YouBuild settembre 2024

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YouBuild YB

PROGETTARE

Residenza

Tra le Dolomiti del Brenta

DVAREA

Cascina Ri-Nascita

3XN

Cobot Hub

UNIVERSITÀ DI STOCCARDA

Padiglione Hybrid Flax

Torre di Wangen POLITECNICA

Progettazione integrata

LA MOSTRA

Nuove normalità

VOLTECO Specializzazione e

Da sinistra, Andrea, Marco e Camilla Guderzo

YouBuild YB

VOLTECO Specializzazione e coraggio

Da sinistra, Andrea, Marco e Camilla Guderzo

Dierre a fianco dei progettisti.

Nuovi strumenti per ingegneri e architetti: sono online

gli oggetti BIM delle porte Dierre da integrare nei progetti 3D.

Sleek, la porta blindata Dierre elegante, essenziale e unica che trae la sua ispirazione dall’ingegneria aeronautica. Le avveniristiche cerniere a scomparsa Macron 5.0 sono un brevetto esclusivo Dierre: doppia battuta e apertura a 180 gradi anche su un’anta di grande dimensioni (fino a 1200x2850 mm). Proprio come accade nei portelloni degli aerei, il meccanismo rototraslante consente di ruotare l’anta in maniera sicura, eliminando le antiestetiche e voluminose cerniere a goccia. Disponibile nella nuova collezione di porte filomuro minimal, perfettamente complanari alla parete. L’installazione raso-muro nasconde il telaio e consente di far risaltare l’anta o di integrarla completamente nel colore o nella finitura del muro.

Filum
Synergy

YB

YouBuild

PROGETTARE E COSTRUIRE SOSTENIBILE

ANNO 9 - NUMERO 33 - SETTEMBRE 2024

Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore S.r.l.

Sede legale: Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy

Sede operativa: Via San Benedetto 6 - 24122 Bergamo - Italy Tel. +39 02 47761275 - info@vgambinoeditore.it ISSN 2532 - 5345

Direttore responsabile / Publisher VIRGINIA GAMBINO virginia@vgambinoeditore.it

Direttore Editoriale / Editorial Director LIVIA RANDACCIO

Direttore Scientifico / Scientific Director PROF. EMANUELE NABONI (professore e tecnologo per la sostenibilità di città, edifici e componenti costruttivi, opera globalmente)

Comitato scientifico / Scientific Committee

PAOLA ALLEGRI (Presidente associazione nazionale Esperti in Edificio Salubre), GIANLUCA BRUNETTI (Politecnico di Milano, Italia), PAOLO CARATELLI (Istituto Marangoni, Dubai), MATTEO CAZZANIGA (Politecnico di Milano, Italia), ANGELOS CHRONIS (Infrared, Austria), GUIDO CIMADOMO (Università di Malaga), MATTEO CLEMENTI (Politecnico di Milano, Italia), ANDREA COSTA R2M (Solution), MARWA DABAIEH (University of Malmö, Svezia), MARCELLA GABBIANI (Direttore premio internazionale alla committenza di architettura Dedalo Minosse), FRANCESCO GASTALDI (Università Juav di Venezia), BARBARA GHERRI (Università di Parma, Italia), LUCA GIRAMIDARO (Perkins and Will, Stati Uniti), ALESSANDRA MISURI (Abu Dhabi University), CONSUELO NAVA (Università Mediterranea, Italia), FRANCESCA OLIVIERI (Università Politecnica di Madrid, Spagna), VALENTINA PUGLISI (Politecnico di Milano, Italia), AGATINO RIZZO (Lulea University of Technology, Svezia), ALESSANDRO ROGORA (Politecnico di Milano, Italia), TIZIANO RUMORI (Gottlieb Paludan Architects, Danimarca)

GliarticolipubblicatisonostatipreventivamentesottopostiareferaggiodapartedelComitatoScientificodellaRivistaYouBuild. ThepublishedarticleshavepreviouslybeensubjectedtopeerreviewbytheScientificCommitteeoftheYouBuildMagazine.

Collaboratori / Contributors

REBECCA ALBERTI, ILARIA BIZZO, LUISA CASTIGLIONI, MATTEO CAZZANIGA, STEFANO CORNACCHINI, ALFONSINA DI FUSCO, ALICE FUGAZZA, ROBERTO GAMBA, FRANCESCO GASTALDI, MORENO PIVETTI, SILVIA NANNI, VALENTINA PUGLISI, EZIO RENDINA, PATRIZIA SPADA, FRANCESCO SOMMESE, ELENA STOPPIONI, TIZIANO RUMORI

Impaginazione e grafica / Layout and graphics RAFFAELLA SESIA

Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari/ Commercial department - Sale of advertising Spaces Via San Benedetto 6 - 24122 Bergamo - Italy / Tel. +39 02 47761275 - cell. +39 340 1761951 / info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Copia singola € 15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link https://www.virginiagambinoeditore.it/ oppure, fare richiesta via mail ad abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero +39 02 47761275 Stampa / Printing Pixartprinting S.p.A. stabilimento Lavis – Trento

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DESIGN MODERNO ED ELEGANTE

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SETTEMBRE 2024

EDITORIALE

In attesa del riordino degli incentivi, si procede con le infrastrutture 11

CO2, la nuova moneta, dalla foresta all’edificio 13 CONTENT ABSTRACTS 14

GRANDI TEMI

Forest Jump Il richiamo della foresta, difendere biomi e biodiversità 16

Verso la transizione ecologica

A partire dai Cam Edilizia 32

Crisi climatica e sociale Soluzioni dalla filiera dell’ambiente costruito 42

VIII Convegno YouBuild 2024 Edilizia per il clima. Diamo una chance alla terra 50

PROGETTI ITALIA

Ristrutturare mettendo a punto una perfetta macchina bioclimatica 54

La natura e il genius loci della Dolomiti del Brenta 64

L’ecosistema virtuoso di Cascina Ri-Nascita 72

PROGETTI MONDO

Cobot Hub, il low tech che sfida l’high tech 78 Bio-digital design e tessitura robottizzata 88 Un viaggio verso l’alto tra design e ambiente 98

L’INTERVISTA

Francesca Federzoni e Ferdinando Samo | Politecnica

La progettazione integrata ora parla il linguaggio universale della sostenibilità 108

EVENTI ITALIA

La mostra Osservatorio sulle energie latenti dell’architettura italiana contemporanea 120

I COMMENTI

Territorio & Società Contenitori urbani in attesa 128

DOSSIER TOP 100

Speciale Classifiche degli studi di architettura 131

CANTIERI ITALIA

Treviso | Aeroporto Canova Passerella pedonale sopraelevata 142

CANTIERI MONDO

Nord Uganda Due impianti elettrici ad acqua fluente154

COMMENTI

Cultura del costruito dalla distrazione alla consapevolezza 166

PRODUZIONE

Storia di copertina Volteco Specializzazione e coraggio i fattori di crescita guardando all’estero 168

Consolidamento strutturale Come consolidare la durabilità di ogni struttura dell’edificio 178

Pontarolo Engineering Cappotto Spyrigrip Sismiko per la sicurezza sismica 182

Laterlite Riqualificazione strutturale di un edificio ospedaliero 184

Isotex Il legno-cemento per un’architettura sostenibile sicura e salubre 186

Biemme Kit di consolidamento per strutture in muratura 190

Fibrotubi Nuova lastra metallica modulare per tetti a incastro facile 192

Project for Building Cassero a perdere per solai bidirezionali alleggeriti 194

Isolamento e correzione acustica costruire e ristrutturare progettando il comfort acustico ottimale 196

Eclisse Interni di luce per un appartamento della vecchia Milano

Dierre Sempre più green, fotovoltaico e niente fonti fossili

Torterolo & Re 60 anni tra tecnologia, flessibilità e stile italiano

Aip Porte e strutture in vetro, tutta l’innovazione di “Visioni”

Cersaie Protagonista lo spazio architettonico, dall’abitare al contract

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Pucci Marchio storico italiano, da sempre vocata all’innovazione 224

Impertek Pavimentazioni sopraelevate per edifici e spazi urbani da vivere 228

Mapei Architettura moderna e tecnologie sostenibili per Villa Labriola 230

Stp Alpenos Costruire in legno, naturale evoluzione per la tutela ambientale 232

Calchèra San Giorgio Meno impatto sull’ambiente, più benessere e salute per le persone 236

Alpac Complesso residenziale efficientato con tecnologie smart 238

Viessmann Pompa di calore geotermica per cinque condomini green

Daikin Vrv 5 pompa di calore, comfort, efficienza e sostenibnilità ambientale 244

Bampi Climatizzazione radiante sostenibile, vantaggiosa e flessibile 246

Aliaxis Zypho Risparmio energetico con recuperatore di calore per scarichi idrosanitari 250

NESSUN LIMITE ALLA FANTASIA.

Portate da noi la vostra fantasia. Sappiamo che ha bisogno di spazio, di mondi inesplorati. Di stimoli e di sfide. E, soprattutto, di professionisti attenti e preparati in grado di comprenderla e ascoltarla. Dentro ogni nostro showroom trovate tutto questo. E prodotti di design che sembrano pensati proprio per voi, 72 nuance cromatiche, tavolozze narrative con texture, finiture e tipologie di posa semplici ed evolute. Portate da noi la vostra fantasia: siamo certi che si sorprenderà.

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In attesa del riordino degli incentivi Si procede con le infrastrutture

L’autunno italiano si apre con la produzione industriale in calo, ad esclusione dell’energia, mentre il comparto delle costruzioni che, come sappiamo, è in grado di attivare (o di frenare) un vasto indotto di fornitori e subfornitori, sta subendo una forte flessione. I nuovi permessi di costruire decrescono costantemente da due anni e mezzo, passando a 12.500, quasi la metà rispetto a giugno 2021. Ma la vera sfida del comparto edile continua ad essere la ristrutturazione degli edifici, un complesso di attività che devono essere inquadrate nel percorso di transizione energetica del Paese per rispondere a un’esigenza globale di riduzione dei consumi energetici, decarbonizzazione e miglioramento delle condizioni abitative.

Ristrutturazione, a che punto siamo?

Tra le ultime azioni del governo c’è la sospensione degli incentivi fiscali, pur permanendo un patrimonio edilizio residenziale che presenta gravi patologie e carenze strutturali, energetiche e manutentive. Intanto, la direttiva europea Epbd è stata approvata con l’assunzione di impegni vincolanti, gli obiettivi del Green Deal europeo sono stati confermati dalla Commissione con la riduzione delle emissioni del 90% al 2040 e il Pniec (Piano integrato per l’energia e il clima) è stato aggiornato dal Mase confermando gli obiettivi di decarbonizzazione insieme a quelli di incremento delle fonti di energia rinnovabile, compresa l’introduzione di una futuribile opzione “nucleare sostenibile”. Entro il 2025 ciascun Paese dovrà presentare alla Commissione europea un Piano nazionale di ristrutturazione che individui l'esatto percorso e le metodologie d’intervento finalizzate a raggiungere il taglio dei consumi energetici derivanti da fonti fossili.

In attesa di una nuova strategia governativa Gli incentivi a favore dell’efficienza energetica, della sicurezza sismica e della manutenzione giungeranno a termine alla fine di quest’anno, con una piccola coda azzoppata del Superbonus 65% e un incentivo ordinario al 36%. Gli operatori del settore, ma anche i cittadini, restano in attesa di una nuova strategia di rinnovamento degli edifici, sostenibile ed efficace.

Pnrr e sviluppo infrastrutturale

Il Pnrr è sicuramente la prima risorsa per assicurare una copertura finanziaria alla costruzione di nuove opere infrastrutturali in Italia. Secondo il rapporto della Camera dei deputati, al 31 agosto scorso il governo disponeva di 314,93 miliardi di euro per la realizzazione di infrastrutture strategiche e prioritarie. Di questi, 222 miliardi di euro arrivano dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal Piano nazionale complementare. Ai quali si aggiungono i fondi di bilancio e in minima parte risorse private. Nel complesso si tratta di una dotazione finanziaria straordinariamente importante che rappresenta il vero e proprio motore dei cantieri aperti in tutta Italia. Dalla Sicilia al Veneto, dalla Calabria alla Campania, dalla Puglia alla Liguria, le opere sono in corso in tutte le regioni. Alcune di queste favoriscono e alimentano la mobilità interregionale, altre puntano allo sviluppo delle grandi città, come le linee metropolitane che Webuild sta realizzando a Milano (M4), a Napoli (stazione di Capodichino) e a Roma (Linea C).

PER L’EDILIZIA SOSTENIBILE SOLUZIONI AVANZATE

Soprema Italia mette a disposizione di tutti i professionisti dell’edilizia le informazioni necessarie per valutare l’impatto ambientale dei materiali da costruzione e dei sistemi utilizzati. Il nostro obiettivo è garantire un’elevata sostenibilità grazie ai nostri sistemi per l’impermeabilizzazione ed isolamento termico aventi EPD. Grazie all’analisi approfondita delle fasi del ciclo di vita dei nostri prodotti, attraverso la metodologia LCA (Life Cycle Assesment), Soprema si impegna ad innovare, investire e sviluppare la qualità del servizio, sempre nel rispetto dei valori tecnici e umani, per salvaguardare i nostri clienti, i lavoratori e l’ambiente.

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Seguici su

CO 2 ,la nuova moneta, dalla foresta all’edificio

La CO₂ sta emergendo come la “moneta” del futuro. Ogni attività, dalla gestione del territorio alla costruzione degli edifici, può essere tradotta in termini di tonnellate di CO₂ emesse o sequestrate. Le foreste agiscono come enormi serbatoi di carbonio, sequestrando tra 2,4 e 3,2 miliardi di tonnellate di CO₂ all’anno. Tuttavia, la conversione di foreste naturali in praterie per l’allevamento e piantagioni agricole ha ridotto questa capacità critica. Tra il 2010 e il 2020, il calo della biomassa vegetale ha portato a un deficit di assorbimento del carbonio stimato in 1 miliardo di tonnellate di CO₂ all’anno. La pratica del carbon offset con le monoculture piantate per compensare la deforestazione, sequestrano fino al 40% in meno di CO₂ rispetto alle foreste primarie.

Il Carbothinking che guida le costruzioni

Nel settore delle costruzioni, responsabile del 39% delle emissioni globali di CO₂, questa “moneta” guida la decisione progettuale. Il Cobot Hub di Odense, progettato da 3XN riduce la CO₂ incorporata del 30% rispetto ai materiali tradizionali. La Torre di Wangen in Germania dimostra ulteriormente come l’architettura possa diventare un serbatoio di CO₂. Costruita interamente con legno lamellare incrociato (Clt), che può stoccare fino a 800 kg di CO₂ per metro cubo, la torre di 23 metri di altezza utilizza circa 500 metri cubi di legno, sequestrando così fino a 400 tonnellate di CO₂ per tutta la durata dell’edificio. Il Padiglione Hybrid Flax introduce un’altra dimensione della “moneta CO₂” attraverso l’uso di materiali naturali e tecnologie di fabbricazione avanzate. Le fibre di lino, utilizzate insieme al legno, assorbono CO₂ durante la loro crescita, e ogni metro quadrato di materiale può sequestrare fino a 10 kg di CO₂.

Intanto in Europa

La filosofia della CO₂ come moneta è anche alla base delle nuove normative europee. La direttiva EPBD4 stabilisce che tutti i nuovi edifici devono essere a zero emissioni di carbonio entro il 2030, una misura che potrebbe ridurre le emissioni di CO₂ nel settore delle costruzioni di oltre 60 milioni di tonnellate all’anno. Il nuovo Regolamento sui Prodotti da Costruzione (Cpr) richiede che i materiali da costruzione siano valutati in base alle loro emissioni di CO₂, incentivando l’uso di materiali riciclati o a basso impatto. Questo potrebbe ridurre le emissioni del 40-50% rispetto ai materiali tradizionali ad alta intensità di carbonio, come l’acciaio, che emette 1,85 tonnellate di CO₂ per ogni tonnellata prodotta. In Italia, i Criteri Ambientali Minimi (Cam) per gli appalti pubblici richiedono che almeno il 15% dei materiali utilizzati nei progetti provenga da fonti riciclate. Se ogni progetto di costruzione pubblica utilizzasse 10.000 tonnellate di materiale, il 15% in materiali riciclati potrebbe ridurre le emissioni di CO₂ di circa 1.000 tonnellate.

Vi aspettiamo

a Milano

Questi approcci saranno al centro dell’VIII Convegno YouBuild 2024 a Milano, dove la CO₂ sarà trattata per valutare ogni aspetto della costruzione e della gestione del territorio. Il convegno si concentrerà su materiali, tecnologie e pratiche che riducano la “moneta” di CO₂ in ogni progetto, esplorando come il “carbon thinking” possa diventare il paradigma dominante.

Prof. Emanuele Naboni direttore scientifico YB

CONTENT ABSTRACTS

THE CALL OF THE FOREST BIOMES AND BIODIVERSITY

Africa had the highest annual rate of net loss of plant biomass in the period 2010-2020, followed by South America. The area of natural regeneration has decreased since 1980 at a decreasing rate of loss, but the area of planted forests has increased by 123 million hectares. This Forest Jump is a call to action to care for and defend our planet Pag. 16

A PERFECT BIOCLIMATIC MACHINE

The mandate given to the Ambientevario designers is very clear but not easy to resolve: to make the building contemporary both in terms of aesthetics and performance. A green terrace is integrated into the new structure, improving the internal microclimate and introducing a living element that allows observing the changing seasons Pag. 52

NATURE AND THE GENIUS LOCI OF THE BRENTA DOLOMITES

In the tranquility of the Trentino mountains, Andrea Dal Negro designs for his parents a home that embodies the dream of starting a new chapter in life a stone's throw from the woods. With four faithful four-legged friends in tow and a lush vegetable garden, the new home is a celebration of simple living and the unbreakable bond with the surrounding environment Pag. 62

THE VIRTUOUS ECOSYSTEM OF CASCINA RI-NASCITA

An example of architecture for the social, a place that will be beautiful, safe and full of educational and recreational activities to restore autonomy and freedom to women emerging from violence and their children, a place of peace and serenity to rediscover strength, self-esteem and well-being Pag. 70

COBOT HUB, LOW-TECH THAT CHALLENGES HIGH-TECH

The robotics center in Odense was designed by 3XN to facilitate the sharing of workspace between humans and robots, and offer prospects of a bright future in a context created to promote innovation and creativity Pag. 76

BIO-DIGITAL DESIGN, AND ROBOTIC WEAVING

The project, completed in just 10 months, is a virtuous example of architecture that combines innovation and sustainability. The hybrid structure in wood and linen fibers, obtained with computational bio-design techniques and robotic weaving, allows to reduce the environmental impact and promote the local economy Pag. 86

A JOURNEY UPWARDS BETWEEN DESIGN AND ENVIRONMENT

The Wangen tower is the first curved and windproof tower built in just three days. With its 23 meters of height, it stands out for its structure composed of long segments of cross-laminated wood. Each element was made with 5-axis Cnc technology and assembled using a newly developed monomaterial overlapping joint Pag. 96

ELEVATED PEDESTRIAN WALKWAY

The structure, worth 2 million euros, commissioned by Aertre and built by Brussi Costruzioni, was built in metal carpentry and equipped with aluminum sunshade blades coordinated with the colors of the terminal to ensure stylistic continuity between the two works

Pag. 140

TWO RUN OF THE RIVER HYDROELECTRIC PLANTS

With this project, Pac spa has managed to apply years of experience gained in the hydroelectric sector in Italy in the SubSaharan area. Achwa 1 and Achwa 2 are built in a cascade along the Achwa river. The Achwa 2 plant, with a drop of 51 meters and a maximum flow rate of 100 m3/s, was designed to guarantee an average production of 180 GWh/year Pag. 152

Il richiamo della foresta DIFENDERE BIOMI E BIODIVERSITÀ

Sequoie giganti, Yosemite National Park, California, Stati Uniti | ©Art Wolfe

L’Africa ha registrato un tasso annuo più elevato di perdita netta di biomassa vegetale nel periodo 2010-2020, seguita dal Sud America. L’area destinata alla rigenerazione naturale è diminuita dal 1980 a un tasso di perdita decrescente, ma l’area delle foreste piantate è aumentata di 123 mln di ettari. Questo Forest Jump è una chiamata all’azione per curare e difendere il nostro pianeta

Moreno

Il nostro pianeta ospita attualmente 8,1 miliardi di abitanti e quasi 1,3 miliardi di quadrupedi bovini, una vera e propria impresa della “carne moderna” la cui catena di montaggio risiede all’aperto, occupando stabilmente una prateria diffusa pari a un quarto delle terre emerse, una superficie superiore a quella descritta dall’habitat dell’uomo. Nei secoli, già dai tempi di Gengis Khan, e in particolare negli ultimi duecento anni, l’industria degli ungulati ha convertito ecosistemi sensibilmente equilibrati dalle leggi della natura in praterie, o per meglio dire radure automatizzate funzionali all’ingrasso delle nuove “locuste a quattro zampe” (J. Rifkin) allevate dalla cosiddetta politica del “corned beef”. Dietro l’apparente mission di sfamare il mondo, questo colonialismo ecologico ha piuttosto alimentato una sociologia del consumo (o sociologia del grasso) disegnata dalle dinamiche

Pivetti, Architetto
Praterie nella riserva nazionale di Masai Mara, Kenya | ©Art Wolfe

della cosiddetta Età del Progresso. Questa evoluzione industriale in campo aperto ha preso a prestito e convertito le leggi e i metodi della produzione seriale in una catena di smontaggio delle leggi spontaneamente operanti della Natura, un progresso che incarna l’efficienza della cultura taylorista ma che inesorabilmente rischia di traghettarci verso la deriva ecologica (il cosiddetto Ecocidio profetizzato da Jeremy Rifkin). Se le varie rivoluzioni industriali hanno certo tradotto il mito dell’efficienza in progresso e benessere diffuso,

Foto satellitare degli incendi nella Foresta Amazzonica, 2020. Sopra, praterie nel campo nazionale di Amboseli, Kenya | ©Art Wolfe

l’evoluzione produttiva sarà davvero rivoluzionaria se riuscirà a contrastare il regresso ecologico del pianeta garantendone il capitale reale della Natura, il vero e unico metronomo del benessere esistenziale ed esperienziale delle attuali e future generazioni. Se la cultura modernista del Novecento ha promosso ed elevato “la concezione della produzione industriale qualificata come fattore condizionante del progresso sociale e dell’educazione democratica della comunità” (G. C. Argan), la nuova industria potrà dirsi davvero evoluta se intonerà la propria azione al respiro del pianeta, riconoscendo che soltanto sistemi di produzione ecosostenibili potranno dirsi qualificati e tali da garantire un progresso inclusivo ed educare le comunità. La questione ecologica, che verso la metà del secolo scorso si affacciava come prefigurazione quasi utopica di un mondo di là da venire – alimentando le visioni progettuali di Bucky Fuller e letterarie di Ernest Callembach – si presenta, ora, più che mai urgente, sotto diversi aspetti.

IMPERIALISMO ECOLOGICO

Nella cultura occidentale l’allevamento bovino ha rappresentato per secoli la più antica forma di ricchezza mobile; lo stesso termine cattle (bestiame), è composta dalle parole chattel (bene mobile) e capital (capitale). Per alcuni popoli divinizzato sull’altare della creazione e della forza generatrice come simbolo di virilità e fertilità, per molti altri più prosaicamente sacrificato sulle proprie tavole per fabbisogno alimentare, questo potente ungulato – per secoli nobile forza motrice dell’attività umana – oggi è tra le principali cause di erosione dell’ecosistema terrestre, “una delle minacce ambientali più distruttive dell’era moderna” (J. Rifkin).

Nelle regioni temperate del pianeta, l’esercito delle mandrie avanza a suon di ettari strappati a sempre più consunte foreste pluviali, si disseta prosciugando riserve d’acqua e risarcisce soltanto apparentemente i suoli con le scorie del proprio biochimismo digestivo, fonte di una quantità di metano pari al 18% di tutte le emissioni antropiche. C’è poi una questione squisitamente legata alla distruzione dell’ecologia locale: mentre colonizzatori quadrupedi convertivano terre vergini in radure al servizio dei mercanti della carne e della pelle, gli ecosistemi venivano occupati da un’ulteriore coalizione vegetale pronta a depredare habitat dopo habitat; così erbe, vegetali e cereali al seguito dei ruminanti rivoluzionarono la sfera e la storia biologica delle terre conquistate. Prima che bistecche e hamburger fossero consumati, il conto, quello antropico, era già servito! Nel suo “Imperialismo ecologico”, lo storico Alfred Crosby (1931-2018) descrive la relazione simbiotica fra bovini e vegetazione europei, i primi

Radici aeree (specie Ficus) nelle foreste dell’Isola di Bali, Indonesia | ©Art Wolfe

Forest Jump

pionieri responsabili della metamorfosi topografica ed ecologica del Nuovo Mondo. “Ancora prima dell’invasione umana, il bestiame ha seminato le nuove terre con le essenze del Vecchio Continente, preparando la strada alla successiva civilizzazione”. La cosiddetta “Kentucky bluegrass”, l’erba fienarola di origine europea, giunse nelle Americhe a seguito di commercianti di cavalli ben prima che vi sbarcassero i nuovi coloni. Lo sterminio del bisonte e degli indiani liberò le Grandi

Pianure dalla resistenza delle erbe native, cedendo il campo alle essenze europee, “fra cui la canapa, l’agrostemma, l’erba colderina, l’erba di San Giovanni e la zizzania”. “Oggi, delle oltre 500 piante erbacee perenni che si trovano nel Nordamerica, 258 sono immigrate: 177 dall’Europa, il resto dall’area mediterranea e dal Nordafrica “ (J. Rifkin). Le mandrie di importazione europea invasero le stesse praterie dell’America latina, divorando ecosistemi vegetali e “seminandovi semi eu-

Foreste di Populus
tremuloides, Montagne Rocciose, Colorado, Stati Uniti | ©Art Wolfe

Forest Jump

ropei gas serra!” Quel “fine tappeto di verzura” dipinto da Charles Darwin nel suo viaggio nella pampa argentina altro non era che “l’effetto del pascolo dei bovini e della relativa concimazione a opera del loro letame”. E così fu per l’asparago selvatico e il cardo gigante in Patagonia, Cile ed Uruguay; “dubito vi sia notizia di un altro caso di invasione su così vasta scala di una pianta a danno delle aborigene”, concludeva Darwin. Il colonialismo animale e vegetale, primo sintomo di una globalizzazione ecologica su scala planetaria, sono misurati da quell’imperialismo eurocentrico che

si diffonde ovunque con la Prima Rivoluzione industriale. Otto capi bovini importati in Australia dalla marina britannica nel 1788 si moltiplicarono a 370.000 già nel 1830. Vi fecero seguito praterie di specie vegetali: il trifoglio bianco, l’acetosa, l’avena selvatica, la gramigna, la bistorta e altre graminacee prepararono il terreno a una totale europeizzazione del paesaggio. Quel colonialismo animale cominciato migliaia di anni fa nelle steppe euroasiatiche ha cambiato per sempre il processo di evoluzione naturale di interi continenti. Viviamo in un pianeta per lo più ecologicamente modi-

Foreste di querce, Henry W. Coe State Park, California, Stati Uniti | ©Art Wolfe
SOLAI ALLEGGERITI, PLATEE DI FONDAZIONE VESPAI

Forest Jump

ficato e disegnato dall’antropocentrismo eurocentrico, una rivoluzione ecoplanetaria che ha rinaturalizzato interi territori e nicchie ecologiche ben prima dell’avvento della macchina e delle Rivoluzioni industriali. Le evoluzioni ecologiche non sono una conseguenza dello sviluppo industriale, se non in parte. I gas serra abitavano il pianeta già quando le praterie erano in fiore. Anche questo è l’altro volto dell’Età del Progresso.

QUANDO LE FORESTE ERANO VERDI

Vi era un tempo non remoto, attorno all’anno zero, in cui la foresta pluviale con la sua riserva di oro verde copriva ben 1/8 del pianeta, ben tredici miliardi di chilometri quadrati, il 40% delle attuali terre emerse.

Negli ultimi due millenni, e in particolare negli ultimi due secoli, l’uomo ha divorato più di metà della biomassa vegetale tropicale con la sua produzione di energia primaria netta; della restante parte, il 60% circa è quasi interamente coperto dall’Amazzonia, che con i suoi 3,8 miliardi di ettari (6.700.000 kmq) distribuiti in otto diversi paesi rappresenta il respiro del nostro pianeta, il suo più grande serbatoio di anidride carbonica. Con i suoi 7 milioni di chilometri quadrati, una superficie pari agli Stati Uniti d’America, la foresta pluviale amazzonica è così vasta e densa che “una scimmia, salita nella volta della foresta ai piedi delle Ande, potrebbe non toccare terra fino all’Oceano Atlantico, in un viaggio di 3.500 chilometri a trenta

Foreste di querce, Henry W. Coe State Park, California, Stati Uniti | ©Art Wolfe

metri d’altezza”.

Forte dei suoi circa 10.000 affluenti, questo immenso bioma vegetale alimenta il fiume da cui prende nome – il Rio delle Amazzoni – il cui bacino trasporta un quinto dell’acqua fluviale del mondo intero, 2 volte quella del fiume Congo, 15 volte quella del Mississipi, 60 volte quella del Nilo. Il suo percorso, oltre 6.000 chilometri, è comunque irrisorio rispetto a quello dei suoi tributari: insieme misurano due volte l’equatore.

Fiume e foresta condividono un etimo la cui origine affonda nel mito: si narra che nel 1541 alcuni esploratori guidati dal condottiero spagnolo Francisco de Orellana vi avrebbero visto donne guerriere indigene riccamente adornate e che avrebbero perciò chiamato il fiume

in memoria delle leggendarie Amazzoni narrate da Erodoto e Diodoro Siculo nell’antica Grecia. La verde cupola vegetale gettava ombra su tutti i popoli della foresta, ospitando la metà delle specie viventi dell’intero pianeta; il botanico tropicale Ghillean T. Prance (n. 1937) del New York Botanical Gardens affermava che in un solo ettaro si potevano contare oltre 350 specie di alberi. La National Academy of Science ha stilato un rapporto secondo cui una sezione di foresta pluviale di dieci chilometri quadrati – circa 1/20 della superficie di Milano – racchiude “almeno 1.500 specie di piante da fiore, fino a 750 specie di alberi, oltre a 125 specie di mammiferi, 400 specie di uccelli, 100 di rettili, 60 di anfibi e 150 di farfalle; (…) gli insetti sono così

Veduta aerea della foresta pluviale, Rio delle Amazzoni, Brasile | ©Art Wolfe

Forest Jump

prolifici che in poco più di sei ettari se ne trovano fino a 42.000 diverse specie. Ogni albero può ospitare più di 1.700 specie di insetti. In un solo metro quadrato di foglie si possono individuare fino a 50 diverse specie di formiche”. In questa diffusa dimora della biodiversità si stima possano esservi almeno 15.000 specie vegetali non ancora note e studiate: un sistema ecologico così inedito da far dubitare a Peter H. Raven (n. 1936), presidente del Committee on Research Priorities in Tropical Biology del National Research Council che nel mondo, non più di una dozzina di scienziati possieda le chiavi per approfondirne la dinamica.

ECOCIDIO LAW

Eppure, l’industria, a cominciare da quella della carne, aveva già e ben colto i vantaggi derivanti dal richiamo

della foresta. La cosiddetta “hamburger connection” fece il suo esordio nelle cronache dell’ecocidio planetario con l’assassinio di Chico Mendes, il “seringuero” (estrattore di caucciù) che pagò con la vita il suo impegno di guardiano della foresta, strenuo difensore degli indios minacciati e sfruttati dall’avanzata di famelici latifondisti alla ricerca di nuovi pascoli in cui costruire la fabbrica del manzo. “Inizialmente pensavo di lottare per salvare gli alberi di caucciù, poi pensavo di lottare per salvare la foresta amazzonica. Ora realizzo che sto lottando per salvare l’intera umanità”. Con questa dichiarazione di resistenza, Chico trascinò al cospetto del Senato americano l’ecocidio planetario operato da multinazionali che agivano sotto le mentite spoglie di proprietari locali; nel 1987 venne premiato dalle Nazioni Unite come uno dei più impegnati garanti

Foresta pluviale nell’Isola di Barro Colorado, Panama | ©Art Wolfe

dell’ecologia globale; lottò per proteggere la foresta ma non riuscì a difendersi dalle continue minacce: il 22 dicembre 1988 venne giustiziato a colpi di pistola da killer travestiti da allevatori, esecutori materiali di una sentenza già scritta sull’agenda della speculazione multinazionale. Ma l’altro assassinio, quello della foresta, era già stato sentenziato, e addirittura protetto per legge dall’olocausto ecologico promosso dalla cosiddetta “Operation Amazonia”, un programma avviato già nel 1966 dal governo brasiliano “per convertire la più grande foresta pluviale del mondo in terra economicamente produttiva”. Deforestare equivaleva a liberare nuove terre per coltivarvi profitti,

massimizzare capitali finanziari divorando il capitale reale della natura, quella ricchezza che soltanto la Terra e non le leggi dell’economia può rigenerare nel corso di svariati secoli. Questa Legge Ecocidio prevedeva addirittura incentivi fiscali (oggi la definiremo ecocidio bonus) per attrarre investitori stranieri: l’industria globale e le banche strinsero partnership e sinergie per colonizzare il mercato della foresta: Armour, Dow Chemical, United Brands, International Foods, Swift e altri facevano leva finanziaria sulla World Bank, sulla United States Agency for International Development (Usaid) e sulla Inter-American Development Bank per tessere la “cultura della bistecca” dietro

Foresta pluviale dell’Amazzonia, Brasile

Forest Jump

Le fonti di deforestazione del pianeta | Wwf

lo slogan “erba gratis”, premessa ed emblema della ecodegenerazione del pianeta.

COSTI AMBIENTALI

E ORIZZONTI DI RIGENERAZIONE

Quanto costa, oggi, un solo hamburger? Al consumatore, specie allo statunitense più fedele cui spetta il 33% della produzione mondiale – non più di qualche dollaro, al nostro pianeta ben 12 metri quadrati di suolo; la produzione di circa 100 grammi di macinato di manzo ha un costo ecologico pari a oltre 500 chili di materia organica, quella contenuta in media in una superficie di soprassuolo pari a una stanza della nostra abitazione. Quali, invece, gli orizzonti temporali per risarcire l’ambiente e rigenerare il substrato organico della foresta primaria? Generalmente da 600 a 1.000 anni, 10 volte la vita media di una persona. I comportamenti alimentari incidono drasticamente sul benessere anche ambientale. Questo è il costo umano ed ecologico dell’insostenibile leggerezza dell’essere.

