YouTrade dicembre-gennaio 2020

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DICEMBRE /GENNAIO 2020 - N°105

ISSN 2532 - 5671

DANESI

L’EVOLUZIONE DEL LATERIZIO IN CLASSE A


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ANNO 13 - NUMERO 105 DICEMBRE / GENNAIO 2020

Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Roberto Bolici, Alberto Bubbio, Marco Buschi, Giacomo Casarin, Anna Comincini, Federico Della Puppa, Dario Imparato (fotografo), Ludovico Lucchi, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Cristiano Vassanelli Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di

Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Giovanni Pietro Grazioli • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento

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Sommario dicembre-gennaio Rubriche 15 Editoriale Spiccioli per cambiare il volto delle città 16 Econauta Edilizia alle prese con il cataclisma 16 Chiacchiere di condominio Quando il Bim trasforma il caseggiato 17 L'avvocato Controllare i dipendenti si può se... 18 I fatti nostri Restate connessi 20 Facciamo i conti Che cosa caratterizza la capacità competitiva 24 Digital News 26 Seggiole & Poltrone Attualità 25 Edilizia & Fisco Bonus facciate senza segreti 32 Costruzioni Nasce un gigante. È troppo grande? 36 Youtrade academy Come gestire il cambio di guida 40 YouTrade academy Ringiovanirsi? È un vantaggio 54 58 66

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Rivendite Distribuzione Più profitti sul web con queste 10 mosse Distribuzione Vendere ovunque senza ostacoli Edilnol Il vero big di Biella

Salini Impregilo assorbe anche Astaldi. È troppo?

A Biella un big della distribuzione: Edilnol

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Ediltec Un pannello che sfida il sisma Hagebau Il grossista al dettaglio I ferri del mestiere Non dimenticate il marketing Come si fa Per vincere bisogna avere i numeri

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Storia di copertina Fornaci Laterizi Danesi Normablock più Neopor di Basf

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Imprese Gruppo Braga Abbiamo cambiato il pianeta legno Ard - F.lli Raccanello Un mondo a colori anche all'esterno Tecnasfalti I professionisti del silenzio Muoviamoci Il magazzino al microscopio

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Speciale Risanamento Edilizia Le tecniche giuste per risanare la casa Acustica Silenzio, parla Mapei Materiali Così l'Eps di Basf diventa più verde Rassegna Tante novità per l'edilizia doc

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Speciale Klimahouse Costruire Edilizia verde per la Gen Z Terreal Italia Così il laterizio è super isolante Saint-Gobain Tanti modi per dire stop all'acqua

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Youtrade Casa Finestre, obbligo di apertura all'innovazione Luxurygoods Zapping Hi-tech

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In Germania il gigante Hagebau inventa il distributore automatico

141 Il mondo visto stando alla finestra con YouTrade Casa

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XIII convegno nazionale youtrade

UN RUOLO DA REGISTA PER LA DISTRIBUZIONE EDILE Distributori di materiali edili al centro della filiera delle costruzioni. Ruoterà attorno a questo concetto il prossimo Convegno nazionale YouTrade, in programma il 17 (?) ottobre al Palexpo di Verona, nell’ambito della Fiera del Condominio. Le rivendite specializzate nel settore dell’edilizia, infatti, continueranno anche nei prossimi anni a ricoprire un ruolo fondamentale tra produttori e utilizzatori. Ma l’evoluzione della tecnologia e la necessità di agire su un mercato omnicanale hanno spostato gli equilibri, con il rischio di marginalizzare la tradizionale attività commerciale. Per questo le imprese della distribuzione devono imparare a ricoprire meglio il ruolo da registi di centrocampo. Non solo, insomma, semplici espositori-rivenditori di materiali, ma partner consapevoli e adeguati alle nuove richieste dei clienti, in una logica che vede assottigliarsi sempre di più la differenza tra utente professionale e semplice privato. Stretti tra grande distribuzione e necessità di confrontarsi con il fenomeno e-commerce, le imprese della distribuzione dovranno quindi dotarsi degli strumenti adeguati per agire come protagonisti e non solo da semplici intermediari. Durante il prossimo Convegno nazionale YouTrade queste tematiche saranno approfondite da esperti, con l’ausilio di una ricerca statistica condotta in esclusiva tra gli operatori del settore.


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Spiccioli per cambiare il volto delle città

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ul bonus facciate il governo aveva messo la faccia e, per fortuna, non l’ha persa. Approvato dal Parlamento, il nuovo incentivo fiscale è un’occasione forse irripetibile, seppure con qualche paletto che è stato aggiunto strada facendo dalle Camere (ne parliamo estesamente a pagina 28). Ma all’attenzione dei media è sfuggita un’altra importante novità inserita nella legge di Bilancio: il programma di rinascita urbana. L’idea, sulla carta, è ottima: fondi per riqualificare le città. Tra l’altro recupera il terreno perso, visto che proprio un anno fa il precedente esecutivo aveva tagliato circa 1,6 miliardi previsti a questo scopo. Tutto bene? Purtroppo, le intenzioni sono buone, ma la malattia endemica della politica italiana, l’annuncite, limita fortemente la traduzione in pratica della legge. Il piano, come accennato, ha l’obiettivo di «riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, a rigenerare il tessuto socio-economico, a incrementare l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici, nonché a migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini». Per diventare operativo, il piano deve però attendere l’emanazione di un decreto del ministero delle Infrastrutture, in accordo con quelli dell’Economia e dei Beni culturali, oltre a una sorta di nulla osta da parte della Conferenza unificata Stato-Regioni. Il tutto, sempre secondo le intenzioni, dovrebbe avvenire entro 60 giorni dall’approvazione della legge, quindi entro febbraio. È credibile questa agenda? Vedremo. Il decreto che dovrebbe scaturire ha lo scopo di indicare il contenuto e i termini delle proposte che potranno essere presentate da 150 soggetti fra Regioni, città metropolitane, comuni capoluoghi di provincia e comuni sopra i 60 mila abitanti. In sostanza, raccoglierà le richieste più disparate e, prevedibilmente, più eterogenee da un capo all’altro d’Italia. Se va bene, il 2020 passerà ad assistere al tira e molla tra i vari soggetti interessati. E i soldi a disposizione? Lo stanziamento nella legge di Bilancio indica poco più di 850 milioni di euro. Sono sufficienti per «riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale» eccetera? Assolutamente no, ma questi sono i quattrini a disposizione ed è meglio di niente. Purtroppo, però, la realtà è lontana anche da questo. Il piano, infatti, prevede che il finanziamento duri 13 lunghi anni: l'intervento è spalmato fino al 2033. Per ogni anno, in pratica, è stata messa a disposizione una fetta di stanziamento, con un flusso massimo di 95,04 milioni di euro nel 2025. Per il 2020, per esempio, tutte le città d’Italia potranno spartirsi l’astronomica cifra di circa 12,18 milioni di euro, più o meno quello che serve a riqualificare una manciata di condomini. Soldi che, oltretutto, per gli anni successivi dovranno essere confermati dalle prossime leggi di Bilancio. E dato che ogni governo si affretta a cancellare il lavoro di quello precedente...

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E C O N A U TA

Edilizia alle prese con il cataclisma

È

forse venuto il momento di ripensare al modo di fare edilizia. Certo, ci vuole maggiore attenzione alla sostenibilità, questo è chiaro. Ma forse è il caso di rivedere anche i criteri di progettazione e, purtroppo, anche i costi relativi. La riflessione è necessaria dopo uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences che riguarda il costo dell’impatto delle mutazioni climatiche. Lo studio, tra l’altro, è stato messo a punto da quattro docenti e ricercatori italiani, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Come avviene in Italia, una ricerca che dovrebbe essere pubblicata in prima pagina sui quotidiani è invece passata sotto silenzio. Ecco che cosa sostiene la ricerca: «I costi economici dovuti ai disastri naturali associati al cambiamento climatico (uragani, incendi, temperature estreme, alluvioni) stanno aumentando globalmente. In linea con i risultati precedenti, troviamo che i danni economici medi provocati dagli eventi naturali crescono debolmente e in maniera non statisticamente significativa. Quando però ci concentriamo solo sull’analisi dei danni causati dagli eventi più catastrofici, scopriamo una tendenza di crescita netta e forte». Insomma, numeri alla mano, fenomeni come quelli che hanno sconvolto nell’autunno scorso Venezia, ma anche le trombe d’aria e le esondazioni dei fiumi devono ormai essere messe in conto. All’aumentare dell’intensità fisica degli eventi climatici, spiegano i ricercatori, crescono esponenzialmente anche i danni collegati. Il semplice esempio portato

riguarda un uragano con venti che soffiano a 100 chilometri l’ora. In questo caso il danno stimato è di 1 miliardo di dollari. Ma un uragano con venti a 200 chilometri l’ora provocherà danni «molto superiori» a 2 miliardi di dollari. L’analisi è supportata da statistiche: un evento violento causava nel 1970 danni per circa 500 milioni di dollari, mentre nel 2010 i costi ammontavano a 10 miliardi, venti volte in più. Ecco perché è necessario ripensare non solo alla sostenibilità energetica degli edifici, ma anche alla loro sostenibilità tout-court. Cioè, fare in modo che i tetti non siano scoperchiati e le case spazzate via da perturbazioni atmosferiche sempre più estreme. Anche perché, spiegano i ricercatori dell’università di Pisa, la tendenza all’aumento nei danni non è omogeneamente distribuita nel globo. «Contrariamente a quanto ci si attendeva fino a qualche anno fa, l’incremento risulta più marcato nelle zone climatiche temperate, come l’Europa e gli Stati Uniti, rispetto a quelle tropicali». Federico Mombarone giornalista

CHIACCHIERE DI CONDOMINIO

Quando il Bim trasforma il caseggiato

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ecnologia e condominio non solo possono convivere, ma devono convivere. E, quando avviene, i risultati si vedono e un vecchio condominio può trasformarsi in un esempio virtuoso. A Milano, per esempio, poco tempo fa è stato inaugurato il primo condominio dello smart district di Porta Romana, in grado di abbattere i consumi e garantire un elevato comfort abitativo. Il condominio di via Passeroni 6 vanta, infatti, un alto tasso di innovazione, anche grazie all’utilizzo in fase di riqualificazione della tecnologia Bim (Building Information Modeling). Il condominio, costruito negli anni Settanta, infatti, ha aderito al progetto Spica, finanziato da Regione Lombardia, avviato a fine estate scorsa da Teicos Group, Future Energy e Cefriel, per il controllo dei consumi energetici nei condomini di Milano. La riqualificazione ha coinvolto ogni parte comune dell’edificio, dalle facciate ai basamenti e sottotetti e ai cassonetti delle finestre, fino agli impianti termici ed energetici. Inoltre, è stato dotato di un nuovo ed efficiente generatore di calore e di pannelli fotovoltaici e risanando le parti in amianto ancora presenti sulle coperture e negli impianti. Il condominio ha così dimezzato tanto i propri consumi energetici assieme alle proprie emissioni atmosferiche. In inverno, la comparazione realizzata con un altro condomino non riqualificato in osservazione, ha confermato un risparmio dei consumi energetici complessivi pari al 59% nonostante sia stata registrata una temperatura media interna invernale di 22 gradi, a fronte di temperature esterne inferiori di oltre dieci gradi. Ecco perché il processo di riqualificazione degli edifici, spesso citato come motore per far ripartire il settore edile, non deve essere lasciato a una casualità di interventi, ma il più possibile gestito con l’obiettivo di ottenere il meglio, per imprese e condòmini. Franco Saro Giornalista

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L’AV V O C ATO

Controllare i dipendenti si può se...

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articolo 4 comma 1 della legge 300/70 (nota come Statuto dei lavoratori) prevede che per poter installare in modo lecito un impianto di videosorveglianza nei luoghi di lavoro occorre che il datore di lavoro, preventivamente, stipuli un accordo collettivo con le rappresentanze sindacali, ovvero ottenga una autorizzazione dall’Ispettorato territoriale del lavoro. In ogni caso, occorre che siano implicate una o più tra tre esigenze: a) Di natura organizzativa e produttiva. b) Per la sicurezza del lavoro. c) Per la tutela del patrimonio aziendale. In ogni caso, i controlli a distanza non possono avere come fine l’attività lavorativa in quanto tale. La Corte di Cassazione, con la sentenza 4746 del 2002, ha affermato che ai fini dell’operatività del divieto di utilizzo di apparecchiature per il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori è necessario che la visione riguardi l’attività lavorativa, mentre devono ritenersi certamente fuori dell’ambito di applicazione della norma la ripresa video diretta ad accertare condotte illecite (i cosiddetti controlli difensivi) quali, per esempio, i sistemi di controllo dell’accesso ad aree riservate o gli apparecchi di rilevazione di telefonate ingiustificate. La Grande Camera della Corte di Strasburgo del 17 ottobre 2019 si è pronunciata sui ricorsi promossi da alcuni ex-dipendenti addetti alle casse di un supermercato spagnolo, a suo tempo licenziati dal datore di lavoro perché filmati, mediante utilizzo di telecamere a circuito chiuso, mentre compivano una serie di furti. Il datore di lavoro aveva installato questi apparecchi, alcuni visibili e altri

nascosti, in aree circoscritte del luogo di lavoro e in un periodo di tempo limitato, per un fondato sospetto a seguito di ammanchi ragguardevoli. Le riprese erano state utilizzate solo per provare in giudizio la commissione dei reati. Considerate tutte le circostanze di fatto caratterizzanti l’impiego delle videocamere, la Grande Camera ha reputato che il datore di lavoro non abbia violato la privacy di quei dipendenti, né il diritto al rispetto della vita privata e familiare delle persone. Il Garante italiano, commentando questa pronuncia, ha evidenziato la conferma del principio di proporzionalità come requisito essenziale di legittimazione dei controlli in ambito lavorativo, motivo per cui la videosorveglianza occulta è ammessa solo in quanto extrema ratio, a fronte di gravi illeciti e con modalità spazio-temporali tali da limitare al massimo l’incidenza del controllo sul lavoratore, non potendo diventare una prassi ordinaria. Pertanto, al fine di non incorrere in una violazione delle disposizioni, il datore di lavoro deve preventivamente operare un bilanciamento degli interessi e dei diritti contrapposti, per valutare le modalità, i tempi e il contesto in cui dovrebbe avviarsi il controllo a distanza. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu

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I FAT T I N O S T R I

Restate connessi

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econdo i dati forniti dall’Academy di Youtrade – il Convegno si è svolto a Bergamo lo scorso 12 dicembre - il settore della distribuzione edile sta vivendo un discreto momento di crescita. Bene i «grandi» (i primi 50 distributori edili nazionali possono tutti vantare un segno positivo), non tanto bene i « piccoli», anche se molti punti vendita stanno guadagnando quote di mercato. In questo felice trend, che ci farà senz’altro trascorrere feste serene (a proposito, auguri a voi tutti per il nuovo anno) rimangono però zone d’ombra, sempre le stesse, che evidentemente è complicato illuminare. Il fil rouge che potrebbe dissipare le ombre si chiama«connessione», cui potremmo aggiungere significati come collaborazione e condivisione, per rafforzare il concetto. Ma la connessione è il primo passo, fondamentale. Mettersi in contatto con colleghi, anche con certe tipologie di clienti e di fornitori – per intenderci, coloro i quali non hanno come unico obiettivo della loro vita il vendere e il comprare – per creare un’idea di mercato nuovo che non viva solo di sporadiche forniture, magari casuali o semplici riempitivi, ma che fornisca un’immagine globale di servizio ad alto valore aggiunto che nel mercato di oggi farebbe senza dubbio alcuno la differenza. Ogni anno la distribuzione edile è chiamata a una nuova sfida. A un mercato tradizionale che per molti è ormai solo un ricordo si è affiancato il mercato globale che vuol dire tutto e niente. Non è difficile comprendere che molti colleghi si sentano spiazzati. Capiscono che devono fare qualcosa, ma non sempre è semplice individuare che cosa. E quando le idee sono chiare, si presenta il dilemma di come realizzarle. Ecco che la connessione, come l’abbiamo intesa più sopra, può essere una via di uscita, quanto meno una chance da approfondire. Il collega - così

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come un cliente davvero professionale e un fornitore che non viva la distribuzione edile come un male necessario alla diffusione dei suoi prodotti - non è un concorrente, ma una componente strategica della nostra crescita. E il caso vuole che, a mio avviso, lo stesso discorso valga anche per gli altri attori della filiera citati. Il nuovo mercato ha creato incertezza un po’ per tutti ma se, come dicevano i cinesi, il momento della crisi è anche quello delle opportunità, con ogni probabilità il periodo storico che stiamo vivendo è ideale per confermare a gran voce la di-

I dati parlano di crescita, ma in questi tempi complessi quel che si è fatto non basta. Ne abbiamo parlato, ne parliamo e continueremo a farlo, perché il futuro si deve costruire con pazienza e fiducia, coinvolgendo la parte sana della nostra economia gnità della distribuzione edile, magnificando la sua funzione di «facilitatore» nella trasmissione della conoscenza e della competenza, attraverso la connessione (rieccola) con i suoi naturali interlocutori. C’è da scommettere che simili azioni porterebbero a dati congiunturali ancora più soddisfacenti. Ora che l’attenzione ai volumi ha (finalmente) lasciato il

posto all’attenzione nei confronti della redditività, il percorso è ancora più in discesa. Non si crea redditività con quel che resta del mercato tradizionale, e che speriamo comunque si possa un po’ riprendere. Oggi si parla di recupero e di ristrutturazione, di rigenerazione urbana, di demolizione e ricostruzione, di qualità dell’abitare, di risparmio energetico fino ad arrivare all’economia circolare che, qualcuno se n’è certamente accorto, è un vero e proprio business. Quali leve pensiamo di poter utilizzare per affrontare queste nuove sfide? Siamo davvero convinti che si possano vincere da soli? Ecco dunque che la nostra connessione cessa di essere una opportunità e diventa una vera e propria necessità. Lo è sempre stata, solo che una volta la chiamavamo con qualche altro nome, del resto qualche lustro fa i gruppi sono nati per stabilire una connessione fra l’incremento degli acquisti e il relativo aumento dei premi, o degli sconti, che poi è lo stesso. Ma non è di questo che parliamo. L’idea è quella di immaginare un futuro diverso, dove le forze sane della nostra economia di settore si uniscono, quando possibile anche materialmente, per generare occasioni di crescita qualitativa dell’offerta, con conseguenti benefici anche nel mai trascurabile territorio della redditività. In fondo, immagino che questo sia l’augurio più bello che si possa formulare a un comparto produttivo che, mi sembra, ha sofferto abbastanza. di Roberto Anghinoni Giornalista D i c e m b r e / G e n n a i o

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FA C C I A M O I C O N T I

Che cosa caratterizza la capacità competitiva

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pesso si guarda ai risultati economicofinanziari di un’impesa e si pensa di poterne apprezzare le performance. Questo è vero: i risultati eco-fin sono la sintesi di quanto è stato fatto sul piano strategico e organizzativo. Tuttavia, l’informativa sui risultati eco-fin ha due limiti: a) I risultati mostrano il «dopo». C’è sempre un certo spazio temporale tra il momento in cui si attuano certe decisioni e si manifestano le loro conseguenze o positive o negative. b) Questi risultati non dicono tutto. Per esempio, non dicono niente su alcune variabili intangibili fondamentali come il «portafoglio cliente» e la «notorietà del brand aziendale». Inoltre, un buon Roe e un interessante Roi si possono anche conseguire sfruttando le opportunità di mercato, così come si era ampiamente verificato in Italia negli anni Sessanta. Bastava avere un’idea di business o copiarla e si realizzavano risultati sorprendenti sul piano eco-fin. Oggi non è più così.

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Diventa importante investire e tenere sotto osservazione quelle variabili più a valenza commerciale ed espressione della capacità competitiva di un’impresa. La capacità competitiva di un’impresa è una rilevante variabile risultato, da «gestire», poiché da essa dipende non solo la redditività, ma la «continuità» nel tempo di un’impresa. È da tenere sotto controllo poiché i risultati di un’impresa nel medio/lungo termine dipendono proprio dalla capacità competitiva. Un’impresa, se non ha un’efficace capacità competitiva, è destinata a scomparire o vivere tra mille difficoltà. Pertanto, è interessante chiedersi quali siano le variabili determinanti che aiutano a qualificare la capacità competitiva. Se ne possono indicare almeno sette: 1 Notorietà del nome delll’azienda o del brand. 2 Reputazione aziendale. 3 Struttura nell’area commerciale (agenti o

venditori diretti); 4 Punti vendita con solo banco o banco e showroom; 5 Numero e, soprattutto, localizzazione dei punti vendita. 6 Caratteristiche del sito web e posizione occupata nella ricerca con Google. 7 L’esistenza di qualche altro elemento di «originalità» dell’offerta proposta che crea un particolare «vantaggio competitivo». Tutto ciò se esiste e ha connotazioni positive genera un’elevata capacità di crescita di un’impresa (variazione dei ricavi in percentuale) superiore alla variazione dei ricavi, sempre in percentuale, dei principali competitor. Se c’è capacità competitiva si cresce di più dei concorrenti e del mercato. Si conquistano, come direbbero gli strateghi, quote di mercato. Il configurarsi delle sette e più variabili indicate genera una più o meno elevata capacità competitiva. Pertanto, per migliorare o anche semplice-

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mente mantenere una capacità competitiva soddisfacente e tale da garantire la continuità nel tempo di un’impresa si possono manovrare alcune leve. Tra queste, tre leve particolarmente importanti: 1 Miglioramento del grado di conoscenza dei clienti o, come si direbbe oggi, una loro «profilazione». 2 Individuazione dei fattori critici di successo (Fcs) e messa a punto dei processi gestionali che consentono all’impresa di soddisfare questi fattori. Tali fattori sono critici poiché sono quelli che spingono il cliente a venire da me piuttosto che andare da un mio concorrente. 3 Investire in un asset intangible come la formazione e la crescita professionale del personale dipendente e anche un costante investimento in comunicazione. Dato che migliorare la capacità competitiva significa trovare tra le sette indicate la variabile o le variabili che consentono di acquisire un più o meno solido vantaggio, si può intuire come tutto parta dall’ascolto e dalla corretta interpretazione delle esigenze del cliente (impresa edile, impresa di ristrutturazioni, installatore, architetto, interior designer e cliente finale). Pertanto, se si sfruttano le potenzialità offerte dal web si può fare un lavoro di «profilazione» dei clienti spinta. Si possono portare facilmente a sistema le caratteristiche dei clienti che interessano e che non sono solo età, fascia di reddito, livello di scolarizzazione e sesso, ma riguardano,

per esempio, le abitudini d’acquisto, la propensione di spesa, le caratteristiche dei beni prevalentemente acquistati. Offerta su misura Con queste informazioni si può costruire un’offerta in linea con il segmento target di clientela individuato e sul quale si ritiene opportuno puntare poiché si ritiene che i numeri legati a questo target siano decisamente interessanti. Anche i social possono dare una mano a raccogliere indirizzi mail e profili di potenziali

clienti. LinkedIn, per esempio, è particolarmente efficace per individuare e contattare architetti e interior designer. La seconda leva di miglioramento è decisamente più semplice: si tratta di riflettere, almeno inizialmente, sui clienti che sono già clienti aziendali. La riflessione deve spingere a chiedersi «come mai i clienti scelgono la mia azienda e non un'altra azienda mia concorrente?», quali sono i fattori che i clienti trovano soddisfatti dalla mia offerta (definiti per questo critici per il successo) e non dall’offerta di altre aziende?

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R u br i c he associative. Questi investimenti sono quelli con effetti talvolta nel medio/lungo termine e si ha la sensazione magari di non «riuscire a metterli a terra», a scaricarli immediatamente nella gestione. È solo una sensazione.

i Fattori Critici di Successo

ESIGENZE DEI CLIENTI

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La risposta a questi interrogativi potrebbe essere per gli installatori: la completezza della gamma di prodotti offerti, la rapidità del servizio al banco, la presenza di personale al banco competente in grado di offrire suggerimenti-soluzioni tecniche valide ed altro ancora compresa un’empatica relazione con il personale della mia azienda.

successo e guadagnarne in capacità competitiva (lato destro nell' immagine). Così, per esempio, se l’abilità della centralista riduce le attese dei clienti e li fa sentire «coccolati» e questo diventa un fattore critico di successo rispetto ai concorrenti che non lo gestiscono. La centralinista diventa per l’azienda una fonte di un vantaggio competitivo.

A chi cerca il prezzo... Uno o massimo due di questi sono i fattori critici di successo: il motivo per cui loro vengono nel mio punto vendita (reale o virtuale). Certo, c’è anche l’installatore che vuole solo il prezzo. E allora lasciamolo andare al Brico o a Leroy Merlin. Se ci si mette a competere su questa combinazione prodotto-cliente si rischia di uscirne sconfitti e penalizzati nella redditività, perché poi ci si aspetta un «prezzo competitivo» su tutta la merce. Quest’analisi, una volta individuati i Fattori critici di successo (rappresentati nello schema in questa pagina) consente di definire i conseguenti processi gestionali che devono essere svolti alla perfezione per rispondere alle esigenze del cliente e a quelli che per lui sono i fattori in base ai quali sceglie da chi andare a comprare. Questi processi gestionali diventano pertanto fondamentali e critici per il successo aziendale. Quando si diventa più abili nel gestire questa variabile si può scoprire che ci sono variabili non ancora manovrate da nessuna azienda che si ritiene possano interessare il cliente. In questo caso se si ha ragione e si punta su quella variabili, si può avere

Attenti ai mutamenti Da ultimo, un’azienda deve essere attenta anche ai mutamenti di ambiente esterno socio-economico (lato sinistro dell'immagine in alto), poiché anche da questa complessa variabile e dal suo configurarsi possono derivare dei fattori critici di successo che vanno a minare o a consolidare la sua capacità competitiva. Nell’attuale contesto di scarsa liquidità del mercato penso sia stata toccata da tutti la criticità dei flussi di cassa. La disponibilità della cassa in un ambiente in cui i tempi di pagamento tendono ad allungarsi e qualcuno ha avuto anche elevati importi in crediti incagliati è ipercritica. In questo caso la selezione e la gestione dei clienti è un’azione corretta e costruttiva: cercare di valutare prima l’affidabilità di un cliente e non dopo constatarne l’insolvenza. In un simile contesto, diventa importante prestare attenzione all’altra variabile che ha da sempre assorbito cassa in misura rilevante: il magazzino. L’efficace gestione di crediti e magazzino in questi anni per le aziende è stato esiziale. Dell’ultima tra le variabili da cui dipende la capacità competitiva se ne parla con sempre maggior insistenza in convegni e riunioni

Convolgimento Se si inizia a lavorare per team e per progetti con il coinvolgimento dei principali collaboratori dell’imprenditore si alza il livello tecnico della squadra. Si dà a tutte le persone coinvolte la possibilità di capire quali siano le variabili gestionali dalle quali dipende un’efficace attuazione della strategia che l’impresa si è data: strategia della marginalità o dei volumi, di focalizzazione-specializzazione o di ampiezza dell’offerta. Ma ci sono anche altri investimenti in «intangibili» rilevanti. Così come si è scritto e ripetuto più volte, un’ azienda oggi non solo non può non essere sul web, ma deve aver ponderato una serie di scelte su che cosa fare sul web, ricordando anche le opportunità offerte dalla multicanalità. Inoltre il web si va sostituendo ai «tradizionali» canali di comunicazione come la pubblicità cartellonistica e i cataloghi cartacei. Se si riflette anche su queste variabili e su cosa si stia facendo in proposito, si può capire se si stia o meno lavorando per preparare il futuro. di Alberto Bubbio Alberto Bubbio è senior professor di Economia Aziendale presso l’Università Cattaneo Liuc di Castellanza (Va), dove è titolare di due insegnamenti: Programmazione e Controllo e Sistemi di contabilità direzionale (Misurazione delle performance aziendali). Per più di quindici anni è stato docente nel corso di laurea in Economia Aziendale presso l’università Bocconi, dove ha anche svolto attività di coordinamento e di didattica presso La Scuola di Direzione Aziendale (Sda). È socio fondatore e partner di Dimensione Controllo Srl, società di consulenza direzionale che da più di 30 anni è al servizio delle imprese clienti per assisterle nella progettazione e realizzazione di efficaci sistemi di pianificazione e controllo. Da due anni è Principal Editor di Manage-mind, una piattaforma per manager attraverso la quale trovare idee e suggerimenti per una più efficace gestione di impresa.

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A PERSONE FISICHE IL 60% DELLE CASE Quasi il 60% dei 57 milioni di immobili è di proprietà di persone fisiche: si tratta dell’abitazione principale o di pertinenza. In particolare, il 34,2% degli immobili (19,5 milioni) sono abitazioni principali, a cui si deve aggiungere un ulteriore 23,3% relativo alle pertinenze (cioè cantine, soffitte, box o posti auto), circa 13,3 milioni di unità. Il dato è dell’Agenzia delle Entrate, che ha reso pubblica la settima edizione della ricerca Gli Immobili in Italia. (youtradeweb.com)

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ALLARGATI I BONUS CASA

Arriva il Bonus facciate. Ma, attenzione: vanno rispettati alcuni parametri. Per esempio, il criterio deciso delle commissioni Bilancio, e poi adottato nel voto finale, riguarda la densità di popolazione. La prima bozza della legge non prevedeva limiti di spesa. Ma in commissione era stato poi introdotto un tetto massimo: 192 mila euro per ogni unità immobiliare. Ma il testo finale, invece, ha eliminato la barriera. (casacondominio.net)

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IL PRIMO CENTRO PORSCHE IN ITALIA Porsche Experience Center Franciacorta, l’ottavo impianto di questo tipo nel mondo e il primo in Italia dopo quelli di Lipsia, Silvestorne, Atlanta, Le Mans, Los Angeles, Shangai e Hockenheim, sarà progettato da Gbpa Architects, società gestita dagli architetti Antonio Gioli e Federica De Leva. Quello di Franciacorta sarà il più grande Porsche Experience Center al Mondo. (youbuildweb.it)


NOVITÀ 2020 COLLEZIONE FORTEZZA LA RIPRODUZIONE DEI GRANITI CINESI IN PIETRA SINTERIZZATA

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L’ALTRA PIETRA® presenta la nuova linea di pavimentazioni in pietra sinterizzata in 2 cm di spessore, che riproduce i graniti più comunemente importati dalla Cina ma che in tempi recenti risultano difficilmente reperibili. FORTEZZA è la collezione che rappresenta i quattro colori selezionati. Riproduzione dei graniti cinesi più comuni nelle tonalità del grigio, ricche di giochi di contrasto dati dalle venature più chiare. La collezione in pietra sinterizzata si allarga quindi, arrivando a contare ben 57 nuance diverse e 11 tra piccoli e grandi formati.

L’ALTRA PIETRA® è un prodotto di Granulati Zandobbio S.p.A. www.granulati.it


seggiole & poltrone PAOLO CONSONNI SALE IN KÄRCHER ITALIA Paolo Consonni entra in Kärcher Italia come professional business unit manager, riportando direttamente all’amministratore delegato. Comasco, 47 anni, una laurea in Ingegneria Aeronautica, Consonni ha maturato una consolidata esperienza in aziende multinazionali con ruoli di crescente responsabilità in ambito commerciale, operando in canali specializzati nei settori automotive e industria meccanica. Il manager proviene da Alfa Laval, dove ha ricoperto il ruolo di global channel manager, con l’incarico di definire e attuare il programma di partnership a livello globale e sviluppare il mercato in Europa, Cina, India e Medio Oriente. Vanta inoltre una esperienza da area manager in Honda Ita-

lia e da after sales zone manager in Fca. La posizione di professional business Unit manager è stata introdotta in Kärcher Italia con il duplice obiettivo di potenziare la capacità commerciale del brand nel business professionale e di individuare nuove opportunità di sviluppo sul territorio italiano. «Accolgo questo incarico con soddisfazione. Il mercato del cleaning offre spunti di particolare interesse e negli ultimi anni è diventato ancor più complesso e sfidante. Innovazione, sviluppo del business rispetto ai singoli target-group, prossimità e comprensione delle esigenze del cliente, costituiscono i temi chiave», ha commentato Consonni. Kärcher è un produttore di macchine per la pulizia presente in 60 nazioni, con oltre 50 mila centri di assistenza in 190 nazioni. È presente in Italia dal 1974 con sede a Rho (Milano).

L’ARCHISTAR KONIECZNY AMBASSADOR DI FAKRO Nuovo brand ambassador per il gruppo Fakro: Robert Konieczny. L’architetto polacco ha fondato lo studio KWK Promes e dal 2012 è divenuto consulente indipendente della Fondazione Mies van der Rohe. Konieczny può vantare prestigiosi riconoscimenti, tra cui il World Building of the Year grazie al progetto del Museo Nazionale Dialogue Centre Przełomy a Szczecin. Il

progettista e l’azienda polacca specializzata in infissi hanno siglato una partnership nella campagna Light, Shape, Art, in cui hanno voluto fondere e comunicare la loro visione dell’architettura contemporanea.

