LUCA MERCALLI COME HO COSTRUITO LA MIA CASA GREEN
KLIMAHOUSE LA VERSIONE DIGITALE PUNTA SULLA FORMAZIONE
SPECIALE RISANAMENTO LE NUOVE SOLUZIONI CHE APPROFITTANO DEI BONUS
Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.
DICEMBRE/GENNAIO 2021 - 115
ISSN 2532 - 5671
T E NDE N Z E E AT T UA L I TÀ DE L L A DIS T RIBUZ IONE E DIL E
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ANNO 14 - NUMERO 115 DICEMBRE / GENNAIO 2021
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Roberto Bolici, Marco Buschi, Federico Della Puppa, Ludovico Lucchi, Selene Maestri (fotografa), Daniele Menzio, Luca Mercalli, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Stefano Testa Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di
Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Giovanni Pietro Grazioli • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 120,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link www.virginiagambinoeditore.it/shop/abbonamenti oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento
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EDILIZIA E DISTRIBUZIONE NELL'ERA DEL SUPER BONUS DEL DIGITALE E DEL POST COVID giovedì 14 ottobre 2021 L’edilizia nell’era del superbonus. La distribuzione nell’era della omnicalità. Le costruzioni nell’era dei nuovi appalti. Quando la tempesta del coronavirus sarà finalmente terminata, si prevede alla fine di quest’anno, la filiera dell’edilizia si troverà ad affrontare un nuovo ciclo. Da una parte la sfida degli incentivi fiscali, che hanno rimesso in moto buona parte delle attività legate al costruire, dall’altra la necessità di una riorganizzazione che parte dalla filiera, passa per il negozio, transita sul web e arriva al cliente. Insomma, tanti stimoli, molte opportunità e anche parecchie domande. Perché nella moderna economia tutto si trasforma senza soluzione di continuità ed è necessaria una formazione permanente. Il XIV Convegno YouTrade, in programma giovedì 14 ottobre 2021, affronterà questi temi per offrire gli approfondimenti di esperti, con l’ausilio di una ricerca statistica condotta in esclusiva tra gli operatori del settore. Segnatevi l’appuntamento in agenda!
XIV Convegno Nazionale
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Sommario dicembre-gennaio Rubriche 13 Editoriale Perché i rivenditori diventano consulenti 16 Econauta Tasse improprie sugli scarti 16 Chiacchiere in cantiere Quei limiti che limitano il superbonus 17 L'avvocato Conti sequestrati, crediti recuperati 18 I fatti nostri Se il mercato lo decide il virus 20 Digital News
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Attualità 22 Incentivi Superbonus & C, ecco che cosa cambia 26 Klimahouse L'edilizia green diventa digitale 34 Luca Mercalli Come costruire una casa green Rivendite 38 Made - Croci In tempi difficili vince il network 44 Acquisizioni Shopping lombardo per Centroedile 48 Union of Villages Expo Lo showroom? È una vera casa 56 I ferri del mestiere Il catalogo non muore mai
Le novità di superbonus & dintorni
26 Il programma del Klimahouse in versione digital
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Tecniche e materiali per il risanamento acustico
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BioCasa 110 Formazione Come diventare esperti in Cam 114 117 118 120 124 128 132 136
Digital House In casa con gli Ott YouTrade Casa Finestre con vista innovazione Italiani alla finestra e il mercato va Cuneo E la luce fu San Francisco Bella vista sul Pacifico Monza Finestre in Classe A Francia Finestre top sul fienile Garda Panorama con il modulare
117 Le finestre si aprono sulle novità 2021
140 Luxury Goods in showroom 142 Zapping 144 Hi-tech D i c e m b r e / G e n n a i o
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Editoriale
Perché i rivenditori diventano consulenti
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I rivenditori di materiali edili sono sempre meno rivenditori di materiali edili. Sembra un paradosso, ma non lo è. D’altra parte, sono proprio loro a spiegare che, sì, vendono anche materiali per il mondo delle costruzioni, ma sono allo stesso tempo consulenti, esperti di logistica, distributori di accessori e articoli di arredamento. E, da ultimo, spesso sono anche punti vendita omnicanale. Tradotto: hanno iniziato a fare e-commerce. Giusto, quindi, considerare questo mondo della distribuzione sempre meno legato a un segmento di mercato a sé stante, e più a un canale distributivo integrato con il resto del mondo. L’aumento della percentuale di clienti che non proviene dal settore professionale sta lì a dimostrarlo. C’è, inoltre, un altro aspetto importante: la malefica pandemia ha accelerato il processo di integrazione tra le piattaforme e spinto quello della digitalizzazione. Probabilmente questo trend ci sarebbe stato comunque, ma avrebbe impiegato qualche mese in più. Il virus, però, ha costretto le imprese (e i clienti) ad accelerare i processi: ormai non si muove foglia che la Rete non voglia. C’è, poi, un altro aspetto al quale abbiamo già accennato, ma che vale la pena di ripetere: la dimensione lillipuziana delle imprese, inferiore rispetto a quella degli altri Paesi europei: sono proprio loro le vittime designate della distribuzione in formato digitale. Dato che, come abbiamo visto, i distributori di materiali edili sono sempre più assimilabili al mondo più generico del commercio, vale la pena di sottolineare come per i negozi in genere si assiste a chiusure a raffica (e il covid ha dato un’ulteriore spinta) di insegne, che sono spesso sostituite con altre in franchising, cioè catene distributive. I numeri: in Italia nel commercio al dettaglio nell’arco di sei anni sono state chiuse oltre 60 mila piccole aziende commerciali. In pratica, dal 2012 al 2018 è sparito il -10,7% della distribuzione. Senza contare quello che è avvenuto nei 12 mesi appena trascorsi. In compenso, il commercio elettronico nel periodo gennaioottobre 2020 ha visto una crescita del 32,3%. Ok, è anche l’effetto lockdown. Ma siamo sicuri che chi ha preso l’abitudine di farsi recapitare un acquisto a casa o direttamente in azienda sia pronto a rinunciare alla comodità? I dati indicano anche che lo shopping online coinvolge una larga fetta della popolazione: il 75,1%, secondo una recente indagine di Reputation Science, ha fatto acquisti sulle piattaforme digitali nel corso del 2020. I più affezionati al click & buy sono gli uomini dai 31 ai 60 anni, diplomati e laureati, che vivono nel Nord Italia. Ma ci sono anche quelli meno abili che si affidano a qualcuno più esperto (13,7%), come i più anziani, chi ha un basso titolo di studio e, spesso, risiede nel Centro-Sud, anche se non bisogna generalizzare. Però, attenzione: solo il 5,7% di chi fa acquisti online sarebbe indifferente alla chiusura dei negozi fisici. Quasi il 50% vuole, infatti, che le due modalità di acquisto continuino a coesistere. Chi compra online lo fa soprattutto per due motivi: perché è più veloce e si risparmia, non perché così risolve un problema. Insomma, il mondo del 2021, e degli anni a venire, sarà ancora costituito da una bipolarità per chi acquista: la rete per la scelta dei prodotti e dei servizi. Ma chi cerca un prodotto o servizio personalizzato si rivolgerà sempre al negozio fisico, che sarà sempre meno semplice distributore di oggetti e sempre più portatore di soluzioni. Ma, naturalmente, bisogna saperlo fare.
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IL MEGLIO PER
RIQUALIFICARE LA CASA Fiera del Condominio Sostenibile
Tre giorni di convegni, consulenze gratuite e soluzioni innovative per gestire e riqualificare la casa nel segno della sostenibilità. In più, il 16 ottobre, Festa dei Sapori a km zero. Per informazioni e per prenotare il tuo ingresso gratuito: www.fieradelcondominio.com La fiera sarà organizzata per la partecipazione virtuale e in presenza in modo che, se non sarà possibile visitarla, si potrà interagire virtualmente Crediti formativi in definizione
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Verona Palaexpo da giovedĂŹ 14 a sabato 16 ottobre 2021 ore 9,30
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Rubriche E C O N A U TA
Tasse improprie sugli scarti
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ome ben sa chi si occupa di edilizia (e legge abitualmente YouTrade), lo smaltimento di materiali e rifiuti è un problema serio. A maggior ragione in un’ottica di economia circolare, nella quale gli scarti diventano elementi da riutilizzare e non da distruggere. Ma come stanno le cose in Italia? Per incentivare un processo virtuoso, anni fa sono state introdotte le imposte destinate al risanamento dell’ambiente. Nel 2018, per esempio, questa tipologia di tassazione ha fornito un gettito di 57,8 miliardi di euro. In queste tasse ambientali c’è di tutto: 46,3 miliardi, per esempio, derivano da imposte sull’energia (oli minerali e derivati, elettricità, oneri di sistema delle fonti rinnovabili), mentre 10,9 miliardi sono addebitabili ai trasporti (il bollo) e solo i rimanenti 0,6 miliardi da imposte sull’inquinamento (emissioni atmosferiche o sui reflui e gestione dei rifiuti). Insomma, paghiamo parecchio: secondo una recente analisi, l’incidenza sul totale di imposte e contributi sociali è pari al 7,8%, ed è una media superiore a quella degli altri Paesi europei, che si aggira sul 6%. Tutti gli altri grandi componenti dell’area europea versano meno: in Gran Bretagna il 7%, in Spagna il 5,3%, in Francia si scende al 5,1% e la Germania fa ancora peggio: 4,5%. Sempre secondo questa analisi, se
si potesse assicurare a scopi di prevenzione e tutela dell’ambiente solo il 5% del totale si arriverebbe a un valore di circa cinque volte superiore a quello attuale destinato allo stesso scopo. Lo Stato, insomma, potrebbe garantire 2,9 miliardi di euro per il miglioramento o la mitigazione dell’impatto ambientale. A distanza di 25 anni dalle legge che, nel 1995, ha introdotto l’ecotassa, l’Italia smaltisce in discarica ancora il 22% dei rifiuti urbani e con il gettito non è stato finanziato nessun impianto di riciclaggio o di recupero di energia dai rifiuti. Anche a causa, bisogna ricordarlo, dello stop imposto dai Comuni, che non vogliono ospitare impianti nel loro territorio. Insomma, una ragione in più per utilizzare i proventi dell’ecotassa per incentivare il riutilizzo dei materiali di scarto. Che era poi l’obiettivo iniziale dell’imposta. Federico Mombarone giornalista
CHIACCHIERE IN CANTIERE
Quei limiti che limitano il superbonus
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uperbonus del 110%. Ma a patto di usare materiali obsoleti. Non è proprio così, ma di sicuro il limite economico per i singoli interventi previsti dall’incentivo fiscale crea qualche problema. La legge, com’è noto, limita il prezzo della singola lavorazione. Per ottener il rimborso bisogna rispettare la congruità del prezzo, indicata da prezzari regionali o da quello Dei e, se proprio non si riesce, interviene l’analisi di un tecnico abilitato. A questo si aggiunge il limite di spesa massima agevolabile, che fissa un tetto al costo complessivo dell’intervento. Limite che, vale la pena di ricordarlo, comprende i costi di esecuzione, spese professionali, Iva e oneri accessori. Architetti e ingegneri esperti, però, si sono resi conto di un problema: gli elementi e i materiali innovativi hanno un costo più alto, anche offrono un risultato migliore e il loro utilizzo è limitato dal rischio di superare il tetto di spesa massima prevista. In sostanza, il committente si trova a pagare la differenza tra quanto stabilito nei prezzari e il costo effettivo dei nuovi materiali. E se questo gap potrebbe rivelarsi non esagerato per i lavori di un piccolo edificio, sui condomini più grandi la differenza rischia di diventare un ostacolo insuperabile. In ogni caso si perde l’incentivo del 110%, cioè di fare i lavori di riqualificazione a costo zero. L’ostacolo è stato sancito, d’altra parte, nero su bianco con la pubblicazione dei decreti del ministero dello Sviluppo economico. I decreti, infatti, hanno stabilito limiti di spesa più bassi (rispetto a quanto era intuibile dall’articolo 119 del decreto Rilancio di maggio). I decreti attuativi, infatti, hanno ridotto la capienza complessiva degli interventi trainati e, di conseguenza, hanno reso meno semplice il ricorso al superbonus. Il condominio che vuole utilizzare il superbonus, insomma, farà bene ad affiancarsi prima a un tecnico che sappia valutare bene costi e benefici degli interventi di consolidamento (per il sismabonus) o di riqualificazione. Franco Saro giornalista
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L’AV V O C ATO
Conti sequestrati, crediti recuperati
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razie alla procedura per l’ordinanza europea di sequestro conservativo, regolamentata dallo schema di decreto legislativo approvato in via definitiva il 18 ottobre dal Consiglio dei ministri, diventerà più semplice chiedere a un giudice di un Paese Ue di congelare, senza preavviso, i fondi di un conto bancario detenuto dal debitore in un altro Stato europeo, al fine di bloccare i debitori che movimentano, occultano o utilizzano i fondi. La procedura, attivabile in alternativa a quelle legali vigenti in ogni Paese Ue, potrà essere utilizzata solo per i casi transfrontalieri. Lo schema di decreto legislativo approvato mira ad adeguare l’ordinamento processuale italiano al Regolamento (Ue) n. 655/2014, che ha istituito una procedura per l’Ordinanza europea di sequestro conservativo (Oesc) su conti bancari per facilitare il recupero transfrontaliero dei crediti in materia civile e commerciale. Esperibile in alternativa alle procedure legali vigenti in ogni Paese Ue, la procedura per l’Oesc può essere utilizzata solo per i casi transfrontalieri, nei quali il giudice che esegue la procedura o il paese di domicilio
del creditore deve essere in uno Stato membro diverso da quello nel quale il conto è detenuto. La nuova procedura si applica ai crediti in materia civile e commerciale lasciando fuori diverse materie, come quella fiscale, doganale o amministrativa, sicurezza sociale, diritti patrimoniali derivanti da rapporti fra coniugi o relazioni comparabili al matrimonio, testamenti e successioni, crediti nei confronti di un debitore in relazione al quale siano state avviate procedure di fallimento, concordati e procedure affini. Questa procedura è esperibile sia prima dell’avvio del giudizio di merito sia durante lo stesso o dopo che il creditore ha ottenuto una decisione giudiziaria, una transazione giudiziaria o un atto pubblico che impongono al debitore un obbligo di pagamento. L’autorità giudiziaria competente è generalmente individuata in quella competente a statuire nel merito della pretesa. Qualora il debitore sia un consumatore, la competenza è dell’autorità giudiziaria dello Stato membro in cui lo stesso è domiciliato. In ogni caso il creditore deve produrre prove sufficienti per convincere l’autorità giudiziaria che sussiste un rischio concreto che giustifica il congelamento del conto bancario del debitore. Si tratta una procedura che, per essere efficace, si svolge senza preavvisare il debitore. Tuttavia, per controbilanciare l’assenza di una sua audizione preventiva, il debitore può opporsi all’Oesc non appena avuta notizia o costituire una garanzia a carico del creditore per eventuali danni. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu
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spektra.it
Precisione che spacca il millimetro
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Rubriche I FAT T I N O S T R I
Se il mercato lo decide il virus
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anno che ci siamo appena lasciati alle spalle non offre particolari spunti di felicità: il 2020 è e sarà un periodo da ricordare per il dolore che ha portato a un’infinità di famiglie, per lo spirito di sacrificio di gente che non ringrazieremo mai abbastanza, per la speranza che ha generato grazie ai prodigi della scienza, chiamata ancora una volta a trovare soluzioni nell’emergenza, quella vera. Nel nostro piccolo, generalmente parlando, non è andata male come si pensava in un primo momento. E ciò senza che il superbonus 110% abbia potuto manifestare i suoi ipotetici, straordinari effetti sull’economa di settore. Anzi, siamo riusciti anche a sopperire alle conseguenze per ora nefaste– per esempio il blocco dei lavori programmati e anche di quelli già iniziati - di questa misura fiscale puntando tutto sulle agevolazioni da tempo esistenti e sulla volontà/ necessità di migliorare la qualità della vita domestica dei cittadini, costretti fra le mura di casa dalle varietà cromatiche del lockdown. Il 2020 è stato un anno di crisi, inutile nasconderlo: chiusure di negozi, purtroppo in molti casi non solo temporanee (secondo i dati più recenti, 390 mila esercizi commerciali, in genere, hanno chiuso); cassa integrazione che integra per modo di dire, quando arriva; attività pesantemente ridimensionate e, soprattutto, pochissima voglia di rischiare investimenti. La congiuntura del nostro mercato la sta quindi definendo il virus. Ora c’è il vaccino e farlo tutti è un obbligo morale, prima ancora che sociale. La pandemia che sta pesantemente condizionando i fatturati della distribuzione edile, delle imprese e degli artigiani, così come delle aziende produttrici va affrontata con molta serietà e anche il settore dell’edilizia si deve proteggere per continuare a lavorare. Il mercato c’è, come ci confermano i rimbalzi anche sorprendenti delle vendite registrati dopo la prima ondata. Lavori da terminare, ma anche da iniziare. Ristrutturazione ma anche
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nuovo. Gli ultimi mesi dello scorso anno non sono stati molto incoraggianti. Forse la seconda ondata ci ha un po’ sorpresi, soprattutto per la sua “cattiveria”, ma è una attenuante che non regge, perché era stata ampiamente prevista, così come le ipotesi di una terza ondata sono tutto tranne che semplici ipotesi. Un’incognita per l’inizio del nuovo anno è sempre suggerita dall’evoluzione della pandemia. Per esempio, un privato che intende ristrutturare la sua casa può temere che gli operatori edili deputati ai lavori potrebbero anche essere positivi, magari asintomatici. Che cosa fa: prova loro la febbre
Un 2020 complicato, con molti bassi e pochi alti, che comunque ci sono stati. Un mercato bloccato forse più dal Superbonus che dalla pandemia che però va contrastata con decisione. La ripresa parte dalle precauzioni e dalla volontà comune di sconfiggere il male, perché non ci può essere rinascita senza la tutela della salute. Di tutti quando si presentano alla porta? Chiede di vedere i risultati del tampone? Leggevo questa mattina sul giornale che in Italia circolano liberamente circa 600 mila persone infette, che mediamente 12 o 13 tamponi sul cento sono positivi. Chi può
oggettivamente mettersi in casa operai (o qualsiasi altra persona) senza pensieri? Non bisogna drammatizzare, questo mai, ma la prudenza, più probabilmente la paura, può anche far decidere di rimandare l’inizio dei lavori o evitare di farli. Il covid è una variabile invadente in continua evoluzione. E riflettere sulle vicissitudini della distribuzione edile, come del resto di ogni altra attività, quando si ha a che fare con simili, fluttuanti interferenze esterne è più o meno impossibile. Così, oltre a una sempre maggiore professionalità, a una sostanziale attenzione alla tutela del credito, e alle mille attenzioni che la distribuzione edile deve mettere in pratica quotidianamente, oggi dobbiamo anche stare attenti a chi entra in rivendita. Cercando a tutti i costi di sdrammatizzare, se prima del covid ci spaventavamo se qualcuno entrava in negozio con una maschera sul volto, adesso inorridiamo se chi entra la maschera non ce l’ha. Basta un piccolo virus a cambiare il mondo? Sì, evidentemente. E anche la normalità oggi è diventata una variabile. Però noi dobbiamo essere pronti a tutto: cerchiamo di affrontare il nuovo anno con le attenzioni che ci vengono suggerite e mettiamoci in condizione di vivere una vita lavorativa più o meno normale. Oltre il virus c’è un mercato straordinariamente importante e il mio augurio è che la distribuzione edile possa continuare a essere un centro di attrazione all’interno della filiera delle costruzioni, seppure fra mille difficoltà. Non sono le prime, non saranno le ultime. di Roberto Anghinoni Giornalista D i c e m b r e / G e n n a i o
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Digital news da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it
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MADE SLITTA A NOVEMBRE Covid vs fiere. Il vincitore, per ora, si sa: è il virus che, inevitabilmente, costringe a modificare le date degli eventi in programma. Non fa eccezione il Made, che si sposta da marzo a novembre. L’appuntamento fieristico, hanno deciso gli organizzatori, si terrà dal 22 al 25 novembre 2021 a Fiera Milano (Rho), nella speranza che per allora siano superate le difficoltà dovute alla pandemia. Espositori, buyers e visitatori potranno vivere l’appuntamento fieristico sia in un formato fisico, sia in una versione digitale. (youtradeweb.com)
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Il superbonus del 110%, grazie a un inciso aggiunto al secondo comma dell’art. 119 d.l. Rilancio, si estende anche all’installazione di ascensori ed in generale agli interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche. Dal 30 dicembre scorso e fino al termine di fruizione del superbonus chi fa eseguire assieme ad uno degli interventi trainanti opere volte all’eliminazione delle barriere architettoniche (intervento trainato) beneficerà della detrazione del 110% anche per quest’opera. (casacondominio.net)
3 A FIRENZE NERVI IN MOSTRA A Firenze, la Manifattura Tabacchi in via delle Cascine apre al pubblico la mostra Pier Luigi Nervi Architettura come Sfida, progetto dell’Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project (Bruxelles) e Laboratorio Nervi Politecnico di Milano (Lecco), co-prodotto da Manifattura Tabacchi, in partenariato con Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. (youbuildweb.it)
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UNIFIX: non solo prodotti ma anche idee nuove per un mercato in continua evoluzione Nata oltre 40 anni fa, oggi Unifix è uno degli stakeholder nel mondo della Ferramenta Specializzata, delle Rivendite di Edilizia, delle Carpenterie Legno, della Grande Distribuzione, del settore Elettrico ed ITS. Ma è anche molto di più. Affrontiamo ogni giorno, con grande passione, le sfide che il mercato ci presenta, ma lo facciamo con lo sguardo sempre rivolto verso un mondo in continua evoluzione. Grazie ad una rete di vendita con oltre 80 consulenti sul territorio nazionale, Unifix è in grado di soddisfare le esigenze delle oltre 6.500 rivendite specializzate, attraverso soluzioni innovative e sorprendenti con l’obiettivo di sviluppare al massimo il business per i nostri parnter. Tu non lo sei ancora?