BIOMI E SALUTOGENESI

E qui sta il rovescio della medaglia. Le foreste sono vere e proprie riserve officinali diffuse a cielo aperto: il National Cancer Institute (Nci), una delle undici agenzie parte del National Institute of Health del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, stima che circa un quarto dei farmaci sono derivati da piante tropicali, mentre il 70% delle piante con comprovate proprietà antiossidanti e antitumorali cresce nella foresta pluviale tropicale. Ricavato dalla corteccia di una liana e già arma degli

Indios per immobilizzare le proprie prede per le sue proprietà di bloccante neuromuscolare, il curaro è da tempo utilizzato nella pratica chirurgica come farmaco anestesiologico. Il suo principale alcaloide, la turbocuranina, viene anch’esso usato nella terapia intensiva per rilassare l’apparato scheletrico. La foglia di Catharanthus, nota come Pervica del Madagascar e diffusa anche nella fascia subtropicale, è tuttora impiegata nel trattamento di linfomi e leucemie, mentre lo stesso taxolo, noto per la sua attività citossica capace di uccidere selettivamente cellule tumorali (come quelle del sarcoma di Kaposi), è ricavato dalla corteccia del tasso del Pacifico (Taxus brevifollia). Un altro principio attivo chemioterapico, la camptotecina, venne isolato dalla Camptotheca acuminata, pianta endemica della foresta cinese. Uno studio pubblicato sulla rivista Plos One (2017), dal titolo “Nature is the best source of anticancer drugs: indexing natural products for their anticancer bioactivity” (Anwar Rayan, Jamal Raiyn, Mizied Falah), evidenzia che il 60% circa dei farmaci anticancro deriva da fonti naturali perfezionate dalla sintesi farmacologica. La foresta è il più grande e attrezzato laboratorio chimico naturale di salutogenesi.

LA SVENDITA DEL NOSTRO COMUNE FUTURO

Un’ecografia satellitare del nostro pianeta presenta un impietoso referto: i nostri polmoni verdi sono affetti da una selva di focolai che ne compromettono la salute, quelli accesi dai latifondisti per accampare diritti su terre demaniali, liberandole dalle foreste

con l’impegno a svilupparle per poi cederle all’industria globale per l’equivalente di un paio di bottiglie di birra per ettaro. L’asta legalizzata da governi locali per la svendita dell’Amazzonia ha maturato in meno di vent’anni (dal 1966 al 1983) la perdita di quasi 100.000 chilometri quadrati di foresta, circa dieci volte l’intera Europa (con i suoi 10.530.000 Kmq), il 6,7% delle terre emerse del pianeta. Per quanto tempo, ancora, l’uomo potrà permettersi di bruciare l’energia primaria netta della biomassa vegetale, il carburante del pianeta, sull’altare sacrificale del profitto, in nome di un benessere soltanto apparente? Se non vi fosse stata un’inversione di marcia saremmo già arrivati al capolinea dell’ecoolocausto: “On Our Common Future” (Sul nostro comune futuro), il rapporto alle Nazioni Unite redatto nel 1987 dalla World Commission of Environment and Development (Wced) sotto l’egida dell’allora presidente Gro Harlen Brundtland, stimava che se la deforestazione dell’Amazzonia fosse continuata al medesimo ritmo, più del 15% delle specie vegetali terrestri si sarebbe estinto entro l’anno 2.000. Fu in quella sede che venne coniato il termine “Sustainable Development”, con la mission di consentire “alla

generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità alle generazioni future di compromettere i propri” (Wced, 1987).

UNA CALL-TO-ACTION

PER SALVARE BIOMI E BIODIVERSITÀ

Da trentacinque anni a questa parte le foreste della Terra stanno cambiando a due velocità, tra loro uguali e contrarie. Le aree deforestate, distrutte da roghi o da eventi climatici estremi, vengono definite aree temporaneamente prive di soprassuolo. Ma gli alberi possono essere ripiantati. Secondo il Global Forest Resource Assessment 2020 della Fao (Fra 2020), il nostro pianeta è ricoperto da foreste per una superficie totale di 4,06 miliardi di ettari, poco più del 30% delle terre emerse, una superficie pari a 0,52 ettari a persona, una riserva di quasi 300 miliardi di tonnellate di carbonio, 74 per ogni ettaro di bosco. Se a scala globale la deforestazione avanza al passo annuo dello 0,13% (528 mln di ha), nel solo continente europeo, dove le foreste vergini sono assai rare, ogni 522 milioni di metri cubi annui di alberi tagliati ne vengono ripiantati in media 721. Il continente africano (Repubblica democratica

Variazione delle emissioni medie di CO 2 derivanti dalla perdita di copertura arborea tra il 2002-2013 e il 2014-2018 | World Resources Institute analysis based on 2019 from Global Forest Watch

Global Forest Resources Assessment 2020 – Key findings (Fra 2020), Food and Agriculture Organization of the United Nations

BIBLIOGRAFIA

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• Alfred W. Crosby, Imperialismo ecologico. L’espansione biologica dell’Europa (900-1900), Laterza, Roma-Bari, 1988;

• James D. Nations,Tropical Rainforests, Endangered Environment, Franklin Watts, New York, 1988;

• U.S. Public Health Service, Office Of The Surgeon General, The Surgeon General’s Report on Nutrition and Health, Warner c., New York, 1989;

• Robert C. Repetto, Il capitale della natura. Introduzione alla contabilità ecologica, Isedi, Milano, 1990;

• Riane Eisler, Il calice e la spada, Pratiche, Milano, 1996;

• D. Passarelli (a cura di), Le problematiche ambientali. Monitoraggio e gestione, Gangemi editore, 2004;

del Congo, Angola e Tanzania in primis) detiene il triste primato della ecoconsunzione con quasi 4 milioni di ettari persi nell’ultimo decennio, seguita dall’America latina con 10.476 chilometri quadrati andati in fumo nel solo 2020 (fonte: Ong Imazon), 7 volte l’intera area metropolitana di una città come Milano. Tuttavia, negli ultimi vent’anni la foresta ha riguadagnato spazio in circa il 38% dei paesi del pianeta, recuperando quadi 60 milioni di ettari,

• M. Luisa Palumbo, Paesaggi Sensibili. Architetture a sostegno della vita. Cielo, terra, sponde, :duepunti edizioni, 2012;

• Wittfrida Mitterer, Gabriele Manella (a cura di), Costruire sostenibilità: crisi ambientale e bioarchitettura, Franco Angeli, 2013;

• Stefano Mancuso, Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale, Giunti Editore, 2015;

• Stefano Mancuso, Plant Revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro, Ed. Giunti, 2017;

• Stefano Mancuso, L’incredibile viaggio delle piante, Edizioni Laterza, 2018;

• Food And Agriculture Organization Of The United Nations, Global Forest Resources Assessment 2020 - Key findings, Rome, 2020;

• Paolo Inghilleri, I luoghi che curano, Raffaello Cortina Editore, 2021;

• Jeremy Rifkin, Ecocidio. Ascesa e caduta della cultura della carne, Mondadori Libri S.p.A., Milano, 2022;

una superficie pari a due volte l’Italia. Le foreste piantate rappresentano il solo 7% (290 mln di ha) dell’intera biomassa vegetale, il restante 93% (3,75 mld di ha) si rinaturalizza spontaneamente; complessivamente vi dimora l’80% della biodiversità del pianeta. Ad oggi, la metà dell’intera biomassa forestale – 2,05 miliardi di ettari – è soggetta a programmi di gestione, quasi 1/3 delle foreste pluviali tropicali, subtropicali e temperate sono ricomprese all’interno di aree protette. Ciò nonostante, dal 1990 il mondo ha perso 178 milioni di ettari di foreste, un’area grande quanto la Libia (fonte: Fra 2020). L’Africa ha registrato il tasso annuo più elevato di perdita netta di biomassa vegetale nel periodo 2010-2020, con 3,9 mln di ha, seguita dal Sud America, con 2,6 mln. L’area destinata alla rigenerazione naturale è diminuita dal 1980 a un tasso di perdita decrescente, ma l’area delle foreste piantate è aumentata di 123 mln di ha. Questo Forest Jump (salto nella foresta) suona come un invito ad ascoltarne il respiro, una chiamata all’azione per curare e difendere il nostro pianeta nei suoi biomi (o antromi, direbbe il geografo Erle Ellis), le zone vitali che consentono a tutte le specie di rigenerare il miracolo dell’esistenza in quel pericardio di 19 chilometri dato dalla biosfera terrestre, “la sola casa della vita” (Russell Echweickart, 1969). Non è solo un richiamo della foresta, ma il suo struggente grido di allarme. In attesa che la nostra “Ecoscienza” sappia ascoltarlo.

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Verso la transizione ecologica

A PARTIRE DAI CAM EDILIZIA

La finalità prioritaria dei Cam è incentivare la sostenibilità ambientale nel settore della pubblica amministrazione che, con il rispetto dei requisiti ambientali per le varie fasi del processo di acquisto, punta a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato

Alfonsina Di Fusco, Ingegnere, funzionario tecnico in Confindustria Ceramica

Nel 2024, a livello europeo, importanti aggiornamenti normativi introducono ulteriori regole, più stringenti in termini di sviluppo sostenibile del patrimonio edilizio. In particolare, la revisione della direttiva sulla prestazione energetica in edilizia, Epbd (cosiddetta direttiva case green) disciplina ora anche la decarbonizzazione degli edifici, e il nuovo Regolamento sui prodotti da costruzione, Cpr, impone l’obbligo di soddisfare il requisito dell’uso sostenibile delle risorse naturali per le opere e prescrive di conseguenza la dichiarazione di indicatori ambientali per tutti i prodotti da costruzione immessi sul mercato europeo.

L’ultima versione della direttiva europea, Epbd4 (Energy Performance of Buildings Directive), al fine di adeguare i contenuti rispetto agli ambiziosi obiettivi fissati dal Green Deal europeo, dopo un lungo iter legislativo del Parlamento europeo e del Consiglio, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ue l’8 maggio scorso [1]. Il nuovo Regolamento Prodotti da Costruzione, che sostituirà il Regolamento (Ue) n. 305/2011 [2,3], attualmente vigente, è stato approvato lo scorso aprile dal Parlamento europeo. Il Consiglio dell’Unione europea dovrà riunirsi, probabilmente in autunno, per adottare formalmente il testo, che sarà quindi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue.

Entrambe le normative europee orienteranno la transizione ecologica in edilizia che, allo stesso tempo, dovrà coniugare la mitigazione delle emissioni climalteranti con gli altri aspetti fondamentali dello sviluppo sostenibile, come la salubrità e il benessere, la sicurezza, il bilancio costi/benefici e il principio di neutralità tecnologica, la durabilità e l’approccio circolare dei prodotti e dell’intero edificio.

In Italia, i Cam Edilizia per gli appalti pubblici, in vigore dalla fine del 2022, hanno già tracciato una strada

virtuosa verso gli obiettivi del Green Deal europeo (piano europeo per la transizione verde) per ridurre al minimo l’impronta ambientale degli edifici, e in linea con la direttiva Epbd4 e il nuovo Cpr ne hanno, di fatto, anticipato l’applicazione dei principi basilari e di diversi requisiti tecnici.

I PRODOTTI DA COSTRUZIONE

NEI CAM EDILIZIA

Il dm 23 giugno 2022 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione ed esecuzione dei lavori di interventi edilizi”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 agosto 2022 [4], rientra nell’ambito della strategia nazionale degli appalti verdi (Gpp - Green Public Procurement) e rappresenta lo strumento con cui la pubblica amministrazione italiana gestisce la progettazione e la realizzazione di nuove costruzioni e la ristrutturazione di quelli esistenti.

La finalità prioritaria dei Cam è incentivare la sostenibilità ambientale nel settore della pubblica amministrazione che, con il rispetto dei requisiti ambientali per le varie fasi del processo di acquisto, punta a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.

A tale scopo, è fondamentale definire correttamente e complessivamente la sostenibilità ambientale, che nei nuovi Cam Edilizia viene opportunamente descritta a partire sia dall’essenziale valore della salubrità, sia dall’attenzione alla qualità e al comfort abitativo. Nell’ottica dell’economia circolare vengono richiamati poi altri aspetti importanti della sostenibilità ambientale degli edifici e dei prodotti da costruzione, come la durabilità, il mantenimento delle prestazioni tecniche nel tempo, l’economicità e il potenziale di riciclo, recupero e riuso. Tutte note e consolidate prerogative dei

Laghetti di Soncino, ex cave d’argilla

l’impiego di materiali naturali locali

Il ruolo dei laterizi

Siti produttivi dell’industria dei laterizi

VALUTA LA SOSTENIBILITÀ

subsistema e edificio

scala di analisi e di azione è quella dell’edificio non del prodotto

PRODOTTO

EDIFICIO

RIDUCI, RIUSA

RICICLA

Privilegiare l’uso e il riuso materiali durevoli, recuperabili e riciclabili

Prestazione ambientale di prodotto, subsistema e edificio

laterizi, che nelle diverse declinazioni merceologiche e applicazioni costruttive (manti di copertura, pavimentazioni e rivestimenti, murature e solai) permettono di soddisfare numerosi requisiti Cam. Nell’introduzione all’approccio dei Cam, oltre ai principi cardine, viene finalmente esplicitamente identificata l’analisi Lca (Life Cicle Assessment – analisi del ciclo di vita) come il metodo di valutazione accurata della sostenibilità degli edifici, con riferimento alle prestazioni ambientali dei prodotti da costruzione e dei relativi subsistemi, fino alla misura ambientale completa alla scala di edificio [5] (fig.1).

I principi di imparzialità materica e di neutralità tecnologica risultano apertamente violati, pregiudicando la leale concorrenza del mercato senza peraltro nessun valido fondamento scientifico [6,7].

2. Le 5 fasi del ciclo di vita del prodotto da costruzione (Uni En 15804)

A questa basilare visione d’insieme, che ottimizza l’analisi del ciclo di vita e permette una misura coerente del profilo ambientale in edilizia, si contrappongono tuttavia a seguire nello stesso paragrafo della premessa ai Cam le ripetute e irragionevoli citazioni a favore di alcuni materiali. Rimane così un’impostazione alquanto contraddittoria, che da una parte enfatizza l’approccio prestazionale e complessivo, dall’altra scivola in un’aperta e ingiustificata promozione di materiali di origine biologica, a palese svantaggio di tutti gli altri prodotti e sistemi costruttivi.

Restauro della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami

Da notare che tale inaccettabile impostazione è in piena contraddizione anche con la proposta di direttiva, Green Claims, sull’attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali da parte delle imprese, che vieta l’informazione ambientale fuorviante e ingannevole, attraverso cui un determinato prodotto o procedimento viene presentato ai consumatori con caratteristiche non veritiere o non scientificamente provate dal punto di vista ambientale [8].

Il testo dei Cam, a prescindere dalle indicazioni di carattere generale, è organizzato in tre capitoli che raccolgono i criteri per l’affidamento:

• del servizio di progettazione di interventi edilizi;

• dei lavori per interventi edilizi;

• congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi.

L’ECONOMIA CIRCOLARE DEL LATERIZIO

La tabella 1 riporta nella prima colonna i capitoli che costituiscono il testo normativo e i paragrafi principali, e nella seconda colonna gli specifici criteri di interesse diretto o indiretto dei prodotti in laterizio. I criteri rilevanti per i laterizi non sono solo quelli obbligatori ma anche quelli premianti, che possono potenzialmente rivelarsi uno strumento strategico per operazioni volontarie virtuose [9, 10].

I servizi di progettazione ed esecuzione dei lavori trattati nei tre capitoli dei Cam ripercorrono tutte le fasi del ciclo di vita di prodotti ed edifici. In particolare, relativamente ai prodotti da costruzione è utile richiamare la Uni En 15804 “Sostenibilità delle costruzioni. Dichiarazioni ambientali di prodotto (Epd) - Regole per categoria di prodotto (Pcr)” e specificare come i criteri Cam interagiscono con le 5 fasi del ciclo di vita: produzione, costruzione, uso, fine vita e recupero delle risorse (fig. 2).

Per meglio approfondire i criteri ambientali obbligatori e premianti elencati nella tabella 1, a seguire vengono analizzati e descritti i vari contributi applicavi dei

1. Scala di valutazione del profilo ambientale: prodotto,

TAB.1 STRUTTURA DEI CAM EDILIZIA 2022 CON I CRITERI D’INTERESSE PER I PRODOTTI IN LATERIZIO, NELL’ULTIMA COLONNA A DX

1 Premessa

2 Criteri per l’affidamento del servizio di progettazione

2.1 Selezione dei candidati

2.2 Clausole contrattuali

2.3 Specifiche tecniche progettuali di livello territoriale-urbanistico

2.4 Specifiche tecniche progettuali dell'edificio

1.2 Approccio dei Criteri Ambientali Minimi per il conseguimento degli obiettivi ambientali

2.5 Specifiche tecniche per i prodotti da costruzione

2.6 Specifiche tecniche progettuali relative al cantiere

2.7 Criteri premianti per la progettazione

3 Criteri per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi

3.1 Clausole contrattuali per le gare di lavori per interventi edilizi

3.2 Criteri premianti per l’affidamento dei lavori

2.2.1 Relazioni Cam

2.3.2 Permeabilità della superficie territoriale

2.3.3 Riduzione dell’effetto “isola di calore” e dell'inquinamento atmosferico

2.3.7 Approvvigionamento energetico

2.4.2 Prestazione energetica

2.4.6 Benessere termico

2.4.8 Dispositivi di ombreggiamento

2.4.11 Prestazioni e comfort acustici

2.4.13 Piano di manutenzione dell’opera

2.4.14 Disassemblaggio a fine vita

2.5.1 Emissioni negli ambienti confinati

2.5.5 Laterizi

2.5.7 Isolanti termici ed acustici

2.6.2 Demolizione selettiva, recupero e riciclo

2.7.2 Metodologie di ottimizzazione delle soluzioni progettuali per la sostenibilità (Lca ed Lcc)

2.7.3 Progettazione in Bim

3.2.3 Prestazioni migliorative dei prodotti da costruzione

3.2.4 Metodologie di ottimizzazione delle soluzioni progettuali per la sostenibilità (Lca e Lcc)

3.2.5 Distanza di trasporto dei prodotti da costruzione

3.2.6 Capacità tecnica di posatori

3.2.8 Emissioni indoor

3.2.9 Utilizzo materiali e prodotti da costruzioni in impianti appartenenti Paesi ricadenti in ambito Eu/Ets (Emission Trading System)

4 Criteri per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi

4.1 Specifiche tecniche progettuali

4.2 Clausole contrattuali

4.3 Criteri premianti

4.3.1 Metodologie di ottimizzazione delle soluzioni progettuali per la sostenibilità (Lca e Lcc)

Il ruolo dei

3. Percentuali di materia riciclata, recuperata, sottoprodotti previste dal requisito Cam per laterizi strutturali e da rivestimento (fonte: [10] Costruire in Laterizio 192).

Sotto, 4. Esempi di siti produttivi dell’industria italiana dei laterizi: rapporto tra ecosistema naturale, uso delle risorse naturali, lavorazione e salvaguardia dell’ambiente a conclusione dell’attività estrattiva, con ripristino delle cave per protezione e tutela della biodiversità

laterizi rispetto alle 5 fasi del ciclo di vita, indicando il riferimento al capitolo o al paragrafo dei Cam.

REQUISITI AMBIENTALI

E CIRCOLARITÀ DEI LATERIZI

Fase di produzione. Le specifiche tecniche per i prodotti da costruzioni (§ 2.5) indicano alle stazioni appaltanti i criteri obbligatori, in conformità all’art. 34 (Criteri di sostenibilità energetica e ambientale) del dlgs n. 50 del 18/4/2016, e stabiliscono che il valore percentuale di contenuto di materia riciclata ovvero recuperata ovvero di sottoprodotti impiegati in produzione sia dichiarato e dimostrato attraverso uno schema di certificazione. Gli schemi di certificazione ammessi dai Cam e che possono essere utilizzati dalle aziende produttrici di laterizio sono:

• la dichiarazione ambientale di Prodotto di tipo III (Epd, Environmental Product Declaration), con-

forme alle Uni En 15804 e Uni En Iso 14025 (Epd o Epditaly) con apposita nota sulla percentuale di materiale riciclato ovvero recuperato ovvero di sottoprodotti, e sulla metodologia di calcolo;

• la certificazione ReMade in Italy;

• la certificazione di un organismo di valutazione della conformità, basata su tracciabilità e bilancio di massa;

• la certificazione di un organismo di valutazione della conformità, basata sulla prassi Uni/PdR 88 “Requisiti di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, presente nei prodotti”;

• l’asserzione ambientale auto-dichiarata, conforme alla Uni En Iso 14021, solo fino a scadenza del certificato esistente.

Da precisare che il contenuto di materia riciclata ovvero recuperata ovvero di sottoprodotti può derivare sia dal medesimo processo di produzione, e quindi nello stesso stabilimento, che provenire da un altro processo/stabilimento esterno, sempre con l’intento di responsabilizzare la gestione e assicurare alla fonte la riduzione dello smaltimento dei rifiuti in discarica.

In tale contesto, i limiti specifici che devono rispettare i produttori di laterizi risultano perfezionati. La novità (§ 2.5.5) è l’aver uniformato l’utilizzo dei sottoprodotti a quanto previsto per gli altri materiali, laddove il raggiungimento della percentuale da aggiungere all’impasto argilloso è data dalla somma delle 3 frazioni (recupero, riciclo e sottoprodotti) e non è escluso che una o più delle frazioni possa essere nulla. È stato utile chiarire che la percentuale sale dal 10% al 15% (per laterizi strutturali) e dal 5% al 7,5% (per quelli a vista) nel caso dei sottoprodotti, anche in assenza di recupero/riciclo di rifiuti, risolvendo in tal modo i casi che vedono il superamento del 15% di fatto con l’impiego dei sottoprodotti e con percentuali minime di recupero/riciclo (fig. 3).

5. Integrazione del sistema solare termico e fotovoltaico per sovrapposizione su manto di copertura in laterizio (Rostagno -To)

Altro requisito di sostenibilità connesso alla fase produttiva, che i Cam però non affrontano direttamente ma che certamente incide nelle analisi Lca e Lcc, è l’origine e la lavorazione del materiale (fig. 4): il laterizio è un prodotto a base di argilla, materia prima naturale, ampiamente disponibile e di provenienza locale; con estrazione responsabile, le cui cave esaurite vengono trasformate in riserve naturali; realizzato impiegando energia trascurabile in rapporto al suo efficace ciclo di vita. Tutte le prestazioni ambientali migliorative dei prodotti da costruzioni vengono premiate dal criterio (§ 3.2.3) che in fase di progetto esecutivo dell’opera prevede la sostituzione dei materiali a parità delle altre prestazioni tecniche.

La produzione dei laterizi soddisfa anche la premialità come industria che ottempera le stringenti regole dell’Emission Trading System (§ 3.2.9), garantendo forniture in linea con l’Accordo di Parigi e con gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Green Deal del Parlamento europeo. Questo criterio premiante, quindi, favorisce l’approvvigionamento nelle opere pubbliche dei laterizi fabbricati in Italia.

Rispetto alle specifiche tecniche per i prodotti da costruzioni, inoltre, è opportuno fornire una precisazione che riguarda gli isolanti termici e acustici. Con i nuovi Cam, viene puntualizzato che il requisito inerente gli isolanti (§ 2.5.7) non si applica ai prodotti in laterizio. Praticamente i laterizi, anche se possono essere caratterizzati da prestazioni termiche e acustiche idonee a contribuire alla riduzione dello scambio di calore e alla protezione dai rumori, non vanno verificati secondo i criteri ambientali minimi specifici dei materiali isolanti.

Fase di costruzione. È noto che l’industria dei laterizi italiana si contraddistingue rispetto ad altri comparti produttivi del settore edile per le limitate distanze di trasporto dagli stabilimenti ai cantieri, con ricadute positive su consumi, costi e contenimento delle emissioni di CO2 I laterizi da installare nell’edificio possono contribuire così, in proporzione al loro peso, al conseguimento del punteggio premiale Cam (§ 3.2.5), eventualmente previsto nel bando della Pubblica Amministrazione. Risulta palesemente favorito da questo criterio l’impiego dei laterizi, in considerazione dei siti di produzione diffusamente distribuiti sul territorio nazionale, e collocati a distanza marginale dal cantiere di destinazione e utilizzo. Ulteriore peculiarità dei manufatti in laterizio è la semplice e collaudata installazione, che risulta premiata dai Cam con riferimento alla capacità tecnica dei posatori (§ 3.2.6). Ad esempio, gli esperti della posa di tegole e coppi in laterizio sono certificati sulla base della norma Uni 11418-1 per le coperture discontinue, redatta proprio per la qualificazione professionale a garanzia dell’opera da realizzare.

Fase d’uso. Sono ovviamente diversi i criteri Cam che, in fase d’uso, possono essere soddisfatti con l’impiego dei laterizi nelle opere a livello territoriale-urbanistico, nei complessi edilizi e nei singoli spazi abitativi.

A livello territoriale-urbanistico, i Cam prevedono per ogni nuova costruzione che almeno il 60% della superficie non edificata sia permeabile, con un deflusso inferiore a 0,50 (§ 2.3.2), e tale condizione può essere ottenuta utilizzando adeguatamente pavimentazioni in cotto per esterni. Un’importante novità è stata poi introdotta dai

nuovi Cam per la riduzione dell’effetto “isola di calore estiva” e dell’inquinamento atmosferico: al tetto ventilato viene direttamente riconosciuto il soddisfacimento del criterio (§ 2.3.3), senza necessità di verifica della Sri (Solar Reflectance Index). Questo risultato è stato ottenuto anche grazie agli esiti dei progetti europei Life Herotile e Superhero [11].

Inoltre, i manti di copertura in laterizio, come anche tutti i rivestimenti a vista in cotto, per le loro caratteristiche tecniche possono ben integrare pannelli solari e fotovoltaici (fig. 5) per l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, contribuendo quindi ad assolvere al criterio (§ 2.3.7). Per le aree di nuova edificazione o di ristrutturazione urbanistica, infatti, i Cam richiedono che il fabbisogno energetico complessivo degli edifici sia coperto, possibilmente, da impianti alimentati da fonti rinnovabili che producono energia in loco o nelle vicinanze.

A livello di edificio, in relazione al consumo di energia, il requisito di prestazione energetica (§ 2.4.2) non va più verificata attraverso la capacità termica areica, sostituita ora dal valore minimo di massa superficiale dell’involucro verticale, Ms > 250 kg/m2. I nuovi Cam valorizzano in tal modo le soluzioni massive, ovvero le murature in laterizio strutturale o di tamponamento in grado di favorire l’efficientamento energetico sia in termini di isolamento che di elevato comfort termico abitativo. Tuttavia, va segnalato che gli stessi Cam in alternativa alla verifica della massa superficiale indicano come seconda opzione il valore massimo della trasmittanza termica periodica, 0,09 W/m2 K, assolutamente non coerente con la prima opzione e che non può realmente garantire adeguati livelli di comfort interno. La terza opzione si riferisce, invece, alla temperatura operativa che va verificata anche per il criterio del benessere termico (§ 2.4.6); è dimostrato che la temperatura operativa risulta sempre più bassa in strutture massive che si comportano termicamente meglio di quella leggere [12], assicurando stabilità delle condizioni di comfort e consentendo riduzione significativa dell’impianto di condizionamento [13]. Le strutture massive risultano altresì favorite per il rispetto del criterio delle prestazioni e comfort acustici (§ 2.4.11). Come dispositivi di ombreggiamento, i sistemi di schermatura in laterizio possono offrire valide soluzioni per l’adempimento del criterio (§ 2.4.8), anche con elementi frangisole di design innovativo di ultima generazione (fig. 6)

A livello dei singoli spazi abitativi, il criterio inerente alle emissioni e l’inquinamento negli ambienti confinati (§ 2.5.1) fissa prescrizioni obbligatorie sui limiti delle sostanze pericolose contenute nei materiali da costruzione. Viene qui esplicitato che i laterizi, insieme alle piastrelle ceramiche, sono escluse da queste prescrizioni, in quanto riconosciuti come materiali inerti che non ri-

lasciano emissioni nocive. Un paradosso da evidenziare, comunque, è presente al criterio (§ 3.2.8) che concede un punteggio premiante ai materiali che dimostrano, attraverso apposite prove, il rilascio di emissioni nocive al disotto di limiti più restrittivi rispetto a quanto stabilito al criterio obbligatorio, tenendo irragionevolmente fuori dal premio laterizi e piastrelle, nonostante garantiscano per natura l’assenza di sostanze pericolose. Sempre nell’ambito dell’uso delle opere edilizie, rilevanti ai fini della sostenibilità ambientale, sono le fasi di manutenzione, riparazione, sostituzione e ristrutturazione rispetto a cui la durabilità dei laterizi gioca un ruolo indiscusso e difficilmente paragonabile con altri materiali per l’edilizia; ai laterizi è attribuita una vita utile di almeno 150 anni [14]. Tanto è vero che i prodotti in laterizio sono particolarmente idonei a:

• mantenere inalterati nel tempo le molteplici prestazioni con ridotta manutenzione/riparazione/ sostituzione;

• minimizzare, conseguentemente, i consumi di materie prime, energie e impatti ambientali associati alle parti sostituite ed anche al loro trasporto, installazione e smaltimento;

• ammortizzare nel tempo i costi economici ed ambientali della produzione, beneficiandone con un bilancio positivo.

6. Schermatura apribile, per garantire protezione dalla radiazione solare. (fonte: Costruire in Laterizio 191)

7. Riuso di facciata in mattoni a vista. Fasi del processo realizzativo: taglio, applicazione della cornice, trasporto e installazione.

(fonte: Costruire in Laterizio 193)

Per il piano di manutenzione dell’opera, i Cam (§ 2.4.13) nello specifico richiedono la verifica dei livelli di prestazione; quindi, durabilità e stabilità delle prestazioni sono condizioni indispensabili per ottimizzare le operazioni e i costi attinenti a tale fase.

Fine vita. Il disassemblaggio a fine vita è regolamentato dai Cam (§ 2.4.14), che indicano almeno il 70% in peso dei componenti edilizi sia smantellabile e sottoponibile a operazioni di riuso, recupero e riciclo. Anche nelle specifiche di cantiere per la fase di demolizione è sostenuta la selettività dei rifiuti non pericolosi (§ 2.6.2) classificati secondo il catalogo europeo, ai fini della tracciabilità.

I rifiuti in laterizio delle attività di demolizione possono essere recuperati e/o reimpiegati quale aggregato. Un potenziale scenario di fine vita per i blocchi vede, ad esempio: il 95% di riciclo e 5% di conferimento in discarica. Per gli elementi in laterizio posati a secco oppure quando previste apposite lavorazioni di smontaggio c’è un’effettiva possibilità di riutilizzo tal quale in nuovi cantieri. Vale la pena pertanto sottolineare che a fine vita, il riuso di un prodotto da costruzione tal quale risulta efficace quando lo stesso prodotto è sufficientemente durevole e resiliente da poter essere reimpiegato per una seconda vita, adeguatamente longeva.

Recupero delle risorse. L’economia circolare in edilizia è funzionale alla sostenibilità solo se interessa cicli di vita lunghi. Il laterizio è dunque protagonista dell’economia circolare [15], in considerazione delle numerose opportunità di riuso, recupero e riciclo sia nella fase produttiva sia a fine vita. Mattoni faccia a vista e tegole possono essere reimpiegati direttamente (fig. 7); blocchi e altri prodotti in laterizio possono essere agevolmente riciclati anche fino al 100% del volume di demolizione.

LIFE CICLE ASSESSMENT

E LIFE CICLE COST

I nuovi Cam riservano alle metodologie Lca e Lcc tre appositi criteri premianti (§ 2.7.2, § 3.2.4, e § 4.3.1) da assegnare per l’applicazione delle analisi ai diversi livelli del processo progettuale:

• fattibilità tecnico-economica per l’offerta di gara;

• esecutività con varianti sostitutive per il progetto a base di gara;

• progetto definitivo con scelte migliorative finali. Lo scopo è l’ottimizzazione delle soluzioni progettuali per la sostenibilità ambientale ed economica dei servizi da appaltare. A tale proposito, i laterizi possono fornire un notevole valore aggiunto sia in termini di profilo ambientale sia di contenimento dei costi globali. In più, i laterizi provvisti di Epd rendono facilitata la redazione dello studio Lca da parte dell’operatore economico, che molto probabilmente sarà orientato a selezionare questi prodotti provvisti di informazioni e indicatori necessari allo studio immediatamente disponibili e agevolmente impiegabili.

PROGETTAZIONE BIM

Proprio in funzione dell’interoperabilità dei dati, l’ultima novità da segnalare dei Cam è il criterio (§ 2.7.3) che attribuisce un punteggio premiante all’implementazione del Bim (Building information modelling) nei servizi di progettazione, che ovviamente comprendono gli attributi di tipo ambientale. Il comparto dei laterizi si è recentemente dotato di un “disciplinare Bim” [16] che mira a un approccio integrato, trasparente e circolare, che eleva l’affidabilità del mercato con un’offerta di prodotti di qualità garantita da prestazioni certe e durevoli, individuabili da informazioni accessibili, la cui conformità risulta semplicemente verificabile.

Il “disciplinare Bim” ha strutturato l’informazione digitale, non solo tecnica, articolata per ogni fase del “ciclo di vita” dei laterizi: estrazione della materia prima, fabbricazione, distribuzione, applicazione, esercizio, dismissione, riciclo, recupero e/o eventuale riuso.

Il monitoraggio dei dati e, in particolare, degli indicatori di sostenibilità ambientale è un aspetto strategico su cui si basa il disciplinare.

BIBLIOGRAFIA

1. Epbd4 - direttiva (Ue) 2024/1275 del Parlamento europeoe del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia

2. Regolamento (Ue) n. 305/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2011, che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/Cee

3. Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, modifica il regolamento (Ue) 2019/1020 e abroga il regolamento (Ue) n. 305/2011

4. Decreto ministeriale 23 giugno 2022 n. 256, Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi

5. M. Lavagna, Percorsi di applicazione del Life Cycle Assessment nel settore edilizio, in: M. Lavagna (a cura di), Lca in Edilizia. Ambiti applicativi e orientamenti futuri della metodologia. Life Cycle Assessment nel settore delle costruzioni, Maggioli Editore (2022)

6. Dossier “Il principio di neutralità dei materiali da costruzione per la sostenibilità dell’edificio nel ciclo di vita” - Febbraio 2022, a cura di Caterina Gargari e Fabio Fantozzi, promosso da Confindustria Ceramica e Federbeton www.laterizio.it/images/Contents/ Articles/Ricerca/2022/188/Positionpaper_04032022_Def.pdf

7. Dirk-Jan Simons Gerwin Beukhof, Harry Croezen, Hilko van der Leij, Els Ribbers, Matthew Doe, Jeannette Levels, David van Nunen, Susanne Visch. Carbon Accounting for Building Materials An assessment of Global Warming Potential of biobased construction products, 2022 www.ca4bm.org

8. Proposta 2023/0085 (Cod) di direttiva del Parlamento e del

CONCLUSIONI

La sfida più complessa della transizione ecologica è sicuramente l’abbattimento delle emissioni di carbonio in capo a tutti i settori, oltre alle costruzioni. Il rapporto 2023 dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) afferma che solo con misure politiche adeguate, investimenti significativi e avanzamento tecnologico sarà possibile ottenere contenimenti profondi degli effetti del cambiamento climatico e individua gli ambiti d’intervento con i relativi potenziali di riduzione di CO2 [17]. L’edilizia può senz’altro fare la sua parte nella tutela del pianeta ma, dallo stesso rapporto Ipcc, non risulta tra gli ambiti potenzialmente più risolutivi e decisivi. In tal senso, l’Epbd4, che mira appunto all’efficienza energetica e alla decarbonizzazione degli edifici, rappresenta un utile strumento normativo se correttamente inquadrato in un’unica specifica dimensione dello sviluppo sostenibile del patrimonio edilizio. Infatti, la sostenibilità di un edificio (da realizzare o su cui intervenite) va verificata, piuttosto, analizzando e misurando complessivamente tutti i numerosi indicatori d’impatto ambientale previsti dalla metodologia stan-

Consiglio sull’attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali esplicite (direttiva sulle asserzioni ambientali)

9. Guida di Confindustria Ceramica: I prodotti ceramici nei nuovi Cam Edilizia. Valorizzazione di laterizi, piastrelle e sanitari negli appalti verdi nel dm 23 giugno 2022. gennaio 2023 http://www. confindustriaceramica.it/site/home/eventi/articolo9543.html

10. Alfonsina Di Fusco. Il contributo dei laterizi nei nuovi Cam Edilizia. Costruire in Laterizio n.192, 76-83. 2023

11. Progetti di ricerca Life Herotile (www.lifeherotile.eu.it) e Life Superhero (www.lifesuperhero.eu) finanziati dalla Commissione europea

12. C. Di Perna, S. Summa, G. Remia. Vantaggi delle strutture massive sul comfort termico in fase estiva, Costruire in Laterizio n.191, 64-69. 2023

13. Indicatore Level(s) 4.2: Tempo al di fuori dell’intervallo di comfort termico, JRC - Level(s) framework

14. Tiles & Bricks Europe (Tbe). Tbe Pcr for clay construction products https://www.tiles-bricks.eu/news-events/tbe-pcr-for-clayconstruction-products

15. Jacopo Andreotti.Approcci circolari - Innovazione di procedimento, processo e prodotto nel settore dei laterizi. Costruire in Laterizio n.191, 78-83. 2023

16. “Disciplinare Bim” dei laterizi, a cura del Centro Ceramico e Cadline Software e promosso da Confindustria Ceramica.

