SPECIALE DRENAGGIO LA SICUREZZA FA ACQUA ECCO COME INTERVENIRE
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Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.
GIUGNO 2020 - N°110
EDILIZIA L’EMERGENZA VISTA DAI DISTRIBUTORI ESTERI ISSN 2532 - 5671
T E NDE N Z E E AT T UA L I TÀ DE L L A DIS T RIBUZ IONE E DIL E
Mirco Pegoraro
Geoplast RILANCIAMO CON UN POKER DI PRODOTTI NUOVI
XIII convegno nazionale youtrade
UN RUOLO DA REGISTA PER LA DISTRIBUZIONE EDILE Distributori di materiali edili al centro della filiera delle costruzioni. Ruoterà attorno a questo concetto il prossimo Convegno nazionale YouTrade, in programma il 15 ottobre al Palaexpo di Verona, nell’ambito della Fiera del Condominio. Le rivendite specializzate nel settore dell’edilizia, infatti, continueranno anche nei prossimi anni a ricoprire un ruolo fondamentale tra produttori e utilizzatori. Le analisi di mercato, infatti, hanno riscoperto il ruolo fondamentale del punto vendita di prossimità. Ma l’evoluzione della tecnologia e la necessità anche di agire su un mercato omnicanale hanno spostato gli equilibri, con il rischio di marginalizzare la tradizionale attività commerciale. Per questo le imprese della distribuzione devono imparare a ricoprire meglio il ruolo da registi di centrocampo. Non solo, insomma, semplici espositori-rivenditori di materiali, ma partner consapevoli e adeguati alle nuove richieste dei clienti, in una logica che vede assottigliarsi sempre di più la differenza tra utente professionale e semplice privato. Stretti tra grande distribuzione e necessità di confrontarsi con il fenomeno e-commerce, le imprese della distribuzione dovranno quindi dotarsi degli strumenti adeguati per agire come protagonisti e non solo da semplici intermediari. Durante il prossimo Convegno nazionale YouTrade queste tematiche saranno approfondite da esperti, con l’ausilio di una ricerca statistica condotta in esclusiva tra gli operatori del settore.
APPUNTAMENTO IL 15 OTTOBRE 2020, ORE 9.30 Fiera di Verona - Palaexpo Viale del lavoro, 8 - ingresso A1 MAIN SPONSOR
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Dal 1982
progettazione, costruzione e vendita di macchine per l’edilizia
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ANNO 13 - NUMERO 110 GIUGNO 2020
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Roberto Bolici, Marco Buschi, Federico Della Puppa, Palmiro Fronte, Gabriella Gherardi, Carlo Lorenzini, Ludovico Lucchi, Selene Maestri (fotografa), Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Cristiano Vassanelli Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di
Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Andrea Cammi • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento
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Sommario giugno
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Rubriche 11 Editoriale Superbonus, un’occasione piena di dubbi 12 Econauta Un altro giro di giostra 12 Chiacchiere di condominio Se il Grande Fratello è sul pianerottolo 13 L’avvocato Pagamenti e bonus casa 14 I fatti nostri Un vaccino contro la burocrazia Superbonus 16 Digital news da studiare 18 Seggiole & Poltrone superbene Attualità 20 Incentivi fiscali -1 Parte la corsa al superbonus 26 Incentivi fiscali -2 Tutte le modifiche al supersconto 30 Incentivi fiscali -3 Come ottenere l’ok del fisco 34 Edilizia -1 Ora speriamo nella lettera V 38 Edilizia - 2 Euro stop a singhiozzo
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Il noleggio resiste al virus
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Rivendite 46 Trend I più venduti nel dopo virus 50 Ripartenza Strategie a noleggio 54 Cioni edilizia La formula giusta? SpazioNecessario 60 Mef Ripartenza a tutto gas 62 Nuova Capolino La qualità piace ai privati 66 I ferri del mestiere Come diventare Cr7 Imprese 68 Fiv La termoidraulica sposa il mattone 70 Edil Logistica Quarto polo per Milano est 71 Muoviamoci Pronti per l’e-commerce? 72 Come si fa Servizio su misura Storia di copertina 74 Geoplast Quattro novità controcorrente
82 Drenaggio, un problema sempre più urgente
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Speciale drenaggio Sicurezza Vent’anni di acqua alta Emergenza territorio Così le città annegano Opere pubbliche Ora la politica non faccia acqua Granulati Zandobbio Gabbioni drenanti per l’arredo urbano Greenpipe La raccolta diventa Big Riccini Lo smaltimento vale il Tripplo+ Rassegna Che il drenaggio sia con voi
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Speciale controsoffitti Tecniche & Materiali Caccia grossa al riverbero Saint-Gobain Italia Soluzioni ad hoc per ogni esigenza Poron Efficienza in intradosso Eterno Ivica Libertà di parola in palestra Tecnasfalti Il silenzio è Green
Biocasa 118 Trend Onda verde per l’edilizia 120 Naturalia Bau Edilizia in attesa del superbonus 125 YouTrade Casa Bagno: design e sostenibilità 138 Luxury Goods in Showroom 142 Zapping 144 Hi-tech
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Per info: Virginia Gambino Editore Srl - Tel. 02 47761275 - e-mail: eventi@vgambinoeditore.it Crediti formativi in definizione
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E d it or i a l e
Superbonus, un’occasione ma anche qualche dubbio
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olo gli imbecilli non hanno dubbi». «Ne sei sicuro?. «Non ho alcun dubbio!». L’autore dello scambio di battute è Luciano De Crescenzo, ex ingegnere dell’Ibm diventato poi un autore capace di riassumere l’inimitabile ironia napoletana. Aveva ragione a insinuare la liceità del dubbio e, paradossalmente, di dubitare di chi lo trasforma in una certezza. È un meccanismo che si potrebbe applicare anche al dibattito sui superbonus. Nessuno vuole contestare che i superbonus siano (si spera) una manna per il settore dell’edilizia. E, inoltre, che si possano rivelare utili anche per diminuire la spesa relativa all’energia e nel contempo migliorare l’impatto ambientale. Le intenzioni del governo e del Parlamento riguardo lo sconto del 110% (probabilmente un caso unico sulla Terra) sono buone. Ma, come ricorda l’antico adagio, di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno. In ogni caso, prima di esprimere i dubbi è meglio ribadire scanso equivoci che non si tratta di contestare lo sconto dedicato alla riqualificazione degli immobili, che fa bene all’edilizia e all’ambiente. Casomai, i dubbi riguardano il metodo per arrivarci. Il primo dubbio, forse il meno eccitante, riguarda l’estensione urbi et orbi dello sconto fiscale. Certo, in questo modo anche gli incapienti non avranno nulla da obiettare, visto che il 110% di bonus li esenta da qualsiasi forma di anticipo, a patto naturalmente di cedere il credito. Ma è anche vero che ne potrà usufruire anche Paperon de’ Paperoni, che potrebbe applicare tre cappotti per ognuno dei palazzi che possiede. E che, invece, saranno pagati con le tasse versate da imprese e privati cittadini. Ma questo è un aspetto che indigna alcuni e lascia indifferenti altri, quindi lasciamolo da parte. Il dubbio più spinoso riguarda, invece, la capacità da parte dello Stato di esercitare un controllo che non sia un intralcio alle opere e, allo stesso tempo, sappia verificare che lo spirito dell’incentivo non sia prevaricato. Quanti sapranno resistere alla tentazione di sommare nella spesa per il cappotto anche qualche lavoro extra, previo accordo con l’impresa incaricata dell’opera? Inutile discutere se si tratta di morale o moralismo: l’Enea avrà la capacità di verificare la qualità e la quantità di lavori a centinaia di edifici? Terzo dubbio: è ovvio che concedere un rimborso per la totalità del costo incentiva la riqualificazione degli edifici. Ma, allo stesso tempo, incentiva anche i proprietari di immobili a interessarsi meno della qualità dei lavori. Tanto sono gratis. Ed è questo uno dei punti su cui si è accesa la discussione in Parlamento. A essere penalizzate rischiano di essere le aziende che offrono un servizio migliore, dato che il committente baderà di più alla celerità per la conclusione dei lavori piuttosto che a materiali ed esecuzione. Infine, ma non meno importante, c’è la questione della cessione del credito, un aspetto che avvantaggia il committente, ma crea un gap tra le imprese del settore. In questo caso il dubbio si trascina da quando, giusto un anno fa, il precedente governo aveva introdotto il sistema dello sconto in fattura, in automatico. Un metodo che, è evidente, può essere utilizzato solo da grandi aziende che si occupano di grossi impianti, le uniche a poter realmente incassare crediti fiscali di rilievo. Le piccole aziende, invece, sono tagliate fuori. Ora il meccanismo di doppia cessione del bonus, anche a società finanziarie, come le banche, potrebbe migliorare le cose. Ma sarà proprio così? Qualche giorno fa l’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, ha rivelato che l’azienda pubblica è pronta a gestire il business della cessione del credito. Fate due più due.
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E C O N A U TA
Un altro giro di giostra
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ato che questa rubrica si chiama Econauta, ogni tanto si può parlare di massimi sistemi, di macro trend, di trappole finanziarie. Perché la crisi innescata dal covid è una brace che cova e potrebbe provocare davvero guai seri (prima di leggere il resto fate pure gli scongiuri). Se pensate al fatturato perso negli ultimi mesi siete fuori strada: i pericoli sono maggiori. Fatevi una domanda: tutti questi miliardi di euro che piovono dal cielo per aiutare (giustamente) cittadini e imprese, anche se con ritardi insopportabili, da dove arrivano? La risposta è di due tipi: sono debito pubblico oppure carta stampata dalla Bce. Ma la vera ricchezza non si crea con la carta, si produce con il lavoro, come ben sanno gli imprenditori e i loro collaboratori. Certo, non c’era altra via da percorrere. Però bisogna essere consapevoli che ora il rischio è notevolmente aumentato. I debiti, prima o poi, si pagano. Non onorare i debiti significa fallire e non poter più chiedere prestiti: succede a uno Stato (vedi Argentina) come a qualsiasi cittadino o azienda. E, inoltre, si impoverisce il Paese: il 70% del debito pubblico è nelle mani di famiglie e istituzioni italiane. «Se non sarà organizzata una sorta di salvataggio finanziario, l’Italia potrebbe essere spinta fuori dall’euro, portandosi dietro altri Paesi ad alto indebitamento», ha scritto pochi giorni fa il premio Nobel Robert Samuelson. Che ha acceso un faro sull’intera situazione
finanziaria mondiale. Secondo l’economista, anche gli Stati Uniti e le altre economie globali sono pericolanti e stiamo sottovalutando una grande minaccia: la crisi globale del debito che, con epicentro in Europa, destabilizzerebbe ulteriormente un mondo già in difficoltà nella lotta alle drastiche conseguenze della pandemia di coronavirus. L’Italia a fine 2020 potrebbe avere un debito pari al 180% del Pil. Ma anche gli Stati Uniti, che hanno superato quota 101% di debito rispetto al Pil e sono avviati verso quota 130%, seguono una china pericolosa. Rimane, certo, la seconda possibilità: stampare denaro. Anche se la Bce non può allargare la base monetaria per statuto, è quello che fa nei fatti, acquistando titoli di Stato in cambio di euro. Stesso discorso per la Fed americana. Ma questo, inevitabilmente, manda in crisi le società finanziarie (che non possono guadagnare con i tassi a zero) e rende le monete più deboli. Fino a quando girerà la giostra? Federico Mombarone Giornalista
CHIACCHIERE DI CONDOMINIO
Se il Grande Fratello è sul pianerottolo
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a riforma del 2012 ha riconosciuto all’assemblea la possibilità di installare, con delibera assunta a maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore (in gergo 500/1000), impianti di videosorveglianza nelle parti comuni (ingresso, cortile, androne). L’installazione è legittima se sono rispettate alcune prescrizioni, come cartelli che segnalino la presenza delle telecamere e l’obbligo di custodire le immagini in un luogo non accessibile a terzi, protetto con sistema di sicurezza. Le immagini possono essere conservate per 24/48 ore (tempi maggiori richiedono l’autorizzazione del Garante della privacy) e possono essere visionate solo da incaricati identificati e nominati, e per scopi ben definiti. E, ancora: l’angolo visuale delle telecamere deve essere circoscritto alla ripresa delle aree comuni da controllare, senza includere beni o parti private. Ma sempre più spesso è il singolo condòmino che decide di installare una telecamera in prossimità della propria abitazione. In questo caso non è necessaria l’autorizzazione dell’assemblea né la segnalazione tramite cartelli. È un aspetto fondamentale che l’angolo visuale sia limitato al solo spazio di esclusiva pertinenza del privato e che le immagini non riprendano aree comuni o vicine alle altre abitazioni. Spesso, però, è possibile che le telecamere installate dal privato nella parte contigua alla porta d’ingresso, possano inquadrare una porzione di pianerottolo o la rampa delle scale. È lecito o il condòmino potrebbe incorrere nel reato di interferenza illecita nella vita privata? La Corte di Cassazione Sez. Penale (Cfr. Cass. 34151/2017) ha precisato che le scale di un condominio e i pianerottoli non assolvono alla funzione di consentire vita privata al riparo da sguardi indiscreti perché sono destinati all’uso di un numero indeterminato di soggetti e di conseguenza la tutela del Codice penale non si estende alle immagini eventualmente riprese. I proprietari possono tirare un sospiro di sollievo, ma è sempre necessario serbare l'attenzione sull’utilizzo delle telecamere private. Palmiro Fronte Coordinatore scientifico Safoa
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L’AV V O C ATO
Pagamenti e bonus casa
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L’amministratore deve adempiere con diligenza al fine di garantire la tracciabilità dei pagamenti all’appaltatore e la certificazione di avvenuto versamento del contributo da parte del singolo condomino all’ente. Con l’ordinanza 6086 del 4 marzo 2020, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema dei doveri gravanti sull’amministratore di condominio in caso di lavori straordinari al fabbricato comune e dell’opportunità di detrazioni fiscali per i condomini. La Corte afferma che, benché non vi sia un’espressa previsione di legge in tal senso, tra i compiti dell’amministratore, in quanto mandatario cui è affidata la gestione del bene comune, rientra anche quello di curare tutti gli adempimenti previsti per legge e prodromici a eventuali opportunità fiscali offerte ai singoli condòmini. L’esecuzione dei pagamenti all’impresa appaltatrice in maniera tracciabile, così come la certificazione dell’avvenuto versamento del contributo all’ente da parte del singolo condomino, rientrano pertanto tra i compiti dell’amministratore che deve adempiervi con diligenza. La Suprema Corte è giunta ad affermare tale principio al termine di un giudizio proposto dalla proprietaria di un immobile in condominio, che aveva agito in giudizio nei confronti dell’amministratore, riferendo che la condotta negligente di quest’ultimo le aveva precluso di usufruire della detrazione fiscale dal proprio reddito personale, correlata all’esecuzione di lavori edili di natura straordinaria al fabbricato comune. Il Tribunale accoglieva parzialmente la domanda, riconoscendo il diritto a ottenere il ristoro della somma che non aveva potuto portare in detrazione. La pronuncia di primo grado veniva ribadita in appello rilevando che, nell’ipotesi di lavori eseguiti su uno stabile in proprietà comune, la certificazione dell’amministratore attestante l’eseguito versamento del contributo individuale è documentazione idonea al riconoscimento della de-
trazione secondo la normativa in materia. La vicenda giungeva quindi in Cassazione. Muovendo dall’analisi del dato normativo, il Collegio osserva che l’art. 1, comma 1, lettera a) del D.M. n. 41/1998 prescrive che il condomino che intende avvalersi della detrazione fiscale in relazione ai contributi versati all’ente per l’esecuzione dei lavori ha soltanto l’onere di trasmettere all’ufficio finanziario copia della delibera condominiale che ha approvato i lavori e della tabella millesimale per la ripartizione delle spese. La Corte aggiunge anche che, per poter fruire della detrazione fiscale, sarà poi necessaria l’attestazione con cui l’amministratore certifica che il condomino ha effettivamente versato all’ente il proprio contributo individuale alla spesa comune. Chiarito quindi il quadro degli adempimenti necessari ai sensi del D.M. n. 41/1998 (pagamenti effettuati dal condominio committente all’appaltatore e certificazione, rilasciata dall’amministratore ai singoli condòmini richiedenti, di avvenuto versamento del contributo alla spesa comune, fissato nella delibera assembleare di approvazione lavori e corrispondente alla rispettiva quota millesimale di proprietà del bene comune interessato), la Corte afferma che è il soggetto che affida i lavori all’impresa appaltatrice, quindi il condominio a mezzo del proprio amministratore e non il singolo condomino, a dover osservare le disposizioni circa la tracciabilità dei pagamenti del compenso pattuito con l’appaltatore. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu
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spektra.it
Precisione che spacca il millimetro
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I FAT T I N O S T R I
Un vaccino contro la burocrazia
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ome molti operatori del settore ho avuto occasione di confrontarmi con distributori e produttori sull’andamento del mercato, e soprattutto sono riuscito a confondermi le idee tentando di seguire l’evoluzione di ciò che rappresenterà il “Bonus 110 %” che un effetto l’ha però già prodotto, ovvero il blocco di tutti i progetti almeno fino al prossimo 1 luglio, quando il ministero dello Sviluppo Economico emanerà le direttive definitive e, finalmente, edili e clienti degli edili ne sapranno di più. Per ora si viaggia sul turbolento mare delle ipotesi, con qualche piacevole indizio – per esempio la ripresa significativa dei giorni immediatamente dopo il confinamento (noto ai più come lockdown) all’interno delle mura domestiche o, per i più temerari, nei magazzini edili chiusi al pubblico e ai collaboratori. Il Decreto Rilancio in questi giorni – scrivo nella prima decade di giugno – propone ipotesi e modifiche quasi quotidiane. Non si sa, ma se ne parla, se anche le seconde case potranno beneficiare delle agevolazioni, l’ultima novità riguarda il rifacimento dei tetti, mentre per gli infissi si era già discusso nel caso di interventi in grado di garantire il miglioramento della classe energetica e dell’antisismica. Da qui alla fine del mese potrà avvenire ancora di tutto, perché ci sono ancora da affrontare centinaia si emendamenti, oltre la spada di Damocle delle coperture finanziarie che potrebbero determinare revisioni presumibilmente al ribasso delle aliquote, o limitazioni di varia natura e genere. Nell’incertezza, come scrivevo più sopra, tutti fermi, a parte i cantieri che hanno potuto riprendere la loro attività per essere completati, ed è già qualcosa, anche se le imprese hanno dovuto tutelare ulteriormente i loro operai con i nuovi dispositivi di protezione e di diagnosi che comporta-
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no ovviamente maggiori oneri. Gli operatori mostrano però fiducia e anche noi ci accodiamo speranzosi perché, oggettivamente, il lavoro da fare c’è eccome. E, a proposito di lavoro, veniamo alla seconda variabile da considerare: le previsioni del nostro Pil per quest’anno è meglio non guardarle (dovrebbero far registrare un drammatico -11% , più o meno, con prospettive di un +5% circa nel 2021) e ciò significa anche che molte persone sono in gravi difficoltà, soprattutto per mancanza
Molti puntano tutto sul Bonus 110% e magari hanno anche ragione, ma le conclusioni le tireremo a luglio e speriamo che saranno favorevoli. Certamente, siamo di fronte all’inizio di una nuova fase che si deve poter nutrire di concretezza di prospettive. In pratica, e per ciò che ci riguarda, molta gente che desidera ristrutturare la sua casa deve rimandare, in attesa di tempi migliori o, quantomeno, più stabili. In questi giorni, per esempio, molti non sanno ancora se la loro attività riprenderà, la manutenzione degli stabili nelle zone delle vacanze è ferma perché le prenotazioni al momento latitano e il prevedibile aumento dei prezzi non è certamente un incentivo. Ancora, c’è da rimarcare che la comuni-
cazione che arriva dagli spot governativi sul Bonus 110% è quanto mai fallace. Un rivenditore mi ha raccontato che il cliente privato entra nella show-room e sceglie questo e quello, convinto che paga il rivenditore. Alla fine si spera che la querelle si risolverà, come tutti ci auguriamo, ma le nostre imprese non hanno la solidità finanziaria per anticipare decine di migliaia di euro, figuriamoci poi recuperare queste grosse somme in cinque anni. Banche e finanziarie gneccano in attesa di chiarimenti, li puoi toccare su tutto, ma non sui soldi. Un fatto, mi diceva un altro rivenditore, è quello che per avere il finanziamento promesso (i famosi 25 mila euro) le aziende devono presentare una serie di documenti impressionante, «una cosa vergognosa» sono state le parole precise del collega. Ma, anche se siamo come sempre alle prese con il volubile carattere dell’italianità, perfetto nel bene e sciagurato nel male, un po’ di fiducia e di positività non costano e quindi ce le possiamo permettere. Certamente, un atteggiamento positivo e - come si diceva quando si costruiva - costruttivo, ci aiuterà. Ma il futuro di tutti dipende dalla capacità di creare concretezza, a partire dallo snellimento reale, per una volta nella vita, della burocrazia che sembra davvero essere un virus invincibile. E, a quanto pare, come ci raccontano decenni di storia della nostra imprenditorialità, il vaccino non si riesce a trovare. di Roberto Anghinoni Giornalista G i u g n o
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Digital news
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da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it
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SI FERMA ANCHE IL CERSAIE Niente Cersaie. L’emergenza coronavirus ha convinto gli organizzatori a rinunciare alla manifestazione, che è stata posticipata dal 27 settembre al 1 ottobre 2021. Cersaie 2021 si terrà a Bologna dal 27 settembre al 1 ottobre e sarà l’evento di riferimento per il settore ceramico, arredobagno e altre superfici e che vedrà, altresì, l’ingresso di nuove importanti merceologie collegate al mondo della ceramica quali cucine, outdoor, finiture di interni ed esterni, illuminotecnica e domotica.
(youtradeweb.com)
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2 ENERGIA GREEN PER L’ACQUA A2A Energia ed Edison Energia forniranno nel 2021 un totale di 939.892 MWh di elettricità da fonti rinnovabili alle 22 aziende che gestiscono il servizio idrico integrato per oltre 11 milioni di utenti. È il risultato di una gara indetta da 22 aziende pubbliche, con un fabbisogno di quasi 1 milione di MWh di energia, per rispondere alle esigenze di oltre 11 milioni di cittadini lombardi e piemontesi.
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(www.casacondominio.net)
3 MARMI ITALIANI A MONTECARLO L’Hotel de Paris è un esclusivo hotel 5 stelle, che rappresenta l’eccellenza dell’arte alberghiera di Monte Carlo. Il progetto di ristrutturazione e rinnovamento, seguito dal general contractor trevigiano Mobilproject, ha compreso il rivestimento in marmo di 81 bagni nei quali sono stati utilizzati circa 3 mila metri quadri di marmo statuario di Carrara a vena continua, nonché gli arredi fissi di camere e corridori.
(www.youbuildweb.it)
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Sistema FIVPAV Riscaldamento a pavimento
Risparmio energetico grazie al sistema FIVPAV La riduzione dei consumi di energia degli edifici è un obiettivo inderogabile per preservare il nostro pianeta. Ciò è possibile migliorando l’efficienza del sistema involucro-impianti, adottando terminali da alimentare con fluidi a temperature basse d’inverno e alte d’estate, quali i sistemi radianti. Grazie al sistema FIVPAV, abbinato ad una pompa di calore ed ad un eventuale impianto fotovoltaico, si ottengono consumi energetici notevolmente ridotti.
seggiole & poltrone SAVORANI CONFERMATO IN CONFINDUSTRIA CERAMICA Giovanni Savorani è stato confermato presidente di Confindustria Ceramiche per il biennio 2020–2021. Lo ha deciso l’assemblea dell’associazione, che ha eletto Savorani con il 100% dei voti validi. Il Consiglio Generale ha anche eletto i cinque vicepresidenti: Augusto Ciarroc-
Barbieri e Burzi a Bologna per poi diventare il responsabile tecnico della Cast, società di assistenza tecnica, dove è rimasto per dieci anni a partire dal luglio 1977. E nel luglio 2006 ha iniziato la sua attività imprenditoriale fondando Gigacer, di cui riveste il ruolo di presidente. In Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani è presidente dal 6 giugno 2018 dopo essere stato membro del Consiglio Generale dal 2013 e della Commissione Normazione Tecnica.
VALENTINA ZANONI NEL TEAM DI SANTEC ITALIA Valentina Zanoni, architetto, entra a far parte del team di Stantec Italia, multinazionale della progettazione. La professionista ricopre il ruolo di Operation Manager per i servizi di architettura e Real Estate. La sua figura rafforza la nuova strategia del grup-
po canadese in Italia, che punta a offrire servizi completi di ingegneria, architettura e consulenza per progetti di sviluppo immobiliare e infrastrutturale, rigenerazione urbana e progettazione sostenibile. Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano e un anno di master alla Oslo School of Architecture in Norvegia, Zanoni ha collaborato dal 2007 con lo studio milanese Cino Zucchi Architetti, dove dal 2009 ha rivestito il ruolo di responsabile del progetto fino all’approdo in Stantec.
GILARDI E RAVAZZOTTI CAVALIERI DEL LAVORO Due nuovi cavalieri del lavoro nell’ambito dell’edilizia. Il primo insignito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è Alessandro Gilardi. Torinese, è presidente e amministratore delegato di Costruzioni
chi, Luigi Di Carlantonio, Franco Manfredini, Filippo Manuzzi ed Emilio Mussini. Savorani, nato a Faenza (Ravenna) 71 anni fa, è sposato e ha due figli. Si è diplomato al corso di perfezionamento tecnico dell’Istituto Statale d’Arte per la ceramica di Faenza nel 1968, per sette anni è stato il responsabile di produzione della ceramica Generali Gilardi, azienda di famiglia nata come impresa generale di costruzioni e ingegneria civile nella quale entra nel 1984 con il ruolo di direttore tecnico. È specializzata nei settori commerciale, alberghiero, ospedaliero, nel recupero ambientale di aree abitative, nel restauro di edifici monumentali e nella costruzione di impianti sportivi. Il secondo nuovo cavaliere è Giovanni Ravazzotti (nella foto), fondatore e presidente di Italtile, azienda che produce e commercializza materiali ceramici per rivestimenti, che opera in Sudafrica. Ha inizio nel 1969 con la costituzione di una ditta per l’importazione e la commercializzazione di piastrelle e dalla fine degli anni Settanta affianca all’attività di vendita la produzione. Ha aperto stabilimenti produttivi anche in Kenya, Zambia e Zimbabwe, occupa 2.545 dipendenti.
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PARTE LA CORSA AL SUPERBONUS
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Una volta tradotto in legge il decreto Rilancio e con le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, lo sconto al 110% può finalmente dare impulso alla riqualificazione del patrimonio immobiliare. Il costo zero dei lavori è convincente. Anche se sulle norme di applicazione rimangono i dubbi degli operatori di Giuseppe Rossi
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uperbonus, cioè super occasione. I contorni sono noti: sconto fiscale del 110% per chi decide di ridurre il consumo energetico dell’edificio in cui abita (ma in qualche caso non solo) tramite la coibentazione delle superfici e/o installazione di una caldaia efficiente. E, come corollario aggiuntivo, pannelli fotovoltaici e colonnine di ricarica per le auto, sempre con maxi incentivo. La tabella pubblicata in queste pagine riassume il quadro normativo del superbonus al momento della stesura di questo articolo, cioè fine giugno. La precisazione è d’obbligo perché se, come accennato, il quadro generale è chiaro, ci sono altri aspetti non necessariamente secondari che devono ancora essere messi nero su bianco. E come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli. OCCASIONE IMPERDIBILE Intendiamoci, comunque vada, il superbonus resta un’occasione imperdibile. Ma operatori e proprietari di immobili devono pazientare ancora un po’ prima di assumere iniziative che impegnano un mucchio di soldi. Com’è noto, infatti, il decreto Rilancio del governo ha introdotto il nuovo incentivo fiscale con l’obiettivo virtuoso di far ripartire la filiera dell’edilizia. Ma il decreto è dovuto poi passare al vaglio di Camera e Senato per la definitiva trasformazione in legge. E subito sono iniziate le schermaglie tra le formazioni politiche. Nessuna, infatti, ha rinunciato ad aggiungere qualcosa in più. Legittimo, per carità. Ma, naturalmente, questo ha allungato i tempi e aumentato l’incertezza (per le modifche vedi articolo a pagina 27). Risultato: il dibattito che, ricordiamolo, non ha coinvolto solo il superbonus, ma anche tutti gli altri provvedimenti contenuti nel decreto Rilancio, ha fatto slittare l’approvazione del decreto a luglio inoltrato. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è così prevista per il 18 luglio. A quel pun to il governo dovrà mettere a punto i provvedimenti attuativi. COME SI APPLICA Non solo. Come sempre accade, la legge prevede un quadro generale, ma poi l’applicazione deve essere messa punto con ulteriori norme applicativa. E a questo compito è stata delegata l’Agenzia delle Entrate come, del resto, è accaduto per gli altri bonus già in vigore. La suddetta Agenzia, ovviamente, non può che attendere il testo di legge definitivo e le indicazioni del governo prima di mettersi al lavoro per sbrogliare i nodi che sono emersi strada facendo. Già, perché il superbonus si è rivelato anche supercomplicato da applicare, come del resto (lo scriviamo senza falsa modestia), aveva subito anticipato YouTrade.
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DAI BONUS AI SUPERBONUS Ecobonus e Superbonus
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Sismabonus
Nuova caldaia in abitazione singola
Ristrutturazioni
Migliorie generiche
Isolamento del tetto di un edificio
Villetta o casa isolata
TIPOLOGIA DI INTERVENTO
Coibentazione di strutture opache: pareti e coperture
Interventi antisismici su parti comuni
Sostituzione dell’impianto di riscaldamento in unità singole
Lavori edilizi in una singola abitazione
Ascensore o altri lavori in condominio
Rifacimento del tetto di una casa singola con coibentazione
Ristrutturazione di un’abitazione
VANTAGGIO FISCALE PREVISTO DALLA LEGGE DI BILANCIO 2020
Ecobonus del 65% (su una spesa massima di 92.307 euro per unità). O del 70% (se è interessato più del 25% della superficie disperdente) e 75% (con requisiti ex Dm 26 giugno 2015), ma con spesa di 40mila euro per unità
Messa in sicurezza antisismica di un condominio con bonus 50% standard (fino a 96mila euro per unità immobiliare). Al 75% se si riduce una classe di rischio sismico e dell'85% per due classi. Valido per le zone sismiche 1, 2 e 3
Ecobonus del 50% (entro 60 mila euro) o 65% (entro 46.153 euro) per sostituire impianti di climatizzazione invernale con altri con caldaia a condensazione (50 o 65% in base alle tecnologie evolute). Ecobonus al 65% anche per pompe di calore ad alta efficienza (su una spesa di 46.153 euro)
Spostamento di una parete o altri lavori edili straordinari interni a un alloggio o una casa monofamiliare. Detrazione del 50% per ristrutturazione edilizia, su una spesa massima di 96 mila euro. Questa percentuale è per ora valida fino al 2020. Dal 2021 dovrebbe tornare al 36% (salvo proroghe)
Bonus del 50% per l’installazione e manutenzione di ascensori e altri impianti, l’eliminazione di barriere architettoniche, la cablatura, la sicurezza dell’edificio (come videocamere o cancellate). Spesa massima di 96mila euro moltiplicata per ogni unità. Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria
Bonus del 50% (su una spesa di 96mila euro per ristrutturazioni). O ecobonus del 65% (su una spesa di 92.307 euro), se si raggiungono i requisiti di rendimento ex Dm 26 gennaio 2010
Bonus edilizio standard (50%) o sismabonus (70 o 80%) su una spesa massima di 96 mila euro, oppure ecobonus (65% con spesa massima in base al tipo di lavori)
MODIFICHE CON IL DECRETO RILANCIO
Superbonus al 110%, con recupero in 5 anni se l'intervento è su più del 25% della superficie disperdente e 2 classi energetiche. Per spese da luglio 2020 a fine 2021. Possibile cessione o sconto in fattura. Il tetto è di 50 mila euro per gli edifici unifamiliari, 40 mila per gli immobili da due a otto unità abitative e 30 mila per gli edifici con più di otto unità
La detrazione è potenziata al 110%, per le spese da luglio 2020 a fine dicembre 2021. Resta esclusa la zona 4, ma viene eliminato l’obbligo di dimostrare il salto di classe di rischio dell’edificio. Possibile cessione o sconto in fattura
Bonus al 110% per la sostituzione con impianti a pompa di calore. Spesa massima di 20 mila euro ad unità abitativa negli edifici fino a otto unità e di 15 mila per gli edifici con più di otto, recupero in 5 anni. Possibile cessione o sconto in fattura
Bonus invariato al 50%. Per le spese degli anni 2020 e 2021, però, diventa possibile cedere il credito d’imposta o ottenere lo sconto in fattura
Per le spese sostenute nel 2020 e 2021 c’è la possibilità di cedere il credito o ottenere lo sconto in fattura
Se l'intervento di coibentazione della copertura comprende oltre il 25% della superficie lorda si sale al 110%. C'è la possibilità di cedere il credito o avere lo sconto in fattura per le spese sostenute nel 2020 e 2021
Bonus invariati, ma diventano cedibili o scontabili in fattura. Inoltre, per alcuni tipi di lavori da luglio c’è la detrazione del 110% per il superecobonus (solo abitazione principale) o sismabonus potenziato, con recupero in cinque anni, sconto o cessione
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Impianto fotovoltaico con accumulo
Climatizzazione singola
Impianto termico centralizzato
Facciate
Finestre e infissi
Mobili
Villetta o casa isolata
Installazione di impianti fotovoltaici con accumulatore
Installazione di un impianto di condizionamento
Sostituzione dell’impianto di riscaldamento condominiale
Tinteggiatura o restauro della facciata visibile dalla strada
Sostituzione di finestre comprensive di infissi
Acquisto di mobili per arredare casa
Rifacimento o modifica dei giardini
Bonus 50% (entro il plafond del recupero edilizio, 96mila euro)
Bonus del 50% (entro il plafond di spesa generale di 96 mila euro per unità immobiliare) per condizionatori a pompa di calore. Oppure bonus mobili del 50% (spesa massima di 10 mila euro) come elettrodomestico in classe energetica A+) destinato a una casa ristrutturata (con relativa detrazione fiscale)
Detrazione del 50% edilizio (per cambio caldaia senza requisiti particolari) o ecobonus (al 50% per caldaia in condensazione classe A o 65% se ha anche sistema di termoregolazione evoluto)
Bonus del 90% per le spese sostenute entro il 2020, su tutti gli edifici in zona urbanistica A o B
Bonus del 50% se c’è modifica di materiale, forma e/colore, su una spesa fino a 96 mila euro per ristrutturazioni. Ecobonus al 50% in singole unità (spesa di 120 mila euro) e 65% su parti comuni (spesa di 92.307 euro per unità), con requisiti di isolamento
Detrazione del 50% su una spesa massima di 10 mila euro per acqusito di mobili nuovi (ed elettrodomestici in classe A+, A per i forni e lavasciuga) destinati ad arredare una casa ristrutturata (con bonus edilizio al 50%)
Il bonus verde è stato prorogato fino alla fine del 2020 dal decreto Milleproroghe. È una detrazione Irpef del 36% fino a una spesa di 5 mila euro per unità immobiliare abitativa, da recuperare in dieci anni
Bonus al 110% da luglio 2020 al 31 dicembre 2021, se l’intervento è eseguito insieme a quelli del superbonus o sismabonus. La spesa massima è di 48 mila euro (e comunque di 2.400 euro per ogni kW di potenza nominale dell’impianto e 1.000 euro per ogni kW di capacità di accumulo, per accumulatori integrati). Possibile cessione o sconto in fattura
Possibile cessione o sconto in fattura per la detrazione del 50% edilizio, per le spese sostenute nel 2020 e 2021
Bonus al 110% per la sostituzione con impianti centralizzati a condensazione evoluti o a pompa di calore. Per spese sostenute da luglio a fine dicembre 2021. Recupero in cinque anni. Possibile cessione o sconto in fattura. Massimali: 20 mila euro per ogni unità abitativa negli edifici fino a otto unità e di 15 mila per gli edifici con più di otto. A 30 mila euro il tetto di spesa per sostituire la caldaia in abbinata all’installazione di impianti fotovoltaici
Possibile la cessione o lo sconto in fattura. Se la tinteggiatura è realizzata assieme a un cappotto termico con bonus al 110%, viene compresa anche il rifacimento della facciata. Il 110% non ha limiti di zona urbanistica, ma sono esclusi edifici unifamiliari e seconde case.
