Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.
ISSN 2532 - 5671
NOVEMBRE 2019 - N°104
T E NDE N Z E E AT T UA L I TÀ DE L L A DIS T RIBUZ IONE E DIL E
CLASSIFICHE
CON QUESTO NUMERO I BILANCI DELLE COSTRUZIONI
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ANNO 12 - NUMERO 104 NOVEMBRE 2019
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Roberto Bolici, Alberto Bubbio, Marco Buschi, Giacomo Casarin, Anna Comincini, Federico Della Puppa, Palmiro Fronte, Dario Imparato (fotografo), Ludovico Lucchi, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di
Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Giovanni Pietro Grazioli • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento
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Sommario novembre Rubriche 11 Editoriale Riqualificare le città, non solo gli immobili 12 Econauta Se piovono soldi dall’elicottero 12 Chiacchiere di condominio Come dire addio all’amministratore 13 L'avvocato Spese di condominio divise ad hoc 14 I fatti nostri Via di dosso il paradosso 16 Facciamo i conti Perché il fatturato non è l'unica cosa che conta 18 Digital News 20 Seggiole & Poltrone 24 30 36 44 56
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XII Convegno Nazionale Youtrade Album Le immagini dei protagonisti L'evento Vista sul domani con tanti premi La congiuntura La ripresa c'è, ma è in bilico Distribuzione Come sarà il negozio del futuro Il talk show Distributori vs produttori. Ha vinto...
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62 Bonus facciate, un super scivolo con tante incognite
Slide e numeri delle relazioni presentate al XII Convegno YouTrade
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Attualità 62 Edilizia I vantaggi del bonus facciate 66 I Bilanci delle Costruzioni Centrazione, il nuovo trend 68 72 77 78 80
Rivendite Zini Dino Un nuovo capitolo scritto sul legno Point.P Come crescere a doppia velocità I ferri del mestiere La relatività e la fisica dei prodotti di marca Gruppo Made Livingmade cresce ancora Come si fa Edilizia sostenibile, business possibile
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Speciale Consolidamento Immobili Siamo più ricchi se siamo più sicuri Mapei Un rinforzo contro le scosse Uretek Questa cura è anti crepe Master Builders Ecco la malta anti freddo Ruregold Arrivano i rinforzi
106 Luxurygoods 108 Zapping 112 Hi-tech
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Point.P, la distribuzione edile francese che corre a doppia cifra
Italia a rischio crolli. Ecco le tecniche della sicurezza
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Riqualificare le città, non solo gli immobili
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na delle (poche) buone notizie delle ultime settimane riguarda l’inclusione nella manovra di bilancio 2020 del piano Rinascita urbana. L’idea è che sia necessario rilanciare in fretta periferie e zone degradate presenti nelle città. Il piano è stimato dal governo in un impegno da 1 miliardo di euro e prevede il cofinanziamento delle Regioni, la possibilità dell'apporto di risorse private, come quelle della onnipresente Cassa depositi e prestiti, e di fondi privati che si occupano di edilizia. Il piano è cumulabile con le altre misure a favore della casa, come il sisma bonus e l’ecobonus. Insomma, un proposito sacrosanto, che sembra archiviare la decisione del governo precedente (appena un anno fa) di tagliare i fondi. Nel Milleprorghe dello scorso anno, infatti, la maggioranza con un emendamento aveva deciso di eliminare fondi per oltre 1 miliardo 600 milioni, che con il cofinanziamento arrivavano a 2 miliardi 700 milioni destinati ai comuni con quasi 20 milioni di abitanti. Acqua passata. La proposta nella legge di Bilancio (che però dovrà essere poi approvata in Parlamento) prevede due diversi tipi di interventi: la riqualificazione e il recupero di edifici (prima di tutto quelli di edilizia pubblica) e di aree degradate, anche con la partecipazione di soggetti privati. Inoltre, il piano dovrebbe servire ad aumentare quantità e qualità dell’offerta abitativa, oltre che a rifinanziare il fondo per l’affitto destinato alle famiglie in difficoltà e a rischio di morosità. A questo si aggiunge, sempre se sarà approvato, il bonus al 90% per la riqualificazione delle facciate: un provvedimento che, sulla carta, è nebuloso ma che, se approvato e tradotto in pratica, potrebbe migliorare parecchio l’aspetto degli immobili e, di conseguenza, delle città. Tutto bene, insomma, a patto che alle disposizioni di legge segua, poi, un’azione concreta. E a giudicare dal passato questo non sempre avviene. C’è, inoltre, un altro aspetto da valutare: il contesto sociale in cui sono collocati gli immobili. E questo è un compito che deve assumersi la politica, non certo costruttori e operatori della filiera dell’edilizia. Ridipingere una facciata non basta, e neppure applicare un cappotto o rifare il tetto se quello che è intorno resta degradato. Aree comuni, parchi, strade, centri commerciali, luoghi di aggregazione, di socialità, campi sportivi: le città non sono composte solo da edifici uno accanto all’altro. Per riqualificare davvero una periferia non basta finanziare i lavori per rendere una casa meno energivora, anche se è di sicuro un’azione necessaria. È altrettanto necessario che il contesto urbano sia riqualificato e, non da ultimo, sicuro. E, per la verità, è proprio quello che prevede il piano Rinascita urbana, che specifica come traguardo lo sviluppo di dotazioni urbane e di servizi connessi all’abitare come il primo soccorso, il medio e piccolo commercio, gli spazi collettivi e relazionali, miglioramento sismico, sostenibilità energetica e innovazione tecnologica con la trasformazione di edifici da tradizionali a intelligenti, fibra ottica e incremento della domotica, spazi di socializzazione all’interno dei condomini, residenze temporanee destinate a studenti... Ma sarà possibile tutto questo con 1 miliardo a disposizione?
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E C O N A U TA
Se piovono soldi dall’elicottero
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tassi bancari non sono mai stati così bassi: chiedere un mutuo o un prestito costa davvero poco se si hanno beni o capitali da porre in garanzia. La crisi profonda e rovinosa è alle spalle, anche se il rischio di una grande depressione ha lasciato qualche ferita. Allora, perché le famiglie accumulano risparmi sul conto corrente e non investono? E nemmeno scelgono di aumentare il valore della propria casa mettendola in sicurezza o riqualificando l’immobile? Nessuno, neppure gli economisti, riescono a proporre risposte credibili. Tanto che dopo anni di quantitative easing, in pratica una super iniezione di liquidità, la Bce di Mario Draghi ha deciso di riaprire i rubinetti per contrastare il rallentamento dell’economia. Per i prossimi mesi, quindi, l’ex governatore della banca europea ha lasciato in eredità a imprese e famiglie un’altra stagione di tassi a zero o quasi. E se non bastasse? Il Giappone ha compiuto analoghi sforzi, con una politica monetaria espansiva. Ma la crescita e l’inflazione sono rimaste al palo. Ecco perché c’è anche chi propone di sparare l’ultima cartuccia: il cosiddetto helicopter money. Traduzione: accreditare a tutti i cittadini 100, 200, 300 euro al mese. Senza altri corrispettivi, ma con l’obiettivo di incentivare i consumi e spingere la crescita dell’economia. Soldi a pioggia, insomma, come fossero lanciati da un elicottero. Una pazza idea? Potrebbe sembrarlo, se non fosse che l’helicopter money ha sostenitori come Ben Bernanke, ex governatore della Federal Reserve, e che
l’idea dei soldi dall’elicottero è stata concepita anni fa dal premio Nobel per l’economia Milton Friedman. E a pensarci bene non è un’idea così bizzarra, anche perché bisogna ricordare che lo statuto della Bce, concordato da tutti i 19 Paesi che aderiscono all’euro, prevede un’inflazione «inferiore ma vicina al 2%», mentre la media degli ultimi dieci anni è stata dell’1,2%. E non si vedono variazioni in vista. Attenzione, però: siamo sicuri che stampare denaro (e distribuirlo) sia la soluzione? Tenere tassi di interesse bassi per un lungo periodo di tempo, a cui si aggiungerebbe l’helicopter money, ha salvato il sistema economico evitando una dolorosa depressione. Ma ha anche effetti negativi, come ricordano non a torto banche e assicurazioni. E se le banche soffrono, concedono meno prestiti alle imprese, e se queste non accedono alla liquidità non investono, innescando così una spirale deflattiva. Insomma, un rebus difficile che si gioca a Francoforte, sede della banca centrale. Ma con effetti che sono sensibili per tutti noi. Federico Mombarone giornalista
CHIACCHIERE DI CONDOMINIO
Come dire addio all’amministratore
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a scelta dell’amministratore è un’impresa delicata e importante. L’articolo 1129 del Codice civile stabilisce che, quando i condòmini sono più di otto, la nomina dell’amministratore è fatta dall’assemblea o, in mancanza, dall’autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condòmini, o ancora, dall’amministratore dimissionario. La revoca dell’amministratore può essere deliberata dall’assemblea in qualsiasi momento e per qualsivoglia motivo. Il legislatore ha contemplato anche l’ipotesi di revoca giudiziaria, richiesta su ricorso di ciascun condòmino, qualora l’amministratore si sia macchiato di gravi irregolarità. La legge contempla un elenco esemplificativo, ma non esaustivo, di «grave irregolarità» che possono determinare la revoca giudiziale: l’omessa convocazione dell’assemblea per l’approvazione del rendiconto entro il temine di legge (180 giorni dalla chiusura della gestione), la mancata apertura e utilizzazione del conto corrente, la gestione secondo modalità che possono dare origine a confusione tra il patrimonio dell’amministratore e quello del condominio, l’aver acconsentito alla cancellazione di un debito, la mancata o non corretta tenuta del registro di anagrafe condominiale, del registro verbali assemblee, di nomina e revoca amministratore. Il Tribunale, in camera di consiglio, sentito l’amministratore e il/i condòmino/i ricorrente/i, emette un decreto di accoglimento o rigetto avverso il quale è possibile fare reclamo nel termine di dieci giorni dalla comunicazione o notifica. In caso di accoglimento della domanda di revoca, il ricorrente, per le spese legali, ha titolo di rivalsa nei confronti del condominio che, a sua volta, può rivalersi nei confronti dell’amministratore revocato. Resta pacifico il fatto che l’amministratore revocato dal Giudice non possa più essere nominato nuovamente dall’assemblea, senza tuttavia, che la Legge precisi un limite temporale entro il quale tale nomina non deve avvenire. Palmiro Fronte Coordinatore scientifico Safoa
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L’AV V O C ATO
Spese di condominio divise ad hoc
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on l ’ord inanza 24925 del 7 ottobre 2019 la Cassazione ha affermato che i criteri di ripartizione delle spese condominiali stabiliti dall’articolo 1123 del Codice civile possono essere derogati, come prevede la stessa norma. Ha anche precisato che la relativa convenzione modificatrice della disciplina legale di ripartizione può essere contenuta sia nel regolamento condominiale (che perciò si definisce «di natura contrattuale»), sia in una deliberazione dell’assemblea che sia approvata all’unanimità, o col consenso di tutti i condòmini. Dunque, per quel che concerne le spese condominiali non c’è un criterio fisso di ripartizione, in quanto è lo stesso Codice civile a prevedere delle deroghe. La Suprema Corte ha chiarito che la natura delle disposizioni contenute negli articoli 1118 e 1123 non preclude l’adozione di discipline convenzionali che differenzino tra loro gli obblighi dei partecipanti di concorrere agli oneri di gestione del condominio, attribuendo gli stessi in proporzione maggiore o minore rispetto a quella scaturente dalla rispettiva quota individuale di proprietà. Secondo la Suprema Corte, pertanto, la deroga convenzionale ai criteri di ripartizione delle spese condominiali può arrivare a dividere in quote uguali tra i condòmini gli oneri generali e di manutenzione delle parti comuni, e anche a prevedere l’esenzione totale o parziale per taluno dei condòmini dall’obbligo di partecipare alle spese condominiali. La convenzione ex articolo 1123 da cui risulti espressamente che sia inteso derogare al regime legale di ripartizione delle spese è pertanto qualificabile come una dichiarazione negoziale, espressamente di autonomia privata. Di conseguenza, per la Suprema Corte, l’interpretazione delle clausole di un regolamento condominiale contrattuale, contenenti una disciplina convenzionale di ripartizione delle spese ex articolo 1123 è sindacabile in sede di legittimità solo per violazione delle regole legali di ermeneutica contrattuale, ovvero per l’omesso esame di un fatto storico, ma non quanto alle quote di ripartizione. In definitiva, in un regolamento condominiale la dicitura che tutte le spese per l’uso e il godimento delle parti in comune saranno supportate dai condòmini proprietari in ragione di una determinata frazione ciascuno, sta a significare che il frazionamento non determina la partecipazione delle rispettive proprietà esclusive alle spese, essendo piuttosto diretto a suddividere gli esborsi in parti eguali tra i condòmini. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu N o v e m b r e
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I FAT T I N O S T R I
Via di dosso il paradosso
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l lungo e laborioso cammino intrapreso dalla distribuzione edile verso il miglioramento del suo ruolo all’interno della filiera delle costruzioni ha portato negli anni semplici magazzini (in senso stretto) a diventare punti vendita più o meno organizzati. Chi nel tempo ha aperto anche aree destinate al cliente privato, per esempio show-room o libero servizio, ha visto modificare la tipologia della sua clientela e, in non pochi dei casi, ai vecchi clienti prettamente edili se ne sono aggiunti altri (privati, professionisti) che hanno trasformato a tutti gli effetti il senso dell’attività dei punti vendita, prima solo “di servizio” con la vendita di materiali su specifica richiesta, quindi “di servizi” con la consulenza tecnica e con forme elementari di progettazione d’interni, nel caso delle show-room. Dal punto di vista dello sviluppo e dell’evoluzione delle dinamiche commerciali e professionali interne di strada ne è stata quindi fatta, ma come sappiamo non c’è pace per l’imprenditore della distribuzione edile perché, nonostante tutti i suoi sforzi, e facendo il confronto con la miriade di competitor che gli ronzano intorno, con ogni probabilità il punto vendita di materiali edili, anche nella versione più moderna e organizzata, è il meno considerato e visitato dal nuovo cliente, soprattutto il privato. Quella figura che si nutre di immagini se non di immaginario, di prospettive patinate, di sogni da realizzare, e che è sempre pronto a intercettare i messaggi che arrivano certamente dal web, ma anche da altri canali di comunicazione, non ultime le insegne
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e la pubblicità sul territorio. La carenza di comunicazione da parte dell’imprenditoria distributiva del nostro settore non è una novità, ne abbiamo parlato più e più volte, però forse qualcuno sarà d’accordo con me se scrivo che c’è gente che sa comunicare molto bene
Un titolo sgrammaticato per una rima imbarazzante, ma anche per cercare di contribuire a correggere qualche problemino di mala comunicazione. O anche solo di comunicazione... e riesce a far percepire un’idea di valore anche quando di valore ce n’è poco (certa grande distribuzione, per esempio) e gente che non sa comunicare il valore reale della sua proposta, magari davvero interessante, ed è quindi penalizzato rispetto alla concorrenza, pur avendo prodotti migliori e un’organizzazione più efficace, preparata e professionale. Lo so che sembra un paradosso, forse perché è esattamente un paradosso. E ditemi voi se non è paradossale il fatto che, dopo decenni di sollecitazioni, di articoli e di convegni, o magari anche per una sem-
plice questione di buon senso e di lungimiranza imprenditoriale, ci siano ancora show-room e magazzini edili che non si riescono a vedere e a trovare, e quindi a visitare, perché mancano le insegne o sono grandi come un francobollo, perché non ci sono cartelli che indichino un’attività commerciale al privato che passa in macchina tutti i giorni da quelle parti, che deve ristrutturare casa e che alla fine andrà al supermercatone di turno. Quel posto che ha un’insegna luminosa che si vede a chilometri di distanza, che è immediatamente riconoscibile, che cattura i clienti come la luce le falene, che ha i prodotti che ha, un servizio più o meno inesistente, ottimi prezzi e tanti saluti. È giusto sottolineare, e magari anche lamentare il fatto che la gente alla fine scelga certi canali di vendita, in genere meno orientati alla qualità rispetto a quelli che la distribuzione edile avanzata può vantare, ma forse prima bisognerebbe capire se stiamo davvero facendo tutto ciò che occorre per far sapere a questa gente che esistiamo. La presenza visiva di un negozio o di una insegna sul territorio in certi casi vale tanto quanto un’immagine su Internet, perché il primo, possibile cliente è quello che abita vicino al nostro punto vendita. Oggi c’è troppa concorrenza per relegare la comunicazione a necessità secondaria. Il cliente è aggredito da una infinità di messaggi più o meno traversali, ma comunque è un soggetto ancora curioso che si muove, che gira, che cerca. Dobbiamo fare in modo che trovi prima noi. di Roberto Anghinoni Giornalista N o v e m b r e
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Perché il fatturato non è l'unica cosa che conta
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l giudizio è di parte. Ma i numeri sono importanti. Ci dicono quali sono i risultati delle nostre idee e di come le abbiamo realizzate. Alcuni numeri sono però parziali e possono indurre a cadere in errore, a fare valutazioni errate. Uno di questi numeri «pericolosamente ingannevoli» è il fatturato. Chi mi segue sa quanto io tenda a sottolineare i limiti e le insidiose promesse, poi non mantenute, del fatturato e del suo aumento a ogni costo. Queste logiche erano premianti in quello che mi piace definire «jurassico». Un'era geologica che non esiste più. Quando i «clienti cadevano nel piatto» e gli incrementi di fatturato erano quasi automatici. Bastava un impegno minimo. Oggi anche piccoli incrementi non sono spes-
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so sufficienti a coprire i maggiori costi sostenuti per ottenere questi contenuti incrementi. Pertanto, penso di dover ribadire la rilevanza di concentrarsi sui margini. Si pensi a titolo di spunto che dal punto di vista dei risultati economici un fatturato di 5 milioni con un margine del 20% porta a un risultato di 1 milione, che può essere molto più facilmente conseguito, se si ha un margine del 30% con un fatturato di soli 3,4 milioni. Si pensi a quanto si debba «correre meno» per ottenere il medesimo risultato. E questo range, margine tra il 20% e il 30% è adeguato al vostro settore: sul livello più basso si trovano i «disperati», su quello più alto gli «agiati». Questi ultimi sono quelli che possono muoversi sul mercato in piena autonomia e non in «affanno».
Con questo non si vuole sostenere che il fatturato sia completamente da dimenticare: è sicuramente un’espressione di dimensione aziendale, ma non è una grandezza del successo aziendale. Tutto è relativo al mercato che un’impresa serve. Così, tanto per cambiare business, alcune gelaterie artigianali che operano a livello locale hanno redditività ben superiore a quella di alcune imprese produttrici di gelato industriale che peraltro operano sul mercato nazionale, pur avendo un fatturato molto ma molto superiore. La mia opinione è che non si deve diventare «grandi» come fatturati, ma come marginalità. Sono per una strategia della boutique in contrapposizione alla strategia della Grande distribuzione. Attenzione, un conto è Amazon, e un'altra cosa è uno degli attori YO U T R A D E
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della Gdo tradizionale. Le loro redditività si stanno riducendo: non ci sono più i volumi e per di più i clienti vogliono prodotti/servizi personalizzati. Chi tra di voi ne ha paura non ha capito dove sta andando il mondo. La Gdo tradizionale è il frutto dell’economia dei consumi di massa. Quest’economia non c’è più. Essere grandi perché si realizzano fatturati elevati, ma avere una redditività contenuta significa essere dei giganti vulnerabili, molto vulnerabili. Pertanto, se si ripensa alle leve economiche da voi manovrabili per competere con efficacia in un mercato ipercompetitivo bisogna dimenticare il fatturato e concentrarsi su tre leve: 1. Margini di intermediazione: per aumentarli cambiando profondamente il mix di vendita, più si va su prodotti che «han tutti» più sarà battaglia sui prezzi. 2. Flessibilità organizzativa resa possibile dalle tecnologie digitali, a partire dalla gestione dei magazzini. 3. Capacità di generare autofinanziamento per poter essere autonomi nella crescita e negli investimenti, concentrati in due variabili, persone e tecnologia e non nel fatturato. Alcuni casi aziendali hanno poi evidenziato un risultato inaspettato e gradito: manovrando queste tre leve in modo strategicamente corretto il fatturato è aumentato unitamente ad un aumento dei margini. Certo, bisogna andare a ricercare prodot-
I numeri del bilancio contano. Ma più che l'aumento dei ricavi va tenuta d'occhio la marginalità. La soluzione? Concentrarsi su tre leve ti innovativi, come quelli legati alla green economy, e segmenti nuovi di clienti, diversi dai tradizionali artigiani e più vicini alle imprese di ristrutturazione, a geometri e architetti. Questi ultimi potranno essere gli «intermediari» commerciali del futuro. Certo, tutte queste riflessioni sono espressione della caratteristica del nuovo contesto ambientale in cui ci si trova a operare: l’ipercompetizione che spinge verso una elevata complessità gestionale. Un contesto ipercompetitivo, infatti, è caratterizzato da un ambiente turbolento con eventi ad alto impatto difficilmente prevedibili, un numero di concorrenti che non diminuisce negli anni ma può addirittura aumentare, un cliente in costante evoluzione, sempre più esigente e sempre difficile da soddisfare. Oggi, per esempio, il cliente vuole prodotti che creino emozioni e a contenuto impatto ambientale. Insomma, ci sono molte opportunità sul
mercato, ma bisogna cercarle e soprattutto bisogna evitare di seguire due strade pericolosissime, che sono quelle di affermare: a. «abbiamo sempre fatto così», ma oggi il mercato non è più così; b. «così fan tutti», mentre oggi bisogna fare cose diverse, bisogna cercare di essere «unici» e difficilmente «imitabili». di Alberto Bubbio Alberto Bubbio è senior professor di Economia Aziendale presso l’Università Cattaneo Liuc di Castellanza (Va), dove è titolare di due insegnamenti: Programmazione e Controllo e Sistemi di contabilità direzionale (Misurazione delle performance aziendali). Per più di quindici anni è stato docente nel corso di laurea in Economia Aziendale presso l’università Bocconi, dove ha anche svolto attività di coordinamento e di didattica presso La Scuola di Direzione Aziendale (Sda). È socio fondatore e partner di Dimensione Controllo Srl, società di consulenza direzionale che da più di 30 anni è al servizio delle imprese clienti per assisterle nella progettazione e realizzazione di efficaci sistemi di pianificazione e controllo. Da due anni è Principal Editor di Manage-mind, una piattaforma per manager attraverso la quale trovare idee e suggerimenti per una più efficace gestione di impresa.
