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Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano
N° 9 - SETTEMBRE 2018
ISSN 2532 - 5345
YouBuild
TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
Cersaie
Le sorprese della ceramica Milano
Andremo in barca verso il Duomo
NEW YORK Luciano Mazzer con i figli Chiara e Alessandro
L’ultimo tocco di Zaha Hadid
Iwis Dalla Tegola Canadese a gruppo internazionale
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TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
ANNO 3 - NUMERO 9 - SETTEMBRE 2018 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 - info@vgambinoeditore.it ISSN 2532 - 5345 Direttore responsabile / Publisher VIRGINIA GAMBINO virginia@vgambinoeditore.it Direttore Editoriale / Editorial Director LUCA MARIA FRANCESCO FABRIS Coordinatore editoriale / Editorial coordinator GIACOMO CASARIN Comitato scientifico / Scientific Committee EZIO ARLATI (Politecnico di Milano), GIAN LUCA BRUNETTI (Politecnico di Milano), ANNA FRANGIPANE (Università di Udine), FAN FU (Beijing University of Civil Engineering and Architecture), WENJUN MA (Shanghai Jiao Tong University), GARRY MILEY (Waterford Institute of Technology), LJUBOMIR MIŠČEVIĆ (University of Zagreb), EMANUELE NABONI (Royal Danish Academy of Fine Arts KADK), MATTEO UMBERTO POLI (Politecnico di Milano), PAOLO SETTI (Politecnico di Milano) VASO TROVA (University of Thessaly), ILARIA VALENTE (Politecnico di Milano), SERGIO ZABOT (Politecnico di Milano) Collaboratori / Contributors VALENTINA ANGHINONI, GIOVANNI ARGENTO, RICCARDO MARIA BALZAROTTI, MARIA VITTORIA CAPITANUCCI, PAOLO CARLI, ELENA COMMESSATTI, CASSANDRA COZZA, FEDERICO DELLA PUPPA, DARIO IMPARATO (FOTOGRAFO), MONICA MANFREDI, FRANCO SARO, GERARDO SEMPREBON, GABRIELE TAVASCI Impaginazione e grafica / Layout and graphics RAFFAELLA SESIA
Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 21,00 - Copia singola € 7,50. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/ category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento
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N°9 - SETTEMBRE 2018
SOMMARIO
EDITORIALE
Aspettative e prospettive 9
ATTUALITÀ MIAMI Quel calcestruzzo è pura poesia 10 CONVEGNO YOUBUILD Il futuro di oggi è passato a Verona 20 CERSAIE Non è solo ceramica 26 CERSAIE Anteprima prodotti in rassegna 32
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SOMMARIO
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INTORNO
NEW YORK L’ultimo tocco di Zaha Hadid 50
MILANO In battello verso il Duomo 98
PREMI DI ARCHITETTURA Italia alle olimpiadi di sostenibilità 58 SISTEMI IN LEGNO Worshop a incastro 62
SPECIALE SUPERFICI
ITALIA UNDER 40 GREEN Il calcestruzzo unisce il verde 106 WORLD WIDE BUILD
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ZAPPING
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MILANO Facciate risparmiose 70
EVENTI & NOTIZIE
BASILEA Il bello della tecnologia 76
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FACCIATE AUTOPULENTI Il grattacielo anti-smog 80
COME SI FA BRIANZA PLASTICA Isolanti in goal per il Picchio 88 FACCIATE VENTILATE Quattro case per quattro fratelli 91
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EDITORIALE
TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI
Aspettative e prospettive
di Luca MF Fabris
Non c’è niente da fare. Quello che caratterizza l’umanità è sempre la ricerca di qualcosa. Che sia una cosa nota o che sia l’ignoto, siamo sempre alla ricerca di quella cosa che ci permetta di fuggire dal normale, dal banale, dal conosciuto e certo. Anche quando il normale e il banale possono essere considerati un lusso e il conosciuto e il certo una sicurezza. Che però, quasi sempre, non vogliamo condividere. Perché le mie aspettative non sono le tue. E le nostre non sono le loro, e nemmeno le vostre. Il gioco potrebbe continuare all’infinito. Siamo in un momento storico in cui non si vedono prospettive e non si ipotizzano scenari a lungo termine. Ma ci si intestardisce a volere tutto e subito senza lasciarsi il tempo di metabolizzare quello che ci accade intorno. Non siamo più capaci di comprendere da dove arriva l’energia che ci sostenta né siamo capaci di crearne di nuova. Metabolizzare significa trasformare, ottimizzare le risorse per poterle integrare e renderle parte di noi. Vuol dire assorbire e al tempo stesso capire. E per capire dobbiamo darci tempo. A Verona, durante il Secondo Convegno YouBuild, abbiamo parlato anche di questo grazie agli spunti portati dai vari oratori. In un mondo che invecchia sempre più, dobbiamo avere il coraggio di scelte coraggiose, di bilanciare i tempi, di proporre nuove prospettive che ci permettano di compiere il passaggio da una società post-industriale a quella digitale, di cui intravediamo solo alcune avvisaglie e possiamo solo immaginare le prove. Pensare, riflettere ed agire. Trasformare le azioni in movimenti che trascendano l’oggi e abbraccino con sicurezza il futuro. Questo ragionamento, che potrebbe sembrare astratto, è già una realtà in atto che sta trasformando anche il mondo delle costruzioni. A tutti i livelli. Cambiano i materiali, le tecnologie, le tempistiche e anche le caratteristiche stesse degli edifici, che passeranno da essere mere proprietà a diventare servizi, probabilmente a tempo definito. Un mondo in trasformazione che YouBuild vuole raccontare e sperimentare. In questo numero vi presentiamo l’ultima opera postuma di Zaha Hadid a New York, cominciando un discorso sulle facciate tecnologiche proprie dell’architettura contemporanea che ci porterà anche a Milano e a Basilea e poi di nuovo a New York. Vi faremo scoprire come la ricerca di base a livello universitario può diventare risposta concreta ai bisogni di sostenibilità ambientale e abitativa anticipandovi i contenuti del Solar Decathlon europeo. Vi mostriamo la poesia della riscoperta della capitale lombarda come città d’acqua. Tante valide prospettive per guardare con sicura fiducia al futuro.
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ATTUALITÀ
MIAMI
Quel calcestruzzo È PURA POESIA
La filiale americana di Glf (Grandi Lavori Fincosit) nella città della Florida è stata affidata allo studio Oppenheim Architecture. Risultato: ampie piastre abitate che consentono flessibilità d’uso e apertura verso il contesto mediante logge e terrazze, come fosse una pila di container marittimi 10
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di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University - Politecnico di Milano
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ituato sulle rive del Miami River, all’incrocio tra i quartieri di Overtown e Little Havana, questo complesso per uffici nella città della Florida è stato commissionato dalla filiale americana di Glf (Grandi Lavori Fincosit). Lo studio Oppenheim Architecture rivela di aver progettato l’edificio perseguendo un’idea di semplicità, studiando ampie piastre abitate che consentono flessibilità d’uso e apertura verso il contesto mediante logge e terrazze. Un contesto eterogeneo e frammentato quello che circonda il nuovo edificio, pervaso da una sensazione di temporaneità degli assetti, riconducibile alla funzione prevalentemente logistica dell’area, che da un lato ne permea il carattere figurativo, dall’altro ne rende indecifrabile il tessuto (non) urbano circostante, fatto di depositi, aree di stoccaggio, parcheggi, complessi residenziali. Di fronte alle infinite possibilità formali offerte dal progetto, gli architetti scelgono di aggrapparsi agli elementi infrastrutturali del contesto: il sistema delle acque e la rete
Vista dal fiume
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MIAMI XXX
L’edificio sulle sponde del Miami River, visto dalla strada
stradale, ritenuti fondanti rispetto alla labilità che caratterizza l’area. Sotto questa luce è possibile comprendere la giacitura dell’edificio, che si trova parallelo sia al canale, in corrispondenza dell’innesto con il fiume, sia alla strada di accesso. Oltre questi due elementi, si trovano rispettivamente un giardino pubblico e un complesso residenziale. L’edificio si attesta sulle sponde del Miami River, senza tuttavia riuscire a instaurare un rapporto diretto a causa della presenza di un sito di stoccaggio. Questa condizione rappresenta la premessa necessaria per comprendere la scelta di perimetrare il lotto con un muro di cinta, e ragionare piuttosto sul tema del doppio affaccio (strada-fiume). Il piano terra, infatti, diventa un recinto, adibito a parcheggio, aperto solo sul lato del canale, unico elemento in grado di restituire una qualità al suolo, mentre la facciata principale sul fiume, perso definitivamente il contatto con la terra, propone una serie di semilogge e terrazze intelaiate nella gabbia strutturale. LO SLITTAMENTO DELLE MASSE Gli architetti spiegano che l’articolazione volumetrica viene suggerita dall’idea di imitare una pila di container marittimi, una situazione comune e visibile dal sito di progetto, arrangiata in modo da ricavare spazi protetti che ospitano vari usi. Ciò avviene attraverso lo slittamento orizzontale dei piani, uno sull’altro, che determina una forma di permeabilità e trasparenza sui fronti longitudinali,
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Vista dal fiume
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MIAMI
Sezione longitudinale e trasversale
data da loggiati e da aggetti. Lo scivolamento delle masse lavora in simbiosi con il tema del telaio, che non si esaurisce nella definizione della struttura portante, ma viene ripreso anche nella definizione dei loggiati. L’utilizzo del calcestruzzo a vista sia come elemento strutturale sia come finitura potrebbe far pensare a un edificio dal carattere duro e muscoloso, enfatizzato proprio dal movimento orizzontale delle masse. Al contrario, siamo di fronte ad architettura leggera, dal carattere quasi grazioso, che possiamo riconoscere nei seguenti punti. Primo, la presenza di un’area destinata a parcheggio nel primo livello fuori terra determina, insieme ai loggiati e agli aggetti, un carattere di porosità verticale, che alleggerisce notevolmente il volume complessivo. Secondo, il calcestruzzo, come elemento verticale e orizzontale che determina i loggiati, è quasi sempre percepito nella sua profondità, nel suo entrare o uscire verso l’interno o esterno dell’edificio, a vantaggio delle vetrate che, in definitiva, determinano la quasi to-
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Dettaglio sui volumi impilati
Vista della scala esterna
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MIAMI
La sala conferenze principale
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talità dei prospetti. Terzo, lo spessore di questi setti in calcestruzzo è tale da negare qualsiasi allusione alla robustezza o pesantezza che normalmente tale materiale suggerisce, favorendo al contrario una forma di continuità tra dentro e fuori. Quarto, le schermature e i parapetti sono trattati come elementi orizzontali in sovrapposizione, che, nonostante a tratti scompaiano nel gioco tra pieni e i vuoti, non rinunciano a conferire un senso di leggerezza
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LA SCHEDA Programma: uffici Committente: GLF Progetto: Oppenheim Architecture Site Area: 20.000 m2 Info: www.oppenoffice.com Fotografie di: Karen Fuchs (Courtesy Oppehheim Architecture)
La zona open space degli uffici. Sopra, pianta del secondo piano
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ATTUALITÀ
MIAMI
L’accesso all’ultimo piano dell’edificio. A destra, corridoio e sala conferenza all’ultimo piano
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e sospensione alla composizione, senza mai cadere nella decorazione. UN EDIFICIO NUDO All’interno, il programma è molto semplice e include spazi per uffici sia open space sia separati, studi, sale conferenze, salotti, aree comuni e parcheggi. I primi due livelli ospitano posti auto, la reception con lobby e sala conferenze, e i locali tecnici. Il terzo livello contiene uffici, una sala conferenze, una cucina con lounge e una generosa balconata con vista sul Miami River. All’ultimo livello si trovano gli uffici più larghi, intervallati da sala d’attesa e sale conferenze, di cui una molto grande, servita anch’essa da un’ampia loggia sempre sul lato fiume. Gli interni sono definiti dalla matericità addomestica del calcestruzzo a vista che risvolta dall’esterno e contribuisce a determinare un ambiente di lavoro neutro, accompagnato nei primi tre livelli da pavimenti in resina su toni di grigio più caldi. L’ultimo piano invece, dove trovano posto l’ufficio dell’amministratore delegato e la sala conferenze principale, è finito con pavimenti in marmo che donano un carattere di maggior pregio
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alle sale. Le piante rivelano l’abilità dei progettisti di concentrare e dilatare su una superficie limitata le funzioni richieste dal programma secondo una logica razionale. Una logica che diventa poetica nel momento in cui interferisce con l’ambiente esterno, ovvero nella definizione dei loggiati, tutti caratterizzati da misure diverse a seconda dell’utilizzo che suggeriscono, donando all’edificio un carattere estroverso. Il leit-motiv della sede Glf a Miami è chiaramente l’utilizzo del calcestruzzo a vista come scelta fondante rispetto all’articolazione del volume e del programma. Nel calcestruzzo è riconosciuto un valore intrinseco che si precisa nella capacità di esprimere sia gli elementi strutturali, mai nascosti, anzi esaltati, che la lirica degli spazi di relazione tra interno ed esterno. Traspare un carattere di nudità, dato dalla scelta degli spessori e dalla volontà di lasciare la natura intima dell’edifcio in vista, facendo di essa un carattere figurativo. Oppenheim Architecture gioca con l’espressività del calcestruzzo, in bilico tra la necessità prosaica di pensare un programma in modo ultra-razionale e la licenza di deviare da esso verso un’architettura dall’espressione poetica.
Nasce Ruregold: innovazione e sicurezza nel suo codice genetico.
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Gerardo Semprebon, architetto, è dottorando PRINT Pantone: 417C di ricerca al PoliPantone: 7536C tecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani e alla Shanghai Jiaotong University, Depar tment of Civil Engineering. La sua ricerca si concentra sulla riattivazione di piccoli insediamenti in Cina. Dopo il diploma di maturità scientifica frequenta il Politecnico di Milano e nel 2013 si laurea in Architettura. Da allora svolge attività progettuale a livello concorsuale, professionale e di ricerca.
Dal prestigio del marchio Ruredil è nata la nuova società Ruregold. Nel proprio DNA possiede una profonda conoscenza del mercato della ricostruzione edile e un rilevante know-how delle soluzioni per il rinforzo strutturale. La nuova realtà Ruregold concentra le proprie energie nell’evoluzione di nuovi sistemi per il rinforzo delle strutture in calcestruzzo e muratura con materiali compositi d’eccellenza, in particolare la gamma FRCM che per prima al mondo ha ottenuto la certificazione di validazione a INNOVATION & SAFETY FOR BUILDING livello internazionale. Questo significa offrire un accurato supporto ai progettisti che intendono affidarsi alle innovative tecnologie di Ruregold, le quali hanno già dimostrato, con referenze provate, la loro validità antisismica e l’incremento della sicurezza nei rinforzi delle strutture.
Ruregold ha acquisito anche il brand Rurmec che, con la propria linea di elettroutensili e sistemi per il fissaggio, è storicamente riconosciuto sul mercato grazie ai suoi prodotti da sempre apprezzati dagli operatori nel settore dell’edilizia.
Ruregold S.r.l. Via Buozzi 1, 20097 San Donato Mil.se (MI) Tel. +39 02 83590006 info@ruregold.it - www.ruregold.it
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ATTUALITÀ
CONVEGNO YOUBUILD
di Luca Maria Frncesco Fabris, Politecnico di Milano
Il futuro di oggi È PASSATO PER VERONA
L’appuntamento, organizzato dalla nostra rivista nell’ambito della Fiera del Condominio, si è concentrato sulle mutazioni genetiche della società: dal calo demografico alla tecnologia sempre più pervasiva. E sulla necessità di riqualificare il patrimonio edilizio 20
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l Secondo Convegno YouBuild si è interrogato sul nostro futuro. Non su quello delle «generazioni future», in un futuro lontano lontano, ma proprio sul nostro futuro che verrà fra poco e che ci troverà invecchiati all’interno di città, case e luoghi di lavoro che, spesso, non sono fatti a misura d’uomo e ancor meno di anziano. Quali sono le politiche sociali, quali le soluzioni progettuali e quali le alternative normative che ci permetteranno di vivere più a lungo, meglio e con
dignità? Quale dimensione spaziale avrà la nostra felicità, come potremo coltivarla senza che diventi una colpa nei confronti degli altri in questo mondo estremamente globale e così vulnerabile? Per cercare di dare delle risposte e di proporre delle strategie, abbiamo invitato il 17 settembre a Verona una serie di esperti che ci hanno parlato dei nuovi scenari possibili per una società che invecchia sempre più e che deve trovare un nuovo equilibrio tra generazioni fatto di cambiamento, riqualificazione e innovazione.
Immagini del Convegno YouBuild che si è tenuto a Verona nell’ambito della Fiera del Condominio
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CONVEGNO YOUBUILD
Sopra, Luca Maria Francesco Fabris. A destra, Roberto Masiero, dell’università Iuav. Sotto, Federico Della Puppa
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TUTTI COINVOLTI Siamo tutti coinvolti in un momento di cambiamento che vede compiersi il passaggio da un passato industriale pesante a un futuro sempre più digitale e liquido. Non che venga a mancare il settore manifatturiero, ma la produzione delle “cose” sarà sempre più contraddistinta da un’offerta sempre più legata alla richiesta effettiva. E questa non sarà più formulata sulla base delle necessità del consumatore,
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ma dalle richieste fatte dalle «cose» stesse, attraverso quella rete digitale parallela che si chiama IoT, la Internet of Things, che oramai ci avvolge e cadenza la nostra vita quotidiana. Di fronte a questa rivoluzione silenziosa, ma imponente e irrefrenabile, dobbiamo puntare alla sostenibilità totale, anche perché abbiamo tutte le informazioni necessarie per entrare in questo nuovo mondo con passo fermo, ma leggero.
Questo significa attivare nuovi modelli di produzione, che tengano conto delle fragilità, delle differenze e delle opportunità legate ad un mondo occidentale, qual è il nostro, che diventa sempre più longevo. Una sfida che travolge in pieno il mondo dell’edilizia, che deve dimostrarsi reattivo e veloce nel proporre soluzioni d’avanguardia di fronte a parametri che stanno variando di molto le caratteristiche del vivere contemporaneo.
A TUTTO VOLUME Con un bilancio demografico praticamente piatto, quando non in decrescita, appare ovvio che di metri cubi nelle nostre città e anche nei nostri piccoli centri ce ne sono troppi. È una trasformazione dell’abitare su scala europea che, dati alla mano, ci vedrà più soli in appartamenti troppo spesso troppo vasti e difficili da mantenere. La soluzione si chiama riqualificazione dell’esistente. Rimodellare l’abitazione in Sopra, Roberto Di Lellis. Sotto, Giampiero Lupatelli, Audis
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CONVEGNO YOUBUILD
Sopra, a sinistra, Vittorio Bertani. A fianco, Alessandro Pisanu. In basso, a sinistra, Giuseppe Panebianco. Adestra, Francesca Piantavigna. Nella pagina a fianco, Emanuela Casti
base alle nuove necessità degli inquilini, adattando le mura, le metrature quasi fossero parti di un abito. Un’altra soluzione è il coabitare. Riscoprire che l’unione fa la forza e che, tutto sommato, l’uomo è ancora un animale sociale e non perché usa i social network, ma perché può vivere insieme ai suoi simili, inventando nuovi rapporti che sconfinano da tutto quello che è stato finora il concetto di famiglia o di gruppo. In fin dei conti è un ritorno al passato an-
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tico. La riscoperta della mutualità e della tolleranza che la società contemporanea ha purtroppo quasi cancellato in preda ad un vaniloquio individualista e discriminatorio. Gli esperimenti ci sono, e funzionano. I vantaggi sono tanti e sono superiori di molto alle (poche) limitazioni che si devono affrontare.
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Con tutti i vantaggi che comporta un’era digitale informata come quella in cui viviamo. E poi dobbiamo anche impegnarci per rendere le nostre città, le nostre vie, i nostri edifici veramente accessibili. Per essere goduti appieno e senza restrizioni: ora non è più solo una questione di civiltà, diventa banale necessità sapendo che la nostra società invecchia, e velocemente. Il secondo Congresso YouBuild ha descritto una svolta epocale, e discusso un processo storico ineluttabile in cui il mondo dell’edilizia con le sue tecnologie potrà fornire le chiavi adatte per affrontare, tutti insieme, un futuro comune e felice. (lmff ) Gli abstract e le slide degli interventi del Secondo Convegno YouBuild saranno pubblicate nel prossimo numero della rivista
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ATTUALITÀ
ANTEPRIMA
di Giacomo Casarin
Cersaie non è SOLO CERAMICA
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Con i nuovi padiglioni 29 e 30 largo alla progettazione con una raffica di archistar: dal premio Pritzker Richard Rogers a Camilo Rebelo, da Carla Juaçaba a Mario Botta. E, naturalmente, le novità dell’arredobagno
«L
a manifestazione è diventata nel corso degli anni un momento e un luogo culturale, oltre che una realtà prettamente economica», ama ripetere Emilio Mussini, presidente commissione Attività Promozionali e Fiere di Confindustria Ceramica, per spiegare il successo di Cersaie, la manifestazione leader a livello internazionale del settore della ceramica, delle superfici per l’architettura e dell’arredobagno. L’edizione numero 36 è stata programmata alla Fiera di Bologna dal 24 al 28 settembre. E se nel 2017 l’esposizione ha avuto 112mila presenze, quest’anno tre nuovi padiglioni sostituiranno i vecchi 29 e 30, nell’ottica del progetto di ampliamento del quartiere fieristico, con una previsione del numero di visitatori in costante aumento. Il luogo culturale di cui parla Mussini si è generato attorno alla volontà di organizzare con costanza confronti con il mondo dell’architettura e del design. Ne è la prova la serie di conferenze di Costruire abitare pensare, che ospita autorevoli architetti di fama internazionale e attrae costantemente professionisti e progettisti. Quest’anno comprende il Premio Pritzker Richard Rogers, con la sua lectio magistralis (martedì 25 settembre, Palazzo dei Congressi).