Possibile cessione o sconto del bonus. L’aliquota sale al 110% se l’intervento è assieme a uno di quelli principali del superbonus per risparmio energetico
Lo sconto è legato a quello per il recupero edilizio, non modificato. Al bonus mobili, che si continua a recuperare in dieci anni, non si applica la cessione o lo sconto in fattura
Nessuna modifica
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Il superbonus è valido per i lavori iniziati fino al 31 dicembre 2021
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I TEMPI Il risultato, comunque lo si voglia giudicare, è che l’entrata in vigore dello sconto del 110%, fissata per il primo giorno di luglio, è stata solo virtuale. Nessuno, infatti, si è impegnato su qualcosa che non è ancora pienamente fissato dalle legge. Ed è lecito, quindi, attendere che, una volta piantati i paletti regolamentari, nella speranza che non si trasformino in una scoraggiante palizzata, si possa finalmente recuperare il tempo perduto. A proposito, proprio per la impossibilità di entrare in vigore il primo giorno di luglio, uno degli emendamenti proposti ha contemplato la possibilità di allungare di un anno la scadenza, cioè di portarla al 31 dicembre 2022. Una idea di buon senso che, però, si è scontrata con la disponibilità finanziaria: lo sconto del 110%, ha calcolato la Ragioneria dello Stato, costa all’Erario poche decine di milioni nei primi sei mesi del 2020, ma si arriva a oltre 1 miliardo con la scadenza al 31 dicembre 2021. Cifra che salirebbe a circa 3 miliardi con l’allungamento al 2022. Quindi, niente da fare. PROBLEMATICITÀ Stesso nodo per la copertura di bilancio, per l’estensione del bonus ad alberghi. Quindi, niente da fare. Non sono gli unici punti dolenti: un aspetto sottolineato dai tecnici è l’obbligo di migliorare la classe energetica di due classi per poter usufruire
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del superbonus. Difficile ottenere un salto di qualità del genere con la sola sostituzione della caldaia, come contempla il testo del decreto. Sembra quasi scontato, quindi, che per ottenere lo sconto totale un condominio debba anche prevedere lavori di coibentazione della superficie con il classico cappotto. E, poi, c’è il nodo della certificazione dei materiali: non semplice stabilire che cosa va e che cosa, invece, non è ammesso. Altro problema: come stabilire se il costo dei lavori è equo e, quindi, rimborsabile al 100%? Il prezzo dei materiali e delle opere, infatti, varia da una regione all’altra. Un aspetto che, per esempio, può complicare notevolmente l’atto pratico nella cessione del credito d’imposta. Ance, per questo, chiede che la legge preveda faccia riferimento ai prezzari nazionali Dei. IL TASTO DELICATO C’è, inoltre, il capitolo della cessione del credito, altro capitolo che ha ricevuto modifiche in sede parlamentare. Le imprese più piccole, in ogni caso, continuano a vedere il meccanismo come un sistema che può essere utilizzato solo da realtà medio grandi o dalle piattaforme gestite da Esco, da gruppi del settore energia o società finanziarie. Certo, il credito d’imposta può essere ceduto (ed è il motivo per cui lo sconto è del 110% e non solo del 100%), ma i dubbi rimangono. Saprà fugarli l’Agenzia delle Entrate? G i u g n o
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TUTTE LE MODIFICHE AL SUPERSCONTO Il decreto Rilancio è stato ritoccato durante il cammino parlamentare: cambia il tetto di spesa per unità immobiliare, che si riduce per i condomini di grandi dimensioni. Bonus applicabile anche alle villette a schiera e ad abitazioni secondarie. E per la cessione del credito... di Giuseppe Rossi
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ome volevasi dimostrare: il decreto Rilancio è stato modificato in alcuni punti essenziali durante il cammino parlamentare. E i cambiamenti hanno interessato anche superbonus e dintorni. Non si tratta di modifiche di poco conto anche se, al momento della stesura di questo articolo, manca ancora l’approvazione finale di Camera e Senato: quindi, non si possono escludere ulteriori ritocchi in extremis. Le modifiche introdotte dalla commissione Bilancio di Montecitorio, in ogni caso, prevedono innanzitutto la riduzione dei massimali di spesa per il cappotto termico, differenziati in base al tipo di edificio. Un condominio con molte
unità immobiliari avrà un tetto più basso rispetto a un edificio di dimensioni più modeste, come spieghiamo più avanti. Inoltre, è estesa a due case la possibilità di usare il superbonus energetico, oltre i lavori condominiali, senza limiti tra prima e seconda casa. Ancora: l’estensione vale per le unità all’interno di edifici plurifamiliari indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno. Tradotto: le villette a schiera. Altra novità: sarà possibile che il bonus per cambio della caldaia si applichi anche agli impianti a collettore solare e sia esteso ai lavori per la sostituzione della canna fumaria collettiva esistente.
110% Il superbonus è esteso anche alle villette a schiera
I VINCOLI AMBIENTALI Un’altra estensione importante, specialmente per gli edifici nei centri storici, riguarda gli immobili vincolati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali. Per queste tipologie è previsto che la detrazione del 110% spetti a tutti gli interventi di efficientamento a prescindere dall’obbligo di intervenire sul cappotto termico o sulla sostituzione della caldaia (rimane sempre, in ogni caso, il requisito del miglioramento di almeno due classi energetiche dell’intero edificio). Tra i ritocchi al testo del decreto Rilancio, ci sono anche l’estensione del superbonus agli edifici del terzo settore, la possibilità di vedersi riconoscere il 110% su opere di abbattimento e ricostruzione degli edifici e il prolungamento al 30 giugno 2022 per gli Iacp. NUOVI MASSIMALI Come accennato, cambiano i massimali di spesa: per un cappotto si passa dai 60 mila euro per ogni unità abitativa, come previsto dal testo originario, a tre fasce di spesa a scalare. La prima fascia prevede un massimo di 50 mila euro per gli edifici unifamiliari. La seconda di 40 mila euro per gli immobili da due a otto unità abitative. Infine, si scende a 30 mila euro per gli edifici con più di otto unità, cioè i condomini più grandi. Idem per la sostituzione di impianti di riscaldamento e raffrescamento a condensazione con impianti a pompa di calore: il limite indicato dall’emendamento è di 20 mila euro per ogni unità abitativa negli edifici fino a otto unità e di 15 mila per gli edifici con più di otto. Resta a 30 mila euro il tetto di spesa per sostituire la caldaia in abbinata all’installazione di impianti fotovoltaici. In questo caso il testo approvato in commissione Bilanci prevede la possibilità di inserire impianti di microcogenarazione a collettori solari o impianti a biomassa con classe di qualità a cinque stelle. Per questi ultimi, precisa il correttivo, il bonus spetta solo in caso di sostituzione di altri impianti a biomassa.
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| Il tax credit è pari alla detrazione che spetta in origine, a prescindere dallo sconto applicato
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SE IL SUPERBONUS È ANCHE PER DEMOLIZIONI E RICOSTRUZIONI Non c’è solo il superbonus a eccitare la fantasia di chi lavora nel mondo dell’edilizia: un nuovo provvedimento potrebbe estendere il superbonus al 110% a chi demolisce e ricostruisce. Insomma, la spesa per abbattere un edificio allo scopo di edificarne uno nuovo potrebbe essere a carico del fisco. Il governo, infatti, ha aperto la discussione ai temi della rigenerazione urbana e del contetto demolizionericostruzione, essenizale per la riqualificazione di città e periferie. L’idea è contenuta nella bozza di decreto legge (sottolineiamo la parola bozza, al momento della stesura di questo testo) sulla semplificazione. Naturalmente, se vedrà luce in questi termini, il passo successivo dovrà essere la trasformazione in legge e, quindi, se tutto va bene se ne parlerà in autunno. In ogni caso,
l’idea è quella di un link con la legge ex decreto Rilancio, che contiene i termini del superbonus 110%. Il progetto prevede l’eliminazione di gran parte dei vincoli esistenti per gli interventi di demolizione e ricostruzione su sedime, volumetrie e sagoma, che dovrebbero essere liberalizzate. Rimarrebbe, invece, l’obbligo delle distanze preesistenti. La bozza prevede anche la riduzione automatica del contributo di costruzione del 35% per questo genere di interventi e una conferenza di servizi semplificata per l’edilizia privata complessa e per gli interventi contenuti nei piani di rigenerazione urbana. Un provvedimento che, se sarà varato, va nella direzione auspicata da tutti di rigenerare le città con un consumo di suolo zero. Vedrà luce il progetto?
FISCO E SUPERBONUS La cessione del credito d’imposta è uno dei punti più delicati: tra le novità scaturite dalla discussione parlamentare sono così emerse alcune precisazioni legate a ristrutturazioni, sismabonus ed efficientamento energetico. La commissione, infatti, ha precisato che il tax credit è pari alla detrazione originariamente spettante a prescindere dallo sconto applicato. Lo sconto in fattura, inoltre, può essere applicato da più fornitori che concorrono ai lavori. Non solo: niente possibilità di trasformare la detrazione in credito d’imposta, a meno che non si tratti di cessione ad altri soggetti. In sostanza, chi vuole usare direttamente il bonus potrà trasformarlo in detrazione Irpef e Ires, ma non in compensazione con altri tributi. Inoltre, l’opzione per la cessione o lo sconto in fattura può essere effettuata anche attraverso un intermediario (sembrerebbe a vantaggio dei professionisti). Ma con un limite: al massimo due volte, anche in fase di avanzamento lavori. Altro particolare: per l’utilizzo dei crediti ceduti è stato eliminato il limite alle compensazioni in caso di debiti iscritti a ruolo superiori a 1.500 euro. Modifiche importanti, insomma, che avranno valore una volta trasformato in legge il testo. Anzi, no: perché sarà necessario poi il provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate che dovrà essere formulato entro 30 giorni qdalla conversione del decreto, cioè entro il 18 luglio.
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COME OTTENERE L’OK DEL FISCO
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Le indicazioni pratiche per accedere al superbonus 110% dovrebbero ricalcare quelle già in vigore lo scorso anno e che poi sono state cancellate dalla legge di Bilancio 2020. Attenzione agli adempimenti burocratici e a non sforare sul tetto di spesa, che comunque è più ampio nel caso dei condomini di Giuseppe Rossi
L’
aspetto clou del superbonus, quello che dovrebbe convincere praticamente tutti a eseguire i lavori, è la possibilità di non spendere un euro. O, meglio di cedere totalmente il credito d’imposta maturato senza dover anticipare i soldi e, quindi, rinunciare alla detrazione da inserire nella dichiarazione dei redditi. In cambio dei lavori, il credito d’imposta può essere ceduto per l’importo corrispondente, o direttamente con uno sconto in fattura. In pratica, anticipa il costo la stessa azienda che esegue i lavori, oppure interviene una società terza, anche di tipo finanziario. Ma un’altra novità consiste nell’allargamento di questo meccanismo anche ad altri bonus per spese sostenute nel 2020 e 2021: quello sulle ristrutturazioni (50%) e il bonus facciate (90%), oltre a ecobonus e sismabonus ordinari. Per la verità il meccanismo della cessione del credito era in vigore anche lo scorso anno, ma è stato sostanzialmente eliminato (con qualche eccezione per i condomini) dalla legge di Bilancio 2020, su richiesta delle imprese, soprattutto quelle di piccole-medie dimensioni. Ora però, ritorna alla grande, posto che a oliare il meccanismo dovrà essere l’Agenzia delle Entrate. Sperando che le norme attuative questa volta non siano penalizzanti per le imprese della filiera dell’edilizia. I TEMPI Il testo del decreto Rilancio, che comprende molti provvedimenti urgenti per una ripartenza dell’economia dopo il blocco, non è entrato nei dettagli applicativi del superbonus, che devono attendere una guida dell’Agenzia delle Entrate. Ma, al momento, cioè in attesa delle indicazioni del Fisco, si può ragionare su quanto era previsto nel provvedimento dello scorso 31 luglio per regolare lo sconto in fattura sui lavori edilizi. Cioè, come accennato, quello che era previsto dal decreto del maggio 2019 e che poi è stato eliminato dalla legge di Bilancio 2020. Se così fosse, se le indicazioni quindi ricalcheranno quelle dello scorso anno, lo sconto sarà pari alla detrazione prevista in base alle spese per gli interventi di riqualificazione energetica o di riduzione del rischio sismico, come prevede la legge. E fin qui nulla di strano. Il fornitore dei lavori o dei servizi dovrà poi fatturare interamente il corrispettivo, indicando espressamente nel documento contabile l’ammontare dello sconto (in questo caso sarebbe il 100%, mentre lo scorso anno era limitato al 65% per la riqualificazione energetica). I PASSI Da parte sua, il beneficiario del bonus dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate l’esercizio dell’opzione per lo sconto (in caso contrario il superbonus
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diventerebbe inefficace) entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di sostenimento delle spese agevolate. L’impresa che ha effettuato lo sconto, da parte sua, deve confermare ovviamente l’esercizio dell’opzione da parte del beneficiario della detrazione e attestare l’effettuazione dello sconto. Operazione che si dovrebbe compiere sul sito web stesso dell’Agenzia. A questo punto, dal giorno 10 del mese successivo a quello in cui è stata effettuata la comunicazione della scelta di cessione del superbonus da parte del beneficiario (o dell’amministratore per i lavori condominiali), l’impresa potrà recuperare lo sconto attraverso un credito d’imposta. Come? Secondo questo schema potrebbe utilizzarlo in compensazione con le imposte e contributi dovuti, tramite il modello F24 telematico (dividendolo in cinque quote annuali costanti) oppure, in alternativa, cedere il bonus a terzi utilizzando le
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funzionalità rese disponibili nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia. COME PROCEDERE Una volta deciso di ricorrere al superbonus bisogna passare ai fatti. La prima possibilità è quella di rivolgersi a una Esco. Per chi non lo ricordasse, è l’acronimo di Energy Service Company, una società che effettua interventi per migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento. In questo caso pensa a tutto lei e, ovviamente, si tiene il superbonus: il costo totale dei lavori, il 100%, più il 10% per il disturbo. Più o meno lo stesso servizio lo offrono alcune società che forniscono energia: eseguono una diagnosi energetica dell’edificio e propongono un G i u g n o
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pacchetto di lavori, anche in questo caso in cambio del bonus e anche di un contratto di fornitura dell’elettricità o gas. IL FAI-DA-TE Chi non vuole affidarsi a una società come la Esco, che fornisce tutto chiavi in mano, può invece chiedere a un consulente indipendente, per esempio uno studio di ingegneria, di stendere un capitolato inerente agli interventi collegati. Una volta ottenuto l’elenco degli interventi e materiali da utilizzare, basta rivolgersi a tre o quattro imprese e scegliere l’offerta migliore. Facendo bene attenzione al contratto da stipulare, vedi la voce «costi imprevisti». A proposito: quanto costa una perizia preventiva? Dipende. Molte società interessate a ottenere i lavori la offrono gratis. Un professionista o uno studio indipendente, invece chiederà di essere retribuito per il tempo impiegato ma, forse, potrebbe farvi guadagnare sul costo totale dell’opera. PAGAMENTI Come per l’ecobonus al 65%, anche per il superbonus sia le persone fisiche sia gli amministratori di condominio dovranno effettuare il pagamento dei lavori mediante il cosiddetto «bonifico parlante», che riassume causale, codici fiscali di chi chiede l’agevolazione, fattura, codice fiscale dell’edificio e dell’amministratore o di altro condòmino che effettua il pagamento, partita Iva. I limiti massimi di spesa detraibile di 30 mila o 50 mila euro indicati nella norma sono riferiti all’unità principale e alle sue pertinenze, considerando tutto assieme. Quindi, anche per ottenere le detrazioni del 110% gli stessi soggetti dovranno effettuare il pagamento dei lavori
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mediante bonifico bancario o postale. Al momento dell’accredito concordato al fornitore va calcolata la trattenuta della ritenuta d’acconto dell’8%. Al momento, però, la modulistica delle banche e di Poste Italiane non è stata adeguata con la nuova causale. Come fare? Secondo l’opinione prevalente, salvo precisazione dell’Agenzia delle Entrate, basta indicare i riferimenti normativi della detrazione per l’ecobonus (per esempio, articolo 1, commi da 344 a 347 della legge 296/2006 o articolo 14 del Dl 63/2013), dato che questi tre interventi fanno parte comunque dell’agevolazione concessa. Questa regola vale, dunque, anche per il 110% sugli altri interventi dell’ecobonus, cioè quelli legati dagli interventi trainanti previsti (il cappotto termico dell’edificio e la sostituzione della caldaia tradizionale con una a condensazione o a pompe di calore). Per ottenere invece il 110% sul sisma bonus e sui pannelli fotovoltaici (e sistemi di accumulo), in attesa dei moduli ad hoc bisogna indicare l’articolo 16-bis, comma 1, lettera h) o i) del Tuir. La causale del superbonus, invece, può semplicemente fare riferimento all’articolo 119, del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34.
L’impresa che ha effettuato lo sconto deve confermare l’esercizio dell’opzione da parte del beneficiario della detrazione
METTERSI IN COLONNINA Il decreto che contiene il superbonus fa riferimento anche alle colonnine di ricarica per auto elettriche: in questo caso l’articolo 9 del Dm del Mise del 20 marzo 2019 ha previsto che il pagamento sia effettuato tramite bonifico bancario o postale, ovvero con altri sistemi di pagamento tracciabili, senza dover specificare le suddette tre informazioni e senza l’applicazione della ritenuta da parte della banca o della posta. Un aspetto che andrà verificato con i decreti attuativi.
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ORA SPERIAMO NELLA LETTERA V
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Edilizia a picco nei mesi del lockdown, con una discesa della produzione nel primo trimestre di oltre il 33%. Poi, un rimbalzo veloce del business. Ma sul settore pende l’incognita dei decreti attuativi del super incentivo fiscale, che potrebbe mettere in moto tutta la filiera di Federico della Puppa
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prossimi mesi saranno strategici per il futuro delle imprese, in tutti i settori dell’economia nazionale, ma soprattutto in quello delle costruzioni. Si sommano, infatti, diversi elementi che se da un lato possono far ben sperare in una ripresa immediata del settore, dall’altro devono fare i conti con un attendismo del mercato che si va amplificando rispetto alle potenzialità del superbonus. Partiamo brevemente da queste. Le opportunità dello strumento di defiscalizzazione del 110% delle spese ormai sono ben note, ma non del tutto ancora studiate a fondo rispetto alla sua vera applicazione nei diversi settori di intervento. Mentre scriviamo i chiarimenti della Agenzia delle Entrate, così come espressamente indicati nel DL Rilancio agli articoli 199-122, non sono ancora stati pubblicati, lasciando dunque alcuni dubbi su alcune modalità di applicazione, in particolare per quanto riguarda casi particolari e specifici che tuttavia in Italia, a causa della struttura del patrimonio edilizio collegato al sistema della proprietà immobiliare, sono tutt’altro che sporadici. Vi sono poi alcuni nodi, non del tutto risolti, rispetto ad alcune problematiche relative alle certificazioni dei prodotti e asseverazioni da parte dei tecnici. Infine, lo spostamento della data di inizio dell’iter parlamentare di conver-
sione in legge, dal 24 al 29 giugno, con il termine ultimo per l’approvazione il 16 luglio, costringerà il Parlamento a un accorpamento e sfoltimento degli oltre 10 mila emendamenti al DL Rilancio presentati da deputati e senatori e dovrà, giocoforza, puntare su un accorpamento degli emendamenti stessi, che ci si augura siano tutti di carattere migliorativo. LA GRANDE NOVITÀ Al di là dei tecnicismi burocratici, e nonostante la prudenzialità nei confronti di uno strumento ben conosciuto nei limiti del 50% e del 65% ma ancora poco conosciuto in quelli del 110%, l’impatto mediatico del motto «ristrutturare a costo zero» è di fatto la grande novità che sta mettendo le ali alla domanda, dal punto di vista delle richieste che quotidianamente giungono a tutti i professionisti tecnici del settore. Un settore che in questi mesi di lockdown ha sofferto come non mai nella sua storia, incassando il peggiore stop economico alle attività, pur in uno scenario mai affrontato, quello di una crisi esogena e non endogena al mercato. Quindi, una crisi non determinata da fattori strutturali del mercato stesso. Il punto chiave della possibile ripartenza e rinascita delle costruzioni è tutta qui e c’è da augurarsi che le previsioni molto serie di ripresa proposte da Cerved nei suoi recenti studi siano quelle più veritiere. È di tutta evidenza, infatti, che la particolarità di questa crisi e la curva della pendenza dello stop sono proprio l’espressione di una discontinuità che per certi versi ha tarpato le ali a un inizio 2020 che sembrava molto promettente, ma che proprio per essere un elemento così contingente, dovrebbe rapidamente portare a quel disegno a V della curva della produzione, così come ipotizzata da Cerved. Lo scenario attuale, con i dati più recenti aggiornati al mesi di aprile, vede infatti la produzione in netta flessione, con un calo del 36% nel mese di marzo rispetto al mese di febbraio e del 51,5 nel mese di aprile rispetto al mese di marzo, con una discesa complessivo nei due mesi del 69,2%. In sostanza come se sette imprese su dieci avessero di fatto smesso di operare. NUMERI AMARI Istat ha stimato che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni sia diminuito per il ter-
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CLIMA DI FIDUCIA DELLE IMPRESE E ALTRI INDICATORI CONGIUNTURALI DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Mag. 2019
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CLIMA DI FIDUCIA DELLE IMPRESE DI COSTRUZIONI (NUMERO INDICE 144,3 140,9 142,8 140,4 143,2 141,3 137,1 140,1 142,7 142,3 BASE 2010=100) GIUDIZI SUL PORTAFOGLIO ORDINI E/O PIANI DI COSTRUZIONE DELL'IMPRESA -14,9 -15,9 -11,9 -15,3 -13,4 -13,9 -14,7 -12,8 -14,1 -16,9 AL MOMENTO ATTUALE - SALDO GIUDIZI SULL'ATTIVITA DI COSTRUZIONE DELL'IMPRESA NEGLI ULTIMI -4,1 1 3,1 6,3 0,8 1 4,2 0,6 -3,7 -3 3 MESI - SALDO TENDENZA DEGLI ORDINI E/O PIANI DI COSTRUZIONE DELL'IMPRESA 7,4 2,1 3,9 1,6 3,5 5,2 3,4 3,6 8 6,2 NEI PROSSIMI TRE MESI - SALDO TENDENZA DEI PREZZI PRATICATI DALL'IMPRESA NEI PROSSIMI -0,9 -2 -1,6 -3 -0,7 -1,1 -1,7 -0,2 1,6 -0,9 TRE MESI - SALDO TENDENZA DELL'OCCUPAZIONE PRESSO L'IMPRESA NEI PROSSIMI TRE 5,6 2 0,6 0,7 2,6 0,6 -4,2 -2,1 2,6 4,8 MESI - SALDO
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Apr. 2020
Mag. 2020
.. 108,4
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-10,1
Fonte: Istat
zo mese consecutivo e che nella media del trimestre febbraio-aprile 2020, quello destagionalizzato della produzione nelle costruzioni mostra una flessione del 33,2% rispetto al trimestre precedente. Su base annua la produzione nelle costruzioni cala drasticamente, registrando flessioni mai toccate prima. L’indice corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di aprile 2019) diminuisce del 67,8%, mentre l’indice grezzo mostra una riduzione del 66,7%. Nella media dei primi quattro mesi dell’anno, sia l’indice corretto per gli
effetti di calendario sia l’indice grezzo decrescono, rispettivamente, del 25,2% e del 24,4%. Quanto incideranno queste dinamiche di flessione sull’intero anno? Questo è certamente un dato molto difficile da stimare oggi. Sicuramente le previsioni proposte in questo periodo sono tutte orientate a prospettare una diminuzione del volume d’affari delle costruzioni in Italia nel 2020 in una forbice compresa tra il 7,6% di GlobalData al -17,3% di Cerved nello scenario peggiore. Vero è che se si considera che il settore dell’edilizia ha avuto un giro d’affari annuo nel 2019 di 159 miliardi di euro, è del tutto evidente che sommando le dinamiche negative del mese di marzo a quelle di aprile e a quelle, non ancora note ma prevedibili, di maggio, il settore potrebbe perdere un valore del giro f ’affari compreso tra 28 e 36 miliardi di euro. Il superbonus potrebbe essere un buon innesco per la ripartenza, ma difficilmente avrà una velocizzazione nella prima fase, soprattutto se come sembra il Governo approverà durante la conversione in legge lo spostamento del termine di utilizzo da fine 2021 a fine 2022. L’INDICE? È DI SFIDUCIA In questo quadro, incerto, ma di grande dinamismo attuale, dato che con la riapertura dei cantieri si sono già viste le prime avvisaglie di una ottima ripartenza che fa ben sperare affinché la curva del Covid-stop sia veramente una curva a V, l’opinione delle imprese è quanto mai utile a verificare lo stato di salute del settore e la sua capacità di assorbire questo colpo, così duro. Da questo punto di vista il crollo è di tutta
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evidenza. Gli indicatori Istat relativi alla indagine sulle imprese, sul clima di fiducia e gli altri indicatori congiunturali, evidenziano nel mese di maggio (il mese di aprile non è stato considerato da Istat data l’eccezionalità del momento) un crollo della fiducia delle imprese di oltre 30 punti percentuali, al quale va associato il sentiment negativo rispetto al giudizio sul portafoglio ordini e dei piani di costruzione che presenta un saldo di -46,7 punti percentuali e, soprattutto, il valore molto negativo dei giudizi sull’attività di costruzione dell’impresa negli ultimi tre mesi, che presenta un saldo negativo pari a ben 67 punti percentuali. Per quanto riguarda le prospettive future, a marzo il valore sulla tendenza degli ordini e dei piani di costruzione dell’impresa nei prossimi tre mesi era pari a -2,6 punti percentuali, a maggio lo stesso indicatore scende a -24,3, ovvero oltre dieci volte più negativo. In tendenza negativa anche i prezzi, con un drastico calo di -7,3 punti percentuali che evidenzia tutta la difficoltà del momento, ma soprattutto le prospettive occupazionali a tre mesi, che dal valore positivo +1,1 punti percentuali di marzo scende a -10,1 punti percentuali a maggio. IL JOLLY DA GIOCARE Dunque cosa aspettarsi nei prossimi mesi? Certamente lo scenario a maggio non era dei più rosei, ma il combinato disposto tra la riapertura dei cantieri e le prospettive di utilizzazione dei superbonus legati al 110%, per i quali a oggi sono usciti pochi e sporadici chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e per i quali dobbiamo attendere ancora eventuali integrazioni o emendamenti nella conversione in legge, permette di guardare al futuro con maggiore fiducia. La ripresa è già partita e l’unica speranza è effettivamente le mosse messe in campo dal Governo con il DL Rilancio portino i frutti sperati. Se fosse così la ripresa del mercato potrebbe avere effettivamente un andamento a V e dunque nel corso dell’anno il covid-stop andrebbe valutato solo in termini di perdita secca di giro d’affari durante il lockdown e non una perdita netta invece di mercato in termini complessivi. Se una rondine non fa primavera speriamo almeno che il superbonus preannunci una buona estate. Ma perché lo sia veramente sarà necessario che tutti, dalle imprese ai tecnici, dai produttori ai rivenditori, si organizzino per dare effettive risposte alla domanda, ai clienti e ai potenziali interessati dalle misure di detrazione fiscale e cessione del credito. E quindi la filiera delle costruzioni da oggi non sarà più solo la filiera dei lavori ma sempre di più anche quella dei finanziamenti, che dovrà essere sempre più integrata. È questa la vera novità, e speriamo che sia radiosa. G i u g n o
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EDILIZIA - 2
EURO STOP A SINGHIOZZO
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Viaggio nel sistema costruzioni dei Paesi della Ue. Che hanno affrontato l’emergenza dettata dal coronavirus in modo diverso: Spagna a picco, male la Francia, Austria solo rallentata, Repubblica Ceca indifferente. E la Germania? Avanti come un panzer
di Federico Della Puppa
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a situazione dei mercati europei delle costruzioni presenta significative differenze in base ovviamente alle decisioni dei vari governi per fronteggiare il covid-19, con norme che di conseguenza hanno avuto contenuti e modalità diverse, e anche molto, da Paese a Paese. In Italia gli effetti negativi del Coronavirus hanno colpito duramente il comparto delle costruzioni, lasciando a casa circa il 61% degli addetti, con inevitabili conseguenze anche nei settori collegati alla filiera edilizia, comprese ovviamente le rivendite edili. La sospensione delle attività produttive non essenziali in contrasto alla diffusione del virus, prevista dal primo Dpcm del 22 marzo (e il successivo Dm Mise del 25 marzo), ha riguardato come noto i cantieri e l’edilizia privata e ha coinvolto, secondo i dati diffusi dall’Istat, oltre 800 mila lavoratori edili, dei quali 339 mila autonomi. Sempre secondo l’Istat, dal punto di vista delle unità lavorative delle costruzioni, la sospensione ha riguardato il 70% del totale, con 365.432 unità lavorative ferme su 523.105. È un impatto molto pesante per il settore che, tuttavia, si inserisce in un quadro europeo generale di blocco delle attività, che presenta impatti diversificati in base alle scelte e alle norme che ogni paese autonomamente ha adottato. LE DECISIONI A livello europeo l’unica misura specifica per il settore è stata presa il 16 marzo nelle decisioni dell’Eurogruppo in merito alle azioni anti covid-19 e, per estensione, riguarda il sistema dei contratti pubblici e alla necessità di adattare le regole per l’aggiudicazione degli appalti, i ritardi nei pagamenti, l’esecuzione e la risoluzione, in particolare quelle relative alle sanzioni contrattuali, stabilite nel codice degli appalti pubblici, nonché le disposizioni degli appalti pubblici aventi tale scopo. Tutto ciò che riguarda l’edilizia privata, invece, è stato lasciato alle decisioni dei singoli Paesi, ovvero se bloccare del tutto o in parte le attività di costruzione, in ragione delle linee guida operative
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per le imprese che ogni governo ha emanato secondo tempistiche differenziate e i cui primi effetti si possono notare confrontando gli andamenti della produzione delle costruzioni in alcune nazioni. I dati raccontano di una forte frenata, ma non per tutti. L’Italia, in particolare, è il Paese che più degli altri ha subito gli effetti del lockdown, più della Spagna e della Francia, mentre la Germania evidenzia un andamento del settore che prosegue il periodo positivo, pur in un leggero rallentamento. Ma vediamo in dettaglio l’andamento di alcuni paesi e i riflessi sul settore delle rivendite edili estere. SPAGNA: SERVIZIO GARANTITO In Spagna, con l’approvazione il 12 marzo del Real Decreto-ley 7/2020, sono state introdotte le prime misure per rispondere all’impatto economico causato da Covid-19, comprese misure per gli appalti pubblici per i quali sono state consentite procedure di emergenza. Ma è con la successiva emanazione del Real Decreto 463/2020 del 14 marzo che è stata fortemente limitata la mobilità delle persone ed è stato consentito solo individualmente di poter andare sul posto di lavoro. Molte attività commerciali sono state sospese, a eccezione dei negozi di alimentari e delle attività di costruzione, che sono rimaste consentite, anche se sono stati introdotti requisiti supplementari in materia di salute e sicurezza che, associati al blocco della mobilità delle persone, hanno comportato problemi a causa della difficoltà nella fornitura di materiali, nella carenza di personale e problemi interpretativi aggiuntivi legati ai criteri non omogenei applicati dalle autorità del lavoro nei rispettivi territori. Il mercato spagnolo delle costruzioni arriva all’impatto con il Coronavirus in una situazione già non positiva, di lungo periodo per altro. Nell’arco dell’ultimo anno infatti le dinamiche mensili del settore mostrano andamenti per lo più negativi con alcuni picchi particolarmente significativi a partire dall’autunno 2019. In una situazione dunque già di ridimensionamento
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A t t u a l it à e di crisi del mercato si è andato a sommare l’effetto covid-19 e nonostante il fatto che il Regio Decreto 463/2020 e la sua successiva modifica tramite RD 465/2020 del 17 marzo non abbiano imposto l’interruzione dell’attività nel settore delle costruzioni, la verità è che molte opere sono state di fatto paralizzate o le attività ridotte drasticamente di fronte alla difficoltà di operare in un contesto di riduzione della possibilità di utilizzare la manodopera in piena sicurezza, come dimostra il -32,6% del mese di aprile che segue il -15,6% di marzo. Nonostante questa situazione, i rivenditori di materiale edile hanno cercato
di agire all’interno delle regole imposte per fornire supporto e servizio alle imprese attive, concentrando in modo particolare l’attenzione sulla gestione degli ordini attraverso i propri canali online. Rivenditori come Mausa, BigMat, Plataforma de la Construccion, Distriplac, hanno proseguito le proprie attività puntando soprattutto sul web e sulla gestione della clientela già abituata a produrre ordini online, per essere poi servita secondo tempistiche differenziate nei magazzini di carico. Alcuni rivenditori, come Saltoki, hanno prodotto guide per gli installatori professionisti al fine di proporre alla propria clientela sistemi non solo di offerta ma anche di supporto attraverso Faq (domande e risposte) sulle loro attività. In questo modo i rivenditori edili hanno potuto continuare a garantire il servizio, puntualizzando che nei servizi fisici di consegna di materiali, salvo giusta causa (peso, dimensioni, ecc.), la consegna venisse effettuata da una sola persona a una sola persona. FRANCIA: DURO IMPATTO In Francia il Covid-19 è arrivato in una situazione di alcuni alti e tanti bassi nel mercato delle costruzioni nell’ultimo anno. In uno scenario di contrazione partito a luglio 2019, con le uniche due e deboli eccezioni di novembre 2019 e gennaio 2020, gli indicatori della produzione sono stati tutti negativi. L’impatto del coronavirus è stato notevole, con una frenata maggiore di quella italiana nel mese di marzo, pari al -44,8%, seguita dal -61% di aprile. In sostanza sei lavori su dieci si sono fermati. Questo duro impatto si deve alla forzata chiusura, richiesta a partire dal 17 marzo dai rappresentanti dell’industria edile francese (Ff b, Fntp, Capeb) al
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Governo per sospendere i lavori di costruzione per circa dieci giorni al fine di essere in grado di organizzarsi per quanto riguardava le misure di sicurezza da mettere in cantiere, e risolvere le difficoltà della catena di approvvigionamento. L’interruzione temporanea del lavoro di tutti i cantieri e il confinamento dei lavoratori ha spinto alcune imprese a bloccare i propri cantieri. Il sito di Notre-Dame-de-Paris, per esempio, si è fermato il 17 marzo, così come il Grand Paris Express (11 chilometri di tunnel e quattro stazioni) in cui Eiffage e Salini Impregilo stanno lavorando in preparazione dei Giochi olimpici del 2024. Tuttavia, per aziende come Eiffage e Vinci, l’attività autostradale è continuata. Le trattative con il Governo sono state molto intense e sono stati definiti i criteri e i protocolli per assicurare la continuità dell’attività del settore e il proseguimento della costruzione nei cantieri. Sono state pertanto diffuse guide pratiche fin da marzo sulle modalità di gestione delle merci, che hanno avuto ovviamente ripercussioni sull’attività non solo delle imprese ma anche dei rivenditori edili. Le linee guida sono state ufficialmente pubblicate il 2 aprile e dunque lo stop di marzo si deve a questa impossibilità di agire nei cantieri secondo parametri e standard di sicurezza sanitaria previsti dalla legge. Le Linee guida elencano misure urgenti specifiche da attuare al fine di garantire le condizioni di salute dei dipendenti per lavorare non solo nei cantieri, ma anche negli uffici, nelle officine e nei magazzini, compresi quelli edili. Questi orientamenti, che si aggiungono alle misure sanitarie adottate dalle autorità pubbliche francesi, hanno aiutato, anche attraverso un prontuario molto ampio di Faq, a fornire indicazioni specifiche alle imprese, compresi i rivenditori edili che si sono adattati alle nuove esigenze. In uno sce-
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nario che ha visto ridursi di oltre il 40% l’attività, il settore della rivendita edile ha messo in campo tutti gli strumenti di supporto alla propria clientela. In particolare il web è diventato ancora di più il veicolo informativo verso i clienti, ma anche di raccolta e gestione degli ordini secondo criteri di sicurezza. Le grandi catene di rivendita francesi sono da anni dotate di sistemi di vendita e ordini di materiali online che non è stato necessario inventare nuovi sistemi se non utilizzare ancora di più quanto già in essere. La prima informazione fornita da tutti i gruppi di rivendita è stata sulla effettiva apertura delle filiali e a quale tipo
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A t t u a l it à online. Anche Poudry, così come La Platforme du Batiment, ha attivato procedure simili, garantendo l’apertura delle filiali in modalità drive e basando tutte le relazioni con i clienti attraverso il portale web e il sistema di ordini online. Point P, un network di oltre 700 rivenditori distribuiti su tutto il territorio francese, ha fin da subito puntato alla comunicazione di prossimità, comunicando a tutti i clienti di essere aperti e pronti a fornire i servizi nelle tante rivendite locali, utilizzando il web come veicolo comunicativo ma anche come strumento di raccolta degli ordini, dando al contempo istruzioni chiare su come ordinare, attendere la conferma dell’ordine e poi ritirare i materiali in deposito. GERMANIA: AVANTI LO STESSO La Germania è uno dei pochi Paesi europei nei quali il covid-19 non ha impattato in modo così negativo sul settore delle costruzioni, soprattutto perché la dinamica tedesca ha avuto nel corso di tutto il 2019 un andamento fortemente positivo con il picco positivo di gennaio 2020, con +15% che durante la crisi si è ridotto a +4,5% e +4,4% rispettivamente a febbraio e marzo e un +0,9% ad aprile. Questa dinamica positiva ma di riduzione della crescita si deve comunque al blocco di alcune attività costruttive, dovuto soprattutto alla mancanza di manodopera (per lo più straniera e rientrata nei Paesi di origine per l’emergenza sanitaria, in particolare i polacchi) e al rallentamento di alcune attività dovute alla necessità di impostare protocolli di sicurezza presso le imprese e i cantieri. Come ha dichiarato Dieter Babiel, capo dell’associazione tedesca dell’industria delle costruzioni, «in realtà non
di clientela. Tanguy, per esempio, ha adottato fin dal 15 marzo procedure specifiche per accedere ai punti vendita, ma specificando che solo i clienti professionali potevano usufruirne, chiudendo poi per alcuni giorni definitivamente e operando solo attraverso ordini telematici («Seules les commandes prises par téléphone, mail, sms, extranet ou fax, pourront être préparées»), gestendo le consegne solo all’aperto. Il sistema organizzativo di Tanguy ha permesso alle rivendite di rimanere aperte in modalità “drive” per la clientela professionale, garantendo servizi e supporto attraverso il proprio portale web e il sistema di ordini
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è stato così facile andare avanti nel settore: c’erano diverse iniziative per fermare la costruzione in Germania a causa del corona virus. Quindi, quello che abbiamo fatto è stato garantire che tutte le misure di igiene e sicurezza fossero prese come richiesto». Il problema dunque principale è stata la riduzione della manodopera e anche in parte la riduzione degli approvvigionamenti, a causa di ritardi o lentezze dei produttori e dei fornitori di materiali, anch’essi alle prese con la necessaria riduzione del personale in rapporto alle esigenze di contenimento del contagio. Un sondaggio flash realizzato a inizio maggio da Dihk su 574 imprese edili ha evidenziato che la situazione era in netto miglioramento rispetto alla fine di marzo, con il 32% degli intervistati che erano già tornati ai livelli produttivi pre crisi. Solo il 3% delle imprese hanno dichiarato di sentirsi minacciate dalle insolvenze, mentre circa un quarto ha lamentato carenza di personale. Le aspettative delle imprese sono comunque positive se confrontate con il precedente sondaggio di fine marzo. La Germania peraltro ha assunto una posizione diversa rispetto a molti altri paesi europei nell’affrontare l’emergenza e il non aver chiuso le attività costruttive e l’aver imposto rigide regole e protocolli ha di fatto dato la possibilità, con le opportune condizioni di sicurezza, di proseguire nell’attività produttiva. Questo ha permesso a tutti i rivenditori edili in regola con le scelte di carattere sanitario, di rimanere attivi al servizio del mercato. Non si riscontrano infatti particolari scelte di chiusura o di limitazione delle attività. AUSTRIA: AVANTI CON GIUDIZIO In Austria il coronavirus ha di fatto rallentato in modo significativo, ma non in modo così importante come in Italia o Spagna, il trend che nell’ultimo anno ha visto incrementarsi notevolmente il mercato, con una crescita media nell’anno superiore al 5% e con i due picchi positivi di gennaio e febbraio 2020 rispettivamente con +11,4% e +9,3%. Il mese di marzo ha fatto segnare un rallentamento (-10,2%), un valore che evidenzia come l’introduzione delle norme sanitarie abbia di fatto ridotto l’operatività delle imprese. Il consiglio assicurativo austriaco dei lavoratori Auva ha pubblicato una guida sviluppata con l’approvazione dell’organo di controllo e ispezione del lavoro in merito alle misure da adottare nei cantieri. Tra le misure il distanziamento sociale, la fornitura di dispositivi di protezione individuale, il coordinamento dei lavori nei cantieri per evitare il lavoro congiunto, nonché la fornitura di risorse e formazione per misure igieniche (per esempio, pulizia e disinfezione di macchinari G i u g n o
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e strumenti dopo l’uso) e disposizioni aggiuntive per l’uso in comune di servizi igienici, lavanderie e altre strutture. In alcuni casi alcune imprese hanno dichiarato l’impossibilità di lavorare in cantiere con le norme previste, come nel caso di Srabag, una delle più grandi aziende austriache, che a metà marzo ha chiuso tutti i cantieri perché al tempo non era possibile garantire la distanza minima tra i lavoratori e aveva rilevato difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali. In ogni caso le grandi catene di distribuzione del materiali presenti in Astria hanno proseguito l’attività di vendita utilizzando i canali web e mettendo il personale in smart working, garantendo le consegne. Obi, Bauhaus, Hagebau, Bez, Lagerhaus, hanno proseguito pertanto usando, laddove presenti, i sistemi di consegna drive. Per quanto riguarda Baustoff & Metall, l’azienda sottolinea che a causa del coronavirus hanno dovuto adottare misure per ridurre al minimo il rischio di infezione, ridurre l’espansione e proteggere i dipendenti e i clienti e pertanto hanno messo la maggior parte dei dipendenti in smart working a casa, mentre il team di assistenza e logistica sul campo è stato reso reperibile con le consuete modalità (telefoni cellulari, web, mail) e rendendo le consegne disponibili dai magazzini interni alle piattaforme di carico esterne, in piena sicurezza.
