EDILIZIA NUMERI E ANALISI DEL CONVEGNO YOUTRADE
Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.
APRILE 2022 - 128
KLIMAHOUSE IN ANTEPRIMA IL PROGRAMMA
SPECIALI CARTONGESSO, FISSAGGIO, OFF-SITE ISSN 2532 - 5671
T E NDE N Z E E AT T UA L I TÀ DE L L A DIS T RIBUZ IONE E DIL E
Il telaio visto da una nuova prospettiva
ANNO 15 - NUMERO 128 APRILE 2022
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Roberto Bolici, Paolo Caliari, Federico Della Puppa, Sara Giusti, Stefano Lavori, Ludovico Lucchi, Selene Maestri (fotografa), Pietro Mezzi, Anna Molentini, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Michele Ripepi, Giuseppe Rossi, Franco Saro Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di
Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Franco Nessi • Eternedile Simone Daneo • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it
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Sommario
aprile
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Rubriche Editoriale Le energie alternative, nuova frontiera per l’edilizia YouTrade Index Ecco l'economic sentiment Econauta L’incubo della stagflazione Chiacchiere in cantiere Attenti a non bloccare i lavori L'avvocato Servitù da sottoscrivere I fatti nostri Ma che colpa abbiamo noi Digital News Seggiole & Poltrone
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Convegno YouTrade La prospettiva Tra boom e frenata La congiuntura È già finita la favola? La strategia Come reagire al mondo cambiato Ottimisti vs Pessimisti Ombre, speranza ed evoluzione La gestione Dilemma magazzino, certezza formazione Distribuzione Diventare grandi come i vicini di casa
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Attualità Energia Chi rischia di finire alla canna del gas Klimahouse La sostenibilità si fa in quattro Edilizia Un anno perfetto per le finestre in pvc
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Rivendite Foresti Distribuzione Laterizi Il prezzo non è tutto Bigmat Edilnovelli Sinergie in mostra con vista Vaticano Edilservice Group Ripartenza sprint dal magazzino Ipf Zanier Scelta veloce con Eclisse Gruppo Made Lo showroom è professionale Rivendite news Showroom Digital transformation Il tunnel che aumenta i clienti To Build
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72 Quanto peserà il costo dell'energia?
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Un anno in rosa per gli infissi in pvc
Storia di copertina 130 Locatelli Siamo noi i campioni del cappotto
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Imprese Settef Così il cappotto è ancora più verde Fassi Gru Solleviamo tutto con la tecnologia Unifix Servizi smart per le rivendite Dierre Porte aperte alla formazione Atena Una soluzione di alto profilo Boero Isolamento a secco ad alte prestazioni YouTrade News Muoviamoci La soluzione? Collaborare Come si fa Un’onda da cavalcare
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Speciale Cartongesso Edilizia Un momento d'oro dei sistemi a secco Fibran In arrivo novità per l'esterno Knauf La vittoria della leggerezza Fassa Bortolo La richiesta è sempre crescente Siniat Pronti anche ad applicazioni estreme
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Speciale Fissaggio Il mercato Solo i ricavi non si bloccano Fischer La lunghezza ha più sicurezza Mungo Resina ad hoc per i serramenti
Speciale Case in legno 200 Il trend Dal bosco alla casa per città sostenibili I Quaderni tecnici di YouTrade 208 Costruire off-site L'edificio si fa in fabbrica BioCasa 220 Fondazione Symbola Storie eccellenti di edilizia verde 224 Edilizia sostenibile Gli edifici carbon neutral 226 Digital House Domotica alla fase 2 con Matter 227 BTicino Il green sposa la tecnologia 228 Fakro Finestre smart anche sul tetto 230 Luxury Goods Illuminazione 232 Hi-tech
Case in legno, l'alternativa dell’edilizia verde
Una domotica piena di novità
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BOOM DELL’EDILIZIA, MERCATO, INVESTIMENTI LE NUOVE SFIDE DELLA DISTRIBUZIONE U
n’edilizia che, nonostante tutto, continua a marciare a ritmo sostenuto. Ma anche una distribuzione che deve cogliere il momento per ripensarsi, riorganizzarsi e rilanciare. Perché è quando il mercato corre che bisogna prepararsi al domani. Le opportunità, ma anche le insidie, sono molte. Per esempio, i maxi investimenti collegati al Pnrr, i bonus fiscali che continueranno, per almeno un altro anno, a spingere la domanda, le tecnologie che, anno dopo anno, riservano strumenti innovativi per il marketing e la logistica. Ma anche la corsa dei prezzi e la guerra in Ucraina, la necessità di adeguarsi agli standard europei, la concorrenza della Gdo. Il XV Convegno YouTrade parlerà di tutto questo, per fornire agli operatori le informazioni necessarie a competere meglio in un mondo in piena trasformazione.
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Editoriale
Le energie alternative: nuova frontiera per l’edilizia
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ome spieghiamo nelle pagine seguenti, e come ormai sanno anche i sassi, il problema numero uno dei prossimi anni sarà il costo dell’energia. Non ci sono pezze o aiutini che tengano, oltre a quelli (svariati miliardi) già messi in campo dal governo: è ovvio che un costo dell’energia strutturalmente alto può essere calmierato solo attraverso due cambiamenti. Il primo riguarda l’introduzione di una nuova tecnologia disruptive, cioè dirompente, come direbbero gli americani. Purtroppo, al momento, non se ne vedono all’orizzonte: anche se la meta del famoso nucleare pulito, cioè ottenuto con la fusione dell’atomo, fosse raggiunta, ci vorrebbero decenni prima di costruire e mettere in funzione impianti del genere. In ogni caso, per ora sono sogni. Il secondo cambiamento riguarda, invece, la quantità di energia che l’Italia può produrre da sé. Dato che il petrolio della Basilicata è quello che è, e comunque i progetti di ricerca sono bloccati per i timori di danni ambientali, restano solo il gas dell’Adriatico e le energie alternative. Il gas lo abbiamo lasciato alla Croazia, che trivella allegramente alla ricerca del prezioso metano, mentre in Italia è stato indetto addirittura un referendum (era il 2016, sembra un secolo fa) contro. Anche se in quell’occasione ha votato soltanto il 31,19% degli elettori, con palese disinteresse di quasi il 70% degli italiani, in Parlamento è come se avesse vinto (e ha vinto in effetti) il partito no-triv. Quindi, si è fermata ogni nuova esplorazione. Non resta che puntare tutto sulle fonti alternative, in complemento con gli interventi che consentono di consumare meno energia: due capitoli che interessano da vicino l’edilizia. Per quanto riguarda il risparmio energetico, non resta che proseguire con la politica di incentivi, i vari bonus, che diventano più preziosi che mai e che, con tutta probabilità, saranno sempre più apprezzati dai proprietari di immobili, alle prese con bollette sempre più pesanti. L’aumento della produzione di energia da eolico e fotovoltaico, invece, deve fare i conti con il fenomeno nimby, sigla anglosassone che sta per not in my backyard, cioè non nel mio cortile: state alla larga da dove abito. A nessuno, in effetti piace abitare di fronte a una pala eolica. Il risultato è noto: i progetti per costruire nuove centrali elettriche alimentate dal sole e dal vento hanno superato i 180 mila megawatt e vanno verso i 200 mila megawatt. Ma non tutto fila liscio: buona parte dei progetti è rimasta bloccata. Spinto dall’emergenza contingente, provocata dalla guerra in Ucraina, il governo ha sbloccato ora la realizzazione e il potenziamento di sei parchi eolici, in Puglia, Basilicata e Sardegna, che assicureranno una potenza pari a 418 Mw. Bene, ma c’è ancora da fare. Un altro dato positivo contenuto nel decreto di marzo riguarda, invece, l’istituzione di una corsia privilegiata per gli impianti fotovoltaici di piccola taglia, aspetto che interessa da vicino la filiera dell’edilizia. Sono previsti anche incentivi per le centrali destinate all’autoconsumo e alle comunità energetiche: i condomini potrebbero essere al centro di un altro boom, dopo o accanto a quello dei superbonus.
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le nostre MEGA ...ancora più MEGA
La linea BAGAFLAME firmata BAGATTINI è ormai diventata un must dei pavimenti italiani e non solo. Le inconfondibili striature fiammate irregolari rendono ogni lastra diversa e unica nel suo genere. Il risultato è una pavimentazione viva e per nulla convezionale che dona carattere e movimento agli spazi esterni. MEGA di BAGAFLAME oggi si reinventa inserendo in gamma due nuovissimi maxi formati che doneranno ancora più importanza al tuo spazio esterno.
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MEGA 80x40 Mix Luserna
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BAGAFLAME SI COLORA DI NUOVO MEGA DI BAGAFLAME MEGA di BAGAFLAME sono da sempre tra le lastre più apprezzate del mondo BAGATTINI. I loro formati 50x50 cm e 40x60 cm e la loro versione 30x60 cm con finitura history (effetto antichizzato) hanno riscritto la storia delle nostre pavimentazioni da esterni. Perfino le neonate di gamma, Ellenica (formato 48x48 cm) e Latina (24x48 cm), con la loro inconfondibile superficie con tessitura effetto pietra a spacco, hanno da subito riscosso un enorme successo, sia in Italia che all’estero. Forti di queste continue conferme, abbiamo quindi voluto impreziosire ulteriormente la linea. Come? Inserendo due nuovissimi formati che, rispondendo alle esigenze di mercato in continua evoluzione, vogliono offrire al cliente finale lastre dalle dimensioni importanti, imponenti, che possano ridisegnare gli ambienti esterni in termini sia di modernità che di eleganza. Ecco quindi che troviamo la nuova MEGA 60x60 cm (spessore 4 cm), che col suo grande formato quadrato riesce, posata sia allineata che a correre, a ridefinire gli spazi, perfezionandoli. Con la nuova MEGA 80x40 cm (spessore 4 cm), a seconda del verso di posa, è invece possibile intervenire addirittura sull’effetto ottico dell’ambiente; il grande formato rettangolare ha infatti il potere di, in base a come viene girato, restringere o allungare la profondità percepita dello spazio.
Insieme ai nuovi formati, stiamo studiando e realizzando alcuni nuovi colori per tutta la nostra linea BAGAFLAME; tonalità ricercate, moderne, accattivanti, volte ad offrire un prodotto sempre innovativo. Qualche anteprima? Un mix di colori caldi che ricordano l’alba sull’Atlantico, sfumature calde e rocciose del Grand Canyon, una luce verde nel petrolio della notte... ma non vogliamo svelare tutto. Vediamo però insieme il nostro nuovissimo PIETRA DI LUNA: un grigio caldo tendente al greige e un bianco floreale si uniscono in un duetto di tonalità minimaliste e rassicuranti ispirate alla superficie lunare...un’armonia perfetta!
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Inquadra il QR-CODE e Le lastre 50x50/40x60/60x60/80x40 della linea BAGAFLAME sono caratterizzate dall’innovativa struttura della superficie “EASYWALK”, piana e uniforme, che permette quindi di essere facilmente percorsa in totale sicurezza, anche in caso si guidi un monopattino elettrico, si indossino i tacchi o si spinga un passeggino.
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ECCO L’ECONOMIC SENTIMENT Un nuovo servizio informativo per aggiornare i lettori, mese per mese, sugli andamenti mensili del mercato delle costruzioni, sui trend in atto e su quelli attesi nei prossimi mesi
I
nizia da questo mese la pubblicazione di indici sintetici che aiuteranno i lettori nell’interpretazione dei trend di mercato attuali e futuri. Il Centro Studi YouTrade, infatti, proporrà su ogni numero della rivista una serie di indicatori che interpretano l’andamento del mercato. Obiettivo è fornire ai lettori indicazioni sempre più tempestive sui trend in corso, perché il cambiamento epocale che ha attraversato il mercato in questi anni ha di fatto modificato le esigenze di lettura dei fenomeni in atto, sempre più veloci e repen-
tini e dunque sempre più svincolati dalle modalità di lettura dei trend del passato, che potevano avere orizzonti temporali di un anno o anche più. Oggi tutto è più veloce, anche nel settore delle costruzioni, che per fortuna può sempre contare su alcuni mesi di deriva data dalla tipicità della produzione, legata ai cantieri che per forza di cose hanno tempi più lunghi dei trend ai quali l’economia globale invece è assoggettata. Nei prossimi mesi questi indicatori verranno sempre più affinati dal Centro Studi YouTrade, che è a vostra
Economic sentiment nelle costruzioni
Dati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario 12,0
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Italia
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Area Euro - 19 paesi
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Unione Europea - 27 paesi
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat (DG ECFIN, European Commission)
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Economic sentiment dei settori economici in Italia Dati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0 -25,0
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Costruzioni
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Industria
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Servizi
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Commercio
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Consumatori
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat (DG ECFIN, European Commission)
Economic sentiment nelle costruzioni per i prossimi tre mesi disposizione per eventuali indicazioni o suggerimenti utili a migliorare sempre più questo nuovo servizio. Questo mese iniziamo con tre grafici. Il primo presenta l’Economic sentiment indicator elaborato da Eurostat, sulla base delle rilevazioni svolte da dalla Direzione generale Economica e Finanziaria della Commissione Europea, e che riporta il sentiment del mercato rispetto ai trend in atto a livello europeo (Europa a 27 Paesi), di area euro (19 Paesi) e nazionale. Il grafico evidenzia un livello di confidence, ovvero di fiducia delle imprese nel mercato, per l’Italia di 8 punti superiore a quello di un anno fa, con una crescita maggiore di quella media europea e dell’area euro. Il secondo grafico confronta lo stesso indicatore a livello nazionale nei diversi settori economici (industria, costruzioni, servizi, commercio e lato consumatori). Il settore delle costruzioni evidenzia una stabilità crescente, con un primo momento di rallentamento nel mese di marzo di quest’anno. Un segnale che, se associato all’andamento degli ordini e dell’occupazione attesa dalle imprese nei prossimi tre mesi indica un fenomeno di rallentamento atteso a partire dai primi mesi dell’anno, trend che potrebbe dunque già evidenziare alcuni momenti di rallentamento del mercato in ragione della situazione difficile innescata a livello internazionale dalla guerra in Ucraina e a livello nazionale dalla spirale dei prezzi, in costante crescita, come evidenzia l’andamento del tasso di inflazione nel quarto grafico. A Cura del Centro Studi YouTrade
Dati destagionalizzati 18,0 16,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0
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Ordini e/o piani di costruzione delle imprese
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Occupazione presso le imprese
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
Andamento del tasso di inflazione in Italia Variazione % sullo stesso mese dell'anno precedente 8%
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Tasso di inflazione
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
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Rubriche E C O N A U TA
L’incubo della stagflazione
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nflazione più alta e crescita bloccata: il peggio che possa avvenire. È quella che gli economisti chiamano stagflazione, ed è anche ciò che preoccupa non solo le Banche centrali, ma anche tutti i governi europei. Ma, attenzione: prima di gridare alla stagflazione occorre essere sicuri che il fenomeno non sia passeggero. Sei mesi di stagflazione possono essere pesanti, ma se poi le ombre che si affacciano sull’economia si diradano, be’, è un male che si può sopportare. Altra cosa è se, invece, si piomba in una spirale simile a quella degli anni Settanta, ammesso che la Storia possa ripetersi identica (e ciò non è mai avvenuto). A scatenare gli incubi di cittadini e imprese sono diversi fattori. Uno di questi, il più importante, è il costo dell’energia. il prezzo di gas e petrolio, in gran parte aumentati a dismisura sappiamo a causa di chi, possono strozzare cittadini e imprese. D’accordo, e lo Stato che fa? L’inquietudine di chi pensa che esista un’entità soprannaturale chiamata Stato, alla quale appellarsi, fa sorridere. Lo Stato è una parola, un nome, una convezione. Ma nella realtà non esiste un qualunque Stato. Uno Stato non ha un numero di telefono, è composto semplicemente da una moltitudine di cittadini e rappresentato da istituzioni. La scuola, le forze dell’ordine, l’esercito e, certo, anche Parlamento e governo. Ma nessuno di loro, tantomeno questi ultimi, hanno a disposizione fondi illimitati per
pagare il prezzo del gas russo. Un governo (italiano, tedesco, francese, fate voi) può metterci una pezza, e basta. Ragioniamo: con quali soldi un governo qualsiasi, destra, centro o sinistra, può sovvenzionare il prezzo della benzina? Con i soldi pubblici. Cioè quelli che lo Stato riscuote attraverso le tasse. Chi chiede che lo Stato abbassi le tasse sulla benzina (cioè tutti) vuole in pratica aumentarle da qualche altra parte. E diminuire le spese? Certo, per esempio, meno soldi ai pensionati, taglio degli stipendi agli insegnanti (i meno pagati d’Europa), e far pagare la Sanità sul modello poco commendevole degli Stati Uniti è un’illusione (lo Stato lì spende più di noi). Sono buone idee? Altri suggerimenti? Insomma, è difficile pensare di poter raddrizzare qualcosa che è storto in natura, cioè la carenza di fonti di energia. Possiamo cercare di costruire meglio, consumare meno, spingere sulle rinnovabili. Perdere tempo a chiedere miracoli, invece, non è produttivo. Federico Mombarone Giornalista
CHIACCHIERE IN CANTIERE
Attenti a non bloccare i lavori
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l Pnrr ha aperto un sacco di cantieri. Allo stesso tempo, molti cantieri si sono fermati. Che cosa succede? Semplice: i costi, dal momento dell’appalto alla messa in opera, sono schizzati alle stelle. Per questo il governo ha varato a partire già dal maggio dell’anno scorso diverse misure per attenuare il problema dei rialzi dei prezzi di materie prime (a cui si è aggiunto il rincaro putiniano dell’energia) negli appalti che riguardano i lavori pubblici. Il problema è che gli interventi, incalzati dalla realtà, sono serviti così così. E ora ci sono imprese che vedono più lontani gli obiettivi del Pnrr: semplicemente dicono che non si possono realizzare ai costi predeterminati. Lo testimonia anche l’elevato numero di richieste di accesso al fondo nazionale per le compensazioni dei prezzi. Nel primo semestre 2021 sono state 449 le stazioni appaltanti, con 1.118 aziende coinvolte. Intendiamoci: il problema c’è ed è anche rilevante anche se, per fortuna, nonostante il numero sia alto, si confronta comunque con le 33 mila stazioni appaltanti e un boom di opere confermato dalla stessa Ance. Ciononostante, il problema non si può ignorare. Anche perché la compensazione si risolve, in perfetto italian style, con ritardi che diventano insopportabili per molte imprese. Basti dire che i decreti di pagamento hanno un cammino di diversi mesi prima di essere effettivamente erogati a chi ne fa richiesta. Esiste, inoltre, un altro problema: chi decide quanto e come? Come tenere conto dei prezzi di innumerevoli elementi che concorrono alla realizzazione di un’opera? I costruttori si lamentano che il sistema utilizzato in Italia sia troppo lontano dalla realtà. In altri Paesi, per esempio in Francia, gli indici del settore sono costituiti con riferimento a tipologie standard di 22 opere su dati dell’Istituto statistico nazionale e riferite alla nomenclatura Eurostat. In Italia no. Forse anche il nostro Paese si potrebbe adeguare a quella che i consulenti chiamano le best practises, cioè i metodi migliori. Copiare il meglio, in fondo, non è peccato.
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Franco Saro giornalista
L’AV V O C ATO
Servitù da sottoscrivere
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si determina l’opponibilità di quelle servitù, menzionandovi tutte le distinte unità immobiliari, ovvero ciascuno dei reciproci fondi dominante e servente. All’atto dell’alienazione delle ulteriori unità immobiliari, il regolamento deve essere ogni volta richiamato o allegato e deve eseguirsi un’ulteriore trascrizione per le servitù che man mano vengono all’esistenza, fino all’esaurimento del frazionamento della proprietà originariamente comune. In assenza di trascrizione, il regolamento può valere nei confronti del terzo acquirente, il quale ne abbia preso atto in maniera specifica nel contratto d’acquisto. In altre parole, se le clausole che impongono limiti alla destinazione delle proprietà esclusive non risultano trascritte, sono opponibili verso il terzo acquirente, purché nel contratto di compravendita egli prenda atto, in maniera specifica, del vincolo reale che grava sull’immobile. Non è sufficiente una generica accettazione del regolamento da parte dell’acquirente. Perché la disposizione che istituisce la servitù sia opponibile al terzo acquirente, occorre una dichiarazione di specifica conoscenza dell’esistenza delle reciproche servitù. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu
spektra.it
on la sentenza 6357 del 25 febbraio 2022, la Suprema Corte è intervenuta sul tema della opponibilità dei limiti di destinazione posti dal regolamento condominiale. Le limitazioni alle facoltà inerenti al godimento della proprietà esclusiva dei condomini, contenute nel regolamento di condominio e volte a vietare lo svolgimento di determinate attività, sono servitù reciproche. Tali limitazioni devono essere approvate mediante una dichiarazione di volontà negoziale e con il consenso di tutti i condomini. Secondo la giurisprudenza, l’opponibilità ai terzi acquirenti dei limiti sulle facoltà inerenti alle proprietà esclusive è regolata dalle norme proprie delle servitù. L’opponibilità ai terzi acquirenti dei limiti alla destinazione delle proprietà esclusive in ambito condominiale deve essere regolata secondo la disciplina delle servitù e, dunque, con la trascrizione della relativa limitazione. A tal proposito, non è sufficiente indicare nella nota di trascrizione il regolamento, ma occorre indicarne le specifiche clausole limitative, ai sensi dell’articolo 2659 primo comma 2 e dell’articolo 2665 del Codice civile, non essendo invece sufficiente il generico rinvio al regolamento condominiale. In sostanza, non è atto soggetto alla trascrizione nei registri immobiliari il regolamento di condominio in sé, quanto le eventuali convenzioni costitutive di servitù che siano documentalmente inserite nel testo di esso. Dove si tratti di clausole limitative inserite nel regolamento predisposto dal costruttore venditore, originario unico proprietario dell’edificio, con le note di trascrizione del primo atto di acquisto di un’unità immobiliare, compresa e del vincolo reale reciproco,
2 0 2 2 cantiere? YO U T R A D E Nuovo Accendi Spektra!
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Rubriche I FAT T I N O S T R I
Ma che colpa abbiamo noi
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a prospettiva non è molto allegra: i continui aumenti dei prezzi, dalle materie prime in poi, oltre a procurare una crisi di nervi a tutti gli uffici amministrativi del globo edile rischiano seriamente di ringalluzzire il temuto mostro degli insoluti che, come la polvere, non dorme mai. Vero è che da un po’ di tempo a questa parte il mercato sta procurando finalmente un po’ di buoni fatturati e di marginalità, ma è anche vero che con ogni probabilità i magazzini edili, fedeli alla loro controversa e discutibile ambizione di porsi come ammortizzatori degli aumenti dei prezzi, per non riversare tutti e subito i detti aumenti sulle spalle dei clienti (in sostanza, marginando un po’ meno del solito, ma comunque ben guadagnando) qualche rischio lo stanno prendendo. Infatti, la possibilità che molti cantieri si debbano fermare per eccesso di rialzo dei prezzi è purtroppo in sempre più casi una funesta realtà. Ed ecco quindi che l’insoluto è in agguato, e magari sarebbe anche il caso di tutelarsi, un altro aspetto della gestione d’impresa in cui le rivendite edili tradizionalmente non primeggiano. È un altro discorso vecchio come il nostro mondo: certamente assicurare il credito è un costo, sempre, ma soprattutto in questo momento, con le marginalità che ci sono, varrebbe forse la pena di rinunciare a piccole percentuali di guadagno e avere la certezza di prendere i soldi, perché l’alternativa sarebbe certamente peggiore.
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Sono ormai trascorsi due o tre anni dall’entrata in vigore dei consistenti benefici fiscali per le ristrutturazioni, principale riferimento il superbonus, e volendo tentare una prima, superficiale analisi, possiamo provare a incanalare gli eventi in questo modo: un inizio stentato per
Il tema della tutela del credito riappare in tutta la sua urgenza, a causa degli aumenti che stanno colpendo le materie prime e i costi energetici. Assicurare i nostri crediti diventa quindi una priorità anche per le imprese della distribuzione edile scarsa chiarezza ed eccessivo rigore tecnico delle normative che regolavano la materia, quindi i primi problemi per la cessione dei crediti. La fase successiva portava nuove preoccupazioni per la difficoltà nel reperimento dei materiali, che invece di essere destinati ai nostri cantieri finivano in Cina, in India e in chissà quali altri luoghi del mondo. A creare
nuovi scompigli ci hanno quindi pensato i furbetti (onnipresente piaga sociale che viaggia di pari passo con gli insoluti), che oltre a turlupinare la gente facendosi dare sostanziosi anticipi per poi sparire nel nulla, hanno fatto ripiombare in crisi il meccanismo della cessione del credito e costretto a un sostanzioso giro di vite l’intero sistema finanziario. Le avvisaglie che consigliavano una qualche forma di assicurazione sul credito si erano quindi già manifestate da un pezzo. La superficiale analisi non finisce qui, perché quando finalmente il meccanismo della cessione del credito si rimette in moto ci pensa il tragico conflitto in Ucraina (e le immediate conseguenze geopolitiche) a far lievitare smodatamente i costi dell’energia, penalizzando così un po’ tutti, dalla produzione al cliente finale. Morale, i materiali continuano a scarseggiare, i prezzi ad aumentare, mentre l’economia dei cantieri inizia a vacillare e, tanto per tornare al punto, lo spettro degli insoluti riappare in tutta la sua pericolosità. Non so se la distribuzione edile sia o meno al centro della filiera delle costruzioni, ma è certo che si trova spesso al centro dei casini. Come cantavano i Rokes quasi sessant’anni fa: ma che colpa abbiamo noi? Beh, qualche responsabilità ce l’abbiamo, soprattutto se non facciamo niente per tutelare i nostri crediti, ovvero noi stessi e le nostre aziende. di Roberto Anghinoni Giornalista
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APPALTI, I RILIEVI DI FINCO Finco giudica positivamente alcune novità sulle norme in discussione sugli appalti, come la divisione in lotti, i Cam differenziati per tipologia e importo, e un congruo tempo di transizione per la loro applicazione. Promossi anche l’adeguata attrezzatura tecnica e dell’organico per la qualificazione delle imprese, nonché concessioni e affidamenti a terzi con procedura a evidenza pubblica. Ma, secondo Finco, «permane la gravità di una direzione di marcia sbagliata». http://www.youtradeweb.com/
Angelo Artale - Finco
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Sia per il processo di installazione sia per la manutenzione degli impianti elevatori bisogna rispettare rigorose norme di sicurezza, oltre che le norme edilizie e urbanistiche vigenti. L’impianto elevatore deve essere progettato e installato secondo le disposizioni della nuova direttiva ascensori (2014/33/Ue) e del dpr 30 aprile 1999, n.169: l’impresa dopo aver eseguito l’installazione deve rilasciare al proprietario dell’impianto la dichiarazione Ce di conformità. http://www.casacondominio.net/
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seggiole & poltrone ALBERTO CANCEMI DIRETTORE GENERALE DI LEROY MERLIN Nuovo direttore generale a Leroy Merlin Italia. Alberto Cancemi, 43 anni, sostituisce Olivier Jonvel, che lascia l’incarico per ricoprire la carica di Ceo di Bricomart Portugal, altra insegna che fa parte del Gruppo Adeo. Cancemi, laureato in Giurisprudenza a Firenze, inizia la sua esperienza professionale in Leroy Merlin Italia 22 anni fa quando, da studente universitario, fa il proprio ingresso nel punto vendita di Firenze Campi Bisenzio per collaborare all’inventario. Il negozio toscano diventa, nei suoi primi anni in azienda, la scenografia della sua crescita personale e lavorativa: si è occupato di relazioni con la clientela e di risorse umane, nei negozi di Venezia e Bologna. Nel suo percorso, il manager ha ricoperto ruoli di crescente rilevanza, prima come capo Settore dei reparti Pitture, Ferramenta, Sistemazione e Cucina, poi come product manager nella Centrale Acquisti della Sede Italia, successivamente nel 2012 ritorna a Bologna come Direttore di punto vendita, occupandosi del primo
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rimodellamento del negozio, fino ad assumere il ruolo di Offer Leader all’interno del Comitato di Direzione Italia. «Leroy Merlin è per me una grande famiglia, che mi ha permesso di fare un percorso straordinario grazie alle tante persone con cui ho condiviso il mio cammino. È un’azienda che mi ha insegnato valori importanti, come l’umiltà, il rispetto e l’abnegazione. Questi principi hanno guidato la crescita di Leroy Merlin in questi anni e continueranno a farlo in futuro. La trasformazione che stiamo vivendo come azienda sarà sempre più orientata su questi tre pilastri: clienti, collaboratori e sostenibilità», è il commento del manager.
ANCHE UNA MANAGER NEL CONSIGLIO PILE L’assemblea annuale dei soci di Pile ha eletto i nuovi membri del consiglio direttivo. Sono stati riconfermati Nicola Tresoldi (Tresoldi Metalli), Luca Ielapi (Isal), Fabio Montagnoli (Montagnoli Rino), Paolo Valmori (Profiltek) e Giordano Mazzonetto (Mazzonetto). Con una new entry, Dalila Russo (Artigian Giovanni Russo). L’assemblea ha anche approvato il Bilancio consuntivo 2021 dell’associazione, chiuso in positivo.
GABRIELLA GENTILE PRESIDENTE FEDERCONGRESSI & EVENTI Gabriella Gentile è la nuova presidente di Federcongressi & Eventi. L’elezione è avvenuta durante la tredicesima Convention nazionalel dell’associazione nazionale delle imprese dell’industria dei congressi e degli eventi a marzo. Gentile succede ad Alessandra Albarelli. Esperta di destination marketing e destination management, dopo quasi vent’anni anni di carriera all’interno del Palazzo dei Congressi di Bologna, nel 2001 ha creato Meeting Consultants, società di progettazione e consulenza per le attività di start-up, promozione e commercializzazione, comunicazione, formazione e organizzazione in campo congressuale. Da diversi anni collabora con Ediman nell’organizzazione dei workshop dedicati alla domanda e all’offerta Mice (meetings, incentives, conferences, and exhibitions).
NUOVO CONSIGLIO E PRESIDENTE PER DEC È stato completamente rinnovato il consiglio direttivo di Dec, Distributori Edili Consorziati, a seguito della votazione avvenuta durante l’ultima assemblea dei soci. Sono sette i nuovi componenti del consiglio di amministrazione, a partire da Davide Monari di Edilsette, (provincia di Modena), che è stato eletto presidente di Dec. I due nuovi vicepresidenti sono Paolo Anglesio di Edil At (provincia di Torino) e Carla Falcone di De Cinque Linear House (provincia di Chieti). Poi, Bruno Piacentini, Piacentini Edilizia (provincia di Modena), Claudio Lodi di Lodi (provincia di Ferrara), Sergio Meniconi di Edil Cem (provincia di Siena). Ultimo, ma non per importanza, Enrico Adinolfi, in qualità di consigliere di amministrazione.
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SUPERBONUS O SUPERDOPING? L’EDILIZIA TRA BOOM E VENTI DI GUERRA Ci mancava solo la guerra a rovinare l'ebbrezza di una super ripresa del settore edile. Il vertiginoso aumento dei prezzi e la carenza di materie prime avevano già creato panico nel settore, distribuzione compresa. Eppure i dati indicano che il boom non è ancora finito. Quindi, chi ha ragione? Main sponsor
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Giuliano Noci Virginia Gambino
Fabrizio Zaccaron
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Franco Nessi
Marco Orsolini
Vincenzo Zanutta
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Federico Della Puppa
Roberto Di Lellis
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Mauro Ravelli
Valentino Cotugno
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L'EDILIZIA DI DOMANI TRA BOOM E FRENATA Da una parte gli ottimisti, confortati dai fatturati in crescita. Dall’altra chi professa realismo e frena gli entusiasmi. Distribuzione ed edilizia vivono un momento difficilmente decifrabile. Ma l’evento di Villa Quaranta ha fornito alcune risposte
di Paolo Caliari
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n numero da non dimenticare: 969. Sono i chilometri che separano Udine da Uzhorod, città dell’Ucraina, ed è più o meno la stessa distanza che divide la provincia friulana da Salerno. L’Europa è piccola. Un altro dato da non sottovalutare: il totale degli investimenti di riqualificazione energetica ammessi alla detrazione a fine febbraio ha superato i 21 miliardi di euro. Insomma, due facce della medaglia: i timori per una situazione instabile e un mercato che sembra intenzionato a non frenare di colpo, nonostante gli ostacoli che si frappongono alla cessione del credito. Vincerà, dunque, chi sa adattarsi a una situazione che sembra completamente nuova e instabile? Oppure chi professa fiducia in quello che comunica il mercato, cioè un business che continua a correre? Di fronte al mondo della distribuzione, e per estensione all’intera filiera dell’edilizia, in queste settimane si contrappongono due domande e altrettanti stati d’animo, che si possono sintetizzare tra chi è ottimista e chi è pessimista (o, come preferiscono molti, è semplicemente realista). Una reazione inevitabile, visto che il business vive una congiuntura forse irripetibile e, di sicuro, inedita: da una parte l’onda lunga dei bonus, assieme ai primi effetti dei maxi investimenti promossi dal Pnrr. Dall’altra, prezzi dei materiali impazziti, costo
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dell’energia alle stelle e, come se non bastasse, la guerra alle porte di casa. FATTORI CONTRASTANTI Sono tanti, insomma, i fattori contrastanti che hanno spinto Virginia Gambino Editore a organizzare un convegno ad hoc, un’iniziativa che ha avuto successo ed è stata il risultato di una specifica sensibilità verso le richieste del mercato. Il convegno, organizzato a Villa Quaranta (Verona), è servito proprio per mettere a fuoco i punti caldi attraverso due direttrici: le relazioni degli esperti e la voce diretta dei protagonisti del mercato, che ritrovate nelle pagine seguenti. Accanto ai relatori, Federico Della Puppa (Centro Studi YouTrade) e Giuliano Noci (prorettore del Politecnico di Milano), che hanno fornito non solo i numeri, ma hanno commentato, analizzato i dati e fotografato i trend nel
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nuovo scenario, sono intervenuti imprenditori di primo piano sia del mondo della distribuzione sia di quello che rappresenta il settore produttivo impegnato nell’edilizia. Divisi in due talk show su differenti prospettive strategiche per le imprese, sono stati coinvolti distributori come Vincenzo Zanutta, Franco Nessi, Marco Orsolini, assieme a rappresentanti del mondo della produzione come Fabrizio Zaccaron (Eclisse) e Andrea Baldo (Xt Insulation). E, in una seconda tornata, imprese come quelle rappresentate da Paolo Cerù (Gruppo Poron), Antonio Belotti (Dakota) e Mauro Ravelli (Bifire) a confronto con distributori come Dante Cianciosi, Valentino Cotugno (Gruppo Rea). Ne è scaturito un dibattito che non ha nascosto anche una dialettica vivace e densa di spunti di riflessione. Ma, soprattutto, con informazioni e suggerimenti per affrontare il futuro, come potete leggere nelle pagine seguenti.