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ttualitĂ LE NUOVE REGOLE
SUPERBONUS & C
ECCO CHE COSA CAMBIA Scadenze allungate per gli incentivi fiscali introdotti o giĂ previsti. Ma non solo: la legge di Bilancio ha apportato anche modifiche per i tetti e aggiunto sgravi per ridurre i consumi degli impianti idrici
di Giuseppe Rossi
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1000 Il tetto di euro per il bonus rubinetti
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Attualità KLIMAHOUSE
L’EDILIZIA VERDE DIVENTA DIGITALE La grande manifestazione fieristica dedicata al costruire sostenibile quest’anno si svolge online (un centinaio le aziende presenti), ma non rinuncia alla sua carica innovativa e, soprattutto, formativa. Grazie a un intenso programma, anche per gli utenti privati
di Franco Saro
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mmobilizzati (dalle disposizioni sanitarie), ma non immobili: la fiera per antonomasia dedicata al costruire sostenibile, Klimahouse, nel 2021 si svolge in versione digitale. Ma non rinuncia al suo ruolo di catalizzatrice di idee, soluzioni, materiali e, per quanto possibile, di esperienze formative. Le occasioni non mancheranno. C’è anche un rovescio positivo della medaglia: «Il vantaggio di non doversi spostare e viaggiare», spiega a YouTrade Thomas Mur, direttore della Fiera di Bolzano. Domanda. Klimahouse quest’anno si svolge, per le note ragioni, sul web. Che cosa comporta e come sarà organizzata la tre giorni? Risposta. Klimahouse Digital Edition andrà in scena dal 27 al 29 gennaio: come si intuisce dal nome,
sarà un’edizione interamente digitale, che permetterà alla community di Klimahouse di arricchire le sue conoscenze e restare in contatto senza doversi mettere in viaggio. Un’opportunità di crescita che non sacrificherà il valore dei contenuti e proseguirà il percorso culturale di cui Klimahouse si fa portavoce da 16 anni. Rivolgendosi sia ai professionisti del settore sia ai privati, con il consueto impegno ambientale proiettato al futuro, Klimahouse Digital Edition offrirà un ampio ventaglio di eventi online con un puntale aggiornamento sulle tematiche più importanti sul fronte della sostenibilità in edilizia grazie alla collaborazione con autorevoli partner: dall’Agenzia CasaClima alle aziende leader di mercato, dal Noi Techpark all’Eurac Research, fino a Anit, Hhh Home, Health & Hi-Tech e alla FondaD i c e m b r e / G e n n a i o
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Thomas Mur, direttore della Fiera di Bolzano
zione Architettura Alto Adige, per citarne solo alcuni. Nel corso dei tre giorni sarà possibile assistere a 57 ore di live streaming con numerose conferenze, dibattiti tra esperti internazionali e award su due palchi virtuali: il tutto accessibile tramite l’acquisto di un unico digital pass. Centrale sarà l’innovazione applicata all’edilizia come elemento fondante per il rilancio della filiera, a cui si aggiungono tematiche di grande attualità e di interesse primario per il settore come il superbonus 110%, l’architettura sostenibile e la salubrità degli edifici, ben esemplificata nel claim «Costruire bene, vivere bene». D. Chi saranno i top speaker previsti sulla nuova piattaforma? R. Klimahouse Digital Edition vedrà la partecipazione di 150 speaker, nazionali e internazionaD i c e m b r e / G e n n a i o
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Attualità
Onda Z Klimahouse Foto Marco Parisi
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li, tutti esperti nelle diverse tematiche-chiave di quest’anno. A partire da Philomena Bluyssen, Professore Ordinario di Indoor Environment presso la Delft University of Technology (Olanda) e keynote speaker della prima mattinata del Klimahouse Congress, dedicata alla questione salute. Altri top speaker, sempre nell’ambito del Congress, saranno Benedetta Tagliabue, fondatrice dello studio Miralles Tagliabue e fresca vincitrice del prestigioso Prix des Femmes Architectes di Arvha e Michaela Wolf e Gerd Bergmeister, vincitori dell’ambito riconoscimento Architetto Italiano 2019 assegnato dal Cnapcc. Interverranno inoltre, per presentare i loro innovativi progetti, altri rinomati studi di architettura locali e nazionali, come Amdl Circle, guidato da Michele De Lucchi, uno fra i più noti architetti e designer italiani e Noa Network. Numerosi anche gli interventi dei tecnici, come Valeria Erba, presidente Anit. D. Il superbonus avrà un trattamento speciale? R. Sì, il superbonus sarà una delle tematiche portanti di Klimahouse Digital Edition: dopo il ciclo di webinar estivo di Klimahouse Connects, che ha riunito davanti agli schermi di tutta Italia centinaia di interessati, il provvedimento nazionale ritorna quindi a
far parlare di sé. Le questioni aperte sono d’altronde ancora molte ed è per questo che Klimahouse, in quanto piattaforma di riferimento per il settore, non si tira indietro e sfrutta appieno le potenzialità di questa edizione interamente digitale per puntare sulla formazione ad ampio raggio, grazie anche al supporto dei partner. Si parlerà di superbonus nella seconda giornata del Klimahouse Congress, organizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima, attraverso un convegno di 90 minuti che vedrà la partecipazione, oltre che di Benedetta Tagliabue, del direttore tecnico dell’Istituto per l’edilizia sociale altoatesino Ipes, Gianfranco Minotti, che interverrà sul progetto europeo Sinfonia, dove con tecniche innovative sono stati profondamente risanati diversi grandi condomini nella città di Bolzano. Chiuderà la giornata Mark Pichler, progettista e innovatore delle riqualificazioni energetiche con la presentazione di alcune delle più suggestive riqualificazioni locali. CasaClima proporrà inoltre due talk pomeridiani, con la partecipazione di Enea e dell’avvocato Emilio Sani, che permetteranno agli spettatori di porre domande dirette sugli aspetti tecnici e pratici del superbonus. In programma, inoltre, una tavola rotonda virtuale attorno alla tematica che vedrà la partecipazione di alcuni rappresentanti nazionali e locali del Cna, Comitato Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, e di lvh.apa, Confartigianato imprese. Un altro attore centrale sarà Anit, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico: due i seminari in programma sulla tematica, entrambi nella giornata del 28 gennaio e a cura dell’ingegner Giorgio Galbusera. D. È previsto anche un catalogo digitale di prodotti. Di che si tratta? R. Klimahouse Digital Edition mette al centro le aziende e le loro novità attraverso un unico spazio virtuale in grado di riunirle: il Klimahouse Marketplace. Al suo interno, in modo gratuito e accessibile a tutti, sarà possibile visionare il nuovo catalogo delle aziende e dei prodotti partecipanti all’evento e candidati al prestigioso Klimahouse Prize. Nel settore dedicato ai prodotti, con 100 novità, sarà possibile esplorarli uno ad uno, leggerne la scheda descrittiva con tutti i dettagli e visionarne le foto; per orientarsi meglio ci sarà inoltre la possibilità di filtrarli per categoria o per ricerca libera. Nell’area dedicata alle aziende, oltre alle informazioni relative ai rispettivi prodotti, sarà possibile contattarle direttamente attraverso un modulo di messaggistica diretta. D. Klimahouse è l’evento che ha saputo attrarre l’attenzione degli operatori sull’edilizia green. Una edizione digitale può coinvolgere anche semplici utenti? R. Sì, assolutamente. Klimahouse si è sempre rivolta D i c e m b r e / G e n n a i o
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Attualità anche ai privati e quest’anno non farà eccezione, con in più il vantaggio di non doversi spostare e viaggiare. Il programma è così variegato che potrà interessare sia i professionisti, che i normali cittadini che vogliono ristrutturare casa o gli studenti desiderosi di formazione. Proprio a questi ultimi sarà dedicato il programma di Isola Ursa, progetto promosso da una delle aziende leader nel campo dell’isolamento termico e acustico Ursa Italia, che ritornerà per la quarta edizione sul palcoscenico virtuale di Klimahouse Digital Edition. Anche Klimamobility si rivolgerà inoltre ai privati con un talk dedicato ai 10 consigli per l’acquisto di un’automobile elettrica. Un appuntamento da non perdere. D. Quanti espositori sono previsti? R. Più di 100 aziende prenderanno parte a questa edizione digitale. D. Avete un’idea della possibile partecipazione online? R. Il programma complessivo delle tre giornate è stato sviluppato tenendo conto dei principali target visitatori di Klimahouse. Attraverso la presentazione delle novità delle aziende, accessibile a tutti anche senza acquistare un digital pass, e gli eventi formativi e ispirazionali dedicati a architetti, progettisti, artigiani ma anche a privati, per i quali sarà invece necessario l’acquisto di un ticket, vogliamo rivolgerci a tutti coloro che vogliono costruire bene per vivere bene. Il nostro obiettivo non è solo il numero di partecipanti, a questo proposito pensiamo di poter raggiungere sicuramente qualche migliaia di persone. Ciò che davvero vogliamo però è creare nuove connessioni tra aziende, professionisti e privati: il vero valore aggiunto per poter portare avanti il settore dell’edilizia sostenibile. D. Sono sempre previsti eventi collaterali. In questo caso quali sono gli appuntamenti più importanti? R. Innanzitutto, non mancherà il consueto appuntamento dedicato alla mobilità sostenibile che, ormai da diverse edizioni, fornisce spunti di riflessione sempre validi e attuali su una tematica che riguarda davvero tutti, professionisti e privati. Il modo in cui ci muoviamo. Klimamobility Congress 2021, in programma per il pomeriggio di venerdì 29 gennaio, sarà costituito da quattro diversi momenti di dibattito dedicati a tematiche di grande attualità, come la ricarica domestica, l’idrogeno e l’utilizzo delle cargo bikes nelle nostre città. E, a proposito di ritorni, verrà di nuovo dato spazio e voce alla generazione Z che, in occasione dell’hackathon OndaZ@Klimahouse2021, si sfiderà su questioni legate al cambiamento climatico e alla riduzione dell’impatto ambientale sul territorio nazionale e
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locale, proponendo soluzioni alternative ed innovative. Infine uno stimolante evento di matchmaking virtuale, il Klimahouse Business Match. D. In che cosa consiste Business Match? R. Klimahouse Business Match è uno strumento di matchmaking online per far incontrare la domanda e l’offerta anche in tempi di pandemia. Klimahouse Digital Edition, con la collaborazione della Camera di Commercio di Bolzano e Een, European Enterprise Network, nonché con il supporto di numerosi partner internazionali, ha infatti ideato un tool online in grado di rispondere a questa importante esigenza. L’iniziativa è pensata per professionisti, aziende, istituti di ricerca, pubbliche amministrazioni e altre figure professionali attive nel settore dell’edilizia, con un forte interesse per l’efficienza energetica e la sostenibilità, alla ricerca di nuove opportunità di business, prodotti e soluzioni innovative o partnership. Il 28 e il 29 gennaio, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, le aziende e i professionisti del settore di tutta Europa potranno quindi prendere parte a videochiamate oneto-one, della durata di 20 minuti l’una. Il processo di iscrizione è semplice, veloce e senza alcun costo. Il primo step è quello di creare il proprio profilo con i dati personali e le aree di interesse; in seguito, ogni utente potrà pubblicare annunci su di una bacheca virtuale, inserendo i dettagli della propria offerta
Onda Z Klimahouse Foto Marco Parisi
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(prodotti, servizi, consulenze) oppure dell’ambito di interesse commerciale. A partire dall’11 fino al 27 gennaio incluso, sarà possibile prenotare appuntamenti con potenziali clienti, interagendo direttamente con loro per concordare i dettagli. D. E Onda Z@Klimahouse 2021? R. Onda Z rappresenta un grande ritorno sul palcoscenico di Klimahouse Digital Edition. Il format, ideato da Onde Alte e realizzato in collaborazione con Klimahouse e l’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima della Provincia di Bolzano ha infatti debuttato l’anno scorso riunendo a Bolzano più di 60 giovani provenienti da tutta Italia che si sono impegnati a elaborare progetti concreti per contrastare l’emergenza climatica. Un’iniziativa davvero unica nel suo genere che quest’anno, attraverso nuove modalità totalmente digitali, si ripeterà: dal 26 al 29 gennaio 2021, studenti e studentesse tra i 19 e i 30 anni suddivisi in diversi team, collaboreranno e si sfideranno per immaginare progettualità d’impresa, politiche e servizi pubblici che permettano al singolo e alla collettività di ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Alla base dell’evento una visione del territorio basata sulla strategia urbana delle cosiddette città e comunità rigenerative. Nel concreto, un concetto che si traduce in insediamenti vivibili, equi e integrati con la natura circostante, con una gestione dei rifiuti efficiente e con un’economia sostenibile e circolare. D. Come si svolgerà il Klimahouse Prize, premio in
quattro categorie dedicato alle aziende più innovative? R. Klimahouse Digital Edition darà ampio spazio all’innovazione, in primis attraverso il Klimahouse Prize, premio in quattro categorie dedicato alle aziende espositrici e alle più promettenti startup degli ambiti Costruzioni e Smart Building, Green e sostenibilità, Cleantech & Energy e Economia circolare. Durante i tre giorni i finalisti di ogni categoria si sfideranno in pitch di 10 minuti, fino all’evento di premiazione che si terrà venerdì 29 gennaio. L’obiettivo è quello di riconoscere e premiare le eccellenze in termini di progresso tecnologico-costruttivo (categoria Innovation), di soddisfacimento del mercato (categoria Performance) e di implementazione delle logiche di circolarità e sostenibilità (categoria Circle). Ad oggi sono 50 le aziende candidate al premio. D. Ci sarà un impatto del covid sull’edilizia green? R. L’impatto del covid si farà sentire ancora per anni e interesserà tanti settori, tra i quali anche quello dell’edilizia. C’è poi la questione della crisi climatica, ancora più rilevante rispetto all’attuale emergenza covid: conosciamo molto bene, infatti, il forte impatto negativo dell’edilizia rispetto alle emissioni di CO2. Con l’aiuto del Recovery Fund potranno nascere molte iniziative per rendere il settore più green, soprattutto per quanto riguarda la riqualificazione di edifici esistenti. Durante le fasi di lockdown le nostre abitazioni sono d’altronde diventate più importanti e in molti hanno riscoperto la voglia di ristrutturare casa in modo sostenibile. Su questa scia, Klimahouse non si limita quindi ad affrontare i temi legati all’efficientamento energetico, ma estende il suo programma attorno al claim «Costruire bene. Vivere bene». D. Il mondo dell’edilizia italiano è sufficientemente preparato per gestire il trend della sostenibilità? R. Non parlerei di trend, ma direi piuttosto che la sostenibilità è un dovere, soprattutto verso le prossime generazioni. Lo sviluppo verso un’edilizia più green è in continuo progresso, c’è molto interesse attorno al tema e altrettanti professionisti preparati. Il nostro stesso obiettivo è proprio la divulgazione di tecniche e soluzioni sostenibili per il settore. È indubbiamente un mondo affascinante e la voglia di fare e di continuare a imparare è tanta. D. Quali sono le soluzioni emergenti nell’ambito dell’edilizia green presenti a Klimahouse? R. Dopo il grande trend dell’efficientamento energetico l’attenzione è puntata verso nuovi temi, come per esempio l’economia circolare nell’edilizia: questo significa materiali e processi nuovi che coinvolgono anche la digitalizzazione la quale, a sua volta, aiuta a costruire in modo più sostenibile. D i c e m b r e / G e n n a i o
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Attualità EDILIZIA & CLIMA
COME COSTRUIRE UNA CASA GREEN Il meteorologo e ambientalista descrive i passi necessari per ottenere un edificio davvero compatibile con l’ambiente e a consumi (quasi) zero. Una strada che ha sperimentato lui stesso per le sue abitazioni. Anche dove ci sono le condizioni climatiche più estreme di Luca Mercalli*
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opo che ha nevicato è interessante osservare i tetti delle case, alcuni, pochi, sono uniformemente imbiancati, segno di un ottimo isolamento termico dei locali riscaldati sottostanti. La maggior parte, invece, sono o completamente scoperti per la rapida fusione della neve dovuta all’ingente dispersione termica, o mostrano sagome varie prive di neve laddove l’isolamento è stato eseguito male. L’impressione generale che si riceve da questo panorama di tetti più o meno innevati è quella di un patrimonio edilizio italiano definibile senza mezzi termini un colabrodo energetico, che genera enormi costi economici ed è causa di emissioni di gas a effetto serra. VECCHI MODELLI Nelle case più vecchie, antecedenti al 1950, semplicemente si stava al freddo e si viveva con pochissime comodità. Ma in quelle del boom economico post Seconda Guerra Mondiale, si è trascurata la questione dell’efficienza energetica per via di un petrolio a buon prezzo, che spingeva allo spreco. Nei progetti sommari degli anni 1960-70 era comune affermare che era meglio mettere una caldaia più grande piuttosto che isolare muri e tetti. Oggi non possiamo più permettercelo, i costi energetici sono lievitati e i cambiamenti climatici galoppanti impongono un approccio all’energia assolutamente parsimonioso e basato su fonti rinnovabili in sostituzione di quelle fossili. Ma se nei nuovi edifici la normativa vigente impone livelli ragionevoli di isolamento, là dove si gioca veramente la sfida del secolo è nella riqualificazione
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dell’esistente, decine di milioni di edifici che devono essere adeguati agli standard attuali. Gli ecobonus che via via si sono susseguiti negli ultimi anni rappresentano un’occasione d’oro per trasformare i colabrodo energetici in case confortevoli, sostenibili e poco dispendiose. Ho iniziato a riqualificare la mia abitazione in bassa Val di Susa attorno al 2009 e ne ho raccontato i risultati nel mio libro Prepariamoci del 2011. Ho poi ripetuto l’esperienza riqualificando una baita alpina a 1650 metri, in un clima più severo e con soluzioni tecniche ancora più spinte, che mi hanno portato alla certificazione Casa Clima R, esperienza
Luca Mercalli, gli interni dopo la cura della sua casa in Val di Susa (Torino)
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raccontata nel libro Salire in montagna del 2020. Molti lettori mi hanno quindi scritto chiedendomi consigli per intraprendere questo cammino e qui li riassumo, consapevole della mancanza di una cultura diffusa della gestione dell’energia domestica. PARTIRE DALLA PROGETTAZIONE Il primo passo, quello più importante, è affidarsi a un progettista con esperienza nel settore dell’edilizia a risparmio energetico: un architetto coadiuvato da un ingegnere termotecnico. La diagnosi energetica dell’edificio e la scelta delle soluzioni di riqualificazione sono argomenti complessi, che necessitano di conoscenze fisico-matematiche, modelli di simulazione al computer e padronanza delle normative. Non si affrontano con il fai-da-te o con le scelte approssimative, che possono portare a gravi errori non solo nei consumi attesi, ma pure a irrimediabili problemi tecnici come le condense nell’interno dei muri. Bisogna partire dunque dal progetto e non dai materiali, dalle apparecchiature o dall’impresa realizzatrice, errore frequentissimo che nasce spesso dalle proposte commerciali dei venditori e dalla fretta del committente. È la fase di progettazione che definisce il tipo di interventi da eseguire, gli spessori ottimali degli isolanti, la risoluzione dei pericolosi ponti termici, il fabbisogno energetico in relazione al clima e la relativa fonte di calore o di freddo più adatta al contesto locale (quota, esposizione). Tra l’altro il costo del progetto è deducibile tra le spese dell’ecobonus e quindi non c’è ragione di saltarlo. ISOLAMENTO PRIMA DI TUTTO Molti si concentrano sul generatore di caldo invernale o di fresco estivo, ma questo viene dopo. Il primo elemento di cui occuparsi è un perfetto isolamento dell’involucro opaco (muri, solai, tetti) e dei serramenti. Siamo ancora imbevuti di luoghi comuni come quello che vecchi muri spessi di pietra siano una buona difesa da caldo e freddo: la pietra è in realtà un pessimo isolante e il suo spessore non è nemmeno da comparare con pochi centimetri di un materiale isolante. È un buon cappotto a fare il grosso del lavoro di protezione dei locali abitati: permette un elevato livello di comfort termico interno con il minimo dispendio di energia, senza dimenticare anche il miglioramento del comfort acustico. Se l’edificio lo permette è meglio un cappotto esterno, in grado di eliminare più facilmente i ponti termici in corrispondenza di solette e pilastri in calcestruzzo. Se per ragioni storiche ed estetiche non è possibile intervenire sulla facciata, si dovrà ricorrere a un cappotto interno: fa perdere un po’ di superficie utile e deve esser realizzato a regola d’arte, inclusa la posa della barriera al vapore per evitare le condense del vapore D i c e m b r e / G e n n a i o
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I tetti mal coibentati sono messi in evidenza dalla fusione della neve
acqueo sul muro freddo, che potrebbero portare a muffe e deterioramenti dei materiali. Ma ne vale la pena, perché sia per difendersi dal freddo invernale, sia dal caldo estivo, è proprio l’isolamento a fare la differenza. I materiali sono oggi vari e performanti, più o meno ecologici, adatti a ogni circostanza: lane minerali (spesso ottenute da vetro riciclato), pannelli di polistirene estruso (Xps) o espanso (Eps), che pur derivati dal petrolio hanno una lunga durata e, quindi, si ripagano in termini di emissioni evitate, fibra di
La ventola per eseguire il Blower Door Test
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Attualità cellulosa, fibra di legno, sughero, canapa, paglia, lana di pecora. Uno spessore di 10 centimetri d’isolante fa già miracoli, ma l’importante è l’esecuzione corretta dei calcoli di trasmittanza termica della parete nel suo insieme. E non dimentichiamo i serramenti: doppio o triplo vetro basso emissivo, ma soprattutto una posa a regola d’arte con schiumatura e nastratura di tutte le fessure tra telaio e muro, che spesso sono fonte di deleteri spifferi occulti. Per chi vuole essere certo di aver chiuso tutti i passaggi d’aria e vuole sottoporsi a certificazione energetica, c’è il Blower Door Test: si creano nel locale sovrapressioni o depressioni con un’apposita ventola, si misurano i volumi d’aria scambiati con l’esterno e tramite una fonte di nebbia artificiale si mettono in evidenza le fessure da sigillare. A me è stato utilissimo per rintracciare spifferi inattesi attraverso le fenditure nelle antiche travi del soffitto. GENERATORI DI CALDO E DI FREDDO A rigore un edificio perfettamente isolato come una casa passiva non avrebbe bisogno di una fonte di riscaldamento: basterebbero le dispersioni di un corpo umano (100 Watt) e degli elettrodomestici per ottenere 20 gradi, mentre fuori si gela. Livelli di questo genere si possono raggiungere di solito nelle case di nuova costruzione, mentre nelle ristrutturazioni le prestazioni sono un po’ inferiori a causa di vincoli non modificabili e, quindi, bisogna aggiungere un generatore di calore (o di fresco per l’estate). Per evitare l’allaccio al gas, che è pur sempre un combustibile fossile che genera emissioni serra, oggi si tende a elettrificare tutte le utenze di casa, in modo da poter utilizzare la corrente Sopra, cappotto interno in lana minerale con barriera vapore e cappotto interno con barriera vapore
Luca Mercalli davanti alla sua casa in Val di Susa (Torino). Il tetto esposto a sud diventa una centrale elettrica fotovoltaica per l'autoproduzione domestica
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rigidi un’integrazione con una stufa a legna o a pellet, ovviamente certificata quattro stelle per ridurre la fumosità e l’inquinamento, può essere un valido aiuto nelle giornate più fredde quando le prestazioni della pompa di calore sono meno favorevoli. L’assenza di allaccio al gas da riscaldamento evita una bolletta con i relativi costi fissi, mentre per l’uso cucina si può facilmente ricorrere a una sicurissima piastra a induzione.
Perfetta sigillatura dei serramenti con schiuma e nastri per evitare gli spifferi
autoprodotta dal fotovoltaico sul tetto, oppure se non fosse possibile, l’elettricità rinnovabile acquistata da produttori certificati. Il dispositivo più adatto è dunque la pompa di calore, con riscaldamento ad acqua a pavimento o ad aria, apparecchiatura peraltro reversibile in grado di produrre anche il fresco estivo. La fonte geotermica profonda la sconsiglio per le piccole utenze domestiche, nei climi italiani è quasi sempre sufficiente lo scambiatore a ventola con l’aria esterna. Nei climi più
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ENERGIA RINNOVABILE Dopo aver pensato a minimizzare gli sprechi e a rendere efficiente al massimo l’uso dell’energia, è venuto il momento di pensare a come autoprodursela. Se si ha la fortuna di disporre di un tetto esposto a Sud, inutile dire che diventerà la vostra centrale elettrica e termica: ricopritelo di pannelli fotovoltaici e di collettori termici per l’acqua calda sanitaria, preferibilmente del tipo a svuotamento che evita l’uso del glicole nel circuito scambiatore. Fatta eccezione per qualche settimana di tempo grigio e freddo tra dicembre e gennaio, per tutto l’anno avrete acqua calda sanitaria a volontà, con integrazione al riscaldamento della pompa di calore, ed elettricità per alimentare tutte le utenze di casa e perfino l’auto elettrica. Ho iniziato con un impiantino da 2 kW di picco installato con il primo conto energia nel 2006, poi ho utilizzato tutto il tetto disponibile fino a una potenza di 8 kWp con i quali produco circa 10 mila kWh all’anno. Vi assicuro che oltre al vantaggio economico e agli sgravi fiscali, prodursi con il sole l’energia per la casa e perfino per viaggiare elettrico è una grande soddisfazione, soprattutto pensando che ogni chilogrammo di CO2 risparmiata è un regalo che facciamo al clima di domani e alle giovani generazioni. * presidente Società Meteorologica Italiana, docente di sostenibilità ambientale all’Università di Torino
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ivendite GRUPPO MADE - CROCI
IN TEMPI DIFFICILI VINCE IL NETWORK La rivendita di Caronno Pertusella (Varese) è tra i soci fondatori di Made. Una realtà imprenditoriale di successo, giunta alla terza generazione, che utilizza con soddisfazione servizi e leve di marketing messe a disposizione dal Gruppo di Veronica Monaco
Stefano Croci, responsabile commerciale. A destra, un'ambientazione bagno in showroom
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on una superficie di vendita di oltre 20mila metri quadrati, la rivendita Croci di Caronno Pertusella, in provincia di Varese, è un punto di riferimento per i professionisti dell’edilizia e chiunque desideri ristrutturare la propria casa, anche grazie a un’esperienza maturata in quasi 70 anni di attività. Oltre a un’ampia scelta di materiali per l’edilizia, finiture e rivestimenti, la rivendita offre servizi di consulenza progettuale e posa in opera con maestranze specializzate e una logistica efficiente con possibilità di deposito merce e consegne programmate. Alle spalle la forza di un network, quello del Gruppo Made, di cui Croci è uno dei soci fondatori. Ne parliamo con il responsabile commerciale Stefano Croci, rappresentante della terza generazione al lavoro in azienda. Domanda. Croci è tra i soci fondatori del Gruppo Made: perché a suo tempo avete deciso di investire in un’aggregazione? Risposta. Per anni mia madre Piera ha dedicato tutta sé stessa alla crescita di Made, quindi ho avuto sempre vicino persone che credevano davvero nell’aggregazione e ai vantaggi che una simile organizzazione può portare. Ritengo che i motivi che hanno spinto un insieme di rivenditori a dare vita al Gruppo siano legati prevalentemente alla possibilità di avere un confronto sempre più ampio con realtà simili, necessario ad affrontare il mercato, che già allora era in evoluzione. In questo modo si è creata una società in grado di coordinare centralmente e con una visione prospettica il nostro ruolo di rivenditori all’interno del mercato. D. Quali vantaggi avete riscontrato dall’appartenere al Gruppo Made? R. Far parte di un gruppo permette di incrementare la relazione con altre aziende che affrontano quotidianamente gli stessi
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L'area magazzino di Gruppo Made - Croci. Sotto, lo showroom
problemi, trovando soluzioni comuni sotto ogni punto di vista. In più, avere un servizio acquisti e un team di professionisti sempre in grado di supportarci per qualsiasi esigenza: oggi Made è ciò che è anche, e soprattutto, per la qualità delle persone che lavorano al suo interno. Inoltre, facendo parte del Gruppo Made possiamo avvalerci di strumenti, servizi e leve di marketing studiati a supporto di una distribuzione edile che deve affrontare l’evoluzione della domanda e dei competitor.
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D. Quali sono le principali tappe della storia della rivendita Croci? R. Siamo nati nel 1952 come magazzino di materiali edili. Fondata dai miei nonni, Gerolamo e Faustina, la rivendita è stata portata avanti negli anni dai miei genitori, Walter e Piera, i quali hanno costantemente incrementato l’offerta e la superficie del punto vendita, portandola agli attuali 20 mila metri quadrati. La nostra azienda si è poi ulteriormente sviluppata nel 2012 quando alle forniture edili abbiamo affiancato la vendita di materiali di finitura
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Rivendite L'interno della rivendita. Sotto, lo showroom
in una showroom moderna, e il libero servizio con un colorificio attrezzato con tintometro e spettrofotometro. D. Quali sono i vostri principali clienti e come è cambiata nel tempo la clientela? R. Fino alla creazione della showroom la clientela era prettamente edile: imprese e artigiani. Con la creazione della sala mostra e del colorificio abbiamo consolidato ancora di più i rapporti commerciali con i professionisti edili, ma a questi si sono affiancati privati e progettisti che prima frequentavano di rado, e in modo molto marginale, il punto vendita. D. Parlando di materiali per l’edilizia, quali sono i settori oggi più interessanti in termini di business? R. Bisogna premettere che l’edilizia di oggi non è quella a cui siamo stati abituati per tanti anni. I materiali e le richieste sono cambiati: per esempio, al forato si sta sostituendo in maniera progressiva il cartongesso. Risultano protagonisti oggi gli isolanti in genere, oltre che prodotti specifici del comparto di chimica per l’edilizia. Ritengo, soprattutto, che siano cambiate le esigenze di imprese e artigiani, dovute a una consapevolezza e conoscenza più profonde del loro interlocutore, il cliente privato, che è diventato molto più esigente rispetto al passato. D. Quali prodotti esponete in showroom? R. La sala mostra è costituita da box espositivi efficaci per mostrare al cliente l’ambientazione finale in cui installare i prodotti. A questi si affiancano espositori scorrevoli o a libro per le ceramiche e i parquet, oltre ai pezzi sciolti, che sono uno strumento di vendita importante per gli addetti della showroom. Per quanto riguarda l’area dedicata alle
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finiture proponiamo ogni tipo di pavimento e rivestimento, dal gres al parquet, dal laminato alla carta da parati, oltre a sanitari e rubinetteria, box doccia e vasche, mobili e ogni altro accessorio per la stanza da bagno. Il comparto infissi comprende, invece, un’esposizione molto curata di porte interne laminate, laccate e in legno, porte blindate e portoncini, serramenti, persiane, avvolgibili, grate di sicurezza, zanzariere, e ogni altro accessorio per il foro finestra. D. Quali sono i criteri su cui si basa la selezione dei fornitori per la sala mostra? R. Sicuramente il primo criterio è dettato dalla domanda: è assolutamente inutile avere un accordo commerciale vantaggioso con un fornitore, se poi i clienti della sala mostra non ne apprezzano l’offerta. Quindi, il primo passo è quello di identificare il target, ovvero la reale esigenza della clientela alla quale ci si rivolge. Di pari importanza è l’affidabilità del fornitore, che deve dimostrare la propria serietà soprattutto quando sorgono problemi: nel campo
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finiture, questo aspetto è di fondamentale importanza, specialmente se la clientela è privata. Basti pensare che in una ristrutturazione il cliente finale guarda prevalentemente alla qualità delle finiture e alla loro installazione: quindi avere un partner della produzione affidabile significa risolvere i problemi in tempi rapidi. Per completare il discorso, nella scelta del fornitore risulta chiave anche lo stimolo che proviene dall’addetto vendite, che non è un semplice commesso, ma un vero e proprio tecnico, conoscitore e amante del proprio comparto. Facendo parte del Network Livingmade, poi, è ovvio che in primis prendiamo in considerazione i brand che sono convenzionati con il nostro Gruppo. D. Con lo showroom Croci offre anche un servizio di consulenza progettuale: quando avete inserito questo servizio e quali benefici vi ha portato? R. Tutto dipende dal target che la showroom si prefigge di conquistare. Se il target scelto è medio-alto, l’esigenza della clientela sarà quella di affidare le proprie scelte al punto vendita che sa essere più credibile e dare fiducia. Date queste premesse, è D i c e m b r e / G e n n a i o
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Rivendite
Alcuni materiali da rivestimento e ceramiche in esposizione presso la sala mostra Croci
prioritario avere collaboratori che riescano a lavorare sulla parte progettuale, al fine di offrire un servizio completo in grado di differenziare la proposta nei confronti di quei punti vendita che si limitano alla sola vendita del prodotto. D. Il team di progettazione è interno? R. Bisogna innanzitutto chiarire cosa si intende per progettazione. Se intendiamo quella relativa ai prodotti che vendiamo, il team di progettazione è completamente interno. Però quando il cliente ci chiede un servizio che non possiamo fornire, per esempio la progettazione di un edificio, ci avvaliamo di una rete di professionisti esterni che frequentano il nostro punto vendita, dei quali ben conosciamo le capacità. D. Come si articola invece il servizio di posa? R. Attualmente il servizio di posa è costituito sia da un installatore interno che da posatori esterni, che sono impiegati in base alla tipologia di lavoro da effettuare e dai carichi di lavoro. Avere un posatore interno consente anche di gestire al meglio il post-vendita, che ritengo sia rilevante tanto quanto tutti i servizi che lo precedono.
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D. Come vi siete attrezzati per rispondere alle novità del superbonus? R. Ritengo questa sia una fase interlocutoria. Per ora stiamo facendo molti preventivi, che si spera possano concretizzarsi nei prossimi mesi. D. Come avete affrontato il 2020 con tutte le difficoltà legate alla pandemia? R. È stato un anno lunghissimo e molto faticoso, vissuto col fiatone tra mille incertezze. Ci ha però resi più consapevoli di quello che è veramente importante, che molto spesso viene perso di vista. D. Che cosa vi aspettate invece dal 2021? R. Sinceramente non saprei cosa aspettarmi. Il 2020 ci ha insegnato che lo scenario può cambiare drasticamente da un momento all’altro. Umanamente parlando, spero che il 2021 rappresenti l'anno dell’uscita dall’incubo covid-19 e che possa mantenersi stabilità sociale e politica. Solo con queste premesse potremo raggiungere i nostri obiettivi, sia da un punto di vista personale che lavorativo. D i c e m b r e / G e n n a i o
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Tutti parlano di ambiente. Ma se potesse parlare, l’ambiente cosa direbbe? Direbbe che le mete da raggiungere sono tante. Proteggere a lungo dall’acqua tetti, ponti e fondazioni. Con le più avanzate tecnologie nel rispetto dell’uomo e del pianeta, senza sprechi. E per raggiungere tutte queste mete, direbbe che ci vogliono la Vu e la Zeta di Valli Zabban. D i c e m b r e / G e n n a i o
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Rivendite ACQUISIZIONI
SHOPPING LOMBARDO PER CENTROEDILE Il multipoint assorbe Spaberg e si assicura tre nuovi punti vendita a Milano, Arese e Legnano, che si aggiungono ai 13 già presenti in Regione. Il gruppo, che ha diversificato la propria offerta, ha chiuso il bilancio con una crescita a due cifre. E punta anche all'estero di Veronica Monaco
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l Gruppo Centroedile ha chiuso il 2020 con l’acquisizione di Spaberg, importante realtà milanese nata negli anni Novanta e da sempre attiva nel settore della vendita e distribuzione di materiali edili e di finiture per la casa. Con questa operazione il gruppo aggiunge alla sua compagine tre nuovi punti vendita, rispettivamente a Milano, Arese e Legnano, che si sommano ai 13 già presenti in Lombardia. «Essere ben distribuiti sul territorio aiuta CenAndrea Santini, amministratore delegato del Gruppo Centroedile
troedile a essere a servizio delle persone, che poi è da sempre la mission del gruppo», spiega a YouTrade l’amministratore delegato Andrea Santini. «Centroedile per scelta offre i propri servizi alle imprese, agli studi di architettura con Centroedile Home e ai consumatori finali con Centroedile Creatu. Questi ultimi sono sono soprattutto famiglie, che hanno bisogno di una consulenza professionale gratuita sotto casa. Spaberg è una brillante realtà, che ha fatturato nel 2019 oltre 15 milioni di euro e che da sempre consegue ottimi risultati in termini di bilancio economico e di apprezzamento della clientela di alto profilo. Con questa acquisizione consolidiamo ulteriormente la nostra leadership in regione e nel contempo rafforziamo significativamente la presenza nel capoluogo». INTERNAZIONALE Con l’acquisizione di Spaberg, Centroedile porta a 16 i punti vendita presenti in Lombardia, di cui nove ubicati a Milano. Il matrimonio con il multipoint lombardo si inserisce nel programma di crescita ed espansione avviato negli ultimi anni dal Gruppo Centroedile, che nel 2019 ha visto l’acquisizione di Caracalla, storico negozio milanese di arredobagno di alta gamma, e nel 2020 l’apertura del primo punto vendita all’estero, lo showroom Idalia (acronimo di Design Italiano, Architettura di Interni, Lusso ed Arte), dedicato all’home design italiano, inaugurato a San Paolo in Brasile. «Oltre al Brasile stiamo valutando anche altri Paesi, in primis l’Australia e l’Inghilterra. Lo sviluppo del progetto Idalia è stato chiaramente rallentato dal covid, ma siamo assolutamente positivi nel poter riprendere al più presto la nostra espansione all’estero», racconta Santini. «Da oltre tre anni Centroedile sta lavorando al progetto Idalia, che nasce con la volontà di promuovere all’estero i migliori prodotti italiani nel settore delle finiture di pregio e di lusso. Il design italiano
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La sede operativa di Centroedile ad Agrate (Monza Brianza)
è riconosciuto in tutto il mondo come punto di riferimento per l’alta moda, il cibo e il lusso, e anche nel mondo delle finiture e dell’architettura le aziende italiane sono riconosciute per qualità ed eleganza». CRESCITA A DUE CIFRE Nel 2019 Centroedile Milano ha raggiunto 38 milioni di euro di fatturato, con un tasso di crescita superiore al 13%, e continua a proporsi come punto di riferimento per architetti, imprese edili e privati, con prodotti e servizi per la progettazione, la costruzione e la ristrutturazione. Alla classica offerta di materiali e attrezzature per l’edilizia, nei punti vendita Centroedile sono presenti le aree Creatu per il fai-da-te e Home per le finiture casa e i complementi d’arredo. Per i punti vendita ex Spaberg «al momento intendiamo mantenere e conservare le singole identità di business separate, valorizzando l’ottimo lavoro sino a oggi sviluppato, con l’obiettivo di continuare ad essere al servizio dei nostri clienti», spiega l’ad di Centroedile. «Uniremo la forza della nostra organizzazione tecnica D i c e m b r e / G e n n a i o
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Rivendite
Due immagini del punto vendita Idalia in Brasile
DALL’EXPERTISE AL BRICOLAGE Oltre all’ampia possibilità di acquisto di materiali edili, prodotti per l’idraulica, il giardinaggio, la pulizia e la climatizzazione, i clienti di Centroedile Milano, grazie a una consolidata partnership con le società Hss Nolo e Centroedile Servizi, possono trovare presso i punti vendita service point dedicati al noleggio di attrezzature per l’edilizia e al recupero e trasporto delle macerie, con mezzi autorizzati e nel rigoroso rispetto di tutte le procedure e normative. Completano l’offerta una consulenza qualificata sulle nuove tecniche di costruzione e ristrutturazione e l’assistenza per la stesura di preventivi, capitolati e gestione delle pratiche amministrative. Gli showroom sono dedicati all’esposizione di un ampio assortimento di finiture interne ed esterne, con ambientazione dal vivo di soluzioni per pavimenti, rivestimenti, arredamento, accessori bagno, sanitari, rubinetterie, porte e blindati. I clienti degli showroom possono usufruire anche di numerosi servizi, quali installazione, progettazione e rendering, assistenza post-vendita. Infine, per gli appassionati di bricolage l’insegna Creatu mette a disposizione prodotti e un team di esperti per offrire tutto il necessario per cimentarsi in piccoli e grandi lavori di costruzione, creazione, riparazione e restauro.