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ANTEPRIMA CERSAIE
Richard Rogers
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LORD RICHARD ROGERS L’architetto e designer britannico pluripremiato Richard Rogers, Premio Pritzker 2007, è stato nominato nel 1991 Cavaliere da Sua Maestà Britannica Elisabetta II e nel 1996 gli è stato conferito il titolo di Barone Rogers di Riverside. È un vero e proprio lord dell’architettura inglese. Ma non tutti sanno che è nato a Firenze nel 1933, per poi trasferirsi con la famiglia in Inghilterra a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il padre, Nino Rogers, era cugino di quell’Ernesto Nathan Rogers che fondò insieme ai compagni dell’Università lo studio italiano Bbpr (insieme con Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso e Enrico Peressutti), autori tra l’altro della Torre Velasca di Milano. Richard, dopo gli studi a Londra e l’esperienza dello studio Team 4 insieme a Norman Foster, ha incontrato nel 1969 un giovane italiano con il quale, nel 1971, ha vinto il concorso internazionale per il centro Georges Pompidou di Parigi, il famosissimo Beaubourg. Il nome dell’italiano era Renzo Piano e
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il Centro Pompidou rimane oggi una delle opere più iconiche tra le architetture museali contemporanee. La stessa filosofia di progetto del Beaubourg è visibile in un’altra delle opere più importanti di Richard Rogers, il Lloyd’s of London Insurance del 1986. Come il precedente progetto parigino, l’edificio è infatti caratterizzato da una estrusione delle parti che classicamente si trovano all’interno di una costruzione: impianti e scale sono presentati in bella vista, così da diventare principio costituente della facciata, che sparisce dietro agli elementi funzionali dell’edificio. Nel paragonarlo a un organismo, si può dire che gli organi e lo scheletro sono sovrapposti alla pelle. Il 1977 è l’anno di fondazione dello studio di progettazione Richard Rogers Partnership, poi rinominato nel 2007 Rogers Stirk Harbour + Partners (Rshp) per sottolineare l’importante contributo dato allo studio da Graham Stirk e Ivan Harbour. Tra le opere più note il Palazzo della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, il Daimler complex di Potsdamer Platz a Berlino, il Palazzo di Giustizia di Anversa, il Senedd di Cardiff, il Millenium Dome di Londra, il Terminal 4 dell’Aeroporto di Madrid-Barajas e il Terminal 5 dello scalo londinese di Heathrow. COSTRUIRE, ABITARE, PENSARE Il giorno seguente alla lectio magistralis di Rogers, è l’architetto portoghese Camilo Rebelo il primo ospite del programma culturale Costruire Abitare Pensare di Cersaie 2018, ciclo di incontri giunto alla sua decima edizione, che arricchisce la manifestazione bolognese di protagonisti di rilievo internazionale. La conferenza è stata programmata per mercoledi 26 settembre alla Galleria dell’Architettura. Dopo aver collaborato con Eduardo Souto de Moura ed Herzog & De Meuron, Camilo Rebelo ha aperto il suo studio nel 2000. Il suo progetto probabilmente più famoso è quello per Casa Ktima nell’isola greca di Antiparos, grazie al quale è stato nominato per il premio Mies van der Rohe 2015 ed è stato recentemente premiato con il Baku Uia International Award (2017). La villa, vista dall’alto, risulta una sospesa linea bianca. La topografia infatti aiuta a nascondere la casa dal fronte terrestre, mentre è solo dal fronte del mare che si rivela la facciata, apparentemente frammentata, ma che nasconde una composizione continua. Tra i molti ambienti, la casa ipogea garantisce una temperatura interna costante, anche grazie alla presenza sul lato chiuso di alcuni patii importanti per l’illuminazione e la ventilazione. L’architetto è stato premiato anche per il Museo di Arte e Archeologia di Vale do Côa e ha ricevuto una menzione d’onore nel concorso internazio-
nale per il Museum of Modern Art di Varsavia. Dopo Rebelo, al Cersaie cinque anni dopo la prima volta, ecco la progettista brasiliana Carla Juaçaba (mercoledì 26 settembre, Galleria dell’Architettura). L’architetto è fresca del progetto di una delle Vatican Chapels costruite per la prima partecipazione della Santa Sede alla Biennale di Architettura di Venezia: un padiglione diffuso curato da Francesco Dal Co sull’Isola di San Giorgio Maggiore, che vede protagonisti nomi come Norman Foster ed Eduardo Souto de Moura. E sempre a Venezia, il suo lavoro può essere ammirato anche nell’ambito della Mostra curata da Grafton Architects, grazie all’installazione Ballast (zavorra, in inglese), ovvero dei totem in cemento che costituiscono dei luoghi di relax, richiamando al contempo l’idea del peso e della massa del materiale. Carla Juaçaba ha iniziato la sua attività in modo indipendente nel 2000 e si è aggiudicata la prima edizione del premio internazionale ArcVision Women and Architecture nel 2013. Con un interesse specifico per la poetica della tettonica e il suo potenziale espressivo, ha sviluppato un’attenzione particolare per il luogo dal punto di vista della continuità culturale e della percezione fenomenologica. Ha collaborato con l’architetto Gisela Magalhaesper per un progetto sulle arti indigene e i musei storici brasiliani, con l’architetto Mario Fraga al progetto Casa Atelier, con la regista Bia Lessa per il celebre Pavilion Humanidade 2012 in occasione di Rio+20. Infine, sempre presso la Galleria dell’Architettura del Cersaie spiccano la presenza degli architetti Mario Botta e Guido Canali, figure molto diverse, quasi contrapposte: il primo che gioca con volumi geometrici rivestiti in mattoni o pietra e ne altera la massa scavando e tagliando le superfici, il secondo che predilige la leggerezza del materiale e i profili sottili aperti alla natura. Moderati dallo storico dell’architettura Fulvio Irace, si confronteranno sul tema del progetto giovedì 27 settembre alle 16.
Carla Juacaba
Guido Canali © Andrea Martiradonna Mario Botta © Nicola Gnesi, courtesy Fondazione Henraux Sotto, Camilo Rebelo © Nuno Pinto
TRA FOTOGRAFIA, GIORNALISMO E DESIGN Non solo Architettura. Al Cersaie 2018 torna la Lezione alla Rovescia, che nelle scorse edizioni aveva visto protagonisti una serie di designer. Quest’anno ci sarà per la prima volta una donna: la fotografa Silvia Camporesi, che terrà la sua lezione venerdì 28 settembre, dalle ore 10, all’Europauditorium all’interno del Palazzo dei Congressi. Già distintasi anche a livello internazionale per la sua opera, l ’artista sarà intervistata da un gruppo di giovani, scelti fra i numerosi studenti di istituti superiori provenienti da tutta l’Emilia Romagna, e anche da fuori regione.
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ANTEPRIMA CERSAIE
Silvia Camporesi. Sotto, plastico di progetto dello studio Di Gregorio Associati
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Laureata in filosofia, Silvia Camporesi, attraverso i linguaggi della fotografia e del video, costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni ha dedicato la sua ricerca al paesaggio italiano. Cultura dell’abitare anche al Cafè della Stampa, iniziativa di Cersaie realizzata assieme ad alcune case editrici italiane. In questo caso si tratta di conversazioni a carattere informale tra i direttori delle testate ed esponenti di primo piano dell’architettura e
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del design. Conversazioni centrate in modo trasversale e originale attorno al tema della ceramica, delle superfici e dell’arredobagno, con sede nel centro dell’agorà dei media, posto nel centro servizi. In questa rassegna, un appuntamento interessante è quello ospitato il 28 settembre sul tema delle chiese dismesse. Il problema dell’uso degli ex edifici di culto è attuale: in Italia sono circa 100mila le chiese con tanti proprietari diversi e circa 3 mila quelle danneggiate dagli ultimi terremoti. Come ridare valore, quindi, al patrimonio ecclesiastico esistente? C’è un grande impegno, anche da parte dello Stato, a recuperarlo, perché rappresenta un centro, un punto di ritrovo, la possibilità di ricostruire una comunità e di non perdere un’identità. Inoltre, le moderne produzioni consentono soluzioni in cui gli interventi di recupero possono trovare nella ceramica un valido supporto. Ma non finisce qui. Anche fuori dalla Fiera è continuata la collaborazione tra Cersaie e la Design Week di Bologna, che coinvolge la città stimolando un momento sociale per visitatori e residenti. Da martedì 26 a sabato 30 settembre, infatti, mostre, workshop, concorsi, eventi, visite guidate, design talks, design food, animano nelle ore serali il centro storico per cinque giornate dedicate alle culture del progetto e alle industrie culturali e creative. NUOVI PADIGLIONI La grande novità di questa edizione è, infine, la progettazione dei padiglioni 29 e 30, a cura del team guidato dall’architetto Gianni Di Gregorio: a distanza di mezzo secolo dall’ultimo importante intervento, sono la prima tappa della riqualificazione dell’intero quartiere fieristico bolognese, di cui è previsto il completamento per il 2024. Il progetto è caratterizzato da un nuovo asse nordsud che raccorda gli spazi, sia esistenti sia nuovi: una spina dorsale non solo per le volumetrie già presenti ma anche per i padiglioni che saranno costruiti. Il mall, come viene chiamata questa arteria di collegamento, costituisce una via di percorrenza piacevole, con luoghi di sosta e giardini d’inverno, che non varia il perimetro della fiera, con eccezione del fronte nord dove la direttrice esce dal volume originario e crea un hub funzionale di accoglienza. La nuova struttura portante diventa matrice che caratterizza sia il mall sia i padiglioni. Le travature a vista inglobano anche gli impianti e il corridoio di manutenzione, per una servizio facilitato da parte del gestore, alla volta dell ’eff icienza e del risparmio energetico. La visione generale dello spazio fieristico punta sull’illuminazione naturale e sul sistema del verde,
IsolTile, l’alleato ideale per ristrutturare Prospetto di un nuovo padiglione. Sotto, l’interno di un nuovo padiglione
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che devono essere connessi da una fruibilità cittadina. «La percorribilità deve essere fluida per sollecitare all’interno fenomeni urbani», ha spiegato l’architetto Di Gregorio: il concetto è quello di portare dentro la fiera il sistema pedonale e di vivibilità della città di Bologna, tra portici e spazi aperti. I lavori per i nuovi padiglioni, assegnati al settore arredobagno, terminano a settembre, giusto in tempo per il Cersaie.
Giacomo Casarin è coordinatore editoriale d i Yo u B u i l d . Dopo aver collaborato con la rivista online Engramma, ha conseguito la laurea in architettura allo Iuav di Venezia con una tesi sull’evoluzione della Fiera da mercato periodico a infrastruttura urbana, che si sofferma sulle complesse vicende della Fiera di Milano. La chiamata della città lombarda non è tardata a venire: a Milano, prima di entrare nella redazione di YouBuild , ha conseguito il master in editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Da oggi IsolTile è disponibile anche in versione AD, con strato adesivo removibile sul lato inferiore, studiato per ottimizzare l'applicazione e valorizzare il risultato in caso di posa semi-flottante.
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ANTEPRIMA. PRODOTTI IN RASSEGNA
1. LA COLLEZIONE KONTINUA La collezione grandi formati Kontinua di Casalgrande Padana si arricchisce con nuovi colori e finiture effetto marmo, pietra e cemento. La collezione integra grandi formati di dimensioni calibrate, leggerezza e resistenza, spessore sottile (6,5 mm) per la massima versatilità di utilizzo. La modularità dei formati moltiplica le combinazioni creative a disposizione del progettista per architetture di nuova concezione. Pad. 16, Stand B22-C21
2. ARIANA VESTITA DI CUOIO Ariana si veste di sensazioni materiche inedite come il
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cuoio, elemento d’ispirazione per la collezione Worn, ideale per combinazioni stilistiche eclettiche. A questa novità si affianca il nuovo progetto Bath Design, con elementi realizzati su misura con le grandi lastre Wide, nello spessore di 7 mm, per piatti doccia, lavabi e ripiani (anche su misura) coordinati ai pavimenti e ai rivestimenti. Pad. 16, Stand C34-D31
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3. WIDE, MA IN DUE MISURE L’evoluzione del gres supera i tradizionali ambiti applicativi del pavimento e del rivestimento, trasformando la materia ceramica in superficie d’arredo. La gamma di lastre ceramiche Wide.12 di Flaviker (160x320 cm per 12 mm di spessore) si offre per la realizzazione di mobili e piani lavoro, mentre Wide 7 mm trova invece nuovi spunti nell’arredobagno per un ambiente coordinato. Pad. 18 - Stand A20-B19
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Proteggi chi ami 4. REFIN SI ALLARGA Grandi lastre da 120x278cm da 6 mm per Ceramiche Refin, proposte in abbinamento sia alle nuove collezioni sia a finiture già a catalogo, come Master Plan. Ideali per rivestimenti in ambito residenziale e contract, offrono infinite possibilità di personalizzazione. Pad. 36, Stand B32-C37/B33
5. VELVET PER QUATTRO CITTÀ Lapitec presenta Velvet, la nuova collezione da interni in pietra sinterizzata caratterizzata da lastre extralarge in tre spessori (12, 20 e 30 mm). I nomi delle nuance rendono omaggio a quattro città iconiche: sfumature delle leghe di ferro per Brooklyn; grigio cenere per London; atmosfere sui toni del beige per Berlin; finitura eburnea per Casablanca. Pad. 25, Stand A2-B3
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ANTEPRIMA. PRODOTTI IN RASSEGNA XXX
1. NUOVE FINITURE PER LE PIETRE Nuove finiture per la collezione Le Pietre di Ceramica Globo. A Peperino, Travertino e Marmo di Carrara si
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o t t e f f e a a c i m Cera
aggiungono proposte ispirate alle venature delle pietre naturali più pregiate. Tra le numerose soluzioni, due finiture contrapposte, una bianca e una più scura, a cui si aggiungono un’ampia varietà di pietre granigliate. Pad. 21, Stand A87-B86
2. DESIGN IN VITRA Con la nuova collezione Clay-Cement, VitrA segue il trend dell’industrial design, cioè la ceramica effetto cemento. Un’ampia variante colore, dimensioni modulari e diverse opzioni di superfici caratterizza le piastrelle che uniscono il carattere del cemento con il calore naturale dell’argilla.
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Pad. 36, Stand A38 B43
3. IL GRES CANTA IN CHORUS
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Appeal nordico per Chorus, la collezione di pavimenti e rivestimenti in gres porcellanato di Ceramiche Keope che unisce l’eterno fascino della pietra calcarea a toni armoniosi e discreti. Le inedite variazioni grafiche, l’intensità cromatica e la grande ricchezza di dettagli regalano un senso sempre differente alla stessa superficie, per soluzioni progettuali uniche. Disponibile in dieci formati e cinque miscele di colore. Pad. 26, Stand A212 – B213
4.POKER PER CERAMICHE PIEMME Quattro assi nella manica per Ceramiche Piemme: Stone Concept e Freedom che ricreano gli effetti naturali della Borgogna bianca e della pietra di Hauteville; le piastrelle e le lastre Shades, ispirate alle maioliche classiche decorate a mano e firmate dal designer Gordon Guillaumier, che riproducono pennellate e velature dando vita a superfici di ispirazione artistica; Majestic, del brand Valentino, che si ispira ad alcuni dei più raffinati marmi italiani, in sei tonalità e oltre 150 grafiche diverse. Pad. 20, Stand C32/D31
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5.LA LEZIONE DI ABK
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L’universo Abk si arricchisce con Play, il progetto ispirato alla tradizione delle maioliche e delle cementine con il formato quadrato 20x20 cm e un’ampia gamma di pattern, grafiche e colori, oltre a proposte dal design moderno e ricercato. Una soluzione versatile, adatta a molteplici destinazioni d’uso, in contesti pubblici e commerciali. Pad. 16, Stand B34-C31
6. I BAGLIORI DI VARIETY Nuova finitura per la linea Variety Lustri Veneziani, creata in collaborazione con l’architetto Isabella Breda. Opaca con sfumature in rame, la piastrella combina il fascino elegante del nero con bagliori metallici. La lavorazione artigianale, che si esprime nella superficie irregolare, dona un tocco in
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più alla collezione. Pad. 25 B, Stand 184
7. UN BARILE IN BAGNO CON KERASAN Stile industrial e gusto metropolitano per il bagno Kerasan di Civita Castellana. Tra le novità il lavabo Barrel che riproduce in ceramica la forma dei barili di stoccaggio,
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disponibile anche con lavorazioni metalliche nelle finiture oro, oro rosa, argento, platino bronzo e rusty. Pad. 29, Stand B22-C23
8. EDILGRES VA IN BIANCO Edilgres coglie l’essenza del bianco declinandolo in una materia compositiva unica a servizio di progettisti e interior designer con pavimenti in gres porcellanato e rivestimenti
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unici. Come le superfici effetto marmo che esaltano meglio l’anima più autentica e l’intrinseca policromia del bianco e la collezione in gres porcellanato Block60 ispirata alle usurate pavimentazioni industriali. Pad. 16, Stand A34-B31
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9. FILA VERSO IL LAVAGGIO Fila Industria Chimica presenta, in anteprima mondiale, soluzioni tecniche innovative per il lavaggio, la protezione e il mantenimento delle superfici ceramiche, che agevoleranno l’efficienza lavorativa di posatori e applicatori. Pad 31A – Stand A20
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o n g a b l i r i pe
ANTEPRIMA. PRODOTTI IN RASSEGNA XXX
1. LE ONDE DI OCEAN
n o i z u Sol
Ocean è la nuova collezione di lavabi in vetro di Glass
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Design dal suggestivo effetto onda. L’elegante finitura esterna liscia e monocromatica cattura l’attenzione verso la particolare lavorazione interna, caratterizzata da una texture insolita d’ispirazione marina. Disponibile in due misure (34 e 40 cm) e quattro combinazioni di colore. Pad. 30, Stand C64 – D63
2. IMPIANTI SUL TRAPEZIO BB13 è il lavabo sospeso della nuova collezione Baden Baden ispirato alla forma geometrica del trapezio che racchiude il sistema impiantistico. L’altezza importante (55 cm) e le dimensioni contenute (40 x 45 cm) si sommano a particolari sofisticati, come il bordo dritto e la piletta in ceramica dello stesso colore del lavabo. Disponibile in diverse nuance, per delicati giochi di contrasto.
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Pad. 30 – Stand D4
3. RAK-SENSATION IN BAGNO Rak-Sensation il nuovo concept di sanitari dalle forme delicate e simmetriche che sottolineano la morbida virata della forma unica e distintiva. Una collezione eclettica, che coniuga funzionalità estetiche e innovazione, con la tecnologia rimless e i fissaggi nascosti per un’installazione user friendly. Pad. 30, Stand B52 - C51
4. DOCCIA LIBERA CON DUKA Libero 3000 è la nuova cabina doccia walk-in di duka, con ingressi che rimangono aperti, ideali in ambienti ampi. La parete fissa in vetro di sicurezza da 6 o 8 mm, disponibile anche con trattamenti superficiali o finiture speciali, è disponibile in qualunque dimensione, anche su misura o con tagli particolari. A reggere il vetro il profilo verticale e un braccio metallico sottile, che “pinza” la lastra garantendo stabilità e sicurezza anche in caso di forti urti. I componenti metallici sono disponibili anche verniciati di nero opaco. Pad. 21, Stand A69 - B68
5. SCAVOLINI E DIESEL ASSIEME IN BAGNO Per la prima volta la collaborazione tra Scavolini e Diesel si estende anche all’ambiente bagno, con una proposta ricca di fascino e originalità. L’industrial style è rappresentato da un importante uso del metallo, che si ritrova anche nel sistema di «scaffalature» componibili Stock Rack, che consente l’inserimento di mensole, vani a giorno, pensili e basi di diverse misure, a terra o sospese. Lavabi in appoggio di forma rotonda e rettangolare dal design esclusivo vengono proposti in Mineralmarmo bianco e in marmo in diverse finiture. Pad. 29, Stand B46-C47
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6. NUOVO SOFFIONE DI FIMA CARLO FRATTINI Nasce Moove, il nuovo soffione di Fima Carlo Frattini, firmato da Davide Vercelli. Il telaio rettangolare ospita uno o più moduli in acciaio (soffione rain tradizionale o lama d’acqua a cascata), che è possibile combinare in maniera completamente personalizzata. Il telaio è disponibile in vetro temperato, metallo nero e bianco, acciaio Mirror e acciaio spazzolato. Pad. 30, all’interno della mostra “The Sound of Design”
7. BERTOCCI SULLA LUNA Ispirata alla Luna, Moon è la collezione di accessori da bagno firmata Bertocci che si contraddistingue per l’elegante equilibrio fra forme e profili (Design PCUBO).
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Il gioco di incastri e sovrapposizioni su cui domina la forma archetipica del cerchio dà leggerezza e versatilità. Disponibile in tre varianti di colore: bianco sale, nero
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seppia e rosso pomodoro. Pad.29, Stand C2
8. COLONNA D’ACQUA METAL AQUAelite presenta la nuova colonna doccia da esterno in acciaio 316L spazzolato che completa la serie Metal. Disponibile nella versione con miscelatore progressivo integrato o con miscelatore separato ad incasso, è caratterizzato da un sistema di fissaggio e alimentazione a terra. 100% made in Italy. Pad. 30, Stand A26
9. PONTE GIULIO SENZA OSTACOLI Elementi sicuri e funzionali per una zona doccia full optional per tutti. Ponte Giulio, con le sue collezioni Hug e Urban People, rimuove ogni elemento che possa creare discriminazioni, grazie a box doccia apribili, sedili ribaltabili con corpo in Abs, maniglie orizzontali e verticali che possono essere attrezzate a piacere con mensole e
PLAIN
contenitori colorati. Pad. 30, Stand B57
10. NUOVO DRESS PER NOBILI RUBINETTERIE Nobili Rubinetterie torna al Cersaie con tre novità: la linea Dress by Nilo Gioacchini, con sedici nuovi rivestimenti personalizzabili tra cui la raffinata decorazione Guilloché;
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Lira, una collezione bagno che interpreta in chiave contemporanea la classica manopola a croce; il sistema
DRESS
doccia Plain con soffione doccia, asta saliscendi e doccetta manuale a tre getti. Pad. 29, stand A6-B7
LIRA
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ATTUALITÀ
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ANTEPRIMA. PRODOTTI IN RASSEGNA
1. ROUCHES SBOCCIA CON PIXIE
Si ispira ai fiori la collezione di rivestimenti creativi a basso spessore Rouches di Pixie, disegnata da P_Project Lab.
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Disponibile nelle finiture opaca, satinata, lucida, perla è realizzata in Extreme Fibra, un materiale realizzato al 100% in fibra di vetro. Pad. 30 - Stand B57
2. IL NIAGARA IN CASA Niagara è l’ultima novità di LaProgetto, uno specchio a cascata di acqua che scorre sulla superfice e non lascia nessun tipo di alone. Ciò è permesso da una pompa situata all’interno che si arresta attraverso un telecomando per scoprire la parte riflettente. La cornice è disponibile in svariate finiture. Pad. 30 - Stand C34 D33
3. DIAMOND IN FUGA La fuga diventa protagonista con Diamond, la nuova collezione di Mosaico+ caratterizzata da forme geometriche dagli angoli acuti, con rimandi all’architettura sacra e art decò. Può essere colorato con tinte piene e piatte o avere una superficie stonalizzata e venata. Il design inusuale premette la stuccatura tono su tono o a contrasto.
