli ambiti di fluttuazione del livello dell’acqua occupati dalla vegetazione igrofila
SOLOPERABBONATI
ABBONATI
La vista a volo d’uccello del parco permette di cogliere il rapporto tra la morfologia dell’arcipelago, la struttura dei percorsi e la disposizione punti di sosta e osservazione.
Sopra, pianta, sezione e schemi relativi alla disposizione delle specie vegetali nel parco
SOLOPERABBONATI
PERABBONATI
LA SCHEDA
Nome: Fish Tail Ecological Park
Luogo: Nanchang City, Provincia di Jiangxi, Cina
Anno Completamento: 2018
Committente: Nanchang Gaoxing Zhiye
Property Development Investment Co. Ltd.
Area: 55,6 ettari
Progettisti: Turenscape (capoprogetto Kongjian
Yu, collaboratori: Yu Hongqian, Fang Yuan, Tong Hui, Jia Jianmin, Wang Dezhou, Wang Haixu, Wen Xuanying, Chen Lingxue, Wang Rui, Bang
Minghui, Chen Yunying, Zhang Chao, Liu Jiahao, Wang Xiaoming, Zhang Fan, Jiang Jingri.
Ingegneria: Yu Fumin, Zhang Wei, Chen Rao, Lu Ang, Li Bo, Huang Songtao)
Info: www.turenscape.com
Foto: courtesy Turenscape
SOLOPERABBONATI
Il punto di belvedere elevato di alcuni metri rispetto al piano di campagna
Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori...YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica informazioni utili, pratiche e aggiornate sul mondo dell’architettura contemporanea e della riqualificazione, ponendo particolare attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, ai prodotti innovativi e ai processi produttivi e di cantiere, alla progettazione in dettaglio e all’ingegnerizzazione dell’architettura, all’innovazione e al cambiamento della professione. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.
Condominio poroso IN CLASSE A4
PERABBONATI
Lo studio Demogo ha utilizzato un inedito mix di materiali per il complesso residenziale sorto su una ex area industriale, con laterizio e intonaco che esaltano la matericità
di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini I condomini visti dal percorso interno mostrano la loro vera natura porosaSOLOPER
Le logge emergono dalla cortina edilizia. Sotto, sezione ambientalePERABBONATI
In primo piano il corpo maggiore in secondo piano quello minoreI volumi appaiono molto ermetici. Sotto, sezione tecnologica del vano scala
SOLOPERABBONATI
ABBONATI
LA SCHEDA
Cliente: Iniziative Genuine
Progetto: Demogo studio di architettura e d-recta, collaboratori Davide Bertin, Sandro Burigana, Pietro Franchin e Andrea Stocco
Strutture: Studio di ingegneria RS
Impianti meccanici ed elettrici: Climostera
Paesaggio: Nicoletta Matteazzi
Impresa edile: Setten Genesio
Realizzazione: progettazione 2019 – 2020realizzazione 2020 – 2021
Info: www.demogo.it
Fotografie: Pietro Savorelli
Da sinistra, vista di scorcio e, a destra, la contrapposizione dialogante tra i due condomini
AD DAL POZZO PUNTA SULLA FORMAZIONE
Dopo l’apertura a Milano della piattaforma per architetti e progettisti Ottagono e di un nuovo magazzino di 4 mila metri quadrati, il Gruppo AD Dal Pozzo è al lavoro per organizzare giornate formative esclusive, in presenza, dedicate ad architetti e designer e per il restyling del main showroom di Grisignano di Zocco (Vicenza). Negli anni, l’offerta di AD Dal Pozzo si è evoluta, passando dalla vendita del singolo prodotto alla progettazione di interi spazi. Il 2022 ha visto nascere nuovi progetti e collaborazioni, tra cui sei cantieri realizzati con tecnologia Steel Frame per la costruzione di edifici ecosostenibili con struttura innovativa in acciaio leggero, e dodici progetti in corso, tra cui la realizzazione di un ecoresort composto da ville sostenibili a impatto zero, progettato in collaborazione con uno studio internazionale di Londra. Nel corso del
2022 il Gruppo ha investito anche nel mondo digital, offrendo ai propri clienti un nuovo sito info-commerce e un progetto che sfrutta il metaverso. Tra gli obiettivi 2023 ci sono una serie di nuovi strumenti digitali per professionisti e un nuovo corso specialistico di architettura e design che unisce docenti e brand, concretezza progettuale e ricerca accademica, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per i designer italiani e internazionali. arredodalpozzo.it
VIEGA WORLD A TUTTO BIM