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e la presenza sul territorio alla riconosciuta forza commerciale di Spaberg. Si tratta di un passo molto importante e strategico che arriva in un anno completamente anomalo, dominato dalla pandemia da coronavirus» . Un importante investimento sul futuro che non ha però spaventato il gruppo lombardo, sul mercato da più di 40 anni. LA STRATEGIA «Un’esperienza così prolungata e la managerialità aiutano a individuare occasioni di sviluppo anche nei momenti di crisi», chiarisce Santini. «È importante conoscere la composizione del proprio portafoglio e ampliare l’offerta dei propri servizi per rispondere alle esigenze del mercato. Con questa filosofia abbiamo completato anche l'acquisizione di Spaberg, nell’ambito di una strategia volta a valutare tutte le occasioni offerte dal mercato. Nel 2021 ci aspettiamo di consolidare la nostra strategia, che prevederà comunque la ricerca continua di nuove opportunità». Opportunità che non prescindono dalla formazione continua del personale e da un’attenzione costante alla comunicazione e al business. «I nostri punti vendita sono inseriti in un processo di comunicazione online: siti, social, app, tutti volti a farci conoscere come risolutori di problemi per i nostri clienti. Il nostro personale inoltre è sempre in formazione per essere all’altezza dei mutamenti di mercato. Un rivenditore oggi per avere successo deve essere sempre attento ai collaboratori, con attività di formazione e di corporate identity, alla progettazione, intesa come sviluppo continuo di servizi ai clienti, e, nonostante questo periodo non aiuti, mantenere il proprio focus sul business». D i c e m b r e / G e n n a i o
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Rivendite UNION OF VILLAGES EXPO
LO SHOWROOM? Ăˆ UNA VERA CASA In Francia tre societĂ del settore edile propongono un innovativo canale di vendita: costruiscono edifici di diverso tipo, in particolare unifamiliari, completi di arredamento e riuniti in villaggi che si possono visitare tutti i giorni, con servizi di supporto al cliente di Federico Della Puppa
L'ingresso del quartiere espositivo
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a Francia, si sa, è spesso all’avanguardia nel settore commerciale, basti pensare alle grandi catene della distribuzione che, nel mondo dell’edilizia, presentano nomi importanti. Su tutti, il Groupe Adeo, che gestisce tra le altre anche le insegne Leroy Merlin e Bricoman, e che conta su un parterre di 500 milioni di clienti in 32 aziende autonome ma interconnesse, per un totale di 90 punti vendita distribuiti in 13 Paesi. La famosa grandeur francese si può leggere anche in questi numeri, ma la spinta innovativa di questa capacità visionaria e di posizionamento la si può trovare anche in format per noi impensabili ma che, in Francia, hanno avuto uno sviluppo interessante e possono rappresentare certamente, se non un parametro di confronto, almeno un elemento di riflessione per le strategie commerciali e di promozione nel campo dei prodotti per l’edilizia. Il caso che
presentiamo questo mese non è, dunque, quello di una rivendita o di una catena di rivendite come le abbiamo presentate negli articoli fino ad oggi pubblicati qui su YouTrade, ma è quello di Union of Villages Expo, una partnership strategica tra tre modelli di vendita presenti in vari luoghi della Francia e che sono spazi espositivi, ovvero rivendite, un po’ particolari. Infatti, non sono rivendite di materiali, ma punti vendita di case, con la differenza che le case sono costruite interamente, sono utilizzate come uffici o esposizioni dalle aziende inserite nei panel di vendita, e sono posizionate presso aree commerciali, occupando superfici estese e organizzate come un piccolo quartiere. RETE STRATEGICA Le insegne che hanno dato vita poco più di due anni fa a questa rete strategica sono Domexpo, che riunisce 60 case in quattro villaggi
Il modello di una casa interamente in legno
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Rivendite L'accoglienza di My Expobat a Marsiglia. Sotto, il sito internet della rete Union des Villages Expo
dell’Île-de-France (Baillet/Moisselles, Coignières, Mareuil-lesMeaux e La Ville du Bois), Homexpo, con sede a Bordeaux e che raggruppa 23 case, e MyExpobat, che si trova nella grande area commerciale Plan de campagne a nord di Marsiglia, che offre 13 modelli da esposizione. Union of Villages Expo, in sostanza, non vende sulla carta, ma direttamente sul mattone (o sul legno), con una serie di servizi a supporto dei clienti molto ben definiti e strutturati, come si può vedere dal loro sito (www.uniondesvillagesexpo.fr). A parte i giochi di parole, questo modello di vendita in Francia ha raggiunto
ormai complessivamente quasi cento case prodotte e posizionate nelle diverse aree espositive, costituendo un caso insolito nel panorama della rivendita per le costruzioni: non sono presentati solo i prodotti per la casa, ma i modelli e i progetti delle stesse abitazioni, con le relative soluzioni legate ai sistemi costruttivi, impiantistici e alle finiture. La partnership persegue un triplice obiettivo: sviluppare, a livello nazionale, l’immagine dei villaggi delle case espositive, per renderli luoghi essenziali per la consulenza, la scelta e il processo decisionale in materia di nuova costruzione. IMPEGNO COMUNE L’obiettivo di questa partnership strategica è sviluppare l’immagine dei villaggi delle case espositive e renderli luoghi «imprescindibili da visitare per tutte le persone che desiderano costruire la loro casa». Per raggiungere questo scopo la partnership di rete prevede una carta comune, sottoscritta poco più di due anni fa da Jean Grizel di Domexpo, François Cohidon di Homexpo e Steve Beaudel di MyExpobat, che impegna i villaggi a: 1 Accogliere solo espositori che lavorano in appalto per la realizzazione di case unifamiliari. 2 Accogliere i visitatori nelle migliori condizioni nei villaggi aperti tutto l’anno in case regolarmente ristrutturate e parti comuni perfettamente curate. 3 Informare gratuitamente i visitatori su tutti gli aspetti della costruzione, in particolare sul terreno disponibile nella regione e su tutti gli aspetti del finanziamento. 4 Svolgere regolarmente attività legate alla costruzione di singole abitazioni.
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5 Comunicare attraverso tutti i tipi di media (audiovisivi, digitali, stampa, ecc.) per incoraggiare le visite ai villaggi. 6 Essere i garanti dell’etica aziendale dei propri espositori e vietare comportamenti aggressivi o denigrazione della concorrenza. La rete punta molto sul sistema delle garanzie per gli acquirenti. In particolare una garanzia di perfetta esecuzione con la quale il costruttore si impegna per un anno dal ricevimento dei lavori a riparare gli eventuali problemi che gli vengono segnalati, una garanzia biennale di buon funzionamento che copre per due anni i danni che potrebbero pregiudicare il buon funzionamento degli impianti e degli altri sistemi installati, una garanzia decennale che copre i danni che renderebbero la casa inadatta allo scopo previsto, una garanzia di consegna al prezzo e nei tempi concordati che garantisce che la costruzione verrà eseguita nei termini indicati e al prezzo inizialmente fissato, garanzia che copre anche i rischi di inadempimento o cattiva esecuzione del lavoro previsto nel contratto. Con questo statuto comune i villaggi delle case espositive coinvolti nell’Union des Villages Expo hanno inteso costituire un punto di riferimento per tutti i soggetti interessati al mondo delle costruzioni, dalle imprese ai rivenditori di materiali, dagli impiantisti a chi si occupa di rifiniture, fino a chi si occupa di prodotti e soluzioni innovative legate alle nuove tecnologie, in particolare quelle del risparmio energetico, oltre a chi si occupa di arredo e di giardini. La strategia della rete è espandersi su tutto il territorio nazionale,
La mappa della rete Union des Villages Expo
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Rivendite A Expobat le case sono interamente costruite e utilizzabili
Anche architetture moderne e non solo tipiche nel quartiere espositivo
con l’adesione di nuovi villaggi, in modo da permettere a tutti i francesi di far costruire la loro casa in consapevolezza e sicurezza. Scopo di Union des Villages Expo, infatti, è far muovere i primi passi ai clienti prima di costruire una casa, visitando un villaggio di case espositive. Secondo il loro motto, sul posto le persone possono visitare «case a grandezza naturale e incontrare, in un unico luogo, diversi costruttori che saranno in grado di aiutarli e consigliarli lungo il percorso». I PADIGLIONI Homexpo (www.homexpo.fr) è la prima realtà per dimensioni singole di un sito, con 23 case o padiglioni, come li definiscono loro. Nata 45 anni fa, è il più grande villaggio di case espositive in Francia e fornisce un’esperienza certamente significativa perché a grandezza naturale di ciò che si può progettare e costruire, e fornisce ai clienti una immagine reale, non un rendering, così come Domexpo (www. domexpo.fr), che riunisce quattro villaggi con 60 case costruite. La struttura di vendita è nata nel 1986 e i quattro villaggi di cui si compone nel tempo si sono evoluti assieme all’evoluzione del settore, dunque seguendo anche le normative, oltre alle tendenze attuali e future dei sistemi costruttivi e delle relative tecnologie, come ad esempio il risparmio energetico. MyExpobat, invece, è per dimensione il più piccolo, ma anche il primo villaggio espositivo di case individuali realizzato in Francia. Creato nel 1973, è aperto sette giorni su sette e riunisce più di 60 espositori organizzati in 13 case completamente arredate, da quelle di stile più contemporaneo a quelle nella più pura tradizione provenzale, sia su due piani che su un livello, tutte che si aprono su un giardino, con terrazza o patio. Il modello è quello della tipica
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REV-4 SUPER 48 VOLT STANDARD abitazione unifamiliare francese e proprio la grande domanda di queste abitazioni è stata una delle motivazioni che ha spinto costruttori e produttori di materiali, prodotti e finiture a unirsi per proporre questo modello di vendita. Il sistema di offerta permette a ogni visitatore di incontrare più costruttori e beneficiare di tutti i servizi necessari alla realizzazione del suo progetto. I numeri e il successo di questa iniziativa, ovvero di questo modello di business, sta nei risultati raggiunti. In oltre 45 anni di attività MyExpobat ha completato e consegnato con successo 70 mila case, in pratica l’equivalente della città di Aix-en-Provence. ESPERIENZA DIRETTA Le case presenti a Plan de campagne, ovvero nella grande area commerciale situata a nord di Marsiglia lungo la strada che porta a Aix-en-Provence e che ospita tutte le insegne della grande distribuzione, da quella alimentare a quella commerciale, presenta 13 maison aménagées, ovvero case su misura, interamente costruite con materiali di varia tipologia, dalla prefabbricazione alla muratura, fino al legno. Le case sono realizzate in un lotto e distribuite come se fossero a tutti gli effetti case abitabili di un piccolo quartiere di qualità, con verde e strade da percorrere a bassa velocità. Questo inserimento rende ancora più reali le case, che sono tutte funzionanti e utilizzate non solo come uffici vendita per le imprese che le hanno realizzate, ma anche per mostrare le
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dal 1987 Caratteristiche
Lavorazione fino: 60 m2/h Lavorazione graffiato: 60 m2/h Lavorazione grezzo: 50 m2/h Lavorazione premiscelati: 50 m2/h Raschiatura e carteggiatura tinte: 40 m2/h.
Characteristics:
Fine plaster: 60 sq m/h “Schratched” plaster: 60 sq m/h Rough plaster: 50 sq m/h Pre-mixed products: 50 sq m/h Scraping and fine sanding of paints in general: 40 sq m/h.
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Rivendite Una delle proposte realizzate dalle ditte costruttrici
potenzialità d’uso, con ambienti arredati, dalla cucina alle stanze gioco per i bambini. Il modello commerciale offre dunque cataloghi e soluzioni complete per i clienti, ovvero una gamma completa di case unifamiliari e il sistema di visita e vendita è articolato su sette giornate, dunque anche nei fine settimana, nei quali spesso sono organizzati incontri su temi come il finanziamento o gli allestimenti interni. UN MODELLO Certamente questo modello di commercializzazione e vendita è sicuramente un modello molto francese, basato sulle loro tipologie di abitazioni e sulla loro organizzazione territoriale. Tuttavia,
Una casa in esposizione con gli orari di visita in primo piano
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potrebbe rappresentare anche un modello innovativo di vendita anche in Italia laddove più produttori, costruttori e rivenditori si coalizzassero insieme, magari per intervenire su un’area dismessa, recuperandola e realizzando uno show room che in questo caso può realmente definirsi a 360 gradi per il cliente, ma anche per i promotori, in quanto significa scegliersi e mettersi in rete, agendo ed operando con una carta dei servizi e secondo codici di qualità non solo dei prodotti ma anche delle realizzazioni, certificate dalle garanzie pluriennali. Un modo nuovo di pensare e proporsi, sul quale riflettere per trovare nuovi spunti anche per il ruolo che i rivenditori di materiali edili potrebbero svolgere in un modello di business così strutturato.
Una delle case visibili nell'area di esposizione
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Rivendite I FERRI DEL MESTIERE
Il catalogo non muore mai
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l 2020 è stato l’anno in cui sono state minate molte delle nostre certezze. La libertà, la mobilità, la socialità e la sicurezza a cui eravamo abituati, sono venute meno. Aspetti della nostra vita che ci sembravano immutabili, si sono trasformati. Tra questi il modo di studiare, lavorare e fare acquisti. Altre cose, invece, smetteranno di esistere, come il celeberrimo catalogo cartaceo Ikea. L’azienda ha dichiarato che le vendite online sono aumentate del 45% nell’ultimo anno, in tutto il mondo. Le visite sul sito sono state più di 4 miliardi. I servizi online sono aumentati e un’app nuova di zecca consente ai clienti di rimanere sempre in contatto con il loro brand. Ikea taglia milioni di copie di cataloghi, per tagliare meno
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alberi e diventare più green. Così risparmia e raccoglie i consensi di un altro marchio di fabbrica svedese: Greta Thumberg. FLESSIBILITÀ Non voglio entrare nel merito della decisione di Ikea. Ho già scritto un articolo in questa rubrica (sul numero di dicembre-gennaio 2019) sui cataloghi cartacei e non voglio ripetermi. Prendo spunto da questa notizia perché rappresenta un grave pericolo per il marketing. Potenzialmente più virulento del coronavirus e con un alto tasso di mortalità in tutti i settori, soprattutto in edilizia. Sono sicuro che molti geni del marketing stanno pensando di seguire l’esempio di Ikea, per anticipare un nuovo trend e sentirsi più smart. Ma emulare
Ikea potrebbe nuocere gravemente alle vendite di qualunque attività commerciale. È vero, durante il 2020 siamo diventati più smart, ma quale altra scelta abbiamo avuto? È stato un anno fuori dall’ordinario. Da un lato il virus ci ha spinto a fare online anche le cose più semplici, come acquistare una pizza. Dall’altro ha fatto crescere a dismisura la voglia di tornare a vivere nel mondo fisico, all’interno dei negozi di prossimità, dove riassaporare la gioia dei
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piccoli gesti, come l’acquisto di un regalo di Natale. Ma cosa succederà quando il virus non troverà più corpi su cui sfogarsi? Essere smart non significa solo diventare più tecnologici, significa anche essere flessibili e intelligenti. E non smetteremo di esserlo, neanche quando il coronavirus sarà archiviato nel cassetto dei ricordi. Ikea ha immolato il suo catalogo nel nome della multicanalità digitale. Sicura che i suoi canali social, una nuova app e la realtà aumentata, possano soppiantare un canale fisico che, per 70 anni, ha avuto un accesso diretto nella vita e nelle case di milioni di persone. Ha colto l’attimo, aprendo il sipario su un nuovo scenario, nel bel mezzo del caos generato dal virus. Il tempo dirà se avrà avuto ragione. POSSIBILITÀ DI ERRORE Ma mentre lei può permettersi di sbagliare o aspettare altri 70 anni, noi comuni mortali no. Di conseguenza, se avete uno showroom, con o senza e-commerce e non avete un catalogo cartaceo, è arrivato il momento di realizzarlo. Se ce l’avete già, ampliatelo o affiancategli altri strumenti fisici. Perché ci sarà bisogno di riempiere il vuoto creato da Ikea e di soddisfare il desiderio irrefrenabile di normalità. Facendo rivivere ai clienti, le emozioni tattili che il distanziamento sociale ci ha costretto a mettere in disparte. Anche se non saremo più quelli di prima, continueremo ad avere bisogno di interagire con la materia fisica, perché così è scritto nel nostro Dna. Persino il digitale sta disperatamente cercando di emulare la realtà fisica, con la realtà aumentata e le video chiamate con gli ologrammi 3D, in stile Guerre Stellari. Come spesso accade, per capire dove andare, dobbiamo sapere da dove arriviamo. Rileggere la nostra storia e la nostra evoluzione. Abbiamo smesso di cacciare per vivere, dedicandoci all’allevamento, ma non abbiamo smesso di mangiare carne. Allora, siccome nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Prima di distruggere i tuoi cataloghi, pensa a come trasformarli, per renderli più appetibili e più indispensabili per il tuo mercato. Un vero catalogo non muore mai. di Marco Buschi Marco Buschi si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale. D i c e m b r e / G e n n a i o
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Passione e innovazione guidano il nostro lavoro ogni giorno. Con questo spirito abbiamo affrontato un anno difficile, e con lo stesso spirito affronteremo l’anno appena iniziato, convinti che il mondo delle costruzioni abbia bisogno di impegno e di coraggio.
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Criteri ambientali minimi (Cam) sono requisiti introdotti nel 2017 per definire le varie fasi del processo di acquisto in chiave sostenibile. Servono, cioè, per individuare il progetto, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato. La loro applicazione, negli obiettivi, consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti più sostenibili con un effetto leva sul mercato, dato che induce gli operatori ad adeguarsi alle nuove richieste normative. Le aziende più smart, quindi, hanno colto l’introduzione di questi criteri come un’occasione per far meglio e, non da ultimo, per avere successo sul mercato.
LATERIZI DI NUOVA GENERAZIONE È il caso di Fornaci Laterizi Danesi, che presenta i blocchi isolanti Normablok Più Cam, prodotti interamente in Italia. Si tratta di un laterizio di nuova generazione: i blocchi sono studiati per costruire nelle diverse zone sismiche e risultano adatti per la realizzazione di murature monostrato portanti, armate o ordinarie, murature di tamponamento, per la correzione dei ponti termici di pilastri e travi. Nello stesso tempo, garantiscono ottimi valori di isolamento termico in una sola posa. Solitamente in cantiere sulle tradizionali murature è spesso necessaria l’applicazione di isolamenti termici esterni o l’impiego di isolanti in intercapedine. Uffici direzionali Fornaci Laterizi Danesi
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Storia di copertina
Tutte lavorazioni che richiedono ulteriori interventi in cantiere e rendono più complessa la posa in opera. Questi interventi con il sistema Normablok Più Cam non sono più necessari, grazie all’integrazione del nuovo polistirene additivato di grafite Neopor Bmb di Basf, direttamente all’interno del blocco e apposite fasce isolanti che eliminano i ponti termici dei giunti di malta: protetto dall’involucro in laterizio, il polistirene additivato con grafite mantiene le proprie caratteristiche inalterate nel tempo, a garanzia di un edificio duraturo.
CHE COS’È NEOPOR BMB... Neopor Bmb è il polistirene espandibile con grafite, totalmente derivato da fonti rinnovabili e prodotto con il metodo Biomass Balance. Bmb è l’innovativo processo produttivo, certificato secondo lo schema internazionale Redcert in cui le materie prime fossili (generalmente impiegate per la realizzazione dei prodotti standard), sono sostituite fino al 100% da fonti rinnovabili certificate derivanti da biomassa, quali scarti e rifiuti organici. Questo processo permette di certificare, secondo lo schema Remade in italy, i prodotti made of Neopor Bmb, come prodotti riciclati al 100%. L’applicazione di questo metodo contribuisce al risparmio di fonti fossili e migliora il profilo ambientale dei prodotti isolanti: le emissioni di CO2, generate dalla produzione di un pannello isolante in Neopor Bmb, sono ridotte di circa 42% rispetto alle emissioni generate dalla produzione degli equivalenti isolanti tradizionali.
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REQUISITI DI LEGGE La nuova linea Normablok Più Cam nasce per rispondere alle richieste dei Criteri ambientali minimi necessarie all’ottenimento dei superbonus 110%, includendo, per questa specifica linea, polistirene espandibile Neopor Bmb di Basf. Normablok Più Cam, infatti, è certificato secondo lo schema ReMade in Italy come prodotto con contenuto di riciclato conforme ai requisiti di legge, e rientra pienamente tra le soluzioni costruttive ideali per le ristrutturazioni supportate dall’incentivo fiscale. Il decreto Rilancio, infatti, specifica che per usufruire del superbonus 110%, i materiali isolanti utilizzati devono rispettare i Criteri ambientali minimi e, quindi, contenere una quantità certificata di materiale riciclato. E, in questo contesto normativo, Normablok Più Cam soddisfa i requisiti richiesti. LE PRESTAZIONI Inoltre, il sistema è garanzia di prestazioni: la linea completa permette di realizzare pareti monostrato portanti o di tamponamento adatte a tutte le zone sismiche, con eccellenti valori di trasmittanza termica (U = 0,14 W/m 2K), e mantenendo le sue prestazioni uguali nel tempo. In aggiunta, ai vantaggi di questo sistema non va trascurato quello della protezione dell’involucro edilizio contro gli incendi. Nello specifico i blocchi della linea Normablok Più (il blocco S40 HP) sono stati sottoposti a speciali test che ne hanno certificato anche gli elevati valori di resistenza al fuoco. Dopo quattro ore di esposizione a un incendio di 1150 gradi la parete è risultata perfettamente integra, confermando un’eccezionale barriera in caso di incendio. DEMOLIZIONE & RICOSTRUZIONE Per assicurare le prestazioni migliori è sempre meglio procedere D i c e m b r e / G e n n a i o
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alla demolizione per riscostruire al nuovo. Infatti, la legge 120 dello scorso anno, conversione del decreto Semplificazioni, ha modificato il Testo Unico dell’Edilizia, classificando come interventi di ristrutturazione quelli di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti, anche con diversa sagoma, prospetti, sedime, caratteristiche planivolumetriche e tipologiche (anche con aumento della volumetria), nel caso in cui tali interventi siano in linea con la normativa antisismica e sull’accessibilità, e prevedano l’istallazione di impianti tecnologici e per l’efficientamento energetico. Gli interventi, quindi, possono beneficiare pienamente delle agevolazioni fiscali del superbonus 110%. Ed è proprio negli interventi di demolizione e ricostruzione che la linea Normablok Più Cam trova la massima efficienza d’impiego, rispondendo ai requisiti prestazionali tra le soluzioni tecniche ammesse anche per la costruzione di edifici di grandi dimensioni e a più piani. Per soddisfare queste specifiche esigenze, Fornaci Laterizi Danesi ha messo a punto anche un sistema costruttivo armato chiamato Normablok Più Cam Muratura Armata. Il materiale sfrutta una particolare geometria che prevede un apposito foro dotato di preincisione.
Produzione linea Normablok Più CAM
I blocchi possono quindi essere posti in opera integrandoli con barre verticali di armatura da posizionare in prossimità di angoli, intersezioni e aperture. Inoltre, nei giunti orizzontali di malta, a un interasse massimo di 60 centimetri, si possono inserire staffe. Il risultato è una muratura armata, semplice e veloce da realizzare, sicura sismicamente e dalle elevate prestazioni termiche, subito pronta per l’intonacatura. D i c e m b r e / G e n n a i o
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...E CHE COS’È REMADE IN ITALY ReMade in Italy è un’associazione senza finalità di lucro che detiene dal 2013 l’omonimo schema di certificazione. È anche la prima certificazione di prodotto accreditata in Italia e in Europa per la verifica del contenuto di materiale riciclato in un prodotto. La certificazione attesta la tracciabilità della produzione all’interno della filiera produttiva, dalle materie prime al prodotto finito, diventando strumento di trasparenza e semplificazione per il Green Public Procurement. I prodotti certificati sono garanzia per la pubblica amministrazione del requisito ambientale sul riciclo in materiali e prodotti, per tutti i settori.
IL SERVIZIO Un materiale eccellente è una buona cosa, ma ancora meglio se è abbinato a un servizio che ne faciliti l’impiego. Fornaci Laterizi Danesi, attraverso il proprio ufficio tecnico, offre da sempre un supporto anche in cantiere, in fase di progettazione e di costruzione. Qualsiasi sia l’esigenza di progetto o costruttiva, è possibile contattare direttamente l’ufficio tecnico dell’azienda tramite il sito internet. Sempre dal sito web è possibile consultare e scaricare tutte le informazioni tecniche che comprendono i file Bim delle soluzioni costruttive e inoltre è pubblicata una sezione dedicata ai Cam.
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Imprese UNIFIX
PIÙ COMPETITIVI CON LA FORMAZIONE L’azienda specializzata in forniture per la ferramenta svolge anche un ruolo didattico di primo piano: ha dato vita a UAcademy, ente formativo (accreditato presso l’ufficio del Fondo sociale europeo di Bolzano Fse) che si occupa di erogare formazione a 360 gradi di Franco Saro
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e esperienze maturate in oltre 40 anni di presenza nei settori della ferramenta specializzata, delle rivendite di edilizia, delle carpenterie legno, della grande distribuzione, del settore elettrico e Its, hanno permesso a Unifix di comprendere come questo mondo, che ha subìto enormi cambiamenti soprattutto dal punto di vista dell’approccio alla vendita, sia chiamato ad affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione. Per questo motivo nel 2017, su ispirazione dell’attuale Ceo Gernot Seebacher, Unifix ha dato vita a UAcademy, un ente formativo (accreditato presso l’ufficio del Fondo
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sociale europeo di Bolzano Fse) che si occupa di erogare formazione a 360 gradi, progettando percorsi formativi ad hoc sulle necessità delle singole realtà commerciali, partendo dall’analisi dei bisogni, con lo scopo di rafforzare o aumentare competenze, tecniche di vendita, conoscenze e abilità tecnico-specifiche dei collaboratori in maniera trasversale e soprattutto efficace. CORSI SPECIALISTICI Scopo finale di questa accademia di formazione è, dunque, offrire alla propria clientela percorsi specialistici per qualificare e potenD i c e m b r e / G e n n a i o
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e la rendicontazione dei finanziamenti, grazie ad un servizio di segreteria e amministrazione.
Gernot Seebacher, Ceo Unifix
RICOLLOCAMENTO Oltre alla formazione per le aziende, UAcademy progetta piani formativi finanziati dal Fondo sociale europeo, per consentire a soggetti svantaggiati di ricollocarsi nel mondo del lavoro. UAcademy inoltre, si occupa anche del reperimento delle necessarie risorse economiche per sostenere gli investimenti formativi dei propri partner, avvalendosi di strumenti di finanziamento nazionali (fondi paritetici interprofessionali), provinciali, regionali ed europei (Fondo sociale europeo). A fine 2020, per esempio, l’azienda ha avviato due piani formativi finanziati dal Fondo sociale europeo, che hanno come destinatari migranti: la formazione prosegue tutti i giorni ed è prevista per tutto il 2021, andando ad incrementare le ore di lezione e il numero di corsi.
ziare le competenze degli addetti alla vendita e i professionisti di GLI OBIETTIVI Le iniziative di Unifix, azienda di Terlano (Bolzano) nata nel 1980 questi ambiti. L’idea nasce come completamento dei servizi attualper fornire le migliori rivendite di ferramenta, edilizia e carpenmente offerti da Unifix e ha come obiettivo rendere i punti vendita terie in legno con prodotti di alta qualità, dei clienti performanti al 100% partendo si inquadrano nella policy dell’azienda di da prodotti di alta qualità, passando per i mettere al centro le persone e puntare sulla servizi offerti per il punto vendita come CERTIFICAZIONI Format e Retail360 e arrivando, quindi formazione, necessaria sia dal punto di vista professionale che per la crescita personale. grazie ad UAcademy, a offrire formazione E ACCREDITAMENTI Nella filosofia di Unifix il lavoro di squadra attraverso l’individuazione di pool di doè in primo piano, come motore in grado di centi altamente qualificati. • Certificazione Qualità Uni En Iso spingere tutti verso il medesimo obiettivo. Nello specifico, gli ambiti di intervento 9001:2015. vanno dall’analisi del fabbisogno formaImparare e apprendere nuovi metodi e ap• Accreditamento presso Fse Bolzano. procci in ambito formativo e consulenziale, tivo, alla gestione dei fondi interprofes• Iscrizione nell’elenco dei soggetti sionali, dalla stesura dei piani formativi al generare e creare valore, significa per Unifix formatori della provincia di Bolzano controllo costante della qualità dell’intero prestare costantemente attenzione ai bisogni in materia di prevenzione, salute e e alle esigenze di persone e imprese, fornenprocesso formativo per garantire un empowerment personale e professionale. Il do soluzioni concrete e aiutando a cogliere sicurezza nei luoghi di lavoro le opportunità esistenti. tutto è realizzato attraverso la gestione
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Imprese ALFERPRO
PROFILO GIUSTO PER IL DESIGN Elementi lineari che danno un tocco in più a piastrelle e superfici, da interno oppure da esterno: così in soli cinque anni l’azienda tedesca ha conquistato il mondo delle rivendite. Grazie anche a prodotti innovativi, come i profili che usano il Led
di Franco Saro
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inque anni fa Thomas Wilbs, socio amministratore e fondatore di Alfer Aluminium, azienda tedesca leader del mercato europeo nel campo dei sistemi di profili, si è lanciato in una nuova avventura: Alferpro. L’azienda in breve tempo è diventata un punto di riferimento dei profili per piastrelle e sistemi di tenuta. Il marchio ha subito riscosso grande interesse sia da parte dei rivenditori sia dei produttori. La strategia, spiegano in azienda, è quella di offrire qualità premium a un prezzo interessante. Alferpro, infatti, ha sviluppato un’attraente gamma che si distingue nettamente dalla concorrenza, richiamando l’attenzione dei rivenditori specializzati. Grazie alle soluzioni proposte, per esempio, Alferpro si è saldamente affermata nel mercato degli accessori per piastrelle: i prodotti sono sviluppati in Germania e venduti esclusivamente attraverso rivenditori specializzati di materiali da costruzione e piastrelle. SENTIERI DI LUCE Il successo è legato anche alla vasta offerta di profili, con superfici lucide, strutturate o ruvide. La linea alferlight comprende profili decorativi, dotati della più recente tecnologia di illuminazione a Led, in sintonia con le tendenze dell’interior design d’atmosfera. Tra l’altro, alferlight offre luminosità espressa in diverse tonalità di colore per i profili di scale e quadri, listelli e battiscopa. Per illuminare anche le zone nascoste, inoltre, Alferpro ha sviluppato un profilo angolare interno a parete Led. Con questo profilo gli ambienti possono essere
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Profili della gamma alferlight
illuminati con un effetto naturale. La soluzione è adatta a tutti i tipi di strisce e ha un’altezza di 11 millimetri, mentre la lunghezza è di 250 centimetri. La gamma alferlight offre anche una linea Led composta da un profilo di supporto, con un’illuminazione indiretta bifacciale. Il profilo della piattaforma si adatta individualmente a uno spessore della piastrella da 10 a 12,5 millimetri. Non solo: ora i profili Led possono essere attivati con semplici comandi vocali. Funzioni come il colore della luce e la luminosità, in più, possono essere impostate e variate utilizzando Alexa o l’assistente virtuale di Google. Infine, alferlight è compatibile con lo standard della radio domestica intelligente Zigbee e l’ambiente Philips Hue. Il sistema può anche essere azionato utilizzando altri strumenti, come un telecomando di nuova concezione, un modulo pulsanti da incasso o un controller sonar a comando tattile integrato in modo invisibile nel muro o dietro le piastrelle. D i c e m b r e / G e n n a i o
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I PRODOTTI DeFAVERI RISPETTANO
I CRITERI AMBIENTALI MINIMI
CAM CRITERI AMBIENTALI MINIMI
ISOLAMENTO TERMO-ACUSTICO
GIARDINO E TERRAZZO Infine, Alferpro include nella sua gamma anche un profilo Led per applicazioni outdoor. In questo modo, percorsi, scale di ingresso di casa e bordi di terrazze possono essere tranquillamente calpestati al buio e messi in scena in modo atmosferico. Gli incavi nella base garantiscono stabilità e un drenaggio ideale: una soluzione semplice e flessibile per progettare la tua terrazza, il balcone o singole superfici del giardino. Nell’assortimento dell’azienda, c’è anche il sistema di supporti regolabili alfertool: è disponibile in due versioni ed è ideale per la posa di mattonelle con un’altezza minima da 18 fino a 560 millimetri. L’azienda conta ormai su 16 linee di prodotti nella gamma. Fra queste è presente una grande scelta di profili per piastrelle, canaletti di scolo e per doccia, che si aggiungono a quelli per l’impermeabilizzazione, disaccopiamento e per il drenaggio. La gamma Alferpro offre ai professionisti dell’installazione soluzioni di sistema rapide e sicure. I prodotti vengono sviluppati e prodotti direttamente in azienda, consentendo di reagire rapidamente e in modo flessibile alle richieste dei clienti.