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Pad. 22, Stand A50
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GLI APPUNTAMENTI LUNEDÌ 24 SETTEMBRE
Ore 11 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Convegno economico - Sostenibilità e salubrità: la ceramica Made in Italy nella competizione internazionale Ore 12 – Café della Stampa - Centro Servizi La Repubblica Café - Il duro e il tenero - Ceramica e design, non solo un flirt Con Aurelio Magistà e Ferruccio Laviani Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Evento di benvenuto per architetti, durante il quale verrà illustrato il salone e fornita una guida alla visita della manifestazione La partecipazione, con contestuale firma del registro presenze, conferisce un credito formativo professionale Ore 15 – Café della Stampa - Centro Servizi Marie Claire Maison Café - Edonismo: segni d’acqua Conversazione con Patrizia Piccinini, Giampaolo Benedini, Diego Gabasio, Francesco Lucchese Ore 18.30 - Palazzo Re Enzo - Piazza del Nettuno, 1 - Bologna Conferenza Stampa Internazionale Ceramics of Italy e Journalism Award Evento riservato ai giornalisti
MARTEDÌ 25 SETTEMBRE
Ore 10 - Café della Stampa - Centro Servizi Domus Café - Musica ceramica - Strumenti musicali in ceramica dal mondo. Con Simona Bordone, Stefano Zenni, Dudù Kouate Ore 11 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Lectio Magistralis - Richard Rogers Con Richard Rogers (Premio Pritzker 2007) e Francesco Dal Co. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 3 CFP Ore 12 - Café della Stampa - Centro Servizi DDN Café - Le superfici del design tra decoro e ornamento Conversazione con Francesca Russo e Cinzia Pagni Ore 13.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 15 - Café della Stampa - Centro Servizi The Plan Café - I materiali dell’architettura Conversazione con Nicola Leonardi, Giovanni Multari, Benedetto Camerana Ore 16 - Mostra The Sound of Design (Hall 30 - Stand B76-E77) Houzz & Home 2018: le tendenze nel mercato delle ristrutturazioni Indagine annuale sulle ristrutturazioni residenziali: dal budget, alle motivazioni, alle sfide dei progetti completati e di quelli in divenire, con particolare focus sulla stanza da bagno.
MERCOLEDÌ 26 SETTEMBRE
Ore 10 - Café della Stampa - Centro Servizi Suite Café - Future Boutique Hotel - Nascita, sviluppo e scenari futuri del boutique hotel Conversazione con Fiorella Baserga e Armando Bruno Ore 10.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Camilo Rebelo Con Camilo Rebelo (architetto portoghese recentemente premiato con il Baku UIA International Award per la Ktima House in Greece) e Francesco Dal Co. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP. Ore 12 - Café della Stampa - Centro Servizi Interni Café - La ceramica nel progetto sostenibile Conversazione con Gilda Bojardi, Mario Cucinella, Massimo Imparato Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 14.30 - Mostra The Sound of Design (Hall 30 - Stand B76-E77) ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2018 Ore 15 - Café della Stampa - Centro Servizi AD Café - Dai grandi formati ai dettagli decorativi: come la ceramica sta cambiando l’interior design Conversazione con Ettore Mocchetti, Roberto Palomba, Massimo Iosa Ghini, Alessandro Ubertazzi Ore 16 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Carla Juaçaba Con Carla Juaçaba (progettista brasiliana, vincitrice della prima edizione del premio internazionale ArcVision Women and Architecture) e Francesco Dal Co. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP.
GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE
Ore 10 - Café della Stampa - Centro Servizi L’Arca International Café - L’architettura degli interni e il design Conversazione con Cesare Maria Casati, Sebastiano Raneri, Dante O. Benini Ore 10 - Palazzo dei Congressi Ceramica tra le righe presenta Ceramica 4.0: dall’automazione al design In collaborazione con Its Maker e Its Tonito Emiliani
Ore 10.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 L’architettura della tolleranza Con Sandra Barclay, Jean Pierre Crousse,Vincenzo Latina, Fulvio Irace. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP Ore 10.30 - Sala Ouverture - Centro Servizi Blocco D WATTer Skills InfoDay Workshop ABITARE Café - Planetary Boundaries - l’ultima frontiera del progetto Ore 12 - Café della Stampa - Centro Servizi Tra innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, il futuro della professione Conversazione con Silvia Botti, Gian Carlo Magnoli Bocchi, Alvise Simondetti Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 14 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Photoshop e la stampa digitale Ore 15 - Café della Stampa - Centro Servizi Il bagno oggi e domani Café - Re-concept: un nuovo design per un nuovo abitare Conversazione con Cristina Mandrini, Giulia Ceriani, Davide e Gabriele Adriano Ore 16 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Mario Botta, Guido Canali Con Mario Botta, Guido Canali e Fulvio Irace. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP.
VENERDÌ 28 SETTEMBRE
Ore 10 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Silvia Camporesi - Lezione alla rovescia La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP. Ore 11 - Café della Stampa - Centro Servizi MonitorImmobiliare Café - I grandi progetti immobiliari in Italia Conversazione con Maurizio Cannone, Giuseppe Bonomi, Davide Albertini Pedroni, Cesare Ferrero Ore 12 - Café della Stampa - Centro Servizi Chiesa Oggi Café - Chiese dismesse: un patrimonio da valorizzare Conversazione con Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, Caterina Parrello, Erna Corbetta, Franco Pistocco, Luca Zen Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 14 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Design applicato al prodotto ceramico
CITTÀ DELLA POSA Tutti i giorni presso la Città della Posa (Hall 31 A) i maestri posatori di Assoposa mostrano e spiegano come risolvere i problemi di taglio e posa su superfici curve, ad angolo e su piani diversi. In più question time con gli esperti su tecniche di taglio, logistica e collaborazione tra progettisti, rivenditori e piastrellisti, oltre che su movimentazione e attrezzature per grandi formati, abbattimento delle polveri e buone pratiche per il taglio in sicurezza.
MOSTRA THE SOUND OF DESIGN The Sound of Design è il nome della mostra collettiva di Cersaie 2018. Ispirandosi alla musica degli anni dal 1976 al 1983, la mostra illustra come il design può attraversare il tempo adattandosi alle mode. The Sound of Design è suddivisa in set, ognuno con un’ambientazione diversa in ambito contract (Hall 30 - Stand B76-E77). La mostra ospita inoltre un ricco calendario di appuntamenti: Lunedì 24 settembre Dalle 12 alle 14 - Diretta radio Capital con Doris Daily Ore 14.30 - Inaugurazione della mostra Ore 18 - Le aziende si presentano Martedì 25 settembre Ore 11.30 - Degustazione vini Dalle 12 alle 14 - Diretta radio Capital con Doris Daily Ore 16 - Houzz & Home 2018: le tendenze nel mercato delle ristrutturazioni Ore 17 - Matrix4Design @ Cersaie2018. Quali novità cercano gli architetti nel contract? Teresa Sapey e Matteo Nunziati dialogano con le aziende Mercoledì 26 settembre Ore 11.30 - Degustazione vini Dalle 12 alle 14 - Diretta radio Capital con Doris Daily Ore 14.30 - ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2018 Ore 19 - Inaugurazione mostra Galleria Cavour Giovedì 27 settembre Ore 13 - Degustazione vini Ore 14.30 - Julia Marmi: Premiazione Concorso di Design Fifty Ore 19 - Aperitivo in mostra con DJ set di radio Capital con Prezioso DJ Venerdì 28 settembre Ore 13 - Degustazione vini
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IMPRESE
di Franco Saro
Iwis, edilizia italiana FORMATO EXPORT
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Il gruppo veneto, che controlla 28 aziende, in quarant’anni ha aperto 14 stabilimenti, con 11 filiali in diversi Paesi. Partita dalle Tegole Canadesi, l’impresa è specializzata nell’isolamento, con coperture a pendenza, tetti piani, fondazioni, isolamento termico e settore geotecnico, in cui è competente a livello mondiale
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n’edilizia che non ha confini. Ma non solo. Una progettazione che guarda avanti. Ma non solo. E un gruppo che nel tempo ha diversificato per ampliare lo spettro di intervento. Anche in questo caso: ma non solo. Perché Iwis è in realtà un mondo con 14 stabilimenti, 11 filiali, distributori e rivenditori in 70 Paesi. E che spazia dai sistemi per l’edilizia alle grandi opere, ma sempre con un faro puntato sul cliente: «Per noi l’ascolto è importante, ricevere dal mercato le idee e i bisogni, per poi sviluppare con competenza le soluzioni», spiega a YouBuild il presidente e fondatore di Iwis, Luciano Mazzer. Domanda. La marcia di Iwis, quando ancora non si chiamava Iwis, è iniziata nel 1971 a Vittorio Veneto. Quali sono stati i primi passi? Risposta. Qualcuno ha detto che anche un lungo viaggio inizia con il primo passo. Il primo passo è stato quello
Geostuoia tridimensionale sintetica di colore verde abbinata a reti in acciaio per il controllo erosione scarpate del terzo ponte sul Bosforo - Turchia. Nella pagina a fianco, da sinistra, Chiara, Luciano e Alessandro Mazzer
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STORIA DI COPERTINA
IWIS
T-Silence Db21: ultima generazione di Isolamento acustico sotto pavimento. Pannello che in soli 7,5 millimetri abbatte il rumore da calpestio di 21 decibel. Sopra, Tefond Pro: il sistema completo per l’isolamento e il drenaggio dei piani interrati
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di un ragazzo di 24 anni che decide di intraprendere, di diventare imprenditore, di dimostrare a se stesso che è possibile definire degli obiettivi, che diventano la propria sfida personale e raggiungerli, superando difficoltà, barriere, senza mai arrendersi, con la certezza che impegno, dedizione, costanza alla fine portano al successo. D. Com’è caduta la scelta sulle tegole canadesi, un prodotto non molto diffuso in Italia a quei tempi? R. Conoscevo un po’ il settore edilizia e, sin da allora portato alle novità e alle innovazioni, decisi di importare questo particolare, bellissimo sistema di copertura dalla Exxon Canada. Ecco la risposta a perché «Canadesi», nome che da allora è diventato marchio importante in Italia, Europa e nel mondo. Questo accadeva nel 1971 a Verona. D. Dopo l’apertura del primo stabilimento ne sono
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seguiti altri…. R. Con i primi utili, con l’aiuto di soci e banche locali, decisi di passare dall’importazione alla produzione in Italia. Il primo stabilimento decisi di collocarlo a Vittorio Veneto (Treviso), e vantava nuovi impianti Usa di grandi capacità. Il mio progetto, infatti, era di esportare il prodotto italiano prima in Europa e poi nel Mondo, con l’ambizione di conquistare mercati come la Germania e la Francia con prodotti di grande qualità ed estetica made in Italy, supportato da una gran voglia di dimostrare al mondo che noi non siamo secondi a nessuno. D. Quando avete deciso di varcare il confine italiano per aprire stabilimenti all’estero? Quali sono state le tappe principali? R. Alla caduta del comunismo Tegola Canadese aveva già un’organizzazione commerciale in molti Paesi, Russia inclusa, dove già dal 1986 avevo avviato un’importante attività di costruttore. Ho conosciuto a fondo quel Paese, in cui ho costruito palazzi, uffici, hotel, porti, aeroporti in tutte le principali città dell’Unione Sovietica, Siberia compresa. Con questa conoscenza del Paese era logico ai miei occhi iniziare un’attività di produzione di tegole canadesi e la scelta è caduta su Davydovo, una cittadina a 80 chilometri da Mosca, con l’obiettivo di fornire da qui tutti i Paesi dell’ex Csi. In questo stabilimento, come a Vittorio Veneto, lavoriamo anche alcune materie prime, come le graniglie ceramizzate. Ci siamo costruiti una linea ferroviaria e attualmente, con la nostra locomotiva, gestiamo autonomamente tutto il traffico vagoni necessario, in considerazione delle enormi distanze. La forza
Stagionatura pannelli isolanti nello stabilimento FI·VE di Bibbiano (Reggio Emilia)
dell’Azienda è sempre stata la grande organizzazione commerciale. Alla fine degli anni Ottanta esportavamo in tutto il mondo. Era normale utilizzare la rete di agenti, clienti, importatori per entrare anche con nuovi prodotti, sempre dedicati all’edilizia. Abbiamo iniziato a esaminare le tecnologie a quel tempo utilizzate nell’edilizia e abbiamo proposto soluzioni innovative per un mercato edile in evoluzione. D. Quando avete deciso di diversificare aggiungendo altre attività? R. La diversificazione è iniziata con l’estensione dei nostri interessi dal tetto, area in cui eravamo già leader, alle fondazioni. Prima importando, poi producendo in Italia e subito esportando. In quel periodo l’isolamento delle fondazioni, delle superfici interrate, non era molto praticato. Abbiamo creato Tefond System e oggi siamo i maggiori produttori mondiali di queste membrane bugnate con stabilimenti in cinque Paesi. La seconda tappa della diversificazione sicuramente è stata il settore delle impermeabilizzazioni, per il quale abbiamo avviato produzioni in Italia, Serbia, Russia, Romania. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato il settore dell’isolamento termico. Anche qui abbiamo a poco a poco sviluppato competenze e a oggi produciamo pannelli in Xps (polisterene estruso) con i marchi Venest, Fibrotermica e Styrodur. Operiamo dallo stabilimento di Bibbiano (Reggio Emilia), di Loria (Treviso), di Roncà (Verona), di Nyirad (Ungheria), di Gilly Sur Isère (Francia) e, fra poco, anche dal nuovo stabilimento di Buzau (Romania). La nostra offerta di isolanti termici è cresciuta
con la produzione di polyiso (pannelli in poliuretano), Thermoreflex (prodotti isolanti innovativi riflettenti) e anche lane di roccia per uso industriale. D. Oggi quali sono i Paesi in cui è concentrata maggiormente l’attività? R. I Paesi in cui oggi produciamo i nostri sistemi sono Italia, Spagna, Francia, Turchia, Romania, Serbia, Ungheria, Russia e ora anche Usa. Disponiamo poi di 11 società di distribuzione che operano in Brasile, India, Cina e in altri Paesi europei. Queste forniscono alle varie aziende del Gruppo il servizio di deposito, commerciali e l’assistenza tecnica indispensabile ai mercati. D. Avete incontrato difficoltà all’estero in quanto azienda italiana? R. Tutte le difficoltà che si incontrano iniziando una nuova industria, né più né meno che in Italia. Importante è sempre non dimenticare che in quel Paese si è ospiti e pertanto diventa importantissimo rispettarne le leggi. Tradizioni e mentalità della forza lavoro a volte sono problemi, ma è nostro dovere conoscerle, capirle, adattare la nostra mentalità italiana al Paese scelto. Mai abbiamo incontrato problemi in quanto azienda italiana. Anzi, il contrario: l’immagine Italia ci ha sempre aiutato. D. E quali differenze rispetto al far impresa in Italia? R. Direi che far impresa in Italia ha dell’eroico. Anche negli altri Paesi dove operiamo ci sono difficoltà, ma senza dubbio c’è più rispetto per l’imprenditore, per
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IWIS
Compatibilità anche estetica dei materiali TeMa nell’ex discarica bonificata di Conegliano (Treviso)
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l’impresa, in genere per chi crea lavoro e benessere. D. Oggi quali sono le attività del Gruppo? R. Oggi il Gruppo è sostanzialmente concentrato nell’isolamento: coperture a pendenza, tetti piani, fondazioni, poi isolamento termico e il settore geotecnico, in cui siamo diventati competenti a livello mondiale. Negli ultimi due anni abbiamo allargato la nostra attenzione al settore interni: abbiamo sviluppato tutta una serie di prodotti dedicati all’impermeabilizzazione dei bagni, pannelli per doccia e prodotti sotto piastrella desolidarizzanti. Attualmente stiamo mettendo sul mercato un nuovo prodotto per l’isolamento acustico dei pavimenti in ceramica con performance assolutamente uniche. D. E le dimensioni economiche? R. Il Gruppo ha superato i 120 milioni di euro all’anno di giro d’affari. Con i nuovi stabilimenti in Usa e Romania contiamo di superare presto i 150 milioni I dipendenti sono oltre mille, in 22 Paesi.
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D. A guardare l’Ebitda (circa il 10% del fatturato) sembra che la redditività dell’azienda sia alta. Qual è il segreto della vostra ricetta? R. Oggi, in edilizia, già per avere un Ebitda positivo è necessario avere prodotti innovativi e sistemi completi. Poi disporre di reti di distribuzione ben organizzate con le quali fornire un servizio tecnico ai clienti: in tutti i Paesi il Gruppo organizza la formazione di applicatori, progettisti clienti, tutto mirato a creare un brand riconosciuto e pertanto portatore di margini. D. La crisi dell’edilizia in Italia non ha pesato? R. Ritengo che in Italia la crisi dell’edilizia sia finita, nel senso che questo sarà il trend per i prossimi anni. In Italia dieci anni di crisi hanno più che dimezzato i volumi e tutti ne abbiamo sofferto. L’innovazione nei prodotti ci ha permesso di mantenere, anzi aumentare, la nostra forza lavoro. Il gruppo è orgoglioso di non aver mai licenziato un operaio o impiegato o avuto uno sciopero in 46 anni di attività. Anche durante
la crisi nessuno ha perso il proprio posto di lavoro. D. Un capitolo importante è quello della ricerca e sviluppo. In che cosa consiste per voi? R. Per noi R&D significa osservare i cantieri, essere affidabili per il mestiere delle costruzioni in tutti i mercati ove siamo presenti, sviluppare prodotti/sistemi che aiutino a modernizzare, velocizzare il lavoro della costruzione, conferendo vantaggi e benessere agli abitanti della casa. Per questo il Gruppo si è dotato, a Vittorio Veneto, di un centro che sviluppa tutta la ricerca. Per noi l’ascolto è importante, ricevere dal mercato le idee e i bisogni, per poi sviluppare con competenza le soluzioni. D. Qual è la vostra idea di sostenibilità ambientale? R. Il concetto aziendale è lavorare affinché i processi produttivi non rechino danno alle persone e all’ambiente. Tutta l’attività è monitorata da servizi ambientali interni e da società esterne di controllo. Siamo produttori di tegole fotovoltaiche e di tegole
fotocatalitiche che sono in grado di abbattere gli ossidi di azoto presenti nell’aria. Siamo stati i primi, anni fa, a ottenere l’Iso 14000 che certifica che i nostri stabilimenti non inquinano l’aria, l’acqua, l’ambiente. D. L’azienda è ora organizzata attraverso una holding. Che cosa controlla? R. In Iwis abbiamo portato tutte le partecipazioni delle 28 aziende del Gruppo, oltre a tutti i servizi generali di Direzione industriale, commerciale, Finanza, controllo e R&D. D. Il vero motore di sviluppo di Iwis, come per le altre aziende italiane, è la famiglia. Che ruolo ha nello sviluppo e nella gestione dell’azienda? R. Sono convinto che le aziende vadano gestite da manager. La famiglia ha compiti di indicare la direzione, di gestione dei team, di analisi dei progetti e di decisione finale per spingere all’innovazione. D. Rispetto agli inizi si è già verificato oppure avete in programma un passaggio generazionale? R. Il passaggio generazionale è una tappa da cogliere come opportunità di crescita ulteriore e il gruppo Iwis/TeMa la sta realizzando proprio in questo momento. La gestione delle aziende sarà affidata ai manager, mentre la prossima generazione dovrà allenarsi nel controllo, nella realizzazione di nuovi progetti, nella visione di trasformazione e espansione sia interna che esterna. Per quanto riguarda me, ancora per qualche anno, desidero ritagliarmi una posizione di indirizzo nella diversificazione del business e nella ricerca di nuovi prodotti per un mercato in continua evoluzione. Il mondo dell’edilizia sta cambiando pelle, è un momento appassionante! Ci sono spazi enormi da cogliere dettati dall’innovazione e dalla cultura che cambia. D. Quali sono i vostri obiettivi? R. L’obiettivo del Gruppo è di creare, in più aree dell’Europa e del mondo, centri di produzione e nel contempo di distribuzione di prodotti per edilizia, per diventare sempre più il punto di riferimento per la soluzione di specifici problemi. Crediamo e investiamo nell’innovazione, trasferiamo nel mondo la tecnologia, la tradizione, la qualità e il thinking dei prodotti made in Italy. Il nostro obiettivo potrei riassumerlo in quella che è la nostra vision: «Vogliamo essere un fornitore globale di prodotti e sistemi per l’edilizia e le grandi opere, puntando sulla ricerca continua di prodotti e sistemi sempre più evoluti. Siamo a fianco del cliente in ogni parte del mondo fornendo assistenza tecnica, progettuale e applicativa in virtù delle competenze sviluppate in 40 anni di presenza sul mercato. Siamo un team di persone che si pone l’obiettivo di ascoltare, capire e soddisfare le necessità dei clienti».