CASALGRANDE PADANA CON SELEZIONE DI GRES
Casalgrande Padana ha messo a punto una selezione di collezioni in gres porcellanato dedicate al settore wellness con pavimentazioni e rivestimenti per spazi accoglienti e confortevoli dove l’acqua è protagonista. Oltre alle collezioni Elementi e Landscape, espressamente studiate per la pavimentazione degli interni vasca e per i rivestimenti murali, l’azienda ha selezionato Amazzonia, Boulder, Chalon,
Country Wood, Eco Concrete, Marte, Mineral Chrom, Newood, Petra, Pietra Baugè e Pietre di Sardegna, complete di mosaici, decori e pezzi speciali per il rivestimento di fondo e pareti di piscine termali, spa ed esterni vasche indoor e outdoor. Per tutti gli altri utilizzi, dal rivestimento murale di spogliatoi, docce e aree benessere alle pavimentazioni di spazi comuni, si segnalano in particolare le nuove collezioni Atelier e Brickworks Nuances, Brickworks Petra e Brickworks Muretto. E per ostacolare l’insorgere di muffe, lieviti e funghi e contrastare i cattivi odori, Casalgrande Padana propone Bios Antibacterial, l’esclusivo trattamento a base di ioni di argento in grado di eliminare al 99% i batteri presenti sulla superficie ceramica.
casalgrandepadana.it
Presso la propria sede centrale di Attendorn (Germania) Viega, specialista a livello mondiale nel settore Its, inaugura Viega World, un centro di formazione innovativo e sostenibile. Sviluppato su una superficie totale di circa 12 mila metri quadrati, Viega World è il primo edificio formativo in Europa a essere progettato integralmente in Bim in tutte le fasi di lavoro. Lavorando con un modello digitale, le sfide nella pianificazione della costruzione sono state identificate in fase iniziale e affrontate in modo più flessibile, con un impatto positivo sui costi e sullo sviluppo dell’efficienza energetica e della sostenibilità, con un modello riproducibile e applicabile ad altri edifici. Il processo di progettazione con l’ausilio del Bim di Viega World ha ottenuto il massimo livello di valutazione Platinum dal German Sustainable Building Council (Dgnb) e sarà integrato nel programma di seminari di Viega.
viega.it/it/azienda/viega-world.html
COESA SVILUPPA IL FOTOVOLTAICO
L’azienda torinese Coesa sta collaborando con la spagnola R2M Solution e con il Team Solar della Norwegian University of Science and Technology per sviluppare pannelli fotovoltaici ibridi, che uniscano vantaggi della tecnologia al silicio dei sistemi tradizionali a quelli dei materiali termoelettrici. Questa soluzione consentirebbe di migliorare il rendimento delle celle solari in tutte le stagioni e compensare il calo di potenza che inevitabilmente si verifica in estate, con un aumento fino al 15% di energia solare prodotta da un impianto fotovoltaico. «È una percentuale che su larga scala, soprattutto nei grandi campi fotovoltaici, potrebbe generare consistenti aumenti della produzione rendendo ancora più vantaggioso investire in energia rinnovabile. Nel
nostro settore le grandi innovazioni spesso nascono proprio così, dalla combinazione intelligente di tecnologie già esistenti, più che da invenzioni rivoluzionarie. Questo è un grande vantaggio perché consente di
IL MANTELLO ROSSO DI SMALTI MORASSUTTI
Nell’antico Palazzo Labus di Corso Venezia, a Milano, casa nobile con giardino abitata nel 1680 dal marchese Gabrio Recalcati, sorge dal 2003 DG Martini, bar-bistrot all’italiana nato dalla creatività di Dolce&Gabbana e dalla maestria di Martini. Il progetto a opera di Eric Carlson dello Studio Carbondale di Parigi, si arricchisce oggi di un manto rosso brillante che riveste interamente la sala del forno della pizzeria. L’inconfondibile rosso Martini viene esaltato da 25 metri quadri di tessere in smalto veneziano, tagliate a mano in dimensioni diverse di circa 10 centimetri di altezza, e realizzate per Friul Mosaic da Smalti Morassutti. Pur mantenendo le caratteristiche di continuità o ripetibilità modulare del mosaico, Friul Mosaic offre la possibilità di scegliere colori, materiali e dimensioni: in questo modo il progettista è libero di esprimere
al massimo la sua creatività per una superficie senza interruzioni, personalizzata e unica.