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LA CONGIUNTURA
È GIÀ FINITA LA FAVOLA?
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I dati congiunturali rimangono ancora positivi. Aumenta l’utilizzo dei vari bonus casa e l’avvio dei cantieri legati al Pnrr assicura 80 miliardi netti al settore. Tuttavia, la guerra scatenata dalla Russia e l’aumento dei costi può determinare la fine della ripresa
a cura del Centro Studi YouTrade
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na favola, una bella favola. Che, tuttavia, come tutte le belle favole, purtroppo sembra essere durata poco, troppo poco. Il 2021 ci aveva ammaliato con la crescita a due cifre, con un incremento della domanda e una velocizzazione dei mercati che avevano consentito di recuperare il gap pandemico del 2020. I motori di questa crescita sono stati molteplici, e molti sono ancora in moto in questo inizio di 2022. Che, tuttavia, dopo le premesse iniziali inizia a mostrare alcuni segnali di raffreddamento. L’effetto trainante del superbonus 110% è stato in tutti i sensi una delle leve principali per velocizzare la domanda, associato alla cessione del credito e alla possibilità di utilizzare lo sconto in fattura. Un altro motore, che si esprimerà però compiutamente a partire dal prossimo anno, è il Pnrr e i fondi destinati a interventi direttamente legati al settore dell’edilizia e delle costruzioni. Vi sono poi altri fattori positivi, alcuni di tendenza, come la crescita degli scambi immobiliari e l’incremento dei mutui per acquisto di immobili, e altri più strutturali, come il livello dei depositi bancari delle famiglie, in continuo e costante aumento da due anni a questa parte. Su questi elementi si rileva un incremento del clima di fiducia delle imprese, anche se va analizzato l’impatto che l’aumento dei prezzi e del tasso di inflazione potrà avere non solo a livello di economia generale, ma anche del settore dell’edilizia e delle costruzioni, che può sempre contare sull’effetto deriva, ovvero su quella caratteristica tipica del settore di poter contare comunque su alcuni mesi di attività positiva, una deriva appunto, rispetto a un rallentamento economico generale. Una deriva data dal fatto che il sistema produttivo basato sui cantieri non prevede immediati blocchi, ma in caso li procrastina nei mesi successivi a quelli di uno stop economico. Ma andiamo con ordine. LE PREVISIONI La ripresa economica, secondo le più recenti previsioni del Fondo monetario internazionale, prevedeva per le economie più avanzate una crescita nel 2022 del 3,9% e del 2,6% nel 2023. Secondo le previsioni d’inverno della Commissione Europea, dopo la notevole espansione del 5,3% nel 2021, l’economia dell’Unione Europea doveva crescere del 4,0% nel 2022 e del 2,8% nel 2023, mentre nella zona euro si doveva attestare al 4,0% nel 2022, per poi scendere al 2,7% nel 2023. Questo prima dell’effetto guerra in Ucraina e, dunque, al netto degli sconvolgimenti economici e politici che l’escalation dell’attacco russo potrà avere su mercati internazionali e locali. In questo ambito lo scenario che si sta delineando e sul quale anche il Governo sta riflettendo è quello di una riduzione delle aspettative positive di evoluzione A p r i l e
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dell’economia italiana, dove all’incertezza dovuta al conflitto si somma l’incremento dell’inflazione, con un aumento dei prezzi che rischia di mangiarsi la crescita reale del Pil. Come ha di recente affermato il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, «siamo in una fase di accresciuta incertezza che avrà effetti rilevanti sull’economia, seppure al momento di difficile previsione». EFFETTO UCRAINA Tutto è certo, dunque, anche l’incertezza delle previsioni, che l’Istat affronta attraverso alcune ipotesi sugli scenari evolutivi. Il primo scenario è caratterizzato da un inasprimento delle sanzioni verso la Russia, con la conseguente interruzione di gas e petrolio a partire dai prossimi mesi fino a tutto il 2023. Grazie alla diversificazione degli approvvigionamenti sarà possibile superare energeticamente questa fase, che tuttavia soffrirà di un ulteriore aumento dei prezzi dell’energia e conseguentemente dei prodotti. In questa ipotesi il tasso di crescita del Pil nazionale inferiore di 0,8 punti percentuali nel 2022 e di 1,1 punti nel 2023 rispetto a quanto previsto dal Governo, con un aumento dell’inflazione di ulteriori 1,2 punti percentuali nel 2022 e di 1,7 punti percentuali nel 2023. In presenza di una severa riduzione del commercio internazionale, rispetto a quella del quadro tendenziale, e di un ulteriore apprezzamento del dollaro sull’euro, andrebbe calcolata una riduzione aggiuntiva del Pil di 0,7 punti percentuali rispetto allo scenario peggiore. In sostanza si tornerebbe all’economia del prefisso telefonico, come spesso l’abbiamo chiamata su queste pagine, con tassi di crescita del Pil in questi due anni di uno zero virgola qualcosa per cento. RALLENTAMENTO Oggi la situazione non è ancora così grave e tutto dipenderà dalle prossime mosse della Russia nei confronti dell’Ucraina, ma è di tutta evidenza che dopo il recupero a +6,6% dello scorso anno, rispetto allo zero per cento atteso, il Pil nelle previsioni del Governo per il 2022 nell’arco di tre mesi è sceso da +4,7% di fine dicembre all’attuale +3,1% iscritto nel Def. Bankitalia prevede +3,0% nello scenario migliore e +1,5% in quello peggiore, mentre Confindustria stima la crescita 2022 a +1,9%. Insomma, nell’arco di pochi mesi siamo passati da un picco massimo dell’Economic sentiment indicator, elaborato da Eurostat, di 118,2 di novembre 2021 all’attuale 109, con una previsione attesa media sul 2023 di 100. Alcuni parlano già di recessione e il ragionamento non è errato se si considera l’andamento dell’inflazione, che a marzo ha raggiunto il valore di +6,5% su base annua nella media mensile calcolata sullo stesso mese dell’anno precedente. Con una inflazione così elevata e un Pil così basso il rischio è proprio quello di essere già entrati in una fase di recessione. Ed è un vero pec-
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cato, perché nel 2021 per la prima volta l’Italia aveva mostrato dinamiche economiche e di settore molto più performanti di quelle degli altri paesi europei. Mentre l’Ue cresceva a +5,3% noi eravamo cresciuti del 6,6%. Certo nel 2020 l’Europa aveva rallentato a -5,9% e noi a -8,9%, ma di fatto la nostra economia per la prima volta stava reagendo in modo molto più significativo delle altre economie europee, in particolare nel settore delle costruzioni, dove le dinamiche mensili della produzione evidenziano una vitalità mai registrata nel passato, con scarti percentuali di crescita tra Ue e Italia, a favore del nostro Paese, di 10 punti percentuali almeno nell’arco di tutta la seconda metà del 2022. GALLEGGIAMENTO Per il settore delle costruzioni il 2022, che doveva essere di consolidamento del rilancio e di ulteriore e consistente crescita rischia di essere un anno di galleggiamento, quel galleggiamento attorno a dinamiche da zero virgola alle quali eravamo troppo abituati dopo la crisi nel quinquennio 2014-2018. L’unica nota positiva è che sarebbe un galleggiamento che parte da un altro valore produttivo. Fatta 100 la produzione nel 2015, la curva di crescita post lockdown ha portato nell’arco di poco più di un anno e mezzo il settore a raggiungere il livello produttivo del 1999 e del 2012, due anni diversamente posizionati lungo la lunga sequenza di indicatori della produzione calcolati dall’Istat, il primo antecedente alla grande crescita dei primi anni 2000 e il secondo lungo la curva discendente post crisi immobiliare 2008-2011. Lo scenario attuale, al netto degli effetti di crisi finanziarie o di turbolenze sui mercati delle materie prime dovute alla guerra in Ucraina, vedono il settore crescere del 7,6% in valori nominali (al lordo dell’inflazione) e del 4,1% in valori reali (al netto dell’inflazione), secondo le più recenti previsioni Unicmi. E nel 2023 il settore dovrebbe aumentare ancora del 5,6% in valori nominali, ovvero del 2,3% in valori reali. Sono numeri positivi, ma ben lontani non solo da quelli dello scorso anno e anche dalle attese di fine 2021, calcolate sull’impatto positivo che sul mercato continuano ad avere gli interventi di ristrutturazione legati ai superbonus 110%, al bonus facciate e agli altri incentivi, tutti avviati sulla strada dell’utilizzo massiccio della cessione dei crediti fiscali o degli sconti in fattura, al netto delle decisioni delle banche e di alcuni istituti finanziari che proprio in questi giorni hanno comunicato di avere ridotto o annullato la possibilità di attivare nuovi acquisti di crediti fiscali. CESSIONE DEL CREDITO Si vedrà nei prossimi mesi quanto questi blocchi freneranno l’attività, ma sta di fatto che dai primi annunci e provvedimenti del Governo di inizio novembre con le prime azioni anti-frodi il sistema abbia di fatto subito
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un piccolo arresto, anche se nella dinamica media mensile il trend degli investimenti legati agli interventi superbonus 110% è in ogni caso in crescita. Alla fine di marzo 2022 si contano oltre 139 mila asseverazioni per 24,2 miliardi di investimenti, dei quali 17 già spesi, con una crescita media mensile compresa tra 2,5 e 3 miliardi di euro. Per il 73,5% di questi interventi l’opzione scelta è stata lo sconto in fattura, valore che sale all’87,8% nel caso dei lavori in condominio, percentuali che evidenziano la grande opportunità data da questi strumenti per attivare risorse destinate al mercato che altrimenti non sarebbero state utilizzate e avrebbero ingrossato ancora di più il plafond di risorse inutilizzate da parte delle famiglie italiane. Basti considerare che i depositi bancari delle famiglie italiane sommano 1.780 miliardi di euro, con una crescita media mensile negli ultimi due anni di 10 miliardi. Sono risorse letteralmente messe sotto il materasso e che invece in parte grazie ai bonus fiscali trovano utilizzazione nel mercato delle ristrutturazioni. Ma vi è un altro dato molto interessante che riguarda le potenzialità future per le costruzioni: il valore complessivo degli investimenti previsti dal Pnrr, che prevedono fondi destinati a lavori collegati al settore delle costruzioni. Secondo stime Ance, su un totale di 235 miliardi, i fondi Pnrr che prevedono investimenti in edilizia sommano 107 miliardi di euro. Considerando che i fondi sono destinati soprattutto ad amministrazioni pubbliche e che per tali soggetti l’Iva è un costo indetraibile, e considerando che una parte di questi fondi andranno spesi per le progettazioni e gli altri servizi correlati alla gestione dei cantieri, gli investimenti direttamente destinati alle imprese e all’acquisto di materiali saranno pari a circa 80 miliardi di euro, da ripartirsi da qui al primo semestre 2026, pari dunque a circa 20 miliardi all’anno, aggiuntivi rispetto al mercato attuale. Sono fondi straordinari, che dovremo anche essere in grado di spendere in modo efficiente ed efficace. Una sfida non facile per il nostro Paese, sempre in ritardo sulla spesa dei fondi europei. Basti pensare che a dicembre 2021 l’Italia era ferma al 48,2% della spesa relativa ai fondi Ue a disposizione nel periodo di programmazione 2014-2020, con 32 miliardi da spendere in pochi mesi. Ne dovremo spendere 235 in quattro anni, ne saremo capaci? LA FIDUCIA La speranza ovviamente è sì. Una speranza che è anche uno dei fattori sui quali si basano le aspettative degli imprenditori che in questi mesi hanno raggiunto il picco massimo, anche se leggermente in flessione negli ultimi due mesi. La fiducia delle imprese di costruzione infatti non è mai stata così elevata, raggiungendo un valore di circa 160 punti su una base pari a 100 riferita
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Soluzioni integrate per l’idraulica ed il riscaldamento
Innovazione e Qualità 100% Made in Italy L’innovazione in ambito produttivo, abbinata alla ricerca continua delle soluzioni più adatte alle esigenze del cliente, hanno fatto crescere in questi anni la gamma di prodotti offerti fino a creare soluzioni impiantistiche complete ed esclusive. Al fine di rendere evidente il giusto valore del prodotto realizzato in Italia, FIV mantiene la certificazione 100% Made in Italy dell’Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani.
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L'aumento della fiducia delle imprese in 12 anni
al 2010. Dunque, in 12 anni la fiducia è salita del 60%, ma va anche considerato che l’indice ha subito una rapida evoluzione proprio tra il 2020 e il 2022, con un incremento di 20 punti, molto simile a quello registrato sul lato produzione. Ma ci sono alcuni piccoli segnali che indicano che il mercato inizia a sentire gli effetti negativi del rallentamento recente, come i giudizi sull’attività delle imprese negli ultimi tre mesi, con una flessione tra febbraio e marzo, che porta il saldo delle risposte degli intervistati da 12 a 6,5, dunque ancora positivo, ma in leggera flessione. Gli altri indicatori mostrano da un lato un leggero rallentamento negli ordini, che tornano a un saldo sostanzialmente pari a zero, dunque in equilibrio tra chi giudica ordini e piani di costruzione in crescita e chi in diminuzione, e da un altro con una velocizzazione molto rilevante e a oggi non ancora prevedibile di crescita dei prezzi, con una curva esponenziale che non lasca alcun dubbio sull’evoluzione a breve del mercato. BANCHE IN STAND-BY Su queste dinamiche, che da un lato indicano un settore ancorato a elementi forti, ma da un altro anche esposto a molte debolezze, si stagliano alcuni elementi di attenzione che vanno sottolineati per chiudere il quadro prospettico. Il primo elemento è il cosiddetto stop alla cessione dei crediti, da un lato innescato inizialmente dal Governo con il decreto antifrode, poi entrato in legge di Bilancio e con le varie limitazioni che si sono susseguite e che hanno di fatto reso meno intelligibile lo strumento, sul quale pende in questi giorni la rinuncia di molti intermediari finanziari, banche in primis, ad assorbire ulteriori crediti. Hanno iniziato Intesa Sanpaolo e UniCredit, con la prima che da sola ha raccolto quasi 20 miliardi di lavori, mentre il plafond per Unicredit è pari a circa 1,2 miliardi di euro, seguite da Banco Bpm (3,5 miliardi) e da Credit
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Agricole Italia, Deutsche Bank, Credem, Banca Carige, Popolare di Sondrio, che hanno raggiunto o quasi raggiunto le soglie prefissate. Qualche margine c’è ancora per Bper, Mps, Sparkasse e Gruppo Bcc Iccrea, che stanno comunque rallentando, mentre Banca Sella al momento della stesura di questo articolo rimane operativa. Su questi elementi di incertezza si sommano gli elementi negativi derivanti dall’aumento dei prezzi ancora non tempestivamente recepito dal Mims, che da pochi giorni ha pubblicato le tabelle riferite all’incremento dei prezzi rilevati nel terzo trimestre 2021, incrementi rilevanti per le materie prime, che nei due trimestri successivi hanno avuto ulteriori e consistenti aumenti. Su tutto ciò pesano anche gli effetti della guerra avviata dalla Russia in Ucraina, che a livello globale modificherà, e in parte sta già modificando, i rapporti commerciali e gli scambi, con inevitabili ripercussioni anche a livello nazionale. VARIABILITÀ Lo scenario dunque presenta elementi positivi e negativi, ma mai come in questo momento le previsioni e le ipotesi sono variabili e cangianti non solo mese per mese, ma settimana per settimana. Dunque come affrontare il futuro? Certamente ci vuole uno sguardo diverso e che non ripercorra le analisi del passato, perché dopo la crisi, dopo la pandemia e nell’attuale scenario con la guerra alle porte dell’Europa (guerra che ovviamente si spera finisca presto lasciando spazio alla diplomazia e alla ripresa dei commerci internazionali) oggi la congiuntura va affrontata in modo diverso. Come? Innanzitutto sapendo che i lunghi cicli del passato non ci sono più e oggi i cicli sono molto più veloci e repentini, anche se vi sono alcuni punti forti sui quali puntare almeno fino al 2025, e che riguardano il superbonus e il Pnrr. Ma vi sono altri fattori che vanno presi in considerazione dal punto di vista aziendale. In un mercato come quello che si va delineando bisogna dare la giusta attenzione alle dinamiche esogene alle imprese, ma ancor di più a quelle endogene, perché la differenza in un mercato come quello che abbiamo di fronte si può fare ottimizzando le proprie strategie in funzione del miglioramento della gestione d’impresa e delle perfomance di mercato. In un orizzonte nel quale il mercato cresce, ma i prezzi crescono ancora di più, diviene meno importante guardare alla dinamica del fatturato, ovvero al quanto abbiamo realizzato, e concentrarsi molto di più sul come quel fatturato è stato realizzato. La dinamica ancora positiva delle costruzioni consente oggi di potersi concentrare su questi aspetti strategici che in futuro diventeranno sempre più centrali, perché è su come facciamo le cose che costruiamo il nostro vero e solido futuro. A p r i l e
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COME REAGIRE AL MONDO CAMBIATO La guerra in Ucraina, i prezzi alle stelle. Ma anche i miliardi messi a disposizione da Pnrr e bonus. Risultato: i bilanci delle aziende si sono gonfiati. Una buona notizia? Non troppo, spiega il prorettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci di Valentina Anghinoni
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«Sono successi molti cambiamenti in questi anni, uno dei più importanti però è l’effettoAmazon»
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EFFICIENZA, RISPARMIO, COMFORT
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OTTIMISTI VS PESSIMISTI
OMBRE, SPERANZE E CAMBIAMENTO Come reagiscono distributori e produttori a una realtà che muta così velocemente, tra boom dell’edilizia e venti di guerra? Le previsioni di Zanutta, Nessi (Eternedile), Orsolini, Zaccaron (Eclisse) e Baldo (XT insulation). Ecco quali sono le loro strategie di Veronica Monaco
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«A livello psicologico i clienti hanno bisogno di rassicurazioni, consulenti, gente preparata, e tutta la filiera, dal produttore al distributore, dal progettista all’applicatore, deve iniziare a lavorare in ottica di sistema»
Vincenzo Zanutta
Franco Nessi
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«Sono convinto che nei momenti di grande cambiamento si liberano le energie e si aprono grandi opportunità. L’importante è saperle prendere evitando di stare fermi»
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LA GESTIONE
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E CERTEZZA FORMAZIONE Tavola rotonda con Dante Cianciosi, Valentino Cotugno (Gruppo Rea), Antonio Belotti (Dakota), Paolo Cerù (Gruppo Poron), Mauro Ravelli (Bifire). Al centro, le strategie, la logistica, la necessità di fare servizio. Ma anche il rapporto distributori-produttori di Veronica Monaco
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Paolo Cerù
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«O i rivenditori saranno preparati, cioè in grado di orientare il processo di acquisto dei clienti, o saranno disintermediati senza problemi dai produttori» Valentino Cotugno
Dante Cianciosi
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DIVENTARE GRANDI COME I VICINI DI CASA Il fatturato è importante, certo. E negli altri Paesi europei i gruppi della rivendita di materiali hanno il peso di un gigante. Ma la chiave del loro successo non sta nei ricavi. Logistica, vendite online e marketing sono le armi segrete per la crescita. In autonomia
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Saltoki. Sotto, Tanguy
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*solo segmento materiali edili relativo al paese di origine; **fa parte del gruppo Hornbach (fai-da-te) con 5,1 miliardi di fatturato; ***stima Centro Studi YouTrade
Baustoff Union, rivendita tedesca specializzata in materiali da costruzione, presente in due Paesi e che fa parte della galassia del fai-da-te Hornbach Holding (con un fatturato di complessivo di 5,12 miliardi di euro)
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Convegno Youtrade Hornbach Baustoff Union è una rivendita tedesca specializzata in materiali da costruzione, presente in due Paesi e che fa parte della galassia del fai-da-te Hornbach Holding (con un fatturato di complessivo di 5,12 miliardi di euro)
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Convegno Youtrade Travis Perkins. Sotto, Dek, insegna di vendita con sede in Repubblica Ceca e presente anche in Slovacchia, per un totale di 136 punti vendita e un fatturato di 1,23 miliardi di euro, che occupa complessivamente 3.772 addetti
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BigMat International ha sede in Lussemburgo e presenza in sette Paesi europei, tra i quali l’Italia, con 2,63 miliardi di fatturato realizzati da 934 punti vendita (circa 200 nella Penisola) che occupano circa 8 mila addetti
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Tagliacappotto Clipper CPHW per un lavoro a regola d’arte! Dedicata ai professionisti dell’isolamento, tagliacappotto CPHW-1 e CPHW-2 è progettata esclusivamente per il taglio professionale di materiali espansi ed è lo strumento ideale per tagliare a misura i pannelli di polistirolo durante la posa di un sistema a cappotto. Rappresenta il perfetto connubio tra ergonomia ed efficienza, eseguendo con facilità tagli verticali, orizzontali e trasversali al pannello, tagli a “U” all’interno del pannello oltre a neutralizzare i “ponti termici” tra i pannelli, come impone la normativa. Per piccoli lavori di taglio su pannelli in polistirolo è disponibile anche Il coltello a caldo Norton Clipper CPK.
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ttualità EDILIZIA & ENERGIA
CHI RISCHIA DI FINIRE ALLA CANNA DEL GAS L’Italia importa il 38% del metano che utilizza dalla Russia. Una fonte che contribuisce al 15,8% del totale della produzione di elettricità. Risultato: un settore come quello della ceramica è in piena crisi. E, all’opposto, si aprono grandi spazi per il fotovoltaico di Giuseppe Rossi
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SERVIZI DI LOGISTICA
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Attualità KLIMAHOUSE
LA SOSTENIBILITÀ SI FA IN QUATTRO Per la prima volta l’edizione 2022 della fiera di Bolzano suddivide in temi i giorni dell’evento (18-21 maggio), ognuno su un argomento: architettura, economia circolare, il legno e la sostenibilità. E oltre 150 appuntamenti tra divulgazione e aggiornamento di Veronica Monaco
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Thomas Mur, direttore Fiera Bolzano
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In programma anche il Klimahouse Wood Summit, un incontro interamente dedicato al tema della costruzione in legno Ph. Marco Parisi Sopra, il Castel Hörtenberg di Bolzano, protagonista del tour Risanare l’esistente. Foto DeSandre
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Il 20 e 21 maggio appuntamento con Klimamobility, la manifestazione dedicata alla mobilità sostenibile. Sotto, il palco del Klimahouse Congress, evento realizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima. Ph. Marco Parisi
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© Foto: Uwe Strasser
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A Klimahouse non mancheranno le ultime novità delle aziende per un’edilizia sempre più green. Ph. Marco Parisi
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FieraMesse H1 Eventspace, il nuovo cortile interno di Fiera Bolzano. Ph. Oskar Da Ritz
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Attualità Gli eventi di Klimahouse 2022
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Attualità EDILIZIA
UN ANNO D’ORO PER LE FINESTRE PVC I dati dell’associazione che riunisce i dieci maggiori player del settore confermano che il 2021 ha registrato un’eccezionale congiuntura, con ricavi aumentati del 48%. Incentivo infissi e superbonus 110% hanno trainato i 3,2 milioni di unità vendute di Paolo Caliari
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L’azienda, punto di riferimento della distribuzione tra Lombardia, Emilia e Veneto punta sui materiali più performanti e su servizi come la logistica per tenere testa a un mercato che lotta con l’aumento dei costi. Risultato: il fatturato è in crescita
di Sara Giusti
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Da sinistra, Fabio Beschi (3B Rappresentanze) e Daniele Panizzon (Foresti)
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lle soglie del 40esimo anniversario, che festeggerà il prossimo anno, la Foresti Distribuzione Laterizi, punto di riferimento per i materiali edili in Lombardia, Emilia e Veneto (ha sede a Pralboino, Brescia), cavalca l’onda della congiuntura positiva delle mercato delle costruzioni, chiudendo il 2021 con un fatturato da 53 milioni di euro. A decretare questo successo, oltre alla profonda conoscenza e una qualificata specializzazione in termini di sistemi e materiali, l’azienda può vantare una formula che mette al centro l’assistenza al cliente e la promozione di prodotti tecnici alto valore aggiunto, in una strategia che va oltre la logica di prezzo. Ne parliamo con Daniele Panizzon, impiegato tecnico, da 18 anni in azienda. Domanda. La tensione provocata dalla guerra sta avendo qualche ripercussione sugli affari? Risposta. Per il momento no, ma porta ulteriori difficoltà nel reperimento delle materie prime. D. Come state affrontando l’emergenza sui prezzi? R. Con professionalità. Oggi il prezzo rappresenta solo una parte, ma non è fondamentale. Finalmente il servizio comincia ad avere un valore aggiunto. D. Prevedete cambiamenti organizzativi, se la situazione del mercato dovesse diventare più difficile? R. Non sappiamo cosa succederà, ma continueremo a operare come abbiamo sempre fatto, cercando di dare sempre il nostro meglio. D. Con il boom dei bonus sono cambiate le richieste dei clienti? R. Le imprese sono oberate di lavoro. C’è tanta richiesta e vogliono essere servite ancor più velocemente. Cerchiamo di offrire un servizio ancora più efficiente, anche se tutto è legato al recupero della materia prima. Oggi c’è abbastanza difficoltà, ma cerchiamo
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Rivendite L’esterno del punto vendita Foresti Distribuzione Laterizi di Montichiari (Brescia)
GEOPLAST PUNTO DI RIFERIMENTO DA 25 ANNI «Tutta le rete vendita di Foresti Distribuzione Laterizi ama proporre prodotti tecnici, alternativi alle soluzioni tradizionalmente utilizzate dal mercato», racconta Fabio Beschi, titolare della 3B Rappresentanze, ditta di intermediazione commerciale che opera dal 1994 nei settori stradali ed edili. «Il supporto offerto in termini di logistica e di progettazione tecnica è un ulteriore vantaggio per le imprese, che possono fare affidamento su un interlocutore competente e preparato, in grado di cogliere il valore aggiunto di prodotti innovativi come quelli che proponiamo». La 3B Rappresentanze si occupa di articoli tecnici che spaziano dalle canalette di drenaggio ai sistemi di trattamento e depurazione delle acque, prodotti per l’isolamento termico e acustico, elementi in plastica riciclata per solai bidirezionali e antisismici, chiusini in ghisa sferoidale e sistemi di copertura in cotto e fibrocemento, pavimentazioni e rivestimenti in pietra naturale e prodotti per l’arredo urbano. «Dal 1994 lavoro allo stesso identico modo, cercando sempre di offrire un servizio al cliente. Qualche cliente mira dritto al prezzo, a me non interessa. Credo, invece, molto nella promozione tecnica, nella formazione professionale, nel servizio. È uno sforzo, un impegno, ma penso sia il vero valore aggiunto del mio lavoro. Oggi rappresento una decina di aziende. Fortunatamente sono tutte cresciute negli anni, e io con loro», commenta Beschi. Tra queste Geoplast, azienda padovana guidata da Mirco Pegoraro, figlio del fondatore Loris Pegoraro,
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specializzata nella produzione e progettazione di vespai areati, casseforme in plastica, piastre alleggerite, sistemi di gestione delle acque meteoriche e soluzioni per il verde urbano, che nel 2021 ha fatto registrare un incremento di fatturato del 40%. «Ero in vacanza in Sicilia nel 1996 e nel corso di una partita di calcetto ho fatto la conoscenza di Loris Pegoraro, il fondatore di Geoplast. Qualche mese dopo, al Saie di Bologna, lui e sua moglie Anna mi presentarono Modulo H27, una cassaforma in polipropilene rigenerato per la realizzazione di vespai ventilati. Da lì è iniziata una collaborazione che dura ancora oggi. Ho sempre creduto nei loro prodotti, e da allora li propongo sempre ai rivenditori con cui collaboro, tra cui Foresti», racconta il titolare della 3B Rappresentanze. «Fin dalla fine degli anni Novanta abbiamo iniziato a mettere a deposito nei magazzini la gamma prodotti Geoplast: siamo partiti da Geoblock ed Elevetor per poi aggiungere le casseforme, i prodotti per l’invarianza idraulica e per la progettazione del verde. In questi anni abbiamo ottenuto numerosi successi, e Foresti, come anche altri rivenditori, cavalcano l’onda». E aggiunge: «Le imprese più importanti oggi chiedono tutte il cassero a perdere per la realizzazione dei vespai aerati, con l’accessorio fermagetto Geoblock. Questo sistema consente di eliminare i costi di smaltimento in discarica e offre un risparmio in termini di tempo per la posa e di costo della manodopera».
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di vivere momento per momento. D. Quali sono i servizi più graditi dai clienti? R. Sicuramente la consulenza che siamo in grado di offrire. Grazie alla partnership con i nostri fornitori, abbiamo la possibilità di
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offrire un supporto tecnico ai nostri clienti, in maniera istantanea, veloce, professionale. D. Attualmente quali sono i prodotti/sistemi più gettonati? R. A parte il materiale isolante, che rappresenta il 90% delle richieste, sono molto ricercati i sistemi a secco e i prodotti più innovativi, come i sistemi di isolamento acustico o i sistemi per la gestione delle acque meteoriche. D. Quindi prodotti ad alto valore aggiunto… R. Foresti ha sempre creduto nei prodotti e nel servizio tecnico. Il prezzo ha perso il proprio valore: oggi non conta tanto quanto costa la merce, ma se è disponibile. Invece, è importante coltivare un altro tipo di logica, basata sulla promozione di soluzioni tecniche a più alto valore aggiunto e sull’assistenza tecnica al cliente. Da
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Le casseforma Geoplast per la realizzazione di vespai ventilati
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Il magazzino
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Interno del punto vendita Foresti Distribuzione Laterizi di Montichiari
anni stiamo lavorando con questa mentalità, anche in collaborazione con i nostri fornitori. Per esempio, lavoriamo molto bene con Geoplast, azienda di Grantorto (Padova) specializzata nell’ingegnerizzazione e produzione di soluzioni in plastica rigenerata per le costruzioni, che ci offre un valido e rapido supporto con analisi tecniche, documentazioni, calcoli, certificazioni di portate. D. Puntando sui prodotti tecnici è molto importante la formazione: come siete organizzati da questo punto di vista? R. Sono soprattutto gli addetti commerciali a seguire in prima persona i corsi di formazione tecnici organizzati dalle aziende sulle ultime innovazioni di prodotto. Prima della pandemia, questi corsi venivano organizzati almeno una-due volte al mese, ora un po’ meno. Tutte le informazioni sono poi trasferite al personale interno dell’azienda, in modo che siano tutti in grado di offrire supporto al cliente, a partire dal magazziniere sul piazzale al banconista. A tutto questo si aggiungono le visite dei nostri fornitori nei vari magazzini, che arricchiscono ancora di più il nostro bagaglio di conoscenze tecniche e di prodotto. D. Quanti sono i magazzini Foresti e quali aree servono? R. Foresti ha 12 punti vendita, dislocati nelle province di Bergamo, Brescia e Cremona. Serviamo principalmente il mercato della Lombardia, oggi vero traino per tutta l’Italia, e dell’Emilia. Poco anche il Veneto.
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D. La vostra azienda è organizzata in divisioni: perché questa scelta? R. Oltre ai magazzini, che rappresentano la Divisione Materiale Edile di Foresti Distribuzione Laterizi, l’azienda si è specializzata in quattro particolari settori di competenza: tecnologia del legno, per quanto concerne l’edilizia privata in genere, che ha anche funzioni di coordinamento nella realizzazione della componentistica delle orditure; la divisione grandi luci, per gli insediamenti produttivi, il recupero di strutture storiche o di particolare interesse paesaggistico e l’edilizia pubblica di grandi dimensioni; la divisione casa, per la realizzazione di strutture abitative completamente in legno; e la divisione strutture agrizootecniche, per il settore dell’allevamento e dell’agricoltura. D. Come sta andando il settore delle strutture in legno? R. Ultimamente assistiamo a una crescita di questo settore, ma l’andamento economico delle materie prime va a limitare un po’ le potenzialità del mercato, che sta aumentando anche grazie alla diffusione di una maggiore sensibilità dei committenti alle tematiche ambientali e di sostenibilità. D. Con la situazione attuale sulle materie prime avete ottimizzato la programmazione degli acquisti? R. Abbiamo sempre avuto una gestione abbastanza delineata. I problemi attuali sono noti, ma riusciamo a gestire bene la situazione A p r i l e
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e dare ai clienti riferimenti temporali certi, che permettano loro di organizzare il cantiere. D. Quanta parte del vostro business è legata ai bonus e superbonus? R. Direi il 60%. Tante nuove costruzioni vengono realizzate con il sismabonus. Le persone hanno voglia di investire nella propria abitazione: molti stanno ristrutturando o investendo in immobili dalle metrature più ampie. I rivenditori edili dovranno però strutturarsi per il periodo post-bonus. Foresti è pronta ad affrontare questa sfida, forte della preparazione tecnica che ha saputo coltivare negli anni e del rapporto umano intessuto con i propri clienti. D. Quali sono le caratteristiche che un rivenditore deve avere per continuare a essere vincente sul mercato? R. Oltre alla preparazione tecnica e al servizio al cliente, credo che sia fondamentale il team. Circondarsi di validi collaboratori e partner consente di crescere e portare innovazione sul mercato. Poi, essere sempre positivi, cercando ogni giorno di vivere al meglio, nonostante gli alti e bassi. D. Un altro elemento fondamentale oggi è la logistica. Com’è organizzata la vostra azienda? R. Nella sede di Pralboino abbiamo un addetto alla logistica che si occupa di tutto. Dalla sede viene gestito lo stoccaggio, la distribuzione ai vari magazzini, il servizio mezzi. Abbiamo un parco mezzi di proprietà, ma ci affidiamo anche a trasportatori esterni qualora ce ne fosse bisogno. D. Tra le varie criticità del momento, qual è quella che vi genera più preoccupazione per il futuro? R. Sicuramente l’aumento dei costi dei trasporti, che per noi ha una incidenza significativa. Poi, i vari aumenti dei materiali, su cui purtroppo non abbiamo alcun controllo.
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D. Che cosa vi aspettate per il 2022? R. Alla luce dell’andamento del mercato, ci aspettiamo di continuare sull’onda del 2021. Alcuni prodotti cresceranno, altri potrebbero subire una fase di stasi, ma per adesso godiamoci il momento.
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Rivendite B I G M AT E D I L N O V E L L I
SINERGIE IN MOSTRA CON VISTA VATICANO La rivendita raddoppia con una nuova sala mostra Habimat nel centro di Roma: uno showroom di 200 metri quadrati studiato nei minimi dettagli per offrire una customer experience di alto livello. E ribadire la scelta di stare in gruppo
di Sara Giusti
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opo l’apertura, nel 2016, del primo showroom Habimat accanto alla sede storica sull’Ardeatina a Roma, BigMat Edilnovelli raddoppia con una nuova sala mostra a pochi passi dal Vaticano. All’uscita del Parco Monte Ciocci, famoso per la sua vista sulla Basilica di San Pietro, il neonato showroom di 200 metri quadrati è studiato nei minimi dettagli per offrire una customer experience di alto livello nel mondo delle finiture e dei nuovi trend dell’interior design, con ambientazioni suggestive dedicate a pavimenti, rivestimenti, ceramiche, sanitari e rubinetteria, accessori e arredobagno, porte e infissi, ma anche soluzioni per outdoor e giardino. Un allestimento che mira a intercettare designer, architetti, studi di progettazione, oltre che privati e imprese interessati a prodotti di qualità e materiali esclusivi.