misure per combattere la diffusione del coronavirus. Sono stati vietati tutti gli eventi pubblici e privati culturali, sportivi, sociali, religiosi, educativi e di altro tipo che coinvolgono più di 30 persone contemporaneamente. Il divieto è stato applicato anche a mercati, fiere, festival e degustazioni di cibi e bevande. Il settore delle costruzioni non è stato toccato dalla chiusura temporanea dei cantieri e questo si rileva anche dalla leggera flessione della produzione nel mese di marzo, pari al -0,3%, una flessione quasi nulla se rapportata al trend fortemente positivo dei mesi precedente, seguita da un rallentamento più significativo pari al -4,6% nel mese di aprile. In questo quadro il Governo ha definito precise e rigorose norme sanitarie, che hanno di fatto limitato l’industria delle costruzioni in particolare per le risorse del flusso di lavoro locale ed estero, ma a causa del limitato commercio transfrontaliero di materiali e produzione (e non solo materiali da costruzione). Alcune grandi società di costruzioni nelle prime settimane hanno chiuso temporaneamente i cantieri per definire le misure straordinarie per limitare la diffusione della malattia (per esempio, Eurovia). Lo stesso rallentamento dovuto alla situazione sopra menzionata si è verificato in tutto il settore delle costruzioni come progettisti e servizi di consulenza, produttori, distributori di materiali, come Dek, che ha continuato a operare essendo già organizzata con servizi online e consegna sul posto secondo standard molto innovativi che permettono il rispetto del distanziamento delle persone.
REPUBBLICA CECA: La Repubblica Ceca ha dichiarato lo stato di emergenza il 12 marzo 2020 e ha ulteriormente rafforzato le misure preventive. Nei giorni seguenti, in base a diverse riunioni straordinarie del governo, sono state approvate e dichiarate varie
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pprofittiamo della Fase 2 per sfatare un mito che persiste nell’immaginario popolare: una crisi non è per forza un’opportunità. L’equivoco nasce dalla erronea interpretazione di un ideogramma cinese, trascritto in lingua occidentale come wēijī, che per anni è stato tradotto male. Secondo la interpretazione corretta, infatti, la parola non significa affatto opportunità, bensì momento cruciale. Cioè un momento che segna un cambiamento profondo. A questo punto potete decidere voi se il cambiamento sarà buono o cattivo, ma se per caso prendete decisioni sbagliate non date la colpa ai cinesi.
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È certo, però, che se una crisi non significa automaticamente un’opportunità, niente impedisce che lo possa diventare. Prendiamo il covid-19, che ha provocato uno scossone all’economia mondiale, Italia compresa, e che non è stato ancora metabolizzato nella coscienza collettiva. I governi, nessuno escluso, hanno aumentato la quota di debiti pubblici destinati a gravare sulle nuove generazioni, il numero di persone senza lavoro si è moltiplicato, la prospettiva di una nuova ondata autunnale di virus deprime anche i comici di Zelig. Eppure, a ben guardare, c’è anche un rovescio della medaglia. Positivo. La pandemia, infatti, ha ridotto nettamente tanti consumi, come quelli legati al turismo, allo spettacolo, ai trasporti. Ma ha G i u g n o
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creato o scoperto nuove esigenze. Molte delle nuove richieste del mercato riguardano la distribuzione di materiali e dispositivi per abitazioni e immobili commerciali: sono prodotti e soluzioni che, con tutta probabilità, potrebbero essere maggiormente richiesti nei prossimi mesi. Attenzione: è vero che con l’estate è diminuito il rischio e, purtroppo, anche la percezione connessa all’epidemia. Ma in autunno una possibile recrudescenza dei contagi è da mettere in conto. 1 SEPARATORI E BARRIERE È scontato che, di fronte alle stringenti norme che regolano il distanziamento nei luoghi pubblici, i separatori di vetro o plexiglass giochino una partita interessante. In alcuni locali, come bar e soprattutto ristoranti, c’è chi li ha già installati: sono superfici trasparenti verticali che dividono i tavoli, per contenere l’effetto droplet, le malefiche goccioline esalate con il respiro o un colpo di tosse che sono la causa primaria della diffusione del covid-19. Ma separatori di vetroresina, vetro o plastica sono la soluzione migliore anche per ambienti commerciali, banconi in magazzino, studi professionali, luoghi di culto, senza dimenticare che possono essere utilizzati anche in ambito domestico per separare ambienti diversi senza comprimere gli spazi, come un muro a secco, ma trasparente. Per esempio, per dividere l’area dell’ingresso di servizio, se frequentemente si ricevono pacchi o addetti al trasporto di cibo, oggetti, posta. 2 HOME AUTOMATION La necessità di utilizzare la casa come un ufficio significa, per molti, ammodernare la propria abitazione anche con un’iniezione hi-tech. Ma non si tratta di dotare lo spazio di dispositivi della cosiddetta domotica. Aprire e chiudere le finestre con un comando dello smartphone può essere divertente, ma non è il punto centrale per chi lavora dal salotto. Sono piuttosto altri i miglioramenti utili, a partire dall’illuminazione. Gli impianti elettrici devono essere non solo a norma (come raccomanda l’Inail), ma anche adatti a supportare il lavoro davanti allo schermo di un computer. Per esempio, lampade che non devono contrastare la luminosità del display, per evitare che la vista si affatichi, meglio se regolate attraverso un comando vocale o in automatico grazie a un rilevatore della luce ambientale. Un altro aspetto legato alla tecnologia è l’importanza di una buona climatizzazione e alla circolazione dell’aria. Dispositivi di ventilazione automatica controllata, sofisticati termostati digitali, e ovviamente impianti di climatizzazione sono alcuni dei prodotti che potrebbero essere più gettonati nei prossimi mesi, a maggior ragione se, come alcuni temono, in autunno si riproporrà l’emergenza virus. 3 GENERATORI DI OZONO Un rivenditore di materiali edili potrebbe tenere d’occhio questi scatolotti che hanno conosciuto un’inedita popolarità durante la quarantena. C’è chi li ha indicati come dispositivi ammazza-virus. In realtà non è così: il coronavirus, ma anche quello del comune raffreddore, si trasmette attraverso con le goccioline emesse quando si parla o con colpi di tosse e starnuti, quindi non è l’aria in se stessa il pericolo, ma il contagio altrui. Premesso questo, un purificatore G i u g n o
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d’aria in parte può catturare il coronavirus, se dotato di un filtro Hepa (High Efficiency Particulate Air Filter), che può catturare un po’ di particelle che stazionano nell’aria di un ambiente chiuso. Una volta acchiappati, i virus non possono più moltiplicarsi e diminuiscono la loro contagiosità. I generatori di ozono-purificatori potrebbero quindi essere più utili in ufficio o negozio, dove si avvicendano persone diverse. 4 ADESIVI, SEGNALETICA Banale, ma necessaria. La segnaletica è obbligatoria nei luoghi pubblici, nelle aziende, nei cantieri, negli esercizi commerciali. Strisce adesive, scritte di avvertenza, cartelli, vetrofanie: tutti prodotti utili e indispensabili che saranno utilizzati anche nei prossimi mesi. Senza dimenticare cartelli, avvisi, targhe da apporre con le regole da seguire in fabbriche e uffici.
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5 HI-TECH ANTIVIRUS Tra gli obiettivi delle direttive del decreto del 9 marzo per il contenimento della trasmissione del covid-19 ci sono anche i dispositivi per il rilevamento della temperatura corporea, necessari nei luoghi pubblici, aziende, esercizi commerciali. Un prodotto molto gettonato per questo scopo sono le termo camere per l’identificazione di persone con sintomi febbrili. Ce ne sono di diverso tipo: piccole e portatili, oppure fisse da installare in postazioni strategiche, come ingressi, tornelli e atri. Meno tecnologici, ma sempre utili allo scopo, sono gli accessori per la gestione degli accessi, che obbligano al mantenimento delle distanze di sicurezza, come le transenne mobili: potrebbero registrare un boom di vendite. Ancora: un'altra categoria di prodotto hi-tech che sarà sugli scudi per i prossimi mesi è quella dei dispositivi igienizzanti. Abiti, ma anche i materiali che passano di mano in mano devono essere privati della loro possibile carica
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6 CONTROLLO ACCESSI La sicurezza è un «prodotto» che ha sempre più successo. I dispositivi per controllare chi entra e chi esce, chi è autorizzato e chi non lo è, saranno sempre più presenti in diverse situazioni: dai condomini, in particolare quelli che hanno fatto a meno di un servizio di portineria, fino alle aziende e ai negozi. A questi dispositivi, come le telecamere che magari utilizzano l’intelligenza artificiale, si aggiungono ora le strutture di contenimento dei contagi. Per esempio, le piattaforme per il controllo degli accessi, capaci anche di igienizzare le superfici esposte e capaci anche di rilevare la temperatura di chi ci passa attraverso.
tivato dalla luce solare o da luce artificiale, permette di realizzare lastre in ceramica tecnica, per rivestimenti a pavimento e parete, antinquinanti e antibatteriche. Un'idea simile a quella del gruppo Italcer con la nuova collezione di ceramiche antibatteriche e fotocatalitiche chiamata Advance - Antibacterial & Bio-Air Purifying, con cui la società punta a realizzare 10 milioni di euro di nuovo fatturato nel giro di tre anni.
7 CERAMICA Le piastrelle sono nemiche giurate del coronavirus e dei germi in genere, perché possono essere pulite facilmente. Alcune aziende del settore hanno saputo subito attivare il marketing per sottolineare le proprietà igienizzanti degli ambienti che utilizzano la ceramica. Senza dimenticare che aziende come Iris ha da tempo promosso prodotti come Active Clean Air and Antibacterial Ceramic, una superficie speciale e brevettata: si ottiene con l’applicazione a temperatura elevata di particelle micrometriche di biossido di titanio (TiO2) che, sfruttando il processo di fotocatalisi at-
8 PITTURE IGIENIZZANTI Operazione locali puliti: per tenere lontano il virus è necessario che gli ambienti siano a prova di igiene. In commercio sono numerose le proposte di pitture per pareti igienizzanti: sono generalmente a base di resine acriliche e risultano per questo fortemente coprenti e lavabili. La particolarità di queste vernici è di contenere sostanze antibatteriche a lento rilascio, rendono il prodotto particolarmente indicato nei locali pubblici come scuole, ricoveri per anziani oppure ospedali. Ma ovviamente sono indicate anche per l’uso domestico.
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virale: un modo sicuro è quello di sottoporli velocemente a un piccolo scanner capace di generare ossidazione fotocatalitica avanzata.
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RIPARTENZA
STRATEGIE A NOLEGGIO Anche il renting delle macchine per cantiere ha subito un pesante arresto a causa dell’emergenza sanitaria. Ma, da maggio, l’attività è ripartita e i segnali sono incoraggianti. Non solo: la maggioranza delle imprese ha approfittato della sosta per riorganizzarsi di Carlo Lorenzini
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e c’è una cosa che abbiamo imparato in questa crisi sanitaria è che l’economia non funziona a settori. Lo abbiamo capito subito, appena il Governo ha stilato l’elenco delle attività considerate essenziali e che, quindi, hanno potuto proseguire a operare, mentre quelle giudicate non essenziali hanno dovuto interrompersi. La scelta è stata quella di utilizzare i codici Ateco per definire quale attività fosse essenziale e quale no, facendo tuttavia un errore. Infatti la codificazione delle attività secondo i codici Ateco è una tipologia di classificazione adottata dall’Istat per le rilevazioni statistiche nazionali di carattere economico ed è utilizzata dalle Camere di Commercio e dall’Agenzia delle Entrate per definire i settori principali di appartenenza di una attività economica a fini burocratici, ma non rappresentano effettivamente l’interazione di una impresa con il sistema. Questo perché Ateco (Attività economiche) è la traduzione italiana della nomenclatura delle attività economiche (Nace) creata dall’Eurostat, adattata dall’Istat alle caratteristiche specifiche del sistema economico italiano. Come noto, si tratta di una classificazione alfanumerica con diversi gradi di dettaglio, ma ciò che Ateco non tiene conto è che nel tempo le attività delle imprese cambiano. E, soprattutto, si evolvono il sistema economico e le modalità di interrelazione e sinergia delle imprese, in particolare in base alle filiere produttive. Si dà il caso, infatti, che spesso aziende nate sotto un determinato codice Ateco
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durante la loro vita cambino i campi di attività, aggiungendoli a volte nella descrizione delle proprie attività, come si evince leggendo le visure camerali, ma anche se l’attività cambia, il codice principale di registrazione dell’azienda rimane di norma lo stesso. INTERPRETAZIONI In alcuni settori, nei quali alcune attività economiche nel passato non erano presenti e si sono sviluppate solo negli ultimi anni, questo fatto crea non pochi problemi interpretativi. È il caso, per esempio, del noleggio di macchine e attrezzature per edilizia, laddove molte imprese che oggi hanno il noleggio come attività prevalente in realtà risultano iscritte alla Camera di Commercio nel settore del commercio all’ingrosso di macchine per l’edilizia. Ma c’è un altro problema, che il Governo non ha considerato nella gestione delle attività secondo la classificazione Ateco, e riguarda la estrema interrelazione tra i settori produttivi e quelli dei servizi. Per cui, di fronte alla chiusura di tutte le attività di cantieristica, ma garantendo il proseguimento dei cantieri legati ai lavori pubblici o a opere non bloccabili, e nel contempo stoppando i servizi di noleggio di macchine e attrezzature, ha di fatto creato per molte imprese l’impossibilità di operare. Infatti, a maggio, nella definizione delle attività cantieristiche che potevano ripartire Assodimi/Assonolo, l’associazione che rappresenta il mondo della distribuzione e del noleggio di macchine, beni e attrezzature strumentali, ha portato al Governo la proposta di inserire i codici Ateco del noleggio tra le attività che potevano riprendere a lavorare. L’inserimento per fortuna avvenuto, non è comunque stato immediato. Questo perché si tende a ragionare per comparti, per settori, e non si considera che l’economia è invece una fitta rete di relazioni di diversi soggetti che spesso cooperano. L’edilizia da sempre è un prodotto di prodotti, ma in particolare negli ultimi anni si è sempre più distinta per essere un prodotto di prodotti realizzati mediante servizi integrati, da quelli tecnici al noleggio delle attrezzature.
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MAGGIO AMARO Questo stop forzato di una attività che, poi, è stata inserita tra quelle necessarie al funzionamento dell’edilizia e dei cantieri, ha avuto conseguenze molto negative per il noleggio, come evidenzia uno studio realizzato da Smart Land, una società di ricerche specializzata che da anni segue le analisi del settore e supporta Assodimi nelle valutazioni degli andamenti di mercato, su un campione di 91 noleggiatori che rappresentano complessivamente circa un quarto del volume d’affari del noleggio di macchine e attrezzature per edilizia in Italia. I risultati di questa analisi, presentati ai soci di Assodimi in un webinar, raccontano di un settore che nei mesi di marzo e aprile per l’87,9% del campione ha fatto segnare una riduzione del
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fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre per il 4,4% è rimasto stabile e un 7,7% del campione ha avuto un aumento dell’attività. Lo stop più repentino lo hanno avuto i piccoli noleggiatori, quelli inseriti nella classe di fatturato fino a 1 milione di euro, con il 100% in riduzione di fatturato, mentre nella fascia da 1 a 5 milioni il 92,9% ha avuto diminuzioni di fatturato, mentre nella classe oltre i 5 milioni di euro «solo» il 75% delle imprese hanno denunciato una riduzione del giro d’affari. Il problema non risiede tanto nella diminuzione, ma nella sua incidenza, ovvero nella perdita percentuale, che per il 35% degli intervistati è stata tra il 25% e il 50%, per un altro 27,5% è stata tra il 50% e il 75% del fatturato e per un ulteriore 16,5% è stata superiore al 75%.
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INVERSIONE Sono cifre eclatanti, che mostrano di fatto uno stop alle attività che giunge dopo un inizio anno molto promettente, nel quale le imprese di noleggio avevano iniziato ad avere crescite del giro d’affari a due cifre. Interpellati sui settori più coinvolti dal lockdown è emerso che tutte le macchine e le attrezzature legate al settore della ristrutturazione e della cantieristica privata di nuova costruzione hanno avuto forti diminuzioni (ponteggi, sollevamento, attrezzature edili e gru) e in pratica gli unici settori che hanno potuto contare su un parziale proseguimento delle attività sono stati i settori legati alla logistica e al nolo verde (quest’ultimo fortemente legato alle attività di manutenzione anche del verde pubblico). Di fronte agli scenari della ripartenza i noleggiatori (intervistati all’inizio del mese di maggio) mostravano tuttavia già alcuni segnali incoraggianti di ripresa, ma il dato più significativo è che comunque durante il lockdown nove imprese su dieci avevano comunque mantenuto i contatti con i propri clienti, con questi ultimi che riportavano aspettative molto positive nell’11% dei casi e debolmente positive nel 73,2%.
un buon 50% dei rispondenti ha detto che punterà su nuove forme e nuovi sistemi di comunicazione. Il digitale, dunque, assume una rilevanza centrale per la ripartenza, associato a nuove e innovative forme di comunicazione con i propri clienti, già acquisiti e soprattutto quelli potenziali da acquisire. Dall’inserimento del noleggio tra le attività necessarie all’edilizia e dunque essenziali alle nuove strategie per le imprese, si potrebbe affermare che tutto sommato non tutto il covid vien per nuocere.
NUOVA OPERATIVITÀ Questo lungo stop e questi elementi di attendismo hanno avuto un impatto tuttavia positivo sulle strategie delle imprese che, infatti, in questo periodo hanno rivisto la loro operatività, in particolare con la decisione, per quasi sei imprese su dieci di aumentare i servizi di noleggio, ampliando dunque questo segmento strategico della loro attività, riducendo quindi la parte di distribuzione e commercializzazione delle macchine e delle attrezzature. Infatti, per quasi cinque imprese su dieci il tema della vendita risulta un settore che vedrà ridursi in futuro, a vantaggio appunto del noleggio e dei servizi a esso associati. Sulle strategie aziendali per il futuro il campione di noleggiatori intervistato ha dichiarato per oltre un quarto delle risposte di voler aumentare i servizi online, mentre G i u g n o
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CIONI EDILIZIA
LA FORMULA GIUSTA? SPAZIONECESSARIO L’azienda commerciale di Pisa spazia dai materiali per edilizia a ferramenta e finiture. Ma non solamente. In una sala dedicata in sede organizza eventi e corsi di formazione per imprese, geometri, ingegneri e architetti. E dai servizi dedicati alla progettazione ha un quinto dei ricavi di Veronica Monaco
Simone Cioni
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on un’esperienza di oltre 50 anni di attività e 7000 metri quadri dedicati a edilizia, ferramenta e finiture nella Città del Mobile di Perignano, in provincia di Pisa, Cioni Edilizia è diventata un punto di riferimento in Toscana per imprese, artigiani, studi di progettazione e clienti privati. Un’azienda famigliare che ha saputo crescere fino a occuparsi della casa a 360 gradi, dalla progettazione alla realizzazione finale, con un servizio chiavi in mano e una
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La CittĂ del Mobile di Perignano, in provincia di Pisa, di Cioni Edilizia
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Alcune immagini dello showroom. A destra, gli eventi nell'area SpazioNecessario
grande attenzione a funzionalità, estetica e rispetto dell’ambiente. Ne parliamo con Simone Cioni, architetto e responsabile dello showroom che, assieme alla sorella Francesca, rappresenta la terza generazione al lavoro in rivendita. Domanda. Simone, Cioni Edilizia è un’impresa famigliare. Qual è la sua storia? Risposta. L’azienda è stata fondata da mio nonno nel 1963 come ma-
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gazzino di materiali edili. Circa 45 anni fa è subentrato, ancora molto giovane, mio padre, che ha creato la sala mostra e la ferramenta. Dodici anni fa la ferramenta, lo showroom e il magazzino sono stati riuniti in un’unica sede, sempre a Perignano. Circa otto anni fa ho fatto il mio ingresso nell’impresa di famiglia. Grazie ai miei studi di architettura, da semplice rivendita di materiali siamo diventati un’azienda di vendita di materiali e servizi legati alla progettazione, consulenza e realizzazione. G i u g n o
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Infine, da circa cinque anni ha iniziato a lavorare anche mia sorella, che si occupa principalmente di amministrazione. D. A che cifra si aggira il vostro fatturato? R. L’anno scorso abbiamo registrato un fatturato di poco più di 4 milioni di euro. D. I nuovi servizi legati alla progettazione quanto incidono sul fatturato e come stanno andando? R. Il servizio è in crescita e a oggi incide sul fatturato per il 15-20%. Per noi è motivo di grossa soddisfazione, perché ci consente di garantire al cliente un lavoro impeccabile. Diciamo che il fatto di avere esperienza sia con i materiali che con le manovalanze, che poi sono i clienti del nostro magazzino edile, abbiamo creato una nostra squadra di eccellenze. I clienti si affidano a noi come referenti unici per un servizio chiavi in mano, in particolare per la posa di materiali di un certo tipo, come grandi lastre, mosaici, lavori su misura di falegnameria o in metallo. D. Per la parte di progettazione avete stretto degli accordi anche con aziende, per esempio Bioisotherm. Com’è andata? R. Circa un anno fa abbiamo stretto un accordo con Bioisotherm e finora abbiamo realizzato con loro tre case, affiancandoci al loro studio tecnico. Non facciamo progettazione di case ex novo, ma ci affianchiamo ai progettisti per ingegnerizzare fin da subito quello che hanno in mente. È di vitale importanza che la progettazione rimanga in mano al progettista. L’idea è un po’ quella di essere l’architetto per gli architetti e far sì che il lavoro finito sia curato al 100%. Questo servizio è perfettamente in linea con l’indirizzo della nostra azienda, un piccolo passo in più verso il progettista, che poi a cascata ricade sul cliente finale. D. Come pubblicizzate questo servizio? R. All’interno della nostra struttura abbiamo una sala di 100 metri quadri, che si chiama SpazioNecessario, in cui realizziamo incontri ed eventi, anche ludici. Preferiamo portare le persone nella nostra struttura piuttosto che investire nel classico cartellone pubblicitario. In più, organizziamo corsi di formazione per imprese, geometri, ingegneri e architetti. Per esempio, nel caso di Bioisotherm abbiamo prima organizzato un incontro presso la nostra azienda, durante il quale abbiamo presentato il prodotto, G i u g n o
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poi abbiamo ricontattato tutti gli studi di progettazione che avevano manifestato interesse e organizzato incontri one to one. D. Quali sono i principali marchi che trattate in rivendita? R. Sono moltissimi. I principali sono per quanto riguarda l’edilizia Mapei, Weber, Gyproc, Polyglass; per lo showroom Gessi, Florim, Catalano; per la ferramenta Bosh, Fischer, Kapriol. D. Fate parte di qualche gruppo o consorzio? R. No, crediamo molto di più nei gruppi di vendita che di acquisto. Per questo motivo ci confrontiamo regolarmente con altre rivendite sulle strategie di cura del cliente e approcci di vendita, ma siamo un gruppo privato. D. Passiamo all’attualità. Siete rimasti chiusi durante l’emergenza covid-19?
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Cioni Edilizia abbina la vendita di materiali per edilizia a un ampio showroom con gli elementi per l'arredo
R. All’atto pratico siamo stati chiusi una settimana, dieci giorni al massimo. L’unico settore che è stato completamente chiuso è stato lo showroom, che è rimasto fermo un mese. D. Qual è stato il problema più difficile che avete dovuto affrontare durante il lockdown? R. Gestire le persone. Non solo i clienti che dovevano terminare dei lavori, ma anche i nostri collaboratori. Ognuno ha reagito diversamente, noi abbiamo cercato di ascoltare le esigenze di tutti, per capire le varie problematiche e risolverle nel migliore dei modi. D. Quali sono le vostre previsioni per la ripartenza? R. Sicuramente ci sarà un calo, considerando anche il fatto che in edilizia i mesi di marzo, aprile e maggio sono quelli che tirano di più. La ripartenza sta andando comunque secondo le aspettative e il mese di maggio
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si è chiuso in linea con l’anno scorso. Durante il lockdown abbiamo comunque lavorato da casa per incrementare i servizi e l’organizzazione. D. In che modo? R. Per esempio, ci siamo attrezzati per fornire ai clienti che lo richiedono video, foto, rendering dei materiali senza venire in showroom. Per quanto credo sia fondamentale toccare con mano i prodotti, se la persona lo richiede abbiamo questa possibilità. Allo stesso tempo, per agevolare la percezione di ciò che facciamo senza necessariamente vedersi di persona, abbiamo raccolto un enorme archivio di fotografie dei lavori più recenti che abbiamo fatto. Queste fotografie sono raccolte da Instagram sul nostro sito, rinnovato da poco, attraverso un aggregatore di hashtag: abbiamo #realizzazionicioni per i lavori finiti, #moodboardcioni per i progetti, #cantiericioni per i cantieri, e #consulentecolorecioni per il nostro servizio di consulenza colori che realizziamo insieme all’azienda Paint Makers. D. C’è qualcosa che nel vostro lavoro è cambiato per sempre dopo questa emergenza? R. Ritengo che le persone, costrette a stare chiuse in casa abbiamo preso maggiore consapevolezza di quanto sia importante il comfort. Questo per noi rappresenta un rafforzativo nella direzione che già da qualche anno cerchiamo di imprimere nei nostri progetti, soprattutto negli ambienti bagno e spazi doccia. D. Quindi, ora ci sono prodotti più richiesti rispetto al passato? R. Sì, sicuramente tutto ciò che riguarda l’outdoor e il fai da te, come pavimenti galleggianti, erba sintetica, forni e barbecue, e poi l’ambiente bagno come spazio benessere. D. Che cosa ne pensa degli incentivi al 110%? R. Credo sarà un mezzo buco nell’acqua. L’informazione che arriva al privato è di un tipo, ciò che si può fare all’atto pratico è tutt’altro. Ho ricevuto molte telefonate di persone che volevano rifare il bagno senza pagare niente, ma il bonus non è applicabile ai lavori di ristrutturazione tradizionali, ma è solo un rinforzo per gli sgravi riferiti al risparmio energetico e al sismabonus. Molti alla fine non faranno nulla. G i u g n o
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RIPARTENZA A TUTTO GAS La rivendita emiliana accanto ai materiali edili cura con particolare attenzione lo showroom, che modifica due volte l’anno. Una strategia che ha permesso all’azienda di tornare alla piena operatività con successo. Tanto che l’obiettivo è recuperare tutto il tempo perduto di Veronica Monaco
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na sala mostra che ha il sapore di una bottega, curata nei minimi dettagli, con pochi marchi selezionati per rispondere ai gusti di una clientela che non rinuncia a qualità ed estetica. È l’anima dello showroom di Mef Edilizia, rivendita di Castel San Pietro Terme (Bologna), gestito con passione e dedizione da Matteo Lupidi, responsabile dell’esposizione e terza generazione al lavoro nell’azienda di famiglia. Domanda. Quando è nata Mef Edilizia e quali sono stati i principali step della sua crescita? Risposta. L’azienda è stata fondata negli anni Ottanta da mio nonno Mario e mio padre Stefano. Inizialmente l’azienda si dedicava alla lavorazione del ferro per fondamenta, poi si è allargata alla vendita di materiali edili, con un piccolo showroom di sanitari e qualche ceramica. Lo showroom è diventato poi una vera e propria rivendita di ceramica e caminetti, e otto anni fa è stato inserito anche l’ar-
redobagno. La sala mostra è stata completamente rivisitata tre anni fa: ho reimpostato da zero l’esposizione, selezionando con attenzione i fornitori e inserendo la progettazione bagni. In questi anni abbiamo fatti notevoli passi avanti e lo showroom ha preso davvero piede. D. Quindi quali sono i settori che trattate? R. Seguiamo tuttora caminetti e stufe, anche se la richiesta, e quindi anche l’esposizione, si è ridotta. Dedichiamo molto spazio alla ceramica e all’arredobagno, e poi trattiamo anche la rubinetteria. D. Quant’è lo spazio di esposizione?