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INTERMEZZO
DISINCANTO
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an Wang Preston è una fotografa ed è anche un’anestesista. Forse è per questo che i suoi scatti hanno, al tempo stesso, un carattere distaccato e analitico. Da una parte la mera realtà. Dall’altra la denuncia. L’artista ha raccolto in questo libro una serie di progetti, sviluppati nell’arco di una decina d’anni, svolti nell’inseguire le vie che molti alberi maturi, alle volte centenari, percorrono nella Cina contemporanea dopo essere stati sradicati per diventare illusione di status-symbol nelle nuove urbanizzazioni o elementi estranei utili alla creazione di nuovi paesaggi ri-naturalizzati. Una specie di tratta di esseri indifesi che, purtroppo, anche noi conosciamo bene, quando anni fa è iniziato il calvario degli ulivi centenari dal meridione al nord d’Italia. Yan Wang Preston, classe 1976, documenta la vita e anche la morte di esseri viventi unici estirpati, trasportati e trapiantati in territori dove la Natura è completamente avulsa, distratta e, anche, beffata. È il caso di Frank, un ficus enorme di oltre 300 anni condannato a scomparire nelle acque di un bacino idrico come il villaggio di Xialiu cui apparteneva, preso, tagliato e umiliato per diventare un bonsai fuori scala nella rotonda di un hotel resort e poi abbandonato alla sua sorte per morire in solitudine. Forse la fotografa cinese fotografa gli alberi e questa loro trasmigrazione forzata per descrivere la dirompente evoluzione
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sociale straniante in atto nel suo Paese. «L’albero può essere visto come una metafora della migrazione. In questo processo migratorio, alberi e persone sperimentano lo stesso trauma di lasciare una terra familiare e una vita familiare più in sintonia con la natura» argomenta il curatore Zelda Cheatle nella prefazione al libro. Forse questo lavoro, che le è valso il Syngenta Photography Award 2017, è una denuncia globale. Di certo queste foreste mute sono una ferita nel cuore, che ci impongono di riflettere sulle nostre azioni. (lmff)
Forest - Yan Wang Preston, con saggi di Zelda Cheatle e Nadine Barth, grafica di Julia Wagner, Hatje-Cantz Publishers, 2018, pagine 128, 60 illustrazioni, euro 50,00. ISBN 9783775743754. info: www.hatjecantz.de
Frank (June 2013), © Yan Wang Preston, courtesy Hatje-Cantz Publishers
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Guanyinqiao Shopping District, 2017, © Yan Wang Preston, courtesy Hatje-Cantz Publishers
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Central Park, University City, Chongqing, 2011, © Yan Wang Preston, courtesy Hatje-Cantz Publishers
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INNOVAZIONE
NEW YORK
di Maria Vittoria Capitanucci, Politecnico di Milano
L’ultimo tocco DI ZAHA HADID
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L’unico edificio firmato nella città dalla grande architetto irachena scomparsa due anni fa: metallico, vetrato, sagomato, futuristico e radical al tempo stesso, con tanta tecnologia. E qualcosa di artigianale
F I prospetti dell’edificio residenziale 520 West 28th caratterizzati da sinuose onde metalliche
orse la cosa più affascinante del primo (e ultimo?) intervento di Zaha Hadid (scomparsa nel 2016) a New York è stata la relazione, anche proporzionale e impeccabile, tra il fronte stretto del suo edificio residenziale 520 West 28th, metallico, vetrato, sagomato, futuristico e radical al tempo stesso, e l’adiacente condominio primi Novecento in mattoni rossi e la tipica scala d’emergenza esterna, come da copione newyorkese. La sagoma del nuovo intervento si rarefà, su questo lato, nei terrazzamenti arretrati e vetrati degli ultimi livelli lasciando il passo alla compattezza della preesistenza. Hadid ha fatto un passo indietro qui, e poi di nuovo uno e anche più d’uno, in avanti, lungo i restanti affacci avanzando in sinuose onde e balconature che guardano a Mendelsohn e all’espressionismo tedesco, verso il tessuto urbano con una grazia pari solo ad alcuni dei suoi interventi dai sofisticati musei di Glasgow, di Wolsfurg, ma anche il Maxxi di Roma, fino alla poco
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Il condominio di lusso presenta un sistema di livelli ben marcati da linee dinamiche che si fanno flussi spinti da correnti, ricondotti a una compostezza geometrica da cornici stondate quasi anni Sessanta
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compresa stazione marittima di Salerno, passando per Galaxy Soho a Pechino. ICONICA MELA Perché, può sembrare strano, ma il grande architetto iracheno, naturalizzata britannica, Pritzker Prize 2004 e il Premio Stirling per due edizioni successive (2010 e 2011) con progetti in tutto il mondo, da Dubai a Tokyo, dal Cairo a Roma, dal Michigan a Taiwan, passando per Innsbruck, Londra, Glasgow e Afragola, non aveva mai avuto modo di realizzare nulla nella iconica metropoli statunitense. Così questo edificio
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si fa firma e presenza a New York, riconoscibile, certamente, nel suo linguaggio ammorbidito e avvolgente nelle forme, dotato di quel dinamismo insito nel Dna stesso dell’intera opera hadidiana, ma è anche sperimentazione, rimando alle passioni radical degli esordi, da Archigram a metabolism, partecipe di un dialogo serrato con l’intorno, immersa nel contesto, e per questo certamente dotata di un imprinting che ha molto a che vedere anche con il genius loci. Inaspettato da parte di chi ha sempre scelto di rivolgersi ad altre categorie metodologiche e di relazione con il tessuto e il territorio, attratta più dalle connessioni tra flussi e
caratteri oro-geografici dei siti che dalla stratificazione antropologica del contesto, ambito generosamente lasciato alle speculazioni analitiche del sodale Rem Koolhaas con cui aveva esordito nei lontani anni Settanta, assieme ad Elia Zenghelis, condividendo oltre all’esperienza di formazione e poi insegnamento presso la mitica Architectural Association (AA) londinese, anche il primo studio di progettazione. LINGUAGGIO IRRICONOSCIBILE Dopo molti anni, qui a New York, l’intelligenza acuta e sofisticata di una matematica mancata attratta dalla
necessità di andare oltre i termini previsti per il costruire, ha ideato un edificio dal linguaggio riconoscibile e contemporaneo che, con la sua facciata in acciaio, testimonia il passato industriale di Chelsea, l’area in cui sorge e dove avevano luogo le attività «siderurgiche» e i magazzini del metallo della città, mettendosi in gioco nella vivace realtà urbana di quest’area dominata, soprattutto, dalla presenza e dall’attraversamento della mitica High Line. Del quartiere l’edificio interpreta e indaga le qualità spaziali, materiali e di relazioni. Alcuni dettagli delle facciate sono, per esempio, dipinti persino a mano per riprendere elementi presenti nelle
Il contrasto tra l’edificio di Zaha Hadid e l’adiacente condominio primi Novecento in mattoni rossi
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Gli interni avvolgenti, scenografici e suggestivi (con le cucine disegnate con Boffi) si aprono a prospettive visive sempre differenti tra loro
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strutture della High Line. Alta tecnologia e assoluta sostenibilità per questo condominio di lusso dal sistema di livelli ben marcati da linee dinamiche che si fanno flussi spinti da correnti e ricondotte a una compostezza geometrica da cornici stondate quasi anni Sessanta. Un intervento che ripropone la molteplicità di stratificazioni e relazioni specifiche della zona, una stratigrafia che si sviluppa per layer dalla strada passando per i
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piani sospesi e sopraelevati, fino ai piani più alti e ai terrazzamenti. COME MILANO Così anche i 39 appartamenti dalle finiture di lusso, sono concepiti su più livelli secondo una sezione irregolare e articolata che prevede metrature variabili tra 90 e 500 metri quadrati in un inaspettato ed ampio spettro
di proposte abitative. Gli interni avvolgenti, scenografici e suggestivi, ideati dallo studio (con le cucine disegnate con Boffi), come sempre nelle realizzazioni di Hadid si aprono a prospettive visive sempre differenti tra loro e, sebbene presentino evidenti assonanze con quanto proposto a Milano nella serie di cinque residenze nel contesto della trasformazione urbana dell’area City Life, qui a New York accolgono un contesto più
intenso e drammatico e così il paesaggio incorniciato dal caratteristico sistema di serramenti contribuisce dall’interno a incorniciare visioni metropolitane che entrano nelle abitazioni assecondandone il dinamismo di flussi incanalati dai riflessi di luce che si riflettono sulle candide superfici lisce in stucco o rivestite da pannellature metalliche. A conferire a questo intervento un’aura di polifun-
Alcuni punti del progetto presentano assonanze con quanto proposto a Milano per le residenze progettate nel contesto di CityLife
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LA SCHEDA I NUMERI Progetto: Design Residential Condominium, 520 West 28th New York. Facciate: 5.000 mq (4.200 mq di cellule con vetri diritti, 800 mq di cellule con vetri curvi - 2.000 mq di cellule apribili a pantografo di cui 40% di cellule trapeziodali) Premi: 6SQFT’s 2016 Building of the Year Completamento: 2017 I NOMI: Committente: Related Companies Progetto: Zaha Hadid Architects (Zaha Hadid – Patrik Schumacher)
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Direzione progetto: Johannes Schafelner Capiprogetto: Johannes Schafelner, Alberto Barba Progettisti: Aurora Santana (Units), Stella Dourtme (Amenities), Michael Sims (Facade), Natacha Viveiros (I-max) Team di progetto: Sharan Sundar, John-Alan Gallerie, Seungho Yeo, Henning Hansen, Claudia Dorner, Jakub Klaska, Afsoon Eshaghi, Mattia Gambardella, Moa Carlson, Sara Sheikh Akbari, Niran Buyukkoz, Marius Cernica, Igor Pantic, Jamie Mann, Matthew Carapiet, Sergey Krupin, Nicola Berkowski, Peter Logan, Sebastian Lundberg, Miguel Diaz-Morales Architetti locali: Ed Gaskin, Filipe Pereira, Stella Dourtme Direzione lavori: Tiago Correia Facciate: Stahlbau Pichler, Bolzano Info: www.stahlbaupichler.com Foto di: Oslar DaRiz
zionalità ha inoltre contribuito certamente la serie di facility speciali previste per le abitazioni che includono un teatro Imax, un centro benessere e fitness con bar, una piscina e aree comuni che si affacciano proprio sulla High Line. A questi, nel corso della realizzazione, si sono aggiunti ben di 15 nuovi spazi per la cultura, fondazioni e gallerie d’arte, inseriti nella sezione del complesso compresa tra la West 28th Street e la West 27th Street. Questi dispongono di superfici espositive variabili, tra 60 e 160 metri quadrati, con alcuni servizi in comune come ad esempio la bella area ristorante, nell’idea di creare un vero e proprio centro per l’arte in questa parte della città già costellata da interessanti presenze di livello che hanno contribuito a delineare il cosiddetto West Chelsea Art district. Hadid a New York ci parla di architettura di acciaio a vetro come sarebbe piaciuta alla scuola di Chicago, ma anche al grande Marcel Breuer il cui grande capolavoro in città, il Witney Museum non è poi così distante da qui. La facciata in acciaio testimonia il passato industriale di Chelsea, l’area di New York in cui sorge l’edificio, dove avevano luogo le attività «siderurgiche» e i magazzini del metallo della città. Sotto, i 39 appartamenti interni, che presentano finiture di lusso, sono concepiti su più livelli secondo una sezione irregolare e articolata che prevede metrature variabili tra 90 e 500 metri quadrati
Maria Vittoria Capitanucci: Storico e critico dell’Architettura è laureata al Politecnico di Milano e ha conseguito il Dottorato in Storia e Critica dell’Architettura all’Università Federico II di Napoli. Insegna Storia dell’Architettura Contemporanea presso AUIC, polo Piacenza Politecnico di Milano. Ha collaborato per molti anni con riviste specializzate, ed è autore di saggi e volumi monografici. Tra le sue pubblicazioni: M.V.C., Agnoldomenico Pica 1907-1990. La critica dell’architettura come mestiere, Hevelius Edizioni, Benevento 2002, : M.V.C., Vito e Gustavo Latis. Frammenti di città, Skira dicembre 2007, M.V.C., Milano verso l’Expo. La nuova architettura, Skira 2009 M.V.C., Antonio Citterio. Il design che non urla, ed. Il sole 24ore, maggio 2011, M.V.C., Milano. Le nuove architetture, Skira , maggio 2012 e: M.V.C., Il professionismo colto in Lombardia, Ordine degli architetti di Milano, Abitare-Segesta ed. 2013
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INNOVAZIONE
PREMI DI ARCHITETTURA
di Paolo Carli, Politecnico di Milano
Italia alle olimpiadi
DELLA SOSTENIBILITÀ Nel 2019, in Ungheria, torna il Solar Decathlon, gara internazionale per le università. Obiettivo: progettare e costruire un modulo residenziale a energia solare. Per partecipare bisogna…
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l Solar Decathlon (Sd) è una competizione internazionale per università aperta a team da tutto il mondo. Lo scopo è progettare e costruire realmente, in scala 1:1 un modulo residenziale di massimo 110 metri quadri, alimentato esclusivamente a energia solare e che sia il più sostenibile possibile per materiali, tecnologie e funzionamento. Per fare un po’ storia di questa incredibile manifestazione, potremmo dire che la competizione internazionale per università Solar Decathlon nasce nel 2002 negli Usa per volontà del Dipartimento per l’Energia, ovvero la più alta autorità nordamericana in materia, in un Paese dove la politica energetica riveste un’enorme importanza, con ricadute geopolitiche planetarie. A questa edizione ne hanno fatto seguito altre due, nel 2005 e 2007, prima che il Dipartimento dell’Energia statunitense firmasse un accordo con il governo spagnolo per dare il via al primo spin-off continentale della competizione, il Solar Decathlon Europe, tenuta a Madrid per due edizioni consecutive, nel 2010 e 2012, e poi in Francia, a Versailles, nel 2014. Da allora ne sono seguite molte altre. Oggi esiste un circuito mondiale: il Sd China, il Sd Latin America and Caribbean, quello del Middle East e infine il Sd Africa. Il Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti continua a essere il primo finanziatore di ognuna di queste edizioni che si succedono con un intervallo di due-tre anni in ciascun continente (salvo eccezioni), concorrendo a comporre un circuito in cui è organizzato almeno un Sd ogni 12 mesi. BORN IN USA Le varie edizioni continentali del Sd differiscono per alcuni particolari riferiti alla valutazione dei moduli in gara e, soprattutto, per le sfide di fondo che ogni edizione propone. Per esempio, il Sd Usa, insieme a quello China, è incentrato sul push tecnologico dei sistemi di produzione dell’energia fotovoltaica, mentre la sfida del Sd Latina American and Caribbean è sulla velocità ed economicità di costruzione dei moduli, anche a discapito della sostenibilità, in risposta ai problemi di rapidissimo sovraffollamento delle città del continente. Il Sd Europe è, invece, da sempre caratterizzato dalla grande attenzione agli aspetti della qualità urbana del problema residenziale, in relazione alla dimensione storico-culturale della città europea, contrariamente a tutte le altre edizioni continentali dove i temi della casa isolata e off-grid sono nevralgici. L’idea generale di tutti i Sd è di contribuire a risolvere i problemi locali della residenza attraverso soluzioni globali che team provenienti da ogni parte del mondo possono offrire. Perciò, la sfida locale proposta dell’ente che organizza l’edizione europea 2019 (si terrà a Szentendre, Ungheria), l’Émi
Non-Profit Limited Liability Company for Quality Control and Innovation in Building, una sorta di ente per le certificazioni ungherese, riguarda in generale il problema della rivitalizzazione del patrimonio edilizio esistente, declinato secondo quattro sfide locali specifiche: 1. Rinnovamento dell’edificio tradizionale ungherese, 2. Costruzione sulla copertura di edifici esistenti per aumentare la densificazione urbana, 3. Riqualificazione di una tipologia edilizia tipica del Paese di origine del team, 4. Qualsiasi altra proposta per risolvere specifiche sfide locali che potrebbero arricchire la comunità del Sd Europe (fonte: Call for Teams, SdE19).
Una vista del modulo “Rhome for dencity”, vincitore dell’ultima edizione europea del 2014 del Solar Decathlon (credits: Rhome for dencity). A fianco, vista aerea del Villaggio Solare, allestito nel Washington Mall, dell’edizione del 2010 del Solar Decathlon USA (credits: Richard King, Director of the U.S. Department of Energy Solar Decathlon)
OTTO ATENEI Il gruppo Seed Italy (Sustainable Energy Efficient Design), costituito da otto università italiane (Università dell’Insubria, Politecnico di Torino, Università di Genova, Università di Firenze, Università di ChietiPescara, Università di Reggio Calabria, Università di Catania), con a capofila il Politecnico di Milano (Faculty Advisor Alessandro Rogora e Project Manager Paolo Carli), ha risposto alla Call for teams nel dicembre 2017 presentando un’idea che sintetizza due delle sfide locali proposte dal Sd Europe 2019 in un solo progetto. Nel progetto Seed Italy, infatti, i moduli residenziali sono progettati per essere posti sulla copertura di edifici costruiti, come occasione di riqualificazione energetica e normativa del patrimonio edilizio esistente e opportunità di riparazione di squi-
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PREMI DI ARCHITETTURA
libri urbani rispetto alla distribuzione dei servizi, della popolazione, del mix sociale e funzionale, riunendo quindi in un’unica proposta le sfide due e tre.
Sopra, concept di progetto della proposta Seed Italy (credits: Seed Italy). Sotto, i primi studenti che sono entrati a far parte del team Seed Italy (credits: Paolo Carli)
DOPO LO STOP C’era molta attesa nel circuito mondiale per l’edizione europea del Sd, poiché oltre a essere la più prestigiosa edizione dopo quella nordamericana, non era organizzata dal 2014, quando si svolse per l’ultima volta (a Versailles). Quell’edizione fu vinta dal team italiano Rhome for dencity dell’Università di Roma Tre, guidato da Chiara Tonelli, Project Manager del team. Infatti, in Europa l’alternanza di due-tre anni tra un’edizione e l’altra del Sd ha subito una battuta d’arresto, saltando, dopo una continuità di tre edizioni dal 2010 al 2014, ben due nel 2016 e 2018. La mancata organizzazione è stata dovuta all’assenza di candidature da parte di città europee disposte a ospitare il Sd e, soprattutto, a costruire-allestire il Villaggio Solare, in cui i moduli dei vari team competono tra loro per duetre settimane, a causa degli alti costi e dell’impegno che l’organizzazione della competizione comporta. VILLAGGIO SOLARE I moduli progettati dagli studenti, sotto la supervisione dei docenti, oltre che essere costruiti, monitorati e valutati dal punto di vista delle prestazioni energetiche e ambientali nei paesi di origine, devono poi anche essere smontati, spediti e rimontati nella città che ospita la competizione. Il nome Solar Decathlon, mutuato dalla tradizione delle competizioni sportive, deriva perciò dal fatto che i moduli, solitamente massimo 20 per ogni edizione, sono valutati e confrontati tra loro all’interno del Villaggio Solare attraverso dieci gare riferite a precise caratteristiche dei moduli: Architettura, Ingegneria e Costruzione, Efficienza energetica, Bilancio di Energia elettrica, Condizioni di comfort, Funzionamento della casa, Comunicazione e Sensibilità sociale, Progettazione urbana, Trasporto e Accessibilità, Innovazione, Sostenibilità. DIECI GARE Le dieci gare sono a loro volta articolate in specifiche sotto-competizioni (task) che i team devono portare a compimento durante la permanenza nel Villaggio Solare. Mentre alcune di queste sono molto tecniche e riferite alle prestazioni energetiche e di funzionamento del modulo, come effettuare un ciclo di lavaggio e asciugatura completo di un carico di biancheria in un determinato lasso di tempo e senza superare un picco definito di consumo di energia, altre sono più ludiche e sociali, come preparare una cena da consumare all’interno del modulo per almeno due rappresentanti di ogni altro team in competizione oppure percorrere più chilometri
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I loghi degli spin off continentali dei Solar Decathlon (credits: Department of Energy - Usa). Sotto, le dieci gare/ criterio del Solar Decathlon (credits: Seed Italy)
possibile all’interno del Villaggio Solare usando solo bicilette elettriche per dimostrare l’efficienza continua del proprio gruppo fotovoltaico di produzione di energia. Negli anni le gare e i task delle varie edizioni continentali (soprattutto Usa e Eu) sono stati modificati e si sono evoluti nella direzione della spettacolarizzazione per il grande pubblico generalista dei non addetti ai lavori cui è aperto il Solar Village durante la competizione. Ecco perché, nonostante siano passati più di 16 anni dalla sua prima edizione statunitense, il Solar Decathlon continua a essere un evento avvincente, dirompente e fertilissimo. La sua carica entusiasmante di «learning by doing» è ancora lontana dall’essere esaurita, le sue possibilità e potenzialità ancora tutte da esplorare. D’altronde l’idea di fondo del Solar Decathlon è talmente semplice da essere geniale: organizzare le olimpiadi universitarie dell’architettura sostenibile a energia solare. CERCASI SPONSOR La partecipazione al Solar Decathlon è un’occasione unica per gli studenti delle otto università che formano il team Seed Italy poiché oltre che permettere un progetto concretamente multidisciplinare, che coinvolge ingegneri, architetti, urbanisti, economisti, designer
della comunicazione, della moda e di prodotto, permette anche un’interazione con il mondo delle aziende di settore difficilmente sperimentabile altrimenti. Infatti, i moduli sono costruiti in stretta collaborazione con le aziende che partecipano agli sforzi dei team sia come sponsor sia fornendo materiali e know how per ottenere in cambio innovazioni di prodotto e un ritorno di immagine internazionale. Per questo è sembrato importante informare i lettori di YouBuild di questa opportunità, poiché le candidature per partecipare insieme a noi del team Seed Italy a questa avventura sono ancora aperte. Per tutte le informazioni vi preghiamo di visitare i nostri canali social (Facebook, Twitter, Instagram: /seeditaly) e il nostro sito istituzionale www.seeditaly.polimi.it. Paolo Carli è architetto, dottore di ricerca e ricercatore di ruolo in Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento DAStU del Politecnico di Milano dove, oltre ad approfondire il tema della progettazione ambientale alla scala urbana e micro-urbana, è dal dicembre 2017 Project Manager del team SEED Italy, selezionato come unica squadra italiana per la partecipazione al Solar Decathlon Europe 2019.
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INNOVAZIONE
SISTEMI IN LEGNO
Workshop A INCASTRO
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di Giacomo Casarin
Nordtex, azienda altoatesina di materiali ecologici, è la prima a realizzare un edificio costituito da linee spezzate e non ortogonali con elementi posati a secco. Grazie al progetto dello studio Signo, che ha disegnato una sopraelevazione a un edificio esistente. Con una copertura scultorea a più inclinazioni
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a sfida per il progettista è stata adattare un sistema costruttivo a incastro a una forma caratterizzata da linee complesse e diverse inclinazioni. Il legno, assemblato senza acqua, né collanti o sigillanti, diventa il segno distintivo del nuovo spazio dedicato a workshop, esposizioni e sale riunioni della Nordtex, azienda altoatesina di distribuzione di materiali ecologici e innovativi, che ha voluto ampliare un edificio commerciale esistente
attraverso una nuova costruzione sulla vecchia copertura, in diretto collegamento con gli spazi del piano terra. SPAZI DINAMICI «Le inclinazioni del tetto in legno e dei nuovi volumi», spiega l’arch. M.Elisabetta Ripamonti, «costituiscono la prosecuzione delle linee che delimitano l’esistente, con cui si armonizzano per cromatismi
La struttura in legno lamellare della copertura. A destra, prospetto nord
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SISTEMI IN LEGNO
Il cantiere mostra la fase di assemblaggio dei blocchi sui cordoli di base. Sotto, le inclinazioni del tetto in legno e dei nuovi volumi costituiscono la prosecuzione delle linee che delimitano l’edificio preesistente
e proiezioni». L’articolato disegno della copertura caratterizza la pianta della nuova area espositiva: le partizioni interne dividono infatti lo spazio in ambienti più dinamici rispetto a una più tradizionale disposizione ortogonale, senza dimenticare l’importanza della permeabilità alla luce naturale e al panorama. Considerata la posizione dell’immobile, è stata valorizzata la percezione dell’intorno con aperture in prossimità dei punti di maggior pregio ambientale, permettendo ai fruitori ampie visuali sulle montagne circostanti. Anche grazie all’arretramento dei nuovi muri perimetrali rispetto a quelli già edificati: soluzione che ha liberato spazio per tre terrazze panoramiche. LO SCHELETRO L’innovativo sistema costruttivo a secco in legno consiste in una serie di elementi componibili dotati di incastro, che vanta sia ottime prestazioni meccaniche sia eccellenti caratteristiche termiche e acustiche: blocchi in legno di pioppo sono prefabbricati in modo da essere accoppiati uno con l’altro, a vantaggio della qualità e della precisione dimensionale. Il sistema modulare e prefabbricato riduce inoltre la durata della fase realizzativa: è sufficiente assemblare e unire tra loro gli elemen-
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Nodo angolare con montante verticale, cordolo di base e blocchi a incastro
Sotto, il modello 3D del progetto. A destra, prospetto sud. Sopra, in alto: i blocchi in legno di pioppo delle pareti esterne sono riempite con un granulato minerale ecologico con proprietĂ di isolamento acustico e termico; in basso: il cordolo in legno lamellare che serve da linea di chiusura e ripartizione dei carichi in testa alla parete
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SISTEMI IN LEGNO
LA SCHEDA
La struttura in legno costruita senza bisogno di acqua, né collanti o sigillanti. A destra, un corridoio dove il controsoffitto con led nascosti crea dinamicità dello spazio
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Tipologia di intervento: ampliamento di edificio ad uso commerciale Committente: Nordtex Srl Progetto: Studio Signo - www.signomilano.it Progettista: Arch. Maria Elisabetta Ripamonti Project Mangaer: Ing. Simone Lomuoio Progetto acustico: Studio BGN di A. Milani e L. Romanò Location: Chiusa (Bolzano) Fine lavori: 2017
Dettaglio della parete a secco con finestra. A sinistra, la sala riunioni aperta verso la luce naturale e il panorama esterno. Sotto, la permeabilità fra gli ambienti interni ed esterni
ti portanti, senza l’attesa dell’asciugatura delle murature o dei massetti tipica delle costruzioni tradizionali. La posa a secco ricorre a collegamenti metallici ridotto al minimo, grazie all’efficace meccanismo di incastri che garantisce la stabilità e la resistenza della struttura. È solo necessaria la posa di montanti verticali di legno negli angoli e in corrispondenza di incroci di pareti e aperture, oltre che di un elemento-cordolo in legno lamellare che serve da base di partenza, ma anche da linea di chiusura e ripartizione dei carichi in testa alla parete. MATERIALI SOSTENIBILI Alle pareti perimetrali è stata appoggiata una struttura in legno lamellare, che ha dato forma alle inclinazioni della copertura. Sia muri che tetto sono isolati con pannelli in fibra di legno, ma la particolarità di questo sistema a secco consiste nel riempimento dei blocchi in legno di pioppo delle pareti esterne con un granulato minerale ecologico senza additivi e non igroscopico. Che permette un ottimo abbattimento acustico e una notevole resistenza termica grazie a una densità particolarmente alta. Le pareti interne, invece, sono in gesso fibrorinforzato, un materiale naturale al 100% senza aggiunta di componenti o additivi chimici, che non necessita di intonaco ma è già pronto per essere rasato e tinteggiato. Senza giunti in malta cementizia, la parete finita risulta compatta e bianca, in grado di conferire all’ambiente continuità e attirare la luce naturale sulle superfici interne.