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Da sinistra, Alberto Novelli, titolare BigMat Edilnovelli, e Gino Giari, responsabile dello showroom Habimat Edilnovelli di Via Anastasio II a Roma
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Habilab
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La materioteca
Sviluppato dal team Habimat in collaborazione con lo studio di architettura Del Monaco+Lorenzoni di Milano, l’allestimento sposa la formula di successo messa a punto dal Gruppo BigMat per gli showroom di finiture Habimat: l’offerta, infatti, è organizzata attraverso moodboard che raccontano stili diversi tramite l’abbinamento di materiali, tonalità cromatiche, formati, texture, finiture e tipologie di posa. «Per la nuova sala mostra abbiamo scelto cinque stili diversi: materia, terra, vintage, marmo
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e metallo», racconta il responsabile dello showroom, Gino Giari. «Punto centrale dell’esposizione è la materioteca che raccoglie i materiali con accostamenti di colori, formati e finiture. All’interno dello showroom è stata poi creata un’esposizione di porte e finestre, un’altra dedicata ai parquet, un’area con i vari espositori e una sala d’aspetto per i clienti. In piccolo abbiamo veramente tutto, il negozio è completo». Anche il colore ha il suo spazio in un’apposita area espositiva dedicata alle 72 nuance della palette cromatica Habimat Color Collection, disponibile in esclusiva negli showroom Habimat e nei punti vendita BigMat. «Era un progetto già nel cassetto da un po’ di tempo e abbiamo scelto di iniziare ora questa nuova avventura perché, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia da Covid-19, crediamo molto nelle opportunità che possono nascere anche sull’onda dei bonus che hanno rivitalizzato il mercato, portando nuova energia al comparto della ristrutturazione e anche delle finiture», aggiunge Alberto Novelli, contitolare assieme al fratello Alessandro di BigMat Edilnovelli. Domanda. Questo è il secondo showroom H abimat Edilnovelli aperto a Roma. Perché avete deciso di aderire al format H abimat di BigMat? Alberto Novelli. Qualche anno fa abbiamo deciso di operare una ristrutturazione importante del punto vendita storico sull’Ardeatina: abbiamo acquisito un capannone adiacente alla sede, dove abbiamo spostato il reparto ferramenta, colore e prodotti professionali, mentre lo spazio rimasto libero è stato adibito a sala mostra. Nel 2019 il Gruppo BigMat ha dato vita a un nuovo modello di vendita che ci ha convinti. Ci è piaciuta l’innovazione,
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Il corridoio che dall’ingresso porta nel cuore dello showroom
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il nuovo modo di proporre le finiture, il tipo di rapporto che permette di stabilire con architetti, designer e privati. Così abbiamo sposato questa formula, cercando di inserire fin da subito marchi e prodotti esclusivi, di fascia medio-alta. Imparare a usare questo format ci ha permesso di veicolare meglio le vendite, riuscendo a far concentrare il cliente su quello che ci interessa di più. Per questo abbiamo deciso di aprire una seconda sala mostra, ma in un contesto completamente differente. D. Cioè? Alberto Novelli. Come si usa dire, «l’abito fa il monaco». Lo showroom di Via Ardeatina è inserito all’interno del magazzino edile: questo probabilmente genera un’aspettativa differente nei clienti, per cui risulta più difficile vendere prodotti top di gamma. Il nuovo showroom di Via Anastasio II, invece, è inserito in un contesto urbano differente, più centrale, e presenta un tipo di ambientazione più esclusiva, orientata a un tipo di clientela professionale in cui la cura del cliente è diversa dall’attività tradizionale della distribuzione edile. D. Che cosa ha comportato l’apertura del nuovo showroom? Alberto Novelli. Lo showroom è stato progettato completamente A p r i l e
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Rivendite da zero, lo spazio era inizialmente un istitituto bancario. La retail project manager di Habimat Dayana Venturiello, in collaborazione con il team, ha progettato il layout della sala mostra, con uno studio attento delle tipologie di prodotto da inserire, dei colori e la scelta degli allestimenti. D. Quanto ci è voluto per mettere in piedi il punto vendita? Gino Giari. Abbiamo iniziato i lavori a fine maggio 2021 e abbiamo aperto a metà novembre. Nonostante le difficoltà che ogni cantiere presenta e alcune lungaggini con i fornitori, siamo riusciti a chiudere in tempi relativamente brevi. D. A quanto ammonta l’investimento? Alberto Novelli. Poco meno di 200 mila euro, neanche tanto considerando il risultato finale. Siamo riusciti a contenere i costi dell’allestimento e della manodopera. Contiamo di recuperare l’investimento entro 6 mesi, massimo un anno. D. Come è strutturato lo showroom? Gino Giari. Si sviluppa su uno spazio di 200 metri quadrati, di cui 180 destinati alla vendita. Il focus della sala mostra, dove si sviluppa la vendita, è l’Habilab, l’area con tavoli da lavoro dove il cliente insieme al consulente può personalizzare il suo progetto supportato dai cinque trend dell’abitare. I trend sono poi ulteriormente sviluppati nei box allestiti lungo il corridoio che dall’ingres-
so porta nel cuore del punto vendita. Oltre a quest’area, all’ingresso è stato realizzato un piccolo allestimento che richiama le ultime tendenze dell’ambiente bagno, con una vasca freestanding, radiatori d’arredo e rivestimenti ceramici decorativi. Proseguendo nello showroom c’è una sala d’aspetto per i clienti, un’esposizione di porte e finestre e infine un’esposizione di parquet. Il negozio è completo: chi entra trova tutto, nonostante l’esposizione sia pensata più per una clientela professionale. Seguiamo il privato con molta attenzione per aiutarlo nella scelta delle finiture più adatte per il suo progetto. Invece, architetti e interior designer non possono che rimanere affascinati dalle potenzialità di questo negozio. D. Quindi lo showroom a che tipo di clientela si rivolge? Gino Giari. L’obiettivo della sala mostra è quello di intercettare progettisti, imprese e privati. È ancora presto per fare delle stime precise, perché siamo aperti solo da qualche mese, ma credo che siamo intorno a un 60-70% di architetti, 20-30% di imprese e il restante di privati. D. Siete una realtà storica con anni di esperienza: quali sono gli altri punti di forza che vi distinguono sul mercato? Alberto Novelli. Sicuramente il far parte di un Gruppo come BigMat che ci supporta quotidianamente su diversi aspetti dall’amministrativo a quello commerciale, dalla formazione alla gestione
L’allestimento in vetrina
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SCEGLIERE UN’ALTRA FOTO
del magazzino fino al supporto alla vendita e al post vendita. D. Quando Edilnovelli è entrata nel Gruppo BigMat e perché? Alberto Novelli. Il fautore di questa decisione è stato mio fratello Alessandro. Nel corso di una cena aziendale conobbe il presidente di allora che gli presentò il Gruppo. Inizialmente pensavamo fosse il classico gruppo d’acquisto, poi, dopo esserci resi conto che BigMat era, invece, un gruppo di vendita e non esisteva in Italia nulla di simile, abbiamo scelto di aderire. Era il 2005, da allora ci siamo sempre trovati molto bene e tornando indietro, lo rifaremmo senz’altro. D. Quali sono i servizi che offrite a supporto dell’attività di consulenza? Gino Giari. Grazie al Gruppo riusciamo a essere sempre aggiornati A p r i l e
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Rivendite Un’area dello showroom Habimat Edilnovelli con gli espositori dei fornitori di pavimenti e rivestimenti
sui nuovi trend e materiali così da essere sempre il punto di riferimento e problem solving per i nostri clienti più esigenti. Per i privati che lo desiderano offriamo un servizio di progettazione con una restituzione fotorealistica del progetto. Alberto Novelli. In più, grazie alla sinergia con il magazzino edile BigMat Edilnovelli di Via Ardeatina siamo in grado di fornire ai nostri clienti tutti i prodotti per la ristrutturazione in pronta consegna o con minime attese. D. Vicino al nuovo showroom c’è un negozio di cucine, prodotto che fornisce anche Habimat. Sinergia o concorrenza? Gino Giari. Assolutamente sinergia. Il negozio vicino è specializzato in cucine industriali di un marchio molto esclusivo. Nella zona si trova anche un negozio di arredo. Facciamo tutti sinergia, non c’è concorrenza perché trattiamo prodotti complementari. D. Quanto è grande il punto vendita Edilnovelli di Via Ardeatina? Alberto Novelli. Il punto vendita si sviluppa su un’area di 3.500 metri quadri coperti di cui mille dedicati allo showroom e 700 a ferramenta, colore e altri prodotti professionali. I metri quadri scoperti sono invece 20 mila. In tutto il punto vendita occupa 21 dipendenti. D. A livello di marketing avete previsto iniziative per supportare
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il nuovo showroom? Alberto Novelli. Abbiamo in programma iniziative di comunicazione sia a livello locale per promuovere i nostri showroom, sia a livello nazionale, per promuovere il marchio Habimat insieme agli altri showroom del Gruppo. Abbiamo organizzato e continuiamo a organizzare degli eventi dedicati agli architetti in collaborazione con i nostri brand di riferimento. D. Avete nuovi progetti nel cassetto? Alberto Novelli. Sì, abbiamo in progetto la ristrutturazione del vecchio showroom di Via Ardeatina, per offrire anche ai clienti del punto vendita storico un’esperienza di visita di pari livello con quella della nuova sala mostra Habimat. D. Com’è andato il 2021 e che cosa vi aspettate dal 2022? Alberto Novelli. BigMat Edilnovelli ha chiuso il 2021 con un fatturato di 7,2 milioni di euro. Un bilancio un po’ falsato nei numeri sia dalla pandemia sia dal boom dei cantieri dovuto ai bonus. Bisognerà vedere una volta finiti gli incentivi come reagirà il mercato. Bisogna stare attenti a non fare il passo più lungo della gamba. Non credo che prorogheranno ancora il superbonus 110%, ma i temi del recupero del patrimonio edilizio e del risparmio energetico saranno i driver che guideranno il mercato ben oltre il 2024. A p r i l e
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Il rivenditore vicentino ha puntato sul servizio al cliente e sulla qualità dei prodotti, come quelli del partner Fassa Bortolo. Colore e cappotto in primo piano grazie al nuovo capannone e alla spinta degli incentivi fiscali. E senza dimenticare la formazione
di Veronica Monaco
A Da sinistra, Mauro Menaldo (Fassa Bortolo) , Daniele Cappello (Fassa Bortolo), Matteo Busin (Fassa Bortolo), Mauro Dalla Fontana (Masters), Antonio Dalla Fontana (Masters), Rosanna Dal Prà (Masters), Monica Dalla Fontana (Masters) con alcuni dipendenti del punto vendita
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100 metri dal casello A31 di Piovene Rocchette, nel comune di Chiuppano (Vicenza), opera il rivenditore Masters Tutto per costruire casa. Il distributore ha introdotto negli ultimi anni una profonda trasformazione per incontrare sempre di più le esigenze specifiche dei propri clienti, dalle imprese edili ai professionisti del cartongesso, del cappotto e del colore. Lastre, malte, intonaci, rasanti, collanti sono solo alcuni dei materiali proposti nell’ampio punto vendita, di recente ampliato per garantire una profondità di gamma ancora più vasta. In partnership con fornitori selezionati, come Fassa Bortolo, di cui l’azienda è rivenditore ufficiale. Ne parliamo con Mauro Dalla Fontana, responsabile commerciale del punto vendita, seconda generazione alla guida della società di famiglia insieme alla sorella Monica e al papà Antonio. Domanda. Quando è nata la vostra azienda? Risposta. Edilservice Group, marchio con cui è sorta l’azienda, è nata negli anni Cinquanta, una rivendita di materiali edili tradizionale, che è rimasta così fino all’ingresso in azienda di Monica attorno al 2003, a cui sono seguito io nel 2012. Fin dall’inizio ho avuto lo stimolo a migliorare l’identità della nostra rivendita ma non sapevo come improntare una vera svolta. Il magazzino mi sembrava obsoleto, disordinato, fermo a un tempo che ormai non c’era più. Poi navigando online
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Rivendite Da sinistra, Matteo Busin (Fassa), i fratelli Mauro e Monica Dalla Fontana (Masters), Daniele Cappello (Fassa) e Mauro Menaldo (Fassa)
LA TRADIZIONE FASSA PER UN’EDILIZIA SOSTENIBILE Marchio storico italiano, che affonda le sue radici agli inizi del Settecento, Fassa Bortolo è ora un gruppo con 19 stabilimenti e un organico di oltre 1.700 collaboratori. La vasta gamma di prodotti si presenta come un sistema integrato di soluzioni, che vanno dalle malte agli intonaci premiscelati, dalle pitture ai prodotti per la posa, fino alle soluzioni per il risanamento, il ripristino e l’isolamento termico. A questi si aggiungono i prodotti per la bio-architettura, il cartongesso completo di lastre e accessori, e la linea di decorativi Sfide d’arte. Da sempre attenta ai temi dell’efficienza, del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente, l’azienda veneta continua a investire nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia per l’evoluzione dell’edilizia. Come raccontano a YouTrade Daniele Cappello, area manager Nord Italia, Matteo Busin, agente di zona per la provincia di Vicenza, e Mauro Menaldo, product manager del Sistema Risanamento di Fassa Bortolo. Domanda. Come si sviluppa il concetto di sostenibilità in edilizia nella filosofia Fassa Bortolo? Matteo Busin. Fa parte del Dna dell’azienda. Durante tutta la sua crescita sul territorio nazionale e internazionale, Fassa Bortolo ha sempre avuto un occhio di riguardo per la sostenibilità, aderendo
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anche a iniziative e associazioni che fanno del rispetto per l’ambiente la loro prerogativa, come Legambiente. Inoltre, l’azienda è molto attenta a tutto il ciclo di vita dei propri prodotti, a partire dall’attività estrattiva, adottando tecnologie e tecniche studiate per minimizzare l’impatto ambientale sul territorio. Infine, l’impegno nei confronti della sostenibilità si traduce in un azioni concrete per la riduzione oggettiva delle emissioni di Co2 in atmosfera dei propri stabilimenti, limitando l’utilizzo di fonti energetiche di origine fossile e andando a utilizzare materie prime di scarto da altre filiere produttive, come quella del legno, per far funzionare i propri forni. D. La maggiore attenzione al green rappresenta però anche un costo. Ritenete che l’azienda investa in ricerca su prodotti sempre più ecocompatibili? Matteo Busin. Assolutamente sì. Il grande laboratorio di ricerca e sviluppo Fassa I-lab guarda alla qualità del prodotto, al suo impatto in termini di attività estrattiva e di applicazione. Inoltre, le certificazioni Anab (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica) e Icea (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale) di alcune tipologie di intonaco rappresentano un importante riconoscimento, che attesta la massima
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Alcuni elementi per il sistema di rinforzo strutturale proposti da Fassa Bortolo
ho scoperto l’insegna statunitense Home Depot, da cui ci siamo ispirati adattando il sistema di vendita alla nostra realtà. D. Cioè, come? R. Abbiamo iniziato mettendo ordine in magazzino, ricodificando tutti i prodotti e inserendo i barcode, iniziando dalla ferramenta. Abbiamo inserito diversi nuovi fornitori e nuovi reparti, un passo alla volta. D. È stato difficile implementare i barcode? R. No, avevamo un gestionale già predisposto a questo tipo di operazione, solo che non ci avevamo mai pensato. Questo ci ha
attenzione dell’azienda verso il benessere abitativo di chi gli edifici li abita, e verso la messa a punto di formulazioni prive di sostanze dannose per l’ambiente durante le fasi di demolizione, recupero o rifacimento. Da non dimenticare la grande sensibilità verso l’utilizzo di materiale di riciclo per la miscelazione di alcune tipologie di prodotti, soprattutto per quanto riguarda il restauro e la bioedilizia. D. Com’è cambiato il mercato dell’edilizia in questi ultimi anni? Daniele Cappello. L’edilizia non è più statica, ma si è trasformata in linea con l’evoluzione della domanda, che richiede materiali sempre più prestazionali. C’è stato un grosso salto di qualità a livello costruttivo, anche per sopperire all’inefficienza dei fabbricati. Tuttavia, ritengo che in alcuni punti della filiera ci sia ancora da lavorare. Spesso non vengono utilizzati materiali idonei al tipo di applicazione, alla stratigrafia nel suo complesso, o al tipo di prestazione che si vuole raggiungere. D. Qual è l’anello debole? Daniele Cappello. La mancanza di un controllo, di un supervisore che controlli l’efficienza e i componenti che vengono inseriti all’interno dei fabbricati. Se utilizzo un materiale che consente la permeabilità al vapore, ma poi vado a rifinirlo con un intonaco a base cemento, c’è
qualcosa che non va. C’è un prodotto che viene venduto e applicato in modo scorretto. D. Fassa Bortolo ha in cantiere nuovi prodotti? Mauro Menaldo. Sì, in tutti gli ambiti in cui lavora, Fassa continua a studiare nuovi prodotti per andare incontro alle rinnovate esigenze di mercato. Per esempio, per quanto riguarda i sistemi di ripristino e consolidamento, in particolare quelli per il restauro conservativo, sono in uscita a breve nuovi cicli di intonacatura che si rifanno alla tradizione. Uno dei punti di forza di questi prodotti, oltre alla compatibilità con l’esistente, è la durabilità, concetto molto importante anche alla luce del tema della sostenibilità in edilizia. D. Quali sono le soluzioni più innovative che proponete in ambito di edilizia green? Mauro Menaldo. L’innovazione più importante è continuare a crescere nel rispetto della tradizione. L’obiettivo è quello di non farsi trasportare da facili traguardi, ma continuare a impegnarsi su ciò che ha reso l’azienda un punto di riferimento nel mercato, calce e leganti che impattano meno in fase produttiva, rispetto ad altri materiali come il cemento, che Fassa non produce. - continua a pag. 6 -
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Rivendite - segue da pag. 5 -
D. Quali sono i plus dell’azienda rispetto alla concorrenza? Daniele Cappello. Materie prime selezionate, lo sviluppo tecnologico e la diversificazione dei prodotti in base al tipo di supporto. Mauro Menaldo. C’è una cosa che ci distingue nettamente dagli altri. Avendo cave di proprietà per la produzione sia di inerti che di leganti, abbiamo il controllo assoluto su tutto il ciclo di vita dei prodotti. D. A livello di servizio, che cosa fa la differenza? Mauro Menaldo. La capillarità delle sedi Fassa su tutto il territorio nazionale, oltre che nei paesi europei limitrofi, che ci consente di affidarci in minima parte al trasporto su gomma, garantendo un servizio veloce e costante. D. Le vostre soluzioni sono sufficientemente recepite dai distributori? Mauro Menaldo. Dipende dalla sensibilità del distributore e dal suo target. Con Edilservice Group, per esempio, abbiamo un rapporto
portato a una semplificazione nella gestione del magazzino, una maggiore velocità in cassa e una maggiore sicurezza sui prezzi dei prodotti. All’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà con i fornitori, soprattutto del settore edile, quindi li abbiamo dovuti elaborare in autonomia. Negli ultimi anni, anche grazie al confronto con la grande distribuzione organizzata, le aziende produttrici si sono evolute e hanno iniziato a inviarci i codici, rendendo la gestione molto più semplice. Tuttavia ancora oggi nei magazzini edili la gestione delle merci con i codici a barre non è molto praticata. A questo è seguito anche l’e-commerce www.masters.casa. D. Quando avete fatto il salto di fatturato? R. Non subito. In un primo momento ci siamo concentrati solo su
eccellente, perché si tratta di una rivendita che ha grande voglia di lavorare per costruire un progetto a vantaggio non solo della propria attività, ma del cliente finale. Daniele Cappello. Dipende anche dal territorio. In Alto Adige la distribuzione è molto completa come servizio, capacità distributiva e competenza settoriale. In altre zone invece troviamo più frammentazione. In alcuni casi viene a mancare completamente la conoscenza del prodotto e del mercato, si parla di vendita senza avere una proposta ben chiara. D. I bonus rappresentano ancora una spinta? Daniele Cappello. Sì e daranno slancio almeno per i prossimi due anni. Una grande boccata d’aria per il nostro settore. D. Quanto pesa l’aumento del costo delle materie prime? Daniele Cappello. A livello produttivo molto. Se i prezzi non diminuiranno, nel secondo semestre freneranno la domanda: l’impatto comincerà a essere troppo oneroso. Su una nuova costruzione siamo al 50% in più sul costo effettivo.
alcuni reparti, quali ferramenta, utensileria e piastrelle, perché non avevamo gli spazi per mettere in ordine anche il centro edilizia. Nel 2020 abbiamo costruito un nuovo capannone, in cui abbiamo concentrato i prodotti per edilizia, proprio per dare un servizio ai nostri clienti storici: imprese edili, pittori, cartongessisti, cappottisti, intonacatori. Solo a quel punto abbiamo realizzato il salto di fatturato. Prima di aprire il secondo capannone non possedavamo quel valore aggiunto che motivasse i professionisti a venire nel nostro punto vendita. Oggi la risposta c’è e siamo molto soddisfatti. D. In che cosa consiste questo valore aggiunto che vi ha permesso di fidelizzare i clienti? R. Abbiamo approfondito la partnership con Fassa Bortolo, che
Isolanti sistema cappotto. A sinistra, tasselli sistema a secco Gypsotech. A destra, dettaglio rasanti per cappotto
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Matteo Busin. Le nuove costruzioni si sono già fermate, gran parte delle imprese stanno aspettando. Anche perché gli stipendi dei cittadini sono rimasti invariati, e più di tanto non possono reggere a queste maggiorazioni. D. Quali sono i vostri tempi di consegna? Daniele Cappello. Per i materiali di nostra produzione non abbiamo grandi problemi. Anche noi però subiamo difficoltà nell’approvvigionamento di alcuni componenti dei nostri sistemi, come i cappotti. Scarseggiano gli isolamenti, le plastiche, le reti, gli accessori, anche se la situazione sembra essersi stabilizzata da circa un mese. D. Prevedete ripercussioni per la guerra in Ucraina? Matteo Busin. Sicuramente ci saranno ripercussioni, ma a oggi è difficile fare previsioni su quanto impatterà. Daniele Cappello. Una delle preoccupazioni principali è capire quanto il conflitto influirà sull’aumento di determinate materie prime, il cui costo comincia davvero a essere insostenibile, in particolare per
la nuova edilizia civile. D. Quali sono le vostre previsioni per il 2022? Daniele Cappello. Per la mia area di competenza, quanto ai volumi prevediamo un incremento medio del 7-8% e a livello di fatturato del 30-40%. D. Qual è il vostro auspicio per quest’anno? Matteo Busin. Il 2022 è un anno positivo, il trend per la zona di Vicenza è ottimo. Se ci fossero più rivendite come Edilservice Group, che si impegnano sul territorio a promuovere i sistemi Fassa e ci premiano giornalmente su ogni tipo di prodotto, sarebbe l’ideale. Daniele Cappello. Edilservice Group è l’esempio della capacità di riconversione di un’attività familiare capace di guardare con occhi diversi il mercato, investendo in nuove soluzioni e ampliando la propria proposta per cavalcare l’evoluzione dell’edilizia. Mauro Menaldo. Mi auguro che il mercato si stabilizzi e che continui a puntare sull’innalzamento della qualità del costruito, come è sempre stato nel Dna di Fassa Bortolo. In futuro vinceranno le eccellenze.
inizialmente era limitata solo ai materiali pesanti, cioè intonaci, malte e qualche prodotto per il settore del cartongesso. Grazie al nuovo capannone abbiamo completato il reparto del cartongesso, inserendo anche dei prodotti particolarmente tecnici o da specialisti e abbiamo introdotto il sistema tintometrico, che ci ha permesso di dare un servizio più specialistico anche per il mondo del colore e dei cappotti. D. In percentuale, quanto è aumentata la domanda dei sistemi in cartongesso negli ultimi anni? R. C’è stato un incremento del 20-30% come volumi. Il settore degli interni sta andando sempre più verso i sistemi a secco, per gli esterni invece il trend è stazionario.
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Rivendite Lastre sistema cartongesso. A destra, strutture per sistema cartongesso
D. Perché avete scelto Fassa Bortolo? R. Per la qualità dei suoi prodotti, fin da quando il mercato non era così tecnico. Negli anni l’azienda si è evoluta, offrendo un sistema integrato di prodotti che ci consente di proporre un pacchetto completo ai nostri clienti. Con lo stesso marchio offriamo tutto ciò che serve a 360 gradi per la costruzione e la ristrutturazione di un edificio. Da non dimenticare poi il servizio e la disponibilità di prodotti in brevissimo tempo, anche grazie alla vicinanza con le sede Fassa a Spresiano (Treviso). D. Quando è iniziato il rapporto con l’azienda? R. Il rapporto è iniziato negli anni Novanta. La vera svolta è stata intorno al 2020 quando abbiamo costruito il nuovo capannone e
approfondito tutta la gamma. Prima eravamo più frammentati. D. Oggi come è organizzato il punto vendita Masters? R. Ci sono due macroaree. Una è dedicata ai professionisti con due spazi: il primo destinato all’edilizia in cui si trovano intonaci, rasanti, guaine bituminose e all’esterno i laterizi e tutto il materiale pesante; il secondo spazio è dedicato al cartongesso e al sistema tintometrico Fassa. La seconda area, a libero servizio, invece, riguarda tutti i materiali leggeri, quindi tasselli, viti, elettroutensili, raccordi, eccetera. D. Quante persone lavorano nel punto vendita e qual è il fatturato? R. Siamo 12 persone. Il fatturato è intorno ai 6 milioni di euro. D. Quanta parte del fatturato è dipeso dai bonus e superbonus? R. La stima non è così semplice perché l’avvento dei bonus ha coin-
Sistema colore Fassa. A destra, tintometro Fassa
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Dettaglio stucchi da cartongesso. A destra, particolare reparto cartongesso
ciso con l’apertura del nuovo capannone. Sicuramente il fatturato ha avuto un incremento grazie ai bonus, ma anche all’acquisizione di numerosi nuovi clienti. D. Quale tipologia di prodotto è al momento più richiesta? R. I sistemi a cappotto e il sistema tetto, con tutti gli isolanti a completamento; i sistemi di rinforzo strutturale, e il cartongesso. D. C’è richiesta di prodotti per il consolidamento strutturale? R. Sì, la domanda è aumentata da quando è stato introdotto il sismabonus. Al di là degli incentivi, si tratta di prodotti che avranno sempre il loro mercato: le nuove costruzioni saranno sempre meno e si punterà in misura maggiore sul rifacimento degli edifici esistenti, anche per un discorso di efficientamento energetico e sostenibilità.
D. I clienti sono sensibili ai prodotti sostenibili? R. Interfacciandosi con i tecnici, che sono sensibili al tema, i clienti privati chiedono prodotti sostenibili. Molto meno chi si occupa fisicamente dei lavori. D. Parliamo di formazione: come siete organizzati? R. All’interno dell’azienda facciamo formazione assieme agli agenti di zona che illustrano al nostro personale le caratteristiche dei prodotti. Per quanto riguarda la formazione verso gli studi tecnici e i professionisti, invece, avviene in maniera diretta e mirata. Disponiamo di un agente esterno che, da solo o insieme agli agenti di zona, si reca presso i professionisti e i tecnici per promuovere i prodotti. Il covid non ci ha consentito finora di organizzare incontri in punto vendita,
Dettaglio latte colore Fassa Bortolo. A destra, reparto colore
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Rivendite Elettroutensili. A destra, particolare reparto colore- utensili. Sotto, a sinistra, reparto ferramenta; a destra, particolare reparto colori
Reparto porte e finiture. A destra, dettaglio prodotti Fassa
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Particolare latte pitture per interni Fassa. A sinistra, dettaglio tintometro Fassa
ma abbiamo in programma di avviare a breve degli appuntamenti in presenza. D. Che cosa vi aspettate dal 2022? R. I primi mesi sono andati alla grande, anche grazie all’aiuto degli incentivi fiscali. Probabilmente nel terzo trimestre ci sarà un raffreddamento, dovuto alle difficoltà sulle cessioni e alle normative che cambiano continuamente. Ci sarà da vedere anche cosa succederà con gli aumenti di prezzo, che pesano a cascata sui clienti finali. A livello di fatturato ci aspettiamo di chiudere il 2022 con un incremento del 40% e per il 2023, visti i presupposti, non possiamo che aspettarci un fatturato positivo. A p r i l e
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Rivendite IPF ZANIER
SCELTA VELOCE CON ECLISSE Lo strumento Cerca Facile dell’azienda è un configuratore che mostra le soluzioni per ogni modello. È possibile scaricare la scheda tecnica e conoscere accessori, le porte o gli stipiti, coprifili e chiusure. Come testimonia il distributore romano di Sara Giusti le informazioni di cui ho bisogno», spiega Pennacchio. «All’interno di un unico contenitore posso avere accesso alle schede tecniche, ai tempi di consegna, senza bisogno di consultare altri documenti. È un ottimo supporto al mio lavoro». L’ESPERIENZA SUL CAMPO Messo a punto dall’azienda di Pieve di Soligo (Treviso) specializzata in controtelai per le porte a scomparsa e i telai per porte a battente filomuro, il configuratore Cerca Facile Eclisse rappresenta una sorta di assistente di vendita, con tutte le risposte a portata di clic. Anche senza conoscere i prodotti nel dettaglio, inserendo la luce di passaggio oppure le misure di massimo ingombro, il configuratore è in grado di mostrare tutte le soluzioni disponibili. Per ogni
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on centinaia di prodotti diversi a catalogo, ogni rivendita ha bisogno di strumenti in grado di facilitare gli ordini e i flussi di lavoro, all’insegna di una maggiore velocità, efficienza e semplicità di gestione. Tre ingredienti fondamentali nella ricetta di un’attività moderna e al passo con i tempi, come dimostra l’esperienza di Cristiano Pennacchio, addetto alla vendita da Ipf Zanier, distributore di materiali edili con showroom a Roma, che ha deciso di utilizzare il configuratore online Cerca Facile Eclisse a supporto del proprio lavoro. «Con questo strumento a disposizione mi è cambiato il mondo. Ne apprezzo la comodità, il fatto che mi fa risparmiare tempo dandomi immediatamente tutte
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Il configuratore online Cerca Facile di Eclisse. Sotto Cristiano Pennacchio, addetto ventida da Ipf Zanier (Roma). A destra, alcune immagini del punto vendita Ipf Zanier
modello è possibile scaricare la scheda tecnica e conoscere tutti gli accessori, le porte, gli stipiti, i coprifili e le tipologie di chiusure di cui può essere dotato. «Sicuramente Cerca Facile Eclisse aiuta a non sbagliare. Per esempio, posso formulare offerte e risparmiare tempo, senza doverle ricontrollare per la validazione», aggiunge il venditore di Ipf Zanier. «Inoltre, è un comodo strumento nella creazione di ordini complessi, perché permette di aggiungere i pannelli porta e qualsiasi accessorio compatibile per ogni modello di controtelaio, in modo rapido e senza errori». STATISTICHE CON UN CLIC Il configuratore Cerca Facile Eclisse prevede un’area dedicata al rivenditore, accessibile mediante username e password. Al suo interno è possibile caricare direttamente nel carrello i prodotti, selezionandoli per codici o nome, velocizzando la fase di creazione e invio degli ordini. Ogni rivenditore può realizzare direttamente i preventivi, stilare gli ordini e inviarli direttamente all’azienda, oppure creare preventivi personalizzati, stamparli e inviarli al proprio cliente. «È uno strumento funzionale alla vendita, ma anche alla progettazione. Personalmente lo uso soprattutto a livello di creazione preventivi per coloro che hanno bisogno di soluzioni alternative e complementari», continua Pennacchio. «E siccome sono un po’ narcisista, mi piace anche A p r i l e
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guardare e tenere sotto controllo le statistiche che mi riguardano, come l’andamento nel tempo e la composizione di prodotti ordinati». Oltre a essere un canale privilegiato per trasmettere informazioni, novità e promozioni, infatti, l’area riservata include anche una sezione dedicata alle statistiche di ciascun cliente, che permette di monitorare gli ultimi ordini, la composizione dell’ordinato in macro-famiglie e capire l’andamento rispetto agli anni precedenti.
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Rivendite GRUPPO MADE
LO SHOW ROOM È PROFESSIONALE Il brand Livingmade, ideato dal Gruppo per i distributori aderenti, è un servizio di consulenza e commerciale per aiutare i punti vendita a riposizionare la loro offerta nel campo delle finiture in modo razionale e proficuo. Ecco che cosa offre di Franco Saro
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a qualche anno, numerosi magazzini edili hanno iniziato a dare sempre più importanza alle show-room di finiture, complice una maggiore presenza del cliente privato all’interno dei punti vendita. Alcune organizzazioni di vendita hanno così brandizzato un servizio che, più di altri, qualifica l’attività degli aderenti, in un mercato realmente fluido che rivisita così il posizionamento delle imprese della distribuzione verso un’offerta più matura e di prospettiva.
Livingmade è un brand oramai affermato nell’ambito del panorama dell’offerta di finiture nel comparto della distribuzione tradizionale italiana. Da diversi anni viene portato avanti un programma di potenziamento della qualità dell’offerta dei punti vendita che aderiscono al network Made e che trattano anche finiture. Dei 185 punti vendita aderenti oltre la metà tratta finiture, ma la maggior parte, una settantina di punti vendita, hanno un’offerta merceologicamente completa nell’ambito finiture e interagiscono con una clientela che è in parte professionale e in parte privata.
Iter di Ruggeri
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Made distribuzione Lissone
Made distribuzione Casorezzo
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I RISULTATI Per ottenere questi risultati il Gruppo ha messo a disposizione gratuitamente agli aderenti un pacchetto di servizi per l’imprenditore della distribuzione tradizionale, servizi che coprono a 360 gradi tutte le necessità di un punto vendita contemporaneo. Un check-up commerciale è in genere il punto d’inizio perché identifica quelli che sono i punti di debolezza in termini di proposizione dell’offerta della showroom fisica, il livello di capacità di vendita del personale, i processi interni, i servizi alla clientela, eccetera. A disposizione delle rivendite Made c’è anche un architetto specializzato in showroom, e anche un percorso di formazione del personale. Oltre ai servizi gratuiti, Gruppo Made mette a disposizione del network un panel di fornitori tra i più qualificati del settore finiture che sono finalizzati a realizzare nel tempo una parte di offerta comune nel network in termini di brand trattati, decisamente utili alla clientela a costruire la consapevolezza di un brand in cui è Iter di Ruggeri possibile trovare forniture d’eccellenza.