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Digital news
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da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it Da sinistra, Maurizio Motta, Laura Michelini, Angelo Artale
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AZIENDE ITALIANE AL BATIMAT Bilancio positivo della partecipazione delle aziende italiane a Batimat attraverso Caseitaly. Il format per la promozione e l’internazionalizzazione delle imprese dei componenti tecnici per l’involucro edilizio è promosso da Acmi, Anfit, Assites e Pile federate in Finco con il decisivo supporto del ministero dello Sviluppo economico e di Ice: il settore delle costruzioni francese, dopo un decennio di crisi, appare oggi in ripresa e mostra segnali incoraggianti. (youtradeweb.com)
2 ALLARME RIFIUTI IN CONDOMINIO Forse non tutti sanno che gli alimenti comunicano aiutandoci in questo compito. Ad esempio, la banana, l’avocado e la pesca rilasciano gas di etilene che agisce come ormone della maturazione sugli alimenti circostanti. Ecco perché è consigliabile tenerli separati. Conservare le patate insieme alle mele fa in modo che le prime si mantengano più lungo contrastando la formazione di germogli. Anche lo smaltimento degli avanzi ha un costo per l’ambiente. (casacondominio.net)
3 BOERO RIDIPINGE L’AVANA Dare nuova vita ai colori e all’architettura dell’Avana. A intraprendere quest’avventura caraibica è la genovese Boero, scelta dal governo cubano per rinnovare le tinte degli edifici della capitale, in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua fondazione. È nel 2017 che nasce la collaborazione tra Boero e Vitral, l’azienda statale dell’isola. (youbuildweb.it)
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seggiole & poltrone A ELISABETTA DE STROBEL IL DESIGN DELLA CINESE DER Elisabetta de Strobel (nella foto, la seconda da sinistra) è stata nominata Italian Chief Design Officer del colosso cinese Der. La collaborazione vede protagonisti due importanti figure del settore: da una parte Elisabetta de Strobel, affermata interior designer, product designer e art director di numerose realtà imprenditoriali a livello internazionale, membro della Society of British and International Design, nonché fondatrice dell’agenzia di comunicazione Terzomillennium. L’agenzia, alla luce di questo progetto, è stata designata come Italian Co-design Center di Der. Dall’altra parte Der, leader nazionale nel settore della pavimentazione in legno. Il Gruppo Der è stato fondato nel 2000 e, dopo 19 anni di rapido sviluppo, conta un capitale sociale totale
(comprese le filiali) superiore a 2.4 milioni di Cny. La sua società sussidiaria Der Future Science & Technology Holding Group è stata quotata alla borsa di Shenzhen nel 2011. Negli ultimi anni il Gruppo Der ha assistito ad una crescita senza precedenti: alla fine del 2017 contava 13 filiali, più di 3000 dipendenti, quasi 2000 negozi specializzati e collabora con una rete di vendita di mille distributori e 51 partner strategici (dati 2018).
MASSIMILIANO PULICE (ARCADIS) SALE IN RICS ITALIA Massimiliano Pulice, amministratore delegato di Arcadis Italia, multinazionale olandese di progettazione e di ingegneria, è stato nominato presidente di Rics Italia. Pulice continuerà il lavoro di Daniele Levi Formiggini, rimasto in carica tre anni. Rics, acronomo che sta per Royal Institution of Chartered Surveyors, è un ente professionale che promuove e applica i più alti standard internazionali nella valutazione, gestione e sviluppo di terreni, immobili, costruzioni e infrastrutture. Laureato in Ingegneria e con un passato in primarie società delle costruzioni e dell’e-procurement, il manager è qualificato Rics dal 2009. La sua esperienza spazia da
progetti in ambito civile e industriale a operazioni immobiliari. Le sue conoscenze linguistiche (inglese, spagnolo e francese), unite a una naturale capacità comunicativa e alla sua particolare attenzione ai temi dell’innovazione e della sostenibilità in ambito real estate, rappresentano i fattori chiave di successo che lo guidano nella leadership di progetti con clienti di spicco a livello nazionale e internazionale.
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Antonio Zuffellato, 47 anni, è direttore marketing in Berner Italia, gruppo multinazionale specializzato, tra l’altro, nelle soluzioni per la posa di infissi, con circa 600 addetti nell’area commerciale. Specializzato con un master in Business Administration, Zuffellato è stato direttore commerciale della divisione Artigianato dell’azienda, con supporto per il segmento del serramento in Italia.È appassionato di cucina, vini, mountain bike e lettura. Berner Italia fornisce soluzioni e servizi a professionisti ed artigiani nei settori Artigianato (edilizia, legno, metallo), Mobility (auto, veicoli industriali) e Industria (manutenzione industriale).
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L’EVENTO
VISTA SUL DOMANI CON TANTI PREMI Il futuro è ora? In parte, sì. Ma numeri, interventi e relazioni hanno delineato anche aspetti inediti. È stata un’occasione formativa e stimolante per gli oltre 300 distributori presenti, con la parentesi della consegna degli ambiti YouTrade Awards. Prossimo appuntamento a Verona: 15-17 ottobre 2020 di Franco Saro
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i sono eventi che ottengono un maggiore riscontro rispetto ad altri. La ricetta? Un tema che scalda la platea, il mix degli interventi, relazioni che colgono l’umore dei presenti: la formula del successo è difficile da programmare e replicare. Ma è quello che è avvenuto al Palaexpo di Verona, con una sala affollata, con molti smartphone alzati a scattare le immagini delle slide proiettate sul grande schermo, e con numeri e confronti diretti tra i protagonisti che
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non hanno nascosto le proprie opinioni. In definitiva, sono stati questi gli ingredienti che hanno decretato il successo del XII Convegno YouTrade, che si è svolto nell’ambito della Fiera del Condominio, evento che ha visto la partecipazione di 2 mila tra visitatori e operatori. Probabilmente quella di Verona è stata una delle edizioni di maggior successo dell’evento, che ha riservato anche un momento di relax con la consegna degli YouTrade Awards. E nelle pagine seguenti trovate una sintesi dei principali interventi e alcune slide mostrate dai relatori.
Sotto, il gruppo dei distributori premiati con gli YouTrade Awards. A sinistra, Virginia Gambino apre il Convegno
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I distributori premiati con gli YouTrade Awards
SGUARDO AL DOMANI L’appuntamento organizzato da Virginia Gambino Editore è partito con il botto: agli oltre 300 partecipanti, infatti, è stata mostrata un ricerca commissionata in esclusiva alla società di ricerche di mercato Free Thinking centrata su quello che è stato il filo conduttore dell’incontro: il negozio del futuro. Una specie di telescopio puntato su quella che ha già iniziato a essere, e sarà ancora di più nei prossimi anni, la nuova distribuzione. La ricerca ha fotografato quelle che sono le esigenze dei clienti, professionali e comuni, nell’area che va dal bricolage all’edilizia applicata a lavori come la ristrutturazione di una unità immobiliare. Una fotografia avvincente, a giudicare dall’attenzione prestata dal pubblico: una sintesi la trovate nelle pagine seguenti. LE RELAZIONI Il convegno ha registrato anche altri momenti importanti: la relazione di Alberto Bubbio sulla necessità di adeguare le scelte di management al mutato scenario del mercato della distribuzione e la consueta e attesa analisi sulla congiuntura dell’edilizia, con un’anticipazione sulle classifiche riassunte ogni anno nella
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BEST REVENUES ZANUTTA Vincenzo Zanutta
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pubblicazione I Bilanci delle Costruzioni allegata al numero di YouTrade, che accompagna questo numero di YouTrade. Chi sale e chi scende, i settori che se la cavano e quelli che guadagnano posizioni: le anticipazioni sono state commentate dal coordinatore del Centro Studi YouTrade, Federico Della Puppa.
BEST REVENUES: ORSOLINI Marco Orsolini
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LA PREMIAZIONE Il convegno ha, poi, offerto una breve parentesi di festeggiamenti: la consegna degli YouTrade Awards ai distributori che si sono distinti per risultati di bilancio o per iniziative connesse con la loro attività. Da segnalare, in particolare, l’incontro e la premiazione da parte di Virginia Gambino di tre giovani manager della distribuzione che hanno portato il loro contributo al rinnovamento della rivendita in cui operano. Si tratta di riconoscimenti importanti, perché sono il riconoscimento del lavoro di protagonisti della distribuzione da parte della community di cui fanno parte, e della quale YouTrade svolge un ruolo primario, come rivista leader nel mondo delle rivendite di materiali edili. Ecco, quindi, l’elenco dei premi assegnati. • Zanutta per categoria Best Revenues, migliore fatturato della categoria.
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Sotto la lente tecnologie, ma anche trappole per chi distribuisce materiali per edilizia
BEST SALES NETWORK CAMMI GROUP Riccardo Boldrini
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I giovani distributori che hanno ricevuto un riconoscimento
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Carboni per la categoria Best Revenues (secondo classificato). Orsolini per la categoria Best Revenues (terzo). Ri.Pa per la categoria Best Revenues Performance, migliore incremento del fatturato. Boscolo Bielo Ivano, per la categoria Best Ros, migliore redditività rispetto alle vendite. Testa Commerciale, per la categoria Best Roe, migliore ritorno sul capitale investito. Eternedile, per la categoria Best Strategy, migliore strategia aziendale. Bigmat Centro Edile Quartarella, per la categoria Best Showroom, punto vendita più innovativo. Ediliamo.com, per la categoria Best E-Commerce, migliore implementazione delle vendite online. Cammi Group, per la categoria Best Sales Network, migliore rete commerciale. Gruppo E, per la categoria Best Logistic, migliore organizzazione del magazzino.
MIRKO ANDALI Responsabile vendite di Andalbagni
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CATERINA PAPARO Responsabile amministrativo di BigMat Idea
A questi riconoscimenti si sono aggiunti quelli per i tre giovani rappresentanti del rinnovamento della categoria, «per la capacità di interpretare l’evoluzione nella distribuzione edile». Le targhe sono state consegnate a Mario Colombino, amministratore delegato del Gruppo Icos, Caterina Paparo, responsabile amministrativo di Bigmat Idea e Mirko Andali, responsabile vendite di Andalbagni. Infine, la giornata si è chiusa con gli ultimi due incontri: un faccia a faccia tra quattro rappresentanti del mondo della distribuzione e altrettanti produttori. Sono volate scintille, che hanno scaldato il confronto e la platea. Il programma si è chiuso con un focus sull’e-commerce: costi, opportunità ed errori da evitare. Ne trovate una sintesi nelle pagine seguenti. Chiuso la Fiera del Condominio, Virginia Gambino Editore è già al lavoro per preparare il prossimo appuntamento. Sempre a Verona, si terrà il 15, 16 e 17 ottobre 2020.
MARIO COLOMBINO Ad Gruppo Icos
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Da oltre 40 anni sono nel Gruppo Cammi che, in occasione del XII Convegno di YouTrade, ha ricevuto il premio per la migliore rete commerciale. Dal mio punto di vista il successo viene dai dipendenti
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e dal loro impegno costante, che viene rafforzato dal senso di appartenenza con l’azienda. Per questo ci teniamo a valorizzare ogni componente del nostro team in maniera trasversale, dal magazzino all’ufficio commerciale e ciò, a mio avviso, ci permette anche di essere sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza, perché crediamo che la solidità di un’azienda si misuri anche da quella dei rapporti interpersonali che riesce a creare e mantenere nel tempo. Come Gruppo abbiamo 28 punti vendita diretti, oltre a una settantina di partecipate. Per presidiare il territorio abbiamo due tipologie di figure: il responsabile commerciale interno, che funge da referente del punto vendita,
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lavora in loco e gestisce tutta la squadra del territorio di riferimento, in maniera molto indipendente. Poi, abbiamo una ventina di commerciali che si muovono sul territorio e presidiano le diverse zone: operiamo prevalentemente in provincia di Brescia, Verona, Mantova, Piacenza, Pavia e Bergamo. Oggi è importante che entrambe le figure commerciali seguano il cliente in maniera molto professionale,
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con una grande preparazione dal punto di vista tecnico, necessaria per comunicare correttamente il valore dei prodotti e delle soluzioni proposte. Ogni buon venditore, inoltre, dovrebbe stare sempre attento a due punti che possono rivelarsi critici per il proprio lavoro: non mischiare la sfera
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LA CONGIUNTURA
È RIPRESA MA IN BILICO L’edilizia galleggia attorno allo zero, l’economia internazionale (e quella italiana di più) rallenta. Così le imprese del settore si concentrano sulla gestione delle propria attività per continuare a produrre utili. E la dimensione diventa un fattore sempre più determinante a cura del Centro Studi Youtrade
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ANALISI
ECCO COME SARÀ
IL NEGOZIO DEL FUTURO
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La società di ricerche Free Thinking ha condotto in esclusiva un’indagine sulle abitudini di acquisto dei prodotti per ristrutturare casa e bricolage. Risultato: li usano quasi nove italiani su dieci. Ma le rivendite di materiali edili hanno molta strada da fare, a partire da‌
di Anna Cominicini *
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Anna Comincini
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el mese di ottobre 2019, la società di analisi Free Thinking ha condotto per conto di YouTrade una ricerca per indagare le abitudini di acquisto dei prodotti per la ristrutturazione della casa e dei lavori di fai-da-te. La ricerca è stata condotta presso una popolazione di 500 individui di età superiore ai 18 anni che si sono recati negli ultimi 12 mesi presso rivendite edili o negozi della distribuzione specializzata. La ricerca aveva anche l’obiettivo di
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far emergere le caratteristiche del punto vendita ideale per questo tipo di acquisti. Le interviste sono state distribuite su tutto il territorio italiano secondo la distribuzione della popolazione residente e gli intervistati sono tutti individui che si occupano personalmente degli acquisti di prodotti per la ristrutturazione e l’abbellimento della propria casa per N o v e m b r e
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TRA DISTRIBUTORI E PRODUTTORI VINCE… Quattro rappresentanti del mondo delle rivendite edili (Zanutta, Orsolini, Cianciosi e Forzatti) a confronto con altrettanti esponenti dell’industria (Zaccaron, Locatelli, D’Agostino e Tesolin). In campo fair play, ma anche contrasti decisi. Ecco com’è andata di Franco Saro
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ate scendere in campo due squadre. La prima è composta da produttori di primo piano di materiali per edilizia. La seconda, invece, da campioni della distribuzione edile. Non occorre essere ultrà per prepararsi a un match acceso, anche se sempre nei limiti del fair play. Ed è quello che è accaduto durante il XII Convegno YouTrade, organizzato da Virginia Gambino Editore a Verona nell’ambito della Fiera del Condominio. Si è trattato di una specie di derby, iniziato in toni soft, con una melina a centrocampo, e terminato con le due squadre lanciate all’attacco. Il risultato? Un pareggio, ma tutte e due le formazioni possono recriminare sull’andamento della partita. LE SQUADRE Che il confronto, talk show secondo l’agenda del convegno, avrebbe acceso le tifoserie era chiaro fino dalla lettura delle formazioni. Per i produttori sono stati convocati Fabrizio Zaccaron (Eclisse), Alessandro Locatelli (Mapei), Paolo D’Agostino (redi) e Renato Tesolin (Cap Arreghini). Altrettanto di livello la squadra dei distributori: Vincenzo Zanutta (Zanutta), Marco Orsolini (Orsolini), Dante Cianciosi (Cianciosi Edilizia) e Roberto Forzatti (Eternedile). Sul tavolo dell’incontro, pardon, della discussione, tre argomenti: il negozio del futuro, il rapporto non sempre idilliaco tra le due categorie e il ruolo, anche questo discusso, della formazione. Ma il confronto N o v e m b r e
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non ha visto solo contrapposizioni. Su un argomento le due categorie si sono trovate d’accordo: il negozio del futuro non può aspettare il futuro. Perché i clienti sono sempre più esigenti e chiedono velocità, precisione e qualità. La strada da percorrere per arrivare vincitori al traguardo, cioè rintuzzare l’espansione della Gdo e fidelizzare i clienti è quella di una maggiore sinergia tra distributori e produttori, hanno invocato in coro tutti gli otto partecipanti. LE SPINE Ma l’unanimità è terminata qui. Perché la maggiore sinergia si è scontrata sullo spinoso argomento della esclusività del canale distributivo. Come marciare insieme se, spesso, i produttori scelgono di vendere direttamente i loro materiali? hanno rilevato i distributori. Ma non sempre i materiali sono idonei alla vendita nei magazzini del commercio edile, hanno obiettato i produttori, senza con questo trovare un punto di convergenza. Un altro punto caldo emerso nel confronto riguarda quello che, paradossalmente, è il fiore all’occhiello della distribuzione: la competenza, tratto distintivo rispetto alla grande distribuzione. E questa volta a giocare all’attacco sono stati i produttori, che hanno rinfacciato ai distributori un troppo flebile impegno nella formazione dei propri dipendenti. Macché, ha ribattuto la squadra del commercio edile: come è possibile tenere aggiornati gli addetti alle vendite se in magazzino ci sono 20 o 30 mila articoli?
Come marciare insieme se, spesso, i produttori scelgono di vendere direttamente i loro materiali? hanno rilevato i distributori
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TANTA FORMAZIONE PER FARE CULTURA EDILE DANTE CIANCIOSI (Cianciosi) La rivendita edile è diventato il vero centro della diffusione culturale della produzione: non c’è più solo il passaggio di beni e servizi, ma in primis di cultura del costruire. Il rivenditore opera da «altoparlante» per le soluzioni e i prodotti dei propri fornitori. E lo fa in modo sempre più specifico e professionale, perché oggi il distributore si interfaccia a 360 gradi con le figure professionali che compongono tutta la filiera, da architetti e ingegneri progettisti, fino al consumatore finale. Questo è il nostro vero ruolo attuale, che ci siamo guadagnati nel tempo. Questo cambiamento, infatti, non è avvenuto da un giorno all’altro, è costato e costa tuttora tantissimo impegno mentale e psicofisico: la formazione continua richiede di essere presenti ovunque, visitare le aziende produttrici, per apprendere come e perché sono stati creati prodotti specifici e la tecnologia che ne sta alla base. Una volta appresi questi contenuti, si procede alla loro corretta diffusione. Poi, è necessaria anche una formazione interna rispetto alle competenze indispensabili a ogni venditore o a chiunque nel proprio lavoro ha a che fare con il pubblico. Noi, per esempio, grazie a Confcommercio abbiamo uno psicologo che viene in azienda a illustrare al personale la corretta accoglienza e la gestione del rapporto con il cliente in ogni fase della vendita. Per quanto riguarda il nostro rapporto con i fornitori, penso che talvolta sia ancora necessario superare la visione dell’azienda produttrice da semplice fornitore a partner, e viceversa nei confronti del rivenditore. Noi siamo il naturale prolungamento del loro lavoro e penso che il successo derivi da questo cambio di prospettiva. Nella nostra esperienza particolare, ciò è avvenuto durante la ristrutturazione della sede Vescovile di Termoli, che abbiamo seguito insieme a Mapei: un cantiere abbastanza complesso perché bisognava intervenire anche sull’aspetto statico dell’edificio. Grazie alla competenza dei tecnici esterni della Mapei, che hanno dato un contributo significativo per risolvere ogni criticità, i lavori sono stati eseguiti con successo e con molta soddisfazione anche da parte dello stesso vescovo.