ANGELI AL COMMERCIALE DI RAVAGO BUILDING SOLUTION Andrea Angeli è il nuovo direttore commerciale di Ravago Building Solutions Italy. In precedenza ha ricoperto il ruolo di area manager della branch italiana di Ravago Building Solutions, azienda che produce e distribuisce prodotti e soluzioni specializzati per l’edilizia e le costruzioni in Europa e Turchia. Alle spalle, il manager ha una carriera in Knauf Insulation, Orsa Foam e Condoroil Chemical. Angeli è laureato in Economia e Marketing all’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro.



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La legge di Bilancio 2020 ha introdotto anche un super sconto del 90% per chi decide di rifare la superficie esterna degli edifici. E l’intervento è cumulabile con l’ecobonus nel caso di applicazione del cappotto. Ma, attenzione: la detrazione è riservata solo ad alcune aree delle città di Giuseppe Rossi

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NASCE UN GIGANTE È TROPPO GRANDE?

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Nel 2020 Salini Impregilo assorbirà Astaldi, alcune attività di Condotte e di altre aziende del settore. Obiettivo: far nascere Progetto Italia, campione nazionale per la realizzazione di infrastrutture. Grazie anche all’aiuto di Cdp. Ma Ance e le imprese edili più piccole sono preoccupate

di Giuseppe Rossi

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e volete sapere quale sarà l’evento più importante per il mondo delle costruzioni nel corso del 2020 è inutile che scomodiate il mago Otelma oppure l’astrologo Branko. Perché le imprese che lavorano nel mondo degli appalti lo sanno già: è il terremoto Salini. Il grande gruppo Salini Impregilo, infatti, sta per compiere un balzo che lo porterà a essere un colosso con dimensioni in grado di competere con i grandi gruppi internazionali. Insomma, il campione nazionale che mancava, ha sottolineato il presidente e maggiore azionista, Pietro Salini. Tutto bene? Dipende dai punti di vista. Perché la nascita del gigante ha sollevato anche le preoccupazioni di chi lo vede come uno schiacciasassi del mercato, un mangiatutto che grazie alle economie di scala si può accaparrare i contratti più grandi, una specie di ingordo mangia-commesse. Chi ha ragione? Il gigante Salini Impregilo sarà davvero il re assoluto degli appalti? ENTRO GIUGNO Per comprendere quali sono le preoccupazioni delle imprese più piccole e soprattutto dell’Ance, bisogna aggiungere che Salini Impregilo punta a chiudere l’acquisizione di Astaldi nella prima metà del prossimo anno. La grande azienda romana, in difficoltà,

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sizione di contratti e asset di altre piccole società. In particolare il gruppo sta già facendo offerte per alcuni asset di Condotte, società peraltro rimasta in una sorta di limbo, a un certo punto perfino senza commissari.

I milioni raccolti con un aumento di capitale da Salini Impregilo necessari per conquistare Astaldi

Gabriele Buia

ha chiesto e ottenuto di essere ammessa al concordato preventivo. Un procedimento che è incappato successivamente in un’inchiesta che ha coinvolto due dei commissari giudiziari della società in concordato, sospettati dalla magistratura di corruzione in atti giudiziari e istigazione alla corruzione. Ma questo inciampo non ha scoraggiato Salini Impregilo, che per bocca del direttore generale, Massimo Ferrari, ha dichiarato di voler proseguire nell’operazione di acquisizione del gruppo: «Il prossimo grande passo è Astaldi con tutti i contratti che si porta dietro». Ma non solo: Ferrari ha anche spiegato all’agenzia Reuters che Salini Impregilo sta guardando anche all’acqui-

SOLDI IN CASSA Ma non è l’unico punto: l’obiettivo di Salini Impregilo è ancora più grande e per raggiungerlo la società ha fatto cassa con un aumento di capitale da 600 milioni attraverso il collocamento di nuove azioni ordinarie. Serviranno per «supportare, in via prioritaria, il progetto volto a rafforzare il settore nazionale delle grandi opere e delle costruzioni (il cosidetto Progetto Italia)», ha spiegato il gruppo, che ricorda come l’iniziativa faccia parte del piano industriale 2019-2021. Il campione nazionale delle costruzioni, infatti, il Progetto Italia, vede in campo Salini Costruttori, cioè l’azionista di controllo del gruppo, Cdp Equity (Cassa Depositi e Prestiti), e il trio Banco Bpm, Intesa Sanpaolo e Unicredit, Questi soggetti si sono già impegnati a sottoscrivere rispettivamente 50, 250, e 150 milioni. Prima di sborsare i soldi, Cdp ha chiesto di avere una quantità di azioni che le consenta di controllare il 12,5% del gruppo post aumento. Insomma, il gigante delle costruzioni nasce con l’inglobamento di altri gruppi in difficoltà (Astaldi, parte di Condotte) e l’aiuto finanziario di Cdp, cioè lo Stato, e di banche private. LO STATO IN CAMPO A guidare Progetto Italia, infatti, sarà un board con 15 consiglieri, di cui cinque espressi da Cdp, alla quale cui spetta inoltre la nomina del presidente. Alla Cassa, inoltre, andrà la maggioranza del Comitato strategico con tre membri su cinque. E Salini Impregilo ha già evidenziato come il gruppo punti a un

QUEL DIFFICILE CONCORDATO Astaldi, uno dei grandi gruppi delle costruzioni in Italia, è forse la vittima più eccellente della crisi del settore. Ma Astaldi ha sofferto più sul piano finanziario che per il numero di commesse. A determinare lo stato di difficoltà, che l’ha portata a richiedere nell’ottobre del 2018 l’ammissione alla procedura di concordato per bloccare le azioni esecutive intentate da alcuni creditori, è stata la quantità di debiti accumulata negli anni e l’impossibilità di tenere fede ai piani di rimborso. Inoltre, Astaldi deve più di 7 milioni all’Inps e oltre 21 milioni all’Agenzia delle Entrate. Il concordato di Astaldi, così, è diventato il più importante mai proposto in Italia, visto che riguarda un passivo di oltre 3 miliardi di euro. Ma bisogna ricordare che anche il concordato di Condotte è monstre: oltre 2 miliardi. Tutto risolto, seppure in modo doloroso? Non è detto, perché il concordato ha visto scendere in campo 350 possessori di obbligazioni Astaldi, per 65 milioni di euro, che si sono riuniti in un comitato per contestare i numeri dell’offerta di Salini Impregilo (disposta a spendere 225 milioni per l’acquisto dell’azienda) e sottolineare come il concordato sia troppo penalizzante per loro. Il piano, infatti, prevede un rimborso tra il 20 e il 25%, troppo poco.

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maxi polo che «rappresenterà un’opportunità di rafforzamento per il settore costruzioni in Italia (strategico per il Paese, circa l’8% del Pil) e per la sua filiera, riavviando progetti bloccati (circa 36 miliardi)». Oltre alla citata Astaldi, comprenderà anche Cossi, Glf e Seli Oversea, per arrivare a commesse da 40 a 62 miliardi per il 2021 e a un fatturato compreso tra i 9 e i 14 miliardi. POTENZA DI FUOCO È questa potenza di fuoco che ha acceso la preoccupazione di alcuni costruttori italiani. Certo, si potrebbe dire che ci lamentiamo sempre che l’Italia in campo internazionale non compete con i grandi gruppi ma, poi, quando i colossi nascono non ci va bene. È così? Il problema è che Progetto Italia, sostiene l’associazione dei costruttori che fa capo a Confindustria, nel nostro Paese rischia di destabilizzare un settore in cui non esiste un mercato adeguato. Anche la presenza dello Stato o, più precisamente, di Cdp è vista con sospetto. «L’Ance ha il diritto-dovere di tutelare tutte le imprese», ha scandito il presidente Gabriele Buia in un’intervista all’Adnkronos. L’Ance, assieme alle altre associazioni di categoria della filiera delle costruzioni, teme che il combinato disposto di economie di scala e socio pubblico possa diventare il dominus degli investimenti in infrastrutture in Italia. POLEMICA ACCESA Una matassa dalla quale non poteva, ovvio, mancare una componente politica. Alle perplessità dell’Ance, per esempio, ha ribattuto il viceministro dello Sviluppo economico, del Movimento Cinque Stelle, Stefano Buffagni. «Non siamo molto entusiasti di Progetto Italia, ma se serve per cercare di fare ripartire un sistema che non funziona, evidentemente siamo costretti a farlo». Non solo: Buffagni ha anche definito «poco trasparente e lineare» la posizione dell’Ance. «È falso che l’Ance abbia espresso in incontri istituzionali con la Presidenza del Consiglio e i vertici di Cdp posizioni diverse da quelle che, in modo compatto, ha assunto da mesi di netta contrarietà alla creazione di un grande polo delle costruzioni a vantaggio di pochi e senza alcuna garanzia per chi sul mercato ci sta con le proprie forze e senza l’aiuto di nessuno», ha ribattuto Buia a Buffagni. Insomma, la polemica è al calor bianco. Ma difficilmente Progetto Italia si fermerà.

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COME GESTIRE IL CAMBIO DI GUIDA Il passaggio generazionale è un momento sconvolgente se non è affrontato per tempo. Ma assicurare la continuità aziendale e, allo stesso tempo, evitare liti in famiglia si può. Ecco quali sono le regole per organizzare la consegna del testimone a chi lo merita di Valentina Anghinoni

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Può anche capitare che il passaggio generazionale introduca effettivamente molte novità in azienda

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RINGIOVANIRSI? È UN VANTAGGIO Una ricerca di Free Thinking condotta in esclusiva per Virginia Gambino Editore tra le aziende della distribuzione edile rivela che nel 91% dei casi il passaggio generazionale ha avuto un impatto positivo. Anche se non mancano, le criticità di Anna Comincini

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Gran parte delle aziende sottovaluta ancora l’importanza del proprio sito internet. Che non è solo una brochure digitale, ma anche un mezzo utile per incrementare il fatturato, fidelizzare i clienti e allargare il proprio raggio di azione. Come? Prima di tutto, sfruttare l’interattività e poi…

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reve riassunto delle puntate precedenti: l’idea di un sistema globale di comunicazione capace di connettere tutti è prefigurato in un racconto di Murray Leinster, intitolato A Logic Named Joe. Era il 1946. Nel 1980 Tim Berners-Lee, un ricercatore del Cern a Ginevra, Svizzera, ha creato Enquire, un database di persone e modelli software che permetteva di utilizzare il sistema di ipertesto. Nel gennaio 1991 sono stati attivati i primi web server fuori dal Cern e, pochi anni dopo, il 16 agosto 1995 Microsoft ha rilasciato Internet Explorer per il proprio sistema operativo Windows 95, allora re indiscusso dell’informatica. Ed è iniziato un boom che non è ancora terminato, anche se internet ora ha anche tante altre funzioni oltre al web, come il cloud, le app, i social network, la Iot.

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CARTA D’IDENTITÀ Resta il fatto che il web, cioè il sito internet, è ormai un punto fisso per un’impresa, come i biglietti da visita, il bilancio a fine anno e il brindisi con i dipendenti prima di Natale. Senza contare l’importanza dell’e-commerce, ma questo è un discorso a parte. Insomma, non se ne può fare a meno. Eppure oggi, nel 2020, sono ancora molte le aziende che sul web ostentano siti che sembrano usciti dalla mente di un burocrate nordcoreano: freddi, statici, non aggiornati. E dire che il sito web è la prima immagine che offre un’azienda di se stessa, una specie di carta d’identità pubblica. Spesso con un’immagine brutta, appunto. Un po’ come quelle foto a quattro per volta che escono dalle macchine situate in stazioni o centri commerciali e che vi condannano a un aspetto carcerario su passaporti e documenti. Non solo: ormai la metà o più di contatti web avviene attraverso lo smartphone. Occorre, quindi, che il vostro sito sia responsive, cioè ottimizzato per essere visualizzato anche sul piccolo schermo di un iPhone, Samsung o altro. Il sito web, insomma, è la fotografia della vostra azienda. Ma può e deve anche essere uno strumento utile. Non solo: oltre a essere un’arma per il marketing, può riuscire a incrementare il business, come sostiene Emmanuel Raheb, Ceo della società di consulenza americana Smart Age Solutions. Il quale, in particolare per il mondo della distribuzione, offre una decina di consigli su come intervenire. 1. Inserite una funzione di chat sul sito Per chi vende una chat può essere una caratteristica che fa la differenza. Rispondere alla domanda di un cliente significa mostrare la propria competenza, comprensione per il suo problema e aumentare la fidelizzazione. Ci sono rivenditori che non pensano di avere molto traffico sul loro sito e che guardano con diffidenza una funzionalità del genere. Ma lo scarso traffico è dovuto proprio al fatto che il sito è solo una brochure, non è sfruttato come potrebbe. Attenzione, però: introdurre una funzione di chat costa poco in termini di tecnologia, ma poi il servizio deve funzionare. Deve esserci qualcuno che risponde subito, ovviamente in determinati orari. 2. Il numero di telefono Incredibile, ma vero. C’è chi il numero di telefono non lo pubblica, oppure ha cura di tenerlo nascosto («così non mi scocciano»), scritto in piccolo. È una sciatteria ancora più criticabile nel caso di chi ha più punti vendita. Quello del centralino oppure una serie di numeri: il telefono deve essere ben visibile. 3. Funzionalità di messaggistica Consentire a un cliente-utente di spedire un messaggio direttamente dal sito web, per porre una domanda o avanzare una proposta, non costa nulla. Ma rende possibile il coinvolgimento del cliente con l’azienda. I giovani, però, preferiscono WhatsApp o sms. Ma anche questa è una funzionalità che si può aggiungere al proprio sito. In tutti i casi, però, occorre che poi qualcuno in azienda risponda. 4. Prenotazioni e appuntamenti Diversi sondaggi in differenti Paesi, ambienti e settori commerciali hanno rilevato lo stesso fenomeno: i clienti odiano aspettare, detestano stare in coda, si arrabbiano se perdono tempo. Tanto che qualcuno preferisce andare in un negozio meno fornito, ma più rapido nella consegna. Un’idea che funziona, invece, è consentire di prenotare la visita nel negozio. Chi l’ha fatto ha ottenuto immediatamente

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ottimi risultati. Beninteso: la prenotazione deve essere semplice e veloce. E il cliente, poi, non va fatto aspettare. 5. Coinvolgete il cliente Un cliente coinvolto vale di più. E difficilmente passerà alla concorrenza. Ma ci sono diversi modi per contattare o interagire con l’azienda. Un sito web offre la possibilità di aggiungere una serie di opzioni per raggiungere l’obiettivo: oltre al numero di telefono e al pulsante per prenotare un appuntamento, si possono aggiungere informazioni sui prodotti o su qualche prodotto in particolare, la chat, e il «mi piace» su Facebook. 6. Tempi brevi Come già accennato, il cliente odia attendere. Per questo le risposte ai messaggi inviati all’azienda devono pervenire entro cinque minuti. Oltre questa deadline svanisce il vantaggio competitivo del distributore che ha introdotto la funzionalità e, se l’attesa si prolunga parecchio, la chat si tramuta in un boomerang. Questo vale, più in generale, per tutti i processi interattivi. 7. Meglio introdurre le recensioni Se siete convinti di quello che fate, se il vostro servizio è impeccabile, se i prodotti che vendete sono di buona qualità, potete introdurre la possibilità di recensire il vostro negozio. Fateci caso: quando acquistate un prodotto online, per esempio su Amazon, date sempre un’occhiata a che cosa ne pensano quelli che lo hanno acquistato prima. E non c’è miglior carburante per lo shopping che trovare un buon numero di recensioni positive. Questo vale per un singolo prodotto, ma può benissimo essere applicato all’intero servizio ricevuto nel punto vendita. Non lasciate, però, che le recensioni siano

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abbandonate a se stesse. Qualche recensione non proprio positiva aggiungerà credibilità a quelle molto favorevoli: non cancellate, quindi, qualche critica, ma rispondete in modo garbato esponendo le vostre ragioni. Al contrario, una bacheca in cui si leggono solo commenti entusiastici puzza di falso: non cadete in questa tentazione. 8. Perlustrate i social media Ci sono tanti possibili clienti che potrebbero diventarlo se conoscessero la vostra azienda. Come trovarli? I social network sono una prateria da esplorare. Si possono condurre diverse ricerche, anche con investimenti davvero modesti, attraverso i social network, che permettono di individuare utenti interessati a un servizio o a un prodotto. Una volta messi a fuoco, occorre contattarli per invitarli in negozio. 9. Marketing via e-mail Diciamolo, il marketing via e-mail, come newsletter e simili, è un po’ abusato. E non sempre è efficace. Non sempre, però, non significa mai. Non trascurate, quindi, un sistema di marketing che non è più una novità, ma qualche vantaggio lo può ancora offrire. Anzi, secondo alcuni, la e-mail e/o la newsletter è ancor il sistema di comunicazione che ha il Roi (return on investments) più elevato. 10. Siate veloci Uno dei criteri che determina l’utilizzo di un sito web è la velocità. Oltre i cinque secondi di attesa per la visualizzazione di un sito aumentano le probabilità che il visitatore abbandoni la pagina. Utilizzate (o fate utilizzare dal webmaster, chi si occupa del sito) il prezioso strumento Page speed insights di Google. È gratuito e misura la velocità delle vostre pagine web. Non solo, suggerisce anche come ottimizzarle. D i c e m b r e / G e n n a i o

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Una ricerca del Politecnico di Milano mette in luce quali sono i nodi da sciogliere nelle imprese per riuscire a utilizzare con successo la omnicanalità, tra negozio digitale e spazio fisico. Strategie, organizzazione e compatibilità: sono i tre punti caldi che possono frenare l’adozione di un sistema efficiente di Giuseppe Rossi

È

triste scoprirlo, molti imprenditori hanno per la omnicanalità lo stesso sentimento che prova la mucca che guarda il treno: stupore misto a indifferenza, un rapido sguardo a quella strana cosa, prima di rituffarsi verso l’erba del prato. È un giudizio duro? Forse non lo è abbastanza, a giudicare dal risultato di un’indagine condotta dall’Osservatorio Omnichannel Customer Experience del Politecnico di Milano. A peggiorare il giudizio è anche il criterio con il quale è stata condotta l’analisi, che ha coinvolto un centinaio di aziende medio-grandi. Insomma, non si sta parlando della piccola bottega di provincia, che si aggiorna con lustri di ritardo. Eppure, nell’era dell’e-commerce, dei social media, delle ricerche sul web che chiunque (anche i commercianti) compie prima di procedere all’acquisto di qualsiasi cosa, il 70% delle aziende non ha chiarezza su obiettivi e strategie.

A sinistra, Giuliano Noci - Responsabile Scientifico Osservatorio Omnichannel Customer Experience Politecnico di Milano. A destra, Marta Valsecchi - Direttore Osservatorio Omnichannel Customer Experience Politecnico di Milano

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DIFFICILE DECISIONE Ma, attenzione: non significa che le imprese non comprendano l’importanza di agire su più fronti, quelli digitali e quello fisico. È solo che, pur riconoscendo questo aspetto come cruciale, il più delle volte non i decisori non sanno quali siano le strategie adeguate per affrontarlo. Insomma, l’imprenditore o il manager di fronte alla rivoluzione della omnicanalità resta fermo, pensando così di non sbagliare. «Anche nelle Pmi ci imbattiamo in diversi gradi dell’azienda: capita di trovare una mancanza di consapevolezza dell’esigenza di cambiamento», è il pensiero di Petra Bianchetti, sales manager Italy di At Rdcom, società italiana hi-tech che sviluppa soluzioni in ottica multicanale: la messaggistica aziendale, invio di campagne sms ed e-mail per fidelizzazione, customer care e services, alerting, acquisizione contatti, sondaggi, couponing. Specialmente nelle piccole imprese le barriere sono molte e parecchio alte. Ma anche nelle società di maggiori dimensioni, come quelle interrogate dall’Osservatorio del Polimi, non si scherza: nel 48%

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di casi la mancanza di una diffusa cultura organizzativa orientata all’omnicanalità è percepita come un problema significativo, così come la presenza di «silos organizzativi» (52%), la mancanza di adeguate competenze (44%), l’assenza di opportuni sistemi di misurazione dell’omnicanalità (38%), la difficoltà a integrare dati per via di strutture dati non confrontabili (39%), la presenza di sistemi informativi incapaci di dialogare adeguatamente tra loro (50%). I GRADINI DA SALIRE Gli ostacoli sono un vero problema per chi vende o, in generale, distribuisce merci. Vale la pena ricordare, infatti, che i canali digitali sono un punto di contatto al quale nessuno rinuncia più: 28 milioni di italiani hanno effettuato almeno un acquisto online negli ultimi 12 mesi. E vale la pena aggiungere anche che i consumatori vedono web e negozio fisico come uno spazio integrato, e si aspettano che tutti e due si adeguino alle proprie esigenze, sia che vendano cosmetici sia che propongano attrezzature per la ferramenta.

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ÂŤĂˆ ormai assodato che gli individui mettono in pratica comportamenti di acquisto che si differenziano sulla base di attitudini, prodotti-servizi di interesse e requisiti conseguenti al contesto in cui si svolge il customer journey. Personalizzazione (dell’interazione con la marca) ed esperienza integrata lungo i vari touchpoint sono D i c e m b r e / G e n n a i o

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i nuovi mantra del mercato», è il commento di Giuliano Noci, responsabile scientifico dell’Osservatorio. «A fronte di tali cambiamenti nel rapporto individuo-marca, è richiesto alle imprese in primo luogo di affermare una prospettiva orientata alla customer intimacy a tutti i livelli aziendali e in tutte le unità organizzative (anche quelle di staff) e in secondo di coniugare obiettivi di breve e medio-lungo termine. All’atto pratico, è necessario un cambio di paradigma nell’organizzazione della catena del valore, secondo cui le attività non sono più organizzate intorno ai prodotti quanto piuttosto ai segmenti di mercato. È indubbiamente un cambiamento organizzativo e culturale che in taluni casi può rivelarsi anche molto rilevante ma quanto mai necessario».

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IDEE CONFUSE Ma quali sono i principali ostacoli? Il primo rilevato dalla ricerca riguarda la filosofia stessa che impera nelle aziende, ancorata alle vecchie (inadeguate) abitudini, e cioè una prospettiva productcentric e non customer-centric. Lo prova il fatto che quasi un terzo degli imprenditori e manager interrogati (32%) considera questa logica come un fattore di impatto rilevante o molto rilevante. Un’altra barriera è quella che riguarda l’organizzazione aziendale: spesso nessuno è incaricato di garantire una efficiente gestione omnicanale all’interno dell’impresa. In questo modo preziose informazioni ristagnano, si accumulano, finiscono dove non servono.

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R i vend it e dell’Osservatorio. «Un altro aspetto chiave è anche la gestione del contenuto: per essere realmente efficaci in termini di esperienza offerta al cliente non può mancare un’attenta progettazione dei contenuti veicolati, in termini di brand identity, coerenza tra touchpoint e personalizzazione».

Questa inefficienza impedisce di gestire la relazione con il cliente in maniera integrata. Inoltre, e non sorprende viste le premesse, all’interno del team mancano spesso le competenze necessarie per la gestione dell’omnichannel customer experience (44% dei casi), sia in termini di competenze verticali (cioè gestione del dato, di analisi del comportamento del consumatore-customer journey, advanced analytics, marketing automation, content management) oppure di soft skill (come change management, capacità di coordinamento, collaborazione). E perché, poi, qualcuno dovrebbe impiegare tempo a organizzare la omnicanalità se il capoazienda non la incentiva? E, anzi, spesso la considera una perdita di tempo? RUOLO VERTICALE «Per gestire i cambiamenti in atto nei processi d’acquisto dei consumatori è fondamentale un commitment forte del vertice aziendale, che deve però tradursi in chiare linee guida implementative sulla dimensione culturale-organizzativa, modalità di raccolta e integrazione dei dati. Infine, l’introduzione e gestione di adeguate tecnologie a supporto», ha spiegato in occasione della presentazione dell’indagine Raffaello Balocco, responsabile scientifico

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LINGUAGGI DIVERSI C’è, però, un altro ostacolo che non va sottovalutato: quello che si potrebbe definire con la misura del Roi, cioè del return on investment. Cioè: ma questa omnicanalità vale davvero la spesa da affrontare per raggiungerla? Non a caso manager e imprenditori lamentano l’assenza di un sistema di misura per l’omnichannel customer experience, che è vista (nel 38%) come mancanza di una strategia in grado di identificare il contributo dei vari canali. «Rimane evidente il problema della misurazione a valle del processo», conferma Nicola Spiller, direttore dell’Osservatorio. Anche perché la semplice constatazione o la consapevolezza che un distributore deve giocare su più tavoli non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo. Ammesso che l’azienda si organizzi, si doti della struttura necessaria sia dal punto di vista umano che tecnologico, rimane da risolvere un nodo: capire quello che si sta facendo. O, meglio, interpretare i dati moltiplicati dalla omnicanalità. Chi è abituato a gestire i clienti solo con un foglio Excel riempito di nomi, e indirizzi, si può trovare spiazzato di fronte al flusso di dati che scaturisce dal canale digitale. «Nel 42% dei casi le imprese giudicano nulla, o al più limitata, la propria capacità di generare valore di business dai dati raccolti sui consumatori e solo il 2% la valuta ottima», è il parere di Marta Valsecchi, direttore dell’Osservatorio. «Inoltre, per fare un salto nella direzione dell’omnicanalità, è fondamentale attivare modalità di collaborazione e integrazione in grado di coinvolgere diversi ruoli aziendali, funzioni e, quando necessario, anche attori esterni all’azienda stessa, come gli intermediari commerciali, per creare un ecosistema aziendale capace di mettere a fattore comune le molteplici informazioni provenienti dai diversi punti di contatto con il cliente». PERSEVERANZA Infine, un altro inciampo, all’interno di un’azienda che vuole utilizzare appieno la omnicanalità, riguarda la difficile convivenza tra le tecnologie. Avviene, infatti, che i dispositivi e i software accumulati negli anni negli uffici, in amministrazione o nel magazzino, nel 50% dei casi risultano incompatibili o incapaci di dialogare tra loro. Per questo quasi metà delle aziende analizzate (47%) ha introdotto o sta introducendo un integration layer tecnologico capace di disaccoppiare e abilitare l’integrazione tra i vecchi sistemi e i touchpoint digitali aziendali, favorendo una comunicazione flessibile e tempestiva. Tira le somme Paolo Pierezza, Customer Experience & BP Development General Manager di Toyota Motor Italy (in fondo vendere auto non è molto diverso che proporre, per esempio, una macchina per cantiere). Per lui i tre fattori chiave di successo sono: visione e organizzazione (dopo vendita), considerare il cliente come l’attore principale. E, infine, bisogna possedere una qualità poco hi-tech, ma sempre attuale: pazienza e perseveranza. D i c e m b r e / G e n n a i o

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EDILNOL

IL VERO BIG DI BIELLA Ha un punto vendita di 70 mila metri quadri, con più di 500 mezzi professionali a noleggio, e offre di tutto, dal materiale per l’edilizia all’arredobagno, dalle cucine fino alle stufe, oltre a un servizio che comprende anche la progettazione. Il segreto? Integrazione con il territorio di Veronica Monaco

L’

esperienza di quattro generazioni e un’avventura commerciale che affonda le sue radici agli albori del secolo scorso. Una dote che ha permesso a Edilnol, storica rivendita piemontese con sede a Vigliano Biellese (Biella), di diventare una delle realtà distributive più importanti del Nord Italia con un punto vendita da 70 mila metri quadri di estensione, 500 mezzi professionali, un centro di lavorazione per il ferro e il legno, e diversi showroom dedicati a cucine, ceramiche, arredo bagno, porte e serramenti, riscaldamento e pellet. Alle sale mostre si è aggiunta quest’anno una nuova area espositiva di ulteriori mille metri quadri, destinata a cucine, arredamento e complementi. «Siamo una delle poche realtà del territorio in grado di offrire al cliente una soluzione a 360 gradi», spiega il direttore operativo Andrea Pirali, che YouTrade ha incontrato insieme insieme a Camillo Trada, direttore marketing, e all’amministratore delegato Antonio Trada, a cui si devono alcune

intuizioni commerciali che hanno portato la società a diventare un punto di riferimento nella vendita e nel noleggio di prodotti per la casa e per l’edilizia. Domanda. Nel vostro showroom c’è tutto ciò che riguarda la casa, dalle cucine all’arredobagno, dai rivestimenti ai complementi d’arredo. A che cosa avete dato più spazio? Andrea Pirali. Lo showroom è stato creato nel 2015 con uno spazio dedicato a porte, serramenti, ceramiche e arredo bagno. Una volta costruiti o ristrutturati gli ambienti della casa, c’è anche la necessità di arredarli. Abbiamo così deciso di dare al cliente un’offerta a 360 gradi, introducendo in negozio cucine, soggiorni e camere da letto. Ci siamo resi conto che è un settore in gran fermento, molto redditizio e dove c’è mercato. Era doveroso essere presenti. D. Quante cucine avete in esposizione? Andrea Pirali. Siamo una delle realtà più importanti del territorio con 28 cucine esposte. Abbiamo modelli delle migliori marche ita-

Lo spazio espositivo di Edilnol

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R i vend it e Il titolare di Edilnol, Antonio Trada al centro con Camillo Trada (a sinistra) e Andrea Pirali (a destra)

liane con varie fasce di prezzo, dalle cucine bloccate più economiche alle cucine su misura. Offriamo anche un servizio di progettazione in realtà virtuale che permette al cliente di immergersi in una rappresentazione 3D della propria cucina. All’inizio il cliente lo vede quasi come un gioco, poi diventa uno strumento utile non solo per valutare l’aspetto estetico ma anche l’aspetto funzionale della progettazione. Al momento nessuno dei nostri concorrenti possiede una tecnologia di questo tipo all’interno dei punti vendita e per noi è sicuramente un valore aggiunto. D. Dopo le cucine, su che cosa avete puntato, in ordine di importanza? Andrea Pirali. Parlando sempre degli showroom dedicati alla casa, sicuramente l’ambiente bagno e gli arredi, che sono le prime cose che il cliente sostituisce quando affronta una ristrutturazione. Poi, le porte e i serramenti. Siamo inoltre un punto di riferimento nel settore riscaldamento, con uno showroom dedicato con oltre 300 prodotti

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multimarca esposti, che danno al cliente un’ampia scelta in termini di prezzi e tipologie di prodotto. In più siamo uno dei più importanti rivenditori di pellet in Italia, con circa 700 bilici all’anno. D. Un progetto importante che avrà richiesto importanti risorse: quanto avete investito nel nuovo showroom? Antonio Trada. Tra l’acquisizione dei capannoni, la realizzazione degli impianti, gli allestimenti, superiamo il milione di euro di investimento. Abbiamo anche assunto personale qualificato con un background lavorativo nel settore dell’arredamento e due architetti per la parte di progettazione, per un totale di 14 addetti. D. Lo showroom è riuscito a diventare un punto di riferimento sul territorio? Antonio Trada. La scelta giusta è stata quella di affrontare l’argomento quando era ancora una novità e sviluppare l’idea in maniera intelligente nel corso degli anni. Dal 2011 al 2016 abbiamo compiuto la scelta innovativa di aprire punti vendita all’interno dei centri

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Ambiente bagno e arredi fanno parte dell’offerta di Edilnol, assieme a porte, serramenti e stufe

commerciali Gli Orsi di Biella e San Martino 2 di Novara, che ci hanno dato una grande visibilità e credibilità agli occhi dei clienti per il settore degli arredi. La scelta finale è stata quella di accorpare tutto nello showroom nella sede di Vigliano Biellese. D. Progettando questo showroom, a che cosa vi siete ispirati? Antonio Trada. La filosofia aziendale è quella di poter accontentare qualunque tipo di cliente, con una vasta scelta in tutte le fasce di prezzo. Le esigenze dei clienti sono le più svariate, noi riusciamo a soddisfare tutti. D. Da poco Edilnol è diventata una società per azioni. Come mai? Antonio Trada. La società si è trasformata in società per azioni nel Arredi e infissi nello showroom di Edilnol. Il 50% dei clienti sono privati, l’altro 50% professionisti e imprese

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L’area di lavorazione del legname

2014, aumentando il capitale sociale da 100 mila euro a 2 milioni di euro. È un conseguente consolidamento della crescita dell’azienda che riguarda anche le nostre numerose attività commerciali estere. D. Ma la storia della società è molto più antica… Antonio Trada. Sì, le sue radici affondano nel 1912 con il capostipite Ferdinando Trada. L’attività è poi passata nelle mani dei figli Camillo e Lelio come Fratelli Trada, società che in seguito è stata assorbita da Tecnofer. Nel 1968 la sede dell’azienda viene spostata a Biella, e la Edilnol si specializza nel noleggio e nella vendita di materiali per costruzioni. Nel vicino comune di Cossato viene poi aperta la sede della Edilnol Gru, qualificata per il noleggio di gru, mezzi pesanti e attrezzature edili. Nel 1991 si è deciso di unire le due aziende in un’unica sede a Vigliano Biellese, dove poi sono stati aperti anche gli showroom. Oggi l’azienda è pronta per essere guidata dalla quarta generazione. D. Infatti, oltre agli showroom, Edilnol è uno dei principali rivenditori di materiali per costruzioni del territorio. Quali prodotti avete? Andrea Pirali. Abbiamo tutto: materiali edili, dal cemento agli intonaci, dai mattoni alle coperture, dagli isolanti alla ferramenta; materiali per l’idraulica, pavimentazioni e chiusure. Abbiamo anche macchine semiautomatiche per la realizzazione di tetti tradizionali oppure pretagliati, con servizi di progettazione e consulenza, e un centro di trasformazione del ferro. D. Quanto le macchine per la lavorazione del legno e del ferro

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sono utili ai fini del business? Andrea Pirali. Sono importantissime, perché consentono di automatizzare e ottimizzare la lavorazione, riducendo gli scarti e i costi. Il nostro contesto operativo è efficiente e completo, ma senza le macchine certe lavorazioni sarebbero impossibili. D. Edilnol è specializzata anche nel noleggio: quanto influisce questo comparto sulla vostra attività? Antonio Trada. È molto importante. Ci ho sempre creduto fin dagli anni Ottanta, e ancora di più oggi. Nel nostro settore il noleggio o la formula con riscatto rappresentano un’arma vincente per le imprese, che possono contare su reti bancarie sempre più esigenti e un lavoro che viene e va. D. Offrire macchine e attrezzature a noleggio comporta anche un’assistenza efficiente: come siete organizzati da questo punto di vista? Antonio Trada. Da anni Edilnol offre un servizio di assistenza e vendita di ricambi. Recentemente abbiamo realizzato una nuova officina interna con un team di quattro tecnici specializzati in grado di assistere i clienti, anche in cantiere. Edilnol è anche centro assistenza ufficiale Caterpillar, nonché rivenditore del marchio americano, oltre a Potain, Atlas Copco e Fratelli Dieci. D. Se dovessimo dividere il fatturato per le diverse attività, in percentuale quanto va allo showroom, quanto alle stufe e pellet, quanto ai materiali edili e quanto al noleggio? Antonio Trada. Più o meno sono tutte uguali, con una media del 20%.