www.friulmosaic.com
mettere a sistema rapidamente ogni cambiamento», sottolinea Federico Sandrone, amministratore delegato e cofondatore di Coesa, che prevede entro l’autunno di arrivare alla sperimentazione sul campo.
coesaenergy.it
&eventi notizie
a cura di Veronica MonacoRE-SKIN, SOLUZIONI SMART per il retrofit con il Polimi
Coordinato dal Politecnico di Milano e finanziato con 9 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon Europe, ha preso avvio Re-Skin, progetto per lo sviluppo di soluzioni smart e ad alta efficienza energetica per il retrofit degli edifici. Re-Skin, acronimo di Renewable and Environmental-Sustainable Kit for building Integration, vede la partecipazione 21 partner in rappresentanza di undici Paesi dell’Unione che lavoreranno insieme per il prossimo quadriennio al fine di sviluppare un sistema integrato e multifunzionale capace di trasformare un edificio esistente altamente energivoro in una struttura moderna, efficiente e sostenibile lungo tutto il ciclo di vita. Il sistema offre una soluzione olistica attraverso l’utilizzo di tecnologie Ict (per il controllo e la gestione energetica), di fonti energetiche rinnovabili (solare ibrido fotovoltaico-termico), di materiali e componenti sostenibili (biobased,
riciclati e riciclabili) e di impianti ad alta efficienza (pompe di calore e fan coil di nuova generazione). Cuore del progetto è una piattaforma cloud-based, che interconnette e controlla i sottosistemi, interagisce con il contesto climatico e la rete elettrica nazionale e si interfaccia con gli utenti finali e gli energy manager al fine di ottimizzare le prestazioni energetiche complessive. La piattaforma integra anche un Sistema di Supporto
Decisionale (Dss), un Sistema di Gestione Energetica (Bems) e uno strumento di Rating Dinamico di Sostenibilità (Sdr). Allo scopo di dimostrarne sul campo l’efficacia, svilupparlo fin nei minimi dettagli e perfezionarlo in tutte le sue potenzialità, il sistema sarà installato e testato su quattro diversi progetti pilota: uffici amministrativi pubblici in Italia, uffici amministrativi pubblici e un asilo in Bulgaria, progetti di edilizia sociale in Francia e Spagna. polimi.it
IL DESIGN ANNI CINQUANTA in mostra a Gorizia
Fino al 27 agosto 2023 gli anni Cinquanta tornano protagonisti a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, con un’esposizione che raccoglie importanti testimonianze inerenti la moda, il design, le arti applicate e il cinema, qualificando uno stile che sarebbe divenuto celebre come Made in Italy. La sezione dedicata al design e alle arti applicate spazierà tra le eccellenze più esemplificative del periodo: i mobili di Franco Albini, Gio Ponti, Osvaldo Borsani, Gastone Rinaldi, Carlo Mollino, Ico Parisi, Marco Zanuso, Vico Magistretti, Luigi Caccia Dominioni, realizzati da Poggi, Cassina, Fornasetti, Arflex, Azucena, Tecno, Fontana Arte, Rima; le lampade all’avanguardia di Gino Sarfatti, Angelo Lelii, Max Ingrand e dei
fratelli Castiglioni; le ceramiche affidate alla produzione industriale da Guido Andloviz, Antonia Campi, Giovanni Gariboldi, Piero Fornasetti, Ettore Sottsass; la produzione muranese esemplificata attraverso il meglio della Venini & C., i vetri sommersi di Flavio Poli per Seguso Vetri d’Arte e le reazioni policrome di Giulio Radi. Completano il quadro innovativo dell’arredamento preziosi smalti di Paolo De Poli e dello Studio Del Campo, alcuni su disegno di Gio Ponti, argenti di Lino Sabattini, Eros Genazzi e la nuova produzione industriale in acciaio di Sambonet e di Alessi. Acorredo di tutto ciò stoffe, tappeti e arazzi. Contribuiscono a ricreare l’atmosfera degli anni Cinqunata alcuni esempi iconici di design industriale,