NECESSARIE PARTNERSHIP PER UN MERCATO ORMAI DIVERSO MARCO ORSOLINI (Responsabile di Orsolini per l’area professional)
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Come responsabile della parte professional Orsolini mi occupo degli
ci sia maggior condivisione con i fornitori, per costruire partnership
acquisti, vendita, marketing e logistica per i reparti legati a edilizia,
forti, che prevedano un impegno ancora maggiore sul fronte della
ferramenta e termoidraulica. Seguendo tutta la catena, dal momento
formazione tecnica dei prodotti. È un obiettivo realizzabile, come
dell’accordo commerciale fino alla vendita della più piccola vite
dimostrano le collaborazioni con i nostri principali fornitori, con i quali
in punto vendita, ho una visione di prospettiva
questo tipo di rapporto esiste già. E che condividono
abbastanza ampia. La distribuzione di oggi non
con noi anche un lavoro, oggi essenziale, legato
ha nulla a che vedere con quella pre-crisi, quando
all’analisi dei dati periodica, che ci serve per inserire
ogni giorno il telefono squillava continuamente:
nuovi prodotti con successo. Questa condivisione
oggi bisogna saper cercare il lavoro anche giorno
della visione del mercato dovrebbe diventare sempre
per giorno. Per questa ragione noi organizziamo il
più la normalità. Oggi il mercato si è completamente
nostro calendario commerciale con molte iniziative
trasformato, ci sono nuovi player e anche i clienti
e eventi. Dal mio punto di vista è fondamentale
si muovono in modo diverso, anche grazie alla
che i fornitori siano disposti a condividere questa
digitalizzazione. Anche nel professional si è inserito
nuova quotidianità dei punti vendita. Spesso,
il cliente privato che sa molto bene quello che vuole,
invece, ho dovuto costatare che alcuni fornitori
spesso con cognizione di causa. Quindi, il produttore
(sia imprese di dimensioni piccole che realtà più
che ancora non ha accolto questo cambiamento deve
strutturate) faticano ad adattarsi alla rivoluzione
abbandonare il modello basato sul dualismo impresa-
della distribuzione. Ciò che auspichiamo è che
distributore, ormai obsoleto.
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IMPARARE DALLA GDO, PERÒ CERTI PRODUTTORI…
IL DISTRIBUTORE DEVE SPECIALIZZARSI
ROBERTO FORZATTI
RENATO TESOLIN
(Direttore generale di Eternedile)
(Responsabile commerciale e marketing prodotto Cap Arreghini) Il rivenditore oggi è solution-provider,
La distribuzione dovrebbe sforzarsi di stare al passo con il trend di
deve valutare un set di
specializzazione, che ha investito la produzione stessa dagli anni
potenziali applicazioni
della crisi in poi: chi produce si deve specializzare sempre di più nel
e soluzioni che vengano
suo ambito, chi vende deve concentrarsi sui prodotti che fornisce
incontro al meglio alle
al cliente finale. Alcuni rivenditori si sono attivati in questo senso,
reali esigenze dei suoi
differenziandosi positivamente rispetto ai loro concorrenti. Molti,
clienti, sia dal punto
invece, pensano ancora che per inseguire un incremento di fatturato
di vista tecnico che
o di marginalità sia necessario avere nel punto vendita di tutto e di
economico.
far
più, esasperando un tipo di generalismo che spesso è sinonimo di
questo, il rivenditore
scarsa qualità. Le soluzioni di oggi sono più tecniche e studiate per
deve saper interpretare
rispondere a specifiche necessità, per cui richiedono una conoscenza
in maniera efficace la
adeguata da parte di chi le propone: il rivenditore, appunto. Il quale
domanda
dell’utente
dovrebbe aver creato all’interno del proprio punto vendita dei
un
Per
finale, con il quale
segmenti specializzati, comprensivi di un’offerta di servizi a 360
intrattiene un rapporto diretto. In poche parole, la distribuzione edile
gradi. Invece, penso che la distribuzione edile in questo momento
specializzata oggi deve assicurare valore aggiunto rispetto ai propri
sia rimasta molto vaga, come si evince da certe realtà nelle quali i
competitor, attraverso un’implementazione della risposta operativa
venditori non hanno
dell’ordine del cliente. Oggi le tempistiche del lavoro sono rapidissime,
una
per cui l’aspetto della logistica è primario. Il set di soluzioni proposte
ma
deve sempre essere presente in magazzino, insieme a tutta la gamma
indistintamente
di prodotti complementare, che costituisce una fonte primaria per la
tutto. Il cliente, invece,
creazione di marginalità per la rivendita stessa. Insomma, bisogna
deve
saper fare progettazione e garantire la consegna in tempi rapidi,
giusta consulenza e le
senza mancanze o errori. Nel rapporto con la produzione penso sia
corrette
di fondamentale importanza il rispetto dei ruoli della filiera, perché
sui prodotti per poter
un produttore non dovrebbe diventare un competitor del distributore
eseguire
che vende le sue soluzioni nel proprio raggio d’azione. Purtroppo,
a regola d’arte. Per
costatiamo che questa dinamica capita ancora in maniera sistematica,
esempio, partendo dal
soprattutto nelle metropoli, realtà ancora più ipercompetitive. Talvolta
nostro ambito, il cliente
c’è una responsabilità da parte della distribuzione, che in alcune
che si affida a una
circostanze non è riuscita a presidiare il territorio o a dare il giusto
rivendita per quanto
valore a una determinata soluzione. Ma esiste anche un atteggiamento
riguarda il colore si
captive da parte di alcuni produttori, a causa del quale spesso il primo
aspetta di trovare un
competitor di un distributore non è un altro distributore. Quando,
corner
invece, si lavora in simbiosi, i vantaggi sono lampanti perché la qualità
e personale altamente formato per rispondere a ogni sua esigenza.
del lavoro è elevata e lascia tutti soddisfatti. Detto questo, il distributore
Per questo è essenziale creare spazi ben definiti e dedicati a ogni
del futuro (ma direi anche del presente) deve imparare alcune cose
segmento trattato all’interno della rivendita. Si tratta di un modello
dalla Gdo, come il criterio di esposizione dei prodotti, la distribuzione
ormai consolidato all’estero, in Italia ancora non si può dire che sia la
degli spazi, per cui forse dovrà ampliare le dimensioni dei propri punti
normalità. Penso che queste criticità si possano attenuare attraverso
vendita, perché per rifornire alcuni prodotti (per esempio, gli isolanti),
la creazione un rapporto che metta al centro la specializzazione,
in pronta consegna e con la giusta ampiezza di gamma serve lo spazio
coadiuvata dalla formazione continua, sia di tipo tecnico sui prodotti
appropriato. La Gdo da quel punto di vista è molto ben organizzata e
che sul marketing, ma anche sulla gestione delle imprese clienti, che
noi non dovremmo essere da meno.
hanno bisogno di essere seguite con molta professionalità.
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specializzazione, si
occupano di
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LA DISTRIBUZIONE? GIOCA A CENTROCAMPO PAOLO D’AGOSTINO (Domestic sales director di Redi) Nella filiera edile la distribuzione è un playmaker, il regista di centrocampo, il luogo dove c’è maggiore possesso di palla. La distribuzione è anche quell’attore che più si è modificato dagli anni della crisi, ma che ha saputo conservare il suo ruolo di protagonista. Credo che produttori e distributori abbiano necessariamente bisogno l’uno dell’altro, perché attualmente il vero problema (che è trasversale al settore dell’edilizia) è come porsi per affrontare le sfide che impone il mercato. Per fare scelte giuste bisogna avere le idee chiare e per avere le idee chiare servono competenze. Nei prodotti e sistemi deve risiedere la qualità. Le competenze, invece, si trovano nelle persone: bisogna sempre essere aperti alle novità e disponibili ad acquisire abilità complementari, non solo sotto il profilo tecnico, ma anche manageriale. E sottolineo come sia importante che la formazione sia estesa a tutto il personale della rivendita, perché ogni addetto potenzialmente può entrare in
contatto con il cliente. Redi organizza moltissimi corsi di formazione durante i quali ho constatato in prima persona che le personalità di valore non mancano, serve loro il supporto per potersi esprimere al massimo delle potenzialità. La vera chiave per il successo risiede nello sviluppo culturale e delle abilità nel rapporto con i clienti. Il mercato di oggi lo possiamo immaginare come un mare, che visto dalla superficie sembra piatto. Bisogna essere consapevoli che le opportunità si trovano al di sotto della superficie e che per riuscire a trovarle servono, appunto, le giuste competenze senza le quali non riuscirò a immergermi per poterle cogliere. Per ciò che riguarda la rivendita del futuro, mi piace immaginarla non solo come un centro di diffusione di cultura sul territorio, ma anche come un punto di riferimento per chi lavora nel settore, attraverso l’erogazione di servizi pensati ad hoc per il benessere e la semplificazione della vita del cliente.
CI VUOLE UN PATTO CON I RIVENDITORI FABRIZIO ZACCARON (Direttore vendite di Eclisse) La rivendita del futuro? In alcuni casi si può dire che esiste già: è quella nella quale il cliente, oltre ai prodotti, può trovare servizi e emozioni. Certo, mi riferisco soprattutto ad alcuni showroom o negozi di finiture e arredobagno, dove si entra e si rimane colpiti per l’attenzione al bello, al design e al confort. Si sente musica in sottofondo, il personale ti accoglie con un sorriso: tutto è chiaramente pensato per una più piacevole consumer experience. Un segnale che la distribuzione si è dovuta adattare ai mutamenti dei bisogni dei clienti (utilizzatore finale ma anche delle imprese) e al consolidamento del mercato della ristrutturazione. Il ruolo del rivenditore è ancora più importante rispetto al passato, perché i clienti cercano soluzioni su misura e occorre saper trovare il prodotto più adatto alle loro reali esigenze. Bisogna aver molto rispetto e sensibilità nei confronti delle persone che entrano nel negozio per lavorare sul loro bene più prezioso, la casa. Per questo, già dal 2007 i nostri corsi tecnici prevedono una parte dedicata alla vendita. Per ciò che riguarda, invece il rapporto tra distributori e produttori, penso che questo sia regolato da un patto di rispetto. I produttori devono rispettare il ruolo del rivenditore, che a sua volta deve mostrarsi disponibile ad ascoltare quello che dicono i produttori, i nostri suggerimenti. Per esempio, per quanto riguarda l’esposizione dei prodotti o la formazione. Noto, comunque, che è migliorata la sensibilità verso la formazione, che giustamente viene sempre più recepita come una parte integrante del lavoro. Ma c’è anche più attenzione verso le novità, e questo come produttore non posso fare a meno di notarlo con molto piacere. Sono segnali che indicano che da parte dei rivenditori c’è maggior ascolto rispetto a qualche anno fa. E il produttore, dal canto suo, è più attento alle esigenze del rivenditore.
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RIQUALIFICAZIONE
TUTTI I VANTAGGI DEL BONUS FACCIATE
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Sconto del 90% sul costo per il recupero o restauro della superficie esterna degli edifici: si aggiunge alle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico e la messa in sicurezza degli edifici, che sono stati confermati nella legge di Bilancio 2020. E non c’è un limite di spesa
di Giuseppe Rossi
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nno nuovo, facciata nuova. La nuova legge di Bilancio comprende un provvedimento inserito dal governo che consente un super sconto per chi, condominio o singola villetta, riqualifica la facciata dell’edificio: un bonus del 90%. La norma è stata studiata su modello della cosiddetta legge Malraux francese (vedi box). Se sarà definitivamente approvata, la legge potrebbe cambiare il volto ai condomini italiani e, più in generale, alle città. C’è però anche chi mette in guardia su un aspetto: i condomini potrebbero scegliere di limitarsi all’aspetto estetico e trascurare i lavori per rendere gli stabili meno energivori (ecobonus) e sicuri (sismabonus). N o v e m b r e
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MA IN FRANCIA IL RESTAURO È STATO OBBLIGATORIO Il bonus facciate è stato concepito con l’idea di abbellire il patrimonio architettonico delle città, su esempio della cosiddetta legge Malraux. Si tratta del provvedimento ideato dal poeta, ma anche uomo politico francese André Malraux, scrittore e ministro della Cultura con Charles De Gaulle. La legge che prende il suo nome è restata nella memoria dei francesi per aver trasformato il colore di Parigi: perso il colore grigio dello smog, palazzi e immobili sono tornati a rifulgere nei colori chiari della pietra o dell’intonaco originari. È stata un’immensa operazione di ripulitura obbligatoria che, si badi bene, era obbligatoria, anche se resa possibile da sgravi fiscali ed aiuti. La legge cosiddetta legge Malraux del 4 agosto 1962 era destinata alla protezione del patrimonio storico ed estetico della Francia e per facilitare il ripristino delle proprietà consentiva ai proprietari di vecchi edifici, dopo essere stati completamente restaurati e affittati, di detrarre dal loro reddito complessivo il costo dei lavori di restauro. Con questa esenzione fiscale tutte le spese necessarie per il ripristino sono state deducibili dal reddito globale senza limite dell’importo. Ma a un patto: l’immobile restaurato doveva essere affittato per nove anni. Inoltre, la legge riguardava gli immobili situati in particolari zone. In seguito, circa 15 anni fa, gli sgravi sono stati ridotti al 30% e limitati a 100 mila euro l’anno per un massimo di tre anni. In ogni caso, il lavoro svolto deve rispettare due condizioni: la conservazione del volume esistente dell’edificio deve essere coerente con il piano di salvaguardia e valorizzazione, e il lavoro deve essere eseguito mantenendo il volume esterno, anche se è possibile modificare quello interno.
90%
Il costo che si può detrarre dalle tasse in dieci anni
Gli incentivi previsti lo scorso anno, infatti, sono stati confermati, con l’eccezione del bonus verde per terrazzi e giardini al 36%, che per la verità sembra non sia stato molto utilizzato. Certo, forse ci sarà anche chi si limiterà a dipingere la facciata del condominio. Ma, secondo altri, una volta mobilitata un’impresa potrebbe essere più facile aggiungere anche altri lavori oltre alla facciata. Due ipotesi, insomma, tutte da verificare. Ma veniamo al provvedimento. CHE COSA PREVEDE La norma inserita nella legge di Bilancio prevede uno sconto del 90% anche per chi opera una semplice manutenzione ordinaria. La norma, infatti, indica che la detrazione riguarda in generale le «spese documentate sostenute nell’anno 2020», relative a «recupero e restauro delle facciate degli edifici». L’incentivo, quindi, permetterà di portare in detrazione fiscale anche una semplice tinteggiatura della facciata. Non è poco. Non solo: dopo l’annuncio, sono emersi particolari interessanti. Per esempio, a differenza dell’ecobonus, la detrazione non è prevista con un tetto di spesa di 96mila euro per unità immobiliare, cifra che per i condomini è moltiplicata in sostanza per il numero
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di appartamenti nel caso di lavori alle parti comuni. Come accennato, inoltre, il bonus facciate riguarda tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, dal rifacimento dell’intonaco alla tinteggiatura. ANCHE PER SINGLE Va specificato, tra l’altro, che il testo non si riferisce in particolare ai condomini: il bonus facciate è applicabile quindi anche a edifici monofamiliari o a piccole palazzine. L’agevolazione, infatti, estende anche alle manutenzioni ordinarie quello che era un privilegio prima riservato alle «parti comuni» di immobili con almeno due distinte unità, catastalmente individuabili (particolare che è stato precisato nella circolare 7/E/2018). Rientrano nei parametri, quindi, anche ville e villette costituite da una sola unità immobiliare. N o v e m b r e
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NO LIMITS Visto che il testo proposto dal governo, se non sarà modificato in Parlamento, non prevede limiti di spesa, sono in ogni caso prevedibili lavori anche impegnativi, anche se è probabile che in molti casi la manutenzione ordinaria si traduca in una semplice ripulitura o tinteggiatura. Il maquillage alle facciate è quasi regalato dallo Stato, ma va precisato che lo sconto va poi spalmato su un arco di dieci anni. Per contro, l’aspetto dell’edificio così migliorato rivaluta immediatamente il valore dell’immobile, che risulta più facilmente alienabile. Certo, potrebbe incoraggiare qualcuno a limitarsi a mettere il belletto alla casa senza una riqualificazione energetica e/o antisismica. Per contro, lo sconto sulla facciata potrebbe essere un incentivo, per esempio, alla decisione di applicare un cappotto. N o v e m b r e
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I BILANCI DELLE COSTRUZIONI 2019
CONCENTRAZIONE,
IL TREND DELL’EDILIZIA
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Con questo numero di YouTrade in omaggio l’allegato con i conti di 1350 imprese per oltre 50 miliardi di fattuato, le tendenze e le previsioni 2020. Ma non solo: dai dati esaminati dal Centro Studi emerge anche lo sprint di alcune aree del Paese e di chi fa acquisizioni
di Franco Saro
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l Centro Studi YouTrade, come ogni anno, ha esaminato oltre un migliaio di bilanci di 1.350 aziende legate alla filiera dell’edilizia, per oltre 50 miliardi di fatturato. Il risultato è I Bilanci delle Costruzioni 2019, allegato a questo numero di YouTrade. Si tratta di un lavoro titanico, particolarmente difficile visto che ci sono società che non agevolano la ricerca e la pubblicazione dei dati. Una ritrosia che si spiega con il momento non troppo felice attraversato dalle costruzioni, area vitale per l’economia finita prima in recessione, poi in anemica ripresa e, ora, in stallo. Le ragioni che hanno provocato il terremoto e una difficile ricostruzione del settore sono molti: sono legati allo tsunami finanziario di dieci anni fa, ma anche alle vicende politiche di casa nostra, che non è il caso di riassumere o decifrare in questa sede. CHE COSA CONTIENE Fatto sta che in questo labirinto di numeri il Centro Studi YouTrade ha messo in fila fatturati, ma anche parametri centrati sulla redditività, con indicatori come il Ros (Return on sale, cioè la profittabilità rispetto alle vendite), oppure il Roe (Return on equity, il reddito generato rispetto al capitale impiegato) per ottenere le classifiche comparto per comparto: costruzioni, ingegneria, produzione (acciaio e tondino, attrezzature, cemento e calcestruzzo, chimica, clima-
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tizzazione, fissaggio, illuminotecnica, impiantistica, isolamento, laterizi, lattoneria, macchine, piastrelle e rivestimenti, pitture e vernici, prefabbricati, sanitari e arredobagno, serramenti e altre categorie), distribuzione di materiali edili, idrotermosanitari ed elettrici. Nel lavoro del Centro Studi non mancano la fotografia della congiuntura economica attuale, i dati relativi al Pil e alle previsioni per il 2020 dopo le (relative) riprese del 2017 e del 2018. Spoiler: al momento non soffia un alito di vento, c’è calma piatta. NUOVA GEOGRAFIA Ma i numeri non bastano: bisogna interpretarli. E, allora, prima di ogni serie di tabelle relative ai diversi settori I Bilanci delle Costruzioni contiene un’analisi che guida il lettore a vedere oltre i numeri o, meglio, a dare un volto, una prospettiva, ai dati. Se, poi, si fanno due passi indietro e si osserva tutto insieme, ecco emergere anche un trend più generale: la concentrazione. Un fenomeno che attraversa sia il mondo delle imprese, con processi di merger & acquisition che arrivano dall’estero (ma non solo), oppure con una geografia dello sviluppo che indica un’Italia a due velocità. Che detta così non sembra un fenomeno nuovo mentre è inedita, invece, la localizzazione della locomotiva dell’edilizia. Agli abbonati non resta che leggere la nuova edizione dei Bilanci delle Costruzioni.
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ZINI DINO
UN NUOVO CAPITOLO SCRITTO SUL LEGNO Il cambio generazionale nell’azienda, che fa parte di Edil Group, spinge su canali digitali e nuovi profili specializzati. Mantenendo invariata la focalizzazione sul materiale che costituisce il core business dell’impresa emiliana, oltre a trasporti ed edilizia di Veronica Monaco
I soci, da sinsitra, Andrea Zini, Simone Zini, Mirko Zini, Carolina Veronesi, Sonia Zini, Elisa Veronesi
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Castelnovo ne’ Monti, cuore dell’appenino reggiano, tra colline di conifere e foraggere, il suggestivo massiccio roccioso chiamato Pietra di Bismantova continua a vegliare sulla città. E qui, da più di cinquant'anni, opera Zini Dino, azienda specializzata in commercio di materiali edili, strutture in legno e trasporto. «Il nostro territorio è peculiare e presenta particolari difficoltà logistiche, soprattutto per quanto riguarda i trasporti, e carenze di infrastrutture tecnologiche, a partire dalla fibra ottica per internet, che è arrivata solo poco tempo fa», spiega Elisa Veronesi, rappresentante legale della società. «Siamo consapevoli che operare in una zona come la nostra può presentare costi di consegna più elevati. Per questo cerchiamo di ottimizzare i viaggi. All’andata recapitiamo i nostri prodotti al cliente finale, mentre al ritorno ritiriamo per conto terzi e riforniamo il nostro magazzino. Le consegne vengono fatte principalmente in abbinamento, e questo ci permette di abbassare di molto i prezzi». Con un parco mezzi variegato, Zini Dino è in grado di trasportare svariate tipologie di merci, anche sfuse,
con cadenza settimanale in tutto il Nord Italia e con cadenza mensile anche al Sud. OLTRE IL MATTONE «Tutto è nato negli anni Sessanta quando il fondatore Dino Zini, che ha dato il nome all’azienda, commerciava e trasportava materiali tra Emilia, Liguria e Toscana, con il prezioso aiuto della moglie Nazzarena Zoppi. Poi, nel 1983 i figli Fabrizio, Susanna e Tomaso sono subentrati al padre Dino nella conduzione aziendale e hanno ampliato le attività, inserendo la vendita di materiali edili, sia all’ingrosso sia al dettaglio, accanto al trasporto conto terzi e, più di recente, la lavorazione legno, supportata da una superficie di magazzino legnami di oltre 10mila metri quadri», spiega Veronesi. «Grazie all’acquisto di un macchinario taglio k3 Hundegger a controllo numerico, abbiamo iniziato a produrre tetti, tettoie e coperture in legno, e adesso questo è il nostro settore principale. La lavorazione del legno incide, infatti, per il 40% sul fatturato, mentre traporti ed edilizia si dividono in parti uguali il restante 60%. Nel 2018 abbiamo chiuso con 5 milioni di euro di fatturato.