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Scopri tutta la gamma specializzata per e, D. Qual è il vostro principale cliente per fatturato? Antonio Trada. Il 50% dei nostri clienti sono privati, l’altro 50% è composto da professionisti e imprese. D. Edilnol ha sicuramente una marcia in più: qual è il segreto del successo? Antonio Trada. L’intuito commerciale! Ho sempre avuto la paura di essere mono-prodotto, mono-fornitore e mono-mercato, per questo ho sempre cercato di differenziare aree e articoli. Abbiamo sempre selezionato nuovi prodotti e materiali, avvalendoci anche del supporto del Consorzio Uniedil. Andrea Pirali. Nel momento in cui si affrontano nuovi settori, c’è una ricerca che dura molti anni. I risultati forse nascono anche da questo, da una minuziosa ricerca dei prodotti. D. Parliamo del Consorzio Uniedl: quando e perché siete entrati nel gruppo? Antonio Trada. Siamo entrati in Uniedil dieci anni fa, un po’ per curiosità. Negli anni mi sono confrontato con altri imprenditori, ho capito tantissime cose che non conoscevo e approfondito nuovi settori. D. I rivenditori di materiali edili sono di solito un po’ carenti nella comunicazione: quanto investite invece voi in questa attività? Camillo Trada. Alla comunicazione riserviamo circa il 2 % del fatturato, con attività sia sulla carta che sul digitale. Sponsorizziamo la squadra locale di basket, la Edilnol Pallacanestro Biella, che milita nel Campionato Nazionale A2 e organizziamo diversi eventi di richiamo, come ad esempio l’inaugurazione con lo chef Bruno Barbieri a fine maggio che ha coinvolto oltre 5 mila persone. Abbiamo anche sviluppato il marketing digitale e facciamo e-commerce, soprattutto sul pellet. Stiamo infine lavorando a una tessera di fidelizzazione dedicata ai nostri clienti e non solo. D. Come vedete la Edilnol del futuro? Antonio Trada. Il mondo è cambiato in maniera molto veloce. Non so come e che cosa potrei ancora inventarmi di nuovo, anche se di una fatto sono sicuro: il futuro sarà delle case prefabbricate in legno, anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo per entrare in questa nuova ottica, ma ci stiamo già organizzando per essere pronti ad affrontare le esigenze del mercato. D i c e m b r e / G e n n a i o

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UN PANNELLO CHE SFIDA IL SISMA

Una palazzina costruita a Norcia ha adottato per la copertura piana l’applicazione, mediante fissaggio meccanico, di un elemento sandwich composito, Poliiso Wr Lc. Un materiale che garantisce resistenza termica, efficienza e sostenibilità ambientale di Franco Saro

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icostruire dove il terremoto ha devastato il territorio. Un compito non facile che, inoltre, è rallentato da passaggi burocratici e difficoltà amministrative. Ma, in alcuni casi, tutti gli ostacoli possono essere superati. Lo testimonia il lavoro dello studio tecnico associato Pav (Federico Basili e Elena Giamogante) di Norcia, uno dei paesi colpiti a ripetizione dal terremoto. Lo studio sviluppa programmi e pianifica sul territorio interventi che vanno dal recupero e consolidamento fino alla costruzione con progettazione e direzione lavori di opere private e pubbliche. Un esempio del loro intervento è dato proprio dalla progettazione e dalla direzione lavori per la costruzione della nuova sede dello Studio Basili e Studio Associato Pav nella zona a sud di Norcia, sulla strada statale Tre Valli Umbre. Il progetto ha previsto la realizzazione di un piccolo edificio a

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pianta quadrangolare di circa 180 metri quadri, costruito rigorosamente con criteri antisismici. E per questo i progettisti hanno scelto una struttura metallica, che offre duttilità, propria del materiale, oltre a un’ampia gamma di tipologie e schemi strutturali dissipativi che è possibile realizzare. Il metallo, per la maggiore capacità di deformazione, è giudicato infatti uno dei migliori materiali utilizzati per affrontare un terremoto. Grazie alla sua leggerezza, inoltre, è ritenuto l’elemento strutturale più opportuno per costruire coperture in zona sismica. UN SISTEMA VELOCE La palazzina, costruita sopra una robusta platea di fondazione in calcestruzzo armato, ha adottato per la copertura piana l’applicazione, mediante fissaggio meccanico, di un pannello sandwich composito, Poliiso Wr Lc prodotto da Ediltec e fornito dalla D i c e m b r e / G e n n a i o

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rivendita Felc di Trevi. Questo materiale si caratterizza per la diversa natura e funzione degli strati che lo compongono e per la presenza, sul lato all’intradosso della copertura, di un pannello in legno di abete multistrato che ne consente l’impiego a vista. Tra i vantaggi, inoltre, va considerato un tempo di posa molto veloce e un lavoro interamente realizzato a secco. Il pannello è stato sviluppato da Ediltec proprio con lo scopo di offrire al mercato la possibilità di risolvere, con l’applicazione di un solo elemento composito, le diverse esigenze dell’elemento di copertura. L’aspetto più importante, in termini di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale, è la garanzia di un’adeguata resistenza termica, raggiunta grazie all’impiego del pannello in schiuma poliuretanica Poliiso Plus, dotato di rivestimenti in carta metallizzata, che offre eccellenti prestazioni di conducibilità termica dichiarata (λ = 0,022 W/mK). DIVERSI STRATI Sulle superfici del pannello sono poi incollati, con procedimenti industriali che garantiscono la stabilità dei legami, i diversi strati che compongono il sistema: sul lato all’intradosso una lastra di Osb di spessore di 10 millimetri, che diventa anche supporto al pannello prefinito in legno di abete di spessore 12 millimetri. Sul lato all’estradosso si trovano un pannello in legnocemento di 75 millimetri di spessore e una lastra in Osb da 10 millimetri utilizzata come piano di posa degli elementi adottati come manto di copertura (coppi, tegole, lastre metalliche). Oltre alle prestazioni isolanti, che raggiungono un valore di resistenza termica pari a 5,65 m 2K/W, il sistema offre ottime caratteristiche meccaniche, valori di massa che, pur senza appesantire eccessivamente la struttura, ne migliorano il comportamento estivo e acustico. Fattore di grande rilevanza, visto che nel caso in questione il manto di copertura costituito da pannelli sandwich metallici potrebbe risultare rumoroso in caso di forti piogge.

FELC, PUNTO DI RIFERIMENTO IN UMBRIA POST-TERREMOTO Felc, azienda che ha fornito i pannelli Poliiso Wr Lc prodotti da Ediltec è da decenni un punto di riferimento per imprese, utenti privati e progettisti: opera in Umbria, a Borgo Trevi (Perugia). L’impresa fa capo a Maurizio Menghini e opera anche online tramite il Mercato Elettronico della P.A. (MePA), piattaforma per gli acquisti via web. Oltre a prodotti per l’edilizia e forniture per grandi opere di costruzione, Felc assicura servizi per effettuare piccoli lavori di riparazione. Un forte accento è posto sull’interior design. Il rivenditore mette a disposizione dei clienti, infatti, un ampio showroom focalizzato su ceramica, arredobagno, rivestimenti. Un ruolo importante Felc lo ha svolto sul territorio di Norcia e sui comuni limitrofi al cratere del terremoto del 2016, per la messa in opera dei moduli abitativi.

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HAGEBAU

IL GROSSISTA AL DETTAGLIO Il gruppo vanta 1.770 sedi in otto paesi, una rete di 360 imprenditori di media dimensione ed è una delle 500 aziende più importanti della Germania, uno dei player più importanti nella rivendita d’Europa. Che ha introdotto anche un distributore automatico di materiali

di Federico Della Puppa

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ome si fa a diventare la 110esima impresa più importante della Germania ed essere stabilmente dentro la top 500 delle aziende tedesche? Ci vuole una lunga storia, una strategia chiara, una forte capacità gestionale ma anche scelte di posizionamento in grado di assecondare i cambiamenti di mercato e soprattutto andare incontro alle innovazioni, come l’e-commerce, anticipandole e rendendole prassi standard per tutti i clienti. Hagebau, il cui nome completo è Hagebau Handelsgesell-

L'immagine coordinata dei punti vendita di Hagebau con il tipico colore rosso. In alto, il punto vendita Baustoff Union-Hagebau di Norimberga

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schaft für Baustoffe mbH & Co. KG, è un’azienda o meglio una rete di vendita di aziende attive nei segmenti ferramenta, bricolage e giardino, ma con servizi specializzati anche per l’edilizia e il segmento professionale e che fornisce materiali non solo attraverso i punti vendita ma soprattutto attraverso la propria piattaforma online, mediante la quale garantisce uno sconto immediato del 3% se si utilizza la piattaforma web. L’insegna a tutti gli effetti potrebbe essere scambiata per un rivenditore generalista ma in realtà è una rete multispecializzata che opera in Germania e in altri sette paesi europei (Austria, Svizzera, Lussemburgo, Francia, Belgio, Spagna e Paesi Bassi). La rete unisce sotto la stessa insegna 361 azionisti/rivenditori di medie dimensioni per un totale di oltre 1.770 punti vendita, dei quali oltre 1.100 specializzati in prodotti da costruzione e i restanti legati al commercio al dettaglio, con un giro d’affari di 6,5 miliardi di euro, in crescita del 4% nel 2018, con il mercato specializzato in crescita del (+5,5%, il fai-da-te del +2,9% e i piccoli negozi del +5,6%). SOLIDE BASI Fondata nel 1964 da 34 rivenditori edili, la rete si è progressivamente sviluppata raggiungendo cento associati dopo soli sette anni dalla fondazione, fino agli attuali 361 soci azionisti. L’idea alla base di Hagebau è il modello di business imperniato sulla logica del gruppo, con gli imprenditori uniti assieme per beneficiare di vantaggi che non avrebbero da soli, e non solo nelle aree di acquisto (come nei classici gruppi di acquisto), ma in particolare nella logistica, nell’Information Technology, nel marketing e in altre aree di business, compresa la formazione e la ricerca costante di innovazione. La rete oggi si presenta come un soggetto specializzato soprattutto nella multicanalità, dato che al sistema di rivendite specializzate legate al commercio professionale ha via via affiancato altri canali specializzati destinati ad altri segmenti, a partire dalla rete hagebaumarkt, legata all’utente finale (ma non solo) e al fai-da-te, e poi le catene Werkers Welt (specializzata in ferramenta) e Floraland (specializzata in giardinaggio), a livello di dettaglio. L’attività della

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rete è costantemente supportata da una unità centrale chiamata centro di cooperazione, che ha sede a Soltau in Bassa Sassonia. La rete è organizzata inoltre con cinque sedi logistiche che consentono forniture in tempi rapidi per le aziende del gruppo. Il sistema logistico è gestito da una società consociata specializzata, Hagebau Logistik GmbH & Co. ACCORDO STRATEGICO Tutta la rete dal 2007 opera online attraverso un accordo con Otto Group, società specializzata in servizi di vendita e trading online, e i portali delle insegne del gruppo sono dedicati espressamente non solo all’informazione sui prodotti, dalla gamma all’assortimento, ma sono minuziosamente arricchiti da numerosi cataloghi e manuali, destinati sia all’utente professionale che all’utente finale, in particolar modo nel fai-da-te. Altro punto di forza del gruppo è la capillarità della distribuzione dei 1.770 punti vendita, in particolare di quelli localizzati in Germania, che coprono tutte le aree del paese e che sono facilmente rintracciabili nel portale online, con un servizio di ricerca georeferenziato, con una modalità di ricerca che consente di selezionare la distanza del punto vendita dal proprio cantiere o dalla propria abitazione,

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grazie agli strumenti tecnologici messi a disposizione da GeoBasisDE/Bkg, agenzia federale per la cartografia e la geodesia. I punti vendita sono aperti con orario continuato dalle 8 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 16, ma il portale online è sempre attivo per gli acquisti e offre molti servizi a supporto della vendita, compresa la possibilità di attivare carte di debito per gli acquisti, carte emesse dall’insegna, utilizzando dunque un sistema di sicurezza nel rapporto con i clienti per quanto riguarda i pagamenti. Altri servizi alle vendite sono i servizi di noleggio furgoni e rimorchi, il noleggio di attrezzature, i servizi di consegna direttamente in cantiere o presso l’utente finale, i finanziamenti e un’ampia area di consulenza dedicata sia all’utente finale che al cliente professionale. Nel sistema di vendite online un punto di forza è dato dalla possibilità di ordinare online e ritirare direttamente in negozio gli ordini, decidendo dove far arrivare la merce, ovvero in quale punto vendita. Con questo sistema, che Hagebau chiama Online bestellen, im Markt abholen vengono di fatto annullati i costi di spedizione per le merci di piccola dimensione, mentre per i carichi ingombranti i costi variano in rapporto a tipo e numero di articoli e ingombro. Il sistema ha anche un servizio di assistenza online attivo dal lunedì al sabato dalle 7 alle 21. D i c e m b r e / G e n n a i o

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Una delle cinque sedi del sistema logistico di Hagebau. Sotto,interno di un punto vendita. A sinistra, la capillarità dei punti vendita e la ricerca online dei negozi Hagebau

MERCATO SOLIDO Va considerato che la solidità del mercato delle costruzioni tedesco e dei programmi di investimento non solo in nuove costruzioni ma anche in riqualificazioni è uno dei fattori che permette a grandi catene come Hagebau di poter contare su un consolidamento sempre maggiore dei propri mercati, pianificando con attenzione ma anche in sicurezza le attività innovative da mettere in campo. Va ricordato infatti che in una fase di lenta ma positiva crescita economica il settore edile tedesco è cresciuto nel 2018 del 3% in termini reali, un valore che ha consolidato la crescita media annua del 2% circa nei quattro anni precedenti. La crescita durante questo periodo è stata trainata da una congiuntura economica positiva, nonché dai tanti investimenti del settore pubblico e privato nelle infrastrutture energetiche, residenziali e dei trasporti. Secondo le stime di Global Data il valore della produzione del settore continuerà ad espandersi

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in termini reali durante i prossimi quattro anni, spinto soprattutto dai piani governativi per l’ammodernamento delle infrastrutture di trasporto del paese, oltre agli investimenti previsti per rafforzare il mercato dell’edilizia residenziale. Ricordiamo infatti che nel mese di marzo 2019 il governo tedesco ha annunciato l’intenzione di investire 150 miliardi di euro in infrastrutture, abitazioni, tecnologia digitale e istruzione nei prossimi quattro anni. A fronte di un Pil tedesco di oltre 2.850 miliardi di euro, il settore allargato delle costruzioni produce un giro d’affari di 515 miliardi, per il 51% determinato dalle costruzioni in senso stretto. E in questo ambito il mercato dell’edilizia residenziale, secondo le stime, rappresenterà nel 2023 il 48% del valore totale del settore, grazie agli sforzi del governo per bilanciare la domanda e l’offerta di alloggi attraverso la costruzione di 100.000 nuovi alloggi in social housing entro il 2021.

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R i vend it e Hagebau, il sito online per le vendite e gli ordini diretti

INNOVAZIONE E STRATEGIE In questo ambito di mercato, solido e dinamico, gruppi come Hagebau possono dunque mettere a segno innovazioni e strategie in grado di traguardare il mercato sulla lunga distanza, attivando anche innovazioni legate ai nuovi modi e tempi del lavoro, rispetto ad esempio alle esigenze dell’ultima ora che spesso non possono essere soddisfatte, dati gli orari di apertura dei punti vendita. Tra le attività innovative e curiose va sicuramente citato il primo esperimento di Rescue-shop presso l’hagebaumarkt di Kaarst, una città di 42 mila abitanti della Renania Settentrionale-Vestfalia, localizzata vicino a Dusseldorf. Il Rescue-shop è di fatto un distributore automatico attivo 24/24 e 7/7 che contiene prodotti richiesti con maggiore frequenza. Presentato il 6 settembre 2019, il primo «negozio di salvataggio» è stato pensato per i clienti faida-te che possono accedere a particolari prodotti di urgente necessità a qualsiasi ora del giorno e della notte. La gamma del distributore automatico, che comprende set di trapani, griglie usa e getta, cinghie di tensione e batterie, è stata selezionata sulla base di un’indagine presso i clienti e di una valutazione degli acquisti poco prima della chiusura del negozio. Il Rescue Shop è un distributore automatico dotato di tecnologia innovativa, grazie all’utilizzo di moderni metodi di pagamento senza contanti come Nfc, Google Pay e Apple Pay, e la ricarica del distributore avviene mediante invio automatizzato del livello delle forniture agli operatori, garantendo un’elevata disponibilità degli articoli. I prodotti sono posizionati su scivoli che possono anche essere facilmente spostati e consentono di regolare facilmente la gamma. La selezione del prodotto può essere adattata in modo ottimale alle esigenze del cliente, anche

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con breve preavviso. Dopo l’avvio sperimentale e la fase positiva di test, anche con la clientela, Hagebau implementerà queste macchine presso altri punti vendita della rete. Oggi la politica commerciale di Hagebau è dunque sempre più rivolta verso il cliente finale e le sue esigenze, sia esso professionale o privato e un punto di forza è la capillarità territoriale e la standardizzazione del servizio, che ha portato a consolidare il sistema di vendita in Germania e ha aperto prima all’espansione verso l’Austria e poi verso gli altri paesi europei nei quali l’insegna è presente. Dal 2015 infatti è presente in Spagna, dal 2016 nei Paesi Bassi, successivamente in Belgio e Lussemburgo. In Belgio, in particolare, Hagebau ha affiliato l’azienda consortile belga Mannequin Scrl, che conta 112 soci, 125 punti vendita, 123 in Belgio e 2 in Lussemburgo. Nel 2019 la catena svizzera Jumbo-Markt Ag, specializzata nel bricolage, ha unito le forze con Hagebau, entrando nella rete tedesca e portando i suoi 39 punti vendita per un fatturato di 495 milioni di euro. Con questo ingresso Hagebau ha consolidato la propria presenza in Svizzera nel settore fai-da-te, finora limitata al mercato specializzato. La capillarità e la standardizzazione del servizio, unita alla multicanalità, ha garantito ad Hagebau di essere oggi uno dei maggiori gruppi di vendita a livello mondiale e una delle più importanti aziende tedesche. Sono risultati che, unitamente al volume d’affari del gruppo, consentono di investire notevoli risorse in formazione, comunicazione e innovazione, in particolare nel servizio pre e post vendita e nei sistemi di e-commerce. Mai come nel caso di Hagebau dunque vale il detto che l’unione fa la forza. D i c e m b r e / G e n n a i o

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Ve r o n a Pa l a e x p o 15/17 ottobre 2020 Entra nella tua nuova casa! Dal 15 al 17 ottobre 2020 c’è la Fiera del Condominio Sostenibile: consulenze gratuite, soluzioni sorprendenti e tante idee per una casa più sana, confortevole e sicura*. E in più, il 17 ottobre, Festa dei Sapori a km zero. Non mancare! Palaexpo della Fiera di Verona. L’ingresso è gratuito. www.fieradelcondominio.com


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I FERRI DEL MESTIERE

Non dimenticate il marketing l’arma in più (da usare bene)

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ella maggior parte delle interviste ai rivenditori pubblicate su YouTrade, la domanda sul marketing è spesso evasa o liquidata con risposte brevi e scontate. Sembra sia percepito come un corpo estraneo all’attività di vendita. Eppure il marketing è l’unico, vero, motore della vendita. Se vendiamo qualcosa, che ci piaccia o no, facciamo marketing, anche se inconsapevolmente. Non solo perché marketing è un sostantivo che deriva dal verbo to market, voce del verbo vendere, in inglese. Soprattutto perché il vero significato di marketing, l’essenza della parola, spogliata dai fronzoli accademici di chi non ha mai venduto niente, è spiegare a un potenziale cliente perché comprare il nostro prodotto, piuttosto che quello di un concorrente o rimandare l’acquisto quando saprà che cosa vuole veramente.

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Troppa confusione L’estrema confusione sul significato di marketing, deriva dalle tante trasformazioni subite con lo sviluppo economico e tecnologico. Negli anni della ricostruzione post bellica, quando non esisteva niente e c’era bisogno di tutto, per fare marketing bastava aprire il magazzino. L’insegna, se c’era, era un segno di riconoscimento, ma il vero brand dell’attività era il cognome del titolare, sicuramente conosciuto da tutti nella sua comunità, perché figlio di tizio o parente di caio, in un mondo ancora lontano dalla globalizzazione, in cui il passa parola correva di bocca in bocca, lontano dalle autostrade digitali. Il marketing era tutto lì, la concorrenza era distante anni luce e il rivenditore era il protagonista assoluto nella sua zona. Essere gentile, non fregare i clienti e assisterli nell’uso

dei prodotti, erano gli strumenti a disposizione per fare marketing. La differenza tra quella forma di marketing e quella odierna, sta tutta nella tecnologia, negli strumenti e nei canali a cui ci consente di accedere per arrivare a dialogare con i clienti. Ma l’essenza del marketing, quella cosa speciale che fa fare clic nella mente del cliente, è sempre la stessa. La risposta alla solita, vecchia domanda: perché devono comprare da noi, piuttosto che da un concorrente o aspettare una proposta più convincente? Tutto il resto è vanità, quell’irresistibile desiderio autocompiacente, che ci porta a parlare della qualità dell’azienda e dei prodotti, nell’errata convinzione che il «che cosa», sia più importante del «perché». L’errore più madornale è pensare che dominando la tecnologia si possano piegare le leggi del marketing al D i c e m b r e / G e n n a i o

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nostro volere. Credere che pubblicare sui social o avere un e-commerce, siano le soluzioni definitive. Lo sa benissimo chi lo ha già fatto. La tecnologia ha aumentato le opportunità, ma è cresciuta a dismisura la complessità. Servono preparazione, capacità di investire e la consapevolezza che i risultati non arrivano subito (a questo proposito vi invito a leggere l’intervista a Emanuele Loperfido su YouTrade di luglio-agosto). Il bello, è che possiamo usare i potenti mezzi della tecnologia digitale, anche per far evolvere il marketing tradizionale, come una pagina su una rivista, un cartellone stradale o un semplice striscione da cantiere. Il bello della tecnologia è che sa essere inclusiva, se usciamo dal dilemma digitale/analogico. Per il marketing fatto per vendere, sono come testa o croce, due facce della stessa medaglia. Sempre e ovunque Oggi si parla molto di marketing automation, termine che spazia dal semplice

Il bello, è che possiamo usare i potenti mezzi della tecnologia digitale, anche per far evolvere la comunicazione tradizionale, come una pagina su una rivista invio programmato di e-mail a una lista di clienti, a potenti software in grado di interagire con i sistemi gestionali, i Crm (Customer relationship management), i social, i contenuti e tutto ciò che riguarda la gestione delle attività necessarie per seguire i clienti, nel loro processo di acqui-

sto. Prima, durante e dopo la vendita. Ma se la potenza è niente, senza il controllo, il marketing diventa un semplice esercizio di stile, se non spieghiamo ai clienti perché scegliere noi piuttosto che i concorrenti. Se facciamo un salto all’indietro e torniamo con la mente ai rivenditori temerari che aprirono nel dopo guerra, ci accorgiamo che nella loro estrema semplicità, utilizzarono tutti gli strumenti di marketing che avevano a disposizione. Ma che farebbero oggi, se dovessero iniziare tutto da capo? Sfrutterebbero tutte le opportunità offerte dalla tecnologia e saprebbero parlare con dovizia di particolari delle loro iniziative di marketing? di Marco Buschi Marco Buschi si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale.

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COME SI FA (ad aumentare il business)

di Roberto Bolici*

Per vincere bisogna avere i numeri O, meglio, è necessario saper interpretare i dati che le nuove tecnologie mettono a disposizione. Anche alla distribuzione

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l fenomeno riferibile alla diffusione delle tecnologie che caratterizzano il nuovo paradigma dell’Industria 4.0 e i cambiamenti che hanno investito il settore tecnologico e produttivo sono ancor oggi al centro del dibattito economico-politico, sociale e culturale in Italia e nel resto d’Europa. Quello a cui stiamo assistendo è un cambiamento inedito senza confronti, dove il singolo Paese, attraverso un piano d’azione esclusivo, cerca di adeguarsi alle trasformazioni in atto,

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dotandosi di nuove qualifiche in ambito sia digitale che tecnologico. L’Europa, ora più che mai, necessita di un’accelerazione nella diffusione e utilizzo delle tecnologie Ict (Information and communication technologies), anche attraverso l’elaborazione di guideline e procedure per l’interoperabilità tra sistemi, superando in tal senso i limiti della frammentazione dei dati e delle informazioni. Sebbene il processo sia in atto già da alcuni anni, solamente ora la gran parte dei settori

coinvolti stanno trovando la propria dimensione, assestandosi sui nuovi paradigmi digitali e aprendosi a nuovi scenari di mercato e di business. Tra questi, quello delle costruzioni è certamente il settore che più sta evolvendo, accingendosi a una trasformazione decisamente profonda e radicale dei propri processi interni e prevedendo una forte crescita per i prossimi anni. Una precisazione è d’obbligo. La digital transformation è da intendersi coD i c e m b r e / G e n n a i o

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me un insieme di cambiamenti tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali e non come la semplice adozione di nuove tecnologie. Questa consente l’erogazione di servizi, la fornitura di beni e lo sviluppo di esperienze, generando in tal modo nuove connessioni tra persone, luoghi e cose, integrando e coinvolgendo tutto l’ecosistema attraversato dal processo. Potenziale trasformativo delle costruzioni La digitalizzazione del settore delle costruzioni è una realtà inevitabile e sempre più concreta. La filiera, in tutta la sua complessità, è coinvolta in una radicale trasformazione orientata verso questo modo di fare, sia in termini gestionali che operativi. Basti pensare a quanto sta accadendo nella cantieristica, in cui gli strumenti della digitalizzazione stanno trasformando il cantiere tradizionale in un cantiere contemporaneo (cantiere 4.0). Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Sarp) che volteggiano sul cantiere sorvegliando e monitorando i lavori in corso nelle varie fasi di sviluppo, raccogliendo dati per rilievi topografici, per diagnosi energetiche, per l’ispezione di linee elettriche, di condotte e zone di difficile accesso; sensori applicati a oggetti e a persone per la gestione della sicurezza dei lavoratori; robot che lavorano in cantiere, sistemi che combinano una logica operativa intelligente con una sofisticata intelligenza della macchina. Questi sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono il cantiere 4.0. Ma innanzi tutto c’è il Bim, ossia la metodologia operativa che consente la condivisione di informazioni tra tutti gli attori coinvolti nel processo (committente, progettista, impresa, fornitori e manutentori). A questa tecnologia sono associati molteplici vantaggi: maggiore efficienza e produttività, riduzione degli errori, riduzione dei tempi morti, riduzione dei costi, condivisione delle informazioni, controllo puntuale e coerente del progetto. I beneficiari non sono, come si potrebbe erroneamente pensare, unicamente coloro che si occupano di progettazione, ma anche committenti, costruttori, gestori

e produttori. Dunque anche il distributore di materiali per l’edilizia. Indubbiamente, di fronte ai vantaggi le minacce non mancano. Infatti, la grande minaccia potenziale che la digitalizzazione pone agli operatori tradizionali è legata sostanzialmente alla non-cultura digitale, ovvero all’incapacità di comprendere pienamente in che misura il possesso dei dati e la capacità di utilizzarli rappresenti il driver principale, al fine della business intelligence (metodo per trasformare i dati in risultati concreti, di pari passo con i modelli informatici per la pianificazione e i processi decisionali). Digital Transformation Quale significato attribuire a tutto questo, nel mondo dei distributori di materiali per l’edilizia? Quesito di non facile risposta. Peraltro aggravato dall’essere, quello dei distributori, parte attiva del comparto delle costruzioni, il quale è definito come settore «meno digitalizzato del mondo e con un livello tra i più bassi in termini di investimenti destinati all’innovazione». Inoltre, alla luce del contesto economico nazionale, segnato ancora da incertezza e da una scarsa dinamica di crescita rilevante, le imprese mostrano un atteggiamento prudente in merito agli investimenti indirizzati alla Digital Trasformation e per questa ragione

l’orientamento sembra planare come sempre sulle aree prioritarie. Una recentissima ricerca di mercato sull’Ict, a livello nazionale, ha messo in evidenza come l’approccio customer-centric è quello che più di altri sta influenzando in maniera rilevante le strategie di innovazione: il principale obiettivo di trasformazione digitale, indicato dal 22% delle aziende intervistate, fa riferimento alla trasformazione dei canali di relazione con i clienti. Le aziende si trovano necessariamente a inseguire i clienti nel loro processo di acquisto, frammentato e digitalizzato, e a disegnare esperienze digitali efficaci e differenzianti, affidandosi a strumenti e piattaforme capaci di valorizzare al meglio i dati di acquisto, le preferenze personali, le informazioni di localizzazione. Non è casuale questo orientamento. La customer centricity è una strategia, che consiste nell’allineare i prodotti e i servizi di un’azienda, ai bisogni dei suoi clienti più importanti, ovvero quelli in grado di garantire la maggiore marginalità operativa nel medio-lungo periodo. È con questa strategia che le aziende della distribuzione di materiali per l’edilizia potrebbero dare avvio al percorso della trasformazione digitale, consci di dover fare i conti con le tecnologie della terza piattaforma: cloud, mobile, social e big data analytics.