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G LI SPECIALI SUPERFICI
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Facciate, superfici, decori: tecnologia e nuovi materiali consentono soluzioni un tempo impensabili. Ma anche di non rinnegare l’architettura tradizionale e l’impatto sulle città. Per esempio, a Milano, Basilea e...
LA TORRE pag. SI PULISCE
TECNO pag. FACCIATE
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SPECIALE
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Superfici RISPARMIOSE I diversi approcci per riqualificare l’esterno di due edifici di Milano. Accento sulle linee orizzontali oppure un ruolo più importante alle finestre: il risultato finale per entrambi è un certificato Leed
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di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University - Politecnico di Milano
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a stagione delle grandi trasformazioni a Milano non si è ancora conclusa, ma già sono evidenti a tutti gli esiti delle imprese che hanno interessato il capoluogo lombardo negli ultimi anni, come anche le prefigurazioni future dei siti oggetto di modificazione. Meno appariscenti sono gli interventi di riqualificazione di manufatti esistenti, che tuttavia beneficiano di un crescente interesse da parte di una audience sempre più sensibile ai temi legati alla sostenibilità
energetica. Da questa prospettiva, il tema della facciata assume un’importanza cruciale che si sdoppia nel suo agire eticamente ed esteticamente. Da una parte essa è elemento di figurazione a cui si richiede un’idea contemporanea di venustas (leggiadra e aggraziata bellezza); dall’altra essa è dispositivo di controllo del comfort interno dei ambienti, a cui si richiede un altrettanto attuale idea di utilitas e, secondo come si voglia declinare il concetto di durata, di firmitas (solidità).
La Serenissima. Vista via Turati/via Cavalieri. A sinistra, Gioiaotto. Vista notturna di via Melchiorre Gioia, a Milano © Andrea Martiradonna
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Gioiaotto. Schema assonometrico esploso facciate. Sopra, porzione facciata © Park Associati
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Gioiaotto, a Milano. Vista notturna facciata nord-ovest. © Andrea Martiradonna
Gioiaotto. Stato pre-progetto visto da via Melchiorre Gioia © Alessandro Sartori Sopra, dettaglio Facciata © Park Associati
DUE ESEMPI Presentiamo in queste pagine due progetti di riqualificazione di edifici per uffici a Milano, ad opera di Park Associati, che interpretano questa tematica con approcci affini ed esiti indipendenti, radicati nel contesto in cui si inseriscono: Gioiaotto e La Serenissima. I due progetti sono valsi rispettivamente il riconoscimento Leed Platinum (primo edificio a Milano) e Leed Gold. Il primo è un edificio originariamente denominato Residence Porta Nuova, ultimato nel 1973 su progetto di Marco Zanuso e Pietro Crescini. Si caratterizza per un accentuato senso di orizzontalità che permea il disegno dei prospetti, trattati come un’unica superficie che avvolge gli spazi per uffici e l’hotel. L’operazione di Park Associati consiste nel mettere in evidenza tale orizzontalità, giocando sulla tridimensionalità del prospetto. L’inserimento di elementi verticali che proiettano ombre sui serramenti aumenta l’effetto ritmico e finisce per enfatizzare la continuità delle parti opache, sagomate su un profilo che corre lungo tutto il perimetro. Infatti, il passo dei serramenti è sottolineato all’interno da pinne in vetro extrachiaro che ne
aumentano la flessibilità permettendo l’installazione di pareti mobili. All’esterno le pinne si alternano in vetro extrachiaro e colorato in pasta grigio chiaro. Davanti ai pilastri si trovano box in lamiera microforata pressopiegata, a ripartire ulteriormente le strisce orizzontali. VARIAZIONE SUL TEMA Il restyling de La Serenissima, edificio progettato nel 1962 per la Campari dai fratelli Soncin, affronta invece il tema della variazione in una facciata scansionata unicamente dal passo del telaio strutturale. Così, l’introduzione di un unico elemento, che si ripete in posizioni diverse, cambia la natura del prospetto, il quale, da
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La Serenissima. Sezioni e prospetto facciata su via Turati © Park Associati Sotto, vista da via Cavalieri © Andrea Martiradonna
A detra, vista notturna facciata su via Turati © Andrea Martiradonna
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LA SCHEDA La Serenissima
Tipologia: riqualificazione edificio per uffici Programma: uffici Committente: Morgan Stanley Sgr S.p.A. In qualità di società di gestione del Fondo “Morgan Stanley Italian Office Fund” Progetto: Park Associati Concorso: 2008 Progetto primo classificato Progetto: 2009-2010 Cantiere: 2011-2012 Completamento: 2012 Superficie: 8.500 mq Certificazioni energetiche: LEED Gold
Gioiaotto
Tipologia: riqualificazione edificio per uffici Programma: uffici, hotel Committente: Hines Italia SGR Progetto: Park Associati Concorso: 2012 Progetto primo classificato Cantiere: 2013 Completamento: 2014 Superficie: 6.700 mq Certificazione energetica: LEED Platinum
La Serenissima. Stato pre-progetto vista da via Turati / via Cavalieri Sotto, prospetto su via Turati. © Park Associati
superficie vetrata continua, si trasforma in composizione bilanciata di pieni e vuoti. Sebbene inseriti in contesti urbani diversi, che fanno di questi edifici due architetture incomparabili, possiamo tuttavia riconoscere un tratto che li accumuna, che risiede nel concepire l’involucro come una superficie unica, un fronte saturo che gira sui lati senza soluzione di continuità, siano essi parte di un oggetto isolato, che parte di un isolato urbano. Per la finestra come elemento di impaginazione del prospetto, che trova a Milano un fecondo filone con il lavoro di Lingeri, Asnago e Vender, Caccia Dominioni ed altri, non c’è posto nelle facciate di Park Associati, i quali sembrano richiamare piuttosto le trame ordite da Figini e Pollini e Mangiarotti nello loro pelli tridimensionali. Da queste superfici continue, trattate come campiture che potrebbero non finire mai, traspare la volontà di dotare le facciate con sempre maggiore autonomia rispetto al funzionamento interno al corpo di fabbrica. Il rapporto tra interno ed esterno viene delegato alle pelli dell’edificio, che devono essere belle e performanti. Le immagini che proponiamo raccontano l’interessante lavoro di Park Associati sul tema della facciata milanese. Un lavoro che si radica nel solco di una tradizione e si impone all’attenzione per la cura dei dettagli tecnologici senza rinunciare alla necessità di essere contemporanei.
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SPECIALE
FACCIATE
di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano
A Basilea il bello DELLA TECNOLOGIA
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Nella città Svizzera la Grosspeter Tower, 22 piani a uso misto, fa ampio impiego del fotovoltaico per coprire fino al 62% dei propri fabbisogni energetici. Ma senza rinunciare all’aspetto estetico della sua architettura
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l progredire della tecnologia è spesso centrato su obiettivi di tipo funzionale, di miglioramento delle prestazioni e di abbassamento dei costi. Esiste, però, un interessante effetto collaterale dello sviluppo di una tecnologia: man mano che si consuma il processo di affinamento evolve e matura l’integrazione di fattori legati all’estetica del prodotto tecnologico. L’esempio più facile e immediato è rappresentato dalla parabola dei calcolatori: da oggetti unicamente funzionali dal forte carattere sperimentale, costituti da ingombranti armadi pieni di schede e circuiti a vista, si è passati ai Personal Computer Olivetti disegnati da Ettore Sottsass, fino ad arrivare oggi ai prodotti Apple, forse l’oggetto che più di tutti rappresenta il paradigma dell’industrial design contemporaneo, vera icona caratterizzata dalla fusione tra la tecnologia e una fortissima componente estetica. MIMETIZZATI Episodi simili accadono naturalmente anche nel campo delle costruzioni. Un esempio interessante di questo processo può essere letto nello sviluppo della Grosspeter Tower di Basilea, una torre di 22 piani a uso misto, ricettivo e uffici, che fa ampio impiego
Facciata Sud. A sinistra, facciata su Grosspeterstrasse
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Vista della torre dalla copertura del sesto piano. Sotto, sezione trasversale (Burckhardt+Partner)
delle tecnologie fotovoltaiche per coprire fino al 62% dei propri fabbisogni energetici. La produzione di una tale quantità di energia, con picco equivalente a 540 KWp, deriva dai moduli fotovoltaici installati, oltre che sulle coperture, anche su tutte le superfici opache delle facciate, accuratamente mimetizzati fino quasi a rendere difficile riconoscerli come tali. Il salto estetico è avvenuto durante la fase di design delle facciate e l’importanza di questo tassello è tale che lo stesso Andreas Kaufmann, responsabile del progetto per Burckhardt+Partner, tiene a sottolineare fortemente questo aspetto: «Nel momento in cui iniziavamo il design delle facciate, è avvenuto un considerevole sviluppo nel mercato dell’energia solare. Gli elementi solari, che fino al 2014 erano disponibili solo in formati standard, potevano essere ora prodotti secondo le specifiche del cliente e del progetto». Ecco, dunque, come la torre appare così elegantemente rigorosa, palesando la componente tecnologica sulla propria parte più esterna in maniera integrale eppure con un risultato così lontano dall’immaginario canonico dei moduli fotovoltaici, spesso letti nell’organismo edilizio come elementi posticci.
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Pianta piano terra (Burckhardt+Partner). A sinistra, facciata Est
CAMPO APERTO Chiaramente non è sufficiente applicare una miglioria tecnologica per ottenere un risultato di grande interesse come nel progetto in questione. La Grosspeter Tower presenta virtù volumetriche slegate dagli elementi tecnologici e di finitura scelti. L’edificio sorge in un’area lungo i binari che conducono alla stazione ferroviaria di Basilea. Il fatto di essere così percepibile in campo aperto, da più angolazioni, ha portato i progettisti a studiare due volumi raccordati tra loro, ruotati con angoli leggermente diversi in modo da apparire dinamici e sempre diversi in base ai vari punti di vista. Un corpo più basso di sei piani, dall’impronta a terra più ampia e occupato principalmente da un hotel, è sormontato dalla torre vera e propria, più sottile e sviluppata in altezza, la quale ospita spazi open space adatti alla flessibilità richiesta dagli spazi concessi in affitto come uffici. Il tema della flessibilità della pianta libera è un ulteriore elemento dove si incontrano il design architettonico, le esigenze immobiliari e la specifica richiesta da parte della committenza di un edificio altamente sostenibile caratterizzato al massimo dal 50% di superfici vetrate, proporzione reputata ottimale come bilanciamento tra elementi disperdenti e sfruttamento dell’illuminazione naturale. Lo studio Burckhardt+Partner, già progettisti del bellissimo Mfo-Park di Zurigo, ha interpretato questa richiesta alternando in maniera ritmica fasce opache e vetrate molto sottili, distribuendo le porzioni trasparenti in maniera uguale su tutto il perimetro dell’edificio, come si nota in maniera evidente dal disegno della pianta, i cui confini appaiono quasi delimitati da una linea tratteggiata. In questo modo la fitta alternanza di elementi opachi e filtranti permette di riconfigurare agevolmente gli spazi interni secondo le diverse necessità degli inquilini che di volta in volta occuperanno i piani della torre. EFFETTO PAESAGGISTICO Se il risultato così fortemente cadenzato può apparire banale, nei fatti è un difficile studio di propor-
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Vista dalla ferrovia adiacente. Sotto, pianta piano terzo (Burckhardt+Partner)
zioni e distanze per ottimizzare la partitura, quasi una moderna stereotomia nella quale ai conci si sostituiscono pannelli fotovoltaici e lastre di vetro. La Grosspeter Tower oltre a rappresentare un punto di arrivo nell’unire tematiche tecnologiche, energetiche ed estetiche, è un esempio di come il paesaggio urbano possa essere migliorato e non vituperato da edifici
LA SCHEDA I NOMI Committente: PSP Swiss Property, Zurigo Progetto: Burckhardt+Partner, Basilea Project / Construction management: Dietziker Partner Baumanagement, Basilea Progetto strutture: ZPF Ingenieure, Basilea Progetto elettrico: Scherler, Basilea Building services planning: Gruner Gruneko, Basilea Consulente per le facciate: Neuschwander + Morf, Basilea Consulente per il fotovoltaico: energiebüro, Zurigo Info: www.burckhardtpartner.com Superficie totale: 29.170 mq Costo totale: 120.000.000 CHF Foto: Adriano Biondo
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high-rise che rispondono a politiche di densificazione urbana in risposta alle esigenze di minor consumo di suolo in aree dove lo spazio è un bene limitato come nel caso di Basilea. Riguardo al tema della densificazione, oltre a considerazioni di natura estetica, assume ancora maggiore importanza la grande attenzione a minimizzare l’impatto energetico. L’edificio, oltre che
Pianta piano tipo della torre (Burckhardt+Partner). Sotto, interno del piano tipo della torre
essere completamento rivestito da elementi fotovoltaici, sfrutta l’energia geotermica per il funzionamento degli impianti di riscaldamento e raffrescamento. L’approccio al design della torre ha portato alla scelta forte di non occultare un elemento tecnologico, ma di farne oggetto di design proponendo un modello simbiotico tra tecnologia e architettura. Il successo di questa scelta, se non fosse sufficientemente supportato dal fatto che l’edificio è stato quasi completamente affittato immediatamente dopo la sua apertura, è reso ancora più marcato dal grande numero di riconoscimenti internazionali ricevuti, tra cui lo Swiss Solar Prize 2017 nella categoria nuove costruzioni. Riccardo Maria Balzarotti, attualmente assegnista di ricerca presso il Dipar timento di Architettura e Studi Urbani, laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, è tra i fondatori dello studio di progettazione AO U M M c o n Luca Astorri, Rossella Locatelli e Matteo Poli. La sua attività professionale spazia tra progettazione a diverse scale e ricerca in campo architettonico. Ha partecipato alla XIV Biennale di Architettura di Venezia curata da Rem Koolhaas e progettato il Padiglione di Save The Children per EXPO 2015. Scrive contributi per periodici e associazioni ed è tutor e teaching assistant presso il Politecnico di Milano.
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SPECIALE
FACCIATE
Il grattacielo ANTI-SMOG Per la progettazione di un nuovo edificio di 25 piani a Soho, vicino al trafficato Holland Tunnel di New York, sono state scelte le lastre Neolith. In pietra sinterizzata e trattate con la soluzione fotocatalitica a base d’acqua Pureti. Che rende la superficie autopulente e in grado di depurare l’aria
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di Giacomo Casarin
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l design attento all’ambiente è ormai un punto fisso su cui riflettono i progettisti di tutto il mondo. La ricerca dell’edificio sostenibile passa per i boschi verticali fino alle tecnologie più avanzate. Come quella scelta dallo Studio Builtd di New York per la nuova torre al 570 di Broome Street, nel quartiere di West Soho. Secondo le ricerche più recenti dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti, a partire dal 1990 le emissioni lorde di gas serra degli Usa sono aumentate di circa il 2%. E solo le emissioni generate
dai mezzi di trasporto raggiungono il 28% dell’importo totale. Per il nuovo edificio su Broome Street, che si trova nelle immediate vicinanze del trafficatissimo Holland Tunnel di New York, è stato quindi scelto un rivestimento che potesse sopportare sia i danni fisici sia quelli causati dall’inquinamento atmosferico provocato dai gas di scarico delle automobili.
All’interno del grattacielo saranno presenti 54 appartamenti di lusso dai soffitti altissimi
LA TECNOLOGIA La facciata della torre utilizza una pietra sinterizzata appositamente trattata, che trasforma i contaminanti
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La silhouette della torre richiama l’immagine di cubi sovrapposti e sfalsati
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L’ingresso del 570 Broome, New York
dell’aria in minerali neutri e vapore acqueo. Il rivestimento consiste in una soluzione fotocatalitica chiamata Pureti, che contiene biossido di titanio (TiO2) in grado di rimuovere gli inquinanti atmosferici se esposto ai raggi Uv. Il risultato è una facciata purificante e autopulente, che contribuisce a migliorare la qualità dell’aria e permette alle lastre di restare pulite più a lungo, per essere così soggette a una manutenzione minima. La speciale tecnologia di Neolith ha la capacità di ridurre l’inquinamento attraverso la distruzione del protossido di azoto (N2O) e dei composti organici volatili che entrano in contatto con la pietra trattata, utilizzando esclusivamente l’energia proveniente dalla luce naturale del sole. IL PROGETTO E IL CANTIERE «Inizialmente le lastre Neolith sono state scelte per le loro qualità di leggerezza ed estetica», ha spiegato Tahir Demircioglu, architetto principale di Builtd. «Ma il fatto che le lastre siano trattate con Pureti costituisce un enorme vantaggio che limita la quantità di manutenzione richiesta. Non sarà più necessario utilizzare prodotti chimici o il lavaggio a pressione per la facciata, in quan-
LA SCHEDA Progetto: Builtd Progettista principale: Tahir Demircioglu Location: New York, Usa Destinazione: residenziale, commerciale Prodotti: Neolith Jura Limestone con Pureti Fine lavori: prevista entro il 2018
to il materiale è idrofilo e quindi autopulente». Il progetto sarà terminato entro l’anno, e al momento si stanno montando 2 mila metri quadri di lastre Neolith Jura Limestone (colore personalizzato prodotto specificamente per il progetto) trattate con Pureti, su tutti i lati dell’edificio, comprese le cornici della vasta superficie vetrata della facciata principale. Tutto ciò richiede un’installazione efficiente e accurata, con ricorso all’uso di profili di alluminio che sono in grado di conferire forza e flessibilità alla struttura. Pietra, metallo e vetro si alternano per creare una silhouette che richiama l’immagine di cubi sovrapposti e sfalsati, al cui interno saranno presenti 54 appartamenti di lusso dai soffitti altissimi.
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Sistema di scarico fonoisolante in PVC-U nero
REDI is black
SISTEMA
GAMMA
CERTIFICAZIONE ACUSTICA
RISTRUTTURAZIONE
Innovativa mescola realizzata con PVC-U arricchito di cariche minerali selezionate per ottime prestazioni fonoisolanti 14 dB
14 dB – 2 l/s
RESISTENZA AL FUOCO Euroclasse B-s2-d0
Gamma completa di tubi e raccordi nei diametri: Ø 40-50-75-90-100-110-125-160 Tubi a singolo bicchiere (MF) e doppio bicchiere (FF)
Ideale per il mondo della ristrutturazione. Si adatta ai sistemi ad innesto e ad incollaggio.
ESCLUSIVITÀ
Unico sistema fonoisolante in PVC ad offrire il diametro 100
www.redi.it
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COME SI
FA
DIRE, FARE, PROGETTARE Le tecnologie al servizio di architetti e imprese
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BRIANZA PLASTICA Isolanti in goal per il Picchio
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SAN MARCO TERREAL Quattro case per quattro fratelli
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COME SI FA
Riqualificazione
Brianza Plastica ristruttura il complesso sportivo acquistato dall’Ascoli Picchio 1898 FC. attraverso il recupero delle facciate isolate e ventilate con il sistema Isotec Parete. E con il rivestimento in laminati HPL.
Tutti i colori del Picchio Village. A destra, lo stato di fatto, prima della posa della nuova parete ventilata
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Isolanti in goal per il Picchio di Giacomo Casarin
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Isolanti in goal per il Picchio
icchio Village è un complesso sportivo che si estende per 100mila metri quadri e comprende un edificio polivalente lungo oltre 100 metri, disposto parallelamente a due campi di gioco regolamentari. All’interno della struttura sono presenti gli spogliatoi degli atleti e una palestra di oltre 300 metri quadri, mentre sulla copertura ci sono le gradinate per assistere alle partite. Il tutto circondato da ampie zone di verde. La riqualificazione del complesso, curato e coordinato da Michele Laorte, ingegnere, ha visto il recupero di tutte le superfici sportive e gli interventi di ripristino funzionale ed estetico del fabbricato principale. A questo primo step seguirà la realizzazione di ulteriori strutture e servizi per rendere fruibili gli impianti e gli spazi non solo alla squadra e ai tifosi, così da trasformare il Picchio Village in un polo di attrazione per attività sportive e congressuali.
RIQUALIFICARE L’IDENTITÀ È risultato assolutamente indispensabile migliorare la funzionalità del manufatto edile, attraverso dei punti progettuali ben definiti, tra cui arrestare lo stato di degrado in cui versavano le strutture esterne e aumentare significativamente il comfort interno, insieme alla riduzione dei consumi energetici. Altrettanto importante per la committenza era l’obiettivo di dare, attraverso scelte architettoniche espressive, l’impronta e il segnale di un forte rinnovamento che rinforzasse il senso d’identità del Club. L’intervento di recupero ha previsto quindi la realizzazione dell’isolamento con facciata ventilata delle pareti esterne della struttura, il rinnovamento di tutto l’aspetto impiantistico, l’installazione di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua sanitaria e di fonti di luce Led per l’illuminazione interna, oltre alle opere di rifacimento della rete di raccolta e smaltimento delle acque.