17. Ipcc - Intergovernmental Panel on Climate Change. AR6 Synthesis Report. Climate Change 2023 www.ipcc.ch/report/ar6/syr

18. Position paper di Confindustria Ceramica. La transizione ecologica in edilizia. Oltre la direttiva EPBD. Giugno 2024 https://laterizio. it/images/Newsletter/2024/06_giugno/Paper_la_transizione_ ecologica_in_edilizia.pdf

dardizzata Lca, e soddisfacendo allo stesso tempo molti altri requisiti tecnici che devono imprescindibilmente caratterizzare la costruzione. Per conseguire un’effettiva e solida transizione ecologica in edilizia è dunque necessario un approccio olistico, richiamato poi anche dall’Epbd4 stessa in più parti del testo normativo, dove si sottolinea l’attenzione da porre - congiuntamente alla prestazione energetica e alla decarbonizzazione - verso altri fondamentali aspetti tecnici da garantire agli edifici, come ad esempio:

• la salubrità e il benessere degli ambienti interni;

• l’accessibilità degli spazi;

• la protezione antincendio;

• la sicurezza sismica (in particolar modo nel nostro Paese).

Tali presupposti devono guidare le strategie progettuali e le scelte delle soluzioni costruttive, assicurando più prestazioni e caratteristiche funzionali in maniera stabile e duratura nel tempo, così da scongiurare il proliferare di un’edilizia apparentemente energeticamente efficiente, e forse decarbonizzata, ma che risulta invece manchevole rispetto a tutti gli altri aspetti, non certo secondari [18].

Ripensare il futuro

Crisi climatica e sociale

SOLUZIONI DALLA FILIERA

DELL’AMBIENTE COSTRUITO

Lombardini22 e Save The Planet Aps guidano il cambiamento attraverso progetti sostenibili e inclusivi che mirano a creare comunità resilienti e spazi urbani vivibili. Strumenti come il community investing e l’impact investing giocano un ruolo fondamentale nella rigenerazione di spazi che puntano a creare un vero impatto

Viviamo in un’epoca di emergenze globali senza precedenti da cui non possiamo più nasconderci: quella climatica e quella sociale, forse le peggiori piaghe del nostro tempo, sono anche quelle su cui abbiamo più spazio di manovra per portare un cambiamento tangibile e – oggi più che mai – essenziale.

La crisi climatica, inarrestabile, si dimostra ogni giorno più violenta e porta con sé effetti che sono devastanti tanto per gli ecosistemi del pianeta quanto per le comunità che li abitano. Comunità che, dal canto loro, sembrano aver perso la bussola del loro legame e si sgretolano con facilità, debilitate dal subdolo pugnale della solitudine, identificata come “la principale causa delle pandemie di questo millennio”.

Elena Stoppioni, Esg director Lombardini22 e presidente Save The Planet Aps

In questo contesto d’urgenza, il Real Estate deve avere un ruolo attivo nella definizione di strategie che sappiano rispondere alle questioni più sfidanti del nostro tempo, mitigando l’impatto dell’uomo sull’ambiente e creando spazi dove costruire comunità inclusive.

Ripensare il futuro

City Tree a Bari. Il progetto mostra il potenziale delle tecnologie verdi nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico su scala locale

CRISI CLIMATICA

Con l’aumento delle temperature globali a livelli allarmanti, gli eventi meteorologici estremi che si verificano ogni giorno e i cambiamenti nei modelli climatici che preoccupano scienziati ed esperti, la crisi climatica che stiamo attraversando è un pericolo che è ormai impossibile negare.

Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), le attività umane sono la causa principale dei cambiamenti sistemici nel clima della Terra, come evidenziato dal fatto che le emissioni di gas serra hanno raggiunto livelli senza precedenti. Dal 2008, una media di 21,5 milioni di persone all’anno sono state sfollate da fenomeni meteorologici estremi – a riprova del fatto che l’inerzia di fronte a questa crisi rappresenta, tra le altre cose, una violazione dei diritti umani.

SOLITUDINE

Parallelamente ai problemi climatici che stiamo fronteggiando, la solitudine è diventata una crisi silenziosa ma più che mai pervasiva nella società odierna. La pandemia ha esacerbato questo problema, con i suoi lockdown, l’incertezza e l’isolamento tanto emotivo quanto fisico che ha portato con sé, inducendo in milioni di persone casi di ansia e di depressione. Ma la solitudine non è solo un problema sociale, e le implicazioni inoppugnabili che ha sulla salute mentale delle persone non possono essere trascurate. Gli effetti che uno stato d’animo di emarginazione può avere sul benessere di una comunità sono devastanti quanto quelli della crisi climatica.

Vivek Murthy, nel suo libro “Together”, identifica la solitudine come una delle principali cause delle malattie del millennio, affermando che l’isolamento sociale può avere effetti devastanti sulla salute fisica e mentale delle persone. Murthy sostiene che la connessione sociale è fondamentale per il benessere umano e che la solitudine può contribuire a una vasta gamma di problemi di salute, inclusi (ma non limitati a) disturbi cardiovascolari, depressione e ansia.

ORIZZONTE SOSTENIBILE

PER IL REAL ESTATE

Quello che il settore del Real Estate è chiamato a fare è superare il mero concetto di sostenibilità come “non arrecare danno”, per dare spazio a logiche legate alla creazione di valore, alla generazione di un impatto positivo a 360 gradi.

A oggi, la sostenibilità nel mercato immobiliare è sempre stata intesa come uno strumento utile a prevenire e minimizzare tutti quelli che sono gli effetti negativi delle costruzioni sull’ambiente. Questa visione, tradizionale e forse ormai obsoleta, è stata superata da un bisogno molto più profondo, legato per l’appunto a un contesto che pretende sempre più valore dagli attori che vi operano, soprattutto nella generazione attiva di un ecosistema urbano migliore per l’ambiente ma anche (e soprattutto) per la qualità della vita delle persone che lo occupa.

È da questa idea di progettazione intenzionale e proattiva che prende vita il concetto di “progettazione Esg included”, che integra tra le altre tecnologie avanzate per l’efficienza energetica anche l’uso sostenibile delle risorse e la promozione della biodiversità urbana. Il tutto reso possibile dall’uso di materiali riciclati e a basse emissioni di carbonio, dal concepimento di edifici che fin dal primo disegno presentano sistemi di energia rinnovabile e dalla creazione di spazi verdi urbani che possono

OLTRE I CONFINI DEL COLORE

Più di 8000 m2 di innovazione tecnologica e di prodotto

I marchi internazionali più importanti del settore edile presenteranno a Straudi Expo tutte le ultime novità di prodotto e innovazione tecnologica per aiutarti a far crescere il tuo business

Murale antinquinamento a Pesaro
COFFEE FOOD & BEER NO STOP

Ripensare il futuro

Progetto di trasformazione dell’area

urbana del parco Baden Powell di Milano in uno spazio verde e vivibile

contribuire attivamente a trasformare le città in spazi vivibili, a portata d’uomo.

COMMUNITY INVESTING

E IMPACT INVESTING

È in questo contesto di intenzionalità progettuale che strumenti come il community investing e l’impact investing giocano un ruolo fondamentale nella rigenerazione di spazi che puntano a creare un vero impatto.

L’impact investing è un fenomeno la cui definizione può essere declinata in diversi modi a seconda della dimensione di riferimento. Così come la intende la

Gsia - The Global Sustainable Investment Alliance (2019), l’Impact Investing indirizza i capitali verso progetti e imprese che risolvono problemi sociali e ambientali. In questa definizione di “investimenti a impatto” sono inclusi anche i community investing, ovvero gli investimenti dove il capitale è indirizzato direttamente verso il benessere degli individui o delle comunità tradizionalmente marginali, oppure verso imprese con un chiaro scopo sociale e ambientale. Gli investitori in questo settore cercano opportunità che influenzino tangibilmente la società e l’ambiente, con scopi legati a promuovere la creazione di infrastrutture sostenibili, migliorare i servizi comunitari e incoraggiare l’empowerment economico delle popolazioni locali. Alcuni esempi di investimenti di questo tipo sono i progetti di energia rinnovabile, abitazioni a prezzi accessibili, infrastrutture verdi.

L’integrazione di questi metodi di investimento nel contesto dell’urbanistica e nello sviluppo immobiliare rappresenta una strategia in grado di trasformare attivamente la città in un luogo più inclusivo. Tale integrazione potrebbe portare alla creazione di progetti che favoriscono la formazione di comunità coese e realmente impegnate nell’inclusione sociale: un esempio sono i progetti di housing sociale, così come i progetti legati alla creazione di spazi verdi e infrastrutture sostenibili, in grado di migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’inquinamento acustico e fornire aree di ricreazione e socializzazione per i residenti.

PROGETTI ESG DI LOMBARDINI22

E SAVE THE PLANET

Lombardini22 e Save The Planet Aps sono in prima linea nella lotta contro queste emergenze, attraverso progetti concreti nei campi della sostenibilità e del sociale: progetti che non solo affrontano le sfide ambientali, ma promuovono anche il benessere comunitario come valore chiave dello sviluppo sostenibile.

CITY TREE A BARI

Uno dei progetti più innovativi lanciati da Lombardini22 è il City Tree a Bari, collocato dal 2023 proprio nella piazza retrostante la stazione ferroviaria del capoluogo pugliese. Questo progetto si posiziona tra gli interventi urbani che guardano con particolare attenzione l’ambiente e la società grazie alle installazioni di muschio che attraversano la struttura dell’albero, utili a ridurre l’inquinamento atmosferico grazie alla capacità assorbente del muschio, che cattura le particelle inquinanti dell’aria e la CO2 e contribuisce a migliorare la salute pubblica. Questo progetto, esempio pratico

di come la natura viene sempre in aiuto dell’uomo, è stato realizzato in collaborazione con Green City Solutions, azienda pioniera nelle soluzioni di biofiltrazione per ambienti urbani, e ha portato a una riduzione del 30% delle polveri sottili Pm10 e Pm2.5 e a una riduzione dell’isola di calore urbana di più di 2 gradi per un raggio di 6 metri. Risultato che non solo migliora la salute dei residenti ma che dimostra anche il potenziale delle tecnologie verdi nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico su scala locale.

MURALE ANTINQUINAMENTO

LGBT A PESARO

A Pesaro, Lombardini22 ha collaborato con Artlane e Save The Planet per realizzare un murale antinquinamento intitolato “Il Filo d’Arianna”. Questo murale sfrutta vernici speciali che grazie alla tecnologia della fotocatalisi assorbono gli inquinanti atmosferici, abbelliscono la città e comunicano importanti valori di inclusione, coesistenza e diversità, affrontando le discriminazioni contro la comunità Lgbt. Questa iniziativa di riqualificazione urbana si fa portavoce di come l’arte sia, tra le altre cose, anche un potente strumento per la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale.

IMPACT SOTTOCASA

NEL PARCO BADEN POWELL A MILANO

“Impact Sottocasa” nel Parco Baden Powell è un esempio di riqualificazione urbana sostenibile nella città di Milano, realizzato in stretta collaborazione con il Municipio 6 del Comune di Milano e varie associazioni locali per rispondere in maniera puntuale a quelle che sono le vere esigenze della comunità. Il progetto nasce con l’intento di trasformare l’area urbana del parco Baden Powell di Milano in uno spazio verde e vivibile, promotore della biodiversità locale nonché luogo di incontro per la comunità. L’iniziativa coinvolge attivamente i residenti locali, chiamati a prendere parte in prima persona alla riqualificazione dell’area. Esempio evidente di come la riqualificazione urbana possa contribuire sia alla sostenibilità ambientale che al benessere sociale, “Impact Sottocasa” promuove attivamente un senso di appartenenza locale tramite l’instaurazione intenzionale di una comunità legata a un luogo della (e per la) comunità.

Abbiamo indetto un concorso di idee interno con l’obiettivo di riqualificare il parco Baden Powell antistante la nostra sede in via Lombardini 22. Rilevando tre esigenze specifiche (sicurezza, socialità e sostenibilità), abbiamo cercato soluzioni progettuali innovative per

Ripensare il futuro

BIBLIOGRAFIA

1. Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc). “Global Warming of 1.5°C”. 2018.

2. American Psychological Association. “Stress in America 2020: A National Mental Health Crisis”. 2020.

3. Vivek Murthy, “Together: The Healing Power of Human Connection in a Sometimes Lonely World”. Harper Wave. 2020.

4. Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Rapporto Ambiente 2022.

5. Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Rapporto Annuale 2021: la situazione del Paese.

6. Green City Solutions. City Tree Project: Technical Report 2021.

rendere il parco accogliente, ospitale e funzionale. Innescato il processo e l’entusiasmo al nostro interno, il passo successivo è stato aprire, contagiare, coinvolgere. Abbiamo allargato il cerchio di partecipazione a tutto il quartiere e alle istituzioni, tra cui il Municipio 6, tramite diverse iniziative di integrazione. Questo è il passaggio fondamentale: non vogliamo che sia un progetto di Lombardini22, ma che sia di tanti. Oggi il progetto è di 15 enti Profit e No-Profit – oltre al patrocinio di Save The Planet – e ha un nome che è una dichiarazione di appartenenza: SOTTOCASA.

Durante l’evoluzione di questo percorso ci siamo resi conto di quanto fosse importante l’attivazione vera e propria della comunità, del vicinato, perché partire dal basso permette di avere una visuale più concreta e pratica – ma anche più sentita e vera – di quello che è necessario fare e in che modo.

Abbiamo capito che coinvolgere la comunità restituisce un senso di responsabilità e partecipazione che sfocia in appartenenza e radici solide, in disponibilità concreta e operativa per raggiungere gli obiettivi condivisi. Tante persone hanno detto la propria, hanno condiviso idee e pensieri per poter contribuire e sentire di avere una voce ascoltata e fondamentale, per un luogo che poi tutti avrebbero vissuto e sentito come casa.

SOTTOCASA è oggi un progetto di Community Investment con ownership diffusa, che ha un reale potenziale di generare un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile. Abbracciando il processo del Community Holding, mira a uscire dalla tradizionale visione dello stakeholder, a favore di una visione in cui gli interessi sono di tutti e si costruiscono insieme. È l’attivazione di un processo che ha, nella sua fase primordiale, la condizione imprescindibile di coinvolgere tutta la comunità di un quartiere, in modo che si senta partecipe, protagonista e autrice del futuro del luogo in cui vive.

CONCLUSIONE

Emergenze come la crisi climatica e la solitudine richiedono soluzioni innovative ma soprattutto collaborative. Lombardini22 e Save The Planet Aps collaborano per concretizzare esempi di come il Real Estate può prendere parte al cambiamento e affrontare le sfide più urgenti della nostra contemporaneità. Iniziative di sostenibilità e investimenti pensati per il benessere della comunità che mirano a migliorare l’ambiente costruito e promuovere l’inclusione sociale, ponendo al centro il benessere della comunità, fondamentale per un futuro migliore e per una presenza equilibrata dell’uomo sulla Terra.

Edilizia per il clima DIAMO UNA CHANCE ALLA TERRA

In novembre a Milano nuova edizione dell’incontro dedicato alla climate & construction technology. Per progettare, costruire, riusare e dismettere nell’ottica di contribuire alla crescita di una filiera industriale innovativa. Non solo un evento, ma una chiamata all’azione per affrontare le responsabilità delle costruzioni

L'ottava edizione del Convegno YouBuild è dedicata alla climate & construction technology, ovvero, progettare, costruire, riusare e dismettere nell’ottica di contribuire alla crescita di una filiera industriale innovativa. Non solo un evento, ma una chiamata all’azione per affrontare le responsabilità che fanno capo ad ogni protagonista della filiera delle costruzioni. Un convegno, un’ambizione: il Regenerative Design. Per la produzione di manufatti che si integrino nell’ecosistema, non utilizzino energia ma la producano, che contribuiscano alla decarbonizzazione. Non basta limitare i danni, occorre cooperare con gli elementi naturali. Nel cuore della crisi climatica globale, l’edilizia si trova all’incrocio tra due sfide, quella urgente di mitigarne gli effetti devastanti e l’opportunità senza precedenti di guidare la trasformazione verso un futuro adattivo e rigenerativo. Il settore delle costruzioni, responsabile di una quota significativa delle emissioni globali di gas serra e del consumo di risorse naturali, è chiamato quindi a una radicale svolta delle pratiche costruttive, dei materiali e degli approcci progettuali.

ADATTAMENTO E MITIGAZIONE

L’accelerazione di eventi climatici estremi, l’aumento delle temperature globali, la formazione di isole

di calore urbane ed edifici surriscaldati, la frequenza crescente di inondazioni, siccità e uragani, evidenziano con chiarezza l’impellente necessità di adottare strategie di adattamento e mitigazione innovative. Scienza e tecnologia offrono soluzioni promettenti, ma il loro pieno potenziale può essere realizzato solo attraverso un’integrazione olistica con pratiche edilizie avanzate e un impegno condiviso verso la sostenibilità.

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

Riconoscendo quest’imperativo, il convegno YouBuild e il concorso ad esso associato, vogliono catalizzare un movimento globale d’innovazione. Si tratta di un evento dichiaratamente ambizioso che si pone come luogo privilegiato di esplorazione di tecnologie e pratiche rigenerative emergenti. Attraverso un approccio multidisciplinare, il convegno mira a unire progettisti, costruttori, accademici, innovatori e decisori politici in un dialogo costruttivo per esplorare soluzioni sostenibili che possano essere implementate su scala globale. Il convegno e il concorso vogliono essere d’ispirazione a un’era d’innovazione che sia al tempo stesso sostenibile e rigenerativa, guidando così il settore verso un futuro meno fragile di fronte agli inevitabili cambiamenti climatici.

Emanuele Naboni

I TEMI GUIDA

BIG DATA SATELLITARI PER RISCRIVERE LE REGOLE DEL DESIGN URBANO

Uso dei big data satellitari per monitorare e gestire gli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente costruito. Sarà discussa la capacità dei satelliti di fornire dati preziosi sui modelli di calore urbano e sulla qualità dell’aria, che possono essere utilizzati per informare le decisioni di progettazione urbana e architettonica.

ADATTARE GLI EDIFICI E LE CITTÀ AGLI EVENTI CLIMATICI ESTREMI

Nell’analizzare l’impatto diretto dei cambiamenti climatici sull’ambiente costruito saranno esplorate strategie per la resilienza di edifici e spazi aperti a fronte di ondate di calore più intense e frequenza crescente di eventi meteorologici estremi. Questa discussione fornirà indicazioni per progettare spazi che non solo sopportino, ma si adattino e reagiscano positivamente a queste nuove condizioni, migliorando il comfort degli abitanti e la resilienza delle strutture urbane.

DESIGN INNOVATIVO PER MICROCLIMI URBANI RIGENERATIVI

Sarà esplorato l’uso di soluzioni basate sulla natura e di design innovativo per creare microclimi urbani che contrastino l’intensificarsi del calore urbano e favoriscano la biodiversità. Verranno presentati casi studio di successo dove materiali riflettenti e intelligenti, sistemi idrici, giardini pensili e pareti verdi hanno contribuito attivamente alla rigenerazione dell’ecosistema urbano.

AUTOMAZIONE E DIGITALIZZAZIONE COME DRIVER DI PROCESSI COSTRUTTIVI EFFICIENTI E RIGENERATIVI

Sarà analizzato l’impatto trasformativo dell’automazione e della digitalizzazione nei processi costruttivi, evidenziando come l’industrializzazione e l’uso di robot in cantiere possano aumentare l’efficienza e promuovere una costruzione più sicura e meno invasiva riducendo gli sprechi e l’impronta ecologica dei cantieri edili.

27 novembre 2024

Centro Congressi Fondazione Cariplo Via Romagnosi, 8 - Milano

MAIN SPONSOR

PARTNER SPONSOR

Occhiello VIII Convegno Youbuild 2024

YOUBUILD AWARDS 2024

INNOVAZIONE E CAMBIAMENTI CLIMATICI

EDIZIONE 3

Modalità di partecipazione e regolamento

Il concorso Innovazione e cambiamenti climatici – You Build – 3° edizione, è una piattaforma di innovazione tesa ad individuare soluzioni immediatamente applicabili per affrontare la crisi climatica attraverso il settore delle costruzioni. Il concorso riconosce e premia aziende, progetti e prodotti che rappresentino un aspetto chiave nell’affrontare le sfide attuali

Categoria 1 Adattamento climatico avanzato

Nel cuore pulsante delle metropoli, dove l’asfalto prevale sul verde, si premiano progetti urbanistici e di architettura che ricreano l’ecosistema urbano. In questa categoria, si celebrano l’ingegnosità di coloro che trasformano il cemento in habitat, integrando la biodiversità e creando rifugi per flora e fauna locali.

SI PREMIANO:

• progetti che integrano la biodiversità creando habitat urbani per flora e fauna locali.

• progetti di spazi resilienti che migliorano il comfort degli abitanti e la tenuta delle strutture urbane.

• progetti olistici che integrano tecnologie avanzate e pratiche rigenerative.

Categoria 2

Processi costruttivi innovativi

In questa categoria, vengono presi in esame l’adozione di metodologie all’avanguardia come l’industrializzazione, la robotica e il design parametrico, strumenti che ottimizzano l’efficienza e la precisione, l’uso di digital twin e intelligenza artificiale per la pianificazione e gestione dei progetti, riconoscendo quei processi che, grazie alla machine learning, trasformano i cantieri in ecosistemi intelligenti e adattivi.

SI PREMIANO:

• l’utilizzo di digitalizzazione, prefabbricazione e robotica per migliorare i processi costruttivi.

• l’uso di design parametrico e digital twin per la pianificazione e gestione dei progetti rigenerativi.

• processi adattivi e sostenibili che integrano la digitalizzazione con pratiche edilizie innovative.

• cantieri intelligenti e adattivi che utilizzano intelligenza artificiale e machine learning.

dell’industria delle costruzioni e nel promuovere la transizione sostenibile del settore.

La consegna delle targhe del premio ai vincitori avverrà durante il VIII Convegno Nazionale YouBuild del 27 novembre 2024 a Milano. Nel corso dell’evento i vincitori avranno la possibilità di presentare le soluzioni premiate.

Categoria 3 Materiali adattivi e rigenerativi

In questa categoria, riconosciamo materiali biogenici derivati da fonti biologiche sostenibili, capaci di migliorare l’efficienza energetica degli edifici e adattarsi ai mutamenti climatici. Si valutano le soluzioni che, attraverso l’innovazione chimica e fisica, riducono l’effetto di calore locale e migliorano il microclima urbano, utilizzando materiali salutogenici e creando ambienti rigenerativi e sani, in grado di sequestrare carbonio e contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico.

SI PREMIANO:

• materiali biogenici derivati da fonti biologiche rinnovabili e sostenibili.

• materiali resilienti che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e che si adattano alle variazioni climatiche.

• soluzioni per ridurre l’effetto di calore locale con materiali che migliorano il microclima urbano.

• materiali salutogenici che favoriscono ambienti di vita rigenerativi e sani.

• materiali in grado di sequestrare carbonio, catturando e immagazzinando carbonio dall’atmosfera.

Inquadra il QR code per compilare il form di partecipazione al premio

La soluzione versatile, sostenibile e riciclabile al 100%

Superpan Build è un innovativo pannello tecnico brevettato e prodotto da FINSA, composto da fibre e particelle di legno.

Le sue eccellenti proprietà di resistenza e ottima lavorabilità lo rendono ideale per tantissime applicazioni in edilizia, sia come elemento strutturale controventante che di rinforzo o di rivestimento, offrendo flessibilità e valore aggiunto in tutti i progetti in cui viene impiegato. www.xtsuperpanbuild.it

mettendo a punto

UNA PERFETTA MACCHINA BIOCLIMATICA

IL

Il mandato affidato ai progettisti di Ambientevario è molto chiaro ma di non semplice risoluzione: rendere l’edificio contemporaneo sia sotto il profilo estetico sia prestazionale.

Nella nuova struttura viene integrato un terrazzo verde che migliora il microclima interno e introduce un elemento vivo che permette di osservare l’alternarsi delle stagioni

SOLOPERABBONATI

Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini
Prospetto sud con l’invenzione bioclimatica

SOLOPERABBONATI

ABBONATI

Schema assonometrico delle fasi. A sinistra, l’edificio riqualificato nel suo contesto

Prima
Dopo

Formigine, Modena

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PERABBONATI

Sezione B. Sopra, il giardino accoglie anche un’ampia piscina. A sinistra, il verde pensile contribuisce al microclima

Formigine, Modena | Residenze

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Dettaglio del terrazzo est riccamente vegetato

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Interni luminosi ed ariosi

SOLOPERABBONATI

LA SCHEDA
Fasi del cantiere

Sfruz - località Credai, Trento | Residenze

La natura e il genius loci DELLE DOLOMITI DEL BRENTA

Nella tranquillità delle montagne trentine Andrea Dal Negro progetta per i suoi genitori un’abitazione che incarna il sogno di intraprendere un nuovo capitolo di vita a due passi dal bosco. Con quattro fedeli amici a quattro zampe al seguito e un orto rigoglioso, la nuova casa è una celebrazione della vita semplice e del legame indissolubile con l’ambiente circostante

Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini

IL COMMENTO di Andrea Dal Negro

ABBONATI

La casa immersa nel verde.
A sinistra, vista prospetto sud con i volumi aggettanti

SOLOPER

Sezione A. Sopra, dettaglio di uno dei volumi aggettanti

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Visione d’insieme del prospetto nord. Sotto, pianta piano terra e pianta piano primo

Sfruz - località Credai, Trento | Residenze

SOLOPERABBONATI

Visione d’insieme con la zona living, del piano terra, e la biblioteca, del piano primo

PERABBONATI

Grazie a uno studio frutto di una convenzione tra OFFICINE RASERA srl e Consorzio Futuro in Ricerca, condotto presso i laboratori dell’Università di Ferrara si è potuto constatare come il “SISTEMA ARIA” di Officine Rasera offra le migliori condizioni in fatto di risparmio energetico con un minimo del 24% garantito sulla bolletta

Lo studio ha messo in evidenza l’alta capacità ventilante in ingresso e soprattutto in falda, grazie al listello universale “UNO”, e in uscita con il nuovo “COLMOWINGS”.

Il “SISTEMA ARIA” dispone di una vasta gamma di accessori per la posa a secco e l’ancoraggio di coppi e tegole

1) VENTILAZIONE PIÙ EFFICIENTE

2) BENEFICI IN OGNI STAGIONE

3) MINOR COSTO COMPLESSIVO

4) TETTO ASCIUTTO E SANO

5) SISTEMA DI POSA A SECCO

6) STABILITÀ DEGLI ELEMENTI

7) POSA SEMPLICE E RAPIDA

8) FACILE MANUTENZIONE

Tramite ampie vetrate scorrevoli la zona giorno si fonde con gli esterni protetti dagli aggetti

Le camere da letto si aprono sul paesaggio

SOLOPERABBONATI

LA SCHEDA

Committente: Famiglia Dal Negro

Progetto: Andrea Dal Negro

Stylist: Olivia Giorgi

Impresa edile: Sottil Carlo e Figli srl

Realizzazione: 2022-2023

Foto: Giulia Maretti

Info: www.andreadalnegro.com

L’ecosistema virtuoso DI CASCINA RI-NASCITA

Un esempio di architettura per il sociale, un luogo che sarà bello, sicuro e ricco di attività formative e ricreative per ridare autonomia e libertà alle donne in uscita dalla violenza e ai loro figli, un luogo di pace e serenità per ritrovare forza, autostima e benessere

IL COMMENTO

SOLOPERABBONATI

Luisa Castiglioni

ABBONATI

IL COMMENTO

di Chiara Morandini, project manager di Cra-Carlo Ratti Associati

Le scelte progettuali relative alla vegetazione sono state effettuate con l’intento di creare una scenografia dinamica dello spazio verde in cui gli edifici sono immersi, offrendo anche funzioni sociali a servizio dei cittadini

Milano | Residenze e servizi

L’orto riprende il tema bucolico, offrendo ulteriori attività produttive per la comunità ospitata. Inoltre, il ristorante utilizzerà i prodotti del luogo, secondo il modello farm-to-table, e aprirà al pubblico per creare ulteriori opportunità proponendo laboratori didattici e culinari.

All’interno del complesso si trovano anche un centro di equitazione e per attività sportive rivolte ai bambini

Gli spazi interni si distribuiscono intorno a una corte centrale, luogo di raccoglimento e condivisione, ma anche di contatto con la natura, grazie a una vegetazione reversibile, in grado di seguire le stagioni e mutare nel tempo. La stessa vegetazione definisce i percorsi e gli usi degli altri spazi esterni, in continuità visiva con il contesto rurale circostante

SOLOPER

La cascina ospiterà residenze, laboratori artistici e artigianali, uno spazio ristorazione, una cucina didattica, un centro sportivo, un centro ippico, un maneggio, un orto condiviso

PERABBONATI

Milano | Residenze e servizi

Lo studio e la progettazione del complesso sono stati sviluppati con l’obiettivo di individuare il punto di equilibrio tra normativa di riferimento, costi, benessere della persona, tutela del patrimonio

Il cluster facciate di Theatro formato da Schüco, Agc e Thema si è occupato della facciata della stalla grande, dove ai piani superiori troveranno sede laboratori e uffici. Alla tipica soluzione a tutto vetro si è preferita una facciata con porzioni vetrate limitate, caratterizzate da un alto grado di resistenza (anche anti proiettile), nel rispetto dell’esigenza di privacy e di protezione delle persone che vivranno e lavoreranno nel complesso

PERABBONATI

LA SCHEDA

Stato di fatto di alcuni edifici che compongono Cascina Carpana, abbandonata da anni. In Lombardia sono presenti più di 100.000 cascine, di cui almeno la metà in stato di abbandono. Attualmente, la Regione Lombardia è impegnata a normare la salvaguardia di questa importante componente del patrimonio agricolo lombardo

Odense, Danimarca | Industria e ricerca

Cobot Hub

IL LOW-TECH CHE SFIDA L’HIGH-TECH

Il centro di robotica è stato progettato da 3XN per agevolare la condivisione dello spazio lavorativo tra umani e robot, e offrire prospettive di un futuro brillante in un contesto creato per promuovere innovazione e creatività

Tiziano Rumori, Leed AP, Lead design Architect presso Gottlieb Paludan Architects SOLOPERABBONATI

Area di ristorazione e dell’ingresso. A sinistra, rendering dell’area esterna presso la mensa

ABBONATI

Odense, Danimarca | Industria e ricerca

SOLOPER

Atrio della reception

PERABBONATI

Schema costruttivo modulare. Sopra, possibili configurazioni degli uffici

Odense, Danimarca | Industria e ricerca

SOLOPER

e

Laboratorio d’innovazione robotica.
A destra, atrio uffici
struttura di test

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Dettaglio costruttivo, sezione verticale. Sotto, collegamento tra le travi e i pilastri

Odense, Danimarca | Industria e ricerca

SOLOPERABBONATI

LA SCHEDA
Vista aerea del cantiere nelle varie fasi di costruzione

Isolmant IsolTile, l’alleato perfetto per il sistema pavimento

#essereisolmant

Isolmant IsolTIle è la soluzione più versatile e completa per l’isolamento del pavimento. Un concentrato di tecnologia in soli 2 mm di spessore, può essere posato sia al di sotto

di massetti sottili (con spessore inferiore ai 3 cm) che sotto finiture incollate, sia ceramica che parquet. Garantisce il massimo comfort acustico ed è compatibile, in tutte

le sue applicazioni, con i sistemi di riscaldamento a pavimento. Disponibile in tre versioni, soddisfa tutte le esigenze di cantiere, per un mondo di comfort acustico.

Progetti Mondo

Wangen im Allgäu, Germania | Padiglione Hybrid Flax

Bio-digital design E TESSITURA ROBOTIZZATA

Il progetto, realizzato in soli 10 mesi, è un esempio virtuoso di architettura che coniuga innovazione e sostenibilità. La struttura ibrida in legno e fibre di lino, ottenuta con tecniche di bio-design computazionale e tessitura robotizzata, permette di ridurre l’impatto ambientale e favorire l’economia locale

SOLOPER

Francesco Sommese

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Hybrid Flax Pavilion

SOLOPER

PERABBONATI

Planimetria

SOLOPER

PERABBONATI

SOLOPER

Esploso del padiglione

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Telaio avvolgente con dettagli di ancoraggio

Strumento robotizzato: testa di avvolgimento del filamento con impregnazione in linea

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LA SCHEDA

Sistema di Riscaldamento e Raffrescamento a pavimento

Risparmio energetico

grazie ai sistema FIVPav

La riduzione dei consumi di energia degli edifici è un obiettivo inderogabile per preservare il nostro pianeta. Ciò è possibile migliorando l’efficienza del sistema involucro-impianti, adottando terminali da alimentare con fluidi a temperature basse d’inverno e alte d’estate, quali i sistemi radianti.

Grazie al sistema FIVPav, abbinato ad una pompa di calore ed ad un eventuale impianto fotovoltaico, si ottengono consumi energetici notevolmente ridotti.

Wangen im Allgäu, Germania | Torre di Wangen

Un viaggio verso l’alto TRA DESIGN E AMBIENTE

Quella di Wangen è la prima torre curva e antivento costruita in soli tre giorni.

Con i suoi 23 metri di altezza, si distingue per una struttura composta da lunghi segmenti in legno lamellare incrociato.