Il team addetto al trasporto. Sotto, l'ufficio tecnico
Dino Zini, il fondatore. Sotto, lo staff del magazzino
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La sede di Dini Zino, a Castelnovo ne’ Monti Sotto, la macchina per il taglio del legno a controllo numerico
Quest’anno speriamo di mantenere lo stesso risultato, nonostante i costi aggiuntivi che abbiamo sostenuto». DAL PROGETTO AL LAVORO Zini Dino dispone di uno studio tecnico interno dedicato alla progettazione e lavorazione del legno, in grado di offrire soluzioni strutturali e architettoniche ad hoc all’impresa, al professionista e al committente. Inizia tutto con le rilevazioni in cantiere e il disegno dell’intera struttura in legno, il file Autocad prodotto dall’ufficio tecnico che viene poi messo in produzione per realizzare il pretagliato. Infine è consegnato in cantiere alla squadra di carpentieri, composta da addetti interno o partner, che si occupa della fase di posa in opera. Il pretagliato e l’elevata specializzazione della manodopera garantiscono una costruzione precisa e la riduzione dei tempi di esecuzione rispetto ai metodi tradizionali. «Nel territorio dell’Appennino reggiano siamo stati tra le prime aziende a offrire questo tipo di servizio», sottolinea la responsabile. «Un’intuizione che ci ha permesso di anticipare un trend in crescita e raggiungere ottimi risultati. A breve abbiamo in programma un importante investimento per la sostituzione del macchinario a controllo numerico con un altro di ultima generazione, e stiamo lavorando per inserire nuove figure in azienda, collaborando con le scuole di formazione professionale per formare i profili specializzati che al momento facciamo fatica a reperire sul mercato».
Torrile. Ad affiancare i titolari Fabrizio, Susanna e Tomaso Zini alla conduzione dell’azienda, dall’inizio dell’anno è sopraggiunta la nuova generazione: Sonia, Mirko, Simone e Andrea Zini, Elisa e Carolina Veronesi. «Il passaggio è stato indolore e siamo in un periodo di forte fermento. Da poco abbiamo attivato un account su Facebook e Instagram, stiamo pensando di aprire uno showroom e un’area espositiva esterna a libero servizio con pietre, autobloccanti e pavimentazioni da esterno. A breve vorremmo organizzare un open day insieme ai nostri fornitori strategici, una giornata di formazione dedicata ai clienti, focalizzata in particolare sul settore legno», anticipa Elisa Veronesi. «Insomma, ci sono tante nuove idee e siamo aperti ai cambiamenti. Continuiamo a lavorare con tanto entusiasmo e voglia di far bene».
TERZA GENERAZIONE Oggi l’azienda Zini Dino occupa 18 dipendenti nello stabilimento produttivo a Fora di Cavola e nel magazzino edile nel centro di Gatta, ed è affiliata al gruppo di acquisto Edil Group di San Polo di
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COME CRESCERE A DOPPIA VELOCITÀ Il gruppo francese della distribuzione edile punta sia sul punto vendita tradizionale sia sulle vendite via web. Risultato: ricavi per 538 milioni su 851 punti vendita, 150 showroom. E 1.383 dipendenti che hanno una media di fatturato per ognuno pari a 390 mila euro
di Federico Della Puppa
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i può essere analogici e digitali insieme? In realtà nella nostra vita siamo analogici e digitali costantemente, tutti i giorni. Usiamo i social network, leggiamo i quotidiani online, cerchiamo notizie e spesso troviamo anche offerte commerciali, ma restiamo profondamente noi stessi. la nostra scelta non è mai delegata a un algoritmo, ma dipende dalla nostra volontà. Certo, incuriositi da soluzioni e prodotti andiamo sui portali dei produttori o dei distributori, leggiamo le caratteristiche dei prodotti, guardiamo dove sono venduti, andiamo a vedere se ci sono offerte online, ma poi abbiamo bisogno fisicamente dei prodotti che scegliamo. E, allora, scegliamo le modalità di andare ad acquistarli o riceverli a casa o andare a prenderli dove più ci è comodo, scegliendo sempre Standardizzazione dell'immagine dell'insegna in tutti i punti vendita come punto di forza. A destra, interno del magazzino nell'area a libero servizio
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la soluzione che più si adatta alle nostre esigenze. E ci andiamo fisicamente. Dunque, siamo analogici o digitali? Questa domanda è un po’ la grande truffa del secolo, perché in realtà non c’è nulla di più analogico che nella consegna fisica del prodotto, ma in realtà tutto il processo oggi è gestito digitalmente, da tutti, compresi noi stessi. Quindi, siamo analogici e digitali. Non usiamo la «o» ma la «e». Nel mondo della distribuzione edile essere analogici e digitali insieme, allo stesso tempo, oggi è un imperativo categorico che all’estero è ormai pratica comune e in alcuni casi pratica vistuosa, perché si può essere digitali e promuovere tutto il processo di scelta online utilizzando un motto molto, molto analogico. DI BOSCO E DI RIVIERA «A 30 minuti da casa vostra» è il claim dell’insegna francese Point.P, un’insegna che quest’anno festeggia 40 anni di attività: è stata fondata, nella sua attuale forma, nel 1979. Ma la storia è molto più vecchia e risale addirittura all’inizio del secolo scorso, quando nel 1901 Léon Chausson et Jules Poliet crearono la prima sede dell’attività di produzione e distribuzione di sabbia e cemento che 30 anni
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Il sito per le vendite online. Sotto, esterno di un Point.P Express
più tardi li portò a produrre oltre 2 milioni di tonnellate di cemento in 39 stabilimenti in Francia. Da sempre produttori e distributori, nel dopoguerra si concentrarono sempre più nell’attività di distribuzione, e negli anni 1970 la società, divenuta solamente Poliet, iniziò ad acquisire punti vendita, diventando in breve tempo una delle principali reti di vendita di materiali edili in Francia. Nel 1979 venne poi creata l’insegna Point.P, che contava al tempo 210 punti vendita. Nel 1986 sono state acquisite Scac Matériaux e, nel 1990, è stata lanciata un’Opa sul gruppo Lambert Frères che li porta ad acquisire i punti vendita di grandi società come Lambert, La Méridionale des Bois et matériaux e Lefébure Matériaux. Nel 1991 l’azienda ha creato l’insegna specializzata Cedeo, attiva nel settore Its
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e nel 1996 è entrata nel gruppo Saint-Gobain, con la creazione della prima scuola di formazione per addetti alle vendite marchiata Point.P. Negli anni successivi è proseguita l’acquisizione di importanti società del settore (Simat, Bernard Philibert, Roux, Dupont sanitaire) e nel 1998 il gruppo è arrivata la certificazione Iso 9002. Negli anni successivi l’attività di acquisizione di altre insegne è proseguita, come Leriche e il gruppo Lehmann. Nel 2000 sono iniziate, invece, l’attività sul web, dapprima istituzionale e poi via via sempre più spinta sul fronte comunicazione e commercio online. Nel 2017 Point.P ha lanciato il programma Generation Artisans per creare una comunità di professionisti di qualità al servizio dei clienti. UN COLOSSO Oggi Point.P rappresenta una delle principali reti di vendita di piccola dimensione in Francia, con un fatturato complessivo di 538 milioni di euro distribuito in 851 punti vendita, 150 show room. Il gruppo conta 1.383 dipendenti, con una media di fatturato per dipendente pari a 390 mila euro circa. Point P da sempre rappresenta un vero punto di incontro per gli artigiani e i privati, con una rete diffusa e capillare il cui motto è «a 30 minuti da voi», e offre una vasta gamma di materiali da costruzione per le opere strutturali e secondarie, dai materiali isolamenti fino ai sistemi di efficienza energetica, che contano su esperti che aiutano a individuare le migliori tecniche per la realizzazione dei progetti di ristrutturazione, che è il principale mercato di riferimento. Infatti, tutta l’attività di promozione e cura della comunicazione verso gli utenti finali, privati e professionisti, avviene mediante una forte e attenta presenza sul web con un portale informativo con sezione dedicata agli ordini N o v e m b r e
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10 mila studenti. La focalizzazione sulle skills dei propri dipendenti online e attraverso un uso molto significativo dei cataloghi, sia in forma digitale (pdf disponibili online sul sito di Point.P) sia in è un punto centrale per l’azienda, che con il team Athletes Point.P forma cartacea presso i punti vendita. I cataloghi sono molto curati ha anche attivato un programma di supporto a 12 atleti di alto livello e sono pensati strategicamente come supporto alla vendita, che può nella loro ricerca di prestazioni di eccellenza. Point.P, infatti, è una avvenire direttamente online scansionando rete organizzata sul territorio con 11 direzioni dal catalogo il codice a barre del prodotto regionali e una direzione centrale e ognuna di Cataloghi e app gestiscono mediante smartphone e tranite una app proesse contribuisce a supportare l’attività formaprietaria, disponibile sia su AppStore che su tiva e sportiva di un atleta. Nel 2018, tramite un insieme di 11 mila Google Play. la società madre Saint-Gobain Distribution referenze, tra prodotti Building France, l’azienda ha firmato un acstrutturali e di finitura, dai VASTO CATALOGO cordo di partnership con WorldSkills France, materiali di costruzione fino Cataloghi e app gestiscono un insieme di 11 un segno tangibile a sostegno delle giovani mila referenze, tra prodotti strutturali e di generazioni, per l’eccellenza e la diffusione alla ricca varietà di piastrelle finitura, dai materiali di costruzione fino alla del know-how francese. Per tale motivo, come ricca varietà di modelli di piastrelle, tende da testimoniano le dichiarazioni pubblicate onlisole, persiane o finestre da tetto, porte scorne, «l’azienda è orgogliosa di supportare tutti revoli, mobili bagni e servizi igienici per il bagno e la cucina. Altro i giovani professionisti e apprendisti di età inferiore ai 23 anni che settore particolarmente presente nei punti vendita è l’area dedicata alla competono alla WorldSkills France (Olympiades des Métiers), la più terrazza e al giardino, con diversi modelli di terrazze in legno, piastrelle grande competizione professionale al mondo». per esterni, lastre e pavimentazioni in vari materiali e altri prodotti dedicati al plein air. Dal punto di vista dei servizi Point.P offre, oltre TARIFFE PERSONALIZZATE alla consulenza progettuale e di scelta delle più appropriate soluzioni Il tratto più interessante, di questa importante e diffusa catena di punti tecniche, anche una flotta di veicoli per la consegna direttamente in vendita di piccole dimensioni, è la scelta di agire in modo strategico sul cantiere e soprattutto scuole di formazione che ogni anno accolgono web, con un sistema di ordini online molto efficiente (www.pointp.fr),
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R i vend it e come nel caso della guida per il calcestruzzo preconfezionato (del quale Point.P continua a essere un produttore diretto). Tutti i cataloghi e le guide sono scaricabili online dal sito di Point.P.
Uno degli stabilimenti di produzione del calcestruzzo preconfezionato
dove all’atto dell’iscrizione e dopo aver creato il proprio account (compte in francese) si ricevono varie opportunità in relazione a tariffe personalizzate, alla gestione degli ordini e della fatturazione, all’attivazione di servizi di fidelizzazione e alla possibilità di accedere a corsi e aggiornamenti online. Ma al contempo Point.P utilizza il sistema dei cataloghi, online e soprattutto cartacei, disponibili per chiunque. Nell’era digitale l’insegna francese punta moltissimo sul catalogo cartaceo, anzi, molti cataloghi specializzati destinati a famiglie di prodotti e soluzioni e strutturati, dal punto di vista grafico e di stampa, in modo molto simile ai cataloghi Ikea. Sono disponibili cataloghi di decorazione d’interni, di paesaggistica, di materiali da costruzioni, di carpenteria, di finiture e rivestimenti, ma anche di materiali di consumo e fino ai prodotti per l’habitat e il comfort. Sono inoltre presenti guide per prodotti specifici,
NUOVI FORMAT Per supportare con ancora più specificità il lavoro degli artigiani e dei professionisti, ma anche i clienti privati nella realizzazione dei loro progetti, Point.P sta progressivamente innovando le proprie agenzie e punti vendita con nuovi format dedicati al servizio e alla consulenza verso il cliente. Il format Point.P Express è il nuovo concetto di agenzia che unisce disponibilità, prossimità e consulenza e che offre oltre 5 mila articoli a libero servizio e dove il punto focale è il servizio di consulenza specializzato sulle migliori soluzioni tecniche. Point.P Express ha aree dedicate all’accoglienza personalizzata, con spazi confortevoli dove i clienti professionisti possono ricevere i propri clienti privati e accedere a tutti i servizi e le soluzioni digitali di Point.P Building Materials. La focalizzazione sul servizio al cliente è anche evidente nel numero 30, che non parla solo di minuti di distanza dal punto vendita, ma anche dei 30 giorni per cambiare idea (in base alle specifiche condizioni di vendita di alcuni prodotti, ovviamente). La forte spinta commerciale in ogni caso è rappresentata proprio da una strategia molto market-oriented, focalizzata sul servizio non solo pre e durante, ma anche post vendita. Point.P, dunque, si struttura sempre più non solo come un canale distributivo, ma come un hub territoriale dedicato all’edilizia e alle ristrutturazioni. Un format molto interessante, e anche tutto sommato adattabile al contesto italiano, dove ancora una volta emerge la forza dell’insegna nazionale, con una forte spinta sul servizio e una costante innovazione nel campo delle vendite e del supporto ai clienti. Un’innovazione che unisce il digitale e l’analogico, la piattaforma online e la consulenza con gli esperti. Una chiave di successo per interpretare il mercato del futuro.
Un classico punto vendita
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I FERRI DEL MESTIERE
La relatività e la fisica dei prodotti di marca
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utto è relativo! Ce lo ha insegnato Einstein con le teorie e le formule che anche un bambino saprebbe citare: E=mC2 è la più conosciuta e oggi la useremo per parlare della fisica dei prodotti di marca. Un tema caldo, alla luce della crescente offerta di private lable da parte dei rivenditori edili, dopo che il fior fiore della Gdo ha conquistato importanti fette di mercato con le marche proprietarie. Per capire che c’azzecca la relatività di Einstein con i prodotti di marca, poniamoci delle domande. Sono i prodotti di marca che fanno il rivenditore, oppure è il rivenditore che decreta il loro successo sul mercato? Che cosa è più giusto dire, «Dimmi che marche hai e ti dirò chi sei», oppure, «Dimmi che rivenditori hai e ti dirò chi sei»? Ognuno trovi le proprie risposte, il mio compito è mettere in luce l’importanza del rivenditore e l’enorme valore della sua posizione, in un mercato dove tutto è relativo e i valori assoluti si sono persi di vista. A questo scopo prendo in prestito la relatività di Einstein e la sua formula più famosa: E=mC2. Dove l’energia E è messa in relazione con la massa m e il quadrato della velocità della luce C. In pratica, la formula indica che basta una piccola massa per generare un’enorme energia. È il principio che ha portato alla costruzione della bomba atomica. Il fattore determinante è la velocità della luce C, la quale, a dispetto del tutto è relativo, per Einstein è un valore assoluto, una costante immutabile in tutto l’universo. Ha un valore enorme, circa 300 mila chilometri al secondo, che elevati al
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quadrato diventano un’immensità. Anche il rivenditore edile ha il suo fattore C, quello che nella fisica del prodotto di marca sposta gli equilibri dalla sua parte. Facciamo finta che Einstein sia stato un rivenditore edile e adattiamo la sua formula ai prodotti di marca: «E » diventa Ebit (reddito operativo prima degli oneri finanziari), «m» il numero dei prodotti di marca trattati dal rivenditore e «C» i clienti della rivendita. Così facendo la formula ci dice che bastano pochi prodotti di marca per generare un Ebit elevato. I clienti sono il fattore C del rivenditore e non importa neanche che siano tantissimi,
I clienti vogliono fare la cosa giusta, senza brutte sorprese e senza spendere più del necessario. Il rivenditore che risponde a queste esigenze realizza la fusione nucleare perché elevando il loro numero al quadrato hanno sempre e comunque un peso rilevante. Ma è importante che siano una costante immutabile e assoluta, come la velocità della luce lo era per Einstein. Il rivenditore non può avere il controllo dei prodotti di marca, perché marketing, posizionamento di prezzo e di mercato sono definiti dal produttore. Però può usare la leva del prodotto di marca per scatenare la potenza del fattore C. Il metodo da usare è lo stesso utilizzato per l’energia atomica. La reazione a catena che si sviluppa
quando scindiamo l’atomo può portare a due conseguenze: se non la controlliamo otteniamo l’effetto distruttivo della bomba atomica, se invece la controlliamo, usando i giusti accorgimenti, produciamo l’energia nucleare. Per controllare la reazione a catena che si sviluppa quando trattiamo un prodotto di marca, servono competenza, preparazione e conoscenza del contesto in cui sono applicati. Sono questi gli accorgimenti fondamentali per fidelizzare il fattore C e renderlo una costante assoluta. Non servono altri prodotti, ma quei servizi che i clienti possono trovare solo in rivendita. Ricordiamoci che il problema principale dei clienti è essere convinti di fare la cosa giusta, senza brutte sorprese, senza fregature e senza spendere più del necessario. Il rivenditore che risponde a queste esigenze è come un fisico che riesce a realizzare la fusione nucleare per generare energia pulita, senza scorie radioattive. In fondo in fondo, il rivenditore edile è molto più vicino a Einstein di quello che crede, anche perché il fisico più famoso del mondo ha dichiarato che, se fosse rinato, avrebbe fatto l’idraulico. E i private lable? Proprietari o no, sono prodotti con un brand, un posizionamento di prezzo e di mercato, con i quali il proprietario determina se il mercato li percepirà come prodotti normali o il fior fiore della loro categoria. In quest’ultimo caso diventeranno un prodotto di marca su cui applicare E =mC2 . Per concludere ecco una «One more thing» dedicata a tutti gli Einstein dell’edilizia: «È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio» (Albert Einstein). marco@marketingcommerciale.com Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale.
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GRUPPO MADE
LIVINGMADE CRESCE ANCORA Alla convention dell’azienda il bilancio della nuova insegna per le finiture, che coinvolge un’ottantina di showroom. Previsti investimenti in comunicazione, ma il punto vendita resta centrale, anche grazie a un programma di formazione per il personale del network di Franco Saro
La Convention Livingmade si è svolta a Bologna, nell’ambito del Cersaie
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l mercato c’è, basta saperlo cogliere con un’offerta evoluta adatta al territorio e al target. Ma è anche un mercato affollato di player. Per questo non dobbiamo mai smettere di migliorarci». È iniziato con questo invito di Claudio Troni, direttore marketing di Gruppo Made, la Convention Livingmade che si è svolta a Bologna, nell’ambito del Cersaie. Il brand Livingmade si sta sempre più consolidando come insegna nell’ambito delle finiture, grazie anche agli show-
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room (quasi 80) che fanno parte del network, e alle attività di comunicazioni on e off line. Lo sviluppo è dovuto all’accresciuta consapevolezza degli imprenditori del settore, di come sia importante fare le cose insieme, essere parte di un progetto nazionale, utilizzare un’immagine condivisa, scelte condivise di servizi e marchi importanti. REALIZZARE I SOGNI Nel bilancio delle attività presentato durante la convention, crescono N o v e m b r e
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anche le aziende che hanno apprezzato la vision del network, che vuole portare l’esperienza dello showroom da semplice distributore di prodotti a realizzatore di sogni. Ma con un approccio concreto, perché l’esperienza, la competenza e anche la presenza sul territorio permettono al cliente di affidarsi a un network che ha una tradizione e una reputazione. Durante la convention è stata anche presentata la nuova edizione del Living Made Book, volume che racchiude i brand delle aziende produttrici selezionate, nei settori delle ceramiche, dell’arredo bagno e della ceramica sanitaria, della rubinetteria, box doccia/wellness, porte per interni, parquet e colore. Nel nuovo book non mancano i richiami ai servizi che gli showroom Livingmade possono utilizzare gratuitamente per essere sempre più competitive ed attraenti.