come il televisore orientabile Phonola 17/18 del 1956, l’orologio meccanico Cifra 5 di Solari e inoltre la macchina da scrivere Olivetti Lettera 22 del 1950 e la macchina da cucire Necchi Mirella del 1957, entrambe disegnate da Marcello Nizzoli e premiate con il Compasso d’Oro.
musei.regione.fvg.it
PORCELANOSA PREMIA L'ECCELLENZA nell'architettura e nell'interior design
Iscrizioni aperte fino al 10 aprile 2023 per la XIV edizione dei Premi di Architettura e Interior Design organizzata dal gruppo ceramico Porcelanosa e rivolto a studenti e professionisti dei settori architettura, arredamento e sviluppo immobiliare. Con due categorie principali, «Design del Futuro» e «Design dell’anno», verranno premiati rispettivamente il progetto che presenta la soluzione migliore per uno spazio sostenibile e i migliori progetti realizzati tra gennaio 2022 e marzo 2023. Scaduto il termine per le iscrizioni, la società emetterà un comunicato ufficiale con i nomi dei vincitori delle diverse categorie e dei progetti valutati dalla giuria composta da professionisti di settore. Inoltre, la giuria selezionerà un vincitore speciale tra i premiati delle diverse categorie, che sarà nominato durante l'evento ufficiale di premiazione.
porcelanosa.com/premios-porcelanosa
SEED, FESTIVAL INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA a Perugia e Assisi
Dal 24 al 30 aprile 2023 a Perugia e Assisi si terrà la prima edizione del Festival di Architettura Seed: una settimana dedicata alla cultura del progetto in un dialogo interdisciplinare tra scienza, filosofia e arte sul futuro del design e dell’architettura, e soprattutto dell’ambiente. Cinque gli ambiti tematici su cui si svilupperà il programma della manifestazione: architettura, urbanistica, design, territorio e vita del pianeta. L’obiettivo del festival è quello di far convergere le diverse energie intellettuali e sociali per affrontare le grandi sfide ambientali e più in generale della modernità, insieme a numerosi ospiti: dai fisici (Fabio Truc) ai virologi (llaria Capua), passando per i grandi nomi della progettazione, come Renzo Piano Building Workshop, Benedetta Tagliabue, Kjetil Trædal Thorsen – Snøhetta, Michele De Lucchi, Open Architecture, Carlo Ratti, Paola Viganò, Mario Cucinella, Joseph Grima, Bjarke Ingels Group, Patricia Viel, e Mvrdv. Il festival è organizzato dalla Fondazione Guglielmo Giordano e promosso dall’Istituto Nazionale di Architettura e dalla Fondazione Umbra per l’Architettura, con il sostegno della Regione Umbria, della Provincia di
REHAU, APPUNTAMENTI con la formazione
Torna l’appuntamento con la formazione Rehau con un fitto programma di appuntamenti nelle filiali di Milano e Roma, per l’aggiornamento professionale gratuito dei protagonisti della filiera Its. Per la formazione specifica dei progettisti sono previsti meeting e seminari dedicati, che vedranno il coinvolgimento dei referenti dell’azienda e di vari professionisti del settore nell’approfondire
tematiche rilevanti e nell’analizzare casi studio. Per la partecipazione a questi incontri è attualmente in corso la richiesta di accreditamento presso i Collegi e gli Ordini professionali. La partecipazione è gratuita, previa registrazione online sul sito, a cui seguirà la conferma di iscrizione ed il programma definitivo al raggiungimento del numero minimo dei partecipanti. rehau.it
Perugia, della Fondazione Perugia, del Comune di Perugia e del Comune di Assisi. «Il tema centrale di Seed 2023 sarà quello della rigenerazione umana, visione che mira a riconciliare l’uomo con il cielo e la terra: con la sua dimensione spirituale e con le altre forze della natura», dichiara Andrea Margaritelli, presidente dell’Istituto Nazionale di Architettura.