Ogni elemento è stato realizzato con tecnologia Cnc a 5 assi e assemblato mediante un giunto a sovrapposizione monomateriale di nuova concezione

Francesco Sommese

PERABBONATI

Torre Wangen, vista interna con caratteristica struttura in legno curvato, scala a chiocciola centrale e lucernari in vetro

Wangen im Allgäu, Germania | Torre di Wangen

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Prospettiva della torre Wangen da nord e sentiero verso i prati di Aargen. Sopra, sezione della torre

Wangen im Allgäu, Germania | Torre di Wangen

SOLOPER

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Automodellamento preprogrammato durante l’essiccazione in forno. A sinistra, scala a chiocciola abbracciata da XLam strutturale

Installazione della scala a chiocciola.

Sotto, installazione della piattaforma panoramica

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PNRR

Edifici comunali

Scuole

RSA

HANNO UNA SOLUZIONE

PANNELLO CZ

Isolante termico sottovuoto utilizzato per PARETI, PAVIMENTI

SOFFITTI e COPERTURE

L’isolamento ideale per edifici comunali:

Resistente alla grandine

Resistenza al Fuoco Classe A2-S1-d0 1cm di CZ è uguale a 17,5cm di EPS

Materiale Ecosostenibile

Ideale per edifici vincolati e storici

SCANSIONA

per ottenere la progettazione di POSA GRATUITA

Costruzione della struttura portante in Xlam. Sotto, segmento grezzo completo della torre

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LA SCHEDA

Pedestal Prime®

Nel 2021 siamo stati i primi a presentare Pedestal Prime®, il supporto innovativo, con base sagomata brevettata e prolunga integrata, per pavimentazioni sopraelevate esterne. Questo capolavoro di ingegneria è semplice da utilizzare, resistente e dal design curato. Integra tutti gli elementi necessari per una posa facile e veloce, con pochi prodotti riesci a coprire tutte le altezze da 15 a 420 mm

Compatibile con tutti gli accessori delle linee Pedestal, Woodeck e GRF System. Diffidate dalle imitazioni.

Scopri Pedestal Prime® al Cersaie
Ti aspettiamo a Bologna dal 23 al 27 Settembre presso la HALL 31 A55 – B56

Francesca Federzoni e Ferdinando Sarno | Politecnica

La progettazione integrata ORA PARLA IL LINGUAGGIO DELLA SOSTENIBILITÀ

Politecnica ha un obiettivo: contribuire al cambiamento. Per farlo, attua strategie che pensano alla persona e all’ambiente prima di tutto. Ce lo hanno raccontato

Francesca Federzoni, presidente di Politecnica, e Ferdinando Sarno, ingegnere ambientale socio responsabile del neonato settore sostenibilità e ambiente

Luisa Castiglioni

Politecnica è una delle maggiori società italiane di progettazione integrata, impegnata da oltre 50 anni negli ambiti dell’architettura, dell’ingegneria e dell’urbanistica. Indipendente, fa capo a 46 soci, ingegneri e architetti. Politecnica sviluppa progetti in campo pubblico e privato, nella scuola e nella sanità, nell’industria, nei servizi, nelle infrastrutture e – con la divisione internazionale – ha realizzato opere civili e infrastrutturali in numerosi Paesi in via di sviluppo nell’ambito di progetti finanziati da donors internazionali. Con oltre 300 persone tra progettisti, pianificatori, ingegneri, consulenti e tecnici specializzati, lo studio integra competenze diverse – dall’impiantistica all’urbanistica, dal progetto strutturale a quello architettonico –

grazie al lavoro in team e alla complementarità di professionalità. L’interdisciplinarità fa infatti parte dell’identità costitutiva di Politecnica, del suo metodo di lavoro, della sua capacità di rispondere al meglio alle sfide della contemporaneità e alle necessità del committente. Sono tre le sedi in Italia – a Modena, Milano, Firenze – e tre gli uffici all’estero – Bucarest, Copenaghen, Kingstown. I progetti, in questi anni, sono stati realizzati in 60 Paesi e tre continenti. Politecnica nei propri interventi punta al

Ferdinando Sarno, ing. ambientale socio responsabile settore sostenibilità e ambiente. A sinistra, Francesca Federzoni, presidente Politecnica

benessere della comunità e delle persone, per dare il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile presentati nell’Agenda Onu 2030, ratificata da 193 Paesi del mondo. La società promuove un approccio al progetto che rispetta l’ambiente, le persone e le economie dei territori che contribuisce a far crescere. Per esempio, Politecnica si impegna a realizzare infrastrutture che colleghino in modo più facile popoli e comunità, consentendo scambi e relazioni, edifici pubblici inclusivi e sicuri, che facilitino lo scambio sociale, strutture sanitarie tecnologicamente innovative per i pazienti, edifici rivolti all’educazione e alla didattica che favoriscano socialità e interscambio. Nel 2023, Politecnica ha registrato una crescita straordinaria, raggiungendo quasi 30 milioni di euro di produzione con un incremento del 17,5%. Gli utili hanno toccato 1,24 milioni di euro e il portafoglio ordini si è mantenuto forte a 63 milioni di euro, in linea con l’anno precedente. Sono stati acquisiti 38 nuovi progetti per un valore di 29 milioni di euro, l’85% dei quali in Italia. Il mercato privato ed estero fronteggia la flessione della domanda di ingegneria e architettura del mercato pubblico italiano ormai sempre più vicino ai livelli del 2019.

Il patrimonio netto è di poco inferiore ai 9 milioni di euro al 31 dicembre 2023 (contro i 7,4 milioni di euro del 2022): i risultati positivi definiscono una situazione patrimoniale solida che consentirà di superare nel 2024 i 9 milioni di euro di patrimonio. Per il triennio 2024-2026 sono tre le linee strategiche delle operazioni di Politecnica, a partire dall’investimento nelle persone, ampliando il team con nuove assunzioni e aprendo altre sedi, inclusa una a Roma. L’impegno per la sostenibilità continuerà a essere centrale, con l’integrazione delle pratiche Esg, anche nei nuovi mercati esteri. Parallelamente, la società punterà sull’innovazione, con l’introduzione di algoritmi di Intelligenza Artificiale per rendere i processi produttivi più efficienti. Francesca Federzoni, presidente di Politecnica, delinea per noi la visione proiettata al futuro e il percorso e l’evoluzione della società di progettazione in 50 anni di storia che significano 50 anni di esperienze condivise in stagioni di forti cambiamenti che hanno contribuito ai mutamenti che oggi definiscono lo studio. Alla sua voce autorevole si aggiunge quella di Ferdinando Sarno, ingegnere ambientale, socio responsabile del neonato settore Sostenibilità e Ambiente. Quest’anno Politecnica ha infatti messo al centro la tematica della sostenibilità che esce così dalla dimensione di disciplina, pur se trasversale, e assume l’importanza di una linea strategica, che si

Francesca Federzoni e Ferdinando Sarno | Politecnica

Il team, multidisciplinare e determinato

integra, nella logica Esg, con le politiche aziendali e soprattutto con i contenuti tecnici dei progetti.

Sarno vanta un’esperienza decennale negli aspetti tecnici e teorici della sostenibilità ambientale della modellazione energetica e della chimica ambientale. Inoltre, è consulente tecnico di applicazione dei Cam e per la certificazione energetica e ambientale secondo i protocolli riconosciuti a livello

internazionale come Leed del Us Green Building Council, Breeam. Ha guidato con successo team di progettazione multidisciplinari per la realizzazione di edifici ecocompatibili, infrastrutture sostenibili e riqualificazioni energetiche in contesti urbani e industriali. La sua profonda competenza tecnica, abbinata a un solido background in progettazione e direzione lavori, lo rende una figura chiave nella

promozione di pratiche di costruzione sostenibile.

Grazie alla sua visione innovativa e alla sua leadership, ha contribuito a migliorare gli standard di efficienza energetica e qualità ambientale in diversi progetti di prestigio che hanno perciò raggiunto la certificazione Leed.

L’attività di Politecnica è espressione complessa e articolata di un network di competenze professionali e progettuali capaci di offrire risposte coerenti alle domande poste dal mercato. Potreste delineare come siete arrivati ad aggregare il vostro attuale organigramma?

lasciato un segno indelebile nella nostra attitudine al progetto. Oggi Politecnica, grazie a questa visione, è una grande società indipendente, con una presenza internazionale forte e un progetto di lungo respiro. Come si concretizza la progettazione integrata condotta da Politecnica?

Francesca Federzoni. Progettiamo per le persone. Crediamo nel valore della progettazione integrata, partecipativa e condivisa. Nel nostro studio disponiamo di competenze multidisciplinari e politecniche, che ci permettono di essere partner nella risoluzione di sfide progettuali complesse. La nostra presenza

Francesca Federzoni. Siamo il risultato di un’idea di 9 soci che, 50 anni fa, hanno scritto su un foglio bianco un impegno concreto: fornire progettazione integrata. La società nasce nel 1972 come Cia, Cooperativa Ingegneri e Architetti. Il nome attuale è stato definito successivamente, nel 1994. Gli anni sono trascorsi veloci, tra nuove alleanze e progetti. Oggi Politecnica è composta da 46 soci impegnati nel portare l’impresa oltre i confini nazionali, puntando su un valore fondamentale: l’alleanza con le nuove generazioni. “Progettare richiede una grande capacità di immedesimazione. È importante mettersi nei panni delle persone, ragionare e immaginare come loro. Il progetto è slancio. È voglia di cambiare il mondo in meglio” così spiegò Gabriele Giacobazzi (1949-2024), presidente di Politecnica fino al 2011, figura che ha

consolidata in Italia e all’estero ci consente di soddisfare le esigenze più sfidanti e globali. Offriamo la nostra competenza interdisciplinare attraverso una vasta gamma di servizi che abbracciano ogni fase del ciclo di vita del progetto. Dal project management alla direzione lavori, dalle indagini tecniche alla pianificazione e progettazione, dall’assistenza tecnica e value engineering alle certificazioni, dalle validazioni ai collaudi, ci impegniamo a fornire soluzioni innovative e personalizzate e sempre indipendenti. E questo vale in tutti i settori in cui operiamo: ricettivo, rigenerazione urbana, sanità, manifattura, residenze, direzionale e commerciale, pianificazione del territorio, infrastrutture e mobilità, restauro e archeologia industriale, scienza e istruzione, musei e cultura, energia. Per abitare questo mondo in continua

Francesca Federzoni e Ferdinando Sarno | Politecnica

trasformazione scegliamo di essere diversi e sviluppare il multi-potere di immaginare, progettare e edificare il cambiamento, guardando alle generazioni del futuro. Come s’inserisce la figura di un responsabile settore sostenibilità e ambiente in una società di progetto?

Ferdinando Sarno Le prime certificazioni Leed ottenute da Politecnica risalgono al 2014. All’epoca la sostenibilità nasceva dal basso, attraverso una contaminazione non controllata da parte della società ma basata su progetti specifici in base alle persone e ai clienti. Il fermento su questo tema è cresciuto di anno in anno con l’arrivo di nuovi professionisti più giovani. Il neocostituito settore Sostenibilità e Ambiente rappresenta ora un ambito di competenza trasversale, è un punto di riferimento, non solo nel merito delle soluzioni tecniche, impiantistiche e progettuali volte a garantire la realizzazione di opere in linea con le migliori pratiche internazionali, ma anche del coordinamento e della gestione aziendale dei rischi e degli impatti ambientali, sociali e organizzativi.

Il settore Sostenibilità e Ambiente è un centro di competenza che coinvolge oltre dieci professionisti in Politecnica, e che fornisce consulenze specialistiche su Cam, Leed, Breeam, Well , Gbc Hb, Envision e altri sistemi di rating, simulazioni energetiche e di illuminazione diurna, comfort termico e visivo, simulazioni Cfd, analisi Lca e Lcc, verifiche acustiche, commissioning di impianti e involucro, riutilizzo dei materiali e gestione sostenibile delle attività di cantiere. In ambito di progetti infrastrutturali o relativi

ad aree esterne supporta su temi quali le soluzioni di adattamento ai cambiamenti climatici, opere di mitigazione/compensazione, Nature Based Solutions e geologia ambientale. Il settore si occupa anche di valutazioni di vulnerabilità climatica, impatti sociali degli interventi e bilancio carbonico. Coordina procedure di carattere ambientale quali la valutazione di impatto ambientale, la valutazione di incidenza, l’autorizzazione unica ambientale e si occupa di due diligence ambientale e caratterizzazione ambientale del sito. Inoltre, trattando molti temi entrati in tempi recenti nella nostra professione e di forte attualità, ci proponiamo di occuparci di formazione e ricerca, anche partecipando a tavoli di lavoro con enti e associazioni. Il mio compito è portare l’attenzione su una corretta analisi delle valutazioni energetiche, grazie a strumenti avanzati di simulazione dinamica del sistema edificio-impianto, e analisi dei sistemi impiantistici alle diverse condizioni. La sostenibilità è tecnica, è scelta progettuale che si esprime negli edifici e nelle infrastrutture, in tutte le fasi di progetto e realizzazione di un’opera. L’efficienza energetica e idrica, la relazione con il contesto, il benessere della collettività. Ci impegniamo nel garantire sempre un’impronta minima di sostenibilità cercando di dare risposte che rispettino i valori economici. Un impegno etico che intendiamo continuare a riflettere anche sulla nostra realtà aziendale affrontando problemi concreti per rimuovere ogni ostacolo alla crescita di un’organizzazione inclusiva, trasparente, responsabile.

Hai accennato al tema della formazione. Qual è il vostro approccio su questo fronte?

Ferdinando Sarno. La nostra competenza sono le nostre persone. E, quindi, la volontà di crescere insieme e la formazione interna continua sono prassi collaudate. In concreto, il piano di formazione annuale è coordinato da Politecnica, che raccoglie istanze ed esigenze di ogni responsabile di ambito e di ogni progettista. I corsi di aggiornamento e formazione sono gestiti da personale interno oppure, per esempio per tecnologie specifiche, richiediamo l’appoggio a fornitori ed esperti esterni. Vengono trattate tematiche orizzontali e altre più verticali necessarie nel lavoro quotidiano, come l’uso dei software, lo studio delle normative più tecniche e l’applicazione delle nuove tecnologie. Nell’ambito che mi compete, la sostenibilità, è importante rendere disponibili le nostre conoscenze settoriali all’interno dello studio. Penso in particolare all’attualità della tassonomia europea e del Pnrr. Ogni due settimane quindi vengono tenuti corsi specifici su normative e su temi ambientali per

colleghi. Tutti i corsi sono in modalità mista – in presenza e da remoto e registrati per essere fruiti in un secondo momento da tutti i colleghi. Oltre al comparto dedicato alla sostenibilità, avete introdotto altre novità all’interno della vostra società di progettazione?

Ferdinando Sarno. Lo studio cambia, evolve, si struttura con naturalezza seguendo le esigenze di mercato. Per esempio abbiamo introdotto recentemente nuove figure professionali come un geologo, utile per esempio per l’analisi di qualità dei terreni e per la gestione delle demolizioni, e laureati in economia, fondamentali per dare un valore alle ricadute sociali ed economiche sulla collettività dei nostri progetti. Il 2024 è un anno di evoluzione. Abbiamo infatti messo a punto anche una veste grafica completamente rivisitata e in linea con i valori della cooperazione e della progettazione integrata. Il nuovo sito internet, essenziale e più agile nella consultazione, è online a partire dall’estate 2024. Il project management assume un ruolo fonda-

Francesca Federzoni e Ferdinando Sarno | Politecnica

mentale nei vostri progetti. Cosa rappresenta per Politecnica?

Francesca Federzoni. Il project management è cooperativo: esprimiamo una leadership competente, con-

sapevole dei bisogni e in grado di allineare obiettivi, tempi e costi, per gestire rischi e risorse garantendo la migliore qualità. Un approccio dal basso, sinergico, che ottimizza il processo creativo e coordina armoniosamente, come una direzione d’orchestra, sforzi e professionalità diverse per creare una sinfonia di idee e soluzioni. Con il nostro team di project manager certificati Pmp assicuriamo l’applicazione dei più noti protocolli di project management, promuovendo la qualità dei processi certificati da parte di enti terzi. Poli-partecipativo, poli-tecnico: il project management è la capacità di raggiungere un obiettivo unita alla sfida tecnica senza perdere di vista la creatività e l’innovazione progettuale, ed è sempre partecipativo: analizziamo i diversi punti di vista di tutti gli stakeholder coinvolti. È quindi fondamentale nel nostro approccio.

Infine, che ruolo riveste la digitalizzazione nel percorso progettuale?

Francesca Federzoni. La tecnologia e il digitale sono parti costituenti del nostro iter di lavoro. Tutti i nostri progettisti sono padroni dei linguaggi digitali fondamentali per ogni attività, ma in particolare per il project management e per il coordinamento della progettazione integrata. Stiamo poi investendo in innovazione con la nascita di un progetto di integrazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale con lo scopo di ottimizzare i processi produttivi e creare una banca dati accessibile a tutte le professionalità di Politecnica.

IL PROGETTO | NUOVO CENTRO DIREZIONALE CRIF

La scelta di intervenire in un’area densamente occupata, con la demolizione di un edificio a uso produttivo, per insediare il nuovo centro direzionale ha permesso di riqualificare una porzione urbana nella storica zona di Lame di Bologna. Il riuso delle aree dismesse è stato uno dei driver principali di grande interesse per la committenza che possiede nella stessa area altri immobili a uso uffici. Il vecchio sito in disuso è stato ora riconvertito in uno spazio moderno e sostenibile, nato con gli obiettivi di creare un ambiente di lavoro confortevole per le persone che lavorano nell’edificio e di generare un impatto positivo sul territorio. La concezione del nuovo edificio, strutturato su 6 piani fuori terra e 2 interrati, ha posto fin dall’inizio una particolare enfasi su alcuni parametri: la creazione di condizioni ottimali di comfort interno sia termoigrometrico che acustico; la riduzione degli impatti generati dalle attività di costruzione; l’utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente e delle persone che abitano l’edificio; la riduzione dei consumi energetici; l’impiego di un sistema di Building Automation che permette di controllare, gestire, ottimizzare e verificare le performance dell’edificio; la riduzione dell’utilizzo di acqua potabile con il reimpiego delle acque di scarico e dell’impronta carbonica dell’intervento. L’immagine architettonica che contraddistingue l’intero edificio è legata sia all’articolazione volumetrica che cerca un rapporto diretto di confronto e apertura con il contesto paesaggistico, sia al disegno dei prospetti realizzati con un involucro estremamente performante, generoso nelle sue trasparenze e capace di offrire sempre uno sguardo libero e dinamico verso l’esterno. Lo studio dell’orientamento, la combinazione tra involucro e il concept degli impianti hanno permesso di raggiungere l’obiettivo di ridurre la richiesta di energia per il riscaldamento e il condizionamento, sfruttando al meglio anche le potenzialità delle fonti di luce naturale per l’illuminazione degli ambienti. Grazie a sistemi raffinati di dimmerizzazione, infatti, si riduce automaticamente l’intensità luminosa proveniente dai corpi illuminanti in relazione all’intensità della luce naturale proveniente dall’esterno con conseguente riduzione dei consumi energetici. È stato adottato un sistema costruttivo a secco per le stratigrafie orizzontali, per l’involucro e per le partizioni interne al fine di rispondere alle esigenze di flessibilità e modularità della destinazione d’uso e di perseguire obiettivi di sostenibilità. Le partizioni interne in particolare sono state realizzate con pareti in cartongesso per i locali tecnici e con pareti tecniche di arredo in pannelli Mdf e vetro per la zona uffici.

Le soluzioni bioclimatiche esterne e la presenza di una corte verde centrale di oltre 2000 metri quadrati, attrezzata e qualificata con una struttura semplice e leggibile che amplia lo spazio di lavoro facendolo diventare tutt’uno con l’architettura, favoriscono il raffrescamento

ambientale e contribuiscono, in modo significativo, alla mitigazione dell’effetto isola di calore urbano. In termini di sostenibilità, massimo impegno è stato applicato anche per la gestione del ciclo dell’acqua, che prevede un sistema idrico di gestione delle acque grigie finalizzato al concreto abbattimento del consumo di acqua potabile. Gli spazi di lavoro interni sono stati progettati con un criterio di adattabilità rispetto alle esigenze delle persone e al loro evolversi nel tempo. Gli ambienti dal primo al quarto piano ospitano il maggior numero di uffici e openspace, organizzati secondo una logica modulare, flessibile e dinamica. L’adozione di soluzioni impiantistiche volte a massimizzare il risparmio energetico, senza mai rinunciare al comfort termo-igrometrico degli ambienti interni, ha permesso di ottenere un sistema edificio-impianto in grado di garantire elevatissime prestazioni globali a livello energetico; aspetto ben evidenziato dall’indice di prestazione energetica del fabbricato, che lo attesta in classe A4, la massima raggiungibile.

Luogo: Bologna

Cliente: Crif spa

Attività Politecnica: progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, Csp, dl e Cse per architettura, strutture e impianti, consulenza Leed, Leed Ap commission authority

Superficie: 10.478,16 mq + 786,21 mq di verde pensile

Tipologia: direzionale

Periodo: 2018-2019 (progettazione); 2020-2023 (realizzazione)

Certificazione: Leed Platinum

Classe energetica: A4

Per l’ampliamento del centro direzionale Cavagnari della banca Cariparma Politecnica ha curato la progettazione degli impianti elettrici speciali e meccanici e l’iter di consulenza per la certificazione Leed: si tratta infatti del primo progetto di Politecnica certificato Leed Platinum. L’iter della certificazione Leed è stato seguito sia nella fase di istruttoria dei crediti, sia nella fase di assistenza alle attivit à terze di commissioning authority, garantendo il raggiungimento del livello di certificazione atteso, lasciando invariati i costi sulle opere. Il progetto è nato con l’obiettivo condiviso di realizzare un luogo per l’uomo, in cui la sostenibilità è intesa a servizio della progettazione di ambienti di lavoro che possano garantire il massimo comfort e benessere per

GREEN

LIFE – CRÉDIT-AGRICOLE

chi ne fruisce. Questo è stato possibile grazie a una progettazione integrata dove per ogni disciplina è stato messo in campo il suo specialista, dall’acustica, agli impianti, alla progettazione strutturale per raggiungere il miglior risultato. È stato introdotto il concetto di ottimizzazione degli apporti passivi nell’utilizzo e consumo di risorse per poter di conseguenza ridurre gli apporti attivi. Un attento e meticoloso studio ha consentito di raggiungere il comfort sensoriale, dove Politecnica attraverso la modellazione dinamica, è riuscita a ottimizzare gli aspetti impiantistici in funzione dell’illuminazione naturale a seconda dell’andamento delle stagioni, il grado di irraggiamento solare, le ore della giornata. Sul piano degli spazi, i nuovi volumi dell’headquarter, generati dalle geometrie dell’insediamento originario di Vico Magistretti, sono disposti sul perimetro dell’area per custodire, al centro, un grande parco. Il nuovo complesso si articola in tre volumi: due destinati a uffici collegati tra loro attraverso un Forum, un’architettura di tipo ipogeo con una copertura in continuità con il terreno esterno, che appare come una ‘collina verde’. Il Forum, spazio polifunzionale, ospita la reception, un punto di ristoro e il ristorante aziendale da 450 posti, caratterizzato da diversi allestimenti che permettono di utilizzare lo spazio anche come area meeting e riunioni. Tutti gli edifici sono stati realizzati sulla base di scelte formali e costruttive con l’obiettivo di ridurre le manutenzioni grazie all’impiego di materiali durevoli e riciclabili. Per ridurre al minimo l’uso di acqua potabile è stato introdotto un impianto di fitodepurazione locale. Le scelte eseguite sono sempre state bilanciate in funzione della loro affidabilit à nel tempo e della effettiva sostenibilit à ed efficienza energetica ed ambientale. Il risultato è rappresentato da un progetto che contiene soluzioni moderne, performanti e al tempo stesso altamente affidabili.

Luogo: Parma

Cliente: Crédit Agricole Cariparma spa

Attività Politecnica: progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva per impianti meccanici, elettrici e speciali, direzioni operative, pratica prevenzione incendi, consulenza

Leed, Leed Ap commission authority

Superficie: 14.900 mq

Tipologia: direzionale

Periodo: 2013-2018

Certificazione: Leed Platinum

Collaborazioni: Frigerio Design Group e Policreo srl

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Disponibile in diverse finiture coordinabili all’arredo dell’appartamento, si occupa anche della protezione degli spigoli della parete e chiude correttamente la testata del battiscopa.

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Francesca Federzoni e Ferdinando Sarno | Politecnica

NUOVI PUNTI VENDITA DECATHLON

Politecnica ha curato per Decathlon Italia l’apertura di numerosi punti vendita in varie località italiane. Le prestazioni effettuate variano dalla progettazione integrata dell’intero intervento, comprensiva di direzione lavori, a progettazioni altamente specialistiche quali quelle impiantistiche o urbanistiche. Le dimensioni degli interventi variano dai 1000 ai 5000 m2; gli edifici sono caratterizzati da una prefabbricazione molto spinta e da tempi di realizzazione rapidi; i lay out sono rispondenti ai restrittivi standard del gruppo per la valorizzazione dei prodotti e la fidelizzazione del cliente. Le aperture curate (del tutto o in parte) da Politecnica sono state, negli anni: Bologna, Pavia, Prato, Livorno, Mestre, Cuneo, Fiumicino, Cascina, Vercelli, Parma, Salerno, Vado Ligure.

Decathlon Parma

Il progetto è stato sviluppato su un sito precedentemente antropizzato e l’insediamento è servito dalla rete di trasporto pubblico. Per i parcheggi sono state privilegiate pavimentazioni di tipo permeabile, che consentono l’infiltrazione dell’acqua piovana nel sottosuolo. L’effetto isola di calore dovuto al progetto è ridotto poich é i materiali esterni rispettano i limiti di Indice di riflessione solare indicati.

La risorsa idrica è tutelata mediante l’adozione di sanitari e di rubinetterie a basso consumo di acqua, inoltre è previsto un sistema di riutilizzo delle acque meteoriche. I consumi energetici sono ridotti grazie al sistema di condizionamento a pompa di calore elettrica, ventilatori elettronici ad alta efficienza e modulazione della portata di rinnovo in funzione della concentrazione di CO2 in ambiente. L’impianto fotovoltaico copre una percentuale di fabbisogno energetico annuo pari a oltre il 9%, mentre il contratto di fornitura elettrica prevede che la totalità dell’energia acquistata sia prodotta mediante fonti energetiche rinnovabili. I materiali previsti hanno una percentuale di riciclato e sono estratti e lavorati regionalmente, riducendo l’impatto ambientale. Inoltre, i rifiuti da costruzione sono stati conferiti in centri di recupero e riciclo. La qualità dell’ambiente interno è garantita mediante un tasso di ricambio aria elevato e l’utilizzo di materiali di finitura interna che non contengono Cov (Composti organici volatili) e formaldeide.

Nazione: Italia

Cliente: Decathlon Italia srl

Team: Politecnica Ingegneria e Architettura

Incarico: project management, progettazione, sicurezza e direzione lavori

Data progetto: 2000/in corso

Realizzazione: 2000/in corso

Superficie d’intervento: lotti medi da 40.000 m2

Superficie realizzata: fino a 5.500 m2

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Osservatorio sulle energie latenti

DELL’ARCHITETTURA

ITALIANA CONTEMPORANEA

Contromanifesto di una ricerca strettamente italiana per ritrovare il senso etico della disciplina nella propria dimensione ontologica, una pratica empirica che non ammette lacerazioni tra le tre componenti che descrivono il progetto: spazi, architettura, persone

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Moreno Pivetti

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Foto Moreno Maggi Nelle immagini alcuni momenti della mostra nella tappa di Schio svoltasi sotto l’egida attenta di Luigi Prestinenza Puglisi

La mostra | Nuove Normalità - Spazi, Architettura, Persone

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Foto Moreno Maggi
Foto Moreno Maggi

PROGETTI MENZIONATI

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riscaldare meglio
Foto Moreno Maggi
Foto Moreno Pivetti

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Foto Moreno Maggi

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Foto Moreno Maggi

Contenitori urbani in attesa

In un precedente numero della rivista si è trattato il tema degli edifici e delle aree militari dismesse, in molti casi ci troviamo di fronte a caserme (ma anche depositi, magazzini, tribunali e ospedali) che in piccoli e grandi centri italiani sono in attesa di riconversione e di una possibile nuova destinazione d’uso. Si sono sommariamente descritte le difficoltà e complessità procedurali per edifici di grande valore storico e architettonico, ma anche simbolico per le comunità locali.

Gli ex complessi religiosi

A ben vedere, se osserviamo in modo attento le nostre città, i compendi militari non sono gli unici grandi “contenitori” inutilizzati o sottoutilizzati, sempre più frequentemente si pongono interrogativi di grande rilevanza per gli ex complessi religiosi. La crisi di vocazioni, la diminuita rilevanza delle pratiche religiose, la chiusura di scuole di ispirazione cattolica, fa sì che la Penisola sia costellata di una miriade di nuovi “vuoti” (per esempio: ex seminari, ex conventi o monasteri, istituti scolastici paritari, edifici di ordini ed enti religiosi o semplicemente oratori e case parrocchiali) che richiamano spesso, per collocazione, dimensioni, tipologia costruttiva ed epoca di edificazione, il tema degli ambiti militari. Anche in questo caso (ex complessi religiosi), la riconversione a usi civili è spesso complessa e non esiste una riflessione adeguata sulle difficoltà che le amministrazioni locali si trovano ad affrontare nella costruzione di processi virtuosi di riutilizzo di questi patrimoni. Si tratta di una tipologia di “vuoto urbano” relativamente poco studiata, da ripensare in un’ottica di rigenerazione e potenziale fattore di sviluppo, ma anche con rischi e vischiosità intrinseche dovute alle particolarità di questi beni (proprietà di parrocchie, diocesi, ordini religiosi, fondazioni, enti), da diversi punti di vista. Gli edifici sono spesso situati in zone urbane centrali con parchi e giardini, in aree di pregio

paesaggistico o vincolate e con valore culturale, non da ultimo va evidenziato il valore per la storia delle comunità locali.

Tentativi di riconversione

I tentativi di riconversione a uso turistico o abitativo appaiono scontati con possibilità di non completo assorbimento da parte del mercato (se non nelle zone urbane delle maggiori città italiane), ma va salvaguardato l’interesse pubblico delle trasformazioni e a oggi si riscontrano molti casi in cui, nonostante l’ampia presenza di insediamenti ex religiosi (perfino ex chiese o ex colonie marine sulle coste di proprietà di diocesi ed enti), all’atto concreto non si riescono a utilizzare questi beni dismessi o in corso di dismissione come occasione seria di rigenerazione e di sviluppo urbano e territoriale. Da diversi punti di vista sembrano prevalere le occasioni perdute o interventi meramente di tipo speculativo, processi più complessi di valorizzazione e promozione culturale avvengono nelle grandi mete del turismo religioso o in territori di pregio, anche per realizzazione di eventi. Esistono grandi rischi e pericoli, la grande diffusione sul territorio nazionale e le progressive chiusure e dismissioni in corso in questi ultimi 2530 anni, unitamente ai processi di secolarizzazione e minore frequentazione religiosa e liturgica, propongono grandi interrogativi per attori pubblici e privati con grossi rischi per il deterioramento di un patrimonio di enorme valore economico, storico, architettonico, sociale e culturale (per esempio: furti e atti di vandalismo). Pensando al riuso bisogna fare i conti con le opere d’arte presenti in questi luoghi, una possibile soluzione a questi problemi pratici sarebbe di affidare alle comunità locali la tutela e la salvaguardia di questo patrimonio (soprattutto quello di minore entità), in attesa di interventi più strutturati, ma più passa il tempo e più i costi aumentano, in una spirale perversa.

Francesco Gastaldi Università Iuav di Venezia

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TOP 100 STUDI DI ARCHITETTURA

I big del progetto hanno affrontato l’azione combinata dell’avvio delle norme relative alla digitalizzazione e la necessità di adeguarsi ai nuovi standard sfruttandoli come leva di cambiamento

Nell’anno d’oro della progettazione VINCONO I BIG

La ripresa edilizia, prima con il superbonus, poi con il Pnrr e le relative opere, oltre alle necessità legate all’andamento dell’economia e i relativi investimenti, in particolare nel settore non residenziale, hanno dato una spinta notevole al settore

A cura del Centro Studi YouTrade SOLOPERABBONATI

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TOP 100 DEGLI STUDI DI ARCHTETTURA E DESIGN PER CLASSI DI FATTURATO CONFRONTO 2020-2022 (VALORI IN MIGLIAIA DI EURO)

Studi di architettura

CLASSIFICA SU DATI 2022 E CONFRONTO 2020-2022 PER TUTTI GLI STUDI E 2023 PER QUELLI CON BILANCIO PRESENTE NEL REGISTRO CAMERALE (VALORI IN MIGLIAIA DI EURO)

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Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali - (*) confronti a parità di campo di lettura

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Treviso

Passerella pedonale SOPRAELEVATA

La struttura, valore due milioni di euro, commissionata da Aertre e realizzata da Brussi Costruzioni, è stata costruita in carpenteria metallica e dotata di palette frangisole in alluminio coordinate con i colori del terminal per garantire continuità stilistica tra le due opere

Valentina Puglisi, Dipartimento ABC, Politecnico di Milano

IL COMMENTO

di Alberto Santamaria, responsabile commerciale Brussi Costruzioni Gruppo Grigolin

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Render della passerella pedonale sopraelevata all’aeroporto Canova di Treviso

Treviso | Aeroporto Canova

Render di dettaglio della passerella

Sezioni del sovrappasso pedonale. Sopra, estratto del masterplan 2030. In rosso l’intervento della nuova passerella pedonale, identificata con il numero 7

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RENDER DI DETTAGLIO

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Realizzazione dei palancolati

Treviso | Aeroporto Canova

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Trivella a sezione cava e profilo esterno elicoidale e ferri di armatura pre-assemblati
Realizzazione dei plinti delle fondazioni in cemento armato

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Realizzazione in stabilimento della carpenteria metallica
Installazione della vasca di contenimento in cemento armato

Treviso | Aeroporto Canova

Realizzazione in stabilimento dei piloni di sostegno della passerella

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Montaggio in cantiere della carpenteria metallica.
Pilone di sostegno verniciato e pronto per essere posizionato

Treviso | Aeroporto Canova

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Installazione delle lamelle frangisole

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LA SCHEDA

Impresa esecutrice - aggiudicataria dei lavori: Brussi Costruzioni srl

Committente: Aer Tre spa

Importo lavori: 2.025.686,78 euro

Capogruppo mandataria dei progettisti: Pool Engineering srl

Gruppo di progettazione: Manens Tifs spa; Parallab; srl; dott. geol. Paolo Sivieri

Realizzazione passerella in carpenteria metallica e varo: Ati Mazzon Carpenteria srl; Montinvest Service srl

Realizzazione di castelletti vetrati e montaggio: Metal Working srl; Rausa Mariano

Fornitura con posa in opera di ascensori a uso pubblico: Schindler spa

Infissione ed estrazione di palancole in ferro larssen: Locapal srl

Vasche di contenimento: Boer Group srl

Realizzazione di fondazioni speciali: Vanin srl

Team progettazione: progettista generale: ing. Mauro Gallinaro; Team strutture: ing. Fabio Balliana (team leader), ing. Andrea Dei Svaldi (geotecnica), Mattia Piccoli (disegnatore)

Team architettura: arch. Ruben Verdi (team leader), arch. Federica Sartorato, arch. Luca Tonon Team direzione lavori: ing. Mauro Gallinaro (direttore lavori), ing. Luca Cesca, arch. Ruben Verdi, arch. Federica Sartorato, ing. Fabio Balliana

Varo del sovrappasso

Treviso | Aeroporto Canova

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Aggancio della passerella ai piloni di sostegno

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Montaggio degli ascensori
I contrappesi utilizzati per le prove di carico ancorati alla passerella
Prove di carico

Nord Uganda | Impianti idroelettrici ad acqua fluente

Progetto Achwa UNA SFIDA TECNICA E PROGRAMMATICA

Pac spa con questo progetto è riuscita ad applicare nell’area SubSahariana anni di esperienza maturati nel settore idroelettrico in Italia. Achwa 1 e Achwa 2 sono realizzati a cascata lungo il fiume Achwa. L’impianto Achwa 2 è stato progettato per garantire una produzione media di 180 GWh/anno

Valentina Puglisi, Dipartimento ABC, Politecnico di Milano

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IL COMMENTO

dell’ing. Giulio Parolini ceo extra Ue di Pac spa

IL COMMENTO

project manager di Pac spa

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Achwa 1: centrale e by-pass

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Achwa 1: traversa terminata
Achwa 1: traversa in costruzione

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Achwa 2: traversa terminata

SOCIAL RESPONSABILITY

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Achwa 1: presa in costruzione

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Achwa 1: traversa e presa terminati

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Achwa 1: canale in costruzione

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Achwa 2: canale terminato
Achwa 2: canale in costruzione

Achwa 1: by-pass in costruzione

Achwa 1: by-pass terminato

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LA SCHEDA

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Achwa 2: vasca di carico e bay-pass terminati
Achwa 2: vasca di carico terminata
Achwa 2: realizzazione dello scavo della vasca di carico
Achwa 1: vasca di accumulo e bypass terminati

Nord Uganda | Due impianti idroelettrici ad acqua fluente

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Achwa 2: centrale terminata (esterno e interno)
Achwa 1: centrale in costruzione

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Al centro della filosofia ACITS non c’è solo la ricerca finalizzata all’ottimizzazione del prodotto ma anche una spiccata attenzione all’ambiente, che a sua volta si traduce in un approccio volto a ridurre l’impronta sul pianeta lungo tutta la filiera produttiva, dallo sviluppo delle soluzioni fino alla loro completa riciclabilità.