TRASMITTANZA DEI CASSONETTI
ABBATTIMENTO E PRESTAZIONI ACUSTICHE
SPECIALE
ECOBONUS
PONTI TERMICI DEI NODI FINESTRA
110% FILTRAGGIO E RICIRCOLO ARIA
Il controtelaio è l'elemento di connessione tra muro e infisso. Uno spazio poco considerato, ma di importanza strategica in termini di efficienza energetica, risparmio e salute delle persone.
Profili per piastrelle
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Imprese HÖRMANN
PORTE APERTE ALLA DISTRIBUZIONE L’azienda, tra i più grandi produttori europei di chiusure civili e industriali, ha appena festeggiato 30 anni di presenza in Italia. E vuole rafforzare ulteriormente il suo rapporto con i rivenditori grazie a due driver: l'innovazione tecnologica e l’occasione offerta dai superbonus di Veronica Monaco
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örmann, gruppo tedesco tra i più grandi produttori europei di porte, portoni, automazioni e sistemi di chiusura, ha appena festeggiato 30 anni di presenza in Italia e continua a innovare presentando soluzioni al passo con i tempi, sempre in linea con le normative e le nuove esigenze estetiche e funzionali del mercato. «Hörmann Italia si è imposta nel mercato con un processo di crescita continuativo grazie non solo all’eccellenza e alla qualità dei suoi prodotti, ma anche all’organizzazione che è riuscita a mettere in campo», spiega Stefano Tuccio, amministratore delegato dell’azienda. «Il nostro modello organizzat ivo si fonda su una rete di agenti, concessionari e centri assistenza per il post vendita distribuiti in modo capillare su tutto il territorio: la vicinanza al mercato quindi, oltre alla qualità delle soluzioni proposte sono state le chiavi per il successo. Dal 2008 in poi, dopo la crisi dell’edilizia, e ancor più a seguito dell’emergenza sanitaria, è stata determinante la capacità dell'azienda di essere flessibile e resiliente, adattandosi velocemente ai cambiamenti del mercato». D. Nel 2020 Hörmann ha tagliato il traguardo dei 30 anni di attività in Italia. Come avete festeggiato? R. Avevamo in programma una serie di eventi per celebrare questo importante anniversario insieme ai nostri partner, ma purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a causa dell'emergenza sanitaria. Siamo riusciti tuttavia ad organizzare alcuni incontri a distanza con i nostri concessionari e agenti, ripromettendoci di ritrovarci di persona appena possibile
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Showroom del concessionario Hörmann a Reggio Emilia
D. L’azienda si è sempre distinta per la capacità di innovare. Quali sono le sue ultime novità? R. Quest’anno, per quanto concerne sia i portoni residenziali che industriali, presenteremo importanti novità in merito a motorizzazioni, efficienza, risparmio energetico e smart home. Infine, come accade ormai da anni, sempre più attenzione sarà riservata all'impatto ambientale dei nostri prodotti e dell'intera
La sede Hörmann Italia. A sinistra, Stefano Tuccio, amministratore delegato dell'azienda
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produzione Hörmann: incrementeremo ulteriormente l’impiego di materiali ecocompatibili, continueremo ad utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili e proporremo soluzioni ancor più avanzate in termini di risparmio energetico. D. Tra tutte queste caratteristiche di innovazione, quali sono quelle che vi contraddistinguono di più? R. Le nostre soluzioni sono garantite da certificazioni che attestano prestazioni elevate in vari ambiti. Al coefficiente di trasmittanza, il più basso possibile per garantire un buon isolamento termico, i nostri prodotti uniscono robustezza, sicurezza antieffrazione e avanzati sistemi di automazione che permettono di comandare l’apertura da remoto o di connettere le porte in modalità smart. Tutte queste caratteristiche, oltre a un design curato nei più piccoli dettagli, ci permettono di soddisfare a 360 gradi le richieste del mercato. Tra le novità appena introdotte, per esempio, diamo la possibilità di personalizzare la porta del garage con qualsiasi fotografia scelta dal cliente, stampata digitalmente su tutto il manto D. Il superbonus 110% coinvolge anche i sistemi di accesso? Quali sono gli aspetti che deve avere una porta per essere adatta all’incentivo fiscale? R. Il superbonus 110% è legato a interventi trainanti, mirati all’eff icientamento energetico dell’edif icio con l'obiettivo di migliorarne la prestazione energetica di almeno due classi. A questo risultato possono concorrere anche i portoncini di ingresso al condominio, qualora il giroscale di quest'ultimo sia riscaldato, piuttosto che le porte d'ingresso dei singoli appartamenti. Persino un portone da garage può essere un
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Imprese intervento trainato, qualora abbia la giusta certificazione edilizia e sia posto a chiusura di un ambiente riscaldato. Hörmann propone inoltre soluzioni con valori di trasmittanza termica estremamente bassi, che contribuiscono al raggiungimento delle soglie energetiche nel calcolo complessivo dell’intervento di riqualificazione. Ad esempio la porta ThermoCarbon raggiunge valori UD di 0,47 W/(m²K). D. Hörmann propone un’ampia scelta di porte per garage. Quali sono i prodotti di punta? R. Sicuramente il nostro fiore all’occhiello è il portone sezionale, prodotto storico, ma in costante evoluzione. Oggi l’innovazione
riguarda soprattutto il sistema di automazione e il controllo da remoto, tecnologie che stanno raggiungendo livelli sempre più elevati di interconnessione. Tutti i motori presentati alla fine del 2020, infatti, hanno la possibilità di essere azionati anche tramite smartphone o tablet, senza bisogno di telecomando. Completano l’offerta altri prodotti, come le serrande e le classiche porte basculanti. D. Quali sono i sistemi di automazione più gettonati? R. Gli attuatori della serie 4 per sezionali sono i sistemi di automazione più impiegati. Tutti i componenti sono certificati insieme al prodotto, garantendo prestazioni eccellenti, minimi
MASSIMA EFFICIENZA TRA GLI ULIVI
La residenza Casa Piazza Furlan, in classe energetica A3, è equipaggiata con un innovativo impianto aerotermico, spesse murature termoisolate e serramenti a perfetta tenuta
Le soluzioni Hörmann hanno donato ulteriore valore aggiunto a Casa Piazza Furlan, una residenza privata immersa fra gli oliveti delle campagne di Ostuni (Brindisi), progettata per mantenere le migliori condizioni climatiche interne grazie a un impianto aerotermico, spesse murature termoisolate e a serramenti a perfetta tenuta. Tra questi il portone sezionale Hörmann LPU 42, formato da elementi modulari che scorrono in verticale riposizionandosi parallelamente al soffitto.
PERFETTA TENUTA E ISOLAMENTO Il portone sezionale Hörmann LPU 42 si distingue per la perfetta tenuta perimetrale, garantita da guarnizioni ad elasticità permanente resistenti agli agenti atmosferici, e il massimo grado di isolamento termico: ogni modulo è composto da pannelli in doppia parete metallica spessi 42
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millimetri, riempiti con schiuma poliuretanica. Oltre a una stabilità ottimale e allo scorrimento silenzioso, questo modello riduce al minimo l’ingombro interno - fino a 14 cm di profondità in più rispetto ai portoni basculanti - ed è concepito per adattarsi a qualsiasi tipo di varco. Nel garage della casa di Ostuni è stata installata anche una porta pedonale Hörmann ZK, realizzata in lamiera d’acciaio e caratterizzata da elevata stabilità dimensionale, buon isolamento termoacustico e design accattivante. Oltre alla finitura di base, che propone un design pulito ed essenziale, sia il portone Hörmann LPU 42 che la porta pedonale Hörmann ZK sono disponibili diverse tipologie di cromatismi e finiture di serie, ideali per adattarsi a qualsiasi contesto residenziale. La fornitura dei prodotti Hörmann per Casa Piazza Furlan è stata curata dall’agenzia di Bari del concessionario Mazzarelli Giuseppe Srl.
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consumi di energia e, grazie a un esclusivo dispositivo elettronico di controllo delle forze applicate, un sistema di protezione sicuro ed efficace. Insomma, il top di ciò che il mercato può offrire. D. Quali caratteristiche devono avere invece i portoni per garage collettivi? R. Le caratteristiche principali devono essere la resistenza all’elevato numero di manovre e una ridotta necessità di manutenzione. Per garage collettivi, Hörmann propone una gamma dedicata che comprende portoni sezionali e porte basculanti, con numeri di manovra garantiti fino a mezzo milione circa, se correttamente manutenzionati.
D. Come viene misurata la sicurezza dei vostri prodotti? R. I prodotti Hörmann hanno un’elettronica molto sofisticata, che garantisce l’incolumità di chi dovesse trovarsi accidentalmente sotto un portone in manovra. Per quanto riguarda invece la resistenza all’effrazione, quasi tutti i portoni sezionali possono essere dotati di un ulteriore equipaggiamento di sicurezza certificato Rc 2. D. Oltre a essere sicuri, i portoni devono anche essere affidabili. Quali sono le garanzie che fornite? R. Hörmann garantisce l’affidabilità dei suoi prodotti con una garanzia di dieci anni sui portoni civili e di cinque anni sulle motorizzazioni. Una scelta che testimonia la qualità dei nostri
SCHEDA COMMITTENTE: Marzia Piazza, Ugo Furlan PROGETTISTA: Arch. Luisa Rita Polignano IMPRESA EDILE: F.lli Rossi PORTONE: Hörmann LPU 42 PORTA ESTERNA: Hörmann ZK CONCESSIONARIO: Mazzarelli G.ppe Srl AGENZIA BARI: Domenico Mazzarelli
Il portone Hörmann LPU 42 riduce al minimo l’ingombro interno e restituisce il massimo grado di isolamento termico. A destra, la porta pedonale Hörmann ZK
L’IMPIANTO VA AD ARIA Fra gli aspetti più significativi dal punto di vista tecnologico di Casa Piazza Furlan, certificata in classe energetica A3, c'è l’innovativo impianto di climatizzazione geotermico ad aria, che utilizza di preferenza fonti rinnovabili e non produce emissioni clima-alteranti. Prelevata dall’esterno, l’aria transita dapprima in tubazioni ipogee poste attorno a una cisterna sotterranea; una volta stabilizzata la temperatura a valori ottimali, l’aria è poi immessa nell’edificio per riscaldarlo o raffrescarlo, mediante canalizzazioni interne alle murature. Grazie alla particolare stratigrafia dell’involucro edilizio, a chiusure trasparenti caratterizzate
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dalla massima tenuta all’aria e all’impianto aerotermico, durante l’intero arco dell’anno la casa si mantiene costantemente nelle migliori condizioni di comfort, praticamente senza la necessità di consumare combustibile per il riscaldamento ed elettricità per il raffrescamento. «Gli spazi interni sono sempre alla temperatura ideale, caldi in inverno e freschi in estate, e sono inondati dalla luce naturale», afferma la proprietaria Marzia Piazza. «Grazie all’impianto aerotermico non abbiamo praticamente bisogno di aprire le finestre, perché l’aria è costantemente ricambiata. Anche il grande portone Hörmann si inserisce magnificamente nel contesto ed è estremamente pratico e funzionale».
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Imprese
Interni dello showroom a Reggio Emilia
portoni e la loro durabilità nel tempo. D. Quindi è previsto un servizio di assistenza? R. Certamente, abbiamo squadre di tecnici specializzati, selezionati e formati costantemente dall’azienda. Si tratta di circa 80 imprese terze certificate, distribuite su tutto il territorio italiano, in grado di operare secondo le normative e garantire assistenza e ricambi per ogni esigenza. La formazione continua delle squadre che operano per Hörmann è un aspetto fondamentale, per questo il loro aggiornamento tecnico e normativo deve essere puntuale e costante. D. Hörmann ha allargato la propria gamma di prodotti anche ai dissuasori, acquisendo di recente l’azienda specializzata Pilomat. Quali sono le caratteristiche di questi prodotti? R. I dissuasori possono trovare applicazione per il controllo degli accessi agli spazi comuni, ai posti auto o alle zone pedonali. Questi sistemi hanno un enorme vantaggio: offrono un livello di sicurezza davvero molto elevato, garantendo assoluta resistenza a qualsiasi tentativo di manomissione, e, all'occorrenza, possono scomparire interamente, assicurando la perfetta planarità con il manto stradale. La gamma è molto diversificata e comprende modelli standard o ad alta sicurezza, in versione automatica, semiautomatica, removibili o fissi. I tempi di installazione dei dissuasori dipendono dalla soluzione scelta, ma operatori specializzati in questo tipo di lavori generalmente non hanno grandi difficoltà. Sostanzialmente si tratta di realizzare un pozzetto più o meno profondo e una traccia
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nell’asfalto per far passare i comandi. D. Parliamo invece di distribuzione: com’è il rapporto tra i rivenditori di materiali per edilizia e il marchio Hörmann? R. Stiamo lavorando per aprire nuovi canali e aumentare la presenza dei nostri prodotti nelle rivendite, certi di poter offrire margini di business interessanti. Consideriamo i nostri rivenditori dei veri e propri partner, ritenendoli figure centrali ai fini dello sviluppo aziendale, in quanto ambassador nevralgici del brand. Per questo, condividiamo con loro opportunità, indirizzi strategici e visioni, coinvolgendoli in una serie di articolate attività. D. Come si è evoluto il rapporto di Hörmann con i propri concessionari? R. Abbiamo ampliato la gamma di servizi che offriamo ai nostri concessionari: dalle attività di comarketing alla formazione, fino al supporto con importanti iniziative promozionali, sono molteplici le iniziative a loro dedicate. Da un paio di anni abbiamo anche attivato una serie di azioni specifiche di sostegno alle rivendite con interventi differenziati sul territorio a seconda delle esigenze. Insomma stiamo investendo molto sui concessionari e continueremo a farlo. D. Quanto tempo passa dall’ordine alla consegna? R. I tempi standard sono di sei-otto settimane. Poi, abbiamo prodotti in promozione disponibili in pronta consegna, mentre le soluzioni dal design più ricercato richiedono circa dieci settimane. D. In Italia per quanto riguarda le chiusure non c’è molta standardizzazione. Come operate per rispondere a questa peculiarità del mercato? R. La nostra azienda è diventata più flessibile e più veloce sui prodotti fuori standard. Diciamo che negli ultimi anni, qualora si proceda con un intervento di riqualificazione, si preferisce utilizzare soluzioni standard, adattandole al foro esistente. Da questo punto di vista, abbiamo fatto un po’ scuola. D. Quali consigli darebbe al rivenditore per spingere questa tipologia di prodotto?
I titolari di Girca, il nuovo showroom Hörmann inaugurato prima della pandemia a Bussolengo (Verona)
R. Suggerirei di individuare una persona all’interno del punto vendita che si prenda a cuore il prodotto e sia in grado di fare una selezione. Dal canto nostro, siamo disponibili a guidare il personale della rivendita, oltre che a formare squadre di posa specializzate per permettere al rivenditore di operare in piena autonomia.
Interni dello showroom Girca
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Imprese MUOVIAMOCI
Selettività o densità
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uando si progetta un magazzino e si valuta la struttura di stoccaggio più idonea è necessario considerare due parametri molto importanti per una corretta gestione dei materiali: la selettività e la densità. Spesso l’obiettivo di un’azienda è trovare il giusto compromesso tra i due. Con densità ci si riferisce alla capacità di stoccaggio per metro cubo. L’unità di misura può differire con diverse tipologie di materiali e relative modalità di stoccaggio. In un magazzino tradizionale dove si stoccano pallet di tipo Epal, l’unità di misura può essere il numero di pallet per metro cubo. In contesti differenti, si possono utilizzare le UdC (Unità di Carico) per metro cubo, come nel caso in cui si utilizzino delle cassette in plastica di dimensioni standard. Se non vi è uno standard di UdC si può pensare alla quantità di merce (chilogrammi, litri, etc.) per metro cubo. La selettività, invece, rappresenta l’accessibilità ai prodotti. Potrebbe essere definita come il numero di UdC direttamente raggiungibili a magazzino senza dover spostare altro materiale. Viene espressa come
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percentuale e si calcola come il numero di UdC raggiungibili direttamente sul numero totale di UdC. Una scaffalatura portapallet ha una selettività pari al 100% perché ogni pallet è accessibile. Una scaffalatura con cassette a doppia profondità avrà invece una selettività del 50%. I due parametri non sono direttamente proporzionali, infatti è necessario precisare che solitamente più un magazzino è denso e meno è selettivo. Inoltre, meno un magazzino è selettivo e maggiori saranno i tempi di accesso al materiale. Un portapallet, come detto, ha massima selettività, ma i corridoi necessari per il raggiungimento della merce penalizzano la densità. D’altro lato, più il magazzino è denso, senza corridoi che separano le unità di stoccaggio, e minore sarà l’accessibilità. Qual è la soluzione? Le automazioni consentono di aumentare la densità di stoccaggio mantenendo alta la selettività: sistemi a trasloelevatore, miniload, multishuttle consentono di minimizzare le larghezze dei corridoi di movimentazione. Allo stesso modo anche magazzini intensivi dotati di carrelli trilaterali consentono corridoi di movimentazione molto stretti. Il materiale
ad alta rotazione necessita di selettività, mentre per i materiali con rotazioni più basse si possono ipotizzare soluzioni ad alta densità basate su accatastamento o sull’uso di magazzini compattabili. La sfida di chi progetta un magazzino sarà, quindi, quella di trovare la migliore soluzione di stoccaggio in grado di garantire la massimizzazione sia della selettività che della densità. I moderni Amr (Autonomous Mobile Robot), che sono carrelli intelligenti in grado di spostare unità rappresentate da moduli di scaffalatura leggera, o i robotic warehouse storage systems sembrano essere ad oggi le migliori soluzioni per fornire selettività e densità. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)
SELETTIVITÀ
DENSITÀ
ESEMPIO DI MODELLI DI STOCCAGGIO
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AMR, robotic warehouse storage systems
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MEDIO ALTA
Trasloelevatori, Miniload, Multi Shuttle
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Portapallet, Scaffalature leggere
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Catasta, Drive In, Drive In con shuttle
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COME SI FA (ad aumentare il business)
di Roberto Bolici*
A tutto welfare Il covid ha costretto le imprese ad affrontare misure che coinvolgono i dipendenti. Chi li tratta meglio vince
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oco più di un anno fa prendeva avvio questa rubrica, Come si fa. Uno spazio dedicato all’individuazione dei fattori di successo, su cui il management può agire con le sue decisioni, capaci di incidere sulla posizione competitiva dell’impresa all’interno del settore della distribuzione di materiali per l’edilizia. Sempre in quell’occasione si affermava che l’impresa della distribuzione di materiali edili avrebbe dovuto abbandonare la logica strettamente commerciale e sviluppare l’aspetto puramente imprenditoriale, ovvero generare una visione al passo con i tempi e con la velocità del cambiamento. Subito dopo è arrivato il covid-19, che ha impattato in modo dirompente in tutti gli ambiti dell’economia e della nostra società. Le imprese hanno dovuto affrontare un’esperienza drammatica, variando radicalmente il quadro di riferimento e l’ordine
delle priorità aziendali. Hanno dovuto fronteggiare lo scompiglio nella gestione delle attività, provocando gravi conseguenze economiche e modificando i valori di riferimento dei titolari, dei manager e dei lavoratori. Ebbene, difronte a questa prima crisi globale, originata da un’emergenza socio-ambientale, le imprese hanno sperimentato quanto sia importante limitare le fragilità del contesto in cui operano e concorrere a rafforzare le capacità del sistema di fronteggiare le minacce sociali e ambientali della nostra epoca. Sorprendente è stata la reattività delle aziende nei confronti del proprio territorio, divenendo punto di riferimento, per la tutela della salute delle persone, per assicurare reddito anche oltre le assistenze di legge e per sostenere concretamente i territori. Inconsapevolmente, le aziende si sono proposte come soggetti sociali oltre che di mercato, imprimendo al
«welfare aziendale» un salto di qualità. Hanno «generato una visione al passo con i tempi e la velocità del cambiamento». Il welfare aziendale È innegabile che le imprese uscite dalla fase acuta dell’emergenza, abbiano evidenziato gravi difficoltà economiche e di business. C’è chi considera minacciata la propria stessa sopravvivenza, chi prevede l’attuazione di misure drastiche di ristrutturazione per contenere le perdite e mantenere almeno una parte dell’attività e chi, invece, deve affrontare cambiamenti soft nell’organizzazione e nel business. Tutto ciò conferma la gravità dell’impatto della crisi sul sistema produttivo, ma allo stesso tempo i dati rilevati da alcuni studi evidenziano la grande capacità di reazione delle aziende. L’emergenza ha bruscamente accelerato il cambiamento dei processi e del modo di lavorare, rafforzando sia la consapevolezza del proprio ruolo sociale, sia dell’essere un punto di riferimento per le comunità. Gli stessi studi evidenziano come il welfare aziendale è da considerarsi una leva strategica per la crescita sostenibile, e segnalano che le imprese agendo come «soggetto sociale», non solo divengono portatori d’interesse per le nostre comunità, ma migliorano sia la reputazione aziendale che la produttività del lavoro. Così generano performance economiche migliori. In definitiva, gettando uno sguardo sugli anni che verranno, la crisi covid-19 ha agito come acceleratore del welfare aziendale, agendo sulla salute dei dipendenti e delle famiglie, imponendosi come un valore per l’azienda. Questa è la strada da seguire.
*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano
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Un patrimonio edilizio di quasi 1 milione e mezzo di edifici, solo il 3% in classe A. Ma anche sgravi fiscali che consentono di riqualificare una casa senza spendere. CosÏ il 2021 si presenta come un’occasione unica per gli interventi di risanamento
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ISOLAMENTO ACUSTICO?