LA STRATEGIA Per eccellere il network Livingmade deve anche essere visibile. Per questo la strategia dell’azienda prevede investimenti mirati in comunicazione sia off che on line. Alcune del più note testate di riviste della casa sono il mezzo per arrivare alla clientela specialmente femminile, tutto l’anno e con il picco dal Salone del Mobile e al Cersaie. Ma il punto vendita resta l’elemento portante per una strategia d’affermazione nel territorio, come ha ribadito l’architetto Cristiano Bonesso. Il progettista ha sottolineato come il cambiamento del mercato abbia creato, tra competitor anche diversi per modelli di business, una spasmodica necessità d’intercettare per primi il cliente privato: «Il punto vendita resta comunque il luogo delle relazioni, l’occasione per dare valore aggiunto a ciò che si vende». IL NEGOZIO E per ottenere la fiducia del cliente non c’è strumento migliore che avere personale qualificato nel punto vendita. Qualificato vuol dire, competente, attento, convincente tutte qualità che si migliorano attraverso una formazione continua. Non è un caso, quindi, che Made Academy stia partendo con il un nuovo programma di corsi intitolato Vendere creando relazioni che, programmato in più sedi, accoglierà il personale di vendita interno del network. Livingmade, dunque, offre al proprio network tutti gli elementi di crescita che sono oggi necessari. «La strategia è We Perform For Client. Web, pubblicità, format punto vendita e Consulting restano anche per i prossimi 12 mesi i cardini dell’offerta Made ai propri aderenti che utilizzandola al meglio e condividendo il portfolio fornitori contribuiranno alla crescita propria e del network», ha concluso Troni.
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COME SI FA (ad aumentare il business)
di Roberto Bolici*
Edilizia sostenibile, business possibile Aumenta la richiesta di prodotti a basso impatto ambientale. E i rivenditori devono cavalcare il trend. Passando all’azione un’opportunità, suggerirei di approfittare dell’occasione per approfondire il tema evitando di rimanere in superficie e per comprendere che fare è più importante del solo parlare. Ce lo ricorda Johann Wolfgang Goethe, uno dei più grandi letterati tedeschi, in due dei suoi celebri aforismi «conoscere non basta, occorre applicare» e «volere non basta, occorre agire», entrambi principi funzionali all’ottenimento di risultati.
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uante volte ci siamo sentiti dire che il nostro futuro, ma anche il nostro presente dipendono sempre più dalla capacità di ciascuno di accettare il cambiamento e di assumersi responsabilità nei confronti delle nuove generazioni e che il mondo richiede da tutti scelte e comportamenti sostenibili? Ancora, chi di noi non ha mai pensato di «fare qualcosa per salvare il pianeta»? Più facile a dirsi che a farsi! Eppure avere un comportamento più vicino all’ambiente, dunque sostenibile, capace di ridurre i consumi e contribuire alla battaglia contro il cambiamento climatico è oggi uno degli impegni più ricercati, anche in
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termini di prodotti, da parte dei consumers. Tantissimi studi, ricerche e sondaggi ribadiscono come la sostenibilità sia da intendersi ormai un orientamento. Un atteggiamento preteso dalle persone sia negli acquisti e sia nella condotta degli altri individui, a partire da quelli vicini. Ma come possiamo essere realmente sostenibili e come possiamo trasmettere questo desiderio ad altri affinché più persone possibili adottino abitudini più attente alla salute del pianeta? D’impulso riconfermerei «più facile a dirsi che a farsi». Ma analizzando attentamente la questione e capendo che la cultura della sostenibilità ambientale è molto più di un valore: è da intendersi
Impatti ambientali Costruire incide notevolmente sulla creazione di impatti ambientali. In questo scenario, il settore delle costruzioni è uno dei principali protagonisti della questione ambientale, a causa dello sfruttamento di risorse materiali non rinnovabili, dell’uso del territorio, del consumo energetico riguardante tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto edilizio e della produzione di rifiuti da demolizione. Nel particolare, la sostenibilità ambientale in questo settore investe sia la scala dei rapporti tra edificio e ambiente sia la scala dei rapporti tra edificio e utenti. Da un lato edificare genera impatti sull’ambiente non solo all’atto della costruzione, ma anche lungo tutto il processo edilizio, dall’approvvigionamento delle materie prime fino alla dismissione del manufatto. Dall’altro l’uso dell’edificio genera impatti funzionali a garantire condizioni di comfort e benessere interno, interagendo dunque con le esigenze degli abitanti e assicurando loro un ambiente confortevole e idoneo alle attività che in essi vengono svolte. Dunque costruire incide notevolmente sulla creazione di impatti ambientali, si manifesta come consumo di risorse e inquinamento dell’ambiente. N o v e m b r e
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I distributori L’impegno da parte di tutti è certamente considerevole, ma altrettanto fondamentale, e le aziende della distribuzione di materiali per l’edilizia, pure loro, non possono sottrarsi a questa responsabilità e opportunità. Proprio così: la sostenibilità sta diventando sempre più parte integrante e determinante delle strategie di molte aziende. Una presa di posizione netta nei confronti dell’impatto ambientale del proprio business implica, per un’impresa, anche una possibile espansione del mercato grazie alle opportunità aperte dalla sostenibilità. La scelta del distributore di orientarsi, anche specializzandosi, può permettere di cogliere molte opportunità, in primo luogo quella della crescente attenzione all’ambiente da parte di un’ampia fascia di consumatori che li porterà sempre più alla ricerca di prodotti che soddisfino criteri di sostenibilità, oltre che di qualità elevata. Il punto vendita al dettaglio può quindi divenire un luogo di elezione dove promuovere il consumo di prodotti green e sensibilizzare i consumatori verso l’adozione di stili di vita più sostenibili, a patto che si scelga di rivedere offerta, struttura e modalità del processo di vendita. I vantaggi di tale scelta certo non mancheranno: richiamare clienti motivati e fedeli e diventare un punto di riferimento affidabile per la propria clientela. Strategia di business Di seguito vi proponiamo alcuni spunti di riflessione e azioni, utili a chi voglia dar vita ad un’iniziativa commerciale basata sui principi del business sostenibile. 1. Mostrare che cosa si può fare. In quanto «animali sociali» tendiamo a seguire le azioni di altri individui specialmente su questioni etiche e se osserviamo un comportamento ritenuto corretto siamo maggiormente portati a seguirlo. Per questa ragione sono necessari degli ambasciatori capaci di agire influenzando l’individuo. Il distributore è uno di questi. 2. Rompere le cattive abitudini. In am-
bito sociale, rompere le cattive abitudini è un'azione indispensabile per costruirne una nuova sostenibile. È inoltre necessario avere sempre un ritorno informativo su ciò che si sta facendo. Quando, per esempio, si ha coscienza costante e in tempo reale del consumo di energia, il consumo tende a diminuire. Il distributore potrebbe tenerne conto durante la fase di vendita del prodotto/sistema. 3. Dimostrare coerenza tra parole e azioni. Le persone sono maggiormente stimolate ad agire in modo sostenibile se ci sono benefici personali, oppure se hanno conferma della bontà della loro azione sull’ambiente. Se una campagna a favore della sostenibilità non appare coerente, l’effetto ottenuto è inverso: aumento degli sprechi e dei consumi. Il distributore ad esempio potrebbe farsi portavoce delle agevolazioni fiscali attribuibili a interventi sostenibili. 4. Informare correttamente. Studi sui
comportamenti sociali ci rammentano che per aver successo quando si affronta il tema della sostenibilità è necessario mettere in gioco razionalità e sentimento. Sentimenti positivi influenzano le persone a vivere positivamente le loro azioni sostenibili per l’ambiente mentre stimolare il senso di colpa per ciò che non si sta facendo, raramente risulta efficace. Il distributore ad esempio dovrebbe informare correttamente e suscitare nel consumatore la responsabilità nei confronti di un problema. 5. Stimolare con esempi. Un metodo efficace per innalzare l’attenzione nei confronti della sostenibilità ambientale è l’adozione di esempi tangibili che mettano l’interlocutore nella condizione di comprendere immediatamente l’effetto delle proprie azioni. Il distributore, per esempio, potrebbe promuovere la narrazione di casi di successo, magari con il supporto del produttore.
*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano
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POLIURETANO ESPANSO E OLTRE L’azienda modenese del Gruppo Sbn cresce e investe in tecnologia e servizi. Dopo l’apertura di uno stabilimento produttivo in Baviera ha acquisito l’impianto di Xps della lodigiana Ales. Obiettivo: essere i più importanti produttori di polistirene estruso in Italia di Veronica Monaco
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rent’anni all’avanguardia nell’isolamento termico per l’edilizia civile e industriale, con prodotti e soluzioni in poliuretano espanso e polistirene estruso in grado di soddisfare le esigenze del mercato, nel rispetto delle norme sul risparmio energetico e la salvaguardia dell’ambiente. È dal 1989 che Ediltec, azienda modenese del Gruppo Sbn, continua a crescere e investire in tecnologia e servizi, registrando numerosi successi, tra cui l’apertura di uno stabilimento produttivo in Baviera e la recente acquisizione dell’impianto di Xps della lodigiana Ales, Azienda Lavorazione Estrusi. «Quest’operazione ci ha permesso di rafforzare la nostra presenza sul mercato e incrementare la capacità produttiva, per tornare a essere i più importanti produttori di polistirene estruso in Italia», spiega Stefano Sboarina, presidente di Ediltec e del Gruppo Sbn. «Una tappa importante per la nostra crescita, ma anche un’iniziativa strategica volta a disinnescare la concorrenza di un potenziale competitor», aggiunge l’amministratore delegato Paolo Lusuardi. Domanda. Ales è solo la prima di una serie di acquisizioni? Paolo Lusuardi. Il Gruppo Sbn, di cui Ediltec fa parte, è una holding giovane che controlla cinque aziende riconducibili alla stessa proprietà. Questa riorganizzazione ci ha permesso di dare una struttura più chiara ed efficiente alla compagine societaria, e ha creato le basi per acquisire e creare attività produttive esterne, proprio come Ales. Stefano Sboarina. Al momento, nel settore dei materiali isolanti non sono molte le aziende da acquisire. Nel periodo di crisi tanti piccoli produttori sono spariti e il mercato si è consolidato in grossi gruppi industriali. Noi dobbiamo stare al passo e valutare le opportunità che si presentano.
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D. Facciamo allora un passo indietro. Quali sono le aziende che compongono il Gruppo Sbn? Sboarina. Il gruppo è composto da cinque aziende: Decem, Ediltec, Ediltec Bayern, Algor e Pannelli Termici. La holding è nata nel 2017 per dare una struttura più coesa alle diverse aziende e consolidare la credibilità sui mercati finanziari. Come gruppo fatturiamo in totale oltre 80 milioni di euro. D. Come si inserisce Ediltec all’interno di Sbn? Lusuardi. Ediltec è nata nel 1989 ed è specializzata nell’isolamento termico per edilizia, con un fatturato 2018 intorno ai 19 milioni di euro. Inizialmente l’azienda produceva solo poliuretano espanso, poi dal 1994 ha aggiunto nuovi prodotti, tra cui il polistirene estruso. In questi trent’anni di storia siamo sempre cresciuti, mettendo in campo numerosi investimenti e iniziative, tra cui l’apertura nel 2008 di uno stabilimento in Baviera, in Germania. D. Attualmente, quanti occupati lavorano nei vostri stabilimenti e come sta andando la sede tedesca? Sboarina. I dipendenti complessivi del Gruppo sono circa 120, di cui lo stabilimento bavarese ne impiega una trentina, con un fatturato raggiunto nel 2018 di circa 17 milioni di euro. Abbiamo strutture sempre molto snelle, ma era sottodimensionato rispetto alla richiesta del mercato. Per questo motivo quest’anno abbiamo notevolmente incrementato la nostra capacità produttiva, un investimento significativo che ci ha permesso di essere più competitivi in Germania, dove il mercato dei materiali isolanti è davvero importante. D. Ci sono differenze con il mercato italiano? Sboarina. Non tanto nel processo produttivo, quanto nella vendita. In Germania questo tipo di prodotti necessita di numerose certificazioni. Non ci si accontenta semplicemente del prezzo, ma si pretende tutta una serie di garanzie e requisiti: se non li possiedi, il prodotto lo puoi anche regalare ma nessuno lo vuole. Inoltre, le
Il presidente Stefano Sboarina e, a sinistra, l’amministratore delegato Paolo Lusuardi
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La Decem a Cellino. Sotto, il magazzino Decem - Algor
certificazioni sono in continua evoluzione e bisogna investire molto denaro ed energie per essere sempre al passo. D. Quali vantaggi sono derivati dall’esperienza tedesca? Sboarina. La sinergia tra Germania e Italia ha dato molte soddisfazioni al Gruppo. Il rigore tedesco è fondamentale per avere edifici di qualità certificata, mentre la fantasia italiana e la capacità di creare nuove prospettive ha consentito di implementare un metodo di lavoro molto più flessibile e dinamico. I prodotti sono gli stessi, le mentalità diverse, ma la dialettica è vincente e ci ha permesso di modellare un servizio superiore, a garanzia del prodotto finito e di prestazioni certificate. D. Avete fatto altri investimenti negli ultimi anni? Lusuardi. Sì, soprattutto in Italia. Oltre alla recente acquisizio-
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ne della concorrente Ales, in agosto anche la società Decem, che produce schiuma di polistirene espanso estruso, ha incrementato la sua capacità produttiva. Nel 2020 puntiamo a diventare il maggior polo produttivo di Xps in Italia. Il nostro polo industriale di Cellino Attanasio, in provincia di Teramo, è stato ampliato, e ora raggiunge una superficie di circa 80 mila metri quadrati, di cui circa 25 mila coperti. D. E anche per i vostri prodotti in poliuretano? Sboarina. Nel 2009 abbiamo cambiato completamente la tecnologia di produzione del poliuretano, acquisendo un impianto all’avanguardia già predisposto per la produzione della schiuma Pir, molto richiesta in Italia. Le importanti soddisfazioni che abbiamo avuto
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Da sinistra, il presidente Stefano Sboarina e l’amministratore delegato Paolo Lusuardi. A destra, pannelli X-Foam Hbt
nelle vendite ci hanno permesso di acquisire recentemente un nuovo magazzino di circa 3 mila metri quadri, limitrofo all’impianto di produzione, adibito allo stoccaggio. Questa operazione ci ha permesso di migliorare il servizio offerto ai clienti. D. In che modo? Sboarina. Nell’ultimo periodo abbiamo lavorato molto per migliorare l’aspetto della logistica, con la possibilità di servire anche piccole quantità direttamente dal sito produttivo. In passato il poliuretano espanso Poliiso aveva tempi di consegna un po’ più lunghi, in quanto non c’era un magazzino dedicato. Tutti i materiali partono dallo stesso polo di produzione, posizionato tra l’altro in maniera baricentrica rispetto a tutte le regioni d’Italia. Abbiamo decine di camion in partenza ogni giorno per la consegna di X-Foam, il polistirene estruso di Ediltec e, all’interno dello stesso ordine minimo, possiamo anche disporre carichi misti. D. Quali sono i plus dei prodotti Ediltec rispetto alla concorrenza? Lusuardi. La nostra produzione è focalizzata principalmente sulla schiuma poliuretanica di tipo polyiso (Pir) e la schiuma di polistirene estruso. Questi due prodotti sono fra i più utilizzati nel mercato italiano. Soprattutto la schiuma Pir sta registrando una significativa crescita grazie alla sua elevata capacità isolante. In più tramite la consociata Algor realizziamo prodotti speciali, come il poliuretano lavorato su misura, pendenzato per le coperture o pannelli compositi, e prodotti rilavorati per applicazioni industriali. D. Avete nuovi prodotti in cantiere? Lusuardi. Parte degli investimenti del 2019 sono stati destinati alle schiume specifiche per l’industria, sia come formulazioni sia come dimensioni, che al momento nessun’altro in Italia produce. Ci stiamo concentrando anche sulla produzione di canali in poliuretano per il trasporto dell’aria, un nuovo mercato in cui abbiamo deciso di entrare, anche a fronte degli investimenti fatti quest’anno. Si tratta di materiali destinati principalmente al settore della termoidraulica e del condizionamento dell’aria, quindi prevediamo di espanderci anche
in altri canali di vendita rispetto alla rivendita edile tradizionale. Li presenteremo alla prossima fiera Mostra Convegno Expocomfort 2020 di Milano. D. Come si articola il rapporto con i rivenditori di materiali per edilizia? Lusuardi. Le rivendite sono il nostro principale canale di distribuzione per il mercato dell’edilizia. Ediltec cerca di essere sempre rispettosa della filiera e garantisce supporto tecnico e formativo dedicato alla nostra tecnologia e ai prodotti. D. Avete qualche suggerimento per i rivenditori? Lusuardi. In un mercato che pretende consegne urgenti, logistica e stock sono la chiave. Negli anni della crisi giustamente la tendenza era quella di tenere a magazzino meno materiale possibile, negli ultimi anni di ripresa, però, abbiamo visto che se il materiale è in negozio, lo si vende. Quindi il mio suggerimento ai rivenditori è: fate magazzino. D. Quali sono i principali mercati di sbocco della vostra produzione? Lusuardi. L’Italia è il nostro principale mercato di riferimento, per il quale l’impianto di Cellino Attanasio lavora al 90%. Dato che il nostro prodotto è leggero e voluminoso, la distanza diventa una discriminante fondamentale per mantenere sotto controllo i costi di trasporto. Per questo motivo, quando abbiamo deciso di entrare nel mercato tedesco, abbiamo aperto uno stabilimento in loco. Da lì distribuiamo prevalentemente in Germania, Repubblica Ceca e Austria. D. Avete interesse a esportare anche in altri Paesi? Sboarina. Dipende molto dalla tipologia di prodotto. Materiali come le schiume per applicazioni particolari hanno un valore intrinseco più elevato e possono sopportare un costo di trasporto più elevato, mentre i materiali classici da edilizia hanno meno valore aggiunto per giustificare un trasporto all’estero, le marginalità difficilmente lo consentono. D. Parliamo di sostenibilità: come rispondete all’esigenza di un’edilizia sempre più green?
Ediltec Bayern
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Sboarina. Il polistirene estruso, oltre a riutilizzare polveri di lavorazione e lastre difettose che vengono rimacinate, permette di acquistare sul mercato materia prima rigranulata che deriva da settori diversi, come l’imballaggio e il post-consumo, per esempio le vaschette del pesce, le seminiere o le grucce per gli abiti. Insomma come si suol dire «non si butta via niente». Lusuardi. In generale quando si parla di plastica, secondo me è
Nuovo magazzino Ediltec. Sopra, Ediltec
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essenziale fare una differenza con il prodotto usa e getta. Quello che può essere visto come un difetto, come la resistenza al deterioramento, per noi è una proprietà importante. Grazie a questa caratteristica, infatti, i nostri isolanti plastici hanno un durata di oltre 50 anni, e il basso assorbimento d’acqua basso permette loro di mantenere performance costanti nel tempo. D. Fate formazione anche ai progettisti? Lusuardi. Per i progettisti sfruttiamo la nostra presenza in associazioni di settore, come Anpe (Associazione Nazionale Poliuretano Espanso rigido) e Anit (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico), e partecipiamo a numerosi convegni in tutta Italia finalizzati alla promozione della cultura degli isolanti termici. D. A che livello partecipate in A npe? Lusuardi. A maggio 2019 sono state rinnovate le cariche all’interno dell’associazione e sono stato eletto presidente. Il primo appuntamento ufficiale in questa veste è stato alla quarta Conferenza Nazionale Poliuretano Espanso rigido che si è tenuta a ottobre a Roma. Quest’anno 2019 ha segnato anche i 30 anni dell’associazione. È un’esperienza estremamente interessante. D. Com’è andato il 2019 e cosa vi aspettate in futuro? Sboarina. Il 2019 è stato un anno di investimenti e soddisfazioni. Siamo cresciuti sia sul Poliiso che sull’X-Foam e siamo proiettati positivamente sul futuro. Il mercato degli isolanti è in fase di continua crescita, si parla di un +3% fino al 2025, grazie anche agli incentivi fiscali e dalle normative europee sempre più stringenti. I materiali plastici stanno recuperando terreno rispetto ai prodotti fibrosi, quindi siamo positivi anche se è difficile fare previsioni. N o v e m b r e
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AL LAVORO CON YOUBUILD |
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Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori... YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica anche informazioni utili, pratiche, aggiornate. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.
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H2O PER RESISTERE ANCHE ALL’ACQUA Il sistema per l’impermeabilizzazione senza l’utilizzo di solventi che garantisce risultati altamente performanti. La membrana è realizzata a base di resine modificate di elevata qualità e rinforzata con fibre sintetiche. E protegge anche dall’azione dei raggi ultravioletti di Veronica Monaco
P
er un’impermeabilizzazione sicura, certificata e durevole, Winkler ha messo a punto il sistema Wingum Plus H2O, una gamma di prodotti pronti all’uso, a base acqua e senza l’utilizzo di solventi, nati per assicurare risultati finali di alta qualità, anche nelle situazioni più complesse e nelle condizioni ambientali più estreme. Una soluzione tecnica per ogni fase di cantiere per esaltare la qualità totale dell’impermeabilizzazione dei tetti piani, garantendo risultati altamente performanti. ANCHE IN VERSIONE REFLEX Il cuore del sistema è Wingum Plus H2O, membrana impermeabilizzante liquida a base di resine modificate di elevata qualità e rinforzata con fibre sintetiche. Disponibile anche nella versione Reflex ad altissima riflettanza, ideale per cool roof e certificata dal rating CRRC, la membrana è dotata di alta resistenza al ristagno dell’acqua e all’azione dei raggi ultravioletti, che le consentono di resistere all’invecchiamento. Dove le sollecitazioni sono particolarmente forti, oppure per uniformare lo strato ove siano presenti sottofondi irregolari o piastrelle, la tecnologia Winkler suggerisce l’utilizzo del tessuto di rinforzo Wintechno Mat.