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Rivendite News
a cura di Veronica Monaco
MOLLO NOLEGGIO
IL FATTURATO SUPERA GLI 80 MILIONI
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d Alba (Cuneo) si è tenuta l’11esima Convention di Mollo Noleggio, un’occasione di incontro per tracciare le strategie future del gruppo e di festa per celebrare, finalmente in presenza, i 50 anni di attività dell’azienda, compiuti nel 2021. «Tutto ebbe inizio nel 1971 ad Alba, con l’avvio di un’attività di vendita ferramenta da parte dei nostri genitori», racconta il presidente Mauro Mollo, alla guida della società insieme al fratello Roberto. «Nostro padre con il suo furgone girava le Langhe, di cantiere in cantiere, andando a fare la tentata vendita. Quel furgone è stata la nostra scuola: io e mio fratello lo accompagnavamo nelle visite ai clienti e lui, mentre guidava, ci parlava di business, ci insegnava l’etica, il modo di trattare e di confrontarsi con le altre persone. Ai nostri genitori dobbiamo tutto, lavorare con loro è stata un’università di vita. Da quella lezione è nato quello che Mollo Noleggio è oggi», cioè un gruppo che dà lavoro a 371 dipendenti, con 45 filiali, 62 mila contratti di noleggio e un fatturato che ha superato gli 80 milioni di euro (+ 30% sul 2020). E per il futuro? Oltre a incrementare e rinnovare la propria flotta di mezzi, con scelte orientate soprattutto a soluzioni green e tecnologie elettriche e ibride, Mollo Noleggio ha in programma nel 2022 l’apertura di tre nuovi punti noleggio, a Mestre (Venezia), ad Albignasego (Padova Sud) e a Sassuolo (Modena), e nuovi investimenti in tecnologie e software, in comunicazione e in formazione. Inoltre per i prossimi tre anni l’azienda di Alba sarà sponsor del Giro d’Italia, la più importante manifestazione ciclistica italiana.
GRUPPO MADE
NUOVO INGRESSO IN SARDEGNA
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dil GM di Siniscola (Nuoro) entra in Gruppo Made. Presente sul mercato dalla fine degli anni '50, al commercio di materiali edili ha affiancato nel corso del tempo anche trasporti per conto terzi e un'attività di locazioni di edifici commerciali. Edil GM dispone anche di una show-room di circa 400 metri quadrati e di uno spazio brico della stessa dimensione per il settore del libero servizio. Una struttura a parte (Eurocalce) si occupa dell'acquisto di cemento e calcestruzzo cellulare. La logistica aziendale è composta da un capannone di circa 8.000 metri quadrati e uno spazio altrettanto grande destinato al piazzale. Attualmente, in azienda lavorano dieci collaboratori. Fra i principali motivi che hanno spinto Edil GM a entrare in Gruppo Made c'è il desiderio di organizzare il futuro in prospettiva: la nuova generazione di imprenditori della famiglia Sirigu, proprietaria dell’attività, desidera potenziare la sua competitività utilizzando i servizi del network per migliorare e diversificare il suo posizionamento e conquistare nuovi segmenti di mercato.
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Interno Habimat Simic
Roberto e Mauro Mollo
BAUEXPERT
ACCORDO CON EDILIA
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auexpert, distributore di materiali per edilizia e finiture con 13 punti vendita in Trentino-Alto Adige e un fatturato da 128 milioni di euro, sigla un accordo con Edilia, realtà del commercio edile trentino nata nel 2019 dalla fusione di Enderle e Tuttedil, per integrare i punti vendita all’interno della sua rete. L’ampliamento rafforzerà il supporto agli operatori professionali del settore edile e il servizio ai consumatori finali in tutta la Regione, oltre a garantire sviluppo e prospettive. L’integrazione avrà effetto a partire dal 1° gennaio 2023; fino a tale data entrambe le aziende continueranno a operare in piena autonomia. A regime Bauexpert potrà supportare la propria clientela con la rete di vendita più capillare della regione per materiale edile e ferramenta, oltre a 7 showroom per finiture interne, supportato da 200.000 metri quadarti di magazzini e oltre 60 moderni mezzi di trasporto.
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SHOW room
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1Tre preziosi decorativi sono la cifra distintiva dei miscelatori Spillo Tech di Fima Carlo Frattini: (X) Cross ispirata al prezioso diamante intagliato; (V) Vertical, contraddistinta dal rigore geometrico di un poligono a 19 facce; (G) Godronata, che propone un effetto micro-diamantato dal mood industriale. Disponibili in molteplici versioni per lavabo, bidet, vasca, doccia e componenti doccia, nelle finiture galvaniche cromo, nickel spazzolato, cromo nero o spazzolato, oro o spazzolato, e nelle tonalità bianco opaco e nero opaco.
2 Rami, alberi e fitte trame vegetali rivivono sul gres porcellanato delle piastrelle Grove e Foliage di Ceramiche Piemme. Una natura che disegna sulle pareti motivi originali, che trovano un naturale complemento sulla superficie del pavimento nelle quattro trame nobili dei marmi italiani (Calacatta, Statuario, Arabescato e Dolomiti) che completano la collezione Majestic Pure Selection. Le lastre di grandi dimensioni (60 x 119,5 cm) nascono da una tecnologia di stampa digitale ad altissima risoluzione che garantisce una completa aderenza al vero.
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3 Pietra di Bilbao è la nuova collezione in gres effetto pietra per pavimenti e rivestimenti, firmata Iris Ceramica. Declinata in quattro nuance neutre (Ice, Sand, Grey e Black) e nelle finiture Soft e Naturale, è disponibile nei formati 120x60, 60x60 e 60x30 cm e nei mosaici a listelli e a tessere da 30x30 cm, per una posa tono su tono o con combinazioni cromatiche a contrasto.
5 Cover, la nuova cappa a parete di
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Falmec è disponibile nell’esclusiva finitura argilla, declinata nelle tonalità calde della terra, come terracotta e sabbia, o nei colori della roccia, come pietra e ardesia, quest’ultima utilizzabile anche come lavagna. Misura unica da 85 cm, disponibile anche nella classica versione in vetro bianco o nero.
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4 La placca di risciacquo Visign for Style 24 di Viega sovverte la tradizionale disposizione dei tasti di scarico, collocandoli in posizione verticale al centro della piastra. È possibile impostare il risciacquo parziale del tasto piccolo da 4 a 3 litri, mentre il risciacquo totale (tasto in alto) può essere ridotto a 4,5 litri. Compatibile con il telaio di montaggio a filo piastrelle, è disponibile su richiesta anche in finiture metallizzate e color oro.
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6 Tecnografica presenta Seven Seas, la nuova capsule
collection composta da pannelli decorativi ispirata alle infinite sfumature del mare. I giochi di trasparenze e i motivi vengono valorizzati dalla finitura Dècora Glass, il pannello decorativo in vetro stratificato di grandi dimensioni (fino a 1480 x 3000 mm) e ridotto spessore (8,7 mm), che può essere anche retroilluminato.
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7 Il nuovo parquet prefinito a tre strati Rovere White Nights di Boen permette di dare vita a un pavimento in legno luminoso e materico, perfetto per ambienti in stile nordico e dal design essenziale. La doppia spazzolatura esalta i nodi e le venature di ogni plancia. Il sistema a incastro 5G Click facilita la posa flottante, senza colla, e consente di smontare il parquet, semplicemente sganciando le tavole.
6 8
8 Disegnata da Tesseraux + Partner per Keuco, la nuova
collezione di mobili Stageline si caratterizza per il piano sottolavabo illuminato a Led, con prese di corrente inclusa Usb e Usb-C. La colorazione del vetro frontale, dagli angoli finemente arrotondati, è coordinata al resto del mobile ed è disponibile in bianco o cashmere lucido, inox o roccia vulcanica satinata. La gamma propone varie misure tra i 46 e i 120 cm.
10 Il sistema Skema di FerreroLegno
9 Wynn di Colavene è il lavabo in ceramica disegnato da Alessandro Paolelli per arredare un bagno multi-funzionale. Una soluzione che unisce la praticità di un lavatoio, grazie alla profondità di una vasca da 19 cm, a un design contemporaneo e a un’ampia possibilità di personalizzazione, grazie ai numerosi colori originali disponibili, sia lucidi che matt.
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è costituito da pannelli filomuro di varie dimensioni e di ridotto spessore in MDF idrofugo, che scompaiono per ridare nuove forme e funzionalità agli ambienti, creando ripostigli o cabine armadio su misura, chiudendo vani sottoscala, vani cucina, nicchie e quadri di controllo. Una soluzione disponibile a battente, con chiusura a libro o a ribalta, anche in variante grezza, che permette la colorazione dei pannelli nella stessa tonalità della parete oppure l’applicazione di carta da parati.
Rivendite D I G I TA L T R A N S F O R M AT I O N
Il tunnel che aumenta i clienti
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entiamo parlare spesso di funnel di marketing, ma non tutti sanno come creare un percorso ed elaborare una strategia di vendita capace di trasformare perfetti sconosciuti in clienti ricorrenti. Lo scopriremo insieme in questo articolo, spiegando i passaggi salienti del processo di vendita e ciò che l’azienda può fare per potenziare il business. Ogni consumatore, prima di giungere fino alla decisione di acquisto, percorre varie fasi. Si tratta di un viaggio (customer journey) che un utente compie da quanto conosce un brand fino a quando si trasforma in un cliente e poi in fan, testimonial e quindi brand ambassador. Questo processo è definito a imbuto (in inglese funnel), perché, rispetto alla massa di persone che rientrano nel primo passaggio, soltanto alcune arrivano effettivamente alla fase finale dell’acquisto. Obiettivo di una efficace strategia di funnel marketing è quindi quella di cercare di mantenere più alto possibile il numero di persone che escono dall’imbuto con l’acquisto effettuato. Ma non è finita qui, perché sarà necessario portare avanti il rapporto con i nuovi clienti, addirittura rafforzandolo. Infatti, il seguito di clienti che si trovano bene con la nostra offerta sono quelli che parleranno bene di noi consigliandoci anche agli altri. Il passaparola è ancora un’arma molto potente ed efficace nel business. Chiaramente, ogni modello di funnel va progettato strategicamente, di volta in volta, tenendo conto del tipo di azienda, prodotto/servizio, tipologia di clienti e obiettivi da raggiungere.
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successive. Interesse: l’utente mostra interesse per un prodotto, a partire da un messaggio o da un passaparola. È il momento di farsi conoscere dal pubblico e far acquisire notorietà al proprio brand; insomma, di far entrare il consumatore nel funnel. Valutazione: l’utente studia e confronta le differenti proposte, analizzando l’offerta delle diverse aziende; fa ricerche, valuta eventualmente opinioni e recensioni. Qui occorrerà convincerlo ad affidarsi a noi e a fidarsi di noi; occorrerà nutrirlo con i contenuti appropriati per dimostrargli che la scelta che sta pensando di compiere è quella giusta. Acquisto: l’utente arriva alla decisione di acquisto diventando finalmente nostro cliente. Post-acquisto: il cliente che vive un’esperienza particolarmente positiva, tende ad
affezionarsi al brand e a consigliarlo ad altre persone, aiutando anche coloro che si trovano nella fase iniziale dell’imbuto. Dopo la conversione, è opportuno dedicarsi al rafforzamento del rapporto di fiducia con loro: e-mail, assistenza clienti, recensioni, Crm. 6. Riacquisto: il cliente diventa un cliente abituale e si fidelizza. Si tratta della fase che viene definita delight, perché si continua a deliziare il cliente con contenuti su misura per lui per trarre il massimo profitto dai suoi acquisti successivi. Conoscere dettagliatamente tutti questi passaggi aiuta quindi le imprese a capire dove si posa l’attenzione dell’utente in ogni fase del
Ecco i sei passaggi fondamentali del funnel 1. Consapevolezza: l’utente è consapevole che ha una necessità di qualche genere, ma non sa ancora come poterla soddisfare. In questa fase l’obiettivo dell’impresa è quello di aumentare il più possibile la propria notorietà in modo che il consumatore ne venga a conoscenza, attirandone l’ attenzione e convogliandolo verso le fasi
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suo percorso verso l’acquisto e a come agire in ogni passaggio proponendo le strategie di comunicazione più appropriate. La crescita esponenziale dell’offerta di beni e servizi associata alla trasformazione tecnologica, alla frammentazione dei mezzi di comunicazione e alla conseguente moltiplicazione dei touch point tra il consumatore e il brand ha rivoluzionato sia il comportamento di acquisto del consumatore sia il modo in cui le aziende approcciano il business. Il mondo del web ha notevolmente cambiato l’approccio al mercato passando da un modello di marketing verticale a uno orizzontale: il consumatore non è più fruitore passivo, ma attore attivo e interattivo nel processo d’acquisto, diventando parte integrante del processo stesso e quindi in grado di influenzare le decisioni di acquisto di altri consumatori. In questo contesto di profonda trasformazione, il funnel di marketing si configura pertanto un’ottimo strumento per trasformare i lead in clienti: aiuta ad analizzare le tecniche più efficaci da utilizzare con i consumatori, consente di generare nel potenziale acquirente un livello crescente di attenzione e coinvolgimento, fino ad indurlo alla decisione d’acquisto. L’importante è studiare con cura ogni fase per far sì che il funnel si riveli efficace nell’attirare l’attenzione delle persone e nel tramutare l’attenzione in vendite. Ora dovrebbe essere più chiaro il concetto e l’importanza del funnel di marketing e della necessità di saperlo gestire in modo strategico. La consapevolezza e lo sviluppo di queste capacità ci consentirà di guadagnare un vantaggio competitivo rispetto a quelle aziende rimaste ancorate ad approcci e logiche di marketing obsolete. di Michele Ripepi Laurea in Economia. Master in Organizzazione Aziendale e in Marketing Management. Docente di Marketing Industriale e di imprenditorialità in Fondazioni JobsAcademy. Docente a contratto di Marketing, Comunicazione e Organizzazione Aziendale in Fondazione Et Labora. Ventennale esperienza in realtà industriali, tra cui nel Gruppo Italcementi dove ha ricoperto ruoli di marketing e business development sia nazionale sia internazionale. Collabora con aziende nei campi del marketing B2B, della internazionalizzazione e nella definizione di processi di pianificazione strategica e piani operativi.
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To Build per applicazioni su solai in acciaio, dove alla specifica vite autofilettante con preforo, si affiancano le due nuove opzioni Connettore Acciaio Incollato e Acciaio Saldato, e nell’ambito delle soluzioni di consolidamento di solai in calcestruzzo, dove entra in gamma il nuovo Connettore Calcestruzzo Plus con la nuova vite D12 di sezione maggiorata. Il sistema si completa con l’innovativo sistema di cerchiatura perimetrale Perimetro Forte, composto da Connettore Perimetrale e Ancorante Chimico, che consente di ottenere il comportamento scatolare dell’edificio esistente, assicurando un efficace collegamento tra i solai e le pareti e, conseguentemente, la continuità strutturale degli elementi portanti dell’edificio.
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LATERLITE AMPLIA LA GAMMA CENTRO STORICO IL NUOVO SMALTO ACQUALIFE CHE PURIFICA L’ARIA IL NUOVO SMALTO A BASE ACQUA ACQUALIFE PLUS MATT DI UNIVER, BRAND DI PPG ARCHITECTURAL COATINGS, È IN GRADO DI PURIFICARE L’ARIA ELIMINANDO LE PARTICELLE DI FORMALDEIDE PRESENTI NEGLI AMBIENTI INTERNI (CERTIFICATO DA EUROFINS). LA NUOVA SOLUZIONE SUPERLAVABILE, CERTIFICATA ECOLABEL E A+, GARANTISCE LE PRESTAZIONI DI UNO SMALTO, COME LA MASSIMA RESISTENZA ALL’A-
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Laterlite prosegue l’ampliamento e l’evoluzione della gamma CentroStorico nell’obiettivo di offrire soluzioni certificate e funzionali, espandendone ulteriormente le possibili applicazioni. Le nuove tipologie di connettori sono studiate per intervenire con efficacia in un numero ancora più ampio di situazioni, sia sui tradizionali solai in legno che su quelli in acciaio, latero-cemento e calcestruzzo. Per i solai in legno, alle viti L 130 e L160, si affianca la nuova Vite Legno Plus L180, specificatamente prodotta per solai ad orditura semplice con luci importanti (maggiori di 4,5-5 metri) o doppia orditura per il fissaggio sulla trave principale, o dove sia richiesto un consolidamento con maggiore prestazione meccanica. Novità anche nella gamma dei Connettori Acciaio
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WINGUM PLUS H2O RAPID ASCIUGA DOPO 4 ORE I laboratori di Ricerca e Sviluppo Winkler presentano Wingum Plus H2O Rapid, l’evoluzione del sistema liquido elastomerico Wingum Plus H2O. Disponibile anche nella variante Reflex, non pone limiti alle dimensioni della copertura da impermeabilizzare e, su superfici ridotte, consente di aprire e chiudere il cantiere in giornata: infatti, asciuga perfettamente solo dopo 4 ore, a una temperatura di 20 gradi. Il prodotto è fuori pioggia e idoneo alla sovra ap-
MINIO THERMOSAFE, PROPONENDO NUOVI MOTIVI CHE VANNO AD AGGIUNGERSI ALLA VASTA SELEZIONE DI FINITURE E COLORI GIÀ DISPONIBILI. DALLA PERSONALITÀ RICERCATA, QUESTI PORTONCINI ESALTANO EDIFICI ANTICHI O NUOVE RESIDENZE IN STILE CLASSICO, PROPONENDO 14 VARIANTI: 11 MOTIVI SONO DOTATI DI UN RAFFINATO TELAIO ORNAMENTALE APPLICATO, MENTRE I RESTANTI TRE, DI UN PROFILO A CASSETTONI CON FRESATURA SOLO ESTERNA. PER CREARE UN INTRIGANTE GIOCO DI RIMANDI TRA OUTDOOR E INDOOR, È POSSIBILE INOLTRE, SU RICHIESTA, DECLINARE IN STILE CLASSICO ANCHE IL DESIGN SUL LATO INTERNO DELLA PORTA. AL VERTICE DI CATEGORIA, THERMOSAFE ASSOCIA UN DESIGN VERSATILE E CURATO A PERFORMANCE TECNICHE
ESTREMAMENTE ELEVATE, A PARTIRE DA UN EQUIPAGGIAMENTO RC 3 DI SERIE, ELEVATA TENUTA TERMICA (0,8 W/ M²XK), LETTORE DI IMPRONTE DIGITALI O TASTIERA PER L’INSERIMENTO DEL CODICE D’INGRESSO. LA PORTA THERMOSAFE È CERTIFICATA DALL’ISTITUTO IFT ROSENHEIM E HA UNA GARANZIA DI DIECI ANNI.
NUOVI FISSAGGI PROLUNGATI DA ELEMATIC Elematic presenta i nuovi fissaggi prolungati T66 e T88. Certificati con marcatura Ce ed Eta, garantiscono sicurezza, una posa rapida e sono adatti su materiali pieni e forati, quali muratura in calcestruzzo, laterizio pieno, semipieno, forato, blocchi in calcestruzzo alleggeriti e calcestruzzo cellulare. Inoltre, da oggi T66 è certificato anche per il fissaggio antisismico di staffe per facciate ventilate su muratura. Grazie al loro particolare design e alla sofisticata tecnologia di espansione, i tasselli prolungati T66 e T88 sono adatti per applicazioni nell’edilizia come fissaggi di sottostrutture di facciate ventilate, listelli per tetti in legno, travi in appoggio per tettoie e parapetti provvisori anticaduta. Ma non manca la possibilità di utilizzarli anche per fissare telai di serramenti leggeri in alluminio e legno, carpenterie leggere come balaustre, transenne, inferriate o pensiline in vetro metallo; applicazioni civili come caldaie murali, termoconvettori, mensole e mobili pensili; impiantistica elettrica industriale come supporti per canalizzazioni, quadri elettrici a parete, fotovoltaico e staffaggi per antenne. Data la vastità di applicazioni, T66 e T88 differiscono tra loro per i diversi diametri: da 8-10 millimetri per T66 e da 8-10-12-16 millimetri per T88. Stesso dicasi per le lunghezze, da 60 fino a 300 millimetri per T66, e da 80 fino a 270 millimetri per T88. Capaci di resistenza al fuoco R90, gli ancoranti Elematic T66 e T88 sono qualificati, versatili, pratici da installare e affidabili nell’esercizio, assicurando conformità tecnica, sicurezza e ottimizzazione dei costi, in linea con le esigenze dei progetti più avanzati.
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toria di copertina LO C AT E L L I
SIAMO NOI I CAMPIONI DEL CAPPOTTO GIUSTO L’azienda propone prodotti studiati ad hoc per lavori a regola d’arte. Come Isotherm Light, adesivo-rasante cementizio bianco, con sfere di Eps vergine in granulometria di 1 millimetro, che consente di unire alla leggerezza, anche termicità, alta resistenza e ottima scorrevolezza
di Veronica Monaco
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ai successi aziendali a quelli sportivi: Locatelli Intonaci, azienda della provincia di Bergamo specializzata in un’ampia gamma di prodotti per l’edilizia, persegue la sua scelta di sostenere giovani atleti e discipline a contatto con la natura, in uno scenario mondiale dove sostenibilità e futuro costituiscono i temi centrali per un cambiamento sempre più necessario. Proprio per questo, oltre alla testimonial Sofia Goggia, campionessa olimpica di sci, vincitrice della Coppa del Mondo di discesa libera e medaglia d’argento nella discesa libera ai Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, l’azienda ha deciso di puntare per la stagione 2022 anche sulla nuova promessa dello sci alpino italiano, Tommaso Sala. L’amministratore delegato, Pietro Locatelli, spiega a YouTrade com’è maturata la scelta di legare il nome dell’azienda al mondo dello sci e quali slalom l’edilizia si prepara a fronteggiare nei prossimi anni.
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Pietro Locatelli, amministratore delegato Locatelli Intonaci
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Alcuni collanti-rasanti cementizi per cappotti della Linea Illetacol di Locatelli Intonaci
Domanda. La scelta dell’atleta Sofia Goggia come testimonial della Locatelli è stata vincente. Come è nata questa collaborazione? Risposta. Da oltre 15 anni siamo rappresentati da campioni di sci. In passato c’è stato Cristof Innerhofer, oggi Sofia Goggia e per i prossimi due anni a rappresentare Locatelli ci sarà anche il giovane slalomista Tommaso Sala. Una scelta mirata, nata dalla mia grande passione per lo sci, io stesso sono un maestro, e da conoscenze comuni. D. Passiamo all’edilizia: quanto sono importanti i vari bonus fiscali? R. Sono stati determinanti per avviare una ripresa immediata del mercato dopo un decennio di stagnazione. Sicuramente hanno aiutato i produttori e gli altri attori dell’edilizia, aprendo a un momento favorevole per tutti. D. I dati Enea confermano che il superbonus è arrivato circa a quota 30 miliardi solo per i condomini. Siamo sicuri che tutti i lavori siano fatti a regola d’arte? R. I bonus hanno dato una spinta positiva al mercato, ma non c’è abbastanza controllo della qualità e dell’applicazione della regola d’arte, tale da consentire anche all’utente finale di avere la certezza che i lavori siano eseguiti in maniera ottimale. Nonostante l’impulso positivo dettato dall’ecobonus, quindi, credo che la normativa presenti una grave lacuna determinata dall’assenza di un ente che determini la bontà del lavoro svolto e ne garantisca l’efficacia. Molte aziende si sono buttate sul mercato, purtroppo anche imprese che non hanno mai fatto interventi di riqualificazione e si sono improvvisate nel realizzare cappotti. Per questo stimo
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che nei prossimi tre-cinque anni molti lavori andranno rifatti. D. Per i cappotti molti si concentrano sul materiale isolante, ma non basta. Quali sono le caratteristiche necessarie per i rasanti? R. Locatelli punta molto sulla lavorabilità del materiale. Siamo convinti che gli inerti silicei rotondi possano oggi fare la differenza sul mercato. Per questo siamo alla ricerca di materie prime che consentano all’utilizzatore finale di lavorare in maniera meno faticosa e impegnativa nella fase di stesura del prodotto. D. E per i collanti? R. Anche per i collanti cerchiamo la giusta formulazione di resine cellulose e componenti chimiche in grado di offrire all’utilizzatore un prodotto che, oltre a performance e caratteristiche di qualità, presenti anche una buona lavorabilità, che si traduce oltretutto in un vantaggio nei tempi di posa. D. Quali sono i criteri per scegliere il prodotto migliore? R. In realtà è il mercato stesso a determinare la scelta di un certo tipo di prodotto o di materiale. In certe aree geografiche vanno prodotti con granulometrie specifiche, ma più per tradizione che per altre motivazioni. D. Quali altre tipologie di prodotto sono presenti nel vostro catalogo? R. Oltre ai rasanti e ai collanti, la forza di Locatelli è quella di avere 150 prodotti a listino, tutti con marchio Ce. Questo ci permette di non soffrire dei rincari del mercato e di essere presenti con una diversificazione che ci consente sempre di crescere, nonostante la stazionarietà dei prodotti tradizionali come sabbie, cementi, calcestruzzi. I veri protagonisti oggi sono i prodotti speciali, che stanno aumentando notevolmente. Quest’anno stiamo crescendo A p r i l e
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Lo stabilimento produttivo di Ranica (Bergamo) si sviluppa su oltre 28.000 metri quadrati di superficie operativa
quasi del 50% rispetto all’anno scorso, sia a livello di volumi che di fatturato. D. Quali sono dunque oggi i prodotti più richiesti? R. I rasanti e i collanti per cappotto. Il mercato degli isolanti in questo momento è esploso e tutti sono orientati in questa direzione. D. Avete diverse linee di prodotto: quali aree di applicazione coprono? R. Abbiamo sottofondi per pavimentazioni orizzontali, con diverse trasmittanze termiche. Siamo molto qualificati in questo senso perché siamo in grado di offrire una vasta gamma di prodotti, dal massetto tradizionale con asciugamento a 28 giorni, ai massetti ad asciugamento semirapido da otto-dieci giorni, o super rapido da quattro-cinque giorni, che consentono all’operatore di posare parquet o ceramiche in tempi molto brevi. Offriamo anche prodotti per sottofondi verticali, sistema a cappotto, finiture silossaniche e acril-silossaniche con diverse granulometrie, impermeabilizzazioni con guaine bi-componenti cementizie. Insomma, copriamo a 360 gradi tutto quello che può servire per realizzare una casa. D. Ci sono prodotti su cui puntate di più? R. Assolutamente sì. Abbiamo di recente presentato Isotherm Light, un innovativo adesivo-rasante cementizio bianco, con granulometria massima di 1,2 millimetri, che all’interno della sua
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Ogni fase della lavorazione viene monitorata e sottoposta a severi test di verifica
formulazione presenta sfere di Eps vergine in granulometria di 1 millimetro. Questo prodotto unisce leggerezza, termicità, alta resistenza, ottima scorrevolezza e massima resa. È disponibile in sacchi da 20 chilogrammi, ed è molto apprezzato per diverse applicazioni: per l’incollaggio e la rasatura di pannelli isolanti in Eps e lana minerale, per la rasatura fine e a spessore di intonaci irregolari interni ed esterni. È un prodotto che sta andando molto bene, su cui puntiamo molto. D. Avete novità in vista? R. Stiamo lavorando a nuovi progetti per realizzare prodotti ecosostenibili all’interno della gamma dei sistemi orizzontali. Abbiamo A p r i l e
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L’area adibita al packaging e allo stoccaggio
in calendario diversi incontri con il Cnr e stiamo portando avanti degli studi per formulare nuovi prodotti in linea con i requisiti Cam, che quindi prevedono all’interno del materiale un contenuto riciclato, derivante da materie come gomme e plastiche. D. Si parla molto di sostenibilità: qual è la vostra idea? R. Credo ci debba essere un cambiamento a partire dalla produzione delle materie prime. L’efficientamento è determinato dalla quota di CO2 che viene emessa in atmosfera. Se si riescono a realizzare materie prime in maniera più sostenibile, meno energivora e inquinante, questo
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aiuterà il mondo dell’edilizia. L’industria del cemento sta già proponendo prodotti alternativi, a parità di performance, tali da consentire alle stesse cementerie di emettere meno CO2 in atmosfera. In futuro dovremmo lavorare sempre di più in questa direzione. D. Gli aumenti delle materie prime vi stanno causando difficoltà? R. Purtroppo sì. Nonostante la spinta dei bonus, la difficile reperibilità e gli aumenti delle materie prime sono andati a gravare sui margini operativi, su cui hanno inciso anche i rincari dei costi energetici e dei trasporti. Stiamo subendo una serie di aumenti
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che non erano stati considerati, oltre a essere nella condizione di non poter aumentare i listini settimanalmente. Questo è un grosso svantaggio che porta a prenderci carico di aumenti importanti anche per mesi e mesi. D. Per quanto riguarda la logistica, come state facendo fronte all’aumento dei costi di trasporto? R. Il trasporto su gomma è fondamentale per aziende come Locatelli, quindi abbiamo deciso di riconoscere completamente ai nostri trasportatori gli aumenti richiesti, in modo da non far mancare ai nostri clienti prodotti e servizi. Sono comunque convinto che sia una fase transitoria. D. In quali zone d’Italia distribuite?
I magazzini sono costantemente riforniti e assicurano velocità e precisione di consegna
R. Distribuiamo in Toscana, Piemonte. Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Abbiamo anche qualche collaborazione attiva in Sicilia, con alcuni clienti storici che lavorano con noi da 40 anni. D. Come comunicate con i distributori di materiali per edilizia? R. Oltre alla comunicazione sulle riviste specializzate, organizziamo numerosi corsi di formazione. Per il momento, a causa del covid, abbiamo deciso di continuare ancora online su piattaforme digitali, realizzando con i nostri distributori delle call in cui offriamo consulenze tecniche. Ma non solo: la spinta dei bonus ha fatto emergere l’esigenza di una consulenza specialistica anche sulla normativa fiscale. D. Quanto è necessaria la formazione per i distributori? R. È fondamentale per individuare ciò che serve veramente per vendere il prodotto. Nel mare magnum di prodotti disponibili sul A p r i l e
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Costante ricerca e speri mentazione sono le basi di prodotti sempre nuovi, in grado di rispondere alle esigenze del mercato
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Strumentazione per test di verifica dei prodotti
mercato, il distributore non saprebbe cosa proporre. Ci sono troppi prodotti, spesso anche molto simili tra loro, e la vastità delle proposte non fa altro che confondere le idee all’utilizzatore. D. I distributori spesso si lamentano di essere bypassati dai produttori. Che cosa risponde? R. Da 40 anni Locatelli serve i distributori edili e lo farà anche in futuro. La nostra posizione è chiara e sincera: sono convinto che la distribuzione ha la capillarità e una capacità di servizio che a noi produttori è preclusa. A p r i l e
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D. Come immagina il mercato dell’edilizia nei prossimi anni? R. Sicuramente ci sarà un rallentamento, a causa dei bonus che andranno a scemare, ma sono convinto che il mercato non si fermerà mai. Le nuove direttive mondiali ed europee verso la decarbonizzazione e la maggiore sensibilizzazione alla sostenibilità porteranno l’edilizia a diversificarsi, con una ricollocazione dei volumi a vantaggio delle soluzioni in grado di rendere più efficienti le abitazioni, quindi sistemi a cappotto e sistemi a secco. In questo senso ci sarà lavoro per i prossimi dieci anni. D. Il mercato della riqualificazione è condizionato anche dai privati. Questo che cosa comporta? R. Con la situazione che c’è al momento, il privato è molto sensibile ai prezzi. Purtroppo, con questi aumenti è il consumatore finale che alla fine paga lo scotto e rischia di diventare la parte lesa. D. Quali sono dunque le azioni più urgenti da intraprendere? R. Ricerca di prodotti innovativi e materie prime riciclate, sistemi di produzione meno energivori e inquinanti, promozione dell’economia circolare e formazione del personale per una maggiore sicurezza in cantiere e negli stabilimenti. D. Qual è il vostro rapporto con l’economia locale? R. Locatelli sponsorizza iniziative locali, oltre a essere sensibile alle ripercussioni della propria logistica sul territorio. Per questo abbiamo attivato un filo diretto con i comuni adiacenti per continuare a lavorare senza nessun tipo di problema. D. Qual è l’obiettivo immediato? R. Collocare la Locatelli Intonaci in una posizione che le permetta di essere protagonista assoluta del mercato. E nei prossimi anni desidero portarla a livelli ancora più alti.
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COSÌ IL CAPPOTTO È ANCORA PIÙ VERDE L’azienda del gruppo Cromology lancia sul mercato Thermophon PV-Eco Green, il primo sistema isolante per superfici esterne a basso impatto ambientale, certificato Eta, in grado di ridurre in maniera significativa le emissioni di anidride carbonica di Veronica Monaco
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ostenibilità ambientale, riduzione delle emissioni inquinanti, efficienza energetica, riciclo e riuso, economia circolare: sono concetti che stanno entrando sempre più a far parte della vita quotidiana delle persone e delle aziende, anche nel mondo delle costruzioni. Anzi, è proprio qui che si gioca la vera partita. Basti pensare che il comparto residenziale, da solo, produce il 40% di tutte le emissioni di CO2 prodotte in Europa. Oppure che in Italia, con 17,5 milioni di case riscaldate a gas metano, il settore residenziale è responsabile del 64% della quantità di polveri sottili Pm25, del 53% di Pm10 e del 60% di monossido di carbonio. Ridurre l’impatto ambientale degli edifici e abbattere il consumo di energia necessario per il riscaldamento e condizionamento diventano dunque elementi fondamentali per costruire qualsiasi strategia di transizione ecologia e decarbonizzazione. Un importante contributo in questo senso è offerto dai sistemi di isolamento a cappotto, che consentono di trasformare una casa energivora in un’abitazione performante e a minore impatto ambientale. Ma c’è chi ha fatto un passo in più, portando la sostenibilità a un livello successivo. È il caso di Settef, brand del Gruppo Cromology specialista della facciata e del cappotto, che ha lanciato sul mercato il primo sistema di isolamento termico
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Stratigrafia Thermophon PV-Eco Green. In basso a sinistra, il pannello Thermophon Grigio Eco Green
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Alessandro Siragusa, direttore tecnico Cromology Italia. A sinistra, il direttore marketing Matteo Beretta. Sotto, la sede Cromology Italia a Porcari (Lucca)
a cappotto a basso impatto ambientale certificato Eta, in grado di ridurre in maniera significativa le emissioni di anidride carbonica. «Cromology investe costantemente nello sviluppo di prodotti ad elevate prestazioni tecniche con l’obiettivo di progettare un futuro sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e delle persone», premette Matteo Beretta, direttore marketing Cromology Italia. «E il nuovo sistema a cappotto è un ulteriore passo in avanti nella nostra strategia che riconosce nella sostenibilità ambientale uno dei suoi valori fondamentali».