*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano

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I m S t op rr ieas ed i

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F O R N A C I L AT E R I Z I D A N E S I

NORMABLOK PIÙ

Roberto Danesi, presidente del Gruppo Danesi

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I mpr e s e

E NEOPOR DI BASF ACCOPPIATA VINCENTE Alla vasta gamma di soluzioni, l’azienda cremonese aggiunge il sistema Normablok Più, blocchi nei quali è sinterizzato il materiale isolante Neopor® di Basf. Oltre a ridurre drasticamente la dispersione del calore, migliorano il comfort acustico, resistono al fuoco e rispettano i criteri antisismici di Veronica Monaco

L’

unione fa la forza. Il proverbio è emblematico del successo della partnership tra Fornaci Laterizi Danesi e Neopor® di Basf, il polistirene espandibile di ultima generazione arricchito con grafite che, grazie a un sofisticato processo produttivo, è diventato l’arma vincente dei blocchi in laterizio Normablok Più. Le perle di Eps Neopor®, infatti, sono sinterizzate direttamente all’interno dei fori dei blocchi, ottimizzando le prestazioni di isolamento termico, risparmio energetico e comfort abitativo, come spiega Roberto Danesi, presidente del Gruppo Danesi. Domanda. Quali sono le ragioni che hanno portato Danesi alla partnership con Neopor di Basf? Risposta. Basf è l’azienda che ha inventato il polistirene additivato di grafite Neopor®, sinonimo di garanzia, prestazioni e durata. Dopo anni di incontri e progetti comuni, a fine 2018 abbiamo deciso di avviare

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ufficialmente questa collaborazione, in modo da poter promuovere insieme due marchi di eccellenza. Nel nostro settore, Fornaci Laterizi Danesi è riconosciuta da sempre come realtà storica che produce qualità e innovazione, mentre Basf è leader mondiale nel settore della chimica e, nel caso specifico, del polistirene additivato con grafite Neopor®. Un altro elemento che ci ha portato alla partnership con il marchio Basf è l’importante attenzione, anche in termini di investimenti, che la società sta riservando ai temi del riciclo e dell’economia circolare. D. Quali altri vantaggi vi sono derivati da questa collaborazione? R. Oltre ad una stretta collaborazione tra il nostro reparto Ricerca & Sviluppo ed i tecnici Basf, le nostre aziende stanno lavorando insieme per promuovere l’innovazione che Normablok Più rappresenta per gli operatori del mercato. D. Le aziende del settore dei laterizi sono considerate poco innovative. Ora però ci sono prodotti che stanno sfatando questo pregiudizio,

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come quelli del vostro sistema Normablok Più. Di che cosa si tratta? R. Normablok Più è il sistema di blocchi porizzati riempiti con polistirene additivato di grafite Neopor® di Basf, attraverso un innovativo processo brevettato che permette di sinterizzare l’isolante direttamente all’interno del blocco. Questo ci consente di raggiungere prestazioni incredibili, fino a 0,14 W/m²K di trasmittanza termica, rendendo di fatto Normablok Più compatibile con i progetti che prevedono la realizzazione di edifici in classe A, di edifici Nzeb e di edifici passivi. D. Da quali ragioni nasce la scelta di proporre un prodotto così innovativo? R. Quella di trovare una soluzione definitiva per l’isolamento dell’involucro. I sistemi a cappotto sono molto sollecitati dagli stress atmosferici e dalla vita stessa dell’edificio, perciò la durata del loro ciclo di vita è limitata rispetto al nostro sistema Normablok Più che, proteggendo l’isolante all’interno del laterizio, non ne permette il deterioramento e di conseguenza il decadimento delle prestazioni isolanti. Nel prossimo futuro, l’eventuale rimozione dei pannelli che ricoprono oggi le abitazioni, e la loro sostituzione con nuovi cappotti, comporterà costi di smaltimento piuttosto importanti. La soluzione di inserire l’isolante direttamente all’interno del guscio in laterizio, permette così al nostro prodotto di essere praticamente eterno. D. Normablok è una linea che comprende diversi prodotti: quali sono? R. I prodotti base da cui siamo partiti sono i blocchi ad alte prestazioni P600, P700 e P800, marcati Poroton, saturati di polistirene Neopor® di Basf. Il sistema Normablok Più è costituito da diverse linee di prodotti, tra le quali Normablok Più High Performance, il cui blocco Normablok Più S40 HP sta dando molte soddisfazioni

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Alcune fasi della produzione dei blocchi Normablok di Fornaci Laterizi Danesi

e sul quale prevediamo di avere il maggior sviluppo. Si tratta di un blocco specifico per tamponamento, dal peso contenuto e dalle prestazioni eccellenti, con cui arriviamo a un valore fino a 0,14 W/m2K di trasmittanza termica nella realizzazione di pareti monostrato di 40 centimetri di spessore. Un valore d’eccellenza che permette di evitare la posa del cappotto per l’isolamento. Questo prodotto si sposa bene con tutte le tipologie costruttive, dalla villa monofamiliare all’edificio a torre, tipico delle grandi città. Un altro nostro cavallo di battaglia è la muratura armata, introdotta circa due anni fa e ora disponibile anche nel sistema Normablok Più. La linea Normablok Più Muratura Armata consente infatti di costruire murature armate portanti in tutte le zone sismiche: sfruttando gli appositi fori dotati di preincisione è infatti possibile integrare la muratura con barre di armatura verticali e orizzontali, e realizzare così edifici, anche pluripiano, sicuri sismicamente ed altamente performanti. D. Che prestazioni si raggiungono in termini di sicurezza strutturale in zona sismica? R. Grazie alla loro particolare geometria e leggerezza, i blocchi della linea Normablok Più High Performance possono essere utilizzati in totale sicurezza per realizzare murature di tamponamento in tutte le zone sismiche. Sempre nelle zone sismiche, con la linea Normablok Più Muratura Armata è possibile realizzare edifici portanti pluripiano in laterizio senza la necessità di dover aumentare gli spessori dei muri in funzione dell’altezza del fabbricato. Generalmente un sistema tradizionale D i c e m b r e / G e n n a i o

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prevede, dopo la realizzazione della struttura portante in calcestruzzo armato, la costruzione dei tamponamenti e la successiva applicazione di un cappotto termico esterno, operazioni che coinvolgono diversi operatori con diverse competenze e che comportano maggiori tempistiche. I blocchi Normablok Più, sia da tamponamento che per murature armate, rappresentano invece una soluzione molto più semplice e veloce: i tempi per il cantiere si riducono drasticamente e di conseguenza anche i costi, garantendo sempre un risultato certo e duraturo. Un unico paramento murario è infatti capace di fornire sicurezza strutturale e prestazioni termiche ed acustiche. In questi anni ci siamo anche attrezzati per offrire, oltre ad un supporto in cantiere, un servizio di assistenza ai progettisti in ambito sismico, termico e acustico. D. Qual è l’efficienza in termini di reazione al fuoco? R. Abbiamo fatto certificare le prestazioni di resistenza al fuoco dei blocchi con uno specifico test, presso il laboratorio Csi-Centro di Certificazione e Analisi comportamentale polivalente di Bollate (Milano). È stata realizzata una parete in scala reale con blocchi Normablok Più S40 HP ed è poi stata sottoposta a un test che simula esattamente ciò che accade a un edificio in caso di incendio di vaste proporzioni. La temperatura del lato della parete esposto al fuoco è cresciuta in modo molto rapido, arrivando fino a 1150 gradi. Il blocco ha resistito perfettamente, non si è nemmeno cavillato. Dopo quattro ore di esposizione, il lato della parete non esposta al fuoco segnava una temperatura di soli 60 gradi, facendo di Normablok Più S40 HP un’eccezionale barriera al fuoco in caso di incendio. Grazie ai suoi requisiti di tenuta e isolamento per più di 240 minuti, abbiamo ottenuto la certificazione EI 240. D. I blocchi necessitano di una particolare tecnica di posa?

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R. No, uno dei punti di forza è proprio la semplicità di posa. Unica particolarità è la fascia isolante taglia-giunto da applicare sulla faccia superiore dei blocchi, un’operazione che qualsiasi operatore è in grado di fare senza difficoltà. Fornaci Laterizi Danesi offre comunque un servizio di consulenza tecnica in cantiere, per mostrare alle imprese che utilizzano per la prima volta i nostri blocchi, la tecnica corretta di posa e verificare che il lavoro sia fatto a regola d’arte. D. Il sistema si può impiegare anche in lavori di ristrutturazione e riqualificazione? R. Sicuramente sì. In caso di ristrutturazione totale, i blocchi di spessore maggiore sono ideali per realizzare pareti di tamponamento efficienti termicamente; in caso invece di ristrutturazioni parziali, dove deve essere mantenuto il tamponamento esistente, le nostre tramezze o forati a basso spessore da 8, 10 e 12 cm di Normablok Più sono la soluzione ideale per realizzare contropareti isolanti. D. La sostenibilità è diventata ormai un parametro necessario: come rispondete a questa esigenza? R. Nel caso della produzione del laterizio è molto semplice. Il laterizio è un materiale naturale ed è completamente recuperabile a fine vita. Per quanto riguarda il polistirene con cui vengono saturati i blocchi della linea Normablok Più, ogni sfrido viene reimpiegato all’interno del ciclo produttivo. Riusciamo infatti ad ottenere il recupero integrale degli sfridi e dei blocchi da dismettere grazie a un sistema che consente la separazione completa dell’inerte dal polistirene, con una percentuale vicina al 99%. D. Quindi polistirene sì, ma usato in modo corretto? R. Esattamente. Penso che questa soluzione sia vincente perché permette un recupero integrale dei prodotti a fine vita. In più un edificio realizzato

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con Normablok Più ha una durata pressoché eterna. D. Il mercato italiano è ricettivo nei confronti di prodotti innovativi come Normablok? R. La sensibilità verso questo tipo di prodotto sta notevolmente aumentando: buona parte degli operatori che si avvicinano a Normablok Più capiscono da subito gli innegabili vantaggi che questa tecnologia è in grado di offrire. È altresì vero che la promozione del prodotto non si può fermare. Da cinque anni stiamo investendo moltissime risorse per promuovere tutti i vantaggi del nostro sistema, e a testimonianza della qualità del prodotto oggi ci sono migliaia di edifici costruiti con Normablok Più. Inoltre, grazie alla nostra efficienza produttiva, siamo riusciti a migliorare costantemente il prodotto fino a renderlo molto competitivo a livello di costi. D. E i distributori di materiali edili sono sufficientemente informati sulla qualità dei vostri prodotti? R. La nostra rete di promotori tecnici e agenti lavora da anni sul territorio, e siamo molto attivi sul fronte del marketing con attività di comunicazione online e cartacea, con la partecipazione a fiere ed eventi, come convegni tecnico-formativi specifici per progettisti. I rivenditori sono abbastanza informati, anche se qualcuno ancora non riesce a capire il vantaggio che un prodotto come Normablok Più può dare loro. Con questa linea di blocchi siamo in grado di offrire, con la posa di un unico paramento murario, una soluzione certificata per realizzare pareti isolate senza l’utilizzo del cappotto: in questo modo il rivenditore tratta un unico prodotto dall’elevato valore aggiunto, ottimizzando e snellendo le forniture, a tutto vantaggio anche dell’impresa e della committenza.

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GRUPPO BRAGA

ABBIAMO CAMBIATO IL PIANETA LEGNO L’azienda nel 1974 è stata la prima a creare componenti per porte interne con supporto in listellare di abete, che garantisce indeformabilità e maggior vita al prodotto. Oggi è un sistema consolidato che occupa oltre 600 dipendenti e integra aziende italiane ed europee di Franco Saro

La sede di Braga, gruppo nato a Cremona e diventato in pochi anni una realtà internazionale

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ohn Maynard Keynes, che con Adam Smith è stato il più famoso economista britannico, aveva un’opinione precisa: «Investire con successo significa anticipare le anticipazioni degli altri». Cioè capire prima quello di cui il mercato ha necessità. Un principio che è ancora più attuale nei momenti di crisi, quando la maggior parte delle aziende decide che è il momento di tagliare gli investimenti. E c’è invece chi, come Braga, gruppo nato a Cremona e diventato in pochi anni una realtà internazionale, decide di andare (con successo) controcorrente. Così nel 2008 l’azienda ha deciso di ampliare la tipologia di cliente. «Abbiamo creato una rete

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di distribuzione di prodotti finiti», spiega a YouTrade Giuseppe Braga fondatore del gruppo. L’azienda opera nel settore del legno e delle porte. E ha saputo dare più svolte al mercato: proporre per prima semilavorati in tranciato con listellare di abete (in sostituzione del massello) ed essere all’avanguardia nel proporre semilavorati in laminato con listellare di abete/ pioppo. Una strategia che ha comportato importanti investimenti e la trasformazione del ciclo produttivo. Passione, coraggio e lungimiranza nell’anticipare l’evoluzione del mercato hanno avuto ragione e l’azienda cresce. Tanto che nel 2018 Braga ha riavviato un’importante realtà produttiva a Scandolara Ravara (Cremona) reintroducendo sul

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I mpr e s e mercato il cassero per edilizia “Made in Italy”. Una mossa che è il completamento di una storia nata nel 1974. Domanda. Qual è stata l’idea iniziale al momento della fondazione? Risposta. Il mercato all’epoca proponeva quasi esclusivamente prodotti con supporto in legno massello. L’esigenza e la richiesta, però, erano sempre più quelle di prodotti che potessero essere allo stesso tempo inalterabili nel tempo, aspetto che il massello non può garantire. L’intuizione vincente che ebbi all’epoca fu quella di creare per primo componenti per porte interne con supporto in legno listellare di abete che garantisce indeformabilità e maggior vita al prodotto. Così ha contribuito a creare un nuovo concetto di porta interna. D. Come si è evoluta l’azienda? R. Fino ai primi anni Duemila, la nostra produzione è stata incentrata su componenti in listellare di abete rivestiti di impiallacciato di legno per i «portaioli» e le cooperative. Dal 2002, per una sempre costante ricerca di nuove soluzioni innovative, abbiamo avviato la produzione di componenti rivestiti in laminato, aggiungendo anche la produzione dei pannelli porta tamburati. Attualmente la produzione di componenti in laminato ricopre il 90% del nostro fatturato in quanto, al contrario dell’impiallacciato, permette una maggiore gamma di finiture e viene incontro in modo più preciso alle richieste e ai gusti estetici della clientela. La crisi di fine 2008 e degli anni successivi è stata superata dalla Braga con la decisione di aggredire il mercato creando dei depositi esterni per una capillare commercializzazione dei prodotti finiti, in modo da iniziare anche a promuovere il proprio brand. Oggi il Gruppo Braga è un sistema industriale consolidato che occupa oltre 600 dipendenti e integra aziende italiane ed europee le cui autonomie e sinergie convergono verso un unico obiettivo comune, garantire prodotti di qualità. D. Il legame con il territorio è importante. Oltre a Casalmaggiore quali sono le altre location in Italia? R. La nostra rete commerciale ha una presenza capillare sul territorio italiano. Siamo presenti con tre magazzini di vendita prodotti finiti a gestione diretta posizionati ad Assoro (Enna), Montichiari (Brescia) e Caronno Pertusella (Varese). A questi si aggiungono oltre 20 depositi a gestione non diretta frutto di partnership consolidate, dislocati in tutto il territorio italiano. Non ultimi vanno citati i siti produttivi di Brugnera (Pordenone), Breda di Piave (Treviso) e Scandolara Ravara (Cremona). E, poi, ci sono le altre aziende del Gruppo Braga: Bragapan (Cremona), Profili Braga (Brescia) e Doorarreda (Pordenone) e le tenute boschive della Società agricola Campomo, localizzate nelle vicinanze del passo della Futa, in Toscana. Il controllo diretto di tutta la filiera ci permette di dare alla clientela un servizio veloce e puntuale e di soddisfare ogni esigenza. D. Ma avete anche centri di produzione all’estero. Dove? R. Esatto, alla fine degli anni Novanta abbiamo aperto tre sedi in Slovacchia e una in Polonia, che si occupano di tutta la fase primaria di segheria (produzione dei supporti in legno listellare). Successivamente, abbiamo aperto anche una sede in Ungheria, attiva esclusivamente nella pioppicoltura. La scelta è stata dettata da due motivi: la facile reperibilità e l’ampia disponibilità della materia prima in questi territori, ma soprattutto la volontà di mantenere una filiera produttiva diretta che partisse dal bosco e terminasse con il bosco. Questa è la vera forza del gruppo Braga e ciò che ci permette di avere sempre

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Il core business di Braga sono i componenti per porte interne in laminato, quindi tutto ciò che compone una porta (stipiti, coprifili, pannelli tamburati e pannelli intelaiati) forniti sfusi nella versione «da assemblare»

materie prime controllate e di alta qualità. D. Che cosa comprende la gamma completa dei prodotti finiti? R. Il core business sono i componenti per porte interne in laminato, quindi tutto ciò che compone una porta (stipiti, coprifili, pannelli tamburati e pannelli intelaiati) che forniamo sfusi nella versione «da assemblare», con i quali i professionisti del legno possono creare e realizzare la propria linea personalizzata di porte finite. Negli ultimi anni, data la crescente richiesta, abbiamo inserito a catalogo nostre linee di porte complete che forniamo già comprensive di ferramenta e quindi pronte per il montaggio. A queste si aggiungono le porte tagliafuoco certificate Rei30 e Rei60 che soddisfano gli standard di sicurezza italiani ed esteri. L’offerta commerciale si completa con componenti e accessori (battiscopa, fermavetri, allargamenti), D i c e m b r e / G e n n a i o

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prodotti esclusivi quali casseforme per edilizia, pellet e soluzioni su misura per il settore dei contract. D. Quali sono le particolari tipologie di profili in legno? R. La nostra unità produttiva di Brugnera ci permette di avere a disposizione un’amplia gamma di profili porta, indispensabili per produrre pannelli assemblati eleganti e dal design ricercato. Questi particolari pannelli porta in laminato richiamano l’antica arte dell’uscio in massello assemblato senza però che si deformi nel tempo. La fantasia di chi assembla il prodotto, infine, consente di realizzare

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differenti modelli di porte con un limitato impegno di magazzino e di risolvere facilmente i problemi di «fuori misura». D. Come si svolge la produzione di casseri? R. Prima di tutto vorrei fare una piccola premessa. La produzione di casseri avviene nella sede di Scandolara Ravara (Cremona) che è stato il luogo in cui all’età di 14 anni, ho iniziato la mia attività lavorativa come operaio e in cui è nata la passione per il legno. Perciò, oltre ad essere una location ottimizzata, ha anche per me un grande valore affettivo. Tornando al prodotto, mi preme sottolineare come tutta la produzione avvenga in loco e che la maggior parte della materia prima sia autoprodotta. Il ciclo produttivo unisce il know how della precedente gestione con la forza del Gruppo Braga e si compone di varie fasi di segheria, pressatura e rifinitura il tutto eseguito con macchinari di nuova generazione. D. Un altro ramo d’azienda è focalizzato sulle architetture d’interno chiavi in mano. In che modo? R. Nel 2015 abbiamo acquisito il brand Arte+Partners e aperto una filiale produttiva a Breda di Piave (Treviso) che si occupa di progettare e realizzare allestimenti nella loro totalità, dal layout iniziale alla consegna chiavi in mano, dedicati a hotel, hospitality, restaurant, cafeteria, shop, office, wellness ed event. Il tutto lavorando a stretto contatto con celebri designers italiani e internazionali. D. Sottolineate l’aspetto della compatibilità ambientale. Come? R. Accennavamo prima al fatto che la nostra filiera produttiva diretta partisse dal bosco e terminasse con il bosco. Il legno è vita, i nostri boschi hanno ottenuto le certificazioni ambientali Fsc e Pefc, sono perciò gestiti in maniera sostenibile e regolamentata, nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Effettuiamo solo tagli selezionati e autorizzati, manteniamo pulito l’ambiente del sottobosco e le piantumazioni sono programmate secondo rigidi standard. Ma il rispetto per l’ambiente passa oltre che dal bosco, anche dal riciclo dei materiali di scarto, che ci permettono di creare prodotti di qualità nel rispetto della natura e dell’ambiente. Gli scarti di lavorazione di legno vergine, privi di colle o agenti estranei, infatti, sono utilizzati sia come fonte alternativa per la produzione di calore all’interno dello stabilimento, sia come materia prima per la produzione di biocombustibile (pellet). D. Ora quali sono attualmente le aree di business? D i c e m b r e / G e n n a i o

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Le fasi di lavorazione dei pannelli porta in laminato, che richiamano l’uscio in massello assemblato senza però che si deformi nel tempo

R. Noi ci rivolgiamo principalmente ad aziende del settore, falegnami, showroom, studi di progettazione e architetti. Per scelta preferiamo non proporre direttamente all’utilizzatore finale i nostri prodotti, ma essere il supporto su cui le realtà elencate in precedenza possono fare affidamento per poter proporre alla propria clientela i nostri prodotti e le nostre soluzioni. D. Avete un rapporto con il mondo della distribuzione o con quello della progettazione? R. Attualmente con il reparto casseri e per altre tipologie di prodotti in legno riforniamo molti dei principali magazzini edili e punti vendita della Gdo. Per quanto riguarda il settore porte, abbiamo sviluppato sia direttamente con la nostra rete commerciale, sia tramite la nostra divisione contract importanti collaborazioni con designer italiani e internazionali. D. Avete puntato anche sul mercato estero? R. Ovviamente, il made in Italy è sempre ricercato e apprezzato. Tramite la nostra rete commerciale abbiamo stipulato importanti partnership con aziende estere del settore e ciò ha reso possibile l’installazione delle nostre porte in numerosi quartieri residenziali di nuova costruzione in tutto il globo in zone rinomate quali Canada, India e Qatar solo per citare alcuni esempi. D. In questi anni gli infissi sono cambiati? R. Certamente. Come ogni cosa, anche le porte si evolvono e cambiano. C’è stata una evoluzione nel corso degli anni che ha portato dalla semplice porta di una volta, a soluzioni più rivolte all’estetica funzionale. Ciò ci ha portato a sviluppare soluzioni di chiusura nuove quali, per esempio, cerniere a scomparsa invisibili a porta chiusa o porte rasomuro pitturabili con la stessa tonalità del muro e a ricercare decorativi sempre più in linea con quelle che sono le richieste ed i gusti del mercato. D. Quali sono le richieste del mercato? R. Oggi si cerca la semplicità unita al design. Il mercato richiede porte belle, semplici, che però possano anche essere personalizzate per renderle uniche. Mi riferisco, per esempio, a incisioni o pantografature sul pannello. Il tatto vuole la sua parte, perciò si ricercano finiture laminate matrix 3D che lascino una sensazione di legno vero. Anche l’aspetto visivo, naturalmente, è importante: proponiamo anche D i c e m b r e / G e n n a i o

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soluzioni a filo o addirittura completamente integrate che diventino un tutt’uno con la parete stessa. D. Come si evolverà in futuro il sistema porta? R. Non è facile prevederlo. Molto dipende da come si evolveranno i gusti e le richieste delle persone. Quel che è certo è che noi saremo sempre pronti a soddisfare ciò che il mercato richiederà. D. Esiste un italian style nel vostro settore? R. Assolutamente sì, è ineluttabile che l’italian style sia sempre richiesto e ricercato quale sinonimo di eleganza e qualità. Chi non è del settore forse non ci bada, ma andando all’estero si percepisce la differenza tra un prodotto made in Italy e uno non made in Italy. D. Quanto conta l’aspetto estetico? R. È importantissimo. Provi a pensare a quanto sia importante abbinare la giusta porta con la finitura corretta all’ambiente in cui andrà installata. Sembra una banalità ma una porta abbinata in modo corretto dona eleganza a tutta la stanza. La maggior parte delle volte non ci si rende conto di quanto sia importante nell’equilibrio del corretto design di un ambiente. D. L’ultima mossa di Braga è piaciuta specialmente a Varese. Avete sponsorizzato, infatti, la storica Pallacanestro Varese. Come mai? R. Due sono i motivi principali, il desiderio di contraccambiare il territorio per il supporto dimostrato al nostro deposito di distribuzione dei prodotti finiti di Caronno Pertusella (aperto nel 2016) e l’obbiettivo di dare maggiore visibilità al brand attraverso il legame ad una realtà storica, radicata e seria. Il cerchio si chiude con la comprovata passione per il basket: Braga dal 2010 al 2012 è stata main sponsor della Vanoli Cremona. D. Quali sono i traguardi che vi proponete per il 2020? R. Non posso negare che gli obbiettivi siano quelli di espandere ancora di più la nostra quota di mercato soprattutto all’estero e fare in modo che il nostro brand acquisisca la notorietà che già possiede presso gli operatori del settore anche presso gli utilizzatori finali per far sì che anch’essi possano conoscere la qualità dei nostri prodotti. Come sempre poi, faremo in modo di seguire le tendenze e le richieste continuando ad investire in ricerca e sviluppo di soluzioni sempre più innovative e funzionali oltre che esteticamente belle.

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A R D - F. L L I R A C C A N E L LO

UN MONDO A COLORI ANCHE ALL’ESTERNO L’azienda veneta festeggia il traguardo degli 80 anni con una grande opera di street art che ricopre la parete esterna dell’impianto produttivo a Padova. E che rappresenta ciò che natura e sfumature possono portare in uno spazio grigio come una zona industriale di Veronica Monaco

GiancarlaRaccanello, con Ilaria Raccanello e Luigi Gorza

A

rd Raccanello compie 80 anni e festeggia nel segno della street art con un graffito realizzato da Tony Gallo sulla facciata dello storico stabilimento in via Prima Strada nella zona industriale di Padova, dove l’azienda è stata la prima a insediarsi nel 1961. «Sono trascorsi 80 anni da quando mio suocero, insieme ai figli Giuseppe e Gino, hanno iniziato questa attività. Abbiamo deciso di regalare a noi stessi e alla città un’opera speciale», dichiara Giancarla Raccanello, presidente e moglie di Gino. «Siamo orgogliosi di aver decorato la facciata col murale più grande della città dipinto coi nostri prodotti». UNA STORIA D’ARTE E IMPEGNO Specializzata in prodotti vernicianti professionali per l’edilizia, l’azienda inizia a muovere i suoi primi passi nel 1939 in una drogheria in Piazza

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delle Erbe a Padova, dove il proprietario Dante Aurelio Raccanello, oltre ad altri prodotti di uso quotidiano, vende anche colori e polveri pigmentate. Un mercato che apre ottime opportunità di business tanto che, pochi anni dopo, insieme ai figli Giuseppe e Gino, fonda la società Ard Raccanello, conosciuta nel tempo come «i colori dell’indiano». Oggi l’azienda impiega oltre cento dipendenti nei due stabilimenti a Padova e Castelguglielmo che ogni anno producono oltre 10mila tonnellate di pitture. Presente in tutto il territorio nazionale con più di 700 distributori e in oltre 20 paesi a livello mondiale, Ard Raccanello è guidata da una proprietà tutta al femminile, con Giancarla Raccanello nel ruolo di presidente e le figlie Ilaria e Cristina, affiancate dal nipote Luigi Gorza. «Stringere un legame tra territorio, arte, impresa, giovani e tessuto sociale è un impegno che la nostra famiglia ha storicamente coltivato», afferma l’ad Ilaria Raccanello. «Siamo stati i primi in Italia a utilizzare il Bonus Art per finanziare il recupero del complesso museale di Santa Caterina a Treviso, da diversi anni siamo sponsor tecnici delle mostre del Museo Diocesano di Padova e abbiamo contribuito a diverse manifestazioni socio-culturali come il recupero del carcere Due Palazzi, in cui oltre al colore, abbiamo messo a disposizione l’esperienza dei nostri tecnici per formare i detenuti di modo che potessero imparare un mestiere che ci auguriamo possa essergli utile in futuro». IL MURALE L’opera realizzata da Tony Gallo, assieme a Boogie ead e a Carlo Alberto Conte, per l’ottantesimo anniversario di Ard Raccanello si chiama Di Natura, in Natura e rappresenta ciò che natura e colore possono portare in uno spazio grigio come una zona industriale. «L’idea di lavorare con un’azienda così attenta all’ecologia, mi ha ispirato nei contenuti dell’opera», spiega l’artista. La realizzazione è stata molto impegnativa per via delle dimensioni, 564 metri quadri, la mia opera più grande. Per questo l’apporto di un’azienda leader nel suo settore è stato essenziale, sia in termini operativi che tecnici». «Dal primo incontro con Tony Gallo ho capito subito che oltre alla creatività, mette in gioco doti di sensibilità e umanità uniche», racconta il responsabile marketing Marco Canciani. «Per questo, oltre al forte legame col territorio e col colore, ho ritenuto che poteva essere la persona giusta per questo progetto». «Tony Gallo è un artista che sa valorizzare al massimo il colore a 360 gradi, generan-

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Lo street artist Tony Gallo

do un’energia speciale. Per un’industria produttrice di colore, non può esserci biglietto da visita più impattante che una facciata decorata da lui», aggiunge il direttore commerciale Luigi Gorza. Da circa un anno l’azienda padovana sta collaborando con alcuni street artist, per diffondere le loro opere e fare cultura su tematiche legate alla performance dei prodotti vernicianti. «Il rapporto tra i murales e i lavori tradizionali può essere considerato simile a quello tra la Formula 1 e le automobili destinate all’utilizzatore comune. Confrontandoci con gli artisti riusciamo a mettere in pista il nostro potenziale e la ricerca di performance elevate su lavori speciali, ci spinge a cercare soluzioni innovative. È un rapporto di simbiosi, gli artisti ci stimolano e in cambio ricevono un feedback utile per migliorare il loro lavoro», spiega il direttore tecnico Andrea Bagante. «La qualità dei nostri prodotti e l’esperienza dei nostri tecnici possono contribuire a soluzioni vincenti sia per motivi estetici, sia per performance applicative che per una durata maggiore dei murales».

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T E C N A S FA LT I I S O L M A N T

PROFESSIONISTI DEL SILENZIO Le nuove soluzioni per l’edilizia dell’azienda specializzata nella coibentazione contro il rumore. La divisione Isolspace comprende pannelli fonoassorbenti di design ecologici e personalizzabili, soluzioni sostenibili sia dal punto di vista estetico che ambientale di Franco Saro

P

resente da oltre 40 anni sul mercato dell’isolamento acustico e termico nelle costruzioni civili e industriali con il marchio Isolmant, Tecnasfalti ha sviluppato negli ultimi anni soluzioni all’avanguardia anche nell’ambito della correzione acustica degli ambienti interni, dando vita a isolspace, il brand per la fonocorrezione di design la cui immagine negli ultimi mesi è stata oggetto di un’importante operazione di restyling. Una poblematica sempre più attuale e diffusa che l’azienda ha sa-

Ilaria Quarantelli Esempio di applicazione Isolspace Style

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puto anticipare e affrontare con prodotti altamente personalizzabili, come spiega l’ingegnere Ilaria Quarantelli, product manager della divisione isolspace. Domanda. Com’è cambiato il mercato in tutti questi anni e a che punto siamo adesso? Risposta. In passato l’acustica era un argomento poco conosciuto, di cui si avvertiva l’impatto negativo nella vita di tutti i giorni, ma per il quale non erano chiare le possibili soluzioni. Negli ultimi tempi la consapevolezza verso la problematica dello scarso comfort acustico negli ambienti sta crescendo, anche grazie al lavoro di divulgazione tecnica portato avanti dalle aziende, e il mercato si sta evolvendo di conseguenza con soluzioni integrabili negli ambienti esistenti. D. Anche le normative sono in continuo aggiornamento: quali sono i principali riferimenti normativi che regolano il settore? Quelli attuali sono in linea con le esigenze del mercato o ci sono lacune da colmare? R. L’acustica in edilizia è regolamentata dal Dpcm 5/12/97, che non è particolarmente esaustivo per quanto concerne l’analisi e la regolamentazione del comfort acustico interno negli edifici. Sono prese in esame solo le aule e le palestre scolastiche, facendo riferimento a una circolare ministeriale del 1967. Un’importante innovazione è

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GAMMA SENZA LIMITI La gamma Isolspace di Tecnasfalti Isolmant si compone di tre diverse

integrati. La posa non richiede interventi strutturali, e può essere in

linee, Style, Sky e Industry, per infinite combinazioni di forme,

aderenza, con cornice, a baffle e a isola. Facile da installare è anche

colori e finiture. Pensato per integrarsi a ogni ambiente, il pannello

il pannello isolspace Sky, ideale per uffici e ambienti pubblici con

presenta una particolare conformazione a densità differenziata

controsoffitti modulari a orditura metallica: il formato 6x60 e lo

nello spessore, che consente di migliorare le caratteristiche di

spessore di 2 centimetri permette, infatti, di sostituire facilmente i

assorbimento acustico, in particolare delle frequenze più alte.

normali quadrotti in cartongesso. Disponibile nelle versioni standard

Isolspace Style è disponibile in tre versioni: black&white, che

nei colori bianco, nero e grigio melange, e su richiesta in tutti i colori

lascia a vista il colore della fibra, bianco o nero; original, su cui

Pantone. Infine, per gli ambienti industriali, rumorosi per eccellenza,

è possibile stampare immagini e foto, anche con tagli su misura;

Tecnasfalti Isolmant ha messo a punto Isolspace industry, studiato

collection, che asseconda le mode e tendenze del momento. Il

per garantire un elevato assorbimento anche alle frequenze più

pannello, rettangolare e circolare, è disponibile anche con forme e

basse e in ambienti di grandi dimensioni. Il pannello è disponibile in

formati fuori standard, e si presta alla realizzazione di pezzi speciali,

due spessori e tre dimensioni, su richiesta è fornito con appositi cavi

anche con funzionalità aggiuntive come elementi di illuminazione

d’acciaio per facilitare la posa in sospensione verticale.

stata introdotta dal decreto cosiddetto Criteri ambientali minimi del 2017, che richiede il raggiungimento di determinate prestazioni acustiche definite nella norma Uni 11532, le cui parti, che analizzano gli ambienti in base alla loro destinazione d’uso, sono in fase di pubblicazione. Si tratta di uno strumento molto importante, che permette al progettisti di studiare il comportamento acustico degli ambienti in maniera precisa e di proporre ai committenti soluzioni ad hoc per il raggiungimento delle prestazioni attese tramite prodotti specificatamente studiati. D. Quali soluzioni propone Tecnasfalti, in che cosa si differenziano e quali sono i loro plus? R. Tecnasfalti ha dedicato alla correzione acustica la divisone Isolspace, che comprende pannelli fonoassorbenti di design ecologici e personalizzabili: caratteristiche che rendono sostenibile intervento sia dal punto di vista estetico che ambientale. I pannelli Isolspace si adattano a qualsiasi ambiente, dal settore scolastico al mondo della ristorazione, dagli agli uffici agli spazi commerciali, perché possono essere personalizzati nella forma e nella finitura in modo da integrarsi perfettamente nell’estetica dei locali.