seed360.org
ARCHILEGGERE
UN IVERSAL SINGULAR
Sonia CurnierLi ngua Inglese/Tedesco
Ed itore Birkhäuser
An no 2023
Pa gine 272
ISBN 9783035620948
Pr ezzo di copertina 64,00 euro
Il sottotitolo di questo volume è Progettazione dello spazio pubblico dell’inizio del XXI secolo e subito definisce l’area del contendere. Il modo in cui sono progettati gli spazi pubblici riflette il periodo in cui sono stati creati. Questa dovrebbe essere la regola. Tuttavia, in questo nostro mondo globalizzato dove esperienze e immagini sono sempre più condivise, il desiderio di unicità tende a ottenere l’opposto: sempre più spesso i progettisti di spazi aperti ricorrono agli stessi dispositivi e alle stesse tecniche, allontanandosi dall’eccezionalità del contesto urbano. Sonia Curnier in questo bel volume analizza dieci straordinari progetti contemporanei di spazi pubblici in Europa in termini della loro funzione nel contesto urbano e dei materiali utilizzati per la loro realizzazione. Nelle interviste ai designer ripercorre i cambiamenti dei concept durante la fase di ideazione dei progetti, avvalorando le sue scoperte con numerosi schizzi. Inoltre, la sua ricerca si concentra su come i progetti sono stati accolti nella comunità. In pratica uno studio ex-post. Il volume è la rielaborazione della ricerca di dottorato dell’autrice, che ripercorre le dinamiche progettuali alla base del progetto dello spazio aperto contemporaneo, attraverso esempi che suddivisi per capitoli: Animare; Ornare; Costruire; Modellare, Naturare. Un’analisi per parti che trova una specie di corollario in un esame incrociato finale, dove vengono ridefiniti e spiegati molti degli aggettivi che hanno descritto la progettazione degli spazi aperti nelle nostre città negli ultimi vent’anni. Un discorso aperto e senza una conclusione. Perché tendenze e soluzioni sono sempre in evoluzione.