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LA NOVITÀ Il nuovo cappotto sostenibile di Settef si chiama Thermophon PVEco Green. Cuore del sistema è il pannello Thermophon Grigio Eco Green realizzato con Neopor Bmbcert di Basf, ovvero la versione Biomass Balance del polistirene espandibile con grafite (Eps) Neopor. «Il pannello Thermophon Grigio Eco Green ha le stesse misure di un pannello standard 50x100 centimetri ed è disponibile in un’ampia varietà di spessori in funzione dell’applicazione finale», spiega Alessandro Siragusa, direttore tecnico dell’azienda. «Il
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pannello ha un coefficiente lambda di 0,003 W/mk, è omologato Ead 040083-00-0404 ed è conforme alle norme En 13163:2017 e 13499: 2005. In più ha il vantaggio di essere prodotto con isolante 100% riciclato, superando di gran lunga i valori minimi fissati dai Criteri ambientali minimi richiesti per l’accesso agli incentivi previsti dal superbonus 110%». Un risultato di prim’ordine certificato anche in classe A+ da Bureau Veritas secondo lo schema ReMade in Italy, la prima certificazione ambientale di prodotto accreditata in Italia e in Europa per la verifica del contenuto di materiale riciclato dalla produzione al prodotto finito. FONTI RINNOVABILI «Thermophon Grigio Eco Green mantiene le qualità e proprietà tecniche e prestazionali del pannello tradizionale, ma è realizzato con materie prime derivate da fonti rinnovabili, prodotte con l’ausilio di biomasse e combustibili non fossili», aggiunge Siragusa. Con il metodo Biomass Balance, infatti, tutte le fonti fossili necessarie per la produzione di Neopor sono interamente sostituite da rinnovabili certificate e sostenibili, ovvero da biomassa, come rifiuti organici e scarti di produzione, e rispettivamente attribuite ai prodotti finali utilizzando lo schema di certificazione internazionale RedCert2. «Andare alla ricerca di materie prime prodotte in maniera più sostenibile è il vero punto di partenza della strategia di Cromology che punta a migliorare il profilo ambientale di tutti i suoi prodotti, dal sistema di isolamento termico alla gamma di pitture e vernici per edilizia», commenta Beretta. «Si può scegliere di realizzare un prodotto sostenibile, oppure si può guardare al suo intero ciclo di vita, partendo dalle materie prime: come vengono estratte, come sono trasformate, come vengono distribuite e infine
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smaltite. Cromology ha deciso di interpretare la sostenibilità in una maniera molto più ampia, aumentando il proprio spettro di interesse a tutte le fasi della produzione. In questo senso si inserisce anche il percorso per l’ottenimento delle certificazioni Epd, un approccio che il gruppo intende estendere a tutte le categorie di prodotto, non solamente ai sistemi di isolamento termico». SOSTENIBILITÀ Il nuovo sistema a cappotto Thermophon PV–Eco Green è dunque solo la prima, di una lunga serie di novità, che Settef ha in serbo per un mercato delle costruzioni sempre più green. «L’edilizia sta cominciando a muovere i primi passi in questa direzione, ma c’è ancora tanta strada da fare. Per questo abbiamo voluto posizionarci come trend setter, lanciando per primi questo sistema a cappotto innovativo, a dimostrazione che la sostenibilità è uno dei pilastri della strategia di Cromology e dei suoi marchi», spiega il responsabile tecnico. Un percorso condiviso anche con il colosso della chimica Basf, fornitore corporate di lungo corso con cui il gruppo ha instaurato una partnership a più livelli: «Nostro fornitore per diverse materie prime, Basf sta intraprendendo un percorso di sostenibilità con un occhio orientato al futuro. L’azienda è rimasta stupita della nostra strategia e ci ha proposto di condividere questo percorso, una sfida che abbiamo accettato di buon grado. Siamo partiti con il nuovo cappotto Thermophon PV-Eco Green, ma nei prossimi tempi ci saranno altre novità». Nuove soluzioni che al momento rimangono top secret, ma il cui punto sostanziale rimane uno solo: minor impatto ambientale a garanzia di prestazioni. «Questa è la vera sfida: garantire prestazioni standard con prodotti più sostenibili e realizzati con metodi di produzione A p r i l e
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meno impattanti. Esattamente quello che, grazie alla tecnologia sviluppata da Basf, abbiamo messo a punto con Thermophon PVEco Green», sottolinea Beretta. Un prodotto certamente sostenibile, che risponde però anche a un altro obiettivo: la necessità di differenziarsi sul mercato. «Nell’attuale arena competitiva, la bulimia di materie prime sta trasformando il mercato in una corsa alla disponibilità. Proprio per questo, la scelta di Settef di investire tempo e risorse per studiare soluzioni sostenibili che permettano una differenziazione apprezzabile sul mercato, non può che garantire un vantaggio competitivo nel medio periodo, anche quando sarà chiuso il capitolo dei bonus. E i professionisti più evoluti lo hanno capito». OLTRE I BONUS Il pannello Thermophon Ecogreen arriva sul mercato con le stesse dinamiche dell’Eps standard. «Sicuramente le vendite di isolanti sono molto condizionate dal contesto attuale», continua Beretta, «ma i distributori più evoluti hanno capito la nostra strategia e ci stanno seguendo in questo progetto. Anche perché grazie questo nuovo approccio, i rivenditori possono costruire relazioni di valore che in futuro saranno linfa vitale in un contesto di mercato non più dopato dai bonus». Il boom dei sistemi a cappotto innescato dal superbonus, oltre a portare a un aumento esponenziale della domanda di materiali isolanti, con i suoi pro e contro, ha avuto anche un innegabile effetto positivo, creando l’humus ideale per la diffusione di nuove soluzioni ad alto valore aggiunto, come quella appena lanciata da Settef: «Grazie ai superbonus tutti hanno imparato a conoscere il cappotto. Abbiamo voluto sfruttare l’onda degli incentivi per far passare un messaggio importante: è vero A p r i l e
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che il cappotto produce un risparmio energetico e rappresenta una soluzione sostenibile per il futuro, ma dobbiamo pensare anche alla sostenibilità dei materiali con cui è realizzato. Potendo realizzare un sistema di isolamento termico a cappotto svincolato da mere logiche di prezzo, i bonus hanno contribuito ad aumentare la sensibilità delle persone nei confronti della sostenibilità dei prodotti che scelgono di applicare nella propria casa», spiega Siragusa. «Tuttavia, sono emerse anche molte imprese appaltatrici improvvisate e vediamo molti errori di applicazione. Il nostro ruolo è anche quello di supportare le imprese e i clienti nel trovare l’impresa giusta, certificata, offrendo supporto durante la posa in cantiere». POSA CERTIFICATA Il nuovo cappotto Thermophon PV-Eco Green non richiede competenze particolari per essere applicato, a patto di essere realizzato a regola d’arte secondo le direttive del manuale di riferimento per la corretta posa realizzato da Cortexa, progetto associativo nato nel 2007 per sviluppare informazione e formazione e veicolare, diffondere e condividere la cultura dell’isolamento a cappotto e dell’edilizia. Una corretta applicazione è, infatti, un tassello fondamentale a garanzia delle prestazioni del sistema e dell’intervento finale di riqualificazione ed efficientemento energetico: «In qualità di produttori il nostro obiettivo è proporre prodotti sempre più sostenibili, con prestazioni garantite. Tuttavia, anche la posa deve rispondere a standard qualitativi che permettano ai prodotti di esprimere tutte le loro potenzialità. L’applicazione fa la differenza, non possiamo non prendere in considerazione questo passaggio. Per questo Cromology ha potenziato la scuola di formazione per fornire competenze qualificate e certificate secondo le norme
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Magazzino di Cromology Italia. A destra, tecnici del colore al lavoro
Uni», chiarisce il direttore marketing del gruppo. CromoCampus è il Centro di Formazione di Cromology Italia dedicato ai professionisti dell’edilizia e del colore. Il programma dei corsi si rivolge ai rivenditori, applicatori, progettisti e tecnici-commerciali, proponendo un calendario ricco di incontri formativi legati ai brand del gruppo. Inoltre, la scuola di formazione di Cromology mette a disposizione corsi di preparazione per la certificazione delle competenze, in collaborazione con l’Istituto Giordano, ai fini del rilascio della certificazione per le figure professionali di posatore di sistema a cappotto, ai sensi della norma Uni 11716, e di pittore edile, ai sensi della norma Uni 11704. Il superamento dell’esame consente al professionista di essere inserito nella sezione dei professionisti certificati sul sito dell’Istituto Giordano, un elenco che permette anche ai rivenditori di avvalersi di una rete di posatori di qualità. «Abbiamo tre sedi formative a Porcari (Lucca), Resana (Treviso) e Catanzaro, per supportare il business dei distributori in tutta Italia», aggiunge Siragusa. «Ma siamo a disposizione anche per svolgere attività di formazione direttamente presso le sedi dei rivenditori. Oltre alla formazione professionale, CromoCampus organizza anche numerose attività di promozione tecnica, convegni e webinar dedicati al mondo della progettazione e degli studi di architettura». ASSISTENZA TECNICA Con l’obiettivo di intercettare tutti gli attori della filiera delle costruzioni, Cromology ha all’attivo anche un intenso rapporto di collaborazione con chi gli edifici li costruisce e li progetta. «Seguiamo i progetti in tutt il loro ciclo di vita», spiega il direttore tecnico. «Ci occupiamo dell’attività di prescrizione, andando direttamente sui cantieri per supportare i progettisti nella scelta dei prodotti e dei sistemi da utilizzare in relazione alle caratteristiche dell’intervento. Inoltre, supportiamo la fase di posa in opera, verificando che l’impresa stia lavorando secondo la regola d’arte e
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forniamo consulenza tecnica in caso di eventuali problematiche. Abbiamo una squadra che opera in tutta Italia, quindi siamo in grado di coprire tutto il territorio nazionale». E grazie al nuovo Thermophon PV-Eco Green l’azienda può vantare una marcia in più, anche nei confronti dei requisiti ambientali richiesti negli appalti pubblici e negli interventi con superbonus 110%. «Thermophon PV-Eco Green è il primo sistema a cappotto sostenibile con certificazione Eta, il benestare tecnico europeo a garanzia delle prestazioni di isolamento. Inoltre, è certificato in classe A+ secondo lo schema ReMade in Italy da Bureau Veritas, come prodotto isolante contenente fino al 100% di riciclato, ben oltre il limite fissato dai Cam, che fissano la percentuale tra il 10 e il 60%, in funzione della tipologia del prodotto e della tecnologia adottata per la produzione. Infine, il sistema possiede la Dichiarazione ambientale di prodotto Epd. Insomma, un cappotto veramente in linea con il trend attuali in termini di prestazioni e di impatto ambientale», aggiunge Siragusa. Un asso nella manica che Settef ha saputo calare sfruttando l’onda lunga dei bonus sulla richiesta di isolanti. «L’enorme richiesta innescata dal superbonus ha fatto impennare la domanda di sistemi a cappotto, innalzato i prezzi e creato anche un’emergenza sul fronte delle materie prime. Il vantaggio di essere parte di un grosso gruppo internazionale ci ha permesso di accedere a risorse e spostare volumi dalle altre consociate all’Italia. Inoltre, nonostante la mancanza di materie prime, grazie a un intenso lavoro di ricerca e sviluppo siamo riusciti a garantire sempre il prodotto ai nostri clienti», commenta il responsabile tecnico di Cromology. E per il 2022? «Il perdurare dei bonus continuerà a supportare l’edilizia, e in particolare la ristrutturazione delle facciate», prospetta il direttore marketing. «Probabilmente vedremo un assestamento dal punto di vista dei volumi, ma in termini di mercato il 2022 sarà in linea con l’anno precedente. Sempre al netto di eventi esogeni impattanti che possano condizionare in maniera decisiva l’economia mondiale». A p r i l e
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L’azienda orobica continua a innovare e lancia la potente centralina elettronica FX990 installata a bordo della nuova generazione di gru della linea Techno. Si basa su funzioni intelligenti e su logiche di robotica, che rendono le macchine più sicure e performanti di Veronica Monaco
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onsegna manufatti in cantiere, movimentazione di macchinari e materiali, costruzione infrastrutture stradali e ferroviarie, operazioni di potatura in quota e silvicoltura: le gru articolate Fassi, con più di 60 modelli disponibili in 30 mila configurazioni, offrono una soluzione customizzata per ogni esigenza. Anche per il mondo dell’arte: lo scorso novembre, nei pressi del 7 World Trade Center a New York, una gru Fassi è stata infatti protagonista dell’installazione della scultura astratta Jasper’s Split Star di Frank Stella, artista icona della pop art. Realizzate esclusivamente su commessa all’interno degli undici stabilimenti Fassi distribuiti sul
territorio italiano, le macchine sono seguite in tutto il loro ciclo di vita: dal foglio di lamiera alla componentistica, dall’assemblaggio al collaudo finale, per offrire la massima qualità del prodotto e un rigido controllo sulle performance e la sicurezza. Un centro logistico centralizzato gestisce e automatizza lo stoccaggio delle gru e dei ricambi, mentre i dealer Fassi nel mondo dispongono di officine organizzate per proporre ai clienti gli allestimenti più adeguati e un’assistenza completa di vendita, manutenzione e supporto tecnico. Oltre all’ampia gamma di soluzioni disponibili, Fassi Gru è costantemente al lavoro per cogliere le nuove sfide del settore, che vanno dalla diminuzione della tara delle macchine per risparmiare sui consumi di
Il nuovo modello di gru Fassi F1450R-HXP della gamma Techno. Nella pagina accanto, da sinistra, Mauro Dellacasa, responsabile commerciale Italia di Fassi Gru, e il marketing manager Silvio Chiapusso
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Imprese
Le macchine in costruzione nello stabilimento Fassi Gru di Albino (Bergamo)
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carburante, argomento quanto mai attuale, e ottenere una migliore efficienza d’esercizio dell’autocarro, fino alla ricerca di nuovi dispositivi elettronici per il controllo intelligente dei mezzi. Tra questi il nuovo sistema elettronico di controllo FX990 che caratterizza la nuova gamma di gru Techno, inaugurata al Gis di Piacenza lo scorso anno con il lancio del modello Fassi F1450R-HXP, ora implementata con il modello F1750R-HXP con sbraccio fino a 31,80 metri. Ne parliamo con Mauro Dellacasa, responsabile commerciale Italia di Fassi Gru, e il marketing manager Silvio Chiapusso. Domanda. Fassi Gru è stata la prima azienda del settore sollevamento ad abbinare l’uso intelligente delle gru articolate con l’impiego di smartphone. Da allora la tecnologia si è evoluta fino alla nuova centralina FX990: di che cosa si tratta? Silvio Chiapusso. Fassi Internet of Cranes è sistema integrato di lettura e di raccolta dati in tempo reale, che permette di effettuare diagnosi in remoto sul funzionamento della gru. Oggi quella tecnologia è stata implementata con la potente centralina elettronica FX990 installata a bordo della nuova generazione di gru Techno. Questa importante innovazione si basa su funzioni intelligenti e su logiche di robotica per la movimentazione che rendono le gru ancora più sicure e performanti. A tutto questo si aggiungono, altra novità assoluta, due linee Ethernet che ne ampliano ulteriormente la connettività e la potenza di elaborazione e un incremento di risorse delle linee Can-Bus dedicate ai sensori, ai comandi e alla connessione del veicolo. Un cuore elettronico di nuova generazione, che non è disponibile presso i nostri concorrenti, e che permette di gestire da remoto la diagnostica, sia in cantiere che presso le nostre officine autorizzate.
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Mauro Dellacasa. Sul mercato nazionale questa tecnologia consente di sfruttare gli incentivi Industria 4.0, pensati per sostenere chi decide di investire in beni strumentali con dispositivi e tecnologie di ultima generazione, come la geolocalizzazione. Risultato finale di studi che abbiamo intrapreso più di dieci anni fa, la nuova connettività della centralina FX990 consente di trasmettere dati e informazioni di valore sia per il cliente che per il sistema stesso, permettendo un continuo dialogo tra macchine, operatori e casa madre proprio per continuare a lavorare in maniera sinergica.
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Imprese
UNA MULTINAZIONALE MADE IN BERGAMO
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«Tutto inizia con Franco Fassi nel 1955. Lo stabilimento di Albino
mondo, Fassi Gru fa parte di un gruppo che conta sette società, un
(Bergamo), oggi sede della società, prima era l’officina dell’attività di
fatturato consolidato di oltre 400 milioni e più di 1000 dipendenti. «Dal
famiglia, dedicata alla costruzione di camion e allestimenti. Ed è proprio la
2013 Fassi ha concretizzato una serie di importanti acquisizioni, tra cui la
prima gru arrivata dalla Svezia, e allestita per un cliente, che ha acceso nel
storica azienda francese Marrel, leader nella produzione di allestimenti
fondatore l’idea di costruire da zero queste gru anche in Italia», racconta
scarrabili e multibenne, che ha permesso al gruppo di ampliare il proprio
Silvio Chiapusso, marketing manager dell’azienda. «Così nel 1965 è
business», aggiunge il responsabile commerciale per l’Italia, Mauro
nata la prima gru idraulica a marchio Fassi e da subito sono state aperte
DellaCasa. «Successivamente, nel 2017 è stato completamente rilevato il
le prime concessionarie anche all’estero. Già all’inizio degli anni Settanta
gruppo svedese Cranab (che comprende le controllate Cranab, Slagkraft,
le gru Fassi avevano conquistato il mercato europeo. In maniera molto
Vimek e Bracke Forest ndr), specializzato in attrezzature forestali. Con
lungimirante, negli anni in cui la lira subiva un processo di svalutazione,
loro abbiamo sviluppato nuove gru per autocarro destinate al settore
Franco Fassi ha investito nei macchinari di produzione e nella rete
della silvicoltura e della raccolta rifiuti, che ci stanno aprendo nuove
vendita, espandendosi anche sul fronte dell’internazionalizzazione,
opportunità e consentono ai nostri concessionari di offrire ai clienti una
in largo anticipo rispetto ai tempi». Presente in oltre 60 mercati del
gamma di soluzioni ancora più completa».
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Area di lavoro
D. Avete altre novità in serbo per il 2022? Mauro Dellacasa. Dopo il lancio al Gis di Piacenza della gru Fassi F1450R-HXP, quest’anno abbiamo presentato la nuova F1750R-HXP, secondo modello della nuova generazione di gru Techno. Abbiamo in programma di lanciarne una terza nel corso dell’anno, caratterizzata da una maggiore capacità di sollevamento. D. Quali sono i vantaggi di queste novità rispetto ai modelli precedenti? Silvio Chiapusso. Partiamo dai vantaggi strutturali. Con la nuova generazione di gru Techno abbiamo introdotto la sezione decagonale dei bracci sfilabili telescopici. Questa soluzione consente di raggiungere una migliore performance in tutte le configurazioni di sollevamento possibili, in particolare nelle prestazioni verticali. Oltre a migliorare la capacità di sollevamento, non siamo andati a incidere sulla tara della macchina. Siamo riusciti a mantenere contenuto il peso della gru e questo è molto significativo in un’ottica di sostenibilità e di risparmio carburante. Mauro Dellacasa. Questa nuova tecnologia riguarda in primis le gru con elevate capacità di sollevamento, dove è particolarmente apprezzata in quanto rispetta tutta una serie di condizioni tecniche non indifferenti, in termini di parametri di sicurezza e prestazioni, anche in abbinamento agli autocarri. Per esprimere le sue massime prestazioni la macchina deve essere stabilizzata e garantire tutta una serie di controlli per rispettare pesi, altezze, allestimenti. In questo senso il nuovo sistema Techno dispone di una sensori integrati alla nuova unità di controllo conformi agli indirizzi della Direttiva macchine e ai prossimi requisiti previsti dalla A p r i l e
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norma En12999 che entrerà in vigore nel 2023. D. Parliamo di prodotti speciali: è possibile customizzare i bracci meccanici? Silvio Chiapusso. Da sempre le gru articolate prevedono svariati accessori come ad esempio la prolunga idraulica e tutta una serie di device a seconda dell’uso a cui è destinata la macchina. Queste sono customizzazioni che il mercato ha sempre richiesto. Poi, ci sono le customizzazioni messe a punto in loco in funzione dell’area di lavoro. Mauro Dellacasa. Molto richiesta è la possibilità di allestire una piattaforma aerea in cima alla gru, così da trasformare la macchina in mezzo di sollevamento e movimentazione. Grazie ai nuovi sensori, nello specifico quelli che soddisfano i criteri di sicurezza imposti dalla En13849, e al relativo software di sicurezza, è rispettata anche la norma En280 per l’utilizzo della gru con piattaforma o cestello. Ne consegue che tutte le gru della nuova gamma Techno, per la parte di stabilizzazione, sono già predisposte al sollevamento persone. D. Come si declina la sinergia con chi opera gli allestimenti? Mauro Dellacasa. La sinergia è al top. Quando l’ufficio tecnico rilascia i disegni per la costruzione della gru, i dati della macchina sono recepiti automaticamente all’interno di un programma, che è aggiornato quotidianamente e sposa le svariate composizioni (sfili, prolunghe idrauliche, piattaforme aeree) con gli autocarri a disposizione. È così generata la controtelaiatura che connette la gru e il camion e dona la massima stabilità al mezzo. A loro volta i nostri concessionari, attraverso i loro tecnici interni, seguono le indicazioni della casa madre nel montaggio delle macchine. Fassi Gru ha 25 concessionari che distribuiscono su tutto il territorio nazionale, 18 di questi sono anche costruttori e allestitori di prodotto
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D. Entriamo nello specifico del settore edilizia e costruzioni: chi sono i vostri principali clienti? Mauro Dellacasa. Principalmente i rivenditori di materiali edili e le imprese edili. Chi si occupa di costruzioni solitamente chiede macchine da cantiere corredate di gru per la movimentazione dei materiali, mentre per le imprese che si occupano di ristrutturazione, che devono arrivare anche a quote elevate per il rifacimento di gronde o terrazzi, sono preferite macchine allestite con piattaforme aeree, che spesso sostituiscono la semplice gru. Dopo uno stop durato sei-sette anni, la distribuzione edile è ripartita con una marcia in più. Ci sono rivenditori che hanno visto la potenzialità della diversificazione e dispongono di tutta la gamma delle macchine. C’è da dire che nel nostro settore il noleggio è sempre vincolato alla tipologia di autocarro. Infatti, non è possibile noleggiare conto terzi oltre un determinato tonnellaggio, pari a 35 quintali di peso complessivo a pieno carico. A differenza dei nostri cugini che costruiscono piattaforme aeree, dove il noleggio consente di arrivare ben oltre tali parametri, ciò comporta sempre un compromesso sulla tipologia di macchine che è possibile destinare al noleggio a freddo, ristretta agli autocarri guidabili con patente B, con gru fino a 8 metri e portata 1.000 chilogrammi. Per questo motivo, i grandi clienti preferiscono comprare ancora direttamente i mezzi, anche se poi subappaltano tutti gli interventi di manutenzione. Andiamo sempre più verso il servizio e una ramificazione territoriale dell’assistenza. D. Qual è l’aspetto tecnico che apprezzano di più i clienti rivenditori? Mauro Dellacasa. L’aspetto tecnico è un elemento preso in considerazione più che altro dagli operatori finali. Il rivenditore guarda ancora al prezzo, ma ultimamente sta apprezzando sempre più il servizio, non A p r i l e
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solo in termini di assistenza, ma anche di documentazione aggiornata. Il rivenditore vede in Fassi Gru una realtà che garantisce un affiancamento costante, che va dall’allestimento al rispetto di tutti i parametri di sicurezza e la documentazione tecnica. Un partner in grado di garantirgli che l’investimento fatto sia ottimizzato al massimo. Silvio Chiapusso. Ottimizzare l’investimento, e sfruttare le performance che la macchina è in grado di offrire anche nelle situazioni più critiche. Un vantaggio non solo per l’operatore che in quel momento sta utilizzando la macchina, ma per tutto lo staff che sta lavorando nel cantiere. D. Quindi l’assistenza è fondamentale? Mauro Dellacasa. Il servizio di consulenza e assistenza è importantissimo. Dedicare tempo alla formazione degli operatori nell’utilizzo delle macchine, per fruttarle al massimo delle loro potenzialità, non può che dare valore al lavoro finale, all’utilizzatore e al prodotto stesso. Le nostre gru durano anche 30 anni, ma è fondamentale ottimizzare l’investimento con una formazione adeguata.
Il magazzino
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D. Parliamo allora della formazione: come è organizzata in Fassi Gru? Mauro Dellacasa. Per quanto riguarda la formazione interna, Fassi Gru svolge un costante lavoro di aggiornamento rivolto a tutta la rete vendita tecnica e commerciale. Con il covid, le attività non si sono fermate, anzi abbiamo sfruttato le opportunità della rete per proseguire in questa iniziativa e stiamo completando l’ultimo ciclo di formazione con esami finali in presenza per il rilascio del mandato di officina autorizzata. In aggiunta a queste iniziative, da diversi anni partecipiamo alle attività dell’associazione Crg, Centro Revisione Gru, di cui siamo soci. L’associazione si occupa di officine specializzate in manutenzione, riparazione e revisione degli apparecchi montati sugli autocarri, come gru da carico, piattaforme aeree di qualunque marca e tipo. Tramite il Crg abbiamo organizzato ulteriori corsi di formazioni dedicati ai nostri soci. Per quanto riguarda invece la formazione agli operatori, siamo stati i primi ad avere spazi dedicati, prima ancora dell’Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012. Grazie a un’intesa stipulata con l’Inail abbiamo cominciato a formare i nostri concessionari, che a loro volta volevano fare gli istruttori. Quando è entrato in funzione l’Accordo Stato Regioni e sono diventati obbligatori i corsi di formazione per gli operatori gru, ai fini del rilascio del cosiddetto patentino, ci siamo attrezzati con un’area dedicata e uno spazio all’esterno per le prove pratiche. È durata circa un anno, poi corporazioni e associazioni hanno preso il controllo di questo settore e noi siamo usciti dal gioco. Siamo disponibili però a riprendere in mano questo discorso. D. Un problema delle aziende è il reperimento di manodopera specializzata: lo riscontrate anche voi? Mauro Dellacasa. Fassi Gru attiva numerosi stage con giovani provenienti dalle scuole professionali di secondo livello. Poi, abbiamo collaborazioni con giovani ingegneri e disegnatori, con una formazione più delineata. Diciamo che, a differenza del distretto che va da Cesena a Piacenza, in cui c’è un continuo ricambio di offerta e domanda di personale specializzato nella meccanica, nel nostro comparto, composto per lo più di aziende di stampo tessile, si fa più fatica. Anche per noi che siamo una delle più grandi aziende produttrici della Val Seriana (Bergamo). E anche i concessionari fanno fatica a trovare personale formato. D. Tra e varie criticità che caratterizzano il momento attuale, quale vi preoccupa di più? Mauro Dellacasa. A parte la guerra, che conoscevo solo dai racconti dei miei nonni, quello che ci turba di più è l’incognita sui tempi di consegna. Nel nostro settore le gru sono costruite sul venduto: sono talmente tante le variabili che non è possibile ordinare le macchine a stock. Normalmente i tempi, tra allestimento e lavorazione, non andavano oltre i sei mesi. Oggi vendi una attrezzatura e la consegni anche fra 14 mesi. Manca la componentistica, mancano i camion, e i tempi si dilatano. Logisticamente e finanziariamente è un problema non indifferente. Un’altra incognita è quella degli aumenti: se rimangono ai livelli attuali va ancora bene, se peggioreranno saranno guai seri. D. Che cosa prevedete per il 2022? Mauro Dellacasa. Abbiamo chiuso il 2021 con ordini per 1.900 gru in Italia e ne abbiamo consegnate 1.300. Abbiamo un «tesoretto» di 600 macchine, e a fine marzo abbiamo portato a casa altri 600 ordini. Il fatturato consolidato del 2021 è stato di oltre 400 milioni di euro, di cui 35 realizzati sul mercato italiano, dove per quest’anno penso sfioreremo ancora un fatturato tra i 30 e i 33 milioni di euro.
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Imprese UNIFIX
SERVIZI SMART PER LE RIVENDITE 15 4
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L’azienda atesina ha grandi progetti, a partire dall’obiettivo di diventare influencer, cioè punto di riferimento per il mercato. Così, per crescere ancora assieme ai suoi clientipartner progetta di integrare le vendite online con punti di ritiro hi-tech 24/7 di Valentina Anghinoni
C
Da sinistra, Giovanni Leonardi, Gernot Seebacher e Massimo Baraldi
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on un’esperienza di oltre 40 anni nel mercato italiano Unifix, azienda con sede a Terlano, in provincia di Bolzano, è oggi uno degli stakeholder più evoluti nel mondo delle rivendite di edilizia e della ferramenta specializzata, delle carpenterie legno, della grande distribuzione, del settore elettrico ed Its. L’attenzione al cliente si concretizza nell’ampio ventaglio di servizi offerti, dall’efficienza logistica alla formazione, dal presidio della rete vendita su tutto il territorio (isole comprese) alle nuove iniziative per aiutare le rivendite edili ad avvicinarsi al mondo del digitale senza più timori. Una cosa è certa: in questo periodo così turbolento per il mercato edile e non solo, i vertici dell’azienda hanno chiari i propri obiettivi per il futuro e anche quali saranno le qualità indispensabili per continuare a crescere e distinguersi, insieme ai propri clienti-partner. YouTrade ne ha parlato con Gernot Seebacher (amministratore delegato), Massimo Baraldi (responsabile marketing) e Giovanni Leonardi (responsabile vendite). Domanda. Unifix è stata fondata nel 1980 a Terlano, nella provincia di Bolzano. Che legame avete con il territorio? Seebacher. L’azienda è altoatesina e in quanto tale è molto legata ai valori del territorio, che ci accompagnano da oltre 40 anni: la voglia di fare bene e di vivere in un contesto ordinato. QuestoGiovanni tipo diLeonardi, disciplina Da sinistra, Gernot Seebacher e Massimo Baraldi e professionalità lo trasportiamo verso tutto il mercato nazionale delle rivendite edili. D. Avete delle iniziative riservate solo all’Alto Adige? Seebacher. No, il nostro modello ci vede operare nel mondo della rivendita tradizionale, principalmente edile, seguendo il medesimo principio, quello cioè di venire incontro alle esigenze particolari di ciascuna rivendita edile, a prescindere dalla regione di provenienza. Molto spesso le esigenze di una rivendita edile di Bolzano si avvicinano a quelle di una rivendita di Milano. D. Che cosa è cambiato dal periodo pre-covid a oggi nella vostra organizzazione e nella vostra proposta commerciale? Seebacher. Più che la proposta commerciale, abbiamo imparato a lavorare meglio, sfruttando il potenziale offerto dalla tecnologia. Abbiamo accelerato e investito sul digitale, in particolare attraverso la creazione di due show room digitali, pensati per restare in contatto con i nostri clienti anche quando non è possibile incontrarsi di persona. D. Che tipo di prodotti avete nel vostro show room? Seebacher. Il core della nostra proposta è costituito da viteria, viteria
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Imprese
Giovanni Leonardi, Gernot Seebacher e Massimo Baraldi nella sala di accoglienza delle sede Unifix. Sotto, Sala Consulive
strutturale e fissaggio. Siamo nati come azienda specializzata nel mondo del fissaggio e vogliamo continuare a sviluppare le nostre competenze in questo settore. D. Come è organizzato lo spazio nello showroom? Seebacher. La sala mostra è predisposta per esprimere al meglio i concetti di alta rotazione che promuoviamo presso i nostri clienti. Attraverso un assortimento studiato ad hoc e a un’esposizione in grado di assicurare il massimo rendimento per metro quadro, riusciamo a migliorare le performance di vendita delle rivendite edili. Insomma, vogliamo semplificare il lavoro del nostro cliente rivenditore, sia attraverso il supporto fornito dalla nostra rete vendita, sia attraverso una formazione articolata su concetti di vendita e di visual merchandising sviluppati ad hoc, caso per caso. D. Quali sono i prodotti più interessanti per il mercato?
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Seebacher. Tutti i prodotti riguardanti il fissaggio e viteria per i quali siamo una delle aziende più importanti nel settore. D. C’è una domanda legata all’utilizzo dei vari bonus? Seebacher. I lavori di rifacimento facciate sono accompagnati da una richiesta di tasselli per ponteggi, o anche per i cappotti. Anche alcuni prodotti, legati ai lavori di riqualificazione energetica, in questo periodo sono particolarmente ricercati. In generale, il settore del fissaggio segue l’andamento dell’edilizia che in molti passaggi non può fare a meno di questi strumenti. D. Come è articolato il servizio di consulenza per i clienti? Seebacher. È articolato e declinato in più fasi: da un lato c’è la proposta di prodotto e di marketing studiata per rendere più performante il punto vendita. Dall’altro, la rete vendita Unifix lavora a livello nazionale se-
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Dettaglio fase di imballaggio prodotti
guendo in maniera molto concreta i clienti sul territorio, con una figura di riferimento dedicata al supporto del punto vendita. Siamo anche attivi sul fronte della formazione con Unifix U-Academy, per aiutare il nostro cliente e i suoi collaboratori a diventare sempre più bravi a rapportarsi con il cliente finale. D. Qual è il servizio che i clienti apprezzano di più? Seebacher. Un aspetto su cui poniamo da sempre la massima attenzione è il tempo di evasione degli ordini, anche in questi tempi difficili sul fronte della reperibilità dei materiali. Grazie alla capacità di elaborare molto velocemente gli ordini e alla disponibilità immediata della merce, riusciamo a eseguire le consegne su tutto il territorio nazionale nel giro di 24-48 ore. Baraldi. È importante sottolineare come poter contare su una logistica
così performante permetta al cliente di abbattere il capitale investito fermo sullo scaffale del magazzino. D. Unifix ha anche un servizio di e-commerce. Quanto incide? Seebacher. Si tratta per la precisione di un portale B2B attraverso il quale i nostri clienti si possono informare sulla disponibilità del materiale, scaricare le informazioni tecniche dei prodotti e anche inviarci gli ordini. Oggi, questo portale pesa circa il 18-20% in termini di volumi. Si tratta di un servizio in più che offriamo alla nostra clientela, un touchpoint pensato per velocizzare alcuni processi di gestione ordinaria del business. Un servizio attivo da ormai quindici anni, che dal suo avvio ha chiaramente subito una continua evoluzione. D. Tornando alla logistica, come fate a essere così efficienti? Qual è il vostro segreto?