Esemplio di applicazione Isolspace Sky

Esemplio di applicazione Isolspace Industry

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MUOVIAMOCI

Il magazzino al microscopio

I

l magazzino è un’area aziendale che diviene sempre più importante per garantire un buon servizio al cliente, oltre che rappresentare una voce di costo molto importante per tutte le aziende. Negli ultimi anni il costo della logistica è circa 10% del Pil (in Italia). I costi della logistica sono a loro volta circa il 10% delle vendite e sono così composti per il 39% dai trasporti, per il 23% dal magazzino, per il 27% dalla gestione delle scorte, dal 6% dalla gestione dell’ordine e customer service e per il 5% dai costi amministrativi. Appare evidente che l’azienda per poter essere competitiva deve riuscire a contenere e/o ridurre i costi inerenti il magazzino. Nasce quindi l’esigenza di comprendere come sia costituito il sistema magazzino e quali elementi debbano essere presi in considerazione per riprogettare e/o riorganizzare tale funzione o area aziendale. Gli elementi di progetto • I prodotti: costituiscono il fulcro attorno al quale sono progettate le attività operative. Si tratta di tutto ciò che deve essere stoccato all’interno del magazzino. Prodotti particolari richiedono condizioni ambientali adatte, come i prodotti alimentari, i

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farmaceutici, i prodotti chimici, i prodotti infiammabili. Altri prodotti richiedono invece metodi di movimentazione idonei (pallet, gabbie, serbatoi, etc.) • Le infrastrutture: sono rappresentate da tutti quei vincoli fisici spesso inamovibili, come l’altezza del capannone, la distanza tra le colonne portanti, il numero di baie, ampiezza delle zone scoperte eccetera. Il progetto del magazzino deve necessariamente valutare spazi e volumi entro cui si realizzeranno le attività di movimentazione e stoccaggio. • Le strutture interne: sono tutti quegli elementi su cui o entro i quali verranno posizionati i prodotti, dalla scaffalatura portapallet alla cella frigo. • Le tecnologie: conosciute anche come Ict (Information and Communication Technologies), sono rappresentate da tutti quei dispositivi necessari per una corretta gestione delle informazioni a supporto del processo, dal lettore codice a barre ai sistemi Rfid, ai lettori eccetera. • I mezzi di movimentazione: carrelli elevatori, transpallet e altri sistemi di movimentazione necessari per spostare i prodotti internamente ed esternamente al magazzi-

no. La movimentazione e/o lo stoccaggio possono essere anche automatici, come i convogliatori o i magazzini automatici. Solitamente l’automazione permette al prodotto di muoversi indipendentemente dalla presenza degli operatori. • Le persone, ovvero il gruppo di individui che dovranno gestire i processi. La loro organizzazione costituisce uno degli elementi più importanti e più critici per un magazzino che deve fornire prestazioni di successo. Ridurre i costi di magazzino significa, quindi, prendere in esame ciascuno degli elementi precedentemente elencati e successivamente creare delle sinergie al fine di rendere i processi più fluidi per aumentare la velocità, rendere le attività più semplici al fine di diminuire gli errori, creare un’organizzazione snella per evitare qualsiasi tipo di spreco. 6 zzata nddonali Pers 285.i 230xdd slim_74.in ER-IV paris COV ADV YT

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di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)

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di Cristiano Vassanelli *

Isolamento termico, eliminazione dei rumori molesti, infiltrazioni d’acqua: le soluzioni offerte dai moderni materiali sono molte. Ma per ottenere un risultato positivo è necessario utilizzare quelle giuste per ogni problema da risolvere. Ecco quali rimedi scegliere, caso per caso

L

o sfruttamento di fonti energetiche di origine fossile, accoppiato a una richiesta di energia in continuo incremento, sta mettendo in crisi le stime effettuate in passato sulle capacità di limitazione del fabbisogno energetico del comparto edile. L’energia consumata per il riscaldamento invernale, ma soprattutto quella adibita a soddisfare la richiesta per il raffrescamento estivo, sta raggiungendo limiti superiori alle previsioni con velocità di incremento che si potrebbe definire quasi esponenziale. Da stime effettuate a livello mondiale (secondo quanto riportato nel rapporto dell’International Energy Agency), i consumi di energia elettrica sono oggi responsabili del 10% del consumo globale e raggiungono volumi al limite delle sostenibilità. Basti pensare che sono presenti 1,6 miliardi di apparecchi per il raffrescamento estivo e che, considerando l’aumento demografico, le previsioni per il 2050 indicano un ulteriore incremento di tali apparecchiature, capaci di raggiungere un totale di 5,6 miliardi di unità. ALLARME COLLASSO Nei prossimi anni, quindi, sarà sempre più stringente la necessità di porre un limite ai consumi, per non creare un collasso delle forniture elettriche nei Paesi più industrializzati ed in quelli in via di sviluppo. Affinché si possa pensare di fermare questa sorta di emorragia energetica, sarà necessario intervenire agendo su diversi fronti: i produttori di sistemi di raffrescamento saranno forzatamente costretti a trovare il modo di incrementare il rendimento di tali apparecchiature e il comparto edile dovrà portare avanti con un deciso aumento di velocità il percorso virtuoso di incremento dell’isolamento termico degli edifici. A livello nazionale dal 2006 a oggi si sono succeduti molteplici aggiornamenti legislativi e normativi, resesi necessari per il continuo peggiorare delle problematiche energetiche e dal primo gennaio 2019 è entrato in vigore l’ultimo aggiornamento sui limiti di Legge nazionali, rivolto sia alle prestazioni dell’involucro che al rendimento degli impianti. Le dispersioni energetiche imputabili all’involucro esterno di un edificio pesano sull’economia dei consumi energetici in modo evidente ed è per tale ragione che il comparto edile è, assieme al trasporto e l’industria, uno dei tre player su cui tutti gli Stati stanno ponendo grande attenzione e da cui potremmo ottenere risultati tangibili in termini di risparmio energetico e limitazione dell’impatto ambientale. DISPERSIONE RECORD Se prendiamo ad esempio in considerazione un piccolo edificio monofamiliare sorto negli anni Cinquanta o Sessanta, sprovvisto quindi di particolari attenzioni rivolte all’isolamento termico e procediamo al calcolo delle dispersioni termiche delle pareti perimetrali, del pavimento e della copertura, i valori che si ottengono possono raggiungere percentuali molto elevate, che si aggirano attorno al 75%, come mostrato nel diagramma a torta nella pagina, esemplificativo di una casistica simile nel Comune di La Spezia.

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2 Per limitare il flusso termico negativo è di fondamentale importanza procedere a un isolamento dell’involucro in grado di limitare, in base alle necessità stagionali, le dispersioni energetiche verso l’esterno, mantenendo o garantendo un corretto equilibrio termoigrometrico degli ambienti. La prima fondamentale valutazione infatti, deve essere effettuata sull’obiettivo di isolamento imposto dalle condizioni climatiche. Giusto per intenderci, Brunico e Catania non hanno le stesse necessità: la prima dovrà avere capacità di isolamento più spiccate per il regime invernale, mentre per la seconda sarà esattamente il contrario. Già questo primo assunto può portare a considerare diverse tipologie di materiali presenti sul mercato, favorendo per le problematiche estive, murature massive e isolanti con elevato valore di potere calorifico o calore specifico. Ma andiamo per gradi. I sistemi costruttivi con cui possiamo limitare le dispersioni energetiche dell’involucro di un edificio sono molteplici e dipendono, in estrema sintesi, dalla destinazione d’uso dell’alloggio oltre che dagli eventuali vincoli architettonici o urbanistici e dall’impatto economico dell’intervento. A grandi linee potremmo così suddividere le varie filosofie: 1. Isolamento dall’esterno (isolamento a cappotto). Idoneo in tutti i casi di destinazione d’uso permanente (residenziale, uso ufficio, scolastico, ospedaliero), non particolarmente consigliato se la necessità è di avere ambienti caldi in poche decine di minuti. 2. Isolamento in intercapedine (anche detto muro a cassetta). Idoneo in tutti i casi di destinazione d’uso (residenziale, ufficio, scolastico, ospedaliero), ma devono essere corretti i ponti termici dovuti alle strutture (in cemento armato, legno o altro). 3. Isolamento dall’interno (isolamento a cappotto interno). Spesso utilizzato in interventi di ristrutturazione, perfetto per ambienti a destinazione d’uso saltuaria, a meno di notevoli spessori è deficitario sulla limitazione dei ponti termici.

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Come è possibile intuire da questa breve panoramica, le soluzioni disponibili sul mercato sono molte e le possibilità di proporre soluzioni miste tra i sistemi costruttivi, sono praticamente illimitate. Prescindendo al momento dalle problematiche legate all’impatto economico, le scelte progettuali dipenderanno da una serie di valutazioni che partendo dalla necessità di fornire un corretto livello di isolamento termico, allineato con le richieste di legge, non dovranno dimenticare le necessità che riguardano altre tematiche, tra le quali l’isolamento acustico dai rumori esterni, la durabilità, la sostenibilità ambientale e la resa estetica.

su telaio metallico (contropareti), con isolamento in intercapedine e finitura costituita da lastre di gesso rivestito o gesso-fibra, dotate di elemento di controllo del vapore. Tali interventi potranno essere eseguiti sia con pannelli pre-fabbricati composti da una lastra in gesso rivestito (detto anche cartongesso) accoppiata con uno strato di isolamento termico in polistirene espanso (Eps), estruso (Xps), fibre minerali (roccia o vetro) o naturali (legno, canapa o cotone) con spessore da valutare sempre con il supporto di un tecnico incaricato, che con strutture metalliche di sostegno dotate di intercapedini da riempire sempre con le medesime tipologie di pannelli adibito ad isolamento termico.

IL PIÙ GETTONATO La soluzione più sfruttata ad oggi, sia per le nuove costruzioni che LA TERZA VIA per l’efficientamento energetico del parco immobiliare esistente, è In campo di ristrutturazioni e risanamenti energetici, nei casi di senza ombra di dubbio il sistema di isolamento a capotto esterno. pareti perimetrali dotate di intercapedine sta prendendo piede la Tale sistema costruttivo, a fronte di un costo sicuramente superiore tecnica dell’insufflaggio di materiali isolanti a base fibrosa, tra cui rispetto al tradizionale muro a cassetta con le fibre minerali e la fibra di cellulosa, maisolamento in intercapedine, è in grado di teriali dotati di buona capacità termica in La tecnica dell’insufflaggio fornire elevatissimi livelli di resistenza tergrado di incrementare l’isolamento termico mica e ottimi valori di sfasamento azzerando senza lo svantaggio di limitare le superfipuò essere adottata ogni potenziale ponte termico, passando daci calpestabili. Esecutivamente la tecnica vantaggiosamente sia per vanti a ogni disomogeneità delle costruzioni dell’insufflaggio può essere adottata vanle pareti perimetrali sia (pilastri, solai o altro) e mantenendo corretti taggiosamente sia per le pareti perimetrali per i sottotetti non abitabili livelli di traspirabilità alle murature, legati sia per i sottotetti non abitabili (le vecchie alla scelta della tipologia e alla costituzione soffitte o granai tanto per intenderci), con con piccole differenze interna dell’isolante prescelto e ai materiali piccole differenze in merito alla resa isolante in merito alla resa con cui si effettueranno le finiture. della soluzione, decisamente ottima per i isolante della soluzione Per le finiture esterne, argomento caldo a sottotetti ma meno risolutiva per le pareti seguito delle prime indiscrezioni trapelate perimetrali, in quanto non può sanare le sulla prossima Legge di Bilancio 2020, in problematiche dei ponti termici dovuti alla cui sembra verrà introdotto un nuovo piano di incentivazione ripresenza di eventuali pilastri e solai e l’isolamento sarà comunque sprovvisto di una regolazione della migrazione del vapore, qualora ferito al mercato delle facciate dei fabbricati a destinazione d’uso residenziale, con la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali del dovesse essere ritenuta necessaria. 90% fino a un importo massimo di 96 mila euro di investimento, esistono invece alcune interessanti proposte volte alla limitazione del IN CIMA A TUTTO surriscaldamento delle superfici orizzontali e verticali e di consePer gli elementi strutturali di copertura, siano essi piani o a falde, le guenza dei consumi energetici estivi, tramite l’applicazione di vernici tecniche d’intervento si basano sulle medesime filosofie già adottate e rivestimenti impermeabilizzanti riflettenti, capaci di respingere la per le pareti perimetrali. Quando attuabile, la soluzione migliore è radiazione infrarossa con percentuali che possono arrivare a sfiorare sempre rappresentata da un rivestimento della copertura a partire il 90%. A patto che l’esecuzione sia effettuata con estrema attendall’esterno (quindi una specie di cappotto per la copertura), capace zione seguendo le indicazioni dei produttori in merito al numero e di eliminare eventuali ponti termici. In caso non fosse economicaalla tipologia di fissaggi meccanici, oltre alle altre norme di buona mente vantaggioso o possibile intervenire dall’esterno, si procederà pratica ormai di conoscenza comune, la soluzione a cappotto non andando a rivestire l’intradosso del solaio di copertura applicando un ha particolari controindicazioni tranne nei casi di ristrutturazioni rivestimento a controsoffitto o meglio ancora, nei casi in cui esista di edifici esistenti in cui non è possibile usufruire di extra spessori un vano sottotetto, andando ad intervenire sull’estradosso del solaio esterni per questioni legate alla distanza con altri edifici. con pannelli di isolamento termico o in alternativa, prodotti insufflati come la fibra di cellulosa o le fibre minerali e spruzzati come la L’ALTERNATIVA schiuma poliuretanica. Per quanto concerne invece le problematiche Nei casi di edifici esistenti e in tutte le situazioni in cui la richiesta è di risanamento energetico del solaio contro terra o verso un vano di poter variare velocemente la temperatura interna di un ambiente, freddo (scantinato o autorimessa), nel primo caso l’unica soluzione la soluzione più praticata è il rivestimento a cappotto interno. Deve percorribile è rappresentata dall’inserimento di uno strato di isolaessere eseguito con le medesime tecniche del cappotto esterno mento termico a pannelli al di sotto del piano di calpestio, con le (avendo cura di prevedere uno strato di barriera al vapore verso il conseguenti problematiche relative alla perdita di altezza, mentre locale riscaldato) o in alternativa con i sistemi costruttivi a secco nel secondo caso sarà possibile intervenire all’intradosso del solaio D i c e m b r e / G e n n a i o

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(cioè dal vano interrato) con un rivestimento a soffitto che dovrà prevedere tipologie di isolanti specifici, tenendo conto anche dei vincoli dettati dalla legislazione in materia di protezione dal fuoco.

NEW ENTRY In tema di isolamento termico il mercato sta registrando continue novità, alcune assolutamente interessanti ed innovative, come gli isolanti di derivazione aerospaziale e quelli a cambiamento di fase, altre di più difficile definizione che propongono interventi risolutori in pochi millimetri, in grado di fornire le stesse prestazioni di un cappotto di spessore elevato. In tale contesto diventa fondamentale acquisire le competenze necessarie ad evitare amare sorprese. Attenzione, quindi, a come sono dichiarati i valori della conduttività termica ʎ dei materiali isolanti, che dovrebbe essere sempre riferita a una norma tecnica di riferimento e presentare caratteristiche di ripetibilità (il valore dichiarato dal produttore indicato con ʎd dovrebbe essere l’espressione di una campionatura di produzione anche indicato con il simbolo ʎ90/90). I CALCOLI GIUSTI Non dimentichiamo, infine, che per passare dalla conduttività dichiarata ʎd o ʎ90/90 a quella che dovremmo ritenere corretta per le valutazioni di calcolo, detta conduttività di progetto ʎp, sarà sempre necessario effettuare un’indagine per prevedere l’effettiva destinazione d’uso considerando i tre coefficienti di correzione riportati all’interno della norma Iso 10456, che considerano l’invecchiamento, la presenza di umidità e il gradiente di temperatura.

CONDUTTIVITÀ TERMICA DICHIARATA DAL PRODUTTORE ʎd

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INCREMENTO DELL’ISOLAMENTO ACUSTICO Con l’incremento dei ritmi della nostra esistenza quotidiana, portati al limite della frenesia, un momento di relax e riposo al termine di una lunga e stressante giornata lavorativa è tra le necessità più incombenti dei nostri tempi. Il comfort acustico e, di conseguenza, la tutela della privacy all’interno delle nostre abitazioni, è quindi da considerarsi una tra le caratteristiche salienti che un edificio deve essere in grado di garantire ai potenziali acquirenti, oltre a essere un parametro con cui si valuta la salubrità degli ambienti di vita, pariteticamente alle altre necessarie imposizioni igienico-sanitarie. A livello legislativo nazionale è in vigore da molti anni un decreto (Dpcm 5/12/1997) che stabilisce i livelli di comfort acustico minimo che ogni abitazione dovrebbe essere in grado di fornire come forma di protezione degli inquilini dai rumori provenienti sia dall’interno dell’edificio che dall’esterno. Tale impianto di legge, sia chiaro, non chiede e non si prefigge come obiettivo l’ottenimento di un livello di comfort che possa essere lontanamente paragonabile al silenzio, ma chiede di limitare l’inquinamento acustico quanto basta per garantire un livello minimo di qualità nelle costruzioni. TROPPI DECIBEL Nonostante i principi fisici di propagazione del rumore siano noti ed esista da anni un decreto legge che determina e impone dei limiti prestazionali, il panorama nazionale in materia di edifici acusticamente efficienti ed efficaci è ancora troppo scarno e la sua applicazione sul territorio potrebbe essere definita a macchia di leopardo, limitata a una percentuale del costruito che purtroppo non possiamo ancora ritenere sufficiente. In estrema sintesi, l’obiettivo del raggiungimento di un minimo comfort acustico non è ancora definitivamente entrato a far parte dello standard delle costruzioni. Esistono quindi un’enormità di edifici sprovvisti di requisiti acustici minimi, la maggioranza per questioni legate all’anno di costruzione (quelli costruiti prima dell’entrata in vigore del Dpcm 5/12/1997 del 20/02/1998) e una percentuale legata invece alle difficoltà progettuali, esecutive e derivanti da vincoli architettonici, paesaggistici oltre all’indifferenza ed alla scarsa sensibilità al problema di qualche attore del processo di edificazione. E se, malauguratamente, ci trovassimo a vivere in uno dei tanti edifici acusticamente scadenti? In quegli appartamenti figli della corsa al mattone degli ultimi vent’anni, dove riusciamo «a sentire i pensieri» dei nostri vicini, dove una corsa dei giocosi bambini del nostro vicino ci porta a pensare al terremoto, dove lo sciacquone del quarto piano sembra quello di casa nostra, ma noi abitiamo a piano terra e dove la protezione dai rumori esterni è talmente scadente che quando pas-

CONDUTTIVITÀ TERMICA DI PROGETTO ʎp

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l’alleato ideale per ristrutturare sa un autobus sembra che stia decollando un Jumbo? In queste situazioni disperate che cosa possiamo fare? Dobbiamo gettare la spugna? I RIMEDI Fortunatamente No. Grazie alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni volte a limitare il problema rumore, effettuato da un nutrito gruppo di aziende produttrici impegnate nella produzione e nella commercializzazione di soluzioni di bonifica acustica rivolti al mondo dell’edilizia civile, è oggi possibile scegliere tra molteplici opportunità in grado di limitare fino a eliminare i disturbi da rumore, intervenendo sui vari elementi del fabbricato in base alle necessità e alle disponibilità operative oltre che economiche. Prima di addentrarci nella descrizione delle opportunità e delle modalità di posa in opera delle stesse, è fondamentale fare qualche premessa e chiarire qualche questione affinché nessun lettore possa rimanere scottato a seguito di un'errata o troppo frettolosa valutazione del suo disturbo da rumore. Tutte le tipologie di rumori a cui siamo sottoposti nel nostro vivere quotidiano, vengono percepiti dal nostro apparato uditivo sotto forma aerea, cioè attraverso la variazione di pressione che il fenomeno fisico acustico crea nell’aria. Un rumore dovuto al volume elevato della radio del vicino, piuttosto che quello dello sciacquone dello scarico o quello che percepirono a seguito del camminare di chi vive sopra alla nostra testa o, infine, ai rumori da traffico che entrano nelle nostre case, hanno origine completamente differente. Ma la medesima tipologia di percezione. CAPIRE L’ORIGINE Con diverse cause scatenanti, spesso in commistione tra loro, diventa fondamentale avere la certezza della natura di un rumore prima di procedere a qualsiasi intervento. E questo per evitare di porre in opera degli interventi, magari invasivi e costosi, senza ottenere poi il giusto compenso in termini di comfort. Una volta stabilito con ragionevole certezza il tipo di rumore disturbante, eventualmente grazie all’ausilio di un tecnico esperto, sarà possibile procedere nella ricerca della soluzioni e sarà ulteriormente possibile procedere mettendo in atto differenti tecniche di bonifica acustica all’interno delle abitazioni come di seguito riassunto e presentato.

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PARETI DIVISORIE TRA UNITÀ ABITATIVE Quando il disturbo da rumore è dovuto al vociare dei vicini o al rumore di un impianto idraulico passante all’interno della parete che divide gli alloggi, la tecnica d’intervento maggiormente sfruttata in ambito di bonifica acustica è quella della controparete. Si tratta di costruire un’ulteriore parete addossata a quella esistente, interponendo degli strati di materiali fibrosi, affinché la trasmissione dell’energia di pressione sonora proveniente dall’altro lato della parete possa diminuire disperdendosi tra gli elementi ulteriormente posizionati tra le abitazioni. La prima valutazione necessaria per la scelta della tipologia di intervento è relativa alla capacità di portata del solaio su cui erigere la contro-parete. Se il solaio è di tipologia massiccia, in getto di calcestruzzo o in latero-cemento, non si presentano problemi. Ma se i solai sono di tipologia leggera, tipo quelli in struttura lignea o altre soluzioni, va effettuata un’attenta valutazione della distribuzione dei carichi al fine di evitare possibili problematiche strutturali, che potrebbero ledere la statica dell’intero edificio o solamente creare problemi di fessurazioni nell’appartamento sottostante a quello in sede di intervento. Le possibilità esecutive sono molte e dipendono dalle tipologie di materiali prescelti e dalla destinazione d’uso dei locali oggetto d’intervento. Potremmo grossolanamente suddividere le modalità d’intervento in due categorie: Contro-pareti pesanti in laterizio Contro-pareti leggere in gesso rivestito (anche detto cartongesso) Per le contro-pareti in laterizio la modalità esecutiva è rappresentata dalle immagini a corredo di questo articolo. Partendo dalla parete esistente rivestita dall’intonaco civile, si procederà alla posa in opera dei pannelli di materiale adibito ad assorbimento acustico per poi erigere una nuova parete in laterizio di spessore a piacere (solitamente 8 centimetri o massimo 12 centimetri) addossata ai pannelli precedentemente posati e nuovamente rivestita di intonaco civile.

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LA SCELTA DEI MATERIALI Per quanto riguarda i materiali si suggerisce di procedere con tipologie di laterizio alveolato, cioè dotati di una percentuale di foratura del blocco non superiore al 45%: più pesanti e, quindi, dotati di maggior capacità di isolamento acustico. Per i pannelli, invece, la scelta dovrà essere effettuata privilegiando materiali aventi costituzione spaziale di tipo fibroso, sono da escludere materiali con celle chiuse, meno performanti sotto l’aspetto dell’assorbimento acustico. Saranno quindi idonei i materiali tipo pannelli di fibra di vetro con densità 50 kg/m3, pannelli in lana di roccia con densità 70 kg/m3, pannelli in fibra di poliestere aventi densità 20 kg/m3, e altri come fibra di legno, fibra di canapa, lana di pecora, sempre con medie densità (come regola per la scelta della corretta densità considerate che più il diametro medio delle fibre che costituiscono i pannelli è piccolo, più sarà necessario avere alte o medio-alte densità, mentre maggiore sarà il diametro medio, minore dovrà essere la densità per non occludere troppo la maglia tridimensionale dei pannelli e limitare la capacità di dispersione di energia di pressione sonora in attrito che il pannello deve produrre). IL RENDIMENTO A livello prestazionale, considerato quanto riportato in letteratura tecnica di settore e quanto certificato in vari test di laboratorio effettuati da molti produttori, il guadagno ottenibile con una contro-parete in laterizio, considerando i tempi, i costi e lo spessore necessario all’intervento (al minimo circa 15-16 centimetri) è approssimativamente di 5-9 dB a seconda degli spessori impiegati. Se altresì si volesse procedere con una contro-parete in lastre di gesso rivestito montate su struttura metallica, la situazione sarebbe lievemente più complessa per quanto riguarda la modalità di posa ma certamente vincente per la velocità di esecuzione (è un sistema completamente a secco, quindi non ci saranno da aspettare i tempi

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di stagionatura degli elementi, come nel caso della malta nella precedente versione) e la leggerezza dell’intervento. Partendo sempre dalla parete esistente sarà posata la struttura metallica di sostegno della contro-parete leggera, disponibile negli spessori 50 mm, 75 mm o 100 mm, avendo cura di mantenere staccata la struttura dalla parete esistente (bastano 5 millimetri o 1 centimetro) per evitare il trasferimento delle vibrazioni dal telaio. Le guide a U che saranno posate a terra, a soffitto e sulle pareti laterali, dovranno essere fissate alle strutture esistenti previo inserimento di una fascia di polietilene (indicata in azzurro nelle figure) che garantisca il distacco del telaio dal resto dell’edificio. I montanti verticali dovranno invece essere fissati alla struttura perimetrale con passo di 60 centimetri per fissare poi correttamente le lastre di gesso rivestito e ottenere il giusto compromesso tra i vicoli strutturali del sistema e la possibilità di libertà di vibrazione delle lastre (se le lastre fossero troppo vincolate e non fossero in grado di vibrare liberamente una volta sottoposte al rumore, non sarebbero in grado di dissipare l’energia di pressione sonora sotto forma energia di deformazione delle lastre stesse).

I PANNELLI Ultimata l’opera di posa della struttura metallica di sostegno sarà possibile inserire i pannelli di materiale fibroso (con essenze come prima riportato ma densità inferiore, in questi casi sarà sufficiente procedere con medio-basse densità) all’interno dei montanti. Posati i pannelli, sarà in conclusione possibile fissare meccanicamente le lastre di gesso rivestito di spessore 12,5 millimetri avendo cura di procedere alla posa con giunti sfalsati, in modo da evitare che la possibile cavillatura del giunto del primo strato di lastre possa corrispondere con i giunti del secondo strato di lastre facendo passare il rumore. A livello prestazionale, considerato quanto riportato in letteratura tecnica di settore e quanto certificato in vari test di laboratorio effettuati da molti produttori, il guadagno ottenibile con una controparete leggera in lastre di gesso rivestito su struttura metallica riempita di pannelli fibrosi, considerando i tempi, i costi e lo spessore necessario all’intervento (da un minimo di circa 8 fino ad un massimo di 13 centimetri) è approssimativamente di 10-19 dB, D i c e m b r e / G e n n a i o

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secondo gli spessori e i materiali impiegati (oltre a lastre in gesso rivestito sono disponibili sul mercato anche quelle in gesso-fibra, più dense e quindi potenzialmente in grado di fornire maggior robustezza e prestazioni leggermente superiori). SOLUZIONI A CONFRONTO Volendo esprimere una preferenza dettata dall’esperienza, la soluzione leggera a secco in lastre di gesso rivestito montate su struttura metallica, è decisamente migliore rispetto alla soluzione pesante in laterizio, sia sotto il profilo della prestazione, dove la soluzione leggera è in grado di dare migliori risultati dell’incremento dell’isolamento in minor spessore, che sotto l’aspetto del peso e delle tempistiche esecutive. In estrema sintesi quindi la soluzione leggera è sempre da preferirsi rispetto all’alternativa in laterizio. INTERVENTI DI BONIFICA Quando il disturbo da rumore proviene dal piano superiore al nostro alloggio, le tecniche d’intervento con cui procedere si differenziano in base alla tipologia di rumore: se i rumori sono di

tipo aereo (vociare, radio, televisione) si procederà all’edificazione di un contro-soffitto aderente al soffitto esistente mentre, nel caso in cui i rumori provenienti dai vicini siano dovuti a percussione o calpestio (sentiamo quindi camminare i vicini, sentiamo spostare seggiole e tavoli o altro mobilio o la caduta accidentale di oggetto sul loro pavimento) la tecnica del contro-soffitto può non essere sufficiente a fornire il corretto livello di comfort, in quanto parte delle vibrazioni imposte al solaio soprastante potrebbe arrivare comunque alle nostre orecchie attraverso le pareti che sostengono il solaio. Tale condizione dipende dalla tipologia delle pareti che sostengono il solaio. Per pareti molto massicce (per esempio, quelle delle vecchie costruzioni in sasso e malta di spessore elevato 40-70 centimetri) limitano molto le trasmissioni laterali e l’intervento di contro-soffitto risulta decisivo anche per i rumori di percussione, mentre per pareti più leggere (solitamente in laterizio forato) sarà necessario prevedere ulteriori interventi direttamente da eseguirsi sul piano di calpestio del solaio soprastante (quindi con maggiori

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difficoltà relativamente alla possibilità di intervenire dal solaio di proprietà altrui. Molto spesso, infatti, nel caso di impossibilità di intervento dal piano soprastante, il contro-soffitto rimane l’unica opportunità di operare e gli interventi sul solaio sono limitati a casi di ristrutturazione dell’alloggio). STRUTTURA METALLICA Per quanto riguarda la tecnica esecutiva del contro-soffitto i materiali saranno molto simili a quelli usati per le contro-pareti leggere, si sfrutterà quindi una struttura metallica addossata al soffitto, riempita di pannelli fibrosi (come visto in precedenza) e chiusa con due lastre di gesso rivestito esattamente identiche a quelle viste prima. Operativamente i passi da seguire saranno dapprima il fissaggio meccanico delle guide a soffitto che sosterranno il telaio creando l’orditura primaria, previo inserimento di una fascia in polietilene (indicata in azzurro nel disegno sottostante) atta a limitare il possibile passaggio di vibrazioni attraverso la struttura. Il secondo passaggio riguarda, invece, il fissaggio dell’orditura secondaria con passo pari a 60 centimetri come precedentemente eseguito per la contro-parete (se il peso che dovrà sostenere il controsoffitto è particolarmente gravoso a causa della presenza di lampadari pesanti, macchinari o altro, sarà possibile intensificare la presenza dei montanti dell’orditura secondaria avvicinandoli e aumentandone il numero secondo quanto indicato dal posatore specializzato) e l’inserimento dei pannelli di materiale fibroso preposti all’assorbimento acustico (figura 8).

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POSA DELLE LASTRE Terminato il riempimento dell’intercapedine del contro-soffitto si procederà alla posa delle lastre di gesso rivestito (o gesso-fibra) sempre procedendo con la modalità di posa a giunti sfalsati. Nel caso lo spessore disponibile per l’intervento sia molto elevato (per esempio, 30 centimetri per le abitazioni dei primi del Novecento) sarà possibile procedere alla medesima operazione sfruttando un maggior spessore dell’intercapedine grazie alla posa di pendini dotati di molla (o gomma). Tale opportunità consentirà una prestazione dell’intervento ancora maggiore. A livello prestazionale, considerato quanto riportato in letteratura tecnica di settore e quanto certificato in vari test di laboratorio effettuati da molti produttori, il guadagno ottenibile con un contro-soffitto leggero in lastre di gesso rivestito su struttura metallica riempita di pannelli fibrosi, considerando i tempi, i costi e lo spessore necessario all’intervento (da un minimo di circa 8 fino ad un massimo anche di 30 centimetri) è approssimativamente di 10-20 dB a seconda degli spessori impiegati e dei materiali impiagati (oltre a lastre in gesso rivestito sono disponibili sul mercato anche lastre in gesso-fibra, più dense e quindi potenzialmente in grado di fornire maggior robustezza e prestazioni leggermente superiori). Nel caso di ristrutturazione, o dove sia possibile intervenire dal lato disturbante (quindi sul pavimento del vicino soprastante), la tecnica di bonifica che sta dando maggiori risultati come isolamento dai rumori di percussione o calpestio, si basa nell’inserimento di un materiale poco deformabile a compressione e di basso spessore (2-4 millimetri) direttamente al di sotto del nuovo pavimento. Tale tecnica è applicabile nel caso sia prevista la demolizione ed il rifacimento del pavimento esistente o nel caso si debba procedere in sovrapposizione al pavimento esistente.