CIRCULAR DESIGN
TOWARD REGENERATIVE TERRITORIES
Jörg Schröder Riccarda Cappeller Alissa Diesch
Federica Scaffidi
Li ngua Inglese
Ed itore Jovis Verlag
An no 2023
Pa gine 240
ISBN 9783868597455
Pr ezzo di copertina 36,00 euro
L’urbanistica si sta evolvendo. Sono molti i segnali che giungono sia dal mondo accademico sia da quello professionale. La necessità di rendere questa disciplina coinvolgente e soprattutto transdisciplinare comporta un lavoro di riscrittura e di apertura. Questioni come l’uso del territorio, la partecipazione, la dimensione qualitativa e quella quantitativa devono essere ripensate quando alla mera progettazione territoriale si aggiunge la necessità di dare risposte alle crisi sociali, alla crisi ecologica e agli effetti del cambiamento climatico. Tutte problematiche che sembrano poter vedere una soluzione solo affrontandole alla luce della circolarità, oramai divenuta un argomento importante della nostra contemporaneità. Circuiti chiusi, riutilizzo, riciclaggio e materiali rinnovabili sono già idee di presenti nell’architettura e nel design del prodotto. Al fine di stabilire il nuovo paradigma della progettazione circolare, questo libro, curato da alcuni docenti della Leibniz University Hannover coinvolti nel Master in Territorial Design, introduce una dimensione territoriale innovativa all’obiettivo di trasformare gli spazi abitativi abbracciando le dinamiche della resilienza e della sostenibilità, attraverso una ricerca guidata dal design e del pensiero progettuale come forze efficaci per l’analisi, lo sviluppo di concetti e strategie, e processi cooperativi di trasformazione. Con casi di studio provenienti da tutta Europa, anche dall’Italia, sviluppati con il concorso degli studenti iscritti al Master in Territorial Design, che uniscono narrazioni creative proprie dell’urbanistica con l’innovazione sociale e quelle dell’industria della creatività. Di fatto, Circular Design mira ad attivare campi dinamici e reti di idee, persone e spazi orientati ai principi circolari.
Gli irregolari. Suggestioni da Ivan Illich, Albert Hirschman e Charles Lindblom per la pianificazione a venire Gabriele Pasqui
Dopo una lunga fase di discredito nei confronti dell’azione pubblica e di sfiducia nella pianificazione intesa come azione istituzionale che affronta problemi e le sfide globali, le crisi economiche e finanziarie del capitalismo, quelle sanitarie della pandemia, quelle ambientali del cambiamento climatico, quelle geopolitiche della guerra interrogano di nuovo la possibilità e le forme operative dell’azione di pianificazione.
L’obiettivo del libro è offrire strumenti utili per la costruzione di programmi e piani territoriali prendendo le mosse dalla rivisitazione dell’opera di tre grandi scienziati sociali, tre ‘irregolari’ irriducibili entro confini disciplinari limitati, che hanno lavorato nella seconda metà del Novecento a forme diverse di critica alla pianificazione razional-comprensiva.
Ivan Illich, Albert O. Hirschman e Charles E. Lindblom ci aiutano a ricostruire il vocabolario di una ‘pianificazione a venire’, che sia all’altezza dell’incertezza radicale nella quale operiamo e che sia in grado di farsi carico della natura sociale
GLI IRREGOLARI
Gabriele Pasqui
Li ngua Italiano
Ed itore FrancoAngeli
An no 2022
Pa gine 172
ISBN 9788835145653
Pr ezzo di copertina 17,00 euro
Gabriele Pasqui è docente di Politiche Urbane al Politecnico di Milano, dove è stato Direttore del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani dal 2013 al 2019.
Dal 2020 al 2022 è stato Responsabile scientifico del progetto Dipartimenti di Eccellenza – ‘Fragilità territoriali’.
Tra i suoi volumi più recenti: Coping with the Pandemic in Fragile Cities (Springer, 2022); Perché gli alberi non rispondono. Lo spazio urbano e destini dell’abitare (con C. Sini, Jaca Book, 2020); La città, saperi, le pratiche (Donzelli, 2018).
LA SPERANZA PROGETTUALE
Tomás Maldonado
Li ngua Italiano
Ed itore Feltrinelli
An no 2022
Pa gine 224
ISBN 9788807105674
Pr ezzo di copertina 20,00 euro
L’ importanza di questo saggio, pubblicato nelle serie Taccuini, una collana di testi di ricerca svolta all’interno del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani de l Politecnico di Milano, è la sua contestualizzazione nell’attualità che tutti, in modo diverso, stiamo vivendo. Pasqui sa inserire attraverso un’introduzione appassionata, titolata Preludio, il perché della necessità di rifocalizzare qui e ora la pianificazione, re duce da anni di discredito. Così da un quadro particolare s i passa a quello generale, fatto di una contemporaneità che chiede alla pianificazione di aggiornarsi e, soprattutto, di pianificare, di rivendicare un ruolo forte nella programmazione dell’azione pubblica. Sembra un gioco di parole, ma non lo è, visto che, come sottolinea Pasqui, c’è l’evidente obbligo di garantire delle condizioni sufficienti per ottenere l’efficacia dei vari programmi a scala nazionale e europea nati per rigenerare i territori provati dalla morsa della crisi economica, pandemica e ora anche geopolitica. Nella lettura e nell’analisi di autori, considerati maestri delle scienze sociali, come Ivan Illich, Albert Hirschman e Charles Lindblom, da sempre considerati come liberi pensatori non facilmente inquadrabili in confini disciplinari limitati, Pasqui trova le suggestioni per la pianificazione a venire attraverso un nuovo vocabolario «all’altezza di questi tempi incerti». Da leggere per farsi un’opinione e approfondire la conoscenza di pensatori, ormai classici, che vanno riscoperti per la loro attualità.