Uniformat. A destra, Unifix Logistica
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Stazione per l'imballaggio. A destra, nastro trasportatore nel reparto logistica. Sotto, packaging
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Reparto logistica
Seebacher. È stato un investimento importante, già dieci anni fa, ma molto innovativo: abbiamo abolito la documentazione cartacea, il magazzino è ottimizzato per prelevare efficientemente la merce, con i prodotti a maggior rotazione vicino al nastro. Per ottimizzare i tempi, un software di intelligenza artificiale è in grado di gestire diversi processi e ha praticamente azzerato gli errori in fase di commissione. Un reparto acquisti molto attento e una catena di fornitori con i quali lavoriamo da molti anni in maniera eccellente completano il quadro. Insomma, la logistica da sola non basta. D. Avete una strategia a lungo termine? Che cosa diventerà Unifix nei prossimi dieci anni? Seebacher. Di questi tempi è un po’ difficile fare previsioni su un periodo così lungo, ma di certo dobbiamo anticipare i movimenti del mercato. Ci rendiamo conto che il mondo delle rivendite tradizionali avrà un futuro se queste sapranno migliorarsi e qualificarsi. Da parte nostra, vogliamo essere sempre di più dei partner e non solo fornitori di prodotti, e offrire soluzioni sempre più raffinate per facilitare il lavoro dei rivenditori. Leonardi. Agilità, capacità di adattamento e voglia di migliorarci sono i nostri driver. Siamo consapevoli dell’importanza di ascoltare il cliente e di offrire soluzioni e proposte adatte a un mercato molto fluido e in rapida evoluzione, che chiede anche al rivenditore di imparare a governare meglio i canali digitali e di saper gestire la filiera lunga. È difficile fare previsioni, ma sicuramente tra dieci anni vogliamo continuare a essere al fianco dei rivenditori e dei gruppi di acquisto e crediamo davvero in un futuro florido per il settore della rivendita tradizionale. D. Come è organizzata l’azienda? Seebacher. In maniera piuttosto tradizionale. Ciò che ci differenzia penso sia lo spirito che ci guida nel nostro lavoro quotidiano: in Unifix A p r i l e
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Imprese ogni collaboratore contribuisce a far crescere l’azienda con l’obiettivo ambizioso di diventare la realtà più performante del settore. Il nostro team è motivato dalla voglia di migliorarsi giorno per giorno. Riassumendo, vogliamo diventare i più bravi. D. Operate quindi in tutta Italia? Baraldi Sì, su tutto il territorio nazionale, in maniera capillare. Abbiamo un’ottantina di consulenti di vendita che si muovono in tutto il Paese, isole comprese. D. Una parte importante del vostro servizio è la formazione. Come è organizzata? Baraldi. Per quanto riguarda la formazione ai clienti offriamo un servizio diverso rispetto alla concorrenza, molto più tecnica e di prodotto. Noi, invece, puntiamo molto sulla formazione di tipo commerciale, quindi sulla gestione del punto vendita, ma anche del personale, attraverso lo studio di tecniche per migliorare l’approccio verso il cliente finale. Seebacher. Unifix U-Academy è una cooperativa consortile esterna, ma nata grazie a Unifix, con la quale ci avvaliamo anche di fondi sociali europei per finanziare le nostre idee. Attualmente, la nostra rete vendita è impegnata in un percorso di formazione lungo circa quattro
Locker. Sopra, nuova sala digitale
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Accoglienza nella sede Unifix di Terlano
mesi chiamato The joy on the job, cioè come vivere l’azienda e il lavoro in maniera non solo positiva per sé stessi, ma anche per trasmettere al cliente questo mindset. Leonardi. Lavoriamo molto sulle persone sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, abbattendo gli stessi confini tra formazione interna ed esterna. Cerchiamo di muoverci in maniera compatta, come un’unica squadra, dalla logistica agli acquisti, alla vendita, fino ai nostri clienti: è la squadra a vincere, non il singolo soggetto. D. Cambiando argomento, qual è il livello qualitativo dei rivenditori in Italia? Baraldi. Le rivendite di materiali edili si sono evolute e nel corso degli anni hanno inserito e modificato categorie merceologiche, in parte sostituendo il tessuto delle ferramenta tradizionali. Notiamo, comunque, una tendenza alla specializzazione che stiamo predicando da tempo. Un passo importante che segna l’evoluzione, soprattutto di mentalità, di molte rivendite è la scelta di fare squadra con alcuni fornitori che diventano partner, con i quali si sceglie di instaurare un legame duraturo nel tempo. Sicuramente una tendenza che segna una maggiore maturità del comparto della distribuzione edile. Leonardi. C’è una grande voglia di innovazione anche da parte della rivendita edile, che ha capito l’importanza di fare network, non solo tra rivenditori, ma anche con i fornitori. Laddove questi ultimi non si pongano come competitor ma, appunto, come partner commerciali. In risposta allo shock del covid, insomma, sembra che si sia risvegliata la voglia di capire come evolversi e innovarsi, anche attraverso l’integrazione con i canali digitali. A p r i l e
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D. Rispetto alle rivendite estere, quindi, notate ancora un divario o ci siamo quasi allineati? Seebacher. Esistono modelli distinti. Noi prevediamo di allargare la nostra proposta anche sui mercati esteri, in particolare quelli dell’Europa mediterranea di Spagna e Portogallo, che hanno un modello più simile al nostro. Se guardiamo al Nord, Francia e Germania in particolare, il mercato è sicuramente meno frazionato. Ci sono rivendite di dimensioni più grandi e quasi tutte organizzate in gruppi d’acquisto o monomarca. D. Secondo voi, c’è una dimensione ideale per la rivendita italiana o è possibile lavorare bene allo stesso modo con la piccola, la media e la grande realtà distributiva dell’edilizia? Leonardi. Diciamo che noi funzioniamo bene dove c’è organizzazione o, comunque, una predisposizione a essere organizzati. Aiutiamo i nostri partner a semplificare il loro lavoro, però è chiaro che in assenza di organizzazione e di strutture debba esserci almeno l’intenzione di predisporsi a un cambiamento in quest’ottica. Per esempio, a proposito della gestione degli ordini, della digitalizzazione e del rapporto con i clienti: si tratta di un giusto mix tra metrature e mentalità dell’imprenditore. Fondamentale è capire che anche la rivendita edile deve diventare esperienziale. Chi entra nel punto vendita deve trovare consulenza e una risposta alle proprie domande. Insomma, un’esperienza di acquisto diversa rispetto alla grande distribuzione. D. Chi sono i vostri clienti e chi sono, invece, i vostri clienti-tipo? Seebacher. I nostri clienti sono le rivendite di materiale edile e, in particolare, quelle contraddistinte da una grande voglia di esserci anche in futuro. Penso che sia molto complicato per una piccola distribuzione
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Imprese resistere nel medio-lungo periodo, perché la dimensione condiziona le chance di contrastare la Gds. È necessario pianificare un progetto d’impresa proiettato non solo nell’immediato ma nel medio lungo periodo: il nostro cliente ideale si differenzia proprio grazie a questa mentalità. Leonardi. Anche una rivendita piccola, in una grande città può essere una grande risorsa ed essere un nostro cliente ideale se ha voglia di investire nei suoi processi, se è improntata alla risoluzione dei problemi della clientela finale, se offre un servizio esterno di consegna a domicilio o in cantiere, servizi post-vendita, consulenza ed esperienza. Si tratta, allora, di una rivendita di prossimità con tutti i crismi, capace di differenziarsi dai grandi gruppi e di sviluppare la sua dimensione nella sua area di pertinenza. D. Adesso, una piccola storia delle tappe della crescita della Unifix… Baraldi. Unifix è nata come viteria e negli anni è stata protagonista di una grande trasformazione, in termini di proposta e di scelta del canale distributivo. La presenza di agenti sul territorio ci contraddistingue da sempre e nel corso degli anni siamo passati da una maggioranza di clienti appartenenti al mondo del ferramenta, intorno agli anni Ottanta e Novanta, a una sempre maggior rilevanza dell’edilizia. Un fenomeno legato alla trasformazione del cliente: le ferramenta, se non sono specializzate, non sono il nostro cliente-tipo perché non vendono un prodotto professionale. D’altra parte, l’edilizia si è resa conto dell’importanza del settore del fissaggio, perché presenta delle marginalità importanti nonostante sia un prodotto più accessorio. In un secondo momento siamo passati da essere fornitori di prodotto a fornitori di soluzioni flessibili secondo le necessità del rivenditore. Un sistema che consente la massima libertà di scelta sulle gamme prodotto, accompagnata da un’analisi e da uno studio per far funzionare in modo più performante l’offerta all’interno del punto vendita. Seebacher. Proprio questo passaggio ha fatto segnare una svolta all’azienda, accompagnato contestualmente da un cambiamento di mindset.
Unifit Gym. Sopra, la sauna
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All’inizio, siamo nati con una mentalità da follower, seguendo quello che facevano gli altri attori sul mercato. Da molto tempo, invece, vogliamo essere un qualcosa di diverso: vogliamo diventare i più bravi in questo segmento, e diventare veri e propri influencer. Ciò è stato possibile attraverso un lavoro di introspezione, guardando cosa sappiamo fare bene e cosa possiamo fare ancora di più per i nostri clienti. Leonardi. Oggi con Uni Format, il pacchetto studiato per venire incontro alle specifiche esigenze del cliente-rivenditore, riassumiamo tutte le principali componenti della nostra storia: proposte commerciali alto-rotanti e consulenza commerciale che fanno sì che il cliente possa occuparsi solo di gestire gli incassi e la propria rivendita. D. Tra le varie criticità che sono oggi sul mercato, tra cui costo dell’energia e dei trasporti in aumento, guerra e scarsità delle materie prime, qual è quella che vi crea maggiori preoccupazioni per il futuro? Seebacher. Lo scenario globale è sicuramente piuttosto terrificante. Tutti i fattori appena citati contribuiscono a creare una certa difficoltà nel gestire il business. Nello specifico, per Unifix ciò si riflette su una sana consapevolezza che oggi viviamo in un mercato in buona parte drogato da piani di riqualificazione e bonus, ma sappiamo di avere ancora ampissimi spazi da conquistare. Nel futuro intravediamo un mercato forse più complesso ma ci sentiamo pronti e preparati per affrontare i tempi che verranno. D. Infine, potete svelare qualche progetto per il futuro? Baraldi. Sì, abbiamo un progetto, che non è una novità assoluta sul mercato, ma che invece nel nostro comparto è sicuramente qualcosa di ancora inusuale. Vogliamo mettere a disposizione dei nostri clienti un servizio di locker (di armadietti hi-tech per il ritiro della merce, ndr) che permetterà l’allungamento degli orari di consegna ai nostri clienti, integrato a un web service di shop online. Con un pacchetto così strutturato, il nostro cliente avrà a disposizione uno shop online che a sua volta potrà offrire ai propri clienti. Un servizio integrato ad alto valore aggiunto, anche per le imprese di distribuzione non ancora predisposte a creare la propria soluzione di web shop. Leonardi. Una soluzione pensata anche per accompagnare le rivendite nel proprio percorso di digitalizzazione del business, che insieme a noi potranno non avere più paura di questi nuovi canali ma, al contrario, impareranno a governarli. A p r i l e
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RETAIL 360 UNIFORMAT UNISHOP U-ACADEMY
UNIFIX: non solo prodotti ma anche idee nuove per un mercato in continua evoluzione Nata oltre 40 anni fa, oggi Unifix è uno degli stakeholder nel mondo della Ferramenta Specializzata, delle Rivendite di Edilizia, delle Carpenterie Legno, della Grande Distribuzione, del settore Elettrico ed ITS. Ma è anche molto di più. Affrontiamo ogni giorno, con grande passione, le sfide che il mercato ci presenta, ma lo facciamo con lo sguardo sempre rivolto verso un mondo in continua evoluzione. Grazie ad una rete di vendita con oltre 80 consulenti sul territorio nazionale, Unifix è in grado di soddisfare le esigenze delle oltre 6.500 rivendite specializzate, attraverso soluzioni innovative e sorprendenti con l’obiettivo di sviluppare al massimo il business per i nostri parnter. Tu non lo sei ancora?
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Imprese DIERRE
PORTE APERTE ALLA FORMAZIONE La multinazionale italiana organizza un’Accademia dedicata ai rivenditori. Obiettivo: l’aggiornamento continuo sulle novità e le specifiche tecniche dei sistemi di accesso. E punta a lanciare nuovi concept store per esaltare la funzione dello show room
di Paolo Caliari
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uando la tecnologia si sposa con il design, il successo è alla porta. Nel vero senso del termine: perché Dierre ha imboccato decisamente la strada che unisce l’innovazione all’estetica. Ma senza dimenticare la praticità. Un esempio: le chiavi ispirate alla tecnologia automobilistica, con un’apertura a scatto integrata, proprio come le chiavi dell’auto. Sono reversibili: i due lati sono ugualmente operativi e non occorre cercare un determinato orientamento per inserire la chiave nella serratura. I dispositivi sono abbinati a una tessera di proprietà per la duplicazione, protetta, che si trova solo nei centri autorizzati di duplicazione chiavi Key Point. C’è ancora chi crede che una porta sia una semplice asse di legno che ruota su due cardini? Di sicuro non è l’opinione di Vincenzo De Robertis, presidente dell’azienda di Villanova d’Asti. Domanda. L’elemento porta si è trasformato ormai in un sistema complesso: perché? Risposta. Perché si sta trasformando sempre di più da elemento di sicurezza o di separazione di ambienti a elemento di arredo, sia che si parli di porta blindata sia di porta interna o da garage. È cambiato anche il processo di acquisto, che guarda alla porta di ingresso dal lato esterno come un serramento, direi il primo di casa, e dal lato
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interno come se fosse un elemento di design, che può essere di un forte carattere a segnare completamente l’arredo dell’ingresso o invisibile, nascosto se si sceglie il filomuro per un ambiente minimalista. D. Quali sono state le tappe che, dal 1978, hanno portato a costruire l’ecosistema Dierre? R. Innanzitutto il momento dell’espansione all'estero, era il 1997, quando sono stati siglati accordi commerciali di esclusiva con società in Francia, Spagna e Portogallo con l’uso del marchio. Poi, altre tappe fondamentali riguardano la nascita dei nostri Dierre Partner, la rete di rivenditori autorizzati che abbiamo selezionato negli anni per garantire la qualità dei nostri prodotti ma anche un servizio competente
Stabilimento Dierre Tredi
Vincenzo De Robertis
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e affidabile. Sono poi nati anche i Key Point ferramenta e centri di assistenza post vendita in tutta Italia. Ma non bisogna dimenticare i tanti brevetti e le novità di prodotto degli ultimi dieci anni, come Synergy/Sleek/Next Elettra e partnership importanti come quelle con Casaclima, nel 2009, o le certificazioni Leed nel 2015. D. L’azienda si propone come fornitore di un servizio e non solo come produttore di porte. In che modo? R. Certamente nei progetti futuri abbiamo l’ambizione di allargare sempre di più il servizio al riveditore e anche al consumatore finale. Per il rivenditore stiamo costruendo un’accademia di aggiornamento continuo su prodotto e installazione. Vorremmo allargare i servizi di marketing fornendo anche ai più piccoli la possibilità di far emergere la vetrina fisica e anche quella digitale. Per il consumatore finale vogliamo migliorare sempre di più la consulenza tecnico-commerciale e anche di stile/arredamento per comprendere al meglio di cosa è fatta la sicurezza Dierre e come si configura una porta. Ci sono un’infinità di elementi configurabili in diverse finiture e colori che molti non conoscono. D. La proposta dell’azienda, quindi, non è riservata solo alla classica porta blindata, ma a un intero mondo di soluzioni. Quali? R. Ci proponiamo come un vero e proprio partner unico per la casa e per tutti i progetti, residenziali e non. Noi produciamo tutto, tranne il mattone e il serramento. Abbiamo sette stabilimenti produttivi ognuno dedicato a una divisione di prodotto. Porte blindate, porte interne, scorrevoli, controtelai per scorrevoli a scomparsa, porte e portoni tagliafuoco in acciaio e vetrate, porte per alberghi, portoni sezionali e basculanti per garage, porte multifunzione e da cantina, casseforti, cilindri e serrature. Un mondo di soluzioni che combinano l’alto livello di industrializzazione e certificazione alla personalizzazione e artigianalità richiesta dal cliente e dal progettista, anche grazie al supporto di una rete di artigiani locali che consentono di recuperare anche i pannelli storici richiesti in molti edifici. D. Oltre che al mercato residenziale siete forti anche in altri segmenti? R. Certo. Abbiamo un ufficio dedicato al general contract che serve
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Imprese
Product Synergy-Out fiancoluce Generale ambientata
UNA MULTINAZIONALE CHE È DI CASA Ha numeri da record. Dierre è una multinazionale nata in Italia, ma che ormai fattura oltre la metà all'estero. Un traguardo che poche aziende italiane possono vantare. Grazie a 70 brevetti depositati nei suoi 45 anni di vita, oggi Dierre può vantare un giro d’affari che ha superato i 140 milioni, con circa 900 collaboratori nel mondo. In una giornata lavorativa l’azienda può sfornare 400 porte tagliafuoco, 80 blindate, 300 interne e 800 Space negli otto stabilimenti produttivi del gruppo, di cui uno in Portogallo e le controllate estere in Polonia, Germania, Francia e Spagna. È una storia di successo iniziata nel 1975 con i fondatori Alessandro e Vincenzo De Robertis e che ha tra le tante tappe l’acquisizione per prima del rivoluzionario brevetto della serratura con blocchetto intercambiabile Mia, la nascita di Space, cassonetto a scomparsa (1993), la nascita delle porte blindate (1998), la certificazione Leed (2015), il lancio di Sleek, porta blindata a doppia battuta con cerniere a scomparsa a rotazione libera di 180 gradi (2016) e l’arrivo di Next Elettra, sistema di apertura-chiusura tramite app o keyfob e gestione accessi anche da remoto.
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tutti i segmenti: residenziale, industriale, commerciale, alberghiero, laboratori, datacenter, ospedaliero, scuole, cinema e teatri. Abbiamo moltissime realizzazioni soprattutto in questi ultimi anni in settori anche tecnici dove si richiedono certificazioni particolari e caratteristiche tecniche importanti soprattutto nel comparto tagliafuoco, che la nostra presenza internazionale ci ha aiutato ad acquisire come know-how per soddisfare le esigenze e le omologhe di ogni Paese. D. Il primo compito di una porta è garantire la sicurezza. Come? R. Sì, certo, lo è. Ma oggi è un «di cui». Parto dal presupposto che un portoncino blindato deve essere sicuro. Quello che conta oggi è che oltre alla sicurezza, che deve poter arrivare sino a classe 4, deve avere requisiti di trasmittanza termica e isolamento acustico e, non meno importante, per i piani più alti e per la compartimentazione di garage e piano superiore la sicurezza antincendio almeno EI30 nel residenziale. Noi arriviamo sino a EI90 sulla porta blindata. Abbiamo sconvolto la tecnologia delle nostre porte blindate ormai da diversi anni, trasformando la scocca della blindata tradizionale con le omega in un sandwich prestazionale senza le omega, ma con un riempimento tipo coibentazione che mixa differenti strati di materiali diversi a seconda del tipo di performance che dobbiamo raggiungere. I nostri valori su cui si concentra la gamma blindate sono 1,3 – 1,0 W/m2K / 40-42-45dB / EI30-60-90. D. L’elettronica e il software faranno passare in secondo piano la parte meccanica? R. Questo mai. Esisterà sempre, a mio avviso, una parte di mercato che predilige la serratura meccanica perché più tradizionale. Inoltre, non dimentichiamoci che parliamo di un invecchiamento della popolazione importante nel nostro Paese e dei principali Paesi europei. A p r i l e
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Product Synergy-Out
Le nuove generazioni, che saranno i nostri consumatori del futuro, credo proprio che vorranno una casa smart, risparmiare tempo sulla gestione della stessa e poter fare tutto da remoto, dalla spesa alla manutenzione e anche ovviamente la gestione accessi. D. Quindi, ci vuole tecnologia. R. Noi abbiamo messo sul mercato la prima porta elettronica già negli anni Novanta, e da quel momento abbiamo continuato la nostra innovazione in tal senso, cercando di accontentare i più e i meno innovatori. Abbiamo la hibry, che è una tecnologia alla portata di tutti, con una domotica più semplificata. E, poi, oggi abbiamo lanciato da due anni Next Elettra, che invece diventerà un oggetto in rete e permetterà di comunicare con la porta, di manutenzionarla anche da remoto e di gestire fino a 99 guest. In pratica si potrà collegare allo smartphone tramite Bluetooth o Wifi e controllare gli accessi a distanza. Certamente non manca mai la serratura meccanica, l’abbiamo integrata in entrambe permettendo al cliente stesso di decidere quale apertura usare. Questa porta è un’evoluzione illuminata rispetto al passato, perché è modulare, compro un modello e poi posso integrare sullo stesso prodotto tutte le release future in continuo aggiornamento. D. Quali sono le vostre soluzioni per assicurare l’inviolabilità di abitazioni o uffici? R. Nulla è davvero inviolabile, dipende molto dal tempo che ha a disposizione il malintenzionato e soprattutto posso avere la porta più sicura, ma se poi non la chiudo a chiave e non tolgo le chiavi non posso pensare di essere tranquillo. Oggi si parla molto meno di sicurezza, ma non dobbiamo perderla di vista. Io consiglio di scegliere una classe 4, soprattutto se sono in una casa indipendente o al piano terra, o isolato. E noi consigliamo anche la porta blindata per la zona A p r i l e
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notte o camera da letto: Silence, che si mimetizza con le altre porte interne, di stile ed elegante, in classe 3, aumenta la serenità, perché si aggiunge alla porta di ingresso e protegge i sogni dando la possibilità di avere anche tempo di avvisare se entra un malintenzionato. Il tempo fa la differenza e soprattutto ridurre il trauma di aver avuto qualche spiacevole visita. D. La porta si sceglie perché è sicura, d’accordo. Ma deve anche piacere. Quanto conta il design? R. Moltissimo. È la cosa che vedo del prodotto. E che fa la differenza in un ambiente. Sono moltissime le configurazioni di una blindata. Telaio bicolore o monocolore, maniglieria, copricerniere, carenatura, rivestimento interno ed esterno, imbotte. E i materiali sono molti, ceramica, legno, alluminio, pvc… D. Quindi, qual è lo stile Dierre? R. Quando parliamo di design noi pensiamo al nostro progetto filomuro Dierre. Tutta la casa minimal grazie a tutti i prodotti Dierre: porta blindata filomuro Sleek, porta blindata per camera da letto filomuro Silence, porta interna filomuro Filum, controtelaio per scorrevole a scomparsa rasomuro ideale per camera armadio, armadio filomuro Shape. Per chi ama un ambiente sintetico che mette ordine nei pensieri e rilassa. D. Nella distribuzione quanto conta uno showroom? R. È il primo nostro biglietto da visita. Vetrina fisica, vetrina digitale e catalogo all’altezza. Per questo progetto, infatti, abbiamo creato un catalogo di stile e a breve ci sarà il nostro nuovo magazine: una bella sorpresa, che non voglio anticipare troppo. Sugli showroom siamo quasi pronti con i nuovissimi concept store, che puntano sulla
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Imprese qualità più che sulla quantità. Strutture nuove, eleganti, e con uno spazio dedicato a migliorare la consulenza alla vendita. Siamo gli unici che governano il cuore della sicurezza delle blindate in quanto abbiamo uno stabilimento dedicato a produrre tutti gli elementi che caratterizzano la porta: catenacci, serratura, cilindro, deviatori speciali, rostri, chiavi: non possiamo non raccontarne il valore nei nostri showroom. Saranno i concept store dei prossimi dieci anni, anche con una sorpresa che intende unificare la percezione dei valori del nostro brand in tutto il mondo. D. Come pensate di comunicare la vostra offerta alla distribuzione? R. È molto difficile perché la filiera è lunga e i tempi anche. Noi siamo B2B, quindi passano dai sei ai nove mesi prima di riuscire ad arrivare a un lancio di prodotto davvero percepito sul mercato. Oltretutto l’unica strada è campionare le novità presso le sale mostra. Su questo investiamo molto e chiediamo anche che una parte dell’investimento sia condiviso perché dobbiamo crederci tutti. D. Come funziona? R. Si comunica con un piano editoriale annuale, che presto vorremmo condividere a priori entro novembre dell’anno precedente con tutti i nostri principali partner. Poi le newsletter, i messaggi WhatsApp, ma ancora prima i nostri commerciali, che sono informati e formati a priori. Loro sono la vera forza sul mercato e fanno la differenza sulla formazione e sulla curiosità e crescita dei nostri rivenditori. Questa è, inoltre, una grande forza del Gruppo Dierre, che ha oltre 70 agenti in tutta Italia, che seguono canali di mercato differenti. Certamente
l’Accademia, una volta ufficializzata e partita a regime (la stiamo già proponendo in modo ufficioso), sarà il vero aggiornamento continuo dei rivenditori. D. I distributori italiani sono abbastanza preparati per vendere un prodotto raffinato come le porte Dierre? R. Non tutti. Ma è tipico del nostro settore. I problemi che riscontriamo di più sono poi legati all’installazione. Manca ancora preparazione, ma anche personale qualificato in questo momento. Diciamo che è un settore un po’ abbandonato sotto questo punto di vista. Servono corsi obbligatori e qualificanti di ogni ruolo all’interno di un edificio residenziale e non. In generale, la nostra storia e la presenza di assistenza tecnica capillare da moltissimi anni ha reso la nostra offerta e la nostra rete vendita preparata. Essendo molti i prodotti, però, stiamo preparando un importante processo di semplificazione della gamma e di riposizionamento dei prodotti che poi razionalizzerà al meglio la vendita e la preparazione tecnica. Bisognerà insistere su formazione su prodotti di nicchia sempre più richiesti: blindata anticondensa Synergy-Out anche nella versione fiancoluce e sopraluce; avviamento e installazione di porte all’avanguardia con serratura motorizzata hibry e Next Elettra. D. Siete presenti anche in altri Paesi oltre che in Italia? R. Sì abbiamo il 52% del fatturato all’estero! D. Quali sono le differenze tra il mercato estero e quello italiano? R. Ogni Paese ha la sua particolarità. In Europa le esigenze sono molto allineate a quelle italiane. Diverso è se parliamo di Nord Africa,
Innovation Next Elettra esterno
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Next Elettra dettaglio maniglione con borsa
dove invece la richiesta di risparmio energetico è minore, mentre si richiede un rapporto qualità-prezzo differente. In Cina, invece, le dimensioni richieste sono grandissime, porte enormi e con pannelli particolarissimi, che abbinano loro sulla blindata predisposta e soprattutto quasi tutte elettroniche. E, poi, all’estero ci sono le omologhe da superare per vendere, soprattutto per il tagliafuoco. Quindi, bisogna fare un’analisi ben precisa della richiesta del mercato, selezionare il prodotto giusto e ottenere le certificazioni per poi vendere. Noi siamo molto forti in questo da tempo. D. Un aspetto importante per tutte le imprese è quello della sostenibilità. Che cosa significa per voi? R. Purtroppo si usa questa parola screditandola anche. Sostenibilità ha diversi significati. Per noi è crescere ponendo attenzione a quello che ci sta attorno (il pianeta, la natura, le persone, la cultura, l’architettura). Noi creiamo prodotti che devono aiutare a migliorare il risparmio energetico e quindi ridurre i consumi negli edifici e impattare meno sul pianeta. Prodotti che migliorino l’impatto estetico dei progetti architettonici. Sosteniamo i progetti sociali di sviluppo delle città dal basso verso l’alto grazie alla partnership con la Fondazione per l’Architettura di Torino con il Festival Bottom-Up. Abbiamo donato i prodotti per i centri formativi di associazioni che qualificano il settore antincendio, perché sostenibilità è anche migliorare il benessere del cittadino. Insomma, tutto ciò che migliora la qualità della vita e la qualità di ogni essere vivente. D. Qual è il futuro che immaginate per l’azienda? R. Semplificare, semplificare e ancora semplificare. Che è un’arte. Questo ci aiuterà a vendere meglio, a essere tutti aggiornati e a fare realmente strategie di marketing efficaci sia online che offline. Stiamo costruendo la nostra nuova vision commerciale per i prossimi dieci anni che si basa sulla meritocrazia a tutta la rete vendita e rivedendo tutta la nostra comunicazione Corporate dopo anni duri per tutti, A p r i l e
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proprio perché stiamo arrivando ai 50 anni, e vorremo festeggiare con un sacco di novità. Un bel traguardo. Inoltre, stiamo anche istruendo la seconda generazione, che incalza nelle scelte strategiche aziendali. Insomma, il futuro è già presente. E noi siamo una multinazionale, quindi dobbiamo sempre sognare in grande e nel lungo termine oltre a lottare nel presente. D. Quali sono le prospettive per il mercato? R. Difficile da dire. Bonus, inflazione, difficoltà a reperire le materie prime, covid. Insomma, le stiamo vivendo tutte anno dopo anno. Oggi si lavora a vista, nel senso che i prezzi aumentano ogni settimana. Siamo forti nonostante tutto in questa economia difficile, abbiamo consegnato sempre e in tempi abbastanza ragionevoli, tardando al massimo di due settimane rispetto ai soliti tempi. Siamo forti perché governiamo molto del nostro know-how. Certamente abbiamo sofferto e soffriamo anche noi sul legno e sulla componentistica elettronica, che sta tardando con le consegne. Abbiamo delle novità di prodotto che usciranno con un paio di mesi di ritardo. Ma siamo sul pezzo. Le prospettive secondo noi sono incerte sul tema finanziario. Per bonus in Italia e cessione del credito ormai le banche stanno tutte bloccando tutto e non possono per ora cederli ad altri. Questo fa paura ai nostri rivenditori per la carenza di liquidità e la possibilità che si riversi su tutta la filiera. Inoltre, quando finiranno i bonus? Ecco, appunto, noi stiamo gia pensando al dopo, con questa nuova vision commerciale. Perché ci potrebbe essere una grande frenata, quindi è importante consolidare capillarmente la presenza su tutti i canali. E stiamo pensando a come entrare in quelli dove possiamo essere carenti. Arredo, arredo-bagno e anche materiali edili. L’arredo ce l’abbiamo in testa da tempo, vorremmo essere al Salone del Mobile, una fiera internazionale e ideale per un marchio come il nostro, che abbraccia quasi tutta la casa. E si abbina con tutti gli elementi di arredo di una casa.
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Imprese AT E N A
UNA SOLUZIONE DI ALTO PROFILO Extreme Combi è il nuovo sistema perimetrale in estruso di alluminio, per controsoffitti modulari a isola con struttura a vista e nascosta. Compatibile con sistemi Atena Easy T15, Easy Line e Z System. Si integra facilmente alle diverse strutture mediante fissaggio diretto di Anna Molentini
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mpiamente diffusi nell’edilizia moderna, i sistemi costruttivi a secco si basano sulla perfetta integrazione degli elementi compositivi, per mezzo di fissaggi con vite o semplice aggancio meccanico. La forma geometrica dei componenti, soprattutto nei punti di aggancio, rappresenta, quindi, una caratteristica rilevante, per assicurare la stabilità del sistema, la sua sicurezza e il rispetto delle prestazioni previste dalle normative vigenti e dagli standard tecnici. LA NOVITÀ Nota per l’ampia gamma di soluzioni tecniche Atena, azienda di Gruaro (Venezia), specializzata da oltre 30 anni in soluzioni architetturali innovative, è alla costante ricerca di prodotti a elevata prestazione tecnica che consentano agli applicatori di fare la differenza. L’ultimo nato in casa Atena è Extreme Combi, il nuovo profilo perimetrale in estruso di alluminio, per la realizzazione di controsoffitti modulari a isola con struttura a vista e nascosta. Compatibile con sistemi Atena Easy T15, Easy Line e Z System, Extreme Combi è una cornice perimetrale minimale ed elegante, di facile applicazione che si integra alle diverse strutture in perfetta
LE CARATTERISTICHE DEL NUOVO PROFILO
combinazione, mediante fissaggi diretti del perimetrale ai profili a T e agli elementi di connessione dell’orditura Z System. CONTROSOFFITTI A ISOLA Apprezzati dai progettisti per le molteplici opzioni di configurazione e dagli installatori per la semplicità di posa, i controsoffitti a isola di Atena rappresentano una soluzione tecnica per suddividere gli spazi e caratterizzare l’acustica e l’estetica degli ambienti. Concepiti per raggiungere i più elevati livelli di comfort, salubrità e rispetto per l’ambiente, tutti i sistemi sono realizzati con materiali riciclati e riciclabili a elevata durabilità, non contengono e non rilasciano sostanze organiche volatili. Al termine del loro ciclo vita diventano rifiuti non pericolosi e possono essere sottoposti a demolizione selettiva, riciclo o riutilizzo. Mappati secondo il nuovo protocollo Leed V4.1, rispettano i requisiti Cam e saranno a breve tutti corredati dalle nuove Dichiarazioni Ambientali Certificate Epd di tipo III. SOLUZIONI INNOVATIVE Fondata nel 1988, Atena opera oggi in uno stabilimento produttivo all’avanguardia, sede di quattro unità di business specializzate nella progettazione e produzione di controsoffitti metallici, rivestimenti per facciate architettoniche, allestimenti navali e sistemi costruttivi a secco. Qui avvengono tutti i processi produttivi dal taglio del coils e della lamiera ai trattamenti di finitura del metallo. Un’azienda automatizzata e interconnessa che unisce il know-how maturato nel settore delle costruzioni a secco, ai canoni estetici richiesti in architettura.
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Fig. 1 - Applicazione con Atena Z System Fig. 2 - Applicazione con struttura Atena Easy T15 Fig. 3 - Applicazione con struttura Atena Easy Line A p r i l e 2 0 2 2
Fig.3 Isola Atena 15 Linear Design Easy Line, foratura Bubbles. Sopra a sinistra, il profilo Atena Combi
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Imprese BOERO
ISOLAMENTO A SECCO AD ALTE PRESTAZIONI L’azienda è distributore esclusivo di Isolareflex, il sistema per l’efficientamento energetico che, con l’utilizzo di materiali termoriflettenti conformi alla norma UNI 16012 è in grado di garantire importanti performance, sia in estate che in inverno di Franco Saro
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na controparete esterna costituita da lastre in cemento alleggerito fibrorinforzate ancorate su una doppia orditura di sostegno in acciaio rivestito in zinco-magnesio con interposizione di singolo o doppio isolante termoriflettente distanziato in singola o doppia intercapedine d’aria. È questo il cuore di Isolareflex, innovativo sistema di isolamento termico a secco con
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caratterizzazione antisismica per l’efficientamento energetico, in grado di garantire importanti vantaggi sia nella velocità e flessibilità della posa in opera sia in termini tecnici e prestazionali. Ora questa tecnologia è distribuita in esclusiva da Boero, storica azienda nata come specialista nel colore e diventata punto di riferimento per progettisti e architetti. Grazie alla capacità isolante dell’aria e all’ottimo potere riflettente dell’alluminio, Isolareflex offre elevate prestazioni già con una stratigrafia com-
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Il sistema Isolareflex, distribuito in esclusiva da Boero
patta di soli 9,6 centimetri. L’effetto barriera generato assicura un’ottima protezione termica, sia nella stagione estiva sia in quella invernale, oltre a offrire un importante contributo per l’isolamento acustico e assicurando un generale miglioramento del comfort abitativo. I VANTAGGI Tra i vantaggi di Isolareflex vanno registrati la velocità di posa, grazie all’utilizzo di elementi prefabbricati già pronti per il montaggio, il ridotto ingombro e l’elevata resistenza agli urti, alle fessurazioni e alle cavillature, garantita dall’ottima elasticità del sistema. Inoltre, la
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soluzione è flessibile, capace di adattarsi a qualsiasi edificio, e consente quindi l’isolamento termico di differenti forme architettoniche. Isolareflex è applicabile anche ai supporti più difficili, che normalmente non favoriscono l’adesione dei collanti in commercio con una conseguente riduzione dei tempi di preparazione preliminare del supporto. In più ha un basso coefficiente di dilatazione termica, che permette di non subire particolari sollecitazioni al calore che causano variazioni nel colore, permettendo l’utilizzo di qualsiasi tinta in facciata, anche scura. La tecnologia Isolareflex si oppone al passaggio del calore oltre che per conduzione termica anche, e soprattutto, per irraggiamento termico, grazie all’emissività certificata molto bassa delle superfici in alluminio dell’isolante. Grazie alle due lame d’aria in quiete, a monte e a valle dell’isolante, il sistema è in grado di riflettere fino al 98% del calore garantendo un elevato comfort abitativo. Isolareflex assicura la continuità dell’isolante termico annullando i ponti termici e l’isolante termoriflettente in alluminio impedisce la migrazione del vapore dall’interno verso l’esterno, garantendo l’assenza di formazione di condensa interstiziale. L’ancoraggio meccanico rende, inoltre, il sistema collaborativo con la parte strutturale, rendendolo integrabile in progettazioni antisismiche. La soluzione è stata testata all’Istituto per le Tecnologie della Costruzione (Itc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che ne ha riconosciuto le prestazioni termiche e strutturali, ottenendo anche la Valutazione Tecnica Europea (Eta) in conformità con quanto previsto dalla Guida Etag 004 e le certificazioni Cam. Il Sistema ha inoltre ottenuto la marcatura CE e la certificazione Remade in Italy.