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DUE SCELTE Secondo la tipologia di nuova pavimentazione, sarà possibile scegliere due diversi materiali: materassini in polietilene (Pe), gomma o fibra di poliestere possono andare bene al di sotto di una nuova pavimentazione in legno (meglio del tipo laminato, prefinito e posato a secco) in quanto la loro deformabilità non creerà problemi alla pavimentazione. Per pavimentazioni rigide (ceramica, cotto, marmo, granito, gres), invece, sarà opportuno selezionare materassini di spessore molto contenuto (2 millimetri) e dotati di deformabilità molto limitata per evitare il potenziale distacco della nuova pavimentazione o la fessurazione delle fughe cementizie delle piastrelle.

Delle due tipologie di intervento, quella rivolta alla pavimentazione in legno ha capacità di assorbimento dei rumori di calpestio decisamente superiore ai materiali adibiti a bonifica di pavimentazioni rigide. Volendo indicare un livello di attenuazione dei rumori potremmo dire che gli interventi di bonifica con pavimenti in legno possono togliere anche 20 dB, mentre quelli in cui sia necessario procedere a una nuova pavimentazione rigida hanno prestazioni più limitate e si attestano sui 6-10 dB nella migliore delle ipotesi. LIMITAZIONE DELLA RISALITA DELL’UMIDITÀ Passiamo ora a una patologia che affligge molti edifici, in particolar modo quelli rurali e le costruzioni che hanno più di 50 anni di vita: la risalita capillare di umidità dalle fondazioni o dall’esterno. Fino agli anni Sessanta l’impermeabilizzazione delle strutture non era una pratica consolidata come ai giorni nostri e molti edifici storici mancano totalmente di uno strato impermeabile in grado di proteggere le fondazioni della costruzione dalle infiltrazioni d’acqua (provenienti dalle precipitazioni meteoriche o in casi più complicati, dall’innalzamento della falda acquifera sottostante). Tra le soluzioni sfruttate per la costruzione delle pareti perimetrali di un edificio storico, spesso si possono incontrare materiali come D i c e m b r e / G e n n a i o

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i sassi, le pietre e i mattoni pieni, tutti dotati di un'elevata porosità e quindi in grado di assorbire facilmente l’acqua per capillarità, se messi in condizione di contatto diretto. L’acqua assorbita dal piede delle pareti sale di quota per effetto della capillarità, fino a un livello che consente all’acqua di trovare un ambiente idoneo ed evaporare, lasciando una netta linea di evaporazione sulla muratura. L’evaporazione dell’acqua lascia come residui i componenti solidi (sali) che lentamente saturano le porosità dell’intonaco, causando il progressivo disgregamento della superficie. STOP ALLA DISGREGAZIONE Il processo di disgregazione dell’intonaco è irreversibile e non potrà essere fermato fin tanto che non sia risolto il fenomeno della risalita capillare, cioè fino a quando non sia bloccata l’alimentazione al piede della parete. Per risolvere le problematiche di risalita capillare dell’umidità ed evitare il fastidioso e antiestetico deterioramento dello strato superficiale dell’intonaco, esistono molteplici tecniche d ’ inter vento, alcune delle quali estremamente invasive e dispendiose e spesso dedicate a interventi di salvaguardia del patrimonio storico nazionale. Parte esterna dell'intonaco

Deposito sali Micro pori contenenti acqua

Quando il volume dei micro pori non è più sufficiente a contenere i depositi di sali, la parte esterna dell'intonaco si disgrega

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SPECIAL E

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Premesso che non tutti gli interventi di risanamento dell’umidità di risalita capillare possono essere considerati definitivi, in quanto se non viene limitata la presenza di acqua che alimenta il piede delle pareti il fenomeno non si blocca, ci concentreremo sulle tecniche d’intervento che trovano maggiore diffusione sul mercato, tra le quali le barriere chimiche, l’elettro-osmosi e gli intonaci macro porosi. Gli interventi di limitazione della problematica della risalita capillare vanno innanzitutto valutati con estrema attenzione in merito alla tipologia di muratura. Infatti, certe tecniche d’intervento che possono essere ritenute idonee per una tipologia di muratura non sempre possono trovare applicazione per diverse tipologie (per esempio, la barriera chimica può dare buoni risultati con murature compatte, effettuate con pietre e sassi mentre può essere insufficiente per murature costruite con laterizi forati, in cui la distribuzione del materiale che deve fornire la barriera potrebbe essere discontinua e di conseguenza non chiudere il fronte di passaggio dell’acqua).

Gli interventi di limitazione della risalita capillare vanno innanzitutto valutati con estrema attenzione. Infatti, certe tecniche d’intervento idonee per una muratura non sempre possono trovare applicazione per altre

DIGA CHIMICA Partiamo quindi a descrivere brevemente la prima tecnica d’intervento, la barriera chimica, spesso adottata per interventi dall’esterno ed effettuata tramite sostanze nano-tecnologiche a base di silani, in grado di disporsi autonomamente senza soluzione di continuità e formare una barriera impermeabile al passaggio dell’umidità di risalita capillare. Per effettuare tale intervento è sufficiente praticare una serie di fori allineati verso il piede della muratura affetta dal problema della risalita (a un’altezza di circa 5 centimetri da terra), con profondità pari allo spessore del muro meno 5 centimetri distanti tra loro di circa 10-12 centimetri e con spessore circa 15 millimetri. All’interno dei fori praticati si inserisce un tubicino di plastica trasparente di diametro corrispondente al foro e si collega alla cartucce della barriera chimica nel caso il lavoro sia di piccola entità, a piccoli imbuti nel caso di interventi di entità superiore. La barriera chimica dovrà essere distribuita dal fondo del foro verso

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l’operatore, evitando di riempire il foro fino al limite esterno, ma fermandosi a circa 2 centimetri per consentire poi la stuccatura del foro con una malta a presa rapida. Ultimata questa operazione sarà poi possibile effettuare l’intonaco (meglio se della tipologia macro-porosa descritta di seguito) e concludere l’intervento.

ELETTRO-OSMOSI Un’altra tecnica che sta ritornando alla ribalta, sfruttata soprattutto per interventi dall’interno, è l’elettro-osmosi, storicamente conosciuta perché utilizzata dai soldati nazisti, che per primi hanno sfruttato la polarizzazione dell’acqua per tenere basso il livello della risalita di umidità all’interno delle grotte scavate in prossimità del lago di Garda, dove depositavano le munizioni. Lo stesso principio può essere sfruttato per mantenere a una determinata quota il livello dell’umidità di risalita all’interno delle murature di casa. Sul mercato sono oggi disponibili dispositivi molto poco invasivi (di dimensioni contenute e all’apparenza si presentano come delle scatole di plastica) che possono essere applicati ai piedi delle murature senza dare particolarmente nell’occhio.

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INTONACO MACRO POROSO L’ultimo sistema d’intervento, idoneo sia per interventi dall’interno che dall’esterno delle murature umide, è la sostituzione dell’intonaco esistente con un ciclo di intonaci macro porosi. La tecnica si basa sulla stesura di una particolare tipologia di intonaci dotati di una porosità di volume decisamente superiore rispetto a quelli tradizionali. Sono capaci, quindi, di contenere una maggiore quantità di depositi salini e mantenere le murature asciutte o comunque posticipare il degrado della parte esterna dell’intonaco e le efflorescenze saline. La riuscita dell’intervento dipende dalla quantità d’acqua presente al piede delle murature, secondo una semplice equazione: più liquido riesce a evaporare, migliore sarà il risultato. Se, per ipotesi, la muratura assorbe per capillarità 2 litri d’acqua al metro lineare e l’intonaco è in grado di farne evaporare 3 litri al metro, la muratura si asciugherà e si manterrà asciutta. Se, invece, l’acqua che «pesca» la parete è di volume superiore a quanto la muratura sarà in grado di far evaporare, l’umidità si abbasserà ma rimarrà presente. A livello esecutivo il ciclo d’intervento con gli intonaci macro porosi si sviluppa come di seguito riportato e rappresentato nell’immagine: rimozione dell’intonaco esistente per una quota di almeno 50 centimetri superiore alla linea di evaporazione (quella che potete distinguere facilmente dalla presenza di efflorescenze saline (una specie di barba di sali), applicazione di un liquido desalinizzante fino a saturazione del supporto (cioè fino a quando, applicando il liquido desalinizzante non lo vedrete scivolare sulla superficie), stesura di un rinzaffo macro poroso (il rinzaffo è un fondo dell’intonaco che va dato in circa mezzo centimetro di spessore), applicazione, fresco su fresco (cioè una lavorazione dietro l’atra senza attendere la stagionatura della mano precedente) dello strato di intonaco macro poroso (spessore massimo per mano pari a 4 centimetri), finitura traspirante, sia nel caso di intonachini che di pitture (a base di silani e/o silossani). Desalinizzante Rinzaffo (fondo) macro poroso Intonaco macro poroso Finitura o pittura traspirante

Attenzione e conoscenza della destinazione d’uso, esperienza e pragmaticità nella scelta delle soluzioni, sono alla base di ogni buona progettazione, cura dei dettagli e professionalità i mezzi per raggiungere risultati in linea con le aspettative della clientela ed una necessaria limitazione del fabbisogno energetico di cui il nostro pianeta non può più fare a meno. * Ingegnere D i c e m b r e / G e n n a i o

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SPECIAL E

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ACUSTICA

SILENZIO, PARLA MAPEI Tra le soluzioni proposte dall’azienda milanese ci sono Mapesilent, sistema modulare in teli o quadrotte per massetti galleggianti fonoisolanti, e Mapesonic cr, materassino acustico per pavimentazioni esistenti

di Veronica Monaco

L

o sviluppo urbanistico ha incrementato esponenzialmente le fonti di disturbo acustico, influenzando il comfort percepito all’interno degli edifici e accentuando l’esigenza di difendersi dal rumore, subìto nei casi più gravi come vero e proprio disagio sociale, ad esempio nelle zone con movida notturna. Alla ricerca di soluzioni per la qualità dell’abitare Mapei ha messo a punto prodotti certificati per l’isolamento acustico dei solai e delle pavimentazioni, in grado di garantire il miglior comfort abitativo con sistemi fonoisolanti ad alte prestazioni. ADDIO DISTURBO Tra le possibili fonti di disturbo, i rumori da impatto sono i più comuni e molesti. Sono generati di solito da calpestio, dalla caduta o dal trascinamento di oggetti. Un adeguato isolamento tra differenti unità immobiliari può essere conseguito interponendo tra la sorgente di rumore e le strutture costruttive adiacenti un elemento in grado di smorzare le vibrazioni, cioè un sistema fonoisolante. Negli edifici di nuova costruzione questo elemento viene solitamente posizionato al di sotto del massetto: una soluzione semplice da realizzare e facilmente progettabile attraverso specifici software di calcolo acustico previsionale. A tale riguardo Mapei propone Mapesilent, sistema modulare di membrane per l’isolamento acustico e termico dei solai in grado di garantire la realizzazione di un un massetto galleggiante

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Mapesilent Panel-Roll e Mapesonic cr

perfettamente isolato dalla struttura portante, rispondente ai requisiti di legge e alle classi di efficienza acustica più performanti previste dalla nuova normativa Uni 11367. Non sempre, però, è possibile realizzare un nuovo massetto: in questo caso, per migliorare le prestazioni acustiche al calpestio, si adottano sistemi fonoisolanti a diretto contatto con la pavimentazione finale. Come Mapesonic cr, il materassino in gomma e sughero fonoisolante in teli di Mapei che, grazie al suo basso spessore, può essere applicato sul supporto esistente prima di posare la nuova pavimentazione in ceramica, materiale lapideo o parquet multistrato. D i c e m b r e / G e n n a i o

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Sistema Mapesilent

Sistema Mapesonic cr

ATTENZIONE AI DETTAGLI Oltre a dover essere accuratamente progettato, ogni sistema acustico deve essere correttamente posato in opera. Solo in questi casi i valori di progetto, nonché i requisiti minimi di legge, potranno essere rispettati evitando di andare incontro a possibili contenziosi o spiacevoli conseguenze. Anche minimi errori, infatti, possono determinare scostamenti molto rilevanti tra le valutazioni fatte in sede progettuale e i risultati di collaudo ottenuti a fine lavori. Per questo motivo sono disponibili molte linee guida e normative che aiutano a effettuare una corretta installazione del sistema. Tra queste, la Uni 11516:2013 che definisce le regole per la posa in opera dei sistemi di pavimentazione galleggiante per l’isolamento acustico dei solai. A NORMA DI LEGGE La Legge Quadro 447/95 rappresenta la norma nazionale di riferimento in materia di inquinamento acustico e stabilisce i princìpi fondamentali per la tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico. In attuazione dell’articolo 3 (comma 1, lettera e) è stato emanato il Dpcm 5-12-97 che definisce i requisiti acustici passivi degli edifici e delle loro componenti in opera, con riferimento all’isolamento dai rumori aerei tra differenti

unità immobiliari, dai rumori provenienti dall’esterno, da impatto, da impianti a funzionamento discontinuo e continuo. In base alla differenti destinazioni d’uso dell’immobile, i requisiti acustici possono differire di molto, con la necessità di garantire prestazioni molto elevate in caso di scuole, strutture ospedaliere, ed edifici dove il rumore è maggiore, come gli uffici. Ma come comportarsi in caso di edifici costruiti prima del 1998, data in cui i requisiti sono divenuti obbligatori? La risposta non è così semplice, e il decreto stesso lascia spazio a interpretazioni. Leggi regionali, regolamenti edilizi comunali e circolari ministeriali indicano che gli obblighi di legge debbano essere presi in considerazione anche per interventi su edifici esistenti, cercando dove possibile di incrementare le prestazioni acustiche dell’immobile o, quantomeno, non peggiorare la situazione esistente. A integrazione del provvedimento, nel 2010 è stata emanata la norma tecnica Uni 11367, che definisce i criteri e la procedura per classificare acusticamente gli edifici. Generalmente volontaria, tuttavia sempre più spesso il raggiungimento di una specifica classe è inserito nelle condizioni contrattuali, e con l’introduzione dei Criteri ambientali minimi nel 2017 è obbligatorio il rispetto di specifiche classi acustiche e requisiti per le gare di appalto degli edifici pubblici. Applicazione del sistema Mapesonic cr . A sinistra, stratigrafia del sistema Mapesilent

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SPEC IAL E

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M AT E R I A L I M AT E R I A L I

COSÌ L’EPS DI BASF DIVENTA PIÙ VERDE Nasce la versione BioMass Balance del polistirene espandibile con grafite Neopor, in cui il 100% delle materie prime fossili è sostituito da quelle rinnovabili. La prima applicazione parla italiano con Reverso de L’isolante, già utilizzato per due condomini nel Bolognese di Veronica Monaco

L’

impegno di Basf nello sviluppo di soluzioni sempre più rispettose dell’ambiente ha portato alla nascita di Neopor Bmb, la versione BioMass Balance del polistirene espandibile con grafite (Eps). Con il metodo BioMass Balance il 100% delle materie prime fossili viene sostituito da materie prime rinnovabili, come bio-nafta o biogas, migliorando fino al 90% l’impronta di CO2 rispetto al Neopor tradizionale.

particolarmente lieti che il metodo BioMass Balance consenta di migliorare ulteriormente l’impronta di CO2 degli edifici. Perché, in questo modo, contribuiamo attivamente alla conservazione delle risorse fossili e alla riduzione dei gas serra generati dal riscaldamento e dal raffreddamento degli edifici». Oltre a Neopor Bmb, nella sua gamma di materie plastiche stireniche con certificazione BioMass Balance, Basf fornisce già anche altre materie prime per l’imballaggio e l’isolamento, come Styropor Bmb.

EDILIZIA SOSTENIBILE «La riduzione delle emissioni di CO2 è una delle priorità della politica sul clima. I materiali isolanti in Neopor, anche quelli non realizzati con il nuovo metodo, danno un grande contributo all’edilizia sostenibile, grazie a una produzione molto efficiente e alla vita utile decisamente lunga», spiega Klaus Ries, responsabile di Global Business Management Styrenic Foams di Basf. «Siamo, quindi,

PRIME APPLICAZIONI L’isolante è la prima azienda italiana a realizzare pannelli isolanti Made of Neopor® con il metodo Bmb sotto il brand Reverso. Grazie alla collaborazione con Ivas, Industria Vernici, che realizza sistemi a cappotto (Etics) e con la cooperativa edilizia AbitCoop, Reverso è già stato impiegato nella realizzazione dell’isolamento termico di due condomini di cinque piani a Castenaso (Bologna). L’isolamento I condomini di Castenaso (Bologna, durante e a fine posa del cappotto

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FABIO BAISTROCCHI, L’ISOLANTE Domanda. Quali sono le caratteristiche del sistema a cappotto con Reverso? Risposta. Le caratteristiche di questo sistema a cappotto sono date essenzialmente dalla nuova tecnologia della lastra e dal materiale che abbiamo utilizzato per produrla. Reverso nasce dalla nuovissima tecnologia di Basf, che ha introdotto l’utilizzo di materie prime rinnovabili per l’isolamento termico. Grazie a questa materia prima L’isolante ha creato la lastra Reverso che, avendo il 100% di fonti rinnovabili al posto di fonti fossili, permette di garantire un grande risparmio, sia in termini energetici che come emissioni di CO2.

delle facciate dei due nuovi edifici, da 15 appartamenti ciascuno, ha previsto l’impiego di circa 3 mila metri quadri di pannelli in Neopor Bmb, che hanno permesso un risparmio di circa 12 tonnellate di CO2 equivalente, rispetto al Neopor tradizionale. «Raggiungere un livello molto elevato di efficienza energetica delle abitazioni e ridurre al minimo l’impatto ambientale dei materiali utilizzati per la costruzione erano le due esigenze dei futuri inquilini. Dopo una serie di verifiche tecniche, abbiamo deciso di applicare Reverso sia

ANDREA PRAMPOLINI, ABITCOOP Domanda. Quali sono le caratteristiche generali del progetto ? Risposta. Questo progetto è il primo che proponiamo come Abitcoop a Castenaso, in provincia di Bologna. Sono due palazzine da quindici alloggi ciascuna, di varie tipologie, da piccoli a quelli più grandi. Ci sono attici con grandissime terrazze fino a mini-appartamenti al piano terra con giardini. D. Quali sono le performance energetiche che si vogliono raggiungere? R. Come tutti i nostri interventi, le performance energetiche sono molto elevate. Infatti si tratta di un cantiere certificato in classe A4 e in CasaClima classe A. D. Quali soluzioni costruttive e tecnologiche sono state adottate per il raggiungimento di queste performance e per garantire un elevato confort abitativo? R. L’elevato comfort abitativo è garantito da un termolaterizio ad elevate prestazioni di spessore 35 centimetri e da un cappotto innovativo che utilizza il prodotto Reverso, di spessore 13 centimetri. D. Perché è stato scelto Reverso e quali plus ha apportato al progetto? R. Reverso è stato scelto per la tecnologia e la filosofia che sta dietro il prodotto. Dopo una serie di audit tecnici e confronti tra le varie ditte produttrici coinvolte, abbiamo scelto di applicare questo tipo di sperimentazione e proporre una caratterizzazione fortemente ecologica a questo intervento.

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D. Come nasce Reverso? R. Reverso nasce da una nuova tecnologia di Basf che ha inserito all’interno del proprio ciclo produttivo, il Verbund (un ciclo integrato di produzione chimica), fonti rinnovabili secondo un processo chiamato Biomass Balance, quindi un processo di bilancio di massa. Con questa tecnologia si riesce ad assegnare, in questo caso specifico a L’isolante come produttore di lastre isolanti, polistirene espandibile prodotto al 100% con fonti rinnovabili. Questo processo è garantito dal TÜV SÜD, che certifica la materia prima, quindi sia il processo interno di Basf, sia il prodotto finito, quindi Reverso.

per le eccellenti proprietà del prodotto, che per le caratteristiche del metodo Bmb impiegato per la realizzazione del pannello stesso», è l’opinione di Andrea Prampolini, ingegnere di AbitCoop. Le strategie progettuali in materia di efficienza energetica hanno permesso agli edifici di raggiungere la classe di efficienza energetica A4, la più alta prevista a livello nazionale, e la classe di efficienza energetica CasaClima A, come confermato dagli audit dell’agenzia KlimaHaus-CasaClima di Bolzano.

D. Il mercato è sensibile rispetto ai temi dell’efficienza energetica e al risparmio di emissioni di gas? R. Il mercato ad oggi sta iniziando a recepire questi concetti, tant’è che gli utenti, i nostri soci, che sono stati assegnatari di questo intervento, hanno specificamente chiesto questo tipo di performance molto elevate. D. Investire su soluzioni costruttive altamente performanti è un approccio riconosciuto dal mercato immobiliare? R. Il mercato immobiliare è sempre più sensibile, anche se con molta calma rispetto ad altri temi quali il prezzo del prodotto. Comunque sta diventando sempre più sensibile alle tematiche legate al risparmio energetico e al basso impatto ambientale.

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SPECIAL E

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RASSEGNA

TANTE NOVITÀ PER L’EDILIZIA DOC Isolamento acustico, termico, umidità di risalita… Per il 2020 le aziende produttrici hanno presentato a YouTrade i loro prodotti di punta per la riqualificazione o la costruzione ex-novo di un edificio. Senza dimenticare l’aspetto della sostenibilità a cura di Veronica Monaco

Antiumidità

MAPEI, INTONACO DEUMIDIFICANTE Negli edifici in muratura, tra le cause di degrado più frequenti ci sono l’umidità di risalita capillare e l’azione disgregante prodotta dai sali solubili. Per risanare le murature degradate, Mapei ha sviluppato PoroMap Deumidificante, intonaco monoprodotto e monostrato composto da leganti idraulici speciali a reattività pozzolanica e resistenti ai sali solubili, sabbie naturali, aggregati leggeri, speciali additivi, a bassissima emissione di sostanze organiche volatili (Emicode EC1 Plus). Le malte confezionate con PoroMap Deumidificante possiedono caratteristiche molto simili in termini di resistenza meccanica, modulo elastico, traspirabilità e porosità, a quelle delle malte a base di calce, calce-pozzolana o calce idraulica, impiegate originariamente nella costruzione degli edifici, anche di interesse storico. Rispetto a tali malte, però, il prodotto Mapei è anche resistente alle piogge acide, all’azione dilavante delle acque piovane, alla reazione alcali-aggregato e ai sali solubili, spesso presenti nelle murature e nei terreni su cui poggiano. I macropori presenti nel PoroMap Deumidificante garantiscono un’alta traspirabilità e riescono a contenere l’aumento di volume dei sali cristallizzati senza subire stress meccanici, quindi evitando la rottura degli strati più esterni dell’intonaco. La macroporosità fornisce inoltre a PoroMap Deumidificante anche un’eccellente resistenza ai cicli gelo-disgelo e ai sali, proprietà data dall’aggiunta di materiale a reattività pozzolanica.

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Isolamento acustico

POLYMAXITALIA, MANTO ANTICALPESTIO BIOCOMPATIBILE L’attenzione e la sensibilità per la continua ricerca di soluzioni innovative, funzionali ed ecocompatibili per la riqualificazione acustica e il benessere sensoriale degli ambienti ha portato Polymaxitalia a sviluppare il nuovo manto anticalpestio Greensound. In soli 7 millimetri di spessore, questa soluzione possiede un elevato potere isolante sia contro i rumori aerei sia contro i rumori vibrazionali di 35 dB. Composto da una miscela di gomma riciclata eco-compatibile e un feltro smorzante delle vibrazioni in fibre riciclate, Greensound risulta esente da sostanze nocive per l’uomo e la sua applicazione può essere eseguita anche in presenza di ambienti non ventilati. Facile da posare e dotato di elevata resistenza meccanica, questo prodotto può essere applicato sia all’interno di stratigrafie convenzionali, sia in tutti quei solai in cui il manto acustico deve assolvere anche all’isolamento acustico degli impianti. Inoltre può essere impiegato come strato desolidarizzante su interventi a secco senza l’impiego di massetti cementizi.

Polymaxitalia è a Klimahouse 2020 - Settore CD, Stand C19/36

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SPECIAL E

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Isolamento acustico

ECLISSE, PIÙ SPAZIO AL SILENZIO

Eclisse Acoustic riassume i vantaggi di una porta a scorrevole a scomparsa, coniugando funzionalità e comfort acustico. Ogni elemento è progettato con cura per garantire un’efficace insonorizzazione e un abbattimento acustico pari a 38 dB. Il pannello porta scorrevole, dalla particolare stratigrafia, ha uno spessore pari a 40 millimetri e garantisce alte prestazioni fonoisolanti. Gli stipiti acustici sono forniti già fresati e pronti per l’applicazione degli accessori e delle guarnizioni acustiche che si attivano quando la porta viene chiusa, insonorizzando l’intero perimetro del foro porta e sigillando tutti gli interstizi, sia nello spazio della battuta che nello spazio all’interno della bocca del cassone. I due magneti, invece, contribuiscono a tenere perfettamente chiusa la porta, garantendo la totale aderenza delle due superfici. Di serie anche i paraspifferi inseriti nel perimetro inferiore e superiore che si attivano quando la porta scorrevole è chiusa. La loro speciale forma avvolge gli interstizi con precisione. L’alta qualità dei materiali permette di conservare intatta nel tempo la performance acustica originaria. Eclisse Acoustic è disponibile nelle finiture noce tanganika grezzo e laccati opaco colori Ral e si abbina ai controtelai modelli Unico, Luce ed Ewoluto.

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NUOVO COMFORT CON ETERNO IVICA Phonolook è il marchio di Eterno Ivica specializzato nel fonoassorbimento con una nuova linea di prodotti, declinati in diverse tipologie di pannelli, atti a migliorare il comfort acustico degli ambienti interni, come Phonolook Design, Phonolook Solution e Phonolook 3D. I pannelli, prodotti 100% in Italia e lavorati artigianalmente a mano, sono composti da un telaio in legno o metallo, al cui interno è presente il materiale fonoassorbente in fibra di poliestere in grado di assorbire e correggere suoni principalmente alle medie e alte frequenze, tra i 250 e i 4.000 Hz, e rivestiti infine da tessuto in Trevira CS, materiale intrinsecamente ignifugo, disponibile in differenti tramature. Le forme ricercate e le finiture perimetrali di pregio, come l’elegante dettaglio del bordo cucito a mano, donano ai pannelli una nota di classe unica; le diverse forme e dimensioni permettono di giocare con le geometrie e la fantasia. Facili da posare, i pannelli Phonolook possono essere installate a parete, a soffitto o in sospensione.

Eterno Ivica è a Klimahouse 2020 – Settore AB - Stand B11/08

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SPECIAL E

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Perla OP Balloch Campus © Gillian Hayes - Dapple Photography

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ARMSTRONG CEILING SOLUTIONS, CONTROSOFFITTI ANTIRIVERBERO Ottime prestazioni di isolamento e assorbimento sono le caratteristiche che accomunano Ultima+, Perla e Sierra, le gamme di controsoffitti in fibra minerale di Armstrong Ceiling Solutions che consentono di ridurre la riverberazione a favore della massima intelligibilità. Spiccano nelle tre famiglie le soluzioni della serie OP: Perla OP è disponibile in due versioni, Perla OP 0.95 e Perla OP 1.00, rispettivamente con livelli di assorbimento di 0,95 αw e 1,00 αw e di isolamento fino a 27 dB (Dnfw). Assorbimento acustico pari a 1,00 αw anche per Ultima+ OP, mentre i pannelli Sierra OP vantano un coefficiente di assorbimento acustico di

αw 0,90 e livelli di isolamento fino a 28 dB (Dnfw). Le tre linee si connotano inoltre per l’estetica elegante e moderna, che conferisce ai soffitti un aspetto omogeneo e compatto, e l’alta riflessione della luce a vantaggio di un risparmio energetico superiore. Performance eccellenti anche in termini di igiene e di qualità dell’aria indoor. I controsoffitti Ultima+ OP, Perla OP 0.95, Perla OP 1.00 e Sierra OP, infatti sono certificati in classe ISO5, che attesta il livello minimo di emissioni volatili del prodotto, a garanzia della massima sicurezza e igiene anche negli ambienti sanitari.

Sierra OP ©Philip Durrant

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CAPPOTTO, I 10 ERRORI DA EVITARE I risultati nella realizzazione del cappotto termico sono influenzati sia dalla scelta del sistema, che dalla sua progettazione e posa. La checklist di Settef, azienda specializzata nella produzione di sistemi a cappotto di qualità e socio fondatore di Cortexa, consente di verificare ed evitare i dieci errori più frequenti in cantiere. 1. Mancato posizionamento del profilo di partenza Il profilo di partenza è un elemento essenziale per iniziare la posa su una struttura già definita. L’utilizzo del profilo di partenza consente di iniziare il posizionamento da una altezza da terra non inferiore a 2 centimetri e di garantire la corretta applicazione in linea dei pannelli. 2. Errato incollaggio dei pannelli L’errato metodo di incollaggio dei pannelli può portare a diversi inconvenienti dovuti al movimento degli stessi, noti come effetto camino ed effetto materasso. Il collante deve essere posizionato sul retro del pannello seguendo il metodo cordolo perimetrale e tre punti centrali oppure, in casi specifici, il metodo a tutta superficie. 3. Errato posizionamento del pannello isolante Le lastre devono essere posizionate, come da manuale, dal basso verso l’alto e sfalsate di almeno 25 centimetri le une dalle altre, al fine di consentire una più equilibrata distribuzione delle tensioni ed evitarne la separazione conseguente ai movimenti interni. I bordi delle lastre non devono coincidere con le fughe determinate da un cambio di materiale nel supporto e nei raccordi di muratura. 4. Mancato o errato riempimento delle fughe tra i pannelli isolanti Non ci devono essere fughe visibili tra i pannelli isolanti. Eventuali fughe devono essere riempite con materiale isolante dello stesso tipo. Per fughe entro i 5 millimetri è possibile utilizzare un’idonea schiuma isolante a bassa densità. A differenza di quanto si può osservare spesso in cantiere, le fughe non devono essere riempite con malta collante-rasante. 5. Eccessiva esposizione del materiale isolante (Eps grigio)

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L’Eps grigio, a causa delle sue caratteristiche, richiede una protezione maggiore rispetto agli altri tipi di isolanti. È necessario che non venga lasciato esposto alle intemperie e sia protetto mediante appositi teli ombreggianti. 6. Errata esecuzione della rete di armatura La rete deve essere posizionata al centro, per spessore globale di rasatura armata pari a 3 millimetri, o nel terzo esterno dell‘intonaco di fondo, per spessori maggiori, e stesa dall’alto verso il basso. Molti anni di esperienza insegnano che, purtroppo, la seconda rasatura, fondamentale, non viene effettuata. Mancando questa, non è possibile parlare di rasatura armata e tantomeno garantire il sistema. A volte, invece, manca la prima rasatura: la rete viene semplicemente appoggiata al pannello isolante. Nella giunzione tra una rete e l’altra, i lembi devono essere sfalsati e devono sovrapporsi per 10 centimetri. 7. Rete non apprettata La rete in fibra di vetro deve essere adeguatamente apprettata, ovvero deve essere antialcalina. Questo trattamento fa sì che la rete non venga deteriorata dal rasante. 8. Mancato rinforzo della rete a 45 gradi in prossimità degli angoli Spesso, nelle applicazioni di cappotto termico, si osserva l’assenza delle porzioni di rete posta a 45 gradi in prossimità degli spigoli delle finestre, elementi fondamentali per rispondere alle tensioni che si sviluppano. 9. Utilizzo di diversi materiali isolanti L’utilizzo di diversi materiali isolanti sulla medesima parete è un errore grave. I pannelli, infatti, hanno una diversa risposta sia in relazione al comportamento termico, come diversi valori di conduttività, sia al comportamento tensionale, come diversi valori del coefficiente di dilatazione termica. 10. Errata tassellatura Gli errori dovuti all’assenza o ad una cattiva tassellatura sono molto frequenti e comportano dei danni di notevole entità, sia in termini di tenuta del sistema che di estetica della facciata e del cappotto.