Per chi avesse studiato al Politecnico di Milano questo volume potrebbe essere un déjà-vu, essendo stato per molti una pietra miliare lungo il proprio percorso formativo. Lo è stato anche per chi scrive che, grazie alle bellissime e dotte lezioni di Maldonado, ha cominciato a interessarsi di Progettazione Ambientale. Il saggio, pubblicato da Einaudi nel 1970, è ormai un classico della cultura architettonica e finalmente, dopo anni dall’ultima edizione e a quattro dalla morte del Maestro, è stato ripubblicato in un’edizione curata da Medardo Chiapponi e Raimonda Riccini, fra i suoi ultimi collaboratori. Questo testo, dal sottotitolo Ambiente e società è ancora attuale, attualissimo anche se parla e fa riferimento a eventi degli anni Sessanta perché, mutata mutandis, le osservazioni che Maldonado pone sul rapporto fra tecnologia, società e ambiente sono ancora valide e attraverso un metodo che ha tra l’investigativo e il documentale (Maldonado conosceva più lingue e spesso riusciva a leggere grandi pensatori suoi contemporanei prima che venissero tradotti) dimostra la necessità di una fiducia progettuale reale, non utopica, per portare avanti una rivoluzione consapevole della finitezza delle risorse e dell’unicità del pianeta. La nuova edizione di questo testo fondamentale è impreziosita dalle tre prefazioni scritte (1970, 1972 e 1992) da Maldonado e da due saggi critici che spiegano la peculiarità di questo libro nel tempo e in relazione agli altri scritti dell’argentino. Una lettura quanto mai attuale e consigliata, un quadro ancora in movimento che permette di attingere ad informazioni utili per comprendere l’attualità che stiamo vivendo.
In cerca di identità
Quest’anno ricorre il centenario dell’ordinamento delle professioni di ingegneri ed architetti. Un evento che, per ora, non ha originato celebrazioni o riflessioni a livello nazionale, ma che dovrebbe rappresentare un’occasione unica per fare il punto sull’evoluzione della professione, in particolare quella di architetto (ma varrebbe anche per quella di ingegnere) e sui suoi sistemi organizzativi, proponendone una revisione critica, globale ed attuale.
La nascita degli Ordini cominciò nel periodo postunitario, quando alcune categorie di tecnici iniziarono a discutere di tutela dell’esercizio della professione e del titolo, di concorsi e tariffe. Così, nel 1874 ottennero il riconoscimento dal legislatore avvocati e procuratori, l’anno seguente i notai, nel 1910 i medici, i veterinari e i farmacisti e, solamente nel 1923, ingegneri e architetti con la legge 24 giugno 1923 n. 1395 (Tutela del titolo e dell’esercizio professionale degli Ingegneri e degli Architetti). Il 23 ottobre 1925 venne emanato il Regio Decreto n. 2537 che, oltre a istituire gli Ordini provinciali, stabilì le competenze e i limiti delle due professioni. I due testi, ancora sostanzialmente in vigore con qualche sporadica modifica, stabilirono anche i requisiti per l’iscrizione la laurea (nel 1919 erano state istituite le Scuole Superiori di Architettura) ed esame di stato e gli adempimenti dei Consigli dell’Ordine: la formazione e l’aggiornamento dell’albo, l’importo della quota annuale per le spese di funzionamento, l’emissione di pareri su controversie e sulla liquidazione di onorari e spese, ed infine la tutela dell’esercizio professionale e la conservazione del decoro dell’Ordine, reprimendo gli abusi e le mancanze dei suoi iscritti.