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Applicazione della malta WinPlaster. Sotto, posa della pasta livellante Win BituRoof
FACILI E SICURE Difficilmente la superficie di un tetto che necessita di ristrutturazione si presenta perfettamente uniforme. Il sistema Wingum Plus H2O prevede l’utilizzo, su membrane bituminose preesistenti, anche ardesiate, della pasta livellante monocomponente pronta all’uso Win BituRoof, facile da lavorare e posare con staggia, cazzuola o spatola metallica liscia. Win Bituroof viene anche utilizzata con successo nei casi in cui sia opportuno o necessario formare la sguscia di raccordo sugli angoli parete-pavimento. Completano il sistema Wingum Plus H2O, i nastri adesivi BC Seal Band - BC Seal Pad e la malta premiscelata monocomponente tixotropica WinPlaster per la realizzazione di zoccolature e intonaci impermeabili e la regolarizzazione di pareti umide.
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BREVETTI MONTOLIT
UNA TENAGLIA DI PRECISIONE Arriva 33W Professional Nibbler Crab, l’utensile speciale per gres porcellanato che garantisce risultati accurati su ceramiche dure e con spessori sino a 15 millimetri. Permette anche lavori di finitura su materiali delicati, come tessere di mosaico o piastrelle in vetro
di Veronica Monaco
33W Professional Nibbler Crab
B
revetti Montolit, azienda di Cantello (Varese) specialista in attrezzature e macchine professionali per il taglio e la foratura dei materiali, presenta un’ulteriore novità per i piastrellisti. Si chiama 33W Professional Nibbler Crab ed è la tenaglia speciale per gres porcellanato che garantisce risultati accurati anche sulle ceramiche più dure e con spessori sino a 15 millimetri. L’estrema precisione di taglio permette anche di affrontare lavorazioni di finitura su materiali particolarmente delicati, come tesserine di mosaico o piastrelle in vetro. Alla Tenaglia 33W Professional Nibbler Crab hanno lavorato a stretto contatto i laboratori tecnici di Brevetti Montolit con lo Studio LG Ghidini di Lumezzane (Brescia) per l’ingegnerizzazione del prodotto, e Designers 6R5 Network Studio di Milano per il progetto di design. PRECISIONE DI TAGLIO Realizzata in acciaio legato al carbonio e forgiata con le più moderne tecnologie, la tenaglia 33W Professional Nibbler Crab è in grado di coniugare finitura e precisione operativa con una linea snella che la rende ergonomica e ben bilanciata. I taglienti sono costituiti da due speciali rotelle in carburo di tungsteno con rivestimento in nitruro di titanio. Una delle due rotelle può inoltre ruotare sul proprio asse consentendo, anche grazie a uno speciale appoggio per il pollice che permette di esercitare la giusta pressione, di incidere prima del taglio la superficie ceramica proprio come avviene con la Tagliapiastrelle
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Masterpiuma. La forma squadrata delle ganasce superiori dona poi stile a questo indispensabile strumento di lavoro. MASSIMA ERGONOMIA Oltre alle elevate prestazioni nel taglio, la nuova tenaglia 33W Professional Nibbler Crab garantisce un’ottimale ergonomia a vantaggio di maggiore comfort e facilità di utilizzo. L’impugnatura affusolata è rivestita in morbida gomma, mentre la molla progressiva per la riapertura dei manici e i due bumper di fine corsa evitano traumi «allo spezzare» del materiale, riducendo la fatica e la tensione della pressione sulla mano a ogni taglio. Il sistema di chiusura, situato nella parte superiore, è progettato inoltre per essere manovrato anche con una mano sola.
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MUOVIAMOCI
Logistica centrale per l’e-commerce
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nternet da una decina d’anni è divenuto un nuovo canale di vendita. Alla Rete accedono aziende non solo in un’ottica B2C (Business-To-Consumer), ovvero dove il cliente è rappresentato dal consumatore finale, ma anche B2B (Business-To-Business), in cui il web fornisce l’opportunità di una visibilità globale e la possibilità di una connessione con i propri clienti in tempo reale. Le potenzialità in Italia per quanto riguarda il B2C sono ancora molto inesplorate e i tassi di crescita saranno positivi e a doppia cifra per i prossimi anni. Il Paese ha ancora molte potenzialità da esprimere, vista la posizione arretrata tra i Paesi eu-
ropei (quart’ultimo tra i 28, fonte Eurostat). Proprio per tale motivo, questo periodo è da ritenersi molto adatto per avviare un’attività di commercio online. Il contatto con il cliente finale permette di aumentare i margini, mantenere un rapporto con il mercato di riferimento e di essere in grado di monitorare la tendenza del mercato stesso. Di fronte a queste opportunità è necessario mettere in evidenza uno dei principali fattori di criticità per l’e-commerce: la logistica. Si tratta dell’organizzazione di merci, mezzi e persone che permettono di inviare il prodotto giusto, nei giusti tempi, al giusto costo e nelle giuste condizioni. Gli
ALCUNI DATI DI RIFERIMENTO PER L’E-COMMERCE Valore
Descrizione
74%
Numero di acquirenti online che prima di ac- Navar
Fonte
quistare si informano sulla gestione del reso Dal 8% al 10%
Aumento del costo del prodotto dovuto alla Associazione European Ecommerce gestione dei resi
Dal 15% al 30%
Percentuale media dei resi nella vendita online Associazione European Ecommerce
76,3 miliardi di euro
Fatturato ecommerce in UK
Ecommerce News
41,5 miliardi di euro
Fatturato ecommerce in Italia
Statista
37%
Italiani disposti a pagare per avere una con- Postnord segna più rapida
59%
Italiani che considerano importante poter Postnord cambiare la data o l’ora di consegna
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elementi che caratterizzano un servizio di vendita in rete efficace ed efficiente sono diversi: • Elaborazione dell’ordine: la richiesta che arriva via web deve essere gestita velocemente e trasformarsi in lista di prelievo nel più breve tempo possibile. Il cliente deve essere in grado di vedere la giacenza in tempo reale. • Prelievo da magazzino: ricevuta la lista, l’operatore deve fare il prelievo in modo rapido, corretto al minimo costo. • Imballo: progettato e realizzato in modo da preservare l’integrità dei prodotti durante tutti gli aspetti della distribuzione. • Distribuzione: i grandi player garantiscono tempi ordine-consegna che si aggirano sulle 24-48 ore, alcuni possono arrivare anche a poche ore. Spesso i costi di spedizione sono nulli per il cliente. • Gestione del reso: alcuni operatori garantiscono al consumatore la possibilità di fare un reso gratuitamente anche dopo un mese dall’acquisto. Il flusso inverso deve essere opportunamente progettato e gestito. Un’errata considerazione di questi fattori potrebbe rendere nullo il margine programmato. La vendita online non è solo un sito Internet, accessibile ed efficace, ma è costituita da un processo logistico efficace ed efficiente che nasce con l’ordine e che termina con la consegna o con l’eventuale gestione del reso. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice) N o v e m b r e
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IMMOBILI
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Oltre 2,8 milioni di edifici sono a forte rischio sismico. È un patrimonio che non solo potrebbe essere perso, oltre a causare pesanti danni alle persone, ma si traduce anche in un danno economico, con una sensibile perdita di valore degli immobili. Un fenomeno che non è limitato al Sud di Federico Della Puppa
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econdo l’ultimo rapporto Istat sulla ricchezza non finanziaria, il valore dello stock di attività in Italia è pari a circa 9.505 miliardi di euro, ovvero quasi cinque volte il prodotto interno lordo nazionale. Questo stock è costituito per il 60% da immobili residenziali e per il 24% da immobili non residenziali. Gli altri beni di capitale fisso, materiale e immateriale, rappresentano meno del 10%. Le scorte pesano circa il 4%, i terreni coltivati meno del 3% del totale. Negli anni, anche in quelli della crisi, è continuata a crescere la quota del patrimonio residenziale detenuto dalle famiglie, che rappresenta circa il 92% del valore residenziale complessivo, di cui 81% relativo alle
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SPECIAL E
C on s ol i d a m ent o
ITALIA - EDIFICI RESIDENZIALI IN MEDIOCRE O PESSIMO STATO DI CONSERVAZIONE PER TIPOLOGIA COSTRUTTIVA (VALORI ASSOLUTI) EPOCA DI COSTRUZIONE
MURATURA MEDIOCRE
PESSIMO
CALCESTRUZZO ARMATO TOTALE
MEDIOCRE
PESSIMO
TOTALE
FINO AL 1918
420.680
71.452
492.132
-
-
-
DAL 1919 AL 1945
309.021
47.676
356.697
16.543
2.125
18.668
DAL 1946 AL 1960
286.532
29.225
315.757
53.481
4.180
57.661
DAL 1961 AL 1970
192.797
12.728
205.525
87.474
4.935
92.409
DAL 1971 AL 1980
101.708
5.641
107.349
85.320
4.146
89.466
DAL 1981 AL 1990
37.653
2.048
39.701
47.947
2.212
50.159
DAL 1991 AL 2000
9.324
675
9.999
11.867
639
12.506
DAL 2001 AL 2005
2.635
208
2.843
2.761
186
2.947
DAL 2006 IN POI
1.606
217
1.823
1.688
246
1.934
1.361.956
169.870
1.531.826
307.081
18.669
325.750
TOTALE
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
unità residenziali utilizzate come abitazione principale o seconde case e l’11% costituito da unità detenute dalle famiglie prevalentemente a scopo di investimento e di attività di locazione. Questo enorme patrimonio, pari a oltre 5.300 miliardi di euro, oltre ad essere superiore a 2,5 volte il valore del Pil, mette in evidenza come la nostra struttura economica si basi profondamente sul bene casa come fattore rifugio, e lo consideri quasi un salvagente economico-sociale. In termini di paradosso, potremmo quasi considerarlo una fideiussione economicosociale, una garanzia della solvibilità patrimoniale del nostro Paese. AZIONI NECESSARIE Ma quali sono le vere condizioni di questo bene? Quali le azioni
necessarie a far sì che esso non perda valore, anzi ne acquisti, soprattutto in termini di qualità del bene stesso? Il tema non è peregrino, perché il bene casa di per sé, se non manutenuto, se non riqualificato, se non efficientato, perde valore con il tempo e mette a rischio non solo gli investimenti fatti, ma anche la vita stessa delle persone, il loro benessere. Si pensi non solo al risparmio energetico, ma soprattutto al rischio sismico che in alcune zone è molto rilevante, ma verso il quale, nonostante le ampie politiche di defiscalizzazione messe in atto dai governi nel recente passato e oggi confermati dalle linee guida della legge di bilancio, si è fatto e si continua a fare ben poco. Eppure ci sarebbe da fare molto, anzi c’ è da fare molto, perché una ampia
ITALIA - EDIFICI RESIDENZIALI IN MEDIOCRE O PESSIMO STATO DI CONSERVAZIONE PER TIPOLOGIA COSTRUTTIVA (VALORI PERCENTUALI DI RIGA E COLONNA) EPOCA DI COSTRUZIONE
MURATURA MEDIOCRE
PESSIMO
CALCESTRUZZO ARMATO TOTALE
MEDIOCRE
PESSIMO
TOTALE
FINO AL 1918
20,5
3,5
24,0
-
-
-
DAL 1919 AL 1945
15,1
2,3
17,4
0,8
0,1
0,9
DAL 1946 AL 1960
14,0
1,4
15,4
2,6
0,2
2,8
DAL 1961 AL 1970
9,4
0,6
10,0
4,3
0,2
4,5
DAL 1971 AL 1980
5,0
0,3
5,2
4,2
0,2
4,4
DAL 1981 AL 1990
1,8
0,1
1,9
2,3
0,1
2,4
DAL 1991 AL 2000
0,5
0,0
0,5
0,6
0,0
0,6
DAL 2001 AL 2005
0,1
0,0
0,1
0,1
0,0
0,1
DAL 2006 IN POI
0,1
0,0
0,1
0,1
0,0
0,1
66,4
8,3
74,7
15,0
0,9
15,9
TOTALE
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
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N o v e m b r e
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ALTRE TIPOLOGIE MEDIOCRE
PESSIMO
TOTALE A RISCHIO TOTALE
MEDIOCRE
PESSIMO
TOTALE
21.057
3.109
24.166
441.737
74.561
516.298
23.202
3.358
26.560
348.766
53.159
401.925
35.161
2.984
38.145
375.174
36.389
411.563
39.835
2.463
42.298
320.106
20.126
340.232
34.117
1.746
35.863
221.145
11.533
232.678
18.665
1.162
19.827
104.265
5.422
109.687
4.705
429
5.134
25.896
1.743
27.639
1.322
148
1.470
6.718
542
7.260
666
103
769
3.960
566
4.526
178.730
15.502
194.232
1.847.767
204.041
2.051.808
quota del nostro patrimonio residenziale è in pessime o cattive condizioni strutturali e di manutenzione, una quota sulla quale sarebbe necessario intervenire, per molte ragioni, in primo luogo quantitative. PERDITA NOTEVOLE In Italia, infatti, ci sono 2 milioni di ragioni, non una di più o una di meno, per guardare al tema del consolidamento strutturale come un tema necessario e urgente. Due milioni, anzi qualcuna di più, dato che degli oltre 12 milioni di edifici residenziali sono quelli in mediocre o pessimo stato di conservazione. Per la precisione 2.051.808. Questo numero, questo valore, scritto in cifre è forse
ancora più significativo del numero in sé, perché se fosse scritto sul famoso assegno fideiussorio rischierebbe di non poter essere usato. Non si potrebbe incassare, perché in realtà rappresenterebbe una misura della perdita di valore immobiliare di questi edifici e della rischiosità di un territorio edificato che, per gran parte del nostro Paese, è sottoposto a rischio sismico. L’esempio, un po’ forte, è tuttavia calzante, perché questi edifici rappresentano oggi un assegno caro, costoso e non incassabile. Non è valore immobiliare, ma disvalore. Come recuperare, dunque, il valore? Ovviamente intervenendo e investendo per ridare valore a un bene che un tempo lo aveva e oggi rappresenta invece sempre più un patrimonio a rischio.
ALTRE TIPOLOGIE MEDIOCRE
N o v e m b r e
PESSIMO
TOTALE A RISCHIO TOTALE
MEDIOCRE
PESSIMO
TOTALE
1,0
0,2
1,2
21,5
3,6
25,2
1,1
0,2
1,3
17,0
2,6
19,6
1,7
0,1
1,9
18,3
1,8
20,1
1,9
0,1
2,1
15,6
1,0
16,6
1,7
0,1
1,7
10,8
0,6
11,3
0,9
0,1
1,0
5,1
0,3
5,3
0,2
0,0
0,3
1,3
0,1
1,3
0,1
0,0
0,1
0,3
0,0
0,4
0,0
0,0
0,0
0,2
0,0
0,2
8,7
0,8
9,5
90,1
9,9
100,0
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SPECIAL E
C on s ol i d a m ent o
EDIFICI RESIDENZIALI PER STATO DI CONSERVAZIONE E MACROAREA (VALORI ASSOLUTI) NUMERO DI EDIFICI RESIDENZIALI PER STATO DI CONSERVAZIONE (VALORI ASSOLUTI) OTTIMO
BUONO
NORD OVEST
MACROAREE
1.015.558
NORD EST
% A RISCHIO SUL TOTALE
MEDIOCRE
PESSIMO
1.338.347
349.273
36.840
2.740.018
386.113
14,1
1.003.462
1.095.094
265.057
28.771
2.392.384
293.828
12,3
CENTRO
679.419
1.090.391
252.055
24.407
2.046.272
276.462
13,5
SUD
714.597
1.717.232
572.100
61.366
3.065.295
633.466
20,7
ISOLE
457.568
1.024.222
409.282
52.657
1.943.729
461.939
23,8
3.870.604
6.265.286
1.847.767
204.041
12.187.698
2.051.808
16,8
TOTALE
TOTALE
EDIFICI A RISCHIO
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
ALTO RISCHIO I numeri raccontano senza ombra di dubbio che lo scenario immobiliare che abbiamo di fronte è per 16,8% uno scenario di edifici a rischio, in mediocre o pessimo stato di conservazione, per i quali sarebbero necessari interventi di consolidamento strutturale, oltre che di riqualificazione edilizia ed energetica. Prima che ai consumi, infatti, si deve pensare alla sicurezza degli edifici, che in alcune aree non solo è minacciata dal rischio sismico, ma dalla consistenza rilevante di edifici in mediocri o pessime condizioni di manutenzione. Sul totale degli edifici per area territoriale, vi sono alcune macro aree, come il Sud e le Isole, dove le percentuali di rischio legate alle condizioni strutturali degli edifici sono più gravi. Se la media nazionale è pari al 16,8%, quella del Sud sale al 20,7%, con 633.500 edifici su un totale di oltre 3 milioni, uno su cinque, mentre nelle Isole questa percentuale sale ancora al valore di 23,8%, quasi un edificio su quattro, per un valore di 462 mila edifici su un totale di poco meno di 2 milioni. In sostanza, al Sud e nelle Isole è localizzato oltre il 50% del patrimonio immobiliare residenziale nazionale in mediocre o pessime condizioni. Va meglio nelle altre aree, per esempio al Centro, dove la percentuale è del 13,5% o al Nord Ovest dove è del 14,1% e soprattutto del
Nord Est, al 12,3%. Ma anche in questi casi statisticamente si arriva a un edificio ogni sette o ogni otto, un valore certamente non trascurabile. TECNICHE OBSOLETE Osservando i dati in valore assoluto e analizzandoli dal punto di vista delle tipologie costruttive emerge un quadro particolarmente interessante dal punto di vista prospettico, per le soluzioni adottabili o da adottare in quei contesti. I dati statistici relativi solo agli edifici residenziali in pessimo o cattivo stato di conservazione mettono in evidenza che dei 2 milioni di edifici in mediocre o pessimo stato oltre 500 mila sono stati edificati prima del 1918, pari al 25,2% del totale, e sono edifici che oggi possiamo considerare storici, ma costruiti con tecnologie e materiali del tempo. Quasi la totalità è stata realizzata con strutture in muratura. Nel periodo statistico successivo, quello compreso tra la fine della Prima guerra mondiale e la fine della Seconda guerra mondiale, si trova un’altra ampia quota di patrimonio in cattivo stato, altri 400 mila edifici pari al 19,6% del totale, anch’essi per la maggior parte in muratura. Le altre due grandi categorie di edifici che presentano valori rilevanti sono quelli legati alle successive
EDIFICI RESIDENZIALI PER STATO DI CONSERVAZIONE E MACROAREA (VALORI PERCENTUALI DI RIGA E COLONNA SUL TOTALE) NUMERO DI EDIFICI RESIDENZIALI PER STATO DI CONSERVAZIONE (VALORI PERCENTUALI) MACROAREE
OTTIMO
BUONO
MEDIOCRE
PESSIMO
TOTALE
NORD OVEST
8,3
11,0
2,9
0,3
22,5
NORD EST
8,2
9,0
2,2
0,2
19,6
CENTRO
5,6
8,9
2,1
0,2
16,8
SUD
5,9
14,1
4,7
0,5
25,2
ISOLE
3,8
8,4
3,4
0,4
15,9
31,8
51,4
15,2
1,7
100,0
TOTALE
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
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epoche di costruzione, ovvero gli edifici costruiti tra il 1946 e il 1961, pari a 411 mila unità (20,1% del totale), e quelli costruiti tra il 1961 e il 1970, pari a 340 mila unità (16,6% del totale). Il dato rilevante in questi ultimi due casi è che se sommiamo i due periodi, ovvero consideriamo l’edilizia post conflitto fino alla fine del primo periodo di boom economico italiano, si arriva a oltre 751 mila edifici, pari al 36,6% del totale. VECCHIE MURATURE Ma l’analisi è ancora più interessante se si affrontano questi numeri dal punto di vista delle tipologie costruttive legate ai materiali strutturali. Fatto cento il numero degli edifici più a rischio, tre su quattro sono stati realizzati in muratura, il 16% in calcestruzzo armato e il 9,5% con altri sistemi. L’introduzione del calcestruzzo armato, ben visibile nella evoluzione dei dati censuari, ha di certo pesato molto sulla migliore stabilità degli edifici più recenti, ma al di là delle condizioni critiche di 325.750 edifici in mediocre o pessimo stato costruiti in calcestruzzo armato, colpisce soprattutto il valore di oltre 1,5 milioni di edifici in muratura oggi in pessime N o v e m b r e
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condizioni strutturali. Considerando solo quelli edificati tra la fine della seconda guerra mondiale e la fine del primo boom economico, si tratta di un valore pari a 522 mila edifici, pari al 25,4% del totale di quelli a rischio. I dati e le statistiche elaborate dal Centro Studi YouTrade indicano, dunque, che non vi è solo una forte componente di rischio, ma che questa è anche segmentata in base alle tipologie costruttive e alle epoche di costruzione. Come si costruiva in quegli anni, con quali materiali e soluzioni? E soprattutto quali possono essere oggi le risposte tecnologiche, di uso di materiali e di sistemi di intervento adatti a ridare valore a questo patrimonio? Le soluzioni tecniche ci sono, i materiali e le professionalità anche, le agevolazioni finanziarie date dalle detrazioni fiscali aumentano le opportunità di intervento, dunque vi sono tutte che le condizioni per avviare una vera e solida politica di consolidamento strutturale del nostro patrimonio residenziale. E bisogna iniziare a farlo perché altrimenti l’assegno al portatore rischia di diventare un assegno scoperto, non più un valore ma un titolo senza valore, non incassabile. Un edificio in pessimo stato di conservazione non ha mercato, vale zero. E lo zero in economia è un numero che non ci piace.