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SPECIAL E

R i s a n a m ent o

SOLUZIONI A 360 GRADI PER L’ISOLAMENTO E IL RISANAMENTO Cugini SpA offre una gamma completa di prodotti e servizi in grado di rispondere a tutte le esigenze del settore edilizio: malte da restauro e ripristino, finiture murali di elevato pregio, massetti, adesivi/rasanti per sistemi di isolamento termico a cappotto, colle per piastrelle, il tutto accompagnato da un costante servizio di consulenza pre e post vendita e di assistenza in cantiere. SISTEMI PER L’ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO Thermix è il sistema per l’isolamento termico a cappotto che Cugini propone per aumentare l’efficienza termica di qualsiasi tipologia di edificio, garantendo la massima armonia tra ambiente esterno e comfort interno. In relazione al tipo di pannelli isolanti impiegati (eps, fibra di legno, lana di roccia, sughero, calcio silicato) Cugini consiglia soluzioni tecniche specifiche. Il sistema di isolamento termico a cappotto Thermix ha ottenuto il benestare tecnico europeo ETA 13/0511 a garanzia di elevate prestazioni e durabilità nel tempo, mentre tra gli adesivi disponibili, Ademix P200 ha ricevuto anche il marchio di qualità ITC-CNR. SISTEMI PER RIPRISTINARE, RISANARE E IMPERMEABILIZZARE IL PATRIMONIO EDILIZIO Con l’impiego di materie prime molto performanti e additivi di ultima generazione, Cugini ha sviluppato nei propri laboratori i sistemi Restaurmix. Sono composti da prodotti per il ripristino e il consolidamento di murature degradate, per la riparazione e protezione del calcestruzzo e del cemento armato. Tutte le malte tecniche rispettano la norma europea EN 1504, a garanzia di interventi specifici e durevoli. Per ristrutturare, risanare e deumidificare edifici storici e di pregio artistico, anche sotto tutela, Cugini propone i sistemi Calcevita, a base calce idraulica naturale NHL 3,5 e Sanierputz, a base legante idraulico ad attività pozzolanica. I sistemi sono ideali anche nei recuperi abitativi e nelle nuove costruzioni che devono soddisfare pienamente i principi della bioedilizia. Fleximix è invece la linea di impermeabilizzanti sviluppata per la protezione dall’acqua di murature e manufatti.

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Isolamento termico

XT INSULATION, TUTTO IN UNO Xt Insulation presenta Isolam G, la soluzione per l’isolamento termico, acustico e la protezione al fuoco di primi solai, piani pilotis e autorimesse. Isolam G è una doga rigida in lana di roccia biosolubile, a fibre orientate, verniciata sulla faccia a vista e sui bordi smussati con primer bianco. Il prodotto è stato studiato per essere incollato direttamente sul solaio tramite il solo utilizzo di colla a base cementizia (tipo gli adesivi utilizzati nei sistemi a cappotto): ciò rende l’installazione agevole e veloce senza bisogno di armature o fissaggi esterni, creando un soffitto che può essere facilmente rifinito tramite verniciatura a spruzzo. I bordi smussati della doga, posata a giunti sfalsati, conferiscono una gradevole finitura estetica eliminando eventuali piccole differenze. Il pannello, applicato su solaio di prova normato, possiede la certificazione di resistenza al fuoco REI 360 secondo la norma En 13501-2. Grazie alla facilità di posa Isolam G rappresenta una soluzione veloce, economica e dall’aspetto innovativo per proteggere efficacemente primi solai, piani pilotis e autorimesse dal caldo, dal freddo, dal rumore e dal fuoco.

Xt Insulation è a Klimahouse 2020 - Gallerie livello -1 - Stand Stand G-1/01

Isolamento termico

ROCKWOOL, PRODOTTI 100% LANA DI ROCCIA Rockwool presenta la nuova gamma di soluzioni in lana di roccia per l’isolamento termico e acustico dei primi solai. Per questa applicazione l’azienda ha studiato pannelli specifici che, oltre alle ottime performance di isolamento, garantiscono anche un ottimo comportamento al fuoco, in quanto incombustibili (Euroclasse A1 di reazione al fuoco) e incrementano la prestazione di resistenza al fuoco del solaio stesso. Presentano inoltre una elevata stabilità dimensionale e prestazionale, anche in caso di variazioni delle condizioni igrometriche dell’ambiente. Tutte caratteristiche molto importanti in ambienti quali i piani pilotis, le autorimesse o i locali soggetti a rischio incendio. Grazie a differenti rivestimenti della gamma dei pannelli per primi solai e all’utilizzo di appositi ganci a scomparsa per la loro installazione, è possibile realizzare superfici planari e ottenere applicazioni dall’aspetto estetico gradevole. Tra le novità Rockwool c’è Flatrock 50 Bond, pannello con rivestimento in velo minerale, ecologico e sostenibile, ideale per l’isolamento di coperture piane (tetto caldo). In particolare il pannello rigido in lana di roccia a doppia densità presenta un’elevata resistenza a compressione, è calpestabile, è rivestito su un lato da un velo minerale specifico per l’applicazione a fiamma delle membrane bituminose. Questo nuovo prodotto è raccomandato nei casi in cui l’impermeabilizzazione venga realizzata con membrane bituminose.

Rockwool Italia è a Klimahouse 2020 - Settore CD, Stand D25/42

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SPECIAL E

G ij fs p R a en a m e n t o

Isolamento termico

TECNOLOGIA PET-FRIENDLY Nasce Ingenius MyPet, il primo sistema termoisolante firmato Alpac pensato per gli amici a quattro zampe. Questa soluzione di ingresso-uscita per gli animali domestici può essere installata nella muratura in qualunque posizione della casa, senza compromettere le prestazioni termo-acustiche della facciata. Disponibile in due versioni (con ante manuali e con accesso tramite lettura del microchip), Ingenius MyPet è realizzato con pannelli isolanti componibili in base allo spessore della muratura, che consentono la massima resa termica in qualunque contesto. Inoltre, la passatoia interna, lavabile ed estraibile, permette di mantenere igienizzato

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l’ingresso, evitando l’accumulo di peli e sporcizia. La variante con microchip, inoltre, assicura la più completa sicurezza: da un lato, infatti, il sistema riconosce l’animale attraverso il microchip o la medaglietta Rfid e ostacola l’accesso di altri ospiti indesiderati, dall’altro l’utente può impostare scenari personalizzati, come l’accesso solo durante le ore diurne o l’uscita selettiva, per esempio consentendo il passaggio al gatto e non al cane. Ingenius MyPet è disponibile sia in versione stand-alone che nella variante direttamente integrata al monoblocco finestra Alpac, ideale sia per interventi di ristrutturazione che per la nuova edilizia.

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AL LAVORO CON YOUBUILD Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori... YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica anche informazioni utili, pratiche, aggiornate. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.

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SPECIAL E

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COSTRUIRE

EDILIZIA VERDE PER LA GEN Z La generazione sotto i 25 anni sarà tra i protagonisti della nuova edizione dell’evento dedicato al costruire sostenibile. Inoltre, spazio alle startup, alle costruzioni 4.0 e poi… Ecco le novità anticipate a YouTrade da Thomas Mur, direttore della Fiera Bolzano di Veronica Monaco

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Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano

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n’attenzione sempre più mirata alle nuove frontiere dell’architettura e dell’edilizia sostenibile, con una progettazione centrata sul rapporto tra uomo e natura, sui cambiamenti climatici e le nuove sfide della digitalizzazione, in grado di coinvolgere anche, e soprattutto, le nuove generazioni. Così si presenta Klimahouse 2020, la fiera internazionale per l’efficienza energetica e il risanamento in edilizia, a Bolzano dal 22 al 25 gennaio. Al suo quindicesimo compleanno, il salone propone quest’anno diverse novità, proprio a partire dalla GenZ (quella sotto i 25 anni), come spiega a YouTrade Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano. Domanda. Quest’anno Klimahouse 2020 coinvolgerà da vicino le giovani generazioni con Onda Z: di che cosa si tratta? Risposta. Onda Z è un hackathon dedicato ai giovani tra i 14 e i 21 anni sui temi del cambiamento climatico. Abbiamo selezionato

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studenti provenienti da tutta Italia che per due giorni saranno chiamati a elaborare idee e progetti per un futuro migliore, e confrontarsi con esperti del settore, come Fabio Zardini, country manager di Patagonia. Le idee raccolte durante la due giorni saranno poi presentate sotto forma di manifesto programmatico alla platea del Congresso Internazionale di Klimahouse. Spesso i giovani non vengono ascoltati, noi abbiamo invece deciso di aprire le porte alla cosiddetta Generazione Greta, vera portavoce dell’emergenza climatica. Se oggi costruisco una casa, la edifico anche per la generazione successiva, quindi coinvolgere i ragazzi, oltre agli adulti, è molto importante. D. Costruire bene, vivere bene: è il messaggio di cui la manifestazione si fa portavoce. Che cosa vuol dire costruire bene? R. Costruire bene va sempre pensato assieme al vivere bene. Per questo nel nostro slogan abbiamo unito i due concetti. Innanzitutto, vuol dire costruire in chiave sostenibile a 360 gradi, guardando

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SPECIAL E

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non solo all’efficienza energetica, ma a tutta la tematica del comfort abitativo, del riciclo dei materiali, della loro salubrità, dell’isolamento termico e acustico. Insomma, un approccio più olistico, come prevedono anche alcuni protocolli di certificazione, come CasaClima Nature. D. Tra le novità di quest’anno c’è anche il Klimahouse Future Hub, che ospiterà idee e progetti di edilizia innovativa: può dare qualche anticipazione? R. Evoluzione dello Start Up Village, il Klimahouse Future Hub raccoglierà in un unico spazio start-up e scale-up che hanno sviluppato idee e progetti per un’edilizia innovativa. Le tecnologie più rivoluzionarie nel settore green building saranno poi presentate nel Klimahouse Trend Report. Personalmente ho trovato molto interessanti le aziende che trattano i temi della prefabbricazione e dell’edilizia modulare, della digitalizzazione, dal Bim alle smart home, della blockchain. Anche sui materiali ci sono grandi opportunità di innovazione, soprattutto nella logica dell’economia circolare. Sono curioso di vedere cosa presenteranno le start-up presenti. D. Il Congresso Internazionale è sempre uno degli appuntamenti cardine dell’evento: di cosa si parlerà quest’anno e quali sono principali ospiti? R. Il congresso, realizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima, si svolge con un ampio programma della durata di tre giorni, dal 22 al 24 gennaio. Il primo giorno si parlerà soprattutto di edifici in legno, che stanno diventando sempre più grandi, sostenibili ed economici, con architetti e professionisti specializzati. Tra gli ospiti ci saranno Jan Willem van der Kuilen dall’Olanda, Andrea Bernasconi, l’architetto dell’Alto Adige Stefan Gamper, e Iztok Šušteršič dalla Slovenia. Il secondo giorno si parlerà, invece, di costruzioni 4.0 e di come coniugare la rivoluzione digitale, lo sviluppo della robotica e l’intelligenza artificiale con quella umana. Tra gli ospiti di questo panel ci saranno Achim Menges, direttore dell’Istituto per il Computational Design di Stoccarda, tra le più impegnate su questa tematica e Benjamin Dillenburger

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del Robotic touch Dfab, che presenterà la prima casa progettata e costruita al 100% in maniera digitale, con stampanti 3D e robot. Per concludere, l’ultima giornata è dedicata al tema dell’architettura e di come costruire bene tenendo conto del clima e dell’ambiente. Ospiteremo il meteorologo Luca Mercalli, l’architetto francese Louis Paillard, Armand Paardekooper Overmars di mecanoo, studio di architettura che lavora tantissimo sulla sostenibilità, Jürgen Bartenschlag di sauerbruchhutton, studio di architettura, urbanistica e design molto conosciuto per la tematica del costruire in chiave sostenibile. D. Klimahouse va oltre il polo fieristico, interessando sempre più anche la città di Bolzano con eventi e conferenze. Come si svolge quest’anno il programma di iniziative collaterali? R. Oltre agli eventi in fiera, più di 150 in quattro giorni, tra le novità più importanti di Klimahouse 2020 c’è un ricco programma di appuntamenti collaterali in città, nei quali si fondono architettura ed enogastronomia. Saranno coinvolti ristoranti con menù a chilometro zero, negozi molto attivi sul tema della sostenibilità, l’Università con diversi appuntamenti dedicati al cambiamento climatico. Faremo ancora i Klimahouse Tours, visite guidate ai progetti innovativi sul territorio: quest’anno sono previsti dieci tour, alcuni in collaborazione la Fondazione Architetti dell’Alto Adige per rimarcare un approccio più olistico al vivere bene. Non solo attenzione agli impianti e alla parte tecnica, quindi, ma all’architettura in senso generale. D. Diamo qualche numero: quanti espositori ci saranno a Klimahouse 2020 e quanti visitatori vi aspettate? R. Questa edizione ospiterà più di 450 stand ed espositori, e abbiamo oltre cento aziende in lista d’attesa. Come visitatori ci aspettiamo oltre 35mila presenze, confermando il trend degli scorsi anni. L’attenzione è altissima e ci impegniamo al meglio per selezionare prodotti e aziende che puntano davvero sul futuro, sulla qualità e la sostenibilità, e per trasmettere, soprattutto ai giovani, l’idea del costruire bene per vivere bene. Questo è il nostro credo e la nostra responsabilità.

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S PECIAL E

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T E R R E A L I TA L I A

COSÌ IL LATERIZIO È SUPER ISOLANTE L’azienda presenta terracoat, un sistema per la coibentazione degli edifici. È costituito da pannelli prefabbricati mediante l’assemblaggio di lastre di Eps con grafite e di listelli in terracotta faccia a vista a pasta molle dello spessore di 2 centimetri. Con ottime performance di Veronica Monaco

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na soluzione prefabbricata in laterizio ad alte prestazioni, nata per rispondere alle moderne esigenze di efficienza e isolamento, senza dimenticare la dimensione estetica. Il fulcro della novità che Terreal Italia presenta in anteprima al Klimahouse di Bolzano (Settore AB - Stand B08/32) è terracoat, perfetta sia nei casi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia che nella nuova edificazione. Ne parliamo con Franco Favaro, architetto responsabile della promozione e sviluppo prodotti dell’azienda. Domanda. Terreal presenta a Klimahouse il nuovo prodotto terracoat: di che cosa si tratta? Risposta. terracoat è un cappotto prefabbricato con finitura in mattone faccia a vista. Si tratta di un sistema per l’isolamento termico degli edifici costituito da pannelli prefabbricati mediante l’assemblaggio di lastre di Eps con grafite e di listelli in terracotta faccia a vista a pasta molle di Terreal Italia, dello spessore di 2 centimetri. Il particolare sistema di assemblaggio fa sì che i due elementi siano saldamente incollati

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tra loro, per creare un manufatto unico con un’altissima resistenza agli agenti atmosferici. La prefabbricazione viene eseguita nello stabilimento Terreal Italia di Noale, in provincia di Venezia, dove è stato sviluppato in ambiente controllato mediante procedimenti standardizzati. D. A quali esigenze del mercato risponde questo prodotto? R. Il cappotto terracoat è perfetto nei casi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia, così come nella nuova edificazione. Tra i vantaggi d’uso sicuramente la lunga durabilità e l’assenza di manutenzione, oltre alla semplicità di posa. Sono inoltre disponibili a richiesta diverse soluzioni di spessori del pannello in Eps grigio, da 60, 80, 100, 120, 140 e 160 millimetri, oltre allo spessore di 20 millimetri del listello di terracotta. Il pannello può essere rivestito con diverse finiture del laterizio e fissato direttamente a una muratura in calcestruzzo, laterizio, strutture a telaio, legno, rappresentando una soluzione sicura e valida anche per il recupero estetico ed energetico degli edifici esistenti. D. Quali sono i principali plus di questo sistema? R. Le dimensioni ridotte, con uno sviluppo equivalente a 0,54 metri D i c e m b r e / G e n n a i o

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Tra i vantaggi d’uso di terracoat ci sono la lunga durabilità e l’assenza di manutenzione, oltre alla semplicità di posa

quadri per pannello e il peso limitato di circa 16 chilogrammi, rendono questo elemento molto versatile nelle fasi di logistica, stoccaggio in cantiere e, soprattutto, permettono velocità e facilità di posa. Il sistema terracoat assicura un’elevata performance termica dell’edificio oltre a migliorare l’aspetto estetico, grazie ai listelli faccia a vista in terracotta a pasta molle nelle varietà di finiture e colori della gamma SanMarco. Tra i vantaggi d’uso sicuramente ci sono la lunga durabilità e l’assenza di manutenzione, oltre alla semplicità di posa. Tra gli altri aspetti che differenziano esteticamente e tecnicamente il pannello da altri sistemi ci sono inoltre un pettine laterale con estremità arrotondate e bordi laterali con sovrapposizione conica, che offrono una migliore chiusura e isolamento termico in corrispondenza dei giunti, garantendo anche una superiore tenuta all’aria e all’acqua. Ulteriore plus è l’obiettivo di zero rifiuti in cantiere, la flessibilità del sistema con la produzione su misura dei pannelli, che porta alla sensibile riduzione degli sfridi in cantieri con un vantaggio economico per il committente e di sostenibilità per l’ambiente. D. Che valori di isolamento riesce a raggiungere? R. Il pannello terracoat è in Eps grigio con un valore di conduttività termica λ di 0,030 W/mK. La lastra è stampata in polistirene espanso sinterizzato e addizionata con grafite, certificata secondo la norma europea Uni En 13163:2017, conforme alle norme Etics. L’addizione dell’Eps con grafite consente di realizzare coibentazioni termiche di edifici con spessori ridotti, grazie alla sua minor conducibilità termica. Le particelle di grafite incapsulate all’interno del materiale infatti assorbono e riflettono gli infrarossi, agendo così sull’irraggiamento del calore e neutralizzandolo. Secondo gli esperti nella gestione del calore per irraggiamento, sia invernale che estivo, è migliore la performance dell’Eps con grafite rispetto all’Eps bianco, proprio grazie alla struttura molecolare della grafite a nido d’ape. Inoltre il rivestimento con il listello in terracotta conferisce al cappotto una maggior inerzia termica. terracoat rappresenta così una soluzione perfetta per la riqualificazione edilizia, da sfruttare con il recente bonus facciate. D. Ci sono particolari esigenze da rispettare in fase di applicazione? D i c e m b r e / G e n n a i o

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R. La facilità di posa è tra i punti di forza del cappotto prefabbricato, ma la qualità estetica del risultato finale è condizionata da una progettazione rispettosa della modularità del laterizio, tale da poter rende ancor più semplice la realizzazione del rivestimento in cantiere. Per il resto, le attenzioni da porre in fase di applicazione sono quelle comuni ai sistemi isolanti a cappotto, quindi già conosciute dagli operatori del settore. D. Come terracoat si inserisce nel percorso di innovazione e ricerca di Terreal Italia per la nuova architettura? R. La progettazione e il settore delle costruzioni sono sempre più attenti al dettaglio architettonico e all’aspetto funzionale dei componenti costruttivi da adottare, anche per piccoli interventi. Nel prevedere un involucro in laterizio, il progettista deve compiere da subito una scelta tecnica: progettare con una parete monostrato oppure pluristrato. Terreal Italia è leader tra i produttori di elementi in laterizio per l’architettura, e si distingue sia nel seguire i più grandi architetti contemporanei con produzioni particolari, su disegno, sperimentando finiture e colori, sia affiancando i professionisti in importanti interventi di restauro e riqualificazione. D. Quali servizi offrite ai professionisti? R. Mettiamo inoltre a disposizione anche la nostra esperienza per risolvere le diverse situazioni che richiede la nuova architettura e terracoat ne dà testimonianza. L’azienda si propone come vero e proprio partner, con la sua rete di professionisti, agenti e promotori tecnici che raggiunge l’intero territorio nazionale, e un’organizzazione dinamica finalizzata alla costante ricerca della qualità in tutta la catena del processo produttivo, dalla progettazione alla consegna. Inoltre, per creare le giuste sinergie tra il mondo della progettazione architettonica e quello interno della ricerca e sviluppo è attivo SanMarco Lab, un laboratorio che dà voce a progettisti e operatori del panorama architettonico ed edilizio contemporaneo, affiancati dai tecnici dell’azienda per sondare applicazioni, utilizzi e performance del laterizio, che ne giustifichino oggi le ragioni di continuità col passato e lo slancio verso il futuro. Per un’architettura durevole, sostenibile e cosciente.

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SPECIAL E

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SAINT-GOBAIN

TANTI MODI PER DIRE STOP ALL’ACQUA Il gruppo francese propone una gamma completa di soluzioni per la riqualificazione e l’impermeabilizzazione degli edifici. Tra le novità, la linea poliuretanica weberdry Pur, materiale ad alte prestazioni ed elevata durabilità, anche in versione trasparente di Veronica Monaco

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aint-Gobain fa tappa al Klimahouse di Bolzano con le sue soluzioni per la riqualificazione degli edifici (Settore AB - Stand A04/20). Oltre ai temi caldi di sostenibilità, innovazione e ambiente delle cinque giornate di Bolzano, rimane fortemente strategico per l’azienda l’argomento impermeabilizzazione. Il guppo in Italia può vantare un’ampia e completa gamma di sistemi e soluzioni contro le infiltrazioni d’acqua, in grado di garantire l’integrità delle strutture e il comfort abitativo. Tra le ultime novità c’è weberdry Pur, la linea poliuretanica per realizzare impermeabilizzazioni pedonabili, carrabili e sopra piastrella, ad alte prestazioni e durabilità. La soluzione sopra piastrella impiega weberdry Pur trans, speciale guaina liquida trasparente che permette di rendere impermeabili le pavimentazioni in piastrelle di terrazze o balconi esistenti, senza rinunciare al design originale. STOP ALL’ACQUA Le infiltrazioni d’acqua possono compromettere fortemente le strutture, oltre che l’estetica degli edifici. Nella maggior parte dei casi la causa risiede nello strato impermeabilizzante di tetti, terrazze e balconi, op-

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Una superficie trattata con weberdry Pur. A destra, l’applicazione della guaina elasto-cementizia weberdry elasto2

pure è riconducibile alla presenza di materiali inadeguati a contrastare il passaggio d’acqua, soprattutto in punti critici, come le connessioni tra superfici verticali e orizzontali. La corretta impermeabilizzazione è quindi fondamentale per proteggere gli edifici da gravi conseguenze. A questo proposito Saint-Gobain Weber offre una gamma completa di malte tecniche e guaine liquide. La gamma weberdry si compone in particolare da tre macro-tipologie di sistemi impermeabilizzanti: cementi osmotici, guaine liquide e guaine elasto-cementizie. CEMENTI OSMOTICI I cementi osmotici impermeabilizzanti conferiscono un’impermeabilità di tipo strutturale. Sfruttando l’acqua, le cariche elettrochimiche del prodotto a elevato potenziale si trasmettono al supporto a più basso potenziale, sino al raggiungimento del giusto equilibrio e alla formazione di legami chimici molto tenaci che permettono l’impermeabilizzazione del manufatto. La linea osmotica weberdry Osmo è appositamente studiata per interventi in locali interrati, fosse di ascensori, platee di fondazione, strutture per il contenimento di acque anche aggressive o potabili. D i c e m b r e / G e n n a i o

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SICURI E AL FRESCO Con il marchio Bituver Saint-Gobain Isover annovera nella sua offerta membrane impermeabilizzanti elastomeriche ed elasto-plastomeriche, per tutti i tipi di coperture ed esigenze applicative; membrane con finitura metallica in alluminio o rame, dall’elevato valore estetico; membrane Broof(t2) per impianti fotovoltaici. L’azienda propone anche membrane impermeabilizzanti per Cool Roof (letteralmente «tetto freddo»), un sistema per le coperture dall’elevata capacità di riflettere l’irradiazione solare incidente, emettendo al contempo energia termica nell’infrarosso. Ciò consente di mantenere basse le temperature della superficie, anche quando è soggetta a forte irraggiamento solare diretto. In particolare la membrana Bituver Megaver California, rivestita con una lamina di allumino goffrata preverniciata, garantisce una forte riduzione della temperatura superficiale e della luce diffusa dalla copertura, grazie a un’altissima riflettanza ed emissività termica, durature nel tempo. Si tratta di una soluzione particolarmente indicata su coperture di rilevante valore estetico, per le quali è necessario ridurre al minimo le operazioni di manutenzione. Inoltre, è un prodotto ideale per il pieno rispetto della

GUAINE LIQUIDE Le guaine liquide sono prodotti pronti all’uso, pastosi o semiliquidi, da applicare a freddo, che si caratterizzano per la loro elevata elasticità, versatilità e ottima adesione al sottofondo. Una volta applicate diventano un manto solido che realizza uno strato continuo e impermeabile. Fa parte di questa categoria la linea weberdry pronto: i prodotti sono particolarmente facili da applicare, con pennello, rullo, spatola, spruzzo, spazzolone, evitando l’utilizzo di fiamme libere, e garantiscono la compatibilità con collanti cementizi della gamma webercol. A seconda della tipologia del prodotto scelto, le guaine liquide in spessori contenuti realizzano superfici che possono resistere ai raggi Uv, al ristagno d’acqua, alle sostanze alcaline e agli agenti chimici, alla calpestabilità. Risultano particolarmente indicati per interventi di ristrutturazione o manutenzione, senza rimuovere la pavimentazione o lo strato di impermeabilizzante esistente, con importanti vantaggi sui tempi di esecuzione e di smaltimento, quindi di economicità.

Esempio di Cool Roof realizzato con Bituver Megaver California

normativa in vigore (Cam e DM 26/06/2015) e per il contributo alla soddisfazione del Credito SS Effetto isola di calore: coperture (secondo il Protocollo Leed v4).

GUAINE ELASTO-CEMENTIZIE Facili da utilizzare e versatili, le guaine elasto-cementizie consentono di coniugare la resistenza del cemento con la flessibilità del componente polimerico, e si caratterizzano per l’elevato crack brigding, cioè la capacità dello strato impermeabilizzante di fare da ponte a eventuali fessure che si possono creare nel sottofondo senza rompersi. Il cemento apporta all’impermeabilizzante la resistenza meccanica, mentre il legante polimerico ne conferisce elasticità, aumentando l’adesione ai supporti. La gamma weberdry elasto di Weber comprende le soluzioni impermeabilizzanti elasto-cementizie weberdry elasto1, monocomponente, e weberdry elasto2, bicomponente. Entrambe si presentano in forma di polvere grigia, da impastare con acqua o resina per ottenere la consistenza più idonea alla tipologia di applicazione scelta, a spatola, rullo o pennello. I sistemi weberdry elasto garantiscono resistenza ai raggi Uv e alle abrasioni, grazie anche alla ottima impermeabilità e flessibilità possono rimanere a vista. INTERVENTO RAPIDO Tra le guaine elasto-cementizie per balconi e terrazze, la nuova frontiera è rappresentata dall’impermeabilizzazione rapida, che permette la piastrellabilità dopo solo tre ore. La rapidità dell’intervento consente di ottenere vantaggi in termini economici e organizzativi, soprattutto in caso di lavori urgenti a causa di condizioni climatiche avverse, basse temperature, tempi di applicazione limitati e budget ridotti. A questo proposito Saint-Gobain Weber propone weberdry elasto1 rapido, efficace già con una mano da 2 millimetri, ideale per interventi rapidi da eseguire in giornata; weberdry elasto2 rapido che, grazie al suo particolare rapporto di diluizione, garantisce un’elevata scorrevolezza del prodotto, al punto da poter essere applicata a spatola e rullo anche in verticale, senza colature. Infine weberdry elasto 1 top che asciuga in 24 ore e permette di terminare il lavoro di copertura il giorno successivo all’inizio dei lavori.

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SPECIAL E

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Finestre

OBBLIGO DI APERTURA ALL’INNOVAZIONE VERONA UN BUNGALOW A TUTTO VETRO

FERRARA EX CASCINA CON VISTA ROMA UN CONDOMINIO MASSIMA EFFICIENZA

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AFFACCIATEVI SUL MONDO

Per le finestre il 2020 sarà spalancato: il Parlamento ha confermato, nella legge di Bilancio 2020, la proroga fino al 31 dicembre 2020 delle detrazioni al 50% per la sostituzione di serramenti e schermature solari negli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Un bonus importante del comparto dell’involucro edilizio, che traina ancora il mercato interno nel settore delle facciate, dei serramenti e delle costruzioni metalliche. Insomma, il bonus è confermato. Anche se il quadro che emerge in Italia è ancora a luci e ombre. Secondo l’ufficio studi Unicmi, la ripresa è stata incompiuta e restano notevoli punti interrogativi nel medio periodo. Anche se le previsioni per il settore delle costruzioni indicano un trend positivo per il 2020-21, secondo l’associazione di settore non si può parlare di ripresa in quanto i tassi di crescita si manterranno attorno al 2%2,5% annuo. Anche se una crescita è pur sempre un dato positivo. L’analisi delle vendite indica anche che la domanda di serramenti continua a essere trainata dal recupero residenziale, mentre la performance delle nuove costruzioni, soprattutto nel residenziale, è al di sotto della aspettative: le aziende sono pronte alla ripresa, ma il mercato stenta a decollare. A influire sul mercato degli infissi, inoltre, va registrato un altro aspetto: la tecnologia. Nuovi materiali o, meglio, l’evoluzione costante di quelli utilizzati, assieme a una massiccia dose di elettronica, hanno contagiato sia le imprese costruttrici sia gli utenti. Serrature con apertura digitale, home automation, attenzione verso la sostenibilità, focus sulla sicurezza: sono le linee guida di un mercato che riesce a proporre soluzioni spesso sorprendenti. E senza dimenticare l’aspetto del design.

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In alto il vetro Un moderno bungalow a Bardolino (Verona) valorizza il panorama grazie alle ampie superfici trasparenti scorrevoli di Finstral. Per una fusione totale tra zona living ed esterno

Casa vacanze a Bardolino. Nella pagina seguente, l’area comune è caratterizzata da ampie pareti trasparenti, con profili in alluminio che formano un angolo a tutto vetro

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inee pulite, apertura verso l’esterno e scelte materiche in linea con l’ambiente circostante sono state combinate per costituire una soluzione architettonica efficiente e vantaggiosa in termini di spazio abitativo e di budget, a misura di famiglia. Il moderno bungalow di villeggiatura progettato dallo Studio Pedevilla Architects poco sopra il centro di Bardolino (Verona) si manifesta come un’architettura senza tempo, influenzata dal territorio del Lago di Garda e dagli spazi limitati del lotto su cui è costruita.

AMPIE VETRATE La pianta della casa, di forma rettangolare, prevede una rigida separazione tra zona notte e zona giorno. Lo spazio privato è suddiviso a sua volta in due camere da letto, vani ripostiglio e un bagno. L’area comune, invece, è caratterizzata da ampie pareti trasparenti Vista, con profili in alluminio, che formano angoli a tutto vetro, per una fusione totale tra la zona living e l’esterno. Al posto delle porte tradizionali sono state realizzate alzanti-scorrevoli Finstral a tutta altezza, il cui movimento crea sempre nuove aperture e situazioni spaziali nella pianta libera della casa. In più, l’aspetto esterno dell’edificio è caratterizzato principalmente dall’uso di un intonaco minerale a grana medio-grossa, realizzato aggiungendo

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Casa all’impasto aggregati di pietra regionale per rafforzare il rapporto con il paesaggio. I serramenti di alluminio Finstral Fin-Vista, FinProject Nova-line e Fin Slide Nova-line di colore Corten (Mars 2525) si sposano sia con l’edificio che con l’ambiente, permettendo inoltre una maggiore resistenza alle alte temperatura estive e alla deformazione, grazie al loro nucleo in Pvc.

LA SCHEDA

ELEGANZA METALLICA Le grandi porte alzanti-scorrevoli possono pesare anche più di 2-300 chilogrammi, eppure con le loro linee leggere e ariose risultano maneggevoli e di semplice utilizzo. La gamma Finstral comprende portefinestre, scorrevoli alzanti o parallele realizzabili con diversi telai e colori, per permettere una totale simbiosi con tutti i possibili ambienti circostanti. In questo progetto il legame con l’esterno è concretizzato tramite i sottili profili in alluminio, che garantiscono la massima illuminazione insieme a un impatto visivo leggero, sottolineato dai

alluminio con angolo a tutto vetro; serramenti FIN-Project

PROGETTO: Studio Pedevilla Architects COMMITTENTE: privato LUOGO: Bardolino (VR), Italia PRODOTTI FINSTRAL: sistema pareti FIN-Vista in Nova-line; Vetri Plus Valor / Multiprotect + Bodysafe

ridottissimi ingombri dei telai Finstral di soli 50 millimetri. L’apertura verso sud crea una doppia area living esterna ben definita, dove è possibile trascorrere qualche ora di relax sotto la copertura piana a sbalzo. Mentre al di sopra, sulle sedute del tetto-terrazza, si può godere la vista mozzafiato sul lago e sugli uliveti.