Gli interni di Mef Edilizia, rivendita di Castel San Pietro Terme (Bologna)
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R. 250 metri quadri. D. Come lo avete progettato? R. Abbiamo un’area dedicata all’accoglienza dei clienti caratterizzata da un grande tavolo di 1,20 x 3 metri dove posizionare le ceramiche, disegnare i progetti, far toccare i prodotti con mano. Ci sono poi quattro espositori di ceramiche Abk e Saime, mentre il resto dello showroom prevede ambientazioni con materiali posati, dai pavimenti ai rivestimenti, dai decori agli stucchi. D. Ogni quanto cambiate l’esposizione? R. Ogni sei mesi facciamo un ritocco. E ogni volta per l’occasione organizziamo un aperitivo con i clienti per mostrare le novità. D. È sostenibile a livello di costi? R. Aggiornare l’esposizione così di frequente ha sicuramente un costo elevato, ma viene ripagato. Il cliente oggi usa internet, va a vedere le novità soprattutto dopo una fiera. Tutto ciò che per noi può avere del potenziale, lo realizziamo in showroom nell’arco di un paio di mesi dall’uscita sul mercato. D. Attualmente quali sono i colori che attirano di più l’attenzione dei clienti? R. Il nero, il ruggine, il bronzo e l’oro, colori raffinati, che impreziosiscono senza essere pacchiani. D. Quali sono i principali marchi che trattate in showroom? R. Come ceramiche Abk, Saime, Roberto Cavalli e Cir. Sono gli unici marchi che esponiamo, abbiamo altri prodotti a catalogo ma puntiamo prevalentemente sui marchi che abbiamo selezionato. Per la rubinetteria abbiamo Fratelli Frattini e Daniel, per l’arredobagno Ardeco, Novello e Arblu, Agha, e per le stufe Montegrappa e Palazzetti. D. Su quali basi sceglie i suoi fornitori? R. La scelta dei marchi è stata molto attenta. Sono dell’idea di lavorare con pochi marchi, di qualità. Questo è il criterio che abbiamo applicato alle ceramiche, così come all’arredobagno, alle rubinetterie, eccetera. Tutto il materiale è di prima scelta e cerchiamo di coprire una fascia di prezzo medio-alta e una un po’ più costosa. D. Chi sono i clienti dello showroom Mef? R. Una buona parte della clientela è composta dalle imprese che quotidianamente si riforniscono nel nostro magazzino edile. Il restante 70% sono privati di fascia medio-alta. D. Ci sono anche clienti fidelizzati?
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R. Certamente, soprattutto tra le imprese. Se si trovano bene, quasi sempre ritornano. Ci sono clienti che vengono da noi da oltre 40 anni e che ci aiutano molto con il passaparola, che in un territorio piccolo come quello di Castel San Pietro, tra Imola e Bologna, è fondamentale. Diciamo che nel tempo siamo diventati un po’ un punto di riferimento in tutti i settori. D. Il cliente privato è più impegnativo del cliente B2B? R. Sì, con l’impresa la vendita è un po’ più rapida, mentre il cliente privato ha bisogno di più informazioni e magari ci vogliono anche due-tre appuntamenti prima di arrivare al preventivo. Noi, comunque, cerchiamo di assisterlo in ogni necessità, cercando anche di mostrargli il risultato finale attraverso rendering 3D molto realistici, in modo da essere il più vicino possibile alle sue aspettative. D. Qual è il segreto di uno showroom che dà soddisfazioni a livello di business? R. Mettere nell’esposizione la propria impronta personale. In questo modo sei motivato a vendere, hai sempre quella parola in più che magari non avresti sui prodotti che non ti piacciono. Lo showroom Mef è una vera minicasa, con tante situazioni molto curate in ogni dettaglio. Ovunque butti l’occhio, c’è un particolare: oltre ai prodotti esposti, abbiamo inserito anche piante e studiato l’illuminazione, per creare un ambiente davvero unico. Per arrivare a questo risultato ci abbiamo messo tre anni. Poi, ovviamente, cerchiamo di dare massima disponibilità, con assistenza al cliente sia in pre che in post vendita. D. Avete intenzione di inserire nuovi prodotti o settori merceologici? R. Mi piacerebbe inserire l’illuminazione. Abbiamo visto che al cliente piace curare anche questo aspetto della casa: una volta si metteva la classica plafoniera a soffitto, ora si cercano soluzioni più personalizzate, anche con controsoffitti in cartongesso. Questo per noi è anche un modo per incrementare le vendite di cartongesso e far lavorare le nostre imprese clienti. D. Avete pensato di sviluppare anche l’ambiente cucina? R. Non abbiamo molto spazio libero in showroom, quindi momentaneamente non abbiamo intenzione di esporre cucine. D. Passiamo all’attualità. Quanto tempo siete rimasti chiusi per l’emergenza covid-19 e come siete ripartiti? R. Con lo showroom siamo rimasti chiusi quasi un mese e mezzo. Abbiamo approfittato di questa pausa forzata per approntare qualche ritocco alla sala mostra, realizzando un nuovo bagno e un secondo ufficio. La mia collega in smart working ne ha approfittato per studiare il nuovo programma di progettazione che avevamo appena acquistato. Ora abbiamo ripreso al di sopra delle aspettative: tutti i lavori che avevamo lasciato a metà li abbiamo portati a casa e abbiamo avuto anche nuovi clienti. Il nostro obiettivo è arrivare al fatturato che ci eravamo imposti a inizio anno. Rispetto a maggio dell’anno scorso siamo in linea a livello di fatturato, stiamo dando il massimo. Sappiamo che con il mese e mezzo di chiusura alle spalle sarà difficile, ma se ci riusciamo sarà un bel traguardo e una grande soddisfazione.
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LA QUALITÀ PIACE AI PRIVATI La storica rivendita di Sassari ha puntato anche sulla clientela non professionale con buoni risultati, nonostante la concorrenza della Gdo. Il segreto? Un continuo rinnovamento del catalogo prodotti, una formazione professionale no-stop. E anche un po’ di psicologia di Veronica Monaco
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mpresa storica di distribuzione di materiali edili in Sardegna dal 1950, la Ragioner Guglielmo Capolino, divenuta in seguito Nuova Capolino, di Sassari aiuta i clienti a costruire la propria casa con soluzioni di qualità per l’edilizia e l’arredamento interno. Con una sala mostra di mille metri quadri, aperta nel 2010, l’azienda offre anche una proposta articolata di ceramiche e arredobagno, che punta sempre più ai privati come principale target di riferimento. La clientela, oltre a stravolgere i metodi classici di fare business in rivendita, impone anche qualche skill in più, come racconta a YouTrade il responsabile dello showroom, Mauro Lombardi. Domanda. Come si è evoluta la clientela nel corso degli anni? Risposta. Già 25 anni fa sostenevo che il privato sarebbe diventato il nostro cliente principale: un’affermazione che allora molti ritenevano azzardata. Oggi possiamo affermare che il privato copre l’80% della clientela dello showroom, assumendo lo stesso peso che l’impresa ha per il magazzino. Rispetto al passato, inoltre, il cliente privato è coinvolto sempre più nella scelta dei materiali per la sua abitazione, anche perché per la maggior parte si tratta di lavori di ristrutturazione. D. Questo ha cambiato il vostro lavoro in showroom? R. Prima l’impresa si occupava di mostrare tre-quattro campioni al cliente, oggi, ampliando le esposizioni e la quantità di prodotti disponibili, non è più così. Oltre ad avere una preparazione su un numero di aziende e prodotti molto più ampio, l’attività per gli operatori all’interno dello showroom è diventata più complessa: per trattare con i privati infatti dobbiamo diventare anche un po’ più psicologi. In più sono clienti che hanno necessità di attenzioni differenti e tempi più lunghi. D. Ci sono altre difficoltà che avete dovuto fronteggiare nella vostra attività? R. La presenza della grande distribuzione ci ha costretto a rivedere
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la gamma dei prodotti offerti. Siamo in una fascia completamente diversa e cerchiamo di proporre sempre materiali di un certo livello, però la concorrenza della Gdo ci ha indotto ad aggiungere anche prodotti leggermente più economici.
Mauro Lombardi
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Alcune immagini dello showroom di mille metri quadri della Nuova Capolino
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La rivendita di Sassari propone anche diverse tipologie di ceramiche accanto a sanitari e arredobagno
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La sala mostra offre un percorso itinerante attraverso varie ambientazioni in cui vengono mostrati rivestimenti, sanitari e rubinetterie, mobili di ogni genere e stile
D. Quali sono le tipologie di prodotto e i principali marchi che trattate all’interno dello showroom? R. Proponiamo i principali marchi di ceramiche come Emilceramica, Ceramica d’Imola, Casalgrande Padana, Pastorelli Ceramiche, Del Conca, Herberia. Trattiamo anche sanitari e arredobagno con i marchi Galassia e Azzurra Ceramiche, Gsg e Scarabeo, e per i box doccia lavoriamo con Novellini e Csa. Come rubinetterie trattiamo invece Paffoni, Frattini e Flex Doccia. D. Com’è strutturato lo showroom? R. La sala mostra offre un percorso itinerante attraverso varie ambientazioni in cui vengono mostrati i rivestimenti, dalla pietra alla ceramica, sanitari e rubinetterie, mobili di ogni genere e stile corredati da specchi, illuminazione e accessori. Ci sono inoltre tre postazioni G i u g n o
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operative e un salottino per l’accoglienza dei clienti. Abbiamo anche un tavolo operativo dove il cliente può valutare la documentazione messa a disposizione dalle aziende. D. Ogni quanto viene rinnovata la proposta? R. L’aggiornamento è continuo, anche perché nel settore ceramiche e sanitari ci sono sempre novità. In showroom ogni mese rinnoviamo qualche ambientazione. Al momento, ad esempio, dobbiamo rinnovare quattro-cinque nuovi box dedicati a ceramiche, pavimenti e rivestimenti. D. Quanto tempo dedicate alla formazione del personale? R. Anche l’attività di formazione è continua. In generale sono gli stessi agenti che ci spiegano le novità dei prodotti, comunque organizziamo anche incontri tecnici in sede o presso le aziende.
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I FERRI DEL MESTIERE
Come diventare CR7
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omba libera tutti! Il lockdown è finito, il covid-19 è a cuccia, ma la crisi è virulenta e ha iniziato a mietere vittime. Molte attività non hanno riaperto e chi lo ha fatto ha paura di dover richiudere, perché si è trovato di fronte un mercato difficile, incassi inferiori alle aspettative e incertezza finanziaria, dovuta alla scarsa liquidità. Sappiamo tutti che cosa ha prodotto in passato la mancanza di liquidità, indipendentemente dalla causa che l’ha scatenata. Ecco perché è importante prepararci al meglio per affrontare il futuro, senza aspettare che lo Stato, l’Europa o chi sa chi, arrivi in nostro soccorso. Prima di poter gridare «Arrivano i nostri», c’è una battaglia da affrontare. Chi negli ultimi anni si è addestrato da buon soldato, allenandosi ogni giorno sui fondamentali dell’attività d’impresa, così come Cristiano Ronaldo fa con passaggi, tiri e palleggi, non solo uscirà prima dalla crisi, ma potrebbe ritrovarsi più forte di prima. In questo momento possiamo aggrapparci a due sole certezze. La pri-
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ma è che, alla fine dei giochi, per coloro che saranno ancora in campo ben poco sarà come prima. Così come è stato per la crisi del 2008 e tutte quelle che l’hanno preceduta. La seconda è la potenza dei fondamentali: se li dominiamo, usciamo da qualsiasi crisi. Il primo dei fondamentali su cui focalizzare la nostra unità di crisi è il brand, il quale non è solamente il nome scritto sull’insegna, è il perché siamo ciò che siamo. Un simbolo Per fare un esempio, CR7 non è solo l’acronimo di Cristiano Ronaldo, numero 7. Rappresenta quella cosa speciale che lo ha reso CR7. La determinazione, la professionalità e il suo lavoro maniacale nel curare ogni minimo dettaglio. Un altro giocatore con le stesse doti tecniche e atletiche non otterrebbe gli stessi risultati, senza essere CR7. Allo steso modo, un altro rivenditore con la stessa struttura e gli stessi prodotti, non è detto che raggiunga gli stessi nostri
obiettivi. Ognuno di noi è unico e il brand racconta chi siamo, in ogni più piccola azione quotidiana. È questo il messaggio da imprimere nella mente dei clienti e da questo punto fermo deve iniziare la comunicazione, usando il fondamentale numero due: il marketing. Negli ultimi tempi il marketing è diventato più smart, l’e-commerce è sempre più al centro delle strategie e questo impone l’uso di una marketing automation evoluta, in abbinamento a un Crm dedicato, per gestire tutte le attività collegate alla vendita. È necessaria un’evoluzione aziendale in termini di risorse. Prima di tutto serve qualcuno che segua il marketing da vicino, per gestire le risorse esterne e implementare le tecnologie digitali più evolute. Se non è possibile assegnare questo compito a uno dei dipendenti e neanche assumere una persona, allora è il titolare che se ne deve occupare. Perché
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il marketing è il vero motore della vendita, non possiamo delegarlo all’esterno, soprattutto se abbiamo un e-commerce. In tempi di crisi il marketing deve essere focalizzato su un tema unico, senza disperdere soldi, tempo e energie su tanti fronti. Dobbiamo scegliere una cosa specifica, per la quale vogliamo far riconoscere il nostro brand. Il terzo fondamentale è la vendita. Abbiamo riaffermato il perché del nostro brand e ristrutturato il marketing dedicando delle risorse interne, con l’implementazione di nuove tecnologie per vendere. Adesso è il momento di decidere a chi vogliamo vendere e come intendiamo farlo.
marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale.
Un aiutino Dopo tutto quello che è successo, non sarà sufficiente vendere agli stessi clienti, perché non tutti ripartiranno subito e chi lo farà avrà un problema da risolvere: riuscire a vendere i propri servizi. Il rivenditore può essere parte della soluzione, aiutando i clienti a vendere. Per esempio, uno dei temi di cui si parla di più in questo periodo è l’ecobonus del 110%. Un numero che ha risvegliato l’interesse del mercato, ma siamo sicuri che tutti abbiano capito di cosa si tratta? Probabilmente la maggior parte delle persone è convinta che non spenderà niente e guadagnerà anche qualcosa. Sviluppare contenuti e fare consulenza sull’ecobonus può aiutare le persone a prendere le decisioni giuste, per ottenere il massimo risparmio nel tempo e valorizzare il proprio immobile. Un’ottima maniera per aiutare i clienti a vendere e i loro clienti ad acquistare. Ma ora scopriamo il fondamentale +1, il vero plus in grado di fare la differenza: il bilancio. È la cosa più importante a cui dedicare la nostra attenzione maniacale, perché ci permetterà di spremere tutta la liquidità necessaria al marketing e alla vendita. Quindi niente fronzoli, mettiamo fine a tutte quelle attività di marketing effimere e casuali, basta spendere tanto per fare qualcosa sui social oppure online. Focalizziamoci su una cosa e facciamola meglio di chiunque altro. Diventiamo riconoscibili facendo una sola cosa. Una sola cosa alla volta. di Marco Buschi Marco Buschi si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. G i u g n o
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LA TERMOIDRAULICA SPOSA IL MATTONE L’azienda bresciana ha allargato la distribuzione alle rivendite di materiali edili. E, in particolare, con prodotti da banco, legati all’impianto, valvole a sfera, rubinetti portagomma, collegamenti per gli impianti sanitari. Grazie anche a un servizio di consegna rapida di Veronica Monaco
Marco Nardi, direttore commerciale di Fiv
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a termoidraulica sta entrando sempre più nel business della rivendita edile, che ha trovato negli impianti radianti, nel tubo multistrato e nei raccordi a pressare una nuova frontiera per incrementare i guadagni espandendosi a settori finora poco esplorati. Ne parliamo con Marco Nardi, Direttore Commerciale di Fiv, azienda di Calcinato (Brescia) specializzata in componenti per l’impiantistica idraulica, che di recente ha avviato un interessante progetto di collaborazione con i maggiori distributori di materiali per l’edilizia. Domanda. Prima Fiv era presente soprattutto nelle rivendite di termoidraulica, ora è entrata anche nella rivendita edile. Come mai questo sviluppo? Risposta. C’è stata un’apertura del mondo edile alla termoidraulica, al di là del rubinetto o della singola valvola, c’è un’attenzione maggiore proprio ai sistemi e all’impiantistica in generale. Questo ci ha permesso negli ultimi anni di incrementare i rapporti con diverse realtà distributive in questo settore. D. Quando avete deciso di lavorare in maniera più organizzata con i rivenditori di materiali edili? R. Diciamo che dagli anni 2000 abbiamo cominciato a puntare sempre più sulle rivendite di materiali edili. Ci siamo accorti che c’era un potenziale e abbiamo lavorato in questa direzione. D. Quali sono i prodotti più richiesti dai rivenditori di materiali edili e quali potrebbero entrare in rivendita? R. La rivendita di materiali edili chiede normalmente prodotti da banco, legati all’impianto idraulico, come valvole a sfera, rubinetti portagomma, flessibili ecc... Nel tempo c’è stata un’apertura ad altri prodotti dell’impiantistica come il tubo multistrato e i raccordi sia a pressare che a stringere. Quello su cui rimane invece da lavorare e che ha ancora un enorme potenziale, è l’impianto radiante, un sistema che si utilizza sempre di più al posto del tradizionale impianto a radiatori anche in virtù delle nuove normative sul risparmio energetico. Per questo tipo di G i u g n o
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prodotto la rivendita edile potrebbe giocare un ruolo fondamentale in quanto strettamente legata all’impresa di costruzione che lo può proporre sia in nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni. Inoltre, si tratta di un prodotto che inizialmente non necessita di impegni di magazzino, ma consente al rivenditore che decide di inserirlo a stock di fare la differenza. D. Il personale che segue la termoidraulica in rivendita ha bisogno di una formazione particolare? R. Secondo noi più il personale è formato più è utile alla vendita. Molte rivendite edili hanno assunto personale qualificato che proveniva direttamente dal mondo della termoidraulica, in grado di soddisfare la domanda dei clienti e di individuare gli articoli ad alta rotazione da tenere in magazzino. In ogni caso la formazione è necessaria su tutti i prodotti, ma su alcuni è importante fare qualche approfondimento in più a livello di tecnologia e contenuto tecnico. Per questo, Fiv mette a disposizione un pacchetto di supporto con corsi di formazione diretta per il personale di vendita, in loco o in sede, e indiretta con dimostrazioni a banco. Un nostro tecnico sta in rivendita tutta la giornata e propone materiali e spiegazioni tecniche ai vari clienti, installatori e posatori. D. La rivendita che tratta anche la termoidraulica deve avere un minimo di dimensione a livello di fatturato o sono due cose indipendenti? R. La termoidraulica può coesistere a prescindere dalla dimensione dell’azienda che tratta materiali edili. Diciamo però, che un’azienda grande Sistema radiante a pavimento. In alto, la sede di Fiv a Calcinato (Brescia)
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avrà maggiori possibilità di prendere lavori grandi, con un giro d’affari più significativo. Comunque, anche per un’azienda piccola è importante affiancare la termoidraulica al business tradizionale. D. Quali servizi offrite ai rivenditori? R. Fiv è presente in tutta Italia da oltre 30 anni con una rete commerciale di 28 agenzie in grado di offrire un supporto efficace. Non vendiamo direttamente all’installatore o al privato, ma esclusivamente al rivenditore, che sia edile, ferramenta o termoidraulica. Al di là dei servizi come formazione e assistenza in cantiere, Fiv offre un servizio di consegna rapida, molto apprezzato. Mediamente affidiamo la merce ai corrieri in 24 ore dall’ordine, il corriere poi impiega 2/4 giorni per andare in consegna. D. Quali sono i plus dei vostri prodotti rispetto agli altri presenti sul mercato? R. Tutto quello che vendiamo è made in Italy e questo lo riteniamo un plus non irrilevante: sia la materia prima che la produzione sono italiane. Tutti i nostri prodotti sono collaudati, realizzati secondo le normative di riferimento, dotati di tutte le certificazioni richieste e possiamo garantire la tracciabilità di ogni articolo tramite il lotto di produzione. D. Qual è l’ultima novità che avete presentato al mercato? R. I due prodotti su cui stiamo puntando molto negli ultimi anni sono i raccordi a pressare, da utilizzare in accoppiamento ai tubi multistrato, e il sistema radiante. Per quanto riguarda i primi abbiamo lanciato qualche anno fa un raccordo a pressare di ultima generazione, chiamato LBP (Leak before pressed) che, quando si fa la prova di tenuta dell’impianto, perde se non è stato pressato; in questo modo il posatore riesce a individuare un’eventuale perdita prima di chiudere sottotraccia il prodotto, cosa che con i raccordi di vecchia generazione non è possibile. Su questo tipo di prodotto c’è una continua evoluzione in termini di nuovi articoli e diametri. Per quanto riguarda il sistema radiante, invece, abbiamo inserito nuove figure e articoli per offrire una gamma sempre più ampia e andare a risolvere le varie problematiche di cantiere, soprattutto sul fronte della ristrutturazione. A breve uscirà un nuovo catalogo “Estate” con tutte le novità. D. Qual è il vostro sentiment per questa ripartenza? R. Il mese di giugno è andato oltre le aspettative. Anche se dobbiamo navigare a vista finché non verrà risolto il problema del covid 19, siamo molto fiduciosi. Puntiamo a chiudere l’anno con lo stesso fatturato del 2019, e forse anche qualcosa di più. Rimaniamo però con i piedi per terra, continuando a porci obiettivi di mese in mese.
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EDIL LOGISTICA
QUARTO POLO PER MILANO EST Sono circa 27 mila i metri quadri di magazzino nei quattro poli logistici di Pero, Moncalieri, Albenga e Trezzo sull'Adda, appena inaugurato. Un servizio sempre più apprezzato dalle rivendite edili e dai produttori, reso più semplice grazie alla piattaforma che consente una gestione degli ordini via internet
di Franco Saro
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dil Logistica mantiene il suo trend di crescita e apre la sua quarta piattaforma di distribuzione a Trezzo sull'Adda (Milano), all’interno di una Azienda storica del territorio com’è Fornace Laterizi di Trezzo. L’obiettivo primario è quello di affiancare la sede di Pero (Milano) che serve principalmente il territorio di Milano Ovest, con una struttura orientata al territorio di Milano Est, che diventi appetibile anche per la provincia di Bergamo e zone limitrofe. Parliamo di un territorio ad alta densità di «popolazione edile» e il nuovo centro di Edil Logistica potrà certamente essere un punto di riferimento sia per la distribuzione tradizionale, sia per la produzione che affidandosi a una partneship di logistica delocalizzata potrà meglio presidiare aree complesse. LA SUPERFICIE La nuova struttura di Trezzo sull'Adda offre al momento mille metri quadrati coperti e 2 mila scoperti di magazzino. Ricordiamo che il centro di Cisano sul Neva-Albenga (Savona) comprende 2 mila metri quadrati coperti (+3 mila), mentre Pero dispone di 6 mila metri quadrati coperti (+5 mila) e Moncalieri (Torino) raggiunge i 4.400 metri quadrati coperti (+3.600), per un totale di 27 mila metri quadri. Anche in momenti non certamente favorevoli, a causa del lungo lockdown e quindi della forzata, momentanea chiusura di numerose
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attività commerciali, Edil Logistica cresce e soprattutto investe. I clienti distributori che frequentano abitualmente le piattaforme di distribuzione sono infatti in continua crescita, e la nuova sede di Trezzo sull'Adda confermerà il trend positivo. Il segreto del successo di Edil Logistica è infatti nella sua formula, decisamente premiata dal mercato: un centro di stoccaggio e di distribuzione che permette alle singole strutture distributive di contenere il livello delle scorte di materiali, abbassare di conseguenza gli oneri finanziari ed evitare il rischio di obsolescenza dei prodotti. Tutto questo con la certezza di riuscire sempre a soddisfare le richieste dei clienti in tempi molto rapidi. ONLINE Tutto ciò è possibile grazie a una formula semplice ed efficace: attraverso il sito internet edillogistica.com si accede tramite una password al magazzino di logistica più vicino. Il cliente, una volta collegato, può visualizzare la disponibilità dei prodotti e fare l’ordine, senza obblighi minimi di spesa. Potrà ritirare il materiale ordinato in poche ore e ricevere la fattura direttamente dal fornitore conservando il filo diretto con le sue marche di riferimento senza intermediazioni, perché Edil Logistica è unicamente l’estensione del magazzino del produttore, così come del rivenditore: l’extra magazzino di distribuzione e produzione per una logistica più moderna e conveniente. G i u g n o
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MUOVIAMOCI
Pronti per l’e-commerce?
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on il lockdown imposto nei mesi scorsi, molti consumatori e aziende hanno scoperto le potenzialità del commercio elettronico. La crescita del fatturato ha registrato trend contrassegnati da doppia cifra e, in alcuni casi, anche dalla terza cifra. Per vendere i prodotti attraverso la rete è necessario strutturare il proprio magazzino adeguatamente, a meno che non si opti per delegare la gestione dell’operatività a terze parti. Scegliere di gestire l’attività direttamente significa organizzare il magazzino in modo che esso sia: • Affidabile: il mondo virtuale e quello reale devono essere allineati perfettamente. Ogni attività fatta in magazzino deve essere trasferita nella piattaforma online e registrata. Quindi il sistema gestionale di magazzino deve essere perfettamente integrato con la piattaforma web. • Scalabile: l’organizzazione delle per-
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sone e dei mezzi utilizzati deve essere pensata in modo tale da permettere un riadattamento veloce nel momento in cui i volumi di crescita possono salire anche a doppia cifra percentuale. Fondamentale conoscere la capacità massima delle risorse utilizzate. Veloce: l’organizzazione delle persone e dei mezzi utilizzati deve essere progettata in modo da evadere l’ordine nei tempi più brevi possibili. I big del commercio elettronico riescono in alcune condizioni a garantire un tempo di consegna in un’ora. Nel commercio elettronico il cliente tollera fino a duetre giorni di attesa. Preciso: gli errori sono poco tollerati dagli utenti della rete. Le prestazioni dei siti vengono diffuse in tempo reale nei vari social. Precisione significa progettare attività accurate, semplici
Figura 1: Le vendite online della Gdo secondo l’analisi condotta da Iri per Osserva Italia nella settimana dal 17 al 23 febbraio 2020 G i u g n o
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ma efficaci. Per destinazioni internazionali è necessario conoscere in modo approfondito norme e vincoli all’esportazione dei beni. • Trasparente: la trasparenza per un magazzino è la possibilità di accedervi e di visitarlo, anche virtualmente, in qualsiasi momento. Un magazzino trasparente è un magazzino ordinato, pulito, salubre dove si rispettano gli operatori offrendo loro le condizioni di lavoro più adeguate. • Tracciabile: il cliente deve essere in grado di vedere in tempo reale lo stato dell’ordine. Inoltre, deve essere possibile ricostruire le attività e le risorse coinvolte nel processo dall’ordine alla consegna anche a posteriori, soprattutto per identificare ambiti di miglioramento. • Reversibile: il tasso di resi nel commercio elettronico è alto. L’organizzazione del magazzino deve essere tale da poter gestire il materiale reso dai clienti in modo veloce e a bassi costi. Chi riceve il materiale deve essere in grado di capire se il bene restituito dal cliente può essere rivenduto o deve essere gestito in modo diverso. Per concludere, essendo l’Italia uno dei Paesi con i tassi ancora più bassi in Europa di adozione dell’e-commerce, vi è da prevedere una crescita del business in rete nei prossimi anni e l’opportunità di molte nuove aziende di entrare nel mondo dell’online. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)
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COME SI FA (ad aumentare il business)
di Roberto Bolici*
Servizio su misura Il covid ha spinto le aziende a spingere sull’innovazione. Adesso è il momento di sfruttare le opportunità
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n questi ultimi mesi l’interruzione e i cambiamenti delle attività hanno agito sul comportamento delle persone e della collettività, andando a modificare a loro volta i modelli di consumo e di produzione. Un processo che nel medio termine evolverà ulteriormente, proiettando sia la domanda che l’offerta verso una loro parziale o completa riorganizzazione. Fenomeno, questo, che coinvolgerà inevitabilmente anche il settore delle costruzioni e tutta la sua filiera. Modalità e tempo di reazione indicheranno la portata del contraccolpo. Oggi, permane un atteggiamento positivo degli addetti ai lavori, pur considerando il forte crollo dei dati congiunturali registrati già a partire dal mese di marzo. Positività favorita presumibilmente dalle prospettive di inizio anno, che evidenziavano un trend in crescita, interrotto poco dopo da una crisi non di settore bensì da una variabile indipendente, la pandemia.
La ripartenza La ripartenza di queste ultime settimane fa ben sperare. Una ventata di ottimismo sostenuta dall’azione del governo relativamente ai nuovi incentivi rafforzati, dall’azione di alcune regioni avviate a ridisegnare le grandi aree strategiche (strade, scuole, messa in sicurezza del territorio, ricostruzione post-sisma, edilizia sanitaria, riqualificazione energetica degli alloggi pubblici, opere nel settore della cultura, ecc.) e dall’azione dei privati disposti a riqualificare la propria dimora dopo un lungo e obbligato isolamento. Di fronte a questo scenario, la prospettiva del dopo coronavirus è il tema prioritario per tutti i distributori di materiali per l’edilizia abituati a lavorare con impegno e sacrificio. È ovvio che quanto è capitato lascerà i suoi segni drammatici in tutti noi, ma è altrettanto chiara la convinzione di poterne uscire con una nuova volontà, quella di operare bene. Capire
come saranno declinati con certezza questi sforzi per migliorare il nostro impegno è forse ancora prematuro, tuttavia i segnali nella direzione dell’evoluzione stanno arrivando. È proprio dando voce agli operatori del settore - come la testimonianza di Stefano Casaroli direttore del Consorzio Comarte (attivo dal 1974 nella provincia di Mantova) raccolta per questa occasione - che con il loro stato d’animo, la loro esperienza e i loro stimoli, si registra la volontà di fare qualche passo in avanti. Programmare l’e-commerce Il lockdown, come sappiamo bene, da una parte ha travolto le nostre abitudini, dall’altra ci ha permesso di accellerare, per esempio, l’acquisizione di processi alternativi di acquisto e vendita. Facciamo riferimento al commercio online adottato di fronte all’impossibilità oggettiva di spostarci liberamente. È stato un vero trionfo per l’e-commerce, che per molti si è rivelata una delle componenti rilevanti dell’eredità di questa pandemia. A onor del vero, i dati di alcuni osservatori specializzati dimostrano che il commercio elettronico è in crescita in tutto il mondo. In Italia, si assiste da diversi anni a un’ascesa rapida e costante, trend che secondo gli esperti porterà nei prossimi
Stefano Casaroli, direttore del Consorzio Comarte
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tutto ciò non va dimenticato che orientarsi al digitale non significa fare a meno del rapporto umano, per questa ragione l’e-commerce per il distributore di materiali edili è da intendersi come complementare al canale fisico, capace di giocare un ruolo decisivo nella promozione di nuovi modelli di relazione con i consumatori che, pur partendo dall’online, rappresentano un fattore di innovazione estendibile anche nel punto vendita.
anni ad assistere a una maggiore penetrazione di questa modalità di acquisto nella vita dei consumatori. Tra le filiere che caratterizzano quasi il 60% dell’e-commerce B2B (Osservatorio Fatturazione elettronica ed e-commerce B2B del Politecnico di Milano) quella delle costruzioni non è contemplata. Le motivazioni sono tante e conosciute, resta il fatto che alcuni distributori contrassegnati da una duplice visione nei confronti della vendita online, percepita come «minaccia» o come «opportunità», nella fase di blocco totale hanno optato per la seconda. Stiamo parlando di quei distributori che hanno sondato la possibilità di vendere online i
propri prodotti, sfruttando lo strumento per fare consegne di prossimità e dare risposta a quelle poche imprese ancora attive. In sostanza, fruendo nell’immediato di un «e-commerce domestico», ma aspirando a un «e-commerce professionale» sui cui investire nei prossimi anni in termini di tecnologia. Il futuro Questa è la proiezione futura da abbracciare, bypassando il problema degli equilibri territoriali e favorendo un business fondato sulla conoscenza dei trend del settore, sull’identificazione delle esigenze dei consumatori e sull’analisi del mercato e della concorrenza. In
Innovare e Servizi Al tempo della pandemia, le aziende per riprendersi dalla crisi dovranno affrontare un profondo cambiamento che le costringe a ragionare sulle priorità. Condizione tipica delle start-up, organizzazioni che fanno dell’efficienza e della velocità la loro forza, disponendo peraltro di risorse limitate e dunque abituate a massimizzare i risultati attraverso l’ottimizzazione del lavoro. Anche il nostro distributore dovrà orientarsi al cambiamento, e forse questa «trasformazione digitale» obbligata, potrà fargli apprezzare i benefici di nuovi assetti tecnologici e di un nuovo approccio culturale, sia nel lavoro che nell’offerta di servizi. Proprio quest’ultimi, intesi come la soddisfazione dei bisogni dei propri clienti, stanno trovando riscontro in alcune realtà distributive (medio piccole e magari collocate in contesti rurali) che hanno colto come il rapporto one to one, che punta alla soddisfazione dei bisogni del cliente, generi fiducia e consenso e al tempo stesso un vantaggio competitivo per l’azienda. Hanno colto inoltre, che il fulcro della loro attività non è più esclusivamente il prodotto, bensì il cliente (impresa e privato) sempre più informato ed esigente, unitamente al servizio a lui offerto, come parte integrante e di grande valore della vendita. Si aggiungono anche i servizi in forma ridotta, equiparabili a quelli dei grandi gruppi: servizi di assistenza tecnica, servizi di calcolo termotecnico, servizi di consulenza per agevolazioni fiscali, servizi di formazione, servizi di noleggio, servizi di vendita, ecc. Un orientamento che evidenzia la volontà di tanti nel mettere in campo professionalità, visione e coraggio per guardare avanti e far evolvere la distribuzione.