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MAPEI
UN RINFORZO CONTRO LE SCOSSE SISMICHE Ad Ascoli Piceno un edificio in muratura è stato ristrutturato per renderlo più sicuro al terremoto. Una nuova cordolatura di piano con fasce in tessuto unidirezionale in fibra di carbonio è la soluzione scelta per ridurre la vulnerabilità della costruzione di Veronica Monaco
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onostante le severe scosse di terremoto che nel 2016 hanno interessato le Marche, fortunatamente non tutte le strutture hanno riportato danni. Come l’edificio in Rua del Parnaso 13 nel Comune di Ascoli Piceno, per il quale però la proprietà ha deciso comunque di finanziare un intervento di miglioramento sismico in prevenzione degli effetti di future scosse, approfittando delle opportunità offerte dal Sismabonus, prorogato dalla legge di Bilancio per tutto il 2021. All’operazione di Ascoli Piceno ha contribuito Mapei con le sue soluzioni per il rinforzo e consolidamento strutturale.
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SCHEDA PROGETTO NUOVA CORDOLATURA La struttura dell’edificio a pianta rettangolare costituisce la testata di un aggregato storico più ampio ed è distribuita su tre livelli fuori terra, oltre a un piano sottotetto. Le strutture verticali sono in muratura in pietra, mentre gli orizzontamenti di piano e di copertura sono realizzati con solai in latero-cemento. In un precedente intervento di ristrutturazione erano stati realizzati dei cordoli in cemento armato solo in copertura e in corrispondenza del piano sottotetto. Per il nuovo intervento di miglioramento sismico i progettisti Francesco Maria Merletti e Francesco Vinci hanno deciso di realizzare una nuova cordolatura di piano in FRP (Fiber Reinforced Polymer), con fasce di tessuto unidirezionale in fibra di carbonio correnti lungo il perimetro del fabbricato alla quota dei solai di piano, al fine di eliminare o comunque limitare l’innesco di meccanismi di collasso per ribaltamento fuori dal piano delle murature perimetrali. L’inserimento delle cordolature in FRP ha comportato una riduzione della classe di rischio per l’edificio, dalla iniziale classe F* alla nuova classe di rischio E*, secondo la definizione del D.M n. 65 del 7 marzo 2017. L’intervento è stato completato con l’inserimento di catene in acciaio per le zone dove non era possibile procedere con la cordolatura in fibra. IL RINFORZO Per eseguire l’intervento è stato impiegato il sistema di rinforzo Mapewrap C Uni-Ax System, composto da tessuti unidirezionali in fibre di carbonio caratterizzati da elevato modulo elastico e da alte resistenze meccaniche a trazione. In particolare, in corrispondenza degli impalcati di piano sono state poste in opera due fasce di tessuti in carbonio con grammatura pari a 600g/mq di Mapewrap C Uni-Ax di 10 centimetri altezza ciascuna. A questo scopo è stata fondamentale la preparazione del supporto, trattato mediante l’asportazione di una fascia di intonaco in facciata in corrispondenza dei solai di piano e di tutte le parti inconsistenti, fino ad ottenere una superficie compatta e meccanicamente resistente, necessaria affinché non ci sia distacco delle successive applicazioni. Inoltre, nelle zone interessate dalle lavorazioni afferenti all’inserimento delle fasce di carbonio, in particolare negli spigoli dell’edificio, dove erano presenti elementi lapidei a faccia vista, al fine di mantenere la “configurazione”
Luogo: Ascoli Piceno, Marche Proprietà/Committente: Carlo Rossi, Laura Miriam Pallotta Progettisti: Geom. Francesco Maria Merletti, Ing. Francesco Vinci Direttore lavori: Geom. Francesco Maria Merletti Impresa esecutrice: Edilfiorelli (Valerio Fiorelli) Mapei: Ing. Dominica Carbotti, Geom. Luca Consorti, Geom. Francesco Carboni Prodotti Mapei: Planitop HDM Maxi, Mapewrap Primer 1, Mapewrap 11, Mapewrap C UNI-AX, Mapewrap 31, Mapewrap C Fiocco 12 mm (CFRP), Planitop 210
della facciata è stata prevista la rimozione mediante scuci-cuci dei conci di angolo per permettere la posa in opera delle fasce di carbonio e il reinserimento successivo dei conci rimossi. PERFETTA ADERENZA In corrispondenza della parte di muratura dove è stato eseguito il rinforzo, per ottenere un supporto adeguatamente planare, è stato applicato uno strato di Planitop Hdm Maxi, la malta bicomponente fibrorinforzata a elevata duttilità e a base di leganti a reattività pozzolanica. Una volta maturata la malta, si è applicato il primer epossidico bicomponente Mapewrap Primer 1, e immediatamente su fresco lo stucco epossidico bicomponente Mapewrap 11 per rendere planare il supporto. Successivamente sono stati posati i tessuti impregnati con Mapewrap 31, resina epossidica fluida, sui quali è stato applicato uno spolvero di sabbia di quarzo asciutta, in modo da ottenere un’adeguata superficie di adesione per il nuovo intonaco. A presidio delle fasce di tessuto sono state realizzate delle connessioni puntuali attraverso Mapewrap C Fiocco, corde in fibra di carbonio inserite all’interno delle perforazioni eseguite nella muratura, per poter garantire una perfetta aderenza tra tessuto e supporto nella eventuale condizione di tiro di quest’ultimo. Infine, le superfici sono state rasate con Planitop 210, rasatura cementizia idrofuga a tessitura civile fine, e poi tinteggiate.
Applicazione di Mapewrap C Uni-Ax 600/10 all’edificio di Ascoli Piceno. A sinistra, dettaglio della nuova cordolatura di piano
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QUESTA CURA È ANTI CREPE Per garantire la sicurezza e risolvere il cedimento strutturale l’azienda si è specializzata in interventi di consolidamento con resina espandente, in maniera efficace e non invasiva. E ha una soluzione anche per il risanamento dei sottofondi e l’abbassamento dei pavimenti di Veronica Monaco
L’ingegnere Maurizio Sacchi, responsabile comunicazione e marketing di Uretek. Sotto, l’applicazione di Micro Anchors per il consolidamento di opere di sostegno
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na crepa nel muro può celare difetti più gravi di un semplice inestetismo estetico. Per esempio, può essere sintomo di un cedimento del terreno di fondazione. Le cause sono molteplici e non sempre facilmente identificabili: possono andare dall’essiccamento degli strati superficiali del terreno su cui poggia l’edificio alle conseguenze di una perdita d’acqua, fino alle eccessive vibrazioni del sottosuolo dovute alla vicinanza di arterie stradali molto trafficate. Per garantire la sicurezza e risolvere il cedimento Uretek,
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società di Bosco Chiesanuova (Verona) si è specializzata in interventi di consolidamento con resina espandente, in maniera efficace e non invasiva. Ne parliamo con il responsabile comunicazione e marketing dell’azienda, l’ingegnere Maurizio Sacchi. Domanda. Quali sono le principali cause della formazione delle crepe in un edificio? Risposta. Quando si cominciano a vedere crepe in un edificio, è possibile che non si tratti soltanto di un problema temporaneo. È molto probabile che sia avvenuto un abbassamento del piano delle fondazioni per una modifica del terreno, che può essersi creata nel tempo oppure a causa di un evento episodico, come una perdita idrica o una scossa di terremoto. La casistica più frequente riguarda comunque il disseccamento del terreno a base limosa o argillosa, a causa di una siccità prolungata o alla presenza di radici che asciugano il suolo. Perdendo umidità, le argille si distaccano, restringendo il volume del terreno su cui poggiano le fondazioni, che si abbassano. L’edificio possiede una certa elasticità e riesce a sopportare con un certo margine questo fenomeno, oltre si formano le crepe. D. Come si distingue una crepa pericolosa da una innocua? R. La forma delle crepe può dare qualche segnale, di solito le crepe pericolose sono quelle oblique. Oppure bisogna preoccuparsi se vanno in profondità, soprattutto nelle pareti portanti perimetrali, cioè quelle che sopportano i carichi dei piani superiori e del tetto. In ogni caso è sempre meglio rivolgersi a un esperto. Uretek fornisce un servizio di sopralluogo gratuito in tutta Italia tramite tecnici di zona che sono in grado di capire se si tratta di un cedimento strutturale. Tutti i dati raccolti durante il sopralluogo vengono poi controllati dal nostro ufficio tecnico interno che propone l’inter-
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vento più adatto. Anche l’invio del preventivo è gratuito, il cliente decide poi se intervenire o meno. D. In che cosa consiste l’intervento di consolidamento? R. Uretek risolve il cedimento con il metodo Deep Injections che prevede l’iniezione di resina espandente GeoPlus. Si tratta di una resina bicomponente che si espande fino a determinare la diminuzione dell’indice dei vuoti presenti nel terreno. Il prodotto viene iniettato attraverso piccoli fori di diametro inferiore a 3 centimetri, in cui sono inserite dei tubicini in acciaio, che portano le due componenti dal camion officina che staziona nei pressi dell’edificio al luogo d’intervento. Il camion può sostare anche fino a 80 metri di distanza, pari alla lunghezza dei tubi flessibili che portano la resina ai tubi d’iniezione, consentendo di operare anche in situazioni con accessibilità limitata. Una volta iniettate le due componenti si miscelano e incrementano il proprio volume con una forza che può arrivare a 10 mila kPa (kilopascal, nità di misura derivata del sistema internazionale utilizzata per misurare lo sforzo e la pressione ndr). D. Da che cosa dipende la forza di espansione? R. Dipende molto dal tipo di terreno. Più ci sono vuoti, più l’azione espandente è forte. Man mano che la resina spinge, il terreno reagisce, come una molla, contrastando la compressione. Se la resina incontra molti vuoti, come nei terreni granulari tipo sabbie o ghiaie, avviene una permeazione, cioè la resina entra nei vuoti tra granulo e granulo. Nei terreni coerenti, come argille e limi, avviene invece un claquage, cioè una fratturazione idraulica. In questo caso la resina crea delle lame all’interno del terreno stesso, proprio come le radici di una pianta, aumentandone la portanza. D. L’intervento è garantito? R. Il nostro intervento di stabilizzazione ha una garanzia di dieci anni. Oltre alla garanzia Uretex, la compagnia assicurativa Qbe, di cui siamo partner, fornisce un’ulteriore garanzia di dieci anni. Una tranquillità in più per il cliente. D. E sul fronte della sostenibilità ambientale e della durabilità? R. La resina Geoplus non inquina, comportandosi come un inerte. Per questo può essere applicata anche nelle vicinanze di una falda. Inoltre, è inattaccabile da tutti gli agenti chimici. Può essere aggredita solo da acido solforico e nitrico concentrato, che nel terreno di solito non ci sono. Quindi la sua durabilità è molto alta, stabilita dal produttore in almeno 50 anni. D. Uretek propone altri tipi di interventi? R. Il consolidamento dei terreni è l’intervento più frequente, ma Uretek propone anche altre tecnologie nel campo del consolidamento. Ad esempio, per i problemi di abbassamento delle pavimentazioni, soprattutto in ambito industriale, proponiamo la tecnologia Floor Lift che permette il sollevamento delle zone cedute e il recupero della planarità, senza interruzione della regolare operatività lavorativa. D. Come si procede in questo caso? R. Per varie ragioni, vuoi per la presenza di macchinari e scaffalature pesanti o il passaggio di muletti, la pavimentazione comincia a mostrare degli avvallamenti. Senza spostare niente e senza dover rifare la pavimentazione, Uretek inietta nel sottofondo sottostante la soletta in calcestruzzo la resina espandente Geoplus, ma con proprietà differenti da quelle utilizzate per il consolidamento dei terreni di fondazione. La resina, espandendosi, sigilla, compatta e ripristina la
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Applicazioni della tecnologia Floor Lift
planarità della pavimentazione. Con questo sistema, siamo riusciti anche a migliorare la produzione delle aziende che hanno richiesto il nostro intervento dal 60 al 100%, perché eliminando l’inclinazione del pavimento le macchine sono tornate al loro funzionamento ottimale. D. Ci sono altre tipologie di intervento in altri ambiti? R. Uretek si occupa anche di riempimento di cavità interrate e vespai tramite la tecnologia Cavity Filling, che prevede il pompaggio di argilla espansa Leca e iniezione di resina espandente Geoplus ad elevata pressione di espansione. Questo intervento riguarda soprattutto le costruzioni un po’ datate con vespai sotto il pavimento del piano terra. Dopo un certo numero di anni i laterizi su cui poggia la pavimentazione iniziano a rompersi e camminarci sopra diventa pericoloso. Per risanare la situazione prima pompiamo sferette di argilla espansa tramite un ugello direzionabile che riempie circa il 95% della cavità. Poi sopra il pavimento realizziamo dei fori nei quali inseriamo i tubi per l’iniezione della resina espandente, che va a riempire i vuoti rimanenti, mettendo in tensione la cavità. In questo modo la cavità viene messa in sicurezza, non è più passiva ma attiva.
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D. Come si fa a iniettare la quantità giusta di prodotto? R. Per monitorare la fase espandente tutti gli interventi prevedono l’utilizzo di ricevitori laser ancorati all’edificio, sensibili a variazioni di ± 0,5 mm. I tecnici interrompono l’iniezione di resina nel momento in cui i ricevitori registrano cenni di sollevamento della struttura. Questo è il segnale che il terreno sottostante ha raggiunto un livello di compressione e di addensamento tali da non accettare l’iniezione di altro prodotto. D. Agite anche sulle murature? R. Sì, grazie alla nostra tecnologia Walls Restoring siamo in grado di consolidare anche le strutture murarie in pietra o mattoni, andando a ripristinare il legante ammalorato presente all’interno del paramento murario. In questo caso la resina viene iniettata allo stato liquido mentre è già in fase di reazione, e riempie i vuoti presenti all’interno del legante, riaggregando gli elementi costitutivi e mettendo in sicurezza la muratura senza doverla rifare. Praticamente la resina fa da nuovo legante. In caso invece di infiltrazioni d’acqua nelle strutture interrate, Uretek propone la tecnologia Water Barrier.
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Tecnici Uretek al lavoro per consolidare un muro con infiltrazioni d’acqua
D. In che cosa consiste questa tecnologia? R. Water Barrier permette di impermeabilizzare le murature interrate, come vani ascensore, cantine, taverne e garage, attraverso la doppia azione di resina espandente e gel saturante. Grazie al nostro intervento creiamo una barriera nell’interfaccia parete-terreno senza opere di demolizione: la resina permette di riempire i macro-vuoti e confinare il volume di terreno che, successivamente, viene saturato completamente con iniezioni di gel. Trovandosi la strada sbarrata, l’acqua trova altri percorsi e non arriva più alla muratura. D. Avete qualche altra novità in cantiere? R. Da poco abbiamo messo a punto una nuova tecnologia per stabilizzare opere di sostegno come gallerie, pareti arginali o muri di sostegno. Si chiama MicroAnchors e prevede l’utilizzo di microtiranti in acciaio inox inseriti all’interno di fori dal diametro inferiore a 3 centimetri, nei quali viene iniettata una particolare resina espandente progettata per questo tipo di applicazione. Le caratteristiche del sistema evitano l’utilizzo di macchine operatrici,
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consentendo la posa manuale anche in spazi angusti e confinati D. Tornando alla stabilizzazione degli edifici, ci sono zone geografiche dove c’è maggiore richiesta? R. Uretek opera in tutta Italia, su tutti i tipi di terreno e su qualunque tipologia di edificio. D. Qual è la forbice di costo per questo tipo di interventi? R. Dipende da molti fattori. Solo dopo un accurato sopralluogo e dopo aver stabilito la dimensione dell’intervento è possibile quantificare. Mediamente è del 30-40 % inferiore ad altri tipi di intervento. D. Tutte queste tecnologie innovative, le sviluppate internamente? R. Sì, abbiamo un ufficio di ricerca e sviluppo con quattro ingegneri geotecnici, in grado di affiancare gli studi tecnici sia nella progettazione che nella fase operativa. Possiediamo una capacità progettuale che abbraccia un’ampia gamma di interventi, anche complessi. Insomma, grazie all’esperienza accumulate in 30 anni di lavoro, siamo in grado di operare ad hoc in base alle esigenze del committente.
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MASTER BUILDERS
ECCO LA MALTA ANTI FREDDO
Elevate prestazioni di resistenza a trazione ed eccellente duttilità. Ma i prodotti da ripristino e rinforzo strutturale MasterEmaco FR hanno anche una particolare qualità: non temono le temperature invernali sottozero ed evitano di aggiungere armature metalliche o in fibre di Veronica Monaco
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aratterizzate da una particolare formulazione che garantisce elevate prestazioni di resistenza a trazione ed eccellente duttilità, le malte da ripristino e rinforzo strutturale MasterEmaco FR di Master Builders Solutions sono in grado di garantire la sicurezza, evitando di aggiungere armature metalliche o in fibre.
ALTE PRESTAZIONI La linea MasterEmaco FR si compone diverse soluzioni: la malta duttile tixotropica MasterEmaco S266 FR priva di cemento per murature, MasterEmaco S444 FR e MasterEmaco S445 FR malte duttili colabili per cemento armato, rinforzate con speciali fibre
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metalliche con protezione catodica, le malte duttili MasterEmaco S484 FR e MasterEmaco S499 FR rinforzate con fibre non metallica Hpf e MasterEmaco T 1400 FR, malta duttile rapida rinforzata con speciali fibre metalliche con protezione catodica. FINO A -10 GRADI La linea MasterEmaco FR, grazie alla completezza di gamma, è in grado di soddisfare le esigenze applicative richieste anche per lavorazioni fino a -10 gradi centigradi. Con la loro armatura diffusa, le malte duttili della linea MasterEmaco FR possono essere strutturalmente equiparate a sistemi composti da malte ad alte prestazioni e da reti di armatura. N o v e m b r e
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ARRIVANO I RINFORZI L’azienda presenta una nuova guida ai materiali Frcm dedicati alle strutture in calcestruzzo armato e muratura, firmata dall’ingegnere Antonio Trimboli. Facilita la comprensione delle norme di calcolo dei materiali compositi e spiega i criteri di dimensionamento e progettazione di Veronica Monaco
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pecializzata in soluzioni per il rinforzo delle strutture in calcestruzzo e muratura, Ruregold ha appena dato alle stampe la nuova Guida ai materiali Frcm per il rinforzo delle strutture in calcestruzzo armato e muratura, uno strumento utile per promuovere la cultura tecnica e l’aggiornamento professionale in tema di materiali compositi Fiber Reinforced Cementitious Matrix nell’ambito dei progetti e degli interventi di consolidamento e rinforzo strutturale. IL FOCUS Firmata da Antonio Trimboli, ingegnere esperto del settore, la guida facilita la comprensione delle norme di calcolo dei materiali compositi e spiega i criteri di dimensionamento e progettazione dei rinforzi strutturali in Frcm, innovative soluzioni costituite da fibre lunghe in Pbo (polimeri termoindurenti) e carbonio a elevata resistenza a trazione non soggette a corrosione, annegate in una speciale matrice inorganica capace di garantirne l’aderenza con il supporto. Parallelamente, il volume offre un richiamo sintetico dei criteri sottesi a un intervento su un manufatto esistente, che presuppone un’attenta diagnosi delle caratteristiche meccaniche dei materiali esistenti e degli aspetti concettuali dell’opera, indispensabile per una corretta scelta del sistema di rinforzo più appropriato. NORME DI CALCOLO Il manuale Ruregold si apre con un excursus sullo sviluppo dei materiali Frp, evoluzione del cosiddetto beton plaqué degli anni N o v e m b r e
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Ottanta, per poi arrivare all’avvento dei materiali di rinforzo Frcm all’inizio del Duemila. Le norme ufficiali, per gli Frp già dal 1997, per gli Frcm dal 2013, hanno dato un importante impulso alla diffusione di queste tecnologie, anche se rimane fondamentale mantenere un corretto approccio metodologico all’intervento e avere un’approfondita conoscenza dei materiali e soluzioni utilizzabili in tali ambiti. All’interno della stessa tipologia di lavori, infatti, possono presentarsi marcate differenze che influiscono sulla scelta dei parametri da utilizzare in sede di calcolo. Per questo la guida si sofferma con particolare attenzione sulle norme di calcolo dei materiali compositi, dai criteri di dimensionamento all’analisi delle fasi esecutive dell’intervento di rinforzo. SERVIZI PERSONALIZZATI La guida è distribuita su richiesta e nell’ambito dei corsi di aggiornamento che Ruregold organizza periodicamente in collaborazione con gli Ordini professionali nelle diverse provincie italiane. Il manuale va ad affiancarsi al servizio tecnico e di calcolo personalizzato messo a disposizione da Ruregold per i professionisti del rinforzo strutturale.