Campo base A.

Dalla distrazione alla consapevolezza

Siamo molto occupati - ma raramente impegnati. Occupati da mille incombenze, spesso artefatte, spesso indotte da necessità fittizie; e in effetti l’occupazione è qualcosa che viene dall’esterno, o che non è percepito come parte di noi. L’impegno presuppone invece un percorso di ricerca personale, presuppone continuità, durata, e calma. Il “non avere tempo” è probabilmente la caratteristica, la cifra delle nostre frustrazioni quotidiane. È anche la cifra del senso di alienazione che comunicano molti degli spazi e brani di città che quotidianamente “occupiamo”.

Impegno

Un progetto fatto con cura è un impegno – e il tempo che possiamo dedicare a un progetto, allo studio e quindi alla competenza, il tempo dell’ascolto e della riflessione, è la dimensione necessaria senza la quale non esiste il prendersi cura; è solo “occupazione”. Affrontare il recupero di un manufatto edilizio privo di particolari peculiarità è un viaggio alla scoperta del suo patrimonio immateriale, ancorché nascosto tra le pieghe della banalità o le piaghe lasciate dalla speculazione o dalla trascuratezza. E richiede tempo, il tempo dell’impegno.

È un viaggio senza biglietto di ritorno, alla scoperta del suo patrimonio intrinseco: le qualità specifiche degli ambienti, gli affacci, la libertà consentita dallo scheletro strutturale, il materiale che è possibile recuperare, anche in chiave di sostenibilità. Un patrimonio immateriale la cui riscoperta è prima di tutto un esercizio di memoria.

Tempo

Abbiamo bisogno di tempo – e della calma che solo il darci tempo può concederci - per rimettere il nostro fare, come per gli ambienti che costruiamo e viviamo, nella loro dimensione temporale, nello spazio della

cura, nella dimensione della memoria, nel respiro dei sentimenti; nella Storia. Le nostre città sono uscite dalla dimensione storica non avendo concesso loro tempo. La Storia, con il suo fardello di esperienza e di insegnamenti, è allontanata dall’attualità in un presente sempre rinegoziabile e sostituibile - come le case che fanno da scenografia alle molte vite che possiamo immaginare, tutti attori e tutti in fondo comparse di una vita spettacolarizzata.

Eppure, non è come nella nostra epoca che si sente l’impellente necessità di riconoscerci in un racconto, di unire i fili della quotidianità di ogni giorno nella trama di un ricamo da lasciare in dote a chi verrà dopo di noi. E per comprendere e dominare lo spazio, per conferirgli un significato, personale e sociale, occorre il tempo dell’esperienza, il tempo lungo dell’abitudine, della familiarità, fino a che quel tempo lungo diventa racconto, diventa ricordo, diventa memoria, diventa storia.

Recupero

Così il lavoro di recupero di un edificio assomiglia sempre più al paziente lavoro del rammendo, che ricuce spazi slabbrati, ripara ciò che è rotto, rinforza ciò che è debole, consentendo al nostro presente di diventare ieri e poi memoria, e ai nostri edifici d’invecchiare. Il fondamento della storicizzazione del presente è l’accettare quello che oggi appare inaccettabile: invecchiare. Accettare le rughe e accettare il naturale invecchiamento dei materiali e delle forme, accettare i segni dell’usura e dell’inclemenza del tempo che passa.

Si scopre così che recuperare – un edificio o un intero quartiere - non è cancellare o sovrascrivere ma un’azione di apprendimento e memorizzazione che riconduce il patrimonio edilizio – e un po’ anche noi – dalla distrazione alla consapevolezza.

Impiego in hotel strutture ricettive ospedali, condomini centri commerciali
Industrializzazione del cantiere
Progettazione e assemblaggio

Specializzazione e coraggio I FATTORI DI CRESCITA

Marco e Andrea Guderzo illustrano il percorso di un’azienda che ha fatto della competenza tecnica il fattore determinante del suo successo, insieme all’innovazione continua e al coraggio di correre dei rischi per fare sempre qualcosa di nuovo, per aumentare il valore dell’esperienza

Livia Randaccio

Qu esto mese la storia di copertina è dedicata a Volteco, azienda del Nord Est italiano. Dal 1976 leader nel settore delle impermeabilizzazioni per l’edilizia, lavora per le imprese di costruzioni attraverso una rete nazionale di distributori e applicatori, collabora con i progettisti e vuole essere il migliore fornitore per serietà, competenza, prodotti e servizi.

Ma raccontiamone la storia dall’inizio ascoltando la voce dei protagonisti: il papà Marco e il figlio Andrea Guderzo.

Marco Guderzo, fondatore e amministratore unico di Volteco spa, crea l’azienda da giovanissimo, nel 1976, insieme al padre, che in quegli anni lascia il proprio lavoro di dirigente presso la Mac Master di Treviso, che allora versava in una profonda crisi aziendale.

Marcello Guderzo era un esperto di calcestruzzo, aveva lavorato tantissimi anni nel settore delle dighe, in Italia e all’estero, e la sua profonda esperienza fu l’asset su cui poggiò il progetto aziendale del figlio Marco. Il mercato del calcestruzzo e dei prefabbricatori era estremamente competitivo e difficile allora come oggi e Marco capì che ai clienti oltre alla consulenza tecnica occorreva vendere dei prodotti. Venne così avviata una piccola attività di distribuzione in Veneto di prodotti tecnici, una rivendita specializzata che opera nell’ambito di tre provincie, Venezia, Treviso e Padova, che via via cresce e si struttura con il primo magazzino e i primi dipendenti. Dieci anni dopo diventano distributori di un marchio di un’azienda americana che non aveva rete commerciale in Europa, l’America Colloid Company, un’industria che possiede cave di bentonite e ha due prodotti per l’edilizia. Quest’accordo di distribuzione consente il salto dalla dimensione regionale a quella nazionale. Così nel ’92 termina la fase di startup e nasce la prima produzione a marchio commissionata a un terzista. Di fatto l’azienda creata da Marco Guderzo era un laboratorio di sviluppo prodotto che faceva affidamento sulle competenze paterne. Nel ’96 viene creata la prima unità produttiva di malte confezionate in sacchi per l’impermeabilizzazione e la manutenzione del calcestruzzo. Dal 1996 al 2005 l’azienda diventa il primo cliente al mondo dell’American Colloid Company. In seguito fu ulteriormente migliorata l’organizzazione aziendale inserendo dei bravi capi area che presidiavano il territorio nazionale.

La famiglia Guderzo
guida di Volteco.
sinistra, Andrea,
Marco,

Volteco | Storia di copertina

ANDREA GUDERZO PER VOLTECO DEL FUTURO

Andrea Guderzo, attuale responsabile sviluppo strategico in Volteco, è laureato in economia aziendale e approda in azienda in modo stabile nel gennaio del 2023 conoscendo già molto bene l’organizzazione produttiva di famiglia per averla frequentata fin dall’adolescenza come “dipendente” stagionale. Andrea, come descriveresti Volteco? È un’azienda in cui vige un clima molto positivo. C’è tanta collaborazione e tanta voglia di fare bene, nel segno della cultura aziendale voluta da mio padre. Le belle aziende sono quelle che hanno sviluppato una propria cultura e questo accade quando vi lavorano persone che riescono a trasmettere i valori fondanti come hanno fatto mio nonno e mio padre. L’unica difficoltà che ho dovuto superare è stata quella di trovare un’area scoperta, essendo Volteco un’azienda molto ben organizzata. Mi sono occupato di formazione, ho fatto molti incontri con gli area manager italiani ed esteri e ho sempre avuto la conferma che tutto fosse al posto giusto.

Hai già riflettuto sull’ impronta che vorresti dare all’azienda

in futuro?

Di una cosa sono certo, non sono mio papà e non posso replicare il suo percorso. Ho studiato l’assetto organizzativo dell’azienda e sto cercando di immaginare come farla crescere ulteriormente in un contesto di mercato completamente diverso dal passato. Mio padre ha parlato di maggiore sviluppo internazionale cercando di replicare il modello di business domestico fondato sulla qualità, che qui in Italia è stato implementato in tanti anni ed è ora molto solido e ben strutturato. È stata creata una rete commerciale molto capillare ed estremamente formata. La presenza in cantiere di Volteco non è solo di una fornitura di prodotto ma prima ancora di analisi di contesto e sviluppo di una soluzione su misura che risolva l’esigenza del cliente e garantisca la qualità e la durabilità dell’opera. Facciamo molta formazione alle imprese specializzate nell’applicazione di prodotto e ai progettisti. Il fattore acqua nelle costruzioni è un tema molto complesso, è causa di molti problemi ed è quindi necessario affiancare anche i progettisti per aumentarne la consapevolezza. Infatti, facciamo tanta formazione presso la nostra sede ma anche presso i professionisti e le imprese. Un altro asset strategico in Volteco è la logistica, un servizio basato sulla tempestività, per il quale abbiamo in corso un progetto di ulteriore ampliamento e ottimizzazione. Processi digitali in Volteco non sono da implementare ma fonte di sviluppo da tempo.

La digitalizzazione dell’azienda è iniziata molti anni fa, nei primi anni 2000, ed è sempre stata rilevante l’attività di gestione dei dati. La buona gestione dell’informazione è stato un grande fattore di competitività sul mercato. La digitalizzazione è una leva strategica sia della produttività degli impianti sia per il monitoraggio di tutte le attività aziendali. Nel 2020 siamo partiti con un progetto pilota di intelligenza artificiale applicato alla produzione, ricorrendo a competenze esterne, e oggi abbiamo uno scarto produttivo minore di quanto avevamo ipotizzato, riuscendo a controllare in anticipo le difettosità del prodotto e correggerle senza produrre scarti. Abbiamo anticipato i tempi agendo secondo il principio di mio padre che “Non bisogna aver paura di quello che non si conosce ma occorre saperlo percorrere”. L’innovazione, come diceva mio nonno, viene da una “sana confusione”, che fa nascere le idee.

A che punto sono i processi di sostenibilità sociale ambientale ed economica in Volteco?

È uno dei primi temi di cui mi sono occupato appena arrivato in azienda sostenendo che Volteco ha tutti i requisiti per redigere il suo primo bilancio di sostenibilità. Dal punto di vista delle materie prime abbiamo eliminato le componenti cementizie dai prodotti, abbiamo introdotto un percorso di economia circolare riciclando gli scarti per dare vita ad altri prodotti. Infine, lo scorso anno abbiamo installato il fotovoltaico coprendo il 90% del fabbisogno energetico. Non abbiamo tralasciato il tema del benessere interno, con un welfare di sostegno al reddito cercando di creare una comunità aziendale che cresce. Per questo facciamo un lavoro importantissimo di formazione e di relazione orizzontale fra i dipendenti con l’obiettivo di migliorare la loro capacità di comunicare e di mettere a sistema gli skill di ogni persona e del gruppo. Occorre generare lo spirito di squadra. Dal punto di vista economico Volteco è sempre stata un’azienda molto sana che ha saputo tutelare la propria ricchezza. Il fatturato 2023 è di 23 milioni e l’obiettivo è crescere ancora guardando all’estero.

LA GRANDE CRISI DEL 2008

Nel 2008 l’azienda avverte i primi segnali della crisi economica mondiale che si concretizza definitivamente nel 2012. Se è vero che è proprio nei momenti di crisi che occorre correre dei rischi, Marco punta sulla strategia che lo ha reso vincente. Non potendo sviluppare una leadership dei costi in un mercato in cui la curva del valore dei prodotti era calante, punta su una fortissima strategia di differenziazione e nasce Amphibia, la membrana impermeabile idro-reattiva per applicazione pre-getto. Il resto ce lo racconta Marco Guderzo

Marco siamo nel 2012 e Volteco ha già conosciuto molte tappe di sviluppo ma con la produzione di Amphibia si fa un ulteriore grande salto di qualità? Nel 2007 ci trasferiamo nell’attuale sede, in spazi triplicati rispetto ai precedenti, e cominciamo a studiare come migliorare il settore dei waterstop idroespansivi. Affidiamo una ricerca all’Università di Padova, successivamente assumiamo il ricercatore di riferimento, un tecnico di processo, e compriamo gli impianti pilota con investimenti importanti. Procedendo nella nostra ricerca ci accorgiamo che è possibile creare una membrana autoriparante e non solo waterstop. Così nel 2017 nasce Amphi-

Volteco | Storia di copertina

Il reparto produttivo Volteco

Dai primi anni 2000 in Volteco si fa strada la digitalizzazione dei processi aziendali e l’elaborazione delle informazioni diventa uno dei fattori di competitività e sostenibilità

Tutto sotto controllo.

Fatturato 2023

• 23 milioni di euro

Forza lavoro

• 90 dipendenti - 30 in produzione e 60 impiegati

• 7 area manger

• 60 agenti

• 11 informatori tecnici

Campi d’intervento

• Impermeabilizzazione di ambienti interrati

• Impermeabilizzazione di terrazze e balconi

• Impermeabilizzazione di piscine e vasche

• Risanamento dall’umidità di risalita

• Ripristino e protezione facciate

Valori

• Lavoro di squadra

• Formazione e qualità

• Assunzione di responsabilità

• Comunicare con chiarezza

bia che viene impiegata in tanti grandi cantieri, il primo dei quali è rimasto nel nostro immaginario: un resort di lusso sul lago di Garda. Un cantiere decisamente impegnativo. A distanza di anni, la stessa metodologia è stata impiegata per il cantiere di Santa Giulia a Milano. In questi anni abbiamo fornito anche molti cantieri di costruzioni di data center. Una tipologia di costruzione, quest’ultima, in cui si coglie appieno la nostra visione dell’edilizia

Nelle

immagini il nostro viaggio fra i reparti della produzione Volteco

ipogea che deve garantire sicurezza, comfort per le persone e il giusto microclima. Abbiamo eseguito molti interventi complessi in aree di recupero edilizio, pensiamo solo a Venezia, una città che per noi è stata ed è una grandissima scuola. Nel percorso di crescita di Volteco il perseguimento della qualità è uno dei valori fondanti. Mio padre Marcello era un grande sostenitore della qualità, era un cultore della qualità e l’azienda è stata permeata da questo valore. Mio padre era competente ma anche pessimista, le logiche del mercato lo spaventavano. Io al contrario avevo una grande energia e desiderio di fare. L’unione di un giovane con grande energia con una persona di grandissima esperienza tecnica e tecnologica è stato il connubio perfetto.

Quale carattere identifica meglio Volteco come

REFERENZE D’ECCELLENZA

Intervento di impermeabilizzazione di un nuovo complesso residenziale e relativi uffici nella città di Miami, Florida, con membrana Amphibia di Volteco

Intervento di riqualificazione ambienti Les Airelles Venice, ex Hotel Bauer a Venezia con membrana Amphibia e intonaco impermeabile Bi Mortar Plaster Seal di Volteco

A sinistra, intervento di impermeabilizzazione piscina da record Y-40 Montegrotto Terme con Plastivo 250 e Bi Mortar Plaster Seal di Volteco

Sotto, intervento di impermeabilizzazione copertura piana a Padova, con Aquascud System di Volteco

impresa del Nord Est?

La voglia di fare. Noi veneti abbiamo un grande impulso a fare da soli.

Cosa manca oggi alla filiera edilizia italiana?

È una filiera ben costruita, forse manca una maggiore disciplina, l’attenzione all’applicazione delle normative che, troppo spesso, vengono aggirate. Consentiamo agli altri paesi europei di creare normative che diventano per noi barriere all’ingresso. In Italia invece è tutto permeabile. Abbiamo un buon sistema distributivo, per alcuni versi anche migliore di quelli esteri. La presenza di tantissimi piccoli operatori se da un lato rende tutto più complesso, dall’altro crea grandi opportunità.

Cosa aggiungerebbe alla filiera?

Aggiungerei molta più formazione.

Come ha vissuto il suo passaggio generazionale da figlio e come lo sta gestendo da padre?

Il passaggio fra me e mio padre è stato agilissimo. Mio padre mi ha consegnato la leadership dell’azienda scegliendo per sè il ruolo di allenatore. Ed è un pò quello che io sto cercando di fare con i miei figli. In Volteco ricopro il ruolo di amministratore unico, mio figlio Andrea ha il compito di sviluppare la strategia aziendale dei prossimi anni. Per i figli è molto difficile l’ingresso in un’azienda molto strutturata. Devono conquistare riconoscimento sul campo acquisendo autorevolezza e devono essere stimati per quello che sono capaci di fare. A noi tocca il compito di prepararli a vincere questa sfida. Anche Camilla è entrata in Volteco, si occupa di marketing, dopo un percorso di cinque anni nella stessa funzione in un’altra azienda. Ha già in mente come e cosa dev’essere l’azienda domani? Come se la immagina? Volteco è un’azienda di nicchia che ha sempre pun-

tato su una strategia di differenziazione. Dobbiamo continuare a entrare in profondità nei temi che ci riguardano ma dobbiamo essere più presenti a livello internazionale, dobbiamo portare all’estero l’esperienza sin qui maturata. L’espansione all’estero però va fatta trovando i giusti compagni di strada. Potremmo farlo anche da soli ma si dilaterebbero troppo i tempi. Abbiamo impiegato 40 anni a creare una rete commerciale forte in Italia, che stiamo ulteriormente innovando. All’estero e in poco tempo è impossibile farlo. La via però è tracciata, possiamo crescere ulteriormente solo guardando oltrefrontiera. Occorre avere la capacità di reinventare quello che si fa e il mio compito oggi è dare la possibilità all’azienda di essere sfidante generando cultura. Sono questi gli asset su cui costruiamo i valori di questa azienda. E questo ci fa diversi.

Gli ampi spazi dedicati alla formazione teorica e pratica per imprese specializzate e progettisti

Come ripristinare la durabilità DI OGNI STRUTTURA DELL’EDIFICIO

Nel contesto economico-sociale italiano, dove il concetto di casa come bene duraturo è ancora molto diffuso, il consolidamento strutturale è una pratica essenziale per ridonare funzionalità e durabilità a un edificio e l’industria di materiali e tecnologie sviluppa innovazioni sempre più prestazionali

Matteo Cazzaniga

PERABBONATI

SOLOPER

PERABBONATI

Cappotto Spyrogrip Sismiko

PER LA SICUREZZA SISMICA

Sistema innovativo brevettato per migliorare la resistenza sismica di un edificio esistente e allo stesso tempo aumentarne la classe energetica

Patrizia Spada

Riqualificazione con Sismiko lavorando solo all’esterno dell’edificio

Nell’ambito del rinforzo strutturale antisismico, innovazione ed efficacia di materiali e tecniche adottate sono fondamentali per assicurare costruzioni resilienti e sicure.

Una soluzione di punta in questo settore è Spyrogrip Sismiko, un sistema innovativo brevettato da Pontarolo Engineering spa, sviluppato e testato in collaborazione con l’Università di Bologna, che consente di migliorare la resistenza sismica di un edificio esistente e allo stesso tempo aumentarne la classe energetica.

La combinazione di una solida base teorica, avvalorata da risultati sperimentali e una versatilità applicativa senza precedenti, lo rendono una delle soluzioni più avanzate e affidabili per affrontare le sfide del rischio sismico in ambito di ristrutturazione e rinforzo del patrimonio edilizio esistente.

OPERARE DALL’ESTERNO

Il vantaggio più importante di ristrutturare con questa

IL COMMENTO

dell’ing. Marco Il Grande

Un grande vantaggio del sistema è la possibilità di effettuare ristrutturazioni intervenendo esclusivamente dall’esterno degli edifici. Spyrogrip Sismiko, grazie alla sua facilità di adattamento alle geometrie del progetto, è ideale per le strutture in muratura, anche quando i muri non sono perfettamente verticali. Anche le strutture in cemento armato possono essere migliorate o adeguate sismicamente con i sistemi di Pontarolo Engineering, che offre soluzioni con caratteristiche tecniche e modalità esecutive diverse per adattarsi meglio alle specifiche esigenze del progetto. Non dimentichiamo che, con lo stesso intervento, non solo otteniamo il miglioramento sismico, ma isoliamo l’edificio anche termicamente.

tecnologia è che l’intervento avviene all’esterno dell’edificio, senza intaccare le aree interne, quindi, non sarà necessario interrompere le normali attività svolte al suo interno. Inoltre, consente di inglobare nel sistema nuovi impianti a sostituzione di quelli esistenti, riducendo al minimo le operazioni di demolizione interne ed è facilmente sagomabile e regolabile in cantiere.

COMPOSIZIONE

Spyrogrip Sismiko rappresenta un’evoluzione nel campo del rinforzo sismico grazie alla sua composizione unica: un pannello in Eps che agisce sia da cassero per lo strato di calcestruzzo collaborante sia da isolante termico, incrementando quindi sia la resistenza sismica che l’efficienza energetica dell’edificio.

Il sistema di distanziatori e pannelli in Eps Twinpor, dall’alto potere isolante, s’installa direttamente sulla muratura esistente fungendo da cassero per la creazione di uno strato in calcestruzzo armato addossato alla parete che ne migliora il comportamento sismico, potenziando la capacità di assorbimento delle sollecitazioni sismiche dell’edificio nel suo complesso. I pannelli isolanti, allo stesso tempo, servono a contenere il getto di calcestruzzo e rimangono in opera come cappotto termico.

APPLICAZIONI

Spyrogrip Sismiko si adatta a molteplici scenari di rinforzo sismico:

• Funzione da intonaco armato: per migliorare le caratteristiche meccaniche delle murature esistenti con un approccio minimamente invasivo. Utilizzando Spyrogrip Sismiko con uno spessore di betoncino ridotto (tipicamente 6 cm), nelle strutture in muratura può essere assimilato a un intervento di intonaco armato; si avrà pertanto un miglioramento delle caratteristiche meccaniche della muratura stessa. Prove sperimentali hanno evidenziato come tale sistema apporti un incremento di resistenza alle azioni di tipo tagliante superiore al 75%, rispetto al corrispondente pannello murario in laterizio semi-pieno sprovvisto di tale rinforzo, (le Ntc 2018 prevedono un incremento del 30% nel caso di intonaco armato, valore applicabile anche nel caso di Spyrogrip Sismiko, in favore di sicurezza). Nel caso di muratura in mattoni pieni l’incremento è del 32%.

• Nuova struttura portante: utilizzato con spessori maggiori (fino a 15 cm) può essere utilizzato nella progettazione di interventi che vadano a “sostituire” completamente le strutture esistenti, siano esse in muratura o calcestruzzo armato; la versatilità del sistema permette infatti di realizzare qualsiasi spessore di rinforzo. Pertanto, è possibile progettare un intervento di rinforzo di una struttura esistente me-

diante la completa sostituzione strutturale oppure progettando pareti di rinforzo localizzate, lasciando al progettista completa libertà nella valutazione degli spessori e delle armature necessarie a raggiungere l’obiettivo prefissato.

• Presidio antiribaltamento: per prevenire i meccanismi di collasso dovuti al ribaltamento, migliorando la stabilità globale dell’edificio. Spyrogrip Sismiko consente di ottemperare alle richieste delle Ntc 2018 e della Circolare in quanto le pareti in muratura esistenti, che potrebbero disgregarsi anche se sollecitate da basse intensità delle forze sismiche, a seguito del rinforzo migliorano il loro comportamento monolitico grazie alla presenza di uniformi connessioni metalliche tra betoncino e pareti unite alla rete in acciaio elettrosaldata.

Dettaglio di

Sotto, dettaglio

posa del Sistema Spyrogrip Sismiko.
del distanziatore di Spyrogip Sismiko in cantiere

Riqualificazione strutturale

DI UNA STRUTTURA OSPEDALIERA

Triade di prodotti Laterlite per il rinforzo

dei solai dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Affidabilità strutturale, leggerezza e facilità di posa per una soluzione capace di coniugare prestazioni e praticità

Patrizia Spada

QConsolidamento delle strutture orizzontali dell’edificio con utilizzo delle soluzioni per il consolidamento dei solai della gamma CentroStorico di Laterlite

uello dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia è un piano di recupero che nei prossimi anni vedrà la ristrutturazione integrale di tutto il quarto piano del suo corpo storico. Un’opera articolata e di non facile esecuzione, data la necessità di mantenere in esercizio la struttura anche nel corso dei lavori, che ha innanzitutto interessato le strutture orizzontali dell’edificio e nel cui quadro hanno trovato utilizzo le soluzioni per il consolidamento dei solai della gamma CentroStorico di Laterlite. Nel caso dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia le problematiche interessavano soprattutto la sua ala più datata, risalente a ormai cinquant’anni or sono e non più rispondente alle attuali esigenze di una moderna struttura sanitaria. La Ausl reggiana ha perciò varato un massiccio programma di interventi che prevede la riqualificazione dell’interno quarto piano del corpo C, l’ala storica dell’ospedale, per un investimento complessivo di 4 milioni di euro e 2180 metri quadrati di superfici coinvolte. Dopo un primo step conclusosi nel 2019 con l’inaugurazione del nuovo reparto di ortopedia e una prolungata interruzione dovuta all’emergenza Covid i lavori sono ripartiti nel 2024 con una seconda tranche di interventi che riguardano in particolare un’importante quota dei solai del medesimo piano, necessitanti di rilevanti

opere di consolidamento e ripristino. Dal punto di vista esecutivo la principale problematica affrontata dall’impresa aggiudicataria dei lavori, la Allodi di Parma, è stata quella di individuare una soluzione tecnica che fosse in grado di consolidare e incrementare le prestazioni statiche dei solai senza però gravare sulla struttura esistente, esigenze perfettamente soddisfatte dal sistema di consolidamento strutturale leggero dei solai Leca-CentroStorico messo a punto da Laterlite.

INCREMENTARE

LE PRESTAZIONI DEI SOLAI

Concepito per l’utilizzo su ogni tipologia di solai, siano essi in legno, calcestruzzo, acciaio o in laterizio armato tipo Sap, il sistema di consolidamento Leca-CentroStorico si basa sulla formazione di una nuova soletta in calcestruzzo leggero strutturale Leca perfettamente interconnessa al solaio esistente grazie all’impiego di specifici elementi, i Connettori

CentroStorico, in grado di aumentare la resistenza e rigidezza del solaio esistente incrementandone parallelamente la portata. Per adattarsi al meglio a tutte le diverse tipologie di solaio in laterocemento presenti nel panorama costruttivo italiano la gamma Connettore CentroStorico offre connessioni sia di tipo Meccanico che Chimico. Quest’ultima versione, Connettore CentroStorico Chimico, è la soluzione tecnica non invasiva che permette di realizzare l’intervento di consolidamento tramite la sola adesione tra solaio esistente e nuova soletta in calcestruzzo leggero armato. Ed è proprio questa ad essere stata utilizzata per il consolidamento strutturale dei solai nel cantiere qui esaminato. Per consolidare e incrementare le condizioni statiche dei solai l’impresa ha in particolare posato circa 1200 kg di Connettore CentroStorico Chimico, procedendo successivamente al getto di uno strato di calcestruzzo strutturale leggero LecaCls 1400 Cam dello spessore di 6/8 centimetri su tutta la superficie interessata dai lavori, pari a circa 1.200 m 2 , realizzando in questo modo una perfetta connessione tra il solaio esistente e la nuova soletta.

CONNETTORE CENTROSTORICO CHIMICO

È la soluzione tecnica certificata nelle prestazioni meccaniche dal Politecnico di Milano, è costituito da resine epossidiche bicomponenti di adeguata fluidità e, per le sue caratteristiche di bassa invasività, risulta essere quella più vantaggiosa per applicazioni quali quella qui esaminata. Il prodotto può essere applicato a pennello, a rullo e, come in questo caso, in una modalità specifica per grandi superfici, che prevede l’utilizzo di una speciale lancia a tramoggia in grado di proiettare l’adesivo epossidico sul supporto da consolidare, una tecnica che permette di intervenire con rapidità, facilità e pulizia.

LECACLS 1400 CAM

È un calcestruzzo leggero strutturale premiscelato in sacco a base di cemento con alta percentuale di riciclato e basse emissioni di CO2 certificato per i Cam. Adatto alla realizzazione di getti di rinforzo e solette collaboranti, consolidamento dei solai, dovunque nel cantiere sia richiesto un calcestruzzo con buone doti di leggerezza e resistenza, e per getti strutturali in interni ed in esterni, grazie alla sua particolare composizione è ideale per impieghi in progetti e realizzazioni in linea con i requisiti indicati dai Criteri Ambientali Minimi (Cam) volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale. Il calcestruzzo Leca Cls 1400 Cam assicura le stesse prestazioni offerte dal calcestruzzo LecaCls 1400 mantenendone il peso in opera di circa 1400 kg/ m 3 , un notevole alleggerimento rispetto ai 2400 kg/ m³ del tradizionale calcestruzzo, e una resistenza meccanica caratteristica a compressione Rck di 25 Mpa (classe di resistenza Lc 20/22), paragonabile ai calcestruzzi tradizionali confezionati in cantiere.

PAVIMENTAZIONE

DI COMPLETAMENTO

Posati 1200 kg di Connettore CentroStorico Chimico e getto di uno strato di calcestruzzo strutturale leggero L eca c L s 1400 c am

Per consentire una corretta posa della pavimentazione di completamento, in parte in ceramica e in parte in Pvc, la nuova soletta è stata integrata da un ulteriore strato di livellamento realizzato con ultraSlim, una livellina antiritiro idonea per la lisciatura e il livellamento di fondi irregolari e non complanari. Costituito da inerti selezionati, leganti specifici e additivi, grazie alla sua formulazione e alla consistenza autolivellante il prodotto consente di lisciare o livellare i fondi irregolari e non complanari da solo 1 mm fino a 15 mm; il suo spessore ultrasottile lo rende adatto a creare una superficie liscia e/o piana preparatoria alla posa in opera della pavimentazione finale. UltraSlim è inoltre utilizzabile, come in questo caso, per il livellamento di solette di calcestruzzo in fase di consolidamento e rinforzo dei solai esistenti a integrazione dei calcestruzzi leggeri strutturali Leca e CentroStorico.

Il legno-cemento PER UN’ARCHITETTURA SOSTENIBILE SICURA E SALUBRE

Gli edifici realizzati secondo criteri ecosostenibili possono ridurre, in maniera significativa, gli impatti negativi sull’ambiente e la scelta di materiali e metodi costruttivi migliorativi rispetto a quelli tradizionalmente in uso è inderogabile

Isotex è da 40 anni leader europeo nella produzione di blocchi cassero, blocchi per pareti ventilate, tramezze e solai in legno cemento. Ha oggi raggiunto l‘82% della quota di mercato del legno cemento. L’azienda inizia la sua storia in Germania nel 1946 e dal 1985 opera sul territorio italiano realizzando abitazioni ecosostenibili. Ha costruito 90.000 edifici in Italia e 400.000 nel mondo e dall’allora C&P costruzioni, ex nome dell’azienda, alla moderna Isotex, l’azienda si è contraddistinta per ricerca, innovazione e qualità dei prodotti, diventando la maggiore realtà europea nel settore della produzione dei blocchi cassero e solai in legno cemento.

Rebecca Alberti
Edificio Isotex Ecovillaggio Montale, Modena

SISTEMA COSTRUTTIVO IN LEGNO CEMENTO

Il sistema costruttivo in legno cemento Isotex è composto da blocchi cassero, solai, tramezze, elementi per barriere acustiche e il blocco ventilato Isotex Air. Il blocco cassero in conglomerato di legno cemento garantisce prestazioni eccellenti per quanto concerne l’isolamento termico, oltre a un elevato isolamento acustico, antisismico, resistente al fuoco, leggero, per una messa in opera rapida ed economica. I blocchi

contengono isolamento in Eps in grafite Neopor

Bmbcert di Basf, hanno ottenuto la marcatura Ce e tutte le certificazioni nel rispetto delle normative vigenti.

POSA A SECCO

I blocchi cassero in legno cemento vengono posati a secco, eliminando in questo modo i diversi inconvenienti causati dall’utilizzo della malta, successi-

VANTAGGI DEL SISTEMA ISOTEX | PERCHÉ SCEGLIERLO

Il sistema costruttivo Isotex è composto da blocchi cassero e solai in legno mineralizzato e cemento. Uno dei principali vantaggi è che con una sola operazione di posa in opera, semplice e veloce, Isotex sostituisce la struttura a travi e pilastri (i blocchi vengono riempiti in calcestruzzo con l’inserimento di armature verticali e orizzontali), tamponamenti e cappotto esterno in quanto l’isolante è già inserito all’interno del blocco cassero. Si dimezzano quindi i tempi di realizzazione della struttura e di conseguenza i costi, riducendo il fabbisogno di manodopera (non servono operatori specializzati). Con i blocchi speciali si ottiene una struttura perfettamente omogenea sotto l’aspetto antisismico, termico, acustico (eliminando i relativi ponti termici e acustici), di resistenza al fuoco e nel rispetto della sostenibilità ambientale ed economia circolare. Tutte queste caratteristiche tecniche sono certificate da università e laboratori accreditati e altamente qualificati, consentendo il completo rispetto di tutte le normative vigenti.

Blocco HB, Blocco HDII 44/20 con Neopor B m B cert di Basf, Solaio S25
Stabilimento Isotex di Poviglio, Reggio Emilia

vamente vengono riempiti di calcestruzzo, infine viene inserita al loro interno un’armatura verticale e orizzontale garantendo in questo modo un’ottima struttura portante. Le caratteristiche strutturali permettono l’utilizzo in zone sismiche anche di prima e seconda categoria.