È MUSICA IN NEGOZIO Aumenta il bisogno di comfort nelle abitazioni. E sale anche la necessità di diminuire il livello dei rumori indesiderati, esterni o interni. Per fortuna le soluzioni ci sono. E per i rivenditori è il momento di fare le scelte giuste, perché davanti hanno due strade di Veronica Monaco
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uello dell’isolamento dai rumori è un argomento di sempre maggiore interesse per chi si occupa di riqualificazione. Non solo perché negli anni l’attenzione al comfort da parte degli utenti finali è diventata sempre più elevata, ma anche perché l’esperienza del lockdown ha portato alla luce un nuovo modo di concepire la casa e il valore di vivere e lavorare in ambienti salubri, anche dal punto di vista acustico. Quali sono allora gli aspetti da tenere in considerazione quando si parla di isolamento acustico e quali sono le soluzioni più adatte per risolvere il problema del rumore eccessivo? YouTrade lo ha chiesto a Cristiano Vassanelli, ingegnere esperto in fisica delle costruzioni. Domanda. Quali sono le cause più frequenti di un cattivo isolamento da suoni indesiderati? Risposta. Da quanto ho potuto notare nella mia attività di consulenza tecnica, nella maggioranza dei casi si tratta di una mancata valutazione preventiva. Difficilmente oggi è abitudine fare un progetto acustico per valutare ex ante eventuali criticità e risolverle. D. Ci sono ambienti che più di altri manifestano il problema del riverbero? R. Se parliamo di costruzioni in generale sicuramente i ristoranti vivono un dramma da questo punto di vista. A seguire uffici, aule scolastiche e palestre. Paradossalmente ci sono anche tanti auditorium che funzionano poco dal punto di vista di una buona acustica interna. D. Come avviene la propagazione del suono all’interno di un edificio? R. Fondamentalmente la propagazione del suono av viene secondo due modalità. La prima è definita trasmissione per via aerea, quindi un rumore, come quello prodotto dalla televisione o da una persona che parla, viene trasportato attraverso l’aria, scontrandosi con diverse superfici nel suo percorso. La seconda modalità è quella per Cristiano Vassanelli via strutturale. In questo caso non abbiamo più una sorgente sonora di tipo aereo, ma un sorgente sonora derivante da vibrazioni, come può essere il rumore prodotto da una persona che cammina, dallo spostamento di un tavolo o dalla caduta accidentale di oggetti. La vibrazione corre attraverso le strutture e si manifesta come suono. D. Cosa succede se a causare rumore è un locale pubblico? R. Qualora un privato fosse disturbato da rumori provenienti da un locale pubblico, come un bar o un ristorante, si fa riferimento al decreto ministeriale del 1997, che fornisce indicazioni molto precise e stringenti, imponendo limiti massimi di emissione e immissione del rumore. Con emissione si D i c e m b r e / G e n n a i o
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intende quanto rumore produce una determinata sorgente sonora; con immissione si intende quanto rumore entra nell’appartamento del privato in questione. Il Dpcm riporta tabelle molto chiare con valori massimi indicati in decibel, che permettono di valutare se il rumore prodotto va oltre i limiti previsti. In caso invece di lite tra privati si fa invece riferimento all’articolo 844 del Codice civile, in cui viene definito il concetto di normale tollerabilità. D. Che cosa succede, quindi, se il rumore è eccessivo? R. Nel primo caso il privato fa un esposto alla pubblica amministrazione, con cui informa il Comune che se non interviene, agirà per vie legali. Nel secondo caso invece si va direttamente per vie legali contro il vicino rumoroso. D. La legge italiana prevede anche norme che regolano la dispersione del rumore? R. Più che regolare, la legge dà precise indicazioni sui livelli di comfort interno e di isolamento di elementi quali il solaio, le pareti perimetrali, le pareti divisorie, oltre a indicare qual è il massimo rumore consentito dagli impianti a funzionamento discontinuo, come sciacquoni e ascensori, e dagli impianti a funzionamento continuo, come quelli per la ventilazione meccanica controllata. Il riferimento normativo è il decreto del 5 dicembre 1997, che riguarda i requisiti acustici passivi nei fabbricati. D. C’è rumore interno e rumore esterno. Si affrontano in maniera differente? R. No, nel senso che la fisica che governa la propagazione dei suoni all’interno o all’esterno di un edificio si assomigliano. Quello che invece è decisamente diverso è la soluzione che è possibile mettere in campo per limitare determinate problematiche. Ad esempio per evitare che il rumore penetri dall’esterno si deve prestare la massima attenzione a tutti gli elementi che «forano» la continuità delle pareti perimetrali, quindi i serramenti, i cassoni delle tapparelle, i fori di ventilazione obbligatori per le cucine a gas. Tutte queste soluzioni vanno valutate di volta in volta, perché è tutto l’insieme che deve rispondere a quanto richiesto dalla legge, non i singoli elementi. D. Quali sono le soluzioni più adatte per ridurre l’inquinamento acustico? R. In primis bisogna stilare una corretta valutazione preventiva per inserire tutti gli elementi in un progetto in grado di offrire un elevato isolamento acustico. Secondariamente si può intervenire direttamente sulle sorgenti sonore, ad esempio installando silenziatori. Infine ci vorrebbe un buon mix di rispetto altrui e sopportazione. Purtroppo oggi le persone sono sempre più insofferenti e intolleranti. D. Quali sono dunque i parametri di cui tenere conto? R. Tornando al Dpcm del 5 dicembre 1997, vengono indicati cinque parametri prestazionali, che devono essere tutti rispettati. Il primo riguarda il massimo livello di rumore da calpestio per evitare la trasmissione per via strutturale; il secondo
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riguarda l’indice di isolamento di facciata; il terzo l’indice di isolamento minimo di ogni elemento di separazione tra distinte unità abitative. Gli altri due parametri sono relativi agli impianti e riguardano il massimo rumore degli impianti a funzionamento discontinuo e gli impianti a funzionamento continuo. D. A che cosa ci si riferisce quando si parla di indice di trasmissione del parlato? R. Questo è un argomento interessante, molto dibattuto l’anno scorso dopo l’emanazione della norma 2532, parte 2. Fondamentalmente l’indice di trasmissione del parlato, indicato con la sigla Sti, cioè l’acronimo inglese di Speech transmission index, è un parametro che indica il livello di intelligibilità della comunicazione verbale all’interno di un determinato locale. Questo valore dipende dalla geometria del locale in sé, dalla presenza e tipologia dell’impianto di diffusione sonora e dalla distribuzione degli astanti all’interno
della sala. Praticamente l’indice Sti valuta la percentuale di comunicazione verbale compresa dall’auditore Se il valore Sti è dello 0,6 significa che una persona, posizionata in un determinato punto del locale, riesce a comprendere il 60% di quello che viene comunicato. Questa normativa dà anche precise indicazioni su come calcolare l’indice di trasmissione del parlato, come controllarlo e fornisce delle tabelle con i livelli corretti da ottenere. Valori dal 60% in su sono decorosi, sotto questa soglia una persona perde la metà o più di quanto viene detto. E se pensiamo all’edilizia scolastica questo elemento non è assolutamente da sottovalutare. D. Quindi le normative sono sufficienti? R. A livello di normative Uni assolutamente sì, il problema è che mancano gli impianti legislativi. I Dpcm che ho menzionato finora risalgono al 1997. In 23 anni l’edilizia ha fatto numerosi passi avanti, quindi sarebbe il caso di aggiornare anche le leggi. D. Ma le leggi sono messe in pratica? R. Direi di sì, ma posso garantire che la situazione in Italia è veramente disomogenea. Ci sono regioni che sono molto avanzate, come la Toscana, che dal 1 gennaio 2020 ha imposto collaudi obbligatori per la verifica dei requisiti passivi degli edifici, prima di concedere l’agibilità di un bene. Ci sono anche Comuni molto aggiornati, come Verona, Torino o Genova. Tuttavia, manca un’unità di intenti, nonostante l’acustica sia davvero un tema caldo. Non non solo a causa del lockdown, durante il quale le persone hanno avvertito maggiormente i problemi derivanti dal discomfort acustico, ma anche a causa dell’aumento delle cause giudiziare in materia di rumore. D. Quindi, quali sono le misure da considerare in fase costruttiva per eliminare o ridurre il riverbero? R. Il riverbero non ha alcun riferimento legislativo d’obbligo di legge, a eccezione dell’edilizia scolastica per alcuni aspetti. E a eccezione di teatri e auditorium pensati proprio a questo scopo, non ci sono veri e propri sistemi costruttivi che consentono di eliminare il riverbero. Tutto viene realizzato a livello di finiture
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interne, andando a scegliere alcuni materiali e tecniche rispetto ad altri. Sono quindi soluzioni che vanno a correggere il tempo di riverberazione, come ad esempio i baffle a soffitto. D. È complicato calcolare i coefficienti di assorbimento acustico? R. Dipende. Un conto è calcolare questi valori in un locale completamente sgombro, un altro è farlo magari in un auditorium a due piani con ballatoi, platee retraibili, soffitti particolarmente difficili dal punto di vista geometrico, con una grande quantità di mobili e arredamenti interni. In questo caso, dato che è necessario valutare ogni elemento e superficie, vengono in aiuto i software di modellizzazione che consentono di eliminare gli errori e tagliare i tempi. D. Ci sono materiali che hanno una capacità ottimale di assorbire i suoni? R. Certo, ci sono numerosi materiali, con differenze a livello economico ed estetico, che vanno dai pannelli microforati in cartongesso fino a pannelli in legni molto nobili. E poi tutte le superfici di finitura porosa, come tessuti pesanti, pannelli fibrosi, in sughero, legno, magnesite, legno cemento, che vanno a limitare la riflessione del suono assorbendone una parte. La scelta dipende anche dal tipo di frequenza del suono da combattere: ci sono soluzioni che funzionano bene sulle basse frequenze, altre sulle medie, e altre ancora sulle alte frequenze. Per scegliere in modo intelligente, bisognerebbe fare come dal medico: fare prima una anamnesi per capire qual è il problema, e poi trovare la soluzione più adeguata. D. Quanto incide a livello economico l’isolamento acustico sui lavori di riqualificazione? R. Se pensiamo a una ristrutturazione integrale, tra il 3% e il 5% del costo finale. La metà dell’investimento è imputabile ai serramenti, che dovendo avere una maggiore capacità isolante sono chiaramente più costosi. Se parliamo invece di materassini anticalpestio o pannelli intrapareti o controparete non vi è nulla di tremendamente costoso. D. Un rivenditore di materiali edili che vuole trattare il tema dell’acustica in modo soddisfacente dal punto di vista del business, come si deve attrezzare? R. Ci sono due strade. La prima prevede un investimento a brevemedio termine: un rivenditore che vuole entrare in questo mercato ha bisogno di sviluppare una partnership con un’azienda leader del settore, sia sotto il profilo dei materiali che della consulenza e documentazione tecnica. Affiancandosi all’azienda non ha grandi investimenti in termini di risorse, solo di magazzino. I clienti vogliono tutto e subito, e visto che l’azienda ha selezionato il rivenditore come partner, deve garntire l’immediata disponibilità dei propri prodotti. La seconda strada prevede invece un investimento a lungo termine da parte del rivenditore, che decide di contare solo sue forze. In questo caso è fondamentale avere risorse interne da formare e qualificare in modo da essere riconosciute come punti di riferimento dai clienti che arrivano in rivendita. Conquistata la fiducia della clientela e innescato un passaparola virtuoso, saranno le aziende a cercare il rivenditore. In questo caso non sarà più necessario stoccare grandi quantità di prodotti a magazzino, perché sarà il distributore a determinare le scelte dei materiali e dei fornitori. D i c e m b r e / G e n n a i o
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LOTTA AL RUMORE COME MISSIONE L’azienda veneta è specializzata in soluzioni per la riduzione dell’inquinamento acustico degli edifici. E, grazie al suo centro di ricerca e alla libertà di scelta tra i diversi materiali, può arrivare rapidamente alla soluzione del problema di Franco Saro
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a lotta al rumore è la missione di Polymaxitalia, azienda attiva nel settore dal 1993, che offre sistemi per combattere il rumore, ma anche isolanti per la regolazione termica certificati e all’avanguardia. Una specializzazione che è in perfetta sintonia con il trend attuale. Ma, naturalmente, è anche necessario «far recepire alle persone che si possono risolvere i problemi legati al rumore in modo semplice ed efficace», spiega Gianni Favaro, direttore commerciale dell’azienda di Castelfranco Veneto (Treviso). Domanda. Riqualificare un edificio significa anche renderlo confortevole. C’è sufficiente attenzione al problema del rumore? Risposta. L’attenzione sta sicuramente crescendo in questi ultimi anni, anche se in maniera meno accentuata rispetto all’isolamento termico. Le richieste di interventi di isolamento acustico che ci arrivano quotidianamente, riguardano per un 60% il patrimonio edilizio esistente. Quindi, c’è una discreta attenzione ai problemi di rumore tra abitazioni. Per rispondere a queste situazioni abbiamo sviluppato dei cicli di intervento validi sia per i solai che per le pareti che prevedono dei pacchetti a bassissimo spessore, ma con una resa acustica molto elevata. Polymaxitalia, per sensibilizzare e informare su questa tematica, ha avviato una serie di campagne informative attraverso webinar online e mediante i canali social al fine di far recepire alle persone che si possono risolvere i problemi legati al rumore in modo semplice ed efficace. D. Quali sono le prospettive dell’azienda per il 2021? R. Il 2020 è stato un anno che ci ha messi alla prova, ci ha fatto cambiare il modo di lavorare e di vivere e posso dire che ci ha anche rafforzati perché, nonostante tutti gli imprevisti,
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abbiamo potuto chiuderlo con risultati soddisfacenti. La speranza è che, quello che abbiamo appena cominciato, sia un anno che possa far tornare la sicurezza e la serenità in generale. L’obiettivo principale del 2021 è quello di continuare a collaborare e aumentare la nostra rete di tecnici con i quali ci confrontiamo quotidianamente valorizzando sempre di più i nostri clienti abituali. Sarà l’anno anche in cui presenteremo due nuove linee di pannelli fonoassorbenti completamente innovative: Gianni Favaro – Direzione Commerciale Polymaxitalia. A destra, trattamento di correzione acustica di un ristorante in provincia di Bari mediante applicazione pannelli Polywall a soffitto e a parete
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Ingresso uffici e stabilimento Polymaxitalia. A destra, trattamento fonoassorbente di ambiente di una casa di riposo
la prima riguarda Suitepad, un pannello che grazie alla sua forma e alle sue caratteristiche funziona sia per assorbenza che per risonanza, raggiungendo così dei parametri di assorbimento acustico di altissimo valore. La seconda linea sarà presentata a metà anno e le sue caratteristiche principali sono la personalizzazione e la elasticità di impiego degli elementi, simile a un Lego composto da moduli fonoassorbenti di cartone piuttosto che da mattoncini di plastica. Qui mi fermo perché non voglio anticipare troppo i tempi. D. In breve, quali sono le tappe salienti della vostra storia? R. Polymaxitalia è nata nel 1993, con la commercializzazione dei primi manti acustici accoppiati. In quegli anni c’era un grosso fermento in ambito edilizio, e infatti di lì a poco è entrato in vigore l’attuale Dpcm 5/12/1997, decreto che fissa i parametri acustici da rispettare nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni. Dal 1998 fino al 2008 è stato un decennio di grandissime soddisfazioni e di investimenti tanto che
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nel 2000 abbiamo iniziato a produrre i materiali con le nostre linee produttive in modo da essere indipendenti da accoppiatori esterni. Nel 2011, poi, c’è stato un profondo rinnovamento nel modus operandi di Polymaxitalia, decidendo di andare a promuovere i nostri prodotti e servizi direttamente ai progettisti in modo da facilitare l’inserimento dei nostri sistemi direttamente a capitolato. Per fare questo abbiamo investito in risorse umane che, dopo un periodo di accurata formazione, si sono interfacciate direttamente con progettisti e imprese di costruzione. La scelta è stata coraggiosa ma a distanza di 10 anni si è rivelata vincente. D. Quali sono i prodotti più richiesti? R. Sicuramente la linea dei manti anticalpestio. La quantità prodotta e venduta di materiali isolanti a solaio, è nettamente superiore rispetto alle altre linee di prodotto. Microbit, Greensound e Supercanalèe sono i prodotti trainanti di questa categoria. Il Supercanalèe, con i suoi 25
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Intervento di risanamento acustico di un solaio con metodo a secco Greensound, manto anticalpestio completamente riciclabile
anni di produzione alle spalle è il prodotto storico che continua a essere utilizzato con molta soddisfazione nei solai tradizionali laterocemento. Greensound invece è una delle nostre ultime novità e sta scalando la vetta per porsi al vertice dei manti anticalpestio più venduti, soprattutto nelle strutture leggere come i solai in legno. In forte crescita rispetto al 2019 ci sono anche i prodotti accoppiati al cartongesso, crescita direttamente proporzionale all’aumento del mercato dei sistemi a secco, molto utili ed efficaci proprio nelle ristrutturazioni. Il Phonoprill e il Microgips Plus guidano questa classifica che nel 2020 ha segnato +50% di metri prodotti rispetto all’anno precedente. D. Quanto conta il lavoro di ricerca e sviluppo dell’azienda? R. È sicuramente alla base dei nostri risultati. Abbiamo la fortuna di avere nel nostro organico persone che non si fermano mai alle apparenze, ma che vanno in profondità a ricercare sempre idee e soluzioni nuove ed innovative. Polymaxitalia ha una struttura molto snella e reattiva e questo porta a sperimentare molte idee. I frutti di questa ricerca hanno portato negli ultimi due anni allo sviluppo del Greensound e di due nuove linee di pannelli fonoassorbenti. La nostra attenzione continua a essere rivolta anche allo studio di materiali eco-compatibili, materiali sempre più richiesti dal mercato. D. Qual è un esempio concreto dei risultati dell’applicazione di un isolante acustico? R. La concretezza in acustica è legata solamente alla misurazione in opera dei risultati. Se il fonometro misura dei valori accettabili questa è la prova che hai lavorato bene. Il nostro modo di interpretare l’acustica edilizia ci spinge a non fermarci all’obiettivo minimo imposto dalla legge ma di andare oltre, per poter offrire il vero comfort acustico di cui necessita una persona nei luoghi dove vive maggiormente cioè la Posa di manto anticalpestio Supercanalèe su solaio di un edificio in legno
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Posa Greensound su abitazione plurifamiliare realizzata completamente con materiali ecosostenibili
sua casa e l’ambiente lavorativo. È per questo motivo che alla fine dei lavori, quando ci sono le condizioni, effettuiamo dei collaudi in opera per misurare i risultati dei nostri pacchetti isolanti in modo da capire dove siamo arrivati e creare il nuovo punto di partenza per migliorarci. D. Quali sono le caratteristiche specifiche necessarie per ottenere buoni risultati? R. Lo studio nei minimi particolari di tutti i dettagli che compongono l’involucro edilizio rappresenta il punto di partenza e per fare questo si devono coinvolgere tutte le figure professionali a partire dal progettista, direzione lavori, impresa, idraulico ed elettricista. Purtroppo è ancora molto diffusa l’idea che basti il solo materiale isolante per risolvere i problemi acustici, invece il materiale è solo una delle componenti da studiare per arrivare ad avere un comfort acustico adeguato. È inutile
Stesura di manto anticalpestio Microbit con relativi accessori
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Fasi della produzione dei manti acustici
proporre materiali dalle ottime performance se poi sono applicati in situazioni non idonee. Il nostro consiglio è quello di affidarsi a tecnici competenti in acustica per studiare e individuare tutti i punti critici in modo tale da ottimizzare e risparmiare anche sulla scelta dei materiali da impiegare per ottenere i risultati desiderati. D. Il lavoro focalizzato sulla qualità e l’innovazione che frutti ha dato in termini di mercato? R. La qualità dei prodotti unita a quella del servizio offerto, ha portato a delle collaborazioni con realtà che vanno al di fuori della sola cantieristica. Un esempio su tutti è la partecipazione al progetto Biosphera, dove sono state messe a disposizione le nostre competenze per l’isolamento acustico di un modulo abitativo ad altissima efficienza energetica. Grazie a questa collaborazione abbiamo potuto allargare il raggio di conoscenze verso Immagini di cantiere realizzati con prodotti Polymaxitalia
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altri settori a noi poco conosciuti ma comunque molto interessanti, come quello dell’illuminazione dove, con un’azienda veneta, abbiamo sviluppato dei sistemi di illuminazione fonoassorbenti. Noi crediamo moltissimo nelle collaborazioni e nelle partnership con altre aziende. D. Qual è il vostro rapporto con il mondo della distribuzione? R. Il nostro approccio verso la distribuzione è cambiato molto nel corso degli ultimi dieci anni. La rivendita edile resta il nostro canale di vendita preferito ma non esclusivo. Il lavoro di promozione svolto verso gli studi di progettazione sta portando ad avere molti contatti diretti con le imprese di costruzione e il rapporto verso queste ultime può essere anche diretto se non ci sono rivenditori fidelizzati in zona. Quello che stiamo facendo è differenziare e valorizzare le rivendite che promuovono i prodotti Polymaxitalia a differenza di quelle generaliste, dove si tende a tenere molti marchi e di conseguenza ad essere considerati uno dei tanti. D. La vostra offerta di materiali isolanti è molto diversificata. Come si articola? R. Si articola in cinque linee di prodotto: isolanti acustici per solai, per pareti, per gli impianti, termoacustici e linea fonoassorbente. Con queste linee di prodotto siamo in grado di offrire una soluzione per risolvere qualsiasi richiesta di isolamento. Un punto di forza di Polymaxitalia è che non siamo produttori di materie prime, ma dei trasformatori. Questo ci rende liberi di scegliere la materia prima che riteniamo più interessante per i nostri fabbisogni mentre chi produce un solo tipo di prodotto deve per forza di cose farlo andare bene in tutte le situazioni, ma in acustica non è sempre così, bisogna avere la possibilità di scegliere diverse tipologie di prodotto perchè ogni cantiere ha casistiche e necessità diverse. Il nostro motto non a caso è «Il Silenzio va ricercato, studiato, risolto caso per caso». D. Per quanto riguarda gli isolanti acustici qual è il trend generale? R. Il trend generale è in crescita, il settore è in fermento anche grazie agli incentivi legati al 110%. Le persone si sono accorte ancora di più della scarsa qualità del comfort acustico delle loro abitazioni proprio durante il lockdown dell’ultimo anno e le richieste di intervento si sono moltiplicate in modo esponenziale. Ci sono comunque zone molto attive in termini di nuove costruzioni, quelle più vicine a noi sono la Lombardia e la provincia autonoma di Bolzano. D. C’è sufficiente sensibilità riguardo l’isolamento dai rumori? R. Anche in questo caso devo dire che la sensibilità verso questa problematica c’è, perchè tutti noi vorremmo abitare in una casa che ci permetta di non essere disturbati dai nostri vicini o dai rumori del traffico o da altre fonti di disturbo. Di pari passo deve aumentare anche la conoscenza da parte degli attori principali che compongono la filiera delle costruzioni. D. È sufficiente parlare di un materiale che blocca il rumore o è il caso di considerare un insieme di fattori? R. È sicuramente corretto parlare di sistema isolante. Il materiale è uno dei componenti utili a creare un adeguato comfort acustico, ma non è l’unico elemento da considerare (come si pensa molte volte). La prima cosa che chiediamo ai professionisti o ai clienti che ci interpellano per avere un consiglio è proprio il contesto edilizio da isolare, la stratigrafia che compone il solaio o la parete, solo da questi dati possiamo proporre un isolamento veramente performante. Molte volte, studiando queste informazioni, si riesce anche a risparmiare sulla scelta del materiale isolante.
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S PEC IA L E Risanamento - Acustica ISOLMANT
LA PALAZZINA Ăˆ SILENZIOSA In provincia di Lodi il progetto di un edificio classificato a energia quasi zero ha scelto di attestarsi su alti livelli qualitativi anche per quanto riguarda la riduzione dell'inquinamento sonoro. E i materiali si sono rivelati all'altezza delle aspettative di Franco Saro
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truttura portante in X-Lam, cappotto termico in sughero, coibentazione del tetto in fibra di legno: il progetto residenziale Clima Comfort, realizzato dal gruppo immobiliare Gardenia a Mulazzano (Lodi), ha puntato a garantire le migliori performance energetiche per un minor consumo e spreco di risorse, ma anche il massimo comfort abitativo. E, quindi, non solo dal punto di visto termico ed energetico, ma anche acustico.
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Il complesso Clima Comfort di Mulazzano
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Isolmant UnderSpecial
Isolmant Special 10 millimetri, accoppiato sul lato inferiore alla speciale fibra agugliata Fibtec XF1.
L’edificio, costituito da nove appartamenti distribuiti su tre piani fuori terra, ha ottenuto l’importante certificazione Casa Clima Gold, che classifica l’immobile come edificio a energia quasi zero (Nzeb), con un’efficienza dell’involucro di 2 kWh/m2a e complessiva pari a 2 chilogrammi C02 /m2a. L’edificio punta sull’innovazione e sull’utilizzo di materiali sostenibili: «La fase di progettazione richiede molto tempo, perché ogni singolo aspetto del comfort va valutato con cura dall’illuminazione naturale al comfort acustico alla qualità dell’aria interna. Il tutto secondo un uso razionale dell’energia che preveda lo sfruttamento, per la poca energia necessaria residua, di fonti rinnovabili», precisa Claudio Bellocchio, ingegnere del team di Gardenia. ECCELLENTI PERFORMANCE Per raggiungere l’obiettivo, in tutti gli appartamenti, composti da un’ampia zona giorno, tre camere da letto, due bagni e un ripostiglio-lavanderia, sono state applicate le soluzioni per l’isolamento acustico firmate Isolmant che, grazie alle loro eccellenti performance, contribuiscono al raggiungimento del massimo livello di comfort e benessere di coloro che abiteranno il nuovo complesso residenziale. Soluzioni non solo tecnologicamente all’avanguardia per l’abbattimento dei rumori, ma anche Voc free e rispettose dei Criteri ambientali minimi, in linea con la filosofia progettuale del nuovo complesso residenziale di Mulazzano e con la strategia Isolmant che promuove da anni il progetto Isolmant GreenPlanet. In particolare, all’interno della gamma di soluzioni innovative e performanti di Isolmant si è scelta l’applicazione sottomassetto di Isolmant UnderSpecial con spessore 13 millimetri per i solai interpiano degli appartamenti (spessore totale 41,5 centimetri circa). La stratigrafia si articola quindi in questo modo: strato lamellare sdraiato, sottofondo premiscelato alleggerito, Isolmant UnderSpecial, massetto in sabbia e cemento e finitura per la pavimentazione. Indicato in tutti i casi in cui oltre a un elevato abbattimento acustico sia richiesto anche un aumento del potere fonoisolante del solaio, Isolmant UnderSpecial è composto da D i c e m b r e / G e n n a i o
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ADDIO CALPESTIO Grazie alle sue elevate performance, Isolmant UnderSpecial ha permesso di raggiungere ottimi risultati nell’isolamento acustico dai rumori da calpestio nei diversi ambienti delle unità abitative, in linea con i requisiti acustici passivi previsti dal Dpcm 05/12/1997. In particolare, i collaudi acustici effettuati hanno rilevato un livello di rumore di calpestio pari a 58 dB per il solaio interpiano del soggiornocucina degli appartamenti posti al piano terra e primo piano, mentre il solaio divisorio tra le camere da letto degli appartamenti situati agli stessi livelli ha raggiunto un indice di isolamento acustico pari a 55 dB. Infine, il solaio tra la camera da letto situata al primo piano e la cucina del secondo piano ha raggiunto un livello pari a 56 dB. BASSI SPESSORI Gli edifici progettati con elevati standard qualitativi di coibentazione termica, in linea con le direttive europee e con i parametri Nzeb, prevedono molto spesso l’installazione di sistemi radianti a pavimento a bassa inerzia termica, ideali per rispettare gli standard di efficienza energetica richiesta. Un aspetto che porta progettisti e applicatori ad affrontare la necessità di lavorare con bassi spessori, per cui sono necessari sistemi altamente performanti con ingombri ridotti. Proprio per soddisfare queste esigenze, Isolmant ha sviluppato ulteriormente la tecnologia di UnderSpecial mettendo a punto UnderSpecial Evo, l’evoluzione di Isolmant UnderSpecial specifica per massetti a basso spessore (da 3 a 5 centimetri). Un prodotto di nuova concezione adatto a strutture innovative anche con sistemi di riscaldamento a pavimento integrato. Composto da Isolmant 1,5 millimetri ad alta densità e accoppiato sul lato inferiore con Fibtec XF2, speciale fibra agugliata, Isolmant UnderSpecial Evo è una soluzione altamente tecnologica che unisce in un unico prodotto un’elevata prestazione acustica e la riduzione dei rischi di cavillature. Posa Isolmant UnderSpecial
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S PEC IA L E Risanamento - Umidità M U R AT U R E
SE LE CASE FANNO ACQUA Il problema della risalita dell’umidità nelle pareti di un edificio può essere condizionato da diversi fattori, ma anche dall’uso di materiali non appropriati. Cemento e calce hanno pregi o difetti secondo le caratteristiche proprie di ogni tipo di costruzione
di Daniele Menzio
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l problema dell’umidità nelle costruzioni costituisce un tema di grande attualità, non solo per le cause tipiche derivanti dalle condizioni ambientali e meteorologiche, ma anche per le caratteristiche di alcuni materiali e degli effetti che nel tempo si possono verificare. Una condizione che interessa vecchi edifici realizzati con tecnologie della tradizione e poi trattati con materiali incompatibili, ma anche costruzioni più recenti realizzate talvolta con caratteristiche inadeguate. È proprio l’acqua il fattore comune che determina gli effetti che oggi conosciamo con la presenza di umidità e condensa nelle costruzioni. L’acqua è un bene prezioso per la vita, ma in edilizia, se non adeguatamente controllato, finisce per diventare un vero problema, dannoso per le parti costruite e per la salute e il benessere più in generale. Proviamo a fare sintesi delle più comuni cause, degli effetti e delle possibili soluzioni. Procediamo con ordine, in primo luogo identificando le cause che possono essere esterne e interne. Sono esterne quelle derivanti dall’atmosfera per infiltrazioni da pioggia e dal sottosuolo come capillarità di risalita. Sono invece interne quelle derivanti dal livello di umidità relativa presente nell’aria dei locali sia per effetto di cause esterne, sia per cause accidentali. In ogni caso, l’effetto è la presenza di condense in particolare sulle superfici murarie.
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CAUSE ESTERNE Ci occuperemo in questo spazio delle cause esterne che coinvolgono le strutture murarie e determinano i fenomeni più comuni e insidiosi riscontrabili anche all’interno dei locali abitativi, con particolare interesse per i fenomeni provenienti dal basso, ovvero di risalita per capillarità dal terreno. Per comprendere meglio questi fenomeni può essere utile richiamare alcuni principi di idrologia di base, con i passaggi dell’acqua nei diversi stati fisici, in particolare da liquido a evaporazione (che interessa la formazione di umidità nelle strutture murarie a contatto con il terreno per risalita capillare) e da aeriforme a liquido (relativo alla formazione di condense superficiali all’interno dei locali). Solo con una chiara e circostanziata conoscenza delle origini dei diversi fenomeni è possibile intervenire sulle cause e non sugli effetti per eliminare o almeno limitarne l’azione. Partiamo dal caso più comune di umidità per risalita capillare, considerato che l’umidità nei muri comporta una serie di effetti e disagi per la formazione di efflorescenze, muffe e funghi e nei casi estremi anche danni strutturali. ASSORBIMENTO LENTO L’acqua meteorica (stato liquido) penetra nel muro e nel terreno (con una temperatura minima di oltre 4 gradi) e si distribuisce nel
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S PEC IA L E Risanamento - Umidità soprattutto in fase di presa, tendono a liberare una quantità di calce libera in parte solubile in acqua. L’evaporazione dell’acqua favorisce la reazione della calce con l’anidride carbonica presente nell’aria determinando il deposito di sali. Sono le cosiddette efflorescenze saline che dipendono proprio dal deposito dei sali di carbonatazione che poi determinano il degrado. L’acqua, infatti, non è corrosiva di per sé, ma la combinazione con i sali minerali contenuti nel terreno e la risalita per capillarità nella struttura muraria veicola i sali in forma idrosolubile, che si accumulano nei pori del materiale. Ma è durante la fase di evaporazione, per innalzamento della temperatura, che si verifica un aumento della pressione e del volume dei sali. La conseguenza è la rottura dei pori e il deterioramento del materiale con l’espulsione dei sali sottoforma di cristalli verso gli strati più esposti.
sottosuolo per assorbimento, impregnando le fondazioni del muro (se non adeguatamente isolate) per contatto diretto. L’innalzamento della temperatura esterna determina l’inizio del processo di risalita capillare (stato di evaporazione) dal terreno attraverso la struttura muraria, favorita dalla porosità caratteristica di ciascun materiale. L’effetto nel tempo si manifesta con il degrado della muratura, passando per tutti gli strati dei materiali (intonaco, stabilitura, pittura, eccetera). Un processo che, se non controllato nel tempo, risulta irreversibile con il deterioramento dei rivestimenti, degli intonaci e delle malte di allettamento che legano i manufatti. Il fenomeno si manifesta solo in parte all’esterno, quando la muratura (supporto permeabile) risulta incompatibile con la finitura superficiale poco o per nulla traspirante (alcune pitture o rivestimenti plastici), impedendo di fatto il passaggio del vapore acqueo e determinando la decoesione dello strato superficiale (esfoliazione). SALI IDROSOLUBILI La presenza di leganti idraulici (cemento) contenuti nelle malte e negli intonaci in presenza di forte umidità e a basse temperature,
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QUESTIONI DI ALTEZZA L’altezza di risalita capillare dipende dalla tipologia del materiale e dalla dimensione dei pori. Materiali con pori compresi tra 1 e 10 μm (laterizi e malte) subiscono maggiore altezza di risalita. Materiali con pori dimensionalmente inferiori presentano altezze di risalita considerevoli, ma con minore velocità. Se i pori hanno dimensioni superiori a 100 μm l’altezza di risalita è modesta perché la depressione interna ai pori è limitata. Ci sono, poi, anche altri fenomeni intimamente connessi allo stato fisico dell’acqua come il passaggio da liquido a solido (gelo) che ne causano un aumento di volume, ma nella maggior parte dei casi i cristalli di sale rappresentano il fattore più importante di deterioramento, in particolare possiamo parlare di carbonato di calcio, ma anche di cloruri, solfati o nitrati. Meno frequente è, invece, il nitrato di potassio, comunemente conosciuto come "salnitro", più difficile a formarsi se non si manifestano condizioni particolari in un ambiente adatto, con una concentrazione sufficiente di ammoniaca ossidabile derivante da sostanze azotate in decomposizione. DEUMIDIFICAZIONE: INTONACI DI CEMENTO O CALCE? Partendo dal presupposto che non vi sia una soluzione unica e migliore in assoluto per affrontare il tema dell’umidità nelle murature, ma che sono note tecnologie in grado di tenere sotto controllo il problema e che se adeguatamente utilizzate anche di risolvere situazioni difficili. Senza entrare troppo nel merito degli aspetti fisici delle funzionalità, ma per comprenderne meglio l’efficacia, possiamo evidenziare la differenza tra intonaci macroporosi di natura cementizia e calci idrauliche naturali, richiamando il concetto di porosità dei materiali, come caratteristica strutturale della massa che presenta piccoli spazi vuoti (pori) in grado di assorbire un fluido ed essere permeabili all’aria. Entrambi i leganti, semplificando, provengono dalla cottura di rocce calcaree ad altro contenuto di carbonato di calcio, ma si differenziano per il basso grado di cottura delle calci (circa 900 gradi) rispetto a quello elevato dei cementi negli altoforni (tra 1250 e 1500 gradi) dove avviene la completa fusione con la trasformazione in clinker. Questa differenza determina nei cementi maggiore coesione delle particelle con più resistenza meccanica, ma scarsa porosità, mentre al contrario nelle calci la minore tenacità corrisponde a una consistente porosità. D i c e m b r e / G e n n a i o
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possiamo affermare che i leganti cementizi, se LE ATTITUDINI Secondo questa suddivisione, i cementi risulterebadeguatamente additivati con specifici aeranti, bero più idonei a impieghi strutturali (confezionarisultano altresì idonei per intonaci deumidificanti macroporosi (per interventi su strutture più recenti mento di calcestruzzi e cementi armati) mentre le costituite da murature di blocchi e cemento). calci a complementi di finitura (intonaci e stabiliture). Una distinzione in parte condivisibile, ma SOSTENIBILITÀ DEI MATERIALI non in senso assoluto. Infatti, le malte idrauliche a base di calce per allettamento e intonaco sono Oggi si tende a considerare con maggiore attenziostate utilizzate dall’antichità fino a primi anni ne il tema della sostenibilità dei materiali secondell’Ottocento, quando la rivoluzione industriado il principio del ciclo di vita dei materiali LCT le ha permesso la costruzione di forni a elevato (Life Cycle Thinking) considerando il percorso rendimento per ottenere la fusione del klinker e dall’estrazione della materia prima, passando per la quindi la fabbricazione dei cementi, comunemente produzione e l’impiego in cantiere, fino al reintegro poi utilizzati nella maggior parte delle costruzioni nell’ambiente come rifiuto riciclabile, ovvero come fino ai giorni nostri. Solo in epoche più recenti si materia seconda che ritorna prima LCA (Life Cycle è ripreso a utilizzare i materiali della tradizione Assessment). Inoltre, assume particolare imporriscoprendone le caratteristiche di base, sia per una tanza individuare prodotti e materiali che possano maggiore compatibilità nei risanamenti murari, assicurare negli interventi anche la qualità dell’aria Misurazione dell’umidità per capillarità con igrometro per contatto sia per i concetti di sostenibilità nella bioedilizia. interna IAQ (Indoor air quality) considerata di Se da un lato le calci idrauliche naturali presentafondamentale importanza ai fini del benessere e del no una maggiore porosità naturale e risultano più idonee per il confecomfort abitativo. Sotto questo profilo le calci risultano più sostenibili zionamento di intonaci deumidificanti (quindi da preferirsi rispetto ai dei cementi per il minore consumo di energia ed emissione di CO2 nella cementi soprattutto negli interventi su vecchi edifici storici costituiti fase di cottura (decarbonatazione) con un riassorbimento fino al 60% da murature della tradizione composte da mattoni e calce), dall’altro nella fase di impiego (carbonatazione) rispetto allo 0% dei cementi.