UNA PELLE SOSTENIBILE «La progettazione dell’isolamento esterno è stata guidata dalla scelta del rivestimento desiderato in Hpl (High Pressure Laminate) e dalla preferenza per la tecnologia costruttiva della facciata ventilata, che consente vantaggi termoigrometrici, in aggiunta alle prestazioni isolanti», ha spiegato Laorte. Il materiale scelto e la soluzione tecnica della facciata ventilata garantiscono la resistenza meccanica all’impatto con i palloni da calcio, ma anche una libertà espressiva che ha potuto spaziare ampiamente, vista la particolare destinazione d’uso e la posizione dell’edificio all’interno di un’area destinata a verde sportivo, priva di relazioni dirette con il contesto urbano. Il progetto si è concesso quindi di
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COME SI FA
Riqualificazione
Lavori di posa del sistema Isotec Parete. A destra, sulle pareti in blocchi di cemento sono stati fissati meccanicamente a secco i pannelli termoisolanti Isotec Parete, con spessore 8 cm
giocare con i colori per comunicare dinamismo e grinta agli atleti. La scelta è ricaduta su Isotec Parete di Brianza Plastica, un sistema termoisolante con anima in poliuretano espanso rigido e correntino metallico asolato integrato, compatibile con tutti i supporti e con tutti i tipi di rivestimento. Il prodotto permette di ottenere in un unico passaggio uno strato isolante ad alte prestazioni, una camera di ventilazione e una sottostruttura portante per il rivestimento in Hpl di Abet Laminati. Grazie alla consolidata collaborazione fra le due aziende è stato prodotto un lavoro sinergico di progettazione esecutiva e consulenza mirata, che ha supportato il progettista dalla valutazione della fattibilità del caso in esame fino alla risoluzione, ove necessario, di tutti i dettagli esecutivi.
DETTAGLI TECNICI Le pareti esterne dell’edificio principale sono realizzate con struttura intelaiata in calcestruzzo armato e tamponamenti monostrato da 20 centimetri in blocchi di cemento cellulare non intonacati. Su questa superficie sono stati fissati meccanicamente a secco i pannelli termoisolanti Isotec Parete, con spessore 8 centimetri, la cui conformazione battentata assicura un’estrema Il nuovo campo per l’Ascoli Picchio
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Una volta ultimata la posa del sistema Isotec Parete, al correntino sono stati fissati con semplicità i pannelli in HPL, privilegiati per le elevate capacità di resistenza agli urti
Dettaglio della camera di ventilazione tra i pannelli isolanti e il rivestimento in HPL
Sopra, Isotec Parete di Brianza Plastica è un sistema termoisolante con anima in poliuretano espanso rigido e correntino metallico asolato integrato. A destra, il correntino asolato in acciaio protetto, solidale al pannello isolante, crea la sottostruttura per il fissaggio del rivestimento, oltre che la camera di ventilazione
TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO: ristrutturazione strutture sportive COMMITTENTE: Ascoli Picchio 1898 F.C. PROGETTISTA: Ing. Michele Laorte LOCATION: Ascoli Piceno INTERVENTO: isolamento dell’involucro con Isotec Parete di Brianza Plastica, spessore 80 mm RIVESTIMENTO PARETI: pannelli HPL MEG di Abet Laminati IMPRESA ESECUTRICE: Turla Costruzioni srl – Ascoli Piceno
facilità di posa e la perfetta continuità dell’isolamento. Il correntino asolato in acciaio protetto, solidale al pannello, crea la sottostruttura per il fissaggio universale del rivestimento e allo stesso tempo la camera di ventilazione fra isolante e cortina esterna. In più, il poliuretano espanso rigido di cui è composto il pannello Isotec Parete, assicura elevati benefici di isolamento termico grazie al valore di conduttività termica dichiarata λD di 0,022 W/mK, da cui consegue un comfort abitativo ottimale e un considerevole risparmio energetico per il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo. Una volta ultimata la posa del sistema Isotec Parete, al correntino sono stati fissati con semplicità i pannelli in Hpl Meg di Abet Laminati, privilegiati per le elevate capacità di resistenza agli urti e per la loro estetica. Il rivestimento finale delle facciate spicca per la linearità, la semplicità e l’originale effetto cromatico che richiama in modo immediato i colori dell’Ascoli Picchio 1898 FC., con l’alternanza delle fasce bianche e nere. La facilità di posa del Sistema Isotec Parete ha permesso di eseguire a regola d’arte e in breve tempo l’applicazione degli oltre 1000 metri quadri della facciata ventilata da parte dell’impresa Turla Costruzioni, alla sua prima esperienza con questa tecnologia costruttiva.
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COME SI FA
hiello Laterizi
Quattro case per quattro fratelli Titolo Sommario
autore di Giacomo Casarin
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uattro fratelli per quattro case a schiera. Una famiglia ha deciso così di sistemarsi a Savignano sul Rubicone, e di commissionare le proprie abitazioni allo studio Cotta Solomita Architetti Pianificatori su un lotto di terreno di circa 1300 metri quadri, sopra a un versante collinare. Particolare che ha indotto il progettista a seguire lo sviluppo delle curve di livello per il disegno delle case, che sono unite, infatti, due a due e risultano sfalsate tra loro di circa 60 centimetri. Movimentate nei fronti e nelle coperture, le unità abitative si sviluppano lungo l’asse Nord-Sud al fine di esporre l’ampia superficie del giardino a meridione, e quindi verso gli accessi pedonali posti lungo la strada. Che attraverso una lieve pendenza giungono alle logge d’ingresso.
VOLUMI DINAMICI
Tra le colline di Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena, sonoatostate commissionate diverse dall’intretesto unità abitative per un’unica famiglia. TETITOLINO Realizzate tipologia a schiera Dal punto con di vitesto e rivestite con la tecnologia Zephir Evolution di SanMarco Terreal
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Dida Dettaglio balconi e facciata ventilata del prospetto principale
TITOLO
Hgoepgeprpg
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Le diverse abitazioni, simili nella configurazione planivolumetrica, sono costituite da un sistema costruttivo a setti in cemento armato cielo-terra e solai a doppia nervatura, mentre le travi che sorreggono la copertura sono in legno lamellare, rivestite da tavolato e lamiera di zinco titanio. I muri di tamponamento sono in blocchi di calcestruzzo cellulare autoclavato, poi intonacati, che si alternano al rivestimento di facciata in lastre di terracotta Zephir Evolution di SanMarco Terreal. La coperture a due acque delle singole unità abitativa, proprio come
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COME SI FA
Laterizi
Prospetto sud. Sopra, fronte principiale con la struttura per la facciata ventilata
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la sottostante pianta, segue un’articolazione e movimentazione dei volumi che ha l’intento di limitare una eccessiva piattezza dei fronti. Al piano terra, il soggiorno è caratterizzato sul lato a sud da un infisso scorrevole che consente il collegamento diretto alla loggia e al giardino del fronte principale, mentre una parete in parte opaca e in parte trasparente filtra la zona cucina-pranzo verso il fronte nord. Il primo piano ospita due camere da letto matrimoniali, entrambe affacciate su balconi, oltre a un bagno e un ripostiglio. Un doppio lucernaio in copertura illumina zenitalmente il vano scala che collega tutti i piani della casa, fino a quello interrato composto di bagno, lavanderia, dispensa, garage e centrale tecnica.
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terrazzo 1 mq 21.70
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loggia 2 mq 7.50
loggia 2 mq 7.34
loggia 2 mq 7.28
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soggiorno mq 31.08
area scala mq 7.60
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soggiorno mq 31.58
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11 disimp. 1 mq 3.81
cucina mq 12.58
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cucina mq 12.34
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area scala mq 7.60
11 disimp. 1 mq 6.17
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cucina mq 12.58
270 225
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tetto vetrato non praticabile mq 15.00
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soggiorno mq 31.61
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area scala mq 7.60
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soggiorno mq 30.60
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11 disimp. 1 mq 6.48
V6 mq 14.90 cucina mq 12.62
270 225
loggia 2 mq 7.14
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terrazzo 1 mq 18.40
180 80
180 80
V7 mq 42.20
180 80
terrazzo 1 mq 21.70
terrazzo 1 mq 21.70
terrazzo mq 31.40
area scala mq 7.60
11 disimp. 1 mq 6.50
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ingresso mq 4.30
ingresso mq 5.14
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bagno 1 mq 5.29
V1 mq 161.60
V2 mq 56.00
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bagno 1 mq 5.47
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Vasca idromassaggio
ingresso mq 4.90
loggia 1 mq 7.34
bagno 1 mq 5.33
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loggia 1 mq 7.28
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loggia 1 mq 7.34
80 210
bagno 1 mq 12.55
loggia 1 mq 7.60
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90 230
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terrazzo 2 18.60 mq
V3 mq 73.90
V4 mq 70.80
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GLIAN
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PAVIMENTAZIONE IN BETONELLA A
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AIUOLA
IL CANTIERE La suddivisione in quattro unità abitative distinte ha consentito di avere una serie di grandi setti trasversali in cemento dello spessore di 25 centimetri in corrispondenza delle divisioni tra le singole proprietà, raggruppate fisicamente a due a due, con uno spazio centrale che consente non solo il salto di quota per rispettare l’andamento orografico del terreno ma anche il posizionamento del giunto sismico tra le due parti. Le fasi costruttive della struttura portante si sono succedete con rapidità fino al tetto, dove al sistema di travi in cemento armato è stata aggiunta un’orditura di travi lamellari 18x24 centimetri, con sovrapposto doppio
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Particolare prospetto nord. Sopra, piano terra
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COME SI FA
Laterizi
tavolato incrociato 3+3 centimetri e rivestimento in lamiera zinco-titanio. Una particolarità dell’impostazione progettuale consiste nell’occultamento dei canali di gronda che sono contenuti tra il terminale delle falde e le pensiline aggettanti. Soluzione che impone lo stesso principio ai pluviali, annegati nelle murature, invisibili all’interno delle facciate. Per garantire un ottimale funzionamento soprattutto durante le possibili gelate invernali i canali di gronda, gli impluvi e alcune vie di deflusso sono state dotate di resistenze elettriche in grado di scogliere l’eventuale ghiaccio. Per quanto riguarda il tamponamento del fabbricato sui fronti, la scelta è ricaduta su blocchi in calcestruzzo aeroclavato da 48 cm che, nonostante lo spessore elevato, consentono un’agevole posa e garantiscono allo stesso tempo elevate capacità prestazionali in termini di inerzia termica e isolamento acustico.
Travi in legno lamellare per la copertura
FACCIATA VENTILATA IN TERRACOTTA Alla finitura in intonaco tinteggiato fa da contraltare una facciata ventilata in elementi di terracotta SanMarco Terreal, serie Zephir Evolution. Con fissaggio a montante e traverso di lunghezza fino a 150 centimetri, la nuova lastra monopelle di SanMarco Terreal è caratterizzata dalla Interni del soggiorno con vista sul corpo scala. Sotto, tamponamento in blocchi di calcestruzzo aeroclavato del primo piano
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La scala interna
Tavolato di copertura prima della posa della lamiera in zinco titanio
Copertura in zinco titanio. A sinistra, struttura per la facciata sospesa
PROGETTISTA: Pasqualino Solomita - Cotta Solomita Architetti Pianificatori CONSULENTI: Marco Peroni per le strutture, Andrea Montuschi per gli impianti DIREZIONE LAVORI: Pasqualino Solomita LOCATION: Savignano sul Rubicone (ForlĂŹ Cesena) PRODOTTI: facciata ventilata con Zephir Evolution di SanMarco Terreal FOTOGRAFO: Fabio Mantovani FINE LAVORI: 2017
tradizionale brillantezza delle argille di Francia e dal profilo sagomato con giunto orizzontale chiuso. Di grande formato ma di basso spessore (1,5 centimetri), è leggera (meno di 35 kg/mq) ma con caratteristiche meccaniche elevate. Tra le nuove finiture, smaltate e rigate, è stata scelta quella scanalata, unita al colore in pasta bruno cioccolato. Infine, gli elementi sono stati posati a secco sulla sottostruttura in alluminio sostenuta da montanti verticali fissati alle pareti perimetrali. La variazione cromatica dovuta alla natura del materiale unita alla scanalatura orizzontale modifica continuamente la percezione della parete rivestita in funzione della diversa incidenza della luce naturale: il risultato ricercato consiste in un forte contrasto tra le diverse porzioni volumetriche che scandiscono la facciata.
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INTORNO
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di Monica Manfredi, Politecnico di Milano
In battello VERSO IL DUOMO
Il progetto di Antonello Boatti prevede il ripristino dei corsi d’acqua che attraversano la città lombarda, coperti nel 1929 in nome della velocità. Ne sarebbe rivoluzionata la viabilità e lo stile di vita, anche se i nuovi Navigli non avrebbero le stesse dimensioni di un tempo 98
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Milano l’acqua torna a far parte di una città che rinnova la sua immagine negli spazi pubblici apportando principi e condizionamenti per introdurre un modo diverso di abitare e riconsiderare il tempo di percorrenza delle distanze grazie a piste ciclabili e alla navigabilità urbana, per migliorare la qualità ambientale. Dalla chiusura dei Navigli, iniziata nel 1929, quando il mito della velocità rappresentava l’idea del Futuro, siamo ad oggi: “Milano città d’acqua” è la proposta coordinata da Antonello Boatti ed elaborata tra il 2013 e il 2015 per un importante progetto pubblico di trasformazione urbana che affronta il tema dell’acqua come una sorta di ritorno
Render del progetto in via Molino delle Ami, nel tratto che attraversa il Parco Giovanni Paolo II dominato dal complesso di San Lorenzo, in prossimità della stazione Vetra della linea M4 (elaborazione a cura di MM). Sopra, disegno in giallo dell’idrovia Locarno - Milano Venezia
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MILANO
Render di progetto del tratto del nuovo Naviglio tra via Cagliero e via Carissimi nello studio di Metropolitana Milanese (a cura di Simone Carzaniga). Sopra, tratto di riapertura della Cerchia interna da via Laghetto a corso di Porta Romana. Planimetria generale. A destra, planimetria del Laghetto di San Marco, progetto dallo Studio di FattibilitĂ (giugno 2015)
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alle origini, individuando nel tempo lento la nuova chiave per la fruizione degli spazi urbani e della loro percezione. La velocità si sposta sui binari della linea metropolitana M4 e in superficie arriva l’immagine di una Milano con i battelli che percorrono i Navigli carichi di visitatori e milanesi che guardano le bellezze monumentali della città. La proposta definisce un ritrovato punto di vista dall’acqua che sposta le condizioni di percezione dello spazio urbano e delle sue architetture. Questo è possibile non solo perché si crea quella misura di distanza utile e necessaria ad una visione oggi inedita e altrimenti impossibile, che non può appartenere al passo veloce e distratto del pedone che attraversa la circonvallazione e Suggestioni della riapertura del Laghetto, progetto dello Studio di Fattibilità (giugno 2015), vista da via Ancona (render di Matteo Colombo)
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MILANO
neppure all’automobilista in coda alla quota dell’asfalto, ma anche perché si propone una misura del tempo della percorrenza urbana che concede lo spazio e invita lo sguardo all’attenzione per poter vedere, da un altrove, quello che è sempre stato presente. Si scopre una Milano turistica che pur mantenendo il suo carattere severo, che la rende così speciale, non rinuncia ad una certa gioiosa leggerezza, necessaria componente del tempo dello svago e della visita.
ASPETTATIVE E MEMORIA Non solo il ricordo della sua bellezza, ma anche il suo sviluppo produttivo legano Milano all’acqua: dalle marcite al sistema dei canali di irrigazione, dalla immagine della navigazione dei barconi al trasporto dei marmi per la costruzione del Duomo. Per questo la riapertura dei Navigli crea molte aspettative toccando l’immaginario insieme alle radici e alla memoria di Milano. Proprio in questo forte argomento di legittimazione esiste, per l’intero progetto, il rischio di non corrispondere a quell’immagine nostalgica, condizionata dalle immagini da cartolina di una Milano che non ci sarà più. È cambiata la consistenza edilizia degli edifici intorno,
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Veduta fotografica d’epoca della sponda orografica sinistra in corrispondenza del Palazzo del Senato. Sotto, vista dei Bastioni verso via San Marco, simulazione del progetto realizzata da Simone Carzaniga per conto di Metropolitana Milanese (MM)
Planimetria generale del progetto di riconnessione della Conca di Viarenna alla Darsena (elaborazione MM)
vanno rispettate le accessibilità carrabili e garantita la sicurezza, la soluzione idraulica della navigabilità interna impone in alcuni punti una significativa profondità del livello dell’acqua per mantenere gli attraversamenti a raso esistenti, da cui consegue anche il raddoppio del numero delle conche… Tutto questo comporta una certa “congestione” in alcune delle sezioni proposte alla verifica della fattibilità del progetto, con una ampiezza del Naviglio molto ridotta rispetto all’originale e con un respiro dello spazio urbano molto più compresso, a cui si associa un’inevitabile riduzione della velocità di navigazione. Del resto non si tratta di una ricostruzione
dei Navigli così come erano, per stessa chiara e ribadita dichiarazione dei progettisti che ne hanno proposto e studiato la fattibilità, ma della concretizzazione di un’opportunità per rigenerare l’ambiente urbano, aprire nuove prospettive di sviluppo economico e migliorare la qualità ambientale. UTOPIA CONCRETA La chiara comunicazione del progetto è dunque necessaria perché si possa arrivare a comprendere e condividere le proposte attuali valutando anche costi e benefici di alternative possibili come variazioni o varianti di questa
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MILANO
morfologica dello spazio pubblico della città, soprattutto nelle sue parti meno di valore e più degradate.
Sopra, il progetto del Naviglio Martesana nel tratto tra via Tonale e via Pirelli; studio di sezione e la sezione del progetto di copertura della Cerchia interna in via Francesco Sforza (archivio MM)
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stessa “utopia concreta” (Gabriele Pasqui). Si tratta non solo di poter sostenere pienamente gli obiettivi più generali – navigabilità interna o no, riapertura totale o no, completa connessione territoriale navigabile tra Locarno e Venezia oppure no – e confrontarsi con le relative conseguenze sul disegno e sull’uso degli spazi urbani, ma anche di entrare nel merito delle proposte di soluzione architettonico-spaziale che possono essere di molto diverse anche in relazione alla possibilità di “forzare” ulteriormente le limitazioni al traffico e le garanzie di accessibilità. E tutto questo può avvenire solo attraverso la partecipazione e l’ascolto, anche delle critiche, come è richiesto dagli stessi sostenitori di questo progetto dal forte carattere collettivo e interdisciplinare. Un progetto immaginato e studiato da circa 20 anni con appassionato entusiasmo da Antonello Boatti con Marco Prusicki, entrambi del Dipartimento DASTU del Politecnico di Milano, insieme a molti professionisti, istituti di ricerca e associazioni, che oggi è diventato anche impegno politico per il sindaco Giuseppe Sala, che ne è convinto sostenitore. In attesa degli esiti di un prossimo referendum cittadino, va sottolineato che la sola apertura del Naviglio della Martesana su Via Melchiorre Gioia “arrivando possibilmente sino a San Marco” costituirebbe, come sostiene Stefano Boeri, un intervento di dirompente impatto positivo sulla struttura
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LA PROSPETTIVA DEL SOGNO Certo è che una realizzazione parziale del progetto di riapertura dei Navigli ne mortificherebbe il coraggio, l’ambizione e il sogno, ma continuerebbe a portare grandi vantaggi ambientali. Potrebbe essere comunque realizzato un complessivo riordino idraulico ovvero la separazione delle acque del Seveso dalla Martesana in due condotti di adeguate dimensioni, con il conseguente miglioramento della qualità dell’acqua e con l’effetto di un contenimento del rischio di esondazioni urbane del Seveso, per quanto sostanzialmente risolvibili solo con la costruzione di appropriate vasche di laminazione. Verrebbe comunque indotta una inevitabile e strutturale riduzione del traffico veicolare interno alla città e si darebbe vita a nuovi microclimi urbani a favore di una migliore fruizione dello spazio pubblico. Si avrebbe inoltre, per la configurazione ed estensione geografica dell’intervento, anche se la realizzazione fosse asimmetrica o non totale, un’importante occasione per trasformare un’opera che insiste principalmente sul centro, ma non solo, in una sorta di manifesto di equità del trattamento dello spazio pubblico, promettendo dettagli, completezza e finiture che percorrono tutto il corso del Naviglio, in centro come in periferia. La continuità lineare dell’immagine dello spazio pubblico potrebbe costituire una sorta di messaggio subliminale materializzato nel concreto dei dettagli costruttivi e dei materiali utilizzati e generare così, come conseguenza, una “naturale” consuetudine a praticare una uguale attenzione nel trattamento dei luoghi urbani a prescindere dalla loro maggiore o minore distanza dal Duomo.
Monica Manfredi, architetto e paesaggista, assegnista di ricerca del Politecnico di Milano dove si laurea con una tesi di progetto sul tema Infrastruttura e parco allo Scalo Farini di Milano. È dottore di ricerca+ in Tecnologia dell’Architettura e Ambiente con una ricerca sulle vasche di laminazione ridefinite sulla base dell'invenzione degli «idropaesaggi». Ha collaborato a lungo con Umberto Riva e nel 2006 vince il concorso per il centro storico di Intra di cui segue e progetta l'intera realizzazione. Scrive e fa ricerca sui temi dell'architettura, dell'ambiente e del paesaggio.
AL LAVORO CON YOUBUILD Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori... YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica anche informazioni utili, pratiche, aggiornate. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.