Per l’ottima lavorabilità, il materiale si presta alla realizzazione di qualsiasi tipo di architettura sostenibile. La maneggevolezza e la semplicità di posa rendono i blocchi in legno cemento particolarmente adatti anche per i cantieri in autocostruzione. Pareti

ISOTEX AIR | LA RIVOLUZIONE DELLA PARETE VENTILATA

Isotex Air è un blocco cassero in legno cemento per la costruzione di muri perimetrali e facciate con ventilazione integrata. La geometria classica dei blocchi Isotex è stata ridisegnata per integrare nella struttura la parete ventilata esterna: in un’unica posa semplice e veloce si ottiene la parete estesa debolmente armata – gettata all’interno dei blocchi cassero – la facciata ventilata, l’isolamento termico grazie all’isolante in Eps con grafite protetto dal legno cemento del blocco (cappotto protetto). Speciali blocchi a corredo eliminano ponti termici e acustici. Il blocco Isotex Air supera gli svantaggi della parete ventilata tradizionale e la posa tutto in uno riduce i tempi e i costi.

Blocco ventilato Isotex Air
Posa a secco dei blocchi Isotex.
A destra, Tramezza Isotex con eccellenti prestazioni di isolamento acustico

portanti esterne ed interne realizzate con blocchi cassero Isotex in conglomerato di legno cemento, sfalsati di mezzo blocco, da gettarsi in opera ogni 5-6 corsi, ad eliminazione completa di ponti termici, con un solo incavo di collegamento per il calcestruzzo rappresentano la soluzione più rapida ed economica per case ecologiche, in bioedilizia e antisismiche. Completano la gamma dei blocchi in legno cemento una serie di blocchi speciali e a corredo per l’eliminazione dei ponti termici quali: mezzo blocco, blocco ad angolo, blocco cordolo solaio, blocco architrave, blocco pilastro.

ACUSTICA NEGLI AMBIENTI INTERNI

Per la suddivisione tra ambienti, all’interno degli appartamenti, la soluzione ottimale risulta l’impiego delle tramezze in legno cemento Isotex. Le tramezze vengono posate a malta e consentono di realizzare facilmente le scanalature degli impianti. Consentono inoltre di ottenere eccellenti pre -

stazioni di isolamento acustico (46 dB tramezza singola e 54 dB tramezza doppia) e di conseguenza migliorare il comfort abitativo all’interno della stessa unità. La struttura macroporosa della tramezza offre un ottimo aggrappo per l’intonaco.

SOLAI

I pannelli solaio in legno cemento Isotex vengono utilizzati per strutture orizzontali o inclinate e sono ad elevato isolamento acustico e termico. Da una positiva esperienza di 70 anni ottenuta con l’utilizzo dei Blocchi in legno cemento, Isotex ha realizzato un progetto che prevede l’impiego di elementi, sempre in legno cemento, anche per le strutture orizzontali. L’obiettivo prefissato è quello di risolvere, con una sola operazione, situazioni quali l’eliminazione completa di tutti i ponti termici e acustici relativi ad una costruzione, la resistenza al fuoco e l’isolamento termico e acustico, sfruttando in questo senso la maggior inerzia di tale solaio rispetto a diverse altre soluzioni.

Realizzazione della clinica veterinaria di Cremona con pannelli solaio in legno cemento Isotex

Kit di consolidamento PER STRUTTURE IN MURATURA

ArmAtex totAl etA di Biemme

è una soluzione avanzata e versatile per il rinforzo di strutture in muratura, che migliora sicurezza e durabilità degli edifici

Il Sistema Armatex Total Eta è progettato per il consolidamento di strutture in mattone pieno, tufo e pietra naturale. Questo sistema non solo garantisce la messa in sicurezza degli edifici, ma migliora anche le prestazioni meccaniche in termini di resistenza e rigidità, rendendolo ideale per affrontare carichi statici, sismici e dinamici.

Patrizia Spada

Il sistema è composto da un kit di consolidamento che può essere applicato a basso spessore ( Frcm) o in spessori elevati (Crm), noto come Frcs (Fiber Reinforced Composite System) e copre tutte le tipologie di intervento.

COMPONENTI DEL SISTEMA

• Glasstex Struktura 590 Eta è una rete in fibra di vetro Ar biassiale (0°- 90°) e bilanciata, con una percentuale superiore al 16% di biossido di zirconio (ZrO2), ricoperta da un appretto pro-

Il sistema a rmatex tota L e ta può essere applicato sia su superfici interne sia esterne con spessori variabili tra i 5 e i 40 mm

tettivo alcali resistente di tipo termoindurente. Questa rete è modellabile e adattabile alle varie forme delle superfici, senza memoria di forma.

• Bm Idro Frcm M15 è una malta strutturale utilizzata principalmente per l’adesione e la capacità portante, è a base di calce Nhl M15 marcata Ce, conforme alle norme Uni En 459-1 e Uni En 998-2.

• Gli Open-Hand Connectors sono connettori in fibra di vetro Ar pre-resinati con lati sfiocchettabili, possono essere applicati passanti o da un lato della muratura per aumentare la resistenza a taglio e l’efficacia di confinamento.

• Bm Iniezione è una malta a base calce idraulica Nhl5 ad alta resistenza idonea per inghisaggio dei connettori che consente di non utilizzare resine.

APPLICAZIONI E BENEFICI

Il sistema Armatex Total Eta è versatile e può essere applicato sia su superfici interne che esterne con spessori variabili tra i 5 e i 40 mm. È adatto per il rinforzo a flessione, taglio, sforzo assiale e presso-flessione, nonché per migliorare le prestazioni meccaniche di resistenza e rigidezza degli edifici esistenti. Questo sistema incrementa la resistenza e la duttilità delle strutture danneggiate o sottodimensionate, rendendole più sicure in caso di eventi sismici.

La procedura di installazione del sistema Armatex

Total Eta comprende vari passaggi tecnici:

• preparazione del supporto: rimozione dell’intonaco esistente e delle parti degradate;

• esecuzione dei fori: esecuzione dei fori per l’applicazione dei connettori;

• pulizia e saturazione: pulizia dei fori e saturazione del supporto con acqua;

• applicazione della malta e della rete: applicazione di uno strato di malta, posizionamento della rete in fibra di vetro, apertura dei connettori a raggiera e applicazione di un secondo strato di malta;

• certificazioni e conformità: il sistema Armatex Total Eta è dotato di certificazione europea ( Eta) garantendo l’idoneità per l’uso in tutta Europa. Questo sistema composito è validato per l’uso su supporti in laterizi pieni, tufo e pietra, con prove estensive che ne garantiscono l’affidabilità e l’efficacia per decenni.

INNOVAZIONE E AFFIDABILITÀ

Il sistema Armatex Total Eta di Biemme è una soluzione innovativa e affidabile per il consolidamento e la riqualificazione strutturale degli edifici.

La sua composizione avanzata e la facilità di applicazione, consentono un miglioramento significativo delle prestazioni meccaniche delle strutture, garantendo una maggiore sicurezza e durabilità nel tempo. Con le sue certificazioni e conformità agli standard europei, rappresenta una scelta eccellente per i professionisti del settore edile impegnati nella manutenzione e nel recupero strutturale degli edifici.

Rete in fibra di vetro
G L asstex struktura 590 e ta

Nuova lastra metallica MODULARE PER TETTI A INCASTRO FACILE

Fibrograf si distingue per una elevata tenuta all’acqua e un’impermeabilità superiore garantita dai fissaggi nascosti

ibrotubi srl ha progettato un nuovo prodotto da copertura che risponde alle esigenze dei tetti moderni, unendo le idee di progettisti e professionisti nell’ambito dell’edilizia civile. Ha quindi ideato Fibrograf, una tipologia di tetto a lastra modulare in acciaio preverniciato che ricorda un sistema aggraffato, grazie alla sua particolare geometria. Il tetto costruito con la soluzione Fibrograf ha un’elevata tenuta all’acqua, impermeabilità e non ha fissaggi a vista.

Applicazione Fibrograf grigio antracite

VANTAGGI

• Impermeabilità anche con precipitazioni abbondanti

• Economicità del sistema modulare

• Installazione a tenuta

• Copertura leggera

• Uniformità del colore garantita 30 anni

• Soluzione abbinabile a pannetto anticondensa e antirumore

• Versatile può essere posato su diverse tipologie di tetti

• Manutenzione praticamente pari a zero

• Design moderno ed elegante

IL FISSAGGIO NASCOSTO

Fibrograf, infatti, viene assicurato alla sottostruttura a mezzo viti inserite nei pre-fori situati sul bordo laterale della lastra stessa, la parte fissata alla sottostruttura viene poi coperta, agganciando una lastra all’altra, a partire dalla gronda. Ed è proprio quest’operazione di aggancio delle due lastre, che garantisce una maggiore stabilità e soprattutto un’alta resistenza alle intemperie e agli agenti atmosferici, rendendo il sistema a tenuta. La sovrapposizione e l’unione delle lastre rendono la copertura ottima sia in ambito urbano, che in alta montagna dove si possono verificare anche precipitazioni nevose abbondanti.

POSA FACILITATA

L’installazione di Fibrograf avviene anche per il posatore in modo semplificato grazie al ripetersi e abbinarsi delle due lastre modulari nelle dimensioni Fibrograf L (lunga) da 2.100 mm e Fibrograf S (corta) da 1.080 mm in modo continuativo e su tutta la copertura, la sovrapposizione avviene sia in

orizzontale sia in verticale, abbreviando così anche per il cliente finale i tempi e costi di posa. La resa estetica della lastra in acciaio preverniciato Fibrograf è assicurata oltre che dalla forma moderna, anche dalla tenuta del colore garantito 30 anni e da uno spessore di ben 35 micron. Tre le varianti di colore disponibili, in linea con i pantoni, oggi in ampio utilizzo in architettura, quali grigio antracite, marrone pecan e nero velvet.

FIBROGRAF | DATI TECNICI

• Larghezza: 558 mm

• Larghezza utile in opera: 527 mm

• Lunghezze modulari: Fibrograf S=1.080 mm-utile 1.020 mm; Fibrograf L =2.100 mm-utile 2.040 mm

• Altezza profilo: 22 mm

• Materiale e finitura: acciaio preverniciato

• Pendenza minima: ≥ 9°

Applicazione Fibrograf nero velvet
Le due lastre “S” ed “L” del sistema modulare Fibrograf
Posa delle lastre Fibrograf

Cassero a perdere PER SOLAI BIDIREZIONALI ALLEGGERITI

Progettato per ottenere grandi spazi liberi, aumento del numero dei piani e luci fino a 20 m per una grande libertà architettonica. I vantaggi della rivisitazione di SubPro si estendono anche all’azione antisismica che si ottiene grazie all’alleggerimento del solaio

ubpro è l’innovativo elemento modulare in plastica riciclata, utilizzato per la realizzazione di solai bidirezionali alleggeriti. Questo nuovo elemento è stato completamente riprogettato da Project For Building per essere più performante nella sostituzione dei tradizionali alleggerimenti in laterizio e polistirene. Gli elementi consentono la formazione della soletta piana grazie ai piedini elevatori conici. L’intradosso del solaio risulta automaticamente piano e pronto alla rasatura, senza necessità di controsoffittature. I vantaggi del sistema sono molti e di particolare importanza sia dal punto di vista della produzione edilizia sia per la libertà architettonica che consentono. Gli spessori del solaio sono inferiori a parità di carichi

Esploso del sistema SubPro e accessori.

Posa del sistema modulare SubPro

e di luci. I solai così realizzati consentono un notevole risparmio di calcestruzzo e di acciaio d’armatura per la rilevante diminuzione del peso proprio del solaio rispetto a solette piene di pari spessore. Si ottiene una diminuzione del peso fino al 40% e l’alleggerimento riduce le deformazioni e il carico sui pilastri e sulle fondazioni. Il risparmio in altezza utile per ogni singolo piano comporta un incremento del numero di piani a parità di altezza dell’edificio e dello spazio edificabile. È possibile costruire vani più spaziosi e maggiore libertà nella disposizione, anche irregolare, dei pilastri a beneficio del progetto architettonico per un conseguente aumento dello spazio calpestabile. Non meno importante è la riduzione della massa sismica dovuta all’alleggerimento del solaio per una minore inerzia nei confronti dell’azione sismica. Al risparmio di calcestruzzo e acciaio, vanno aggiunte rapidità e semplicità di posa degli elementi, che consentono un notevole risparmio di tempo. Risulta ottimizzato anche il trasporto e facilitati la movimentazione e lo stoccaggio in cantiere.

I PUNTI DI FORZA DEL RESTYLING

La rivisitazione della geometria del pezzo consente un ulteriore risparmio di calcestruzzo rispetto ad altri sistemi analoghi, grazie all’inclinazione riadattata del pezzo. Non ha verso di posa e i distanziatori a misura fissa sono stati pensati per eliminare la possibilità di commettere errori in fase di posa e per velocizzare le operazioni di posizionamento. Il sistema di aggancio facilitato fra base e cover, in corrispondenza degli angoli, consente una posa rapida e sicura. L’esclusivo sistema di centraggio perimetrale in combinazione al sistema di aggancio rende Subpro perfettamente ermetico, evitando infiltrazioni di acqua e calcestruzzo in fase di getto.

ACCESSORI SUBPRO

1. Clip Pro: per la chiusura ermetica dei pezzi perimetrali.

2. Link Pro: accessorio che consente la sovrapposizione degli elementi, per incrementare l’alleggerimento delle platee.

3. Up Pro: supporto per sopraelevare il posizionamento dell’armatura superiore, disponibile in altezza 3 e 5 cm.

Costruire e ristrutturare

PROGETTANDO IL COMFORT ACUSTICO OTTIMALE

Ing. Ezio Rendina

Progettista acustico, fondatore

Viva Consulting & Management si occupa di acustica stradale, ferroviaria, edilizia, architettonica ed aeroportuale.

Quando si parla di comfort acustico generalmente ci si concentra sulla necessità di non essere disturbati dai rumori che provengono dall’esterno. Ma il comfort interno di un ambiente è anche legato alla comprensione, all’intellegibilità e alla chiarezza della parola, e allora occorre guardare anche alla correzione acustica interna degli ambienti abitativi

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Ezio Rendina

Tabella 1 – Classificazione acustica degli ambienti a seconda della destinazione d’uso (dpcm 5/12/1997)

Tabella 2 – Valori limite da rispettare per i prescrittori acustici a seconda della destinazione d’uso (dpcm 5/12/1997)

L'isolamento acustico e la correzione acustica sono i due rami dell’acustica legati al benessere indoor, tema che negli ultimi decenni ha raccolto sempre più interesse e sensibilità. Nello specifico, il documento legislativo che definisce a livello nazionale i limiti da rispettare per i requisiti acustici passivi degli edifici è il ben noto dpcm 5/12/1997, che definisce le prescrizioni per l’isolamento ai rumori aerei, delle facciate, del calpestio e degli impianti. Tale provvedimento, infatti, classifica gli ambienti abitativi in sette categorie (vedere tabella 1) e stabilisce per ognuna di esse i requisiti acustici passivi degli edifici (vedere tabella 2). Questo decreto è valido per tutti gli ambienti abitativi di nuova costruzione e per quelli oggetto di

3 – Valori limite previsti dalla Uni 11367

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Tabella

Le porte d’ingresso Hörmann, grazie alle componenti ad alta efficienza energetica, garantiscono elevati coefficienti di isolamento termico.

Le migliori performance antieffrazione incontrano un design contemporaneo.

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Per maggiori informazioni sulla nostra strategia di sostenibilità, visitate il sito www.hoermann.com/sustainability

www.hormann.it info@hormann.it

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IL PROGETTO | BEEF BAR, MILANO

IL PROGETTO | TEATRO IVO CHIESA, GENOVA

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IL PROGETTO | HOTEL CIPRIANI, MILANO

PERABBONATI

Interni di luce PER UN APPARTAMENTO DELLA VECCHIA MILANO

Porte scorrevoli trasparenti e opache, altezze generose e la possibilità di andare ampiamente oltre lo standard della produzione Eclisse hanno garantito il minimalismo voluto dal progetto e la massima replicazione della luce

Ingresso dopo la ristrutturazione: a sinistra, gli scorrevoli a scomparsa dello spazio cucina e a destra, l’ingresso alla cameretta-studio

Il progetto di ristrutturazione dell’appartamento di via Arnaldo da Brescia 5 a Milano ha interessato la totale demolizione dei tavolati interni e la realizzazione di una breccia su maschio murario cerchiata da un telaio metallico, al fine di dare vita a un nuovo assetto distributivo degli ambienti con la massima utilizzazione delle superfici disponibili. Lo stato dei luoghi ante operam raccontava di un assetto distributivo ampiamente superato dai nuov i stili abitativi. Un lungo corridoio cieco perimetrale collegava l’entrata alle due stanze padronali: una cucina sovra-

Rebecca Alberti

IL COMMENTO

Per “chiudere” lo spazio cucina, con la consulenza di Eclisse, abbiamo customizzato l’infisso trasparente accoppiando perfettamente i due binari, tagliati a 45 gradi per creare una sorta di binario unico 90 gradi che quando si apre scompare completamente. È appena visibile il telaio che li sostiene superiormente sul controsoffitto, quasi come un presagio di scomparsa. I telai sono tutti tagliati su misura. Ed è questa la potenza di Eclisse, consentire al progettista di operare in totale libertà compositiva, trasformare totalmente i modelli di base mantenendo la garanzia sui prodotti.

dimensionata e un bagno senza agibilità. In questo modo, la luce naturale, anche a causa dell’esposizione a nord, a stento riusciva a soddisfare l’illuminazione naturale minima

DALL’OMBRA, ALLA LUCE

A partire da una progettazione tailor made e razionale degli spazi (con la creazione di un unico ambiente living e angolo cottura annesso, un ampio locale servizi igienici oltre che una camera matrimoniale con cabina armadio e un locale studio) per passare alla scelta di forniture Eclisse con generose dimensioni di altezza fuori standard e , non ultimo, la disponibilità e la cura per il dettaglio profusa dal general contractor, Reald srl, e dal progettista illuminotecnico Gimea, si è riusciti a mettere in risalto, restituendo all’appartamento nascosto nell’ombra, tutta la bellezza di un immobile che ricalca lo stile della vecchia Milano declinato secondo gli standard abitativi moderni.

Esterno dell’edificio sito in via Arnaldo da Brescia 5 a Milano che ospita l’appartamento ristrutturato © YouBuild

Scorrevole opaco bianco della cameretta-studio.

A destra, scorrevole trasparente della zona notte. Sopra, scorrevoli trasparenti a scomparsa totale dello spazio cucina, vista dalla zona living. Sotto, scorrevole opaco bianco del bagno, visto dall’interno

L A SFIDA DELLA PROGETTISTA

IL SOCCORSO DI ECLISSE

Prima della ristrutturazione, entrando in quest’appartamentino la prima cosa che saltava agli occhi era il buio. Sia per l’affaccio a nord sia per l’affaccio interno su un ballatoio, la luce non riusciva a penetrare gli ambienti, nonostante le ampie finestre e portafinestre. Occorreva quindi massimizzare gli apporti solari affinchè le aperture esistenti consentissero il passaggio della luce.

Ed è qui che le competenze e la produzione Eclisse sono venute in soccorso del progetto. Se da un punto di vista architettonico l’arch. Sara Celea è riuscita a restituire una coerenza lineare agli spazi, era necessario che gli infissi interni fossero adeguati alle altezze generose che Eclisse, senza porre limiti alla progettazione, ha consentito. Così, attraverso una totale personalizzazione della fornitura, è stato possibile allineare gli infissi interni alle imposte degli infissi perimetrali ricorrendo a tre tipo-

Controtelaio Eclisse a scomparsa che separa lo spazio cucina in fase di posa

LA SCHEDA

Opera: ristrutturazione appartamento a Milano, 65 mq

Progettista: arch. Sara Celea, Milano

General contractor: Reald srl, Legnano (Mi)

Progetto e impianto illuminazione: Gimea srl, Paderno Dugnano (Mi)

logie di porte scorrevoli, nessuna a battente. Il progetto, infatti, prevedeva che laddove la porta fosse necessaria, doveva essere minimale e funzionale a uno “stile white box” e dove la porta rientrava nel suo controtelaio doveva scomparire. Questo è stato realizzato attraverso una progettazione di controsoffitto a filo delle porte raso muro. A partire dall’ingresso è stato posato uno scorrevole per il bagno, modello filo muro con pannello laccato bianco Ral 9016; gli infissi della cucina e della camera trasparenti, a scomparsa; quello della cameretta opaco bianco.

SHOWROOM E DISTRIBUTORE

I l primo contatto fra la produzione Eclisse e l’arch. Celea è avvenuto presso lo showroom milanese, successivamente, il distributore di Milano Eclisse, Fabbro Chiaravalli, ha fornito la consulenza tecnica al progetto facendo diversi sopralluoghi in cantiere e collaborando con l’impresa edile per l’installazione degli infissi. Una filiera integrata - progettista, impresa, produttore, distributore - che ha funzionato bene, grazie al ruolo di mediazione della giovane e brava architetta Sara Celea.

PRIMA DELLA RISTRUTTURAZIONE

Sempre più green FOTOVOLTAICO E NIENTE FONTI FOSSILI

La scelta sostenibile dell’azienda piemontese taglierà emissioni per oltre 400 tonnellate di CO2 all’anno. L’equivalente di 2.700 nuovi alberi piantati sul territorio. L’impianto fotovoltaico produrrà un surplus energetico che verrà ceduto alla rete attraverso il meccanismo dello scambio sul posto

IL COMMENTO

di Laura De Robertis, responsabile marketing Dierre

Scegliere la sostenibilità è oggi un indice di visione a lungo termine, non solo dal punto di vista etico ma soprattutto economico e di sviluppo industriale. Le forti oscillazioni dei costi dell’energia stanno accelerando il processo di transizione ecologica, verso fonti rinnovabili che possano aiutarci a guardare al futuro con più serenità, da tutti i punti di vista.

Patrizia Spada

L'azienda fondata nel 1975 da Alessandro e Vincenzo De Robertis ha ormai consolidato un ruolo di fornitore a 360 gradi per tutte le soluzioni relative a chiusure di sicurezza e serramenti da interni, sia in ambito residenziale sia nei grandi edifici pubblici. Un partner unico per tutti i progetti, residenziali e non, con un servizio chiavi in mano per i grandi cantieri e una gamma completa di soluzioni che comprende porte di sicurezza, porte tagliafuoco, controtelai per porte a scomparsa, porte scorrevoli, chiusure per garage e casseforti, serrature e cilindri per porte blindate.

SOSTENIBILITÀ

Dierre, prima azienda italiana di porte blindate e chiusure di sicurezza, ha recentemente inaugurato un nuovo impianto fotovoltaico da 1 megawatt che porta il totale della potenza installata nella sede di Villanova d’Asti a oltre 1.600 kW. In pratica, con i nuovi sistemi viene quasi interamente azzerato il ricorso alle fonti fossili durante il giorno. Complessivamente sono 5.157 i pannelli fotovoltaici installati sui tetti degli stabilimenti produttivi, in grado di generare nell’arco di 12 mesi oltre 1.700 MWh di energia pulita. La scelta sostenibile dell’a-

zienda piemontese taglierà emissioni per oltre 400 tonnellate di CO2 all’anno. L’equivalente di 2.700 nuovi alberi piantati sul territorio. L’impianto fotovoltaico produrrà inoltre un surplus energetico che verrà ceduto alla rete attraverso il meccanismo dello scambio sul posto.

CERTIFICAZIONE FSC

L’impegno dell’azienda sul fronte ambientale non riguarda solo le fonti energetiche che alimentano uffici e stabilimenti: da tempo Dierre ha ottenuto per le sue porte interne la prestigiosa certificazione Fsc del Forest Stewardship Council, organizzazione non governativa indipendente che promuove la gestione responsabile delle foreste del mondo.

INNOVAZIONE

La partnership con l’agenzia CasaClima ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come le porte Synergy-Out Green e Green Plus, le prime con telaio anticondensa in acciaio rivestito in pvc. Con il freddo la porta blindata da esterni può infatti andare incontro a problemi di condensa e macchie di umidità che possono rovinare rivestimento e cornici. I ricercatori Dierre hanno perfezionato la soluzione al problema realizzando prodotti dalle prestazioni isolanti da record. Il nuovo telaio non

solo migliora le prestazioni dell’intero serramento, ma blocca le dispersioni di calore in tutte le stagioni e contribuisce a ridurre le spese di climatizzazione e riscaldamento.

Sempre in tema di benessere abitativo, va infine rilevato come l’installazione delle porte tagliafuoco Dierre contribuisca alla certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental), riconoscimento internazionale per gli edifici sostenibili.

SICUREZZA

Negli anni Dierre ha inoltre contribuito a rinnovare lo stesso concetto di sicurezza. All’antieffrazione si è aggiunto ormai un mix di caratteristiche che vanno dall’isolamento termico a quello acustico, dalla tenuta all’acqua a nuove modalità di installazione filo-muro. Una posa che fa letteralmente sparire la porta integrandola nella parete che la circonda, e di cui può riprodurre la finitura. Oltre 70 i brevetti depositati a livello italiano e internazionale: serrature di ultima generazione, cerniere a scomparsa di derivazione aeronautica, chiavi elettroniche programmabili che registrano gli ingressi e possono essere cancellate in caso di smarrimento, ma anche sistemi di apertura biometrici che permettono di aprire tutte le porte di casa letteralmente con un dito.

Sono 5.157 i pannelli fotovoltaici installati sui tetti degli stabilimenti produttivi, in grado di generare nell’arco di 12 mesi oltre 1.700 MWh di energia pulita

Torterolo &

60 anni TRA TECNOLOGIA, FLESSIBILITÀ E STILE ITALIANO

Il 2024 segna una tappa importante per Torterolo & Re, tra i leader in Italia nella produzione di porte blindate: 60 anni di attività e di successi consolidati. Un’azienda tipicamente italiana distribuita in tutto il mondo. Ce ne parla Fabrizio Re, amministratore delegato

Rebecca Alberti

Sei decenni di qualità, ricerca e buone pratiche perseguite dall’azienda 100% italiana, ancora oggi a conduzione familiare seguendo le orme di Egidio Re che, insieme ad Achille Torterolo, nel 1964 fondarono quella che ancor oggi è una tra le più rinomate aziende italiane nella produzione delle porte blindate. A sessant’anni dalla fondazione il pensiero che guida ogni attività è sempre lo stesso: produrre con onestà e cura costante i migliori serramenti blindati in grado di sfidare il tempo nel pieno rispetto dell’ambiente.

“Tutte le fasi di fabbricazione avvengono in Italia – ci spiega Fabrizio Re, amministratore delegato –unicamente nel nostro sito produttivo di Cosseria, una piccola città nel nord ovest italiano: da qui le nostre porte blindate sono distribuite ai migliori rivenditori e installatori per proteggere e arredare case in tutto il mondo, dalla Svezia al Sud Africa, dagli Stati Uniti alla Cina”.

Il sito produttivo è all’avanguardia e occupa un’area di 32.000 mq: i costanti investimenti in tecnologia, accompagnati da una ricerca orientata a ottenere porte blindate molto sicure e funzionali, hanno consentito all’azienda negli anni di diventare un soggetto chiave all’interno della filiera del product design di alta qualità, sviluppando prodotti apprezzati per la particolare cura costruttiva e per la capacità di coniugare sicurezza e design.

Fabrizio, porta blindata e stile come si coniugano?

La porta blindata è un elemento d’arredo fondamentale che contribuisce a definire lo stile dell’abitazione ancora prima di esservi entrati. Per questo collaboriamo con affermati architetti e studi designer, offrendo soluzioni a misura di progetto sia a livello tecnico sia di stile, con la qualità che contraddistingue, da sempre, tutta la nostra produzione. Il livello di personalizzazione che siamo in grado di produrre sulle porte blindate ci permette di dire che “possiamo realizzare la porta che avete in mente”. Il nostro reparto Ricerca e Sviluppo è strutturato per seguire progetti complessi, sia dal punto di vista stilistico che tecnologico, per creare porte blindate uniche, realizzate su misura per soddisfare ogni gusto e desiderio, con passione, innovazione ed eleganza. Torterolo & Re è sinonimo di italianità. Il nostro know how e i nostri prodotti sono 100% made in Italy e conosciuti a livello internazionale. Le nostre linee di produzione si dividono tra processi di tipo tradizionale e automazioni high-tech, perché la missione della Torterolo & Re è semplice: realizzare i migliori prodotti per proteggere, nel tempo, la vostra casa e l’ambiente. Le nostre porte nascono per essere robuste e resistenti ad ogni tipo di intrusione, isolanti al rumore e al passaggio di calore, impermeabile all’aria e all’acqua. In particolare, la serie Confort ha uno speciale telaio a interruzione di ponte termico brevettato Tortorolo & Re, che limita la formazione di condensa anche nelle condizioni più estreme. Per ottenere ciò sottoponiamo continuamente i nostri prodotti ai severi test stabiliti, impegnandoci a dichiararne i risultati e garantendone la veridicità. Tutti i prodotti nascono dopo un’attenta progettazione e una rigorosa scelta dei materiali. Come, ad esempio, l’utilizzo di legni

La porta Tortorolo & Re, stile e sostenibilità.
A sinistra, Fabrizio Re, primo a destra, con i suoi collaboratori

provenienti da aree a riforestazione controllata, in modo da rispettare l’equilibrio ecologico del bosco e la protezione ed espansione delle foreste.

Ecco, la sostenibilità. Come si declina in azienda?

L’impegno ecologico della nostra azienda, non si limita al legno: per la verniciatura utilizziamo vernici atossiche ad acqua; una scelta economicamente impegnativa, ma che garantisce una riduzione drastica delle emissioni nocive in ambiente, estrema sicurezza per gli operatori, garanzia di atossicità per il consumatore.

Alla fine del processo di lavorazione, i residui di vernice vengono recuperati e reintegrati. Come state innovando i processi di produzione?

L’evoluzione tecnologica è costante e per il nostro compleanno, ci siamo regalati un nuovissimo impianto produttivo a elevata automazione e alta flessibilità.

Questo ci ha permesso di ridurre i tempi di lavorazione con una diminuzione di oltre il 50% dell’energia impiegata per la produzione delle porte, oltre a raggiungere risultati rilevanti in termini di miglioramento dello sfruttamento dei materiali, con una riduzione degli sfridi e scarti prodotti.

Inoltre, gli interventi di efficientamento ci hanno consentito di abbattere i consumi energetici per l’illuminazione degli ambienti di lavoro di oltre il 40% e di ridurre l’energia necessaria per il loro riscaldamento di oltre il 20%. La produzione sostenibile

è per noi un percorso serio e complesso che, ha un valore economico, ma per noi è soprattutto un valore etico a tutela del presente e del futuro. Torterolo & Re è certificata Uni En Iso 9001 e Uni En Iso 14001; lo stesso sistema di gestione garantisce costanza di prestazioni dei manufatti, secondo quanto testato nei laboratori accreditati. Il processo produttivo tende al miglioramento continuo per offrire prodotti sicuri e affidabili anche negli aspetti intrinsechi e meno visibili del prodotto.

Quest’anno festeggiate 60 anni di evoluzione continua.

È un anniversario importante che celebra i tratti caratteristici dell’azienda: la propensione a una costante evoluzione e la massima attenzione alle esigenze dei clienti. Una lunga storia di successo destinata a svilupparsi ancora, grazie al presidio del mercato italiano e a una crescita costante a livello internazionale, con l’obiettivo di continuare a proporre prodotti su misura, innovativi, sofisticati, per offrire armonia, privacy, comfort e stile.

A questo proposito, vorrei rivolgere un grazie speciale a tutti i dipendenti che hanno contribuito a questa importante tappa. Allo stesso tempo, mi preme ricordare le figure dei fondatori, mio padre Egidio e Achille Torterolo: due grandi imprenditori, due uomini speciali, incredibilmente modesti e altruisti, con una dignità d’altri tempi, generosi e buoni.

Dettaglio dello stabilimento di produzione

Porte e strutture in vetro TUTTA L’INNOVAZIONE

DI

“VISIONI”

Trasformare il vetro in porte e strutture che creano un legame con l’ambiente circostante combinando qualità e design. Ogni pezzo è immaginato come un’opera d’arte made in Italy

Dove sta andando il mercato delle porte? Per Aip Porte i trend sono chiari: le scelte si spostano sempre di più verso porte intelaiate in alluminio e un design pulito e minimale. Negli ultimi anni ai vetri con decori complessi si preferiscono vetri caratterizzati da linearit à e riflettenza. A un vetro sabbiato, i clienti Aip preferiscono un vetro reflex, che integri colore e design minimal e che valorizzi la struttura che lo

Rebecca Alberti

incornicia. E il colore? Vengono sempre più richieste colorazioni scure, sui gradienti del grigio e del nero, e in generale, meno vive e più spente. E, infatti, le collezioni di Aip puntano su vetri neutri, decori lineari e trame semplici ma d’effetto, che valorizzano trasparenza e lucentezza, abbinati agli accessori e all’ambiente che li ospitano. « I clienti non sono certi di voler comprare una porta in vetro o una porta in alluminio - commenta Marco Grussu, responsabile marketing del Gruppo Aip - ma desiderano individuare la miglior soluzione tecnica per i loro ambienti: devono capire come chiudere un passaggio o come dividere due locali. Per questo, Aip dà molta importanza alla tipologia di apertura e alle caratteristiche tecniche dei diversi sistemi. Visioni di Aip è da sempre un prodotto realizzato su richiesta e, per andare ancora di più verso i clienti, è oggi prima di tutto vetro e design. Per quanto riguarda le porte tutto vetro la gamma di aperture era già molto varia e completa, aveva solamente bisogno di un restyling, di un aggiornamento. Praticamente ogni kit è stato rivisto e migliorato, esteticamente o funzionalmente, al fine di offrire un prodotto sempre migliore ».

VISIONI PROFILE | INDUSTRIAL

Le porte in vetro, della collezione Visioni Profile, hanno il profilo sottile in alluminio, fondendo trasparenza e design, per un risultato di incredibile leggerezza che dona agli ambienti luce e modernità. Lo stile Industrial nasce a New York negli anni ‘50

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Strutture con profili in alluminio, Visioni Profile, stile industrial e vetri materici

con il recupero di ambienti industriali e la loro tra sformazione in ambienti abitativi. È caratterizzato quindi da elementi semplici, linee squadrate, grezze, che richiamano l’arredamento dei vecchi edifici industriali dell’epoca.

Metallo, vetro e legno sono i materiali che per eccellenza interpretano questo stile, sviluppati in linee dall’apparenza semplice e sobria, come se lo scopo principale fosse la funzionalit à e non l’estetica.

Uno stile sempre più spessò fonte di ispirazione di architetti e progettisti per realizzare pareti divisorie, armadi e porte, per suddividere e arredare open space, abitazioni e uffici in modo estremamente moderno e dalla forte personalit à .

Spesso questi ambienti presentano profili disposti a inglesina, che richiamano i vecchi finestroni degli edifici industriali, con colorazioni generalmente scure. Il legno è utilizzato nella sua versione più naturale,

quasi grezza, senza colori o tinte superficiali che lo renderebbero troppo ricercato. Si cerca di realizzare pareti a tutta altezza, che vanno a sostituire le pareti in muratura, spesso completate da altri elementi come tubature a vista o travi in legno.