*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano
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QUATTRO NOVITÀ CONTROCORRENTE L’azienda padovana specializzata in soluzioni per drenaggio dell’acqua, nonostante il blocco causato dal covid-19 continua a innovare e presenta un sorprendente poker di prodotti innovativi, che descrive in anteprima a YouTrade. Il suo segreto? Ascoltare le richieste dei clienti di Veronica Monaco
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oker di novità per Geoplast, l’azienda di Grantorto (Padova) specializzata in soluzioni per drenaggio dell’acqua, fondazioni, casseforme, pavimentazioni, solai, giardini verticali e pensili, realizzate in plastica rigenerata o riciclata. Quest’anno, infatti, la società ha sviluppato quattro nuovi prodotti, pronti a spingere ancor di più sul pedale dell’innovazione. Ecco qualche anticipazione per i lettori di YouTrade, raccontata direttamente dall’amministratore delegato, Mirco Pegoraro, mente e guida dell’azienda. Domanda. Quattro novità in un colpo solo sono tante. Quali sono le molle che vi spingono all’innovazione? Risposta. Parlare con le persone, essere attenti alle esigenze dei clienti ed essere curiosi. Chiedo sempre di essere messo al corrente di tutto ciò che accade in cantiere, parlo molto con i clienti e spesso dai problemi scaturiscono nuove idee. In momenti inaspettati si accendono delle lampadine, delle idee che vengono elaborate finché si arriva a mettere giù un disegno vero e proprio. D. Prima di entrare nel dettaglio delle novità Geoplast, quando pensate un nuovo prodotto lo tagliate su misura per il mercato italiano? R. Mai, cerchiamo sempre di realizzare un prodotto che si adatti alle esigenze del mercato delle costruzioni mondiale. Sarebbe un po’ riduttivo targettizzare un prodotto per un singolo mercato. Non ha importanza la latitudine a cui viene venduto, ma il suo campo di applicazione. D. Passiamo alla prima novità: Aquabox. Di che cosa si tratta? R. Con Aquabox entriamo nel campo dei grossi bacini di accumulo per l’equilibrio idrogeologico. Tutti i bacini che circolano oggi sul mercato
In base ai carichi applicati, all’area dove verrà creato il bacino e alle caratteristiche della falda, con Aquabox è possibile realizzare bacini di diverse altezze. A sinistra, Mirco Pegoraro, amministratore delegato di Geoplast
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L'EVOLUZIONE DEL DRENAGGIO Aquabox è il sistema modulare per la gestione sostenibile delle acque meteoriche di Geoplast, versatile e totalmente ispezionabile. Realizzato in polipropilene vergine o rigenerato, Aquabox viene utilizzato per realizzare bacini interrati di infiltrazione, vasche di accumulo e ritenzione oppure di raccolta, allo scopo di ridurre i possibili fenomeni di inondazione e favorire la ricarica naturale delle acque sotterranee. L’elevato rapporto di vuoto, tre volte superiore a quello della ghiaia, permette di immagazzinare fino a
432 litri di acqua a elemento (con una percentuale di stoccaggio del 96%) e di diminuire notevolmente il volume di scavo. Aquabox è formato dall’accoppiamento di due semi-moduli; grazie al sistema di sovrapposizione facilitato Aqualock, ogni modulo può essere premontato da una sola persona, direttamente in cantiere, in maniera rapida e intuitiva. La configurazione geometrica interna dei moduli, inoltre, rende il sistema facilmente praticabile per l’ispezionabilità, la manutenzione ordinaria e la pulizia.
AQUABOX HP - CLASSE CARICO SLW 60 • • • •
hanno difficoltà di portanza e ispezionabilità. Noi abbiamo realizzato un sistema in plastica a elevata portanza e struttura brevettata che garantisce resistenza nel lungo periodo. Abbiamo analizzato a lungo le questioni della portanza e della resistenza su lungo termine, anche perché parliamo di metri cubi su metri cubi di plastica stoccati nel sottosuolo. Abbiamo creato dei polimeri su base rigenerata, con l’introduzione di additivi che permettono una maggiore durabilità nel tempo. D. Più o meno di quanto? R. Minimo 20 anni. D. Qual è stata l’idea di partenza? R. È stato un progetto lungo, iniziato molti anni fa dall’osservazione dei problemi e punti critici dei competitor. All’inizio non trovavo il bandolo della matassa, poi negli ultimi mesi ho individuato una soluzione ed è
Dimensioni (cm): 75 x 75 x H80 Materiale: PP Compound HP Vol. di accumulo netto (litri/pz): 432 Rapporto di vuoto: 96%
nato Aquabox, che uscirà quest’anno. È un prodotto completo, fatto con materiale rigenerato, ma con caratteristiche di alta portanza. A prima vista le variazioni rispetto ai competitor possono sembrare poco rilevanti, ma si tratta di tanti dettagli che messi insieme fanno una grande differenza. D. È un prodotto che rispetta anche i criteri di sostenibilità? R. Certamente, Geoplast è un’azienda che realizza i suoi prodotti reimpiegando materiale di scarto e trasformandolo in materiale ad alto valore aggiunto. D. Quanto materiale riciclato c’è in Aquabox? R. Il 90-95%. La nostra missione è sempre rivolta alla realizzazione di prodotti, 100% rigenerati, con minimo impatto sull’ambiente. Se introduciamo materiale di altro tipo è solo per esigenze strutturali di cui non è possibile fare a meno.
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Lo showroom Geoplast
D. A quale tipologia di cliente è diretto Aquabox? R. Principalmente ai progettisti. Il problema del corretto dimensionamento e il calcolo dell’equilibrio idrogeologico di un sito è lavoro di ingegneria idraulica, una competenza che a volte è integrata all’interno dei grossi studi di architettura. D. Un’altra novità è Geocross: quali sono le sue caratteristiche tecniche? R. Geocross è un sistema alternativo ai grigliati erbosi carrabili. Questo sistema si usa solo su superfici verdi esistenti, funziona a pressione e permette di realizzare in maniera istantanea una superficie carrabile, con un significativo abbattimento dei costi. Per installare una griglia c’è bisogno dello sbancamento, della posa di uno strato drenante, con Geocross invece non c’è bisogno di niente. Questo prodotto è destinato
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ai classici parcheggi, ma anche alle piste di atterraggio degli ultraleggeri. D. Quali sono i clienti di questo prodotto? R. Aziende, avioclub e i rivenditori che possono dare una soluzione molto semplice a chi cerca un prodotto senza eccessivi costi di installazione. D. Smart Modulo, altro nuovo prodotto, è invece una soluzione dedicata ai pavimenti galleggianti. Puoi descrivercela? R. Con Smart Modulo siamo usciti dal comparto dell’edilizia strutturale per rivolgerci all’impiantistica sotto le pavimentazioni. La tecnologia ci obbligherà sempre di più a sovradimensionare le reti, aumentando la quantità di elementi che si vanno a installare sotto i pavimenti. Con questo prodotto diamo la possibilità di creare un interspazio come il pavimento galleggiante. Anzi, rispetto al pavimento galleggiante, ne abbattiamo tutti i limiti: non solo il fastidioso rumore da calpestio, ma
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L'azienda presta grande attenzione alla sostenibilità: oltre 40 soluzioni Geoplast sono infatti realizzate in plastica riciclata
anche i limiti estetici. Con il pavimento galleggiante, infatti, non si possono posare resine, veneziane, parquet continui, marmi a macchia aperta, mentre con Smart Modulo non ci sono ostacoli. D. Come vi è venuto in mente questo prodotto? R. Un cliente estero mi ha sottoposto un problema che non si riusciva a risolvere con i prodotti disponibili sul mercato. D. Geoplast, infine, ha in serbo un’altra novità che uscirà in autunno. Che cosa può anticipare in proposito? R. Si tratta di una novità che riguarda il mondo dei vespai, un mercato che in Italia si è rivelato molto competitivo. Ho visto uno spiraglio per evolvere un articolo della gamma e in autunno usciremo con un nuovo prodotto che saprà dire la sua sia in Italia che all’estero. Casseforme Geoplast
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D. Tante iniziative sono anche segno di ottimismo verso il mercato: quali sono le vostre previsioni? R. In generale, a seguito dell’emergenza covid-19, il mercato potrebbe soffrire. Se si resta fermi ai prodotti già commercializzati, esiste un grosso rischio di ridimensionamento delle quantità, mentre se si introducono nuovi prodotti si può riuscire a colmare questo gap. Comunque, chi guarda agli incentivi governativi si focalizza su un punto di vista sbagliato, l’economia si muove in base alla salute del sistema finanziario, sono le banche il vero fulcro. Finché le banche rimangono in salute, tutto è superabile. Nel momento in cui dovessero iniziare problemi di mancati pagamenti, mutui e rate che saltano, il sistema si congelerà un’altra volta, come nel 2008, solo che questa volta potrà essere più grave. D. Come ha gestito Geoplast l’emergenza coronavirus? R. È successo tutto all’improvviso, ma abbiamo avuto tempi di reazione immediati. Abbiamo cercato di limitare fin da subito i costi e abbiamo sostenuto l’azienda senza grossi problemi, con una strategia di pagamento puntuale dei nostri fornitori. Poi con il lockdown e l’azienda ridimensionata a livello operativo, abbiamo avuto più tempo per pensare e far venire fuori nuove interessanti idee. D. Per quest’anno pensate di raggiungere il budget che vi eravate prefissati? R. Ci avvicineremo. Il 2020 si era aperto in maniera positiva, poi è arrivato il covid. Penso che qualcosa sul budget prefissato mancherà, fatto salvo l’acquisizione di qualche nuovo cantiere estero che potrebbe colmare la differenza. D. Il coronavirus ha spinto molto l’acceleratore anche sul tema delle vendite online. Lei, come produttore, che cosa ne pensa? R. Ci ho pensato molto durante questa emergenza. Molte persone, che non erano abituate a comprare online, hanno assaporato la comodità di questo tipo di acquisti. Va però anche detto che dietro l’e-commerce si nasconde un mondo incredibile, un’industria complessa da organizzare G i u g n o
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I prodotti Geoplast sono supportati da un team specializzato di ingegneri disponibili per la formazione e la consulenza per progetti di ogni tipo e dimensione
e gestire. Pensare di ordinare un bancale di mattoni e farlo arrivare in 24 ore in cantiere è incredibile, ma mi domando fino a che punto potrà avvenire. Al momento non farei mai il passo di creare uno shop online aziendale, ma lo lascerei gestire a qualche marketplace di rivenditori selezionati. Non mi piace però tanto l’idea che ogni rivenditore faccia la sua piattaforma, disuniti non si va tanto lontano. D. La vostra azienda ha una particolare sensibilità per il tema dell’equilibrio idrogeologico: come siamo messi in Italia? R. L’Italia, come tanti altri Paesi, soffre di un problema dovuto alle edificazioni fatte negli anni passati, in cui si sono create ampie zone impermeabili, che generano accumuli di acqua, e apparati per lo smaltimento sottodimensionati. Al contrario dell’adeguamento sismico delle vecchie costruzioni, che è più complesso da attuare, quello dell’acqua è un problema che possiamo controllare cominciando a inverdire le nostre città, e inserendo superfici permeabili, tetti verdi, aiuole, alberature, che possano assorbire più acqua. Vanno inoltre sovradimensionati i bacini di raccolta idrica, in modo che possano accogliere anche l’acqua delle zone con maggiore superficie impermeabile. D. In chi costruisce c’è un problema di mancanza di cultura relativa a queste tematiche? R. Non è tanto chi costruisce, quanto il progettista che deve avere questo tipo di sensibilità. Oggi il 60-70% dei progettisti sa di che cosa parliamo e sa che deve trovare una soluzione. Anche a livello governativo c’è una maggiore sensibilità. Diciamo che siamo sulla buona strada. D. La sensibilità è la stessa in tutta Italia o varia da Nord a Sud? R. No, non varia, ma dipende sempre dalle persone. Forse il Sud, essendo molto sottodimensionato a livello di reti, sente il problema in maniera molto più pressante. D. E quello dell’edilizia sostenibile, è un concetto sufficientemente compreso in Italia? R. Sì, fino a prima del virus. Ora non so se sono cambiate le prioG i u g n o
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rità, ma sicuramente quello dell’edilizia circolare, basata sull’uso e riuso dei materiali, è un concetto che rimarrà. Secondo me il virus ha creato un rallentamento e la voglia di ripartire con maggiore consapevolezza. D. Passiamo ai distributori: siete soddisfatti della competenza di chi vende o vorreste qualcosa di più? R. Il distributore ha migliaia di prodotti nelle sue referenze, non credo possa essere competente su ogni singolo prodotto. Però il distributore deve capire che il produttore può essere un suo amico, un partner che aiuta a trovare soluzioni nel proprio campo specifico. Il fornitore è un amico su cui poter fare affidamento. D. Che cosa un rivenditore dovrebbe avere a magazzino per avere un minimo di proposta interessante nel settore del drenaggio? R. Non si tratta tanto di quantità, ma di presentare con logica tutto ciò che serve per risolvere il problema acqua. Il distributore deve avere la consapevolezza che si tratta di soluzioni integrate, quindi deve avere un po’ tutti i prodotti che servono, dalle vasche di raccolta prima pioggia ai degassatori e desabbiatori, dai bacini di accumulo delle acque piovane alle tubazioni e derivazioni. D. Che tipo di opportunità di business può rappresentare per il rivenditore avere a magazzino dei prodotti per il drenaggio e l’emergenza alluvioni? R. Quello dell’acqua è un po’ un nervo scoperto. Quando contribuisci a risolvere un problema, automaticamente ti fai amico il tuo cliente. Così avere questo tipo di prodotti può essere la chiave per vendere altri materiali. D. Più o meno quanti metri quadri bisogna dedicare a questi prodotti per avere un assortimento significativo? R. Almeno 200 metri quadri. Si tratta di prodotti voluminosi ed è necessario colpire l’occhio, con una bella esposizione ordinata e pulita. L’occhio vuole la sua parte anche nei prodotti da costruzione.
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SICUREZZA
VENT’ANNI DI ACQUA ALTA Oltre 300 morti, 600 mila sfollati, due alluvioni all’anno. I numeri che descrivono il dissesto idrogeologico non ammettono incertezza: è necessario più che mai intervenire sul territorio per ridurre i pericoli, in costante aumento a causa del cambiamento climatico. E il caso del Piemonte dimostra che la rete idraulica di un territorio può essere resa più efficiente
di Federico Della Puppa
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metterli in fila, gli eventi alluvionali degli ultimi vent’anni in Italia raccontano non solo una lunga scia di devastazione paesaggistica e di danni materiali, ma anche un numero elevato di vittime che potevano essere evitate. Oltre 300 morti, comprendendo anche i dispersi, e un numero imprecisato di sfollati, ma che superano almeno le 600 mila persone. La lista è molto lunga e, a partire dall’alluvione di Soverato del 2000 a oggi, comprende 43 eventi, in pratica una media di poco più di due eventi ogni anno, uno ogni sei mesi, una frequenza troppo elevata per relegarla a calamità e, soprattutto, a fatalità. Il nostro è un territorio fragile e lo è da Nord a Sud. Non c’è una sola regione che non abbia avuto nella storia eventi alluvionali disastrosi, ma certamente alcune regioni più di altre esprimono una debolezza idrogeologica che necessiterebbe di grandi interventi di riassetto del territorio, di riequilibrio del rapporto tra territorio urbanizzato e paesaggio naturale, soprattutto in rapporto alla perdita di qualità di quest’ultimo, data in molti casi dall’abbandono di terre un tempo governate dall’uomo, in particolare quelle di montagna. Con la fine dell’agricoltura di montagna, il progressivo avanzamento di boschi non assestati e l’espansione delle aree urbanizzate anche in territori idrogeologicamente non adatti, il rischio oggi, di fronte al cambiamento climatico, è non solo evidente, ma ci viene ricordato G i u g n o
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a ogni calamità. Solo nel 2019 ricordiamo gli eventi alluvionali di Matera, di Genova, Savona, in provincia di Alessandria e quello che, per motivi ovvi, ha fatto il giro del mondo, ovvero l’eccezionale susseguirsi di fenomeni ribattezzati «acqua granda» a Venezia, quando tra novembre e dicembre la laguna ha messo in ginocchio la città e mostrato tutta la fragilità non solo della Serenissima, ma anche dell’Italia intera. VENEZIA SOMMERSA Perché Venezia è un esempio di come trattiamo il nostro territorio. Abbiamo un paesaggio tra i più unici al mondo e non lo curiamo, lo lasciamo esposto al tempo e alle intemperie, senza considerare che utilizzare sistemi di mitigazione e interventi di riduzione dei rischi garantirebbe una sicurezza che si tradurrebbe anche in una maggiore attrattività stessa del territorio, non solo per i turisti, ma anche per i residenti e le imprese. Senza sicurezza, come la pandemia ci ha insegnato, l’orizzonte di sviluppo, il nostro futuro, è minato alla fonte. Sull’incertezza non si possono costruire solide fondamenta per la crescita socioeconomica e territoriale. E, dunque, il rischio è trovarci ad attendere la prossima alluvione senza aver minimamente messo mano alle necessità urgenti da affrontare. Che sono tante, ma che riguardano soprattutto tante persone, oltre 6 milioni, che in Italia risiedono in territori a rischio alluvioni (ai
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quali dovremmo aggiungere circa 1 milione di abitanti in pericolo per le frane). Secondo dati Ispra, il 91% dei comuni italiani si trova in territori con problemi idrogeologici. Inoltre, il cambiamento climatico ha un effetto diretto sulle alluvioni, vista la tendenza alla tropicalizzazione, che si evidenzia con una più elevata frequenza di eventi violenti, con grandine di sempre maggiori dimensioni, sfasamenti stagionali e rapido susseguirsi di precipitazioni brevi ed
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intense, con danni che sono stati quantificati in 14 miliardi di euro solo nell’ultimo decennio, tra perdite della produzione agricola, danni alle strutture e alle infrastrutture, oltre alle vittime. La sola estate del 2019 ha fatto segnare 760 tra grandinate, trombe d’aria e bombe d’acqua, esattamente il doppio (+101%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati Eswd, ovvero la banca dati europea sugli eventi estremi. G i u g n o
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PAESE A RISCHIO Che fare? Certamente bisogna intervenire con un piano ordinario nella straordinarietà, cioè avviare un piano strutturato di interventi che non siano però solo interventi tampone, per sistemare i danni ex post, ma che inizino ad agire secondo una politica ex ante. Prevedere cosa potrebbe accadere e, in basi ai tanti modelli climatici e idrogeologici, studiare le soluzioni migliori per ridurre G i u g n o
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i potenziali danni e minimizzare gli impatti. Opere necessarie che vanno dalla sistemazione e pulizia degli argini dei fiumi, ai progetti di ingegneria naturalistica fino a un vero e proprio piano infrastrutturale per la creazione di invasi, che raccolgano l’acqua piovana e che siano ad esempio in grado di redistribuirla quando ce n’è poca attraverso i consorzi di bonifica. Secondo stime di Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e tutela del
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territorio e acque irrigue, il costo del dissesto idrogeologico è di 2,5 miliardi di euro all’anno. La popolazione a rischio alluvioni è di oltre 9 milioni di abitanti (di cui quasi 6 milioni a pericolosità media ed elevata), le imprese a rischio sono 879 mila (di cui 576 mila a pericolosità media ed elevata), i beni culturali a rischio sono 40.454 (di cui 29.005 a pericolosità media ed elevata), le superfici
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artificiali a rischio si estendono su 292.690 ettari (di cui 201.130 a pericolosità media ed elevata). ESEMPIO POSITIVO Un esempio positivo, da seguire, potrebbe essere quello del Piemonte. Infatti a oltre 25 anni dalle tragiche alluvioni del 1994 G i u g n o
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i consorzi di bonifica, operando di concerto con le autorità preposte, sono intervenuti con opere che hanno messo in sicurezza la rete idraulica piemontese che dimostra nel tempo di riuscire a reggere. Non si tratta tuttavia solo di opere idrauliche, ma anche di manutenzioni degli alvei, evitando la presenza di materiali che ostacolerebbero il defluire delle acque, e l’utilizzazione di sistemi di drenaggio più efficienti. Ovviamente, siamo tutti consapevoli che il rischio idrogeologico zero non esiste, soprattutto a fronte dei cambiamenti climatici, la cui velocità è più forte della capacità di adeguamento finora espressa dal nostro sistema Paese. In Italia dobbiamo recuperare 25 anni di ritardi e mancati interventi, e un generale disinteresse nei confronti della salvaguardia del territorio. Uno dei problemi più gravi è quello dell’impermeabilizzazione del terreno, che porta al degrado del suolo in quanto comporta un rischio accresciuto di inondazioni, contribuisce ai cambiamenti climatici, minaccia la biodiversità, contribuisce alla progressiva e sistematica distruzione del paesaggio, soprattutto rurale. Dunque, tutte le tecnologie in grado di garantire un maggior drenaggio e di rendere permeabili le superfici oggi impermeabili sono interventi che andrebbero proprio nella direzione di un miglior deflusso delle acque, garantendo la salvaguardia non solo del territorio ma soprattutto delle persone e di tutto il patrimonio costruito. Che ci sia una maggiore attenzione nel mercato a questi temi, peraltro, è indubbio. Prova ne sono i risultati economici delle imprese che G i u g n o
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operano in questo campo, sia i produttori di sistemi e materiali, sia i rivenditori, come evidenziano i risultati delle analisi di bilancio che ogni anno il Centro Studi YouTrade elabora. Ma non è ancora abbastanza e dobbiamo fare molto di più, perché il drenaggio non può essere un miraggio. Abbiamo competenze, abbiamo soluzioni tecnologiche ed esperienze positive. Mettiamole in rete e cerchiamo di comprendere che spendere oggi in prevenzione significa risparmiare domani, soprattutto in termini di vite umane.
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EMERGENZA TERRITORIO
COSÌ LE CITTÀ ANNEGANO Mauro Resenterra, ingegnere idraulico con una grande esperienza nello studio degli invasi di laminazione e dei problemi connessi ad allagamenti e insufficienza delle reti idriche, spiega quali sono i problemi legati al mancato drenaggio. E che cosa fare per tamponare il problema di Veronica Monaco Mauro Resenterra
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altempo, nubifragio a Moncalieri: chiusi i sottopassi allagati». «Sulla Francesca buche e allagamenti a ogni temporale: serve un intervento urgente». «Ancora allagamenti a Monza e Brianza, la società BrianzAcque chiede l’istituzione di una task force per affrontare il problema». «Maltempo in Lombardia: frane, allagamenti e strade chiuse», sono solo alcuni dei titoli pubblicati di recente sui giornali, con una frequenza ormai prevedibile. È sufficiente un acquazzone per mandare in tilt la rete idrica. Certo i cambiamenti climatici stanno trasformando sensibilmente la portata degli eventi meteorici, scaricando sul nostro Paese bombe d’acqua, ma non basta dare la colpa al clima. Mauro Resenterra, ingegnere idraulico con una grande esperienza nello studio degli invasi di laminazione e dei problemi connessi ad allagamenti e insufficienza delle reti idriche, spiega a YouTrade quali sono le principali criticità del sistema italiano di gestione delle acque meteoriche e le possibili soluzioni. Domanda. Perché ogni volta che abbiamo piogge importanti andiamo in tilt? Risposta. A questo problema si sovrappongono più cause. Innanzitutto, soprattutto nei centri storici, troviamo una tipologia di fognatura mista, che ha cioè il compito di smaltire sia le acque reflue degli edifici, civili e industriali e, in occasione di eventi meteorici, anche le acque piovane. Queste fognature sono state posate 50-60 e più anni fa e hanno tubazioni dimensionate per un certo carico idraulico, che non è però più sufficiente per le necessità attuali. Non solo per eventi meteorici di più forte intensità, che scaricano dentro queste tubazioni una notevole quantità d’acqua, ma anche perché si trovano a gestire il drenaggio di un'area impermeabile maggiore di quella per cui sono state dimensionate. D. La cementificazione ha portato anche a una sensibile dimiG i u g n o
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nuzione delle aree permeabili? R. Esatto. Riducendo le aree permeabili a favore di quelle impermeabili, la componente di acqua meteorica che finisce nella rete di fognatura è ancora maggiore. Se a tutto questo aggiungiamo che, per scarsa manutenzione, su queste tubazioni lasciamo che si depositino sabbia e detriti, la sezione idraulica preposta a smaltire l’acqua si riduce ancora di più e, quindi, si riduce anche la capacità di smaltire il carico idraulico, con conseguenti rigurgiti e allagamenti. D. Le nuove normative stanno aiutando a risolvere le criticità? R. La normativa sta aiutando molto per quanto riguarda quello che si costruisce ex novo. Non mi soffermo sulle delibere di riferimento, perché ogni Regione ha la sua, ma in generale la normativa impone che per ogni nuova urbanizzazione e trasformazione di suolo ci sia una separazione tra le acque reflue e quelle meteoriche, cosa che non avviene nelle vecchie reti di fognatura. D. Però il nuovo è una minima parte… R. Infatti, e gli effetti collaterali sono sotto gli occhi di tutti. In più un punto cruciale è la manutenzione. A volte si crea un allagamento perché l’acqua non riesce proprio ad arrivare alla tubazione per le caditoie ostruite. Qui si apre un discorso di gestione. Mentre la manutenzione della rete delle acque nere e miste è in capo ai grandi gestori, quelle meteoriche sono delegate ai singoli comuni. Ecco che, allora, avere una frammentazione a macchia di leopardo può aggravare il problema. D. Ci sono problemi dovuti anche alle vecchie reti di tipo misto? R. Altre conseguenze abbastanza ricorrenti sono i cedimenti stradali. Succede che nel tempo il refluo corrode le tubazioni, che prevalentemente sono realizzate in cemento, materiale che non ha le prestazioni fisiche e meccaniche dei materiali di ultima generazione. Con il passare del tempo le lesioni si allargano creando dei vuoti intorno alla tubazione. Aggiungendo l’aumento esponenziale del traffico, puntualmente questo provoca dei crolli. G i u g n o
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D. Ci sono dei periodi dell’anno in cui il problema è più forte? R. Solitamente primavera e autunno sono le stagioni che presentano temporali di maggiore intensità. In realtà anche un solo evento particolarmente forte può mettere in crisi la rete, se sottodimensionata, in qualsiasi periodo dell’anno. D. Quindi, che cosa bisognerebbe fare per risolvere la situazione? R. La soluzione non è semplice. Una separazione delle reti nei centri storici ha costi insostenibili, quindi non è fattibile. Ciò che oggi vedo possibile, invece, è studiare la rete nel dettaglio, ricostruire con modelli matematici l’effettivo comportamento della rete stessa, e andare a individuare i punti critici e le soluzioni da mettere in atto, in maniera dettagliata e puntuale, anche a fronte di sollecitazioni maggiori. Per esempio, interventi di alleggerimento del carico idraulico, come scolmatori verso vasche di laminazione o di accumulo. Per quanto riguarda le nuove edificazioni, anche dal punto di vista del carico idraulico generato, possibili soluzioni sono i tetti verdi, le pavimentazioni drenanti, il riutilizzo delle acque meteoriche per utilizzi non potabili. D. Parliamo di cultura del settore: a che punto siamo in Italia? R. In Italia non viene dato il giusto peso a questi argomenti finché non vengono fuori i problemi: quella dell’ingegnere idraulico è una professionalità poco considerata nella pianificazione urbanistica. Spesso veniamo chiamati nelle fasi finali del progetto, mentre sarebbe fondamentale che i dispositivi per l’invarianza idraulica entrassero in sinergia con gli altri aspetti del progetto fin dalla fase iniziale in maniera da integrarsi al meglio. Auspico che in futuro si arrivi a evitare interventi a macchia di leopardo, problematici da gestire, ma studiare il territorio nel suo complesso e individuare punti strategici dove inserire dispositivi per la gestione delle acque, come gli invasi di laminazione (aree soggette, in occasione delle piene, a inondazione controllata ndr). Sempre a patto che si costruisca dove è possibile, e non in zone critiche, se no ce le andiamo a cercare in partenza.
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La presidente dell’Aises fa il punto sui provvedimenti per limitare il rischio idrogeologico. Con un’avvertenza: è inutile perdere miliardi per gli indennizzi post alluvioni o esondazioni, occorre prevenire con un’azione sul territorio. Anche con l'aiuto di un bonus di Gabriella Gherardi «Chiare, fresche e dolci acque» Francesco Petrarca
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etrarca vide con l’occhio del poeta quel che noi con fatica, e senza il refrigerio della bellezza, andiamo cercando con gli occhi distaccati della logica: punti di vista opposti che, tuttavia, nella nuova visione ambientalistica del pianeta, tendono a ricongiungersi. Ed è proprio in questa visione d’assieme che tentiamo una breve sintesi delle varie problematiche che si muovono attorno al rischio idrogeologico, così severo nel nostro Paese per la particolare orografia del suolo. PROGETTI A SINGHIOZZO Sul rischio idrogeologico lo Stato prima interveniva con aiuti ai Comuni colpiti da alluvioni e solo in un secondo tempo si affermarono gli indennizzi ai danneggiati. In epoca più recente sono stati censiti i siti a rischio idrogeologico ed è stata impostata una cultura della prevenzione attraverso studi e progetti pubblici e privati, con interventi di prevenzione e protezione a livello locale che, tuttavia, non sono approdati ad una politica organica per la mitigazione di questo rischio. Il Governo Renzi-Gentiloni impostò un primo progetto in materia tramite l’Agenzia Italia Sicura presso il Ministero dell’Ambiente, che presentò significativi studi e inventari dei rischi, soprattutto sulla difesa del suolo, ma per la caduta della legislatura, tale attività fu interrotta. Il successivo Governo giallo-verde non proseguì su tale linea, ma il nuovo ministro dell’Ambiente di Sergio Costa cambiò linea: non più solo difesa del suolo, ma una ricognizione a tutto campo delle componenti di rischio idrogeologico, che sono molteplici. Tale nuova filosofia ha continuato nel secondo Governo Conte, assumendo la veste di un disegno di legge governativo, attualmente ancora al vaglio del Parlamento. I finanziamenti nel tempo predisposti dai vari governi sono stati molti (vedi box), ma sono stati spesi prevalentemente per pagare gli indennizzi post-alluvioni: per la prevenzione del rischio idrogeologico sono stati destinati lo scorso anno 362 milioni destinati ai Comuni su un totale di oltre 22 miliardi destinati nel tempo a tale obiettivo. Questo all’incirca lo stato dell’arte degli interventi pubblici per il contrasto al rischio idrogeologico.
DI CHI È LA COMPETENZA Per i bacini, le dighe e, più in generale, per il governo delle acque dolci nel territorio è competente a livello centrale il ministero delle Infrastrutture e, a livello locale, le autorità di bacino. Il ministero dell’Ambiente ha competenza per i rischi e i danni ambientali direttamente, dopo l’abolizione dell’Agenzia Italia Sicura. La presidenza del Consiglio dei Ministri, infine, resasi conto del groviglio di leggi e di finanziamenti in materia, nel febbraio 2019 ha istituito presso di sé una «cabina di regia» che avrebbe dovuto mettere ordine in questa materia, ma non risulta che ancora abbia iniziato a funzionare, onde il coordinamento delle competenze sulla cura del complessivo governo delle acque nel Paese non è stato attuato dall’inizio del ciclo (piccolo drenaggio delle acque meteoriche) al finale (acquedotti, quest’ultimi di recente vigilati da una nuova autorità, l’Arera) né, tantomeno, è stata impostata una politica del riciclo delle acque pluvie in eccedenza. MANCATO COORDINAMENTO Questo costituisce un altro grosso problema operativo: in presenza di un auspicabile riordino legislativo non vi sarebbero adeguati mezzi operativi, per mancanza pregressa di domanda. Aises, unitamente a Finco, a ciò incoraggiata anche da Enea, che ha ben presente questa problematica, ha costituito da oltre due anni una Filiera Grandi Rischi, nella quale è stata esaminata questa materia: fra le varie categorie interessate (Aises, Assoverde, Fiper e Fias) rispettivamente per il drenaggio delle acque meteoriche, per il rimboschimento, per la ripulitura del sottobosco, per la difesa del suolo, constatando che non esistono, allo stato, le necessarie connessioni per mitigare il rischio idrogeologico in sequenza. Lavoro difficile, di lunga lena, che resta difficile portare avanti in assenza di domanda pubblica pregressa.
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CHI RAPPRESENTA AISES Aises è l’associazione che rappresenta da oltre vent’anni gli industriali produttori e posatori delle dotazioni di sicurezza delle strade e del territorio (segnaletica, barriere, drenaggio delle acque meteoriche ecc.). A sua volta Aises è federata in Finco, che associa oltre 40 associazioni di categoria degli industriali di componentistica specialistica attorno alle costruzioni e alle infrastrutture. L’intero raggruppamento rappresenta 13 mila imprese, 120 mila dipendenti e costituisce la compagine industriale che associa il maggior concentramento di imprese specialistiche e superspecialistiche nel settore dei lavori pubblici.
PICCOLO DRENAGGIO Le piccole canalizzazioni per convogliare le acque piovane sono la più antica di tutte queste attività, che si pratica da quando l’uomo da cacciatore e raccoglitore si è fatto agricoltore. Ma con l’abbandono della campagna e, più di recente, con l’uso dissennato del territorio cementificandolo, tale antica pratica è quasi scomparsa in Italia: solo l’8% dell’intera filiera degli interventi contro la media europea del 16%, quando il nostro Paese dovrebbe, per la natura orografica del suolo, drenare molto di più di tale media europea. Il piccolo drenaggio delle acque piovane è il primo atto di prevenzione universale, che si abbina a qualsiasi altro progetto volto al contrasto del rischio idrogeologico di ben maggiore tecnicalità. Se il drenaggio non lo si pratica diuturnamente con cura e perseveranza, il terreno diviene
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impermeabile e le nuove piogge, particolarmente se repentine e abbondanti, anche per i mutamenti climatici, scivolano creando alluvioni: occorrono tanti piccoli e mirati interventi nel territorio, singolarmente di costo limitato, che nel tempo possono salvare molte vite umane. CONCLUSIONI In questo contesto che cosa si propone Aises? 1) di promuovere il piccolo drenaggio delle acque meteoriche, facendo sì che venga inserito in tutti i piani pubblici di prevenzione in aree demaniali e sulla rete stradale (pericolo di aquaplaning) e concessione di un bonus per il piccolo drenaggio, del pari a quanto già fatto per eco e sisma bonus, destinato ai privati (v. emendamento all’art. 119 del DL Rilancio in corso di conversione a firma dell’onorevole Emanuele Cestari); 2) richiedere, con forza, che la legislazione già impostata venga portata a buon fine (Ddl governativo Costa) e che la Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri inizi a funzionare rendendo più facile l’accesso ai cospicui finanziamenti in materia agli enti locali; 3) sarà, contemporaneamente, cura di noi imprenditori pianificare in via verticale la Filiera delle attività di contrasto al rischio idrogeologico, impostandone il ciclo e il riciclo delle acque meteoriche; 4) infine, ma non di ultimo, gli interventi dello Stato dovranno prevedere, oltre agli interventi tradizionali sugli enti locali già previsti, anche una forte incentivazione sui proprietari privati con un bonus sul drenaggio delle acque meteoriche colmando una grave lacuna legislativa (il 90% dei territori soggetti a questo rischio è di proprietà privata) intrecciando tali interventi tra di loro in una politica comune. G i u g n o
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AL LAVORO CON YOUBUILD Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori... YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica anche informazioni utili, pratiche, aggiornate. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.