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sono realizzate solo con materiali naturali, eco-compatibili, privi di Pvc e certificati. Sei le macro collezioni tematiche: Ambiente, Up-toDate, Levante, Kronos, Nuances e Naive, a cui si aggiungono le Capsule Collections in edizione limitata. 2. Sergio Leoni presenta un’ampia collezione di stufe a pellet e a legna freestanding, scenografici complementi d’arredo capaci di adattarsi sia agli ambienti contemporanei sia i più classici. 3. Mood autunnale i sanitari Revolution di SDR Ceramiche con le nuove nuance Aloe e Camelia. Prodotti in solid surface Livin-Stone a tutta pasta, sono privi di porosità e ripristinabili in caso di graffi. 4. Equilibrio è lo scaldasalviette e scalda-accappatoio modulare di Cea in acciaio inossidabile alimentato ad energia elettrica a basso voltaggio. Componibile con due lunghezze differenti (58 o 106 centimetri), è installabile sia in orizzontale che in verticale. 5. Due nuove linee di comandi per le placche Eikon Exé di Vimar: Flat, per chi ama le forme più lineari e squadrate, e Vintage, per chi invece predilige le affascinati linee retrò. Le placche possono essere incise con l’icona della relativa funzione in corrispondenza del comando. 6. L’iconica cappa Sophie di Falmec supera i confini dell’aspirazione approdando nel mondo dell’illuminazione con Sophie Lamp, una vera e
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1. Made in Italy, le carte da parati WallPepper
6 propria lampada decorativa a sospensione. Sophie diventa tutta luce con la nuova Sophie Lamp. Disponibile in due diametri, da 54 cm e da 22 cm, nelle classiche tonalità nero e bianco o nelle finiture peltro, antracite, rame anticato e ottone anticato.7. Per agevolare l’utilizzo del miscelatore nei lavelli situati in prossimità di finestre e infissi, Gattoni Rubinetteria propone la serie Under Window, monocomandi con bocca girevole e corpo estraibile o reclinabile. 8. Ispirata alle linee dell’avveniristica serie Junko Mix degli anni ‘70, Rubinetterie Zazzeri dà vita a JK21, una collezione innovativa che mixa acciaio inossidabile con diverse finiture e inserti decorativi, tra cui anche pietre naturali come il marmo e il travertino. 9. Naxos punta sul colore con Hub, collezione tonalità decise utilizzate per comporre grafiche lineari e originali stilizzazioni floreali. Le raffinate venature dei marmi più eleganti sono invece alla base del progetto Rhapsody, dove convivono essenze a fondo chiaro e scuro, e proposte originali dalle tonalità intense. 10. Grandform presenta Oxygen Pool +, il nuovo sistema a microbolle che sfrutta le potenzialità dell’ossigeno, abbinandole al potere rigenerativo del massaggio ad aria. Per un relax completo e rigenerante.
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ZAPPING ACCORDO IN VERDE TRA KNAUF E MANNI GREEN TECH Knauf e Manni Green Tech hanno siglato un accordo strategico per la promozione di nuove tecnologie costruttive con soluzioni innovative, sostenibili e di design, in grado di garantire affidabilità, benessere e risparmio energetico. «L’intesa segna la nascita di un nuovo modo di fare costruzione portando al contempo un ampliamento del mercato e vantaggi per tutti gli attuali attori della filiera», dichiara Andrea Bucci, managing director di Knauf Italia. «Grazie a questa collaborazione, le soluzioni di ingegneria di Manni Green Tech avranno complemento con i sistemi di
rivestimento Knauf», dichiara Enrico Frizzera, CEO di Manni Group e vice-presidente Manni Green Tech». L’accordo vedrà dapprima coinvolto il mercato Italiano, con l’obiettivo di aprire la strada a sviluppi nei mercati internazionali.
ITALCEMENTI SUL CAVALCAVIA CON I.POWER RIGENERA
LA QUALITÀ SUL TAVOLO DEL FORUM INVOLUCRO EDILIZIO
PARTONO A GENNAIO 2020 I LAVORI DI ADEGUAMENTO DEL PONTE SUL CAVALCAVIA DELLA FERROVIA MILANO-VENEZIA A DESENZANO (BRESCIA), IL PRIMO IN ITALIA SU CUI SARÀ UTILIZZATO I.POWER RIGENERA DI ITALCEMENTI, SOLUZIONE A BASE DI CALCESTRUZZI FIBRO-RINFORZATI, IN GRADO DI AVVOLGERE GLI ELEMENTI STRUTTURALI DONANDO LORO RESISTENZA E DURABILITÀ TALI DA RESISTERE ALLE SOLLECITAZIONI DEL TERREMOTO. L’INTERVENTO RIGUARDERÀ LE DIECI PILE DEL PONTE CHE SARANNO INCAMICIATE CON UNO STRATO DI I.POWER RIGENERA IN MODO DA SODDISFARE LE NUOVE CONDIZIONI DI CARICO.
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L’APPLICAZIONE DEL CALCESTRUZZO INNOVATIVO È STATA VALIDATA IN I.LAB ITALCEMENTI, IN COLLABORAZIONE CON L’UNIVERSITÀ DI BRESCIA E L’UNIVERSITÀ FEDERICO II DI NAPOLI. L’INIZIATIVA RIENTRA NEL PROGETTO MOSORE (MOBILITÀ SOSTENIBILE E RESILIENTE) CHE SI PROPONE DI REALIZZARE UN NUOVO TIPO DI MOBILITÀ IN GRADO DI AUMENTARE LA RESILIENZA DELLE INFRASTRUTTURE.
Nasce il Forum Involucro Edilizio, luogo di incontro tra istituzioni, associazioni e aziende per lo sviluppo di tavoli tematici e iniziative condivise intorno al tema comune della qualità complessiva degli involucri edilizi. Promosso da Anit, Anpe, Assobeton, Assogesso Cagema, Cortexa, Fivra, il Forum si propone di raggruppare tutti i soggetti che condividano la necessità di valorizzare e di migliorare la percezione dell’involucro a tutti i livelli, dai fruitori ai progettisti, costruttori e regolamentatori locali e nazionali. I tavoli N o v e m b r e
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di lavoro sono coordinati dalla segreteria tecnica affidata all’Architetto Daniela Petrone, esperta di tematiche energetiche e di sostenibilità ambientale.
BRIANZA PLASTICA CON CERTIFICAZIONE LEED V4
OLTRE 10 MILA PRODOTTI NEL CATALOGO MEWA È disponibile la nuova edizione del catalogo Mewa con più di 10mila articoli di abbigliamento da lavoro e protettivo. Come i nuovi capi, calzature e guanti del marchio Korsar, o le calzature antinfortunistiche di elevata qualità della Elten. Per le calzature Mewa offre una consulenza personalizzata che si articola in tre fasi: analisi delle esigenze, scelta della calzatura e prova in loco con un proprio consulente. L’azienda collabora anche alla personalizzazione dell’abbigliamento da lavoro offrendo una selezione di metodi e materiali per l’applicazione del logo aziendale e del nome dei dipendenti. Tutti i prodotti e i servizi proposti sono disponibili anche nel nuovo shop online all’indirizzo buy4work.mewa.it
TE CON PRODOTTI AL VERO, APPLICATI A MANO CON CURA ARTIGIANALE, SONO UNO STRUMENTO INDISPENSABILE PER IL RIVENDITORE GRAZIE ANCHE AL MODERNO LAYOUT GRAFICO, STAMPATO IN UN PRATICO FORMATO, FACILE DA TRASPORTARE. LE NUOVE CARTELLE COLORE DELL’AZIENDA VENETA COMPLETANO IL PROGETTO DEL CONCEPT ESPOSITIVO NEGOZIO IDEALE SAN MARCO, INCENTRATO SULL’INFORMAZIONE E SULLA CONSULENZA PROFESSIONALE DA PARTE DEL RIVENDITORE.
SHOWROOM A MILANO PER VESCOM
LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, L’EFFICACIA E LE ELEVATE PRESTAZIONI DEI SISTEMI BRIANZA PLASTICA PER L’ISOLAMENTO TERMICO CONTRIBUISCONO ALL’OTTENIMENTO DI CREDITI E PREREQUISITI NEL SISTEMA DI CERTIFICAZIONE LEED V4. IN PARTICOLARE SONO STATI SOTTOPOSTI A VALUTAZIONE I PRODOTTI TERMOISOLANTI DELLA GAMMA ISOTEC E I PRODOTTI IN POLISTIRENE ESPANSO ESTRUSO XROOF, XROOF XL, ELYFOAM E BRIPAN X-TILE, IN RELAZIONE AI CRITERI DELLE SEGUENTI AREE: ENERGIA E ATMOSFERA (CRITERI EAP2, EAC2), MATERIALI E RISORSE (CRITERI MRC3, MRC4, MRC5), E QUALITÀ DELL’AMBIENTE INTERNO (CRITERI EQC1, EQC5, EQC9). INFINE AI PRODOTTI MAPPATI SONO STATI ATTRIBUITI DEI PRODUCT BADGE CHE RAPPRESENTANO GRAFICAMENTE UNA SINTESI DEI CREDITI A CUI I PRODOTTI BRIANZA PLASTICA POSSONO CONTRIBUIRE.
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Vescom apre un nuovo showroom nel quartiere di Brera di Milano, in Foro Bonaparte 44a. Le quattro atmosfere create all’interno dello spazio mostrano le molteplici possibilità di applicazione dei prodotti, dai rivestimenti murali ai tessuti per l’arredamento e tende per il mercato contract internazionale. Entrando il visitatore può perdersi in un variegato insieme di spazi ispirazionali che interpretano la capacità del brand di trasformare in modo significativo gli ambienti.
NUOVE CARTELLE COLORE PER I DECORATIVI SAN MARCO NUOVE CARTELLE COLORE PER LA LINEA DI DECORATIVI SAN MARCO, DISPONIBILI IN PIÙ DI 30 FINITURE DECORATIVE E OLTRE 50 TEXTURE IN LINEA CON I MODERNI TREND DELL’ARCHITETTURA D’INTERNI E DEL DESIGN. ELEGANTI E PRATICHE, CON PASTIGLIE DI PRODOTTO PIÙ GRANDI REALIZZA-
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ZAPPING PRIMO PREMIO PER RE-CON ZERO EVO
RICONOSCIMENTO È STATO ASSEGNATO NELL’AMBITO DEL PREMIO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE 2019 VOLUTO DA FONDAZIONE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE E ECOMONDO DI RIMINI, IN COLLABORAZIONE CON IL CIRCULAR ECONOMY NETWORK.
NUOVI BATTISCOPA DI PROGRESS PROFILES L’ADDITIVO RE-CON ZERO EVO DI MAPEI HA RICEVUTO IL PRIMO PREMIO ECONOMIA CIRCOLARE PER IL SUO CONTENUTO INNOVATIVO. GRAZIE ALLA SUA FORMULAZIONE, INFATTI, QUESTO ADDITIVO RECUPERA IN AUTOBETONIERA IL CALCESTRUZZO RESO, TRASFORMANDOLO IN AGGREGATO UTILIZZABILE, IN PARZIALE SOSTITUZIONE DELL’AGGREGATO NATURALE, NEL CONFEZIONAMENTO DI CALCESTRUZZI ORDINARI O, INTEGRALMENTE, COME MATERIALE PER LA REALIZZAZIONE DI RILEVATI O SOTTOFONDI. «OGGI, GRAZIE A RE-CON ZERO EVO, VI È LA CERTEZZA CHE IL CALCESTRUZZO RESO SARÀ SEMPRE TOTALMENTE RECUPERATO E UTILIZZATO, ATTRAVERSO UN PROCESSO DI TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE BASATO SUI PRINCIPI DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, PER PRODURRE AGGREGATI AVENTI TUTTI I REQUISITI TECNICI E AMBIENTALI PER UN CORRETTO UTILIZZO PER LA PRODUZIONE DI CALCESTRUZZO E NELLE ALTRE OPERE DI INGEGNERIA CIVILE», HA DICHIARATO GIORGIO FERRARI, R&D GROUP LEADER – HPSS MAPEI. IL
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Progress Profiles amplia la gamma dei suoi battiscopa con Proskirting List, un nuovo modello in alluminio con spigolo vivo e due diverse altezze, da 40 e da 80mm. Lo spessore di 10 mm garantisce la perfetta copertura della zona perimetrale e protegge i rivestimenti dallo sfregamento con i mobili o con gli attrezzi per la pulizia. Realizzato con materiale ignifugo, è resistente all’usura e non si deforma, consentendone la posa anche in prossimità di caminetti o radiatori. Nella versione non ispezionabile, può essere fissato alla parete con un adesivo oppure direttamente con i tasselli dell’apposito supporto in alluminio. Per garantire una perfetta messa in opera, l’azienda mette a disposizione anche tappi di chiusura, raccordi esterni e spigoli interni per tutte le varianti in catalogo. Proskirting List è realizzato in alluminio verniciato bianco, anodizzato argento e brillantato spazzolato argento, e su richiesta anche nelle finiture bianco opaco, titanio e rame.
TUTTI I BIANCHI DI PORCELANOSA PORCELANOSA PRESENTA IL NUOVO CATALOGO ‘THE WHITE COLLECTION’, DEDICATO A TUTTI I RIVESTIMENTI BIANCHI DELL’AZIENDA DIVISI IN TRE GRUPPI. DISPONIBILE IN FORMATO CARTACEO E DIGITALE, IL CATALOGO ILLUSTRA LE DIVERSE TEXTURE E COMBINAZIONI CHE SI POSSONO REALIZZARE CON IL BIANCO COME PROTAGONISTA. DIVISE IN TRE GRUPPI, COLORS, DESIGN E TEXTURE, TUTTE LE COLLEZIONI SONO ESPOSTE COME UNA GUIDA DI STILE IN MODO CHE I PROFESSIONISTI DEL SETTORE POSSANO SCOPRIRE LE CARATTERISTICHE TECNICHE E CROMATICHE DI OGNI PEZZO.
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VOLTECO AMPHIBIA VOLA IN TURCHIA La costruzione del nuovo MEB Hotel Concept di Ankara, in Turchia, è stata impegnativa sotto molteplici punti di vista, in particolare per la realizzazione del parcheggio interrato multipiano che ha visto l’impiego della tecnologia Amphibia di Volteco, membrana leggera, dalle elevate capacità di impermeabilizzazione e facile da posare. Per procedere con gli interventi di scavo si è optato per la creazione di una “scatola provvisionale”, all’interno della quale è stata realizzata poi la struttura finale, in modo da contenere il terreno circostante ed evitare l’entrata di acqua di falda. Amphibia permette una totale tenuta stagna delle strutture interrate dalle infiltrazioni grazie alla sua tecnologia multistrato: nel dettaglio la membrana è composta da uno strato di tessuto non tessuto auto-agganciante al calcestruzzo, uno strato idro-reattivo a espansione controllata per l’autosigillatura nei sormonti, uno strato di sicurezza superespansivo autosigillante e autoriparante e un ultimo strato a totale tenuta stagna.
E FA RIFERIMENTO ALLA TRADIZIONE BIELLESE, CITTÀ DI PROVENIENZA DELLA DESIGNER. LA COLLEZIONE È PARTICOLARMENTE RAPPRESENTATIVA PER FRIUL MOSAIC ANCHE PERCHÉ FA RIFERIMENTO ALL’ELEMENTO FONDAMENTALE DI OGNI MOSAICO, OVVERO LE TESSERE, SPESSE 10 MM E TAGLIATE A MANO CON LA MARTELLINA DA ESPERTI ARTIGIANI.
AI PORTOGHESI DI SOUTO MOURA IL PREMIO DI ARCHITETTURA BIGMAT
tra ospiti internazionali del mondo dell’architettura e soci BigMat di tutta Europa. Ecco le motivazioni della giuria: «Complessa e di ampia portata, un’infrastruttura idroelettrica in cui gli architetti di rado intervengono in modo attivo. Eduardo Souto Mora dimostra in questo progetto di estrema difficoltà la sua maestria nel gestire opere di dimensioni estreme. La metafora della “macchina inserita nel paesaggio” diventa realtà nascondendo la maggior parte delle opere ingegneristiche nel sottosuolo e coprendo il paesaggio circostante in modo che l’apparire dell’edificazione si riduca al minimo, nonostante le enormi dimensioni dell’intervento. Elementi autonomi nella loro materialità ed espressione sono frammentati negli edifici di diverse misure, per la ventilazione, le ciminiere, ecc., in forme cubiche, cilindriche o coniche, che generano un paesaggio artificiale alternativo, che dialoga con la topografia e l’ambiente naturale. La maestria con cui Souto Moura controlla le diverse scale conferisce l’importanza che l’architettura assume come mediatore fra l’ingegneria e il paesaggio». Portogallo, Souto Moura Arquitectos, Power Plant for the FOZ TUA. @ Luis Ferreira Alves; Juan Rodríguez e Carlos Castro. © BigMat
La centrale elettrica per la diga di Foz Tua in Portogallo dello studio Souto Moura Arquitectos è il progetto vincitore della quarta edizione del del BigMat International Architecture Award, premio biennale ideato e promosso dal Gruppo BigMat. L’annuncio si è svolto a Bordeaux, davanti a un pubblico di 400 persone Eduardo Souto de Moura, Jesús Aparicio e Claude Coutant. BigMat International Architecture Award’19 Ceremony. © BigMat
FRIUL MOSAIC PUNTA AL COMPASSO D’ORO 2020 TESSERE, LA COLLEZIONE DI FRIUL MOSAIC DISEGNATA DA LUISA BOCCHIETTO, PUNTA AL COMPASSO D’ORO 2020 PER LA SEZIONE MATERIALI. FRUTTO DI UNO STUDIO APPROFONDITO SU TESSUTI E TRAME, TESSERE È ISPIRATA ALL’ARTE DELLA TESSITURA
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IKEA PRODUCE PIÙ ENERGIA DI QUANTO CONSUMA Ikea punta sull’edilizia verde, anzi, verdissima: entro la fine del 2019 inizierà a produrre più energia di quanto ne abbia bisogno. L’azienda prevedeva di raggiungere l’obiettivo entro il 2020, ma il risultato dell’investimento di circa 2,8 miliardi di dollari in energia solare ed eolica negli ultimi dieci anni, ha dato frutti prima. Non solo: Ikea prevede di offrire pannelli solari domestici in tutti i suoi negozi sparsi per diversi mercati entro il 2025. Il gruppo svedese, come anche Google, Amazon, Apple e altri sta adottando misure per non andare contro il Global Climate Strike e il Summit delle Nazioni Unite. Apple, per esempio, ha emesso nel recente
passato 2,5 miliardi di bond verdi, con i quali ha finanziato la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’azienda ha contribuito a 40 diverse iniziative ambientali in tutto il mondo. A gennaio 2019 circa il 66% dell’energia rinnovabile usata da Apple è arrivata da questo sforzo.
LINKEDIN FA GLI ESAMI AI PROFESSIONISTI Cercate un nuovo dipendente sulla piattaforma LinkedIn? Ora c’è una chance in più di trovarne uno davvero idoneo. Il social network professionale controllato da Microsoft, infatti introduce LinkedIn Skills Assessments, una nuova funzione che offre agli iscritti la possibilità di «certificare» la propria abilità in un certo campo tramite brevi test standardizzati. Chi vuole, insomma, può compilare dei quiz per dimostrare la propria competenza: sono previsti test per ogni ambito, dai linguaggi di programmazione alle conoscenze base di Photoshop ed Excel. Rispondendo correttamente al 70% dei quesiti si avrà la possibilità di aggiungere il badge «abilità verificata» al proprio profilo. A dir la verità, però, qualcuno è perplesso all’idea di farsi esaminare da LinkedIn.
NUOVO CENTRO LOGISTICO DI AMAZON Amazon non si ferma: il colosso dell’e-commerce ha inaugurato un nuovo deposito di smi-
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stamento da 7.700 metri quadrati, che dà lavoro a 120 persone, a Santarcangelo di Romagna. È la quarta struttura su cui il colosso dell’e-commerce può contare in Emilia Romagna dopo il centro di smistamento di Crespellano, vicino a Bologna, e il centro di distribuzione di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, che è tra i quattro principali hub dell’azienda con Vercelli, Passo Corese e Torrazzo Piemonte. La nuova struttura è stata realizzata per rafforzare il servizio di consegna nelle province di ForlìCesena, Rimini, Pesaro-Urbino e Ancona.
IN FORTE AUMENTO LE CONNESSIONI INTERNET VELOCI È in aumento l’adozione della fibra ottica in Italia. Con un po’ di ritardo, per la prima volta la banda ultralarga supera, in termini di connessioni, la normale banda larga: secondo l’Osservatorio trimestrale sulle Comunicazioni dell’Agcom, le linee dai 30 Mb/s in su hanno raggiunto infatti il 50,3% del totale broadband. Non solo: nel giugno del 2015 oltre il 92% degli accessi alla rete fissa passava su rame, via adsl, con il classico doppino telefonico. Quattro anni dopo gli accessi sulla rete in rame sono scesi a meno del 52%, con oltre 8,4 milioni di linee in meno. Mentre sono cresciuti gli accessi in fibra ottica sia quella di prossimità (che arriva al cabinet in strada) sia direttamente in casa (+720 mila, di cui +340mila in un solo anno che hanno consentito di superare la soglia del milione). YO U T R A D E
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