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Imprese
YouTrade News Sinergia creativa tra Schüco Italia e Warema Schüco Italia e Warema creano una sinergia grazie al proprio know-how, con l’obiettivo di offrire soluzioni complete, capaci di garantire il massimo benessere all’interno degli edifici residenziali o commerciali, all’insegna del comfort e del risparmio energetico. «Con Warema stiamo intraprendendo un percorso creativo congiunto per offrire a progettisti e committenti soluzioni chiavi in mano, dall’alto valore aggiunto. Ci accomunano elevati standard qualitativi e un approccio alla progettazione che tiene conto di ogni dettaglio», spiega Francesco Benvin, responsabile marketing di Schüco Italia. Integrabili totalmente con i serramenti e le facciate in alluminio Schüco, i sistemi di protezione solare Warema (tende a rullo dotate di teli tecnici e tende frangisole) permettono di oscurare ampie superfici vetrate, anche in caso di angoli o di facciate tutto vetro. L’unione tra gli infissi in alluminio Schüco e le soluzioni per la schermatura Warema contribuisce alla protezione dal calore in estate e all’isolamento termico in inverno degli ambienti, oltre a sposare le ultime tendenze dell’abitare che ricercano una visuale continua verso l’esterno, quasi penetrazione osmotica tra indoor e outdoor, e un miglior sfruttamento della risorsa naturale del sole.
Gruppo Concorde, la certificazione Iso 17889 Sustainability for ceramic tiles. La nuova norma definisce un sistema per la valutazione della sostenibilità delle piastrelle di ceramica e prevede il superamento di 38 requisiti che riguardano i seguenti aspetti: la sostenibilità ambientale del prodotto, del processo e della catena di fornitura; la responsabilità sociale dell’impresa, la sicurezza e l’efficienza energetica del processo di produzione. L’ottenimento della certificazione Iso 17889 è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti che certificano l’impegno dell’azienda sul fronte della sostenibilità: dalla certificazione dei crediti Well Building standard V2, ottenuta a novembre 2021, alle certificazione dei crediti relativi al rating ambientale Leed e la certificazione Declare, che identifica i prodotti di Ceramiche Keope come Lbc Red List Free, cioè privi di quelle sostanze chimiche identificate dall’Ilfi come dannose per l’ambiente.
Crescita a doppia cifra per Ritmonio
Ceramiche Keope sempre più green Ceramiche Keope prosegue il suo percorso all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità ottenendo, insieme agli altri marchi del
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Nel 2021 Ritmonio ha superato un fatturato complessivo aggregato di 31 milioni di euro, registrando +27% rispetto all’anno precedente. L’azienda di Varallo Sesia (Vercelli), guidata da oltre 70 anni dall’omonima famiglia, è specializzata in valvole di sicurezza e componentistica in ottone, rame, alluminio e acciaio con la divisione Factory, e in rubinetterie e accessori di design per l’ambiente bagno con la divisione Bath & Shower. «Siamo molto soddisfatti dei risultati positivi raggiunti, soprattutto in questi anni
particolarmente difficili e impegnativi. Il successo dei nostri prodotti ci rende orgogliosi e premia la nostra capacità di interpretare in maniera efficace le richieste e i bisogni di una clientela internazionale sempre più esigente», dichiara l’amministratore delegato Luca Ritmonio. Un risultato reso possibile da una forte politica di investimenti, che ha visto nel 2021 un investimento pari a circa il 10% del fatturato in tecnologie e impianti di ultima generazione. Intanto sono in arrivo novità per la divisione Factory di Ritmonio, che presenterà nuove valvole contro le sovrappressioni per scaldabagni elettrici. È del mese scorso, invece, il lancio del progetto di evoluzione dell’intera gamma Diametro35, serie iconica di rubinetteria, che è diventata un vero e proprio brand.
Le pitture antismog Boero colorano Milano Boero ha scelto di sostenere la realizzazione del murale anti-smog Cyberpunk Parrot – Questo futuro ci toglie il respiro, realizzata dallo street artist Alessandro Breveglieri a Milano. Per questo progetto, l’azienda ha messo a disposizione Solarya 65, formulato con un particolare diossido di titanio a particella finissima caratterizzato da proprietà anti inquinamento. L’innovativo rivestimento silossanico per esterni a base di nanotitanio fotocatalitico della linea Painting Natural è caratterizzato da proprietà autopulenti e contribuisce alla purificazione dell’aria con cui viene a contatto trasformando fino al 65% dei gas nocivi presenti in sostanze a basso o nullo impatto inquinante, conservando nel tempo le cromie nella loro vividezza originale. Inibisce inoltre la formazione di microrganismi, garantendo un’efficace azione antialga e antimuffa. Per i colori più vivi, è stato inoltre utilizzato Magnum Satinato, smalto ecocompatibile all’acqua a base di polimeri acrilici, formulato con materie prime Apeo free, caratterizzato da un’ottima copertura, dilatazione e facilità di applicazione, nonché un’elevata resistenza agli agenti atmosferici. Presenta inoltre emissioni di Voc ridotte tanto da aver conseguito la classificazione A+.
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l contesto attuale, caratterizzato da volatilità e incertezza, mette in evidenza la necessità di rivedere le proprie supply chain. Oltre a mettere in discussione i propri fornitori, preferendone alcuni geograficamente più vicini, può essere utile avviare un processo collaborativo di miglioramento quando questi risultino essere insostituibili. Il miglioramento collaborativo è necessario in quanto le prestazioni operative di un’azienda potrebbero essere fortemente vincolate dalle prestazioni del fornitore. I miglioramenti interni in una realtà possono arrivare, infatti, fino a un certo punto, ma per superare tale livello prestazionale è necessario far migliorare le prestazioni del fornitore stesso. Per spiegare meglio questo processo si può descrivere un percorso
in cui, se azienda e fornitore collaborano, entrambi possono aumentare le rispettive prestazioni. Lo stato di partenza è rappresentato nello schema riportato in questa pagina con il punto 1: a un dato istante si misurano le prestazioni. L’azienda intraprende un piano di miglioramento interno sviluppando processi snelli e agili, riducendo sprechi o limitando attività a non valore aggiunto. I risultati di questi miglioramenti si traducono in un incremento prestazionale che la porta a raggiungere un nuovo stato rappresentato dal punto 2. Oltre questo livello le performance possono essere vincolate dal fornitore. Solo attraverso il coinvolgimento, quindi con l’avvio di un percorso comune, lo stesso fornitore potrà avviare alcune attività
di miglioramento (punto 3). Può essere utile formare il fornitore trasferendogli nozioni e modelli che lo possano aiutare a comprendere le proprie criticità e a risolverle. Il fornitore potrà così aumentare le proprie prestazioni (punto 4) consentendo anche all’azienda cliente di arrivare a una nuova soglia (punto 5). Il percorso può quindi così essere sintetizzato: 1. Miglioramento interno attraverso l’eliminazione degli sprechi 2. Coinvolgimento del fornitore 3. Collaborazione con il fornitore 4. Condivisione dei risultati e dei livelli conseguiti tra azienda e fornitore 5. Raggiungimento di uno stato finale che ha migliorato le prestazioni di azienda e fornitore Come esempio, si può citare la riduzione di un lead time. Un’azienda lavora per commessa e acquista i componenti critici dal fornitore solo dopo la conferma dell’ordine del proprio cliente (Pto, Purchase to order). Il lead time per la consegna della commessa è, quindi, la somma tra il lead time del fornitore e il tempo necessario per preparare l’ordine internamente (assemblaggio e spedizione). L’azienda ha avviato un processo di miglioramento arrivando a minimizzare i tempi di assemblaggio e spedizione. Per ridurre ulteriormente il lead time, l’azienda ha avviato dei corsi di formazione presso il fornitore, così da permettergli a sua volta di diventare più reattivo. Solo così, intervenendo sui due fattori (fornitore e processo) l’azienda è stata in grado di rispondere più velocemente al proprio mercato. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)
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Come si Fa (ad aumentare il business)
di Roberto Bolici*
Un’onda da cavalcare L’Italia più di altri Paesi spreca troppa acqua. Ecco perché introdurre dispositivi di riciclo è diventato essenziale
I
l 22 marzo scorso si è celebrata la Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21. L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla rilevanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti orientati a contrastare il cambiamento climatico. L’acqua è un bene prezioso, disciplinato da una specifica normativa che ne regola gli approvvigionamenti e gli scarichi. Contribuire alla riduzione degli sprechi, adottare impianti specifici e concorrere al recupero e riutilizzo delle acque reflue, significa partecipare alla salvaguardia di questo bene, unico, peraltro oggetto anche di
agevolazioni fiscali. Tuttavia, si sta assistendo a due fenomeni che indicano quanto sia complesso agire in questa direzione. Il primo fa riferimento a un incremento significativo dei consumi, +30-40% rispetto ai valori stagionali attesi, riconducibile al maggior utilizzo dell’acqua per fini igienici e alla prolungata residenzialità domestica di buona parte della popolazione. Il secondo fa riferimento a problematiche di natura straordinaria (riduzione delle precipitazioni e aumento della temperatura), che a seguito del loro intensificarsi vanno considerate oramai ricorrenze ordinarie. Inoltre, il quadro si aggrava se si analizzano i dati sui prelievi, in cui l’Italia risulta il Paese europeo con il maggior prelievo di acqua potabile. È dunque fondamentale adottare un sistema di gestione sostenibile delle risorse idriche, ambire alla riduzione dei consumi inutili e perseguire con tenacia programmi indirizzati alla conservazione e al riutilizzo. In questo, la rivendita di materiali per l’edilizia può fare tanto, in termini di sensibilizzazione al tema e di orientamento per una scelta di tecnologie e impianti efficaci. Il recupero Ridurre gli sprechi idrici significa adottare anche soluzioni finalizzate al ricircolo e al riutilizzo di acque non pregiate. Rientrano in tale categoria le acque meteoriche, che trovano riscontro
se impiegate per l’alimentazione degli sciacquoni, l’irrigazione del verde pertinenziale e il lavaggio di auto e spazi all’aperto con superfici pavimentate. Ovviamente, per poter destinare le acque meteoriche a tali finalità, si renderà necessario captarle, filtrarle, accumularle e distribuirle. Una volta raccolta l’acqua piovana, viene trasferita a un serbatoio di accumulo e distribuita alle utenze finali. La realizzazione dell’impianto, basato sulla progettazione dello stesso, dovrà considerare l’apporto delle acque piovane e del fabbisogno di acque di servizio, tenuto conto dei criteri di dimensionamento specifici per le località italiane, in base alle caratteristiche pluviometriche e alle norme tecniche relative ai sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche (Uni 10724:2004), e ai sistemi di scarico funzionanti a gravità (Uni En 120563:2001). Raccolta differenziata La raccolta differenziata praticata per i rifiuti solidi urbani e il recupero delle acque grigie hanno in comune lo stesso principio: recuperare lo scarto e dargli nuova vita. Nello specifico, le acque grigie sono gli scarichi idrici provenienti dalle civili abitazioni che rappresentano circa il 60% delle acque reflue domestiche. Ne fanno parte le acque provenienti dal lavandino, dalla doccia e dalla vasca da bagno, che dopo il loro recupero e successivo trattamento, trovano impieghi differenti. Il mercato offre un’ampia offerta di tipologie di impianti di recupero delle acque grigie, tutti comunque orientati a garantire appropriati trattamenti prima del riutilizzo finale. Il sistema è composto da un’unità di trattamento primario, per eliminare grassi e schiume, e da un’unità di trattamento secondario, indispensabile per rispettare i limiti fissati dalla norma sul riutilizzo.
*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano
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Speciale cartongesso
Prodotti e strategie dei protagonisti del mercato
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Speciale fissaggio
Il mercato vola, la tecnica blocca
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Case in legno
La terza via per l'edilizia green
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S PEC IA L E Cartongesso EDILIZIA
IL MOMENTO D’ORO DEI SISTEMI A SECCO Parlano gli operatori di un settore in crescita. Considerato fino a qualche anno fa un metodo di costruzione troppo poco tradizionale, il cartongesso è ora una soluzione che piace a progettisti e a utente finale, grazie a nuovi materiali e tecnica costruttiva
di Paolo Caliari
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Fibran
che nella gestione del prodotto.
IN ARRIVO NOVITÀ PER L’ESTERNO
dell’azienda?
D. Ci sono state altre tappe importanti nella crescita R. Siamo un’azienda relativamente giovane, ma fin da subito abbiamo puntato sullo sviluppo di prodotti innovativi. Oggi siamo presenti sul
«Il cartongesso ha ampliato notevolmente penetrazione dell’edilizia,
la nel
sua mercato
soprattutto
nel
settore residenziale, sia in edifici di nuova costruzione sia in interventi di riqualificazione e ristrutturazione. Lo scorso anno Fibran ha registrato una crescita a doppia cifra, un incremento importante sia di fatturato che di volumi», conferma l’architetto Domenico
Scorza
(nella
foto), product manager Dry dell’azienda. Domanda. Qual è il trend di mercato dei sistemi in cartongesso? Risposta. Sicuramente il trend è di crescita. Il mercato italiano, rispetto al resto d’Europa, si è sviluppato in ritardo. Nei prossimi anni assisteremo a un incremento che porterà a un consumo procapite di cartongesso pari, o molto vicino, a Paesi come Francia, Germania, Inghilterra, che sono partiti molto prima. D. E a livello invece di tecnologia, su che cosa vi state concentrando? R. Stiamo lavorando molto sui sistemi a secco per interni, ma stiamo sviluppando sistemi anche per esterno. A breve lanceremo un nuovo prodotto proprio per questo tipo di applicazione. Lo sviluppo del mercato
mercato con lastre ad alta densità, come Fibran Super, lastra in gesso rivestito utilizzata per la realizzazione di pareti con resistenza meccanica superiore in scuole, ospedali e nel residenziale. Abbiamo poi creato l’innovativa tecnologia Fibrangyps Care per una gamma di lastre ad alto assorbimento di Voc, ideali per la salubrità dell’aria sia negli ambienti lavorativi che domestici. Da non dimenticare il sistema Fibran Next, lastra per esterni in gesso, rivestita su entrambe le facce da un’armatura in fibra di vetro. Una soluzione veramente innovativa, che al momento del lancio rappresentava la prima lastra in gesso per esterni prodotta in Italia. Infine, produciamo profili, stucchi e abbiamo ampliato la nostra gamma con tutti gli accessori necessari per il mondo del cartongesso. Dal 2020 abbiamo anche radicalmente modernizzato il sistema produttivo, investendo molto nell’industria 4.0 e nella sostenibilità. D. Qual è oggi la vostra quota di mercato? R. Stimiamo circa il 10%. D. Che cosa prevede per il 2022? R. L’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia sta un po’ bloccando il mercato. Al momento siamo in una fase di stallo ed è difficile programmare il futuro. Per noi il 2022 è un anno di transizione, che utilizzeremo soprattutto per sviluppare nuovi prodotti e soluzioni costruttive in linea con le attuali esigenze del mercato. Quindi lavoreremo sull’acustica, l’antincendio, l’antisismica e i bonus edilizia, oltre a implementare i servizi di assistenza al cliente con sempre maggior supporto tecnico e commerciale. Abbiamo in programma incontri e webinar di formazione rivolti sia ai progettisti che ai nostri clienti, rivenditori compresi. (Veronica Monaco)
residenziale va in questa direzione: la costruzione completa dell’involucro edilizio con sistemi a secco, e le lastre per esterno sono importantissime da questo punto di vista. Inoltre, lavoreremo molto in termini di ricerca e sviluppo sui temi del riciclo e della sostenibilità. D. In percentuale, quanto pesano i sistemi a secco per interno e quanto le lastre per esterno? R. Non abbiamo mai analizzato nel dettaglio questo dato. Sicuramente
Palazzo Marengo, Milano
è predominante il cartongesso per interni, quindi lastre e sistemi per controsoffitti, pareti e contropareti. D. La vostra azienda quando ha iniziato a proporre il cartongesso sul mercato italiano? R. Fibran è entrata nel mercato del cartongesso dal 2009, dopo l’acquisizione di Gessi del Lago d’Iseo. L’anno scorso abbiamo incrementato maggiormente la nostra presenza acquisendo il 100% della Gessi di Roccastrada, proprietaria di una delle più grandi cave naturali di gesso d’Italia, nel bacino minerario di Roccastrada (Grosseto). Oggi Fibran vanta una capacità di estrazione elevatissima e una purezza molto alta della materia prima, che ci avvantaggia sia nella qualità della produzione
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S PEC IA L E Cartongesso Knauf
LA VITTORIA DELLA LEGGEREZZA «Il mercato ha capito che la leggerezza è un indicatore importante della sostenibilità di un prodotto e questo sta favorendo anche la crescita dei sistemi a secco», spiega in questa intervista Damiano Spagnuolo (nella foto), Direttore Marketing & Product in Knauf Italia. Domanda. Il cartongesso è uno dei settori di mercato più vivaci. Di quanto è cresciuto lo scorso anno? Risposta. Dal punto di vista economico lo scorso anno è stato un periodo favorevole, in cui il Pil ha registrato ottime performance. L’edilizia, che è storicamente trainante, ha confermato il suo ruolo di settore strategico e in questo contesto positivo ha registrato crescite, in volumi e valori, superiori rispetto al Pil. Al suo interno, il comparto dei sistemi costruttivi leggeri, in particolare quelli a secco, hanno a loro volta fatto segnare tassi di crescita ancora maggiori rispetto alla media dell’edilizia. I driver di questo successo, evidenziato dalla netta e crescente preferenza delle soluzioni leggere nella costruzione e soprattutto ristrutturazione degli edifici, sono stati molteplici. Innanzitutto, il mercato sta prendendo sempre più consapevolezza delle superiori prestazioni dell’edilizia leggera in termini di estetica, velocità e performance. Inoltre, il lungo periodo di uso intensivo delle abitazioni determinato dal covid è stato un ulteriore booster in questa direzione, accrescendo la sensibilità verso il comfort abitativo
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e incentivando le famiglie a investire maggiormente nella propria casa. Infine, la pandemia ha accelerato anche la transizione verso nuovi metodi di lavoro che hanno richiesto di ripensare e spesso anche ristrutturare gli ambienti di lavoro, determinando un’ulteriore spinta verso l’adozione di soluzioni in edilizia leggera. In tutto questo contesto Knauf, che è stata pronta a intercettare e spesso anticipare tutte queste tendenze (si pensi anche soltanto alla nuovissima linea Advanced e alle tante iniziative fatte in favore del canale e delle famiglie durante il lockdown), è stata premiata dal mercato, rispetto al quale ha sovraperformato. D. E che cosa prevedete per il 2022? R. La tecnologia dei sistemi a secco è ormai consolidata in Italia e i sistemi che si basano su questa tecnologia crescono strutturalmente ogni anno. Oltre a questo, le dinamiche del nostro settore saranno influenzate anche da fattori straordinari quali i bonus, le agevolazioni e la stessa transizione ecologica che spinge verso sistemi di costruzione sempre più sostenibili. Tutto questo mette il nostro settore in una posizione privilegiata e costituisce un ulteriore fattore di spinta al processo di crescita già in essere, aiutandolo a gestire le indubbie difficoltà di contesto inerenti le oscillazioni delle disponibilità e dei costi delle materie prime. D. Qual è la tendenza per questi sistemi? R. Come accennato, i sistemi a secco sono sempre più conosciuti e apprezzati, tanto dalla filiera di rivenditori applicatori quanto dai progettisti e dagli stessi utenti finali. Questo apprezzamento è determinato dai tanti vantaggi che i sistemi a secco possono vantare sotto ogni profilo. Fino a ieri si trattava prevalentemente di prestazioni, affidabilità e costi. A questi, oggi si sono aggiunti il valore della sostenibilità e, grazie anche al gran lavoro di innovazione tecnologica di Knauf che ha introdotto la linea Advanced, anche il valore della leggerezza con tutte le sue positive ricadute. Grazie a Knauf il mercato ha capito che la leggerezza è un indicatore importante della sostenibilità di un prodotto e questo sta favorendo anche la crescita dei sistemi a secco in generale per i quali ormai si può dire che «chi li prova, li riprova». Il positive minding che ne deriva è poi fondamentale per il potentissimo passaparola positivo di cui i nostri sistemi godono sempre più e tutto questo, nel suo complesso fa capire come la tendenza per i sistemi a secco sia di costante e inarrestabile crescita. L’edilizia del futuro va vista nell’ottica dei sistemi a secco, insomma. D. Qual è la percentuale dei sistemi di cartongesso per esterni e quale per gli interni? R. I sistemi a secco, e in particolar modo le lastre in gesso rivestito, si sono affermate e hanno determinato il proprio successo quasi esclusivamente nelle applicazioni per interni. Ovviamente nell’ambito dei sistemi a secco rientrano anche soluzioni basate su lastre in fibrocemento che, per le loro apprezzate e ormai ben note caratteristiche prestazionali di resistenza all’acqua e agli agenti atmosferici oltre che di lavorabilità e flessibilità, rappresentano una soluzione privilegiata e moderna per architetti e imprese di costruzione. In ogni caso, basta anche un semplice calcolo matematico sullo sviluppo delle superfici interne ed esterne, oltre che sul diverso peso delle ristrutturazioni rispetto alle nuove costruzioni, per
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rendersi conto che l’ambito privilegiato delle applicazioni dei sistemi a secco sia quello degli interni rispetto agli esterni, tanto in volumi quanto in valori. D. Quanto pesano carenza di materiali e prezzi in aumento? R. La disponibilità delle materie prime e le componenti inflazionistiche richiedono alle imprese capacità gestionali di gran lunga superiori rispetto al passato. Essere una multinazionale in questi contesti offre indubbi vantaggi, perché assicura solidità economica, managerialità, capacità di acquistare su una pluralità di mercati e disponibilità di stoccaggi che permettono di ammortizzare spinte ed effetti inflazionistici, rafforzando quindi l’affidabilità nei confronti della filiera a valle. D. Quando la vostra azienda ha iniziato a proporre il cartongesso sul mercato italiano? R. Il gruppo Knauf ha portato in Europa la tecnologia del cartongesso e i sistemi di edilizia a secco sin dagli inizi del secolo scorso. In particolare, la vendita con un’organizzazione stabile nazionale e dedicata in Italia è iniziata negli anni Settanta. D. Quali sono state le tappe fondamentali? R. La vendita con un’organizzazione nazionale stabile è iniziata negli anni Settanta. Nel decennio seguente Knauf Italia ha rafforzato la sua posizione con la costruzione degli impianti di produzione che hanno portato alla creazione di un polo nazionale leader nella produzione di lastre, massetti, profili e intonaci. Dagli anni Novanta in poi abbiamo
assistito all’espansione degli impianti, delle cave e delle attività produttive. Infine, nel 2020, è stato pubblicato il primo bilancio di sostenibilità con cui è finalmente emersa quella vocazione Esg che ha da sempre contraddistinto la visione e la missione di Knauf. D. Qual è la vostra quota di mercato? R. Knauf è senza dubbio leader di questo mercato, tanto in termini di brand equity quanto in termini di immagine e di volumi. L’immagine e la notorietà di Knauf sono l’esatto specchio della qualità delle soluzioni Knauf e del gradimento che applicatori, progettisti e utenti finali accordano alle soluzioni suddette. Tutto questo si riflette in quote di mercato che sono costantemente ai vertici in tutti i comparti in cui Knauf compete.
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S PEC IA L E Cartongesso Fassa Bortolo
LA RICHIESTA È SEMPRE CRESCENTE «Il nostro stabilimento di Calliano lavora a pieno
D. E che cosa prevedete per il 2022?
regime sette giorni su sette per soddisfare
R. La congiuntura politica ed economica mondiale
una richiesta sempre crescente che ci arriva in
rende quasi impossibile fare previsioni. Quello
particolar modo da Centro e Nord Italia», spiega
che sappiamo oggi è che nei primi quattro mesi
Saul Scarpari (nella foto), product manager Sistema
del 2022, nonostante tutte le difficoltà del caso, la
Cartongesso Gypsotech di Fassa Bortolo.
curva del mercato dell’edilizia è ancora in crescita.
Domanda. Il cartongesso è uno dei settori di
Purtroppo, però, l’aumento dei costi delle materie
mercato più vivaci. Di quanto è cresciuto lo
prime e dell’energia stanno mettendo in seria
scorso anno?
difficoltà la filiera, rendendo molto incerta ogni
Risposta. Sicuramente per quanto riguarda
possibile previsione di settore.
l’edilizia residenziale il cartongesso è uno dei
D. Qual è la tendenza per questi sistemi?
settori più vivaci ed in costante crescita. Pur
R. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, il
essendo disponibile da tempo, negli ultimi anni la
livello qualitativo del sistema a secco è cresciuto
diffidenza verso questo materiale è stata superata
sotto tutti i punti di vista: resistenza meccanica,
e oggi è richiesto non solo dai giovani, ma da
anti-intrusione, isolamento acustico, proprietà
tutte le fasce d’età e in tutto il territorio nazionale.
antincendio, antisfondellamento e antisismica. È
Merito degli indubbi vantaggi che l’utilizzo dei
grazie a tutte le caratteristiche sopracitate, oltre
sistemi stratificati a secco garantisce, con prodotti e sistemi sempre più
che alla sua duttilità e alle proprietà intrinseche, che il sistema a secco
performanti. D’altronde, il nostro Paese ha sempre visto la coesistenza di
viene sempre più impiegato anche nella realizzazione dei tamponamenti
sistemi costruttivi diversi, per storia, morfologia del territorio e varietà di
esterni degli edifici (non più solo per le partizioni interne). Permettendo
aree climatiche: il sistema a secco, con la sua duttilità e le sue prestazioni,
un abbattimento dei costi della struttura portante, riducendo i tempi di
riesce a rispondere a tutte le esigenze. Nell’ultimo anno abbiamo visto
realizzazione e soddisfando la tendenza, sempre più marcata, di parziale
aumenti considerevoli in tutto il comparto, ma in modo particolare
industrializzazione di tutte le componenti dell’edificio. È una tendenza
abbiamo avuto un’importante crescita delle lastre tecniche tra cui le nostre
che abbiamo già visto in molti Paesi esteri. Per portare a buon fine la
Gypsotech GypsoLignum e le Gypsotech GypsoArya Hd: sono prodotti
costruzione di strutture così performanti e per raggiungere le prestazioni
che consentono di realizzare sistemi altamente performanti specifici per
sperate sono richieste delle competenze specializzate. A fronte di questa
l’edilizia residenziale e non solo. Inoltre come gran parte delle nostre
considerazione abbiamo appena presentato il nostro nuovo manuale
lastre sono conformi alle più restrittive normative sull’edilizia sostenibile.
tecnico per interni (e a breve seguirà quello per esterni) dove racchiudiamo più di 450 soluzioni fra pareti, contropareti e controsofiftti. Uno strumento per aiutare il professionista, l’impresa, la rivendita ed il posatore a districarsi fra le varie soluzioni e a trovare il corretto compromesso tecnico ed economico, grazie a una serie di tabelle comparative fra i vari sistemi. D. Qual è la percentuale di vendite dei sistemi di cartongesso per esterni e quale per gli interni per Fassa? R. Fornire in questo momento una percentuale di utilizzo di un sistema rispetto a un altro vorrebbe dire consegnare al mercato un dato oggi forviante: il mercato è, come prima specificato, in evoluzione. D. Quanto pesano carenza di materiali e prezzi in aumento? R. Per quanto ci riguarda, attualmente la carenza maggiore è relativa ai materiali isolanti, mentre per lastre, profili e accessori i tempi sono gestiti da un’attenta programmazione delle forniture. L’aumento delle quotazioni delle materie prime, dell’energia e dei trasporti si traduce in costi maggiori sui materiali che, associati all’aumento dei prezzi di posa, comportano un generale innalzamento del valore del prodotto finito. D. Quando la vostra azienda ha iniziato a proporre il cartongesso
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REV-4 SUPER 48 VOLT STANDARD
sul mercato italiano?
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YEARS
R. Ricordo ancora l’emozione nel gennaio del 2010, quando il primo camion è uscito dallo stabilimento. Dietro quel primo camion vi era un lavoro di anni: era iniziata una grande sfida, oltre che un importante
dal 1982
investimento da parte di un’azienda italiana per entrare in un settore dell’edilizia da sempre dominato da multinazionali straniere. All’epoca
Caratteristiche
R. Sin dall’inizio sapevamo che sarebbe stato difficile entrare in un mercato
Lavorazione fino: 60 m2/h Lavorazione graffiato: 60 m2/h Lavorazione grezzo: 50 m2/h Lavorazione premiscelati: 50 m2/h Raschiatura e carteggiatura tinte: 40 m2/h.
estremamente competitivo, soprattutto da un punto di vista qualitativo,
Characteristics:
avevamo tre tipologie di lastre, oggi sono più di 20. D. Quali sono state le tappe fondamentali di questo cammino?
tecnico, di servizio e di preparazione generale dell’intera azienda. Perciò abbiamo lavorato su più fronti, in primis con l’investimento nello stabilimento di Calliano (Asti), dotato delle migliori tecnologie disponibili. C’era, poi, l’aspetto della qualità del prodotto: da subito, come da
Fine plaster: 60 sq m/h “Schratched” plaster: 60 sq m/h Rough plaster: 50 sq m/h Pre-mixed products: 50 sq m/h Scraping and fine sanding of paints in general: 40 sq m/h.
prassi aziendale, abbiamo voluto posizionarci sul mercato con lastre di altissima qualità e mantenere uno standard ai massimi livelli in tutti questi anni. Altro punto chiave è la logistica che Fassa Bortolo può garantire in OPTIONAL
tutto il territorio nazionale. Stabilimenti di produzione e stoccaggio che garantiscono tempi rapidi di consegna in Italia e in Europa. Infine, non meno importanti, le persone che hanno lavorato al progetto fin dall’inizio o quelle che ogni giorno promuovono i prodotti nel mercato. Anche la formazione interna ed esterna è una leva fondamentale per la diffusione del prodotto, con corsi e convegni rivolti a professionisti e applicatori, organizzati nelle nostre sedi oppure nelle sedi dei nostri clienti. D. Qual è la vostra quota di mercato? R. Operiamo sui tre principali mercati di riferimento, l’Italia, la Francia e
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la Spagna. Il nostro stabilimento di Calliano lavora a pieno regime sette Prevalenza 10 m. Prestazioni Lt 18 dipende dal materiale e rotore, statore Granulometria Da 0 a 4 mm. (Rotore e statore idoneo)
giorni su sette per soddisfare una richiesta sempre crescente che ci arriva in particolar modo da Centro e Nord Italia.
Head 10 m. Performances 18 lt. according to the kind of material, rotor, stator Granulometry From 0 to 4 mm. (Suitable rotor, stator)
dal 1987 Camera di miscelazione estraibile per perfetta pulizia di materiali agressivi, tipo colla da cappotto. La stessa è al suo interno trattata per effetto anti abrasione ed un effetto anti adesione (Brevettato). Mixing chamber extractable for perfect cleaning also for aggressive materials, like “cappotto glue. Inside the chamber has a special treatment for anti abrasion effect and anti adhesion effect (Patented).