Le grandi porte alzanti-scorrevoli pesano anche più di 2-300 chilogrammi, eppure con le loro linee leggere e ariose risultano maneggevoli e di semplice utilizzo

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PERFORMANCE ENERGETICA AL TOP CON FAKRO Il modello Ftt U8 Thermo, una soluzione ideale per l’edilizia passiva

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l miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici è ormai una sfida a cui tutti gli operatori del settore edile sono chiamati a rispondere. In questo mercato, Fakro si inserisce con un’ampia serie di soluzioni, al cui vertice si staglia il modello Ftt U8 Thermo, una soluzione ideale anche per l’edilizia passiva, che consiste in una finestra con prestazioni termiche tra le migliori disponibili sul mercato: il serramento, installato con il raccordo EhvAt Thermo, ha un coefficiente Uw = 0,58W/m²K e ha ottenuto il certificato del Passivhaus Institut. Proposto a bilico (ma con l’asse di rotazione posizionato al di sopra della mezzeria del telaio della finestra), il modello è dotato di vetrocamera passivo composto da quattro vetri temperati (vetro esterno temperato, due intermedi temperati basso emissivi e uno interno temperato, sempre basso emissivo) inserito in un battente appositamente progettato, che riduce al minimo il fenomeno della formazione di ponti termici. Dal più piccolo modello di 55x98 centimetri al più ampio di 134x140 centimetri, il prodotto è idoneo per tetti con pendenza da 15 a 70 gradi, ed è dotato dell’innovativo sistema topSafe, utile a rafforzare la costruzione della finestra per una maggiore resistenza contro l’effrazione. Il telaio è poi realizzato in legno di pino selezionato e impregnato sottovuoto: una metodologia più efficace di molti altri sistemi, in grado di rendere il legno resistente anche alle muffe più insidiose. Infine, la finestra è rifinita con due mani di vernice acrilica e impreziosita dalla maniglia Elegant, posta nel punto più facilmente raggiungibile del serramento. D i c e m b r e / G e n n a i o

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SPECIAL E Gjfpe Casa

Sliding door in campagna

La residenza di campagna vicino a Ferrara, sorta sulle rovine di un antico casolare abbandonato su progetto di ZSM STUDIO

Grandi aperture vetrate, realizzate con i sistemi in alluminio Schüco a elevate prestazioni, valorizzano il progetto dI Zsm Studio a Cento (Ferrara). La ex cascina guarda al futuro con automazioni e sensori ambientali

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l paesaggio regolare della pianura emiliana ha ispirato il progetto architettonico di una residenza di campagna situata a Cento, vicino Ferrara. Sorta sulle rovine di un antico casolare abbandonato, l’abitazione progettata da Zsm Studio si caratterizza per l’estetica razionale e al tempo stesso sofisticata, basata sull’intersezione tra un blocco monopiano che ospita la zona giorno e un volume su due livelli destinato agli altri ambienti della casa. I due blocchi dialogano con giochi di rientranze e sporgenze, tra pieni e vuoti, dove un ruolo fondamentale è rivestito

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dalle aperture vetrate che inondano gli interni di luce naturale. Per adempiere a questo compito sono stati scelti i serramenti in alluminio Schüco a taglio termico, con vetri stratificati di sicurezza, abbinati a un sistema di frangisole per la regolazione dell’apporto solare. Il risultato? L’ottimizzazione delle performance energetiche dell’involucro trasparente durante tutto l’arco dell’anno. GRANDI VETRATE I grandi scorrevoli che mettono in diretta comunicazione gli ambienti domestici con il giardino circostante sono stati realizzati con il sistema in alluminio Schüco Ass 70 HI (High Insulation). Le sue elevate prestazioni in termini di isolamento termico non solo hanno consentito di ridurre l’impatto energetico dell’edificio, grazie a un notevole risparmio sui costi di riscaldamento e raffrescamento, ma hanno anche incrementato il comfort indoor, regalando una migliore abitabilità della casa, senza fastidiosi sbalzi termici tipici delle aree vicino alle vetrate. Per le finestre e le porte finestre, invece, è stato scelto il sistema in alluminio Schüco Aws 75 SI (Super Insulation), i cui speciali profili garantiscono un’elevata tenuta agli agenti atmoD i c e m b r e / G e n n a i o

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Nel dialogo tra pieni e vuoti, un ruolo fondamentale è rivestito dalle aperture vetrate che inondano gli interni di luce naturale

SAINT-GOBAIN PER IL NUOVO OSPEDALE DI FOGGIA Sono i vetri di Saint-Gobain Glass l’elemento architettonico caratterizzante del nuovo Dipartimento Emergenza Urgenza (Deu) degli Ospedali Riuniti di Foggia appena ultimato. L’elegante e colorato complesso, dotato di 250 posti letto, si inserisce nell’ampia riqualificazione della zona ospedaliera finalizzata a modernizzare e migliorare l’offerta della sanità pubblica pugliese. Per l’edificio sono state realizzate vetrate estremamente performanti, ispirate a tre principi: il comfort dei degenti, il risparmio energetico e la gradevolezza visiva. Il grande edificio si contraddistingue per molteplici colorazioni che comfort, designvivacità e innovazione. trasmettono sia alle facciate esterne sia agli spazi interni. I piani sono pensati con tonalità diverse a seconda della funzione degli ambienti, mentre i prospetti principali sono costituiti dall’alternanza di vetrate traslucide e pannelli opachi grigi, bianchi e blu, che assumono colori e trasparenze differenti a seconda dell’intensità della luce solare. In tutto sono 1.800 le vetrate prodotte da Saint-Gobain Glass e montate sulle 527 cellule esterne. Mentre 150 sono le vetrate Saint-

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Gobain montate nell’atrio Sud, che ricopre le due spettacolari scale a tenaglia poste nell’ingresso. Le lastre di vetro, con una lunghezza di 4,5 metri e una ampiezza di 1,75 metri, sono tutte stratificate SGG Climaplus Securit Comfort, infrangibili ad altissima resistenza, composte da vetri Sgg Cool-Lite Skn, intercapedine ermeticamente chiusa di gas Argon e vetri stratificati acustici Sgg Stadip Silence.

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Casa Il sistema per facciate Schüco FW 50+, a cui sono state abbinate le finestre in alluminio Schüco AWS 114

LA SCHEDA PROGETTO: ZSM STUDIO – arch. Marco Sita e ing. Stefano Zoffoli LUOGO: Cento (FE), Italia CONSULENTE: ing. Fausto Cattivelli IMPRESA ESECUTRICE: Campagnoli Costruzioni Cento SERRAMENTI IN ALLUMINIO: Schüco FACCIATE CONTINUE: Schüco FW 50+ SCORREVOLI: Schüco ASS 70 HI FINESTRE A SPORGERE: Schüco AWS 114 FINESTRE E PORTEFINESTRE: Schüco AWS 75 SI FORNITURA, INSTALLAZIONE: Cerchiari Group Srl FOTO: Fabio Bascetta

sferici e rallentano i flussi termici dall’esterno all’interno e viceversa, preservando la temperatura indoor e ostacolando la formazione di condensa sull’infisso. Tale caratteristica si è rivelata utile soprattutto per le finestre di grandi dimensioni del bagno padronale, in cui la vasca è sormontata da un doppio serramento quadrato. Per intonarsi all’atmosfera della campagna, dove predominano i toni della terra e della pietra, tutti i telai dei sistemi in alluminio Schüco sono stati rifiniti con uno speciale processo di verniciatura nella tinta Viv 901 Elettro Marrone. IN CAMPAGNA Le vetrate fisse che si affacciano sulla corte interna sono state realizzate con il sistema per facciate Schüco Fw 50+, a cui sono state abbinate le

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finestre in alluminio Schüco Aws 114. Queste ultime sono caratterizzate da una pratica apertura a sporgere motorizzata, grazie alla tecnologia di automazione Schüco TipTronic SimplySmart, che permette di movimentare gli infissi con un semplice tocco sulla maniglia o con un tap sullo smartphone. Ma anche attraverso il solo utilizzo della voce, grazie a una specifica integrazione con sistemi di gestione domotica a comandi vocali. Il tutto è poi gestibile con estrema semplicità attraverso la nuova Dashboard, che consente di ricevere informazioni aggiornate sullo stato dei serramenti e sulle eventuali attività di manutenzione da realizzare. Infine, la tecnologia TipTronic SimplySmart è dotabile anche di speciali sensori che registrano la situazione ambientale interna ed esterna regolando automaticamente l’apertura e la chiusura dei serramenti sulla base della salubrità dell’aria. D i c e m b r e / G e n n a i o

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HÖRMANN, IL PORTONE DA GARAGE TERMICO

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a prestazione energetica di un edificio riduce le perdite di calore e fa risparmiare sulle spese di riscaldamento. È per questo che Hörmann, leader a livello mondiale nelle chiusure, arricchisce oggi la propria proposta con un portone caratterizzato da prestazioni termiche al top. LPU67 Thermo, realizzato in acciaio coibentato a doppia parete, presenta elementi a separazione termica con uno spessore di 67 millimetri e una doppia guarnizione sia per i singoli elementi sia a pavimento. Il portone, infatti, ha un valore di trasmittanza termica pari a 0,92 W/m²K, per una dimensione di 5000x3000 millimetri, e garantisce un potenziamento dei valori di coibentazione fino al 50% in più rispetto ai tradizionali modelli da 42 millimetri. Per implementare ancora l’efficienza energetica è poi possibile applicare la guarnizione perimetrale ThermoFrame, grazie alla quale il telaio del portone viene separato termicamente dalla muratura. Disponibile in svariate misure, LPU67 Thermo vanta anche un’elevata sicurezza, grazie alla possibilità di motorizzazione della porta da garage con abbinamento al sistema BiSecur, in grado di controllarla e comandarla non solo da casa ma anche

da qualsiasi altro luogo nel mondo, utilizzando la nuova App per smartphone e tablet. Il portone si distingue anche per un’estetica contemporanea, proposta in due superfici: Silkgrain effetto seta e Decograin simil-legno, disponibile in 15 colori preferenziali, nonché, a richiesta, in tutte le tonalità della gamma Ral Infine, LPU67 Thermo è proposto anche in Versione Premium, ovvero con una speciale dotazione di ruote di scorrimento tandem, guide e componentistica in bianco grigio Ral 9002.

LPU67 Thermo, realizzato in acciaio coibentato a doppia parete

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Casa Geometria colorata che punta al comfort A Mezzocammino (Roma) un complesso residenziale ha richiesto la massima efficienza. E, per gli infissi, ha scelto oltre 400 monoblocchi finestra Ingenius di Alpac, con ventilazione meccanica controllata

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lle porte di Roma il nuovo complesso residenziale nel quartiere di Mezzocammino è il risultato dell’integrazione di moderne tecniche costruttive con tecnologie sostenibili ad alta efficienza. Ideato dallo Studio Transit e realizzato dall’impresa Atlantico Costruzioni, il progetto si inserisce nel contesto di un importante piano di sviluppo immobiliare che ha permesso alla zona situata tra il quartiere Eur e Ostia di crescere secondo i più moderni criteri di edilizia residenziale. Si tratta di 97 alloggi di diversa metratura, che si alternano in due corpi di fabbrica disposti su un asse curvilineo. Sono queste le parti di cui si compone l’edificio, i cui fronti principali est e ovest si differenziano per l’articolazione delle geometrie di facciata, ma ritrovano coerenza nella cromaticità degli elementi architettonici.

Il nuovo complesso residenziale nel quartiere di Mezzocammino

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Il fronte concavo a ovest presenta un ritmo regolare dettato dagli allineamenti orizzontali dei solai e dalle linee verticali delle griglie di separazione tra gli alloggi

MATERIA E COLORE Il fronte convesso a est, dove sono presenti gli accessi, è caratterizzato da un telaio d’acciaio dalla geometria irregolare in cui si alternano spazi vuoti a superfici di lamiera microforata sui toni del grigio, del bianco e del verde, in un gioco di cromatismi che richiama i quadri di Mondrian. A ovest, il fronte concavo presenta invece un ritmo regolare dettato dagli allineamenti orizzontali dei solai e dalle linee verticali

delle griglie di separazione tra gli alloggi. A richiamare le note cromatiche del fronte opposto ci sono le fioriere posizionate sui parapetti in vetro, che aggettano dalle terrazze. L’intero involucro edilizio viene completato nella sezione più interna da un telaio rivestito di ceramica bianca che disegna i prospetti chiusi sugli affacci nord e sud. «La realizzazione di questo complesso è stata al contempo una sfida e una scommessa», ha spiegato l’architetto Alessandro Pistolesi dello Studio

LA COIBENTAZIONE DEL FORO FINESTRA SECONDO DE FAVERI Qualità, tecnologia e semplicità sono racchiuse nel controtelaio coibentato InQuadra, la soluzione di De Faveri per l’isolamento termoacustico del foro finestra con infissi a filo-muro. Un monoblocco compatto e regolare, con spalla www.defaveri.it di spessore di 100 mm, che garantisce il più efficace taglio termico tra muro e infisso. Assemblato s i a c odesign n a pepinnoositi comfort, collanti che tramite vazione. un sistema meccanico di staffe e rinforzi, il controtelaio è dotato di una struttura stabile e non soggetta a deformazioni, adatta ad ospitare qualunque tipo di sistema

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oscurante e in grado di semplificare le opere murarie, considerando il fatto che si inserisce in un foro semplicemente rattangolare. InQuadra, poi, non solo è dotato di un sistema di zanche scorrevoli per l’ancoraggio alla muratura, regolabile in base allo spessore del cappotto, ma è anche concepito per la rasatura, fattore che migliora l’uniformità alla finitura tra facciata e mazzetta. Infine, il controtelaio coibentato filo-muro è abbinabile con i sistemi di ventilazione meccanica DFVMC e con il raffinato sistema raso-muro InOpera.

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Il monoblocco per avvolgibile Ingenius Vmc di Alpac con ventilazione meccanica integrata

Transit. «Abbiamo cercato di concepire un sistema edilizio originale per proporre al mercato residenziale della capitale, che presenta un’offerta alquanto inflazionata, un progetto dissonante e innovativo sia sul piano tecnologico che su quello estetico». VENTILAZIONE Per la struttura si è scelto di privilegiare le tecnologie a secco, che insieme all’utilizzo di sistemi costruttivi con elementi realizzati in stabilimento e assemblati in opera, hanno permesso una notevole contrazione delle tempistiche di cantiere, una verifica efficace sulla qualità dei componenti edilizi e un controllo puntuale sui costi di costruzione. Particolare attenzione è stata prestata poi all’aspetto del benessere indoor e delle prestazioni termoacustiche di facciata. In quest’ottica, per la gestione di tutti e 410 i fori finestra del complesso sono stati scelti i monoblocchi per avvolgibile Ingenius Vmc di Alpac con ventilazione meccanica integrata. «Progettare il comfort abitativo è un obiettivo sempre più importante, al fine di realizzare

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un edificio rispondente sia alle esigenze dell’utente che alle sfide del mercato», spiega Pistolesi. «La soluzione monoblocco ha permesso di isolare i fori finestra migliorando le prestazioni energetiche dell’edificio. Abbiamo scelto la linea Ingenius in quanto tecnologia integrata in grado di combinare le elevate performance termoacustiche con i vantaggi del ricambio d’aria continuo».

LA SCHEDA PROGETTO: Studio Transit – arch. Gianni Ascarelli, arch. Alessandro Pistolesi, arch. Sergio Vinci, arch. Manuela De Micheli LUOGO: Mezzocammino (Roma), Italia IMPRESA EDILE: Atlantico Costruzioni Srl PRODOTTI ALPAC: monoblocchi per la gestione dei fori finestra Linea Ingenius Vmc

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INTERNORM, MASSIMA PERSONALIZZAZIONE

HF410 di Internorm è disponibile anche nella versione porta-finestra di grandi dimensioni

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l cuore della finestra HF410 di Internorm è la tecnologia I-tec Core, ovvero un solido nucleo in legno costituito con diverse lamelle incollate che conferisce una grande stabilità al telaio e garantisce cinque vantaggi contemporaneamente: realizzare serramenti di dimensioni maggiori, ridurre lo spessore del profilo rispetto alle superfici vetrate, garantire un elevato isolamento termico, offrire la possibilità di ricercare il proprio stile e infine ottenere un rapporto prezzo-prestazioni impareggiabile. Abete, rovere, larice, frassino, noce: la vasta gamma di essenze pregiate, tutte provenienti da forestazione sostenibile, consente di armonizzare la finestra all’ambiente interno, allo stile abitativo e all’arredamento.

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Per esempio, se si prediligono i toni chiari: rovere, frassino, larice e abete. Oppure noce, se si ricerca un’atmosfera elegante in abbinamento a mobili antichi e pregevoli pavimenti in legno. HF410 di Internorm è disponibile anche nella versione portafinestra di grandi dimensioni, negli stili design studio, home pure, home soft e ambiente. Tutti in grado di donare agli ambienti la massima luminosità grazie alle ampie vetrate e il massimo calore grazie alla scelta del materiale. Alla naturalezza del legno si aggiungono la solidità e l’assenza di manutenzione del guscio in alluminio all’esterno, disponibile in tutti i colori e stili di design Internorm e caratterizzato da un’elevata resistenza alle intemperie.

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LUXURY GOODS Classic Blue è il colore scelto da Pantone per il 2020. Una nuance rassicurante in grado di infondere serenità e fiducia. Elegante e senza tempo, si presta ad accostamenti di tutti i tipi, da quelli più classici ai contrasti più vivaci ed esotici.

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1. Assomiglia a una bolla di sapone dai riflessi

cangianti la lampada a sospensione FL/Y di Kar tell. La calotta non è perfettamente semisferica ma il piano secante è al di sotto dell’altezza del diametro, per raccogliere maggiormente la luce. 2. I termoarredi di Antrax anche in versione Classic Blue: T Tower, Serie T, Android, Teso, Tubone e numerose altre linee sono disponibili nel colore dell’anno. 3. Un tuffo nel blu delle vasche Victoria + Alber t. Disponibili in 194 colori, tra cui 23 sfumature di blu, sono realizzate in Quarrycast e garantite 25 anni. In foto: vasca freestanding Amiata – RAL Matt 5003. 4. Diamond è il mosaico in vetro cattedrale di Mosaico+. Realizzato in vetro cattedrale ar tistico, che si caratterizza per la sua Brillante e luminoso, può essere colorato con tinte piene e piatte o avere una superficie stonalizzata e venata. 5. Le pareti si trasformano in una mappa antica con Polygon Map by Wallpepper, la car ta da parati di design con stampe in altissima qualità. Il materiale è un composto a base di fibre tessili di agave e cellulosa, PVC free, cer tificato resistente al fuoco in classe B-s1-d0.


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6. È disponibile anche in blu il rubinetto Essence Semi-Pro di Grohe per un tocco di colore in cucina. Il tubo colorato in silicone è intercambiabile e di facile manutenzione. 7. Disponibile anche in blu la por ta in legno Danieli di Dierre. Tamburata, dal disegno lineare e attuale, è suppor tata con MDF e con struttura interna in alveolare kraft. 8. Acquerello è il lavabo dal sofisticato gioco cromatico di Valdama. Le curve morbide non creano mai ombre nette e la luce scorre sulle superfici in modo fluido e naturale. Design Prospero Rasulo. 9. Gli arredi da bagno in poliuretano Synergy di Fiora sono disponibili in due texture: Surato che si caratterizza per leggere scanalature ver ticali di derivazione neoclassica, e Listello che invece ricorda le doghe in legno. In foto base sottolavabo e armadietto nel colore Ultramar. 10. Outfit di Marazzi è la collezione che combina trame tessili ispirate ai tessuti Kilim o Jacquard e brillanti superfici ceramiche con soluzioni versatili per il rivestimento di spazi residenziali e commerciali. In foto Marazzi Outfit Blue (25x76 cm) e Marazzi Outfit Blue Mosaico (30x30 cm). 2 0 2 0

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ZAPPING DA KNAUF L’INTONACO ANTINCENDIO LEGGERO

UN RINNOVATO SPAZIO SIMAS A MILANO

Ha riaperto lo Spazio Simas di via Melzo a Milano, ripensato in un’ottica più funzionale alla nuova immagine dell’azienda, specializzata dal 1965 in ceramiche sanitarie. Il progetto, affidato all’architetto Giancarlo Angelelli, ha ridato valore allo spazio, adibito in passato ad antica stamperia, preservando al contempo la valenza dei prodotti Simas. «Lo sforzo più grande è stato quello di far convivere l’ambiente e l’allestimento. Ho lasciato chiaramente distinte l’azienda e l’architettura, cercando però di dare forza a entrambe», racconta l’architetto.

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«Esiste tuttavia un punto di convergenza tra le due istanze progettuali: la storia, come valore assoluto, evocata dal colore grigio, unico per l’intero ambiente e scelto in ricordo dei luoghi di lavoro di un passato a cui appartengono sia lo stabile che Simas».«Abbiamo evoluto la nostra immagine sviluppando nuove idee e progetti rivolti anche al mondo del design», spiega Marco Giuliani, direttore generale Simas. «Avevamo bisogno di un nuovo spazio, che mettesse in luce la nostra storia e la qualità delle nostre ceramiche. Oltre ai sanitari tradizionali, che mantengono ancora il loro pubblico, il mercato mostra una tendenza sempre più forte verso modelli più minimal e lineari, e da due anni a questa parte anche con colorazioni particolari. Ci siamo dedicati con molte energie a queste nuove tendenze con un’ottica non solo italiana ma internazionale, e mantenendo quel livello di originalità che ci ha sempre contraddistinto». Lo showroom Simas si sviluppa come open space su un unico livello, ed è destinato oltre all’esposizione dei prodotti, anche a incontri e seminari per professionisti e architetti.

KNAUF PRESENTA MP 75 L FIRE, IL NUOVO INTONACO ANTINCENDIO LEGGERO PER LA PROTEZIONE DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI CHE GARANTISCE UNA PROTEZIONE AL FUOCO FINO A R 240. COSTITUITO DA UN LEGANTE A BASE DI GESSO CON PERLITE E ALTRI INERTI SPECIALI CHE ASSICURANO UN’APPLICAZIONE OTTIMALE E UNA RESA MAGGIORE, KNAUF MP 75 L FIRE È STATO SVILUPPATO APPOSITAMENTE PER AMBIENTI INTERNI E SEMI ESPOSTI ED È IDONEO ANCHE PER AREE CON ALIMENTI. ADERISCE PERFETTAMENTE ANCHE IN PUNTI CRITICI E SUPPORTI

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DIFFICILI COME I RIVESTIMENTI IN LAMIERA GRECATA, PROFILI METALLICI E SUPERFICI IN CALCESTRUZZO ANCHE SENZA L’UTILIZZO DI PRIMER. «LA DIVISIONE KNAUF ANTINCENDIO STUDIA, ELABORA E MIGLIORA COSTANTEMENTE SOLUZIONI INNOVATIVE PER GARANTIRE UNA PROTEZIONE PASSIVA DAL FUOCO CHE SIA REALMENTE TALE, PROPONENDO SOLUZIONI DI MASSIMA EFFICACIA, TESTATE E CON OLTRE CENTO CERTIFICAZIONI IN ITALIA. PER GARANTIRE L’EFFICACIA E LA CONTINUITÀ DELLA PROTEZIONE NON BASTA UN SINGOLO COMPONENTE MA OCCORRE UN INTERO SISTEMA COSTRUTTIVO; PER QUESTO NELLA LOTTA CONTRO IL FUOCO KNAUF È L’ALLEATO MIGLIORE DI OGNI PROFESSIONISTA», COMMENTA ROBERTO NAVA, SALES MANAGER KNAUF ITALIA.

MARCOPOLO EFFETTO METALLO L’IDEA DI SAN MARCO I ricercatori della San Marco hanno messo a punto la finitura decorativa Marcopolo dall’effetto metallo grezzo, che crea preziosi giochi di luce, dando vita a un’atmosfera raffinata e contemporanea. Disponibile nelle basi pronte argento, alluminio, oro, bronzo e rame, Marcopolo può essere personalizzato grazie al Sistema Tintometrico Marcromie. Di rapida e facile applicazione, deve essere impiegata su supporti murali già preparati con il prodotto di fondo Decorfond che, grazie al potere uniformante, all’opacità e alla buona copertura, è in grado di garantire la migliore base per un risultato estetico di massima precisione. L’utilizzo di specifici attrezzi consente di valorizzare le pareti riproducendo particolari effetti decorativi: rigato, cascata e tramato.

DIERRE SI MOLTIPLICA PER 23 CON VITREA

SONO 23 I MODELLI DI VITREA, LA NUOVA COLLEZIONE DIERRE DI PORTE INTERNE IN VETRO TEMPRATO E TEMPRATO STRATIFICATO, DISPONIBILE IN NUMEROSE VARIANTI DI INSTALLAZIONE, ANCHE SCORREVOLE E FILOMURO. LE PORTE POSSONO ESSERE REALIZZATE CON SETTE TIPOLOGIE DI VETRO: BASE, TRASPARENTE STAMPATO O EROSO, INCISO O SABBIATO, VETRO DECOR E SPECCHIO BIFACCIALE ARGENTATO. IN PIÙ SULLA SUPERFICIE DEL VETRO È POSSIBILE REALIZZARE INCISIONI, RIPRODURRE DISEGNI PERSONALIZZATI E IMMAGINI, OPPURE SCEGLIERE DECORI SATINATI. LA MANIGLIA PUÒ INTEGRARE UNA SERRATURA A CILINDRO PER AUMENTARE LA SICUREZZA DI OGNI STANZA.

CON LECABLOCCO TAGLIAFUOCO SICUREZZA ALL’APPLE STORE Nel centro di Roma è in corso la riqualificazione dell’ottocentesco Palazzo Marignoli, di proprietà del gruppo assicurativo Allianz. L’obiettivo del progetto, curato da Foster & Partners, Studio Transit e Studio Bichara, è quello di riportare in auge l’assetto architettonico originale, diversificando però la destinazione d’uso con uffici e spazi commerciali. Al pian terreno aprirà, infatti, l’Apple Store più grande d’Italia, mentre ai piani alti si è già stabilita la Fox Networks Group Italy. Tra

i molti aspetti che interessano un’operazione di riqualificazione immobiliare di un edificio destinato ad accogliere quotidianamente centinaia di persone, c’è la sicurezza antincendio. Per quanto riguarda le pareti verticali, i progettisti hanno scelto i blocchi Lecablocco Tagliafuoco B20 e B12, gli elementi modulari in calcestruzzo alleggerito a base di argilla espansa Leca, entrambi con classe di resistenza al fuoco EI 180 certificata.

ARMSTRONG CEILING IN PERFETTO SILENZIO

ENTRO IL 2050 SI STIMA CHE LA POPOLAZIONE URBANA RAGGIUNGERÀ I 9 MILIARDI E LE SFIDE IN TERMINI DI PROGETTAZIONE URBANISTICA SI MOLTIPLICANO. I CONTROSOFFITTI POSSONO CONTRIBUIRE AD ACCOMPAGNARE QUESTA CRESCITA, MIGLIORANDO L’ILLUMINAZIONE E LE PERFORMANCE ACUSTICHE DEGLI SPAZI INTERNI. ARMSTRONG CEILING SOLUTIONS, SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI SOLUZIONI COMPLETE PER CONTROSOFFITTI ACUSTICI, OFFRE SERVIZI AD OGNI LIVELLO, DALL’OFFERTA DI SOLUZIONI DI QUALITÀ AL SUPPORTO DI ESPERTI QUALIFICATI, FINO ALLA FORMAZIONE. OLTRE AI SERVIZI E AL SUPPORTO DI QUALITÀ, ANCHE LA SCELTA DEI PRODOTTI CONTRIBUISCE A POTENZIARE L’EFFICIENZA DEI PROGETTI, IN TERMINI DI FACILITÀ DI INSTALLAZIONE E DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE. L’AZIENDA È IN GRADO DI OFFRIRE UNA GAMMA DIVERSIFICATA E COMPLETA DI PRODOTTI DALLE ELEVATE PRESTAZIONI TECNICHE, CHE INCLUDONO PANNELLI, SISTEMI DI SOSPENSIONE E KIT PER CANOPY, IN GRADO DI SEMPLIFICARE LA POSA E LA MANUTENZIONE, A FAVORE DI UNA MAGGIORE CELERITÀ NEL COMPLETAMENTO DEI CANTIERI.

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HIGH TECH

PREZZO E VELOCITÀ I FATTORI DELL’E-COMMERCE

NEL 2020 LE AZIENDE INVESTIRANNO DI PIÙ IN TECH Investimenti in tecnologia in crescita per il 2020. È la previsione dell’Osservatorio Digital Transformation Academy e Startup Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. Secondo gli analisti, il budget Ict delle aziende aumenterà in media fra il 2,8% e il 2,9%, trainato però dalle grandi imprese, che prevedono un incremento nel 45% dei casi. Gli investimenti saranno concentrati soprattutto su tecnologie come big data analytics, cyber security e sistemi Erp, mentre solo il 23% delle Pmi destinerà più risorse, in particolare per sistemi Erp, Crm e mobile business.

Il prezzo è una variabile fondamentale per chi acquista online. In Italia, secondo lo studio Pulse of the Online Shopper condotto da Ups, l’89% il prezzo è il fattore principale e determinante sulla scelta finale, mentre al secondo posto c’è la rapidità di consegna. Secondo la ricerca della società di logistica, il 94% degli italiani fa ricerche sul web prima di acquistare, e le generazioni più giovani sono quelle che si lasciano influenzare di più dalle recensioni degli altri clienti. Interessano anche informazioni e dettagli del prodotto, ma anche le possibili alternative (44%). Quando acquistano da negozi online stranieri, il 94% degli acquirenti italiani si aspetta di visualizzare tutte le spese di spedizione, inclusi dazi e tasse, prima di completare l’acquisto. Quasi un quarto (22%) dei consumatori italiani, inoltre, partecipa a più di cinque programmi fedeltà, spinti da incentivi come la spedizione gratuita, gli sconti riservati ai soci e i punti fedeltà.

ANCORA POCHE LE AUTO GREEN Tanta pubblicità, ma poco utilizzo: le auto elettriche e ibride continuano ad avere percentuali omeopatiche. Secondo i dati dell’Aci, in Italia la diffusione di automobili green è ancora marginale. A dicembre 2018 i veicoli elettrici e ibridi immatricolati in Italia erano appena poco più di 256 mila unità, vale a dire lo 0,66% del totale

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parco auto circolante. Altro discorso, invece, per quelle alimentate a Gpl e metano, vetture che sono considerate green. Sommando queste alle elettriche e ibride si arriva, complessivamente, a 3,6 milioni di veicoli, ovvero il 9,3% del totale parco auto circolante. SI può, però, considerare un altro aspetto: la diffusione di auto elettriche e ibride cresce a tre cifre. Dal 2015 al 2018 le vetture green sono cresciute del 130%.

SMART HOME BOOM PER IL NATALE 2019 Non ci sono dubbi che l’e-commerce abbia raggiunto dimensioni mostruose. I dati da record relativi al blackfriday e al cybermonday 2019 lo confermano. Nel complesso, nelle due giornate di shopping pre-natalizio i clienti di Amazon di tutto il mondo hanno ordinato più di 25 milioni di articoli per la casa. Tra i prodotti più venduti durante il Black Friday negli Stati Unitici sono quelli per la smart home, come l’altoparlante intelligente Echo Dot e Fire TV Stick con telecomando vocale Alexa, il robot da cucina Instant Pot Duo80 da 7,5 litri, il kit per il test genetico del Dna 23andMe Health + Ancestry Service per uso personale e il robot aspirapolvere iRobot Roomba 675. Ma anche lo spazzolino elettrico Oral-B Genius Pro 900, la confezione regalo Lagunamoon Essential Oils Top 6 e il mascara volumizzante Paradise l’Oreal. Tra le categorie di prodotti più venduti non mancano giocattoli, casalinghi, abiti e accessori, oltre a prodotti per la cura della persona. E il 40% degli acquisti è avvenuto su smartphone.

YO U T R A D E

D i c e m b r e / G e n n a i o

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Saremo presenti a

2020

KLIMAHOUSE

dal 22 al 25 Gennaio 2020 | Bolzano

Settore CD Stand C18/64

Sopra solo cielo. Sotto solo Isotec. ISOTEC consente di realizzare coperture isolate e ventilate, con tutti i tipi di struttura portante ed è compatibile con qualsiasi rivestimento, dalle tradizionali tegole alle più moderne soluzioni continue in metallo. Il tutto con la massima efficienza energetica ed un’eccezionale rapidità di posa. Anche nella soluzione Isotec Parete per facciate isolate e ventilate. isotec.brianzaplastica.it


Neopor®- Il Grigio Originale per l’isolamento termico

Neopor® è il polistirene espandibile di ultima generazione, creato e prodotto da BASF, in grado di garantire elevate prestazioni isolanti. I nostri Partner: n Gruppo Poron AB stand B06/22 n Isolconfort CD stand D23/50 n L'Isolante CD stand D24/32

n Bioisotherm CD stand C18/24 n Danesi CD stand C19/06 n Isotex AB stand A05/28

Neopor®, storico partner dell’Agenzia CasaClima, sarà presente a Klimahouse 2020 con la partecipazione di alcuni Partner. Per maggiori informazioni sui prodotti isolanti Made of Neopor®, visita gli stand dei nostri Partner presenti alla manifestazione.


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