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GABBIONI DRENANTI PER L'ARREDO URBANO Natural Stone Box permette di realizzare recinzioni e muri di contenimento con elementi resistenti, indeformabili, facilmente trasportabili e pronti per la posa. Sono composti con tiranti da inserire durante l’assemblaggio e possono raggiungere altezze elevate di Veronica Monaco
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na soluzione drenante che assicura allo stesso tempo estetica e funzionalità in giardini e spazi esterni. Natural Stone Box di Granulati Zandobbio è la soluzione tecnica a gabbioni che permette di realizzare recinzioni e muri di contenimento decorativi e drenanti. Una delle funzioni principali di questo prodotto è infatti quella di drenare le acque nei terreni: spesso viene impiegato nella stabilizzazione e drenaggio di frane, assicurando lo smaltimento delle acque piovane. CARATTERISTICHE TECNICHE I gabbioni Natural Stone Box sono strutture scatolari realizzate con reti elettrosaldate zincate, di diametro 5,8 millimetri, che vengono riempite con pietre naturali di 50-180 millimetri, scelte tra i granuNatural Stone Box è una soluzione ecologica, pratica e duratura che assicura lo smaltimento delle acque piovane
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lati dell’azienda bergamasca. Disponibili in 15 modelli di diverse dimensioni, la cui larghezza varia da 25, 50 o 100 centimetri, sono composti da tiranti da inserire durante l’assemblaggio che permettono la stabilità della struttura. Resistenti, indeformabili, facilmente trasportabili e pronti per la posa, i gabbioni drenanti Natural Stone Box sono una scelta ecologica, pratica e duratura che garantisce risultati per estetica e solidità. Facilmente rimovibili e riutilizzabili, grazie alla loro modularità possono raggiungere altezze elevate ed essere utilizzati per realizzare recinzioni, arredo urbano, bacini acquatici, muri di contenimento, pareti decorative, verde verticale, barriere antiterrorismo, fondazioni e barriere antirumore.
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Nel porto di Tangeri l’azienda è stata coinvolta nella progettazione del drenaggio delle acque piovane relative alla nuova banchina di 14 ettari. La scelta di realizzare un canale autoportante, che non necessita di ulteriori sostegni per reggere ai carichi di esercizio, è stata vincente di Veronica Monaco
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Tangeri, in Marocco, poco meno di un anno fa è stata inaugurata la nuova estensione del porto Tanger Med, hub globale per la logistica e crocevia strategico per i flussi commerciali internazionali. Nel porto sono ora in fase di costruzione due nuovi terminal, il TC3 ed il TC4, che garantiranno una capacità addizionale di 6 milioni di container all'anno. Greenpipe è stata coinvolta nella progettazione di una soluzione per il drenaggio delle acque piovane relative alla nuova banchina di 14 ettari del TC3. «Calcolata la portata da drenare, abbiamo scelto di utilizzare il canale autoportante Big I nS 400H630», spiega Aldo Vergari, ingegnere dell’ufficio tecnico dell’azienda di Correggio (Reggio Emilia). «Questa soluzione è stata valutata dall’ufficio tecnico la più idonea dal punto di vista idraulico, oltre a garantire un’agevole posa in opera e un’ottimizzazione dei tempi di lavorazione». Tra ottobre 2019 e febbraio 2020 sono stati così consegnati 3.440 metri di canali Big I nS 400H630 con griglie Big47 400 in classe F900, per un totale di 1.500 tonnellate di calcestruzzo armato, 13.760 profili e 6.880 griglie in ghisa sferoidale, pari a circa 260 tonnellate.
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SUPER RESISTENTI La scelta di realizzare un canale autoportante, che non necessita di ulteriori sostegni per reggere ai carichi di esercizio, si è rivelata vincente. La gamma Big I nS di Greenpipe è composta da canali autoportanti fino a F900 con spessori ottimizzati, di luce netta da 200 a 500 mm con diverse altezze. Per motivi legati ad aspetti logistici i canali sono stati prodotti in barre da 2 metri, anziché nello standard di 3 metri, a testimonianza della versatilità della produzione Greenpipe. Il calcestruzzo gettato utilizzato per la produzione dei canali è del tipo armato, di classe C55/67, resistente ai solfati, al gelo/disgelo in presenza di sali antighiaccio e agli agenti atmosferici (ovvero di tipo +R e W). I canali sono inoltre dotati di profili in ghisa a Z o a L a copertura dei bordi esposti al traffico, ancorati al corpo del canale tramite zanche annegate nel calcestruzzo. Le griglie sono realizzate in ghisa sferoidale GJS 500/7, di classe D400-E600 o F900: il design ottimizza sia la sezione di ingresso per l’acqua e sia il peso.
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LO SMALTIMENTO VALE IL TRIPPLO+ L’azienda di Perugia è specializzata in tubazioni di qualità per drenaggi, reti fognarie ed edilizia. E adesso presenta un tubo in polipropilene, composto da tre diversi strati: una soluzione innovativa, che aumenta le caratteristiche meccaniche del materiale di Veronica Monaco
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urabilità, materiali di qualità e un corretto dimensionamento: sono i tre capisaldi per realizzare un sistema di smaltimento delle acque efficiente. Riccini, azienda di Perugia specializzata da settant’anni nella produzione di tubazioni per drenaggi, reti fognarie ed edilizia, ha fatto molto di più: grazie alla ricerca di materiali e metodi produttivi sempre più performanti, si è evoluta costantemente fino a entrare nel settore della Plastica Seconda Vita. Vincenzo Sorella, responsabile dell’ufficio tecnico, spiega a YouTrade le ultime novità dell’azienda e gli aspetti più importanti da tenere in considerazione per un impianto fognario efficiente. Domanda. Quali sono le caratteristiche necessarie per un sistema di smaltimento delle acque efficiente? Risposta. Sicuramente deve essere durevole e mantenere le sue caratteristiche costanti nel tempo. Dal punto di vista della progettazione deve essere dimensionato in maniera adeguata, anche perché i cambiamenti climatici in essere provocano notevoli problemi alle reti di drenaggio, calibrate, in buona parte, su dati pluviometrici non più attuali. D. E per gli impianti fognari quali sono gli aspetti più importanti
Vincenzo Sorella, responsabile dell'ufficio tecnico di Riccini. A fianco, tubi Tripplo+
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da tenere in considerazione? R. Il corretto dimensionamento è uno dei primi elementi, poi la scelta del materiale con cui viene realizzato l’impianto fognario. La scelta del materiale corretto deve tenere conto se si tratta di acque bianche o nere, ma anche dell’orografia del terreno. Ad esempio, se il terreno presenta una bassa pendenza bisogna utilizzare tubazioni con scabrezza molto bassa, quindi prediligere materiali plastici. Un’altra questione fondamentale è l’affidabilità delle tubazioni dal punto di vista idraulico, non devono avere perdite e la tenuta degli innesti deve essere comprovata. D. Quali sono le proposte che caratterizzano Riccini per quanto riguarda gli impianti fognari? R. Oltre alle tubazioni in polietilene, Riccini propone tubazioni realizzate con un materiale particolare, il polipropilene. Facciamo tubazioni sia lisce che corrugate, con una caratteristica particolare: tutti i nostri prodotti adottano un unico sistema di giunzione per garantire l’omogeneità del livello qualitativo. Anche le tubazioni
R. Riccini nasce nel 1952 come produttore di tubazioni prefabbricate in cemento. In seguito, e per diversi anni, ha prodotto tubi in Pvc. Negli anni successivi sono state aggiunte linee di produzione di tubazioni in polietilene e polipropilene dismettendo la produzione in Pvc. Attualmente l’azienda fattura circa 20 milioni di euro annui e dà lavoro a 50 dipendenti. D. Questi prodotti si rivolgono ad ambiti pubblici o anche privati, come condomini e aree direzionali? R. Diciamo che parlando di fognature, principalmente ci rivolgiamo ai gestori. Però sono prodotti che possono trovare utilizzo anche in ambiti privati, come le grandi aree direzionali. D. I distributori di materiali per edilizia sanno riconoscere la qualità di questi prodotti? R. Come compito ho quello di promuovere la cultura di questa tipologia di tubazioni e far conoscere i nuovi prodotti anche ai distributori di materiali. Spesso non conoscono le caratteristiche del polipropilene, quindi molto spesso non lo utilizzano, ma sono molto ricettivi.
Oltre alle tubazioni in polietilene, Riccini propone tubazioni realizzate con un materiale particolare, il polipropilene
corrugate quindi hanno lo stesso innesto di quelle lisce, che dà maggiori garanzie da un punto di vista della tenuta idraulica. In questo campo il nostro prodotto di punta è Tripplo+, una tubazione in plastica in polipropilene a triplo strato. Lo strato interno è in polipropilene puro; lo strato esterno è in polipropilene con carica minerale, il talco; infine lo strato intermedio è in polipropilene caricato con carbonato di calcio. Sia il carbonato di calcio che il talco aumentano le caratteristiche meccaniche del materiale plastico, consentendo di arrivare a moduli di elasticità molto superiori rispetto ad altre tubazioni, pur mantenendo spessori contenuti. D. Tripplo+ è la vostra ultima novità? R. Sì, in più da quest’anno Tripplo+ ha ottenuto il marchio Psv, Plastica seconda vita, in quanto viene prodotto utilizzando all’interno dello strato intermedio la percentuale minima prevista dalla normativa. D. Il polipropilene però non è sempre stato il vostro prodotto di punta? G i u g n o
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D. Con l’intensificarsi delle precipitazioni atmosferiche, causate dai cambiamenti climatici, si avverte la necessità di investire nella salvaguardia del territorio? R. In Riccini sicuramente sì. Direi comunque che si stanno facendo passi in avanti a livello generale. I cambiamenti climatici hanno cambiato un po’ l’approccio della progettazione, imponendo la necessità di investire nella salvaguardia ambientale. Se pensiamo di dimensionare tutte le strutture fognarie in funzione degli eventi calamitosi, dovremmo realizzare strutture sovradimensionate, con costi notevolissimi. Anche la cementificazione è un grosso problema. Piuttosto che nelle reti, che comunque vanno rinnovate perché la maggior parte è ormai vetusta, bisognerebbe lavorare a monte con aree verdi, vasi di espansione e sistemi integrati. D. Quali sono le vostre previsioni per il 2020? R. Nei mesi di aprile e maggio abbiamo avuto un calo per il lockdown del 65%, in maggio abbiamo avuto una notevole ripresa e speriamo di chiudere l’anno a -20%.
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CHE IL DRENAGGIO SIA CON VOI Emergenza assoluta, impegno improrogabile, territorio da salvare: ma poi bisogna investire nelle soluzioni giuste per raggiungere gli obiettivi. Ecco una selezione delle migliori proposte
Stop al riflusso delle acque reflue Il ritorno delle acque reflue dalla fognatura può causare ingenti danni economici, ma può essere facilmente evitato adottando opportuni sistemi di protezione. Aliaxis Italia offre diverse soluzioni, tra cui la Valvola Antiriflusso. Il dispositivo va installato nelle tubazioni di scarico e permette il normale deflusso delle acque nella fognatura pubblica, impedendone il riflusso. Le valvole antiriflusso devono essere certificate secondo la normativa EN13564 e devono essere marcate CE (obbligo di legge).Le valvole Redi sono testate e certificate volontariamente presso l’istituto Lga in Germania. Nel caso in cui un locale sia sfavorito rispetto alla quota di scorrimento della fognatura, per esempio i piani interrati o seminterrati, garage e cantine, l’adozione della sola valvola antiriflusso può non bastare. Come previsto dalla norma En 12056-4, nei locali di utilizzo principale, si deve realizzare un circuito antiriflusso, utilizzando una stazione di sollevamento opportunamente dimensionata accoppiata a una valvola antiriflusso. Aliaxis Italia offre una vasta gamma di stazioni di sollevamento, predisposte per trattare acque nere e acque bianche, con sistemi di protezione integrati, con taglie adatte dalla piccola abitazione al grande condominio, o applicazioni industriali. www.redi.it
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Leggerezza e resistenza per lo strato drenante delle coperture a verde Nella realizzazione di un giardino pensile o tetto verde fattori tecnici decisivi sono la protezione dello strato di impermeabilizzazione e la regimazione idrica. Leggera, isolante e resistente, LecaDrain di Laterlite è la speciale argilla espansa Leca a elevata permeabilità all’acqua, ottima resistenza alla compressione, ingeliva, specificatamente studiata per la realizzazione dello strato drenante di giardini pensili intensivi ed estensivi. I numerosi spazi intergranulari (circa 50%) garantiscono il rapido defluire dell’acqua, mentre quelli intragranulari (circa 30%) assicurano una buona ritenzione idrica. LecaDrain può essere facilmente utilizzata in opera con l’impiego di normali attrezzature o pompe, e senza l’aggiunta di altri materiali. www.leca.it
Bye bye allagamenti con Gugibloc Per permettere l’operatività di strade strategiche che devono rimanere operative anche in fase di calamità naturale; per permettere un accesso facile e veloce ai mezzi di intervento e primo soccorso; per la salute e la salvaguardia dei cittadini evitando anche l’allagamento dei sottopassi in fase di violente piogge e temporali estivi, Hauraton ha progettato il sistema monolitico Gugibloc. Il sistema è composto da una griglia in ghisa sferoidale saldamente fissata al corpo canale al di sotto del piano stradale, in maniera tale da eliminare definitivamente il rischio di viti che si allentano, il conseguente rumore in fase di attraversamento dei veicoli, ma soprattutto il rischio di telai che si spezzano e griglie che saltano. Il design della griglia a maglia anti-tacco 15x25 mm è stato appositamente studiato per garantire la massima captazione delle acque piovane anche in strade con forte pendenza, dove le acque scendono a gran velocità. www.hauraton.it
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Nuova versione dell’Epd per i.idro Drain i.idro Drain di Italcementi, il calcestruzzo drenante che rispetta il ciclo naturale dell’acqua, conferma anche per il 2020 l’Epd, la dichiarazione ambientale di prodotto: non un semplice certificato, ma un documento tecnico che fornisce indicatori ambientali sul ciclo di vita (Lca, Life Cycle Assessment), secondo gli standard internazionali ed europei ISO 14025 ed En 15804. Il prodotto i.idro Drain di Italcementi, disponibile in sacco nelle rivendite, è particolarmente apprezzato dai progettisti e dalle amministrazioni comunali proprio per la sua capacità di lasciar passare l’acqua nel terreno sottostante. Solo nel 2019 con i.idro Drain sono stati realizzati oltre 30mila metri quadri di pavimentazioni, e una pista ciclabile su tre è costruita con questo prodotto. i.idro Drain viene utilizzato anche per rendere più permeabili i camminamenti e i cortili intorno alle abitazioni private. Inoltre si possono realizzare pavimentazioni dedicate alla mobilità lenta e sostenibile, con particolare
attenzione agli aspetti architettonici, ad esempio la colorazione e la compatibilità paesaggistica, e agli aspetti funzionali, connessi alla regolarità, all’aderenza, alla drenabilità che condizionano sicurezza e percorribilità. Sconnessioni delle mattonelle o tra gli elementi lapidei che compongono la pavimentazione, la loro superficie sdrucciolevole, la presenza di sconnessioni e sgranamenti sono infatti problemi che non si manifestano se viene utilizzata una pavimentazione continua con calcestruzzo drenante. www.italcementi.it
Fildren, il tubo con elemento filtrante Sono molteplici le situazioni nelle quali la posa di tubi fessurati da drenaggio richiede l’adozione di un rivestimento con elemento filtrante a contorno. Il posizionamento di un tessuto non tessuto in scavo, talvolta in condizioni disagevoli o pericolose, seguito dal calo del tubo e l’avvolgimento con fissaggio della chiusura, impegna l’operatore per lungo tempo facendogli correre rischi di sicurezza, oltre che di errore di installazione. Fildren è la tubazione che consente agli operatori di superare tali ostacoli, conseguendo risparmi economici e aumento della sicurezza. www.tubi.net
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Raccolta e dispersione acque meteoriche Polieco Group offre due soluzioni per la raccolta e la dispersione delle acque meteoriche nel terreno: il tubo fessurato Drenopal e il sistema Rausikko. Il tubo Drenopal, utilizzato per le classiche trincee drenanti, viene prodotto dal DN/OD 160 al DN/ID 1200 mm in tre diverse classi di resistenza. Il sistema Rausikko è costituito da celle componibili di dimensioni 800x800xh660 mm che possono essere utilizzate in presenza di traffico pesante e su più livelli, anche a profondità elevate. www.polieco.com
Canalina Apollo, efficienza e design La canalina per balconi e terrazzi Apollo della Caggiati Maurizio, azienda di Corcagnano (Padova) specializzata dal 1966 in soluzioni per l’igienizzazione e lo scarico dell’acqua, è un sistema modulare che unisce design e specifiche tecniche quali impermeabilizzazione, tenuta alle variazioni climatiche e spessori di posa ridotti. Studiato per ridurre al minimo gli ingombri ed essere posato con pochi attrezzi, Apollo si adatta a tutti i contesti di posa. La superficie lineare e senza asperità rende la manutenzione ordinaria semplice e veloce. Apollo è in acciaio inox Aisi 316L, materiale longevo e resistente agli attacchi esterni. www.caggiatimaurizio.it
Recycle, lastra naturale e drenante Materia prima naturale e riciclata, con un risultato esteticamente accattivante. È il principio su cui si basa Recycle, pavimentazione per esterno autobloccante e drenante di Favaro1. Il materiale è caratterizzato da linee essenziali che garantiscono un look moderno e si propone come soluzione ideale per una pavimentazione outdoor filtrante. Recycle possiede un’ottima resistenza all’usura e un bassissimo grado di accumulo dell’acqua al suo interno ed è adatta a ogni tipo di spazio outdoor, residenziale e pubblico. La sua innovativa formulazione consiste in una miscela resistente di calcestruzzo con inerti in porfido di recupero, caratterizzata da una percentuale di vuoti che varia tra il 15% e il 20%, con una capacità filtrante di 50 litri al secondo/m2. Ha le colorazioni tipiche di una pavimentazione in pietra naturale, è sostenibile, duratura e indicata sia per carrabilità leggere che pesanti. www.favaro1.com
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CACCIA GROSSA AL RIVERBERO Come procedere alla correzione acustica dei locali: tecniche e materiali per limitare l'effetto eco. La soluzione? Parte dall’alto, con l’installazione di panelli sul soffitto che possono assorbire il rumore indesiderato. Ecco il risultato, numeri alla mano
di Cristiano Vassanelli
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arà certamente capitato anche a voi di prendere posto all’interno di un locale ristorante e dopo pochi istanti, di accorgervi che la comunicazione verbale con le altre persone sedute al vostro tavolo risulta complicatissima a causa della presenza di altri avventori che, come voi, stanno faticando a comprendersi l’uno con l’altro. Istintivamente, quando non riusciamo a farci comprendere con un tono di voce normale, alziamo il nostro nella speranza di prevaricare le chiacchiere altrui e farci finalmente capire. Ma è la medesima tecnica sfruttata da tutti gli altri avventori: il risultato finale sarà solo di elevare il livello di tutte le voci e, quindi, il rumore prodotto all’interno del locale. Siamo in presenza di un fenomeno acustico che in molti conoscono con il nome di effetto eco, ma che sarebbe più preciso definire eccesso di riverberazione o riflessione sonora. FISICA DEL RUMORE Accade che la voce umana o qualunque altra emissione sonora, mano a mano che si allontana dalla sorgente (la nostra bocca, per esempio) secondo una distribuzione spaziale a onde sferiche, incontra una serie di superfici su cui l’energia sonora è più o meno riflessa in base alla tipologia di finitura. Quando l’onda sonora incontra superfici molto lisce e rigide, come pavimenti rivestiti di materiali lapidei (gres, ceramica, cotto, marmo), pavimenti in legno incollati, pareti intonacate al civile o a gesso fino, specchi, vetrate particolarmente rigide, saremo in presenza di una forte riflessione di energia come esemplificato nell’immagine a fianco, rappresentativa di un locale adibito a sala conferenze. QUALITÀ DEL SUONO La condizione appena descritta è purtroppo piuttosto frequente nei locali adibiti a ristorazione e all’interno delle aule scolastiche ed è relativa ad una mancata valutazione della qualità acustica
dei locali, tematica tra le più affascinanti della fisica, conosciuta e praticata da millenni in tutti gli edifici con destinazione d’uso rivolta al pubblico, sia a livello ristorativo che di intrattenimento, divulgativo, religioso o di pubblico spettacolo. Ristoranti, cinema, sale conferenze, teatri, auditorium, ambienti scolastici, sale di registrazione, palestre, e palazzetti, solo per elencare le destinazioni d’uso più rappresentative, sono e dovrebbero sempre essere sottoposte preliminarmente a un approfondito studio della condizione acustica, necessario a governare la qualità della trasmissione sonora, sia essa vocale, strumentale o elettro-amplificata, in riferimento alla finalità del locale stesso. Affinché sia possibile procedere a tali delicate valutazioni è necessario introdurre alcuni nuovi concetti, che definiscono i parametri acustici che determinano lo studio ed il controllo della qualità acustica di un locale. Per qualificare acusticamente un locale esistono diverse possibilità in base alla destinazione d’uso del locale e alle necessità legate alla destinazione stessa. Se per un ristorante potrà bastare una valutazione della qualità acustica interna piuttosto grossolana, affidandosi alla sola stima preventiva del tempo di riverberazione, per una aula scolastica, sala conferenze o auditorium sarà necessario approfondire ulteriormente le tematiche legate all’intelligibilità della comunicazione verbale e stimare altri parametri legati alla chiarezza, come ben specificato all’interno della nuova Norma Uni 11532-2 che tratta proprio la qualità acustica delle aule scolastiche e sale adibite alla comunicazione vocale. Tale norma ha raccolto, in pratica, le sollecitazioni contenute all’interno del decreto che ha introdotto i Cam (Criteri ambientali minimi) e stabilito le modalità di calcolo, i limiti a cui riferirsi e le tecniche di verifica in opera di altri due parametri oltre al tempo di riverberazione. Tali parametri sono in C50 (che determina la chiarezza del segnale vocale) e lo Sti (Speech Trasmission Index, che determina in buona sostanza quanto della comunicazione
Esempio di piccola sala conferenza con evidenza delle riflessioni delle varie superfici
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verbale è stato possibile apprendere). I parametri più significativi per procedere ad una valutazione della qualità acustica di un ambiente sono: • Il tempo di riverberazione, misurato in secondi (s), rappresenta in buona sostanza l’effetto eco, cioè il protrarsi della coda sonora; è definito come il tempo in secondi che impiegherà un segnale sonoro di tipo impulsivo di forte entità (come ad esempio lo scoppio di un palloncino) a decadere di 60 dB, per tale ragione è conosciuto come T60. • Il coefficiente di assorbimento acustico è un parametro adimensionale (cioè senza unità di misura) che rappresenta la percentuale dell’energia riflessa da una determinata superficie, è un valore compreso tra 0 e 1, dove assorbimento zero significa che quella porzione di superficie riflette in pratica il 100% dell’energia sonora e quindi non assorbe nulla, mentre assorbimento 1 significa che la superficie è in grado di assorbire il 100% dell’energia sonora. In realtà, il coefficiente di assorbimento acustico indicato con la lettera greca αw, non potrà mai arrivare né a zero né tantomeno a 1, ma sarà sempre contenuto all’interno di questo intervallo (volendo esprimere tale concetto con notazione matematica avremo la 0 < αw < 1). Ogni superficie avrà di conseguenza un valore di assorbimento in base al tipo di finitura superficiale ed alla flessibilità del supporto su cui è applicata la finitura, più il valore tenderà a zero più ci troveremo elementi riflettenti, e tempi di riverberazione elevati nell’ordine di qualche secondo (1÷8 s), più il valore sarà prossimo a 1 meno riflessioni avremo e l’effetto sarà di un ambiente più “asciutto”, cioè con Tempi di Riverberazione nell’ordine di qualche decimo di secondo. • L’area di assorbimento equivalente, indicata con il simbolo Aeq e misurata in metri quadri, è la sommatoria dei prodotti che si ottengono moltiplicando l’area di una determinata porzione di superficie per il coefficiente di assorbimento acustico della finitura di quella determinata porzione (volendo esprimere tale concetto con notazione matematica avremo Σαi A i dove il pedice i sta ad indicare ogni superficie presa in esame);
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tale sommatoria dovrà comprendere tutte le superfici presenti all’interno di un locale, comprendendo sia quelle degli elementi che confinano il locale sia quelle di tutti gli arredi presenti all’interno del locale stesso, persone comprese. • L’indice di chiarezza C50, introdotto da Reichart e Leumann nel 1974, è un parametro che si misura in dB e valuta la nitidezza della percezione di un segnale sonoro nel tempo; si ottiene per confronto tra l’energia sonora delle riflessioni acustiche iniziali (prime riflessioni) con l’energia sonora delle riflessioni che arrivano più ritardate (riflessioni di II e III ordine). • L’indice di trasmissione del parlato (Sti) è un parametro che determina l’intelligibilità di una comunicazione verbale, detto in modo un po’ brutale è in buona sostanza la quantità di segnale che riusciamo a capire all’interno di una comunicazione verbale. Ha valore adimensionale compreso tra 0 e 1 (lo possiamo anche esprimere in percentuale), ad un valore dello STI di 0,45 (45%) corrisponde una comprensione del 45% della comunicazione sonora, ad un valore dello STI di 0,95 (95%) corrisponde un apprendimento di quanto comunicato quasi completo. Tra tutti i parametri sopra definiti è necessario fare un chiarimento in relazione a cosa essi significhino e quali informazioni progettuali possono darci. Volendo affinare la trattazione, potremmo dire che il tempo di riverberazione è un parametro che dipende esclusivamente dalle proprietà dell’ambiente. In realtà, quindi, non sarebbe un parametro che definisce la qualità acustica, ma solo le caratteristiche di un ambiente. In definitiva, non è detto che un determinato ambiente con un buon valore del tempo di riverberazione (di cui parleremo dopo) non implica che la qualità acustica di quell’area sia elevata o idonea, in quanto quest’ultima è influenzata anche da altri fattori acustici, quali la qualità del segnale (la comunicazione verbale o sonora), la presenza di apparecchi per la riproduzione sonora ed il loro posizionamento e dal rumore di fondo presente all’interno di un ambiente. L’indice di chiarezza, invece, è un parametro che qualifica la condizione acustica in quanto determina la possibilità che il segnale primario (quello che vorremmo comunicare) non sia distorto dalle riflessioni al punto di limitarne drasticamente la comprensione. Lo Sti, infine, è il parametro che più di tutti descrive la qualità acustica di un ambiente, prende in considerazione il segnale sonoro primario e ne valuta la sua intelligibilità in tutti i luoghi dell’ambiente stesso, valutando quanto del segnale possa essere appreso in presenza di altri fattori che ne potrebbero determinare la distorsione come una cattiva distribuzione dei punti di diffusione del segnale, un rumore di fondo elevato o la presenza di una riverberazione eccessiva. Quando si valuta la caratterizzazione acustica di un locale, la discriminante che determina la valutazione del tempo di riverberazione più idoneo (definito Tempo di riverberazione ottimo e indicato con il simbolo T60 Ott) è legata alla destinazione d’uso del locale stesso. Ogni locale o sala ha un suo T60 Ott che possiamo trovare in forma grafica (come rappresentato a lato) o procedendo tramite formule sperimentali di calcolo, per locali di ascolto musicale: G i u g n o
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con margini di errori molto contenuti e volendo, spingersi oltre con la valutazione dell’indice di chiarezza e dello Sti.
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Volume (mc)
T60 Ott = 0,1 V o per locali adibiti ad ascolto del parlato (inclusi ristoranti, uffici, ecc): T60 Ott = 0,5 + 0,0001 V (valide per medie frequenze tra 500 Hz e 3000 Hz). Una volta noti questi parametri, per poter effettuare un calcolo preventivo del tempo di riverberazione, avremo bisogno di un ultimo parametro geometrico del locale, il suo Volume, indicato con il simbolo V e misurato in metri cubi. Come precedentemente descritto, il calcolo teorico del Tempo di Riverberazione è legato ai parametri acustici e geometrici del locale oggetto di studio, tramite una legge sperimentale conosciuta come Formula di Sabine(1) e di seguito riportata: T60 = 0,16
IL CASO PRATICO Senza voler addentrarsi in problematiche troppo complesse e appesantire troppo la trattazione, a scopo divulgativo proviamo a prendere in considerazione un caso studio di applicazione delle tecniche di correzione acustica di un locale adibito a comunicazione verbale, ad esempio una piccola sala conferenze o aula universitaria e descrivere di seguito il procedimento di calcolo previsionale. Ipotizziamo che la nostra sala abbia una superficie di 80 metri quadri e un'altezza interna di 4,3 metri. La sala ha sei superfici interne che interessano il calcolo del tempo di riverberazione, il pavimento rivestito di piastrelle in gres, le pareti e il soffitto finiti con intonaco civile dipinto. All’interno della sala sono presenti: un desk relatori in legno, con superfici di 5 metri quadri, con quattro seggiole, sempre in legno, ognuna con una superficie di 0,10 metri quadri e altre 30 seggiole per gli astanti, per un totale di 34. La sala ha una porta d’ingresso in vetro con superficie di 9,7 metri quadri, due finestre aventi superficie complessiva di 3,6 metri quadri e una lavagna di superficie 6 metri quadri. A ogni superficie considerata corrisponderà un determinato coefficiente di assorbimento acustico a diverse frequenze predefinite (125 Hz, 250 Hz, 500 Hz, 1000 Hz, 2000 Hz e 4000 Hz), che è possibile trovare in forma tabellare, consultando letteratura tecnica di settore o semplicemente tramite una ricerca sul web. Nel nostro caso, per facilitare i calcoli prenderemo in esame solo i coefficienti di assorbimento a 500 Hz e faremo una simulazione considerando la sala ristorante vuota e completamente riempita di
V V = Σαi A i α1A1 + α2 A 2 + α3A 3 + ……..+ αn A n
Tale formula ha chiaramente carattere approssimativo e alcuni limiti di applicabilità: può essere sfruttata per situazioni dove le caratteristiche geometriche del locale sono piuttosto regolari (non ci sono sproporzioni tra le dimensioni) e, comunque, per ambienti in cui le superfici abbiano valori di assorbimento acustico bassi, attorno a 0,1 (la maggioranza dei casi) e molto simili. Ma per ambienti con assorbimenti elevati e con superfici aventi coefficienti di assorbimento molto diversi, tale formula risulta inadeguata. Volendo diminuire il grado di approssimazione sarà possibile procedere con una misura diretta del tempo di riverberazione tramite un rilievo fonometrico (il fonometro è lo strumento adibito alla misura dei fenomeni sonori), fino ad arrivare ad una modellazione al software, capace di descrivere e simulare la situazione acustica di un locale (1) Wallace Clement Sabine (13 giugno 1868 – 10 gennaio 1919): Fisico statunitense precursore degli studi sull’acustica architettonica. Tra i primi a sperimentare il tempo di
decadimento del suono su varie frequenze, in presenza di diversi materiali, scoprì inoltre che il corpo di una persona ha le capacità di assorbimento di circa 6 poltrone imbottite. Grazie a questi esperimenti fu il primo a stabilire una connessione tra le dimensioni di una sala e la capacità di assorbimento acustico delle superfici presenti.