VISIONI PROFILE | MATERICI

I vetri materici sono caratterizzati da un decoro tridimensionale che diventa parte integrante del vetro. Si tratta di vetri spesso utilizzati da designer e progettisti proprio per la loro proprieta intrinsecà di impreziosire un ambiente con decori che, pur rimanendo lineari e semplici, sono unici nei loro effetti.

I vetri dalle superfici lavorate presentano una serie di contrasti lucido-opaco, liscio-goffrato, trasparentesatinato, che generano effetti tridimensionali legati alla variazione della intensità della luce che lasciano filtrare, contribuendo ad arredare in modo originale gli spazi.

IRIS VISIONI PROFILE 93

Dettagli Di Design

Protagonista LO SPAZIO ARCHITETTONICO

DALL’ABITARE AL CONTRACT

Il senso della centralità del progetto è il motivo di fondo che ispira il manifesto dell’edizione 2024 di Cersaie, che racchiude l’idea della relazionalità tra le persone che si realizza dentro lo spazio architettonico

Rebecca Alberti

Nelle immagini, alcuni momenti delle passate edizioni che offrono spunti per costruire, abitare, pensare, da sempre mission di Cersaie

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Marchio storico italiano DA SEMPRE VOCATA ALL’INNOVAZIONE

Dal primo sistema di scarico con chiusura a sfera del 1948, alla prima cassetta a incasso muro in polietilene più sottile di sempre, al design della sala da Bagno. Dal genio artigiano italiano, un’azienda che detta lo standard del settore e produce orgogliosamente solo in Italia

Èil 1948, siamo nell’immediato dopoguerra e l’Italia è da ricostruire. Trascorre un decennio e il Paese conosce il primo boom economico (1958 - 1963) e l’edilizia cresce. Così come crescono molto rapidamente le città: la popolazione di Torino tra il 1951 e il 1961 aumenta del 46%, quella di Milano del 24,1%. L’Italia, da Paese agricolo, vede nascere grandi sobborghi urbani e industriali, lungo le coste nascono i primi centri balneari e con essi seconde case, e alberghi. Insomma, vede la luce l’Italia industriale. È in tale contesto che si colloca la storia aziendale che stiamo per illustrare, storia a cui dà vita con la sua genialità Dorino Marabese.

SIL COMMENTO

di Nadia Bosi | Direttore commerciale Pucci

ono direttore commerciale di Pucci da 37 anni, dal 1 aprile 1987, ma sono stata in azienda fin da piccola, seguendo mio padre, Angiolino Bosi, che è stato direttore di produzione per 40 anni. Ho avuto l’onore di avviare l’organizzazione dell’ufficio commerciale, creare un team affiatato e contare ora ben 4500 clienti attivi. È importante sottolineare che Pucci è la sola azienda monoprodotto del settore. Questo vuol dire che le attività di ricerca e sviluppo prodotto sono estremamente verticali e focalizzate sull’innovazione. In questi ultimi anni è il design a farla da padrone e siamo impegnati a massimizzare l’estetica delle placche. Abbiamo creato finiture marmo lucido, legno opaco, carbonio… Vogliamo definire lo standard del design della sala da bagno. Un altro aspetto rilevante di Pucci è la possibilità di offrire i ricambi per tutte le cassette prodotte dal ‘48 a oggi. Tornando ai trend attuali, sono molto richieste le cassette già montate su telaio per l’installazione dei vasi sospesi. Il futuro? Non anticipo nulla ma stiamo lavorando per ampliare l’offerta nel segno del risparmio idrico. La sostenibilità scalpita e Pucci, come sempre, è già pronta».

CHE SI CHIAMAVA PUCCI

Dalle capacità poliedriche, Dorino era sostanzialmente un idraulico ma anche un grande osservatore. Un giorno, guardando una bambina che faceva cadere una pallina in un lavandino pieno d’acqua provocandone la fuoriuscita, maturò il suo primo brevetto: un sistema di scarico con chiusura a sfera, sfera che poi diventerà nel 1948 il simbolo dell’azienda a cui darà il nome di Pucci, lo stesso nome della bambina. Ci troviamo ad Alessandria e in un piccolo locale viene avviata la prima fabbrica di produzione e posa della cassetta Pucci a incasso muro in rame, che viene distribuita principalmente nel Lombardo Veneto, area che allora annoverava anche i maggiori distributori di sistemi idrotermosanitari.

L’invenzione è stata l’uovo di Colombo. Nel ‘48 si era nell’immediato dopoguerra, occorreva ricostruire e rispondere alle nuove necessità abitative. Allora in casa non esisteva la sala da bagno ma spazi ridottissimi destinati ai cosiddetti servizi. In un servizio, una cassetta esterna avrebbe rubato ulteriore spazio, ecco quindi l’idea di nascondere la cassetta di scarico nel muro. Per molti anni a seguire dire Pucci equivaleva a dire cassetta a incasso.

Nel corso del tempo Pucci è diventata gradualmente

A PROVA DI NORME EUROPEE

Le cassette 6-3 litri a corpo ridotto sono un prodotto esclusivo Pucci da molti anni. Di fatto, questa è la cassetta che consente il più elevato risparmio idrico, sia con lo scarico completo da 6 litri sia, a maggior ragione, con lo scarico ridottissimo a soli 3 litri

Le placche Pucci si sono evolute in molte direzioni: sempre più piccole e sottili, ridisegnate secondo le linee del design contemporaneo, differenziate in un’ampia gamma di colori e finiture in modo da soddisfare ogni preferenza

una delle più importanti realtà produttive italiane nella realizzazione di cassette e placche per il bagno.

I BREVETTI CHE RIVOLUZIONANO IL SETTORE

Dal quel 1948, i brevetti si susseguono e Pucci diventa l’azienda che innova il settore. Vediamoli in ordine di tempo. Siamo nel ‘68 e ci si trasferisce da Alessandria nel Monferrato, a Quargnento, dove l’azienda ha sede ancora oggi. E qui viene creata la prima cassetta in polietilene 6/8 cm, il 10 cm di spessore del rame diventano

8 del polietilene e viene messa in produzione la cassetta più sottile di sempre. Ricordiamo che i corpi cassetta Pucci non sono stampati ma soffiati, la soffiatrice fa un’unica colata cilindrica di materiale caldo che entra in uno stampo e preforma il corpo cassetta. Il corpo è monolitico, senza aggiunte, e la qualità decisamente superiore. Nel 1987 si procede a un ulteriore riduzione dello spessore, passando a 7,5 cm. A questo punto la cassetta può essere incassata nel forato da 8 cm, in quegli anni, il principale sistema costruttivo.

Arriviamo al 1990 e l’attenzione al risparmio idrico porta alla creazione della prima cassetta a doppio pulsante per economizzare l’acqua. Nasce la gamma Eco – da Economia/Ecologia - , Pucci Eco a doppio pulsante per l’economia d’acqua e l’ecologia idrica. Pucci detta così, ancora una volta, lo standard a cui si adegueranno tutti i produttori di cassette di scarico.

Antesignana in materia di sostenibilità, nel1995 Pucci produce il primo corpo cassetta ridotto per il carico massimo di 6 litri. Il dispositivo di legge che imporrà il risparmio idrico, anche incentivato con bonus, entra in vigore solo nel 2023.

Passiamo alle placche di comando che fino al 2010 erano larghe ben 33 cm. Il design della sala da bagno però comincia a chiedere un prodotto minimalista, essenziale, poco ingombrante. Pucci allora, pur ponendo attenzione all’aspetto della manutenzione, scende in larghezza da 33 a 28 cm. Il prodotto restava ancora impattante rispetto alle esigenze dei progettisti, fino al 2023, quando Pucci realizza la placca più sottile al mondo a funzionamento meccanico scendendo a 4,7 mm di spessore.

DAL GENIO DEL FONDATORE

ALL’INNOVAZIONE

CONTINUA

Negli anni, i dirigenti che si sono succeduti, sulla scorta del genio di Dorino Marabese hanno guidato l’azienda sempre guardando al futuro, con sguardo lungimirante e senza mai dimenticare la tradizione. La filosofia produttiva Pucci, in perfetta sintonia con il panorama internazionale, si basa su una grande attenzione alle esigenze emergenti del pubblico e degli installatori, sulle tecnologie più utili ed efficaci, sulla sostenibilità ambientale e l’uso consapevole del bene comune più prezioso, l’acqua.

LA SOSTENIBILITÀ

Pucci, antesignana del risparmio idrico, ha da sempre promosso una produzione sostenibile, come confermato dal conferimento del premio “Oasis Green Innovation Award”, nel 2019 per l’eccellenza e l’innovazione in Water Impact e che viene dato alle aziende italiane che si distinguono per il contributo alla sostenibilità ambientale e alla produzione eco-compatibile. Vale la pena di ricordare che già nel 1990 Pucci nella sua pubblicità conia lo slogan “Acqua oro del futuro”. Nel 2021, Pucci è entrata ufficialmente nel registro speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale. Il registro è curato dall’Ufficio italiano brevetti e marchi, presso la direzione generale per la Tutela della proprietà industriale del ministero dello Sviluppo economico. Oggi Pucci è, quindi, Marchio Storico dell’industria italiana, un riconoscimento alla storia di un’azienda tipicamente e orgogliosamente italiana.

La sede aziendale Pucci a Quargnento, in provincia di Alessandria
A proposito di sostenibilità. Siamo nel 1990 e Pucci conia il suo primo slogan pubblicitario “Acqua oro del futuro”, a testimonianza di un impegno verso il risparmio idrico connaturato, dalla fondazione, alla mission aziendale

Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori...YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica informazioni utili, pratiche e aggiornate sul mondo dell’architettura contemporanea e della riqualificazione, ponendo particolare attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, ai prodotti innovativi e ai processi produttivi e di cantiere, alla progettazione in dettaglio e all’ingegnerizzazione dell’architettura, all’innovazione e al cambiamento della professione. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.

Pavimentazioni sopraelevate PER EDIFICI E SPAZI URBANI DA VIVERE

L’azienda italiana con oltre trent’anni di esperienza nella produzione di supporti per pavimentazioni sopraelevate e soluzioni per l’impermeabilizzazione, presenta a Cersaie 2024 Lunar Support, una gamma di supporti progettata per offrire massima versatilità e massime prestazioni

Lunar Support è in grado di coprire un’ampia gamma di altezze, da 25 a 420 mm, con sole quattro referenze. Numerose le caratteristiche che contraddistinguono il prodotto. La sua innovativa base quadrata, ad esempio, consente un risparmio di tempo durante la posa, ottimizza lo spazio e semplifica il processo di installazione: occupando la stessa superficie, elimina infatti il problema del taglio della base lungo le pareti. Inoltre, grazie alla doppia regolazione, dall’alto con chiave o laterale, è possibile perfezionare l’altezza del supporto sia in fase di posa che a cantiere ultimato, rendendo la futura manutenzione semplice e veloce.

SEMPLIFICARE IL CANTIERE

Lunar Support è una gamma di supporti a testa fissa, convertibile in autolivellante con l’ausilio di un anello basculante. Le prolunghe da 20 e 80 mm agevolano ulteriormente la posa e consentono non solo uno stoccaggio efficiente, ma anche un ambiente di lavoro ordinato: con sole quattro referenze e due tipologie di prolunghe si è, infatti, in grado di coprire altezze fino ai 420 mm, riducendo notevolmente il numero di prodotti presenti in cantiere.

Il sistema brevettato EasyOn permette infine la massima compatibilità di un’unica testa con differenti superfici: dalle piastre in ceramica alle lastre in pietra, fino a listoni in decking posati su magatelli Impertek.

Tra gli accessori che completano la gamma, non vi sono solo le prolunghe da 20 e 80 mm ma anche un anello basculante per la correzione automatica delle pendenze fino al 5%, le clip perimetro studiate appositamente per avere un aggancio intuitivo sulla testa e alla base del supporto per una posa rapida e i correttori di pendenza, disponibili in 3 versioni, per il perfetto livellamento di pavimentazioni sopraelevate da esterno con finitura tile.

PAVIMENTAZIONI IN LEGNO

Recentemente, è stata sviluppata dall’azienda anche una specifica testa decking per la posa di pavimentazioni in legno. Questa versione mantiene inalterate tutte le altre caratteristiche della gamma Lunar Support (testa fissa

La gamma Lunar Support è progettata per ogni tipo di realizzazione

convertibile in autolivellante mediante anello basculante, copertura di altezze da 25 a 420 mm, dotazione di prolunghe) eccetto la regolazione che, per motivi strutturali, può avvenire solo lateralmente e non dall’alto con chiave di regolazione. Particolarità di questa versione riguarda la modalità di fissaggio che varia a seconda della tipologia di magatello. L’incastro alla testa di magatelli da 40 mm avviene infatti in corrispondenza delle due asole senza l’utilizzo di viti di fissaggio mentre, il fissaggio di magatelli da 40 a 80 mm, viene effettuato tramite delle viti applicate in corrispondenza delle due asole.

La gamma Lunar Support, come tutti i supporti per pavimentazioni sopraelevate Impertek, è progettata per l’installazione in terrazze di edifici residenziali, bordi piscina, passaggi pedonali su coperture, giardini (anche pensili), piazze e spazi urbani. La sua molteplicità e semplicità d’uso ne consente l’utilizzo sia da parte

di progettisti o installatori professionisti per progetti riguardanti cantieri di grandi dimensioni che da posatori fai-da-te meno esperti.

DA VEDERE A CERSAIE

La gamma Lunar Support, insieme a tante altre novità di prodotto e servizi recentemente sviluppati da Impertek, verrà presentata in occasione dell’edizione 2024 di Cersaie: il Salone Internazionale della Ceramica per l’architettura e dell’Arredobagno che si terrà a Bologna dal 23 al 27 settembre.

Questo evento rappresenta per l’azienda un appuntamento irrinunciabile ormai da numerosi anni: un’occasione unica per mostrare le soluzioni studiate, realizzate e prodotte dall’azienda per semplificare la vita lavorativa e soddisfare nel migliore dei modi le necessità dei suoi clienti.

Lunar decking con vite. Sopra, applicazione residenziale
Decking system. Sotto, Tile system
Lunar Support + Clip

Architettura moderna E TECNOLOGIE SOSTENIBILI PER VILLA LABRIOLA

Materiali avanzati per la costruzione della

villa progettata dall’architetto Alaa Negm. Dall’impermeabilizzazione alle finiture, le tecnologie Mapei garantiscono bellezza, qualità, durabilità e rispetto ambientale

Villa Labriola, situata a Corsico nell’hinterland milanese, rappresenta un progetto architettonico innovativo e sostenibile, presentato durante la Milano Design Week 2024. Disegnata dall’architetto egiziano Alaa Negm, la villa è costruita interamente con il Dekton, un materiale ultracompatto a zero emissioni di carbonio, funzionale e versatile per qualsiasi applicazione, brevettato dall’azienda spagnola Cosentino. Mapei ha giocato un ruolo fondamentale nella costruzione di Villa Labriola, fornendo soluzioni all’avanguardia per garantire sostenibilità e prestazioni elevate.

Rebecca Alberti

ESEMPIO DI EDILIZIA SOSTENIBILE

Villa Labriola è un esempio emblematico di architettura rispettosa dell’ambiente e innovativa. L’utilizzo del Dekton, superficie carbon neutral dall’estrazione delle materie prime fino alla fine del ciclo di vita, insieme ai prodotti Mapei, azienda che da anni si impegna a contribuire a un’edilizia di qualità e duratura, hanno permesso di realizzare una residenza che unisce estetica, funzionalità e rispetto per l’ambiente.

Le soluzioni Mapei, formulate con materie prime innovative, ultraleggere, realizzate con materiali riciclati, sviluppate per ridurre il consumo energetico e con bassissime emissioni di composti organici volatili (Voc), hanno garantito prestazioni elevate e durata nel tempo.

SOLUZIONI MAPEI

Per l’impermeabilizzazione delle pavimentazioni esterne, delle terrazze e della piscina è stato utilizzato il sistema Mapelastic Turbo, che garantisce una protezione duratura contro l’umidità, essenziale per mantenere l’integrità strutturale degli spazi esterni.

Le lastre di Dekton sono state fissate con l’adesivo cementizio per grandi formati Ultralite S2 Flex, che offre una tenuta eccellente anche in condizioni estreme.

Inoltre, l’adesivo poliuretanico bicomponente Ultrabond Eco Pu 2k è stato impiegato per realizzare una gronda a regola d’arte, assicurando resistenza e flessibilità.

Per la stuccatura delle superfici è stata utilizzata la malta cementizia Ultracolor Plus, prodotto appartenente alla Linea Zero, una gamma di soluzioni ottimizzate da Mapei per essere durevoli e con impatti ambientali ridotti, le cui emissioni di CO2 residue sono totalmente compensate*, contribuendo alla sostenibilità ambientale del progetto.

Nei bagni e nella piscina è stato impiegato Kerapoxy Easy Design, una soluzione decorativa ideale per esterni. La sigillatura elastica dei giunti di controllo è stata eseguita con Mapesil Ac, un sigillante acetico puro altamente elastico e resistente alla muffa. Il sistema Mapelevel Easywdg è stato fondamentale per livellare pavimenti e rivestimenti, garantendo superfici perfettamente piane. Infine, per la pulizia finale delle superfici ceramiche, è stato utilizzato il pulitore concentrato liquido a base acida Ultracare Keranet, che assicura un risultato impeccabile senza danneggiare i materiali.

*Ultracolor Plus Zero fa parte della linea di prodotti CO2 Fully Offset in the Entire Life Cycle. Le emissioni

di CO2 misurate lungo il ciclo di vita dei prodotti della linea Zero per l’anno 2024 tramite la metodologia Lca, verificate e certificate con le Epd, sono compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste. Un impegno per il pianeta, le persone e la biodiversità. Per maggiori dettagli sul calcolo delle emissioni e sui progetti di mitigazione climatica, finanziati tramite i crediti di carbonio certificati, visitare la pagina zero.mapei.it.

Prospetti di Villa Labriola
Dettaglio spazi interni

Costruire in legno NATURALE EVOLUZIONE

PER LA TUTELA AMBIENTALE

Alpenos ha scelto di lavorare esclusivamente con il Clt realizzando un’edilizia prefabbricata tailor made attraverso innovazione tecnica, affidabilità costruttiva e sostenibilità di prodotto e di processo

IL COMMENTO

dell’Ing. Elmar Mattevi titolare Alpenos

Crediamo in un’economia circolare, capace di rigenerarsi da sola. Per questo progettiamo e realizziamo costruzioni con materie prime di origine certificata minimizzando gli scarti, con obsolescenza a lungo termine (fatte per durare), con manutenzione semplice e che, al termine della loro funzione, generino rifiuti di facile smaltimento. Un obiettivo centrale del nostro lavoro è contribuire, per quanto ci è possibile, al rimodellamento del mondo incentrato sul benessere presente e futuro dell’individuo, attraverso la preservazione di un rapporto armonico con l’ambiente naturale anche per mezzo del costruito.

Rebecca Alberti

In equilibrio tra sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e affidabilità costruttiva, dal 2006

Stp - con sede in Trentino Alto Adige - progetta e costruisce edifici in legno. Di nascita più recente è il marchio Alpenos, brand commerciale fortemente voluto dall’azienda per raccontare il radicamento sul territorio di questa realtà produttiva e con il quale firma ora le sue realizzazioni.

Nel cuore della Val di Non, Alpenos è impegnata a portare avanti una visione di costruzioni sostenibili, abbracciando la bellezza della natura circostante e la

ricca tradizione artigianale del territorio. Attraverso la progettazione e la realizzazione di costruzioni in legno di alta qualità, coniuga l’innovazione con il rispetto per l’ambiente e le comunità locali.

CLT – TECNOLOGIA D’ELEZIONE

Alpenos ha scelto di lavorare esclusivamente con il Clt - Cross laminated timber (X-lam in italiano), pannelli ingegnerizzati che costituiscono l’elemento base di ogni sua costruzione; è in questa tecnologia che l’azienda ritiene che la sostenibilità ambientale si coniughi con le performance energetiche e strutturali più efficienti e il comfort abitativo più accessibile. Data la centralità del materiale, è fondamentale che questo sia certificato in tutta la sua filiera produttiva a partire dalla gestione delle foreste dalle quali proviene. Negli ultimi anni il settore immobiliare è alla ricerca di un confronto sempre più assiduo con i costruttori in X-lam. Le motivazioni di questo interesse crescente sono da ricercarsi in aspetti che afferiscono ad aree diverse che caratterizzano la tecnologia costruttiva

CANTIERI ALPENOS

• 2020 | Madonna di Campiglio (Tn), complesso residenziale luxury Campiglio Wood Habitaria progetto architettonico Ar+In Associati (+ consulenza architettonica Archidolomiti): 17 appartamenti, 3 unità commerciali, 3 piani fuori terra, area wellness condivisa, superficie complessiva 1900 mq, classe energetica A+

• 2023 | Andalo (Tn), complesso residenziale green luxury Andalo Dolomiti Living, progetto architettonico arch. Luca Pedrotti: 25 appartamenti, 3 piani fuori terra, 1500 mq, certificazione Arca e Casaclima

• 2024 | Andalo (Tn), complesso residenziale prestige Nuovo Maso (in fase di costruzione), progetto architettonico Studio BosettiArch, 18 unità abitative, 3 eleganti edifici, classe energetica A+

Andalo (Tn), complesso residenziale green luxury

Andalo Dolomiti Living | ©3pix

QUALITÀ CERTIFICATA

L’azienda ha contribuito alla creazione del primo sistema di certificazione per gli edifici in legno, Arca, del quale è partner fondatore, e che garantisce durabilità e sicurezza contro eventi sismici, incendi, certifica il risparmio energetico, la sostenibilità del processo e dei materiali, nonché la salubrità dell’edificio in legno. È partner certificato dell’agenzia CasaClima. A garanzia dell’utilizzo di metodi e sistemi ad alta efficienza per raggiungere i migliori livelli di performance, secondo gli standard internazionali predefiniti, l’azienda ha ottenuto le certificazioni Iso 14001, Iso 9001 e iso 45001. Queste buone pratiche unite all’utilizzo di materiali ecologici riducono l’impatto ambientale dell’attività produttiva e favoriscono uno sviluppo sostenibile. La qualificazione Soa è la certificazione obbligatoria per qualunque impresa che intenda eseguire lavori pubblici affidati dalle stazioni appaltanti: l’attestazione di qualificazione costituisce una garanzia per la dimostrazione dell’esistenza dei requisiti di capacità tecnica e finanziaria ai fini dell’affidamento dei lavori pubblici. L’azienda è dunque qualificata all’esecuzione di lavori pubblici nelle categorie: Og1 III - Bis, Os6 III - Bis, Os7 I e Os32 VI.

utilizzata: l’innovazione tecnica, affidabilità costruttiva e sostenibilità di prodotto e di processo. Progettazione di qualità e tutela ambientale e del clima sono strettamente connaturate alla costruzione in legno. L’Ue con il Regolamento Tassonomia, entrato in vigore nel 2020, sta orientando gli investimenti verso progetti e attività sostenibili; tra i criteri di valutazione più rilevanti, nell’ambito delle nuove costruzioni, c’è il calcolo del potenziale di riscaldamento globale per ogni fase del ciclo di vita di un edificio e la trasmissione di tali dati a investitori e clienti. Nel perseguimento di un’economia circolare, la possibilità di smantellare l’edificio riciclandone i singoli componenti riveste una rilevanza notevole così come pure il mancato utilizzo di materiali nocivi e la salvaguardia della biodiversità attraverso l’utilizzo di legname esclusivamente proveniente da foreste certificate. Opere di grande volumetria, dunque, alle quali Alpenos lavora come partner affidabile e qualificato per la gestione di cantieri complessi.

Le motivazioni che rendono interessanti le costruzioni in legno anche per chi desidera intraprendere un investimento immobiliare sono diverse e tutte ugualmente rilevanti, anche se le potenzialità del materiale non sono sufficienti a garantire il risultato: è l’attento lavoro di progettazione che l’azienda offre mediante il suo ufficio tecnico, costituito da 12 ingegneri e 5 geometri, a fare davvero la differenza in cantiere.

TUTELA AMBIENTALE E DEL CLIMA

Al di là dello stoccaggio passivo di CO2 che caratterizza l’impiego del legno in edilizia (1 m3 di legno immagazzina 1000 kg di anidride carbonica), l’aspetto più rilevante ai fini della tutela del clima è la riduzione delle emissioni nel processo costruttivo grazie all’impiego di risorse rinnovabili e a bassa intensità energetica. La stratigrafia delle costruzioni in legno assicura, a parità di spessore, una performance termica sensibilmente

Andalo (Tn), complesso residenziale prestige
Nuovo Maso | ©Elisa Fedrizzi

migliore rispetto a una costruzione in muratura, alleggerendo costi e impatto impiantistico. Al contempo, volendo massimizzare la superficie calpestabile degli edifici, il pacchetto con Clt garantisce migliori prestazioni energetiche per uno spessore di struttura minore a quello impiegato in edilizia tradizionale.

La prefabbricazione degli elementi costruttivi in ambiente controllato e la certificazione degli stessi garantiscono la qualità del materiale; le certificazioni delle quali dispone l’azienda tutelano il cliente sul versante della messa in opera e dell’intero processo costruttivo. Unitamente alla minimizzazione della produzione di scarti (grazie a un’attenta progettazione e alle caratteristiche insite nella prefabbricazione), la possibilità di riciclare i materiali impiegati nel costruito quando questo arriva al termine del proprio utilizzo riflette l’inserimento dell’edilizia in Clt nel solco dell’economia circolare. Inoltre, una costruzione in legno progettata con accuratezza ed esperienza, ha una durabilità assolutamente parificata a quella di un edificio realizzato in edilizia tradizionale.

QUALITÀ DEGLI SPAZI

È da tempo riconosciuto che abitare, lavorare, studiare all’interno di spazi costruiti con materiali naturali agisca positivamente sulle funzioni vitali dell’individuo. Il contatto materico potenziato nell’impiego del legno non solo come elemento strutturale ma anche di rivestimento, accresce le sensazioni di comfort e di benessere di chi utilizza gli spazi realizzati.

Mediante la progettazione integrata messa a punto prima dell’inizio della posa, si ha un’adesione pressoché totale dei costi reali a quelli preventivati.

Flessibilità vuol dire non soltanto impieghi diversi ma ampliamenti modulari della medesima struttura facilitati da una progettazione 3D realizzata già in partenza con precisione millimetrica.

La prefabbricazione che propone Alpenos non è di

tipologia “spinta” ovvero non prevede un assemblaggio in stabilimento di tutti gli elementi costruttivi; l’approccio vuole essere di supporto a una progettazione personalizzata e creativa per incontrare le necessità di una clientela esigente. Un’edilizia prefabbricata sì ma tailor made.

Madonna di Campiglio (Tn), complesso residenziale luxury Campiglio Wood Habitaria | ©Damiano Clauser

Calchèra San Giorgio

Meno impatto sull’ambiente PIÙ BENESSERE E SALUTE

PER LE PERSONE

Sostenibilità. Su questo tema l’azienda ha intrapreso diversi progetti di ricerca e sviluppo, dai materiali, come il bio-intonaco

Calcedicampo, alla gestione sostenibile dei processi di produzione

La sostenibilità dei materiali è un tema di crescente importanza nel contesto della crisi climatica e della necessità di ridurre l’impatto ambientale delle attività umane. La scelta dell’utilizzo di materiali sostenibili ha una serie di vantaggi: la riduzione dell’impatto ambientale con la riduzione delle emissioni di gas serra e la minimizzazione dei rifiuti; benefici di carattere economico, sebbene possano avere inizialmente un costo più elevato i materiali durano più a lungo portando a risparmi a lungo termine; vantaggi in termini di comfort abitativo in quanto sono materiali che non rilasciano sostanze nocive e mantengono adeguati i livelli di umidità prevenendo la formazione di muffe e batteri.

Calchèra San Giorgio è da sempre sensibile a questa tematica; i materiali prodotti sono infatti formulati mediante l’impiego di materie prime seconde, il contenuto di materiali da riciclo è variabile dal 10% al 70%. Il legante di partenza è una calce pura e naturale completamente esente da cementi o da altre sostanze dannose, estremamente resistente e durabile nel tempo.

MATERIALI DA RICICLO

I principali materiali da riciclo utilizzati sono i seguenti: polvere di pietra, ottenuta dalla lavorazione di marmi carbonatici; sabbia di porfido, scarto ottenuto dalla produzione di elementi in porfido; cocciopesto, derivante dalla macinazione e dalla vagliatura calibrata di laterizi selezionati; vetro espanso e vetro granulare, ottenuti dalla lavorazione di vetro da campana usato e riciclato dopo l’uso da parte del consumatore; lolla di riso, canapulo, gusci di conchiglie e carta riciclata.

RICERCA E SVILUPPO

La sostenibilità non è dovuta solamente all’impiego di materie prime naturali ma è una sostenibilità declinata nella sua triplice dimensione: economica, sociale e ambientale. Su questo tema l’azienda ha intrapreso diversi progetti: dai più classici come la differenziazione dei rifiuti produttivi e l’autoproduzione per soddisfare il nostro fabbisogno energetico a investimenti più complessi come la decisione di realizzare una gamma di prodotti partendo da materiali di scarto provenienti dalla produzione agroalimentare italiana, come ad esempio il riutilizzo del riso e dei gusci d’uovo. Su questo fronte, dal 2012 insieme al Politecnico di Milano e al Mit di Boston, seguiamo ricerche per portare sul mercato un numero sempre maggiore di intonaci che siano eco e bio-sostenibili. Un prodotto recente nato da questo tipo di ricerca è il bio-intonaco Calcedicampo; intonaco formulato con materiali da riciclo dell’industria agroalimentare e del laterizio quali calce spenta naturale costituita da sabbia di gusci d’uovo calcinata a bassa temperatura, sabbia da gusci d’uovo, ceneri amorfe di lolla di riso e cocciopesto selezionato. L’intonaco presenta le stesse caratteristiche chimicofisiche delle malte antiche del periodo fenicio e romano ed è adatto per la riqualificazione di vecchi edifici e nuove strutture architettoniche.

BENESSERE E COMFORT

Oltre alla tutela dell’ambiente i vantaggi sono molteplici anche per quanto riguarda il benessere abitativo; l’intonaco è infatti altamente traspirante e rende gli ambienti interni salubri per il massimo confort. L’impiego esclusivo di materiali inorganici garantisce che, né durante, né successivamente il loro utilizzo vi siano

emissioni di componenti organici volatili nell’ambiente. I nostri materiali sono adatti al restauro, al risanamento e alla bio-edilizia, dove si necessita l’utilizzo di materiali naturali, igroscopici e molto traspiranti, durabili e resistenti all’aggressione chimica; oltre che conferire alle superfici un effetto estetico materico e un colore naturale.

Ogni materiale prodotto dalla Calchèra San Giorgio segue uno specifico piano di controllo della produzione ed è certificato e marcato Ce, quindi conforme agli standard comunitari in termini di sicurezza e rispetto dei requisiti tecnici.

Crediamo nella ricerca e nel continuo confronto con il passato per formulare e produrre materiali di qualità che rispondano a ogni richiesta progettuale, con un servizio costante ai nostri clienti. Le materie che impieghiamo sono selezionate ed esenti da sostanze dannose per la salute e l’ambiente, sia prime naturali sia derivate dal riciclo, nell’ottica di un futuro sostenibile.

“Torniamo all’antico, sarà una novità”.

Bio-intonaco Calcedicampo Sopra, dimore progettate e costruite con materiali sostenibili

Complesso residenziale EFFICIENTATO CON TECNOLOGIE SMART

Tre edifici di edilizia popolare diventano un polo residenziale efficiente, sostenibile e intelligente. Monoblocchi Alpac con Vmc

Helty integrata massimizzano il benessere abitativo

Tre edifici, 42 alloggi, 168 inquilini: questi i numeri attorno cui ruota l’importante opera di efficientamento energetico promossa da Ater Venezia per il complesso di case di edilizia popolare di via Monteprabello a Favaro Veneto, località del comune di Venezia situata sulla terraferma. Un intervento con un obiettivo sfidante, il raggiungimento della classe energetica A2, che si è contraddistinto anche come esempio di progettazione partecipata, coinvolgendo i condòmini nelle scelte relative agli interventi e nella

Prospetto di un edificio riqualificato

Vista dall’interno del monoblocco per avvolgibile Ingenius Vmc customizzato. Rimane visibile solo la cover con display touch, in questo caso volutamente posizionata in alto poiché controllata e gestita tramite sistema domotico. Sotto, monoblocco per avvolgibile Ingenius Vmc di Alpac customizzato

messa a punto di un serrato cronoprogramma che ha reso possibile eseguire le opere senza evacuare gli abitanti.

LA RIQUALIFICAZIONE

«Il complesso edilizio è stato costruito nel 1978 –spiega Fabio Nordio, presidente Ater Venezia – e fino a oggi non era mai stato oggetto di importanti interventi di riqualificazione. Il progetto di efficientamento, inizialmente accantonato per l’emergenza pandemica, puntava al raggiungimento della classe energetica A2: un obiettivo molto ambizioso, se si considera che si partiva da una classe G. I lavori, tuttavia, sono stati portati a termine con successo in soli nove mesi: iniziati a febbraio 2023, sono stati ultimati a novembre e, grazie a un’organizzazione dettagliata, hanno permesso ai residenti di continuare a vivere nei propri alloggi senza troppi disagi». Coperti da un corposo finanziamento costituito sfruttando il Conto Termico, i fondi Ater e i fondi europei del Por Fesr, i lavori si sono concentrati su più fronti.

EFFICIENZA DELL’INVOLUCRO

Oltre all’isolamento del tetto e delle facciate, al consolidamento della copertura, alla riqualificazione dei sistemi di climatizzazione e di illuminazione e all’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico, grande rilevanza è stata data all’efficienza termica e acustica dell’involucro. Da un lato, infatti, sono stati sostituiti tutti i serramenti preesistenti con infissi in pvc con triplo vetro, dall’altro sono stati installati in tutti i fori finestra dei monoblocchi coibentati con

Cover a vista con display touch per la gestione delle funzioni della Vmc

Vmc integrata. «Per gestire le dispersioni energetiche di uno dei punti più critici dell’involucro, il foro finestra, abbiamo previsto la posa di monoblocchi dotati di cassonetti per avvolgibile e spalle laterali coibentate – spiega l’ing. Fabrizio Vianello, direttore tecnico Ater Venezia - e abbiamo voluto integrare anche un sistema di Vmc per il ricambio e la filtrazione dell’aria, in modo da prevenire le problematiche indoor legate alla muffa e all’umidità e assicurare allo stesso tempo il massimo comfort abitativo».

TECNOLOGIE ALPAC

La sostituzione dei vecchi ed energivori cassonetti con monoblocchi ad alta efficienza è avvenuta grazie al contributo tecnico di Alpac, che ha progettato una versione custom del monoblocco Ingenius Vmc con unità di ventilazione meccanica puntuale inte -

LA SCHEDA

Intervento: efficientamento energetico di tre edifici di edilizia residenziale

Luogo: via Monteprabello - Favaro Veneto, Venezia

Anno di completamento: 2023

Committente: Ater Venezia

Direzione tecnica: ing. Fabrizio Vianello, Ater Venezia

Direzione lavori: ing. Andrea De Marchi, Ater Venezia

Impresa edile: Nuova Same srl

Monoblocchi con Vmcper la gestione dei fori

finestra: Alpac

Unità di Vmc integrata all’interno dei monoblocchi: Helty

grata nello spazio ristretto ricavato tra il cassonetto dell’avvolgibile e la soletta.