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È possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link http://www.youtradeweb.com/abbonati-alle-riviste/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it - SET TEMBRE 2018 105 o telefonando YouBuild al numero +39 02 47761275
ITALIA UNDER 40
AREE GREEN
di Gabriele Tavasci, Politecnico di Milano
Il calcestruzzo UNISCE IL VERDE
Il parco nel Comune di Casazza (Bergamo) è stato trasformato dal progetto degli architetti friulani Andrea Catto e Caterina Salvagno. Con alcune murature che assumono forme sinuose e seguono i dislivelli del terreno, si ripiegano su se stesse passando da elemento verticale a superficie orizzontale 106
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«C
redo che si sia raggiunto il punto di non ritorno in cui non è più possibile ignorare il rapporto con la natura e la relazione del paesaggio con l’urbanizzazione. Ogni intervento architettonico determina sempre anche un lavoro con la natura». Questo è il pensiero espresso dall’architetto svizzero Jacques Herzog nel 1998 e, a oggi, questo risulta sempre più attuale e imprescindibile nella progettazione e visione futura delle nostre città e paesi
che hanno avuto una continua e veloce espansione dal boom economico degli anni Cinquanta ai giorni nostri, lasciando frammenti di territorio e spazi anonimi che necessitano di trasformazione e rivalorizzazione. Di conseguenza, anche il progetto di superfici verdi all’interno delle aree urbane e delle periferie ha un ruolo indispensabile e non può più essere ignorato o lasciato al caso senza un filo logico. Serve trovare una soluzione per ricucire gli spazi vuoti e dare loro un’identità, per creare luoghi d’incontro e valorizzare
I percorsi pedonali realizzati in calcestruzzo. A sinistra, vista sul campetto da gioco esistente
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AREE GREEN
Le tribune sul campo da gioco. Sotto, sezione ambientale di progetto
il territorio urbano e sviluppare le peculiarità del cosiddetto «spazio negativo», residuale, che si oppone al costruito. LE PROPOSTE L’amministrazione comunale di Casazza (Bergamo) nel 2015 ha indetto un concorso d’idee per la progettazione di un’area a verde antistante il plesso scolastico comu-
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nale e la valorizzazione delle aree limitrofe. Tra tutte le proposte arrivate, il progetto vincitore è risultato quello dei giovani architetti friulani Andrea Catto e Caterina Salvagno, che lo hanno anche poi realizzato. La loro soluzione progettuale prende spunto dal pensiero del grande architetto paesaggista svizzero Dieter Kienast: «Il nostro lavoro consiste nel cercare la natura urbana, il cui colore non è solo il verde, ma anche il grigio:
Vista prospettica di progetto
ne fanno parte alberi, siepi, prati, ma anche il manto stradale, le piazze, i canali artificiali, i muri, gli assi di penetrazione e ventilazione, il centro e la periferiaÂť. Gli elementi con cui si sono rapportati i progettisti, oltre agli edifici circostanti, la scuola e i campi da gioco esistenti, sono la natura e le montagne che circondano la cittĂ di Casazza. Queste diventano la quinta scenica del progetto. I nuovi spazi disegnati si trasformano
Area gioco dedicata ai bambini delimitata da una seduta in calcestruzzo
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AREE GREEN
Le sedute in calcestruzzo a forma di cubo che richiamano i dadi gioco
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nella platea che si misura e relaziona a diversa scala con il contesto e il paesaggio montano, creando e portando in evidenza nuovi scorci e coni visivi. RELAZIONI VIRTUOSE Il progetto del parco unisce e mette in relazione, con un disegno univoco, il giardino antistante la scuola e un prato stabile antistante e separato dalla strada. Il materiale scelto, con funzione di trait d’union, è il
calcestruzzo. Il materiale, comunemente utilizzato per la costruzione delle città, qui è utilizzato in maniera enfatica e magistrale. Le murature assumono forme sinuose che seguono i dislivelli del terreno, si ripiegano su se stesse passando da elemento verticale a superfice orizzontale creando e definendo spazi e funzioni differenti all’interno del parco. Gli stessi percorsi pedonali si trasformano in rampe che diventano muri di contenimento per poi trasformarsi in sedute, il tutto
LA SCHEDA I NOMI Committente: Comune di Casazza (BG) Progettisti: Andrea Catto (info: arch.andrea. catto@gmail.com) - Caterina Salvagno (info: caterina.salvagno@gmail.com) I NUMERI Superficie: 4.500 mq Costo: 190.000 euro Progettazione: Concorso d’idee: aprile -luglio 2015; progettazione preliminare: settembre 2015; lotto 1: ottobre - dicembre 2015; lotto 2: settembre - ottobre 2016 Realizzazione: lotto 1: marzo – luglio 2016; lotto 2: novembre 2016 – marzo 2017 Imprese: lotto 1: Impresa Legrenzi; lotto 2: Colombo Costruzioni per l’ambiente
La plasticità e duttilità del calcestruzzo, il muro di contenimento diventa seduta per poi si piegarsi e trasformarsi in rampa per la zona skate. Sopra, l’attenzione al dettaglio nei giunti delle superfici di calcestruzzo
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AREE GREEN
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Disegno in pianta e sezioni di profilo dell’area skater. Sopra, la zona dedicata allo skatebord
P21
P1 P23
P2
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P3
+1,33
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+1,00
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+0,96 +0,26
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P18 P13
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P20 P10
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P5
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P27 +0,02
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P28 P1
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senza soluzione di continuità. La parte nord del parco è dedicata all’area gioco per i più piccoli con altalene e giochi a dondolo con pavimentazione anti trauma in ghiaietto, contornata e delimitata da sedute curvilinee in cemento che, proseguendo verso sud, si piegano tramutandosi nella rampa sinusoidale per la zona skateboard. CAMBIAMENTO DI QUOTA Nella zona sud i progettisti si sono dovuti relazionare con gli edifici scolastici e un campo da basket esistente, quest’area, precedentemente tutta asfaltata, ha visto un cambiamento di quota e, tramite l’utilizzo del calcestruzzo gettato in opera, si è data forma a delle tribune dalla forma plastica che si spiegano fino a trasformarsi nella rampa di accesso all’area. Il pensiero progettuale e la volontà di confrontarsi con la natura montana circostante hanno portato alla scelta di essenze autoctone che richiamano, in scala ridotta, le peculiarità dei vicini boschi. Mentre le zone a verde e le essenze delle aiuole rimandano invece al naturalezza del prato stabile precedentemente presente sull’area. Inoltre l’attenzione alla modellazione del suolo ha permesso di riutilizzare il materiale asportato a monte e riportarlo a valle ove necessario, contenendo la movimentazione di materiale e limitando l’apporto di nuovo materiale. Per la scelta e il disegno dell’arredo urbano si è scelto di
utilizzare elementi destinati al mondo delle costruzioni in maniera inusuale, scegliendo profili in acciaio destinati alla realizzazione di travi e pilastri come supporto per tavoli e panchine completate con piani e sedute in legno. Ulteriori sedute sono invece state realizzate, utilizzando ancora una volta in maniera inusuale il calcestruzzo, scegliendo la forma perfetta del cubo, come fossero dadi fuori scala lanciati durate una partita tra giganti sul piano del parco. Tutti il progetto di Catto e Salvagno è pervaso da una sapiente progettazione cui ha fatto seguito, fortunatamente, un’esemplare realizzazione che ha dato respiro all’attenzione al dettaglio e alla cura delle forme e nell’uso dei materiali.
Tribune e sedute diventano zona di relax
Gabriele Tavasci, architetto, è assegnista di ricerca al Politecnico di Milano. Dopo alcune brevi collaborazioni professionali, apre il proprio studio nel 2010, specializzandosi nella progettazione architettonica residenziale e di ambienti pubblici. Sperimenta utilizzando sia tecniche costruttive innovative sia tradizionali, rivolgendo il proprio pensiero progettuale alle esigenze dell’abitare contemporaneo e futuro, mantenendo profondo rispetto e attenzione agli insegnamenti provenienti dal contesto e da tutto ciò che è legato al passato.
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Un monolite aperto Una casa privata ad Ahmedabad è stata costruita interamente in pietra di Dhrangadhra. Ma con una pianta a croce che apre il solido edificio progettato da Spasm Design verso quattro grandi giardini. Un monolite grigio. Così si presenta la casa di Ahmedabad in pietra di Dhrangadhra (arenaria), dalla consistenza striata e una colorazione ossea, utilizzata in molti degli antichi edifici della città, perché proveniente da cave vicine. La sua struttura cellulare presenta intercapedini d’aria microscopiche, che la rendono ottima per essere utilizzata come pannello isolante. Il rivestimento lapideo ricopre l’intero corpo della casa, come un monolite, ma la pianta a croce crea una grande permeabilità verso l’esterno e una buona ventilazione naturale. Il senso di chiusura è smorzato anche dai tagli verticali tra i grandi blocchi utilizzati per formare una cortina che incornicia i giardini. Un espediente che consente anche alle brezza di entrare. Il volume della scala principale al centro della pianta è l’origine da cui partono tutti i corridoi della casa (i bracci della croce), posizionati in modo tale da accentuare il senso di permeabilità tra dentro e fuori. L’assenza della percezione di confini e la spinta verso lo spazio esterno sono enfatizzati anche dalla presenza, nei cortili, di scale in pietra che portano verso nuovi giardini pensili. I cortili verdi sono una parte importante del controllo passivo della ventilazione
a cura di Giacomo Casarin
LE “PINNE” DI PIETRA IN FACCIATA, PERPENDICOLARI AI PROSPETTI DELL’EDIFICIO, CAUSANO OMBRE INCIDENTI CHE RAFFREDDANO LA SUPERFICIE E CREANO UN RITMO MUTEVOLE DI OMBRA E LUCE
LA ZONAX
L’INGRESSO OMBREGGIATO ALLA CASA DI AHMEDABAD
IL SALOTTO È SITUATO NEL BRACCIO NORD DELLA CROCE E SI APRE VERSO IL GIARDINO PIÙ GRANDE
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YouBuild - GIUGNO 2018
LA PLANIMETRIA A CROCE SI APRE AI QUATTRO GIARDINI. SOPRA, IL PIÙ GRANDE DEI QUATTRO GIARDINI, DA CUI SI ACCEDE A UNA SCALA IN PIETRA CHE PORTA VERSO I TETTI VERDI PENSILI
in casa, perché facilitano il movimento convenzionale dell’aria. Inoltre, i prospetti dell’edificio sono caratterizzati da blocchi grezzi di pietra, verticali e perpendicolari alla facciata, che infrangono la luce del sole e creano un ritmo mutevole di chiaroscuro. Utile non solo a un fine decorativo ma anche funzionale al raffreddamento della superficie, e quindi degli ambienti interni.
The House of Secret Gardens Progetto: Spasm Design – www. spasmindia.com Team di progetto: Sangeeta Merchant, Gauri Satam, Divyesh Kargathra,Vijjisha Kakka, Mansoor Kudalkar, Sanjeev Panjabi Location: Ahmedabad, India Fine lavori: 2018
YouBuild - SET TEMBRE 2018
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO
Un cubo svuotato Lo studio Chipperfield Architects inserisce un volume squadrato al centro del quartiere di Yongsan, a Seoul. Svuotato all’interno per la ventilazione e l’illuminazione degli spazi, si apre alla città grazie a tre grandi spaccature del volume
L’APERTURA ALLA BASE DEL VUOTO CENTRALE CHE SI AFFACCIA VERSO EST
L’APERTURA PIÙ ALTA VERSO L’ESTERNO CHE SI AFFACCIA VERSO NORD
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YouBuild - SET TEMBRE 2018
La nuova sede di Amorepacific, la più grande compagnia di bellezza coreana, sorge nel centro di Seoul vicino al grande Yongsan Park e a un business district, parte di un masterplan che ha modificato il tessuto urbano del quartiere facendolo diventare la zona con più grande sviluppo di edifici in altezza della Corea. Posta l’attenzione su un singolo volume chiaro, le proporzioni dell’edificio sono state attentamente sviluppate attorno a un cortile centrale per massimizzare l’efficacia della ventilazione naturale e l’ingresso della luce. Che dal cortile penetra anche nei piani inferiori, dove al livello di ingresso al palazzo si trova l’ampio atrio, aperto alla città grazie al rivestimento di facciata elevato rispetto a terra. Una ricca miscela di servizi pubblici come un museo, un auditorium, una biblioteca, ristoranti e strutture per l’infanzia dimostrano che l’edificio non è solo una sede efficiente, ma anche il volto di una società vitale integrata nella crescente metropoli di Seoul. Le tre grandi aperture dei prospetti collegano il vuoto centrale con l’esterno circostante, in modo da stabilire un senso di
IL GRANDE VUOTO CENTRALE CHE HA ORIGINE ALL’ALTEZZA DEL QUINTO PIANO E SOTTO IL QUALE SI TROVA LA HALL DI INGRESSO ALL’EDIFICIO
TRE DEI QUATTRO PROSPETTI SONO BUCATI DA GRANDI APERTURE CHE COLLEGANO L’ESTERNO CIRCOSTANTE CON IL VUOTO CENTRALE, OFFRENDO UNA VISTA SULLA CITTÀ E SULLE MONTAGNE IN LONTANANZA. A SINISTRA, LA SEZIONE PROSPETTICA EVIDENZIA LA SEMPLICITÀ E LA CHIAREZZA DEL VOLUME, INSIEME ALLA COMPLESSITÀ DEGLI SPAZI
orientamento e selezionati rapporti visivi con la città e le montagne in lontananza. Le aperture creano dei veri e propri giardini pensili, un’estensione del verde del parco Yongsan adiacente. Il rivestimento del progetto è formato da un diafano brise-soleil che fornisce ombreggiature e facilita le prestazioni ambientali dell’edificio poiché riduce il carico di calore sulla facciata. Le lame bianche conferiscono al volume una forma coerente e forte, anche rendendo le grandi superfici sfumate ed eteree. Il nuovo progetto di Chipperfield conferma così la sua identità dinamica e duale di moderno edificio privato e pubblico, collettivo e individuale, anche nella forma: compatta e leggera al tempo stesso, massiccia, ma aperta.
Amorepacific Headquarters Committente: Amorepacific Corporation Progetto: David Chipperfield Architects ¬– www.davidchipperfield.com Location: Seoul, Repubblica di Corea Fine lavori: 2017
YouBuild - SET TEMBRE 2018
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO I PUNTI DI APPOGGIO DELLA COPERTURA PERMETTONO ALL’ACQUA PIOVANA VERSO LE FOGNATURE
Una vela d’acciaio Il Portsoken Pavilion dei Make Architects è la struttura centrale di una nuova piazza paesaggistica nel centro della capitale britannica. La copertura in corten definisce il progetto, aperto su tutti i lati della piazza. E con una parte impiantistica nascosta
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Aldgate Square è una delle più grandi nuove piazze pubbliche nel centro di Londra. Al suo interno, il Portsoken Pavilion funziona come un caffè, ma ha l’obiettivo più ampio di fornire una location per eventi e tempo libero, migliorare il benessere e fornire una sorveglianza naturale degli spazi pubblici. Progettato dallo studio Make Architects, il padi-
glione presenta una struttura monoscocca in corten che si piega verso il basso in tre punti di appoggio, mentre il resto del perimetro è di vetro. I toni caldi dialogano con l’adiacente mattone marrone della chiesa St. Botolph without Aldgate e con la confinante scuola elementare Sir John Cass in laterizio rosso. Visti i diversi approcci pedonali alla nuo-
IL PROSPETTO PRINCIPALE IN VETRO OFFRE UNA VISIONE CHIARA DELL’INTERNO E ATTRAVERSO LA STRUTTURA. SOTTO, SEZIONE LONGITUDINALE. A DESTRA, L’INTERNO DEL PADIGLIONE MODULATO IN COLORI CHIARI
va piazza, il padiglione è stato progettato senza retro, in modo che le sue tre altezze vetrate offrano una visione chiara dell’interno e attraverso la struttura. La copertura sovrastante definisce la forma e inoltre agevola le funzioni: le pieghe del rivestimento permettono all’acqua piovana di scorrere verso fognature discrete situate dove l’acciaio incontra la pavimentazione in pietra Yorkstone. La progettazione ha occupato anche un vecchio sottopassaggio pedonale della metropolitana per ospitare impianti, strutture di servizio, cucine e bagni. Questa soluzione ha ridotto in modo significativo la quantità di terreno necessario fuori terra, in modo da aumentare lo spazio pubblico per la piazza e i giardini. La temperatura costante delle gallerie
di cemento funziona anche per aiutare a regolare la temperatura dell’edificio: l’aria viene aspirata attraverso i tunnel e fino al caffè, riscaldandolo in inverno o raffreddandolo in estate, attraverso VRF a bassa energia. In più, per migliorare la climatizzazione, le grandi sporgenze sul tetto sono state disegnate in sintonia con l’orientamento del sole e forniscono ombreggiatura verso l’interno nelle ore di punta della giornata.
Portsoken Pavilion Committente: The City of London Progetto: Make Architects – www. makearchitects.com Location: Londra, Regno Unito Fine lavori: 2018
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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Ali di legno A Marsiglia, A + Architecture ha progettato uno dei più alti edifici lignei di Francia. La residenza studentesca Lucien Cornil, di otto piani, contiene 200 camere per studenti. Che possono godere di un edificio funzionale, confortevole e aperto verso la città
tradizionale in cemento armato. Il legno è utilizzato per tutti i soffitti e per le pareti delle stanze, insonorizzate a dovere. È presente anche nei corridoi e nelle sale comuni, ma non sui rivestimenti esterni, dove l’invecchiamento del materiale è stato ritenuto potenzialmente un problema. L’uso del legno massiccio Clt (Cross
IL PROSPETTO PRINCIPALE. SOTTO, IL CANTIERE MOSTRA LA STRUTTURA IN LEGNO CLT. A DESTRA, IL RIVESTIMENTO ESTERNO È COSTITUITO DA PANNELLI CURVI FORATI, MONTATI INSIEME A LISTELLI VERTICALI IN ALLUMINIO
Costituita da tre ali, la residenza universitaria progettata da A + Architecture beneficia di spazi condivisi di alta qualità, come un piano terra molto alto e un attico che occupa gli ultimi due piani dell’edificio. Le altezze graduate del progetto interagiscono con le case circostanti, in modo da lasciare lo spazio per respirare, nonostante la densità dell’area. Le camere dello studentato affacciano sia verso un giardino recintato, uno spazio interno rilassante, sia sul lato della strada, lungo un vicolo poco rumoroso. In questo ambiente urbano ristretto, la scelta di costruire in legno (esclusi i vani scala in calcestruzzo) ha permesso la costruzione di più alloggi rispetto alla densità abitativa che avrebbe potuto consentire una struttura
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YouBuild - SET TEMBRE 2018
Laminated Timber) limita il consumo energetico e fornisce un’eccellente «impronta di carbonio», ovvero il parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni di gas serra causate dalla costruzione di un edificio (o la creazione di qualsiasi altro prodotto), espresse in tonnellate di Co2 equivalente. Il sistema in legno lamellare ha infatti
ridotto in modo significativo la spesa energetica, sia in termini di produzione del materiale sia in termini di tempo di montaggio in opera. L’intero edificio è stato progettato per essere caldo e acusticamente efficiente, pur mantenendo linee dinamiche e un prezzo molto competitivo. Il rivestimento esterno è invece costituito da pannelli curvi
GLI ARREDI DELLA ZONA CUCINA DELLE STANZE SONO TUTTI IN LEGNO. SOPRA, LA ZONA NOTTE DI UNA STANZA ALL’INTERNO DELLO STUDENTATO.
forati, montati insieme a listelli verticali in alluminio per conferire un senso di dinamicità alle linee, ridurre la scala e scomporre i volumi.