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avventori, anche se il calcolo sarebbe da sviluppare e ripetere per ogni frequenza sopra indicata e per quattro diverse condizioni di presenza di avventori (sala vuota, sala piena per metà, sala piena al 75% e completamente piena), al fine di ottenere uno spettro del tempo di riverberazione sulle varie frequenze e una serie di condizioni di frequentazione del locale. In estrema sintesi, al termine di una valutazione teorica di un determinato locale affetto da problematiche di carente qualità acustica si dovrebbe ottenere un grafico costituito da quattro curve rappresentanti diversi andamenti del tempo di riverberazione in dipendenza della presenza degli astanti, sviluppate su tutte le frequenze, come riportato nell’immagine a lato, rappresentativa dello studio effettuato per una sala adibita musica strumentale elettro-amplificata. Tornando al nostro calcolo semplificato, la prima valutazione da fare è relativa al calcolo del tempo di riverberazione ottimo, secondo la formula prima presentata, valida per ambienti adibiti ad ascolto del parlato: T60 Ott = 0,5 + 0,0001 V
Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il Tempo di Riverberazione: V 344 T60 = 0,16 = 0,16 = 7,91 s(sala vuota) Σαi A i 6,96 Il valore ottenuto dimostra che il tempo di riverberazione con sala vuota è decisamente superiore a quello ottimo calcolato in precedenza. Rifacciamo ora il calcolo considerando la sala completamente riempita di astanti, sostituendo l’area di assorbimento delle seggiole vuote con quella relativa alle seggiole occupate al 100%. Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente: Aeq = Σαi A i = (80 x 0,02) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,66) + (6 x 0,03) + (3,6 x 0,03) = 9,04 m 2
Calcolo del Volume del locale: V = A x h = 80 x 4,3 = 344 m3 Calcolo del tempo di riverberazione ottimo del locale: T60 Ott = 0,5 + 0,0001 V = 0,5 + 0,0001 x 344 = 0,534 s ≈ 0,53 S
Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il Tempo di Riverberazione:
Determiniamo poi le tipologie di superfici assorbenti presenti all’interno della sala ristorazione:
T60 = 0,16
TIPO DI FINITURA SUPERFICIALE
AREA DELLA SUPERFICIE [M2]
PAVIMENTO IN GRES
V = 0,16 Σαi A i
344 9,04
= 6,08 s(sala piena)
COEFF. ASSORBIMENTO ACUSTICO
80
0,02
220,7
0,02
5
0,02
VETRO DELLA PORTA
9,7
0,04
LEGNO DELLE SEGGIOLE VUOTE
3,4
0,05
SEDIE OCCUPATE
3,4
0,66
6
0,03
3,6
0,03
INTONACO CIVILE DIPINTO LEGNO DEL DESK
PLASTICA DELLA LAVAGNA VETRO DELLE FINESTRE
Stabiliti i valori dei coefficienti di assorbimento acustico è ora possibile effettuare il calcolo del tempo di riverberazione nella condizione esistente, con la sala da pranzo completamente vuota (verrà quindi presa in considerazione l’Area di assorbimento equivalente delle seggiole senza persone) secondo la seguente procedura: Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente:
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Aeq = Σαi A i = (80 x 0,02) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,05) + (6 x 0,03) + (3,6 x 0,03) = 6,96 m 2
La presenza degli astanti ha quindi diminuito il tempo di riverberazione in modo evidente ma non abbastanza da avvicinarsi a quello ottimo calcolato in precedenza. In questi casi per abbassare ulteriormente il valore del tempo di riverberazione, sarà necessario procedere inserendo delle superfici con valori di assorbimento acustico superiori rispetto alle superfici esistenti e reiterare il calcolo simulando la nuova condizione. In concerto con la proprietà dell’attività, e guidati da un professioniG i u g n o
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sta, si procederà a valutare quali superfici siano disponibili per effettuare l’intervento di correzione acustica della sala, non tralasciando gli aspetti legati all’economia dell’intervento, alla resa estetica, alla praticità ed alla durata dello stesso. A meno di casi eccezionali le superfici solitamente preposte agli interventi di correzione acustica sono i soffitti in primis e, poi, le pareti. I pavimenti sono solitamente esclusi per questioni di praticità e invasività dell’intervento. LE SOLUZIONI Le soluzioni fonoassorbenti oggi disponibili sul mercato sono molteplici e possono soddisfare tutte le richieste sia sotto l’aspetto prestazionale che della resa estetica. Di seguito una panoramica delle tecniche maggiormente diffuse: • controsoffitti fonoassorbenti a spessore variabile • tendaggi in prossimità delle finestre • contropareti assorbenti a spessore variabile • elementi di arredo da applicare a parete • deflettori (baffles) pendenti da applicare a soffitto • punti luce o lampadari fonoassorbenti • carte da parati fonoassorbenti • intonaci fonoassorbenti Tali opportunità di correzione acustica saranno da valutare in base ad una serie di discriminanti che faranno pendere per l’una o per l’atra tecnica d’intervento, a grandi linee comunque, alcune tecniche e materiali hanno già una specifica destinazione d’uso o una nicchia di mercato consolidata nel tempo. Fisicamente esistono tre grandi famiglie di tecniche d’intervento che funzionano secondo diversi fenomeni: • assorbimento acustico fornito dal tipo di finitura • assorbimento acustico per vibrazione di un pannello • assorbimento acustico per risonanza di cavità (che sfruttano la teoria del risuonatore di Helmotz(2)) Nella prima famiglia troveremo tutti i materiali a base di tessuti (sintetici e naturali), fissati su telai in legno o alluminio o incol-
lati direttamente al supporto tramite collanti o altre metodologie (per esempio, con il velcro). Pannelli di varie forme geometriche, tendaggi, imbottiture di sedie o poltrone, rivestimenti e carte da parati, arazzi e quant’altro abbia costituzione fibrosa o porosa, come evidenziato nelle immagini. Tale tecnica di fono assorbimento funziona grazie all’irregolarità delle superfici e alla loro costituzione capace di non far riflettere completamente l’onda sonora incidente, imbrigliata tra le fibre aventi disposizione tridimensionale irregolare e casuale. I DEFLETTORI Con lo stesso principio lavorano anche i deflettori (baffles) che, in ambienti dotati di grandi altezze, possono essere posati in verticale incrementando la superficie assorbente e fornendo quindi un’ottima soluzione sia sotto l’aspetto prestazionale che sotto il profilo estetico (la loro distribuzione potrà essere inclinata, seguire delle curve o altro in modo da liberare la fantasia del progettista d’interni). Tali soluzioni possono essere sfruttate per quasi tutti gli ambienti, sale di ristorazione, uffici, mense, sale riunioni, aule scolastiche, discoteche e altro. La seconda famiglia è composta dai controsoffitti e le contropareti, in gesso rivestito, metallo o legno, montate su telai metallici o su listelli in legno, che riescono a fornire buoni valori di assorbimento grazie alla vibrazione indotta dall’onda sonora. Un suono quando incontra una superficie cede una quota di energia per attraversarla, se l’elemento è flessibile ed elastico, tale energia metterà in movimento l’elemento stesso, sottraendola all’energia sonora e ottenendo, quindi, il risultato di limitare l’energia riflessa responsabile del fastidioso riverbero. La terza e ultima famiglia è rappresentata da pannelli forati, sempre in gesso rivestito, metallo o legno. I fori presenti saranno dimensionati in modo da colpire selettivamente le frequenze che interessano il riverbero, un po’ come se fossero dei colli di bottiglia in cui un suono, una volta entrato, non riesce ad uscire a meno di un forte decremento
Esempi di pannelli fonoassorbenti applicati a parete
(2) Hermann Von Helmotz (31 agosto 1821 – 8 settembre 1894): Medico, fisiologo e fisico tedesco, tra gli scienziati più poliedrici della sua epoca. I suoi risonatori sono dispositivi oscillanti che a determinate frequenza entrano in vibrazione in base alla loro geometria, vengono sfruttati per neutralizzare determinate frequenze in campo di acustica architettonica e nel campo automobilistico, se ancora oggi il rombo della Porche è tra i suoni più amati dagli appassionati, lo dobbiamo proprio ai risonatori Helmotz, che vengono inseriti per ottimizzare i gas di scarico conferendo l’inconfondibile sound.
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di energia, in quanto intrappolato dalla geometria della cavità. Se a ogni foro corrisponde un assorbimento a una determinata frequenza, tali sistemi rischierebbero di risultare troppo selettivi e, quindi, confinati a destinazioni d’uso iper specifiche. Per risolvere tale questione i produttori hanno studiato versioni di pannelli con fori a diametro e forme variabili, capaci di intervenire su un ampio spettro di frequenze, ampliando di conseguenza l’effetto fonoassorbente del sistema. MATERIALI FIBROSI Un’ulteriore miglioria a tali sistemi è stata effettuata inserendo dei materiali fibrosi a media densità (solitamente a base di fibre minerali o sintetiche di poliestere con densità tra i 20 kg/m3 ed i 50 kg/ m3) tra i montanti della struttura che sostengono la lastra forata e la muratura su cui la stessa è stata vincolata, in tal modo si amplia ancora l’effetto fonoassorbente dell’intervento. Queste nuove conoscenze hanno portato il mercato a proporre sistemi fonoassorbenti che, in pratica, raggruppano tutte e tre le modalità di fonoassorbimento in una sola soluzione composta da pannelli vibranti dotati di forature a diametro e geometria variabile, con pannelli fibrosi interposti nell’intercapedine, disponibili in lastre di gesso rivestito, metallo o legno delle migliori essenze, capaci di ottimi risultati ed eccellenti rese estetiche e sempre più presenti in locali quali auditorium e grandi sale conferenze, prestigiose sedi aziendali, uffici, hall di aeroporti e altro, come esemplificato dalle immagini.
tamente vuota (è presa in considerazione l’area di assorbimento equivalente delle seggiole senza persone) secondo la seguente procedura: Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente: Aeq = Σαi A i = (22,4 x 0,02) + (57,6 x 0,79) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,05) + (6 x 0,03) + 83,6 x 0,03) = 51,3 m 2 Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il tempo di riverberazione: V 344 T60 = 0,16 = 0,16 = 1,07 s (sala vuota) Σαi A i 51,3 Esempi di pannelli fonoassorbenti a soffitto
EFFETTO PLAFOND Tornando ancora al nostro caso studio, ipotizziamo quindi che per la nostra piccola sala conferenze sia stato messo a disposizione il soffitto come superficie preposta all’intervento fonoassorbente e che sia stato concesso un ribassamento di circa 30 centimetri. Per quanto concerne la resa estetica dell’intervento, la proprietà ha richiesto, inoltre, una soluzione non troppo onerosa ma di una certa resa estetica, possibilmente allineata alle tendenze moderne. In considerazione delle indicazioni della proprietà viene effettuata, quindi, una ricerca e formulate una serie di proposte, diverse per prestazione, costi e resa estetica in modo da poter valutare quale soluzione sia quella dotata del miglior rapporto qualità/prezzo/resa. Immaginiamo che in concerto con la proprietà la scelta sia caduta su moduli quadrati (dimensioni 1200 x 1200 millimetri e spessore 5 centimetri) da applicare a soffitto, costituiti da telai in legno su misura e forme a scelta, riempiti di materiale fonoassorbente di tipo fibroso (come fibra di poliestere o fibre minerali) e rivestiti di tessuto non tessuto o di tessuti naturali, disponibili anche in diverse colorazioni. In considerazione dell’elevato tempo di riverberazione, come primo tentativo di calcolo si decide di considerare una quantità di pannelli in grado di occupare circa l’80% della superficie del soffitto, lasciando alcuni spazi tra gli uni e gli altri per sfruttare l’assorbimento anche della parte superiore del pannello, come esemplificato nelle immagini. Il valore del coefficiente di assorbimento acustico di questi pannelli a 500 Hz indicato nelle schede tecniche del produttore è pari a 0,79. Stabiliti i nuovi valori dei coefficienti di assorbimento acustico dopo l’intervento correttivo è ora possibile effettuare il calcolo del tempo di riverberazione nella condizione corretta, di nuovo con la sala comple-
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Il valore ottenuto dimostra che l’intervento di correzione acustica ha avuto un impatto decisamente importante, decrementando di circa 4,5 s il tempo di riverberazione con sala vuota e avvicinandosi al livello ottimo. Rifacciamo ora il calcolo considerando la sala ristorazione completamente riempita di avventori, sostituendo l’Area di assorbimento delle seggiole vuote con quella relativa alle seggiole occupate al 100%. Calcolo dell’Area di assorbimento equivalente: Aeq = Σαi A i = (22,4 x 0,02) + (57,6 x 0,79) + (220,7 x 0,02) + (5 x 0,02) + (9,7 x 0,04) + (3,4 x 0,66) + (6 x 0,03) + 83,6 x 0,03) = 53,4 m 2 Applichiamo la formula di sabine e calcoliamo il tempo di riverberazione: V 344 T60 = 0,16 = 0,16 = 1,03 s (sala piena) Σαi A i 53,4
Esempi di bass trap fonoassorbenti negli angoli e baffles sospesi in verticale
Vista interna con baffles orizzontali appesi
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Già con valori del T60 di questa entità il problema del riverbero è decisamente migliorato e potrebbe essere sufficiente a fornire un comfort adeguato agli astanti ma volendo arrivare al Tempo di Riverberazione ottimo le possibilità d’intervento potrebbero essere diverse: • incrementare la presenza dei pannelli a soffitto (passando dal 72% al 90% di copertura dei pannelli fonoassorbenti, si otterrebbe un valore del T60 a sala piene pari a 0,85 s e quindi molto prossimo al T60 ottimo) • inserire qualche arredo fonoassorbente a parete per recuperare circa 10 m 2 di superficie acusticamente attiva • valutare la possibilità di usare i baffles sospesi verticalmente per incrementare la superficie a parità di pannelli, sfruttando l’altezza del locale • inserire dei bass trap (trappole per segnali sonori a basse frequenze) negli angoli formati da pannelli di cartongesso con foratura adeguata (fori di grande diametro per intercettare le basse frequenze Una volta determinato l’intervento di correzione acustica dell’ambiente, sarà possibile procedere a una simulazione preventiva dell’indice di chiarezza, che dovrà almeno essere maggiore di zero e con l’aggiunta di informazioni relative all’impianto di diffusione sonora ed alle altre condizioni acustiche della sala, procedere alla valutazione preventiva dello Sti ed eventualmente operare altre correzioni che consentano di portare tale valore sopra alla soglia di 0,55 (55%), come richiesto dalla normativa. In conclusione, un problema di eccessivo riverbero, sia esso riferito ad un cinema o teatro, a una mensa o agriturismo, a una sala conferenze o un grande ufficio, può essere affrontato e risolto nella maggioranza dei casi, con interventi di differenti tipologie, dalle più economiche alle più architettonicamente pregevoli, con materiali e sistemi diversi in base alle singole necessità del luogo. Insomma, le strade del fono assorbimento sono infinite…
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Fonoassorbente, resistente all’umidità e alle elevate temperature, adatto anche ad ambienti clinici: il pannello di Ecophon Hygiene con i suoi sistemi completi soddisfa anche i requisiti più esigenti. E offre prestazioni tecniche elevate al progettista
di Franco Saro
LE TIPOLOGIE In base alle esigenze di progettazione, un controsoffitto può essere sospeso (con pendini di differenti altezze o staffe rigide per un’installazione più vicina al soffitto) o in aderenza (per tutte quelle situazioni in cui non vi è un’altezza utile sufficiente da consentire la sospensione di un sistema tradizionale, con applicazione tramite colla o tramite fissaggio meccanico con viti). Ci sono anche sistemi alternativi, quali isole, baffles e sistemi a parete, utilizzati quando non è possibile installare un controsoffitto tradizionale da parete e parete. Questi ultimi si utilizzano per esigenze estetiche, di valenza architettonica del manufatto edilizio o quando la luce deve permeare dall’alto, consentendo la massima libertà di design e l’opportunità di creare nuove espressioni al passo con l’architettura sostenibile.
(Ecophon) Ghelamco Arena Saverio Lombardi Vallauri, Belgio. (Ecophon) A destra, Hallarna Teddy Strandqvist/Studio-e.se, Svezia
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l controsoffitto è una componente fondamentale nella progettazione degli spazi interni: non solo per rispondere alle esigenze estetiche, ma soprattutto di contenimento del volume, alloggiamento degli impianti, per ottenere prestazioni fonoassorbenti o di protezione dal fuoco. Sul mercato esistono controsoffitti di diverse tipologie, dai più comuni (struttura a vista e pannello 600x600 millimetri, realizzato in diversi materiali) a quelli più innovativi con struttura nascosta, aspetto fluttuante, colorati, con cambi di livello e con integrazioni di luci all’avanguardia e di design.
RICERCA E SVILUPPO Saint-Gobain Italia, leader nel mercato delle costruzioni, produce e commercializza controsoffitti di tutte le tipologie, grazie a continui investimenti in ricerca e sviluppo, per garantire sicurezza e performance, innanzitutto da un punto di vista acustico, aspetto fondamentale per la salute e il benessere di chi vive gli edifici. L’innovazione tec-
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C ont r o s of f it t i termini igienici e clinici in numerosi ambienti: Ecophon Hygiene, che con i suoi sistemi completi soddisfa anche i requisiti più esigenti. La gamma comprende controsoffitti modulari, baffles e pannelli fonoassorbenti a parete in lana di vetro ad alta densità e composta per oltre il 70% da vetro riciclato (una bottiglia, per esempio, contribuisce alla realizzazione di un pannello e mezzo delle dimensioni 600x600 millimetri), per garantire il comfort acustico e igienico a 360 gradi. La lana di vetro ha diverse proprietà, tra cui quella di poter realizzare pannelli di grandi formati anche a partire da bassi spessori, consentendo una ampia scelta di formati.
(Ecophon) Hospital in Nowa Dęba Tomasz Osiak Photography, Polonia
nologica ha reso possibile combinare acustica a luce, offrendo dunque un prodotto completo. Le soluzioni diventano elementi di design e contribuiscono all’efficacia acustica e illuminotecnica degli ambienti: sono state studiate e realizzate per resistere ad ambienti umidi, resistenti all’acqua, al cloruro, all’alta umidità ed elevate temperature. Per quanto riguarda la gamma relativa agli ambienti sanitari, è stata progettata una specifica famiglia, che rappresenta una garanzia in
IL BREVETTO La superficie è costituita da una pittura acustica microporosa brevettata in casa Ecophon, che favorisce il fonoassorbimento delle onde sonore, disponibile in diverse colorazioni. I pannelli Saint-Gobain Ecophon consentono i comuni metodi di pulizia per controsoffitti, con l’uso di un panno in microfibra morbido (realizzato con almeno il 70% di poliestere). In ambienti difficili, i pannelli per controsoffitti devono essere compatibili con metodi avanzati di pulizia, disinfezione e lavaggio, come la pulizia a umido a bassa o alta pressione, a vapore o disinfezione con vapore di perossido di idrogeno. Il marchio Gyproc di Saint-Gobain Italia comprende anche i sistemi completi Rigitone Activ’Air e Gyptone Activ’Air, costituiti da lastre in gesso rivestito forato, che consentono di realizzare controsoffitti continui con aspetto estetico monolitico, in cui la struttura di sospensione è totalmente nascosta.
(Ecophon) Educational and Recreation Center Bartosz Makowski, Polonia
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Con questi prodotti il progettista ha la possibilità non solo di raggiungere prestazioni tecniche molto elevate (in termini di assorbimento acustico, comportamento al fuoco, qualità dell’aria, sostenibilità), ma anche di dare sfogo alla sua creatività, studiando applicazioni di vario tipo, sempre caratterizzate da un design originale e di elevato valore estetico, grazie all’estrema flessibilità offerta dal gesso rivestito. Questi sistemi sono particolarmente adatti ad ambienti (specie se di grandi dimensioni) in cui il controsoffitto debba offrire elevato comfort acustico ed eccellente estetica: sale riunioni, auditorium, teatri, biblioteche, musei, hall di alberghi, ecc.
Dettaglio controsoffitto Saint-Gobain Italia a marchio Gyproc. Sopra, Centro Tennis Lungo Leno Rovereto (TN) Ph.Lorenzo Bartoli
ASPETTO ESTETICO Le lastre forate devono essere decorate in opera con le normali pitture per cartongesso disponibili in commercio. Ciò consente al progettista di giocare con diverse combinazioni di colore, in modo da creare un controsoffitto perfettamente inserito nell’ambiente, e in grado di contribuire all’atmosfera generale dell’ambiente stesso. Le lastre forate possono essere installate a soffitto (con plenum di qualsiasi altezza o in aderenza), ma anche a controparete, per aumentare l’assorbimento acustico all’interno di un ambiente, ottimizzando così il comfort acustico per gli occupanti. Questa soluzione crea anche effetti di grande impatto estetico. Inoltre, i prodotti Rigitone Activ’Air e Gyptone Big Activ’Air non solo presentano un bassissimo livello di emissioni di Voc, ma includono anche l’esclusivo sistema Activ’Air, in grado di assorbire e neutralizzare sino al 70% della formaldeide contenuta nell’aria degli ambienti interni. G i u g n o
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PORON
EFFICIENZA IN INTRADOSSO L’azienda propone soluzioni a secco anche nella parte inferiore del solaio interpiano grazie a una linea specifica di tre prodotti per questa applicazione. Le soluzioni sono sfruttabili anche nei muri perimetrali, quando l’isolamento è stato realizzato con un cappotto interno di Franco Saro
Hydrogess-reflex
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uadagnare spazio sfruttando il lato inferiore delle solette che dividono un piano dall’altro. È un vantaggio che può agevolare la creatività di un architetto, la praticità di un ufficio o, semplicemente, accelerare la ristrutturazione di un appartamento privato. A patto di utilizzare un controsoffitto che possa vantare le caratteristiche adatte. Per esempio, da tempo gruppo Poron spinge soluzioni a secco anche in intradosso del solaio interpiano e lo fa con una linea specifica di tre prodotti per questa tipologia di applicazione. Le soluzioni sono sfruttabili anche nei muri perimetrali quando l’isolamento deve essere necessariamente realizzato con un cappotto interno. La linea è composta da Neogess, Polargess e Hydrogess e viene montata in intradosso del solaio,
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Neogess-reflex
Polargess-reflex
previo fissaggio meccanico di profili a omega con orditura contraria ai travetti strutturali e con cavalieri che ne regolano la complanarità. I VANTAGGI I vantaggi dell’applicazione in intradosso sono molteplici: niente più intonaco tradizionale, niente più tracce nei solai (il passaggio degli impianti avverrà nell’intercapedine), possibilità di installazione di luci a Led, il tutto rispettando la normativa dei valori di trasmittanza richiesti per i solai interpiano. In ultimo, ma non di minore importanza, come pubblicato nel Decreto interministeriale del 26/06/2015, nel caso di installazioni di isolamento dall’interno a soffitto le altezze minime dei locali di abitazione possono essere derogate fino ad un massimo di 10 centimetri. G i u g n o
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ETERNO IVICA
LIBERTÀ DI PAROLA IN PALESTRA Una sala da ginnastica di Dolo (Venezia) ha ridotto il riverbero dei rumori all'interno con l'adozione dei pannelli Phonolook di Eterno Ivica. Traguardo confermato dai test fonometrici condotti prima e dopo l’intervento di riqualificazione acustica di Franco Saro
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er poter svolgere un'attività fisica in totale tranquillità in un ambiente chiuso come una palestra, è necessario evitare l’eccessivo riverbero di suoni provocati da chi è alle prese con gli esercizi. Insomma, fare ginnastica in tutto comfort è parte essenziale del tempo dedicato alla propria fitness. Ed è anche il motivo che ha indotto la palestra di Arino di Dolo (Venezia) a intraprendere una riqualificazione acustica che permettesse ai fruitori di utilizzare lo spazio senza il fastidioso frastuono provocato dall'effetto di riverbero all’interno del locale. La soluzione è stata affidata a Eterno Ivica che, grazie alla sua linea Phonolook, ha messo a disposizione numerose tipologie di pannelli per riqualificare l'acustica degli ambienti interni. Nello specifico, per la palestra veneta i lavori sono consistiti nell’applicazione di materiale fonoassorbente sulla copertura di 104 metri quadri, equivalenti a 72 pannelli Solution Quadro della dimensione di 120x120 centimetri e spessore di 50 millimetri. I pannelli sono stati sospesi al soffitto con
cavetti in acciaio certificati per urto palla, in combinazione cromatica dal blu più intenso all’azzurro chiaro. In seguito all'installazione, sono stati condotti i test fonometrici: la palestra è caratterizzata da una forma geometrica rettangolare in pianta di dimensioni 22,80 x 12 metri e altezza media di 6,80 metri. ANTE E POST I test fonometrici ante operam, condotti a febbraio 2019 presso la palestra parrocchiale, avevano fornito valori estremamente elevati dei tempi di riverberazione: un dato che ha confermato la sensazione di disagio in origine avvertita dai fruitori dell’ambiente. Dopo l’installazione sulla copertura dei pannelli fonoassorbenti Phonolook Solution, sono stati eseguiti nuovamente i test. Risultato: i valori del tempo di riverberazione dello stato post operam risultano sensibilmente inferiori rispetto allo stato precedente, con particolare riferimento alle frequenze centrali del parlato (1.000 Hz – 2.000 Hz). Un risultato che conferma la sensazione di miglioramento dell’intelligibilità della parola evidenziata dagli utenti della palestra.
I pannelli Phonolook Solution di Eterno Ivica
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SPECIAL E
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ISOLMANT
IL SILENZIO È GREEN
I pannelli isolspace sky consentono la correzione acustica in presenza di controsoffitti modulari. Si installano direttamente nell’orditura metallica senza l’utilizzo di colle o fissaggi, sostituendosi ai quadrotti in cartongesso. E sono totalmente in fibra sostenibile di Franco Saro
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ssorbire il suono con efficienza, ma anche nel rispetto dell’ambiente. Insomma, comfort in sintonia con l’ineludibile necessità di proporre un’edilizia che sia davvero green. È da questo principio che è partita Isolmant per investire nella ricerca di nuovi prodotti. E, in particolare, nelle soluzioni per controsoffitti. Negli ambienti destinati alle attività quotidiane, infatti, il soffitto è la superficie più esposta alla propagazione delle onde sonore. E, per questo, un controsoffitto fonoassorbente è la soluzione ideale. I pannelli isolspace sky di Isolmant, nello specifico, sono sviluppati ad hoc per la correzione acustica in presenza di controsoffitti modulari. Gli elementi si installano direttamente nell’orditura metallica senza l’utilizzo di colle o ulteriori fissaggi, sostituendosi ai normali quadrotti
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in cartongesso. Isolspace sky è composto da Isolfibtec Stl, fibra totalmente atossica, anallergica, idrorepellente, ottenuta al 100% da riciclo di materiale post-consumo e risulta facile e veloce da posare. INNOVAZIONE Sono esperienza e profonda conoscenza dei materiali che hanno portato Tecnasfalti allo sviluppo di soluzioni come isolspace, il brand per la fonocorrezione di design, un problema sempre più attuale e diffuso e che l’azienda ha saputo anticipare e affrontare con prodotti altamente personalizzabili per interventi tailor made che uniscono design e funzionalità, elevate prestazioni acustiche e dimensione estetica. L’azienda vanta uno spirito innovativo e uno sguardo rivolto verso nuove frontiere, che non smette di accettare nuove sfide. G i u g n o
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bioCasa IL TREND
Onda verde per l’edilizia La strategia europea è chiara: entro il 2050 i Paesi della Ue dovranno diventare a emissioni zero. Difficile? Certo. Ma un buon punto di partenza c’è: rendere sostenibile l’edilizia, azzerare il consumo di energia degli edifici, economia circolare. Cioè gli obiettivi di questa sezione di YouTrade di Valentina Anghinoni
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el 2019, a dicembre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato il Green Deal Europeo: una vera strategia di crescita per l’Europa, che si prefigge l’obiettivo ambizioso di diventare entro il 2050 il primo continente a zero emissioni nette di gas a effetto serra. Ma non solo: il Green Deal, infatti, prevede anche che la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse, riprendendo le tematiche legate all’economia circolare, e che nessuna persona e nessun luogo sia trascurato. Tradotto: tutela dell’ambiente e delle persone, anche da un punto di vista socioeconomico. EFFETTO GRETA Questo patto tocca ogni settore economico e, certamente, anche quello delle costruzioni. Costruire in modo sostenibile significa, innanzitutto, realizzare edifici in grado di durare nel tempo, limitando l’utilizzo di risorse (materie prime e energia) e pensando anche alla fine del loro ciclo di vita. Poi, un aspetto di primaria importanza riguarda l’efficienza energetica degli edifici, la cui sfida sarà quella di garantire elevati livelli di confort limitando i consumi in termini di energia. Secondo un’analisi condotta nell’ambito del progetto Odyssee-Mure, il cui partner per l’Italia è l’Enea, sui principali andamenti e politiche di efficienza energetica, a livello globale e per settore per il periodo 2000-2017, in Italia nel 2017 il consumo
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energetico del settore residenziale è stato di circa 34 Mtep, +18% dal 2000 (+1,0% annuo). Ed è meglio ricordare che l’unità di misura Mtep indica Milioni di tonnellate equivalenti petrolio. ECOCAMBIAMENTI A fronte di una sempre maggiore domanda di energia del settore residenziale, anche dovuta ai cambiamenti climatici che ci pongono in un contesto di temperature sempre più estreme, per rispettare gli impegni previsti dal Green Deal si dovrà, anzi si deve, intervenire urgentemente sia sulla riqualificazione degli edifici esistenti sia sulle nuove costruzioni rispettando le ultime direttive per l’efficienza energetica. Insomma, la strada è stata delineata, ora non resta che dotarsi degli strumenti giusti per seguirla, con passo sempre più svelto perché gli obiettivi sono sicuramente tanto urgenti quanto sfidanti. Per raccogliere queste esigenze, parlare alle aziende e ai protagonisti della filiera dell’edilizia, YouTrade introduce BioCasa, sezione che approfondisce le tematiche relative all’edilizia sostenibile. Perché il tempo in cui viviamo ci chiede di prendere una posizione ancora più decisa nella direzione della sostenibilità, che ormai non va più intesa solamente come valore aggiunto (per non dire un optional), ma come unica strada percorribile per una crescita economica sana e lungimirante. Una strada che l’Italia ha già imboccato da tempo, come dimostrano i molti esempi virtuosi presenti sul nostro territorio che avremo modo di incontrare e conoscere in questo spazio.
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Edilizia in attesa del superbonus L’impresa di distribuzione specializzata in materiali sostenibili a pieno regime dopo il lockdown grazie al traino della domanda in Alto Adige. Ma il resto d’Italia, spiega Roland Gabasch, è in attesa di capire come funzionerà il nuovo incentivo per la riqualificazione degli edifici
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di Valentina Anghinoni lle porte di Merano (provincia di Bolzano) si trova Naturalia Bau, rivendita di materiali naturali e compatibili con la bioedilizia. La sede aziendale, realizzata secondo i criteri di sostenibilità, è anche il primo edificio commerciale in Italia a zero emissioni. Il suo punto di forza? La capacità di fornire non solo prodotti naturali, ma anche intere soluzioni per l’abitare verde, certificati sotto tutti i punti di vista, compresi quelli
indispensabili per accedere agli ecobonus. YouTrade ha intervistato Roland Gabasch, socio direttivo della Naturalia Bau, per scoprire uno dei volti più autentici della sostenibilità legata al mondo della distribuzione. Domanda. Prima di tutto, come ha reagito Naturalia Bau al lockdown? Risposta. Siamo stati pronti a riorganizzare il nostro lavoro per fronteggiare l’emergenza: in una settimana sono partiti i webinar.
A destra, Roland Gabasch
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Helga Pircher, socio direttivo Naturalia Bau. Sotto, interni della sede commerciale Naturalia Bau
si è subito estesa oltre il Burgraviato, prima a livello regionale e presto anche nel Nord Italia. Fino al 1997, anno in cui la divisione edile si è distaccata completamente dalle altre due, aggiungendo il termine Bau (costruzioni in lingua tedesca, ndr) alla dicitura aziendale. Nel 2001 Helga Pircher e io abbiamo acquisito l’attività e, nel giro di pochi anni, abbiamo costruito la nuova sede, il primo edificio commerciale in Italia realizzato in bioedilizia e a emissioni zero. D. Come avete ottenuto questo risultato? R. Abbiamo costruito in modo tale che l’edificio consumi la minor quantità di energia possibile, sia per riscaldare che per raffrescare. Produciamo autonomamente l’energia necessaria, senza emissione di CO2. Ciò è possibile grazie a un impianto fotovoltaico sul tetto e a uno geotermico, abbinato a pompa di calore, che permette di raffrescare in estate e riscaldare in inverno quasi a costo zero. Inoltre, tutto l’edificio è stato costruito con prodotti naturali e non trattati, come l’argilla o il legno, che non rilasciano sostanze nocive nell’ambiente. D. Quali sono i principali prodotti e soluzioni che offrite ai vostri clienti? R. Principalmente, come suggerisce il nome dell’azienda, trattiamo solo prodotti naturali, costituiti da materie prime minerali o rinnovabili. Quindi legno, canapa o cellulosa per gli isolanti o prodotti a base minerale come intonaci in argilla o pitture naturali. Certo, ci sono anche dei limiti per i prodotti naturali, per esempio, quando si tratta di coibentare le fondamenta o impermeabilizzare il tetto. Per garantire le massime prestazioni e durabilità del costruito, c’è il compromesso di utilizzare guaine sintetiche per queste strutture. Infatti, noi cerchiamo sempre di offrire delle soluzioni complete e garantite.