Tutti i monoblocchi forniti sono stati equipaggiati con Vmc FlowCompact di Helty, azienda del gruppo Alpac tra le più innovative nel settore delle soluzioni decentralizzate per il ricambio e la filtrazione dell’aria. Questi sistemi sono dotati di filtro F7 in entrata, in grado di purificare l’aria esterna da smog e polveri sottili prima di immetterla nei locali, e di scambiatore di calore entalpico a doppio flusso incrociato controcorrente, che consente un cospicuo risparmio energetico recuperando in modo continuo fino al 91% di energia termica tra i flussi d’aria scambiati. L’integrazione nativa delle unità Vmc Helty all’interno del monoblocco Alpac e la prefabbricazione totale del sistema hanno permesso di ottimizzare alcuni aspetti estetici di progetto, come la gestione, ove possibile, di griglie di aerazione non visibili in facciata, e hanno consentito tempi di posa in opera estremamente rapidi.

Per favorire l’utilizzo corretto della Vmc da parte degli utenti è stata prevista fin dalle prime fasi progettuali una gestione smart del sistema: non solo le unità di ventilazione meccanica sono alimentate dall’impianto elettrico condominiale, a sua volta collegato all’impianto fotovoltaico, ma sono anche connesse a un sistema domotico che permette di controllare costantemente la qualità dell’aria dei locali e di programmarne da remoto la ventilazione, senza alcun intervento da parte degli inquilini. Un vantaggio non solo pratico, dato che la gestione delle tecnologie non ricade sulle persone che ne beneficiano, ma anche economico, poiché i già ridotti consumi delle unità di Vmc vengono coperti dall’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici, senza gravare sui residenti.

Pompa di calore geotermica PER CINQUE CONDOMINI GREEN

Il nuovo complesso residenziale costruito a Rovereto è un esempio di efficienza energetica con utilizzo di acqua di falda per alimentare la centrale termica

Icinque condomini di nuova costruzione a Rovereto sono un bell’esempio di edilizia improntata alla massima efficienza che sfrutta al meglio le fonti rinnovabili per garantire comfort indoor e minimi consumi energetici. Si tratta di 5 palazzine incastonate nelle Prealpi Trentine, che sfruttano l’acqua di falda per riscaldare e raffrescare. A soli 15 metri dal livello del terreno, infatti, scorre la falda con acqua alla temperatura costante di 11° C. Una fonte energetica gratuita, sempre disponibile, ideale per un progetto sostenibile di climatizzazione degli ambienti.

ACQUA DI FALDA PER RISCALDARE

La scelta di sfruttare questa fonte di energia rivela la lungimiranza di chi ha progettato e investito puntando a soluzioni sostenibili nel tempo, sia in termini di consumi per gli inquilini, sia in termini di tutela e rispetto dell’ambiente. E, aggiungiamo, già in ottemperanza a

Rebecca Alberti
Ciascuna centrale termica ospita 2 pompe di calore geotermiche Vitocal 350-G da 33 kW, 1’accumulo
Solarcell da 1000 litri per l’acqua tecnica e l’accumulo
Solarcell da 2000 litri per l’acqua sanitaria

Complesso residenziale composto da 5 palazzine

normative sull’efficienza energetica degli edifici che si fanno sempre più stringenti. L’acqua di falda è a poca profondità e attraverso un unico pozzo raggiunge le tre centrali che ospitano le pompe di calore geotermiche Vitocal 350-G. Con una temperatura dell’acqua già di 11° C, il lavoro invernale delle pompe di calore per raggiungere la temperatura di riscaldamento degli ambienti, serviti da sistema radiante, è davvero minimo e quindi i consumi energetici sono ridotti.

E RAFFRESCARE

D’estate, sfruttando la funzione “natural cooling”, le pompe di calore provvedono al raffrescamento. L’acqua di falda sottrae calore al circuito di riscaldamento attraverso uno scambiatore di calore e questo calore viene trasferito all’esterno. La temperatura della sorgente naturale viene quindi utilizzata per il raffrescamento. Va sottolineato che, durante questo processo, le pompe di calore stesse rimangono spente, sono in funzione solo le pompe di circolazione e l’unità di controllo, pertanto i consumi energetici sono ridottissimi. Tramite il sistema di ventilazione meccanica Vitovent 300-C, l’aria fresca viene distribuita poi negli ambienti.

I CONSUMI

Certo, il lavoro di progettazione a monte della costruzione di questi edifici è encomiabile. Sicuramente complesso, ma che ripaga i proprietari dei 69 alloggi del proprio investimento. I costi energetici sono infatti di circa 5 / 6 euro al mq l’anno. Mediamente, per riscaldamento raffrescamento e acqua calda, la spesa per ogni unità abitativa è di circa 500 euro.

L’IMPIANTO

A cura di Gobbi Termoidraulica srl (installatore Partner per l’Efficienza Energetica Viessmann di Mori, Tn), è stato realizzato un impianto centralizzato che fa capo a tre locali tecnici. Ciascuna centrale ospita 2 pompe di calore geotermiche Vitocal 350-G da 33 kW, 1 accumulo Solarcell da 1000 litri per l’acqua tecnica e 1 accumulo Solarcell da 2000 litri per l’acqua sanitaria. Per ridurre ulteriormente i consumi energetici, le palazzine ospitano sulle rispettive coperture impianti fotovoltaici che assolvono al fabbisogno energetico per le utenze delle parti comuni.

VRV 5 Pompa di Calore COMFORT, EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Giorgia Baldocchi, Product Marketing

Section Manager per Daikin Italy: «Con

VrV 5 Pompa di Calore completiamo la gamma di soluzioni commerciali aria-aria con refrigerante R32, potendo ora offrire ai nostri clienti la miglior soluzione possibile per loro e per l’ambiente»

Ormai, sempre più frequentemente, si sente parlare di pompe di calore come sistemi che riducono notevolmente i consumi energetici, consentendo così un grande risparmio. In verità, un sistema di riscaldamento e raffrescamento a pompa di calore non apporta benefici esclusivamente da un punto di vista economico, ma ha anche effetti positivi sull’ambiente che ci circonda. Le pompe di calore, sfruttando l’energia presente in ambiente e l’energia elettrica in parte prodotta da fonti rinnovabili, non utilizzano combustibili fossili. Contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2 e conseguentemente al riscaldamento globale. Si tratta quindi di una soluzione tecnologica sostenibile. La nuova gamma Vrv 5 Pompa di Calore dispone di una versione a espulsione verticale e di una a espulsione orizzontale con doppio ventilatore, che si aggiungono così alle già disponibili versioni Mini Vrv e recupero di calore. In questo modo Daikin garantisce soluzioni che

Rebecca Alberti

si adattano con più facilità a ogni progetto, sia a livello estetico sia in termini di efficienza e comfort. Vrv 5

Pompa di calore incrementa così il numero di soluzioni “premium” e ad alta efficienza che già contraddistinguono il catalogo dell’azienda, da sempre promotrice e produttrice di soluzioni sostenibili e a minor impatto ambientale.

L’APPORTO DI DAIKIN

Vrv5 in pompa di calore rappresenta la massima espressione della tecnologia aziendale in termini di innovazione e sostenibilità. Grazie all’introduzione del refrigerante R32, infatti, Vrv 5 Hp garantisce una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente del 71% rispetto all’R410A, in linea con la direttiva europea F-gas. Ciò è possibile grazie ad un Gwp ridotto di 2/3 rispetto all’R410A e a una carica di refrigerante necessaria inferiore del 10%.

COMFORT ED EFFICIENZA

Vrv5 è inoltre dotato di tecnologia a temperatura del refrigerante variabile, unica sul mercato. Grazie al suo funzionamento è possibile ottimizzare le performance della macchina e garantire il massimo comfort dell’utente, sempre con la massima efficienza. La macchina opera per raggiungere la temperatura desiderata e grazie alla tecnologia Vrt regola automati-

camente temperatura di evaporazione e condensazione in base ai carichi e alla temperatura dell’ambiente. In pratica nessuno spreco.

SICUREZZA

Grazie all’introduzione dell’esclusiva tecnologia Shirudo di Daikin, Vrv 5 in pompa di calore è dotato inoltre di tutti i dispositivi di sicurezza richiesti dalla normativa, come il sensore di rilevamento perdite di refrigerante e l’allarme acustico e visivo.

In questo modo l’installazione risulta flessibile e senza pensieri. Infatti, grazie anche alle misure di controllo del refrigerante integrate già in fabbrica e certificate da terze parti, può vantare un’installazione flessibile e adatta ad ambienti di tutte le dimensioni. Non necessita di studi aggiuntivi ogni qualvolta vengono modificati i dettagli dell’installazione e/o la disposizione degli spazi né di attrezzature specifiche in loco, garantendo un concreto aiuto sin dalla fase installativa. Soddisfa inoltre i requisiti della norma Iec 60335-2-40 in tema di prescrizioni di sicurezza per le pompe di calore.

INCENTIVI

Vrv 5 Hp è anche un investimento economico sostenibile nel tempo e consente di usufruire degli incentivi di detrazione fiscale: 50%, 65%, superbonus e conto termico.

La pompa di calore

Daikin V r V 5 è dotata di tecnologia a temperatura refrigerante variabile

Climatizzazione radiante SOSTENIBILE, VANTAGGIOSA E FLESSIBILE

Per impianti di riscaldamento e raffrescamento, grazie al limitato ingombro in altezza e alla sua conformazione, Bspinn system è particolarmente adatto negli interventi di riqualificazione energetica

La scelta di adottare un impianto radiante a pavimento, a parete o a soffitto, appare quella con i maggiori plus tecnici e con il più alto livello di comfort percepito, sia in inverno, sia in estate. Qualunque sia la destinazione d’uso dell’edificio e la tipologia d’intervento (nuova costruzione o ristrutturazione) il sistema radiante a “bassa inerzia” offre molteplici vantaggi in termini tecnici, applicativi ed economici.

PERCHÉ UN SISTEMA RADIANTE A PAVIMENTO?

Ancor più in un intervento di ristrutturazione o riqualificazione edilizia, scegliere di riscaldare e raffrescare gli ambienti dell’edificio con la tecnologia radiante, assume notevoli vantaggi. Dato per assodato e ormai dimostrato da decenni che il sistema radiante sia una soluzione di assoluto valore per il comfort climatico, le persone che transitano o soggiornano in un ambiente

Ambiente con sistema radiante

abitativo climatizzato con un sistema radiante beneficiano di ulteriori vantaggi per la loro salute, considerato che si annullano i “moti convettivi” (classici dei sistemi con radiatori) che favoriscono la circolazione nell’aria di polveri e batteri. Il sistema radiante a pavimento funziona per “induzione” favorendo la percezione di un clima più gradevole e conforme all’equilibrio psicofisico dell’individuo.

I VANTAGGI DEI SISTEMI RADIANTI BAMPI

Un sistema radiante a pavimento permette maggiore ed assoluta libertà nella disposizione degli arredi. In un concetto di “massima sostenibilità” e risparmio energetico associato a comfort climatico, il sistema radiante a pavimento Bampi consente una regolazione puntuale e indipendente per ogni ambiente della casa. Inoltre, grazie al sistema Smartouch di controllo intelligente, la gestione e programmazione del clima in casa può essere gestita in autonomia tramite remoto (da computer, da tablet o da smartphone). Dal punto di vista impiantistico ed edilizio, il sistema radiante Bampi consente installazioni rapide, semplici e soprattutto in spessori assai ridotti se non ridottissimi. Infatti, il sistema offerto da Bampi supportato anche da certificazione Cam e marcatura Ce ( Uni En 13163), si distingue in tre tipologie a seconda della destinazione applicativa. Il pannello Bspinn System, infatti, può essere fornito con o senza spessore Eps (adesivizzato

Esploso di un’esempio applicativo. Sotto, posa in cantiere

oppure no), consentendo, là dove lo richieda la tipologia di intervento, di appoggiare il sistema sul pavimento esistente guadagnando tantissimo sullo spessore ( Bspinn è installabile in soli 19 mm con utilizzo di livelline) con qualsivoglia materiale di rivestimento: ceramica, marmo, resina, parquet.

UNA POSA RAPIDA E VELOCE IN SICUREZZA

Ricorrendo all’utilizzo dei pannelli radianti Bampi di Bspinn System, l’installatore idraulico può posare assai rapidamente la tubazione senza impiego di attrezzature e con la sicurezza che il tubo rimanga “ancorato” al pannello grazie a bugne con sporgenze autobloccanti che assicurano l’incastro della tubazione senza ausilio di clips.

IL MASSETTO NELL’EFFICACIA RADIANTE

Negli impianti radianti a pavimento il massetto costituisce una componente funzionale di fondamentale importanza: oltre a ricevere il rivestimento finale e ripartire i carichi applicati al pavimento, svolge l’importante funzione di trasmettere il calore dai tubi al pavimento. Nel caso dei massetti radianti tradizionali, oltre a cemento, acqua e sabbia, è previsto l’utilizzo di additivi specifici che permettono di ottenere un massetto più conduttivo e meno esposto a fenomeni di ritiro. Lo spessore adottato è generalmente di 30/45 mm sopra il tubo, per cui sono necessari tempi lunghi di asciugatura, mediamente 4 settimane. La corretta esecuzione di questo passaggio rappresenta una fase

molto importante per la buona realizzazione del massetto. Il massetto autolivellante, invece, è confezionato con materiale premiscelato a cui va aggiunta solo acqua pulita secondo le indicazioni specifiche del fabbricante. Le prestazioni del materiale sono certe e dichiarate dal produttore ed il valore di conducibilità è sempre elevato. L’impasto ha una consistenza molto fluida che ne permette un agevole livellamento e produce una totale adesione del massetto ai tubi scaldanti, oltre che un’elevata compattezza. Lo spessore è variabile in funzione della soluzione adottata e va da un minimo di 5 mm a un massimo di 30 mm, questo abbrevia notevolmente i tempi di lavorazione e stagionatura, riducendo inoltre l’inerzia termica dell’impianto.

LA SCHEDA

Nome: Bspinn system

Materiale: Pannello in Polipropilene copolimero additivato con cariche minerali

Applicazione: superficie adesivizzata in appoggio al pavimento esistente

Dimensione pannello: 80x120 cm

Conducibilità termica: 0,035 W/m°K

Spessore: 19 mm (altezza bugna compresa)

Resistenza al carico concentrato: 366 KN/mq2

Diametro tubazioni adattabili: 16 e 17 mm

Sistemi radianti Bampi con massetto autolivellante/secco

Aliaxis Zypho

Risparmio energetico RECUPERATORE DI CALORE PER SCARICHI IDROSANITARI

Zypho riduce fino al 20% il consumo energetico per la produzione di acqua calda e contribuisce alla classificazione energetica dell’edificio

l trattamento e al riutilizzo delle acque reflue, all’ottimizzazione dei processi industriali e agricoli Aliaxis Italia contribuisce garantendo una maggiore sostenibilità ambientale sia in ambito domestico sia in ambito produttivo. Questo importante risultato è ottenibile attraverso la cooperazione di tutti i protagonisti della catena del valore e garantirà alle prossime generazioni la possibilità di creare un futuro migliore e più sostenibile. Attraverso i brand Redi, Nicoll e Isea, Aliaxis offre soluzioni per gli edifici e le aree urbane, per la gestione delle acque e del risparmio energetico. Zypho riduce fino al 20% il consumo energetico per la produzione di acqua calda e contribuisce alla classificazione energetica dell’edificio.

Zypho permette di ottimizzare le prestazioni energetiche della doccia

SFIDE GREEN

La recente direttiva europea sulle case green, appro vata lo scorso marzo, prevede vincoli sui nuovi edifici, sia pubblici sia privati, che a partire dal 2030, e dal 2028 per quelli pubblici, dovranno essere a emissioni zero. Meno vincolanti saranno gli obiettivi sugli edi fici esistenti dove si dovrà prevedere una riduzione del consumo energetico del 16% per quelli con le peggiori prestazioni energetiche, sempre entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Gli stati membri dell’Unione europea avranno quindi l’obbligo di recepimento di tale direttiva con le dovute caratterizzazioni a livello nazionale per la tutela del patrimonio culturale e le necessarie modifiche per gli edifici storici su cui la nostra Sovraintendenza dei Beni Culturali e del patrimonio artistico pone dei vincoli che non posso no essere valicati. Gli interventi che maggiormente contribuiscono al miglioramento energetico di un edificio sono concentrati sulla riduzione delle dispersioni termiche dell’edificio e all’utilizzo di sistemi di produzione dell’energia, sia per il riscaldamento che per la produzione di acqua calda sanitaria, a elevata efficienza che siano alimentati da fonti rinnovabili (la nostra legislazione attualmente pone questo vincolo al 60% dell’energia totale necessaria). Un recente studio commissionato dall’Unione europea sulle opportunità di recupero energetico per gli edifici residenziali1, ha evidenziato come prioritario per l’Italia l’uso di sistemi legati al recupero del calore dalle acque calde degli scarichi idrosanitari.

GAMMA ZYPHO

Durante i test effettuati presso i laboratori del Kiwa, è stato possibile verificare che già dopo i primi venti secondi si ha un primo preriscaldo dell’acqua fredda che può arrivare, considerando il modello più efficiente, a raggiungere 26°C2: i valori dell’efficienza di recupero, per le diverse portate di acqua di adduzione/ scarico, sono stati verificati durante tali test e riportati nelle rispettive schede tecniche.

INSTALLAZIONE

Alla luce di tali indicazioni, Aliaxis ha introdotto nel suo nuovo catalogo Building 2024 la gamma Zypho: sistemi di recupero dal calore dagli scarichi delle docce, sia per installazioni orizzontali che verticali. In particolare, la gamma per installazioni orizzontali presenta due modelli: iZi 30 e Slim 50. Il principio di funzionamento di tali prodotti è molto semplice: all’interno di Zypho, che si collega allo scarico della doccia con il proprio sifone, è presente uno scambiatore di calore, interamente in rame a doppia parete, che durante l’uso della doccia permette di recuperare il calore dell’acqua di scarico, altrimenti dispersa, preriscaldando l’acqua fredda che viene poi portata al miscelatore: lo scambiatore presenta due attacchi per l’adduzione, in entrata e in uscita, proprio per consentire tale recupero. Tale sistema, grazie proprio allo scambiatore in rame a doppia parete, consente di effettuare tale recupero in totale sicurezza igienica senza rischio di contaminazione poiché i due fluidi, acqua di adduzione e scarico della doccia, non verranno mai a contatto.

Anche l’installazione dello Zypho all’interno dell’ambiente bagno risulta semplice: è sufficiente installare Zypho in prossimità del piatto doccia durante la posa in opera degli scarichi e dell’adduzione e quindi annegarlo direttamente in malta di cemento, verificando preliminarmente la tenuta per adduzione e scarico prima della posa del massetto di copertura degli impianti. L’efficienza del sistema Zypho è il parametro fondamentale: tale valore può essere utilizzato nel calcolo previsto dalla Uni-Ts 11300-2, Appendice E, per determinare il fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria e verificare preliminarmente l’energia recuperata, e conseguentemente il risparmio energetico, per le diverse tipologie edilizie. Zypho può quindi contribuire, fino anche al 50%, alla quota di energia rinnovabile che deve essere sempre garantita (60%) per tutti gli interventi edilizi di nuova progettazione o di ristrutturazione rilevante permettendo, in alcune casistiche, anche il guadagno di una classe energetica. Aliaxis, da sempre attenta nella ricerca di nuove soluzioni per l’edilizia sostenibile e per la protezione dell’ambiente, continuerà lo sviluppo della gamma Zypho con l’obiettivo di avere soluzioni versatili per tutte le tipologie edilizie.

2 Test effettuato con i seguenti parametri: temperatura acqua fredda a 10°C, temperatura di erogazione dalla doccia a 40°C, temperatura dell’acqua di scarico a 38°C.

I modelli della gamma Zypho coprono tutte le casistiche che possono verificarsi sia nei progetti di nuova costruzione sia di ristrutturazione. Test effettuato con i seguenti parametri: temperatura acqua fredda a 10°C, temperatura di erogazione dalla doccia a 40°C, temperatura dell’acqua di scarico a 38°C

L’aggiornamento PROFESSIONALE COLORATO E DINAMICO

Una vetrina di soluzioni innovative nel settore delle vernici e dei rivestimenti arricchita da formazione teorica e pratica per i professionisti dell’edilizia

Patrizia Spada

Straudi spa ha una storia di oltre cinquant’anni nel settore delle vernici e dei rivestimenti. Fondata dai tre fratelli Straudi in un piccolo paese della Val di Non, l’azienda ha progressivamente ampliato la sua attività, passando dalla commercializzazione di vernici per carrozzeria, a un vasto assortimento di prodotti per edilizia, falegnameria e carpenteria. Oggi conta 7 punti vendita nel nord Italia ed è un punto di

riferimento per carrozzieri, falegnami, pittori, imprese edili, carpentieri e industrie del metallo e della plastica. Straudi seleziona i migliori prodotti europei per adattarli alle esigenze dei clienti in termini di standard di qualità, sicurezza e prestazioni richiesti dal mercato. L’azienda eroga anche formazione continua attraverso l’Accademia Straudi.

STRAUDI EXPO

Il 19 ottobre 2024 si terrà a Verona, presso il padiglione 12 di Verona Fiere, Straudi Expo. L’esposizione occuperà un padiglione di 8.000 m², con 70 fornitori internazionali che presenteranno le ultime innovazioni e tecnologie.

Straudi Expo non sarà solo una vetrina di prodotti e soluzioni innovativi ma offrirà anche un ricco programma di momenti formativi, sia teorici sia pratici, dedicati a ogni settore di riferimento.

Tra gli ospiti di spicco, ci sarà la partecipazione di Marco Melandri, celebre ex pilota motociclistico, che condividerà la sua esperienza e offrirà preziosi consigli ai partecipanti. L’evento sarà caratterizzato da un’atmosfera vivace e coinvolgente, con cibo e intrattenimento no stop.

I visitatori potranno divertirsi con simulatori di guida e godere di momenti di svago grazie a un Dj set che animerà l’intera giornata.

L’iscrizione è gratuita e indispensabile per partecipare all’evento. Per maggiori informazioni e per registrarsi inquadrare il qr code.

Aziende & Mercati

La domanda abitativa in Lombardia rimane alta Regione più virtuosa nell’utilizzo del Superbonus

Il Centro Studi Ance, per il quarto anno consecutivo, ha realizzato gli “Scenari regionali dell’edilizia, 2024”. Il lavoro, accanto alle consuete previsioni riferite al contesto economico e all’andamento delle costruzioni sviluppate in collaborazione con Prometeia, contiene specifici approfondimenti tematici relativi alle dinamiche demografiche, alle imprese, al credito, al mercato immobiliare e ai lavori pubblici. Questa edizione è stata arricchita da una lettura dei dati sul patrimonio immobiliare, anche alla luce della recente direttiva “Green”, che impone la riduzione totale dei consumi per gli edifici residenziali e non abitativi esistenti entro il 2050.

LA CONGIUNTURA IN LOMBARDIA

Rispetto ai dati sulla congiuntura, la Lombardia chiude il 2023, con un aumento del Pil del +1,1% rispetto al 2022, una variazione positiva superiore al dato di media nazionale +0,9%. Nel 2024, secondo stime Prometeia, il Pil in Lombardia registrerà un ulteriore aumento del +1% su base annua (contro il +0,7% atteso per l’Italia). Il settore delle costruzioni in Lombardia rappresenta, in termini di investimenti, l’8,5% del Pil regionale e in termini di occupazione il 20% degli addetti nell’industria e il 6,2% dei lavoratori operanti nell’insieme dei settori di attività economica. Rispetto all’occupazione, la Cnce registra per la Lombardia nel 2023 un aumento del numero di ore lavorate del +5% e del numero dei lavoratori iscritti rispetto al 2021 del +7,5%. Tale incremento avviene dopo un 2022 con tassi di crescita ampiamente al di sopra del 10% per entrambi (+14,6% per le ore lavorate e +16,2% per i lavoratori iscritti rispetto al 2021). Nel 2023, l’Ance, sulla base degli scenari regionali elaborati da Prometeia, stima per la Lombardia un aumento degli investimenti in costruzioni del +5,7% in termini reali in confronto al 2022. Tuttavia, viene stimato per il 2024, un calo dei livelli produttivi

del -7,2% in termini reali su base annua.

MERCATO RESIDENZIALE

Il mercato immobiliare residenziale in Lombardia, nel 2023, ha segnato un calo del -10,4% per il I trimestre 2023, su base annua, e, dunque, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un -14,3% per il II trimestre 2023, un -9,3% rispetto al III trimestre e una variazione negativa del -1,6% per l’ultimo trimestre del 2023. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, con un numero di 150.630 compravendite effettuate nell’anno, il 2023 segnala un calo complessivo del -8,9% rispetto al 2022. Tale tendenza è riscontrabile in tutte le province lombarde. Per il 2024, le dinamiche del mercato immobiliare residenziale saranno ancora condizionate, oltre che da un incerto e mutevole quadro politico economico, anche da tassi di interesse al di sopra delle attese. Nonostante ciò, la domanda abitativa rimane alta. In Lombardia la quota di edifici oggetto di lavori finalizzati al miglioramento della prestazione energetica, al 31 marzo 2024, si attesta a 7,3%, un valore al di sopra della media nazionale (5,8%) che la colloca tra le regioni più virtuose nell’utilizzo dell’agevolazione.

LAVORI PUBBLICI

Nel corso del 2023, il comparto delle opere pubbliche in Lombardia ha vissuto una fase di crescita trainata dagli interventi del Pnrr e dalla chiusura, al 31 dicembre 2023, del ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei. Considerando i comuni, responsabili di gran parte della spesa per investimenti locali, si riscontra, nel 2023, un aumento del +32,5% rispetto all’anno precedente. Concentrando l’attenzione sulle componenti della spesa relative a investimenti infrastrutturali, i risultati evidenziano, sull’intero anno, un aumento del +25,9% rispetto all’anno precedente, pari a maggiori investimenti per opere pubbliche per circa 439,8 milioni di euro.

a cura della Direzione Affari Economici, Finanza e Centro Studi
Scenari regionali dell’edilizia

ARCHITETTURA DELL’ECLETTISMO ARCHITETTURA, CITTÀ E SALUTE: 1860-1914

a cura di Fabio Mangone e Stefano Santini

Lingua Italiano

Editore Liguori

Anno 2024

Pagine 538

ISBN 9788820770365

Prezzo di copertina 52 euro

La pubblicazione, realizzata con il supporto dell’Università di Napoli Federico II, contiene i contributi esposti al 22° Convegno di Architettura dell’Eclettismo (Jesi, 2022).

Si dimostra come la questione salute, in un’epoca di epidemie e contagi, risulti particolarmente cogente e come l’architettura sia tramite tra igiene edilizia e scienze sanitarie.

Dei curatori, Santini insegna Ingegneria ad Ancona e è lo storico coordinatore dei convegni; Mangone è docente alla Federico II.

In quattro sezioni, il volume propone diciotto saggi di autori diversi: la prima espone “Teorie, modelli e sperimentazioni igieniste” nei manuali e nelle riviste ingegneristiche di fine Ottocento; tra ideali e utopie introduce alla tutela della salute; tratta di igiene pubblica a Napoli; degli enti di ricerca torinesi e degli strumenti tecnico-scientifici a servizio della collettività. La seconda, “Applicazioni igieniste tra città e residenze”, riporta teorie e applicazioni, fra XIX e XX secolo, a Madrid; a Ascoli Piceno; a Torino (risanamento del quartiere Corona Grossa); a Napoli e Roma (sperimentazioni residenziali di Scafati e Ricciardi). La terza, “Luoghi del ricovero: gli ospedali”, parla delle morfologie ospedaliere illustrate all´Esposizione Universale di Parigi del 1878; della Ca´ Granda con i padiglioni del Policlinico di Milano; del caso singolare dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara; dell´Ospedale militare di Roma. Nella quarta, “Luoghi della cura e dell´igiene: terme, bagni di mare e bagni pubblici”, ci sono le Terme Belliazzi a Casamicciola; l´Istituto di Terapia Fisica a Roma; gli stabilimenti balneari a Viareggio (1833-1917); i Bagni pubblici e privati.

CAPPELLA PAZZI.

BRUNELLESCHI IL MITO, MICHELOZZO L’AUTORE

Marvin Tracthenberg

Lingua Italiano Editore Electa Anno 2024

Pagine 112 ISBN 9788892825161

Prezzo di copertina 20 euro

La costruzione della Cappella Pazzi, capolavoro del Rinascimento, iniziò a Firenze nel 1442 e fu completata nel 1460. Suo modello fu la Sagrestia Vecchia Brunelleschiana, sorta tra il 1422 e il 1429. L’autore ne mette in discussione l’attribuzione al Brunelleschi (1377-1446).

Il libro (privo di una planimetria che ne spieghi l’impianto) ricco di fotografie, in gran parte dell’autore stesso, si compone di una prefazione che motiva le ragioni e i dubbi trattati e di due saggi, di cui, il primo mette a confronto gli elementi della Cappella con la Sagrestia vecchia di San Lorenzo e ne evidenzia le differenze concettuali con l’operare di Brunelleschi. Di conseguenza l’autore (storico dell’architettura e critico d’arte - Tulsa, Usa, 1939), rivela la sua perfetta conoscenza dell’architettura rinascimentale italiana, in più proponendo un metodo interpretativo dello stile progettuale, attraverso l’analisi tecnologica degli elementi strutturali e decorativi adottati. Il secondo saggio identifica Michelozzo (13961472), quale autore reale dell’opera e ne motiva l’attribuzione con numerosi confronti con altre sue opere.

In sostanza la ricerca minuziosa e l’analisi stilistica, che illustra e confronta i lavori di due autori espressivi del classicismo rinascimentale (tra cui Sagrestia Vecchia, Spedale degli Innocenti, Chiesa di Santo Spirito, per il primo; Palazzo Comunale e Chiesa di Sant’Agostino a Montepulciano, Cappella del Crocefisso a San Miniato al Monte, per il secondo), spiega puntualmente come ciascun elemento della canonicità si adatta alle varie architetture, alle parti, alle forme, ai decori dell’ordine strutturale (colonne, capitelli, trabeazione, fregi, fogliame).

di Roberto Gamba

È amore alla prima installazione

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NELLE CASE. INTERNI A MILANO 1928-1978.

Enrico Morteo, Orsina Simona Pierini

Lingua Italiano, Inglese

Editore Hoepli

Anno 2023

Pagine 700 ISBN 9788836003235

Prezzo di copertina 120 euro

Il volume propone e commenta i progetti di design e architettura che hanno affrontato l’evoluzione dello spazio abitato contemporaneo nella città di Milano.

Gli autori (Morteo è critico e storico del design; Pierini insegna composizione al Politecnico di Milano) nella ricerca iniziata nel 2018, hanno indagato pubblicazioni e esposizioni curate dalla Triennale e hanno preso in considerazione più di trecento interni realizzati, facendo emergere l’evoluzione culturale della società milanese.

Hanno suddiviso i duecentoventi progetti selezionati con riferimento ai decenni del novecento (l’idea di modernità degli anni trenta; l’autarchia degli anni quaranta; i nuovi mondi del dopoguerra; gli esperimenti formali e artistici degli anni cinquanta; le nuove teorie spaziali e sperimentali degli anni sessanta; la trasformazione degli spazi, il trionfo degli oggetti e della grafica negli anni settanta), raggruppandoli intorno a cinquantacinque temi e ipotesi interpretative, in una griglia scandita da dodici aperture teoriche: prologo, epilogo e dieci argomenti che contestualizzano lo scorrere degli anni.

Hanno ripercorso, anche attraverso le biografie di numerosi autori affermati (Piero Portaluppi, Nanda Vigo, Luigi Caccia Dominioni, Salvati e Tresoldi, Gio Ponti, Joe Colombo), le diverse progettualità che si sono succedute dal razionalismo al post moderno. Hanno catalogato più di milleseicento immagini, reperite negli Archivi Giorgio Casali e della rivista Domus; circa centotrenta planimetrie, riprodotte in scala 1:200; poi riprese fotografiche attuali, compiute con Mimmo Capurso, con Valentina Angeloni e Maurizio Montagna, riguardo a dodici case.

PIER LUIGI NERVI. DUE FONDI

STORICI UN ARCHIVIO DIGITALE

a cura di Francesca Zanella, Carla Zhara Buda

Lingua Italiano

Editore Electa

Anno 2024

Pagine 176

ISBN 9788892825161

Prezzo di copertina 25 euro

Il libro riunisce gli esiti di un progetto di valorizzazione condotto da Csac, Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e dal Centro Archivi Architettura della Fondazione Maxxi di Roma.

Introduce al nuovo archivio digitale, ArchiNervi, che restituisce la storia progettuale di un protagonista dell’architettura e dell’ingegneria italiana; conserva due consistenti fondi documentari su Nervi, differenti nella tipologia, ma complementari tra loro, offrendo una catalogazione analitica, sviluppata attraverso la creazione di siti e digital library e un approfondimento sulle possibili applicazioni di intelligenza artificiale – AI. Il lavoro è stato finanziato dal Fondo Cultura 2021 del Ministero della Cultura Mic.

Delle curatrici, Zanella, già direttrice del Csac, insegna Storia dell’architettura all’Università di Modena e Reggio; Buda è responsabile del Centro Archivi del Maxxi.

Il libro si compone di 16 saggi di autori diversi, che descrivono gli archivi, la storia della loro donazione, costituzione, digitalizzazione, degli aspetti conservativi dei documenti e del restauro degli album fotografici. Inoltre illustrano i programmi del Centro Archivi Maxxi e di quello su cui è stato fondato, da Arturo Carlo Quintavalle, il Csac, per documentare l’architettura innanzitutto attraverso il disegno.

Infine c’è l’elenco e la riproduzione di disegni originali di 90 progetti, selezionati tra quelli realizzati dalla Società per costruzioni ing. Nervi e Nebbiosi (1923-1932), dalla società ingg. Nervi e Bartoli, dallo studio Nervi, attivo dai primi anni cinquanta, fino alla sua chiusura nel 1981.

Lastra metallica modulare da copertura

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FibroGraf è la nuova lastra modulare da copertura in acciaio preverniciato di Fibrotubi che riprende i vantaggi dei tetti aggraffati. Il sistema, grazie al fissaggio nascosto e al profilo a bordo ripiegato in testata, crea una giunzione impermeabile e una tenuta perfetta della copertura.

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Tra Innovazione e Sostenibilità

Kaldo, il termopannello Spyrogrip, il cappotto termico

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Il Sistema Costruttivo Pontarolo permette di realizzare edifici di qualsiasi dimensione in Classe A4, NZEB e PASSIVI, antisismici e ad alto isolamento termico in tempi rapidi e con costi contenuti, rispettando elevati standard qualitativi per raggiungere alti livelli di comfort abitativo.

Le tecnologie innovative assicurano massima flessibilità progettuale consentendo la realizzazione di strutture con le più svariate caratteristiche architettoniche.

AMICO
Collegio di Milano
Ville ad Arzachena Condominio a Giussano

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