Le soluzioni costruttive e isolanti Ytong e Multipor in calcestruzzo aerato autoclavato sono realizzate con materie prime naturali e grazie all’aria contenuta all’interno della struttura cellulare, sono al tempo stesso leggere ed estremamente solide. La struttura porosa massimizza le proprietà isolanti e la traspirabilità del materiale, mentre la natura minerale conferisce una elevata resistenza al fuoco e durabilità nel tempo. Ytong e Multipor, insieme alla gamma di malte e intonaci minerali, costituiscono un sistema costruttivo completo, naturale, sostenibile e conforme ai requisiti CAM.
MULTIPOR
YTONG
YTONG
Pannello isolante minerale
CLIMAGOLD Blocco isolante λ10,dry 0,072 W/mK
SISMICLIMA Blocco portante
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LA RISPOSTA È NELL’ARIA 2 0 2 1
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S PEC IA L E Risanamento - Umidità DALIFORM GROUP
TUTTI ALL’ASCIUTTO GRAZIE ALL’IGLU’ Il sistema innovativo dell’azienda trevigiana crea intercapedini, vespai e pavimenti aerati. I casseri in materiale plastico riciclato e riciclabile, consentono la rapida realizzazione di una piattaforma per la gettata di calcestruzzo di Franco Saro
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scludere l’umidità è uno degli obiettivi più importanti da risolvere nella costruzione di un edificio. Un problema, quello della risalita dell’umidità, noto fin dall’antichità e che è stato affrontato per legge oltre un secolo fa, con una normativa del 1896, che ha fissato l’elevazione del pavimento a 40 centimetri, per creare un vuoto per la ventilazione sottostante. Ed è un sistema di isolamento ancora valido e applicato, sia sulle nuove costruzioni che negli interventi di ristrutturazione di vecchi edifici.
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NUOVI SISTEMI In linea con la normativa, l’azienda di Gorgo al Monticano (Treviso) Daliform Group ha brevettato e realizzato Iglu’, un sistema rivoluzionario per la creazione di intercapedini in genere, vespai e pavimenti aerati. I casseri, realizzati in materiale plastico riciclato e riciclabile, grazie alla loro facile posa a incastro, consentono la rapida realizzazione di una piattaforma pedonabile, sulla quale è posata la gettata di calcestruzzo. L’intercapedine così ottenuta avrà una conformazione a calotta sferica e, con i collegamenti all’esterno del fabbricato, consentirà la massima ventilazione. Oltre a creare un «vuoto sanitario» con adeguata barriera al vapore per il pavimento, il sistema favorisce lo smaltimento dei gas radioattivi naturali emanati dal terreno, in particolare del gas radon.
freddi piani e inclinati, pavimentazioni flottanti (floating floors) ai piani intermedi, canalizzazioni sotto il pavimento per impianti di riscaldamento e di ventilazione con il passaggio d’aria fino a 35-38 gradi, infrastrutture stradali come marciapiedi, aiuole, piazze, in alternativa ai riempimenti con materiali inerti, strutture per l’agricoltura come le serre, impianti sportivi.
FACILITÀ DI LAVORAZIONE Le caratteristiche peculiari di questa tecnologia sono la razionalità, la facilità di lavorazione e soprattutto la velocità e semplicità di posa in opera. L’intercapedine consente anche l’inserimento delle reti tecnologiche senza annegarle nel massetto di base della pavimentazione, garantendo la possibilità di ispezione e l’integrazione con ulteriori impianti che si rendessero necessari nel tempo. Tra i molti campi applicativi, in cui il sistema Iglu’ può svolgere una significativa funzione, si contano pavimenti ventilati civili e industriali, tetti
INTEGRAZIONE Il cassero Iglu’ integrato con gli accessori L-Plast, Beton-Up, Iso-Iglu’, amplia ulteriormente la capacità del sistema di adattarsi a esigenze di progetto diversificate. Daliform Group prosegue nell’attività di ricerca e sviluppo tecnologico del sistema secondo le direttrici che ne hanno determinato il successo: semplicità, razionalità, economicità. Questa attività di studio e sperimentazione ha prodotto una serie di nuovi componenti che completano il sistema aumentandone le possibilità applicative. D i c e m b r e / G e n n a i o
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LO C AT E L L I
LA LINEA GIUSTA ANTI UMIDITÀ L’azienda bergamasca ha messo a punto due aree di prodotti per il risanamento e la deumidificazione delle costruzioni. La prima comprende materiali premiscelati micromacroporosi, la seconda si basa sull’impiego di calce idraulica naturale di Stefano Testa
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ocatelli, azienda storica di Clusone (Bergamo) di prodotti per l’edilizia, è particolarmente orientata allo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative con la realizzazione di nuovi prodotti, anche con una particolare attenzione alla sostenibilità e al comfort abitativo. Focalizzate sui processi di risanamento e deumidificazione, si tratta di due aree di prodotti basati su sistemi a sovrapposizione di strati compatibili: Linea Mural e Linea BioMural. La Linea Mural comprende prodotti premiscelati micromacroporosi per la deumidificazione delle strutture murarie a base di cemento additivato con 30% di aria inglobata che consente all’umidità di risalita di evaporare in tempi brevissimi, evitando il ristagno di acqua nelle murature. Il sistema è composto da MuralSan (intonaco pre-
Un muro con umidità in risalita e le opere di risanamento
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miscelato micromacroporoso), Z10 Muralsol (rivestimento bianco a base di calce idrata) e MuralSan Primer (liquido impregnante desalinizzante). La Linea BioMural è invece basata sull’impiego di calce idraulica naturale NHL e di inerti finemente selezionati a granulometria controllata. I prodotti della Linea BioMural sono una soluzione sostenibile, a basso contenuto di sali idrosolubili, dotati di buona lavorabilità per conferire ottima traspirabilità naturale delle strutture murarie, riducendo o annullando i fenomeni di condensa, con il mantenimento di locali asciutti nel tempo. Il sistema è completo e comprende i seguenti prodotti premiscelati: B500 (malta da muratura), B510 (rinzaffo antisale), B520 (intonaco deumidificante a mano), B522 (intonaco deumidificante a macchina), B530 (stabilitura), R12 (rasante).
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S PEC IA L E Cappotto CORTEXA
COME RICONOSCERE IL VERO CAPPOTTO L’associazione che promuove l’eccellenza del sistema per l’isolamento termico degli edifici scende in campo e mette in guardia gli operatori: per ottenere una coibentazione allo stato dell’arte occorre avere una formazione adeguata di Franco Saro
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l superbonus è una super occasione per trasformare una casa energeticamente colabrodo in un’abitazione confortevole e risparmiosa. Ma c’è modo e modo per raggiungere l’obiettivo. Cortexa, progetto associativo che ha lo scopo di informare correttamente sul sistema a cappotto, le idee chiare ce le ha. Ma ha anche la preoccupazione che, nell’euforia della corsa agli incentivi, non tutti gli interventi di riqualificazione siano condotti correttamente. «Per questo è più sicuro affidare i lavori esclusivamente ad applicatori specializzati che abbiano seguito un corso di formazione», ammonisce Andris Pavan, presidente di Cortexa. Domanda. Quali sono secondo Cortexa i criteri per determinare la qualità del sistema a cappotto? Risposta. Il sistema di isolamento termico a cappotto è la misura in assoluto più efficace per l’efficienza energetica dell’involucro in edilizia. Questa consapevolezza porta Cortexa, che opera dal 2007 per diffondere in Italia le migliori conoscenze Andris Pavan, presidente Cortexa per l’eccellenza nel sistema a cappotto, a dimostrare la propria lungimiranza nel richiedere, oggi e sin dal principio, a tutela di tutta la filiera, di operare secondo tre criteri di qualità rigorosi e verificabili, indispensabili per la realizzazione di interventi efficaci e durevoli. Primo, l’impiego di sistemi a cappotto, forniti e certificati come kit da un unico produttore, dotati di certificato Eta (secondo Etag 004) e di marcatura CE di sistema. Secondo, la progettazione del sistema di isolamento termico a cappotto a opera di un progettista esperto, che conosca e segua il Manuale Cortexa e la norma Uni/Tr 11715:2018, nata grazie a un forte contributo di Cortexa stessa e utilizzando come punto di partenza il Manuale Cortexa per l’applicazione del sistema a cappotto. Terzo, la posa in opera a cura di imprese e installatori specializzati, che operino secondo il Manuale Cortexa e la norma Uni/Tr 11715, e le cui competenze siano certificate secondo la norma Uni 11716. D. L’applicazione di un cappotto è importante quanto la qualità del materiale utilizzato. Come siamo messi da questo punto di vista? R. Qualità del sistema e posa in opera sono fattori strettamente connessi e determinanti per l’efficacia dell’intervento. Dal 2007 a oggi abbiamo assistito a un crescente interesse, da parte delle imprese, nei confronti del sistema a cappotto, con una accelerazione improvvisa generata dall’entrata in vigore del superbonus 110%. Il Superbonus è stato l’incentivo che ha spinto moltissime imprese a prendere coscienza che se oggi non si conoscono le soluzioni per l’efficienza energetica dell’involucro è impossibile competere sul mercato. Tuttavia, un forte interesse non va di pari passo con la preparazione e l’esperienza necessaria per effettuare lavori a regola d’arte e in linea con gli stringenti requisiti di qualità richiesti dal bonus stesso. Tralasciando il caso di imprese che si improvvisano, ce ne sono ancora molte che, pur operando nel settore, propongono i così detti cappotti termici assemblati, ossia costituiti da elementi di diversi produttori non certificati come kit. Questi compromessi sono attrattivi D i c e m b r e / G e n n a i o
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per imprese e posatori sottoposti a forti pressioni economiche. Se il committente tira troppo sul prezzo, il posatore, per potere guadagnare e non perdere la commessa, cerca di ricorrere a soluzioni meno costose, ossia cappotti assemblati e non certificati che violano il concetto di Sistema. Questa scelta non fa l’interesse di nessuno. Il committente, infatti, non otterrà un lavoro di qualità, con evidenti svantaggi sia a livello estetico che prestazionale. Il progettista non vedrà rispettato il suo progetto iniziale e, se incaricato anche della direzione lavori, porterà l’intera responsabilità sui danni generati dal cappotto termico mal realizzato. E l’impresa non potrà in alcun modo rivolgersi al produttore in caso di problemi, in quanto i produttori rispondono solo ed esclusivamente di sistemi certificati. È fondamentale che rivendite, progettisti e imprese facciano proprio il concetto di Sistema a Cappotto come kit certificato, in quanto elemento fondante per la riuscita dell’intervento. D. Come essere sicuri che l’applicatore sappia lavorare al meglio? R. Il nostro suggerimento è di affidare i lavori esclusivamente ad applicatori specializzati che abbiano seguito un corso di formazione (per esempio, quello fornito da Cortexa) e abbiano certificato le proprie competenze secondo la norma di certificazione professionale Uni 11716, dimostrando di sapere attuare quanto previsto dal Manuale Cortexa e dalla norma Uni/Tr 11715. Per il 2021 ci auspichiamo che il governo e i ministri competenti lavorino per concretizzare quanto previsto dal recepimento della direttiva Ue 2018/44 con il D.L. n° 48 del 10/6/2020 in merito alla posa in opera qualificata come condizione indispensabile per l’accesso agli incentivi per l’efficienza energetica. D. Avete un ruolo nella formazione? R. Dal 2007 Cortexa ha formato diverse migliaia di progettisti, sia direttamente che in collaborazione con Ordini e associazioni di categoria. La formazione alle imprese e agli applicatori viene invece erogata dai soci Cortexa, seguendo dei moduli di formazione standard. Le aziende associate a Cortexa diffondono la cultura dell’eccellenza del sistema a cappotto anche in collaborazione con le loro rivendite partner, presso le quali organizzano workshop e momenti formativi. Oltre alle attività di formazione in aula e online informiamo e formiamo tutti gli operatori della filiera mediante il Manuale e le Guide Cortexa, scaricabili dal nostro sito. D. In che cosa si distingue il sistema a cappotto realizzato secondo i requisiti di Cortexa rispetto ad altre soluzioni? R. L’efficacia del sistema a cappotto, secondo Cortexa, passa dai tre criteri già menzionati: scelta di un sistema certificato come kit, progettazione a cura di professionista esperto in materia e posa in opera a cura di un applicatore formato, esperto e le cui competenze siano certificate. Come Cortexa desideriamo inoltre chiarire che esiste un solo sistema a cappotto, ossia il sistema isolante termico per l’esterno, dall’inglese External Thermal Insulation Composite System (Etics), grazie al quale
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S PEC IA L E Cappotto
l’edificio viene avvolto e protetto, garantendo la continuità del materiale isolante. Sul mercato, invece, si tende a chiamare cappotto termico qualsiasi soluzione contenga materiale isolante, ma tutte le soluzioni che non garantiscono la continuità e che propongono il materiale isolante non direttamente a contatto con l’ambiente esterno, per esempio in intercapedine o all’interno dell’edificio, non possono essere definite cappotto. Negli ultimi anni e soprattutto con l’avvento del superbonus, abbiamo assistito al proliferare di «soluzioni miracolose», consigliate erroneamente come valida alternativa al sistema a cappotto, millantando di consentire il miglioramento di due classi energetiche necessario per accedere al superbonus 110%. Stiamo parlando di prodotti comunemente chiamati pitture isolanti e nano cappotto. Nei progetti di riqualificazione energetica, è indispensabile impiegare soluzioni e prodotti coerenti con le regole comunitarie e nazionali, anche per accedere ai bonus fiscali. I materiali miracolosi che promettono in pochi millimetri di sostituire il sistema a cappotto non solo non sono in grado di farlo ma non rispettano neppure le normative vigenti. D. Il superbonus 110% è una grande occasione per Cortexa, ma soprattutto per la riqualificazione del patrimonio immobiliare. Gli italiani sapranno approfittarne? R. Con un patrimonio immobiliare italiano ancora in buona parte obsoleto ed energivoro, l’opportunità del superbonus 110% è molto preziosa, sia in termini di risparmio energetico che di riduzione delle emissioni e aumento della salubrità, della sicurezza e del comfort degli edifici. Il ruolo di Cortexa, da quando si è iniziato a parlare di superbonus, è diventato ancor più centrale: gestiamo quotidianamente decine di richieste di progettisti, imprese e privati che si rivolgono a noi per informarsi e assicurarsi di compiere le scelte giuste. Con piacere osserviamo che anche i privati sono molto consapevoli dell’importanza della qualità, in termini di selezione di sistemi, progettisti e applicatori adeguati. Possiamo quindi affermare che gli italiani hanno dimostrato di volere approfittare di questa opportunità. Il vero problema non sono i privati, ma quello di una domanda che eccede l’offerta qualificata. Lavori mal eseguiti non solo non sono efficaci ma, per come è strutturato il superbonus, eventuali
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difformità avranno serie conseguenze per tutti i coinvolti: da un lato per i progettisti che si occupano della progettazione, della direzione lavori e dell’asseverazione degli interventi, dall’altro per il privato che potrebbe trovarsi a dover restituire l’agevolazione ricevuta e rispondere a severe sanzioni. D. La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto una proroga al Superbonus 110%. È sufficiente? R. La proroga di ulteriori sei mesi, spostata al 30 giugno 2022, introdotta dalla legge di Bilancio 2021 non è da noi ritenuta sufficiente a eliminare alcuni dei rischi che un lasso di tempo così breve potrebbe causare al mercato, anche in considerazione dell’emergenza sanitaria in corso. In particolare, un così breve intervallo temporale potrebbe favorire la comparsa sul mercato di soggetti privi di competenza ed esperienza per svolgere il ruolo di general contractor, per progettare e per effettuare complessi interventi strutturali, impiantistici e di riqualificazione energetica. Questo accade perché l’offerta non riesce a colmare la domanda, lasciando spazio a soggetti non adeguatamente qualificati e spinti dal solo interesse commerciale. Oggigiorno il mercato richiede sempre maggiori garanzie di competenze sia a livello progettuale che esecutivo. Questa è la ragione per cui un lasso di tempo più generoso per usufruire dell’agevolazione proposta dal superbonus 110% porterebbe alla formazione di un maggior numero di professionisti e imprese a cui affidare gli interventi. Saper dimostrare esperienza e competenza è, e sarà sempre di più, un vantaggio competitivo strategico, ottenibile ad esempio frequentando i corsi di formazione presso le aziende associate a Cortexa. D. Un aspetto sempre più importante è quello della sostenibilità ambientale. Qual è il vostro punto di vista? R. Il cappotto è senza alcun dubbio la scelta migliore per rendere sostenibili gli edifici: se applicato in larga scala, potrebbe ridurre le emissioni di CO2 di alcune migliaia di tonnellate ogni anno. Il sistema a cappotto sarà il protagonista del piano europeo Next Generation, che prevede la decarbonizzazione delle industrie entro il 2050 mediante interventi sul patrimonio immobiliare. D. Qual è il bilancio dell’anno appena concluso e condizionato dalla pandemia? R. La pandemia ha rallentato alcuni segmenti del settore edilizio, ma non quello dell’efficienza energetica. La proroga dei bonus casa e dello stesso superbonus lasciano presupporre che il trend positivo continui. Cortexa si è più volte rivolta al Governo e ai ministri competenti per suggerire l’inserimento all’interno del Recovery Plan italiano di azioni a sostegno degli interventi di efficienza energetica in edilizia che rispettino precisi criteri di qualità. Questo potrebbe contribuire fortemente allo sviluppo di un modo più sicuro, sostenibile e confortevole di costruire e consentirebbe all’Italia di rispettare le richieste europee di riduzione delle emissioni e dei consumi energetici. D. Qual è il vostro programma per il 2021? R. Il 2021 è per noi un anno di completamento di una strategia triennale lanciata nel 2019, che ci ha dato grandi frutti e che intendiamo continuare a perseguire e sviluppare. Abbiamo ampliato il nostro raggio di azione verso privati e imprese, con l’intento di coinvolgerli e informarli con attività e contenuti specifici. Abbiamo inoltre allacciato importanti partnership con associazioni complementari a Cortexa e allargato fortemente la base associativa. Nel 2021 prevediamo l’ingresso di ulteriori importanti attori del mondo del sistema a cappotto. Cortexa continua a crescere. D i c e m b r e / G e n n a i o
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IL LATERIZIO SPOSA L’EPS Il sistema Terracoat consente l’assemblaggio rapido dei pannelli prefabbricati mediante lastre di polestirene espanso con grafite e listelli spessi 2 centimetri in terracotta faccia a vista a pasta molle. I pannelli possono essere fissati su qualsiasi struttura di supporto di Franco Saro
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ono lontani i tempi in cui si considerava il cappotto come qualcosa di esotico, oppure riservato ai gelidi Paesi del Nord Europa. Il cappotto, oggi, è un must per chi costruisce, ma anche un’occasione imperdibile per chi è proprietario di un’unità immobiliare realizzata con i vecchi criteri e da riqualificare. Infine, il cappotto si è scrollato di dosso anche la convinzione che possa essere realizzato solo con un’unica tecnologia: Terracoat, per esempio, testimonia come sia possibile ottenere grandi risultati per l’isolamento termico degli edifici con pannelli prefabbricati mediante l’assemblaggio di lastre di Eps con grafite e listelli dello spessore di 2 centimetri in terracotta faccia a vista a pasta molle di Terreal Italia. PRATICITÀ Il particolare sistema di assemblaggio fa sì che i due elementi siano saldamente incollati tra loro, per creare un corpo unico, indivisibile e con un’altissima resistenza agli agenti atmosferici. La prefabbri-
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cazione viene eseguita nello stabilimento di Noale di Terreal Italia in condizioni controllate di fabbrica con procedimenti standardizzati. Le dimensioni ridotte, equivalenti a 0,54 metri quadrati per pannello, e il peso limitato (circa 17,4 chilogrammi) rendono l’elemento molto versatile nelle fasi di logistica, stoccaggio in cantiere e, soprattutto, permettono velocità e facilità di posa. UTILIZZO I pannelli possono essere fissati meccanicamente su qualsiasi struttura di supporto: dalla parete in legno alla più tradizionale parete in laterocemento, al pannello in cemento armato delle strutture prefabbricate. Il sistema Terracoat assicura una elevata performance termica dell’edificio, oltre a migliorare l’aspetto estetico grazie ai listelli faccia a vista in terracotta a pasta molle nelle varietà di finiture e colori della gamma SanMarco e Pica. Queste caratteristiche rendono Terracoat perfetto nei casi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia così come nella nuova edificazione. Tra i vantaggi d’uso sicuramente la lunga durabilità e l’assenza di manutenzione, oltre alla semplicità di posa. D i c e m b r e / G e n n a i o
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S PEC IA L E Cappotto E F F I C I E N TA M E N TO
ANCHE L’OSPEDALE METTE IL CAPPOTTO La Regione Marche ha riqualificato una struttura sanitaria a San Benedetto del Tronto coinvolgendo tutte le componenti dell'edificio. Gran parte delle pareti è stata coibentata dall’esterno con il sistema Ivas TermoK8 Slim di Stiferite, basato sul pannello Class SK di Veronica Monaco
Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)
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a recente situazione sanitaria ha mostrato i vulnus del sistema ospedaliero del nostro Paese, anche dal punto di vista delle strutture, spesso vetuste e inefficienti, soprattutto dal punto di vista energetico. Conscia di questa realtà e sfruttando il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, la Regione Marche ha messo a punto un piano di intervento per l’efficientamento energetico di tre ospedali della regione (Pergola, Urbino e San Benedetto del Tronto) e di due residenze sanitarie assistenziali (Petritoli e Sant’Elpidio a Mare). Tra gli interventi
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Per l’isolamento delle coperture piane è stato utilizzato un doppio strato di pannelli Stiferite GTC da 100 millimetri di spessore. A destra, il sistema di facciata ventilata con l'impiego di pannelli Stiferite Fire B
spicca quello dell’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), che ha richiesto un investimento di oltre 5,4 milioni di euro, coinvolgendo tutte le componenti del sistema edificio. Gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e dell’impatto ambientale della struttura sono stati particolarmente ambiziosi, con il salto di ben sette classi energetiche, dalla G alla A1, e la riduzione del 50% delle emissioni pari a circa 495 tonnellate di CO2. PARETI PERIMETRALI Per la riqualificazione dell’ospedale, affidata Rekeep, gruppo internazionale e primo in Italia per l’integrated facility management, sono stati previsti interventi di isolamento delle pareti perimetrali con sistema a cappotto e facciata ventilata, isolamento delle coperture, sostituzione di infissi e isolamento dei cassonetti, installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria e l’installazione di un impianto fotovoltaico da 15 kWp. Inoltre, si è provveduto al rifacimento della centrale termica e sottocentrale idrica e delle unità di trattamento aria. L’esecuzione di tutti questi interventi è stata realizzata attraverso la formula del partenariato pubblicoprivato, secondo il modello Energy performance contract (Epc) per il quale gli investimenti sono pagati in funzione del livello ottenuto di miglioramento dell’efficienza energetica prefissato. GLI SPESSORI La maggior parte delle pareti della struttura ospedaliera di San Benedetto del Tronto è stata isolata dall’esterno con il sistema a cappotto Ivas
La facciata ventilata è stata realizzata con la soluzione Alucovering Piana F di Aliva, con verniciatura a polvere di poliestere a tre colori. A sinistra, il sistema a cappotto Ivas TermoK 8 Slim
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TermoK8 Slim che si basa sull’impiego del pannello Stiferite Class SK, specifico per applicazioni in sistemi Etics. Oltre che per l’isolamento delle pareti continue, per le quali sono stati applicati spessori di 140 e 160 millimetri, altri pannelli Stiferite Class SK di spessore 20 e 30 millimetri sono stati utilizzati per l’isolamento delle spallette di porte e finestre e per la correzione dei ponti termici. Per il prospetto angolato della struttura si è invece optato per un sistema di facciata ventilata, isolato mediante l’utilizzo dei pannelli Stiferite Fire B di spessore 140 millimetri. La particolare formulazione della schiuma polyiso e le caratteristiche del rivestimento di colore nero del pannello consentono di ottenere una prestazione di eccellenza per la reazione al fuoco, raggiungendo la classe B s1 d0. DOPPIO STRATO Per l’isolamento degli oltre 7 mila metri quadrati di coperture piane è stato utilizzato un doppio strato di pannelli Stiferite GTC, specifici per l’impiego sotto membrane autoadesive, di spessore 100 millimetri. Il pannello assicura bassi valori di conducibilità termica stabile nel tempo, con λD pari a 0,022 W/mK. Lo strato applicato di 200 millimetri ottiene una trasmittanza termica U di soli 0,11 W/m2K, inferiore ai valori previsti dal disciplinare per le Passivhaus. I pannelli sono stati ancorati alla struttura mediante schiuma poliuretanica Tytan Styro e il manto impermeabile è stato realizzato con la membrana bituminosa autoadesiva Sikabit, e successiva applicazione a spruzzo di poliurea, soluzione particolarmente indicata per coperture complesse e densamente occupate da macchinari e attrezzature, come quelle delle strutture sanitarie.
SCHEDA PROGETTO: Riqualificazione energetica degli edifici e degli impianti dell'Ospedale Madonna del Soccorso a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) COMMITTENTE: Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche (A.S.U.R.) RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Ing. Rodolfo Cascioli (ASUR) DITTA ESECUTRICE E PROGETTAZIONE ESECUTIVA: Rekeep Spa - Zola Predosa (BO) PROGETTAZIONE: Promedia Srl - Mosciano S. Angelo (TE) ISOLAMENTO TERMICO: sistema a cappotto Ivas TermoK8 Slim (12.300 mq); Stiferite Class SK, spessori 140 e 160 mm FACCIATE VENTILATE: Stiferite Fire B, spessore 140 mm (3.200 mq) COPERTURE: doppio strato Stiferite GTC, spessore 100 mm (7.200 mq)
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S PEC IA L E MAPEI
ISOLAMENTO E RINFORZO La grande esperienza di Mapei nel rinforzo strutturale degli edifici, unita alla profonda conoscenza dell’azienda dei materiali e delle tecnologie per l’isolamento termico a cappotto, dà vita ai sistemi Mapei integrati in grado di rinforzare e insieme coibentare gli edifici. Grazie alle agevolazioni fiscali sismabonus per interventi di riduzione del rischio sismico ed ecobonus per la riqualificazione energetica, è possibile usufruire di detrazioni fiscali previste
per gli interventi congiunti di rinforzo e isolamento. I sistemi di rinforzo strutturale Mapei sono caratterizzati da elevate prestazioni meccaniche e garantiscono rapidità di posa, basso spessore e incremento di massa praticamente nullo. I prodotti per l’isolamento termico Mapei formano un sistema complesso composto da diversi materiali, ciascuno certificato in conformità alle più restrittive norme europee. Intervento di realizzazione del sistema di isolamento termico a cappotto – Residenze Cap Blanc Minerva, Isole Baleari - Spagna
dida dida dida
Render di un sistema di rinforzo e isolamento termico Mapei – Klimahouse 2018
WIENERBERGER
POROTHERM THERMAL T, IL NUOVO LATERIZIO Wienerberger Italia presenta Porotherm Thermal T, un nuovo sistema in laterizio studiato per correggere i ponti termici. Composta da una tavella di 3 centimetri di spessore, accoppiata ad un isolante Eps con grafite dello spessore di 12 centimetri, questo nuovo elemento in laterizio permette di isolare il pilastro in cemento armato e, con un’unica mossa, correggere il ponte termico in corrispondenza del pilastro. Con questo nuovo sistema Wienerberger risponde alle esigenze di imprese edili e progettisti
per realizzare edifici dalle elevate performance termiche. Notevoli i vantaggi anche in fase di cantiere, assicurando una posa in opera facile e precisa con un’ottimizzazione dei tempi di realizzazione, oltre a una maggiore pulizia per l’assenza di sfridi. Abbinato ai laterizi rettificati monostrato della famiglia Porotherm Bio Plan, il nuovo accessorio Porotherm Thermal T assicura una muratura molto più omogenea, consentendo di realizzare edifici massivi Nzeb in un’unica soluzione.