Abbiamo adottato lo smart working per tutti i dipendenti (siamo 13 persone più 25 agenti sul territorio italiano) e anche la cassa integrazione, in alcuni casi. Adesso invece siamo tutti rientrati in azienda. D. E, dal vostro punto di vista, come risponde il mercato alla recente ripresa delle attività? R. Devo dire che in Alto Adige va molto bene, nel resto d’Italia notiamo che il settore ha subito un ulteriore fermo in attesa di valide istruzioni sul cosiddetto super-ecobonus. Dopo due mesi di lockdown, e di conseguente rallentamento del lavoro nei cantieri, questa novità di fatto prolunga il blocco dei lavori fino a luglio. Insomma, altri tre mesi di blocco. Sono molto d’accordo sul fatto di investire e spingere sull’efficienza energetica degli edifici, ma penso che per una crescita davvero sana del comparto delle costruzioni servirebbe una pianificazione legislativa che guardi oltre il breve termine. Oltre a una semplificazione delle procedure burocratiche che rappresentano un ostacolo aggiuntivo per l’avvio dei cantieri. D. Un passo indietro: qual è la storia di Naturalia Bau? R. Inizia nel 1991, quando tre soci fondarono la ditta Naturalia. Ciascun socio si occupava di un campo specifico, a partire da quello alimentare, con un negozio a Merano. Poi, un altro nella gestione dei mulini per la macinazione del grano e, infine, uno per i prodotti di bioedilizia. Mentre le prime due attività si sono radicate esclusivamente sul territorio meranese e i dintorni, quella della bioedilizia G i u g n o
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bioCasa NaturaWall, pannello intonacabile in fibra di legno. A destra, posa-soluzione NaturaWall
D. Per esempio? R. Per il tetto, abbiniamo l’isolante in fibra di legno, canapa o cellulosa alle guaine per la tenuta all’aria e al vento, che sono sintetiche. Puntiamo sempre a offrire la soluzione completa, così il progettista ha la garanzia sulla tenuta e sulla bontà del sistema, testimoniata dalle relative stratigrafie che indicano i valori di efficienza sotto il profilo acustico, termico e igronometrico. Grazie a esse, offriamo la garanzia sui sistemi che, a seconda della scelta, va dai 10 anni a tempo illimitato. Siamo molto preparati anche sotto l’aspetto dei Cam, indispensabile per accedere ai bonus fiscali. D. Quali sono i prodotti che stanno crescendo di più? Ci sono, invece, delle tipologie di prodotto in calo? R. Vendiamo tantissimi isolanti in fibra di legno, come NaturaTherm per il tetto o NaturaWall per la parete. Cerchiamo di spingere sempre di più sui sistemi per interno perché non è sempre possibile o conveniente eseguire un cappotto esterno. Offriamo soluzioni naturali per tre principali ambiti: il tetto, l’isolamento esterno e, appunto, l’isolamento interno, tutte certificate dal punto di vista delle prestazioni e della durabilità da un ente terzo italiano, BioSafe. Le soluzioni per l’interno comprendono anche l’intonaco in calce o argilla e le pitture. Forse, il sistema-tetto è l’elemento un po’ in calo, perché c’è sempre più concorrenza. D. Avete introdotto qualche novità di prodotto recentemente? R. Puntiamo sempre di più sulle soluzioni per il rinforzo strutturale dei solai, in particolare dei massetti a secco, con un prodotto a base di scaglie di legno mineralizzate, CemWood CW2000. In passato, i massetti a secco per la costruzione dei solai sono stati largamente utilizzati, perché offrono il vantaggio di non dover portare acqua
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in cantiere. Però tutti questi massetti a secco, o quasi tutti, hanno avuto il problema del cedimento e ciò lo si può notare semplicemente osservando lo spazio che crea tra i battiscopa e la parete. Per risolvere questa problematica, proponiamo un prodotto a base di una materia rinnovabile, cioè il legno, che è stato trattato con materia minerale. Sempre un prodotto a secco, dunque, ma che non comporta problemi di cedimento. D. Come si compone la vostra clientela? R. Abbiamo un canale di vendita che si rivolge principalmente alle rívendite, imprese e agli artigiani e, in misura minore, al privato. Poi ci rivolgiamo ai progettisti, tramite un canale apposito di informazione. D. Quali zone geografiche servite e come gestite la logistica? R. Abbiamo due depositi, uno situato a Merano e l’altro a Verona, che serve sia da magazzino che da polo logistico. Attualmente, l’80% del nostro fatturato viene prodotto da attività fuori regione, di cui il 70% al nord e il restante 30% nel centro-sud Italia. D. Quali servizi offrite ai vostri clienti? R. Abbiamo un catalogo chiamato Guida alla Bioedilizia, che si distingue per la ricchezza dei contenuti, sia per le informazioni di base che per i dettagli prestazionali di ogni soluzione. Contiene, infatti, tutti i valori di comportamento - al freddo, al caldo, igronometrico, le emissioni, i Cam, eccetera – dei nostri prodotti e sistemi. Insomma, un supporto pratico per il progettista che può trovare tutte le informazioni su un unico riferimento. Una novità di questi giorni è che abbiamo reso disponibile la guida in versione digitale, ottimizzata per la consultazione online. Poi, organizziamo tantissimi corsi di informazione e formazione per i professionisti, progettisti o artigiani, con un numero di presenze all’anno che si G i u g n o
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disfacente; quest’anno ci aspettavamo invece un’ottima annata, le previsioni erano molto positive. D. Che cosa prevedete per il settore delle costruzioni, in Italia, nel breve-medio termine? R. Noi prevediamo un anno molto diff icile per l’edilizia in Italia. Per costruire e ristrutturare, i privati hanno bisogno di sicurezza, che invece manca a livello politico: di anno in anno non è possibile sapere se i bonus verranno mantenuti. L’edilizia in Europa è in crescita, l’Italia invece è sempre più lenta e a mio avviso sarebbe indispensabile disporre riforme che facilitino il settore delle costruzioni. D. È cambiata nel tempo la sensibilità verso i prodotti naturali per le costruzioni? R. Notiamo una maggiore sensibilità verso le soluzioni di bioedilizia al Nord Italia. Si parla molto di più di sostenibilità e di bioedilizia, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo, a mio avviso, una grossa mancanza di conoscenza da parte degli utenti finali. La parola sostenibilità è quasi onnipresente, ma talvolta utilizzata con eccessiva leggerezza e con poca aderenza alla realtà dei fatti. D. Quindi, che cosa significa sostenibilità, per Naturalia Bau? R. Per noi, la sostenibilità consiste nel restituire all’ambiente ciò che noi attingiamo da esso, senza indebitarci con l’ecosistema. Ciò è possibile scegliendo materiali rinnovabili e realizzati con un ciclo produttivo anch’esso sostenibile, quindi alimentato da energia non aggira tra le 8mila e 10mila. A causa del covid-19 abbiamo dovuto proveniente dalla combustione di fonti fossili. Senza dimenticarsi interrompere questa attività in presenza ma la stiamo proseguendell’aspetto legato al ciclo di vita dei prodotti. Infine, la sostenido tramite webinar, con una media di due bilità riguarda anche l’aspetto della salute di chi sarà a contatto con i materiali. Una incontri alla settimana, seguiti da 200-300 delle maggiori difficoltà della bioedilizia, professionisti ciascuno. Infine, facciamo ecommerce per alcuni prodotti. in effetti, è che bisogna toccare una granD. Quali strategie di marketing e comude vastità di temi e quindi è difficile farla nicazione utilizzate? comprendere a chi non la conosce, perché R. La formazione è il nostro pilastro più richiede uno sforzo di informazione e di importante, per comunicare e farci conoscere comprensione non indifferente. dai nostri clienti e potenziali clienti. Siamo D. Quali iniziative si potrebbero intrapresenti sui social con la nostra pagina Faprendere per far fronte a questa difficoltà? cebook, anche se non è facile o immediato R. Investire, a livello statale, sulle scuole costruire una presenza di valore sui social edili che in Italia sono carenti per la formedia. Poi, siamo sempre stati presenti alla mazione di tante figure. Sarebbe invece fiera Klimahause con il nostro stand, dal importante professionalizzare per avere grande impatto visivo, che ci ha permesuna maggiore garanzia sulla qualità del so di ricevere molti riconoscimenti. Anche costruito. Ciò consentirebbe anche di guadagnare maggior fiducia da parte dei se in futuro sarà tutto da vedere, perché il covid-19 sta rivoluzionando il modo di lavocommittenti, indispensabile per sensibilizrare di interi settori e quindi siamo attenti zarli sull’importanza di realizzare edifici a quelle che saranno le migliori strategie di migliore qualità e, di conseguenza, più per il futuro. In ogni caso, affianchiamo il sostenibili. Anche la figura del progettista dovrebbe essere più tenuta in consideramarketing digitale a quello tradizionale. Yosima, l’intonachino D. Come è andato il 2019 e che cosa vi zione perché potrebbe promuovere questo design in argilla in 146 colori della terra aspettavate dal 2020, prima dell’inizio cambiamento. Infine, sensibilizzare non dell’emergenza covid-19? solo chi costruisce ma anche chi acquista, R. Il 2019 è stato un anno difficile ma sodovvero l’utente finale. G i u g n o
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Tanto design ma sostenibile
QUARTARELLA UN TOCCO FLOREALE PER CAMBIARE ANDALBAGNI L'ARTE DI MIXARE I MATERIALI ORSOLINI DIPINGERE CON LA LUCE G i u g n o
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I TREND SEGRETI DEL LOCALE PIÙ PRIVATO
È, forse, l'ambiente domestico che amano di più i rivenditori di materiali. Non perché in bagno ci passino più tempo di altri, ma perché il locale più privato della casa alimenta un business in costante crescita. Secondo i più recenti dati elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo, l’arredobagno in Italia vale 2,7 miliardi di euro. Nel 2019 la produzione di arredobagno per il mercato interno ha visto una crescita del 3% e anche l’export veleggia bene, visto che le imprese italiane vendono all’estero per il 47% del fatturato. Un dato incoraggiante, coronavirus permettendo, se si pensa che nel 2016 il mercato dell’arredo bagno e del wellness in Europa ha raggiunto gli 11 miliardi di giro d’affari. Un aspetto meno positivo è che tra le grandi aziende del settore l’Italia è sottorapresentata. I primi gruppi, infatti, sono Roca, Grohe, Geberit, Porcelanosa, Hansgrohe, Villeroy & Boch, Ideal Standard e Duravit,
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che nel periodo 2013-2016 hanno generato circa il 60% della produzione europea. Ma, più in generale, il bagno si è trasformato da locale di servizio a spazio benessere, dove il comfort e il design sono gli aspetti che gli italiani mettono in primo piano. Un’altra ricerca di Assobagno, non a caso, ha messo in evidenza che il design è considerato il primo fattore strategico per la crescita dalle aziende del settore, seguito dal risparmio idrico/energetico, dalla realizzazione di prodotti green con impatto ambientale ridotto, dall’innovazione tecnologica, da prodotti sicuri nell’utilizzo, facili da pulire e multifunzione. Eh, sì, perché accanto al fattore forma, si fa prepotentemente strada anche il concetto di risparmio e di sostenibilità. Meno consumi, meno sprechi: il bello è più bello se è anche buono.
di Franco Saro
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Contrasti al quadrato A Gravina in Puglia (Bari) un piccolo bagno quadrangolare ha subito una radicale trasformazione grazie a una nuova gestione delle diverse funzionalità, con l’aggiunta di un tocco di design e di pareti con superfici in stile floreale
di Veronica Monaco
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Il bagno dell'abitazione di Gravina in Puglia (Bari) ristrutturato dall'architetto Maddalena Grillo
l bagno è uno degli ambienti della casa più interessati da lavori di ristrutturazione. E, in alcuni casi, accanto a ceramiche, accessori e disposizione dei volumi, a caratterizzare l’aspetto di un locale considerato un tempo di servizio può concorrere anche la decorazione delle pareti. Colore, luce e design, insomma, sono risorse che possono modificare significativamente la percezione di un ambiente se utilizzate con accortezza. IL PROGETTO «Ristrutturare il bagno significa aggiungere nuove funzionalità, nuova estetica e nuovo stile a un luogo che oggi riveste grande importanza nella nostra casa», commenta l’architetto Maddalena Grillo, che di recente è intervenuta in un’abitazione privata di Gravina in Puglia, in provincia di Bari, per dare un nuovo look a un vecchio bagno.
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La progettista L'architetto Maddalena Grillo, che ha firmato il progetto dell'abitazione a Gravina in Puglia, dal 2005 si occupa di progettazione architettonica, efficienza energetica degli edifici, ristrutturazione edilizia, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, direzione lavori, certificazione energetica, certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici, progettazione di interni, design di mobili.
BIGMAT QUARTARELLA, L’ECCELLENZA DI ALTAMURA La ristrutturazione del bagno dell'alloggio di Gravina in Puglia, mostrato in queste pagine, è stata ottenuta con la consulenza e i materiali del Centro Edile Quartarella di Altamura (Bari). Inaugurata nel 2010 all’ingresso di Altamura sulla strada statale 99 che conduce a Matera, la struttura dell’azienda è divisa in ambienti interni ed esterni che si estendono su un’area di 3000 metri quadri. Quartarella rappresenta una significativa realtà espositiva, espressione di eccellenza nel settore retail del living intimo e del benessere abitativo.
«Cambiare la disposizione planimetrica e la posizione dei sanitari ci ha consentito di trasformare un semplice spazio, che in questo caso era quadrato, in un ambiente diviso per funzioni, in cui si aprono scenari e prospettive differenti: spazio doccia, spazio lavabo, spazio sanitari. La carta Glamora applicata nella doccia e sul muro del mobile lavabo, con motivi floreali macro dai toni caldi e avvolgenti, in contrasto con il freddo candore del rivestimento in gres Mirage di grande formato (120x278 centimetri) ha reso lo stile ricercato ed elegante». Altro elemento che è stato fondamentale per completare il progetto è la luce: «La luminosità evidenzia ogni dettaglio: i volumi del controsoffitto, le sfumature della carta, la lucentezza del rivestimento e il colore, che si esalta e prende corpo nel mobile lavabo azzurro». A questi aspetti si aggiungono dettagli come lo specchio perfettamente circolare e superfici translucide del vano doccia, che aumentano il movimento dello spazio, piuttosto limitato, che è riservato al locale bagno. G i u g n o
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Casa Quel mix è chic Tradizione e modernità combinate assieme con materiali diversi per dare un tocco esclusivo all’ambiente del bagno: con il parquet, colore rovere naturalizzato, utilizzato sia come pavimento sia come rivestimento, per dare l’illusione di avere uno spazio più ampio. E piastrelle bianche assieme al marmo di Franco Saro
L'ambiente bagno curato da Andalbagni
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biettivo di questo progetto di Andalbagni è combinare tradizione e modernità in un ambiente contemporaneo e sofisticato. La parola d’ordine in questo ambiente è, infatti, accostamento: è la ricerca di materiali che si intrecciano tra di loro senza mai fondersi completamente. L’idea vincente è stata quella di combinare materiali diversi che dessero un tocco esclusivo all’ambiente: per ottenere continuità con il resto dell’appartamento, si entra nel bagno con un elemento classico e caldo come quello del parquet, colore rovere naturalizzato, utilizzato
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sia come pavimento sia come rivestimento, per dare l’illusione di avere uno spazio più ampio. Ci si stacca poi in maniera netta, attraverso la creazione di una seconda sezione, rivestita interamente da un decoro di gres porcellanato effetto cemento, incrociato con delle tessere di marmo, dove si poggiano sanitari e doccia. Infine, uno stacco contemporaneo e chic viene dato dall’uso della piastrella materica bianca, attraverso una parete tridimensionale su cui è appoggiato un mobile dai toni neutri e moderni, con una forte presenza di grigio e bianco. Il marmo come base del mobile è un richiamo alla texture del pavimento/rivestimento che completa l’insieme. G i u g n o
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ANDALBAGNI LIVINGMADE CONSULENZA E DESIGN Dagli anni Settanta Andalbagni, che fa parte del gruppo Made, opera nel settore dei rivestimenti, pavimenti e arredo bagno. La riqualificazione del bagno nelle immagini è stata curata personalmente dal titolare, Mirko Andali (nella foto). Lâ&#x20AC;&#x2122;azienda, che ha sede a Foresta di Petilia Policastro (Crotone), grazie a un team di esperti del settore offre anche un servizio di consulenza, dalla progettazione fino alla realizzazione della casa.
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Casa Tocco di classe con Ornamenta di Franco Saro
Sara Cimarelli e Giorgio Opolka, titolari dello studio Archifacturing, assieme a Orsolini hanno optato anche in bagno per il parquet presente negli altri ambienti. Ph: Giulio dâ&#x20AC;&#x2122;Adamo
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In un bagno a Roma lo studio Archifacturing, assieme al rivenditore Orsolini, hanno optato per le ceramiche della collezione Miseria e NobiltĂ , accanto al pavimento in rovere spazzolato, presente anche negli altri ambienti. Rivestimento geometrico nella zona dei sanitari per il locale di servizio
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nche il bagno deve sempre essere progettato con uno stile chiaro e definito, senza essere trascurato o stilisticamente composto senza uno studio preciso. Che si tratti di un piccolo ambiente o di una ampia sala da bagno, infatti, questo importante spazio va studiato attentamente e non soltanto nelle parti tecniche (impianti), ma anche nelle finiture e negli arredi di complemento, valutando bene gusti, costi, materiali e colori da utilizzare. Seguendo questo principio, lâ&#x20AC;&#x2122;innovativa ceramica di Ornamenta proposta da Orsolini ha trovato fin da subito un entusiastico consenso da parte dei progettisti dello studio Archifacturing per il lavoro in questa abitazione romana. G i u g n o
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UNO STUDIO PER DUE Lo studio Archifacturing nasce a Roma nel 2009 dalla fusione delle attività degli architetti Sara Cimarelli e Giorgio Opolka (nella foto). Si occupa di progettazione di architettura e design con un alto standard qualitativo di progetto, di presentazione e di esecuzione, sempre aggiornato nella ricerca di nuovi materiali, soluzioni per il risparmio energetico e tecniche costruttive. Segue le tendenze del design con particolare attenzione a tutto ciò che riguarda gli elementi d'arredo e decorativi. I progetti e le opere realizzate spaziano dal residenziale,con nuove costruzioni o ristrutturazioni, al commerciale, fino alla progettazione al dettaglio dell’interior design.
L’illuminazione dell’intera abitazione П è stata studiata accuratamente e nei dettagli, scegliendo ove possibile elementi tecnici e integrati, come nel bagno principale, nell’ingresso e nelle zone living Ph: Giulio d’Adamo
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L’utilizzo del fondo monocolore e del relativo decoro (collezione Miseria e Nobiltà di ceramica Ornamenta) dall’effetto cartone affiancato a una pavimentazione, la stessa del resto dell’appartamento, in parquet di rovere spazzolato oliato di Original Parquet, rende il bagno un ambiente funzionale e bello. Non da meno il secondo bagno dello stesso appartamento, dove è stato scelto un rivestimento geometrico nella zona dei sanitari, che si riflette nel grande specchio che occupa tutta la parete di fronte, dando una sensazione di continuità e di ingrandimento di tutto l’ambiente.
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La nuova carta da parati WallPepper® Flower della collezione Ambiente 2020. A sinistra, WallPepper® Silent Landscape
CON PONTE GIULIO SOLO IL MASSIMO
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on la collezione Solo, Ponte Giulio va oltre la proposta di semplici maniglie di sicurezza, grazie a una serie di ausili evoluti in grado di offrire il vantaggio di essere allacciati a un’adduzione idraulica per il trasporto dell’acqua. Fabbricato in Italia e progettato per chi vuole un design ancor più minimale, il sistema doccia intelligente Solo nella nuova versione saliscendi slim in acciaio inossidabile, con un diametro di soli 20 millimetri, ha una resistenza certificata alla trazione sino a 100 chilogrammi. La maniglia orizzontale, invece, ha un diametro di 32 millimetri e una resistenza fino a 150 chilogrammi, così come il pratico poggiapiedi. Ponte Giulio è l’unica realtà produttiva in grado di realizzare colonne e set doccia che garantiscono una resistenza alla trazione certificata sino 150 chilogrammi.
TEMPERATURA OK Grazie a un innovativo sistema di canalizzazione che mantiene sempre la temperatura desiderata, il corpo della colonna e il miscelatore rimangono freddi, anche in presenza di acqua molto calda, evitando spiacevoli scottature al tatto e spreco di acqua. L’originale gestione dell’ingresso dell’acqua, che utilizza indistintamente uno dei due sistemi flangia di cui sono munite le colonne e i set, consente inoltre l’installazione sia in nuove configurazioni sia in sostituzione di vecchi prodotti. Il sistema doccia Solo è resistente alla corrosione, non contiene piombo e non rilascia nickel, la sua ricettività batterica è ridotta al minimo e la rimozione delle impurità è facilissima.
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La doccia della collezione Solo di Ponte Giulio
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La nuova carta da parati WallPepper® Flower della collezione Ambiente 2020. A sinistra, WallPepper® Silent Landscape
IL TELAIO NASCOSTO FA LUCE
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uce di Eclisse è il primo controtelaio che consente l’inserimento, nella stessa parete nella quale è alloggiato, di punti luce, termostati, interruttori. Una soluzione innovativa che permette di installare una porta scorrevole anche in ambienti difficili come i bagni, dove spesso si deve ricorrere a soluzioni salvaspazio. Grazie al sistema brevettato Luce, la parete nella quale è alloggiato il controtelaio diventa disponibile anche per l’illuminazione a tutto vantaggio di funzionalità ed estetica, e di una maggiore libertà di arredo. Nella versione Luce Unico, le scatole elettriche possono essere fino a cinque per lato; nella versione Luce Estensione invece, pensata per due ante speculari, è possibile predisporre una sola anta o entrambe, arrivando fino a un massimo di venti scatole elettriche. Sul controtelaio Eclisse Luce si possono installare pannelli per porte scorrevoli standard oppure i pannelli porta della gamma Eclisse. Il controtelaio è disponibile con larghezze che variano da 600 a 1.300 millimetri e altezze da 1000 a 2.600 millimetri (misure intermedie di 50 millimetri).
Con Luce di Eclisse la parete nella quale è alloggiato il controtelaio diventa disponibile anche per l’illuminazione,a vantaggio di funzionalità ed estetica
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LUXURY GOODS 1 1. Seven di Nobili Rubinetterie, disegnata da
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Meneghello Paolelli Associati, è una collezione di miscelatori dalla linea maschile, squadrata, rigorosa, che rimanda all’estetica dei prodotti realizzati da barra. Le superfici esterne sono raccordate da superfici inferiori morbide, capaci di alleggerire il corpo, ammorbidendolo e rendendolo contemporaneo. 2. La collezione Hi-Fi di Gessi trasferisce gli stilemi di un impianto stereo analogico al sistema di selezione di funzioni, portata e al mixer termostatico della doccia, dando vita a un raffinato complemento d’arredo fondato su minimalismo e funzionalità. 3. Con Rose Gold, anche nelle declinazioni Brushed e Frosted, la rubinetteria diventa espressione di composizioni raffinate ed eleganti. Rose Gold fa parte delle sei nuove finiture introdotte da Ritmonio nelle sue Finishes Selection insieme a bronzo scuro spazzolato, cromo nero satinato e champagne satinato. 4. Una collezione di lavabi in vetro di murano e terracotta per K20 di Karol che restituisce pezzi unici grazie all’alta artigianalità e conoscenza della materia. La forma è stata volutamente mantenuta pura e minimalista, per non inquinare le sensazioni date dall’incontro di questi due materiali. 5. I box doccia della Collection 3C di Duscholux con porte scorrevoli si adattano a qualunque ambiente, anche in nicchie e spazi preesistenti con montaggio angolare o walk-in. La soluzione è priva di profili superiori, quindi non è necessario un montante di scorrimento superiore, mentre i sottili profili laterali a parete garantiscono discrezione e luminosità. 6. I toni del verde apportano un senso di maggiore relax al bagno e possono fondersi con
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6 rubinetti neri, lavandini bianchi o lampade a LED. Una delle collezioni ceramiche progettate con questo colore è White & Colours di Porcelanosa, le cui tre serie (Málaga, Sevilla e Ronda) hanno varie tonalità di verde (Green e Mint) che evocano la natura aumentando la luminosità delle pareti. 7. Flair presenta Eto Infold, il box premium rototraslante che consente di salvare spazio prezioso in bagno. La porta, dotata di un minimo sistema di collegamento magnetico, è di facile apertura, mentre un robusto braccio di connessione in acciaio inox si fonde direttamente nel vetro.Tutti i dettagli meccanici sono abilmente nascosti per un’estetica minimalista. 8. Una linea modulare per arredare la lavanderia di casa senza rinunciare all’estetica con gli elementi SmarTop di Colavene che integrano lavatoio, ripiani, cassetti, cesto portabiancheria e stendino estraibile. Lavatrice e asciugatrice trovano posto affiancate o incolonnate e possono rimanere a vista o essere nascoste da ante. 9. Planit abbatte le barriere dell’ambiente bagno e della progettazione con la parete incisa in Corian®. I pannelli, spessi pochi millimetri, sono realizzati attraverso una speciale tecnica di termo formatura tridimensionale e sono completamente personalizzabili con motivi a piacere e colori a scelta.Tra le novità c’è anche Opale, lavabo catino ampio dalla forma essenziale e lineare. 10. Bagno di Colore di Ceramica Globo, già disponibile in una vasta gamma di colori ceramici, si rinnova con sei nuove sorprendenti nuance - lime, senape, fard, mattone, smoke e bluette – offrendo inedite possibilità di caratterizzazione dell’ambiente bagno.
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LUXURY GOODS 11. Lo scintillante Midnight, il vellutato Blue Satin,
il luminoso Daylight o il cangiante Forest: quattro effetti satinati e brillanti per il lavabo Bettecraft disegnato da Tesseraux + Partner. La piletta di scarico può essere fornita (su richiesta) nello stesso colore del lavabo per un perfetto risultato estetico. 12. La serie Moderna di Gattoni Rubinetteria è semplice ma elegante. Il design pulito è esaltato dalla raffinata godronatura che caratterizza le maniglie, ovvero dalla particolare trama a rete ottenuta attraverso una minuziosa lavorazione. L’utente può scegliere tra differenti tipi di leve, ognuna con la sua forma e la sua personalità. 13. Con Kyros Ceramica Cielo ha vinto l’Archiproducts Design Award 2019. Questo lavabo minimal dalla forma ovale mixa leggerezza e carattere, all’insegna della massima versatilità e personalizzazione (disponibile in 16 esclusive nuance). La profondità di circa 18 cm lo rende pratico come una piccola vasca, mentre il contenitore sottostante, sempre ovale, arricchisce e completa l’armonia del progetto. 14. Una colonna doccia che racchiude al suo interno tutti gli elementi necessari per un hammam. Steam 3 Plus di Grandform ha un generatore di vapore con tastiera di comando Touch integrato che permette un’installazione a semincasso nel muro e include tre idrogetti per il massaggio dorsale, cascata a lama, aromaterapia, cromoterapia e musica. 15. Che si tratti di piatti doccia a filo pavimento, con antiscivolo integrato per la massima sicurezza, o lavabi dalle forme e misure differenti, le soluzioni Kaldewei in acciaio smaltato sono una valida risorsa per la progettazione di bagni versatili e senza barriere d’ingresso, per ogni situazione. 16. Due nuovi
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concept per l’ambiente bagno firmati Scavolini, design by Vuesse: la collezione Tratto definita da gole e profili maniglia integrati disponibili nelle finiture ottone, bronzo, argento e in tutte le varianti laccate in tinta con l’anta, e Juno, caratterizzata dall’anta con presa maniglia a J che, con lo spessore di 22 mm, assicura ergonomia e semplicità agli arredi. 17. Code è il progetto modulare di Arbi Arredobagno che offre un altissimo livello di personalizzazione grazie all’ampia gamma di finiture, pensili, consolle, e complementi. Nella declinazione Code Mono, ad esempio, legno e alluminio si uniscono armoniosamente sviluppando progetti esclusivi caratterizzati da un’identità precisa. 18. Ispirata alle forme pure del cerchio, la collezione Giotto Plus di CeaDesign in acciaio inossidabile AISI316L è pensata per garantire estetica e funzionalità. La maniglia volutamente generosa ospita al suo interno la cartuccia miscelatrice. L’ampia gamma di prodotto è completata dalla collezione accessori dedicata, in cui la linea del cerchio si ripete più volte per enfatizzarne la perfezione. 19. Negro Marquina, Crema Marfil, Marrón Emperador, Carrara e Pietra Gris: il team di progettazione e disegno di Fiora ha selezionato una serie di marmi e pietre tradizionali che riflettono lo stile dell’azienda per realizzare piani lavabo e piani per mobili bagno in abbinamento al solid surface. 20. Jacuzzi presenta Arga 180, vasca dotata di infusore di sali integrato, cromoterapia e tecnologia Swirlpool: un lieve vortice d’acqua circonda tutto il corpo, dando vita ad un caldo abbraccio. Questo modello è installabile a parete, a incasso ad angolo o anche a centro stanza, per adattarsi ad ogni spazio e ambiente.
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ZAPPING DA INTERNORM DOPPIA FINESTRA IN LEGNO-ALLUMINIO
ma di colori Ral. All’interno del profilo, tra il legno e il guscio di alluminio, una schiuma termica altamente termoisolante garantisce anche un eccellente isolamento termico. La finestra composita in legno-alluminio HV 450 può essere combinata con tutte le finestre in Pvc/alluminio e legno/alluminio di Internorm ed è disponibile in due diversi stili di design.
WÜRTH STORE A ODERZO
Internorm presenta la doppia finestra in legno-alluminio HV 450 che combina i vantaggi della nuova tecnologia I-tec Core con quelli della tecnologia I-tec Oscuramento, entrambe esclusive dell’azienda. HV 450 offre una struttura di grande rigidità, in grado di sostenere grandi superfici vetrate con alte performance in stabilità, e l’oscurante integrato all’interno del serramento, per una maggiore protezione dal vento e dalle intemperie. Grazie al modulo fotovoltaico, il sistema I-tec Oscuramento permette di regolare a distanza il passaggio di luce senza fili e consumi elettrici, sia attraverso telecomando che tramite la app I-tec SmartWindow, da tablet e smartphone. Le pregiate essenze in legno, provenienti da forestazione sostenibile, sono protette dagli agenti atmosferici grazie al guscio in alluminio all’esterno della finestra, che è realizzabile in una vasta gam-
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CON IL CLAIM BACK TO WORK, RIPARTIAMO INSIEME, HA APERTO IN VIA SORDELLO 10 A ODERZO (TREVISO) IL WÜRTH STORE, UN NUOVO NEGOZIO PER SUPPORTARE GLI ARTIGIANI E LE PICCOLE MEDIE IMPRESE LOCALI NELLA FASE 2 POST-COVID. SU UN’AREA DI 900 MQ È POSSIBILE TROVARE OLTRE 5000 PRODOTTI IN ASSORTIMENTO TRA ARTICOLI DI FERRAMENTA, PER ELETTRICISTI ED IDRAULICI, ARTICOLI PER GLI EDILI, I FALEGNAMI, I CARPENTIERI ED I PROFESSIONISTI DELL’AUTOMOTIVE E DEL CARGO. IL NEGOZIO OFFRE UTENSILI ELETTRICI, A MANO, PRODOTTI CHIMICI TECNICI, VITI, RONDELLE, BULLONI, TASSELLI, ATTREZZATURA ED ABBIGLIAMENTO
DA LAVORO E MOLTO ALTRO ANCORA. LEADER MONDIALE NELLA DISTRIBUZIONE DI PRODOTTI E SISTEMI PER IL FISSAGGIO ED IL MONTAGGIO, WÜRTH HA VOLUTO SUPPORTARE LA RIAPERTURA DELLE ATTIVITÀ DEI SUOI CLIENTI ANCHE CON UN PACCHETTO DI SERVIZI E PROMOZIONI ESCLUSIVE FINO AL 31 LUGLIO 2020, OLTRE AL SERVIZIO CLICK AND COLLECT E LA POSSIBILITÀ DI ORDINARE I DISPOSITIVI PER LA SICUREZZA INDIVIDUALE E PER LA SANIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI. IL WÜRTH STORE, DI ODERZO È APERTO DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 8.30 ALLE 12.30 E DALLE 14.30 ALLE 18.30.
PATIO ECODECKING, PAVIMENTO MODULARE DA UNILIN ITALIA Unilin Italia presenta la pavimentazione da esterno Patio EcoDecking, un sistema modulare per esterni in doghe, privo di manutenzione ed ecosostenibile, perfetto anche a bordo piscina. I listoni sono realizzati in Bpc, un mix di resine ecologiche e fibra di bambù, una pianta infestante a crescita spontanea. Il materiale è studiato per rimanere inalterato nel tempo, senza richiedere verniciature, oliature e altri interventi che normalmente vengono richieste dai decking in legno. Il composito non marcisce e sopporta temperature da -40 a +60 gradi, salsedine, sabbia e l’usura nel tempo. Resistente e leggero, si posa su magatelli, realizzati nello stesso materiale o in alluminio, utilizzando le clip in Pvc o acciaio. Patio EcoDecking è una soluzione performante per rinnovare con personalità e stile gli spazi all’aperto e sfruttare il bonus verde del 36% sulle spese sostenute per la realizzazione o sistemazione G i u g n o
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NI DI CUCINA IN CERAMICA, TAVOLI, PAVIMENTAZIONI IN CERAMICA, SCRIVANIE. ENTRAMBI I PRODOTTI SONO DISPONIBILI NELLE MIGLIORI RIVENDITE DI MATERIALI EDILI.
MAXMEYER, I COLORI DELLO SMART WORKING
di coperture a verde e di giardini pensili di aree scoperte private o condominiali.
MAPEI NEL MERCATO DEI SANIFICANTI DETERGENTI
Non sempre le nostre case sono adeguatamente attrezzate per potere ospitare uno spazio di lavoro, ma a volte basta qualche accorgimento cromatico per migliorare la situazione. Il Color Design Center di MaxMeyer, marchio di Cromology Italia, ha condotto uno studio specifico alla progettazione del colore degli spazi destinati allo smart working e all’home office. Per chi lavora con la creatività suggerisce la palette Riflessivo, dove il tono blu/azzurro è declinato nelle sue varianti di luminosità e di saturazione, dal celeste Marina al mezzo azzurro del Lake al carta da zucchero scuro del Grattacielo. Per lavori che richiedono
PER RISPONDERE ALLA CRESCENTE RICHIESTA DEL MERCATO DI SANIFICANTI DETERGENTI, MAPEI HA INTRODOTTO NEL SUO PORTAFOGLIO PRODOTTI MAPESEPT GEL E MAPESEPT LIQUID, DUE SOLUZIONI A BASE IDROALCOLICA AL 65%, PER DETERGERE E RIMUOVERE RAPIDAMENTE MANI E PICCOLE SUPERFICI SENZA BISOGNO DI RISCIACQUO. MAPESEPT LIQUID È INOLTRE INDICATO ANCHE PER IL TRATTAMENTO DI PICCOLE SUPERFICI DOMESTICHE E PROFESSIONALI RESISTENTI ALL’ALCOOL, COME PIA-
propone Solare nel quale il tono verde Bamboo stimola la fantasia, il tono arancio Melon il rigore mentale e il giallo Avocado un senso di calore e accoglienza. Vero e proprio sistema di decorazione e personalizzazione della casa, la gamma di pitture Home Color si compone di 36 diverse tonalità di colore, coordinabili sulla base di 12 differenti sfumature caratteriali. L’applicazione è facilitata dalla formula anti-goccia, anche in caso di applicazione del prodotto sul soffitto.
NUANCES, NUOVE CARTE DI WALLPEPPER WALLPEPPER PRESENTA NUANCES, LA NUOVA COLLEZIONE DI CARTE DA PARATI CHE PERSONALIZZA LO SPAZIO ATTRAVERSO DELICATI COLORI PASTELLO, MORBIDE TRAME ASTRATTE, DELICATE GEOMETRIE, AFFASCINANTI COMPOSIZIONI FLOREALI E SUGGESTIVI LUOGHI ACQUARELLATI. LE WALLPEPPER SONO SUPERFICI DECORATIVE DALLE INFINITE POSSIBILITÀ ESPRESSIVE E FUNZIONALI, SONO REALIZZATE SOLO CON MATERIALI NATURALI, ECO-COMPATIBILI, PRIVI DI PVC E CERTIFICATI, PER RISPONDERE A QUALSIASI ESIGENZA DECORATIVA.
precisione e metodicità sono invece indicate le tonalità pastello: nella palette Equilibrato il rosa Princess si contrappone al Salvia e prende forza con la presenza della tinta Savana, da inserire nel progetto cromatico con moderazione. Infine per gli smart worker che cercano stimoli e per spazi di studio e lavoro utilizzati anche da adolescenti, Max Meyer G i u g n o
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HIGH TECH
IL 5G SPIEGATO AI SINDACI Le fake news sono dure a morire. Una di queste riguarda i presunti pericoli del 5G. Per sfatare questo mito degli analfabeti digitali, scende in campo l’Anci. L’associazione dei Comuni italiani, infatti, ha pubblicato un vademecum destinato alle pubbliche amministrazioni locali, ma anche ai cittadini, per spiegare che cosa è, davvero, il 5G. Le fake news, in particolare sui social network mettono in correlazione il 5G e la diffusione del coronavirus (ci sarebbe da ridere). Ma, purtroppo, anche alcuni sindaci e amministratori comunali si sono convinti di questa bufala e hanno bloccato l’installazione delle nuove antenne. Di qui la decisione dell’Anci
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di realizzare la guida, utile a comprendere gli aspetti tecnologici e a fornire riferimenti adeguati in merito a studi e pronunciamenti istituzionali sul tema degli effetti dell’elettromagnetismo. Spoiler: l’Italia è il Paese con le leggi più restrittive e sicure per la salute a riguardo. I limiti associati alle frequenze maggiori (26 GHz), infatti, sono più alti proprio perché tali frequenze hanno una minore pericolosità. E il 5G è stato sottoposto al rispetto di norme di riferimento molto precise e rigorose. Il report 2019 dell’Istituto superiore di sanità (Emissioni elettromagnetiche del 5G e rischi per la salute), le linee guida dell’Icnirp e il pronunciamento della Commissione Ue sono lì a testimoniarlo.
SUPPLY CHAIN PIÙ INTERCONESSA La filiera della supply chain, cioè la catena che porta dalla produzione di un prodotto alla distribuzione, sarà sempre più autonoma e connessa. Lo indica lo studio di PwC intitolato
Ecosistemi connessi e autonomi della supply chain 2025. Il funzionamento della filiera, che è stato messo a dura prova dall’emergenza coronavirus, sarà diverso. Le aziende più avanzate faranno ampio uso della intelligenza artificiale e dell’analisi dei dati per avere catene di approvvigionamento più trasparenti e migliori processi decisionali. La logistica intelligente offre infatti molto spazio potenziale per il risparmio, secondo la ricerca. Che aggiunge il fatto che le filiere trasparenti aumentano la sostenibilità, l’attenzione al cliente e la qualità complessiva.
CORONAVIRUS E CYBERCRIMINE
C’è il pericolo coronavirus anche nei computer. O, meglio, aumentano i pericoli di cybercriminali che sfruttano il momento. Lo denuncia Kaspersky, azienda specializzata in sicurezza. Secondo la società di software, i truffatori online contattano aziende e privati offrendo la possibilità di richiedere sovvenzioni per la crisi provocata dalla pandemia. Obiettivo di alcune mail è portare l’utente a visitare determinati siti o aprire pericolosi allegati. In Brasile, ad esempio, i truffatori sostengono che il governo abbia abolito il pagamento delle bollette dell’elettricità per via della pandemia: basta «registrarsi online» utilizzando il collegamento indicato nel messaggio. Il link sembra a un sito governativo, ma ovviamente è solo un modo per convincere l’utente a scaricare un malware. Quindi, attenzione, alle offerte di aiuto. YO U T R A D E
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HAURATON – SIAMO MOLTO PIU‘ CHE UNA SEMPLICE CANALETTA Da oltre 60 anni offriamo ai nostri clienti in tutto il mondo prodotti eccezionali per il drenaggio, il trattamento e la dispersione delle acque meteoriche per ogni tipo di applicazione. Diamo il nostro meglio soprattutto quando si tratta di trovare soluzioni complesse e personalizzate in grado di soddisfare tutte le richieste e peculiarità dei progetti. Scegliere HAURATON significa prediligere qualità, efficienza ed affidabilità. Siamo molto più che una semplice canaletta!
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