Résidence universitaire Lucien Cornil Committente: Crous Aix-Marseille Progetto: A + Architecture – www.aplusarchitecture.com Location: Marsiglia, Francia Fine lavori: 2017 Foto: Benoit Wehrlé
PIANTA DEL PIANO TERRA. SOPRA, L’ACCOSTAMENTO DEI DUE RIVESTIMENTI UTILIZZATI E LA LUCE DELL’INTERNO FILTRATA DAL RIVESTIMENTO IN ALLUMINIO
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Zapping
a cura di Giacomo Casarin
RASOPARETE REGALA SPAZIO Sistemi RasoParete nasce dal rapporto biunivoco tra spazio e progetto: in ogni ambiente, infatti, la percezione dello spazio contribuisce in maniera attiva a dare un senso di equilibrio, libertà e ordine al progetto. E la progettazione intelligente si rivela tale quando riesce a dare la giusta disposizione, articolazione e funzione agli spazi, e rendere tutto più confortevole e vivibile. Partendo da una ricerca nata direttamente nei cantieri e poi negli ambienti domestici, Sistemi RasoParete ha sviluppato una tecnologia innovativa e unica per soluzioni complanari alle pareti completamente su misura e personalizzabile in grado di far scomparire tutti gli elementi architettonici o di servizio che si vogliono nascondere alla vista, e di restituire allo spazio vuoto e pulito il ruolo di attore protagonista, mettendosi al servizio del progetto. Sistemi che chiudono raso muro un vano e ne organizzano gli spazi interni con mensole, ma anche soluzioni per nascondere gli impianti e le tende, o ancora botole, porte e progetti per ordinare gli ambienti esterni: Sistemi RasoParete, con flessibilità ed esperienza, risolve le problematiche del costruire e soprattutto del vivere moderno, dando valore alla praticità. www.sistemirasoparete.it
BETONELLA: NUOVI MODULI PER ARCHITETTURA Masegno e Listone sono gli ultimi nati della gamma Betonella, due modelli che rispondono alle esigenze dell’architettura indirizzata verso superfici di grande formato: un design che predilige la continuità, con fughe percepite sempre meno. Listone è un massello allungato caratterizzato dall’elevato spessore (10 centimetri), che aumenta l’aspetto prospettico se posato nel senso di marcia, mentre allarga la percezione laterale se posato trasversalmente. Masegno invece è un massello quadrato dalla finitura superficiale che richiama l’aspetto lapideo. Grazie alle misure modulari (il lato lungo di entrambi i prodotti misura 61 centimetri) le possibili composizioni tra Masegno e Listone sono molteplici, e aumentano variando la scelta dei diversi colori e delle diverse pose. Ideali per grandi spazi, come piazze, lungomari, viali, percorsi urbani ma anche per abitazioni private, sono disponibili nei colori Artico, Grigio Mix, Tabacco e Fiammato. www.betonella.com
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MATERIALE ECOSOSTENIBILE PER LE PERSIANE FINSTRAL IMPIANTI RADIANTI ForRes è un materiale innovativo derivato dal recupero dei residui di Pvc mescolati a bucce di riso: il risultato è un prodotto robusto e riciclabile visivamente simile al legno. Che può essere impiegato per persiane tradizionali, portefinestre, porte scorrevoli nella versione a libro oppure a scorrimento. Tutte soluzioni presenti nella gamma Finstral sono indicate per schermare gli ambienti dalla luce naturale, oppure per proteggere dagli sguardi indiscreti
con installazioni per proteggere la terrazza, la tettoia o il pergolato. Il sistema di pannelli verticali schermanti di Finstral offre una vasta gamma di colori e la possibilità di realizzare numerose esecuzioni: un telaio in alluminio, slanciato ma robusto, accoglie i profili delle lamelle. A seconda della quantità di luce ed aria che si vuole fare entrare negli ambienti, le lamelle sono accostate una all’altra senza soluzione di continuità, oppure in modo da formare una fessura di 10-16 millimetri. È possibile anche optare per soluzioni combinate, in cui le lamelle ForRes sono abbinate a campi vetrati, oppure scegliere pannelli completamente in vetro, con lastre trasparenti o traslucide, realizzate sempre in versione di sicurezza. La vasta gamma di colorazioni Ral, disponibili sia con rifinitura liscia sia strutturata, permette di abbinare perfettamente il telaio in alluminio al colore delle lamelle. www.finstral.com
CARLO RATTI ASSOCIATI PORTA IL WI-FI IN STRADA La nuova infrastruttura pensata da Carlo Ratti Associati, in collaborazione con Anas, consiste in una serie di «pali volanti» che copriranno più di 2.500 chilometri di strade e autostrade. Lo studio Cra ha progettato, infatti, un sistema intelligente in grado di fornire diversi tipi di assistenza, come un supporto di primo soccorso, il monitoraggio dello spazio stradale per l’assistenza alla guida, oppure il rilevamento di dati sulla mobilità, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la gestione del traffico. Il progetto, costituito da una moltitudine di pali, incorpora sensori e un servizio di connessione wi-fi, grazie al quale il guidatore può essere sempre connesso a internet: il sistema è infatti in grado di inviargli in tempo reale le condizioni della strada da
percorrere, tramite messaggi diretti e personalizzati su smartphone o sul sistema di navigazione di bordo. Sopra a ogni palo è appollaiato un drone, con relativa stazione di ricarica, che può prendere il volo e monitorare autonomamente la strada e rilevare tutte le possibili variabili ambientali, dall’inquinamento atmosferico alla velocità del vento, fino all’umidità e ai vari cambiamenti meteorologici. L’elemento dinamico rappresentato dai droni può essere utilizzato per scopi legati alla sicurezza e alla manutenzione, come portare medicinali o rilevare incidenti, incendi o inondazioni. La collaborazione con Cra è parte integrante di una più ampia iniziativa di trasformazione digitale proposta da Anas negli ultimi anni, che copre
circa il 10% dei 26mila chilometri di strade e autostrade che l’ente nazionale sovrintende. www.carloratti.com
IL TUBO MULTISTRATO FLESSIBILE PER IMPIANTI RADIANTI Rehau, azienda leader nello sviluppo di soluzioni per la climatizzazione efficiente degli edifici, presenta Rautherm ML, il primo tubo multistrato metallo-polimero specifico
per impianti di riscaldamento/raffrescamento radiante. Grazie all’ottimo comportamento nella piegatura e alla semplicità d’installazione, la nuova tubazione può essere utilizzata in modo agevole su tutti i sistemi di posa comuni, da quelli lisci a quelli sagomati, sia con costruzione a umido che a secco. Compatibile con diverse tipologie costruttive, assicura un’installazione semplice, e garantisce la massima sicurezza per merito della collaudata tecnica di collegamento con manicotto autobloccante Rehau. Disponibile in dimensione 16x2,0 e fornito in rotoli da 240 e 500 metri, Rautherm ML è un tubo composito metallo-polimero con struttura a 5 strati in PE-RT di tipo II dall’elevata resistenza alla temperatura e strato intermedio in alluminio resistente alla diffusione di ossigeno, che ne consente l’impiego tanto negli edifici residenziali, quanto in quelli industriali. Il sistema Rautherm ML si completa con un programma dedicato di raccorderia ed accessori, che include manicotti autobloccanti in materiale polimerico di colore bianco, raccordi meccanici, terminali e intermedi d’unione in ottone zincato utilizzabili nel massetto, nel calcestruzzo e sotto intonaco, ed espansori e cesoie specifici per la nuova gamma. www.rehau.com
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eventi &notizie a cura di Giacomo Casarin
LA MOSTRA dello Swiss Architectural Award
H
a registrato 32 candidati provenienti da 19 Paesi. Lo Swiss Architectural Award segna quest’anno il maggior numero di concorrenti dalla nascita del premio e si conferma
una delle competizioni di architettura più prestigiose al mondo. Il 2018 è l’anno di Elisa Valero, architetto spagnolo, vincitrice di questa sesta edizione e di un premio di 100mila franchi che le sarà consegnato il prossimo 15 novembre all’Accademia di Architettura di Mendrisio. Durante una cerimonia che inaugurerà l’esposizione dei
scuola
lavori presentati da tutti i candidati. Un comitato di advisor di livello Progetto Elisa Valero chiesa
internazionale, tra cui il Premio Pritzker Toyo Ito e l’irlandes Shelley
residenze
McNamara, attuale curatrice della Biennale di Architettura di Venezia, ha selezionato i 32 candidati: Al Borde; Arquitetos Associados; Barozzi Veiga; Baserga Mozzetti; Baukuh; Fernanda Canales; ChartierDalix; José Cubilla; Frida Escobedo; Gong Dong / Vector Architects; H+F Arquitetos; Anna Heringer; Akihisa Hirata; Anne Holtrop; Hua Li / TAO, Trace Architecture Office; Kumiko Inui; Carla Juaçaba; Ansi Lassila / OOPEAA – Office for Peripheral Architecture; Li Zhang / TeamMinus; Ling Hao; Rozana Montiel; Daniel Moreno Flores; onishimaki + hyakudayuki architects; Orkidstudio Architects; Oualalou + Choi; PAO – People’s Architecture Office; James Russell; Sami Arquitectos; SO-IL; Marina Tabassum; TNA Architects; Elisa Valero. I loro lavori saranno esposti all’Accademia di Architettura di Mendrisio fino al 23 dicembre 2018. www.swissarchitecturalaward.com
MARMOMAC 2018 tra acqua e pietra
C’
è la lista d’attesa, tutti vogliono
lavorati e le tecnologie lapidee Made in
andarci. Ci sono tantissime
Italy detengono il secondo posto a livello
aziende che richiedono
di export, con oltre 3 miliardi di euro e
dall’estero di esporre a Marmomac, la fiera
più di 30mila persone addette ai lavori. La
leader del settore lapideo arrivata alla sua
53esima edizione di Marmomac si terrà
53esima edizione. Gli oltre 80mila metri
alla Fiera di Verona dal 26 al 29 settembre,
quadrati di spazi espositivi della Fiera di
e quest’anno ci saranno anche progetti
Verona erano già sold out a giugno, più
realizzati da artisti, oltre che da architetti,
di quattro mesi dall’inizio, con una lista
i quali si cimenteranno nel tema 2018:
d’attesa di più di 40 aziende e richieste
Acqua e Pietra. I 3.400 metri quadrati del
per almeno altri mille metri quadri, di cui
padiglione 1, chiamato The Italian Stone
il 90% effettuate da aziende estere. L’anno
Theatre, si presenteranno infatti come
scorso i numeri registrati sono stati questi:
una vasta superficie liquida intorno alla
oltre 1.600 aziende espositrici, di cui il 64%
quale si affacceranno le mostre di design,
estere da 56 Paesi e quasi 68mila visitatori,
architettura e arte collegate tra di loro da
di cui il 60% stranieri da 147 nazioni. Con
percorsi sull’acqua, che metteranno in
un comparto da oltre 18 miliardi di euro
relazione diverse e innovative esperienze.
di interscambio globale, in cui i prodotti
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YouBuild - SET TEMBRE 2018
www.marmomac.com
Luca Morandini fotografo
CINEMA E ARCHITETTURA nell’Abbazia
L
iving Architectures è il titolo di
di Parma e Ordine
una serie di film che raccontano
degli Architetti della
in modo sorprendente la vita di
Provincia di Parma,
opere di architettura firmate da alcuni
che si svolge nel
dei più celebri progettisti del nostro
suggestivo spazio della
tempo. I lungometraggi sono protagonisti
corte dell’Abbazia di
della rassegna cinematografica Cinema e
Valserena. Iniziata lo
Architettura presentata da Csac Università
scorso 19 luglio, il ciclo di documentari diretti da Ila Bêka e Louise Lemoine, e introdotti da Sara Martin (docente di Storia
nella straordinaria vita ordinaria del signor
e critica del Cinema presso l’Università
Moriyama, un’amante giapponese d’arte,
di Parma) terminerà con l’ultima serata il
architettura e musica che vive in una
30 ottobre. Se l’immagine dell’architettura
delle più famose architetture giapponesi
tende normalmente a costruire una sua
contemporanee: la casa Moriyama, costruita
rappresentazione idealizzata, perfetta e
a Tokyo nel 2005 dal vincitore del premio
a volte sacrale, i film girati dai giovani
Pritzker Ryue Nishizawa. La proiezione, in
documentaristi francesi ribaltano il punto
lingua originale con sottotitoli in Italiano, si
di vista: la facile fascinazione è messa
terrà alle 21.30 e costituirà anche l’occasione
in dubbio e i capolavori ripresi vengono
per incontrare i due registi. Prima, sarà
descritti non come infallibili monumenti ma
possibile visitare le mostre fino alle 19 ad
come luoghi di vita quotidiana. In autunno
un prezzo convenzionato e fare un aperitivo
chiuderà quindi la rassegna il documentario
con buffet alla Locanda Abbazia. www.csacparma.it
Moriyama-San dedicato a una settimana
VERSO UNA LEGGE per l’architettura
P
oco tempo dopo il VIII Congresso Nazionale degli
testimonianze e dialoghi su questioni urgenti che rimettono al
Architetti, nelle sale del MAXXI si continua a parlare della
centro il progetto. Per discutere, diffondere e argomentare quanto
qualità dello sviluppo urbano in Italia. Sono quattro i
di buono è stato prodotto, e proporre visioni e soluzioni per il
seminari organizzati dal museo di Roma insieme al gruppo «Una
futuro. Il ciclo di seminari è iniziato il 10 luglio, ma gli incontri
legge per l’architettura», con l’obiettivo di mettere in evidenza
riprenderanno il 25 settembre con il terzo appuntamento dedicato
temi e aspetti rilevanti per professionisti, amministratori e privati
al quadro giuridico, moderato dall’architetto Maria Claudia
che sono chiamati a intervenire nella riqualificazione e nello
Clemente (Labics), in cui si analizzerà come, per garantire la
sviluppo urbano in Italia. L’iniziativa, chiamata Verso una legge per
qualità dell’ambiente in cui viviamo, sia indispensabile che la
l’architettura, intende offrire un contribuito concreto, attraverso
regia di un intervento di trasformazione sia affidata soprattutto al progetto architettonico come strumento capace di comprendere e bilanciare le diverse istanze e competenze di settore coinvolte. Il 2 ottobre, invece, nell’ultimo incontro moderato da Margherita Guccione, il tema è Ruoli e responsabilità, e affronta il progetto di architettura visto come opera di ingegno e non come una fornitura di servizi, che in quanto tale dovrebbe essere considerato in base alle sue qualità specifiche e irriducibili, attraverso una valutazione puramente economica. www.versounaleggeperlarchitettura.it
YouBuild - SET TEMBRE 2018
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ARCHILEGGERE
ÁLVARO SIZA VIEIRA ÁLVARO SIZA VIERA
Kenneth Frampton, Vincent Mentzel (Authors) Wiel Arets, Vedran Mimica, LluÍs Ortega (Editors) Editore Lingua Inglese
Editore Actar Publishers Anno 2018
Misure 24 x 17 cm, pp. 92 ISBN 9781948765039
Prezzo di copertina 22 euro
Editore Edition DETAIL
Collana Architecture Topography Landscape Anno 2018
Misure 24 x 19,5 cm, pp. 154 ISBN 9783955534004
Prezzo di copertina 39,90 euro
critico di architettura, Wiel Arets, architetto e, allora,
eccezionali, e caratterizzate dalla loro capacità di istaurare
Álvaro Siza in cui Kenneth Frampton, noto storico e preside del dipartimento di architettura dell’Illinois Institute of Technology, Vedran Mimica, preside e professore
(case, hotel, rifugi alpini) localizzate in paesaggi naturali interessanti relazioni spaziali tra esterno e interno e con la natura circostante. Architetture capaci di dialogare con lo
della scuola di architettura sempre presso l’IIT e Vincent
spazio topografico, che vivono in simbiosi o in armonia
sue opere giovanili nei dintorni di Porto. L’itinerario
eccezionali.
Mentzel, fotografo d’architettura olandese, visitano le tocca varie architetture (la Boa Nova Tea House, le pi-
scine di Leça de Palmeira, la piscina e il padiglione del
tennis Quinta de Conceição a Matosinhos, la Chiesa d Santa Maria a Marco de Canaveses) alcune delle quali
realizzate quando lavorava da Fernando Tavora e inizia
con la natura e che offrono ad abitanti ed ospiti esperienze Le schede dei progetti sono presentate secondo le moda-
lità caratteristiche della rivista e dell’editore Detail e sono composte da una descrizione introduttiva, l’elenco dei dati progettuali, numerose fotografie e disegni tecnici in scala
(piante, sezioni, prospetti). Nel progettare questo tipo di
dalla visita all’ufficio dell’architetto vincitore del Pritzker
architetture il progettista ha la responsabilità di trovare
All’introduzione di Wiel Arets seguono il reportage fo-
dialogare con esso, di creare relazioni con la topografia e il
Prize nel 1992.
tografico delle opere architettoniche, intervallato da parti dell’intervista fatta all’architetto da Kenneth Frampthon presso la Fansworth House in occasione del Mies Crown
grafico si avvicina alla persona dell’architetto, svelandone
atteggiamenti peculiari che mostrano il suo relazionarsi allo spazio e all’architettura attraverso l’osservazione,
il pensiero, il disegno. Le opere sono illustrate nel loro stato attuale, animate dalla presenza di chi le vive, da ritratti in loco dell’architetto che le ha progettate e dai
segni del tempo. Fotografie a colori e in bianco e nero, di vari formati che restituiscono una narrazione vicina agli
spazi descritti, quasi intima, che si distacca dai canoni più comuni del genere della fotografia d’architettura.
YouBuild - SET TEMBRE 2018
Lingua Lingua Tedesco e Inglese
Living with nature descrive una selezione di architetture
narrazioni delle varie tappe del viaggio. Lo sguardo foto-
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Sandra Hofmeister (Editor)
Il libro racconta un viaggio in Portogallo con l’architetto
Hall Americas Prize a lui assegnato. Si completa con le
Recensioni di Cassandra Cozza, Politecnico di Milano
LIVING WITH NATURE
soluzioni capaci di interpretare con rispetto il contesto, di
paesaggio, di prestare attenzione alle qualità architettoniche e spaziali. Le soluzioni selezionate, inoltre, affrontano temi
progettuali quali la ricerca e l’uso di materiali caratteristici e di tecnologie costruttive di qualità, l’uso sostenibile delle ri-
sorse locali e l’adozione di sofisticate tecnologie energetiche. Il libro si conclude con un saggio storico-critico sulle residenze di campagna che ripercorre la loro evoluzione dall’antichità, in cui erano legate all’economia di sussistenza, alla
loro trasformazione in residenza di villeggiatura fino alla
nascita delle garden city e dello sprawl (città diffusa), che termina con delle riflessioni sull’importanza della natura urbana per in Ventunesimo secolo. Questi luoghi di ricreazione e di relax sono molto attrattivi proprio perché capaci
di offrire un rapporto diretto con la natura spesso negato ai residenti delle città, sempre più dense e popolose.
LO SPAZIO PUBBLICO COME PALINSESTO Laura Montedoro (a cura di)
ARCIPELAGO ITALIA. PROGETTI PER IL FUTURO DEI TERRITORI INTERNI DEL PAESE Mario Cucinella (Curatore)
Editore Editore Maggioni editore Collana Politecnica
Lingua Italiano
Misure 24 x 21 cm, pp. 192
Catalogo del Padiglione Italia, Biennale 2018
Anno 2017
ISBN 9788891626103
Prezzo di copertina 28 euro
Editore Quodlibet
Misure 31 x 21 cm, pp. 288
Prezzo di copertina 35 euro
Partendo dall’assunto di André Corboz di territorio come
Il Padiglione Italia della sedicesima Mostra internazionale
difiche spontanee e interventi umani, sia intenzionali sia
e curata Yvonne Farrell e Shelley McNamara, presenta una
palinsesto, esito stratificato di processi che includono mo-
inconsapevoli, il libro propone una riflessione multidiscipli-
nare sul senso dello spazio pubblico della città contemporanea. La costruzione di una consapevolezza sulla complessità
dello spazio pubblico contemporaneo è alla base di possibili riflessioni progettuali, che vanno costruite sulla lettura
e l’interpretazione dello spazio fisico e delle sue qualità, sull’osservazione degli usi e delle pratiche che si svolgono,
sul senso del suo essere pubblico. Esso è influenzato dai contesti in cui si colloca, dalla sua scala metropolitana, urbana
o locale dalle popolazioni urbane che lo abitano così come
dagli usi e dai conflitti che producono. Lo spazio pubblico,
quindi, è sia un luogo fisico che un campo di relazioni, anche conflittuali, che si stratificano in uno spazio e può assumere
molte diverse valenze (pubbliche, architettoniche, sociali, ambientali, paesaggistiche e così via). Il metodo progettuale proposto si basa su alcuni strumenti quali la lettura,
osservazione e multidisciplinarietà per creare i caratteri
irrinunciabili dello spazio pubblico contemporaneo descritti attraverso i seguenti obiettivi: ospitalità, permeabilità,
teatralità, inclusività, orientamento, duttilità e durabilità.
Il libro è organizzato in due parti distinte: la prima si compone di una interessante serie di saggi che indagano aspetti
ontologici, multidisciplinari, progettuali e interpretativi
oltre a proporre un glossario di strumenti e obiettivi per il progetto; nella seconda parte, invece, si presentano gli esiti
del metodo e delle linee guida proposte testati sul caso studio dello spazio pubblico di Desio, una cittadina lombarda di 40mila abitanti, e alcuni progetti esplorativi.
di Architettura della Biennale di Venezia, intitolata Freespace
mostra intitolata Arcipelago Italia. Progetti per il futuro dei territori interni del paese, curata da Mario Cucinella. Questo
catalogo ne riporta i contenuti attraverso riflessioni critiche
sullo stato e sul potenziale dei territori interni (Introduzione,
Cassandra Cozza, (Polla, 1978) Ricercatore in Composizione architettonica e urbana del Dipar timento DAStU del Politecnico di Milano, dove si è laureata in Architettura e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana, svolge e ha svolto attività di ricerca in Italia (PRIN MIUR) e all’estero. Architetto, tutor del dottorato PAU, ha divulgato gli esiti dei suoi studi attraverso pubblicazioni, seminari e mostre. Insegna Progettazione architettonica e urbana presso la scuola AUIC del Politecnico di Milano, dove è anche teaching coordinator dell’International PhD Summer School ‘Heritage and Design’.
Futuro, Chiusura), un’indagine sull’architettura e sui luoghi (Itinerari) e progetti sperimentali (Workshop).
Il soggetto della ricerca sono i territori interni del Paese: lo spazio di qualità dei piccoli centri diffusi che lo caratterizza-
no, il patrimonio, le comunità, le architetture e il paesaggio. Ci si interroga sul loro futuro e sull’architettura come stru-
mento per il rilancio dei territori attraverso cinque progetti, esito di workshop basati su una politica di ascolto e sviluppati
da un collettivo multidisciplinare composto da architetti, università locali e consulenti. Le sperimentazioni si sono
focalizzate sul tema dell’edificio ibrido in diversi contesti: il Parco delle Foreste Casentinesi, Camerino, Matera e la Valle del Basento, la Barbagia e la Valle del Belice. Il viaggio
è lo strumento d’indagine scelto per selezionare e proporre
degli Itinerari (Alpi Occidentali, Alpi Orientali, Appennino
Settentrionale, Centrale, Sannita - Campano - Lucano,
Sub-appennino Dauno - Alta Murgia - Salento, Appennino Calabro-siculo e Sardegna) che mostrano il potenziale dei
territori minori tra passato e futuro attraverso il patrimonio storico e architetture contemporanee, paesaggi e comunità.
Il libro si conclude con un glossario minimo per liberare il
potenziale delle aree interne che propone una riflessione sui seguenti temi: Trappola, Innovazione, Destabilizzazione,
Confronto, Riconoscimento, Confini e Territorializzazione. YouBuild - SET TEMBRE 2018
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DALL’ESTERNO
LE DIMENSIONI DELLA FELICITÀ Elena Commessatti, eclettica scrittrice e giornalista letteraria. Master in Tecniche della Narrazione alla Scuola Holden di Torino; a Milano, in Rcs, tra libri e uffici stampa. A lei si deve la riscoper ta dell’inventore Ar turo Malignani, con il volume Arturo Malignani. Con il futuro negli occhi. (Ritratto Privato) per Forum, 2015. Editor di narrativa di genere, il suo ultimo romanzo è Femmine un giorno (Bébert, 2013, rist. 2016). Dal 2014 è direttrice editoriale, per Odòs, della collana di guide turistiche italiane incentro. È la voce narrante dell’azienda di contemporary design furniture Moroso.
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Totò, intervistato da Oriana Fallaci per l’Europeo agli inizi degli anni Sessanta, annotava con la sua consueta sagacia: “La felicità, signorina, è fatta di attimi di dimenticanza.” Ed è così che vogliamo aprire questa breve nota. Che cos’è la felicità all ’interno della città contemporanea, -e come la si può attuare- se non dimenticandoci per un attimo che strade, abitudini e servizi, sono davvero ancora troppo poco a misura d’uomo e a uso del cittadino anziano. Non è un paese per vecchi la nostra Europa, ma in realtà siamo tutti vecchi in questa fase della società da queste parti, e di figli ne facciamo ben pochi. Una mia amica, funzionario al Parlamento Europeo, mi raccontava quest’estate a Bruxelles di come il Nord Europa sia attrezzato ad avere esperienze qualificate di cohousing per gestire la collettività dei “coevi” ex giovani ragazzi. E lei, lontana dall’Italia da più di vent’anni, si stupiva dei miei racconti puntuali e dolorosi sulla faccenda “badanti”, che colpiscono chi come me è oltre “nel mezzo del cammin” e ha genitori anziani che necessitano di cure e servizi adatti. Le raccontavo appunto che da queste parti, nel Nordest italiano, le badanti non sono più solo croate e ucraine, ma è diventato un mestiere, ambito si fa per dire, dalle italiane stesse, che di “necessità virtù”. E così, dalle tate friulane, nel Novecento al servizio dei rampolli anglosassoni, dalle cameriere di regnanti oltreoceano, che pure ci hanno lasciato dei libri a riguardo, ora le italiane sono passate all’accudimento degli anziani in loco. E perché? C’è bisogno di farlo, e così preferiscono i parenti. E d’altra parte, non è che le case di riposo siano
poi così… riposanti! Leggetev i l ’ultimo libro del brav issimo Francesco Recami, “La clinica Riposo&Pace, commedia nera n.2”, opera uscita da poco per i tipi di Sellerio. Nella figura del vecchio Alfio Pallini, alla ricerca della verità, tra coetanei, sedazioni, infermiere kapò e bugie dell’estremo, c’è la realtà attuale di tante famiglie italiane e non solo. Come sapete, gli artisti fiutano il giorno e lo decrittano. Lo interpretano a modo loro e costruiscono mondi, che partono in qualche modo dalla lettura del quotidiano e dei suoi disagi. E allora quali sono le politiche sociali, quali le soluzioni progettuali e quali le alternative normative che ci permetteranno di vivere più a lungo, meglio e con dignità? Quale dimensione spaziale avrà la nostra felicità, come potremo coltivarla senza che diventi una colpa nei confronti degli altri in questo mondo estremamente globale e così vulnerabile? In ogni piccolo appunto di questa rubrica c’è sempre la volontà di ricordare chi c’è stato prima di noi e ha lasciato il segno. E che segno: visionario e artistico, laterale e puntuale. Vi cito Ettore Sottsass che nel suo memoire “Scritto di notte”, pubblicato da Adelphi, così descrive il suo mestiere di architetto: “Ad ogni modo ho sempre pensato che l’architettura non è altro che il disegno di un posto artificiale che “si abita”. Un posto che si abita con il proprio corpo e con la propria anima, sudati e raffreddati, sanguinanti o con la pelle bella lucida, impauriti o speranzosi, contenti o piangenti.” Ecco questo è. Mettetevi una mano sul cuore, e progettate, cari architetti.
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