Porotherm Bio Plan 45 T-0.09
Porotherm Thermal T 15
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Realizzazione Nzeb Domus 2020
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bioCasa FORMAZIONE
Come diventare esperti in Cam I corsi dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura dedicati ai professionisti del settore delle costruzioni alle prese con i Criteri ambientali minimi previsti dalla legge: una conoscenza necessaria per recupero e ripristino degli edifici in chiave sostenibile. Come spiega la presidente, Anna Carulli di Valentina Anghinoni
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ompiuti i suoi primi trent’anni il 29 novembre scorso, l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura non smette di accompagnare i professionisti del settore delle costruzioni nel processo di transizione verde dell’abitare, promuovendo l’architettura del recupero e del ripristino su tutto il territorio nazionale. L’ultima iniziativa consiste nell’erogazione della certificazione e del percorso formativo Esperto in Criteri Ambientali Minimi (Cam), in applicazione del decreto del 2017 fondato sulla condivisione della sostenibilità come modello di sviluppo e sul coinvolgimento dei soggetti che sono parte attiva nello sviluppo sostenibile. «La virtuosità coinvolge tutto il processo edilizio e i Cam rappresentano quella soglia minima di qualità da cui non si deve prescindere. L’applicazione di questo circolo virtuoso messo in moto dal decreto legislativo diviene un percorso unico di messa in opera secondo le più recenti linee guida per il vivere sostenibile, coinvolgendo diversi attori in diversi ambiti, con diverse competenze», spiega a YouTrade Anna Carulli, architetto, presidente
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dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura nonché Coordinatore Scientifico dell'Organismo di Valutazione del percorso formativo e della certificazione sull’applicazione dei Cam. Domanda: In che modo è nata questa iniziativa di formazione e da quali esigenze ha preso forma? Risposta. L’Istituto Nazionale di Bioarchitettura ha subito riconosciuto l’importanza del decreto Criteri ambientali minimi. È stato come se i legislatori parlassero di noi: non potevamo che appoggiarlo e diventarne i fautori, come dimostra il nostro impegno immediato per concretizzare il percorso formativo certificato Esperto in Cam. Il corso è in primo luogo un servizio che offriamo ai nostri esperti dell’Istituto, che da anni lavorano nei cantieri seguendone virtuosamente i processi di sostenibilità, oltre a essere una forma di apertura verso l’esterno, ai professionisti e alle istituzioni, per facilitare e dare il nostro contributo nell’ambito della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, presentata al Consiglio dei ministri il 2 ottobre 2017 e approvata dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) il 22 dicembre 2017, che si riallaccia agli obiettivi sulla salute dell’ambiente e dell’uomo delineati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite. D. A quali figure si rivolgono i corsi? R. Il percorso formativo Esperto in criteri ambientali minimi Cam: Applicazione del D.m. 11/10/17, della durata di 16 ore, si rivolge ai professionisti del settore delle costruzioni come architetti, ingegneri, geometri e geologi, ma anche ai funzionari della pubblica amministrazione. Il corso è offerto secondo un approccio multidisciplinare, necessario ad agevolare la comprensione del Decreto e la sua concreta applicazione, anche attraverso il costante confronto con il Codice degli Appalti, ma anche con il contesto internazionale nel quale si inserisce, ovvero quello dell’Agenda 2030. L’esito positivo comporta l’acquisizione di un requisito personale certificato all’interno del curriculum vitae del professionista. D. Quali sono le modalità di svolgimento? R. I primi di ottobre del 2020 siamo partiti con i primi corsi dopo una divulgazione a tutti gli Ordini professionali nazionali che avevano già avviato il processo recependo le richieste pervenute al nostro istituto: Bari, Brindisi, Messina, Reggio Calabria, Trapani, Caltanissetta, Agrigento, Enna, per citarne alcune, quindi in particolare nel Centrosud Italia. Dopo l’entrata in vigore del Dpcm che ha limitato lo svolgimento delle attività di formazione in presenza, ci siamo adeguati con l’offerta del corso in modalità webinar, che ha permesso la partecipazione da remoto di professionisti da tutta l’Italia. Infatti, hanno partecipato colleghi da Ferrara, Milano e Torino, per un totale di queste prime sessioni di ottobre-novembre di circa cento professionisti, con una media di 20-25 iscritti per corso, un numero pensato per garantire il confronto diretto necessario per assicurare un alto livello di professionalità. D i c e m b r e / G e n n a i o
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Siamo molto soddisfatti in quanto c’è stato un riscontro positivo sia da parte dell’ispettore dell’ente accreditatore, Cepas (società del Gruppo Bureau Veritas), in conformità alla Norma internazionale Iso/Iec 17024, che dagli stessi frequentanti i quali, grazie a questo percorso formativo, sono riusciti a comprendere i contenuti del Decreto e soprattutto come questo si confronta con il Codice degli Appalti. D. Che cosa ha cambiato l’introduzione dei Cam nel settore delle costruzioni? R. L’aspetto fondamentale dei Cam è che intendono garantire una soglia di qualità nel settore edile da cui non si può prescindere. Già dall’uscita del decreto del 2017, che ha introdotto la figura di esperto sui Criteri ambientali minimi come requisito necessario per la partecipazione alle gare di appalto pubbliche, è nata l’esigenza per i professionisti degli Ordini e Collegi di adempiere a questo obbligo. Attualmente, l’unico modo per formarsi in questa direzione è riferirsi alla piattaforma procedendo al protocollo internazionale Leed, secondo la norma Iso/Iec 17024, con esame in lingua inglese o alla piattaforma CertIng in maniera generica e non specifica sulla figura dell'Esperto in Cam Edilizia. Nel frattempo, è arrivato l’ecobonus, anche se nell’ultimo aggiornamento del decreto l’obbligo sui Cam per i materiali da costruzione è stato ristretto solamente ai materiali per l’isolamento termico degli edifici. Ovviamente questa decisione costituisce un danno enorme per il territorio nazionale. L’opportunità di operare una rigenerazione profonda delle abitazioni, che tenesse conto di tutti i possibili fattori di inquinamento, è sfumata, o comunque lasciata alla sensibilità dei committenti. D. Quali ripercussioni può comportare questa decisione? R. L’approvazione dell’ecobonus ci era parsa un ottimo segnale da parte delle istituzioni perché il decreto, così come previsto nella sua versione originale, di fatto abbracciava completamente i principi di bioarchitettura. Purtroppo, attualmente solo una minima parte dei Cam per i prodotti edili previsti dalla stesura originaria della norma sono obbligatori. I professionisti che fanno riferimento all’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, invece, spingono per promuovere l’applicabilità del decreto Cam nella sua interezza e in modo volontario. Applicare i Cam solo rispetto ai prodotti per l’isolamento può significare portare a spingere su soluzioni non adatte al contesto costruttivo. Specialmente in quei territori italiani caratterizzati da clima caldo e umidità, per esempio nel Centro-Sud Italia, si corre il rischio di isolare eccessivamente, mentre l’attenzione dovrebbe essere spostata su altre strategie, come sul raffrescamento, lavorando sugli spessori e sulla qualità dei materiali da costruzione. D. Nello specifico, l’introduzione di questo decreto come ha inciso in particolare sul mondo della produzione e, di conseguenza, anche su quello della distribuzione? R. L’arrivo del decreto Cam ha toccato tutto il Anna Carulli processo edilizio e ha incentivato anche le aziende
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bioCasa mia circolare, del riciclo e del recupero. D. Perché è importante essere informati e formati sui Cam? R. In primo luogo, la certificazione Esperto in criteri ambientali minimi è uno strumento di lavoro che contribuisce ad accrescere il punteggio necessario ad aggiudicarsi una gara d’appalto. Altro aspetto: comprendere bene il decreto è indispensabile per poterlo applicare nella maniera corretta. Ecco perché partecipare a un corso di 16 ore che approfondisce il tema, soffermandosi proprio sull’aspetto dell’applicabilità. Ciò che abbiamo fatto è un vero e proprio trait d’union tra il Decreto Cam del 2017 e il Codice degli Appalti, oltre alla già citata Agenda 2030 dell’Onu. Il nostro Istituto, che al suo interno racchiude differenti professionalità, ha spinto per valorizzare la caratteristica della multidisciplinarietà all’interno del programma formativo. Non è un aspetto secondario, in quanto questa visione non settoriale ma complessiva, è stata discussa e accordata agli albori del progetto proprio con l’ente certificatore, Cepas. Aggiungo che ormai da tempo siamo diventati stakeholder del ministero dell’Ambiente sul settore dei Cam, proprio per occuparci anche della loro divulgazione sul territorio nazionale, offrendo supporto ai professionisti degli ordini e alla Pubblica amministrazione. D. Avete in programma altri corsi di formazione per il prossimo anno? R. Abbiamo in agenda una miriade di appuntamenti per quanto riguarda la formazione con i nostri corsi. Se sarà possibile, in base agli sviluppi pandemici, anche in presenza. Il nostro Istituto, anche in questi tempi incerti, si affida al digitale per rimanere vicino agli addetti ai lavori, in primo luogo attraverso i webinar (vedi box). Per esempio, abbiamo partecipato ultimamente e con piacere al Festival della Sostenibilità, per il quale abbiamo diretto due webinar sul tema della qualità nell’edilizia pubblica, con un’attenzione particolare al tema delle scuole: la salute dei più piccoli, infatti, deve essere al centro dell’attenzione in quanto sono una categoria fisicamente più a rischio, rispetto ai fattori di inquinamento indoor. Inoltre, lo scorso 28 novembre l’Istituto ha festeggiato i suoi primi 30 anni attraverso una maratona sul web di dieci
Alcune immagini dei corsi in presenza Esperto in Cam, rivolti ai professionisti del settore della costruzione e ai funzionari della Pubblica Amministrazione
produttrici. Tutta la filiera è sottoposta a una maggiore attenzione alla sostenibilità e alla qualità, indispensabile per rendere più vivibile l’ambiente costruito che oggi risente della scarsa attenzione su queste tematiche, tipica degli anni del boom delle costruzioni. Personalmente, ho conosciuto diversi imprenditori innovativi che stanno dimostrando una grande sensibilità sul mondo dei materiali naturali. Anche le multinazionali, in gran parte, hanno invertito la marcia. Mentre i piccoli produttori molto spesso hanno già scelto di direzionarsi verso questa nicchia da tempo, in particolare proprio i più giovani. Questo, ovviamente, ci fa ben sperare, perché i giovani sono il nostro futuro. Esistono una miriade di sperimentazioni sui materiali, come le nanotecnologie ma anche quelle tecnologie sviluppate a partire dalle esigenze dell’econo-
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IO RESTO A CASA CON LA BIOARCHITETTURA Dal momento della sua fondazione, ormai più di 30 anni fa, l’Istituto
formativo Esperto in Criteri Ambientali Minimi – Cam: Applicazione
Nazionale di Bioarchitettura si è posto l’obiettivo di promuovere
del D.M 11/10/2017. Attraverso il quale sarà possibile accedere alle
l’ecosostenibilità e la biocompatibilità, grazie alle tecnologie a
procedure per la certificazione di Esperto in Cam Edilizia, che sarà
disposizione e alla competenza dei professionisti che collaborano
rilasciata da Cepas, società del Gruppo Bureau Veritas, in conformità
in tutta la filiera edilizia. E ormai da qualche tempo, complice la
alla Norma internazionale Iso/Iec. 17024. L’Istituto Nazionale di
necessità di distanziamento imposta dall’emergenza sanitaria, la
Bioarchitettura quale organismo di valutazione, vede alla guida di tale
vocazione alla formazione è portata avanti attraverso lo strumento dei
progetto il Coordinatore Scientifico Arch. Anna Carulli, presidente
webinar, che sono entrati nella quotidianità della vita lavorativa anche
Nazione e del Responsabile della didattica Arch. PhD. Nunzia
degli addetti del settore delle costruzioni. L’Istituto, oltre a erogare il
Coppola, presidente della Commissione Cam dell’Inbar, impegnati
Corso di Bioarchitettura, un percorso originale e certificato, dal 2018
da due anni all’attivazione di corsi di divulgazione di 4 ore ai corsi
offre a tutti i professionisti iscritti ai vari Ordini e Collegi, nelle diverse
specialistici di 12 e 16 ore sul territorio nazionale. Per informazioni
competenze di settore e nei vari livelli di specializzazione, il percorso
sulle iniziative Inbar, si può visitare il sito www.bioarchitettura.it.
ore, che ha visto la partecipazione di importanti figure istituzionali e imprenditoriali vicine al nostro settore. D. Che cosa pensate del superbonus 110%, dal punto di vista della spinta alla riqualificazione del parco immobiliare del nostro Paese? R. Il superecobonus 110% lo abbiamo recepito inizialmente in maniera molto positiva, quando era ancora prevista l’applicazione dei criteri ambientali nella sua totalità. Attualmente, invece, non è possibile garantire un livello di qualità auspicabile, anche se l’iniziativa di per sé è lodevole perché punta a incentivare i privati a investire sulle loro proprietà. Come già detto, restringere l’applicazione dei Cam ai soli materiali da isolamento è a nostro avviso una grave mancanza, per questo i professionisti del nostro istituto fanno riferimento al decreto nella sua totalità, applicando tutti i Cam in maniera volontaria. È un’occasione per andare a riqualificare, con l’aiuto dei privati e di tutta la filiera, il parco edilizio nazionale, mettendo al centro il valore della qualità e, di conseguenza, la salute del cittadino in un momento in cui esiste anche una maggiore consapevolezza su fattori come la qualità
dell’aria indoor e il confort abitativo. D. Quali altri strumenti e strategie si dovrebbero introdurre per facilitare la rigenerazione degli immobili? R. Per prima cosa, ricordiamo che esistono tre fattori di inquinamento: chimico, fisico e biologico. Il ministero della Salute da tanti anni punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi che questi comportano per la salute degli individui, anche se spesso sono difficilmente percepibili senza l’ausilio di appositi strumenti digitali, vedi la questione dei Voc. Anche gli impianti giocano un ruolo importante, non a caso si parla di sistema edificio: al tema della salubrità è fondamentale aggiungere quello del risparmio energetico. In questo senso noi come Istituto ci riferiamo alla cosiddetta ecologia del progetto, ovvero una visione del progetto complessiva che tiene conto delle varie forme possibili di inquinamento e anche di come queste interagiscono tra loro. In definitiva, per vivere in case realmente salubri e sostenibili è indispensabile non sottovalutare il ruolo primario della formazione per i diversi professionisti, sulle tematiche della salubrità e della sostenibilità.
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HOME AUTOMATION digital house
IN CASA CON GLI OTT
di Giuseppe Rossi
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l 2021 sarà l’anno della home automation. O della casa smart, della domotica, dell’hi-tech domestico: fate voi. I dati di mercato non sembrano avere dubbi: al netto dell’effetto pandemia sui consumi, gli italiani desiderano sempre più un’abitazione moderna, confortevole e connessa. Con i relativi vantaggi. Nel 2019, per esempio, il mercato della smart home in Italia ha raggiunto i 530 milioni di euro, con un incremento del 40% rispetto all’anno precedente. Insomma, un boom. È interessante scoprire inoltre, secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano, quali sono i settori più caldi. Al primo posto c’è la spesa per la sicurezza, stimata in 150 milioni di euro (il 28% del totale): le videocamere di sorveglianza attivate da sensori connessi via wi-fi al router di casa e allo smartphone sono ormai un must (soprattutto psicologico, purtroppo) per molte famiglie. Al secondo posto nei consumi, si trovano gli smart home speaker, che non sono solo quelli che trasmettono le canzoni di Spotify o Apple Music nelle stanze, ma spesso coincidono con gli assistenti digitali, come quelli di Amazon o Google. Per ottenere questi piccoli cilindri digitali gli italiani hanno speso 95 milioni di euro (18% del mercato). Gli speaker non sono da sottovalutare anche per un altro motivo: tramite gli assistenti digitali, come Alexa o Siri, contribuiscono ad allargare l’ambito di digitalizzazione della casa, dato che possono coordinare automaticamente o tramite comandi vocali dispositivi come lampadine e imposte. Insomma, dopo aver conquistato il mercato dell’e-commerce, degli smartphone e delle ricerche sul web, gli Ott (sigla che sta per over the top, cioè i colossi sopra tutti gli altri), sono ufficialmente entrati in casa. Bisogna prenderne atto. Un altro settore legato al mondo della smart home riguarda gli elettrodomestici di nuova generazione, che hanno attratto 85 milioni di spese (16% del mercato). In questo segmento si trova un po’ di tutto, dal televisore connesso con internet alla lavatrice con wi-fi. Questa nicchia di mercato è aumentata del 10% ma, probabilmente, non interessa a chi vende soluzioni per edilizia. Quello che, invece, balza all’occhio, è la richiesta di caldaie, termostati e condizionatori connessi alla rete domestica, spesso collegati con i citati digital assistant. Prodotti di questo tipo, altro aspetto interessante, sono legati anche a un ciclo di manutenzione che può essere concordato al momento della vendita. Chi piazza il prodotto, insomma, si assicura anche l’assistenza successiva. E, data la scarsa confidenza degli italiani con il mondo digitale, se si esclude l’uso degli smartphone, fornire un servizio che dura nel tempo può essere un business interessante. In ogni caso, per caldaie e impianti climatici connessi sono stati spesi nel 2019 circa 65 milioni di euro. Insomma, più tecnologia nelle case degli italiani. Ma come mai questo improvviso desiderio di un’abitazione digitale? La risposta sta nei servizi, che sono sempre più ampi e offrono soluzioni (vedi la sicurezza) sentiti dal cliente. Inoltre, una chiave per comprendere il fenomeno sta, come abbiamo visto, nella discesa in campo dei big della tecnologia, da Amazon a Google passando per Apple: i giganti dell’hi-tech sono pronti a uscire dalle tasche assieme agli smartphone per andare a sedersi sul divano. Il vostro. D i c e m b r e / G e n n a i o
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Casa Finestre AZIENDE AFFACCIATE SULL'INNOVAZIONE
CUNEO TANTA LUCE CON L'ALLUMINIO
MONZA LA CLASSE A MOLTIPLICATA
SAN FRANCISCO L'OCEANO VISTO DALLA POLONIA
GARDA UNO SGUARDO SUL LAGO
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Casa
ITALIANI ALLA FINESTRA IL MERCATO VA
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Lo ha confermato il Rapporto Enea pubblicato un paio di mesi fa: l’intervento di riqualificazione maggiormente coperto dai bonus riguarda la sostituzione degli infissi, e delle finestre in particolare. D’altra parte, la finestra rappresenta un aspetto determinante sia per la dispersione del calore sia per l’aspetto estetico di un edificio. Perché stupirsi, dunque, se gli italiani hanno scelto prima di tutto di risparmiare sulla spesa per il riscaldamento e, nello stesso tempo, sostituire la vecchia finestra con una più nuova e con un migliore design? E questo nonostante la riduzione, decisa dal precedente governo, dell'aliquota di detrazione del bonus dal 65 al 50%. Per contro, bisogna aggiungere che le finestre ora rientrano nel superbonus 110%, cioè nella coibentazione della superficie esterna di un edificio. Una ragione in più per so-
stituire i sottili vetri degli anni Settanta o ancora più vetusti con quelli ad alta efficienza della moderna produzione. D’altra parte, l’alto interesse per questo segmento di mercato è testimoniato anche dai dati relativi alle vendite di infissi e serramenti. Il 2019 (ultimi dati disponibili al momento) ha segnato un aumento della domanda ma, allo stesso tempo, anche un miglioramento della produttività e della redditività per le aziende di infissi e serramenti. E gli analisti si attendono lo stesso trend anche per il 2020, anche se sul bilancio finale pesa l’effetto coronavirus. Secondo il Rapporto dell’Unicmi, Unione Nazionale delle Industrie delle costruzioni metalliche dell’involucro e dei serramenti, lo scorso anno l’incremento del fatturato per le imprese produttrici avrebbe dovuto essere
del 3%. Ma, appunto, la previsione è poi impattata con l’emergenza sanitaria: tutto da decifrare, al momento, l’incidenza dei vari lockdown. Nonostante questo, in ogni caso, le indicazioni provvisorie parlano di una crescita, anche se più contenuta rispetto alle previsioni di inizio 2020. In particolare, sono i serramenti in Pvc quelli che avrebbero goduto di un maggiore vantaggio, rispetto ai serramenti metallici. Detto questo, sulla scelta da parte dell’utente finale il prezzo influisce, ma fino a un certo punto. E fino a una certa tipologia di intervento. Per il restante mercato, magari più piccolo, ma anche più interessante, le soluzioni che vedono l’utilizzo della tecnologia e un design accattivante restano quelle con maggiore appeal.
di Giuseppe Rossi
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E la luce fu Il progetto dell’architetto Massimo Rosa della T House, abitazione-studio in provincia di Cuneo, trova espressione anche nella scelta dei materiali, nell’estetica generale e nella funzionalità. Per le grandi aperture a vetrata la scelta è ricaduta sul sistema in alluminio Schüco Ase 67 PD di Veronica Monaco
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a luce naturale è la protagonista del progetto T House dell’architetto Massimo Rosa, una prestigiosa casa-studio ispirata ai canoni della «bellezza efficiente» di Noémi Raymond. Situata nella provincia di Cuneo, in Piemonte, la villa è il risultato di un intervento di recupero di una casa anni Sessanta preesistente sul lotto, volto ad ampliarne i volumi. La ristrutturazione ha visto la creazione di un particolare involucro composto da facciate sovrapposte, segnate da aperture posizionate ad arte.
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Zone a doppia altezza tra piano terra e primo piano e il cortiletto completamente vetrato donano un ulteriore elemento di leggerezza
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Gli interni della T House, casa unifamiliare in provincia di Cuneo
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LEGGEREZZA E FUNZIONALITÀ I volumi della T House sono caratterizzati da un’intrinseca leggerezza, intesa come valore architettonico fondante del progetto, che trova espressione anche nella scelta dei materiali, nell’estetica generale e nella funzionalità. All’esterno la trasparenza derivata dalla presenza di numerose parti vetrate dona un senso di galleggiamento, mentre all’interno zone a doppia altezza tra piano terra e primo piano e il cortiletto completamente vetrato donano un ulteriore elemento di leggerezza ed osmosi con la natura circostante, come richiesto dalla committenza. Il cuore della casa è la zona giorno, uno spazio pieno di luce dal soffitto alto 6,50 metri. Una serie di vetrate a sviluppo orizzontale permette di dare ulteriore apertura, mentre le pareti dipinte di bianco assoluto offrono una sensazione di ancora maggiore luminosità. Oltre alla zona giorno, il piano terra ospita lo studio, la cucina, il terrazzo e il cortiletto, mentre al primo piano si trova la zona notte. Il piano della copertura piana, invece, presenta un soffitto completamente vetrato dove godersi il cielo del giorno e le stelle della notte. BAGNO DI LUCE Per le grandi aperture vetrate che caratterizzano l’abitazione la scelta è ricaduta sui serramenti in alluminio Schüco. In particolare, per la T House è stato scelto il sistema in alluminio Schüco Ase 67 PD, che assicura massimo comfort, isolamento termico, sicurezza e design. Grazie ai profili snelli e alle sezioni a vista ultrasottili, il modello Schüco Ase 67 PD ha consentito di massimizzare l’apporto di luce naturale all’interno dell’edificio. Il sistema scorrevole
LA SCHEDA PROGETTO: T House, residenza privata in due piani, 240 mq LUOGO: provincia di Cuneo, Piemonte PROGETTAZIONE: architetto Massimo Rosa – www.massimorosaarchitetto.it COMMITTENTE: privato PRODOTTI/SISTEMI SCHÜCO UTILIZZATI: Sistema scorrevole in alluminio Schüco ASE 67 PD Sistema per facciata in alluminio Schüco FWS 35 Sistema per finestre in alluminio Schüco AWS 75 PARTNER SERRAMENTISTA: Millone Serramenti s.a.s. – www.millone.com FOTO CREDITS: Courtesy of Millone Serramenti
è dotato di soglia piana 0-Level, che elimina qualsiasi inciampo e facilita la movimentazione, garantendo quella connessione osmotica tra interno ed esterno richiesta dai committenti. Per il progetto T House sono state installate anche le finestre in alluminio Schüco Aws 75 e il sistema per facciate panoramiche Schüco Fws 35 PD, con sezione a vista di soli 35 mm e valori di isolamento termico che raggiungono il livello di Casa Passiva. Queste ultime costituiscono le pareti vetrate completamente trasparenti che dividono gli ambienti interni dalla zona piscina esterna. Grazie ai profili snelli e alle sezioni in vista ultrasottili il modello Schüco Ase 67 PD ha consentito di massimizzare l’apporto di luce naturale all’interno dell’edificio
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Casa Bella vista sul Pacifico A San Francisco un grande edificio affacciato sull’oceano è stato ristrutturato con l’utilizzo di Fakro Fgh-V Galeria, un serramento innovativo che permette di sfruttare la fascia del pavimento prossima alla falda creando un piccolo poggiolo
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ei dintorni di San Francisco un edificio abbandonato è tornato a nuova vita grazie all’opera di ristrutturazione dell’architetto Alethea Patto, che ha valorizzato la struttura e i materiali originari dell’edificio, combinandoli con prodotti di riciclo. Tra i punti di forza dell’immobile anche l’aggiunta di uno spettacolare affaccio sull’Oceano Pacifico, ricavato grazie all’installazione delle innovative finestre a balcone Fgh-V Galeria Fakro.
di Veronica Monaco
La casa-vacanza nei dintorni di San Francisco ristrutturata dall'architetto Alethea Patto
LA SCHEDA TIPOLOGIA: abitazione monofamiliare LOCALITÀ: Bolinas, California ARCHITETTO: Alethea Patton FINESTRE: Fakro Fgh-V Galeria
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L’ARTE DEL RIUSO Elemento chiave della ristrutturazione è stato il riuso dei materiali presenti nell’edificio originale. Pareti e soffitti interni, per esempio, sono stati realizzati con il legno di rivestimento dell’abitazione, mentre il top della cucina è stato ricavato a partire da un’antica tavola di legno d’acacia. Sempre con materiali di riciclo sono state realizzate anche le terrazze al piano terra e quella ricavata al piano superiore, dove è stata posizionata anche una sauna a botte per esterni. Per il legno delle facciate è stata utilizzata, invece, l’antica tecnica giapponese dello Shou Sugi Ban, che prevede la parziale bruciatura delle assi: lo strato carbonizzato che si viene a creare in superficie consente di preservare il legno dalle esposizioni esterne e proteggerlo dall’umidità e dai parassiti. Riprogettata secondo la tradizione abitativa americana, la pianta degli spazi prevede al pianterreno una cucina open space e un’ampia zona living, e al piano superiore le camere da letto. Una di queste, inizialmente sprovvista di terrazzo, è stata riqualificata con un affaccio esterno realizzato attraverso l’installazione delle finestre a balcone Fgh-V Galeria Fakro. «Eravamo alla ricerca di una soluzione che ci permettesse di sfruttare al meglio la camera principale e le finestre a balcone Fakro sembravano essere state concepite apposta per questa casa», ha spiegato il proprietario. «Dalla sede Fakro in Polonia, le finestre Galeria hanno attraversato tutti gli Stati Uniti, ma quando finalmente sono arrivate abbiamo capito che erano la scelta giusta. Oltre a essere incredibilmente funzionali sono caratterizzate da un’estetica pregevole, sia all’interno che all’esterno. La possibilità di ricavare un piccolo balcone, poi, ha trasformato la camera nello spazio più suggestivo dell’intera casa».
UNA FINESTRA PER BALCONE Fakro Fgh-V Galeria è un serramento innovativo che permette di sfruttare la fascia del pavimento prossima alla falda, creando un piccolo poggiolo. Il battente superiore si apre a vasistas verso l’alto, a proteggere lo spazio sottostante, mentre il battente inferiore si spinge in avanti e, grazie alle ringhiere laterali di protezione integrate, crea di fatto un piccolo balcone che consente all’utente l’accesso all’esterno. Alla chiusura del battente superiore, le ringhiere laterali scompaiono all’interno della finestra e vengono coperte dal raccordo di rivestimento, dotato di quattro guarnizioni di tenuta, garantendo così la pulizia dell’accessorio e un effetto estetico di qualità ed uniformità con il resto della copertura. Idonea all’installazione in falde con pendenza tra i 35 e i 55 gradi, Fakro Fgh-V Galeria presenta una manovrabilità estremamente agevole. Il meccanismo di apertura permette di lasciare il battente superiore aperto in qualsiasi posizione compresa fra 0 e 45 gradi. Un sistema di bloccaggio agevola le operazioni di pulizia della parte esterna della finestra. Nella parte inferiore del battente superiore è presente la maniglia dotata di due livelli di microapertura per l’areazione del locale. Anche in posizione di completa chiusura, comunque, il sistema di ventilazione automatico V40P consente di arieggiare costantemente i locali. ISOLAMENTO E MASSIMA SICUREZZA Le vetrate, realizzate con vetrocamera 4HS-14-33.2T riempito di gas nobile argon, sono composte da vetro esterno temperato e vetro interno laminato per la massima sicurezza (classe antieffrazione P2A). Nonostante le notevoli dimensioni, la finestra balcone Fakro Fgh-V Galeria raggiunge performance elevate sia dal punto di vista termico (trasmittanza termica totale Uw 1,5 W/m²K) che acustico (Rw 35 dB). I componenti strutturali sono in legno di pino, incollato a strati e impregnatoNel sottovuoto, mani finitura in vernice acrilica dialogo tracon pienidue e vuoti, un di ruolo fondamentale è rivestito ecologica trasparente; sono dotati di gli rinforzo dalle aperture vetratedel chesistema inondano interni della di lucecostruzione naturale topSafe e dispongono di una vasta gamma di accessori interni ed esterni. L'innovativa finestra Fakro Fgh-V Galeria crea di fatto un piccolo balcone che consente all’utente l’accesso all’esterno
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CHIUSURE A PROVA DI SICUREZZA
di Veronica Monaco
La gamma Cisa Multitop Matic è stata sviluppata per offrire un alto livello di sicurezza ai portoni d’ingresso di condomini residenziali e di edifici pubblici e commerciali. La serratura motorizzata è certificata secondo la normativa europea ed è anche di facile utilizzo
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inonimo di serrature fin dal 1926, Cisa è uno dei più importanti operatori europei nel settore dei sistemi di chiusura e protezione degli accessi. Tra le ultime novità dell’azienda c’è la gamma Cisa Multitop Matic, sviluppata per offrire un alto livello di sicurezza ai portoni d’ingresso di condomini residenziali e di edifici pubblici e commerciali. Certificato in base alla Norma Europea En14846:08, che specifica i requisiti per la resistenza, la sicurezza, la durabilità e la funzionalità dei componenti elettrici ed elettronici delle serrature, il sistema offre una serie di funzioni che permettono di gestire in maniera semplice e sicura gli ingressi, anche in contesti di maggior affluenza. Sicurezza smart Sicura e smart, la serratura motorizzata Cisa Multitop Matic consente di chiudere la porta in sicurezza, accostando semplicemente l’anta al battente. Così facendo, il catenaccio fuoriesce automaticamente, senza bisogno di utilizzare la chiave. Per aprire dall’interno è sufficiente abbassare la maniglia, modalità che, per ragioni di sicurezza, si può disabilitare con una funzione di blocco. Con la serratura Cisa Multitop Matic è possibile, inoltre, attivare la funzione fermo a giorno che consente di mantenere la
porta sempre aperta a orari prestabiliti, segnali acustici e visivi per indicare l’avvenuta apertura e chiusura, e l’apertura da remoto con pulsante citofonico anche quando l’uscio è chiuso. Infine, è possibile l’apertura con qualsiasi credenziale presente sul mercato attraverso il collegamento al contatto pulito. Persiane protette Per completare la sicurezza dell’edificio C isa propone anche serrature per persiane in ferro che consentono di aumentare la sicurezza delle finestre, senza rinunciare alla semplicità di utilizzo. Il catenaccio viene bloccato semplicemente alzando la maniglia della persiana, senza nessun giro di chiave. Il dispositivo di bloccaggio antisollevamento del catenaccio centrale raggiunge il grado di sicurezza 3 della normativa europea En 12209 per una resistenza fino a 500 chilogrammi alla spinta laterale e 400 alla spinta dal basso. Sempre per evitare il sollevamento dell’infisso, le aste di chiusura hanno una corsa di ben 25 millimetri. In caso di forzatura del catenaccio centrale le aste rimangono in presa, mentre in caso di forzatura sulla maniglia, le aste e il catenaccio restano bloccati nell’infisso, impendendo il rientro dei tre punti di chiusura. Cisa Multitop Matic in versione a testata corta con punto centrale di chiusura e motorizzazione di serie, per infissi in ferro e alluminio. Per chiudere il portone in sicurezza, basta accostare l’anta al battente
La serratura Cisa per persiane in ferro consente di aumentare la sicurezza delle finestre, senza rinunciare alla semplicità di utilizzo
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Casa Finestre in classe A per 478 volte
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A Monza il nuovo complesso Residenza Bramante, composto da due edifici di cinque piani, ha utilizzato i monoblocchi Alpac Presystem, progettati su misura per accogliere le diverse finiture della facciata. Anche con misure ad hoc per i bow window di Veronica Monaco
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ono 478 i fori finestra del nuovo complesso Residenza Bramante, nato dalla riqualificazione di un’ex-area industriale a pochi passi dal centro storico e dalla stazione ferroviaria del Comune di Monza, in Lombardia. Composto da due edifici di cinque piani, che ospitano 84 appartamenti di diverse metrature, il complesso si caratterizza per la valorizzazione della luce e delle aree verdi, nonchÊ per la scelta di soluzioni ad alta efficienza energetica come i monoblocchi Alpac progettati su misura. Gli edifici sono completati da un piano pilotis e uno seminterrato dedicato alle autorimesse e alle cantine, nonchÊ da circa 2.400 metri quadrati di giardino condominiale. La Residenza Bramante, a Monza, e i bow window con i monoblocchi Alpac
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Casa A sinistra, gli interni di una delle abitazioni del complesso Residenza Brambrante con le ampie vetrate. Sotto, a destra i caratteristici bow window
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IL PROGETTO Realizzato dall’impresa Giambelli, il progetto ha prestato la massima cura all’estetica e al comfort degli interni. «Abbiamo privilegiato spazi ampi e ariosi, e dotato tutti gli appartamenti di estesi balconi loggiati con doppia o tripla esposizione per massimizzare l’apporto di luce naturale. Inoltre, abbiamo optato per serramenti in legno laccato e finiture di pregio per gli interni, completando le unità anche di sistemi di controllo domotico e predisposizioni per antifurto e aria condizionata», spiega il presidente dell’azienda, Michele Giambelli. Entrambe le palazzine sono certificate in classe A, risultato conseguito grazie alla scelta di soluzioni innovative in grado di ridurre le dispersioni e limitare i consumi: dai pannelli fotovoltaici al riscaldamento a pavimento, fino all’impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore autonomo, per ricambiare costantemente l’aria indoor anche a finestra chiusa. Lo stesso involucro edilizio è stato progettato per assicurare elevate prestazioni sia dal punto di vista termico che acustico, grazie al tetto ventilato e una struttura a laterizi alveolari con isolamento a cappotto.
acustica di tutti i 478 fori finestra del complesso sono stati scelti i monoblocchi Alpac Presystem, progettati su misura per accogliere le diverse finiture della facciata e rispondere alle esigenze di cantiere. Una particolare soluzione è stata studiata per i bow window, eleganti finestre ad angolo in aggetto rispetto al corpo di fabbrica, suddivisi in tre o più specchiature. Alpac ha gestito tutte le criticità relative a questo particolare nodo finestra, dalla progettazione dell’angolo al dimensionamento dell’intera struttura, dalla gestione degli ingombri degli avvolgibili alla coibentazione termica e acustica, fino allo studio dell’ancoraggio di monoblocco e serramenti e dell’installazione dei rivestimenti esterni di facciata. I monoblocchi Alpac Presystem sono completi di accessori e comandi di apertura e chiusura delle tapparelle centralizzato.