Vent’anni fa, con il Dpr 5 giugno 2001, è stata avviata una riforma significativa, di cui non intendiamo dare qui un giudizio, che ha distinto le figure di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore e istituito professionisti senior e junior (settori A e B). Successivamente, il Dpr n. 137 del 2012, oltre a demandare le questioni disciplinari a Consigli ad hoc, ha introdotto gli obblighi della formazione continua e del possesso
di una polizza assicurativa. Nello stesso anno sono stati aboliti definitivamente i tariffari professionali introdotti nel 1949, eliminando così uno dei principali compiti degli Ordini, che nel frattempo hanno subìto una modifica ontologica divenendo, con il decreto legislativo del 2001, enti pubblici a tutti gli effetti seppur di natura non economica. Ciò ha causato un incremento esponenziale degli adempimenti amministrativi, insostenibile per realtà formate da soggetti di natura elettiva (il Consiglio), che è bene ricordarlo, nella maggioranza degli Ordini italiani, sono formate da professionisti che svolgono il loro ruolo senza alcun compenso. Il carico degli adempimenti: privacy, protezione dei dati, agenda digitale, rilevazioni Mef, regolamenti di ogni genere, gare per acquisti di servizi e forniture, bilanci, rapporto con gli iscritti, organizzazione di corsi e monitoraggio della formazione, azioni sul territorio, collaborazioni con altri enti, Onsai, sembra essere destinato ad aumentare, con una situazione paradossale da riorganizzare nelle premesse. A questo si auspicava potesse porre rimedio un organismo centrale come il Consiglio Nazionale degli Architetti, che già faticosamente riesce a intraprendere azioni di carattere politico (come quanto avviene per il nuovo Codice dei Contratti), ma che potrebbe perlomeno agire sulle incombenze degli Ordini, soprattutto di quelli più piccoli. Dunque, da un lato si presenta un problema di rappresentanza, con organismi non più in grado di dare risposte tempestive a un mercato del lavoro sempre più mutevole, che impone un ragionamento di riorganizzazione complessiva delle proprie finalità e degli strumenti. Dall’altro a cent’anni di professione, dovremmo essere in grado di fare una reale fotografia del corpo degli oltre 160 mila architetti italiani, scevro da ogni ipocrisia sulla figura dell’architetto (ormai mitologica), e lavorare su un ordinamento delle professioni nuovo, condiviso e non autoreferenziale, che risponda a delle semplici domande: cosa sappiamo fare, anche in maniera differente e esclusiva, e come acquistiamo la competenza per saperle fare. Per dirla con Gauguin: da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
I 100 anni dell’ordinamento e le incertezze sul ruolo della professione
2.214 imprese dell’edilizia ai raggi X
I Bilanci delle Costruzioni edizione 2022, contiene i dati di circa 2.214 aziende. Comprende l’analisi delle imprese di costruzioni, ingegneria, produzione (acciaio e tondino, attrezzature, cemento e calcestruzzo, chimica, climatizzazione, drenaggio e trattamento delle acque, fissaggio, illuminotecnica, impiantistica, isolamento e impermeabilizzazione, laterizi, lattoneria, macchine, piastrelle e rivestimenti, pitture e vernici, prefabbricati, presagomatura, sanitari e arredobagno, serramenti e altre categorie) e della distribuzione di materiali edili, idrotermosanitari, elettrici, dei materiali per trattamento acque e drenaggio, ma anche della Gdo e della Gds del settore brico, ferramenta, materiali edili e per la casa e new entry come i servizi di gestione immobiliare, gli studi di architettura e i general contractor. COPIA SINGOLA