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S PEC IA L E Cartongesso Siniat
PRONTI ANCHE AD APPLICAZIONI ESTREME «La sfida in Italia è continuare a crescere nel settore del residenziale, ma soprattutto dimostrare la superiorità dei sistemi a secco in termini di solidità o durabilità verso i sistemi costruttivi tradizionali», afferma Claudia Giromini (nella foto), Marketing & Strategy Manager di Etex BP Italia, gruppo di cui fa parte Siniat, marchio specializzato in sistemi e prodotti in cartongesso. Domanda. Da quanto tempo avete iniziato a proporre il cartongesso sul mercato italiano? Risposta. Siamo apparsi sul mercato con il marchio Lafarge alla fine degli anni Ottanta. Dopo un primo periodo, in cui l’attività si basava esclusivamente sull’importazione dei prodotti, nel 1993 è stato costruito il primo stabilimento in Abruzzo. Una seconda svolta importante si è avuta nel 2011, con l’acquisizione della Divisione Gesso di Lafarge da parte del Gruppo Etex. Nel 2012 abbiamo cambiato il marchio commerciale in Sinat e ci siamo progressivamente trasformati da produttori di elementi standard a produttori di lastre a più elevato contenuto tecnico, sia per applicazioni esterne che interne. Intorno al 2016 l’unione con Promat, brand specializzato in protezione passiva dal fuoco, ha di fatto segnato un’ulteriore accelerazione per l’azienda. D. Che cosa propone il marchio Promat? R. Promat è il marchio altamente specializzato in Italia per la protezione passiva dal fuoco. Si occupa di diversi campi di applicazione: dalla compartimentazione con strutture per pareti, pavimenti e soffitti, alla protezione strutturale tramite diversi sistemi, come pitture intumescenti e intonaci resistenti al fuoco. Inoltre, si focalizza su protezione antincendio degli attraversamenti e condotte di ventilazione ed aspirazione dei fumi. Unire la protezione passiva dal fuoco con il settore del cartongesso, molto attento al discorso della protezione da incendi, ha segnato per l’azienda un momento di sviluppo fondamentale dal punto di vista tecnico. D. Quali sono i fiori all’occhiello di Siniat? R. Lastre per applicazione in esterno, a base di materiali diversi dal cemento, prodotti a elevata resistenza per gli interni e la protezione passiva dal fuoco. Questi sono gli ambiti in cui riusciamo a fare più innovazione e proposte più attraenti per il mercato. D. Quanto è cresciuto il mercato del cartongesso negli ultimi due anni? R. Non ci sono dati ufficiali, ma la nostra sensazione è che la crescita nel 2021, rispetto all’anno precedente, sia vicina alle due cifre, neutraliizzando il calo vistoso registrato allo stop imposto nel 2020 dal lockdown. Se raffrontiamo
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i dati con il 2019, la crescita dovrebbe attestarsi intorno al 4-5%, in linea con l’andamento medio stimato intorno al 3-5% di crescita di volumi anno su anno. Speriamo che questo trend continui, al di là dei fattori critici contingenti. D. E per quanto riguarda i fatturati? R. Possiamo esprimerci solo in termini di volumi, perché il fatturato è troppo sballato dall’aumento dei prezzi. Diciamo che la crescita dei volumi è influenzata molto dalla penetrazione di prodotti più tecnici, che impattano positivamente sulla crescita di fatturato. D. Qual è, invece, la tendenza a livello tecnologico dei vostri sistemi? R. La specializzazione in settori che richiedono prestazioni sempre più elevate. In particolare, negli ultimi anni abbiamo avuto un forte sviluppo di prodotti caratterizzati da una maggiore resistenza e performance più elevate. Abbiamo molto successo con i prodotti tecnici, e continuiamo a investire nei sistemi in cartongesso per esterno, dove inizia a esserci maggiore domanda. Si tratta ancora di una quota molto piccola, ma c’è grande potenziale di crescita. D. Quanto pesano sulla vostra attività carenza di materiale e prezzi in aumento? R. Al momento la mancanza di materiale necessario alla realizzazione di prodotti a base gesso è determinata soprattutto dalle crescenti difficoltà logistiche e della poca costanza dei fornitori . Per quanto riguarda il gesso, che è un materiale di approvvigionamento locale, non si sente una carenza. Per il resto delle materie prime abbiamo cercato di garantirci incrementando notevolmente gli stoccaggi. Il tema è più critico sull’acciaio, con cui realizziamo le strutture metalliche di supporto, e gli accessori. Il rialzo dei prezzi invece pesa moltissimo, tanto che siamo stati costretti a girare in parte questi aumenti sul mercato. A preoccuparci in modo particolare è il prezzo dell’energia, che è determinante sia in maniera diretta nei nostri stabilimenti, sia indiretta, perché ha costretto i produttori di materie prime ad aumentare notevolmente i prezzi. D. Qual è la vostra quota di mercato? R. Non sono disponibili dati ufficiali e la stima è complessa a causa della elevata frammentazione del mercato: in ogni caso la nostra quota non dovrebbe superare il 20%. D. C’è qualche nuovo prodotto in uscita? R. Nel 2011 abbiamo lanciato la lastra Aquaboard (nella foto a sinistra), che ci ha consentito di portare all’esterno la tecnologia a base gesso con grande successo. A breve lanceremo un nuovo prodotto per l’esterno, sempre con tecnologia a base gesso, che avrà performance di resistenza meccanica superiori rispetto ad altri materiali. Essendo un prodotto destinato ad applicazioni estreme, che prevedono la possibilità di utilizzare anche rivestimenti pesanti, vogliamo prenderci il nostro tempo per condurre tutti i test necessari. Contiamo comunque di lanciare questa nuova soluzione nel corso del 2022. (Veronica Monaco)
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CONTROSOFFITTI E RIVESTIMENTI METALLICI
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S PEC IA L E Fissaggio I L M E R C ATO
SOLO I RICAVI NON SI BLOCCANO Sotto la lente i risultati dei dieci leader del settore. Risultato: il fissaggio è passato indenne dal blocco pandemico e prosegue nella sua corsa. Perché viti, tasselli e tutte le altre soluzioni sono sempre più richieste nell’ambito della nuova edilizia
di Federico Della Puppa
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Sistemi di fissaggio - Andamento del fatturato delle principali aziende del settore
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OTTO CERTEZZE PER RISPARMIARE IL 24% SULLA BOLLETTA
Grazie a uno studio, frutto di una convenzione tra OFFICINE RASERA srl e Consorzio Futuro in Ricerca, condotto presso i laboratori dell’Università di Ferrara, si è potuto constatare come il “SISTEMA ARIA” di Officine Rasera offra le migliori condizioni in fatto di risparmio energetico con un minimo del 24% garantito sulla bolletta. Lo studio ha messo in evidenza l’alta capacità ventilante in ingresso e soprattutto in falda, grazie al listello universale “UNO”, e in uscita con il nuovo “COLMOWINGS”. Il “SISTEMA ARIA” dispone di una vasta gamma di accessori per la posa a secco e l’ancoraggio di coppi e tegole. 1) VENTILAZIONE PIÙ EFFICIENTE 2) BENEFICI IN OGNI STAGIONE 3) MINOR COSTO COMPLESSIVO 4) TETTO ASCIUTTO E SANO
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5) SISTEMA DI POSA A SECCO 6) STABILITÀ DEGLI ELEMENTI 7) POSA SEMPLICE E RAPIDA 8) FACILE MANUTENZIONE
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LA LUNGHEZZA HA PIÙ SICUREZZA DuoXpand è un innovativo tassello prolungato bimateriale per installazioni passanti che permette un’espansione adattiva nel materiale da costruzione: evita fratture nei materiali più fragili e consente un ancoraggio sicuro anche in prossimità dei bordi di Anna Molentini
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er fissare oggetti di grosso spessore e andare in profondità con la parte espandente, i tasselli prolungati sono la soluzione ideale. Proprio in questo ambìto fischer presenta DuoXpand, un innovativo tassello prolungato bimateriale per installazioni passanti che, grazie alla sua geometria a lamelle, permette un’espansione adattiva nel materiale da costruzione: questo evita fratture nei materiali cavi e porosi e consente l’ancoraggio in prossimità dei bordi. Idoneo per applicazioni su ogni tipo di supporto, è indicato per il fissaggio di serramenti, strutture metalliche e sottostrutture per facciate. DUE DIAMETRI Disponibile in due diametri, da 8 e 10 millimetri, e con lunghezze da 80 a 230 millimetri, DuoXpand è realizzato con vite in acciaio zincato e inossidabile a testa svasata piana o Fus con vite a testa esagonale flangiata: la prima versione è ideale per il fissaggio di strutture in legno su murature o calcestruzzo, la seconda per il fissaggio di strutture metalliche. La vite di sicurezza premontata si adatta perfettamente al tassello, permettendo di risparmiare tempo in fase di installazione. Il corpo principale del tassello è in nylon grigio di alta qualità, in grado di garantire resistenza a carichi elevati, mentre la componente rossa assicura flessibilità e un’espansione ottimale. Il corpo del tassello consente due possibili profondità di ancoraggio per un uso versatile in tutte le classi di materiali da costruzione, secondo le norme del Benestare Tecnico Europeo (Eta 21/0324). Due profondità aggiuntive di 140 e 160 millimetri permettono un ancoraggio sicuro in materiali perforati con cavità di grandi dimensioni. L’ampio collarino evita la corrosione da contatto e sigilla il foro per un fissaggio sicuro e duraturo nel tempo, mentre le nervature laterali impediscono la rotazione del tassello per un’installazione ancora più sicura.
Il tassello DuoXpand è indicato per tutti i tipi di supporto. Sotto, la versione con vite a testa svasata piana e la versione Fus, con vite a testa esagonale flangiata
calcestruzzo cellulare. È adatto anche per pietra naturale compatta e pannelli pieni in gesso. Nei materiali da costruzione pieni, il design del prodotto garantisce un’equa distribuzione del carico nel supporto. Nei materiali cavi, le speciali lamelle espandono fra le creste del mattone e formano un sottosquadro nella cavità. La geometria dell’ancoraggio assicura che la forza sia trasferita uniformemente al materiale, evitando fratture e indebolimento del supporto. DuoXpand può essere utilizzato per il fissaggio di serramenti e portoncini, pergole, tettoie e verande, sottostrutture per facciate e coperture, staffe metalliche, ringhiere e cancelli, inferriate, balaustre, mobili pensili e staffe per schermo televisivo.
LE APPLICAZIONI Il tassello prolungato DuoXpand è certificato per calcestruzzo, mattone pieno e semipieno in laterizio e in silicato di calcio, blocco pieno in calcestruzzo normale e alleggerito, blocco cavo in calcestruzzo alleggerito,
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DuoXpand. Il prolungato bimateriale dalla presa intelligente. DuoXpand è il nuovo fissaggio della linea DuoLine e combina materiali e design per un‘espansione intelligente che si adatta ad ogni supporto. Grazie all’innovativa geometria a lamelle, DuoXpand garantisce un’installazione senza fratture in materiali cavi e vicino ai bordi, resistenza a carichi elevati e forte tenuta nel tempo. DuoXpand è certificato ETA in tutte le classi di materiali da costruzione.
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RESINA AD HOC PER I SERRAMENTI Super Gold Mit Green 300 è un ancorante chimico pluricertificato in metacrilato senza stirene dal colore bianco verniciabile. Può essere utilizzato anche per la posa di porte, finestre, scuri, portoncini e inferriate. Inoltre vanta una facile applicazione di Sara Giusti
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lla ricerca costante di nuove soluzioni applicative in sintonia con le normative europee e in grado di soddisfare gli utenti professionali più esigenti, Mungo ha sviluppato Super Gold Mit Green 300, un ancorante chimico pluricertificato in metacrilato senza stirene dal colore bianco, verniciabile. Utilizzabile per la posa di serramenti, scuri, portoncini blindati e inferriate, il prodotto è studiato per un fissaggio rapido e tenace di cardini, zanche e barre filettate. Di facile applicazione, grazie all’elevata tixotropia che evita al prodotto di colare, Super Gold Mit Green 300 è idoneo anche per il fissaggio su fori larghi. Per un’applicazione ancora più semplice è disponibile nel formato da 300 utilizzabile con pistola da silicone. Bianca e verniciabile, questa resina è particolarmente indicata per l’industria del serramento. Il prodotto è certificato Ce per applicazione su calcestruzzo e mattoni pieni e forati e garantisce crediti Leed (IEQ-Credits
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4.1 adesivi e Sigillanti) per la sostenibilità ambientale. RIFERIMENTO MONDIALE Fondata in Svizzera nel 1968, Mungo Befestigungstechnik è un punto di riferimento mondiale per il settore del fissaggio professionale ed è riconosciuta per tecnologie e prodotti di alta qualità anche per la sigillatura e l’isolamento termo-acustico. L’attenzione al cliente consente all’azienda di offrire non solo prodotti di qualità certificata, ma soprattutto soluzioni e servizi innovativi atti a migliorare il lavoro dei professionisti. Oltre ad affiancare i clienti con un’assistenza costante nella progettazione e nella realizzazione di preventivi, l’azienda mette a disposizione un configuratore online che permette di calcolare autonomamente la quantità di prodotto necessaria per realizzare la propria applicazione, oltre a un software di calcolo per la scelta e il dimensionamento dei fissaggi.
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Case in legno IL TREND
Dal bosco alla casa per città sostenibili
Il settore delle costruzioni in legno è ormai diventato uno dei pilastri per attuare la decarbonizzazione delle città. E i dati di mercato indicano che questo tipo di edilizia è in continua crescita. Il punto di svolta? È stato l’Expo 2015 di Milano
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Case in legno Guido Callegari. A destra, Tree of Life, l’Albero della Vita simbolo del Padiglione Italia a Expo Milano 2015
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Case in legno QUANTO CRESCE IL SETTORE
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l settore delle costruzioni, anche in Italia, ha riscoperto il legno. Certo: le difficoltà attualmente provocate dai rincari e dall’approvvigionamento delle materie prime colpiscono anche questo comparto che però, ricordiamo, nel 2021 in Italia ha portato a termine oltre 3 mila realizzazioni solo nel residenziale, secondo i dati raccolti nel Rapporto Edilizia in Legno 2021 realizzato dal Centro Studi di Federlegno Arredo di Assolegno. La riscoperta delle potenzialità del legno non riguarda solo
la scala privata, dunque il settore residenziale, ma è destinata a estendersi anche livello urbano, dove i sistemi costruttivi in legno sono visti come alleati fondamentali per contribuire alla decarbonizzazione delle città, anche grazie alla loro naturale capacità di assorbimento di CO2. YouTrade ne ha parlato con Guido Callegari, docente al Dipartimento di architettura e Design del Politecnico di Torino. Domanda. In che modo i sistemi costruttivi in legno possono contribuire positivamente all’obiettivo di un’edilizia più sostenibile?
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I Quaderni Tecnici di YouTrade COSTRUIRE OFF-SITE
Anche in Italia si fa strada il metodo di costruzione più veloce e sostenibile A p r i l e
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Quaderni tecnici: costruire off-site EDILIZIA OFF- SITE
L’EDIFICIO SI FA IN FABBRICA Trasformare il cantiere in un luogo in cui si applica l’assemblaggio di componenti prodotti in precedenza, come fosse un gioco di Lego. Anche in Italia si fa strada un sistema che è semplice e complesso allo stesso tempo, e che vanta molti plus di Pietro Mezzi
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Il prototipo Capsule realizzato da Manni Green Tech per il museo Enzo Ferrari di Modena. Credits, Andrea Martiradonna A destra, il montaggio della parete realizzata off-site per gli Incubator Labs di Mind. Credits, Wood Beton
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Quaderni tecnici: costruire off-site L’area di Mind dall’alto; in basso a destra, tra Palazzo Italia e l’Albero della Vita, i tre edifici temporanei realizzati da Wood Beton. Credits, Wood Beton
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Una fase dell’installazione dei moduli realizzati off-site per i tre Incubator Labs dello Human Technopole di Mind a Milano. Credits, Wood Beton
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Casa Domaine du Chateau, Lussemburgo, realizzata da Manni Green Tech. Credits, Philippe Geoffroy
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I T A Villa residenziale a Sovizzo, Vicenza, realizzata con tecnologia Manni Green Tech. A destra, immagine di cantiere. Credits, Manni Green Tech
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Quaderni tecnici: costruire off-site La parete prefabbricata in stabilimento del sistema Rhinocerus Wood. Credits, Wood Beton
Qui e a fianco le fasi costruttive della Casa Domaine du Chateau, Lussemburgo. Credits, Manni Green Tech
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La parete prefabbricata in stabilimento del sistema Rhinocerus Steel Credits, Wood Beton
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Quaderni tecnici: costruire off-site SPATTI: VELOCITÀ E SOSTENIBILITÀ
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Giovanni Spatti, ad di Wood Beton (credits, Wood Beton)
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Edilizia sostenibile Gli edifici carbon neutral
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l drammatico sviluppo della crisi climatica globale, come emerge dalle analisi scientifiche, non ultima il report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ippc) appena pubblicato (AR6 Sesto Rapporto di valutazione), pone l’urgenza di ridurre velocemente le emissioni di gas serra anche per quanto riguarda il settore costruzioni. Considerando sia la produzione di materiali e prodotti edili (11%), sia le emissioni causate dal consumo energetico degli edifici (28%), ancora prevalentemente derivante da fonti fossili, l’ambiente costruito contribuisce per il 39% alle emissioni globali in atmosfera. Ciò è aggravato dall’attuale ritmo di sviluppo del settore e di consumo di suolo a livello globale: sommando l’impatto dei nuovi edifici e quello degli interventi di ristrutturazione, è come se attualmente edificassimo all’incirca una nuova New York City ogni mese. Un dato
impressionante che ancora una volta ci chiama a mettere in atto soluzioni rapide ed efficaci. Questa è la strada intrapresa a livello politico dalla Unione Europea, seguendo le indicazioni della commissione e della presidente Ursula von der Leyen, con l’ambizione di fare del nostro continente entro il 2050 il primo carbon neutral al mondo. Ma questa è anche la strategia messa in atto dalle principali aziende globali, come Google, Amazon e via dicendo, che stanno drasticamente riconsiderando le proprie attività, anche per quanto riguarda il patrimonio immobiliare dei loro edifici per uffici e centri logistici. A questa domanda crescente di carbon neutrality il settore edile è chiamato a rispondere, in modo efficace, trasparente e misurabile. Realizzare edifici a impatto di carbonio nullo oggi è possibile. Le emissioni di gas serra (di CO2 per semplificare) possono essere distinte in due tipologie. Da un lato, abbiamo le emissioni
edilizio e mostrare le energie e i talenti che già oggi sono in campo nel nostro Paese. Il rapporto è stato presentato a Milano lo scorso 29 aprile. Presenti, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, Paolo Fassa, presidente Fassa Bortolo, Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente della Regione Lombardia, Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola e Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance. In più, non è mancato un messaggio da remoto di Mario Cucinella, architetto e fondatore Mario Cucinella Architects. grafico di Architecture 2030, a sinistra, “Emerald”, edificio per uffici, LASotto, PARTNERSHIP Lussemburgo, la certificazione Zero Carbon. 100 italian greenregistrato buildingper stories, giunto alla sua terza edizione, è una Sopra, l'ultimo rapporto Intergovernmental Panel on Climate Change e a raccolta di 100 iniziative di imprese, centri di ricerca, università, sinistra il ciclo di vita degli edifici, International Living Future Institute realtà del non profit e agenzie pubbliche che esplora le tecnologie e le soluzioni per la sostenibilità e l’economia circolare nel settore delle costruzioni. Secondo Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, «l’edilizia può dare un contributo importante per contrastare la crisi climatica e ridurre la nostra dipendenza dei combustibili fossili, in particolare dal gas russo, resa drammatica dall’invasione dell’Ucraina. Produce al tempo stesso una drastica riduzione delle bollette per famiglie e imprese. Aiutata dai superbonus, l’edilizia orientata al green può produrre un made in Italy che punta su sostenibilità, innovazione, ricerca, e bellezza. La ripresa del settore, già partita nel 2021, prevede nel 2022 fra
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Migliora il comfort della tua casa derivanti dalla produzione dei materiali e prodotti che vengono usati per realizzare l’edificio, che chiamiamo embodied carbon e che dipendono anche dall’energia consumata durante il processo produttivo. Dall’altro, abbiamo quelle legate al consumo energetico dell’edificio, lungo il suo ciclo di vita, che chiamiamo operational carbon, che può anche essere molto rilevante, se l’edificio dipende da fonti fossili ed è scarsamente efficiente dal punto di vista energetico. Come realizzare un edificio carbon neutral? La certificazione Zero Carbon dell’International Living Future Institute (Ilfi) è il primo standard mondiale per edifici zero carbon certificato da terza parte. Questo programma prevede una serie di requisiti chiari ed efficaci che consentono a ciascun edificio di ottenere prestazioni energetiche elevate. In primo luogo, assecondando il criterio di riduzione dei consumi e, per quanto riguarda invece l’energia consumata, questa deve provenire al 100% da fonti rinnovabili prodotte sul posto e/o altrove. Per quanto riguarda i materiali, questi vanno scelti tra quelli in grado di dimostrare un livello di emissioni al di sotto delle rispettive medie industriali di settore, in particolare i prodotti di edilizia primari, quali fondazioni, struttura e involucro dell’edificio. In questo modo, vengono affrontate le fasi A1÷A5 e B6 del ciclo di vita di un progetto definito dalla norma En 15978. Le emissioni totali di carbonio risultanti dal calcolo Lca (Life Cycle Assessment) dell’edificio non devono superare i 500 kg-CO₂e/m², e devono essere compensate una tantum secondo un programma certificato Green-e Climate o equivalente. Il tutto, come di consueto per i programmi Ilfi, caratteristica che li differenzia sostanzialmente dagli altri standard di sostenibilità, monitorato su un periodo di almeno 12 mesi dall’inizio dell’occupazione dell’edificio. di Carlo Battisti presidente di Living Future Europe. Lfe è un’associazione senza scopo di lucro, attiva nel sostenere i programmi dell’International Living Future Institute in Europa, concentrandosi sulla formazione e l’assistenza ai professionisti delle costruzioni. Gli edifici LBC hanno un bilancio energetico nullo o positivo da fonti rinnovabili, sono privi di sostanze chimiche tossiche e riducono notevolmente la propria impronta energetica rispetto a un edificio standard. www.living-future.eu A p r i l e
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HOME AUTOMATION digital house
DOMOTICA ALLA FASE 2 CON L’ARRIVO DI MATTER
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he tipo di casa hai: Windows o Mac? Android o iOs? La situazione della home automation è più o meno, anzi peggio, di così. È come agli albori della informatizzazione, negli anni Ottanta, quando proliferavano computer con un sistema operativo proprietario. Se non siete troppo giovani lo potete ricordare: accanto agli «Ibm compatibile» (cioè Ms-Dos) e ai primi Mac, poi c’erano i personal computer Sinclair, Commodore, eccetera. Ognuno correva per sé, con programmi software non compatibili tra di loro. L’inizio della home automation è stato così, ma l’esperienza insegna e molte aziende si sono rese conto che l’interesse comune è quello di trovare una base per consentire ai dispositivi di dialogare tra di loro. È uno degli obiettivi dello standard universale Matter, studiato per la casa smart. Ma superare le rivalità non è facile, a tutto svantaggio dei consumatori (e anche dei rivenditori). Matter era indicato in arrivo per la fine del 2020 (si chiamava però Project Chip). All’annuncio sono seguiti una serie di rinvii, ultimo dei quali a marzo: il rilascio definitivo, finalmente, dovrebbe (condizionale d’obbligo) avvenire nel prossimo autunno. Il tempo in più è stato deciso per assicurare maggiore qualità del codice, stabilità e pulizia: in sostanza, per far funzionare meglio e senza intoppi i dispositivi domestici. L’annuncio della data, si spera definitiva del traguardo, è arrivata dalla Connectivity Standards Alliance, organismo di cui fanno parte giganti come Apple, Samsung, Google, Amazon e altre società che si occupano di dispositivi e casa smart. Se la data sarà rispettata, come assicurano i tecnici, Matter potrebbe spingere ulteriormente la produzione dei dispositivi per la casa domotica. In questi mesi la Connectivity Standards Alliance si è impegnata a finalizzare e ottimizzare il kit di sviluppo software che i costruttori di accessori e dispositivi per la casa smart useranno per integrare i propri prodotti nell’ecosistema Matter. È previsto anche un nuovo (il nono) evento di test, in cui saranno impiegati oltre 130 dispositivi che rientrano in 15 diverse categorie, realizzati da oltre 50 società che fanno parte dell’associazione. Tutti dovranno essere in grado di funzionare e interconnettersi attraverso la piattaforma Matter. I dispositivi di automazione compatibili potrebbero essere proposti in vendita entro la fine di quest’anno o, al massimo, a inizio 2023. Anche le società che non partecipano alla fase iniziale potranno testare e verificare i propri dispositivi per la compatibilità con Matter una volta concluso il varo della piattaforma. Si aprirà quindi una nuova fase per lo sviluppo dei sistemi di home automation.
di Giuseppe Rossi A p r i l e
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digital house BTicino
IL GREEN SPOSA LA TECNOLOGIA Ca’ delle Alzaie, nuovo complesso di 58 appartamenti firmato Stefano Boeri Architetti, ha utilizzato la linea Living Now per connettere i sistemi di automazione per luci, tapparelle e videocitofono. Senza trascurare l’estetica di Stefano Lavori
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amoso (anche) per il Bosco Verticale e i progetti di urbanizzazione green, Stefano Boeri non è meno sensibile alla tecnologia che accompagna l’edilizia sostenibile e la home automation. Lo testimonia Ca’ delle Alzaie, ultimo intervento residenziale firmato da Stefano Boeri Architetti in Italia. Il progetto, sviluppato a Treviso, si inserisce nell’ambito della ricerca sulla forestazione urbana cara all’archistar, ma anche a chi abita nelle città. Lo sviluppatore del progetto veneto è stata la Cazzaro Costruzioni, impresa che opera nel campo dell’edilizia da oltre cinquant’anni. L’impiantistica all’avanguardia è stata curata da BTicino, che si è occupata sia della realizzazione dell’impianto elettrico sia della domotica hardware e estetica, fornendo anche supporto commerciale e tecnico. «In sviluppi immobiliari di questo livello risulta fondamentale creare la massima collaborazione fra tutti gli attori coinvolti nel processo. Una collaborazione che parte dallo studio e dalla progettazione preliminare, fino alla definizione di cosa inserire all’interno dei singoli appartamenti. L'obiettivo è essere un partner ideale per quelle realtà che vogliono realizzare costruzioni ad alto tasso tecnologico e con un importante livello di personalizzazione», ha commentato Silvio Terraneo, responsabile Vendite e Sviluppo Business Real Estate di BTicino. DESIGN PULITO All’interno dei 58 appartamenti è stata scelta la linea BTicino Living Now, per la sua estrema pulizia del disegno e per il rigore delle geometrie. L’accensione o lo spegnimento della luce, l’automazione delle tapparelle, avvengono premendo qualsiasi punto della superficie dei tasti che, una volta azionati, ritornano in posizione restando sempre perfettamente allineati. A Ca’ delle Alzaie sono stati inseriti anche i videocitofoni connessi, con home touch da sette pollici e comandi vocali Amazon Alexa. In ogni appartamento sono presenti sistemi A p r i l e
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per la gestione dei carichi e la visualizzazione consumi, termoregolazione per sistemi a pavimento e canalizzati, antifurto IP e integrazioni con sistemi meccanici di terze parti tramite driver manager. Trovano spazio anche un web server per la connessione remota, quadri elettrici e flatwall completi di interruttori di protezione e salvavita. Nelle zone comuni sono state poi previste batterie tampone e sganciatori di emergenza, gruppi di continuità elettrica per pompe, prese di ricarica per autoveicoli e un sistema per la diffusione sonora digitale. Il complesso abitativo si compone di tre fabbricati di sette piani, in classe energetica A4 Nzeb, dotati di una piastra seminterrata in cui sono stati realizzati ampi garage, che si presenta in copertura come uno spazio verde, con un prato fiorito, arbusti e alberature. La scelta di un fronte discontinuo garantisce un elevato livello di privacy degli spazi interni ed evita il formarsi di una barriera visiva tra i tre differenti corpi. Ogni piano ospita due o tre appartamenti, di diverso taglio, in cui le zone giorno sono collocate a sud, verso il fiume, mentre le zone notte sono rivolte a nord. Le facciate principali a sud e nord di tutti gli edifici sono attrezzate per ospitare alberature e grandi arbusti.
All’interno dei 58 appartamenti è stata scelta la linea BTicino Living Now
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digital house Fakro
FINESTRE SMART ANCHE SUL TETTO L’azienda ha siglato un accordo con SmartDhome, che ha sviluppato il sistema MyVirtuoso Home: è dotato di un gateway wireless in grado di comunicare con una serie di dispositivi installati all’interno della casa di Stefano Lavori
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l tetto si apre in automatico. O, più precisamente, la vista sull’esterno si ottiene ora anche senza sforzo grazie all’automazione. Le finestre da tetto Fakro, infatti, entrano a far parte dei dispositivi controllabili attraverso il sistema domotico senza fili MyVirtuoso Home. Si tratta di un gateway utilizzato per un modello di smart home wireless altamente personalizzabile. Fakro e SmartDhome, che ha sviluppato il sistema MyVirtuoso Home, hanno siglato un accordo con l’obiettivo di offrire ai propri interlocutori una tecnologia ancora più completa, in grado di migliorare sia la customer experience che il comfort all’interno delle abitazioni. «Il settore della domotica negli ultimi anni è esploso, trasformando la casa in un’entità sempre più intelligente e consentendo agli utenti di controllare ogni aspetto legato al benessere indoor», commenta Bruno Pernpruner, direttore generale di Fakro Italia. «Fakro già da diversi anni offre soluzioni in versione automatizzata con chip Z-Wave, ma collaborare con MyVirtuoso Home integrando i nostri prodotti nel loro sistema domotico rappresenta un passo ulteriore nell’abbracciare questo trend». APP DEDICATA MyVirtuoso Home è dotato di un gateway wireless in grado di comunicare con una serie di dispositivi installati all’interno della casa. Attraverso l’app dedicata questa tecnologia consente agli utenti di monitorare e impostare da remoto scenari per la gestione della casa, dalla temperatura alle luci, dagli allarmi agli apparecchi anti-intrusione, fino al controllo dei consumi energetici. Grazie alla partnership con Fakro ora gli utenti potranno regolare virtualmente il funzionamento anche delle proprie finestre da tetto e degli accessori associati, come gli oscuranti interni ed esterni: il modulo elettronico con chip Z-Wave di cui i serramenti elet-
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trici Fakro sono dotati, infatti, ne consente il dialogo con il gateway MyVirtuoso Home. «Questa collaborazione è nata dall’esigenza di rendere maggiormente completo il nostro sistema di smart home», commenta Marco Vicamini, direttore generale di SmartDhome. «Cercavamo un’azienda produttrice di finestre da tetto e verticali e Fakro si è identificato subito come un partner di alto livello anche grazie alla sintonia delle nostre mission, entrambe orientate al miglioramento della qualità della vita all’interno degli spazi abitati. La qualità dei prodotti e la disponibilità nell’approccio ci hanno convinti: la direzione ci ha messo a disposizione le proprie strutture e le campionature per effettuare i test di inclusione delle finestre nel nostro sistema e pertanto ora siamo in grado di offrire serramenti smart all’interno del nostro pacchetto di dispositivi integrabili a MyVirtuoso Home».
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Creta, sofisticata colorazione grigio-verde, e Sahara, un colore caldo che ricorda la sabbia del deserto. Il diffusore in vetro soffiato e la base in alluminio sono cromaticamente coordinati. 6. Il Bronzetto presenta Cage, la nuova serie di lampade, che insieme a tavolini e sedute vanno a comporre la collezione Brass Brothers & Co. Le piantane Cage 02 e Cage 03 hanno struttura in ottone in diverse finiture e paralume in stoffa personalizzabile. Come tutta la linea, anche il lampadario a sospensione Cage 05 si caratterizza per la forma a gabbia cilindrica realizzata tramite barre di ottone pieno. 7. Mito Gioia è la nuova lampada di Occhio disegnata da Axel Meise per uffici e spazi lavorativi domestici. La lampada può essere accesa con il semplice passaggio della mano sopra o sotto il cerchio da cui si dirama la luce (raggio 180 mm). Grazie ai bracci movimentabili in qualsiasi direzione, la luce viene indirizzata solo dove serve e può essere regolata anche nel colore. Il meccanismo è nascosto, non sono visibili viti e cavi. 8. Vincitrice del Good Design Award 2021, la famiglia di lampade U. di Catellani & Smith si distingue per il design minimale e l’estrema funzionalità. Disponibile in due versioni da terra (U. F Up e U. F Flex) e due da parete (U. W Flex e U. W), tutte nelle finiture bianco o nero e con sorgente luminosa Cob Led a bassa tensione. 9. Ociu è la lampada a sospensione disegnata da Franco Zavarise per Zava. Grazie alle sue dimensioni (185 cm), è in grado di caratterizzare da sola gli ambienti. Realizzata in metacrilato opale bianco o nero, con dettagli di alluminio verniciato, all’interno presenta un diffusore a forma di globo di 50 cm di polimetacrilato. La finitura interna è personalizzabile in diversi colori e in foglia oro, argento o rame. 10. La nuova lampada da tavolo ricaricabile Lilly di Makris, brand di Imoon specializzato nell’illuminazione di design, è funzionale e facile da posizionare. Si accende per oscillazione: non sono necessari interruttori e comandi vocali, è sufficiente impugnarla e inclinarla. La base è dotata di una calamita per una perfetta aderenza alle superfici di metallo; per arredi o tavoli di diverso materiale, è disponibile una sottile base di appoggio.
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PNRR PIÙ RAPIDO CON PA DIGITALE 2026 Accedere ai fondi Pnrr è più facile. Il ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao ha presentato il progetto PA digitale 2026. La partenza degli avvisi per le pubbliche amministrazioni locali è partita il 4 aprile attraverso la piattaforma: il sistema consente alle amministrazioni di richiedere i fondi del Pnrr dedicati alla transizione digitale, rendicontare l’avanzamento dei progetti e ricevere assistenza. In partenza anche i primi avvisi dedicati alla digitalizzazione della Pa: dalla migrazione al cloud a modelli collaudati per l’implementazione di servizi pubblici digitali, passando per il consolidamento dell’identità digitale (Spid/Cie), fino al sistema di pagamento pagoPa e dell’app Io.
HIGH TECH UNA BLOCKCHAIN PER I BONUS
Con la blockchain e l’intelligenza artificiale si possono evitare le frodi. Perché nessuno ha mai pensato a utilizzare questa architettura software per evitare i 5 miliardi di crediti d’imposta falsi già individuati? A sollevare il problema è stato Paul Renda, Ceo di Spartantech, start up milanese specializzata nello sviluppo di soluzioni blockchain. E che ha messo a punto LifeCredit, piattaforma nativa blockchain per la gestione di ecobonus e superbonus, che ha già superato 500 milioni di euro di crediti fiscali contrattualizzati per un totale di più di 100 mila pratiche. Con il sistema che utilizza una sorta di archivio digitale distribuito, secondo Renda, si potrebbe semplificare la gestione, tutelando tutti gli attori coinvolti grazie all’utilizzo della notarizzazione documentale e delle attività svolte dai diversi soggetti coinvolti nel processo attraverso l’utilizzo della tecnologia blockchain. Forse ha ragione.
PIÙ ELETTRONICA NELLE ABITAZIONI MediaWorld ha fotografato le tendenze degli italiani nell’elettronica di consumo. Risultato: cinque tendenze destinate probabilmente a durare: valori a doppia cifra per la vendita di prodotti come monitor, tablet, desktop e stampanti laser, confermati dalle ottime performance ottenute dagli stessi prodotti anche direttamente negli store fisici. Ma anche nuovi status symbol, come gli aspirapolveri ricaricabili, diventato un vero e proprio oggetto d’arredo: alcuni marchi
sono riusciti a proporre modelli che per il valore ad esso associati e per il loro design vengono addirittura posizionati in bella mostra in casa con le loro piattaforme di ricarica. L’elettrodomestico, insomma, non si chiude nello sgabuzzino, ma è a vista. Merito del design.
HI-TECH E AMBIENTE TROPPO SOTTOVALUTATI
Dal 2015 al 2020 sono state appena 13 le imprese con caratteristiche green che hanno ottenuto finanziamenti dal venture capital, su un totale di 1.195, con 36,8 milioni di euro su un totale di 2.458. Ma in Europa è ancora il soggetto pubblico a investire: il 30% dei fondi di Horizon 2020 è andato a progetti cleantech. Il dato emerge dall’analisi dell’Osservatorio Climate Finance della School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui la punta minima di investimenti in soluzioni per energie rinnovabili, materiali avanzati e nella mobilità sostenibile si è verificata nel 2020, con appena 400 mila euro investiti (ma era l’anno del covid), e la massima nel 2018, con 18,4 milioni. Insomma, c’è molto spazio per la tecnologia applicata all’ambiente. YO U T R A D E
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