MONOBLOCCHI SU MISURA Grande attenzione è stata rivolta ai fori finestra, notoriamente tra i punti più critici dell’involucro. Per massimizzare la resa termica e
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LA SCHEDA PROGETTO: Residenza Bramante LUOGO: Via Bramante da Urbino 14 e 14/a, Monza Giambelli Spa – Geom. Enrico Sala MONOBLOCCHI PER LA GESTIONE DEI FORI FINESTRA: Alpac
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Finestre top sul fienile
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In Francia una casa di campagna è stata ristrutturata all’insegna della luminosità. All’interno gli ambienti sono stati ridisegnati con l’utilizzo delle vetrocamere a controllo solare Navello, garantite dieci anni contro la condensa e con un sicuro effetto di isolamento
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e finestre in legno Navello firmano i serramenti del progetto di recupero architettonico di un’antica casa nella campagna francese. A La Turbie, in Costa Azzurra, Jeremy Biermann, nella doppia veste di committente e architetto, ha deciso di riprodurre fedelmente lo stile delle finestre originarie dell'edificio, con un’attenzione in più alle prestazioni.
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Per il progetto di La Grange, gli specialisti di Navello, azienda piemontese fondata nel 1824 come bottega artigiana di falegnameria, hanno realizzato soluzioni su misura, in versione a due ante, dotata di inglesina applicata con profilo a foglia
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Il verde pastello delle finestre crea un gioco di contrasto con la pietra locale con cui è costruito l’edificio
SU MISURA Per il progetto di La Grange, gli specialisti di Navello, azienda piemontese fondata nel 1824 come bottega artigiana di falegnameria, hanno realizzato cinque finestre in abete lamellare della linea Novecento, tre portefinestre con pannello bugnato inferiore e una portafinestra centinata. Tutti i serramenti sono stati costruiti su misura, in versione a due ante dotata di inglesina applicata con profilo a foglia. Per i colori si è optato per un bianco spazzolato antico all’interno e un verde pastello all’esterno, che risaltano a contrasto con la pietra locale con cui è costruito l’edificio. RESINA, LEGNO E PIETRA Costruita ai piedi della chiesa di Saint-Michel di La Turbie e accanto al Trofeo di Augusto, uno dei più antichi monumenti della regione, la casa La Grange è costituita da due piani da 45 metri quadrati affacciati su un fienile (grange in francese) lasciato allo stato grezzo, da cui la casa prende il nome. Resina, legno e vetro sono largamente utilizzati, ma soprattutto è la pietra a caratterizzare questa casa. La conservazione degli elementi strutturali originali è stata affiancata dalla scelta di elementi tradizionali, come le vecchie mattonelle di terracotta nell’ingresso e nella sala da pranzo, e un
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arredamento dallo stile essenziale. All’interno gli ambienti sono stati ridisegnati all’insegna della luminosità: un risultato garantito dalle vetrocamere a controllo solare Navello 44.2/15/33.1 con gas argon (garantite dieci anni contro la condensa), che lasciano passare la luce, ma bloccano le dispersioni termiche, mantenendo il calore all’esterno in estate e conservandolo all’interno durante l’inverno.
LA SCHEDA PROGETTO: La Grange, villa residenziale LUOGO: La Turbie, Costa Azzurra (Francia) ARCHITETTO: Jeremy Biermann - bear architectes FINESTRE: Navello
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FINESTRE EFFICIENTI CON DE FAVERI
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n monoblocco contro gli sprechi energetici. De Faveri dal 1961 si impegna nella progettazione e produzione di controtelai per infissi a taglio termico, in grado di isolare la casa dal freddo, dal caldo e dai rumori, abbattendo le dispersioni e i consumi, oltre a evitare la formazione di condensa e muffa molto pericolosi per l’integrità delle pareti. Negli anni l’azienda ha sviluppato numerose soluzioni innovative per il foro finestra, utilizzando anche materiali ecologici e riciclati. «Il futuro ci impone molte sfide. Noi siamo pronti ad affrontarle con prodotti che rispecchiano gli attuali parametri di sostenibilità, con materiali ecologici e riciclati che conseguono un maggior risparmio energetico e una riduzione degli sprechi e delle spese in bolletta». In quest’ottica, l’azienda ha realizzato una gamma specifica di prodotti per la riqualifica del foro finestra (controtelaio monoblocco coibentato, cassonetto e copri davanzale isolanti) in linea con i requisiti Cam (Criteri ambientali minimi) e che consentono di accedere alle agevolazioni previste dal superbonus 110%. MONOBLOCCHI COIBENTATI Tra i monoblocchi DeFaveri spicca TiQuadra, il controtelaio coibentato realizzato con materiale Eps isolante conforme ai Criteri Ambientali Minimi. Progettato e realizzato per la ristrutturazione e la riqualifica del foro finestra, TiQuadra consente di intervenire senza sostituire l’infisso e mantenendo inalterato il disegno architettonico della finestra. Inoltre, è applicabile dall’esterno, senza l’ausilio di opere murarie. Il controtelaio monoblocco è disponibile per le soluzioni solo infisso, infisso e scuro esterno, infisso e avvolgibile. In appoggio con la finestra è possibile
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usufruire di un profilo idoneo, sigillando così anche lo spazio tra monoblocco e serramento. In abbinamento al monoblocco TiQuadra, DeFaveri offre la possibilità di affiancare altri prodotti per la riqualifica del foro finestra, come il cassonetto coibentato SalvaCaldo e il copri davanzale Cover, anch’essi realizzati con materiale isolante certificato Cam. PONTI TERMICI ADDIO L’offerta di soluzioni e monoblocchi per finestre DeFaveri comprende anche i cassonetti coibentati SalvaCaldo, in grado di isolare definitivamente la parte superiore della finestra, spesso soggetta a spifferi e infiltrazioni che influiscono negativamente sul comfort e sul benessere interno di un’abitazione. Grazie a uno strato isolante in Eps certificato di 5 centimetri, SalvaCaldo elimina i ponti termici e riduce drasticamente la dispersione energetica. Inoltre è facile da installare e non necessita di opere murarie, viene realizzato su misura e può essere tinteggiato con la colorazione preferita, in linea con l’estetica della casa. A SalvaCaldo si aggiunge infine Cover, il copri davanzale isolante in grado di eliminare definitivamente i ponti termici della soglia finestra. Costruito su misura e opportunamente sagomato, in caso di cappotto esterno, Cover consente di allungare il davanzale esistente e isolare la soglia finestra con Eps. Rivestito in alluminio, può essere verniciato in tutte le colorazioni Ral, nelle finiture opaca o goffrata. Il design moderno consente di adattarsi alla soluzione esistente e di dare un tocco di eleganza e modernità alla finestra. Anche Cover consente di accedere alle agevolazioni previste dall’ecobonus per la ristrutturazione di case ed edifici.
I monoblocchi DeFaveri sono realizzati esclusivamente con materiale isolante Eps conforma ai Cam, quindi con i requisiti necessari per accedere al superbonus 110%
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TiQuadra centro-muro per avvolgibili
D i c e m b r e / G e n n a i o 2 0 2 1 TiQuadra filo-muro per TiQuadra per scuri avvolgibili
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S PEC IACasa L E Gorpgerg
Panorama con il modulare
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Una villa affacciata sul Garda ha scelto di valorizzare al massimo l’orientamento sullo specchio d’acqua grazie alle ampie vetrate del sistema Fin-Project di Finstral, che coniuga l'isolamento alla personalizzazione
di Veronica Monaco
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ulla collina di Bardolino (Verona), cittadina affacciata sul Garda, una villa moderna ha valorizzato al massimo l’orientamento e la vista sul lago grazie alle ampie vetrate, a una grande terrazza e a un tetto-giardino che guardano verso il paesaggio circostante.
IL PROGETTO Studiato sulle esigenze di una giovane famiglia dallo Studio Bazerla, l’edificio è stato progettato con grande attenzione alle esposizioni solari invernali e agli ombreggiamenti estivi, grazie alle schermature in brise soleil di alluminio. L’involucro è caratterizzato da forme lineari e trasparenze, mentre all’interno gli spazi sono disposti in maniera tradizionale. Al piano terra, in diretta comunicazione col giardino e la loggia aperta, c’è infatti la zona giorno. Al primo piano, invece, trovano spazio la zona notte con terrazza e accesso al tetto verde. Grande attenzione è stata riposta anche alla sostenibilità dell’edificio, nell’ottica di sviluppo e promozione del risparmio e dell’efficienza energetica.
Esterno della villa residenziale a Bardolino (Verona) con serramenti Finstral
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Casa
La vista sul giardino. A destra, alcuni ambienti interni dell'abitazione
CUORE TERMOISOLANTE Per rispondere al meglio alle esigenze di linearità, design minimale e risparmio energetico i progettisti hanno scelto Finstral, specialista da 50 anni nella produzione di profili, vetri isolanti e serramenti finiti. Per un risultato finale perfetto l’azienda ha messo a disposizione i prodotti Fin-Project, un’innovativa serie di finestre e serramenti in alluminio con infinite possibilità di personalizzazione. Con il sistema modulare Fin-Project, Finstral ha offerto i migliori valori isolanti, grazie al cuore tecnologico e termoisolante in Pvc, e la massima libertà nella scelta di tutti i particolari del serramento: dal materiale, che spazia dall’alluminio, al legno, al For-Res, a tutto vetro per il lato interno, e alluminio sul lato esterno, fino ai colori e alle forme.
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LA SCHEDA PROGETTO: villa residenziale LUOGO: Bardolino (Verona) PROGETTISTI: Geom. Bazerla Christian - StudioBazerla - Inoltre srl SERRAMENTI: elementi scorrevoli Fin-slide step-line Alu-Alu; serramenti FIN-Project Nova-line; vetri Max Valor/Multiprotect+ Bodysafe spessore 46 e 40 mm. Colore/superficie serramenti: Sablè 894 grigio scuro. PORTA ENTRATA: Fin Door Planar mod. Style 01 colore interno F906 (grigio brillante), esterno 4006 (porpora traffico)
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Non lasciare che cada, intervieni velocemente!
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malta rapida ad alta resistenza
T-FLASH FR COR è una malta pronta tixotropica, fibrorinforzata, antiritiro, ad alta resistenza meccanica e rapida presa e indurimento. È a base di speciali leganti idraulici e inerti selezionati, T-FLASH FR COR è ideale per fissaggio e livellamento di: coronamenti stradali, chiusini, griglie, caditoie, botole, passi d’uomo, arredo urbano, paracarri e cartelli stradali.
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LUXURY GOODS
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Non uno, ma due: il Color of the year scelto da Pantone per l’anno 2021 vede una combinazione tra l’affidabile Ultimate Gray 17-5104 e il brillante Illuminating 13-0647. «In un momento storico in cui le persone cercano, in ogni possibile modo, di ritrovare energia, lucidità e speranza per rinvigorirsi e superare questa continua fase di incertezza, le tonalità che infondono grinta e coraggio rispondono al nostro bisogno di vitalità».
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1. Le scale Steel Pixima di Fontanot in acciaio verniciato possono essere installate in qualsiasi tipo di foro grazie alla regolazione variabile. Il pianerottolo universale ne consente l’installazione in aperture di qualsiasi forma e dimensione. 2. I banconi Frame di Fantin sono proposti con top in acciaio Barazza, in Fenix NTM o in metallo verniciato. Il telaio, in tubo quadro saldato, è sempre in vista ed è garanzia di solidità. 3. Il letto Marvin, disegnato dall’architetto Mauro Carlesi per Noctis, impiega un materiale insolito come la Lycra per dare vita a un’inedita trama materica di fili intrecciati. Ideale sia per spazi moderni che classici, il letto Marvin è disponibile anche con box contenitore. 4. Il lavabo Seed di Valdama è caratterizzato da profili particolarmente sottili, inferiori a 3 millimetri, esito di un’avanzata ricerca tecnica e un accurato studio di modellazione condotto dal designer Prospero Rasulo. Disponibile in versione da appoggio o freestanding. 5. Ispirato a un teorema matematico ottocentesco, il pavimento Perigal di Listone Giordano e Paola Lenti si arricchisce con pennellate di colore sorprendenti. I moduli, caratterizzati da forme geometriche inusuali, possono ora
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IN SHOW 7
6 8 essere anche montati a parete, per diventare una singolare boiserie. 6. Tobia, il luminator portatile, disegnato da Ferruccio Laviani per Foscarini, è stato selezionato dalla prestigiosa rivista americana Interior Design come miglior prodotto dell’anno per la categoria lampade da terra. 7. Parentesit di Arper è una collezione di pannelli modulari fonoassorbenti disponibili nelle varianti circolare, quadrata e ovale. Può essere personalizzata con l’inserimento di casse acustiche e con soluzioni per l’illuminazione d’ambiente. 8. Grigi e gialli colorano alcune delle nuove proposte della collezioni di carte da parati Up to date 2020 di wallpepper. Le nuove grafiche rivelano inaspettate suggestioni per decorare l’abitare contemporaneo. 9. Evoluta di Ceramiche Piemme è la prima linea di piastrelle in gres nata da un nuovo processo industriale che porta la riproduzione di qualsiasi materiale naturale a livelli iperrealistici. La collezione è disponibile in tre strutture decorative: Cave ispirato ai piccoli tasselli in pietra, Cluster che ricorda le pietre a taglio esagonale, e Forest con delicata levigatura in cresta. 10. La serie Haptic Concrete Colors di Ritmonio è caratterizzata da comandi in cemento in diversi colori, ispirati alle suggestioni di alcuni scenari naturali.
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ZAPPING PULITO PIÙ PURO CON MARAZZI Marazzi presenta Puro, la nuova tecnologia antibatterica per le superfici ceramiche che consente di eliminare fino al 99,9% di batteri, funghi e altri microrganismi nocivi grazie alle proprietà degli ioni di argento. Gli additivi antibatterici vengono incorporati nello strato superiore di smalto ceramico prima della cottura a 1200 gradi, diventando così parte integrante del prodotto e garantendo un trattamento irreversibile che garantisce una protezione costante nel tempo. Le superfici in gres porcellanato e ceramica Puro Marazzi possono essere posate sia a pavimento che a parete in ambienti residenziali, commerciali e pubblici. Ideali per tutti gli ambienti, sono particolarmente indicate nei contesti in cui è necessario garantire la massima igiene, pulizia e sicurezza e sono testate per il contatto con prodotti alimentari.
PAVIFLOOR GL20 DI SAN MARCO A PROVA DI DETEREGENTE I PAVIMENTI CERAMICI O IN CEMENTO RICHIEDONO UNA PARTICOLARE PROTEZIONE PER RESISTERE NEL TEMPO, SOPRATTUTTO QUANDO SI PARLA DI PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI.
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SAN MARCO PRESENTA PAVIFLOOR GL20, UNA NUOVA VERSIONE MESSA A PUNTO PROPRIO PER QUESTO SCOPO. LA NUOVA FINITURA EPOSSIDICA BICOMPONENTE È IN GRADO DI GARANTIRE UN’OTTIMA RESISTENZA A DETERGENTI, IGIENIZZANTI, OLI, GRASSI, È RESISTENTE ALL’USURA E ALLO SCIVOLAMENTO, E POSSIEDE UN’ELEVATA TENUTA ALLE PRESSIONI MECCANICHE, COME QUELLE DEI CARRELLI ELEVATORI. CARATTERIZZATO DA UNA FINITURA SATINATA CHE SI AFFIANCA ALLA VERSIONE SEMILUCIDA, PAVIFLOOR GL20 È PERSONALIZZABILE SCEGLIENDO FRA LE NUMEROSE NUANCE DEL SISTEMA TINTOMETRICO MARCROMIE. FORMULATA A BASSO CONTENUTO VOC ED ESENTE DA PLASTIFICANTI, CONSENTE DI OCCUPARE IN BREVE TEMPO I LOCALI APPENA VERNICIATI.
stabilimenti, entro il 2034. «Il raggiungimento di tali obiettivi costituirà un passo importante nella realizzazione dell’ambizione globale di ridurre le emissioni di gas serra della società per raggiungere un impatto ambientale pari a zero entro il 2050. Dimostrando che un’azienda produttrice ad alta intensità energetica può raggiungere questi obiettivi, speriamo di ispirare altri a intraprendere azioni per contribuire a creare un futuro più verde e più sostenibile», afferma Jens Birgersson, CEO del Gruppo. I materiali per l’isolamento Rockwool venduti nel 2019 hanno già comportato un risparmio sulle emissioni di carbonio di 100 volte rispetto a quelle generate durante la sua produzione. Inoltre, la capacità di riciclare infinitamente la lana di roccia, senza alcuna perdita a livello di prestazioni, distingue questo prodotto dai materiali da costruzione non riciclabili.
ROCKWOOL TAGLIA LE EMISSIONI ED È PIÙ GREEN
INAUGURATA L’ANNO SCORSO, LA NUOVA SEDE CENTRALE ROEFIX ITALIA REALIZZATA DALLO STUDIO STUPPNER-UNTERWEGER ARCHITEKTURA A PARCINES (BOLZANO) HA RICEVUTO IL MARCHIO CASACLIMA WORK & LIFE, CHE NE CERTIFICA LA SOSTENIBILITÀ SIA IN TERMINI DI EFFICIENZA ENERGETICA CHE DI USO INTELLIGENTE DELLE RISORSE. «L’OT-
La Science Based Targets initiative (SBTi) approva i nuovi obiettivi di decarbonizzazione di Rockwool, che includono il taglio del 38% delle emissioni assolute di gas serra degli stabilimenti e la riduzione del 20% delle emissioni prodotte durante il ciclo di vita, non derivanti dagli
MARCHIO CASACLIMA PER LA SEDE ROEFIX
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TENIMENTO DEL MARCHIO DI QUALITÀ CASACLIMA WORK & LIFE È PER NOI UN’ULTERIORE CONFERMA CHE LA STRADA CHE PERCORRIAMO CON COSTANZA È QUELLA GIUSTA», HA AFFERMATO ANDRIS PAVAN, DIRETTORE MARKETING ROEFIX. «LE REALTÀ AZIENDALI HANNO UN IMPATTO SUL MONDO E NOI NE SIAMO COSCIENTI E CI IMPEGNIAMO PER PORTARE AVANTI SCELTE RESPONSABILI E VALORI DI EDILIZIA SOSTENIBILE, NON SOLO IN RIFERIMENTO ALLA NOSTRA ESTESA PROPOSTA DI MATERIALI DA COSTRUZIONE MA ANCHE PER INFLUENZARE E MIGLIORARE IL MODO IN CUI VIVIAMO E L’AMBIENTE IN CUI LAVORIAMO».
IL 2020 ANNO DIFFICILE PER LA CERAMICA La ceramica italiana rallenta nel 2020, ma nel secondo semestre recupera le perdite e chiude l’anno con un calo più contenuto nei volumi di vendita complessivi. Secondo il preconsuntivo elaborato da Prometeia i volumi di produzione delle piastrelle di ceramica si attestano intorno ai 330 milioni di mq, in significativo calo rispetto al 2019. Meno marcata la flessione delle vendite, stimate a 391 milioni di metri quadrati (-4% rispetto al 2019), derivanti da esportazioni nell’ordine di 317 milioni di metri quadrati (-2%) e vendite sul mercato domestico per 73 milioni di metri quadrati (-12%). Restano intanto aperte tre grandi questioni, che possono pregiudicare la competitività delle nostre imprese: il mancato inserimento della ceramica nel sistema di compensazione dei costi indiretti dell’ETS dell’Unione Europea, lo sviluppo delle infrastrutture al servizio del distretto ceramico e la semplificazione delle procedure per il Superbonus 110%.
TORNA IL PREMIO DI ARCHITETTURA BIGMAT
RINFORZO DEI SOLAI PIÙ FACILE E SICURO CON FISCHER
DAL 18 GENNAIO 2021 È POSSIBILE ISCRIVERSI ALLA QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO BIENNALE DI ARCHITETTURA DEL GRUPPO BIGMAT. POSSONO ISCRIVERSI AL CONCORSO TUTTI I TIPI DI OPERE (NUOVE COSTRUZIONI, INTERVENTI SU STRUTTURE GIÀ ESISTENTI E DESIGN DI INTERNI), COMPRESE QUELLE AL DI SOTTO DEI 1.000 MQ, REALIZZATE TRA IL 1° GENNAIO 2017 E IL 1° GENNAIO 2021, IN BELGIO, FRANCIA, ITALIA, PORTOGALLO, REPUBBLICA CECA, SLOVACCHIA E SPAGNA. I PROGETTI SARANNO VALUTATI DA UNA GIURIA INTERNAZIONALE FORMATA DA FIGURE DI SPICCO DEL PANORAMA ARCHITETTONICO DI CIASCUNO DEI PAESI PARTECIPANTI. LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE SI TERRÀ A NOVEMBRE 2021 IN CONCOMITANZA CON L’ANNUALE CONGRESSO INTERNAZIONALE DEL GRUPPO BIGMAT. LE CANDIDATURE SONO APERTE FINO AL 29 APRILE 2021 SUL SITO WWW.ARCHITECTUREAWARD. BIGMAT.COM.
LA FISCHER PRESENTA ULTRACUT FBS II 8-14 US MM, VITI CERTIFICATE ETA PER L’UTILIZZO COME CONNETTORI A TAGLIO PER IL RINFORZO E IL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE DI SOLAI IN CEMENTO E LATEROCEMENTO, STRUTTURE INDUSTRIALI IN CEMENTO, PONTI, PARCHEGGI MULTIPIANO, INFRASTRUTTURE CON STRUTTURA IN CEMENTO. LA CERTIFICAZIONE ETA GARANTISCE LA MASSIMA FLESSIBILITÀ IN FASE DI PROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO DI CONSOLIDAMENTO E SI AGGIUNGE ALLE CERTIFICAZIONI DELLE VITI PER INSTALLAZIONE IN ZONA SISMICA C2. L’INSTALLAZIONE DEI CONNETTORI FBS II US È ANCORA PIÙ FACILE GRAZIE ALL’APPLICATORE FISCHER SC- ST CHE CONSENTE DI ANNULLARE L’ERRORE UMANO IN FASE DI SETTAGGIO DELL’ALTEZZA DEL CONNETTORE. UNIVERSALE, CON ATTACCO QUADRATO DA 1/2’’ COMPATIBILE CON LA MAGGIOR PARTE DEGLI AVVITATORI, FISCHER SC-ST PERMETTE DI RISPARMIARE FINO A 10 SECONDI PER L’INSTALLAZIONE DI OGNI VITE FBS II E FINO A 2,5 ORE DI LAVORO PER IL CONSOLIDAMENTO DI 250 MQ DI SOLAIO. QUANDO LA VITE È INSTALLATA ALLA GIUSTA ALTEZZA, L’APPLICATORE SI SGANCIA DA SOLO E GIRA A VUOTO, DANDO UN FEEDBACK CHIARO ALL’INSTALLATORE SU QUANDO FERMARSI.
IL COVID FA SLITTARE COLORÈ Slitta l’edizione 2021 di Coloré, la fiera biennale dedicata al colore e alle finiture edili di Piacenza Expo, che viene spostata dal 27 al 29 maggio. Tecnici, applicatori, progettisti, produttori di pitture e vernici potranno trovare nuove sezioni tematiche dedicate al cartongesso, all’impiego del colore nel settore della logistica e all’utilizzo di materiali naturali ed ecocompatibili, un ricco programma convegnistico, l’Aitiva Day dedicato ai tecnici dell’industria chimica, oltre a numerose realtà produttive e commerciali e associazioni di settore.
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GOOGLE: SMARTWORKING PER SEMPRE Google la chiama new normality: lo status a cui occorre adeguarsi già da oggi. Il colosso americano, in ogni caso, ha posto un traguardo: settembre 2021. Entro quella data il passaggio a una grande trasformazione sarà completato. Quando la pandemia è iniziata, Google è stato tra i primi gruppi ad operare una scelta radicale: uffici chiusi in tutto il mondo e dipendenti a casa a lavorare da remoto. Fino a settembre 2021 Google proseguirà con questo regime, confermando quelle che sono le aspettative di Bill Gates: i prossimi sei mesi saranno i peggiori. Arrivati a settembre 2021, in ogni caso, Google prevede di trasformare lo smart working in una regola fissa. L’organizzazione, infatti, prevede tre giorni da casa e due in ufficio, con maggior elasticità ai dipendenti per riorganizzare tempi e modi della collaborazione.
HIGH TECH L’E-COMMERCE ANCHE SU WHATSAPP
Gli utenti di Whatsapp possono selezionare e raccogliere in un carrello virtuale gli articoli che intendono acquistare mentre sfogliano il catalogo di servizi e prodotti di un’azienda. L’app di messaggistica istantanea controllata da Facebook punta così a diventare una piattaforma in grado anche di sviluppare servizi di e-commerce via chat: una soluzione che sembra gradita agli utenti. Grazie a questa innovazione i proprietari di piccole attività possono ora gestire gli ordini e fornire informazioni sui prodotti o servizi in vendita, organizzando le chat anche in base ai singoli articoli. Lato clienti, questi grazie ai cataloghi possono controllare la disponibilità dei prodotti e poi ordinarli direttamente in chat, dove grazie alla funzione carrello sarà più semplice comunicare con attività che vendono più di un articolo alla volta, come nel caso di ristoranti o negozi di abbigliamento. Gli utenti potranno infatti selezionare più prodotti e inviare l’ordine in un singolo messaggio: sarà così più facile tenere traccia degli ordini ricevuti e gestire le richieste dei clienti.
PIÙ FATTURATO CON VENDITE ONLINE Una piccola impresa che apre all’e-commerce potrebbe generare un incremento del fatturato del 42%, con un aumento medio per azienda di circa 2,5 milioni di euro. La stima è dell’Istituto per la Competitività
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(I-Com) ed è contenuta nel report La trasformazione digitale per il Made in Italy. Sfide e scenari in tempi di crisi. Secondo questo report, le aziende che vendono online hanno l’84% delle possibilità in più di accrescere i ricavi. Per questo l’e-commerce potrebbe valere fino a 534 miliardi di extrafatturato in termini di ecosistema produttivo. Secondo lo studio, attualmente solo l’8,3% delle imprese italiane vende online. Una percentuale che varia, tuttavia, a seconda della dimensione aziendale: scende all’8,2% per le piccole e medie imprese mentre sale al 12,8 per quelle più grandi.
LEROY MERLIN PUNTA SUL SOFTWARE Leroy Merlin Italia, divisione locale della catena francese specializzata in bricolage, giardinaggio e materiali per edilizia, si è rivolta alla società di consulenza IT Beta 80 per i suoi progetti di innovazione tecnologica, che copre diverse aree di sviluppo. Tra gli ambiti più significativi, la collaborazione ha permesso di implementare un’Agile Software Factory interna all’azienda. Si chiamano così, infatti, le soluzioni che sfruttano processi scalabili e di automazione, che consentono ai propri dipendenti di fornire prodotti e servizi di qualità superiore rispetto alla concorrenza. Inoltre, Leroy Merlin ha deciso di effettuare la migrazione verso ServiceNow (servizi di cloud computing) come unica piattaforma per gestire i workflow della funzione It e di alcune business unit.
YO U T R A D E
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SISTEMA DI ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO MARCOTHERM
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= 0,030-0,031 W/mK
Marcotherm Grafite EPS misto grafitato colore grigio.
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= 0,036-0,033 W/mK
Marcotherm EPS Polistirene espanso sinterizzato (EPS).
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= 0,036-0,040 W/mK
Marcotherm Rock Lana di roccia.
Nuovo rivestimento a spessore compatto grana 1,2 mm Ampia scelta di collanti e rasanti in polvere e in pasta
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Nuova gamma di accessori e isolanti
= 0,028/0,026/0,025 W/mK
Assicurazione della posa in opera iniziale per le imprese certificate secondo norma UNI 11716
Marcotherm PU Poliuretano espanso.
Può contribuire al punteggio LEED dell’edificio D
Possibilità di usufruire del Superbonus 110%
= 0,040 W/mK
Marcotherm Sughero Sughero naturale.
San Marco Group S.p.A. socio
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